IL RISORGIMENTO

DELL' ANTICHITÀ CLASSICA

, GIORGIO VOIGT

IL RISORGIMENTO

DELL' ANTICHITÀ CLASSICA

OVVERO

: «

IL PBDIO SECOLO DELL' UMANESIMO

t- 3)W Wi ertale

GIUNTE E CORKEZIONI

CON GLI INDICI BIBLIOGRAFICO E ANALITICO

PER CURA

li

GIUSEPPE ZIPPEL

IN FIEENZE

G. C. SANSONI, EDITORE 1897

K20587 pi/

PROPRIETÀ LETTERARIA

Firenze Tip. G. Carnesecchi e Figli.

AVVERTENZA

Or sono quattr anni, usciva a Berlino presso 1' editore Reimer la 3a ecliz. tedesca del Risorgimento dell'antichità classica di Giorgio Voigt; alla quale aveva atteso l' autore stesso e, morto lui, un suo discepolo, il d.r Max Lehnerdt, che v' introdusse con molta diligenza e dottrina le modi- ficazioni suggerite dai nuovi risultati della erudizione e della critica nel campo dell' umanesimo. Arrecare all' edi- zione italiana di quest' opera i miglioramenti dell' ultima tedesca, l accrescendoli finché ci fosse possibile, e aggiun- gendovi il contributo degli studi più recenti, ecco lo scopo del presente volumetto, eh' è un' appendice alla traduzione pubblicata nel 1890 dal professore Diego Valbusa. Le no- stre cure furono specialmente rivolte a completare o cor- reggere le notizie su la vita e le opere degli uomini, che nel libro del Voigt compaiono, per dir cosi, come attori in quel grandioso rinnuovamento della civiltà: dei perso- naggi e dei fatti che vi hanno parte indiretta gli studiosi potranno trovare altrove più compiuta notizia. Per quelle

1 Rendiamo pubbliche grazie al d.r Lehnerdt, il quale gentilmente ac- consenti che ci valessimo dell'opera sua. Poiché le giunte e le correzioni ricavate dalla 3a ediz. tedesca vennero qui per la maggior parte modificate o accresciute, non fu possibile segnalarle tutte le volte: sono però distinte con l'indicazione Voigt-Lehnerdt, ogniqualvolta recano notizie o giudizi originali. Qualche aggiunta bibliografica ci fu suggerita anche dalla tradu- zione francese, che il sig. M. A. Le Monnier pubblicò, della Ia parte del voi. del Voigt (Paris, H. Welter, 1894).

Vi AVVERTENZA

parti dell'opera che oggi richiederebbero una più ampia, oppure diversa trattazione, ci limitammo ad accennare agli - ritti che si propongono di rimediare a quei difetti e a quelle lacune. Di fonti inediti facemmo uso assai raramente, <olo per correggere, non per aggiungere notizie. Quando in uno scritto trovasi l'esatta indicazione di lavori pre- cedenti sullo stesso argomento, abbiamo ommesso la cita- zione di quest' ultimi. Queste le norme che ci siamo proposti di seguire, nel compilare le Giunte e Correzioni,

Fanno seguito gli Indici bibliografico e analitico del- l'intiera opera. Il primo è riprodotto, con le aggiunte op- portune, dall'edizione tedesca; quanto al secondo, indi- spensabile allo studioso che voglia trarre dal libro del Voigt tutto il rjrofìtto ch'esso può offrire, noi cercammo di renderlo quanto ci era possibile particolareggiato e com- pleto, affinché l'uso ne riuscisse spedito e sicuro. La ma- teria delle Giunte e Correzioni vi è contenuta solo in quanto comprende nomi o fatti nuovi, che non si troverebbero agevolmente con l'aiuto dei richiami alle pagine corrispon- denti dell'edizione Yalbusa: procurammo, insomma, che V Indice servisse, per tale riguardo, di complemento alla prima parte del jDresente volume. Le citazioni meno im- portanti sono fatte con la semplice indicazione del numero della pagina, chiuso fra due punti e virgola. Non man- cheranno certamente le lacune e le mende, qui come nelle Giunte e Correzioni : in lavori di simile natura esse pos- sono ben dirsi inevitabili. Se sono in numero troppo grande, varrà a noi qualche indulgenza il desiderio di giovare agli studi, che ci sorresse nella fatica modesta, ma non breve.

Firenze, nel dicembre 1896.

G. Zippel.

GIUNTE E CORREZIONI

N. B. I numeri arabici in carattere grassetto rimandano alle pagine corrispondenti dell'opera del Voigt; è indicato il volume soltanto quando non sia quello, cui la Giunta o Correzione si riferisce.

GIUNTE E CORREZIONI

AL VOLUME PRIMO

Pag. 15. Dal fatto che la lettera di frate Ilario a Uguccione della Faggiuola (cfr. ri. 2) si trova in un cod. laurenziano dimostrato auto- grafo del Boccaccio (H. Hauvette, Xotìces sur des Mss. autogr. de Boccacce a la B'ibl. Laurentienne, Rome, 1894), si ha la conferma che la lettera, se è una falsificazione come molti ritengono (cfr. Ga- Spary, Storia d. leti, it., I, p. 860), è in ogni modo una falsificazione molto antica. L'egloga di Giovanni del Virgilio (cfr. n. 3) è stam- pata nelle Opere latine di Dante, ed. Giuliani, II, p. 301.

1S. Intorno a Lovato (non Lovatto) cfr. Cloetta, Beitrdge zur Litteraturgesch. des Mittelalters u. der Benaiss., II, Halle 1892, p. 5. Sulla scuola poetica padovana v. Sabbadini, La scuola e gli studi di Guarino Ver., p. 79 sg. Il trattato di Albertino Mussato de lite naturae et fortunae è stato ritrovato dal Novati nella bibl. Co- lombina di Siviglia; un libro de casibus fortunae egli non scrisse mai, bensi uno, oggi perduto, de casibus suis (comunicazione elei prof. Novati). Le dieci egloghe pervenuteci sotto il nome di Alber- tino sono di epoca posteriore, cfr. Gaspary, Storia d. leti, it., Ir p. 344, 478. Per la letteratura recente intorno al Mussato v. Cloetta, o. e, II, p. 11, e Eleuterio Docimasta (pseudon.), Alcune osserva- zioni sopra recenti studi intorno A. Mussato, Roma, 1892.

25, n. 1. Alle notizie sui biografi del Petrarca date in questa nota, vanno aggiunti i ben noti lavori di Adolfo Bartoli ne I due primi secoli della lett. it., Milano 1880, voi. I e nella Storia della lett. it., VII, Firenze 1884, e i magistrali capitoli sul Petrarca di G. Gaspary nella sua Storia della lett. it, I, Torino 1887. Degli studi classici del poeta trattò P. de Nolhac nel suo eccellente libro Pétrarque et V huma- nisme, Paris, 1892.

29. Il « carme » attribuito a Convenevole da Prato è un mal con- nesso poema, dove sono versi d' ogni metro, e ai versi è anche fram- mischiata la prosa. Il D'Ancona ne fa un'analisi accurata nello scritto

VOIGT-ZlPPEL *

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cit. su Convenevole, che fu ripubblicato ne' suoi Studi sulla lettera- tura italiana dei primi secoli, Ancona 1884, p. 105 sgg. Anche lo Zumbixi. Studi sul Petrarca, p. 76, dubita di attribuire il poema al maestro del Petrarca.

45. La lettera del Salutati a Pasquino Cappelli edita dall' Haupt, è stampata neìVEpistol. di C. S., ed. Novati, II, p. 386, con la vera data 24 sett. 1392.

36. Alla conclusione del Voigt, che gli argomenti dell'ecfore non sieno opere del Petrarca, ma di Donato Albanzani, giunge con vari argomenti anche E. Carrara, I Commenti antichi e la cronologia delle ecloghe petrarchesche, in Giorn. st. d. lett. ital., voi. XXVIII, 1896, p. 123 sgg. Ma egli ritiene che il commento alle ecloghe stesse, attribuito all' Albanzani, sia di incerto autore ; e suppone 1' esistenza di un terzo commento, a lato di quello di Benvenuto da Imola, di un tempo assai prossimo al Petrarca (o. e., p. 137).

43. Il de Nolhac (Pétrarque et l' hum., p. 202) ritrovò nella Bi- blioteca di Troves il codice che trasse in errore il Petrarca. Esso contiene infatti una parte delle Accademiche di Cicerone col titolo de laude philosophiae.

50. L' asserzione di Poggio neh" Oratio in funere N. Niccoli sullo sperpero dei libri del Petrarca è confermata dalle' ricerche del de Nolhac (Pétr. et V hum. p. 74, 420, De patrum et medii aevi scrip- torum codicibus in bibl. Pertarcae olim collectis, Paris, 1892) il quale ha scoperto 37 codici che appartennero già al P.

58. La derisoria interpretazione data da Cola di Rienzo alle sigle S. P. Q R. (cfr. n. 2) era Sozzo popolo choncagato (o sconcacato) ro- mano, secondo una comunicazione di F. Novati al d.r Lehnerdt (Voigt-Lehnerdt, I, 48). Le lettere di Cola furon pubblicate da A. Gabrielli, Epistolario di C. Rienzo, Roma 1890, nei Fonti per la storia d' Italia pubbl. dall'Istituto Stor. Italiano (cfr. p. 63). La risposta di Carlo IV al Petrarca (cfr. p. 69), fu scritta di propio pugno da Cola, come risulta dall' esame de' mss. Cfr. Voigt, Die Briefsammlungen Petrarca' s, p. 41, 99.

87. Intorno ai due figli del Petrarca, Francesco e Giovanna, cfr. Gaspary, Storia d. lett. it., I, 394, 487; de Nolhac, Pétr. et Vhum., p. 406. La figlia gli deve esser nata nel tempo in cui cominciava a scrivere i suoi dialoghi con S. Agostino ; nel 1361 erasi già maritata con Francescolo de Brossano. Per la data dei dialoghi De contemptu mundi cfr. p. 133, n. 2.

94. Un codice della Bibl. Estense di Modena porta la seguente soscrizione al trattato de ipsius et multor. ignorantia : « Scriptum Ti- cini 1367° circa anni fìnem >; v. de Nolhac, La biblioteque de Fxdvio Orsini, Paris 1887, p. 289, Invece l'autografo della Vaticana reca F anno 1368 (cfr. Gaspary, Storia d. lett. it., I, p. 487) : si dovrà in- tendere che l'opera era compiuta al principiare di quest'anno.

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104 sg. Il Petrarca non entrò in possesso del priorato di Migliarino concessogli da Clemente VI ; in quella vece ottenne più tardi un ca- nonicato a Pisa ; Paganini, Delle relazioni di F. Petr. con Pisa, negli Atti d. R. Accad. Lucchese, t. XXI, 1882, p. 289. Per la storia delle prebende godute dal Petrarca sono da vedersi anche i docum. tro- vati dal Thomas, Les lettres a la cour des papes, Rome 1884, p. 75: Sulla casa abitata dal P. a Padova (p. 105) v. anche Zardo, Petr. e i Carraresi, p. 72 sgg.

117. Dopo le prime accurate indagini del Rùhl (Ehein. Museum, N. F., XXXVI, 1881, p. 11) intorno agli autografi delle lettere del Petrarca (cfr. n. 1), altri ricercarono quel che ci rimane scritto dalla mano di lui : tutti questi studi sono riassunti e profondamente esa- minati dal de Nolhac, Pétr. et V hum., p. 95 sgg. Per i facsimili, v. de Nolhac, Facsimilés de V écriture de Pétr., Rome, 1887 (Extrait des Mélanges d' archeol. et d' hist. pubi, par V Ecole frane, de Rome, t. VII); e Vitelli e Paoli, Collezione fior, di facsimili paleogr. greci e latini, fase. I, Firenze 1884, tav. 12, dove sono riprodotte due lettere del cod. laurenziano citato. Quanto all' esemplare della Vaticana della Divina Commedia, che fu creduto lungamente quello scritto e donato al Petrarca dal Boccaccio (cfr. p. 118, n. 1), esso gli fu attri- buito a torto, come ha dimostrato il Pakscher, in Zeitschrift fiir roman. Philologie, voi. X, p. 225.

123. L'invettiva del P. contra quondam Gallum innominatum in dignitate positum trovasi anche nel Cod. 358 della Biblioteca del- l' abbazia di Rayern. Voigt-Lehnerdt, I, p. 121.

151. Il Fons memorabilium universi di Domenico Band ini D'Arezzo trovasi tuttora inedito in diversi codd. laurenziani; cfr. Giorn. stor. d. leti, it, voi. XVII, 1891, p. 49. Il Bandini non può però aver mo- strato al Petrarca nel 1374 che un piccolo saggio della sua opera, la quale era appena incominciata e 1' occupò per quarant' anni.

152. n. 4. Il Breve cit. trovasi anche presso I'Ehrle, Historia bibliothecae romanor. pontificum etc.; voi. I, Roma 1890, p. 143.

153. La soscrizione nell'autografo delle ecloghe del P. è la seguente - Bucolicum Carmen meum explicit. Quod ipse, qui ante annos dieta- veram, scripsi manu propria apud Mediolanum, anno huius aetatis ultime 1357. de Nolhac, La bibl. de F. Orsini, p. 286. Per la cro- nologia di esse v. lo studio cit. di E. Carrara (Giorn. stor. d. lett. it., XXVIII, 1896, p. 138 sgg.). Le 12 ecloghe sarebbero state composte negli anni 1346-1352, riunite insieme nel 1357, ed elaborate poi fino al 1461. Per il poema dell'Africa, è dato generalmente il 1339 come anno del cominciamento. Non pare però che questa data abbia fon- damento : solo si può stabilire che l' Africa fu concepita fra il 1338 e 1340 ; Gaspary, Storia d. lett. it, I, p. 483. Sulle vicende del poema prima e dopo la morte dell'autore v. Zardo, Petr. e i Carraresi, p. 257 sgg.

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156. L'opera maggiore del de viris illustribus del P., come fu pub- blicata dal Razzolisi (Bologna 1874-1879), non ci presenta ancora il primo disegno dell' autore : i mss. originali contengono alcune parti di un' opera più vasta, come era stata concepita da principio. Cfr. de Nolhac, Le « De viris illustribus » de Pétrarque, in Xotices et

raits de mss. de la Bibl. Xationale, t. XXXIV, 1891, p. 62. Il Ga- SPARY (Storia d. lett. it, I, p. 484) ritiene che il P. vi attendesse prima del 1341, anno dell' incoronazione. Non solo quattro di queste biografìe (quelle da Augusto a Traiano) appartengono a Lombardo da Serico, come voleva il Rossetti; ma son di lui anche le 8 da L. Q. Flaminio a Pompeo, come dimostrarono il Gaspary in Zeitrchrift f. rom. Phil., III, p. 587, e il de Nolhac, o. c, p. 77. L' Itinerario siriaco fu pubblicato da P. Lumbroso (L' « Itinerarium-» del Petrarca, negli Atti dei Lincei, S. IV, voi. IV, 1890, p. 394 sgg., e nelle sue Me- morie italiane del buon tempo antico, Torino 18S9, p. 16). L'autografo della Historia Julii Caesaris fu scoperto e descritto dal de Nolhac, La bibl. de F. Orsini, p. 68.

166. Anche il Gaspary, Storia d. lett. it, voi. II, P. I, p. 317, ritiene il Boccaccio nato nel 1313 ; quanto al luogo della nascita, non pare si possa più dubitare che sia Parigi, dopo le ricerche di V. Cre- scisi, Contributo agli studi sul Boccaccio, Torino 1887, p. 1 sgg. Ri- cordiamo qui il notevole studio del Cochin, Boccace, Paris, 1890, e la recente opera pubblicata in lingua russa dal Wesselosfski: Boc- caccio, la società in cui visse e i suoi contemporanei, Pietroburgo, voli. I-II, 1893-94; cfr. Giorn. st. d. lett. it., XXIII, 1894, p. 309.

Intorno al Commentario di Agostino donato dal Boccaccio al Pe- trarca v. de Nolhac, De patrum et medii aevi scriptorum codicibus in bibl. Petrarcae collectis, p. 17.

170. SulF autenticità dei Versus prò Africa Petrarchae mosse dubbi il Corradini nella sua edizione del poema petrarchesco ; cfr. Zardo, Petr. e i Carraresi, p. 265 sgg.

171. L'autenticità dello Zibaldone Magliabechiano, che anche F. Macrì-Leone, (in Giorn. st. d. lett. it, X, 1887, p. 1 sgg.) tentò di dimostrare autografo del Boccaccio, fu già combattuta dal Novati nel Giornale cit., X, p. 424 e da P. Meyer nella Romania, XVIII, 1889, p. 184 sgg.; è posto ormai fuori di dubbio che lo Zibaldone sia apocrifo dalle ricerche di H. Hauvette, Notes sur des mss. autogr. de Boccace, Rome 1894. Autentico fu invece dimostrato dallo stesso Hauvette lo Zibaldone boccaccesco nel cod. laurenz. pi. XXIX, 8, del quale un esatto indice. Cfr. E. Rostagno, in Bollettino d. Soc. Dantesca Italiana, N. S. voi. II, 1895, p. 55.

174. Il cod. laurenziano di Terenzio pi. XXXVIII, 17 è certamente autografo del Boccaccio, come ha dimostrato H. Hauvette, Xotes sur des mss. autogr. de Boccace cit. Riguardo alla pretesa distruzione della sua biblioteca per causa d' incendio, v. le Giunte a p. 401.

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176. Si avverta che la n. 1 di questa pag. va riferita alla linea 2, la n. 2 al richiamo1; la n. 1 a pag. 177 si riferisce al richiamo2 pag. 176 ; al richiamo l pag. 177 deve rispondere la nota seguente, secondo Voigt-Lehnerdt, I, p. 173 : « Nel libro Vili dovremo ricor- dare un attacco, eh' egli ebbe occasione di muovere contro moderni teologi ».

178. Sul concetto della poesia nel Petrarca e nel Boccaccio v. lo scritto dello Scheffkr-Boichorst in Zeltschrìft f. rom. Philologie, VI, 1882, p. 598 sgg. Delle ecloghe boccaccesche (p. 180) trattarono anche F. ÀIacrì-Leone in Giorn. stor. d. lett. it., XV, 1890, p. 78 sgg. e H. Hauvette in Giornale cit, XXVIII, 1896, p. 154 sgg. (Sulla cro- nologia delle ecloghe latine del B.). Una nuova redazione dell'eoi. Ili (Faunus) fu pubblicata dallo stesso Hauvette in Mélanges d' arch. et d' hist. de V école frane, de Home, XIV, 1894, p. 1 sgg.

182. Sulle ambascierie del Boccaccio cfr. lo scritto di Carl \Venck in Xeues Archiv f. altere deutsche Geschichtskunde, voi. IX, p. 95. Di due altri minori uffici che egli sostenne nel 1351 e 1367-68 parla il Crescixi, Contributo agli studi sul Boccaccio, p. 258 sgg.

183. Qui cita il Voigt la testimonianza del Salutati sulla povertà del Boccaccio, riferendosi, crediamo, al Manetti che talvolta, nel suo De illustribus longaevis, narra sulla fede di lettere di Coluccio. Con- viene però osservare, che il Salutati stesso smentisce la povertà del Boccaccio, nell' Epistol., ed. Xovati, III, p. 228. Cfr. p. 1S6, n. 1.

190. Che 1' autore del Paradiso degli Alberti sia Giovanni Glie- rardi da Prato, e che questi fosse quel Giovanni da Prato pubblico lettore di Dante in Firenze, pare fuori di dubbio dopo quanto ne scris- sero C. Guasti nel periodico Belle Arti, Firenze 1879, p. 109 sgg., e F. Novati in Miscellanea fior, di erud. e storia, voi. I, p. 11 sgg.

192. Il commento del Marsigli all' Italia mia del Petrarca fu pub- blicato anche a Lucca, 1868 : Canzone di F. Petrarca col comento di L. Marsili. Erra poi il Voigt chiamando il Manetti discepolo del Mar- sigli (p. 193), il quale era già morto quando nacque Giannozzo. Questi però potè imparare a bene conoscere le qualità del dotto teologo, essendo stato in gioventù assiduo frequentatore dei convegni di S. Spirito.

194. Le vicende della prima età di Coluccio Salutati, dal 1331 al 1351, furono esposte da F. Novati, La giovinezza di C. Salutati, To- rino 1883. Del suo nome e della sua origine parla egli stesso in una lettera (Novati, o. c, p. 13): Lino era il nome del suo avo materno, Coluccio quello dell' avo paterno ; questi due nomi, che non sono una forma vezzeggiativa di Xiccolò (cfr. n. 3), ma esistevano indi- pendenti, il Salutati gli ebbe al fonte battesimale. Il padre gli mori mentre era giovinetto ; allora fu costretto da Giovanni Pepoli, dalla cui famiglia ebbe larga protezione, a darsi in Bologna agli studi del notariato (cfr. p. 195). La sua lettera al Petrarca {Epist, ed. Novati}

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I. p. 61) è dell' 11 sett. 1368 ; il S. aveva allora 37 anni, non era quindi più giovane, nel senso che dice il Voigt. Dal 1368 al 1370 lo troviamo nella Curia papale, ai servigi del segretario apostolico Francesco Bruni; ma non è esatto ch'egli stesso sia stato segretario di pontefici (cfr. n. 3) ; cfr. la sua lettera nell' Epist, ed. Novati, Ir p. 54. Cosi pure è inesatto quel eh' egli scrive nella lettera al Broa- spini del 20 luglio 1375 (Epist, I, p. 204), di avere cioè lasciata la Curia da più di sei anni. Da Roma il S. andò a Lucca ; da Lucca passò a porre stabile dimora in Firenze (cfr. Epistolario, I, passim), Per i suoi rapporti col Petrarca (p. 196) cfr. le sue lettere nel- Y Epist, I, p. 61, 72; i versi da lui indirizzati all'autore dell1 Africa (cfr. p. 197) sono stampati in Fr. Petr. Africa, ed. Pingaud, ap- pend. II, p. 371, e nell' Epist. ed. Novati, I, p. 231. La risposta del Petrarca a Coluccio non è apocrifa (cfr. n. 1); l'autore, maestro Ana- stasio, risponde al S. invece del Petrarca defunto ; cfr. Epist, I, p. 230. Egli però non volle pubblicare il poema, stimandolo poco op- portuno per la fama del Petrarca, il che mostra come la sua ammi- razione per il grande fiorentino non fosse « cieca » ; nemmeno è pro- vato che il Niccoli si sia recato per incarico di lui a Padova, per trarne copia (cfr. Giunte a p. 297).

I nomi dei figli di Coluccio (dieci, non dodici, cfr. p. 199) sono dati dal Novati, Epistolario, II, p. 185; la lett. al Loschi (cfr. n. 2) è del 27 sett. 1392 (non 1390), nelYEpist, II, p. 394. Ch'egli dissen- tisse dalle dottrine del Cristianesimo, non può credersi : il Salutati era considerato anzi come un teologo, tanto era imbevuto di dot- trine cristiane ed ascetiche. Erra pure il Voigt, chiamandolo odia- tore del papato in generale (cfr. p. 195, n. 3), poiché confonde col papato la Curia, che è cosa ben diversa. Si avverta che, a p. 201 9 la n. 1 si riferisce alle 11. 3-6 ; la n. 2 al richiamo l ; al richiamo 2 va riferita la nota seguente : « Cfr. Epist. ed. Rigacci, P. II, ep. 78 »; la lettera al Giunigi (cfr. n. 1) non fu edita dal Corniani, ma si trova nell' Epist., ed. Novati, I, p. 190. Sulla polemica col Loschi (p. 203 sgg.) cfr. Novati in Epist. di C. S., Ili, p. 634 sgg. ; per l'invettiva di Cino Rinuccini sullo stesso argomento (p. 204 n. 1) v. Flamini, Studi di storia lett., Livorno, 1895, p. 35 sgg.; cfr. Giunte a p. 502. Lo scritto della rep. fiorentina ai Romani, che è certamente opera del S., e di cui da un riassunto il Voigt a p. 202, ha la data 4 genn. 1376 (cfr. n. 2) ed è stampata integralmente dal Pastor, Storia dei papi, p. 607 sgg. La nota espressione attribuita a G. G. Visconti intorno agli scritti politici del S. (p. 206) si trova per la prima volta, però -enza nome d'autore, in una lett. del Vergerio allo Zabarella dell' 8 ott. 1406 (Epist. di P. P. Vergerio, p. 470), come avverti il Novati nella sua Relazione sull' Epist. di C. S. (Bollettino dell' Istituto stor* 'tal., n.° 4, Roma 1888, p. 9). Il monumento a Coluccio in S. M. del

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Fiore rimase sempre un disegno : come si sa, nel celebre tempio nessun ricordo v' è del segretario fiorentino.

Riguardo agli scritti del S., osserviamo che le Ecloghe (cfr. p. 206 sgg.) non sono lavori giovanili, poiché il Salutati le scrisse eh' era quasi quarantenne; cfr. Novati in Epistola I, p. 157. La Fillkle si conserva ancora nei mss. (Novati, o. c.y I, p. 41, 157); del poema epico su Pirro (cfr. p. 207), che rimase incompiuto, e fu co- minciato nel 1389, a sessant' anni, ragguagli lo stesso Coluccio nella lettera al Zambeccari, Epist. ed. Novati, III, p. 58 sgg. Il de fato et fortuna, composto nel 1396 (Novati, III, p. 145) non è una poesia in esametri, ma un libro in prosa : la poesia riprodotta nei Carm. ili. poet. (cfr. n. 2) e nell' Epist., I, p. 281 è un' epistola me- trica scritta fin dal 1378 all' Allegretti, e riprodotta dal S., quasi vent' anni cfopo, nel suo libro. Che il card. Dominici vi contrappo- nesse la sua Lucala noctis, è falso, come ha dimostrato A. Ròsler, Card. Ioh. Dominici, Freiburg im B. 1893, p. 88 sgg.; della Lucuta noctis (scritta probab. nel 1405) e del de fato et fortuna cita mss. nella Laurenziana il Pastor, Storia dei Papi, I, p. 26, 44. Al trattato de fuga saecoli non si può riconoscere il carattere che le attribuisce il Voigt ; essa è inspirata dal più rigido ascetismo (cfr. Epistol. ed. Novati, II, p. 10 ; III, p. 98). Il Sai. ebbe l' intenzione di scrivere l'elogio del Petrarca (cfr. p. 208 n. 2), come quelli di Dante e del Boccaccio ; ma pare sia stato prevenuto dalla morte ; cfr. Zardo, Petr. e i Carraresi, p. 231 sgg. L'asserzione poi del Mehus, d'aver vista la biografia del Petr. scritta da Coluccio si fonda evidentemente sopra un errore ; Zardo, o. c, p. 233 (cfr. p. .287 n. 4). Un' apologia del Petr. può considerarsi la.lett. 15, 1. Ili, ed. Novati. La lettera ad uno sconosciuto del S. (cfr. p. 209 n. 2) non può essere che quella a G. Ferd. de Heredia, il cui nome è in tutti i codici, cfr. Epistol., II, p. 289. Il Salutati non poteva certamente rivolgersi per avere Catullo al Petrarca (cfr. p. 210), poiché allora questi era morto. Su queste questioni, e sulla pretesa mancanza di liberalità del Petr. cfr. de Nolhac, Pétr. et V hum. pp. 138-145, pag. 7 e passim. Le tre let- tere di Coluccio al Broaspini e a Benvenuto da Imola (cfr. n. 2) del 25 luglio 1374, 20 luglio e 17 ott. (o 16 nov.) 1375, e quella a Lom- bardo da Serico del 13 luglio 1379, wlV Epist, L p. 167, 204, 210, 330. Alla notizia data dallo Schio, (Sulla vita e gli scritti di A. Loschi, Padova, 1858, p. 74) intorno agli sforzi del Salutati per ottenere dal Visconti le lettere di Cicerone (cfr. p. 211) oppose già forti dubbi L. Mendelssohn, Weiteres zur Ueberlieferung von Cicero' s Briefen, in Neue Iahrb. f. Philol., 1884, p. 852. Anche ciò eh' è detto qui dell'im- possibilità per il S. di riannodare la relazione con Pasquino de' Cap- pelli, non è vero. La storia dei rapporti di Coluccio col Cappelli è posta in vera luce dall' Epistol. edito dal Novati, voi. II, ep. 18-21 del

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ib. VH, ep. 4, 7, S del lib. Vili. Riguardo all' opinione del S. sul de d 'i fiere nti is di Cicerone (cfr. p. 212) notiamo che egli aveva trovata, oltre a questa, un' altra operetta col nome dell' oratore romano, i Sy noni ma. Il S. trascrisse i due trattatelli, preponendo a ciascuno una nota in cui esponeva il suo giudizio sulla loro apocrifità. Le sue note si leggono in molti mss., fra gii altri nel Riccard. 667. Dobbiamo questa notizia, assieme a molte altre su Coluccio, alla gentilezza del prof. Novati. Per l' Epistolario del S. cfr. Giunte al voi. II, p. 416.

215 segg. Dalle conclusioni a cui giunse il Sabbadini (in Giorn. stor. d. lett. Hai., V, 1885. pag. 156 e segg.), con l' aiuto déìVEjristo- lario di P. P. Vergerlo e dei documenti dello Studio fiorentino pubbl. da A. Gherardi, venne posto fuor di dubbio, contro l'ipotesi qui sostenuta dal Voigt, che i Giovanili da Ravenna furono due per- sonaggi ben distinti (cfr. pag. 216, N. del Trad.), nati 'ambedue a Ravenna, a notevole distanza di anni: Giovanni Conversano e Gio- vanni Malp agnini. Nuova luce sui due eruditi gettarono le ricerche del Klette in Beitrage, I, 1888, pag. 3 e segg., e la memoria di AL Lehnerdt, Zur Biographie des Giov. di Conversino von Baverina, K nigsberg i. P., 1893 (cfr. V. Rossi, in Giorn. stor. cit., XXIV, 1894, pag. 251), il quale si giovò di uno scritto di F. Racki, Ivan Bave- njanin, pubblicato fin dal 1885 a Zagabria, in lingua slava, e con- dotto sull' epistolario inedito del Conversano. Seguendo i risultati di codeste ricerche, il Lehnerdt ricostruì, nella 3a ediz. dell' opera del Voigt i voi. I, pagg. 215-220) le biografìe dei due Ravennati : ma i nuovi risultati della critica sono, specialmente per quanto riguarda il Àlalpaghini, ben lontani dall' essere sicuri e definitivi. Per ciò noi rinunziamo a tentar di correggere e distinguere, con la scorta del Lehnerdt, quel che nello scritto del Voigt va riferito all'uno e al- l'altro dei Ravennati, e ad aggiungere i nuovi dati biografici, mentre rimandiamo il lettore alle opere suaccennate ; tanto più di buon grado, che non tarderanno ormai a uscire in luce, nei Corrispondenti del Salutati, le biografie che di ambedue i personaggi ha preparato Francesco Novati, il quale ha già dato qualche saggio notevole delle sue fatiche per dipanare l' arruffata matassa, nel commento al- Y Epistolario di Coluccio Salutati, voi. II, pag. 404, voi. Ili, pag. 221, 501, 534.

223. Sembra che Gaspariuo Barzizza sia passato da Padova a Mi- lano soltanto verso la fine del 1421. Sabbadini, in Arch. stor. lomb. voi. XIII, 1886, p. 378. La data della sua nascita 1359, secondo il Sab- badini (nel periodico L. Settembrini, Salerno, voi. Ili, 10), è messa in dubbio nell'Archivio stor. lomb., voi. XXI, p. 498. Intorno al convitto ch'egli fondò a Padova, e all'insegnamento ivi impartito v. Sabba- dini, La scuola e gli studi di G. V., p. 26 sgg.

224. Sulla vita di Emanuele Crisolora abbiamo alcuni recenti la- vori che ne chiariscono molti punti importanti, e ci permettono di

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rettificare le notizie biografiche fornite dal Voigt. Le date, ove non citasi altra fonte, sono desunte dallo scritto di R. Sabbadini, L' ul- ti ìiìo ventennio della vita di E. Crisolora, in Giorn. ligustico, voi. XVII, 1890, p. 321 sgg.

Il Crisolora compare la prima volta a Venezia tra il 1394 e il '95, speditovi assieme a Demetrio Cidonio, per sollecitare soccorsi a nome del proprio sovrano (cfr. p. 224 ri. 1) minacciato dai Turchi, (No vati, Epistolario di C. Salutati, III, p. 120); quivi strinse le prime rela- zioni con gli umanisti italiani : anche Guarino Veronese (cfr. p. 225) non fu suo discepolo che dopo il ritorno di Emanuele a Costantino- poli nel 1403 ; Sabbadini, Vita di Guarino Ver., p. 10. Nel febbraio 1396 il Crisolora trovavasi nuovamente a Bisanzio, dove lo avrà rag- giunto l'invito della Signoria fiorentina, che lo aveva eletto (23 febbr. '96) per la cattedra di greco in quello Studio ; N ovati, o. c, ibid. La lettera del Salutati a Cidonio. di cui parla il Voigt (p. 226 n. 1), è certamente del 1376, e fu. se non scritta, certamente spedita dopo la deliberazione del 23 febbraio (Gherardi, Statuti, p. 364), come ha di- mostrato V. Rossi in Giorn. stor. d. leti, it., XXIV, p. 252, (cfr. No- vati. Epistolario, cit., Ili, p. 107; quivi pure la critica delle notizie pervenuteci intorno Demetrio Cidonio, cfr. p. 225). Il vero contratto fu tuttavia stabilito 1' 11 dicembre 1396, con condizioni in parte mu- tate ; nel marzo 1398 il suo stipendio veniva portato da 150 a 250 fiorini (Gherardi, p. 367, 368, 370).

H Crisolora insegnò dal febbraio 1397 al marzo 1400 a Firenze, dove non potè essere suo scolaro Giannozzo Manetti (cfr. p. 227), nato nel 1396. Riguardo alla sua cognizione della lingua latina (cfr. p. 226), notiamo che l'unica lettera latina finora conosciuta del Cri- solora, fu stampata dal Sabbadini in Giorn. stor. d. lett. itr voi. V, p. 153. Parlando delle cause della rottura di Emanuele col Niccoli, il Bruni le chiamava « cum leves, tum etiam ineptae », in una let- tera al Niccoli stesso, prima che si inimicasse con lui (cfr. p. 228); la principal causa della partenza del Cr. da Firenze fu veramente lo scoppiar della peste, per cui la Signoria già il 31 ott. 1399 davagli facoltà di lasciare la città (Gherardi, p. 372'. [La lett. del Bruni al Niccoli, del 1407, è pubbl. dal Sabbadini in Giorn. st. d. lett. ital., voi. XVII, p. 221; quella del Vergerio allo Zabarella (cfr. p. 228 n. 2) nelle Epistole di P. P. Vergerio, p. 101].

Nel marzo 1400 il Cr. passò direttamente da Firenze a Pavia, dove insegnò fin verso la metà del 1403 ; nel luglio di quest' anno fece ri- torno a Costantinopoli. Quivi rimase quattr' anni, non senza compa- rire di quando in quando a Venezia come ambasciatore (nel 1404 e nel 1406). Verso il nov. 1407 tornò per l'ultima volta in occidente. Da Venezia, dove trovavasi ancora nel genn. 1408, intraprese quel viaggio a Parigi (1408), a Salisbury e a Londra (1409), che il Voigit (p. 229) suppose avvenuto nel 1401. Il soggiorno del Crisolora a Lon-

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dra è attestato da lui stesso nella ovyuoaoig jra/.aiàg ual véag 'Pójuìjg cfr. p. 225, nota) ch'egli spediva da Roma a Guarino; l'imperatore Giovanni, a cui è intitolata 1' operetta, è Giovanni II Paleologo, che aveva allora 20 anni (Sabbadini, in Giom. st. d. lett. it, V, p. 155). Dall' Inghilterra passò in Ispagna. dove trovavasi nei primi mesi del 1410 (cfr. p. 230, n. 3). Verso la metà di quest' anno giunse il nostro umanista a Bologna, e quivi entrò al servizio del papa, che lo mandò, ancor nel 1-410, a Costantinopoli per trattare dell' unione delle due Chiese. < Lègrand, o. c, p. XXV; cfr. p. 230). Egli rimase poi fino alla morte nella Curia ; la segui a Roma nel 1411, a Firenze nel 1413, e di in Germania.

Delle lettere del Crisolora (cfr. p. 231, n. 2), quella consolatoria a Palla Strozzi citata dal Bandisti, Catal. codd. Graec, p. 139, è stam- pata nel <Pi/ùotcjq, voi. IV, Atene 1862, p. 232; il de Nolhac (La bibl. de F. Orsini, p. 145) ricorda due lettere di lui al Salutati in un cod. vaticano. Della venerazione di Guarino per il suo maestro, e del mo- numento letterario ch'egli innalzò alla sua memoria (cfr. p. 233), di- scorre ampiamente il Sabbadini, La scuola e gli studi di G. V., p. 14 sgg.; il cod. che conserva il maggior numero di scritti della Chrysolorina è 1' Harleian. 2580; quattro lettere di questa .raccolta sono stampate nella Suova raccolta di opuscoli, ed. Calogerà, XXV, p. 293, altre due ne pubblica il Sabbadini, o. e. p. 212 sgg. La lettera di Guarino al Vergerio per eccitarlo a scriver la vita del Crisolora (cfr. 233, n. 2) trovasi neìV Epist. di P. P. Vergerlo, p. 218. Sulla parte principale avuta dal Salutati nel far venire a Firenze il dotto greco, v. le osservazioni del Novati, nel commento alle tre lettere cit. a p. 225, n. 2, in Epist. di C. S., Ili, p. 105, 119, 129 ; la lettera d'invito della Repubblica è del 24 marzo 1396, in Gherardi, Statuti, p. 365.

227. Riguardo alle tavole disegnate da Francesco Lapaccini per la Geografia di Tolomeo, osserviamo che Vespasiano da Bisticci, al quale è dovuta la notizia, parlando nel Commentario della vita di G. Manetta (ed. Fanfani, p. 136) di Domenico Buoninsegni, attri- buisce a questi l'opera del Lapaccini, usando press' a poco le stesse espressioni della Vita di Francesco di Lapacino, (Vite, ed. Bartoli, p. 515 sgg.). Evidentemente, v' è qui un errore, che non è stato dis- sipato dalla recente edizione critica delle Vite, curata da L. Frati. 239. Il codice di Quintiliano posseduto dal Petrarca si trova ora a Parigi; cfr. De Nolhac, Pétrarque et V hum., p. 284. Le due let- tere del Salutati circa il Quintiliano che si sarebbe trovato in Francia cfr. a. 4L) sono stampate integralmente nell' Epistolario di C.S.,ed. Notati, la prima nel voi. Ili, p. 143 sgg., la seconda nel voi. I, p. 260 sgg. Il Novati però (o. e, III, p. 146), che ci la notizia di un altro ms. di Quintiliano rinvenuto a Milano sette anni dopo la scoperta di Poggio in Germania, dice potrebbe quel codice essere in relazione col

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rinvenimento annunziato dalla Francia al Salutati, e quindi la notizia del S. non esser falsa. Il Barzizza ottenne direttamente da Costanza un secondo esemplare del retore romano; il codice di S. Gallo è proba- bilmente identico con quello scoperto più tardi da Poggio (cfr. p. 240, n. 1). Sabbadini, Studi di G. Barzizza sa Quintiliano e Cicerone, Livorno, 1886, pag. 4; cfr. Rivista di filologia, XX, p. 309, 317.

242. Secondo il de Nolhac, Pétrarque et V hum., p. 134, il Pe- trarca e il Boccaccio conobbero Lucrezio solo da Macrobio. Anche Giovanni de Montreuil lo cita certamente di seconda mano (Voigt- Lehnerdt, I, pag. 241, n. 1); cosi pure il Salutati non ebbe cognizione del De rerum natura] cfr. Epistolario, ed. Novati, III, p. 455.

244. Quel Niccolò da Treveri (che par certo non sia altri che il celebre Niccolò Cusano, cfr. Giunte a p. 257), il quale vantava di possedere tanti tesori di Cicerone, era stato assunto al servizio del cardinale Orsini in Germania nel 1425. La notizia della sua scoperta di codici a Colonia arrivò, sembra, primieramente a Venezia, d'onde l' ebbe a Verona Guarino nel 1426. L' anno seguente Niccolò andò a Roma per cercarvi un collocamento presso la Curia, e ne riparti alla fine dell'anno stesso per Colonia, da dove fece ritorno coi codici a Roma nel dicembre 1429. Sabbadini, La scuola e gli studi di G. V.t p. 107 sgg. Intorno alla presunta Quinta Catilinaria di Cicerone (cfr. p. 245) v. Teuffel, Geschichte der rom. Litteratur, voi. V, § 351, 5. Il codice delle opere rettoriche scoperto a Lodi (cfr. p. 246) fu spedito nel 1422 dal Landriani a Milano al Barzizza, il quale ne fece fare la prima copia da Cosimo Raimondi cremonese. Sabbadini, La scuola e gli studi di Guarino, p. 102. Sul Raimondi cfr. Novati e Lafaye, Le manuscrit de Lyon n.° C in Mélanges d'arch. e d'hist.T t. XII, Rome 1892, p. 39 sgg., e G. Mercati, Miscellanea di note critiche, p. 316, sgg.

247. A emendare le orazioni ciceroniane attese Guarino Veronese fin dalla sua dimora a Venezia (1414-1419). Dopo la scoperta del co- dice di Lodi, e probabilmente durante la sua condotta a Verona (1419- 1429) egli non solo collazionò il De clarìs oratoribus, ma emendò e mise insieme un gran numero di orazioni, 29 e forse più, che sono contenute in una stampa del quattrocento, la quale non porta alcuna nota tipografica. Sabbadini, La scuola e gli studi di G. F., p. 100 sgg.

248, sg. Su questo che il Voigt chiama « fantasma liviano », e sulla possibilità che i due codici, di cui fu annunziata la scoperta al Salutati e al Bracciolini, non sieno stati che uno solo, migrato dalle foci dell'Elba alla Zelanda e poscia scomparso, v. le osserva- zioni del Novati in Epist. di C. S., Ili, p. 220.

250. sgg. Intorno alla vaga conoscenza che si ebbe di Tacito nel medio evo, è da consultarsi lo scritto del Cornelius, Quomodo Ta- citus.... in hominum memoria versatus sit, Programma, Netzlar, 1888. I meriti del Boccaccio nella scoperta degli scritti dello storico

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latino furono posti in piena luce dal De Nolhac, Boccace et Tacite, in Melanges cV archeol. et d' hist., t. XII. Rome 1892, p. 125 sgg. È provato ch'egli conobbe i libri 12-16 degli Annali, e il e il delle Storie. Il suo discepolo Benvenuto da Imola cita Tacito, oltre che nel Comm. all' Inferno, e. iv (cfr. p. 250 n. 2), nel liber Augii- stalis. presso il Freher, Rerum. Germ. Scriptt., t, II, Francof. 1637, p. 1 ; invece, la supposta citazione nel Comm. all' Inferno e. v (voi. I, p. 201. ed. Lacaita), si basa certamente sopra un errore, ed ha forse origine dal de clarìs mulieribus del Boccaccio, cap. 86 (Voigt-Le- hnerdt, I, p. 251. n. 1). Domenico Bandini d'Arezzo, fiorito nell'ul- timo quarto del '300, fa espressa menzione degli Annali, e pare che abbia veramente posseduto, o avuto in prestito un codice tacitiano: No vati. Epistol. di C. £., II, p. 297. Riguardo all' età del rinascimento, è da modificarsi alquanto l'asserzione (p. 251) che Tacito sia rimasto ignoto alla maggior parte degli umanisti, prima che ne uscissero le prime edizioni a stampa: che il Bruni lo abbia conosciuto è certo, perché cita le Storie, I, 1. nella sua Laudatio fior, urbis, scritta verso il 1400 cf. Klette, Beìtrage, II. p. 94); cosi è provato (Sabbadini, in Museo di ant. classica, voi. Ili, 1890, p. 339) che Secco polentone. P. C. Decembrio, il Tortelli e il Valla ebbero conoscenza, o posse- dettero copie del cod. laurenz. di Tacito che va sotto il nome di Mediceo II; mentre Giovanni di ]Montreuil citava un passo di Tacito a Parigi prima del 1418 (cfr. de Nolhac, o. c, p. 147). Anche GiO' vanni Lainola, un erudito, discepolo di Guarino, al quale devesi la scoperta dell' archetipo di Cornelio Celso (Sabbadini, Cronologia doc. d. vita di G. La mola, Estratto dal Propugnatore, voi. Ili, P. II, 1891, p. 4 venne in possesso di un Tacito nel 1425 ; e si potrebbe supporre che l' abbia conosciuto anche il suo maestro, il quale però non ri- corda mai questo autore; cfr. Sabbadini. La scuola e gli studi di G. V.. pp. 101, 194. La strana supposizione che Poggio abbia con- traffatto gli Annali, (cfr. p. 251, n. 3) fu sostenuta da P. Hochart, De V authenticité des Annales et des Histoires de Tacite, Paris, 1889; ma il Sabbadini fin Museo italiano di ani. class., 1. e.) dimostrò che Tacito fu adoperato fin dal 1400 dal Bruni a Firenze, e anteriormente al 1420 dal Polentone a Padova, prima cioè che venisse nelle mani di Poggio. Tuttavia l' Hochart sostenne novellamente la sua tesi nel- 1* opuscolo Xouvelles considerations au sujet des Ann. et des Hist. de T., Paris 1894; cfr. le confutazioni di B. Sabbadini in Boll, di filol. clats. II, p. 238 e di L. Yalmaggi, ibid., p. 285. L'ipotesi del Voigt p. 253; che sia pervenuto da Lubecca il cod. degli Annali posseduto da Cosimo il Mediceo I della Laurenziana) non è più sostenibile dopo lo scritto di A. Viertel e K. \Velzhofer nei Neue Jahrb. f. Philologie, 1881, pp. 423, 805; cfr. anche C. Curtius, Ueber Pliniushandschriften in Liibeck, negli Hist. u. philol. Aufsàtzen E. rtius gewidmet, Berlin. 1884, p. 333. Contro i dubbi espressi nella

AL VOL. I DEL VOIGT 13

nota a p. 255 sg. sulla scoperta di Enoch, veggasi quanto scrive il Rossi, Giov. de' Medici, p. 34 sgg., il quale ritiene, con buoni argo- menti, che il celebre codice monastico contenente Svetonio, e la Ger- mania e il De oratoribus di Tacito sia stato veramente portato per la prima volta in Italia dall'Ascolano.

Avvertasi che le parole a p. 256 IL 6-8 della nota vanno corrette

come segue: «Cosi egli si lasciò affibbiare a Padova la favola

« che il frammento sarebbe stato abbruciato da Secco Polen-

« tone ». Nello stesso senso correggasi a p. 433 1. 8.

257, n. 1. Quel Niccolò, messo imperiale al Concilio di Basilea, non è certamente la stessa persona con Niccolò (la Treveri; cfr. M. Herrmann, Deutsche Schriften des Albrecht von Eyb, II, Berlin, 1890, p. xn. La supposizione, invece, dell' Urlichs, che quest'ultimo si debba identificare col celebre Niccolò Cusano, è resa assai pro- babile anche da due lettere di Fr. Piccolpasso del 1447: cfr. Sab- badini, in Museo di ant. class.. Ili, 1890, p. 412. Egli si faceva chia- mare cosi perché Cusa, sua patria, apparteneva alla diocesi di Treviri.

258, n. 3. Si veda anche la lettera di Leonello d'Este al Cardi- nale Orsini, presso il Sabbadini, Gli Archetipi di Celso e Plauto, p. 46.

259, n. 1. Il Frontino ricordato dal Guarino nel 1422 non è il De aquis, come credette il Sabbadini (Museo di ant. class., II, 1889, p. 415), bensi i Stratagemata, già noti al Petrarca (Voigt-Lehnerdt, I, p. 259 n. 2).

259, n. 3. Cfr. Sabbadini, in Museo di ant. class., Ili, 1890, p. 421.

260. Sul veneziano Pietro Miani, o Emiliani, che fu dapprima nella corte papale, e poi vescovo di Vicenza, v. Sabbadini, Biografia di G. Aurispa, p. 70, e Giorn. stor. d. lett. it., v. XVII, p. 222. Non sembra che il viaggio in Grecia progettato dal Niccoli nel 1420 (sono di quest' anno le lett. di Poggio citate dal Voigt) lo dovesse effet- tuare in compagnia di Poggio e di Guarino. Il Poggio erasi allora stabilito in Inghilterra; la sua domanda al Niccoli an Guarinus fu- turus sit vobiscum (Ep., I, 8) si deve probabilmente riferire a quella fattagli nella lettera precedente (ep. 7), se Guarino sarebbe venuto ad insegnare a Firenze. La lettera poi (1. I, ep. 10), in cui Poggio cerca di dissuadere l'amico dall' intraprendere il viaggio per vari motivi, uno di questi la compagnia che avrebbe avuta (tuia enhn natura sacerdotum et eorum qui sunt in magnis gradibus), lascia supporre che suoi compagni dovessero essere Francesco Barbaro e Cosimo de 'Medici, coi quali aveva fatto il disegno, nel 1418, d'un viaggio in Palestina, che poi andò a vuoto. Cfr. Zippel, X. Xiccoli, p. 53.

262, sg. Giovanni Aurispa passò a Costantinopoli nella seconda metà del 1421, fece ritorno in Italia verso la fine del 1423 (cfr. p. 263); Sabbadini, Biogr. di G. Aurispa pagg. 12 e 14 (v. a p. 11 sg. le

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sue precedenti peregrinazioni in Italia). La lettera a Niccola Spe- ciale (p. 263 n. 1) fu scrìtta a Bologna il nov. 1437.» Sabbadixt, o. e, p. 74. La storia e la descrizione del celebre codice delle tra- gedie greche spedito al Niccoli (p. 264), presso E. Rostagno, Prefa- zione al facsimile delV Eschilo Laurenziano, Firenze-Roma, 1896.

•267, n. 1. Cfr. anche De Rossi. Inscriptiones christ. urbis Romae, voi. n, P. I, 1888. p. 316.

•268, ». 1. Al Novati (Epistol. di C. Salutati, III, p. 655) sembra che l'espressione qui cit. del Salutati indichi, anziché l'impulso dato dal vecchio cancelliere al giovine Poggio, l' iniziativa di questi nel- l' accingersi alla gloriosa fatica della Sylloge epigrafica. Cfr. anche voi. II, p. lo. in fine.

269. sgg. flettendo a profitto i nuovi materiali da lui scoperti, G. B. De Rossi ricostruì la cronologia dei viaggi di Ciriaco d'An- cona De Rossi. Iscrijrtiones christianae urbis Romae, voi. II, P. I, p. 356 sgg.) Il Voigt (p. 275) asserisce che Ciriaco venne a Roma per la prima volta dopo il 1433: il De Rossi crede di poter dimo- strare che v'era già stato sul dicembre del 1432 (p. 358). In tal caso, cade 1' argomentazione del Voigt (p. 276 n. 2) per assegnare al 1434 il secondo viaggio di C. in Egitto. Anche il tentativo del De Rossi di assegnarlo al 1435 non regge: esso si fonda sull' erronea data della batt. di Ponza, che il De Rossi suppone avvenuta nel 1434, mentre è del 5 agosto 1435. Questa svista dell'illustre archeologo dev' essere causa di altri spostamenti nella sua cronologia di Ciriaco (cfr. G-. Mercati, in Studi e doc. di storia e di diritto, anno XV, 1894. p. 336).

