( West Virginia University Libraries 3 0802 100908374 4 U r- , 4, ^M-^ DEC 1 1955 WEST VIRGINIA uR^VCT^im MEDICAL SCHOOL LIBRARE This hook must not be taken from the Library building. ISTITUZIONI ANOTO. MICHE DEI- SIGNOR L. M. A. CALDANI TRADOTTE IN ITALIANO GAETANO CASTELLANI DOTTORE IN FILOSOFIA E MEDICINA, PnOFESSORE DI CHIRUKGLA E DI CLIXICA NEL LICEO E NEGLI OSPITALI DI BRESCIA , SOCIO DELLE ACCADEMIE DEGLI APATISTI B GEORGOFILI DI FIREiSZE , DEGLI ANIMOSI DI BOLOGNA , DI QUELLA DI VENEZIA E DI BRESCIA , E DELEGATO VER LA FACOLTÀ' MEDICA KEL DIP-ARTIMENTO DEL BIELLA. TOMO I PARTE I CONTENENTE l' OSTEOLOGIA. HEALTH SCIENCE: ^3 fi- 1 PER BETTOLI TIPOGRAFO T3IPARTIMENTALE BRESCIA MDGCCVII Digitized by the Internet Archive in 2009 with funding from Lyrasis Members and Sloan Foundation http://www.archive.org/details/istituzionianoto11cald A SUA ECCELLENZA PIETRO MOSCATI CONSIGLIERE CONSULTORE DI STATO DIGNITARIO dell' ORDINE DELLA CORONA DI FERRO grand' AQUILA DELLA LEGION d' ONORE MEMBRO dell' ISTITUTO NAZIONALE DIRETTORE GENERALE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE IL V0I.GAKIZ7.ATOHIÌ GAETANO CASTELLANI ECCELLENZA E, Ila e coslantemente gran ventura per gli Stati y che alla pubblica Istruzione presiedano uomini rari ^ genj sommi ^ cjual è r Eccellenza Prostra ^ cui non e alcuna Scienza che sia straniera. Quindi è che tutte da essa ricci^'ono lustro y appoggio y e protezione. Ma gli impareggiahili suoi meriti cjui ancora non ristanno . Si può esser genj , si può essere eruditissimi , e non ostante mancare di quella attitudine ^ energìa , e perspicacia j che è tanto necessaria a chi ha la parte direttiva della pub- blica Istruzione . Ben se n avvide il VI pili Grande fra gli uomini ^ quel mag- giore di tutti gli Eroi che abbia pos- seduto la terra , che sa conoscere i talenti de' singoli come conosce le molle degli stati. Egli appena la conobbe che la destinò a cose grandi , e la collocò jìnahnente in quella sede che merita- mente copre. Quando Ella entrò in questo Liceo , tutti noi Professori concepimmo le pile lusinghiere speranze di ai'ere dalla esi- mia mente di Lei una miglior norma ne' nostri insegnamenti. Ella ce la di- notò neW Elenco de' libri che i Profes- sori debbono spiegare ; ed io mi affret- tai di trascegliere tra questi l' Opera veramente Classica del Professore Cal- dani y trasportandola in italiano per essere a tenore dell' articolo sesto del Piano degli Studj 5i Ottobre i8o5 spiegata dal Professore di Anotomia, Io mi conforto che la sollecitudine con cui le offro questo mio tenue tri- buto ^ compenserei almeno in parte i di- fetti ripetibili dalla celerità del lavoro VII e dalla distrazione inevllahlle nelle di- urne vile occupazioni . yiccolga pertanto l' Eccellenza T^o- stra cpiest' omaggio con quella bontà, colla cpiale si degna di riguardare pili le prodaziord utili die le brillanti y piìi la riproduzione delle opere grandi che la compilazione delle mediocri ^ ed ag- gradisca le proteste pili ingenue del mio profondo rispetto. vt PREFAZIONE DEL TRADUTTORE ppena che da Sua Eccellenza il Si- i;nor Direttore Generale della pubblica Istruzione si è prescritto tra le opere da spi cibarsi dai Professori de' Licei e delle Università Y aureo Libro delle Istiiuziom Anotomiclie del Signor Cal- dani ^ n}i sono data tutta la sollecitu- dine di porgerlo al pubblico tradotto ^xi'^X idioma iiaJiano , dando lui Testo ai singoli Professori giusta il disposto air articolo 6 tlel Piano degli Siudj 3i Ottol)re i8o5: e dovendo cpiesto Testo per il susseguente articolo (j essere ita- X liano , io ho creduto di Air con ciò un' opera utile al Professore ed agli studenti ed anche a quelh che dediti ad altri Studj amano però di avere un' idea della struttura umana. Aggiangesi in via d'appendice una mia Memoria di^ retta a far conoscere Futilità delF ap- plicazione delle Teorie matematiche alla Scienza Medica. Moki mi liaimo preceduto su questo argomento, ma non credo che alcuno l'abhia preso nel punto di vista , sotto il quale io l'ho trattato. Mi studio di far conoscere il torto eh' essi hanno , tanto quelli che indiscviminatamente declamano contro qualsivoglia sistema, come coloro che frenetici per ridurre ogni cosa a sistema violentano massime, principi , esperien- ze, ed osservazioni per ispiegar tutto secondo un romanzo che non regge se non nella loro riscaldata fantasia . Ho battuto in ciò le tracce luminosamente segnatemi da Gondillac. Io porto ferma opinione nel resto che non si spiegheranno mai le Leggi XI de' Moti muscolari ed iiivolontarj in. istato di sanità, le leggi della circola- zione dei fluidi, f[uelle di altre funzioni animali , come delle secrezioni , della digestione, della respirazione, della nu- trizione, il meccanismo de'sensorj, se non si avranno idee e nozioni chiare de' primi rudimenti delle Matematiche. Non si giugnerà poi mai a separare ciò che v'ha di certo da ciò che v ha di congetturale, ove non si dispongano le parti della Scienza Medica in un certo ordine, che è quanto dire sistema, nel quale si vegga ad evidenza ciò che è dimostrativo da quello che è pm^amente d' induzione . Noi vedremo certamente incidcate queste massime da quelF insigne Lette- rato che essendosi elevato a tanta su- blimità nella Scienza Medica , in cui si assicurò tanta celebrità, ha saputo an- che innoltrare fermo i suoi passi nelle non facili Dottrine Matematiche. Egli pensa a tutto; già sta meditando un Piano generale aspettato da ognuno XII con pari impazienza che entusiasmo . Preparare gìi animi nel tirocinio della Istruzione primitiva alle Scienze che costituiscono la media ^ ed elevarli con solidi fondamenti alla sublime è il grande scopo de' Piani disciplinali clic la perspicacia di Sua Eccellenza il Si- gnor Moscati ci sta preparando, sicuro che da essi ne deriveranno vaulaggi incalcolabili alle Scienze, alle Arti ed alla educazione della Gioventù. XIII L. M. A. CALDANI A' SUOI SCOLARI S. c, orre ^ik il decimo - quinto anno dacché , oltre il gravissimo (i) inca- rico d' insegnare la Medicina Teorica , queir altro ancora mi fu imposto di dimostrare l' Anotomia. Per eseguire il che secondo le mie forze io ac- crebbi il numero delle lezioni, alTm- (i) Facciolati ( Fast. Patav. Voi. 2. pag. 892. ) di Antonio Molinetto Professore di Anotomia e di Cliirurgia così parla: nelF anno 1661. toltagli la Chirurgia gli fu dato V incarico o,ssai pia grave iV insegnare la Medicina Teorica ordinaria dalla primaria Cattedra. XIV che ( oltre la necessità di dare ancora ogni anno la Spancnologia ) potessi nello spazio di tre anni terminare la storia anotomica del corpo umano, la quale una volta , con una rara feli- cità veramente , solevasi compire con ventidue dimostrazioni al più. Mi con- solo quindi, che voi approviate la mia diligenza , o sia questo per il giudizio che ne formiate, o lo doniate all'amore. Dal che n' è avvenuto , che ben volon- tieri intraprendessi di pubblicare per vostro vantaggio le Istituzioni Anoto- miche con quel metodo affatto, che tengo ogni anno nelle lezioni stesse d' Anotomia ; ciocche da me voi di- mandaste più d' una volta , pensando che avverrebbe eh' io meglio provve- dessi a vostri comodi , se quelF opra spendessi nelF Anotomia, che ho speso nella Teorica. Sebbene poi opra sia né di poco tempo nò di poca fatica , e voi ben sappiate da quanti affiiri io sia angustiato, come io non abbondi mai di ozio, distratto or da letterarie XV e or (la cllniche occupazioni : eccovi neW Osteologia la prima base delle Ano- toniiclie Istituzioni . Spero ncll' anno venturo di dare la Mìo/orna: e di mano in mano vedranno la luce poi le altre parti dell' Anotomia . Tutto sarà ad- dattato per quanto fia possibile a que- sto Ospitale, a questa Scuola, a questo Cielo ancora. Cose megliori e più esat- te, ancorché potessi, a dire il vero, non ve le darei. Imperciocché io deggio aver riguardo ai Cadaveri , che pochi , e tutti quasi putrescenti, si portano dall' Ospitale nel Teatro : sì ancora ai giorni che furono assegnati a spie- gare r Anotomia , i quali correndosi dietro per lo più senza intervalli , non danno tanto di tempo ai Dissettori quanto richiederebbono più esatte pre- parazioni ; sì ancora a questo Cielo , in cui i venti australi , esercitando spesso il loro impero, dissolvono non di rado in un fetidissimo fracidume e sanie le parti da prepararsi già proclivi a putre- farsi per la natiua delle malattie , da XVI cui erano state vessate. Questo e ciò che avea a premettere , e che non du- bito , che a voi non fosse notissimo . Se avverrà che in questa prima parte delle mie Istituzioni io abbia conse- guito quel che mi sono proposto, cioè, che voi senza V ajuto del Maestro o d' un Dissettore veggiate cogli occhi ne' cadaveri quelle cose , che io vi de- scrivo colle parole , mi parrà di non aver operata cosa affatto inutile. State sani . XVII INDICE DEI CAPI E DELLE SEZIONI CHE SI CONTENGONO WELLA I. PARTE DEL I. VOLUME JJcdlca » V Prefazione del Traduttore ...» ix Prefazione dell' Autore . . . . » Xin CAPO PRIMO. Dell" Anatomia in gene- rale, e primieramente degli elementi del corpo umano » i CAPO SECONDO. Delle regioni del corpo umano » 25 CAPO TERZO. Delle Ossa in gene- rale » 3i CAPO QUARTO. Delle regioni degli ossi , e della loro reciproca con^ nessìone ; . » ^S XVIII CAPO QUINTO. Dei legamenti, inoltre del Periostio e della Midolla . » 54 CAPO SESTO. Della Osteologia in par- ticolare, e primieramente degli ossi del Capo » 60 Dei forami delle ossa del Capo . » 88 CAPO SETTIMO. Delle ossa del Tron- co *^ 99 CAPO OTTAYO. Del Torace ossia Petto » 1 1 4 CAPO NONO. Delle ossa innominate . » 122 CAPO DECIMO. Delle estremità supe- riori , e primieramente della Sca- pala » 1 3 1 Della Clavicola » 187 Dell' Omero ossia Braccio . . » 1 40 Del Cubito » 145 Della Alano , e primieramente del Carpo » 162 Del Metacarpo ....... j56 Dtlle Dita delle Mani . . . . » 169 CAPO UNDECIMO. Delle estremità in- feriori » 1 6 3 Del Femore >> 164 .XIX Della Patella ossia Rotula . ? >? 171 Della Gamba *^ ^74 Del Piede, e prima del Tarso . » 181 Del Metatarso « 187 Delle dita de' Piedi » 189 fji^ifiiii ..m.i»» imvjf..uuim»i II imi u!MMwa3aui.»ijmw»im»u-miiiii IMI iiiiiia»ui^.'i.Mi.wiiti|iM ISTITUZIONI ANOTOMIGKE CAPO PRIMO Dell' Aiiotomia in generale , e primieramente de oli Elementi del Corpo Umano. -0 -„- nella parte della Filosofia naturale , ^.''f ""' ''' la quale colla sezione de cadaveri principal- mente , e con certi altri particolari artifizj esamina, e contempla il corpo dell' uomo, e perciò insegna la struttura , la situazione , la connessione, 1' uso, e le azioni delle parti componenti 1' istesso corpo , si chiama Ano- tamia . 2. L' oggetto adunque di quest' arte nobi- °^",'"l',l'i", lissima , ed utilissima è principalmente il corpo umano. Se s' incidano j, e se si esaminino alcuni cadaveri di altri animali , perchè certe parti di quelli, essendo di struttura più ampia, ajuta- no a venire in cognizione di quelle dell'uomo; allora quest' arie si chiama Zootomia , ovvero Anatomia comparata. Onaii parti 3. Ma quaìiinquc ne sia 1' oggetto , egli Tco 'pÒ'uTa- ^ cornane a tutti gli animnli, che siano com- ''°- posti di parti solide r, e di parti fluide. Co- nosce l'Anatomico le parti solide, col tat- to, e colla vista: il Fisiologo col raziocinio, coir analogia :, e congetturando imprende a in- dicare, e a descrivere la struttura piìi nasco- sta delle parti, e i loro usi non abbastanza certi, richiamando ad esame insieme le partì fluide or semplicemente ed ora con analisi chimica; il medesimo ancora considera le azioni del corpo umano vivente, quando si esercitano queste a norma della natura, cioè nello stato di sanità . Quindi è , che da molti autori la Fisiologia fu detta Anatomia animata. Quaisìaiifi- 4" Sì dell' Auotomia, come della Fisiologia Tóit'b'''è^^ fine principale è una precisa cognizione del dell'Aneto- corpo umano e delle di lui azioni per poter conservare una perfetta sauna , e per discac- ciare , o almeno diminuire le malattie , a cui va soggetto 1' umano genere. Divisione de!- ^' Frattauto le parti solide, le quali tocca k pam soli- ^ IP Anatomico esaminare, soglionsi dividere primieramente in semplicissime , ed in organi- che. Eccettuata una o l'altra delle prime, tutte le altre sono organiche ; come si vedrà chiaramente dalla loro descrizione. Laonde par- rebbe più a proposito le parti organiche divi- dere in organiche semplici , ossia primarie -, ed in organiche composte , ossia secondarie . Tuttavia essendo le organiche semplici com- poste da una minor unione di semplicissime, sarà lecito l'annoverarle tra le semplicissime, e chiamare organiche propriamente quelle , la di cui tessitura è assai più composta. 6. Nelle parti semplicissime (i) si annove- q^w s,>no rano dagli Anatomici le fibre , le lamette ( le ^i^i^sìr^T quali con un glutine, o sia certo condensa- mento inorganico costituiscono i solidi del cor- po umano chiamati da alcuni elementi ) le membrane , le arterie , le vene , i vasi linfa- tici , i nervi , ì muscoli , i ligamentì , le carti- lagini, gli ossi ^ le glandole. Quelle altre parti solide poi , che compongono il corpo Q„a!i le or- umano, chiamansi propriamente organi, ovvero^''""'*' parti organiche: istromenti cioè compo>ti da diverse parti semplici, e in tal guisa confor- mati , onde esser atti a esercitare le loro par- ticolari funzioni. Parleremo in primo luogo delle semplicissime. 7. Gli elementi della materia animale uniti che cosa sia vicendevolmente per mezzo d' un certo gluti- ne , e coerenti in maniera , che rappresentino una linea retta , senza quasi veruna crassezza (1) Si chiamano seniplicissime paragonate alle altre parti, le quali si chiamano organi^ ovvero isiromenti: per altro le stesse fibre primitive , per così dire , le lamette ancora , e il concremento inorganico sono tutte cose composte da principj tra loro diversi. la libra 0 sia profondità e larghezza, danno una ab- bastanza giusta idea della fibra. Quante spe- 3. Lc iìbce altre sono carnose ^ altre ner- y\ ^lJ,^^\ vose ^ altre cellulose, altre finalmente ossee. ^'"'"- Le prime si veggono in quelle parti, che comunemcMite diconsi carni ; ed hanno un moto di contrazione loro proprio, ogni qua! volta sono eccitate da uno stimolo o noto ;, o non conosciuto; le seconde si trovano nel cer- vello principalmente, nelle gambe di questo, ed alla sua base; le terze nelle membrane, e nelle tuniche ; ma piìi di tutto tra le fibre carnose , i di cui fascetti tagliano quasi per traverso; le ultime finalmente trovansi negli ossi dei fi?ti principalmente, e dei fanciulli. Cose comuni 9" A quasi tutte le fibre è comune una alle fibre, fo^-^a clastica . Imperciocché contraggonsi ogni volta che in alcuna maniera venfi^ono distrat- te. Sono dunque tutte piìi o meno tese, o più tirate di quello che la lor natura com- porti. Questa proprietà è comune ancora alle ossa degli embrioni ;, la quale a poco a poco diminuisce a gradi, secondo che gli ossi s'in- duriscono ; poiché per gradi sempre più vali- damente resistono alla tensione. Sì dubita tult'ora, se la fibra detta ner^'osa sia vera- mente ela5tica: imperciocché sei-bene le plcciole parti dei nervi più molli tirate che siano , si destituiscano nel primiero stato, tosto che cessi la forza , che le tira , e aprano alquanto Clic siano le quella fenditura , che le si Hiccia ad arte con una picciola ferita; tuttavia egli è incerto, se tjuesta debole contrazione debbasi attribuire alla polpa dei nervi, o piuttosto ( ciò che sembra più probabile ) a quella tenue mem- branauccia cellulosa, la quale ordina, cinge, e sostenta la polpa nervosa. 10. Le lamette altro non sono, che i me- desimi cimenti (N. 7.) per mezzo d'un certo immette glutine distesi in certe picciolissime fogliette, le quali da alcuni malamente fu creduto esser composte da fjbre ; delle quali foglietto la lar- ghezza ha maiip-ior rap;ione alla lunghezza, e che sono sì poco crasse, che sembrano quasi prive affatto di profondità. 11. Veggonsi queste in certa maniera ( ne j„ ^^.^j ,^„. tuttavia puonno dirsi propriamente elemen- B'"si'"^5m tari ) dopo una lunga macerazione nel sec- cato sedimento di certe parti , le quali bian- castre e prive di un abito fibroso almeno vi- sibile agli occhi , rappresentano delle superficie piane; e le quali, come tosto vedremo, si chiamano membrane . 12. Queste lamette composte di altri mino- ri /AT o \ 1 Qna!ilà co- ri, e con libre spungose (JN, o.j tessute godono munì aiie k della forza d' elaterio ; perciocché le parti che costituiscono , qua e là tirate , o com- presse , più prontamente , o più lentamente ritornano al loro stato , quando cessi la ten- sione ; anzi questa forza non senza qualche mette . facoltà di contrarsi si unisce nelle membrane cellulose. Offici delle i3. Le fo(>liette , che fin' ora abbiamo cle- scritto, compongono, come si e detto, insieme coi fili celluiosi tutte le membrane, quante so- no nel corpo 5 le quali cbiamansi cellulose per quei piccioli spazj (detti cellule o cellette^ com- presi nelle lamette, e tutti tra di loro comuni- canti. Concorrono adunque queste alla forma- zione dei vasi, dei visceri, e di tutte le parti. checosasia- lA Le membrane sono composte da queste no le mem- ... i i i p i b.ane. lamette prmcipalmente, e dalle bla spungose , o sia fibre cellulari tessute , e unite insieme senza quasi alcun ordine , unendovisi dei vasi di diverso genere, e particolarmente di quei Imfatici copiosissimi , i quali coperti dalle su^ perficie delle lamette, allora solo appariscono, quando le cellulose sono infiammate , o quando i vasetti linfatici si sono affatto riempiuti di una colorita injezione. Le quali membrane, quando coprono certe parti , o le circondano , o fanno una qualche cavità , nomansi tunicJie , membrane cioè, le quali sebbene delle altre più dense, esser tuttavia cellulose e composte da lamette, e fili spungosi si vede chiaramente dalla macerazione, la quale rilassa queste to- nache in un tessuto spungoso, intrachiuden- dosi l'acqua nelle celle distese. abbia7ii*co- i5. Queste membrane dalle lamette, e fili «embrane .* che le compongono , acquistano una forza eia- stica se non tutta , certo non poca ; cosi an- cora una forza di contrazione, la quale pia sensibilmente si produce dal freddo, e da altre cause, quando l'uomo vive. Imperciocché la cute , la quale è una membrana quasi sola- mente cellulosa, si condensa dal freddo, e nel rigore di certe febbri alquanto si restringe, e si contrae , cosicché i bulbi dei peli , e le sue papille si alzano dalla stessa superficie della cute, e come più volte io ho osservato, i peli , ed i capelli istessi si rizzano. Questo stato della cute dicesi volgarmente la pelle d' oca. I medesimi fenomeni si veggono pro- dursi dal terrore, e da altri tristi affetti dell' animo ; come pure da un suono ingrato , che produce per esempio , una lama di ferro che rozzamente venga limata ; e da altre si- mili cagioni. Egli è poi probabile, che (juesta forza di contrazione . di cui parliamo , si ac- cresca o si diminuisca nelle altre cellulose per altre cagioni principalmente interne. i6. Alle membrane finora descritte do])biamo 0^,; deiie la composizione di molte parti , f ammassa- mento della pinguedine, della linfa, e degli altri umori, come dell'umor vitreo, o sia dfl corpo vitreo ; così ancora a mio giudizio una certa regolare di>tribuzione della sostanza cor- ticale del cervello , e della midollare ancora di esso, del funicolo spinale, e dei nervi, la qual sostanza sembra esser contenuta in pic- mumbrane , 8 cole cellette; finalmente la connessione tra la polpa corticale , e mulollare dello stesso cer- vello. Oltre di che le membrane cellulose se- parano parti da parti ; conservano la flessibi- lità delle carni, e di altre parti con un olio, 0 altro umore di cui abbondano; ed attorno alle fibre carnose raccolte in masse particolari mettono un certo velo , con cui vien diretta l'azione, e T effetto delle fiDrze motrici. cbecosasia- 17 Dalle mcmbrauc più o meno stretta- "°^°''""'"'' mente insieme unite si fanno le arte/i" , ì canali cioè conoidei , lunghi, ramosi; i quali coi loro rami e tronchi recìprocamente fi^r- mano diversi ano;o1i, tuttavia pili frequente- mente acuti; in moiri luoghi si fanno cilindrici, particolarmente dove hanno una ben picciola cavità la quale è circolare per ogni fa'ccia , e non mai interrotta da membrane fuorché alla base del cuore ; dalla quale prendono origine due arterie distribuite colle sue diramazioni per tutto il corpo , e per ogni viscere parti- colare , e così formano tutto il sistema delle arterie. Qua! sia la i8. Sotto fattc Ic artcric da tre tonache; ira'nerie.'' un^'i cstcma , la quale ricevono dalle cellulose vicine, e le di cui cellette sono più strette, quanto sono più vicine all' apertura , d' onde ne nasce in quella sede la maggior densità di questa tunica. Sotto questa havvene una car- nosa visibile solamente nei tronchi maggiori y essendo le fibre come in cercliio disposte . L'interna stMiiÌ)ra cjujsi tendnosa , e liscia, e risplend^nt<" , e quasi unta d' un certo glu- tine , la c|uale pt^'ò si risolve anch' essa in cellulosa . jQ. Le arterie sono vasi elastici, ed irrita- Qu^^i cir * ,.,.f^..,. . 1 P • comune aljtt bill , latti c;oe in guisa, che sono srorzati a anmd. contrarsi dalla efficacia degli stimoli; imper- cioccl'.è disteni dal sangue tanno la pulsazione, e colla forza eia-^t'ca restituendosi promuovono ulteriorniPuce il sanane ricevuto dal cuore . Dall'irritabilità poi, eh' è propria delle fibre carnose, viene ajutata la restituzione, ossia la contrai^ione delle carni , e perciò dall'arte- ria , la cjual azione è affatto naturale delle arterie. Questa doppia forza è visibile negli animali viventi , e particolarmente nelle loro arterie maggiori ; non cosi però nelle più pic- cole, in cui l'anatomico sebbene coli' occhio armato di lente non ha poruto fin' ora scoprire né le fibre carnose , né il polso. Che però a queste non manchi la tunica carnosa devesi da ciò arguire , che sono parti delle maggiori , e che hanno i medesimi uffici . Inoltre egli è ancora comune di tutte le arterie, che i loro rami minori parte comunichino con altri rami arteriosi , parte sieno continui con le vene , parte mettano il sangue in certe cellette par- ticolari , e parte finalmente abbiano la loro apertura nelle superficie esterne , ed interne JO del corpo, òe suoi visceri, parti, e canali, e così formino dei vasetti esalanti un tenuissimo umore o vapore . _„ . ,. 20. Le arterie, di cui parlasi, ricevono il Offici di es- _ ^ 1 ' *•• sangue cacciato dai ventricoli del cuore, e lo portano a tutte le parti del corpo. Agitano il sangue stesso , con che ne conservano il calore, e promovono quella mutazione del chi- lo in sangue, e in altri umori, colla quale il sangue istesso basta a separare , e a pur- gare i diversi umori , e a preparare la linfa nutritizia : finalmente le arterie ancora senza ajuto di altro organo separano dal sangue ogni altro umore ordinato ai varj usi della vita. checojaiie- 2 1. Allc arterie sono simili le Vene si nella no le vene, e /-> li* « • v quale la loro tigura , comc nella sezione; sono pero più struttura, j^n^erose , più ampie, e fatte di tuniche più tenui: anzi, se si eccettua la base delle vene vicine al cuore , non ritroverassi in alcun al- tro luogo la tunica muscolare. E tuttavolta in quella tenuità di tuniche sembrano più robuste delle arterie; imperciocché più difficil- mente di quelle si rompono ; cedono però più facilmente , e si snervano per dar luogo ai fluidi che le distendono , come lo dimostrano le frequenti dilatazioni delle vene , che chia- mansi Varici . vaivoiedei- 22. Siccome la cavità delle arterie non è interrotta da alcune membranuccie, al contra- ria quella delle vene ( fuorché di quelle , che 1« Tene . II sono proprie dei visceri dell' abJomo ) si fa aspra da certi per così dire piccoli sacchi mem- branosi , or uno , or due ; dove tre e quattro . Questi sacchi hanno come la figura d' un di- tale ; a cui diedero il nome di Valvole . La membrana pendente dal suo fondo riguarda gli apici delle vene, l'apertura poi è rivolta alla base delle vene stesse. Si finga un ditale co- me taghato nell'asse; la porzione più grande è quella che è prominente tra la vena; Tal- ira porzione minore viene somministrata dalla parete della vena , ovvero è f istessa parete della vena. 23. Le stesse vene sono fino a un certo comnne dei- , . , _. , , le vene. segno elastiche . fei sostengono dunque alquan- to : dopo una tensione a poco a poco ritornano nel loro primo stato , ed hanno una qualche contrazione, non però quella eh' è propria dei muscoli. Spesse fiate noi abbiamo veduto dal taglio della vena sortire prima il sangue len- tamente , ed egualmente , cosicché descriveva una parabola di una eguale ordinata , come chiamano; poscia ad un tratto uscir fuori vio- lentemente , e sgonfiare evidentemente la vena istessa, la quale prima s'era validamente gon- fiata . Inoltre non è nuovo , ne insolito , che le vene sotfrano talvolta uno spasimo, ed una molesta contrazione; imperciocché, se a' proprj sensi debbesi credere , io più d' una volta spe- rimentai questo spasmo negli accessi della pò- OnScì delle vene . Clie cosa ?ie- nn i vasi lin- fatici . 12 (lagra In quella vena , la quale corre sopra il metatarso del pollice, e il pollice istesso; cosi pure ho provato una molesta contrazione nelle vene emorroidali prima violentemente aperte; le quali poscia cagionando una dolorosa sen- sazione sembravano quasi venir strette da un legame. Da queste osservazioni mosso non so far a meno di non congetturare , che siavi ine- rente una qualche forza di contrazione alle vene cerne composte di tuniche cellulose, la quale sia sensibile in certi effetti che non sono naturali. Di più egli è comune ancora alle vene il comunicare colle altre vene, e colle arterie minori, e con certe celle sano-uìnose : . . . ^. e finalmente aprirsi nelT esteriore , ed interna superficie del corpo, delle viscere di esso, del- le parti 5 e i^ei canali , e cosi andarsi a finire in minimi vasetti, che assorbono un tenuissimo liquore o vapore. 24, Le vene riportano il sangue, e gli al- tri umori al cuore, cioè dalla circonferenza al centro; e colle valvole, dalle quali sono in- terrotte^ sostentano il sangue che ascende dalle sedi inferiori, e che quindi regurgiterebbe facil- mente allorché qualche impedimento si oppo- nesse al libero suo corso per le vene. a 5. Certi minimi canali;, ne' quali non si os- serva sempre la stessa grandezza, ripieni d'un umor trasparente, atto a condensarsi, alle volte ancora gialluccio, o rossiccio, sono c|uei i3 vasi, clie cliinmansi Linfatici; a' quali nppar- teni>ono i Chiliferi, di cui parleremo a suo luogo. 26. Sono fatti di lucide membrane, o dia- ^^ Coro strliì- fane , tenui, ma in ragione della loro tenuità tur»- robuste; e a guisa delle vene ( imperciocché sono di genere venoso , sebbene costituiscono un sistema particolare venoso ) hanno inter- namente delle valvole, ma d'una figura semi- lunare , più frequenti , e quasi ad egual di- stanza, le quali a due a due ritrovansi in tutte le astrizìoni di questi canaletti ( poiché le vene linfatiche valvolose hanno delle fila in- trecciate in spessi nodi ) e sono in tal maniera fabbricate, e ordinate, che facilmente ricevano il liquore che viene dai rami nei tronchi., e ne proibiscano il viaggio contrario. 27. Questi linfatici hanno la loro origine ^^^^^ ^ dalle cavità maggiori e minori del corpo, €«»«• dalle superficie esterne ed interne del corpo, di quasi tutte le parti, e de' visceri di esso: hanno la loro fine poi nelle cisterne del chilo, nel condotto toracico, e in certe rosse vene. Due sono le serie principali , nei membri par- ticolarmente : una sotto i comuni tegumenti del corpo umano, e in questa sti\i? forma i linfatici chiamati superficiali; l'altra scorre più profondamente , cioè sta nascosta sotto i muscoli, e tra di essi, ed appartiene ai lin- fatici detti profondi. J4 Quel elle è ^S. Tuttì quasl Ì linfatici entrano in certe Liniluci/' gl3"cl<'^^9 o per COSI dire le formano, le quali sono dette conglobate o linfaticlie , di cui par- leremo di qui a poco. Entrano in queste glandole in maggior numero, ma in minor diametro; escono poi da più pochi tronchi, ma questi maggiori, e pieni d'una linfa più fluida. A tutti inoltre è comune una certa forza di contrazione, per mezzo della quale si muove l'umor contenuto per questi istessi vasi dopo morte ancora , ma per un tempo , che non è facile a determinare. Loro uso. 29. Quel tenue liquido condensabile assor- bito dai luoghi, da ci.i hanno principio, lo mettono tosto nelle glandole , ed avendo per mezzo di esse lavorato più perfettamente , e quindi atto a risarcire le perdite , lo portano nella massa universale degli umori per le in- dicate (N. 27). 3o. I Nervi sono que' fili ora più crassi, ora più tenui , bianchi , or molli, ed or duri e resistenti, continui alla midolla del cerebro , del cerebello, e del funicolo spinale. toro strut- 3i. Ella è oscura assai la loro composizione, ne fin qui s' è potuto precisamente scoprirla. A occhio nudo rappresentano delle fibre , e delle filamenta , le quali mirate coi micro- scopi mostrano or una, or un' altra figura. Quella a me è parsa più costante , che mostra un* insigne copia di vasetti con innumerevoli Che cosa sie- 110 i nervi. tara i5 celle membranacee ; tra le quali si fa vedere qualche cosa di globoso d' una minima mole , e asperso di qualche opacità ( che forse ap- partiene alla midolla ). Questa cellulosa so- stanza vedesi patentemente nei nervi e sotto e sopra la legatura, se si legano questi, men- tre l'uomo vive, perchè e di qua e di là del legame i nervi si gonfiano: che che ne abbiano scritto altri , i quali dissero non apparire al- cuna mutazione nei nervi legati , poiché pre- tendevano che i nervi fossero composti da piccioli tubi prodotti dal cervello, oltre ogni immaginazione tenui, e pieni d'un liquido ancor più tenue e mobilissimo, e perciò penetrante, e volatile a segno tale che non potesse disten- dere i tubi legati. Sa. Egli è comune a tutti i nervi d'esser che cosa ab- raccolti in fascetti di fili d' una varia cras- '"''°° ^'""^ sezza ;, se pochi se n'eccettui , ne' quali i mede- simi fili sembrano così tessuti , o certamente uniti, che danno la figura d'una membrana: i quai fili in certi nervi sembrano costante- mente correre in direzione paralella. Egli è inoltre comune, che gf istessi fili non si di- sperdano in rami, ma solamente si divertano qua e là dai fascetti , per entrare in quelle parti, nelle quali si diffondono; finalmente a poco rilassate e dimesse le proprie tuniche tanto quelle che gì' involvono , come quelle , da cui sono tessuti , si sottraggono alla vista , i6 cosiccliè nessuno possa a mio giudizio seguire i fini (Ielle fìlamenra , e nemmeno col taglio toccarli, e determinarli, 5Ò. Sono i nervi isrromenti dei sensi, e dei toro -ufiicj . ^ _ ' _ moti, principalmente di quelli che sono detti volontari Devesi forse a questi fili la robu- stezza delle parti ; impercio^cbè il loro irrita- mento, donde ne nasce dolore, turto ad un tratto inferma le forze , o del tutto le fa per- dere. Quindi la robustezza delle parti divenuta inferma per certi vizj , o affezioni dei nervi ^ impedisce alle volte il nutrimento delle stesse parti; dal che n' è avvenuto, che alcuni fuor di ragione iianno dato ai nervi la facoltà di nutrire. ciiecosasie- 34' lu quauto ai Muscoli sono questi certe BoiMuscoii. jjj^ggg maagiori , o minori di diversa figura , composte di fili , o fibre raccolte in fascetti , rosse pili o meno nella nostra specie, e in molti animali ; tessute di nervi non molto ra- mosi, e che presto svaniscono, e di vasi di qualunque sorta, e di fili celluiosi, e involte in una membrana par memi cellulosa. Queste fibre rettamente alcune chiamansi motrici. 36. L'interna fabbrica di questi pure, come Loro strili- 1^1 quella dei nervi, è assai oscura. Neppure i mi- croscopi ci mostrano qualche cosa di certo , con cui poterla definire senza timor d' ingan- narsi. Questo si può dire con asseveranza coU'ajuto de' microscopi , che ogni fibra, an* tura Ciorcliè ir.inima, la quale si sep.Til tlalf altre col più diligente e singoiar artificio ;, è una coniierie di akre fibre minori e che non è cjnesta concava , ma per ogni dove coperta d una tela cellulosa, e ripiena d'innumerevoli vasetti sanguigni , i .quali danno alla fibra me- desima la sua rossezza. 36. Ecco clic cosa hanno tra di loro comune ^""Z" i muscoli ; il ventre cioè , e le due estremi- tà, che si dicono capo, e coda, i quai noini però , o piuttosto le quai parti dei muscoli non sono solamente dove le stesse carni formano certe membrane o tuniche , ma imcora dove parlisi dei muscoli propriamente detti. 