HISTORY L’ORNITOLOGO TICINESE. L'ORNITOLOGO TICINESE OSSIA MANUALE DESCRITTIVO GLI. UCCELLI DI STAZIONE E DI PASSAGGIO NEL CANTONE TICINO. D . CI » n Ah #O coll eleuco uouuiuativo e sièteutatico di quelli A) Outopa e della foro ordinaria dinvota. Raccomandata dal Consiglio Cantonale di Pubblica Educazione. LUGANO Tirocraria Asani E BERRA 1865. Il presente Libro è posto sotto la protezione della legge sulla proprietà lelleraria, essendosi adempiuto a quanto essa prescrive. ——_—___—_ea—_o rikRAZz<—=_=iruu À LUIGI LAVIZZARI = ww we 30 = DOTTORE NELLE SCIENZE NATURALI MEMBRO DELLA SOCIETA” ELVETICA DI SCIENZE NATURALI IIS SOCIO CORRISPONDENTE DELL'ATENEO DI MILANO LL CONS. DI STATO AL DIPARTIMENTO DI PUBBLICA EDUCAZIONE DOTTO ED INDEFESSO ANALIZZATORE DELLE TERRE TICINESI CHE ISPIRÒ E PROMOSSE QUESTO TENUE LAVORO IN ATTESTATO DI STIMA E DI RICONOSCENZA L'AUTORE Mobo 19 kyA1) ÉliAut ei hi abet SEAN Pak DS RI PRIO rai ro ANT o AL LETTORE. Lo Schizzo Ornitologico da me pubblicato *) all’ epoca della riunione della Società Elvetica di Scienze Natu- rali in Lugano, aveva fatto sentire in alcuni il bisogno di avere un libro, in cui descrivendo è caratteri speci- fici degli uccelli nominati, si potesse, venendone alcuno tra le mani, riconoscere, colla scorta del libro, quale fosse l'uccello ivi indicato. In questo senso mi seri- veva un distinto ingegno ticinese, il quale avendo pas- sato la sua carriera a tessere opere istruttive per la gioventù, ed a dirigere nella vicina Lombardia quegli stabilimenti di educazione, si aveva perciò dall’ autorità e dal pubblico acquistato titoli onorifici, e merili impe- rituri. Se non che, dirollo con franchezza, il poco esito ripor- tato da quella prima stampa, l’apatàa in cui sì vive an- cora nel nostro Cantone per una scienza divenuta 0ggi- giorno comune e quasi di assoluto bisogno, e molto più la pochezza del mio ingegno e dei mezzi per accingerna —— ) Lugano. Tipografia Veladini e Comp. 18660. VHI a tanta impresa, mi avevano fatto restio innanzi ad una proposta per me tanto seducente, e pel mio paese di lustro ed istruttiva. E non fu che dopo avere comunicato il piano del mio lavoro al Direttore del Dipartimento Can- tonale di Pubblica Educazione, V Onorevole Consigliere di Stato Luigi Lavizzari, e dietro i di lui inviti, ch' i0 mi accinsi a compierlo. Se bene o male avrò fatto, lo giudicherà il tempo. Voglio però sperare, che questo se- me non sarà inutilmente geitato nel fertile campo della mia patria, e che la generazione crescente almeno pren- derà qualche interesse per uno studio tanto bello e di- leltevole. Abbraccia la mia Operetta tutta la Scienza Ormito- logica Europea dando la descrizione generale degli Or- dini, delle Divisioni, delle Famiglie, dei Generi e delle Specie, non omettendo quella delle Sezioni, rese necessa- rie a semplificare la natura degli esseri trattati. E a ciaschedun Ordine, come a ciascheduna Divisione, Fa- miglia, Genere, Sezione e Specie, stanno ripartitamente descritti i Caratteri ed i Costumi, non che la Sinonimia posta a piè di pagina dei varii nomi usati dai più ac- creditati Autori. Però to mi attesi a dare il nome sol- tanto e la patria di quegli uccelli, che finora non sono mai stati conosciuti nè ritrovati nel nosiro Cantone, € che apparentemente non presentano probabilità di pas- saggio, accontentandomi di descrivere: particolarmente IX quelli notorii e conosciuti, 0 che si possono con mag- giore facilità ritrovare. In tal modo cammineremo nello studio della natura come in quello della Storia, vale a dire studieremo anzitutto i prodotti come 1 fatti del no- stro paese prima di dedicarci a quelli degli altri Stati. E infatti a che valicare monti, percorrere Provincie , Regni od Imperi, a che navigare in lontane regioni per ricercare i segreti della natura, quando non ci siamo ancora occupati dei nostri, e sopraluito in una terra sufficientemente lata e feconda per poterlo fare? Qui ab- biamo e cielo rallegrato da mite temperatura ed aque ridenti di laghi; qui una terra coronata da alpi al- tissime e da monti che scendono in amene e deliziose colline; qui ubertose e feconde pianure di ampie valli provvedute. Ed ancora non è avara di ricchi boschi, di verdi prati, di orti ed artificiali giardini. V' hanno fiumi maestosi, copiosi torrenti, e tutto che può dare asilo e ri- cetto ad un numero grande di oggetti e di cose in cui occupare 1 nostri studi. Nella distribuzione degli uccelli mi attenni stretta- mente alla scala stabilita nello Schizzo Ornitologico, e segui perciò nuovamente è sistema del Sig. C—J. Tem- minck. *) Variai soltanto nel nome degli Ordini, delle Famiglie e di alcuni Generi e Specie, per seguire in ciò ") Manuel d’Ornithologie. Paris. 1820-40, Xx i principi del Sig. C. D. Degland *), moderno ed ac- creditato autore. Temminck e Degland sono pertanto i due maestri di questo mio lavoro, ed io reputo non po- tersi sciegliere autori a questi migliori, perchè in en- trambi ravvisansi pari l’amore e la verità nella scienza, pari la parsimonia nell’ ammettere specie non ancora con- statate come appartenenti al circuito delle terre Euro- pee. E fatalmente fu questa una pecca in cui caddero molti Ornitologi. Uccelli trovati a caso Ira noù 0 nel- l Europa, e di pertinenza esclusiva di altre parti del mondo, fino a tanto che questi casì non si moltiplicano, non si possono ascrivere tra gli abitatori delle nostre terre. Fuggiti forse da qualche serraglio, scampati da quella schiavità in cui le persone agiate si dilettano mantenerli, o trasportati da marinai provenienti da lon- tane navigazioni, sono più facilmente caduti sotto è colpi d’un fucile o tra le reti. Nella natura si presentano pure tante volte uccelli di più lata o di più breve di- mensione, di tinte più cariche 0 più sbiadite, cause de- volute al maggiore o minore nutrimento ed anche alla varietà di questo. Dovransi perciò ritenerle per nuove specie, dar loro nome nuovo ed accrescerne il numero senza plausibile ragione? ") Orpnithologie Européenne ou Catalogue analylique cet resonné des o!scaux observés en Europe. XI Divise Temminck è suo Manuale in Ab Ordini, in 98 Generi ed in 542 Specie; Degland in 6 Ordini, in 45 Famiglie, in A34 Generi ed in 507 Specie; abbraccia il mio 6 Ordini, 47 Famiglie, 109 Generi e 564 Spe- cie. L’aumento delle Specie nel mio lavoro è forzato dall’iscrizione di qualità ammesse dal primo e seartate dal secondo, e da altre inscritte dal secondo e non ri- conosciute dal primo, nel qual caso mi sono fatto pre- ciso dovere di farne cenno a suo posto. E fra queste 561 Specie feci particolare descrizione di sole 269, come quelle che possono facilmente ritrovarsi ira noi, al cui unico scopo intrapresi questo lavoro. Trovansi pertanto queste registrate in due ordini di numeri progressivi, di cui il primo è quello degli uccelli d’ Europa, il secondo quello del Cantone Ticino. Ho dato a ciaschedun uccello la misura della lun- ghezza in metri, centimetri e millimetri, come la più facile e la più usata. Questa è presa dall’estremaità del becco a quella della coda. Feci anzi tutto precedere l’elenco degli autori che hanno trattato l'’Ornitologia, e mi permisi di dare al- cune Nozioni Generali sugli uccelli, onde preventivamente disporre il Lettore allo studio parziale di questi. Molto certamente si avrebbe potuto fare ancora, e molto meglio il fatto. Tra le alire cose l’ommissione nella Sinonimia di alcuni Autori Italiani mi spiace, ma ciò non facendo diventavo troppo prolisso. XII Acceiterò con vera compiacenza tutte le correzioni che mi sì vorranno ragionatamente sottoporre, e ne farò os- servazione, quando mai dovessi il mio libro ristampare. Intanto, o Lettore, perdona al buon volere, e vivi felice. Lugano, VA Maggio 1865. ‘| Antonio Eiva fa Rodolfo. OE ERRE che possono servire allo studio dell’ Ornitologia. e LT Aldovrandi —- Ornithologie, sive Avium historia. Aristotile —- Histoire des animaux d°Aristole avec des no- tes etc. di Camus. Paris 1793. Aurenton — Planche des oiseaux. Balsamo Crivelli — Quadri sinottici di Zoologia. — Uccelli indigeni finora osservati in Lombardia. Bechstein — Gemeinniitzige Natagerschichte Deutschlands. — Ornithologisches Taschenbuch von und fire Deutschland. Bewieh — History of British Birds. 1 Blumenbach — Manuale di Storia Naturale. Boie — Tagebuch gehalten auf einer Reise durch Norwegen. Bonaparte — A geographical and Comparative list of the Birds of Europe and North America. — Conspectus generum Avium. — Iconografia della Fauna Italica. Brehm — Beitràge zur dentschen Vogelkunde. — Ornis, oder das Neeuste und Wichtigste der Voselkunde. — Handbuch der Naturgeschichte aller Végel Deutschlands — Und Lehrbuck der Naturgerschicte aller Euro- paischen Vogel. Brisson — Ornithologie. Brunnichi (Brinn) — Ornitbologia borealis. Buffon — Ilistoire natureHe des oiseaux. Calvi'— Catalogo d’Ornitologia di Genova. Catesby — Natural history of Carelina. XIV Chenu — Enciclopedie d’ bistoire naturelle — Oiscaux. Choris — Voyage pittoresque autour du monde. Cuvier — Le Règne animal — Tableau élémenlaire de l’hi- stoire naturelle. Daudin — Traité élémentaire et complet d’Ornithologie. Degland — Ornithologie européenne ou Catalogue analy- lique etc. Dumerit — Zoologia analylique ou methodique de la clas- sification des animaux ete. Edwards — Natural history of Birds. —_ Gleanings of Natural history. Faber — Prodromus der Isliindischen Ornithologie. Fabricius — Fauna Groénlandica. Frisch —- Vorstellang der Vogel in Deutsch!and. Gené — Storia naturala degli animali. — Memoires ou Annales de l’ Académie de Turin. Gérardin — Tableau élémentaire d’ Ornithologie etc. Gesner — Historie animalium. Gleger — Uebersicht der Saugethiere, Vogel, etc. Gould et ylkes — The Birds of Earope. Graba — Tagebuch gefùhrt auf einer Reise nach Fàrò. Horsfield — Zooiogical researches in lava. — Syst. cat. of lavan Birds. — Linnean transaclons. Jardine — The natural history of the Birds of Great Bri- Lain etc. Hliger — Prodromus systematis mammalium et avium. Keyserling und Blasius — Die Wirbelthiere Europa’ s. Koch — Bairische Zoologie. Lanfossi — Cenni sul)’ Ornitologia Lombarda. Latreille — Familles naturelles du Règne animal. Latham — Index Ornithologicus etc. " — Gencral synopsis of Birds. XV Leach — Zoological miscellany. Lesson — Traité d° Ornithologie. Leisler — Nachtrige zu Bechsteins etc. Le Maout — Histoire naturelle des oiseaux. Lewin — The Birds of Great Britain with their eggs. Lichtenstein — Catalogue des doubles du Musée de Berlin. Linneo — Systema nature — Editio XII[— I. G. Gmelin. Masserotti — Catalogo degli animali selvatici finora osservati in Lombardia. Menétrier — Catalogue raisonné des objets de zoologie re- cuillis au Caucase. Meyer — Zusitze zum Ornitologischen Tascenbuch. — Kurze Beschreibung der Vogel etc. . Meyer und Wolf — Taschenbuch der deutschen Vogel etc. Monti. Catalogo e notizie compendiose degli uccelli di sta- zione e di passaggio nella Città, Provincia e Diocesi ‘di Como. Naumann. — Beschreibung und Vastellung aller world feld und Wasser Vogel in Anhalt. —. Naturgeschichte der Vogel Deutschlands, neue Aus- gabe, avec planches. Nilsson — Skandivavische Fauna — Ornithologia Suecica. Nozsemann — Niederlindsche Vogel etc. — History of British Birds etc. Pallas — Fauna rosso-Asiatica. Pennant s — Genera of Birds. — Artic. Zoology. Plinio — Historie mundi. Ranzami — Elementi di Zoologia. Ray — Synopsis methodica avium. Retzius — Fauna Suecica. Richardson — Fauna boreale-Americana. Roux — Ornithologie provencale. Subine — A memoir of the Birds of Greenland. XVI Savi — Ornitologia Toscana e Catalogo degli uccelli della ‘Provincia Pisana. Savigay — Grand ouvrage des oiseaux de l’ Egypte — Or- nithologie de l’Egypte. Schinz — Europaische fauna oder Bergeicheris etc. Schlegel — Revua critique des oiseanx d’ Europe. Schmarda — Elementi di Zoologia. Scopoli — Annales historico-naturales. Selby — The Birds of Great Britain. Sonnini — Histoire naturelle des oiseaux par le Clere de Buf- fon augmentée etc. cos Sparmann — Museum Carlsonianum. Storia naturale degli uccelli ecc. Temminck — Histoire naturelle générale des pigeons et des gallinacés. — Tableau systemalique des ciseaux, qui se foto en Europe etc. — Atlas des oiseaux d'Europe pour servir de So ment au manuel d° Ornithologie. Tschudi — Les Alpes — Description pittoresque de la. na- ture et de la faune alpestres. Vaillant — ilistoire naturelle des ociseaux de l’Afrique. Vieillot — Histoire naturelle des oiseaux de l’Amerique sep- leplrionale. — Faune Francaise etc. Walter — Nordische Ornithologie. Willughby — Ornithologize. Wilson — American Ornithology etc. | Wolf — Abbildungen u. Beschreibungen der in Frankeù bru- I tednen Vogel. Yarrel — A history of British Birds. Z. Gerbe — Dictionnaire universel d’histoire naturelle. — Revue zoologique par la Société Cuvieriènne. NOZIONI GENERALI. _—==® -d9T_===— L’Ornitologia è quella parte della nella Storia Na- turale, la quale tratta degli uccelli. Si riscontrano le prime nozioni di questa scienza quat- tro secoli avanti la venuta di Gesù Cristo — Il pre- cettore di Alessandro il Grande, il fondatore della Scuola peripatetica, Aristotele parlò degli animali in modo vago e non sicuro — Al principio dell'era volgare, Plinio il naturalista ne ritentò coll’ historia mundi arduo cam- mino — Trascorsero poi 45 secoli, tra cui molti pas- sati nel pieno obblio d’ogni umano sapere, perchè. se- coli di barbarie e di lotte, ela natura si trovò total- mente abbandonata. Gesner, Aldovrandi, Willughbi, Ray e Frisch furono deboli fari in notte tempestosa. *) Venne il secolo XVI, ed in questo solo nacque la Sto- ria naturale. In Leida, nel 1735, compariva ailora col Sistema nature quel gran genio Svedese, che ad usare delle parole dell’istorico Botta **) doveva «i campi Ari- *) Lessi in non so quale di questi Autori una descrizione di un uccello, che non si saprebbe. bene distinguere se del- I’ Avoltojo barbuto (Gypaelus barbalus) o. dell’ Urogallo (te- trao Urogatlus). Ed il primo appartiene all’ordine degli uc- celli di Rapina, il secondo a quello dei Gallinacei. ”) Storia d° Italia continuata da quella del Guicciardini sino al 1789. Libro XXXIII. 2 e stotelici per mezzo delle osservazioni e degli sperimenti « dalle mal’ erbe in questo ramo dell’umano sapere pur- « gare, ed a quella luce che tanto c’ illumina oggidi, «le generazioni preparare.» Questi fe’ sì che «la verità «pei vitali fenomeni divenne cibo delle anime, e pose «i confini tra i regni delle favole e delle realtà, e. si «apprese, che non coll’ immaginazione, ma colla ragione « sì dee cercare la verità, e se nei misteri della vita, «non ogni cosa potè scoprire, tanto almeno ce ne svelò, « onde potessimo giugnere una volta a rispettare ed « adorare colui, che ci fece tanto meravigliosi ed arcani.» Però, se il naturalista Svedese, fondatore della scuola metodica, vivesse ai nostri giorni, dovrebbe rinegare il suo sistema, fondato in moltissime parti, e massima- mente nell’ Ornitologia, sopra un terreno falso e mal preparato. Linneo doveva accontentarsi a concentrare le sue idee sopra un campo più limitato. Affidandosi ai suoi collaboratori cadde nell’ errore, e divenne perciò un compilatore, invece di seguire l’ ispirazione del suo genio, che lo portava a consultare la natura. Da quell’ epoca in poi sorsero molti ed. illustri in- gegni, i quali la ragione sull’esperienza basando, anzi- chè l’esperienza sulla ragione, ed appoggiandosi agli innumerevoli materiali che si ritrovarono e che sì au- mentarono mirabilmente, poterono le verità infallibili della natura manifestare non sulle ipotesi e fanta- stiche immaginazioni appoggiandosi, ma sopra giusti ed invariabili principj. L’anatomia specialmente porse a questa scienza una luce sicura e positiva, perchè in questa concorrendo tutti i nostri sensi ad assicurarsene, l'occhio distingue e la mano tocca. 3 Il nostro secolo fu infatti quello prescelto a portare al colmo la Storia naturale, e quindi Il’ Ornitologia. Per tacere di tant’ altri, gli scritti eloquenti di Buffon, ì viaggi e le scoperte di Pallas, le opere dell’ immor- tale Cuvier, segnarono l’epoca la più felice e la più bella. Dovrà questa scienza progredire? Fatalmente ritengo il secolo d’oro per lei essere stato la metà del secolo pas- sato. Molti si accontentano attualmente a cambiare nome agli Ordini, ai Generi, alle Specie, senza alcun motivo plausibile; molti si studiano anche ad accrescerne le spe- cie, introducendovi varietà accidentali: v’ hanno altri che sezionano, dividono e suddividono senza un’ assoluta necessità, per cui l’Ornitologia non potrà mai prendere quella stabilità tanto desiderata. È un vero agitarsi senza profitto. Da tanto disordine potrà un giorno nascere un ordine desiderabile, e non è forse lontano il caso, che un altro Linneo, un altro Pallas od un altro Cuvier impadronendosi. di tutti questi materiali possa richia- mare sotto la sua bandiera tante opinioni disparate, e dirigerle ad uno scopo comune, quello cioè d’innalzare sopra una base più sicura e più solida l'immenso e- dificio del sistema della natura. Se ciò fosse, noi tutti’ dobbiamo’ concorrere, per quanto le nostre forze lo per- mettono, a facilitarne ì mezzi e ad appressarne il mo- mento. Ora descriveremo alla meglio qualche proprietà degli uccelli. Gli uccelli hanno caratteri tutti proprj, per cui si. distinguono degli altri viventi, hanno cioè un becco, due ali, due piedi ed il corpo coperto. di penne. 4 Sono veramente le penne proprietà esclusive degli uc- celli, le quali si trovano immedesimate nella. pelle in file regolari ed a schacchiere, e rivestite di unto e di grasso. Porta l'uccello nelle ali e nella coda le più forti e le più lunghe: quelle si chiamano remiganti, rettrici queste. Quando le ali sono dispiegate, le remiganti for- mano un largo ventaglio, col quale si può sollevare nell’aria e volare. Alcuni pochi sono senza remiganti, e quindi inetti al volo, come l’Alca impennis; altri poi mancano delle rettrici, siccome i Podiceps, Anas ed altri. Cadono queste .in certe determinate stagioni, e se ne riproducono delle altre. Cambiano tutti regolarmente nell’ autunno le loro penne, molti per tempo, altri più tardi. Adulti mettono colori stabili, e non li cambiano più se non per caso accidentale. Trovansi alcune specie tuttavolta, che subiscono una doppia muta in tutto od in parte, fatta astrazione delle penne delle ali, e d'una parte di quelle della coda. Allora succede che molti s'in- gannano credendo ritrovare una specie totalmente di versa, visto Ja poca rassomiglianza, in cui si presentano sotto questi due diversi abiti. Quello di primavera, che ghi Ornitologi chiamano abito di nozze, è sempre più ‘variato e più bello, mentre quello d’inverno si presenta con colori più uniformi e meno vivi, come nei Generi Tringa, Limosa, Phalaropus ed alcune altre specie in altri generi — In alcune specie invece il maschio solo, cambia il suo abito, e riprende nell’inverno il modesto vestito della sua compagna, e tra noì Europei qual- che specie del genere Muscicapa. Forse altri mutano nel modo stesso, come sarebbe in alcune specie di Anas, se non succede anco in tutte. I maschi solo dimettono ” DD) le loro penne vestendosi nei climi scelti alia loro pro- pagazione dell’ abito proprio alle loro femmine sui primi giorni del mese di Giugno , e lo portano sino al No- vembre per ripigliare allora quello di nozze, il più bello e distintivo — Quando la muta succede soltanto in parte, dessa ha luogo in alcune specie per tutti e due i sessi, in altri pel solo maschio. Si ricopre allora una parte delle penne dei colori, che non si mantengono che nel brevissimo tempo dell’amore, passato il quale e variando in più od in meno, spariscono tutti questi colori ac- cessori, e ciò nelle differenti specie dei Generi Mota- cilla, Muscicapa, Anthus, Emberiza ed altri — All’epoca dell’ accoppiamento alcuni uccelli prendono ornamenti totalmente straordinari. Mettono questi lunghissime pen- ne, che portano a pennacchio o sul petto, o sulle ali, o sul capo a mo’ di ciuffo, penne che sono pure le prime a cadere col principiare dell’autunno, e qualche volta anche prima. Annoveransi tra questi alcuni dei ge- neri fetrao, Otis, Ardea, Charadrius, Vanellus, ed altri — Nel maggior numero degli uccelli. che passano la loro vita sulle rive dei fiumi, dei laghi, o dei mari, ope- rasi la muta in tutto od in parte col cambio regolare e periodico dei colori appo entrambi i sessi — In al- cune specie, che non mutano che una sol volta all’anno, osservasi un fenomeno di diversa natura. In un’ epoca fissa della loro età, tutti gl’individui s'ammantano di penne novelle, il cui colore differisce totalmente da quello da essi preso nell’anno precedente, come sarebbe nella Loxia, ed in alcune specie del. genere Fringilla — In ‘certe specie viaggiatrici, quantunque la muta non av- venga in essi che una sol volta all’anno, vale a dire 6 nell’ autunno, si rimane tuttavia sorpresi nel trovarli al loro ritorno in primavera con colori molto diversi, cioè con tinte molto più vive e brillanti. Questo cambiamento succede. per l’azione dell’aria, del sole, e per 1’ attrito che subiscono le penne al diverso movimento dell’uccelle. Alle volte colori più oscuri fanno un piccolo orlo alle penne degli uccelli, e nascondono in tal modo nell’au- tunno le tinte più belle della parte superiore delle loro barbe, che per la causa sopra spiegata lasciano ‘vedere nella primavera in tutta la loro purezza, come nel ge- nere Saxicola, e particolarmente in quelle specie che abitano le parti meridionali dell'Europa — I generi Hi- rundo e Cypselus, che stanno nel numero di quelli, che cambiano una sol volta all'anno, fanno eccezione alla regola generale, perchè ciò in loro avviene nei mesi di Febbrajo o di Marzo, prova incontrastabile contro la ridicola idea emessa da aleuni naturalisti del loro sonno jemale — Alcuni uccelli, i quali sono soggetti a doppia muta, hanno duopo di alcuni anni per vestire i loro stabili colori. Il Larus trovasi fra questi. Riepilogando si può pertanto classificare il cambia- mento che provano le penne negli uccelli sotto. cinque. rubriche differenti. #. Le penne cangiano totalmente di colore senza che queste cadano, e soltanto per l’azione del loro accrescimento progressivo combinato col logo- rarsi del bordo esteriore. Questo ha luogo in tutti gli uccelli, che non mutano che una sol volta, e che si tro- vano rivestiti all’appressarsi della stagione delle. nozze d’una livrea diversa di quella che portavano dopo la muta dell’ autunno. 