Nel 1436 Ciriaco non giunse fino ad Atene, ma ritornò dal golfo di Corinto, per la stessa via dell'andata, a Venezia. Salpò nuovamente sul principio del 1437, per Delfi, visitò l'Eubea e la Beozia e arrivò in Atene il 7 aprile di quest'anno (De Rossi, p. 363); uno schizzo del Partenone di sua mano, che ancora ci è rimasto, è descritto dal Michaelis nell' Archaologische Zeitung, voi. XL, 1882, p. 367 (cfr. p. 276). Il De Rossi ci mostra Ciriaco in procinto di salpare da An- cona per la Grecia sui primi d'ottobre 1438 (o. e. p. 364, 386); al quale viaggio contrasta la data 4 nov. 1438 di una lettera scritta da lui da Firenze, e pubbl. dal d.r M. Morici (Lettere ined. di Ci- riaco d' A., Pistoia 1896, p. 8).

La nuova peregrinazione in Oriente (cfr. p. 278) non si può asse- gnare al 1442; la partenza di Ciriaco da Delo, ov'egli rivolse la sua preghiera a Mercurio, avviene l'il aprile 1445 (De Rossi, p. 367, 371;; nell'Eubea, nelle Cicladi. a Delo etc. lo troviamo solo nell'otto- bre 1443. La lettera da Chio cit. dal Voigt (n. 1) è del 1444, non 1447 De Rossi, p. 366 sg.). Le ultime notizie sicure che abbiamo de' suoi viaggi (cfr. p. 279) son quelle in cui narra come nel 1447 visitò Efeso, e trovò poi a Chio l'epitafìo di Omero; non le notizie

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di una visita ad Atene (De Rossi, p. 373). Uno scritto greco poi dello stesso Ciriaco, scoperto e pubblicato da G. Castellani (in Eévue des étucles greques, t. IX, 1896, 34) e da questo assegnato con buoni argomenti al 1448, ci attesterebbe di un nuovo viaggio dell' Anconitano nel Peloponneso, intrapreso nell' anno suaccennato. Di un suo disegno d'un viaggio mondiale (cfr. p. 277) notizia, se- condo un doc. inedito, I'Uzielli, P. Toscanelli, p. 175 sg.

La morte di Ciriaco è assegnata al 1455 dal Mercati (o. c, p. 334), il quale sostiene clie solo dopo quell' epoca lo Scalamonti cominciò a scrivere la Vita Kyriaci; mentre S. Minocchi (in Ardi. stor. ital., S. V, t. XV, 1895, p. 163) opina che la biografia sia stata scritta poco dopo il 1434 (cfr. p. 269 n. 2 e 279 n. 2).

290. Il commento di Donato Acciainoli all'Etica di Aristotele tro- vasi nel cod. magliab. J. Ili, 26 della Nazionale di Firenze. Esso fu composto, come appare dalla lettera dedicatoria a Cosimo de' Me- dici, nel tempo che l' Argiropulo insegnava nello Studio fiorentino (1456-1472). Cfr. voi. II, p. 383, n. 5.

291. sg. Le biografie dei personaggi della famiglia Strozzi, qui ricordati, trovansi nelle Vite degli uomini illustri di casa Strozzi, Commentario di Lorenzo di Filippo Strozzi (ediz. Stromboli), Firenze, 1893. A pag. 25 trovasi l' elenco degli autori greci (più numerosi di quelli notati dal Voigt) tradotti da Palla Strozzi: v'è pure la notizia ch'egli scrisse un commento alla Fisica d'Aristotele. Per il poeta Tito Vespasiano, scolaro del Guarino, cfr. anche Tiraboschi, Bibl. Modenese, t. VI, P. Ili, p. 844, Albrecht, T. V. Strozza, nel Progr.

d. Ginnasio di Dresda-Neustadt, 1891, e V. Rossi, Un' egloga vol- gare di T. V. Strozzi, Bergamo 1894 (Nozze Cian-Sappa-Flandinet). La lettera del Biondo, in cui parla di Tito (p. 292 n. 1) non può es- sere del 1443, perché lo Strozzi nacque dopo il 1430 (Borsa, P. C. Decembrio, p. 130): è certamente anteriore al 1450, secondo 1' Al- brecht, o. e, pag. 46.

293. Il sonetto politico attribuito già a Rinaldo degli Albizzi, fu scritto invece dal Burchiello, come dimostrò F. Flamini, Lirica to- scana del Rinascimento, Pisa, 1891, p. 755. La più recente e si- cura biografia del Palmieri, condotta su copiosi documenti dell'Ar- chivio fiorentino, è quella di A. Messeri, Matteo Palmieri cittadino di Firenze del sec. XV, in Arch. stor. it., S. V., t. XIII, 1894. Alle opere in lingua volgare enumerate dal Voigt si aggiunga una Histo- ria fiorentina, inedita, scritta parte in latino, parte in italiano. Al Palmieri fu pure attribuita una Historia della traslazione del glo- rioso corpo della B. V. M. Sta- Barbera di Nicomedia (Messeri, o.

e, p. 7, 8, 47).

300. Il primo viaggio del Niccoli a Roma avviene nel 1424. La lettera di Poggio, Epistol. LI, 7, è del 6 febbr. 1423, l'altra (1. II, 1) del 22 febbr. 1424 (1423 st. fior.). Nella prima Poggio fa osservare

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all' amico che avrebbe potuto avere Cosimo per compagno di viaggio : ma il Niccoli compiè il viaggio, senza la compagnia del siedici, solo nel 1424. e si trattenne a Roma pochi mesi, tra il febbraio e il luglio. Cfr. Zippel. N". Xiccoli, p. 53 sg. Il secondo viaggio dell' umanista a Roma non è certo; esso sarebbe avvenuto nel 1427; cfr. Mancini, Vita di L. Valla, p. 162 e in Giorn. st. ci. lett. it., voi. XXI p. 6, e Zippel in Giorn. cit., voi. XXIV. p. 172. A Verona il Xiccoli si recò, assieme alla famiglia medicea, nell'estate del 1430, fuggendo la peste; di passò a Venezia, dove si trovava nell'ottobre: è questo il viaggio che il Voigt suppone avvenuto nel 1433. Xel gennaio 1431 Niccolò era nuovamente a Verona, e vi rimase parecchi mesi. Cfr. Zippel, N. Xiccoli, p. 54 sg.

303, n. 1. La lettera di Guarino a Biagio Guasconi è stampata solo in piccola parte presso il Mehus, Vita A. Travers. p. 51 ; essa trovasi integra nel cod. Riccard. 779. Per la data di essa (probabil- mente dopo il 1410) v. Zippel, o. e, p. 29 n. 3.

301, n. 1. Corr.: « nel maggio 1414 e nel novembre 1434». Gherardi, Statuti, p. 247, 24S.

305. Le parole del Bruni, a cui allude Vespasiano (cfr. n. 2), si trovano in Giorn. stor. ci. lett. it., voi. XXIV, p. 176. La oratio in ne- bulonem maledicum del Bruni è pubblicata, mutila in fine, in G. Zippel. X. Xiccoli, p. 75 sgg. ; cfr. Giorn. stor. ci. lett. it., voi. XVII, p. 116. Per i codici che la contengono v. AVotke, in Wiener Studien, XI, p. 296. L' Oratio in Xicliolaum Xicholum di Lorenzo di Marco Benvenuti (cfr. n. 4), scritta verso il 1420, fu pure edita da G. Zip- pel in Giorn. stor. ci. lett. ital., voi. XXIV, 1894, p. 168 sgg.

305, n. 3. Il Niccoli mori il 4 febbraio 1437. E di questo giorno la letterina del Traversari {Ep. 1. VII, 6), in cui questi annunzia a Cosimo de' Medici la morte dell'amico, e gli chiede istruzioni per il funerale. Anche l' iscrizione murata nel Chiostro di S. Spirito, opera, del resto, d'un' epoca assai posteriore a questa, reca la data pridie nonas februarii. Cfr. Zippel, X. Xiccoli, p. 64 sg.

307 sgg. Intorno alla origine di Leonardo Bruni, v. Novati neì- l' Epistolario di C. Salutati, I, p. 43.

Leonardo fu precettore e amico di Niccola de; Medici (cfr. Giorn. stor. ci. lett. it. voi. XVI, p. 72 e voi. XXIV, p. 169); ma Niccola figlio di Vieri non apparteneva alla famiglia Medicea di Via Larga (cfr. p. 30$ n. 3). Maestro in casa di Cosimo, precettore di Lorenzo suo fratello, e di Giovanni suo tiglio, fu invece Carlo Marsuppini. Cfr. Traversari Ep., VILI, 9, 11, 39, 40, e V. Rossi, L' indole e gli studi di Cosimo de' Medici, Roma, 1893. p. 4.

La Laudatio florentinae urbis del Bruni fu esaminata e riassunta dal Klette, Beitrdge, II, p. 84 sgg. (cfr. p. 310 n. 1). Le lettere scritte da lui per la Signoria si conservano in parecchi volumi del- l' Archivio fiorentino; cfr. O. E. Schmidt, Gian Fr. Poggio Braccio-

AL VOL. I DEL VOIGT 17

lini, p. 13 (Zeitschrift f. allgem. Geschichte, 1886, fase. 4°). L'epi- taffio del Vegio per il Bruni (cfr. p. 312 n. 3) trovasi presso il Pa- stor, Storia dei Papi, voi. I, p. 38.

313 sg. Anche della prosa di Carlo Marsuppini potremmo oggi recare un giudizio, essendone venuti alcuni saggi alla luce. Una let- tera di lui, diretta a Francesco Sforza, era già stampata nei Miscel- lanea ex mss. libris Collegii Romani, Romae 1751, I, p. 168; altre lettere pubblicarono il Sabbadini in Giorn. stor. d. lett. it., voi. XVII, 1891, p. 212, nella Biografia di G. Aurispa, p. 176 (cfr. Giunte a p. 494) e nella Cronologia di L. Valla, p. 6Q, poi G. Zippel, I Suo- natori della Signoria di Firenze, Trento 1892, p. 29, e A. Moschetti in Giornale stor. cit., voi. XXVI, 1895, p. 376 (cfr. lo stesso Giornale, voi. XXVIII, 1896, p. 276). Altre sei lettere, scritte dall'Aretino per la Signoria di Firenze, stanno inedite nel cod. riccard. 1200 (Mor- purgo). Esiste inoltre di lui una Oratio consolatoria ad Cosmum et Laurentium Medices in obitu matris eorum (cfr. Vespasiano, Vita di C. d'Arezzo, § 2) in un cod. vaticano-urbin. (G. Zannoni, negli Atti dei Lincei, S. IV, voi. VI, 1890, p. 367 n. 4) e in uno laurenziano, dal quale riferisce qualche brano il Magliabechi ne' suoi Monumenta litteraria, ms. della Nazionale di Firenze, e. 54.

L' insegnamento del Marsuppini nello Studio fiorentino (p. 314) ebbe certamente principio nel 1430, al ritorno di lui e della famiglia medicea dal viaggio a Venezia, come narra Vespasiano, Vita di C. d'Arezzo, § 1 : abbiamo gli atti di conferma dal 23 ott. 1431, in Ghe- rardo, Statuti, p. 413. L'elezione del 1434, di cui fa menzione il Prez- ziner, fu rinnovata il 15 ott. 1435 (Gherardi, p. 440) ; nella lettera su citata (Giornale stor. cit., XXVI, p. 381) del 22 maggio 1437 parla egli stesso delle sue pubbliche lezioni. Una lettera di Donato Accia- inoli del 10 ott. 1451 (cod. magliab. Vili, 1390, e. 34 ò.) conferma che l'Aretino era stato in allora condotto a leggere non solum latine, sed etiarn grece, con lo stipendio di 350 fiorini ; ma la sua accetta- zione non era sicura (cfr. p. 414 n. 1).

Alla testimonianza di Poggio intorno ai figli del Marsuppini (cfr. n. 3) si può aggiungere la lettera di questi al Tortelli, pubblicata dal Sabbadini (Giorn. stor. d. lett. it., 1. e), e 1' espressa menzione che fa il Ficino, nel suo Commento al Convito di Platone (Opera, Basileae 1876, p. 657), di Cristoforo e Carlo Marsuppini, Caroli poetae filios. Carlo fu seguace del padre nel culto della poesia, cfr. Le Divine Lettere di M. Ficino, Venezia 1563, I, e. 53, 81). Che la sua fosse poi una famiglia regolare è attestato dal Catasto del 1446 (Archivio di Stato di Firenze, Portate, gonf. Lion d'oro, filza 679, e. 860), dove sono nominati la moglie Caterina e quattro figliuoli di mess. Carlo, legittimi. Il giorno della sua morte (cfr, n. 4) è indubbiamente il 24

VoiGT-ZlPPEL 2

1S GIUNTE E CORREZIONI

aprile 1453: e il Palmieri recitò l'orazione funebre nelle esequie so- lenni il 26 di quel mese; Messeri. Matteo Palmieri, p. 36 sg.

315. Il Voigt. seguendo il Da Bisticci, afferma la umile origine Ambrogio Traversar!, nato a Portico il 16 sett. 1386. Egli discen- deva invece da illustre famiglia ravennate, cacciata dalla sua città nel sec. xiv: cfr. F. Bavagli, Cenno storico sul B. Amor. Traversavi, in Erudizione e belle arti, voi. IL p. 176. Agli studi di greco del fra: nteressò anche il papa Martino V : cfr. i suoi due Brevi

presso Thomas. Les lettres o la cour des papes, negli Extraits des Mélanges d'archeol. et d' hist., Pome. 1884. Anche per lui scrisse un epitarlo Maffeo Vegio : cfr. Mazzatinti. Inventari delle Biblio- teche d'Italia, voi. IV. p. 25.

320, n. 2. Di un' edizione del dialogo cantra hypocritas di L. Bruni, stampata in Olanda nel 1699. trovasi notizia in Xovati e Lafaye, Mélanges cit.. XII, p. 177. Per le altre ediz. v. Mehus. L. Bruni Epi- stolae. t. I. p. L5iv.

522 sgg. Giamiozzo Manetti nacque il 6 di giugno 1396: cosi tro- vasi scritto nel cod. Laurenz. LXI. 33. contenente il Commentario di Vespasiano da Bisticci. Il cod. Marucelliano riprodotto dal Fanfani {Commentario della vita di G. Marietti, di V. da BU ' reca gran parte delle date errate cfr. nota 2).

Le quattro ambascerie di Giannozzo a Pe Alfonso ('cfr. p. 325. . _ cadono negli anni 1443. 1445. 1447 e 1451, come appare dai decreti di elezione nell'Archivio di Stato di Firenze (Legazioni. Carte di Corredo. n.° 6 . Xel 1447 però il Manetti non andò. Xel 1449. an- ziché a Xapoli, egli fu spedito ambasciatore a Venezia. A queste le- gazioni, che il Voigt enumera secondo Vespasiano, va aggiunta quella ai Genovesi, nel 1437. di cui il Da Bisticci parla lungamente (Com- menti'rio. ed. Fanfani. p. 13 sg.). Un elenco delle sue opere, più com- pleto di quello dato da Vespasiano, trovasi presso il Pagnotti, in Arca. star. d. Società romana di st. patria, voi. XIV. 1891, p. 429. Ch'egli abbia anche poetato in volgare, par certo di no: la poesia citata dal Palermo (cfr. p. 324 n. 1) è invece di Francesco d' Alto- bianco degli Alberti (Flamini, Lirica Toscana. Pisa. 1891. p. 622 : anche il sonetto che va sotto il suo nome nel cod. riccard. 1114 cfr. Lami, Catalogus codd. Bibl. Bieca rd.) è evidentemente scritto da altri, e indirizzato al Manetti. Il Commentario di Vespasiano fu stampato anche nella recente edizione delle Vite curata da L. Frati (voi. II, Bc. 1893 : ma l'editore non si e valso del cod. laurenziano da

noi citato, limitandosi a riprodurre la stampa del Fanfani.

327 -_•_■. Intorno alla vita di Poggio Bracciolini offrono nuovi par- lari gli scritti di 0. C. Schmidt. Gian Fr. Poggio Bracciolini. nella Zeitschrift f. allgem. Geschichte, L886, fase. VI. e di A. Medin. Docum. per la biogr. di P. Bracciolini, in Giorn. star, d, lett. it.. voi. XII -. p. 350 sgg. Cosi, il Medin fp. 352 da notizie dei geni-

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tori di Poggio, cavate dalle portate al Catasto (p. 327 n. 1; cfr. No- tati. Epistol. di C. S., Ili, p. 555), e pubblica (p. 363) la lettera di lui che si riferisce alla compera della sua casa (p. 332 n. 4). Quel Scipione, cui scrisse il Bracciolini aprendo la lotta letteraria col Gua- rino (p. 336 n. 3) è Scipione ^lamenti da Ferrara. Cfr. Sabbadini. Centotrenta lettere di F. Barbaro, p. 22.

339 sgg. Contro quanto affermasi qui, che lo Studio fiorentino non fiori che a brevi intervalli, scrisse Luigi Chiappelli, Firenze e la scienza del diritto nel Rinascivi. (iiiArchiuio giurid. ital., voi. XXVIII, p. 451 sg\): egli importanza alla scuola fiorentina di diritto. Pel- le vicende dello Studio dal 1425 al 1429 veggasi il Klette, Beitrage, III, p. 33 sgg. Notevole è anche il lavoro di G. Rondoni, Ordina- menti e vicende principali dell'antico studio fiorentino, in Archivio 3tor. itj S. IV voi. XIV, ricavato specialmente dagli Statuti pubbli- cati da A. Gherardi.

340. Per il rinnovamento dello Studio fiorentino nel 1348, v. nuovi -docum. in Gherardi, Statuti, p. 113.

341. Baldo da Perugia insegnò nello Studio fiorentino nel 1359 e nel 1364. Gherardi, p. 292, 303. La lett. che il Salutati gli scriveva in nome della Signoria (cfr. n. 1) è degli 11 ott. 1385, non 1383; e fu ripubblicata dal Xùvati , Sul riordinamento dello Studio fior, nel 1385 (in Rassegna bibliogr. d. lett. ital., IV, 1896, p. 318 sgg.); quivi la storia di codesto infruttuoso tentativo, e di altri, fatti in quell' anno e nel seguente, per avere dotti giuristi nello Studio.

342. Il decreto di restituzione dello Studio fior, trovasi presso il Gherardi, p. 185, colla data 13 marzo 1412; secondo il nostro com- puto è quindi da assegnarsi all'anno 1413. La parte del testamento di Niccolò da Uzzano concernente il suo lascito allo Studio, è pub- blicato in Gherardi, p. 230; ivi pure (pp. 418, 421, 423) gli atti rela- tivi a Niccolò de' Tudeschi.

343. Il giureconsulto e umanista Francesco Accolti fu spesso con- fuso, nella vita e negli scritti, con Francesco Griffolini, essendo am- bedue cognominati: Francesco Aretino. Il Mancini (Fr. Griffolini, Firenze, 1890) nota tutte le confusioni delle opere attribuite ai due Aretini (p. 47); ci pure copiose notizie sulla vita, le opere e la carriera didattica dell'Accolti (pp. 6 sg., 49 sgg.).

344. Da un passo dell'epistola di Guarino a B. Guasconi, dov' è detto che il Niccoli aveva 50 anni, si deve dedurre ch'essa fu scritta fra il 1413 e il 1414 (il Niccoli nacque verso la fine del 1363, o sul principio del 1364). Questa data non contrasta con l'espressione ci- tata dal Voigt, poiché nel 1400 il Crisolora insegnava ancora a Fi. renze (v. Giunte a p. 230, 231) ; e pare più naturale che il Guarino scrivesse la invettiva quando si vide costretto da' suoi nemici a la- sciar la città.

345 sgg. L' Aurispa giunse da Costantinopoli a Venezia sul finire

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del 14*23, accompagnando l'imperatore greco, col quale fu a Milano- nel 1424. Nel settembre di quest'anno passò a Bologna, dove insegnò per un anno : nell' agosto del 1425 venne a Firenze, eletto professore nello Studio. Di qui si trasferi a Ferrara probabilm. alla fine del 1427 : certo è che nel settembre 1427 era ancora a Firenze, e che nel feb- braio 142S il Filelfo lo trovò presso la Corte estense. Sabbadini, Biogr. doc. di G. Àurispa, p. 25, 37, 146 sg. ; cfr. N. Maurolico, in Areh. star, siciliano, voi. XX, 1595, p. 122 sgg.

La cronologia delle lettere citate dal Voigt (p. 346 n. 2) fu fissata dallo stesso Sabbadini (Guarino Ver. e gli archetipi di Plauto e Celso, p. 5-30) ; esse vanno tutte riportate di un anno indietro.

Anche il Bruni, nella sua Oratio in nebulonem rnaledicum, parla di persecuzioni del Niccoli contro l'Aurispa (cfr. p. 347) ; si tratterà anche qui di lievi dissapori, come avvenne appunto con Emanuele Crisolora (cfr. Giunte a p. 228).

347 sgg. Le vicende di gioventù del Filelfo sono narrate da Poggio nell' Inv. 3.a contro il Tolentinate (Opera, f. 67 n.), con colori assai foschi. Pur tenendo conto che trattasi d'una invettiva, conviene osservare che il Bracciolini dichiara di aver avuto tutti quei parti- colari da due conterranei del Tolentinate. Sulla sua attività come diplomatico, mentre fu al servigio dell'imperatore greco (cfr. p. 348), altri ragguagli egli stesso in due lettere dell'Archivio milanese, riassunte da F. Gabotto, Documenti int. a Francesco e a G. M. Fi- lelfo, ne La Letteratura, a. 1890, n.° 13.

Che il Filelfo avesse stretto ancor nell' anno 1428 un contratto definitivo col Comune fiorentino per l'insegnamento pubblico, è posto in dubbio dal Klette, tenuto conto specialmente delle condizioni dello Studio in quel tempo (Beitrdge, III, p. 32 sgg.). Anche l'affer- mazione di Vespasiano : « il Niccoli.... lo fece eleggere » non devesl interpretare nel senso che le il Voigt (p. 350), poiché nel 1428, Tanno seguente, il Niccoli non fu ufficiale dello Studio (Klette, p. 41 ; cfr. p. 301).

Il decreto della Signoria del 12 marzo 1432 (1431 st. fior.) non conferisce la cittadinanza fiorentina al Filelfo, bensì constata ch'egli la possedeva di già. Gherardi, p. 416, Klette, p. 42 (cfr. p. 351). La satira del F. in Xic. Xichilum cognomine Lallum, notata dal Ro- smini ( Vita di F. Filelfo, I, p. 50) non ha nulla che fare coli' ora- zione di cui parla il Traversari (cfr. p. 352 e seg.). Quest' orazione non può in alcun modo riferirsi alla contesa del F. col Niccoli, poiché la lettera di frate Ambrogio appartiene all' anno 1420 : trattasi, in- vece, assai probabilmente dell'invettiva di Lorenzo di Marco Benve- nuti contro Niccolò. Cfr. Zippel, in Giorn. st. d. lett. it., XXIV, p. 183. Il processo contro il F. per le offese all'ambasciatore veneziano, avvenuto nel marzo-aprile 1432, è descritto dal Klette (1. e, p. 44 sgg.; secondo i docum. pubblicati dal Gherardi. Il decreto della Si-

AL VOL. I DEL VOIGT 21

gnoria, che riduce gli stipendi per i professori dello Studio (cfr. p. 354 n. 2, invece di n. 8), anche presso il Gherardi, p. 415.

Per l' insegnamento del Marsuppini nello Studio (cfr. p. 355) v. le Giunte a pag. 313.

L' attentato contro la vita del FiL a Firenze (p. 356) avvenne il 17 mastio 1433, come risulta da una lett. del Tolentinate nel cod. riccard. 1200. f. 146 v. I particolari di questa pretesa congiura presso il Gherardi, p. 425 sgg. e il Klette, III, p. 49. Il Filelfo non fuggi dall'esilio prima del ritorno di Cosimo (cfr. p. 357) : la sua lett. dei 12 ott. 1434 presso il Rosmini, I, p. 144, è datata ancora da Firenze. Parti certamente alla fine di quest'anno ; a Siena era stato condotto con Delib. dell'ottobre 1434 (Zdekauer, Lo Studio di Siena, p. 6), e quivi inaugurava l'anno scolastico 1435 con un discorso. Cfr. anche la sua lett. al Giustiniani del genn. 1435, da Siena, presso il Ro- smini, 1. e. ; quella citata dal Voigt è la seconda fra le sue lettere di quest'anno. Il Voigt (p. 358 e 359), dubita che i libri De exilio sieno la stessa opera dell' invettiva filelfiana veduta dal Rosmini nella Bi- blioteca Ambrosiana. Oltre alla certezza che trattasi di scritti diversi, abbiamo ora due lavori che ne danno esatto conto. Delle Commen- tationes florentinae de exilio trattò distesamente C. Errerà nell' Ardi. $t. it.., S. V, t. V, 1890, p. 194 sgg.; l'orazione del cod. ambrosiano, col titolo Orationum Cosmianarum liber primus fu esaminata dal Sabbadini, in Giorn. st. d. lett it, V, 1885, p. 163 sgg. Quest'ultima, scritta verso la fine del 1435, secondo 1' Errerà (o. e, p. 217) e pub- blicata nell'agosto 1437, è l'opera mandata dal Poggio ai Medici; non i dialoghi De Exilio, come ha creduto il Voigt. Cfr. Errerà, 1. e.

Dello scritto De Exilio, ideato in dieci libri, ma condotto solo alla fine del terzo, un ampio riassunto l' Errerà, di su il cod. auto- grafo del Filelfo che trovasi nella Nazionale di Firenze (Magliab., VI, 209). L' Errerà (o. e, p. 218 sg.) dimostra che il primo libro fu com- posto nel maggio 1440; gli altri due ritiene scritti prima del 1442. ^Ma un passo del libro terzo (cod. magliab. cit., f. 103 r.), dove è detto,

parlandosi del Crisolora : « cuius nepotem Theodoram Philelfus

hic noster uxorem habet », e' induce a ritenerli scritti tutti e tre nello stesso anno, essendo Teodora Crisolorina morta il 3 maggio 1441, come ci apprende il Rosmini. Che il Filelfo promettesse più tardi a Cosimo di distruggere il De Exilio è provato da una lettera del primo (Fabroni, Laur. Med. Vita, II, p. 382); ma non risulta che il Medici l'abbia imposto come patto per il ritorno del Filelfo a Firenze. Le lettere cit. dal Voigt (p. 363, n. 3) non contengono nessun accenno a questo scritto. Del resto, l'umanista non si diede alcuna cura, nonché •di distrugger l'opera, di farla dimenticare. Errerà, o. c, p. 219 (cfr. p. 361 e 363). Anche le lettere al Magnifico pubbl. dal Fabroni (cfr. p. 364, n. 1) non parlano di un'opera del Fil. a glorificazione dei Me- dici, bensì, come pare evidente, di uno scritto filosofico dedicato a

22 GIUNTE E CORREZIONI

Lorenzo. Dei tentativi, poi, del Fil. per ritornare in grazia di Cosimor abbiamo una prova anche nella lettera diretta da lui a Giovanni de" Medici il 22 febbr. 1451, di cui notizia V. Rossi, Giovanni

Medici, p. 17 (cfr. p. 362).

Delle lettere greche del Filelfo possediamo ora due edizioni, di Th. Klette : Die griechischen Briefe des Fr. Philelfus, in Beitrdge etc. Ili, Greifswald 1890, e di Em. Légrand: Cent dix lettres grec- ques de Fr. Filélfe, Paris, 1892. Il Légrand le pubblica secondo il Cod. Trivulziano di Milano n.° 873, integralmente, con la traduz. francese a lato; il Klette si è giovato del cod. trivulz., e di quello di "Wòlfenbùttel messo largamente a profìtto nella presente opera dal Yoigt: il Klette però talvolta le lettere solo per riassunto. Ambedue le edizioni sono ricche di note e di pregevoli contributi alle biografìe del Filelfo e dei grecisti del suo tempo. Fuor che nei casi dove è da correggere o completare la data delle lettere citate dal Yoigt, abbiamo trascurato di indicare ogni volta il luogo eh' esse tengono nell'edi- zioni a stampa: tanto più, che a ciò provvede un'apposita tabella presso il Klette, p. 5.

363. La notizia che Giovali Mario Filelfo abbia scritto un poema in lode di Cosimo de'Medici è dovuta al Mehus (Vita Ambrosii Trav.y p. 376), da cui la tolse il Fabroni (cfr. n. 5); cfr. anche Rosmini, Vita di Fr. Filelfo, t. Ili, p. 107 e Moreni, Bibl. della Toscana, t. I, p. 370. Il poema trovasi nel cod. laurenz. PI. XXXIV, 43 e consta di un ptroemio, e di due canti in esametri latini; non ha nome d'autore, ma a e. 75 r. in una rasura di più righe si distinguono le parole : « Canto.... morale] di Mario.... », che rendono possibile l'aggiudica- zione del Mehus. Segue nel cod. un carme in terzine, in lode di Co- simo ; anche qui la sottoscrizione in fine fu del tutto erasa. Alla cor- tesia del prof. E. Rostagno devo le notizie del codice; cfr. BANDixir Catal. codd. lat., voi. II, p. 159. A questo poema accenna anche Lo- renzo il Magnifico, in una lettera a G-. Mario del 14 dicembre 1474 (Inventario delle Carte Strozziane del R. Archivio di Stato in Fi- renze, voi. I, Firenze 1884, p. 589), nella quale ringrazia il Filelfo per la Laurenziade, un carme in onore del Magnifico, di cui cita un un cod. il Favre, Vie de Jean-Marius Philelfe, Genève, 1856, p. 172.

365. La elezione di Giorgio Trefoisonda alla cattedera di greco nello Studio fiorentino fu riconfermata con deliberazione dei Signori del 7 marzo 1442; Gherardi, Statuti, p. 446. La lettera con cui Teodoro Gaza declina 1' offerta della stessa cattedra è pubbl. anche- dal Gherardi, o. e., p. 455.

306 sg. Giovanni Argiropulo venne ancor giovine in Italia, e passò alcuni anni a Padova, dove s'incontra già nel 1434 (A. Cappelli, nel periodico La Letteratura, voi. V, 1890, n.° 23). Fece quindi ritorno a Costantinopoli, dove trovavasi nell'aprile 1441 (lett. greca di F. Filelfo 13 apr. 1441, ed. Légrand, p. 51;. In questo stesso anno egli venne

AL VOL. I DEL VOIGT 23

nuovamente a Padova, come appare dalla soscrizione di un cod. da lui copiato per Palla Strozzi (Lègrand, Bibl. HélL, I, p. li); quivi compare fra i pubblici lettori nello Studio fino al 1444. Più tardi si recò a Costantinopoli ; e, dopo la caduta della sua patria in mano dei Turchi, lo troviamo a Firenze, probabilm. per la prima volta, verso la metà del 1454. Quell'anno stesso pare facesse un' altra volta ritorno a Bizanzio: nel 1455 trovavasi nuovamente a Firenze. G-. Zippel, V- r la biografia delVArgiropulo, in Giorn. stor. d. leti, it., XXVIII, 1896, p. 97 sg.

La sua elezione nello Studio fiorentino non cade prima dell' ottobre 1456; il suo insegnamento pare cominciasse solo nel febbraio 1457: nel frattempo egli intraprese quel viaggio al di delle Alpi, il quale non ebbe, come sembra credere il Voigt, lo scopo di trovare colloca- mento presso il re di Francia, bensi d' impetrare da lui aiuto per il riscatto della sua famiglia dai Turchi; cfr. Zippel, o. c, p. 99. L'Argi- ropulo tenne costantemente fino al 1471 il suo pubblico e privato insegnamento ; intorno al quale, e al suo attaccamento alla famiglia medicea v. Klette, o. c, p. 75 sgg., e Zippel, p. 100 sgg. L' 8 nov. 1471 la Signoria deliberava di eleggere a suo successore Callisto da Trebisonda; Klette, p. 77. Il giudizio recato dal Voigt (p. 367) sul carattere dell'Argiropulo è quello che del dotto greco ci lasciò il Giovio : giudizio che dovrà ritenersi eccessivamente severo, e in parte non giusto; cfr. Zippel, p. 112.

369. Alla nascita di L. B. Alberti furono assegnate date diver- sissime, dal 1398 al 1416; e la questione, importante perché dal- l'anno della nascita dipende la cronologia delle opere dell'Alberti, è aperta ancor oggi, mancando sicuri argomenti o documenti per deciderla.

Delle diverse date proposte, due sole possono oggi meritare con- siderazione : quella del 1404 sostenuta dal Mancini {Nuovi doc. e no- tizie sulla vita.... di L. B. Alberti, Firenze, 1887) e da I. Sanesi in Propugnatore, voi. IV, P. I, fase. 19-20; e quella del 1406 o 1407 di- fesa specialmente da S. Scipioni {Giorn. st. d. leti, it., XVIII, 1891, p. 313 sgg.).

376. Il Pisaiiello mori nell'ottobre 1455 (V. Rossi, Giov. di Cosimo de' Medici, p. 32) ; va quindi portata di alcuni anni indietro la data 1451 della compera medicea.

Per il reliquiario di S. Zanobi del Ghiberti cfr. Rumhor, ItaL Forschungen, p. 353.

380, n. 3. La voce colibetum (o quod libetum) significava una spe- cie di disputa fra dottori e scolari negli Studi. A Firenze gli scolari per essere laureati dovevano sostenere un colibetum (cfr. Rondoni, Ordinam . d. Studio fior., p. 59). Tali erano anche le Questiones de quolibeto di Niccolò de' Tudeschi, tenute nello Studio di Siena (Zde- kauer, o. e, p. 2).

24 GIUNTE E CORREZIONI

381, L'asserzione del Bruni, che il Niccoli fu il primo a portare il poema petrarchesco a Firenze, fece credere che a lui consegnasse F 'Africa, promessa al Salutati, Francescolo da Brossano (cfr. p. 197). Ciò non s'accorda, come mostrò il Novati, Epist. di C. S., I, p. 250. con le espressioni di Coluccio a questo riguardo; devesi perciò in- tendere semplicemente che il Niccoli fu il primo che da Padova portò a Firenze e divulgò fra gli studiosi il poema. Novati, 1. e.

3S1, n. 1. Il desiderio qui espresso dal Voigt, di un'edizione com- pleta dei dialoghi Ad Petrum Histrum, fu pienamente soddisfatto: abbiamo ora tre edizioni, uscite contemporaneamente, dell' operetta del Bruni:

Th. Klette, nei Beitrdge zur Geschichte und Literatur etc, II Greifswald. 1889.

K. AVotke, Leonardi Bruni dialogus de tribus vatibus fioreniiniL

Wien, 1889.

Gius. Kirxer. I dialoghi ad Petrum Histrum di L. Bruni, Li- vorno. 1889.

Il titolo più conveniente all' opera sembra quello di Dialogi ad P. Histrum. Nel secondo di essi, il Niccoli ribatte tutte le accuse da lui stesso lanciate il giorno precedente contro i tre vati fiorentini (cfr. p. 3S1 e 3S2). Riguardo al giudizio sulle opinioni del Niccoli, che il Yoigt ed è condiviso dal Klette e dal Kirner, cfr. Zippel, N. Xiccoli, p. 15 sg. e G-aspary, Storia d. lett. it., voi. II, P. I, p. 346. Di uno degl' interlocutori del Dialogo, Petrus Minti, ossia Pietro di Ser Mino da Monterarchi, copiose notizie, che mancano nelle edizioni su citate, il Novati, Epistol. di C. S., III, pp. 423, 524 sgg. e 556.

383. L' « anonimo autore » dello scritto in difesa di Dante e del Petrarca, non è altri che Domenico da Prato, di cui parla il Voigt nella stessa pag. Lo scritto è una prefazione alle sue poesie dedicate a Roberto de' Rossi, cui accenna anche il Mehus (cfr. n. 3), e che trovasi nel Paradiso degli Alberti, voi. I, p. II, 321 sg. Lo stesso sba- glio notasi a p. 303 n. 1 : le parole contro il Niccoli ivi cit. sono pure di Domenico da Prato.

;}s4 Um 4. Le notizie di Benvenuto da Imola sui suoi scolari nel voi. III. p. 411 del suo Comentum, ediz. Lacaita; quelle de' suoi rap- porti col Boccaccio nel voi. V, p. 164.

385. Una serie più completa dei lettori pubblici di Dante fu data dal Klette, Beitrdge, I. p. 57 sg., non scevra però da erronee inter- pretazioni dei docum. pubblicati dal Gherardi, Statuti etc, intorno la pubblica lettura della D. Commedia. Di Filippo Villani lettore della D. C. in Firenze diede pregevoli informazioni U. Marchesini, nelT Archivio stor. ital., S. V, t. XVI, 1895. Su Antonio Pievano di Vado, che fu anche lettore di grammatica nello Studio fiorentino, v. le notizie che il Novati, Epistolario di C. Salutati, voi. II, p. 52.

AL VOL. I DEL VOIGT 25

Che Antonio d'Arezzo, frate minore, avesse tenuta pubblica lettura di D. in Firenze anche prima del 1428, fu dimostrato da V. Rossi, in Giorn. Stor. d. lett. ìtal., XXIV, 1894 p. 253. A togliere la contra- dizione notata dal Voigt (n. 2), ed altre ancora, converrà ammet- tere che. oltre ai lettori stipendiati dal Comune, altri espositori della D. C. leggessero contemporaneamente in diversi luoghi della città; cfr. G. Zippel, Monumenti a Dante, Trento 1896, p. 19 sg. I discorsi del Filelfo, e de' suoi scolari, sopra Dante (cfr. n. 3) si trovano in Sepulchrum Dantis, Firenze 1883, p. 25 sgg.; cfr. Zippel, o. c, p. 20. Riguardo alla cittadinanza fiorentina, che il Filelfo avrebbe ottenuta pe' suoi meriti come lettore della D. C, cfr. Giunte a p. 347.

3S7. Il Salutati non ha mai pubblicato alcuno scritto sul Petrarca. Tale questione è stata risolta nel libro di A. Zardo, Il Petrarca e i Carraresi, p. 227 sgg.

390. Benedetto Accolti (n. 14151 fratello del celebre giureconsulto Francesco, fu lettore di diritto civile nello Studio fiorentino già nel 1435, dopo di averlo insegnato a Volterra. Cfr. G. Mancini, Fran- cesco Griffolinì, p. 6. Vespasiano da Bisticci (Vita di B. Accolti) non dice fino a quando egli tenne l'ufficio di segretario della repubblica: ma nella Vita di Cosimo, § 34, narra che il Medici, un anno circa prima della sua morte (1464) si faceva leggere 1' Etica da mess. Bar- tolomeo da Colle « cancelliere in Palagio ». Secondo lo stesso Vespa- siano (Vita di B. A., § 3), l'Accolti non fece che tradurre in latino una Storia della prima Crociata scritta in francese (cfr. voi. II, p. 4S5).

394. Intorno al commercio delle membrane scrittorie in Firenze v. anche Sabbadini, Biogr. doc. di G. Aurispa, pp. 68 n. 92.

395. Intorno a Tedaldo de Casa v. Novati, Epistolario di C. S., Ili, p. 328, e de Nolhac, Pétrarque et l'humanìsme, p. 401. Il com- mento dantesco di Benvenuto da Imola fu trascritto da lui nel cod. Laur. Ashb. 839 (cfr. Giorn. st. d. lett. it., XXIII, 1894, p. 327).

398 n. 2. Su Vespasiano da Bisticci scrisse pure una monografia Pio Rajna, in Rivista bolognese, voi. II, 1878, p. 59. sgg. Per altre notizie su la vita e gli scritti di Vespasiano v. le recensioni di V. Rossi (in Giorn. st. ci. lett. it, XX, 1892, p. 262 sgg.) e G. Zifpel (in Archivio stor. it., voi. XIV, 1894, p. 154 sgg.) della nuova edi- zione delle Vite curata da Lod. Frati, Bologna, 1892-93.

400. Altre notizie sui prezzi dei libri in quest' epoca. E. Muntz, Les collections des Medicis au XV* siede, Paris 1888, p. 44 sgg., G. Zippel, X Niccoli, p. 69, e V. Rossi, Giov. de1 Medici, p. 19 sgg.

401 sg. Delle sorti della biblioteca del Boccaccio in S. Spirito di Firenze, del supposto incendio (cfr. p. 174) e della sua dispersione trattarono parecchi eruditi. Il prof. Novati riassunse (Giorn. stor. d. lett. it., XI, 1888, fase. 1°) in brevi pagine tutte le questioni. Le parole di Vespasiano intorno alle cure che vi spese il Niccoli suonano cosi, secondo il cod. laur. LXI, 38, f. 67 & : « Meritò grande comen-

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26 GIUNTE E CORREZIONI

« datione N. N. che di suo proprio sendo giovane e sendo morto mess. « Giovanni Boccaccio fece fare una libreria in S. Spirito, e messevi « tutte V opere che '1 Boccaccio avea composte e tutti e' libri che « aveva scripti di sua mano e altre opere del suo studio e della sua « eredità; e in più casse, forziretti e cassoni ogni suo scartabello e <.< scrittura, che ancora oggi vi sono, e acti a starvi lungo tempo ». Parecchi dei codici appartenenti alla libreria parva dal Convento di S. Spirito, fra questi uno autografo del Boccaccio (e probabilmente altri due pure di mano del Boccaccio) si trovano ora nella Bibl. Lau- renziana ; cfr. E. Rostagno, in Bullettino d. Soc. Dantesca Italiana, N. S., voi. II, 1895, p. 54. La cagione dell'avere il Niccoli mutate le disposizioni riguardo al lascito della sua biblioteca si trova nel fatto, ch'egli l'affidava al convento retto dal Traversari nel primo testa- mento (11 Giugno 1430), fatto avanti di partire coi Medici e col Mar- suppini per l'alta Italia, fuggendo la moria; nel secondo testamento, egli lasciava la scelta del luogo a quei sedici valentuomini, quando frate Ambrogio, divenuto generale del suo Ordine, non aveva più stabile sede in Firenze. Non occorre quindi cercare la causa del mu- tamento nei debiti contratti dal Niccoli con Cosimo, intorno ai quali, e all'arrischiata asserzione (cfr. p. 402 e 404) che il Medici tenesse per 200 volumi di quella eredità, v. Zippel, N. Niccoli, p. 69 sg. Il secondo testamento del N., e gli atti per la consegna dei libri ai frati di S. Marco, del 1441, pr. Zippel, o. c, p. 96 sg. Il testam. anche pr. Uzielli, P. Toscanelli, p. 61 sg. Sulla fondazione della biblioteca di S. Marco v. Roberto Ubaldino, Annales Conv. S. Marci, Fior. 1509, p. 64 sgg. A coloro che l'accrebbero è da aggiungersi, secondo il Follint, Chiese fior., Ili, p. 227, Vespasiano da Bisticci, che nel 1478 le donò ricchissimi codici. Cfr. anche Rostagno, Prefazione al- VEschilo Laurenziano, Firenze 1896, p. 6 sg.

403. Il canone bibliografico del Parentucelli fu stampato integral- mente da G. Sforza, La patria, la famiglia e la giovinezza di Nic- colo V, negli Atti d. fi. Accad. lucchese, t. XXIII, 1884, p. 359.

404. sg. Per la libreria privata dei Medici v. le opere di E. Muntz, Les précurseurs de la Renaissance, Paris, 1882, p. 112 sgg. e Les collections des Médicis au XVe siede, Paris, 1888; in quest'ultima (p. 115 sgg) il Muntz ripubblicò l'inventario dei libri di Piero di Cosimo del 1465 (1464 st. fior.), già dato alla luce dal Bandini (cfr. p. 405, n. 1) che l' attribuì erroneamente a Cosimo; cfr. Rostagno, Prefazione all' Eschilo Laurenziano, Firenze 1896, p. 7. Un altro in- ventario della libreria di Piero de Medici, del 1456, fu pubblicato da E. Piccolomini, nell'archivio stor. ital., S. Ili, voi. XXI, 1875; e tutti e due nuovam. dal Gottlieb, Ueber mittelalt. Bibliotheken, Lipsia 1890, p. 192 sgg. Pregevoli notizie sulle collezioni medicee, special- mente su quella di Giovanni di Cosimo, il Rossi, Giov. de' 21edìciy pp. 18-4:;. J

AL VOL. I DEL VOIGT 27

405. Palla Strozzi legò la sua biblioteca al convento di S. Giustina a Padova. L'elenco dei libri da lui donati pr. Gottlieb, o. c, p. 216: essi andarono ben presto dispersi. Cfr. L. A. Ferrai, La bibl. di S. Giustina, inser. in Mazzatinti, Inventario dei mss. ital. d. bibl. di Francia, II, App.

Che i libri del Manetti non passassero dopo la sua morte al con- vento di S. Spirito, si può spiegare pensando ch'egli visse negli ultimi anni a Napoli co' suoi figli, e che fra questi v'era Agnolo, il quale segui l'esempio del padre negli studi. Vespasiano non scrisse espres- samente quel che qui dice il Voigt.

408. Di Francesco Patrizi, protetto di Enea Silvio e discepolo di F. Filelfo, morto nel 1494 vescovo di Gaeta, come umanista pre- gevoli notizie D. Bassi, L' Epitome di Quintiliano di Fr. Patrizi se- nese, in Riv. di fil. e d' istr. class., voi. XXII, fase. 7-9.

409. Su Mariano Sozzini come umanista e sui suoi rapporti con Enea Silvio v. Novati, Una lettera e un sonetto di M. S. in Bull, senese di st. patria, voi. II, 1895, p. 89 sgg.

400 sg. Suir Umanesimo alio Studio di Siena pregevoli rag- guagli L. Zdekauer, Lo Studio di Siena nel Rinascimento, p. 44 sgg., specialmente sull'insegnamento tenutovi da F. Filelfo, e sulle vicende della sua vita in questo tempo (genn. 1435 die. 1438). In un doc. del 1436 (p. 45) il Filelfo è chiamato almus studio senensi jiraeses. Anche lo Zdekauer conchiude che l'Umanesimo attecchì ben poco nel- l'università senese.

411 n. 2. La lettera cit. di Poggio sta in relazione con quella che Lauro Quirini, Francesco Contarmi e Niccolò Barbo inviarono a Pietro Tommasi; cfr. Contareni, Anecdota Veneta, 1. 1, Venet. 1757, p. 65: Agostini, Scritt. Viniz.,t. I, p. 118 (Voigt-Lehnerdt, I, 417 n. 2).

413. Sul commento delle ecloghe del Petrarca attribuito all'Alban- zani v. Giunte a pag. 86.

415. Le poesie di Leonardo Giustiniani contenute nel mss. pala- tino descritto dal Palermo (voi. I, p. 389) sono stampate nelle Poesie edite ed ined. di Leonardo Giustiniani, per cura di Bertold \Viese, Bologna, 1883; non tutte però appartengono al Giustiniani; cfr. Ga- SPARY, Storia d. leti, it, II, P. I, p. 346, dove trovasi la bibliografia intorno all'umanista veneziano. A lui fu ripetutamente attribuito il noto poema di anonimo autore, intitolato Leandreide; cfr. Ottolen- ghi, in Giorn. st. d. lett. it., voi. XXIV, 1894, p. 380 sgg.

422 sg. La morte del Barbaro avviene nella prima metà del genn. 1454; "VVillmans, in Gotting. gelelirte Anzeigen, 18S4, p. 879. Del- l'amico suo Manelmo (p. 422) si parla nell' Epist., n.° 113 e 119, ed. Sabbadini. Per il suo epistolario v. Giunte al voi. II, p. 426.

423. Il ritorno di Guarino dalla Grecia avviene nella seconda metà del 1408. I codici greci acquistati a Bisanzio (non in grande numero, come si credette un tempo) sono registrati dall' Omont, Les mss. grecs

28 GIUNTE E CORREZIONI

de Guarino de Verone, in Revue des bibliothèques, 1892. Egli passò da Firenze a Venezia verso l'autunno del 1414, dove insegnò sino al principio del 1419. A Padova egli fu nella seconda metà del 1416, non per tenervi scuola, ma per fuggire la peste (cfr. n. 2) ; Sabbadixi, La scuola e gli studi di G. V., p. 19 sgg. Sui rapporti del Filelfo con Venezia, prima del suo ritorno dall' Oriente, notizie G. Ca- stellani in Arch. Stor. Ita!., S. V, t. xvn, 1896, fase. 2), il quale pubblica il decreto 23 luglio 1420. con cui gli era concessa la citta- dinanza veneziana.

A conclusioni diverse dal Voigt, riguardo alla fortuna degli studi umanistici in Venezia, giunge il Gabotto nel suo scritto II trionfo di Venezia nell' Umanesimo, estr. dall'ateneo veneto, 1890; cfr. anche Sabbadixi. La scuola e gli studi di G. V., p. 26.

424 sg. Giorgio da Trébisonda, eh' era venuto ancor giovinetto in Italia, ed era stato compagno di studi del Filelfo nello Studio di Padova (cfr. Klette, o. c, III, p. 70), passò già nel 1420 da Vene- zia, dove era stato alunno di Guarino e di Vittorino da Feltre, ad insegnare a Vicenza come successore del Filelfo. In quella città lo troviamo fino al 1426: certamente non vi stette oltre il 1428; Sab- badixi. Briciole umanistiche, V, in Giorn. stor. d. leti, it., XVIII, 1691, p. 230 sgg. Pare ch'egli in quest'anno si trovasse in patria, di dove lo fece tornare a Venezia probabilmente il Barbaro (cfr. voi. II, p. 133), che l'aveva conosciuto e protetto fin dalla sua prima venuta in Italia ; Klette, o. c, p. 69, 70. Nel luglio 1431 lo troviamo a Mantova, non si sa per quanto tempo con quale ufficio ; nel 1433 era già a Venezia ; Sabbadixi, o. c, p. 233 sg. Dopo gli anni passati a Firenze durante e dopo il Concilio d'Unione (cfr. II, p. 96), si tras- feri a Roma, dove lo troviamo nell'aprile 1444 (G. Castellani, G. da Trébisonda maestro di eloquenza a Vicenza e a Venezia, estr. dal Nuovo Arch. Veneto, t. XI, P. I, 1896, p. 11). Ma il posto presso la Curia sembra l'ottenesse verso il 1438: le lettere di raccomanda- zione del Barbaro cfr. p. 425) sono del 1436 e 1437; Sabbadixi, p. 241.

Sulle vicende della seconda dimora (1459-1461) del Trébisonda a Venezia, dove tenne pubblico insegnamento nella Scuola della Can- celleria ducale ivi istituita nel 1443 (né fu il suo il primo esempio di ufficio stabile d'insegnante concesso in Venezia dalla Repubblica, cfr. p. 425) v. Castellaxi, o. c, p. 15 sgg.

