Library of the Museum OF COMPARATIVE ZOOLOGY, AT HARVARD COLLEGE, CAMBRIDGE, MASS. Founded bp pribate subscription, in 1861. No. Y601/ (07) 19, 1847 (097007: 20 FL NATURALISTA SICILIANO GIORNALE DI SCIENZE NATURALI ANNO SETTIMO 1987-88 PALERMO STABILIMENTO TIPOGRAFICO VIRZÌ P,S "1888 RISI È de CIPE 00) I RR VAT UZO VANO ER OR TARARE NESS i P AU Ù (99, N; # PALERMO Stabilimento Tipografico Virzì "21887 FALTLLILITVTNINIKVANITATKIHVAKIK HVKIKITKKKKKKKKKKKKKKKKYKKLKKKKKKTAKKKK{KKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKAKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKLORKOKKEKIKKKKKKKKKKKKKKKKKLKKKKKKKKKKKKGLELKEKRKKKKKKEKKKKRKKKKKKKKKKKEKKAKKKKEKOKKKKKKKKEKEKKKKKELEBKKKRKKKKEKKKLKKKRKKRKTKKKKEKKABbKsttaggazi di Kt tin CILITITIKLINTATKELIKHKATATLKKIKKKKKKKKKKKKKKKKK{KKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKCKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKLKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKLKKKTKKKKKPKKKKKKKKKKLKKKKKAKKKKKKKKKKKKKKKKiAi SUUTINANILUTVUITITITIAUTVAVKTTAVAVKVKOKALANKEVKAMLOLKKITOTTOKUOtITIOTIUTKCTUKKIVIKIKIH(KK(MIHHIHIWIUIMI\KAKIAKnKKKKKKvtinKKAKKhKooDoToDCoDOtooOooooctooretortrOUUOCOKUOKOTOTOKOKOK(I[I(IIIOIHIHWIOOHKKOKAATKKKtKonKoKortnttovtotrELERtEoKTHotERtItKIrWotoK(t[tIt\K[HHW[HTAKAKKKKKnKKNKKniKKtKes VI NGI Pa Phat Pi a, Sa) Re ds NLA CA s pet INS VU ANNO VII. 1° OTTOBRE ST Ne de DI C_--rrXr>---°-X XX£-r_-*_-*_*-<*£r£**—- AI SISSNSSNSSINSSNSNNSSNINSNNTIAIZDAI IL NATURALISTA SICILIANO AINSI aaa ata Ta DISSNSISISNSTIISNSSSASNISSNINA CATALOGO RAGIONATO DEI COSRo TEIORI DSECELIEA (Cont. Ved. Num. prec.). Hydroporus Clairv. (1) GRAPTODYTES Seldl. lepidus Oliv. . . . Assai comune in tutta l'isola, fu citata dal Ghiliani, Ro- mano, Rottenberg (Siracusa). Questa specie in Sicilia non varia affatto. Escherii Aubé. . . Il Dott. Aubé descrive questa specie come di Sicilia, e dice, che vi fu scoperta dal signor Escher Zollikofer. Il cav. Baudi (loc, cit. ) riferisce con dubbio al for- mosus Aubé, due individui di Castelvetrano, che dalla descrizione che ne dà, io credo debbonsi ritenere in- vece per ZAscherti. lo ne posseggo due soli esemplari x che erano confusi. nella mia collezione coi lepidus; essi hanno il torace solamente ai lati bordato di rosso, Il signor von Heyden l’ha pure di Sicilia raccolta da . Parreyss e Grohmann (2). varius Aubé —. . . Specie comune in tutti i fiumi e stagni. La cita il De Stefani (Partinico), Questa specie varia poco pel co- lorito delle elitre. (1) Il Dott. Seidlitz (loc. cit.) divide gli 77ydroporus in 3 sottogeneri, 1. Creo- dytes, 2. Graptodytes, diviso in tre gruppi, 3. Hydroporus i. sp., diviso in tre gruppi, dei quali gruppi, il secondo è suddiviso in 5 sezioni. (2) Il giorno 11 e 12 settembre 1887, ne raccolsi a Santo Ciro ( Mare Dolce ) presso Palermo, altri quattro esemplari; due dei quali hanno il corsaletto colo- rato come nei due esemplari descritti dal Baudi, ed in uno di questi, la fascia mediana delle elitre è riunita alle due macchiette poste vicine agli angoli basali esterni delle elitre. Li OR flavipes Ol.. . . . Si trova assieme alla specie precedente, ma è ancora più i : comune. Il Rottenberg la cita di Catania. Il colorito delle elitre di questa specie varia immensamente, gli esemplari dell’ Oreto presso Palermo, sono assai più chiari di quelli che ho raccolto presso Mistretta, ove il disegno nero delle elitre si riunisce e dà all’insetto un aspetto più oscuro, e diverso (1). HyDpROPORUS Ì. Sp. * var. fuscitarsis Aubé . Questa varietà dell’Ha/ensis Fbr. non è rara. Rotten- berg la trovò a Girgenti. Io l'ho presa sempre in po- chi esemplari nelle fontane-e rei fiumi. Si distingue dal tipo specialmente per la grandezza che é di 5 mm. invece di 4 mm., e per i disegni neri delle elitre, più marcati. Fu un errore il mio, citare nella mia seconda nota oltre la varietà anche il tipo, che da noi non è stato ancora trovato. È questa varietà che possiedono il De- stefani e Riggio invece dell’ Ha/ensis da loro citata. palustris Lin. . . Ho scoperto questa bella specie, nuova per la Sicilia, nel luglio scorso, nella fontana (abbiviraturi), al piano di Lavanche (Caronie), ove ne raccolsi sette esemplari che variano poco nella grandezza e nel colorito. var. jonicus Mill. . Posseggo quattro esemplari di quest’ altra varietà del palustris nuova per la Sicilia, e da me trovata nella fontana del piano di Lavanche assieme al tipo, dal quale varia specialmente per la maggior grandezza _ ch'è di 4 mm. marginatus Duft. . È citata di Sicilia da Reiche, Rottenberg ( Adernò, Ca- tania, con le elitre intieramente gialle) e Steck. Io non la posseggo, ma ho visto l'esemplare citato dallo Steck, ed altri nella collezione Palumbo, di Castelvetrano. planus Fbr. . . . Rottenberg la trovò a Catania, Destefani a S. Ninfa. (1) A questo gruppo bisogna aggiungere un’altra specie (?) di Sicilia, che anni or sono il Prof. Augusto Palumbo mi donava; era un piccolo Hydroporus da lui scoperto a Trapani, e che io non possedevo ; disgraziatamente durante il viag- gio se ne distaccarono la testa ed il corsaletto, che mi fu impossibile di ritrovare nello scatolino; avendo comunicato i resti di quest’insetto all’illustre Dr. Seidlitz, esso mi diceva che gli sembravano aver appartenuto alla specie fractus Sharp. i Non è rara ed io l'ho in numero specialmente della Ficuzza, del fiume Oreto e di Castelvetrano. pubescens Gyll. . . È citata di Sicilia dal Ghiliani. Io l’ho trovata in numero al piano di Lavanche; è comune a Castelvetrano (coll. Palumbo). var. Habelmannii Wencke. Questa varietà della pubescens è più grande del tipo, ed ha Vintiera base delle elitre giallognola. Non è rara. ; tessellatus Drap.. . Citata dal Rottenberg, sotto il nome di Zturatus Fabr. e da lui trovata a Catania. Io la posseggo in numero presa all Oreto, nei dintorni di Palermo, ed a Castel- vetrano, Figurava nella mia collezione sotto il sino- nimo di xanthopus Steph. i nivalis Heer. . . . Ebbi un esemplare di questa specie montana da Mes- sina; è nuova per la Sicilia e mi fu determinata dal Dott. von Seidlitz. discretus Fairm. . . È una specie nuova per la Sicilia e ne posseggo un solo esemplare di Messina determinato dal Dott. von Sei- dlitz. Altro esemplare ne vidi appartenente al Museo di Berna e citato nel Catalogo Steck come atriceps Crotch. var. piceus Sturm. var. incertus Aubè . Questa varietà del memnonius Nicol. è citata dal Ghi- liani (/neertus Dej.), dal Baudi (Misilmeri e Mistretta). Si distingue dal tipo per i lati del corsaletto e delle elitre che sono rossi. Ne posseggo pochi esemplari, che figuravano nella mia collezione come memnonius tipo. obsoletus Auibé. . . È comunissima all’Oreto presso Palermo; l’ho pure di Messina. A questa specie bisogna riferire la palustris var. vagepictus Fairm. citata nel catalogo Steck, che gentilmente mi è stata comunicata e di che ho potuto accertarmi. ferrugineus Steph. . È citata come di Sicilia dal Rottenberg (ferrugineus Luc.), che ne trovò un esemplare a Siracusa ed un altro presso Catania. Io non l'ho ancora trovata. Laccophilina Noterus Clairv. sparsus Marsh. . . È comune specialmente al Lago di Lentini ove ne rac- colsi in quantità. Ha per sinonimo il semipunctatus Er. e fu così da me citato nella mia lettera dell’ago- dr dI sto 1881 e nel mio Elenco di alcuni coleotteri raccolti nel lago di Lentini (1). Altro sinonimo di questa spe- cie è il crassicornis Sturm. , citato dallo Steck che mise invece dello Sturm. il Mull. come autore, il quale descrisse pure un crassicornis che è però si- nonimo del clavicorris de Geer., comune in tutta Eu- ropa ma non ancora rinvenuta in Sicilia, laevis Sturm. . . . Citato dal Ghiliani e dal Rottenb ‘rg (Catania, Siracusa). L’ho presa in numero sulîe sponde del lago di Len- tini assieme alla specie precedente. Hydrocanthus Say. notula Er. . . . . Figurai e descrissi nel Vol. I di questo periodico , pa- gina 249, Tav. XI, fig. 4. quest’insetto da me trovato al lago di Lentini, come var. sieulus, varietà, che io basavo sulla larghezza delle macchie gialle sui lati del corsaletto, per la mancanza assoluta sulle elitre delle tre serie longitudinali di punti profondi posti ir- regolarmente , osservati dal Saulcy e Reiche (2); lo Sharp, nulla dice di punti sulle elitre, ed il Seidlitz che mette la mia var. s'eulus in sinonimia, dice: che le elitre solamente posteriormente sono coperte di al- cuni punti. Laccophilus Leach. variegatus Germ. . Citato di Sicilia dal solo Steck ; io I’ ho trovato abbon- dantemente nel maggio al Lago di Lentini e lo citai nel Vol. I (loc. cit.) di questo periodico. Il Prof. Pa- lumbo lo raccolse nell'aprile ai laghi di S. Nicola. obscurus Panz. . . Fu citata dal Romano e da me, col sinonimo di minw- tus L. pure. interruptus Panz. . La citai col sinonimo di Ayalinus Thom. Il De Stefani e Riggio, la citano di Partinico. E comune dall’aprile , il Rottenberg (Siracusa) e lo Steck la citano all'ottobre negli stagni e nelle acque correnti, ove cre- scono delle piante acquatiche, specialmente il Pota- mogeton, ove prediliggono starsene. (1) Nat. Sic., Vol. I, pag. 283. 2) Soc. Ent., Fr. 1855, pag. 641, tav. 22 e non 1858 come erroneamente fu ci- tato, Nat. Sic., Vol. 1, pag. 249. ERI var. testaceus Aubè . Citata da Reiche, Rottenberg (Palermo e Catania) e da me, come specie. Si distingue dal tipo ((nterruptus Panz.), per la maggior larghezza e convessità delle elitre senza macchie dorsali, ed intieramente di color lestaceo, Colymbetina Agabus Leach. (1). GauronyTEs Thom. (2). brunneus Fbr. . . È citata dal solo De Stefani. Non è rara, e si trova spe- cialmente nei fonti, nascosta fra le alghe, che general- mente vi sono al fondo. var. rufulus Fairm. . Rottenberg la trovò a Siracusa. Differisce dal brunneus per il colorito assai più chiaro, e per la forma più piana. didymus Oliv. . . . Romano la cita e nelle Osseroazioni a pag. 18 del suo catalogo, descrive una varietà (N. 5) di nessuna im- portanza; la quale consiste nell’esser tutta nera bron- zata, con le macchie della testa e delle elitre appena visibili. Rottenberg la trovò a Palermo, Catania ed Adernò, e lo Steck la cita come diocellatus Mull. ch'è sinonimo di questa specie (3). Si trova comunissima in tutti i torrenti e nei fonti dell’isola, dilatatus Brull. . . Seidlitz la cita di Sicilia dove non è rara incontrarla in primavera nei torrenti fra le pietre, e nei fonti, nitidus Fbr. . . . Rottenberg la dice comune a Palermo. Io sono del pa- rére di Sharp e Bedel che la citano come var. del biguttatus Oliv., dal quale non varia che per la base del torace visibilmente più stretta che la base delle elitre. biguttatus Oliv. . . Dejean, Romano, Reiche, Rottenberg (Adernò), citano questa specie di Sicilia; essa si distingue dalla rnetdus Fbr. per essere più convessa. Secondo lo Sharp, é una delle specie più diffuse e variabili. (i) Il genere Agabus vien diviso in 10 sottogeneri, 8 dei quali mancano fin oggi alla Sicilia. (2) Questo sottogenere viene diviso in 10 gruppi. (3) Secondo il Catalogo di Berlino; ma per il Dott. Seidlitz il biocellatus Mùll., è invece sinonimo del P/atambus maculatus P. 20 nigricollis Zoubk. . Rottenberg la trovò ad Adernò e la cita come var, del biguttatus Oliv., Sharp che non la cita, la ritenne pure varietà del diguttatus, dicendo: che le elitre di quest’ultima specie sono frequentemente più o meno rosse. Io la ritengo (come anche Bedel), una bella va- rietà a elitre brune del biguttatus. binotatus Aubé. . . Ho scoperto questa specie in Sicilia finora in due soli esemplari, trovati nel basso delle Madonie in un ru- scelletto d’acqua freddissima. Era conosciuta solamente di Corsica e Sardegna. bipustulatus 1. . . È lAgabdus più comune in Sicilia, e difatti lo trovia- mo citato dal Ghiliani, Romano, Reiche, Rottenberg (Palermo, Messina, Siracusa), Destefani e Steck. Nel giugno, ne raccolsi diversi esemplari, al bosco della Fi- cuzza, ed altro di S. Ninfa, ne vidi nella collezione del Museo dell’Università; rimarchevoli per la loro piccola statura, di un terzo meno, che negli esemplari ordi- narii; ma non possiamo attaccarvi importanza dopo quanto disse ld Sharp (loc. cit., pag. 582 a 534), che la dichiara estremamente variabile per grandezza, co- lore, forma, scultura, disparità sessuale , e la forma dei tarsi nei maschi. chalconotus Panz. . Baudi ne ebbe una ventina d’esemplari dal signor Al- bera, raccolti presso Misilmeri (1). Io ne raccolsi un esemplare nel luglio in uno stagno nella parte boschiva nel basso delle Madonie. var. fusco-aenescens Regimb. (2). Ne posseggo tre esemplari raccolti col chal- chonotus tipo, dal quale differisce per il corsaletto e le elitre largamente bordati di rosso bruno, con le e- pipleure dello stesso colore, mentre sono sempre neri nel tipo. XANTHODYTES nebulosus Forster. . .Citata dal Rottenberg (Catania) e De-Stefani (Santa Nin- fa) col sinonimo di dipunetatus Fabr. Assai comune all’ Oreto e nelle fontane dei giardini delle vicinanze di Palermo. Ne ho diversi esemplari da me raccolti (1): Vedi Nat. Sic., Anno-T, pag. 120. Anno Ill, pag. 7. (2) Nat. Sic., Anno I, pag. 227, Anno III, pag. 7 e 88. E alle Caronie nel luglio scorso, con le macchiette nere del corsaletto appena accennate. var. abdominalis Ragusa var. nov. E una bellissima varietà, che si distingue dal nebulosus per il di sotto, con | addome intiera- mente giallo, ed il solo petto nerissimo, del resto u- guale al tipo. Ne posseggo due esemplari raccolti al- l’Oreto ed altri due ne vidi nella collezione dell’Uni- versità di Palermo. Liopterus Aubé ruficollis Schaller. . La citai di Lentini (1) e lo Steck sotto il nome di Co- pelatus ruficollis. È rarissima ed io la posseggo in unico esemplare raccolta a Siracusa. atriceps Sharp. . . La citai (loc. cit.) come nigriceps Sharp, lapsus calami nel quale incorse un mio corrispondente nel 1880 de- terminandomelo e che io copiai. È rarissima ed io ne posseggo due soli esemplari trovati, uno nel luglio alle Madonie, e l’altro nel bosco della Ficuzza nel giugno scorso, sotto una pietra, in sito umidissimo ed ove apparentemente in primavera era stato uno stagno. E nuovo per la Sicilia. Rantus Lac. conspersus Gyll. . Citata dallo Steck con il sinonimo di punretatus Foucr (2). Nella mia collezione esisteva sotto il simonimo di pul- x verosus Steph. per come lo avevo notato nel Nat. Sic. (loc, cit.) E comunissimo nel lago di Lentini ove nel maggio lo raccolsi in numero. notaticollis Aubé. . È citata dal Rottenberg (Siracusa, Catania). Assai più rara della specie precedente assieme alla quale ne presi pochi esemplari al lago di Lentini. Si distingue dalla conspersus per il prosterno che è ferrugineo invece di nero, con le ali del metasterno strette e triangolari, mentre sono più larghe nella prima specie. (1) Nat. Sic., vol.I, pag. 283. (2) Bedel nella sua Faune du Bassin de la Seine a pag. 276 fece questa sino- nimia adottata nel Catalogo di Berlino ma che secondo il Dott. Seidlitz è erro- nea, non essendo accertato che la specie del Foureroy debba attribuirsi a questa specie. A - AE adspersus Fbr. . . È citata dal Ghiliani, dallo Steck col sinonimo di bi- striatus Bergst. Io non la posseggo ancora. Si distin- gue dalle specie precedenti per la minor grandezza e per il torace che è anteriormente e posteriormente bor- dato di nero. Cymatopterus Lac. fuscus L. . . . . Citata da Ghiliani, Rottenberg (Catania) e De-Stefani (Partinico). Io lho raccolta abbondantemente nel mag- gio al lago di Lentini e nel giugno al bosco della Fi- cuzza. Meladema Laporte coriacea Lap.. . . Ghiliani (Scufopterus coriaceus Hoffm.)'e De-Stefani (Santa Ninfa), sono i soli che citano questa comunis- sima specie, tanto abbondante specialmente a Castel- buono (1). Dytiscina Eunectes Er. sticticus L. . . . , E citata da Romano, Reiche e Rottenberg (Siracusa). Quest’insetto abita tutto il mondo ed in Sicilia è co- mune, e presenta delle varietà nel colorito del corsa- letto, che ora ha due macchie:te, or una sola oblunga, o ne è privo; sono del resto varietà di colorito già state descritte dal Dejean. Hydaticus Leach. grammicus Germ. . Nuova per la Sicilia. Ne posseggo un solo esemplare proveniente da Termini Imerese e donatomi dal mio carissimo amico De-Stefani, Leander Rossi. . . Ne posseggo un solo esemplare preso nella provincia di Catania. Altro ne vidi nella collezione del Prof. Pa- lumbo a Castelvetrano. i (continua) (1) Romano cita inoltre un Colymbetes Sturmii (oggi Seytodytes Sturmii Gyll.} C. Snewdonius (oggi Agabus bipustulatus Linn.) C. quadriguttatus (oggi IHybius obscurus Marsh.) C. notatus (oggi (Rantus notatus Fbr.). a ZUPHIUM FAILLAE noV. Sp. descritta da Edmund Reitter a Médling, presso Vienna. +10 »_._ Rufolestaceum , nitidulum , elytris, pedibus abdomineque pallidioribus , ca- pite thorace haud angustiore, fortiter puncetato, prothorace fortiter pun- ctato, elytris obsolete substriatis, striis externis evanescentibus, interstittis confertim subtiliter sed profunde, lateribus magis subtiliter punctatis. Long. 5.5 mm. Un poco più grande e assai più largo del Z. Chevrolati Brùll., più ro- busto e facile a distinguersi da questa specie per la punteggiatura gros- solana della testa e del corsaletto. La testa non è più stretta del corsa- letto, con forti punti, anteriormente spessi, posteriormente diminuiscono, il vertice anteriormente oblungo e arrotondito. Gli occhi piccoli, non spor- genti dalla rotondità della testa. Il corsaletto assai più lungo che largo, della forma normale, fortemente puntato con una linea mediana fina. Eli- tre appena così lunghe come la testa ed il corsaletto assieme, con segni di strie, le quali mancano ai lati, ricoperte intieramente di puntini fini, la punteggiatura è sui lati sensibilmente più fina ed in generale tre volte più forte che nel Chevrolati. Addome assai finamente puntato. L’ intiero insetto è rosso-giallo, le elitre, l’addome, e le gambe più pallide e meno lucenti. Le antenne sono proporzionatamente grosse, di uguale grossezza, il primo articolo lunghissimo, presso la punta più ingrossato. Un esemplare fu scoperto in Sicilia a Licata lungo le sponde del fiume Salso (Imera meridionale) nel mese di maggio dal sig. Failla-Tedaldi, al quale mi fo un onore dedicarla (1). Questa specie si distingue dalla Z. Bocage: Paulino anche per la sua forma più robusta e per la forte punteggiatura , dalla hungaricum Friv. pel colorito e per la minor grandezza. Le specie europee di questo genere si distinguono come segue: (1) Altro esemplare esiste nella collezione del sig. Enrico Ragusa che lo rin- venne nel dicembre sul Monte Pellegrino. Nota del Red. Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 2 0 | VSS 1! Il terzo articolo delle antenne tre volte tanto lungo quanto il secondo. Testa ed elitre oscure, con tre macchie rosse-ferruginee sulle ultime. olens Fabr. 1!! Il terzo articolo delle antenne è solamente il doppio del secondo. Specie gialle. 2!! Elitre con la sutura anteriormente annerita. Specie grandi. ” Hungaricum Friv. 2! Elitre tutte gialle. Specie piccole. 3! Testa non più stretta del corsaletto e come questo fortemente puntato. Faillae Reitt. 3! Testa un po’ più stretta del corsaletto e come questo finamente pun- teggiata. 4! Occhi grandi, di doppia larghezza del primo articolo delle antenne. Bocagei Paulino. 4! Occhi piccoli, solamente tanto larghi qnanto il primo articolo delle an- tenne . : 3 : ; : È . : Chevrolati Brull. Zuphium Bocagei Paul. è descritto dal Portogallo meridionale, io ne pos- seggo un esemplare di Algeciras. — <—ecD<=—_ Dr. France. Minà-Palumbo e Luigi Failla-Tedaldi MATERIALI PRI LA FAUNA LEPIDOTTEROLOGICA DELLA SICILIA (Cant. Vedi Num. prec.). BIBLELIORRAZE:ICA 1696.—-In fronte a questo articolo deve essere citato anche a titolo di mero ricordo bibliografico l’illustre scienziato Francesco Cupani, il quale seri- vendo sopra ogni ramo di storia naturale della nostra isola, non tra- scurò del tutto i lepidotteri, di cui fece alcuni disegni mirabilmente e- seguiti e scrisse di loro le seguenti diagnosi : Papilio cinereus cornibus pennatis minimus. Pamp. I, T. 130. Papilio megacephalus magnus. Pamp. III, T. 103=Atropos. Papilio novellarius. Pamp. IN, T. 109—Macroglossa ? Papilio proboscide donatus. Pamp. UI, T. 32=Sphynx. ialdro. Papilio vespertitionis facies. Pamp. III, T. 52=Sphyrus. Eruca maxima versicolor cauda forcipata in papilione alis oculatis cornibusque palmatis abiens. Pamp. III, T. 118. Descrive con queste pa- role la larva e l’insetto perfetto della Saturnia pyri di cui ne riporta anche il disegno (1). 1735.— Saverio Scilla, naturalista messinese che viveva nel 1785 lasciò : un manoscritto intitolato : Disegni ed osservazioni sulle erughe, crisalidi e farfalle naturali proprie di ciascuna eruca, diviso in tre parti ed accom- pagnato di 165 disegni. Questa opera doveva essere di molta impor- tanza per la sua originalità « Serio additamento alla Bibl. Sicula del Mongitore » nella Bibl. comunale di Palermo. 1768.—Giuseppe Sinatra da Noto, morto nel 1768, lasciò una raccolta d’in- setti siciliani, fra cui figuravano i lepidotteri classificati col metodo lin- neano. Pare quindi probabile che questa sia stata la prima collezione scientificamente sistemata che si avesse la Sicilia. Dopo la sua morte passò nelle mani del fratel maggiore, che non s’intendeva d’entomolo- gia ed in breve tempo fu distrutta dagli antreni.—Scinà, Prospetto della Storia letter. II, pag. 11. 1818.—Domenico Scinà per meglio illustrare la Conca d’oro cenna alcuni lepidotteri raccolti in quelle campagne cioè : Papilio to, Midemus, Da- mon, Argo, Malvae, Ocellata, Apollo, Brassicae, Rapae, Napi, Cardui, Betulae, Pruni, Phalena sambucaria, pellionella, sarcinella, Caja, Salicis, Quercifolia, Populi, Mori, Hera, lucernea. Riguardo alla determinazio- ne e classificazione delle specie non si deve annettere alcuna impor- tanza scientifica, bastando far notare soltanto come l’autore cita 1 Apollo come rinvenuto in quelle basse località, mentre sappiamo tutti essere una specie eminentemente alpina.—-Topografia di Palermo, nota 188. 1824.— Alfonso Lefebvre nella sua lunga dimora fra noi fece una ricca col- lezione d’insetti compresi i Lepidotteri di alcuni dei quali scrisse le de- scrizioni pubblicate posteriormente in varii giornali. 1827.-A. Lefebvre negli Annali della Soc. Linneana di Parigi VI, pubblicò la : « description des diverses Insectes ined. recuelli en Sicile » e scrisse alcune considerazioni interessantissime sui lepidotteri siculi. Le specie descritte sono Zeliotis caylino, Plusia accentifera, Cossus nonagriodes. L'ultima specie figura nel Catalogo Staudinger sotto il genere Sesamtia. 1881.— Giuseppe Alessi nella sua: Memoria sulla vera origine del succino, Atti dell’Accademia Gioenia VI, 17—parlando degli insetti racchiusi nel- l’ambra asserisce di aver trovato delle farfalle più o meno conservate ma non dice quali specie. (1) Cupani. Pamphiton Siculum, tavole del Bonanno. Volumi conservati nella biblioteca nazionale e comunale di Palermo. LO 1831.—Description de deux pap. ap. au G. Fidonia— Magasin zoologique— Contiene la descrizione della Fidonia Duponchelaria(==Selidosema am- bustaria) raccolta nei boschi di Sperlinga, della /. spoliaria (=Eubolia murinaria *) raccolta nel Val di Noto , inoltre aggiunge di aver preso a Randazzo la Boarmia (Hemerophila) nyctimeraria. 1835.—0. Gabriele Costa — Nella corrispondenza zoologica pag. 39 diede la descrizione di una farfallina raccolta nelle campagne di Catania che di- stinse col nome di Eriopus Etnea. 1837.—Alessio Scigliani fece conoscere una emigrazione di farfalle osser- vata il 3 aprile 1837 in Trapani, che a vari stormi si succedevano dal mare di Sud al Nord di Erice. Probabilmente parlava della Vanessa Cardui specie migatrice. — De Feisthamel Baron loan. — Notice sur trois Lépidoptères nouveaux, dont un de Sicile et deux d’Espagne con fig. Ann. Soc. Ent. Fr. 1837, T. 6, pag. 299, 302. Non abbiamo potuto consultare questo lavoro. — Heeger Ern. Beitràge zur Schmetterlingskunde oder Abbildungen und Beschreibungen neuer sicilianischen Schmetterlinge. Wien gedr. 6 Tol- linger 1858, 4 pag. 7, 3 pl. col. Isis 1848 VIII, pag. 692. Ci duole non aver potuto consultare questo lavoro. 1838.—Francesco Ferrara nelle sue lezioni date all’Università di Palermo si intratteneva spesso di lepidotteri siculi; il cenno che riporta nell’ultimo volume della sua Storia naturale della Sicilia, è di poco o nessuno in- teresse scientifico, 1839.—Giovanna Power pubblicò diversi cataloghi d’insetti siciliani, ma la la loro classificazione non è al corrente della scienza. Fra i lepidotteri cita: Papilio Apollo, brassicae, rapae , populi, mori, napi, C. album, Arcus, Arethusa. malvae, cardamines, scilla, Cleopatra, Calypso, Sphyne agathina, Atropos, fusiformis, Prolera pavonia major. — Itinerario per la Sicilia pag. 125. — Nel gabinetto di A. Gargotta in Termini Imerese si trovavano alcuni le- pidotteri fra cui: Papilio Podalirius e Machaon, Pieris rhamni, car- damines, crataegi, ecc. Tra gli Eteroceri: Sphynx convolvuli, Atropos, euphorbiae, populi, Zygaena minus, Bombyxe major, media, minor, quer- cifolta, bucephala, mori. — Cenni su taluni oggetti di belle arti e stor. naturale osservati in Termini pag. 15. 1840.—0. G. Costa. Fauna siciliana ossia enumerazione di tutti gli animali che abitano le diverse regioni dell’isola e le sue dipendenze ecc. vol. I. Animali vertebrati. In questo fascicolo si trovano le descrizioni e le fi- ‘gure del Satyrus tithonus e del Satyrus Corinna, erroneamente ritenute per tali dall'autore, mentre non sono altro che l’Epin. Ida, e la Coeno- nympha pamphilus colle sue varietà. — Camillo Rondani nella Revue zoologique pag. 396 corregge un errore di — | Guerin Meneville pubblicato nella stessa rivista (1838 pag. 70) ove que- sto autore trattando degl’insetti contenuti nell’ambra di Sicilia della col- lezione Maravigna asserisce di esservi dei lepidotteri, mentre doveva dire ditteri. Secondo le nostre conoscenze nessun lepidottero fossile è stato rinvenuto sinora in Sicilia. 1841.—I fratelli Broussais vennero in Sicilia a raccogliere insetti per conto di varii entomologi, fecero escursioni particolarmente nella costa meri- dionale e raccolsero pure dei lepidotteri—Exploration entomologique de la Sicile, Revue Zoologique, 1841, pag. 276. 1842.— Vittore Ghiliani vel 1839 fece una lunga dimora in Sicilia, raccogliendo e studiando insetti di tutti gli ordini. Nel lavoro stampato a sua insa- puta negli Atti dell’Acc. Gioenia trovansi riportate 72 specie di lepidot- teri diurni oltre di due Z7esperia ? 13 crepuscolari e 112 notturni, se- condo la classificazione di quell’epoca. Con questo autore comincia ve- ramente il primo lavoro scientifico sui lepidotteri siculi. — Insetti della Sicilia, atti dell’Acc. Gioenia 1842. — Pietro Calcara. Storia natur. dell’isola di Ustica, riporta P. Machaon, Satyrus Ida e Vanessa Cardui. — Idem. Cenni topografici di Termini. Vi cita 20 diurni, 4 crepuscolari, e 3 notturni raccolti nelle campagne di questa città. 1843.— Melly fece in detto anno una ricca collezione d’insetti nelle campagne di Palermo, ed altri luoghi dell’isola, ma ignoriamo quanto raccolse in fatto di lepidotteri. 1844.—Giovanni Caruso, dopo la venuta dei fratelli Broussais in Sicilia, rac- colse insetti nella provincia di Girgenti, ma non sappiamo quali lepi- dotteri, sappiamo invece che pubblicò il catalogo dei Coleotteri. — Nocito Topografia di Girgenti negli atti della Soc. Econ: di Girgenti. — Baldassare Romano. Degli Insetti che danneggiavo gli ulivi in Sicilia. In questo lavoro fa un’esatta descrizione della 7inea oleella, danneggiatrice delle ulive. Le scrupolose osservazioni e la descrizione data su questa specie sono commendate da V. Ghiliani nel suo: Elenco dei Lepid. de- gli Stati Sardi, 1852, p. 117. 1845.— Mariano Zuccarello Patti, nelle sue Illustrazioni entomologiche della Sicilia. — Catania 1845 pag. 12 da le descrizioni della Zygaena corsici Ramb., Trifolit Hb. Saportae Bsd,, Charon Hb., Punetum Hld., Scabio- sae T., e della Caradrina sicula Zuc., specie inedita; aggiunge di aver raccolto la Charadrina glareosa Trisck.; erigua Tr., Dicranura vinula Lt., Erminea Bsd., Amphypira tragoponis Lt., Spectrum Lt., Pyrami- dea Tr., Chito Colonnellus Costa, Lampros ambiguellus. Sulla determi- nazione di molte specie non si può annettere tanta fiducia. 1846.—Lo stesso Zuccarello pubblicò posteriormente un brano dell’ introdu- zione del Catalogo delle farfalle, ove si legge il piano del suo lavoro, sE (7 gp ed alcune idee generali, ma il catalogo non fu poi pubblicato.—Atti del- l’Acc. Gioenia XI, 34. 1847.—Zeller. Bemerkungen iiber die auf einer Reise, nach Italien, und Sici- lien beobachteten Schmetterlinge Isis 1847 Heft. 9. — In questo lavoro lo Zeller pubblica il risultato delle sue raccolte lepidotterologiche fatte in varii luoghi della Sicilia, e contiene alcune specie inedite molto in- teressanti. Pietro Calcara. Descrizione di Lampedusa. Cita soltanto la Coltas Edusa e la Pieris brassicae. 1852— Vittore Ghiliani. Elenco de’ Lepidotteri degli Stati Sardi. Torino. L’au- tore dai bruchi allevati in Catania delia G/ottula Pancratii Cyr., ottenne la var. albina Gl., encausta Duponchel, e fa menzione del Crambus si- cullellus, Dpn. e della Phycis osseutella Tr. — Loda poi le osservazioni del nostro Romano come dissimo di sopra, a proposito dell’A/achista oleaella Fosc. 1858.—F. Minà-Palumbo. Empedocle vol. II, pag. 279, 332. Descrive in varie lettere nell’interesse dell’agricoltura 1’ Oecophora olivella Dpn., Sphyne elpenor L. celerto F:, Koechlini Esp., Tinea ambiquella Hb., Pyralis vi- tis, ed una Tinea? la cui larva si nutre dell’acino dell’uva. 1854.-Idem. Empedocle IX 294. Dà la descrizione dello Sphkyne atropos, accenna al danno che arreca nelle arnie , indicando i rimedii atti alla distruzione. Zeller. Lakalitàten an der Ostkiiste Siciliens ec. extrait du Bull. de la Soc. Imp. des Naturalistes de Moscou n. 3. Contiene un ricco elenco delle specie raccolte da questo autore a Messina, Catania e Siracusa. Alcune di esse sono nuove per la Sicilia, tuttavia lAgrotis dimidia Z. che egli prese a Catania non è altro che la segetum secondo il catalogo Staudinger, malgrado scrivesse: Die sich von segetum durch kiirzere Fliigel und eine geringere Zahl der Fiihlerzihne unterscheidet. 1855.—F. Minà-Palumbo. Descrizione della Liparis dispar che distrugge la fronda del sughero e mezzi di distruzione in occasione de’ danni ca- gionati nel 1854, Vedi descrizione dei bruchi del sughero, Empedocle Wid0% 1857.—Standfuss G. Bemerkungen iber einige an den kiisten von Spanien und Sicilien fliegende Falter. Stett. Ent. Zeitung 1855, T. 16, pag. 151 e 163, 1856 T. 17 pag. 48-52, 1857, T. 18, pag. 21-35.— In questo la- voro l’ autore si occupa di una parte dei nostri ropaloceri rinvenuti dallo stesso in alcune parti della Sicilia, indicando per ciascuna spe- cie l'epoca d’ apparizione, le località ed altre osservazioni. Però niente abbiamo trovato per noi d’ interessante o di nuovo in queste Bemer- kungen. ES 1 SR 1898.—F. Minà-Palumbo. Osservazioni entomologiche sulle Madonie, Palinge- nesi I 109. Pubblica una lista di 91 specie di lepidotteri raccolti in que- sti monti. 1859, — Mann Joseph. Verzeichniss der im Jahre 1858 in Sicilien gesam- melten Schmetterlinge. Wiener Entom. Zeitschr'ft. III Band, Questo en- tomologo raccolse in Sicilia molte specie fra le quali alcune inedite : il catalogo pubblicato è commendevole particolarmente per la grande esattezza con cui sono determinate le specie. — (Giulio Lederer. Classification der Europàischer Tortricen nel Wiener Ent. Monatschrift 1859, pag. 118. Riporta 31 specie della Sicilia appartenenti a questa numerosa famiglia. — F. Minà-Palumbo. Catalogo dei Lepidotteri diurni delle Madonie. Vi sono registrate 62 specie secondo il metodo Dumeril, seguito dal catalogo dei lepidotteri diurni della Sicilia ove si notano 18 Papilionini, 37 Nin- palini, 19 Ericinini, 12 Esperini e due specie dubbie Argynnis maturna F. ed Hesperia virgola Hb. Atti dell’Accad. di Scienze e Lettere di Pa- lermo III. — Bellier de la Chavignerie. Remarques sur les chasses entomologiques fai- tes en Sicile. Annales Soc. Ent. de France 1859. Sono interessanti os- servazioni che precedono il lavoro più grosso fatto sur la faune de Si- cile di cui diremo più sotto. 1860.—Idem. Observations sur la Faune ent. de la Sicile, Annales Soc. Ent. de France Ser. 3, VIII, 607. 'frovasi esposto in questo lavoro il risul-_ tato delle caccie fatte in Sicilia dall'autore dal marzo al settembre 1859, AI catalogo delle specie precede una interessante introduzione. Descrive una varietà dell’Arge Pherusa— Plesaura Bell. una varietà della C'helo- nia villica, ed una specie inedita : Sesia hymenopteriformis. Il catalogo pubblicato in seguito comprende 78 specie di diurni, 220 di notturni e 68 di microlepidotteri, tutte raccolte dallo stesso. — G. de Laharpe. Contributions sur la Faune de la Sicile. Lépidoptères Lo- sanna 1860, extrait du Bull. de la Soc. Vaudoise des Sciences Natur. n. 47. Questo lavoro unito a quello del Bellier e del Mann è molto pregevole per la Sicilia. E preceduto da una introduzione che si occupa quasi esclusivamente delle cause che influiscono sulla modificazione dei colori dei nostri lepidotteri. Vi si trovano poi notate 188 specie raccolte nel 1857 dai signori De Rumine e Gaudin, con interessanti annotazioni e colla descrizione delle specie nuove, cioè : Gelechie Palermitella, Poe- disca absconditoria, Sciaphila gratana, Cochilis eriguana, Tortrix osseana, Anerastria ostrinella, Nyctegrktis Ruminella, Zophodia luteola, Eudorea simplicella, Botys zonalis, bicoloralis , Larentia disjunetaria, Acidalia calvaria. Talune di queste specie sono riportate in sinonimia nel cata- logo Staudinger. RA (ra 1864.—P. Millière. Iconographie et Descriptions de Chen. vol. Il. Contiene la descrizione delle seguenti specie siciliane: Mypotia corticalis W. V. (1864) Bolina cailino Lf. Orgia Ledereri Mill. Nola chlamidulalis Hb., vol. IIT, 1869, Agrotis spini,era Hb. 1869.—Stainton. The Tineina of southern Europe. London. In questo lavoro riporta i micro raccolti in Sicilia dai signori Zeller nel 1844, da Laharpe e Mann nel 1858. Più riporta di Sicilia la Depressaria veneficella, spe- cie inedita, che vive sulla Thapsia garganica, la quale è spesso in com- pagnia colla Pentina, Non abbiamo però potuto consultare 1° originale dell’autore. 1870.— Leonardo Vigo. Giornale di Agricoltura di Bologna XIII, 124. Descrive un lepidottero nocivo alle uve dei vigneti etnei, Cochilis Rumaniana Costa, probabilmente Cockilis ambiguella Hb. del catalogo Staudinger, che ospita sull’olivo a carico dei bottoni fiorali e delle tenere drupe ap- pena sviluppate di cui divora la polpa. 1874.- 0. Staudinger e M. Wocke. Catalog der Lepidopteren des Europàischen Faunengebiets, Dresden. Citano molte specie della Sicilia cioè : opo- locera 8, Heterocera 115, Mtcrolepidoptera 130. E. Ragusa. Escursione entomologica fatta sulle Madonie e Caronie, Bull. Ent. Italiano anno III. Alle Madonie raccolse qualche lepidottero, alle Caronie Vl Arginnis Ino ed Euphrosyne. Però nella sua raccolta non fi- gura l’Ino. Adolfo von Kalchberg fece nei primi di luglio 1871 una escursione alle Madonie, e trovò di pregevole fra le altre specie Thecla Walbum, v. Eleus, v. diniensis e v. Anargyra. 1872—Giacomo Pincitore-Marott. Lepidotteri nuovi e rari trovati in Sicilia, Comizio agrario di Palermo. Sono Lycaena Icarus v. melanotora, Cyl- larus v. Valenzae, Thais polyrena ed Anthocharis v. Bellezina. Idem. Specie nuove per la lepidottero Fauna della Sicilia, Bull. Ent. Ital. anno IV. Sono Thecla W. album, Lycaena ab. Icarinus, e Lasiocampa otus. A. Kalchberg. Rettificazione, Bull. Ent. Ital. Corregge alcuni errori in una pubblicazione del sig. Enrico Ragusa. G. Pincitore-Marott. Nel Bullettino Ent. Italiano (T.I pag. 105) annunzia di avere scoperto a Monte Cuccio vicino Palermo la Lasiocampa otus, scoperta confutata dal Kalchberg nella Gazzetta di Stettino anno 83, pag. 319. 1873.—Idem. Sur la Lasiocampa otus et son habitat, Petites Nouvelles en- tomol. pag. 323. Rivendica a se la scoperta di questa specie, confutando le opinioni del Kalchberg espresse nella Gazzetta di Stettino. Idem. Escursioni entomologiche al bosco della Ficuzza, e nei prossimi A exfeudi Maraccia, Catagnano e Rao, Bull. Ent. Ital. Veramente poco 0 nulla di particolare fu trovato in queste escursioni. 1873.—E. Ragusa. Ahodocera Cleopatra ermafrodita, Bull. Ent. Ital. Di questa interessantissima ermafrodita trovata alle Madonie dal fortunato sco- pritore, sarà fatto cenno a suo tempo, parlando di questa specie. - Idem. Notizie sulla Fauna lepidotterologica della Sicilia, tratte da un articolo del sig. A. Kalchberg, Ball. Ent. Ital. Sono 65 specie siciliane pubblicate nella Stettiner Entom. Zeitung, fra cui notiamo per la loro ra- rità Farias insulana, Drepana Cinarta, Brythis eucaustus, Ertopus La- treillei, Plusia ni, Anophia leucomelas, Zethes insularis, Nodaria nodo- salis, sebbene specie tutte che figurano nella nostra raccolta (Failla). E in questo articolo che si critica l’asserzione del sig. Pincitore intorno al luogo di rinvenimento e di altro della Lastocampa otus. — A. Kalchberg. Lepidotteri nuovi per la Sicilia o per Europa. Sono Hadena Solieri, Caradrina Selini, Germaitnit, Hypaena palpalis, Hypenodes al- bistrigatus, Nychiodes Andalusaria, Cidaria putridaria, malvata, baso- chesiota, Stemmatophora obsoletalis, ed una Eupithecia creduta inedita dall'autore. 1875.—£. Ragusa. Gita Entomologica all’ isola di Pantellaria, Boll. Ent. It. Raccolse in qnesta escursione 21 specie di lepidotteri fra cui due Eu- pithecia nuove Pantellata Mill. e Cossurata Mill. — A. Curò. Saggio di un catalogo dei Lepidotteri d’Italia Boll. Ent. Ital. Cita buon numero di specie della Sicilia. — G. Pincitore-Marott. Bulletin Insectologie agricole fasc..I. Riporta: Sphyne ligustri, Geometra degeneraria, Tinea accezella. 1876.—Adolfo Kalchberg. Beitrige zur Lepidopteren Fauna Sicilien’'s. Vi sono descritte dallo Staudinger 14 nuove specie raccolte dal Kalchberg DI Pararge Maera v. Sicula, Hypenodes Kalchbergi, Acidalia mutilata, Cloè: determinata, Eupithecia lateostrigata, Nephopterye maculata, Acrobasis? singularis, Lita singula, Lita (?) punctata, Teleja femoralis, Anacamp- sis (?) basalis, Mesopleps (?) acuminatus, Symmoca (?) pallida, Macro- ceras oecophila. — P. Millière. Descriptions de six Lépidoptères d’ Europe, Ann. de la Soc. Ent. de France 10 mai. Sono comprese in queste nuove specie le due Eupithecia Cossurata e Pantellata Mill. scoperte dal Ragusa a Pantel- laria, con tavola. 1877.-L. Failla-Tedaldi. Capture de Charaxes Jasius, Petites Nouv. Ent. pa- gina 182. Dà notizia della cattura di questa specie ne’ dintorni di Ca- stelbuono, — Idem. Note sur la Lasiocampa otus Drury, Petites nouvelles Ent. p. 183. Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 3 Peg Tesse la storia della sua scoperta in Sicilia, e completa altre osserva- zioni. 1877. Briosi. Intorno alla malattia denominata marciume dell’uva. Transunti dell’Acc. dei Lincei 4, ser. 3. Si occupa dell'A/binia Wocchiana. — dem. Il marciume o il bruco dell'uva, Atti dell’Accad. dei Lincei I, se- reso, Lav, I; IE — Idem. Sul Marciume dell’uva. Annali Staz. agr. di Roma. 1878.—ldem. Ancora sul marciume dell’ uva. A/binia Cusazzae, Transunti della R. Accad. dei Lincei II, ser. 3. Questo autore in queste varie pub- blicazioni riempie un volume per descrivere due specie !! — L. Failla-Tedaldi. Lepidotteri delle Madonie, Bull. Ent. Ital. Vi sono no- tate più di cento forme fra specie e varietà, senza comprendervi quelle dubbie annunziate da altri entomologi. Contiene il calendario ed altre osservazioni. 1879.—Idem. Note sur une invasion de la Vanessa Cardui observé en Si- cile, Feuille des Jeunes Naturalistes pag. 64. — Idem. Aberration de Melanargia Galathea, Feuille des Jeunes Natur. pag. 152 con Tavola. Sarà descritta a suo posto. — Idem. Sopra alcuni Lepidotteri siciliani, Bull. Ent. Ital. In questo la- voro si trovano enumerate 36 specie nuove o rare per la Sicilia ed al- tri paesi con note ed osservazioni, -— G. Pincitore-Marott. Lepidotteri nuovi e rari di Sicilia, Giornale di scienze naturali ed econ. di Palermo vol. XIV. Tratta del P. Machaon, P. ra- pae, di cui ne fa una aberrazione Z'odorana, P. Daplidice, A. Galathea e forme intermedie, Pherusa, per la quale ammette una seconda gene- razione, Hepin. v. Hyspulla, Lycaena melanotoxa, talune delle quali spe- cie sono ricordate dall’autore in altre memorie precedenti. Quasi tutte le specie citate, non meritano a dir vero, l'appellativo di nuove o rare trovandosi comunemente sparse per tutta l'Isola. — ldem. La Vanessa Cardui nel territ. di Palermo, Giornale del Comizio agrario. V-X, 164. — Idem. Emigrations et apparitions de certaines Lepidopteres, Fenille des Jeunes Natur. pag. 115. Fa menzione di alcuni lepidotteri osservati in quantità straordinaria in varie epoche e in varii siti della Sicilia. Essi sono: Dejopeja pulchella, Coltas Edusa, Daplidice, Acherontia Atropos, Lycaena Icarus. — Max. Wiskott. Psyche sera nuova specie. È sinonimo di Psyche Heylaer- isti, di cui dà una breve diagnosi non sappiamo in quale giornale te- desco, per assicurarsi la priorità sul lavoro del Millière riguardante la stessa specie. 1881—P. Millière. Lepidopterologie. In questo elegante volumetto, ricco di numerose illustrazioni mirabilmente eseguite trovasi la descrizione e la A figura della Psyche Heylaertsit, sera Wiskott, trovata dal Failla alle Madonie. G. Gianelli. Venti Giorni in Sicilia, Note di un lepidotterofilo, Natur. Si- cil. pag. 31. Sono calendate in questo lavoro n. 97 specie, raccolte dal- l’autore in 20 giorni di escursioni fatti in vari punti dell’isola. G. Pincitore-Marott. Dell’Arge Pherusa e della sua var. Plesaura Paler- mo. Scrive diffusamente di questa specie e delle sue aberrazioni. L. Failla-Tedaldi. Sopra una singolare aberrazione dell’Arge Pherusa. Natural. Sicil. pag. 208. Idem. ?siche nuove. Nel Naturalista Sicil. pag. 38. E. Ragusa. Un Papilio Machaon lillipuziano. Naturalista Sicil. pag. 24. Degno veramente di essere descritto e figurato per le sue minime pro- porzioni. | Idem. Note su alcuni lepidotteri siciliani, Natur. Sic, pag. 36. Riguar- dano alcune rare specie di Sicilia. Idem. Sulla Sesia cruentata Mann., Natur. Sic. pag. 223. Annunzia la cattura di questa specie. Idem. Strana aberraz. di Syntomis phegea, Natur. Sic. Sarà fatta men- zione a suo tempo e luogo. 1882, F. T. M. Heylaerts. Descriptions de deux nouvelles espèces de Psychi- des. Extrait des Comptes rendus de la Soc. Ent. de Belgique, Seance du 7 oct. 1882. Una di questa Psyche è originaria dalla Sicilia ed è stata battezzata dall’autore col nome di Acanthopsyche Tedaldi in omag- gio allo scopritore. - 1883.—L. Failla-Tedaldi. Psyche nuova, Natur. Sic. pag. 99. È la specie de- scritta dall’Haylaerts. Idem. Caccia di Lepidotteri rari, Natur. Sicil pag. 249. F. Minà-Paiumbo. Lepidotteri druofagi, Nat. Sic., pag. 136 e seg. Cita le specie che, vivono a spese della quercia, talune delle quali sono nomi- nate di Sicilia. 1884. -E. Ragusa. Nota sulla Apocheima flobellaria, Natur. Sic. , pag. 156. Scrive della cattura di questa specie fatta a Girgenti colla lampada. Idem. Nychiodes lividaria v. Ragusaria Mill. Natur. Sic., pag. 196. Una delle tante aberrazioni ? Di questa specie descritta dal Milliere e dedicata al Ragusa. Bellier de la Chavignerie. Note sur la Nychiodes Ragusaria, Natur. Sic. pag. 297. In questa nota l’ autore fa osservare d’ aver preso in Sicilia l’identica forma, sin dal 1859 e pubblicata negli annali della Soc. Ent. di Francia. E. Ragusa. Note lepidotterologiche, Natur. Sic. pag. 30. Sono alcune os- servazioni riguardanti le specie, Thais polyreena, Charares Jastus, Dei- lephila celerio, Nerii e Nychiodes lividaria v. andalusaria Mill, Sp — G. Riggio. Contribuzione alla Fauna lepidotterologica della Sicilia, Nat. Sic., pag. 49. Fa l’enumerazione delle specie e varietà (220) che si tro- vano all’Istituto tecnico di Palermo raccolte tutte dal Kalehberg. — Oscar Struve. Notizie lepidotterologiche siciliane, Natur. Sic., pag. 49. È una lettera diretta dallo Struve al Ragusa ch: contiene l'elenco delle specie raccolte dal primo in Sicilia. Fra esse devonsi notare il Syrich- ihus proto e l'Zno pruni trovati a Taormina. S'ingaùna però nell’asserire di aver trovato la Lithosia marcida a S. Guglielmo vicino a Castelbuono mentre doveva dire alle Pedagni, trovato da uno di noi(Failla-Tedaldi) che offerse a lui in dono. 1885. —E. Ragusa. Note lepidotterologiche, Natur. Sic., p, 271 e 299. In que- ste note trovansi descritte alcune rimarchevoli varietà cioè: Argynnis Pandora v. paupercula, Hadena dydima v. Struvet , il bruco di Brytis encaustus, ed alcune osservazioni sulla Sesia cruentata, Bryophila ra- ptricula, Aporophyla Catalaunensis, Hacena literosa, Horrodia veroni- cae, e Toxocampa ephialtes. — G. Riggio. Materiali per una fauna ent. dell’isola di Ustica, Natur. Sic. pag. 25-52. Contiene l’enumerazione degl’insetti di varii ordini. I Lepi- lotteri vi figurano per 14 specie, cioè: P. v. Sphyrus, P. rapae , la Edusa, P. Phleas, L. telicanus, V. Cardui, D. Celerio, S. convolvuli, M. stellatarum, D. pulchella, B. muralis, Acidalia sp.? S. sacraria, N. noctuella. — F. Minà-Palumbo. Zygaena mangia vite, Sicilia agricola n. 14 p. 268. Vi si trovano le descrizioni delle specie Z/no amphelophaga e statices. 1886.—F. Pajno. Notizie leidotterologiche, Nat. Sic. pag. 249. È una brevis- sima nota dove annunzia la cattura di due specie rare per la Sicilia, cioè: Harpya bifida e Spilosoma lubricipeda. 1887.—L. Failla Tedaldi. Escursione entomologica all’ isola di Lampedusa, Natur. Sic. pag. 53 e seg. Precedono alcune generalità sull isola visi- tata, indi segue l'elenco degl’insetti raccolti. Fra i lepidotteri meritano particolare menzione : Deilephila euphorbiae ab. esulae , uva specie di Psyche (trovato il solo sacco) Zapinostola musculosa ete. (1). (1) Nel lavoro di Hagen : Biblioteca Entomologica si trovano notati i seguenti autori soltanto che si occuparono di lepidotierologia siciliana, cioè: Bellier, Fei- sthamel, Heeger, Laharpe, Mann, Patti, Staudfuss, Zeller; e Minà-Palumbo. Pri- ma di chiudere questa nota crediamo giusto fare omaggio alla memoria di altri nostri connazionali, che sebbene non lasciarono seritti relativi ail entomologia conservarono però delle collezioni più o meno importanti per gli stadi. Citeremo pertanto i signori Giuseppe Mercanti da Castelbuono, Giuseppe Brugnone, pa- dre Libassi, ec Michele Azzarello da Palermo e Zuccarello Patti da Catania che tenevano delle raccolte più o meno ricche. Nel Museo di Biscari a Catania se ne MEC. pre — E. Ragusa. Note lepidotterologiche Natur. Sic., pag. 236. Riguardano Thais v. Cassandra, Zygaena scabiosae, carniolica, Eriopus Latreillei, ed Acidalia tessellaria: quest'ultima nuova per la Sicilia. ‘Osservazioni al Catalogo dei Coleotteri del Prof. Saverio Ciofalo. Negli « Atti dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali » (serie III, toino XIX, Catania 1886) trovasi inserito un « Catalogo dei Coleotteri dei dintorni di Ter- mini-Imerese posseduti e raccolti dal Prof. Ciofalo ». Questo lavoro comunicato all'Accademia suddetta nella seduta del 24 febbraro 1886 non meriterebbe dav- vero la nostra attenzioue, se non fosse per averlo visto pubblicato negli Atti di un’Accademia rispettata e rispettabile della quale fan parte uomini per diversi titoli insigni. Ed è solo per un riguardo all'Accademia Gioenia, che noi ci facciamo a segnalare gli errori del Ciofalo, errori che potrebbero tornar dannosi alla scienza da noi prediletta. Il Ciofalo sbagliò il titolo del suo lavoro che doveva essere invece di « Cata- logo dei Coleotteri dei dintorni di Termini Imerese posseduti e raccolti dal Cio- falo » « Lista di alcuni Coleotteri di Sicilia esistenti e non esistenti nella colle- zione Ciofalo ». Difatti come spiegare per la parte regionale, che i signori Massei e Minardi, che furono i soli a raccogliere il materiale della collezione Ciofalo, abbiano tro- vato a Termini il Claviger Nebrodensis, il Gnorimus 10 punctatus V Iphthimus Italicus, il Cleonus Helferi, la Galeruca Sicana, il Rhytirrinhus, (sp?) (forse il Zuciae da me scoperto), tutte specie delle Madonie e Caronie, ed impossibile trovarsi nei terreni coltivati del circondario di Termini, ove del resto 1’ amico De Stefani per più di tre anni fece esplorazioni entomologiche senza rinvenire una sola di queste specie alpine. Così pure dal siguor De-Stefani o da me egli ebbe donata la Cicindela littorea di Trapani, che egli confuse fra le specie di Termini; e ciò senza citarne molte altre che certamente chi sa da chi e donde provengono. - conservava una ed un’altra era posseduta dal Minà-Palumbo, forse Ja più ricca di quelle sopra citate e la più interessante perchè determinata quasi tutta dai signori Bellier de la Chavignerie e Vittorio Ghiliavi. Tutte queste collezioni dis- graziatamente oggi nou sono più esistenti. Adesso le più importanti sono quelle di Enrico Ragusa, di Failla, e quella dell’Istitato Tecnico di Palermo, che fu rac: colta ed ordinata dal Kalchberg. o In quanto alla parte che riguarda la determinazione delle specie vi sono tanti errori che si potrebbero solo rilevare identificando la col'ezione, se gli Anthre- nus la rispetteranno, ed il Ciofalo avrà più amore alla scienza, anziché un falso amor proprio. La lista stessa è stata redatta in modo compassionevole (senza parlare del me- todo ?) e ciò fa poco onore anche all’Accad. Gioenia giacchè non siamo più nel 1842 allorchè all’insaputa del povero Ghiliani, la stessa Società pubblicò il Ca- talogo Insectorum Siciliae , dove vi sono degli errori a profusione, perchè l’autore non corresse le bozze di stampa; ma il Ciofalo che certamente cor- resse le sue, perchè vi lasciò tanti e tanti sbagli? e perchè stampare : Carabus Lefeburei (Lefebvrei), CZaenini (Chlaenini). Claenius v. faillae (Chlaenius v. Fail- lae), Calatus(Calathus), Xarpalini (Harpalini), Arpalus (Harpalus), Lacobius (Lac- cobius), He/oforus (Helophorus), Aleocara (Aleochara), Tachyporas (Tachyporus), Hantolinus (Xantholinus), Paeterini (Paederini), Pémaphagus (Ptomaphagus), Onthopagus (Onthophagus), Acmaedora (Acmaeodora), Caraebus ametzystinus (Coraebus amethystinus), Drasterius bimaculata (bimaculatus), Trichophorus Guil- lebeari (Guillebeaui), Centyria (Tentyria), Helos (Helops), Longitarsus Adchusae (anchusae), /’si/iodes (Psylliodes), Amalus harridus (Ceuthorrbhynchidius horri- dus), Aynchites praestus (Rhynchites praeustus), Cartrallum (Cartallum), A- stinomus (Astynomus), Parmena hirsota (hirsuta), nelle Coccinell'dae sempre postulata per pustulata, Omaphronini (Omophronini) , Omaphron (Omophron), Polisticus (Polistichus), Dromins (Dromius), sigma (dubito che sia invece altra specie), Claemini (Chlaenini), Claemius (Claenius), Trecus subeus (Trechus ru- bens), Bembidion Dah/i (Dahl), Hydroporus sardus (sardous) Agabus brumeus (brunneus) , Hydrobius v. aemus (aeneus), Helochares grisens (griseus) , Lac- cobius sinnatus (sinuatus), Laccobius Zardens (sardous), Berosns (Berosus), Helophorus grisens (gsiseus)ì, Hydrochus foveastriatus (v. foveost.), Cyclanatum (Cyclonotum), Megasterzim (Megasternum), Philonthus discoideus e Aeninus (discoideus e aeneus), Dermestes frischii (Frischii), Scarabidae (Scarabaeidae), Cetaniini (Cetoniini), Cetania desertucola Walt, (Cetonia deserticola Waltt.), Stenorini (Stenosini), Colpotus strirgicollis (sirigicollis) Sezphilas (Sciaphilus), Sitones ch/aroloma (Sitona chloroloma), Cromus (Cionus), Rhynchites acquatus (aequatus), Purpuriscenus Aaeleri (Kahleri), Stemopterus (Stenopterus), Aga- panthia micaus (micans), Cryptocefalini (Crvpiocephalini), Cryssomelini (Chry- somelini), Crysomela (Chrvysomela), Melasoma Papuli (Populi), etc. etc. Perchè per autori notare: Leorat, Piocard, Grun., Haroli, Bandi, Gnér, Faim., Pans., Gaeze, Farskal, Brulh, Scidle, etc. invece di Levrat, Piochard Germ., Harold, Baudi, Guér, Fairm., Panz., Goeze, Forskal, Brull., Seidlitz, etc. Alla varietà Szeula della Cricindela Maura perchè Ragusa come autore in- vece di Redtenbacher ? E del Benbidion nobile Rottbh. e combustum Mén. perchè farne due specie distinte e separate, mentre sono unica specie e solamente il com- bustum è sinonimo del primo? E lo stesso dirò del Necrophorus investigator SIR SIA Zett. e ruspator FEr., dell’Attagenus bifasciatus Oliv. e poecilus Germ., del Silvanus Surinamensis Lin., e frumentarius Fabr., del Lixus angustus Fabr. e Algirus Lin. Perchè mettere la Cantharis fuscipennis assieme alla C. vesicatoria nelle Cantharidae mentre la prima appartiene ai Cantharini ( Telephorus fuscipen- nis Muls.). Perchè ApAtona cyparissiae citarla come Podagrica cyparissae ? Domanderei pure perchè mettere alla fine del lavoro un’appendice ch'è metà in volume del lavoro stesso pubblicato prima, e dove fanno doppio impiego delle specie che pare il Ciofalo abbia dimenticato di aver già messe come p. e. Omo- phron limbatus, Omophlus curvipes, Stenopterus rufus, Agapanthia micans, ete., e tipi di cui in Sicilia non si rinvengono che le varietà come p. e. lA ro- mia moschata etc. etc.? In quanto al resto non essendo il lavoro serio, non possiamo attaccare alcuna importanza alle specie notate e che altri non rinvennero ancora in Sicilia (1), ed io non terrò alcun conto di questa lista nel mio catalogo ragionato, visto che la collezione è invisibile (2) ed il Ciofalo fortunatamente non. si occuperà più di Cromus, di Claemi, di Karpalini e di Lacobius Lardens !! Enrico Ragusa. (1) Dyschirius ovipennis Putz:—Huliplus varius Nicolai — Hydroporus Sardous Harold— Hydaticus op. (?) (forse sp.?) — Atlagenus trifasciatus Fabr. — Aphodius punctatosulcatus Sturm. — Bolboceras Bocchus Er.—Asida Helvetica Sol. —Sitona Bruckii All.—Lixus sulphuratus Boh —Liparus glabratus Fabr.— Hylobius Abietis Lin.— Pentarthrum? — Xylurgus (Myclophilus) piniperda—Astynomus aedilis L. —Tituboea 8 punctota F. (2) Avendo visto annunziato il lavoro del Ciofalo nel « Bullet. della Soc. Ent. di Francia» mi affrettai a procurarmelo nella speranza che potesse riuscirmi u- tile per il Catalogo ragionato che vado pubblicando : e poichè malgrado gli er- rori notevoli, erano nel lavoro del Ciofalo notate delle specie nuove per la Sici- lia, gli scrissi subito per averle comunicate a fine di studiarle. Ma poichè, nè con tal lettera, nè con altre, successivamente dirette allo stesso ed al Direttore della Scuola Tecnica di Termini, ove la collezione del Ciofalo trovasi depositata, potei veder soddisfatto il mio desiderio, mi decisi a recarmi in Termini insieme agli amici De Stefani e Dott. Riggio. Non mi fu possibile veder la collezione, chè anzi avendo scritto nuovamente al Ciofalo perchè mi indicasse un giorno e le ore per studiare la sua collezione, ne ebbi in risposta che non eredeva tanto ne- cessaria la mia visita, e che essendo occupatissimo per affari di famiglia gli riu- sciva impossibile pel momento a mostrarmela !! La qual risposta, quanto sia conveniente in argomento tanto importante, il let- tore potrà da sè giudicare! CEMC. pets AGGIUNTE AL PROSPETTO DEGLI IMENOTTERI ITALIANI Salius elegans, De St. L’ illustre Prof. A. Costa ha recentemente pubblicato la seconda parte del Prospétto degli Imenotteri italiani, nella quale tratta dei Pompilidei, Dolicuridei, Scoliidei, Sapigidei, Tifiidei, e Mutillidei. Questa pubblicazione, pregevole sotto tutti i rapporti, comprende-le specie italiane di queste fa- miglie sin oggi conosciute; ma all’ egregio ed autorevole autore sfuggì la nostra pubblicazione [menotleri nuovi 0 poco conosciuti d: Ua Sicilia (1), dove appunto si trova descritto un bellissimo Salius al quale abbiamo apposto il nome di elegans, e che il Prof. Costa non comprende nel suo Prospetto. A dire il vero, il Prof. Costa, allorquando lavorava questa monografia, ci chiese notizie sulle specie siciliane e ne volle comunicate parecchie ; ma il Salius elegans lui non lo conobbe, perchè da moltissimo tempo il solo esemplare da noi posseduto l’avevamo comunicato al sig. André di Beaune, sicchè esso ci era sfuggito dalla memori e curioso, avevamo dimenticata sinanco la sua pubblicazione , sicchè nulla sull’ esistenza del Sal. elegans abbiamo detto al Prof. Costa, ed ecco perchè l’egregio autore omise que- sta specie. Mutilla intermedia, n. sp. Sg. M. Nigra, argenteo viltosa; thorace rufo-testaceo, pectore, mesonoto tegu- lisque, migris; tegulis alarum magnis, nigro hispidulis, abdominis seg- mentis primis tribus postice crebre argenteo-fimbriatis ; alis parum fu- scis, oculis non emarginatis; mesonoto bisulcato. Corpore punctulato, punctis metathoracis majoribus. Calcaribus albidis. Abdomine segmento primo inerme, petiolo campanuliformi, subtus cartnato. Questa specie a primo acchito potrebbe prendersi per la M. fasciaticol- - lis, Spin. (2) con la quale ha moltissime affinità, d’altro canto poi essa si avvicina nen poco alla M. Agusii, Costa (8), sicchè si resta in dubbio se essa non sia varietà di una di queste specie; ma di quale? (1) In Natur. Sicil., Ann. IV, n. 8, p 185 (1885). (2) Spinola—Hym. d’Esp. in Ann. Soc. Ent. de France, 1843, p. 131. (3) Costa—Gea Fn. sard. mem. 3, p. 59. ced Dalla fasciaticollis si distingue per la pelurie bianco argentina del suo corpo, per la punteggiatura del metatorace che nell’intermedia, forse forma aberrante, è più marcata di quella delle altre parti del corsaletto, per la testa più piccola del torace ed altri caratteri secondarii. Dalla Agust si distingue per la presenza della larga fascia nera che ri- copre, come nella fasciaticollis, tutto il mesotorace sino alle tegole alari, per il primo segmento dell'addome inerme, per la colorazione delle ali, per gli occhi non emarginati ma intieri ed ovali. Queste differenze, che non mi permettono di decidere nettamente a quale delle due specie possa riferirsi questa forma, mi hanno deciso a conside- rarla come nuova. Essa fu da me catturata in un solo individuo d' nelle ‘ampagne di Noto sopra i fiori di un euforbia e regalata al Prof. Costa col quale era in compagnia; più tardi nel mese di luglio, un altro esem- plare 7 mi fu mandato da Modica dal Prof. Assenza a cui qui rendo gra - zie infinite. Trop. DE-STEFANI. n _ _—_—_ = ta. COLEOTTERI NUOVI 0 POCO CONOSCIUTI DELLA SICILIA DI ENRICO RAGUSA Tachypus caraboides Schrank. NS Dopo aver pubblicato il Zackhypus nel mio catalogo ragionato, ricevetti in comunicazione tutti quelli della collezione Palumbo di Castelvetrano, fra i quali figuravano quattro esemplari di questa specie raccolti a Castel= buono, ove forse lo raccolse pure il Bellier de la Chavignerie, e sarebbero gli esemplari che Reiche citò di Sicilia, con il sinonimo di picipes. Questa specie va dunque aggiunta al catalogo dei coleotteri di Sicilia, ove a torto dubitavo esistesse. Eriotomus villosulus Reiche. Come già ripetutamente dissi (1) questa specie era conosciuta d'Europa, (1) Nat: Sic; Vol..II, pag. 289 e' Vol. IW, pas. ‘283. Naturalista Siciliano, Anno VII. 4 UO OR a solamente dalla Spagna meridionale e dalla Sardegna (rubens Fairm.), ora il Prof. Augusto Palumbo è stato tanto fortunato di scoprire anche in Sicilia, questa bellissima e distintissima specie, che egli rinvenne in unico esem- plare presso Castelvetrano nel dicembre dello scorso anno, sulle sponde del Modione (antico Selinus) sotto un piccolo sasso a poca distanza dall’acqua e che generosamente volle donarmi. Cosicchè, è inutile correggere il catalogo di Berlino togliendo a questa specie per patria la Sicilia, come erroneamente vi figurava, invece di Sar- degna, basta semplicemente aggiungervi anche quest’ ultima patria, per completare i paesi ove finora si è rinvenuta. I Lebia trimaculata Villers. var. Destefanii Ragusa. Allorchè pubblicai questa varietà (1), il cav. Baudi de Selve mi scrisse per averne; ed avendo io subito risposto inviandone alcuni esemplari, egli ringraziandomi mi diceva scherzando, che temeva che i tre punti neri presso lo scutello alla base delle elitre (distintivo della mia verietà), si fossero smarriti per istrada, essendo gli esemplari ricevuti, tipici cyatigera Rossi, (trimaculata Villers.). Oltremodo sorpreso dei detti del Baudi, avendo scelto io stesso gl’insetti spediti all’ illustre entomologo torinese , corsi a vedere i 15 esemplari della mia collezione, e difatti osservai che più della metà li avevano perduti intieramerte, ed ora dopo tre anni nessun esemplare conserva traccia dei tre punti, che sono. completamente spariti, e che tutti avevano allorchè erano vivi. Volli studiare la causa di tale fenomeno, e preso qualche esemplare, principiai per distaccarne le elitre e vidi ch’esse non avevano traccia dei punti, ma osservai invece che l’insetto senza eli- tre aveva le ali pieghettate in modo da formare alla regione scutellare un triangolo, donde trasparisce il nerissimo corpo, che allorchè |’ animale è vivo, ed il corpo aderente alle elitre, è ciò che fa trasparire il nero che formava il disegno dei tre punti; dopo morto il corpo si dissecca allonta- nandosi dalle elitre e con esso spariscono i famosi tre puntini smarrite per sempre ! Questa varietà va dunque radiata dal nostro catalogo. Dromius nigriventris Thom. A torto nel mio catalogo ragionato (2) dubitavo che questa specie tro- (1) Naturalista Sic., Anno III, pag. 316, Tav. III, fig. 8. (2) Nat. Sic., Vol. III, pag. 132. RCS > 946 vata a Catania dal Rottenberg, esistesse in Sicilia, avendone nello scorso luglio, io stesso trovato tre esemplari alle Caronie, ed un quarto ne vidi nella collezione del Failla, certamente trovato nelle vicinanze di Castel- buono. Pachydema (Dasysterna) hirticollis Fabr. Una delie più interessanti scoperte fatta dal sig. Luigi Failla-Tedaldi all’isola di Lampedusa, fu certamente il rinvenir quest’ insetto nuovo per la fauna europea, non essendo stato trovato che in Algeria ed a Tunisi, (Barbara Ramb., nigricans Cast.). Egli ne trovò un solo esemplare che fa parte oggi della mia collezione. Phyllognathus Silenus F. Mos. cephalotes Dejean. Nel 1859 nella seduta della Soc. Ent. di Francia del 14 dicembre il D." Alexandre Laboulbéne presentava una nota sopra una mostruosità di Oryetes Silenus, che io traduco trattandosi d’insetto siciliano e d’una mostruo- sità che non trovo notata nei cataloghi. “La collezione del mio eccellente amico il sig. Léon Fairmaire racchiu- de un Oryctes (Phyllognathus) Silenus 2 che presenta una mostruosità as- sai rimarchevole. Quest’insetto proviene della Sicilia, mi sembra dover es- sere descritto, essendo quasi identico a un altro insetto 9 della medesima specie, preso nella stessa località e facente parte della collezione Dejean. Il celebre entomologo l’aveva indicata sotto il nome d’ Oryctes cephalotes nella 3* edizione del suo catalogo (pag. 167). Questa femmina d’O. Silenus ha un aspetto straordinario. La testa è di- latata ai lati, come gonfia, rigonfia, al punto di essere quasi due volte tanto larga quanto la testa di una 9 della stessa specie allo stato normale. I leggieri rialzi abituali sono rigettati indietro. Gli occhi sono appena vi- sibili, a prima vista; essi si confondono con la curvatura generale supe- riore della testa ; la loro separazione è appena marcata, bisogna cercarla con la lenta per vederla. Il corsaletto è anch’ esso rimarchevole per le coste molto più arrondite che allo stato normale, con l'angolo posteriore più aperto ,-ciò che tiene alla conformazione delle elitre. Questi ultimi, difatti, sono strette alla base e molto arrotondite sulla parte esterna, risserrati di dietro, principiando appena al di là del terzo anteriore, fino alla loro estremità, ZA") RE Il pigidium è conformato di maniera anormale. È curvo a sinistra, îr- regolarmente sinuato, ed offre una punta e delle leggiere tuberosità. L’ad- dome, visto di sotto, presenta una deviazione dalla linea mediana ben marcata. Questa descrizione non mi sembra debba lasciare alcun dubb'o sulla e- sistenza di una mostruosità io questa 9 di Orycetes (Phylognathus) Silenus. Ne risulta che l’Oryctes cephalotes del Dejean, che è quasi identico, sola- mente con l’addome non deviato è conformato regolarmente, non deve co- stituire una specie distinta che in rea'tà non riposerebbe che sopra una mostruosità dell'O. Stenus 9., Ora a me, il fatto di quest’insetti siciliani a testa ingrossata, mi sembra doppiamente interessante, specialmente che anche io nel 1882 (1) pubbli- cai una identica mostruosità del Pentadon punctatus, la M. testudinarius Ragusa, del catalogo di Berlino. Allora non possedevo la descrizione del Dott. Laboulbéne e non sapevo che in Sicilia si erano già trovati altri due Dynastini a testa ingrossata come nel mio Pentadon. Se ne conoscono d’al- tri paesi di questi casi patologici ? Sono questi Dynastini macrocefali stati trovati solamente in Sicilia ? Ed allora quale n'è la causa ipertrofica ? (continua) —_ —____TyNryT_>SaeZgrr e APPUNTI E NOTE DI ORTOTTEROLOGIA SICILIANA del Dott. G. RIGGIO Ortotteri delle Madonie. Come ebbi ad accennare in nota in un mio precedente lavoro sugli Or totteri siciliani (2), pubblicato testè nelle colonne di questo stesso gior- nale, dal mio amico sig. Luigi Failla Tedaldi da Castelbuono, mi furono spediti, per scopo di studio, tutti gli Ortotteri da lui posseduti provenienti in massima parte dai dintorni di Castelbuono e dalle Madonie. Però quando (1) Nat. Sie., Anno I, pag. 279, Tav. XI, fig. 5. (2) Riggio c Pajno, Primo saggio di un Catalogo metodico degli Ortotteri ri- scontrati sinora in Sicilia. Natur. Siciliano, Palermo 1886-87, pag. 49, opusc. se- par., p. 10. SC > giore mi pervennero si era già avanti nella pubblicazione del lavoro in parola e ‘quindi non fu possibile citare tutte le specie contenute nella collezione Failla, ma solamente quelle riferibili alle famiglie Locustodea e Grillodea, tuttora in corso di stampa. Siccome le altre famiglie contenevano talune specie molto importanti, sia per la loro rarità, ma più ancora perchè falune novelle per la Sicilia e perfino per l’Italia, promisi allora di dare l’elenco delle altre famiglie. Dovrei ora, in conformità della mia promessa, indicare le specie appar- tenenti alle altre famiglie; ma siccome le specie citate furono solamente poche e non certamente le più importanti, credo invece più utile pubbli- care l’intera lista delle specie contenute nella piccola ma interessantissima collezione Failla, perchè essa verrebbe a rappresentare un elenco di spe» cie locali appartenenti ad una fra le più importanti e caratteristiche sta- zioni entomologiche dell’ Isola nostra; concorrendo altresì a formare e riunire dei materiali di studio per la costituzione di un futuro catalogo ra- gionato degli Ortotteri di Sicilia. 0 Tale elenco inoltre riesce, a parer mio, sopratutto importante per la pre- senza di specie rare o novelle per la Sicilia, le quali, fino a tanto che non verranno scoperte in altri siti, serviranno a caratterizzare la località in parola; le altre specie poi se nulla presentano in particolare valgono sempre a meglio estendere e precisare la loro distribuzione nell’isola. In questa occasione sento il dovere di rinnovare i miei ringraziamenti all’egregio amico Failla, il quale permettendomi questo studio mi ha dato occasione di segnalare due novelle specie siciliane, rendendosi così sempre più benemerito alla nostra entomologia. | Ecco pertanto l’indicazione delle specie in parola : Fam. Forficularia 1. Labidura riparia, Pall. (Lab. gigantea , Fabr.). Questa specie piuttosto comune nell’ Isola è rappresentata da parecchi individui (3 g', 29), fra i quali si nota pure un individuo proveniente da Tra- pani. 2. Anisolabis maritima, Bon.—Parecchi individui di questa bella specie si notano nella collezione Fuilla; la specie in parola è stata indi- cata per la prima volta della Sicilia dal Fieber, e riportata dal Dott. H. Krauss (1), il quale però non la rinvenne nella sua recente escursione nell’Isola. (1) Krauss (Dr. Hermann) Die Dermapteren und Orthopteren Sicilien. Aus den Verhandlangen der k. k. zoologisch -botanischen Gesellschaft in Wien Jahrgang 1887, Wien, Den 3. Forficula auricularia, Lin.—Specie comure nell’ isola; rappresentata da parecchi individui g' e 9, giovani ed adulti. Alcuni esemplari provengono dal Bosco della Ficuzza. Blattodea 4. Ectobia lapponica, Linn.—Un solo individuo dg. Riportata della Sicilia - dal Targioni (1) e dal Brunner (2) che dà come località l'Etna. Non venne ritrovata dal Krauss. Montodea 5. Mantis religiosa, Lin.—Specie molto comune rappresentata da quattro individui, 2 grosse ® di colorito verde e 2 d' piuttosio piccoli (0,040) di color foglia secca. 6. Ameles spallanzania, Rossi—Due individui d° e 9. 7. Empusa egena, Charp.—-Un solo individuo allo stato di larva. Phasmodea 8. Bacillus Rossi, Fabr.—Due soli individui: una 9 adulta ed una larva. Acridiodea 9. Tryxalis nasuta, Lin.—Questa specie, del resto comunissima, è rappre- sentata da un solo esemplare 9. 10. 5 unguiculata, Ramb. Due esemplari 9g e 9. 11. Oxycoryphus compressicornis, Latr.—Questa bella e rara specie è rap- presentata nella collez. Failla da un solo esempl. g'; essa venne indicata per la prima volta di Sicilia dal Chiarissimo D." H. Krauss nel suo studio sugli Ortotteri del Senegal (3). Que- sta piccola specie del resto ci offre una estesa distribuzione geografica, cioè: Francia meridionale, Spagna, Algeri, Egitto, Senegal. Non è indicata dal Targioni fra gli Ortotteri italiani. 12. Stenobothrus lineatus, Panz.—Un esemplare 9. (1) Targioni (Prof. Adolfo), Annali Ministero Agricoltura vol. I, pag, 55, 1878. (2) Brunner von Wattenwy], Prodromus der europàischen Orthopteren Leip- zig 1882. (3) Krauss (Dott. H.) Orthopteren vom Senegal. Sitzungsber. d. k. Akad.Wieb. fasc. 76, 1877, 39 pag. con 2 tav. (Ox. compressicornis, Latr., pag. 25-26). 13. Rist: | (guar Stenobothrus bicolor, Charp. —Specie frequentissima in Sicilia; rappré- sentata da 3 indiv. nella collezione Failla. #(1) 14.3 parallelus, Zett— Specie nuova per la Sicilia e per |’ Italia rappresentata nella collez. Failla da un solo individuo 9. Per maggior certezza nella determinazione ho voluto far yerificare questa specie all’ illustre Cap. Finot, che me la rimandò con questa determinazione; colgo l'occasione per rendere le dovute grazie al Chiariss. Ortotterista francese. * 15. Stethophyma fuscum, Pall. (St. variegatum, Sulz.)—Questa bella spe- 16. badi 13. doi 20. al. 28. 29. cie, anch’essa novella per la Sicilia, è rappresentata da un solo e bello esemplare g. Epacromia strepens, Latr.— Specie molto comune in Sici.ia. Un g° ed una 9. Sphingonotus coerulans, Lin.—Molto comune; un ind. 9. Pachytylus cinerascens, Fabr.—Specie comune: una 9. Pamphagus marmoratus, Burm.—Un esempl. d'. Acridium aegyptium, Lin.—Un esempl. 9. Caloptenus italicus, Lin.—Specie comunissima dapertutto in Sicilia; tre indiv. S e 9. Locustodea . Odontura stenoripha, Fieb.—Specie abbastanza comune; rappresentata da 4 esempl. g' e nessuna Q. . Acrometopa macropoda, Burm.—Un bello esemp. dg. . Phaneroptera quadripunctata, Brunn.—Una sola 9. . Tylopsis lilifolia, Fabr,—Specie comune; due esemp. d' e 9. . Locusta viridissima, Lin.—Diversi individui g e 9 e talune larve. . Rhacocleis annulata, Fieb.--Specie propria alla Sicilia, ma non molto frequente; nella collezione Failla sì trovano solamente 3 esem- plari 9. Thamnotrizon chabrieri, Charp.—Specie piuttosto frequente; rappresen- tata da alquanti indiv. g' e 9. Platycleis tessellata, Charp. — Benchè non si trovi nella collezione Failla, pure ho voluto riportare qui questa piccola e graziosa specie perchè ne ricevetti un esempl. 9 da Castelbuono , unitamente ad altri Ortotteri, dallo stesso sig. Failla, e come tale devo con- siderarla pure appartenente agli Ortotteri delle Madonie. (1) Ho segnato con asterisco le specie nuove per la Sicilia, ci Ada Gryllodea 30. Oecanthus pellucens, Scop.—Un solo gd. 31. Gryllus campestris, Lin.:—Due indiv. g° e 9. 32. a bimaculatus, de Geer.—Un bello ind. 0. 33. Gryllotalpa vulgaris, Latr:—Un indiv. allo stato di larva. Ortottesrndelle Madonie comunicati dal Dott. Fr. Minà-Palumbo Dall’illustre naturalista D' Francesco Minà-Palumbo mi è state trasmesso per lettera un elenco di Ortotteri delle Madonie, nel quale pur trovandosi alquante specie citate nella lista precedente, se ne trovano anche enumerate diverse non esistenti nella collezione Failla. Le due liste quindi vengono a completarsi a vicenda, per cui credo op- portuno pubblicare anche per intero la lista comunicata dal D." Minà. Forficularia 1. Labidura riparia, Pall. 2. Forficula auricularia, Lin. 3. è decipiens, Géné Mantodea 4. Mantis religiosa, Lin. Phasmodea 5. Bacillus Rossi, Fabr. 6. 7 gallicus, Charp. Acridiodea 7. Tryxalis nasuta, Lin. 8. Stenobothrus biguttulus, Lin. 9. Stauronotus cruciatus, Charp. (St. maroccanus, Thunb.). 10. Epacromia thalassina, Fabr. 11. Oedipoda coerulescens, Lin. 12. Pamphagus marmoratus, Burm. 13. Acridium aegyptium, Lin. DIET EEA 14. Caloptenus italicus, Lin. 15. Platyphyma Giornae, Rossi. Locustodea 16. Phaneroptera falcata, Scop. (1). 17. Tylopsis liliifolia, Fabr. 18. Locusta viridissima, Linn. 19. Rhacocleis Brisouti, Yers. (Ehacocl. annulata, Fieber). 20. Platycleis grisea, Fabr. Gryllodea . Gryllus desertus, Pall. v. melas, Charp. . Grylomorpha dalmatina, Ocsk. Grylotalpa vulgaris, Latr. DI DD DD DU (continua) CEELGRERE SULLA STRUTTURA GEOLOGICA DEL CAPO S. ANDREA DEI. (Cont. e fine. V. N. prec.) Avuto riguardo a quanto sono andato esponendo mi pare che sia ne- cessario modificare quella serie del capo S. Andrea, che fu data dal prof. Seguenza ne’ suoi “ Brewvissimi cenni intorno la geologia del capo S. Andrea ece.; 14 maggio 1887 ,, dopo che io ebbi scoperti gli strati con Aptychus (Agosto 1886), (2) il Lias inferiore , il Lias superiore, 1° Focene (2 apri- le 1887)(3) e gli strati con Ahynchonella Vigiliù Leps. (28 aprile 1887 (4) (1) Dubito che la Phaneroptera falcata trovisi veramente in Sicilia; a come tale ritengo che si tratti, più verisimilmente della Phaneroptera quadripunetata, Brun., che sembra rappresentare nell'isola la vera PA. falcata. (2) Di Stefano, Sugli schisti con Aptychus del capo S. Andrea ccc. 1886, (3) Di Stefano, Lettere sulla struttura geologica del capo S. Andrea ecc. I, 1887, (4) Di Stefano, Lettere sulla struttura del capo S. Andrea, ecc., II. 1887. Il Naturalista Siciliano Anno VII 4 cd ‘94 = venne poi schiarita o modificata nelle successive Note pubblicate da lui nei Rendiconti dell’ Accademia dei Lincei. I lembi riferiti all’ Osfordiano, al Chimmerigiano e al Calloviano debbono rapportarsi agli schisti con Aptychus, tolto un lembo di marne che sono eoceniche; l’ Osfordiano è in- vece da indicarsi dove io l’ ho trovato, cioè al Sorbo; il livello con Pen- tacrinus cristagalli bisogna necessariamente che sia tolto dalla serie in- sieme alla zona con Stfephanoceras Humpresianum che non è reppresen- tata al capo S. Andrea, essendo i calcari così detti con Stfephanoceras Bro- gniarti appartenenti ngli strati con Posidonomya alpina, come quelli chia- mati da lui con &hynchonella Berchta; inoltre non possono inchiudersi nella lista dei terreni il Retico o il Neocomiano, perchè mancano , nè il Pliocene o il Quaternario, che non sono parte costitutiva del capo. Infine deve aggiungersi alla serie il Lias superiore, che è sicuramente provato, e dividere in Lias inferiore e medio i calcari rapportati al solo Lias me- dio. Stabilito questo a me sembra che i terreni i quali formano il capo S. Andrea siano i seguenti : Eocene — (Lias medio Seguenza, 1871; Lias superiore parte, Seguenza 1885; Titonio parte, Seguenza, 1887; Eocene parte Seguenza, 1887)—Marne schistose grigio-giallastre, rosse, talora variegate, che intercludono piccoli strati di calcare cristallino, sabbioso verdiccio, con larghe mazchie spatiche bianche, contenente pic- cole Nummuliti. Esso raggiunge lo spessore di circa 14 m., e si nota principalmente sulla parte superiore della rupe del Ton- no sovrapposto a grosse rupi di calcare cristallino del Lias inferiore. Un bel lembo si ritrova sugli strati con Aptychus nella parte superiore del Trabese, portato giù dallo sposta» mento di cui fu discorso. Strati con Aptychus—(Lias medio parte, Seguenza, 1871; Lias inferiore parte, Seguenza, 1871; Lias superiore parte Seguenza, 1885; Calloviano parte, Seguenza 1887; Chimmerigiano, Seguenza, 1887; Osfordiano , Seguenza 1887 ; Titonio parte, Seguenza 1887).—Sono formati alla parte inferiore da calcari compatti, più spesso cristallini, talora marnosi, con crinoidi, rossi, car- nei, venati di spato calcare, macchiati di giallo-verdiccio sino a divenire interamente chiari, con Sphenodus longidens Ag. Pygope Bouei Zeusch. sp., Pygope rupicola Zitt. sp., Apty- chus punctatus Woltz; A. Beyrichi Opp., nonchè un gran- dissimo numero di piccoli Aptychus indeterminati e varii Pets OSO, frammenti di cefalopodi indeterminabili. Alla parte superiore costano di schisti marnosi rossi, grigio-chiari, grigio-verdicci, con calcari compatti degli stessi colori, con nodoli di selce diasproidea. Si raccolgono in essi: Belemmnites cfr. semisulca- tus Miiust, Aptychus punctatus Woltz, A. Beyrichi Opp. ecc. Gli strati con Aptychus, la cui potenza complessiva può va- lutarsi a circa 25 m. sono ben sviluppati nella rupe del Tonno, in cui salgono dalla spiaggia dei Pagliarelli fin sotto la spianata, per riapparire al lato opposto elevati e sul Lias superiore. Si ritrovano nel. 'Trabese ribassati da uno spostamento e poi sui Carrubi nel lato meridionale del capo, davanti la chiesa di S. Andrea, nonchè al Sorbo. Accennai avanti alla possibilità che la parte inferiore di tali strati contenga elementi di quelli con Asp. acanthicum; ma sinora non mi è riuscito di provarlo. Zona con Peltoceras transversarium Quenst. sp.—(Bajociano parte Se. guenza 1887 (?))—Lembo non più spesso di m. 1, 20 di calcare compatto, talora suberistallino, bruniccio, con macchie, venature e dendriti nere, in certi casi alterato in giallastro. Al Sorbo in questo calcare sovrapposto agli strati con P. alpina ho trovato belli e grossi esemplari del Perisphinctes Bocconù Gemm., specie caratteristica della zona con P. transversarium. Strati con Posidonomya alpina Gras.—(Lias medio parte, Seguenza 1871; calcari con Ah. Berchta, Seguenza, 1887; calcari con Steph. Brogniarti Seguenza, 1887 (Zona con Steph. Hum- phresianum, Seguenza 1887)).— Calcari rossi, rosei, carnei, gri- giastri, macchiati e venati di nero, con dendriti dello stesso colore, compatti, più o meno finamente cristallini, con crinoidi. Si presentano nelle parti alte, come dinanzi la chiesa di S. Andrea, e sotto la cresta più elevata del capo, d’onde scen- dono verso il mare nel lato meridionale, e nelle parti basse come al Sorbo. Sotto ìa cresta più elevata del capo, dove i calcari sono compatti, con crinoidi, di un rosso variabile sino a divenire grigiastri, si raccolgono in prevalenza brachiopodi dei quali cito: RR. Berchta Opp., &h. Atla Opp., Eh. suber- chinata Opp., Rh. coarctata, Opp. Pygope pteroconcha Gemm., P. curviconcha Opp., P. Gemmellaroi Di Stef. ecc. Visi trovano anche valve della Posid. alpina Gras. Allo scoglio del Sorbo nei calcari con crinoidi grigiastri o lionati, finamente cristal- y —- % è lînì, cì sono brachiopodì e abbondantissimi piccoli cefalopodì: Rh. Berchta Opp., RA. coarctata Opp., RA. deffura Opp., Rh. mediosulcata Sega Ter. sulcìfrons Ben., P..cfr. curviconcha Opp. sp, Steph. Brogniartì Sow. sp., Crioc. annulatum dOrb., sp., Z7apl. psilodiscnm Schloenb. sp., 77ap!. monacum Gemm,; Opp. fusca Quenst. sp., Opp. subradiata Sow. sp. ecc. ecc. La Posìd. alpina è quì abbendante. Giì strati con Poséd. al- pina al capo S. Audrea non superano lo spessore di 12 m. e sogliono riposare su quelli con RAynekonella Vigilì Leps. Stratì con Rhynchonella Vìgìlìì Leps. — (Lìas medio parte, Seguenza, 1884; calearì con RA. Vigiliî Lepsîus, Seguenza, 14 maggio 18S7).