2. Le penne provano soltanto un Jleggiero losoramento al bordo esteriore. Quando questo bordo lari 7 ordinariamente di tinta biancastra, rossastra o brunastra chiara è sparito, si vedono comparire colori più oscuri, spesso neri, che esistevano nella metà delle penne. I pie- coli uccelli insettivori e granivori trovansi in questo nu- mero. 3. Appajono penne accessorie su alcune parti del corpo negli interstizi delle penne ordinarie. Questa li- vrea di parata dura pochissimo, e cade prima dell’ e- poca della muta autunnale, la quale non ha luogo che una sol volta all'anno. Queste penne accessorie si mo- strano in alcune specie, per esempio nel genere Carbo, al principio dell’inverno, ma nel più gran numero nei primi giorni di primavera. 4. La muta è doppia, ed ha luogo in due epoche fisse dell’anno. Questa si opera in parte o nelia totalità, fatta eccezione delle penne delle - ali e delle laterali della coda, che cadono nell’ autunno e soltanto in parte e ad intervalli molto lunghi. Le spe- cie, sulle quali la doppia muta ha luogo, sono quelle, in cui il maschio porta una livrea. brillante e variata, che abbandona per riprendere in uno spazio di tempo più o meno lungo, quella più modesta ed oscura della sua compagna. 5. Finalmente la muta è semplice, ed av- viene comunemente in autunno, non offrendo più le penne alcun cambiamento rimarchevole. Questo è il caso del maggior numero degli uccelli indigeni ed esotici. I naturalisti, che hanno studiato e constatato ‘colle Ticerche le loro asserzioni, s’ accordano tutti nell’ am- mettere col grande Cuvier e con Yarrel per principio , . che quando una femmina adulta d’una specie differisce essenzialmente pei colori delle penne dal maschio nel- l’istessa età, i giovani dei due sessi, vestiti del loro abito, rassomigliano alla femmina adulta. Non è che alla 8 ) seconda muta, che si possono distinguere i. sessi. — Quando i due sessi nello stato adulto portano una stessa livrea, i giovani hanno sempre un abito distinto, ugual- mente diverso dal maschio e dalla femmina — Quando le penne dei due sessi sono sottoposte ad un cambia- mento regolare e periodico, che li fa comparire in pri- mavera sotto una livrea differente di quella, che porta- vano nell’autunno, allora i giovani vestono un abito co- perto di macchie o di compartimenti a tinte interme- diarie, e queste tinte danno indizio dei colori, che sono destinati a predomimnare nei vari periodi delle loro mute — I novelli poi operano sempre la loro muta più tardi dei vecchi. Nell’interna organizzazione degli uccelli trovasi pure qualche cosa di particolare. Essi hanno quà e là sparsi dei serbatoi d’ aria, che possono a loro piacimento riem- piere o vuotare. e che servono moltissimo pel loro volo. Alcuni di questi comunicano colla trachea, altri coi pol- moni. Stanno nel numero di questi serbatoi d’aria le celle grandi e fine, che l'uccello riempie colla respira- zione, e trovansi sparse nel basso ventre, sotto le ascelle e sotto la pelle. Allo stesso scopo servono gli ossi vuoti al di dentro privi di midolla, come quelle delle ali e delle coscie. Egli è per questa organica disposizione, che l'uccello trovasi in istato di volare, e la rapidità del volo è tanto più sorprendente, quanto più lunga vi è la durata. *) ") Defrance calcolò che una rondine può percorrere in dodici ore uno spazio di tre gradi, e Tschudi scrive che i colombi, le rondini, Je allodole, il falco peregrino ed altri eccellenti volatori, partendo dal lago di Costanza, ponno in ' 9 Sonvi però uccelli che non hanno che pochissime penne, e perciò inetti al volo, come | A/ca impennis negli uc- celli Europei, la quale è divenuta tanto rada, da non trovarsi che difficilmente. . Varia il soggiorno degli uccelli a seconda della forma dei loro piedi: alcuni stanno sugli alberi, tra i cespu- gli e le macchie, altri soggiornano sui laghi, sui mari, tra le paludi o vicino ai fiumi; molti si trovano sulla terra, tra gli scogli, negli antri, o sulle vecchie torrì, sui campanili, nelle case disabitate ecc. Cambiano gli uccelli in autunno il loro soggiorno. Al- cuni non si allontanano dal loro luogo nativo, che po- che miglia al primo cadere delle nevi, odai primi geli, onde avere il loro nutrimento durante la rigida stagione, e lo riprendono tosto allo sparire di quelle cause. Altri intraprendono coll’ autunno lunghi viaggi, passando con moita facilità dalle regioni boreali sino alla zona tor- rida, e da questa nuovamente a quelle col ritorno della primavera. Forniti di mezzi adatti ad intraprendere lun- ghi viaggi, partono per procacciarsi in un clima. più dolce quel nutrimento più proprio e più abbondante, che loro mancherebbe indubbiamente rimanendo nei loro luoghi nativi. Nell’emigrazione è constatato che i novelli dell’anno non intraprendono mai i loro viaggi più o meno lunghi cogli adulti, anzi che questi avendo spe- rimentate le vie, le seguono determinatamente, quando quelli vanno talvolta per istrade totalmente diverse, cosìc- un giorno raggiungere senza difficoltà le campagne di Roma. Una rondine -portata da Pavia a Milano da Spalanzari, la- sciata in libertà, tornò in 12 minuti ai suoi piccoli, 10 chè molti si smarriscono e si disperdono. La causa di questa separazione di famiglie e della riunione in torme . a seconda dell’ età, proviene dall'epoca diversa, in cui subiscono Ja muta delle penne tanto gli uni che gli al- tri, e sembra eziandio essere questo il motivo, per cui - gli adulti spingono più lungi la loro emigrazione, sia in autunno che in primavera. Le penne dei giovani uccelli non avendo preso ancora tutto lo sviluppo ed i colori stabili, non possono per un anno in alcuni, due e forse anche più in altri, essere in istato di riprodursi. Restano pertanto questi durante il verno in regioni più fredde, e nell’estate cercano dimore, dove i vecchi non si recano per nidificare, perchè questi sicuramente li discaccerebbero dalle località da essi loro già prescelte a tale effetto. Da tutto ciò deriva, che quando gli adulti + spingono i loro viaggi nella primavera sino nelle regioni del polo artico, si trovano soventi dei novelli nelle con- trade eccentriche dell’ Europa, mentre quando quelli si stabiliscono in elimi temperati, questi si trattengono nella parte meridionale. Il maggior numero dei nostri uccelli emigratori, vanno a passare il verno rigoroso al di là del Mediterraneo. Che ciò eseguiscano pel motivo sopraccennato, quello cioè di trovarsi un clima ed un nutrimento più proprio e più abbondante, rilevasi a sufficienza col vedere in certe epoche tra noi alcune specie di uccelli, che per alcuni anni non si sono lasciate scorgere, perchè gli insetti che servono a loro di pascolo, mancano totalmente, oppure perchè non hanno «eseguita la loro periodica od acciden- tale emigrazione per i luoghi da noi abitati. Ordina- riamente sono gli uccelli, che abitano esclusivamente 41 Africa e V Asia, che si dirigono più o meno avanti nell'Europa, trascinati cogl’ insetti di cui si nutriscono, quivi spinti da venti o per altre cause accidentali. Per lo stesso motivo alcuni uccelli aquatici abbandonano alle volte i loro confini naturali, e dal polo, loro costante dimora, spiegano il volo tra noi. Gli uccelli che si chiamano comunemente terrestri, vanno direttameute dal Nord al Sud, mentre i tram- polieri ed i palmipedi viaggiano nella direzione del nord-ovest al sud-est. I primi, fatta eccezione di pochi, vanno sulle coste dell’ Asia attraversando il Mediterraneo. Già i naturalisti del secolo passato l’ avevano rimar- cato. Pallas, Hasselquist, Catesby, Forskal, Spalanzani, Bartram e molti altri ne tennero parola. Plinio poi ne aveva fatto cenno prima di loro, ma soltanto circa un numero di specie molto pìù ristretto. Le osservazioni fatte dai più moderni viaggiatori, che hanno percorso il nord dell’Africa, servono a confermare pienamente simile asserto, e le spedizioni d’uccelli fatte da Tripoli, dalle rive del Nilo, ed anche dal Senegal, pei gabinetti d’Eu- ropa, hanno somministrato la prova materiale della pe- riodica emigrazione dell’ Europa nell’ Africa; mentre ne” musei della Spagna, della Sardegna e della Sicilia, non che nel Levante, trovansi uccelli, che vengono acciden- talmente o periodicamente dal nord dell’Africa, e che difficilmente passano in Europa le catene della Sierra e degli Appenini. Un fatto incontrastabile, snialta più difficile a spie- garsi, è quello dell’esistenza simultanea di un gran nu- mero di uccelli, tanto nel nord, quanto sotto l’equatore e nelle zone tropicali del nostro globo, dove queste spe- 42 cie numerosissime si moltiplicano, hanno la loro limi- tata emigrazione e la loro periodica comparsa, senza che si possa rimarcare la più leggiera disparità nelle loro forme principali. Riconosconsi soltanto, e non sem- pre, per differenze piccolissime nell’ unione dei colori delle penne, segnate colle stesse macchie però e colle uguali tinte, e sottoposti in clima e temperature affatto dissimili ad una muta periodica ed uniforme. Un piccolo numero di trampolieri 0 gralle. trovansi tanto al nord che al mezzogiorno, nell'antico come nel nuovo mondo. (Queste specie possono essere considerate come 1 veri cosmopoliti della classe degli uccelli. Fra i pal- mipedi osservasi una distribuzione più analoga ai climi ed alla temperatura, ma ugualmente variata nelle di- stanze longitudinali. Paragoni stabiliti tra un gran nu- mero di specie prese in Europa; ed altre. provenienti dall’ America e dal Giappone hanno fornito gli stessi risultati di quelli trovati nelle nostre contrade, presen- tando siffatte rassomiglianze non meno perfette per le forme, per le misure e per le tinte delle loro penne. I colori delle uova ottenute non presentarono pure va- rietà, ciò che non si può asserire del loro nido, per i materiali impiegati nella costruzione, e per la scelta dei luoghi ove stabilirli, metivi puramente causati dalle di- verse situazioni. Le specie degli uccelli che si trasportano sulle coste dell’Africa per isvernare (e che sono sempre gli adulti, perchè i novelli non possono spingere tanto il loro volo da attraversare i mari, che dividono l'Europa dali’ A- frica settentrionale) non appena giunte si disperdono, collocandosi nei luoghi loro più convenienti. Le gralle x i 13 ed i palmipedìi trovano sulle spiagge del Mediterraneo, o nei seni del Nilo che vi serpeggia ed innonda quei terreni, vaste paludi abbondanti di nutrimento, intanto che numerose truppe di uccelli insettivori penetrano in luoghi più interni e meridionali. Le masse che sono ve- nute dall’ Est dell’ Europa, dalla Grecia o dal Danubio, sì portano sul Nilo; mentre quelle che vengono dall’0- vest, dalle coste della Francia e del Portogallo, si di- rigono ‘verso il Sud-Ovest, lungo la spiaggia dell'Oceano sino al Senegal, e seguendo il corso della Gambia, si portano nell’ Africa occidentale. Un gran numero di uc- celli parte dall’Europa orientale, e spingesi nelle con- trade le più remote dell’ Asia sino al Giappone. Tutte le Grue, di cui l'Asia è popolatissima, viaggiano dal- l'Oriente all’ Occidente. Pochi uccelli sono spinti ad e- migrare oltre il Sud-Est dell’ Asia. Sonvi a tale riguardo prove certissime, che i trampolieri di fiume si ritro- vano in tutte le spiagge marittime dell’antico continente, durante la loro emigrazione. Dalle Isole dell’ Arcipelago o da quelle del Mediter- raneo non che dal golfo di Venezia intraprendono questi il loro ritorno nella primavera. Si vede allora effettuarsi delle riunioni numerosissime su tutte le coste meridio- nali, e particolarmente ove il mare forma dei golfi gran- diosi, come l’Arcipelago, il golfo Adriatico, quelli di Genova e di Lione. Queste riunioni durano otto, dieci, o tutt'al più quindici giorni, tenipo in cui il passaggio marittimo è compito. Le strade poi, che tengono i nostri uccelli di palude o d’aqua, dipendono assolutamente dal corso che ten- gono i fiumi, o dalle situazioni dei laghi. Bovendo le 14 aque soltanto fornire a ciascuna specie il nutrimento che le conviene, seguono esse determinatamente per i- stinto meraviglioso le vie, ove il passaggio del mare ai laghi si eseguisce per la via dei fiumi, e sempre per la più corta e meno occupata dalle terre. È in questo modo, che i voli numerosi, che si riuniscono nelle vi- cinanze di Genova e di Savona, si trasportano sul Po, sesuendo poi le gole delle valli delle Alpi Pennine, che scendono nel Piemonte, ed alzandosi quindi al di sopra di queste montagne, ove si uccidono in ciaschedun anno differenti specie di questi uccelli. Da questo punto di- rigono poi il.loro volo verso i grandi laghi della Sviz- zera, particolarmente alla volta di quello di Ginevra, ove quasi tutti gli uccelli di paiude e d’aqua dell’ Eu- ropa vanno a fare un piccolo riposo, e per dove pas- sano più o meno regolarmente. Continuano quindi il loro viaggio per i laghi di Morat, di Neuchatel e di Bienne per portarsi sul Reno, donde seguendone il corso giungono al Baltico, ai grandi mari interni ed al nord. Queste compagnie già diminuite lungo la via, tosto si disperdono dopo il loro arrivo, e questa è l'epoca in cui tutti gli individui si accoppiano per prendere cura della nuova loro progenie. Gli uccelli d’aqua costeggiano invece le spiagge dei mari. Quelli che vengono dalla Guascogna, dalla Spagna e dalle coste della Barberia, non tengono altra via. Molte specie di gralle la seguono ugualmente, ed è questa la via, che percorrono ordinariamente tutti gli uccelli privi di mezzi per alzarsi a lunghi voli. Gli smerghi, i ma- rangoni ed altri uccelli d’aqua dolce, che sembrano poco atti al volo durante le cure della loro riproduzione sulle 15 spiagge del nord, sono ciò non ostante forniti. di po- tentissimi mezzi: il loro volo è vigoroso e sostenuto, e s'alzano senza fatica sopra le più elevate montagne, tro- vandosene facilmente qualche individuo sui laghi delle: Alpi durante la loro emigrazione, individui che non è difficile uccidere. Le grandi riunioni che si formano nelle Isole Ionie, e nelle vaste lagune di Venezia e di Trieste, seguono nel loro viaggio il corso del Tagliamento per recarsi sui laghi di Villach e di Klagenfurt; visitano le im- mense lagune che formano i laghi Balaton e Neu- sield, ove molte specie prendono stanza, intanto che al- tre risalgono il Danubio e passano il mar Baltico. Tro- vansi pure sui laghi dell’ Ungheria e sul Danubio, molte specie, che visitano anche le spiagge dell’ Oceano. Sem- bra che le specie particolarmente proprie ai paesi orien- tali, si radunino nell’ Arcipelago e sulle spiagge del mar Nero, risalgano il Danubio, e si portino, seguendo il corso di questo fiume, in Ungheria e nell’Austria, paese popolatissimo di gran numero di diverse specie d’uccelli.. Dalla Svizzera transalpina gli uccelli arrivano a noi pas- sando in alcune parti delle alte montagne; la depressione delle Alpi serve loro di direzione. Finora questo passo non’ è stato constatato, che su certi colli della Rezia, della Spluga, della Bernina, del Lucomagno, ma più di tutto su quelli del San Gottardo. Prescelgono sempre le gole meno elevate, perchè malgrado la loro possente forza nel volo, la loro circolazione sanguigna non potrebbe sopportare i cambiamenti atmosferici, che succedono in luoghi tanto elevati. Immensa è la quantità degli uccelli che attraversano 16 le nostre alpi durante la loro doppia emigrazione. Oc- cupano le diverse specie 4 mesi a discendere tra noi, come 4 mesi a retrocedervi; cioè dai primi di Agosto a tutto Novembre in autunno, e dai primi di Febbrajo “a tutto Maggio nella primavera. Quelli che discendono pei primi, sono ‘anche gli ultimi a retrocedere. Passano nel mese di Agosto i Rigogoli, Ie Averle, le Balie o Pi- sliamosche, i Codirossoni, le Silvie aquatiche, i Culbian- chi, i Saltimpali, i Stiaccini, 1 Prispoloni, gli Ortolani, i Cuculi, i Torcicolli, le Bubbole, le diverse specie di Rondini e Rondoni, i Nottoloni, le ‘Tortore ed altri. Nel Settembre molte specie di Falchi e Falconi emigra- gratori, le Strigi, meno la Civetta capogrosso, molte spe- cie di Silvie boschereccie, le Pastorelle, i Tottavilla , il Muratore, le Colombe, i Beccaccini, le Quaglie ed altri. Nell’ Ottobre, altri Falchi, tra cui il Ghep- pio ed il Peregrino, le Ghiandaje, i Storni, il Tordo bottaccio, i Merli, altre specie di Silvie boschereccie, le Ballerine, i Calandri, le Spioncelle, le Allodole, le Pan- terane, le Cingallegre, i Zigoli, i Frosoni, i Verdoni, i Fringuelli, i Rampichini, le Beccaccie ed altri. Nei No- vembre finalmente i Corvi, le Taccole, le Nocciolaje, le Cesene, le Tordelle, i Tordì sasselli, i Regoli, i Scrie-' cioli, la Passera scopajola, i Sordoni, il Zigolo della neve ed il Zisolo nero, i Ciuffolotti, i Verzellini, il Fringuello alpino, i Montanelli, i Venturoni, i Lucarini, il Sizerino, il Cardellino, il Picchio murajolo, i Pivieri, le Anitre ed altri., Poche sono le specie di gralle o trampolieri, e di palmipedi, che passano da noi per le ragioni già so- vraccennate. 17 Viaggiano alcuni durante la notte, come le Strigi, i Caprimulghi, le Quaglie ece.; altri sul crepuscolo, come le Gralle ed i Palmipedi, i Beccafichi ecc.; molti durante il giorno, molto più a stagione avanzata — Poco si fer- mano tra le vallate [redde, e cercano sortire al più pre- sto per mettersi in luoghi più dolci ed aperti — Oc- cupano da 20 giorni ad un mese circa le specie a com- piere il loro passo, cosicchè avviene non di rado che una specie principiando il passo in un mese, lo compie nel successivo. Variano le diverse specie di uccelli il loro nutrimento. Nell'estate si cibano quasi tutti d’insetti *), ma nel- l’autunno ‘alcune specie si gettano sui grani, altri sulle frutta. Fanno eccezione i Rapaci, i quali carnivori per natura, conservano in tutto l’ anno 1° uguale metodo di ") In questo caso la provvidenza li ha destinati a rendere um grande vantaggio all’ agricoltura purgando le nostre terre da tanti animaletti nocivi alla vegetazione. Pare che questa verità non sia bastantemente conosciuta tra noi. Molti e quasi tutti i ragazzi rei giorni festivi si gettano con una smania erudele sui nidi, anzi ne vanno in traccia con una feroce avidità e distruggono non solo la conservazione di lante spe- cie di uccelli, ma anche con ciò molta parte del raccolto campestre, che questi preservano. I governi non hanno ancora | pensato seriamente a mettere un freno efficace a tanta bar- barie, abbenchè vi sieno leggi repressive in proposito. Non si potrebbe ordinare ai maestri comunali d’ immedesimarsi del grande vantaggio agricolo, e farne oggetto precipuo del- l'educazione dei figli loro affidati? Egli è con vera soddisfazione, ch'io appresi dopo scritte queste poche lince avere il Dipartimento di Pubblica Edu- L’ Ornit. Ticinese. : 2 18 vita. Le Gralle ed i Palmipedi amano anche cibarsi di anfibi e di pesci. 