11 capo è più corto della coda, e per lo più immobile a differenza della coda. Le fibre nel ventre rilassatamcnte stanna unite relativamente agli estremi per l'ordinario più densi , i quali sembrano la massima parte formati dalla cellulosa del muscolo conden- sata , e allongati olire le fibre carnose; e molti de' quali fanno dei funicoli d' un color biancastro d' argento, o si spiegano in piane superficie in Ibrma di membrane. Questi fu- nicoli si chiamano tendini'^ e quelle espansioni membranacee , risplendenti , e robuste diconsi aponevrosi. Eo,li è comune similmente ai mu- ciiecosasJe- scoli che aoisi-ouo iiontiarsi nel ventre, e larsi vixsi. OD più corti 5 conservando però il loro naturai colore. Clio cosa Ste- no I tinUiui. Offici de'mU' •coli . Che cosa sie- i8 '7. I muscoli sono i primarj stromenti del moto: laonde ovunque essi sono, e agiscono, muovono le parti , conrraagono le estremità r una all' altra , e comprimono e stringono le altre parti, alle quali sono posti d'intorno o per ogni dove, o jier qualche parte. 38. Simili ai tendini, quanto alla struttura ""'l's»"»^"' ancora , sono certe parti biancastre, fibrose, ti . ' dure , molto elastiche , e a3?ai resistenti , le quali perciò cedono difficilmente alle potenze traenti (0, e si lasciano talvolta rompere piut- tosto, che distrarsi, e prodursi o in lunghezza, o in latitudine. Queste parti chiamansi lii^a- menti . Loro strut- •^9' Souo qucsti composti da fibre sottili, tmra. ^y^ valìdc assai , che corrono a varie direzio- ni , e strettamente tra loro tessute , e con dei vasi apparentemente scoloriti; i quai ligamenti creneralmente o rappresentano dei funicoli più o meno compressi , cosicché in qualche luogo rassomiglino piccole fiscie, o membrane, o tele per ordinario assai robuste. Che abbiano 40. A tutti Ì ligamenti sono comuni un liUm™. ' '^^^o'^ bianco , una tessitura intricata di fibre (i) Dissi potenze traenti , le quali nessuno confon- derà colle rilascianti propriamente dette , dalle quali , com" è notissimo, s'indebolisce la robustezza dei liga- menti in certi vizj delle articolazioni , e in molte lussazioni . Che cosa Ste- no le calti- 19 componenti , una forza elastica , ed una resi- stenza, in molti ancora insigne, es;er collo- cati tra ossi e ossi, sopra de' quali in alcun luogo si estendono, e sono ancora a questi attaccati. 41. Sono poi dati ì ligamenti per unire toro insieme le altre parti sì dure, che molli, altre per sostenerle, altre per rassodarle, al- tre per abbracciarle, altre finalmente per trat- tenerle , affinchè dalla propria situazione non vengano disturbate, o si disuniscano. 42. Quelle parti, che diconsi Cartilagini^ superano generalmente la durezza dei liga- ^^s'"'- menti , e sono bianche , lubriche e dotate cV una gran forza elastica. 43. Non è abbastanza manifesta la loro ^''^° '"■'" ' _ tura . Struttura ; ma siccome di quelle non poche si mutano in natura detrli ossi , e allora hanno una vera somiglianza con l'osso istesso , perciò sembra, che siano composte da fibe e lamette come gli ossi, trapponendosi un glutine, in cui si risolvono, ed al quale de2;2;iono la loro 1 co origine tutte le fibre, e le altre parti del corpo umano . 44- Kgli è proprio di moltissime cartilagini i-oi" °'^^'- di donare lubricità agli ossi, a cui stanno at- taccate , de' quali il peso maggiore nuocerebbe in certa maniera alla mobilità delle parti; e condotte sopra i capi di quelli , e le cavità delle articolazioni , siccome lubriche , e flessi- 20 bili rendono il moto più spedito ; uniscoiKJ certi ossi agli altri; diminuiscono la tra^^pira-^ zione della midolla delle ossa ; facili obbedi- scono alle flessioni di certe parti, anzi non po- co ajutano cpieste Oessioni come nella colonna delle vertebre; conservano certi tubi aperti come nel naso, e nella fistola aerea dei pol- moni ; e tremando accrescono la robustezza della voce, o ripercuotono i raggi sonori bat- tuti quasi non mutati; il che apparisce mani- festamente nella Iarino;e , e nelle orecchie . r.hecosasie- ^5, Ncssuua partc del corpo ha la durezza tura che hanno gli ossi: imperciocché questi sono le parti del corpo le più dure^ e le più sec- che. Gli ossi sono ancora elastici^ o bianca- stri j, o languidamente rosseo-rrianti . Ouest' ni- tima si vede negli ossi recenti , non in quei secchi ne' quali inoltre , almeno in molti , non è troppo visibile la forza elastica. Loro strut- 4^ Souo dessi fatti di fibre, le quali nella prima età si veggono anche ad occhio nudo ; vi si lasciano tramezzo dei solchi , i quali in progresso di tempo riempiuti di glutine fanno perdere quella sembianza delle fibre, cosicché sembrano composti di lamette . Sotto queste tuttavia vi restano alcuni solchi , per cui cor- rono dei vasetti co' suoi rami disposti spes- so in forma d'una rete; e questi vasi profon- dono nelle cellette de£>;li ossi medesimi un succo rossiccio . 2 t 47. Gli ossi sostentano il corpo; e sono co- Loro offici . me la base a cui sta appoggiato . Certe parti clifenflono, alrre ne sostengono, ed altre final- mente danno il loro punto fisso ;, per cui gli ossi medesimi , ed altre parti possono esser tirate alle altre, e quindi secondo il bisogno volgersi in diverse parti . 48, Le glandule sono certi corpuscoli mag- no^i)o- 1^^ (^Q^alutinate nelle amigdale, ossia tx)nsille : delle composte da semplici nella lingua, con- ciosiacchè i sacchetti mucosi che stanno alla base della lingua in condotto si aprono al ceco forame aperto della lingua, mentre diffiitti non manca quel condotto; cosi pure altrove negli intestini, sebbene non sempre appari- scano . Se abMaiw 56. Jl fitt ouì detto diuiostra cbiai'amente di co.uaa.i. esser diversa la struttura delle glandule, e varia ancora essere la loro d-sposizione, cosicché non abbiano niente di comune. Oltre di che, per servirmi d'un solo esempio, le semplicis- sime contengono o un muco, o un sevo; il muco si raccoglie ancora in certi lun!2;hi sac- chetti membranosi separato dalle arterie; i Quali sieiìoi (piai sacchettì si chiamano seni mUcosl ; men- tre il sevo si raduna in certi sacchetti sem« 25 pìici , 1 quali nomansi g^landuh sebacee^ bielle Q„,]iiegian- qiiali alcune sono fornite d'un semplice poro/"^^"-'''^""- o bocca, 'iltre d'un breve condotto escretorio. Ma neppure convengono le glandule nelT offi- cio , cosicché si può dire che non abbiano iiience di comune. Sy. Imperciocché le alandole semplicissime Qnai; sieno , , " -1 , • gli offici del- sembrano date a separare il muco, e la pin- legundnje. guedine , e quindi ad umettare certe parti, e quasi a lisciarle, ed ungerle : le conglobate a lavorare il chilo, e la liuTa nutritiva: le conglomerate sej3arano dal sangue o un umor actjuoso , o viscido , o qualche altro grasso umore, come è ne' reni , nelle parotid: , e nelle altre giandule delta saliva, nel pancreas, nel feojato , e nelle mammelle delle donne ; r uso de' quali liquori è grande nel corpo vivente. CAPO SECONDO Delle regioni del Corpo Umano, 58. Vwalunque corpo ha il suo luogo ^ll^^j:;;: in q;iesto universo , e le parti che lo compon- gono seno a qualche banda rivolte. Non tanto cioè il corpo intiero , quanto ancora le sue parti j se si ha riguardo ad altri corpi, e ad a6 altre parti si proprie, che appartenenti ad altri corpi 5 sono o superiormente, o inferior- mente, o a destra, o a sinistra, o interior- mente, 0 esternamente, finalmente o davanti, o di dietro. Inoltre parlando di parti, che sono contenute tra corpi , o tra le altre parti de' corpi , non si può dubitare , che le conte- nute non riguardino alcuna delie indicate re- gioni , e che nelle continenti non si possano notare i luoghi , in cui le contenute abbiano sede e dimora. Queste parti, ossia luoghi nel corpo umano chiamansi col vocabolo comune di regioni ; delle quali ( ma solamente delle principali ) ora abbiamo a parlare : avvertendo poi che consideriamo il corpo umano in istato di erezione , i membri superiori pendendo col dorso che liguarda di dietro le mani, e re- gioni da regioni consideriamo cosi divise, e distinte, come se tra una e l'altra fosse tra ìnezzo una tenue chiusura . inqmmiepai- 59- 11 corpo umauo adunc[ue , eh' è com- tisi divida da.- . 1„1T7 •! 1 • ^^ ' ^ ' ^ gli anatomici posto cicl irofico, il cjuale si divide in tre ii^corpouma- y^j^j-rj principali , Cttpo cioè , Torace^ e aòdo- me; e dei membri, ovvero estremitcà, de'cjuali le inferiori le gambe cioè , e i piedi sosten- tano lo stesso tronco ; le superiori poi le brac- cia , e le mani pendono dalla suprema e late- ral parte del Torace ( immediatamente sotto il Collo j il quale sostenta il capo, ed è un al- tro ventre da aggiugnersi ai tre principali ) : questo corpo umano dissi si divicìe in certe par- ticolari regioni: o per dir meglio, in tutte le parti che lo compongono, si deggiono consi- derare certe regioni . 60. E primieramente nel capo evvi la re- Principali re- ■ Il -11 ^ l^^TT^ •. cioni del ca- Olone capi! lata, e non copulata detta l'accia, ^^, nella primM delle quali deesi osservare Vacci- pile, che è la ragione opposta alla fronte; il Sincipite, ossia il vertice , che è la parte snpre- ma dei capo, e fin.dmente le tempia che sono la patte mass-ma: ntU'alira regione poi la fronte, i sopracìglj col tramezzo spelalo le regioni degli cechi, del naso . delui bocca, flelle orecchie^ delle ifuancie , e delle masrelle, così ancora il Filtro quel canaletto cioè lungo scolpito nel labro supe- riore sotto il setto del naso; finalmente il mento, gli angoli della mascella inferiore, e la regione aheolare ikW una , e dell'altra mascella. 61. Le regioni principali nel collo poste da-Dei coiio. vanti sono il pomo d' Adamo , e la gola , la qnale è quella cavità che si vede in fine del collo: lateralmente vi sono le regioni delle vene giugulari: posteriormente poi evvi la Cer- yice propriamente detta , quella parte cioè su- periore del collo continua all' occipite , volgar- mente la Nuca; a cui si aop;in9:ne immediata- co • mente la regione della Spina del Collo j 0 sia il Collo istesso . 62. Nel petto osservansi davanti le regioni Dei petto. ^lelle clavicole 3 e delle mammelle; come ancora a8 ck-ìlo Sterno , e del precordj ; V ultima delle quali sembra indicare le parti che stanno d'at- torno Vicine al cuore; di dietro poi le regioni della Spina del dorso ^ e delle scapale, final- mente le regioni laterali non tanto le superio- ri, medie, e inferiori, quanto quelle riguar- danti davanti, e di dietro. DeiiAbdo- 63. Le regioni principali del Abdome sono lo ""^^ Scrobicolo del cuore r, che sta subito sotto lo sterno, sotto cui inferiormente avvi V Epiga-^ strio, il quale ha lateralmente gli Ipocondrj uno per parte . Sotto V Epigastrio evvi la re- gione iimbilicale , sotto la quale havvi un'al- tra regione detta 1' Ipogastrio . Le regioni la- terali dell'ipogastrio sono gP /// , sopra i quali non si deve om mettere la regione Epicolica destra ;, e sinistra , continua colla regione dei Colo trasverso , la quale sta in mezzo alla legione epigastrica , e iimbilicale . Sotto l'Ipo- gastrio havvi la region del pube, alla quale inferiormente , e lateralmente vi sono gli In- guini, che vanno a finire nella regione delle Pudende-, e questa nel Perinneo. Finalmente r Abdome ha di dietro la Spina dei Lumbi , e i Lumbi istessi i quali vanno a terminare inferiormente nella regione ì^eW osso sacro, e del Coccige, e nelle cluni, o natiche, 64. Esteriormente alle natiche evvi la re- edeiiBgam- gioHB del Cosseudicc , il Femore, detto da cer- tuni gamba , in cui hanno il suo luogo la a9 regione superiore i e inferiore, media ^ anterio- re, posteriore •i esterna, e interna ^eletta da alili domestica ) . Inoitie nel femore mede- simo, e nella sua articolazione colla Tibia- vedesi il ginocchio , a cui posteriormente cor-r- lisponde il poplite:, mentre trattante la gam- ba propriamente detta , la quale è composta di due ossi , della Tibia , e della Fibula , ba le medesime regioni le (juali abbiamo detto potersi notare nel femore , della qual ganiba la parte posteriore^ che è la più crassa , si chiama Sura ; 1' inferiore poi , che è promi- nente da una parte e 1' altra , forma ì nial- leoli > 65. Riguardo appiedi vi sono il Calcagno ^^"^^'^ ^' il Tarso ^ il Metatarso, il Dorso, e la Pianta^ finalmente i Diti. Ór- 1 1- •!• 11 ^ •^'» Dell' omere, 0. Lo stesso dicasi di quelle estremità , ^deicuinto. che diconsi Superiori, nelle quali meritansi da notare le reoioni òtW Acro mio . delle Ascelle^ D ... e dell' Omero ; nel qual omero si distinguono le sedi esteriori e interiori , medie , e supe- riori, e inferiori^ quelle (X as/anti e di die- tro ; cosi nella congiunzione dell' omero cogli altri ossi del braccio posti inferiormente mo- strasi la piegatura del gomito , e la prominen- za che corrisponde posteriormente a questa detta Cubito. In questi ossi poi, che stanno tra r omero e la mano , che sono due chia- mati Ulna, e raggio ^ la parte interna, qua- 3o lora la mano è supina, aspetta all'Ulna e però dicesi region di^lV Ulna , V esterna poi nomasi di.4 raggio ; le quai regioni come le altre si possono diviilere in superiori; infe- riori ec. toeUa inaiw. g -7. Agli ossi (lei fagglo, e deir nlna , le di cui estremità inferiori alquanto prominenti fanno in certa maniera i mal coli delle mani , succede inferiormente la regione che si chia- ma Carpo., cui siegne il metacarpo , e finalmente le dita , e quindi il dorso, e la palma. Que- ste regioni ultimamente indicate, come ognun vede, sono proprie soltanto delle mani. „ , 68. Tutte le reo;ioni , di cui abbiamo par- r er qttal ra - O 1 gioneieiiidi- latQ finora, dissi principali, (N. 58.) perchè cate regioni ' •■ . . le abbiamo fion havvcnc alcuna tra quelle , in cui non si detto le prin- . ,. . . , ,. cipaii. possano notare vane sedi corrispondenti a di- verse parti. Le altre notate da alcuni io le tralascio, sì per non farmi oscuro con una pii^i minuta divisione , sì perchè tutte queste sono le pili utili , e più facilmente si ritengono alla memoria, quando si mostrano a' giovani studenti ( come si la da noi ogni anno ) tutte le regioni nel cadavere segnate con linee di diversi colori. «WEST VIRGINIA UCiiVLliii.rY UBRé^^ CAPO TERZO Delle ossa Ili generale» formazinuK 69. vTli ossi, di cui abbiamo brevemente o.i,.iesiaia parlato (N. 4'j. 4^) ^^^ ^^^^^ pnmorcij rap- degli os presentano anch' essi , come le altre parti , una gelatina . o un glutine trasparente , che Defili ossi larghi ha la fi2;ura ci una membra- na 5 nei lungiìi è fatto in forma d' un osso quasi direi che è per nascere. In mezzo a questa gelatina ossea quando apparisce una qualche particola opaca , che è quasi il cen- tro dell'osso, fatta con linee, ossia fibre, che vanno secondo la lunghezza dell'osso, allora la mollezza si diminuisce dell' osso che è per farsi , e la gelatina comincia ad avere una qualche elasticità. Quindi cresce l'opacità, e se in questo stato si facesse seccare il primo principio dell'osso, si sostenta, mostra la figura dell'osso isresso né sconciamente; e allora si potrebbe vedere il cartilaginoso , ancorché non abbia acquistato pur anco l' indole di cartila- gine; imperciocché quando realmente è carti- larv'moso fa le rughe seccandosi ; tale essendo l'ordine delle mutazioni degli ossi che for- mansi , che dalla gelatina passino alla natura di ii)embrana , indi a quella di c^irtilagine , e 32 da questa finnlmente a quella di osso. Questo si fa poi allora quando a qut^lla paiticola opaca sopravviene una verm'gliez/a , o sia compariscono dei punti ros^i , i quali dopoi si dispongono in linea: la qual linea alno non è che l'arteria nutritizia, i di cui rami si dispergono per tutto l'osso portandovi una ma- teria terrestre con un succo pto di otto ossi. Formano la nìascella superiore ttedici ossi, e sedici denti, se il numero di que'^ti è completo. Altrettanti denti ha la mascella inferiore , la quale negli adulti è composta d' un osso solo . Del PeitO. 35 76 II Collo è formato da sette ossa ^ che poi couo. diconsi vertebre . 77 Doilici vertebre, che appartengono al ^'"' ^'' dorso; ventiquattro ossi piegati in certa guisa in arco, dodici per parte, che diconsi Coste; lo Sterno finalmente, che almeno di due ossi è composto, ecco 1' ossatura del Petto. 78. Cinque vertebre stanno aW abdome , le dch' Abdo- quali nomansi vertebre dei lo/ubi , cui segue unita inferiormente una cavità detta pelvi ossea , la quale è composta e dagli ossi ifino- minati ( ilio cioè , ischio , e pube quasi con- densati ìtì nn solo nel corpo adulto), e dall' osso sacro i e quello del coccige. 79. Alle estremità superiori furon dati J^'^^^^^i/'' quest" ossi : a ciascheduna cioè la scapala, la clavicola , V omero , il cubito , il quale è formato dall' ulna e dal raggio , il carpo che è composto di otto ossi , il metacarpo da cinque (i) , e finalmente le dita le quali sono formate da quattordici ossettì . 80. Il femore, la patella ovvero rotula ^'^_^z^^ '"^n la tibia 5 la fibula , sette ossi del tarso ^ (i) Cinque ossi do al metacarpo col grande Albino ( lib. de Sceleto humano cap. io8 e sng. ) Impercioc- ché ( com' egli dice ) queir osso , che sostiene il pollice, si pone nella medesima parte della mano insieme cogli altri ossi del metacarpo ^ aneli"" esso pure procede dal carpo , e finisce di sotto nel capo fatto a somiglianza i.e.1 capo di quelli . 36 ciucine del inrtatdiso ^ fjiinltori'ici spettanti ai flili coi (lue ossetti sesamoidri . sono iili ossi tii ciascuna delle estremità infejiori . Quale s:n or- ^'' Laonde lo scheletro almeno è composto nerahiìom, ,1 ^]i n^c. oii'x . Dìssì ciliìicno, peixhò annoverai mimerò dtgli _ - l *ssi. due ossi solamente nello sterno ed nn solo nel coccige; sebbene nel primo quella carti- lagine, la cjuale dicesi ensiforme , o xifoide ^ sia alle volte ossea ; nel coccige poi tre altri essetti, come tante vertebre decrescenti di mole, aLr2:iuno;ansi all'osso mao;aiore in suisa, «_-D D iris O ' che r o.^so medesimo del coccige airoo;ni in certa maniera una breve coda. Noi tralasciam- mo questi ossi del coccige, perchè il più delle volte sono cartilaginosi , se pure quest' osso ■non appartenga al cadavere d' un nomo assai vecchio: avvegnaché siccome ne' vecchi questi ossetti quasi sempre si trovano; cosi nei gio- vani , e negli adulti le minime vertebre del coccige assai di rado hanno la natura di osso. Che se aoTrino;niamo tre o cinque (0 ossetti dell' osso joideo . e quelli detti triquatri o SVormiani , che stanno in mezzo alle congiun- zioni degli ossi del cranio , incerti di numero; e finalmente ancora q\\ otto ossetti deli" udi- o to, le cartilagini della laringe aventi una so- (i) Quegli ossetti gi'anjformi, che chiamano ancora triticei t non di rado sono cartilaginosi. . 37 S^taiiza ossea , e alcnnl sesamoidei propij di t:erti diti, ed altri dtrllo stesso nome, alcuni de' Oliali rare volte si possono vedere , o cne realmente ossei non sono, e quasi mai con- servar non si possono nel foimare uno sche- letro, avremmo allora non di poco cresciuto il numero testé indicato. 82. Lin cpii del numero degli ossi. i-iC parti ti eomsK-aena poi che li compongono sono la Diajisi, V Jpo~ ^^' ""'' fisi, e V Epìfisi. Il Corpo dell'osso, ovvero la parte di mezzo, la quale è la principale, e niao-f>iore delle altre , e la prima a consoli- ci^e cosa sia darsi , chiamasi DiaJisi. 83. Qualunque prominenza, o protuberanza di diversa figura, che sorge piìi o meno dall' osso, di cui per l'ordinario è meno solida ., ^^^ ^^^^ ^;^ di cesi À pò fi si \ la quale da alcuni viene chia- ^i-"f'"- mata ancora Tahero, Eminenza r, Proniberan7M, Tubercolo -> Processo, Tuberosità. Ella è quasi sempre continua colla Diafiisi: se se ne eccet- tui tra le altre V Apofisi stiloidea degli ossi ulna, e ra^pio ; di cui vedremo a suo luogo; COSI ancora tiuella prominenza nella estremità della tibia inieriore, la quale diccsi Malleolo interno e le quali Apofisi traggono origine dalle Epifisi di tjuegli ossi. 84. V Epifisi poi è una certa appendice ['^^J,';"/"' contigua alla Dialisi, colla quale si unisce per mezzo d' una assai tenue cartilagine. Ella è come un' aggiunta degli ossi , la quale visibi- 38 le essendo nella prima età , e più o meno spungosa, col progresso tìel tempo, che facil- mente non si può definire , si converte nella sostanza di osso, e si fa continua col corpo dell'osso istesso; eccettuatine alcuni pochi esera- pj nelle Apofisi dell'osso del femore , le quali chiamansi Trocanteri , così ancora in quella Apofisi della scapula , a cui si dà il nome di Acromio : a cui vi si sovraggiunge V Epifisi nella prima e tenera età. Sebbene poi V Epifisi sia- no contiii>ue al corpo degli ossi, e passino in natura degli ossi , tuttavia la loro tessitura è meno solida, conciosiacchè le cellette ossee sieno e piìi frequenti, e più spaziose di quello che nella Dia fi si. General dif- g^ j^^ Diufisi è differente in ossi diversi nel- lereuza tra le J Diafisi. ]a figura soltanto, nella crassezza, e nell'am- piezza. Imp'^rciocchè negli ossi piani non è la medesima come nei cilindrici la sua figura, e crassezza : essendo mao:2:iore o minore la Dia- fisi, secondo che gli ossi sono o più grandi, o più piccioli. A tutti gli ossi poi dona fer- mezza . Differenzedei- 35 pj^ differenti souo evidentemente le Apohsi , o prominenze: imperciocché dinerisco- no le Apofisi tra loro non tanto nella figura, crassezza , ed ampiezza , quanto ancora nel sito, nella sostanza, e nell'uso. Alle prime differenze appartengono le Apofisi , che diconsi stiloidee , mastoìdee ossia mammillari , ain~ 39 pie , acute , spinose , coronoidee , condiloi^ dee , dt' riti formi , coracoidee , acromie , cli- noidee , ptengoidee , ossia aliformi , ec. In quanto al sito differiscono quelle che si chia- mano rette , oblique , transverse , supreme , infime , anteriori , e posteriori ec. Riguardo alla sostanza certune diconsi squamose, altre petrose. Finalmecite se parliamo dell'uso, vi sono di quelle, le quali, come alcuni pensano, servono alla ruotazione di certi membri , e diconsi trocanteri; così ancora epistrofei ^ e ar- ticolari; vi sono ancora molte altre, le quali siccome sono fatte in una qualche rotondità pili o meno prominente , fanno le veci di troclee , affinchè sia minore il dispendio delle forze motrici, alle quali per la massima parte non fu dato il suo particolar nome, perchè formino quelle prominenze degli ossi , che co- munemente sono chiamate capi degli ossi . 87. Generalmente parlando, \e Apofsi faci- uso ddieAp»- litano la reciproca articolazione degli ossi , la "' quale è più libera ;, e piìi comoda; e servono all'inserimento di molti muscoli. Sono poi esse date ancora a difesa di certe parti . Forse an- che a questo servono le Apofsi; poiché avendo in qualche luogo delle eminenze grandi , perciò difendono dalle ingiurie esterne i nervi, e i vasi che stanno più profondi. 88. Se poi parlasi dell' offizio delle Epifisi , usodeHeipi- non è questo unico, né sempre il medesimo in^"" 4o ogni età. Imperciocché nel feto alcuni anni ancora dopo la nascita servono le Epifisi all' in- cremento degli ossi , in cpianto che meno resi- stono alla Dialisi, la quale cresce di giorno in giorno per la Ibrza delle arterie pulsanti;, che portano insieme la materia dell'osso : indi, sic- come sono tenere e facili a cedere , difendono che gli os'^i non si rompano nelle frequenti cadute. Neo:li adulti e nei iriovani , siccome sono cellalcse, rendono gli ossi più leggieri , e quasi contengono tra i proprj seni la midolla di e«sl , la quale facilmente scorrerebbe o troppo copiosamente passerebbe per sudore . Siccome poi formano un'ampia estremità par- ticolarmente negli ossi cilindrici, e tubolosi, perciò rendono pili ferma l'articolazione, affin- chè 2;li os>i non si smuovano facilmente dalle proprie sedi; imperciocché gli ampli capi degli ossi sono per 1' ordinario ricevuti da una con- veniente cavità , la quale anch' essa viene accresciuta non tanto dalle cartilagini unite , quanto dalie Epifisi : e finalmente donano una più forte unione alle tuberosità , e sue promi- nenze, ai muscoli, ai tendini, ed ai ligamen- ti; conciosiacosacchè queste parti possano es- sere inserite per un numero roag2;iore di fili componenti in quelle più grandi protuberanze. Quali Siena 8(^ ìuoltre negli ossi, come abbiamo detto, t8 le cavità osservansi delle cavita wnggioii^ minori ^ estre- degli ossi . . • '1 I ■ ■ .. "■ me y interne, comuni, ^ proprie: le quali cavita 4« sono quella terza cosa , die dissi al N 74. doversi generalmente considerare negli ossi. E niipste cavità sono fornite a ricevere delle parti iiioHi, o dure. Parleremo ora delle principali. 90. Le cavità maggiori, le quali servono a 5;,"""i^;;;* contenere le parti molli, sono ; il cranio:, ^'0^- ^V^Tpét lite, che contendono il bulbo dell' occhio; il lepanimoi- O li . forame occipitale ; il forame grande di tutte le vertebre per cui passa il funicolo spinale ; le fistole degli ossi che contengono la midolla; finalmente i seni, e le cavità dell'organo deir odorato, e dell'udito. Qi. Le minori sono certe fossette scolpite Q^^iiie mi- ...... ITI . nelle maggiori cavità delle articolazioni; m cui stanno certe o;landule date a lubricare 2;li articoli con un umore , che spandono ; sì be- ne anche tutti quei forami che sono pur nu- merosi, per i quali passano i nervi, o i vasi. IN è tra queste cavità minori deggionsi ommette- re certi solchi scolpiti nfo;li ossi più lunghi , più brevi, più o meno profondi, per i quali o corrono principalmente i tendini , o nei quali stanno stesi i muscoli , e cert' altre parti . Finalmente a questi sokhi appartengono certe fossette^ canali, seni ^ condotti:, indolire, sinuosità, ed altre simili le quali chi meno, chi del tutto abbracciano , e nascondono le parti molli . 92. Se poi parliamo delle cavità maggiori , Quair siano tra le quali si contengono 1 capi degli ossi, se 4^ «aggiorTper '^"^ste soYìo aiiipìe assai, e profonde, sì cliia- le parti dn- j^^3 no cotìloìdce , o acetaboli ; se meno lar- re . ' ghe , e meno profonde, allora diconsi cavità glenoidee. Qnaiiiemi- o3. Lc cavìtà minori date pel medesimo fine Bon , ed al- j r \ r cani esempi dalla natura , sono quelle profonde fossette, in iques». ^^. ^. j-g^^^j^ju^-JQ^Q j denti colle loro radici, e si chiamano alveoli; cosi ancora certe fossette pili leggiere, le quali si trovano sparse tra certe prominenze, e si accomodano per 1' ar- ticolazione alle prominenze reciprocamente, ed alle cavità degli ossi corrispondenti . Gli ossi innominati danno un esempio della cavità cotl- la cavità co- /«/(Zea , la quale circonda il capo del femore ; gieBBideà. ^ molti esempj abbiamo nel corpo umano della cavità glenoìdea . Così il capo superiore della Tibia, la quale si articola coli' inferiore estre- mità del femore ; l' articolazione del medesimo osso col piede ; della scapula colf omero ; del raggio coir istesso omero , e col Carpo, ed altre congiunzioni degli ossi ci rappresentano delle cavità glenoidee . Quali sieno gA, Quali sìcuo Ic cavità de^li ossi interne , le cavità co- ,- , , . ,. .f wnni, epro- quali Ic csteme j lo indica il nome istesso ; ^^^' non deggionsi nulladiraeno ommettere nella de- scrizione degli ossi . Laonde soggi ugneremo alcune parole delle comuni, e delle proprie. Le cavità adunque , o i forami , i quali sono scolpiti solamente in nn osso, deggiouNi dire proprj ; al contrario comuni quelli, i quali non 43 sono compresi da un ossa solo. Così proprj sono quei forami , i quali si mostrano nelle apofisi trasverse delle vertebre del collo; cosi molti di quelli, per cui partono i nervi del cervello dalla cavità del cranio: comuni poi quelli i quali , a cagion d' esempio , compresi sono sopra, sotto, e lateralmente ne' corpi delle vertebre, e danno la strada ai nervi che derivano dalla midolla spinale; i quali si po- trebbero chiamare forami intervertebrali . Ve ne sono ancora degli altri si de' proprj , come de' comuni, di cui parleremo a suo luogo , Ommetter però non si dee, che, oltre queste cavità e prominenze descritte qui sopra , si vestono ne<2:li ossi esteriormente delle cavità e delle asperità, in qualche luogo formate a guisa di spine , e date dalla natura a fine di tener nella loro situazione più fermi i muscoli, ed i ligamenti nelle estremità. 95. Alle generali proprietà degli ossi appar- Bifferenz» tiene ancora il volume, e la figura. Gli ossi u grandezz. 3 . „ " , . degU ossi. maggiori sono que che formano la maggior parte del cranio; così i femori, le tibie, le scapale i gli omeri , i cubiti ^ gli ossi della pelvi ec. I minori sono le vertebre , le patelle ovvero rotule , gli ossi del tarso , alcuni dei diti, del cranio, e delle mascelle. I minimi sono quelli , i quali nei diti minimi dei piedi formano i due ordini estremi; i denti parimen- te, i triquetri frapposti nelle congiunzioni degli 44 ossi del cranio, i pezzetti cìeW osso joideo , gli ossetlì dell'' udito ^ e i sesamoidei , e al- cuni tìnalrnente di quelli che appartengono alla mascella superiore . Tengono un luogo di mezzo tra i maggiori , ed i minori alcuni ossi del cranio, della mascella superiore^ della clavicola, le coste e gli ossi del metacarpo» e del metatarso . Neikfi^ora 9^' V^i'i^ finalmente è la figura negli ossi: cosicché altri si possono dire piani; altri /«/z- giti; altri finalmente d'una figura incerta. I piani sono certi ossi si del capo, si delie estre- mità superiori; del petto ;, e dell' abdome. Cosi ì parietali.) il frontale, V occipitale 9 la sca- pula , lo sterno , gli ossi innominati sono fatti a guisa di piano. Gli ossi delTowero, dell' w//icola, del femore, delle tibia e fiala., del carpo , del metacarpo , e dei diti sono più o meno in lunghezza prodotti. Finalmente hanno un' in- cerca figura le vertebre , certi ossi del cranio , come il basilare., ed il cribroso, gli ossi pa- latini , certi ossi finalmente che formano il Carpo y ed il Tarso. 45 CAPO QUARTO JOtlle regioni degli ossi , e della loro reciproca connessione . ei>li ossi, di cui fin' ora abbiamo par- «^l'o ««s^^": O l no le regioni Iato, e nella loro e«;teina superficie vengonsi ^«g^^ «"'• a notare alcuni luoghi , i quali indicano di- verse loro paiti. Questi luoghi meritamente si nomineranno remoni de2;U ossi medesimi in c'uantochè determinano T estensione, la figura, ed il sito delle parti componenti. 98. L'estensione e la figura o si considera che cosa sie- 1 • • ; / , • 1 1 • 1 1 • • no le regio- negli ossi 'ungili, o in quelli che sono distesi „i appam- come in piano, e perciò chiamaronsi piani . "^1'"^^-^^^^ J'I Quindi gii ossi lunghi si dividono in corpo , "'^'ÓS'!'''^*" ed in est venuta; i piani in superficie ^ o f ac- cie, in angoli, basi, e l^mbi ovvero margini, i quali diconsi anche coste, e creste. Le faccie poi sono o interne, o esterne; anteriori;, o posteriori : gli angoli parimente sono o ester- ni, o interni; superiori ;, o inferiori, ec ; le basi negli ossi si concepiscono sempre poste nel luogo inferiore; i lembi finalmente hanno le medesime re^^ioni che le faccie, e eli anno- ti 'Do li ; i quali però se sono più crassi, e se le linee , ^a cui sono terminati , sorgano alquan- to , allora queste linee diconsi labbra , le quali 46 in esterne , ed interne si dividono comune- mente. Qneueappar- (^ c> . La sltuazione poi desìi ossi è tale 5 che tenenti al si— ., . ,5.^." mi • 1 to. evvi la superiore, e I inrenore ; il davanti, ed il di dieiio; T interna , e l'esterna; anzi le loro parti ancora si possono dividere in supe- riori, medie, inferiori, esterne, interne, an- teriori , e posteriori . Imperciocché tutte queste cose indicano il sito, che hanno non tanto gli ossi, quanto le loro parti. Nel distinguere poi queste regioni tanto degli ossi ^ quanto delle loro parti fa d'uopo riferire tutti questi collocamenti al tronco alzato come reggentesi in piedi. Così per esempio la region interna dell' omero, o del femore è quella, che è ri- volta al tronco 9 e all'altro femore reciproca- mente ; 1' esterna poi l' opposta a questa : sic- come la region superiore dell'omero ;, ossia l'estremità superiore dicesi quella, la quale si articola colla scapula ; e pel contrario in- feriore quella, la quale si articola col cubito. In simil guisa la region superiore nella mano deesi chiamare quella parte , che corrisponde al cubito ; V inferiore la corrispondente agli apici dei diti : così nel piede per regione po- steriore devesi intendere quella parte che è volta al calcagno , e per anteriore quella j che è rivolta agli apici dei diti. Qsai sia il loo. Ma gli ossi sono insieme congiunti; e geaeiale con- . . . , . o • ^ • questa congiunzione viene chiamata fintassi, 47 crcpine cioè, composizione, e costruzione. Due giongiment» sorta di sintassi vi sono ; una è la Sinfisi , Jquaa'eVor' la congiunzione cioè ira un osso e l' altro j^'- essendovi tra mezzo una sostanza quasi etero- genea ,' r altra è V Articolo , dai Greci detto Artron ; donde lì è venuto il nome di Artrosi, cioè articolazione . loi. Si dicono gli ossi congiunti per Sin- che cosa r^c- f • 1 1^1 • eia la Siin- jisi 9 quando tra un os'^o , e I altro evvi una gji, certa co^a di mezzo , la quale non tanto fa , che gli ossi non si tocchino, o non si uniscano per la loio parte più dura; ma è causa an- cora , che si possa conservare un qualche moto negli ossi in tal guisa uniti, tale cioè quale sperar si possa dalla maggiore , o minore cras- sezza , e mollezza della cosa frapposta. I02. La Sinfisi ha tre specie principali Quante , e Alle volte al congiungimento degli ossi vi si Hl^'e sped' frappone una cartilagine, e questa Sinfisi di- p"'""^^?