—Calcare cristallino, talora saccaroìde zeppo dì crinoidi, rosso, roseo, grigio-biancastro 0 candide, in certi casì carneo, macchiato o venato în bianco dì spato calcare, con ammassi dì innumerevoli individaìù di AAyachorella costate, fra le qualî sono abboadantissime la AR. Vigiliù Leps. e la Rh. Clesiana Leps. Le sezioni bianche delle RAyachonella spic- cano elegantemente sul fondo rossastro della roccia. Sì no- tano talì stratì al Serbo, e dì là sì sieguono salendo verso la chiìesa dì S. Andrea; sì ritrovano în alto nel capo, come p. es: al lato dì detta chiesa rivolto a Castelluccio setto i calcarì coa Posìd. alpina. Lìas superìore--Marne grige cou fucoidì, passaati alla parte superiore a marne schiìstose rosse alternauti con straterelli di calcare cristallino rosso-macchiato di giallo-verdìccio : Hildoceras di- freus Brug. sp, Zid. Levisoni Simps. sp, Phylloceras cfr., Nèlsori Héb. sp, Nautilus astacoîdes Youag et Bird. Questo piano, che ha lo spessore apparente di circa 12 m., serge dal mare sulla spiaggia delle anime del Purgatorio, cioè nel lato settentrionale della rupe del Tonno, e sale fin sopra il viottolo che dalla strada rotabile conduce alla chiesa dì S. An- drea. Lias medìo_—|Lias medio parte, Seguenza 1871)—Caleare con crinoidi grì- gîo, rossastro , roseo che sovrapposto al Lias inferiore sale dal mare nel lato merìdionale del cape, passa sulle Urne di S.Andrea, costituendo la cresta più elevata del capo e con- tinua, prolungandosi soîto la chiesa, per iscendere al mare nel . lato settentrionale. Esso pende generalmente a S. O. Con- tiene moltì fossili , fra i quali cito: 7arpoceras algorianum DION EA a Opp. sp., Spiriferina rostrata Schloth. sp., Pecten Stoliczkai Gemm. ecc. Lias inferiore—(Lias inferiore Seguenza, parte 1871; Lias medio, parte Seguenza, 1884 e 1887). —Calcare cristallino grigio, brunic- cio, nerastro, rossastro, giallastro, tenace, venato di spato calcare. Contiene : Pecten Hehlii d'Orb., P. tertorius Schloth. sp., P. Di Blasi Di Stef., Ter. punctata Sow., Eh. rimosa v. Buch. sp., £h. plicatissima Quenst. sp., RA. jonica Di Stef., Spiriferina rostrata Schloth. sp., ecc., le quali mostrano chiaramente che esso è un lembo di quella parte del Lias inferiore di Taormina tanto vicina al Lias medio. È la roccia più potente ed estesa del capo, del quale forma tutta la por- zione esterna, salendo dal mare fin sotto la chiesa e sopra le Urne di S. Andrea. Alla grotta del Feto è formato da pic- coli strati varicolori un po’ contorti, ma la cui pendenza ge- nerale è a S. O. Come è stato detto grosse. rupi di calcare di questo piano si trovano nella rupe del Tonno intercalati tra gli strati con Aptychus e | Eocene. Per quanto concerne l’ordinamento tettonico di questi strati il prof. Se- guenza ammise (1) che il Lias inferiore e il Lias medio pendono a Oriente, e che i piani seguenti vi si sovrappongono con ordine e con una pendenza ad Ovest, facendo rilevare che la continuità degli strati è interrotta da due spostamenti, uno al principio del capo e l’altro nella porzione fron- tale diretto da Oriente a Occidente. Or chi si fa ad osservare con atten- zione il capo nota che la tettonica degli strati che lo costituiscono è dif- ferente. A dir vero il Lias inferiore e il medio non pendono a Oriente; essi sono un po’ flessuosi, ma la loro pendenza generale è a S.-0.; su di essi sie- gue una. serie di terreni, composta dal Dogger, dal Malm e dall’ Eocene, la cui pendenza, in generale a S. O., mostra nella parte interna del capo di seguire una leggiera curva che va da O. O. N. verso il Sud. Fa ecce- zione a questo un lembo del Dogger nel lato settentrionaie, il quale sale, appoggiandosi al Lias medio, da presso il Sorbo verso la chiesa di S. An- drea, ed è formato da strati ben delineati che pendono a S. E. Queso va- riare dell'andamento del Dogger è dovuto alle flessuosità dei terreni che (1) Seguenza. Brevissimi cenni intorno la geologia del Capo S. Andrea ece., pag. 2. og Lu costituiscono il capo, per conseguenza delle quali il Dogger, che copriva a di un presso come un mantello il Lias medio nella parte anteriore del capo, ha lasciato per la denudazione qua e là dei lembi, che mostrano natural- mente una varia direzione di pendenza: esso è parte di quello che insie- me ad altri terreni costituisce il promontorio di Castelluccio e gli scogli annessi. Però il Lias medio è l’ inferiore, benchè flessuosi, ivi non pen- dono mai ad Oriente; le pareti della grotta del Feto mostrano così chiara la direzione della pendenza degli strati del Lias inferiore che non può de- siderarsi di meglio, e credo che su questo non ci sia bisogno d’insistere oltre (1). Il prof. Seguenza indicando ora la pendenza del Lias ad Oriente dà una tettonica degli strati in compiuta opposizione con quella segnata nella sua sezione speciale del capo S. Andrea (1871), la quale per quanto riguarda la direzione delle pendenze era certo esatta. La serie degli strati urta alla fillade delle colline circostanti accanto la strada rotabile, per effetto di quella faglia diretta da S. E. a N. O. co- nosciuta sin dai tempi dell’Offmann; ma un’alira importante faglia c'è da distinguere, senza la quale riuscirebbe impossibile spiegare la disposizione dei terreni che formano il capo. Questo spostamento cennato avanti è com- preso fra due linee di frattura un po’ irregolari, ma la cui direzione ge- nerale va da S. S. O. a N. N. E.; esso spezzò e ribassò nel Trabese gli strati con Aptychus e le soprastanti marne eoceniche e diede origine all’alta pareto a picco di calcari rossi con Aptychus punctatus che si nota nel lato S. E. della rupe del Tonno, i quali perciò non sporgono punto come una rupe in mezzo alle altre rocce. Questo spostamento tagliò nel lato setten- trionale il Dogger in due parti, delle quali quella che costituisce lo sco- glio del Sorbo è bassa e formata da strati pendenti a Ovest e l’altra, che sale da presso il Sorbo fin sotto la chiesa, da strati la cui pendenza è a S. E. (1) Il prof. Seguenza scrive nei suoi Brevissimi cenni intorno geologia. del Capo S. Andrea, ece., che alla contrada Mazzarrò si vedono sporgere dalle ac- que del mare gli strati del Lias inferiore pendenti a Oriente; or la contrada Maz- zarrò non fa parte del capo S. Andrea, perchè si trova ben divisa e relativamente lontana; nondimeno posso accertare che ivi il Lias inferiore pende a S. 0. È pro- babile che il chiarissimo geologo voglia invece indicare quei massi del Lias in- feriore che si trovano nella spiaggia delle Anime del Purgatorio; ma quelli sono frammenti del Lias inferiore caduti dall’ alto della rupe del Tonno e non strati in posto. Avrò occasione fra poco, se sarò in tempo, di parlare nuovamente della contrada Mazzarrò a proposito della struttura geologica di Castelluccio e degli scogli circostanti, che è necessario mettere in relazione col capo S. Andrea. — 39 — Or un fatto importantissimo da chiarire è quello che nella rupe del Tonno sugli schisti con Aptychus (fig. 2) ci sono grossi massi, talora rego- larmente stratificati, di un calcare cristallino varicolore, con i fossili del Lias inferiore. Questo calcare passa dall'uno all’altro lato del Tonno ed è coperto dall’Eocene (4). Dopo che io ebbi annunziato questo fatto nella mia lettera del 2 aprile, il prof. Seguenza |’ ha spiegato col supporre che il Lias inferiore sporge come una rupe in mezzo alle altre rocce più re- centi, perchè “... siccome l’azione dell’onde marine ha dovuto esercitarsi con energia su quegli strati (Lias inferiore) in qualche periodo della lunga epoca giurassica , così quelle rocce corrose e frastagliate s° innalzavano ri- pide e scoscese in seno alle acque in cui deponevansi gli strati spettanti al Giurassico superiore, dimodochè oggi noi li vediamo circondate ed in gran parte ricoperti da quei sedinunti, nei quali restarono immersi e dai quali affiorano in tanti diversi Inoghi, per l’ablazione incessante cui vanno quelli soggetti ed alla quale essi stessi partecipano.,, ( Seguenza , Intorno al Giu- rassico medio (Dogger) presso Taormina, Nota 1, pag. 391-92). Or il solo luogo in cui i calcari del Lias inferiore si trovano in mezzo a rocce più recenti è nel Tonno: essi non sporgono come una rupe che sale dalla base del capo, ma sono direttamente sovrapposti agli schisti con Aptychus (fig. 2), dei quali sieguono la flessuosità, come si può notare dalla spiaggia dei Pagliarelli fino alla spianata del Tonno e al lato settentrionale di esso. Tale lembo del Lias inf riore che pare regolare in questo lato, è poi nel fatto irregolarissimo di forma e frammentario; specialmente nel lato me- ridionale; inoltre buona parte dei frammenti di esso sono coinvolti negli schisti con Apiychus alla parte inferiore del lembo, e nelle marne eoceniche rosse alla parte superiore. Per questo può conchiudersi che quelle rupi di cal- care cristallino’ sono frammenti staccati dal Lias inferiore delle alture cir- costanti, dove è sviluppatissimo, e caduti sugli schisti con Apfychus prima che si deponesse 1’ Eocene. Sono queste le mie opinioni sulla struttura geologica del capo S. An- drea, ed ho voluto esporle, perchè dal paragone dei varii studii compiti si veda dove stia la verità, alla ricerca della quale ci affatichiamo tutti con pari amore. Il piccolo capo è per buona fortuna assai facilmente vi- sitabile, ed io non dubito che altri studiosi avranno l’ occasione di veri- ficare i fatti che ho rilevati in queste lettere. Dot. GrovanniI Di STEFANO, DECO 1 RECENTI PUBBLICAZIONI Dall’ Illustre Prof. A. Costa abbiamo ricevuto in dono la seconda parte del Prospetto degli Imcnotteri italiani (1887). In questo lavoro l’autore tratta ampiamente e con profonda conoscenza dei Pompilidei, Dolicuridei, Scoliidei, Sapigidei, Tifiidei e Mutillidei, e con queste sei famiglie egli viene a completare |’ intera serie degli scavatori. Noi riserbandoci di fare un’ampia rivista di questa pregevole pubblica- zione a'lorquando l’avremo attentamente studiata, ci limitiamo oggi a darne l’annunzio ed a rilevare le nuove specie dall’autore descritte e che si ri- feriscono alla Sicilia. Tra i Pompilidei troviamo: Sulius dimidiatipennis—Priocnemis pogontoi- des—Prioc. ophthalmicus—Prioc. guttulatus—Prioc. perplexus—Prioc. rufo- cinctus—Ceropales De Stefanii—Pom,.ilus retusus— Pomp. microphthalmus — Pseudagenia discrepans. Tra i Mutillidei troviamo solamente due specie, anzi possiamo dire una sola, la Mutilla melanolepis, stantechè la Mutilla torosa era di già cono- sciuta di Sicilia, ma si riteneva sinonimo di altra specie, oggi l’autore vi ritorna sopra e la ritiene specie validissima. Abbiamo ricevuto pure in dono dal D". Paolo Magretri la sua terza memoria sugli Imenotteri della Lombardia. L'autore, in questa sua prege- vole pubblicazione tratta ampiamente i Pompilidei della Lombardia e vi sì trovano descritte non poche specie nuove. È questo un lavoro dettagliatissimo che oltre alla particolareggiata de- scrizione, fatta in latino, di tutte le specie sin oggi ritrovate in quella re- gione d’Italia, contiene molte generalità sulla famiglia. Il D. Magretti ogni giorno più ci dimostra il suo amore , la sua pra- tica e le sue profonde conoscenze intorno agli Imenotteri. ESD EnRIco Ragusa, Dirett. resp. IALUVLVIFINATENUTRUNTAVKIRHITONKOTTHDUTSAVKTUKKVKOKEOTOKKCKTKNAKATKKOKAVKKTKIVKOKROKKO UMNKAGATRODOLSKKKKOGKTOKOKKOLDKKKKKKKOIUOKOVKKKKKKRKKY ITA LDAIKKKKKAdigignAKiitrnnti09:s 2003EUETRIVANATEATETUTCKETKKKKTTRLKVKKTNTTKTMAVKTKKKKKKTAKTKKKKVIYNAKKKTTATTOKKKKKKKKKKKKKKKKKTKKKOOKKKEKKKOtKoaKEKKRKKKRRKA tUbO LOOIDGVEKDUKOCKKOKEKKKKKKKKDKKKRKLKKKJKLKKKRKKKKEDALOKDODKKKKKKKECULKERKKOSKEROKKKKRKKKKKTAKKKLAKKKRKAxKrRKKKKKEKKKAKti 600/ i ANNO VII Se, S SUI NOVEMBRE 1887 N. 2. IL NATURALISTA SICILIANO GIORNALE DI SCIENZE NATURALI ————-0@>-e+—_—_ SIT PUBBLICA OGNI PRIMO DI MESE So ABBONAMENTO ANNUALE E ER ST RCA i E o AOPORIRO O o AM BAGS COMPRESINERIZPNIONE POSTALE olo; i MR e AI E AIR e LE MITA DO e DI UN NUMERO SEPARATO, CONI FAVOLA AA SRI RNA IE ENO » SENZA TAVOLE: SIA n I GLI ABBONAMENTI COMINCERANNO DAL 1° DI OTTOBRE DI OGNI ANNO Indirizzare tutto ciò che riguarda |’ Amministrazione e Redazione al sig. ENRICO RAGUSA, in Palermo, Via Stabile N. 89. SOMMARIO DEL NUM. 2 E. Ragusa—Catalogo ragionato dei Coleotteri di Sicilia (cont.). A. SE nuova specie di Limnebius di Sicilia. — Camptochthebius Ragusae. Eppelsheim—Anthobium bivittatum, n. sp. Minà-Palumbo e L. Failla-Tedaldi.—Materiali per la im lepidotterolo- gica della Sicilia (cont.). T. D'-Due nuovi ichneumoni di Sicilia. G. Riggio—Appunti e note di Ortotterologia siciliana. Sopra alcune specie critiche o nuove per la Sicilia (cont.). M. Loiacono—Sui serbatoi idrofori del Dipsacus (cont). T. D.--Necrologia. Sig.® Siciliano—/ndice alfabetico delle materie contenute nel VI volume. PALERMO °° ld i \ » Te x Stabilimento Tipografico Virzì "1887 VURIIAVULHIIIHAUIKUTASORKVHKVKIVKIAVUIVHOOKKKTHVUMVASIICTDOKITIKOV&OTHITSOCOKITWTONRUKOKATOOOIKIAOOStRUtCCOCoRIUTOOoTti(OODKHtcTONtIIYOONtHOH\NATONTIKK\IANKKTI(COKKIVOIOKKKIKt(ARtIFIONKtOKHOOKKTI(OORUTHHoOnKtKCnoNKttHonKttKKAttIKItAiKKinnKnKs lu... ANNO VII. ‘| — 1° NOVEMBRE 1887 N. 2. DIO______-____--—_{_-—r-<-**--<-_-<°-<*--<£>—-<5£®&= CAMPTOCHTHEBIUS RAGUSAE Kuwert (1) Piloso Waltl., punctato Steph., et detrito Rey similis, niger viridescens, sparsim pilosus. Caput, sicut thorax, sparsim punctatum, viridi-nigrum, (1) Estratto e tradotto dalla Deutsche Ent. Zeit. XXXI, 1887. Heft. II, p. 8378-99. Uebersicht der europàischen Ochthebius—Arten. Von A. Kuwert in Wernsdorf. ANI dispersim pilosum , nitens. Frons intra oculos profunde bifoveolata. Labrum în medio fere profunde rotundato-excisum, quare species me- dium fere tenet intra genera Camptochthebiorum et Cheilochtebiorum. Prothorax ante medium latissimus, deinde fortiter semsimque aequali- ter attenuatus, in medio longitudinaliter fortiter sulcatus, utrinque juxta sulcum fortiter bifoveolatus, lateribus post aures membrana lata tectus, Sulciì postoculares antea în margine prothoracis anteriore, postea me- diis in lateribus finientes. Elytra irregulariter punctis quadratis aequis punctata, pilis procumbentibus , brevibus dispersisque vestita , post me- dium evidenter dilatata. Palpi pedesque drunnei. Long. 0,23 mill., lat. 0,15 mill. Patria: Sicilia. Oltre la formazione del labbro e del torace si distingue dal pilosus Waltl., per la mancanza della punteggiatura quasi lineare delle elitre, dal puncta- tus Steph. e detritus Rey per la punteggiatura più forte, la forma più larga e la meno pubescenza delle elitre, come pure per il colorito più oscuro delle gambe. Dei tre esemplari, che debbo alla gentilezza del signor Ra- gusa di Palermo, uno ha la parte esterna della tibia anteriore abbastanza fortemente dentata. Anthobium bivittatum Eppelsheim, n. sp. Rufo-testaceum, ovalis vittisque duabus thoracis mediis approximatis nigris, elytris testaceis, tenuissime albido-pubescentibus, thorace triplo longiori- bus abdomen totum obtegentibus.—Long. vix 1 lin. Mas : elytris apice rotundato-subtruncatis, abdomine nigro apice rufo. Fem: latet. Specie vittis thoracis duabus elytrisque abdomen totum obtegentibus distin- ctissima, propter elytra pubescentia prope Anth. pallens Heer optime col- locanda: rufo-testacea, elytris, dilutius stramineis, oculis vittisque duabus approximatis posterius leviter divergentibus in medio thorace nigris. Ca- put thorace angustius, parce subtiliter punctatum, fronte anterius ad an- tennarum insertionem utrinque leviter plicato-elevata, inter antennas fo- veolis duabus obliquis ornata, oce lis inter se duplo fere magis quam ab oculorum margine interiore distantibus. Antennae capitis thoracisque DO, pa longitudine, apicem versus leviter incrassatae, rufescentes, densius albido- pubescentes. Thorax elytris vie angustior, longitudine sua duplo latior, lateribus leviter rotundatus, antice posticeque truncatus, medio latissimus, apicem versus vix magis quam basi angustatus angulis anticis posticis- que obtuse rotundatis, supra leviter converus, parum nitidus , intra an- gulos posticos obsolete oblique impressus, parce aequaliter subtilissime punctatus. Elytra thorace vix latiora, posterius haud dilatata, straminea, supra dense subtilius punctata et subtilissime tenuissimeque albido-pube- scentia, thorace triplo fere longiora, abdominis apicem fere superantia. Pedes rufescentes. Speciminibus duobus ad eraminandum benevole communicatis, quos mares esse apparet, abdomen. nigrum est ano rufo et elytra apice rotundato- subtruncata sunt angulis suturalibus obtuse rotundatis. Femina hodicque mihi latet. Habitat in Sicilia a Dom. Enrico Ragusa apud Caroniam detecta. neo sn sa dn, enna Dr. Frane. Minà-Palumbo e Luigi Failla-Tedaldi MATBRIALI PER LA FAUNA LEPIDOTTEROLOGICA DELLA: SICILIA (Cant. Vedi Num. prec.). Rhopalocera Papilienidae Gen. Papilio L. (1) Podalirius L.— Frequente in fine della primavera e durante tutta la stagione estiva ne’ prati, giardini e bassi monti. Ha due generazioni e la crisa- lide iberna. Non l'abbiamo veduta mai nelle alte regioni delle Madonie. Delaharpe dice che i nostri Podalilius sono simili a quelli della Sviz- zera, eccetto il pallore generale, il grande sviluppo dell'occhio dell’an- golo anale e la grandezza delle linee e delle macchie nere dell'addome. Catania, Madonie, Messina, Palermo, Termini, S. Martino ecc. (!) Le specie precedute da un (*) mancano nella collezione di Failla Tedaldi. ab. Sg Re gen. Il. Zancleus Z.—luglio ed agosto. Questa varietà si distingue per avere l’addome totalmente bianco, del resto forma dei passaggi dalla varietà al tipo secondo la stagione e l'altezza. Bisogna notare che non tutti gli esemplari estivi appartengono alla Zanceleus, la quale osserva- zione deve essere estesa anche per altre specie, e particolarmente pei Lyllus che si catturano in agosto. Machaon L. ab. Sphyrus Hbh.—Ha più di due generazioni d’aprile sino ad ottobre. Bruchi in luglio, settembre ed ottobre sulla ruta e sul finocchio. Le crisalidi provenienti dalle ultime generazione svernano e schiudono nella successiva primavera. Le farfalle sviluppate in questa stagione dif- feriscono talvolta da quelle sviluppate in està particolarmente per la tinta gialla assai carica, in molti individui non vi si riscontra alcuna diffe- renza apprezzabile, come risulta da molti confronti fatti. Si distingue per le fascie nere molto più larghe e più cariche e macchie cerulee più grandi. Secondo noi e secondo l’opinione degli entomologi più aceredì- tati tutti i Machaon di Sicilia appartengono alla v. SpAyrus, sotto il cui nome abbiamo creduto dovere registrare questa specie, mancando fra noi il vero tipo. ]l Delaharpe ritiene con dubbio doversi riportare allo Hospiton o ad una forma intermedia fra l'Hospiton ed il Machaon. Egli descrive un grande esemplare di 86 m. d’espansione trovato dallo stesso nei seguenti termini. Nelle superiori non trova altra differenza eccetto che un pochino di nero nella specie siciliana, non così nelle inferiori. Le lunule marginali sono ferruginose, la prima e |’ ultima fortemente, le intermedie debolmente. La fascia nera antemarginale è più larga e meno sparsa di bleu; il margine interno è nel centro molto frastagliato ad angoli acuti, le tre macchie gialle confinanti coll’estremità della cel- lula differiscono totalmente da quelle del Mackaon, l anteriore è trian- golare, invece di trapezoidale, la mediana piriforme, terminata in punta al di fuori, la posteriore lanceolata ecc. Nel disotto delle stesse ali vi nota ancora altre differenze, le tre macchie verdastre poste a fronte della cellula e quella marginale del- l'angolo anteriore sono fortemente macchiate di fulvo, infine le due linee di grossi punti neri del disotto dell’addome nel Mackaon sono qui ap- pena indicati. Nella nostra collezione (Failla) conserviamo individui che si avvicinano a questa forma, inoltre un esemplare di colore giallo ca- rico, ove si nota scomparso il color ceruleo del grande occhio dell’an- golo anale, ed alcune forme raccolte in primavera che presentano lo spazio basilare delle ali anteriori di una tinta nera più carica dell’ordi- nario, oltre di avere tutte le macchie gialle assai ridotte, particolarmente quella del centro del margine interno delle ali ant. che può dirsi quasi nulla. Ciò non pertanto corre una buona distanza fra il nostro Mackhaon e l’Hospiton, di cui abbiamo sott’occhi il disegno per poterlo identificare a questo, La Ag ca 11 sig. Ragusa ha descritto e figurato un individuo nano di questa specie, 42 mill. d’espansione, che sembra appartenere all’ Hospiton di Sardegna se non avesse le macchie costali e discoidali delle prime ali molto sviluppate come d’ordinario nella specie nostrale; forse trova ri- scontro con quelli raccolti dal Curò nelle Alpi del Bernina e dello Stel- vio (2300 m.) che dice di aver trovato di statura assai più piccola. Lo esemplare posseduto dal Ragusa proviene da bruchi stati raccolti a Ca- tania, uno dei quali per mancato nutrimento fu costretto ad incrisalidarsi precocemente, da cui poi proveniva il lillipuziano accennato. Etna, Madonie, Morreale eec. Elev. 2000 m. Gen. Thais F. Polyxena Schiff. v. Cassandra Hb.—Da marzo a giugno, i bruchi e le cri- salidi in maggio e giugno sull’Aristolochia. La scoperta di questa specie si deve per il primo ad uno di noi (Minà Palumbo) che la raccolsimo in marzo in una valle a solatio nelle falde orientali delle Madonie. Più tardi l'abbiamo raccolto nelle seguenti località degli stessi monti: Mi- liuni, giardini di Dula, Aquilea, Molini, Castagneti di S. Guglielmo, Monticelli. Nelle regioni elevate vi perdura sino al giugno. In qualcuna delle località sopra nominata manca l’Aristolochia, ciò fa presumere che il bruco si possa nutrire di altre piante. Non è stato ancora osservato in altri luoghi di Sicilia. i La Cassandra nostra, abbiamo fatto notare in una pubblicazione (1) non è identica a quella di Francia. Le macchie nere nella nostra sono assai cupe, nel disotto delle prime ali vi sì osservano tre macchiette rosse, una basilare, mancante nella var. francese, la seconda sin quasi a toccare la nervatura mediana, la terza anch’essa rossa, a differenza della straniera che mostrasi bruna, eccetto l’ estremità superiore che tocca la costa. Qualche raro esemp. si avvicina appena alla Polyxena francese, come qualche altro si deve riportare all’ab. Ockracea di Stau- dinger, che si distingue per il giallo color d’arancio. Il sig. Ragusa in una nota pubblicata su questa specie riportava alla var. Po/ymnta, giu- sto il parere del Milliere, la forma siciliana, però ritornando recente- mente sull'argomento, e giusto l’autorevole opinione del dott. Staudinger ha dovuto cambiare avviso traendo la conclusione che la Polymnia Mill. deve riportarsi quale sinonimo di Ockracea e di Cassandra Hb, (2). (1) Ved. Lepidotteri delle Madonie di L. Failla Tedaldi, Bull. Ent. Ital. (2) Ved. Natural. Sic. 1884 pag. 30, idem 1887 pag. 236. CIN e Gen. Parnassius Latr. Apollo L.—Giugno e luglio. Nelle Madonie il più basso livello non scende al di la di 1225 m. come eccezione, per effetto di fortissimi venti me- ridionali, fu trovato una volta in paese (Castelbuono 500 m.) dove eravi stata trascinata dalle fortissime correnti insieme a foglie e stile di piante alpine. Confrotando questa specie colla figura data dal Berce (Faunc des Lepid, fran. vol. 1 tav. 1I pag. 112) vi troviamo delle differenze. Nella nostra le macchie nere del disopra delle prime ali sono cinque, di cui due le più esterne, assai ridotte, quella che si avvicina nel mezzo del margine esterno è al disotto pupillato di rosso. Nel disotto delle se- conde ali all'angolo anale vi sono due piccoli occhi, il primo rotondo, il secondo un po’ allungato seperati dalle nervature, mentre sono fusi insieme nel disegno citato. Talvolta osservasi anche un terzo punto ocel- lare nero nella parte più interna dell’ala seguendo la stessa linea. Ma- donie, #tna (regione scoverta). Mnemosyne L.—Da maggio a giugno raramente in luglio nelle praterie ele vate. Nelle Madonie il limite inferiore a cui scende questa specie non oltrepassa i 1000 m. e l'abbiamo trovata nelle seguenti località: Xim- bria, Ferro, Cacacidebbi, Comune!lo, Mandarini, Petralia. Trovasi pure all’Etna, S. Martino, Monte Cuccio. Pieridae Gen. Aporia Hb. Crataegi L.—D'aprile a giugno, bruchi in aprile sul pero ed altri alberi frut- tiferi. Rara nelle basse colline, comunissima nelle praterie alquanto ele- vate sino 1500 m. Etna, Palermo, S. Martino, Madonie, Geraci ecc. Gen. Pieris Schrk, Brassicae L—Comunissima tutto l’anno, più frequente nella primavera ed estate. I bruchi vivono in società e sono dannosissimi ai cavoli. Per questa specie riportiamo l’osservazione che Zeller fece sopra soggetti di Messina: quelli primaverili sono più piccoli di quelli estivi massime quelli che si trovano a grandi altezze (2000 m.) colla macchia nera al- l'apice delle ali anteriori alquanto più pallida, e col disotto delle poste- riori più velato di scuro. In tutta l'isola. Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 5, CARTE Rapae L.—Tempo e luoghi della precedente. La gener. estiva (giugno, ago- sto) come abbiamo osservato alle Madonie, offre individui di piccola statura, circa mettà dell'ordinario, che noi riportiamo senza dubbio alla ab. Minor Costa, Varia più della specie precedente riguardo ai punti neri più o meno grandi, sbiaditi e quasi scomparsi, come pure per l’intensità di colorito della macchia apicale, quasi nulla in alcuni. ab. Minor Costa.— Forma più piccola che incontrasi da noi in està. Napi L.—Riportiamo per questa specie le osservazioni pubblicate da uno di noi (Failla) « Ha tre generazioni, l'ultima delle quali —a quanto io mi sappia—non la trovo menzionata dagli autori. Nella primav. appare il tipo, cioè in tutto il mese di aprile e maggio; in giugno ed agosto la v. Napae;in ottobre ossia nella terza generazione riappare il tipo (1). In agosto ne ho prese parecchie accoppiate che sembrano dello stesso sesso pel carattere delle ali, ed è che tanto l’uno quanto l’altro sesso offrono due punti neri nella pagina superiore delle prime ali. Fatto no- tato da altri per le congeneri Brassicae e Rapae » (2). Non più di 1C00 m. d’elevazione. Madonie, Etna, Palermo, Termini, Parco, Morreale. var. gen. II. Napeae Esp.—Si distingue per avere il disotto delle ali posteriori assai pallido. Alcuni esemplari che abbiamo delle Madonie si distinguono ancora pelle nervature che nel disopra non sono così accentuate come nel tipo. ab. Q Bryoniae C.—Forma più scura scoperta da uno di noi (Failla) che la conserva in due soli csemplari, e non riscontrata da altro in Sicilia. Madonie. Daplidice L.—Più di due generazioni, da maggio ad ottobre, a più di 1500 m. Varia molto riguardo alla grandezza e colore delle ali, le inferiori par- ticolarmente sono sparse vicino al margine di macchie nere, che scom- paiono totalmente in alcuni esemplari. Etna, Madonie, Girgenti, Palermo, Morreale, M. Pellegrino. var. gen. I. Bellidice U.—È una varietà primaticcia della Daplidice, più pic- cola, colle macchie nere più smunte, noi abbiamo catturato in està alcuni esemplari che vi si possono rapportare. Gen. Antocharis B. Belia C. var. Ausonia Hb.—Aprile e maggio: manca la seconda generazione. Si distingue per avere il disotto delle ali bianco non argentato. Secondo l'opinione di alcuni entomologi questa nostra forma dovrebbe formare una specie a parte. Madonie, Palermo, alquanto rara. (1) Quest'anno ottobre 1887 insieme alla forma tipica abbiamo trovato la varietà. (2) Vedi Lepidotteri delle Madonie, Bull. Ent. Ital. per L. Failla Tedaldi. PS; lg Tagis Hb. var. Bellezina Bid—Maggio. Rara e trovata da noi soltanto alle Madonie. Si distingue per maggior numero di macchie bianche nel di- sotto delle ali. In alcune collezioni si trova confusa colla specie pre- cedente. Cardamines L. var. Turritis Cl. —Da marzo a maggio sino a luglio nelle al- ture, nelle praterie e boschi sino a 1700 m. Si distingue per minore statura e per il punto nero delle ali anteriori che tocca la parte bianca Secondo l'opinione di valenti entomologi questa forma rimpiazza il tipo in Sicilia, aggiungiamo tuttavia che nella nostra collezione (Failla) con- servasi un esemp. che molto si avvicina al tipo per il posto che occupa il punto sudetto. * Damone Feist.—Specie rarissima raccolta sinora soltanto in unico esem- plare dal Ghiliani a Catania. L’egregio sig. Curò aggiunge queste al- tre notizie riguardanti la scoperta di questa specie. « Durante il suo viaggio entomologico in Sicilia, nell’anno 1839 sul finire di primavera, Ghiliani ne vide volare ‘parecchi individui negli oliveti fuori di Porta Etnea, presso Catania, ma per le difficoltà del suolo intersecato di chiu- sure, uno solo ne potè prendere. Questo insieme agli altri lepidotteri da lui raccolti nell’isola, toccò al marchese di Bréme, allora a Parigi, e andò poi a finire nella collezione di Duponchel » (1). Gen. Leucophasia Stph. Sinapis I, -Questa specie insieme alle varietà si trova dalla primavera al- l'autunno, non molto frequente ne’ campi, boschi, lungo i corsi d’acqua sino a 1400 m. I bruchi si trovano più frequenti, ma vengono annientat; dai parassiti. Madonie, Etna, Palermo, Messina. var. gen. I Lathyri Hb.— Forma .dell’apparizione primaverile che sì distingue pel colore verde scuro del disotto delle seconde ali. La Lathyrt descritta nella Fauna francese del Berce non corrisponde affatto alla nostra, per la quale si afferma che la macchia nera apicale giunge sino a toccare il margine interno. var. gen. II. Diniensis B.— Forma che presenta il disotto delle ali bianco. Poco frequente. ab. Q Erysimi Bkh.—Tanto disopra che disotto bianca. Rara, a Messina sembra essere più frequente. Gen. Colias F. *? Hyale L.—Riportiamo con dubbio questa specie che figura nel Catalogo degli insetti di Sicilia del Ghiliani. Tanto gli entomologi stranieri, quanto (1) Ved. Catalogo dei Lepid. d’Italia Bull. Ent. Italiano. Basse quelli siciliani che han fatto e per lungo tempo esplorazioni nella Si- cilia, non hanno incontrato mai questa specie, probabilmente si tratta della v. Zelice dell’ Edusa. Edusa L.—Vola tutto l’anno, comunissima nella primav. ed est. dal piano sino a 2000 m. e sembra essere specie ibernante. Nella nostra colle- zione (Failla) si conserva un individuo c' che offre tutte le nervature gialle bene sviccate e che arrivano sino al margine di tutte le ali, men- tre nella forma normale si limitano nelle ali superiori a qnella parte soltanto dell'angolo esterno. Zeller dice di avere raccolto a Siracusa una varietà simile alla Zyale. In tutta Sicilia. ab. Minor Failla—Nella nostra collezione (Failla) abbiamo esemplari di statura mettà meno della normale, coi colori alquanto più pallidi che crediamo distinguere con questo nome. ab. Q Helice Ib.—L’abbiamo raccolta in maggio giugno ed ottobre sempre raramente; in aprile è stata raccolta al Parco ed a Palermo dai signori Mann e Bellier. Si distingue pel colore pallido quasi bianco. Nella no- stra collezione (Failla) si osservano due aberrazioni notevoli di questa var. L'occhio geminato argentino nel centro delle ali inferiori (disotto) è semplice, cioè vi manca l’altro più piccolo, sopraposto ad esso come nel tipo. Un altro esemplare l’offre geminato in un ala e semplice nel- l’altra. Gen. Rhodocera B. * Rhamni L.—Viene riportata soltanto dai signori Ghiliani e Mann, questi dice di averla raccolta in aprile e maggio al Parco, Morreale e S. Mar- tino. Cleopatra L.—Nelle nostre contrade, Madonie, questa specie ha tre appa- rizioni; la prima in gennaio, la seconda in giugno e luglio, la terza in sett. ed ott. Comune in tutti i campi e boschi della Sicilia sino a 2000 m. Comunissima l'abbiamo osservato alla Pietà vicino a Polizzi. Le diverse generazioni non offrono notevoli differenze. Nella nostra collez. (Failla) si conserva un esemp. 9 poco conser- vato, che offre nel disco dell’ala destra una striscia di colore aranciato, seguendo la nervatura mediana per lungo tratto, oltre di un’altra stri- scietta dello stesso colore e parallela alla prima alla base della stessa vicino al margine interno; dette striscie sì riproducono nel disotto ma assai affievolite : trattasi di un principio d’ ermafroditismo ? Molto più interessante di questo è l’ermafrodito posseduto, descritto e figurato dal Ragusa di cui riproduciamo la descrizione. « Nella mia ultima escur- sione alle Madonie, fatta nell'agosto del decorso anno, presi al culmine del Pizzo di Palermo, alto 1970 metri sul livello del mare, una Rkodo- cera Cleopatra S' 2, la quale merita certo l’attenzione di ogni lepidot- terologo. REEF Essa appartiene alla seconda delle classi in cui il Bellier de la Chavignerie riporta i I.epidotteri ermafroditi (ved. Ann. de la Soc.Ent. de France anno 1852 pag. 325); a quella cioè che comprende gl’ indi- vidui che in egual misura partecipano ai caratteri dei due sessi. A completare la quale avvertenza rammenterò che il precitato autore pose nell’altra classe, ossia nella prima, gl individui in cui si osserva una decisa prevalenza di un sesso sull’altro. Nella mia R. Cleopatra le due ali destre appartengono al g, e la sup. di esse ha la grande macchia aranciona, nettamente sviluppata, ma con qualche sottile stria di squame biancastre, le sinistre punto non differiscono da quelle normali della Q. La estremità inferiore dell’ ad- dome si potrae alquanto a destra, e termina come sempre si vede nei maschi; a sinistra invece sembra quasi tagliata obliquamente e mostra un’ assai larga apertura circolare. L’esempl. da me raccolto è piuttosto fresco e ben conservato. Questo caso di ermafroditismo toglie ogni dubbio circa alla diffe- renza specifica della R_Ahkamni e della R. Cleopatra primamente sta- bilita da Linneo, ma poi oppugnata dal Boisduval e dal Duponchel, i. quali opinarono che la seconda altro non sia che una varietà maschile della prima » (4). (continua) DUE NUOVE LC IENEU MONT DI SICILTA Il D." Kriechbaumer nel vol. VII, Heft. n. 8 (1887) delle Mitthedlungen der schweizerischen Entomologischen Gesellschaft, dà la descrizione di di- verse nuove specie di Zchneumonidi del Museo di Berna tra i quali due specie furono dal. sig. Isenschmids raccolte in Sicilia nel 1877. Delle due specie siciliane crediamo bene registrare, in questo giornale , le diagnosi che ne dà l’autore. Ichneumon haemorrhoicus 9 Kriechb. Niger, linea pronoti scutelloque albido flavis, abdominis segmentis 2 et 8 castanco-rufis, hoc basi media nigra, 6 et 7 macula parva alba, tibiis (1) v. RAodocera Cleopatra ermafrodita di E. Ragusa Bull. Ent. Ital. 1873. «Bra day: Deo anticis latere antico testaceis, antennis subfiliformibus, albo-annulatis, postpetiolo aciculato. Long. 14 mm. Messina 30. 4. 77. Ichneumon Siculus 3g 9 Kriechb. 9Q Niger, scutello albomaculato, abdominis segmentis 2 et 5 rufis, 6 et 7 ma- cula alba signatis, femorum anteriorum apice, tibris tarsisque rufis, po- sticis apice fuscis, untennis unicoloribus, filiformi-setaceis, postpetiolo a- ciculato, gastrocoelis parvis, alarum stigmate fusco, basi pallido. Long. 12 mm. I Niger, orbitis facialibus, interdum clypeo, scutello et scapo antennarum Havo-aut albosignatis, abdominis seymentis 2. 3. et interdum 4. exparte rufis, antennarum flagello subtus rufescente, pedibus ut in 9 pictis, a- larum stigmate fusco. Long. 12-13 mm. Siracusa 11. 5. 77. E Wme--di-—--es APPUNTI E NOTE DI ORTOTTEROLOGIA SICILIANA del Dott. G. RIGGIO (Cont. V. N° prec.) +>acur—__ i" iN Sopra alcune specie critiche o nuove per la Sicilia Fam. Forficularia Forficula pubescens, Géné.— Questa specie, propria del sud Europa, fu in- dicata per la prima volta come esistente in Sicilia dallo Zel- ler (J), il quale ebbe a trovarla nei mesi di febbraio e marzo (1) Zeller (P. C.) Recension von Fischers Orthoptera Europaca. Stettiner en- tomol. Zeit. 17 Jahrg p. 18-27, 1856. DB sui monti di Messina di mezzo alle foglie radicali di Verbasco. Essa non fu trovata dal Bellier e perciò non la vediamo regi- strata dal Brisout (1). Dopo non è stata citata da altri per la semplice ragione che nessuno, si può dire, si è occupato parti- colarmente di ricercare e studiare gli ortotteri della Sicilia. Al- l'epoca della pubblicazione del Primo saggio (2) non avevo an- cora ritrovato questa bella specie e quindi venne citata sull’au- torità del Brunner che a sua volta la riporta dallo Zeller. Re- centemente il Dott. H. Krauss in una sua pregevolissima pub- blicazione sugli ortotteri di Sicilia (3) mette in dubbio la pre- senza della Forf. pubescens nell’isola dicendo di averla cercata inutilmente alla fine di aprile, nelle stesse località e condizioni citate dallo Zeller, ima che invece di questa specie trovò la Forf. decipiens. Per queste ragioni il Krauss crede sembrargli possibile essersi lo Zeller ingannato nella determinazione; tanto più che le due specie offrono qualche rassomiglianza nella for- ma del forcipe. Dal canto mio, ad onta che mi sembri un poco difficile confondere le due specie, pure avrei accettata, almeno fino a prova in contrario, l’ opinione del Krauss ; senonchè ul- timamente in una escursione nei pressi di S. Martino (4) ho trovato un 0° e due © della Forficula pubescens ; la quale si distingue facilmente dalla decipiens, oltrechè per la dimensione minore , anche per la forma e per la maggior lunghezza pro- porzionale del forcipe. Per questa ragione, pur ritenendo pos- sibile la supposizione del Krauss, debbo ritenere altresì che lo Zeller possa realmente aver trovata la /. pubescens a Messina, ma che la specie non essendo forse troppo comune non è stata riscontrata dal Krauss durante le sue ricerche in quelle loca- lità. In tutti i casi resta a questo modo affermata la presenza (1) Brisout de Barneville. Orthoptères de Sicile. Ann. Soc. Ent. Fr., 38 serie, t. VIII, 1860, p. 714-716. (2) Riggio e Pajno. Primo saggio di un catalogo metodico degli Ortotteri si- nora trovati in Sicilia in Natur. Siciliano an. V, 1886-87. (3) Krauss (Dr. H.) Die Dermapteren nnd Orthopteren Siciliens. Verhandlun- gen der k. k. zoologisch-botanisch Gesellschaft. Wien 1887. (4) Montagna presso Morreale distante circa 10 Km. da Palermo, dove sorge, nella valle, il Monastero dello stesso nome, fondato, secondo una tradizione molto antica, dal Pontefice S. Gregorio Magno, un LA della 7. pubescens in Sicilia. Aggiungerò ancora che per me- glio assodare il fatto ho voluto comunicare l’individuo g' della specie in parola al Dott. Krauss che me lo ha restituito confer- mando la mia determinazione. Fam. Blattodea Ectobia nicaeensis, Brisout. — Ho trovato alcuni esemplari di questa bella specie, nel mese di maggio, presso Misilmeri in contrada così detta Cannita, sotto alcuni articoli semimarciti di Opuntia. Ne ebbi, nello stesso mese, alcuni altri individui dal mio carissimo amico signor Enrico Ragusa, che li raccolse al Bosco della Fi- cuzza ed alla Favorita, presso Palermo. Questa specie, nuova per la Sicilia, è stata trovata sinora a Nizza e quindi viene enumerata dal Targioni (1) fra le specie italiane. Il Bolivar indica questa Blatta ritrovata nel Ferrol in Spagna. Il Brunner nel suo Prodromus (2) a p. 34, dopo la diagnosi della £. nicaeensis, accennando alla £. tridentina , raccolta a Trento e descritta dal Targioni (3), dice che essa sarebbe af- fine alla £. /lavovineta, ma però sembra corrispondere sopra- tutto alla £. nicaeensis del Brisout. Il Cobelli (4) perciò riporta questa specie interrogativamente a p. 32, riferisce quanto dice il Brunner, e conclude dicendo che la specie merita conferma. Come località accertate dell’. nicaeensis vanno quindi indi- cate per ora Nizza, Ferrol, Sicilia (5). (1) Targioni (Prof. Adolfo). Riassunti ed emendamenti dei prospetti dei generi e delle specie degli Ortotteri secondo la fauna italiana—Ann. Agricolt. vol. I, 1878. (2) Brunner von Wattenwyl, Prodromus der europàischen orthopteren, Leip- zig 1882. (3) Targioni-Tozzetti (Adolfo), Orthopterorum Italiae species novae. Bullettino della Soc. Entomol. ital. t. XIII, 1881, p. 180. (4) Cobelli (Ruggero). Gli Ortotteri genuini del Trentino, 8° con 1 tav. Rove- reto, 1886. (5) Qnantunque fossi sicuro della determinazione di questa specie, pure per eccesso di cautela volli comunicarla al chiariss. Dr. H. Krauss, il quale nel re- stituirmela, confermava pienamente la mia determinazione. SENI Fam. Acridiodea Paracimena tricolor, Thunb. (Parac. bisignatum, Charp.; Acridium viridu- lum, Costa, Fna. Napoletana"tav. V, fig. 4, a, Db, c.). A mezzo del mio amico e collega sig. Teodosio De Stefani ebbi un individuo di questa bella specie raccolto a Modica dal- l’egregio Prof. Vincenzo Assenza del Liceo di Noto. L'individuo in parola è un o adulto e corrisponde esatta- mente alle descrizioni e figure date di questa specie, e quindi resta indubbiamerte accertata la sua presenza nell’isola; salvo a precisarne meglio in seguito la frequenza e la maggiore o minore diffusione. La scoperta di questa specie nella nostra isola giustizia vuole sia attribuita allo Zuccarello Patti. Ed invero, come ebbi a riferire in nota nel Primo saggio (1), questo autore in un suo opuscolo (2) riporta alcune specie di Ortotteri siciliani, fra le quali è notato pure un GryUWUus viridu- ls, Lin.; il quale, se pel maggior numero delle citazioni an- nesse sembra riferirsi allo Stenobothrus viridulus, pure, la ci- tazione dell’Acridium viridulum del Costa, fatta certamente con maggior cognizione di causa delle precedenti citazioni, lo ri- porta più verisimilmente alla Paracimena tricolor, Thunb. Però stante il dubbio che lasciano in generale le citazioni dello Zuccarello, non credetti allora di enumerare questa spe- cie fra gli Ortotteri siciliani, aspettando di poterlo fare più tardi e con dati più precisi. l'occasione non è tardata a presentarsi e la scoperta dell’in- dividuo di cui sopra è parola non lascia più alcun dubbio sulla presenza di questa specie nell’ isola. La Paracimena tricolor ha del resto una distribuzione geo- grafica molto estesa ritrovandosi abbondantemente in Europa: in Francia, Spagna, Portogallo, Italia (Napoli, Venezia), Istria, Dalmazia, Macedonia; in Africa poi è stata ritrovata in Alge- ria, nel Senegal, nel Gabon, a Zanzibar e nel Madagascar. A tutte queste località aggiungasi ora la Sicilia. (1) Vedi nota 1. c. p. 45 del giornale; Opuse. a parte, p. 6. (2) Zuccarello Patti (Mariano). Illustrazioni entomologiche Siciliane. Atti Acc. Gioenia di Sc. natur. di Catania Ser. II, t. II, Catania 1845. Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 8 asa Pachytylus migratorius, Lin.—Riportai questa specie nel Primo saggio (I. c.) perchè la trovai citata dal Brisout (I. c.); ma naturalmente senza assumerne la responsabilità, anzi con la quasi certezza che essa non dovesse figurare fra le specie siciliane. Però non facendo un lavoro critico la citai senz’altro. Il D' Krauss nel suo recente lavoro (I. c. p. 13) riporta giu- _ stamente questa specie al Pachyt. cinerascens, Fabr. Dal canto mio mi associo perfettamente all’ opinione del Krauss che del resto è pure la mia; tanto più che il Pack. ci- nerascens è comunissimo in Sicilia, mentre il migratorius è quasi certo devesi anche sopprimere dalla fauna italiana (1). La confusione fra queste due specie pare nata del fatto che spesso il P. cenerascens, Fabr. (danicus, L.) è stato confuso col P. migratorius, quantunque ne sia perfettamente distinto. È evidente che ciò successe al Brisout che riporta il migratorius che non si trova, mentre non riporta il cinerascens tanto fre- quente. Il P. migratorius va quindi soppresso dalle specie siciliane (2). Pamphagus hespericus, Ramb.—Nel Primo saggio, al num. 52, ho enumerato, come specie nuova per la Sicilia il Pamphagus hespericus, Ramb., riportando ad esso alcuni esemplari con carena molto bassa; i quali, pur presentando molti caratteri corrispondenti al £. he- spericus, si avvicinavano pure al /. simillimus, Yers. Avendo recentemente preso in attento esame questi individui e confrontandoli con esemplari genuini del Pamph. hespericus favoritimi dal chiar. Capit. A. Finot, ho dovuto convincermi che gl’individui da me riferiti al P. hespericus devono invece riferirsi al P. somillimus. Accertatomi di questo fatto mi credo in dovere di rettificare da me stesso l’errore in cui sono caduto. Il Pamph. hespericus quindi, almeno per ora, deve essere (1) Vedi in proposito l'opuscolo del Dott. A. P. Ninni, Nota sulla Cavalletta no- made o Pachytylus migratorius, L. Venezia 1887. - (2) In una sua recente lettera il Conte A. P. Ninni mi scrive aver saputo a mezzo del Prof. Camerano, che nel Museo di Torino si conservano tre individui di Pachytylus migratorius, due del Piemonte ed uno di Sicilia. In quanto a quello che si dice trovato in Sicilia, ritengo essere quasi certo che anche in questo caso, anzichè del vero P. migratorius, si tratti del suo affine P. cinerascens. st pgitrt radiato dalle specie siciliane fra le quali erroneamente l’avevo incluso. Tettix bipunetatus, Lin.— Basandomi sulle citazioni del Fischer e del Gi- rard, e sopra alcuni esemplari raccolti all’Oreto e corrispondenti alle figure del Fischer del Tettix Schrankii e a quella del Costa (Fna. R. Nap. tav. 1, fig. 2 A, b) della stessa specie, ri- ferite dal Brunner al Tettix bdipunctatus, riportai }a specie sotto quest’ ultimo nome, nell’elenco degli Ortotteri siciliani. Ricevuta più tardi la memoria del D" Krauss, Die Dermap- teren und Orthopteren siciliens, ebbi a ritevare (pag. 16) che questo illustre Ortotterista considera come larve dol 7. merz- dionalis, Ramb. gl’individui raccolti da Zeller a Siracusa e ri- portate dal Fischer al 7. Schranki, Fieb. Nato il sospetto, volli anch’io studiare possibilmente la que- stione ; ed infatti ebbe a convincermi che gli individui da me considerati come Schrankii ossia bipunctatus erano precisamente larve del meridionalis ; dapoichè ho trovato all’ Oreto ed in altre località presso Termini il 7. meridionalis adulto unita- mente a numerosi giovani assai rassomiglianti allo Schrankiz, ma che esaminati con attenzione rivelavano già i tratti carat- teristici dello adulto, come ad esempio, le macchie sulle parti laterali del corsaletto. Avendo avuto occasione di osservare molti di questi giovani ho potuto anclie osservare i passaggi graduali da essi all’adulto. Convintomi quindi della giustatezza delle conclusioni del Krauss, e pur ritenendo possibile la presenza del 7. bipuncta- tus, L. in Sicilia, convengo anch'io pel momento di doverlo sopprimere. Debbo aggiungere infine che avendo comunicato al D." Krauss alcuni degli individui da me creduti Schrank, me li rimandò come meridionalis. Ammessi questi fatti, devesi ancora continuare ad attribuire l’intiera sinonimia del 7. Schrankti, Fieb. al T. bipunctatus, L. ovvero devesi riferirne invece una parte al 7. meridionalis , Ramb.? La risposta a questa dimanda la lascio ad Ortotteristi più competenti di me. (continua) "24 GR Sui serbatoi idrofori dei DIPSAGUS Nei nostri pascui montuosi è comune il Dipsacus sylvestris. Sin dalla mia più tenera età, questa pianta che per la sua taglia, per l’aspetto singolare, risalta tra la comune coorte delle tante erbe costituenti il tappeto vegetale, o tra i dumeti dei sentieri boschivi, aveva attirato la mia attenzione e quelle foglie piene d’acqua, quasi sempre, pria che da noi sopravvengono in Giugno i forti calori estivi ,furono il soggetto della mia curiosità infan- tile. Passarono gli anni ed io con uguale compiacenza guardavo, scorrendo per la campagna, il tanto gaio aspetto del suo manto variopinto ed i strani capitoli dei soliti Dipsacus, nè con occhio diverso, quell’acqua e quelle coppe bizzarre sul conto delle quali, delle idee abbastanza meravigliose andava- no diffondendosi con crescente insistenza. Quelle misteriose coppe non mi colpivano gran fatto. In vero, vedevo i Pruni spinosi, i Biancospini, cosparsi di mille gocce, splendenti dopo un acquazzone, ai caldi raggi di un sole di Maggio, guazzavo fra le folte erbe del pascolo flessi sotto il peso di tanta copia d’ acqua, miravo luccicanti le pietre , le concavità delle rocce inaffiate e sature del liquido elemento. Ma tuttociò replico mi colpiva ben poco al fenomeno dei Dipsacus messo a parallello, con questi episodii di una lieta festa campestre, quale è per le nostre regioni montuose una piog- gia di Maggio, tanto meno volevo prestar fede, e la teoria non restava per me se non un parto di fantasia ingegnosa. Conosciamo quali sono le idee attuali sulle piante carnivore. AI pari delle Drosere, delle Pinguicule, di cui si è voluto spiegare l’ufficio secretorio delle glandule tentaculiformi, del singolare lembo foliare, che agisce sui corpi organici caduti in quella specie di trappole, in cui quelle lamine si fog- giano e si racchiudono, scomponendoli per appropriarsi per la loro vegeta- zione, i residui di tale disorganizzazione, i Dipsacus per altro verso si vuole che riescano allo stesso fine. Perchè i serbatoi dicesi che hanno la facoltà di segregare l’acqua che vi sì trova racchiusa, al pari di tutte quelle al- tre piante a foglie ascidiali come le Nepenthes, le Sarracenie etc. altri- menti chiamate dal nostro illustre prof. Delpino, piante a dicchiere, o da altri volendosi che sia quell'acqua il prodotto della deposizione della ru- giada, si giunge, poi d'accordo a conchiudere che il fine ultimo di tali ap- I pa parecchi, si è di raccogliere l’acqua nella quale vengono a trovare fine una serie di insetti, moscherini etc., dei cui avanzi decomposti la pianta si nu- trisce. Or sono già più anni volle fissarmi più esattamente sul conto dei Dip- sacus e nei miei ozii campestri avendo di continuo sott'occhio delle torme di Dipsacus, nella campagna circostante, con molta cura andava a visitare dopo una pioggia quel che avveuiva nei serbatoi. Non credei andare pel sottile a questa prima inchiesta. Non dosai i volumi di acqua abbondan- tissimi che vi si riunivano vi perduravano per un pezzo, a seconda della umidità atmosferica, per poi essiccarsi e per ricomparire ad una nuova piog- gia. Non feci nessun’altra esperienza. Il problema mi parea di sì facilo dimostrazione che a prima giunta io mi convinsi che non c’ era altra ra- gione da cercare e che il liquido era l’accumulo delle acque piovane che interpellatamente cadono e spesso copiosissime in montagna da noi nel mese di Maggio. Esclusi rotondamente l’idea della rugiada. Per quanto co- piose le rugiade si verifichino in montagna relle notti purissime primave- rili, non è verosimile il supporre che la loro copia possa esser tale da riempire quei grossi recipienti. L’evaporazione grazie all’alta temperatura del giorno e l’azione diretta dei caldi raggi di Maggio, si fa rapida. Pri- mi a vuotarsi sono i verticilli superiori ed in termine relativo di quei inferiori ciò è naturale che avvenga, perchè molto spesso i verticilli infimi sono riparati ed in ogni modo meno esposti all’azione dei venti che bat - tono il fusto e che per scosse meccaniche anco agiscono nel senso di farli vuotare presto ed a preferenza dei sottostanti che difficilmente essiccansi completamente. Stimai assolutamente superfluo l’occuparmi di un argomento così ovvio e smentire ciò che dal Royer (Bullett. Soc. Bot. de France, ann. 18683) molto gratuitamente era stato asserito, ben persuaso che d'’al- lora chi sa quante volte avevasi dovuto constatare che l’idea della rugiada e di tutto il resto che vi si è appiccicato, non poggiava su nessuna solida base. Per quale ragione pensare ancora ai Dipsacus? — Quando or son circa 3 anni, mi venne sott'occhio nel percorrere un volume degli Ann. des Sec. Natur., una memoria (1) ove si riprende la quistione sollevata dal Royer ed in seguito alla quale il sig. Barthelemy conchiude per certi suoi esperi- menti che le idee del Royer sono inesatte, che |’ esistenza dell’acqua nei (1) A. Barthelélemy « Sur les résérvoirs hydrophores des Dipsacus» Ann. Sc. Nat. vol. VII, ser. VI, p. 34], SRO serbatoi dei Dipsacus era il fatto più innocuo di questo mondo, che non c'entrava per nulla, nè la secrezione delle superficie foliari, nè la deposi- zione della rugiada e che il liquido era nè più nè meno quell’istesso che il buon Dio con perfetta imparzialità da parte sua, lasciava cadere su questa bassa terra, indistintamente sù tutti i corpi più o meno organizzati e viventi, lasciando poi il Dipsacus privilegiati, liberi di fruire ad usura di fronte ai loro colleghi della campagna, di questo ben di Dio, in grazia alla forma speciale delle loro foglie. Il Barthélemy però pur contradicendo l’asserto del Royer vuole trovare uno scopo nella strana forma dei serbatoi idrofori e perciò credessi obbli- gato di ventilare una sua idea,sempre ipotetica, sulla loro ragione di es- sere e su questo singolare accumulo d’acqua si pronunzia in modo diffe- rente. A guisa di parentesi mi permetto francamente dire qui che nel caso ed in qualunque altra ipotesi su questo genere, si va cercando oggi in segu!to ad un metodo preconcetto, di dare un significato a qualunque costo a certi fatti, a certi organi o a loro più meno singolari e spiccate modificazioni e ad affiggere in seguito poi quasi senza averno una perfetta coscienza, certa data categoria di esseri, certi fini e una certa sfera di azioni, che non è presumibile che essi possono mirare ad esercitare. Comprendo che se si volesse strettameute seguire un tutt’ altro ordine di idee, forse troppo impregnato di un filosofico scetticismo, non si riusci- rebbe a nulla nelle scienze sperimentali e che le grandi scoverte di que- sti giorni, in ogni ramo di queste scienze, non avrebbero forse potuto av- venire. È vero. Ma sulla via delle ipotesi ingegnose oggi si è ecceduto enorme- mente. Le foglie connate dei Dipsacus hanno una forma esagerata, esse simulano delle coppe, lo sono addirittura, tanto che esse diventano serba- toi di acqua? Che perciò è necessità il trovare a questo fatto un significato ? È questa necessità che io disconosco, che credo assolutamente superflua, vacua. L'acqua dei Dipsacus fu paragonata all'acqua purissima di quei strani serbatoi delle Nepenthes, ma nelle Nepenthes sebbene noi riconoscia- mo negli ascidii (salvo ad essere discordi sulle analogie di alcune parti) la trasformazione completa del lembo fogliare, abbiamo infine un or- gano singolarmente mutato e tanto profondamente da apparire un organo nuovo, con caratteri ed accessori tali, da mistificarne il suo ufficio, da fare giustamente nascere il sospotto che ad un organo talmente fatto parrebbe i dovesse in grazia poi del contenuto che racchiude, attribuirsi ufficio ben diverso di una qualsiasi foglia normale. Mentre nei Dipsacus se troviamo la stessa acqua, non abbiamo in sostanza che |’ esagerazione di un fatto che si verifica comunemente in una grande quantità di piante. Due fo- glie grandissime strettamente connate, estremamente concave e null’ altro, e che in grazia di queste particolarità al pari di qualsiasi altro corpo si presterebbero e si prestano a ricevere e contenere l’acqua come qualsiasi altra cosa che potrebbe cadere dal cielo. Il sig. Barthelemy cedendo a questa intensa voglia del giorno dopocchè facilmente potè assicurarsi che nei Dipsacus non si trattava nè di rugiada nè di secrezione, credessi in dovere di esporre un idea succedanea, meno appassionata ed ipotetica, ma pur troppo lontana ed in disrelazione con la quistione dei serbatoi. In seguito a certe sue esperimentazioni il cui va- lore a me sembra assolutamente passivo, ed estraneo al soggetto, egli con- chiude col riconoscere ai serbatoi un fine ed un significato fisiologico, ser- vono essi, agli occhi suoi “ a diminuire l’evaporazione degli spazi interno- “ dali del fusto e di agevolare lo sviluppo delle gemme laterali. , Egli ha rotto il fusto di un Dipsacus, parzialmente in modo, da lasciare i due tratti in comunicazione, mediante un tratto di fasci vascolari, ser-, bando così un nesso tra i due tratti e perciò tanto da permettere alla parte terminale del ramo superiore, di pendere giù verso la base. Dopo un certo tempo, il ramo si raddrizzò, restituendosi alla sua posizione verticale pri- mitiva, dando seguito alla sua normale fioritura etc. L’Autore sembra impressionato di questo fatto, la cui avverazione egli crede che non debbe attribuirsi ad alcuna spontaneità da parte dell’orga- nismo, bensì ad'azione fisica. Male; malissimo poi conclude che questa causa fisica (da lui imposta) è l’acqua dei serbatoi, di cui egli procura di spie- gare la grarde importanza, in tutta l'economia dei Dipsacus e nelle loro fasi di vegetazione. (Continua). M. Losacono-Posero. NOE: SRO E 04 La notte del 29 ora scorso ottobre moriva in Palermo il Commendatore GIUSEPPE INZENGA Direttore dell’ Istituto agrario Castelnuovo e Pro- fessore alla nostra Università. Egli era il decano degli agronomi siciliani e profondo conoscitore della Scienza agraria, sulla quale scrisse pregevo- lissimi lavori; fu uomo di carattere rettissimo, onesto sopra ogni dire, le- pido nel conversare. Membro di molte Accademie e Società agrarie nazio- nali ed estere, corrispondente di non pochi giornali, mostrò sempre il suo profondo sapere. Sino alla sua morte redasse con amore ed attività gli Annali di Agricoltura siciliana, vasto emporio di scienza e di norme pra- tiche per la sicula campagna, qui egli si occupò anche un poco di ento- mologia. Ricco di virtù ed onori non insuperbì mai dei suoi meriti; si fece a- mare da quanti lo conobbero, rara virtù questa, che è ben difficile riuscire a tutti accetto. La morte del Professore G. Inzenga è stata una grave perdita per la patria agricoltura, ed il vuoto che egli lascia non potrà facilmente essere rioccupato. DEL. EnRrIco Ragusa, Dirett. resp. 1%; a v i: amm TSI... LI cnr 18 PA è Me È Di liti muto | ANNO VII È 1° DICEMBRE 1837 N. 3. IL NATURALIST A SICILIANO E DI SCIENZE NATURALI Dee 29/507 i SI PUBBLICA OGNI PRIMO DI MESE e ABBONAMENTO: ‘ANNUALE Re eno a ne e Ce ca a) 1079 UPAESCCOMPAESI NELL UNIONE/POSTALE i “Litta e I 13°» MRO te ret ed i DRS E RAEATO: CON TAVOLE Sd Ve e ine eh 20 » SENZA TIVO CELSO: RON TE N DIE PI GLI ABBONAMENTI COMINCERANNO DAL 1° DI OTTOBRE DI OGNI ANNO Indirizzare tutto ciò che riguarda l’ Amministrazione e Redazione al sig. ENRICO RAGUSA, in Palermo, Via Stabile N. 89. Li SOMMARIO DEL ’NUM.,3. | Minà-Palumbo e L. Failla-Tedaldi.—Materiali per la fauna lepidotterolo- gica della Sicilia (cont. ). a G. Riggio—Appunti e note di Ortotterologia siciliana, Sopra alcune specie critiche o nuove per la Sicilia (cont.). M. Loiacono—Swi serbatoi idrofori dei Dipsacus (fine). L. Nicotra Schedule speciografiche riferentesi alla flora Siciliana. A. Senoner—-Cenni Bibliografici. E. R—Notiztie. PALERMO © Stabilimento Tipografico Virzì Iwa 1887 SAMVOUTOMIMMMDOOTTOVOVUVUTUTIITHLIEITOOKUORANKNKKNKTNAKARKKRICKKKRCOKENKAMKAKSKKDOSKOTKCKOCLOCUKCANAKORATAKKKIOCOOKONKKKXATVTLKTKKKKEOOCRDRUTASitOtUCoTTAVIRUORENDAVAKOGIvKOCKKLUDROX ERUbNEnKoKAnitEREDOKKKKDEOTRUUKRUOAKKTASANIDIKOCIIKKKKLEKtLRER®eaReniA Ki: IUKtAgtoAttvKKKKtErgoKticiotiattto WWW. - ANNO VII. 1° DICEMBRE 1887? ECEURE PSI AISISSSISSSSII IL NATURALISTA SICILIANO CRISI DIISIAMSIAIMMTIMAASIAIFAASSLAZISACIOSSLIIAMIAIIMSASAASAII Dr. Franc. Minà-Palumbo e Luigi Failla-Tedaldi MATERIALI PRR LA PACNA LEPIDOTTEROLOGICA DELLA: SICILIA Lycaenidae Gen. Thecla F. Ilicis Esp—In giugno e luglio frequente sopra | Origanum e sui fiori di rovo. Madonie, Morreale, Ktna, Ficuzza. Ab. Q Cerri Hb.—S'incontra insieme al tipo, e si distingue per una grande macchia fulva sul disco delle prime ali. Var. ZEsculi Hb.— Varietà di poco importanza che si distingue perla man- canza o quasi della linea bianca nel disotto delle ali anteriori. L'abbiamo dalle Madonie. *? Pruni L.—Riportata soltanto da Ghiliani e da uno di noi (Minà Palumbo), ma essa non figura nelle collezioni siciliane. Quercus L.—Da luglio ad ottobre nei campi, boschi sino a 1700 m. Rara. Madonie. Rubi L.—Da marzo a luglio secondo l’elevazione. Comune sull’Erica ardo- rea, sui cespugli di Zlex aquifolium ove ama posarsi. Elev. da 400 m. a 1700 m. Madonie, Caronia, Etna, Palermo, Morreale, S. Martino, Fi- Ss CuZZza. W. albuu Knoch. — Trovasi benchè rarissima alle Madonie, dove è stata presa dal Barone Kalchberg (vicinanze di Castelbuono). 11 sig. Ragusa l’ha catturata a Mondello vicino Palermo ed il dottor O. Struve a Taormina. Gen. Polyommatus Latr. Alciphron Rott. Var. Gordius Sulz. — Maggio e giugno sino a mezzo lu- glio. Comune nelle regioni alpine. Il limite inferiore alle Madonie non scende più basso dei 1000 m. Si distingue pel colore fulvo e varia Il Naturalista Siciliano, Anno VII, 9 do -, pati molto nella grandezza, nel colorito, e nei punti ocellari disopra e di sotto. Il prof. Stefanelli ha fatto una var. 9 intermedia osservata in To- scana prossima al Gordius, ma non dice quali caratteri la distinguo- no, probabilmente trovasi anche da noi che possediamo molte forme di questa specie. * Dorilis Hufn.—Riportata soltanto dal Mann (V.Wiener Ent. Z. 87) che dice di averla raccolta a Valle corta vicino Morreale. Staudinger l’ esclude dalla Sicilia, e manca nelle collezioni siciliane. Phlaeas L.—Da marzo a novembre. Comune sino a 1400 m. più frequente nelle regioni subnemorose. Ha tre generazioni e si trovano delle forme intermedie alle varietà qui sotto indicate. Madonie, Palermo, Morreale, Girgenti, Catania ec. Var. gen. II Eleus F.—Giugno e luglio, comunissima sui fiori di Menta. Si distingue per il tuono più cupo, e questa forma è caratteristica in Si- cilia. Ab. Schmidtii Gerh.—Gl’individui smunti che si cacciano al principio ed in fine della stagione possono rapportarsi benissimo a questa varietà {1). Gen. Lycaena F. Baetica L.—Està ed autunno, rara. I bruchi sì trovano più frequenti sulla Colutea arborescens che si coltiva nell’Orto botanico di Palermo. Mado- nie, S. Martino, Palermo. Telicanus F.—Giugno a novembre. Negli stessi luoghi della specie prece- dente. Bellier dice di averla raccolta il 31 marzo, ciò che costituirebbe per questa specie più di una generazione. * Ab, Bellieri Rag.—Il sig. Ragusa ha descritto e figurato in questo stesso periodico una ab. della Teltcanus che si distingue per avere il di sotto delle ali di un bianco pallido attraversate da tre linee soltanto cinereo- brunastre nelle prime ali e da due nelle seconde di cui la posteriore interrotta. Fu presa nell’Orto Botanico di Palermo in giugno. Ved. Nat. Siciliano, anno I, pag. 37. * Theophrastus F.—Cattura interessantissima per la Sicilia fatta dal sig. E. Ragusa nel 1869, che la raccolse in unico esemplare all’ Orto botanico di Palermo, ed annunziata allora erroneamente per L. Balcanica. * Argiades Pall.—Catturata sinora dal solo Mann, che la raccolse nel mese di maggio al Monte Medio. Argus L.—Anche questa specie viene citata soltanto dai signori Mann e Delaharpe. In maggio a Vallecorta. (1) Il sig. Ghiliani riporta con dubbio un’altra specie dalla Sicilia, il Ther- samon, che noi crediamo mancare affatto. ME p IP Baton Berg. (Hylas Hb.). Maggio ed agosto, da 600 m. a 14/0. Si posa sopra l’Artemisia obrotanum e sui fiori di rovo. Raccolta dai signori Zeller, Mann, Bellier e da noi. Questa specie è stata confusa colla Hylas Esp. (Dorylas Hb.) che è molto più grande 33 m. e per quanto sappia- mo da nessuno è stata ancora trovata. Madonie, Monte Cuccio, Morreale. Astrarche Bgstr.—Primavera ed està. Praterie, monti sino a 2000 m. Que- sta specie è soggetta a molte variazioni; talvolta vi mancano le prime macchie fulve dell’apice delle ali superiori, taluni esemplari l’hanno as- sai ridotte; nel disotto delle prime i punti neri variano da 6 ad 8. Ciò nondimeno non abbiamo potuto identificare le varietà che trovansi de- scritte nel catalogo Staudinger. Madonie, Etna, Palermo ecc. Icarus Rott.—Da marzo ad ottobre. Comunissima ovunque massime ne’ ca- stagneti e nelle regioni boschive sino a 1700 m. In primavera la Q pre- senta bellissimi riflessi azzurri, il colore delle ali è talvolta più o meno carico, ed offre le stesse variazioni della specie precedente riguardo alle macchie fulve antemarginali. In tutta l'isola. Ab. Icarinus Scriba. — Si distingue per la mancanza dei punti basilari nel disotto delle ali anteriori. Non rara assieme al tipo. Var. 2 Melanotoxa P. Marott—Osservata e descritta per il primo dal si- gnor Pincitore e distinguesi per avere un piccclo arco ferruginoso nel disotto del margine interno delle prime ali. Eumedon Esp.—Praterie alpine non più basse di 1000 m. in maggio e giu- gno alle Madonie. Alquanto rara. _*? Corydon Poda.—Riportata soltanto da Zeller che non sappiamo in quali luoghi l'abbia raccolta. Meleager Esp. (Daphnis Hb.). — Giugno e luglio. In alcuni anni;alle Ma- donie è comune nelle seguenti località : Carbonara, Sparviero, Piano della Battaglia. Specie alpina trovata soltanto da Bellier e da noi. Ab. (et v. ?) Stevenii Fr.—Femina nerastra, maschio nero marginato. Nella nostra collezione (Failla) abbiamo soltanto la 9 di questa varietà. Argiolus L.—Da maggio a luglio nei campi, particolarmente sopra i fiori di rovo, non comune. Madonie, Polizzi, Etna, Vallecorta, dintorni di Pa- lermo ecc. Var. Hypoleuca Koll.—I puntini neri del disotto delle ali sono affatto scom- parsi. Scoperta soltanto da noi (Failla) alle Madonie. Minimus Fuess.—Maggio. Nella nostra collez. (Failla) conserviamo un solo esemplare di questa specie presa alle Madonie: il sig. Ragusa ne pos- siede alcuni raccolti al Monte Cuccio. Vallecorta e Palermo. Semiargus Rott.—Da maggio a giugno, comune sino alla regione scoperta a più di 1700 m. Uno di noi (Failla) ha trovata una ab. di questa spe- cie in due sole località delle Madonie, Russelli ed Acqua delle Fonta - nelle. Si distingue per alcuni tratti vicino ai puntini neri nella pagina ARR inferiore delle prime ali. Questa varietà fu comunicata da molto tempo al prof. Stefanelli. Possediamo inoltre un esemplare che offre nelle due ali di destra due macchie bianco-pallide, l’una vicino all’apice dell’ante- riore, l’altra vicino all’angolo interno della posteriore, che si osservano pure nel disotto. Madonie, Palermo, Monte Medio, Morreale, Etna, Ca- ronia, Ficuzza ecc. Cyllarus Rott.—Da marzo a maggio non molto comune ne’ prati e ne’ campi Madonie, Vallecorta, S. Martino, Etna. Var. A. Costa.—Mancanza assoluta dei punti nel disotto delle ali posteriori. Scoperta in Sicilia da noi (Failla). Varia ancora per la piccolezza e pel numero dei puntini neri delle prime ali che oscillano da 4 a 6. Var. Valenzae Pincit.—Descritta dal Pincitore, più piccola del tipo e colore bronzato del disotto delle ali piccole piuttosto bleu che verde lucente (1). Libytheidae Gen. Libythea F. Celtis Esp. —Questa specie ha più di una generazione, poichè si trova da noi nella primavera, està ed autunno, Elev. 1240, Allo stato di bruco oltre del Celtis australis si nutrirà di altre piante, perchè in alcune lo- calità delle Madonie dove l'abbiamo catturata vi manca la detta pianta. L'abbiamo trovata piuttosto frequente lungo un ruscello che scorre dalle Madonie, a Passo-scuro, in giugno, ove era solito posarsi sopra l’arena inumidita. Lungo questo ruscello vegetano numerosi ciliegi ed è proba- bile che il bruco si nutra delle foglie di questo albero. L'abbiamo presa pure al Piano del Riposo, luogo piuttosto elevato, dove vegeta il Rhkam- nus catharticus. Etna, Madonie, Morreale, Boccadifalco. Apaturidae Gen. Charaxes O. B. Iasius L.— Viene citata soltanto da Ghiliani, da Zeller e da uno di noi (Failla). 1l bar. Kalchberg asserisce di averla veduta volare una sol volta nelle campagne di Palermo. Noi l'abbiamo catturata in una loca- (1) Nel nostro Catalogo dei Lepidotteri delle Madonie (Minà-Palumbo) abbiamo riportato un’altra Lycaena Melanops che non è altro che la Meleager. Il Ghiliani poi cita di Sicilia l’Arton su di che avanziamo i nostri dubbi, e Gora lità denominata Miliuni, luogo poco distante da Castelbuono nel mese di settembre, non abbiamo però osservato ancora la prima generazione. Gli autori sopradetti la citano di Taormina e Catania, dove vegeta lo Arbutus unedo, nelle, nostre contrade vegeta raramente questa pianta, sicchè potrebbe darsi che il bruco si nutre di qualche altro vegeta- bile (1). Nymphalidae Gen. Limenitis F. Camilla Schiff.—Da maggio a giugno, seconda gen. d’ agosto ad ottobre. Non rara. La generazione autunnale è di solito più piccola e più sbia- dita della primaverile. La nostra Camilla differisce alquanto da quella di Francia guardando al disegno dato nella Faune del Berce. Le sei macchiette bianche che formano la fascia mediana nelle ali superiori sono nella nostra assai ridotte, staccate fra loro, e in numero di cin- que, mancandovi la quinta che viene occupata dal fondo. Le prime due macchie che formano la fascia delle seconde ali sono spesso bruniccie, e come scomparse, la quinta è piccolissima e riducesi talvolta ad un punto irregolare, e più distaccata. Alle Madonie l’abbiamo trovata nelle seguenti località: Passoscuro, S. Guglielmo, Stretto della Canna, Vad- duni di nfiernu, Fontana Savuca, Passo delle B®îte, Vicaretto, Gonato e Fridda Elev. 1200 m. E stata trovata altrove a S. Martino ed alla Ficuzza. Gen. Vanessa F. , Egea Cr.—Da giugno ad ott. Specie ibernante ed alquanto rara. Madonie, Etna, Caronie, Geraci, Valle corta. Ab. J Album Esp.—Forma che presenta il disotto più scuro e che trovasi in autunno. La var. autunnale del prof. Stefanelli deve passare in sino- nimia sotto questo nome. C Album L..- Da marzo ad agosto nelle valli ombrose e nelle regioni bo- schive, non molto comune. Castelbuono, Polizzi, Etna, Palermo, Sfer- racavallo, Messina, Caronia. Ab. Obscurior Failla— La C Album subisce le stesse modificazioni di co- lorito della specie precedente, con particolarità che questa trovasi an- che nel principio della stagione, col quale nome abbiamo creduto do- (1) Vedi la notizia concernente la cattura di questa specie pubblicata da L. Failla nel giornale Petites Nouv. Ent. 1877, n. 184. ela a vere distinguere quest'altra forma oscura. Nella nostra collez. (Failla) abbiamo un esemp. che offre lo C. caratteristico unito dagli estremi, in modo da formare una figura circolare. Polychloros L.—-Ha tre apparizioni, da genn. ad ott. un po’ rara in questa mentre è comunissima nelle altre. Bruco in aprile sugli alberi fruttiferi dove arrecano qualche danno, crisalidi in maggio. La farfalla è ibernante e sì trova sino a 1400 m. Bellier parlando di questa specie dice: La Polychloros di Sicilia è bellissima. Non abbiamo per altro riscontrato varietà apprezzabili della stessa. Palermo, Madonie, Messina, Etna, Caronie. Urticae L.—D’aprile a giugno, bruchi comunissimi in maggio sulle ortiche. Elev. 1800 m. Alle Madonie s’incontrano spesso estese vallate e specie d’imbuti giganteschi scavati sul calcare dove vegetano rigogliose le or- tiche, che abbiamo visto letteralmecte coperte dai bruchi di questa specie, Madonie, Etna, Caronie, Palermo, S. Martino, Morreale ecc. Var. Ichnusa Bon.—Bellier scrive di aver trovato alle Madonie individui in- termedi fra l'Urticae e VIchnusa, che si potrebbero riportare tanto al- l’una quanto all’altra di queste vanesse. Si distingue pel colore più ca- rico e per la mancanza o quasi delle macchiette nere che presenta il tipo nel mezzo delle prime ali. Nella nostra coll. (Failla) possediamo esemplari in cui le due mac- chie centrali delle ali superiori sono pressocchè nulle e quindi da po- tersi identificare all’ /cAnusa. lo L.—Nelle Madonie ha due generazioni, una primaverile, estiva 1 altra. Truvasi nelle basse regioni ma raramente. Staudinger a torto l’esclude dalla Sicilia. Etna, Palermo, Caltanissetta, Morreale, Parco, Termini. Var. Sardoa Stgr.—Più grande e di colore fulvo più carico. Crediamo che la forma di Sicilia punto differisca da quella di Sardegna per la quale è stata creata questa varietà, massime quelle raccolte in està, e pensiamo che il vero tipo manchi alla Sicilia. * Antiopa L.—Riportata soltanto dal Mann che la vide in aprile nella Piana dei Greci ed al Parco, e trovò i bruchi adulti in giugno-nel parco di S. Martino sul salice. (Vedi Wien Ent. 59). Manca nelle collezioni siciliane. Atalanta L.—Vola tutto l’anno, più frequente in està ed autunno sino a 1700 m. Non abbiamo notato altro di questa specie che la fascia rossa mediana delle prime ali osservasi talvolta staccata al centro. Madonie, Etna, Caronie, Parco, S. Martino, M. Pellegrino. Cardui L.—Da marzo a sett. comune in tutti i luoghi di Sicilia, massime in certe annate in cui forma delle vere emigrazioni. Elev. 1400 m. Ri- produciamo a proposito di questa specie la nota pubblicata da uno di noi (Failla) nel Bull. Ent. Ital. Lepidotteri delle Madonie. «Fu detto che questa specie per effetto d’emigrazione da’ deserti dell’ Affrica ar- SANROe rivi talvolta fra noi ne’ paesi meridionali, ma dopo le osservazioni pub- blicate dal prof. A. Costa intorno a questo lepidottero, comune quasi a tutto il mondo, non sì deve più credere a tal provenienza. Gl’individui che il sullodato prof. osservò e raccolse in Africa, si scostano tanto dalla comune forma di Europa, che all’autore sembrava un’altra specie affine. Dopo ciò torna in campo la quistione se il prodigioso numero sia dovuto a sviluppo locale, o se realmente derivi.da emigrazioni, non d’Africa, ma d’altri luoghi » (1). Ab. minor Failla—Distinguesi per l’estrema piccolezza, mettà meno della normale, e pel tuono più pallido. Trovata alle Madonie, Gen. Melitaea F. Cinxia L—maggio e giugno. Madonie, Morreale. Phoebe F.—D’aprile ad agosto. Bellier di questa specie scrive: la Phoebe di Sicilia è assai modificata, piccola, molto pallida, di colore uniforme e distinguesi appena dalla cinzia colla quale l'aveva io sulle prime con- fusa. Noi tuttavia possediamo nella nostra collez. (Failla) esemplari grandi, piccoli, e di tutti i tuoni sino ai più chiusi, che si possono ri- ferire alle varietà seguenti. Madonie sino a 1500 m. Ab. Melanina Bonap.—Ab. rossastra e scura. V. Caucasica Stgr.—Grande e nereggiante. Didyma Och. v. meridionalis Stgr.— Da maggio a luglio, frequentissima nel primo mese, rara nelle alture nell’ultimo. Elev. 1800 m. La specie siciliana deve riferirsi in generale a questa varietà che distinguesi pel colore fulvo più carico nel dg’ e per il colore grigio-verdastro nella 9 Del resto varia infinitamente massime nelle 9 riguardo alla colorazione, grandezza delle macchie o puntini neri. Quelli che si trovano in luglio sono ordinariamente più piccoli e coi punti neri assai ridotti. Nella nostra coll. (Failla) conserviamo un individuo g' che offre una ab. sin- golare nelle ali anteriori consistente in una fascia nera posta al centro vicino al margine interno. Madonie, Etna, Catania, Caronia, S. Martino, Valle corta. Athalia Rott—Da maggio a luglio. Luoghi ed elevazione della precedente. Comunissima. Alcune 9 sono notevoli per la maggiore statura e pel pallore. Parthenie Schiff. —Estate. Madonie, Palermo. Si confonde coll’Athalia (2). (1) L’emigrazione di questa specie in Sicilia sono state osservate da Pincitore da Ghiliani, da Minà-Palumbo e da Failla che l ha descritto nella Feuille des Jeunes Nat. 1879, pag. 64. (2) Erroneamente riportata da uno di noi (Minà) e da Ghiliani la Cinthia spe- cie eminentemente alpina. Rete, > +0De- Gen. Argynnis F. * Selene Schiff. —Riportata soltanto dal Mann, che la raccolse al Parco nel maggio. Euphrosyne L.—D’aprile a giugno non comune sino a 1000 m. Madonie e Caronie. * Dia L.—Riportata soltanto dal Mann (Wien Ent. 88) che la raccolse in aprile a Boccadifalco e S. Martino. Daphne Schiff—Da giugno a luglio sino a 1400 m. nelle Madonie. Sembra più frequente alle Caronie, dove è stata presa in numero dal Ragusa. *?Ino Esp.—Erroneamente è stata riportata di Sicilia, essa è stata confusa coll'Euphrosyne. Lathonia L.— Nelle Madonie da marzo ad ott. e sembra avere più di una generazione. Elev. 2000 m. Nella nostra coll. (Failla) conserviamo una aberrazione, che si distingue per minore statura, mettà meno della nor- male. Etna, Valle Corta, S. Martino. Aglaja L.—Da giugno a luglio. Trovasi nella regione del castagno 600 m. e sale sino a 1200 m. Madonie, S. Martino, Morreale, Caronie. *? Niobe L.—Erroneamente riportata da Ghiliani e da uno di noi (Minà-Pa- lumbo) che l’ebbe determinata dal primo. Adippe L. ab. Cleodoxa Och.—Da giugno a luglio raramente in agosto, frequente sopra i fiori di origano e di rovo. Elev. da 500 a 1200 m. Di- stinguesi per la mancanza o quasi dei punti argentati nel disotto delle seconde ali. Questa var. sembra sostituire il tipo. Bellier scrive che pel colore del disopra la nostra forma si avvicini alla razza Chlorodippe, propria del Sud della Spagna, la quale asserzione ha fatto dire al Bois- duval (Zndex metodicus) che la Chlorodippe abita la Sicilia. Madonie, Ficuzza. Paphia L.—Da maggio ad agosto raramente in ottob. Comune, da 600 a 1300 m. Madonie, Etna, Caronie. Ab. Anargyra Stgr.—Mancano le fascie argentate nel disotto delle ali po- steriori. L'abbiamo raccolto a S. Guglielmo, nelle vicinanze di Castel- buono. Pandora Schiff.—Da maggio ad agosto, rare volte in sett. Elev. 1600 m. Madonie, Etna, S. Martino, Caronie, Morreale. Ab. Paupercula Ragusa.—-Distinguesi per la mancanza delle fascie argen- tate nel disotto delle ali posteriori, come nelle var. Anrargyra. (Continua). PERI (3 ON APPUNTI E NOTE DI ORTOTTEROLOGIA: SICILIANA del Dott. G. RIGGIO II. Sopra alcune specie critiche o nuove per la Sicilia (Cont. V. N. prec.) Fam. Locustodea» Poecilimon thoracicus, Fieb.—Il Targioni nel Prospetto dei generi e delle specie di Ortotteri secondo la fauna italiana a pag. 74, riporta, come specie siciliana, oltre il Barbitistes (Poecilimon) laevissi- mus, Fisch., anche il Poecilimon thoracicus,Fieb. (1). Sulla fede quindi di questo autore e null’altro, quest’ultima specie venne registrata nello elenco delle specie siciliane pubblicato da me e dal Bnello Pajno. Nel citato lavoro sugli Ortotteri Siciliani il D.r Kraus non riporta il Poecilimon thoracicus come specie distinta, ma la riferisce sotto il Poecil. laevissimus dicendo semplicemente che il Fieber ha riportato quest’ultima specie di Sicilia sotto il suo Barbitistes (Poecilimon) thoracicus. Da parte mia debbo dichiarare che fra tutti gli Ortotteri ri- cevuti da diverse località dell'Isola, solamente fra quelli di Mes- sina, ho trovato diversi esemplari riferibili al Poecilimon lae- vissimus; ma nessuno che si avesse potuto, anche lontanamente, riferire al Poec. thoracicus. Riténgo quindi abbia ragione il Krauss, e che le due specie, per la Sicilia, si debbono ritenere, almeno per ora, come una sola sotto il nome di P. laevissimus. Odontura spinulicauda, Ramb.—Nel citato mio lavoro sugli Ortotteri Si- ciliani (Primo Saggio ecc.), enumerai 1’ Odontura spinulicauda per averla trovata riportata dal Brisout ed anche per aver ri- tenuto dubbiamente riferibili a questa specie alcuni esemplari d' raccolti al M. Pellegrino, presso Palermo , ed alcuni altri pure g°, provenienti da Castelbuono. Il D.r Krauss nel suo importante studio (1. c. p. 16) sulla (1) Il Targioni ha evidentemente riportato questa specie dal Fieber. Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 10 nostra Ortotterofauna, riporta l’Odontura spinulicauda, Brisout non Ramb., in sinonimia dell’ Odontura stenoripha, Fieb., rite- nendola inesattamente determinata, come ebbe anche a scrivermi in una sua gentilissima lettera. Questo fatto metteva maggior- mente in dubbio la mia determinazione per gl’individui del Pel- legrino e di Castelbuono; per cui risolsi di chiarire tale dubbio e vedere se realmente era da ritenersi o da scancellarsi l’0. spi- nulicauda dalle specie siciliane; stando almeno ai dati attuali. All’uopo, venuta la stagione opportuna, cominciai a riunire materiali, ed ebbi la fortuna di raccogliere, nelle campagne presso Palermo, buono numero di Odontura; i quali, studiati ancor freschi sì dimostrarono tutti appartenenti alla vera 0. steno- xipha. Confrontando allora i o della supposta spinulicauda con quelli della stenoripha, dovetti convincermi che erano identici, diffe- rendone solamente un poco nel colorito; differenza dovuta prin- cipalmente al ‘disseccamento ed all’essere stati i primi qualche tempo nello spirito. Oltre a ciò siccome mì restava sempre qualche piccolo dubbio, comunicai uno degli individui in que- stione al Chiaris. D" Krauss, il quale rispondeami trattarsi real- mente della Odontura stenoripha. Anche per questa specie , ritengo si debbono pure accettare le conclusioni del Krauss, e, senza escludere in modo assoluto la possibilità di riscontrare altre Odonture in Sicilia, ritenere la presenza di unica specie, cioè la stenoripha, propria d'altra parte della nostra Isola. (continua) _——— —_>-_-FR-=---°<*- si alterna col blu e col più puro color dell’oro, non offrono paragone con nessun altro insetto, nem- meno coi più leggiadri lepidotteri o coi più smaglianti buprestridi. Le Crisididi sono insetti vivacissimi, con le antenne continuamente in moto, molto amanti dei raggi solari, non si sono posati sopra un fiore che di già sono sparite; se ne incontrano tanto nei luoghi riechi di alberi e di fiori quanto nelle località aride o sassose, alcune specie anzi non sì incontrano che in queste ultime località solamente; ma in generale se ne trovano in abbondanza suì fiori di diverse ombrellifere , su quelli della mente e più specialmente ne sono ricchi i fiori di diverse euforbie , specialmente poi se queste piante sono in piccolo numero e situate in mezzo ad un campo dove non sono altre piante che attirano questi leggiadri insetti. Una particolarità di questi imenotteri si è quella che allorquando ven- gono ghermiti ripiegano la testa ed il protorace nella concavità dell’ ad- dome, in modo che vengono a formare una specie di pallottolina dalla quale non sporgono che le sole ali, se però si rallenta la stretta, anche per un momento, essi fuggono rapidissimi tanto che l’oechio non ha il tempo di seguire la direzione da essi presa. 0. — Caratteri della famiglia Chrysididae, Leach. Antenne composte di 13 articoli; testa e corsaletto generalmente blua- stri, qualche volta anche l’addome è di questo colore; torace composto di quattro pezzi spesso molto distinti fra di loro, l’ anteriore trasversale, gli altri tre lougitudinalmente disposti, la parte posteriore del metatorace è armata di due protuberanze in forma di dentini o semplicemente di due mucroni. Le ali anzichè avere diverse cellule cubitali e discoidali, come in molti altri imenotteri, hanno solamente, oltre la radiale, una cubitale ed una di- scoidale, la cubitale inoltre non è mai chiusa ed in parte la nervulazione che forma queste cellule è spesso poco appariscente. I trocanteri sono composti di un solo articolo. L’ addome in generale è formato di tre o quattro segmenti, raramente nei maschi se ne scorge un quinto piccolissimo, ma in verità questi seg- menti sono di più, se non che questi altri sono allo stato rudimentale; degli appariscenti il secondo è, in generale, il più grande di tutti. Tavola dei generi 1. Addome convesso di sotto "ai. "G..d, Gaepies,.Latreilie — Addome concavo od almeno piano di sotto 2. 2. Bocca fornita di una tromba molto sviluppata (G. 2. Parnopes, Latreille — Bocca priva di tromba o piccolissima quando esiste . 3 3. Addome cordiforme , bocca allungata in forma di muso G. 1. Stilbum, Spinola — Addome rotondato, oblongo o lineare... ... 4 e iondaio 0. Ln, 0, AS — Addome oblongo o lineare , bordo posteriore del terzo segmento dorsale invariabilmente preceduto d’una se- rie di punti disposti in arco di cerchio . . G. 7. Chrysis, Linné 5. Margine posteriore del 3° segmento non continuo . . 6 — Margine posteriore del 3° segmento integerrimo G. 5. Holopyga, Dahlbom 6. Margine posteriore del 3° segmento interrotto nel mezzo G. 4. Ellampus, Spinola — Margine posteriore del 3° segmento leggermente sinua- to, ma più spesso con due dentini ai lati esterni G. 6. Hedychrum, Latr. Ie0ag 0), Rat Genere I.—-Stilbum, Spin. Stilbum, Spinola. Ins Lig fasc. 1, pag. 9 (1806) e fasc. 2, pag. 3 (1808) ocu)fv=che splende. Corpo robusto, convesso, impresso di grossa punteggiatura, a colore me- tallico splendidissimo che dal più bel verde passa al colore blu chiuso ed al porpureo smagliante. Capo allungato, occhi tra loro avvicinati, mandibole. non dentate, bocca in forma di muso, tromba poco sviluppata, vertice con una fossetta rotonda molto appariscente, antenne inserite molto in basso. Torace globoso troncato anteriormente e posteriormente, dietro scutello di forma speciale e prolungantesi all’ indietro. Cellula radiale molto aperta, la cubitale chiusa, però la vena trasverso- cubitale che scende dal mezzo della vena radiale e si attacca alla cubitale è quasi invisibile, sicchè comparisce come aperta e solamente nel mezzo della cellula cubitale si nota la sola vena omonima. Addome molto convesso, più lungo del torace e della testa presi insieme, quasi conico, col primo segmento piccolo rapporto al secondo, questo il più grande di tutti e globoso, il terzo molto attenuato posteriormente, col mar- gine apicale munito di quattro denti molto pronunziati, questi preceduti da una linea di grossi punti impressi che sottostanno ad un rialzamento for- mato dalla porzione anteriore del segmento stesso. Differenze sessmali invisibili. Colore metallico splendente molto variabile che dal verde-blu passa al più -bel verde dorato; ultimo segmento dell'addome costantemente blu; corpo punteggiato, robusto, convesso; i primi tre articoli delle antenne verde-do- rati, tutti gli altri neri.— Lung. Mw. 10-14. amethystinum, Fabr. x E quest insetto sufficiente comune in tutta l’ isola e si incontra special- mente sulle piante del genere Mentha, io l'ho anche ottenuto come parassita dal Pelopoeus distillatorius. Patria: Tutto il mondo meno l'America. Genere II. — Parnopes, Latr. Chrysis, Fabricius.— Ent. syst 2 (1792) Parnopes, Latreille.—Precis des charat. gen. des Ins. p. 127 (1796) Parnopes, Fab”icius-- Syst. Piez. p. 177 (1804) Iapgvores Nome proprio Corpo mediocremente robusto; occhi sporgenti, regione boccale attenuata sicchè il capo comparisce di forma triangolare. Bocca fornita di una tromba Dia ene? o proboscide molto sviluppata, lunga tanto quanto mettà del corpo; tale carattere da sè solo basterebbe a far distinguere questo genere da tutti gli altri della famiglia; ma la forma generale del corpo di questi insetti non permette di confonderli con nessun altro genere, essi invero rassomigliano molto alle mosche, tanto da giustificare il nome volgare dato a tutta la fa- miglia di mosche dorate. Le tegole delle ali nel genere Parnopes sono molto sviluppate e longitu- dinalmente ovali. L’addome è ovale subrettangolare, con l’ ultimo segmento più grande di tutti gli altri e col margine apicale seghettato. I sessi si distinguono facilmente al numero dei segmenti addominali: nella femmina sono tre, nel maschio quattro. Corpo punteggiato ; punteggiatura più marcata alla testa ed al protorace. Colore del corpo verde, soffuso qualche volta di bruniccio, meno degli ul- timi due o tre segmenti dell’addome che sono di color carnicino ; margine posteriore del primo segmento appena bordato di giallastro, così pure quello del secondo , il terzo segmento avanti al suo bordo apicale è marcato da due forti impressioni oblique. Le tegole delle ali punteggiate e di color rosso carnicino. Ali fosche. Piedi con le ginocchia , le tibie ed i tarsi carnicini. Long. Mm. 10-11. grandior, Pall. E questo un insetto molto raro in Sicilia, io non ve l'ho ancora trovato e lo noto solamente perchè lo trovo citato dal Ghiliani negli Atti dell’ Acc. Gioen. di Catania a pag. 24, V. XIX-1842, sotto il sinonimo di P. carnea, F. Patria: Italia, Francia, Ungheria, Russia, Polonia, Svizzera, Caucaso, Ger- mania, Algeria. (continua) t ——- —*-->_- w3««\- dell’ovopositore . 0,008 Colla guida dell’eccellente opera del Brunner, varie volte ci- tata, avevo già determinato questa specie; ciò non ostante per procedere con maggior cautela, comunicai l’ind. o al D" Krauss, il quale alla sua volta lo comunicava a Vienna al Chiarissimo sig. Brunner, che lo ritornava confermando la mia primitiva determinazione. La scoperta del GryUus algericus in Sicilia riesce sopratutto importante perchè stringe sempre più i legami dell’ Ortottero- fauna Siciliana con quell’Africa settentrionale. Questa specie finora è stata riscontrata sulle coste meridio- nali del Mediterraneo e dell'Asia minore. In Europa è stata ritrovata solamente dal Brunner, che dice di averla raccolta sulle rive europee del Bosforo (l.c. p. 435). Il Savigny la figura fra gli Ortotteri dell’Egitto a _ tav. III, fig. 7; i signori Bonnet e Finot (2) la indicano delle vicinanze di Tunisi, dove è stata raccolta dal Marchese Doria e riportata dal De Bormans (3), e danno come aria geografica l'Algeria e l’Asia minore. In Sicilia la specie non sembrerebbe molto rara, sia per la scoperta contemporanea di due individui in due diverse località sia perchè esaminando i diversi Gry/lus da me posseduti, ho trovato due indiv. g° e 9 molto giovani i quali pel colorito e (1) Della 9 non ho potuto dare le dimensioni, perchè distrutta quasi dagli an- treni che lasciarono solo la testa con parte del corsaletto e l'estremità dell’ ad- dome coll’ovopositore. i (2) Bonnet et Fiuot, Catalogue raisonné des Orthoptéres de la Rèégence de Tu- nis. Montpellier, 1885, (3) Bormans (A. De) Materiali per lo studio della fauna tunisina raccolti da G. e L. Doria, VII Orthoptéres par A. De Bormans. Aun. del Mus. Civico di St, nat. di Genova ser. 2, vol. II (XXII) 1885, p. 97-115, — 101 — per la particolare disposizione delle macchie sulla testa, non lasciano dubbio alcuno sulla loro corrispondenza specifica col Gr. algericus. Tali individui provengono uno da Castelbuono e l’altro dalle Madonie. Tali dati tuttavia non sono ancora sufficienti per farci sta- bilire con esattezza la precisa distribuzione di questa specie nell'Isola, e molto meno la sua frequenza o rarità. Aspettando quindt che altre osservazioni vengano a convali- dare e a completare le precedenti, speriamo che esse varranno intanto a stimolare le ulteriori ricerche degli entomologi sici- liani. (continua) —————_—__ereeo*—=“ee—" —__—m——__—__&k INTORNO AD ALCUNI NUO PESCI DEL MARE DI NESSO _ +. LETTERA del Prof ANASTASIO COCCO al Sig. AUGUSTO KROHN da Livonia Ristampata per cura del Dr. LUIGI FACSCIOLÀ (1) Pregiatissimo Amico, Quantunque l’esercizio della pratica medica , |’ elucubrazioni intorno ad (1) Questa memoria si trova nel Giornale del Gabinetto Letterario di Messina, anno III, tomo V, fase. XXV, gennaro e febbraro 1844, pag. 21-30. Ponendola a ristampa stimo far cosa grata agli Ittiologi, i quali, per esser diventata assai rara, debbono, a quanto pare, ignorarla, pur conoscendo che le specie in essa descritte sono state avvisate dal Cocco. La lettera va accompagnata da una ta- vola che rappresenta tutti quattro i nuovi pesci, ma le figure son poco buone e perciò tralascio di riprodurle. Del resto io ho già delineato per me le due specie di Peloria e fra qualche tempo le pubblicherò in un mio scritto, — 102 — alcune malattie molto comuni nella mia patria ed il pubblico medico in- segnamento non mi concedono agio a dare assiduo studio alle cose natu- rali, ed alla Ittiologia specialmeute, che mi è stata feconda di molti ed importanti trovati, pure presentandomisi il destro non mi patisce l’ animo di lasciare andar dimentichi quegli oggetti naturali, che a quando a quando vengon parandomisi d’innanti, E molto meno ora il posso che voi me ne porgete l'occasione coll’essermi largo del prezioso dono di tre pesciolini da me non prima d’ora veduti, i quali dannomi argomento di tre interessanti scoperte. Nè m’incuora meno l’incitamento che mi viene dal nostro ch. amico il sig. Eduardo Riippell di Franchfort, nome carissimo a’ cultori delle scienze naturali, il quale le illustrò e grandemente accrebbe co’ suoi viaggi sceien- tifici nella Nubia e nell’Abissinia. Adunque senza adoprar più parole stimo debito mio rispondere alla cor- tesia e larghezza vostra coll’ intitolare al vostro nome il primo de’ pesci che prendo a descrivere, che dirò Genere I.—RKronio— KArohlnius. mihi. Questo novello genere, che potrebbe appartenere alla famiglia de’ te- nioidi di Cuvier, ed a quella tribù che ha il muso corto e la bocca fessa obbliquamente, ha il corpo allungato, compresso ed assottigliato posterior- mente. Il capo ottuso, le mascelle sdentate. La mandibola niente estensi- bile. Il mascellare forma tutta intiera l’ arcata mandibolare. Una barbetta al di sotto della sinfisi del mento. Il ventre è corto, quindi i’ ano molto ravvicinato al capo; l’a;ertura delle branchie arcuata e sette raggi alla membrana branchiostega. Due pinne in sul dorso, la prima alta e corta sorge sulla nuca , la seconda appena apparente nella parte anteriore ed in vicinanza della prima, scorre per tutto il dorso fino alla estremità della coda, che prolungasi assottigliandosi come ad un filo, dove congiungesi all’anale, assai lunga ed anteriormente più alta. Le pettorali son sostenute da un distinto peduncolo. Le ventrali son piuttosto jugolari molto lunghe co’ raggi appena congiunti alla base, prolungati in lunghi filamenti. Mi par conveniente col nome specifico: indicare la conformazione fila- mentosa delle ventrali, e perciò amo appellare il pesce : Specie 1 Kronio filamentoso—A. /ilamentosus. mihi. Il capo a contar dalla nuca discende fino al muso come ad un piano — 1039 — inclinato: esso è per un terzo circa più lungo del ventre. Il taglio della bocca è arcuato, e la mascella inferiore alquanto più lunga ed ascendente. Il mascellare allungasi quanto |’ intermascellare, ch’è rotondato posterior- mente, ed in parte coperto dal sottorbitale. Questo è stretto anteriormen- te, cd alcun poco sinuato, inferiormente più largo e termina con una punta, posteriormente è pure stretto, e risale verticalmente poco scostandosi dal- l’occhio. Il preopercelo col suo margine inferiore ascende alquanto obbli- quamente d’ avanti in dietro, ed ha il lato ascendente parallelo a quello del sottorbitale. Su questo e sul preopercolo veggonsi de’ punti scavati come nella parte inferiore delle ossa sottomascellari. I pezzi opercolari poco distinti, leggermente arcuati terminano con langolo postico-superiore ottusetto. Gli occhi toccano il profilo, il loro diametro è uguale alla di- stanza tra essi ed il muso, e l'intervallo tra essi è di tre quarti del loro diametro. Le narici sono ampie, avvicinate al margine degli occhi, munite d’una specie di appendice piana, e come sinuata. La prima dorsale triangolare nasce in direzione verticale delle basi delle ventrali, è quasi il doppio più alta che lunga; ha otto raggi, de’ quali l’an- teriore allungato. La seconda dorsale appena percettibile in avanti fassi mano mano più apparente, ec quantunque non possono ben noverarsi i raggi sembra averne incirca cencinquanta. Le pettorali hanno un sottile peduncolo, son roton- date, in modo però che il diametro verticale la vince sull’ orizzontale, il loro margine è come frangiato, ed i venti raggi in circa non giungono fino alla base. L’anale che pare abbia più di cento raggi o in quel torno con- giungesi alla estremità della coda colla dorsale: la coda poi è prolungata in un lungo filamento, nel quale però veggonsi apertamente i raggi delle due pinne verticali. Le ventrali han otto raggi, coll’interno più corto: essi sono filamentosi, alcun poco compressi e lunghi poco più della metà della lunghezza del pesce , ed in qualche parte della lcro lunghezza si mostrano come mem- branosi. Il colore del capo è cenericcio per minutissimi punti nerastri, sopratutto nella parte superiore , e sugli opercoli. Questi punti si estendono per la parte anteriore del dorso. Il ventre è nero violetto: il resto del corpo pure trasparente (1) e bianchiccio. L’iride è argentina-bruniccia, la pupilla ne- (1) Non mi fu dato vedere questo pesce, che serbato nello spirito, — 104 — rastra. Le pettorali bianche. Bianchi sono i raggi delle ventrali con al- cuni tratti longitudinali neri: l’estremità di essi raggi son bianche. La prì- ma dorsale è bigiastra, la seconda e l’anale trasparente. V’ ha una serie di minati punti nerastri alla base di ciascun raggio della dorsale. Questo pesce potete bene intendere che debbe essere assai raro, poichè non m'era venuto fatto di vederlo prima d’ora: il più grande individuo è puco prù' di due pollici. D. 1° 8: 2%-150.?; V. 8; P. 2054. 1007; Bir I tre pescì , che vo ora a descrivere appartengono indubitatamente ad una stessa famiglia, la quale forse potrà essere tutt’affatto nuova. Quando ordinerò il mio Indice d’Ittiologia Messinese, che serbo inedito, e nel quale novero trecento pesci allo incirca, esaminerò con più diligenza la cosa, sperando di poter procacciarmi altri individui, per esaminarne la interna struttura. Intanto essi sì comprendono in due generi novelli, l’uno dell’al- tro distinto. Genere II—Bibronia—Bibronia. mihi. Iutitolo questo genere al mio amico sig. Bibron, il quale si è reso caro agli amatori delle scienze naturali colla sua grande opera su’ rettili. I pesci di questo genere hanno il corpo lanceolato, compressissimo col dorso ed il ventre quasi retti, sprovveduto di squame. Il capo è declive, e le mascelle non han denti. L’arcata mandibolare è formata in tutto del mascellare, l’ apertura delle branchie sorpassa appena la base delle pinne pettorali: la membrana branchiale ha sette raggi. Non v’ha che unica dor- sale, la quale comincia sopra gli occhi, co’ primi raggi allungati, ed una anale che congiungesi alla dorsale all’estremità della coda, ch'è appuntata. Le pettorali alquanto pedicillate. Le ventrali son jugolari co’ raggi poste- riori molto allungati. Un’ appendice all’ano e poche circonvoluzioni inte- stinali. (Continua). ENRICO Ragusa, Dirett. resp. ha ca x Aa AO È _ EZIGULUTUVETKITHAFITKIRHKKEVAHKVKVEMLICKKHKHAKITKKTRKKEKKOVKKVASKKKKTKKTAKKKKKKKKKKKKKHKKKVTKVITKVKKXKKTKKENKOKKKAKUKKKODKKKKKTRKEBKKKKKKKKKKK IIOTKKTAKKKKKKKKKRRKE DIKKKKTEttLAo: ID ANNO VII 1° FEBBRAJO 1888 N. 5. IL NATURALISTA SICILIANO 07 GIORNALE DI SCIENZE NATURALI HI 55.899 a SI PUBBLICA OGNI PRIMO DI MESE n ABBONAMENTO ANNUALE MI RR NPI I ARE III, SI CIRO SE AIN tie SO. LI PARSLISCOMPRESI NELICUNIONE PORBFADIS li Sen I Na e IMG POE RE E IVI CRA RE RR ALREADY VE BRETON PRA ORA RA SANI (7. PE BN: NEMBRO SEPARATO GCON" TAVOLE) 0° a te | tto Sag tt a e I 25 » SENZA: TAVOLA I TINO Nooo AE I digg 8 pu ii GLI ABBONAMENTI COMINCERANNO DAL 1° DI OTTOBRE DI OGNI ANNO Indirizzare tutto ciò che riguarda I’ Amministrazione e Redazione al sig. ENRICO RAGUSA, in Palermo, Via Stabile N. 89. SOMMARIO DEL NUM. 5. Prof. P. Doderlein — Comparsa del Cybium Commersonit nelle acque del Circondario marittimo di Palermo (cont.). G. Riggio—Appunti e note di Ortotterologia siciliana. Sopra una nuova spe- cie di Gryllodes della Sicilia e considerazioni su questo genere (fine) (con tavola al prossimo numero). Sa De Stefani—Note sulle Crisididi di Sicilia (cont.). L. Facciolà — Intorno ad alcuni nuovi pesci del mare di Messina. Lettera del Prof. Anastasio Cocco al sig. Augusto Krohn da Livonia (fine). ———r_——»+—T 993 or—ao_—_—_—___ PALERMO Stabilimento Tipografico Virzì ‘1888 VUVVIOHIBRUSNAVAVITIVNVASVWOTKMUNKXKETEK®KKVAKKKOOKKOKVKKoHLOOKKOXKKKUTUAVKVKHHKKKKKSKULRDOKVKSKHLOROKKKKERENOAKKKKKKKoUAKKDKLKoULKKKKKKCO®UUKOKtO®KbAXAKKTTOAKoKigHKq[VTKAKO KKKOTK HOLCKVAKAVETUDURKKKBKETKTUKTIKKKRAKKKKKKKKROKKAKKKKKKOKKKKKKK$KROKAKAKKNKTKKKATKASIKSanaEasianiSKSKKLRNKAn SIVVAMTIOVODUIVOOMIII VOLUTI TATHIIUTOKIMOTKHNILTAMDUITVOMRUITIOOCKITNISOTtTODORHKKOCOKKINITANKoKOoootOOoKOTIODtHKAKnovtrOotUotSootoVOoKORtOiTontUtOtIOORtotAOODtILO(ooKttOtOURKtVDOnKIOTIIONITKAXIKDoNIKtAnthEtKKIKITanRoVICantrtOrionIoraaRttAnoni SITTILVIUHEMIINIVVIVITINIKIVIIKIKVVVITKEDKVALHETOKKTNIEKTVAVKKILKKKAVKVIBIKKVKUIKKKKKKKKKELKKTKTKRKKKAKKKKKKKKAKKKIKAKKKKRRDKKKKKKEDAKKDKKKTAKANKKBKKKAKKvRKnniKKKtoniarKKttnanni ANNO VII. 1° FEBBRAJO 1888 N. 5 aa aa a arie ILN ATURAL ISTA SIGIL IANO aaa a raca: Comparsa del CYBZVI COMMERSONII Lac. NELLE ACQUE DEL CIRCONDARIO MARITTIMO di Palermo ——— T--q>__ Una novella ed interessante specie di pesce ci ha testè tributato il ricco mare della Sicilia. È d’ essa un rappresentante del rarissimo genere Cy- biwm Cuv., e precisamente un soggetto giovine del Cybizram Commersonii Liac.; specie indigena dell’ Oceano Indiano, che viene opportunamente ad accrescere il novero abbastanza rilevante dei pesci esotici ed eccezionali, che apparvero in questi ultimi tempi nei mari della Sicilia, e che ne re- sero la fauna ittiologica altrettanto inieressante che svariata. IL’ importanza annessa alla comparsa di questo novello pesce nei mari della Sicilia, ha il suo fondamento in un fatto retrospettivo. Parecchi anni or sono, e precisamente nel 1871, allorchè io aveva po- sto mano appena alla collezione ittiologica di questo R. Museo zoologico, mi venne fatto d’incontrare sul mercato di Palermo un grandissimo pesce della famiglia degli Sgomberoidi, che era stato preso in quel giorno me- desimo nella tonnara di Solanto. Esaminatolo diligentemente, mi risultò essere questo una specie novella ed ignota dell’Oceanico genere Cylum, alquanto affine al Cybium Solandri C. V. dell’America meridionale. Ep- però valutando l’interesse che avrebbe potuto destare in iscienza la pesca nel mediterraneo, di un colossale pesce pelagico , credei bene di darne la deserizione e la figura nel volume VIII degli Atti della Società delle scienze naturali ed economiche di Palermo, annettendovi per semplice con- fronto la figura di una specie tipica congenere, quella del Cybiumn Com- mersonit Lac. vivente nell’Oceano Indiano; ed intestando il pesce predetto al nome di un distinto naturalista N. zzardo, il Prof. Verany che altro Il Naturalista Siciliano Anno VII 14 =— 106 = volte aveva illustrato una specie affine, predata nelle acque della Ligu- ria (1). Dopo ciò c .i avrebbe mai potuto credere, che la figura del Cybiwm Com- mersonii ch'io aveva semplicemente aggiunta alla tavola del Cyubium Ve- ranyi, avesse un giorno a rappresentare un individuo vivente, colto esso pure nelle acque di Sicilia, e precisamente nello stesso Circondario ma- rittimo di Palermo, ove era stata catturata la specie precedente ?—Il fatto avvenne realmente; poichè la mattina del giorno 24 novembre p. p. i pe- scatori di Palermo mi portarono al)’ Università un bellissimo Sgomberoide fresco, dicendolo pisci mai più vistu, che io non tardai a riconoscere per un individuo giovane del Cybium Commersonit Lac. Eccone la descrizione : CARATTERI GENERICI. —Codesto pesce ha un corpo allungato fusiforme a somiglianza degli Sgomberoidi tipici, pressochè nudo, rivestito cioè in parte di esilissime scaglie, ma privo del caratteristico corsaletto scaglioso proprio dei Tonni. Esso è fornito di due dorsali contigue, l’ anteriore delle quali lunga, subeguale, e formata da raggi spinosi deboli; la posteriore falcifor- me, più breve, scanellata all'indietro, ma più alta della precedente; susse- guita questa del pari che la corrispondente anale, da alquante pinnule o false pinne isolate, che succedendosi in linea retta, procedono sino alla base della coda. Questo pesce è fornito inoltre di una linea laterale, notevolmente ondulata, che mette capo in una carena cutanea longitudinale, sorgente da ambo i lati alla base della coda. Esso ha pure un muso lungo, appuntito, rostriforme, una bocca ampia, costituita da due mascelle guernite di una serie di denti robusti , triangolari, alquanto compressi e taglienti, dispo- stivi in unica fila; ed un gruppo di denti villiformi, sul vomere, sui pala- tini, e sulla lingua; Ha inoltre occhi laterali grandi; Pezzi opercolari ro- tondati e inermi; Una vescica natatoja semplice; 7 raggi branchiostegi; Ap- pendici piloriche numerosissime. Particolarità tutte che lo qualificano ad evidenza per una specie della famiglia degli Sgomberoidi, appartenente in particolare al genere Cybium. CARATTERI SPECIFICI. — Fra le varie specie note sin’ ora del genere Cy- bium, Vunica, i cui caratteri corrispondono esattamente a quelli del pesce testè reperto, è il Cybium Commersonit, come si potrà rilevarlo dalla se- guente descrizione, calcata sulle orme di quella di Cuvier et Valenciennes. (1) Descrizione di una notevole specie di Sgomberoide (Cybium Veranyi Dod.) presa di recente nelle acque di Sicilia. Per Pietro Doderlein. Inserita nel Gior- nale di se. natur. ed economiche di Palermo, Vol. VIII, 1872. Con una tav. A arr — 107 — Il corpo di questo pesce, come si disse è allungato, fusiforme, nudo, con rudimenti di piccole scaglie sulle parti mediane e posteriori del tronco , con un profilo quasi rettilineo assottigliato posteriormente. La lunghezza totale del suo corpo misura 0,572 L’altezza del corpo a livello delle pettorali 0,090 — a livello della seconda dorsale 0,097 — alla base della coda 0,023 Lunghezza del capo 0,098 Altezza del capo alla nuca 0,070 Distanza dall’occhio all’apice del muso 0,040 - infraorbitale 0,030 Spessore del corpo 0,047 Formola delle natatoje D. 18, ?/15 VIII, 1X; A. ?/15 VIII, IX. Esso ha inoltre un muso lungo, rostriforme, con mascelle robuste pres- sochè eguali, la superiore delle quali alquanto appuntita, l’ inferiore più ottusa; Bocca grande, la cui squarciatura oltrepassa la metà dell’orbita. Il niascellare superiore è lungo, rotondato posteriormente ; esso si stende fino al margine posteriore dell’ orbita , restando coperto soltanto in parte dal sovrastante sottorbitale. I denti sono triangolari, puntiti, compressi, taglienti, subeguali, regolarmente spaziati e disposti in unica fila sul- l'orlo di ambe le mascelle ; in numero di 20 circa per parte nella ma- scella superiore, e di 18 circa per parte nell’ inferiore ; gli anteriori ed i posteriori alquanto più esili e ravvicinati fra loro. Un disco di denti pic- coli villiformi, sorge sul vomere e sulla lingua, ed una zona allungata di denticini consimili sui palatini. L'occhio è mediocremente grande , eguale ad !/ circa della lunghezza del capo; esso resta collocato un po’ anterior- mente alla metà della testa. Delle due narici, la posteriore in forma di fessura si apre un po’ innanzi al margine anteriore dell’orbita, mentre la narice anteriore rotondata, occupa il!/y posteriore della distanza fra l’or- bita e l’apice del muso. I pezzi opercolari sono lisci; l’opercolo ha il mar- gine posteriore un po’ obliquo, ed arrotondato, il preopercolo lo ha leg- germente scanellato. La cute è liscia con rudimenti di piccole scaglie nella parte media e posteriore del corpo, senza che queste, come si disse, giun- gano a formare il caratteristico corsaletto proprio dei tonni. Delle due dorsali la prima è lunga, poco elevata, e formata di raggi spinosi deboli, alquanto prolungata superiormente in esili filamenti, sostenuti alla base da una membrana arcuata. Questa natatoja incomincia un po’ dietro il li- — 108 — vello della base delle pettorali, e si stende fino al principio della seconda dorsale, restandone separata da un breve spazio interposto; essa conta 18 raggi, i mediani dei quali, alquanto più lunghi, uguagliano in altezza la metà dell’altezza del sottostante tronco. La seconda dorsale più breve, fal- ciforme e scanellata posteriormente, ma più elevata della prima, misura, 0,045; essa uguaglia in altezza un po’ più della metà del sottostante corpo, e novera ?/15 raggi molli. L’anale simile alla dorsale posteriore consta di un uguale numero di raggi, */i5. Alla dorsale posteriore ed all’anale, come si disse, tengono dietro 8 o 9 false pinne ben distinte e regolarmente spa- ziate, costruite per ciascuna di 4, 5 esili filamenti, che si succedono in li- nea retta sino alla base della coda. La codale è robusta, lunga, profonda- mente divisa ed arcuata, ha i suoi lobi molto appuntiti ed alquanto ri- curvi all’interno, misura 0,11. Le pettoral? sono di media lunghezza, falci- formi, misurano 0,062; le ventrali sono piccole, uguali a 0,025. La linea laterale di questo pesce, fortemente ondulata, si compone di piccoli rialzi longitudinali; essa incomincia immediatamente dietro la base del capo, si incurva all’imbasso a livello della prima pinnula, forma successivamente 3 ondulazioni, poi rettificando il suo corso, procede lungo la linea mediana dei fianchi, sino alla base della coda, ove mette capo in una notevole ca- rena cutanea, che sorge d’ambo i lati della coda, framezzo a 2 brevi rialzi cutanci, Il colore del pesce è nero azzuroguolo sul dorso e nella parte superiore del corpo, bianco-argentino nell’inferiore; con una serie di macchie nereg- gianti verticali ed irregolari, or rette or intlesse, sui lati del corpo, che si succedono dal capo sino alla coda. Le natatoje sono di colore azzurro-ver- dognolo allo staro fresco del pesce. Storia. — Il Cybium Commersonii è specie abbastanza nota in iscienza, essendo stata citata da pressochè tutti i principali scrittori d’Ittiologia In- diana. Essa venne per primo prodotta in iscienza dal Lacepede nel 1801, che ne trasse la descrizione dai manoseritti dell’illustre viaggiatore Com- merson, al cui nome egli effettivameute la intitolò (1). Codesta descrizione fu riportata in succinto dallo Shaw, nella sua Zoo- logia sotto la denominazione di Scomber Commersonit, ed anche sotto quella di Scomber macu'osus per una varietà della specie precedente (2). Il Cy- bium Commersonii fu più tardi illustrato dal Riippell, che lo rinvenne nel Mar Rosso, e che ne diede una buona figura nell'Atlante dei suoi viaggi (1) Lacepede Hist. Pois. T. 1I, p. 600 pl. 20, fig. 1 (2) Shaw. Zool. Poissous IV, p. 585 pl 85 e p. 592 (1803). — 109 — in Africa (1); ed assai più accuratamente ed estesamente dal Cuvier nella ben nota sua Storia dei Pesci, dietro l’esame di alquanti esemplari invia- tigli da Leschenaud da Pondichery, da Dussumier dal Malabar, da Quoy e Gaymard dall’Isola di Francia (2); mentre che dallo stesso autore esso era già annoverato e riportato nel genere Cybium (Tassard Fr.) nel suo egno Animale. Successivamente il Cybium Commersonii, venne ricordato da Cantor nel 1830 (8), dal Richards nel 1840 (4), da Playfer (1866-67) (5) da Giin- ter nel 1870 (6, da Day nel 1875 (7), da Bleecker nel 1876 (8), e da ultimo dal Klunziger, che lo colse nel Mar Rosso, e ne diede una parti- colareggiata descrizione dei caratteri e dei costumi, nella sua sinossi (1870 (9) e nella sua rivista dei pesei del Mar Rosso (1884) (10). Da tutto ciò risulta, che il Cybium Commersonit è specie abbastanza co- mune ed essenzialmente abitatrice dell’ Oceano indiano, del Mar Rosso , e delle Coste orientali e meridionali dell’Africa, ma che sin’ora non è stata mai riscontrata in verun punto dell’ Oceano Atlantico e delle coste occi- dentali dell’Africa. Qualora si fosse trattato unicamente di segnalare la comparsa di una novella specie esotica di pesce nelle acque del Mediterraneo e della Sici- lia, ritenendo che codesto annunzio non avrebbe gran fatto interessato i cultori dell’ Ittiologia indigena, atteso la numerosa serie di cotal sorta di pesci che in questi ultimi anni vennero presi nelle acque dei mari nostrani, non ne avrei forse fatto parola; ma siccome questo fatto trovasi connesso con una questione zoologica alquanto più rilevante, quale è l’ odierna di- stribuzione geografica dei pesci, ho creduto prezzo d’opera di richiamarvi sopra l’attenzione degli scienziati ec farne soggetto dell’attuale memoria. (continua) Pror. Pietro DODERLEIN. (1) Rippell. Atlas Fische, p. 94, taf. 25, fig.1 (1828). (2) Cuv. et Valence. Pois. Vol. VIII, p. 165 (1831). (3) Catal. p. 108. (4) Ichtyol. China, p 168. (5) The Fische Zonzibar, p. 67. (6) Catal. II, p. 370. (7) Fische Malabar. p. 68. (8) Atlas Ichtyol. Livr. XX. (9) Synops der Fisch. des Roth. Meeres, II, p. 444. (10) Kritische Revision der Fisch. d. Rot. Meeres, p. 112. — 110 — APPUNTI E NOTE DI ORTOTTEROLOGIA SICILIANA del Dott. G. RIGGIO o (Cont. e fine V. N. prec.) Ed Sopra una nuova specie di Gryllodes della Sicilia e considerazioni su questo genere. Gryllodes Brunneri, Riggio n. sp. Taw.sI no. deesg Car. Gryllodes color castaneus. Caput pronoto latius castanei nitidi; frons convera. Oculi potius parvi, castanei clari. Antennae et palpi ferruginei. Pronotus transversus, postice angustior; in margine anteriori leviter con- cavus, castaneus. Elytra ferruginea : in 3 ita brevia ut medium ab- dominis non attingant, postice rotundata ; area apicali reticulata; vena vadialis simplex vel biramosa; harpa tribus venulis undulatis instructa. Elytra Q squamaeformia, parallela vel leviter incumbentia. Pedes custa- nei clariores, femoribus posticis robustis, tibiis posticis utrinque instructis 5 vel 6 spinis. Articulus primus tarsi posticis in utroque margine 6 spi- nulis. Qvipositor longus, subtilis, fere rectus. Corpus cum pedibis levi- ter pubescens. Habitat in Sicilia; Palermo (Riggio), Castelvetrano (Palumbo). ci 2 Lunghezza totale I Via 1A ES gra 20 del protorace api > po) 3 3,9 x delle elitre si 4,1 2 3 » dei femori poster. 8 9 814950 = delle tibie 6 6,9 6 6,4 Primo artie. dei tarsi post. 2,5. 3 26342 Uvopositore 7 83 nr = — ili — Da qualche tempo possedevo in collezione alcuni individui di una specie di Gryllus che non mi riusciva di ben definire e determinare. Credetti talvolta che si potesse trattare di un Gryl/odes, ma a dir vero non mi fer- mai sopra questa idea, sopratutto per l’eccessiva brevità delle elitre anche nei 5g; la qual cosa mi faceva sospettare si trattasse di individui giovani. Con questo dubbio, avendo avuto occasione di spedire alcuni Ortotteri al chiarissimo D" Krauss in Tubingen, gli comunicai pure uno degli indi- vidui in parola; pregandolo di volermi far conoscere la sua opinione in proposito. Il Krauss alla sua volta, forse per eccesso di cautela, spediva l’insetto a Vienna all’illustre Consigliere Aulico sig. C. Brunner von Wat- tewyll, il quale lo rimandava indietro dicendo che si trattava di una nuova specie di GryUodes. Il Krauss nel restituirmelo confermava pienamente tale determinazione. Colgo pertanto questa occasione per ringraziare questi gentilissimi si- gnori. Ammessa dunque questa novella forma o specie di Gryllodes da autorità tanto competenti, ne ho dato la superiore descrizione, intitolando la spe- cie all’ illustre Ortotterista tedesco in segno di vera ammirazione e stima. La specie in parola, come rilevasi dalla precedente descrizione, si di- stingue facilmente ed a prima giunta dalle specie congeneri, pel suo co- lorito castagno uniforme, per | assenza completa di lineole e di qualunque altra macchia sull’ occipite ; per la notevole brevità delle elitre nei DT, con vena radiale semplice o biramosa e con 3 venule ondulate nel campo margi- nale (harpa). Poche notizie posso dare per ora intorno alla biologia ed all’habitat di questa specie d’insetto. I sei esemplari (2 g'—4 ©) secchi esistenti nelle colleziori entomologi- che della R. Università e del KR. Istituto tecnico non portano nessuna in- dicazione relativa alla loro precisa provenienza; ma sono stati certamente raccolti nei dintorni di Palermo e con molta probabilità dalla parte di Monte Cuccio, località molto importante per ricerche entomologiche ; non posso però indicare in quali precise condizioni furono catturati gl’individui in pa- rola. Un altro individuo, pure secco ed in ottimo stato, proviene dalla colle- zione del Prof. Palumbo da Castelvetrano, il quale dietro mia richiesta ebbe la cortesia di comunicarmelo accompagnando nel tempo stesso la spe- dizione con una gentilissima lettera nella quale mi diceva di avere trovato l’insetto in parola comunissimo nei campi dopo la mietitura, tanto nelle campagne di Castelvetrano come in quelle di Salaparuta. — 112 — La scoperta di questa novella specie siciliana e di quella- recentemente descritta dal Prof. J. Bolivar (1) porta a 5 il numero delle specie finora conosciute di Gryllodes, così distribuite : 3 nella Spagna, 1 nella Russia, 1 in Sicilia. Or siccome ritengo non improbabile che qualche altra specie di Gryllo- des possa trovarsi in Sicilia, mi sembra utile riportare qui i caratteri più salienti di questo genere come vengono dati dal Brunner (2), onde renderne più agevole il riconoscimento; aggiungendo altresì una breve tavola sinot- tica per facilitare la distinzione di queste specie ed agevolare agli entomo- logi siciliani le relative ricerche. Gen. Gryllodes. Saussure Car. Corpo liscio. Testa globosa molto sporgente. Protorace cilindrico, o poste- riormente più largo che in avanti. Elitre: nel FJ della lunghezza del- lad.lome o molto più corte (Gr. Brunneri); nella Q brevissime squa- miformi con vene rare e rette. Vena radiale 0-5 ramosa; campo api- cale (anale) nullo o reticolato, ma breve. Ali nulle. Tibie anteriori prive di timpano nel lato anteriore interno. Tibie posteriori brevi, compresse, fornite in entrambi i margini di 4-6 spine. Primo e secondo calcare interno uguali. Primo articolo dei tarsi posteriori dentato superior- mente da ambo i lati. Questo genere, di creazione piuttosto recente, fu fondato dal Saussure nel 1870 a spese del genere Gry/lus, comprendendovi le due specie al- lora conosciute Gr. pipiens Duf. e Gr. lateralis Fieb.; alle quali si aggiun- sero più tardi una specie descritta dal Brunner (Gr. ibericus), poi quella descritta dal Bolivar (Gr. littoreus) ed in ultimo l’attuale (Gr. Brunneri). (1) Bolivar (J.) Gryllodes littoreus, Bol.-Le Naturaliste, 7 année n. 22, 15 no- vembre 1885—ibid. Especies nuevas ò criticas de Ortòpteros, in Anal. de la Soc. Esp. de Histor. Nat. t. XVI, 1887 a parte p. 89-113 con 1 tav. (Gry7lodes littoreus, Bol. \p-:109, (t. IV; fig 12. (2) Brunner, Prodromus der Europiischen Orthopteren p. 436. — 13 + TAVOLA SINOTTICA DELLE SPECIE I. Corpo di colore giallo-chiaro. a) Testa con lineole sull’occipite. Elitro del 7 della lunghezza del- l'addome o più lunghe. 1. Elitre del D della lunghezza dell’ addome, rotondate all'estremità; vena radiale semplice; campo marginale (arpa) con 2 venule on- Adulate; campo apicale nullo. Tibie posteriori 4-spinose. Spagna. Gryllodes pipiens, Duf. 2. Elitre del 3 più lunghe dell'addome, lanceolate ; vena radiale ò-ramosa; campo marginale con 4 venule ondulate, campo apicale reticolato. Tibie posteriori 6-spinose. Russia. Gr. lateralis, Fieb. D) Testa con lineole sull’occipite ed una fascia trasversale fusca fra le antenne. 3. Elitre del F larghe, più lunghe dell'addome, rotondate posterior- mente; vena radiale biramosa all'apice; campo marginale con tre renule ondulate; campo apicale reticolato. Tibie postriori 4-spi- nose. Spagna . a ? . . i Gr. littoreus, Bol. II. Corpo di colore castagno. Elitre del S° più corte dell’ addome. 4. Testa con due lineole pallide sull’ occipite; elitre del FJ più corte dell’addome, rotondato-troncate all’ estremità; campo apicale nullo; vena radiale semplice; campo marginale con 4 vene ondulate; tibie posteriori 4-spinose. Spagna . È 3 Gr. ibericus, Brunn. 5. Testa senza linee 0 macchie sull’ occipite ; elitre del ΰ più corte della mettà dell'addome, ferruginee; vena radiale semplice o Vbira- mosa; campo marginale con tre venule ondulate; campo apicale re- . ticolato. Tibie posteriori 5-6 spinose. Sicilia. Gr. Brunneri, Rig. Il Naturalista Siciliano, Anno VII, 15 — 4 e NOTE SULLE CRISIDIDI DELLA. SICILIA per TEOD. DE-STEFANI (Cont. Vedi Num. prec.). Genere III — Cleptes, Latr. Cleptes, Latreille—Hist. nat. t. III, pag. 316 (1802) Cleptes, Fabricius—Syst. Picz. (1804) x}: =ladro. Corpo slanciato, molto svelto. Testa piccola, rotondata; antenne allungate, piuttosto robuste, filiforme, ed inserite molto vicino alla bocca; impressione facciale nulla; mandibole tridentate alla loro estremità. Protorace allungato in forma di collo con la base molto più stretta della testa. Addome in for- ma di irottola, convesso sopra e sotto, la sua struttura non è corazzata come negli altri generi. Ali mediocri, con la radiale poco allungata e un po- chino aperta, qualche volta anche chiusa, cellula cubitale larga, aperta sem- pre come in tutti i generi della famiglia; la discoidale è piccola e formata da venette molto chiare. Uncini dei tarsi armati di un dentino nel loro mezzo. Differenze sessuali: Addome della femmina composto di quattro segmenti, quello del maschio di cinque, questo quinto segmento è ben poco sviluppato. Corpo mediocre, punteggiato, cenerino pubescente, pubescenza della parte superiore della testa , del protorace e del mesotorace nera. Capo violaceo- nitido, mediocremente ma fittamente punteggiato, antenne nigro-picee, man- dibole dello stesso colore. Protorace punteggiato meno fittamente del capo ma con i puntini più marcati, il dorso è di color verde-aurato nitidissimo, la parte inferiore violacea. Il mesotorace invece è violaceo al di sopra, con lo scudello, il dietro scudello ed i lati verde-dorato nitidi; la punteggiatura del mesotorace è poco impressa e più spaziata che al protorace. Il meta- torace è nero, non splendente, fittamente punteggiato e ruguloso. Addome levigato, nitido finamente punteggiato, primo, secondo e base del terzo segmento e per intiero il quarto neri, quest'ultimo segmento con qual- — 115 — che riflesso violaceo. Ali fosche, tegole nere, cellula radiale pochissimo a- perta. Piedi neri, tarsi appena testacei. Lung. Mm. 5-8. ignita, F. var. Chevrieri. Frey-Gessner. Questa varietà di Cleptes, che ho catturata in Noto nel mese di giugno 1887 sui fiori di alcune euforbie, potrebbe anche elevarsi a specie se ai caratteri differenziali di colorito che la distinguono dall’ (gnita, Dh., con- correrebbe ancora qualche carattere anatomico; ma di ciò parlerò più a lungo nelle osservazioni a queste note, che pubblicherò verso la loro fine. La sudetta varietà l’ho trovata relativamente frequente, avendone potuto catturare cinque esemplari in meno di due ore; ma non ho trovato che la sola femmina. Patria: Italia (Sicilia) Svizzera. Genere IV.—Ellampus, Spin. Ellampus, Spinola. Ins. Lig. Vol. I, p. 10 ex parte. (1806) Notozus, Foerster. A. Verlam. Naturh. Ver. preuss Rheinl X, p. 331 (1853] Omalus, Panzer-Dallbom. Hym. Europ T. II, p. 26-ex parte (1854) Ellampus, Schenck. Progr. d. k. Gymn zu Weilb. (1870) E z4rv=risplendere Tra le specie di questo genere si trovano i più piccoli insetti della fa- miglia, alcune specie non sono quasi suscettibili di essere infilzate da uno spillo. Essi hanno le mandibole provviste di tre dentini alla loro estre- mità, la tromba è invisibile, 1’ impressione facciale profonda non emargi- nata in alto; gli occhi sono prominenti, rotondi , discosti tra loro. Il pro- torace è meno alto del mesotorace, queste parti sparsamente punteggiate, quasi lisce; il dietro scudello è convesso, più o meno mucronato e forte- mente punteggiato. L’ addome è breve, appena attenuato alla sua estre- mità, il margine apicale del terzo segmento è inciso nel mezzo; quest’in- cisura molto appariscente in alcune specie si rende quasi invisibile in al- tre; i segmenti ventrali sono molto concavi. Ali mediocre, cellula radiale aperta. I sessi di questo genere si distinguono per avere il maschio il bordo inferiore del terzo segmento ventrale ornato di una fina peluria, se que- sta manca, il bordo comparisce bruno ; nella femmina questo segmento è molto discosto dall’estremità del corpo. —116 — 1. Dietro scudello con un mucrone molto pronunziato, torace blu. Corpo ro- busto, punteggiato. Antenne filiformi, relativamente gracili, nere, scapo più robusto, blu o verdastro. Testa orbicolare, regolarmente punteggiata blu, impressione facciale rotonda, levigata. Torace punteggiato, punteg- giatura dello scudello del mesotorace e del mucrone molto forte, così pure quella del metatorace. "i ialine verso la base, il resto fosche, te- gole nere. Piedi verdi o blu-verdastri, tarsi lutei. Addome dorato o do- ‘rato verdastro, finamente punteggiato, colore ventrale verde; margine apicale del terzo segmento bisinuato, apice ristretto , troncato, tronca- tura nera. Lung. Mm. 5 1[2-8 ; È : Frivaldszkyi, Fòrst. Questa bella specie di Ellampus è più tosto rara in Sicilia, io ne posseggo solamente quattro esemplari raccolti in provincia di Messina dal mio amico Francesco Vitale, il quale mi scriveva d’averli trovati sui frutti di ciliegia nel mese di settembre Patria: Francia, Corsica, Ungheria, Italia (Sicilia), Russia. — Dietro scudello non mucronato, ma più o meno convesso . : 2. 2. Margine apicale del terzo segmento dell'addome sinuoso, apice distinta- mente inciso. Corpo piccolo, robusto, punteggiato. Testa e torace blu, addome violaceo verdastro. Testa larga, regolarmente punteggiata, im- pressione facciale levigata, violacea. Protorace punteggiato come la te- sta, mesotorace e metatorace più ruvidamente punteggiati. Piedi verdi- blu, tarsi nigricanti. Ali ialine alla base, infumate verso l'apice. Addo- me leggermente punteggiato, margine un po’ ondulato. Lung. Mm. violaceus, Scop. Quest'insetto nell'isola è molto raro, io non ne posseggo che due soli e- semplari ottenuti in giugno da una vecchia galla di Cynips KRollari. Patria : Francia, Germania, Italia, Caucaso, Inghilterra, Russia, Sviz- zera, Scandinavia, Lapponia, Ungheria. —-Margine apicale del terzo segmento dell'addome non sinuoso, incisura del- l'apice più o meno distinta 3 : : è 3. 3. Incisura del margine apicale del 3° segmento dell'addome molto appari» scente. Ali subjaline con l'apice ct Addome dorato o dorato verda- stro. Testa e corsaletto blu o blu verdastri, autenne gracili, scapo blu o verdastro. Mandibole brune con la base verde o blu. Punteggiatura del corpo regolare. Segmenti ventrali verdastri o bruno-verdastri. Piedi verdi, tarsi più o meno bruni e qualche volta lutei. Lung. Mm. 4-6 auratus Lin. ol — 117 — Specie piuttosto frequente nell’ isola; io ne ho ottenuto un buon numero in maggio da vecchie galle di Cynips Kollart, Hartig; il mio amico Dottor Riggio lo raccolse in Ustica. Patria: Tutta Europa, Asia minore, Lapponia. L’EI auratus ci offre una varietà di poco importanza che consiste nella forma dell’incisura apicale del 3° segmento dell’addome, Il sig. Abeille ha dato a questa varietà il nome di triangulifer, appunto perchè l' incisura a- picale del 3° segmento dell'addome è a forma di triangolo, mentre nel tipo quest'incisura è a semicerchio. Patria: Francia, Italia (Sicilia). — Incisura dell’apice del 3° segmento dell’addome lievissima o ripiena di un ripiegamento marginale . ; : 3 1 ; È i s 4. 4. Addome dorato 0 dorato-verdastro, corpo mediocre È é i 5. — Addome verde brillante, corpo piccolo Incisura anale poco distinta, To- race e piedi blu, tarsi oscuri. Punteggiatura del corpo lievissima, più marcata al mesotorace ed al metatorace, all’ addome finissima, appena distinta, meno però ai bordi laterali del terzo segmento dove è più mar- cata. Ali jaline, nel mezzo e verso l’apice fosche Lung. Mm. 3-4” pusillus Fabr. Specie piuttosto rara nell'isola, ne posseggo due esemplari catturati in Li- ») (at) ì cata nel mese di maggio. Patria: Ungheria, Germania, Francia, Russia, Italia, Caucaso, Austria. 5. Protor:i.ce ugualmente punteggiato in tutte le sue parti, scudello, dietro scudello o metatorace più ruvidamente punteggiati. Testa blu verdastra regolarmente punteggiata, punteggiatura più marcata di quella del pro- torace. Mandibole con l apice testaceo-oscuro e la base verde dorata. Antenne con lo scapo blu verdastro, gli articoli del flagello neri. Me- fanoto gibboso , troncato. Piedi verdi o blu verdastri, tarsi bruni. Ad- dome aurato sul dorso, fittamente punteggiato, marginatura apicale trian- golare, segmenti ventrali verdastri macchiati di verde e di blu. Lungh. Mm. 4-6. ; ; : i . A 3 .° Wesmeli, Chevr. Specie non molto frequente che si raccoglie nel mese di maggio e gi'1gno in diverse località dell’isola. Patria: Francia, Elvezia, Germania, Inghilterra, Ungheria, Italia, Kasan, Orenbourg, Polonia. — Protorace col disco sparsamente punteggiato , i lati invece fittamente, Corpo più robusto della specie precedente, Addome dorato-verdastro, — 118 — incisura apicale piccola ma bene appariscente. Testa blu o violacea, re- golarmente punteggiata, lucente; impressione facciale profonda, leviga- ta, lucentissima; antenne con lo scapo blu verdastro, articoli neri. To- race blu o blu verdastro nitido; mesotorace punteggiato come il proto- race; scudello, dietro scudello e metatorace impressi di punteggiatura più marcata. Piedi verdi blu, tarsi foschi, Ali subjaline con l’apice molto fosco. Addome convesso, largo, breve, lucente e finamente punteggiato sul dorso, al ventre invece è di color blu-verdastro o tendente al nero. Lung. Mm. 6 : i È ; 3 i ; punctulatus, Dhlb. Ho trovato questo £/ampus ben raramente in Sicilia, un esemplare 9 mi è stato donato dal Prof. A. Costa che lo raccoglieva nel mese di giugno in una escursione che fece in mia compagnia in Sicilia; il sig. Frey-Gessner lo ha pure raccolto nell'Isola. Patria: Francia, Ungheria, Italia (Sicilia). Genere V.— Holopyga, Dhlb. Holopyga, Dahlbom. Hym Europ. t. II, p. 47 (1854). Pseudhedychrum, Abcille. Syn. critiq. et synonym. des Chrys. de France pai, Na:2"(1878). Philoctetes, Abeille—l. c. N. 3. OX0:=intiero, rvgiy==vicino l’ano. Le specie di questo genere partecipano dei caratteri del genere E//ampus e di quelli del genere Zedychrum, si fu Dahlbom che nel 1854 creò il ge- nere //olopyga a spese del genere Medychrum e lo distinse da questo per le mandibole tridentate e per la forma del margine apicale del terzo segmento dell’addome che è senza alcuna interruzione nel suo contorno, mentre nel genere Zedychrum questo margine non è continuo. Or a di aggiungerne dei nuovi, così nelle ali si è trovato che la vena margo-di- questi caratteri differenziali, sembrando di poco valore, sì è tentato scoidale si incurva quasi ad arco di cerchio nel genere Zedychrum, men- tre nel genere //0/opyga ijuesta stessa vena segue per un tratto la vena costale incurvundosi poi bruscamente in modo da formare una specie di angolo. 1. Testa e corsaletto blu o verdi o di tutti e due i colori alternati AR — Testa rosso-metallica, protorace e mesotorace dello stesso colore. Addo me ovale, igneo, risplendente, qualche volta verdastro. Scudello del me- sotorace aureo 0 violaceo , levigato, sparsamente punteggiato verso i — 119 — margini. Testa, protorace e mesotorace finamente punteggiati, nitidi. Impressione facciale blu, antenne brune, scapo eneo. Metatorace blu- violaceo , fortemente punteggiato. Piedi bruni o tendenti al blu, tibie più o meno brune. Ali subjaline alla base, fosche verso l’estremità, cel- lula marginale aperta. Addome punteggiato, terzo segmento attenuato verso l'apice. Lung. Mm. 5-6 fervida, Fabr. Piuttosto rara in Sicilia, ne ho alcuni esemplari raccolti nel mese di mag- gio e giugno. Patria: Francia-Italia-Svizzera-Belgio-Austria-Inghilterra. ]l mio amico sig. E. Ragusa nel mese di giugno 87 raccoglieva al bosco della Ficuzza in Sicilia un esemplare Q che io momentaneamente riferisco a questa specie, ma invero esso si differisce dal tipo per non lievi carat- teri; trattandosi però di un solo individuo non è possibile pronunziarci de- finitivamente. Questo esemplare si fa notare specialmente per la punteggia- tura della testa, del protorace e del mesotorace; questa punteggiatura è molto marcata, fitta, ocellata, le impressioni sono ampie e tra di loro non lasciano nessuno spazio levigato, nel tipo invece la punteggiatura è più fine, spaziata e la testa, il protorace ed il mesotorace sono levigati. In questo esemplare inoltre si nota una differenza di colorito; così, esso ha la testa intieramente di colore blu intenso, ed il dorso del torace è uniformemente verde soffuso di oro. A questa varietà si adatterebbe bene il nome di fovreolata. 2. Addome igneo o igneo-verdastro, Protorace qualche volta dorato. Corpo punteggiato , punteggiatura della testa e del protorace meno aspra di quella del mesotorace e del metatorace, la punteggiatura dell’ addome fine e serrata. Antenne mediocri nere, scapo verde bronzato o sempli- cemente verde. Ali subjaline, apice fosco. Piedi oscuro-verdastri, tarsi più o meno oscuri. Lung. Mm, 4-8 gloriosa l’abr. Patria: Tutta Europa-Algeria. Questa olopyga, la più che frequentemente si incontra nell'isola senza che perciò essa vi sia comune, è specie variabilissima tanto pel colorito che per la punteggiatura; difatti tra i molti esemplari che ho raccolto in Sicilia la punteggiatura della testa e del protorace, in alcuni individui, è molto più fine di quella che si riscontra in altri ; il colorito poi subisce delle modifi- cazioni, direi quasi all’infinito; per accertarsi di questo basta dare uno sguardo alle non poche varietà che di questa specie si sono create. In Sicilia io ho 190; solamente riscontrate due varietà Vl Amaenula, Dahlb. a torace verde ed ad- dome dorato e l’Aurea-maculata , Abeill col protorace e mesotorace verdi macchiati d’oro. — Addome sempre verde. Testa e corsaletto verdi-blu o intieramente verdi. Corpo punteggiato , più piccolo della specie precedente, punteggiatura più fine. Antenne nere, scapo verde bronzo. Mandibole nere con l’estre- mità anellata di testaceo. Ali subjaline. Trocanteri e cosce violacee o verbe-bronzo, tibie verdastre, tarsi più o meno oscuri. Lung. Mm. 4-6. curvata l'òrst. Meno frequente della specie precedente, anzi può dirsi rara, io ne pos- seggo cinque individui catturati nei mesi di maggio e giugno. Ne ho avuto un esemplare 9 dalla Ficuzza , catturato dal sig. E. Ragusa nel mese di giugno, che ha la testa, il corsaletto ed il primo segmento dell'addome net- tamente blu, il mesotorace è un po’ verdastro con riflessi dorati. Patria: Europa media e meridionale, Francia. Ungheria. Genere VI. —Hedychrum, Latr. Hedychrum, Latreille Hist. nat. III, p. 317 (1802). n3vxevoc=bel colore Corpo rotondato; mandibole bidentate all'estremità; tromba poco visibile; vena margo-discoidale delle ali anteriori incurvata ad arco di cerchio. Mar- gine posteriore del terzo segmento dell'addome di forma variabile, ora è si- nuato, ora adorno ai lati da un angolo i cui lati formano una specie di spi- netta, questa tante volte è acuta, molte altre ottusa, altre volte quest’'angolo è appena visibile. | Differenze sessuali: ovidutto visibile. 1. Secondo segmento dell’ addome con una carena mediana sul dorso ben distinta. Corpo verdastro; tegole testacee. Capo blu; torace punteggiato- reticolato, variato di verde e blu. Addome punteggiato-reticolato, primo segmento verde con riflessi dorati, secondo segmento verdastro con la carena mediana quasi cancellata alla base, margine posteriore di que- sto segmento non ispessito, fortemente ispessito invece il margine po- steriore del terzo segmento , questo segmento è di color verde dorato ed ha la carena mediana poco visibile e solamente limitata al disco. Ali jaline, vene subtestacee, apice sordido. Lung. Mm. 5-7. incrassatum, Dblb. Mei Re — cana — 121 — lo non ho ancora raccolta questa specie in Sicilia e la noto perchè Dalh- bom dice trovarsi nell'isola, il sig, Frev-Gessner mi scriveva che il suo a- mico Isenscehmid, la raccolse a Siracusa nel mese di giugno. Patria : Francia, Cancaso, Italia (Sicilia). — Secondo segmento dell'addome senza carena merliana sul dorso o sem- plicemente rappresentata da una linea lucida levigata e poco appari- scente ; : . 3 ; 7 : : 3 N È 2. 2. Protorace molto allungato relativamente alle altre specie , torace blu o verdastro nei due sessi . ì È i Ì È È E 7 3. — Protorace non allargato ma regolare, torace blu con qualche tinta ver- dastra nel maschio, protorace e mesotorace dorati nella femmina 4. 3. Peli della fronte bianchi. .Torace blu verdastro nei dne sessi. Capo e piedi coloriti come il torace, Dietro gli ocelli e su l'area del mesotorace sì trova una macchietta cerulea, il dietro scutello è blu. Dorso dell’ad- dome rosso fuoco, Tarsi testacei. Protorace e mesotorace densamente punteggiati reticolati, scutello e dietro sceutello foveolati. Addome pun- teggiato minutamente. Lung. Mm. 5 6 longicolle, A» Poco frequente. Patria : Francia, Italia (Sicilia). — Peli della fronte neri, i due sessi ugnalmente coloriti, Specie molto vi- cina della precedente dalla quale differisce solamente per i peli della fronte e per la punteggiatura del corsaletto che nell’Z7. longicolle è pi fine e più densa. Lung. Mm. 5-6. 1 3 Gerstaeckeri, (/hevr. x Più rara della specie precedente, io l’ ho raccolta presso Palermo e l° ho avuta dalle Madonie. > Patria : Svizzera, Francia, Germania, Ungheria, Italia (Sicilia). 4. Addome di color roseo o carnicino. Corpo robusto. Protorace e mesoto- race blu o verdastri più o meno soffusi di aureo. Testa sovente più o meno dorata, vertice sempre dorato. Mandibole blu alla loro mettà ba- silare , il resto bruno chiaro. Corsaletto punteggiato , scudello verde o blu, dietro scudello sempre blu. Piedi blu o verdastri oscuri, però l’e- stremità dei femori, delle tibie e dei tarsi d’un bruuo rossastro; ali fo- sche, cellula marginale benissimo indicata. Addome finamente punteg- giato, di color rosso-carnicino 0 rosso-testaceo, primo segmento molto più piecolo del secondo, questo il più grande di tutti, terzo segmento micante. Lung. Mm. 5-7. ) : ; ? : roseum, Ross. Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 16 T290=— Specie molto rara in Sicilia; io l’ ho avuto da Catania e I’ ho raccolto a Noto nel mese di giugno. Patria : Tutta Europa-Caucaso, — Addome igneo. Corpo robusto o mediocre, vertice blu o verdastro, ecce- zionalmente dorato ; maschio e femmina diversamente coloriti. Torace blu con qualche tinta verdastra nel maschio, protorace, mesotorace do- rati nella femmina. Addome punteggiato più finamente che la testa ed il corsaletto, segmenti ventrali neri. Piedi blu o verdastri, tarsi bruni, Lung. Mm. 5-9. , 3 i 1 : lucidulum, Fabr. E specie ben comune in Sicilia e vi si incontra dalla primavera sin ne- gli ultimi giorni di novembre. Patria : Tutta Europa e Algeria. — Corpo mediocre o piccolo, vertice sempre dorato, i «lne sessi ugualmente coloriti. Testa verde dorata. Torace blu, protorace, mesotorace e sceu- dello dorati. Piedi blu, tarsi bruni. Margine apicale del terzo segmento dell'addome continuo, od almeno senza spinette accentuate ai lati. Corpo finamente punteggiato-reticolato. Ali lievemente fosche. Segmenti ven- trali neri, il secondo con una piccola macchia dorata nel centro. Lung. Mm, 4-5. i 5 3 ; . é ; S : ardens, Coq. Questa specie è piuttosto rara in Sicilia, io l'ho raccolta nel mese di giu- gno; nel mese di maggio alla R. Villa Favorita ne ho raccolto un esem- plare piccolissimo che riferisco alla varietà coriaceum Dalhb. Patria: Ungheria, Russia, Inghilterra, Germania, Svizzera, Francia, Italia, Messico. Genere VI[I—Chrysis, Linn. Chrysis, Linné- -Syst. Nat. XII, t. T, p. II, p. 947, g. 296-1767 ex parte. tas) Xrveic—del color dell’oro. Corpo generalmente oblongo, taglia variabile. Mandibole ora dentate, ora semplici, mediocremente robuste. Parte superiore della fossetta facciale per lo più marginata. Addome generalmente ovale, ellittico, subquadrato o li- neare; terzo segmento dorsale col margine apicale mutico e integgerrimo oppure unlulato, o seghettato o più o meno dertato secondo la specie e l’ individuo; secondo segmento ventrale con una macchia nerastra da cia- scun lato della base. Cellule alari bene indicate: la radiale angolosa e per lo più chiusa, la cu- one ZIE it ir ap \ À 3 $ "4 1 è TRUE Cad tt: bitale poco allungata ed aperta, la discoidale dalla sua estremità emette un principio di venetta che si dirigge più o meno obliquamente verso la ra- diale. Differenze sessuali poco indicate; ma una volta che la femmina è stata riconosciuta all’ovidutto, il quale, molto 0 poco è sempre visibile, il maschio si troverà naturalmente determinato. Per semplificare la determinazione delle specie che appartengoao a que- sto genere io le dividerò in quattro gruppi: basandomi per questa divisione sulla tavola sinottica di Abeille de Perrin, che trovo più attendibile di quella di altri autori. Dahlbom per la determinazione delle specie in gruppi ha scelto come carattere la conformazione del margine apicale del terzo seg- mento dell'addome, Linchteustein basandosi su questa divisione di Dahlbom divideva il genere CAkrysts in otto gruppi, così: chiamò Olockrysis quelle specie che avevano il margine apicale del terzo segmento dell'addome inte- gerrimo, Gonochrysis quelle specie a margine apicale ineguale, Monockrysts quelle con questo margine portante un solo dentino, Dickrysis quelle con due dentini, Zrickrysis quelle con tre, Tetrachrysis quelle con quattro, Pen- tachrysis quelle con cinque e erachrysis quelle specie portante sei dentini, Or io ho dovuto convincermi che questa struttura è molto variabile nella stessa specie; per citare un esempio dirò della CArysîs ignita, L. in cui il tipo deve avere il margine posteriore del terzo segmento dell'addome ar- mato di quattro dentini spiniformi ed allungati, invece in molti individui questi dentini divengono piccolissimi ed anche appena visibili, ciò che ha dato luogo a non poche varietà ed anche a specie distinte. In altre specie nelle quali il sudetto margine deve essere dentato si incontrano individui con questo margine integerrimo , mentre poi vi si incontrano tutti gli altri caratteri della specie; per queste ragioni e trattandosi d’una divisione tanto generale ho creduto meglio adottarne una che possa anche aver per base il colorito dell’ insetto. Divisione delle Chrysis in gruppi. 1. Corpo verde o blu, mai dorato 3 5 : 3 Gruppo I. Virides — Corpo più 0 meno dorato ; : : ; 7 ; : 7 2. 2. Addome dorato, avente almeno uno dei tre segmenti intieramente verde blu. 1 î È ? ) À 3 s 3 Gruppo II. Zonatae — Addome dorato potendo avere solamente d’ altro colore il mar- gine apicale del terzo segmento ; 3 3 È A : 3. 3. Testa e torace verdi o blu È ; ; : Gruppo III Bicolores — Testa e torace almeno in parte dorati . , Gruppo IV. Auratas — 124 — | I. Gruppo, Virides 1. Vena cubitale e vena ricorrente delle ali anteriori pallidissime, poco vi- | sibili o quasi cancellate : è : ; 5 ; : x 2. — Queste vene ben distinte più o meno colorate x À V 3 3. 2. Disco del terzo segmento transversalmente più o meno depresso. Corpo | dì colore blu e verde irregolarmente mischiati. Clipeo transverso, verde- dorato; impressione facciale poco profonda, verde un po’ dorata, coperta di fine punteggiatura e superiormente marginata. Mandibole verdi alla base, estremità testacee. Scapo delle antenne verdastro. Corpo punteg- i giato, punteggiatura delle testa e del torace ben marcata, fitta. Punteg- i giatura dell'addome molto più fine e spaziata, quella del primo segmento i un po più forte di quella degli altri ; depressione del primo segmento dell’ addome trilobata ; margine apicale del terzo segmento tridentato , spazio compreso tra questi dentini ora retto, ora rotondo. Ventre ver- dastro o bluastro. Piedi verdi più o meno dorati. Ali jaline. Lung. Mn. 4-8 : ‘ S ; i : : " cyanea, LL. Questa Chrysis, con tutto che è ben volgare in Europa , io l ho trovata molto rara in Sicilia, ne posseggo solo due individui g° 9 catturati in pro. i vincia di Trapani nel mese di giugno. Patria : Tutta Furopa, Asia minore, Caucaso. — Disco del terzo segmento senza alcuna depressione, ma perfettamente | convesso. Corpo nettamente blu-violetto, puuteggiato, robusto ; punteg- giatura aspra, impressa, quella della testa più fitta e meno ruvida di quella del corsaletto, impressione facciale poco profonda, finamente pun- teggiata, canaliculata, non marginata in alto, Clipeo verde, punteggiato, ampio, anteriormente troncato. Mandibole ferruginee. Antenne con lo scapo verde, i due primi articoli più o meno metallici, il rimanente ne- ro. Punteggiatura del protorace poco più fine, di quella delle altre parti del corsaletto, ma più fitta. Metatorace leggermente convesso, punteg- giatura un po’ spaziata. Piedi vetdi-bluastri, tarsi testacei. Ali jaline, vene picee. Addome punteggiato, punteggiatura del primo segmento grande, im- pressa, un po’ spaziata ; quella del secondo più fine ma più fitta, così pure quella del terzo che è invero ancora più piccola e più fitta di quella del secondo, ma sempre ruvida. Troncatura anteriore del primo seg- mento verdastra, secondo segmento superiormente convesso senza al- cuna carena mediana, base enea. Terzo segmento convesso, breve, fo- } veoli mediocri, poco numerosi, confluenti, interrotti nel mezzo da una : piccola carena, margine apicale rotondato, quadri dentato, dentini pro- : DI — 1259 — minenti triangolari, i due esterni più brevi dei mediani, ugualmente di- stanti l’un dall’ altro. Corpo con pelurie breve bianco-cenerina. Ventre verde, nero maculato g'. Lung. Mm. 6 . : 1 Ragusae, n. sp. Non mi è stato possibile poter riferire questa CArysis a nessuna delle specie di già conosciute, sicchè l’ho descritta come nuova sebbene non co- noscessi che il solo maschio. Nelle osservazioni più innanti farò marcare le differenze che la distinguono dalle specie che più vi si avvicinano. Essa fu catturata da me alla R. Villa Favorita nel mese di giugno, e la dedico al mio carissimo collega sig. Enrico Ragusa in segno di stima ed amicizia e come quello che ha dato un grande impulso all’ entomologia si- ciliana. i Patria : Sicilia. (continua) INTORNO AD ALCEME NEON PESCI DEL MARE DI MESSINA —Run— LETTERA del Prof. ANASTASIO COCCO al Sig. AUGUSTO KROHN da Livonia Ristampata per cura del Dr. LUIGI FASCIOLA (Cont. e fine v. Num. pr.). Specie 12 Bibronia a linguetta — Zibronia ligulata. mihi. Corpo a forma di linguetta, la di cui altezza è compresa sei volte nella lunghezza senza contarne i raggi della caudale, la sua grossezza è appena un terzo dell’altezza. Il capo poco incurvato scende obbliquamente fino al muso, ch'è ottuso. Le mascelle sono eguali, e l’intermascellare è sottile e poco allargato posteriormente. Poco distinti sono i pezzi opercolari, tutta- via inferiormente son molti arcuati, e colla loro apertura giungono fino al margine superiore della base delle pettorali con un angolo ottusetto. La membrana delle branchie è nella massima parte apparente. Il sottorbitale nel margine anteriore è alcun poco sinuato in modo da ricevervi parte dell’intermascellare. Il capo è contenuto sei volte e due terzi nella lun- — 126 — ghezza totale, e la sua lunghezza è due terzi dell’ altezza. Gli occhi son piccoli; alcun poco più vicini al muso che al margine posteriore dell’oper- colo ; la distanza che li separa dal profilo è di una volta e mezzo il loro diametro , e quella che li allontana dal margine inferiore del capo poco più di due diametri. La base delle pettorali parte immediatamente dietro l'apertura delle branchie. La distanza che separa la dorsale dal muso è uguale a quella che si frappone tra il margine posteriore dell’ occhio ed il posteriore dell’opercolo. Il primo raggio è corto, gli altri quattro o cin- que che sieguono prolungati. L'altezza del resto della dorsale è poco più della metà dell’ altezza del corpo, ed ha circa novanta raggi. L’anale di- scosta dal muso per un quarto della totale lunghezza; è alta quanto la dor- sale ed ha circa ottanta raggi. I raggi dell’estremità della coda uguagliano la metà della lunghezza del capo. Le pettorali che sembrano sostenute da un corto peduncolo stretto son rotondate, e mostrano appena qualche vestigio di raggi. Le ventrali situate in direzione del margine ascendente dell’ opercolo son composte di tre ? raggi de’ quali il posteriore prolungasi per quattro quinti in circa della lunghezza del pesce. Questo è tutto trasparente con una serie di minutissimi punti neri lungo il dorso e il ventre in quella linea appunto che segna la base degl’inter- spinosi. L’iride è argentina, la pupilla nerastra. È molto raro, ed ha poco più di due terzi di pollice di lunghezza. Genere III -Peloria—Pel/oria. mihi. Questo genere, che ricorda il famoso nostro promontorio Peloro, si rac- costa alla Bibronia, per gran parte dei suoi caratteri; ne differisce però pel corpo allargato e pe’ profili del dorso e del veutre arcuati. Quel che poi lo distingue specialmente è l’avere la pinna dorsale e l’auale distinta dalla codale. Specie 1* Peloria di Heckell.—Pe/oria MHeckellti. mihi. Questo pesciolino, che intitolo al ch. sig. Heckell, direttore del museo Imperiale di Vieuna, che mi onora della sua amicizia, ha il corpo cestre- mamente compresso da somigliare una sottile lamina cristallina , il dorso molto arcuato, ed il ventre anteriormente alcun poco retto, quindi ascende verso la coda con un profilo mediocremente incurvato. L’ altezza è metà dell’intiera lunghezza, e la grossezza appena l’ottava parte dell’altezza. Il profilo del capo rotondato discende quasi verticalmente fino al muso, che « ein -£ — 127 — è alcun poco prominente, e rilevato. L'altezza del capo è quasi un terzo maggiore della lunghezza, ed è compreso cinque volte ed un quarto nella intiera lunghezza. Delle due ‘mascelle l’inferiore è alquanto più lunga, am- bedue sono sdentate, e l’ inferiore alquanto ascendente. Il sottorbitale è molto incavato anteriormente formando un seno rotondato; ha l’angolo an- tero-inferiore acuminato, il lato posteriore, che discos.asi poco dall’occhio, ascende obliquamente d’ avanti in dietro. L’intermascellare è molto allar- gato, e rotondato posteriormente. Il diametro degli occhi è circa il terzo della lunghezza del capo: essi sono aleun poco più vicini al muso che al margine ascendente dell’opercolo. L'origine della dorsale discosta dal muso quanto l’occhio del margine posteriore dell’opercolo; i raggi anteriori sono assai corti, nè ve n’ha alcuno, che sia distinto dagli altri; nel resto |’ al- tezza della dorsale è un sesto dell’altezza del corpo: essa ha circa novanta raggi, e termina opposta all’anale proprio alla base della caudale. L’anale è pure bassa in avanti, ha circa settanta raggi. La caudale rotondata ne porta intorno diciotto. Le ventrali ne han cinque che progressivamente crescono in lunghezza, l’ultimo più lungo non giunge però infino all’ ano. Le pettorali sostenute quasi da un corto peduncoletto son rotondate ed hanno dei raggi rudimentari, che non giungono fino alla base. Tutto il corpo è come di terso cristallo: negl’individui più grandi veg- gonsi due linee rance, una nel punto che risponde alla base degli interspi- nali della dorsale, e l’altra dell’anale. Come il primo questo piccolo pesce è pure assai raro. Quel che io qui descrivo giunge appena ad un pollice. D. 90; V. 5; P......2 A. 70; C. 18; Bor Specie 2*. Peloria di Rippell—Peloria Iippellit. mihi Debbo all’ottimo mio amico sig. Riippell questo bellissimo pesciolino, che a lui intitolo in segno. di riverenza e di affetto. Il corpo di questo pe- sce è più allungato di quel della specie precedente, poichè la maggior altezza è compresa due volte e mezzo nella totale lunghezza, ed il capo vè compreso in questa cinque volte ed un terzo. La fronte che scende al= quanto arcuata come giunge quasi in direzione della parte anteriore degli occhi forma un seno, a’ lati del quale vedesi una specie di solco, che passa sopra gli occhi da giù in su obliquamente. Il sottorbitale ha nella parte anteriore un seno meno incavato che nella specie precedente , ed il muso meno rialzato. L'occhio è equidistante dal muso e dal margine ascendente dell’opercolo. Le narici sono ampie rotondate. La pinna dorsale nasce sulla parte prominente della fronte, ed estendesi fino la base della caudale in E OE direzione verticale del termine dell’ anale. Essa ha il primo raggio allun- gato in filamento in qualche parte membranoso specialmente all’estremità, che si allarga alquanto e termina in punta. I raggi che vengono dopo que- sti sono assai corti, gli altri allungansi alcun poco: tutti poi sono poco presso al numero di centodiciotto. L’anale più bassa in avanti ne ha poco più di novanta, le ventrali cinque coll’ultimo più lungo, che però non giunge all’ano. Le pettorali son rotondate, quasi sostenute da un corto peduncolo col diametro trasversale men lungo del verticale. I raggi di esse, che non possono agevolmente noverarsi, non giungono fino alla base. La caudale rotondata ha diciotto raggi. Tutto il pesce è cristallino con nove macchiette in circa rance da ogni lato del profilo del dorso, ed otto in quello del ventre (1): tutte poi sono circondate da un cerchio lattiginoso ed un tratto verticale dello stesso co- lore prolungasi sulle pinne. Dieci di queste macchiette son lungo la linea laterale, poche veggosene sugli opercoli, pochissime sul ventre. i Du L19893. Vi Dig A :90; Baz: Be de Voi non ignorate esser questo pesce assai raro parimenti, ed il più grande posseduto dal sig. Riippell supera di qualche linea un pollice. Or voglio dirvi che questo nostro amico possiede altresì un piccolissimo pesce di questa stessa famigiia, che per la conformazione delle mascelle prolungate rivolte in alto, gli darà occasione di formarne il tipo di un al- tro nuovo genere: esso ha dei punti neri sulle pinne verticali: aspettiamo intanto che il nostro amico procacciatisi altri individui lo faccia noto ai naturalisti. Serbatemi per ora il vostro affetto, e fate, che per lontananza di luoghi e lasso di tempo non venga mai meno. (1) Questi punti dopo alcun tempo che il pesce è rimasto nello spirito spari- scono. n = ee = _————- =_= EnRIco Ragusa, Dirett. resp. PIE RIE E SEITE o Pe RT RI TO TE TRE CA PrO Utesi n SM n ci î | ly (ON * PP SR b pi dn Logo 1 i REST "è È vi O v*f : ie: oa ; ; __ EZSANININTIDHNGITVUNILVOBTVKIOTVOBHAVINHVKBKAVSTAKVONKSOAKKKATOCOKKNRIVKNTOLNOKNVNHK DOOOVICHVKIKOVKNTAGROVKKKKAKIOKKVOOKKVKOVKSRHVAKKTAGKKVABKKKKKKKKKKKKKKKABKKAO DOTKLKTAKANIT: hr n (eo) ANNO VII 1° MARZO 1888 IL NATURALISTA SICILIANO boy GIORNALE DI SCIENZE NATURALI Hr 51594 SI PUBBLICA OGNI PRIMO DI MESE LA ABBONAMENTO ANNUALE MII ESME SO RI TATO SERE RIE NOR RR i a Mn 1077 PIAESIIGOMPRESI NELLEUNIONE POSTALE. 0 ia Riina sie» 143.» PT PUT, MIO, AAP GIACE ALU AIR TINTE DEIR Ma Ve UNCMRIMERO: SEPARATO) CON TAVOLE, 1 LT, DEI e e a EI » SENZAGSTEMOLE E A er EE (GLI ABBONAMENTI COMINCERANNO DAL 1° DI OTTOBRE DI OGNI ANNO Indirizzare tutto ciò che riguarda l’ Amministrazione e Redazione al sig. ENRICO RAGUSA, in Palermo, Via Stabile N. 89. SUN Pa oe "Ab (ito n 2 la 4 SOMMARIO DEL NUM. 6. Prof. P. Doderlein — Comparsa del Cybium Commersonii nelle acque del Circondario marittimo di Palermo (fine). Minà-Palumbo e L. Failla-Tedaldi.—Muteriali per la fauna lepidotterolo- gica della Sicilia (cont. ). T. De Stefani—Note sulle Crisididi di Sicilia (cont.). G. Riggio e T. De Stefani—Sopra alcuni Imenotteri dell’Isola di Ustica. F. Meunier—Eumenidae = Megachillidae. ra ina ion A I! NN PALERMO Stabilimento Tipografico Virzì 1888 LIVILILITTENKITKTVILIKTEKKATITKVLIKKKKKKIKKKKKKKKKKKKKKKKKKKTAKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKLKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKTKKKKKKKKOKKKKKCKKKKKKKKKKKKLKRKKKKKKKKKKKKAtKKKKRKROKKKKIKKKKKKBKKgERKKKKKKKKARKERKKIRKRKnKEgKAgKIROR4KKRKKKKKBRRKKKKKUREtKKvKRKRKKLEDIKIXKKKKKKKKLKEKKKKKRKAKtE | SUCTTLUIITIVHATUITITIVITIVKNTHKKENTAKHTMKKKKKKKKKKKVKKKKAKKKKKKKKKKKKKVAVKKKKKKKKKKEKKKKITOKKKTVKKKTAKKKKVAKLKXKKRKKKKDRKKHKKKKKKKKKKUKKAKKKKKKOLKKKTKKKKKOKKKKRKKKLKAK{BRKKTRRKKTUKKKKPATKAKAKKKKKKKKKKKKKTHKLHKAKLERKKKBKKKKKLKKKKLKLStENKKKtRKKKKEDTKBBNLATKRRKKKKAKKIRRLAKKRRKABKIKETIAKKRKKAK STUNVINTITITKITKKKTAKIVINKATVIKKVRKKIKKKKKIKKKKKKKKKKVKKKKKKKKKKKKARKABKVESKEKKKKKKENEKORKOKKKKKKKKOKKARKRKUE,OKEHKoTIoAtRvRKAnKvinRavErAgRnteAvavIraRggtatoDtRavtarKatiAKtAtnà= u 4 nea ui ANNO VII. i MARZO 1958 N. 6. TI T/--- PAAIININIDNSISISSSDISISNIISSIISMNIPASZIST rue ANANDIA IL NA TURAL ISTA SIC LI ANÙ MM —«©__---<>X©Lr-£>-*:>_--5----<-.-/r ANA —°-£<*<*_-_-- - Gomparsa del CYBIUM C COMMERSONII Lac. NELLE ACQUE DEL CIRCONDARIO MARITTIMO “di Palermo (Continuaz. e fine. Ved. Num. prec.) Rammentando quanto ho esposto nel precedente fascicolo di questo ]e- riodico intorno alla recente comparsa di un Cybium Commersonii Laep- nelle acque della Sicilia, non sarà forse discaro al lettore di conoscere in quali rapporti di immigrazione e di adattamento si trovino le altre specie esotiche di pesci che ultimamente vennero colte nel Mare Mediterrineo, o a dir meglio, quali sieno codeste specie e quale ne sia la provenienza. — E per vero chiunque si prenda la cura di consultare le cronache, gli an- nunzi, i cataloghi recentemente pubblicati sulla fauna ittiologica del Me- diterraneo, potrà agevolmente convincersi, che pressochè tutti i yesci stra- nieri che vennero colti sin’ ora nel Mare Mediterraneo , appartmgono es-o senzialmente ed originariamente all’ Oceano Atlantico ed alle sue dirama- zioni. Tali sono ad esempio il Laemargus rostratus M. H., la Seta Molva Bp., il Lampris luna Giinth., che vivono nei mari del Nord; :ali il Lobo- tes auctorum Giinth., il Caranx carangus C. V., lExocetus procne De Fi- lip., che abitano le coste Americane, il Pimelepterus Boscii Lac., il Ma- lacocephalus levis Lowe , 1 Alepidosaurus feror Lowe, oriundi delle acque tropicali e del Mare delle Canarie; tali infine il Berix decadactylus C. V., il Pristipoma Benetiù Lowe, il Cubiceps gracilis Giinther, il Physiculus Dalwicki Kaup., il Cybium Veranyi Dod., ecc. specie assolutamente pela- giche ed atlantiche. Ciò posto, ne viene di conseguenza il fatto, che se codesti pesci hanno potuto penetrare nelle acque del Mediterraneo, essi avevano dovuto neces- sariamente passare per lo stretto di Gibilterra, non essendovi altra località, ove le acque dei due mari si trovino ad immediato contatto. Codesta pro- venienza per lo contrario non può venire attribuita al Cybium Commersonii, Il Naturalista Siciliano Anno VII dg — 130 — la cui naturale abitazione è, come si disse, esclusivamente limitata all’Ocea- no Indiano. Ond’è che per ispiegare la presenza di questo pesce nel Mare Mediterraneo, fa d’uopo ammettere ch’egli sia necessariamente passato pel canale di Suez. Senonchè l’attuazione di codesto passaggio non è così evidente nè age- vole come potrebbesi credere a primo entro, poichè le recenti indagini de- gli scienziati sulla fauna ittiologica del Canale di Suez, hanno fatto cono- scere, che, sia per la ristrettezza e lunghezza del canale, sia per la pre- senza dei laghi amari, che vi alterano la naturale composizione delle ac- que, ben poche specie di pesci hanno potuto sin’ora compiere direttamente questo passaggio, tanto venendo dal Mediterraneo o viceversa procedendo \dal Mar Rosso. Tl Prof. Keller che si è occupato in particolare della fauna di questo anale, e delle condizioni vitali che vi dominano, ha recentemente dimo- rato in una dotta sua memoria (1) che all’infuori di alcune poche specie d\ pesci che vivono all'imboccatura e nei primi tratti relativi di codesto Canale, richiamatevi forse dalle correnti prodotte dalla maggiore evapora- zie, delle acque verso il centro, una sola specie proveniente dal Mar Rosso\(il Pristipoma stridens) ha potuto fin'ora completamente attraversare il cìnile e 3 sole specie indigene del Mediterraneo (il Labrax lupus C.V. cioè ) \Umbrina cirrhosa, e la Solea vulgaris) raggiungere le acque del Mar Roxso. Ad analoghe conclusioni condussero pure le diligenti ricerche del Di Klunziger sui pesci del Mar Rosso, mercè le quali, questo dotto naturalish potè constatare, che ad eccezione di alcuni pochi pesci cosmo- minentemente viaggiatori, migrati forse in epoche anteriori alla rima dell’interramento dell’istmo di Suez, ben poche altre spe- politi ed nostra, è cie vivono\oggidì promiscue nei due mari (2). e se si dovesse prestar fede al presupposto passaggio recente del Cybiun) Commersoni attraverso il Canale di Suez, questo avvenimento costituirebbe forse un primo ed importante fatto della recente penetrazione \ (1) Die Faunh im Suez-Kanal und die Diffusion der Mediterraneen und ery- throischen Thiqwelt. Kassel 1882, 4. i (2) Ecco le specie di pesci attualmente comuni ai due mari indicate dal Dott. Klunziger nell'opera: Die fische des Rothen meeres cine kritische Revision. Stuttgart 1884, p.VI-IX. Trachurus tradhurus, Naucrates ductor, Seriola Dumerilii, Echeneis naucrates, Coryphoena hippurus, Histiophorus gladius, Orthagoriscus mola, Zygaena malleus, Mustelus culgaris?, Lamna Spallanzani? 