1 Servonsi gli uccelli del becco per prendere e rom- pere l’ alimento. Questo passa in un sacco glanduloso , chiamato ingluvie, ove si ammollisce, quindi scende mano mano nello stomaco , il quale è in essi di una forma membranosa tale da triturare e digerire le nocciuole, le ghiande ed anche i sassi. Gli uccelli di Rapina riget- tano in pallottole le ossa, le penne ed i peli dei diversi animali tranguggiati, e le Gralle ed i Palmipedi ritor- nano gli intestini degli anfibi mezzo digeriti. L'uccello S.* Maria rimette pure le reste dei pesci, di cui si nu- trisce. Mancano gli uccelli dell’orecchio esterno, abbenchè molti portino penne disposte in cerchio intorno alla regione dell'orecchio, rese necessarie specialmente in quelli di preda notturni. L’udito però hanno finissimo, quanta acuta ne è la loro vista. Pochi sono forniti del- organo del tatto; le Gralle ed i Palmipedi però hanno nervi sensibilissimi tra la pelle molle ehe ricopre il loro becco, cosicchè cacciando questo nel pantano distinguono gli insetti atti al loro nutrimento e li cavano. Diverso è il grido d'amore negli uccelli. Alcuni met- tono suoni rauchi e disgustosi, e tra questi i Rapaci, gli Onnivori, i Trampolieri ed i Palmipedi. I migliori can- pr cazione Cantonale con Circolare 40 maggio 1864 N. 1447, inculcato ai Docenti tra le altre cose di fare scopo di loro morale e civile cducazione |’ abuso di manomettere i nidi degli uccelli, a cui fato!mente troppo si danno i giovanetti nel nostro paese. 19 tori si annoverano tra i Granivori e gl Insettivori, e tra quest’ ultimi sono specialmente le Silvie. Contribuiscono moltissimo alla modulazione della loro voce quei ricet- tacoli d’aria di cui sono forniti, ma hanno una dispo- sizione particolare a tal uopo nella loro laringe posta all'estremità della trachea, eve ha. origine la lingua, la quale è divisa in due parti distinte. Le Ghiandaje, ì Corvi, i Storni ed altri Onnivori possono imitare ‘la voce umana, e proferiscono, educati in schiavitù, alcune parole; i Merli poi ed i Ciuffolotti imparano benissimo le ariette che si vanno loro ripetendo: o suonando col- l’organetto. La primavera è l'epoca destinata per l'accoppiamento degli uccelli, fatta astrazione delle Loxi@e o becchi in croce, che si uniscono anche nella fredda stagione. Fe- condata Ja femmina trovasi spinta da un. istinto natu- rale a pensare alla costruzione d’un nido. Tra i poli- gami, i maschi non si occupano di questo bisogno, ed abbandonano tosto le loro femmine, mentre tra i mo- nogami concorrono essi pure a portare i materiali, si affaticano colla loro compagna a scegliere un luogo pro- pizio, l’ajutano a comperlo ed a recarvi i materiali ne- cessari. Ciascuna specie perciò elegge un luogo confa- cente alla sua maniera di vivere ed ai propri bisogni, per cui per ‘alcuni lo trovi tra balze scoscese. ed inaceessi- bili, per altri tra cavi, fra scogli, nei buchi degli alberi, sulle alte cime delle piante, tra macchie o cespugli, nelle canne delle paludi, tra i muschi, sotto i tetti, sotto le grondaje delle case, nelle case stesse, sulle torri, e sui campanili, in case diroccate od abbandonate, tra le alghe marine, sulla sabbia, sulla terra, tra le erbe ecc. Sono 20 i nidi costruiti con maggiore o minor arte; per esem- pio le Gralle o Trampolieri ed i Gallinacei si fanno un piccolo nido composto di ramoscelli secchi di stoppia o di erbe sulla terra; i ‘Picchi costruiscono un nido sof- fice entro le piante forate; gli uccelli di rapina lo for- mano con legna e stecchi, chi sugli scogli e chi sugli alberi; i Scriccioli erigono un piccolo forno e lo pon- gono tra le radici sporgenti delle pianticelle; i Rigogoli e le Cingallegre formano una borsa che appendono da un ramo, e gli uccelli cantori le danno una forma emi- sferica come una scodella, mentre le Rondini impastano colla creta un nido, che attaccano sotto le grondaje, sotto i portici, sotto i ponti od agli scogli. Quando il nido è compito la femmina depone le uova mano mano, e queste variano pure nelle tinte e nei colori, come nella forma e nel numero, secondo le varie specie degli uc- celli, cioè da 2 sino a 18. Da tutto ciò si dispensa il Cucco (Cuculus canorus), perchè non si occupa punto dell’incubazione dei giovani. La femmina depone sul- l erba molle le proprie uova, e le trasporta col becco in qualche nido di Silvie o di Pastorelle o di altri ue- celli, affidando a questi l'educazione e la conservazione della sua specie. *) Tra i monogami alcuni maschi con- dividono colla compagna la covatura; in molte specie il maschio non se ne occupa, ma pensa intanto. a por- tare durante quest'epoca il nutrimento necessario per la *) Tschudi c’insegna, che le madri adottive educano i Cu- culi con pari fedeltà come i loro propri, e che una Pasto- rella Jasciò passare | epoca della di lei partenza per rima- nere a nutrire nn Cucco, che non poteva sortire dal tronco di un albero. 24 conservazione della sua compagna. Grande è il cambia- mento che succede nell'uovo durante la covatura. For- masi il pulcino suecessivamente e cresce ogni giorno. In qualunque posizione trovisi l'uovo, la cicatricetta, ove trovasi il pulcino, è sempre rivolta verso il ventre della madre che lo cova. Le traccie del pulcino nascente non sì disecoprono, che qualche tempo dopo l’incubazione. Trovasi determinato il tempo, che durar deve la cova- tura secondo le varie specie degli uccelli, ma il mag- giore o minor grado dì temperatura nell’atmosfera in- fluisce potentemente sulla durata di questa. Nei mono- gami il maschio si presta, quando i-figli sono nati, a portare colla compagna il nutrimento ai proprj figli, e ciò sino a tanto che sì trovino rivestiti di penne, e po- sti in grado di poter volare e procacciarselo da sè stessi. Nei poligami poi, ed in questi i piccoli sono sempre in maggior numero, succede un caso molto diverso. La fem- mina abbandonata dal maschio non potrebbe occuparsi ‘a portare il nutrimento a tanti figli. per cui la natura li ha forniti della proprietà di poter camminare ap-. pena sortiti dal guscio. La madre in questo caso non ha altro incumbente, che quello di condurre i nati nei luoghi, ove possono trovare con facilità il loro cibo; anzi da principio si occupa ad insegnarglielo essa stessa prendendolo col becco e presentandolo ai loro occhi. Sembra che la grandezza del corpo degli uccelli formi la proporzione della durata della loro vita. Lunga è però questa, e nessuno- può dichiarare di aver trovato un uccello morto, in istato libero, da morte naturele. Si conoscono bensì molti uccelli vissuti più di cento anni schiavi dell’ uomo. dx i STA Tae TRMEa ot AE ire ATI ORDINE PRIMO. — === - RAPACES *) Caratteri — Un becco corto, forte, ricurvo nella estremità; la mandibola superiore compressa alle due parti, con punta tronca, tagliente, ricoperta alla base da una membrana, chiamata cera. Le narici aperte. I piedi corti o di mezzana lunghezza, robusti, nerboruli, rico- perti di penne sino alle ginocchia o sino alle dita; le dita in numero di tre anteriori, ed uno posteriore, ar- ticolate all’istesso livello , divise interamente od unite alla base da una membrana, aspre al di sotto, armate d’unghie potentissime, grosse, feritrici, arcuate e ri- curve all’ indietro. Cesti — L'immensa forza e la rara intelligenza, di cui sono stati dalla natura forniti gli uccelli classati in questo Ordine, ha loro procacciato il primato sopra iutti gli altri: sono i veri carnivori dei mammali. Si nutriscono quasi tutti di carne viva, cacciandola alcuni ira i vertebrati, altri tra gli uccelli, i pesci, i rettili ecc. Pochi si danno alle carni putride ed alle carogne pur- ") Sinonimia — Accipitres: Linneo, Gmelin, Latham, Cu- vier, Meyer e Wolf, Lesscn, Bonaparte, Degland — Accì- pitrine: Savigny — Rapaces: Dumeril, Latreille, Temmiick, Keyserling e Blasius, Schinz — Raptatores: Illiger, de Blam- vile — Rapaci. 24 gando la terra dei cadaveri; ed havvene un piccolis- simo numero, e sono anche i più piccoli in dimen- sione”, i quali non si cibano che d’insetti. Meno fissi alla terra di qualunque altro uccello appartenente agli altri Ordini, percorrono con volo rapidissimo l’ immenso spazio dell’aria. Forniti di un organo visivo perfettis- simo, scoprono da lontano la lero preda, e si slanciano come folgori ad afferrarla; incutono perciò spavento © terrore in tutti gli uccelli. Sono monogami, raminghi e vivono solitari od accoppiati. Compongeno assai rozza- mente il loro nido in luoghi elevati sopra rocce scar- pate ed inaccessibili, ed anche sopra alberi altissimi, tra vecchi castelli, nelle torri e simili. Trasportano la loro preda ai piccoli. Inghiottiscono questa a pezzi a pezzi ricoperta tuttora di peli o di penne, e riuniscono poscia queste sostanze nel loro stomaco per rigettarle nuova- mente in pallottole. Mangiano alle volte a dovizia, quando si presenta loro favorevole l’ occasione, ma possono ri- manere per molto tempo digiuni. Vedono alcuni benis- simo di giorno, altri non distinguono gli oggetti che ai crepuscoli od a notte oscura. La femmina è sempre di maggiori dimensioni del maschio. FANIGILEA È. VULTURIDE *) Caratteri — Gli occhi a fior di testa. Un becco di- *) Sinonima — Vulturini: Iiigor, Vieillot, Latreille — Vulturide : Bonaparte, Schinz, Gray, Degland — Avolioj : Cuvier, Savigny, Lesson — Nudicolli o Piiloderi: Dumeril — Ucceili da preda Vulturini: Schlegoi — Vulturidi. 29 ritto alla base, e ricurvo soltanto all’ estremità. La testa ed il collo più o meno denudati, più o meno coperti di lanugine. Le unghie poco acute e poco ricurve. Cestumi — I diversi uccelli di questa Famiglia costituiscono tre Generi, i cui costumi saranno riparti- tamente descritti in ogni Genere; sono questi chiamati Vultur, Percnopterus e Gypetus. è; GENERE le VULTUR *) Caratteri — Un becco grosso, robusto, molto più alto che largo, coperto alla base dalla cera; la mandi- bola superiore diritta, incurvata soltanto all'apice; l’in- feriore parimenti diritta, arrotondata ed. inclinata verso la punta. La testa senza penne o coperta soltanto da una lanugine corta e rada. Le narici denudate, laterali, diagonalmente forate al bordo della cera. I piedi forti, forniti d’ unghie leggiermente arcuate; tre dita anteriori ed uno posteriore; il mediano più lungo ed unito col- l'esterno alla base. Le ali lunghe; la 1.* remigante non uguaglia la 6.%, la 2.* e la 3.* più corte della 4.*, la quale è la più lunga. Costumi — Considerati sotto il punto di vista dei benefici, che rendono alla terra purgandola dei cadaveri, ") Sinonima — Vultur: Linneo, Brisson, Gmelin, Latham, Cuvier, Dumeril, Meyer e Wolf, flliger, Temminck, Vieillot, Latreille, Pallas, Schinz, Schlegel, Degland — Gyps et Eyy- pius: Saviguy — Vultur et Gyps: Bonaparte, Keyserlibg e Bla.ius — Avoltoj. 26 delle carogne e di ogni immondezza, sono uccelli cesi- derabilissimi, ma sono però sporchi, schifosi e mandano odori insopportabili. L’ ignobile e disgustosa loro figura presenta caratteri tanto positivi e sicuri, che li fa di- stinguere e riconoscere tra tutti gli uccelli di rapina. Spinti dalla fame si mostrano coraggiosi e fieri, satolli diventano poltroni e vili. Egli è perciò, che li vedi alle volte assalire con forza giovani capre ed agnelli, ed in- cutere spavento tra i pastori ed il gregge; dall'altra la- sciarsi avvicinare dall'uomo, ed uccidere a colpi di ba- stone. Nell'inverno scendono dai monti e rimangono in luoghi meno elevati. La forma dei loro piedi, delle dita e delle unghie è tale da non poter fruire pienamente dei benefici inerenti agli uccelli di questo Ordine; essi non possono trasportare intera la loro preda, e tro- vansi perciò obbligati a squarciarla e divorarla sul po- sto. Hanno testa esile, collo lungo e sottile, proporzio- natamente al loro corpo. Con volo lento e spirale s’innal- zano ad altezze smisurate e prodigiose. Sono forniti d'un organo visivo eccellente, e d’un oifato perfettissimo: hanno l’attitudine ed il muoversi imbarazzato e pesante. Collocano i loro nidi tra balze scoscese ed inaccessibili, e portano neil’ampio loro gozzo il cibo ai loro figli. «Mutano una sol volta nell’ autunno. La fommina distin- guesi dal maschio per maggiori dimensioni. 4. Vultur auricolaris. Dand. L'Avoltojo del collo do- rato o Egiziano. Abita l'Africa e la Grecia e special- mente le montagne che circondano Atene. 2. Vultur cinereus. Linn. L’ Avoltojo leprajolo. Storia degli uccelli. Vive tra gli alti monti dell’ Ungheria, della Dalmazia, della Sicilia, e della Sardegna; difficilmente 27 nel Nord dell'Europa. Un individuo fa ucciso anni sono nella Svizzera presso Pfeffers. d. I. Vultur fulvus *) Caratteri — Misura un maschio 4 metro e 15 centimetri, una femmina 1 metro e 20 centimetri ‘in lunghezza — Hanno entrambi la testa e il collo ri- coperti d’una leggiera lanugine cortissima. Tengono la parte inferiore del collo circondata da piume lun- ghe e sottili d’un colore bianco rossastro in varti girî disposte. Il loro petto nel centro è pure ricoperto da lanugine bianca. Tutto il corpo, comprese le ali e l'origine della coda, è d’una tinta bruna fulva o colore isabella. Le remiganti e le rettrici portano d’un bruno nerastro. Giallo livido è il loro becco; carnicina la cera; aranciato vivo l’iride; grigi i piedi. Questi sono glì adulti — I giovani hanno invece la lanugine del collo e della testa biancastra variata di bruno; tutto il rima- nente del corpo è d’un fulvo molto più chiaro, segnato a grandi macchie biancastre. Alcune volte le loro penne sono più o meno variate di bianco — Il Vultur fulcus non è adulto che al quarto anno. Costumi — Vive in numerose coppie nella Dal- ") Sinonima — Vultur fulvus: Brisson, Gmelin, Lathara, Cuvier, Temminck, Vieiilot, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Vultur percnopterus: Pallas — Gyps vulgaris: Saviony — Vultur leucocephalus: Meyer e Wolf — Vultur vulgaris: Vieillot — Inglese: The fulvus Vulture. Lath. — Tedesco: Der weisskopfige Geier Bechs —- Francese: Le Vau:our griffon. Temm. — Halianc: I! Grif- fone. Savi. 28 | mazia, ove facilmente si ritrova nell’ inverno, quando di- scende dalle alte montagne. Abita le alpi del Piemonte, della Slesia, dei Pirenei e del Tirolo. Nella Svizzera fu ucciso sull’ Axenberg, nelle vicinanze di Losanna, in Al- torf, nel Cantone di Berna e presso Yverdon. Tutti i naturalisti sono concordi nell’ accennarlo come abitatore del Cantone Ticino, ma nessun individuo fu ancora preso tra noi: sulle montagne del lago di Como e di Sondrio è stato però ucciso. Depone in luoghi inaccessibili 2 uova bianco-verdastri a superficie rugosa: si ciba d’ animali morti, di carogne ed anche di bestie vive. 4. Vultur Kolbii. Daud. L’Avoltojo Kolbio. Abita le regioni elevate della Sardegna, ove prevale alla specie sopradescritta (ammesso da Temmink, non da Degland). GENERE Ife CATHARTES. Caratteri — Un becco lungo, sottile, compresso, diritto, soltanto ricurvo alla punta; la cera denudata sorpassa la metà del becco; la mandibola superiore ri- gonfia alla punta. La testa oblunga, nuda assieme alla parte superiore del collo. Le narici alla metà del becco, vicine all’angolo della mandibola superiore, longitudi- nalmente fesse, larghe, forate da parte a parte, ed al- cune volte sormontate da appendici carnose. I piedi a tarso nudo, più o meno delicati; il dito mediano lungo e riunito all’esterno alla base. Le ali leggiermente acu- minate colla 4.* remigante molto corta, la 2.* di mez- zana lunghezza, e la 3.* più lunga delle altre. Cestumi — Vivono riuniti in truppe, e non si nu- 29 triscono che di carogne o d’immondezze; di rado di pic- coli animali. ò. Catharies percnopterus. Temm. L’ Avoltojo aquilino. Storia degli ucc. Comune nella Turchia e nell’ Arcipelago si trova facilmente nella Spagna e nei Pirenei. Savi lo annovera frequentatore dell’Isola d'Elba e della Toscana. Tschudi ci dice preso per puro caso un solo individuo nella Svizzera tra le montagne del Distretto di Aigle, ed assicura questi « non nidificare in nessuna parte della « Svizzera, quando non lo fosse sull’ escarpate rocce della « Salève presso Ginevra.» GENERE Illo GYPATUS *) Caratteri — Un becco forte, lungo; la mandibola superiore rialzata all’apice, quindi ripiegata ed uncinata alla punta; l’inferiore con un mazzo di peli, che scende in forma di barba nella sola specie europea. Le narici ovali, ricoperte da peli. radi e sporgenti in avanti. I piedi corti, con tre dita anteriori riunite da una pic- cola membrana; quello di mezzo lunghissimo;-un altro posteriore. Le unghie leggiermente uncinate. Le ali lun- ghe, la 4.® remigante alquanto più corta della 2.% e della 3.8; l’ultima accennata, costantemente più lunga. °) Sinonima — Falco: Linneo, Gmelin — Vultur: Bris- son, Laibam — Gypetos: Cuvier, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Gypetus: Temminck, Dumeril, Meyer. ce Wolf, Tschudi — Phene: Savigny, Vicillot, Latreille, Lesson — Avollojo. 30 Costumi — La srazia del loro portamento, la fles- sibilità dei loro movimenti, e sopratutto la maestà del loro volo, avvicinano gli uccelli di questo genere molto più alle Aquile, che agli Avoltoj. Terribili per la loro forza, piombane come folgori sulla Joro preda consistente -in grossi vertebrati vivi. Astuti e forti sanno spiare il momento propizio che una capra, una pecora, un ca- mozzo si allontani dalla mandra, ed allora si slanciano sui greppi, li afferrano o li cacciano coll’ impeto delle loro ali in un precipizio, e quivi scendono a squarciarli ed a divorarli sul posto. Vivono isolati od accoppiati. 6. 2. Gypatus barbatus. *) Caratteri — Adulto, il maschio segna 1 metro e 20 centimetri in lunghezza, la femmina 4 metro e 30 centimetri. Entrambi hanno la testa ed il collo d’ un bianco piuttosto sucido. Una linea nera circonda l’oc- chio, e dilatandosi va a confondersi colle setole, che co- prono la cera e le narici. Il collo inferiore, il petto ed il ventre sono d’una tinta rosso aranciato; il mantello, il dorso e le coperture alari d’un bel grigio bruno ca- rico colle penne segnate nel centro d’un raggio bianco *) Sinonnma — Vultur et falco barbatus: Linneo — Vul- ins barbarus, miger el magnus, el falco barbatus: Gmelin — Vullur siger et aureus: Brisson — Gypotus grandis: Storr — Gyupetos barbatus : Cuvier, Bonaparte, Keiserling e Blasius, Schlegel, Degland — Gyp@tus leucocephalus et melanocephalus : Meyer e Woll — Phene ossifraga: Savigny, Vicillot, Lesson — Gyperas barbatus: Temminck. Schinz, Tschudi — Inglese: The golden Vulture. Lath. — T:desco: Der bérliger Geier- adler. Naum — Francese: Ze Gypaéte barbi. Temm. — Ha- liano: L'Avoliojo barbuto. Sai. 34 longitudinalmente disposto. L> remiganti ce le rettrici tengono del grigio cinereo cogli steli bianchi, ma al di sotto sono molto più pallide. Portano le penne caudali lunghe ed arrotondate in forma di cono. Nere sono le unghie ed-il becco: azzurri i piedi; aranciato l’iride; e l'occhio è circuito d’un orlo carnoso e saliente di cc- lor rosso — Varia secondo l’età, non prendendo i suoi colori stabili che alla quarta muta autunnale. Lo si ri- trova pertanto più oscuro, più quanto è giovane, e porta persino penne nere nel primo anno; il ventre ed il dorso con macchie bianche che vanno diminuendo di latitu- dine e di numero col crescere degli anni. L’iride allora è bruna e lividi sono i piedi — Una femmina ed un maschio, presi vivi e da me esaminati, mi diedero i se- guenti caratteri — Aveva la prima la testa bianca a penne acnminate con istriscie brune longitudinalmente disposte lungo lo stelo. Mostrava la linea nera, che par- tendo dalla Base del becco monta sopra l'occhio, ma - non st estendeva più oltre, nè lo circuiva. Il collo tanto superiormente che inferiormente era nerò, e le penne pure in questa parte acuminate. Teneva il petto ed il ventre d’una tinta rosso-sbiadita a segni bruno-smunti e bianchi, ma molto più chiari sul primo che sul secondo; le mac- chie occupavano quasi Ja metà delle penne. Il mantello, il dorso e le coperture alari erano a penne variate bianco, grigio e bruno carico, ma il bianco compariva disposto a mo’ di frangia intorno alle penne. Le remiganti ele rettrici segnavano il grigio cinereo cogli steli. bianchi, e con tinte più pallide al di sotto, come si trovano qui sopra descritti negli adulti. Olivastro aveva il becco e gialli i piedi e l’iride. Morta, pesava 5 chilogrammi e 32 562 grammi, e segnava 1 metro ec 12 centimetri in lun- ghezza, e 2 metri e 60 centimetri d’espansione d'ali. Deve questa essere nata nel giugno del 1862, ed essendo stata presa il 23. Dicembre 1864 doveva aver raggiunto l'età di 30 mesi. Colla muta dell’autunno avrebbe avuto i caratteri di adulto — Il maschio invece aveva e testa e collo neri a piccoli ed insensibili colori gialli carichi, disposti nel centro delle penne. Rossi erano il petto ed il ventre a frangie biancastre sul primo e bruno cine- rastre sul secondo. Teneva il mantello, il dorso e le co- perture alari brunastre cariche, ma giallastre e bianca- stre negli orli e nell’estremità, e largamente disposte. Nel rimanente era simile alla sua compagna. Dava in peso 5 chilogrami meno 34 gr. e misurava. 