425 sg. Su Ognibene da Lonigo abbiamo lo scritto di R. Sabba- dixi: Lettere inedite di O. da L. con una breve biografia, Lonigo, 1880. Egli nacque a Lonigo, non a Vicenza, verso il 1412. Insegnò a Vicenza, a Treviso e a Mantova fino al 1452, poi di nuovo a Mantova fino alla sua morte, che pare avvenisse fra il 1479 e 1480 (cfr. p. 426 ?i. 1 . Notizie int. ai suoi numerosi commenti ai classici latini, e tradu- zioni dal greco, a p. 5 sgg. Le sue opere grammaticali sono due li- bretti di metrica e un trattatello delle otto parti del discorso, dedicato

AL VOL. I DEL VOIGT 29

ai figli di Federico Gonzaga (cfr. II, p. 371). 11 suo casato fu dei Bonisoli, non degli Scola, come ha dimostrato più tardi lo stesso Sabbadini. Ognibene Scola fu un'altra persona, umanista egli pure e discepolo di Guarino; su di esso v. G. Cogo, Di Ognibene Scola, Ve- nezia, 1894 (Estr. dal Nuovo Archivio Veneto, Vili).

•429. Sulla protezione accordata ai letterati da Francesco II da Carrara è da vedersi specialmente il cap. del libro di A. Zahdo, Il Petrarca e i Carraresi. Quel principe non fu però, come ritenne lo Z., cultore egli stesso della poesia: cfr. A. Medin, Il probabile autore del poemetto falsam. attrib. a Francesco il Vecchio da C, negli Atti del fi. Istituto Veneto, S. VII, t. II, 1891, e V. Lazzarini, Storie vecchie e nuore int. a Francesco il V. da Carrara, in Nuoro Arch. Veri., t. II, P. II, 1895.

Per l'importanza della scuola degli averroisti in Padova è note- vole il fatto, che la figura di Averroè fu dipinta in una chiesa di quella città, fra i santi, da Giusto de' Menabrei, morto prima del 1397; cfr. P. Molmenti, in Nuova Antologia, S. IV, voi. 62°, p. 425.

430. Fin dal principio del pontificato di Innocenzo VII (1404-1406) P. P. Tergerlo trovavasi nella Curia Romana come segretario papale. Prima della elezione del nuovo pontefice Gregorio XII (1406), egli tenne ai cardinali adunati in concistoro un'allocuzione, che fu pub- blicata da C. A. Combi nell'Archivio stor. per Trieste età, voi. I, Roma 1882, p. 360 sgg.; cfr. Pastor, Storia dei papi, I, p. 131, 192. Sull'epi- stolario del Vergerio cfr. voi. II, p. 424. Per i rapporti dello Zabarella con Pier Paolo e con altri umanisti v. le notizie bibliografiche recate dal Novati, Epistol. di C. S., Ili, p. 408 sg.

432. Secco Polentone non nacque a Padova, ma a Levico in Val Sugana, circa l'anno 1370 (Sabbadini, in Museo ital. d'ant. classica^ 1890, p. 318 sg.). Insieme al padre Ser Bartholomeus dictus Polen- tonus de fiicciis de Levigo, esercitava il notariato in Borgo di Val Sugana, come appare da un docum. del gennaio 1399 (Ambrosi, Scrittori Trentini, Trento, 1899, p. 13). Ciò contrasta a quel che dice il Sabbadini (1. e), ch'egli fosse sin dal 1397 notaio in Padova, e che suo padre sia stato uomo d' armi.

Il primo libro del De scriptoribus latinis fu composto prima del 1420, il quinto verso il 1426 (Sabbadini, 1. e, p. 324). Per la storia di quest'opera di Secco v. anche Novati, in Archivio stor. per Trieste, V Istria e il Trentino, voi. II, 1883, p. 76 sgg.

437. Intorno a Demetrio Calcondila (il vero nome, secondo i codici, è Calcocondila), che fu discepolo del Gaza a Roma e di Guarino a Ferrara, e, dopo la caduta di Bisanzio, professore successivamente a Perugia a Padova e a Firenze, v. Gabotto e Badini Confalonieri, Notizie biografiche di D. C. in Giornale ligustico, XIX, 1892, fase. 7— 10; H. Noiret, in Mélanges d'archeol. et d' hist, voi. VII, Rome 1887; Lègrand, Bibliogr. hellén., p. xciv sgg., e G. Dalla Santa ne La.

30 GIUNTE E CORREZIONI

Scintilla, anno IX, Venezia 1895, n.1 13 e 14. Per l'attività di lui come editore a Milano, dove mori nel 1511, v. anche E. Motta, in Archivio star, lombardo, a. XX, 1893, fase. 1°. Forse non fu persona diversa da questi quel Demetrio Kykanclyle, il quale nel 1446 copiava un cod. greco che fu poi di Guarino Veronese ; cfr. Lambecius. Bibì. Caes. Vindob., voi. VII, p. 74.

437 sgg. Guarino trasportò la sua residenza a Verona, dove aveva sposato il 27 die. 1418 (cfr. n. 4) Taddea di Niccolò Cendrata, già nella primavera del 1419; ivi tenne scuola privata finché ottenne, il 20 maggio 1420, la nomina ufficiale nello Studio veronese; Sabbadini. La scuola e gli studi di G. V., p. 20, 21. Secondo il Sabbadini (1. e.) la seduta del Consiglio, in cui si sarebbe ricusata la riconferma di Guarino, e dove fu letta la difesa dell'anonimo panegirista (cfr. p. 438), è la stessa (10 genn. 1425) in cui gli fu rinnovata la condotta per cinque anni. Infatti, essendosi il Veronese trasferito a Ferrara già nell' aprile 1429, quella deliberazione di cui parla il Voigt non aveva raaione d'essere. Per la sua chiamata a Verona nel 1451. da lui stesso sollecitata, ma che non ebbe effetto, v. Sabbadini, o. c. p. 24 (cfr. p. 439). Un altro tentativo per riaverlo era stato fatto dai Veronesi già nel 1433; cfr. Id., o. c, p. 23.

Il permesso accordato dal Consiglio di Verona a Guarino di tenere alunni esterni a dozzina (non una dozzina circa, cfr. p. 488), deve riferirsi alla condotta del 1420, non alla conferma del 1425. Trattasi di un vero convitto, importante istituzione guariniana, sulla quale cfr. Sabbadini, o. c, cap. IV.

439 sg. Una edizione completa delle opere di Isotta Nogarola, ag- giunte varie lettere a lei di altri umanisti, e altri scritti di Ginevra e Angiola Nogarola? con una dotta prefazione di E. Abel, è quella comparsa a Vienna nel 1886: Isotae Xogavolae Veronensis opera omnia collegit Alex, comes Appony, edidit et praefatus est Eug. Abel. Nella Prefazione (pp. xv sg., evi sg.), copiose notizie del primo maestro di Isotta e Ginevra, Martino Rizzoni, discepolo di Guarino (cfr. p. 489). Isotta pare che morisse nel 1466 in età di 48 anni (cfr. p. 440). L'ope- retta di G. Mario Filelfo (cfr. p. 440 n. 1) su Isotta fu pubblicata dall'ABEL, o. e, voi. IL p. 365; il quale però non si valse dell'esem- plare di dedica che trovasi a Berlino, Cod. Hamilton, 510 (Voigt- Lehx., I, 442 n. 1). Per le relazioni di Ginevra, d'Isotta e del Rizzoni con Guarino v. Sabbadini, La scuola e gli studi di G. V., passim.

440. Suir Umanesimo a Genova gettano nuova luce gli scritti di C. Braggio, Giacomo Bracelli e V Umanesimo dei Liguri al tempo suo, negli Atti d. Soc. ligure di st. patria, voi. XXIII, 1890 (cfr. la recensione di R. Sabbadixi in Giom. st. d. lett. it., XVIII, p. 369 sSS-\ e di Ferd. Gabotto, Un nuovo contributo alla storia dell' urna, nesimo ligure, negli Atti cit., voi. XXIV, 1892. Secondo il Braggio? il Bracelli era già nel 1411 segretario della Repubblica, ufficio dal

AL VOL. I DEL VOIGT 31

quale fu dispensato nel 1466; pare ch'egli morisse in quest'anno. La sua corrispondenza col Biondo (cfr. n. 3) trovasi anche presso il Braggio, p. 287.

462. Secondo una comunicazione del prof. Novati al d.r Lehnerdt (Voigt-Lehn., I, p. 451 n. 2), il cod. 109 della Bibl. Com. di Cremona contiene un Commentario latino a Persio, opera di Paolo da Peru- gia; intorno a costui v. i docum. pubbl. in Arch. stor. it., S. V, voi. Ili, p. 321, 373.

456, 7i. 2. L'orazione della laurea di Zanobi da Strada fu pubbli- cata per la prima volta dal "Wesselofski, Boccaccio etc, voi. II, pp. 639-660 (cfr. p. 635 e 167 sgg.), con la data 14 maggio 1355.

461. I luoghi delle Opere di Lorenzo Talla ego certe natus sum Romae ».... p. 386; « ...in hac urbe (Roma) in qua natus sum », p. 347) sembrano non lasciar dubbio eh' egli abbia sortito i natali in Roma. Cfr. lo scritto di W. Schwahn, L. Valla, ehi Beitrag zur Gesch. des Humanismus, Berlin, 1896, il quale sostiene il 1407 come anno della nascita di Lorenzo, mentre il Mancini e il Wolff propon- gono il 1405 e il 1406.

467. Secondo il Mancini (Vita di L. Valla, p. 49 sg.) il dialogo de voluptate del Talla, com' è stampato nell' ediz. di Lovanio, fu te- nuto nella casa del Vegio a Pavia. Il primo dialogo, tenuto a Roma, si può assegnare all' anno 1427. Il Mancini poi crede che i due testi a stampa differiscano ambedue dal dialogo dapprima pubblicato, eh' era molto più breve del trattato rifuso in seguito (o. e, p. 62 sgg.). Un' edizione del secondo rifacimento del de voluptate, uscita a Co- lonia nel 1509, è ricordata dal Pastor, Storia dei Papi, I, p. 14 n. 1. Lo Schwahn, o. c, p. 14, ritiene questo secondo dialogo pubblicato nel 1432.

Alla bibliografia sul Valla data dal Yoigt (p. 476 n. 4) devesi ag- giungere l'opera citata del Mancini, come il lavoro più completo ed erudito intorno all'umanista romano, lo studio cit. dello Schwahn, e la Cronologia della vita di L. Valla del Sabbadini (L. Barozzi e R. Sabbadini, Studi sul Panormita e sul Valla, Firenze, 1891). La monografia di Max v. Wolff, Lorenzo Valla, sein Leben und seine Werke, Lipsia, 1893, trascura i lavori, usciti negli ultimi anni, sul- l' umanista romano.

478, n. 1. La lettera cit. del Beccadelli al Lamola è del 2 feb- braio (1426); cfr. Sabbadini, Cronologia d. vita di A. Beccadelli, dove trovansi (p. 21 sg.) altre lettere dei due umanisti.

479. La contesa del Panormita con Antonio da Rho è narrata secondo nuovi documenti dal Sabbadini, o. e, p. 2 sgg., dove è stam- pata l'invettiva del Raudense; la contesa cade nel 1432, cfr. Mer- cati, Miscellanea di note critiche, § IV.

L'elegia Meretrices papienses etc. (cfr. n. 2) viene attribuita ad Antonio da Rho in due mss. laurenz. della fine del sec. xv. Bandini,

32 GIUNTE E CORREZIONI

Cataì. codd. Int., t. II, p. 171, t. Ili, p. 810. Nel cod. Laur. Gadd. 1-47 si conservano 198 esametri scritti dal frate Mariano da Volterra contro l'Ermafrodito del Beccadelli. Questo certosino è forse quello stesso frate Mariano, vescovo di Cortona, al quale Iacopo Cocchi dedicava nel 1467 un sonetto in lode di Lucrezia moglie di Piero de' Medici (cfr. G. Zippel, Bicordi e scritti ined. di Iacopo Cocchi Donati, Trento, 1894, p. 19).

•4S0. Una lettera di Guarino a Giovanni Lamola, del genn. 1435, in cui parlasi dell'« Ermafrodito », è pubbl. nella Vierteljahrsschrift f. Cui tur u. Literatur der Renaissance, voi. I, 1885, p. 109. Le lodi del Veronese al Panormita, di cui parla il Voigt, si collegano col carme ch'egli inviava nel 1432 al Beccadelli, rallegrandosi per l'ottenuta laurea poetica ; cfr. Sabbadini, La scuola e gli studi di G. V., p. 82.

4SI sgg. Secondo le notizie sui primi anni del Beccadelli, che ci P. C. Decembrio in una invettiva, la sua nascita sarebbe assai umile: il padre era macellaio e la madre fornaia. L'anno della sua nascita non è accertato; si sa che nel 1420 egli si era già trasferito da Palermo sul continente, e la prima sua dimora fu probabilmente Firenze. Egli sarebbe passato ben presto a Padova, dove potè bene aver per maestro il Barzizza (non già a Milano, dove questi non insegnò mai; cfr. Xota del Trad.), poiché è dimostrato che Gaspa- rino rimase a Padova fino al 1421: Sabbadini, Cronologia del Valla, p. 16 sgg. Da queste date fissate dal Sabbadini si discosta però V. Rossi (in Archivio stor. it, S. V, t. XVI, 1895, p. 387), il quale ri- tiene, con la scorta di documenti, che nel 1420 il Panormita, insieme al Marrasio, si trovasse già a Siena. Certo è che nella seconda metà del 1424 egli era ancora in quella città; verso la metà del 1425 a Bologna, dove rimase fino all' agosto 1427 ; Sabbadini, o. c, p. 19 sg. Se Antonio contava 26 anni quando andò a Bologna, secondo egli stesso narra, e allude a questo soggiorno di due anni, converrà por- tare indietro l'anno della sua nascita, 1394, proposto dal Voigt (cfr. n. 2). Nel 1427 e nei due anni seguenti il Beccadelli peregrinò per molte città d'Italia: a Ferrara, a Venezia, a Genova, a Firenze. Sei 1421 era a Roma; da una lettera pubbl. da G. Mercati (Miscel- lanea di note storico-critiche, p. 319 sg.) appare che il 12 dicembre ci stava ancora, e aveva intenzione di trattenervisi. La sua andata a Pavia non può quindi cadere che sul principio del 1429, cfr. Sab- badini, o. e, p. 41. Quivi rimase, al servizio del duca di Milano, fino al principio del 1435: nel maggio 1432 fu a Parma, a ricevere la corona poetica dall'imperatore Sigismondo. Da Pavia, per la via di Genova, andò a Palermo presso la Corte di Re Alfonso (cfr. p. 482); Sabbadini, p. 43 sgg. Dall'Aragonese ebbe il nostro poeta un in- vito (cfr. p. 483), per i buoni uffici del segretario regio Giacomo Pellegrino ; cfr. la lett. del Pellegrino, della fine del 1434, al Panor- mita, presso il Sabbadini, o. c, p. 45 sg.

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Poesie minori del Beccadelli (cfr. p. 484, n. 2), non contenute nell1 Ermafrodito, sono menzionate anche dal Gaspary, in Vierteljahr- schrift f. Cult. u. Lìti. d. JRenaiss., voi. I, 1886, p. 474, dal Ramo- rino, in Arch. star, it., S. V, voi. Ili, 1889, p. 447, e dall'ALBRECHT, in Zeitschrift f. vergleich. Litteraturgesch. u. Benaissancelitt., N. S., voi. Ili, 1890, p. 363. Per le sue lettere (cfr. p. 485, n. 2), si vedano le notizie di codici presso il Sabbadini, o. c, p. 1, e nel Neues Ar- chiv f. alt. deutsche Geschiclitskitnde, voi. VI, 1881, p. 371 ; tre lettere sono stampate dal Mercati (o. c, § IV), il quale mostra in qual modo il Panormita venne compilando il suo epistolario.

Una recente monografia su questo umanista fu pubblicata da Max v. Wolff, Leben und Werke des Antonio Beccadelli genannt Pa- normita, Leipzig, Seemann, 1895.

487. Di Bartolommeo Fazio scrisse un' accurata biografia il Brag- gio, in appendice al suo libro su Iacopo Bracelli e V umanismo li- gure; cfr. la recensione di R. Sabbadini in Giorn. st. d. leti, it., voi. XVIII, 1891, p. 370. La vita di questo letterato fu poi più mi- nutamente ricostruita dal Gabotto, Contributo alla storia d. Uman. ligure, p. 129 sgg.

490 sgg. Il Porcellio, nato a Napoli sul principio del sec. xv (prima del 1408), pare aprisse una scuola a Roma verso il 1430, sotto la protezione del card. Colonna (Martino V) ; dove andasse dopo che fu cacciato da Roma (p. 491), non si sa. Nel 1443 assisteva al l'ingresso trionfale di Alfonso in Napoli (p. 492); il agosto 1450 era nominato secretario e poeta del Magnanimo, con lo stipendio di 300 ducati. E. Percopo, in Archivio stor. napol., t. XX, 1895, p. 317 sgg. Il ms. fiorentino contenente il Triumphus Alfonsi regis (cfr. n. 2) trovasi nella Nazionale di Firenze (Conventi Soppressi, J. IX. 10), e contiene i versi attribuiti a torto dal Colangelo al Valla. Un altro cod. trovasi a Napoli, secondo il Correrà, in Rivista stor. it., II, 1885, p. 290 (Voigt-Lehnerdt, I, 493). L' allocuzione del Porcellio da- vanti all'imperatore Federico a Napoli è registrata dal Mazzatinti, Inventari dei mss. delle biblioteche d' Italia, voi. I, 1891, p. 94.

Nell'anno scoi. 1465-66 lo ritroviamo a Napoli, professore nello Studio in allora ripristinato dal re Ferdinando; Canna vale, Lo Sta- dio di Napoli nel Rinascimento, Napoli, 1895, doc. 21, 41, 56 etc. Le susseguenti vicende della sua vita sono esposte, secondo nuovi doc, dal Percopo, 1. e. ; ivi pure (p. 321) un elenco delle sue opere edite e inedite.

494. A GJiovaimi Marrasio, oriundo di Noto, come l'Aurispa e il Cassarino, dedicò una breve biografìa R. Sabbadini, Biografia doc. di G. Aurispa, Append. V (cfr. V. Rossi, -in Archivio stor. it, 1895, fase. 196, p. 387). Notizie di carmi inediti del Marrasio ibid., p. 174, n. 4.

Il Sabbadini pubblica anche la lettera dedicatoria con cui il Mar- suppini accompagna al Marrasio la sua traduzione della Batracomio-

VOIGT-ZIPPEL, 3

34 GIUNTE E CORREZIONI

machia (o. e, p. 176\ Lo stesso autore pure saggi di una raccolta di elegie dell'umanista netino, composte a Siena verso il 1426, in lode di Angelina Piccolomini, forse una parente di Enea Silvio (L' Aa- gelinetum di Gior. Marrasio, in Bibl. d. scuole ital., voi. IV, 1892, n.° 13) ; egli pubblicò finalmente due altre elegie del Marra sio, com- poste a Ferrara (Una mascherata mitologica a Ferrara nel 1443, Catania, 1S95\ Il Cali, Studi su i Priapea, p. 94, notizia di una poesia del M. inviata da Siena (1429?) al Beccadelli.

495. Da una lettera del Panormita all'Aurispa, che afferma es- sere il Gaza apud Alphonsum regem magnifice collocatiti)}, e dalla risposta dell' Aurispa si ricava che il Greco passò al servizio di Al- fonso verso la fine del 1455. Sabbadint, Diogr. di G. Aurispa, p. 133.

49G sg. Il trattato del Zanetti de dignitate dedicato a Re Alfonso, e il privilegio concessogli dal re sono da assegnarsi al 1452, secondo il racconto di Vespasiano. Sul principio del 1453 Giannozzo s' allon- tanò da Firenze. Alla corte di Napoli egli non passò subito dopo la morte di Niccolò V; Vespasiano stesso ci dice ch'egli rimase presso Callisto ILI (Commentario, p. 89); una lettera del Filelfo del 19 sett. 1457, in cui, avuto sentore della nuova posizione ottenuta dall' amico presso Alfonso, si rallegra con lui, farebbe supporre eh' egli si fosse stabilito a Napoli in quell'anno, o nel precedente (cfr. p. 497).

498. Nonché non avere conosciuta la Corte di He Alfonso, il De- cenibrio fu a Napoli, per breve tempo, nel 1451 ; vi ritornò nel die. 1456, e visse tre anni, benché interrottamente, presso Alfonso e il suo successore Ferdinando, con condizioni assai onorevoli. Alfonso si valse dell' opera di lui anche come ambasciatore. Borsa, P. Q. De- cembrio, pp. 96, 106 sgg.; cfr. Magenta, I Visconti e gli Sforza etc. I, p. 437.

500 sg. Le notizie date qui intorno a Uberto Deceinbrio, si pos- sono completare e correggere secondo lo scritto di M. Borsa, Un umanista vigevanasco del sec. XIV, in Giorn. ligust., anno XX, 1893, fase. IH-IV. Il Decembrio (n. 1370? - m. 1427) fu segretario del Fi- largo verso il 1390, e discepolo del Crisolora a Pavia dal 1400 al 1403 (p. 81 sg.). L' Argelati ricorda di lui alcuni carmi latini, che non con- servansi più (p. 110). Il cod. ambr. 116 sup. contiene il trattato de repubblica di Uberto, assieme al dialogo de morali philosophia e ai due trattati de modestia e de candore, dello stesso (pp. 101-109).

501 sg. Della giovinezza di Antonio Loschi, in riguardo a' suoi rapporti col Salutati, nuovi ragguagli il No vati nell'Epistolario di C. S., voi. III, p. 254 sgg. Il Loschi stesso in una sua lettera afferma d'essere stato adulescentulus a Firenze, per fruire degl'in- segnamenti di Coluccio: ne parti nel 1387, dopo la rovina della fa- miglia degli Scaligeri. Nel marzo 1388 stava per recarsi a Pavia, dove le commendatizie del Salutati gli schiusero la reggia viscontea. La invectiva in Florentinos del Loschi (p. 502) non fu scritta nel 1403,

AL VOL. I DEL VOIGT 35

come asserisce il Voigt, confondendo con l'anno in cui usci la risposta del Salutati. Il Da Schio, op. cit, p. 143, volle assegnare al libello del Loschi la data del 1399, che è messa in dubbio dal Novati, Epistol. cit., Ili, p. 634 sg., il quale vorrebbe riportarla piuttosto al 1401. Che l'invettiva è indubbiamente opera del Loschi dimostrò il Novati nelVEpist cit., Ili, p. 640. A Milano ebbe il nostro umanista cariche ed onori da G. G. Visconti, come appare da una lett. del Salutati del 3 die. 1398; Novati, Epist. cit., voi. Ili, p. 330; cfr. voi. IL p. 254. Al libro dello Schio sull'umanista vicentino vanno aggiunti i cenni che ne diede il P. Angiolo Gabriello di S. Maria, in Biblioteca e storia degli scrittori d. citta e territorio di Vicenza, Ibid., 1772, voi. I, pagg. 222-260. Novati, cit., II, p. 254.

505. I due inventari della biblioteca Visconteo-Sforzesca di Pa- via, pubbl. dal D'Adda e dal Mazzatinti, trovansi pr. Gottlieb, Mit- telalt. Bibliotheken, p. 219 sgg.

Per la vita e gli scritti di Andrea Billi v. Mancini, Vita di L. Valla, p. 31 sg.

507. Intorno a Gaspariuo Barzizza e a suo figlio Gniuiforte cfr. Sabbadini, in Arch. stor. lomb., XIII, 1886, p. 823 sgg., e in Giorn. stor. d. lett. il, VI, 1885, p. 174 sgg.

509. Del trattato De imitatione di Antonio da Elio parla il Sab- badini nel Giorn. st. d. lett. it., VI, 1885, p. 168, e ne Gli studi e la scuola di Guar. Ver., p. 47, 53, 74. Un cod. del de imitatione presso il Lebaude, Catalogue sommaire des mss. de la bibl. d'Avignon, 1892, p. 129. altri scritti del Raudense notizia il Minoia, Vita di M. Vegio, p. 32, 39.

511. L'elezione di P. C. Decenibrio a segretario di Filippo M. Visconti avvenne nel 1419; il Decembrio mantenne quella carica fino alla morte del duca (1447); cfr. Borsa, P. C. Decembrio, p. 11, e Ma- genta, I Visconti e gli Sforza nel castello di Pavia, II, p. 388. Pel- le ambascierie sostenute da P. Candido v. Borsa, o. c, p. 12 sgg.

Il Decembrio tradusse, non la Vita di G. Cesare scritta da Sve- tonio, ma i Commentari di Cesare, e la sua versione fu alla sua volta tradotta in castigliano ; cfr. V. Rossi, in Rassegna bibl. d. lett. it., I, 232 e A. Morel-Fatio in Bibl. de V école des chartes, LV, fase. 3-4. Alle traduz. in lingua volgare del Decembrio, citate dal Voigt, va aggiunta quella della Vita Henrici IV di T. Livio da Forlì (cfr. Giunte al voi. II, p. 248).

513. Per la lotta fra il Decembrio e il Filelfo, cfr. Borsa, o. c, p. 54 sg., 98; v. anche la poesia greca del Fil. in Légrand, Cent-dix lettres etc, p. 205, e la lettera del Decembrio (1468) in Gabotto, Un nuovo contributo alla storia, dell' umanesimo ligure, p. 178.

514. Il giudizio qui recato dal Voigt, della poca importanza dello studio dei classici in Pavia, andrà modificato secondo i nuovi studi sull' incremento dato alla cultura umanistica in quell' università, del

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Ramobino (Studi sul Panormita), del Mancini (L. Valla), del Borsa (P. C. Dece ni brio).

520. Su gli ultimi anni del Barzizza a Milano, come precettore di Galeazzo M. Sforza, v. A. Cappelli, Guin. Barzizza, maestro di di G. M. Sforza, in Arch. star, lomb., 1894, voi. I, p. 399 sgg. Il Cap- pelli nega che Guiniforte sia stato precettore di Ippolita, e dubita che lo fosse anche il Lascaris. Ivi pure (p. 431) la data della morte del Barzizza.

521 sg. Della cultura umanistica e degli scritti di Battista Sforza parla il Felictangell Costanza Varano, p. 14 sgg.

Il Decembrio passò dalla Corte di Roma a quella di Napoli nel die. 1456. A Milano venne, per fissarvi la sua dimora, solo nel die. 1459. Borsa, o. c, p. 107-111. Le vicende della sua vita in quest'ul- timo periodo (durante il quale passò otto anni circa in Ferrara) sono esposte nel libro cit. del Borsa, caj:>. VI. Pier Candido fu sepolto nella chiesa di S. Ambrogio di Milano (cfr. p. 522), dove si vede tut- tora il suo sepolcro. La sua attività come uomo politico è lumeg- giata dagli scritti di G. Gabotto, L' attività politica di P. C. Dee. t in Giorn. ligust., 1893, fase. 5-8, e di A. Battistella, Una lettera ined. di P. C. D. sul Carmagnola, in Nuovo Archivio Veneto, voi. X, P. I. 1895, p. 97 sgg.

522 sg. Sull'umanista milanese Lodrlsio Crivelli raccolse buon numero di notizie e documenti il Gabotto, Ricerche intorno a L. C.t in Archivio stor. ital., S. V, voi. VII, 1891, p. 270 sgg.; vi si accenna anche alla questione dei due Crivelli (cfr. p. 523, n. 1), senza risol- verla. Pare che Lodrisio fosse nominato segretario ducale presto dopo l'entrata dello Sforza in Milano: nel 1452 egli trovavasi già al suo servigio. La sua rottura col Filelfo avvenne certamente dopo il 1460; non può quindi la sua accettazione del segretariato da Pio II essere collegata con quella discordia. Pare eh' egli fosse co- stretto ad abbandonare definitivamente Milano solo dopo il 1463. Gabotto, o. c, p. 279 sg., 285 sgg. Una traduzione dal greco del Crivelli è citata dal Borsa, P. C. Decembrio, p. 39.

524 sgg. Alcuni documenti relativi ai rapporti di Fr. Filelfo con lo Sforza furono pubblicati da P. M. Perret nella Bibliotheque de V école des chartes, voi. LII, 1892. Il 2 aprile 1451 egli veniva no- minato maestro di retorica a Milano con lo stipendio di 600 ducati; cfr. Gabotto, Documenti intorno a Fr. e a G. M. Filelfo ne La Letteratura, 1890, n. 13. Manoscritti della Sforziade (cfr. p. 525, n. 1) trovansi cit. presso il Porro, Catalogo dei codd. mss. della Trivul- ziana, nella Biblioteca stor. ital., voi. II, Torino, 1884, p. 345: i primi quattro canti furono presi in esame, di su un cod. laurenziano, da A. Novara, Un poema del Quattrocento, Carmagnola, 1879. La lett. del Filelfo al Bessarione (cfr. n. 2) anche presso il Elette, Bei- trdge, ILI, p. 138. Le sue relazioni col Gonzaga (cfr. p. 527) sono.

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esposte diffusamente in Luzio e Rexier, I Filelfo, etc, p. 161 sgg. Altre prove del suo sistema di accattonaggio in Gabotto, o. c, doc. ni e VI.

5*29 sg. Una diligente rassegna del libro di G. Favre su G. M. Filelfo, con giunte e buone osservazioni, scrisse C. Monzani nel- V Archivio stor. italiano, N. S., t. IX, P. I, p. 105 sgg.; perla biblio- grafia più recente v. Zanxoxi. in Rendic. dei Lincei, S. V, voi. Ili, p. 571; cfr. anche Luzio-Rexier, o. c, cap. IV. Copiose notizie, do- cumenti e poesie del minore Filelfo inseri il Gabotto nel suo Coll- irio, alla storia d. Uman. ligure, p. 71 sgg., 219 sgg. Del suo poema Felsineis, in lode di Bologna, rese conto F. Flamini nel Giorn. stor. d. leti, it., XVIII, 1891, p. 329 sg,, avendo trovato l'unico testo a penna, già conosciuto e descritto dal Bandini. Lo stesso Flamini pub- blicò un lungo capitolo volgare in lode di Guglielmo di Monferrato, e diede notizia di un poema allegorico latino: Versi inediti di G. M. Filelfo, Livorno, 1892 (per Nozze). Di un altro poema di G. Mario, la Mortili il os, discorre ampiamente lo Zanxoxi, nei Rendiconti dei Lincei, S. V, III, 8-9; intorno alla Cosmiade e alla Laurenziade, due componimenti poetici in lode dei Medici, cfr. Giunte a p. 363.

Riguardo al giudizio del Voigt (p. 530) sulla fama del minore Filelfo, converrà ricordare che Francesco sopravvisse non pochi anni al figlio, e che la sua produzione letteraria continua anche dopo la morte di Gian Mario. La sua lettera a quest' ultimo, del 7 ottobre, 1440, quelle al Gaza del 19 ottobre 1440 e all'Argiropulo del 13 aprile 1441 (cfr. n. 1), sono stampate in Klette, Beitrdge, III, pp. 109. 110, 115.

533. nota. Intorno a Francesco Prendilacqua, scolaro di Vittorino, v. Axtognoxi, Appunti e notizie sic F. P., Imola, 1889, p. 39.

534. L' anno della chiamata di Vittorino da Feltre è il 1423, come si rileva dalle lettere di Vittorino alla marchesa Paola Gonzaga pubbl. da A. Luzio uelV Arch. veneto, t. XXXVI, 1888, p. 329. Per i rapporti dei Gonzaga con l'umanesimo v. Luzio-Renier, I Fi- lelfo etc, cap. I.

535. Per la « Casa Giocosa » di Vittorino, v. E. Paglia, in Arch. stor. lomb., voi. XI, 1884, p. 150.

536. Il Trapezunzio dedicò a Vittorino anche un trattato de gè- neribus dicendi (cfr. n. 3) che conservasi in un cod. vaticano; Sab- badini, in Giorn. stor. d. leti, it, XVIII, 1891, p. 232.

Intorno alla biblioteca dei Gonzaga, specialmente a tempo del marchese Lodovico, v. Luzio-Rexier, o. c, p. 152 sgg.

542. Sul poemetto di Gianlncido Gonzaga, ammirato dal Traver- sar! e dal Cesarmi, su' suoi studi e le sue collezioni v. Luzio-Re- -Nier, I Filelfo etc, p. 124; cfr. anche B. Feliciaxgeli, in Giorn. stor. ci. leti, it, voi. XXIII, 1894, p. 32.

543. Sulla medaglia di Vittorino incìsa dal Pisanello cfr. T. Fried-

3S GIUNTE E CORREZIONI

laendeb, Die ital. Schaumunzen des lòen Iahrhunderts, in Iahrbuch der Kon. Preuss. Kunstsammlungen, I, 1880. p. 92, 101.

545. Donato degli Aluanzani trovavasi fin dal 1381 a Ferrara, nella cancelleria ducale: quindi, due anni prima della nascita di Nic- colò III d'Este. La sua risposta alla lettera gratulatoria del Salutati (cfir. n. 2) è stampata nel Propugnatore. N. S., voi. I, P. II, 1888, . 329. L'Albanzani successe nell'ufficio di referendario a Barto- lommeo de la Mella prima della morte di quest' ultimo, perché Bar- tolomeo ricompare come referendario in documenti del 1403; Donato fece testamento l'S Marzo 1411 (cfr. n. 3). Xovati, D. degli Alòan- zani alla cori'- Estense, in Ardi. stor. it., S. V, voi. VI, 1890, p. 368 sgg., e in Epist. di C. Salutati. III. p. 323.

547 sgg. A Ferrara giunse Guarino nell'aprile 1429. Il suo inse- gnamento all'università comincia solo nel maggio 1436: negli anni precedenti si occupò esclusivamente della educazione di Leonello- d'Este (cfr. p. 548 sg.\ Sull'attività e sui meriti di Guarino come scrittore e come educatore vedasi il libro di R. Sabbadini, La scuola e gli studi di Guarino Guarini Veronese, Catania, 1896, che no- tizie sicure anche sulla sua vita. Delle sue poesie, alcune delle quali son pubblicate nell'Appendice, il S. un elenco alfabetico: quelle note finora sono 28, senza contare gli epigrammi inseriti nelle let- tere (cfr. p. 459, n. 4 .

Per il suo insegnamento nelle città venete (p. 548) e per il suo epistolario v. Giunte a pp. 423, 427 sgg., e voi. II, p. 426.

Xotizie dei tredici figli di Guarino (cfr. p. 555) presso il Sabba- dini, Guar. Ver. e il suo epistolario, p. 84 sg. Quando egli mori, non aveva compiuti 87 anni (cfr. p. 556), secondo il Sabbadini {La scuola etc, p. 2), che assegna la sua nascita al 1377.

556 sgg. La biografia di Giovanni Aurispa fu scritta, con la scorta dei documenti, da B. Sabbadini ( Xoto, 1891). Il libro del S.. sollevò una polemica, svoltasi nei seguenti scritti : G. Salvo Cozzo, in GHorn. stor. d. lett. it., XVIII, 1891, p. 303 e in Archivio star, sicil.. XVII, 1892; Sabbadini. in Giow. stor. cit., XIX, 1892, p. 352 e Polemica Umanistica, Catania 1893: G. A. Cesareo, in Satura ed Arte, voi. I. 1892, p. 958 sgg. Delle diverse date proposte per la sua nascita e per la sua morte, pare la più probabile, per la na- scita, il 17 die. 1374, congettura del Cesareo, o. e, p, 959. Per la data della morte, il Salvo-Cozzo il. e.) propone gli ultimi del maggio 1460, il Cesareo (1. e.) gli stessi giorni del 1459. Della sua giovinezza si sa soltanto che fu cantore nella Collegiata di Xoto, sua patria: non pare però eh' egli abbracciasse lo stato ecclesiastico prima del 1430; Sabbadini, o. c. p. 148 sgg. (cfr. p. 557 ). A Ferrara egli andò agli ultimi del 1427; di lui come maestro di Meliaduse d'Este (cfr. p. 556 n. 2;, figlio del marchese Xiccolò III e di Caterina di Taddeo (Litta, Fa m. cel., 8J, t. XI), che fu poi protonotario apostolico, parla il Man-

AL VOL. I DEL VOIGT 39

Cini, L. Valla, p. 8, n. 2 e p. 86, n. 83; cfr. anche Sabbadini, o. c, p. 68, e in Giorn. ligustico, XVII, p. 123. Sull'insegnamento dato al Valla in Roma dall' Aurispa (cfr. p. 557) v. Sabbadini, Cronologia di L. Valla, pag. 53.

556 i>. 4 e 557 n. 7. La nota va corretta cosi: Marini, Archiatri pontifici, voi. II, p. 193.

55S. Le sette poesie elegiache dell' Aurispa sono stampate nei Carmina ili. poetar, ital., t. I, p. 489; pochi altri versi di lui pub- blicò il Sabbadini, Biogr. doc. di G. Aurispa, pp. 10, 141, 156, 191. A questa scarsa produttività poetica dell' A. pare alludesse anche il Filelfo con le parole della Satira dee. I, hec. 5: placidis Aurispa Camoenis deditus (Voigt-Lehnerdt, I, 559 n. 1).

559 nota. Un inventario dei libri dell' Aurispa, fatto dopo la sua morte, presso il Sabbadini, Biografia cit., p. 62 sg.

5(50 sgg. Sul rinascimento degli studi a Ferrara, sull' educazione e sulla corte letteraria di Leonello d'Este v. Carducci, Delle poesie lat. di Lod. Ariosto, Bologna, 1875, cap. Ili; A. Cappelli, Niccolo di Lionello d' Este, negli Atti della Deputaz. di S. P. per le Pro- vincie moden. e parmensi, voi. V, 1871, p. 415 sgg.

561. Il Cod. Strozz. 1439 della Nazionale di Firenze contiene (a e, 25 sgg.) una lezione sopra Plauto e Terenzio tenuta in gymnasio (ferrariensi?) da Benedetto Borsa, venetus, e dedicata a mess. Agnolo Acciainoli (s. data). Una lettera di G. Toscanella pubblicata dal Sabbadini (in Giornale ligust., voi. XVIII, p. 125 n. 3) dimostra che il Gaza si trovava a Ferrara fin dal 31 aprile 1444. Le lettere del- l' Aliotto citate dal Voigt (cfr. n. 3) attestano solamente ch'egli in- segnava in quella città ancora nel 1448.

566. Un vivo ritratto del carattere e dell' attività di Lodovico Carbone ci il Carducci, Belle poesie lat. di L. Ariosto, p. 49 sgg. Ivi pure notizie di versi ined. di lui. Di un suo poemetto per la morte del figlio di Iacopo Ant. Marcello, e di una sua traduzione dell' elegia greca scritta per la stessa occasione da Fr. Filelfo, parla Jacopo Morelli, Notizie delle opere di disegno etc. Bassano, 1800, p. 201 sgg. Una delle sue innumerevoli orazioni (cfr. voi. II, p. 433), recitata davanti alla Signoria di Firenze nel 1473, trovasi nell'Ar- chivio di Stato di Firenze (Signori. Carte di Corredo, n. 8). Un'altra, tenuta per l'inaugurazione dello Studio di Rovigo, trasportato colà da Ferrara per la peste nel 1463, trovasi ms. nella Bibl. Com. di Ferrara; Dom. Vitaliani, Della vita e delle opere di Niccolo Leo- niceno, Verona, 1892, p. 73. Per l'orazione in morte di" Guarino Ve- ronese (cfr. p. 547, n. 2) e per la sua edizione dell'Epistolario di Plinio v. Sabbadini, La scuola e gli studi di Guar. Ver., pp. 25, 113, 114. Un epigramma del Carbone in lode dell'Aurispa fu pubbli- cato da G. Salvo-Cozzo nel Giorn. stor. d. leti, it., XVIII, 1891, pag. 310. Di alcuni suoi scritti in volgare diede notizia G. B. Ver-

40 GIUNTE E CORREZIONI

buglioli nel Giornale Arcadico del 1828; cfr. anche il Nuovo gior- nale dei letter. d'Italia, t. XVII. p. 1 sg. e t. XX, p. 335 sg.

5(>S, n. 4. Autore del palazzo ducale d'Urbino è ritenuto oggi da tutti Luciano di Laurana. Baccio PontelU e Francesco di Giorgio Martini condussero a termine l'opera sotto il duca G-uidobaldo. Cfr. Muntz. L'età aurea dell'arte italiana, Milano 1895, p. 214.

570. Sul poema « Feltria » del Porcellio v. Zannoni, in Bendic. Lincei (Classe di scienze morali etc.) S. V, voi. IV, p. 104 sgg., e

Schmarsow, Melozzo da Forlì, Berlin, 1886, p. 75-81. Cfr. Giunte a p. 5^5.

571. Il carme esortatorio del Loschi, di cui parla il Voigt, è di- retto ad Andrea Malatesta da Cesena, non al signore di Rimini: cfr. B. Feliciaxgeli. Xotizie s. la vita e gli scritti di Costanza Va- io Sforza, in Giorni, stor. d. leti, it., XXIII, 1894, p. 14, n. 1. 573. Che Carlo Malatesta abbia in realtà fatto distruggere, o al- meno rimuovere dal suo luogo una statua di Virgilio non pare ormai da porsi in dubbio ; cfr. Xoyati, Epistolario di C. S., Ili, p. 285 sg. Il Novati giudica di poco momento gli argomenti del Voigt per non credervi; p. es., quello della testimonianza di Ciriaco (p. 574 n. 3) non ha valore, perché altri simulacri del poeta esistevano in quel tempo a Mantova. L' invettiva del Vergerio contro il Malatesta è stampata anche nelle sue Ejnstolaeì ed. Combi, p. 113 sgg.

579. Tommaso Seneca da Camerino, talvolta confuso coli' uma- nista suo contemporaneo e compaesano Tommaso Pontano, nacque verso il 1401; nel 1421 insegnava ad Ancona, nel 1430 a Pavia. In quest' anno pare ottenesse anche un posto presso il Visconti a Mi- lano ; però nel 1431 lo troviamo già insegnante a Bologna, dove ri- compare dal 1458 al 1462. Cfr. Sabbadini, in Giorn. stor. d. leti, it., XVIII, 1890, p. 224 sgg.

585 sg. La lettera del Basini a Roberto Orsi, in cui descrive la sua contesa col Porcelli, è del 27 ottobre 1455; cfr. Gabotto, in Eiv. stor. it.. voi. Vili, p. 308. Il Gabotto (1. e, pp. 308, 309) sostiene che il Porcelli non perdette il favore del Malatesta , il Filelfo cercò di raccomandarlo.

Intorno ai rapporti del P. con Federigo d' Urbino, v. G. Zaxnoxi, P. Pandoni e i Montefeltro, in Rendic. dei Lincei (Classe di scienze morali etc), S. V, voi. IV, p. 104 sgg. Al principio del 1456 gli fu affidata da Federigo un' ambasceria allo Sforza, e d' allora non fece più ritorno a Rimini (cfr. p. 5S5, n. 1). L' orazione tenuta da lui in quell'occasione a Milano è notata dal Tafuri, Istoria d. scrittori nel Pegno di Napoli, Ibid. 1744 sg., t. II, P. I, p. 31; cfr. Gabotto, Il Porcellio a Milano, in Bibliot. d. scuole ital., voi. Ili, 1890, p. 9. Ad istanza del Filelfo gli venne poi assegnata a Milano una pen- sione. Gabotto, 1. e. p. 11; cfr. anche la lett. del Filelfo al Gaza 22 giugno 1456 1 in Klette, Beitràge, III, p. 129.

AL VOL. I DEL VOIGT 41

Nel 1465 (ottobre) troviamo nuovamente il P. a Napoli, profes- sore nello Studio allora riaperto da Ferdinando I, con lo stipendio di 20 ducati al mese, fino al luglio 1466. Negli anni seguenti non riappare fra i lettori di quella università. Cfr. Cannavale. Lo stadio di Napoli, nei Documenti.

586. Il Tonini, La cultura, etc. in Rimini, I, p. 180, reca la no- tizia che il Perleone scrisse, ad istanza del Filelfo, un Commentario fatti del Sig. Mal atesta] ma non dice donde abbia ricavata questa notizia. Sulla vita e gli scritti del Perleone, di Roberto Valturio (cfr. p. 577), e in generale sulla corte letteraria di Sigismondo Malatesta si vedano i cap. I-V del voi. I dell'opera cit. di Carlo Tonini.

588 n. 3. Intorno alla traduzione di Falaride dedicata da Fran- cesco Griffoliiii d'Arezzo a Malatesta Novello (forse prima del 1447), e alla diatriba suscitata da questa versione, v. Mancini, Francesco Griffolini, p. 17 sgg.

589. Parlando dell'educazione di Costanza Tarano, il Yoigt con- fonde costei colla figlia Battista Sforza, che fu allevata presso lo zio Francesco a Milano (cfr. p. 521). Costanza nacque nel 1426, e mori cer- tamente il 13 luglio 1447, secondo il Feliciangeli (o. c, p. 48, nota), al cui diligente lavoro rimandiamo per le notizie su la vita e gli scritti della Varano, qui accennati.

GIUNTE E CORREZIONI

AL VOLUME SECONDO

Pag. S, n. 2. Varie lettere del Salutati a Francesco Brìi ni, degli anni 1367-1377, si trovano nell1 Epistolario di C. Salatati, ed. No- vati, voi. I, p. 42, 45,46, 58, 188, 263. La lettera del 14 apr. 1380 ibid., .p. 342. Il Novati illustra quivi i rapporti di Coluccio col padre di Leonardo Aretino.

9, nota. Poggio Bracciolini ottenne la scrittoria nella Curia pa- pale verso il principio del 1404. Infatti, la lettera del Salutati, in cui si rallegra con Poggio del posto ch'egli occupa presso il card, di Bari, è del 23 die. 1403, e quella in cui ringrazia Francesco da Mon- tepulciano di aver procurato all' amico la scrittoria , del 9 febb. 1404 ; cfr. ScroiiDT, Gian Francesco Poggio Bracciolini, p. 15. A ciò non contradice la data della lettera di Maso degli Albizzi citata dal Voigt. Il Novati, Epistolario di C. S., III, p. 653 sg. aggiunge che la par- tenza di Poggio da Firenze e la sua ammissione in casa del card. Maramaldo avvennero forse nel novembre del 1403, e la nomina a scrittore apostolico certamente ne' primi del febbraio 1404.

22. Dei fatti mal noti della vita di Iacopo Angeli da Scarperia scrisse con miglior profìtto degli altri il Mehus, L. Datili canon. Fior, epistolae XXXIII, Florentiae 1743, pp. Lxxin sg. L'Angeli nacque verso il 1360 in Scarperia di Mugello; nel 1400 aveva com- piuta la traduz. da Plutarco della Vita di 21. Bruto; Novati, Epist. di C. S.t voi. III, pp. 129, 131.

23 n. 2. Del poeta Benedetto da Piglio possediamo la prefazione ad una interpretazione di Lucano, pubblicata nel Xeues Archiv far altere deutsche Geschichtskunde, voi. XII, 1887, p. 607.

24 n. 1. Come dottore di leggi compare Agapito Cenci anche in documenti del 1450, nel Registro della città di Lipsia pubblicato dal Posern-Klette, n1. 267, 278. L'anno della sua morte (ottobre 1464) presso il Pastor, Storia dei Papi, II, p. 334 sg.

30 sg. Si avverta che la n. 4 della pag. 30 va riferita alle linee 27-30 della stessa pagina; al richiamo 4 corrisponde invece la n. 1

44 GIUNTE E CORREZIONI

della pag. 31 : al richiamo 1 di questa pagina si riferisce la nota _uente: « Le opere di Domenico da C&pranica sono citate dal Bo- rei. Di . ntif. epist. a . p. 139. 140. Un altro scritto « di lui presso il Baldini. Catal. codd. lati. bibl. Laurent., t. III. p. 637 ». Sulla passione di Pietro Barbo (papa Paolo II) per lo sfarzo e le gemme antiche efir. p. 30 v. Pastob, Storia dei />< voi. IL j sg. Il discorso di Basilea del card. Landriani (cfr. p. 31" si trova anche pr. il Mazzatinti, Inventari dei mss. delle bib - .:. I. Torino, 1887. j

34. Lo scritto di Gregorio Correr al giovane certosino è stam- pato in Contareni. Anecdota 1 . t. I. Yen. 1757. p. 24. Xotizie sul dotto patrizio veneziano pr. il Minoia, La vita di M. Vegìo, p. 82.

3'». Cariche pubbliche ottenne il Biondo dalla repubblica veneta, ma non in Venezia, per quanto si sa. Egli segui il Barbaro a Vi- cenza nel 1425. quando questi assunse la Pretura in quella città, e negli anni seguenti lo troviamo come segretario del podestà vene- ziano a Padova e a Brescia, come risulta dalle lettere pubblicate dal Sabbadini nella Vierteljahrsschrift f. Kultur und Liter. der lìe- vol. I. 1886, p. 504 sgg.

88 n. 2. La lettera di Francesco Barbaro, in cui troviamo per la prima volta nominato suo nipote Ermolao come Protonotario, è del 15 luglio 1434, pubbl. dal Sabbadixi, Centotrenta lett. di F.

•ro, n.° 14.

39. Oltre ad un'opera teologica di Piero del Monte, delicata a . si attribuisce a lui un trattato sull' origine del papato, del concilio generale e dell'impero in un cod. di Lucca; cfr. Pastor, s' I. p 302 sg. Copiose notizie sulla vita di questo

prelato, con un suo scritto inedito, trovansi neli' opuscolo di I. Ca- rini. Sull'arresto e sulla morte del conte di Carmagnola, estr. dal periodico << Il Muratori, » Roma 1803. Il libro di Andrea Fiocco ragli antichi sacerdoti e sulle magistrature tefr. n. 2) è attribuito al Fenestrella anche in un cod. presso il Valentinelli. Bibbi, ms. ad S. --i . Vi ■■ f.. t. III. p. 47. e in uno vaticano cit. da H. Jordan nel- l'i/ \ voi. III. 1869, p. 427. Col titolo di segretario papale trovasi designato il Mjurguppini per la prima volta (cfr. n. 3 in un doc. del 6 aprile 1441 presso Zippel. N. Niccoli, p. 101 : egli con- servò questa dignità sino alla morte ( 1453 . come appare da una lettera di lui del 9 die. 1452. in Giorn. stor. d. lett. it.. XVII. 1891, p. 216.

_g. Della vita e degli scritti di Maffeo Yegio possediamo un'accurata trattazione, desunta dalle sue opere (che furono stam- pate anche a Lodi nel 1673, cfr. n. 1) dal dott. Mario Minoia. La -■[. V. umanist mo} Lodi. 1876. Il Vegio nacque nel

1407. non l'anno precedente come ritenne lo Janning. Passò da Milano a Pavia per attendervi allo studio delle leggi: Minoia. o. c. p. 4. 11.