*"- cesi Sincondrosi: o un ligamento , e allora dicesi Sinnevrosi: o finalmente una membrana sta di mezzo a certi ossi , e allora la possiamo chiamare Sinfiisi Sìnimensi. io3. Cosi gli ossi del Pube; gli Ilj col Eiempì wk acro principalmente nei giovani ; la prima cosia, e la Clavicola collo sterno; il congiun- gimento delle vertebre tra loro, e particolar- mente nella loro piana superficie ; e le con- giunzioni di altri ossi ci danno esempi della o- / • r» • -Il U • Della SiMS- òincondrosi. rarimenti nelle vertebre mostransi vto.i. 48 agli occhi certe bende biancliC;, le quali sì por- tano da uno in altro corpo delle vertebre, e in certa guisa le uniscono tra loro : li medesimo vedesi delle apofisi spinose delle stesse, e degli ossi dello sterno ; poiché simili bende o più lunghe, o più corte passano da un osso in un altro, e da una in un'altra spina delle ver- tebre. Cosi si uniscono le c'avicole collo sterno per mezzo non tanto ci' una cartilaa,ine , che ci' un lÌ2;amento ; e li^anu'nti abbastanza robu-» sti ten2,ono leo;ato l'osso sacro all'ischio, ed a questa congiunzione danno una gran fermez- za. Questi ed altri simili esempj appartengono a quella sinfisi, che tu nominata sinnevrosi, e più acconciamente sarebbe a chiamare sin- desmosi ; conciosiacosacchc i ligamenti non sieno ne'vi, da' quali cpiesta congiunzione degli ossi ha preso nome. Della Sali. , Q^_ Finalmente la terza specie di sinfisi mensi. ' _ 1 mostrasi negli ossi del cranio; imperciocché tra quelli evvi tra mezzo una membrana , che abbraccia gli ossi esteriormente e davvicino , la quale chiamasi pencranio. Perciò questa sinfisi la dico sininicnsi ■ ne} quii esempio deesi notare , che gli ossi nel cranio si con- neitono insieme , e sono legati non tanto dal pericranio, quanto dal pericranio interno, cioè dalla dura meninge, quella membrana cioè che comprende per ogni dove il cervello. Imper- ciocché siccome questa membrana è continua. 49 e fermamente attaccata a tutti gli ossi del cranio: così questi ossi quasi separati nel feto, e nei bambini , nei giovani alle volte separa- bili, da questa membrana sono talmente fis- sati , che il loro moto non è tale , il quale proibisca fuor dell'ordine della natura la loro reciproca conglutinazione per commessure , di cui parleremo a suo luogo. io5. Ma a questi principali congiungimenti Deiiasissar- degli ossi per sinfisi altri ancora ne furono ''°''' ao'iziunti da certi autori. Certi ossi si uniscono Co C02IÌ altri essendovi tra mezzo della carne, quindi chiamarono questa sinfisi Sissarcosi . Ne portano esempj dell' osso joideo ^ delle scapule, e di altri, di cui gì' innati muscoli si inseriscono negli altri ossi. Io non repugno, che alla sinfisi , come al genere, non si pos- sano riferire queste connessioni ; ma poiché senza questi muscoli non però gli ossi , a' quali stanno attaccati , si caccierebbero delle loro sedi; perciò io penso che queste carnose coe- renze cogli ossi non costituiscano la sinfisi così propriamente detta, che appartenga al- meno agli ossi. 106. Non cosi è quella composizione degli che «sa sia ossi, ossia congiunzione, o articolazione, a cui P^°?^j7i!òs°f diedero il nome di artrosi; nella quale più o meno si muovono gli ossi per lo più sopra gli ossi; ed a' quali (o riguardi i capi degli ossi, o le cavità recipienti più o meno late o pro- 4 5o fonde, o i lati dispiegati in piano maggiore o niinore ) vi si sopraindiice una crosta cartilagi- nosa coaumentata coli' osso medesimo. Dissi pf^r lo più muoversi gli ossi sopra gli ossi, in quanto che tra le due specie di artrosi una ve n' ha , che non sembra ordinata a questo moto. 107. Due sorta sono di Artrosi: Sinartrosi Quante ,e.> ,-w . |. lii- 1 quali sieno cioc , « JJartrosi ; e megho sarebbe dire due eie""* '^''" essere i modi sotto i quali si può considerare r Artrosi', uno cioè quando gli ossi o non hanno alcun movimento, e se ne hanno alcuno, cer- tamente oscuro; il secondo, quando la mobiHtà degli ossi cade sotto gli occhi di tutti. 11 pri- mo alla Sinartrosi s aspetta , 1' altro alla Uiartrosi . Esenipidei- J <^ ^ • Diconsi duuquc uniti per sinartrosi ìaSuiamo-gj- Qggj ^i^j cranio, i quali sono insieme legati per suture, di cui diremo poscia: i denti an- cora, i quali contenuti nei loro alveoli sono a questa maniera uniti: imperciocché nei fan- ciulli principalmente i più teneri quegli ossi compressi danno a vedere che loro non manca un qualche moto; il quale per lo più non ev- vi negli adulti (i), come non evvi ver un moto (i) Egli è noto non conservarsi por 1' ordinario iferun moto negli ossi del cranio degli adulti. Tuttavia a me avvenne , che in un uomo nobilissimo, mentre vomitava , tenendogli io ambe le mani , come si suol fare , agli ossi parietali 5 ed »l frontale per losienere Si dei denti; T articolazione de' quali colle ina- scelle ci rappresenta quella specie d' artrosi ^ la quale chiamano gli anotomici gonfosi; e noi la chiameremo inc/iiodatura . Della si- nartrosi poi si hanno altri esempj nella pelvi ossea , negli ossi del carpo, e del tarso, ed in altri luoghi , ove il moto dell' articolo è assai oscuro . ICO. Due specie si danno di diartrosi. Una Quanta swo , ,. . .... -1 • 1 1»^ sorti dtlla quando gli ossi vestiti di una cartilagine leg- Dutrosiì ej giera , ed aderente tenacemente all'osso stesso v'°'° '"""*" senza alcun corpo intermedio, liberamente si muovono gli uni sopra gli altri : l' altra poi quando tra un osso e l' altro coperto pari- menti da una tenue cartilagine vi si frappone una cartilagine mobile, e compressibile. Così r articolazione del capo del femore coli' accete- bolo dell' ischio 7 ossia colla cavità ischiatica , ed a quasi tutte le altre articolazioni coni- la testa , mi avvenne j dissi» di spesso, e costantemente accorgermi d'un movimento con strepito d' un osso che si percuoteva insieme con un altro. Anzi io conservo una mascella superiore attaccata all' osso frontale , la quale apparteneva ad un uomo di settant'anni , nella qual mascella io ho potuto con tutta facilità separare codesto osso daj^li altri , coi quali suole essere stretta- mente unita; siccome si potrebbe l'osso isiesso frontale facilmente dividere in due pezzi: in quanto che quella sutura la quale dicesi saggiti ale, in questa età ancora è prodotta fino alla radice del naso, resianduvi la mo» Lilità dell'uno, e dell' altro pezzo d'osso. Ò2 j3ongono ìii prima specie di diatrosi , la quale da 2;iandi anotomici fa detta con rao;ione lassa. Per lo contrario alle piane superficie delle vertebre si frammette una cartilagine, la quale diversamente compressa nei movimenti della colonna delle vertebre cede obbediente alla quantità dei movimenti medesimi: tra l'osso superiore dello sterno, e l'anteriore estremo della clavicola: tra la tibia, ed il femore: e ueir articolo ancora della mascella inferiore colla superiore si trovano sì fatte cartilagini, le quali ci danno esempj dell'altra sorte di artrosi , di quella cioè , la quale chiamarono col proprio nome di stretta. Ilo. Inoltre la prima specie di diartrosi, Altre specie „ '■ . * di Diartrosi. nella qualc non evvi tra mezzo un osso e l'altro alcuna cartilagine^ si divide in tre altre specie: in enartrosi cioè, artrodia^ e «7«- che cosa sia 2-///7ZO : cuartrosi dicono, oo;ni qualvolta il gran l'Enartrosi. ° „ . . ^ ^ , ° capo d un osso vien ricevuto da una conve- Artrodid. niente cavità. Per nome à"" artrodia s'intende quella congiunzione degli ossi, in cui il capo grande dell'osso viene contenuto in una cavità minore di quel che sembrarebbe richiedere la grandezza di quel capo; ciocché molto confe- risce tuttavia alla mobilità degli ossi , come si manifesta non solamente nell'omero, il di cui capo viene ristretto nella cavità glenoidca della scapula , ma a mio giudizio nella arti- colazione ancora del femore colla tibia? in cui 53 le (iure cavità glenoidee del femore ricevono i tuberi suoi più larghi òi queste cavità . Finalmente allora l'articolazione forma il gin- ^'"'^^"^* ' glimo , quando un osso riceve, e viene vicen- devolmente ricevuto : il che avviene nell'artico- lazione dell'omero col cubito, ed in quei ossetti dell'organo dell'udito , i quali dalla loro figu- ra sono chiamati martello, ed incudine, e così in altri luoghi . Imperciocché in questi esempj gli ossi, in quella parte che si unisco- no cogli altri, hanno delle prominenze e delle cavità, per cui poi si fa, che un osso è rice- vuto dall'altro, e questo reciprocamente riceve queir altro; e il moto delle parti appartenga alla flessione, ed all' estensione. III. Queste sono le congiunzioni degli ossi, Aure «peci ovvero le articolazioni principali, e più comuni. A queste gli anotomici ne aggiunsero delle altre , la trocoide cioè , e 1' amfiartrosi . Delle quali la prima dissero trovarsi nella seconda vertebra del collo, intorno la quale il ventre superiore ruota, ossia si volge colla prima ver- tebra, d'onde viene il nome di trocoide; la seconda dicono essere nella reciproca congiun- zione delle vertebre; la quale articolazione es- sendo tale, che non si possa riferire alle co- muni fin' ora descritte, e sembri inoltre com- prendere quasi due sorti di congiunzione, perciò le diedero il nome di amfianrosi ; di cui non mancano esempj nelle vertebre principalmente 54 le quali sì congiungono fra loro e per una car-^ tilagine frapposta ai loro corpi, e per mezzo di quelle apofìsi , le quali altri chiamano obli- que, altri articolari. CAPO QUINTO Dei Ligamcnti , del Periostio j e delia Midolla . Che cosa sia I... N on eyvi articolazione di ossi , che ligamento. j^^^ gj^ contenutd da un qualche ligamento . Questi ligamenti, che abbiamo ancora accen- nato al N. 38. fino al 41 > sono fatti di molte fila tenuissime, e bianchiccie, le quali seguendo una varia direzione , ed essendo validamente tessute, e unite tra loro, danno perciò una durezza grande agli stessi ligamenti , per cui molto resistono alle forze che li distendono, e sono forniti d'una gran forza elastica Hanno la figura di corde , o bende più o meno dispie- gate, e crasse, e di tele or più crasse, ed ora più tenui, per mezzo delle quali gli ossi articolati stanno fermi nelle loro sedi , e vi sono rinserrati . Quantesicno **3- Sebbcuc abbiano alcuni stimato oppor- le classi dei jy^^Q dividere in molte classi i li/ramenti , ed abbiano in primo luogo insegnato altri servire alle parti dure, ed altri alle parti molli, e non abb ano dubitato di divider c|uelli in varie sue» i ; ciò nulla ostante i ligamenti , di cui parliamo,- sembra che si possano dividere \u due classi solamente ; la ptima delle quali sia di quei che servono alle articolazioni , che si possano chiamare articolari; l'altra contenga quei ligamenti, per cui bassi una qualche con- nessione di certi ossi articolati , ed una mag- gior fermezza dell' istessa articolazione ; e questi nominiamoli unenti. 114. Tra gli articolari certuni aggiungono Quante spe- robustezza a quelle congiunzioni di ossi : altri l^^Jà/enlui-- serrano i capi delle ossa, affinchè non cadano*''"^"'- fuora delle proprie cavità, e si dividono in ligamenti capsulari , ed orhicularl ossia ciliari : altri finalmente, i quali occupano T interno degli articoli, diconsi sostenere gli ossi istessi , affinchè non escano dai proprj seni , e sono comunemente chiamati rotondi ; alcuni dei quali sono detti croci/ormi dalla maniera che v' hanno i Pascetti che li compongono. iiS Così le vertebre, già tra loro artico- Esempi a; .,.1. late, sono in certa maniera ritenute ne' prò- '"''^'""" prj luoghi da certe fascette che si stendono sopra i corpi delle vertebre. Simili fascie an- cora si conducono sopra i ligamenti che ab- bracciano le articolazioni Y'^v gingUmo . Esempj di ligamenti capsulari , i quali da alcuni sono detti tele li^amenCose , non mancano nell' ar- 56 tlcolo tra il cubito, e l'omero, ed in quello ancora , che appartiene al capo della tibia colla estremità inferiore del femore. Il lio;amento orbicLilare , ossia ciliare si mostra nella con- giunzione della scapula coll'omero, e dell'ischio col capo del femore. Imperciocché dal cilio , ossia orbiculo della cavità glenoidea delle sca- pale, e dell'una e dell'altra cavità ischiatica il ligamento procede nel suo principio cjuasi cartilaginoso, il quale strettamente abbraccia il capo elevato dell'osso inserito, e si termi- .na nel collo del medesimo osso. Finalmente tra il femore , e la tibia osservasi il liga- mento crocifonne , dalla cui forza viene mol- to sostenuta , e confermata codesta artico- lazione . Esempi dei li- II 6. I ligamcntì detti uneìiti, i quali se- 8^°"'''^""^"" guano in certa qual maniera i limiti al moto deali ossi medesimi, si trovano tra la clavi- cula ed il processo della scapula tanto acro- mio , quanto coracoideo , tra una chiavicola e r altra; tra le spinose apnfisi delle vertebre; e finalmente tra questi i più robusti di tutti sono quei ligamenti , i quali dall' osso sacro procedono nell' ischio , e in questo medesimo osso si inseriscono validissimamente. I I 7. Tra i ligamenti unenti secondo la mia u^ruimi™e"é opinione devonsi annoverare ancora quelli, ì aspecie, e qj^,^];^ sccoudochè altri vogliono, sono fabbri- cati per inserimento soltanto delle parti molli; loro S7 e questi pure si possono ilivldere in due classi. Altri cioè non solamente fanno, che certe pinti, come i tendini^ non vadano fuori dei proprj luoghi , ma insieme ancora diriggono le forze motrici, in 2;uisa che le accrescano; perocclìè tengono le corde traenti in luogo più angusto, onde le forze motrici sono unite, e quasi condensate. A questi appartengono certe fascie i, come braccialetti , piìi o meno dispiegate nel carpo, nel tarso, nella parte interna di tutti i diti , guardando cioè la pal- ma , ed in altri luo2:hi . Si chiam.ano lÌ2;amenti anulari i sebbene alcuni sieno brevi, ed altri non compiscano affatto Fanello. Altri liga- menti poi ( e questi formano un'altra classe ) stando attaccati agli ossi , ed unendoli agli altri, servono a ritenere, e a fermare le estre- mità di certi muscoli. Altri di questi si dicono interossei , perchè stanno tra gli ossi ^ come tra il raggio e ì" ulna , tra la tibia e la fi- bula : altri similmente sono tìtti in diversi ossi, ma nelle regioni poste subito sotto la cute ; e così si stendono sopra i muscoli , le cui fibre hanno in molti luoghi inserite. A tal sorta di ligamenti appartengono quelle espansioni mem- branose, e robuste, a cui diedero il nome di Aponeurosi (N. 36.) ; come sono le apone- vrosi delle tempia , delle scapule , delle brac- cia , delle piante , dei femori , e delle tibie , e simili . 58 li 8. f'rattanto le fin qui dette cose intorno ai ligamenti principali generalmente possono bastare. Perocché le loro chfFerenze tratte dal- la robustezza , crassezza , figura , situazione, e da altri accidenti, più opportunamente ver- ranno a proposito nella miologìa . 119. Gli ossi finalmente uniti dalle artico- Hie cesa nt , . . 1 • 1 ■ Periostio, lazioni, 6 dai ligamenti copre una certa tenue membrana , ma in proporzione della sua te- nuità assai robusta, d'una struttura cellulosa, la quale viene chiamata periostio . Sì fatta membrana ancora abbraccia certe cartilagini , non però tutte; imperciocché quelle, che sono condensate colle estremità degli ossi nella sede delle articolazioni , mancano di questa mem- brana , a cui si dà il nome di pericondrìo . Se Peticoncirio, .... . . • • 1 11 ePeiidesm». poi 1 ligauienti aucora siano vestiti della me- desima membrana , che da alcuni viene chia- mata peridesmo , a me sembra difficile definirlo: imperciocché quella , che è stesa su molti figa- menti , e aponevrosi , si osserva per lo più pingue cellulosa, agli strati interni tanto stret- tamente con que:,te parti coerente, che non sì sa , se le lamette interne fiicciano propria- mente il peridesmo , o se piuttosto non appar- tengano a quella pingue cellulosa, te aperto- 120. Siccome poi non tutte le cartilagini ^, •gnrdoT^gu "^ ^^ qualunque loro sede sono vestite dal tj$i. suo pericondrio, così parimenti le ossa noti sono per ogni dove coperte dal periostio. 5, perocché dove sono le cavità , e le asperità che danno luogo ai Iigamenti , ed ai tendini inseritivi fermamente , ivi non è periostio : il quale per questo scrivono alcuni celebri Ano- s^ an-m fi- ^ . . 1-11 1^° *11' intern* tornici non tanto stendersi sulle ossa, madeiioo»»». entrare nei loro pori , e nelle celle interne , anzi aprirsi una strada nei canali, che conten- gono la midolla. E in fatti, se con gran dili- genza si levi il periostio dagli ossi dove veg— gonsi dei meati , aperture , o pori , osservasi ancora qualche cosa di membranoso insinuarsi in quei meati, o aperture. Ma nella sezione non potei spingere la mia diligenza fino a vedere se quella membrana che penetra in quelle aperture arrivi ai canali ;, ossia fistole degli ossi , e perciò comunichi colla cellulosa della midolla. lai. La midolla è un oglio di natura ve- che co» sia ... ,, ,, ,> la midolla d«- getabile contenuto nelle cellette d una mem-guossi. brana tenuissiraa , e assai molle. Questa mem- brana viene sostenuta dalla sostanza interna reticolare degli ossi , e dai vasetti penetranti dall' osso nella sua cavità , e col suo oglio dona flessibilità alle ossa , ed un fiicile movi- mento ai loro articoli: poiché dessa svapora in u$r>dcuj ai- qualche parte per i pori delle ossa situati alle'^*"*' estremità di queste, e si frammischia ad un liquido mucilaginoso delle articolazioni. Midolla dicono propriamente quelT oglio , quando è contenuto nelle fistole notissime degli ossi ; 6o succo midolare poi , o sia medìtulio , quando risiede nelle celle ossee comunicanti , di cui certi ossi per intiero , altri solamente sono fabbricati per parte . CAPO SESTO DelV Osteologia particolare , e primieramente degli ossi del Capo . DI quali ossi 132, Il Capo è composto, come altrove si lia composto \ ■> . -, . . . acarpo, e da noi detto, di una cassa ossea che contiene il cervello, e di due mascelle superiore, e in- feriore. Quella cassa ossea chiamasi Cranio^ o Dì fqiiaii il Calvaria , la cjuale è composta di otto ossi: dal frontale cioè, occipitale, due parietali, e due temporali, dallo sfenoideo , e dal etiiioideo , i cjuai due ultimi sono comuni ancora alla ma- scella superiore. Qnaie sia la 123. 11 FrQutale poi , il quale dicesi anche gìr^'Ò^T del coronale , sta anteriormente, e discende fino Cranio. g||^ jjggg ^i^j cranio, h' occipitale ancora è alla base, ma posteriormente. I Parietali, ì quali sono ancora chiamati ossi del vertice , o Sincipite , o hreginate , sono ai lati del cra- nio. Similmente ai lati, e alla base sono i temporali , i quali da alcuni sono chiiimati squamosi:, e petrosi. Quasi propriamente alla 6i base sta Io sfenoicleo , il quale perciò viene nominato ancora basilare, e dalla maniera di sua connessione , e dalla varia sua figura chiamasi coniforme , e moltiforme Quell' osso })oi 5 che lo sfenoideo ha posto innanzi, e per- ciò quasi sotto 1' osso frontale, egli è l'otta- vo osso, a cui diedero il nome di etmoideo ^ ossia cribroso , o cribriforme . 124 Nota a tutti è la figura del cranio , Qaaie la b- imperciocchè 2i;eneralmente sembra ovale; seb- ^""^"^ *!"' ''''" bene più o meno s' accosti a questa fioiura in sezzadeiieot- 1 ... sa di (juesto . diverse persone. Tutti gli ossi del cranio però non hanno la medesima crassezza. Imperciocché il frontale , ed i parietali sono fatti per tutto da una doppia lametta , trovandosi sparse tra mezzo delle picciolissime celle ossee, le quali contengono un succo rossetto negli ossi recenti, chiamato diploe , o meditullio ; al contrario negli altri ossi del cranio non evvi per tutto la medesima cr&ssezza , né da pertutto il me- ditullio , come vedremo a suo luo^o. 12 5. Codesti ossi sono vicendevolmente con- mera sie.o •.•■t-»i'i • • ..1. tra loro uni- giunti. La i loro congiungimenti si chiamano tiguos.! dei suture ; delle quali se ne hanno di tre sorti . "^'° ' Altre diconsi suture vere; altre spurie; ed al- tre armoniche ; ovvero suture per armonia: le quali tuttavia non hanno 1uop;o nesli ossi del • TV- !• A • • 11 Che cosa sie- cranio. Dicono gli Anotomici esser vere quelle, no le smnre nelle quali per denticiuoli ineguali, colle ca- vità di mezzo gli ossi si inseriscono fermamente 62 chacoi. 1. agH ossi. Spuria poi quelle, nelle quali il •^"'^- labbro :, ovvero il lembo d'un osso è posto sopra r osso vicino, come sì vede nelle squa- me dei pesci . Armoniche finalmente quelle , armoniche.* quando il labbro d' un osso combaccia perfetta- mente col labbro delT altro osso, osservandosi solamente una linea di mezzo, la quale de- termina i confini degli ossi. 126. Tre poi si annoverano le suture vere: ^rvereTe ^^ prima dicesi coronale, per cui l'osso della quali. fronte, ovvero il coronale si unisce ai parie- tali: 1' altra sagittale, per cui gli ossi parie- tali si uniscono tra loro; la quale non tanto nel feto , quanto negli adulti , sebben di rado assai si produce per l' osso della fronte fino alla radice del naso : la terza finalmente dalla sua qualunque figura chiamasi lambdoidea , la quale congiunge l'osso occipitale coi parietali. Tra questa sutura si trovano di spesso certi ossetti minimi , separati , ossia circoscritti , di ineguale grandezza , e figura , incerti ancora di numero, sparsi qua e là tra le reciproche indigitazioni degli ossi , i quali ossetti si chia- mano Woriniani dal trovatore loro , o trique- fiTo'u**"- ^^^' <^^"3 figura più comune che hanno di 'f'«' triangolo. L'osso della tempia si congiunge per la sutura spuria col parietale del suo lato, e lo Sfenoideo col frontale : gli ossi poi nasali tra loro, ed altri ossi ci rappresentano le Dove lo at- • mo»i«ke . suture , o coniziunzioni armoniche . 127* Neir osso frontale adunque deesi q„,; ,„, prima notare il suo sito nella parte ante- ^''*' '''"•''"' * _ . ^ * serrare itt riore del cranio; cosi ancora la sua connes- p'"'™" '«'^- Sione COI parietali , tempiali , moltitormi ,fronui». cribrosi , nasali , lacrimali , mascellari , e zio;omatici . Codesto osso ha due facie ; delle quali r esterna è più o meno prominente in avanti ; 1' interna poi è concava . Forma la parte superiore delT orbita, la quale è ter- minata da un lembo più o meno elevato , e dicesi ciglio dell' orbita . In questo ciglio verso il naso, e alquanto tra l'orbita havvi una leggier' incisura insieme ed una asperità , le quali fanno una parte della troclea compiuta da una certa cartilagine, per cui passa il tendine di quel muscolo , che appartiene all'occhio, il quale perciò dicesi trocleare ^ o dall' azione, o dal luogo obliquo superiore. Sopra questo ciglio havvi una leggiera cavi- tà , la quale a poco a poco si forma in una leggiera prominenza (almeno per Tordinario); e tanto questa cavità , come questa prominen- za occupano i miìscoli frontali . Fra il ciglio evvi una cavità, la quale è parte dell'orbita, in cui vedesi la struttura reticulare, ora più, ora meno sensibile , secondo la più valida adesione del pericranio , come io vo congettu- rando. E questa cavità è più profonda alle parti delle tempia , per dar luogo alla gian- duia lacrimale. Qu=i altra 12,8. Ffs l' Lina e r altra orbita stavvl pro- osl^vS^nci '^^ì"^"^^ un' ossea sostanza spungosa, o pint- fioiuaie. tosto fibrosa terminata in acuto per il con- 2:iuno[imento degli ossi nasali : e siccome la parte orbitale interna , la quale corrisponde al naso, viene da una parte, e dalF altra ter- minata da un labbro celluioso che comprende lo spazio , il cjuale dicesi da alcuni scavamento etmoidale, perchè in cjuesto luogo l' osso etmo- ideo si conglutina col frontale ; così il ciglio dell' istessa orbita nel lato esterno finisce in un' aspra prominenza , col mezzo di cui si connette coli' osso giugale , ossia zigomatico della mascella superiore. Sopra questa promi- nenza r osso frontale è depresso nel iato for- mando una cavità per la parte davanti del muscolo temporale; alla qual cavità mette fine una linea che sorge in forma d' arco d' un cerchio, continua con quella, che si vede ne- gli ossi parietali. Qnaii altre IJ9. Nella faccia dell'osso frontale la parte cose nella . i ni ^ • ì •> C ' faccia intera interna dell orbita ha un aspra superhcie, cre- siLt'oTso'^.'' (^o io, per più ferma adesione della dura me- ninize: e vedesi inferiormente vicino alla con- giunzione col naso , in cui la dura meninge s'insinua per esser qua»! in tal luogo inchio- data. Avanti questo forame sorge per l'ordi- nario una spina , la quale poscia dividesi in due labbra formanti un solco , . tra il quale da una parte viene sostenuto e si spande quel resti sservare 65 seno della tiara meninge, clie \ien detto lon- iritudinale. Queste labl)ra a poco a poco avan- zandosi si fanno prominenti così poco che ap- pena una leggiera ma più larga cavita vi resti pei medesimo fine; a cui ai lati, come negli altii ossi del cranio, si vedono dei minimi fo- rami varj per lo passaggio dei vasi. i3o. Finalmente 1' osso frontale è composto cbeji da una doppia lametta, avendovi tra mezzo m q.usfos quasi per tutto il miditnllio: e tra una lametta '°' e r altra immediatamente sopra la sede del naso vi stanno due cavità piuttosto osserva- bili, chiamate seni frontali, i cpiali, essendovi sparse tra mezzo delle lamette ossee, si divi- dono in minori cavità ossee aperte tra la prin- cipale cavità delle narici. i3i. A questo osso si uniscono per una (^-^^ ^'''''«'i. ii_^i.iA»-j<^^^vv 1 ^ a notare liei sutura coronale posteriormente gli ossi parie parietali. tali, ì quali articolati insieme per una sutura sacrittale, alla parte anteriore di questa sutura determinano quel luogo coli' osso della fronte, che nei fanciulli dicono bregma , o fonte pul- satile ; e questo è quel luogo, che premuto nei bambini appena nati , e nei fanciullini fa- cilmente cede, perchè questi ossi, non essendo ancora finito il loro incremento, non sono an- cora in quel luogo congiunti tra loro e coli' os- so della fronte. Sono questi crassi, più ampj degli altri ossi del cranio , ed a prima fronte sembrano quadnlateri , sebbene a me pajano 5 66 (li sei lati : uno più crasso , e cLe forma il vertice del capo, per cui sono vicendevolmente coerenti; l'altro parimenti crasso, e d'avan- ti, in cui si uniscono coli' osso frontale; il ter- zo della medesima e per ordinario maggior crassezza;, in cui si congiungono colf occipitale ; il quarto lato breve e crasso si unisce con parte dell'osso tempiale, in cui sta prominente l'apofisi mammillare; il quinto tenue ed inar- cato si nasconde sotto la parte squamosa dell'os- so delle tempia; il sesto finalmente tenue del pari si conglutina colf osso moltifoime. Che altro deb- i32 Gli ossi parietali hanno similmente due basi notare Ufi r ' ' e !• tt I" palatali. laccie come i frontali. Una linea un poco emi- nente vedesi dai lati della faccia esterna , la quale indica i limiti , e gli inserimenti del muscolo temporale. Sotto la sutura sagittale, e però nella faccia interna dei parietali, evvi una lunga fossetta, ma Icizo^erissima , che so- stenta la mag2;ior pa!te del seno longitudi- nale, e in parte lo nasconde: com<" sotto quel lato, in cui è attaccato coU'osso temporale alla sede deil'apofisi mammillare, fa d'uopo notare una certa parte della fossa sigmoidea , per cui corrono quei seni della dura meninge chiamati laterali. Finalmente in quest^ osso principal- mente non si devono tralasciar d'ossei vare certi solchi in forma d'arboscelli, i quali na- scono in questi ossi, affinchè le picciole arteìie della dura meninge j, che sorgono dalla superfi- 67 eie di questa , sieno contenute dalla sostanza ossea escrescente , in quel tempo che questi ossi sono molli , e prendono un veloce incre- mento ; e per questo le indicate arterie in qualche parte sono rinserrate in questi solchi. i33. Ai parietali di dietro si unisce per la f^'^s/os^ «i'- sutura lambdoidea V osso occipitale, il quale servare in pri- I . . rao luogo ut:l- non tanto si commette con quegli ossi, quanto roccipitais. col temporale, colla parte petrosa di questo, ma lego'iermente, e finalmente ancora coU'osso moltiforrae. Fa come un segmento ovale, con- vesso nella faccia esterna , la quale superior- mente è levigata , inferiormente si fa aspra da picciole cavità, e prominenze per un più fermo inserimento di certi muscoli ; concavo nella fac- cia interna, in cui osservasi un'eminenza croci- forme, il di cui braccio superiore, e l'uno e r altro laterale fanno un ben sensibile solco ; il quale nella parte sinistra è continuo col solco , che serrano gli ossi parietali insieme uniti ; il quarto poi cioè inferiormente è prominente in spina, o punta. In quel solco si fermano, e si comprendono le parti del seno longitudinale , e dei seni laterali, i quali poscia vanno alla fossa Sigmoidea cosi nominata dalla sua figu- ra, scolpita nell'osso parietale, temporale, e in questo stesso occipitale; alla spina indicata fermamente attaccasi la dura meninge, colla quale costituisce la falce del cerebello A quella eminenza crociforme stanno adiacenti G8 quattro fosse; due snpeiiori , che fanno quasi il recesso all'estremità di quei lobi del cer- vello; e due inferiori per ricevere in parte i lobi del cerebello nella loro parte posteriore. checosadeb- ì^^' Quella spiuci Ì nferiomieu tc si divide basi osserva- • i i l • f • ^ ' • • ve in k, ondo '^^ Guc, ic (luali romiauo in parte i margini, luogo- o s,\^ jg labbra di quella gran apertura , per cui passa il funicolo spinale sortendo dal cra- nio , e dicesi yb/'a/7?(? occipitale. A questo an- teriormente sì aggiunge una crassa apofisi, con una sezione quasi semicircolare, la quale si conglutina colla sella equina delfosso molti- forme, e dicesi apofisi òasi/are. Sotto il fo- rame vi sono prominenti circa lo stesso due altre apofisi lunghe, le quali si articolano as- sai fermamente colla prima vertebra del collo. Queste apofisi chiamate condiloidee nascono in mezzo al margine del gran forame; ed il loro principio è da una certa fossa scolpita nell'osso occipitale, la quale occupano in molta parte le ven^ vertebrali ^ che escono dal cranio. So- pra queste apofisi, cioè tra il cranio, due tuberosità si veggono alle volte ^ perocché in alcuni appena ven^'ha vestigio ), le quali sono in parte divise da quelle apofisi, standovi tra mezzo un forame particolare. Quali coso d.-b- i35. Terminano in parte il cranio dai la- hr;;;Lou,o"oC'' ^ nella base gli ossi temporali, uno per Bei temporali. pa|.j-e ^ colhi sua magi^ior porzione nel lembo superiore assottigliato , ed inarcato congiunto, 6y coi parietali per la sutura spuria; posterior- mente, e iriferiorniente coli' osso tlflT occipite; anterionnente col iiiokiforme e ^iup;ale. L osso delle tempia è composto d' una doppia sostan- za , squamosa., e petrosa; quidla esteriormen- te, questa internamente e inlV riormenie , egli ha finalmente due faccie , T esterna leggier- mente convessa, e così l'interna appena con- cava . i36. Oiiattro npofisi osservansi neli' osso delle r.he a'aiiro tempin ; una crassa, la quale posteriormente quesu ossi. e inferiormente situata rassomiglia in certa maniera alla papilla d'una mammella; e per- ciò chiamata mastoldca , o inainniillare . A questa giace vicino un po' in avanti quella, che dalla sua figura dicesi stìloidea. Avanti lo stesso processo mammillare , anzi ai meati d'avanti dell'udito sorge una terza apolisi , la quale unisce la calvaria all'osso giugale della mascella superiore; onde a questo pro- cedimento si dà il nome di apofisi giui^aie :, finalmente una quarta apofisi interiormente si connette alla stessa mammillare , ed al restan- te dell'osso delle tempia, e si stende fino all'osso moliiforme; e per la sua insigne du- rezza ebbe il nome di apojisl petrosa. 137. In questa petrosa apofisi stanno rin- J^„"!'