4 metro e 7 centimetri in lunghezza, 2 metri e 46 centimetri d’espansione d’ali. Fu preso due giorni dopo, e do- vrebbe avere la sola età di mesi 18 ammettendolo nato nel giugno del 4863. - - è Qestumi — Egli è questo l’ uccello gigante tra i Rapaci dell’antico continente. Vive e nidifica tra le alte montagne sopra le balze più scoscese ed insuperabili. Lo trovi nel Tirolo. nella Germania, nella Sardegna, ne- gli Apennini e nei Pirenei. Sta anche nella Svizzera , ma ancora. più gigante e più potente di quelli d’ ogni altra località, superandoli di un terzo in grossezza. Vedesi durante l'estate dai 7,000 ai 10,000. met. d’altit. Una volta non era difficile il ritrovarlo nell’Entlibuch, nelle alpi di Glarona, nelle montagne di Churfirsten che bor- deggiano al nord il lago di Wallenstadt ed al Sentis, ove una piramide di rocca porta ancora il nome di Picco dell’ Avoltojo (Pointe-du-Vautour). Oggigiorno è divenuto 33 più rado in tutte le parti dell’ Europa, e tra noi non havvi che qualche raro caso di cattura nelle alpi del Vallese, d’ Uri e di Berna. Il Cantone Ticino presenta finora pochi individui presi nel suo circuito. Due giovani, l'uno ucciso nei dintorni di Lugano si conserva nel Liceo di S. Alessandro in Milano, e l’altro preso sui monti di Bellinzona sta nel Liceo Cantonale di Lugano. Un terzo, il pù bello ed il più adulto, trovasi presso 1’ avv. Ce- lestino Pozzi di Maggia, preso in quelle valli. Final- mente due altri individui, e sono i qui sopra. da me descritti, furono presi nel Dicembre 1864 sul monte Co- roni a due ore di cammino sopra Maggia con ferri a doppia molla, e dal prenominato Pozzi spediti al Con- siglio di Stato. Depongono 2 uova colla superficie bianca. segnata da macchie brune e rugose, sopra un ampio nido composto di travicelli e legne, a cui sovrappon- gono foglie ed altre materie più molli. Lo collocano dove nessun piede umano può pervenire, e nutriscono sè ed i piccoli di stambecchi, camozzi, piccoli cervi, daini, montoni, capre, lepri, non che di fagiani od altri uc- celli, e spinti dalla fame si gettano anche sulle carogne. FAMIGLIA HI. FALCONIDE *) Caratteri — La testa ricoperta di penne. Il becco uncinato, nella maggior parte incurvato fino alla base; ") Sinvonima — Accipitres: Savigny — Accipurini : Illiger, Vicillot, Latreille — Falconide: Bonaparte, Schinz, Degland L’ Ornit. Ticinese, 3 34 una cera più o meno colorata, pelosa alla base; la man- dibola inferiore obliquamente arrotondata; tutte e due poi qualche volta incavate. Le narici laterali, arroton- date od ovoidi, forate nella cera, aperte. I piedi pie- ghevoli e robusti, a tarso coperto di penne o privo, ed in quest’ultimo caso coperto di scaglie o di squame; tre dita anteriori, l'esterno, il più soventi, unito alla base per mezzo d'una membrana col mediano; un altro po- steriore. Le unghie durissime, molto arcuate, mobili, retrattili. Costumi — Gli uccelli raccolti in questa famiglia meritano una speciale descrizione. Hanno atti e movi- menti che li contraddistinguono da tutti quelli di ra- pina. Forza ed astuzia, coraggio ed ardimento, sono le loro principali doti. Provvisti di armi offensive, con una vista acuta e profonda distinguono la loro preda da lon- tano, e con volo rapido e pronto sanno precipitarsi a piombo od in linea obliqua per afferrarla e trasportarla ove meglio loro aggrada. Preferiscono alcuni i mammiferi ed i pesci, altri gli uccelli, mentre 1 più piccoli si ac- contentano di rane, di topi, di lucerte ed anche di grossi insetti. La grandezza della loro testa è più proporzio- nata al corpo, ed intieramente ricoperta di penne; gli occhi hanno profondi, il collo corto e robusto. Dif- feriscono nelle tinte delle loro penne a seconda dell'età, occupando dai tre sino a’ sei anni a divenire adulti. In ciascun anno portano pertanto segni distintivi tanto nella — Falconi: Cuvier, Keyserling e Blasius — Plumicoli o Pt loderi: Dumeril —- Falconei: Lesson — Uccelli da preda Fal- conoîdi: Schlegel — Falconidi. 35 forma delle macchie, quanto nel numero delle fasce cau- dali. Divenuti adulti sì presentano con tinte più uniformi ed a grandi masse. Alloraquando adulti portano penne segnate a raggi o strisce trasversali. indubbiamente da giovani avevano queste macchie longitudinalmente di- sposte, ed anche di forma acuminata. In alcune specie i maschi sono simili alle femmine, in altre sì distinguono per diversi colori; in ogni modo la femmina è sempre di una più grande dimensione. Alcuni sono condannati dalla natura al silenzio; altri assordano l’aria con grida acute, vibrate e disgustose. Stanno ordinariamente in luoghi remoti tra Je alte montagne, sulle colline, fra le torri o le case disabitate. Hanno la muta semplice ed ordinaria nell’ autunno. Sono divisi in 8 Generi, deno- minati Falco, Aquila, Astur, Milvus, Nauclerus, Elanus, Buteo e Circus. GENERE EVe FALCO *) Caratterì — Un becco corto, incurvato sino alla base; nella mandibola superiore uno e ben di rado due denti fortissimi, che s’incastrano nel cavo della mascella inferiore. I piedi robusti; le dita forti, lunghe, armate d’unghie molto ricurve ed acutissime; il’ tarso corto. Le ali lunghe colla 41.* remigante lunga ed uguale alla 3.3; la 2.* sempre più lunga. ") Sinonima — Falco el Accipiter : Brisson — Falco el Tin- nunculus: Bonaparte — Falco: Linneo e tutti gli altri au- tori sistematici — Falconi. 36 Costumi — Danno questi costantemente la. caccia a preda viva, nè si gettano mai sui cadaveri. Adope- rano una industria tutta propria per iscoprire la preda mantenendosi altissimi, e cadono di piombo 0 radendo la terra con volo celere per ghermirla. Nidificano tra le rocce, sopra piante altissime, nelle case abbandonate o nelle torri. Sono in questo genere raccolti que’ Falconi, che una volta si educavano comunemente dai nobili alla caccia, e che in alcuni luoghi si educano ancora. Egli è per ciò, che i metodisti hanno loro attribuito il nome di Falchi nobili, perchè il diritto di falconeria era una prerogativa dei nobili casati. Vivono solitari od accoppiati. 7. Falco islandicus. Lath. Lo Sparviere bianco di Mo- scovia. Storia degli ucc. Si trova nel nord dell'Europa, particolarmente nell’Islanda, e si trasporta nella Dani- marca per le falconerie reali. 8. Falco gyrfalco. Gmel. Lo Sparviere di Norvegia. Abita la Norvegia, ed ì giovani mostransi accidentalmente nella Germania, nell’ Olanda e nella Francia (distinto dal sopranominato da Degland, e messo come identico da Temminck). 9. Falco sacer. Schleg. Lo Sparviere sacro (Falco la- narius. Temm.) Abita le parti orientali dell’ Europa; si mostra nella Russia, nella Polonia, nell’ Ungheria e qual- che volta nell’ Austria e nella Stiria. 10. Falco candicans. Gmel. Lo Sparviere della Sibe- beria. Abitatore della Groenlandia e della Siberia si trova nei verni rigorosi nell’Islanda, e casualmente anche nella Svezia, nell’ Inghilterra e nella Francia (Temmimek lo fa identico coll’Islandicus; Degland lo diversifica). 11. Falco lanarius. Schleg. Lo Sparviere lanajuoto. 37 Si trova nella Dalmazia e nella Grecia (Schlegel e De- gland, non Temminck). 12. 3. Falco peregrinus *) Caratteri — Segna il maschio 38. centimetri in lunghezza, la femmina 46. Adulto, il primo presenta la testa, la parte superiore del collo ed una larga fascia, che incomincia alla radice del becco e scende a mo’ di baffi, d’una tinta azzurro-nerastra: codesti baffi ingran- discono e si dilatano sempre più col crescere degli anni. Porta tutte le parti superiori d’ un colore azzurro-cenere, macchiettate a segni più oscuri. Ha la coda a strette fa- sce alternativamente lineate di cenere e di nero, e la gola ed il petto d’un bianco puro con piccoli e sottili segni oscuri longitudinalmente disposti ma radi. Sono le altre parti inferiori d’un bianco sporco con altri segni trasversali bruni e parimenti piccoli. Tiene. un gran numero di macchie rossastre e biancastre regolar- mente disposte sul pogonio interno delle remiganti, le quali chiuse, terminano all’estremità della coda. Ha una sola remigante a barba troncata. Turchiniccia è la cera, ed il becco armato d’un solo dente; bruna iride; gialli i piedi ed il contorno dell’occhio. Il dito - mediano ha lungo quanto il tarso — Distinguesi la femmina pel ce- nere e per tutti i colori nella parte superiore meno ") Sinonimia — Falco peregrinus: Brisson, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Degland, Tschudi — Falco communis: Gmelin, Savigny, Cuvier, Lesson, Schlegel — Inglese: The blue black Falcon. Penn. — Tedesco: Der Wanderfalke. Bechs — Fran- cese: Le Faucon pèlerin. Temm. — Italiano : 27 Falcone. Savi. 38 | puri, e per tinte rossastre più chiare nella inferiore — Giovane d’un anno ha la fronte, la nuca e le guancie bianco-giallastre con qualche macchia nerastra; la re- gione degli occhi ed i baffi pure nerastri; le parti su- periori cenere-neri con orli alle penne d’ un colore bruno- chiaro. Sopra la coda le fasce trovansi disposte in modo irregolare, e piuttosto rosse con penne a punta bianco- sporca. Ha la gola biancastra con tutte le altre parti inferiori tinte nello stesso modo, intanto che le grandi macchie longitudinali si presentano brune; coteste mac- chie trovansi nel centro di ciascheduna penna. L’iride ha bruna, il becco azzurro a punta nera, la cera ed il contorno dell’occhio d’un. giallo livido, ed i piedi giallo- verdastri — Le varietà accidentali, devolute in parte all’età, sì riscontrano nei colori delle penne più o meno chiari nelle parti inferiori; più o meno oscuri nelle su- periori; per macchie più o meno late in ciascheduna parte; e finalmente per la forma, in cui queste tro- vansi disposte o trasversalmente o longitudinalmente, per- chè nei giovani si riscontrano segnate in lungo, e negli adulti in largo. | Costumi — Abita tutte le località montuose del- l'Europa ed è abbondantissimo nella Germania, nella Francia e nell’Inghilterra. Tschudi ci dice, che nella Svizzera percorre con volo rapido le pasture di mon- tagna e perseguita i piccoli uccelli. Nel 1853 è stato 1ic- ciso nella valle di Orsera. Finora, per quanto consta, non è stato preso nel Cantone Ticino, ma ritengo non difficile il ritrovarvelo sia di stazione che di passo. Nidi- fica nei buchi delle rocce, difficilmente tra gli alberi. Depone 3 o 4 uova giallo-rossastre a macchie brune. 39 Si mutrisce di fagiani, pernici, colombi ed altri uccelli. 13. Falco Eleonore. Gené. Il Falcone di Eleonora. Gené. Fu scoperto dal sig. Gené nella Sardegna dopo il 1830, ove sembra indigeno, e lo dedicò alla regina Eleonora di Arborea, la quale nel secoio XIII provvide con ap- posite leggi alla conservazione dei Falconi per la caccia. Raro è il caso di trovarlo in altre località. 14. 4. Falco subbuteo *) Caratteri — Un maschio adulto è lungo 30 cen- timetri, ed ha la gola bianca. Sotto gli occhi comincia, e giù discende una larga fascia nera in forma di mu- stacchi, la quale ricopre la parte bianca del collo. La parte superiore è di un nero turchiniccio ad orli chiari; l’inferiore biancastra a macchie nere longitudinalmente disposte. Il groppone e le cosce sono d' un rossiccio più carico, e porta le penne laterali della coda alternativa- mente lineate al di sopra di nerastro e di rosso, al di sotto di biancastro e di bruno. Ha il becco azzurro; la cera, le palpebre ed i piedi gialli; l’iride bruna. Le ali oltrepassano l’estremità della coda, e tiene la.4.* remi- gante a barba troncata a tre quarti della sua lunghezza. Porta la parte superiore delle remiganti segnata di rosso sul pogonio interno, ed ha la 1.2 e la 3.8 remigante pari in lunghezza, le quali raggiungono quasi la 2.2 più ") Sinonimia — Falco subbuieo: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Keyser- ling e Blasius, Bonaparte, Schinz, Schlegel, Degiand, Tschudi — Dendrofaleo: Brisson — Inglese: The hobby Falcon. Latk. — Tedesco: Der Lerchenfallie. Naum. — Francese: Le Hiu- con hobereau. Term. — Italiano: 2 Lodolajo. Savi. 40 lunga — Segna la femmina invece in lunghezza 33 cen- timetri, e si contraddistingue nella parte superiore pel bianco-nerastro, e nell’inferiore pel bianco meno puro, per le macchie più oscure, pel rosso del groppone e delle cosce meno vivo — I giovani del primo anno sono più neri nella parte superiore con penne orlate di giallo- rossastro. La sommità della testa è tinta di questo colore sopraccarico. Due grandi macchie giallastre co- prono Ja nuca; e la gola ed i lati del collo sono d’un bianco-giallastro longitadinalmente macchiato di bruno-chiaro. Le penne della coda terminano con una fascia rossastra. Verde-giallastra è la cera e giallo-oscuri i piedi. Costumi — È un piccolo Falco peregrinus, che non cede a questo in ardimento ed in rapidità. È pro prio di tutta l'Europa, ed uccello di passaggio segue il corso della sua preda. Nel Cantone Ticino è stato tro- vato il suo nido, ed io educai que” piccoli. Colloca que- sto sopra alberi altissimi, ove depone da 2 a 4 uova celestognole irregolarmente segnate di grigiastro. Abita i boschi di collina vicino ai campi e si nutrisce di frin- guelli, di allodole, di quaglie ed altri uccelletti e qual- che volta di scarafaggi. i 15. D. Falco esalon *) Caratterî — Misura un maschio adulto 26 centi- metri in lunghezza, ed ha tutta la parte superiore del *) Sivonimia — Falco lithofalco el cesalon: Brisson — Falco lithofalco: Gmelin, Latham, Vieillot, Lesson, Degland — 4Esa- lon lhofalco: Bonaparte — Falco smerillus: Savigoy — Falco ceesìus: Meyer e Wolf — Falco cesalon: Temminek, Key- 44 corpo, compresa la coda, di un colore cenere-turchino con le penne segnate longitudinalmente nel centro di nero. Cinque fasce irregolari, nere ed isolate pingonsi sulla coda, alla cui estremità sta una più larga, nera essa pure, molto più regolare, e questa infine susse- guita da un’altra bianca piccolissima. Ha la gola pari- menti bianca. La parte inferiore è giallo-rossastra a mac- chie oblunghe brune, formate a mo’ di lagrime. Giun- gono le di lui ali sino a due terzi della lunghezza della coda. Azzurro ha il becco; gialli i piedi, la cera ed il contorno degli occhi; bruna l’iride. Sono le remiganti internamente lineate di bianco, e porta le due prime a barbe troncate a tre quarti della sua lunghezza. La 1. remigante è più corta e pari in lunghezza alla 4.8 — La femmina adulta è di taglia molto più robusta, ed arriva sino a 34 centimetri in lunghezza. Si contraddi- stingue pel cenere turchiniccio della parte superiore più oscuro, e nella parte inferiore pel rosso più bianco-gial- lastro. Le macchie oblunghe in forma di lagrime sono molto più grandi e più numerose —I giovani del primo anno tengono al di sopra del loro corpo una tinta bruno- oscura con penne orlate di rosso. All'apertura del becco sì mostra una piecola linea bruna punteggiata di bianco. Portano la coda nerastra con cinque strettissime fasce bruno-rossastre, terminate coll*istesso colore. Sono le loro remiganti internamente segnate in tutta la lunghezza di rosso-oscuro. Hanno poi la parte inferiore d’un biance- giallastro a macchie brune longitudinalmente disposte. serling e Blasins, Schinz, Schlegel — Inglese: The stone Fal- con. Lath. — Tedesco: Der Stenfalke. Naum. — Francese: Le Faucon émérillon. Temm. — Italiano: Lo Smeriglio. Savi. 42 Costumi — Spinge in primavera le sue emisgra- zioni fino nella Norvegia, nella Svezia e nelle isole del Baltico ove nidifica nelle selve di montagna, sugli alberi o tra le rocce. Depone da 5 a 6 uova biancastre pun- teggiate nell’estremità di bruno-verdastro. Ripassa nel- l'autunno seguendo la sua preda, la quale consiste in. piccoli uccelli, ardito però a segno di attaccare quaglie, pernici, e simili. Non è difficile trovarlo tra noi durante l’estate nei monti più elevati, e nell'inverno fra quelli che dalle regioni settentrionali, vengono in località più basse. OI 16. 6. Falco tinnunculus *) Caratteri — Un maschio adulto segna in lunghezza sò centimetri circa, e porta la sommità della testa tinta d’un grigio azzurro. Ha la parte superiore d’un bruno- rossastro colle penne regolarmente marcate di macchie nere angolari; l’inferiore d'un bianco leggiermente tinto di rossastro con segni bruni oblunghi. Terminano le di lui ali rinchiuse a tre querti della coda, sono brune, e terminate ed orlate al di fuori di grigio-rossastro. La coda ha cenere con larga fascia nera, e coll’ estremità ter- minata di b'anco. Azzurro è il-becco, gialli i piedi, la cera èd il contorno degli occhi, e le unghie sono co- staniemente nere — La femmina è più grande di di- mensione, ed ha le parti superiori d’un rosso più chiaro ") Sinonima — Accipiter alaudarius: Brisson — Cerchneis tinnunculus: Bonaparte — Falco tinnunculus : Linneo e tutti gli altri autori sistematici — Inglese: The Kestrel. Gould — Tedesco: Der Thurmfalke. Bechs — Francese: Le Faucon cresserelle. Temm. — Italiano: I Gheppio, Savi. 43 colle penne trasversalmente segnate di bruno nerastro ; le inferiori d'un rosso giallastro a macchie nere oblun- ghe. Rossastra è la di lei coda con nove o dieci fascie strette e nere. Nera è pure l’ultima fascia, ma più larga, coll’orlo estremo bianco-rossastro — I giovani hanno la sommità del capo, la nuca ed il mantello bruno-rosso segnato in nero, ad angoli sul dorso. Sulle prime penne alari stanno sette macchie rossastre e biancastre. La coda rossastra è ondeggiata di grigio cenere, e trasversal- mente fasciata come nella femmina. La gola hanno bianco- rossastra, e portano all’ apertura del becco un piccolo segno nero, che si allunga sull’alto del collo. Il rima- nente della parte inferiore è d’un bianco-rossastro con macchie oblunghe e nere; la cera d’un verde-giallastro. Costumi — Trovasi in tutte le parti d’ Europa al di qua del polo artico. Abita tanto le regioni elevate di montagna, quanto le pianure e le città. Costruisce il pro- prio nido nelle torri o sulle alte pinaie, tra la bifor- catura dei vecchi tronchi, ove depone 3 o 4 uova bianco- giallastre con segni rossastri. Si nutre di piccoli uccelli, di pipistrelli, di topi ed anche di rettili ed insetti, ma trova più difficoltà delle specie precedenti nel prendere gli uccelli al volo. Cosa straordinaria! Tutti gli Orni- tologi hanno osservato e riconfermato, come questo uc- cello tenga nelle torri delle città comune il nido coi colombi, senza recare loro alcun danno, anzi vivendo in perfetta armonia. 