AL VCL. II DEL VOIGT 45

L'invettiva in versi pieni di oscenità contro il Panormita, alla quale allude il Voigt ( p. 40 \ è opera, anziché del , di Antonio da

R.ho (cfr. voi. I. p. 479); MrxoiA cit., p. 89. Oltre ai /,' Zia

(p. 41) scrisse il Vegio altre poesie campestri, tra il 1423 e il e tutte sono note dai mss. ed esaminate dal ATixoia, cap. VII. Egli trovavasi nella curia papale sotto Eugenio IV già nel 1436. ma non certamente sotto ATartino V; AIixoia, p. 58 sg. Il suo dialogo De felicitate et mise, fr. p. 43, n. 2) trovasi stampato in Vegli Ope-

ra. Lodi, 1673. I. p. 191. e in Luciani opera e greco... per im

Mlcyllum . . . translato. Francoforti, 1538, f. 339, sotto lo pseudon. Palinurus. Il Sassi ne ricorda pure un'edizione milanese del 1 . 7 (Hlst. ty polii, medivi., p. 337). e una di Basilea, senza data, ne cita il Mounier, Catalogne des mss. de la bibl. Mazarine, t. III, Paris 1890, 221; cfr. Voigt-Lehxeedt. IL p. 42. Per la sua opera sulla Basilica di San Pietro, che segna il principio della letteratura ar- cheologica cristiana, vedi, oltre al Alinoia (o. e, cap. VI\ il Pastor Storia dei papi, I, p. 3S5 sg. Sulla parte da lui avuta nell' onorare il sepolcro di Santa ATonica, sul suo ritiro nell'ordine degli Agosti- niani e sulla sua morte (cfr. p. 4*2 v. ATixoia. p. 91 sg.

4S. Sa Benrenuto Ramo aldi abbiamo la monografìa del B ssi- Casè, DI Maestro Benvenuto da Imola, Pergola. 1889, cfr. Novati in Giorn. star. d. leti. it.. XVII, 1891, p. 88. Varie lettere del Sa- lutati a Pellegrino Zambeccari cfr. n. 3 trovatisi nell'Epistolario di C. S., ed. Novati, voi. IL

49 sgg. Per l'insegnamento dell'Aurispa a Bologna cfr. Giunte al voi. I, p. 345. La congettura di X. ATaurolico (in Arch. stor. sicil.t voi. XX. 1S95. p. 104, 121, 152), che i due Johannes de Xoto. i quali lessero in quella Università negli anni 1393-99 e 1417, sieno da iden- tificarsi con l'Aurispa. non regge; cfr. V. Casagraxdi-Orsixi. negli Atti d. Accademia etc. di Acireale, voi. VII, Acireale 1895, p. ~7 sgg. Guarino Veronese ebbe dai Bolognesi 1' offerta di una cat- tedra nel nov. 1424 (cfr. p. 50): ma non vi andò. Sabbadixi, La Scuola etc. di G. V.. p. 22.

51. La seconda condotta del Filelfo all'università di Bologna cade nell'anno 1438. non 1439: al principio di quest'anno egli era già ai servigi dello Sforza. La terza volta egli fu condotto a Bologna per l'anno scolastico 1471-72. ma non assunse l'insegnamento vi andò mai, come dimostrò, contro il Alalagola A. Urceo. p. 56 , F. Gabotto, in Archivio stor. it.. S. V. voi. IV. p. 53 -

54. L'anno della nascita di Xiceolò V è il 1397, - :ondo il suo epitanio pubbl. da G. Sforza, La patria, la famiglia e la giovi di papa Xiceolò V, negli Atti della E. Accademia Lucchese, t. XXILT, 1984. p. 254; cfr. p. 292.

50 n. 1. Il Voigt chiama erronea la lezione in Francia, seco: l'ediz. Alai delle Vite di Vespasiano, accettando invece quella ùi

46 GIUNTE E CORREZIONI

Ferrara dell' ediz. Muratori. Giova però notare, che anche la recente edizione del Frati, esemplata sul cod. bolognese che appartenne allo stesso Vespasiano e porta correzioni di sua mano, mantiene la le- zione in Francia, dove avrebbe ottenuto l' arcidiaconato il Paren- tucelli.

66 n. 1. Sull'autore della medaglia di Niccolò V abbiamo la mo- nograna di Friedlaexder e Guasti, Andrea Guazzalotti, scultore pratense Prato, 1862. Lo scritto pubblicato dal Friedlander a Ber- lino. 1857, fu nuovamente stampato con aggiunte nello Jahrbuch der

rigl. Preuss. Kunstsamrnlungen, voi. II, 1881, p. 225 sgg. Si av- verta che il Muntz (Hist. de l'art, pend. la Benaiss., voi. I, Paris, p. 687) ritiene che il magistrale ritratto del pontefice sia stato eseguito dopo la sua morte (1455), perché in allora il Guazzalotti non aveva che vent' anni.

67 sgg. Ritornato, dal suo lungo viaggio fuori d'Italia, a Roma nel 1431, Stefano Porcari non vi si trattenne lungamente, poiché il _ i giugno 1432 veniva eletto da Eugenio IV podestà di Bologna, la quale carica egli tenne per un anno intero. Dopo un soggiorno di più mesi nel convento di Soci in Casentino, passò a Siena dove si trattenne, con l' ufficio di podestà, e quindi di Esecutore di giustizia, dal giugno 1434 al luglio 1435 (cfr. p. 68); scoppiata nel 1434 la rivoluzione dei Romani contro il papa, il Porcari fu per pochi giorni, alla fine di settembre, a Firenze, dove ebbe con Eugenio IV il col- loquio di cui parla il Voigt. Cfr. G. Sanesi, Stefano Porcari e la sua congiura. Pistoia 1887, p. 26 sgg. Il nov. 1435 egli otte- neva la potestaria di Orvieto, dove stette fino al principio del 1437 ; l'opera sua come rettore di quella città è descritta da L. Fumi, Il governo di St. Porcari in Orvieto, in Studi e docum. di storia e di diritto, anno IV, Roma 1883, p. 33 sgg. I seguenti dieci anni della sua vita sono avvolti nell'oscurità; pervenuto Niccolò V al ponti- ficato, trattò generosamente il ribelle e lo creò governatore delle due provincie della Campagna e della Marittima, con sede a Feren- tino (secondo un doc. 15 febbr. 1448 pubbl. dal De Ross, in Bevue des questione historiques, fase. 61, gennaio 1882). Ma tornato Stefano in Roma a cospirare, fu dal papa relegato, verso il 1450, a Bologna, dove rimase circa tre anni; Sanesi, o. c, p. 86. Della congiura del Porcari (cfr. p. 60) si occupò distesamente nel cap. IV, lib. Ili del voi. I della sua Storia dei papi il Pastor, che potè giovarsi di nuovi documenti, fra cui della Confessione del Porcari stesso; cfr. Sanesi, p. 84 sgg. Ma l'ultima parola del dotto tedesco su questo avveni- mento è da cercarsi nella terza edizione, tedesca, del suo libro

Friburgo, 1894) che noi non potemmo consultare. Sedici ora- zioni del Porcari furono pubblicate (secondo il cod. veronese men- zionato dal Rosmini, cfr. p. 67, n. 2) dal Giuliari sotto il titolo Prose del giovane Buonaccorso da Montemagno, Bologna, 1874; ma esse

AL VOL. II DEL VOIGT 47

sono ritenute generalmente opera del Porcari. Un elenco dei nume- rosi codici che le contengono ci il Pastor, Storia cit., voi. I, p. 64. L?anno della nascita di Stefano, secondo una congettura del Sa- nesi (o. e, p. 20), cadrebbe circa il 1391.

73. Sui rapporti di Pier da Noceto col papa Niccolò V, v. Minu- toli. Di alcune opere di bolle arti nella Metropolitana di Lucca, negli Atti della R. Accademia Lucchese, t. XXI, 18S2, p. 6 sgg.

77 sgg. Anche da Eugenio IV ottenne protezione Leonardo Dati, che ebbe da questo pontefice un posto nella Curia, dove lo tro- viamo già nel marzo 1446: la dignità di segretario gli fu conferita da Callisto III; Flamini, Leonardo di Piero Dati, in Giorn. stor. d. lett. it.. XVI, 1890, p. 22; V. Rossi, Giovanni de' Medici, p. 8, n. 5. Nello scritto del Flamini trovansi copiose notizie sulla vita, gli scritti e le relazioni letterarie di Leonardo: cfr. anche Pastor, Storia dei papi, li, p. 364, 548. Per la data della morte del Dati cfr. Flamini, in Giorn. stor. cit., XXII, 1893, p. 417.

80. La data della nomina del Manetti a segretario papale, con- feritagli da Niccolò V, è il 28 luglio 1451, secondo il Pagnottt, ìd Archivio d. Soc. romana di st. patria, XIV, 1891, p. 413. Alle di- mostrazioni di onore tributate da questo pontefice al Manetti, è da aggiungere la nomina a cavaliere ch'egli ottenne nell'anno seguente: cfr. la deliberazione della Signoria di Firenze (22 aprile 1452), nel- l'Archivio di Stato di Firenze, Provvisioni, 1452, e. 71. L'invidia destata da questa nuova onorificenza fu, secondo il racconto di Ve- spasiano (Commentario, p. 77) una delle cause per cui G-iannozzo fu ridotto a dover abbandonare la patria.

81 sg. Sulla parte avuta da L. B. Alberti nell'opere edilizie di papa Niccolò, vedasi lo scritto di Dehio, Die Bauprojecte Nicolaus V v.nd L. B. Alberti, nel Repertorium f. Kunstwissenschaft, voi. Ili, 1880, p. 241 sgg.

La traduzione offerta dall' Aurispa al Parentucelli, di cui parla nella lettera al Traversari dell' 11 giugno 1425 (non 1424, cfr. n. 3), è la versione del Convivium septem sapient'nim di Plutarco; cfr. Sabbadini, Vita di G. Aurispa, p. 82. Della sua traduzione di Jero- cle (cfr. p. 82 n. 2) si conoscono edizioni a stampa; Hain, Reperì, bibliogr., n.° 8545 sgg.

83. Per le traduzioni dal greco di Rinuccio da Castiglione cfr. Hain, Reperì., n.° 265, 6194; sui dialoghi di Luciano tradotti da lui vedi lo scritto del Forster, Lucian in der Renaissance, in Archi*- f. Litteraturgeschichte, XIV, p. 356; cfr. anche Mazzatinti, Inventari Mss. delle bibl. d' Italia, voi. II, p. 157. Un codice ashburn. con- tiene i Detti aurei di Pitagora, il trattato di Plutarco Quid prin- cipe»} decet, due dialoghi di Platone e due di Luciano, tutte ver- sioni latine di Rinuccio, secondo il Catalogue of the mss. at Ashburn. Place. London, voi. II, dlxxxi; il mss. appartiene alla collezione

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BarroiSi e non trovasi quindi fra quelli posseduti dalla Biblioteca Laurenziana. Che Niccolò I tenesse in istima anche il Vegio, fu dimostrato da IT. MlNOlA, La vita di M. V., p. 88.

85. Gasparo Biondo fu nominato da Pio II, vivente ancora il padre, notaro della Camera apostolica. Alla morte di Flavio (4 giu- gno 1463 1, gli successe nella carica di segretario; da Paolo II poi gli fu affidata la ispezione sui Registri. Anche il pontefice Sisto IV protesse questo, e un altro figlio del Biondo, Francesco. Pastor, Storia dei rapi, II, p. 29, 303, 554. Qualche notizia sulle pere- grinazioni di Flavio (cfr. n. 1) offrono anche le lettere di lui pubbL da 0. Lobeck, nella Zeitschrift f. vergi. Litteraturgesch., N. S., voi. IX, 1898, p. 344. 346.

>7 sgg. A Roma si trasferi stabilmente il Valla nel 1448: l'anno precedente trovavasi a Tivoli col re Alfonso di Napoli; Sabbadini, Cronologia del Valla, p. 118 sgg. La lettera a lui del Perotti (cfr. a. 1) in cui si parla della promessa fatta dal papa al Valla di crearlo scrittore apostolico, è pubblicata integralmente dal Sabbadini (o. e, p. 119) con la data 27 ottobre (1448). Con questa lettera viene asse- gnato Tanno 1448 alla composizione del proemio delle Eleganze, (cfr. p. 88). Come professore, ma professore privato, compare il Valla in due lettere, dal Sabbadini (p. 121, 125) assegnate all'anno 1449 (cfr. p. 89).

90 sg. Di un viaggio del Tortelli a Firenze nel 1448 notizia G. Zamnoni, negli Atti dei Lincei, S. IV, voi. VI, 1890 p. 364, 368. A Roma egli trasportò la sua residenza verso la metà del 1445 (cfr. Aliotti, Epistolae, I, p. 141-145) : dalle lettere del Valla a lui del 1446, 1447 e 144S fpubbl. dal Sabbadini, Cronologia di L. V., p. 113 sgg.) ap- pare eh' egli stava presso la Curia anche prima della sua elezione a cubiculario del papa (cfr. p. 91); nel marzo 1450 fu nominato sud- diacono; Sabbadini, o. c, p. 127. Più ampie notizie sulla sua vita trovansi presso il Mancini, Vita di L. Valla, p. 173 sgg. Quando si trasferi da Bologna a Roma, il Tortelli fu dapprima ai servigi del card. Antonio Martinez. Alla traduzione dal greco da lui dedicata a Eugenio IV, è da aggiungersi una Omelia del Grisostomo (1450)^ Il suo trattato de Ortographia fu terminato nell' estate 1453. Man- cini, o. e, p. 175, 176.

92. La poesia di Giuseppe Brippi de laudibus S. Alexi fu pubbli- cata dall' Haase nell' Index lectionum Meni, in Univ. Vratisl., 1861. Altre notizie su' suoi scritti presso il Pastor, Storia dei Papi, I, p. 161, 403. 11 Deceuibrio passò da Milano a Roma poco prima che lo Sforza facesse il suo solenne ingresso in quella città (21 marzo 1450) ; infatti è firmata dal Decembrio un' ordinanza della Repubblica Ambrosiana del 19 gennaio 1450; Borsa, P. C. Decembrio, p. 93. In- torno al soggiorno di P. Candido in Roma fino al 1456 v. Borsa, o.

AL VOL. II DEL VOIGT 49

e, cap. V. Dipoi egli fissò la sua dimora, non a Milano, ma a Napoli presso il re Alfonso. Cfr. Giunte al voi. I, p. 498.

10S. Sulla traduzione dell' Iliade di Leonzio Pilato, e sugli esem- plari d' Omero posseduti dal Petrarca, vedasi il De Nolhac. Pe- trarque et V hum., p. 347 sg. Nell'esemplare dell'Iliade si trovano tracce anclie della prima traduzione in prosa fatta da Leonzio per il Petrarca ; De Nolhac, p. 353. Un cod. di Stoccarda contiene la ver- sione poetica dell' Odissea di Pilato, anche qui (cfr. n. 3) attribuita erroneamente al Crisolora ; cfr. I. Rieckher, nel Programma del Gin- nasio di Heilbronn, 1864. Delle traduzioni omeriche di Leonzio tratta distesamente anche il Wesselofski, nella sua opera sul Boccaccio, voi. II, p. 350 segg.

Ili sg. Carlo Zane, non Zeno, è il nome del patrizio e amba- sciatore veneto, per esortazione del quale Gnariuo Veronese passò a Costantinopoli (cfr. voi. I, p. 343, n. 2); v. Sabbadini, La scuola e gli studi eli G. V., p. Il sg. La lettera greca del Filelfo a Gua- rino (p. 112, n. 1) presso il Klette, Beitrdge, p. 117, è del 22 no- mbre 1451.

113. Pregevoli notizie sui dotti greci intervenuti al Concilio di Firenze trovansi presso I'Uzielli, Paolo Toscanelli, p. 152 sgg.

117. La lettera greca del Filelfo a Gemisto Pletone (pr. Klette, Beitrà'ge, p. 114) ha la data del 1 marzo 1441.

118 sg. Per la vita e le opere di Marsilio FIciiio, che fin dal 1456 aveva scritto le Institutiones platonicae, cfr. Gaspary, Storia d. lett. Hai.. II, P. I, p. 150 sg. Sulle origini dell' « accademia platonica» v. anche Zippel, in Giorn. stor. d. lett. it.} voi. XXVIII, 1896, p. 102 sg.

124 sgg. Secondo i cronisti bolognesi, il Bessarione giunse a Bo- logna il 16 marzo 1450; nei cinque anni eh' egli fu Legato in quella città, s'occupò con zelo anche degli affari pubblici e riformò gli statuti del Comune ; cfr. Pastor, Storia dei papi, I, p. 312 sg. Sul- l'attività letteraria di questo cardinale e sulle sue raccolte di codici v. Pastor, o. c, voi. I, p. 234 sg., voi. II, p. 344 sg. L' elenco dei codd. donati a S. Marco di Venezia (cfr. p. 127, n. 4) fu pubblicato, se- condo il testo autentico della Marciana, da H. O.aiont, L' inventaire des mss. grecs et latins donnés a St. Marc de Venise par le card, Bessarion en 1468, Paris, 1894. L' Omont riassume i fatti principali della donazione.

129 sgg. Le vicende della vita di Niccolò Perotti sono riassunte^ con nuovi contributi, da Gabotto e Badixi Confaloxieri, Vita del Menda, p. 292 sgg. Una breve biografia del Perotti, scritta da ano- nimo autore del sec. xvm, pubblicò il d.r M. Morici (Pistoia 1896, per Nozze Severini-Morici) : offre pregevoli notizie specialm. sulla famiglia dell'umanista. Il Perotti si ritiene nato nel 1430 (non 1420); nella Vita di G. Menila cit. si dice che fu concepito a Sassof errato, di dove era oriundo, ma vide la luce in Fano. Che Bartolo fosse suo

VOIGT-ZIPPEL, 4

50 GIUNTE E CORREZIONI

fer> natre gentilis afferma egli stesso; Morici, o. c, p. 18. Ri-

tenuto il 1730 come anno della sua nascita (l'anonimo autore della cit. biografia dubita ch'egli sia nato alcuni anni prima), egli stava nel 1448 a Ferrara con Guglielmo Gray, come appare dalla soscri- zione di un cod. copiato dal P. « cum xxn aetatis sue anuum age- ret » : nel cod. sono trascritte anche opere di Guarino; Sabbadini, La scuola e gli studi eli G. V., p. 73. Seguendo il suo protettore, passò nel 1449 da Ferrara a Roma; l'anno seguente trovavasi già a Bologna col Bessarione. Sabbadini, Cronologia del Valla, p. 124 sg. ; cfr. Gabotto e Badisi, o. c, p. 294. La nomina di segretario pa- pale (cfr. p. 130) l'ottenne soltanto sotto Callisto III; cfr. F. Ga- botto, ne La Letteratura, a. 1896, n.° 12. Per il suo soggiorno di più anni, dal 1474 in poi, a Perugia (cfr. p. 131) v. Vermigligli, Me- morie di J. Antiquario, p. 190, 299 sgg.

Su' suoi scritti di metrica (cfr. p. 132) v. le Giunte a p. 371. Al- cune poesie del P. si trovano nel Codex Perottinus ms. reg. bibl. Xeap. Phaedri fabulas.... et ipsius Perotti carmina continens, dige- st us et editus a Cataldo Ianellio, Neap., 1809.

133 sgg. La lettera greca a Giorgio Trapezunzio (cfr. n. 1) è del 30 Luglio 1428. Klette, Beitrdge, III, p. 99; cfr. Giunte al voi. I, p. 424. A Venezia, verso il 1434, Giorgio compose la sua Retorica che gli fruttò la contesa con Guarino (p. 134) illustrata con nuovi doc. dal Sabbadini, in Giorni, stor. d. lett. it., XVIII, p. 234 sgg. Nel giugno 1452 egli fuggi da Roma a Napoli (p. 137), dove si tro- vava ancora nel 1454. Sabbadini, o. c, p. 241 ; cfr. G. Castellani, G. da Trebisonda (estr. dal Nuovo Archivio veneto, t. XI, P. I, 1896) p. 12.

139 sgg. Non si può stabilire l'anno della venuta di Teodoro Gaza in Italia : ma è certo ch'egli nel 1438 e nell'anno seguente assistette al Concilio di Ferrara e di Firenze, e vi ebbe parte attiva ; egli pure confermò la sua conversione alla fede cattolica con uno scritto sulla processione dello Spirito Santo; Légrand, BibL hellénique, II, p. 417 sg. Nel 1440 lo troviamo a Pavia, come attestano varie lettere greche del Filelfo indirizzate al Gaza in quell'anno : perciò, se il Filelfo gli scrive il 19 ott. 1440 (lett. greca pr. il Klette, p. 110) chiedendogli notizie di suo figlio Mario ch'era a Bisanzio (cfr. n. 1), deve inten- dersi che il Tolentinate contava sulle relazioni che il Gaza mante- neva in patria (cfr. Klette, Beitrdge, III, p. 62); non è quindi ne- cessario supporre, come fa il Voigt, che i due letterati si fossero conosciuti a Costantinopoli. Nella scuola di Vittorino da Feltre pare che Teodoro fosse ricevuto non molto prima del 1443; vi rimase tre anni. Nell'aprile 1444 egli spediva già a Luchino de' Medici qualche saggio di traduzioni dal greco ; cfr. Klette, o. c, p. 64, e Brandi- leone, in Rivista storica ital., anno 1895, p. 620. Nel 1447 lo troviamo a Ferrara: la sua presenza in quella città è attestata anche per

AL VOL. II DEL VOIGT 51

l'aprile 1444 da una lettera pubbl. dal Sabbadini nel Giom. ligustico, voi. XVII, p. 25. Dopo la morte di Niccolò V (cfr. p. 140) egli passò ben presto, verso la fine del 1455, alla corte del re Alfonso di Na- poli; nel 1459 pare ch'egli si trovasse di nuovo a Roma sotto la pro- tezione del Bessarione, che gli procurò poi la piccola badia di Cala- bria, dove erasi già trasferito nel 1465; Klette, p. 64 sg. La morte del Gaza avvenne sicuramente nel 1475 (cfr. p. 141): lo provano gli epigrammi che in quell' occasione scrisse il Poliziano « XXI aetatis anno »; cfr. Legrand, Bìbliogr. héll., I, p. xl. La più compiuta bio- grafia del dotto greco è data dal Klette, Beitrdge, III, p. 60 sgg. ; sulla sua biblioteca ragguagli L. Dorkz, nella Revue des biblio- thèques, III, fase. 10-12.

146 n. 1. La lettera cit. del Bessarione al Valla fu pubblicata dal Mancini, Alcune lettere di L. Valla, in Giom. st. d. leti, it., XXI, 1893, p. 47.

149 n. 1. La risposta di Giorgio Trapezunzio a Poggio trovasi an- che pr. il Légrand, Cent-dix lettres de F. Filèlfe, p. 317.

151. La cronologia di queste lotte per Platone e Aristotele fu fis- sata dal Gaspary, in Archi): filr Geschicìite der Pliilo Sophie, voi. III, 1890, p. 50 sgg. Lo scritto del Perotti contro il Trapezunzio (cfr. n. 2) sarà forse lo stesso citato dal Voigt a p. 138, n. 1, il quale, a sua volta, è probabilmente identico con V Invectiva Nìc. Perotti in Georg. Trapezunt., trovata in un cod. vatic. dal Pastor, Storia dei Papi, II, p. 555.

155 n. 4. Il Decembrio tradusse appunto i Commentari di Cesare, e non la Vita di Giulio Cesare di Svetonio. Cfr. Giunte al voi. I, p. 511.

160 sgg. La traduzione del Bruni della Vita di M. Antonio di Plutarco è da ritenersi anteriore alla sua partenza per Roma (1405); cf. Novati, Epistolario di C. S., Ili, p. 34. La versione d'Aristofane (p. 161, n. 2) menzionata dal Mehus, dev'essere il frammento del Più- tos che è notato anche nel Catal. cod. mss. bibl. regiae, P. Ili, t. IV, p. 270 (Voigt-Lehnerdt, II, p. 165). Per le traduzioni dal Bruni dedicate al Niccoli cfr. Giornale stor. d. lett. it., XXIV, 1894, p. 176. La versione del Fedro (cfr. p. 162) fu compiuta da lui verso il 1423, come ha dimostrato il Sabbadini, Guar. Ver. e gli archetipi di Celso e Plauto, p. 11, n. 3. Lo scritto di Alfonso di Burgos contro la tra- duz. d'Aristotele di Leonardo è notata nel Catal. codd. mss. bibl. univ. Cracoviensis, Cracoviae 1877-81, p. 713; su questo prelato e dotto spagnuolo, specialmente sui suoi raj3porti col Decembrio, cfr. Borsa, P. C. Decembrio, p. 56 sgg., 105. Il Bruni difese poi la sua opera di traduttore con uno scritto de recta Inter pretatione, di cui estratti il Wotke nei Wiener Studien, voi. XI, 1889. p. 291 sgg., e che si trova anche in un cod. parigino, secondo la Bibliothèque de fècole des Charles, S. V, t. IV, 1863, p. 172.

52 GIUNTE E CORREZIONI

170 ti. 3. La traduzione di Platone di Antonio Cassariuo trovasi nella Vaticana; cfr. de Nolhac, La bibl. de F. Orsini, p. 221. Il Cas- sarino, nativo di Noto, insegnò a Costantinopoli poco meno di quat- ti-' anni, fra il 1-435 e il 1438 ; e mori, molto probabilmente nel 1447, a Genova durante un tumulto; Sabbadini, Vita di G. Aurispa, p. 171 sgg., e in Giorn. ligustico, voi. XVIII, 1891. Vedi anche, perla po- lemica del Cassarmo con P. C. Decernbrio, il Borsa, o. c, p. 113 sg.

172. Alle traduzioni, riduzioni e imitazioni degli autori greci di Gnarino Veronese è dedicato il cap. XIV del libro di R. Sabbadini, La scuola e gli studi di G. V., p. 124 sgg. ; gli autori tradotti da lui sono Luciano, Socrate, Strabone e Plutarco, e vari scrittori cri- stiani. Intorno alle Vite di Plutarco lavorava fin da quando trova- vasi a Costantinopoli, nel 1416 ne aveva già tradotte parecchie (cfr. n. 1); la traduzione di Siila e di Lisandro fu offerta a Leonello d'Este nel 1435: pare che ne abbia tradotte tredici in tutto. Sabbadini, o. e, p. 130 sgg., cfr. p. 235.

173 n. 3. L'orazione funebre di Lisia per gli Ateniesi caduti com- battendo contro Corinto, come quella contro Eratostene, furon tra- dotte dal rilelfo e mandate a Palla Strozzi. Le due lettere dedica- torie sono stampate nelle Epistole regum etc, ed. Zetner, pp. 271 e 357. Sono senza data, ma appaiono scritte evidentemente da Fi- renze verso il 1429.

176. Alcune poesie di Gregorio da Città di Castello si trovano in Publii Gregorii Tiferni poetae clariss. opuscula, Venet. 1498, e nell'Ausonio di Venezia, 1472; cfr. Hain, Repert., n.° 2175. Sulla sua vita scrisse F. Gabotto, Ancora un letterato del quattrocento, Città di Castello, 1890. Parlando di questo lavoro G. Zannoni (in Cultura, voi. XI, 1890, p. 262 sgg.) riporta una notizia biografica del Tifer- nate, trovata fra le Schede del ÀTazzuchelli, che darebbe un indirizzo affatto nuovo alle ricerche intorno a questo umanista, se fosse dimo- strata l'attendibilità di essa notizia. Ala v' è da dubitarne, mentre vi si afferma, p. e., che Gregorio fu discepolo di Emanuele Criso- lora. Secondo l'anonimo biografo, il Tifernate sarebbe nato nel 1420 a Cortona, morto a Venezia dopo varcati i cinquant' anni ; vi si parla di numerose traduzioni dal greco fatte da lui.

179 sg. Un cod. parigino contiene i libri XI-XIV di Diodoro tra- dotti dal Trapezunzio (Catal. codd. mss. bibl. regiae, P. Ili, t. IV, p. Io0;. Se anche questi sieno stati tradotti per desiderio del papa, non si sa : nel cod. parigino non v' è dedica (Voigt-Lehnerdt, I, p. 186, n. 1).

P. C. Decemhrio parla della sua traduzione di Diodoro in una lettera a Ee Alfonso di Napoli del 1451 ; cfr. Borsa, o. c, p. 96. Egli stesso portò la sua traduzione d'Appiano (cfr. p. 1S0, ri. 3) al re, quando si recò alla corte di lui nel 1456. (Lettera di Alfonso a Fr. Sforza, presso Magenta, I Visconti e gli Sforza etc, I, 473). Egli de-

AL VOL. II DEL VOIGT 53

dico poi quest' ultima traduzione anche a Niccolò V, come appare dalla Praefatio in libros Appiani che leggesi in un'ediz. di Venezia 1477; cfr. Oxgaxia, L'arte d. stampa nel Rinascivi, ital., Venezia 1876, voi. I, p. 81.

181 n. 1. Il 15 febbr. 1472 il Filelfo scriveva a Lorenzo il Ma- gnifico promettendogli che avrebbe presto compiuto la traduz. di Appiano ; cfr. Fabroni, Vita Laur. Med., II, p. 381, dove invece che « il libro » devesi leggere « V Appiano », come nell'autografo della lettera nell'Archivio di Stato in Firenze, Carteggio med. av. il pr.f f. 27, doc. 104.

La notizia del Bergomate che anche il Tortello abbia tradotto Appiano deriva dall'avere male interpretato un passo corrispondente di Enea Silvio, che nomina il Tortello come traduttore dal greco in generale. Gabotto, in Rivista stor. ital., voi. Vili, 1891, p. 310.

1S3. Le vicende e le qualità della traduzione di Strabone fatta da Guarino sono esposte dal Sabbadini, La scuola etc. di G. Vero- nese, p. 126 sgg. Guarino si accinse all'opera nel 1453; nel 1454 at- tendeva al libro VI; il 13 luglio 1456 usci l'opera intera, come si rileva dalla soscrizione. L' edizione a stampa di Strabone curata dal Bossi, la quale accoglieva solo i dieci primi libri della traduzione di Guarino, usci a Roma nel 1470. Sabbadixi, o. c, p. 127.

Di Jacopo Ànt. Marcello, mecenate degli umanisti, scrisse G. Be- nadduci, A J. A. Marcello patrizio veneto parte di orazione ed elo- gio di Fr. Filelfo etc, Tolentino, 1894. Numerosi scritti a lui diretti per la morte del figlio sono registrati da Jacopo Morelli, Notizie delle opere di disegno etc, Bassano, 1800, p. 201 sg.

184. Anche le lettere di Marco Bruto tradusse Rinuccio da Casti- glione; cfr. Voigt-Lennerdt, voi. I, p. 191. Di queste lettere pos- sediamo pure una traduzione del Gaza, in un cod. laurenz.-ashburn. (v. Catalogo dei Codd. Ashb. etc , voi. I, fase 3°, Roma 1896) , con la data IX kal. mari. 1471.

185. P. C. Decembrio dedicava nel 1441, per consiglio di Alfonso di Burgos, la sua traduz. dei cinque libri dell' Iliade a Giovanni II di Castiglia, assieme alla Vita Homeri e ad alcune questioni e argo- menti storici intorno al poema. Nel 1451 egli si offriva al re Alfonso di Napoli come traduttore degli altri libri ; cfr. Borsa, P. C. Decem- brio, pp. 60, 75, 96; nel 1440 il re Giovanni faceva richiesta al De- cembrio della sua traduz. della Politica d'Aristotele. (Borsa, o. c, p. 68). La dedica della Vita Homeri, fatta dal Decembrio a Giov. II (cfr. n. 3), è pubblicata da A. Morel-Fatio, in Romania, voi. XXV, 1896, p. 122 sg.; appare da essa che P. Candido lavorava alla tra- duzione del de sophista di Platone, per incarico dello stesso re.

186 n. 1. Il Valla dice di aver compiuta la traduzione di quattro libri dell'Iliade in una lettera al Tortello, probabilmente dell'anno 1440, pubbl. nel Giorn. stor. d. leti, it, voi. XXI, 1893, p. 32; cfr.

54 GIUNTE E CORREZIONI

Sabbadini, Polt in tea umanistica, Catania 1893, p. 13. Della tradu- zione completa parla nelle due lettere all'Aurispa (31 die. 1443) e al card. Landriani 21 genn. 1444) ; cfr. Sabbadini, Cronologia di L. della Valle, pp. 98-103. Ai tentativi degli umanisti di dare un Omero latino, va aggiunto quello di Guarino, di cui oggi sono per- duti i due saggi di traduzione dall' Iliade e dall' Odissea : anche a lui pare che Niccolò V avesse affidato 1' arduo incarico. Sabbadini,. La scuola e gli stadi di G. V., p. 124

187, n. 1. Il passo qui cit. di Filippo Bergomate è un'erronea pa- rafrasi di Enea Silvio, il quale intese parlare di quei personaggi come traduttori del greco in generale; cfr. Gabotto, ne La Letteratura. 1890, 12.

190. Questo Francesco d'Arezzo, traduttore di Omero, è France- sco Griffolini, che fu spesso confuso col suo concittadino e contem- poraneo Francesco Accolti; G. Mancini, Francesco Griffolini cogno- minato Fr. Aretino, Firenze, 1890. Le vicende delle sue traduzioni di Omero sono narrate dal Mancini, o. c, p. 3S sgg. La traduzione di Falaride (cfr. voi. I, p. 588 n. 3) è anch'essa opera del Griffolini, non dell'Accolti (Mancini, p. 17 sg., 23 sg.); cosi pure la versione della Calunnia di Luciano, dedicata a Giov. Tiptoft (cfr. voi. II, p. 250}. Ed è parimente il Griffolini quel Francesco Aretino che scrisse degli epitaffi per la tomba del Marsuppini (cfr. voi. I, p. 314- n. 4), per incarico avutone da Cosimo de' Medici nel 1459 (Mancini, p. 39); ma non è provato che sieno opera di lui i tre distici che si leggono nel mausoleo di S. Croce.

La traduzione dell'Iliade del Poliziano fu ristampata, con note, da I. Del Lungo, Prose volgari ined. e poesie latine e greche edite e ined. di Angelo Poliziano, Firenze, 1867, p. 431 sgg. Lo stesso Del Lungo (in Xuova Antologia, 1.° ottobre 1895, p. 385) ci fa sapere che i documenti epistolari concernenti la traduzione del Poliziano vanno dal 1469 a poc' oltre il 1474, cioè dai 15 ai 20 anni della sua età. Se il Voigt parla qui di collaborazione di Angelo con Carlo Marsup- pini, si dovrà intendere non col celebre cancelliere della Repubblica. morto nel 1453, bensì col figlio di lui, intorno al quale cfr. Giunte al voi. I, p. 414.

194. La lettera di Carlo de' Medici sulle scoperte di Enoc (l'Ascoli è del 1456 (1455 st. fior.): la data del ritorno dell'Ascolano fu asse- gnata da V. Rossi (Giov. de' Medici, p. 34 j alla fine del 1455 (cfr. la nostra osservazione a p. 255 del voi. I). Il Rossi (o. e, p. 38) pure la notizia che Enoc mori sulla fine del 1457.

193. L'na lettera di Enoc d'Ascoli a L. B. Alberti, scritta da Ros- olide il 6 die. 1451, trovasi presso il Mancini, Vita di L. B. Alberti, p. 329. Il Breve di Niccolò V, che lo concerne, (cfr. n. 2) fu pubbli- cato anche da A. Reumont, in Archivio stor. ital., S. III, voi. XX. p. 189.

AL VOL. II DEL VOIGT 55

195 n. 1. La lettera del Perotti a Niccolò V è stampata anche presso Muntz et Fabre, La bibl. du Vatican au XV siede, p. 113.

196. Per la storia delle biblioteche papali durante il periodo avi- gnonese, vanno ricordate le opere recenti di FauCON, La librairie des papes d'Avignon, Paris, 1886, 2 voli.; Ehrle, Bistorta bibl ro- man. pontificum tum bonìfatianae tum avenionensis, t. I, Romae, 1890; e Gottlieb, Ueber mittélalterischen Bibliotheken, Lipsia, 1890. ITn inventario della biblioteca di Eugenio IV, anteriore al 1443, è stampato pr. Muntz et Fabre, o. c, p. 9 sg.

19S. Il numero dei volumi della biblioteca papale sotto Niccolò V fu in realtà molto inferiore alle cifre tramandate dal ÀTanetti e dagli altri, eccetto S. Antonino: l'inventario del 1455 (pubbl. da Muntz et Fabre, o. c, p. 48 sg., 315 sg.) non che 794 codici latini e 353 greci.

199. L'asserzione di Vespasiano, che Callisto ITI donò «al car- dinale ruteno parecchie centinaia di volumi » non è esatta. Il papa diede al card. Isidoro 51 codici « ad usum vitae, postea bibliothecae restituendos », Muntz et Fabre, o. c, p. 339 sg. Ma che questo pon- tefice abbia fatto sperpero dei libri accumulati dal suo predecessore, sembra ormai fuori di dubbio, malgrado si sia cercato di levare questa macchia dalla memoria di Callisto. Da docum. del tempo ri- sulta anche che questo pontefice voleva vendere addirittura tutta la libreria papale. V. Rossi, Giov. De' Medici, p. 39 sg.

229. L'espressione « sacerdos academiae romanae », attribuita ai seguaci di Pomponio Leto, è interpretata diversamente dal De Rossi, in Bull, di archeol. cristiana, S. V, a. I, 1890, p. 81 sg.

Sulla parte avuta dal Buonaccorsi nella congiura contro Paolo II, e sulla storia di questa congiura cfr. Pastor, Storia dei Papi, voi II, p. 290 sg. Per la biografìa del Buonaccorsi v. Uzielli, Paolo Tosca- nell'i, p. 178.

243 n. 2. Le epistolae familiares e le orationes ad principes di Riccardo di Bury, citate dal Baleo per errore, non esistono; di lui abbiamo invece un Formulario per la Cancelleria; cfr. Thomas, o. c, p. xli. Riccardo mori il 14 (non il 24) aprile 1345.

254 sgg. Intorno ai primordi dell' umanesimo in Germania e ai rapporti fra esso e gli umanisti italiani, va segnalata l' opera del D.r Max Hermann, Albrecht von Eyb, and die Friihzeit des deut- schen Humanismus, Berlin, 1893. Cfr. la recens. di A. Ferrai nel- YArch. stor. ital., S. V, voi. XIII, p. 163 sgg.

248. Dai docum. pubblicati da M. Borsa (P. C. Decembrio, pp. 63, 146 sg.) si ricava che Tito Livio da Forlì fu in relazione con gli umanisti italiani, specialmente col Decembrio, il quale tradusse la sua Vita di Enrico IV. T. Livio si occupò, oltre che di letteratura, di medicina; passò dall'Italia in Inghilterra verso il 1439; nel 1440 fu in Ispagna.

56 GIUNTE E CORREZIONI

259 n. 1. L'orazione funebre di Giovanni Ocko per Carlo IV fu stampata recentemente nei Fontes rerum Dohemicarum, t. Ili, p. 423.

263. I mss. finora conosciuti della Stimma cancellartele di Gio- vanni di Neumarkt (cfr. n. 1) si trovano presso Iean Lxjlvès, Die Summa caliceli, des Ioh. r. Xeumarkt, Berlin, 1891.

Non Antonio da Lemaco, ma Antonio da Leniaco e il nome del- l'umanista cit. dal Voigt. Cfr. C. Cipolla, in Literarischer Anzeiger der steiermàrkischen Geschichtsblà'tter, 1882, p. 127.

264 n. 1. La seconda lettera del Salutati al marchese Iodoco di Moravia è certamente del 21 (non 20) agosto 1397; trovasi nelV EpU stolario di C. S., ed. Novati, voi. ILI, p. 218.

265 nota. Delle due copie della traduzione d' Amano del Tergerlo, possedute da Tommaso Parentucelli e da Enea Silvio Piccolomini, la prima non è l'esemplare della Vaticana, ma si trova ora nella Eibl. Nazionale di Parigi; cfr. Delisle, Mélanges de Paleogr. et de Bibliogr.. Paris, 1880, p. 156. Riguardo alla data della morte di Pier Paolo (cfr. n. 1), essa sarebbe avvenuta, secondo una notizia con- tenuta in un ms., l'8 luglio 1444; cfr. Epistole di P. P. Vergerio (ed. Combi), p. 188.

275. Si avverta che la n. 1 va riferita a Gregorio Heimburg, non a E. S. Piccolomini.

2S1. Su Giovanni Hinderbacli come poeta, e come imitatore di Enea Silvio nella storia, v. lo scritto di V. Hofmanx-Wellexhof, Leben und Schriften des dr. Ioh. Hinderbach, in Zeitscìirift des Ferdinandeum, Innsbruck, S. Ili, voi. XXXVII, 1893, p. 203 sgg. Notizie sulla sua vita (nacque nel 1418 nel distretto di Cassel) forni- sce X. Zixgerle, in Festgruss.... an die XLII Versammlung deut- scher Philologen, Innsbruck, 1893, p. 25 sg.

309 n. 1. Intorno alle numerose edizioni antiche delle opere di Giano Pannonio cfr. la Berliner Philol. Wochenschrift, 1882, p. 306. Due edizioni bolognesi del 1513 e 1522 cita C. Cali, Studi su i Pria- pea etc, Catania 1894, p. 100, dove parla del valore delle poesie erotiche del Pannonio (cfr. p. 393).

2*" 3. Su Niccolò tou Weil come umanista v. Strauch, Pfalzgrdfin Mechtild und ihre literarischen Beziehungen, Tùbingen, 1883, p. 14 sgg.

313 sg. Sulla vita, gli studi e le opere varie di Bofoerto Orsi, poeta riminese alla corte dei Alalatesta, v. Tonini, La coltura leti, e scientif. in JRimini, p. 138 sgg.

Notizie sulla vita di Galeotto Marzio da Narni recano i documenti pubbl. dal Ravdox-Brown, Itinerario di Marin Sanudo, Padova, 1847. I viaggi di Galeotto in Francia, Spagna e Inghilterra, di cui parla il Voigt (p. 314) sono, secondo il Gabotto (Eiv. storica, VIII. p. 312), un equivoco dei biografi, mentre il Marzio intese parlare di viaggio della propria fama, non della persona. Uno schizzo biogra-

AL VOL. II DEL VOIGT 57

fico di questo umanista, con nuovi dati, presso Gabotto e Badimi Gonfalonieri, Vita di G. Menila, pp. 26 sgg., 47 sg., 318.

315. Su 3Iattia Corvino scrisse un'importante monografia il ve- scovo ungherese Guglielmo Fraknùi; l'opera, già tradotta in te- desco (Mathias Corvinus, Konig von Ungam. Freiburg in Breisgau, 1891), non fu potuta consultare da noi. Lo stesso Fraknòi viene ora pubblicando la corrispondenza del celebre re : i due primi volumi, che comprendono il carteggio di politica estera (1458-1490) sono usciti a Budapest, 1893-95; cfr. Archivio stor. ital., S. V, t. XIX, p. 210. Di un viaggio in Italia (febbr.-aprile 1475) del Corvino, che andava a Roma per il giubileo, notizia il Pastor, Storia dei papi, II, p. 446. La bibliografia della sua corte letteraria presso Gabotto e B. Confalonieri, Vita di G. Menda, p. 318, n. 2.

323. La traduzione francese delle Metamorfosi di Ovidio, attri- buita a Filippo di Vitry, è invece opera di Chrestien Legouais de Saint-More. Cfr. Haureau, in Memoires de VInstitut de France (Acad. des inscript, et belles lettres), t. XXX, P. II, 1883, p. 51. Tho- mas, Les lettres h la cour des papes, p. 56.

324. Quell'allievo dell'università di Parigi, che scrisse l'invet- tiva contro il Petrarca, è Jean de Hesdin; cfr. de Nolhac, in Ro- mania, voi. XXI, 1892, p. 598; M. Lehnerdt, in Zeitschrift fiir ver- gleich. Litteraturgeschichte, N. S., voi. VI, 1893, p. 243. Lo Zardo (Petrarca e i Carraresi, p. 161) sostiene, contrariamente all'opinione del Kòrting, il quale segue il Fracassetti, che l'Invettiva del P. con- tra Galli calumnias (cfr. n. 3) appartiene al 1373, non al 1372.

325. Sui rapporti del Bersuire col Petrarca v. Thomas, Les lettres a la cour des papes, p. 59. Ch'egli si chiamava Bersuire, e non Bercheur, fu dimostrato dal Pannier. nella Bibl. de V école des char- tes, voi. XXIIL 1872, p. 326.

346. Per i rapporti del Decembrio con Giovanni II di Castiglia v. le Giunte a p. 185; Morel-Fatio, Les Deux Omero castillans, in Romania, XXV, p. 124, 152, e V. Rossi, in Rass. bibl. d. leti, it., I, 1893, p. 232.

329. Giovanni Daudin, non Dandin, e il nome del traduttore del Petrarca. La traduzione fu fatta per ordine di Carlo il Saggio verso il 1378. Un' altra versione francese del trattato de remediis utr. fon tunae, di scrittore ignoto, appartiene al principio del sec. xvi; cfr. Delisle, in Xotices et extraits des mss. de la Bibl. Xationale, t. XXXIV, l.e P.ti(-', 1891, p. 273. Anche la Commedia di Dante fu tra- dotta in francese nel sec. xv da autore anonimo; cfr. Renier, Sulla più antica versione francese di Dante, Torino, 1889.

330. Xon è provato che l'Oresine sia stato nel 1366 in Avignone, e vi abbia tenuto alla presenza di Urbano V l'allocuzione di cui si parla; cfr. àTeunier, Essai sur la vie et les ouvrages de X. Oresme, Paris 1857, p. 28, 131.

58 GIUNTE E CORREZIONI

336 n. 2. La lettera del Salutati a Giovanni di Montretdl è, se- condo ogni probabilità, del 1395; si legge nell'Epistolario eli C. ed. Notati, voi. Ili, p. 71.

315, Dallo scritto di A. Gabotto, Ancora un letterato del Quat- . Città di Castello. 1890, p. 15 sg., appare che il Tifernate nel 1456 era ancora in Italia, ma che insegnava a Parigi già nell'in- verno 1456-57.

367. Sugli studi ortografici degli umanisti, e in particolare sugli

irti d'ortografia di Guarino, vedasi il cap. VI del Sabbadini, La gli studi di G. V. Riguardo al trattato del Barzizza sui Dittonghi, esso non è che il terzo libro della sua Orthographia, come appare dall' esordio di quel trattato nel cod. 7553 della Bibl. Naz. di Parigi, f. 33; cfr. Yoigt-Lehnerdt, II, p. 375, n. 3. Il Sabbadini (o. e, p. 40) reca la notizia che anche Vittorino da Feltre, di cui finora non possedevansi che poche letterine (cfr. Giunte al voi. I, p. 531 , scrisse un' Ortografia, che si conserva nel cod. 1291 della Bibl. Univ. di Padova.

36S. Per gli studi grammaticali degli umanisti, per le diverse scuole di grammatica, e specialmente per quella di Guarino, riman- diamo all' opera cit. del Sabbadini (La scuola etc), p. 38 sgg. Riguardo a quello che dice qui il Voigt sulla riforma della gram- matica per le scuole, osserviamo che per gli studi elementari era di uso generale un compendio medievale di Donato detto Donatus minor (il Donadello nominato più volte dal cartolaio Vespasiano); che Francesco da Buti, morto nel 1406, aveva già scritto un trat- tato, dal titolo Beguine grammaticales (Sabbadini, o. c, p. 40), il quale potrebbe avere relazione con lo scritto omonimo di Zembino Pistoiese (cfr. n. 2).

Il Grammaticon di P. C. Decembrio è diviso in due parti: pri- mus liber de usus antiquitate scribendi, e de proprietate verborum latinorum liber secundus. Il trattato posseduto da Mattia Corvino cfr. n. 3i non era quindi che una parte del Grammaticon, oppure l'intera opera sotto il titolo del primo libro; cosi come sotto il titolo del secondo essa trovasi in un cod. di Lucca; cfr. Borsa, P. C. De-

ibriOf p. 40. Un brano del Grammaticon fu pubblicato dal Sab- badini. in Museo d'ant. class., voi. Ili, 1890, p. 359 sg.

371. La lettera cit. (cfr. n. 1) del Valla è del 31 die. 1443, non 1444. La nota *** del traduttore va corretta secondo le Giunte al voi. I, p. 425. Il trattato di metrica di Ognibene da Lonigo (cfr. n. 3) trovasi in due codd. laurenz.-ashburn. ; cfr. I codd. Ashburnamiani d. R. Bibl. lied. Laur., voi. I, fase. 4, Roma 1896, pp. 269, 276. Porta i titoli De rattorte metrorum e Ars metrica rispettivamente nei due codd. ; ma i trattati sono tutt' e due la stessa opera.

37*2. Per l' insegnamento del Lascaris a Milano, Napoli e Messina v. E. Pércopo, in Arch. stor. napol., voi. XX, 1895, p. 323 sg. ; cfr.

AL VOL. II DEL VOIGT 59

Giunte al voi. I, p. 520. Sul trattato de metris (cfr. n. 1.) del Perotti,

dedicato a Niccolò V, e sugli altri suoi opuscoli di metrica, cfr. Ga- botto, e Badini Gonfalonieri, Vita di G. Merula, p. 295.

374. Vari emendamenti del Petrarca ai classici da lui posseduti ha fatto conoscere P. De Nolhac, nella Berne de Philologie, voi. XI, 1887, p. 97 sg. e nel libro Pétrarque et l'hum., pp. 205, 258, 271, 285. In quest'ultimo si parla (pp. 90, 118, 400) del cod. trovato dal Valla, e del Virgilio dell'Ambrosiana.

370. Di Guarino Veronese come emendatore di testi parla diffu- samente il Sabbadini (La scuola etc, cap. XIII), che non esita a dichiararlo il più grande emendatore nella prima metà del sec. xv (p. 107). Intorno alla Storia Naturale di Plinio lavorava Guarino già prima del 1422, componendone un' epitome per Paolo Giunigi signore di Lucca. La sua redazione fu compiuta nell'agosto 1433. Sabbadini, o. e, p. 115 sg.

377. Sull'umanista genovese Giacomo Curio v. Braggio, in Atti d. Hoc. ligure di st. patria, voi. XXIII, 1890, p. 101 sg. ; Sabbadini, Biogr. di G. Aurispa, p. 168 sg. ; Gabotto, Nuovo contributo alla storia d. Uman. ligure, passim.

378, nota. Anche un cod. Vaticano contiene le otto prime comme- die di Plauto con postille e correzioni del Beccadelli; cfr. De No- lhac, La bibl. de F. Orsini, p. 218. Il Beccadelli tenne per molti anni presso di l'apografo del cod. orsiniano di Plauto fatto da Guarino, e a costui riusci di riaverlo, con molti sforzi, solo nel 14 14. Sabbadini, La scuola etc, p. 103.

3S0 n. 2. 1 versi di Pietro da Muglio prò argumento tragoedia- rum Senecae sono pubblicati dal Novati, La giovinezza di C. Sa- lutati, p. 42.