^[^jJ|j'/; chiusi come in sicurissimo luogo i principali ^'';j"^J;;^" stromenti dell' udito , de' eguali egualmente 1» • che degli altri accaderà più acconcio par- 70 lare, quando tratteremo deirorecchia. AI prin- cipio dell' apofisi petrosa, posteriormente, e perciò nella faccia interna del processo mam- niillare vedesi una mago;ior porzione della fossa sigmoidea (N. i33), tra la quale nna non picelo! parte dei seni laterali della dura meninge viene rinserrata. Alla radice del pro- cedimento mammillare evvi un solco , ossia iin'incisura per lo inserimento del capo supe- riore , ovvero posteriore del muscolo digastrico depressore della mascella inferiore; in quella maniera che alla radice dell' apofisi giugale si vede una tuberosità, ed una cavità per T ar- ticolazione della medesima mascella inferiore. Finalmente tra 1' apofisi mammillare, e giu- gale evvi situato il meato uditorio, di cui par- leremo a suo luogo. Qnaiicosedeb- i38. Il settimo OSSO del cranio perchè d'una bansi osserva— • n ' i » ^ re ndio sfe- varia figura , m quanto che e composto da molte parti, perciò dirsi moltijorme avvisammo già (al N. 12 3). Si congiunge superiormente, e d' avanti colf osso frontale , ed etmoide© ; esteriormente colle ossa della fronte , del ver- tice, e delle tempia; anteriormente quasi a mezza parte dell'altezza colf osso del vomere; posteriormente coli' occipitale ; finalmente po- steriormente, e inferiormente cogli ossi mascel- lari, e del palato. Si può dividere nella base ^ e nei lati\ e questi in superiori;, ed inferiori. BalJ.i base , che nasce coli' osso dell' occipite , 71 ne sor£^e internamente una prominenza con un.i cavità fornita per V ordinario di quattro processi ovvero apohsi ; due d'avanti, e due di dietro- Questa cavità colla prominenza, la quale po>t riormente è pi li elevata , chiamano sella turca , o equina , ossia ejippio : i pro- cessi poi dicono apnjìsi clinoide ; le davanti delle quali hanno alle volte annessa un' altra minore , e le quali prodotte anteriormente terminano parte in un tenue processo , il quale superiormente limita il lacero forame dell' orbita da indicarsi altrove ; e parte si distendono quasi in una lametta ossea , per cui si uniscono co 11' osso cribriforme e fi on- ta le. i3o. Tra la cavità cir^^ondata dalle indicate ^^^^jj^^^^^^, apofisi stavvi quel corpuscolo , a cui si dà *^°" debban- 1 11' si ossi^rvare in il nome di gianduia pituitaria . Col corpo questi ossi. deir efippio ( e questo appartiene ai iati sn- periori ) da una parte , e dall' altra è conti- nuo un processo piuttosto amnio, in cui hanno ad osservarsi due faccie ; una , che è interna , forma quasi posteriormente una parte dell'or- bita ; V altra esterna , e .più distesa , coerente cof^li ossi della fronte, del vertice, e dt-lle tempia. Queste due faccie convengono davanti in un an«>;olo; posteriormente poi comprendono un'insigne cavta, il di cui labbro inteiiore circosrrive i limiti inferiormente al lacero fo- rame dell'orbita. 72 cheaitrofi- i4^- Sotto la sella equina evvi una cavità nahuente sia j^Q,^ piccold c|uasi Sempre divisa in rlue da da osservarsi FI 1 nel meciesi- ui;,^ lametta ossea assai tenue , come da un uio osso . _ I I • setto o sia tramezzo (0 le quali superiormente apronsi nelle narici, e costituiscono i seni sfc- noiclei. Questa chiusura viene indicata (K avanti da una spina , per mezzo della quale codesto osso si con^iunge con quell'osso delia mascella superiore, il quale dalla sua figura viene chia- mato vomen' . Finalmente sotto TeTippio, e ai suoi lati inferiori, osservasi una picciola fos- setta , a cui si appoggia V arteria della caro- tide del cervello, e quindi discende un proce- dimento, quasi alla lunghezza d'un pollice, diviso in quasi due lamette ossee , restandovi tra mezzo, direi quasi, una lacuna; l'esterno poi più breve, ma più disteso, il di cui te^. nue orlo è fornito di punte , o spine brevis- sime ; l'altro interno un pochetto più lungo, inferiormente più crasso, la di cui estremità neo;li ossi deiili adulti è fornita d'un certo amo. Questi processi da" quali la ujascella su- periore viene quasi tenuta ferma nella parte posteriore, e stanno attaccati inferiormente gli (i) Anzi talvolta ciascuna cavità , destra cioè , e sinlstia la vidi divisa in due, discendendo una lametta ossea trasversale da quella parte dello sfenoidco , nella quale si commetto col cribroso , e col frontale .;, il che tengo anclie adesso presente. '73 ossi del palato , sono cliiaraatl apofisi pterìgoi- dee y ossia aliformi ; la lacuna poeta di mezzo, fossa ptcrigoidea; V^inw fiuahncnte , z^Azr///o, o stdoidea apofisi , delia pterigoidea interna. 141. Avanti Tosso moltiforme nello sca-Qa?.uro3es'ab- vamento etmoidale ( N. 128.) dell'osso della ,'''.'!°lf,r!Lo" fronte termina anteriormente la base del era-'"" Ilio r osso etmoideo , o cribroso , composto di tenuissime lamette ossee, tra le quali si sten- dono c]u*isi per tutto delle cellette or più gran- di, ed ora più picciole , che vicendevolmente tra loro comunicano. Posteriormente è attac- cato al moltiforme ; anteriormente e ai lati, col frontale; più in avanti e tra l' orbita, coir osso lacrimale; inferiormente ed all'uno e all' altro lato, col mascellare ; nel mezzo e inferiormente , col vomere. Forma la parte su- periore delle narici interne, e viene diviso cpiasi in due eguali porzioni dal setto osseo. Questo setto ha principio dal processo osseo crestato;, il quale, da qualche somiglianza che ne ha, dicesi cresta di gallo : alla qual cresta qua e là attaccasi una lametta piena di forami il cui numero è incerto, la quale fu detta lametta cribrosa. Alle indicate porzioni nella faccia esterna mette limiti un' altra lametta mol- to più distesa papiracea tenuissima ed assai levigata, che da akuni vien detta parte piana dell' osso cribroso, e quasi del tutto compie il lato interno dell'orbita. 74 cheaitrodeb- 1 4^ ^s faccìa ìntcma di quest'osso cribroso, basi notare ia si _l ■ 1 •! ^^ 111 ••> quest'osso, colla quale riguarda il setto delle narici, e fatta pdkiment» d' una lametta ossea , la cU cui superficie non è cosi levigata , come nella parte piana ; e questa lametta spiegata d'avanti in addietro si divide in due parli ineguali , ma non per tutta 1' altezza dell' osso; delle quali la suprema , la quale è anche più in avanti, e p'ù breve, meno prodotta inlerior- mente , appena, oppure niente intoni^iliaia a gu sa di turbine ( al contrario di quello che rappresentino certe tavole pubblicate per altro da uomini illustri ) Form » quell' osso che al- cuni chiamarono turbinato supremo ; vollero poi che !a parte interiore , la quale è posta inferioi mente ed è piii involta, formi quell'al- tro osso, che una volta chiamavano turbinato superiore. !n tal maniera costantemente offrissi all' occhio mio codesta laiw tta , onde non posso acconsentire a quelli , i quali a due altri già da gran tempo noti vollero aggiu- gnere un terzo o^so turbinato che dicono su- premo: altro d;flaiti non essendo quest' osset- to, che una parte continua di quest'osso tur- binato, il quale un solo essendo, appartiene air osso etmoideo; oppure se si vuole così, il lembo acuto d' una certa celletta etmoidale maggiore , il qual lembo quasi si appoggia sopra il turbinato propriamente detto, ed è continuo con quello nella sede superiore ; onde non si potrà mai avere per un osso separato . 143. L' una e l'altra mascella si unisce ^^„t'':,,^^^;Ì colla ma^aior parte dedi ossi, che compon- '^'^•^\"'''^'^^"* co io' r superiore. gono il cranio: e la superiore principalmente è composta di tredici ossi , e di sedici denti , come notammo ( N. 75.). Sei di questi ossi, che sono in una parte della mascella, corri- spondono a sei altri nelT altra parte della raedesiraa. Sono dunque sei paja , ed uno dispari; il quale è comune ad ambi i lati della mascella . 11 primo pajo ( potendosi princi piare da qualunque di quelli ) sono i mascel- lari; il secondo i turbinati ossia spungosi infe- riori; il terzo i palatini'^ il quarto i giugaìi , ovvero zigomatici; quinto i lacrimali, ovvero unghie \ sesto finalmente i nasali. L'osso dispari è quello che dicesi vomere. 144. I mascellari fanno la parte maggiore della mascella superiore, e sono tra loro uniti".' subito sotto il naso . Superiormente si uni- scono air osso della fronte ; al nasale del suo lato; ed al loro corrispondente lacrimale; ai quai ultimi ossetti si frappongono nel processo superiore; internamente e superiormente an- cora ( cioè tra V orbita ) si uniscono col me- desimo osso lacrimale, e col cribroso; esterna- mente col giugale quindi conferiscono non poco a formare V orbita istessa nella sede inferiore; nella faccia interna poi, con cui abbracciano Quali cose ab. biansi a notai-e nei mascella- 76 la principale cavità delle narici; si attaccar)© col tiiibinalo inferiore; e posteriormente cogli ossi palatini. Finalmente F uno e V altro ma- scellare si uniscono tra loro, come dicemmo » e coir osso del vomere per mezzo d'una certa spina prominente insieme y e solcata tra la principale cavità delle narici . Oneste princi- pali connessioni indicano le apotisi degli ossi mascellari le cjaali si possono ridurre a quat- tro. Unn dicesi nasale supcriore., la quale ascende tra V osso nasale , e il lagrimale del suo lato, inferendosi nelT osso della fronte ; r altra nasale inferiore, colla quale sta coe- rente il setto del naso: la terza giugale , ov- vero zigomatica , colla quale si conglutina coir osso di questo nome: la quarta finalmente chiamasi palatina , la quale termina la massima parte dell' osseo palato , e per cui si uniscono tra loro gli ossi mascellari medesimi, come abbiamo detto . 14.5. L' apofisi nasale superiore è fornita Jj~ posteriormente, e insieme e^-ternamente d' un apofisi cuu' certo solco, il quale costituisce una parte del osso mascel- ; . ^ . ii» i^i-e- canal nasale: V inferiore nella sede d avanti si produce più o meno in una spina , e dove convengono queste due apofisi quasi spinose , mostrano un solco, o piuttosto una fossa con- tinua al solco per una maggior coesione del setto delle narici. Sotto T apofisi giugale evvi una fossa insigne, la quale viene riempiuta da Che cosa ab biasi ad os- servare apofisi osso mascel 77 una cellulosa più o meno pinp;ne, e da alcuni muscoli (Ielle labbia. L' apolisi palatina , dove riguarda le narici, s\ ancora dove fa il palato osseo, è un pochette concava: li.'=cia al naso, al palato poi , ossia alla parte superiore della bocca , aspretta ; e principalmente posterior- mente, e vicino ai denti molari, dove vedesi un solco, il quale con un certo solco dell'osso palatino conduce al forame palatino postico. Finalmente codesti ossi hanno scolpiti tra una doppia lamina dei piccioli alvei per i denti, le fjuai lamine molio tra loro disgiunte dietro la fossa teste indicata, serrano una non piccioli cavità quasi emisferica, la quale è il seno ma- scellare -, malamente deito Antro cV Igmoio , converso internamente colla sua apertura alle narici . 146. Dall'apertura di questo seno mascel-Quaiicosedcb- t 1 ì • I I 1 bansi notare lare pende un ossetto lungo, il quale rende „,.! turtmaii. codesta apertura più angusta Questo ossetto giace trasversalmente; nei lato ossia lembo superiore è coerente colT osso mascellare ,. e col vicino palatino ; coli' estremità ossia lembo inferiore desso è libero , ed all' esterno attor- tigliato a forma di un turbine ; laonde fu detto turbinato^ ed in esso cousideransi due faccie : r una concava , dove riguarda V osso mascel- lare ; l'altra convessa riguardante il setto del naso, e più che concava , composta di celle quasi insieme unite ; quindi questi ossetti non 78 tanto furono chiamati turbinati , ma ancora spungosi . Sono fatti di tenui lamine , fragili e jn quella parte che anteriormente ( dove sono più larghi che posteriormente ) si com- mettono coU'osso mascellare, compiono il resto del canal nasale , il quale perciò tra l' osso mascellare , e questo turbinato apresi in ambe le narici per dar strada all' umor lacrimale che discende nelle narici istesse. 147. Dicemmo già questo turbinato inferiore esser unito qoW osso palatino. Sta quest'osso Quali nel pa- , , , latini, e nella nel palato, cue posteriormente compie, tra pTcra°Ja'.°°^ f osso masccllare , e le pterigoidee (N. 140) del suolato, e fa quasi due porzioni ; una cras- sa, inferiore, piana, la quale sta attaccata all' apofisi palatina dell'osso mascellare; esterior l'altra, assai tenue, e fragile, e prodotta in alto fino al fondo dell'orbita. La parte piana ( il di cui lembo o estremità rassomiglia po- steriormente alla luna crescente ) dove guarda le narici, è concava: ào^^e poi si volta contra il palato o la cavità della bocca, si fa aspra da una linea che esternamente cresce in una alquanto crassa eminenza compresa dalle apo- fisi pterigoidee, la quale forma una parte della fossa pterio;oidea. Chiamano questa crassa emi- nenza apofisi pterigoidea ; apojlsi palatina poi dicono quella spina a quella internamente op- posta 5 colla quale si congiungono gli ossi pa- latini in mezzo al palato. 79 148. Da questa eminenza sorge una por- QuaUneiiapui zlone tenue, o piuttosto una lametta tutta *''""^" fragile, la quale si spiega in avanti ;, co- pre in parte 5 e compone il seno mascellare ( N. 145 )• Questa lamina da quella parte , che riguarda le narici , viene segnata da una linea quasi condotta trasversalmente, a cui si unisce l'osso turbinato inferiore, e nella pai te suprema si produce in una porzioncella quasi piana, la quale piegata in arco si applica alla bocca delle narici interne , e l' istessa bocca limita superiormente : nella qual sede codesta porzioncella si congiunge e col sovrapposto cri- broso, e col vomere, e fu detta apofisi nasale deir osso palatino . i4q- Alla faccia interna di ciuesta fiao-ile ^ure ancora ' ^ , A ^C nella medesi- lama giace un profondo solco, detto fossa vi^^ ■ pterigo- palatina , in quanto che riceve fin- terna pterigoidea dell'osso moltiforme; siccome nel labbro del medesimo solco esterno havvene un altro minore,© piuttosto una fossetta lunga, entro la quale risiede una porzione della esterna pterigoidea . Sopra questa fossetta, e avanti ancora ewi il principio del forame del palati- no postico (N. 145). Da questo luogo l' istes- so osso palatino ascendente nelf esterno al di là d' una certa incisura , la quale compisce quasi il forame, forma posteriormente una pic- ciol parte dell'orbita; onde questa porzioncella dell'osso palatino fu detta apofisi orbitale. So Qnai; cose si i^o. Coii qnclla Mpofisì cìeiros>o mascellare, ilteTiTu'- ^^ quale dicesi giugale , o zigomatica , si uni- t^ie. c;^-e per un'armonica sutura la parte più pro- minente alla faccia, l'osso cioè gin gale , o del zigomate; il quale viene terminato da quasi quattro lati; uno superiore inarcato, e non poco prodotto nell'interno dell'orbita, di cui termina quasi la parte laterale ed inferiore; l'altro interno; il ter/o esterno; e finalmente il quarto inferiore. Golf intervento di questi lati si unisce colf osso mascellare, co! fronta- le, moltifonne, e temporale; col quale per mezzo dell'apofisi detta giagale forma un pon- te , ossia giogo. E' dolcemente convesso nella faccia d' avanti , e perciò altrettanto concavo in quella di dietro. Conciosiacosache poi queste connessioni ora indicate si facciano per via di certe elevatezze , insegnano perciò gli anoto- mici doversi osservare quattro apofisi in que- st'osco; mascelìarc cioè , frontale , sfenoidea , e temporale-, le quali sarà facile ad ognuno il conoscere dalle descritte connessioni. i5i. In qm'nto luoiro tra le ossa della raa- Onali nel la- .' ^ I • 1 ciimaic>. scella superiore ponemmo quel pajo . che no- miuammo lacrimale ovvero unguis . Una tenue lametta compone quest'osso, il quale perciò è diatano, e sta nell'angolo interno delT or- bita , cioè alle narici. Così compisce la parte interna, e insieme in quel luogo la parie d'avanti dell'orbita; imperciocché superior- 8[ mente attaccasi all'osso della fronte, in avanti all'apoflsi nasale superiore dell'osso mascellare, inferiormente all' osso istesso mascellare, po- steriormente alla parte piana dell' osso cribri- forme. Ha due factie : una interiore, colla quale guarda le narici, e questa è composta di quasi due piani cke convengono in angolo assai ottuso; l'altra esterna, dolcemente con- cava, notata d'una linea eminente, la quale internamente corrisponde all' angolo indicato ; e questa eminenza insieme col lembo anteriore di quest' osso forma un solco lunghetto , tra il quale in parte nascondesi il sacco lacrimale, il quale descriveremo a suo luogo , ed havvi principio il canal nasale . i52. Il sesto pajo di ossi componenti laQ^aiineUi- mascella superiore fa la parte superiore del naso; quindi furono chiamati nasali. Questi ossetti lunghi, quasi quadrilateri, nella parte infima più larghile più tenui, congiunti per un'armonica sutura, compongono la spina, ov- vero il dorso supremo del naso. Nella estre- mità di sopra sono quasi inseriti nell' osso frontale ; colla medesima sutura sono uniti all' apofisi nasale superiore dell' osso mascel- lare ; inferiormente nel lembo acuto ornato di alcune prominenze come denticeli si attaccano colla principal cartilagine del naso; finalmente a quella sutura , con cui sono tra loro unite quest'ossa del naso, corrisponde posteriormente 6 mere 8a quasi una spina prominente, a cui appoggiasi r osseo setto del naso (N. 14 0 ' ^^^^ ^^^^" (le r osso cribroso in due parti per V ordina- rio ngunli. Qnnincivo- '53. L' OSSO deciPxio terzo, ossia dispari della mascella superiore egli è quello, che dalla sua figura nomasi vomere. Egli è fatto d'una dop- pia lamina l'una e l'altra cosi insieme rassodata inferiormente e posteriormente ;, che sembri- no una sola ; anteriormente poi e superior- mente queste lamette aprentisi sembrano com- poste d' una sostanza spungosa , ovvero di celle assai piccole. Inoltre nella sede più alta e posteriore queste istesse lamine essendo dis- giunte e riflesse all'esterno, formano da una parte e dall' altra un tenue labbro con un solco lunMietto tra mezzo dato dalla natura a fine di abbracciare la spina dell' osso mol- tiforme (N. 140), e per unirsi con quest'osso, siccome ì lembi di codeste labbra connettonsi cogli ossi palatini . In avanti le lamine com- ponenti s' inseriscono con quella cartilagine, la quale compie il setto del naso nella parte anteriore; superiormente poi con quella por- zione del medesimo setto , la quale procede dall'osso cribriforme. Finalmente V ultimo con- giungimento di quest" osso si è con quell'apo- fisi deir osso mascellare detta palatina , e cogli stessi ossi palatini; i quai due dicemmo (N. 144 7 '4?) elevarsi tra le narici con una certa spina , affincliè si potesse congiungciie al vomere e col restante del setto df-lle Do- rici clie appartiene alla parte inferiore . i54. Di questi tredici ossi componenti laninuaiio^n I 1 _ ... si (oruiiiio It! mascella superiore annoveransì quattro, i quali orbite. concorrono a iormar V orbita: il mascellare cioè, il giogaie, il lagrimale, ed il palatino. Siccome poi ogni orbita è composta dì sette diversi ossi, quindi gli altri tre sono di quei del cranio : il frontale cioè , il moUifor- me , ed il cribroso . Le orbite poi fatte per ricevere il bulbo dell' occhio rappresentano delle cavità conoidee, riguardante la base in avanti, e l'apice al di dietro. La parte su- periore della base è fatta dall' osso frontale ; 1' inferiore dal mascellare; 1' esterna dall'osso giugale; V esterna parimenti ed insieme quasi la posteriore dall'osso moltiforme, il quale it\ questo luogo col vicino mascellare comprende la fessura nominata perciò sfeno- mascellare ; l'interna d'avanti dall'osso lacrimale; fin- terna di mezzo, ed oltre, dalla parte piana del cribriforme; finalmente la più profonda di tutte, e perciò la posteriore dal moltiforme, e dal palatino. i55. Appartiene finalmente alle ossa ^^el ^h'^^^';';;'^ capo la mascella inferiore , nec,li adulti d' nn neiumai d- 1 -^ . . "■ V .1.1 laferiortr, solo osso composta, il cui sito e noto a tutti. Ella ha come una figura semiovale, e dividesi in corpo , in margini, angoli, processi o apo- S4 fisi, e finalmente in denti. Nel corpo, che è composto d'una sostanza ossea e dura, notan- dosi tramezzo una tessitura spungosa, si con- siderano due faccie esterna, e interna. Una e r altra nella sede inferiore ha un lembo ottuso, o piuttosto convesso, ma non per ogni dove; imperciocché una terza parte incirca di questo lembo, in cui trovasi il margine esterno e interno, avanti che formi un lato dell'an- golo della mascella, scemasi quasi in acuto; e queste faccie nella parte superiore sono ter- minate da un altro lembo , e questo più cras- so, in cui vedonsi le cavità, ossia alveoli per ricevere i denti . Di piìi la faccia interna sotLo i denti molari alzasi con una linea eminente condotta trasversalmente , così an- cora con una spina , o certamente con delle asperità in mezzo, nei quai luoghi vengono in- seriti ceni muscoli. La parte di mezzo esterna ella è quella, che chiamano genio o mento. ^, , ^ i56. Il corpo di quest'osso è finito dall'una Si ad osservare e dall altra parte (ìà un angolo, di cui un «cella. lato dal lembo della mascella inferiore; l'al- tro sorgendo ad angolo ottuso dall' istesso corpo della mascella termina in un capitello a qual- che maniera elittico . Questo capitello nomi- nano apofisi condiloidea della mascella infe- riore; col mezzo della c[uale frapponendosi una mobile cartilagine (N. 109) , questa mascella si articola colla superiore. Da codesta apofisi, 85 un poclietto esteriormente, una linea promi- nente, ossia una spina elevasi, la quale an- daiKJo dall'alto al basso dal di dietro in avanti determina uno spazio semiUinare finendo in un' acuta eminenza , a cui si dà il nome di apofsi coroiioide delia mascella inferiore, in cui si inserisce validissimamente il tendine del muscolo temporale. Finalmente l'uno e T altro angolo sì il destro che il sinistro si suole divi- dere in faccia esterna ed interna; e vedonsi al- cune asperità ad ambe le faccie degli angoli per un più fermo attaccamento di certi muscoli. 157. Nell'una e nell'altra mascella sono Qmii «se si • /%..;. . L'I'*^ l" debbano ri- innssi 1 denti, e immobili si tengono negli altere a»; alveoli, rassodati ancora dal periostio, e dalle **^'*''' gengive. Noi già li numerammo al N. 75; ma di questi conviene soggiugnere qualche parola. E primieramente i denti , i quali nella durez- za , e nella solidità superano qualunque osso , p; ^^^^^ ^^j. si divìdono in tre specie; incisori cioè, ca/.'/Vzi , *' *'"°- e molari. I primi sono quattro in ambedue le mascelle , nella superiore un pò più grandi , e sono quei della parte di mezzo in avanti; sieguono subito dopo questi i canini , uno per parte: finalmente dopo i canini entrano in or- ditìc i cinque molari , cosicché il primo de'qnali è più picciolo, l'ultimo più grande, non così tuttavia che pareggi la grandezza degli alfi' e parte veste d'attorno queste propagini nervose. 160. Il secondo paio sta scolpito nell'osso Dove il se- , ./, i • i coado. moltirorme sotto la parte anteriore alquanto laterale della sella equina. Pai^sa per questi due forami il nervo ottico; e la dura meninge che veste questo nervo, e si sovrainduce all'or- 89 bita ; finalmente fannosi strada delle picciole arterie dall'interna carotide pervenendo alfoc- cliio, e delie venette aperte nelle gingolari interne. i6i. Il terzo pajo , die alcnni chiamnno il note ii terzo. forame lacero, viene limitalo dai processi tanto superiori dell'osso moltiforme^ quanto da cpielli che fanno cjuasi la posteriore parte dell' or- bita ; e riceve tra l'oibita non tanto la dura meninge e le arterie e vene , cpianto il ter- zo , ed il quarto pajo de' nervi , si ancora il primo ramo del quinto , e una porzione del sesto pajo. 162. Nella base dell'osso moltiforme, al p„^^ ;, ^p,,p_ fine della sella equina, e dal lato ancora di'°P'i°' codesta sella veggonsi due fiDraml uno per parte, che fanno il quarto pajo. Per questi forami passa con dei vasetti insieme il secondo ramo del quinto pajo , che ha per nome il mascellare superiore; il quale, superato l'osso moltiforme, scorre alquanto in avanti per la fessura sfeno-mascellare (N. 1^4) per entrare nel canale posto nella parte bassa dell'orbita, e scolpito nell'osso mascellare: il qual canale apresì poscia sotto l'orbita alquanto alle parti del naso. i63 1 forami costituenti il quinto pajo sono t^ot« 'i qn^n- di figura ovale, e si trovano parimenti nell'os- so moUiForme di dietro e sotto l'efippio, e lateralmente, e sì mostrano come in faccia; nel qual luogo coclest' osso si unisce colla par- te squamosa e petrosa degli ossi temporali. Discende per questo forame insieme con dei vasi il terzo ramo del quinto pajo , che dicesi mascellare inferiore^ ed è più crasso degli al- tri due rami del medesimo pajo. 9 DoveiisLsto. 164. Il sesto pajo è assai vicino al qu into ma alquanto posteriormente e più esterna- mente; e sebbene sia piccolo, riceve tuttavia, e manda fuori. Riceve un' arteriuzza che parte dalla carotide esterna , la quale provvede alla dura meninge e scorre co' suoi rami per i solchi (N. i32.) scolpiti in alcune ossa del cranio; manda poi fuori alcune venuzze . Dissi questo forame aver la sua sede nel!' osso moltiforme: e di fatti quasi sempre manifestasi nella fac- cia esterna di quest' osso, cioè fuori del cra- nio; ma dentro alle volte osservansi la di lui apertura tra l'osso moltiforme e 1' apofisi pe- trosa delle ossa temporali ; del the io ne ho alcuni esempi. jiove il setti- j65. Il settimo pajo è un forame piuttosto grande , conducente al canale, che scorre sotto r apohsl petrosa, e quasi sotto di essa infe- riormente aperto. Riceve quivi l'arteria caro- tide detta interiore , o piuttosto cerebrale; la qual arteria piegata, andando da dietro esterna- mente in avanti internamente , ascende entro il cranio ai lati dell' efippio, ne' quali ewi un solco, o una leggier fossetta, clie indicammo 91 al N. 140. Né la sola carotide cerebrale en- tra in questo canale; imperciocché contiene dei sorcoli nervosi appartenenti al sesto pajo ed al secondo ramo elei quinto pajo ( che sono radici del nervo intercostale ) , uniti valida- mente air istessa arteria, come sotto gli oc- chi ho ancora al presente ; e i quali sotto questo canale si mischiano, e sì congiungono in nodo, o contorcimento. 166. Per Voltavo pajo di forami, chiamato i^ove rotta- ancora forame acustico , sul fine dell' apofisi petrosa, e posteriormente aperto entravi con certe arteriuzze il nervo sì molle, che duro: e mentre quello nel fondo del forame per minori forami aperti nella base della coclea , e nel vestibolo entra nel laberinto dell'orec- chio , questo tenendo la parte superiore di detto forame entra in un picciol canale parti- • colare , il quale andando sopra il vestibolo del laberinto va nelT esterna parte e di dietro per uscire dal cranio alla base dell* apofisi mam- mellare tra questa e l'altra apofisi stiloidea . Questo canale è l' acquedotto del Faloppio che trae origine da un altro forame , che vedesi nella petrosa apofisi esteriormente e d' avan- ti non lungi dalla squama dell' osso delle tempia . 167. Il 720/20 pajo di forami è piuttosto Dove UnoM. un'apertura, che foram-e. Poiché esteriormente formasi dall'osso petroso, internamente dall'oc- 92 cipitale. Alle volte è doppio, ìntervenenrlovì allora una lamina ossea dividente 1 apertu'a in due, in guisa che l'interna è più angusta dell'esterna. Discende per l'interna apertura l'ottavo pajo di nervi, ossia vago, e spinale, il quale apresi la via nel cranio per il forame dell' occipite ; per l' esterna poi scorre il seno laterale della dura meninge, il quale è con- tinuo alla vena giugolare interna; e vi ascende ancora un' arteriuzza , la quale co' suoi rametti si disperde per la medesima meninge. Questo forame , fuori del cranio , spiegasi superior- mente in una cavità ossea, ossia in arco; la quale cavità è formata dalla tuberosità dell'osso occipite, e massimamente dell' apofisi petrosa, ed è occupata dal ceppo dell'interna giugolare. „ ., , i68. Finalmente il decimo paio di forami Dove il deci- , • • i • i mo. trovasi nell osso occipitale circa il gran forame di questo, tra le apofisi condiloidee , e le tu- berosità di quest'osso (N. i34). Questi forami inclinati dall' interno posteriore all' esterno an- teriore danno passaggio al nono pajo de' nervi. // forame dispari è il gran forame dell' occi- pite, per cui esce la midolla spinale disposta a forma di funicolo continuo alla midolla oblon- gata del cerebro; entrano poi due arterie dette vertebrali , e quel pajo di nervi chiamato spi^ naie i accostandosi all'ottavo, ond' è che questo nervo spinale dicesi ancora accessorio. 95 i6q. I fin qui accennati forami lì dissi i Qn^uay'^f''- 7 1 rami SI trovino principali; poiché degli altri ve ne sono, dei »ei capo. quali alcuni non sempre si trovano, alcuni non sono né costanti , né sempre aperti nel medesimo luogo , né finalmente tali , che alle Tolte non siano privi del forame compagno nell'altra parte del capo. Questo osservasi nel frontale, ne' parietali, ne' temporali, nell'occi- pitale, nel moltiforme, nei mascellari, palatini, giugali, ed in altri. Imperciocché i\e\ frontale i^^,^^ e particolarmente nel ciglio dell'orbita ,nn poco verso le narici, ora evvi un semplice forame , ora doppio , ora una incisura che concede transito a dei vasetti , ed a quel nervo del quinto pajo 5 che chiamasi oftalmico. Dicesi da alcuni forame sovraorbitale. Similmente neU'osso della fronte tra l'orbita, dove quest'osso si con- giunge col piano del cribriforme , soglionvi essere due piccioli forami uno per parte , per cui e dei vasetti si conducono e dei nervetti entro le narici. 170. Nei parietali alle volte, o in uno di ^.^f^^;.';^' pl- essi , per ordinario a mezza sede loro , dove si uniscono tra loro per la sutura sagittale , havvi un forame, che apre la strada alle vene tendenti al seno longitudinale della duia me- ninge. 171. Così nel temporale ( oltre il meato poTj,'i"^ *^"'' uditorio, e l'acquedotto di Faloppio indicato di sopra ; oltre il canale osseo ^ ossia tuba , di 94 cui , come degli altri forami interni , altrove verrà luogo più opportuno di parlarne ) havvi per lo più un forame posteriormente alla ra- dice dell' apofisi niammellaré, talvolta un dop- pio nell'altro lato, alle volte ancora scolpito egli è tra V osso temporale e f occipitale^ per cui si traducono delle .arteriuzze apparte- nenti alla dura meninge , e le vene occipitali comunicanti da una parte e dall' altra col seno laterale. Né manca in quest'osso inter- namente tra r apofisi petrosa e squamosa una fessura detta Glaseri , e dessa è costante , conducente al canaletto^ per cui esce dai pe- netrali dell' orecchio la corda del timpano , che a suo luogo descriveremo , per andare al nervo linguale procedente dal terzo ramo del quinto pajo; ed entro il quale, se ben io veg- go, nascondesi ancor superiormente il tendine del muscolo esterno appartenente a quel!' os- setto dell' udito nominato inalleo , e al pro- cesso lunghissimo di questo detto apofisi Fo-" liana . Finalmente nelf apofisi petrosa , sotto il forame acustico, trovasi sempre un arco osseo 5 ed un poco esteriormente una rima , ovvero un' apertura ; quello dicesi apparte- nere air acquedotto della coclea , questa a quello del vestibolo . L' arco , ed il cana- letto a questo corrispondente vien chiuso da ambe le lamine della dura meninge ; la rima poi ovvero V apertura viene evidente- Quali ndl'oi; mente chiusa interiormente dalla lamina so- lamente esterna . 172. Dietro le npofisi condiloidee dell' osso J'J-'^,"''' deir occipite, e perciò circa l' estremità del gran forame del cranio osservasi alle volte per transito delle vene vertebrali una bocca d'un altro forame d'ambe le parti (fornito di spes- so, come io veogo, di altri più piccioli posti alcjnanto posteriormente). Questi forami, quan- do vi sono, fanno quasi due canali scolpiti nella sostanza delle apofisi condiloidee; quando poi mancano , le vene vertebrali o distribuite in rami minori passano per i forami minori teste indicati, o con un tronco solo per parte pas- sano per il forame dell' occipite nei seni laterali. 17Ì. Per ciò che riguarda al moltiforme , q,,^!; „,, nella parte superiore delle apofisi pterigoidee s*"'""^^^ mostrasi un forame, il quale, come osservò (i) il chiarissimo Santorini , fu dato dalla natura per il passaggio del nuovo emissario , cioè per quel picciolo canaletto chiuso entro la du- ra meninge , conducendo fuori il sangue dai ricettacoli della medesima. Il qual forame però e massimamente l' annessovi canaletto allora si può ben vedere solamente quando abbiasi separato l'osso moltiforme dagli altri. Imper- ciocché allora alla radice , ossia all' estremità (0 Obser anat. C. HI §. XXIX. 96 superiore della pterÌ2;oiclea interna , e nella faccia esteriore di questa osservasi una'apertura alquanto triangolare , per cui facendo passare una setola ancora di qualche grossezza, qua e là sotto il seno sfenoideo e lateralmente, con facilità si tramanda da di dietro in avan- ti, e a vicenda . ,-, ,. . 