16; i, pe tà TARE va: RA gt — 131 — dei pesci Indiani nel Mare Mediterraneo, cagionato, non tanto dalla contiguità delle acque, quanto più probabilmente dal continuo e vieppiù crescente corso dei piroscafi, e delle navi veliere attraverso il suddetto canale, al seguito delle quali, il Cybium Commersonti, specie eminente- mente viaggiatrice, si sarebbe di recente avviata.—D’ altronde questo non sarebbe il solo caso di una recente comparsa di pesci Indiani nelle acque del Mediterraneo; pochi anni addietro io stesso ebbi la fortuna di rinvenire nei Mari della Sicilia 3 magnifici esemplari dal &hinobdatus Halavi Forsk (1), specie eminentemente Indiana, che per giungere nelle acque del Mediter- raneo, avrebbe dovuto necessariamente attraversare codesto canale. — Nè meno interessante potrebbe riuscire su tale proposito, il rinvenimento nel Mediterraneo di un altro grazioso pesciolino, il Serzolichtys bipinnulatus Quoy e Gaym, specie assolutamente indiana, che si lasciò cogliere pochi anni addietro nel Mare della Liguria, e che quindi colla sua presenza concor- rerebbe ad affermare l’incipiente passaggio dei pesci indiani attraverso il canale di Suez ed il conseguente rimescolamento delle faune ittiologiche dei due mari. Ora se si pone mente alla numerosa serie di pesci esotici provenienti dall'Oceano Atlantico, che in questi ultimi tempi vennero riscontrati nelle acque del Mediterraneo, e vi si aggiungano le specie che oggidì si sup- pongono pervenutevi dal Mar Rosso, si dovrà necessariamente conchiudere che la fauna originaria del Mare Mediterraneo, non solo non è più con- forme allo stato suo primitivo, ma che essa va incessantemente vieppiù alterandosi e modificandosi, in conseguenza delle mutate condizioni topo- grafiche e vi.ali, che la navigazione, il commercio, l’azione dell’uomo, hanno indotto nelle sue acque; condizioni i cui effetti vengono necessariamente a ripercuotersi sugli animali che vi fanno soggiorno. Non è quindi soltanto sui Continenti, che la potente azione dell’ uomo concorre oggidì a modificare la primitiva distribuzione degli animali; il suo influsso si esercita ed estende innegabilmente anche nel seno dei mari, e sugli animali che vi hanno sede; azione che diverrà tanto più potente pro- fonda ed estesa, quanto più le arti, le scienze, il commercio, le relazioni sociali verranno ad assumere un maggiore sviluppo fra le odierne Nazioni della terra. Ed eccone la prova: I pesci di fatto comunque dotati di agevoli mezzi di locomozione e più (1) Doderlein—Ricorrenza del RAinobatus Halaci Ripp. cx Forsk. nelle acque marine della Sicilia. In Natural. Sicil. anno III, 8 febbrajo 1884, e Manuale Ittiol, del Mediterraneo, fasc. II, p. 130 e segg. — 132 — atti di molti altri animali a spaziare pel liquido elemento ed imprendere lunghi viaggi, si trovano non per tanto distribuiti nei mari in limitate re- gioni o centri vitali; centri che se pure si toccano e s'intrecciano fra loro nei loro confini estremi, lasciano tuttavia più o meno distinte le faune che compongono e caratterizzano le loro singole circoscrizioni. Così avviene che le specie abitatrici delle regioni orientali del Mediterraneo si mostrano differenti in genere da quelle che vivono nell’ Adriatico, e nei mari della Sicilia, e queste da quelle che si riscontrano nelle regioni occidentali dello stesso mare. Così avviene che le specie di pesci che abitano il canale della Manica, e le coste settentrionali della Francia e del Belgio, non sono per- fettamente identiche di quelle che si pescano nel Golfo di Guascogna e lungo le coste del Portogallo; ancora più dissomiglianti sono i pesci delle acque orientali dell'Atlantico da quelli che popolano le coste Atlantiche dell’America , tuttochè rappreseutatevi da specie analoghe ed equivalenti. Epperò questo provvido accantonamento di specie che rende abitabili le varie regioni del globo, e che col modificare l’originaria struttura degli a- nimali, adatta questi alle singole condizioni vitali dominanti sulla superfi- cie terrestre, è, come ognuno sa, il risultato delle ultime azioni telluriche sulla distribuzione e sul frazionamento dei continenti. Ond’è che lo stesso Mare Mediterraneo, che ne subì l’azione, venne gradatamente modifican- dosi negli ultimi periodi geologici in altrettanti seni e bacini che certa- mente non esistevano nei periodi antecedenti.— Ora è appunto questo pri- mitivo ordine di cose che la prepotente azione dell’ uomo tende oggidì a modificare, ed alterare anche nel seno degli stessi mari, in guisa che si può giustamente prevedere, che perdurando, anzi accrescendosi vieppiù co- tale influsso, fra non molto riescirà impossibile riconoscere la primitiva fase di distribuzione degli animali marini, e da questa risalire alle cause telluriche che più direttamente la hanno influenzata e determinata.-—È in- negabile! Evvi oggidì nell’ insieme delle cose naturali una generale ten- denza a livellare le differenze originarie che queste presentavano per lo passato, ad uniformare e generalizzare le faune terrestri e marine, a ren- dere queste, direi quasi, più conformi alle condizioni dominanti nelle pri- stine epoche della natura, condizioni che potranno perdurare e conservarsi più o meno attive ed influenti, fin tanto che insorgendo , altre azioni più energiche e potenti, riducano i mari ed i continenti in circoscrizioni viep- più ristrette, e rendano quindi più dissimili e svariati gli animali che vi hanno sede. Sono queste le poche considerazioni generali che la recente comparsa del Cybium Commersonii, e degli altri pesci esotici nel Mare Mediterraneo, 2 199% ì mi hanno suggerito , relativamente alla presente ed alla futura distribu- zione degli animali in seno ai Mari. Pror. PieTRO DODERLEIN. — e Lee RE + Dr. Franc. Minì-Palumbo e Luici Failla-Tedaldi MATERIALI PER LA FAUNA LEPIDOTTEROLOGICA DELLA: SICILIA (Cout. Ved. Num. 4). H-e'tre't'oe'eria A. SPHINGES Sphingidae B. Gen. Acherontia O. Atropos L.— Sett. ed ottob bruco d'estate sulle solonacee. È specie me- litofila frequente in tutta l'isola. Gen. Sphinx O. Convolvuli L.—Est. e principio d’aut. comune sui fiori di giglio convolvu- lo ecc. Madonie, Palermo, Catania, Ustica ecc. x * Ligustri L.— Riportata soltanto dal Mann che vide i bruchi in giugno, se non andiamo errati, a Movreale: manca nelle collezioni siciliane. Gen. Deilephila. O. * Galii ?—-Il dott. Oscar Struve allevando alcuni bruchi raccolti a Mondello diedero una forma che a giudizio dello stesso si avvicina alla Gal dalla quale differisce per la mancanza della linea di punti sull'addome. * Mauretanica ?—Lo stesso dott. O. Struve ritiene potersi riferire a questa specie alcuni bruchi da lui raccolti a Monte Venere presso Taormina — 134 — ed anche per tali giudicati dal sig. Ragusa. Detti bruchi secondo cì fa sapere lo Struve presentavano lateralmente una sola fila di punti o mac- chie sferiche invece di due come nella comune ZEuphorbiae. Ulte- riori osservazioni forse ci metteranno in grado di toglierci il dub- bio sulle due specie menzionate, o debbano ascriversi soltanto come distinte varietà dell’ Euphorbia: , specie assai variabile. Non sappiamo se la varietà che raccolse il sig. Gianelli in Sicilia, di cui ci ha scritto recentemente in una sua lettera, debba ascriversi a quella dello Struve, ad ogni modo checchè ne sia, ricordiamo a questo proposito, l'opinione di uno dei più grandi maestri di Lepidotterologia : Staudinger, il quale scrive: « La maggior parte delle specie stabilite unicamente sulla diffe- renza dei bruchi—soprattutto da Guenée—è caduco, dappoichè vi sono specie di cui ì bruchi variano all'infinito secondo le località che li nu- trono, ed anche secondo le annate.» Euphorbiae L.—Da giugno a sett.i bruchi in està e principio d'autunno. Co- munissima in tutta Sicilia, trovasi anche a Pantellaria. Nella nostra col- lezione (Failla) osservasi un esempl. assai piccolo e di colore pallido. Ab. Esulae B.—Uno di noi (Failla) scoperse una varietà assai notevole di questa specie a Lampedusa giudicata per l’Esulae dal conte Turati. Nel Cat. Staudinger è detto soltanto : ab. picta ? e citato con dubbio l'Italia meridionale per patria. Differisce dal tipo, per la tinta generale assai cupa, per la mancanza delle macchie nere al di sopra dei segmenti ad- duminali, per la fascia mediana più stretta e giallastra nelle prime ali, e pel di sotto delle ali quasi interamente bruno, meno delle fascie me- diane che sono rossastre. Fu trovata in maggio a Lampedusa, e non l'abbiamo mai riscontrata in Sicilia. Livornica Esp.-In està sui fiori di zucche, alquanto rara, Madonie, Paler- mo, Monreale, Siracusa, Pantellaria. Celerio L.—Està. Raccolta da Ghiliani e d’ Alessandro Rizza a Siracusa , da Kalchberg e da noi alle Madonie, da Riggio all'isola d’ Ustica sui fiori di gelsomino o Bella di notte (Mirabilis Jubop.) Il sig. Ragusa ha trovato i bruchi sulla Rumex lunaria, pianta originaria «del Capo di Buona Speranza, che prima di lui nessuno aveva indicata. Rara. * Alecto ?_ Raccolta da Piazza a Catania. Dubitiamo che questa specie pro- pria della Grecia, Asia occid. si trovi in Sicilia. Elpenor L. Da mag. a sett. sui fiori di zucche e si prende facilmente al refiettore anche a notte avanzata. Il bruco da noi trovasi raramente sulla vite. Madonie, Catania, Ficuzza ecc. * Nerii L.—Scoperta dal sig. Withaker nelle vicinanze di Palermo, che ne allevò i bruchi nella sua villa ai Colli, dai quali ottenne in marzo ed aprile soltanto due farfalle, sopra i 6 allevati. Ved. Naturalista Sie. an. no IV, pag. 32. Nelle nostre contrade (Castelbuono) ove si trovano e- e 1908- stesi tenimenti pieni di O/eander, sola pianta che nutre il bruco di que- sta specie, non abbiamo potuto riscontrarla in nessun tempo (1). Gen. Smerinthus O. Tiliae L.—Prim. est. alquanto rara. Staudinger l esciude a torto dalla Si- cilia. Madonie. * Quercus Schiff.—Raccolta da Ghiliani ne’ dintorni di Catania e dal Ragusa nel luglio al bosco della Ficuzza. * Ocellata L.—E stata citata di Sicilia ma non sappiamo quando e dove sia stata raccolta. | Populi L.—Specie assai rara da noi raccolta in maggio. Trovata da Mann a Monreale, dal Ragusa alla Ficuzza, e da uno di noi (Failla) una sol volta a S. Guglielmo alle Madonie. Gen. Pierogon B. * Proserpina Pall. (Oenoterae Schiff.) Raccolta da Zeller a Siracusa , nes- sun altro la cita di Sicilia. Gen. Macroglossa O. Stellatarum L.—Comune quasi in tutto l’anno e in tutta Sicilia: trovasi pure alle isole di Ustica e di Lampedusa. In Palermo quando entra nelle stanze la chiamano volgarmente: Acidduszu di bona nova, cioè uccel- lino di lieto augurio. * Bombyliformis O. ab. Milesitormis Tr.—Varietà più piccola e più chiara che accompagna il tipo, raccolta soltanto dal Mann a S. Martino. Manca nelle collezioni siciliane. * Fuciformis L.—-Giugno. Raccolta soltanto dai signori Mann a S. Martino e Valle corta e Bellier, Questi scrive che il solo individuo 2 veduto dif- ferisce dal tipo ordinario, ed è di grande dimensione (49 m.) col di sotto dell’addome e coi piedi di un nero intenso. Manca nelle collezioni si- ciliane, Sesiidae H.S. Gen. Trochilium Sc. * Apiformis L.--Luglio. Scoperta soltanto da uno di noi (Minà Palumbo) (1) Il signor Pincitore in una relazione pubblicata nel Bull. della Soc. Ent. It. « Escursioni Ent. al bosco della Ficuzza e nei prossimi ex-feudi Maraccia etcesa cita di aver catturato la Porce/lus, che nessun altro entomologo ha avuto la for- tuna di raccogliere in Sicilia. — 136 — che la rinvenne in una piantagione di pioppi del proprio fondo — Ervi bianchi- vicino a Castelbuono. Gen. Sesia F. Tipuliformis Cl. Mag. e giug. Trovata da Bellier, Kalchberg e da noi. Pa- lermo, Monreale, Madonie, Ficuzza. Asiliformis Rott.— Mag. giugno. Raccolta dal sig. Kalchberg e da noi Ma- donie, Palermo. * Myopaeformis Bkh.—Raccolta soltanto da Ghiliani nei dintorni di Catania. Cruentata Mn. Wienn Mts. 1859 pag. 91, t. 1.==Maggio e giugno, scoperta e descritta dal Mann sopra una sola 9. Il g' fu trovato in seguito dal Kalchberg, da uno di noi (failla) e del Ragusa nelle seguenti località e quasi sempre sul rovo fiorito: Palermo, Madonie (a S. Guglielmo e Bar- raca) e Catania. Mann la trovò a Valle corta e recentemente il signor Destefani a S. Ninfa dove scoperse anche le crisalidi entro i rami di melo a poca altezza dal suolo. È a ritenersi che il bruco oltre del melo debba nutrirsi di altri vegetabili, dappoichè in taluni luoghi ove è stata catturata l’ imagine vi mancano i meli e vi abbondano invece i ciliegi, L'unico esemp. trovato a Catania dal Ragusa fu catturato sopra un fiore di giglio nel recinto del giardino del Grande Albergo, dentro le mura della città. Questa specie si avvicina alla Myopaeformis e si distingue soprat- tutto per avere i primi due o tre anelli addominali rossi; il g ha il corpo più sottile, terminato da un ciutffetto al mezzo giallastro col primo seg- mento soltanto tinto di rosso. Staudinger crede con dubbio essere una ab. della 7yphiaeformis. Ichneumoniphormis F.—Giugno. Trovata da Ghiliani, Bellier, Gianelli e da uno di noi (Failla) Bellier parlando di questa specie dice essere picco- lissima e colle ali men rotondate degli individui ordinarii. Il sig. Kalch- berg ne raccolse una varietà scura. Palermo, Favorita, Catania. * Hymenopteriformis Bell. Ann. Soc. Fr. 1860 p. 681 PI. 12,34.—Riprodu- ciamo la diagnosi pubblicata da Bellier. g° Alis anticis fulvo-nigris, ad apicem pallidioribus, bifenestratis; posticis hyalinis; abdominis segmen- tis 2, 4, 6 supra albido cingulatis; fasciculo terminali ad latera subutu- sque albido. Q Allis anticis integris, fusco-nigris, posticis hyalinis, sed late nigro- marginatis; abdomine nigro, segmentis 2, 4, 6 albido supra cingulatis; fasciculo terminali coeruleo-nigro. Habitat mense Junli, Siciliae montes. Bellier trovò questa specie nei monti della Conca d’oro, a Monte Cuc- cio trovò una femmina verso la fine di luglio posata sulle graminacee e fa rilevare che se non avesse trovata la stessa accoppiata non avrebbe — 137 — potuto avvicinare i due sessi alla stessa specie talmente diversi fra loro. Uroceriformis Tr.— Giugno. Trovata da Bellier a Boccadifalco , e da uno di noi (Failla) all’Aquilea nelle Madonie. Assai rara. * ab. g° Mamertina Z.—Più piccola, più pallida e coll’ addome più scuro. Scoperta e descritta da Zeller (Isis 1847, pag. 404) che la trovò a Mes- sina. * Masariformis O. (Laevii Z.)—Citata soltanto da Zeller che la raccolse a Siracusa. * Luccomelana Z. (Therevaeformis Ld.)— Presa soltanto da Zeller e Bel- lier, e riportata con dubbio anche dallo Struve, che indica per luogo la Favorita. Bellier fa notare che questa specie è notevole pel cerchio bianco dell'ultimo anello addominale, e riporta infine di averla trovata in giugno a S. Anna nelle vicinanze di Palermo. Aorifrons Z. — Giugno. Non rara in Sicilia, ed esistente in tutte le colle- zioni. ‘ Osmiaeformis St., (Stelidiformis Z.) Isis 1847 p. 406) Specie siciliana di cui riportiamo la diagnosi data da Staudinger: « Fusca alarum antica- rum puncto basali flavescente fasciis latissimis, area externa admo- dum compressa , abdominis segmenti 4 cingulo postico albido, in me- dio et latera versus producto. Mag. 12-19 m. Si trova in maggio e giugno ma sempre raramente, alle Madonie , Siracusa, M. Pellegrino, ove l hanno raccolta i signori Zeller, Kalch- berg, Gianelli e noi stessi. Doryliformis O.--Mag. e giug. Palermo, Madonie, Siracusa, Favorita. Non rara. Questa specie secondo Bellier differisce da quella di Andalusia ; secondo Staudinger il g° corrisponderebbe all’/cteropus di Zeller (Isis, 1847, p. 405) e la Q allo Schmidtii dallo stesso autore (I. c., p. 408). Chrysidiformis Esp.—Da maggio a luglio. Varia di grandezza e di colore. Palermo, Madonie, non rara. * Chalcidiformis Hb.--E riportata nel catalogo Staudinger. ab. Schmidtiiformis Fir.—Distinta per l’ anello bianco addominale, trovata soltanto da Zeller a Siracusa, e riportata di Sicilia da Staudinger, che rettifica questo nome in Schmidtit. Foeniformis HS.—Specie rarissima e propria della Sicilia. Uno di noi (Fait- la) l’ha trovata alle Madonie soltanto nelle seguenti località e nel mese di giugno : Ruccazzo, Pedogni e Monticelli. Ignoriamo chi sia stato il primo scopritore di questa specie, che servì forse allo Staudinger a dare la seguente quanto imperfetta diagnosi: « Atra an aenea ? alis an- ticis (margine antico excepto) abdominis segmentis 4-6 utrinque 4 po- stice, fasciculo terminali croceis ? vel miniatis, segmento 4 postice al- bicante. Mag. 24 mm. 9 (g' ?) anbon spec.?» Per completare questa de- Il Naturalista Siciliano, Anno VII, 18 — 138 — scrizione che lascia molti dubbii intorno a certi caratteri descriviamo l’unico esempl. che trovasi nella nostra collez. (Failla) e che crediamo un g°. Nera, colle ali anteriori rosse eccetto il margine anteriore. Seg- menti dell'addome dal 4° al 6° appena accennati di rosso superiormente gli ultimi tre interamente rossi di sotto, come pure la parte superiore del ciuffetto di peli dell’ultimo anello (1). > Gen. Paranthrene Hb. Tineiformis Esp.—- D'aprile a giugno frequente in luoghi aridi ed incolti ta D ] la ’ particolarmente sui fiori di Crisantemi e di Imola, dove resta più tempo immobile. Madonie, M. Pellegrino, Siracusa, Girgenti. Thyrididae Gen. Thyris 1ll Diaphana Stgr.—Mag. e giug. Madonie. Si posa sui fiori di rovo , di cle- matide e di Achillea. Specie siciliana che è stata confusa talvolta colla fenestrella che manca da noi, Zygaenidae Gen. Ino Leach. * Pruni Schiff.—Mag. giugno. Scoperta da Zeller e poscia trovata dai si- gnori Mann, Bellier, Kalchberg e Gianelli. Bellier dice che la nostra specie è identica a quella della Dalmazia, intermedia alla CAloros Hb., e la Sepium Boisd. Madonie, Siracusa, Palermo. Globulariae Hhb.?—Est."Madonie, Palermo, Siracusa. Probabilmente manca il vero tipo dovendosi riferire invece alla var. seguente. v. Notata Z.—Fst. Si distingue per le antenne del d' brevemente. pettinate, forse è specie distinta. Scoperta da Zeller ne’ dintorni di Siracusa, tro- vata a Palermo dal bar. Kalchberg e da uno di noi (Failla) alle Ma- donie. Cognata Rbr., v. Subsolana Stgr.—Ci fu determinata recentemente dal dot- tor Standinger, insieme alle altre specie di questo difficiie genere pos- sedute nella nostra collezione (Failla), cui pubblicamente ringraziamo. Ignoriamo quali caratteri distinguono questa varietà. (DI Ghiliani cita una Sesia philanthiformis Godart, che non figura nel cata- logo Staudinger sotto questo nome, ma invece col nome di Lederer, che sarebbe allora sinonimo di Triannaliformis. i — 1399 — Statices L.—Maggio e giugno. Specie assai variabile e molto sparsa in tutta Sicilia : Madonie, Palermo, Catania, Ficuzza, Monte Medio ecc. Abbia- mo di essa la var. seguente : v. Heydenreichii Ld. — Più grande del tipo colle ali ant. cerulee e colle posteriori nerissime. È la forma più dominante da noi. Raccolta da Mann, Kalehberg e da noi. Geryon Hh.—Maggio e giugno. Raccolta dal Gianelli a S. Martino, Il dot- tor Staudinger nel farci l’ invio delle nostre Zno ha scritto sotto un e- semplare: statices che si avvicina a Geryon, potrebbe in questo modo darsi che il Geryon che si cita di Sicilia, altro non sia che una varietà della Statices (1) (Continua). e 12 _ —T De nto NOTE SULLE CRISIDIDI DELLA SICILIA per TEOD. DE-STEFANI (Cont. Vedi Num. prec.). 3. Cellula radiale un poco aperta, vena cubitale e ricorrente pallidissime quasi cancellate, taglia piccola. Corpo adorno di pelurie griggia, pun- teggiato, quasi coriaceo, di colore verdastro o blu verdastro. Dorso del secondo segmento dell’ addome blu-eneo, con una linea rilevata longi- tudinale, meno appariscente sul terzo segmento. Petto, ventre e piedi verdi, tarsi testacei. Antenne brune, scapo verdastro. Terzo segmento un po’ depresso al disco, foveoli profondi, irregolari, confluenti; mar- gine apicale ai lati con due dentini triangolari, spazio intermedio molto variabile, ora undulato leggermente, ora lobato , ora dentato , sicc è i dentini possono essere due, tre o quattro. Ali subjaline. Lung. Mm.4-6 assimilis, Dhlb. (1) Non è a maravigliarsi se regna ancora tanta confusione nella determina- zione delle specie del gen. Ino, che presenta fra specie e specie molte affinità assai difficili a rilevare. Forse devesi a tale ragione che siansi citate pure di Si- cilia le specie e varietà seguenti /no ampelophaga, v. Manii, crassicornis della Statices, di cui noi ci siamo astenuti dal riportare in catalogo, perchè non ri- scontrate nelle nostre determinande dal dott. Staudinger Ciò del resto non si- guifica che siano assolutamente escluse dalla Sicilia, — 140 — Specie rara nell'isola, io ne posseggo due soli esemplari fg, uno dei quali l’ho raccolto a Motta S. Anastasia nel mese di maggio, e l’altro a Noto nel mese di giugno. Patria: Francia, Italia (Sicilia), Egitto. II. Gruppo Zonatae I Torace.ibluso. blu werdastroo SM ci. pnt —Torace dorato o verde dorato almeno in parte = È : : 3. 2. Primo segmento dell’addome blu o verde. Corpo esiguo o mediocre, an- gusto, sublineare, fittamente punteggiato. Antenne oscure, scapo verde un po’ dorato. Primo segnfento dell'addome verde, secondo e terzo do- rati, appena soffusi di verde, margine apicale del terzo segmento un po’ più oscuro, rotondato e un po’ attenuato;jventre verde dorato. Piedi verdi o blu, tarsi ferruginei; ali ialine Lung. Mm. 5-7 basalis, DhIb. Specie poco frequente nell'isola, pur non dimeno dal maggio al luglio si incontra in luoghi diversissimi. Patria : Algeria, Italia (Sicilia). —Primo segmento dell'addome dorato, terzo segmento invece blu . 4. 3. Protorace dorato solamente in parte, corpo piccolissimo. Testa blu con una macchia verde sulla fronte; impressione facciale profonda, roton- data, coriacea; clipeo mediocre, punteggiato, nel mezzo carinato, an- teriormente troncato, di color verdastro; mandibole picee all’estremità, verdi verso la base. Antenne nere con lo scapo verde. Porzione ante- riore del protorace dorata, l'altra mettà posteriore nettamente blu; me- sotorace e scutello dorati; metatorace blu un poco convesso. Ali ialine con le vene testacee, cellula radiale lanceolata, completa, Piedi verdastri, tarsi subtestacei. Addome verde dorato, primo segmento blu adorno ai lati da una macchietta verde dorata; secondo segmento dorato splendente su lati, blu verdastro nel mezzo, la sua base è enea, il margine posteriore blu-verdastro; terzo segmento dorato con la base enea ed il bordo api- cale nettamente blu, questo bordo di forma regolare con gli angoli ro- tondati e la parte mediana un po’ sporgente. Petto blu, ventre nero. Corpo punteggiato, adorno di breve pelurie cenerina; punteggiatura im- pressa, fitta, ben marcata, quella della testa più fine di quella del cor- saletto, quella dello scutellc meno fitta e -più marcata; la punteggiatura del metatorace quasi cancellata. L’addome è finissimamente e fittamente punteggiato , i foveoli antimarginali del terzo segmento sono profondi, rotondati, non confluenti e poco numerosi. g'* Lung. Mm. 3 1/9; Leachei, Shuck. var. — dl — Ho raccolto questa piccolissima e simpatica Chrysis alla Villa Favorita presso Palermo nel mese di maggio, su alcune pietre nei buchi delle quali nidificavano diversi melliferi. Patria : Italia, Svizzera, Francia, Ungheria, Inghilterra, Asia minore. ì —Protorace intieramente dorato o verde dorato , taglia relativamente robu- sta. Testa blu appena soffusa di verdastro intorno agli ocelli (nelle due varietà che noi riportiamo più sotto, la fronte in una è perfettamente do- rata nell'altra verde chiaro). Corpo fortemente punteggiato e coperto di pelurie cenerina. Antenne brune con lo scapo verdastro. Dorso del corsa- letto dorato, metatorace, petto e piedi blu o blu verdastri , tarsi bruni. Ali ialine. Primo e secondo segmento dell'addome dorati sul dorso, terzo segmento e ventre blu. Margine apicale del terzo segmento rotondato undulato. Lung. Mm. 6-3. ; SETDIE SR i viridula, LL. E questa una delle specie comunissime che si riscontra in Sicilia special- mente in maggio, in questo mese non è raro il caso di imbattersi in qual- che ombrellifera i cui fiori sono coperti di un grande numero di Chrysis appartenente esclusivamente a questa specie in miscela con le sue varietà. lo l'ho raccolta presso Palermo in maggio giugno e luglio, l ho anche raccolta a Siracusa e Noto nel mese di giugno. Patria: Europa, Asia minore, Caucaso, Algeria, Inghilterra, Germania. Or questa Chrysis che. è tanto numerosa è anche tanto variabile, dimo- dochè essa ha dato luogo non solo alla creazione di diverse varietà, ma anche di specie distinte che io credo si possono riunire parte nel tipo e parte nelle due seguenti varietà : x C. viridula I.., var. erythromelas, 9 Dhlb.—Simile al tipo dal quale diffe- risce per essere molto più robusta, per la colorazione più intensa e per la macchia dorata, molto caratteristiea, sul vertice. Questa varietà è più tosto rara; si incontra -nella stessa epoca del tipo. Patria : Sicilia, C. viridula, I. var. integra g' 9, Fabr.— I caratteri che distinguono que- sta varietà dal tipo sono ben marcati e specialmente la colorazione as sume una non leggiera modificazione. Difatti il corsaletto non ha più quel color rosso-dorato del tipo, esso è più tosto verde soffuso di oro, anche i segmenti dell'addome sono un po’ verdastri e la taglia del corpo è più robusta di quella del tipo, è più larga nelle 29; i maschi sono simili al tipo meno la colorazione un po’ più verde. — 12 — Questa varietà è frequente nell'isola come il tipo in compagnia del quale si raccoglie nel mese di maggio e giugno. Patria. Africa, Crimea, Spagna, Russia. 4. Margine apicale del terzo segmento dell’ addome quadridentato , questi dentini spesso ottusi ; É 3 ; : : . : 5. —Margine apicale del terzo segmento dell’ addome non dentato , poco ro- tondo, quasi troncato. Corpo robusto, aspramente punteggiato, punteg- giatura del terzo segmento più regolare, più sparsa, più fine di quella degli altri segmenti. Testa e corsaletto blu verdastri; antenne oscure con lo scapo ed i due primi articoli bluastri; clipeo ampio, sparsamente e leggermente punteggiato, anteriormente troncato; mandibole nere, ro- buste. Impressione facciale grande, profonda, canaliculata , finamente punteggiata, e rivestita di pelurie bianchiccia, in alto carinata. Primo e secondo segmento verde-dorati sul dorso, terzo segmento intieramente blu con l’area basale molto incrassata ed elevata sui foveoli, questi sono profondi e ben distinti, area anale declive. Ventre e piedi blu, tarsi ferruginei; ali sordide, vene nere o picee. Lung. Mm. 10-12. cyanura, Dbhlb. Posseggo un solo esemplare g' di questa rarissima specie, che ho rac- colto sopra una ombrellifera lungo il fiume Belice presso Salaparuta in pro- vincia di Trapani nel mese di agosto. Patria: Caucaso, Russia, Italia (Sicilia), Francia. 5. Corpo mediocremente robusto, ventre blu-verdastro macchiato di nero. Testa blu, mandibole verdastre; una macchia verde sulla fronte, cavità facciale marginata; primi articoli delle antenne verdastri, gli altri neri. Torace blu, pronoto verdastro così pure lo scutello. Ali ialine un po’ infoscate, tegole blu ; piedi blu verdastri, tarsi testacei. Addome fitta- mente e finamente punteggiato, i primi due segmevti dorsali rosso-do- rati, il terzo blu; margine apicale di questo .segmento dentato, i suoi dentini più o meno pronunziati, gli intermedii più spesso ottusi. Lung. Mm. 5-8. ; ; è ; i . . cyanopyga, Dhlb. Dal Prof. Costa mi fu regalato un individuo g’, da lui preso a Porto-Em- pedocle (Sicilia) nel 1887, il quale pel colorito si differisce nettamente dal tipo. Il corsaletto e la testa sono verdi, riccamente dorati, specialmente lo scutello è adorno di questo colore, del resto è simile al tipo. La Chry. cyanopyga in Sicilia è specie poco frequente, ma essa si rin- viene anche in epoche in cui quasi tutte le altre specie più non volano, — 143 -. così ho trovato questa Chrysis dal principio di maggio sino agli ultimi giorni di ottobre. Si rinviene in quasi tutta l'isola, tanto nelle località boscose che nelle campagne coltivate ed aride Patria: Algeria, Ungheria, Russia; Maracanda, Francia, Svizzera. —Corpo svelto, gracile, ventre dorato, macchiato di blu-verdastro e di ne- ro. Punteggiatura del corpo meno fitta della specie precedente, quella dell'addome specialmente spaziata così, che tra ì puntini restano degli spazii lisci e lucenti. Dentini del bordo posteriore del terzo segmento più acuti che nella precedente cyanopyga, del resto LE a questa specie. Lung. Mm. 5-8 3 - 3 , ; splendidula, Rossi. Questa specie è molto simile alla cyanopyga, Dhlb. e se ne distingue par- ticolarmente pel corpo più esile, pel colorito del ventre e per la sua pun- teggiatura; a primo aspetto nulla la fa differire dalla cyanopyga con la quale di conseguenza può facilmente confondersi; ma un attento esame la fa su- bito riconoscere alle differenze su notate , allora si è convinti che essa non può riattaccarsi alla cvanopyga dalla quale nemmeno può ritenersi per una varietà. E specie rara in Sicilia, io la posseggo dai Monti delle Caronie, dove la raccoglieva in giugno il mio amico e valente Coleotterologo E. Ragusa, IIl Gruppo Bicolores 1. Margine apicale dell'addome rosso-dorato o verdastro-dorato b. — Questo margine d’altro colore . 2 : ; : A 3 È 2. 2. Corpo piccolissimo, margine apicale rotondato un po’ angoloso ai lati. Testa e corsaletto blu verdastri, addome rosso-dorato. Punteggiatura del corpo fitta e fine. Antenne nere, primi articoli verdi; facce griggio pubescente , verdastra; impressione facciale poco profonda non margi- nata; mandibole picee con la base verdastra. Protorace più stretto che la testa. Torace allungato , regolare, più fortemente punteggiato della testa e dell'addome. Piedi verdastri, ali jaline con la cellula radiale chiusa, tegole blu o d’un verde dorato. Lung. Mm. 4-6. Saussurei, Chevr. Specie molto rara in Sicilia; un g' tipo di questa specie l’ho raccolto alla Ficuzza nel mese di giugno; nei mesi di aprile e maggio invece ne ho cat- turato altre tre cs RE: alla Villa Favorita, questi si differiscono dal tipo per essere appena un po’ più robusti e pel margine apicale del terzo seg- mento dello stesso colore del dorso dell’ addome, cioè dorato e non eneo come è nel tipo, Patria: Ungheria, Germania, Svizzera, Francia, Italia (Sicilia). — 144 — — Corpo robusto o mediocre, margine apicale del terzo segmento dentato O più o meno rotondato . ; 5 è 4 Î : : 3 3. 3. Margine apicale rotondato appena undulato gd. elegans, Lep. (1). — Margine apicale quadridentato, di colore eneo, dentini triangolari, brevi, ottusi. Testa e corsaletto blu o blu-verdastri. Addome sul dorso rosso dorato, ventre blu-verdastro o quasi eneo. Corpo mediocre o robusto , punteggiato, punteggiatura impressa, più fine alla testa che nelle altre parti del corpo. Cavità facciale regolare, coriacea, canaliculata, in alto carinata. Antenne fosche, scapo blu-verdastro. Torace convesso', blu o blu-verdastro, impressione mediana del protorace profonda. Piedi blu o blu-virescenti con i tarsi foschi; ali subjaline con le vene picee, cellula radiale lJanceolata non perfettamente chiusa. Addome elongato , mediocremente convesso, fittamente punteggiato, rosso-dorato od un po soffuso di verdastro. Lung. Mm. 7-10. è È A analis, Spin. Ho raccolto questa Chrysis in diverse località dell’isola ma dovunque non l'ho trovato mai frequente; essa vola specialmente degli ultimi di maggio in poi e si incontra con più frequenza nel mese di giugno. Io la posseggo dei dintorni di Palermo, di Castelbuono , di Menfi e l’ ho raccolta in Noto su i fiori di alcune Euforbie in giugno. Patria : Caucaso, Maracanda, Teheran, Europa. 4. Margine apicale del terzo segmento dell’ addome ornato di dentini o di - - 7 5. — Margine apicale del terzo segmento dell’addome senza denti nè spine, tutto al più lievemente undulato . _ 6 î : ; - 12. spinette più o meno numerosi ed accentuati . 3 5. Questo margine con sei dentini ben sviluppati ed acuti. Corpo robusto, punteggiato, cenerino pubescente. Testa e corsaletto blu-violascente. Impressione facciale poco profonda, quasi quadrata, coriacea, in alto carinata; clipeo verde, largo, anteriormente troncato, un po’ lunulato, col margine anteriore nero. Mandibole picee con la base verdastra. An- tenne nere, scapo violaceo. Corsaletto convesso, fortemente puntegiato. Ali ialine, vene picee, cellula radiale quasi chiusa un po’ infoscata, te- gole blu-verdastre. Addome verde dorato, fortemente punteggiato, pun- teggiatura del primo segmento più forte di quella degli altri; foveoli del terzo segmento irregolari, poco numerosi-e tra di loro discosti, ventre nero, macchiato di blu violaceo verdastro. Piedi blu-verdastri, tarsi fo- schi. Lung. Mm. 8-10 . : È ; ; ; sexdentata, Christ. (1) Per questa specie vedere la descrizione nel IV gruppo Aurate al N. 42, — 145 — La Chrysis serdentata, Christ. è specie ben frequente in qualche località dell’isola. Il sig. Frey-Gessner e Insenschmids la trovarono in Sicilia presso la stazione ferroviaria di Motta S. Anastasia nel mese di giugno in grande numero, nella stessa località ed epoca e con la stessa frequenza l’ho anch'io raccolta, ma non l’ho mai incontrata in altre località. Patria : Corsica, Sicilia, Rodo, Ungheria, Francia, Caucaso. — Margine apicale del terzo segmento dell’addoine con meno di sei dentini e questi dentini non sempre ben sviluppati ed acuti . a : 6. (continua) ——————rm*eo— 3a «_- Sopra alcuni Imenotteri dell’ Isola di Ustica INTO) di G. RIGGIO e T. DE STEFANI-PEREZ Avendo studiato alquanti imenotteri raccolti da uno di noi (Riggio) in Ustica ed avendo trovato alcune forme che ci sembrano degne di speciale menzione, diamo qui appresso l’ elenco delle specie studiate e la descri- zione particolareggiata di quelle forme che a noi sembrano del tutto no- velle. Inoltre abbiamo creduto opportuno di intercalare nell’ elenco quelle altre poche ‘specie dal Riggio raccolte altra volta in questa stessa isola e che oggi non vi rinvenne ; queste specie, che il Riggio ci fece già cono- scere in una sua precedente pubblicazione (1), le abbiamo distinte con un asterisco. Così avremo il vantaggio di avere riunito in unica memoria tutto il materiale imenotterologico finora conosciuto, dell’isola d’Ustica. Sclerogibba, n. gen. Screr. caput depressum. Ocelli nulli. Antennae crassae cum 26 articulis. Os inferior. Thorax oblongus, distincte divisus: prothorax cylindricus an- (1) Riggio—Materiali per una fauna entomologica dell’isola di Ustica — Natur. Sic. an. V, 1885. Naturalista Siciliano, Anno VII, Lo — 146 — tice rotundatus posticeque emarginatus; mesothorar antice attenuatus poslice incrassatus; metathorax supra planus, dilatatus. Femora et ti- biae antice crassissimae. Abdomen sessilis. Ovipositor brevissimus. Sclerogibba crassifemorata n. sp. Tav IS tig. 3 e5Sa,0b, c. Scl. parva , castaneo-nigra, leviter punctulata. Caput depressum, in medio leviter sulcatum. Antennae breves, curvae, cum 20 articulis (scapo crasso) Corpus leviter pilosum, quasi fulvum. Prothorax in parte posteriore et metathorax supra ferruginei; segmentum abdominis ultimum in parte posteriore et ovipositor ferruginei. Pedes fusco-picei, femora in parte posteriore et tibiae in parte anteriore, ac tarsi aliorum pedum ferru- ginei. Q Aptera. Lungh. mm. 4. Habitat Ustica (Falconiera, 13 settembre 1886). L’ insetto del quale abbiamo dato la superiore diagnosi generica e spe- cifica è una 9 completamente sfornita di ali e piccolissima. Ha il capo depresso, largo, arrotondato, con un leggero solco canalicolato nel mezzo e col margine anteriore tagliente; gli occh: sono ovali, laterali, molto discosti fra loro, gli ocella mancanti. Le antenne sono approssimate, brevi, grosse, ricurve, inserite nel margine anteriore del capo e com- poste di 25 articoli oltre lo scapo; questo è breve, robusto, ed armato di una piccola spina nel suo angolo superiore esterno; il primo articolo dopo lo scapo è breve e quasi la mettà del secondo, l’ultimo articolo terminale quasi conico e più lungo di tutti gli altri. La docca è inferiore e con apertura quasi circolare. Torace molto caratteristico, allungato, finissimamente punteggiato alla parte superiore, più stretto della testa e distintamente diviso nei suoi tre segmenti: protorace allungato, coi margini laterali quasi paralleli, col bordo anteriore arrotondato e col posteriore smarginato; alla parte superiore è leggermente convesso e fornito di una incavatura mediana che comincia nel bordo anteriore dietro la testa e termina alla metà circa del protorace; mesotorace piccolo, ristretto anteriormente nel punto in cui si stacca dal protorace dal quale sembra uscire come il tubo di un cannocchiale, posteriormente esso si allarga ed acquista la sua massima larghezza nel punto di attacco col metatorace; metatorace lar- go, appianato superiormente, col bordo anteriore smarginato ed il po- steriore rotondato (tav. I, fig. 3, a). — 147 — Piedi anteriori coi femori fortemente ingrossati quasi come i femori posteriori delle Chalciditae , le tibie pure fortemente ingrossate sono la metà circa dei femori; tarsi piuttosto brevi con 5 articoli col primo più lungo di tutti gli altri, la loro lunghezza unita a quella delle ti- bie è quasi uguale alla lunghezza dei femori (tav. I, fig., 3, e). Femori e tibie intermedie e posteriori grossi, ma piccoli proporzio= natamente agli anteriori, tarsì uguali agli anteriori. Addome fusiforme, non picciolato, composto di sei anelli; ovopositore brevissimo ed uscente direttamente dall’ ultimo segmento addominale. Colore generale dell’ animale bruno-nero colla parte posteriore del protorace, il metatorace, la parte posteriore dell’ ultimo anello addo- minale e l’ovopositore ferruginei. Parti orali ferruginee , mandibole nere. Piedi bruno picei, colla parte basilare dei femori e 1° estremità delle tibie anteriori, le tibie intermedie e posteriori ed i tarsi di tutti i piedi ferruginei. Corpo tutto quanto ricoperto da una folta ma bre- vissima peluria fulviccia. Nulla di positivo possiamo dire per ora sulla biologia di questo piccolo ed interessante animaletto ; tuttavia la struttura tutta originale e caratte- ristica dei femori e delle tibie anteriori ci induce a fare talune supposi- zioni più o meno prossime al vero. A tutta prima potrebbe essere creduto un insetto scavatore; ma siccome i tarsi anteriori non partecipano a que- sto ingrossamento, così senza una prova diretta non possiamo pel momento fermarci in modo assoluto sopra questa supposizione, la quale verrebbe del resto avvalorata dal fatto di essersi trovato l’insetto nella terra. Non e- scludendo quindi in modo assoluto la precedente supposizione, dobbiamo sup- porre altresì che l’animale adoperi i suoi piedi anteriori ad afferrare e tratte- nere la preda, poichè non avendo mandibole molto sviluppate questa po- trebbe sfuggire; e supponibile altresì che l’animale con queste parti possa fare dei piccoli salti all’ indietro onde sfuggire gli assalti dei nemici che vorrebbero assalirlo di fronte. Abbiamo creduto di proporre un novello genere per l’insetto in parola, perchè, quantunque esso appartenga evidentemente alla famiglia dei /’roc- totripidi e sia in qualche modo vicino ai generi Scleroderma e Perisemus, non ci è stato possibile riportarlo nè a questi generi nè a nessun altro dei generi conosciuti di questa famiglia; sopratutto per la speciule e ca- ratteristica conformazione del torace, dei femori e delle tie anteriori som- mamente ingrossati, le quali particolarità rendono quanto mai interessante questa forma. — 148 — Ad onta di ciò non intendiamo che la nostra proposta venga presa in modo assoluto, anzi desideriamo che venga discussa; tanto più che la no- stra descrizione abbiamo dovuto farla sopra un solo individuo Q e scono- sciamo completamente il 0°, la conoscenza del quale potrebbe modificare alquanto il nostro modo di vedere. Per la stessa ragione non abbiamo po- tuto nemmeno dare una descrizione più dettagliata quale avremmo deside- rato, sopratutto per le parti orali, non avendo creduto opportuno di sezio- nare per lo esame microscopico un tipo tanto raro ed interessante da me- ritare la costituzione di un genere novello. Comunque sia, la speciale struttura e conformazione della Sclerogibba crassifemorata ci sembra tale da farla distinguere subito da tutti gli altri insetti della famiglia dei Proctotripidi e quindi valevole a giustificare la nostra proposta. Aspettando quindi il responso degli entomologi più di noi competenti, speriamo nel frattempo di potere presto trovare altri individui e special- mente il d' di questa interessantissima specie, per farne conoscere la bioio- gia e per poterla più esattamente e convenientemente illustrare. Exochus lucidus, n. sp. (Tav. I fig. 5) Ex. niger, glaber, lucidissimus; pedes ferruginei, antennae obscuriores, scapo niger. Femora incrassata. Alae luridae, basi ct tegulue lutei, arcola in- completa. 2 Lung. mm. 5. Habitat in Ustica (contrada Tramontana, 5 ottobre 1886). Quest’ insetto a guardarlo superficialmente rassomiglia all’ £. femoralis, Fourc.).; ma un esame più attento ci fa nettamente distinguere le due specie. Il lucidus ha la faccia completamente nera senza nessuna traccia di altro colore, le antenne sono completamente ferruginee, e non sola- mente alla parte di sotto come nel femoralis. La specie in discorso inol- tre ha l’aculeo brevissimo , sorpassante di ben poco 1’ estremità dell’ ad- dome. Per le suddette differenze non avendo potuto riferire questa specie al Jemoralis proponiamo per essa il nome di /ucidus. Monodontomerus usticensis, n. sp. (Tav dg ne4) Mon. viridis-aencus, abdomen cyaneus-violaceus. Antennae piceue ; pedes Iutei, femora antica necnon basis posticorum niger. Qvipositor luteus — 149 — cum base nigra. Alae hyalinae cum macula oblonga, obscura, in disco. 9 Lungh. mm. 4, 6. Habitat in Ustica (Montagna grande, 27 sett. 1886). Quest’insetto è certamente vicinissimo al Monodontomerus obsoletus, F. col quale si potrebbe facilmente confondere; ma l’usticensis è di un terzo più piccolo, l’addome di questo è violaceo uniforme, mentre nell’obsoletus è più verde, la punteggiatura del torace nella nostra specie è meno fine che in quello ed il color luteo delle tibie e tarsi anteriori non è inter- rotto da nessuna macchietta oscura. Queste differenze ci hanno deciso a distinguere il nostro insetto con un nome nuovo ed a considerarlo come una forma differente dall’ obsoletus. Elenco degli Imenotteri Crabro hypsae, De Stef. 1. * Xylocopa violacea, Fabr. 24. 2. Anthophora quadrifasciata, V. M. 25. Oxybelus 14-notatus, Oliv. 3. » albigena, Lep. 26. Trypoxylon clavicerum, Lep. . Halictus albipes v. ivterruptus, Pz. 27. Cemonus unicolor, Jur. » gemmeus, Dours. 28. Pelopoeus spirifex Fabr. dI A politus, Schk. 29 * Sphex flavipennis, Fabr. ” piliventris, Perez. 30. Astata boops, Spin. AM scabiosae, Rossi. 81. Priocnemis perplexus, Costa. SUN Nylanderi, Moraw. 32. Pogonius hireanus, Fabr. 10. Prosopis clypearis, Schk. 338 * 'Mutilla rabrocimeta; Lac: . Camponotus svlvatieus, OI. 54. Stilbum amethystinum, F. 12235 » Sichelii, Mayr. 35. * Ellampus auratus, Linn. 15. Plagiolepis pygmaea, Latr. 36. Sclerogibba crassifemorata, n. g. 14. * Aphenogaster barbara, L. Dl: (Spi a » structor, Latr. 37. * Eurytoma atra, Nees. 16 Tetramorium caespitum, L. 58. Pteromalus maculicornis, Rad. 17. Pheidole pallidula, Nvyl. 39. Monodoniomerus usticensis, n. sp. IS. Crematogaster sordidula, Nyl. . Elatus Thenac, Wall. 19. Solenopsis fugax, Latr. 41. Encyrtus sp.? (1) 20. * Vespa orientalis, Linn. 42. Encyrtus ? sp.? (2) 21. Eumenes pomiformis, F. 43. Chalcis minuta, L. 22. Odynerus parietam, Lin. 44. Ephialtes sp.? o ig > parvulus, Lep. 45. Agathis umbellatarum, Nees. (1) Dubitiamo si tratta d’ una nuova specie , ma l’unico individuo che posse- diamo non è così completo da assicurarci nella sua determinazione. (2) Ci pare essere in presenza d’una nuova forma, ma pel momento non pos- siamo affermarlo, diremo di quest insetto un’altra volta. — 150 — 46. Microgaster glomeratus, L. 55. Pimpla roborator, Fabr. 47 Microgaster obscurus, Nees. 56. Lissonota sp.? 48. Chelonus luteipes, Nees. 57. Cremastus binotatus, Grav. 49. Rogas reticulator, Noes. 58. Limbneria albida, Linn. 50. » cirecumscriptus, Nees. DI: » erytropyga, Hgr. 5I. Bracon urinator, Fabr. 60. Cryptus sp.? DA » denigrator, Ns. 61. Exochus lucidus, n. sp. 03. » inscriptor, Ns. 62. Foenus jaculator, Fabr. 54. Bracon leucogaster. Ns. Laboratorio del R. Museo Zoologico di Palermo, Febbraio 1888. > ecc EUMENIDAE Genus Catilostenus, Meunier. Téète grand, yeux gros et saillants, ocelles sur le vertex en triangle rec- tangle. Antennes logées dans des cavités assez profonde, et composòs de treize articles avec le scape long et atteignant è peu prés le bord externe des yeux. Leur premier article, s° enfonce à peu près dans une gouttitre commencant depuis leur base; et se prolonge en faisant une forte échanerure dans les yeux. Vertex uni au clypeus, au mo- yen d’ une ligne droite. Ce dernier, homogène dans sa partie posté- rieure, mais en avant il forme une sorte de cuillière assez distincte. Mapndibules ayant au moins deux fois la longueur de la tète, en for- me de bec; elles produivent par leur réunion un triangle isocéle. A leur partie interne, elles sont creusées d’une geuttière qui s’efface à ’ex- tremite. Prothorax en dessus rond. Mésothorax plus allongé et muni de chaque còte d’ une aspérité triangulaire dont les bords sont en bourrelets ur peu relevés. Scutellum du mésothorax, muni à ses deux extrémités d’une aspéritée conique, pointue Métathorax à peu près plan, ses cò- tés externes armés d’une épine très saillante. L’abdomen a le premier segment rond, recourbé au dessus et aminci en pédicule à la base. En dessous, il est muni à son centre d’un creux formante un triangle rectangle allongé. Deuxième segment très grand, recouvrant en partie celui du dessous. Les autres s’ emboitent dans ce dernier. Ailes plojées longitudinalement au repos. Radiale, n’etteignant pas le bord externe des ailes triangulaire, en se recour- — 151 — bant elle atteint è peu près la marge de l’' aile Trois cellules cubi- tales, la premiére deux fois aussi longue que les deux suivantes réu- nies, à peu près quadrangulaire, et n’ atteignant pas le bord externe de l’aile. La deuxième égale è la troisieme, ou un peu plus grande; la troisième rectangulaire. Catilostenus nigro-violacea, Meun. Q Téte noire ct grand, clypeus et mandibules rouges foncés Ces derniè- res et le vertex avec la ponctuation irrégulière, et dispersée ca et là. Antennes avec le premier et le deuxième article rouge, le quatriéme au moins trois fois aussi long que le troisième. Prothorax avec la ponctuation forte et régulière. La partie qui re- couvre les epidèmes des ailes, à le milieu brillant; et couvert d’une très fine ponctuation et très serrée. Mésothorax analogue an protho- rax, mais la ponctuation est un peu rugueuse. Métathorax à peu près plan, recouvert d’ une serie de petites lignes longitudinales, et muni à ses còtes d'une aspéritéè assez pointue et parsemeé de petit poils. L’abdomen a le premier segment pédiculé à la base, le deuxiéme immence, et le troisieme médiocre. Ces trois segments noirs; le qua- triéme, le cinquième et le sixième segmenta rouges. Ailes très enfumées, grandes, violettes; la première cellule cubi- tale regoits la première nervure récurrente à sa partie antérieure, la deuxième recoit la seconde recurrente à une petite distance de son centre ou un peu plus loin; une autre nervure petite, courbe, se dirigé vers la base de l’aile supérieure. Pattes brunàtres, posterieures plus longues que le corps. Tarses des cinq articles, le premier très grand, le deuxième égal au cinquième, le troisième et le -quatrièòme article à peu près égaux. Ils sont garnis à la partie interne de petits poils roux. Male inconnu. Afrique, Banana. Envoi de Monsieur le Capitaine Vandevelde. FERNAND MEUNIER. — 152 — MEGACHILLIDAE Genus Stellenigris, Meun. Téte forte et è peu près carrée, les yeux très proéminents. Mandibules fortes bidentées, avec une punctuation ruguese et accentuée ; leur bord externe garni de petits poils noirs. Le clypeus avec la ponctua- tion moins forte que celle des mandibules, une ligne sinuese assez distincte se montre au milieu de celui-ci, et, elle continue jusqu’ au dessus des antennes. Ces dernières fortes, et à peu près d° égale é- paisseur; cependant leur deuxiéme et troisème article très courts. Ai- les assez enfumées, grisàues avec la marge plus sombre. La pre- mière cellule cubitale est égale à la seconde, ou elle est parfois plus grande. La radiale allongée, ronde à son extremité, et munie à son centre d’une légère aspérité. Pattes postérieures fortement ponctuèes et garnies avec des poils noirs. Stellenigris Vandeveldii, Meun. Afrique Centrale. Envoi de Mr. le Capitaine Vandevelde. Male inconnu. 9 Téte fortement ponctuée. Les yeux très proéminents, les stemmates sur le vertex en triangle rectangle, il est garni de poils grisàtres. Le scape de l’antenne noire, le reste gris. Le thorax avec une pubes- cence grise ou rousse; toute sa surface est se couverte d’une ponctua- tion fine et très serrée. Premier segment abdominal noir, ayant la forme d’un are. Tous les segments suivants, garnis avec de la pubescence rousse, assez claire. A. la partie inferieure de l’abdomen la poilure est beau- coup plus grande, et le roux est plus ardent et plus soyeux. Ailes enfumeés, avec le bord à la marge plus sombre, les nervures d’ un ferrugineux foncée. Les pattes avec une ponctuation fine et reguliére, les poils des posterieures sont plus denses. FerNanD MEUNIER. EnrIco Ragusa, Dirett. resp. AnNo VII! NATURALISTA SICILIANO ai | | 3 Di C.Giarrizzo, dis e inc. î i ILGHuber. Fg 102 Sugllodeo Bruner, Kg. - 3Slnogilta manifemorata, Nol, - 4 Monodontonicmo moticensio, Îob. . 5 Bxochuw Aucidus», Mok, UTO (fe à - intiar ei "SE Ù) Feto MEN È TUR } bat MYA fr a PL V| Pei o ipei Dese IVAVIUAETRITINNNAANVATANAUNHATATAVAFAAVATATATAUATAIVAANTOINAAHATARATAVAAI TO IOANANAOTATATA KANT DAATAIAiATAtAEnt ze Hi ANNO VII 1° APRILE 1888 ZA IL NATURALISTA SICILIANO -t-Qèp__ss i bo] 9, |g60 si SI PUBBLICA OGNI PRIMO DI MESE fs ABBONAMENTO ANNUALE Me n RR en PARA PARSITCOMPRESTNELL'UNIONE POSTALE: "i «nana ne La rg ir DI bed MIE IO RI a RE re DD ENORME RO SEPARATO; "CONUFAVOLE5: Ra a a IE L29 » SENZA TAVOLBi ss Ria o 4 SL . GLI ABBONAMENTI COMINCERANNO DAL 1° DI OTTOBRE DI OGNI ANNO Indirizzare tutto ciò che riguarda l Amministrazione e Redazione al sig. ENRICO RAGUSA, in Palermo, Via Stabile N. 89. caMOTIMMIICHAHIVVIKUTA TANI MOIKIVKOKIVAOHRHTMURVAUAKKIKKOKHVATANHTAKoKKoKKKTANIHHOKKHASaKtHIKKHitooKttouatitiattot CLLI di E PZ Miti. sa AUIHORTRHTVVVEHKODULUNNTISKEKERDOSUATIRUOVHIKHATNAVKAKKVRNTANATIOKKOULKVAFKKKKRKOKKAKKHKKTAKKKKKKKKAKKKKGKKKELTEKtKALKKKERAKKKKtk-1i SOMMARIO DEL NUM. 7. Minà-Palumbo e L. Failla-Tedaldi.—Materiali per la fauna lepidotterolo- gica della Sicilia (cont.). = T. De Stefani—Note sulle Crisididi di Sicilia (cont.). A. Palumbo—A/cune note biologiche sull’Eumenes pomiformis, Fab. F. Pajno—Su/ rinvenimento della Saga serrata, Fabr. in Sicilia. L. Facciola---Annunzio ittiologico. M. Cermenati—Gti scritti malacologici di G. B. Adami. F. Meunier— Tableau dichotomique des Espèces variétés Belges du genre Bombus, Latreille. ss Tableau dichotomique des Espèces, variétées Belges du genre Psithyrus, Lepelletier de St. Fargeau. — SY (BRL: A da _— PALERMO Stabilimento Tipografico Virzì ‘1888 LTETEHLERHA HTLHAININGUKKKNVATERKNBKKNVENKKKTAKKKEVKKKKKKNKKKRKKKKKKKERKKKKKKKKKKEKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKRKRKKKKKKRKRARENK(KKgEgKnTUKGKKgKRKRKRTOREK{KK,IRRRra84aLREREKKKRKKKRT(KKKK KIRK RKKKKRE,KRKSHREEKSKKKOKRIVE(KKKKKKLKRKRERKRKKKBKDREKKLKETKKRKRERE Sto LAVKKKRROLKERERAAKELKLStetti zIGIIITTTTTTAVATKIMINTIVKKUIKITRLKASAIKKHNKKVAKKKTKKKVKKKTKSiVIKKEKKKKKKKKTAVKVITELIAKA TTHTAVKVITRKAKVKTRKKKKKKDKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKKONKAKKKKKKKREGCKKCiKKArKKKKKtK CIGCECTCKAO su al ANNO VII. 1° ERI AESS Naz: _—__—rrr<*ke£° INI SIIANSSNINMSISSNNITTSTTTYO"<<_<< °_°” - NI IA IL NATURAL ISTA È SICILIANO INSINNA vu PISA PISSDSSSSNSISSSSSSISTA SISI Dr. Franc. Minà-Palumbo e Luigi Failla-Tedaldi MATERIALI PER LA FAUNA LEPIDOTTEROLOGICA DELLA SICILIA (Cont, Ved. Num. 6). G. Zygaena F. Erythrus Hh.—Masg. e giug. nelle alture in luglio. Madonie, Favorita, S. Mar- tino, Siracusa, Catania, Taormina. * Pilosellae Esp.--Est. Trovata dal Kalchberg. * ab. Polygalae Esp.—Colle macchie confiuenti. Curò dice non essere in- frequente in Sicilia, ma non sappiamo in quali luoghi. Scabiosae Scheven. — Giugno e luglio. Trovata primieramente dai signori Lefebvre, Ghiliani e Zuccarello a Catania, indi alle Caronie e nella pro- vincia di Messina dal Ragusa, e precisamente nel bosco di Ammeda presso Mistretta. Questi cita alcune belle varietà di questa specie, di cui trascriviamo integralmente le descrizioni: « Una sola ha cinque mac- chie rosse sulle prime ali, ed è un g’, trovato accoppiato con l’ ultima che descriverò. Sei hanno vicino a quella apicale, un’ altra macchietta che vi si unisce. Un'altra ha alle due macchie apicali anche unita quella mediana. Un’altra ha le due macchie apicali riunite alla macchietta co- stale. L’ultima, che è la più bella, è una © con tutte le macchie riunite fra loro in modo da fare sembrare la farfalletta tutta rossa, meno un punto costale, l'angolo apicale, una piccolissima parte del bordo esterno ed interno ; ha il terzo anello addominale rosso, colle seconde ali ap- pena bordati di nero azzurro, mentre in tutti gli altri 10 esemplari que- sti hanno l'angolo esterno lungamente tinto di nero azzurro e molto di più ancora il bordo addominale.» Ved, Note lepidotterologiche di E. Ra- gusa, Natur. Sic., anno VI, pag. 257. Romeo Dup.—Fine maggio e primi di luglio. Specie proprio alla Sicilia; se- condo Millière il tipo incontrasi anche in Piemonte. Si posa sui fiori di rovo. Nelle Madonie l'abbiamo incontrata nelle località seguenti: S. Gu- glielmo, Barraca, Liccia e Vicaretto. Il Naturalista Siciliano Auno VII 20 — 154 — Contaminei ? B.—Questa specie citata da Mann e Zeller (Wien Mts 1859, pag. 92, Isis 1847, pag. 294) deve probabilmente ascriversi alla seguente ch'è comune in tutta Sicilia. La figura che abbiamo sott’ occhi di que- sta specie nella Fauna del Berce non lascia alcun dubbio ch’'essa possa confondersi col Purcetum o sua varietà per la forma assai ristretta delle macchie basali e per la mancanza del punto rosso costale soprapposto che si trova costantemente nella var. Contaminoides. Punctum O.— Fstà.. Generalmente è sostituita dalla varietà seguente , ciò “non pertanto alcune forme si possono rapportare al tipo per la mag- giore grandezza delle macchie rosse. v. Contamineoides Stgr.—Est. Si distingue pel torace oscuro e la macchia costale piccola. E la forma dominante in Sicilia, e citata dagli autori sotto questo nome, senza far passare inosservato che Ghiliani e Bel- lier la riportano al tipo. Questi nel suo elenco dice di aver trovato il bozzolo sui rami d’aspodelo , allungato, assai rugoso e di un bianco brillante. Anche noi abbiamo trovato il bozzolo dell’Erythrus cogli stessi caratteri. Catania, Palermo, Madonie, Siracusa. Achilleae Esp.?2—Il sig. Pincitore la cita come raccolta al bosco della Fi- cuzza, probabilmente intese parlare della F7Upendulae. Corsica B?—Lo Zuccarello pretende di aver trovata una varietà di questa specie nelle campagne di Catania, in maggio, caratterizzata da 4 mac- chie rosse sulle ali sup. invece di 5 come nel tipo. Sarebbe mai qual- che varietà della Trifolit 0 di altra specie? Disgraziatamente la legge- rezza colla quale questo autore tratta di entomologia, ci fa dubitare del- l’esistenza di queste specie fra noi. * Charon Hb?+Il de Laharpe afferma di aver raccolto 12 esemplari di que- sta specie fra maschi e femine e ci fornisce queste indicazioni. « In tutti la macchia anteriore mediana è più piccola délla posteriore, e di- staccata; in qualcuno vi manca. Il fondo è di colore bleu nerastro, tal- volta verdastro e colla frangia nerastra, quella delle inferiori nerastra, assai larga e forma un angolo nel mezzo del margine posteriore. I piedi di sotto sono dorati.» E specie proprio delle alte valli alpine, e ci sor- prende che essa sia citata di Sicilia, e particolarmente di Catania per come la notano il Ghiliani e lo Zuccarello. Trifolii Esp.— Mag. e giug. Il tipo è rarissimo e come di comparsa acci- dentale, invece è sostituito dal var. seguente. v. Syracusia Z.-—- Si distingue per le macchie piccole , staccate cioè non confluenti nelle ali anteriori, e largo margine nero nelle posteriori. Que- sta forma è talmente costante che il Bellier anzichè a varietà, la vor- rebbe innalzata a specie, Scoperta da Zeller a Siracusa e poscia ritro- vata da molti entomologi (Ved. Isis 1847, pag. 301). Madonie, Catania. Filipendulae L.—Maggio sino a luglio. Montecuccio, Mondello. — 155 — v. Ochsenheimeri Z. — Forma più grande e più rossa, trovata da Bellier, Mann, Zeller, Kalchberg e da noi, oltre che nelle località sopra nomi- nate, a Taormina, Favorita, Siracusa. Bellier fa osservare come in que- sta varietà le macchie sono disposte come nella P/ilipendulae , quella più vicina alla costa è costantemente più piccola. Le ali sup. sono di un bleu molto brillante e le inf. di un bleu rosso. Osserva ancora che la larva non differisce dalla PAilipendulae tipo che vive in maggio so- pra i lotus. Possediamo un esempl. colle macchie confluenti, probabil- mente si avvicina alla varietà designata sotto il nome di Ramburc Ld. Oxytropis B.—Aprile e maggio. Trovata da Bellier, Kalchberg, Ragusa e da noi a S. Martino, Valle corta e Piana dei Greci. Carniolica Sc.— Maggio. Possediamo nella nostra coll. (Failla) 4 esempl. ‘di questa specie ricevuti da Messina, mal conservati, che differiscono tuttavia fra loro nella grandezza delle macchie. Si osservano pure nella . coll. di Ragusa provenienti dagli stessi luoghi. Questa specie non è ci- tata d’alcuno. Syntomidae HS. G. Syntomis Ill. Phegea L. — Da mag. a luglio. I bruchi da febbraro ad aprile osservati a grandi altezze (2009 m.) anche in mezzo alle nevi che sembrano sfidare senza ricevere aleun danno. Comunissima in tutta Sicilia. La ‘nostra forma è stata giudicata bellissima dagli entomologi che l hanno avuta comunicata, per la sua straordinaria grandezza, per la vivacità di co- lorito, e per ie macchie bianche molto sviluppate. Nella nostra collez. (Failla) trovansi due esemplari in cui le macchie bianche delle ali su- periori, massime quelle che limitano la costa, suno piccolissime e quasi invisibili; in un esemplare la macchia bianca mediana costale è del tutt) scomparsa. Furono trovati alle Madonie in luglio. * ab. Phegeus Esp. — Se mal non ci opponiamo questa ab., fu trovata dal Kalehberg alle Madonie in compagnia di uno di noi (Failla). Si distin- gue per quattro macchie bianche nelle ali anteriori ed una nelle poste- riori. ab. Iphimedia Esp.— Colle ali interamente senza macchie. Rarissima e nuova per la Sicilia; trovata da uno di noi (Failla) in maggio al Miliuni, luo- go poco distante da Castelbuono. ab. — Il signor Ragusa ha descritto e figurato una bellissima aberrazione di questa specie catturata nel luglio alle Madonie e proprio in un luogo denominato Favare. L’ala sinistra inferiore offre quattro macchiette bian- che, e due invece nella destra, eh’ è più piccola e di forma più acuta; le inferiori sono normali eccetto che nella forma delle macchie ridotte — 156 — a piccolissimi punti, così che la sinistra ci ricorda la v. phegeus Esp. e la destra la v. Cloelia Esp., Ved. Nat. Sie., anno 1, p. 279. G. Naclia B. * Ancilla L.—Raccolta da Zeller soltanto. Manca nelle collezioni siciliane. Punctata }F.—Due generazioni, in maggio la prima, poi in sett. ed ott. Co- mune. Madonie, Ficuzza, Taormina, Siracusa. v. Famula Frr.—Macchie obsolete nelle ali ant., pallide le posteriori. Non rara particolarmente nella 22 gen. Bellier afferma che questa forma di Sicilia è più colorata di quella di Dalmazia. Hyalina Frr.? — Nella nostra coll. (Fail'a) osservasi molti esempl. che si avvicinano a questa forma (ali ant. con 4 (3-2) macchie bianche e le posteriori subjaline) catturati alle Madonie. (continna). NOTE SULLE CRISIDIDI DELLA SICILIA per TEOD. DE-NTEFANI (Cont. Vedi Num. prec.). 6. Corpo piccolissimo, margine apicale rotondato con gli angoli laterali ben marcati, quasi da formare due dentini triangolari ai lati esterni del seg- mento. Lung, Mm. 4-6. : x : L ; Saussurei, Chevr. (1) — Corpo medio o robusto, dentini dell’ apice addominale di varia. confor- mazione . ; ? i A ; . . : . . . LA 7. Apice dell'addome quadridentato : 3 A : ; : : 8. — Apice dell'addome bidentato. Angoli laterali rotondati. Corpo relativamente robusto. Testa fittamente punteggiata reticolata; cavità facciale nel mezzo profonda, blu, in alto lievemente carinata, questa carena verdastra. An- tenne fosche con lo scapo blu-verdastro. Torace blu verdastro, dorso regolarmente punteggiato quasi reticolato. Ali fosche, tegole blu o blu- verdastre. Piedi blu-verdastri, tarsi foschi. Addome fittamente punteg- giato, convesso, dorato, secondo. e terzo segmento con una carena poco (1) Per questa specie vedere la descrizione al N. 2 di questo stesso gruppo Bicolores. marcata nel mezzo ; terzo segmento leggerissimamente appianato nel centro ai lati della carena ; margine apicale piecolo con i due dentini brevissimi, l’emarginatura centrale piccola trasversa, arcuata, le mar- givature laterali grandi, oblique, leggermente arcuate, i lati esterni ro- tondati. Ventre nero, macchiato di verde-dorato. Lung. Mm. 5 12-7. aestiva, Dhlb. Specie poco frequente nell'isola, io l'ho raccolta nel mese di maggio alla Villa Favorita e l’ ho ottenuta come parassita dai nidi di Chalicodoma mu- raria nel mese di giugno. Il sig. Iscuschmid nel 1877 ne raccolse un solo individuo presso Catania, alla stazione ferroviaria di Motta S. Anastasia nel mese di giugno. Patria: Rodo, Francia, Italia (Sicilia), 8. Secondo articolo del flagello più lungo di tutti gli altri. 1 ; 9. — Secondo articolo del flagello nei go più corto degli altri articoli. La fe- mina rassomiglia molto all’ igrita dalla quale si distingue per avere il corpo meno parallelo, la punteggiatura dell'addome più fine e più ser- rata sul primo segmento, più serrata sul secondo, più grossa sul terzo; sì distingue ancora per i denti apicali del terzo segmento che nella ce- rastes sono sempre piccoli ed ottusi, per il ventre dorato ed altri ca- ratteri. Questa Chrysis tanto viciva all’igrita sì pel colorito che per la facies ne è però distintissima, il carattere delle antenne nel g' è di molto valore; gli altri caratteri datici per la femmina distinguono nettamente le due specie. Lung. Mm. 6-9. . i ; cerastes, Ab. Ne posseggo solamente due individui gg uno catturato nel mese di mag- gio presso Palermo, l’altro catturato in S. Ninfa nel mese di gingno; il si- gnor Frev-Gesner trovava questa specie in quel di Catania, Patria : Francia, Italia (Sicilia). 9. Corpo robusto, allargato; primo segmento dell'addome virescente, ultimo segmento rotondato, dentini apicali brevi posti nel centro del margine. Testa e corsaletto blu o blu con qualche poco di verde. Ali fosche con l’apice quasi ialino. Piedi blu verdastri, tarsi luteiscenti. Addome do- rato verdastro, dentini apicali acuti, piccoli, poco prominenti, i due e- sterni più piccoli dei due interni, ventre verdastro. Lung. Mm, 8-12. comparata, le. Specie molto comune in Sicilia che si riscontra nelle località alpine du- rante la primavera e autunno. Patria: Francia, Italia, Austria, Ungheria, Rodo, Caucaso. Russia, Kassala. — Corpo mediocre o piccolo, dentini apicali acuti molto sporgenti e fra di loro divergenti : ; : ; . ; È i, i 10. — 158 — 10. Piedi dorati. Corpo relativamente robusto, sublineare , cinerino-pube- scente. Testa larga, quasi quadrata, fortemente punteggiata, coriacea, impressione facciale larga, quadrata, quasi piana, nel mezzo canalicu- lata, superiormente marginata. Torace fortemente punteggiato, blu-vire- scente; protorace distintamente più stretto della testa. Ali ialine, verso il mezzo sordide, venette picei, tegole verde-dorate. Addome robusto, subrettangolare, mediocremente convesso rosso-dorato o verde-dorato, fittamente punteggiato, coriaceo ; primo segmento più fortemente pun- teggiato del secondo e del terzo; questi carinati, segmento terzo de- presso nel mezzo; foveoli numerosi, interrotti nel mezzo; dentini ro- busti triangolari, retti. Ventre dorato, 0 rosso dorato macchiato di ne- ro. Lung. Mm. 7-10. : ; i £ Ruddii, Shuck. Chrysis molto rara in Sicilia, io non l'ho per anco riscontrata; il signor Iscuschmid invece nel 1877 la raccolsi nell’ isola presso Motta S. Anasta- sia, Agnone e Valsavoia nel mese di giugno. Patria: Belgio, Francia, Svezia, Svizzera, Italia (Sicilia). — Piedi blu o Dblu-verdastri . : : ; i : A u S 11. 11. Carena del terzo segmento molto pronunziata, disco di questo segmento ai lati della carena molto depresso. Corpo robusto, cinereo-pubescente. Capo e torace blu. Capo rotondato. cavità facciale mediocre, planiuseula, sottilmente strigosa-coriacea, superiormente marginata. Antenne nigri- canti, scapo verde bluastro. Mandibole picei macchiate di blu virescente. Torace robusto, convesso. Ali ferruginei, vene picee, tegole blu. Addo- ine regolarmente convesso, rosso dorato; segmento primo un po’ vire- scente, base fortemente punteggiata, l'apice più lievemente; secondo e terzo segmento fortemente punteggiato, margine basale del secondo seg- mento eneo; margine apicale del terzo segmento arcuato, ottuso, adcrno di quattro dentini di forma triangolare, ben pronunziati ed acuti. Piedi blu verdastri, tarsi foschi. Ventre blu verdastro, Lung. Mm. 7-9. inequalis, Dhlhb. Specie molto vicina alla C. ignita, dalla quale si distingne specialmente per la punteggiatura del dorso dell'addome molto più aspra, e per la strut- tura del dorso del terzo segmento. Questa Chrysis è anche rara in Sicilia, io non l'ho trovata ancora, il si- gnor Ischuschmid però ne raccolsi quattro esemplari nel mese di giugno a Motta S. Anastasia ed a Siracusa. Patria: Francia, Italia, Turchia, Svizzera, Ungheria. — Carena e depressione del disco del terzo segmento dell'addome leggieri, meno marcati che nella specie precedente. Corpo medio o robusto, ven- — 159 — tre verde, nero o blu. Margine apicale del terzo segmento dell'addome con i quattro dentini allungati, spiniformi, retti, oppure brevi. Testa e corsaletto blu virescenti; i piedi di questo stesso colore , i tarsi neri. Addome rosso-dorato o rosso-verdastro. Punteggiatura del corpo varia- bile, ma sempre più fine della specie precedente dalla quale, la specie che descriviamo, si distingue anche per maggior sveltezza. Colorito gene- rale del corpo come la specie precedente. E specie molto variabile, ma si distingue sempre facilmente dalle sue affini. Lung. Mm. 7-12 . è 3 : A ignita; Linn. Comunissima in Sicilia ed in molti altri paesi d’ Europa ; essa nell’ isola si incontra dai primi giorni di febbraio sin negli ultimi giorni di novembre. Patria: Europa, Maracanda, Madera, Algeria. 12. Corpo molto robusto, impressione facciale poco profonda non margi- : . e ; 13. — Corpo di taglia mediocre o piccolo, impressione facciale ora limitata ora libera * È o : : ; : a 3 n: ; i; 14. nata in alto . ; È ” , : 13. Scutello mueronato. Corpo di taglia molto grande, punteggiato , rive- stito di pelurie nera e cenerina. Testa e corsaletto blu più o meno con tinte verdastre. Punteggiatura del corpo fitta e fine, più aspra al cor- saletto. Antenne nere, scapo ed i primi due articoli del flagello bluastri. Impressione facciale planiuscula, punteggiata, Clipeo allungato , mar- gine anteriore nero; mandibole picee con la base blu o blu verdastra. Metatorace mucronato. Ali subialine un po’ ferruginee, vene picee, cel- lula radiale lanceolata, aperta; tegole blu o blu verdastri un po’ dorate. Piedi blu-verdastri, tarsi oscuri. Addome fittamente e regolarmente pun- teggiato, puuteggiatura del primo segmento un po’ più grande di quella degli altri, dorso e ventre rosso-dorati verdastri, ventre splendidissimo, margine apicale del terzo segmento rotondato ora più ora meno assot- tigliato, integerrimo; foveoli ben marcati, rotondi. Dorso del secondo e terzo segmento carinato. Lung. Mm. 12-14. ? refulgens, Spin. Questa Chrysis, se ne toglie la simple, Klug., è la specie più robusta che sin oggi si riconosce d'Europa, essa non può confondersi con nessuna altra, nemmeno con'la affinissima C. simpler dalla quale si separa netta- mente sì pel metatorace mucronato, sì per altri caratteri. Ho trovato que- sta specie in Sicilia più tosto rara, difatti non ne posseggo che due soli e- semplari, un g* catturato presso Gibellina nel mese di maggio , ed una 9 catturata in Noto nel mese di giugno. Il sig. Frey-Gessner ne ha trovato due esemplari nelle cacce fatte in Sicilie da Iscuschimid che li catturava in maggio. Patria : Europa, Asia minore, Caucaso, Italia, (Sicilia). — 160 — — Scutello non mucronato. Taglia della specie precedente alla quale è vi- cinissima; se ne distingue benissimo però per la mancanza di mucrone al metatoraoe, per ì fovcoli quasi cancellati, per la punteggiatura del- l'addome più fitta che nella reful/gens, a causa di ciò la testa non si presenta attenuata ma invece quadrata, Lung. Mm. 11-14. simplex Dbhlb. Specie rarissima dovunque, io non ne posseggo che una sola 9 ottenuta Ì Ue, 55 in maggio dai nidi di Chalicodoma muraria. Patria: Grecia, Francia, Ungheria, Italia (Sicilia). 14. Metatorace mucronato, conico. Antenne fosche, spesso verso il centro testacce, scapo blu-verdastro. Testa e corsaletto blu-verdastri soffusi di oro. Ali subialine, vene picee, tegole blu o verdastre dorate. Addome rosso dorato, fittamente e minutamente punteggiato, base del secondo segmento enea, dorso lievemente carinato ; terzo segmento convesso, nel disco un poco immerso, foveoli distinti, confluenti, margine apicale rotondato. Ventre verde, Piedi verdi, tarsi foschi. Lung. Mm. 8-10. varicornis, Spin. E qnesta Chrysis poco frequente in Sicilia. ho raccolta in Girgenti nel mese di maggio , l ho avuta da Catania in giugno ed il Prof. A. Costa me ne ha regalato due esemplari 3° 9 da lui raccolti in maggio a Piazza Ar- merina. Patria : Egitto, Abissinia, Spagna, Sarafschan, Sicilia, Caucaso, Rodo, Grecia, Cipro, Francia, Russia. È TI — Metatorace non mucronato, anzi pianeggiante o tutto al più un po’ con- ta | î ; ; È ; : a ‘ 15. vessa . . . 15. Bordo apicale del terzo segmento troncato, quasi quadrato. Foveoli di- stinti, margine antiapicale non incrassato. Testa triangolare, blu, torace dello stesso colore, regolarmente punteggiato e sparso di peli nerastri, così pure la testa. Ali subialine , tegole verde o blu verdastre. Piedi blu, tarsi oscuri. Addome rosso dorato virescente, troncatura anteriore bluastra, punteggiatura doppia, cioè formata di puntini in miscela gli uni più grossi, gli altri più piccoli. Corpo allungato, assottigliato. Ven- tre eneo, dorato-verdastro. Long. Mm. 8-11. 2 austriaca, labr. Specie più tosto rara in Sicilia. Patria : Europa, Caucaso, Algeria. — Bordo apicale del terzo segmento rotondato, non quadrato. ; 16. — 161 — 16. Ventre rosso splendente per intiero. Testa e torace blu o blu verdastri, fortemente punteggiati. Testa un po’ triangolare ; fronte, facce e clipeo verdi. Impressione facciale planiuscula, superiormente libera o legger- mente limitata. Antenne fosche, scapo e primo articolo del flagello ver- di. Clipeo più tosto grande , trapezzino, inegualmente punteggiato, mar- gine apicale piceo, anteriormente emarginato-troncato. Mandibole picee con la base enea-verdastra. Torace blu o blu verdastro, più fortemente punteggiato della testa, metatorace convesso. Ali subialine, nel mezzo un po’ fosche, vene picee, tegole verdi. Piedi verdastri, tarsi ora foschi ora bruni, ora testacei. Addome poco più largo del torace, depresso, un po’ convesso, finissimamente e fittamente punteggiato, lineare; segmento primo più fortemente punteggiato degli altri segmenti, di color rosso splendente un po’ verdastro. Terzo segmento anteriormente semilunato, convesso-depresso , posteriormente armato, foveolato , foveoli rotondi approssimati. Lung. Mm. 6-8. 3 : : - neglecta, Shuck. Specie molto rara in Sicilia, io ne posseggo un solo esemplare ed un al- tro esemplare ne ha trovato Iscuschmid per come mi scrive Frey Gessner. Patria : Italia, Francia, Elvezia, Sassonia, Silesia, Svizzera, Inghilter- ra, Ungheria. — Ventre nero con l'apice dei segmenti di color rosso splendente o rosso violaceo . ? : % È È È D È ì ; 1 II: 17. Base dei segmenti ventrali nera apice rosso splendente (igneo). Corpo fittamente punteggiato, punteggiatura regolare : testa e corsaletto blu- verdastri, piedi dello stesso colore, tarsi nigrieanti, dorso dell'addome rosso dorato , nitido ; foveoli del terzo segmento distinti fra di loro 0 confluenti; margine apicale emarginato, undulato. Ali quasi ialine, vene brune, cellula radiale lanceolata, incompleta, Lung. Mm. 7-8. mixta, Dhlbm. Il sig. Frev-Gessner mi scriveva che il’ suo amico Iscuschmid la racco- glieva a Valsavoia (Sicilia) nel mese di giugno 1877. Patria : Italia (Liguria, Sicilia). (continua) e > tae_____T__— Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 21 Alcune note biologiche sull'Eumenes pomiformis, Tal. PER AYGUS TOPAEUNBO — —- e-e-—_—_— « L’Entomologia si fa strada ogni dì più. In tutto il mondo civile uomini intelligenti e perseveranti serutatori delle interessanti verità che ci rive- lano una serie di fatti che si svolgono nella vita degl’ insetti, hanno de- dicato e dedicano la vita allo studio di questi piccolissimi animaletti che sparsi per ogni dove, spesso influiscono grandemente sull’ economia agra- ria d’intere regioni. Di quanta utilità riesca poi questo studio, non solo all'Agricoltura; ma eziandio alle arti, alle industrie ed alla Medicina; quanto serva a dare luce e razionale svolgimento a tante elevate quistioni filosofiche, non fa d’uopo manifestare , giacchè chiunque sia dotato d’una mediocre cultura intellet- tuale, non lo ignora di certo. Si è voluto, è vero, negare l’importanza di questo interessantissimo fra tutti i rami della zoologia, ritenendolo un vano studio di classificazioni e di nomi, atto più a dilettare che ad istruire, ma tranne gl’ignoranti, o i fanatici di una scuola che ha finito il suo tempo , nessuno purchè abbia fior d’intelletto, ardirebbe oggi negare all’Entomologia il nobilissimo posto che occupa fra le scienze moderne, e le grandi rivelazioni che è destinata a mettere sotto gli occhi del vero filosofo naturalista. Illustri entomologi d’ ogni tempo e d’ogni nazione, hanno fornito alla scienza ottimi trattati sugl’insetti in generale, altri hanno dettato preziose monografie sui varii ordini dei medesimi, nè ci mancino pazienti e co- scienziosi lavori sopra singole famiglie e sinanco abbiamo degli scritti u- tilissimi che si occupano d’un solo genere. Per quanto riguarda adunque, la determinazione e la classificazione delle singole specie siamo molto in- nanzi, ed ai nostri tempi, chi si dedica agli studii entomologici, trova un valevole aiuto negli csattissimi cataloghi che si pubblicano tuttodì. Sulla Fisiologia e Anatomia, nonchè nella vita e le abitudini di molti insetti in varii stadii del loro cielo biologico, abbiamo opere pregevolissi- me, dovute all’ ingegno e alla pazienza d’ instancabili osservatori i quali, superando gravi difficoltà, non curando disagi nè fatiche, sono pervenuti a strappare alla natura, una parte di quel fitto velo che nasconde allo Ch tl — 163 — sguardo avido dell’osservatore, fatti sorprendenti e verità tali che ci riem- piono l’animo d’ammirazione e di meraviglia ! Molto adunque si è fatto e si seguita a fare ai dì nostri su questo ri- guardo ; ma sarebbe un illudere noi stessi se credessimo di trovare nelle pubblicazioni entomologiche che fin oggi hanno visto la luce , delle fonti tali da attingere quanto basti per darci esatto conto della vita e delle a- bitudini di tutti gl’insetti sinora scoperti nel mondo. Innumerevoli sono gli animali di questa classe dei quali, pur troppo, non si conoscono ancora le uova, le larve, le crisalidi, e sinanco s’ ignora di che si nutrano, come si accoppiino, e di quali mezzi si servano per assicurare la conservazione della loro specie ! E qui credo utile sott mettere al giudizio dei saggi la seguente osser- vazione. Io ritengo come certo che queste immense lacune, potrebbero essere, se non in tutto almeno in gran parte riempite in pochi anni, se molti en- tomologi non si limitassero a fare unico scopo dei loro studii la ricerca e la descrizione di nuove specie. Il fare ciò rende senza dubbio un gran servizio alla scienza, ed ancora chi si adopera a scoprire i tesori che otfre la fauna locale, o regionale dei luoghi che abitano coloro che studiano l’Entomologia sotto questo punto di vista. Ma quanto più si renderebbero degni della riconoscenza della società questi campioni dell'umano sapere, se avessero anche la pazienza d’occu- parsi a studiare più prefondamente ogni singolo insetto in tutti «li stadii della sua vita, tenendo conto di quanto lo mette in rapporto con altri cs- seri naturali, e coi varii interessi d’ordine sociale ? Credo quindi utili tutte le osservazioni che la volontà, o il caso ci met- tono in grado di poter fare, come quelle che danno completo sviluppo alle coguizioni che per avventura abbiamo finora sugl’insetti; e seppure queste non siavo tali da soddisfare completamente le esigenze della scienza, pure il registrarle potrà recare non lieve utilità a chi in seguito possa avere l’agio di raccoglierle ed ordinarle in modo da lasciare. poco o nulla a de- siderare sulla biologia di quegli esseri che noi abbiamo studiati. Ed è in omaggio a quest'ordine d’idee che mi lusingo non sia del tutto inutile l’ordinare e mettere sott'occhio a colero che si occupano d’ Ento- mologia, certe osservazioni che ho fatte, dopo parecchi anni di studio, sul- l'Eumenes pomiformis, Fab. Illustri scienziati ci hanno, con molta dottrina e piacevolissima forma, presentati i risultati dei loro minuziosi ed arguti rilievi sulla vita di que- sta vespa solitaria, ma sia per circostanze di luogo 0 di opportuvità, non — 164 — hanno fatto menzione, a quanto io ne sappia, di certe forme che danno talvolta le femmine di questi imenotteri ai loro nidi, nè di altri fatti che riflettono la biologia di quest’insetto. Le mie osservazioni difatti, confermano quanto dice il chiarissimo signor Andrè il quale, parlando degli £umenes, si esprime presso a poco in que- sti termini: “ Non essendo state ancora studiate le abitudini di questi in- setti, non si sa precisamente se essi cambiino il modo di costruire i nidi sia al Nord, che all’estremo Mezzogiorno (1)., Se questo mio modestissimo lavoro, incontrerà adunque compatimento e buon viso presso gli onorevoli miei colleghi, mi crederò largamente ricom- pensato del tempo e della fatica che mi è costato. Nè porrò termine a queste poche parole che precedono il mio scritto, senza rivolgere una parola di sincero e dovuto ringraziamento al mio ca- rissimo amico ed egregio imenotterologo sig. Teodosio De Stefani-Perez ed al venerando e chiarissimo ditterologo Monsieur Bigot, per le agevola- zioni che mi hanno date onde condurre a termine queste note. Le abitudini degl’Imenotteri che vivono solitarii, eccitano la nostra me- raviglia non meno di quelli che, passando la loro vita in società ci danno l'esempio d’una vera repubblica. Stando nei bei giorni di primavera o d’«utuno, nei giardini o nei campi, non vi è alcuno che non abbia rivolta la propria attenzione a quel nu- meroso stuolo di gentili aligeri che, smaglianti dei più vivaci colori, svelti e leggieri, solcano le immense vie dell’aria, svolazzano di fiore in fiore, si posano sui muri, sulle rocce, sui rami degli alberi, sul suolo; e mostrano insomma un'attività, una vita che obbliga anche i più indifferenti ad os- servarli, ad ammirarli. Ma quanti sono coloro che spinti dalla bramosia di conoscere i misteri della natura, seguono questi interessanti abitatori dell’aria nei loro movi- menti onde conoscerne l’ intimo modo di vivere ? Soli i pochi vedono pur troppo in quella vespa, dal corpo sottile e dai modesti colori, una madre amorosa che si dà moto, e con incessante e faticoso lavoro, ci dimostra che unico scopo della sua vita è quello di preparare un comodo e sicuro ricovero ai suoi figli, che per un fatale mistero della natura, è condan- nata a non vedere giammai. Non ripeterò qui come le femine di una di queste vespe solitarie, |’ £wu- (1) Andre— Species des hyménopteres--Les Guèpes— Beaune 1883-84. — 165 — menes pomiformis Fab. mette al riparo d’ogn’infausto accidente le proprie uova. nè le sorprendenti manovre che le larve di quest’ insetto, sono ob- bligate a mettere in pratica per compiere il loro sviluppo, poiché eruditi entomologi, mi hanno preceduto nel campo di queste osservazioni, e ripe- tendo le mie; non potrei fare altro che confermare quanto questi valenti osservatori hanno scritto. Narrerò dunque soltanto quei fatti che risultano dalle mie personali osservazioni. Verso la metà di ottobre nel 1884 mi recava, allo scopo di fare le mie sotite cacce entomologiche, in contrada Seggio, a poca distanza da questa città. Era una bella giornata, e dopo avere catturati molti imenotteri autun- nali, parecchi ditteri e qualche lepidottero, nella speranza di trovare qual- che coleottero, mi diedi a sollevare i sassi che giacevano numerosi in un campo già stato seminato ad orzo. i Nell’ atto che rimoveva una grossa pietra, vidi correre un beilissimo e- semplare del Chlaenius azureus Duft. sul quale mi precipitai immediata- mente. Impadronitomi di quel bellissimo Carabdide dall’elitre di zattiro, mi sedetti, come è mia abitudine, presso il posto dove era il sasso da me sol- levato, e non tardai ad accorgermi che là vi era un formicaio abbando- nato. Mi occupai per più d’un quarto d’ora a prendere Myrmedonia mem- nonia, Merophysia Sicula ed altri interessanti coleotteri. Pago del mio bottino, stava per abbandonare quel luogo, quando mi ven- ne in mente che quel sasso che era spugnoso e coperto di screpolature, nonchè di piccole ragnatele, avrebbe potuto dare asilo, nella superficie che già toccava il suolo a qualche Tycehus, Clenistes e a molti altri generi di ricercati Coleotteri ipogei. Appena posai Jo sguardo su quella faccia della pietra, mi colpì la presenza di due nidi che vi stavano attaccati, e che io prima uon aveva potuto vedere, occupato come mi trovava alla cattura del mio Chlaenius. Questi nidi erano distanti l'uno dall’altro quasi un centimetro e costruiti di cemento composto di una terra rosso-bruna uguale a quella del campo ove si trovavano. Questa terra consta di sabbia fina e rossa, di argilla brunastra e di pic- cole scagliette e granelli di quarzo e di altri minerali, e siccome offre molta tenacità, i nostri contadini la sostituiscono alla calcina per fabbri- care le loro rustiche abitazioni, le cui mura così costruite durano per lun- ghi anni. In Sicilia questa terra si chiama: taiu. Le dimensioni e la forma dei due nidi sono uguali e rappresentano un corpo elissoidale quasi regolare, ma con un forte rigonfiamento alla sezione — 166 — determinata per l’asse minore, alla parte opposta a quella che aderisce al sasso la quale lungi dall’essere piana, è convessa e solo si appiattisce un poco nel posto in cui sta attaccata, formando tutt’ intorno sul piano una piccola elisse. Queste celle insomma si assomigliano a due piccole ulive attaccate nel senso della loro lunghezza ad uo piano qualunque. (Continua). Sul rinvenimento della SAGA SZARATZA, Fabr. in Sicilia TS di FERDINANDO PAJNO = sropu All’epoca della pubblicazione del Catalogo degli Ortotteri siciliani, fatta iu collaborazione col D'" Riggio, ignoravamo entrambi la cattura in Sicilia della Saga serrata Fabr., e, quantunque fosse da noi sospettata possibile l’e- sistenza di questa specie nell’isola, non potemmo allora elencarla nel pre- detto saggio. Dopo qualche tempo, venuto in possesso del’ importante lavoro del D" Krauss sugli Ortotteri di Sicilia (1) ebbi a rilevare come realmente la predetta specie fosse stata raccolta molto tempo addietro in Sicilia dal si- gnor J. Mann. Con questa certezza, continuai più attivamente le mie ricerche e nello agosto delle scorso anno ebbi la fortuna di catturare nell’ex feudo di Fon- tanamurata (Prov. di Palermo), in mezzo alle ristoppie, tre individui 9 di Saga. Essi erano adulti ed avevano un bel colorito verde giallognolo con una doppia serie di macchie allungate scure sulle parti laterali degli a- nelli addominali. Studiatili insieme al Dott. Riggio li riferimmo naturalmente alia Saga serrata Fabr.; senonchè confrontandoli colla figura e colla deserizione data dal Costa della sua Saya italica, notammo tale rassomiglianza, che ci nacque il dubbio si trattasse di quesvultima specie ossia della cittata, Fisch. W., a cui il Brunner (1) riferisce la descrizione e la figura del Costa (3). (1) Krauss (Dr. Hermann), Die Dermapteren ind Orthopteren Siciliens, Wien 1887. (2) Brunner, Prodromus der Furopaisehen Orthopteren, Leipzig 1582. (3) Costa (A.), Fauna del R. di Napoli, Locustodea pag. 7, tav. XII, fig. 1. — 167 — Non pertanto, con questo sospetto ho comunicato, per mezzo del Riggio, un individuo al D" Krauss, per sentirne il parere e specialmente poi per conoscere se gli esemplari da me racculti corrispondessero esattamente con quello raccolto dal Mann. Ed il Krauss gentilmente rispondeva trat- tarsi effettivamente della Saga serrata Fabr., che la corrispondenza. colla figura del Costa era giusta, ma questa doversi riferire più verisimilmente alla Saga serrata Fabr., e non alla vittata; aggiungeva infine che l’esem- plare comunicatogli corrispondeva esattamente coi suoi esemplari di Saga serrata dell’ Istria e della Dalmazia e coll’ unico esemplave 9 di questa stessa specie esistente nel Museo Zoologico di Corte a Vienna. In quanto alla presenza delle macchie scure alle parti laterali, faceva notare Come queste si trovino pure talvolta nella Saga serrata mentre si trovano sempre nella vittata. Credo utile intanto di dare ie dimensioni degli esemplari di cui è parola. 