17. Falco tinnuneuloides. Natter. Il Falco grillajo. Savi. Abita le parti meridionali dell'Europa, e non è che eccezionalmente che si possa trovare tra noi seguen- do le cavallette vive cacciate dai venti del sud. Uno dei 44 caratteri positivi per distinguerlo dal precedente, sono le unghie costantemente gialle. | Re Praia 7. Falco rufipes *) Caratteri — Segna in lunghezza, un maschio adulto, 28 centimetri, ed i colori principali che in lui predo- minano, e che porta sulla testa, sul petto, sul ventre ed in tutte le di lui partì superiori, sono il grigio-piombo senza alcuna macchia, mentre le cosce, l addome e le coperture inferiori della coda sono d’un bel rosso carico. Rosso cremisino ha pure la cera, il contorno degli occhi ed i piedi, e gialle le unghie a punta nera. Porta le ali conterminanti colla coda — La femmina adulta è di taglia alquanto più rilevata e più robusta. Ha la testa segnata da macchie nere longitudinali, la parte poste- riore del collo rossastra a bordo nero, e le altre parti superiori d’ un azzurro nerastro; in genere tutte le penne, meno le remiganti, segnate di nero turchino. Tiene i lati della testa e la gola d’una tinta rosso-sbiadita, la quale diventa più oseura su tutte le altre parti infe- riori, segnate parimenti di bruno-nerastro. Trovi la di lei coda d’un grigio azzurro con sei o sette fasce ne- rastre, terminata con un’altra fascia dello stesso colore. La cera, il contorno degli occhi ed i piedi sono d’un *) Sinonimia — Falco vespertinus : Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Vieillot, Keyserling e Blasius, Degland — Falco rufipes: Temminck, Vieillot, Cuvier, Tschudi — Falco rubripes: Lesson — Eryihropus vespertinus: Bonaparte — In- olese: The ngrian Falcon. Lath. — Tedesco: Der rothfiissiger Falke. Meyer — Francese: Le Faucon è pieds rouges ou Ko- pez. Temm. — Italiano: Il Falco cucolo. Savi. 45 rosso-aranciato — I novelli dell’anno hanno la sommità del capo bruna con” segni nerastri; la gola e le guancie bianco. Una macchia nera segnano sopra gli occhi ed un’ altra consimile si distende al di sotto. Tutte le. al- tre parti inferiori sono d’un bianco-giallastro col petto segnato a macchie brune longitudinali; queste macchie prendono una forma quadrata sulle cosce e mancano to- talmente sull’addome. Hanno il dorso e le altre parti superiori d'un bruno oscuro, segnato di bruno rosso; la coda rosso-biancastra con dieci o dodici fasce brune, e coll’ultima sempre più larga; le palpebre, la cera ed i piedi giallo-rossastri, colle unghie bianco-giallastre. Costumi — Temminck e Degland danno questo uc- cello come abitatore esclusivamente durante l'estate della Russia meridionale, della Polonia, dell’ Austria e del Ti- rolo; Tschudi invece lo chiama piccolo uccello di preda nell'Europa occidentale, ciò che porterebbe una solenne contraddizione. Quest'ultimo ci assicura aver nidificato nella Svizzera sopra Meyringhen. Alle volte in primavera ci capitano dei voli, e fu ucciso nei prati di S. Martino vicino a Mendrisio. Cibandosi di soli insetti e. partico- larmente di Ortotteri, rimane in quelle località ove que- sti abbondano. Difficilmente si costruisce un nido, ma occupa quasi sempre quello di una Ghiandaja. Depone 3 0 4 uova d’un rosso mattone a macchie rosso-brune. Ama, diversamente de’ suoi congeneri, vivere in società, ed è bello vederli sulla sera riuniti e stipati sulla cima di un albero passare qualche tempo esercitandosi in voli aerei. | 19. Falco concolor. Temm. Il Falcone di colore uni- forme. Uccello di rapina nell’Egitto, nell’ Arabia e nelle 46 isole del Mar Rosso, è stato accidentalmente ritrovato nella Grecia, nella Dalmazia e qualche volta nella Sardegna (ammesso da Temminck, stralciato da Degland). GENERE Ve AQUILA *) Caratteri — Un becco forte, robusto, piuttosto lungo, e che non comincia ad incurvarsi all’origine; la . cera munita di alcuni peli; le narici ellittiche o trasver- sali. I piedi robusti, forti, nerboruti; il tarso nudo 0 coperto di penne. Le dita robuste, armate d’ unghie po- tentissime e molto ricurve; il mediano e l’ estremo con- siunti alla base da una piega membranosa. Le ali lun- ghe colla 1.*, 2.* e 3.* remigante corta, la 4.* e la 5.* più lunghe. La coda arrotondata. Costumi — Le Aquile, particolarmente le più grandi, hanno duopo di cinque, sei o sette anni per vestire l’a- bito adulto ed invariabile della loro specie. Le penne alari e caudali specialmente sono le ultime a prendere il loro colore stabile; queste portano alle volte le tinte di mezzana età, intanto che le altre penne hanno rag- giunto i loro colori perfetti. Cacciano le Aquile con av- vantaggio certamente superiore. ad ogni altro uccello di *) Sinonima — Falco: Linneo, Gmelin, Latham, Illiger, Temminck, Schinz — Aquila: Brisson, Dumeril, Meyer e Wolf, Pallas — Aquila, Halietus et Cire@tus: Cuvier, Savi- gny, Vieillot, Degland — Aquila, Halicelus et Circetos : Key- serling e Blasius, Schlegel — Aquila, Halicetos et Circotos: Bonaparte — Aquile. 47 rapina tanto per rapporto ai loro mezzi di volo, quanto pel terribile becco di cui sono fornite, pel modo impe- tuoso di precipitarsi sulla preda, e per la forza delle zampe per trasportarla. Sono questi uecelli i più spa- ventevoli distruttori dell’ aria, perchè seguono la loro vittima a tiro d’ali, la raggiungono, l’afferrano e la portano viva ai loro piccoli, sul cui nido la squarciano per nutrirli. Non è che nei casi di una estrema dieta , che si gettano sulle carni morte, sui cadaveri o sulle ca- rogne. Alcune specie si nutrono di mammiferi e di grossi uccelli; altri si cibano soltanto di pesci; mentre un pic- colo numero si danno ai rettili ed agli insetti. 20. Aquila imperialis. Pall. L'Aquila imperiale. Savi. Comune nell’Egitto ed in tutte le coste della Barberia, difficilmente si mostra nel centro dell'Europa. È stata indicata nei Carpazzi, nell Ungheria, nella Dalmazia, e qualche individuo nella Slesia, nella Boemia e nel Tirolo. 21 8. Aquila fulva *) Caratteri — Misura il maschio 4 metro e la fem- mina 4 metro e 46 centimetri. Adulti portano sulla som- mità della testa e della nuca, penne acuminate d’un ") Sinonimia — Falco fulvus et Chrysceetos: Linneo, Gmelin, Latham — Aquila nobilis: Pallas — Aquila fusca: Brisson — Aquila fulva: Savigny,. Meyer e Wolf, Vieillot, Schlegel, Degland — Falco regalis: Temminck — Falco fulvus: Tem- minck, Schinz — Aquila regia: Lesson — Aquila Chrysctos : Cuvier, Vieillot, Bonaparte, Keyserling e Blasius — Inglese: The golden Eagle. Gould. — Tedesco: Der Steinadler. Naum. — Francese: L’Aigle royal. Temm. — Italiano: L° Aquila reale. Savi. , 48 rosso vivo dorato. Hanno tutte le altre parti del corpo d’un bruno oscuro più o meno nerastro secondo la loro età. La parte interna delle cosce e le penne del tarso sono d’un bruno chiaro; mai si trova alcuna penna bianca sui loro scapolari , propria soltanto dell’ Aquila imperiale, Tengono la coda arrotondata d’un grigio 0- scuro, fasciata in modo irregolare di bruno-nerastro, e terminata sino all’estremità da una più larga fascia di questo colore. Hanno il becco di tinta cornea: l’iride sempre bruna; la cera ed i piedi gialli; e le unghie brune — I giovani d’uno a due anni distinguonsi fa- cilmente dai vecchi per le penne tutte d’un bruno fer- reo o rossastro chiaro ed uniforme in tutte le parti del corpo; per le coperture inferiori della coda biancastre; per le penne bianco-grigiastre nella parte interna delle cosce e sul tarso; per la coda bianco-pura dall’origine sino a tre quarti di sua lunghezza, e poi bruna sino al- l estremità; e pel pogonio interno delle remiganti e delle rettrici d'un bianco puro. Questo colore è proprio ezian- dio di tutte le, penne alla loro origine. Queste tinte di- ventano più oscure mano mano che avanzano nell’ età : il bianco della coda diminuisce e cominciano a segnarsi ed a distinguersi le fasce trasversali. Costumi — Se il Gypetus barbatus è il gigante tra i rapaci dell’antico continente, 1’ Aquila fulva è il più audace, il più terribile ed il più temuto tra tutti gli uccelli di rapina. Più maestosa nel portamento, più coraggiosa nelle imprese, d’una vista più penetrante e d’un odorato più sensibile, caccia con sicurezza in tutto il nord dell’ Europa, nella Scozia, nella Svezia, nella Fran- conia, nella Francia e persino nei Pirenei. Ma l' Aquila so ® . > “ x è e +49 * della Svizzera, ove è più abbondante, e dove sicuramente’ ha lasua sede principale, cheechè:ne asserisca Temminek in contrario, è la più forte, Ja più grande e la più potente. «Abita durante l'estate sino ai 7,000 met. d’altit. sopra il livello del mare; e si eleva col maestoso suo volo sino ad 44,000 sopra le sommità di Wetterhorn e di Eiger. - All Hundstein, al Furgleinfirst, nel Toggenbourg, sulle — sommità dello Stein se ne vedono sempre. In molte parti | - del Jura, sopra il Vietlibach , nei Cantoni di Berna e : = Zurigo non mancano casi di catture. Dal Vallese e “dalla Jangfrau scendono le Aquile a cercarsi la preda durante V inverno, e gli abitatori di Eblingen tengono fama di eccellenti cacciatori di questi uccelli di rapina. Il Gantone Ticino ricetta anch'esso questo grandioso uc- cello; e non vi è località di montagna, ove non se ne faccia preda tutti gli anni. In tutta quella catena di monti, che si estende dalle Centovalli a Bedretto, in Oli- vone (Blenio), nelle valli di Colla e Muggio, l'Aqwile reale è stata ritrovata e presa, e coi ferri a doppia molla son carne fracida ed imputridita si arrivò nel solo mese di marzo a prenderne otto individui. Mette il suo nido tra gli antri inaccessibili, lo costruisce largo tre metri circa, e fa servire la grondaja della roccia di banco per quivi squarciare la preda, che porta sino da sette leghe di lontananza. Caccia cerviatti, caprioli, oche selvatiche, agnelli e capre che coglie persino davanti le capanne dei pastori. Si dà alle volpi, ai tassi, ai gatti. alle pernici, ai cani, alle ottarde, alle cicogne, alle marmotte, ma le lepri sono il suo pasto prediletto. Nel. suo. nido, che conserva per tutta la sua vita, depone 2 uova biancastre, segnate a macchie rossastre. Vive solitaria od accoppiata, L’ Ornil. Ticinese. - 4 30 e non permette che alcun’altra coppia invada il territorio da cessa prescelto; e caccia od ammazza i piccoli appena capaci di predare, se questi si stabiliscono troppo vicini. 22. Aquila Bonelli. Temm. L'Aquila di Bonelli. Si trova nell'Africa, nell’Egitto e nella Sardegna. 23. 9. Aquila nowia *) Caratteri — Adulti, misura il maschio 60. centi- metri. e 65 la femmina. Tengono tutto il corpo, comprese Ja testa, -le ali e Ja coda, d’un colore bruno lucido, alle volte più chiaro 0 più oscuro, secondo l’età od il sesso. Questo colore sì fa più leggiero vicino al groppone ed alle cosce, nonchè nelle penne del tarso e delle coper- ture inferiori della coda; quest’ultima, sempre di un co- lore uniforme, termina con una tinta rossa più sbiadita. Tra gl individui di mezzana età scorgonsi eziandio alcune macchie piccole ed impercettibili sopra le ali e sopra lo scapolare, ciò che non si ravvisa nei vecchi, perchè hanno penne di colore uniforme. Nero hanno il becco, gialle la cera, l’iride e le dita — I giovani del primo e del secondo anno tengono tutte le penne, nessuna ec- eettuata, d’ un bruno oscuro lucidissimo colle coperture alari segnate nella loro estremità da grandi macchie o- ‘) Sinonima — Aquila nevia: Brisson, Meyer e Wolf, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel. Degland — Falco nevius: Gmelin, Latham, Temminck, Schinz, Tschu- di — Aquila pomarina: Schinz — Falco maculatus: Gme- lin, Latham — Aquila melanetos: Savigny — Aquila planga : Vieillot — Inglese: The spotted Eagle. Lath. — Tedesco: Der Schreiadler. Brehm — Francese: L’Aigle-criard. Temm. — Ita- liano: L° Aquila analraja. Savi, 5 voidi bianco-grigiastre; le secondarie poi e quelle sotto la coda terminate da grandi macchie di ‘questo colore. Se ne ravvisano pure sui fianchi e sulle cosce, formate a mo’ di lagrime, un numero più o meno considerevole , e quanto più gl’ individui sono giovani, sempre più que- ste macchie si trovano numerose e visibili, mentre spa- riscono col crescere degli anni, sino a. tanto che non sì rinvengono più negli adulti. Costumi — Temminck e Degland indicano le ae della Russia meridionale, la Germania e tutte le parti orientali dell’ Eurepa come patria di quest’ Aquila; Savi e Tschudi la danno invece come originaria dei paesi me- ridionali. Molte volte fu diffatti presa sulle basse catene delle alpi Piemontesi, nel Genovesato,-nella Toscana, nel Veronese, e secondo De Filippi nei boschi del Pavese, casi avvenuti sicuramente nelle epoche di passo; trovasi pure nei Pirenei e nelta Francia. Nella Svizzera è stata non di rado segnalata nei Cantoni di Berna e di Gla- rona nello stato adulto, ed in quello d’Uri in abito di gioventù. Passeggia maestosa ed elevatissima nell’aria, c costruisce sui grossi ed alti alberi una vasta area, ove depone 2 o 3 uova macchiate di strisce rossastre. Pre- ferisce i monti alla pianura, vola sulle aque tra gli uc- celli aquatici che non Ja temono, e si accontenta di pre- dare sorci, topi, ranocchi e pipistrelli. 24. Aquila pennata. Linn. L'Aquila calzeta. Questa gentile e piccola Aquila abita le parti orientali dell’Eu- ropa, e passa regolarmente nell’ Austria, nella Moravia «e forse anche nella Russia e nella Slesia. Havvi qualche raro caso nella Francia e nella Spagna, ed un individuo è stato da poco ucciso vicino a Svilto. IBRARVW UNIVERSITY OF ILLINOIS DÈ 25. 10. Aquila brachydaciyia °) Caratteri — Un maschio adulto è lungo 65 cen- timetri e porta una testa grandissima. Ha sotto gli oc- chi uno spazio coperto di lanugine bianca, e tiene la sommità della testa, le guancie, la gola, il petto ed il ventre d’un bianco variato di macchie poco numerose d'un bruno-chiaro. H mantello e le coperture alari sono brune colle penne tutte d’un bianco puro alla loro ori- gine. La coda quadrata è d’un grigio bruno, segnata d'un bruno molto più oscuro nella parte superiore, e di bianco nell’inferiore. Lungo ha il tarso a dita azzurre; nero il becco; turchiniccia la cera, e gialla l’iride — La femmina, al solito più robusta, segna qualche centi- metro dippiù, e molto minore è il bianco nelle sue parti inferiori. Tiene la testa, il collo, il petto ed il ven- tre segnati da numerose macchie brune vicinissime — I giovani invece hanno la loro parte superiore più oscura, sempre però coll’origine delle penne d'un bianco-puro. La gola, il petto ed il ventre sono d'un bruno rossastro con poca o quasi nessuna macchia bianca. Le fasce cau- dali non sono ancora percettibili, ed il becco hanno tur- chino ed i piedi bianco-grigiastri. Costumi — Abita le grandi boscaglie d’ abeti delle *) Sinonmia — Aquila pygargus: Brisson — Falco gal livus : Gmelin, Latham — Aquila brachydaciyla : Meyer e Wolf — Falco brachydactylus: Temminck, Schinz, Tschudi — Cir ceetus gallicus: Vicillot, Cuvier, Lesson, Degland — Circetos gallicus: Bonaparte, Reyserling e Blasius, Schiegel — Tede- sco: Der Nalternadler. Naum. — Francese: L' Aigle Jean le blane. Temm. — ftaliano: H Biancone. Savi. dI alte Alpi e dei Pirenei. Mette un grido consimile ad un fischio acuto, ha una vista buonissima e non le. danno molestia i raggi solari. Difficilmente comparisce nel nord, ed emigra d'inverno pel sud. Indica Tschudi essere stata uccisa: nella Svizzera varie volte sul. Stockhorn e nel- I Oberland Bernese, ed una volta a Glarona, ad Altorf e sulle alture di Verdenberg presso Buchs; finalmente due giovani furono presi nelle alpi che circondano la valle di Oesch. Ma i traduttori francesi vi aggiungono ch'essa nidifica nel Jura e nei boschi di Chaumont presso Neu- chàtel, e che alcuni individui furono raccolti nel museo di quella città. Posseggo una femmina adulta uccisa nella valle di Porlezza nel 4857 sui confini tra l'Italia ed il Cantone Ticino. Forma il suo nido di stecchi sugli alberi altissimi, e vî posa 2 0 3 uova d'un grigio lucido senza macchie. Vogliono che si nutrisca soltanto di rettili, ma preda anche lepri e pernici, e spinta dalla fame si ac- contenta d’ insetti. 26. II. Aquila haliata *) Caratteri — Un maschio adulto dà 55 centimetri in lunghezza, ed una femmina 60. Entrambi hanno Valta testa e la nuca variate di bruno, di bianco e di rossa- stro; la bassa testa, il dorso e le penne sopracaudali d’un ") Sinonimi — Aquila marina: Brisson — Falco halicelus: Linneo, Latham, Temminck, Tschudi — Falco halietos: Gme- lin — Aquila halicetus: Meyer e Wolf, — Pandion haliotus : Bonaparte, Degiand — Pandion fluvialis: Vieillot — Inglese: The osprey Eagie. Lath. — Tedesco» Der. Flussadler: Naum — lrancese: L’Aigle bulbuzard. Temm. — Haliano: Il Falco pescatore. Savi. 4 bruno-cenere, alquanto più sbiadito sull'orlo delle penne. Bianco è l’avancollo con alcune striscette brune; il basso collo e l’alto petto sono bruni nel centro delle penne , e d’una tinta rossastro-chiara sugli orli. Hanno l'addome e le penne sottocaudali d’un bianco-puro. Le coper- ture alari sono di tinte consimili al dorso, e nerastre le remiganti. Bruno-cineree tengono le rettrici colle. due penne mediane unicolori, le altre segnate da fasce tra- sversali d’una tinta più sbiadita sulle barbe interne; tutte poi terminate con una piccola frangia grigio-ros- sastra. Nero corneo hanno il becco, azzurrastri i piedi e la cera, e gialla l’iride — I giovani hanno la som- mità della testa e della nuca fornita di penne sottili e nere nel centro con orli bianco-giallastri; quelle della nuca però sono molto più lunghe. Tengono bruna la parte superiore, con una striscia bianca alle volte sugli occhi, ed un’ altra bruna-oscura ai lati del collo. Bianca è la loro parte inferiore, ed offrono sul petto alcuni leg- gieri indizi d’un giallo-chiaro — Le ali tanto dei gio- vani che degli adulti sorpassano di pochi centimetri l’e- stremità della coda. Costumi — Egli è comune durante l’estate tra le aque dolci dei laghi della Russia, della Germania, del- l Olanda e della Borgogna, e non manca sui laghi della Svizzera. Preferisce la pianura agli alti monti. Nidifica tra gli alberi o negli scogli, e depone 3 o 4 uova d’un bianco-giallastro a piccoli e grandi punti rossastri. S'îm- merge nell’aqua per estrarre cogli artigli pesci del peso di 2 e più chilogrammi, di cui fa pasto prediletto ; però non disdegna gli uccelli aquatici. Emigra durante l'in- verno in paesi più caldi. DÒ 27. 42. Aquila albiclla *) Caratteri — Il maschio segna 85 centimetri in lun- ghezza, ed una femmina sino 95. ‘Adulti hanno tutte le penne del corpo e delle ali d’un bruno sporco o cenere senza alcuna macchia. Tengono la testa e la parte su- periore del collo d’un cenere più leggiero. È la loro . coda d’un bianco immacolato, e quasi bianco il loro becco. Portano i piedi e la sera d’un bianco-giallastro leggiero; 1’ iride d’un bruno-chiaro; e la loro coda non oltrepassa mai la lunghezza delle ali — I giovani poi tengono la testa ed il collo d’un bruno oscuro coll’ e- stremità più chiara. Hanno il dorso e le ali d’un co- lore caffè bruciato con tinte più chiare all'origine delle penne e macchiate longitudinalmente alla punta. Nere sono le remiganti. Portano il corpo superiormente a tinte brune con macchie più oscure, e qualche volta variate di bianco. È la coda grigio-biancastra all'origine con macchie brune irregolari, disposte sulle barbe esteriori delle penne, e colla punta brana senza macchie. Quasi totalmente nero è il becco, colla base però. giallastra; giallastra è pure la cera, bruno-oscura l'iride, e gialli i piedi. ") Sinonima — Vultur albicilia e Falco ossifragus: Linneo — Aquila albicilla e ossifraga: Brisson — Falco albicilla, os- sifragus, melaneius et albicaudus: Gmelin — Falco tinnurncu- larius: Latham — Haliwtus nisus: Savignz, Vicillot, Lesson — Falco albicilla: Temmincek, Tschudi — Halietus albicilla : Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Fulco ossifragus: Schinz — Inglese: The cinereus Eagle Lath. — Te- desco: Der Scadler. Meyer — Francese: L’Aigle pygorque. Temi. — Italiano: L'Aquila di mare. Savi. dò Costumi — Quest Aquila, che per la grandezza gar reggia colla fieale, è comune nei paesi boreali ed at- tiensi strettamente ai luoghi occupati dalle aque. La si ritrova pertanto mell’Inghilterra , nell’Islanda; nella Danimarca, nella Francia, nell’ Olanda, ed anche. nella Russia meridionale. Emigratrice , ‘arriva qualche volta nell'inverno nella Svizzera e nell’Italia seguendo le oche e le anitre di cui si fa pasto. Si ciba pure di grossi. pesci di mare e di vertebrati, e non si eleva mai a som- me altezze. Nidifica sugli alti alberi, tra le foreste o le rocce, e depone 2 uova bianche, ottuse e segnate di bruno-rossastro. i 23. Aquila leucocephala. Linn. L'Aquila di testa e coda bianca. Storia degli uc. Abita i paesi del polo artico, ed è comune nella Norvegia e nelle isole di Freroe. Nella Svizzera fu ucciso un maschio nel Cantone di Zurigo, ed un altro a Wassen a 2,900 met. d’altit. GENERE Wo ASTUR *) Caratteri — Un becco ricurvo cominciando alla base, molto uncinato, compresso. Le narici quasi ovali, in parte ricoperte da peli sporgenti in avanti. Il tarso lungo o mediocre; le unghie uncinate e forti, le ali ") Sinonimia — Falco: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz — Genus accipitrinum : Brisson — Astur: Dumeril, Keyserling e Blasius, Schleyel, Degland — Dedalion: Saviguy, — Sparvius: Vieillot, — Astur e Nisus: Cuvier — Falchi. 