174. G-li ossi mascellari, dove anteriormente Qnah nei ma- . . sceiiaci. si uniscono, subito dopo i denti incisori , hanno un forame chiamato incisivo o palatino ante- riore , per cui la membrana del palato si con- giunge con quella che veste le narici , e vi passano ancora dei vasetti, e dei nervi (i) che vanno dalle narici nel palato. Sono dati alle volte a quest' osso nella sede posteriore del seno mascellare due forami qua e là , per cui passano dei nervi nella membrana del seno . Inoltre in quella parte dove 1" apofisi palatina di quest'ossosi unisce all'osso del palato , vicino all'ultimo dente molare, manifestasi un forame indicnto anteriormente da un --certo solco, il quale sebbene comune ad ambidue quest'os- sa , dicesi nulla di meno forame palatino pò-- steriore , per cui e nervi e vasi vanno alla membrana del palato. Finalmente l'osso ma- (i) Vedi il Ch. Scarpa Anotomico di Pavia Anatom. Annot. lib. li. Gap. V. §. III., il quale scoprì in questo forame incisivo due canalctiis anteriore, e posteriore ec. pa- 97 scìllare è fornito d'un forame sotto forbita, conducente al canale, per cui il secondo ra- mo del quinto pajo va dall' interno all' ester- no ; ed avuto riguardo alla sua sede dicesi questo forame infraorbitalc . 175. Osservasi nell'osso giugale un forame, on.iiinpièi« e per T ordinario in mezzo alla sua faccia ^^''" esterna; nel quale io vidi costantemente senza alcun dubbio penetrare dei vasi , e non dei nervi. 176. Oltre il forame, che dissi poco fa q^^i; nei chiamarsi palatino posteriore (N. 1 74) ( e ^''''''• attorno al quale veggonsi di spesso def>li altri forami minori , die ammettono e nervi , e vasi ) r osso palatino ha tra la sua apofisi nasale e orbitale un' incisura , la quale forma la massima parte di quel forame, che da al- cuni si costuma chiamarsi sfeno-palatino; per- chè nella sede superiore questa incisura com- piesi dalla base dell'osso sfenoideo . Per questo forame si portano nelle narici insieme con dei nervi ancora dal secondo ramo del quinto pajo. 177. Sopra gli ossi palatini dove limitano pio "Zi superiormente, e posteriormente l'interne na- ^^'"'°''^^°' rici, cioè sopra 1' apofisi nasale di questi os- setti , ed ai lati dell' apofisi dell' osso vomere osservasi costantemente un altro forame, il quale non tanto è comune a questa apofisi nasale, quanto all'osso che vi sovrasta sfenoi- deo. Viene per 1' ordinario indicato da un 7 od c(\{a solco scolpito neir osso basilare, per cui iin;i setola ancora tli cjualclie grossezza se vi SI faccia passare^ superato un certo canaletto ]ìer rt-tta via conduce anteriormente nelle na- iici .'iir intervallo, o piuttosto all' apertura , the havvi nell'osso turbinato superiormente in guisa, che sembrino due ossetti turbinati; e sebbene sia un solo , posteriormente è diviso in due parti ineguali, non però dalla cima al fondo (N. 14-). Sarà cpiesto forse c[uel fora- nie^ per cui cpiel ^ern»oglio nervoso passa, che procede dal secondo ramo del quinto pajo; il quale, come avvisa il grande Albino (i), pe- vctra nella parte posteriore del naso per quel / orarne) che si fa daWosso del palato e dalla base del moltiforme alla parte posteriore del naso superiore e laterale? Sembrami questa ilescrizione convenire a dirittura al forame or indicato. 178, Questi sono que' forami, che più fre- quentemente sogliono trovarsi nelle ossa del capo; ne' quali però altri non mancano non pochi j incerti e di diametro, e di luogo, inser- vienti per lo più a ricevere e a tramandare dei vasetti. A quelli pertanto, cr.e noi fin qui QuaH nella abbiamo notali, dega,ionsi a^giugnere due altre mascella in- . • i. "' ,1 ^\ • r feriore. p^ja, 1 quali appai tendono alla mascella inte- (i) Explic. Tah.ELutach. Tah. XYIII. pag, io® .1. F. 9) tiore. Nella faccia interna cioè di questa ma- scella , un po' sotto ({uello spazio semilun.ire , che divide 1' apofià coronoide dalla condì loi- dea , evvi un visibile forame , il quale è la bocca del canale, nel quale discendono e dei vasi, e il terzo ramo del quinto pajo. Tutti quei vasi dopo aver provveduto ai denti , e all'osso della stessa mascella, per due fora- mi minori aperti esteriormente escono per l'ordinario fra l'altezza di mezzo di quest'os- so, e in quel laogo, che corrisponde a quel piccolo spazio eh' evvi tra mezzo il primo ed il secondo dente molare. CAPO SETTIMO Delle ossa del Tronco. 170 Oostentasi il capo su d'una colonna Piq^ai; pani . 1 /^ • 1 1 1 1 o ^'^ composto il ossea piegata alquanto a loggia delie lettere b , tronco. la qual colonna siccome per la maggior parte è fatta di pezzetti ossei , a cui si die il nome di vertebre , ossia spondili , fu perciò detta colonna delle vertebre . Altri la chiamano spi- na ^ e la dividono in tre parti: in colonna cioè, in base j ed in appendice . i8o. Ventinove ossa formano la colonna , ^saViTspi- ossia spina propriamente detta j delle eguali ^''^' 1 oo ventiquattro quasi simili diconsi vertebre. Le sette superiori appartengono al collo; le dodici seguenti sono le vertebre del dorso ; e succe- dono a queste le altre cinque, le quali spet- tano ai lombi , all' ultima delle quali infe- riormente si aggiugne la base, cioè V osso sacro, coir appendice aumentata all'estremità di questo composta di quattro ossetti negli adulti principalmente , e ne' vecchi , i quali pure in un solo si condensarono , la quale appendice dicesi osso del coccige , o della coda . Qnaiiooiedeb- * 8 I . Tuttc Ic vertcbrc convengono tra loro bausigeiurai- ^q^ p^^^ j;jella figura; differiscono poi si nella mente osserva- l o l renelle varie- o-randezza, come nella forma, e nel numero fere . ^ delle prominenze che hanno . Generalmente parlando tutte le vertebre hanno il loro cor- po, e nove processi, ossia apofisi. Il corpo rap- presenta un osso piuttosto largo, crasso, spun- goso , coperto d' una tenue lamina ossea , in cui veggonsi innumerevoli piccioli forami per il passaggio de' vasi ; e la quale si fa aspra da solchi , e quasi da linee alquanto elevate per una più ferma adesione di certi ligamenti che servono ad unire. Anteriormente è inar- cato , posteriormente quasi concavo ; di sotto , e di sopra piano , co' lembi , ovvero labbra alquanto prominenti di fuori ; dal che indi avviene, che la faccia d'avanti del corpo sem- bri scavata in un leggier seno ; quasi che lOJ un grasso cìno:oìo abbia astretto 1' osso , nien- tre era molle , proibendo il troppo accresci- mento. 182 E>-'cono esteriormente e nn po' supe- Q"aiiecT«aivte riormente dal corpo delle vertebre due apofisi d.;Ue vcncbia. lina per parte; vanno indietro, si piegano al- cjuanto in arco , e convengono in un processo , ossia in un'altra apofisi ; per lo che insieme col corpo delle vertebre, o piuttosto colla faccia di questo posteriore e sinuosa , formano quasi un anello, il quale cogli altri anelli ossei delle altre vertebre , insieme uniti per mezzo di cartilagini che vi si frappongo- no, e di ligamenti che vi sono sopra tesi, e inseriti , viene a formare quel forame , o piut- tosto canale composto di anella ossee, che alcuni chiamano teca delle vertebre , per cui passa la midolla spinale, e si produce sino alla fine dell'osso sacro. Il processo, in cui convengono queste due apofisi , dalla sua qua- lunque fio;ura chiamano processo spinoso , o apofisi spinosa \ il che avanti di fare tutte metton fuori tre prominenze; una più crassa, e pii^i lunga prodotta fuori del lato corrispon- dente; le quali due prominenze avendo riguardo al loro collocamento diconsi apojisi transverse ; delle altre minori e più tenui una riguarda superiormente avente una faccia levigata or quasi piana, ed ora sinuosa; l'altra riguarda in- feriormente, avendo una faccia parimenti liscia ^ l 02 or piana, ed or convessa voltata in avanti. Coir ajuto di queste quattro apotìsi minori , frapponendovisi una tenue crosta cartilaginosa uelie ossa recenti;, si articolano le vertebre tra loro; per la qual cosa da alcuni articolari, da altri per la lor faccia alquanto obliqua all'orizonte, sono chiamate oblique. i83. Finalmente sotto e sopra i processi. Che altro ah- • 1 ' 1 • 1 ' 1 biasi ad osser- o aponsi parteudo pria da lati dei corpi de- vare uelle ver- . | . . • -, . tekre. vonsi notare due seni, o piuttosto due ardii, i quali, con tanti archi di ciascuna vertebra superiore, e dell'inferiore vicina fanno quattro forami; per cui dalla teca delle vertebre trag- gonsi fuori i nervi spinali procedenti dal funi- colo spinale. Sonovi adunque in ambi i lati di ciascuna vertebra due seiuiforami, i quali termi- nati dalle vertebre corrispondenti formano ven- tiquattro aperture per parte , che da molti di- consi forami intervertebrali . Il primo è tra la prima, e Ja seconda vertebra del collo; l' ul- tim.o poi tra 1' nltima dei lombi e Tosso sacro, in "cui sta scolpito un'arco simile, o semifo- ranif^ . 184. Le vertebre poi del collo, del dorso, QuaV.sìenocer- ,.,,., f ì- a te speciali diffe- e dei iombi hanno alcune ditlerenze , per cui renze delle ver- . /-. . , -, f ^ ^ lebre. hoh Si possono facilmente tra loro contendere. Imperciocché primieramente dall'osso sacro fino al capo le vertebre componenti l'ossea colonna a poco a poco diminuiscono in grossezza ; di poi tra le sette vertebre della cervice j, oltre io3 di che tutte sono fritte d' un corpo p-ù duro meno inarcato davanti , le cinque inferiori hanno questo di particolare , che il loro corpo sia piegato nella faccia superiore onde ricevere più comodamente il corpo della vertebra che vi sta sopra. Imperocché i processi (N- 182) procedenti superiormente dai Iati dei corpi, e che vanno indietro ;, sono posti piìi alto che nelle altre vertebre; laonde devesi a quesii processi l'una e l'altra estremità di quel seno, di cui avvisai poco fa esser fornito il corpo nella faccia superiore. Cosi questi estremi co- stituiscono due altre fipofisi da aggiugnersi alle altre, e proprie di queste vertebre; siccome un'altra apofisi nggiugner si può a tutte le altre, ogniijualvolta facciamo una doppia spi- nosa, quando il di lei apice dividesi quasi in due simili apofisi in molte vertebre del collo; dissi in ììiolie'^ imperciocché di tutte la supe- riore manca di questo spinoso processo, e spesse volte la spinosa apofisi della settima , e tal- volta della sesta ancora si termina in una lunga tuberosità stante a traverso ; quasi la spina già prima biforcata per mezzo d'un glu- tine osseo frapposto siasi unita cancellandosi la separazione. Inoltre in cadauna vertebra del collo le apofisi transverse spiegate piuttosto in piano hanno qua e là sparse certe fosse e labbra ascendenti disposte in certo ordine di simmetria, e fornite sono d'un largo fv)rame io4 ( in alcune alle volte doppio ) per dare il passo ai vasi vertebrali. IO 5. Ma altre cose vengono da notarsi AevZnsi'nc. nella prima e seconda vertebra del collo . Im- LTvmXa perei o<:c he la prima di tutte, che dicesi Atlan- d<;i collo. ^^^ £,^ ^^ anello, ossia un circolo osseo, e ne ha quindi delle altre 1' area più ampia . È priva del corpo propriamente detto, si ancora dell' apofìsi spinosa. Fa le veci del corpo una parte dell'anello osseo, e quella è assai dura; in mezzo a cui , e anieiiormente ascende una tuberosità ottusa , a cui risponde posterior- mente una legiiier fossa rotonda , attorno la quale gira un certo dente osseo proprio della seconda vertebra , la qual fossa è circondata d'un alzantesi lembo osseo. AH' apofisi spinosa si sostituiscono certe asprezze, in cui s'inseri- scono dei robusti ligamenti. L'area del cer- chio è più ampia nella parte superiore , dove guarda il capo, con cui congiunaesi ferma- mente per le apofisi articolari ( N. i8j ) supre[ne , quasi ovali, ed assai torte. Le ar- ticolari inferiori sono esse pure piegate, ma leggiermente, piuttosto rotondette, e meno lontane tra loro; quindi perciò rendono an- teriormente l'area del circolo osseo alquanto minore. Per altro le apofisi trasverse dell' ^z- lante sono di fuori più prominenti che nelle altre vertebre; quindi intendiamo cominciare in questo luogo i vasi vertebrali a scostarsi da :eS quel retto tramite , che serbavano nelle altre vertebre dei collo . i86. La seconda vertebra ha nn corpo più 2,"^]'^^"^"* delle altre prodotto interiormente , e rappre- senta quivi assai bene un arco. Dalla regione superiore di questo corpo salta fuori un' apo- iisi, la quale rassomiglia alquanto ad un dente; e perciò dicesi odontoide, o dentiforme. L'^estre- mità di questo processo finisce in certa guisa in acuto ; la di cui faccia anteriore , dove cor- risponde a quella leggier fossetta dell' Atlante , ( N. i85 ) dessa pure è leggiermente torta 5 la posteriore poi gonfiasi in un lunghetto tu- bercolo, sul fine della quale mostrasi una fos- setta continua col collo, il quale sensibilmente discerne questa apofisi dal corpo . Nella fac- cia anteriore del corpo evvi eminente una li- nea, alle volte divisa inferiormente in due, le quali abbracciano o un solco, o una fos- setta triangolare; e le quali cose tutte, non altrimente che la punta del dente , e la de- scritta tuberosità fanno, che alcuni ligamen- ti , i quali procedono dall' osso dell' occipite, inerendo fermamente in questi luoghi, nella sua sede ferma tengano questa vertebra colla prima . 187. Inoltre la spinosa apofisi della seconda Che altro a«- vesi ossservare vertebra è biforcata, e le supreme articolari ,'^^^^^j'^''''^^'^ l _ _ vertebra . ovvero ohblique hanno una superficie ampia , e piana , affinchè V Atlante insieme col capo io6 possa più comodamente ruotarsi sovra di esse. E questo riiotamento è quello, perchè alla seconda vertebra del collo diedero il nome di Epistrofeo: imperocché il capo fermamente at- taccato all'atlante gira attorno l'apofisi den- tiforrae , come circa l'asse, assai opportuno per conservare con fermezza il moto necessa- rio . Laonde giustamente chiamarono alcuni questa seconda vertebra assd sebbene altri abbiano malamente voluto dare tal nome alla terza vertebra ; la quale , siccome ancora le altre quattro sono differenti nella situazio- ne soltanto , ed in alquanto maggiore gros- sezza , perlocchè sebbene non abbiasi potuto ad esse dare il suo nome particolare , como- damente però distinguonsi tra loro nell'ordine, con cui una succede all'altra dalia terza alla settima. Havvi solo qualche ditferenza nella settima , che nel di lei corpo nella parte in- fima, e laterale havvi una picciola eminenza leggiermente sinnata ^ per cui sì congiunge alquanto colla prima costa. 188. Che se dalle vertebre del collo pas- SaBo a notarsi siamo a quellc del dorso, in queste ancora, le quali dal numero secondo che sono collocate, si distinguono , in queste dissi poche cose si trovano da dover^^i osservare. Imperciocché se ne riguardiamo la figura, sembrano a prima vista assai consimili alle ultime vertebre del collo, quantunque alcune differenze vi sieno . nelle vertebre d«l dorso . 1 07 Perchè in primo luogo le vertel)re del dorso superano in grandezza quelle del collo. Le Apojisi trasverse sono più crasse, solide, non aventi cioè alcun forame, e terminate la mas- sima parte in un rotondo capezzolo, nella cui faccia anteriore liavvi scolpita una fossetta piìi o meno profonda , attribuita per 1' articolo colla tuberosità delle coste. Le due inferiori , e rare volte anche la terza, hanno questa apofisi alquanto più breve , e senza fossetta ; perchè le coste corrispondenti non si articolano con queste apofisi . Le Spinose sono molto in- clinate al basso almeno nelle dieci vertebre superiori; imperciocché in quelle due, le quali poscia succedono , questa apofisi è posta quasi orizzontale, è più breve^, e meno somigliante ad una spina , ciò che non rado è comune ancora alla vicina vertebra superiore;, cioè alla decima . 189. Finalmente le nove vertebre superiori, ^J'/j/^'""'"'^ ( alle volte ancora la decima ) ai Iati dei corpi sopra e sotto hanno una eminenza , la quale i^r« fabbricata a foggia d'arco è dolcemente pie- gata; quelle eminenze poi tra queste, le quali occupano la parte di sopra delle vertebre , si portano più in fuori di quelle, che sono poste di sotto ; mentre le tre vertebre inferiori (sempre poi le due ultime) hanno nella parte superiore , e laterale del corpo una sola fossa intiera, più g,rande, generalmente rotonda, e li osser- vare nelle me- desime verU- io8 circondata quasi da nn labbro alquanto eleva- to. Le eminenze sinuose , e le fosse di tal sorta coperte d' una crosta cartilaginosa rice- vono il capo delle coste , con cui si congiun- gono; e per questa cagione nell'ultima ver- tebra del collo mostrasi una picciola emmenza nel luogo indicato;, e inferiormente, per potere colla prima vertebra, chiamata da alcuni ascel- lare,, o eminente, ricevere la prima costa. Finalmente una cartilagine si frappone a queste vertebre, ma molle, e meno crassa che nel collo-, quasiché fosse necessario difendere il dorso ^ e quindi anche il torace da una troppo facile flessibilità . JQO. Dal luoo;o parimenti, che occupano Che co»a deb- . . - ^ i • • ^ basi osservare ordinatamente nella spina del dorso, più ret- aelle vertebre ^ i • • • i i - dei lombi, tamente distinguonsi tra loro le cinque verte- hre dei lombi. Sono esse più grandi di tutte, perchè così richiedeva la fermezza della spina da una base più larga terminando in certa guisa in punta. Molte di loro adunque e nel corpo , e nella crassezza , ed estensione delle apofisi superano tutte le altre. Imperciocché le spinose apofisi sono crassissime , tra loro più distanti per la più facile piegatura della region lombare; e quindi aventi tra mezzo una cartilaojine più crassa ; le spine istesse ( più brevi nell'ultime due) stanno quasi paralelle all'orizzonte. Al contrario le apofisi trasverse ^ dovendovisi- inserire molti muscoli, sono pia 109 Innghe clie nel dorso, se parlasi di quelle tre che sono tra la prima, e la quinta, conciosiacchè nella prima , e nell' ultima sono crasse , e brevi Né devesi ommetiere co, che alrre volte indicammo, cioè che le apofisi oblique, o>sia articolan sono talmente conformate nelle vertebre dei lombi , che le superiori hanno la faccia più o meno contava, quasi fossero do- nate della cavita glenoidea ; le inferiori poi quasi la gobba con un qualche seno coperto di cartilagine , e rappresentante una picciola tuberosità lunghetta . Questo osservasi princi- palmente nelle prime vertebre dei lombi , e neir ultima del dorso ; imperciocché queste apofisi delle inferiori vertebre lombari appajano più sensibilmente piegate. 191. La sp'ua , o ossea colonna composta che cosa osse», dalle ventiquattro vertebre fin' ora descritte sta poggiata su d' una base ossea , su cui so- stentasi. Questa base è un osso grande, che perciò dicesi sacro. La sua figura è triani2;o- lare ; la sostanza la medesima di quella delle vertebre; ed ha due faccie, una posteriore più o meno convessa , e aspra da molte promi- nenze per tener più validamente attaccate l'estremità di certi muscoli più grossi: l'altra anteriore piuttosto levigata e concava. E com- posto di cinque pezzetti d'osso gradatamente decrescenti in m.ole in quelli che succedono inferiormente; i quai pezzetti nei fanciulli, e vasi neU osso 5 sacro . I IO nei bambini appena nati sono separabili stan- dovi tra mezzo una cartiiagine , e rassomi- gliano assai alle vertebre , ma con un corpo in certa guisa pianamente assottigliato. Negli adulti sono insieme addensate queste vertebre fattesi ossa le cartilagini interposte, siccome so- nosi addensate insieme le apofisi spinose, e le articolari e tra§verse. I corpi cioè dì queste vertebre vanno a finire in processi trasversi , i quali più grossi essendo nella sede delle tre vertebre superiori dell'osso sacro, formano le npofisi trasverse dì questo tenacemente unite colle ossa delT Ileo per mezzo d" una carti- lagine; nelle altre vertebre componenti l'osso sacro questi processi continui co' superiori si fanno più gracili , e principalmente nella quar- ta, in cui sono alquanto più piegati in lati- tudine. IQ2. Da tutti questi processi insieme si Qualaltracosa r • 1 • 1 li' T r debbasiosser- ranno 1 lati dell osso sacro d una iigura , vare nell' osso ■» • • i • i i ìì r come elicemmo, triangolare; il quale nella fac- cia superiore verso le vertebre dei lombi , e dove compie il terzo lato del triangolo , ha una ta2:iiatura ovale nei vertici che 2;uardano al di fuori. Sotto il congiungimento colle ossa dell' Ileo vedesi qua e là un seno ineguale, distinto da una eminenza , che evvi trammez- zo, nel quale s'inseriscono i legamenti che con- giungono tenacemente le ossa ddVIleo colTosso sacro, siccome inferiormente in questi lati as- sacro . I II sottigliati di quest'osso;, e alzantìsi in una plc- ciola tuberosità, vi sono inseriti degli altri più Iun2,hi, ma al pari robusti legamenti, che fer- mamente uniscono codest'osso coW Ischio . Sotto queste tuberosità, ma ad un cortissimo inter- vallo, l'ultima vertebra dell'osso sacro manda fuori due apofisi oblique discendenti , che ago- gnano esse pure le tuberosità , e che danno fuìe a quel canale per cui passa il funicolo spinale: il qual canale in quest'osso è conoi- deo , la base essendo volta all' insù col lembo posteriormente assottigliato in punta, e rap- presentante un aico , il quale è convesso al di sotto, e dai cui estremi vengono prodotte due apofisi oblique, ossia articolari aventi una cavità glenoidea per 1' articolazione coli' ultima vertebra dei lombi. Finalmente giacciono ap- presso ai lati dei corpi delle vertebre costi- tuenti Yosso sacro cinque forami in avanti più larghi, per cui escono dei nervi insigni, e molto minori al di dietro aperti piuttosto ai vasi, e a membrane, che a' nervi. 193. Alla vertebra inferiore dell' osso jacro J;"/^';.f^'*^»|:; a2;<2;iu2;nesi un'appendice, a puisa d'una breve "'■'1".°"" ^^^ tro D rl_ ' b Coccige. coda _, detta perciò coccige , o osso del coc- cige ; il quale negli adulti principalmente, e ne' vecchi è composto da quattro vertebre ossee picciolissime a poco a poco decrescenti in mole fino air ultimo os^^etto, che rappresenta quasi una punta, Per altro codeste vertebre nei fan- I 12 ciulli, ed anche nei giovani sono cartilaginose, ed hanno la faccia d'avanti quasi piana, la di dietro gobba ^ la superiore piìi o meno avente dei seni, e T inferiore che finisce in punta; quindi frapposte essendovi delle tenui Jamine cartilaginose ( le quali conservano la flessibilità del coccige ) questi osseiti al di sopra ricevono il vicino , e di sotto sono ri- cevuti. Né mancano in questi almeno i vestigj delle apofisi trasverse, e oblique, i quali pro- cedono dai corpi delle vertebre , e più eviden- temente nel primo ossetto , in cui le apo- fisi oblique si congiungono colle simili apofisi dell' osso sacro appartenenti all' ultima verte- bra di quest'osso; negli ossetti inferiori non appajono le oblique ; le trasverse poi tanto meno sono protuberanti , quanto si fanno minori gli ossetti che succedono , e i quali pure con gli altri ricevono le estremità di certi muscoli. Quai Siene > ' 94- Sebbcnc nel descrivere la spina non i7°spfn'/d;i abbiamo tralasciato d'indicare porzione degli dorso. ygj g de' vantaggi di molte parti che la com- pongono, e porzione si facciano da se noti, nulla di meno però non sarà fuor di proposito l'annoverare almeno i principali brevemente, e sommariamente. Conciosiacchè adunque que- sta spina sia formata a guisa d' una conica colonna , e fabbrica di ossa^, egli è manifesto esser ella data a sostenere alcune parti; vale > 'rr3 a <3ire il capo principalmente, e il petto: pet questo le vertebre inferiori sono sempre gra- «ìatamente più larghe, e pù gros^^e delle su- periori . poiclìè con questo mezzo maggior fer- me?.za si clona all' istessa colonna. E tanto più maggiore, perchè T osso sacro tenda alT in- dietro; indi i lombi pria anttriormenie incur- vati, e poscia posteriormente, quindi più ret- ti, indi di nuovo alquanto inclinati al di dietro più facilmente sostentino il torace ; siano poi portate ali indietro le vertebre di questo, onde donare al torace maggior capacita , e dual- mente il collo dalla prima vertebra del dorso fjno alla testa ritto s'avanzi. Ma essoìdo com- posta non d" un sol osso , ma di molti eoa jframmezzo delle cartilagini , e dei legamenti qua e là stesi sopra, e riceva inoltre inserite le estremità di molti muscoli; quindi è chiaro esser ella ordinata ancora a diversi movimenti necessarj , ed a tenere fermi e saldi molti mu- scoli . Oltre di che concorre alla formazione del petto , e dell' ossea pelvi , come si farà manifesto in quello che si avrà a dire; e poi- ché tutte le vertebre coli' osso snero compren- dono il canale, per cui passa 11 funicolo spi- nale, e per i forami aperti e nelle apofisi trasverse, e qua e là tra una vertebra e l'al- tra , per dove passano or vasi , or nervi con membrane ;, e vasetti insieme, per ciò 1' altro vantaggio della spina del dorso si è di difen- 114 dere la midolla spinale dalle ingiurie esterne , e di dar passaggio a molti nervi, e vasi. Final- mente sostentano le vertebre molti visceri con- tenuti nel collo ;, uel petto , e nell' abdome ;, come dichiareremo nelT anotomia degl' istessi vìsceri. CAPO OTTAVO Del Torace y ossia Petto ■ loS. Ali 95. XJLlla spina fin' ora descritta, ed a ,8aii ossi sia quelle vertebre, che abbiamo detto (N. 180) fatto il Torà- ^ i , . . ^ appartenere al dorso, connettonsi certi ossi* clie fanno una ben larga cavità , e lunga , e piuttosto ovale, il Torace cioè, ovvero Petto. Formano questa cavità dodici vertebre poste al di dietro ;, e ventiquattro lunghe ossa con- nesse con queste, piuttosto tenui, e in singoiar maniera inarcate , moltissimo poi vicino alle vertebre , dodici per parte , le quali ossa di- consi Coste: così pure un akr' osso situato in mezzo alla parte d'avanti del petto, in cui s'inseriscono le sette coste superiori, ed a cui si die il nome di Sterno. Abbiamo già parlata delle vertebre; resta adunque a parlare ora degli altri ossi. 5 1 3 196. Lo sterno, che da alti-i tlice>l 0550 che.uiosi-r del Petto , negli aclultl e nei vecchi è niV^"- sol osso ; ma in un' altra età è con) posto di tre pezzi; anzi nei fanciulli per lo più da una cartilagine che v' è di mez2o , la qua- le finalmente s'innossa; restandovi alle volte lina linea alquanto eminente , condotta tras- yersalmente tra mezzo ai pezzetti , e cor- rispondente dove stanno inserite le coste . Il 'primo osso è come un triangolo , la di cui base guarda all' insù , e V apice molto troncato inferiormente. A questo succede l'al- tr' osso , che tiene la parte di mezzo , pii^i hmcro derrli altri, e più piano, col quale si connette inferiormente il terz' osso , per l'or- dinario cartilaginoso. Paragonarono alcuni lo sterno per la sua figura ad un pugnale; e perciò r osso superiore chiamarono manico , l'ultimo poi cartilagine xi/aide , o ensiforme, secondochè ella è biforcata, o termina in una punta . IQ7. Ila una sostanza spungosa , munita i>iiui,oitan- ,. 1 oli^^' crassezza, esternamente d una lamina ossea, la quale g,,,,,^^^^. nella superficie è pertugiata d' innumerevoli piccioli Ibrami per il passaggio de' vasi ; ed ha la faccia esterna , o anteriore per lo più leg- giermente convessa , e concava poi quella che internamente o posteriormente a questa cor- risponde. La sua grossezza , se si eccettui il corpo del manubrio, generalmente non egua- ii6 glia neppare la punta del dito mignolo, e panicoiarmente nella parte inferiore; poiché (ial manubrio fino alla punta della cartilagine ensiforme a poco a poco si assottiglia. Il dia- metro trasverso è ineguale; maggiore alia parte superiore del manubrio che a poco a poco si diminuisce. Da questo luogo il secondo osso da un minor diametro si spiega gradatamente in un più largo; finalmente lo Sterno all'osso terzo grandemente si contrae. Ci» altro dciv 19?^. In quest'osso intiero deggionsi osser- ìTst'i^uT'"'^ vare delle fossette, o seni coperti d'una car- tilagine; sette per parte fatti a posta per ri- cevere le estremità cartilaginose di altrettante Coste. 11 primo seno trovasi nella parte supe- riore del manubrio, in cui s'inserisce la prima Costa ; sopra questo vedesi un altro seno a foggia d' un' arco di cerchio , e discendendo obliquamente nei lati , e coperto d' una grossa cartilagine; il quale anteriormente riceve in- serita l'estremità dell'osso della Clavicola. Il seno, che segue, è nel congiungimento del manubrio col secondo osso ; gli altri seni sono in questo medesimo osso , e rare volte nel terzo, almeno per intiero. *vv . iQQ- Le Coste, dai Greci dette Pleure, Fabbrica, fif^n- ^ ^ ra, e posizione sono ossa in sin2:olar maniera piegate in arco delle Coste i <- convesso al di fuori , e disgiunte da piccioli intervalli. Sono fatte d'una sostanza fungosa, ossia di cellette ossee , su cui stendesi una »V7 tenue lamina ossea. Le Coste poi hanno una diversa i:^rantlezza : imperciocché le prime come le ultime hanno poca proporzione con quelle, che sranno tra mezzo, le quali sono alquanto più lunghe; (\ì poi sono generalmente collocate in guisa 5 che le prime dieci posteriormente sieiio poste più alte che in avanti ; ma la prima di tutte sempre piegata ni basso s'inse- risca nello Sterno, con lui quasi si conglutini, e formi un angolo ottuso: la seconda inerendo allo Sterno a perpendicolo fa con quest' osso quasi un angolo retto per parte ; le altre poi gradatamente nelT estremità d' avanti sempre più ascendano, e si articolino esse parte collo Sterno , parte colla cartilagine delle Coste su- periori, e convengano sempre con quello in angolo sempre più acuto . aoo. Ma poiché questa articolazione propria Quame spe- ella è soltanto delle sette superiori , le quali e'^Ia'ale°^u perciò dicono vere, le altre poi non arrivino „ento di ai- fino allo Sterno (i); quindi delle altre cinque, *'""'• a cui si die il nome di Coste false o spurie, le tre prime attaccate colla Costa superiore nella loro estremità che corrisponde d'avanti, ascendono meno in avanti delle vere; le altre due poi all' ingiù obbliquamente inclinate non (i) Rarissime volte l'ottava Costa arriva fino allo Sterno; tuttavia un tal esempio io ho ia vino scheletro wel lato sinistro. 1 1 colle vicine Coste si attaccano , ma colle vicine carni dell' abclome, e col diafragma nell'estre- mità d'avanti è insieme inferiore. Aqaaiespecie 30 1. Conciosiacchè poi le Coste siano ossi d'ossa uppar- |j^j{^„]^i ^ spiegati a qualche foo;o;ia in piano, tengano le co- O 1 C 1 _ OC? t stejethe cosa COSI sì Dossono '\x\ esse considerare le estremità aia degna d'os- ^ . . „ . Kervazioae in Joro > 11 coroo iiE unH doDDia taccia, nna ester- na alquanto convessa , 1 altra interna quasi piana ; ambedue queste faccie nella parte su- periore hanno il lembo quasi rotondo, nell' in- feriore acuto ; in ambidue devesi osservare il labbro, o estremità interiore, e esteriore. Il lembo inferiore nella sua faccia interna nelle nove o dieci superiori ha un solco, entro il quale si stanno e nervi e vasi , che scorrono tra coste e vene . 11 corpo per altro quan- to più scostasi dalle vertebre , tanto più si fa piano , ma dolcemente : eccettuatene la pri- ma e r ultima ; imperocché quella è più piana dell'altre, anzi del tutto piana fuorché posteriormente; l'ultima poi quasi dappertutto rotonda. Come sia fab- ^^^' L'altfa dellc estremità è la posterio- bnccat,.i'estre-i.g ^ \^ supcrlore: l'altra anteriore, e più o mila -postene- 1 '^ - re delle coste, ni e no iufeiiore. Quella ha un capezzolo du- retto avente una doppia picciola faccia , e munito d'una cartilagine, onde potersi artico- lare colle fossette (N. 189) che sono scolpite nei corpi delle vertebre, e onde poter esser rite- ¥iuto in questa sede per opra di ligamenti^ e 119 star fermo, conservando una qualche mobilità. Quindi questa estremità procedendo entro e verso all'ingiìi nella costa continua, è ornata d' una picciola faccia prominente , coperta si- milmente d' una cartilagine , per , articolarsi colla fossetta (N. 188) del processo trasverso delle Vertebre. A questa succede tosto un'aspra tuberosità, in cui s'inseriscono i ligamenti , che contengono la Costa nel suo luogo: le due Coste interiori poi, e di rado ancora la terza, sono prive di questo articolo; dal che ne ^1-]lllouT^^z^À- viene , che fornite d'una raen ferma articola- ^''°*°'''^''*-J zione , siano più mobili delle altre. Così fu data dalla natura varia fermezza a Coste diver- se , in guisa che la prima stia o quasi ferma , o almen poco mobile, mentre le altre grada- tamente hanno una maggiore mobilità. 2o3. L'estremità d'avanti quasi sempre è coma 3; >■ 1 ta 1 estr cartilaginosa, vale a dire qualunque Costa^i'avam ( quando bene non sia tutta ossea, come av- viene alle volte principalmente ne' vecchi as- sai ) mentre principia a formare la parte d' avanti del petto, si fa cartilaginosa in di- verso tempo secondo diversi individui . E que- sta cartilagine , se parlasi delle Coste vere. ^ s inseiisce nelle laterali fossette dello Sterno (N. 198), ed entro esse viene iuserrata per via di ligamenti : nelle tre prime spurie poi questa cartilagine ella è piìi breve , e finisce in acuto, o si inserisce insieme colla cartiU-. 