383. Il Delisle, Le cabinet des Manuscrits, cita un cod. conte- nente il commentario a Quintiliano del Valla ; cfr. la lettera del Valla al Tortello (1 genn. 1447) pubbl. dal Sabbadini, Cronologia etc, p. 114. Fra i commenti ad Aristotele vanno menzionati quello all'Etica di Donato Acciainoli e quello di Palla Strozzi alla Fisica. Il comm. del- l'Acciaiuoli, nel quale venivano riassunte le lezioni dell'Argiropulo, fu scritto verso il 1463 (cfr. Vespasiano, Vita di Cosimo de' Me- dici, § 34), e stampato nel Convento di Bipoli nel 1478; cfr. Gior- nale stor. d. leti. «., XXI, 1893, p. 49. Cfr. Giunte al voi. I, p. 200 e 291.

385 n. 1. Nella sua lettera all' Aurispa del 31 dicembre 1443 (non 1444) il Valla, parlando dei titilli, non accenna a una raccolta d'iscri- zioni, ma alle rubriche eh' egli aveva apposte al margine delle sue Eleganze, come ha dimostrato il Mancini (L. Valla, p. 179 n. 1), de- sumendolo da altri passi del Valla che parlano di questi sommari da lui aggiunti alla sua opera.

388. Di Tommaso di Ser Rigo da Perugia, morto in età giova-

60 GIUNTE E CORREZIONI

nissima, fornisce qualche notizia il Novati nel coniento alla lettera del Salutati qui cit. (Epistolario di C. S., Ili, p. 65 sgg.), ch'egli . ssegna all'anno 1395. Le ecloghe di Tommaso sembrano essere smarrite.

oS9. Il Pisanus di Guarino Veronese, un carme di novanta esa- metri, fu stampato a Verona nel 1860 (Po' Nozze Finato-Marthiati), e neramente dal Friexdlaender, Die Schaumiinzen età, p. 88 sg. Dv 'talami ined. di G. V. sono pubblicati a cura di A. Zanelli,

Pistoia 1396.

:>01 sg. L'opera des iocis et seriis di F. Filelfo, composta in dieci libri, non fu mai pubblicata. Il Borghini (in Giorn. stor. d. leti, it., XII. 1S88, p. 395 sgg.), che scopri un altro cod., della Comunale di Piacenza, contenente quei quattro libri, diede ragguaglio del conte- nuto del primo (quello rimasto sconosciuto al Rosmini) e ne stampò alcuni saggi. Notizie e saggi di altre poesie latine e italiane del F. il Flamini, in Rassegna bibl. d. lett. it., voi. Ili, 1895, p. 140 sg.

Quattordici odi greche del Tolentinate (cfr. p. 392, n. 1) sono stampate in Legrand, Cent-dix lettr. grecques de F. F., p. 195 sgg.

392. Alcune poesie di E. S. Piccolomini si trorano in Aeneae SU vii P. opera inedita, ed. Cugxoxi (Atti d. E. Accad. d. Lincei, S. Ili, rol. Vili, 1883) p. 658 sg.

396 sgg. Il contenuto dell' Eccerinis di A. Mussato presso G. Za- nella. Scritti vari, Firenze 1877, p. 410 sg. Anche A. G. Barrili (in Nuova Antologia, a. XXX, 1895, fase. 20-21) prese in esame la tragedia, dando alcuni saggi di traduzione.

Un coro della Caduta degli Scaligeri di Giov. Manzini (non Maz- zini è riportato in una lettera del 13 febbr. 1368, in Miscellanea ex ìs. libris Bibl. Coli. Romani Soc. Iesu, T. I, Romae 1754, p. 224; cfr. Cloetta, BeitrcLge, II, p. 76 sgg. Quanto &\Y Achilleis del Loschi cfr. n. 3), il primo a indicare mss. in cui alla tragedia è dato il suo rero autore, fu il Todeschini nel 1832; Cloetta, 1. e, p. 105. Un esame dell' Iempsal del Dati (p. 397) ci il Flamini, Leon. Dati, p. 39 sgg.: cfr. anche la comunicazione dello stesso, in Giorn. stor. d. lett. it.. rol. XXII, p. 415 sgg. Intorno al De casu Medeae, attribuito al Petrarca, cfr. \Votke, in Commentationes Wolfflinianae, Lipsia, 1891, p. 236.

La traduzione italiana della commedia del Polentone fu stampata a Trento nel 1482 da Leonardo Longo, col titolo la Catinia de Sicco polenton a Iacomo badover zentil homo paduano iscripta (cfr. p. 398 n. 2/ : conserrasi nella Marciana di Venezia. La commedia Calphur- nia et Gurgulio, di cui cita un'edizione il Brunet, Manuel, 5.a ed., t. I. p. 396, è identica alla Polyxena del Bruni (cfr. p. 399). Il Filo- dosso dell'Alberti fu ristampato da A. Bonucci, Opere volgari di L. Li. Alberti, Firenze, 1843-49, rol. I. Per le ricende di quest'opera, e per il tempo della composizione redasi I. Sanesi, nel Propugnatore,

AL YOL. II DEL VOIGT 61

N. S., voi. IV, P. I, fase. 19-29. La Fraudiphila (cfr. n. 5), fu erronea- mente attribuita ad Antonio Tridentone ; cfr. W. Kreizenach, Gè- schichte des neueren Drama, Halle, 1893, v. I, p. 560 sg. Del Tri- dentone, ragguardevole umanista, scrissero recentemente il Xovati, in Bullettino senese di st. patria, II, 1895, p. 92 sg., il Sabbadixi, La scuola e gli studi di Guarino, p. 37, e L. Frati, in Giorni, stor. d. lett. it., XXVI, 1895, p. 313, il quale pubblica un epigramma latino di lui.

Un elenco bibliografico, assai manchevole però, dei drammi uma- nistici fu pubblicato da P. Bahlmaxx, Die lateinischen Dramen der Italiener im XIV und XV Iahrhundert, in Centralblatt f. Biblio- thekwesen, voi. XI, fase. 4. Vedasi anche il Gaspary, Storia d. lett. ital, IL P. I, p. 126 sg.

400. Su la vita fortunosa e gli scritti di Tomaso Moroni da Rieti, che un tempo si volle distinguere in due personaggi omonimi e con- temporanei, v. Xovati e Lafaye, in Mélanges cit., XI, p. 375 sgg. L'invettiva di Poggio contro di lui fu pubblicata dal Gabotto, in Archivio stor. per le Marche etc, voi. IV, 1889, p. 643 sgg.; il Mo- roni gli rispose poi con un' Apologia apud sacrum Collegium hàbita in Poggium maledicum, (cfr. Xovati e Lafaye cit., p. 376;., che fu pure riassunta, e in parte pubblicata, dal Gabotto, in Bibliot. d. scuole ital., voi. V, 1892, m 2-3.

401. La Priapea e la Cunneia di Albertino 3Inssato, ricordate già nel sec. xvi dal Giraldi (De poetis suor, temporum, in Opera, II, p. 127) appartengono veramente al Mussato, non al Ferreti. Le due epistole in versi furono pubblicate, di su un cod. della Marciana di Venezia, nel Giornale degli eruditi e dei curiosi, voi. VI, Padova. 1885, p. 126 sgg. Di un nuovo cod. della Bibl. Estense la colla- zione C. Cali, Studi su i Priapea, p. 91. In questo lavoro trovansi notizie di umanisti imitatori della poesia pornografica latina, a pp. 36 sgg., 89 sgg.

I primi sei degli 82 versi di Ferreto de' Ferreti, gli unici con- servatici, sono riprodotti dallo stesso Calì, o. c, p. 93.

416. H desiderio espresso con calde parole dal Voigt, di una edi- zione completa delle lettere del Salutati (cfr. voi. I, p. 205) ha avuto il suo compimento per opera del prof. Francesco Novati e per le cure dell'Istituto Storico Italiano. Il Xovati mandò avanti nel 1888 alla sua edizione un elenco di tutte le lettere del S. fino allora co- nosciute, nella sua Relazione sulV Epist. di C. Salutati, pubbl. nel Bullettino dell' Ist. Stor. Ital, IV, p. 64 sg.; nel 1891 usci il primo volume dell'Epistolario, comprendente le lettere fino al 1380; nel 1893 il secondo che contiene le lett. dal 1381 al 1393; in quest'anno è uscito il terzo, che comprende quelle dal 1393 al 1402. Faranno seguito, nel voi. IV, le lettere fino al 1406, con appendici, e una serie di biografìe col titolo i Corrispondenti del Salutati. L' edizione, mo-

62 GIUNTE E CORREZIONI

numento degno del grande segretario fiorentino, oltre al più com- pleto apparato critico, è ricchissima di note storiche e storico-lette- rarie. Noi ci siamo giovati di questo Epistolario per correggere date o citazioni sbagliate, senza sostituire ogni volta alle edizioni antiche l'indicazione di questa del Xovati, che comprenderà tutte le lettere edite prima: eccetto quelle che il T. scriveva in nome della Signoria di Firenze, contenute nelle edizioni Mehus e Rigacci. Del Salu- tati furono pubblicate, di su un cod. Capponiano della Vaticana, otto lettere greche prima sconosciute, da S. Merkle, nella Rivista abruz* IX, 1804, p. 558 sgg. ; cfr. le illustrazioni e le osservazioni cri- tiche a questa pubblicazione, fatte dal Novati nella stessa Rivista, X, > 5, p. 79 sgg., e V Epistol. di C. S., voi. Ili, p. 360.

4-15 n. 4. Le lettere del Nelli furono pubblicate da Henri Cocrtn, Lettres de Francois Nelli a Pétrarque publiées d' après les mss. de la bibl. natioa., Paris, 1892. Accanto a Paolo di Bernardo va ram- mentato come raccoglitore delle lett. del Petrarca Benintendi de' Ba- nani; cfr. voi. II, p. -4-12.

425. Per le lettere del AEarsuppini fin qui conosciute v. Giunte

al voi. I, p. 313. Di Giannozzo Manetti, oltre a quelle pubblicate dal

Fanfani (cfr. n. 2), quattro ne ricorda il Pagnottt, in Ardi. d. Soc.

'ana di st. patria, voi. XIV, 1891, p. 436; e un'altra il Rossi,

Giov. de' Medici, p. 19 n. 1.

420. Per l'epistolario di Guarino Veronese v. il capitolo X de La scuola e gli studi di G. V. del Sabbadini, il quale ha già raccolte ottocento lettere dell'umanista, pure rimanendo indizi di moltissime altre andate perdute (o. e, p. 83); trentasette sono pubblicate dal S. in appendice al libro cit. Altre lettere di Guarino diedero alla luce lo stesso Sabbadini, Corrispondenza fra Guarino e i Verità, Verona 1896 (per Nozze) e A. Cartolari, Ibid. 1896, per Nozze. Parecchie let- tere dell' Aurispa trovansi in Sabbadini, Biogr. di G. A., passim. Per l'epistolario greco del Filelfo cfr. Giunte al voi. I, p. 347 sg. ; altre lettere di lui furono pubblicate da F. Gabotto, Ancora un letterato del 400, in appendice, e ne La Letteratura, 1890, 3, e dal Sabbadini nella Riv. Etnea, voi. I, p. 54.

427. Le lettere del Valla, fin qui conosciute, presso Sabbadini,

mologia di L. V., G. Zannoni negli Atti dei Lincei S. IV, voi. VI,

0, p. 364 sgg. e Mancini, Alcune lettere di L. V., in Giorn.

st. d. lett. it., XXI, 1893, p. 1 sgg. Per la cronologia di quest'ultime

cfr. Sabbadini, Polemica umanistica, Catania, 1893, p. 12 sgg.

Dei codd. che contengono il copioso epistolario del Dece mi) rio parla

il Borsa, P. C. Decembrio, p. 141, e ne pubblica una piccola parte

. e, p. 142 sg.); alcune lettere del P. C. anche negli Atti ci. Soc.

ligure di st. patria, voi. XXIV, 1892, p. 293 sg. Per l' epistolario

del Perotti cfr. Vermigligli, Iacopo Antiquario, p. 192.

42S. Il Salutati non è l'autore di quel trattato Ars dictandi (cfr.

AL YOL. II DEL VOIGT 63

n. 5) che sta nel cod. Riccardiano, e che gli fu a torto attribuito dal Lami, come ci fa gentilmente osservare il prof. F. Novati. Il De conscribendis epistolis del Perotti (cfr. n. 6) non è che una parte de* suoi Rudimento grammatices ; cfr. Gabotto, in Rir stor., voi. Vili, p. 310. Cfr. voi. II, p. 132.

413. Di Gasparino Barzizza si conservano, oltre alle orazioni, 62 modelli di esordi oratori nel cod. di Lione n.° C, Novati e Lafaye, in Mélanges cit., XII, p. 159.

433. Dell'arte oratoria e dei discorsi di Guarino parla distesa- mente il Sabbadini nel cap. Vili de La scuola e gli stadi di G. T'. Un'orazione epitalamica del Veronese è pubbl. da G. Brandileone. in Rivista stor. ital., 1895, p. 625 sg., e otto discorsi inaugurali di lui e del figlio Battista da K. Miìllner, in Wiener Studien, XVIII. p. 283 sgg. Per le orazioni di L. Carbone v. le Giunte al voi. I, p. 566. Sulle orazioni matrimoniali degli umanisti v. lo studio del Brandileone, Nuove ricerche sagli oratori matrim. in Italia, in Rivista cit., p. 620 sg. Un esame dell' Encomiv/m S. Thomae del Valla trovasi presso il Mancini, Vita di L. Valla p. 307 sgg., il quale ritiene ingiusto il severo giudizio del card. d'Estoute ville e di Gaspare Veronese. Un altro sermone, De mysterio Eucharistiae, che il V. tenne in una chiesa di Roma, fu stampato più volte; cfr. Man- cini, o. e, p. 306.

435 n. 1. Un compendio di rettorica del Trapezunzio trovasi in un cod. di Sandaniele del Friuli (Mazzatinti, Inventari dei mss. delle Biblioteche d' Italia, voi. Ili, pag. 125), col titolo: De quibus- dam partibus orationis compendium ex Prisciano per dar. orai. Georg ium Trapezuntium.

439 n. 1. L'epistola de romana locutione del Biondo fu ripro- dotta, di su un'edizione del sec. xv, nel Propugnatore, N. S., voi. Ili, p. 144 sg.

441. Per i codd. e l'edizioni del trattato di Guarino de Caesaris praestantia, cfr. Novati e Lafaye, in Mélanges cit., XI, p. 365.

415. Dell' isagogicon moralis philosophiae di L. Bruni si hanno edizioni a stampa registrate dal Hain, Reperti n.* 1569, 1570, 5117 e dal Pastor, Storia dei Papi, voi. I, p. 14. Un estratto presso il TVotke, in Wiener Studien, voi. XI, 1889, p. 305 sgg. Nel cod. ashb- laurenz. 191-192 (cfr. Catalogo del Paoli) il trattato è dedicato a Galeotto (Malatesta?); cfr. p. 445 n. 1, e Pastor, 1. e.

449. Sull'influenza esercitata dall' Institutio di Quintiliano sopra gli scritti pedagogici degli umanisti v. D. Bassi, Il 1.° libro dello. Vita Civile di M. Palmieri e V Instit. Oratoria di Quintiliano, in Giorn. st. d. leti, it., XXIII, 1894, p. 182 sgg.

450 sg. La questione dell'anno in cui fu composto il De ingenuis moribus del Vergerlo non fu ancora risoluta. La lettera del Salutati (cfr. p. 451 n. 1) da cui apprendiamo che il trattato fu dedicato a

64 GIUNTE E CORREZIONI

lui, non ha data sicura. Il prof. Novafci, come mi comunica, incline- rebbe ora ad assegnarla al 1402.

Sul Vergerlo come educatore (p. 451) vanno ricordati gli scritti di A. Kopp, P. P. Vergerlo, dev erste humanistische Pedagoge (pubbl. nella Festschrift della Scuola Cantonale di Lucerna, 1893) e di G. Iaciiixo, Del pedagogista P. P. Vergerlo, Firenze, 1894 (estr. dalla Rassegna Naziona le).

452. Per la Vita Civile del Palmieri v. lo studio cit. del Bassi, e Bottari, Matteo Palmieri, negli Atti d. R. Accad. Lucchese di scienze leti, e arti, v. XXIV, 1886, p. 391 sgg. Un esame del de li- berorum educatione di M. Yegio trovasi pr. il Minoia, o. c, p. 110 sgg.

453 n. 4. Il Filelfo scrisse un altro trattato sull'educazione dei principi, nel 1479, intitolato Istruzione del ben vivere, eh' egli dedicò al giovinetto Filiberto I di Savoia, e che fu poi tradotto in latino dal Macaneo. Cfr. Gabotto, Lo Stato Sabaudo da Amedeo Vili a Eman. Filiberto, voi. Ili, Torino 1882, p. 238. Pare ch'esso sia da identificare, presso a poco, con la lettera cit. a Matteo Triviano.

457 n. 4. Il Voigt vorrebbe ravvisare il Porcellio nell' Hypocritus della sat. dee. II, hec. V del Filelfo. Ma l'inimicizia fra i due poeti scoppiò soltanto nel 1455 (cfr. Gabotto, ne La Letteratura, 1890, 12), e la dee. II delle Satire fllelfiane appartiene certamente ai primi anni dell'esilio del Fil. da Firenze ; l' opera intera poi fu com- piuta da lui nel 1448, come rilevasi dalla soscrizione nell' ediz. di Venezia, 1502.

471. Sul trattato del Salutati de legum et medicinae praestantia (cfr. n. 2), e nell'edizione a stampa dello stesso cfr. Xovati, Episto- lario cit., Ili, pp. 381 e 389. I due scritti giovanili super legum laudibus e super laudibus medicinae di Poggio (cfr. n. 4) si trovano anche nel ms. di Lione n.° C; Xovati e Lafaye, in Mélanges cit., XI. p. 366, 367.

477 n. 5. Il dialogo di Giovanni Aretino de legum et medicinae praestantia, notato frai libri di Piero di Lorenzo de'Medici (Arch.stor. it., S. Ili, voi. XX, p. 78), trovasi nella Bibl. Laurenziana, pi. LXXVII, cod. 22. Interlocutori sono il Bruni, il Niccoli e il Marsuppini; cosic- ché è la stessa opera di cui si parla nel Paradiso degli Alberti, voi. I, P. I, p. 264. Il trattato, in due libri, è dedicato al Magnifico, e fu scritto, come appare dalla introduzione, verso il 1469. Autore ne sa- rebbe il medico aretino Giovanni Lippi, secondo una congettura del Mehus, nella Prefaz. alle Epistolae dell'Allotti, t. I, Arezzo, 1769, p. six; cfr. Banditi, Catal. codd. lat. Bibl. Laur., t. Ili, e. 141.

4Nj. Le decadi del Biondo, divise in 31 libri, furono scritte con tutta probabilità entro l' anno 1452 (non 1440; ; cfr. A. Masius, FI. Biondo, p. 30. Sulle sue teorie intorno alla storia v. Romano, Degli studi sul M. E. nella storiografia del Rinascimento in Italia, Pavia, 1892 ; Gabotto, Alcune idee di FI. Biondo sulla storiografia, nella

AL VOL. II DEL VOIGT 65

Bìbliot d. scuole ital, voi. Ili, 1891, ne 7; e lo Studio critico sulle opere di FI. Biondo di L. Colini Baldeschi, nella Nuova Rassegna, voi. II, 1894, n.° 34.

487. Il trattato in lingua greca di L. Bruni sulla costituzione po- litica di Firenze fu pubblicato con prefazione e traduz. italiana da G. Jorio, in Rivista abruzzese, voi. X, Teramo 1891, p. 983 sg. Il trattato ha molta somiglianza con la Laudatio florent. urbis dello stesso autore, ma è opera più perfetta di quest' ultima, essendo frutto dell' età più matura (e. 1439\ mentre la Laudatio è lavoro giovanile. Cfr. voi. I, p. 302.

492 sg. Il de militici et jurisprudentia del FI. Biondo fu stampato dal d.r Otto Lobeck in Progr. d. Gymn. zum heiligen Kreuz, Dresda 1892. Ivi pure notizie di codd. che contengono scritti del Biondo. Due lettere di lui del 1446, pubbl. dal Lobeck nella Zeitschrift f. vergi. Litteraturgeschichte, voi. X, 1896, p. 341 sg., confermano eh' egli fini il libro della Roma instaurata (cfr. p. 493 n. 3) fra il febbr. e il settembre di quell'anno.

494 sgg. Pregevoli notizie sugli studi geografici degli umanisti si possono ricavare dall' opera di G. Uzielli su Paolo Toscanelli, dove si parla della vita e degli scritti di C. Buondelmonti (p. 62) e della relazione dei viaggi di Niccolò de Conti (p. 159 sg.); cfr. p. 495 n. 1. Della parte del de varietate fortunae di Poggio, in cui questi si valse della relazione del Conti, abbiamo una traduzione portoghese di Valentin Fernandez ; cfr. Novati e Lafaye, in Mélanges cit., XI, p. 356. La lettera diretta dal Biondo al card. Colonna, al fine di ottenere da re Alfonso gli aiuti per fare la parte dell'Italia illu- strata riferentesi al Reame, è assegnato all'anno 1450 (cfr. p. 496 n. 1) da 0. Lobeck, in Zeitschrift cit., p. 344 Ai trattati di geo- grafia di umanisti citati dal Voigt si può aggiungere la Cosmo- graphia di P. C. Decembrio, che forma il 1.° libro delle sue Historiae Peregrinae, sul quale v. K. Kretschner, Die Cosmo grapìiie des P. C. Decembrio, Berlino, 1893. La descriptio urb. Romae del- l'Alberti (cfr. p. 498) fu ristampata dal Mancini, L. B. A. Opera inedita età, Fior. 1890, p. 36 sg. Su codest' opera di L. Battista cfr. Gnoli, in Bollettino d. Commiss, archeol. comunale di Roma 1885, p. 64 sgg.

VOIGT-ZIPPEL

INDICE BIBLIOGRAFICO

N. B. Iti quest' Indice si contengono le edizioni e i libri citati abbreviatamente meli' opera del Voigt e nelle Giunte e Correzioni. Degli altri scritti si trova il ti- tolo completo, o un' indicazione sufficiente, al luogo dove sono citati.

INDICE BIBLIOGRAFICO

Abel, Eug., v. Analecta etc, Nogarola.

Accolti, Benedetto, Dialogus v. Villani. Pliil.. Liber de civ. Florent.

fam. cìuibus. Adda, Girolamo d', v. Indagini etc. Aeneas Sylyius (Piccolomineus, Pius II papa), Opera. Basileae 1551.

Epistolae. (Le lettere sono citate solamente secondo V indirizzo e la data; le

edizioni sono assai numerose; cfr. G. Voigt, Die Briefe des Aeneas Syl- vus vor seiner Erhebung auf den pàpstlichen Stuhl chronologisch geor- dnet und durch Einfugung von 46 ìjisher ungedrv.ckten vermehrt nel voi. XVI dell' Archiv fùr Kunde osterv. G eschic htsquellen).

Pii II P. M. olim Aeneae Sylvii Piccol. Senens. Orationes poli-

ticae et ecclesiasticae ed. Mansi, t. I. II. Lucae 1775.

Aeneae Sylvii de viris aetate sua claris opusculum in Append.

al t. ITI delle Orationes ed. Mansi, e più completo, col titolo De viris illustribus, in Bibliothek des literarischen Vereins in Stuttgart, voi. I, 1843.

Aeneae Sylvii episc. Senen. Historia rer.gestar. Friderici III Ini-

peratoris, in Kollarii Analecta monum. Vindob., t. II, Yindob. 1762.

Aeneae Sylvii episcopi Tergestini De rebus Basileae gestis stante

vel dissoluto concilio Commentarius in Car. Fea, Pius II poni. max. e calumniis vindicatus etc. Romae 1832.

Aeneae Sylvii Piccolomini Senensis opera inedita descripsit ex

codicibus Chisianis vulgavit notisque illustrava Iosephus Cu- gnoni negli Atti d. E. Accad. d. Lincei, S. Ili, voi. Vili, 1883.

Pii secundi poni. max. Commentarli rerum memorabilium a r.

d. Ioanne Gobellino iamdiu compositi etc. Quibus hac editione accedunt Iacobi Picolominei, card. Papiensis Rerum gestarum sui temporis et ad Pii II continuationem Commentarii eiusdem- que Epistolae. Francofurti 1614.

70 INDICE BIBLIOGRAFICO

Affò, Ireneo, Xotizie degli scrittori e letterati Parmigiani, t. II, Par- ma 1789.

Xotizie int. Bastili, v. Basinius.

Agostini, Giov. degli, Xotizie i storico-critiche int. la vita e le opere degli scrittori Viniziani, t. I. II, Venezia 1752.

Alberti, Leon Batt., Opere volgari ed. Bonucci, t. II {Della fami- glia libri IV), Firenze 1841.

Opuscoli onorali, trad. da Cos. Bartoli, Venetia 1568.

L' architettura, trad. da Cos. Bartoli, Venetia 1565.

Kleinere kunsttheoretische Schriften, ed. e trad. da I. Ianitschek

in Quelle nschriften fiir Kunstgesclùchte heransg. von Eitel- berger von Edelberg, voi. XI, Vienna 1877.

Opera inedita et panca separatili! impressa, cur. Hier. Mancini,

Florentiae 1890.

Albertus a Sarthiauo (Sarthianensis) Opera omnia illustrata a F. Haroldo, Romae 1688.

Aliotttis, Hieron., Arretinus, Epistolae et opuscola, Scarmalii notis et observationibus illustrata, t. I. II, Arretri 1769.

Amati, v. Archivio stor. ital.

Ainbrosins Camaldulensis, v. Traversarius.

Aminamiati (Iacobus Piccolomineus) v. Aeneas Sylvius.

Analecta ad historiam renascentium in Hungaria Utterarum spec- tantia. Iussu accademiae scientiarum Hungaricae ed. Eugeniu& Abel, Budapestini 1880.

Anecdota litteraria ex mss. codicibus eruta, vol.I, Romae s. a. (1772).

S. Aiitoninus farchiep. Florent.) Chronicon, P. Ili, Basileae, 1491.

Antonius Panormita, v. Beccatellus.

Archivio storico italiano. Nuova serie, t. V, P. I, Firenze 1857 (Mon- zani, Di Leonardo Bruni Aretino, Discorso). Serie III, t. Ili, P. I, 1866 (Amati, Xotizia di alcuni mss. dell' Archivio secreto Vaticano) ; t, XIX, XX, XXI, 1874, 1875 (Piccolomini E., Delle condizioni e d. vicende della libreria Medicea privata dal 1494 al 1508 ; Append. al t. XXI, p. 102: Xotizia int. al canone bi- bliografico di Xiccolb V)] t. XXIII, 1876 (Bernardi, P. P. Ver- gerti il seniore ed Emanuele Crisolora). Serie V, t. V, 1890 (Errerà C, Le « Commentationes Florentinae de exilio » di Francesco Filelfo). T. VI, 1890 (Novati F., Donato degli Al- banzani alla corte Estense).

Aretinus, Leonardus, v. Brunus.

Argelati, Phil., Biblioteca scriptorum Mediolanensium, t. I. Prae- mittitur Saxii Historia lit.-typogr. Mediolanensis, Mediol. 1745.

Q. Asconii Pediani Orationum Ciceronis quinque enarratio, ree. Kiess- ling et E. Schoell, Berol. 1875.

Aurispa, Ioa., epistula edita ab H. Keilio in Index schol. von Halle far Sommersemester 1870.

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Babuder, Pietro Paolo Vergerlo il seniore da Capodìstria, Capod., 1866.

Badiiii Gonfalonieri Ang., v. Gabotto.

Baldelli, G. B. Del Petrarca e delle sue opere libri quattro, Fi- renze 1797.

Vita di Giov. Boccaccio, Firenze 1806.

Baluzius, Steph., Miscellaneorum libri III, IV. Paris., 1680, 1683. Baiidiiii, A. M., Catalogus codicum grecorum bibliothecae Mediceae Laurentianae, t. I— III, Florent. 1764-1768.

Catalogus codicum latinorum bibliothecae Mediceae Laurentianae,

t. I-V, Florent. 1774-1777.

Bibliotheca Leopoldina Laurentiana, tt. I-III, Florent. 1791-1793.

Speciem literar. Florent., t. I, Florent. 1748.

De vita et rebus gestis Bessarionis cardinalis Nicaeni Commen-

tarius, Roniae 1777. Barbarns, Frane, Francisci Barbari et aliorum ad ipsum Epi- stolae (ed. card. Quirini), Brixiae 1743.

Centotrenta lettere di Frane. Barbaro, precedute da IV ordina-

mento critico cronologico dell' intero suo epistolario (ed. R. Sab- badini), Salerno 1884.

De re uxoria libelli duo. In aedib. Ascensianis (Parisiis) 1513. Barbeu de Rocher, Ambassade de Pétrarque auprès du voi Jean le

Bon, in MiJmoires présentés par divers savants a l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres. 2e serie, t. Ili, Paris 1854.

Baro zzi, v. Petrarca e Venezia.

Barozzi L., e R. Sabbadiiii, Studi sul Panormita e sul Valla. (R. Sabbadini, Cronologia della vita del Panormita e del Valla, L. Barozzi, Lorenzo Valla). Firenze 1897.

Barzizius, Gasparinus, et Guinifortus filius, Opera. P. I, II, Romae 1723.

Basinins Pariueusis, Opera praestantiora nunc primum edita et op- portunis commentariis illustrata, t. I, t. II P. I (Contiene: Affò, Notizie intorno la vita e le opere di Basinio Basini. Conte Angelo Battagline, Della corte letteraria di Sigismondo Pandolfo Malatesta Commentario). P. II (Contiene: Conte Fran- cesco Gaetano Battagline Della vita e de' fatti di Sigismondo Pandolfo Malatesta). Arimini 1794.

v. Opuscula trium poetarum etc. Battagliai, Angelo, v. Basinius, Opera.

Francesco Gaetano, v. Basinius, Opera.

Beccatelli!®, Anton. (Panormita). Antonii Panormitae familiarium liber, s. 1. et a.

Antonii Bononiae Beccatelli cognomento Panhormitae Epistola-

rum libri V. Eiusdem Orationes II Carmina etc. Venetiis 1553.

Antonii Beccatelli Siculi cognomento Panhormitae, Epistolarum

72 INDICE BIBLIOGRAFICO

Gallicarum libri quatuor. Accedit etiam eiusdem Epistolarum Campanarum liber. His praemittuntur Epistolae sex ex cod. mss. mine primurri in lucerti erutae. Neapoli 1746.

(Intorno a queste tre edizioni, all' ultima delle quali si riferiscono di regola le citazioni nel presente libro, cfr. voi. I, p. 485 n. 2).

Antonii Panormitae, De dictis et factis Alphonsi regis Arago-

num libri IV, ed. stud. Dar. Chytraei. Witeberg 1585.

Antonii Parnormitae Hermaphroditus, Primus in Germania edi-

dit et Apophoreta adjecit F. G. Forbergius, Coburgi 1824. Beck, G. F. H.. Dissertano inauguraìis de Orosii fontibus et aneto-

ritate, et alia de Antonii Baudensis aliquo opere inedito etc,

Marburgi 1832. BeiiTeuutus Imolensis, v. Rambaldi. Bergonias, v. Iacobus Philippus. Bernardi, Pierp>aolo Vergerio. v. Archivio stor. ita!. Bessarion, Opera omnia ed. IMigne. in Patrologiae Graecae t. CLXI.

Paris 1806. Bisticci, v. Vespasiano. Blondus, Flavius. Opera. Basileae 1559.

Epistolae 25, nel cod. nis. F. Q6 della E,. Biblioteca Pubblica di

Dresda.

(Queste lettere vengono pubblicate dal d--- Otto Lobeck nella Zeitschrift f. vergleich. Litteraturgeschichte,\o\. X, 1896, p. 341 sgg. in continuazione).

Boccaccio, Giov.. Opere, voli. IV- VI. Firenze 1723-1724.

Lettere edite e inedite, tradotte e commentate con nuovi docu-

menti da G. Corazzisi. Firenze 1877.

Io. Bocatii. jtsoì yevEa/.oyìag Deorum libri XV, Basileae 1532.

Ioliannis Bocacii de Certaldis historiog rapili Prologus in Libros

de casibus virorum illustrium, s. 1. et a. (edit. princ).

Ioannis Boccacii Certaldi de casibus illustrium virorum libri

novem, Parrhisiis. s. a.

Iohannis Boccacii de Certaldo Compendium quod de j)reclaris

mulieribus ac (ad) f amara perpetuam edidit feliciter, s. 1. et

a. (edit. princ).

(Int. alle tre ultime edizioni cfr. voi. I, p. ITI n. 2 e p. 172 n. 1). Bocchins, Frane, Elogia, x. Villani Phil., ed. Galletti. Boerner, Ch. Fr., De doctis hominibus graecis literarum graecarum

in Italia instauratoribus liber, Lipsiae 1750. Bonamicius, Phil., de claris pontificiarum epistolarum scriptoribus.

Edit. alt. Romae 1770. Borsetti, Ferrant., Historia almi Ferrariae Gymnasii, P. I-II, Fer-

rariae 1735. Brunus, Leonardus. f'Arretinus), Epistolarum libri Vili, ree. Mehus.

P. I. IL Florent. 1741.

Leonardi Aretini libellus de disputationum exercitationisque stu-

INDICE BIBLIOGRAFICO 73

diorum usu adeoque necessitate in literarum genere quolibet. Basitene apud Henricum Petti primum excusa anno 1536, uti in fronte legitur, rei potius anno 1530, mense Martio quod sub finem indicatur. Ob raritatem et praestantiam denuo edi- tus cum annotationibus Iac. ~\Vilh. Teuerlixi. Norimbergae 1734. (Cfi\ voi. I, p. 3S1 ». 1, e le Giunte a questa pag.).

Berlini suo tempore in Italia gestarum Commentarius, ap. AIl'-

ratori, Seriptt. ver. Ital.. t. XIX.

Vite di Dante e di Petrarca, v. Villani Phil., ed. Galletti. Borsa, Mario, Pier Candido Decembri e l'umanesimo in Lombardia,

Milano, 1893 (Estr. dall' Archivio stor. lombardo, a. XX, fase. I).

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Braggio, G., Iacopo Bracelli e V umanismo dei liguri al tempo suo. Genova 1890 (1891). Estr. degli Atti d. Società ligure di Storia Patria, voi. XXIII.

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(Per le altre edizioni delle lettere latine del Filelfo in rapporto con questa, e per le citazioni nelT opera presente cfr. voi. I, p. 3J7, n. 2).

f

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VOIGT-ZlPPKL, . 6

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(Come supplemento è usata iu quest'opera anche Tediz. Argent. 1513).

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eruit, ordine chronologico disposuit notisque illustrarli Eques Thomas de Toxellis, voi. I, Florentiae 1832, II, 1859, III, 1861. (Cfr. voi. I, p. 33S, n. 4).

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Epistolae nunc primum ex mss. codd. in lucem erutae. Recen-

suit, Colucii Vitam edidit, Praefatione Animadversionibusque

illustravit Laur. aTehus, P. I, Florentiae 1741.

(Per le relazioni fra le due edizioni sopra citate v. voi. I, p. 204, nota 2.

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(Per questa edizione v. le Giunte al voi. II p. 410).

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Villani, Philippus, Liber de civitatis Florentiae famosis civibus, ex- codice Mediceo Laurentiano nunc primum editus, et de Floren- tinorum litteratura principes fere synchroni scriptores denuo in lucem prodeunt cura et studio G. C. Galletti, Florentiae 1847. (Contiene, oltre al cit. Liber del Villani : Lionardo Bruni, Le vite di Dante e del Petrarca; Dantis, Petrarchae ac Boc- caccii vitae ab Iannoctio Manetti scriptae; Lionardi (Bruni) Aretini de Florentinorum republica, interprete Benedicto Mo- neta ; Benedicti Accolti Aretini Dialogus de praestantia vi- rorum sui aevi ; Vespasiano, Comentar io della vita di messer Giannozzo Manetti; Id., Leonis Baptistae Alberti vita,; Bar- tholomaei Fontii, Annales suorum temporum ab a. 1448 ad a. 1483: Pauli Cortesii, De hominibus doctis dialogus ; Franc. Bocchti, Elogia).

Le vite d'uomini illustri fiorentini, colle annotazioni del conte

Mazzuchelli, Firenze 1847 (Collezione di storici e cronisti ita- liani, t. VLT).

Villari, A'. Machiavelli e i suoi tempi, 2a ediz., voli. I-ILI, Milano 189^96.

Vita Leonis Bapt. Alberti, v. Villani Phil., ed. Galletti.

Vita di Cola Rienzo, ap. Muratori, Antiq. ital., t. III.

Vita di Cola di Rienzo, scritta da incerto autore nel secolo xiv, ridotta a migliore lezione ed illustrata con note etc. da Zefi- rino Re, Firenze 1854.

Vitéz, Ioa.. de Zredna, episc. Varadiensis in Hungaria, Orationes in causa expeditionis cantra Turcas habitué, item Aeneae Sylvii Epistolae ad eundem exaratae, 1453-1457. Ed. Fraknòi, Buda- pe stini 1878.

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Zippel, Gius., Niccolò Niccoli, contributo alla storia dell' umane- simo, Firenze 1890.

Znmbiui, Bonav., Studi sul Petrarca, Firenze 1895.

INDICE ANALITICO

N. B. I numeri arabici in carattere grassetto indicano una diffusa trattazione del soggetto. I numeri non preceduti dall' indicazione del volume si riferiscono di regola al voi. primo; dove è segnato il voi. secondo in grassetto (II), s'intenda che i numeri che seguono, fino al capoverso, si riferiscono al secondo volume. Col numero III sono indicate le Giunte e Correzioni. Le citazioni sono divise una dall'altra dal punto e virgola; cfr. Y Avvertenza proemiale.

INDICE ANALITICO

Abìacio, 8. Storia come fonte delle Decadi del Biondo II 483.

Accademia Platonica in Firenze, fondata da Cosimo de' Medici II 118.

Acciaiuoli, Angelo, e Zanobi da Strada 456 n. 2 e il Bruni II 167.

Acciainoli, Donato, s. cultura, scritti 390; discepolo dell' Argiropulo 367; s. commento ad Aristotele III 59.

Acciaiuoli, Niccola, protettore del Boccaccio 183 sg. ; va a Napoli 290; 453 sgg.

Acciaiuoli, Piero, discepolo dell'Argiropulo 367.

Accolti, Benedetto, d'Arezzo, segretario fiorentino, s. insegnamento di diritto, s. dialogo de prestantia viror. sui aevi 390, II 482 n. 1 ; s. Storia della prima Crociata 391, Il 485; s. rapporti con G. Agliotti219; umanista e giureconsulto 469.

Accolti, Francesco, d'Arezzo, nello Studio fiorentino 343; segretario ducale a Milano 523; giurista e umanista II 469;III 54.

Accursio, giureconsulto, giudicato dal Valla II 473.

Acquettini, v. Giovanni da Prato.

Adamo da Genova, s. epigrammi contro Antonio da Rho 509.

Adimari, Dada, e S. Antonino 377, 439.

Agasone, Andrea, s. polemica col Trapezunzio II 134, 135.

Agliotti, Girolamo, Il 214 sgg.; s. epistolario 425.

Agostino, Aurelio, e il Petrarca 87 sgg, 132, 134, 168; e il Re Alfonso 460; e il Vegio II 41, 42 ; li 58 ; s. opere trad. in Francia II 329.

Ailly, Pier d', card., s. posizione di fronte alla letteratura classica II 332 sg. ; dirige il Collegio di Navarra 339.

Albanzani, Donato (Apenninigena), raccomanda al Petrarca Giov. da Ra- venna 215 ; s. libri 399 ; maestro di scuola a Venezia, s. rapporti col Petrarca e col Boccaccio, illustra e traduce loro opere 413 ; alla corte di Niccolò III d' Este 545.

Albergati, Niccolò, card., fa ricerche di codici 236,261,299; mecenate degli umanisti II 31, 54, 55.

Alberti, Antonio, s. villa del Paradiso, s. scritti 188, 369.

Alberti, Carlo, fratello di L. Battista 369.

Alberti, Leon Battista, 251 n. 3; 368 sgg.; 406; s. dedica a G. Frane. Gon- zaga 534; 568 n. 4; s. chiesa dei Francescani a Rimini 576; Il 69 n. 1; architetto di Niccolò V papa 81; s. giudizio sull'arte tipografica 303

92 INDICE ANALITICO

n. 3: poeta petrarchesco 337; s. Philodoxeos 399; s. Trattato della fa- miglia 451 sg. ; Leon B. e la cartografia 493.

Alberto da Sarteano, contro l'Ermafrodito del Beccadelli 479, 480; scolaro del Guarino a Verona 552; Il 220 sgg. ; s. prediche 429.

Albizzi, degli, discepoli di Roberto de' Rossi 291.

Albizzi, Rinaldo degli, s. posizione a Firenze, s. esiglio, s. rapporti con la letteratura e col Filelfo 292 : sonetto politico a lui attribuito III 15.

Alberto II. imperatore, estraneo alla cultura umanistica II 263.

Alcionio, 1'. e il cod. del De gloria di Cicerone 41 nota.

Alessandro V, Papa, e il Bruni II 19; concede una scrittoria al Loschi 20; A. e Giacomo da Scarperia 22 ; A. e Benedetto da Piglio 23.

Alessandro di Hales, negli scritti degli umanisti 458 sg.

Alessandri, degli, discepoli di Roberto de' Rossi 291.

Alessandro de Villadei, s. Dottrinale II 365.

Alfonso, re d'Aragona e di Napoli, contegno di Poggio verso di lui 333, 331, 335; 458 sgg. ; accoglie il Gaza alla sua corte II 140; A. e la traduzione di Arriano 171 ; A. e F Umanismo in Ispagna 316, 347.

Alfonso di S. Maria, arciv. di Burgos, e le traduzioni del Bruni II 165.

Aiidosi, Lodovico, signore d'Imola, e P. P. Yergerio 573.

Alife. Niccolò d*. amico del Petrarca 452, 451.

Alighieri, v. Dante.

Allegretti. Iacopo degli, istitutore dei Malatesta di Rimini 571; s. egloghe II :

Allemand. d\ Cardinale, e F. Filelfo II 50.

Amanuensi, nel tempo dell' Umanesimo 393 sgg. ; ai servigi del card. Bessa- rione II 126 sg.

Ammannati-Piccolomini, Iacopo, Card, di Pavia, e le opere latine del Pe- trarca 152; e le traduz. del Bruni II 161; favorito di Pio II Papa 227.

Aromiano Marcellino, le Storie scoperte da Poggio 212.

Andrea da Firenze, v. Fiocco.

Andrea Giuliano, discepolo di Guarino, s. elogio di E. Crisolora 233.

Andrea da Strada, fratello di Zanobi II 7.

Andrea, vescovo di Posen II 317.

Andrea di Wittingau, cancelliere di Iodoco marchese di Moravia, promuove gli studi umanistici in Germania II 261.

Andronico da Salonicco, e le traduz. d'Aristotele del Bruni II 161.

Angeli, Iacopo, v. Giacomo da Scarperia.

Angelo da Cingoli, traduttore di opere sacre dal greco II 102, 103, 101.

Angerville. d'. Riccardo ; v. Riccardo di Bury.

Annibaldi. card., e Benedetto da Piglio 238.

Anonimo di Einsiedeln, s. Guida di Roma scoperta da Poggio 266, 268.

Anonymus Marucéllianus v. Lorenzo Pehem II 335

Antichità le. come scienza II 323 sgg.

Antonino. Arciv. di Fireze, 376 sgg. ; s. Prospetti cronologici II 432.

Antonio da Bitonto, minorità, s. dispute con L. Valla 472.

Antonio d*Arezzo, frate minore, lettore di Dante in Firenze 385 n. 2.

Antonio da Massa, teologo, e il Traversari 321.

Antonio di Palagio, s. poesie politiche 293.

Antonio Pievano di Vado, lettore nello Studio fiorentino 311; lettore di Dante in Firenze t

IXDICK ANALITICO 93

Antonio da Rho, s. contesa con A. Beecadelli 479; 508 sg.; s. idee sull'Astro- logia II 477 ; s. Dialoghi sugli errori di Lattanzio 508, II 465 ; s. scritto De imitatione 509, II 371.

Antonios Maria, sicario, e le lotte fra il Filelfo e i Medici 357, 353.

Apicio, 256 nota; il libro dell'Arte culinaria scoperto da Enoch da Ascoli II 191.

Apollonio, il codice de\V Argonauti ca 204.

Apostolio, Michele, s. orazione in morte del Bessarione II 120 nota; protetto dal Bessarione 127; contro il Gaza e Aristotele 150.

Appiano, tradotto da P. C. Decembrio II 92, 180, 197; dal Filelfo 181.

Arcelli, Laura, moglie del Panormita 483.

Arco, Francesco d', s. versi inviati a Federico III imp. 269.

Arco, Galeazzo <T, II 169 nota.

Aretino, Carlo, v. Marsuppini.

Aretino, Francesco, v. Accolti, Griffolini.

Aretino, Giovanni, v. Lippi, Tortelli.

Aretino, Leonardo, v. Bruni.

Argiropulo, Giovanni, presso Palla Strozzi a Padova 291; 366 sgg. ; l'Arg. e F. Filelfo II 112; protetto dal Bessarione 127; s. traduzioni d'Aristotele 177; l'Arg. e il duca di Worcester 250; e G. Vitez. 308; e G. Panno- nio 311.

Ariginus, umanista alla Scuola di Plassenburg II 284.

Aristide, retore, s. Encomio di Bacco trad. da A. Cenci II 24.

Aristofane II 127, 161 n. 2.

Aristotele, 297; il primo cod. della Politica in Occidente 405; conoscenza di A. nel M. Evo II 156, 162, 163; l'A. genuino II 177; i Problemi acqui- stati da Niccolò V papa II 195 ; A. e il Petrarca 82 sgg. II 163 ; e il Boccaccio 176; polemiche int. A. e Platone II 117, US, 150, 151; traduz. in latino antiche II 102, 157, 162 sg. ; traduzioni di Roberto de' Rossi 227, 289, II 159, 160 ; dell'Argiropulo 366, II 177 ; di G. Manetti 497 ; di Andrea de Biliis 505; V Etica trad. da Bartol. da Messina II 102; dal Bruni 163; le due Etiche trad. da Gregorio Tifernate e da G. Manetti 176; la Metafisica dal Bessarione 176; V Economia dal Bruni 163; la Politica dal Bruni 163 sg. ; giudizi int. alle traduz. del Bruni 164 sgg.; la Storia degli animali trad. dal Trapezunzio 136, 175; dal Gaza 139, 175; la Retorica dal Trapezunzio 136, 175; dal Filelfo 173; i Problemi della Meccanica dal Gaza 139, 175; traduzioni in francese 329, 330, 332; commenti ad A. 379, 381, 383, I 290.

Arnest, arciv. di Praga, e Cola di Rienzo II 257; e il Petrarca 259.

Arragazzi, v. Bartolommeo da Montepulciano.

Arriano, 394; Il 101; giudicato da Pio II papa 158; trad. dal Vergerio e rifatto da B. Fazio 171, 265.

Arte, V, e l'Umanesimo 374 sgg.

Arundel, Tommaso, arciv. di Canterbury, s. corrisp. epist. col Salutati II 244.

Arzimboldi, Niccolò d', 508; protettore del Filelfo 511, 527.

Asconio Pediano, s. Commentari scoperti e trascritti da Poggio 240 sg., II 375 ; 298 n. 1 ; II 370 ; loro divulgazione II 381.

Astrologia, V, e il Petrarca 75 sgg. ; e il Boccaccio 174 ; e il Salutati 207 ; e il Basini 582; libri astrologici II 326; 1' astr. e gli umanisti 476, 477.

94 INDICE ANALITICO

Atti, Isotta degli, e la poesia cortigiana 577.

Augusto, Ottaviano, s. Epigrammi e Lettere noti al Petrarca 45 nota.

Aurispa. Giovanni. Ricerca codici in Germania 261; libri da lui portati dalla Grecia 263, 264; l'A. e il Niccoli 299; l'A. a Firenze 345 sgg. ; a Bolo- gna, 346, II 49; maestro di L. Valla 461; 494; 556 sgg.; l'A. come scrit- tore 55S; l'A. collettore di codici 559; l'A. e Niccolò d'Este 560; l'A. alla Corte di Roma II 38, 81, 82; a Costantinopoli 111; interprete al concilio di Firenze 114; s. traduzioni dal greco 173; s. recensioni di testi 376: s. elegie 393 ; s. lettere 426 ; s. raccolta d' iscrizioni 385, 1269 )ì. 1 : s. contesa con Poggio 440 ; s. concetto della storia romana 482.

Averroisti, gli. e il Petrarca 90 sgg; gli A. a Padova 429.

B

Bagnolo, Guido da, Avverroista 91.

Baldo, da Perugia, giurista, allo Studio di Frenze 341 ; giudicato dal Valla

II 473.

Ballistario, Giovanni, maestro di FI. Biondo II 35.

Bandirli, v. Domenico d'Arezzo.

Barbaro, Ermolao, alla corte di Eugenio IV 421; insegna a Padova (?) 436; discepolo del Guarino, traduce le Favole d'Esopo 552; II 38.

Barbaro, Francesco, dicepolo di Giov. da Ravenna 421; di Gasparino Bar- zizza 223; emenda codici di Cicerone 243, il suo esemplare di Tacito, libri dell'Aurispa presso di lui 263; s. relazioni con N. Niccoli 299,306,

III 13; 419 sgg. ; chiama a Venezia il Filelfo e il Trapezuuzio 424; apprende il greco da Guarino 552; invita a Bergamo FI. Biondo II 35; sue cure per il Trapezuuzio 133; s. traduzioni dal greco 172; s. orazione a Sigismondo imp. 268; 375; s. Epistolario 426; oratore pubblico a Ve- nezia 432: paciere fra gli umanisti 442; s. scritto sull'educazione 449.

Barbaro. Zaccaria, discepolo di Guarino 417 n. 2.

Barbato, Marco, da Sulmona, s. amicizia col Petrarca 452, 454; s. conoscenza del greco II 104.

Barbavara, Francesco, alla corte di F. M. Visconti 505; s. relazioni col Fi- lelfo 510.

Barbo, Niccolò, (Cfr. Leh. e Valb.).

Barbo, Pietro, v. Paolo II Papa.

Bardi, Roberto de', 127.

Barlaamo (Bernardo da Seminara), maestro del Petrarca in Avignone 51, 103; erudisce Paolo da Perugia 173, 452; II 105 sg.

Barrile, Giovanni, amico del Petrarca 452.

Bartolommeo da Messina, traduce l'Etica di Aristotele 102.

Bartolommeo (Aragazzi) da Montepulciano, s. attività letteraria 237; codici da lui portati da Costanza in Italia 242; II 27 sg.

Bartolommeo de Regno, s. insegnamento allo studio di Bologna, s. poesie II 48, 49.

Bartolommeo, certosino, s. rifacimento della Vita del Beato Petroni di G.

Colombini 177 n. 2. Bartolo, da Sossoferrato, giureconsulto, parente di N. Perotti II 129, 468;

giudicato dal Valla II 473.