37 corte, che non arrivano mai a due terzi della coda, colla 1. remigante più piccola della 2.%, ta 3.* quasi uguale alla 4.8, e questa la più lunga. | Costumi — Il volo è rapidissimo senza che loro occorra muovere le ali. Non è che all’epoca degli amori, che si vedono volare descrivendo larghe spirali. Rozzi e maligni, shermiscono la preda scendendo ad ali spie- gate da altezze smisurate. Abitano comunemente le folti boscaglie locate vicino alle rocce. 29) 13. Astur palumbaris *) Caratteri — Un maschio adulto ha 54 centimetri di lunghezza ed una femmina 60. Tutte le parti supe- riori del primo sono d’un cenere turchiniccio. Tiene so- pra gli occhi un largo sopracciglio bianco. Ha le parti in- feriori segnate sopra di un fondo bianco da raggi tra- sversali e da strisce longitudinali poste vicine allo stelo, d’una tinta bruno-oscura, e queste e quelli molto più grandi e più rari sul petto. La coda è cenere con quat- “tro o cinque fasce bruno-nerastre. Turchiniccio ha il petto, verde-giallastra la cera, gialli i piedi e l’iride — Si ravvisa Ja femnffina per macchie più oscure superior- mente, ed inferiormente per tinte più brune — I gio- vani differiscono sensibilmente. La testa ed il collo sono *) Sivonna — Falco palumbarius: Linneo Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Tschudi — Astur: Brisson — Dedalion palunbarws: Savigoy — Sparvius palumbarius : Vieillot — Astur palumbarius: Bonaparte, Keyserling e Bla- sius, Schlegel, Degland — Inglese: The Greater Bazard. Lath. — Tedesco: Der Hunerhabicht. Bechs — Francese: L'Autour. Temm. + Italiano: L’Astore. Savi. 55 in loro rossastri a macchie longitudinali bruno-oscure , la nuca è variata da larghi segni dello stesso colore. Tengono le parti inferiori rosso-biancastre, miste da lun- ghe e larghe strisce vicino allo stelo, le quali terminano in punta acuminata. Portano la coda d’una tinta grigio- bruna, segnata da fasce larghissime molto più oscure, e colle penne terminate di bianco. Giallo-verdastri hanno i piedi e la cera, e grigio-biancastra l'iride.. Costumi — Questo ardito ed impudente ladro vive nel nord dell’ Europa durante l'estate, e scende qualche volta persino nell'Italia nell’ inverno. Nidifica nella Rus- sia, nella Germania, nella Francia e nella Svizzera. Vi- goroso e svelto non passeggia mai che a tempo bello, ed allora vola basso e rapido. Scende obliquamente, qual- che volta radendo la terra, a prendersi la preda. È il terrore dei palombi, dei polli e delle anitre, che alza di mezzo ai villaggi; caccia lepri, fagiani e persino il grosso gallo di montagna; assalta scojattoli, topi, pernici, ed anche vertebrati di taglia a lui maggiori. Pone il suo nido sugli alberi d’alto fusto, specialmente tra gli abeti, lo costruisce con verdi rami e depone 4 uova verdastre della grossezza di quelli ‘d’un pollo domestico. 30. 14. Astur major *) Caratteri — Un maschio misura 38 centimetri in lunghezza. Ha la parte superiore del corpo d’un cenere- brunastro, macchiettata di bianco sulla nuca e sopra gli occhi. La parte inferiore del corpo è strisciata trasver- ") Sinonima — Falco nisus major: Becker e Meissner, Temminek — Astur major: Degland —. Francese: ZL Eper- vier major: Degl. — Italiano: Lo Sparviere maggiore. 99 salmente di bruno-nerastro sopra fondo bianco, con una tinta rossa sui lati del petto e sulla parte anteriore det ‘collo. La coda, il becco, la cera, Viride ed il tarso ten- gono i distintivi della femmina nella specie susseguente. ll maschio e la femmina hanno uguali caratteri, ma il primo non tiene tinte rosse ai lati del petto. Costumi — L'esistenza di questa specie è ancora generalmente contrastata dagli Ornitologi e molto dubbia. Potrebbe benissimo darsi che fosse una specie distinta, ma generalmente si ritiene identica alla susseguente, più ingrossata di pochi centimetri. È stata ritrovata nella Fran- cia e nella Svizzera. Le uova di queste uccello. sareb- bero uguali a quelli della speeie, che saremo or ora a descrivere; soltanto più grossi, più arrotondati e pun- teggiati di bruno sopra un fondo bianco-grigio. 34. 15. Astur nisus *) Caratteri — Un maschio adulto misura 32 cen- timetri, e la femmina 37. Entrambi hanno tutta la parte superiore d’un colore cenere-turchiniccio con una mac- “chia bianca sulla nuca; tutta l’inferiore bianca con linee trasversali brune. Bianchi sono il collo e la gola, ma questi portano raggi longitudinali. La coda è d’un gri- gio-cenere con cinque fasce cenere nerastre. Nerastro *) Sinonima — Falro nisùs: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Tschudi — Accipiter: Brisson — Nisus communis: Cuvier — Dedalion fringillarius: Savigny — Sparvius nisus: Vieillot — Accipiter nisus: Bonaparte — Astur nmisus: Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland —{ In- glese: The Sparron. Lath. — Tedesco: Der Sperber. Bechs — Francese: L’Epervier. Temm. -— Haliano: Lo Sparviere. Savi. 60 hanno il becco, giallo-verdastra la cera, gialli i piedi e l’iride — I giovani hanno pure del bianco sulla nuca. Tengono la testa e le parti del collo rossastre, segnate a macchie brune; le penne del mantello e delle alt or- late di rossastro ; lo scapolare variato a grandi macchie biancastre. Bianco giallastre sono le parti inferiori, tra- sversalmente segnate di rossastro ed in forma acuminata. Bruno-cenere ha la coda, sulle cui penne esteriori trovansi - sei fasce brune in ambo le parti, c sulle altre soltanto cinque. P Cestumi — Ardito e rapace, nidifica nelle foreste di collina in contiguità dei campi e dei prati. Comune in ogni parte dell'Europa, colloca il nido tra gli alberi e vi depone 5 o 6 uova biancastre a macchie rossastre, di forma più o meno angolare. Traversa come una frec- gia quando preda i fringuelli, le allodole e consimili uccelletti; attacca però anche uccelli di più grosso vo- lume, ma ordinariamente senza profitto. Emigra nelle epoche consuete deoli uccelletii per seguire la preda. id GENERE VE. MILVUS *) Caratteri — Un becco forte e corto. Le narici obli- que col bordo esteriore segnato da una piega. I piedi a tarso corto, impennati un po’ al di sotto del ginoc- *) Sinonima — Falco: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz — Milvus: Cuvier, Savigny, Vieil- lot, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel, De- sland — Falchi. — Gi chio. Le ali iunghe; la 4.% remigante molto’ più corta della 6.8; la 2.* della 5.*; la 3.% quasi uguale alla 4.8, ch'è la più lunga di tutte. La coda molto lunga, più o meno forcuta. Costumi —.Il volo di questi uccelli di rapina è piuttosto elegante; sembrano nuotare nell'aria deseri- vendo giri graziosissimi. Non ghermiscono mai la. loro preda al volo, ma la cacciano sempre quando questa è posata sulla terra, sovra una pianta o sopra uno scoglio. 32. 16. Muvus regalis *) Caratteri — Segna 65 centimetri di lunghezza un maschio adulto, ed ha tutte le parti superiori d’un bru- no-rosso colle penne orlate d’ una tinta più chiara; le inferiori d'un rosso. ruggine variate da bande longitudi- nali più oscure. Le penne della testa e del collo sono lunghe, acuminate. biancastre e longitudinalmente segnate di bruno. La coda poria biforcuta e rossastra con fasce brune poco distinte. La di lui mascella superiore è mu- nita di un dente non tanto visibile. Gialli ha i piedi e la cera, e grigio-oscura l’iride — La femmina di pro- porzione più forte, diversifica per un bruno molto più oscuro nelle parti superiori, e per l'estremità delle penne molto più chiare. le quali alle volte si mostrano per- *) Sivonmia — Falco milvus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Tschudi — Milvus regalis: Brisson, Vieillot, Lesson. Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel, Deglard — Milvus ictinus: Saviony — Inglese? The Feile Falcon. Lath. — Tedesco: Der roter Milan. Naum. —- Francese: Le Milan royal. Temm. — Italiano: H Nibbio reale. Savi. n 4 62 sino bianche. La di lei testa ed il di lei collo sono pa” rimenti molto bianchi — I giovani hanno le penne della testa più corte, arrotondate, senza strisce longitudinali, e d’un colore rosso-chiaro coll’orlo bianco. Nella parte superiore sono ancora più rossi degli. adulti, col centro delle penne del dorso e delle ali nerastro, su cui se- gnasi un orlo giallo-rossastro. Alla base della coda por- tano macchie bianche molto grandi. Costumi — Abita la Francia, la Germania e la Svizzera. Fu ucciso al Ponte del Diavolo a 3,900 met. d’altit., forse alle epoche di passo. È uccello emigra- tore, e capita d'inverno nell’Italia. Lo vidi sui monti di Bioggio, appoggiato sopra un ramo essiccato d’un al- tissimo castano per molti giorni nella primavera del 1864. Tentai avvicinarlo molte volte, ma inutilmente. È uccello molto vile, e si lascia battere da altri uccelli di più grossa mole. Costruisce il nido tra gli alberi, e vi depone 3 0 4 uova biancastre con rade e smunte macchie rosse- giallastre. Si nutrisce di topi, d’insetti, di rettili e di piccoli uccelli. 39. 17. Milvus ater *) Caratteri — Misura un maschio 55 centimetri, la femmina qualche cosa di più. Adulti hanno la testa e *) Sinonimia — Falco ater: Gmelin, Latham, Temminck — Falco fusco ater: Meyer e Wolf — Milvus ater: Degland — Milvus celolius: Vieillor, Lesson — Mivus niger — Bris- son, Bonaparte, Keiserlins e Blasius — Inglese: The arabien Kile. Lath. — Tedesco: Der Schwurtsbrauner Milan. Meyer — Francese: Le Milan noir on parasite. Temm. — Haliano : I Nibbio. Savi. 63 la coda lineata longitudinalmente di bianco e di bruno. La parte superiore è d’un colore grigio-bruno molto oscuro; inferiore bruno-rossastro a macchie longitudi- nali nel centro delle penne. Le cosce sono d’un rosso- fulvo, e le remiganti d'un bruno oscuro. Portano la coda leggiermente forcuta d’un grigio-bruno, con fasce trasver- sali d’un bruno più chiaro e in numero di nove o dieci. Tengono i piedi e la cera d’un giallo-aranciato; l’iride d’un grigio-nerastro; ed il becco nero senza alcun segno di dente — Presi giovani si trovano d’un bruno vici- nissimo al nero, colle piume sulla testa un po’ più ar- rotondate, e colle estremità d’ un bianco-giallastro. Quelle del mantello sono orlate di rosso, e sulla coda non si distinguono tanto le fasce. I piedi e la cera non hanno colori tanto vivi. Costumi — È uccello dell’ Europa meridionale, sic- chè di rado appare nella Francia, come anche nell’ Italia settentrionale. Lo trovi però nella Germania, e qualche individuo anche tra noi. Uno lo segna il Monti ucciso nelle vicinanze di Lugano; un altro giovine vidi nella casa Chialiva alla Tanzina, preso tra noi. Nidifica tra gli alberi, e cova 3 o 4 uova bianco-giallastre a mac- chie brune talmente fitte da non distinguersi il fondo. Si nutrisce, al dire di Leisler, esclusivamente di pesci. 34. Milvus agypiius. Gmel. IL Nibbio egiziano. Ori- ginario dell’Africa si mostra nella Dalmazia e nella Gre- cia (Degland, non Temminck, Vieillot e Bonaparte). GENERE VEIHI: ELANUS. Caratteri — Un becco corto, compresso e molto Gi ; ricurvo. Le narici e Ta cera piuttosto pelosi. I piedi corti, a tarso mezzo impennato; le dita divise. Le ali lunghe colle due prime remiganti quasi eguali, e Ja 2.* più lunga di tutte. La coda più o meno forcuta. Cestumi — Vivono principalmente d’insetti e di rettili. i 35. Elanus furcaius. Bonap. 4 Nibbio della Carolina. Abita l'America settenirionale, ed emigra qualche velta nel nord dell’ Europa. 36. Elanus melanopierus. Bonap. IL Nibbio melanottero. È Africano, abita l'Egitto ed il Tunisino, e passa qual- che volta sulle coste marittime della Francia, della Spa- gna e dell’Italia. GENERE HXo BUTEO *) Caratterì — Un becco piccolo, che tosto s’ incurva alla. base. Le narici arrotondate, aperte e fornite di peli. I piedi a tarso corto, nudo o coperto di penne. Le ali di mezzana lunghezza colle prime quattro remiganti a barbe troncate; la 4.* cortissima, la 2.* e la 3.* più corte della 4.%, Ia quale sorpassa tutte le altre. Costumi — Hanno un volo piuttosto pesante, © non ghermiscono mai Ja loro preda ad ali spiegate; l’a- ‘) Sinonemia — Falco: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz — Pernis: Lesson, Chenu — Bu- teo: Vieillot — Buleo e Pernis: Cuvier, Dumeril, Keiserling e Blasius, Bonaparte, Schlegel, Degland — Buletes è Permis: Lesson — Falchi. 65 | spettano invece ordinariamente mettendosi in imboscata tra gli alberi. La loro testa è grossa ed il corpo pe- sante; hanno poca forza nelle zampe, e non passeg- giano tanto nobilmente; schiavi, tendono a nascondersi per abitudine. 37. 18. Buteo vulgaris *) Caratteri — Ha 65 centimetri un maschio e 70 una femmina in lunghezza. Entrambi variano considere- volmente, in modo che pochissimi individui si rassomi- gliano. Vecchi presentano ordinariamente-tinte brune più o meno cariche nelle parti superiori, intanto che le in- feriori variano per macchie bianche più o meno nume- rose, e per il modo e la forma, con cuì si trovano di- stribuite. Hanno alle volte penne falve oscurissime 0 co- lore di cioccolatte; la gola biancastra con piccole strisce longitudinali brune. Sulla metà del ventre segnano fasce trasversali bianche, che diventano giallastre sull’ addome. La loro coda è leggiermente arrotondata .con 42 fasce trasversali brune, disposte su di un fondo cenericcio al di sotto. Piombino è il loro becco, e gialli i piedi, l’iride e la cera — Più giovani, hanno la parte superiore, il collo ed il petto bruno oscuro; la gola ed il ventre gri- gio-bruno, variati da macchie brune molto più oscure — ‘) Sivonimia — Falco buleo: Linneo, Briinnichii, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz — Buteo:, Bris- son — Buleo mulans cel fasciatas: Vieillot — Buleo vulgaris: Keyserling e Blasius, Bonaparte, Schlegel, Degland — In- glese: The common Buzzard. Gould. — Tedesco: Der mmaiisse Bussard. Naum. — Francese: La Buse. Temm. — Italiano: Il Falio pojana e il Falco cappone. Savi. L° Ormt. Ticinese, 6) 66 All’età d’un anno porta il fondo delle penne d'un bruno chiaro, variato di biancastro e di giallastro; ha la gola bianca con macchie longitudinali brune, le penne del petto orlate di bianco, e la metà del ventre biancastra con grandi macchie ovali in forma di cuore o longitudinali. Costumi — È il Falco più comune in tutta l’Eu- ropa. Goffo, inetto e pigro, passa intere ore appollajato sopra il tronco di un albero spiando i sorci, le talpe, gli anfibì ed i rettili. Alle volte vola descrivendo lar- ghi circoli sui laghi e cercando pesci o rannocchi; cac- cia anche uccelletti e pulcini. Nidifica sulle alte quercie o tra le rocce; non di rado si appropria il nido di un corvo o di una cornacchia, e vi depone 3 0 4 uova ver- dastre, segnate di rare macchie giallastre. Emigra in ban- de irregolari nel mese di Ottobre, e ritorna coll’Aprile; durante la propagazione si trova soltanto accoppiato. 38. 19. Buteo lagopus *) Caratterî — Un maschio adulto è lungo 55 cen- timetri, e porta tutta la parte superiore del collo, la testa, la gola, il petto e le cosce d’un Dianco giallastro, variato da larghe strisce oblunghe brune. H mantello , il dorso e le coperture alari sono d'un bruno nerastro con ciascheduna penna orlata di giallo rossastro. Una *) Sinonima — Falco lagopus: Brinnichit,, Gmelin, La- tham, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Tschudi — Buteo lagopus: Vicil'ot, Keiserling e Blasius, Schlegel, Degland — Buleo pennatus: Cuvier — Buletes lagopus: Bonaparie — Inglese: The rough legged Falcon. Lath. — Tedesco : Der raukfussiger Bussard. Naum. — Francese: La Buse pattue. Temm — Hatlano: Il Falco calzato. Savi. 67 gran fascia bruno-oscura attraversa il basso ventre; e tiene l'addome, il groppone e le coperture inferiori della .coda.d’un bianco-giallastro. Biancastra la coda net- l'estremità, diviene bruna uniforme nel rimanente. Porta calzati i piedi sino alle dita, ed ha queste, non che l’iride, brune. Gialla è la cera e nero il becco — Diversifica la femmina per dimensioni più late, per la testa più bianca, pei fianchi e pel ventre più bruni. Ha le bor- dature giallo-biancastre alle penne del mantello, e molto più bianche sono le cosce ed i tarsi — Varia eziandio questa specie, ma le varietà ne sono meno numerose e più costanti della precedente — Tengo un individuo maschio, il quale porta una linea bianca sopra gli occhi, ed ha del bruno e. del bianco irregolarmente disposto sul petto. Il ventre è in parte biancastro, e la gran fa- scia che lo attraversa trovasi segnata da grandi macchie brunastre sui fianchi e trasversalmente lineate sulle co- sce. La coda è fasciata ai lati esterni con tre linee bru- nastre, l’ultima delle quali è molto più larga. L’iride ha bruno-giallastra. Costumi — Trovasi nel nord dell’ Europa, ove ni- difica sugli alberi deponendo 4 uova tinte di rossastro. Si nutre di topi d’aqua e di terra, di talpe, di rettili, d’insetti e di uccelletti. Emigra colla specie precedente, ed allora qualche individuo appare tra noi. 39. 20. Buteo apivorus *) Caratteri — Misura un maschio adulto 50 ceenti- metri in lunghezza, ed ha la sommità della testa *) Sinonima — Falco apivorus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Tschudi — Pernis apivo- e) 2 È) 65 d’un colore azzurro-cenerino purissimo. Lo spazio tra il becco e l'occhio è coperto da piccole e minute penne, strette tra loro. Tiene la parte superiore del corpo d’un bruno più o meno cinereo colle penne secondarie delle ali alternativamente lineate di bruno-nerastro e di grigio- turchino. Segnano la coda tre fasce bruno-nerastre, dispo- ste a distanze ineguali. Ha la gola d’ un bianco-giallastro a segni bruni, e il collo ed il ventre a macchie trian- “golari brune su di un fondo biancastro. Cenere-oscura è la cera, e gialli i piedi, l'iride e l’interno del becco — La femmina adulta giugne sino a 55 centimetri, e tanto questa, quanto i maschi non ancora pervenuti allo stato adulto, hanno soltanto lazzurro-cenere limitata- mente sulla fronte. Il collo davanti è segnato da grandi macchie bruno-chiare; il petto ed il ventre sono d’ un rosso-giallastro a macchie bruno-oscure. Ha la parte su- periore bruno-rossastra con macchie molto più cariche: alle volte il dorso tiene del biancastro con macchie bruno- rossastre — I novelli hanno la cera e iride bruno- chiare; la testa segnata di bianco e di bruno; il corpo nella parte inferiore bianco-rossastro con grandi segni bruni; e le penne nelle parti superiori orlate di rossastro. Costumi — È il più stupido ed il più vile uc- cello di preda. Abita i paesi orientali e mostrasi nel sud della Svizzera. Le vallate del Reno, l’ Appenzell, le rus: Cuvier, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel, De- gland — Buteo apivorus: Brisson, Vicillot — Inglese: The honey Buzzard. Lath. — Tedesco: Der Wespenbussard. Naum. — Francese: La Buse bondrée. Temm. — Italiano : Il Fulco pecchiajuolo. Savi. 69 foreste d’abete dell’ Emmenthal, le spiagge del lago di Brienz, le valli di Frutigen e dei Grigioni, non che il Glaronese accolgono questo Falco durante l'estate. Colà distrugge una quantità di vespe e d'api, di scarafaggi e di grilli, che assieme ai topi ed ai sorci prende per suo nutrimento. Nidifica sugli alberi elevati, ed il nido è composto di legna, nel cui centro trasporta delle foglie essiccate; quivi depone 3 0 4 uova giallastre a fitte maechie rossastre. Emigra co’ suoi congeneri al mancare degli insetti necessarii per la sua sussistenza. GENERE X. CIRCUS *) Caratteri — Un becco mediocre, compresso, quasi diritto e molto elevato. Le narici oblunghe, coperte in parte da peli radi. I piedi a tarso lunghissimo e sot- tile; il dito esterno congiunto col mediano alla base da una membrana. Le ali lunghe colla 4.