3ia fal- estremiti I re- gine della vicina Costa superiore , o a questa congiungesi per raezzo di legamenti. Oltre di che quella connessione alle volte ancora si compie per mezzo di pezzetti carlilaginosi , i quali sembrano discendere in luoghi incerti dalla settima Costa nell' ottava, e da questa nella nona , o dalla nona nella decima , o ascendere da queste inferiori nella superiore vicina ; il che quando avverasi , egli è facile comprendere non esservi in quel luo^o quelle carni 5 che riempiono gl'intervalli intercostali;, le quali chiamansi muscoli intercostali , e interni . vanfagpdei- 204. Qucstc 03^3, che cìrcoscrivono la ca- vità del Petto, hanno i loro proprj vantaggi, de* quali eccone i principali . Primieramente danno luogo all' inserimento di molti muscoli moventi dove la Spina , dove le Coste e lo Sterno; per mezzo de' quali si possa piegare, e stendere il Dorso > ed elevate le Coste e lo Sterno, e ruotate quelle o nell'una o nell'altra estremità in guisa tale che il loro lembo infe- riore sia cacciato al di fuori, e il superiore al di dentro, il Torace istes^o tanto nell'ispirazio- ne naturale, quanto nella morbosa, si possa divergere sì nei lati, che dal di dietro in avanti; ed anzi alquanto contrar>i , dove «lai peso e dalla forza elastica delle Coste , e de' lega- menti che legano le Coste alle estremità , il Petto istesso fu restituito alla primiera capa- le oss.i del l'o race ISI cita , 06sia allo stato di respirazione . Il To- race inoltre difende le parti principali date ad esercitare le vitali fanzloni , le quali si nascondono come in più sicuro riparo nella cavità del Petto. Riparati sono adanijne dal Torace il cuore , i polmoni , i vasi maggiori , e le altre parti , che stanno nel Petto . Anzi le Coste basse coprono ^ ed abbracciano parte degli ipocondri ; e tutte sostengono, e conser- vano distesa la membrana pleura, e le ultime Tessono in certa maniera il moto del dia fra - gma, a cui sono legate, e cedono obbedienti alla sua azione: mentre intanto lo Sterno, oltre di dare un qualche sostegno alle Clavi- cole, che descriveremo a suo luogo, serve ancora alT inserimento d^l mediastino anterior- mente ( come i corpi delle Vertebre posterior- mente ) ; e perciò a tener anco sospeso il cuore, il quale come nel suo luogo sta tra r una e T altra lamina del mediastino ritenuto in' un suo particolare invoglio. Finalmente tra ì i vantaggi , che dobbiamo al Torace , non dob- biamo tralasciar quello, che le Coste danno luogo anteriormente a quei fonti saluberrimi , da cui r uomo ebbe i primi alimenti nel suc- chiare . 122 CAPO NONO Delle Ossa Innominate . QaaK jieno le SO 5, J_j iiltimii partc del tronco è formata essa innomi- 1___1I l T •• . t nate; che co- "3. quellc osstt, che diconsi innominate; da qw?"sia°'ia ^^tre ^^^^ ^^^^^ Coscia^ e le quali contengono romposizionr, yr,a cavltà coìTosso Sacro e col Coccige, la e sostanza lo- .... . ^^"^q^ i •<* "• quale circoscrive inferiormente i limiti dell'Ab- dome , quella cioè , che chiamano comune- mente Pel'y'i ossea. Quest'ossa innominate poi, sebbene negli adulti sembrino un solo per par- te , tuttavia ciascuno è composto di tre os- setti ; degli ossi cioè Ilio , dell' Ischio, ossia propriamente della Coscia , e da quello del Pube. Per altro hanno generalmente una so- stanza spungosa coperta , e compresa da una lamina ossea . incrnaiinogo 2o6. SÌ uniscouo poi qucste tre ossa, anzi si nniscano ; , . * i ' l e che cosa sia sono insiemc rappignate dove trovasi un certo d*i umot^]° ampio seno osseo , generalmente rotondo , ossia una cavità cotiloidea (N. 92), il qual seno chiamasi Acetabolo del femore, o cavità Ischia- dica. Dicesi Acetabolo del femore, poiché en- tro sé riceve il capo di questo grand' osso : cavità poi Ischiadica , perchè fu creduto una volta esser ella formata dal solo IscJùo ; il che sebbene sia filso, egli è certo però^ che 12$ a formar quella concorre in maggior porjzione r Ischio, che gli ossi Ilio , e Pube. 207. Codesta cavità nelle ossa recenti ve- '^'T^,? ^°*'' ' • ^ _ wa della ca- stità di cartilagine ;, ed aumentata d'un li^a- ^"-^ '"^i"*- mento forte orbicuiare (N. 114^ rassomiglia veramente ad una piucchè mezza sfera concava nella parte interna ossia nel centro sinuoso , fornita d'una divisione quasi per tutto eguale, la quel divisione dicesi ciglio di questa cavità. Ma nelle ossa secche ha una figura alquanto diversa. Imperciocché quegli estrenù dei tre ossi, da cui è formata la cavità ;, più o meno cre- scendo all'intorno fanno ^ che in tre diversi luoghi il ciglio or sia meno eminente, ed ora quasi del tutto manchi ; meno eminente cioè in tutta la sede esterna , e superiore; e man- chi poi internamente e di sotto principalmente^ dove ha principio un certo solco, per cui i vasi entranti nell'Acetabolo si disperdono entro le parti, che sono contenute nel medesimo. 2,08. Si contengono poi oltre il capo del '3«=^i/ '''*"'"• femore e la gianduia mucilaginosa , e quel aaten-uAce- ligamento del femore medesimo, il quale, seb- bene impropriamente , viene chiamato terete . E la gianduia ed il principio di questo liga- mento stanno in quel centro sinuoso, che ve- desi nel fondo di questa cavila. Questo seno sembra fatto apposta per ricevere la gianduia, affinchè venendo compressa dal capo del femore non si distru2;ora; ella ha una forma come se- co iq4 milunare coi corni rltondi ( e principalmente quel di sotto ), i quali sorgono dalla cavità medesima, mirando in avanti , e poco an- cora inferiormente; e perciò comprendono e il seno , e quel solco , per cui sono portati i vasi neli' Acetabolo. ^ ,. . 209. Né solamente nella sede delT Aceta- ■Qviìh Siena » , . gli altri con- Dolo SÌ Icgano tra loro quei tre ossi , da cui giuugimeuti r • 1- T • • TT- I if 1 delle ossa in- sono tormati gli Innominati. Vi sono delle al- Moniiaate .. • t •• .... ... tre reciproche connes^^ioni e con alcuni di quelli, e con altri ossi ancora Imperciocché 1 osso Ilio, degli altri più grande, per mezzo d'una cartilagine connettesi posteriormente coi lati dell'osso Sacro; e le ossa del Pube non so- lamente vicendevolmente unisconsi sopra e d' avanti , ma ancora inferiormente colT osso deir Ischio ; come si vedrà chiaramente nella descrizione di ciascun osso. aio. Le ossa adunque dell'Ilio, alquanto Si'eossa'Sr ™agg'on dell'altre, a cui sono aderenti, le Ilio, e quale (dobbiamo riferire alle ossa piane, che sono sia la lor figa- _ l ra , e posizio- terminate superiormente a fop;ciia di arco d'un Me. . f c^<^ circolo. Il piano a poco a poco generalmente si diminuisce da quell'arco, crescendo non poco r osso nella grossezza inferiormente , e poste- riormente. Nella sede superiore non sono ade- renti a verun osso; posteriormente poi nell'am- pia superficie si uniscono colf osso Sacro; infe- riormente dove fanno parte delTAcetabolo, sono continui coli' osso Ischio, e Pube. Ebbero poi considerar» ossi del- iai> tal piegatura, affinchè pia o meno obbliqua- iiiente discendendo dalle parti esterne a quel- ìe d avanti , sieno tra loro meno distanti nella parte posteriore , che nell' anteriore ; perchè i due ossi del Pube posti auterior- mente , e vicendrvotmeiite legati , sono più distesi dell'osso Sacro, col quale posteriormente si uniscono. 211. Due faccie hanno quest'ossa; interna ^.''^^'"°^"" 1 ' SI consi Tuna, l'altra esterna. Quella è levigata, quasi "f^""' tutta un po' concava , fuorché posteriormente: imperciocché in questo luogo ella è convessa, e al cono;iuna,imento coli" osso Sacro si fa cras- sa , ed aspra dalle prominenze , e cavità per la più tenace adesione ; mentre pel contrario il centro di quest'osso in alcuni scheletri è tanto tenue, che sembra composto d'una sola lamella d'osso. La faccia esterna è parimenti levigata , ma un pò" meno convessa nella sede d'avanti, concava in quella di dietro, dove finisce in tuberosità , la quale è un poco emi- nente oltre Tosso Sacro. L'arco in cui con- vengono ambe le faccie superiormente , dicesì cresta dell' Ilio , fornita di due labbra , come due linee prominenti , interna una , esterna l'altra, e questa più aspra, la quale poste- riormente sorge tanto sotto , che dentro della tuberosità indicata. In queste labbra s'inseri- scono i muscoli, e stesi sopra ambe le faccie, e procedenti da aJtri luoghi. I&6 Quali sieiTo le 21 3. Oltrc B cìò coclcstì OSSI sono ornati di loroapofìsi. q^g^-j-j-Q apofisl o proiiiinenze ; due in avanti, e due di dietro ; quelle si distinguono in su- prema ed inferiore divise tra loro da un arco quasi semilunare. Delle posteriori una pari- menti è superiore , ed è formata dalla tubero- sità già indicata; l'altra inferiore meno crassa assai, succede tosto a quella tuberosità, da cui si divide, restandovi tra mezzo un solco; del quale ne rimane a vedere un qualche vestigio non di rado nella faccia esterna . Finalmen- te sotto questa inferiore e posteriore apofisi dell'Ilio scorgesi un' incisura a foggia d'arco, e visibile molto , per cui e vasi , e nervo ischiadico ossia crurale posteriore escono da una parte , e dall' altra della Pelvi ; e osser- vasi ancora sopra 1' Acetabolo un solco largo poco profondo , o piuttosto una legger depres- sioriC;, per cui il muscolo iliaco interno esce fuori dalla stessa Pelvi ossea . chesiai'osso 21 3. Siccomc la parte superiore dell' Aceta- suaii k^ Ine bolo vleuc fomiata dall'osso dell'Ilio, cosi •'"^'""'^""^r anteriore formata è dall' osso del Fettine , ossia del Pube ; il quale in questo luogo è piuttosto crasso, indi si assottiglia, ed andando quasi trasversalmente si porta un po' in avan- ti , per unirsi col mezzo d' una grossa car- tilagine col suo compagno gonfiandosi di nuo- vo, ed avendo una superficie piana; il qua! congiungimento perciò chiamano Sìncondrosi del I 27 Fube . Non si unisce però pria che venga prodotto inferiormente in ispecie di gamba , piana d* avanti in addietro , la qual gamba contratta per gradi concorre colla simil gamba, ma un po' più lunga , che sorge dall' osso dell' Ischio, per formare con quello un gran forame , che dalla sua figura dicesi forame ovale . Questa congiunzione nei feti e nei fan- ciulli si fa per mezzo ti' una cartilagine , la quale nelj' avanzarsi dell'età s' inossa, siccome ne' molto vecchi veste la natura, e la durezza di osso talvolta ancora quella cartilagine , la quale sta tra 1' uno .e 1' altro osso del Pube. 214. La gamia intanto si può dire vera- Q^ie »» i* mente quella parte del Pube descendente, la LTeqcaieii quale forma un angolo colla gamba dell' altro p°arti°debbanli Pube ; poiché così meglio si può distinguerla i^rme!" **" dal corpo del medesimo osso, che è superior- mente , e giace quasi a trasverso , ed è fornito di tre coste eminenti ) una superiore , la quale siccome più acuta dicesi propriamente la Spina del Pube; l'altra anteriore; la terza final- mente inferiore insieme, e posteriore. Tra que- ste coste y le quali la natura ci diede per ri- cevere l'estremità di certi muscoli , stanno frap- poste delle faccie : anteriore cioè, posteriore, ed inferiore ; la prima tra la spina e la costa anteriore; la seconda tra la spina e la costa inferiore; e la terza tra la costa anteriore, e inferiore, la quale costa ha un leggler seno 128 per il passaggio dì ceiti vasi. Quella poi delle Coste, che sorge antcriormeTìte, e disposta in guisa, che avendo quasi principio dalla S.n- conclrosi va discendendo esternamente , indi stando continua alla gamba dell'Ischio, e del suo osso medesimo si piega a foggia della let- tera O : e così forma il lembo d' avanti del forame ovale , e da questo luogo procedendo ed entro , e fuori sia prodotta nella Costa in- teriore . eresiai' os,a ^ ! 5. DalFAcctabolo , ossia Ischiadica cavità dell Ischio; a -^ qnaii cose sic- ha principio l'osso dell' Is(.hio in magi^ior por- no in Ini do- _ • ' ^ _ _ ^ C^O 1 gne d'ojser- zione deo;li altri ( ma inferiormente, poste- riormente , e un poco esternamente ). (Questa parte si potrebbe chiamare il Capo delT Isc/tio; il quale nella parte posteriore , tre dita incirca trasverse sotto l'incisura arcata dell'osso Ilio (N. 2 I a) sorge in un' acuta eminenza , la quale chiamasi Spina deW Ischio , o spinosa ipofisi dell'Ischio, o Processo spinoso dell' Ischio; attorno la qual spina codest'osso nella faccia esterna è leggermente concavo, e al contrario tumidetto nell' interna. Indi il capo dell'Ischio vicino fra la Spina , e il ciglio della cavità Ischiadica si contrae in specie di collo , il quale rappresenta un solco piuttosto insigne. Da questo luogo codest' osso si fa esternamente prominente in un'aspra tuberosità, ma crassa assai, a cui diedero il nome cM tubere del! Ischio. Questo tubere cangiasi in osso tenue, ovver© 1 2(J in quella gamba , ia quale ri}3legata al di so- pra , e in avanti insieme coli* osso del pube forma lo spazio ovale , cioè il forame ovale t il quale fuori dello stato di Scheletro è chiuso da membrane, e da muscoli. 216. Sebbene poi facile non sia, che e:;U con quai; , • , , _ ^- . quanti presidi OSSI innominati si scostino dal baerò, con cui »ui consinaio si articolano, come si e detto, neil ampia su-sa9ro. peificie colTintervento d'una crassa cartilagine; volle tuttavolta la natura donare a quest'ossa recenti un più fermo stabilimento con certi robusti legamenti. Due sono questi legamenti, e i più robusti di tutti, il primo de' quali pro- cedendo dall'interna ed inferior parte del tube- re dell'Ischio s' inserisce nell'osso Sacro, sabito sotto la di lui commessura coli' osso dell'Ilio; l'altro inerente a questo luogo medesimo trae la sua origine dalla spina dell'Ischio. 2 17. Dalle fin qui descritte ossa col Sacro "^ «1°=^^' °"» / , sia fornjata la insieme e col Coccige viene formata la cavità tewi. nominata pelvi ossea. Vale a dire codesta ca- vità posteriormente è futa dall'osso Sacro, e del Coccige; lateralmente dalle osse dell'Ilio; lateralmente parimenti, e inferiormente insie- me dalle ossa dell'Ischio; finalmente in avanti dall' uno e dall' altro Pube. Generalmente è rotonda; ma un po' più spiegata dall' uno in l'altro lato, di quello che dal di dietro in , _ • , . . , ... Quali sieno !j avanti. Se poi vogliamo riguardare gli usi, eutiutideiieoi- i vantaggi delle osse innominate , basti per sa maomiaatc. j So ora indicare , o piuttosto rlcìiiamare alla me-* iTioria , essere questa pelvi una base assai fer- ma , su cui poi^gia la colonna delle vertebre. Imperciocché sta appoggiato tutto il tronco , mentre sediamo , ove al contrario la pelvi stessa insieme col tronco cpiando siamo ritti in piedi insiste sulle inferiori estremità. L'uffizio di questi ossi è di tener fermi molti musco- . li 5 i quali co' suoi estremi s* inseriscono in quest' ossa ; e finalmente non tanto serrare quanto ancora difendere certe parti nell' uno e neir altro sesso ; come vedrassi , quando si parlerà di quelle parti . 218. Non è poi la medesima la forma della versiià'\Lua pelvi ìli atiibl Ì sessì . Perocché, avendo le pelvi nei due 1 ,■ i* „ ^ p ••! ^ sessi. altre parti uguali , questa nel femminil sesso e pili capace , e fabbricata di ossa più tenui : la cresta dell'Ilio è più inclinata alTesterno; l'osso Sacro è più largo , e nella faccia anteriore , e neir inferiore , e non è egualmente incurvato in avanti come negli uomini: più mobile il coc- cige, e col suo apice meno è portato in avanti, e alla fine gli ossi del Pube, dove insieme convengono, sono tra lor più distanti; perchè la cartilagine che vi sta tra mezzo, suol es- sere più crassa che negli uomini; siccome an- cora sono più crasse quelle cartilagini, le quali si frappongono al Sacro e alle ossa dell' Ilio. Laonde non è meraviglia, se nelle donne dì primo parto , principalmente se il parto sia i3[ istato difficile, gli ossi innominati posterior- mente si scostano nn po' più dal Sacro , e anteiiormente tra loro alla commessura del Pube . CArO DECIMO Delle Estrcìnità Supcrioii , e primieramcntó della Scapala . 2 10. -L'alia suprema reo;ion del Torace ^^ '^='" ""' «^ lo Steno compo— subito sotto il collo al di dietro e esternamente ^t^'e estremi. tà superiori. pendono le ossa, che lormano la base, ovvero il fondamento solido delle estremità superiori. Le ossa di queste estremità sono la Scapala , ovvero VOmoplata ; la Clavicola; il Braccio , ossia Vernerò; il Cubito finalmente, e la Mano. Il Cubito è composto di due ossa, e la ManoS"'l''"^''^'^!'- 1 Dansi notare iB dì ventisette almeno: e in tutte quest'ossa ad i^'^^'eossa. uno ad uno devonsi considerare la figura, il sito, la grossezza, le eminenze , e le cavità ■. aao, Rii2;uardo alla fioiura la Scapula è Q"'--'»'^'^ s- O or gura della Sca- fimile ad un triangolo quasi piano; in cuìp"^»- abbiamo a considerare e i tre angoli , e i tre lati. Uno degli angoli è il superiore di tutti, r altro infi^riore , il terzo anch' egli è superio- re, ma un po' sotto F altro superiore, e vol- pato verso le parti esterne . Il lato, che vicino i3: la spina del dorso congiunge l'angolo superiore coli' inferiore, è più lungo degli altri, e di- cesi la base; la quale sebben tenue ha però due labbra uno interno, l'altro esterno, o a parlar più rettamente uno anteriore, e poste- riore r altro, essendovi fra mezzo una brevis- sima cellulosa, ed ossea struttura terminata in un lembo in qualche luogo poco più eminente, che alcuni nominarono cresta della Scapala. Il lato inferiore , o piuttosto esterno con più di ragione chiamasi costa inferiore , la quale delle altre è assai più grossa , e superiormente nell'angolo esterno va a terminare in una tu- berosità foi'uita d' una cavità glenoidea , cioè nel capo della Scapula^ il quale fu fatto ap- posta per ricevere il capo dell'osso dell'Omero. Il terzo lato finalmente tiene il luogo più alto, e dicesi costa superiore. Certi muscoli si attaccano celi' angolo superiore, e inferiore non altrimenti che colla base, e colle coste: il terzo angolo anch^ egli pure ha inseriti dei tendini, ed inoltre, come dicemmo, si articola coir osso dell'Omero. 32 1. Se saper si voglia la situazione delle posi.iene , e Scapulc , sono ellcno poste nella parte del s^^pui,'/""" petto superiore, e insieme posteriore ed ester- na; e in tal maniera collocate, che colle basi si guardino vicendevolmente con direzion para- Iella . Ne stanno esse sì ferme , che muover non sì possano quasi in ogni parte ; e secon-. i33 i^are principalmente i moti tleirOmero. Imper- ciocché non si legano esse dawicino con verim altro osso, fuorché cogli ossi dell'Omero, e della Clavicola. Quindi possono elleno portarsi alle parti superiori, e inl'eriori , all'interno, e al- r esterno, e perciò accostarsi insieme, e disco- starsi ^ e ruotarsi in guisa, che la parte supe- riore ora vadi in dentro , ora in fuori , cac- ciando la parte inferiore nelle parti opposte . 222. E affinchè questi movimenti si potes- ^^^ ''^ '* • \ r •^ • V r- grossezza dal- sero più facilmente esercitare, ne fossero pure iaSMpuia,a 1 • . • Il . Il per qual fin». impediti in qualche maniera dal troppo peso deir osso, la natura provide di sottigliezza alla Scapila. Quest'osso cioè è largo bensì, ma è tanto tenue, che sembra per la mag- gior parte composto quasi d'una sola lamina. Egli ha dunque due facc<», delle quali quella d'avanti, che poco meno non s'appocjgia alle ^Jt^re'f,"; coste, è un poco concava, particolarmente ""^j;^^ "^''j' nella sede superiore, dove evidentemente s'in-*^'*- china verso le coste più alte , per accomodarsi alla convessità delle coste medesime; ed è or- nata ancora di linee un po' pili alzantisi, che danno più tenace adesione al muscolo che co- pre quella faccia: mentre per lo contrario la faccia posteriore è alquanto convessa, e si fa aspra per certe prominenze , e solchetti , quasi lunghe fossette per più fermo inserimento di certi muscoli , e per dar loro più comodo col- locamento. dove siano. i34 2 2 3. Fra le eminenze cine sono le prlnci- Qu.i; Siene pali ^nE superìore, e quella insi£>;ne ; inferiore le priucipali J l • i Vr 1 l- il emineBze,el altra niolto piccola . Vale a dire la base della Scapula oltre i due terzi di sua lun- ghezza , declinando dalla sua quasi retta divi- sione, ha una cresta un po' più larga, come altrove indicammo; dove questa cresta ha in qualche foggia la figura d' un piccolo trian- golo. Quivi spiegasi in arco, con cui questa base prima si fa più vicina alla spina del dor- so, indi scostandosi dalla spina, e piegata verso le coste ascende esteriormente per formare colla costa suprema della Scapula l'angolo su- periore. Dove poi la base ^ o dirò meglio la sua cresta forma un piccol triangolo , sorge a poco a poco l'osso in una prominenza primieramente acuta, e condotta quasi a traverso, la quale in progresso s' alza di più , e si fa piana : po- scia alquanto dopo restringendosi , e sempre più maggiormente crescendo dalla faccia poste- riore coir andare avanti si spande in maggior larghezza ancora , e si allunga in guisa tale. che si mette molto in fuori oltre il capo della Scapula medesima. Chiamano questa eminenza superiore la Spìp.a della Scapula- La cpsta in- feriore o esterna di quest' osso più grossa delle altre coste forma 1' Eminenza inferiore , la quale camminando obbliquamente divide quasi l'angolo inferiore dall'osso intiero, cosicché «quest'angolo sembri sopraggiunto. E diffattì 35 nei feti , e nei nmciulli codest' angolo forma un' epifisi: ciò eh" è comune a certi processi, che poi indicheremo. 224. Onella eminenza più grande della Sca- Qa-^^f^'^''^! I ^ 1 D suno le aponsi pula, detta la Spina, termina in un processo , deiiaScapuia. ossia apofisi , delle quali tre sono ad osservarsi nella Scapula. La spina già descritta, in quanto che col suo processo fa la parte più alta del braccio, fu perciò la cagione , perchè questo processo^ o apofisi si chiamasse Acromio. L al- tra apofisi si fa dal capo della Scapula , la di cui estremità, ossia lembo quasi rotondo chia- masi ciglio della Scapula , siccome questo lembo è alquanto eminente ancora negli ossi secchi , sebbene lo sia molto di più nelle ossa recenti per la cartilagine, che vi sta attaccata. Sotto il ciglio il capo si assottiglia, ovvero si restringe; per lo che dagli Anotomici il luogo di questo restringimento viene nominato collo . Finalmente la terza apofisi principia dalla parte d'avanti del capo, e posteriormente dalla costa superiore della Scapula, e si prolunga a foggia d' un uncino più grosso colla punta piegata all'esterno. Chiamano questo processo ancoroidc, o coracoide. 2 2 5. Ognuno finalmente può a suo beli' agio f^^^^Ji!"''' vedere in quest'osso e le incisure, e i seni, o J'!^'^';'; i"^'''- solchetti , o certe fossette lunghe Un' incisura ve n' ha insigne, la quale rassomiglia a quasi mi mezzo forame, e sta c|uesta in mezzo tra 3o il fine esteriore della costa superióre > e la radice del processo coracoideo, la quale fre- quentemente dà inserimento al muscolo costa- joicieo 9 ossia coracojoideo . Un seno, o a dir men;lio un ampio solco , che da alcuni pari- mente chiamasi mcisura , sta posto tra il pro- cesso acromio e il collo della Scapula , e vien' egli occupato singolarmente dal muscolo sopra-spinato . In fine la faccia posteriore della Scapula è ornata di tre solchi, ovvero fossette lano;he. Due di queste veojfronsi e sotto e e 1 co sopra la spina della Scapula medesima ; e la chiamano perciò cavità sopra, e sotto spinata. ì\ terzo solco, e largo osservasi sopra la costa inferiore o esterna della Scapula , e obbliqua- mentè ascende dall'angolo quasi inferiore verso il superiore esterno, cioè verso il capo mede - simo della Scapula, ed è occupato dal muscolo infraspinato , e terete minore . oiKi siano i 226. Sebbene dalla medesima descrizione principali usi ^]pH a Scapula si faccian vedere eli usi di delle Scapu- ^ V ^ O _ !«• quest'osso; tuttavia non sarà fuor di proposito r annoverarne i principali. 1. La Scapula è quel mezzo per cui si fa , che le estremità superiori sieno legate al tronco, e da questo pendano. 2. Somministra l'articolo all'Omero, o Braccio, che vien sostenuto principalmente dalla medesima Scapula. 3. Colla sua larga superficie difende in certo modo le parti con- tenute nel Torace nella parte superiore , e .3/ posteriore. 4. A non pochi muscoli a clii dà principio , a chi la fine , a chi una qualche connessione, come vedremo a suo luogo. 5. Fi- nalmente di non poco momento si è quello di secondare prontissimamente i movimenti diversi delle Eraccia . Della Clavicola L. 2 27. J_je Scapule , di cui abbiamo fin' ora ciie cosa sieno < ^"^ r ' , . le Clavicole , parlato, sono sostenute non solamente dai mu- e chedebb«i ■*•,.. ... -1 t -in esse consi— scoli in esse inseriti, ma ancora da due ossi aera». uno per parte, che chianiansi Clavicole-, i quali sono luno;hi, non tanto o;rossì , ma robusti; e in questi dobbiamo considerare la figura, la posizione, le connessioni, alcune eminenze, e i loro usi, 228. La sua figura è tale, che rassomio;lia in Quai ne su •^ '-' . la flgnra , • certa Gjuisa alla lettera S posta a traverso, e la quali k «ne quale nel sesso femminile e meno incurvata. Appartiene adunque a quelle ossa , che diconsi lunghe y ne' quali sono da notarsi e corpo, ed estremità. Il Corpo è quasi cilindrico, duro, con una fìstola per la midolla. Una delle estre- mità ( la quale è posta internamente , e aK quauK) inferioimente ) è quasi rotonda, e ter- mina in un capo spungoso più grosso nelle os^a recenti per la cartilagine che vi sta attaccata: i38 r altra estremità ( la quale è esterna , nn po' superiore 5 e insieme posteriore ) è piana, e spungosa, di cui una faccia guarda all' insù, l'altra all' ingiù. Qnaie ne s!? 229. Giacc , comc dicemiTio , cpiasi a tra- laposùionc. ^gPgQ^ 6 quclla dellc cavità, che è maggiore, guarda in avanti , e la minore all' indietio : e perciò è situata tra il primo osso dello Sterno, cioè il manubrio, e l'acromio della Scapula , con cui forma un angolo acuto. Con quali ossi 23o. Col SUO capo anteriore si articola collo siaxticoi. g^gggQ manubrio dello Sterno, ititerponendovisi una cartilagine mobile quasi orbiculare , oltre di quella che veste il capo medesimo , ed è in questa sede ritenuta per mezzo di legamen- ti, conservando però un po' di mobilità. Si congiunge ancora per altri legamenti col pro- cesso coracoideo della Scapala medesima; e final- mente si attacca ^H'acromio per mezzo d'una cartilagine accomodata all' estremità dell' uno e dell' altr' osso. Quali cose deb- sSi. Vcdousl uel corpo di quest'osso, oltre bansi notare neli e 11 i •!• l • ^1 Corpo. la lorma a qualche modo cilindrica, certe leg- gieri asperità, ed eminenti linee; delle quali quelle poste d' avanti poco più o meno evi- dentemente saltano agli occhi; la superiore e insieme interna vicina al capo sorge in specie di linea ; tutte però sono fatte apposta per ricevere, e ritenere l'estremità di certi mu- scoli. Cosi pure nel medesimo corpo, e nella- tremilàd'avau- sua faccia inferiore vedesi una lunga fossetta lensiera che va dalla parte interna all' ester- • • 7 1 na , la quale tiene il muscolo sabclavio in- serito . 232. L'estremità davanti, tolta via la car-Qn^ieneii'es- tilagine, apparisce con un leggier seno, ed c||';° fiuta a foggia d'una figura ovale lunga; più frequentemente poi in figura triangolare, ma coati ano-oli, e coi lati, che s'accostano alla figura rotonda ; e nella sua parte inferiore , e insieme posteriore fassi vedere un aspro tuber- colo, a cui non di rado sta esternamente adja- cente una fossetta parimente lunga per tener saldi i legamenti che legano questa medesima estremità colla prima costa , e col manubrio dello Sterno. 2 33. Nella estremità piana ovvero esterna Q"aii i , sterna evvi del pari un' asprezza si posteriormente , che anteriormente , ed esce il più delle volte prominente alquanto per l'attaccamento di certi muscoli: parimenti nella faccia inferiore di questa estremità osservasi una linea aspra , a cui si attacca il legamento prodotto dalPapo- fisi Coracoidea della Scapula . Finalmente il margine o lembo di questa estremità ha un leggerissimo seno ovato, condotto a traverso, ma fornito d' una superficie ineguale ; e que- sto è fatto per tener ferma la cartilagine , che pia tra mezzo questa medesima estremità , e r Acromio. nell'e- dalla Clavico- le Qnaiiiai'uso ^^4' ^^ Glavlcole poi furono fatte apposta j primo per contenere nella propria sede la Sca- pnla del suo lato , e quindi per impedire affin- chè codesti ossi non si scostino posteriormente troppo dalle coste, ne troppo si portino este- riormente , con che il braccio si rende più mobile: in secondo luogo per avere inerenti a loro come a luogo più fermo molti muscoli ; in terzo luogo per difendere dalle esterne in- 2;iurie certi vasi ma2;<2;iori , nominati suliclavi: quarto finalmente eolla loro singolare curvatu-* ra lasciano libera la strada ai vasi , e ai nervi^ che vanno alle ascelle, come ancora ad alcuni muscoli , i quali colf altra estremità si attac- cano colle coste superiori. Dell' Omero ossia Braccio . ^ . „^ 2 35. L/air angiolo superiore esterno della ro, equaiicoie Scapula, c quiudi dal di lei capo pende uno debbansiines- * ,, 1 1 n ^^ soosservare. per parte l OSSO del JJraccio , ovvero Omero: in cui, oltre il sito eh' è noto a tatti, deggion- si osservare 5 e figura, e consiunzioni , eminei> ze, solchi, e fossette, e 1' uso ancora di tutte queste cose. ^ , . , f236. La fÌ2:ura di quest'osso è cilindrica; (^uale sia la O l figura di que- se ììoiì cHc SU jieriormen tc comincia da un capo si' osso, ed ia . ^ . . . , . . quante parti Totoudo , i H ier lormcn tc poi si assottiglia in 141 piana superficie sparsa qua e là di eminenze , di„i„to si e di cavità. Vale a dire T Omero si annovera ^"J'/^*"""' tra le ossa lunghe ; e tra quelle particolar- mente ^ che hanno interiormente una fistola occupata tutta e ripiena dalla midolla; laonde l'uno, e l'altro Omero si suole comunemente dividere pria in corpo, ed estremità, delle quali una è superiore , V altra inferiore . aS/. La superiore estremità adunque, la cue cosa deb. cui sostanza è spungosa, ha un capo rotondo , ^"i/'^^J^I^ il quale da un solco frìtto a foggia d' arco si *^ »"p«'0". divide quasi in due ineguali porzioni ; una, e questa molto più grossa corrisponde al capo della Scapula, e perciò mira le parti interne, e insieme le inferiori; l'altra a^sai minore è divisa in due tubercoli ; 1' uno superiore, e questo minore; esterno V altro e più grosso. L'uno e l'altro di questi tubercoli porta certi segni 5 che danno a vedere servire questi tu- bercoli a ricevere le estremità dì ceni musco- li , essendovi tra mezzo a questi tubercoli un solco visibile abbastanza prodotto non poco pel corpo dell'osso', in cui in molta parte si nascon- de il tendine d' un certo muscolo^ che avremo a descrivere a suo luogo . 238. Tosto sotto il capo l'osso dell' Omero che cosa s;. si contrae al([uanto; nel qual luogo dicesi collo; yo2"Jfl va subito in cilindro;, si fa più duro, e così'''" ^'^ssa» 1 m esso . gradatamente diminuendo in grossezza , che appena il calare si conosce, e quindi dicesi 142- il corpo , il quale particolarmente nella faccia d' avanti è fornito di certe ineirnaHianze come coste ruvide fatte apposta per la più tenace adesione di certi muscoli. Sotto circa tre quarti di tutta la lunghezza comincia questo corpo a distendersi a poco a poco in piano; ch« gradatamente crescendo si conforma quasi in due coste una esterna e questa più sensibile, l'altra interna. Di queste coste poi quella, die è esteriore , cresce in una prominenza o tubercolo col suo fine , perchè si leva molto meno , che il tubercolo interno , in cui si ter- mina la costa del suo lato. Questi tubercoli si chiamano condili, a' quali nelT altra estre- mità si attaccano alcuni muscoli ( il che dee dirsi ancora delle coste ). Che cosa ab- 289. Tra Ì coudìli un poco inferiormente re^inwre- stanno dclle prominenze, e delle altre fossette, mitàinfeno- le quali coi couddi medesimi formano f estre- mità inferiore fatta da tre prominenze e due fosse trammezzo. Una di queste eminenze mira all'esterno, ed ella è quasi rotonda particolar- mente nella faccia davanti; l'altra più gros&a , e la più interna di tutte alzasi in un labbro lunato oltre il condilo interno. Da questo lab- bro l'osso a poco a poco si assottiglia, quanto più va all'esterno; poscia sorge alquanto- in una terza eminenza , la quale minor delle al- tre tiene il luogo di mezzo tra queste due , e ai lati di cpieste stanno i solchi , o le fos- i?^3 sette teste nominate , dalle quali si dividono tra loro le prominenze. E la fossetta maggiore poi, quella rivolta all'interno, compresa da due lembi , o labbra , figura V osso medesimo in quel luogo a una picciola ruota. 