INDICE ANALITICO 95

Barzizza, Gasparino da, (Bergomate) 220 sgg.; completa le Istituzioni di Quintiliano 239, II 374; s. recensione del cod. del De Oratore 246; 258; maestro di latino a Venezia 423 ; insegna a Padova 435 ; 4SI ; s. attività letteraria a Milano 506, 507 ; insegna a Pavia 515 ; segretario papale ? Il 23 n. 1; allo Studio di Bologna 49; s. scritti sull'ortografia latina 367; s. cure per il Plauto 378; 8. commenti ai classici latini 380, 381; s. stile ciceroniano 407, 408; s. stile epistolare 416; s. Epistolario 424; s. manuale di epistolografia 428 ; s. orazioni 431, 432 ; s. manuale di re- torica 434, 435 ; s. scritto sui nomi d. magistrature romane 492.

Barzizza, Guiniforte da, suoi studi; s. insegnamento a Novara; s. vicende e attività alle corti di Alfonso d'Aragona e di F. M. Visconti; s. opere 490, 507, 508; istitutore dei figli di Fr. Sforza 520; s. allocuzione a Nic- colò V, II 70; s. rapporti con Giovanni II di Castiglia 346.

Jirtsilea, s. Università, II 292.

Basiliani, monasteri, e gli studi ellenici II 101.

Basilio, s. scritti spediti da Ciriaco in Italia 278; trad. in lat. dal Trape- zunzio II 46, 191, 308, 314; dal Bessarione 124 n. 2; dal Traversali 168; da Guarino 172; commenti su Basilio attrib. a Guarino 381.

Basini, Basinio, discepolo di Vittorino da F. e di T. Gaza; s. « Meleagride », s. vicende a Ferrara 564, 579 sgg. ; s. contese col Porcellio e con T. Se- neca 584, 585 ; s. familiarità con i poemi d'Omero II 187 ; s. poesie 393.

Ratracomyomacliia la, trad. dal Marsuppini 187.

Battifolle, Roberto da, e il Petrarca 150.

Beaufort, Enrico, vesc. di Winchester e Card., ricerca codici a Costanza, s. rapporti con Poggio II 244, 246; fonda la biblioteca del Duomo di Canterbury 246.

Beccadelli, Antouio (Panormita), discepolo del Barzizza 223; 302 ; di Mattia Lupi 409 ; 477 sgg. ; il B. a Pavia 4SI, 482, 486, 510, 515 ; a Napoli 482 sgg. II 71; s. lotta col Valla 4S6 sgg.; s. Ermafrodito 477 sgg.; II 401; s. lettere 485 n. 2, IE 419, 426; de dictis et factis Aìphonsi regìs 489; incoronato poeta da Sigismondo imp. Il 267; legge Livio a Re Alfonso 377; s. commento a Plauto 382; s. stile 409; s. discorsi 432; 392; 393.

Beccaria, Antonio, poeta e umanista, presso il duca di Glocester II 248.

Becchi, Guglielmo, vescovo di Fiesole, s. commenti ad Aristotele II 383.

Bellavista, Girolamo, s. mappamondo II 498.

Bembo, Francesco, podestà di Verona, 433 n. 1.

Bembo, Pietro, s. stile II 409.

Benedetto, frate, scrittore e miniatore di codici in S. Marco di Firenze 402.

Benedetto da Piglio, poeta e segretario papale, s. vicende 238; II 23; s. poesie II 264.

Benedetto XXII, papa, s. biblioteca in Avignone II 196; B. e Nicola di Cle- manges II 341.

Benintendi, v. Ravagnani.

Benvenuta di Giovanni, da Creda, e il Niccoli 301, 305, 317, 318.

Benvenuti, Lorenzo, s. invettiva contro il Niccoli III 16, 20.

Benvenuto da Imola, v. Rambaldi, B.

Benzi, Ugo, medico e filosofo, nell' Università di Ferrara, al Concilio di Fer- rara 547; s. disputa int. a Platone e Aristotele II 117, 118; biasima la traduz. del Bruni dell'Etica 165.

96 INDICE ANALITICO

Bernardino da Siena, 200; inveisce contro il Panormita 480; culto tributa- togli da M. Vegio II 40, 43; B. e i Minori Osservanti 207; 222.

Bersuire (Bercheur), Pietro, s. traduz. di Livio, s. rapporti col Petrarca II 228, 328.

Bessarione, cardinale, e Tacito 251 ; e Alfonso d'Aragona 498 n. 1 ; protettore dei dotti greci II 31; invita il Valla a Roma 86; 120 sgg. ; protettore del Perotti 129, 130, 131, 132 ; s. contesa col Trapezunzio 151 ; s. tradu- zione della Metafìsica di Aristotele 176; aiuta il Valla a correggere il testo della Bibbia 466.

Biblioteche, del Petrarca 48 sgg.; di Monte Cassino 235; del Niccoli 299; del re Roberto di Napoli 452 ; dei Medici 403 sgg. ; dei Visconti 500 ; di Fede- rigo d'Urbino 569; del card. Colonna II 30; del card. Orsini 30; del card. Landriani 31 ; del Bessarione 126 sgg. ; dei papi fino a Niccolò V e sotto di lui 196 sgg.; di Riccardo di Bury 243; di Giovanni Vitez 308 di M. Corvino 316 sg. ; dei Re di Francia (Louvre) 326 sg.

Bildstone, Niccolò, s. rapporti con Poggio II 247.

Biliis, Andrea de, filosofo e teologo, s. attività in Milano e Siena 505.

Biografie, composte dagli umanisti II 490 sg.

Biondo, Flavio, trascrive il Brutus di Cicerone 246; Il 65 sgg.; 83 sgg.;B. e G. Agliotti 219, 164; emendatore di testi antichi 377; B. e il rifaci- mento di Procopio del Bruni 167 ; 384; s. polemica letteraria col Bruni 438 sgg.; s. Boma instaurata 493 sg. ; s. Historiarum decades 482 sgg. -7 sg. ; s. Boma triumphans 491; s. De militici et iurisprudentia 492 8. Italia illustrata 496.

Biondo, Francesco, protetto da Sisto IV papa III 48.

Biondo, Gasparo, ottiene un ufficio da Niccolò V II 85; 129 n. 1; protetto da altri papi III 48.

Bisticci, v. Vespasiano.

Blumenau, Lorenzo, s. vicende, s. collezione di libri, s. scritti II 295, 296.

Boccaccio, Giovanni, 165 sgg.; B. e il Petrarca 101, 166 sgg. 174 sgg. 196, 357; B. e Dante 117 sg. 166, 384, 387; B. pubblico lettore della Com- media 185, 384 ; B. come erudito 173 sgg. IT 374, 480, 485 sg. ; B. e la lingua e lett. greca 166, II 103 sg., 106 sg. ; s. religiosità 177; II 460; a. attacchi contro i monaci II 205 sg. ; s. polemica contro i giuristi II 470; B. sostenitore della poesia 178 sg.; la Fiammetta 180; B. e la glo- ria 181; s. personalità e vicende della vita 182 sgg.; B. e i mecenati 153 sgg., 457; s. morte 186; s. influenza sulla cultura a Firenze 187; vi- sita la biblioteca di M. Cassino 235 ; scopre Tacito 250 ; fama del B. presso i poteri (Firenze e le tre corone) 375, 378 sgg.; la libreria del B. 401 : s. opere 170 sgg.; s. Elogio e Apologia del Petrarca 168; s. scritti in volgare 170, 179; De praeclaris mulieribus 181, 413, 545, II 331, 480, 491; De casibus virorum ili. 172, II 331, 408, 491; De genealogia deo- ■a 172; De montibus, silvis etc. 173; Egloghe 180, II 387; s. Com- mento alla D. Commedia 384; s. Vita di Dante 387 ; s. Invettiva contro TAcciaiuoli II 437 ; s. traduz. di Livio II 155.

Boezio, e Dante 13 ; attaccato da L. Valla 465.

Boles, grammatico greco, maestro di Ciriaco d'Ancona 273.

Bologna, la sua Università e l'Umanesimo II 46 sgg., 345, cure del Bessa- rione per questa 124.

Bonattino da Padova, poeta, contemporaneo di A. Mussato 18.

INDICE ANALITICO 97

Bonifacio IX, Papa, nomina il Poggio scrittore apostolico II 9.

Borgia, Cesare, e la biblioteca ducale d1 Urbino 569.

Borso, duca di Ferrara, v. Este.

Bracelli, Iacopo, segretario e storiografo della Repubblica di Genova, s. importanza come umanista 410.

Bragadino, Domenico, s. scuola pubblica a Venezia 425.

Bragadino, Vettore, podestà di Verona 438 ». 1.

Branda, Cardinale, ricerca codici in Germania 235, 259; fautore dell'Uma- nesimo II 26.

Brippi, o Brivio, Guinipera, s. studi di latino 506.

Brippi, o Brivio, Giuseppe, s. vicende, s. rapporti con gli umanisti, s. allo- cuzioni e poesie latine 505, 506, Il 267 n. 4; s. poesia sulla congiura del Porcari 69 n. 1 ; alla corte di Niccolò V 91 sg.

Broaspini, Gaspare, fornisce codd. di autori latini al Salutati 210.

Broccardo, Girolamo, s. inimicizia col Filelfo 356 sgg.

Brossano, Francescolo da, s. trattative col Boccaccio e il Salutati per pub- blicare il poema dell'Africa 197, 210, m 24.

Brunellesco, s. familiarità con L. B. Alberti 370 ; s. studio di Dante e delle antichità di Roma 376, II 13.

Brunetto Latini, s. traduzioni dei classici latini 14, n 154; s. uso dell'alle- goria 34; segretario della rep. fiorentina 339.

Bruni, Donato, farad, l' Historia florent. del padre Leonardo 311 nota.

Bruni, Francesco, s. rapporti col Petrarca 114, 218 w. 1; rapporti col Salu- tati m 43, lettore nello Studio fiorentino 340; segretario nella Curia papale n 8.

Bruni, Leonardo, d'Arezzo, e il Salutati 213; e Giov. da Ravenna 221; e il Crisolora 227 sg., 261 ; s. ricerche di codici greci 261 ; conosce Ciriaco d'Ancona 275 ; s. ammirazione per il Niccoli 302 ; s. guerra con lui 305 sg. ; 307 sgg.; segretario e storiografo della rep. fiorentina 390, 392; il B. e L. Valla 462; e Alfonso il Magnanimo 498; e il Brippi 506; e Vit- torino da Feltre 534; il B. nella Curia papale II 18 sg., 26; s. disprezzo per Bartolommeo da Montepulciano 28 ; s. fama presso gì' Inglesi 251; s. disprezzo per la barbarie tedesca 300; emendatore del testo di Livio 376; 384; esecutore testamentario del Niccoli 401; s. stile 409; s. mo- ralità 455 ; s. disprezzo per le scienze giuridiche 471 ; studia Tacito EU 12. S. scritti 310, n 409, 418, 432, 439 ; Epistolario 312, EC 424; Formula- rio per lo stile epist. DI 428; Orazioni 311, EC 401, 432; Oratio in hypocri- tas EC 206' sg.; rer. suo tempore gestar. Comment. EC 487; De ìaudib. florent. urbis 310, 392; IleQÌ tfjg tcòv (PAcàQevrivcov jro/ureiag 310, 392, EOE 65; Historia fiorentina 310, 392; De ori ghie Mantuae 534; Diaìogi ad Petrum Histrum 380 sgg.; Isagogicon moralis pliilosophiae EC 445; Isagoge de vitiis grammatico): ET 366; De studiis et litteris EC 453; Po- hjxena EE 398; Vita di Dante e del Petrarca 388; II 486; Traduzioni dal greco 310, 459; Il 159 sgg., 185, 249, 453; Commento,ad Aristotele (?) 333 n. 5 ; Commentari sulla storia greca 167 ; Comment. della prima guerra punica 167, 328; De belìo italico contro, Gothos 167; de recto, in- terpretatione HI 51.

Bruto, Marco, s. lettere tradotte da Rinuccio da Castiglione II S3, 184.

Buonaccorsi, Filippo, (Caììimacus experiens) e la pretesa congiura contro Paolo II papa II 229; ospitato da Gregorio di Sanok 320.

VoiGT-ZlPPEL 7

9S INDICE ANALITICO

Buonaccorsi, Pisano, 520 n. 1.

Buondelmonti, Cristoforo de', s. biblioteca 404; s. studi, viaggi, opere, rela- zioni con gli umanisti II 495.

Buondelmonti, Vaggia de', sposata da P. Bracciolini 329.

Buoninsegni, discepoli di Roberto de1 Rossi 291.

Buoninsegni, Domenico, dipinge le tavole per la Geografìa di Tolomeo III 10.

Burley, Gualtiero, s. coguizione delle opere di Cicerone 41.

Bursa, Benedetto, lettore nello Studio di Ferrara 564.

Bussi, Giov. Andrea de', vesc. d'Aleria, discepolo di Vittorino da Feltre, s. Elogio di questi 532 n. 1, 541 ; s. amicizia col Gaza, s. edizioni dei clas- sici Il 141; s. prima edizione di Strabone 183 e n. 1; prefetto della Vaticana 199.

Buzario (Barzicio?), Antonio, s. Gauteraria, commedia, II 400 n. 5.

c

Cabassoles, Filippo di, cardinale, e il Petrarca 121.

Caccia, Stefano, s. lettera sulla congiura del Porcari n 69 n. 1.

Calcidio, s. traduzione di Platone n 102.

Calcondila, (o Cai co condii a) Demetrio, insegna il greco a Padova 437; no- tizie della s. vita III 28 sg.

Callisto III, papa, fa sperpero dei libri della Vaticana U 199; suo contegno ostile verso l'umanesimo TI 225, 228.

Callimachus Experiens, v. Buonaccorsi.

Caloria, Tommaso, da Messina, amico del Petrarca 127.

Cambiatore, Tommaso, traduttore di Virgilio, incoronato da Sigismondo imp. n 267,

Campanea, Francesco de, maestro di scuola a Ferrara 563.

Campanea, Giovanni de, maestro di grammatica a Ferrara 548 n. 2.

Campano, Giannantonio, discepolo del Valla 462 n. 2; favorito di Pio n papa II 227; suoi dileggi contro i tedeschi 301; s. stile 409.

Campesano, Benvenuto, poeta vicentino ; versi composti in morte di lui da Ferreto da Vicenza 20.

Camullio, Niccolò, cancelliere della repubblica genovese, cultore dell'anti- chità 441.

Cappelli, Pasquino de', alla corte di Giangaleazzo Visconti, s. relazioni con gli umanisti 500; manda le Lettere di Cicerone al Salutato 211.

Capra, Bartolomeo, vesc. di Cremona, arciv. di Milano, e le Lettere di Ci- cerone 245 ; e gli scritti minori di Tacito 254.

Capranica, Domenico, cardinale, favorevole air umanesimo; suoi scritti teo- logici Il 41; 120 n. 1; sue poesie 387.

Capranica, Niccolò, vesc. di Fermo; s. Tractatus de modo studendi, sua orazione in morte del Bessarione II 120 n. 1.

Carrara, Francesco I (il Vecchio) da, signore di Padova, e il Petrarca 102, 156, 429; s. funerali descritti dal Vergerlo 430.

Carrara, Francesco H (Novello) da, signore di Padova, e il Vergerio 430; e Giovanni da Ravenna 431.

Carrara, Giacomo da, sign. di Padova, e il Petrarca 428; e il preteso se- polcro di Tito Livio 434.

INDICE ANALITICO 99

Carrara, Ubertino da, il Vergerio gli dedica il s. trattato siili' Educazione II 451 n. 1.

Carbone, Ludovico; s. orazioni in morte di Guarino Veronese 517 n. 2; del duca Borso d' Este 565; s. insegnamento a Ferrara e a Bologna, s. edi- zione delle lettere di Plinio il Giovane 5G6, Il 316; s. orazioni e poesie 433.

Carlo IV, imperatore, e il Petrarca 68 sgg. 455 sg.; incorona a Pisa il poeta Zanobi da Strada 455; s. educazione, cultura, autobiografia II 256; C. e l'umanesimo 256 sgg. C. e Cola di Rienzo 257 sgg.

Carlo V, il Saggio, re di Francia, s. cultura, s. amore per le scienze, s. bi- blioteca Il 326; traduzioni dal latino promosse da lui 329 sg.

Carlo VI, re di Francia, s. passione per i libri, s. rapporti con Giov. de Montreuil II 327; 330.

Carlo VII, re di Francia, e gli umanisti italiani, e Francesco Sforza II 327.

Carte geografiche, possedute dal Niccoli 229, n 49S; la Carta d'Italia at- tribuita al Petrarca e al Re Roberto 157, Il 498; carte di altri uma- nisti 498.

Casa, Tebaldo de ; s. abilità come copiatore di codici, opere copiate da lui 394, 395 ; trascrive dall'originale il De Contemptu mundi del Petrarca 133 n. 2; s. conoscenza del greco n 101.

Casa Giocosa, la, di Vittorino da Feltre 535 sg.

Casaubono, Isacco, e la traduz. di Polibio del Perotti II 182.

Casella, Lodovico, intermediario fra Borso d' Este e i letterati 565, EE 73.

Casini, Bruno, maestro di rettorica e di declamazione a Firenze II 429.

Cassarino, Antonio, s. traduz. d. Repubblica di Platone ; notizie sulla sua vita n 170 n. 3.

Cassio Dione s. opere possedute dall'Aurispa 264 ; tradotte dal Filelfo 351.

Castiglione, Francesco da, notizie della sua vita, s. Vita Victorini Fel- trensis 532 n. 1.

Castiglione, Guarnerio da, giurista, 508.

Caterina da Siena, e le tendenze umanistiche 191.

Catullo, C. Valerio, s. poesie conosciute dal Petrarca 48; dal Salutati 210; testo di C. emendato da Guarino Veronese II 376.

Cavaillon, vescovo di, e gli scritti latini del Petrarca 107, 151.

Cavalcanti, Mainardo de', fa un donativo al Boccaccio 185; il Boccaccio gli dedica un suo libro 453.

Ceba, Niccolò, s. progetto di viaggio in Oriente con Ciriaco d'Ancona 274; fa ricerca di libri greci 399 n. 4.

Cecco d'Ascoli, s. critiche alla Divina Commedia, combattute dal Salutati 379, 383, 384.

Celso, Cornelio, l'archetipo scoperto da G. Lamola HI 12.

Cenci, Agapito, de' Rustici, scolaro di L. Bruni 230 ; assiste ai funerali di M. Crisolora 231 ; al concilio di Costanza 237 ; inveisce contro la bar- barie dei tedeschi 238; s'interpone nella contesa tra il Poggio e il Fi- lelfo 360; nella Curia papale II 17, 22; 23 sgg.; il C. e Niccolò V 83 ; s. traduz. di Aristide 170 ; s. orazione in lode di Sigismondo imp. 268; s. recensione del testo di Livio, s. poesie 393.

Cendrata, Taddea, moglie di Guarino Ver. DI 30.

Cesarini, Giuliano, cardinale, ricercatore di codici in Germania 235; C. e la ricerca di Livio 249 ; C. e il Niccoli 299 ; fautore dell' umanismo II •26, 31.

100 INDICE ANALITICO

Cesena e 1' Umanesimo, v. Malatesta Novello.

Chartier, Giov., v. Gerson.

Ciani, Giovaeehino, 177.

Cicerone, M. Tullio, tradotto in volgare da B. Latini 14, 41, II 154; studiato da A. Mussato 18; studiato e apprezzato dal Petrarca 29 sgg.; cono- scenza di C. nel M. Evo 40 sg. ; opera del Petr. per ritrovarne gli scritti 41 sgg., 210, 246; C. e il Boccaccio 168, 175; e il Salutati 204, 210 sgg., II 374; 8. giudizio sull'apocrifìtà del De differentiis e dei Synonima di C. 210, III 8; lezioni su C. di Giov. di Ravenna 219; scoperte delle opere rettoriche fatte da Poggio 243 sgg. ; da altri umanisti 245 sgg.,; 328; le Lettere di C. donate a Gian G. Visconti 437; le Investigazioni sull'arte ret. di C. del Loschi 502, LE 381; Gasp. Barzizza e il Cicero- nianismo 506; la Vita di C. del Bruni II 160; 161; 162; le Lettere pos- sedute daU. di Glocester 249; opere trad. da G. Tiptoft 250; conoscenza e studio di C. in Francia 322, 337, 339, 343; il De senectute trad. da L. di Premierfait 330; scritti di C. nelle bibl. francesi 326 sg. ; ricercati in Francia da italiani 328; le Lettere emendate dal Salutati 374 ». 2; le Filippiche da Poggio 375; Orazioni commentate e riassunte da Loschi e dal Polentone 381, I 433; i Paradossi comment. da Guarino 381; il De Oratore da Ognibene da Lonigo 382 ; commenti a C. del Trapez. e del Valla 382 sg.; le Accademiche col tit. de laude pliiìosopliiaeUL 2.

Cidonio, Demetrio, s. venuta in Italia col Crisolora 225; maestro di Giacomo d'Angelo da Scarperia 225, 226, III 9.

Cipriano, Cecilio, s. scritti posseduti da Niccolò da Treveri 257.

Cipro, libri e antichità ivi trovati da Ciriaco d'Ancona 273.

Ciriaco, de' Pizzicolli, d'Ancona 269 sgg. ; s. Itinerarium 277 n. 2; s. Com- mentari 279 sg. ; s. scritti e poesie 281 sgg. 421 ; 415 ; s. rapporti con l'imperatore Sigismondo II 268; importanza delle sue esplorazioni 384; s. preghiera a Mercurio 464.

Cirillo, s. opere tradotte dal Trapezunzio II 136, 191.

Claudiano, onorato in Firenze 375.

Clemente VI, papa, biasima lo stile burocratico del Petrarca II 6.

Clerici Vagantes, 8.

Climaco, Giovanni, tradotto da Angelo da Cingoli II 103.

Col, Gualtiero, s. amicizia con G. di Montreuil U 334, 338.

Cola di Rienzo, e il Petrarca 55 sgg. ; s. raccolte d' iscrizioni e Descriptio urhis Bomae 57, 267, H 384; Cola a Praga n 257.

Collenuccio, Pandolfo, 499.

Colombini, Giovanni, s. vita del beato Petroni 177 n. 2.

Colonna, Giacomo, amico del Petrarca 114, 135, 143.

Colonna, Giovanni, cardinale, e il Petrarca 154, II 412.

Colonna, Oddo, v. Martino V Papa.

Colonna, Prospero, card, e il cod. di Ammiano Marcellino 242 ; s. biblioteca, s. tendenze letterarie LI 30.

Columella, s. libro sull'agricoltura scoperto da Poggio 243; trascritto dal Niccoli II 375.

Commedia, la, trattata dagli umanisti II 395, 397 sgg,; Comoedia de falso hypocrita 400.

Commenti agli scrittori classici, II 381 sgg.

Contarmi, Andrea, e la traduz. di Eusebio del Trapezunzio DI 137.

INDICE ANALITICO 101

Contarmi, Francesco, 411 n. 2.

Contarmi, Zaccaria, averroista a Venezia 91.

Conti, Niccolò de', s. relazione de1 suoi viaggi II 495 n. 1.

Conti, Giov. de', card. 274.

Contratto, Ermanno, e lo studio del greco nel medioevo II 101.

Convenevole da Prato, primo maestro del Petrarca , s. affezione per questi, sue poesie 28 sg. , H 448.

Conversano, Giovanni, ITI 8.

Coppoli, Ivone, giurista, chiamato all' Università romana da Eugenio IV, II 45.

Corbinelli, Agnolo de1, protetto di C. Salutati 208; II 449 n. 3.

Corbinelli, Antonio, discepolo del Crisolora, ospita il Guarino ; s. biblioteca 291, 344.

Cornelio Nipote, s. Vita di Attico trovata dal Traversari 299.

Corraro, Antonio, card., lega la sua biblioteca al convento di S. Giorgio Maggiore in Venezia 427.

Corraro, Gregorio VII, recensore del testo di Plauto 258 n. 4, II 378; porta in Italia l'opera di Salviano « Della Provvidenza di Dio » 261 ; difende la nobiltà veneziana contro Poggio 411 ; s. satira siili' educazione 413 n. 3; alla corte di Eugenio IV 421; s. tragedia «Progne » 542, Il 396; 32 sgg. ; sotto Niccolò V 83 ; s. relazioni con G. Agliotti 219 ; s. versi erotici, satire, epigrammi 393; s. poemetto sull'arte pedagogica 449 sg.

Cortese, Paolo, s. stile II 409; il C. e il trattato sull' educaz. di P. P. Ver- gerlo II 451.

Cosimo da Cremona, decifra per il primo il cod. del De Oratore 246, m 11.

Courtecuisse, Giov. de, s. traduzioni dal latino II 330 n. 2.

Cristiano di Trauenstein, e 1' Università di Vienna II 271.

Crisococca, greco, maestro del Filelfo 348; e del Bessarione II 111.

Crisolora, Giovanni, maestro del Filelfo 348 ; e di Guarino II 111.

Crisolora, Emanuele, 224 sgg.; il Cris. e il Traversari 315; s. partenza da Firenze 343; generosamente accolto da Carlo Zeno a Venezia 414; in- segna a Pavia 515; s. Paragone tra l'antica e la nuova Roma II 14 n. 3 ; s. venuta e insegnamento a Roma 44 ; maestro di Guarino a Bi- sanzio 111; impulso da lui dato alle traduzioni dal greco 158 sg. ; s. Erotemata 372.

Crisolorina, Teodora, moglie di F. Filelfo, gli apprende il greco 348, 360, II 111 ; s. morte m 21.

Crisostomo, Giovanni, tradotto in latino da Palla Strozzi 291; da Ambrogio Traversari II 29, 168; da Angelo da Cingoli 103; da G. Trapezunzio 136, 191; da Teodoro Gaza 191; dal Tortelli in 48.

Critica storica, la, e 1' Umanesimo n 485 sgg.

Crivelli, Giovanni, s. scritti sulla storia romana II 28 n. 5, 480.

Crivelli, Lodrisio, discepolo e poi rivale del Filelfo a Milano, va a Roma presso Pio II papa 522 sg.

Crotto, Luigi, consigliere di Filippo M. Visconti, e il Panormita 510.

Curio, Giacomo, 498 n. 1 ; LE 171 «. 2; emenda un cod. di Livio per Re Al- fonso di Napoli II 377.

Cusano, v. Niccolò da Cusa.

Curzio, Quinto, ricevuto dal Salutati 207; posseduto da Niccolò da Treviri

102 INDICE ANALITICO

257 ; fatto tradurre da Re Alfonso d'Aragona 460; tradotto da P. C. De- cembrio oli, II 155. Czernahora, v. Protasio.

D

Dante Alighieri, amico dell' antichità 13 sgg.; D. e l'idea della fama 16 sg. : s. morte cantata da Ferreto da Vicenza 20; D. e gli scritti di Cicerone 41; D. e il Petrarca 117 sgg.; individualilà di D. 131; gli «accidiosi » della Div. Comm. 340; onoranze a Dante in Firenze 375, 385, 389; D. nella estimazione degli umanisti 378 sgg.; lezioni sopra D. a Firenze 1S5, 221, 351, 384 sg. ; traduz. francese antica della D. C. m 57.

Dalmazio de Muro, arciv. di Saragozza, protettore di Guiniforte Barzizza 490; s. fama di scienziato e di mecenate II 347.

Dandolo, Andrea, s. amicizia col Petrarca 412.

Dandolo, Leonardo, averroista in Venezia 91.

Darete Frigio, imitato da Antonio Loschi II 396.

Dati, Agostino, segretario e oratore della rep. di Siena 409; II 432; suo manuale di epistolografia II 428.

Dati, Goro, s. descrizione di Firenze 391.

Dati, Lionardo, scolaro di Zomino da Pistoia 237; del Traversali e del Mar- suppini, s. commento alla « Città di vita » di M. Palmieri 293; s. vi- cende, s. posizione nella Curia, s. meriti letterari II 77, 78; s. relazioni con G. Agliotti 219; 303 n. 3; s. tragedia « Hiempsal » 397.

Daudin, Giovanni, traduce il De remediis utr. fori, del Petrarca II 329.

Decembrio, Angelo, s. libro de politici letteraria 247 n. 2; 253 n. 2 ; 501 n. 3.

Decembrio, Pier Candido, s. riverenza per il Crisolora 229; dedica la sua traduz. di Appiano a Re Alfonso 498; alla corte dei re Alf. e Ferdin. di Napoli m 34; s. traduzione della Repubblica di Platone 501; s. vi- cende, s. traduz. dal latino 511, IT 155; s. lotta col Filelfo 513, 521; il D. durante la rep. Ambrosiana 517 ; durante la dominaz. degli Sforza^ s. attività letteraria, s. scritti, s. morte, giudizio sulle sue opere 521, 522; s. rapporti con Leonello d' Este II 155; con L. Valla 474; s. traduz. di Diodoro 180; di Appiano 180; dell'Iliade 185; s. traduz. di Platone de- dicata al Duca di Gloucester 249; s. dediche di libri a Giovanni DI di Castiglia 346; s. grammatica latina 368; il D. e le rime del Petrarca 387; s. egloga « Galatea » 388; s. commedia « Aphrodisia » 399 sg. -r s. lettere 427; s. discorsi 432; s. biografie di F. M. Visconti e di Fr. Sforza 488; s. libro de muneribus romanae reip. 492; s. conoscenza di Tacito m 12 ; s. traduz. di G. Cesare m 35 ; s. Cosmografia ni 65.

Decembrio, Uberto, discepolo del Crisolora, s. traduz. di Platone 229, 501; s. vicende a Pavia, Novara e Milano, s. opera « De republica » 500 sg. ; s. traduz. di Lisia, Demostene e Platone 501 n. 3.

Demetrio da Creta, scrivano greco a Firenze 394; s. libri 394 n. 3; biasima le traduzioni d'Aristotele del Bruni II 165.

Demostene, s. orazioni possedute dall' Aurispa 294; trad. da Lapo da Casti- glionchio II 36; da L. Bruni 160; da L. Valla 174; da Giov. Pannonio 310.

Dinkelsbiihls, Niccolò, all'università di Vienna n 271.

Dino, giurista, giudicato dal Valla n 473.

INDICE ANALITICO 103

Diodoro Siculo, posseduto dall' Aurispa 264; ricercato da F. Filelfo 394; tra- dotto da Poggio per incarico di Niccolò V e con l'aiuto del Trapezun- zio II 148, 179, 180, 197; da P. C. Decembrio 180; 314 n. 4.

Diogene Laerzio, trad. dal Traversari 321, 353, II 169.

Dionigi (de' Roberti) da Borgo S. Sepolcro, amico del Petrarca 127, 133, 451; alla corte di Ee Roberto, a Firenze, s. studi, s; dottrina, s. scritti 451, II 379; s. commento a Valerio Massimo II 380.

Dionigi Areopagita, s. opere trovate in Grecia da Ciriaco d'Ancona 278; tra- dotte dal Traversari II 168.

Dlugoss, Giovanni, segretario del card. Olesnicky, s. storia della Polonia n 319.

Domenico (Bandini) d'Arezzo, e il Petrarca, s. Fon/i memorabili um uni- versi 151; D. e il Salutati 209 n. 2; lettore nello Studio fiorentino 341; 8. conoscenza di Tacito UT 12.

Domenico da Prato, s. sonetti politici 293 n. 1; s. difesa delle «tre Corone» fiorentine 383, ni 24.

Dominici, v. Giovanni di Domenico.

Domizio Calderine, familiare del card. Bessarione II 129; s. commenti ai classici 383.

Donatello, s. "collezione di bronzi antichi 275, 376; loda il museo di Poggio 331; s. familiarità con L. B. Alberti 370; con N. Niccoli 375; s. opere 406; s. ricerche archeologiche a Roma il 13; s. bassorilievi nel monu- mento di Bart. da Montepulciano 28.

Donato, Elio, Comment. ad Terentium trovato dall' Aurispa 259; II 370; compendio mediev. della s. Grammatica DH 58.

Dondi, Giovanni de',' amico del Petrarca 78; s. studi archeologici 267.

Doxiteo, arciv. di Dorion, protettore del Bessarione DI 121.

Drammatica, poesia, coltivata dagli umanisti DI 395 sgg.

Dringenberg, v. Luigi di Dringenberg.

Diirer, Alberto, e Ciriaco d'Ancona 284.

E

Ebendorffer, Tommaso, e il card. E. S. Piccolomini DI 271.

Educazione, scritti degli umanisti sull'ed., DI 447 sgg.

Egloga, V, trattata dagli umanisti DI 387, 388; le egloghe di Dante 15, DI 387; del Petrarca 35 sgg., D 387; del Salutati 206.

Elegie, del Salutati 206; degli altri umanisti II 389 sgg.

Eloquenza, V, nell'Umanesimo II 428 sgg.

Emanuele H, imperatore greco, e l' Aurispa 263.

Enea Silvio, v. Piccolomini.

Ennio, gli Annali ricercati dal Salutati 209.

Enoch, Alberto, d'Ascoli, e la scoperta di scritti di Tacito e di Svetonio 254, 255 n. 3; s. cultura e attività letteraria II 192; suoi viaggi in cerca di codici 193 sg.; s. insegnamento a Roma 192, 201.

Enrico d'Assia, nell'Università di Vienna DI 271.

Enrico VII di Lussemburgo, ambascierie a lui di A. Mussato 18.

Enrico, Infante di Portogallo, e Poggio Bracciolini; le navigazioni e sco- perte portoghesi sotto Enrico, e gli umanisti DI 347.

104 INDICE ANALITICO

Enrico, Scolastico di Praga, s. venerazione per il Petrarca II 260. 'em Siro, s. prediche trad. dal Traversarti n 168. ttetOy trad. dal Perotti II 130, 184.

Epila, Miguel d', alla corte di Re Alfonso 459.

]'.; istole poetiche degli umanisti II 3

Epistolografia, 1', nell'Umanesimo II 409 sgg.

Epopea, trattata dal Salutati 207, II 394; Y Africa del Petrarca e i tenta- tivi epici degli umanisti II 394, 395.

Erfurt, s. università II 289.

Erodoto, trovato in Grecia da Ciriaco 278; copiato da Giov. Plusiadenos per il card. Bessarione II 127; tradotto da L. Valla 178, 179.

Eschilo, tragedie spedite dall' Aurispa al Niccoli 263.

Eschine, tradotto dal Bruni II 160.

Esiodo, studiato da Ciriaco d'Ancona 273; ignoto al Bessarione II 127.

Esopo, tradotto da Ognibene da Lonigo 425, II 173; da Ermolao Barbaro 552, Il 38; da Gregorio Corraro 33; da Rinuccio da Castiglione 83; dal Valla 174.

Este, Alberto d', marchese di Ferrara, feste e rappresentazioni alla sua corte, fonda l'università di Ferrara, chiama a Fer. Donato degli Al- banzani 544, 545.

Este, Borso d\ march, di Ferrara, s. accoglienze a F. Filelfo 528; 564 sgg.

Este, Leonello d', march, di Ferrara, e il cod. delle commedie di Plauto 258; visitato da Ciriaco d'Ancona 279; compera da Poggio le lettere di S. Girolamo 399; discepolo di Guarino Veronese 547, 550, 551; 560 sgg.; cultore della poesia II 387.

Este, Meliaduse d', discepolo dell'Aurispa m 38.

Este, Niccolò II d', march, di Ferrara, s. rapporti col Petrarca e con Ben- venuto da Imola 544.

Este, Niccolò HI d', march, di Ferrara, discepolo di Bart. de la Mella e di Donato Albanzani, s. gusto e interesse per gli studi, s. scarsa cultura, s. corte e governo 545, 546; assiste ad una disputa aristotelica II 117.

Estouteville, Guglielmo, card, di Rouen, s. giudizio sopra un sermone del Valla n 433.

Eugenio IV, Papa, (Condulmier) protettore di Ciriaco d'Ancona 275; crea il Traversali generale dei Camaldolesi 315; permette la distruzione delle rovine antiche a Roma II 14 sg.; poco favorevole a Poggio 17; 28 sgg.; ripristina lo Studio romano 44; subisce l'influenza degli umanisti 354; s. biblioteca m 55.

Euripide, s. tragedie trovate da Ciriaco, s. vita tradotta dallo stesso 273; II 100.

Eusebio, il de praeparatione evangelii trad. dal Trapezunzio per Niccolò V papa II 136, 137 n. 1, 197.

Evangeliario greco, posseduto dalla Repubblica di Firenze 406.

F

Fazio, Bartolomeo, s. rapporti con Poggio 334; s. contesa col Valla 487 sg.; s. Vita di Re Alfonso, s. de viris illustri bus 489, LE 491; si presenta al papa Niccolò V II 71; s. rifacimento della traduzione di Arriano del

INDICE ANALITICO 105

Vergerio 171; emenda un coti, di Livio 377; s. trattato sulla dignità e sulla felicità umana 417; possessore di una carta geografica 498.

Federico II!, imper. tedesco, alla Corte di Alfonso di Napoli, incorona il Porcellio poeta 492 sg.; s. onoranze al Perotti a Bologna II 130; s. rap- porti con l'Umanismo tedesco 268.

Federico, Conte palatino del Reno, s. corte letteraria II 281 sg.

Fenesteììa, cfr. Fiocco.

Ferdinando I, Re di Napoli, condizione del Beccadelli alla sua corte 485; s. cultura e protezione accordata ai dotti 498.

Fernandez, Valentino, s. traduz. portoghese del de varietate fortunae di Poggio m 65.

Fernando del Diaz, s. relazioni letterarie con Poggio n 347.

Ferrara e l'Umanesimo 544 sgg.; Università di Ferrara 515, 546, 563 sg.; trasportata a Rovigo III 39 ; Concilio di Ferr. 549, II 37, 113. Vedi an- che Este.

Ferreto da Vicenza, s. poesie, s. ambizione di gloria e ricerca di mecenati, s. poema in lode di Can Grande 20; s. Historia rer. in Italia gesto r. 20, 21, II 487; s. concetto della poesia 34; s. Priapea II 401; s. stile 407.

Ferretti, Giampietro, 216.

Ficino, Marsilio, fatto educare da Lorenzo il M., suoi commenti e tradu- zioni, s. dissertazioni, sue dottrine filosofiche II 118, 119; dedica una traduzione di Platone a Giov. Paunonio 314.

Fiesole, biblioteca della Badia di, 403, 404.

Filargo, Pietro, (Papa Alessandro V), consigliere di Giangaleazzo Visconti, s. rapporti con l'umanesimo 500.

Filelfo, Francesco, supposto distruttore di un cod. del De Gloria di Cic. 44 n. 2; s. ritorno dall'Oriente a Venezia, s. libri greci 261; s. rapporti con Ciriaco Anconitano 275 II 384; 348 sgg.; il Fil. in Oriente 347 sg. n 112; a Padova e Venezia 317, 348, 423 sg.; 436; a Bologna 348 sg. II 51; a Firenze 349 sgg.; s. lotte col Niccoli, col Marsuppini, con Pog- gio e coi Medici 352 sgg.; lettore di Dante a Firenze 385; il F. a Siena 357 sg.; a Napoli 495; a Milano presso Filippo M. Visconti 511 sgg.; durante la Rep. Ambrosiana 517 sg. ; s. giudizio su Quintiliano 464 ». 1; s. rivalità col Decembrio e con L. Crivelli 521, 522; il Fil. e Fran- cesco Sforza 523 sgg.; s. sistema d'accattonaggio 526 sgg.; s. morte a Firenze 531, 364; 8. incontro a Venezia con Vittorino da Feltre 531; il Fil. e Niccolò V papa II 92 sgg.; e P. Perleone 112; e Sassuolo da Prato 113; e Gemisto Pletone 117; e il Gaza 140; e la traduz. del Bruni della Politica d'Arist. 161; paciere fra il Valla e Poggio 117; s. lotta coi frati mendicanti 207; s. rapporti con Pio II papa 226, I 528; con Pao- lo II papa 227; il Fil. e la stampa 303 n. 3; e Carlo VIE di Francia 327; s. vanità personale 354 sg.; s. stile 408; s. immoralità 455,457; s. ten- denza alle idee pagane 464; contro gli alchimisti e gli astrologi 477, 208. Opere. Poesie 513, 514, H 95, 389, 391,404; Sforziade 523 sgg. , IL 395; Orazioni II 432; Corani, alle Rime del Petrarca 513 sg. ; commedia a lui attribuita II 399 n. 4; le Orationes Cosmianae e il De Exilio 358 sgg., IH 21; Vita di Niccolò Quinto II 53 w. 1, 98; Epistolario 418, 420 sgg., 426; traduz. dal greco 173, 189; trattati sull'educazione 453, DH 64.

Filelfo, Giammario, s. « Cosmiade » 363; affidato dal padre all'Argiropulo 366; 529 sg.; dirige la scuola di Vittorino da Feltre 543; s. « Isotteide »

106 INDICE ANALITICO

;: s. traduzione d'Omero II 189 ». 2; s. satira contro Federico m imp. 270: s. manuale di epistolografia 423; s. Laurenziade HI 22 ; altre opere poetiche IH 37.

Filippo, sicario, s. attentati contro il Filelfo 356, 357.

Filippo di Giov. da Pisa, costruttore del palazzo apostolico sotto Eug. IV papa, m 15.

Filisco, sofista, s. discorso tradotto dall' Aurispa II 173.

Finotti, Giov. de, maestro di latino a Ferrara 548 ». 2.

Fiocco, Andrea, segretario di Eugenio IV papa, s. storia romana a lui de- dicata Il 39, 77; s. libro de magistratibus attribuito al Fenestella 39, 192: prende parte alla discussione sulla lingua latina alla corte di papa Eugenio 138, 139.

Firenze e il Petrarca 148 sg. ; F. culla dell' Umanesimo, la sua Nobiltà 162 sgg., 290 sgg.; s. pubbliche scuole 163; la vita sociale e la nuova cul- tura dopo il 1382 187, 290, II 457; s. Università 339 sgg.; progetto di un Panteon per le glorie letterarie fior. 388 sg.; i segretari della re- pubblica 389 sgg.; gli storiografi della rep. 391 sgg.; libri e librerie a Fir. 393 sgg.; Concilio d'Unione di Fir. II 113 sg.

Finnico Materno, s. Matheseos libri scoperti da Poggio 259 ». 1.

Flemming, Riccardo, s. discorsi al concilio di Costanza II 252.

Flemming, Roberto, scolaro del Guarino a Ferrara, s. pubbliche cariche a Roma, s. scritti, s. morte II 252.

Formulari umanistici per lo stile delle Cancellerie II 428.

Formulari della scuola notarile di Praga II 262.

Fortini, Paolo, segretario della rep. fiorentina 390.

Forza, o Forzetta, Oliviero, s. raccolta di monete e medaglie antiche 50 ». 2.

Foscari, Francesco, doge di Venezia, celebrato dal Porcellio 494.

Francesco, (Griffolini) d'Arezzo, s. epitaffio di C. Marsuppini 314 ». 4; s. traduz. di Falaride 588 ». 3; di Omero II 190; di Luciano 250.

Francesco da Buti, s. Regulae grammaticales III 58.

Francesco da Castiglione, segretario di S. Antonino, s. biografia di questi 378 ». 1.

Francesco de Fiana, maestro di A. Cenci 239 n. 1, n 23.

Francesco di Lapacino, s. tavole illustrative della Cosmografia di Tolomeo 227 ». 1.

Francesco da Montepulciano, e P. Bracciolini UE 43.

Francesco da Roma, maestro di scuola a Ferrara 564.

Franchi, Viviano Neri de', s. discorso in lode del Salutati 206.

Francia, la, e l'Umanesimo II 321 sgg.

Fratelli della Vita comune, i, e lo studio della letteratura classica n 255.

Frea, Giovanni, s. studi e- insegnamento in Italia, s. poesie latine e traduz. dal greco, s. morte II 252.

Fregeno, Marino de, s. furti di libri in Germania II 301.

Frontino, il de aqueductis scoperto da Poggio 259; i Stratagemata noti a Guarino DJ 13.

Fusco, Domenico, poeta riminese, 577 ». 2.

INDICE ANALITICO 107

a

Galeazzo, vescovo di Mantova, e il Filelfo 528.

Galeno, s. scritti trovati da Ciriaco d'Ancona 280.

Galeotto da Narni, v. Marzio.

Galeotto da Pietramala, cardinale, e Nicola di Clemanges n 340.

S. Gallo, s. biblioteca 238.

Garatone da Trevigi, vescovo di Corone, porta in Italia le Storie di Dio- doro n 179 n. 3.

Gasparino da Barzizza, (Bergomate), vicende della sua vita 222; s. stile ciceroniano 223, n 407; completa il testo di Quintiliano 239, II 374 sg.; fa la prima recensione del testo del De Oratore 246, II 374 sg.; sue cure per aver copia del Plauto recentemente scoperto 258, n 378; s. insegnamento a Venezia 423; a Padova 435; maestro di A. Beccadelli 481; s. scuola di latino a Milano, s. qualità di oratore 506 sg.; richia- mato a Milano da Francesco Sforza 520; segretario papale? 13 23 n. 1'; chiamato allo Studio di Bologna 49; s. Orthographia 367; s. commenti ai classici 3S0 sg.; s. epistolari 416, 424, 428; s. orazioni 431, 432; s. Ma- nuale di rettori ca 434; s. libellus de nominibus magistratuum romano- rum 492.

Gasparo, medico del re Alfonso di Napoli, e il Valla 488.

Gasparo da Verona, s. lodi dell'arte tipografica II 303 n. 3; comincia a or- dinare le lettere del Petrarca 415.

Gasparo da Volterra, segretario del card. Bessarione, s. coltura nel greco II 128.

Gaza Teodoro, da Tessalonica, rifiuta la cattedra nello Studio di Firenze 365; copia l'Iliade e la Batracomiomachia per F. Filelfo 400; alla corte di Ee Alfonso a Napoli 495; alla scuola di Vittorino da Feltre 536; in- segna il greco a Ferrara, maestro di Basinio Basini 561; I) 139 sgg.; s. contesa letteraria per Aristotele 150; consigli al Fazio per il ri- facimento d' Arri ano 171; s. traduzioni di Aristotile 175, 176; di Teo- frasto 183; delle Omelie di Giovanni Crisostomo 191; chiamato allo Studio di Eoma da Niccolò V 201; s. grammatica greca 372; s. trattato sui Mesi attici 492. Gellio, Aulo, posseduto da Niccolò da Treviri 257; copiato da N. Niccoli 298 ». 1, 318, n 375; recensioni di Teodoro Gaza EE 141.

Gemisto, Giorgio, v. Pletone.

Gemme, le, pregiate dagli Umanisti 266 sgg.; possedute dal Marsuppini

275; da Eugenio IV papa EE 30. Gennadio, v. Scolano.

Genova, s. Nobiltà 162; G. e l'umanesimo 440 sg. Geografia, la, coltivata dagli Umanisti TI 494 sgg. Germania, la, e l'Umanesimo DI 254 sgg.

Gerson, Giovanni Charlier de, s. cultura e scritti letterari, s. posizione nel- l'università di Parigi, s. rapporti con l'umanesimo EE 332, 333. Gherardi, v. Giov. da Prato. Ghiberti, Lorenzo, bronzi antichi da lui posseduti 265, 376; s. amicizia con

108 INDICE ANALITICO

L. B. Alberti 370; s. reliquiario di S. Zanobi 376; s. sculture in S. Fran- cesco di Rimini 576; s. ricerche archeologiche a Roma II 13.

Giacomo d'Angelo da Scarperia, discepolo di Giovanni da Ravenna 221; di E. Crisolora e di Giovanni Cidonio 225, II 111; Giacomo da S. e il Sa- lutati 226; s. traduzione della Cosmografia di Tolomeo 227, II 159, 168; : vicende della sua vita, s. traduzioni dal greco II 22, 23, 168.

Giacomo da Udine, e il de re uxoria di Fr. Barbaro 418 w. 1.

Giacomo, re di Maiorca, e il Boccaccio 185.

Giorgio da Trebisonda (Trapezuuzio), s. insegnamento a Firenze 365, II 46; a Venezia 421, 425; cerca un posto nella Curia papale 424; alla scuola di Vittorino da Feltre 424, 536; s. dediche a Re Alfonso 498; s. inse- gnamento a Roma, s. traduzione di Basilio, s. scritti teologici, s. posi- zione nella Curia papale sotto Eugenio IV II 46, 200; 133 sgg.; s. con- tesa con Poggio 149, 150; col Bessarione 151; s. traduzioni d'Aristotele 175; di Tolomeo 183 sg. ; traduttore d'Omero? 287 n. 1; s. traduzione di Giovanni Crisostomo 191; riceve in dono da Giov. Panuonio uno scritto di Basilio 308; s. grammatica latina 369; s. commenti ai clas- sici 382; s. Manuale di Rettorica 434, 435; s. contesa con Guarino Ve- ronese 440; s. trattato di Dialettica 445.

Giovanni, ambasciatore greco, alla Curia di Bologna II 110.

Giovanni l'Alchimista, margravio di Plassemburg, scuola umanistica presso di lui n 284.

Giovanni d'Andrea, giurista bolognese, sua disputa col Petrarca 80, Il 468; s. Novella 254.

Giovanni Angelico, pittore, 402.

Gisvanni di Berry, duca, s. collezioni di libri II 326 ; promuove la traduzione di Valerio Massimo 329.

Giovanni il Buono, re di Francia, e l'umanesimo II 325; fa tradurre Livio da Pietro di Bersuire 328.

Giovanni da Cermenate, storico, precursore dell'umanesimo 21.

Giovanni da Colonna, scopre a Chartres un cod. di Livio 248.

Giovanni di Domenico, Beato, contro il razionalismo degli umanisti 194; s. scritto Lucilla noctis contro il Salutati 207, Il 462, III .7; s. scritto contro l'educazione umanistica 451; s. predicazione e insegnamento a Firenze, s. dignità ecclesiastiche e opposizione all'umanesimo 461.

Giovanni da Ferrara, storiografo degli Estensi, chiamato all'università di Ferrara 564.

Giovanni da Imola, giurista, s. insegnamento a Padova 435, II 468; a Fer- rara 546; a Bologna II 50; s. commento al «Corpus Juris » 50, 468; visitato e giudicato da E. S. Piccolomini 469.

Giovanni da S. Miniato, s. polemica col Salutati 208, II 462; con Giovanni da Ravenna 221 n. 2.

Giovanni de Montreuil, s. tendenza verso il paganesimo classico II 231 ; 333 sgg.

Giovanni di Neumarkt, vescovo di Leitomischl e di Olmiitz, s. rapporti e culto per il Petrarca 151, Il 259, 261; G. e Cola di Rienzo 257; 260 sgg.; s. «Manuale della cancelleria di Carlo IV» 262 sg. ; s. poesie e altri scritti 263; 284.

Giovanni (Giano) Pannonio, (Giov. di Csezraicze), s. Sylva panegirica 547

INDICE ANALITICO 109

». 2; s. traduzioni dal greco II 172, 190; 309 sgg.; s. valore poetico 393; s. disegno di un poema epico 395.

Giovanni VII Paleologo, imper. greco, e il Filetto 348, li 114; e il Crisolora m 10.

Giovanni IV, Paleologo, marchese di Monferrato, e il Filelfo 529.