* remigante cor- tissima e meno lunga della 5.%, la 2.* un po’ più corta della 4.%, e Ja 3.* più lunga di tutte. La coda lunga ed ‘arrotondata. Costumi — Gli uccelli raccolti in questo genere si avvicinano per tutti i riguardi alle Strigi diurne, e per ciò saggiamente Temminck li ha collocati vicini a queste. Sono Falchi un po’ più agili e fieri di quelli classati *) Sinonima — Falco: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminek, Schinz — Bulteo: Dumeril — Circus: Savigny, Lesson, Vicillot, Cavier, Keyserling e Blisius, Schle- gel, Degland — Circus e Strigiceps: Bonaparte — Falchi. 70 nel genere antecedente, ma non quanto agli altri, che li precedettero. Prendono la loro preda posata sulla terra, o la raggiungono tra è cespugli e le canne, ove abitual- mente nidificano. Hanno penne molto fitte attorno al collo, e vivono ordinariamente vicino alle paludi ed alle aque. 40. 21. Cireus rufus *) Caratteri — Segna il maschio adulto 50 centimetri in lunghezza, e la femmina ne raggiunge 54 — Entrambi portano sulla testa, sul collo e sul petto un bianco-gial- astro con macchie longitudinali brune nel centro di cia- scheduna penna. Lo scapolare e le coperture alari sono d'un bruno rossastro. Hanno le remiganti brune all’o- rigine e nere in tutto il rimanente della loro lunghezza; le penne secondarie poi e le caudali tengono grigio-ce- nere colle parti interne delle ali bianco-puro. ll ventre, il fianco, le cosce, e l'addome tirano al rosso-ruggine con segni giallastri. Nero hanno il becco, giallo-verdastra la cera, giallo-rossastra l’iride, e gialli i piedi — Dopo la seconda muta la sommità della testa e 1’ occipite, non che il davanti del collo sono d’ una tinta bianco-giallastra, seminata a macchie longitudinali brune. Tutte le altre ") Sinonima — Falco rufus: Linneo, Temminek — Falco eruginosus: Linneo, Gmelin — Circus pulustris et rufus: Bris- son— Falco rufus et @ruginostts: Latham, Meyer e Woll — Circus ceruginosus el rufus: Savigny, Vieillot, Cuvier, Lesson — Circus eruginosus: Bonaparte, Keyserling e Biastus — Circus rufus: Schlegel, Degland — Inglese: The moor Buz- zard. Lath. — Tedesco: Die Sumpfweihe. Meyer. — Fran- cese: Le Busard harpaye ou de marais. Temm.— Italiano: Falco di padule. Savi. 74 parti superiori hanno del bruno-cinereo , più leggiero sulla coda; la parte interna delle ali e l’origine delle remiganti sono bruno-grigiastre. Tengono le parti in- feriori bruno-rosse con segni più chiari lungo il collo ed il petto, e bruno-chiara l’iride — Nel loro pri- mo anno portano penne bruno-oscurissime , che tirano al cioccolato. Le piccole e grandi coperture alari, le remiganti e le rettrici sono bruno-giallastre alla loro estremità. Portano la sommità della testa, l'occipite e la gola bruno-giallastre più o meno chiare ma senza mac- chie; alcune volte con grandi macchie rosse sul petto e sulle piegature delle ali, non che sul dorso. Bruno-ne- rastra hanno l’iride. Costumi — Vive comunemente tra le valli e le dune della Francia, del Belgio, dell’ Olanda e della Rus- sia. Lungo i laghi, i fiumi, ele aque stagnanti fa strage delle uova di gralle e di palmipedi, di pulcini aquatici, di topi e di pesci. Costruisce tra cespugli, ed anche sulla nuda terra, un nido con molti stecchi ed alcune nacche, ove depone 3 o 4 uova bianche di forma rotonda. Ci viene di passo. 4A. 22. Circus cyaneus *) Caratteri — Un maschio adulto nella sua lunghezza *) Sinonima — Falco cyaneus et pygargus: Linneo, Gmelin — Falco cyaneus: Latham Meyer e Wolf, Temminck, Schmz, Tschudi — Circus gallinarius: Savigny, Vicillot, Lesson — Circus pygargus et cyaneus: Cuvier — Strigiceps cyaneus: Bo- naparte — Circus cyaneus: Brisson, Keiserling e Blasius, De- aland, Schlecgel — Inglese: The hen Harrier. Lalh. — Te- desco: Die Hove oder Halbweyhe. Bechs. — Francese. Le Bu- sard Scint-Martin. Temm. — Utaliano: L'A tbanella reale. Savi. 72 misura 45 centimetri. Copre la testa, il collo, il dorso, le ali ed il groppone con un colore grigio-turchiniccio, ed ha le remiganti bianche all’ origine e nere in tutto il rimanente; queste non oltrepassano mai i tre quarti . della lunghezza della coda. La parte interna delle basi delle ali, il ventre, i fianchi, le cosce, l'addome e tutta la parte inferiore della coda sono d’ un bianco puro senza la più piccola macchia. La parte superiore della coda invece è d’un grigio-cinereo coll’ estremità biancastra. Ha l’iride ed i piedi gialli — La femmina adulta dif- ferisce assai. Segna anzitutto 51 centimetri in lunghezza, ed ha tutte le parti superiori d’un bruno sbiadito. Le penne della testa, del collo e del dorso sono orlate di rosso. Mostransi tutte le parti inferiori d’ un giallo-ros- sestro a grandi macchie longitudinali brune. Le. remi- ganti sono esternamente lineate di bruno fulvo e di nero, internamente di bianco e di nero. Bianco a macchie rosse ha il groppone, e porta le penne mediane della coda li- neate di nerastro e di cenere oscurissimo; le Jaterali di rosso-giallastro e di nerastro — I giovani tengono sino a due anni i distintivi della madre. Cesturmai — Abita il nord della Francia e della Germania , l'Inghilterra e la Russia; sì trova pure nella Svizzera e nell'Italia. Vive piuttosto fra i prati ed i campi coltivati nei luoghi paludosi ed umidi; difficilmente si alza sulle alte montagne, e mai non posa sui rami degli alberi. Nidifica a terra tra igiunchi ed i cespugli, e depone 4 o 5 uoya d'un bianco-cenere oscuro senza macchia. Fu preso di passo nella valle inferiore della Reuss. Si nutrisce di rannocchi, lucertole, sorci e. pic- coli uccelli aquatici. 73 42. 23. Circus cineraceus *) Caratteri — Misura in lunghezza un maschio adulto 44 centimetri, e porta tutte le parti superiori d’ una tinta cenere-turchiniccia oscura con due fasce trasversali nere sulle penne secondarie delle ali, di cui una sola è visibile quando sono chiuse. La parte interna della base delle remiganti è nera colla 3.* penna più lunga delle altre, intanto che queste chiuse terminano. all’e- stremità della coda. La gola ed il petto sono d'un ce- nere-turchino leggiero; il ventre, i fianchi, le cosce e l’addome bianchi, variati da strisce longitudinali rosso- vive, che si distinguono lungo la direzione degli. steli. La coda è cenere segnata da fasee rossastre, e l’iride ed i piedi sono d’un giallo vivo. — La femmina rassomi- glia moltissimo a quella della specie precedente, ma rag- giunge soltanto 43 centimetri in lunghezza. Le di lei ali, che arrivano all’estremità della coda, e la 3. re- migante costantemente più lunga, sono i. caratteri che la possono soltanto distinguere da quella — I giovani invece di questa specie differiscono notevolmente. Hanno la sommità della testa e tutte le loro parti superiori d'un bruno oscuro con orlo alle penne d’ un rosso-chiaro. So- ‘pra l’occipite vedesi uno spazio grande rosso-giallastro, “) Simona — Falco cineraceus: Montaga, Temminck, Schinz — Circus cineraceus: Kevserling e Blasius, Degland — Circus cinerascens: Cuvier — Circus Montagui: Vieillot, Lesson — Strigiceps cineraceus: Bonaparte — Inglese: The ash-colonned Harrier. Bewick — Tedesco: Die Wieser "und Aschqraneweihe. Brelm — Francese: Le Busard Montagu. Temm. — Italiano: L’A/banella piccola. Savi. 74 segnato a macchie brune. La regione degli occhi e delle orecchie sono bruno-oscure con una macchia bianca nel mezzo. Le penne della coda trovansi lincate con tre fa- sce brune ed altrettante rosse, poste a pari distanza ed aventi l'estremità rosso-chiara. Tutte le parti poi infe- riori della gola sino all'estremità della coda sono d'una tinta rosso uniforme, e l’iride è bruna. Costumi — Sta piuttosto tra le paludi orientali e temperate dell’Europa, e trovasi nella Daimazia, nell’ Un- gheria, nella Polonia ed in abito di gioventù anche nella Svizzera e nell'Italia. Emigra al finire dell’ Agosto e ri- torna alla metà dell’ Aprile. Si nutrisce anch’ esso di pic- coli uccelli aquatici, di rettili e d’anfibi. Depone nei boschi attigui alle paludi ed ai laghi sulla terra, tra le erbe ed i cespugli, 4 o 5 uova bianche purissime. 43. Circus pallidus. Sykes. L’ Albanella pallida. Orì- ginario dell’ Africa, s incontra comunemente nella Spagna, e per caso nell'Italia od altrove. FANTEGILEA ENI. STRIGIDE *) Caratteri — Un becco corto, incurvato, munito d’una cera molle, coperta da penne setacee, Le dita dei *) Sinvonima — Striv: Linneo e la maggior parte degli Ornitologi — Notturni e Nycterini: Dumerl — Ulule: Sa- vigny — Raptalores nocturni: Illiger — Agoli: Vieillot — Strixcei: Lesson — Strigide: Bonaparte, Degland — Acci- pitres nocturni: Schinz — Strigidi. 75 piedi generalmente vestite, di rado denudate; le vinghie forti, acute e retrattili. La testa grossa; gli occhi or- dinariamente grandi e dilatati. La coda allungata op- pure di mezzana Imnghezza, composta di 42 penne. Costumi — Composta questa Famiglia d’un solo Genere, diviso in tre Sezioni, ha costumi tutti propri, per cui difficilmente si può confondere con qualunque altra. Ne daremo qui sotto i dettagli. GENERE Xlo STRIX *) Caratteri — Un becco compresso, corto, adunco ed incurvato sino alla base; l'origine circondata da una cera molle, coperta tutta od in parte da peli ruvidi. La testa grossa, arrotondata e fornita di molte penne. Le narici laterali, barbate, quasi nascoste dai peli, arrotondate, a- perte e forate sul bordo anteriore della cera. Gli occhi grandissimi, locati in orbite latissime, circondati da penne rade, con una membrana facile ad ammiccarsi per una sensibile facoltà visiva, in modo che la loro iride si re- è °) Sinonimia — Striv: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Degland — Genus asionis et s'rt- gis: Brisson — Otus, Ulula, Strix, Syrnium, Bubo, Noctua, Scops: Cuvier — Surnia, Noctua, Scops, Ulula, Otus, Strix, Syrnium, Bubo: Lesson — Surnia, Nyctea, Athene, Scops, Bubo, Syrnium, Otus, Brachyotus, Ulula, Nyctale, Strix: Bo- naparte — Otus et Stric: Schlegel — Stria, Ulula, Egolrs, Nyctale, Surnia, Bubo, Ephialtes: Keyserling e Blasius — Strigi Sparvieri, Allocchi, Duchi. 76 stringe e si dilata ogni qualvolta respirano. I piedi cortì con un dito versatile, largamente ricoperti da una fitta lanugine, che sale alle volte sino alle ginocchia. Le ali alquanto aguzzate, le prime remiganti seghettate sul po- gonio «esterno; la 1.* remigante è la più corta, la 2.* non raggiunge l'estremità della 3.°, la quale è sempre più lunga. Costumi — Fornite le Strigi.d’una squisita sen- sibilità visiva, non possono senza molestia tollerare la viva luce del sole. Egli è per ciò, che non cacciano che ai crepuscoli della mattina e della sera od al chiaro della Juna. Alcune specie però godono della facoltà vi- siva anche in pieno giorno. Queste perseguitano la loro preda ad ali spiegate e tendono le loro insidie nelle folti boscaglie; quelle si slanciano piuttosto sui rettili o su- gli animali addormentati, e di giorno rimangono me- lanconicamente poggiate tra le ruine o nascoste nei cavi degli alberi. Poche vivono in società. Prendono la preda tra le zampe, e non si adattano mai ad animali mortì che spinti dal digiuno. Rigettano in piccoli globi le ossa, i peli e le penne dopo aver digerita la carne. Collocano il loro nido tra le. vecchie torri, nelle case disabitate e nei buchi degli alberi. Mettono uova arrotondate e quasi . sempre d’un bianco puro. Mutano una sol volta all’anno, e le penne dei giovani non presentano tanti gradi di variazione, sicchè dopo la prima muta difficilmente si distinguono dagli adulti. Sonvene specie grandi e pic- cole, e sono rappresentate sopra una gran parte del globo ed a livelli differentissimi. TI {1.2 SEZIONE. Strigi Sparvieri. Caratteri — Testa arrotondata. piana; faccia larga; coda arrotondata o conica; questa passa l’estremità delle ‘ali. — * Costumi — Vedono pienamente di giorno e cac- ciano come i Falchi. 44. Strix Lapponica. Retz. La Strige délla Lapponia. È la più grande Strige conosciuta in Europa, raggiun- gendo la femmina 62 centimetri in lunghezza. Abita la Lapponia e la Groenlandia. 45. Strix nyctea. Linn. L’Alueco diurno. Storia de- gli ucc. Si trova stazionario al polo artico; comune nel- l'Islanda. 46. Strix uralensis. Pall. La Strige macrocefala. Vive nella Lapponia, nella Svezia e nella Russia: alcune volte nella Livonia e nell’ Ungheria. 47. Strix funerea. Lath. La Strige di coda lunga della Siberia. Stazionaria al polo artico; qualche indivi- duo appare nella Francia e nella Germania. 2.3 SEZIONE. Strigi Allocchi. Caratteri — Come alla 4. Sezione; ordinaria- mente coda corta, quadrata o leggermente arrotondata. Costumi — Predano durante i crepuscoli e si na- scondono di giorno. 48. Strix nebulosa. Linn. La Strige del Canadà. Ra- ramente si allontana dal, polo artico. 73 49. 24. Strix aluco ”) Caratteri — Un maschio adulto è lungo 40 cen- timetri. Ha la testa grande e stiacciata. Porta penne nella parte superiore segnate da grandi macchie bruno- oscure e da altre più piccole rosse e bianche. . Vedonsi sullo scapolare grandi macchie bianche. La parte infe- riore è d’un bianco rossastro a strisce trasversali brune, e queste incrocicchiate da una stretta linea longitudi- nale bruno-nerastra , la quale siegue la direzione dello stelo. Le penne alari e caudali sono alternativamente fa- sciate di nero e di rosso-cenere. L’iride ha bruno-nera- stra, ed i piedi impennati sino alle. unghie — La fem- mina più robusta, ha penne costantemente composte di colori più rossi, ed il più delle volte d’un rosso fer- ruginoso, colle barre delle ali e della coda alternativa- mente formate di rosso e di bruno — I giovani del pri- mo anno rassomigliano alla femmina, ma hanno l’iride bruna. Costumi — Abita i boschi foltissimi di tutta VEu- ropa. Nidifica più facilmente nel nord ed emigra du- rante l'inverno; alcuni nidi però si trovano anche da noi. Lo colloca sugli alberi, o si appropria quello ab- bandonato dai corvi o dalle cornacchie, e vi depone 4 o *) Sinonima — Strix aluco et stridula: Linneo, Gmelin, Lotham, Vieillot — Ulula: Brisson — Syrnium aluco: Sa- visny, Cuvier, Lesson, Bonaparte — Strix aluco: Meyer e Wolf, Temminck, Schlegel, Schinz, Degland, Tschudi — Ulula aluco: Keyserling e Blasius — Inglese: The wood Vw. Gould — Tedesco: Der baum Kautz. Brehm — Francese: La Chouette hulotte. Temm. — Italiano: Z/ Gufo selvatico: Savi. 79 5 uova bianche di forma piuttosto rotonda. Nutresi di topi, sorci, uccelli, rane ed insetti; osa attaccare i le- protti, quando il bisogno lo spinge, ed in mancanza di preda riempie lo stomaco di musco, d’erbe e di foglie. 90. 25. Strix flammea *) Caratteri — Dì 36 centimetri in lunghezza un maschio adulto, e splende tutta la di lui parte supe- riore per un colore gial:o-chiaro, variato da linee grigie e brune serpeggianti, non che da una moltitudine di piccole punte biancastre. Bianca ha la faccia e la gola: Tutta la parte inferiore è d’un bianco-rossastro puro in alcuni individui, in. altri seminato a piccole punte brune. Ha i piedi e le. dita ricoperti da una cortissima lanu- gine che si fa più rada sulle dita. L’ iride è bruno-gial- lastra — La femmina, alquanto più robusta, presenta tinte più chiare e meno pronunciate — Trovansi alle volte varietà totalmente biancastre —I giovani tengono un abito consimile alla loro madre. Costumi — È un bellissimo ed elegante uccello frequente in tutta l'Europa ove si trovano torri, vecchi castelli, case diroccate, grandi crepacci di mura abban- donate; abita anche tra le città, negli osservatori, nelle torri, sui campanili e fra le alte arcate delle porte. Non spinse però mai le sue emigrazioni sino nella Norve- gia e nella Svezia. Depone nei fori della propria abita- zione senza alcun apparecchio preliminare, sul nudo cal- ‘) Sinonimia — Aluco: Brisson — Strix flammea: Linneo e tutti gli altri autori sistematici — Inglese: The white Owl. Lath. — Tedesco: Der schleyer Kautz. Brelim. — Francese: ° La Chouelle effraie. Temm. — Italiano: Il Barbagianni. Savi. 80 cinaccio, 4 0 5 uova di colore biancastro. Purga i campi ed i dintorni della sua casa dei topi, dei sorci, dei ratti aquajuoli, dei pipistrelli ed anche degli insetti. Visita qualche volta le colombaje e vi reca dei danni. OI. 26. Strix psilodaciyla *) Caratteri — Misura un maschio adulto 24 centi- metri in lunghezza, e tutte le di lui parti superiori sono d’un.grigio-bruno, segnato a grandi macchie di forme irregolari bianche. Bianco-puro ha il petto, e tutte le altre parti inferiori sono d’un bianco-rossastro a mac- chie brune cinerine. Tiene il becco bruno biancastro; la cera bruno-olivastra; e le narici rotonde — La femmina più rilevata diversifica per tinte meno vive, per mac- chie meno spiegate e per tinte rossastre sul collo; tanto è dei giovani del primo anno. Costumi — Questo rapace, consacrato dai Pagani a Minerva, abita pure tutta l’ Europa, ma non sì spinge quasi mai al nord oltre il 59 grado, Sta tra i campa- nili, sotto i tetti, fra gli alberi, e meglio entro i gelsi bucati ove nidifica. Quivi depone’ da 2 a 4 uova rotonde e bianche. Si nutre di sorci, di pipistrelli, di piccoli uccelli, di rettili e d’insetti. Spenna prima di mangiare *) Sinonima — Strix psilodactyla: Linneo, Boie, Nilsson, Temminck, Brehm, Degland — Strix noctua: Retzius, Schle- gel — Noctua minor: Brisson — Strix passerina: Gmelin , Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Schinz, Tschudi — Nociua passerina: Cuvier, Lesson — Athene noclua: Bo- naparte — Surnia noctua: Keyserling e Blasius — Inglese: The sparrow Owl. Gou!d. —- Tedesco: Der Kleinerkauiz. Bechs — Francese: La Chouelte chevéche. Temm. — Italiano: La Civetta. Savi. 81 gli uccelli e spela ì mammiferi. Emigra precoce e va a passare, l'inverno nella bassa Italia vicino alle abitazioni. D2. 27. Strix Tengmalmi *) . Caratteri — Misura 21 centimetri in lunghezza un maschio adulto, ed ha la sommità della testa e della nuca segnate a piccole macchie bianche arrotondate. Tutta la parte superiore è tinta d’un rosso-bruno misto a nerastro; l’inferiore d’un bianco-ressastro a macchie più piccole bruno-cineree. Le ali e la coda sono, in propor- zione della specie antecedente, molto più lunghe, e que- st’ ultima tiene quattro strisce trasversali, disposte sulle barbe. La testa è molto più grande ed arrotondata. Ros- sastri ha l apertura del becco , il palato e la lingua; gialli il becco e Y iride — La femmina invece di taglia molto più forte, ha tutte le parti superiori bianco-gri- giastre. Porta una moltitudine di piccole macchie bian- che di forma rotonda sulla testa e sulle penne alari, ed una macchia nera tra l’occhio ed il becco. Le parti in- feriori sono variate di bianco-puro, e bianca ha la la- nugine dei piedi e delle dita —I giovani individui sono bruni superiormente con macchie bianche meno pure; bianchi inferiormente con macchie longitudinali d’ un *) Sinonima — Strig Tengmalmi: Gmelin, Latham, Vieillot, Schinz, Temminck, Scllegel, Degland, Tschudi — Strìx da- sipus: Bechstein, Meyer e Wolf — Noctua Fengmalmi: Les- son: — Nyctale Tengmalmi: Bonaparte, Keyserling e Blasius — Strix nociua: Tengmalm. — Inglese: The little Qwl. Penn. — Tedesco: Der raufiissiger Kauiz. Meisner — Francese : La Chouette Tengmalm. Temm. — Italiano: La Civetta capo-grosso. Savi. L’ Ornit. Ticinese, 6 82 rosso vivo, poco numerose sul ventre, ma formanti un nezzo giro al collo, variato di bianco. Biancastra hanno la faccia, mista a nerastro, e nero il contorno dell’occhio. Cestuzmai — Vivo nelle regioni settentrionali e spin- ge le sue emigrazioni sino nella Svezia, nella Norvegia e nella Russia; è molto più rara nella Livonia. Sta nella Germania e nella Svizzera, e particolarmente nei. Gri- gioni tra le abetaje e le rocce. Tutti gli anni nidifica sul S. Gottardo, e depone 2 uova bianco-purissime un po’ allungate. Narra Tschudi, come nella valle di Or- sera siasi trovato un nido contenente 7. uova, numero sorprendente e mai raggiunto da alcun uccello di ra- pina. Si ciba di topi, di rettili, d’insetti e di scarafaggi. Nei erudi verni si lascia vedere tra noi, e si nasconde volontieri nelle case, nelle cantine, nelle stalle, tra i solai, e persino nei campanili e nelle chiese. 