240. Conciosiachè poi molti muscoli e nelQu^ies'^i'a'f- ... ^ '11- colazione del- Joro principio, e nella loro fine si leghino r omero coiia coll'osso dell'Omero; quindi può egli muoversi in qualunque parte. Il che per fare più libe- ramente sta congiunto coo;]i ossi in euisa , che verun impedimento non oppongasi a' suoi mo- vimenti naturali. Per questo il suo gran capo cooerto d'una leader cartilan;ine viene coni- preso in poca sua porzione nella cavità gle- noidea della Scapnla , la quale è coerente con una più crassa cartilagine , die molto elevasi in un ciglio. Così la cavità della Scapula resa più ampia riceve entro di se la parte alquanto più grande del capo dell'Omero; né tuttavolta impedisce del tutto, che questo capo facilmente non cada dal proprio luogo: anzi talvolta sa- rebbe sforzato nella sede superiore , se i due processi della Scapula V acromio , e il coracoi- deo tanto tra loro , quanto ancora colla cla- vicola congiunta da un robusto legamento non firmassero come un arco, il quale impedisce, che deturbato essendo dal proprio acetabolo non si getti fuori nelle parti superiori. Questo è il conaiunfrimento dell'estremità superiore dell' Omero, che appellasi artrodia (M. no); H4 r estremità poi inferiore sì congiunge col Cubito per Ginglimo (N. ii^). 241. Tale congiunf^imento si fa nella se- Qaale sia l'arti- . ti i 1 • 1 ii'/^ colazione del- guen te maniera, li tubercolo esteriore dell Ome- fefSrrcòfcu- ro 5 ossia quella eminenza , (N. 289) la quale *"'"' cresce nel lato esterno alquanto sotto il condilo corrispondente , viene in certa guisa ricevuta dal capo di quell'osso, che nel Cubito chia- masi radio, il qual capo non solamente si ruota sopra quel tubercolo, ma si muove ancora in guisa tale che ora vada in avanti, e ora in- dietro reciprocamente nella piegatura , e nella distensione del Cubito. Affinchè poi sì avesse solamente quella piegatura, che all' uopo ba- stasse , e s' impedisse insieme una troppa di- stensione, o quasi retrovolta del Cubito, subito sopra quel tubercolo esteriore evvi una fossa nella sede anteriore , nella quale a qualche maniera è ricevuto il capo dello stesso raggio ; siccome un' altra fossa insione trovasi dietro questa estremità dell'Omero, ed un'altra me- no spiegata in avanti. E in queste fossette separate tra loro da una semplice lamina ossea entrano alternativamente certi processi di quell'osso del Cubito chiamato Ulna nella distensione a vicenda, e nella piegatura del Cubito medesimo. 242. Oneste prominenze ■> e fossette anpar- Qnali sicno i ^ <- l . ^ . ,^^ ^ ^ _, princiiv.ii le- tcnpono alTestremità interiore dell Omero. Per gamenti , clie o • i • ♦ lengoBo nella altro ambiduc gli estremi di quest osso sono i45 raffrenati dai suoi particolari legamenti: quello snaseaeie due di sopra ÒA\' orbiculare . ossia cigliare (N. i 14). To^T'' il quale avendo principio dal capo ovvero ace- tabolo della Scapala, o piuttosto dal suo ci- glo, termina nel collo delTOmero stesso, e t«^nticemenre vi si auacca: quello di sotto poi dal Capsulare (N 114) ossia, come la chia- mano, tela legamento sa., il qual legamento prin- cipiando oltre i capi degli ossi, che si aitico- lano , abbraccia per ogni dove strettamente 1' istesso articolo , e lo ritiene , e lo assicura nella propria sede. Del Cubito . Col 243 vJolla estremità inferiore dell' Omero cue cesa sia \ 'y /-> I • TI ^' Cubito; da SI articola il Cubito composto cu due ossa : quante ossa sia •1 /'> / -^ • \ • 1 ^^ / 1 t'ormato ; e che il Liibito cioè propriamente detto, (con al- cosa debbasi tro nome Ulna), e il Radio. Quest'ossa;"'."'""^"*' pure sono conformi in lunghezza; ed in questi ancora sarà bene il riflettere il sito , la sostanza , le eminenze , le cavità , le connes- sioni, e gli usi. 244, Sono poste queste due ossa subito J;°""|*'^*"°p°" sotto l'Omero, ove insieme si articolano; co- ^"''''°''^'f"^ sede abbiano. minciano subito a scostarsi tra loro, e di nuovo si uniscono nell'estremità inferiore. Così nella mano alzata sono distanti tra loro nella mag- io gìor parte , eò hanno tra mezzo uno spazio paralello : nella quale posizione della mano egli è manifesto la parte interna occuparsi dal Cubito, ovvero Ulna » e l'esterna dal Badia. Che se china sia la mano, allora l'Ulna nella parte superiore all'intervallo di circa tre dita trasverse sta nella sede interna ; da questa a poco a poco scostandosi finalmente nella parte inferiore riguarda all' esterno: poiché il Radio quasi girando attorno al proprio asse, quando si china la mano, comincia a portarsi di sotto r intervallo indicato all' interno , dal che av-- viene , che finalmente dall' esterna regione si porti air interna. Qualunque' poi sia il movi- mento del Radio, codest' osso in qualunque positura della mano corrisponde sempre al pol- lice, e per lo contrario l'Ulna al dito minimo. In quante parti 24-5. Codesti ossi ambiduc , siccome sono di ■1 sogliono di- _ ' _ itingere le ossa quei luno.hi, hauno e il corpo, il quale è piii del Cubito * e ^ come sieno di- duro, ma fistolato , e perciò ripieno di mi- »i.05t«. dolla ; e le loro estremità, che sono d'una sostanza spungosa. Queste estremità poi, delle quali una è superiore , sono in questi ossi for- mate e disposte in ragion inversa in guisa che neirUlna la superiore è molto più grossa dell'inferiore^ mentre nel Radio tutto va al contrario . chedebbasios- 246. Valc a dire r Ulna superiormente for- servare nell'es-' • n, 1 . . tremità supe- mta Q UH capo luumietto e pmttosto piosso, a na. poco a poco s impiccioliscc imo alla sua estre- i47 mità inferiore. Questo capo nella sede poste- riore costituisce la parie più prominente del Cubito; in avanti si attenua in una Fossa quasi semicircolare eliiamata dalla &«ua figura Sigmoidea i e questa maggiore, per disiin- guerla dalla minore simile a questa , e perciò avente il medesimo nome . a47. Onella fossa raauji^iore è terminata da p^ altro deb- dne processi, ossia due apofisi ; delle quali la la medesima ei- * . . V . . , , . tremila . , posteriore, e la più insigne nella estensione del Cubito è ricevuta dalla fossa più ampia dell'Omero (N. 241); e la chiamano olecra no, o processo ancofiea; l'altro processo poi molto minore, e posto anteriormente, detto coronoìden , entra nella fossa anteriore dello ^tesso Omero, quando il Cubito si pi^'ga. Per altro questa fossa Sigmoidea, dove si articola coir Omero, sorge in fnezzo; ma questa emi- nenza a poco a poco si diminuisce nei iati per accomodarsi all'estremità inferiore deirOmero in quella sede, dove dicemmo (N. 289) raffi- gurarsi una picciola ruota da questa estre- mità. 248. L'Ulna poi sotto il suo capo e nella Aure cose d« _ ' _ J ^ _ •• osservarsi sot- hiccia d avanti si assottinlia ; e questo assot- toil<•.^podel- . ,. . , , . 1/ -1 1 l'Ulna. tigliamento si può chiamar collo, sotto 11 quale havvi un tubercolo notato nel centro d'una picciola cavità, in cui apposta s'inserisce un certo muscolo di quelli, che piegano il Cubito: nella faccia esterna poi 1' altra fossa Sigmoi- 148 dea minore coperta d' una cartilagine dà luogo al capo orbiciilato superiore dell'osso del Ra> dio, il quale nelT alzare e piegare la mano si ruota in questa fossa oltre la mezza parte del suo orbe: e nelP alzar la mano questo ruotamento si fa esternamente, e internamente nel piegarla. <2i>aH cose deb- ^49 Superata la fosm minore Sigmoidea ^ nrc!^Td«T- P^^"^^*^ principio il Corpo deiK Ulna . Questo l'uiaa. corpo è un poco incurvato; imperciocché nella sede posteriore va in ima certa leggier con- vessità, e nell'anteriore in una concavità; si pure a poco a poco si contrae, e si forma in tre coste principali con altrettante faccie di mezzo. Dalla costa esterna più acuta delle altre, e da tutta la sua lunghezza partesi uà legamento, il quale si attacca ad una simil costa sorgente dal corpo del Radio, e lo chia- mano legamento interasseo. Alle altre coste si attaccano alcuni muscoli colle loro estremità. La posteriore delle faccie, che vi sono di mez- zo, rao^trasi con una qualche convessità; le altre dtie sono quasi piane, e notate d'altre coste minori per T inserimento dei muscoli. Qaaiineire- ^'^^ L' estremità inferiore dell'Ulna è ter- 5tremità , afe- jjjj nata da un capezzolo orbiculare avente una fossetta glenoidea fatta apposta per l' artico- lazione cog'.i ossi del Carpo. Da questo capez- zolo, la cui estremità ossia lembo chiamano ancora cresta, esce una certa prominenza piut- i49 tosto acuta , la quale a mano alzata c;uarcla internamenre e posteriormente per la più fer- ma articolazione cogli ossi che succedono infe- riormente aKo stesso Cubito. Questa promi- nenza è chiamata apojflsi stiloidea , la quale poscia a mano piegata sta esternamente , e anteriormente, e in questa sede dell' istesso capo inferiore dell'Ulna si divide in certa guisa dall'intervento d'un solco, per cui passa il tendine d'un certo muscolo. Siccome poi il capo superiore dell' Ulna tra la fossa Sigmoi- dea minore riceve la cresta orbiculaia dei Radio corrispondente; così per lo contrario il capo inferiore dell'Ulna medesima è ricevuto da una fossa minore la quale è sjolpita nel capo infe- riore del Radio . 25 1. Nel Radio il corpo e le estremità Quii; cosedeb- 1 . \ n • 1 1 I baasi coajide- parimenti sono di tal roggia, che oltre la pò- rare nei Ra- situra, la figura, la sostanza e il moto par-*^'"" ticolare , di cui poco fa parlammo, altre cose ancora mostrano agli occhi degne d'osserva- zione. Imperciocché il suo vertice, ovvero capo superiore è rotondo, guerniio d'una fossa gle- q^^i; ^pn-e, noidea. Gol suo orbicolo , o lembo, chiamato *'."""^^'"p^^ nere . ancora cresta , in non picciola parte ruotasi nella fossa minore sigmoidea dell'Ulna. E que- sto ruotamento si ia ancora sopra il tubercolo dell'Omero, che corrisponde al condilo della medesima parte , cioè sopra il tubercolo supe- riore, e inferiore; col qual tubercolo ancora i5o ruotasi il capo del Radio per mezzo della sua fossa glenoidea. Affinchè poi il Radio ruotisi facilmente entro la fossa , e muovasi con pari facilità tanto nella piegatura, quanto nella estensione sopra cjuesto tubercolo delT Omero, tanto il tubercolo che la fossa sono tenace- mente vestiti d'una liscia cartilagine. -, ,. , aSa. Subito sotto il capo il Radio sMmpic- Quah nel »U0 l T Corpo. colisce non poco all' intorno . Così viene a formare il Collo ^ sotto cui nella faccia ante- riore havvi prominente un grosso tubercolo un poco aspro , in cui s' inserisce il tendine d' un certo muscolo , che serve a piegare il Cubito. Sotto il tubercolo il corpo del Radio offre tre faccie terminate da altrettante coste. Una, la quale a mano supina sta in avanti, è quasi piana, o piuttosto nella sede superiore è alquanto concava : le altre due riguardanti esternamente, e posteriormente sono a qualche maniera convesse. Quella delle coste, che cor- risponde air Ulna , termina in punta , e con- nettesi col legamento interosseo; quelle poi che guardano esteriormente, e posteriormente, sono in certa guisa rotonde. 2 53. Onanto piìi poi il corpo del Radio .imuiiàinfe- discende ali inojiu, tanto pur ancora s jngros- sa, hn tanto che va a linire in un appianato tubercolo colla ficcia davanti quasi concava , quella di dietro piuttosto gibbosa con una linea eminente in mezzo, a cui sona adjacenti iWi i5i piccioli seni , sovra cui si muovono i tendini del muscoli, che stendono la mano. Per altro questa estremità così appianata è segnata d' un' ampia fossetta, ma poco profonda per r articolo colle ossa del Carpo , ed è rinser- rata da un doppio quasi tubercolo : uno più grosso a mano alzata esterno , e interno a mano abbassata, il quale finisce in un processo alquanto acuto ( e questo processo chiamano alcuni apojisi stdoiclea del Radio ^'. 1' altro interno e meno prominente , nel cui lato ve- desi una fossetta, la quale gira in gran parte come attorno all'asse circa il ritondo estremo, ossia cresta dell' Ulna . 254. Per ciò che riguarda gli usi si dell' Ul-]^;;^^ ^'*- na, che del Radio, quinci di tutto il Cubito, sono essi in gran parte i medesimi di quelli , che sono comuni a tutta l'estremità superiore, e confessati da tutti : poiché nessuno può igno- rare , quali e quanti sieno i beni , che ne ven- gono alla vita degli uomini , e conseguente- mente air umana società dal libero esercizio delle membra superiori, dalla piegatura, vale a dire dalla estensione , e dal ruotamento del Radio, e finalmente dall' inserimento di molti muscoli . iSz Della Mano , e primieramente del Carpo . carpo°rqu'iè ^^^^ ^^ Cublto, ovveFo all'Ulna, e al Ra- hisna«tuaz,o- dio sìe^uc uiiita la Mano formata dal Carpo, ne , e i) nume- -n/r t-\ . v • IO degn ossi Metacarpo , e Diti. Otto ossetti i più duri elle lo com- • • -i/^I- -in^ prugoao. Situati tra il Cubito e il Metacarpo compon- gono il Carpo , sono questi disposti quasi in due ordini, superiore cioè , e inferiore. Hanna e diversa grandezza , e principalmenie diversa Graudezza , e fio-ura , Ic quali cose siccome sono assai com- nguva degli OS- o i ^ "• poste, quindi facilmente non si possono de- scrivere in tale maniera almeno, che la de- scrizione sola conduca a conoscerle bene, e a giustamente disringueile. Quainoraisie- 256 La difficoltà s' accrescc dalla varietà no stati dati 1* • i li- •* • n .-.giiossettidei- "^1 nomi, che da diversi Autori lurono impo- l'ordme snpe- gjj ^ questì ossetti . ImpercioccHè , sc parliamo di que' formanti l'ordine superiore, il primo osso dalla parte del dito pollice chiamasi da alcuni naviculare \ q\'\ altri tre che succedono verso il dito minimo , diconsi , andando in or- dine , lunato , triquetro , subrotondo ; da^Ii Anatomici Francesi poi Scaphoide , Semilu- naire. Cuneiforme ^ Pisiforme : anzi quest'ulti- mo ossetto da altri fu nominato Lenticulaire , o Orbiculaire. i55 ùSj. Quindi è manifesto convenire i Fran- e qt,ai: « q*: cesi co' nostri Italiani nel dare il nome ad al- J;;;,;f;"^ ^^ cuni di questi quattro ossetti , ma non a tutti: e a mio giudizio convengono anche meno nel dare il nome a quei dell'ordine inferiore. Im- perocché il primo di questi che corrisponde parimenti alla sede del Pollice da alcuni viene nomato moìtongoto maggiore; l'altro vicino a questo moltangoìo minore., il terzo capitato ; il quarto ciuudfo'me. Al contrario da'* Francesi li fuiono dati i seguenti nomi: trapeze; pyra- midal ; grand os ; ed uncifornìe . Anzi alcuni tra questi autori fossetto pyramìdal chiama- rono trape.r.oLle. Chi tra questi Autori abbia più rettamir-nte degli altri descritto questi os- setti , né quivi sta bene a investigarlo, né io imprendo a giudicarlo. Intanto stimai a pro- posito l'indicare i nomi più comuni , sì an- cora l'ordine, con cui si succedono quegli ossetti. Così ciascuno esaminando accurata- mente il Carpo potrà giudicare, quai nomi meglio gli si convengano. 253. Tuttavia per ischivare ogni errore, che ^l^'imbrì'^ri pocrebbesi facilmente insinuare o per l'ambi- piùrettonei- guiia dei nomi, e della figura loro che molto ^^ qa«tioj- si scolta dalle regolari, e quindi dalla diffi- coltà della cosa stessa a me sembra meglio imitare quegli Anotomici , i quali divisero gli essenti del Carpo in due ordini solamente, su- periore cioè , ed inferiore : ed osservar ben ?54 <2a.i:.i«o le questo, che quasi tutti gli ossetti dell'ordine r"gu oMeui superiore ( se si eccettui ([uello che da alcuni d*i Carpo, (^li^^gi subwtondo » da altri pìsiforme ) si arti- colano col Cubilo tra loro , e coiili ossetti dell'ordine inferiore: quelli poi dell'ordine in- feriore si articolano tra di loro , tanto cogli ossetti deir ordine superiore, si cogli ossi del Metacarpo . 269. Né devesì tralasciare, che nell'ordine JìxiprocLen- superiore i tre primi ossetti, annoverandoli te »' "''«^"li (Jalla parte del pollice, si conj2;iunf>;ono col Ra- •i- dio; il quarto coli' infimo capezzolo dell'Ulna per mezzo d'un legamento. Che nell'ordine inferiore poi il primo ossetto si unisce al Me^ tacarpo del pollice; l'altro al Metacarpo del dito indice, e medio; il terzo legasi princi- palmente col Metacarpo del dito medio , al- quanto però ancora col quarto osso del Meta- carpo; e che il quarto è congiunto col quarto e quinto del m^àesxmo Metacarpo '. Per altro gli ossetti del Carpo ( a mano piegata ) nella faccia d'avanti sono alquanto eminenti, e prin- cipalmente nella sede degli ossetti dell'ordine superiore ; al contrario nella faccia opposta si conformano in una qualche convessità . E la cavità per ciò è più visibile, perchè gli estre- mi ossetti d' ambi gli ordini in questa faccia molto si rilevano. QuaViiienogii 260. Tuttl qusstì osscttl souo iucrostati usi delle ine- ■,, .,, ..•,. , jiusiiauzed.. Q UHa cartuagmc, e guerniti di molte inegua- i55 glianze, fossette, e prominenze. Questo poi gii osretii d«i sembra fatto a tal fine, sì perchè in qualche ^"'^"^ ' luogo il moto fosse più spedito, si perchè al- trov3 si unissero più sodamente tra loro; sì ancora perchè fossero contenuti nella propria sede dai particolari legamenti inseritivi . Im- perocché se facciamo V eccezione degli ossetti dell' ordine superiore , il moto de' quali tra la fossa glenoidea del Radio è flicile e tanto libero, che non solamente il Carpo istesso si può piegare, e stendere insieme colla Mano, ma ancora muoversi lateralmente, e perciò farsi venire verso il restante del corpo, e riti- rarsi da quello; picciolo però assai , e appena sensibile è quel moto, che v'ha tra ossetti, e ossetti dello stesso Carpo , sì ancora quello tra eli ossetti dell' ordine inferiore col Meta- carpo. Questo picciolo moto poi devesi non tanto alla robustezza dei legamenti che uni- scono, quanto alle superficie quasi piane, che hanno que'di ossetti per la massima parte in quella sede principalmente, dove vicendevol- mente si articolano. E tuttavia con questo oscuro moto servono ai varj e prontissimi nio- Jif*21i oTi vimenti delle mani: poiché libero è il moto di ^*''p°- tutto il Carpo subito sotto il Cubito; ed a questo fine servono 2;randemente questi ossetti a ricevere e rassodare le estremità di certi muscoli . 56 Del Metacarpo . ,.A Quaiicosedeb- 2 6 1 . il 1 Carijo ìnfen'ormente succede il bansi conside- _ _ i i i i • KTe uesu ossi Metacarpo; nel quale deggiono considerarsi del Metacarpo. . . /. . ^°. .. Situazione, (accie , numero degli ossi compo- nenti , e la loro figura , e connessioni . E ri- SSuiÒL^! g"^''^^^ ^^ sito il Metacarpo sta tra il Carpo e i diti , e fa propriamente il principio della Mano^ notansi in lui due faccie, una alquanto conves- sa , che dicesi dorso dtlla mano ; 1' altro un poco concava, chiamata palma. 262. E composto di cinque ossa, se coi Sa Imposto! quattro primi quello ancora annoverasi , che sostenta il dito pollice , come sembra meglio convenire: imperciocché il primo osso del pol- lice e nel sito, e nella figura, e nell' origine ( vedi N 79 not. i ) conviene più cogli ossi Saza to^'ne- ^^^ Metacarpo ^ che con quelli che apparten- ne ossa, gono ai diti. Se v' è qualche differenza tra queste ossa del Metacarpo , ella è questa cer- tamente , che il primo di loro , il corrispon- dente cioè al pollice, si può muovere libera- mente in qualunque parte, a differenza degli altri, i quali sembrano obbedire soltanto al piegare, ed allo stendere. Ma questa diffe- renza insieme con un po' più di grossezza e di cortezza , tale non sembra da far cac- i5f ciare dal numero degli ossi del 3Ietacarpo quel primo . 203. Appartenirono questi ossi alla specie ^"'^ '^*''''"' Il ^- ' _ 1 osservare ne- di quelli che diconsi lunf>;hi ; e perciò né anche gn ossi dd * . " • V FT !• ^Metacarpo. in questi mancano corpo, e estremità. Una di queste è superiore, e distinta di varie super- fìcie piane, e di prominenze , cosicché essen- dovi tra mezzo una lametta cartilas;inosa si connettano piìi bene cogli ossetti confinanti del Carpo , e reciprocamente ancora tra di loro. Il Corpo quasi rotondo, fistoloso con la midolla è notato da certe linee rilevate, e di faccie interposte , affinchè i muscoli interossei più tenacemente aderiscano a quest' ossa , fuorché nel Mitacarpo del pollice. De' quali muscoli a preparare quasi dica il sito, le indi- cate estremità, e particolarmente 1' inferiore, che guarda le dita , sono alquanto tumide , a proporzione della grossezza degli ossetti: laonde tra corpi e corpi , che sono fatti per sostenere r indice, e gli altri diti fino al minimo , vi restano degli spazj un pò" piii grandi da em- pirsi dai muscoli interossei. Per altro l'estre- mità inferiore si spiega piuttosto in un grosso tubercolo prodotto vieppiù verso la palma ; e attorno questi tubercoli , e principalmente ai lati vi stanno scolpite delle fossette, in cui hanno fine certi legamenti fatti per contenere. 264. Non è però la medesima la grandezza ^«^^'^ gm- in tutte le ossa dei Metacarpo. Avvisammo sii ossi . i58 già che 11 Metacarpo del pollice è più grossa, e più corto degli altri : gli altri ossi del dito minimo fino a quello che sta vicino al pollice , sono gradatamente più lunghi , e più grossi ancora . Cioè il Metacarpo del dito picciolo è più sottile , e più coito degli ossi che succe- dono ; quello del dito più vicino al .pollice più grosso 5 e più lungo dei tre compagni che succedono nella parte opposta . 205. L' estremità suneriore si articola, co- lirnLn^yan- "^^ g'^ diccm uio , cogli ossi del Carpo dell'ordi- i^ggi che ne jjg inferiore; e per mezzo di questo articolo sì possono soltanto stendere e piegare 2:11 ossi del Metacarpo , se vogliamo eccettuarne il Me- tacarpo del pollice , il di cui moto , come accennammo altra voltale libero quasi in ogni parte. L' estremità inferiore poi , e quindi il tubercolo , nel quale cresce , è ricevuto da una fossa glenoidea dell' ossa delle dita ; il qual osso primieramente gira quasi in qualsisia par- te liberamente sopra quel tubercolo. Inoltre gli estremi di questi ossetti , ossia capezzoli sono uniti insieme vicendevolmente, e conti- gui; il che devesi attribuire principalmente ai legamenti che vi si frappongono. Finalmente questi capezzoli furono fatti a fine tale, acciò potessero più facilmente i tendini che scorrono sopra quelli come sopra a girelle , tirare gli ossi medesimi. Delle dita delle Mani » 266. k3otto il Metacarpo vengono le cUtaa,, ^«bb.- clie coni pione la mano, il numero delle qi^ali '^^°°*'^t"" è noto a tutti. In questi fa d'uopo avvertire il nome particolare imposto a ciascun dito; la loro diversa grandezza e grossezza; il numero degli ossi che compongono le dita stesse ; la figura di questi ossi ; il nome generico ; la singoiar piegatura ; le eminenze ; le cavità, e finalmente le reciproche articolazioni. iGy. 11 primo di tutte le dita chiamasi Qn»ii lieno i 11. ' ' !?•/• • ]• nomi, e 1« pollice t CUI segue 1 indice^ a questo in ordine graadM« doi succede il medio:» al medio V anulare-, e final- mente r auricolare è quello che compisce il numero di cinque . Quest' ultimo poi dicesi dalla sua picciolezza ancora il minimo a pa- ragone delle altre dita. Il pollice è il piìi corto, ed insieme il più grosso degli altri. Gli altri diti in una mano ben fijrmata in quanto alla grossezza appena hanno qualche differenza tra loro; rigu^irdo alla lunghezza poi, il medio è più lungo degli altri; V auricolare , è più breve , la di cui lunghezza è minore di quella dell' indice . 2,68. Oo;nun di loro, eccettuato il pollice, è Q"»'; «:<•«' sn S . • . . , , ,. osiotti di ci«- composto di tre osseiti ; imperciocché quegli «cuu dito, ». autori che a questo dito ancora danno altret- ''""^'^' i6o ' tanti ossi, al Metacarpo poi ne assegnano so- lamente quattro. Questi ossetti , i quali perciò sono quat.orclici , diconsi falangi , e le clistin- guono in prima ^ seconda, e terza; le quali falangi sono differenti tra loro non solamente nel sito, ma neila grandezza ancora, e alcune ancora neila figura. £oj ^ande.- ^^9- ^a prima falange è fatta di ossi più a,ef:sQra. luoghì € pìù gtossi ; la secouda di più corti e meno grossi ; la terza di più corti ancora , e di più sottili. Qual sia poi la proporzione della luni};hezza e della grossezza nei diti , considerandoli ad uno ad uno si fa manifesta daif indicata lunghezza , e grossezza di tutti i diti . Queste falangi si annoverano tra gli ossi lunghi ; e perciò hanno e corpo , ed estremità. cbeacT^basino- ^Z^- H corpo nella prima e seconda falange deìL^^iml^B '^ quella parte, che corrisponde al dorso della seconda faiaa- mano, è ritondo , ed un poco convesso; e questa convessità sì termina in un labbro acuto da una parte, e dall'altra, in cui s'inseriscono i fini lendinosi di certi muscoli ; verso la palma della mano poi egli è concavo per la pressura più forte, e insieme dispiegato in piano £1;:s™ ^71. Quella estremità, che nella prima fa- TevVtìlfì^t^^^S^ ^ rivolta al Metacarpo, gonfiasi in un lange. capezzolo guemito d' una cavità glenoidea , e circoscritto quasi da due tubercoli laterali , li quali si alzano un po' più sensibilmente alla J U I parte ilella palma, essendovi in mezzo un leg- ger seno per dar Inogo a certi tendini che vi passano. L' estremità aderente alla seconda falange ha parimenti nn capezzolo; ma que- sto quasi piano nel dorso è prominente nei lati e verso la palma , ed è insieme segnato da un legger solco nel vertice per l'articolo colla seconda falange'^ sì ancora da una pic- ciola fossa, la quale entro di se riceve il picciolo tubere della falange che gli succede nella pie- gatura delle dira ; come V ol cerano (N. 247) si riceve dalla fossa dell'omero; sì finalmente è marcato di fossette ri tonde in ambi i lati , in cui sono ritenuti certi legamenti. 272. Ouasi la stessa è ancora la fabbrica Q^'^'^^^'^"*'- 111 1 ri ■n-i-'ì^ 11^^ seconda fa- della seconda falange. Evvi diiierenza nella lange. grossezza, e lunghezza minore, e in quella cavità glenoidea , nella quale si articola colla prima falange. Imperciocché questa cavità è composta cH due cavità minori , essendovi posta in mezzo una eminenza leggere e ottusa per accomodarsi al seno del capo inferiore della prima falange: e inoltre dalla parte della palma l'estremità corrispondente alla prima falange cresce in un minimo tubercolo, il quale nella piegatura eli questa falange è ricevuto da quella legger fossa (N. 271), la quale sta scolpita nella estremità della prima Falange nella medesima parte : al contrario questa medesima estremità verso il dorso è terminata 1 1 all'ili nella ttrza k 163 da un labbro , ossia cresta piegata a foggia d'arco alquanto verso il metacarpo. 373. Finalmente la terza falange la più picciola di tutte ha una singoiar figura : im- perocché rappresenta una piramide colla pun- ta capitata , la quale insieme col corpo è cosi compressa , che , dove le dita si guardano , i lati di questo o=;setto sembrano acutamente assottigliati. L' estremità corrispondente alla seconda falange piti larga e p'ù grossa essen- do^ è fornita d'una doppia fossetta con una appena visibile eminenza ottusa frapposta , af- finchè in questo arfe'colo più bene s'adatti col capo deir ossetto confinante. E a questa estre- mità vi sta parimente posto d'attorno un lab- bro un po' più incurvato ad arco , il quale nella s<^c]e di mezzo in ambe le faccie è al- quanto prom'nente singolarmente dalla parte della palma con una qualche asprezza: la qual asprezza assai sen?ib le nell' apice capitato di questa falange dalla medesima parte , io la crederei d.ua dalla natura a tal fine, acciocché i tendini flessori della medesima falange fos- sero ricevuti in un più fermo luogo. Quali mot; 2,74. Le ossa delle dita, di cui abbiamo lai e ano le ' falangi. parlato finora , hanno le estremità vestite d' una caitilagne, per essere il moto dei diti più libero, e più spedito. Questo poi appar- tiene solamente a pegarsi,e a stendersi, ec- cettuata la prima falange, la quale si muove i63 anco lateralmente; e quindi fa che le dita a parte s'avvicinino, o si allontanino dal pollice a piacere. 275. Le mani poi ci fnrono date per rice- vnn-aR-;! dei- vere sì generalmente, per cosi dire, che spe- cidlmenre: impt^rciocchè o lo facciamo con tutti i diti insieme tal volta, o separatamente; col pollice, vale a dire, e coli' indice, e coi se- guenti diti. Per questo motivo e tutta la mano è concava nella palma, e la cavità si può far più profonda , se pieghiamo la prima falange di tutti i diti ; e tutti i diti furono formati non di un osso solo, ma di tre; e finalmente si puonno i diti disgiungere da se, e quindi addattarsi a pigliare corpi più o meno grandi. E chi non sa quai vantaggi ne derivino dal solo stringere ? Ma molti corpi ancora esplo- riamo colle mani, li comprimiamo, li riten- ghiamo, li sostentiamo, e a quasi innumerevoli uffici ci servono le nostie mani . CAPO UNDECIMO JD:Ue estremità inferiori . 276 l^iccome le estremità superiori P^n- 3^5^!^"^ dono dalla parte superiore del Torace, ovvero ^^''"'^ 1= i°f<^- del Petto, così nella Pelvi, la quale circoscrive ti. JÓJL i confini dell' abclome inferiormente, sono inse- rite le estremità inferiori , ognuna delle quali è composta del f'^more, gamba, e pied" . 11 fe- more e la gamba costituiscono la colonna, e il piede la base , su di cui poggia il capo col tronco i e colle estremità superiori. Qoai.eqaan- ^''/y. JLc 0553 componenti Tenreraità infe- te Steno Is o»- ^ » ' _ A sa ccmpoaeiui riore soiio il Favore^ la PatcìUi, ovvero Ro- rìpri. tuia, la Tibia, la Fbala le ossa del Tarso ^ del Metatarso, e delle Dita. 11 femore è un osso solo in ciascuna estremità, cosi la Patella, la Tibia, e la Fibula; il Tarso è fatto di sette ossi; il Metatarso di cinque; le Dita di quattordici; laonde trent' ossa almeno sono le componenti l'estremità inferiore. Del Femore. Qaaiicosedsb- 2 "8. [\ e\ Feiìiore^A di mestieri conoscere bonsi notare " , «.iFemors. Ja tiguTa : la sostanza; il corpo; le due estre- mità; le prominenze; le cavità particolari; le connessioni; i movimenti; e finalmente il suo u>^^o E parlando principalmente della figura, il "''"fir,?"! ^"^more è Tosso il piìi lun^o di tutte le ossa ^ft f libala ) tv i ti? (wdiuieuto . umane, e gro'^so insieme, e pieno di midolla; imperciocché egli lia in gran parte una fistola puitto?to ampia piena di midolla, e le estre- mila spungose tUigide d' un succo midollare. 65 La forma egU ha cT un cilindro luingo ♦ che A poco a poco si allarga nelle estremità^ e più ancora nelT inferiore. Sebbene a prima vista sembri porgersi in retto, nulla meno però egli è alquanto inflesso in guisa, che gobbo si mo- stri nella faccia d' avanti , e concavo 'n quella di dietro: e al di sopra inclini esternamente, e al di sotto un poco all' interno 279. L^estremtà superiore è formata in un ^^^ Che dk'bhan are riMÌla utremirà su- pericre . capo globoso, coperto d" una legger cartilagine nata seco, il qua! capo porta scolpita una fojsa non lungi dal suo centro ( un poco interna- mente cioè , e insieme inferiormente ), tra la qual fossa rinserrasi un legamento chiamato terete (N 208). La grandezza di questo capo è tale quale possa agevolHjente contenersi nella cavità ischiatica (N- 20^)). Fuori di questa cavità il capo si assottiglia un poco formando il collo \ il quale obbliquamente all'esterno discendendo è pertugiato di molti forami fatti dalla natura per trasmettere i vasi; egli è fatto d'una sostanza spungosa , e quindi non difficilmente si frange dai colpi esterni ; e ad esso metton limite in certa guisa due linee: una posteriormente molto eminente, e grossa; anteriormente l' altra appena sensibile , e un poco aspra. 280. Queste linee uniscono insieme due prò- ^«^1' .ì'P"^*' X la cavità ap- Hiinenze , ossia apofisi , che sono al collo , le Frtengono.i- i ^ 1 estremiti S9r quali si chiamano trocanteri , ({\xdiSi che aves-perte». i66 sero fine in esse i muscoli ruotatori (lei fe-^ moie ; sebbene ciò si avveri manifestamente negli estensori, e ne' flessori ; i ruotatori poi coli' altra estremità loro s' infieriscono in una certa fossetta, la quale internamente giace vi- cina alla radice di quella tra queste due apo- fisi , la quale dalla sua grossezza piuttosto in- signe chiamasi trocantere maggiore, e la quale è esteriore, e superiore; mentre al contrario r altra eminenza posta inferiormente e insieme posteriormente all'interno chiamasi trocantere minore \ quello ossia il maggiore ha una su- peificie larga, ineguale , ed aspra; questo poi, cioè il minore i liscia, prominente ^ e ritondetta. Che debbasi rjBi. Sotto oueste eminenti linee, che il osservare nel 1 corpo del Fé- collo abbracciauo, e i trocanteri uniscono, si more . ^ • i • produce il collo medesimo duro e forte m dia- fisi , ossia corpo dell'osso, il quale in avanti quasi rotondo , e liscio , posteriormente si fa aspro da una prominenza come da una spina più grossa, aftinché certi muscoli in questa spina, come in sede più ferma siano ritenuti dove coi loro corpi, e dove colle loro estre- mità. Di questa spina l'origine principale, e spesse 6ate non poco rilevata , si è dalla ra- dice del trocantere maggiore. Dissi principale, perchè dalla linea anteriore (N 279) o al- quanto sotto di essa discende un' altra linea prominente un poco, ed aspretta, la quale accostandosi a poco a poco all' indicata spina , miti inferiore. 