1 Baio URANIO da Lungh. totale 0,058. 0,067 0,064 — del protorace 0,011 0,0125 0,012 — di femori posteriori (0,040 0,042 0,043 — delle tibie posteriori 0,415 0,047 0,045 — dell’ovopositore 0,034 0,036 0,36 Aggiungerò infine che per quante ricerche facessi dopo il rinvenimento delle tre femine, non mi è stato possibile trovare nessun g';jla qual cosa, aggiunta all’avere pure il Mann trovata una 9, proverebbe in certo qual modo la scarsezza dei g°. Nella prossima stagione estiva rinnoverò le mie ricerche e spero di essere più fortunato trovando anche i dg. La recente cattura di questa specie, non più ritrovata dopo il Mann, mostra sempre più la ricchezza della nostra fauna Ortotterologica; la quale si mostrerà certamente anche più ricea quando saranno meglio e più at- tentamente esplorate le nostre contrade. Nulla di preciso posso dire per ora sui costumi di questo insetto, ma mi propongo di studiarli meglio se avrò la fortuna d’imbattermi in seguito con altri individui viventi. e Ve“ e” o|!_ Y_ _ peo ANNUNZIO TETIOEBOGICO A 19 marzo di quest'anno mi fu portato un piccolo pesce, balzato dalle onde sulla spiaggia del Faro. Dopo averne esaminato i caratteri esterni — 163 — son venuto alla conclusione che esso rappresenta uno stato giovanile di qual- che tipo dei Gadoidi senza poter determinare la specie nè il genere cui appartiene, se pure non debba riferirsi a qualche forma nuova. La disse- zione delle parti interne, il novero delle vertebre, ecc. avrebbe forse fa- cilitato questa diagnosi, ma non volendo guastare |’ esemplare, perchè u- nico, mi accontenterò per ora di rilevarne i principali attributi. Il suo corpo è stretto, allungato, compresso, posteriormente acuminato e mostra chiaramerte che nell'età adulta dev'essere bastantemente lungo. La sua maggiore altezza dietro l'addome sta 11 volte nella lunghezza del corpo esclusa la codale. Il capo è di media grandezza e si comprende 5 2[3 volte nella detta lunghezza; il suo profilo dalla nuca discende con- vesso sino agli occhi tra cui s’ infossa leggermente e infine per ‘poco di- viene retto sul muso. Questo è corto, non rotondo, ma come tagliato in linea verticale. Le mascelle hanno uguale lunghezza e quasi insensibili denti. Anche il vomere tastato con un ago fa sentire dell’asperità. Il con- torno superiore della bocca è formato în massima parte dagl’ inframascel- lari. Gli angoli posteriori della mandibola sono acutetti e prominenti. Nes- suna barba al mento, di cui la sinfisi forma inferiormente una piccola tu- berosità. Occhi piuttosto grandi, laterali, contigui al profilo. Il loro dia- metro è uguale allo spazio preorbitale e cape 3 1j2 volte nella lunghezza del corpo. Il lembo posteriore del coperchio branchiale è leggermente si- nuato. L’ ala del dorso trae origine dietro la nuca e termina alcun poco discosta dalla codale, ma gli ultimi raggi stando abbassati sorpassano la base di questa. Veruno dei suoi raggi è allungato al di sopra degli altri e in tutta la sua estensione mantiene un aspetto uniforme. Essa ha 5 6 raggi incirca. L’anale nasce in vicinanza dell’ano, sotto il 5° raggio della dorsale o poco presso e finisce in direzione della stessa pinna. Contiene 50 raggi o all’ intorno ed è un poco più alta. La codale è lunga quanto il capo, desinente in un fiio capillare. Le pettorali sono inserite sotto 1’ ori- gine della dorsale e giungono fino all’ 8° raggio anale ; sono formate da raggi piuttosto numerosi e la loro estremità non è appuntata. Le addomi- nali sembrano costituite da 3 raggi, si attaccano all’arco scapolare, distanti l’una dall’ altra. Ma innanzi la metà della loro lunghezza si riuniscono in un solo raggio protraentesi in un filamento sottile fino alla base della co- dale. Questo filamento è in realtà unico e risulta dalla fusione delle due pinne, non da semplice addossamento dei suoi raggi come forse potrebbesi sospettare. Il ventre forma sotto il profilo del corpo una sporgenza conica con una breve appendice all’apice in cui deve trovarsi l’ano. Questa con- formazione ha un carattere embrionale. — 169 — Il corpo è nudo, bianco trasparente, ornato da sette fascie trasversali rosso-brune, di cui l’anteriore è dietro l’addome e l’ultima sulla radice della coda. Nello spirito il rosso si dilegua e resta il pigmento nero delle fascie. L'iride è argentina , le pinne bianchiccie con qualche tratto nerastro in corrispondenza delle fascie notate, l’ estremità del filo ventrale nereggia. La lunghezza dell'animale è di 45 millimetri in tutto. Volendolo distinguere con qualche nome lo chiamerò provvisoriamente Sympodoichthys fasciatus. Messina, 29 marzo 1888. Dr. LuiGr FaccioLA” —— T————rTeo t'—òo”©«S=Z — TABLEAU DICHOTOMIQUE DES Espèces, variétés Belses du Genre Bombus, Latreille, 1. Luteo-Nigeratini, Meun. A. Ciypeus inégalement ponetué . . Terrestris, Linné 3g Q 8. A.! Clypeus presque glabre. Téte allongée. —Hortorum, Linné g 9 8. B. "Tout le dessous ferrugincux, ainsi que les pattes. Terrestris, Lin=Smiedeknechtii, Meun.—Ferrugineus, Schmie- dek. variété g. — 174 — C. Tout Je dessus ainsi que l’abdomen a peu près jaune. Lucorum, Linné d'. 2. Rubeus-Nigeratini, Meun. D. Dernièr segment ventral au dessus rond et glabre, en dssous è peine carèné, ailes un peu enfumtes . Lapidarius, Linné d' 9 8. D.' Dernier segment ventral sans carène. Clypeus cà cet là fertement ponctué. ; 3 : i : 3 Pomorum, Panzer 9 8. D' Dernier segment ventral non callaux. Téte plus allongée. Pomorum, Panzer gd. E. Clypeus densement ponctué. Trochanters intermédiaires en dessous a- vec des poils noirs ferrugineux . A Rajellus, Kirby © 8. F. Dernier segment ventral ponetué cà et là. Sommet fortement cal- leux. È : ; i È : : . Rajellus,Kirby d. G. Quatrième et cinquième articles antennaires presque égaux. Fossette du labre assez profonde, couverte avec des. poils ferruginéux. Confusus, Scheneck. 8. G.! Troisiéme article antennaire deux fois aussi long que le quatriè me. [©] Corps robuste ycux grands . & : Confusus, Schenck gf. H. Dernier segment ventral avec la carène longue. Tète a peu près al- lo) le) longée . ; : ? A ; : Pratorum, Linné 9 8. I. Antennes courtes. Métatarses postéricurs avec de longs poils. Tète entiérement avec des poils jaune 3 . - Pratorum, \Linneroe I! Face entre les ailes noiré, base de l’abdomen jaune. Burellanus, Kirby. o var. 1.!! Forme normale, le second segment abdominal ayant seulement du jaune à la base . 3 } . Subinterruptus, Kirby. O 8 var. 5. Gmriseis-Fulvis-Nigeratini, Meun. J. Trochanters iutermédiaires noirs ferrugincux en dessous. Fossette mé- [e] diane du labre presque trasversale x Silvarum, Linné Q 8. J! Segment ventral de l’extremité presque opaque, fortement calleux au sommet . ; : - 7 ; : Silvarum, Linné cd. K. Uue bande nvire entre les ailes. Celles-ci enfumées dans une grande etendue : ; Ò > Distinguendus, Morawitz o 9 È. — 175 — K.! Un disque noir sur le thorax. Troisième, quatrième, et cinquième seg- ment; avec de longs poils noirs au dessus. Equestris, Fabricius. 9 8. K!! Le seeond article antennaire plus long que le troisième. Equestris, Fabricius 0. 4. Rubicundus-Albidis-Nigeratini, Meun. L. Tète distinetement allongée, clypeus ponetué cà et là. Hypnorum, Linné Q 8. M. Metatarses postérieurs avec de longs poils. Dernier segment ventral calleux au sommet. È è 3 ; Hypnorum, Linné gd. 5. Rubicundus-Fulvis-Nigeratini. Meun, N. Dernier segment ventral grand, fortement carénè. . Agrorum, Fabricius Q 8. N. Antennes arqueés en dessous. Métatarses postèrieurs avec des poils courts. ; 1 i ; : a Agrorum, Fabricius cd’. 5 Segment ventral petit briévements carénè Muscorum, Fabricius Q 8. P. Troisième artiele antennaire plus long que le quatrième. Dernier seg- ment entremélé de poils noirs . ; Muscorum, Fabricius 0g. Q. Fossette médiane du labre profonde, avec le sillon dilaté è la base. Senilis, Fabricius 9 8. R. Tibias posigriears convexes à la partie externe. Dernier segment ven- tral fortement calleux au sommet . . Senilis, Fabricius gd. FernanD MEUNIER. cele roca TABLEAU DICHOTOMIQUE DES Espèces, variétés Belses du genre Psithyras, Lepelletier de St. Fargeau. A. Dernier segment ventral en dèssous avec une fine gouttière latérale. Còtes du segment avec une aspérité triangulaire très distincte. Rupestris, Fabricius O. A.1 Thorax à la partie antérieure , et scutellum avec une bande jaune assez manifeste . 4 5 ; Rupestris, Fabricius 2 var. — 176 — B. Antennes fortes. Dernier segment ventral fortemente ponctué. Som- met non calleux . 3 È ; 3 Rupestris, Fabricìus g. C. Dernier segment ventral en dessous pointes et courbé, l’extrèmité quel- que peu élevée . i , : Quadricolor, Lepelletier O. C.! Cinquième segment abdominal noir, sixiemè, septièòme rouges. Quadricolor, Lepelletier D. D. Dernier segment ventral au dessus carèné, opaque et densément pone- tué. En dessous, calleux aux còtés; élevé et épais à 1’ extrèmité. Centre muni d’ une gouttière se prolongeant jusqu’au tiers du seg- ment... A : : . È ; Barbutellus, Kirby 0. E. Mòtatarses postérieurs avec des poils courts. Dernier segment ventral calleux, bituberculé et fortement ponctué. Barbutellus, Kirby o. F. Dernier segment ventral avec une fine gouttière. Asperités latérales peu élevées, sommet creusé et séparé à la partie médiane. Campestris, Panzer O. 7. Une touffe de poils noirs de chaque còté du dernier segment ventral Sommet raboteux È 3 } i, Campestris, Panzer gd. G.! Tout le corps jaune rouge. Une touffe de poils de cette méme couleur de chaque còté du dernier segment ventral. Campestris var. Stefanii, Meun. SJ. . G.!! Noir, les segments trois à cinq jaune d’or ou jaune brun. Campestris var. Francisana, Kirby. 0. G.!!! Noir, les thorax à la partie antérieure et le scutellum, avec des poils jaunes. Campestris var. Leana, Kirby=Psithyrus Rossiellus, Lepell. D'. G.!!!! Segments un è trois noirs Campestris var. Rossiella, Kirby 0°. H. Dernier segment ventral en dessus glabre sans ponctuation è la par- tie antérieure. En dessous, calleux avec una petite asperité laté- rale 3 ; È ; : : Vestalis, Fourcroy d'. I. Extrémité du dernier segment ventral avec la ponctuation forte cet serrée en dessous . ; È : : Vestalis, Fourcroy d. FERNAND MEUNIER. EnrIco Ragusa, Dirett. resp. © e e i, hei {x pe 1 e PZA Ù rac ce, 5 hei Ret, v raha 34 hot CR 4" 1 NET stero va © 1° MAGGIO 1888 i N. 8. na = Sa = ‘si x GIORNALE DI SCIENZE NATURALI » = © f_ tto dopo lago SI PUBBLICA OGNI PRIMO DI MESE s ABBONAMENTO ANNUALE = ITALIA ROTA . . È . . . . . . . . . . . . . . . . . br 10 » DE PAESE COMPRESI NELL'UNIONE. POSTALE: (si ci 0 LL IT a 2 = TSE EROE ge io ci e n rc dal Ad = DNGNUMERO SEPARATO; CON SFAVOLE D+ ati RM e a e 2 » BENZASTANGBE: e I SR a GLI ABBONAMENTI COMINCERANNO DAL 1° DI OTTOBRE DI OGNI ANNO Indirizzare tutto ciò che riguarda |’ Amministrazione e Redazione al sig. ENRICO RAGUSA, in Palermo, Via Stabile N. 89. SOMMARIO DEL NUM. 3. T. De Stefani—No/e sulle Crisididi di Sicilia (cont.). O. Struve—Lettera al sig. E. Ragusa. | A. Palumbo—Al/cune note biologiche sull'Eumenes pomiformis, Fab. (cont.). L. Nicotra —Schedule speciografich: riferentesi alla flora Siciliana. M. Loiacono— Del corso dei budelli pollinici nella cavità ovarica. Osserva- zioni sugli ovarti inferi di alcune Iridacee (cont.) F. Meunier—Prodrome ponr servir à la monographie des Espèces variétés Belges, du genre Bombus, Latreille, dedié a Sa Muajesté Empereur du Bresil (cont.) 4 —_ _r__ar- L97) —— a___—___— PALERMO Stabilimento Tipografico Virzì Fx: i 1888 TLNATU CURALISTA SICILIANO | nn ninni TIMAAHIATAANTATNAIAVINIMIMATAAUAVAYSIAKIMONIMTMNTANH III OARIITARITIIIAATAIOTVAATAIOMAOTAAOAUTARUIAOTAUFAAITAOTAUTAAONTAOTAOTAO MAO OOOUTACTNAOAOAOO AAA OIAOTAOTAUTOOUOUAUIOIONIAOUAA HONDA AITAIAAAITA inno ns 8° ANNO VII. 1° MAGGIO 1888 N. 8. DI_“%°<_T”-*_<-----_-<-<--- NOTR SULLE. CRISIDIDI DELLA: SICILIA . per TEOD. DE-STEFANI (Cout, Ved. Num. pr... IV Gruppo Aurate 1. Pronoto rosso-dorato per intiero 5 : } A è a 5 — Pronoto d'altro colore 5 È T ì $ i 2 2. Mesonoto rosso-dorato i i . . x : i ° 7 3: — Mesonoto blu 5 ; È : ; ; 3 ° 4 3. Scutello blu o blu-verdastro. Testa mediocremente punteggiata reticolata, blu, fronte più o meno verdastra. Cavità facciale regolare, nel mezzo profonda, polita. Clipeo verde, nel centro gibboso, eneo. Antenne fosche scapo verdastro o blu. Torace punteggiato-reticolato. Pronoto blu, spesso con due macchiette. presso il centro del bordo anteriore verde-dorate, altre volte questo bordo è intieramente dorato, ma il color blu ne oc- cupa sempre la parte maggiore. Mesonoto rosso-dorato, scutello e me- tatorace*‘blu, Ali ialine , .venette nere, tegole nere. Piedi blu-verdastri, tarsi bruni. Addome lungo quanto il torace e la testa presi insieme, punteggiato, rosso dorato o rosso verdastro; margine apicale del terzo segmento brunastro, la parte mediana un po’ prolungata come in un lobo; il secondo e terzo segmento con la base enea. Ventre nero mac- chiato di verde e più spesso di rosso dorato splendente. Lung. Mm. 6-8 : ) : À ; s È , bicolor, Lep. E questa Chrvysis più tosto frequente in tutta l'isola e vi si riscontra dai primi di maggio a tutto settembre. Patria : Europa-Caucaso. — Scutello rosso o verdastro dorato; corpo piccolo in confronto alla Ckry. bicolor Lep. della quale è prossima affine, se pure non ne è una sem- plice varietà. I due insetti si distinguono solamente perchè la dicolor è di taglia maggiore e per piccole differenze di colorito che non hanno Naturalista Siciliano, Anno VII. 23 — 178 — importanza alcuna. Ma ecco alcuni caratteri della specie che descri- viamo. Corpo mediocremente punteggiato e rivestito di pelurie ceneriva, blu; parte anteriore del pronoto, il mesonoto per intiero ed il dorso dell’ad- dome dorati, margine apicale del terzo segmento blu-nerastro , ventre rosso nero-maculato (negli esemplari siciliani il ventre è verde e non igneo). Ali subialine, piedi verdi, tarsi bruno-testacei. Lung. Mm. 4 1]2-6. succincta, Linn. Specie ben rara in Sicilia da me raccolta una sol volta alla Favorita presso Palermo nel mese di maggio. Patria: Europa. 4. Scutello sempre rosso-dorato o verdastro-dorato; bordo anteriore del pro- noto un po’ verde metallico. Testa blu soffusa di verde, margine api- cale del clipeo nero; antenne nere, scapo verde, impressione facciale punteggiata-coriacea, bianco pubescente. Torace blu o blu con qualche tinta verdastra, dietro scutello verde metallico in parte. Dorso dell’ ad- dome rosso dorato, troncatura anteriore blu o verdastra, margine ba- sale del secondo segmento eneo; margine apicale del terzo segmento blu o blu-verdastro fortemente undulato, quasi quadridentato od almeno i lobi molto distinti. Piedi blu verdastri, tarsi lutei. Ali ialine , tegole blu. Lung. Mm. 6-9 - ; È ; è scutellaris, labr. Chrysis più tosto comune in tutta l'isola, io ho sempre raccolta in mag- gio e giugno. Patria: Europa-Caucaso. 5. Mesonoto blu o verdastro, scutello dorato. Testa fittamente punteggiata, coriacea, blu. Antenne fosche, base blu-verdastra. Clipeo grande, trau- sverso, depresso, punteggiato, verdastro. Mandibol» picee, verso l'apice più chiare. Pronoto dorato, coriaceo, mesonoto blu-verdastro ; seutello convesso, rosso dorato, dietro scutello di questo stesso colore, gibboso ponteggiato-reticolato. Metanoto blu-verdastro, così pure il petto, Piedi verdastri © blu, tarsi foschi. Ali ialine, un po infumate verso la costa tegole dorate verdastre. Addome rosso dorato, fittamente punteggiato coriaceo, margine basale del secondo segmento blui-eneo; disco «del terzo segmento un po’ depresso, margine apicale armato. Ventre rosso splen- dente. Lung. Mu 7-8 ; rane 5 : uniformis, Dblb. Piuttosto frequente nell'isola, ma punto abbondante , la si incontra isola- tamente nel mese di aprle e maggio, io la posseggo d.i dintorni di Paler- mo e dalla Ficuzza® Patria: Italia (Sicilia), Caucaso, Russia, Asia minore. - 179 — — Mesonoto per intiero od in parte dorato . : ; : ; 5 6. 6. Mesonoto intieramente rosso dorato i : 3 À 7) — Mesovnoto con le aree laterali rosso-dorate ed il disco d’altro colore 10. 7. Testa per intiero od in parte dorata E ) : 3 ; 8. — Testa per intiero blu o verdastra . s . : È 9. 8. Testa intieramente dorata. Corpo robusto, oblongo ellittico. Testa roton- data, fittamente punteggiata e rivestita di pelurie folta ed oscura; an- tenne robuste, fosche, scapo blu o eneo, primi due articoli delle anten- ne verdastri. Dorso del torace convesso depresso, rosso dorato, opago; inetatorace blu-verdastro, dietro scutello mucronato, petto blu-verdastro. Piedi cerulei o:blu-verdastri, tarsi foschi. Ali ialine, vene fosche, tegole enee. Addome elongato ovale, rosso dorato; secondo e terzo segmento lievemente carinati, margine apicale del terzo segmento non dentato. Lung. Mm. 9-10 . ; È ; È 3 ) : cuprea, Rossi. Ho raccolto ben raramente questa Chrysis in Sicilia e l ho sempre cat- turata nel mese di aprile. Patria: Europa, Caucaso. — Testa solamente rosso-dorata alla fronte e sul vertice. È È 13. 9. Bordo apicale del terzo segmento dell'addome più o meno sinuato, con un dente od un angolo ai lati esterni. Testa blu-verdastra, impressione facciale blu limitata in alto da una carena; clipeo di forma normale, margine inferiore troncato un po’ unduli.to, questo margine piceo; au- tenne nete, scapo blu; mandibole brune, verso | apice lutei, alla base adorne di una macchietta verde. Protorace e mesotorace rosso dorati, di questo stesso colore lo seutello del mesotorace nella femmina, nel maschio invece blu-verdastro. Metatorace e parti inferiori del corsaletto blu. Piedi blu verdastri con i tarsi oscuri. Ali quasi ialine, cellula mar- ginale lanceolata, aperta; tegole blu. Dorso dell’ addome rosso dorato, foveoli antimargivali profondi, molto appariscenti, bordo del terzo seg- mento undulato, esternamente angolato; ventre blu-verdastro. Corpo me- diocremente robusto, punteggiato, e rivestito di scarsa pubescenza ce- nerina. Lung. Mm. 6-8. . ; È ì pulchella, Spin. E specie molto rara. io l ho raccolta una sol volta nel mese di luglio a Mondello presso Palermo, un esemplare è stato catturato dal sig, Iscus- chmid nel mese di maggio a Catania. Patria : Italia (Sicilia), Francia, Algeria. — 180 — Bordo apicale del terzo segmento dell'addome senza sinuosità e senza angoli o denti ai lati esterni. Testa rotondata, poco più larga del pro- noto, fittamente e regolarmente punteggiata, blu; cavità facciale rego- lare, poco profonda, finamente punteggiata. Antenne fosche, scapo blu i primi due articoli del flagello verdastri. Clipeo verdastro, mediocre, punteggiato, margine apicale troncato. Mandibole picee, verdastre alla base, verso l’apice lutei. Pronoto e mesonoto coriacei, rcsso-dorati, sen- tello dello stesso colore dorato, più fortemente punteggiato. Dietro scu- tello convesso, blu, punteggiato reticolato. Metanoto blu; petto blu. Piedi blu-verdastri, tarsi nigricanti. Ali ialine, tegole blu-verdastri, venette picei. Dorso dell'addome convesso, purpureo, fittamente e finamente pu .1- teggiato coriaceo; foveoli del terzo segmento piccoli, numerosi. Segment ventrali con la base nera e l’ apice rosso-splendente , segmento anale Tigro. Lian: Min.o<6.07% ° 3 ; ; : s dives, Lucas. Poco frequente, da me raccolta alla Villa Favorita nel mese di aprile e maggio, Patria: Austria, Italia, Asia minore, Francia, Ungheria, Svizzera. 10. Fronte rosso dorata o cuprea 5 : ; PI : 3 : : 3 12. — Fronte blu, verdastra o nera ») 11. Margine apicale del terzo segmeuto dell'addome arcuato , assottigliato oscuro. Taglia piccola, forma allungata. Scutello e dietro scutello blu, testa anteriormente ed una macchia sullo sceutello verdastra ; il vertice e l'area mediana del mesonoto nera; la fronte nei due sessi dorata, in alcuni esemplari color di rame; dorso dell'addome, pronoto ed aree la- terali del mesonoto rosso-dorate. Ventre nero, lucentissimo, macchiato di dorato, ma più spesso verde. Parte anteriore del corpo punteggiata coriacea, addome finissimamente e densamente punteggiato, terzo seg- mento leggermente depresso, apice apicale integro, oscuro o blu-eneo. Lung. Mm. 4 1]2-6 : i; : i 3 z lais, Ab. Più tosto rara, ne posseggo solamente tre esemplari femmina catturati nel mese di maggio. Patria: Francia, Italia (Sicilia”. — Margine apicale del terzo segmento dell'addome rotondato , come tron- cato, blu-verdastro Q . : 7 : A candens (1) Dhlb. 12. Corpo robusto, testa globosa , bordo apicale det terzo. segmento dello addome ora rosso-dorato come il dorso degli altri segmenti, ora oscuro, (1) Per questa specie vederne la descrizione più avanti. so”. — 181 — Testa blu-enea o verdastra, vertice sempre eneo; impressione facciale blu-verdastra, coriacea, canaliculata; antenne nere, nel maschio lo scapo è dorato. Clipeo mediocre fortemente punteggiato, verde dorato nel ma- schio con l'apice anteriore piceo, nella femmina nigricante. Pronoto, aree laterali del mesonoto e dorso dell'addome rosso-dorati nella fem- mina; pronoto verde, aree laterali del mesonoto blu e disco nero nel maschio; inoltre il maschio si distingue dalla femmina per avere il ven- tre rosso-splendente, mentre la femmina ha il veutre nero, appena mac- chiato di rosso-splendente. Addome rosso-dorato, troncatura anteriore enea verdastra, base del secondo segmento enca. Lobo mediano del pronoto lineare, profondo. Ali fosche, tegole nere, Piedi blu-verdastri con i tarsi ferruginei nel maschio, nella femmina invece sono meno splendenti con i tarsi più oscuri, Lung, Mm. 7-9. elegans g’, Lep. Specie comunissima in Sicilia che s'incontra da per tatto specialmente nei mesi di marzo sino a tutto luglio. — Corpo piccolo, testa triangolare schiacciata, bordo apicale del terzo seg- le) Patria; Europa meridionale, Asia minore. la mento dell'addome blu-verdastro. Testa. piccola, blu, immaculata nel maschio, con una macchia dorata sulla fronte nella femmina. Cavità fac- ciale mediocre , verdastra , finameute punteggiata e rivestita di pube- scenza cenerina. Torace blu, pronoto ed aree laterali del mesonoto rosso dorate. Piedi blu o verdi, tarsi quasi testacei, Addome ovale, dorso mediocremente convesso, dorato. finamente punteggiato, quasi coriaceo; disco del terzo segmento leggermente piano, margine apicale rotondato, quasi troncato, blu-verdastro ; foveoli antimarginali piccoli, numerosi g: ») irregolari. Segmenti ventrali nella femmina: primo e terzo neri macchiati di verde, il secondo intieramente verde leggermente dorato; nel maschio iso) invece il ventre è violaceo o verde-blu col margine apicale del terzo segmento testaceo scarioso. Lung. Mm. 5°. : Candens, Germ. Specie molto rara in Sicilia, io non. ne posseggo che un solo maschio raccolto presso Palermo nel mese di maggio. Patria: Germania-Croazia-Italia (Sicilia). 13. Corpo robusto. Testa a punti ocellati più fini sulla parte anteriore, ca- vità facciale mediocre, non limitata in alto, blu, Occhi corti, dritti. Man- dibole bidentate. Autenne nere, i primi tre articoli metallici. Torace rosso splendente meno il dietro scutello ed il metatorace che sono blu verdastri, così pure il petto; il dietro scutello è gibboso, gibbosità co- nica. Addoine rosso splendente a punteggiatura fine e serrata; terzo segmento nel mezzo fortemente depresso, Ventre rosso splendente. Piedi ESSO = blu verdastri, tarsi bruno-testacei. Ali ialine, radiale aperta, tegole ros- se. Lung. Mm. 7-9 i A : : : : purpureifrons, Ab. Bella specie, non rara nei dintorni di Palermo dove lho catturata nel mese di maggio. Patria : Francia, Italia (Sicilia). — Dorso del torace verde dorato, ventre nero lievemente macchiato di ver- de. Fronte, vertice, dorso del cor-aletto e dell'addome rosso-verdastro- dorato, poco brillante; le altre parti della testa e del corsaletto verdi. Corpo rivestito di pelurie cenerina, fortemente punteggiato, punteggia- tura del secondo e terzo segmento, dell'addome più fine ma più serrata di quella del secondo. Testa rotonda, poco più larga del corsaletto, im- pressione facciale profonda, di color verde , carinata nel mezzo, supe- riormente non marginata, coriacea; antenne con lo scapo verdastro, il resto di color fosco, verso | apice brunastro. Clipeo finamente puntez- giato, verdastro, cupreo nel mezzo, breve, col margine apicale prolun- gato, nero, polito. Mandibole mediocri, picei avanti l'apice testacee, or- nate da una macchietta verde presso la loro base. Dorso del torace e fianchi fortemente punteggiati, coriacei, pronoto e mesonoto cupreo-verdastri, metanoto convesso, mutico, di color cu- preo ma meno delle altre parti, sicchè comparisce più verde come la pleure, troncatura anteriore blu, Ali fosche, cellula radiale appena a- perta, venette testacee, tegole verdastre col margine testaceo. Piedi verdi, tarsi bruno testacei. Dorso dell'addome, convesso, colorito come il dorso del torace, mar- gine apicale del terzo segmento piceclo, arcuato, integerrimo, disco di questo segmento leggermente pianeggiavte, foveoli rotondati, regolari, numerosi, ventre nero, lievemente macchiato di verde. Long. Mm. 7. cuprata, Dhlb. Rarissima specie, da noi mai raccolta; ne ho visto un solo esemplare 9 che fu catturato in Sicilia e che si conserva nel Museo di Berlino, da dove con estrema gentilezza mi fu inviato in comunicazione, Patria : Italia (Sicilia) Caucaso, Francia ? (1). è) (continua) (1) Nel solo catalogo degli Imenotteri francesi pubblicato. da Dours nel 1874, si trova registrata la C. esprata, nessun altro ant re pe fa più cenno neanco chi si ocenpò monograficamente delle C4Arysis di Francia. Se " — 183 — EEPIDOTTEROLOGIA STCILIRNA Lettera del dott. 0. STRUVE al sig. E. RAGUSA In data 22 marzo scorso il dott. O. Struve mi scriveva da Lipsia: come vedo nel vostro eccellente Naturalista Sic. del 1° marzo, « Materiali per la fauna Lep. della Sicilia, pel dott. Minà-Palumbo e L. Failla-Tedaldi », per quanto riguarda le caccie da me fatte in Sicilia si trovano alcune inesat- tezze che stimo opportuno di rettificare nell’interesse della scienza. Quando nell'autunno dell'85 dopo pochi mesi del mio ritorno dalla Sicilia vi man- dai l elenco di tutte le specie raccolte, intorno a talune di esse non potei pronuunziarmi con certezza, giacchè erano animali da me mai veduti., e mi riservava quindi a dare l’ultimo giudizio dopo che avrei avuto l’agio di vi- sitare la collezione del dott. Staudinger, dove certamente avrei trovato le specie per me dubbi: : come difatti feci, ed io eredo che durante lo stesso anno 85 vi corressi diverse specie del mio elenco, specialmente Derlephila Galit? e Mauretanica? Questultima specie adesso io la posseggo, non già di Sicilia. I bruchi che raccolsi presso a Mondello, somigliantissimi alla Galii, mi diedero poscia qui la var. rossa dell Euplorbi@e da Staudinger nomata: Paralias. Invece, dai bruchi raccolti a Taormina, che 10 vi comu- nicai, venne fuori una specie interessantissima , più grande della nostra Euphorbie, e molto somigliante alla var. Gresendergit Staud. raccolta al- l’isola di Capri, forse anche specie distinta, ma certamente non la Maure- tanica. Che io abbia raccolto presso Taormina VZno pruri, Failla forse l'i- gnora, o che io allora abbia dimenticato di notarla. La Sesia lexcomelana ? da me citata era invece la doryliformis, però la specie più interessante che io scoprii alle Madonie, e che potei determinare soltanto più tardi nella col- lezione Staudinger , raccolta da questi in pochi esempl. in Andalusia, è la Acidalta mutilata, vicinissima alla litigiosata, per la quale io la ritenni, di cui vi prego di far cenno al Failla. Anche VAcidalia canteneraria Stgr., consanguinariu Stgr. è trigeminata da me raccolte alle. Madonie sono spe- cie rarissime, e credo che nessuno l'abbia mai raccolto in Sicilia, ciò che ritengo da quanto ebbe a dirmi lo stesso Staudinger. —-_—-— ne 6 RI TU _—-— — 184 — Alcune note Biologiche sull'Eumenes pomiformis, Tal. PER AUGUSTO URPALUMBO - _ (Cont. Vedi Num. prec.). Da ciò risulta che, considerando il soverchio rigonfiamento alla parte più culminante della curva che determina l’elissoide, compensato dalla de- pressione della medesima alla parte opposta al rigonfiamento, si potrà con- siderare, come ho già detto, ognuno di questi nidi quasi di forma perfet- tamente clissoidale onde misurarne facilmente la capacità, e dedurne le conseguenze di cui si terrà discorso fra breve. Mi rassegnava già a lasciare «quella grossa e pesante pietra sul posto e farmela poi portare con un carro in gabinetto; ma poi volli provarmi a staccare quei nidi senza guastarli, e difatti vi riuscii con l’aiuto di un tem- perino a lama sottilissima ed una dose di pazienza considerevole — sicchè dopo una buona mezz'ora mi trovava in possesso dei preziosi nidi. Ma come portarli via senza farli rompere ? Il fatto dell’ averli staccati interi, mi convinceva che le loro pareti dovevano essere di un certo spessore relativamente considerevole, ma chi mi garentiva cue al menomo urto non fossero andati in frantumi ? Ammaestrato da una lunga esperienza di ben quindici anni, non tra- scuro mai di portare nel mio sacco, quando faccio delle escursioni, una scatola fornita di cotone floscio, al quale devo d’essermi potuto impadro- nire spesso di bellissime uova d’uccelli, di rettili, nidi d’insetti e crisalidi d’ogni maniera. Presi adunque il mio cotone e ci avvolsi delicatamente i due nidi, col- locandoli poi ciascuno in un tubetto di vetro fra due strati dello stesso cotone. Lu forma di questi due nidi, l’averli rinvenuti sotto un sasso, a dire il vero, non mi rivelavano l’opera della femmina dell’ Eumenes pomiformis, che, a quanto aveva letto ed osservato io stesso, suole sempre attaccare le sue celle sulle rocce, sui muri esterni delle case ed anche sui rimessiticci degli alberi, ma sempre ad ambiente aperto e generalmente in luoghi e- sposti a levante o a mezzogiorno. — 185 — Mi fermai adunque nell’idea d’avere trovato i nidi d’una vespa solitaria della quale non aveva mai osservate i mezzi di cui si serve per mettere al riparo dei suoi nemici la sua generazione. Un altro fatto però mi doveva poi far sospettare che si trattasse vera- mente di un Zumenes, e fu il seguente. Come è facile immaginarlo, seguitai per più ore a sollevare le pietre di quel campo, nella speranza di trovare altri nidi simili a quelli che a- veva presi, nè Je mie speranze vennero deluse poichè ne rinvenni altri due sotto un grossissimo sass). Incoraggiato dai primi successi, mi diedi a fare tutti i miei sforzi per distaccare il primo, ma questa volta si ruppe, e potei appena riuscire a raccoglierne i frammenti con tutto quello che conteneva. Riposto il tutto in una scatoletta, cominciai a farvi le mie osservazioni dalle quali risultò che in quel nido ci erano cinque larve di lepidottero del gruppo delle geometre in tutto corrispondenti a quelle trovate nei nidi dell’Eumenes pomiformis, da quel valente -e profondo osservatore che è il signor Fabre, nè si differivano da tutte quelle che io ho avuto più volte agio di esaminare (1); Il secondo nido subì la sorte del suo compagno c conteneva solo quat- tro di quelle larve già mensionate. Le pareti di questi nidi misurano un millimetro o poco meno di spes- sore. Volli osservare poi accuratamente se fra que’ frantumi o sulle larve mi riusciva trovare le uova dell’imenottero, ma sebbene ci avessi impie- x (1) Credo far cosa grata ai lettori di queste note riportando qui testualmente le parole che a proposito di queste larve, dice il sullodato entomologo francese: «L'Euméne pomiforme a pareillement ses prédileetions. Son gibier consiste en petites chenilles de 7 millimètres et 113 de largenr. Le corps est d’ un vert pale assez nettement étranglé à la jonetion des anneaux. Téte plus étroite que le re- ste du corps, maculée de brun. Des argoles pàles, ocellées, sont réparties en deux rangées transversales sur les segmentes moyens, et portent an centre un point noir, surmonté d’un cil également noir. Sur les segments 3 et 4 ainsi que sur l’avant dernier, chaque aréole porte deux points noirs et deux cils. Voilà la régle. « Voici l’exeeption fournie par deux pièces dans la totalitè de mes relevés. Corps d’un jaune pale avec cinq bandes longitudinales d’ un rouge de brique et quel- ques cils très rares. Tete et prothorax bruns et luisants, longueur et diamétre comme ci-dessus ecc.» (I. H. Fabre — Nouveax souvenirs entomologiqnes — Pa- ris 1882). Il Naturalista Siciliano, Anno VII, 24 SAR gato molto tempo e pazienza e mi fossi servito di un'ottima lente, non mi venne fatto di scorgerle ; sia perchè fossero andate disperse al rompersi dei nidi, sia perchè i frammenti dei medesimi , o le larve urtandosi fra loro, durante il cammino, le avessero schiacciate. Se da una parte aveva avuto il dispiacere di non potere conservare i duc ultimi nidi trovati, dall’altra il loro contenuto appagava un po’ la mia curiosità che del resto sarebbe stata forse sodisfatta più tardi all’ uscire dell’insetto dal nido, dandomi quasi la certezza d’avere trovati dei nidi d'Eumenes. Conoscendo però le abitudini di questa vespa, volli dare una occhiata all’intorno per assicurarmi se le femine di quegl’imenotteri si fos- sero decise a fare il loro nido in un modo tanto anormale a cagione di non avere trovato, in quei pressi, luogo più acconcio di quello scelto per collocarvi la culla dei loro figiiuoli. Rimasi però meravigliato vedendo che in quelle vicinanze c'erano varii rustici casolari, massi di rocce ed alberi in quantità, luoghi tutti adatti a poterci attaccare i nidi. Perchè adunque quelle bestiole non seguivano ii metodo tenuto dai loro progeni.ori? Ce lo spieghino coloro che nelle azioni degli animali non ve- dono altro che il puro istinto. Vedendomi in possesso di quelle larve di geometre paralizzate e quasi prive di movimento, avrei voluto accertarmi a quale specie fossero appar- tenute e le conservai, perchè aveva letto che in certi casi questi bruchi, malgrado le punture ricevute dagli Emenes, pervengono a compiere le loro metamorfosi. Poco però mi cullava in questa speranza, sicchè mi diedi a battere col retino tutte le piante che ci erano in quei dintorni, sperando di trovare qualche geometra uguale a quelle che stavano chiuse nei nidi. Non potei però trovarne nessuna forse perchè erano già incrisalidate, giac- chè, a quanto risulta dalle mie osservazioni, gli Zmenes hanno labitadine di paralizzare quei bruchi di cui approvigionano i loro nidi, quando que- sti banno già terminati i loro pasti, onde possano, così ben nutriti come sì trovano, rimanere vivi per dodici o quattordici giorni e servire così di nutrimento alle loro larve. Anzi, a quanto da me e Ca altri anche prima di mo è s'ato osservato, queste vespe vanno 4 prendere le loro vittime sotto terra, poco prima che sì mutino in crisalidi. Mi accorsi poi che aveva ragione di non abbandonarmi alla speranza di vedere nascere dalle mie geometre paralizzate delle farfalle, poichè malgrado tutte le mie cure, dopo avere ricusato ogni serta di cibo, mori- rono tuite dopo quattro giorni. Io attribuisco questa morte così rapida o a qualche urto ricevuto allo rompersi dei nidi o nel trasporto, o quello — 187 — che più mi pare verosimile , all’ essere state prese da me dopo parecch. giorni che si trovavano rinchiuse. Ora le ho conservate in un tubetto pieno di glicerina, e non dispero un giorno o l’altro di trovarne nuovi esemplari e così sapere con precisio- ne quale specie di questo gruppo di geometre suole sagrificare la femina dell’Eumenes pomiformis alla sua prole, sebbene come avrò occasione di dire nel seguito di questo lavoro, questa vespa non approvigiona i suoi nidi di bruchi d’una sola specie. Nè credo che mi riuscirà difficile acquistare e rendere di ragion pub- blica tale cognizione che, fin oggi, non ho avuto occasione di trovare in varii libri che si occupano di questa vespa, poichè osservando le geometre di cui ho parlato, trovo che hanno moltissima somiglianza con certi bru- chi che erano capitati nel mio retino molti anni addietro nel mese di ot- tobre, battendo le piante di Andryola dentata Sibth., Inula graveolens Desp., Diplotaris erucoides D. C., Diplotaris tennifolia D. C., Sisymbrium Lio Lin. ed altre composite e crucifere che non ricordo. In quel tempo però io m’ occupava esclusivamente di Coleotteri e per conseguenza , non curai di allevare quelle larve. Giunto in gabinetto deposi con gran cura i miei nidi sopra due pezzi di carta doppia e li copersi ciascuno con una piccola campana di vetro, ma spalmando prima gli orli di essa con densa soluzione di gomma ara- bica, in modo che rimanendo incollata sulla carta, uulla potesse entrare od uscire dal recipiente. Deposi quelle campane sul mio tavolino da stu- dio, e sarebbe superfluo il dire che io le guardava continuamente. Finalmente, la matiina del 21 giugno dello stesso anno verso le 9 a. m. vidi che stava uscendo, e metteva prima fuori il capo e poi tutto il corpo, una vespa che non ritardai a riconoscere in seguito per un maschio di Eunenes pomiformis Fab. Non erano passate però nemmeno due ore che dal medesimo forellino, vidi spuntare con mia grande meraviglia un bell’esemplarè maschio anche esso di Torophora maculata Meigen. Dittero, come è noto, del gruppo dei Bombilidae. Dopo due giorni vennero fuori dal secondo nido un altro esemplare pure maschio dello stesso ZEwmenes e un altro dittoro uguale al primo. Da questo fatto ripetutosi nei due nidi menzionati, emerge senza il me- nomo dubbio che la Zazophora maculata non può essere quel dittero a cui accenna il chiarissimo signor André, il quale parlando dei parassiti di questa vespa menziona: Encyrtus varicornis, Crysis ignita e un dittero x del quale però non dice il nome; giacchè è abbastanza evidente che se — 188 — quei bombilidi avessero divorate le larve degli Eumenes o le loro uova, questi non sarebbero potuti venire alla luce, menochè non si voglia am- mettere che le femine di questa vespa depongano più d’un uovo in cia- scun nido. I fatti però sin oggi constatati da coscienziosi naturalisti, non- chè le mie osservazioni in proposito, consigliano a rigettare assolutamente quest'ipotesi. Il fatto di avere ottenuto da questi due nidi degl’ individui d’ Emenes di sesso mascolino, non mi sembra accidentale e credo che esso venga a sufficienza, se non evidentemente, dimostrato da queste considerazioni. Essendomi impossessato d’un gran numero di questi nidi in diversi anni, ed avendoli tenuti coperti da campane di vetro, ho potuto osservare che costantemente da quelli più grandi sono sempre uscite delle femine, men- tre dai più piccoli sono venuti fuori dei maschi. Nè ciò deve per nulla fare impressione, poichè dalle usservazioni mie e di tutti coloro che han- no studiato queste vespe, risulta che i nidi destinati aile femine vengono dalla provvida madre approvigionati più abbondantemente, mentre si tro- vano larve di geometre in minor numero in quelli destinati ai maschi. È dunque naturale che quei nidi da cui devono uscire delle femine , siano più vasti come già di sopra ho accennato. In base a ciò ho voluto misurare i miei nidi elissoidali e li ho trovati capaci di contenere un numero di geometre sufficiente a nutrire la larva d’ una femina, perchè quasi matematicamente uguali a molti nidi emisfe- rici, cioè della forma più comune, da cui aveva già ottenuto degli £ume- nes pomiformis di questo sesso. Perchè dunque da questi due nidi sono venuti fuori dei maschi e non delle femine? Secondo me la risposta è facile e razionale. La geometra che portava nel corpo il germe del dittero è stata naturalmente divorata dalla larva del medesimo ed, ospite importuno , ha diminuita la razione destinata alla larva dell’ Eumenes che, non godendo di tutto il pasto che le era stato apprestato dall’ affettuosa genitrice, non è riuscita a svilup- parsi come avrebbe dovuto, dando così origine a un maschio invece che ad una femina. Del resto in molti imenotteri si è già da tempo constatato che il loro sesso dipende, se non in tutto, almeno in gran parte dal nutrimento che riceve la larva. ; Comprendo che da questo si deduce una conseguenza che ci porta a delle conclusioni che la scienza, fin oggi, non ha saputo spiegare, cioè che la vespa sappia 4 priori se dall’uovo che pone nel nido deve nascere un maschio o una femina—ma i fatti non per questo sono meno veridici, nè — 189 — possiamo certamente negare tutto quanto la nostra ignoranza non ci per- mette di spiegare. Chi può del resto assicurarci che studii più minuziosi e profondi sull’ interna struttura di quest’ insetti non possano dimostrare quanto fin oggi per noi si presenta come un arduo problema a risolvere? Da quanto dice il Taschenberg (1) e dall’ avere io stesso veduto uscire dai loro nidi degli Ewmenes pomiformis in varii mesi dell’anno, credo po- tere ritenere come fatto accertato che questo insetto ci presenta due ge- nerazioni; sicchè appoggiandomi a questo fatto ‘credeva trovare una certa spiegazione di quanto ho sopra accennato, dicendo a me stesso: Non po- trebbero le femine di questa vespa deporre in una generazione le uova da cui devono nascere i maschi e nell’ altra quelle da cui devono venir fuori le femine ? Ma pur troppo dovetti osservare che nello stesso mese otteneva dai miei nidi dei maschi e delle femine. (Continua). rtf =—f_———____—m@—__ SCHEDULE SPECIOGRAFICHE riferentisi allaeflora: Siciliana (QUINTO SAGGIO) Intorno ad aleune FUMARIACEE Un esame, comunque rapido, eseguito principalmente sui rappresentanti siculi di questa famiglia conservati nell’erbario del Gussone, accoppiato alle osservazioni che da lunghissimo tempo sono andato facendo sovr essa, mi ha dato campo di comunicare le notizie che qui appresso rassegno, e con- tribuire così all'ampliamento della conoscenza del genere Fumaria, non as- sal ricco di specie, eppure sì difficile per l'intricata sinonimia di esse. F. flabellata Gasp. Mi son convinto dippiù dell’ invalidità d’essa specie, cosa già notata dal Parlatore. Molti saggi del Gussone rendono così l'aspetto e le particolarità della /. capreolata, da restar curiosi delle ragioni che l'hanno fatta inscri- (1) Taschenberg nella partie entomologica da lui scritta nell’ opera compilata dal sig. A_E. Brehm sotto il titolo: « La vita degli animali ». — 190 — vere con quel nome. Poi non c'è da contare sulla rugosità o meno del frutto, nè sulla direzione dei pedicelli, la quale non è nemmeno costante sempre nelle varietà d'una /umaria. Alcuni esemplari provenienti dal Maro di Mes- sina portano fiori piccoli assai e giallognoli (1). F. capreolata L. Ci sono esempii con pedicelli poco o nienti ricurvi (esempii provenienti da Milazzo e da Messina), altri con pedicelli ricurvatissimi ed assai cirrescenti (esempii provenienti dalla Zanterna di Messina) (2), altri con laciniatura di foglie varia assai e con frutti più o meno rugosi e quasi tubercolati , altri finalmente con più o meno pronunziato apiculo sul frutto. Le brattee talora sono assai piccole (esemplari di Mi/azzo), oppure i fiori piuttosto grandeg- gianti e alquanto conferti (esemplari di Messina raccolti dallo stesso Gussone e da Heldreich). Trovasi notata come varietà peculiare, ma forse immerita- mente, una forma trovata in Marsala (della quale non si fa menzione nella Synopsis) che porta i frutti fortemente apiculati. Un'altra forma, detta var. minor Guss. (floribus minoribus, pedicellis rectis, fructibus globoso depres- sis) e sospettata una specie, è stata giudicata da Parlatore una specie cat- tiva, come ne fa fede la cartellina appostavi da questo accurato monografo delle /umariee. F. Patteri Guss. Quella che io nella Flora messanensis ho chiamato F. capreolata var. gra- cilescens, conviene quasi perfettamente con varii esemplari siculi del Gus- sone, iscritti: M. Petreri, e con altri d’/schia chiamati F. serotina. Ciò a mio giudizio, depove a favore della parentela stretta che corre fra la 77. capreo- lata e la specie che Gussone credette prima identica a quella di Dalmazia del Reichenbach, (nella Synopsis flore sicule) e più tardi (nella Enumera- tio plantarum Inarim.) affatto nuova e chiamò /. serotina. I saggi inscritti I Petteri var. floribus roseis, onde parlasi nella Syropsis, somigliano an- cor essi alla predetta mia varietà; sebbene la cirrescenza sia in essi più spiccata e men lussureggianti le foglie. Nyman ed io abbiamo riferito que- sta forma di Fumarta alla F. Gussonii Bss.j ma essa (certissimamente !) se pure non è foto coelo diversa, è una ben spiccata varietà : e di ciò mi convince il confronto che è fatto tra i saggi autentici di Messina (località (1) Inscritti col nome di F. capreolata var. da Gussone, che può chiamarsi var. zancleana. (2) Sono inscritti da Gussone: N. Nabellata var. che io ho intitolato peloritana. — 191 — classica di Gussone) e quelli di Corsica comunicati da Jordan al celebre bo- tanico napolitano. Poco o niente con la nostra han da fare inoltre i saggi dell’isola d’/sehia, che portano il nome di /. Jordani Guss. Sicchè mi pare di doverla distinguere col titolo di /. serotina restando poi in dubbio se se ne dee fare una varietà insigne della capreolata, o della Gussonti. Intanto il Nyman crede la sicula, pianta distinta dalla serotina, contrariamente al- l’antorità del creatore stesso della specie e a quel che ora son certo d’aver osservato. Più curioso poi è che parecchi botanici abbian visto una rela- zione fra la F. Gussonit Bss. o la F. Pettert Rehb. o la F. muralis Sond. e la F. media Lois., se è vero che questa non è che la /. officinalis L. (se- condo Parlatore) Reuter, Koch, Willkomm sono di tale opinione; anzi dalla descrizione che quest ultimo nella Flora hispanica adduce della F. media var. muralis Hamm. vedo una grande aftinità con la var. major della F. Gussonit da me recata nella Flora messanensis. La var. cossyrensis e la var. palmata oltre dei caratteri notati dal loro autore, hanno: l'una i frutti lisci, le brattee piccolissime, il petalo inferiore a:sai remoto dagli altri; l altra, un aspetto tutto peculiare e i fiori anche più esigui di quelli della prima. F. agraria Lag. Nelle osservazioni relative a questa specie, il Gussone (//orae sic. syno- psis, vol. II, p. 289) raccomanda |’ ulteriore osservazione di alcuni saggi provenienti da Marsala, i quali si dilungano alquanto dal tipo. Nel secco non mi si mostrò di più rilevante che il forte sviluppo dell’ apiculo nell’ a- chenio, e la variabilità di direzione dei pedicelli, Or quel carattere andrebbe d’accordo con ciò che venne osservato in al- tra forma di questa stirpe (f chilensis Parl.); il secondo poi indicherebbe forse una importante deviazione del tipo, se la recurvatura fosse costante (dapoichè sempre mai la / agrarta ha i pedicelli erettopatenti). Tutto som- mato però , e considerato ancora l'abito nuovo , il verde-roseo e la picco- lezza dei fiori, la brevità e larghezza delle foglie, dà dritto a stabilire una buona varietà, che a cagione della località potrebbe intitolarsi li/libaetana. Fra le fessure delle rocce calcaree di Monte Erice (Trapani) ho visto e- semplari della mia var. elata (Prodr. fl. mess. , p. 101); ma con. pedicelli fruttiferi tutti eretti, e il mucronulo del frutto assai sviluppato. F°. parviflora Lk. Ho veduto tre varietà inedite di queste specie. Una è contrassegnata da un vistoso sviluppo degli organi di vegetazione, da lacinie delle foglie lar- ghette, piane, lunghette e divaricate, sicchè per tale rispetto recede dal tipo; ed è gran che nel genere Fumaria, ove i caratteri differenziali non possono essere che pochi e di poco valore (relativamente a quello d’altri generi) ed ove l'aspetto delle foglie si suole ridurre a due tipi generali. Si sa ora che il tipo della F. parviflora ha foglie con lacinie strette e ca- nalicolate. Possiamo dirla /atifolia questa varietà: si conservano saggi rac- colti nell’ Orto botanico di Palermo (Gussone !) in Ustica (Guss.?, m Cata nia (Tornabene). Un'altra varietà è stata raccolta nelle vicinanze di Messina (dietro Castel- laccio, nella vigna, Guss.!): è pauciflora, con le lacinie foliari tenui, esatta- mente lineari, divaricate, solo acute verso | apice o anche munite di breve cresta. La chiamo var. messanensis. Finalmente l’ultima è stata raccolta pure in Messina verso Zia Puola da Prestandrea : è caratterizzata da lacinie foliari abbreviate. lo non ne avrei forse subito proposto una varietà ben distinta, se il chiaro botanico messi- nese non l'avesse riconosciuta per tale; ma nel caso che la debba restare a tal titolo, è giusto salutaria con il nome di var. Prestandreae Corydalis Il rappresentante di tal genere in Sicilia è la C. densiflora Pr. cono- sciuta come propria dei monti di Cammarata e delle Madonie. Or l’erbario di Gussone contiene esemplari di una varietà minutiflora raccolta dal Prof. Todaro in Valdemone, E da aggiungersi dunque questo genere alla Alora della Provincia di Messina. Trapani, 9 del 1888. D." L. Nicotra. Prof. di Stor. nat. nel Liceo. —_-- ——*—r #-_-—_ a>3<@Y <" —a 7 DEL CORSO DEI BUDELLI POLLINIGI NELLA CAVITA OVARICA OSSERVAZIONI sugli ovarii inferi di alcune Iridacee ———_—_—__+>-ob_+__ Non credo andare errato nell’asserire che le numerose recenti osserva- zioni per quanto minuziose e diligenti sui varii fatti della fecondazione, non sono riusciti sinora a metterne in chiaro tutte le singole fasi ed in ispecie quella che ha luogo dal momento che il budello pollinico è sboc- Ve — 193 — ciato dal canale dello stilo, nella cavità dell’ovario, sino ad immettersi nel micropilo ovulare. I numerosi studii hanno preso argomento del corso del budello nei tes- suti conduttori dello stilo; altri hanno illustrato tutti i fenomeni della fe- condazione, dal momento che il germe fecondatore è penetrato nell’ovulo, in modochè oggi la completa serie degli intimi fatti che vi si succedono è chiaramente posta in luce ed incontestabilmevte assodata in tutti i suoi dettagli, mercè gli stupendi lavori dell’ Hofmeister, dello Strasburger, del Warming, del Vesque, specialisti di tale argomento. Eppure molto resta tuttora a dire sul corso dei budelli pollinici nella cavità ovarica. Ciò anco dopo uno speciale e dettagliato studio del Y. Capus (1), in cui vien fatto un elaborato esame anatomico dei tessuti conduttori dello stilo e dell’ ovario in generale. Dal lavoro del Capus ri- sulta ciò che del resto era stato già annunziato da R. Brown che la strut- tura istologica speciale che assume lo stilo ha una continuazione nelle placente, a cui è affidato l’ ufficio di condurre i granelli di polline dallo sbocco della cavità stilare sino al micropilo. Sorpasso per ora sugli altri dettagli dei quali si discorre nel lavoro sudetto. Pria della comparsa di tale scritto percorrendo i varii trattati che hanno servito e servono di testo tuttora, c'era da restare disilluso per chi andava cercando di carpire, quali erano le sorti che i budelli pollinicì subivano nell’ovario, pria di penetrare negli ovuli. Parea che a bella posta si avesse voluto schivare di entrare in un argomento così scabroso e saltando a pie’ pari sulle fasi, per le quali c'è da presumere che pria di arrivare al suo ultimo destino, il budello dovea passare, lo si andava a seguire dentro l’o- vulo, sorpassando su tutto il resto, quasichè questo non si avesse un grave interesse, o che le poche nozioni acquistate su un certo numero di casi, avessero potuto valere di norma alla generalità di tutti gli ovarii nella multiforme loro struttura. La recente opera del Van Tieghem (2) non ci dà maggiori schiarimenti. Direi che è strano anche il modo come l’ illustre autore si esprime, facendo allusione a quest’ oscuro cammino dei budelli nella cavità ova- rica. Egli non esita pronunziare “ che fatalmente i budelli vengono con- dotti al micropilo , ; affermando così, ciò che è vero, il misterioso modo con cui il budello inevitabilmente giunge al micropilo da un lato, dall’al- (1) Ann. Sc. Natur., ser. VI, tom. VII. (2) Traitè de Botanique, p 464. Il Naturalista Siciliano, Anno VII, do (Sii — 194 — tro constatando l’imperfetta conoscenza che si ha di tale fatto che non sa- rebbe lecito senza di ciò chiamare fatale , poichè esso non dovrebbe sot- trarsi alle prove sperimentali. i È vero che lo stesso autore (1. c.) quasi a legittimare la sua asserzione, nota che soro pieni del più alto interesse i casi non pochi che fanno un’ec- cezione alle generali regole che presiedono al modo come il fenomeno si avvera nella generalità dei casi. Brown, Schleiden, S.* Hilaire hanno fatto discorso dell’ adattamento dei tessuti istologici delle placente che sono una continuazione dei tessuti con- duttori dello stilo. Capus ne ha oggi precisato le varie conformazioni ed origini e con esse l’ufficio e l’importanza fisiologica 0 meccanica. Cop tuttociò resta molto ancora da osservare. Ci sono speciali confor- mazioni di ovarii in cui si constata la presenza delle placente l’adattamento istologico delle cellule epidermiche o di zone più profonde del periblema, infine tutto quell’apparato che è stato riconosciuto essenzialmente fatto per l'ufficio di trasmissione dei ( ermi, eppure ci è tale distanza dalla placenta al micropilo, è tale la posizione dell’ovulo rispetto al cordone placentare o tanto lungo il percorso che i budelli sono obbligati a fare attraverso un tubo ovarico alle volte prolungatissimo, che questo fatto tanto chiaro altrove, riesce in certi casi difficile a dirsi come avvenga. Esso non sì è potuto sinora sperimentalmente accertare, o riesce in vero tanto misterioso che non a torto il Capus quasi all’ unisono col modo di esprimersi del Van Tieghem, conchiude che il fenomeno della trasmissione dei germi, anzichè esser dovuto ad un puro fatto meccanico, ha luogo per forze inesplicabili al pari di quelle misterwose che si verificano nella formazione e nell’emis- sione delle zoospore nei zoosporangii ed analoghe formazioni di cui si hanno tanti meravigliosi esempii nei varii gruppi delle Alghe. Certi ovarii inferi, certi ovuli ortotropi solitarii sopportati su un funi- colo basilare che parte dal fondo della cavità ovarica (Najas, Thypha, Po- Lygontun ) sulla cui origine molti dubbii sussistono, ritenendosi da al- cuni più cle emanazione delle foglie carpellari, 1 ultima produzione del- l’asse che verrebbe ad estinguersi dopo aver prodotto il verticillo dei car- pelli, prestano campo ad ulteriori studii, i quali certamente riusciranno ma- no mano a far dileguare quella dose di fatalismo che si crede che agisca nell’accompimento del fenomeno misterioso della fecondazione. In questi casi cecezìonali è pei vero che non è tanta la distanza che corre tra stilo — 195 — ed ovulo che rende il fatto quasi inesplicabile , quanto il cercarvi invano quei cordoni conduttori di tessuti che più o meno come regola esistono nella generatità. Il Capus passa sotto silenzio gli ovarii iuferi in generale ed in particolare quelle delle Iridacee che sono il soggetto di questo scritto. M. Losacono-Posero. (continua). Dai Lots ug(1r e. sila str Spe r PRODROME POUR SERVIR A Li MONOGRAPHIE DES Espoces, varistés Belces, du Genre BOMBUS, Latreille Dedié è Sa Majesté lEmpereur du Brèsil par son très humble serviteur: Fernand Meunier Membre Honoraire de l'Accademia delle Scienze Italiane. INTRODUCTION Ce travail n étant que préparatoire , il me suffira de résumer briéve- ment les caracterèés du genre Bombus. Sociales. Trois èspéces d’individus, ou plutòt deux et une forme atro- phiée. Yeux grands, non velus. Antennes avec le scape long, elles sont briscés et composées de douze articles dans les femelles et les neutres, de treize dans le màles. Ver ex garni de trois petits ocelles lisses. Femelles avec une ‘corbeille pollinigerè, et six segments abdo- minaux. Les màles ont cinq segments, et sont dépourvu d’aiguillon. Ailes supérieures avec trois cellules sous-marginales, la seconde recoit la premiere nervure recurrente à proximité de son centre; la troisième recoit la seconde recurrente près de son sommet. Ches les Bombus, il n°y a pas perte du pénis, comme chez les Apis. Au point de vue de la distribution des couleurs, on peut classer ces hyménoptères en sections distinetes. Ce caractère anatomique exterieur est cependant de peu de valeur scientifique, étant soumis è des modifications de — 196 — climat, d’influence montagneuses et d’autres causes encore inconnues. Malgrè cet inconvénient, j'ai cru pour donner plus d’ ordre et de régularité à ce sujet; de grouper ces arthropodes en divisions qui ont assez bien d’affinités entre elles. Genus Bombus, Latreille. Latreille. Histoire Naturelle des Crustacés et des inseetes, T. III, 385 (1802). Linné. (Apis) Systema Naturae, 953 (1766). Jurine (Bremus). Nouvelle méthode de classer les Hyménoptères. 259 (1807). 1°” Division Lutso Nigeratini, Meunier I. Bombus Terrestris, Linné A pis Terrestris, Linné. Syst. Nat. 2, 960, 41 9. Faun. suec. p. 424, n. 1709 Q, Fabricius Syst. Ent. p. 379, n. 5. Panzer. Faun. Germ. 1, 16. Kirby. Monog. Ap. Angl. II, 350, 97. Fabricius. Ent. Syst. II, 817, 8. Bombus Terrestris, Fabricius. Svst. Piez. 343-4. Zett Ins. Lapp. 473-4. Dalhb. Monog. Bombus. Sennd. p. 34 Drewsen et Schibdte 118 n. 12, Smith. Bees of Great. Brit., 224, «n. 12. Schenek. Nass. Jahrb. XIV, p. 149-1° Thomson. Hym. scand. Il, 32-11. JIliser.. Mao: inarctes®V;

, DOTT {. T_T} T°————- IL NATURALISTA SICILIANO TOY Y__< © --x** ignitus, Mocs. Chrys. Faun. Hung. p. 20, n. 3. ignita var. Chevrieri, Frey-Gessner. Faun. insect. Helvetiae. Bull. de la Soc. Ent. Suisse, V. VII. Heft. n. 8, p. 30. IV. Ellampus Frivaldszkyi, Fòrst. ? Hedychrum spina, Lep. Ann. du Mus. Hist. nat. VII, p. 121 (nec n, 2, tav. VII, fig. 2 (nec El. spina, Dbhlb.). Notozus Frivaldszkyi, Fòrst. A. Verh. nal. Ver. preuss. Rheinl. X, p.-332, n. 87. Elampus productus, Dhlb, Hymenop. Europ. II, p. 44, n. 20, 1856 1857 1865-66 1866 1870 id". 1878 1882 1887 —'Il Notozus produetus, Sehck. Nass. Jahrb. XI, p. 67, n. 88. Elampus productus, Eversm. Bull. de Moscou, XXX, n. IV, p. 547, niviala » » Rad. Horae III,.p. 299," 10} tab. Il, fis..b: » » Rad. Enumer. de Chrys. du Russie, p. 5, n. 10. » » Thoms. Opusc. Ent; II, p. 103, n. 2. » » Schek. Progr. Gymn. zu Weilb. p. 13, n. 30. Omalus produetus, Ab. Synop. des Chrys. de France, p. 19. Ellampus Frivaldszki, Mocs. Chrys. Faun Hungaricae, p. 24, n. 2. Elampus Frivaldszkyi, Frey-Gessner, 8. Hymenop. Helvetiae, p. 38. Bull. Soc. Ent. Suisse. Vol. VII, Heft. 8. . Ellampus pnnctulatus, Dbhlb. Omalus punctulatus, Dhlb. Hym, Europ. II, p. 33, n. 11. » » Ab. Une batteu aux Chrys., p. 3, n. 2. » » Synops. de Chrys. de France, p. 23. Ellampus puncetulatus, Mocs. Chrys. Faun. Hung. p. 80, n. 11. Elampus punctulatus, Frey-Gessner. Hym. Helvetiae , p. 34. Bull. Soc. Ent. Suisse, V. VI. Hefi.' n.8. (continua). Rivista Bibliografica Ringraziamo sinceramente il Dott. Ferdinando Rudow di Perleberg che ha avuto la gentilezza di inviarci i due suoi ultimi lavori sugli Ichneumo- nidi. Il primo, pubblicato nell’Entomologische Nachrieten Jahr. XI V, (1888), N. 6, Seite 83-92, contiene la descrizione di diciassette specie di cui una solamente, lAmblyteles rufipes, Rd. è stata catturata in Sicilia; questa specie, dice l’ autore, si rinviene ancora nel Portogallo, a Montpellier, Tolosa e nella Dalmazia. 1] secondo lavoro del su lodato autore è stato pubblicato pure nella En- tomologische Nachrichten Jahr. XIV (1888) N. 8. Seite 120-124, N. 9, Seite 129-136; qui egli descrive ben altre diciannove Ichneumonidi nuovi di cui quattro specie sono esclusivamente siciliane, così Amblyteles stculus, serzonatus, bicolor, severus. 2 [ABD EnRrIco Ragusa, Dirett. resp. e. "OS = W = =. a —_ =" = = = = = x = = = = 3 = = = sj = = = = = = = E = = = E E E = 1° LUGLIO-AGOSTO 1888 N. 10-11. so rr rt PTT r___rP—r_T___rr_—_—_—_r——rtr1-_rr_. we -- —|——__ e e e e e e] e Are fi NATURALISTA SICILIANO Sio GIORNALE DI SCIENZE NATURALI (ua ISIPRL TOVTANATO. SI PUBBLICA OGNI PRIMO DI MESE negri ABBONAMENTO ANNUALE COEN niAR MESE ILS LAINO MAGO ll ST OI PAFSI COMPRESI NELL’UNIONE RIO IAA LAI LIO RENDI ISS MNrri PAESI 000), 1 UR PE E IE AI, ISNITOAI AO I SA I CD E NURERO RA FALCONE dI IO I gi I SIP SI RI » SENZA! TAVOLE. è». RTAS GLI ABBONAMENTI COMINCERANNO DAL 1° DI OTTOBRE DI OGNI ANNO Indirizzare tutto ciò che riguarda l’ Amministrazione e Redazione al sig. ENRICO RAGUSA, in Palermo, Via Stabile N. 89. SOMMARIO DEI NUM. 10-11. Minaà-Palumbo e L. Failla-Tedaldi.—Materiali per la fauna lepidotterolo- gica della Sicilia (cont. ). A. Kuwert—Coleotteri nuovi della Sicilia. O. M. Reuter—/escriptto speciet nova sicilianae generis Plagiognathus. T. De Stefani—Note sulle Crisididi della Sicilia— Catalogo sinonimico delle specie citate nel corpo delle note (cont.). F. Meunier —Prodrome pour servir à la monographie des Espèces variétés Belges, du genre Bombus, Latreille. M. Loiacono—/Lel corso dei budelli pollinici nella cavità ovarica. Osserva zioni sugli ovarit inferi di alcune Iridacee (cont.) A. Senoner—Cenni Bibliografici. Recenti pubblicazioni. _— ra CatT—A_e__y ——— PALERMO Stabilimento Tipografico Virzì 1888 MILVELDILSKIKVELITKATVKKISKAKKKKVKKKVKITKKKBKKKKKKKKKKKKAKKKKKKEKKKBKKTA:tKKKKKKKKKKKKKKKOKROBKKBKKKKKKKKKKKOBKAKKAVAKKAKKKKKKKKKKKAKLKKAOLKKLKKKKRAREnKUdaBIrKKaKggenagnati AETLILITHLITIKKKTLIKILKK(KKTKKKKKKKXKKKKTAKKKKKKKKKKKKKKKKKKKt VUMITANIVIINVITITATHHAHANKKKATKHK TALIA TANKHIOKHtA Santi IotKtIStIKIAAoiAKKKk IIIKNIKINIIITE m ANNO VII. i lg LUGLIO-AGOSTO 1888 N. 10-11. ISSINNISNSISSSSSSSMSSINA ISISNSNSSSSTIA NIMSSSSSSSSL SNSSSISSSISSSSSSSNNSSNTNII IL NATURALISTA SICILIANO IISINSSSSSSSSISNSSSMSSSSSNSASSSSAIA IA DISSNSSSSNSNISI Dr. Frane. Minà-Palumbo e Luigi Failla-Tedaldi MATERIALI PER LA FAUNA LEPIDOTTEROLOGICA DELLA SICILIA (Cont. v. Num. prec.). +e Psychidae B. Gen. Psyche Schrk, Unicolor Hufn.-- Campi attorno Castelbuono. Rara. Trovata da uno di noi (Failla). Villosella O.—I sacchi vermiformi si trovano in aprile e maggio, l’insetto perfetto in giugno nelle ore tardive. I bozzoli misurano 6 cent. di lun- ghezza. Palermo, Madonie. * Febretta Bover.—Agosto. Raccolta soltanto dai signori Bellier e Kalchberg. I sacchi di questa specie sono formati da frantumi di conchiglie misti a pezzetti di gramigna, e si trovano in està nelle colline secche ed e- sposte al sud. a v.? Lutea Stgr.—Giallognola, trovata dal Kalchberg e dal Ragusa a Gir- genti. Heylaertsii Mill. (Sera Wiskott) Traduciamo integralmente la descrizione fatta dal Millière di questa nuova specie, scoperta da uno di noi (Failla) al Piano della Battaglia sulle Madonie, alto 1700 m, — « Questa spe- cie si distingue da tutte le sue congeneri meno della Viadrina Stgr. colla quale ha più affinità.» Essa ne differisce per caratteri essenziali, principalmente per la nervatura.» Dopo di avere studiato la Psyche Hey- laerisit nei suoi diversi stati vengo a descriverla sotto le sue forme. L’uovo è relativamente grosso , ellittico e giallastro. Una 9 di media grandezza ha deposto 210 uova come ebbi comunicato dal dott. Hey- laerts da Breda. Il bruco che passa due anni prima di arrivare al suo completo svi- luppo, ha sedici zampe : le squamose sono lunghe, robuste, testacee ed anellate di bruno; le membranose sono cortissime, grigiastre ed impro- Il Naturalista Siciliano, Anno VII, 29 — 226 — prie alla marcia. Questo bruco è d’un grigio carico: la testa è marcata da un tratto nero in forma d’Y, ed i tre primi segmenti sono ricoperti d’una larga placca squamosa, che discende assai basso da ogni lato, con numerosi punti e disegni neri di forme diverse. Le mandibole so- no nere ed i palpi biancastri: questi anellati di nero. Il 12° anello porta una doppia placca cornea, oscura e lucente. Le stigmate sono grandi e nerastre. La crisalide non ha nulla di particolare delle altre specie congeneri; quella del g' è di un marrone lucente, quella della Q è piena, gia..astra e macchiata di bruno. Il sacco è molto differente da quello di tutte le alire Psyche. Somi- glia un po’ a quello dell’Ucalensis Frey., ma è più corto. Questo e grigio e formato di pezzi di gramigna, mentre che il sacco della nuova spe- cie è composto di seta e di granelli di sabbia agglomerati e ricoperto di pagliette, e spesso da piccole scorze di legno. L’inviluppo protettore del g° che misura da 35 a 40 m, di lung. è più sviluppato di quella della 9. I bruchi che io ricevei d’Italia mi hanno sembrato polifagi; a S. Mar- tin Lantosque ove passai l’està del 1880 li nutrii:con TAymus, Leonto- don, Campanula, Salie ete. Il sig. Failla-Tedaldi da Castelbuono li ha nutriti con Agrostis, Calamagrostis e colla Lactuca sativa. Questo bruco cessa di mangiare al cominciamento di luglio, e per trasformarsi, s’in- fossa a mettà in una terra leggiera , la testa in basso, come avviene appunto per la specie congenere Febretta B. F. C. Il bruco del 3 aspetta per cambiare di pelle un’ultima volta prima di fissarsi definitivamente. La trasformazione in crisalide ha luogo 15 giorni dopo. Come tutte le Psyehe che io ho osservato la /Zeylaertsit ricerca il ca- lore del sole più ardente. AI 25 agosto circa, tre o quattro settimane dopo che si è fissato il bruco si mostra l’insetto perfetto e questo sempre nel pomeriggio, dalle 3 alle 6. L'atto copulativo sì compie appena dopo lo schiudimento. L'espansione della P. Meylaertsit è di 20 a 23 m. e ricorda per la forma non solamente la Viadrina Stgr. m' ancora la Vieiella Schiff. e la var. Stetinensis Hering. i Le quattro ali sono grandi, intiere, arrotondate ai margini,più allun- gate di quelle delle sue vicine, di un grigio oscuro un po’ fuliginoso. Le superiori hanno 12 nervature, le inferiori ce ne lasciano vedere 8. La base delle quattro ali, il torace e l’ addome sono di un grigio ros- sastro e talvolta di un grigio oscuro. Le frangie sono un po’ più cari- che delle ali. Queste sono simili sì di sopra che di sotto. Le antenne enon i sono mediocremente lunghe, colle lamine rossastre che finiscono in punta acuta all'estremità dell'asta (Rampe) ch'è bruna. Il torace è molto peloso come l'addome, e questo sorpassa le ali in- feriori. La 9 relativamente piccola, è di un giallastro chiaro e sparsa irre- golarmente di alcune macchie brune trasversali. Le antenne sono invi- sibili all'occhio nudo; le zampe di una piccolezza estrema, infine il corpo è ricoperto di una pelurie biancastra assai corta, La P. Heylaertsit appartiene alla Sicilia, ove l’ ha scoperto il signor Failla-Tedaldi, membro della Soc. Ent. Italiana, che l’ ha trovato sui monti Nebrodi situati all’ Ovest dei monti Frei (1) nell’ antica Sicilia a 1700 m. d’altezza. Il bruco nel suo abitato vive di piante erbacee..... Questa interessante Psychidae deve trovar posto dopo la Viadrina Stgr. (2) ». Apiformis Rossi.— Dalla mettà di aprile a maggio, in alcune annate raris- sima. I bozzoli si trovano attaccati alle pietre e schiudono facilmente in casa» Campi attorno Castelbuono, Madonie (1000 m.), M. Pellegrino, M. Cuccio. ab. Melasoma Stgr.—(Siculella Bell.). Distinta pel torace ed addome neri. Insieme al tipo. Messina, Siracusa, M. Medio e luoghi di sopra. Kahri Ld.—Aprile maggio. Il bozzolo secondo Bellier è costruito ed è iden- tico a quello della Muscella (Wien. Verz.). Specie piuttosto frequente. Madonie, M. Pellegrino, Castellaccio, Medio, Buare. Siculella Brd.?—Citata con dubbio nel catalogo Staudinger con queste pa- role: sec. un g* descripta ! (praec. var.?) Sembra che questa specie sia stata confusa con qualcuna delle precedenti o con qualche varietà. Bel- lier pensa che la Scculella Bruand sia la var. oscura dell'A piformis, Staudinger invece scrive: Siculella Brd. alia est Psyche. Muscella S.V.—Trovata soltanto da Zeller e Mann. Gen. Acantopsyche Heyl. Tedaldii Heyl.—Riproduciamo la descrizione di questa nuova specie del- l’Heylaerts benchè essa trovasi pure in Siria ed in Algeria. Mas. Flavo-fuscus, dense hirtus; capite antice posticeque flavo fusco; anten- nis fuscis ad apicem bipectinatis, ciliis longioribus, 36-articulatis; pseu- dopalpis fusco-brunnei; thorace abdomineque flavo fuscis, dense hirtis; abdomine angulum analem haud superante. (1) Monti Erei, Nebrodes, Madonie, Murunia sono sinonimi. (2) Vedi Lepidopterologie di Millière. — 228 — Pedibus flavis, dense hirtis, tibiis tarsisque nudis; tibiis anterioribus spina maxima, tibiam superante, adhaerente. Alis anterioribus elongatis, dense squamalis flavo-fuscis obtectis; alis posterioribus brevioribus, magis rotundatis. Fimbriis albo-flavis nitidis, ad basin tamen obscurioribus. Alis anterioribus costis 12; posterioribus 8. Cellularum discoidalium cellula intrusa nulla. Expansio alarum 22-23 mill. Larvae involucrum elongatum, subeylindricum , apicem versus attenuatum, foliis conchylisque obtectum, Larva feminaque ignotae. Habitat: Syria, Algeria et Insula Sicilia. Questa specie è senza dubbio molto interessante. Il prof. Zeller trovò di già nel 1847 i bruchi vicino all’Anapo sull’Asphodelus ramosus, ma l'educazione non gli riuscii. Nel 1881 il sig. Failla-Tedaldi di Sicilia, mi fece arrivare i sacchi, pure senza JJ. Verso la fine dello stesso an- no il cav. Millière mi spedì un superbo gd venuto ex larva col suo sacco. Questo esemplare d’ Algieri è in tutto conforme a quello trovato in Si- ria, che io aveva ricevuto dal dott. Staudinger , sotto il nome di Zutea var. per studiarla e farne la descrizione, Essa è sufficientemente distinta dell’Acantopsyche Febretta Boyer, e dell'A. lutea Stgr. come lo proverò nella mia monografia. La dedico al Failla Tedaldi, a cui debbo alcune Psiehidae siciliane (1). Gen. Epichnopteryx Hb. Pulla Esp. — Luglio. Si trova di buon mattino dalle 6 alle 7. Mann fa se- guire var.? Palermo, M. Medio, Madonie. Hofmanni Heyl.-Un esemplare presso Palermo (Comptes-rendus de la Soc. Ent. de Belgique 4 oct. 1873). Gen. Cochlophanes Staud. Helix Siebold.—Citata di Sicilia nel catalogo Curò. Se non c’inganniamo di questa specie abbiamo visto soltanto gli astucci eliciformi. Helicinella HS.—Da maggio a luglio. Citata da Bellier, Mann e da uno di noi (Failla) che la raccolse raramente alle Madonie. Bellier su questa specie ha scritto queste osservazioni: « L'ho incontrata qualche volta (1) Ved, comptes-rendus de Soc. Ent. de Belgique. Seance du 7 octob. 1882. — 229 — volteggiando di buon ora all’alzare del sole, Il sacco che Schàffer asse- gna all’Helicinella (Tav. 20 fig. 108) non appartiene a questa specie e forse neppure ad un lepidottero. Bruand nella sua monografia delle Psichidae ha riprodotto lo stesso errore. Madonie S. Martino. Liparidae Gen. Orgyia O. Antiqua L—Da giugno ad agosto. Il gf vola di giorno e qualche volta viene di sera al reflettore. Si trova in tutta Sicilia Rupestris Rbr—Maggio e giugno. Nel catalogo Curò viene citata di Sicilia. * Trigotephras B. ab. Corsica? Ramb—Minore, colle macchie cineree co- stali quasi nulle. Secondo Rambur trovata in Sicilia. Ramburii Mab.--I bruchi trovati dal Ragusa e da noi in luglio nelle cam- pagne di Castelbuono sopra una specie di genista. La 9 e attera. Pri- ma di noi fu raccolta dal Reina all’Orto botanico di Palermo ‘nei primi stadii sopra una specie di genista. î * Dubia v. Splendida Ramb.—-Nuova per l’Italia, catturata dal sig. F. Lom- bardo a Trapani e donata al sig. Enrico Ragusa. * Ledereri Mill. —Traduciamo la descrizione fatta dal Milliere di questa spe- cie siciliana, di cui non si conosce che un g' scoperto dal Benoit a Messina ed una 9 dal Ragusa. « Le ali sono grandi, ben sviluppate, prolungate all’ apice , intiere , spesse, di un nero fuliginoso matto. Le superiori sono traversate dallo spazio mediano ch'è di un nero più profondo, esso è limitato dalle due linee principali che sono assai nere e profondamente dentellate; la pri- ma, l’estrabasilare, è quasi dritta; la seconda presenta un angolo (cou- dé) arrotondato pronunziato. Uno spazio chiaro (eclarcie) partente dalla costa limita l angolo esternamente. La macchia cellulare si presenta sotto forma di lunula allungata, stretta, più chiara del fondo, arroton- data all'estremità, strangolata al centro e limitata da un filetto nero. Le seconde ali, in cui l’angolo interno è pronunziato, non presentano al- cun disegno. Nel disotto le ali sono di un nero matto, lavate di gial- lastro, e la linea genicolata (coudé) del di sopra vi è debolmente indi- cata in rossastro. Benchè di sopra non si distingua alcuna benda alle inferiori sì vede di sotto una larga linea subterminale rossastra molto arcuata che li attraversa quasi in totalità. Le nervature sono pure in- dicate in rossastro ; le frangie delle quattro ali sono finamente inter- rotte di nero; le antenne mediocremente lunghe , pettinate, nere, collo stelo anellato di grigio chiaro. Il torace è nero come l'addome, che sor- passa le ali inf,, questo ricoperto da rari peli grigiastri assai lunghi. — 230 — Le zampe sono mediocremente lunghe, nere e munite di piccolissimi speroni. Millière Icon, 97, 1, 2 A1 pl. 451. Gen. Porthesia Stph. Jar Chrysorrhoea — Giugno e luglio. Comnne alle Madonie e altri punti di Si- cilia sino 1700 m. d’elevazione. Fu trovato anche a Pantelleria dal Ra- gusa. * Similis Fuess. (Auriflua S. V.)—Citata da Ghiliani soltanto. Gen. Ocneria HS. Dispar L.—-Estate. Comune nei boschi di sughero e di castagni alle Mado- nie. Mann la trovò a Partinico, la 2 l'abbiamo trovato sotto le pietre. Rubea Hb.