Giovanni (Acquettini, Gherardi, Guaccialotti?) da Prato, e i convegni del Paradiso degli Alberti, s. letture pubbliche su Dante 190, 385 III 5.

Giovanni da Prato, frate, s. polemica con Guarino Veronese 554 sg., n 212, 223.

Giovanni da Ravenna (Conversano e Malpaghini, cfr. Ili 8), 215 sgg.; let- tore di D. in Firenze 384; s. relazione col Vergerlo 430; G. e i Car- raresi 431; s. novella latina II 343, I 222; raccoglie le lettere del Pe- trarca 415; 417.

Giovanni da Strada, s. scuola di grammatica, maestro del Boccaccio 161.

Giovanni del Virgilio, e l'Alighieri 15; s. egloghe II 3s7.

Giovanni II, re di Castiglia e Leone, fautore degli studi umanistici, s. rap- porti con Guin. Barzizza, con Poggio, con P. C. Decembrio II 346; in- vita il Decembrio a tradurre l'Iliade 185.

Giovanni XIII, papa, s. morte a Firenze 358; G. e Poggio Bracciolini II 10; e L. Bruni 19; e Antonio Loschi 20, 21; e Agapito Cenci 23.

Giovenale, letto da Dante 14; interpretato da Gregorio di Sanok II 320; commentato da Ognibene da Lonigo 382.

Giovio, Paolo, e le traduzioni del Gaza II 140, 176, 451.

Giulio Cesare, 372 n. 2; 459; 454; traduz. francese posseduta da Carlo V il Saggio II 326 ; tradotto da P. C. Decembrio m 35.

Girolamo, S., s. lettere trovate dal Traversari 299; acquistate da papa Niccolò V 399; s. testo della Bibbia criticato dal Valla II 466; da Pog- gio 467.

Girolamo da Napoli, maestro di Giannozzo Manetti 323.

Girolamo da Praga, descrizione della s. morte e giudizio sopra di lui di Poggio Bracciolini II 465.

Giuliano, Andrea, s. elogio funebre di E. Crisolora 224 n. 1.

Giurisprudenza, la, e il Petrarca 79 sgg.; e il Boccaccio 176; G. e l'Uma- nesimo II 467 sgg.

Giustiniani, Bernardo, e il De Gloria di Cicerone 44 n. 2; discepolo del Guarino, s. cariche pubbliche, s. traduzioni, s. poesie, s. storia di Ve- nezia 416; scolaro del Trapezunzio (?) 425; oratore pubblico 11 432.

Giustiniani, Leonardo, s. sonetti scambiati con Ciriaco d'Ancona 281 n. 2; s. relazioni letterarie col Niccoli 299; sconsiglia il Traversari dal tra- durre Diogene Laerzio 321; 414 sgg.; s. discorso in greco a Giovanni Paleologo 419; fa venire a Venezia il Filelfo 420 ; s. traduzioni dal greco II 172; oratore pubblico a Venezia 432; la Leandreide attrib. a lui UE 27.

Giustiniani, Leonardo, il Vecchio, 416.

Giustiniani, Lorenzo, patriarca di Venezia, s. opere teologiche 416.

Glocester, Umfredo duca di, Il 248 sgg.; il GÌ. e Lapo da Castiglionchio 170.

Godi, Piero de,' s. dyalogon de conjuratione Porcaria, n 69 n. 1.

Goliardi, i, precursori dell' Umanesimo 8.

Gonnesse, Nicola de, s. traduzione e commento di Valerio Massimo II 329.

Gonzaga, Alessandro, discepolo di Vittorino da Feltre 542.

110 INDICE ANALITICO

Gonzaga, Carlo, educato da Vittorino 530, 512; gli dona un podere 533.

Gonzaga. Cecilia, discepola di Vittorino, s. cultura 512; s. vocazione mona- stica incoraggiata da Gregorio Corraro II 31.

Gonzaga. Gianfrancesco n, marchese di Mantova, e la Casa giocosa. 532, 53">: s. amore per le scienze e le arti, s. rapporti con gli umanisti 531; fa venire a Mantova Vittorino 531 sg. ; s. biblioteca 536; s. generosità verso Vittorino 538; s. disegno di un pubblico Studio a Mantova 541.

Gonzaga. Gianlucido, discepolo di Vittorino, s. versi 512.

Gonzaga, Lodovico, marchese di Mantova, e il Filelfo 527. 52S: educato da Vittorino 542: s. rispetto per lui 538.

Gonzaga. Paola, (dei Malatesta) e Vittorino da Feltre 535.

Gossembrot, Sigismondo, s. disputa con Corrado Siildner, s. studi, s. versi, micizia per Pietro Luder II 282, 294.

Gassembrot. Ulrico, discepolo del Guarino a Ferrara, s. scritti, studia il di- ritto a Padova, ritorna in patria II 294, 295.

Gossembrot, Sigismondo, il Giovane, discepolo del Guarino a Ferrara II 294.

Grammatica, greca, di Guarino Veronese 549, II 372; di altri umanisti n 372: gramm. latina di Guarino 549, 551, Il 368; gramm. latina nel medio evo e nei primi tempi dell'umanesimo 365; riforma grammaticale degli umanisti 368; gramm. latine umanistiche 368 sgg., m 58.

Gray, Guglielmo, vesc. d'Ely, protettore di Niccolò Perotti II 129, 252; s. stadi a Padova e a Ferrara sotto Guarino, vicende della sua vita, s. libri 251, 252.

Greca, lingua e letteratura, nel medioevo II 99 sgg.; la lingua greca a Pa- rigi 345. V. Grammatica, Traduzioni.

Gregorio XI, papa, e il Petrarca 152.

Gregorio XI!, papa, e il Bruni 19; e il Loschi 20.

Gregorio di Sanok, protetto da G. Vitez II 308; maestro di Mattia Corvino 315; s. vicende, s. studi, s. scritti 320; s. commedia latina 400.

di Cappadocia. s. operetta sulle Sette Meraviglie del mondo tra- dotta da Ciriaco d'Ancona 281.

Gregorio da Città di Castello, (Tifernate), nella scuola di Vittorino da Fel- tre 536; s. traduzioni d'Aristotele II 176; di Strabone 182, 183; s. inse- gnamento a Parigi 345.

di N oziamo, tradotto da Zanobi da Strada II 7; dal Tortello e dal Trapezunzio 190.

Gregorio di Nissa, tradotto dal Trapezunzio II 191.

Gregorio prete, s. vita di Gregorio Nazianzo trad. dal Traversari II 168.

Griffolini, v. Francesco d'Arezzo.

Guaccialotti, Andrea, s. ritratto biografico di papa Niccolò V, n 66.

Guaccialotti. v. Giovanni da Prato.

Guarino (Guarini) Veronese, discepolo di Giov. da Ravenna 221; a Costan- tinopoli presso il Crisolora 225; s. culto per il Crisol., s. monumento letterario (Chrysolorina) in onore di lui 222 sg., HI 10; G. e le sco- perte letterarie 244, 246, 258, 262; s. progetto di un viaggio in Grecia - i, in 13 ; G. a Firenze 291, 343 sgg. ; s. inimicizia col Niccoli 305 344; s. contesa con Poggio 336 sg. ; protetto da Carlo Zeno 414; maestro di Leon, e Bern. Giustiniani 416; di Frane. Barbaro 417; s. insegnam. a Venezia 423; a Padova 435; a Verona 437 sgg.; invitato a Mantova ì i: G. a Ferrara 547 sgg., 566, Il 251; a Bologna 50, 111; ai Concili

INDICE ANALITICO 111

di Ferrara e di Firenze 114; s. contesa col Trapezunzio 134 sgg.; G. e Roberto Rossi 168 ». 1 ; s. insegnarli, combattuto dai frati 212 ; maestro di G. Gray 251; di G. Pannonio 310; G. e Ciriaco d'Ancona 384; s. dot- trina e idee pedagogiche 449, I 550 sgg.

Opere. Epistole 550, II 419, 425; orazioni 438, 549 sg., H 433, 441; poesie 549, II 389 sgg; grammatica greca 549, II 372; gramm. latina 549, 551, II 368; de dipthongis II 367; traduzioni da Plutarco 549, JJ 168 ». 1, 171 sg., 449; da Straboue 549, II 172; da Luciano e da Isocrate II 172; recensioni di testi 247, IT 376, 378; commenti II 381.

Guarino, Battista, s. scritto de modo docendi et discendi 551 ». 2, 556; s. dottrina e s. opere 555, 556; insegna all' università di Bologna II 52; 253; s. rapporti con Giovanni Pannonio 313; s. scuola a Ferrara 316; s. versi 381 » 4, 389; s. Alda 389, 390.

Guglielmo da Pastrengo, e gli scritti di Tacito 258; 437; s. de origmibus rerum libellus 210 ». 2; G. e gli studi greci n 104.

Guido da Ravenna, s. storia dei Goti come fonte delle decadi del Biondo II483.

Guido di Monfort, card., e il Petrarca 105.

Guido da Ha renna, come fonte delle Decadi di FI. Biondo n 483.

Guiniforte da Barzizza, s. vicende presso Alfonso d'Aragona, s. scritto in lode di lui 490, U 347; s. vicende in altre città e corti d'Italia, s. studi 507, 520; s. commento alla D. Commedia, altri scritti 508; precettore dei figli di Francesco Sforza 520; s. ambascieria a Niccolò V papa II 70, 71; s. scritto in lode di Giovanni IT di Castiglia 346.

Guntliorpe, Giovanni, discepolo del Guarino a Ferrara, s. scritti II 253.

H

Heidelberg, l'università di, e gli studi umanistici II 285, 286, 292.

Heimburg, Gregorio, Il 275 sgg.; s. scomunica 295.

Hermas, il Pastor, copiato dal Niccoli 298 ». 1.

Hersféld, monaco di, s. trattative librarie con Poggio Bracciolini 254, 255.

Hesdin, Giovanni de, s. polemica col Petrarca II 324, UT 57.

Hesdin, Simone de, s. traduzione e commento di Valerio Massimo IT 329.

Hinderbach, Giovanni, vesc. di Trento, s. ammirazione per E. S. Piccolo- mini, s. cultura e opere II 281, 304; G. Hind. e l'educazione di Massi- miliano I imp. 304.

Historia Papiri-i, trovata da Enoc d'Ascoli 256 nota.

Hunyady, Giovanni, s. rapporti con Poggio Bracciolini TE 307.

Iacopo da Fermo, e il Salutati 573.

Iacopo Fiammingo, maestro di Giov. de Montreuil IT 334 ». *

lenzestein, Giovanni di, tracce dell' umanesimo nella sua Cancelleria IT

263. Ilario, frate, s. lettera a U. della Faggiuola 15. Inghilterra, 1', e l'Umanesimo TE 240 sgg.

112 INDICE ANALITICO

Ingoìstadt, s. Università II 293.

Innocenzo VI, papa, elegge Zanobi da Strada protonotario e segretario dei Brevi II 7.

Invettive umanistiche II 435 sgg. ; del Petrarca contro i medici e i cardi- nali 77, 122; del Boccaccio contro Francesco Nelli 184; del Salutati contro Antonio Loschi 203, 204; del Bruni contro il Niccoli 305 sg. ; di Guarino contro il Niccoli 344; di Poggio contro il Filelfo 359, 360; contro il Valla U 145 sg. ; contro il Perotti U 147; di Lorenzo Benve- nuti contro il Niccoli IH 16, 20.

Ioannes Cirignanus, s. versi in lode di Ciriaco d'Ancona 280 n. 3.

lodoco, marchese di Moravia, e la scoperta di T. Livio 209; si fa copiare un libro del Petrarca II 264.

Ippocrate, s. scritti trovati da Ciriaco d'Ancona 278; s. lettere trad. da Pi- nuccio da Castiglione LE 83, 184.

Ireneo, s. opere portate in Italia da T. Parentucelli II 59.

Iscrizioni antiche, raccolte e studiate nel medio evo 266 sg.; da Poggio Bracciolini 268; da Ciriaco d'Ancona 272 sgg.; da Giovanni Marcanova 436; da Hartmann Schedel II 297; da altri umanisti 384 sg.

Isidoro, cardin., arciv. di Kiev, difensore della causa greca II 123; I. e la biblioteca papale sotto Callisto Terzo, 199.

Isocrate, trad. da Bernardo Giustiniani 416; da Lapo da Castiglionchio II 37 ; da Guarino Veronese 172.

K

Kalogeras, greco, scopre oggetti d'arte a Rodi 273. Kappel, Hartung von, e gli studi umanistici II 281. Karoch, Samuele, umanista di Lichtemberg, II 292 sgg.

Ladislao, re d'Ungheria, e il Piccolomini II 306, 453; s. studi umanistici 307.

Lamola, Giovanni, discepolo di Guarino e del Filelfo, insegna il greco al Beccadelli 515 ; scopre l' archetipo di Celso, possiede un cod. di Ta- cito m 12.

Landini, Francesco (degli Organi) e il « Paradiso degli Alberti », s. poema in difesa di Occam 189.

Landriani, Gherardo, vesc. e card., scopre a Lodi il codice di Cicerone 245, 246, II 31; protegge il Valla 475; s. mecenatismo verso gli umanisti, s. biblioteca, s. dottrina, s. polemica letteraria col Bruni, s. discorsi II 31.

Lapaccini, Giuliano, frate di S. Marco in Firenze, ordina i libri lasciati da N. Niccoli a quella Biblioteca 402.

Lapaccini, Francesco, v. F. di Lapacino.

Lapo da Castiglionchio, il Vecchio, scambia col Petrarca alcuni scritti di Ci- cerone 46, 210; s. vicende, s. scritti e cultura umanistica 164; dona al Petrarca un Quintiliano 239; insegna nello Studio di Firenze 141 n. 1, 340.

Lapo da Castiglionchio, il Giovane, s. studi, s. prime traduzioni dal greco,

INDICE ANALITICO 113

s. relazioni con gli umanisti 364; segretario nella Curia papale, s. morte 365, II 37 ; s. scritto in difesa della Curia romana e altre opere di lui II 37; s. insegnamento a Bologna 365, Il 52; s. traduz. di Luciano, Se- nofonte e Plutarco 170; s. descrizione dei Greci venuti in Italia 113; dedica a Niccolò V la sua traduz. di Senofonte 181; s. dediche e doni al duca di Glocester 250 ; s. lettere 427.

Lascaris, Costantino, istruito da G. Argiropulo 367; 498; insegna il greco a Ippolita Sforza 520; s. odio contro Roma, s. scritti II 142 e n. 1; s. in- segnamento e s. grammatica greca 372.

Latini v. Brunetto Latini.

Lattanzio, citato dal Boccaccio 175; s. De utroque homine trovato da Pog- gio 260 ; s. poesia Phoenix trovata a Strasburgo 260 n, 1; De ira Dei e De opificio copiati dal Niccoli 298 n. 1; i « Dialoghi sopra gli errori di Lattanzio » di Antonio da Rho 508; correzioni al testo di L. II 375.

Laurcnziana, Biblioteca, fondata da Cosimo de' Medici 403.

Leandreide, la, poema attrib. a Leonardo Giustiniani IH 27.

Lefèvre, Giovanni, traduttore dei classici alla corte Carlo V re di Francia H 330 n. 2.

Legouais, Chrestien, s. rifacimento in francese delle Metamorfosi d1 Ovidio m 57.

Lejeune, Cardinale, fa ricercare codici in Francia II 328.

Leniaco, Antonio de, s. epistola ammonitoria al re Venceslao di Boemia II 263 ; m 56.

Leone Magno, papa, s. prediche portate in Italia dal Parentucelli LE 59.

Leonora, imperatrice tedesca, e l'educazione del figlio Massimiliano, II 304.

Lepido, pseudonimo di L. B. Alberti come autore del Phiìodoxeos II 399.

Lessici, in uso nel medio evo e presso gli umanisti II 365, 372.

Letteratura politica in Firenze 292, 293.

Librai, italiani, nei tempi dell' Umanesimo 396.

Libri, commercio di, a Firenze 394, 396 sgg. ; a Venezia 426; a Roma U 191 ; prezzi dei libri 398 sgg. ; lusso dei libri nelle corti dei principi II 325.

Lionello, d' Este, v. Este.

Lipomano, Marco, chiama- a Venezia il Filelfo 424.

Lippi, Giovanni, d'Arezzo, trattato de legioni et medicinae praestantia a lui attribuito m 64.

Lipsia, e il movimento umanistico II 290 sgg.

Lisia, tradotto da F. Filelfo II 173.

Livio, Tito, s. influenza sull'animo di Dante 14; imitato da Giov. da Cer- menate 21; ricercato dal Petrarca 48; uso che ne fece il Petrarca 156 ; i libri perduti di L. ricercati dal Salutati 209, LE 264, da Poggio 248 sg. ; da Enoc da Ascoli per ordine di Niccolò Quinto II 193; testi di Livio comperati dal Beccadelli e da G. Barzizza 399 ; scoperta delle sue ossa a Padova 433 sgg. ; correzioni al testo di L. 460, 487, II 374, 376 sg. ; tradotto in volgare per ordine di Re Alfonso 460; traduz. in volgare antiche e del Boccaccio n 155 ; traduz. francese II 326, 328 ; ammira- zione per Livio di Re Alfonso 483 ; posseduto da Ippolita Sforza 521 ; interpretato da Vittorino da Feltre 541; 462; 484; Il 322; 336; 480.

Livio, Tito, da Forlì, presso il duca di Glocester, s. Vita d'Enrico IV d'In- ghilterra II 248; tradotta da P. C. Decembrio HI 35.

Lolli, Goro, s. invettiva contro il Filelfo II 93.

VOIGT-ZIPPEL 8

11-1 INDICE ANALITICO

Lombardo da Serico, s. rapporti col Petrarca e col Salutato 210; autore di una parte del De viri* illustribus del Petrarca 155, 429, III 4.

Loredano, Maria, moglie di Frane. Barbaro 418.

Loredano, Piero, podestà di Verona 438 n. 1.

Lorenzo di Marco, v. Benvenuti.

Lorenzo di Premierfait, cenni sulla sua vita, s. traduzioni di Cicerone e del Boccaccio, s. versi latini II 330, 331.

Loschi. Antonio, s. opuscolo contro Firenze confutato dal Salutati 203 sg.; B. amicizia e ammirazione per il Salutati 211, 213; s. versi per il card. G. Orsini 258 ; vicende della sua vita, s. scritti 501, 502 ; canta le lodi di Malatesta de1 Malatesti 571 ; e di Carlo Malatesta 572 ; studia le ro- vine di Roma II 11; fa parte del Bugiale nella Curia 1G sg., s. attività nella Curia romana e s. ambascerie sotto cinque papi 19 sgg. ; s. For- mulario per gli affari della curia 21, 428; s. carattere 22; s. epitaffio per Bart. da Montepulciano 28; s. tentativo di traduzione d'Omero 184, 185; inviato papale a Buda presso Sigismondo 266; s. commenti a Ci- cerone 381, 431; s. poesie 392; s. tragedia « Achilleide » 396; s. orazioni 431.

Lovato da Padova, giurisperito e poeta contempor. del Mussato 18.

Lucano, 16; 20; commentato da Benedetto da Piglio II 23 n. 2; da Bar- tolomeo de Regno 48; da Benvenuto da Imola 380; da Ognibene da Lo- nigo 382 ; traduzioni in francese 326, 329.

Lucrezio, l'originale del De rerum natura e gli umanisti 242; il poema co- piato dal Niccoli 242 n. 2, 298, II 375.

Luciano, tradotto da G. Aurispa 558, Il 173; da Lapo da Castiglionchio 37; da Rinuccio da Castiglione 83 n. 1 ; da Guarino 172 ; da Francesco Grif- fon ni 250, m 54.

Luciano di Laurana, architetto del palazzo ducale di Urbino IH 40.

Luigi Duca d'Angiò, s. collezioni di libri II 326.

Luigi Duca di Borbone, fa tradurre scritti di Cicerone n 330.

Luigi di Dringenberg, direttore della Scuola di Schlettstadt, s. studi II 298, "3.

Luder, Pietro, n 285 sgg.

Lupi. Mattia, grammatico, s. rapporti con l'umanesimo, s. insegnamento a Prato e a Siena, s. lascito di codici a S. Gemignano 409 ; accusato di pederastia 477 n. 2.

Lupo, Servato, abate di Ferrières, s. amore per i classici latini, ricerca e corregge le opere di Cicerone II 322.

Lydgate, Giovanni, discepolo di Chaucer, s. conoscenza delle opere del Boc- caccio e del Petrarca II 242.

Lyra, Niccolò de, s. commento ad Aristotele 395, 459, 509, II 458.

M

Macario, Beato, s. Dialogo trad. da Angelo da Cingoli II 103. Macchiavelli, Niccolò, s. carattere come segretario di Stato 391 ; s. critica

delle Storie del Bruni e del Poggio 392 : s. falso concetto dell'antichità

li 358; teorie morali del «Principe» 361. Maffei, Timoteo, s. In Cosmi Media-i detractores Ubeìlu82l96 n. 1; s. Dia-

INDICE ANALITICO 115

logo contro gli avversari dell'umanesimo II 213; s. Epistola exhorta- toria ad Italiae principe?; ibicl. n. 4.

Mainenti, Scipione, da Ferrava e P. Bracciolini 336 n. 3.

Malatesta, Andrea, e il Loschi ni 40.

Malatesta, Battista, e Leonardo Bruni 453.

Malatesta, Carlo, signore di Rimini, s. educazione umanistica, s. cultura, lodato da L. Bruni, dal Loschi, da Poggio e dal Biondo, s. cure per l'educazione dei nipoti 572 ; C. M. e la statua di Virgilio 572 sgg.

Malatesta, Galeotto, signore di Rimini, fa educare i figli da Iacopo degli Allegretti 571.

Malatesta, Ghismondo di Pandolfo, signore di Rimini, s. amicizia con Poggio Bracciolini 333 ; s. onoranze e prodigalità a F. Filelfo 528 ; splendore della sua corte letteraria 574; giudizio su di lui di E. S. Piccolomini, s. carattere, imprese, abitudini 575 ; chiesa di S. Francesco di Rimini da lui edificata, s. cultura, s. amori, s. «Visione» in terza rima 576; G. e Isotta degli Atti 577 ; celebrato da Basinio Basini e dal Porcellio 580 sgg.; s. accoglienze a F. Filelfo e al Manetti 586; dediche fatte a lui dagli umanisti 587 ; cultore della poesia II 387.

Malatesta de' Malatesti, signore di Pesaro, s. rapporti col Salutati, cantato da Antonio Loschi, M. e il suo segretario Pietro Turco 571.

Malatesta Novello, Domenico, signore di Cesena, s. accoglienze a F. Filelfo ò28, 588; s. cultura, carattere, rapporti con gli umanisti, s. biblioteca in Cesena 588.

Malatesta, Pandolfo, il Vecchio, e il Petrarca 571.

Malatesta, Pandolfo, il Giovane, e il Petrarca 571.

Malatesta, Pandolfo di Galeotto, s. favore per gli studi, s. biblioteca 571.

Malco, greco, salva il codice delle Pandette pisane 406.

Malet, Gilles, custode della biblioteca di Carlo V di Francia II 326; III 27.

Malpaghini, v. Giovanni da Ravenna.

Manelmo, Vangelista, presunto autore di una storia dell'assedio di Brescia 422.

Manetti, Angelo, figlio di Giannozzo, impara la lingua ebraica 323; HI 27.

Manetti, Giannozzo, recita l'elogio funebre sulla salma di L. Bruni 313; 322 sgg.; s. Vite di Dante, Petrarca e Boccaccio 388; s. biblioteca 405; s. ambascierie a Re Alfonso il Magnanimo 496; alla Corte di Alfonso e di Ferdinando a Napoli, s. opere compiute colà, s. morte 497, 498; s. di- sputa con gli ebrei alla corte di Gismondo Malatesta 586; ammirato e onorato dal papa Niccolò Quinto, s. ambasceria a lui J! 79; il M. alla Corte di Niccolò V, Callisto III e Pio II, s. opere compiute a Roma 80; s. Vita di Niccolò V 80, I 303; s. traduz. di Aristotele 177; del Nuovo e Vecchio Testamento 190, 467; s. lettere 425; s. orazioni 432; s. libri de hominis dignitate 447; s. libro de liberis educandis 452.

Manfredina, Anna, e il Filelfo II 421.

Manfredi, re di Sicilia, a tradurre Aristotele II 102.

Manhac, Pietro, maestro di Giov. di Montreuil? II 334.

Manilio, s. Astronomica scoperto da Poggio 211.

Mantova, e l'Umanesimo 532 sgg.; v. anche Gonzaga.

Manuel ebreo, spiega la Bibbia a G. Manetti 323.

Manuzio, Aldo, il Vecchio, II 165.

Manzini, Giovanni, s. tragedia La Caduta degli Scaligeri II 396.

116 INDICE ANALITICO

Maometto II, sultano di Costantinopoli, e il Filelfo II 421.

Mappamondo, posseduto da N. Niccoli II 498; costruito da Girolamo Bel- lavista per Pio II ibid.

Maramaldo, Landulfo, arciv. di Bari, e Poggio II 9.

Marcanova, Giovanni, medico e letterato, s. raccolte di codici e antichità, s. libri lasciati a Padova e passati a Venezia, s. scritto de antiquita- tibus 436, II 385.

Marcello, Iacopo Antonio, mecenate degli umanisti, II 183, HI 39, 53.

Marciana, Biblioteca in Firenze, storia della sua fondazione 401 sg.

Marco, arciv. di Efeso, e il Bessarione II 123.

Marco, poeta di Rimini, s. lettera a Roberto Valturio 577 n. 2.

Marescalco, Francesco, 424 n. 2.

Marescotti, Galeazzo, s. Canzone in lode d'Isotta degli Atti 577 n. 1.

Margherita da Rimini, e Ghismondo Malatesta 576.

Mariano da Volterra, frate, s. poesia contro 1' Ermafrodito del Beccadelli, s. canti sacri 477 n. 1, 479, HI 32.

Marrasio, Giovanni, s. rapporti con gli umanisti, s. poesie elegiache, s. An- gelinetum 494, II 393; s. versi a Carlo Marsuppini II 188.

M arsigli, Luigi, esortato dal Petrarca a scrivere contro gli averroisti 94; frequentatore dei convegni degli Alberti 189; 191 sgg. ; il M. e Niccolò Niccoli 298, 302; esorta la repubblica fiorentina a onorare le ceneri di Dante 388.

Marsilio di S. Sofia, averroista a Padova, s. amicizia col Salutati 94; s. op- posizione all'umanesimo 189.

Marsuppini, Carlo, discepolo di Giovanni da Ravenna 221; di E. Crisolora 227; visitato da Ciriaco d'Ancona 275; il M. e il Niccoli 306. 307; s. epi- taffio per la tomba di L. Bruni, s. scritti 313; s. carattere, relazioni, s. biblioteca e museo, onoranze di Firenze a lui in vita e in morte, s. cre- denze pagane 314 sg. ; s. inimicizia col Filelfo 356; s. insegnamento nello Studio fiorentino 314, 365, 390; 464; Il 28; segretario papale 39, 77: s. traduzione della Batracomiomachia 187, HI 33; dell'Iliade 187, 188; 190 il. 1; s. relazioni con G. Agliotti 219; recensore di testi 377; 384; s. poesie 393 (v. I 313) ; il FUodoxo di L. B. Alberti attribuito a lui 399 n. 3; s. lettere 425; precettore dei Medici HI 16; s." sepolcro HE 54; interlocutore nel dialogo di Giov. Aretino HI 64.

Marsuppini, Carlo, il Giovane, HI 17, 54.

Marsuppini, Cristoforo HI 17.

Martinez, Antonio, card., e il Tortelli HI 48.

Martino, v. Rizzoni.

Martino V, papa, acquista le Storie di Ammiano Marcellino 242 ; invita il Bruni nella Curia II 19; nomina suo segretario il Loschi 20; e Bene- detto da Piglio 23; e Agapito Cenci 24; condizioni di Roma e della Cristianità sotto il suo pontificato, s. avarizia 25; gli umanisti nella Curia sotto M. 26 sgg. ; s. biblioteca 196.

Martino da Signa, amico del Boccaccio, erede dei suoi libri 190.

Martino di Troppau, e gli studi storici nel medioevo II 485.

Martini, Frane, di Giorgio, archit. del palazzo due. d'Urbino IH 40.

Marziale, Il 311; emendato e commentato da N. Perotti (Corrntcopiae) 132, 384

Marzio, Galeotto, da Narni, maestro di Protasio di Czernahora II 284; ospi-

INDICE ANALITICO 117

tato da Giovanni Vitz 303 ; amico di Giov. Pannonio, s. stadi a Ferrara, s. insegnam. a Padova e a Bologna, s. dottrina, carattere, condizione, s. viaggi 313, 314; cortigiano di Mattia Corvino, s. libro «dei detti e delle gesta del re » 317.

Massimiliano !, imperatore, s. culto dell'antichità, s. educazione II 304, 325.

Mattia Corvino (Hunyady), re d'Ungheria, e il suo cancelliere G. Vitez II 306, 307 ; s. educazione, tendenze letterarie 315 ; s. disegno di una uni- versità 315, 316 ; s. biblioteca 316 sg.

Mattia di Kemnat, s. storia di Federico Conte Palatino II 285 ; s. amicizia con Pietro Luder 287.

Mayer, Martino, e il Piccolomini 256 n. 3.

Medici, Carlo de', II 233 n. 1.

Medici, Cosimo de1, fa ricercare le decadi di Livio 249; le lettere di Plinio 253; le opere di Tacito 255; Liber epigrammatum da lui posseduto 269 n. 1; visitato da Ciriaco d'Ancona 275; lo aiuta nell'acquisto di codici 278; scolaro di Roberto de1 Rossi 291; 293 sgg. ; s. generosità verso il Niccoli 298; va con lui a Roma 300; dona a Poggio una casa in Firenze 332; protettore del Filelfo 350; s. inimicizia contro di lui, s. caduta e ritorno a Firenze 356, 357 ; congiura e libelli del Filelfo contro Cosimo 357 sgg.; si riconcilia con lui 363; biblioteche fondate da Cos. 401 sgg.; s. biblioteca privata 404; s. culto e favore per la filosofia platonica, s. cure per l'educazione di Marsilio Ficiuo II 118 sg. ; Cosimo e le tradu- zioni di G. Argiropulo 177; s. progetto d'un viaggio in Palestina III 13.

Medici, Giovanni, Cardinale, e il cod. degli Annali di Tacito 252.

Medici, Giov. di Cosimo, e F. Filelfo 362; discepolo di Carlo Aretino m 16; s. biblioteca III 26.

Medici, Lorenzo, fratello di Cosimo, e il cod. di Plauto 258; e i libri greci dell'Aurispa 264; s. cultura e mecenatismo, s. .morte e onori funebri 297; s. inimicizia con F. Filelfo 355, 356; s. giudizio sulla traduz. di Fedro di L. Bruni II 162 ; discepolo di Carlo Aretino m 16.

Medici, Lorenzo, il Magnifico, 297; n. 1; chiama a Firenze F. Filelfo 363 sg.; discepolo dell' Argiropulo 367; L. e la cultura a Firenze 406.

Medici, Nicola, discepolo del Bruni 308; possiede le Storie di G. Cesare co- piate da Poggio 327 n. 2 ; il Bruni gli dedica le sue traduzioni da De- mostene Il 160.

Medici, Piero di Cosimo, discepolo di F. Filelfo 355; tentativo del F. per ri- conciliarsi con lui 362; discepolo dell' Argiropulo 367; Benedetto Accolti gli dedica la sua storia della prima crociata 391; presta denari al Fi- lelfo 528; ambasciatore a papa Niccolò Quinto II 70.

Medicina, la, come scienza e 1' Umanesimo 74 sgg., 176, II 477 sg.

Mella, Bartolommeo de la, cancelliere di Niccolò III d' Este, amico del Sa- lutati 545.

Metrica, latina, di N. Perotti II 132, 371; di Guarino 368; di altri umanisti 371 sg.

Miani, Pietro, raccoglitore di manoscritti greci, amico del Bruni 262.

Milano, e l'Umanesimo 499 sgg.

Michelozzo, costruisce la biblioteca di S. Marco in Firenze 401; erige il monumento di Bart. da Montepulciano II 28.

Minucci, Antonio de', giurista, nello Studio fiorentino 343.

Mirteo, Pietro, s. poesia de Villa Xicoìai Perotti II 131 n. 2.

113 INDICE ANALITICO

Jlodena, s. scuola di grammatica 163 ». 3.

Moerbeke, Guglielmo, s. traduzione della Politica d'Aristotele II 164.

Monachismo e Umanesimo II 201 sgg., 129.

Monaco, Cosma, scrivano del Bessarioue II 127.

Moneta, Benedetto, s. traduz. del negl (Pàoqevtìvcòv Jto/ureias di L. Bruni 392 ». 2.

Monete e medaglie antiche pregiate e ricercate dagli umanisti 266 sgg.; 275; acquistate dai Medici 376; raccolte dal card. Pietro Barbo II 30; da papa Paolo II, 233.

Monfort, Guido di, card., chiama il Petrarca alla Curia d'Avignone 105.

Monte, Piero del, discepolo di Guarino, s. carriera nepotistica dur. il papato di Eugenio IV, s. dialoghi morali II 39; s. amicizia col duca di Gloce- ster 219 sg. ; raccomanda Poggio a Carlo VII di Francia 327.

Montefeltro, Bonconte di, figlio di Federigo, s. cultura nel latino 570.

Montefeltro, Federigo di, duca d'Urbino, discepolo di Vittorino 542; 567 sgg.: s. biblioteca 569.

Morando, Benedetto, s. invettive contro il Valla in difesa di Livio II 4S6.

Moroni, v. Tommaso da Rieti.

Morosini, Paolo, e i libri del Bessarione lasciati a Venezia II 128.

Jlugclìo, biblioteca dei frati del Bosco, donata da Cosimo de' Medici 403.

Mulin, Adamo, s. vicende, s. cultura classica, s. corrispondenza con E. S. Piccolomini II 247.

Miiller, Giovanni, di Konigsberg (Begiomontanus), discepolo di Giorgio Fe- uerbach, s. lezioni sopra Virgilio II 282.

Murad II, sultano di Brussa, e Ciriaco d'Ancona 285; e il Filelfo 318.

Musalach, mercante di Damasco, e Ciriaco d'Ancona 273.

Mussato, Albertino, s. vicende, studi, circolo letterario 17 sg. ; s. scritti 18; precursore del Petrarca, s. morte 19 ; s. valore come poeta e come sto- rico 19 sg. ; s. concetto della poesia 31; s. tragedia Eccermis II 396; s. Priapeia e Gunneia 401 ». 1; s. stile 407 (v. I 18) ; carattere delle .sue Storie 487.

N

Naldi, Naldo, s. Vita di G. Manetti 326 ». 1.

Xapoli, s. Nobiltà 162 ; N. e l'umanesimo 449 sgg. ; s. depravazione morale II 457; s. Studio HI 41.

Negri, Silano, giurista, s. tendenze umanistiche 516, II 469.

Nelli, Francesco, amico del Petrarca 101, 161, II 415; alla corte di N. Ac- ciaiuoli a Napoli, s. lettera al Boccaccio 184 ; al Petrarca 151 ; il N. e lo studio del greco nel medioevo II 101.

Niccoli, Niccolò, nelle adunanze del convento di S. Spirito 192; va a Padova a trascrivere V Africa del Petrarca 197; fa venir a Firenze E. Crisolora _j); assiste alle sue lezioni di greco 227; s. inimicizia con lui 228; copia un cod. di Ammiano Marcellino 212; possiede il cod. di Tacito scoperto dal Boccaccio 250 sg.; trascrive il cod. di Plauto della Vaticana 3; N. e TAurispa 263; e Ciriaco d'Ancona 275, 276, II 384; 297 sgg.; s. intimità col Marsuppini 314; col Traversari 317, 318; con Poggio 329, 335 ; 8. inimicizia con Guarino 343, 341, 315 ; s. rapporti con G. Aurispa

INDICE ANALITICO 119

345, 346, 347 ; s. opera per far venire a Firenze il Filelfo 319 sg. ; s. inimicizia con lui 352 sgg.; il N. nei dialoghi ad Petnim Histrum di L. Bruni 380 sgg. ; s. biblioteca lasciata ad uso pubblico al convento di S. Marco 401 sg. ; il N. e le Pandette Tisane 406; e il Barbaro 418; e il Brippi 506; e il Parentucelli II 58, 59 ; possiede un cod. dell1 Iliade 108 ». 3; traduzione di Senofonte attrib. a lui 161 ; il N. e Alberto da Sarteano 221; e Giov. de Montreuil 336, 337; s. «Ortografia latina» 366; emendatore di testi 375; 401; il N. e le idee pagane 464; eccita Poggio a rivedere il testo del Vecchio Testamento 466; 477 ; Cristoforo Buondelmonti dedica a lui la sua Descrizione di Creta 495 ; mappa- mondo e carte geografiche da lui possedute 498; interlocutore nel dia- logo di Giov. Aretino ITI 64.

Niccola de Clemangis, s. insegnamento della rettorica II 332; 339 sgg.

Niccola di Foligno, averroista a Padova 429.

Niccolò V, papa, (Tommaso Parentucelli da Sarzana) al servizio del card. Albergati al Concilio di Basilea 261; educatore dei figli di Palla Strozzi 291; dei figli di Rinaldo degli Albizzi 292; discepolo del Filelfo 351; s. canone per l'ordinamento d'una biblioteca 403; N. e l'umanesimo a Ro- ma 406; crea il Cenci auditore di Rota II 24; 53 sgg. ; s. costruzioni 62 sgg. ; N. come mecenate 70 sgg. ; s. cure per la biblioteca papale 196 sgg.; N. e l'università di Roma 200; s. corte letteraria 203; N. e la critica della Vulgata 466.

Niccolò, messo imperiale al Concilio di Basilea UT 13.

Niccolò Cusano, card., s. presunta identità con N. da Treviri 257 n. 1; N. e la critica dei testi sacri 475, Il 466; s. studi platonici 119 n. 1; s. cul- tura classica 255. Cfr. m 13.

Niccolò, Danese, e la scoperta delle Decadi di Livio 249.

Niccolò da Treveri, e la scoperta degli scritti di Cicerone 244; degli Annali di Tacito 251 sg. ; porta in Italia le commedie di Plauto, s. traffico di libri 257. Cfr. ITE 13.

Niccolò di Ventura, cancelliere della rep. fior., e il Petrarca 196.

Niccolò von Weil, pittore e maestro di scuola, s. vicende, s. interpretazione degli scritti di Enea Silvio, Petrarca, Boccaccio, Bruni II 297; amico e traduttore degli scritti di Enea Silvio 298.

Niceta, abate di Casoli, cede al Bessarione i libri greci del suo convento II 126.

Nogaroli, Antonio de', 439.

Nogaroli, Isotta de', sua corrispondenza epistolare con Guarino e coi suoi discepoli 439; s. relazione col card. G. Cesarini, suoi scritti, s. morte 440 ; s. relazione con Costanza Varano 589.

Nogaroli, Ginevra e Angela de', letterate e poetesse 339, 340.

Nonio Marcello, s. Lexicon posseduto da N. Niccoli 248.

Nuti, Matteo, costruisce la biblioteca di Cesena per Malatesta Novello 588.

0

Obsopeo, Vincenzo, e la traduz. di Polibio del Perotti II 181; s. prima edi- zione di Diodoro 314 n. 4. Ocko, Giovanni; vesc. di Olmiitz e arciv. di Praga; s. amicizia e ammirazione

120 INDICE ANALITICO

per il Petrarca; s. orazione funebre per l' imp. Carlo IV di Boemia II I, 260.

Ognibene, de1 Bonisoli, da Lonigo, discepolo di Vittorino , s. traduz. delle favole di Esopo, s. scuola a Venezia 425 ; maestro del Platina, s. tlire- nus in Yietorinum Féltrensem 532 ». 1; successore di Vittorino nella Giocosa 512, 543; s. traduz. di Esopo II 173 ; s. libro di metrica e gram- matica latina 371 ; s. commenti ai classici latini 382.

Oleina, segretario di Alfonso d'Aragona, protettore di Guinif. Barzizza 490.

Olesnicky, Sbignew, vesc. di Cracovia e card., s. studi e tendenze letterarie Il 317; cancelliere dell'università di Cracovia, impara a conoscere il Eilelfo ; s. rapporti e amicizia con Enea Silvio 318, 319.

Ols, Andrea; s. raccolta di libri fatta a Firenze II 251.

Omero, e Dante 16 ; e il Petrarca 52 sg., II 108; e il Boccaccio 174, II 108; e il Salatati 226, II 184 sg. ; e Ciriaco d'Ancona 273,278, 279; l'Iliade copiata dal Gaza per F. Filelfo 400, II 140; le opere rivedute da Fran- cesco Barbaro 419 n. 2; Om. e Vittorino da Feltre 541; 558; Om. e Ba- sinio Basini 580; tradotto da Leonzio Pilato II 108, 158, 184; dal Pin- daro Tebano 184; dal Loschi 184 sg. ; dal Bruni, da P. C. Decembrio, dal Valla 185 sg. ; imitato da Basinio Basini 187 ; traduzioni del Mar- snppini 185, 187 sg., 190, di Orazio romano, di Francesco e G. M. Fi- lelfo 189; di Francesco d'Arezzo, Niccolò della Valle, Giov. Pannonio e Angelo Poliziano 190; Niccolò V e le traduzioni di Omero 184 sgg.

Orazio da Roma, s. poesia Forcarla II 69 n. 1 ; scrivano di Niccolò V, s: tra- duzione dell' Iliade 189.

Orazio, e Dante 14, 16.

Oresme. Niccola, maestro (?) e favorito del re Carlo il Saggio, s. traduzioni d'Aristotele II 329 sg. ; s. trattati di numismatica, algebra e astronomia, s. allocuzione a papa Urbano V 330.

Orestis Fabula, s. scoperta attribuita a Enoch d'Ascoli II 194 n. 2.

Origene, Omelie scoperte dal Traversari 260.

Orlandini, Paolo, frate camaldolese, fautore della letteratura pagana II 213.

Orsi, Roberto, di Rimini: s. corrisp. epistolare con G. Pannonio n 313.

Orsini, Giordano, card., e la scoperta delle Decadi di Livio 249; delle com- medie di Plauto 257, Il 377, 378; s. cultura e gusto per le arti e le lettere, s. biblioteca, s. rapporti con gli umanisti 30, 78.

Ortografìa, latina, di N. Niccoli 303, 344, II 366; tentativo di ripristinare l'antica ortogr. 396; studi e trattati degli umanisti siili' ortogr. II 366 sg.

Ovidio Xasone, tradotto da Brunetto Latini 14; 16; letto nella scuola di Vittorino 540; trad. da Chrestien Legouais II 323 (III 57) ; traduz. fran- cese posseduta da Carlo V di Francia 326 ; commentato da Dionigi da Borgo S. Sepolcro 379.

Oxford, s. Università II 315.

Padova e l'Umanesimo 18, 428 sgg.; s. caduta sotto la domin. di Venezia

220; s. università 428 sgg. Palladio, s. biografia di G. Crisostomo tradotta dal Traversari II 168. Palmieri, Matteo, discepolo di Zomino da Pistoia 237; s. nascita, dignità

INDICE ANALITICO 121

pubbliche, scritti in latino e in volgare 293; s. orazione funebre e inco- ronazione di C. Marsuppini 314; 8. Vita di N. Acciajuoli 454 n. 1; s. Vita Civile 293, Il 452; s. scritti cronologici 482; s. Ristorici fiorentini!

ni io, 18.

Pandette, le, pisane, nel Palazzo della Signoria di Firenze 405.

Pancioni v. Porcellio.

Panegirici veteres, scoperti da G. Aurispa 259 sg. ; posseduti dal duca di Glocester II 249.

Pannartz, Arnoldo, stampa a Roma la traduz. di Polibio del Perotti II 181; impianta con Schweinheim la prima tipografia a Subiaco ; s. prime edi- zioni, trasporta la tipografia a Roma 302.

Pannonio Giano, v. Giovanni.

Panormita, Antonio, v. Beccadelli.

Paolo di Bernardo, raccoglitore delle lettere del Petrarca II 415.

PaolG da Castro, giurista, all'università di Padova II 468.

Paolo della Pergola, s. scuola pubblica a Venezia 425; rappresentante del- l'averroismo a Padova 429.

Paolo da Perugia, bibliotecario del re Roberto di Napoli; s. Collectiones, s. rapporti col Petrarca 174, 452 ; II 106 ; s. commento a Persio III 31.

Paolo II, papa, (Pietro Barbo) s. raccolte di gemme e monete antiche II 30; P. e la biblioteca Vaticana 199; 227 sgg.

Paradiso degli Alberti, il, 188, 189.

Parentucelli, Tommaso, v. Niccolò V.

Parigi, s. università II 323, 331 sg.

Patrizzi, Francesco de', e la congiura di Siena del 1457, 408.

Pavia, s. università 514 sgg.

Pazzi, Piero de', s. cultura, s. biblioteca 293.

Pehem (Behaim?) Lorenzo' (Anonymus Maruceìlianus), s. raccolta d'iscri- zioni romane II 385.

Pelacani, Biagio, filosofo e matematico, frequentatore dei convegni di S. Spirito in Firenze; s. insegnam. a Bologna 190; a Padova 190,533; B. e Vittorino da Feltre 533.

Pellegrini, Giacomo, segretario di Alfonso il Magn., e il Panormita m 32.

Pepoli, Giovanni, tutore di C. Salutati, III 5.

Perleone (o Parlione), Pietro, discepolo del Filelfo, s. insegnamento a Vene- zia 426, 586; a Genova 441; a Milano 5S6; va a Costantinopoli per eru- dirsi nel greco; alla corte dei Malatesta a Rimini, s. cultura, s. scritti 586.

Perotti, Niccolò, vesc. di Siponto ; s. Vita del Bessarione e traduz. d' uno scritto greco di questi I) 120 nota; 129 sgg.; s. trattati di metrica latina 130, 132, 372 ; s. grammatica latina 132, 369 ; s. Comucopiae 132, 384; s. ri- facimento di Polibio 130, 181 sg.; s. traduzioni di Epitteto e di Plutarco 130; s. contesa con Poggio in difesa del Valla 146 sg. ; s. scritto contro il Trapezunzio in difesa del Bessarione 151 ; compera i Problemi di Aristotele per papa Niccolò V, s. lettere 427; s. Manuale di epistolo- grafia 428; s. orazioni 433 n. 4; discepolo di Vittorino, s. trattato sul- l'educazione 450.

Perotti, Pirro, nipote del preced., s. Dedica, a Federigo d'Urbino delle Cor- nucopiae dello zio 570.

Persio, conosciuto da Niccola di Clemangis II 343; commentato da Guarino 381 n. 4; da Paolo da Perugia III 31.

122 INDICE ANALITICO

Persona, Cristoforo, s. traduzione di Procopio II 167.

Petracco. Gherardo di, fratello del Petrarca, 115 ». 1, 131?*. 1; si fa certo- sino 141.

Petrarca, Francesco, 25 sgg.; bibliografia sul P. 26 n. 1; s. autografi 117 n. 1 ; il P. come umanista 27 sg. ; discepolo di Convenevole 28; influenza di Cicerone e di Virgilio su di lui 39 sg., 99, 131 ; s. concetto d. poesia 34 sgg., 178; s. eloquenza e s. stile 36 sgg., II 3G5, 407 sg.; s. entusia- smo per l1 antichità 39 sg., II 485; ricerca gli scritti di Cicerone 41 sgg., _ 9 sg. ; s. raccolta di classici 48 sgg., 210, II 377 ; s. idea d'una biblio- teca pubblica 49, 400; s. raccolte di monete e medaglie 50; il P. e la lingua greca 51, II 103, 106; discepolo di Barlaamo 51 sg. ; il P. e Omero 53 sg. ; il P. fra le rovine di Eoma 54, 267 ; il P. e C. di Rienzo 55 sgg.; il P. difensore della libertà romana 64 sg. ; s. patriotismo 67, II 299, 343, 350 sg. ; il P. e Carlo IV imp. 08 sgg., II 257 sg., 299 ; s. lotta con- tro la .Scolastica 73 sgg. ; contro gli astrologi, gli alchimisti e contro ogni superstizione 75 sg., 89, II 476; contro i medici e la medicina 77 sgg.; contro i giuristi 79, li 470; contro la filosofia delle scuole 81, II 443 ; il P. e Aristotele 82 sgg. ; e Platone 53, 84 sgg. ; s. posizione di fronte a la religione e la Chiesa 85 sgg., II 205, 459; il P. e S. Ago- stino 87 sgg., Ili; e gli Averroisti 91 sgg.; e la critica storica II 485. Il P. filosofo stoico 91 sg. ; cortigiano 101 sgg.; cacciatore di pre- bende 104 sgg. ; filosofo solitario 109 sgg.; s. culto dell'amicizia 113 sg., II 422 ; il P. e Laura 115 sgg., 136 ; e Dante 117 sgg. ; s. orgoglio e va- nità 119 sg. ; s. disprezzo per i maestri di scuola II 448 ; s. sete di glo- ria 124 sg.; s. incoronazione 127 sg.; il P. come individuo 130 sgg.; la sceua sul m. Ventoux 132; le Confessioni del P. 134 sgg.; s. accidia 137 sgg.; s. conversione morale e filosofica 144 sgg.; fama e culto del P. presso la posterità 147 sgg., 378 sgg.; s. morte 196; effetti della s. pro- paganda neir Umanesimo 161 sg.

Il P. e il Boccaccio 166 sgg., 196, II 155; e il Salutati 195 sg. ; e rAcciaiuoli 454 sg.; e il re Roberto di Napoli 449 sg.; il P. e Firenze 148, 340, 385 sg.; e Venezia 442 sg.; e la Francia n 323 sg.; il P. e la Curia papale II 6.

S. scritti 152 sgg.; le Lettere 25 n. 1, 157, 168, II 111 sgg., 423; orazioni 157, II 325, 430; invettive 122 sgg., 158, II 324, 435 sg.; le Rime 26 sg., n 386 sg.; i Trionfi 36, 119; le Ecloghe 35 sg., 152, 413, II 48, 262, 387; epistole poetiche 153, II 387; s. commedia PhUoìogia 154, TI 397; de cosa Jledeae 154 n. 3, II 397 n. 4; V Africa 153, 169 sg., 197, 297, 381, 386, 451, II 394; ars punctuandi II 365; trattati filosofici II 444; de contemptu mundi 133, 134 sgg.; de otio reìigiosorum 134; de remediis utr. fortunae 134, 145, 152, II 329, 335; de vita solitaria 111, 133, 151, 152; de sui ipsius et multar, (alior.) ignorantia 81, 94 sg. ; de virls illustribus 155 sg., 210, 413, 429, 515, II 480, 491; liber rer. me- morandar. 156, 210, n 480; Itinerarium Syriacum 156; s. recensioni di testi II 371; carta d'Italia a lui attribuita 157, II 498.

Petrarca, Francesca, figlia del preced., m 2.

Petrarca. Giovanni, figlio di Francesco, 87, 105, 107.

Petroni, Pietro, certosino, e la conversione del Boccaccio 177.

Petronio Arbitro., s. Satire portate in Italia da Poggio 247.