167 finalmente a mezza diafisi concorre con essa a formare una spina pin grossa : di poi queste linee, o spine meno eminenti si scostano vicenvievolmente , e inferiormente producen- dosi sempre più divergendo ( perchè il corpo dell'osso inferiormente si fd largo ) terminano finalmente in due eminenze laterali una per parte, le (piali sono chiamate condili, appar- tenenti all'estremila inferiore del femore. 282. Intanto il corpo dell'osso spiegandosi aeneiiWri- in piano si fa raen denso e duro, ed aperto di molti forami , per cui passano i vasi , viene a formare l'estremità inferiore del femore, la ■quale termina in due grossi tubercoli , o ca- pezzoli rotondi più elevati nella faccia poste- riore, che nell'anteriore con un seno trarnmezzo più profondo in questa sede. Questi capezzoli poi mirati davanti hanno una grandezza ine- guale ; imperciocché quello che sta alT interno è più prominente dell'esteriore; e questa ine- guaglianza di tubercoli devesi massimamente ai condili poco fa accennati. Tra i condili e que- sti capezzoli havvi una fossetta , e singolar- mente sotto il condilo esterno, entro la quale vi sta per lo più un ossetto detto Sasamoideo . Nel seno che divide l'uno e l'altro capezzolo sta la Patella, ovvero Rotula, la quale si articola ancora con alcuna parte dei capezzoli . Posteriormente nel medesimo seno , per cu i passano i vasi dal femore nella gamba si ve- connessioni 168 dono alcuni segni come fossette più leggieri <} a cui tenacemente si attaccano i le<>;amenà (N. 114, 1 1 5) crociformi, i quali legano que- sta estremità del Femore col capo dell' osso della Tibia. ao3. li Capo del Femore , come abbiamo ^.:'!'l':?!"' detto altrove, è rinchiuso nella cavità ischia- tica , e dentro a questa muovesi liberamente in ogni parte con un moto più aperto di quello esercitato dalle ossa innominate ; conciosiachè stando il Femore immobile, la cavità ischiatica scorrendo sopra il capo di quest'osso si piega in diverse parti. Vien poi ritenuto tra questa cavità massimamente dal legamento cifiare , ossia orbicnlare (N. i>4, 11 5), ma assai poco dal terete, ossia rotondo, imperciocché tagliato il primo legamento , il capo del Femore cade fuori quasi affatto dalla propria cavità , e per lo contrario mancando il terete (i), il medesimo (i) Narrano alcuni amori la mancanza di questo legamento senz^ che ne sia seguita la lussazione del Femore. Vedi Genga Anat. chir. , ed il CU- Palletta ad. Chir. prima. Io stesso pure viti] pochi anni fa il me- desimo in arabidue i femori d'un cadavere virile. Da una qualche causa interna il legamento terete era di- strutto, anzi lo era stato da lungo tempo ^ imperciocché la fossetta dell'acetabolo, e quella che trovasi nel capo del Femore erano sparite , essendovi restata una macchia atro-rossa nella sede dell'una e dell'altra fossetta, co- perta essendo d'una tenuiseima lametta cartilaginosa. Pure alla mancanza di questo legamento terete quell'uà- 169 capo rèsta nell' acetabolo. Per altro a rite- ner questo capo entro la sua cavità servono ancora quei muscoli , i quali muovono il Fe- more entro il tante volte nominato acetabolo. L' estremità inferiore , ricevuti essendo i suoi tubercoli tra le due cavità, che sono scolpite nel vertice superiore della Tibia, frammettendosi due cartilagini semilunari (N. 109) poggianti all'istesso vertice della Tibia, l'estremità, dì- co, inferiore si articola colla Tibia ; e viene rassodato V articolo , conservandosi la liber- tà del moto , tanto dal legamento cap?uiare (N. I I 5) quanto dai crociformi (N. 114» * 1 ^) sì finalmente da altri legamenti , i quali da ambe le parti obbliquamente discendono parti- colarmente dai condili nel capo della Tibia , e della Fibula . 284. Articolandosi a questa maniera il Fé- P"^J|f,"JJi more si può muovere in tutte le direzioni : ^'^ ^,'°*' imperciocché si piega , si stende , s' avvicina air altro Femore, si allontana da quello più, o meno, ruotasi d'avanti all' indietro, dall'estre- mo, mentre vivea, conosciuto da moltissimi di questa città ne tampoco zoppicava. Adunque il ligaraento fu forse duto solamente per contenere nella propria sede il Feinorc. Esempj di tal sorta, e il capo del Femore cacciato fuori quasi affatto dall' acetabolo dopo il taglio del legamento orbicolare sembrano dimostrare essere stato ordinato ad jJtro fine forse più utile, ma non ancora ben conosciuto. bili 170 no all'interno, e così a vicenda. Anzi nella prima specie eli ruotamento il finocchio e il piede insieme all' indentro si girano più o me- no , e si voltano al di fuori ogni cjual volca che il Femore si muove dall'interna, e poste- rior parte nell'esterna, e anteriore. 285. Se poi consideriamo gli usi dei Femo- aori. ri, dal detto fin qui sono abbastanza manifesti. Imperocché non solamente sostengono il tronco colle gambe, e co' piedi, ma tra gli usi loro molto devesi apprezzare quel moto, oltre gli altri poco fa accennati , col quale secondando i movimenti delle gambe, e dei piedi traspor- tano ovunque il tronco . Inoltre ferrai tengono molti muscoli , e lasciano ogni libertà a varj movimenti dell' istessa gamba. La quale se a noi piace di piegare molto, tanta è posterior- mente la prominenza d'ambidue i Femori , così che il capo della Tibia tradotto a non poco tratto sopra quei tubercoli come sopra girel- le, può percorrere un arco piuttosto insigne avanti di offendere nella faccia posteriore del Femore , la quale impedisca una maggior piegatura. 171 Della Patella ossia Rotula . 2,86. /ibbiamo detto la Patella ossia i?o-Qnaii cose deb. , I . , 1 1 ■ - I hansi conside— tuia seder sopra il seno che divide amerior- rare neiu Pa- lliente i capezzoli , o tuberi, che costituiscono*" "*■ r estremità inferiore del Femore; in essa pure hanno a considerarsi la figura, il sito, la so- stanza, la faccia anteriore, e la posteriore, le eminenze, le cavità, le connessioni , i movi- menti , e gli usi. A prima vista la Patella , sua figura, che tra gli ossi piccioli collocar deesi , è sub- rotonda. E in fatti la sua lunghezza appena, oppure niente supera la larghezza ; tuttavia se più attentamente si osservi, è composta co- me di quattro orbicoli , i quali nelle quattro estremità di lei disposti in forma di croce cre- scono dal lembo o circuito di essa . Quello di questi orbicoli , che corrisponde al femore , è meno eminente degli altri, più di tutti quello verso la gamba ; il luogo di mezzo tengono in grossezza quelli che occupano i lati della Patella. 287. Sta ella in fine del Femore, e da-sit«' vanti : poiché si articola con quel seno , che si frappone ai tuberi del medesimo Femore . Ma non è così inerente a questo seno , che secondo i varj movimenti della gamba non possa la sns facci* . Patella portarsi sii e giù per quel seno. Per Easnasojt^n. altro T OSSO, cli CUI è fabbricata la Patella , è duro assai e tiagile , cosicché percuotendolo va per l' ordinario in pezzi ; internamente però è d' una sostanza spungosa , le di cui cel- lette sono assai picciolo . Namero , e 288. Hawì Una Rotula per femore i ha due faccie una posteriore, anteriore l'altra: que- sta gobba nel centro, aspra da certe linee un poco elevate, e paralelle , in mezzo alle quali vi sono delle incisure , o solchi lineari ; nella circonferenza poi , e principalmente nell'estre- mità superiore vi si vedono delle leggieri mac- cature , in cui si affiggono in qualche parte i tendini di certi muscoli estensori della 2,am- ba . La faccia posteriore poi vestita d' una cartilagine seco-nata offre una linea promi- nente e ottusa prodotta seconda la lunghezza della Patella. Questa prominenza è quella, che si riceve dal seno frapposto ai tuberi del femore; ai cui Iati vi sono due leggeri fossette d' inegual grandezza per potersi adattare ai capi ineguali del Femore istesso, che compren- dono quel seno. Ambedue queste faccie termi- nano inferiormente in un orbicolo maggiore > quasi in una ritondetta papilla . Connessioni. ^^9- I muscoH esteusori della Gamba gros- si, e robusti non solamente s' inseriscono coi tendini suoi nella parte superiore di quest'osso, ma traducendosi sopra 1' istesso, come sopra '7^ Tina girella ; f attaccati colla sna faccia ante- riore oltre la Patella tliscendono ; quivi uniti p il strettamente insieme , e contratti in un funicolo minore, ma più duro si affio;gono a un certo tubercolo , il quale anierioimente sia prominente nella Tibia no po' sotto il capo superiore della Tibia medesima. Oltre di che il legamento prodotto dal muscolo fasdalata adatta in qualche maniera , e rinserra nella sua se<\e la patella vicino al Femore ^ e da lungi alla gamba . 290. Accennammo poco fa muoversi la Patella «."'o aii'i air insù , ed all' ingiù; il primo si fa nella ^*'*"'' stensione della gamba, l'altro nel piegarla. Ma quando sono lassati i muscoli estensori della Gamba, si può muovere ancora un poco lateralmente , ma non con un movimento procedente dai muscoli, ma da una qualche potenza motrice, la quale applicata esterna- mente alla Rotula , e agendo su di essa , o la caccia all' interno o all' esterno: che se la potenza motrice cessi d'agire, nel suo primiero luogo subito ritorna . 391. Devesi a quest'osso quella prominen- ^'"' za, che propriamente chiamasi Ginocchio^ sopra cui alle volte stanno ap])oo;giati e femore , e gamba. Da essa dipende in certa maniera l'agilità della gamba, ed una minor fatica dei muscoli estensori della gamba; poicliè fa l'i.^- fiiio di girella , onde avviene che i fini di quei 174 muscoli formino un angolo meno acuto colla tibia stessa che stendono, alla (j^uale tenace- mente sono attaccati . Della Gamba , Cose da OS- 292. |_j » Gamba, su cui appoojsia il Fe- »erv arsi nel- , „ ,. , l'u mi. la Gamba, more , oguuna e hitta di due ossa; dalla i ibia cioè , e dalla Fibula , ossia Perone . In queste due ossa , come s' è fatto delle altre , sogliono considerarsi dagli Anatomici il sito , la gros- sezza, la figura, la sostanza, il corpo, 1' estre- mità , le prominenze . gli scavamenti , le con- nessioni, e gli usi. E in quanto alla figurala Sua agora. Tìbia rassomiglia un lungo bastoncello, e cras- so, quantunque la sua lunghezza non arrivi a quella del Femore. Gli estremi del baston- cello sono in certa guisa rotondi , ovvero ter- minano in un capo^ e il loro superiore è più ampio dell'inferiore. Scorre un seno per l'asse del bastoncello, che contiene la midolla ritenuta dalle estremità che non sono perforate. Sito, e sua 293. La tìbia poi sottostante al Femore è wasjigie .• . , iiin-Li 1 situata mternamence riguardo alla libala, la quale è posta all' esterno; la qual Fibula non pot?a supplire alla tibia, poiché inetta sarebbe a sostenere il tronco, essendo ella molto piìi I 75 gracile della Tibia, la quale perciò è assai più grossa e robusta. 2c)4 L'estremo superiore, ovvero il caipo l^^'J]f^^l è spungoso avente molti forami per ricevere i^apo supino- vasi, non altrimente che l'estremo inferiore ancora. Questo capo è composto come di due tubercoli insieme uniti, de' quali l'interno su- pera in grandezza qualche • poco l'esterno. Queste tuberosità mirate nel loro vertice, dove si uniscono col Femore , hanno un segmento ovale : se non che in mezzo alla faccia ante- riore, e più ancora nella posteriore terminano con un lembo convesso, ovvero più compresso. 295. In questa estremità superiore, e nella degna^wr- sua cima veggonsi due fossette maggiori , os- ^^^'^ "^ ^'"=~ siano cavità glenoidee , non solamente vestite d'una leggier crosta cartiJdginosa , ma su di esse s' appoggiano ancora altrettante cartilagini se- miiunaii (N 109); le quali più crasse essendo nella circonferenza, assottigliandosi a mano a mano quanto più s'avvicinano al centro ;, il quale è aperto da un quasi rotondo forame , e qu^■sto piuttosto insigne, facili secondano i movimenti delle ossa , tra quali s' interpon- gono. Fra queste carril-igìni sorge un'eminenza dall'osso sottostante per l'inserimento dei le- gamenti irociformi (N. 1 1 5) ; e dietro questa eminenza evvi uno scavamento minore , in cui ha luogo la glandola mucifera. A questo sca- vamento è continuo posteriormente un certo 1^6 solco , il quale divicle quasi i tubercoli della tibia in questo luogo , e si spiega in una fossa maggiore oblonga , ma poco profonda , per cui passano dei vasi maggiori , e i nervi principali dal Femore nella gamba . Questa fossa fa la parte inferiore di quella regione che chiamasi poplite (N. 64). A questa fossa sta appresso nell'elevatezza esterna, e posteriormente una certa piccola faccia , la quale è coperta di cartilagine destinata per l' articolazione colla Fibula o perone. Finalmente in avanti subito sotto questo capo della Tibia avvi una lunga elevatezza non poco eminente alla superficie dell'osso medesimo, in cui si attaccano tena- cemente i tendini dei muscoli estensori della f^, ,. ,„. o;amba . viali cote D debbaasi 01- 206. Sotto l' clevatczzc componenti il capo «enrare nel ^ 1 1 nri • • corpo d«ii» superiore della Tibia , si contrae a poco a poco la Tibia stessa, e va nel corpo dell'osso assottigliandosi per gradi fino quasi all' estre- mità inferiore; alla quale quando s'avvicina, di nuovo si fa più largo. Questo corpo è for- nito di tre coste ossia spine , delle quali quella che è più prominente sta in avanti; l'altra interna, e T altra finalmente esterna. La prima principiando sotto il tubercolo poco fa (N. 292) indicato percorre circa due terzi dell' osso , e poscia deprimesi alquanto , e svanisce ; all' al- tra dà principio posteriormente un poco sopra la mezza altezja di tutto 1' osso un' aspra prò- l'e- minenza oblunga, a cui giace appresso ester- namente un canaletto per cui passano i vasi entro la midolla. Inerente a questa asprezza sta nel suo principio il muscolo Soleo ; e ([ue- sta spina interna similmente a gradi svanisce, sebbene meno evidentemente di quclia che sta in avanti . La terza spina finalmente più lunga delle iìltre principia subito sotto il tubercolo esterno della tibia , e si produce fino al lenìbo tleir estremità inferiore di essa, colla quale si articola col piede. Annettesi a questa spini esterna un certo ligamento connesso colla fi- bula, come nel Cubito havvi un altro simile ligamento tramezzo l'Ulna e 'l Radio (N. 249). Sono inerenti alla Spina interna alcuni mu- scoli; quella d'avanti poi oltre il periostio è coperta dai soli integumenti comuni. 297. Sotto la S|)ina d'avanti, non altrimenti '?"''''=°""'^' che sotto 1 interna, u corpo deli osso cominciarare neiu ,. /• • 1 • • 1 - stremità inf.' a larsi largo, e insieme rotondo in certa ma-r^redeikT^ uiera, dove costituisce il capo, ovvero estremità '''*■ inferiore della Tibia. Il vertice di questo ca- po , pel quale si connette col piede , a questo medesimo fine ha scolpita una cavità glenoidea compresa nel lembo iiiarcato posteriormente e più ancora in avanti, a cui si stende sopra una tenue lametta cartilaginosa coerente colla sostanza dell' osso . Affinchè poi il piede più del necessario non fosse impulso o in uno, o nell'altro lato sotto la Tibia, e quindi tutto 1 2 J78 il corpo facilmente cadesse a terra , nei Iato interno della Tibia dai corpo dell'osso discende una grossa apofisi , la quale forma il malleolo interno articolato collo stesso piede; e a questo istesso capo diede la natura uno scavamento nel lato opposto di una figura triangolare , nel quale inserita la Fibula e tenacemente aderendo col suo capo prodotto inferiormente viene a formare il malleolo esterno ; donde il piede rinserrato da queste due laterali promi- nenze, e circondato da robusti legamenti, piii fermamente si contenesse nella sua sede. Anicoiazioni 298. Siccomc po] qucsto capo inferiore della ibia. qpji-jjg^ ppj, mezzo dell'articolazione si congiunge col piede, cojÌ il capo superiore si articola coir estremità inferiore del Femore. Il qual congiungimento affinchè più tenace sia, olire i legamenti crociforrni (N. ii5) vi concorrono e le cartilagini semilunari (N 109) stese so- pra questo capo , e il legamento capsulare (N. I i5) il quale strettamente abbraccia tutto l'articolo. E quelle cartilagini danno fermezza, perchè crasse, come dicemmo, nella circonfe- renza, tenui nel restante del tratto, e aperte con un ampio forame nel centro accrescono la profondità dell' uno e delT altro scavamento glenoideo, per lo che i tuberi del Femore sono nn poco pili ricevuti entro cpieste cavità . checosasia 299. Giace estemamentc alla Tibia la Fi- la Flbia ; e . , , . . . « , buia, la quale parimenti e un osso iungo. 17Q pareo-filando la Tibia nella lunghezza, r,]a non ,iio asi nella grossezza; perche siccome abbiaiiio già „,^_ detto, è molto più gracile , ed in qa^-sto oìso come neo;li altri dearvionsi con^ide^a^e silo , o oc sostanza, corpo, estremità, e gli usi a cui serve . 3oo. Ella è posta all'esterno della Gamba, ;;"^j";:::;;;: e la sua sostanza è dura e alquanto friabile. >='' • Vuota in tutta la lunghezza, o almeno per la massima parte entro contiene la midolla. 3oi. 11 corpo di quest' osso è quasi trian- ^'"'"i"'- golare ; imperocché vi sono tre coste elevate delle quali la più eminente sta verso la tibia e serve per aflio;gervisi in essa il legamento interosseo. 3o2 Le estremità della Fibula figuraiìo due r, vomiu . capezzoli continui al corpo delTosso, superiore uno, inferiore l'altro, coperti ambidue da una croata leon-iere, ma soda cartihiL^inosa . Quella nella sommità ha una superficie piuttosto am- pia, obbliquamente alquanto discendente all'in- terno , e perciò inclinata verso ìa tibia: l'in- feriore poi anch' esso è dotato d' un' ampia su- perficie piuttosto gobba e quasi triangolare , prolungasi oltre la tibia onde formare il mal- leolo esterno posto un poco posteriormente a proporzione del malleolo interno. 3o3. Il Capo superiore nella sua sommità s«i'\an;; (jnaii p,rK • I . . ., sia composto la base su cui sta appoggiato tutto il corpo, u Piede. è composto dal Tarso, Metatarso ^ e dalle dita. 11 Tarso è fatto di certe ossa, nelle q,^,j ^^^^ ^j quali fa di mestieri avvertire il sito, il nu- '^'=''''"" ""- i _ ^ tare nel Tar- mero , le regioni, la figura, la costanza, le *°- articolazioni 5 e le connessioni, ed altre cose ancora. 306. Il Tarso è situato sotto la o-amba ^"^ *'*»"''"- O ne , composi— tra la gamba istessa e il metatarso, ed è^'""«'eso- composto di sette ossa, cioè Astragalo, Calca- gno, dell'osso Naviculare , del Cubaideo , e di tre ossi che si dicono Cuneiformi, de' qui che dai r,ss,ivaro nri- latini Ai detto Tulo, è composto d'un corpo superiormente elevato , il cpiale è marcato d'un ampio ma poco profondo seno, sopra cui si muovono i lembi inarcati (N 29;;') circo- scriventi il capo inferiore della Tibia ;, è inoltre vestito d'una soda cartilagine, per opra della quale si articola colla cavità glenoidea di que- sto capo della Tibia Anteriormente a questo COI pò vi si aggiuo;ne una fossetta prodotta in lina arrossa tuberosità, che inferiormente ha due f^ccie alquanto concave in cui si dispiega. La fossetta nello stendersi il Tarso riceve il lembo nu'cato d'avanti (N 297) della Tibia ;, affinchè lo stesso Tarso possa maggiormente (1) Dicesi che l'osso àAV Astragalo abbia ricevuto il nome dalla sua figura quadrilatera ; imperciocché di- cesi simile ad alcuni ossetti quadrilateri, co'quali giuo- cavano gli antichi, i quali nominivansi astragali. Se questo poi sia un osso quadrilatero, lasciamo ad altri il deciderlo Per altro chiamasi ancora Talo, perchè occupa r infima parte della gamba, cowie T altro osso di< esi Calcagno, perchè è posto nella medesima sede inferiore, e posteriore. n, 5 estendersi ; la tuberosità poi fu fatta massi- inamente per X articolazione coli' osso Navicu- Jare. Fina I mente il corpo dell' Astragalo ad ambi i lati è occupato da un seno, col cjuale riceve inserito il malleolo corrispondente \ in- feriormente poi con base larga , e questa concava, ed esternamente prominente, fiap- ponendovisi una cartilagine , tenacemente sta coerente al calcagno posto di sotto. 3o() Onesto Calcamo poi, a cui diedero ^ eie i„i /■' 7 , ., .. Calc;iii»u . anche il nome di osso l'alce, e il pm grande deoli ossi del Tarso :, ed è collocato nel luoa;o più inferiore di tutti. Cresce posteriormente in una assai ampia e grossa tuberosità , la quale è eminente nel luogo infimo ; e questa prominenza è una delle tre principali , sa le quali poggiamo quando siamo in piedi. Questa poi nella sede posteriore presenta una faccia aspra alquanto, in cui s' inserisce il gran tendine d' Achille . Internamente quest^osso ha un seno , e tra questo seno prolungato abba- stanza dal di dietro all' avanti vi stanno quasi nascosti certi vasi e nervi, i quali si sparpaglia- no poi per r altra parte anteriore del piede. Superiormente è fornito d' una fossa insigne di cui la parte che guarda all' indietro e all' interno, elevandosi in una singoiar apo- fisi minore come un labbro , si congiugne coir Astragalo . Finalmente in avanti ed un poco all' esterno si prolunga in un altra apo- •ì 8 il fisi maggiore, la quale è coerente colV ossa Cuboideo, e lo sostiene. QiiaJrniedeb- 3io. Col Calcagiio adunque per mezzo causi noi are i? ^'1 • i w Lubo.deo. CI una cartilagine non solamente si attacca r Astragalo, ma l'osso ancora Cuboideo, chia- mato con tal nome dalla sua fiojura : Nel qual osso occupante la parte estrema del Tarso notaqsi anteriormente due pieciole faccie^ colle quali si connettono nelle loro estremità poste- riori que'due ossi del Metatarso, che sono si- tuati nella region esterna del piede. Due fac- cie parimenti si osservano nel lato interno dell' osso Cuboideo; una delle quali adattasi air osso vicino Cuneiforme , T altra al Navi- culare che or ora descriveremo, in guisa che si leghino con V uno e V altro di questi ossi . Finalmente la snperior superficie del Cuboideo è quasi piana , V inferiore guernita di scava- menti, e di elevatezze, tra le quali devesi rimarcare un solco, per cui scorre il tendine del peroneo muscolo posteriore infisso nel me- tatarso del Pollice. ^.nMn^l^-a- 3i I. L' OSSO Nuviculare , che anch' egli ha sortito il nome daHa sua figura, sta nel lato interno del Tarso subito avanti l'Astragalo. »i li. jja sua superficie superiore, e principalmente jilla parte esterna rappresenta un arco che colla sua estremitcà guarda all' insù: l'inferiore è sparsa qua e là di seni, e di prominenze. La faccia posteriore scavata in un' ampia e i85 piuttosto profoncla fossa , e generalmente ro- tondeita riceve il tubercolo (N. 3o8) dell'Astra- galo , ovvero Talo \ X anteriore offre tre piani aventi dei iesoiier seni , in cui altrettanti ossi co s'attaccano detti Cuneiformi, finalmente 1 ester- na conviene , ed è coerente col lato interno del Cuboideo. 3 12. Quindi i tre ossi cuneiformi così chia- Q'^ii neic•-. , , . , ,, , p ,, . neifonni, mati anca essi dalia loro hgura stanno d avanti a tutte le ossa del Tarso . Il primo di loro più grosso degli altri e posto all' interno sostiene il Metatarso del pollice ; 1' altro a quesio vicino , e il minore di tutti sostiene il secondo osso del Metatarso ; siccome il terzo mno-giore del secondo nella 2;randezza il terzo OD D osso sostenta del Metatarso . Il secondo e il terzo in quella faccia che corrispondono al dorso del piede sono manifestamente appianati, e in quella che corrispondono alla pianta ter- minano in una punta assai ottusa. Al contra* rio il primo Cuneiforme ha una larga super- ficie particolarmente all'interno, ed inarcata, un po' larga superiormente , e inferiormente con una lunga cospicua tuberosità volgesi con- tro la pianta . 0 1 3. Ouesce tre ossa si articolano posterior- 9■'^^".'^**f*. e r ticolazions dei mente col solo Naviculare: il primo Cunei- cuneiformi, forme anteriormente col Metatarso del pollice e con quello del dito vicino, e finalmente col Cuneiforme minore. Ouesto Cuneiforme minore i86 non tanto col Naviculare, e Ciinelformp prlmo^ quanto col secondo del Metatarso , ed il terzo Cuneiforme: quest'ultimo poi col secondo, coi Naviculare, col terzo osso del Metatarso, e inline anco col Guboideo. Aìtre eonnes- 3 ì à. NÒ solameute le cartila2;ini , che sono «ioni (lei Cu- . *^ n iioirai , ed postc tra Tuezzo a tutti questi ossi , e a cia- altvimovimeB- •■ . • !■ • i ti. scuno di essi li congiungono tra loro^ e li connettono. Imperciocché per più tenacemente congiungeili tra loro, molti ligamenti ordinati e disposti secondo varie direzioni si portano da uno in un altro osso , e quasi per ogni dove li comprendono tutti, e vicendevolmente li legano. Quindi eccettuato il Tarso intiero, il quale muovesi liberamente sotto la Tibia per opra delT Astragalo colla Tibia medesima connesso per una mobile articolazione , il mo- vimento deo-li altri ossi del Tarso è assai oscuro; il che avvisammo essere lo stesso an- che degli ossetti del Carpo. Il Tarso inriero poi muovesi con moti di estensione, di fles- sione, di accostarsi od allontanarsi : anzi si trae all' insù col resto del piede alquanto internamente , pochissimo poi o quasi niente all'esterno. 187 Del Metatarso. ;.A 3 1 5. ili Tarso, di cui abbiamo parlato ^"^«/"«^ *'* 1- il Metatarso finora, succede in avanti il Metatarso; quindi e con quau . . '■ . ossi conven— abbastanza è nota la sua situazione occupando ga. il luogo di mezzo tra il Tarso e le dita. E composto di cinque ossa simili assai a quelle che formano il ^Metacarpo nella mano. Con- vengono ancora nel numero, ed havvi la me- desima convenienza nella forma, nelle faccie, neir articolazione , e nelle connessioni. Imper- ciocché le ossa del Metatarso anch' esse pure sono rotonde; vuote al di dentro con la midol- la ; ì loro corpi sono forniti di leggieri coste ; superiormente convessi; inferiormente alquanto concavi, ed hanno l'estremità posteriore piutto- sto tumidetta, e terminante in piane superficie, al contrario poi 1' estremità superiore è guer- nita di capezzoli rotondetti , e a proporzione del corpo più grossi ; laonde vi restano degli spazj tra corpi e corpi, i quali vengono occu- pati dai muscoli interossei. 3 16. Havvi però una qualche differenza Qaai differen- nella grandezza; imperciocché gli ossi del i^/e- Metltlno'Vi tatarso sono un po' più lunghi di quelli dd ^^^^^'^^^''p'- Metacarpo; di poi il Metatarso del pollice è non poco più breve degli altri ossi del Meta- tarso; ha un corpo più grosso, ed è più grosso i88 il capezzolo anteriore, col quale si connette colla prima falange dell' istesso pollice. Inoltie gli altri ossi del Metatarso grossi posteriormen- te, a poco a poco ma più sensibilmente si assot- tigliano in avanti, ed il metatarso del dito pic- ciolo (il quale è più corto di tre vicini) ha posteriormente , ed esternamente insieme una prominenza insigne, la quale è un altro punto, per dir cosi, su cui poggiamo stando in piedi . conginngimen- 317. SÌ con^iun^ono ouest' ossi tra loio ti delleossadel ' p " ' . , Metatarso, ncll Una e nell altra estremità per opra di legamenti , e con cartilagini frapposte si arti- colano nella parte posteriore di maniera , che il primo osso corrisp^ondenre al pollice, e ranto il secondo quanto il terzo si connettano col Naviculare ; il quarto e il quinto col Cuboi- deo . Nella parte anteriore poi ciascuno con- nettesi colla prima falange dèi suo dito . E questi ossi parimenti ebbero il capezzolo d'avanti un poco più grande, non tanto acciò i diti più liberamente si possano muovere so- pra quei capezzoli , e lasciare gli spazj tra un corpo e r altro per ricevere i muscoli interos- sei ; ma ancora affinchè questi capezzoli infe- riormente somministrino le basi atte a soste- nere il corpo retto in piedi ; e infine per far ]e veci di troclee , onde con minor dispendio di forze alcuni muscoli , conducendo i loro tendini sopra queste troclee, servano a fai e più speditamente i movimenti delle dita. 189 ì)elle Dita de' Piedi . 3 18. x\l Metatarso succedono le Dita econqnaiiosw le loro ossa , le quali nel numero , nel sito , ZH^r^^- nella figura , nella sostanza , e nel modo di»*- connettersi sono molto simili alle falangi delle dita della mano. Le differenze consistono in e qnaii diffe- ciò, che le due falangi del pollice in ragione di quelle degli altri diti sono più grosse, e che la seconda falange ha minor proporzione alla prima di quello che nella mano , sì an- cora che a poco a poco dal secondo al quinto dito in guisa vada decrescendo in lunghezza, che in molti scheletri umani questa seconda falange raffigura un globetto alquanto schiac- ciato , in cui la lunghezza è uguale alla lar- ghezza . Finalmente un'altra differenza, ma accidentale notasi tra le falangi dei piedi, e delle mani , che alle volte la seconda falange del dito picciolo, e talvolta ancora del quarto, vale a dire del vicino al picciolo, sia rappigliata insieme colla terza ( e questo principalmente nei vecchi ) . 319. Sebbene dalle dita de' piedi non ne Aitriraataggi vengano quei vantaggi, che si hanno da quelle p'^Ji"'^''* "^'^ delle mani; nulla di meno non si deve disprez- zare quello, che si ha forse per camminare più facilmente. Cedono le dita facilmente a queste 190 o a quelle pressioni , e ai moti^ dei piedi # siccome sono composte generalmente di tre ossetti, e l'estieinità del piede, o sia la punta è composta di parti disgiunte Oltie di che non è nuovo che o in mancanza o per impotenza delle mani fanno le dita de' piedi alcuni offici, che altronde soo;liono fare le mani. 32 o. Noi accennammo alcune elevatezze au qnali pro- mincnz» insi- uelìa pìauta del piede , su le quali come su sia prijicipal- . , , . , . . ., meme il pie- punti MDDiamo detto insistere 11 corpo ritto. Oltre i capezzoli anteriori del Metatarso avvi- sammo esser dato a questo officio e la parte eminente del calcagno la più inferiore di tutte, ed il capezzolo posteriore del Metatarso appar- tenente al quinto dito. Ma il medesimo uso ha un'altra prominenza ancora. E questa è SrSrdho"" certo ossetto rotondo simile assai al Seme pollice. f\\ Cece , e perciò chiamato Sesamoiclco . Di queste ossa ve ne sono due nel piede , e que- ste si veggono nella pianta del piede, e sono quasi infissi nel capo superiore del Metatarso del pollice. L'uno esteriormente e piìi profon- damente^ l'altro più interno, e più promi- nente; e perciò in quel capo del Metatarso del pollice, che guarda la pianta, vi sono due picciole faccie ( delle quali 1' esterna cade più sotto i sensi ), a cui si adattano questi ossetti. Qu:ii sia tra 32 1. Tra questi due ossetti Sesanioidei questi ossetti ,, . , . ^ C 1 scsamoidei , l intcmo solamcute a mio credere torma la che formi la » ''ii ì^*.*.'! base. terza eminenza principale, Ja quale tutto li 1 ijl corpo ritto sostiene. Inoltre questo ossetto coir esterno parim>>"nu fa l' uffizio di troclea ; imperciocché sopra ambiclue si conducono i ten- dini di certi muscoli che piegano il poHice. E queste prominenze principali sono in tal guisa disposte, che se tirandosi dtlle linee si con- giungono tra loro, fiuno un triangolo equila- tero e ottusangolo. L' angolo ottuso è alla sede del capitolo prominente dietro 1' estremità posteriore del quinco BL'tatarso , gli angoli acuii poi uno al Sesainoideo interno, e f altro alla parie più infima del Calcagno. 32 2. Altri ossi Sesamoidei, che fanno le ^- ^"•^."""f . ■' Il trovino altri veci di troclee si osservano ancora in altri simili ossati. luoghi del corpo . Imperciocché nel metacarpo del pollice delia mano, e alla fine della prima falange uno ve ne ha , e tal volta ancora un altro, e spesso due simili, od uno almeno, si trovano nel metacarpo dell'indice sempre nella sua estremità d'avanti e verso la palma; un altro nella medesima sede al metacarpo del dito auriculare; uno nascondesi nel condilo esterno del femore , vale a dire nella sua fossa (N 202); e alle volte ancora nell'interno; ed uno se ne trova parimenti nel tendine del muscolo peroneo posteriore che scorre sotto r osso Cuboideo. 323 Tralascio di far menzione di altri Se- ^''' f! ^"^"' osjetti se ne samoidei , i quali non sempre si trovano. Seb- trovinoinai- ' _ r ^ tri luoghi am- icene da alcuni ic ne accennino molti, e come eoo. che da alcuni se ne siano attribuiti due a ciascuna articolazione del Metacarpo e delle dita , tuttavia afFenno asseverantemente spes- sissime le volte non ritrovarsi cotai ossi, quan- tunque abbia usato tutta la diligenza nelT in- vestigarli. Dico spessissime volte, poiché alle volte in certi vecchi assai , ai luoghi indi- cati scoprii una certa specie d' un pezzetto cartilaginoso incollato, per dir così^ coi ten- dini; i quai pezzetti però, sebbene alle volte più duri, tuttavia non si possono avere per veri ossetti Sesamoidei. FINE DELLA PRIMA PARTE .