—Da giugno a sett. Rara alle Madonie, Bombycidae ! Gen. Bombyx B. Populi L.—Specie assai rara da noi raccolta dal Bellier e dal Ragusa; il primo raccolse una varietà nuova di cui ci dà le seguenti particolarità: « Raccolsì in maggio sulle scorze di Quercus iler alcuni bruchi da cui ottenni un individuo 9 il primo gennaro seguente. Differisce molto da tutte le Populi vedute pelle sue ali più larghe pel grigio giallastro di cui sono sparse per la frangia gialla interrotta di bruno. Non ho potuto osservare molte larve per potere asserire se siano identiche alle no- stre » (L°. Nella nostra collezione (Failla) possediamo un esemplare do- natoci dal Ragusa colle ali molto raccorciate. Franconica S$. V.—-Alquanto rara da maggio a luglio. Citata soltanto da Ghiliani e da Kalchberg. Noi l'abbiamo raccolto alle Madonie a 1300 m. Neustria L.— Da giugno ad agosto. Varia molto vella grandezza e nei di- segni del di sopra delle ali. Madonie, Messina. Trifolii F.—1 bruchi d’aprile a maggio nei prati, particolarmente dove ab- bonda il trifoglio, gl’insetti perfetti si trovano in settembre. Alcune cri- salidi ibernano. Il tipo è assai raro da noi invece è sostituito dalle se- guenti varietà: Medicaginis Bkh.—Ali irrorate di giallastro. Madonie, Palermo, Messina, Ficuzza ecc. 3 Cocles H. G. — Più grande e più giallastra. Varietà riscontrata da Mann, Bellier, Gianelli. Noi l'abbiamo trovata anche a Lampedusa. (1) Bellier op. cit. — 331 — var. Semifasciata Failla.—Bellissima varietà che conservasi in due soli e- semplari nella nostra collezione, distinta per la mancanza assoluta delle fascie gialle nelle ali inferiori. È più piccola e del tipo delle Medicagi- nis. Possediamo inoltre altra varietà più scura, colle fascie assai vive e coll’arco giallastro alla base delle prime ali assai distinto. Quercus L.—Da giugno a settembre. Il tipo è stato trovato dai signori Ghi- ab. liani, Mann e Zeller. Più frequente s'incontrano le var. seguenti : (et v.) Spartii Hb.—Da sett. a nov. Più scura con fascia gialla stretta su tutte le ali; trovata da Bellier, Mann e Zeller, Bellier riportando come specie questa varietà le assegna per carattere di avere il g' il fusto delle antenne bruno, mentre è lavato di giallo all'estremità nella Quer- cus e sue diverse varietà. A dir vero negli esemplari da noi posseduti non abbiamo potuto riscontrare questo carattere, che d’altronde non ci sembra tanto importante in una specie così soggetta a variare per for- marne una specie. Sull’autorità del Guenée soggiunge che i bruchi sono diversi da quelli della Quercus, ciò è indubitato, e come si verifica appunto per le va- rietà della 7rifolu, di cui le larve sono talvolta nere e talvolta gialle. I bruchi della Spartit vivono sopra il Rhamnus alaternus. v. Sicula Stgr.—Uon fascia gialla stretta nelle ali anteriori e largo margine giallo nelle posteriori. E la forma dominante. v. Roboris Schrk.—Più grande, fascia gialla più larga nelle ali anteriori. Gen. Lasiocampa Latr. * Quercifolia L.—I bruchi in aprile sul Prunus gl’insetti perfetti in està. Madonie, e trovata dal Kalchberg nei dintorni di Castelbuono. Otus Drury—Bruchi adulti in aprile sotto la corteccia delle quercie, insetti perfetti in luglio ed agosto. La scoperta di questa specie si deve per il primo ad uno di noi (Minà) che trovò un bozzolo in un campo attorno Castelbuono. Pincitore in un suo articolo afferma di averla trovata a Monte Cuccio, Kalchberg confuta questa scoperta del Pincitore per ta- lune circostanze di fatto e per altre considerazioni. Uno di noi (Failla) l’ha trovata’ nelle seguenti località delle Madonie e luoghi finitimi: Go- nato, Vensiria, Geraci, S. Anastasia. In quest’ ultima località una sera in un arniajaio ne furono presi 6 esemplari, che ci portarono in catti- vo stato, assicurandoci i portatori d’ averle osservate in altri anni nelle identiche condizioni, facendoci credere essere una specie melitofila (1). (1) Per maggiori dettagli su questa specie vedi gli articoli pubblicati dal Pin- citore, dal Kalchberg e dal Failla nelle Petites Nouv. Entomologiques , 1873-77 e Stettiner Ent. Zeit. anno 33°, pag. 319. — 232 — Saturnidae Gen. Saturnia Schrk. Pyri Schiff. —I bruchi in està sugli alberi fruttiferi ed anche nei frassini, l’ insetto perf. in aprile e maggio ; la crisalide spesso passa due anni prima di sviluppare. Comune in tutta Sicilia. Pavonia I.. (Carpini S. V.)—Da marzo a maggio, e più rara della preceden- te. Nella nostra collezione (Failla) trovasi una bella var. di questa spe- cie di colore giallo rossastro. Madonie, Ficuzza, Palermo, Sferracavallo. Drepanulidae Gen. Drepana Schlk. *Harpagula Esp. (Sicula Hb.)—Citata da Ghiliani soltanto. * Binaria Hufn. v. Uncinula Bkh.—Trovata dal Kalchberg, oggi nella col- lez, del R. Istituto tec, di Palermo. Cultraria F.—-Està. Alture delle Madonie e Ficuzza. Gen. Cilix Leach, Glaucata Scop.—Da maggio ad agosto. Madonie, particolarmente alla Xim- bria (1000 m.) battendo le macchie di agrifolio. Trovata soltanto da Mann, Ragusa e da noi. Notodontidae Gen. Harpyia O. * Bifida Hb.—Maggio. Scoperta per il primo dal Bellier e poscia ritrovata dal bar. Pajoo a Fontanamurata nel circondario di Termini. * Erminea Esp.?—-Zuccarello pretende di avere trovato a Catania una va- rietà di questa specie, su di che portiamo i nostri dubbi (Vedi Illustr. entom. di Zuccarello 18453). Vinula L.—D’aprile ad agosto. Bruco sopra i pioppi. Madonie, dintorni di : Palermo, Parco, Catania. — 233 — Gen. Stauropus Germ. * Fagi L.-Aprile. Scoperta soltanto da uno di noi (Failla) che la trovava nel proprio fondo a S. Guglielmo (dintorni di Castelbuono) applicato in un tronco di ciliegio appena schiuso, da dove forse proveniva. Nuovo per la Sicilia, oggi nella collezione Ragusa. Gen. Cnethocampa Stph. Processionea L.—Està. Dannosa alle querce. Madonie, Girgenti. Pityocampa S. V.—Maggio. Come la precedente dannosa alla querce. Ma- donie, Pantelleria. Gen Phalera Hb. Bucephala L. -Da mag. a sett. Madonie, Messina, S. Martino. Gen. Pygaera O. * Anachoreta S. V.—Aprile, maggio. Trovata soltanto da Mann in un giar- dino di Morreale, ed un esemplare all’Orto botan. di Palermo. Cymatophoridae Gen. Thyatira O. Batis L.—Da maggio a sett. Scoperto da uno di noi (Failla) nei dintorni di Castelbuono : S. Guglielmo e Miliuni. Gen. Cymatophora Tr. Octogesima Hb (Ocularis Gn.)—Nuova per la Sicilia e scoperta da uno di noi (Failla) in un solo esempl. alle Madonie il 6 giugno di quest’ an- no (1888). (continua). Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 30 — 234 — COLEOTTERI NUOVI DELLA SICILIA Embololimnebius Baudii, n. sp. Supra niger, nitidus. Prothorax paullo nitidior, quam elytra ; angulis po- sterioribus rotundato-angulatis, obtusis, anterioribus fortiter rotundatis; diffusis magnis punctis piliferis et inter haec paroulis punetis in lateri- bus densius, quam in disco instructus, non reticulatus. Elytra densissime subtilissimeque et vix evidenter reticulata, fere densis et piliferis quidem punctis et inter haec parvulis punctis neque piliferis ornata, postice fere communiter rotundata et angulis suturalibus fere rectis, marginibus au- tem externis sensim elevatis praedita. Subtus niger, fere dense flaves- centerque crinitus. Segmentum sextum, sicut anus nitidum subtilissime- que reticulatum. Conus sexti maris segmenti longitudinaliter excavatus. Anus în utroque seru duobus pilis aliquid distantibus armatus. Tibiae maris posteriores interno latere longis subtilibus albescentibusque cri- nibus natatorits praeditae. Femora media posterioraque nigra, recta, an- teriora interdum flavescentia. Tibia et tarsi piceo-brunnei. Long. 0,0016 Lat. 0,0010. Patria: Sicilia. Questa specie differisce dall’angusticonus n. sp. per il labbro debolmente arrotondato e la conformazione del 6° segmento feminile che nell’ angusti- conus è posteriormente arrotondato; differisce dal simplex Baudi, per la man- canza della pieghettina nell’ano del g° che da ogni lato è ricoperto alla e- stremità di squamette gialle, e per la mancanza delle grosse fossette ai lati dei ciuffetti del J'; differisce inoltre da laticonus, n. sp. per avere i femori sempre neri, i quali in quest’ultima specie oltre di ciò sono superiormente fortemente allargate ed arcuate. Questa specie è rimasta sconosciuta finoggi, per la grande somiglianza che hanno fra loro le specie di Limnebius ; è però una specie distinta, ma ciò non pertanto essa potrà assai facilmente dare occasione a scambi con la simpiex, Baudi. Embololimnebius angusticonus, n. sp. Supra nigro-piceus, in lateribus externis vix pallidior, languidescens, subti- liter reticulutus, diffuse punetatus, singulis ciliis depressis crinitus. Pro- thorax in lateribus magnis punctis haud profundis signatus, angulis an- — 235 — terioribus rotundatis, posterioribus rectangulatis praeditus, antice forti- ter rotundato-angustatus. Elytra sicut prothorar, in lateribus magnis punctis aequis praedita, postice truncata et rotundis angulis externis in- structa. Subtus in lateribus breviter et dispersim, in medio fortius et al- bescenter crinitus. Prosternum non carinatum. Metasternum fortiter pun- ctatum. Sextum, maris segmentum paullo nitidius, quam cetera segmenta, postice contatum , feminae autem nitidum et postice late rotundato-exci- sum. Anus maris duobus pilis aliquid distantibus, feminae late-rotunda- tus et acuto penicillo, in lateribus autem postice brevissimis setis vix e- videntibus praeditus. Femora maris posteriora recta nec curvata; femora media posterioraque nigra, arterivra sicut tibiae tarsique picea. Long. 0,0018 Lat. 0,0010. Patria: Sicilia Per la conformazione del 6° segmento addominale della 9Q questa specie si avvicina moltissimo al nitiduloides Baudi; ma è più stretta e facile a ri- conoscersi per i femori. posteriori del g* che non sono arcuati, ma sola- mente allargati ed arcuati nella parte anteriore ed assai più corti che nel nitiduloides. Questa specie differisce inoltre da tutti gli altri Embololimnebii pel 6° segmento della femina , il quale come nel nitiduloides è liscio e ar» rotondito; ai lati dei ciuffetti del g' non vi sono fossette appariscenti; i stretti e lucenti ciuffetti sono assai finamente bordati. Embololimnebius laticonus, n. sp. Supra nigropiceus , languidescens, vie aut non metallescens, in marginibus pallidior, nigro capite, dispersim singulis crinibus vel pilis procumben- tibus crinitus, haud aut non evidenter punctatus. Prothorax angulis po- sterioribus obtusis, fere rotundato-angulatis, antertoribus rotundatis, in lateribus antice rotundato-angustatus. Elytra postice angustata et angulis externis rotundatis praedita. Subtus haud fortiter et dispersim flavi- crinitus crinibus haud brevibus. Sextum maris segmentum in conum la- tum productum , in utroque seru nitidum nec crinitum; foveolae jurta maris conum desunt. Coxae mediorum pedum fortiter inter se distant, intra quas mesosternum longitudinaliter excavatum. Prosternum nor ca- rinatum. Anus maris duobus pilis aliquid inter se distantibus, feminae approximatis praeditus. Pedes, tibiae femoraque flavescentes. Long. 0,0016. Lat. 0,0010. Patria: Sicilia. Questo animale è della dimensione della Simple Baudi; esso differisce — 236 — dall'angusticonus n. sp. per essere alquanto più largo posteriormente ed a- vere le gambe interamente gialle, la quale particolarità lo fa riconoscere a prima giunta. Inoltre presenta tutti i femori alquanto allargati ed arcuati; il mento è interamente piano e lucente. Wernsdorf 20 giugno 1888. A. KuweRrT. DESCRIPTIO SPRCIET NOVA SICILIANAR GENERIS PLAGIOGNATITS (Hemiptera, Capsidae ) AUCTORE O. M. REUTER Plagiognathus tomentosus, n. sp. Nigro-fuscus, olivaceus, unicolor, superne longe et dense albo-tomento- sus, pilis nigris destitutus; cuneo basi coucolore; membrana aequaliter ni- gricante; antennis femoribusque fusco-nigris, articulis ultimis antennarum, tibiis tarsisque obscure fuscis, tibiis basi punctioque ad basin spinularum fusco-nigris. Long. 0° 2 3j4 mm. Sicilia, unicum marem invenit Cel. D. Ragusa. Plag. olivaceo Reut. magnitudine coloreque similis, mox autem pube- scentia longa tomentosa alba dis'tinguendus. — PI. albipenni Fall. aftinis , differt tamen cuneo toto concolore tibiisque fuscis. Corpus fusco-nigrum, superne olivaceo-micans, dense et longe albo tomentosum. Caput (g) basi pronoti ab antico viso fere 1[3 angustius, latitudini froutis oculique singuli longitudine subaequale, fusco-nigrum, unicolor, fronte convexa, vertice oculo saltem duplo latiore. Rostrum fuscum. Antennae nigro-fuscae, articulis ul- timis obscure fuscis, secundo (0°) latitudini basali pronoti acque longo. Pronotum (3) basi longitudine duplo latius, apice basi circiter 1]3 angu- stius. Hemielytra tota unicolore, membrana cum venis aequaliter nigricante. Femora fusco-nigra. Tibiae cum tarsis obscure fuscae, basi punctioque ad basin spinularum fusco-nigris, his punctis tamen parum distingueudis. — 237 — NOTE SULLE CRISIDIDI DELLA. SICILIA per TEOD. DE-STEFANI a - CATALOGO SINONIMICO DELLE SPRCIE CITATE NEL CORPO DELLE NOTE (Cont, Ved. Num. pr.) VI. Ellampus auratus, L. 1761 1767 1775 1781 id. 1787 1789 1791 1792 1793 1798 Chrysis aurata, Linn. Faun. Svev. Ed. 118, p. 414, n. 1666. » » ». Syst. Nat. Ed. XII, T. I, p. 94, n.4. » » Fabr. Syst Ent. p. 390,00, 10. » » ag sSpecsylas:"I po 4068-13. » » Schek. Enumer. Ins. Austr., n. 785. » » Fabr., Mant. Ins. 1, p. 284, n. 16 » » Vill. Linn. Ent. III, p. 256; n. 4. » » Chryst. Naturg., p. 399, tab. 44, fig. 4. » » Gmel. Linn. Syst. Nat. EdoXIIT, T.LI} P. V; p. 2746, Liar » » Fabr. Ent Syst. Il, p. 248, n. 18. » » Panz. Faun. Germ. fasc. 01, tab. 8. \» » Schrk., Fauna Boica, T. II, P..II, p. 345, n. 2200. » » Fabr Syst. Piezs, p. Lio, n. 29. Hedychrum auratum, Latr. Hist. nat, XIII, p. 289, n. 1. » » Panz. Krit. Rev. II, p. 105. » » Lep. An. du Mus. Hist. nat. VII, p.2, n.199. Chrysis aurata, Dhlb. Monogr. Chrys. Svec. p. 16, n. 14. Hepychrum auratum, Shuck. Ent. Mag. IV, p. 184, n. 7. Ellampus auratus, Wesm. Bull. Acad. Brux., p. 171. Hedychrum minimum, Duf. et Perr. Ann. Soc. Ent. de France, IX, p: 39, n. 20. Elampus auratus, Ghil. Att. Acc. Gioen. Catania, vol. XIX, p. 21. Omalus auratas Dhlb. Dispos. IV, p. 5, n. 1. » » Dhlb. Hymenop. Europ. II, p. 26, n. 8. Elampus auratus, Schek. Nass. Jahrb. XI, p. 54, n. 27. Omalus auratus, Eversm. Bull. de Moscou, XXX, n. IV, p. 546, n. 1. » » Smith. Ent. Annual. p. 105. — 233 — Elampus auratus, Chevr. Chrysid. de Léman, p. 101, 79. Omalus auratus, Thoms. Opusc. Ent. II, p. 102. Ellampus auratus, Schck. Progr. Gymn. zu Weilb. p. 13; n. 25. ‘ Omalus auratus, Marsh. Catalog. of Brits. Hymenop., p. 2, n. 1. v > Ab. Une battue aux Chrys. p. 8, n. 1. » triangulifer, Ab. Feuill. des Jeun. natural., p. 65, n. 1. » auratus, Rad. Fedts. Reise in Turk. Hym., Chrys. p.2, n.2. » ) » Les Chrys. et Spheg. du Caucase, p. 2, n. 4. » » var. triangulifer, Ab. Ann. de Lyon, XXVI, p. 18. » » Grib. Escur. in Calabria, p. 30, n. 88. » » Hyden (von) Die Chrys. Goldw. Ungeb von Frank- furt, p. 245, n. 4. Ellampus auratus, Riggio —Nat. Sicil. An. V, p. 53, n. 2. Elampus auratus, Frey-Gessner. Hym. Helvetiae, p.34. Bull.Soc. Ent. Suisse, V. VII, Heft. n. 8. » » var. triangulifer Frey-Gessner, l. c. . Ellampus Wesmaeli, Chevr. Elampus pusillus, Wesm. Bullet. Acad. Brux. (nec Fabr.). » bidentulus, Dblb. Hym. Europ. II, p. 39, n. 15, var. a. » Wesmaeli, Chevr. Chrys. du Léman, p. 110. Ellampus bidentulus, Schck. Progr. Gymn. zu Weilb., p. 13, n. 28 a. a. Omalus pusillus, Ab. Une battue aux Chrys., p. 3, n. 4. » Wesmaeli, Ab. Ann. de Lyon, XXVI, p. 18. » » Heyden (von) Die Chrys. Goldw. Ungeb. von Frankfurt, p. 245. Ellampus » Mocs., Chrys. Faun. Hung., p. 27, n. 7. o) Elampus » Frey-Gessner, Hymenop. Helvetiae, p. 33. Bull Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. VIII. Ellampus pusillus, Fabr. 1804 1839 1854 1856 1857 1862 Chrysis pusilla, Fabr. Syst. Piez. p. 176, n. 33. Ellampus minutus, Wesm. Bull. Acad. Brux. Omalus pusillus Dhlb., Hym. Europ. II, p. 31, n. 10. Ellampus pusillus, Schek., Nass. Jahrb. XI, p. 57, n. 29. Omalus pusillus, Eversm. Bull, de Moscou, XXX, n. IV, p. 546, n.2. Ellampus minutus, Chevr. Chrysid, de Leman, p. 106. 1865-65 Omalus pusillus, Rad. Horae Rossicae, III, p. 298, n. 4, tab. II, 1870 fig. 3. Ellampus pusillus, Schek. Progr. Gymn, zu Weilb. p. 13, n. 27. — 239 — Omalus pusillus, Rad. Chrysidif. Mutill. et Spheg. p. 2, n. 3. « » Fedts. Reise in Turk. Hym., Chrys. p. 2, n. 3. » » Rad. Les Chrys. et Spheg. du Caucase, p. 2, n. 3. » » Ab. Ann. de Lyon; XXVI, p. 19. » ’ Heyden (von) Die Chrys., Goldw. Ungeb. von Frankfurt, p. 246, n. 5. Ellampus pusillus, Mocs. Chrys. Faun Hungaricae, p. 28, n. 8. Elampus pusillus, Frey-Gessner Hym. Helvetiae, p. 34. Bull. Soc. Suisse, vol» VJI. Heft. n. 8. IX. EUampus violaceus, Scop. 1763 1790 191 1806 1807 1809 1829 1881 30 1837 1859 1840 1845 1853 1854 1856 1857 1862 id, 1866 1870 id. 1872 1874 1879 1882 id. 1387 Sphex. violacea, Scop. Ent. Carn., p. 298; n. 793. Chrysis violacea, Rossi Faun. Etr. HI, p. 77, n. 848. » » Chryst. Naturg. p. 405. Hedychrum coerulescens, Lep. Ann. du Mus. Hist. nat. VII, p. 122, nel, Fo i Chrysis violacea, Ill. Rossi, Faun. Etr. Ed. II, T. II, p. 123, n. 848. Omalus nitidus, Panz. Faun. Ins. Germ. fase. 97, tab. 17. Chrysis fuscipennis, Dhlb. Monogr. Chrys. Svec. p. 15, n. 13. » coerulea, Dhlb. Exerc. Hym. p. 33, n. 17, var. a, Q. Hedychrum coerulescens, Shuck. Ent. Mag. IV, p. 172, n. 3. Elampus violaceus, Wesm. Bull. Acad. Brux. p. 171. Hedychrum coerulescens, Blaneh. Hist. nat. III, p. 296, n. 3. Omalus coeruleus, Dhlb, Dispos. p. 5, n. 3. Ellampus praestans, Fòrst. Verh. nat. preuss. Rheinl. X, p. 353, mi 9900 Omalus coeruleus, Dhlb. Hym. Europ. II, p. 54, n. 12. Ellampus coeruleus Schek. Nass. Jahrb. XI, p. 82, n. 6. Omalus coeruleus, Eversm. Bull. de Moscou, XXX, n. IV, p. 547, n 3: Ellampus violaceus, Chevr. Chrys. du Léman, p. 108. Omalus coeruleus, Smith. Ent. Ann. p. 102. » » Rad. Enum. de Chrys. de Russie, p. 4, n. 5. » » Thoms. Opusc. Ent. II, p. 103, n.2. Ellampus violaceus, Schck, Progr. Gymn. zu Weilb. p. 16, n. 28. Homalus coeruleus, Marsh. Catalog. of Brit. Hymenop-, p. 2, n. 2 Omalus coeruleus, Rad. Chrysidif. Mutill. et Spheg. p. 3, n. 4. » » Ab. Ann. de Lyon, XXVI, p. 19. » » Heyden (von) Die Chrys. Goldw. Umgeb. von Frankfnrt,. pi 2465 n.6. Ellampus coerulescens, Mocs. Chrys. Faun. Hungaricae, p. 81, n. 13. Elampus violaceus, Frey-Gessner. Hym. Helvetiae, p. 34. Bull. Soc, Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. — 240 — X. Holopyga fervida, Fabr. 1781 Chrysis fervida, Fabr. Spec. Ins. I, p. 456, n. 12. 1787 » » sii Matt. Ins !0L pi 295," AA. 1789 » » VALSE n, Enit MS pr 259106 1792 » » Gmiel Linn. SvysttWNat:"Bd, XIII, PIV 7 gina 2745, n. 16. 1793 » » Fabr. Ent. Syst. Il, p. 242, n. 16. 1804 » » pi SyspePiez:pi179) 0-28: 1805 Hedychrum fervidum, Latr. Hist. nat. XIII, p. 240, n. 3. 1806 ; » » Panz. derit. “Rev: PI) pa 104 id. > + nitidum, Lep.'‘Anm. du ‘Mus. Hist. ‘nat. VIE, pi 1233 n.idljtabi VIII fig. 000 dg. 1849 » Fellmannii, Luc. Explor. de l'Alger. Zool. 11), p. 314, n. 359, tab. 17, fig. 12. 1853 » chalconotum, Féòrst. Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, p. 315, n. 94 Q. 1854 » fervidum, Dhlb. Hym. Europ. II, p. 90, n. 52. 1856 » » Schck. Nass. Jahrb. XI, p. 45, n. 20. 1866 » » Taschb. Hym. Deutsehl. p. 150. 1869 Holopyga splendens, Chevr. Mittheil Schweiz. ent. Gesellsch., vo- limetiti thy dpr, 1870 Hedychrum fervidum Schck. Progr. Gymn. zu Weilb. p. 12, n. 22. 1872 » » Marsh. Cat. Britis. Hymenop. p. 3, n. 4. 1879 Holopyga fervida, Ab. Ann. de Lyon, XXVI, p. 27. 1882 » » Mocs, Chrys. Faun. Hungaricae, p. 33, n. 1. id. » » Hevden (von) Die Chrys. Goldw. Umgeb. von Frankfurt, p. 253, n. 26. » » var. cyaueocephala, De St. n. 1887 td fervida, Frey-Gessner—Hym. Helvetiae, p. 38. In Bull. Soc, Ent. Suisse vol. VII, Heft. n. 8. XI. Holopyga gloriosa, Fabr. 1793 Chrysis gloriosa, Fabr. Ent. Syst. Il, p. 242. n. 14. 1801 ? » » Coqueb. Ill. Icon. Ins. Dec. II, p. 58, tab. XIV, fig. 1 (Testo Mocs.). 1802 ? » edentula, Schrk, Fauna Boica, Tom. II, P. II, p. 944, n. 2197. 1804 » gloriosa, Fabr. Syst. Piez., p. 174, n. 20. 1806 Hedichrum lucidum, Lep. Ann, du Mus, Hist. nat. VII, p. 122, n, 11. tab. VII, fig. 6. 1845 Holopyga amoenula, Dblb. Disp. p. 4, n. 1. — 241 — Hedychrum micans, Lucas, Expl. de l’Alger. Zool., p. 313, n. 358 PI. 17, fig. 11, (nec H. micans, Dhlb.). » fastuosum, Lucas, l. c. fig. 10, p. 313, n. 357, fig. 10 » mauritanicum, Lucas, l. c. p. 312, n. 356, fig. 9. Ellampus inflammatus, Féòrst. Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, p. 848, n. 96, DS. » generosusy Forst.; Je. pi 349; n. 97, » chrysonotus, Féòrst.. l.-c., p. 947, n. 95 Q. Holopyga ovata, Dhlb. Hym. Europ. II, p. 51, n. 28, var. a, b, c, desi egli » punetatissima; Dblb..1..c.;T: I,.'p.:50, n. 22 » ovata, Schck, Nass. Jahrb. XI, p. 82, n. 5 (ex parte). » splendida, Schck., I. c., p. 48, n. 23. » generosa Schck., l. c., p. 49, n. 24. » varia, Schck., l..c., p. 50, n. 25. » ovata, Dhlb. var. $ (ignicollis) Eversm. Bull. de Moscou, DER IV pyro49: N31: » » Eversm., l. c., p. 459, n. 1, var. Y (gloriosa, F.). » Jurinei, Chevr. Chrys. de Léman, p. 95. » ovata, Chevr.;..l. e: p.193; » ovata, Rad. Enumer. de Chrys. de Russie, p. 6, n. 13. Hedychrum lucidulum, Nyl. (var. e. DhIb.) Rad. Enumer. de Chrys. de Russie, p. 6, n. 13. Holopyga generosa, Schck. Progr. Gymn. zu Weilb. p. 12, n. 24. » ovata».l.-teteno1. » » P©ioms. OpusestEnt.-I%p. 104, n.d i» » Rad. Chrysidif. Mutill. et Spheg. p. 4, n. 9. » » Ab. Une batiue aux Chrysides, p. 3, n. 8. » gloriosa et Jurinei, Ab. I. c., n. 10. » ignicolhs:Ab..lixe.0n99, » ovata, Dhlb. var. g. Rad, Fedts Reise in Turk. Hym. Chyr. pin. 9 » gloriosa var. mauritanica, Ab. Synops des Chrys. de Fr., prog n.03. » » var. aureomaculata, Ab., ]. c. n. 5. » ui) var. amoenula, Ab, l. c., n, 4. » » var lucida; Abi.lives, i. 7 » » var. gloriosa, Ab., l. c., n. 8. » » var. fastuosa, Ab., l. c., n. 2. » » var. ignicollis, Ab. l. c., n. 6. » » var, ovata, Ab:,@l. c., .p. 31 n. 1. » gloriosa, Ab., l. c., p. 31. Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 31 XI 1859 1854 1856 1862 1870 1877 1879 1882 1887 se DI ld Holopyga similis, Moes. Termesz. Fizet. III, p. 12I, n. 8,99. » » » Chrys. Faun. Hung. p. 35, n. 4. » chrysonota, Mocs., l. c., p. 34, n. 3. » amoenula, Mocs., l. c., p. 36, n. 7. » gloriosa, Mécs., l. c., p. 39, n. 2. » » Heyden (von) Die Chrys. Goldw. Umge' von Frankfurt, p. 247, n. 8. » amoenula, Frey-Gessner Hymen. Helvetiae, p. 37. In Bull. d. 1. Soc. Entom, Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. » gloriosa, Frey-Gessner, l. c., p. 38. I. Holopyga curvata, Fòrst. Hedychrum curvatum, Fòrst. Verh. nat, Ver. preuss. Rheil. X, pa- gina 344, n. 93. » chloroideum, Dhlb. Hym. Europ. II, p. 66, n. 37 (excl. Lep. syn.). » » Schck. Nasss Jabrb.X, p.08L; n= 2: Holopyga Sicheli, Chevr. Chrys. du Léman, p. 97. Hedychrum chloroideum, Schcek. Gymn. zu Weilb., p. 16, n. 24. Holopyga smaragdina, Tourn. Petit. nouv. Ent: 1 Febr. » chloroidea Ab. Annal, de Lyon, XXVI, p. 28. » curvata, Mocs. Chrys. Faun. Hungaricae, p. 35, n. 6. » ‘ Frey-Gessner. Hym. Helvetiae, p. 39. In Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft., n.8. XIII. Hedychrum incrassatum, Dhlb. 1854 1874 1876 1878 id. Hedychrum incrassatum, Dhlb. Hymenop. Europ. T. II, p. 73, n. 42. » » Rad. Chrys. Mutill. et Spheg., p. 5, n. 11. Hedychridium inerassatum, Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 15. Hedychrum incrassatum, Ab. Ann. Soc. de Lyon, p. 36. » scutellare, Tourn. Mitth. Schweiz. Entom. Gesell., pa- gina 309. XIV. Hedychrum lucidulum, Fabr. 1763 1775 1781 id. 1787 1789 1790 1791 id. ? Sphex nobilis, Scop. Ent. Carn., p. 297, n. 792 9. Chrysis lucidula, Fabr. Syst. Ent., p. 35g, n. 9°9. » » F.;Spee. Ins. p:1456, n. 11 0. » nobilis, Schrk., Enum. Ins. Austr. n. 784. » lucidula, Fabr. Mant. Ins., p. 283, n. 13 Q. » » Nu Linn. EMI p.-258,n 9 01 » » Rossi, Faun: te IL, _ (dica <> «1 LEPIDOTTEROLOGIA SICILIANA —— e... Nella lettera del dott. O. Struve, pubblicata nel fascicolo 1° maggio 1888. (N. 8) del * Naturalista Siciliano ,, si trovano alcune inesattezze. L’onore- vole dott. O. Struve dice alla fine della sua lettera: “ però la specie più interessante che io scoprii alle Madonie, e che potei determinare soltanto più tardi nella collezione Staudinger, raccolta da questi in pochi esempl. in Andalusia, è la Acidalia mutilata ecc., (1) Note intorno agli Idrofilini Italiani. Bull. Soc. Ent. Ital. Anno XVI (1884) pag. 88-91. (2) Seduta del 24 giugno 1877. Accad. Reale di Scienze di Torino, (3) Feuille des Jeunes Naturalistes, vol. I, pag. 36. — 268 — Questa Acidalia Mutilata Stgr. fu scoperta da me in Sicilia nell’anno 1873 e descritta dal dott. O. Staudinger nella Gazzetta entom. di Stettino, anno 1876, pag. 140. Essa è dunque specie di origine siciliana e non del- l’Andalusia. Anche l’Acidalia Canteneraria B. fu trovata in Sicilia da Laharpe, Mann, Bellier e da me, la Consanguinaria Ld. da Bellier e la Trigeminata Hw. da Bellier e da me. Stimo opportuno di pubblieare a questo proposito nell’interesse della le- pidotterologia siciliana le specie e varietà del genere Acidalia trovate da me in Sicilia e verificate tutte dal dott. O. Staudinger. Queste sono : Acidalia Ochrata Sc. Acidalia Elongaria Rbr. » Mutilata Stgr. n. sp. » Trigeminata Hw. » Determinata Stgr. n. sp. » Filicata Hb. » Dimidiata Hufn. » Dilutaria Hb. » Inclinata Ld. » Degeneraria ab. Rubraria » Ochroleucaria HS, Stgr. » Virgularia Hb. » Inornata v. Deversaria HS. » » v. Canteneraria B. » Turbidaria HS, » Longaria HS. » » v. Turbulentaria Stgr. » Laevigaria Hb. » Marginepunctata Goze. » Attenuaria Rbr. » Luridata v. Confinaria HS. » Efflorata Z. var. » » v. Romanaria Mill. » Infirmaria Rbr. » Coenosaria Ld. » Incarnaria HS, » Submutata Tr. » » Canuisata Mill. » Imitaria Hb. » Circuitaria Hb. » Emutaria Hb. » Herbariata F. » Decorata Bkh, » Ostrinaria Hb. Penzing, maggio 1888 (1). BARONE ApoLFo KALCHBERG. (1) Per un ritardo involontario successo, la Redazione non potè pubblicare questa nota prima. — 269 — Dr. Frane. Minà-Palumbo e Luigi Failla-Tedaldi MATERIALI PER LA FAUNA LEPIDOTTEROLOGICA DELLA SICILIA (Cont. v. Num. prec.). C. Noctuae Gen. Diloba Steph. Caeruleocephala L. — Bruchi in aprile sul biancospino ed alberi fruttiferi, secondo A. Palumbo davnosi ai mandorli. Insetto perfetto in està. Ma- donie, Morreale, Castelvetrano, Girgenti ecc. Gen. Simyra O. Nervosa S. V.—Està. Scoperta dal Ragusa a Catania. Gen. Acronyceta O. * Aceris L.—Trovata soltanto da Mann in maggio a Morreale. * Megacephala S. V.-—Trovata pure da Mann in maggio a S. Martino. Psi L.— Sett. Nuova e rara per la Sicilia scoperta da noi e da Ragusa. Madonie, Palermo. * Euphorbiae S. V.—Riportata da Bellier e Zeller. Euphrasiae Brahm.—Da Giugno a sett. Trovata da Mann, da Kalchberg e da uno di noi (Failla) Madonie, Valle corta. Rumicis L —Prim. ed aut. La più comune del genere e varia molto nella grandezza e nell’intensità del colore. In tutta Sicilia. Ligustri S. V.—Agosto e sett. Nuova per la Sicilia, scoperta da uno di noi (Failla) alle Madonie. Gen. Bryophila Tr. * Strigula Bkh. (Receptricula Hb ).—I bruchi di questa specie stanno ce- lati sotto i licheni dei muri e degli alberi. Trovata da Zeller. Algae F.—Giugno e luglio. Rara e trovata da noi alle Madonie. ab. Mendacula Hb.—Più piccola e più chiara. Trovata dal Kalchberg. Ch Muralis Forst.—Bruchi in aprile, inset. perf. in està. Secondo La harpe la nostra specie è più piccola del tipo svizzero. Comune dapertutto. v. Par Hb — Più chiara , forma riscontrata dal Bellier, Mann, Kalchberg ecc. (1). Gen. Agrotis O. Janthina S. V.— Està, poco frequente. Madonie, Ficuzza. Valle corta, Ca- tania. Linogrisea Schiff—Agosto sett. Alquanto rara sino a 1700 m. sulle Mado- nie. Fimbria L.—Prim. ed està, In certe annate comune, in altre alquanto rara. Varia molto nell’intensità di colorito delle ali superiori che passano al verde. Gli entomologi francesi designano questa var. col nome di .So- lani Fab. Madonie e molti altri punti di Sicilia ove coltivasi la vite. Interjecta Hb.—Agosto. Nuova per la Sicilia, trovata da uno di noi (Failla) in due soli esemplari alle Madonie. Pronuba L.-Prim. ed està. Comune alle Madonie; l'abbiamo trovata pure a Pantelleria e Lampedusa. ab. Innuba Tr.—Colle ali ant. ed il torace concolori. Non rara assieme al tipo. Madonie, Siracusa, Morreale ecc. * Orbona Hufn. (Subsequa S. V.)— Trovata da Bellier e forse anche da Zeller a Catania; probabilmente intesero parlare della specie seguente. Comes Hb. (Orbona F.)—Prim. ed està, comune in tutta Sicilia. ab. Adsequa Tr.—Più pallida e di colore uniforme assieme al tipo. ab. Prosequa Tr.—Più scura. ab. Connuba Hb. — Ali sup. di un giallo d’ ocra unito coi disegni appena marcati. Due soli esemp. nella coll. Failla trovati alle Madonie. Castanea Esp. v. Neglecta Hb.— Està. Di colore grigiastro, trovata da noi (Failla) alle Madonie. C. nigrum L.—-Mag. e giugno.— Trovata soltanto da Mann a Partinico, e da uvo di noi (Failla) alle Madonie. Ditrapezium Bkh.? — Nessun autore cita questa specie di Sicilia, essa è molto affine alla stigmatica, molti esempl. che abbiamo comunicati al dott. Staudinger, ce li ha rimandati sempre con questo nome. Stigmatica Hb.—Maggio e sett. Alquanto rara alle Madonie. Xanthographa S. V.—Sett. ed ott. comunissima. Varia molto nel colore: alcune forme passano dal bigio all'ocraceo colle linee e le macchie più o meno distinte. E specie melitofila. Allorquando le foglie dei salici sono (1) Nella nostra collezione (Failla) abbiamo un esemplare indeterminato, pro- babilmente una nuova specie. — 21 — infeste d’afidi, la sera vengono attirate per succhiarvi gli umori zucche- rini che scernono detti insetti, Trovata soltanto da noi all: Madonie. ab. Cohaesa HS.—Più chiara e grigiastra, assieme al tipo. ab. Uricolor Failla. —Si distingue per l assenza completa delle macchie, ossia colle ali sup. unicolori. Umbrosa Hb. — Difficile a distinguere dalla XanthRographa, di cui sembra essere più rara. La stessa epoca e luoghi di sopra. Conflua Fr.?—Sett. Un solo esempl. così determinatoci con dubbio dal conte Turati; sarebbe nuova anche per l’Italia. Trovata da uno di noi (Failla) alle Madonie. * Margaritacea Vill.?—Zuccarello nelle sue illustrazioni entomologiche de- scrive questa specie sotto il nome di C%karadrina glareosa, che trovò in maggio a Catania, se non è bene accertata da ulteriori osservazioni essa deve escludersi dalla Sicilia. Leucogaster Fir.—-Da maggio a sett. alquanto rara. Madonie, Palermo. * Forcipula Hb.—Citata soltanto da Ghiliani. Fimbriola Esp.—Està. Trovata soltanto dal Kalchberg e da uno di noi (Fail- la) alle Madonie sino a 1600 m. Rara. Cos Hb.—Està. Nuova per la Sicilia scoperta da noi alle Madonie. ab Thephra Bsd.—Staudinger a torto, secondo noi, ha messo in sinonimia questa varietà del Boisduval, che si distingue per le macchie e le li- nee completamente obliterate. Noi possediamo qualche esemp. benissi- mo caratterizzato. Puta Hb.—D'aprile ad ottobre. Madonie, Palermo, Ficuzza, Catania. ab. Lignosa God.—Colle ali ant. oscure, assieme al tipo non rara. Exclamationis L.—Aprile e maggio, trovata da Mann, Kalchberg e da noi. Madonie, Palermo, Morreale. * Spinifera Hb.—Manca nelle collezioni siciliane; secondo HS. e Stgr. di Sicilia ed esistente nella raccolta di Romano. Nigricans L.—Nuova per la Sicilia, scoperta una sola Q da uno di noi (Failla) (8 agosto 1887) alle Madonie. Tritici v. Aquilina S. V.—Està, Scoperta soltanto da noi (Failla) in pochi esemplari determinateci dal dott. Staudinger. Obelisca S. V.—Està. Madonie, Ficuzza. ab. Villiersii Gn.— Più grande e più pallida. Due soli esemplari nella col- lezione Failla. Saucia Hb.—Està. Trovata da Bellier, Kalchberg e da noi, Comune. Mado- nie. ab. Margaritosa Hw.—Forma variegata assieme al tipo. Nella nostra col- lezione (Failla), abbiamo esemplari di un pallido-giallastro. Trux Hb. v. Terranea Stgr. — Està. Non sappiamo quali siano i caratteri di questa varietà, soggetta d’altronde a mille modificazioni. Nelle Note — 272 — entom, di Gianfr. Turati si legge: varietà proprio della Sicilia presa da Failla-Tedaldi. Madonie, Ypsylon Rott.—Està, poco frequente alle Madonie e Palermo. Segetum Schiff. (Dimidia Z.).—Da maggio a sett. Comunissima e variabile dal nero al chiaro, e talmente sono accentuate talune variazioni che farebbero credere a specie diverse, come appunto fece lo Zeller di una varietà g trovata a Catania, che la descrisse per nuova specie sotto il nome di Dimidia, volendo accennare con questa parola lo scarso nu- mero delle laminette antennari. Ved. Isis 1847, p. 439. * Sicula B.? (Sicania Gn.).—Riportata nel Catalogo Staudinger con queste parole: sec unam 92 detritam descripta! (1). Crassa Hb. v. Lata Tr —Da maggio ad agosto. Si distingue per le antenne del g° fortemente pettinate. Più frequente nei luoghi elevati sino 1600m. Madonie Parco. ab. 2 Obscura Failla.—Il colore delle ali assai cupo. Bellissima e rara va- rietà trovata alle Madonie. (continua). COLEOTTERI NUOVI 0 POCO CONOSCIUTI DELLA SICILIA DI ENRICO RAGUSA (Continuaz. Ved. Num. 1). Cicindela littoralis var. Ragusae Failla. L’ autore nel suo eccellente lavoro sull’isola di Lampedusa descrisse in questo periodico a pag. 157 (Anno VI) questa splendida varietà che io ho trovata rappresentata in molti esemplari africani, visitando la ricchissima collezione dell’ illustre D* C. A. Dohrn a Stettino, sotto il giusto nome che le compete di var. Berthelemnyi Dupont (2) di Tanger. Abbiamo dun- (1) Zuccarello (op. cit.) descrisse una Caradrina sicula ? probabilmente un A- grotis, ma non dando l’autore alcuna figura, non possiamo tener gran conto della sua descrizione. (2) Dej. Cat 3, Ed. pag. 5. — 273 — que un altro insetto africano da aggiungere agli altri scoperti dal Failla nell’isola di Lampedusa che merita certamente di essere esplorata in di- verse epoche dell’anno e più a lungo. Hidrosis (Steira) crenatocostata Redt. Debbo alla gentilezza del sig. von Heyden la determinazione di questo interessantissimo insetto scoperto all’ isola di Lampedusa dall’amico Luigi Failla-Tedaldi che ne trovò un solo esemplare sotto una pietra; e che fa oggi parte della mia collezione. La scoperta di quest’altro insetto africano a Lampedusa ci prova sempre più come quest'isola dal lato faunistico ap- partenga più all'Africa che all'Europa, e ripeto, sarebbe di alto interesse farvi delle nuove esplorazioni. La Steira crenatocostata fu scoperta nel viaggio della Novara 1868 al Capo di Buona Speranza ! NOTE SULLE CRISIDIDI DELLA SICILIA per TEOD. DE-STEFANI CATALOGO SINONIMICO DELLE SPEGIB CITATE NEL CORPO DELLE NOTE (Cont. e fine. Vedi Num. 11). XV. Hedychrum Gerstaeckeri, Chevr. 1879 Hedychrum Gerstaeckeri, Chevr. Mittheil. Schveiz. ent. Gesellsch., voli, dp. 47, g'0 id. » » Ab. Ann. de Lyon, p. 33, g'9. 1882 » » Mocs. Chrys. Faune Hungar., p. 39, n.2. id. » » Heyden (von) Die Chrys. Goldw. Umge- bung von Franckfurt, p. 248, n. 11. XVI. Hedychrum longicolle, Ab. 1876 Hedychrum longicolle, Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 14. id. » sculpturatum, Ab. l. c., n. 12. 1877 » longicolle, Ab. Feuill. des Jeun. nat. n. 78, p. 65, n. III. Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 34 — 274 — 1878 Hedychrum sculpturatum, Ab. l. c. n. II. 1878 » longicolle, Ab. Synop. des Chrys. de France, p. 34. id. Hedychridium sculpturatum, Ab. l. c. p. 39. 1887 Hedychrum Gerstaekeri, Frey-Gessner-Hymenop. Helvetiae, p. 45. Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. XVII. Hedychrum ardens, Coqueb. 1801 Hedychrum ardens, Coqueb. Ill. Icon. Ins. Dec. II, p. 59, tab. XIV, ROSI 1806 » minutum, Lep. Ann. du Mus. Hist. nat. VII, p. 122. 1823-40 » ardens, Cur. Brit. Entom. pl. XXXVIII. 1829 Chrysis integra, Dhlb. Monog. Chrys. Suec. p. 16, n. 15. 1831-33 » » Dhlb. Exercit. Hym. p. 85, n. 20, var. a Db. 1837 Hedychrum ardens, Shuck. Ent. Mag. IV, p. 172, n. 4. 1859 » » Wesm. Bull. Ac. Brux. p. 170. 1845 Pra integrum, Dhlb. Dispos. p. 3, n. 5. 1854 » minutum, Dhlb. Hym. Europ. T. II, p. 82, n. 46. id. » coriaceum, Dhlb., 1. c. p. 88, n. 50. id. » lucidulum var. c. Dhblb. 1. c. n. 45, p. 78 9. 1856 » coriaceum, Schck. Nass. Jahrb. XI, p. 46, n. 21, et (STB J WR olao id. » minutuma, Sehek. lg. p- 84, n.6: 1856-66 » coriaceum, Rad. Horae Rossicae, II, p. 301, n. 16, tab. HL: fig. 9) 1857 » » Eversm. Bull. de Moscou, XXX, n. IV, p. 551, n. è: id. » minutum, Eversm. l. c. p. 551, n. 2. 1861 » carinulatum, Schck., Nass. Jahrb. XVI, p. 177, var. 1862 » ardens, Chevr. Chrys. du Léman, p. 83, d' 9. id. » » Smith. Ent. Ann., p. 99. 1865-66 » minutum, Rad., Horae Rossicae, III, p. 301, n. 15, tab. IIS Cho:%S. 1870 » coriaceum, Schck. Progr. Gymn. zu Weilb., p. 12, n. 19. id. » minutum ‘Schekl#e;-p.608; n 20; 1872 » ardens, Marsh. Catalog. of Britsh. Hymenoptera, p. 3, n. d. 1876 » minutum, Ab. Une bettue aux Chrys. p. 3, n. 13. 1878 Hedychridium minutum, Ab. Synop. des Chrys. de Fr., p. 36 et 39. id. » » var. coriaceum, Ab., l. c. 1882 Hedychrum coriaceum, Mocs. Chrys. Faun. Hungaricae, p. 40, n. 4, id. » ardens, Mocs. l. c. p. 40, n. 5. — 275 — 1882 Hedychridium minutum, Heyden (von) Die Chrys. Goldw. Umge- bung von Frankfurt, p. 248, n. 12. 1887 » ardens Frey-Gessner, Hym. Helvetiae, p. 41, Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. id. » » coriaceum, Frey-Gessner, l. c. p. 42. XVIII. Hedychrum roseum, Rossi. 1790 Chrysis rosea, Rossi, Fauna Etr. II, tab. 8, fig. 7. 1792 » » Rossi, Mant. Ins. p. 132, n. 290. 1801 » rufa, Panz. Faun. Ins.) Germi. fasc. 79) tab. Le: 1806 Hedychrum roseum, Lep. Ann. du Mus, Hist. nat. VII, p. 123, n. 13 dg. id. » rufum, Panz. Krit. Rev. II, p. 104. 1829 Chrysis rosae, Dhlb. Mon. Chrys. Suec. p. 13, n. 11. 1831-33 » » Dhlb. Exerc. Hym. p. 31, n. 14. 1837 Hedychrurn roseum, Shuck. Ent. Mag. IV, p. 173, n. 6. 1859 » » Wesm. Bul. Acad. Brux, p. 169. 1540 » » Blaneh. Mist. mat. III, p.:296, n.2. 1845 » » Dhlb. Dispos. p* 2, n. 3. 1854 » » Dlb: «Hymn. Btrop. ST.IL-pr 98) (599. 1856 » » Schck. "Nass. Jahrb. XI, p. 46, fi, 22. 1857 » » Eversm. Bul. de Moscou, XXX, n. IV, p. 592, Miotd: 1862 ’ « Chevr. Chrys. de Leman, p. 89, d 9. 1866 » » Taschb. Hym. Deutschl. p. 150. 1870 » » Schck. Progr. 'Gymn.. zu Weilb. p. 12, ‘n. 21. id. » » Thoms. Opusc. Ent. II, p. 104. 1872 gas » Marsh. Catalog of Brit. Hymenop. p. 8, n. 5. 1876 » » Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 16. 1877 » » Rad. Les Chrys. et Spheg. de Caucase, p. 2, n.9. 1878 Hedychridium roseum, Ab. Synop. de Chrys. de France, p. 85 et 38. 1882 » » Heyden (von) Die Chrys. Goldw., Umgebung von Frankfurt, p. 249, n. 13. id. Hedychrum roseum, Mocs Crys. Faun. Hungaricae, p. 41, n. 6. 1887 Hedychridium roseum , Frey-Gessner. Hym. Elvetiae, p. 41. Bull. Soc. Ent. Suisse, Vol. VII, Heft. n. 8. XIX. Chrysis cyanea, Liun. 1761 Chrysis cyanea, Linn. Fauna Succ. Ed. II, p. 414, n. 1667. 1767 » » Linn. Syet. NatAEd, XII, T. KP. IL p. 948; 45. 1775 » » Fabr. Syst. Ent., pa 359, n. 11. 1781 » » Fabr. Spec. Ins. p. 456, n. 14. — 276 — Chrysis cyanea, Fabr. Mant. Ins. I, p. 284, n. 17. Rossi Faun. Etr. II, p, 76, n. 845. Gmel. Linn. Syst. Nat.. Ed. XIII, T. I, P. V; pa- gina 2746, n. d. àbr. Ent. Syst. Il, p. 243; n. 20. Panz. Faun., Ins. Germ. fasc, 51, tab. 10. Schrk, Fauna Boica, II, p. 345, n. 2199. Fabr. Syst. Piez. p. 176, n. 29. Kat. \Hist. nat. -XYII}\p.-5238, n06. Lep. Annal. du Mus. Hist. nat. VII, p. 128, n.22. Panz. Krit. Rev. II, p. 103. TL Rossi, Faun. Etr. Ed", T. II p. 122,01 8408 Shuck. Ent. Mag. IV, p' 167, n.8. Wesm. Bullet. Acad. Brux., p. 177. Blanch.,Hist. nat. TILL p.1296, n.06. Fòrst. Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, p. 804. Dhlb. Hym. Europ. II, p. 188, n. 102. Schck. Nass. Jahrb. XI, p. 36, n. 14. Eversm. Bullet. de Moscou, XXX, n, IV, p. 556, DUO: Smith. Ent. Annual, p. 92. Chevr, Chrys. du Lèman, p. 53. Taschb, Hym. Deutschl. p. 151. Sehck. Progr. Gymn. zu Weilb. p. 10, n. 8. | Thoms. Opuse. Ent. II, p. 107, n. 8. Marsh. Catalog. of Brits. Hymenop. p. 4, n. 7. Rad. Chrysid. Mutill, et Spheg. p. 13, n. 23. Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 32. Rad. Fedts Reise in Turk. Hym. Chrysid. p. 12, n. 23. Rad. Les Chrys' et Spheg. de Caucase, p. 5, n. 55. Ab. Annal. de Lyon XXVI, p. 4l. Heyden (von) die Chrys. Goldw Umgebung von Frankfurt, p. 249, n. 15. Mocs. Chrys. Faun. Hungaricae, p 56, n. 21. Frey-Gessner. Hym. Helvetia, p. 63. Bull. Soc. Ent, Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. XX. Chrysis assimilis, Dblb. Chrysis assimilis, Dhlb. Hym, Europ. T. II, p. 201, n. 108. » » virgo, Ab. Feuill. des Jeun. natural. N. 78, p. 66, n. VI. assimilis, Ab. Synop. des Chry. de ‘France, p. 42. (hrysogona tarsata, Tourn. Ann. Soc. Ent. Belg. T. XXII, p. 99. _ 277 — XXI. Chrysis Ragusae, De St. n. sp. XXII. Chrysis cyanopyga, Dhlb. 1849 1854 1857 1865-66 1870 1874 1876 1877 1879 id. 1882 » » Chrysis versicolor Luc. (Nome dato di già da Spinola ad altra spe- cie). Explor. de l’Algér. Zool. III, p. 305, n. 342. cyanopyga, Dhlb. Hym. Europ. II, p. 253, n. 140 gf Q. » Evesm. Bull. de Moscou XXX, n. IV, p. 537, n. 8. » Rad. Horae Rossicae III, p. 305, n. 36 tab. IV, fig. -22. » Schck, Progr. Gymn. zu Weilb.,-p. 15, n. 18. » Rad. Chrysidif. Mutill. et Spheg. p. 19, n. 37. » Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 38. ’ Rad. Fedts Reise in Turk Hym. Chrys., p 19, n. 37. » Ab. Annal. de Lyon XXVI, p. 47 et 53 79. » var. dominula, Ab.,l. c., p. 47 e 54. » Mocs. Chrys. Fauna Hungaricae, p. 64, n. 31, XXIII. Chrysis splendidula, Rossi. 1790 1807 1845 1853 id. 1856 id. 1870 © id. Chrysis splendidula, Rossi, Faun. Etr. II, p. 78, n. 850. » Ill. Rossi Fauna Etr. Ed. II, T. II, p.125, n. 850, » Dhlb, Dispos. p.9, n. 7. » Dhlb. Hym. Europ. II, p. 254, n. 141. analis, Fòrst. Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, p. 306, (nec Spin.). splendidula, Schck, Nass, Jahrb. XI, p. 77, n. 18. ornata, Schek., «1.6, p-.32, ne 10. splendidula Schek. Progr. Gymn. zu Weilb. p. 11, n. 13. insperata, Chevr. Mittheil. Schweiz. entom. Gesellsch. HI, us 6,pi 200,11. rutilans, Perris, Ab. Synops. des Chrys. de France, p. 53. aurotecta, Ab. l. c. supplément, p. 103. splendidula, Ab. Annal. de Lyon XXVI, p. 47 et 53. » Mocs. Chrys. Fauna Hung. p. 63, n. 30. XXIV. Chrysis cyanura, Dblb. Chrysis cyanura, Dhlb. Hymenop. Europ. IT, p. 109, n. 60 9. » » Radosz. Enumer. de Chrys. de Russie, p. 10, n. 27. Fedtschenkoi, Radosz, Chrys. Mutill. et Spheg. p. 12, n. 20. » Radosz. Les Chris. et Spheg. du Caucase , persi ne 1I4. cyanura, Ab. Synop. des Chrys. de France, p. 48. — 2788 — XXV. Chrysis viridula, Linn. 1761 1767 id. 1775 1776 1781- 1787 1789 id. 1791 id. Chrysis viridula, Linn. Fauna Suec. Ed. II, p. 415, n. 1668 gf. » » Linn. Syst. Nat. Ed. XII, T. 1, P. II, p.948, n.6. » bidentata, Linn., l. c., p. 947, n.2 Q. » » Fabr. Syst. Ent. p. 358, n. 7 Q. » viridula Sulz. Abgb. Gesch. d. Ins. p. 193. » bidentata, Fabr. Spec. Ins. I, p. 456, n.9 9. » » Babr. Mant.JFus, K,-p-\28% 0a. 1052; » » Vall. inn. Ent. PII,-p. 256, n.20! » » Will, Ale, P.2008, DI 7.4; » » Christ. Naturg. p. 398, tab. 44, fig. 2 Q. » viridula, Christ., l. c., p. 404, tab. 45, fig. 2 J. » aurora, Christ., ]. c., p. 405, tab. 45, fig. 5 gd. » viridula, Gmel. Linn. Syst. Nat. Ed. XIII, T. I, P. V, pa- gina 2746, n. 6 d. » bidentata, Gmel., I. c., p. 2745, n.29. » » Fabr. Ent. Syst. Jp: 241, 011402, » dimidiata, Fabr. Ent. Syst. Suppl. p. 258, n. 15-16 gd. » bidentata, Panz. Faun. Ins. Germ. fasc. 77, tab. 15. » dimidiata, Coqueb. Illust. Icon. Ins. Dec. Il, p. 58, tab. XIV, fig. 2 d' et figg 3 Q. » bidentata, Fabr. Syst. Piez, p. 173, n. 169. » dimidiata, Fabr. Syst. Piez., p. 174, n. 22 gd. » » Latr. Hist. nat. XIII, p. 238, n. 5. » » Lep. Annal. du Mus, Hist. nat. VII, p. 127, ni 9A » bidentata, Lep., 1. c. p. 128, n. 23 S. ? Chrysis pulcherrima, Lep., l. c., p. 127, n. 19, tab. VII, fig. 15 gf. ».‘«‘dimidiata;- Spin. Ins; Lig. 1 Gp 120,016. » bidentata, Dhlb. Monogr. Chrys. Suec. p. 8, n. 3. » » Dhlb. Exercit. Hym. p. 29, n 4g 9. » » Shuck. Ent. Mag. IV, p. 165, n. 6 9. » È Wesm. Bull. Acad. Brux. p. 175. » viridula, Dhlb. Disp. p. 11, n. 459 Q. » dimidiata, Luc. Explor. de l’Alger. Zool. III, p. 306, n. 344. Elampus bidentatus Luc. I. c., p. 310, n. 352. ? Chrysis bidentata, Fòrst., Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, p. 306. » » Dhlb. Hym. Europ. II, p. 257, n. 142; T 2. » » Schck. Nass. Jahrb. XI, p. 33, n. 11, g 2. » » Eversm. Bull. de Moscou XXX, n. IV, p. 561, n 14 dC. ssi — 279 — 1862 Chrysis bidentata Chevr. Chrys. de Léman, p. 51 3° 9. id. » » Smith. Ent. Ann., p. 90. 1866 » » Taschb. Hym. Deutschl. p. 151. id. » » Rad. Enum. de Chrys. de Russie, p, 11, n. 37, tab. IV, fig. 22. 1870 » » Schck, Progr. Gymn. zu Weilb. p. 11, n.16 79. id. » viridula, Thoms. Opuse. Ent. II, p. 107, n. 9. 1872 » » Marsh. Catalog. of Britis. Hymenop. p. 4, n. 4. 1876 » » et dimidiata, Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 34. 1877 » bidentata, Rad. Les Chrys. et Spheg. de Caucase, p. 5, n. 40, 1878 » » Ab. Annal. de Lyon XXVI, p. 49 et 50. 1882 » viridula, Mocs. Chrys. Faun. Hungaricae p. 61, n. 28. id. » bidentata=dimidiata Heyden (von) Die Chrys. Goldw. Um- gebung (von) Frankfurt, p. 249, n. 18. 1887 Chrysis viridula, Frey-Gessner Hym. Helvetiae, p. 68. Bull. Soc. Entom. Suisse, Vol. VII, Heft. n. 8. XXVI. Chrysis viridula var. erythromelas, Dhlb. 1845 Chrysis erythromelas, Dhlb. Dispos. p. 11, n. 15. 1854 » » Dhlb. Hymenop. Europ. T. II, p. 155, n.85. 1878 » » Ab. Syn. des Chrys. de France, p. 50. 1887 » viridula var. erythromelas, Frey-Gessner. Hym. Helvetiae, p. 69. Bull. Soc. Ent, Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. XXVII. Chrysis viridula ver. integra Fabr. 1775 Chrysis integra, Fabr. Ent. Syst. II, p. 241, n. 12. 1804 © » » Fabr. Syst. Piez., p. 174, n, 17. 1845 » pyrrhina, Dhlb. Dispos., p. 9, n. 8. id. » simuata; Dblb.el.Le.;. p. 12; n.18: 1854 » » Dhblb., Hym. Europ. T..II, p. 251, n. 139. id. » integra Dhlb., 1. c., p. 157, n. 86. id. » sinuosa, Dhlb., l. c., p. 158, n. 84. id. » pyirhina,. Dblb.;.1./c.: p.:259;. n.148 d. 1866 » sinuosa, Rad. Enum. de Chrys. de Russie, p. 10, n. 28, tab. IV,-fig. 17. id. » pyrrhina, Rad., l. c., p. 11, n. 38, tab. IV, fig. 23. 1874 » sinuata, Rad. Chrysidif. Mutill. et Spheg. p. 19, n. 36. 1878 » bidentata var. Sicula, Ab. Synop. des Chrys. de France, Di 3; id. » » var. integra, Ab., l. c., p. 51. — 280 — XXVIII. Chrysis basalis, Dhlb. 1854 1878 1882 Chrysis basalis, Dhlb. Hymenop. Europ. T. II, p. 106, n. 58. » » Ab. Synop. des Chrys. de France, p. 47. Frivaldski, Mocs. Chrysid. Faun. Hungaricae, p. 85, n. 14. XXIX. Chrysis Leachei, Shuck. 1837 1853 1854 1861 1862 1870 1879 Chrysis Leachei, Shuck. Entomol. Magaz. n. 17, p. 168. Fòrst. Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, p. 307. Dblb. Hym. Europ. II, p. 181, n.98 g' 9 tab. IX. fig. 102. Sehck., Nass. Jahrb. XVI, p. 176, n. 4. Chevr. Chrys. du Léman, p. 33 g 9. Schck. Progr. Gymn. zu Weilb., p. 10, n. 7 g9, Ab. Annal. de Lyon XXVI, p. 77 et 92. XXX. Chrysis ignita, Linn. 1761 1763 1767 1771 Chrysis ignita, Linn. Faun. Suec. Ed. II, p. 414, n. 1665. Sphex ignita, Scop. Ent. Carn., p. 297, n. 791. Chrysis ignita, Linn, Syst. Nat. Ed. XII, T. I, P. II, p. 947, n. 1. n » De Geer, Mém,, T. II, P.II, p. 832, n. 1, tab. XXVIII, fig. 17-21. ? Chrysis eyanochrysa, Forst. Nov. spec. Ins. p. 88, n. 88. ignita, Fabr. Syst. Ent. p. 358, n. 6. » Fabr. Spec. Ins. I, p. 455, n. 8. Schrk. Enum. Ins. Austr. n. 782. Fabr. Mant. Ins. I, p. 283, n. 9. Vill. ‘Linn ‘Ent. (ILL; p-0 256, a. L Rossi, Faun. Etr. II, p. 74, n. 842. Christ, Naturg. p. 404, tab. 45, fig. 1. Gmel. Linn. Syst. Nat. Ed. XIII, T. I, P. V, p. 2745, nt: cyanochrysa, Gmel., l. c., p. 2747, n. 21. ignita, Panz. Faun. Ins. Germ. fasc. 5, fig. 22. Fabr. Ent. Syst. Il, p. 241, n. 10. Schrk, Faun. Boica, T. II, P. II, p. 344, n. 2195. Fabr. Syst. Piez. p. 173, n, 14. Latr. Hist. nat, XIII, p. 238, n. 4. Spin. Ins. Lig. I, p. 64, n. 6. Panz. Krit. Rev. Il, p. 102. Lep. Ann. du Mus, Hist. nat. VII, p. 426, n. 12. Illig. Rossi. Faun. Etr. Ed. II, T.1I, p. 119, n. 842. pesaro o _—_men _ 1829 1851 1837 id. — 281 — Chrysis ignita, Dhlb. Monog. Chrys. Suec., p. 7, n. 2. » » » » Dhlb. Exercit Hym. p. 28, n. 2 var. a et d. » Shuck. En Mas. IV, p. Tblemn.L » var. Alcione, var. Asterope, var. Celeno, var. Elec- tra, var. Maia, var. Taygeta, Shuck. Ent. Mag. IV, p. 161 et 162. » Zett. Ins. Lapp. p. 433, n. 2. » Wesm. Bull. Acad. Brux. p. 174. » Blaneh.Histimat, Ins. IIIjp-=295, ‘n. 14; tab. HI; fin2. » Ghil. Atti Accad. Gioenia di Catania, T. XIX, p. 24. » Dhlb. Dispos., p_ 8, n. 2. » Lep. Hym. tab. 3°, fig. 6. obsoleta, Dhlb. Disp. p. 8, n. 1 dg. ignita, Luc. Explor. de l'Algér. Zool. III, p. 304, n. 338. » Forst. Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, p. 305. comta; lire p.r314; n <6. chrysoprasina, l. c. p. 321, n. 81. ignita, Dhlb. Hym. Europ. IT, p. 292, n. 160. » Schelk; INassJahrebi XX, pio28; Det. vitripennis, impressa, gracilis, angustula, brevidentata, Sck. Nass. Jahrb. XI, p. 28-30. ignita, Eversm. Bull. de Moscou, XXX, n. 1V, p. 556. n. 6. » Chevr. Chrysid. du Leman, p. 70. » Smith. Ent. Annual, p. 86. » Taschb. Hym. Deutsc .l. p. 151. » Rad. Enum. de Chrysis de Russie, p. 13, n. 48. » Schek, Progr. Gymn. zu Weilb. p. 10, n. 10. » Thoms,,Opuse.lEnk J5; pi 108; n. 12. » Mars. Catal. of British. Hymenop. p. 3, n. 1. » Rad. Chrysid. Mutill. et Spheg. p. 23, n. 46. » Ab. Une battue aux Chrysid. p. 3, n. 46. » rad. Fedts. Reise in Turk. Hym. Chrys. p, 23, n. 46. » rad. Les Chrys. et Spheg. du Caucase, p. 6, n. 52. » Ab. Synop. des Chry. de France, p. 72. » var. obtusidens, Ab. (Duf. et Perr.) I. c., p. 74. » var. rutiliventris, Ab., I. c. p. 74. » var. longula, Ab., l. c., p. 74. ignigaster (Ghérin) Ab., l. c., p. 74. ignita, Heyden (von) Die Chrys. Goldw. Umgebung von Frankfurt, p. 250, n. 21. » var. obtusidens, Heyden (von) I. c., p. 251. » Mocs. Chrys. Faun. Hungar., p. 68, n. 38. Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 36 — 282 — 1882 Chrysis ignita, var. longula, Heyden (von) l. c., p. 251. id, » vitripennis, impressa, gracili, angustula Heyden, l.c., p.251. id. ) brevidentata, Heyden (von) I. c., p. 251. id. » marginalis, l. c. 1887 » ignita, Frey-Gessner Hym. Helvetiae, p. 78. Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. XXXI. Chrysis inaequalis, Dhlb. 1845 Chrysis inaequalis, Dhlb. Dispos. p. 8, n. 4. 1853 » taeniophrys , Fòrst. Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, p° 325, n. 84,0. 1854 » inaequalis, Dhlb. Hymenop. Europ. II, p. 278, n. 156 T 9. 1862 » » Chevr. Chrysid. du Léman, p. 68 g 9. 1876 » » Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 49, 1879 » . Ab. Annal. de Lyon, XXVI, p. 56. 1881 » » Magr. Sugli Imenott. della Lombardia, Mem. I, p.‘49, n, 60. 1582 » » Mocs. Chrys. Faun. Hungar. p. 66, n. 35. 1887 » » Frey-Gessner, Hym. Helvetiae, p. 76. Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. XXXII. Chrysis Ruddii, Shuck. 1831 Chrysis ignita. var. c. Dhlb. Exere. Hym.\p. 28, n. 2, 1837 » Ruddii, Shuck. Ent. Mag. IV, p. 163, n. 2. 1839 » auripes Wesm. Bullet. Acad. Brux., p. 175. 1853 » Ruddii, Fòrst. Verh. nat, Ver. preuss. Rheinl, X, p. 303. 1854 » auripes, Dhlb. Hymenop. Europ. II, p. 289, n. 164 dg 2. 1856 » » Schek. NassAJchrb. 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Une battue aux Chrys, p. 3, n. 49. » Ab. Feuill. des Jeun. natural. p. 67, n. XII. » Ab. Synops. des Crys. de France, p. 68. L Frey-Gessner. Hym. Helvetiae, p. 68. Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. Chrysis mixta, Dblb. 1854 Chrysis mixta, Dblb. Hym, Europ. T. II, p. 167, n. 90. XXXVI. Chrysis analis, Spin. 1808 Chrysis'analis; Spin. -Ins. Lig. Il, p=267 m.X06VI; tab. IV, fig. 102 1853 1854 1856 2 1857 1862 id 1865-66 1869 1870 18753 ? 1874 1876 1877 1879 id. 1a. L) sybarita Fòrst. Verh. nat. Ver. preuss. Rhbeinl. X_, p. 309, ni (IO. analis, Dhlb. Hym. Europ. II, p. 263, n. 146 g' 2. . marginalis, Schck. Nass. Jahrb. XI, p. 34, n. 9. analis, Eversm. Bullet. de Moscou XXX, n. IV, p. 560, n. 13. » Chevr. Chrys. de Léman, p. 62 3 9. Dahlbomi, Chevr. Chrys. du Leman, p. 64 9 d. analis, Rad. Horae Rossicae III, p. 806, n. 40, tab. V, fig. 25. cribrata, Gerst. Zwei neue Chrysisarten Stett. Ent. Zeit., p. 186. analis, Schck. Progr. Gymp. zu Weilb. p. bene 14. flavitarsis, Forst. Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, p. 310, n'izo91oi analis, Rad. Chrysid, Mutill, et Spheg. p. 21, n. 409 9. » Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 42. Chevrieri, Ab. Feuill. des Jeunes natural., p. 67. analis, var, incerta, Rad. Horae Rossicae XV, p. 145. Chevrieri, Ab. Annal. de Lyon XXVI, p. 55 et 66. analis:A:b;,-l. € ppssetsora “ var. Perrisi et var. rubescens, Rad. Horae Rossi- sicae, XV, p. 144. Sybarita, Mocs. Chrys. laun. Hungaricae, p.88, n. 32 et pi164, 1 32. — 284 — 1887 Chrysis analis, Frey-Gessner. Hym. Helvetiae , p. 75. Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n, 8. id. > sybarita, Frey-Gessner, l. c., p. 74. id. » analis Dahlbomi, Frey-Gessner, I. c., p. 76. 1888 » Chevrieri, Rob. du Buysson, Descrip. de Chrys. nouvelles —Revue d’Ent. T. VII, n. 1. XXXVII. Chrysis Saussurei, Chevr. 1862 Chrysis Saussurei, Chevr. Chrys. du Léman, p. 36, T 9. 1876 » » Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n.27. 1879 » > Ab. Annal. de Lyon XXVI, p. 55 et 65. 1882 » » Mocs. Chrysid. Faun. 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Helvetiae, p. 62, Bull. Soc. Eut. Suisse Vol. VI, Heft.tu.ss. XL. Chrysis varicornis, Spin. 1838 1845 1854 id. Chrysis varicornis, Spin. Annal. Soc. Ent. de France. Chrysura sulcata, Dhlb. Dispos. p. 7, n. 6. Chrysis » Dhlb:,Hym.WEurop.- T: HI, p. £16, 1 64 varicornis, Dhlb., l: c., p. 118, n. 65. sulcata, Rad. Enum. des espèc. de Chrys. de Russie, p. 8, mn. 20: varicornis Rad. Comte-Rendu des Hyménop. recoull. en Egypte et Abyssinie, p. 36, n. 99. » Rad. Chrysidif. Mutill. et Spheg. p. 11, n. 18. sulcata, Rad. Les Chris. et Spheg. du Caucase, p.3, n. 15. ’ Ab. Synop. des Chrys. de France, p. 59. Varieornis;: Ab.y. 1.1c.30p= 90: » Rob. du Buysson. Descript. de Chrys. nouvelles —Revue d’Entom. T. VII, n. 1. XLI. Chrysis refulgens, Spin. 1806 id. 1854 1862 1876 1877 1879 1880 1882 Chrysis refulgens, Spin. Ins. Lig. I, p. &, n° 4, tab. J, figg 3 9. » fiammea, Lep. Annal. du Mus, Hist. nat. VII, p. 128, lle 700 We, refulgens, Dhlb. Hymenop. Europ. II, p, 151, n. flammea, Chevr. Chrys. du Léman, p. 22 7 9. > 190007 » Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 19. refulgens, Rad. Les Chrysid. et Spheg. du Caucase, p. 3, Meh9. » Ab. Annal. de Lyon XXVI, p. 54 et 57 72. » —Schmiedekn. Ent. Nachr. VI, n. 18, p. 197. » Mocs. Chry. Faun. Hung. p. 46, n. 2. — 286 — 1887 Chrysis flammea, Frey-Gessner. Hym. Europ. p. 59. Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. ; XLII. Chrysis simplex, Dhlb. 1854 Chrysis simplex, Dhlb. Hym. Europ. II, p. 127, n. 70 9. 1861 » » Schck., Nass. Jahrb. XVI, p. 175, n. 1870 » » Schcek, Progr. Gymn. zu Weilb., p.9, n. 8. 1879 » » Ab. Ann. de Lyon, XXVI, p. 50, et 62 g' 9. 1880 » » Schmiedekn. Ent. Nachr. VI, n. 18, p. 197. 1582 » > Mocs. Chrys. Fauna Hungaricae, p. 46, n. 3. 1887 » » Frey-Gessner, Hymenop. Helvetiae, p. 59. Bullet. Soc. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. XLIII. Chrysis comparata, Lep. 1806 Chrysis comparata, Lep. Ann. du Mus, Hist. nat. T. VII, p. 127, na dg ig ada: 1842 » distinguenda, Ghil. Atti Aecad. Gioenia di Catania, T. XIX, p. 24. 1854 » » Dblb. Hym. Europ. Il, p. 282, n. 158 9Q (nere Spin). id. » comparata, Dalhb., l. c., p. 284, n. 159. 1856 » distinguenda, Schek, Nass. Jaheb. XI, p. 78, n. 28. 1857 » » Eversm. Bullet. de Moscou, XXX, n, IV, p. 559, Deda, 1862 » » Chevr. Chys. du Leman, p. 65 gd 2. 1865-66 » » Rad. Horae Rossicae III, p. 306, n. 46, tab. V, fig. 30. 1866 » » Rad. Enumer. de Chrys. de Russie, p. 12, n. 46. id. » comparata; Radt, lie. pi degno) 1877 » » Rad. Les Chrys, et Spheg. de Caucase, p. 6, n. 50. id. » distinguenda, Rad., l. c.,, p..6, n. 49; 1878 » comparata, Ab. Synop. des Chrys. de France, p. 68. 1879 » Chevrieri, Mocs. Topogr. med. et phvs. reg. Budapest, p. 10 (nec Ab.). 1882 » » Moces. Chrys. Faun. Hungaricae, p. 67, n. 36. 1884 » distinguenda, Magr. Risult. di Race. Imenott., nell’Africa orientale, p. 15, n. 18. 1887 » Chevrieri, Frey-Gessner. Hym. Helvetiae, p. 76. Bull. Soc. Bat. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8 z XLIV. Chrysis sexdentata, Christ. 1791 Chrysis sexdentata, Christ. Naturg. p. 404, {nec)Fabr. nec Panz.). -— 287 — 1806 Chrysis similis, Lep. Ann, du Mus. Hist. nat. VII, p. 126, n, 6, 1817 1854 1870 1874 1877 1579 1882 1886 1887 XIV. tab. VII, fig. 11 gd. » » Germ. Reise nach. Dalmat. p. 260, n. 342. » micans, Dhlb. Hymenop. Europ. II, p. 302, n.171 g 9. », » Schek. Progr. Gymn. zu Weilb. p. 15, n. 19. » » Radosz. Chrys. Mutill. et Spheg. p. 24, n. 48. » » Rad. Fedts. Reise in Turk. Hym. Chrysid. p. 24, n. 48 ‘ » Ab. Annal. de Lyon XXVI, p. 56 et 68. » sexdentata, Mocs. Chrys. Faun. Hugaricae, p. 71, n. 4l. » micans, Ab. une battue aux Chrys. p. 3, n. 50. » sexdentata, Frey-Gessner-Hymenop. Helvetiae, p. 84. Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII; Hetts n. (8. Chrysis scutellaris, Fabr. 1794 Chrysis scutellaris Fabr. Ent. Syst. T. IV, p. 458, 9. 1798 1804 1829 1545 1853 » » Fabr.l e, Suppl. p: 297 n. 4500. » » BabrSystoPiea, pod bonsai » segmentata, Dhlb. Monogr. Chrys. Suec. -p. 9, n. 4. » scutellaris, Dhlb. Dispos., p. 10, n. 12. » Rosenhaueri, Fòrst. Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, piace 82 09. 1854 Chrysis scutellaris, Dhlb. Hymenop. Europ. II, p. 265, n. 147 g'Q. 1856 ) » Selicie. Nassi-Jabrb XI, ‘p.77, nael. 1562 » » Chevr. Chrys. du Leman, p. 49 gd 9. 1865-66 » » Rad. Horae Rossicae III, p. 306, n, 41 tab. V, fig. 26. 1866 » » Rad. Enum. de Chrys. de Russie, p. 12, n. 41. 1570 » » Sehek, Prost Gymn..zuWeilb., pi 48,0: 45. id. » » Lhoms. Opuse: Ent: I p.106,1h./6: 1876 » » Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 44. 1878 » ‘ var. modesta, Tourn. Mitth. Schweiz. Ent. Ges.V, p. 306. 1879 » » Ab. Ann. de Lyon XXVI, p. 76 et 90. 1881 » » Magr. Sugli Imenott. della Lombardia Mem. 1?, p. 49, n. 59. 1882 » » Mocs. Chrys. Faun. Hungaricae, p. 65, n. 33. 1887 » » Frey-Gessner. Hym. Helvetiae , p. 66. Bull. Soc. Ent. ‘Suisse vol. VJI, Heft. n. 8. XLVI, Chrysis bicolor, Lep. 1801 .Chrysis succineta, Panz. Faun. Ins. Germ. fasc. 77, tab. 16 g (nec i Linn.). 1806 » » Panzini. ev. II p. 102, — 288 — Chrysis bicolor, Lep. Annal. du Mus. Hist. nat. VII, p. 127, n. 18, XLVII. tab. VII, fig. 13 g' (nec Dahlb.). nitidula, Germ. Reise nach. Dalmat. p. 260, n. 3483 (nec Fabr.). » Germ. Faun. Ins. Europ.. fasc. IV, tab. 12. succineta, Dhlb. Monogr. Chrys. Suec. p. 10, n. 5. » Shuck. Ent. Mag. IV, p. 166, n. 7. Illigeri, Wesm. Bull. Acad. Brux. p. 176. Germari, Wesm. Bull. Acad. Brux. succineta, Dhlb. Dispos. p. 10, n. 10. Illigeri, Fòrst. Verh. nat. Ver. preuss. Rbeinl. x, p. 306. succineta, Dblb. Hym. Europ. II, p. 268, n. 149 9 9. Germari,Dblb.3 lc. p13%0n2 300, Grohmanni, Dblb., dl: 6, p-.2%4, ni 15070: Germari, Schek. Nass, Jahrb. XI, p. 39, n. 18. succineta, Schek, lie. p83,00. 142: » Eversm. Bull. de Mosc. XXX, n. IV, p. 561, n. 15. - » Smith. Ent. Ann., p. 91. Illigeri, Chevr. Chrys, de Leman, p. 43 d' 9. succincta, Schek, Progr. Gymn. zu Weilb., p. 11, n. 15. » Thoms. Opusc. Ent:.II, p. 10%, n. 10 Germari, Schck. Progr. Gymn. zu Weilb. p. 14, n. 4. Grohmanni, Rad. Chrysidif. Mutill. et Spheg. p. 22, n. 42. » Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 40. ’ Rad. Les Chrys. et Spheg. de Caucase, p. 6, n. 40. Gribodoi, Ab. Feull. des jeun. Nat. n. 78, p. 66, n. V. Grohmanni, Ab. Synop. des Chry. de France, p. 91. bicolor, Ab. Annal. de Lyon, XXVI, p. 77 et 94. » var. Gribodoi, Ab. l. c » Mocs. Chrys. Faun. Hung., p. 66, n. 34. Germari, Mocs., l. c. p. 49, n. 8. bicolor , Frey-Gessner, Hym. Helvetiae, p. 64. Bullet. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. Chrysis uniformis, Dhlb. Chrysis uniformis, Dhlb. Hymenop. Europ. p. 149, n. 82. » Rad. Enum. de- Chrys. de Russie, p. 8, n. 23. » Rad. Chrysidif. Mutill. et Spheg., p. 12, n. 19. » Rad. Les Chrys. et Spheg. de Caucase, p.3, n. 24. » Ab. Syn. des Chrys. de France, p. 82. — 289 — XLVIII. Chrysis cuprea, Rossi. 1790 1798 1801 1804 1806 1807 1809 1837 1840 1553 1854 1856 1862 1866 1870 1876 1877 1879 1881 1882 1887 XLIX, 1278 1862 1865-66 Il Naturalista Siciliano, Anno VII. Chrysis cuprea, Rossi Faun. Etr., p, 78, n. 851 (nec Brullé). » » coerulescens, Fabr. Ent Syst. Suppl., p. 257, n. 8-10. » Coqueb. Ill. 1con. Ins. Dec. II, p. 59, tab. XIV, fig. 5. coeruleipes, Fabr. Syst. Piez. p. 175, n. 13. aurichalca, Lep. Ann, du Mus, Hist. nat.VII, p. 128, n. 26, tab. VII, fig. 6. cuprea, Ill. Rossi, Faun. Etr. Ed. II, T. II, p. 126, n. 851. coeruleipes, Panz. Faun, Ins. Germ. fasc. 109, tab. 11. » Shuck. Entomol. Magaz. IV, p. 167, n. 9. » Blanch. Hist. nat., p. 295, n. 4. aurichalcaea, Fòrst. Verh. nat. Ver. Preuss. Rheinl. X, pa- gina 305, (nec Wesm.). coeruleipes, Dhlb. Hym. Europ. II; p. 141,.n. 78 g' 9. » Schek, lahrb. Xp. (6; 0.8. » Chevr. Chrys. de Léman, p. 25 Q. coerulipes, Rad. Enum. de Chrys. de Russie, p. 8, n. 21. coeruleipes, Schck. Progr. Gymn. zu Weilb., p. 15, n. 8. coerulipes, Ab. Une battue aux Chrys, p. 3, n. 22. » %ad. Les Chhrys. et Spheg. du Caucase, p. 3, Dez: » Ab. Annal. de Lyon, XXVI, p. 75 et 77. » Magr. Sugli Imenott. della Lombardia, Mem. I, p. 48, n. 58. cuprea, Mocs. Chrys. Faun. Hungaricae, p. 50, n. 12. » Frey-Gessner, Hym. Helvetiae, p. 56. Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. Chrysis purpureifrons, Ab. Chrysis purpureifrons, Ab. Synops des Chrysid. de France, p. 78, L. Chrysis pulchella, Spin. Chrysis pulchella, Spin. Ins. Lig. II, p. 28, n. XXVII, gd. » » » DblbiHym; Europa; p.. 299. m1605 37 dives, Dhlb, Hym. Europ. II, p. 301, n. 169 9 (nec Lucas). pulchella, Eversm. Bullet. de Moscou XXX, n. IV, p.562, i du: dives, Chevr. Chrys. du Lèman, p. 46 d' 9. pulchella Rad. Horae Rossicae IIl, p, 307, n. 50, tab. VI, fig. 33. 2 2 — 290 —, 1866 Chrysis pulchella, Rad. Enum. de Chrys. de Russie, p. 13, n. 50, 1874 » » Rad. Chrysidif. Mutill. et Spheg., p. 23, n. 47 99. 1877 » » Rad. Fedts. Reise in Turk. Hym. Chrys., p. 23, n. 47. 1879 » » Ab. Annal. de Lyon, XXVI, p. 76 gf. id. » dives, Ab. Annal. de Lyon XXVI, p. 76. 1882 » pulchella, Mocs. Chrys. Faun. Hungaricae, p. 70, n. 39. id. » calimorpha, Mocs. Chrys. Faun. Hungaricae. p. 71, n. 40. 1887 » pulchella, Frey-Gessner. Hym. Helvetiae, p. 66. Bull. Soc. Ent. Suisse, vol. VII, Heft. n. 8. LI. Chrysis dives, Lucas. 1849 Chrysis dives, Luc. Explor. de l’Alger. Zool. p. 306, n. 343, tab. XVII, fig. 3 (nec Dhlb.). 1853 ?» coeruleipes, Forster. Verh. nat. Ver. preuss. Rheinl. X, p. 305. 1854 » dichroa, Dhlb. Hym. Europ. II, p. 146, n. 81 gd 9. 1857 » » Eversm. Bull. de Moscou, XXX, n. IV, p. 503, n.1 1861 » » Sehek, Nasss Jahrb XVI, p:t78, ml 1862 » » Chevr. Chrys. du Léman, p. 28 Q. 1865-66 » » Rad. Horae Rossicae, III, p. 302, n. 22, tab. III, fig. 2. 1866 » » Rad. Enum. de Chrys. de Russie, p. 8, n. 22. 1870 » » Schek, Progr. Gymn. zu Weilb. p. 15, n. 6. 1879 » » Ab. Annal. de Lyon, p. 75. 1582 » » Mocs Chrys. Faun. 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Enum. d. esp, de Chrys. de Russie, pa- gina 10, n. 80. » “« Schek, Progr. Gymn. zu Weilb., p. 10, n. 679. » succincta, Marsh. A. Cat. of Brit. Hymenop. p. 4, n. ‘6. » succinctula, Rad. Les Chrys. et Spheg. du Caucause, p. 4, n 33. » acneipes, Tourn. Desc. d'Hym. nouv. Ann. Soc. Ent. Belg. pi8.igi. » succineta, Ab. Annal. de Lyon, XXVI, p. 77 et 93. » » Mocs. Chrys. Faun. Hungar. p. 54, n. 19 et p. 86. » ’ Heyden (von) Die Chrys. Galdw. p. 252, n. 22. » » Frey-Gessner. Bull. Soc. Entom. Suisse, V. VII, Hiefi"N-‘S; pridà. LIII. Chrysis cuprata, Dhlb. 1854 1877 Chrysis cuprata, Dhlb. Hym. Europ. II, p. 185, n. 74. » » Rad. Les Chrys. et Spheg. de Caucase, p. 3, n. 20 IV. Chrysis lais, Ab. 1876 1877 1878 Chrysis lais, Ab. Une battue aux Chrysid., p. 8, n. 25. » » Ab. Feuille des Jeun. Natural. n. 78, p. 66, n. IV. » » Ab. Synops. des Chrys. de France, p. 85. LV.‘Chrysis candens, Germ. 1817 1854 1888 LV 1825 1845 id. 1854 1866 1876 1877 1878 1888 Chrysis Candens, Germ. Faun. Ins. Europ. IV, p. 13. » » Dhlb Hym. Europ, II, p. 140, n. 77. » » Rob. du Buysson. Descript. de Chrvs. nouvelles. Revue d’Eutom. T. VII, n. 1. I. Chrysis e egans, Le Pell. Chrysis elegans, Le Pell. Enevelop. Méthod. » candens Dhlb. Dispos., p. 10, n. 13 Chrysura confluens var. Dhblb. Dispos. p. 6, n. 2. Chrysis elegans, Dhlb. Hymenop. Europ. p. 158, n. 87. » » Rad. Fnumer. de Chrysid. de Russie, p. 10, n. 29. » » Ab. Une battue aux Chrys. p. 3, n. 28. » » Rad. Les Chrys. et Spheg. de Caucase, p. 4, n. 30. » » Ab. Synops. des Chrys. de France, p. 63. » » Rob. du Buysson. Descr. de Chrys. Nouvel. Re- vuel@Ent: MIL, 104, pe I Lt MATERIALI PER UNA FAUNA ENTOMOLOGICA DELL’ ISOLA D’ USTICA Seconda contribuzione pEL DorTt. G. RIGGIO Sebbene con un po’ di ritardo sciolgo una mia promessa e torno di nuovo ad occuparmi dell’entomofauna usticense. In una mia precedente pubblicazione (1) sopra questo stesso soggetto, fatta in occasione di una brevissima gita alla ridente isoletta di Ustica, promisi che sarei tornato ad occuparmi dell’ argomeuto , prefiggendomi di fare più tardi un soggiorno più prolungato nell’isola e così avere-agio di meglio e più attentamente esplorarla. Ed infatti, allettato anche dal piacevole soggiorno in questa leggiadra isoletta, vi ternai colla mia famiglia e mi ci fermai cinque intere setti- mane, e precisamente dal giorno 9 settembre fino al 14 ottobre 1886. Avrei voluto fermarmi anche di più, ovvero potervi tornare in altre epoche più adatte alla caccia degli insetti; ma finora impegni inerenti al mio ufficio non me lo hanno consentito. Per andare ad Ustica bisogna, o fermarsi otto giorni aspettando il ritorno dell’altro vapore settimanile, ov- vero restarvi sole poche ore. Nel primo caso è troppo per chi non può la- sciare il suo ufficio, nel secondo è troppo poco e senza speranza di alcun reale ed efficace risultato. E ciò senza contare le difficoltà di trovare l’al- loggio. Durante la mia permanenza nell’isola, quasi tutto il tempo utile lo pas- savo in campagna esplorandone il terreno palmo a palmo, e così potei raccogliere un discreto, se non numeroso materiale. Ad onta di ciò debbo dire che le specie raccolte non corrispondono in numero al tempo impiegato ; la qual cosa verrebbe ad avvalorare di più la relativa e naturale scarsezza notata già nella fauna di questa isola, Tuttavia non mi credo ancora autorizzato a pronunciarmi definitivamen- te, fino a quando non si avranno dati sulle ricerche fatte anche in altri (1) Riggio (G.) Materiali per una fauna entomologica dell’Isola di Ustica — Na- tur. Sic., An. V, 1885-86. — 293 — x mesi dell’anno e sopratutto in primavera. È vero bensì che molte specie d’insetti trovansi quasi tutto l’anno e tanto in primavera che in autunno; ma talune di esse, benchè non trovinsi esclusivamente in primavera, per lo meno in quella stagione si trovano più facilmente; astrazion fatta poi di quelle specie che trovansi quasi esclusivamente in determinate epoche. Quanto ho riferito più sopra sarebbe invero riferibile più particolarmente a quegl’ insetti dotati di metamorfosi complete (olometaboli) ; mentre per quelli a metamorfosi incomplete o mancanti (emimetaboli ; ametaboli), la stagione più opportuna sarebbe l’està ed anche parte dell’autunno, e quindi per essi poco a mio credere ci sarebbe da sperare in altri tempi. Avrei voluto prima d’ora rendere noti i risultati dalle mie ricerche, ma altre occupazioni ed altri studi non mi hanno finora consentito di farlo. In quanto al materiale raccolto, 1’ ordine degli Imenotteri è quello che mi ha offerto maggiore interesse. Infatti avendo studiato le specie raccolte unitamente al mio amico sig. T. De Stefani (1), ebbimo a riconoscere fra esse un nuovo ed interessante genere e specie, e due nuove specie rife- ribili a generi noti. Negli altri ordini nulla ho trovato finora di veramente rimarchevole e degno di speciale menzione, se si. tolga qualche specie rara e che finora a quanto io sappia non figura nelle collezioni siciliane, che per gl’individui riportati da Ustica, come ad esempio il Vesperus luridus, l’Acalles Rolleti e qualche altra specie non ancora raccolta in Sicilia. Seguendo l’ ordine della mia prima pubblicazione, passo senz’altro alla enumerazione delle specie raccolte colle relative indicazioni di frequenza o rarità, della località ove furono ritrovate, e quelle altre particolarità quali mi risultano dalle mie note prese sul luogo. Riserbandomi di pubblicare in seguito, in unico lavoro, tutto quanto ri- guarda l’entomologia dell’isola, riporterò per ora solamente le specie no- velle, tralasciando, per non ripeterle, quelle trovate ed indicate nel 1885, salvo che speciali ragioni non richiedano che siano riportate di nuovo; nol qual caso sopprimerò il numero progressivo. E qui concludo esprimendo il mio vivo desiderio che questo modesto la- voro, abbozzo informe di fauna locale, possa servire più che altro di inci- tamento a chi meglio di me potesse condurlo a compimento; chiedo quindi venia ai colleghi entomologi della pochezza di questo mio scritto. (1) Riggio e De Stefani, Sopra alcuni Imenotteri dell’ Isola di Ustica—Natur. SieAm. VII: n. 7 ru OSE COLEOTTERI 1. Notiophilus substriatus, Waterh. — Di questa piccola e graziosa specie, non tanto frequente in Sicilia, raccolsi un solo indiv. alla Mon- tagna grande (Guardia di mezzo), rimestando la terra sotto una pianta di Lentisco (1). 2. Siagona europaea, Dej.—Catturai in contrada Tramontana un solo indiv. di questa specic, il quale, per le caratteristiche macchie rosse sulle elitre, riferiscesi evidentemente alla var. Oberleitneri, Dej. 3. Licinus granulatus, Dej.—Di questa comunissima specie trovai un solo indiv. in contrada Tramontana, riferibile alla var. siculus, Dej. 4. Sabienus (Odontocarus) cordatus, Dej.— Due esempl. 9 all’ Ogliastrello presso il Gorgo sotto le pietre. 5. È (Sabienus) calydonius, Rossi.—Un g in contrada Tramontana 6. bo (ibid.) tricuspidatus, Fabr—Una Q ibid. 7. Ophonus sabulicola, Panz. — Presi tre esempl. di questa specie in con- trada Tramontana e Costa di Fadda. Due di cessi riferisconsi all’Oph. sabulicula; Valtro alla var. columbinus, Germ., di que- sta stessa specie. SL 3 meridionalis, Dej.— Alquanti indiv. alla Falconiera, Tramon- tana, e Mont. guardia di mezzo. 9. 5 rotundatus, Dej.— Due esempl. raccolti in contrada Tramon- tana. 10. P rupicola, Sturm. — Due esemplari alla Mont. grande ed alla Guardia del turco. 11. Harpalus rufitarsis, Dft., (H. honestus, Dft.). — Lo raccolsi piuttosto frequentemente in diverse località: Tramontana (Gorgo salato), Guardia di mezzo, Falconiera. 12. 5, sulphuripes, Germ.—Un esempl. solo alla Mont. guardia di mezzo. 13. ? Acupalpus sp. ? Un solo ind. 14. Laemostenus complanatus, Dej.—Del tipo tre indiv. in contrada Tra- montana. In Sicilia è piuttosto raro; sembra più frequente la var. atrocyaneus, Fairm., propria dell’isola. (1) Nell'ordinamento delle specie ho seguito il Catalogus Coleopteroram Euro- pae et Caucasi dei sigg. L. v. Heyden. E. Reitter e I. Weise. Berlino 1883 , 8., (3è ediz.). Ho creduto più opportuno nel maggior numero dei casì di riferirmi alla quantità degli insetti raccolti, non potendo pel momento, coi dati attuali, stabilire in modo assoluto, la frequenza e rarità delle singole specie. 15. 16. 39. SÀ. 35. 36. 37. — 295 -. Calathus melanocephalus, Lin.—Specie molto variabile e frequente da- s pertutto. In mezzo agli esempl. tipici ne trovai qualche indiv. riferibile alla var. micropterus, Duft. Non la trovai nel 1885, la ripertai allora perchè trovata dal Reina. Olisthopus fuscatus, Dej.—Piuttosto frequente in diverse località: Tra- montana, Costa di Fadda, Passo della Madonna. Metabletus minutulus, Goeze ( Blechrus glabratus, Dft). Frequente daper- tutto, specialmente alla Falconiera ed a Tramontana. . Myrmecopora fugax, Er. — Un solo esempl. in contrada Tramontana. . Homacota (Coprothassa) sordida, Marsh.—Non molto rara. Ne raccolsi alcuni esemplari in contr. Tramontana ed alla Falconiera. " (Acrotona) fungi, Grav.--Due indiv. presso il Paese alle così dette Case vecchie. . Oxypoda ( Bessopora) haemorrhoa, Sahlb.—Un solo es. alla Falconiera. . Conurus pedicularius, Grav.—Diversi indiv. presso il paese alle Case vecchie. . Mycetoporus Reichei, Pand.—Un esemp. in contr. Tramontana. . Quedius molochinus, Grav.—Non sembra raro; ne raccolsi alcuni indiv. in contr. Tramontana ed alla Mont. della guardia del turco. . Staphilinus olens, Mill. — Sembra la specie più frequen:e della fami- glia. Ne raccolsi parecchi esempl. in diverse località. 5 aenocephalus, Deg. (S. cupreus, Rossi). Un indiv. a Tramontana. . Fhilonthus concinnus, Grav.— Un indiv. alle Case vecchie presso il paese. i; nigritulus, Grav.—ibid. alla Falconiera. 2 varians, Payk.-- ibid. alle Case vecchie. È agilis, Grav.—Mediocrem. frequente; ne raccolsi alquanti in- div. in diverse località: Tramontana, Mont. grande, (Guardia di mezzo), Case vecchie. . Medon ripicola, Kr.—Alcuni indiv. in contrada Tramontana. . Medon (Lithocharis) ochraceus, Grav.—Un esempl. a Tramontana. . Cybocephalus festivus, Er.— Un solo esempl. sui mandorli alla Falco- niera. Ptenidium pusillum, Gyll. —Alcuni indiv. in contrada Tramoutana presso il Gorgo salato. Arthrolips humilis, Rosenh.—Raccolsi piuttosto frequentemente questa specie sui mandorli, alla Falconiera ed alle Case vecchie. Stilbus hispanicus, Tourn. —Pochi indiv. alle Case vecchie sui mandorli. Myrmecoxenus picinus, Aub.—Poco freq. sui mandorli. Melanophthalma, sp.—Pochi esemp. alla Falconiera sui mandorli. 38. 39. 49. 50. dI. 02. 03. 04. 60. 61. — 296 — Berginus tamaricis, Woll.—Trovai frequentemente questa specie bat- tendo i mandorli alla Falconiera. Carpophilus hemipterus, Lin.—Raccolsi alquauti individui di questa spe- cie riferibili più particolarmente alla var. 4-signatus, Er. . Tenebrioides mauritanicus, Lin.—Ne ebbi un solo ind. raccolto in paese. . Hister 12-striatus, Schrank.— Due indiv. in contrada Tramontana nel fimo, unitamente al major, L. che riportai nella lista del 1885. . Acritus minutus, Herbst.—Di questo piccolissimo isteride potei racco- gliere un solo individuo in contrada Tramontana. . Cheironitis furcifer, Rossi—Un solo ind. 9 alla Mont. grande. . Onthophagus taurus, Schreber—Un ind. a Tramontana. 5. Aphodius hydrochaeris. Fabr.—Di questa bella specie di Afodio non mi fu dato raccogliere che un solo indiv.in contrada Tramontana. : cribarius, Brull.—Piuttosto frequente. id. id. . Psammobius caesus, Panz.—Un solo indiv. . Trox perlatus, Goeze—Trovai la var. /abricii , Reiche, piuttosto fre- quente in contr. Tramontana e Falconiera. KRhizotrogus (Geotrogus) sicelis, Blanch.— Ebbi due sole spoglie che raccolsi alla Falconiera ed alle Case vecchie. È proprio della Sicilia. Phyllognathus silenus, Fabr—Alcuni esempl. a Tramontana. Anmium.domzsticum Furer.—Due indiv. a Tramontana. Lasioderma testaceum, Duft.—Un indiv. alla Falconiera. Xylopertha pustulata, Fabr.—Un solo indiv. a Tramontana. Blaps mucronata, Latr.— Nella mia precedente escursione raccolsi s0- lamente la B. gages, in questa seconda visita potei raccogliere ol- tre la gages, anche un ind. della mucronata in contrada Tra- montana, presso il Passo della Madonna. . Crypticus gibbulus, Quens.— Frequente in diverse località: Mont. guar- dia di mezzo, Tramontana, ecc. . Cossyphus insularis, Lap. — Ne trovai con certa frequenza sopratutto alla Guardia di mezzo ed alla Falconiera. . Calcar elongatum, Herbst.—Un solo esemp. a Tramontana. . Euglenes pruinosus, Ksw.—Un esempl. alle Case vecchie sui mandorli. . Anthicus floralis, Lin.—Raccolsi pochi indiv. di questa specie al Passo della Madonna ed altrove; ne raccolsi invece molti riferibili al- l’instabilis, Laf. che trovai pure la volta precedente. Anthicus sp.?—Un solo esempl. al Passo della Madonna. Hypera crinita, Boh. — Pochi indiv. alla Guardia di mezzo ed alla Falconiera. — 297 — 62. Hypera trilineata, Marsh.—Alcuni indiv. presi alla Falconiera. 63. Cleonus (Plagiographus) obliquus, Fabr. Alcuni individui raccolti alla Guardia di mezzo ed allo Spalmatore. 64. Lixus mucronatus Oliv. — Di questa bella e simpatica specie non mi fu dato catturare che un solo individuo sui mandorli, in con- trada detta Case vecchie. Acalles Rolleti, Germ.—Nella mia precedente pubblicazione riportai que- sta specie perchè era stata ritrovata da Domenico Reina; que- sta volta ebbi anch'io il piacere di ritrovarne pochi individui sulle Euforbie alla Falconiera. Non si conosce ancora di Si- cilia. 65. Apion detritum, Muls.—Comunissimo dapertutto sui mandorli, special- mente alla Falconiera. 66. > semivittatum. Gyll.—Pochi indiv. id. id. 67. Ù urticarium, Herbst.— Raccolsi pochi indiv. di questo grazioso Apion insieme ai precedenti. 68. si malvae, Fabr—Sembra raro. Un solo indiv. id. id. 69. Mylabris (Bruchus, L.) dispar, Germ. — Frequente sui maadorli alla Falconiera ed alle Case vecchie; oltre al tipo trovai anche di- scretamente freq. la var. draccata, Gylih. 70. 3 picipes, Germ.—Poco freq. Ne raccolsi pochi indiv. alla Guar- dia di mezzo. Il Br. inspergatus, Gyllh. che riportai nella mia precedente pubblicazione, ed il Brucks sp., devono entrambi essere riferiti al picipes. Di. n Pygmaea. Boh.—Come il precedente. Vesperus luridus, Rossi.—Di questa bellissima specie, non ancora riscon- trata in Sicilia, ho potuto raccogliere solo tre esemplari come nella precdente escursione; colla differenza, che allora furono tutti raccolti alla lampada, mentre ora ne vennero due alla lampada ed uno lo raccolsi sulla vite, in contrada Falconiera. 72. Belodera Troberti, Muls.—Specie rara a quanto pare anche in Sicilia; non potei raccoglierne che un solo indiv. alla Falconiera, sui mandorli. 13. Parmena pubescens, Dalm.—Due indiv. alla Guardia di mezzo e a Tra- montana. 74. Lema melanopa, Lin.—Alcuni indiv. in contrada Tramontana. 75. Chrysomela variolosa, Petagn.—Un ind. id. id. 76. à grossa, Fabr.—Frequente sopratutto alla Mont. grande ed alla Il Naturalista Siciliano, Anno VII, 38 — 298 — Falconiera. Ne raccolsi molti esempl. in seguito ad un forte acquazzone. 77. Chrysomela lepida, Brull.—Pochi indiv. alla Guardia di mezzo ed allo Spalmatore. 78. Podagrica semirufa, Kist.—Alquanti indiv. a Tramontana e alla Guar- dia del turco, sulle Crucifere. ‘719. Phylotreta vartipennis, Boield. id. id. 80. Adalia obliterata, Lin.—Due indiv. sul Quercus ilex, alla Mont. guar- dia di mezzo. 81. Ehizobius ltura, Fabr.—Alquanti indiv. a Tramontana sui mandorli. 82. Chilocorus bipustulatus, Lin. id. id. alla Mont. guardia di mezzo. 83. Scymnus suturalis, Thunb.—Frequente sui mandorli alla Falconiera. 84. > minimus, Rossi. —Pochi esempl. id. alle Case vecchie. 85. i frontalis, Fabr.—Pochi indiv. sui mandorli alla Falconiera. 86. + pulchellus Herbst.