INDICE ANALITICO 123

Pettworth, Riccardo, segretario del Card. Beaufort, s. amicizia con Poggio II 247.

Peuerbach, Giorgio, matematico e umanista, s. viaggi, s. insegnamento uma- nistico a Vienna II 282.

Piccinino, Giacomo, Condottiere, celebrato dal Porcellio nei suoi Commen- tari 493 ; s. onorevoli accoglienze al Filelfo 523 ; 568.

Piccolomini, Angelina, cantata dal Marrasio ITI 31.

Piccolomini, Enea Silvio, (Papa Pio II) e la Germania di Tacito 256 nota ; discepolo del Filelfo 351 ; poco stimato a Siena 408; discepolo di Mattia Lupi 409; s. visita al re Alfonso d'Aragona 495; s. distici contro la distruzione di rovine antiche a Roma II 15; Pio II e il Cenci 24; e la questione di precedenza dei protonotari apostolici 26; e la biblioteca Vaticana 199; e il Filelfo 226, I 528; protegge gli artisti, trascura gli umanisti e i poeti, s. idee sul modo d'acquistare la gloria, s. favoriti 226 sg.; s. viaggio in Inghilterra, s. rapporti con Adamo Mulin 247; can- celliere dell' imp. Federico IIT, 269; Enea S. e il duca Sigismondo del Tirolo 270; s. giudizi sulla nobiltà e sui dotti di Germania 271 sg.; apostolo dell'umanesimo in Germania, s. rapporti coi letterati tedeschi 272 sgg. ; teme la distruzione della civiltà 302 sg.; promotore dell'uma- nesimo in Ungheria 306; E. S. e il card. Sbignew Olesnicky 318 sg.; E. S. poeta 387; s. stile 408; s. allusioni al paganesimo 464 sg.; s. let- tere 298, 404, 405, 409, 419, 427; s. orazioni 409, 433 sg.; s. poesie 298, 392 sg., 404; s. commedia 400; s. Artis rethoricae praecepta 435; s. trat- tati filosofici 447; s. scritti sull'educazione dei principi 306, 453; s. opere storiche 308, 489, 491; s. Epitome super decades Biondi 4S4;s. Asia e Europa 497.

Pier dalle Vigne, s. stile 20, II 407; s. lettere politiche imitate dal Salu- tati 204.

Pier Oddone da Montopoli, 479 n. 1; poeta e oratore, maestro di Pomponio Leto, s. insegnamento allo Studio di Roma 201.

Piero da Montevarchi, segretario della Repubblica fiorentina 390.

Piero da Noceto, e la congiura di Stefano Porcari II 68; favorito di papa Niccolò V, s. posizione nella Curia 72 sg.

Pietramala, Galeotto di, card., protettore di Niccola di Clemangis, s. col- tura, s. morte II 340.

Pietro di Blois, e le Istituzioni di Quintiliano 239.

Pietro da Castelletto, s. rifacimento della vita del Petrarca scritta dal Boc- caccio, s. culto per il P. 150, 190, 387.

Pietro da Muglio, maestro di C. Salutati 195, II 47; s. insegnamento a Bo- logna 429, II 47 sg.; a Padova 429; s. commenti ai classici, s. versi n 380.

Pietro di ser Mino, v. Sermini.

Pilato, Lonzio, maestro di greco del Boccaccio, ottiene una cattedra di lin- gua greca nello Studio fiorentino per opera di lui 173, 340; s. tradu- zioni d'Omero 53, 174, II 103, 104, 108, 158, 184; 107 sgg.

Pindaro, sconosciuto al Bessarione II 127.

Pindaro tebano, il, s. traduzione dell' Iliade 465, II 184, 186.

Pio II, papa, v. Piccolomini.

Pio, Manfredo, signore di Carpi, e il Petrarca 79.

Pisa, s. Università 340, 341, 363.

124 INDICE ANALITICO

Pisanelh. s. medaglie comperate dai Medici 376; s. medaglia di Vittorino da Feltre 513; dona un suo quadro a Guarino Veronese, che canta le lodi di lui II 389.

Pisani. Ugolino, da Parma, alle corti di Re Alfonso e di Lionello d'Este 5; incoronato dall'imperatore Sigismondo 495, II 267; s. commedia Philogenia 495, n 399.

Pitagora, i Detti aurei trad. da Rin. da Castiglione ITE 47.

Pizzicolli. v. Ciriaco d'Ancona.

Plassenburg, 8. scuola umanistica II 284.

Platina. Bartolomeo, (Sacchi da Piadena) discepolo di Ognibene da Vicenza, s. Vita di Vitt. da Feltre 533 nota; s. Vita del Bessarione li 120 nota; s. traduz. di una leggenda del Bessarione 121 nota; familiare del Bes- sarione 129; prefetto della biblioteca vaticana 200; il Pi. e Paolo II papa 227 sgg.; s. Vite dei papi 485.

Platone, s. culto iniziato e promosso dal Petrarca e dal Boccaccio 81 sg., II 115; s. opere possedute dall' Aurispa 261; trovate da Ciriaco d'An- cona 278; acquistate da Palla Strozzi 405; la Repubblica tradotta dal Crisolora e dai due Decembrio 229, 501, II 158, 170, 178; traduzioni di PI. di Palla Strozzi 291, H 159; antiche traduzioni in latino II 102, 161; i libri delle Leggi trad. dal Trapezunzio 136, 138, 178; traduzioni del Bruni 165 sg.; PI. e il neoplatonismo 115 sgg.; contesa letteraria intorno a Platone ed Aristotele 150 sg.; Niccolò V e PI. 177 sg. ; traduz. di Rin. da Castiglione III 47 ; di P. C. Decembrio III 53.

Plauto, le 12 nuove commedie portate in Italia da Niccolò da Treviri 257 sg.; recensione del testo 258 n. 1, 298,11377 sg.; interpretato dal Bec- cadelli 515, Il 332; da Gregorio di Sanok 320; fatto copiare da Giov. di Montreuil 336; imitazioni di PI. 320, 395.

Pletone. Giorgio Gemisto, al Concilio di Ferrara e Firenze II 113; 115 sgg.; PI. e la contesa intorno a Platone e Aristotele 150.

Plinio il Giovane, s. Lettere scoperte 253; ricercate da Niccolò V papa II 190 il 2; possedute da Gualtiero Col 341.

Plusiadenos, Giovanni, copia un Erodoto per il card. Bessarione II 127.

Plutarco, s. Vite conosciute dal Bruni 362; possedute dall' Aurispa 261; s. scritti morali trovati da Ciriaco d'Ancona 278; le Vite acquistate da Palla Strozzi 405; PI. studiato in Grecia nel M. E. II 100; traduzioni di PI. di Palla Strozzi 291, II 159; di Guarino Veronese 414, 519, 561, II 172; di Leonardo Giustiniani 415, II 172; di Francesco Barbaro 417, H 172; del Filelfo 513, 583, Il 97, 173; di Giacomo da Scarperia 22; di Lapo da Castiglionehio 37, 170; di Niccolò Perotti 130; del Bruni 160; di Giovanni Pannonio 172, 310, 311; di Rin. da Castiglione III 47; rac- colta delle diverse traduzioni di PI. 172.

Podokatheros. Filippo, di Cipro, ospitato da G. Vitez II 303.

Poesia, la, nell'Umanesimo II 386 sgg.

Poggio (Bracciolini), Gian Francesco, ammonito dal Salutati, 8. dolore per la morte di questi 213; discepolo di Giovanni da Ravenna 221; vuol scrivere l'elogio del Crisolora 233; s. scoperte letterarie 236 sgg.; P. in Inghilterra 247, 323, 329, II 244 sgg.; scopre il de Aqueductis di Frontino 259; 8. raccolta d'iscrizioni 263, li 16, 331; s. lodi e attacchi contro Ciriaco 285; s. orazione funebre per Lorenzo de1 Medici 297; per Niccolò Niccoli 303; s. amicizia con questi 306; P. a Firenze 327 sgg.

INDICE ANALITICO 125

392; s. raccolta di antichità 331; s. biblioteca 332, 391, 404, II 375; s. polemiche letterarie 335 sgg., II 440 sgg.; s. contesa col vescovo Zeno 335; con Guarino 335, II 411; col Filelfo 351, 359 sg., II 440; P. e Al- fonso d'Aragona 498; P. nella Curia papale II 9 sgg., 27, 73 sgg., 1328; il Bugiale 16 sg.; P. e le rovine di Roma 13 sg.; s. lotta contro il Con- cilio di Basilea e Papa Felice 11 sg., 7G; contro i frati mendicanti 18, 208 sgg., 223; s. amicizia col card. Orsini 30; s. studi di greco 112; s. contese col Valla e col Perotti 143 sgg.; col Trapezunzio 14S sg. ; s. testamento 212; s. relazioni con G. Agliotti 219; s. scherni contro la Germania 300; s. rapporti con Carlo VII di Francia 327; con Giov. II di Castiglia 346; con Enrico Inf. di Portogallo 347; P. recensore di testi 375, 377; s. stile 408; s. immoralità 456; s. scetticismo religioso 465; s. studi di ebraico e sulla Bibbia 466; s. scritti e scherni sulla giurispru- denza e la medicina 471, 477.

Opere. Discorso sull'origine della lingua volgare n 439; Dialogus cen- tra hypocrisim n 76. 209 sgg.; Lettere 338 n. 4, II 417, 420,421; Trat- tati DI 446 sg.; Orazioni funebri II 432; Facetiae II 17, 211, 403 sg. ; Urbis Bomae Descriptio (De varietate fortuuae) DI 14, 495; Storia Fio- rentina 392, DI 487; Traduzioni dal greco DI 169, 179 sg.

Poggio, Giacomo, figlio del preced., s. Praefatio alle Storie del padre 392 n. 3.

Polentone, Secco, discepolo di Giovanni da Ravenna 219; Secco e il Pon- tano 256 n. ; 432 sgg.; s. scritto De scriptoribus latinis 432; S. e lo scoprimento delle ossa di Livio 434 sg.; s. argomenti delle Orazioni di Cicerone II 381; s. commedia Lusus ebriorum 398; s. scritto De ratione studtndi 450; s. conoscenza di Tacito DH 12.

Poliziano, Angelo, s. lodi della cultura a Firenze 367; il P. e la traduz. d'Aristotele del Gaza II 176; s. traduzione dell'Iliade 190; 270; s. stile 409.

Polibio, tradotto da N. Perotti II 130, 131, 181; rifacimento di P. del Bruni 167.

Polluce, s. Lessico posseduto dal Filelfo 559.

Polonia, la, e l'Umanesimo DI 317 sgg.

Pompeo Festo, trovato da Bartolomeo da Montepulciano 241 n. 4.

Pompeo Trogo, ricercato dal Salutati 209.

Pomponio Leto, e l'Accad. romana, e la presunta congiura contro Paolo DI papa II 228 sgg.; s. raccolta d'iscrizioni 385; s. depravazione morale 457.

Pomponio Porfìrione, 256 nota; portato in Italia da Enoc d'Ascoli DI 194.

Pontano, Gioviano, e le scoperte letterarie 256 nota; s. giudizio su Niccolò V e Alf. il Magnanimo 448 ; 498; alla corte di re Alfonso 498 n. 1 ; il P. e l'ortografia latina II 367 n. 1; 270.

Pontano, Lodovico, canonista, nell'Università romana DI 45.

Pontano, Tommaso, da Camerino, umanista III 40.

Pontelli, Baccio, costruisce il palazzo ducale d'Urbino 56S, III 40.

Pontico Yirunio, 262 n. 2.

Porcari, Stefano, e la s. congiura DI 66 sgg.

Porcellio, Gianantonio, de' Pancioni, 490 sgg.; alla corte di Federigo d'Ur- bino, s. poema « Feltria » in onore di lui 570; 583 sgg.; il P. e Nic- colò V papa II 92 n. 2; s. poesie erotiche 392, 404; il Filelfo contro il P. 457.

126 INDICE ANALITICO

Pornografìa, la, nella letteratura umanistica II 400 sgg.

Portogallo, il, e l'Umanesimo 345 sgg.

Premierfait. v. Lorenzo.

Prendilacqua. Francesco, s. Vita Victorini Feltrensis 533 nota.

Hisciano, s. Commento di Virgilio scoperto a S. Gallo 241; criticato dal Valla II 370.

Proeoyio, s. Storie donate all' Aurispa dall' imper. bizantino 263; tradotte da Cristoforo Persona, rifatte dal Bruni II 167; studiato da Flavio Biondo 167, 483.

Properzio, e il Petrarca 48, 210.

Protasio di Czernahora, vesc. di Olmiitz, mecenate dei letterati II 234; di- scepolo e protettore di Galeotto da Narni 314.

Q

ntilìano, s. Institutiones ricercate dal Salutati 209, 239; Q. e il Pe- trarca 239; l'esemplare completo scoperto da Poggio 239, 240; il «Pa- ragone tra Cicerone e Quintiliano » del Valla 464; le Istituzioni e il De Oratore posseduti da Lupo Servato II 322; conosciuti da Niccola di Clemangis 343; le Istituzioni completate e corrette dal Barzizza 374; commentate da Ognibene da Vicenza 332; e dal Valla 333; s. in- fluenza sulla pedagogia umanistica 449. Quirini. Lauro, s. vita di Ciriaco d'Ancona 279; s. contesa con Poggio 411 ; s. nascita, educazione, commento alle poesie di Ciriaco, invettiva con- tro il Bruni 421; s. ritorno a Caudia 422; s. insegnamento a Padova 422, 436, Il 468; familiare del Bessarione 128; s. traduzione dal greco 184.

E

Rabstein. Giovanni, s. studi a Roma, s. posizione in Boemia, s. dialogo imi- tato dal Piccolomini 283 sg.

Rabstein. Procopio, cancelliere dell'Impero, amico del Piccolomini 333.

Racanelli. Lazzaro, vesc. d'Urbino, maestro di Federigo da Montefeltro 56S.

Raimondi. Cosimo, da Cremona, e la scoperta d. opere rettoriche di Cicerone 246, III 11.

Rambaldi, Benvenuto, da Imola, s. conoscenza di Tacito 250 n. 1; s. pub- blica lettura di Dante a Bologna, s. commento alla D. Commedia 334, II 43; s. rapporti con Niccolò n d'Este, s. Libellus Augustalis 541; s. commenti ai classici latini e al Petrarca, s. fama come grammatico 36, II 48, 380.

Rambaldcni. v. Vittorino da Feltre.

Ravagnani. Benintendi de', gran cancelliere della rep. di Venezia, s. rapporti col Petrarca, s. devozione alla repubblica, s. cultura, scritti 412 sg. ; raccoglitore d. lettere d. Petrarca III 62.

Razionalismo scientifico degli umanisti II 476 sg.

Razzano. Pietro, 280.

Ree i di testi, degli umanisti LE 373 sgg.

Regiamontanus, Giov., v. Miiller.

Reichenau, Abbazia di, codici ivi trovati 233.

INDICE ANALITICO 127

Retorica, la, nell'Umanesimo II 428 sgg.

Reuclin. Giovanni, discepolo dell' Argiropulo 367.

Rhosos, Giovanni, scrivano del card. Bessarione IT 127.

Ricasoli, Carlo, II 208.

Riccardo di Bury Saint Edmunds. (d'Angerville), e lo studio del greco nel M. E., s. grammatiche greca ed ebraica II 102; s. vicende, s. rapporti col Petrarca, s. cultura, tendenze letterarie 211 sg.; s. passione per i libri 212 sg.; s. disegno di una biblioteca in Oxford, s. « Philobiblion » 243; s. lodi di Parigi 323.

Riederer. Ulrico, cancelliere austriaco, seguace dell'Umanesimo II 281.

Rimini, e l'Umanesimo 571 sgg.; v. anche Malatesta.

Rinaldo da Villafranca, e lo studio del greco nel medioevo II 101.

Rinuccio da Castiglione, insegna il greco a L. Valla 461; studia il greco a Bisanzio, R. e il Traversari, R. e Poggio, Il 45; segretario di Niccolò V, s. traduzioni dal greco 82, 83, 181, III 47; s. insegnamento a Roma 45, 200.

Rinuccini, Alamanno, vuol scrivere la biografìa di G. Manetti 326 n. 1 ; discepolo dell' Argiropulo 367; 383.

Rinuccini. Cino, s. invettiva contro il Loschi 201 n. 1; s. canzoni e bal- late 3S2.

Rjzzoni. Martino, discepolo di Guarino, precettore di Isotta e Ginevra No- garola 439, HI 30.

Robbia, Luca della, amico di L. B. Alberti 370; s. opere nella chiesa di S. Francesco di Rimini 576.

Roberti, v. Dionigi da Borgo S. Sepolcro.

Roberto, re di Napoli, poesia di Convenevole da Prato in suo onore 29; R. e il Petrarca 100, 112, 153, 449 sgg.; s. corte letteraria, s. amore per la scienza, s. biblioteca 419 sgg.

Roberto da Fulda, e gli scritti di Tacito 250.

Roberto da Lecce, frate, s. predicazione contro l'« Ermafrodito » del Bec- cadelli 480.

Rode (o Roth), Giovanni, s. rapporti con E. S. Piccolomini, discepolo del Valla a Roma, s. stile epistolare, R. e Gregorio Heimburg II 278 sg.

Rodi, libri e antichità ivi trovate da Ciriaco d'Ancona 273.

Rolando, frate padovano, e la scoperta delle ossa di Livio 434.

Roma, s. rovine 366 sgg., 271 sg., Il 13 sgg., 61 sg.; s. costruzioni promosse da Niccolò V 62 sgg.; la Curia rom. e l'Umanesimo 3 sgg., 203 sgg. ; R. e il commercio librario 197; s. Università fino al pontificato di Eu- genio IV 44 sgg.; sotto Niccolò V 89, 200 sgg.

Ronto. Matteo, s. traduzione in versi latini della D. Commedia 378.

Rossellino, Bernardo, s. monumento del Marsuppini 313.

Rossi. Roberto de', frequentatore delle adunanze di S. Spirito in Firenze 192; discepolo di Giov. da Ravenna 221; del Crisolora a Venezia, s. opera per chiamarlo a Firenze 225; discepolo del Crisolora a Firenze, s. traduzione d'Aristotele 227, DI 159, 168; s. attività e dignità lettera- ria in Firenze 290 sg.

Rovigo, lo Studio trasportato colà da Ferrara HI 39.

Rustici, Agapito, v. Cenci.

12S INDICE ANALITICO

s

Sabbatino, Leonardo, 560 nota.

Sacchetti. Franco, s. canzone in onore del Petrarca, del Boccaccio e di Za- nobi da Strada 3S3.

Sacchi. Bart., v. Platina.

Sacco. Catone, giurista, s. tendenze umanistiche 51G, II 469, 473.

Sadoleto, Iacopo, s. stile n 208.

Sagundino. Niccolò, segretario del Consiglio dei Dieci a Venezia, s. vicende, cultura e relazioni letterarie 426; interprete al concilio di Firenze 426, II 114; alla corte di Alfonso il Magnanimo 498 ». 1; segretario di Nic- colò V II S3; il S. e la contesa letteraria per Aristotele e Platone 150; aiuta il Fazio nella traduzione di Arriano 171.

Salamanca, s. Università II 345.

Sàldner. Corrado, teologo, professore ali1 Università di Vienna, s. attacchi contro i poeti seguaci del Piccolomini II 282; s. disprezzo per gli uma- nisti italiani 283.

Sallustio, tradotto in francese II 329; parafrasi della Catilinaria di L. Valla 383.

Salutati, Coluccio, e l'Umanesimo 165; il S. nei convegni del «Paradiso» 189; in quelli di S. Spirito 192; 194 sgg. ; il S. nella Curia 195, II Q; il v. in rapporto con Dante, Petrarca e Boccaccio 195, 196 sg., 375, 383, 3S6; segretario della Signoria di Firenze 196, 198, 390 ; s. idee religiose e filosofiche 199, n 206, 461, 462; raccoglitore di codici 209 sg., 298; il S. e le Lettere di Cicerone 211 sg., II 343; s. morte e incoronazione 206 ; s. opera per far venire in Italia il Crisolora 226 ; il S. e lo studio del greco 227, II 184; s. epigrafi per il palazzo della Signoria di Fir. 375; traduce in latino la D. Commedia 378; promuove il progetto dei monumenti ai grandi Fiorentini 388; s. idee sulle biblioteche pubbli- che 400; amico di Bartolomeo de la Mella 545; maestro e protettore del Loschi II 184, III 34; il S. e gli studi ortografici 366; e le iscri- zioni di Roma antica 384; e la poesia bucolica 388; e la poesia epica 294; s. stile 407; s. stile epistolare 411, 415 sg., I 390; s. trattati filoso- fici 446; s. attacco contro la teologia e il monacato 462; s. rapporti con Francesco Bruni III 43.

Opere. Epistolario 204 sgg., II 423, III 61 ; ars dictaminis 205 nota ; ecloghe 206 sgg., II 388; poema epico su Pirro 207, II 394; de fato et fortuna 207, II 462; de religione et fuga saeculi 207; invettiva contro il Loschi 203, II 437; orazioni II 430; de nobilitate legum et medicinae II 471; recensioni di testi 212, II 374.

Sul, inno, il De providentia dei portato in Italia da Gregorio Corraro 261.

Sanchez de Arevalo, Rodrigo, vesc. di Calahorra, scrittore e fautore dei letterati, s. corrispondenza epistolare col Platina II 232.

Sassuolo da Prato, s. Elogio di Vittorino da Feltre 532 n. 1; riceve in dono da Vittorino le opere di Senofonte 540 n. 1; discepolo del Filelfo e di Vittorino, va nel Peloponneso, chiamato nella Curia da Niccolò V, s. morte 543; S. e il Filelfo H U3.

Sbignew, v. Olesnicky.

INDICE ANALITICO 129

Scala, Bartolomeo, s. Colìectiones Cosmianae 296 n. 2.

Scalamonti, Francesco, amico di Ciriaco d'Ancona, s. morte 269 ». 2; s. Vita Kiriaci 269 n, 2, 280.

Scaligero, Giulio Cesare, e le traduz. d'Aristotele del Gaza II 176.

Scarampo, Ludovico, card., e il Filelfo 527; e il Valla 475; cancelliere del- l'Università romana II 200; Poggio dedica a lui la raccolta delle sue lettere 424.

Schaumburg, Pietro di, vesc. di Augusta e card., all'università di Bologna, s. importanza nella politica ecclesiastica, fautore delle scienze e delle lettere, s. corrispondenza col Piccolomini II 295.

Schedel, Hartmann, s. disegno del Mercurio di Ciriaco d'Ancona 28i; di- scepolo di Enrico Stercker II 291; s. studi a Lipsia, Padova, Venezia 296; s. gusti letterari, s. passione per gli scritti umanistici, conserva il Diario di Ciriaco, s. biblioteca a Norimberga 297; s. collezioni d'iscri- zioni 297, 385.

Schedel, Ermanno, medico, s. vicende, s. amore per i libri classici e per gli studi umanistici LE 296.

ScJieììstadt, s. scuola n 298.

Schlick, Gasparo, cancelliere dell'Imp. Sigismondo, e il Filelfo 518; s. ori- gine italiana, s. attinenze all'Umanesimo n 267.

Schweinheim, Corrado, stampa a Roma la traduz. di Polibio del Perotti II 181; impianta con Pannarta la prima tipografia a Subiaco, s. prime edizioni, trasporta la tipografia a Roma 302.

Scienze, le, naturali e matematiche, e l'Umanesimo LE 476.

Scola, Ognibene, da Lonigo, discepolo di Guarino IH 29.

Scoto, Sedulio e Giovanni, e lo studio del greco nel medioevo II 101.

Scrittura antica, nei codici umanistici 396.

Selimbria, arcivescovo di, e il Bessarione n 121.

Seneca, L. E., imitato dal Mussato 18; Seneca e il Petrarca 131, 141 sg., 212 n. 2, II 485; le tragedie attribuite a S. e il Salutati 212 n. 2; s. lettere apocrife 562; s. trattati tradotti in francese II 326, 329; com- mentato da Dionigi di Borgo S. Sepolcro 379, 380; imitato dagli uma- nisti 395; imitato dal Loschi 396.

Seneca, Tommaso, da Camerino, maestro di Ciriaco d'Ancona 271; s. inse- gnamento in Ancona a Bologna a Prato, va alla Corte di Rimini, s. amicizia col Filelfo, s. versi 578 sg.; s. contesa col Basini 585; s. inse- gnamento a Bologna II 52; s. rifacimento di Tibullo 376; HI 40.

Senofonte, studiato dal Bruni 262; s. opere possedute dall' Aurispa 263, 264; la Ciropedia tradotta da Poggio 334, II 148, 169, 197; spiegato dal Fi- lelfo a Firenze 350; studiato in Grecia nel M. E. Il 100; s. opere sto- riche copiate da Giov. Plusiadenos 127; i « Detti memorabili di So- crate » giudicati dal Piccolomini 158; il « Tiranno » tradotto dal Bruni 161; gli «Ellenica» rifatti dal Bruni 167; scritti minori trad. da Lapo da Castiglionchio 170, 184; dal Filelfo 173. Seravalle, Giovanni da, s. traduzione in versi latini della D. Commedia 378. Sermini, Pietro, da Montevarchi, umanista III 24. Servio, s. commento all'Eneide posseduto da Ippolita Sforza 521; emendato

da Guarino II 376 n. 3, 381; criticato dal Valla 370. Sesto Bufo, posseduto e commentato da Lorenzo Blumenau II 295.

VOIGT-ZlPPEL. 9

130 INDICE ANALITICO

Sforza. Alessandro, signore di Pesaro, e il Filelfo 529.

Sforza, Battista, s. cultura nel latino, s. allocuzione a Pio II papa 521;

HI 41.

Sforza. Francesco, duca di Milano, principi del suo dominio, s. carattere, protezione accordata agli umanisti 519 sgg.; il Filelfo e lo Sforza 518, 523 sgg. ; lo S. e sua nipote Battista m 41.

Sforza. Galeazzo Maria, discepolo di Guiniforte Barzizza 520.

Sforza, Ippolita, discepola di Guiniforte Barzizza e di Costantino Lascaris 520; suoi libri 521.

Sguropulos. Demetrio, scrivano del Bessarione II 127.

Siena, e 1* Umanesimo 403 sgg., II 457.

Sigeros. Niccolò, e il Petrarca 52.

Sigismondo, imperatore, e Ciriaco d'Ancona 275; legazione di F. Filelfo a lui 348; incorona il Beccadelli 478; e Ugolino Pisani 495; salutato con un discorso da Giuseppe Brippi 506; e dal Beccadelli 515; crea cava- liere Leonello d'Este 562; crea conte palatino il Loschi II 21; s. inco- ronazione a Eoma 25; riceve da P. P. Yergerio la sua traduzione di Arriano 171; S. e l'Umanesimo 264 sgg.

Sigismondo, duca del Tirolo, e il Piccolomini II 270; 453; e Pietro Luder 292; e Lorenzo Blumenau 295; protettore dei letterati 270.

Signorili. Niccola, restauratore degli studi archeologici sotto Martino V a Roma 267.

Silio Italico, le « Puniche » portate in Italia da Bartolommeo da Monte- pulciano 242.

Simonetta, Cicco, e gli umanisti in Milano 520; e il Filelfo 527; consigliere letterario di Fr. Sforza II 73.

Simonetta. Giovanni, s. vita di Francesco Sforza 520.

Sisto IV, papa, la biblioteca Vaticana II 199, 234; umanisti alla sua corte 203; S. e l'Accademia romana, e il Platina 233.

Scolario, Giorgio (Gennadio) e la contesa letteraria per Aristotele e Pla- tone II 150.

Scutariota, Giovanni, agente di Niccolò V per l'acquisto di libri greci II 195.

Simeone, pittore, fratello di Donatello, s. opere nella chiesa di S. Francesco in Rimini 576.

Sofocle, il celebre cod. laurenz. delle sette tragedie 263 sg.; quattro tra- gedie possedute dal Bessarione II 127.

Sogliera. Giovanni, teologo, alla corte di Alfonso il Magnanimo 459.

Sonnenberger, Ulrico, cancelliere imperiale, seguace del Piccolomini n 281.

Sopranzo, Raimondo, giurista e amatore di libri, il Petrarca e il de Gloria di Cicerone 43, 44 n. 2.

Sozomeno da Pistoia, v. Zomino.

Sozzini. Mariano de', giurista, nello Studio di Firenze 313; emigra a Vienna. s. dottrina 408; s. poesia II 387; umanista 469.

Spagna, la, e l'Umanesimo II 345 sgg.

Spinola, Giangiacomo, fa ricerca di libri in Francia per B. Fazio II 328.

S. Spirito, in Firenze, convegni letterari nel chiostro 190 sgg.; lezioni eh' ivi s1 impartivano 323; frequentato da Tommaso Parentucelli II 55.

Strafford, Giovanni, arciv. di Canterbury, s. rapporti con Poggio Braccio- lini n 247.

INDICE ANALITICO 131

Stampa, la, e l'Umanesimo n 302 sgg.

Stationarii, nelle università italiane del medioevo 393.

Stazio, le « Selve » portate in Italia da Poggio 241.

Statue antiche, apprezzate dagli umanisti 266; raccolte da Ciriaco d'Ancona 273; da Cosimo de' Medici 376; da Paolo II papa, II 233.

Stazio, Cecilio, 81.

Stazio, Papiano, 81.

Stella, Giorgio e Giovanni, i loro Annaìes Genuenses e il Salutati 440.

Stella, Enrico, poeta, 440 n. 2.

Steno, Michele, doge di Venezia, e la città di Verona 437; II 21.

Stercker, Enrico, s. studi e tendenze umanistiche II 290; studente a Peru- gia, professore a Lipsia, s. morte 291.

Stilistica, la, e G. Barzizza 223 sg., Il 407; la stilistica presso gli uma- nisti 406 sgg.

Storiografìa degli umanisti II 478 sgg.

Strabone, posseduto dall' Aurispa 264; studiato in Grecia nel M. E. Il 100; tradotto da Guarino e da Gregorio da Città di Castello 182.

Strozzi. Lorenzo e Nofri, discepoli del Parentucelli, loro collezioni di libri 291, 292.

Strozzi, Matteo, s. esiglio, s. cultura 292.

Strozzi, Nanni, s. dottrina 292.

Strozzi, Palla, discepolo di Giov. da Ravenna 221; fa venire a Firenze il Crisolora 226; promuove lo studio del greco 227; P. e Ciriaco d'Ancona 275, 291 sg.; ufficiale dello Studio fiorentino 342; protettore del Fil elfo 350, 356; dell' Argiropulo 366; s. raccolta di libri, s. idea d'una biblio- teca pubblica 405; s. traduzioni dal greco 227, II 159; s. comm. ad Aristotile ITI 59.

Strozzi, Tito Vespasiano, poeta e prosatore 292.

Svetonio, s. De viris illustribus 254, 255 ». 3; frammento del s. de orato- ì-ibus ac poetis 256 nota, 433; s. Vita di G. Cesare trad. da P. C. De- cembrio II 155 (cfr. ITI 51); traduzioni francesi di Sv. 326, 329.

Szecshy, Dionigio, arciv. di Gran e card., giurisperito, s. studi a Padova, s. amore per gl'Italiani II 307.

T

Tacito nel medioevo, l'antico cod. degli Annali e delle Storie posseduto dal Boccaccio, poi dal Niccoli 250 sg.; storia del cod. Mediceo degli Annali 251 sgg.; gli scritti minori 253 sgg., TE 194.

Talenti, Tommaso de', averroista a Venezia 91.

Talleyrand, Cardinale di, chiama il Petrarca alla Curia di Avignone 105, 107; biasima il suo stile burocratico II 6.

Tambeni, Giov. Baldo de', professore nello Studio fiorentino, s. Trattato di filosofia naturale 343 ». 1; nell'Università di Bologna, s. tendenze uma- nistiche II 476.

Tebaldi, di Firenze, discepoli di Roberto de' Rossi 291.

Tebaldo de Casa, v. Casa.

Teodoro da Creta, insegna il greco all'Università di Bologna n 50, 52.

132 INDICE ANALITICO

Teodoro da Tessalonica, e il rifacimento d'Arriano di Bartolommeo Fazio II 171.

Teofilo, s. opere portate in Italia dal Parentucelli li 59.

Teofrasto, il De plaìitis tradotto dal Gaza n HO, 183; la Metafisica tra- dotta da Gregorio da Città di Castello 183.

Teologia, la, e l'Umanesimo II 257 sgg.

Terenzio, s. commedie trascritte dal Boccaccio 174; possedute dal Duca Giovanni di Berry II 327; commentate da Gasparino Barzizza 380; imi- tato nel Medioevo 395; e dagli umanisti 398.

Tertulliano, tutte le opere trovate dal Parentucelli 261, II 59.

Terunda, Leonardo, umanista, s. rapporti col re Venceslao, n 263.

Tibullo, posseduto dal Petrarca e dal Salutati 210; emendato dall' Aurispa, riveduto da Tommaso Seneca II 376.

Tiburzio, romano, s. congiura contro Pio DI papa, II 230.

Tifernate, v. Gregorio da Città di Castello.

Tiptoft, Giovanni, Earl (non Carlo) di Worcester, s. viaggi a Venezia e in Terra Santa, s. studi a Padova, visita il Guarino, s. compere di libri a Firenze, il T. e Vespasiano, e l'Argiropulo, e Pio n, e Francesco d'Arez- zo, s. traduzioni, s. ritorno in Inghilterra II 250.

Tolomeo, la Cosmografia fatta venire in Italia da Palla Strozzi 227 n. 2 ; acquistata da Ciriaco d'Ancona 273; posseduta dal card. Giordano Or- sini n 30; tradotta da Giacomo da Scarperia 227, LI 22, 159, 168; ta- vole per la Cosmografia disegnate da Fr. Lapaccini 227 n. 2; l'Alma- gesto trad. dal Trapezunzio LE 136, 138, 183 sg.

Tommaso, inglese, amico del Bruni, cultore degli studi umanistici, s. com- pere di libri a Firenze LI 251.

Tommaso, greco, miniatore n 327.

Tommaso d'Aquino, e Dante 13; s. Postille all'Evangelo di S. Marco por- tate in Italia dal Parentucelli II 59; T. e gli umanisti 458 sg.

Tommaso di Ser Rigo, da Perugia, s. poesie pastorali mandate al Salutati II 388.

Tommaso da Rieti, s. contesa con Poggio n 440.

Tommaso da Sarzana, v. Niccolò V.

Torcello, Vescovo di, compera a Firenze le Filippiche di Cicerone 398.

Tortelli, Giovanni, e il Valla II 88 sg. ; s. studi a Firenze, in Grecia, a Bo- logna, a. vicende, s. traduzione della vita di S. Atanasio 90; s. rapporti con Niccolò V 90 sg.; s. trattato De orthografìa 91, 367; s. relazioni con G. Agliotti 219 ; s. cure per la biblioteca di Niccolò V 191, 198 ; traduzione di Appiano a lui attribuita 181 n. 1 ; s. conoscenza di Ta- cito m 12.

Traduzioni, dal greco in latino H 155 sgg. ; traduzioni in volgare italiano 511, Il 7, 154 sg.; in francese 326, 328 sgg.

Tragedie, degli umanisti 18, 396 sgg.

Tranchedino, Nicodemo, e il Filelfo 363.

Trapezunzio, v. Giorgio da Trebisonda.

Traversari, Ambrogio, discepolo di Giov. da Ravenna 221; del Crisolora 227 ; il T. e le nuove commedie di Plauto 258; s. ricerche di codici 259; scopre 39 omelie di Origene 260; il T. e l'Aurispa 263, 264; il T. e il Niccoli 298, 299, 305, 355; 315 sgg.; istruisce nel greco il Manetti 323;

INDICE ANALITICO 133

il T. e il Filelfo 349, 352, 353, 355; s. giudizio sopra un cod. di Tolo- meo Il 30, 58; il T. e L. Dati 78; e l'unione della chiesa greca a Roma 114 ; s. traduzioni dal greco 168 sg., 268 ; il T. e i monaci umanisti 213 ; e Girolamo Agliotti 215, 217, 219; e l'inip. Sigismondo 268; s. recen- sioni di testi 375; s. epistolario 425.

Trebanio, poeta, alla corte di Sigismondo Malatesta, s. versi in onore di questi 586.

Trevisano, Zaccaria, s. rapporti con gli umanisti, s. orazioni politiche 414; il Tr. e Francesco Barbaro 417 ; custodisce le ossa di Livio 435 ; il Tr. e Gasparino Barzizza 435.

Tridentone, Antonio, da Parma, commedia FraudipJiiìa a lui attribuita II 400 n. 5, m 61.

Triviano, Matteo, precettore di G. Galeazzo Sforza, e il Filelfo n 453.

Trbster, o Trost, Giovanni, discepolo del Piccolomini, s. dialogo contro l'amor sensuale, s. acquisti di libri in Italia 273.

Tucidide, conosciuto dal Bruni 262; venduto dall' Aurispa al Niccoli 262, 557; spiegato dal Filelfo a Firenze 350; tradotto dal Valla II 88, 178, 197; copiato da Giov. Plusiadenos per il Bessarione 127.

Tudeschi, Niccolò de', (Abbas Siculus) canonista, s. dottrina, s. insegna- mento a Firenze e a Padova 342 ; al concilio di Basilea 342, 472 n. 1 ; s. stipendio di professore, diventa arciv. di Palermo n 468.

Turco, Pietro, amico del Salutati, segretario di Malatesta de'Maltesti 571.

Tussek, Giovanni, amico e seguace del Piccolomini n 283.

u

Ugo di S. Severino, e il Boccàccio 185; e il Petrarca 218 n. 1.

Ugo di S. Vittore, negli scritti degli umanisti n 458.

Ungheria, ì\ e l'Umanesimo II 306 sgg.

Urbano V, papa, nomina suo segretario in Avignone Francesco Bruni LI 8.

Urbino, e l'Umanesimo, v. Montefeltro.

Uzzano, Girolamo da, Camaldolese, e il Salutati 207.

Uzzano, Niccolò da, e lo Studio fiorentino 342.

V

Vaganti, Maestri, 214 sg.

Valerio Fiacco, YArgonautica portata in Italia 240.

Valerio Massimo, imitato dal Petrarca 156; commentato da Dionigi da Borgo S. Sepolcro 451, Il 380; da Bartolommeo de Regno 49; tradotto e commentato da Simone de Hesdin e Niccola de Gonesse 329 ; com- mentato da Benvenuto da Imola 380 ; da Guarino Veronese 381 ; s. dif- fusione nel medioevo 329, 380.

Valla, Lorenzo, 461 sgg.; il V. a Roma 460, II 87; a Pavia 462, 515 sg., II 473 ; a Napoli 462 sgg., n 474 ; s. contesa con Antonio da Bitonto 472 sgg., n 212; il V. e Eugenio IV papa 476; s. contesa col Beccadelli e col Fazio 486 sgg., LE 440, 441; il V. e papa Niccolò V II 86 sgg., 201,

134 INDICE ANALITICO

441; creato segretario apostolico, s. morte e sepolcro 89 sg.; s. studi di greco 112 ; s. contesa con Poggio 143 sgg., 442, 455, 457 ; s. giudizio su Pindaro 186; s. insegnamento criticato 383; s. raccolte d'iscrizioni 385; s. stile 409; s. osservazioni sulle lettere di Cicerone 421; s. let- tere 427 ; il V. oratore, s. panegirico di S. Tommaso 433 ; il V. e le in- vettive 438; s. contesa con Antonio da Rho 441 ; con B. Morando 431, 486; il V. e la critica storica 486; s. conoscenza di Tacito m 12.

Opere. Confronto tra Cicerone e Quintiliano 464 ; Elegantiarum li- bri 468, II 88, 369 sgg. ; T. Livio emendato 487, II 377 ; traduzioni dal greco H 173 sg., 178, 179, 185 sg. ; Critica della Vulgata 475, II 466 ; Belasti natio dialectices 467 sg., II445; Diaìogus de voluptate (de vero bono) 465 sgg.; De Ubero arbitrio 471, II 466; De professione religio- so™ m 471, II 212, 466; invettive II 440 sgg.; attacco contro Bartolo e i giuristi 469, II 473 sgg.; De Constantini donatione 470 ; Vita di Fer- dinando I d'Aragona 488; 8. sermoni religiosi m 63.

Valle, Niccolò della, s. traduzione dell'Iliade II 190.

Valturio, Roberto, e P. Bracciolini 333 ; cortigiano e favorito di Ghismondo Malatesta, mecenate dei letterati e poeti, s. sepolcro in S. Francesco di Rimini 577, 578 ; s. libro sull' arte della guerra 577 sg., II 492. s. re- lazioni con C. dAncona II 384.

Vangelista da Pisa, agostiniano di S. Spirito, maestro di G. Manetti 323; s. dispute con T. Parentucelli II 55.

Varano, Costanza da, madre di Battista Sforza 521; 589.

Yarrone, i Libri rer. div. et hum. e il Petrarca 44 n. 2, 48 ; i libri de men- suris orbis terme e de lingua latina 45 nota, 209; il de re rustica acqui- stato in Italia da Giov. de Montreuil II 336.

Yegezio, il trattato sull'arte della guerra trovato a San Gallo 241 n. 4; traduzioni francesi di V. 326, 329.

Vegio, Maffeo, e il dialogo de voluptate di L. Valla 467 n. 2 ; alla corte di Filippo M. Visconti, s. versi contro il Beccadelli 479; Il 39 sgg.; s. poe- sie 40 sg., 42, 392, 394 ; De educatione liberorum 42, 452 sg. ; De ver- bor. significatane 40, 475 ; De rebus antiquis Basilicae S. Vetri 43, 385, 493; s. opere ascetiche 42 sg.; il V. e Niccolò V 83 ; e l'imp. Si- gismondo 268; s. rapporti con C. d'Ancona 384.

Velasquez, portoghese, e Poggio Bracciolini II 347.

Vellata, Francesco, s. contesa con Poggio Bracciolini II 440 n. 5.

Venceslao, re di Germania, e l'Umanesimo II 263.

Venezia, e l'Umanesimo 410 sgg.; s. nobiltà 162, 411; insegnamento pub- blico a Ven. 425 sg. ; s. biblioteche 426 sg. ; la biblioteca del Bessa- riooe a Ven. 427, n 127 sg. ; la Scuola della Cancelleria ducale III 28.

Ventura, Niccolò, cancelliere della rep. fiorentina, e il Salutati 196.

Venturino, maestro di grammatica a Mantova 534.

Vergerlo, Pier Paolo, il Vecchio, discepolo di Giov. da Ravenna 221; del Crisolora a Firenze 228 ; s. iscrizione per la tomba del Crisolora 231 ; declina l'incarico di scrivere la biografia del Cris. 233; s. insegna- mento a Firenze 341, 430; ospite di Carlo Zeno, s. insegnamento a Pa- dova, segretario del Card. Zabarella, di Francesco Novello, s. Storia dei Carraresi 430; s. peregrinazioni in Italia e all'estero, s. rapporti con gli umanisti 431 ; s. opuscolo contro Carlo Malatesta in difesa di Vir-

INDICE ANALITICO 135

gilio 431, 573; s. traduzione d'Amano II 171, 265; il V. presso l'imp. Sigismondo 261 sg. ; presso Giov. Vitez 266, 308 ; s. morte 266 ; s. libro de arte metrica 371 ; s. commedia Paulus, s. Epistolario 423 sg. ; s. li- bro siili' Educazione 450 sg. Verona, e l'Umanesimo 437 sgg.

Vespasiano da Bisticci, s. Vite degli uomini illustri 392, n 491 ; 396 sgg. ; 400 ; al servizio di Cosimo de Medici 402, 403; 405; V. e Federigo d'Ur- bino 569, 570; V. e Niccolò V papa II 70; e Giov. Tiptoft 250; e An- drea Ols 251; e Guglielmo Gray 252; s. lascito alla biblioteca di S. Marco in Firenze III 26.

Veterano, Federigo, s. Inventario d. biblioteca di Federigo d'Urbino 569 ». 1.

Vibaldo di Stablo, e le Istituzioni di Quintiliano 239.

Vienna, la s. Università e l'Umanesimo II 271, 281 sgg.

Villani, Filippo, e il Petrarca 150; s. elogio dello stato di Firenze alla fine del sec. XIV 188; s. pubbliche letture su Dante in Firenze 385; s. scritto intorno a Dante, Petrarca e Boccaccio 387; s. Liber de civit. Fior, famosis civibus 391 sg., H 491; loda le epistole di Zanobi da Strada n 7.

Villani, Giovanni, contro gli astrologi 77 n. 1; s. Storia di Firenze, s. cul- tura classica 391.

Villani, Matteo, s. cultura classica, s. giudizio int. al Petrarca e a Zanob i da Strada 379.

Vincenzo di Beauvais, e gli studi storici nel medioevo DI 485.

Vinci, Leonardo da, e L. B. Alberti 372.

Virgilio e Dante 14, 16; e il Petrarca 31 sg., n 374; e Ciriaco d'Ancona 273 ; interpretato a Mantova dal maestro Venturino 534 ; a Ferrara da Guarino 533; 554; culto di V. a Mantova 573; Carlo Malatesta e la sta- tua di V. 572 sgg., Il 326; commentato da Dionigi da Borgo S. Sepol- cro 379.

Visconti, Bart., vesc. di Novara e card., chiama a Novara Guiniforte Bar- zizza 507.

Visconti, Filippo Maria, duca di Milano, e il cod. delle commedie di Plauto 258; 502 sgg.; chiama a Milano Gasparino Barzizza 506; e Guiniforte Barzizza 507 ; F. M. e il Beccadelli 510 ; e P. C. Decembrio 511 ; e il Filelfo 512 sgg.; e l'Università di Pavia 515 ; ammiratore del Petrarca n 387.

Visconti, Galeazzo LI, duca di Milano, e l'Università di Pavia 514.

Visconti, Gian Galeazzo, duca di Milano, e il Petrarca 156, 209 ; s. giudizio sopra gli scritti del Salutati 206; libri antichi da lui posseduti 211; chiama il Crisolora all'Università di Pavia 229; s. carattere, s. co- struzioni, letterati alla s. corte, s. biblioteca 499, 500; s. epitaffio com- posto dal Loschi 502.

Visconti, Gianmaria, duca di Milano, e Uberto Decembrio 500.

Visconti, Giovanni, arciv. di Milano, chiama e ospita il Petrarca a Milano 101, 498 ; orazione del P. in morte di lui 157 ; s. potenza, s. corte let- teraria 498.

Vitez, Giovanni, di Zredna, vesc. di Granvaradino, arciv. di Gran e card., ospita il Vergerio II 266; 307 sgg.

136 INDICE ANALITICO

Vitruvio, trovato nel monastero di ÌS. Gallo 241; V. e L. B. Alberti 371;

e il Brunellesco 376. Vitry, Filippo di, rese, di Meaux, amico del Petrarca, supposto traduttore

di Ovidio II 323, III 57. Vittorino. (Rainbaldoni) da Feltre, discepolo di Giov. da Ravenna 219; di

Guarino Veronese 423; s. -insegnamento a Padova 436; 533 sgg.; s.

« Casa Giocosa » 535 sgg., II 449 sg. ; s. effigie nel palazzo ducale

d'Urbino 569 s. trattato d'ortografìa III 5S. Vladislao, re di Boemia, e il Filelfo 348. Volpe, Niccolò, da Vicenza, poeta, maestro di N. Perotti II 129, 146.

w

Weingarten, Abbazia di, codici ivi trovati 233.

Wendel, Gasparo, istitutore di Ladislao re d'Ungheria, e il Piccolomini II

306. Worcester, Giov., duca di, v. Tiptoft.

Z

Zabarella, Francesco, card., e il Crisolora 231; e P. P. Vergerio 430, 431; e Girolamo Agliotti, s. morte II 216, 217, 218; collaboratore del Ver- gerio nel suo trattato De arte metrica 371; lo Z. e Gasparino Barziz- za 416.

Zambeccari, Cambio, questore del Duca di Milano, e il Beccadelli II 378.

Zambeccari, Pellegrino, cancelliere del Comune di Bologna, e il Salutati 573, II 48; s. studi, tendenze umanistiche, s. corrisp. epistolare col Sa- lutati e col Vergerio n 48.

Zamoreo, Gabriele, da Parma, s. versi in lode del Petrarca 150; s. culto per il P., s. epitaffio per l'arciv. Giovanni Visconti 499.

Zane, Paolo, protettore di Guarino Veronese 343 n. 2, II 111, III 49.

Zangaropulos, Giorgio, scrivano del card. Bessarione II 127.

Zanni, Lorenzo, discepolo del Valla II 166 ». 1.

Zanobi da Strada, maestro di scuola a Firenze 164; incomincia un poema su Scipione Africano, stringe amicizia col Petrarca 165; onoranze a Z. in Firenze 375 ; Z. e il Petrarca, Z. segretario di Niccola Acciaiuoli 454 sgg.; incoronato poeta da Carlo IV di Boemia 455, II 258; segre- tario papale di Avignone, s. morte II 7, 8; s. epistole 7; s. traduzioni di S. Gregorio Magno 7, 155 ; Z. e lo studio del greco nel medioevo 104; e il Petrarca 448.

Zeno, Carlo, mecenate degli umanisti, s. amore per la letteratura greca, s. importanza come capitano e uomo di stato, s. morte 414; elogio funebre in suo onore di L. Giustiniani 414 ». 2; e di Giacomo Zeno 414 n. 2, II 483.

Zeno, Giacomo, vesc. di Feltre e Belluno, e di Padova, s. vita di Carlo Zeno 414 n. 2, ET 488; s. contesa con Poggio Bracciolini 335, II 440.

INDICE ANALITICO 137

Zomiiìo (Zembino, Sozomeno) da Pistoia, b. studi, cultura, va al concilio di Costanza, s. ricerche di codici, s. insegnamento a Firenze, s. morte, s. biblioteca 237; s. Cronaca universale 237; trascrive l'Asconio Pediauo trovato a Costanza 241, II 375; Z. bibliofilo 393; s. stima per Vespasiano da Bisticci 397 ». 1; s. Beguine grammaticales II 3G8; vocabolario greco da lui posseduto 372 n. 5; mappamondo e carte geografiche da lui pos- sedute 498.

ERRORI

CORREZIONI

Pag. 2 lin. 34, Francesco e Giovanna » 6 » 20, p. 297 » 10 » 3, Giovanni II Paleologo » 15 » 3, questo > 17 - 22, nel 1430 » » » 24, conferma 32, p. 414 a. 1 2, il 26

6, Francesco II 38, notata 11, Socrate

18 29 51 52 57 73

Francesca e Giovanni

p. 381

Giovanni vii Paleologo

questi

nel 1431

elezione

p. 314 n. 1

il 27

Francesco I il Vecchio

notato

Isocrate La giunta a p. 346 va trasportata al suo luogo nella pagina seg.. Si avverta che V autore Cannavate, Ercole, va riferito a Lo Studio di 2\ax>oli etc, non alle Epistolae etc. del Campano.

INDICE

Avvertenza pag. v

Giunte e Correzioni al Vol. I » 1

Giunte e Correzioni al Vol. II » 43

Indice Bibliografico » 66

Indice Analitico » 89

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