—Frequente. id. id. (Continua) i TABLEAU SYNOPTIQUE DES Espèces Belses du genre Geotrupes, Linné Dedié a Mr De Saldanha da Gama, Consul Général du Brésil en Belgique. Genre Geotrupes, Linné Thorax tout à fait inerme chez les deux sexes. Cuisses postérieures munies de deux épines chez les màles. A. Màles ayant le prothorax muni de trois cornes aigues, variant pour la grandeur. Femelles sans cornes, et possédant une aréte transver- sale è la partie antérieure du disque du thorax. Chacun des còtés de cette aréte, se presénte sous la forme d’une saillie pointue. Typhoeus, Linné 9 d. B. Surface abdominale densément couverte de points piliferès d’où èmer- gent de longs poils. Ponctuation du corselet, concentrée seulement — 299 — sur les còtes. Aréte inférieure du tibia antérieur ayant en face de l’antèpévultiéme dent de l’aréte externe une aspérité conique, ai- gue, et précédée d’un renflement obtus. Stercorarius, Linné 0 gd. B' Surface abdominale avec une raie longitudinale lisse, sans points ni poils pilifèeres. Ponctuation du corselet, généralement envahissent tout le disque. Aréte infériéure du ribia antériéur des màles mu- nie de petites dents. Dernière, plus forte, plus distinete; non pré- cedée d’un renflement obtus . s Spiniger, Marsham O g. B! Abdomen densément ponctué, poils piliféres comme chez le stercora- rius, Linné. Nuance de l’ècusson particuliérement plus brillante que les autres parties du corps. Tibia antérieur du màle, à peu près identique à celui du spiniger. Antépènultième dent de l’aréte externe légérement ou non renversèe hors de l’alignement. Foveatus, Marsham Q d. C. Surface abdominale couverte de points pilifères, ou ayant la raie lisse du spiniger. Chaque élytre depuis }’ècusson jusq'à la bosse lisse de l’épaule, dite calus huméral posséde neuf-stries distinctes. Elles ré- sultent du dédoublement de la deuxième et de la cinquième stries. Màles ayant l’aréte inférieure du tibia antérieur, munie de deux dents coniques et grandes; caractère n’existent pas chez les espèces pré- citées . ; = - i ; 2 Mutator, Marsham Q J. C! Grande analogie avec le Geotrupes Mutator. Parfois sept stries dorsa- les, quelquefois neuf, mais ordinuirement huit. Les élytres à stries très fines et à interstries planes. Dessous du corps, particulièrement les cuisses postérieures, doré et brillant. Hypocrita, Illiger 9 d. D. Espèce se distinguant facilement de ses congénères par ses élytres en- tiérement lisses, brillantes. Ponctuation du corselet fine, envahis- sant tout le disque d’ une mabière uniforme. Vernalis, Linné 9 g. E. Tibias postérieures avec deux arétes distinctes, troisième atrophiée, n’existant qu’à l’état de vestige sur les bords anguleux du tibia. In- terstries des élytres rendue, rugueuse par de petites rides transver- sales. i - - 3 i 3 Sylvaticus, Linné d 9. FERNAND MEUNIER. — 300 — DESCRIPTION d'une nouvelle espèce d’ Euménides du Brésil. Genus Eumenestiferus, Meun. nov. sp. Partie supérieure de la tète large, l’ inférieure lègèrement arrondie. Man- dibules rectangulaires. Palpes maxillaires composés de sept articles, labiales n’en possédant que cinq. Antennes composées de treize arti- cles. Ocelles sur le vertex en triangle allongé. Premier segment ab- dominal étant plus gros à l’extrémité que chez les Eumenes. Deuxiè- me different du genre précité, par sa forme considérablement moins cylindrique, segment suivant n’ ètant pas en forme de tube comme chez les Eumenes. Ailes noire, violette, hyaline è l’extrémité. Nervu- res sous costale, et costale fortes. Tout le facies de l’insecte, noir. Eumenestiferus Brasiliensis, Meunier. Nov. sp. Q Téte noire, la partie supéricure large, l’inférieure 1égèremont arrondie. Clypeus avec la ponctuation dispersée cà et là. Mandibules à peu près rectangulaires, quadridentées. Dent de la base de dimention plus médiocre. Palpes maxillaires de sept articles. Labiales n’en ayant que cinq, mais dont les articles sont plus grands. Antennes écartées l’une de l’autre à la base, et composeés de treize articles. Scutellum formant un triangle isocèle et pourvu à la partie méd'ane, d’une ligne droite s'élargissant devant la base antennaire et aboutissant jusqu’'au vertex. Ce dernier muni de trois ocelles en triangle allongé. Thorax éntière- ment noir. Une carène assez distinete se montre jusqu’ au milieu du prothorax. Ponctuation de grandeur moyenne. Toute la surface et par- ticulitrement le métathorax, couvert d’une pubescence jaune soyeuse, s'effacant par l’action d’un vol un peu prolongé. Ponctuation plus fine et plus serrée que celle du pro et du mésothorax. Abdomen colorè comme le thorax. Premier segment élargi en forme de- clochette de la base à l’extrémité. Deuxième grand, large. Suivants à peu pròs semblables. Ailes noire, violette, obscures è leur base; mais hyaline è l’extrémité. Nervures costales et sous-costales fortes. Radiale de gran- deur normale. Trois cellules cubitales. Première à peu près rectangu laire, la troisibme recoit à son centre la prèmiere nervure recurrente» cat, — 301 — Cuisses représentant le fascies du fruit de la Banane. Premier arti- cle de la première paire de pattes, grand. Deuxième, troisiòme et qua- * trième articles, bilobés. Cinquième aussi grand que les trois précédents. Milieu des crochets tarsaux muni d’une petite pelotte. Pattes mèdia- nes à articles du tarse moins serrés. Premier article de la dernière paire de pattes, aussi long que les quatre précédents réunis. Amérique du Sud Brèsil. Rio-de-Janeiro. Màle inconnu. FERNAND MEUNIER. DESCRIP:RION d'une nouvelle espòce de Sphégidesdu Brésil. Genus Aphanilopterus, Meun. nov. sp. Téte assez grande, rouge. Epistome semi-circulaire. Espace compris entre la partie précitée et les còtés de ce dernier qui sont dila- tés, muni d’une portion d’'are de cercle très visible. Còtés di- stinets du reste du clypeus. Ce dernier représentant à peu pres le facies du présent dessin. Trois stemmates sur le vertex en triangle rectangle. Espace compris entre les yeux et la base des man- dibules étant très grand. Mandibules tridentées. Prothorax rétréci à son origine, c’est-à dire au milieu mais, s’ élargissant et atteignant la base des épidèmes des ailes. Toute la partie antérieure munie d’un rebord manifeste. Mésothorax ayant à peu près la forme d’un Hexagone. Scutellum du mésethorax carré au milieu. Post-scutellum analogue au scutellum du mésothorax. Mé- tathorax grand, muni d’ un sillon à la partie médiane. Celui-ci com- mence depuis le muscle élévateur et abaisseur de l’abdomen, et aboutit Jusqu’ au post-scutellum en forme de pointe , de sorte que la figure rassemble énormement è une plume métallique dont la partie effilée en triangle isocèle sarait ronde. Surface remplie de rides formant re- lief. Abdomen aminci en tube distinct è la base. Les deux sternites du dessus ne se fusionnent pas en dessous, de sorte qu’il existe un canal très — 302 — visible au milieu de ce premier segment basique.. Deuxième grand. Troisièéme de grandeur moyenne. Ployement des ailes comme chez tous les Diploptera. Radiale arrondie, à la partie externe de l’aile. Trois cellules cubitales. Première deux fois aussi grande que les deux suivantes réunies. Deuxième de dimention plus petite que la troisième Cette dernière rectangulaire. Aphanilopterus Vagabundus, Meunier, nov. sp. Q Amérique du Sud.-Brésil. Ce Sphégien vagabond, par excellence, vole énormement près des bananiers et des orangers, où on le voit se re- poser quelques temps pour méditer de nouvelles noirceurs. Aux envi- rons de Rio-de-janeiro, il pullule pour ainsi et on le rencontre jusg’au centre de la ville. Les habitants du pays et particuliérement les en- fants, l’appellent le maribonde. Malgré la chasse acharné que je lui ai faite, je n’ai jamai reussi à trouver le male qui, probablement doit étre rare cu plutòt difficile à roncontrer, je l’ ai capturé en nombre, dans le jardin de l’habitation où j’habitais près de Santa-Theresa. Il vole peu haut et il préfèré les jardins des villes aux vastes cites pit- toresques de la campagne. Téète assez grande, rouge. Clypeus et mandibules rouge brun. Dents des mandibules légè:ement noire à l’extrèmité. Premier article antennaire très grand. Les troirs premiers rouge brun. Partie postérieure du troisiòme 4.*m®, le 5.°m°, le 6.°m° et le septième ar- ticles noirs. Huitièéme noir également à la partie antérieure. Les qua- tre articles, suivants rouge de criques. Prothorax avec la ponctuation extrémement fine. identique pour cette dernière, le mésothorax est en- touré d’une bande de couleur noire à la périphérie, et est muni d’une carène très distinete partant du milieu de la partie antérieure et se prolongeant à peu près jusqu’au milieu de celui-ci. De méme, de la base du scutellum du mésothorax, part une carène qui se dirige vers la partie rétrécie du thorax. Post-scutellum du mésothorax noir et tranchant sur toutes les autres parties qui sont rouges foncées. Mé- tathorax en plan incliné, noir. Abdomen è premier segment aminci en tube è la base. Deuxième grand, troisième de grandeur moyenne. Les trois suivants à peu pres semblables. Tous les segments, gris cendrè trés foncés, extrémement ponctués. Ailes très enfumées, violettes, gran- des. Radiale assez longue, large. Nervures costales et sous-costales — 303 — fortes et noires. Stigma ainsi que les autres nervures alaires d’ un gris foncé. Trois cellules cubitales. Première cubitale recevant la première nervure recurrente à |’ extrémité. Deuxième cubitale recevant la deuxième recurrente à son centre. Pat- tes postèrieures trés longues. Tibias de ces dernières munis de deux épines dont la premiére, courbe, permet plus à fouir que l’autre de dimention beaucoup plus mèdiocre. Pattes intermédiaires armées de deux épines mais, sous l’incurvation précitée, existant à l’une des an- térieures. Celles-ci plus courtes. Leur tibia muni d’une seule épine moins forte, et ayant certaine analogie avec la grande des tibias pos- térieurs. Tarses à cinq articles, le premier immence, le 2.°®°, le 3.,eme et le 4.°®° articles des pattes antérieures; presque semblables. Cin- quième plus grand. Entre les deux épines de ce dernier article se trouve une pelotte. Pattes en partie noire. Tarses des postérieures et des intermédiaires rouge peu accentué. Tarses des .antérieures cen- dré et pale. FeRNAND MEUNIER. DEL CORSO DEI BUDELLI POLLINICI NELLA CAVITÀ OVARICA OSSERVAZIONI sugli ovarii inferi di alcune Iridacee (Cont. e fine. Vedi Num. 11). L’accennata struttura in questo tipo fiorale, infatti non lascia dubbio a ritenere che mira alla formazione di un nettario. I vivaci colori delle la- mine del perigonio,i solchi ornati di ancora più spiccate tinte, coperte dalle speciali barbule che seguendo i conc:tti dei dicogamisti, vorrebbero rap- presentare degli indicatori di secrezione (Sprengel), tuttociò pare che debba accennare alla realizzazione di questo fine, quello di attirare gli insetti pronubi. Ma se morfologicamente |’ esistenza del nettario pare che non puossi contradire , a rigore, nessuna di queste speciali conformazioni po- — 304 — trebbe meritare tale nome, se non fosse accertata in essa la funzione net- tarifera o in altri termini, se istologicamente questa porzione di organo non fosse modificata in quei speciali tessuti, da dove la secrezione saecari- gena deve aver luogo. Esistono tali elementi istologici al fondo dei cuni- coli accennati ? Io non li ho ritrovati nelle specie di Iridi citate e di poi, raramente nelle osservazioni che duolmi non aver potuto seguire che nella sola fioritura dell’ anno scorso, io ho riscontrato, eventualmente di certo, pochi e rari insetti dell'ordine dei dttfers. Aggiungo a ciò un’altra considerazione, che gli insetti la cui visita si potrebbe presumere debba essere frequente ed inevitata in siffatti nettarii, starebbero lontani assai dal posto ove il loro rovistare potrebbe tornare utile alla impollinazione, perchè il filamento ergesi in posizione ben poco adatta allo scopo, approssimandosi ai lobi stilari invece, sotto i quali l’an- tera in posizione estrorsa, viene direi quasi, ad accovacciarsi, mirando in effetti per tale modo a rendersi quanto più attigua alla parte, sulla quale natura vuole che i granelli pollinici si abbiano il più copioso e sicuro ac- cesso. In conclusione l'apparecchio più che svelarsi atto alla impollinazione dicogamica, pare fatto come di rito per la impollinazione autogamica. I criterii che dovrebbero guidarci nell’interpretazione dell’ufficio al quale i nettarii mirano, sono due al massimo grado antagonisti e conducono a de- duzioni differentissime. Mi duole che più che mai anzichè seguire la teo- ria moderna dei Darwinisti, io debbo persistere nell’altra che nel più splen- dido e felice modo, fu esposta dal Bonnier (1) nella sua recente memoria sui Nettarii. Da chi non esita riconoscere in quelle idee una non minore copia di concetti altrettanto filosofici di quelli attuali della finalità delle cause, può convenirsi che i nettarii col loro ufficio riescano direttamente utili all’organismo. Con tali idee è lecito ritenere che il nettario possa esistere senza che per un meato qualsiasi la produzione saccarigena esca al di fuori e che tali principii emessi dai tessuti nettariferi restino dentro l’organismo stesso, utilizzati per un altro fine che non sia lo adescamento degli insetti per l’impollinazione e che secondo Bonnier giustamente verrebbe accertato, da (1) G. Bonnier. Etude sur les Néetaries. Ann. Sc. Nat. Paris, Sér. 6, tom.VIII, ann. 1879. 2 0a una serie di fatti incontestabili, che gli umori vengono utilizzati dall’ova- rio per il suo ulteriore diffinitivo accrescimento. La sola variante che non è poco, aggiungo candidamente, per quella giu- sta riserva che mi si impone per la natura delle osservazioni abbastanza delicate, si è che nel caso della Gynandriris che ci occupa, lo scopo dei nettarii che vi si osservano, posti internamente, mira non all’impollina- zione, come naturalmente si capirà di leggieri, nè all’ accrescimento del- l’ovario, o almeno solo in linea subordinata, ma ad una funzione speciale, nuova, quella di servire o di contribuire, il liquido saccarigeno ad agevo- lare il corso dei budelli pollinici nella cavità dell’ovario, di cui la singo- lare struttura io ho di già rivelata nella prima parte di questa nota. Ri- torno alla Gynandriris. Non c'è da dubitare che alla fine tali umori ven- gono riassorbiti a beneficio dello sviluppo dei nuovi organi fecondati. Se nelle Iridi accennate ci fu per me il momentaneo dubbio dell’ esi- stenza di nettarii esterni posti nel fondo dei cunicoli delle lacinie esterne del perigonio, non fu così nelle Gynandriris. L'idea dell’esistenza di nettarii interni mi passò per la mente all’esame dell’ /yris pseudo-pumila. Con tale idea passai alle Gynandriris ove ragioni dippiù ci erano per ritenere che tali nettarii vi si dovessero riscontrare. Ragione capitale, quella della diversissima struttura del perigonio, ove l'aderenza degli stami anzi- chè colle lacinie del perigonio, avviene piuttosto colla colonna stilare, seb- bene talé adesione non è intima, ma piuttosto direbbesi apparente, essen- dovi i 3 stami applicati e solo leggermente conglutinati. Da ciò il nome di Gynandriris. Concomitanti poi con tale fatto, un ovario speciale, la pre- senza in ultimo, di un liquido organico nel singolare tubo ovarico. La scoverta delle glandole septali dell'A. Brongniart (1) che coincise con le identiche osservazioni e con risultati analoghi ottenuti dal nostro Par- latore, fatte precisamente nell’ovario di molte Iridacee (2) mi indusse a ri- tenere che anche nelle Gynandriris, potevasi riscontrare un caso simile, es- sendo al postutto oramai accertato che nella più gran parte delle Monocoti- (4) A. Brongniart, Mémoires sur les grandes nectariféres de l’ovaire. Ann. Sc. Nat. IV Sér. ann. 1854, tom. II. (2) Parlatore. Dissert. sur de nouv. genr. et esp. de PI. Monocotyl. Il Naturalista Siciliano, Anno VII. 39 — 306 — ledoni in quasi tutti gli ordini di tale classe, i nettari sono interni e rien- trano in questa categoria delle glandule septali, non escluse quei tipi a struttura fiorale come le Iridacee, provviste di un ovario infero. È vero che nel caso mio si trattava sempre di una nuova speciale «conformazione per- chè a differenza delle Amaryllidacce come Crinum, Pancratium, Agave, ad ovario infero, le glandule non aveano lo sbocco esterno come tali generi se l’ hanno, segregandosi là l’umore saccarigeno nel fondo del perigonio cioè nell’ apice del tubo ovarico più o meno in prossimità della base sti- lare. * * * È saputo che nelle Monocotiledoni come di regola, i fascetti fibro-vasco- lari seguono anche negli ultimi assi fiorali, o pedicelli, o almeno hanno nella generalità, una tendenza a seguire un corso libero ed indipendente, onde isolati, nel momento di dovere scorrere nelle diverse parti fiorali, essi si presentano sino all’origine dei varii pezzi dei verticilli. Nella sezione di un pedicello al di sotto della coppa perigoniale e nel caso degli ovarii inferi e dei lunghi tubi ovarici delle tante Iridacee, si osservano infatti diversi fascetti disposti in cicli concentrici. Un primo ci- clo in numero di 3 si rende ai sepali esterni, l’altro agli interni e gli altri agli stami ed ai carpelli. I fascetti sono perciò generalmente nel numero di 12. Non ho potuto constatare, stante le difficoltà derivate dalla sezione di un tubo gracilissimo e ricco di tessuti poco densi, quale si è la porzione superiore solida del tubo ovarico della n. sp. di Gynandriris, se nei car- pelli le ulteriori divisioni che segnano le sue regioni mediane e quella dei tramezzi, risultano dalla divisione dei 3 fascetti primari. Il certo si è che al pari di qualsiasi ovario o infero o supero, a qualsi- voglia famiglia o classe esso si prenda, la struttura vascolare dei carpelli è identica (1). C° è un fascetto che occupa la posizione mediana della fo- glia carpeliare; ce ne sono due per ogni lato che risponduno alla regione marginale delle stesse foglie per i due lati e che per lo spesso, uno da un lato e l’altro dall’altro, si fondono con i fascetti delle foglie carpellari at- tigue negli ovarii sincarpici come nel nostro caso. (1) Tale fatto è uno dei più probanti a favore della teoria antica della forma- zione degli ovarii inferi come feci rilevare nella mia dissertazione sui Jughi delle Ombrellifere. 6 — 307 — È nel posto dove i tramezzi si saldano, al pari di come si verifica negli altri gruppi di Liliacee ete. che si osservano queste glandule. Ho detto che questo tratto superiore del tubo è pieno di un tessuto poco consistente ric- chissimo di cellule piene di clorofilla che la maggior parte di esso è vuoto, diafano, e che le scorrenze vascolari che poi danno origine agli ovuli in basso, vi si rilevano nitide ma poco prominenti all’ interno per semplice trasparenza della diafana struttura del tubo. Il passaggio da questo tubo pieno al cavo, può dirsi insensibile, i tessuti vi vanno diminuendo dall’alto in basso e da ciò ne viene che se sopra, il tubo pieno è solcato da 3 ca- nali esilissimi, più sotto questi canali finiscono col fondersi in un solo che poi anch’esso si estenua e finisce. Molto vicino alle pareti di questi 3 canali, il tessuto non è più verde, esso acquista tutti i caratteri di un tessuto glanduloso e per la forma delle cellule che lo compongono e per il colorito giallognolo di esso. Queste zone sono ristrettissime, constano di 3-4 serie di cellule accollate. Non costituiscono un vano fra |’ un tramezzo e l’altro, cioè tra le due pagine che formano il tramezzo, il tessuto generale essendo come ho detto molto carnoso e acqueo. E perciò che mi è stato estremamente difficile il veri- ficare quale era la lunghezza di questo complesso glandulare per la se- zione longitudinale. Però c’è ragione di credere che esso si prolunga per tutta la porzione del tessuto pieno del tubo, poichè nella sua porzione in- fima, quando non si saprebbe dire per l’estenuazione del tessuto che lo co- stituisce, se il tubo è pieno o cavo, il colorito di quest’ultimo tratto tende, più al giallo che al verde e svela che anco qui sino a tale tratto del tubo, la porzione glandulare si continua. Questo è quanto ad un primo esame io ho potuto osservare. Non è tutto, e molti dettagli resterebbonsi a constatare, ma non è poco. Per 1’ impor- tanza dell’ argomento ho creduto con questa nota preliminare annunziare un fatto che sembra nuovo ed atto a svelare per quali variati mezzi la natura giunge al suo fine ultimo ed essenziale, quello della perpetuazione della specie. Brongniart ci informa che nelle Iridacce, solo nel Gladiolus gandaven- sis, le glandule septali furono da lui riscontrate. Ne manca il genere 1795, Iria, e Sisyrinchium. Parlatore le ha osservato nella Babiana, Antholiza, Anomotheca. Pare che anche nel genere /ris, poichè nel senso vasto le Gynandriris vi si comprendono, tali netlarii vi si ritrovano. — 308 — Ma conchiudo non è questa scoverta il fatto capitale. Bensì è quello di sapere che ci possono essere delle glandule septali senza sbocco esterno, o a dir meglio con uno sbocco interno e che il liquido segregato possa far di veicolo e contribuire ai budelli pollinici nella loro corsa verso gli o- vuli. Tale aiuto in vero è abbastanza giustificato quando si tratta di tubi lunghissimi come quelli delle piante che ci hanno occupato e addippiù così singolarmente costruiti come nella Gynandriris in ispecie. Non dispero di produrre ulteriori osservazioni sull'argomento e quel che più una tavola esplicativa che causa non avere avuto che 4 soli fiori e poi di natura tanto estremamente fugace, di questa rarissima specie, non mi è riuscito in una stagione l’aver terminata. Agosto 1888. M. Losacono-Pojsero. APPUNTI E NOTE DE ORTOTTEROLOGIA SICILIANA del Dott. G. RIGG1O IV. Sopra due Locustarii nuovi per la Sicilia. Ephippigera latipennis, Fisch. Sullo scorcio dell’estate dello scorso anno 1887, un mio carissimo allievo del R. Istituto tecnico , il sig. Bartolomeo Salvato, dietro mia viva racco- mandazione, facevami pervenire gentilmente una notevole quantità di Ortot- teri da lui raccolti nel territorio di Sambuca-Zabut in Prov. di Girgenti e presso il F. Cannitello. Passato in disamina il materiale raccolto trovai prima di tutto un numero notevole di Caloptenus ttalicus Lin. rappresentanti da soli circa i 9 decimi della intiera raccolta, provando così la grande abbondanza di questa spe- cie in quel territorio; trovai inoltre rappresentate solamente da pòchi indi- A ea meg ne 3 a 4a e gr (5 SO eater lu eg — 309 — vidui le seguenti altre specie: Mantis religiosa, Linn.; Tryralis nasuta , Lin. Stenobothrus pulvinatus, Fisch. de W.; Oedipoda coerulescens, Lin.; Pa- chytylus nigrofasciatus, de Geer.; Decticus albifrons, Fab.; Ephippigera ru- gosicollis, Serv.; Platycleis grisea, Fabr. Oltre queste specie più o meno comuni e facili a riconoscere a prima vi- sta, ebbi a notare alcuni esemplari gd e Q di una Ephippigera che a prima giunta mi colpì per la sua forma speciale e molto caratteristica, e sopratutto per lo sviluppo notevole e la forma particolare quadrilatera della lamina so- pranale del 3°, che scende verticalmente in mezzo alle punte anali o cerchi (cerci); per la lamina subgenitale anch’ essa molto grande, ampia, e forte- mente ricurva all’imbasso, ed infine per la parte chitinosa del pene, o pezzo furciforme (furca Berlese, (1), titillator Brunner), fortemente prolungata in due spine ricurve, molto visibili di mezzo alle due lamine (2). Anche nella 9 la lamina subgenitale è molto sviluppata e profondamente divisa da una incisione, in due lunghi lobi triangolari, molto appuntiti. Studiata più tardi questa specie, trovai, colla scorta del Fischer (3) e del Brunner (4), che la Ephippigera in esame non apparteneva a nessuna delle forine note dell'Europa e molto meno di quelle della Sicilia, ma corrispondeva invece esattamente, per i varil caratteri profferti, ma sopratutto per la for- ma particolare dell'apparato riproduttore esterno del d' e della Q, alla Ephip- pigera latipennis, descritta per la prima volta in nota e figurata dal Fi- scher (5) sopra un individuo g° esistente nel Museo dell’Accademia degli Argentorati, con habitat incerto, ma riferito dal Fischer all’Algeria. Confron- tati inoltre i miei esemplari, colla descrizione data dal Brunner (6), fatta sopra indiv. di Algeria, comunicatigli dal Cap. Finot, trovai la stessa per- fetta corrispondenza di caratteri e dimensioni; la qual cosa mi convinse indubbiamente trattarsi dell’£. latipennis. Però ad onta della mia certezza sulla corrispondenza specifica di questa interessantissima Ephippigera, volli, per meglio avvalorare la mia determi- nazione, comunicare la specie in discorso al Dott. Krauss, il quale colla sua usata cortesia mi rispondeva presso a poco nei seguenti termini: « L'Ephip- « pigera latipennis raccolta in Sicilia è una importantissima ed interessante (1) Ricerche sugli organi genitali degli ortotteri Atti R. Accad. d. Lincei, an- no CCLXXIX, Roma 1881-82 (2) Una simile conformazione osservasi pure, fra le specie nostrane, nel g della Eph. rugusicollis, senza però essere accompagnata dal considerevole sviluppo delle lamine, sopra e sotto-anale. (3) Orthoptera europaea. (4) Prodromus der Europàischen orthopteren. Oli icpazlo;ttavi o, (Ho 9; da (6) 1. c. p. 339-90. — 310 — « scoperta, io mi sono convinto esattamente della sua identità cogli esem- « plari provenienti da Algeri. La colorazione degli indiv. inviatimi è impal- (al lidita per effetto dell'alcool; nei miei esemplari secchi colpisce a prima vi- « sta la colorazione bruno-nera delle antenne e delle gambe. Tutti gli altri « caratteri, specialmente le appendici genitali 3' 2 corrispondono esattamente « alla £. latipennis». Per completare queste notizie e far meglio risaltare i rapporti fra gli e- semplari algerini e quelli siciliani, credo bene di mettere in confronto le loro dimensioni relative. Solamente farò osservare che ho trovato una leg- giera differenza nella proporzione del corsaletto del g’, il quale secondo le 5) misure riportate dal Brunner sarebbe di 2 mm, più lungo di quello della 9; mentre negli esempl. siciliani da me misurati questa differenza è minima e quasi nulla; anche una leggiera differenza si nota nella dimensione relativa dell’ovopositore, che negli indiv. siciliani risulta un poco più breve. Indiv. siciliani Indiv. di Algeria (da Brunner) gt 9 dt Q Lungh. del corpo 0,031 0, 031 0,030 0,081 » del pronoto 0,010 0,0095 0,010 0,008 » femor. post. 0,019-20 0, 021 0,019 0,020 » ovopositore —_ 0,0215 — 0,023 Lam. sopranale 0,004-45 — — = » subgenitale 0,0075-8 0,007 = = Affermata così indiscutibilmente la scoperta di questa Ephippigera, nuo-, va, non solo per la Sicilia, ma anche per l’intera Europa, ne risulta sem- pre più chiaramente la grande importanza della Ortotterofauna sicula, e ciò, non tanto per l’ aumentato numero delle specie, quanto, è più ancora, per 1 novelli e sempre più stretti rapporti che collegano la nostra Ortotterofauna con quella dell’Africa settentrionale, e più particolarmente con quella dell’Al- geria e della Tunisia. Questa nuova scoperta , ‘unita a qualche altra che non mancherà di pre- sentarsi, viene a confermare in certo qual modo, quanto mi scrivea il dott. Krauss in una delle sue prime lettere, nella quale mì diceva, parlando del numero degli Ortotteri siciliani, che esso sarebbe certamente cresciuto per la scoperta di nuove specie. La stessa predizione facevami recentemente il chiar. Dott, Brunner, però in un senso più ristretto, riferendosi cioè alla scoperta di specie del tutto nuove. Mi piace riportare qui il brano di lettera scrittami da questo illustre Autore : « Certamente le parti montagnose della vostra isola contengono ancora « parecchie nuove specie fra i generi ad elitre rudimentali, i quali in se- — 311 — « guito a questo difetto non possono ripartirsi. Così ogni paese possiede i « suoi Pezotettie, Platycleis, Rhacocleis, ete. speciali e che gli studiosi spe- « cialisti hanno il vantaggio ed il dovere di trovare. Cercate di mettere del- « l’ordine fra i Ahacocleis ed Ephippigera, due generi difficilissimi, e che «non sono rari nelle messi nel mese di luglio i primi, ed i secondi nelle « erbe basse nei mesi di maggio e giugno ». Come si vede una lettera programma, che se le circostanze me lo permet- teranno cercherò per quanto sta in me di attuare; sperando sempre nel forte e valido ausilio dei miei colleghi entomologi dell’isola. Chiuderò infine questo articolo, facendo rilevare che degli autori che ho potuto consultare, meno il Fischer ed il Brunner, nessuno parla di questa specie africana, e nemmeno il Lucas nei suoi Ortotteri di Algeria l’accenna menomamente ed in nessun modo. Il Bolivar, nella sua pregevole opera su- gli Ortotteri della Spagna e del Portogallo dice solamente che la sua Ephip- pigera Durieui offre analogia colla specie africana £. latipennis, Fisch. Lo stesso autore nel suo « Catalogus ortopterorum Europae et.confinium » (pa- gina 17) la cita semplicemente d’Algeria. I sigg. Bonnet e Finot nel loro recente ed interessante catalogo degli Ortotteri della Reggenza di Tunisi non fanno nemmeno mensione di que- sta specie. Pertanto credo di potere affermare, che la diffusione geografica dell’ £. latipennis, resta limitata per ora alla Sicilia per !' Europa, ed all’Algeria per l’Africa. (Continua). or Cr_1£L==>=="Ai 1 Rivista Bibliografica L’ instancabile Prof. A. Costa ha pubblicato nel vol. II, ser. 22, N. 2, degli Atti della R. Accademia delle Scienze fis. e mat. in Napoli, la sua seconda memoria di Miscellanea Entomologica. Egli qui si occupa esclu- sivamente d’ imenotteri descrivendone come inedite ben nove specie. Tra queste che si rinvengono in Sicilia troviamo: Odynerus sinuatofasciatus, Bassus festatorius, Mesolerus bisignatus, Bracon filicauda. L’A. comincia la sua pubblicazione con la Mutilla intermedia da noi de- scritta; saggiamente ne rettifica la descrizione, essendo noi caduti invo- lontariamente in un equivoco per il quale la descrizione non riesce netta e precisa. Avendo l’A. avuta la gentilezza di inviarci questo suo lavoro, noi sen- tiamo il dovere di ringraziarlo sinceramente. T, D, Una terribile sventura ha colpito l’amico nostro Enrico Ragusa; e qui stesso, in questo giornale ch'egli dirige con tanto profitto della scienza, dev’essergli espressa l'immensa simpatia di compianto dei naturalisti che in ogni parte del mondo scientifico salutano caro e riverito il suo nome. Egli ha perduta Lucia,la compagna della sua vita;-non ha più con sè la madre delle sue figliolette. Nella sua casa si spalancò il vuoto della morte. Essa non v'è più; le sue sei bam- bine sono orfane! To che scrivo la ho innanzi agli occhi come se la vedessi; rare volte bellezza di donna apparve così sfolgorante. Uno splendore quale gli antichi poeti descrivevano nelle loro Dee. E pochi giorni or sono corse voce : è ammalata — e alcune ore dopo :—gravemente; — e al mattino del 29 agosto Palermo commossa sente che è morta! — A ventisett anni ! Il lutto fu di tutti. Non era soltanto la bellissima donna che spa- riva, ornamento dei circoli palermitani; era la madre soave, l'angelo di carità benefico e pio, il luminoso ideale di grazia e di bontà. Quante corone di fiori sulla sua tomba, quante lagrime versate !... E a pian- gerla sopravvivono, tragico destino, i vecchi genitori ! Al nostro amico sarebbe vano tentare di porgere con le parole conforto; anche ritornando agli studi prediletti egli non troverà più la fedele amica che gli era cooperatrice preziosa. I dolci ricordi di lei nella vita casalinga, raccontati ora dai più intimi amici, ben fanno risovvenire della buona e amorosa moglie di Darwin e di quella di Agassiz! Come seguiva orgogliosa i lavori scientifici di Enrico, quanto si compiaceva delle sue ricche collezioni entomologiche, co- me ne circondava le fatiche intellettuali entro alla felicità serena della vita domestica ! La sposa di Niebuhr, con l’ultimo addio allo storico insigne, gli mormorava la preghiera che subito ripigliasse le ricerche scientifi- che nelle quali gli era collaboratrice assidua. Così Lucia nel fido pensiero raccomandò certamente ad Enrico. Egli ne ritroverà l’im- magine dolce in quella delle adorate figliolette; ma nello studio della natura, in ogni fiore che spunti e in ogni farfalla che aleggi, a cia- scun ritorno di primavera, saluterà ancora l’amore immortale della sua diletta perduta. PaoLo Lioy. INDICE ALFABETICO DELLE MATERIE CONTENUTE NEL SETTIMO VOLUME del Maturalista Siciliano ENTOMOLOGIA A Acalles Rolleti, p. 293, 297. Acantopsyche Febretta Boyer, p. 228. lutea Stgr., p. 228. Tedaldi Heyl., p. 19,227. Acherontia Atropos, p. 18, 1533. Achoraces armatus, p. a p. 89. Acidalia Attenuaria Rbr., p. 268. Calvaria, p. 15. Canteneraria Stgr., p. 183, 206, 265. Circuitaria Hb., p. 268. Coenosaria Ld., p. 268. Consanguinaria, p. 183, 296. Decorata Bkh., p. 268. Degeneraria ab. Rabraria Styr., p. 268. Determinata, p. 17, 268. Dilutaria Hb., p. 268. Dimidiata Hufn.; p. 268. Efflorata Z. var., p. 268. Elongaria, Bbr., p. 268. Emutaria Hb., p. 268. Filicata Hb., p. 268. Herbariata F., p. 268. Imitaria Hb., p. 268. Acidalia Incarnaria HS., p. 268. Inclinata Ld,, p. 268. Infirmaria Rbr., p. 268. Inornata v. Deversaria HS. p. 268. Laevigaria Hb., p. 268. Litigiosata, p. 183. Longaria HS. p. 268. Luridata v. Confinaria HS., p. 268. Marginepuncetata (òze, pa- gina 268. — v. Romanaria Mill., p. 268. Mutilata, p. 17, 183, 206,268. Ochrata So., p. 268. Ochroleucaria HS., p. 258. Ostrinaria Hb., p. 268. Submutata Tr., p. 268. Tessellaria, p. 21. Trigeminata, p.183,206,268. Turbidaria HS., p. 268. — v. Turbulentaria Stgr. p. 268. Virgularia Hb., p. 268. — Canuisata Mill., p. 258. Acilius sulcatus Db. pose — 314 — Acrida turrita, p. a p. 3. Acridium aegyptium Lin., p. 81, 52. — viridulum Costa, p. 57. Acritus minutus Herbst., p. 296. Acrobasis? singularis, p. 17. Acrocera Braueri, p. @ p. +. Acrometopa macropoda Burm., p. 81. Acronycta Aceris L., p. 269. —- Euphorbiae S.V., p. 269. — Euphrasiae Brahm., p. 269. — Ligustri S. V., p. 269. —_ Megacephala, S.V., p. 269. — sid po 209: -- Rumicis L., p. 26 . Acmaeodera, p. 22. Acupalpus sp., p. 294. Adalia obliterata Lin., p. 298. Agabus var. biguttatus Oliv., p. 8. _ binotatus Aubé, p. 6. _ biocellatus Miill., p. 5. —_ bipustulatus L., p. 6, 8. _ brunneus Fbr., p. 5,22. — chalconotus Panz., p. 6. — didymus Oliv., p. 5. — dilatatus Brull., p. 5. — var. fusco-aenescens Regimb. pò: - Gaurodytes Solierii, pag. a p. 33. — nigricollis Zoubk., p. 6. — nitidus Fbr., p. 5. — var. rufulus Fairm., p. 5. Agapanthia micans, p. 23. Agathis imperialis, p. a p. 28. — v. Kiesenwetterii, p. a p. 33. _ umbellatarum Nees, p. 149. Agrotis ab. Adsequa Tr., p. 270. — C. nigrum L., p. 270. — Castanea v. Neglecta Hb, PALIO: -- ab. Cohaesa HS., p. 271. — Conflua Fr., p. 271. Agrotis ab. Connuba Hb,, p. 270. Comes Hb., p. 270. Cos. Hib... p. 271. Crassa Hb., p. 272. Dimidia Z., p. 14, 272. Ditrapezium Bkh., p. 270. Exclamationis L., p. 271, Fimbria L., p. 270. Fimbriola Esp., p. 271. Forcipula Hb., p. 271. ab. Innuba Tr., p. 270. Interjecta Hb., p. 270. Janthina S.V., p. 270. vi lata Tryp. ab. Lignosa God., p. 271. Leucogaster Fir.,'p. 271. Linogrisea Schiff., p. 270. Margaritacea Vill., p. 271. ab. Margaritosa Hw., p. 271. Nigricans L., p. 271. nigrum L., p. 270. Obelisca S. V., p. 271. ab. Obscura Failla, p. 272. Orbona Hafn., p. 270. Prouuba L., p. 270. ab. Prosequa -Tr., p. 270. Puta Hb; piro Saucia Hb., p. 271: Sesetum Schiff., p. 272 Sicania Gn., p. 272. Sicula B., p. 272. Spinifera Hb., 16, p. 271. Stigmatica Hb., p. 270. Subsequa S.V., p. 270. ab. Thephra Bsd., p. 271. Tritici v. Aquilina S. V., pa- gina 271. Trux Hb., v. Terranea Stgr., p.274. Umbrosa Hb., p. 271. ab. Unicolor Failla, p. 271. ab. Villiersii Gn., p. 274. — 315 — Agrotis Xanthographa S.V., p. 270. — Ypsylon Rott., p. 272. Alachista oleaella Tose, p. 14. Albinia Casazzae, p. 18. — — Wocchiana, p. 18. Aleochara, p. 22 Ambhyoteles subsericans, p,a p. 33. — unilineatus, p. a p. 33, Amblyteles bicolor, p. 224. _ rufipes, Rd., p. 224. — severus, p. 224. — sexzonatus, p. 224. siculus, p. 224. Ameles spallanzania Rossi, p. 30. Amphypira pyramidea Tr., p. 13. —_ spectrum Lt., p. 13. -- tragoponis Lt., p. 13. Ammobates vipetus, p. a p.2. Anacampsis basalis, p. 17. Andryola dentata Sibth., p. 187. Anerastria ostrinello, p. 15. Anisobas, p. a p. 33. Anisolabis maritima Bon., p. 29. Anisoplia segetum (fruticola), pag. a pel: Anobium domesticum Furer., p. 296. Anochetus altisquamis, p. a p. 3. _ Ghilianii, p. a p_3. Anophia leucomelas, p. 17. Auvophthalmus Bielzii, p. a p. 2. Anthicus floralis Lin., p. 296. — instabilis Laf, p. 296. -- Spe? pi. 296, Anthobium bivittatum Eppels., n. sp. p. 45. Antocharis var. Ausonia Hb., p. 50. — Belia C., p. 50. — var. Bellezina Bid.,p.16,51. _ Cardamines L., p. 51. — Damone Feist., p. 51. — Tagis Hb., p. 51. — var. Lurritia CL p. 51. I Anthophora albigena Lep., p. 149. — quadrifasciata, V.M., pa- gina 149. Antromyio, p. a p. 33. Aphalararia p, a p. 34. Aphanilopterus vagabundus Meunier, p. 301. Aphenogaster barbara L., p. 149. _ structor Latr., p. 149, p..a p. 18. Aphodius cribarius Brull., p. 296. — ‘hydrochaeris Fabr., p. 296. — prodromus, p. a p. 2. _ punetato-sulcatus, p. 23, p. LA Aphtona cvparissiae, p. 23. Apion detritum Muls., p. 297. — malvae Fabr., p. 297. — semivittatum Gyll., p. 297. — urticarium Herbst.. p. 297. Apocheima flabellaria, p. 19. Aporia crataegi L., p. 49. Aporophyla Catalaunensis, p. 20. Apis Agrorum Fabrie., p. 252. — aprica Fabrie., p. 250. — Arbustorum Fabr., p. 199. — Beckwithella Kirby, p. 252. — Burellana, Kirby, p. 247. — Derhamellus Kirby, p. 246. — ÉEricetorum Panz., p. 250. — : Floralis Kirby, p. 252, — Forsterella Kirby, p. 252. -- Francillonella Kirby, p. 252. -- Hortorum Lin., p. 19%. — lapidaria Lin., p. 199. — Lucorum Lin., p. 196. — melliflua, p. a p. 2. — méridiana Panzer, p. 250, — muscorum Fabr., p. 261, 252. — Pratorum Linn., p. 246. — Rajella Kirby, p. 246. -- Ruderata Fab., p. 198. — 816 — A pis Ruderaria Muller, p. 246. — Silvarum Lin., p. 248. — terrestris Lin., p. 196. — Virginalis Kirbv, p. 196. Aretia v. Angelica B., p. 203. — v. Bellieri, Failla, p. 203. — Hebe Hb., p. 204. — vv. Konewkai Trr., p. 203. — v. Nigrofasciata Failla, p. 204. —. Purpurala L., p.-204. — ‘Villica .L., p.A3. Arachnidi, p. a p. 8. Arge Pherusa, p. 15, 19. — vv, Plesaura Bell., p. 15, 19. Argynnis Adippe L., p. 72. — Aglaja L., p. 72. — ab. Anargyra Stgr., p. 72. — ab. Cleodoxa Och., p. 7 —_ Daphne Schiff., p. 72. — Dial; pio7e: —_ Euphrosine L., p. 16, 7 do — Ino Esp.; p. 72. — Lathonia L., p. 2. _ maturna Li, p. 15. i Niobe lE. pir72. ne Pandora, pi. 20) 72. _ Paphia L., p. 72. — v. paupercula, p. 20, 72. -- Selene Schiff., p. 72. Aromia moschata, p. 283. Arthrolips humilis Rosenh., p. 295 Asida Helvetica Sol., p. 23. Asiobates pygmaeus Gvll., p. 262. Astata boops Spin., p. 149. Astynomus aedilis Sol. 23. Attagenus bifasciatus Oliv., p. 23. - poecilus Germ., p. 28. —- trifasciatus Fab., p. 29. Aulax Hieracii, p. a p. 2. — bhypocheroides, p. a p. 2. Aulonogyrus concinnus Klug., p. 43. — var. opacinus Rag., p. 43. striatus Fbr., p. 43. B Bacillus gallicus Charp., p. 82. — Rossii, Fabr., p. 30, 32. Banchus, p. a p. 28. = maculipennis, p. a p. 28. Barbitistes ( Poecilimon )» laevissimus, p. 739. Bassus festatorius, p. 811. Belodera Troberti Muls., p.297. Bembidion combustum, p. 22. -- Dahlî.;p. 22. — nobile, p. 22. Berginus tamaricis Woll., p. 296. Berosus, p. 22. _ var. hispanicus Kust., p. 266. _ luridus Fabr, p. 266. _ spinosus, p. a p. 34. —_ suturalis Kust., p. 260. Biastes brevicornis, p. a p.2. Blaps gages, p. 296. — mucronata Latr.. p. 296. Blechrus glabratus Dft. p. 295. Boarmia (Hemerophila) nvetimera ria, p. 12. Bolboceras Bocchus Er., p. 23. Bolina cailino Lf., p. 16. Bombus agrorum Fabr.. p. 175, 252, p. a p. 34. _ Albidis Nigeratini Meun., pa- gina 175. — alpinus, p. a p. 54. = Apricus Fabricius, p. 250. _ arbustorum Fabr., p. 199. -- Arvenicula Thomson, p. 249. _ Burellanus Ill., p. 247. — v. Burellanus Kirby, p. 174, 247. fc» — 31 201. confusus Schrk., p. 174, 245. Derbamella Klig., p. 246. distinguendus Morawitz, pa- gina 174, 249. Elegans Kricol., p. 24). -- Ephippiuw Zett., p.247. equestris Fab., p. 175, 249. 250: Bombus cognathus Steph., p Ericetorum Fabr., p. Ferrugineus Schm., p. 197, 173. funebris, p. a p. 84. — Hortorum Lin., p. 173. 174, 198. Hypnorum Lin., p. 175,250. intercedens Nyl., p. 252. — lapidarius Linn., p. 174, 199. Lucorum Fabr., p. 173, 174, 196. mastrucatus, p. a p. 94. Muscorum Fab., p. 175, 251. Nigeratini Meun., p. 174. _ Pomorum Schrk., p. 174,200. Pratorum Lin., p. 174. rajellus Kirby, p. 174, 246. - Ruderarius Dalla Torre, pa gina 246. Ruderatus Fabr., p. 198. Senilis Smith., p.175,251,250. — silvarum Lin., p. 174, 248. - Smiedeknecehtii, Meun., p.173, 197. sub-interruptus, Latr., p. 174, 247. _ v. sub-interruptus Kirby, pa- gina 247. TWerrestristEin,,Wpori173, 174, 196, p.-ai pa94. variabilis Schm., p. 259. # Venustus II., p. 251. — Smith., p. 253. | | ( Bombus viduus, p. a p. 34. — Virginalis Illiger, p. 196. Bombyx Cocles H_G., p. 230. L franconica S. V., p. 230. = major, p. 12. Medicaginis, Bkb., p. 230. Neustria L., p. 230. 290. È Quercus L., p. 231. Roboris Schrk., p. 281. var. semifasciata Faill., p.231. v. Sicula Stgr., pi 281. v. Spartii Hb., p. 231. — Trifolii F., p. 230. Botvs bicoloralis, p. 15. — Poppuli.L p: == AE c- *zonaligpo to: Bracon denigrator Ns., p. 150. — .{ilicanday piopdt inscriptor Ns.. p. 150. — leusogaster Ns., p. 150. = urinator Fabr., p. 150. Bremus Pomorum, Pavz., p.' 200. — relegationis Panz., p. 199. _ truncorum Faun., p. 199. Bruchus inspergatus Gvll., p. 237. Bryophila algae F., p. 269. ab. Mendacula Hb., p. 269. — muralis Forst., p. 20, 270. vé Par, Hb: pa 270. raptricula, p. 20. _ receptricula Hb., p. 269. strigula Bkh., p. 269. 120, Brvythis encaustus, p. Calathus, p. 22. Calathus melanocephalus Lin., p. 295. var. micropterus Duft., p. 295. Callimorpha Hera L., p. 203. Plantaginis Scop., p. 203. Calcar elongatum Herbst., p. 296. Calligenia miniata, p. a p. 17. Caloptenus italicus Lin., p. 31.33.308. Callyphora vomitoria, p. a p. 99. Camponotus herculanus, p. a p. 18. - ligniperdus, p. a p. 18. —- Sichelii Magr., p. 149. _ sylvaticus Ol., p. 149. Camptochtebius Ragusae Kuw., p. 44. Cantharis fuscipennis, p 25. _ vesicaloria, p. 23. Carabus Bielzii, p.a p. 2. -- carpathicus, p. a p. — Lefebvrei, p. 22. O) — obsoletus, p. a p. 2. — Sacheri, p.a p. 2. Caradrina Germainii, p. 17. - Selini, p..17. -— sicula, p. 272. Carpophilus bemipterus Lin., p. 296. Cartallum, p. 22. Catapomorphus arenarius, p. a p.2. Catilostenus Meun., p. 150. —- nigro-violacea Meun., pa- gina 151. Cecidonomya salicariae, p. a p. 39. _ Sonchi, p. a p. 33. _ taraxaci, p. a p. 98. — Thymi, p. a p. 83. Cemonus unicolor Zur., p. 149. Cerceris Eugenia, p. a p. 83. Cetonia deserticola Waltt., p. 22. Cetoniini, p. 22. Ceuthorrhynchidius horridus, p. 22. Celtis australis, p. 68. Ceropales De Stefani, p. 40. Chalcis minuta L., p. 149. Charadrina exigua Tr., p. 13. | —_ glareosa Trt., p. 13,271. Charaxes Jasius L., p.19, 68. Cheironitis furcifer Rossi, p. 296. Chelonia villica, p. 15. Chelonus luteipes Nees., p. 150. Chilo Colonnellus Costa, p. 13. Chilocorus bipustulatus Lin., p. 298. Chlaenius v. Faillae, p. 22. Chrysididae Leach., p. 32. Chrysis aeneipes Tourn.. p. 291. _ aestiva Dblb., p. 157, 285. _- amethvstina Fab., p. 220. — analis Spin., p. 143, 288. — aualis Forst., p. 277. —_ assimilis Dhlb., p. 276. —_ aurata Lin., p. 237. — aurichalcaea Férst., p. 289. -- auripes Wesm., p. 282. — aurotecta Ab., p. 277. - aurora Christ, p. 278. -- austriaca Fabr., p. 160, 284. — basalis Dhlb., p. 280. _ bicolor Lep., p. 177,288. — bidentata Lin., p. 278. — _ var. sicula Ab., pa- gina 279. — brevidentata Hey., p. 282. —_ candens Germ., p. 181,290. — calens Fabr., p. 220. —_ calimorpha Moces., p. 290. — carnea Fabr., p. 322. _ cerastes Ah., p. 157, 282. — Chevrieri Ab., p. 283. — chrysoprasina Dh]b., p. 281. ES coerulea Dhlb., p. 239. _ coeruleipes Fabr., p. 289. — coerulescens Fabr., p. 289. -_ comparata Lep., p. 157, 286, 220. _ comta, p. 281. _ cribata Gerst., p. 283. -— cuprata Dhlb., p. 89, 182. _ cuprea Rossi, p. 179, 289. — cyanea Lin., p. 124, 279. —_ cyanopyga Dbhlb., p. 277. ss cyanochrysa Forst, p. 280. Chrysis — 319 — cyanura Dhlb., p. 141, 277. Dahlbomi Chevr., p. 285. diehroa Ehlb., p. 290. dimidiata Fabr., p. 278. distinguenda Ghil., p. 9386. distinguenda Spin., p. 220. dives Chevr., p. 180, 289. edentula Sehrk., p. 240. elegans La Pell.. p. 181,143, 291. ervythromelas Dhlb., p. 279. Fedtschenkoi Radosz, p. 277. fervida Fabr., p. 240. flammea Chevr., p. 285. flavitarsis Forst., p. 283. Frivaldski Mocs., p. 280. fuscipennis DhIDb., p. 259. Germari Wesm., p. 288. gloriosa Fabr., p. 240. grandior Pall, p. 222. Gribodoi Ab., p. 288. Grohmanni Dhlb., p. 288. igvigaster Gherm., p. 281. ienita L,p.92, 123, 159,137, 280. igniventris Ab., p 282. Illigeri Wesm., p. 288. inaequalis Dhlb., p. 158,282. innita var. obtusidens Hey., p. 281. insperata Chev., p. 277. integra Dhlb., p. 274. — Fabr., p. 279. integrella Dhlb., p. 235. lais Ab., p. 291. Leachei Shuek, p. 280. _ Dhlb.,. p. 219. Jùucidula Fabr., p. 242. margin alis Schek., p_285. - Hey., p. 282. micans Dhlb., p. 287. mixta Dh!b., p. 161, 238. Chrysis negleeta Shuck, p. 161, 284. nitidula Geru:, p. 288. nobilis Sehk., p. 242. obsoleta Dblb., p. 280. ornata Sehk., p. 277. pulchella Spin., p. 179, 289. pulcherrima Lep., p. 278. punetatissima Vitt., p. 221. purpureifrons, p. 289. pusilla Fabr., p. 238. pvrrhina Dhlb., p. 279. Ragusae De Stef., p.218, 277. Ragusae n. sp., p. 125. refulgens Spin., p. 159, 285. regia Fabr., p. 249. rosae Dblb, p. 275, Rosenhaueri Forst., p. 287. Ruddii, Shuek., p_158, 282. rutilans Perris, p. 277. Saussurei Chevr. p. 148, 156, 284. scutellaris Fabr., p. 178,287. segmentata Dhlb., p. 187. sexdentata Christ., p.145,286. similis Lep., p. 287. simplex Dhlb., p. 160, 286. sinvata Dhlb., p. 279. sinuosa DhIb., p. 279. splendida Fabr., p. 221. splendidula Rossi, p.141.277. succinveta Panz., p. 288. — Christ., p. 243. succinetula Rad., p. 291. suleata Rad., p. 285. sybarita Férst., p. 283. tneniophrvs Forst., p. 282. uniformis Dblb., p. 178, 288. varicornis Spin., p. 160, 285. var. ervthromelas Dhlb., pa- gina 141. var. integra Fabr., p. 141. versicolor Luc., p. 277. — 320 — Chrysis violacea Rossi, p. 239. I virgo Ab., p. 276. -— viridula Linn., p. 14L. 278. —_ viridula var. erythromelas, Dhlb., p. 279. — viridula var. integra Fabr., Ab, poe79. —_ vitripenvis, impressa, graci- lis, angustula, brevidentata Sch., p. 281. Chrysogona tarsata Tourn., p. 276. Chrysomela, p. 22. — grossa Fabr., p. 297. —_ lepida Brull., p. 298. — variolosa Petagn., p. 297. Chrysomelini, p. 22. Chrysura confluens var Dh]b., p. 291 a suleata Dhl!., p. 285. Cicindela v. Berthelemy Dupont, p.272. — — littoralis var. Ragusae. Fail- lapo 273: = IMttorea,.p. 21. Cicindela maura, p. 22. Cidaria basochesiata, p. 87. — malvata, p. 17. — putridaria, p. 17. Cilix glaucata Scop., p. 232. Gionus;.p022: Claviger Nebrodensis, p. 21. Cleonus Helferi, p. 21. — (Plagiographus) obliquus Fab., pio297. Cleptes var. Chevrieri Frey-Gessner pisdtto: PR 7993, —+ cighita! Ept di05215, 229. —. Latr., p. 93, 114. Cochilis ambiguella Hb., p. 16. = exiguana p. 15. = Rumaniana Costa, p. 16. Coenonympha Arcania, L., p. 84. — Corinna Hb., p. 84. — v. gen. II Lyllus Esp.,p.85, — Pamphilas L., p. 12, 85. Cochlophanes Helix Steb., p. 228. -- Helicinella HS,, p. 228. Colias Edusa, p. 14, 18, 20, 52. — cab. ‘Helic&® Hb.,.p. 52. — ab. minor Failla, p. 52. — Hyale L., p. 5I. Colpotus strigicollis, p. 22. Colymbetes notatus, p. 8. _ quadriguttatus, p. 8. — Snewdonius, p. 8. —_ Sturmii, p. 8. Cnemidotus conifer, p. a p, 33. Cuethocampa Pityocampa S.V., p.233. — Processionea L., p. 233. Conurus pedicularius Gras., p. 295. Copelatus ruficollis, p. 7. Coraebus amethystinus, p. 22. Cossus Cossus L., p. 205. — nonagriodes, p. ll. Cossyphus insularis Lap., p. 296. Crabro hypsae De Stef., p. 149. — (Solenius)Sclettereri, p. a p.39. Crambus italellus, p. a p. 28. _ sicullellus Dfn.. pi 14. Cremastus binotatas Grav., p. 150. Crematogaster sordidula Nil., p. 149. Crvpticus gibbulus Quens., p. 296. Cryptocephalini, p. 22. Crypturus siculus, p. a p. 28. Cryptus sp, p. 150. — carnifex, p, a p. 28. se leucozonatus, p. a p. 28. Ctenistes, p. 165. Curtonevra stabulans, p. a p. 33. Cybister africanus Lap., p. 42. a binotatus Klug., p. 42. — var. Gotschii Hoehk., p. 49. a laterimarginalis De Geer, p.42. — var. Seidlitzii, p. 43. — sevegalensis Aubé, p. 42. -- tripunetatus Ol., p. 42. Cybocephalus festivus Er., p. 295. Cyelonotum, p. 22. Cymatophora Octogesima Hb., p. 233. — Ocularis Gu., p. 233. Cymatopterus fuscus, p 8. Cynips Kollari, p. 117. Cyrtaspis scutata Charp., p. 95, 96. —_ variopieta Costa, p. 95, 96. D Decticus albifrons Fab. p. 309. Deilephila Alecto, p. 34. — Celerio, p. 19, 20, 133. —_ Elpenor L., p. 134. - Euphorbiae ab. esulae, pa- gina 20, 134, 183. — Euphorbiae L., p, 134. == Galii, p. 133, 183, 206. = Gresenbergii Staud., p.183, 206. — Ligustri L., p. 155. == Livornica Esp., p. 154. - Mauretanica, p. 183, 206. — Nerii L., p. 134. —. Paralias, p. 183, _ Porcellus, p. a p. 32. Dejopeja pulchella, p. 18, 20, 203. Depressaria veneficella, p. 16. Dermestes frischii, p. 22. — peruvianus, p. a p. 53. Dicranura Erminea Bsd., p. 13. — vinula Lt., p. 13. Dichirotrichus pubescens, p. a p. 84. Diloba Caeruleocephala L., p. 269. Dioxys cincta, p. a p. 2. Diplolcpis Chrvysis Fab., p. 223. Diplotaxis erucoides D., p. 187. — tenuifolia D., p. Î8T. Drasterius bimaculatus, p. 22. Drepana Binaria Hufn., p. 232. a Cinaria, p. 17. — Cultraria F. p. 232. 321 — Drepana Harpagula Esp., p. 232. — Sicula Hb., p. 232. _ v. Uncinula Bhk., p. 232. Dromius nigriventris Thom., p. 26. Dyschirius ovipennis Putz., p.23. Dytiscidi, p. a p. 32. Dvtiseus circumflexus Fabr., p. 42. — var. 2 conformis Kunze, p. 42. — marginalis L., p. 41, 42. — — var. Q perplexus Lac., p. 42. — pisanus Lap,, p. 4l. — punctulatus Fab., p. 42. K Earias Chlorana L., p. 201. — Insulana B., p. 17,201. Ectobia flavovineta. p. 56. _ lapponica Linn., p. 30. _ nicaeensis Brisout, p. 56. _ tridentina p. 56. Elatus Thenae Walk, p. 149. Ellampus Spin., p. 93. È — auratus Lin., p. 116, 237. — bidentatus Luc., p. 278. -. bidentulus Dh., p. 288. — coeruleus Schek. _ coerulescens Mocs., p. 230, — Frivaldszki, Forst, p. 116, 2R9, 224, _ inflammatus Ferst., p.241. — minutus Wesm,, p. 238. — praestans Forst., p. 239. -- producetus Dblb., p. 223. _ punetulatus Dhlb., p. 118, 124. _ pusillus Fab., p. 117, 238. -- triangulifer, p. 117. — Wesmeli Chev., p. 117,238. Ellestus Petri, p. a p. 2. Embololimnebius angusticonus n. sp., p. 234. _ Baudii n.sp., p. 234. ves 1399 Embololimnebius laticonus n. sp., pa- gina 235. -- simplex Baudii., p. 234. Empleurus alternans Gené, p. 264. — v.intermedius Muls., p.264. - porculus Bedel, o. 264. — rugosus Oliv., p. 263. = siculus Kuw., p. 263. Empis senna, p. a p. 3. Empusa egena Charp., p. 30. Emydia v. Candida Cyr., p. 202. — Chrysocephala Hb., p. 202. -- Coscinia O., p. 202. —- Cribrum L., p. 202. Eneyrtus sp., p. 149. - varicornis, p.187. Enoplurus guttalis Rey., p. 200. Epacromia strepens Latr., p. 31. — thalassina Fab., p. 92. Ephialtes sp., p. 149. Epichnopteryx Hofmanni Heyl., pagi- na 228. = Pulla Esp., p. 223. Epinephele v. Hispulla Hb., p. 18, 84. = Janira L., p. 84. — Ida Esp., p. 12, 84. — v. Lupinus Costa, p. 84. ; Lycaon Rott., p. 84. Ephippigera Durieui, p. 311. — latipennis Fisch., p. 308. — rugosicollis Serv., p. 309. Eriopus Etnea, p. 12. —_ Latreillei4p.307, 21 Eriotomus villosolus Reiche, p. 25. Eubolia murinaria, p. 12. Eucera, p. a p. 3. Euceribanchus, p. a p. 28. Euchelia Jacobeae L., p. 203. EKudorea simplicella p. 15. Euglenes pruinosus Ksw., p. 2906. Amedei, p. 210, Eumenes pomiformis F., p. 149, 162, 163, 18à, 187, 189, 207, 210. dan Eumenestiferus Brasiliensis Meunier, p. 300, Eunectes sticticus L., p. 8. Eupithecia Cossurata Mill., p. 17. ts lateostrigata, p. 17. _ Pantellata Mill., p. 17. Euprepria Pudica Esp., p. 204. Eurytoma atra Nees, p. 149. Exochus femoratus, p. 148. _ lucidus n. sp., p. 148, 150, E Fidonia Duponchelaria, p. 12. —.'. Spoliaria, p. 12. Foenus jaculator Fabr., p. 150. Forficula auricularis Lin., p. 30, 32. — decipiens Gené, p. 32, 55. — pubescens Gené, p. 54,55. Formica execta p. a p. 18. — fusca, p. a p. 18. _ gagates, p. a p. 18. G Galeruca Sicana, p. 21. Gelechie Palermitella, p.15. Geometra degeneraria, p. 17. Geotrupes Foveatus Marshm, p, 299. — Hypocrita Ill., p. 299. _ Mutator Mars., p. 299. — Spiniger Mars., p. 299. —_ Stercorarius Lin., p. 299. -- Svlvaticus Lin., p. 299. — Typhoeus Lin., p. 299. — Vernalis Lin., p. 299. Glottula var. albina Gl., p. 14. —_ encausta Dup., p. 14. -- Panceratii Cyr., p. 14. Gnophria Rubricollis L., p. 202. Gnorimus 10 punctatus, p. 21. Gonochrysis, p. 125. ven: — 323 — Graphoderes cinereus L., p, 41, p. a p. 33. Graptodytes, p. 1. Grillodes Brunneri Riggio, p. 110,115. te ibericus, p. 112, 113. —_ lateralis Fieb., p. 112,113. _ littoreus, p. 142, 113. -- pipiens Duf., p. 112, 113. Gryllomorpha dalmatina Ocsk., p. 33. Gryllus algericus, p. 96, 99, 100,101. —- Arvensis Ramb., p. 37. -— — bimaculatus de Geer., p. 52. o 96. — campestris Lin., p. 52 — burdigalensis Latr. Hadena v. Struvei, p. 20. Halictus albipes, p. 149. - gemmeus Dours., p. 149. — v. interruptus Pz., p. 149. _ Nylanderi Muraw., — piliventris Perez, p. 149. — politus Schk.. p. 149. _ scabiosae Rossi, p. 149. Haliplus fulvicollis, p. a p. 33. —- fuscatus, p. a p. 33. — varius Nicolai, p. 23. Halochares griseus, p. 22. Hamatulina grisea, p. a p. 3. Harpyia Bifida Hb., p. 20, 252. p. 149. Gryllotalpa vulgaris Latr cerisyi Serv., p. 99. cinereus Costa, p. 99, desertus Pall., p. 33, 99. frontalis, p. 96. melas Charp., p. 85. Gvyrinidi, p. a p. 33. Gyrinus bicolor Payk., p. 297. caspius, Ménét., p. 257 VOL colymbus Er., p. 297. Dejeanii Brull., p. 258. distinetus Aubé, p. 257. elongatus Aubé. p. 257. libanus Aubé, p. 257. natator Ahrens, p. 257. var. natator Ahrens, p. 257. opacus Jahlb., p. 257. rivularis Cesta, p. 258. Siculus, Eeg., p. 257, 258. Suffriani Seribe, p. 207. urinator Illig., p. 2 v. variabilis Aubé, p. 258. cal Hadena dydima, p. 20. literosa, p. 20. Solieri, p. 17. pra 99, Erminea Bon p. 292. Vinula L., p. 232. Harpactes transiens, p. a p. 28. Harpalini, p. 22. Harpalus, p. 22. honestus Dft., p. 294. rufitarsis Dft., p. 294. sulphuripes Germ., p. 294. Hedychrum alterum Lep., p. 243. ardens Coq., p. 122 aulicum Spin., p. 248. auratum Latr., p. 297. carinulatum Sck., p. 274. chalconotum Forst., p. 240. chloroideum Dhlb., p. 242. coerulescens Lep., p.216,239. coriaceum Dahlb. p. 122, 274. fastuosum Lue., p. 24I. fastuosus Luc., p. 217. Fellmanni Luc., p. 240. fervidum Latr., p. 257, 240. Gerstaeckeri Chev., p. 121, p. 242. integrum Dh., p. 273. Latr., p. 95. longipilis Tourn., p. 244. luciduluam Fab., p. 92, 122, 240, 242, 274. iperassatum Dh., — 324 — Hedychrum mauritanicum Lue., p.24l. micans Lucas, p. 241. — minutum Sck., p. 274. — nitidum Lap., p. 240. — numidicum Lue., p. 217. _- regium, Lep., p. 245. — roseum Ross*, p. 121, 273. — . rutilans Dh., p. 243, 244. 273. — sculpturatum Ab.. p. 273. - sceutellare Tourn., p. 242. — viridiaureum Tourn., p. 244. Hedychridium ardens Frey., p. 275. — coriaceum Frey., p. 275. _ minutum, Ab., p. 274. — roseum Hb., p. 275. sculpturatum Ab., p. 274. Heliotis caylino, p. 11. Helophorus v. affinis Marsh., p. 265. _ aquaticus Lin., p. 264. — dorsalis Marsh., p. 265. — discrepans Rey., p. 265. _ v. elongatus Mots.. p. 265. _ v. creticus Kiesw., p. 264. — Erichsoni Rech., p. 265. _ grandis Illig., p. 264. — granularis L., p. 265. _ griseus Herbst., p. 22, 264. — v. impressus Kuw., p. 165. — v. Milleri Kuw., p. 264. —_ obscurus Muls., p. 265. Helops, p. 22. Hepialus Hecta L., p. 205. = Lupulinus L., p. 205. —_ Sylvinus L., p. 205. -- Velleda Hb., p. 205. Hesperia Acteon Esp., p. 87. — Aetna B., p. 87. — Comma L.. p. 87. — v. Lefeburei Ramb., p. 87. — Lineola O., p. 87. — Nostrodamus T., p. 87. Hesperia Punilio Z., p. 87. — Pygmaeus Cyrillo, p. 87. —_ Silvanus Esp., p. 87. -- Thaumas Hufn., p. 87. _ Virgola HU., p. 15. Hetorocera HS., p. 15. Heterogenea Limacodes Hufn., p. 205. Heteroponera carinifrons, p. a p. 5. Hexachrysis p. 125. Hieracium, p. a p..2. Hidrosis (Steira) crenatocostata Reutt. P. 2701 Hieracii, p. a p. 38. Hister 12-striatus Schrank, p. 296. Holapyga Dah., p. 93. Holopyga Amaenula Dhl., p.119, 240, 241. — Aurea-maculata Ab., p.119,241. — chloroidea Ab., p. 242. — chrvsonota Moes. p. 242. — curvata Forst., p. 120, 242. — fervida Fabr., p. 119. — foveolata, p. 119. — generosa Sch., p. 241. — gloriosa Fab., p. 119,241, 217. — _ v. lucida, p. 241. v. mauritanica, p. 241. — ignicollis Ab., p. 241. —: Jurinei Chevr., p. 241. — ovata Dh., p. 217, 241. — punctatissima Dh., p. 241. —_ Sicheli Chevr. p, 242. — similis Mocs., p. 242: — smaragdina Tour., p, 242. — splendida Sch., p. 241. Homalota (Acerotona) fungi Gr., p. 295. — (Coprothasse) sordida Mars., p. 290. Homalus coeruleus Marsh., p. 239, Horrodia veronicae, p. 20. Hlybius obscurus Marsh., p, 8. Hydaticus sp., p. 29. 2 gap Hydaticus grammicus Germ., p. 8. — Leander hossi, p. 8. Hilke trivettata, p. a p. 3. Hydraena longior Rey., p. 263. —_ pigrita Germ., p. 263. = riparia Kug., p 263. — Sicula Kiesw., p. 262. _ spinipes Baudi, p. 265. —_ subsequens Rey., p. 265. Hydrobius v. aeneus, p. 22. Hvdrocanthus notula Er., p. 4. Hydrocharis caraboides L, p. 267. Hydrochus angustatus Germ., p. 259. _ flavipennis Kiist., p. 259. _ v. fovestriatus Fairm., p.22, 259. — var. fuscipennis Kuw., p. 259. -- grandicollis Kiesw., p. 259. — nitidicollis Muls,, p. 259. Hvdrophilus inermis Lucas, p. 267. _ piceus Lin., p. 266. — pistaceus Lap., p. 267. Hydroporus atriceps C rolch., p. 3. _ elegans, p. a p. 54. e Escherii Aubé, p. 1. —_ discretus Fairm., p. 3. -- ferrugineus Steph., p. 5: 2, flavipes Ol., p. 2. —- formosus Aubé, p. 1. sE v. fuscitarsis Aubé, p. 2. — v. Habelmannii Weneke, pas: — var. incertus Aubé, p. 3. — incertus Dej., p. 5, v. jonicus Mill., p. 2. — litoralis Fabr., p. 3. — marginatus, Duft., p. 2. — memnonius Nicol., p. 3. _ nivalis Heer, p. 5. — obsoletus Aubé, p. 5. -- palustris, Lin., p. 2. — var. piceus Sturm,, p. 3. Hydroporus planus Fbr., p. 2. = pubescens Gvll., p. 3. — sardous, p. 22, 25. Ss tessellatus Drap., p. 3. —_ v. vagepictus Fairm.,p. 53. Hvdroptila cursitanae, p.a p. 3. Hvlobius Abietis Lin., p. 23. Hylophila Bicolorana Tss., p. 201. Hymenodes aeratus Steph., p. 261. — bicolor Germ., p. 262. — difficilis Muls., p. 261. — exaratus Muls., p. 260. — 4 fossulatus Walt., p. 260. fossulatus Muls., p. 281. —- foveolatus Germ., p. 260. hibernicus Curtis, p. 261. - impressicollis Lep., p. 261. — lanuginosus Reiche, p. 261. -- maculatus Reiche, p. 261. - metallescens Rosem., p. 260. — navus Steph., p. 261. -- Ragusae Kuw., p. 261. — v. siculus Kuw., p. 260. — var. splendidus Mot., p. 261. Hypaena palpalis, p. 1 Hypenodes albistrigatus, p. 17. — Kalehbergi, p. 1%. Hvpera crinita Bok., p. 296. _ trilincata Marsh., p. 297. Hypochoeris radiata, p. a p. 2° Hypopta Caestrum Hb., p. 205. Hvpotialis cortica W., p. 16. Ichneumon computatorius, p. a p.35. csi corsus, p. a p. 35. - haemorrboicus Kriechb., p. 53. G — ignitus Fab., p. 223. D9 - Manni, p. a p. v0. San e Ichneumon mollicornis, p. a p. 35. _ Siculus Kriechb., p. 54. -- similatorius, p. a p. 33. Ichneumonidae, p. 224, p. a p. 28. Ino ampelophaga, p. 20. — Cognata Rbr. p. 138. — — vv. subsolana Stgr., p. 138. — Geryon, Hb., p. 139. - Globulariae Hb., p. 138. — v. Notata Z., p. 158. — Pruni Schiff., p. 20, 138, 185. — Statices p. 20, 189, — — v. Heydenreichii Ld., p.193. Iphthimus Italicus, p, 21. L Labidura si gigantea Fabr., p. 20° — riparia Pall., p. 29, 32. Laccobius sardous, p. 22, 23. _ sinuatus p. 22. Laccophilus hvalinus Thom., p. 4. È —_ interruptus Panz., p. 4,9. — minutus L., p. 4. — obscurus Panz., p. 4 = v. testaceus Aubé, p. 5. esta variegatus Germ., p. 4. Laemostenus atrocyaneus Fair., p. 294. —- v. complanatus Dey., p.294. Lampros ambiguellus, p. 13. Larentia disjunetaria, p. 15. _ reticulata, p. a p. 48. Lasiocampa otus. p. 16, 231. - Quercifolia L., p. 231. Lasioderma testaceum Duft., p. 296. Lasius v. affinis, p. a p. 18. — bicornis, p. a p. 18, — fuliginosus, p. a p. 18. — niger, p. a p. 18. Lebia var. Destefani Ragusa, p. 26. — trimaculata Villers, p. 26. Lema melanopa Lin., p. 297. Leptothorax tuberum, p. a p. 18. _ v. unifasciatus, p. a p.18. Leucania conigera, p. a p. 17. Leucophasia Diniensis, p. 16, 50, 87. — ab. Erysimi, Bkh., p.51. .. 3 —_ — Lathyri Hb., p.61,87. i — Sinapis L., p. 51. Libythea Celtis Esp., p. 68. Licinus granulatus Dev., p. 294. Limenitis Camilla Schiff., p. 69. Limnebius uncigaster n. sp., p. 00. Limneria albida Linn., p. 150. — erytropyga Hgr., p. 150. Liocransides p. a p. 3. Liocranum, p. a p. 3. Liopterus atriceps Sharp., p. 7. — nigriceps Sharp., p. 7. _ ruficoliis Schaller, p. 7. Liparis dispar, p. 14. Liparus glabratus Fab., p. 23. Lissonota sp., p. 150. Lita punctata, p. 17. = singula,:p.i7. Lithosia ab. Caniola Hb., p. 202, - Complana L., p. 202. -- Lacteola B., p. 202. — marcida Mn,, p. 20, 202. -- v. pallida Hb., p. 202. = Jaar ps2085 Liviina, p. a p. 34. Lixus algirus Lin., p. 25. — angustus Fab., p. 23. — bardani, p. a p. 84. — mucronatus Oliv., p. 297. — sulphuratus Bell., p. 23. Locusta viridissima Lin., p. 91, 55. Longitarsus anchusae, p. 22. Lycaena Argiolus L., p. 67. _. Argiades Pall., p. 66. _ Argus L., p. 66. — Astrarche Bgstr., p. 67. — Baetica L., p. 66. PL MRRSE Lycaena Balcanica, p. 66. Bator Berg., p. 69. Bellieri Rag., p. 66. Corydon Poda, p. 67. v. Costa, p. 68. Cvyllarus Rott., p. 16, 68. -- Daphnis HbD., p. 67. EFumedon Esp., p. 67. Hylas Hb., p. 67. _ v. Hypoleuca Koll., p. 67. ab. Icarinus Scriba, p. 67. Iearus, p. 16, 18, 67. melanops, p. 68. - v.Melanotoxa P. Marot, p.16, 18, 67. Meleager Esp., p. 67. Minimus Fuess., p. 67. Semiargus Rott., p. 67 ab. Stevenii Tr., p. 67. Telicanus T., p. 20, 66. Theophrastus T., p. 66. M Maeroceras oecophila, p. 17. Macrocera, p. a p. 3. v. Valenzae Pincit., p. 16,68. — 327 — Macroglossa Bombyliformis ab. Mile- siformis Tr., p. 155. - fuciformis L., p. 185. Stellatarum L., p. 20,155. Mantis religiosa Lin., p. 50,52, 309. Medon (Lithocharis) ochraceus Grev, p. 205. — ripicola Kr., p. 295. 29 (e7- calens Spin., p. 221, p. 94 DDD) _ connectens Spin, p. 221. - nobile Mocs., p. 222. b) — 333 —. Stilbum nobilis Sulz., p. 220. — Siculum Tourn., p. 222. — splendidum Brullé, p. 221. — Wesmaeli DhIb., p. 221. — Westermanni Dahl., p. 221. Stilbus hispanicus Tourn., p. 295. Symmoca pallida, p. 17. Syntomis ab. Cloelia Esp., p. 156. 55 o. — ab. Phegeus Esp., p. 1 — ab. Iphimedia Esp., p. 155. — Plresea!L., p.-19) 155. Syrichthus Alveus Hb., p. 86. — Carthami Hb., p. 86. _ Eucrate Ochs., p. 86. — Fritillum Hb., p. 86. — Malvae L,, p. 86. — Onopordi Ramb., p. 86. — Orbifer Hb., p. 86. —_ Proto, p. 20, 80. — Sao Hb., p. 86. Systellonotus venustissimus, p. a p. 28° T Tabanus ater, p. a p. 8. Tachyporus, p. 22. Tachypus caraboides Schr., p. 25. Tachys scutellaris, p. a p. 34. Tapinostola musculosa, p, 20. Toxocampa ephialtes, p. 20. Teleja femoralis, p. 17. Telephorus fuscipennis Muls., p. 23. Templetonia nitida, p. a p. 33. Teminius insularis, p. a p. 3. Tenebrioides mauritanicus Lin., p.296, Tettix bipunctatus Lin., p. 59. — meridionalis, p. 59. — Schrankii, p. 59. Tetrachrysis, p. 123. ) ‘etralonia (Macrocera), p. a p. 3. Ul: ) Tetramorium caespitum L, p. 149, p. di poi3. Tetramorium Reitteri p. a p. 3. Tetrastichus, p. a p. 93. Thais v. Cassandra, p. 21, 48. — var. Polymnia, p. 48. —. polyxena, p. 16, 19. Tinea accezella p. 17. — ambiguella Hb., p. 14. — oleella, p. 13. Tituboea 8 punetata F., p. 23. Thaumalomyrmex mutilatus, p. a p. 3. Thamnotrizon chabrieri Charp., p. 31 Thecla ab. Aesculi Hb., p. 65. — var. Cerri HDb., p. 65. — . Ilicis Esp. p. 65. — Pruni L,, p. 65. — Quercus L., p. 65. — Rubi L., p. 65. — W.album Knoch, p. 65, p.a pito: Thyatira Batis L., p. 233. Tortrix osseana, p. 15. Torymus, p. a p. 33, Toscophora maculata Meigen, p. 187, 210. Trechus rubens, p. 22. Trichophorus Guillebeaui, p. 22. Trichrysis, p. 123. Trigonidium cicindeloides Serv., p.96. Triozasia, p. a p. 34. Trioza acutipennis, p. a p. 34, — saxifraga, p. a p. 34. — Thomasii, p. a p. 34. Triungulini, p. a p. 2. Trochilium Apiformis L., p. 135. Trochalus Roeselli, p. 42. Trox perlatus Goeze, pi 296. Trypoxylon clavicerum Lep., p. 149. Trvxalis nasuta Lin., p.30,32, 309. — unguiculata Ramb., p. 30. Tvcehus, p. 165. Tylopsis liliifolia Fab., p. dI. — 334 — 3 V Vanessa C. Album Esp., p. 69. ‘ —. Antiopa L., p. 70. - Atalanta L., p. 0. —_ var. autunnale, p. 69. — Cardui, p. 13, 18, 20, 70. — Egea Cr., p. 69. -- var. Ichnusa Bon., p. 70. _ Toso po0, —_ ab. Minor Failla, p. 1. —_ ab. Obscurior Failla, p. 69. _ Polyehloros L., p. 70. ni var. Sardoa Stgr., p. 70. — Urticae L., p. 70. Vespa orientalis Linn., p. 149. Vesperus luridus Rossi, p. 293, 297. Vestalis, p. a p. 3. XxX Xanthodytes v. abdominalis, var. nov. : Ragusa, p. T. — bipunctatus Fab., p. 6. — nebulosus Forst., p. 6, 7. Xantholinus, p. 22. Xylocopa violacea Fabr., p. 149. Xylopertha pustulata Latr., p. 296. Xylurgus (Myelophilus) piniperda, pa- gina 25. Z Zethes carniolica, p. 121. Zethes insularis, p. 17. Zeuzera Aesculi L., p. 205. _ v. Octopunetata B., p. 205. — Pyrina L., p. 205. Zonatae basalis Dhlb., p. 140. _ Leachei Shuck., p. 140. -- viridula L., p. 140, Zuphium Bocagei Paulino, p. 9, 10. — Chevrolati Brull., p. 9, 10. -- Faillae nov. sp., p. 9, 10. — hungaricum Friv., p.9,10. = olens Fabr., p. 10. Zophodia luteola, p. 15. Zygaena Achilleae Esp., p. 154. -- Carniolica Sc., p. 155. —_ Charon Hb., p. 13, 154. — Contaminei B., p. 154. _ v. Contamineoides Stg. p.154. — Corsica Ramb., p. 19, 154. _ Erythrus Hb., p. 153. -- Filipendulae, p. 154. -- mangia vite, p. 20. — minus, p. 12. — v. Ochsenheimeri Z., p. 155. - Oxvytropis B., p. 155. — Pilosella Esp., p. 153. — ab. Polygalae Esp., p. 153. -— Pupetum Hld., p, 13, 154. _ Romeo Dup., p. 153. — Saportae Bsd., p. 13. — Scabiosae T., p. 13, 21,153. —_ v. Syracusia Z., p. 154. —_ Trifolii, Hb., p. 13, 154. ZOOLOGIA A Abramis Brama, pa p. ». Actynia, p. a p. ©. A ctinia doliolium, p. a p. 19. Agamonema Engrauliis Stess., p.a p.4. Alca lorda p. ap. 17. Alosa Sardina, p. a p. 4. Alauda arvensis, p. a p. 81. — calandra, p. a p. 380. Alepidosaurus ferox Lowe, p.129. Alosa lineata, p. a p. 19. Amoeba diffluens, p. a p. 20. _ proteus, p. a p. 20. Amorphina panicea, p. a p. 86. Anas boscas, p. a p. 17, 81. — clangula, p. a p. sl. — fuligula, p. a p. 81. Anodonte sebinensis, p. 172. Anthus aquaticus, p. a p. 8I. — arboreus, p.a p. 1. Arcella vulgaris, p. a p. 14. Archibuteo lagopus, p. a p. 29. Ardea bubulus, p. a p. 30. — cinerea, p. a p. sl. — Egretta, p. a p. 29. Arion empiricum, p. a p. 5. Astarte cerebricostata p. a p. 4. sulcata, p. a p. 4. Astur palumbarius, p. a p. 30. B Bacterium Termo, p. a p. 20. Berix decadactvlus C. V, p. Berycidi, p. a p. 2. Bibronia, p. 104. ligulata, p. 129. — 125. Bipalium Kowense, p. a p. 18. Brachilaismus, p. a p. 4. Bombinator igneus, p. a p. 32. Budytes melanocephalus, p. a p. 50. Bulimus helicoides, p. a p. 85. Buteo vulgaris, p. a p. 31. E Caprimulgus europeus, p. a p. 30. Caranx carangus C. V., p. 129, Cerchneis cenchris, p. a p. 81, Ceriodaphnia megops, p. a p. 19. Chidorna sphoericus, p. a p. 19. Chrysomitris spinus, p. a p. 30, 81. — 335 — ——————_—_—____—————————_—_—_—_—_—————zT_ij{i:yoeL]({.;: : -=m2tmt og "0a "rr —_—_____212mncn®"qonas n > Chrysophrys aurata, p. a p.4. Chrysotis aestivus, p. a p. 1. Cinclus aquaticus, p. a p. 29,581. Cladocere, p. a p. 19. Clausilia Adami Clessin, p. 171. — calabrica, p. 171. incisa Kuster, p. 171. subpapillaris, p. 171. terminata v, cortonensis, p. 171. Clausilia laminata v, triloba, p. a p.8». Clausiliastra comensis, p. a p. 55. commutata, p. a p. 55. -# grossa, p. a p. 35. - ungulata, p. a p. 35. Coelenterate, p. a p. 5. TO: dl. Db 32. Colothirus doliolum, p. a p. Coluber Aesculapii, p. a p. — isabellinus, p. a p.- Colymbus septentrionalis, p. a p. 81. Conus concolor, p. a p. 35. — macarae, p. a p. 95. Copepodi, p.a p. 19. Coracias, garrula, p. a p. 1. Cordiaphora lacustris, p. n p. 19. Coriophyllia japonica, p. a p. 36. Cubiceps gracilis Giint., p. 129. Cyamium minutum, p. a p. 4. Cvanecula leucoeyanea, p. a p.30,81. Cvatoceras rubescens, p. a p. 56. Cvbium Commersonii Lac., p. 105,123, 450: Solandri C., p. 105.» Veranyi Dod., p. 106, 129. Cyelops, p. a p. 19. agilis , p. a p. 24. — brevicaudatus, p. a p. 24. — quadricornis, p. a p. 20 Cyelotella Kiitzingiana, p. a p. 20. _ operculata, p. a p.. 20. Cvelostoma Macarda, p. a p. 3: Cyprea aurora, p. a p. 85. Cynophis Mollendorfi, p. a p. Une — 336 — Galinago gallinula, p. a p. 29, 31. 1ò Garrulus glandiarius, p. a p. 30. Glyphidoton Hemieromis, p. a p. 1. Dactilabra, p. a p. 80. — Hermanni, p. a p. 1. Daphnella brachyum, p. a p. 19. sa Valloe, p. a p. 1. Daphnia, p. a p. 4. Gobia stellata, p. a p. 4. — longisperia, p. a p. 19. Gobius niger, p. a p. 30. Delmina baldensis, p. a p. 35. Gorgonia, p. a p. 5. — Balsami, p.a p. 35. Gyge branchialis, p. a p. 4. — itala, p. a p. 35. Gymaodacetylus Kotschyi, p. a p. 1. Dendrocoelum punctatum, p. a p. 18. Gvpaetus barbatus, p. a p. 30. Derissenja cochleata, p. a p. 4. Derylaimus stagnalis, p. a p. 24. Hi Diaptomus gracilis, p. a p. 19. Distomum Benedenii, p. a p. 4. Halocoidi, p. a p. 2. — Characes Stors., p. a p. 4. Haplodactila albida, p. a p. 19. _ Labri Stoss., p. a p. 4. _ andamensis australis, p. a _ Mormyri Stoss., p. a p. 4. p. 19. — pedicellatum, p. a p. 4. — edulis, p. a p. 19. _ viviparum, p. a p. 4. Helarakes maculosa, p. a p. 95. Dopleurus arcticus, p. a p. 4. Helicogena cincta, p. a p. 19. Dreyssena polymorpha, p. a p. 18. Helix De Bettae, p. 172. Si 1 Dules auriga, p. a p. i. — frigidissima, p. 172. — flaviventris, p. a p. 1. — hortensis, p. a p. 21. E — instabilis Z., p. a p. 19. — lactea, p. a p. 13. Emberyza miliaria, p. a p. 29. = ‘‘lamellata. ‘p. ‘ap. bi Endromias morinella, p.a p. 31. — pomatia sinistra, p. a p. 21. Engraules encrassicholus, p. a p. 4. — rotundata, p. a p. 6. Entozoi, p. a p. 56. — *updata, posa pal Eupagurus Bernhardi, p. a a p. 3. Holothuria Andersoni, p. a p. 19. Exocoetus procne De Filip., p. 129. TÀ Cadelli, p. a p. 19. — insignis, p. a p. 19. RI — lineata e peregrina, p. a p.19. Falco lanarius Pell., p. a p. 30. — Merenzelleri, p. a p.19. — pereger, p. a p. 30. _ pardalis, p. a p. 19. — peregrinus, p. a p. 29. _ scabra, p. a p. 19. — sacer Schl, p. a p. 30 Hemidaetylns verruculatus, p. a p- 1. 9 . . . | ._ . . Heterocyathus (Stepanoxeris) Japoni- : cus, p. a p. 36. i Ca; » ] Homalophis Doriae Pei., p. a p. 1. Gadidi, p.a p. 2. Hyalina nitida, p. a p. ©. sp.aI 3 , ] I — 337 — Hydrochelidon, p. a p. 30. — nigra, p. a p. S1. Hyla viridis, p. a p. 32, Hypotriorchis aesalon, p. a p. 29. I localus granulatus p, a p. 32. sNEeOrI 9) — — leocorinus, p. a p. 32. — oxyrrhynchus, p. a p. 82. Iulus podabrus v. bosniensis, p. a p.34. L Labrax lupus C. V., p. 150. Laemargus rostratus M. H., p. 129. Lampris luna Giintb., p. 129. Lanius rufus, p. a p. 81. Larus glaucus, p. a p. 29. — marinus, p. a p. 29. — ridibundus, p. a p. 25). Lestris pomarius, p. a p. 29. Leuciscus erythrophthalmus, p. a p. 5. Linaria rufescens, p. a p. 6l. Lipkea Ruspoliana, p. a p. 18. Lithoglypus naticoides, p. a p. 18. Lobotes auctorum Giint., p. 129, p. a pes Lophorus albus, p. a p. 4. Lota Molva Bp.. p. 129. Loxia curvirostris, p. a p. 30, 81. Lucioperca sandra, p. a p. D. Lymbea ovata, p, a p. d. Lythobius spinigera, p, a p. 84. M Malacocephalus laevis Lowe, p. 129. Marginella Goodelli, p. a p. 85. Mastigofori, p. a p. 36. Medusa aurita, p. a p. 36. Melita palmata, p. a p. 56. Mergus serrator, p. a p. dI. Merula vulgaris p. a p. 81. Microdentopus gryllotalpa, p.a p. 36. Microps apiaster, p. a p. 30. Milvus aegyptiacus, p. a p. 30. — regalis, p. a p. 30. Miriapodi, p. a p. 34. Mitra glabra, p. a p. 35. Molge Strauchii, p. a p. 1. Moronopsis sudivicensis, p. a p. 1. Motacilla alba, p. a p. 81. Myogale mocchaa, p. a p. 29. Mytilus edulis, p. a p. 86. N Nassa gibbosula, a p. p. 18. Nedelommata vermiculata, p. a p. 24. Notacanthini, p. a p. 2. Nucifraga caryocatacte, p. a p. 80. — var. leptorhynchus, p. a p. 30. Nullipora, p. a p 4. O Ochromonas friangulata, p. a p. 36. — biciliata, p. a p. 86. Otus sylvestris, p. a p. 91. E Pagodina pagodula, p. a p. 19. Pagurus Bernhardi, p. a p. 4. Paludina diluviana, p. a p. 18. Parus v. alpestris p. a p. 29. — borealis, pa p. 29. — palustris p. a p. 29. Passer domesticus, p. a p. 1, 30, Pedinella bescicostata, p. a p. 30. Pelecanus minor. p. a p. 30. — onocrotalus, p. a p. 30. _ Sharpi, p. a p. 90. — 338 — Pelias ‘berua, p..a.p. 314 Pelobates fuscus, p. a p. 32. Peloria Heckellii, p. 126. — Ruppellii, p. 12°. Peltogaster Paguri, p. a p. 4. Pernis apivorus, p. a p. 30. Phea annulata, p. a p. Al. Philerenus alpestris, p. a p. 30. Phrys Bernhardi, p. a p. 3. Phyllodactylus europaeus, p..a p. 1. Phyllopodi, p. a p. 19. Physiculus Dalwickii, Kaup., p. 129. Picus leuconotus, p. a p. 29, 30. — Lilfordi, p. a p. 29, 30.. Pimelepterus Boscii, Lac., p. 129. Pirastoma plicatula var. major, pag. a p. 35. Pisidium henslowianum, p. a p. 5. - Rembottianum, p. 172. Planaria, p. a p. 36. Planorbis Villae, p. 171. Platydactylus facetanus, p. a p. 1. Plerostoma dubio v. Runensis, p. a p. 95. Pleurotoma albocarinata, p. a p. 36. Pleurosigma attenuatum, p. a p. 20. Pristipoma Benetii Low., p. 129. —_ stridens, p. 180. Protozoi, p. a p. 24. Podicepes arcticus, p. a p. 17. — cornutus, p. a p. 31. Poecile palustris, p. a p. 17. Polyparium ambulans, p. a p. 5. Polyphemus pediculus, p. a p. 19. Pomatias Canestrini, p. 171. - insubricus, p. 171. Potamogale velox, p. a p. 29. Pseudoscarus aeruginosus, p. a p. 1. Pupa dolium, p. a p. 19. — v. elongata Branks, p. a p. 19. — gularis v. spoliata, p. a p. 19. Pyrula Sieboldii, p. a p.35. R Rallus acquaticus, p. a p. 81. Rana calamita, p. a p. 32. — esculenta, p. a p. 32, — oxyrhina, p. a p. 32. —_ plathyrhina, p. a p. 32. —. temporaria,.p..a p. (92 —. vulgaris, p..a p. 92. —. variabilis, p. a p. 92. — _ viridis, p. a p. 32. Ranella porca p. a p. 35. Rhinobatus Halavi Forsk, p. 181. Rhizocefalo, p. a p. 4. Rhizopodi, p. a p. 36. Rotatori, p. a p. 20. Rotella gigantea, p. a p. 30. Ruticilla phoenicura, p. a p. 1. Sagitta germanica, p. a p. 56. Schizogenes parasiticus, p. a p. 4. Scolopax rusticola, p. a p. 29, BI. Scomber Commersonii, p. 108, —_ Maculosus, p. 108. Scopelidi, p. a p. 2. Scopelus resplendens, p. a p. 2. Seriola tapeinometopon, p. a p. 2. Siphonodentalium vitreum, p. a p. 4. Skenea planorbis, p. a p. 4. Solea vulgaris, p. 150. Solen siliqua, p, a p. 86. Spio saticornis, p. a p. 36. Starna cinerea, p. a p. 1. Stauromedusa, p, a p. 18. Stephanotrochus spiniger, p. a p. 56. Stenodactylus guttatus, p. a p. 1. Sterna, p. a p. 30. Sternoptychidi, p. a p. 2. Strigilaria transylvanica, p. a p. 35. Stylaster pulcher, p. a p. 86. — 339 — Succinea, p. a p. 4. — antiqua, p. a p. 4. — oblonga, p. a p. 5. Sula cyanops, p. a p. 29. — personata, p. a p. 30, — piscator, p. a p. 29. — variegata p. a p. 20730, Surnia risoria, p. a p. 30. Sympodoichthys fasciatus, p. 169. Syraptes paradoxus, p. a p. 30. sE Tabularia parasitica. p. a p. 5. Tadorna cornuta, p. a p. 29, 30. -- muraria, p. a p. 31. Tellina fragilis, p. a p. 18. — Sowerby, p. a p.35. Torquilla megacheilos v. avenoides , Totanus fuscus, p. a p. 29. Trichyceridi, p. a p. 2. Triton alpestris, p. a p. 32. -— cristatus, p. a p. 32, —, leteriue, p. ap. 92. — toeniatus, p.a p. 32. Tropidonotus f. concilor, p. a p. 31. -- natrix, p. a p. 31. = sinicus, p. a p. 32. Turbinoliidi, p. a p. 36. Turdus musicus, p. a p. 81. — pilaris, p. a p. 31. Turdus Swainsoni, p. a p. 30. — torquatus, p. a p. 30. Tylenchus Phlei, p. a p. 35. Di Ulops Davisoni, p. a p. 32. Umbrina cirrhosa, p. 180. Unio Moltenii, p. 171. — opisoclartos, p. 171. —. sebinensis, p. 172. — Stephauini, p. 171. — Umbricus, p. 171. Utamania Torda, p. a p. 1. vw Valkeria cuscuta, p. a p. 36. Vanellus cristatus, p. a p. 81. Vipera berus, p. a p. 32. pd Xenophila Jachnoi, p. a p. 19. Z Zabrina extineta, p. a p. 19. Zamenis v. carbonarius, p. a p. 81. —_ gemonensis, p. a p. 31. viridiflavus, p. a p. 31. Zoarces viviparus, p. a p. 96. BOTANICA vec Acaulon muticum, p. a p. 11. — (Sphoerangium) vesiculosum, p.a p.4l. Acetabularia mediterranea, p. a p. 11, 24. Achillea Krattliana, atrata, moschata, 929 Pe pa 22. Aconitum moldavicum, p. a p. 7. — septentrionale, p. a p. 7. Agave, p. 396. Agrostis, p. 226. Ajuga genevensis reptans, p. a p. 40. Res: 7: JR Ajnga hybrida, p. a p. 40. Alchemilla v. major, p. a p. 8. _ vulgaris, p. a p. 8. Alicularia, p. a p. 10. Alisma ranunculoides, p. a p. 9. Allium melanantherum, p. a p. 43. Alsine Rutae, p. a p. 12. Alyssum, p. a p. 22. Amaryllidacee, p. 306. Anemone stellata, p. a p. 39. Anomotheca, p. 807. i Anthocerathacee, p. a p. 18. Antholiza, p. 307. Aphanocapsa, p. a p. 11, Apocystis Brauniana, p. a p. 4l. Arbutus unedo, p. 69. Archidium julaceum, p. a p. 42. — (Schororarchicolium). p. a p. 42. Arenaria Marschlinsii, p. a p. 89. Aristolochia, p. 48. Artemisia abrotanum, p. 67. — taurica, p. a p. 22. — vulgaris, p. a p. 42. Ascaphanus subgranuliformis, p. a p. 12: Asclepias curassavica, p. a p. 24. Asparagus officinalis, p. a p. 22. Asperula Eugenia, p. a p. 40. — odorata p. a p. 40. Asphodelus ramosus, p. 228. Aspergillus p. a p. 11. —_ elegans, p. a p. 12. -- niger, p. a p.12. — ochraceus, p. a p. 12. — ochroleucus, p. a p. 12. -_ variabilis, p. a p. 12. _ violaceo-fuscus, p.a p. 12. Astarte borea, p. a p. 4l. Aster tripolium, p.a p. 34. Asterina Hellebori, p. a p. 12. Atriplex Halimus L. var. angustifolia Guss., p. 80. — platysepala Guss., p. 80. R Babiana, p. 211, 307. Bacillus Megaterium, p. a p. 25. Baeterium bacillare, p. a p. 25. Ballota pseududietamnus, p. a p. 6. Barbula brevifolia, p. a p. 42. — excurrens, p..a p. 42. — torfacea, p. a p. 42. Batrachospermacee, p. a p. 41. Beggiatooa leptomitiformis, p. a p. 41. Bellis sylvestris, p. a p. 09. Boletur, p. a p. 42. Botrydiaceoe, p. a p. 40. Bromus, p. 254, Bryum Groefianum, p. a -p. 41. — $Schleicheri, p. a p. 19. — subglobosum, p. a p. 4l. — subrotundum, p. a p. Al. Buellia stellulata, p. a p. 11. Buphthalmum salicifolium, p. a p. 23. C Calamagrostis. p. 266. Calypogoea ericetorum p. a p. 10. Carduus defloratus aretioides, p. a p.. 2a a heteromorphus, p. a p. 23. —_ Muelleri, p. a p. 23. -- Naegeli, p, a p. 23. — personata arctioides, p. a p. 23. — Schulzeanus, p. a p. 23. Campanula, p. 266. -- carpathica, p. a p. 8. — tubulosa, p. a p. 6. Cardamine v. aquatica, p. a p. 38. — pratensis, p. a p. 38. —- 341 — Carex Buchii, p. a p. 7. 5 — davalliana, p a p. 23. — Panewitzulana, p. a p. 23. — rostrata, vesicaria, p. a p. 23. Caragana, p. a p. 9. Cariofillee, p. 79. Celeochoetaceae, p. a p. 40. Centaurea angustifolia, Rhenana, p. ap. 40. — dichroantha, p. a p. 39. — sordida, p. a p. 39. Cephalaria Joppensis, p. 79. Ceramium, p. a p. 1l. Cerastium adenotrichum, p.a p. 23. —_ banaticum, p. a p. 23. — brachyodon, p.a p. 23. — glaciale, p. a p. 39. _ gnaphalioides, p. a p. 28. — grandiflorum, p. a p. 23, Cerris, p. a p. 43. Chaetoceros, p. a p, 4l. Chaetophoreae, p. a p. 40. Chamaerops excelsa, p. a p. 15 Chantransia chalibaea, p. a p. 11. — v. thermalis, p. a p. ll. Chenopodium murale L., v. pruinosum Guss., p. 80. —. volvaria, p.a p. 24. Chiloseyphus, p. a p. 10. Chladophoraceae, p. a p. 40. Chlorophyceae, p. a p. 10, 24. Chlorosporzee, p. a p. 40. Chroococcus, p. a p. ll. Cineraria aurantiaca, p. a p. 7. Cirsium benacense, p. a p. 40. — Candolleanum, p. a p. 23. — cearniolicum, p. a p. 40. — erisithales, p. a p. 40. oleraceum , rivula- Te. ip. a pe 2d. bin Gleracenni, pia. p:295 — vindobonense, p. a p. 23. Cladina cristatella, p. a p. 41. Cladonema radiatum, p. a p. 11. Cladophora, p. a p. 24. Clemnys europea. p. a p. 41. Coenularia fibrosa, p. a p. 11, = turgidum, p. a p. il. Collema euganeum, p. a p.11. Colutea arborescens, p. 66. p. a p. 9. = haleppica; pi alpi ca anediazipi ua pi i. 3 Orientali, p..avp.9: Collybia (fusipes e drvophila), p. a pi 2: Confervoidee, p. a p. 40. Conjugatae, p. a p. 40. Corydalis, densiflora Pr., p. 92. =: minutiflora, p. 192. Cotoneaster vulgaris, p. a p. 42. Crinum, p. 306. Crocus, p. 211. Cristatella mucedo, p. a p. 24. Cyanophycera, p. a p. 24. Cvelamen Bechiana n. bybr., p. a p.40. — europeum, p. a p. 40. — repandum, p. a p. 39. Cynosurus, p. 254. Cyperus flavescens, p. a p. 22. _ var. gracilis, p. a. p. 22. — pannonicum, p. a p. 22. Cystosira, p. a p. 11. 19) Dactylis, p. 254. Dasycladus clavaeformis, p. a p. 11. Debeja, p. a p. 13. Dermaphyton radicans, p. a p. 41. Dewaalquea, p. a p. 13. Diatomea, p. a p. 4l. Dicotiledoni, p. a p. 83. Dipsacus sylvestris, p. 60. Drosera, p. 60. — 342 — 13} Elaeodendron transsylvanicum, p. a p. 14. Epatiche, p. a p. 16. Epilobii, p. 211. Epilobium anagallidifolium collinum, -p. a p. 22. Epipactis orbicularis, p. a p. 40. Equisetum albo-marginatum, p. a p.24. -- pannonicum, p. a p. 24. — ramosissimum, p. a p. 24. —_ tenue, p. a p. 24. — variegatum, p. a p. 7. 24. — var, virgatum, p. a p. 24. Erica arborea, p. 65. Erythraceae, p. 79. Eucalypti, p. a p. 12. Euphorbia gracilis, p. a p. 22. Euphrasia, p. a p. $. — nemorosa, p. a p. 8. - salisburgensis, p. a p. 8. F Facchinea condensata, p. a p. 39. — — lanceolata p. a p. 39. — laxa} pAiasp. 89, Festuche, p. 254. Fissidens bryoides, p. a p. 10. —_ rivularis, p. a p. 10. _ tenuifolius, p. a p. 10. Fossombronia pusilla, p. a p. 10. Frondosa, p. a p. 10. Fumaria Agraria Lag., p. 191. — capreolata, p. 189, 190. ne = v. gracilescens, p. 190. _ v. cossyrensis, p. 191. — v. celata, pi 191. —_ flabellata Guss., p. 189. _ Gussonii Bss., p. 190. _ Jordani Guss., p. 191. Fumaria latifolia, p. 192, — lilibaetena, p. 195. _ v. major, p. 191. —_ media Lois, p. 191. -- messanensis, p. 192. — muralis Sond., p. 191. — officinalis L., p. 161. - v. palmata, p. 191. parviflora Lk., p. 191. —_ Petteri, p. 80, 190. — — v.floribus roseis, p.190 _ var. Prestandreae, p. 192. — serotina, p. 190, 192. Fungus erinaceus, p. a p. 12. Gi Gagea glauca, p. a p. 7. —. lutea, p. a p. 7. Galium cristatum, p. a p. 7. _ mollugo, p.a p. 7. _ polonicum. p. a p. 7. Gentiana acaulis, p. a p. 38. — alpina, p. a p. 38. -- angustifolia, p. a p. 38. _ Clusii, p. a p. 38. — @xilis, p. ‘ap. 98: - Favratii, p. a p. 22. -_ Kochiana, p. a p. 38. _ sabauda, p. a p. 35. Gynandriris, p. 211, 212, 253. — monophylla, p. 213. — sysirinchium, p. 256, 305. Graminacee, p. 254. Geoderomus bilineatus, p. a p. 18. — chalicophoea, p. a p. 18. Geum aleppicum, p. a p. 7. Gladiolus gandavensis, p. 307. Gleocapsa fenestralis, p. a p. 20. — fusco-lactea, p. a p. 25. Goniolinum serbicum, p. a p. 42. Graphesia hololeuca, p. a p. 25. — 343 — Grimmia Miblenbechii, p. a p. 9. Gymnoascus aureus, p. a p. 12. - candidus, p. a p. 12. — verrucosus, p. a p. 12. Gypsophila reptans, p. a p. 23. dal Halimeda tuna, p. a p. 24. | Halimodendron, p. a p. 9. Halyseris, p. a p. 11. Haplomitrium, p. a p. 10. Harpanthus, p. a p. 10. Helodium, p. a p. 12. Helotium calyciformis, p. a p. 12. _ Willkommi, p. a p. 12. Herbe de boeuf, p. a p. 24- — de feu, p.a p. 24. — de Madame Bozza, p. a p.24. Hermodactylus, p. 211, 212, 258. — tuberosus, p. 256. Hieracium aurantiacum, p. a p. 7. i — auricula Bauhini, p. a p. 7. _ Bauhini pilosella, p.a p.7. — Christi, p. ap. 22. —_ comosum, p. a p. 8. —_ fistulosum, p. a p. 23. — fragile, p. a p. 23. — glaucum, p.a p. 23. — graniticum p. a p. 23. — Herculis Borb., p. a p. 8. — Heuffeli Jankae, p. a p. 8. — murorum, p. a p. 23. -- pilosella, p. a p. 8. i polonicum, p. a p. 7. — v. medium, p. a p. 23. i rotundifolium, p. a p. 23. — sabinum, p. a p. 8. Helminthocarpon Lajkanum, p.a p. 25. Helminthocladiaceae, p. a p. 41. Herpotrichis nigra, p. a p. 42. Helleborus odorus, p. a 0. 39. Hohenwarthia, p. a p. 39. Homidium, p. a p. 11. Hyadoteca muscosa, p. a p. 24. Hydnum muricatum, p. a p. 12. Hymenophyllum Tunbridgense,p. a p.9. E Iasione glabra, p. a p. 22. Idotea Entomon, p. a p. 41. Hex aquifolium, p. 65. Iridacee, p. 211, 250. Tris; po 24297 — benacensis, p. a p. 6. — bohemica, p. a p. 7. — Iungermannii integrifoliae , p. a p. 10. — KRochii, p. a p. 6. -— pseudo-pumila, p. 255, 500. — ‘serbival p.. a podio: =" fròjana, p.ra pioò. Isoetes lacustris, p. a p. *). Jasian ip: 21155907: si ; 2 9 Juniperus communis, p. a p. 42. i é ) Jurinea subhastata, p. a p. 42. RE : : 5 pe Kuautia carphatica, p. a p. 39. Ta Lactuca sativa, p. 220. i TO Larix europaea, p. a p. 12, 81. Lathyrus binatus, p. a p. 47. —_ setifolius, p. a p. 55. Lecanora aurantiaca, p. a p. 25. — Hageni, p. a p. 25. 95 -— ocellata, p.a p. 20. — 344 — Lecanora polycarpa, p. a p. 25. - scrupolosa, p. a p. 25. Lecidea hysella, p. a p. 25. — (Lecidella) Buelliastrum , p. a p.Al. Lejeunia minutissima, p. a p, 10. Lemanea, p. a p. 4l. Lemma minor, p. a p. ll. Leontodon, p. 226. Lepiota, p. a p. 42. Lichen®; p. atpa4125, Linaria cymbalaria, p. a p. 89. = enoxiaa; (pia: pi 22: Lingula, p. 77. Littorella isoteoides, p. a p. 9. — lacustris, p..a p. 9. Lobelia Dartmanna, p. a p. 9. Lophocolea, p. a p. 10. Losentziella Giberti, p. a p. 42. _ glauca, p. a p. 42. — Paraguensis, p. a p. 42. Lyngbya, p. a p. 24. spartium, p. 82. — thermalis, p.a p. 11. Lysimachia atropurpurea, p. a p. 8. M Maesa dacica, p. a p. 14. Marchantiacee, p. a p. 10, Massarina gigantospora, p. a p. 12. — penicillata, p. a p. 12. Matthiola glandulosa, p. a p. 8. Medicago falcata, prostrata, p. a p. 39. — mixta n, hybr., p.a p. 39. Melampyrum nemorosum, p. a p.12,23. — decrescens. p.a p. 23. Mierodyction, p. a p. 24. -- Schmitzii, p. a p. 24, Mirabilis Ialapa, p. 134. Mollisia suecica, p. a p. 42. — cotoneasteris, p. a p. 42. Monocot'ledoni, p. 306. Morea, p. 211, 256. Mucorinee, p. a p. 10. Musci cleistocarpici, p. a p. 41. — transcapici, p. a p. 42, Mycena (sanguinolenta e polygramma) De ap. 12; Myosotis variabilis p. a p. 7. b) Myxomiceti, p, a p. 42. N Najas, p. 194. Narschia sabina, p. a p. 42. Nedelommata vermicularis, p. a p. 24. Nepenthes, p. 60. Nephrocylium Agardhianum majus, p. a. p.21 — Naegelii, p. a p. 4l. Nitzschia, p. a p. 24. Notularia litorea, p. a p. 4l. Nosodachia punctura, p. a p. 41. O Odontia tenerrima, p. a p. 42. Oedogonium grande, p. a p. il. —_ v. majus, p. a p: 11. — mexicanus, p. a p. Il. Oenothera muricata, p. a p. 39. Oenotheracee, p. 211. Oogameoe, p. a p. 40. Orchis monticola, p. a p.40. — latifolia, sambucina, p. a p. 40. Origanum, p. 65. Orobus venetus, p. a p. 39. — vernus, p. a p. 39. Oscillaria colubrina, p. a p. 24. —_ Sciathea, p. a p. 24. Oxalis acetosella, p. a p. 24. — 34 P Palaeospira tortilis, p. a p. 41. Pallenis v. pallida, p. a p. 8. —_ spinosa, p. a p. $. Palmellaceae, p. a p. 40. Pancratium, p. 306. Parietaria serbica, p. a p. 42. Parmelia conspersa, p. a p. 25. — fuliginosa, p. a p. 25. Pellia epiphylla, p. a p. 10. — Fabroniana, p. a p. 10. Peroniella hyalotheca, p. a p. 24. Phascum euspidatum, p. a p. 42. — (Euphascum) calodvetium, p. è pr 41, Phleum Bohmeri, p. a p. 54. Phyllerium, p. a p. 48. Phyllopthora infestans, p. a p. 36. Physcia fibrosa, p. a p. 11. _ stellaris, p. a p. 25. Piecarpra "pri: -—- alpestris, p. a p. 8. excelsa v. viminalis, p. a p. 40. — — p.a p. 42. — vulgaris, p. a p. 8. Pinguicula, p. 60. Pinus p. a p. 81, 39. — digenea, p. a p. 39. — montana, p. a p. 42. — sylvestris, uliginosa, p.a p.39, 42. Placospora multiseptata, p. a p. 42. Plagiochila, p. a p. 10. Plantago maritima, p. a p. 34. Pleurococcus, p. a p. 11. Plumatella princeps, p. a p. 24. Polvgala pseudo-alpestris, p.a p. 22. Polygonum, p. 194. Polyporus saccatus, p. a p. 42. Populus, p. a p. 13. — nigra ramulifera, p.a p. 23, Populus pyramidalis, p. a p. 8,23. nigra, p. a p. 25. — ramulifera, nigra, p.a p. 23. .Potamogeton, p. 4. _ gramineus, p. a p. ‘. rutilus, p. a p. 9. Potentilla alpicola, p. a p. 38. — argentea, p. a p. 38. —_ Bolzanensis, p. a p. 38. — Bolzanensiformis, p. a p. 98. = brachypoda Herb., p.a p.8. —- Herneri, p. a p. $. mixta, p.a p.9. porphyracea, p. a p. 38. procumbens, p. a p. 9. reptans, p. a p. 9. silesiaca, p. a p. 38. — supra bolzanensis argentea p. a p. 38. Pottia intermedia, p. a p. 10. — lanceolata, p. a p. 10. Primula danubiana, p. a p. 40. — elatior, p. a p. 40. officinalis, p. a p. 40. Protisti, p. a p. 56. Protococcaceae, p. a p. 40. Protococcoideae, p.a p. 40. Protococcus, p. a p. 10, 11, 24. Prunus padus, p. a p. 29. — vv. leucocarpa, p. a p. 23. alzevi 99 Salzeri, p. a p. 23. Psiadia rotundifolia, p. a p. 38. Ptilotrichum Bertoroi, p. a p. 22. —_ eyclocarpum, p. a p. 22. — (Koniga) Uechtritzianum, p. a p..2%8% Pythium gracile, p. a p. 24. P 9 — secundum, p. a p. 24. Q Quercus f, Brandini, p. a p. 39. io). ( pae Quercus ilex, p. 230, p. a p. 39. — pubescens, p. a p. 39. — pubifera, p. a p. 39. RI Radula pallida, p. a p. 7. Ramondia serbica, p. a p. 42. Ranunculus aconitifolius, p. a p. 6. _ friesianus Jord., p. a p. 7. —_ lingua, p. a p. 24. — parnassifolius, p. a p. 22. — philonotis, p. a p. 22. — platanifolius, p. a p. 6. — Steveni, p. a p. 7. Rhamnus alaternus, p. 231. —_ carniolicus, p. a p. 39, 40. _ cathartica, p. a p. 40, 68. _ hydriensis, p. a p. 40. — infectoria, p. a p. 8. — intermedia, p. a p. 8. Rhodomela subfusca, p. a p. 41. Rhoeophycee, p. a p. 10. Rhynchostegium pumilum, p. a ‘.9. Riccia fluitans, p. a p. 10. Ricciocarpus natans, p. a p. 10. Rivularia, p. a p. 24. Rolfsia verrucosa, p. a p. 4l. Rosa f. aborigena, p. a p. 38. — agrestis, p. a p. 38. — alba, f. violacea, hirta, p. a p. 22. — f. Bleibergensis, p. a p. 39. — Cadensis f. violacea, p. a p. 22 — cuneata, p. a p. 39. — dumetorum, p. a p. 7. — f. flattachensis, p. a p. 39. — glauca, p. a p. 7. — glaucescens, p. a p. 39. — v. Gutensteinensis, p. a p. 39. — Hedwigiae n. sp., p. a p. 21. — Herbichiana, p.a p. 21. — heteropus, p. a p. 39. Rosa hybrida Scehl,, p. a p. ". — +Jundzilliana, p. a p. 39. — Wockelli, pa p. 39. — leopontinensis, p. a p. 7. — montana f. massia, p. a p. 28. — f. neticulata”tp; a”p.X99! — f. salicifolia Wuk, p. a p. 7. — semiscabra Rorb. p. a p. 7. — f. setosissima Vuk, p. a p. 7. — tomentella, p. a p. 38. — trachyphvlla f. Aliotkii, p. a p.38. — Zagradiensis, p. a p. 7. Rosmarinus officinalis, p. a p. 89. Rubus nitens, p. a p. 7. — piliferus, p. a p. 7. -- Vestii Focke, p. a p. SI Rumex lunaria, p. 134. S Saccharomyces, p. a p. 20. — cerevisiae, p. a p.20. Salicornia herbacea, p. a p. 84. Salix, p. 226. — myrtillodea aurita, p. a p. 22. — purpurea, p. a p. 22. Salsola soda. L., 80. Salvia, p. 85. — pomifera, p. a p. 6. Sambucus, p. a p. 25. Saponaria, p. a p. 99. Sarothamvus grandiflorus, p. a p. 9. _ scoparius, p. a p. 9. Sarcographina coesia, p. a p. 25. _ cyelospora, p. a p. 25. Sarcoscyphus densifolius, p. a p. 10. Sarracenia, p. 60. Saxifraga crustata, p. a p. 25. Scabiosa Cupani, p. 75. — dalmatica, p. a p. 22. _ incanescens, p. a p. 22. — 347 — Scabiosa lingua var. Inzengae, p. 80. — — longipetala var. panormitana, p. 80. — lucida, p. a p. 23.. Scapania, p. a p. 10. Schistotega osmundacea, p. a p. 24. Schyzophyti, p. a p.11. Scirpus maritimus, p.a p. 34. Sedum album, p. a p. 7. (maximum p. asp. — micranthum, p. a p.7. — polonicum, p. a p. 7. Sempervirum globiferum, p. a p. 7. Senecio erassifolius, Wild., p. 80. —. erubescens, p. a p. 43. Sideritis purpurea, p. a p. 8. — romana, p. a p. 8. Silene pseudonutans, p. a p. 42. — pumilio, p. a p. 39. — supina, p. a p. 22. — transvlvanica, p. a p. 8. — viscosa, p. a p. 7. Siphoneae, p. a p. 40. Sisyrinchium, p. 307. Spermosfira litorea, p. a p 4l. Sphacelaria arctica, p. a p. 4l. Sphagnum eymbifolium, p. a p. 25. _ (Comalosphaguum) como- sum, p. a p. 25. = ( Platysphagnum ) White- leggei, p. a p. 20. — subsecundum, p. a p. 75. Sphagnoecetis, p. a p. 10. Sphaeria stenophylla, p. a p.12. Spinellus fusigus, p. a p. 12. — macrocarpus, p. a p. 12. Spirillum tenue, p. a p. 20. Spirogyra communis, p. a p. dl. Stachys chysophaea, p. a p. 43. Stauridium cruciatum, p. a p. 11. Sterigmatocystis lutea, p. a p. 12. —_ sulphurea, p. a p. 12. | Stigoeclonum v. epiphyticum, p. a podi — pygmaeum, p. a p. ll. _ tebue, p.lanp. dl. Stygmotocipes Baeri, p. a p. 42. Surinella, p..a p. 24. Svnechoblastus sallevensis, p.a p. 11. Syncephalastrum racemosum, p.a p.12. pù Telekia spinosa, p. a p. 8. Telostoma mammosum, p. a p. 42. Thapsia garganica, p. 16. _ Pentina, p. 16. Thelysia, p. 211,212. Thymus heterotrichus, p. a p. $. _ hirsutum, p. a p. 8. — bholosericeus, p. a p. 8. — pulvinatus, p. a p. 8 — rigidus p. a p. 8. — sedoides, p. a p. 8. — Sintenisii, p. a p. 8. Tilia platyphylla , super ulmifolia, p. Iper. — platyphyllos, p. a p. 22. — subparvifolia Borb., p. a p. 7. — super europaea, ulmifolia, p. a p.8. — subflavescens Borb., p. a p. 8. — tomentosa, p. a p. 22. — iMiridis prua poze. — virescens. p. a p. 22. Tortula desertorum, p. a p. 42. -- cuneifolia, p. a p. 42. - montana, p. a p. 42. — transcaspiea, p. a p. 42. Trammetes Kalchbrenneri, p. a p. 42. Trentepoliaceae, p. a p. 40. Trentepolia Willeana, p. a p. il. Trichera bosniaca, p. a p. 22. — Fleisehmanni, p. a p. 22. _ longifolia, p. a p. 22. — 343 — Trichomanes radicans (speciosum), p. a p.9. Trichonema bulbocodium, p. a p. 39. Trichostomum flavovirens, p. a p. 10. -- viridiflavum, p. a p. 10. Trichotecium roseum, p. a p. 12. Tritonia, p. 211. Tryblitium sabinum, p. a p. 42. Typha, p. 194. 16) Ulotricheae I, p. a p. 40. Ulva lactuca, p. a p. 24. — sporadica, p. a p. 24. Ulvaceae, p. a p. 40, 41. x Vaucheria orthocarpa, p. a p. 10. —_ pachyderma, p. a p. 10. _ sessilis, p. a p. 10. Vaucheriaceae, p. a p. 40: Verbascum Kerneri, p. a p. 40. —_ salisburgense, p. a p. 40. se thapsus, p. a p. 40. — thapsus, phlomoides, p. a p. 40. Veronica simplex, p. a p. 88. — triphyllos, p. a p. 13. — Welenowskii, p. a p. 22. Viminaria denudata, p. a p. 9. Viola bosniaca, p. a p. 22. — Kopaonikensis, p. a p. 42. -—— rascotanina, p, a p. 22. — Riviniana, p. a p. 6. — svlvatica, p. a p. 6. — tricolor, p. a p. 22. — Wettsteini, p. a p. 6. Viscum album, p. a p. 7. Voltzia Krappitzensis, p. a p. 12. Volvocaceae, p. a p. 40. be Xyphium, p. 212. PALEONTOLOGIA VA Abiete, p. a p. 26. Acantoceras Lyelli, p. a pr'b. Acer campestris, p. a p. 6. Acero, p.-a p. 26. Actinodon Frossardi p. a p. 37. Actynocvlus undatus, p.a p. 14. Allodon, p. è p. d. Allotherii, p. a p. 5. Ammonites Mantelli, p. a p. 6. Amonodonti, p. a p. 37 Anodonta var. cellensis, p. a p. 21. Anodonta cygnea, p. a p. 21. — Kilksinp.Sanp. 21. _ var. ponderosa, p. a p. 21. Annulina radiata, p. a p. 26. Aptychus, p. 54. -- Beyrichi Opp., p' 34, 55. — punctutus Woltz, p. 34, 35, 58. Archegosaurus, p. a p. 37. Argus Ragusii, p. a p. 14. Aspidoceras acaprhicum, p. 55. Aspidura (Awphiglypha) Reibliana, p. a' pio — — scutellata, BI., p. a p.21. PSA Aspidura (Amphiglypha prisca) Goldf., p.a p. 21. Asterophyllites, p. a p. 26. —_ polvstachius, p. a p. 26. Atlantosaurus, p. a p. 5. Aulacodiscus Grunowi, p. a p. 14. B Bathybius, p. a p. 57. Belemnites cfr. semisulcatus Miinst,, p. 35. Betula, p. a p. 26. Biddulphiee, p. a p. 14. Bolodon, p. a p. 5. Bombax, p. a p. 45, Bothrocorbula p. a p. 20. Boxus sempervirens, p. a p. 6. Briozoi cheilostomate, p. a p. 21. — cevclossomale, p. a p. 21. —- ‘ .coceni, p. a p. 20. C Calamaria, p. a p 28. Calamites Schultzii Stur., p. a p. 26. Carpinoxylon vasculosum, p. a p. 14. Cassia caryocarpioides, p. a p. 43. — crista, p. a p. 43. — cristidides, p. a p. 43. Cedrexylon regulare Goepp., pi dpi 14. Cellepora globalaris Bronn, p. a p. 20. Cemalopardia, p. a p. 37. Cercidi, p. a p. 2. Ceratozomea, p. a p. 26. Ceratochelys schenurus, p. a p. 5. Cervus capreolus, p. a p. 6. Chelvdosaurus, p. a p. 37. Chelydra, p. a p. 5. Cholerina ferro, p. a p. 15. Chondrite, p. a p. 13, Cingula, p. a p. 26. Clamalde di Keichenbach, p. a p. 15. Clausilia laminata, p. a p. 6. Corbula argentea, p. a p. 20. _- fabaji p. a p. 20. Coriaria, p. a p. 43. Coxinodiseus subtilis, p. a p. 14. Crioceras annulatum d’Orb., p. 96. Cristallaria, pera pz. Cycelotella Meneghiniana, p. a p. 14. Ctenolodon, p. a p. 5. Cucurbitariopsis congregata, p. a p. 45. Cupressinoxylon baltieum Kobb.,p. a p. 14. — pannonicum p.a p. 15. — subaequale, p. a p.14. Cvcadea, p. a p. 26. Cymbella costata, p. @ p. 14. 2a gastroides, p. a p. 14. 15 Daphne, p. a p. 28. Depacca, p. a p. 45. Dicynodon beonieps € pardiceps, p. fi pid — sincocephalus, p. a p. 57. Diplocynadon, p. è p. D. Diploroblattina Scudderi Gein. , p. a p. 6. Docodon, p. a p. >. Dromotheridi, p.a p. > E Elephas meridionalis, p. è p. © Emballonuridi, p. a p. 20. Euolydea, p. a p. ». Enstatite, p. a p. do. Fobatrachus agilis, p. a p. ». Eocene, p. 54. Equisetum, p. a p. 6. Equus asinus, p. a p 20. — 350 — Equus Stenonis, p. a p. òd. Ertops, p. a p. 87. Eschara monilifera Echo, p. a p. 20. Eupodiscus, p. a p. 14. le) Fabaiella, p. a p. 29. Favularie, p. a p. 26. Felix spelaea, p. a p. 37. Frassino, p. a p. 26. dl: Glyptostrobus tener Kraus, p.a p. 14. Gonduranosaurus, p. a p. 37. Grapholiti, p. a p. 6. Gulo borealis, p. a p. 37. dal Haploceras monacum Gemmn., p. 86. — psilodiseum Schloenb Sh., p. 56. Haplophragopium aff. globigeriforma, pira rp:198: Harpoceras algovianum Opp., p. 36. Hedera helix, p. a p. 6. Hildoceras bifrons Bsug, sp., p. 96. — Levisoni simps sp., p. 96. Hoptites fissicostatus, p. a p. 6. Hydaspitherium, p. a p. 37. Hydrobia Tietzei, p. a p. 21. I Idonea pseudodisticha Hg., p. a p. 20. e Laionchatrei, p. a p. 20. Leopteryx, p. a p. 5. Lepralia incisa Reuss., p. a p. 20. Listriodon, p. a p. 21. Lucinopsis undata, p. a p. 20. M Maestra Berneyi, p. a p. 20. Melanopsis angulata, p. a p. 21. Melanoptychia Bittneri, p. a p., 21. Doe) Mojsisoviesi, p. a p.21. Melosira arenaria, p. a p. 14. —_ punctata, p. a p. 14. Mentha aquatica, p, a p. 6. Meteorite, p. a p. 27. Mestodun arvernensis, p. a p. ©. Mesoblattina Dabbertinensis Gein., p. a p. 6. Microlestidi, p. a p. 5. Molossus, p. a p. 20. Mus rattus, p. a p. 37. Myrica banksiaefolia, p. a p. 43. — — banksioides, p. a p. 43. N Nannoblattina Presturichii, p. a p. 6. Nautilus astacoides Yauny, p. 36. Navicula iridis, p. a p. 14. Necromantis adichaster, p. a p. 20. Neoeroporomya, p. a p. 20. Nullipori, p. a p. 20. Nummoloculina, p. a p. 21. _ regularis, p. a p..21. O Olivina, p. a p. 15. Ophiura, p. a p. 21. — loricata Goldf., p. a p. 21. Opp. fusca Quenst. sp., p. 36. — subradiata Sow. n. sp., p. 30. Orygoceras Brus., p. a p. 21. UOsteodesmideae, p. a p. 20. P Pantoterii, p. a p. 5, — 351 — Pecten Di Blasii Di Stef, p. 197. “> “Hehlii d'Ochi, p-97. — Stoilezkai Gemm., p. 87. — textorius Sehloth, p. 37. Peltoceras alpina, p. 35. — transversarium Quenst., p. 35. Pentacrinus cristagalli, p. 84. Periploma praetenus, p. a p. 20. Persea, pia p-26; Perisphinetes Bocconii Gemm., p. 395. — transversarium, p. 35. Phvlloceras cfr. Nilsoni Heb., p. 36. Pibo,-pita vp. ‘26; Pirite, p. a p. 27. Pietra Lidia, p. a p. 15. Placenticeras Memoria Schlonbechi, pira pio. Plaginulax, p. a p.ò. Planorbis umbilicatus, p. a p. 6. Plataninium porosum, p. a p. 14. Platyops, p. a p. 37 Pleurodactvlus, p. a p. d. Pleurosigma acuminutum, p. a p. 14. Populus megapolitanus Kobbe, p a p. 14. Poromva, p. a p. 20. Posidonomya alpina, p. 34,35, #0. Protozoi (Amoebidi, Gregarine e Mi- scomiceti, p. a p. 37, Psaromus Putoni, p. a p. 26. — Weberi, p. a p. 26. Pseudostephanodiscus p. » p. 14. Pteroblattina intermedi ;, p. a p. 6. _ megapolit= na Gein., p. a pi? 6. Pygope Bonei Zeusch., p. 34. — curviconena Opp., p. 35. — cfr. curvieoncha Opp., p. 36. — Gemrosellaroi Di Stef., p. 35. — ptecoconcha Gemm,, p. 35. — >.upicola Zitt. sp., p. 34. Pyrgodiscus armatus, p. a p, 14. Q Quarzo nero, p. a p. 15. Quinqueloculinee, p. a p. 21. E: Rhinolophus dubius, p. a p. 20. Rhinoceros tichorrhinus, p. a p. 26. Rhododendron ponticum, p. a p. 26. Rhynehonella Alta Opp., p. 35. — Berchta, p. 34, 35,90. -- Clesiana Lep., p. 36. — coarctata Opp., p. 35, 96. _ deflexa Opp, p. 36. = jonica Di Stef., p. 37. 56. E plicatissima Quenst., p. 37. — medio sulcata Seg., p. e -- rimosa var. Buch., p. 37. — suberchinata Opp., p. 85. — Vigilli Leps., p. 33, 86. Rosselinia congregata, p. a p. 43. (e) S Schizoporella tetragona. p. a p. 20. - Zujorici, Perg., p.a p. 20. Schreibersite, p. a p. 15. Selenio, p. a p. 43. Sequoia Langsdosfi, p. a p. 26. Sigilarie, p. a p. 20. Siliqua cyrenoides, p. a p. 20. Sivatheride, p. a p. 87. Sphenodus longidens Ae., p. 34. Sphoeria, p. a p. 43. Spiriferina rostrata Schloth., p. 37. Stenogyra decollata, p. a p. 6. Stephanoceras Humpresianum, p. 34, 9 35. - Brogniarti Sow., p. 84, 90, 36. Stromatoporidi, p. a p. 6. Synideriti, p. a p. 43. MES Swetia elegas. p. a p. 43. Torminolite, p. a p. 15. — tertiaria, p. a p. 43. Trimerachis, p. a p. 37. Trochanium placentula, p. a p. 38. TL Troilite, p. a p. 15. Taphozous, p.a p. 20. Tapiro, p. a p. 20. U Ter. punctata Sow., p. 37. ;) — . sulcifrons Ben., p. 96. DR Sn. RUPE RO RA Ulmiatherium, p. a p. 37. Testudo inepta, p. a p. 37. — parpiniana, p. a p. 37. — triserrata, p. a p. 37. k4 Textilara, \p.a pol. | Thracia; p. ap. 20. i Vaccininium, p. a p. 45. Toemoxvlon pannonicum, p. a p. 14. Valvola Piettei, p. 1972. INDICE DEI LAVORI ORIGINALI CermenaTI M.+Gli scritti malacologici di G. B. Adami, p. 169. D. T.—Recenti pubblicazioni, p. 40. _ Due nuovi Ichneumoni di Sicilia, p. 53. —_ Necrologia, p. 64. _ Rivista bibliografica, p. 31L e p. a p. 28. DE STEFANI T.—Aggiunte al prospetto degli Imenotteri italiani, p. 24. _ Note sulle Crisididi della Sicilia, p. 83,114, 189,156,177, 215,237,273. Di SteFANO G.—Lettere sulla struttura geologica del capo S. Andrea, p. 33. DoperLEIN P.—Comparsa del Cybium Commersonii nelle acque del circondario marittimo di Palermo, p. 105, 129. EppeLsHEIm—Anthobium bivittatum, p. 45, FaccioLà L.—Intorno ad alcuni pesci del mare di Messina, 101, 125. — Annunzio ittiologico, p. 167. KaLcHBERG A.—-Lepidotterologia siciliana, p. 267. Kuwerr A.—Una nuova specie di Limnebius di Sicilia, p. 49. _ Camptochthebius Ragusae, p. 44. — Coleotteri nuovi della Sicilia, p. 234, Lioy P.—-Necrolagia, p. 312. — 353 — Losacono M.—Sui serbatoi idrofori dei Dipsacus, p. 60, 74. — Del corso dei budelli pollinici nella cavità ovarica. Osservazioni su- gli ovarii inferi di alcune Iridacee, p. 192, 211, 253, 303. MeunieR F.—Eumenidae, p. 150. — Megachillidae, p. 152. - Tableau dichotomique des espèces variétès Belges du Genre. B om bus, p. 173. _- Tableau dichotomique des espéces variétés Belges du Genre Psithy- rus; pi. Lio: - Prodrome pour servir è la monographie des espéces, variétés Belge du Genre Bombus, p. 195, 245. 3 _ Tableau synoptique des espèces Belges du Genre Geotrupes, p. 298. _ Description d’une nouvelle espéce d’Eumenides du Bresil, p. 300. — Description d’une nouvelle espéce de Sphegides du Brésil, p. 301. Minà PaLumpo F. e Fara TepaLpi L.==Materiali per la fauna lepidotterolo- gica della Sicilia, p. 10, 46, 65, 81, 133, 159, 201, 225, 269. Nicorra L.—Schedule speciografiche, p. 80, 189. Pasno F.—-Sul rinvenimento della Saga serrata in Sicilia, p. 166. PaLumpo A.—Alcune note biologiche sull’Eumenes pomiformis, p. 162,184, 207. Racusa E.—Catalogo ragionato dei Coleotteri di Sicilia, p. 1, 41, 257. _ Osservazioni al catalogo dei Coleotteri del Prof. Saverio Ciofalo, pa gina 2Î. —_ Coleotteri nuovi o poco conosciuti della Sieilia, p. 25, 272. R. E.—Notizie, p. a p. 16, — Recenti pubblicazioni, p. a p. 44. ReIiTTER E.—Zuphium Faillac, p. 9. ReutER O. M.—Descriptio speciei nova sicilianae generis Plagiognathus, p. 236. Riecio G.—Appunti e note di Ortotterologia siciliana, p. 28, 54, 73, 95, 110, 308. — Materiali per una fauna entomologica dell’isola d’Ustica, p. 292. Riccio G.e DE STEFANI T.—Sopra alcuni imenotteri dell’Isola d’Ustica, p.145. Senoner—Cenni bibliografici, p. a p. 4, 17, 29. StRUve O.—Lepidotterologia siciliana, p. 183. fem BieLIoGRAFICI Il Prof. Pfeiffer dà l’elenco degli uccelli che conservansi nella specola di Kremsmiister; essi sono per la maggior parte specie dell'Austria supe- riore, e poche d’oltremare. Sono 302 generi con 417 specie in 1249 esem- plari. Vi si trovano alcuni albini (&uticella phoenicusa, Sturna cinerea, Pas- ser domesticus), si trova menzionato un Chrysotis aestivus ucciso a Neuho- fen, il quale era fuggito per la finestra aperta d’ un vagone della strada ferrata; poi l’autore fa menzione dell’opinione generale che i passeri emigrano da quelle parti nelle quali regna un’epidemia, come successe nello scorso inverno a Sien durante l’epidemia del vajuolo, dove non.si vedeva passero alcuno, poi chè il passaggio della Coracztas garrula, tanto numeroso pochi anni fa, al presente è divenuto assai scarso, quasi nullo ete. (Progr. del gin. sup. di Kremsmiiuster 1887). Sul proposito dell’ Utamania Torda (v. disp. agosto) il sig. Morici Minà fa pure parola (Bull. del Nat. Siena sett. 1887) di questo uccello, il quale di tratto in tratto mostrasi nei mari di Sicilia, e di cui ne fu ucciso un individuo a Cefalù.—Minà fa pure alcune osservazioni sull’albi- nismo e nominatamente di un Anthus arboreus ucciso a Reggio Calabria, Il sig. Fischer parla ( Zool. Gart. Francoforte giugno 1887) dei Gezos della Fauna circumediterranea; menziona il Platydactylus facetanus di gran- diose dimensioni, il quale vive nella Francia meridionale, ove fu impor- tato dalla Spagna, dalle Baleari per mezzo di bastimenti con mandarini, vino ete.—Memidactylus verruculutus, il quale vive in Sardegna, Sicilia, Spagna, Atene, ete—Gymnodactylus Kotschyi, in Calabria, Puglia, Grecia; —PhyUodactylus europaeus, assai numeroso in Sardegna; — Stenodactylus guttatus, Algeri, Tunisi. Il D." Steindachner presentò alla Imp. Accademia di scienze di Vienna (Anzeig. 21 luglio 1887) due memorie ittiologiche; in una trovasi descritta la Molge Strauchii n. sp. e una varietà della Homalophis Doriae Pet. — nella seconda trovansi descritte come nuove specie: Moronopsis sundvicen - sis, Glyphidoton (Parma) Hermanni, Hemicromis, Valle ete.; ed osserva es- sere Dules flaviventris la forma femmina della Dul. auriga, Pseudoscarus aeruginosus, descritto dal Kuer nel “ Viaggio della Novara, , distinguersi di molto dall’aeruginosus e dover perciò dargli un nuovo nome specifico—/s. Kuerù Steind, Il Prof. Palaky parlò nella seduta del mese di febbraio 1887 della so- cietà reale boema di scienze a Praga,sui pesci del mare Mediterraneo oc- cidentale, ed esterna il suo dispiacere che gli Ittiologi italiani e francesi danno descrizioni sì imperfette di una tale fauna e questa anche solamente della spiaggia occidentale. Caratteristica è questa fauna per la grande quan- tità di Gadidi Trachipteridi, Notacanthini, Sternoptychidi ete. A Bolea e nel plioceno toscano, osserva l’autore, mancano tutti i generi di pesci abis- sali, a Licata all'incontro mancano i Trichyceridi, Scopelidi, ete.; — nel Libanon si trovano i Berycidi e i Halovoidi, come nella creta della Ger- mania ; nell’ argilla di Londra trovansi i Percidi, Gadidi, Berycidi e Sco- pelidi ete.-—Palaky fa menzione poi dello Scopetus resplendens a Nizza, del Lobotes auctorubra a Palermo, della Seriola tapeinometopon a Messina ete. Proudhome de Borre dà (Soc. Lin. Bruxelles, Bull. 1887) una enume - razione descrittiva dei coleotteri del Brabante, —2in questa troviamo dati i caratteri distintivi dell’Aphodium punctuto-sulcatus e dell’ Aph. prodromus precisi dal Harold, osservando che le femmine d’ambo le specie differisco- no solo per la forma del metasterno, del resto si assomigliano tanto da po- terle facilmente confondere, oltre ciò è a rimarcarsi che le femmine del pro- dromus hanno traccia di tubercoli frontali, i quali mancano nel maschio. Il sig. Bielz dopo aver menzionate le persone le quali si sono occupate dello studio d’entomologia in Transilvania, come Hampe E., per il Plegano- phorus bispinosus, Catopomorphus arenarius ete.— Sacher per una forma particolare del Carabus obsoletus—var. C. Sacheri;-—Petri: EUestus Petri;— Bielz.: Carabus Bielziv una forma piccola subalpina del C. obsoletus, Ano- phthalmus Bielzii, Otiorrhynchus Bielzi, una forma dell'O. Kollari, Conte Kuenburg: Carabus carpathicus, una varietà del C. obsoletus, Otiorrhynchus opulentus, camosus ete.—dà la lista dei Coleotteri stati raccolti in Transil- vania (Soc. di sc. nat. Hermanstadt 1887). Il Prof. Brauer dà (Soc. bot. zool. Vienna ottobre 1887) ragguagli sulla transformazione dei J/eloidi e descrive i così detti Zriungulini o larve neo- nate dei Meloid:. Il sig. Kieffer descrive (1. c.) l’Aulex hypocheroides n. sp., la quale pro- duce sulla Hypocheris radiata dei gonfiamenti simili alle galle dell’A. Hieraciù sul Hieracium. Il Prof. Schletterer dà (Progr. della scuola reale inf. di Leopoldstadt a Vienna 1887) la lista dogli Apidi del Tirolo—fra i quali nuovi per la fauna del Tirolo sono: Ammobates vinctus, Biastes brevicornis, Dioxys cincta e Lophithoides canus; — la somma totale delle specie ascende a 372, delle quali 152 vivono nel Tirolo meridionale.—Alcuni pochi individui dell’Apis è STESA ni 4 SI CAMILLA PEC RIME VAI E Rata ® 41 Net Rea O e | TENCO OA Cr et 00.14, pd 7 elliflua ascendono in sin alla regione glaciale (3300 m.) — Kohl ha riu- nito nel genere Eucera la Tetralonia (Macrocera) non essendo le specie della Eveera null’altro che semplici forme di Tetralonia, — il nome gene- rico Macrocera è a cancellarsi, perchè è di già usato nei ditteri, Il Prof. Mayr dà un prospetto descrittivo dei formicidi del Brasile, —fra queste trovansi molte specie: nuove, così: Anochetus altisquamis affine al- lAn. Ghilianii, Tetramorium Reitteri, inquilino del Metopias aglenus, ete.; poi Thaumalomyrmex mutilatus n. g. n. sp. — questo genere non ha ge- nere affine, /eteroponera carinifrons n. g. n. sp., genere affine alla O0- dontoponera ete. ete. (Soc. bot. zool. Vienna Verh. 3 quart. 1887). Il sig. Pokorrny dà la terza contribuzione alla fauna dei Ditteri del Ti- rolo (I. c.), cioè dei dintorni di Condino (400 m.), alle Sarche (250 m.), e di Pieve nella Valle di Ledro (660 m.),—Tra la fauna meridionale e setten- trionale del Tirolo trovasi poca differenza; anche sulle vette del Tirolo meridionale trovasi qualche specie del tipo settentrionale e anche qualche Melanismo; Pangonia maculata, Tabanus ater, Diaphorus lugubris ed altre trovano qui il loro limite settentrionale. Come specie nuove vengono de- scritte Acrocera Braueri, Empis serena etc. Il sig. Hagen fa alcune osservazioni sul genere Plethus e descrive il PI. cursitans del Ceylon, ritenuto da Nietner per un /7ydroptila cursitane.— Hagen osserva poi che se le specie di Neurobases e di Vestalis si avessero per varietà locali allora un certo numero di specie si dovrebbe mettere fra gli odonati (Il. c.). Il Conte Ninni nella sua nota “ Sulla Cavalletta nomade o Pachytilus migratorius , (Venezia 1887) espone le diverse opinioni sulla presenza della detta Cavalletta nel Veneto e in tutta la penisola e viene alla con- elusione che il detto Pachytilus manca all’ Italia o al più vi capita isola- tamente e in via eccezionale. Nel Veneto trovasi il Pach. cinerascens Fabr., e il nigrofasciatus de Geer., e nell’invasione del Calopterus italicus nel 1880 aveasi osservate oltre queste tre specie anche l’Oedipoda fasciata, il Co- nocephalus mandibularis, VAcrida turrita e il Platycleis griseus. Il Conte Keyserling descrive (Soc. bot. zool. 2 q. 1887) alcune nuove specie di Arachnidi dell'America—fra queste troviamo Teminius insularis n. g. n. sp., /7ilke trivittata n. g. n. sp., questo genere assomiglia di molto ai generi Liocranum e Liocransides,—Hamatulina grisea n. g. n. sp. e molte altre specie. Il sig. Giard ha osservato che l’ Eupagurus Bernhardi maschio viene attaccato alla sua parte posteriore del corpo dal P%rys Bernhardi, e che a causa di questo parassitismo perde tutti i suoi caratteri sessuali di ma- — 4 schio, perfino gli Spermatofori e gli Spermatozoi trovansi imperfettamente sviluppati e viene ad assomigliare del tutto ad una femmina. Giard opina che anche il maschio della Gobia stellata venga attaccato dal Gyge dran- chialis e in causa di questo parassitismo cambiati apparentemente i carat- teri di femmina. Ambedue questi parassiti appartengono alla famiglia dei Bopyridi; un RWizocefalo, il Feltogaster Paguri attacca ben anche il su ci- tato Pagurus Bernhardi, ma senza apportare alcuni cambiamenti ai carat- teri sessuali, Ji rende però sterili etc. (Rev. scient. Paris 1887). Nella seduta dell’ ottobre della soc. Malac. di Bruxelles 1886 il signor Pelseneer parlò sulla Dreissenja cochleata, rinvenuta nelle acque salmastre dell’ Amsel d’ Amsterdam nel settembre 1886, la quale non vive più nel Belgio, ma anche nei Paesi bassi era del tutto sconosciuta prima del detto settembre. AIDA Il sig. Vincent nella seduta del novembre 1886 della or citata società fece parola d’una Succinea rinvenuta dal def. Colbeau e Melzina e a Ver- weydo e nominata antiqua senza però descriverla. Vincent ne dà ora la descrizione, e osserva distinguersi essa dalla oblonga per la sua forma meno allungata, più ventricosa, etc. Il sig. Gaerne nella seduta del dicembre 1886 della detta Società, diede la continuazione della sua lettura del 1883 sulla Storia naturale del Varan- ger fjord. Egli fa menzione delle raccolte fatte per mezzo della Draga: Ophiopholes aculeata, la quala vive numerosa sulla Nultipora, Dopleurus arcticus, Lophurus albus ete., in una profondità di 200-450 m.; gli animali sono di rimarcabile uniformità , essi sembrano. coperti d’ uno strato grigio verdastro. In una profondicà di 300 m. furono pescati: Astarte sulcata e cerebricostata, il caratteristico Siphonodentalium vitreum; fra le alghe'i nu- dibranchi: Cyamium minutum, Skenea planorbis ete.; poi segue la lista dei testacei raccolti nel Varanger fjord con aggiunta della distribuzione altime- trica. Il sig. Prof. Stossich Mich. continua a dare con le rispettive tavole, la sua *Elmintologia tergestina,; vi troviamo descritto Distomum Charaees Stoss. che appartiene al sottogenere Brachilaismus ed assomiglia al Dist. Mor- myri Stoss., poi Dist. Labri Stoss., Dist. Benedenti simile al viviparam ete. Il Prof. Stossich fa menzione poi di alcuni lavori del D" Moniez sopra pa- rassiti, cosî sul Schizogenes parasiticus n. g. n. sp., su alcuvi nuovi paras- siti di Da,lnia, e descrive poi anc:e Distomum pedicellatum Stoss. trovato in una Chrysophrys aurata, Agamonema Engrauliis Stoss., osservato nel- VEngraules encrassicholus e nell’Atosa Sardina ete. (Soc. adriat. di sc. nat. Trieste 1887). Il sig. Korotueff descrive due nuove Coelenteratee, un Polyparium ambu- lans e una Tabularia parasitica pescata nelle acque tra l’ isola Billiton e la Mendano ( isole Sunda). Nel Polyparium non si trovò traccia di or- gano sessuale; Eulers ritiene la sua origine che da una Actynia si sia per causa meccanica distaccato un pezzo e che questo abbia continuato a vi- vere come una perfetta Actynia; esso non vive in colonie etc. ete. La Ta-. bularia vive su una Gorgonia (Zeitschr. wiss. Zool. 1887. Nat. Rundsch. 1887). Il sig. Borcherding de Vegesack dà (Soc. di sc. nat. Liineburg 1887) i risultati delle sue escursioni fatti ad alcuni laghi e stagni della pianura bassa della Germania settentrionale; dà la lista dei molluschi raccolti (7ya- lina nitida, Lymnea ovata, Helix lumellata, Pisidium henslowianum, Arion empiricum ete. e anche dei pesci ( Lucioperca sandra, Abramis Brama, Leuciscus erythrophthalmus ete.). Il sig. Gaudry descrive lo scheletro di un orso fossile .della caverna di Garges, di statura più piccola del solito Ursus spel@us. Gaudry rimarca trovarsi nella detta caverna dei ciottoli del tutto diversi da quelli dei din- torni e perciò il gran periodo glaciale sarebbe di molto più autico che l’e- poca, nella quale visse 1 Ursus speleus (Compt. rend. 1887, Nar. Rundsch. Il Prof. Marsh dà nell’ Amer. Journ. of science (1887) un articolo sui resti fossili di mammali del Giura dell’ America e nominatamente degli strati dell’Atfantosaurus del Giura superiore nei Rocky Mountains in più di 200 individui di Leopteryx, Pleurodactylus, Ctenolodon, Docodon, Diplo- cynodon ete. Quanto ai mammali della formazione mesozoica, fra i quali un Eobatrachus agilis, Marsh., propone distinguerli in Pantoterit e in Al- lotherii; dai primi derivano senza dubbio gli attuali insettivori, i secondi, che comprendono A/lodon, Bolodon, Ctenalodon, Plagiaulax ed altri generi, non oltrepassano la formazione terziaria. Alle famiglie del Trias appar- tengono i Dromotheridi, i quali possono esser riuniti ai Pantotheriz, ed i . Microlestidi possono riunirsi agli Allothers. Il sig. Forsith Major dà nella seduta del 9 luglio della Soc. di se. nat. di Pisa notizia della fauna mamma!ogica delle isole di Kos e Samor, la quale egli riconosce identica a quella della Val d'Arno, anche in rapporto al giacimento (depositi marini litorali); furono trovati denti molari e fram- menti di mascelle di Mastodon arvernensis, di Elephas meridionalis, Equus Stenonis etc. Il sig. Huxley dà notizia di alcuni resti fossili del Ceratochelys schenu- riis dell'Australia, un rappresentante delle £mydee, della sottofamiglia delle Chelydre; e che presentemente vive solo nell'America settentrionale (Na- ture, aprile 1887, Naturw. Rundsch., 13 agosto 1887). Il sig. Spencer descrive (Acad. of sc. S. Louis IV, 1886) alcuni fossili del Niagara, cioè Grapholiti e Stromatoporidi del Siluro superiore con 9 tav. Unitamente alla descrizione dei Grapholiti Spencer vi dà anche la loro letteratura, distribuzione geologica, struttura, riproduzione etc. Il sig. Clerici dà la lista delle piante e dei molluschi fossili rinvenuti nel Travertino di Fiano Romano. Il rispettivo travertino è bianco, tenace, con cavità, le filliti sono di color giallognolo o rossastro. I molluschi tro- vansi in un travertino d’aspetto terroso, di color bianco sporco, con cavità a geodine di calcite. Le filliti sono quasi tutte rappresentate di specie ancor viventi in Italia (Acer campestris, Hedera helix , Mentha aquatica, Buxus sempervirens ete.). I molluschi trovansi pure ancor viventi in Italia (Stenogyra decollata, Clausilia laminata, Helix rotundata, Planorbis umbi- licatus (spatizzato) etc. Anche resti fossili di Cervus capreolus furono rin- venuti (R. Com. geolog. Roma, N. 3-4, 1887). Il Prof. Geinitz di Rostock nella sua “ Contribuzione alla geologia del Meklenburg , (Soc. degli amici di st. nat. Giistrow 1 tav. 1887) enumera e descrive alcuni insetti rinvenuti nella formazione del Jura, la qual fauna con numerosi steli di Equisetum addita ad un continente paludoso; fra questi insetti sono a menzionarsi: Mesoblattina Dobbertinensis Gein., Pte- rinoblattina megapolitana n. sp., Gein., simile alla Pt. intermedia, Diplu- roblattina Scudderi n. sp. Gein. molto assomigliante alla Nannoblattina Prestwichi etc. Il D" Diener descrive (Ist. geol. Vienna Verh. N. 13) alcuni cefalopodi delia creta di Gerusalemme, come Placenticeras Memoria Schlonbachi, Ho- ptites fissicostatus, Acanthoceras Lyelli, Ammonites Mantelli, etc. Il D' Richter dà alcune notizie sulla flora dell’ Austria inferiore, addi- tando nuove località per alcune specie rare, come pure osservazioni critiche su diverse specie e descrivendo alcune specie nuove, così: Viola Wett- steini, da porsi fra la Viola silvatica e la Riviniana; sul proposito del £- nunculus aconitifolius, Richter osserva che tutte le piaute state raccolte nel- l’Austria inferiore in luoghi arbustivi, nelle praterie per A. aconitifolius, non sono che A. platanifolius (Soe. bot. zool. 2 disp. 1887). Il sig. Stapf descrive (I. c., 3 Q. 1887) tre nuove specie di Iris colti- vate nell’i. r. Orto botanico di Vienna, così Zris benacensis Kern., IZ. Ko- chi, e I. trojana. Il D' Oster Meyer dà (I. c.) la lista delle piante dell’isola di Corfù , Zante, Cerigo, raccolte dal def. Spreitzenhofer ed aggiunge alcune osser- vazioni dell’Heldreich, come la Campanula tubulosa, la Salvia pomifera, la Ballota pseudodictamnus, trovarsi solamente all’isola di Creta e perciò ces- ser nuove per la flora della Grecia. Il D". Wettstein diede (1. c. seduta luglio) la descrizione di due piante nuove per la flora dell'Austria inferiore, così il Sedum micranthum , tro- vato sulle roccie serpentinose e che differisce dal S. album per le sue fo- glie (f. oblonga vel globoidea , obtusissima) e per la grandezza e pel co- lorito dei fiori; e poi la Myosotis variabilis — trovata sin ora solo nella Transsilvania. Il sig. Blocky descrive (Giorn. botan. Vienna N. 6, 1887) un Galium polonicum n. sp. della Galizia, affine al G. mollugo e al cristatum e che vive su terreno calcareo ; poi. (1. c. N. 8) la Rosa leopotiensis di Lem- berg, la quale si distingue dalla . frutetorum per aver il calice coperto di glandule rossastre. Il D" Blocky descrive anche: (Deutsche botan. Monatschr., red. dal Prof.. Leimbach di Arnstadt N. 3-4 1887), una Gagea glauca n. sp. della Gali- zia, che cresce insieme alla G. lutea, Sedum polonicum n. sp. atfine al S. maxcimum, e che si distingue da questo per esser quasi prostrato, con in- ternodi assai brevi; trovasi col Sempervirum globiferum, colla Stlene viscosa ed altre etc. Block poi osserva (I. c., N. 6) che gli esemplari del Ranun- culus Steveni raccolti in Germania, e principalmente quelli della Slesia e della Prussia occidentale appartengono tutti al £?. friesianus Jord., col quale è affine;—il vero Ran. Steveni non trovasi in Germania, così pure rimarca che l’Aconitum moldavicum dei monti Carpazj viene confuso coll’Ac. sep- tentrionale. Blocky descrive anche (I. c., N. 9) un ZZieracium polonicum n. sp. della Galizia, affine all’aurantiacum. Il sig. Vukotinovic descrive due nuove forme di Rose della Galizia, una f. setosissima Vuk. della A. hybrida Schl. e una f. salicifolia Vuk. della R. glauca e rettifica la descrizione della R. semisubra Rorb. et Vek., stata descritta per una A. Zagradiensis, dalla quale si distingue per la man- canza dell’odore resinoso, pei frutti più piccoli etc. (1. c., N. 9). It Prof. Sagorski descrive (I. c. N. 6) alcune specie di Audus della Turingia, così un £. pelzferus n. sp. che si avvicina di molto al gruppo dei Vestiti di Focke; £. nitens del gruppo delle Radul@ e molto affine al £. pallidus etc. Il sig. D' Woloszezok enumera (1. c. N. 8) alcune piante della Galizia. Di qualche interesse sono un Zieracium auriculaxxrivulare) il quale trovasi in mezzo a C. erisithales, rivulare, olevaceum) il quale ibrido è prodotto dalla fecon- dazione del C. Candolleanum e C. rivulare. + lay Be Il sig. Jankorjun nota l’Equisetum albo-marginatumdell’Kitaibet non es- sere una specie, nè una varietà, ma esser un sinonimo dell’ £9. ramosis- simum v. virgatum A. Br=Eq. pannonicum Kit, Eq. tenue Presl., E. varie- gatum Lange. (Botan. Cent. BI. N. 1, 1388). { sigg. Carron e Zwendelaar continuano a dare |’ enumerazione delle piante dei dintorni di Brusselles (Soc. r. Lin. Bruxelles disp. 5-6 de 1888). JI sig. De Vos dà (I. e.) la lista di alcune erbe con indicazione del ri- spettivo nome scientifico, così //erbe de beuf= Oxulis acetosella ; herbe de bouc=Chenopodium vulvaria, per il suo odor fetido quando la si frega colle mani; herbe de Madame Boivin==Asclepias carassavica in onore della signora Boivin, celebre ostetrica di Parigi al principio di questo secolo ; kherbe de feu=Ranunculus lingua, la quale pianta è vescicatoria etc. etc. Il D' Zacharias esaminè l’acqua del fiume Oder presso Francoforte e vi trovò numerose diatomee (Nitzseltia, Surinella, ete.), poi un Protococcus, Prolozoi (Arcella vulgaris) poi vermi ( Derylaimus stagnalis) , numerosi (Lotifer vulgaris, numerose Nedelommata vermicularis), poi Cyclops agilis, e C. brevicaudatus. Sull’acqua nuotarono numerosi corpuscoli, che si riconob- bero esser Stilobasti di Briozoi (Plumatella princeps, Cristatella muceda (Soc. di sc. nat, Francoforte all’Oder N. 10, 87). Il sig. Britzelmeyer dà (Soc. di sc. Nat. Augsburg 1887) la lista delle Hymenoplyles della Baviera meridionale. Il sig. Wahrlich descrive (Bot. Centralbl. N. 45, 1887) un Pythium (P. fecundum) raccolto nel fango di un piccolo ruscello del ghiacciajo Rodano in Svizzera; esso è afflne al /. gracile, e si distingue da quest’ultimo per la tonaca dell’ Oospora più sottile, per un maggior numero di Zoospore e e per una germogliazione più precoce delle Oospore. Il D' Millarakes pubblica: “contribuzione alla cognizione della vegeta- zione delle Alghe della Grecia, —Nella 1. dispensa (Atene 1887) troviamo descritte fra le (Cyanophycee, (Uscillaria colubrina , Oscillaria Sciathea n. sp., alcune £ivu/arie, Lyngbya ete.) e fra le Chlorophycee), Chlorophycee troviamo descritte Zalimeda luna, Acctabula mediterranea, Ulvo sporadica n. sp. affine alla U.lactuca, poi anche una alga, la quale sembra formare il passaggio della Cladophora alla Microdyction e che |’ autore denomina Micro. Schmitzii (Botan. Centr. BI. N. 42). Il signor Gobi descrive (Scopta bot. Herti Univ. Petrop. Raf. Naturw. Rundsch. N. 3, 1888) una nuova Alga microscopica della Finlandia, la Peroniella hyalotece n. sp., la quale vive nelle vagine gelatinose della Hyalotheca mucosa, questa alga è unocellulare, quasi del tutto rotonda, con un lungo stelo filiforme ete. EEMANN T ; Il sig Tomaschek descrive (giorn. botan. del Prof. de Bary N. 41 de 1887) una massa gelatinosa osservata sulla parete d’una serra calda a Briinn, formata di un Bacterium bacillare, che si potea prendere per un BacilMlus Megaterium. Nella detta massa si osservarono anche piccole colonie di Gloercapsa, identica alla G. fenestralis, o fusco lactea. Il sig. Vaillemin tratta (Journ. de 1 Anat. et de la physiol 1887 Nat. Rundsch. N. 4, 5) della Schistolega osmundaceà la quale ‘vive in fessure di roccie schistose e tramanda una luce di color verde oro. Il Ds Haller dà (Soc. di sc nat. Augsburg, 1887) la lista dei Muschi delle Alpi di Ostrach (Baviera) con indicazione della loro località, substrato geognostico, altezza sopra mare etc. Il sig. Miiller Carlo descrive (Flora Ratisbonna N. 26-27 de 1887) le spe- cie di Sphagnum dell'Australia, dell’ Africa, del Brasile , troviamo Spha- gqnum (Platysphagnum). Whiteleggei n. sp. simile e affine allo Sp. cym- bifolium, al quale è anche simile Sph. leionotum n. sp., poi Sph. (Coma- losphagnum) comosttin n. sp. affine allo Sp. subfecundum etc. Il sig. Miiller D" -J. (Arg.) continua (1. c.) a dare la descrizione dei L4- cheni dell’ Australia, fra questi : Helminthocarpon Lofkanum, che si avvi- cina alla Grapina hololeuca, Sarcographina cyclispora simile al Sarc. ce- sium etc. I signori Hegetschweilez e Stitzenberger fanno parola (1. e.) dei Licheni viventi sul Serpentino (Parmelia conspersa, Lecanora aurantiacea var. po- lycarpa e Lecanora occellata ete., poi di quelli sulla vite (ZLecan. serupo- losa, Hageni, Sambucio, Lecidea hyrcella ete. e poi di quelli che trovansi su giovani Platani (Parmelia fuliginosa, Physcia stellaris ete. Nel detto giornale botanico da Ratisbona troviamo la unotizia che il far- macista F. Karo di Varsavia fu impiegato nell’Ospedale militare di Irokutsch in Siberia e che egli è deciso di raccogliere le piante di quei dintorni e che i botanici vogliano rivolgersi a lui. Il sig. Direttore Stur dà la 2. parte della sua flora del carbone degli strati di Schatzlar (I. R. Ist. geolog. Vienna, Abh. XI, 2, 1887, 27 tav.). L’autore descrive lo sviluppo delle Calamarze, le quali trovansi di già nei terreni più antichi della terra (Devon di Canadà), nel Culm si presentano più numerose e in più forme , nel carbone trovansi al massimo del loro sviluppo, nel Trias trovansi di già sporadicamente sin che ai nostri giorni vediamo rappresentata la famiglia delle Calamarie negli Equiseti viventi, di poi l’autore descrive la foglia, i rami, il tronco e viene alla conclusio- ne, che le Calamarie ad onta di tanti cangiamenti, pure restano sempre Calamarie. Di poi segue la descrizione delle 24 specie, delle quali voglia- Si 0 La mo menzionare il Calamites Schultzii Stur con le specie di Asterophyllites e Sphenophyllum con spiga di Volkmania; Asteroplyllites polystachius con Bruckmannii; Annulina radiata con specie di Cingula etc. Il D" Wettstein. dimostra (Imp. Accad. di se. Vienna Anz. N. 1, 1888) che le piante fossili rinvenute nella breccia di Hétting (Daphne, Persea ete.) e delle quali ne parlarono Stur, Pencke, Palla, appartengono tutte al Rhododendron ponticum, e che al tempo della formazione della detta breccia esisteva una flora identica alla presente sui monti pontici. Il sig. Schamalhausen dà (Palasontograp. vol. 23 nel Naturforsch N.47 1887) notizia della scoperta di piante terziarie in una marna compatta, sopra uno strato di carbon fossile, nei dintorni della fortezza Tschengistai al piede dell’Altai. Questa florula, che consta di 36 specie di Acero, A- Liete, Pino, Betula, Frassino ete., rappresentati da foglie, semi e frutti, congiunge la flora terziaria colla or vivente. Tra esse trovasi la Sequoja Langsdorfi, la quale caratterizza la flora terziaria. Il Prof. Weiss nella sua memoria sulle Sigilarie del terreno carboni - fero della Prussia (R Istit. geolog. Berlino 1887 9 tav., I. R. Ist. geol. Verh. N. 14 de 1887) paria del gruppo delle Favularie, nel quale con- tansi 41 specie, ciascuna con 1-6 varietà; le Sigillarie si distinguono per numerosi caratteri: per solchi longitudinali e trasversali, per le cica- trici delle foglie , loro posizione, intagli ete. le quali forme vengono det- tagliatamente descritte e l’autore viene alla conclusione, “ formare tutte le Sigillarie una sola specie., Il Prof. Ettingshausen presentò alla Imp. Accad. di scienze di Vienna (Anz. sed. 18 ott.) una notizia su una impronta di pianta rinvenuta nell miniera di carbone di Leoben (Stiria) la quale è di molto somigliante alla Ceratozomea del Messico. Questa Cycadea di Leoben è di interesse in quanto che essa fu trovata nel Mioceno, formazione alla quale appartiene detta miniera di carbone, e essere assai rare le Cycadee nella forma ter ziaria. Egli darà la flora fossile di Lesben e in questa verrà descritta e figurata la pianta in parola. Il D" Sterzel descrive (Soc. di sc. nat. Chemnitz 1887, 2 tav.) un Psa- ronius del peso di 380 Kil. e n. 2, 25 metri in circonferenza che si con- serva nel Museo di detta città. Questo Psaronius= Ps. Weberi appartiene al gruppo dei Vaginati, ed ha qualche affinità col Ps. Putoni. Lo stesso dà anche notizie di un dente di Rhinoceros tichorrhinus trovato nei din- torni di Chemnitz. i Il sig. Seeland descrive (Carinthia Klagenfurt, novembre e anche I. R. Ist. geolog. Verh. N. 15, 1887) la Ulmanite trovata nella Carinthia nello sa og scisto micaceo unitamente a cristalli di Pirdte; dà i caratteri distintivi della Ulmanite della Sardegna , la quale però differisce da quella della Carir - tia sì nella cristallizzazione, come anche nella composizione chimica. Di questo minerale dànno una analisi chimica i signori Klein e Janasch (nel N. Jahrb. f. Min. 1887. sulle Verh. N. 16 dell’Ist. geolog. Vienna 1887), dalla quale analisi fatta su esemplari di Lòlling si riconosce esser questi ben assai poco differenti da quelli della Sardegna. Il Prof. Daubrèe fa parola del Metfeorife caduto nel mese di marzo 1884 a Djati Pengilon (Java) del peso di 166 Kilogr., e che assomiglia a certe roccie fedspatiche di grana fina. Questo Meteorite appartiene alla classe di Enseshum, Erxleben, alla quale appartiene anche il meteorite di Tjabel (caduto nel settembre 1869 (Compt. rendus e Naturw. Rundschau del D' Sklarck N. 43, 1887. — Daubrèe descrive poi anche (l. c., N. 2 de 1888) la caduta d’un meteorite osservata nell’agosto 1887 a Taborg (Gov. Perms; sono caduti due pezzi, l’uno del peso di 115 Kil., l’altro di 88 gr. La massa abbonda di Chondrite e di ferro, ed è assal friabile. Il relatore di detta notizia aggiunge che il giornale * la Nature , del 1 dic. 1887, porta la notizia d’un giornale russo, aversi trovati in un meteorite dei diamanti. Il sig. Fletscher descrive un ferro meteorico trovato nel 1884 presso Youndegin nell’Australia , il quale è di alte interesse per contenere esso dei cristalli cubici di Grafite, di colore nero griggio, di splendore metal- lico. (Min Mag. Londra Raf. nella Nat. Runsch. Ottobre 1887). Il D" Ruzzenenti lesse nell’Ateneo di Brescia (agosto 1887) “una Ipotesi sulla causa fisica del diluvio universale,. Esso ricorda, aver trovato il Me- «teorite, caduto anni fa a Affianello (Brescia) affatto azoico, del tutto man- cante di Entomoliti. Esso ricordò esser anche gli altipiani d’ Asia e delle due Americhe privi di fossili organici—paragonati Acrocori e Meteoriti — argomentando comune l’origine—R. conchiuse esser caduti questi e quelle dal cielo; credendo riconoscere nella mole degli Acrocori causa sufficiente a muovere l’asse terrestre dalla sua posizione primitiva a costituire e man- tenere la terra in un nuovo equilibrio—così parve al R. trovare nella caduta d’ un pseudoastro sulla terra la causa fisica del diluvio universale avendo le acque dell’ Oceano prima di stabilirsi in un nuovo livello, dovuto na- turalmente espandersi per tutta la superficie terrestre. Per ultimo R. esamina le espressioni della Bibbia. Egli ritiene che le acque riversate dal pseudo astro sulla terra e che produssero il diluvio, abbiano formato i ghiacciai del periodo glaciale, che le Alpi siano contemporanee al diluvio, che secondo Ampére, al diluvio abbiasi ad attribuire l’inalzamento dell’Himalaja e delle Ande etc. SR. SRO O. Rivista Bibliografica A. Cosra— Miscellanca entomologica. Memoria prima—Atti della R. Accad. di Scienze fis. e mat. in Napoli--Vol. I, ser. 2°, N. 10, 1888. Il valente ed instancabile entomologo Prof. A. Costa dell’ Università di Napoli, ha recentemente pubblicato un altro lavoro dal titolo: “ Miscella- nea entomologica ,. In questa pubblicazione |’ autore descrive diversi in- setti pria d’ora non conosciuti, la maggior parte dei quali son frutto delle sue recentissime cacce fatte in Sicilia. Egli così ci fa conoscere Stizus villosus, Harpactes transiens, Agathis imperialis, Mutilla bison, come pure Crypturus siculus, per il quale Kriechbaumer dubita trattarsi di un nuovo genere; descrive poi un nuovo genere Euceribanchus per un Ichneumoni- dae molto prossimo al genere Banchus dal quale differisce essenzialmente per le antenne proporzionalmente corte e robuste e per una diversa di- sposizione delle ali anteriori; a questa nuova forma d’ insetto egli ha im- posto il nome specifico di maculipennis. Tutti questi insetti sono stati da lui catturati in Sicilia; ma oltre a questi ne descrive altri, così un Ptero- chilus meridionalis da lui catturato in Provincia di Lecce sulle montagne di Cava de’ Terreni, indi Megastylus multicolor raccolto nei boschi di Val- lombrosa in Toscana, quindi descrive una farfalla, Crambus italellus , tro- vata negli Abruzzi, e finalmente ci fa conoscere i due sessi di un Emit- tero raccolto pure negli Abruzzi sui monti della Majella, ascrivendolo al genere Systellonotus e chiamandolo venustissimus con nome specifico. A questo lavoro va compresa una tavola colorata, nella quale sono be- nissimo figurate tutte le specie descritte. Nelle poche parole che precedono il lavoro, l’ egregio autore spiega lo scopo pel quale ha intitolato Miscellanea entomologica la sua pubblica- zione, accenna all'importanza della Fauna siciliana e costata l’esistenza in Sicilia delle due belle specie di Cryptus scoperte in Sardegna, il carnifex ed il leucozonatus. Di x —_—-rrcrEer-,------E-EEgK**r*-==++} EnRrIco Ragusa, Dirett. resp. Renn BisLIoGRAFICI Il D" Lorenz parlò (Soc. zool. botan. Vienna , sed. febbraio 1888) sul Potamogale velox del Congo, un rimarcabile insettivoro, affine al Myogale mocchaa della Russia; e poi fece menzione del Cinclus aquaticus di Pla- nina e del Picus Lilfordi della Bosnia, ma osservato anche a Spalato, af- fine al P. lexconotus, ambedue ritenuti dal Reisner per due varietà locali d’una stessa specie. Il D" Schier dà (Soc. ornit. Vienna N. 1, 1888) la lista dei Laridei os- servati in Boemia. Fra questi troviamo notate come rarità: Larus glau- cus, L. marinus, Lestris pomarius, Hydrolechidos hybrida ete. In Boemia nidificano anche: Sterna Auviatilis, Larus ridibundus. Il sig. Chernel dà (I. c.) la nota degli uccelli di passaggio nell’inverno 1887-88 per l'Ungheria, così H7ypotriorchis sesalon (numeroso in autunno), Ardea Agretta (di rado). Totanus fuscus (in ottobre) Tadorna cornuta (os- servata per la prima volta) etc. Il sig. Tschusi de Schmidhoffen conta (l.c.) fra gli uccelli osservati nel Salisburghese nello scorso anno 1887 i Falco peregrinus e Galinago gal- linula ambedue in un solo esemplare; per la prima volta furono. veduti : Archibuteo lagopus, Emberyza miliaria, Parus borealis v. alpestris, il quale ultimo è sui monti il rappresentante del P. palustris. Il sig. Tschusi deserive anche (1. c. N. 2) la Sula variegata Gray e la ritiene identica alla S. piscator — Bonaparte la ritiene identica alla S. cyanops; l’autore il quale dà questa notizia ritiene la cyanops identica alla SSR pie personata, e Lesson finalmente l’ha descritta per una Dactylatra. I gio- vani di questa specie assomigliano alla S. variegata = Dactylabra. Questa Sula trovasi nell’Australia, Nuova Zelanda ete.—Tschusi dà poi anche (l. c. N. 4-5) la nota di alcune forme nuove per la fauna della monarchia au- siro-ungarica , così un Mwvus aegyptiacus nell’ Ungheria, Picus leuco- notus v. Lilfordi nella Bosnia, Dalmazia, un Nucifraga caryocatacte pa- chynrhyncus e un N. car. leptorhynchus nei detti due paesi , Pelecanus Sharpiî nell’ Ungheria, Ardea bubulus nella Slavonia, nuova per l’Euro- pa, Badytes melanocephalus, nella Dalmazia, Turdus Swainsoni, unico esem- plare dell'Austria, e che trovasi nel museo di Rovereto ete. Il prof. Kolombatovie dà (I. c. N. 3) alcune osservazioni fatte lo scorso anno 1887 a Spalato, così ha osservato la mancanza del Regulus ed es- sere state rare tutte le specie del 7rdus; in primavera essere apparsa la Cyanecula leucocyanea e tutte le altre specie appena 20 giorni più tardi; rare essere state la Sterna e il Hydrochelidon , il 1° Nov. arrivarono il Turdus torquatus, la Loxia curvirostris ; il 20 nov. la Zadorna co: uuta, la Alauda calandra, anche il Philerenus alpestris, non ancor veduto in queste parti. Il sig. Bauer descrive (I. c.) il Falco sacer Schl. =/anarius Pall. 0s- servato per la prima volta in Stiria, il quale differisce dal pereger e dal laniarius, coi quali è facile a confondersi, per le sue unghie ottuse ete. Il signor Eder dà (I. c. N. 2, la lista degli uccelli osservati lo scorso anno a Neustadt in Boemia, così fra i molti: Pernis apivorus, Surnia ri- soria (raro). Astur palumbarius, Caprimulgus europeus, Chrysometris spi- nus, alcuni individui con gola nera, altri senza questa, quest’ ultima egli la ritiene per una specie constante locale. Il sig. Talsky dà (I. e. N. 4) la nota degli uccelli presi nella Stiria e conservati nel Johanneum di Graz, così un MWovus regalis, Microps apia- ster, Syraptes paradoxus, Garrulus glandiarius e molti altri; anche un Pas- ser domesticus quasi nero ed un altro del tutto bianco. Il Bar. Washington descrive (Ann. Mus. imp. Vienna 1888 disp. 1) il Pelecanus Sharpii nuovo per la fauna della monarchia austro-ungarica, uc- ciso presso Orsova vecchio, e vi dà poi anche i caratteri distintivi del Pel. onocrotalus, Sharpii e minor. i Il sig. Keller dà dei ragguagli sul Gypacetos barbatus L., il quale ora è a considerarsi come estinto nella Carintia, così come lo è di già lo stam- becco delle alpi della Carintia e anche la Marmota (Mus. di st. nat. Kla- genfurt XVII) Keller tratta anche (1. c. XIX) sul passaggio degli uccelli nella Carintia e sulle cause agenti d’esso. CANOA Il sig. Clodius fa parola (Soc. degli amici di st. nat. Giistrow I. 1888) de'la collezione del fotografo sig. Steenbock di Rostock che contiene 188 specie di uccelli uccisi tutti nel Mecklenburg; di qualche interesse sono Cerchneis cenchris , il primo individuo osservato nel Mecklenburg, Buteo vulgaris; del quale non solo i vecchi hanno un colore bianco, ma ben anco di già i giovani, Cinclus aquaticus , il suo nido fu trovato per la prima volta nel Mecklenburg, Merula vulgaris con callottola e nuca bianca e con penne bianche alla gola, Motacilla alba fem. con gola nera come nel ma- schio, ete. etc. Il sig. P. Hanf dà (Soc. di sc. nat. Graz 1888) delle osservazioni sulla propagazione dalla Linaria rufescens, della Ohrysomitris spinus e del Lo- xius curvirostris e poi dà la lista degli uccelli di passaggio nel 1887 nei dintorni del Furtteich in Stiria, ove trovansi dei boschi di Panus e di La- rix, nei quali si raccolgono molti d’essi, così nel gennaio la Tadorna mu- raria, nel febbrajo l'Alauda arvensis (durante gran bufera di neve; nel marzo Turdus musicus, Cyanecula leucocyanea, Vanellus cristatus ete. nel- l’aprile fra i molti un Endromias molinella con nido; nel maggio Lanius rufus (raro, Ardea cinerea (si fa sempre più rara), Mergus serrator etc.; nel settembre /7ydrochelidon nigra in abito giovanile, Podiceps cornutus in abito d'inverno, Galinago gatlinula ete.; nell'ottobre Anthus aquaticus in grandi branchi, Scolopax rusticula, il passaggio del quale si va sempre diminuendo. Colymbus septemtrionalis in abito giovanile ete.; in ottobre Anas fuligula, boschas, clangula, hallus acquaticus (al detto lago, nel no- vembre Otus silvestris, Pudiceps cornutus in abito d’inverno, etc. Il sig. Soldati descrive (Soc. degli amici di st. nat. Giistrow, 47, II, 1888) un Turdus pilaris con rostro anormale. La mascella inferiore era normale, al davanti però un po’ inclinata all’insù; la mascella superiore all’incontro era lunga 0,015 (invece di 0,012) e sporgeva la masce'la inferiore di 0,006 (invece di 0,002, le narici erano distanti dalla estremità della mascella inferiore di 0,05, (in stato normale 0,07). Il Prof. Mojsisovies dà (I. c.) ragguagli sulla distribuzione geografica dei serpenti della regione palearctica occidentale j i quali sono rappresentati in 13 famiglie. Il Tropidonotus natrix nella Monarchia austro-ungherese ha una lunghezza di 144 centim. (in Sicilia di 158), sulle alpi trovasi la f. concilor, presa da molti per la forma nera del /’eltas berus, la Zamenis gemonensis v. carbonarius si estende dal Tirolo sino in Sicilia da una parte e dall’altra in Dalmazia, la varietà viridiflavus vive anche in Italia; il Coluber Aesculapii dei dintorni di Vienna fu confusa dal Freyer col C. I ataliio To PR i isabellinus ; in Germania la si crede introdotta dai Romani perchè la si trova solo nelle antiche colonie romane. Il D' Haase tratta degli Anfibj della Sassonia (Soc. di sc. nat. Isis, Dres- da 1888) e vi dà anche dei dati biologici. Troviamo menzionati: Tritoa cristatus , col Tr. ictericus (aberrazione di colore), teniatus ed alpestris, Pelobates fuscus, Bombinator igneus. Hyla viridis, Rana viridis, esculenta, temporaria distinta in 3 forme: plathyrhina (fusca), ocxyrhina(arcalis) ete. e finalmente specie di Bufo—vulgaris, vareabilis e calamita; ingiustamente perseguitati, facili ad addomesticarsi e assai utili nei giardini, campi ete. Il prof. Bottger nei suoi “ materiali per la fauna erpetologica della Chi- na II, dà la lista descrittiva dei rettili e dei Batrachi, raccolti da Mollen- dorf e da Htorz e conservati nel Museo Senckenbergiano di Francoforte a M. e poi 2. la enumerazione dei detti animali raccolti sino al presente. Nella prima lista troviamo descritto il tanto raro Ulops Davisoni, il quale ha il suo posto piuttosto vicino al Nymphophidium, di quello che nei Lycontetidi., poi un Jocalus granulatus n. sp., il quale si distingue dal Joe. oxyrrhynchus e dal leucorinus per la sua granulazione sulla superfi- cie superiore, e poi segue la descrizione anche del Tyopidophorus sinicus Bottg.; del Cynophis Mollendorfi Bott. e di altre (Soc. di sc. nat. Offen- bach al M. 1888, 2 rav.). Il D' Notthaft di Francoforte al M. (Koselstrasse 63) ha rivolto alla Soc. di sc. nat. di Briinn. la preghiera di volergli dare a!cuni ragguagli sulla Vipera berus, se cioè nei dintorni di detta città si trovino serpenti velenosi; se detta Vipera vive sul piano o su alture, se su terreno creta- ceo, granitico od altro, di qual colorito sia, se sia del tuito nera ete. {Le dimande del sig. Notthaft si trovano tutte specificate nelle Verhandlungen ‘della detta società di Briinn. (1887). Il sig. Jarochensky da (Soc. dei Nat. Kharkow 1888, russo) una enu- merazione delle Chrysidee dei dintorui di Kharkow e poi anche un pro- spetto della fauna delle mosche. Il prof. Glaser trovò ben spesso sulla Ocnothera tarazifolia alba S. (0e. acaulis vera hort) nel parco di Manheim di mattina a buon’ora fissati sui fiori come dormienti dei Lepidotteri, ora la Sphinz Elpenor, ora la Sph. Euphorbie del tutto internata nel fiore, ora la Sph. Ligustri, è anche una Deilephila porcellus, così che questi con tutta facilità si potevano prendere colle dita. Piantando in un giardino detta o altra Oenothera si avrebbe facil modo per raccogliere dei Lepidotteri (Naturfreund-Hernals Vienna, aprile 1888). Il D' Seidlitz nelle sue tabelle determinative dei Dytiscidi e dei Gyri- sersa i nidi d'Furopa, dà prima la rispettiva letteratura, poi la descrizione sinte- tica dei generi e delle specie, poi segue un prospetto sistematico delle spe- cie e finalmente la diagnosi delle specie nuove, fra le quali notiamo /7a- liplus furcatus dell'Austria, Germania, assai simile al fulvicollis, Cnemido- tus conîfer della Sicilia, Agabus (Gaurodytes) Solieriù var. Kiesewetterii del Piemonte, Orcetochylus Reitteri della Sicilia, Graphoderes cinerens var. Bertolinti del Tirolo e molte altre (Soc. bot. zool. Vienna 1888). Il prof. Heller dà ragguagli sullo sviluppo postembrionale del Derme- stes peruvianus, —le rispettive osservazioni furono fatte su un individuo vivo introdotto dalla Bolivia (1. c.). Il sig. Kleffer descrive (I. c. Abh. I, 1888) alcune nuove specie di Ce- cidonomya, così C. salicarie, C. Thymi, nelle galle del quale furono trovati dei parassiti appartenenti ai generi Torymus, Pteromalus e Tetrastichus, O. taracaci coi caratteri distintivi di questo, del /7ieracit e del Sonchi etc. tutti della Lorena. Il signor Megnin dà (Compt. rend. Parigi, Nov. 1887) i risultati delle sue osservazioni sugli insetti, i quali contribuiscono alla distruzione del corpo umano sepellito. Questi insetti sono: Callyphora vomitoria, Curtone- vra stabulans, Phora aterrima e una Antromyio, poi il Rhizophagus para- lelicolle, un Achoraces armatus e una Templetonia nitida. Le larve della detta Callyphora e Curtonevra cominciano la loro attività appena sepoito l'individuo; e già dopo due anni vi succedono le larve dell’Anthomyia e a que- ste succedono le larve della Phora; il Ahizogaphus :rovasi sui cadaveri anche in stato di larva. La Callyphora e la Curtonevra dopongono le loro uova già prima della sepoltura nelle narici e nella bocca del morto. la Phora e il Rhizophagus le depongono al di sopra del sepolcro, ma le larve at- tratte dalle esalazioni si portano al basso, e sì introducono nel feretro per le fessure e spaccature. L insetto perfetto del su citato &hizophagus è una rarità entomologica, perchè lo si trova solamente nei cimiteri. Il D" Kriechbaumer descrive (An. Mus. imp. di st. nat. Vienna disp. 1, 1888) alcuni Iehmeonidi di questo Museo, fra i quali le seguenti nuove specie: /chmeumon corsus della Corsica, affine al Zchm. mol rius quanto alla forma del corpo e al computatorius quanto al colorito — Lchm. Manni affine al similatorius, Pithotomus rufiventris n. g. n. sp., atfine ai generi Anisobas e Neotypus e ricorda del tutto alla forma dell’ Ambyotelis subse- ricans e dell’Ambl. unilineatus. Il sig. Kohl descrive (Soc. zool. bot. Vienna 21 Abh. I, 1888 2 tav.) gli Imenotteri del Museo imp. di storia naturale a Vienna, fra i quali Cra- bro (Solenius) Sclettereri n. sp. di Bolzano, una Cerceris Eugenia, della iii Dalmazia, un Pomp@us castor di Innsbruck e molti altri della Persia, del Messico, del Caucaso ete. Il sig. Hoffer dà nella sua contribuzione alla fauna degli Imenotteri della Stiria una completa lista degli Mymenoptera aculeata con molte proprie osservazioni. Descrive il Bombus mastrucatus colla varietà funebris; abdo- me del tutto nero, poi il B. alpinus (assai raro), il B. agrorum e suo me- lanismo e flavismo, B. terrestris, che assomiglia al B. viduus della Sibe- ria, il quale ha il suo colore probabilmente in causa del clima , e perciò piuttosto specie locale; descrive il nido dell’ Osmia bicornis in una Helix pomatia, e in una nemoralis ete. (Soc. di sc. nat. Graz 1888). Il sig. Ivanow dà (Soc. dei Nat. Kharkow 1888 in lingua russa) la li- sta degli Ortotteri dei dintorni di Kopiansk con tavole sinottiche per la determinazione delle famiglie, dei generi e delle specie. Il sig. Will parla sullo sviluppo embrionale degli Afidi vivipari (Soc. degli amici di st. nat. Giistrow, auno 41, II, 1888) cioè sulla formazione dell'uovo, sulla gastrulazione non ancora osservata negli insetti, sulla si- metria bilaterale, del Mesoderma, degli organi sessuali etc. Il D" Low Fr. dà una enumerazione dei Psyllid; della monarchia au- stro-ungherese, della Bosnia e della Erzegovina. Sono 117 specie, cioè 2 sp. della sub-famiglia: Livuna, 21 della tribù Aphalararia, 50 della Psyl- laria e 44 della Triozaria, e ì rispettivi generi trovansi pure nella regione palearctica. Dopo datane la lista sistematica delle specie, e poi quella delle piante delle quali i detti Psi//d2 si nutrono—trovasi la descrizione di al- cune specie nuove, così: Psylla colorata (Gorizia), Trioza saxifraga (Sti- ria), Trioza Thomasti (Tirolo) e pure la descrizione della larva della Tr. acutipennis (Soc. zool. bot. Vienna Abh. I, 1888). Il sig. Harrach parla (Die Natur. Halle N. 17, 1888) sugli insetti, i quali vivono nei laghi salini presso Ober Réblingen. Sulle piante: Aster tripolium, Scirpus maritimus, Plantago maritima, Triglochin maritimum, Sa- licornia herbacea e nei fossi d’ acqua salmastra trovansi : Pogonus larici- pennis, Tachys scutellaris, Dichirotrichus pubescens, poi: Berosus spinosus Ochthebius marinus, Phylhydrus maritimus, Hydroporus elegans, Stenus melanopus, Malachius spinosus, Lixus bardani e molti altri. Il D" Latzel dà la enumerazione sistematica dei Mirzapodi della Bosnia e della Erzegovina colle descrizioni del Lythobius spiniger n. sp. e d'un Iulus podabrus v. bosniensis. (Soc. zool. bot. Vienna. Abh. I, 1888). Il sig. Horn descrive (Soc. dei Nat. Giistrow I, 1888, 2 tav.) le galle ed i parassiti del Phleum Bohmeri; esso osserva che le valvule delle spi- ghe infestate, le quali si presentano per 2-3 volte più ingrossate, vennero Sg ritenute per lo passato quale “ forma vivipara,. Questi parassiti appar- tengono al Tylenchus Phlei. Il signor Clessin nella 3* disp. della sua “ fauna della monarchia au- stro-ungarica e della Svizzera ( Norimberga 1888 ) continua a descrivere le Clausilie colle solite sue osservazioni istruttive e critiche e colle ri- spettive figure. Vi sono alcune specie che trovansi anche nel Friuli come fra le altre: Clausilta laminata v. triloba , CI. fimbriata ; Clausiliastra- grossa, Cl. ungulata la quale forma bensì il passaggio alla C7. commutata, ma pure non è a congiungersi a questa come credono Boettger e Wester- lund, ma bensì ad esser specie propria, Pirastoma piicatula var. major ed altre, poi descrive Clessin la Clausiliastra comensis, la quale dall’Italia set- tentrionale si estende per la via dell’ Adi e nel Tirolo, la Delmina itala la quale è assai variabile e una varietà è la daldensis del Monte Baldo, la Delm. Balsami, f£.; tipica della Val Brembana etc. Parlando della Ple- rostoma dubio v. Runensis. Clessin osserva vivere essa sullo Schlern in Tirolo a 2560 m. S. M., e trovarsi la Strigilaria transsylvanica nella re- gione dell’Alopion sui più alti monti della Transsylvania etc. Devesi ben anche far menzione della grandiosa collezione di conchiglie della def. signora Macaré, nata Optijd, la quale per 60 anni rivolse ogni cura e studio per arricchire quanto possibile questa collezione , la quale conta più di 4800 specie determinate e più centinaia non determinate, per la maggior parte delle Indie, della China e di altre parti d’ oltre mare. Presso ciascun esemplare trovasi indicato il nome scientifico, la provenienza e l’opera la quale venne consultata per la determinazione. Fra le specie più rare troviamo: Fellina Sowerby, Bulimus helicoides, Rotella gigantea, Pyrula Steboldii, Ranella porca, Murex Nuttalliù, Mitra glabra, Margi- nella Goodalli, Cyprea aurora, Conus concolor e moltissime altre. Alla si- gnora Macaré furono dedicate: una Cyclostoma Macarda e un Conus Ma- carae. La vendita pubblica di questa collezione comincierà il venturo a- gosto a Utrecht. In proposito della Helerakes maculosa descritta dal Prof. Mich. Stossich nella sua monografia “ sul genere Heterakes , (Soc. hist. nat. croat. 1888) abbiamo ad aggiungervi alcune parole che troviamo negli scritti della So- cietà ornitologica di Vienna (N. 2). Questo Hematode trovasi in straordi- nario numero (500 ind.) in una sola colomba e porta grandi disturbi nella digestione e perfino la morte. Oltre ciò se non vi si porta rimedj a tempo può infestare un colombajo intiero. Le uova di questo parassita, lunghe 0,09 mm., larghe 0,005 vengono espulse fino a 12000, unitamente agli e- scrementi in un giorno da una colomba. si 00 Il sig. Kiister parlò nell’Accademia francese di scienze (Seduta 20 feb- braro 1888) di due Eufozoiî scoperti nel Solen siliqua, cioè una Planaria ed un Echinobothrium. i Il sig. Wissotski descrive (Soc. dei Nat. di Kharkow 1888, russo) i Ma- stigofori ed i Rhizopodi dei laghi salini di Weissovo e Repuoie (Kharkow) vi sono alcuni generi e specie nuove come l’Ochromonas triangulata e bi- ciliata e la Fedinella hexicostata fra i Mastigofori. Il D" Marenzeller descrive (Ann. del Mus. imp. di Vienna 1888, disp. 12) alcuni Turbinoliidi del Giappone; così: Coriophyllia japonica n. sp. fissata su uno Stylaster palcher, Heterocyathus (Stefanoseris) faponicus fisso su una Pleurotoma albocarinata, Stephanotrochus spiniger n. sp. e Cyathoceras ru- bescens Mosl. Il sig. Braunn dà (Soc. degli amici di st. nat. Giistrow I, 1888) un pro- spetto della fauna del golfo di Wismar, il quale ha una profondità sino a 18 m., con fondo sabbionoso, il quale alla sua superficie ha una tempera- tura di 21.0° e. con 1.74 0j0 di sale, ad una profondità di 7 1[2 m. la temperatura è di 20.2°, e il contenuto di sale di 1.62 0jo. In questo golfo raccolse il sig. Braun |’ Amorphina panicea, attaccata al Mytilus edulis e su alghe, Medusa aurita, Sagitta germanica, Spio seticornis ritirata in pic- coli tubetri di grani di sabbia, Valkeria cuscuta, Melita palmata in società col Microdentopus gryl9otalpa, e molti altri; fa poi menzione d’un Gobius niger, il quale sotto l’ operculo della branchea sinistra aveva un Zoarces viviparus, Ja di cui testa sporgeva dalla bocca del Gobius. Il Prof. Willkomm in occasione della sua installazione a Rettore della I. R. Università di Praga, tenne un discorso (1) nel quale dimostrò formare il regno vegetabile ed il regno animale un tutto armonico, un mondo di organismi, i quali si sviluppano, si propagano e cessano e il primo prin- cipio dei quali ed il loro estremo consiste in una semplice cellula proto- plasmatica. Lo stesso dimostra che non solo “ animalia crescunt vivunt et sentiunt, ma che anche “ vegetalia cresciunt, vivunt et sentiunt, poichè sono dettate d’una irritabilità analoga, se non identica alla sensibilità degli animali. Quanto alla locomozione, anche questa trovasi nelle piante istessamente come negli animali, e l’ autore fa menzione delle Diatomee, dei Batterii, della Phylptohora infestans ete. Willkomm parla poi anche del regno dei Proteisti, nel quale vivono degli organismi, i quali non si sa se siano a- (1) Uber die Grenzen des Pflanzen und Thierreichs und den Ursprung des or- ganischen Lebens auf der Erde. Von Dr. ph. M. Willkomm Prag. 1888. BEL 1; ARP nimali o piante come certi Protozoî (Amocbidi , Gregarine e Myxomiceti). Quanto alla origine della vita organica W. rimarca esser questa ancor un enigma che non si scioglierà maz/ Esso fa menzione del Bathybius Hokeli, ma finisce col dire: “ esservi stata una forza che deve sussistere ancora, eterna e infinita, la quale creò non solo la materia, ma anche le forze naturali e le leggi eternamente invariabili , (1). Il D" Rédler presenta alla Imp. Accademia di scienze di Vienna (sed. maggio 1888) una nota su di un frammento di cranio di un Sivatheride di Maragha in Persia, il quale è a classificare nei Camelopardi in vicinanza al Hydaspitherium, e al quale Rodler dà il nome generico di Urmiathe- rIUM. Il signor Weithofer A. descrive (Annali del Museo imp. di stor. natur., Vienna, 1888, disp. 1) un nuovo Dicynodon simocephalus, un rappresen- tante del gruppo degli Amonodonti. Esso è un cranio, ma male conservato. Esso si avvicina nella sua conformazione al Dicyn. Ceoniceps e pardiceps Owen. Withofer dà anche dei ragguagli sui resti fossili dell’Equus asinus, i quali furono trovati nella caverna Pytinajama presso Gabrowitza (Litora- le), unitamente ai resti di Gulo borealis, Felix spelaea, Mus rattus etc. Il sig. Gaudry in una seduta dell’Accademia francese di scienze (Rev. scient. Parigi 11 febbr. 1888) parlò su di un rettile trovato negli scisti permiani di Autun.—Questo fossile, Actinodon £Yossardi, assomiglia ad al- tri rettili di diverse località, così all’ Archegosaurus della Prussia, al Che- lydosaurus della Sassonia e della Russia, al Platyops della Russia. Esso rettile visse col Gonduranosaurus delle Indie, col Trimerachis e coll’ Er- tops del Texas. — Gaudry comunicò poi una nota dei signori Deperat e Donezas (I. c. 7 genn.), su una testuggine del plioceno mediano di Perpi- gnono, la quale supera in grandezza tutte le viventi e tutte le di già e- stinto—essa ha una lunghezza di 1,20 m., un diametro trasversale di 1 m. e una circonferenza di di 3,83 m. Questa testuggine, Testudo perpiniana ha molta affinità colla 7. inepta e colla 7. triserrata. (1) Fra lc diverse opere che trattano di questo argomento vogliamo citare la memoria del Prof. Manganotti, sulla « analogia di struttura e funzione fra gli a- nimali e le piante » (Atti della R. Accad. Virgil. Mantova 1871). L’ autore parla della Vaucheria, le spore della quale al tempo della fruttificazione sì aggirano nell’acqua con un moto di rotazione, come gli Infusorii; poi della Chara, dai di cui Anteridii, aprendosi sortono dei filamenti i quali si muovono sopra le acque co- me i Zoospermi. Manganotti parla poi della struttura della respirazione e fun- zione simile a quella degli animali. Cato Il sig. Kiinstler descrisse nella seduta del mese di marzo della or detta Accademia (1. c., marzo 1888) un nuovo foraminifero del bacino di Arra- chon, distinto per la sua struttura, pel suo sviluppo, per le sue affinità zoologiche. Nello stato normale adulto esso ha la forma di un guscio brunastro ovoideo, lungo 1-2 millim., monassica etc. Il prof. Makewsky descrivendo le acque saline di Luhatschowitz in Moravia (Soc. di sc. nat. Briinn. 1887) fa parola di due foraminiferi tro- vati nelle argille saline, cioè un Haplophragmium aff. globigeriforme ed un Trochanium placentula n. sp. Il sig. Gsuner dà ( Soc. dei Nat. Kharkow, 1888 russo ) enumerazione delle piante che crescono spontanee nei dintorni di Woronesch con dia- gnosi latina; troviamo notate: Veronica simplex, Cardamine pratensis v. a- quatica. Il D' Sauter descrive nel giornale botanico di Vienna (N. 4) due nuove forme di Potentilla dei dintorni di Bolzano—una P. porphyracea, che vive unitamente alla Bolzanensis Zim. e che è affine alla P. alpicola e alla silesiaca, e poi una P. Bolzanensiformis che vive in società alle due su citate e alla argentea e che sembra esser un bastardo della P. bolzanen- sis e della argentea=P. supra bolzanensis>