99. 28. Strix passerina *) Caratteri — Le parti superiori d’un maschio, il quale non oltrepassa mai 46 centimetri in lunghezza, sono d’un grigio-bruno oscuro, frammisto a ‘piccole macchie o punti bianchi. Le parti inferiori hanno tinte-bianchicce con macchie longitudinali brune, e con fasce trasversali sui fianchi dello stesso colore. La gola ed i lati del collo *) Sinonmia — Strix acadica: Gmelin, Temminck, Schinz, Tschuli — Striv acaniensis: Latham — Strix passerina: Lin- peo, Schlegel, Degland — Surnia passerina : Keyserling e Bla- sius — Strix pigmea: Bechstein, Vieillot, Meyer e Wolf — Glaucidium passerinum: Bonaparte — Inglese: The acadian Owl. Lath. — Tedesco: Der Zwergkautz. Brelim — Fran- cesc: La Chevéchelte. Temm. — Italiano: La Civetta piccola. 83 segnano grandi spazi bianchi. La coda porta 4 strette fasce bianche, ed 1 piedi sono impennati sino alle. un- ghie. Il becco è di colore piombino, aranciato alla base e giallastro alla punta; l’iride giallo brillante; e le pal- pebre d’un giallo sbiadito — Arriva la femmina sino a 18 centimetri in grandezza. Ha nel complesso tinte. più oscure, cosicchè ove quello è bruno, questa prende una finta cioccolatta, e le macchie bianche del maschio cangiano: nella femmina in tinte giallastre — I novelli non sono ancora conosciuti, ma probabilmente avranno distintivi consimili alle loro madri. Costumi — Si trova nei paesi settentrionali, spe- cialmente nella Lapponia, e spinge le sue emigrazioni invernali sino al nord della Germania. Finora, per quanto sappia, non è mai stato osservato nel nostro Can- tone, ma venne da peco segnalato in que’ d’Uri, di Schwitz, dei Grigioni, d’Appenzell e nel Jura. Comico e carissimo uccello dall’andatura viva, d’un volo leggiero e rapido, prende per nutrimento dei sorci, degli uccel- letti e degli insetti. Bepone tra le foreste d’abeti ‘0. tra le rocce 2 uova bianche. 3.° SEZIONE. Strigi Duchi. Caratteri — Ali proporzionatamente più lunghe delle Strigi precedenti; due piccoli ciuffi di penne sul ca- po, laterali, più o meno avanti, e rizzabili a mo’ di corna. Costumi — Cacciano anche questi ai erepuscoli od al chiaro della luna. 84 54. 20. Strix brachyotos *) Caratteri — Un maschio adulto è lungo 35 cen- timetri circa, e porta sulla fronte tre penne cortissime, poco apparenti tali da essere rialzate in forma di corna. Ha la testa piccola e la faccia nerastra intorno agli occhi. Tiene la parte superiore bruno-nerastra colle penne orlate di giallo d’ocra. La coda di questo colore è trasversalmente segnata da fasce brune, ma la punta estrema è biancastra. Sono le parti inferiori d’ un colore isabella a macchie longitudinali bruno-nerastre. Nero ha il becco, impennati i piedi e le dita, e giallo-vivo-J’iride — La femmina, sempre più grande, ed i giovani mo- stransi generalmente con tinte più chiare .e con un cer- chio più nerastro attorno all’ occhio. ; Costumi — Abita nel nord, ed arriva tra noi nel- l’autunno colle beccacce. Si colloca preferibilmente nelle paludi, nei campi appena smossi, nei prati, e da la cac- cia ai topi aquajuoli e campagnoli, ai piccoli uccelli ed agli insetti. Manda questa specie un grido monotono anche di giorno. Costruisce il suo nido a terra sopra qualche eminenza, e depone 3 uova subrotonde e bian- che con impercettibili segni verdastri. D'inverno caccia anche di giorno. °) Sinonimia — Strix brachyotus: Linneo — Strix brachyo- tos: Forster, Gmelin, Latham, Temminck, Degland, Tschudi —- Strix ulula: Latham, Meyer e Wolf, Vieillot, Cuvier, *Schlegel, — Brachyotus palustris: Bonaparte — Striv palu- stris: Schinz — Égolius brachyotus: Keyserling e Blasias — Inglese: The caspian Owl. Lath. — Tedesco: Die Sumpfeule. Brehm — Francese: L’Hibow brachyote: Temm. — Italiano: L° Allocco di padule. Savi. 85 55. Strix ascalaphus. Savigny. Il Gufo di ciuffo corto. È uccello dell’ Egitto che visita casualmente le parti me- ridionali dell’Italia, la Sicilia e la Sardegna. 56. 30. Strix bubo *) Caratteri — Misura un maschio adulto ordina- riamente 60 centimetri di lunghezza, e porta la parte superiore variata ed ondeggiata di colore giallo-d’ocra e di nero; le ala sono in qualche località miste anche di bruno-sporco. Tiene pure dello stesso colore le penne delle parti inferiori, ma pingonsi queste con grandi macchie longitudinali nere e con un leggierissimo orlo parimenti nero ad ogni penna. Pennate sono le orecchie, e bianca la gola. Porta il becco e le unghie d’un co- lore corneo; i piedi corti, vigorosi e ricoperti da penne serrate, le quali scendono sino alle unghie*e sono colo- rate di rosso-giallastro. Ha l’iride d’un aranciato vivo — La femmina, seguendo la natura di tutti i rapaci, è più grande, ed ha penne generaimente d’una tinta più chiara, e non bianca la gola —I giovani rassomi- gliano in tutto e per tutto alla femmina adulta. Costumi — È un uccello imponente, che abita le foreste dell’ Europa temperata. Lo si ritrova facilmente nella bassa Russia, nell’ Ungheria, nella Germania e nella ") Sinonimia — Bubo: Brisson — Strix bubo: Linneo, Gme- lin, Lathaw, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Schinz, De- gland, Tschudi — Bubo europeus: Lesson — Bubo maxi- mus: Keyserling e Blasius, Bonaparte, — Otus bubo: Schle- gel — Inglese: The eagle Owl. Gould. — Tedesco: Die grosse ohreule Hubu. Bechs — Francese: L'Hibou gran- Duc. Temm. — ltaliano: Z Gufo reale. Savi. 86 Svizzera; più difficilmente nell’Inghilterra, nella Fran- cia e nell’ Olanda. Arriva tra noi nell’ autunno e riparte colla primavera; probabilmente ci nidifica anche nell’e- state. Depone nei crepacci delle rocce o nei vecchi ca- stelli 2 o 3 uova arrotondate e bianche. Il grido di que- sta Strige, accompagnato dalle battute del suo becco, è per alcuni più spaventevole di quello del lupo affamato. Assale il grosso gallo di montagna, le lepri, le volpi, i gatti, le gazze e le cornacchie sorprendendoli di notte; alcune volte si accontenta di topi, di sorci, di talpe ed anche di rettili. | 97. si. Strix otus *) Caratteri — Ha 35 centimetri di lunghezza un maschio adulto, e sono le di lui parti superiori tinte d'un rosso=giallastro, irregolarmente macchiato di bruno- oscuro e «di grigio-cenere. Porta le corna composte di dieci penne nere, orlate di. colore d’ocra e di biancastro. Sono pure le parti inferiori giallo d’ocra, ma molto più chiaro con macchie oblunghe irregolari d’un bruno-ne- rastro, e con piccoli ed impercettibili segni trasversali neri. Calza le gambe con penne corte e fitte, esse pure di colore d’ocra, con unghie cornee. Nero ha il becco e *) Sinonimia — Asîo: Brisson — Strix otus: Linneo, Gme- lin, Latham, Meyer e Wolf, Vieillot, Temminck, Schmz, De- gland, Tschudi — Bulo otus: Savigny — Olus communis: Lesson — Qlus vulgaris: Bonaparte — /Egolius otus: Key- serling e Blasius — Otus otus: Schlegel — Inglese: The large cared Vwl. Lath. — Tedesco: Die mittlere Ohreule. Bechs — Francesc: L’Hibou moyen-Duc. Temm. — Italiano : L' Al- locco. Savi. 87 rossastra l'iride — La femmina, proporzionatamente più robusta, ha la gola e la faccia bianche a leggiero orlo bruno. Tutte le di lei penne in genere tendono di più al bianco-grigio — I novelli poi prima della loro muta autunnale sono «l'un rosso-biancastro, segnate da linee merastre trasversalmente disposte. Marcano sulla coda 7 od 8. fasce trasversali bruno-oscure , e questa e le ali sono grigie con un infinito numero di punti bruni. Mo- strano tutta la faccia bruno-nerastra , ed hanno gialla l’ iride, ed olivastra la cera. Costumi — Dal nord alle spiagge dell’ Africa si ri- trova facilmente questo uccello di preda. Tra le folte foreste fa sentire notte tempo la sua voce lamentevole e disaggradevole. Passa l'inverno sotto cielo più mite, e nella primavera non è difficile vederne da 6 a 14 po- sati sugli alberi. Si appropria ordinariamente i nidi dei corvi, delle cornacchie o delle gazze, e vi depone 4 0 9 uova oblunghe e bianche. Prende molti sorci, pipistrelli, talpe ed insetti. 58. 32. Strix ‘scops *) Caratterî — Le corna di questo piccolo rapace, il «quale non misura che 18 centimetri di lunghezza, sono ") Sinonmza — Strix zorca «et carniolica: Gmelin — Strix srops: Linneo, Gmelin, Latham. Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Schinz, Degland, Tschudi — Scops ephialtes: Savi- gny — Scops europeus: Lesson — Scops Aldovrandi: Bona- parte — Ephialtes scops: Keiserling e Blasius — Otus scops: Schlesel — Inglese: The scops eared Owl. Lath. — Tede- sco: Die kleine Ohreule. Bechs — Francese: L° MHibow scops. Temm. — Italiano: L'Assiolo. Savi. 88 formate da piccole penne riunite in un ciuffo; queste e quelle della testa sono brune, segnate a piccole punte nere. Tutta la parte superiore è d’un cenere-rossastro, segnata da strisce ondate e da macchie irregolari nere e brune. Le parti inferiori sono d’una» tinta più leg- gera con strisce trasversali brune, incrocicchiate con al- tre longitudinali molto più visibili, le quali seguono la direzione dello stelo. Calzati sono i piedi a penne corte, e nero è il becco e le dita, e gialla Viride — La fem- mina è alquanto più rilevata e più grigiastra — I gio- vani tengono dalla madre, ma hanno l’iride più pallida. Costumi — Non spinge questo uccello nella pri- mavera il suo volo tanto al nord, ma è però l’unica Strige che vada a svernare sulle coste Africane. È fre- quente nella Svizzera , e nidifica comunemente tra noi sui monti. Depone nei buchi delle piante o dei sassi 3 o 4 uova d’un bianco puro. Prima di emigrare scende ‘alla pianura, ed allora fa sentire il suo fischio mono- tono e lamentevole durante la notte. Si nutrisce con sorci, scarafaggi e falene. asta ORDINE SECONDO. — = PASSERES *) Caratteri — Un becco forte, robusto, grosso, lungo o mediocre o corto, diritto, schiacciato od arrotondato, più o meno conico, più o meno arcuato ed uncinato, in alcuni quasi quadrangolare, leggiermente tagliente sui bordi 0 puntato; la mandibola superiore più o meno incavata alla punta o ricurva, fornita di peli ruvidi come setole sporgenti in avanti. I piedi con quattro dita; in alcuni con tre dita anteriori ed uno posteriore; in altri con due dita anteriori e due posteriori; il dito esterno posteriore in quest’ ultimi riversibile, ossia articolato ed unito alla base al dito mediano; le altre interamente divise. Le ali mediocri o lunghe, in parte terminate a punta acuta. Costumi — Alcuni uccelli rinchiusi in questo Or- dine piuttosto esteso e grandioso, vivono continuamente riuniti in masse, altri non si concentrano che all’epoca ") Sinonimia — Passeres et Piee: Linneo, Gmelin, Latham — Passeracei e Rampicatori: Dumeril, Cuvier — Ambulalores et Scansatores: Illiger — Omnivores, Insectivores, Granivores , Zygodactyli, Anisodaciyli, Alcyones et Chelidones: Temminek — Sylvicole: Vieillot, Degland — Passeracei: Lesson — Pas- seres: Schinz, Bonaparte — Scansores er Oscines: Keyserling e Blasius — Passeri. 90 della loro emigrazione. Hanno aleuni una voce stridula ed ingrata, una carne dura, coriacea e di cattivissimo gusto; si contraddistinguono altri per un canto armonioso e so- noro, è per un gusto saporoso e delicato delle carni al no- stro palato. Vivono alcuni sedentari sulle alte montagne e non discendono alla pianura che all’epoca dei geli e delle brine, mentre altri emigrano nell’ autunno per cer- carsi un pascolo che va loro mancando nella rigida sta- gione. Si nutriscono quasi tutti di larve, di vermi, di bruchi, d’insetti che prendono chi tra i campi ed i prati, chi fra i tronchi ed i rami degli alberi o fra le nude rocce arrampicandovisi, e finalmente anche nell’aria vo- lando. Cambiano alcuni il loro nutrimento nell’autunno, ed allora si attaccano alle frutta, ai grani e pochi alle carogne. Nidificano sugli alberi, nei buchi delle case di- sabitate, tra le vecchie torri, sotto i tetti, nei cavi delle piante, sugli scogli, nei crepacci delle rocce, fra i ce- spugli e l’erbe, sui giunchi e le canne, e nelle gallerie praticate sotto terra sulle sponde dei laghi e dei fiumi. Fanno una, due o tre covate all'anno. In alcuni la muta è semplice e regolare, altri cambiano due volte all’anno le loro penne. Differiscono in alcuni i due sessi, vestono in altri colori uniformi; i giovani hanno ordinariamente tinte simili alle loro madri. Sono tutti, fatta astrazione di qualche raro caso in contrario, monogami, bastando una sola femmina al maschio. DIVISIONE I. OMNIVORES. Caratteri — Un becco mediocre. forte, robusto, 91 tagliente ne’ suoi bordi; la mandibota superiore più 0 meno incavata: alla punta. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore. Le ali mediocri, terminate a punta acuta. Costumi — Si annoverano in questa Divisione que- gli uccelli che vivono riuniti in numerose famiglie. Una sola femmina è sufficiente pel maschio. Nidificano tra gli alberi, nelle case diroccate, sulle torri e nei buchi naturali delle piante. I. maschi e le femmine si occupano alternativamente all incubazione delle nova. Vivono d’in- setti, di vermi, d’ immondizie ed aggiungono altresì a questo nutrimento i grani ele frutta. Hanno carne dura, coriacea e di cattivissimo gusto al palato. FAMEGLEA EV. CORVIDA *) Caratteri — Un becco grossolano, tagliente, a base denudata od impennata, intiero o scannellato, alle volte arrotondato, arcuato ed allungato, tal altra corto e sot- tile. Le narici coperte da peli o da penne decomposte. Il tarso anelloso, col dito mediano unito alla base col- l'esterno. La coda quadrata o scalare, composta di do- dici penne. i Costumi — Questa Famiglia raccoglie i Generi Cor- vus, Pica, Garrulus, Nucifraga, Pyrrocorax e Gracula. °) Sinonima — Coraces: IlHger, Vieillot — Conirostri: Cuvier — Corvidee: Lesson — Corvile: Bonaparte, Degiarnd — Coracoide: Schinz — Plenirostri e Plercoramfi: Dumenil — Corvini. 92 Sono uccelli che si presentano sotto forme solide e ri- levate, tutti onnivori, ma alcuni particolarmente carni- . vori, altri con regime frugivoro. GENERE XII CORVUS *) Caratteri — Un becco cortissimo, convesso alla base e grosso, un po’ dilatato ai lati, incurvato all’apice e tagliente sui bordi. Le narici basali, rotonde, aperte, scoperte o nascoste da peli che sporgono avanti. I piedi fortissimi con tre dita anteriori ed uno posteriore quasi intieramente divisi; il tarso più lungo del dito di mezzo; le unghie forti e ricurve. Le ali lunghe, acuminate e conterminanti quasi colla coda, ovvero la sorpassano; la 1.* remigante di mezzana lunghezza, la 2. e la 3.* più corte della 4.3, la quale è la più lunga. Costumi — Abbondano questi uccelli durante l’ e- state in tutta l'estensione delle alte montagne, frequen- tano i luoghi sassosi ed a scarpa, e si ritrovano -piut- tosto fra le strette gole che nelle foreste. Diffidenti al- l'estremo e forniti d’un olfato finissimo, sanno evitare 1 pericoli e trovare tutte le immondizie, di cui si fanno pasto prediletto. Rendono all'uomo importanti servigi purgando la terra dai vermi e dagli insetti, ma lo dan- neggiano distruggendo i seminati. Ogni cibo è confacente al loro gusto, e d’inverno scendono tra le pianure a cercare il loro nutrimento. Allora si vedono a pasco- *) Sinonima — Corvus: Linneo e tutti gli autori sistema- tici — Corvi. 93 lare in masse estese tra i campi ed i prati, petulanti ed astuti. Al primo grido d'allarme dato dalla vedetta, tutti si alzano e spariscono. Non subiscono che una sol muta all’anno. I sessi differiscono pochissimo tra loro, ed i giovani dopo la prima muta d’autunno prendono tosto l’ abito degli adulti. Sono monogami ed estesi in tutta 1 Europa. 59. 33. Corvus corax *) Caratteri — Un maschio misura 67 centimetri in lunghezza. Veste tutta la parte superiore del collo d’un colore nerissimo, lucido ed a vivi riflessi porporini; ne- rissima è anche tutta la parte inferiore. Ha la coda molto arrotondata e nera, il becco forte e nero. e neri sono i piedi e le unghie. Tiene due cerchi l’iride, uno grigio- bianco e l’altro cenere-bruno — La femmina è di poco più piccola ed ha tinte meno lucide e riverberanti — I giovani parimenti tengono penne nere senza riflessi — Varia alle volte accidentalmente con penne in parte o totalmente bianche, giallastre o rossastre.” Costumi — Abita a coppie isolate in tutta 1 Eu- ropa e vive nelle alte montagne; non scende che attratto dall’avidità di cibarsi d’animali morti. Ardito e forte, muove guerra aì più grossi falchi. Ha una voce fioca e disaggradevole. Nidifica tra gli alberi più elevati, nei vecchi castelli e nelle case abbandonate, site in luoghi deserti ed isolati, non che nei fori delle rocce. Quivi ") Sinonmia — Corvus: Brisson — Corvus corar: Lin- neo e lulti gli altri autori sistematici — fnglese: The Ra- ven. Lath. — Tedesco: Die Kohlkrahe. Bechs — Francese : Le Corbeau noir. Temm. — Italiano: Il Corvo imperiale. Savi. 94 depone da 3 a 7 uova verdastre a macchie irregolari oscure. Si ciba di carne, di pesci, di rane e di topi; muove guerra alle piccole lepri, alle giovani anitre, ai pulcini, ai fagiani, alle pernici ecc.; le uova degli uc- celli è pasto a lui gradito, e nell'inverno si attacca alle frutta ed ai grani. 60. Corvus leucopheus. Vieill. I Corvo bianco. È una specie molto dubbia trovata alle isole Faroe. Cuvier, Keyserling e Blasius, Schlegel ed altri naturalisti non ritrovano in quest’uccello che una varietà della pre- cedente; Vieillot invece lo dà come distinto; Temminck e Degland lo ammettono provvisoriamente. 61. 34, Corvus corone *) Caratteri — È molto più piccolo del precedente, perchè il maschio ha solo 51 centimetri di lunghezza. È questo di un nero fosco a riflessi vivi d’un colore violetto; ha la coda leggiermente arrotondata, neri i piedi ed il becco, e nocciuola l’irideé — La femmina non è tanto grande èd ha riflessi meno vivi — I giovani avanti la muta rassomigliano alla madre e dopo prendono i distintivi dei sessi. Costumi — Simile nel modo di vivere all’antece- dente, non raggiunge però nei monti quelle altezze smi- surate in cui vive il primo; ama piuttosto soggiornare vicino alle case ed ai muri diroccati. In numerose falangi coprono in ogni epoca dell’anno i prati ed i campi, ed *) Sinonima — Cornir: Brisson — Corvus corone: Lin- neo c tutti gli altri autori sistematici — Inglese : The corvion Crow. Lath. — Tedesco: Die Rabenkrahe. Bechs — Francese : La Corneille noir. Temm. — Italiano; La Cornacchia nera Savi. 95 alle volte si veggono a migliaja posare riuniti e com- patti sugli alberi. Non appena scorgono un pericolo, s'alzano gridando in bande serrate, e cambiano di fronte in massa con una prontezza indescrivibile. Abita nume- roso in tutta l'Europa, ma è forse più frequente nelle parti occidentali. Nidifica tra gli alberi e depone da 4 a 6 uova oblunghe d’un verde turchiniccio con piccole e grandi macchie grigio-cenere od. olivastre. 62. 39. Corvus cornia *) Caratteri — Il maschio raggiunge in lunghezza 53 centimetri, ed ha il collo e tutto il corpo d’un bel gri- gio-cenere; la testa, la gola, le ali e la coda d’un «ero a riflessi bronzati; quest ultima arrotondata; il becco ed i piedi neri, e Il iride bruna — La femmina è alquanto più piccola, il nero della gela sì distende meno sul collo, il riflesso delle ali e della coda è meno vivo, ed il grigio del corpo è misto a rossastro — Varia pure questa spe- cie alle volte per tinte bianche più o meno pronunciate od estese, e per tinte nerastre. Costumi — Sta tutta l'epoca dedicata alla propa- gazione sulle alte montagne accoppiato, e dopo scende in branchi numerosi al piano. Abita le stesse località della specie precedente, ma si mostra più numeroso di quella nella Svezia, e nella Norvegia; i campi poi della Croazia e della Carinzia ne sono alle volte ripieni. Non ‘) Sinonima — Cornia cinerea: Brisson — Corvus corma: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The Rooded Crow. Lath. — Tedesco: Die Nebelkrahe. Meyer —- Fran- cese: La Corncille mantelée. Temm. — Italiano: La Cornae- chia bigia. Savi. 96 i è difficile trovare dei meticci prodotti tra. questa spe- cie e la precedente, caso che suole avvenire nelle parti meridionali dell’ Europa, ove la Cornacchia nera è più rara. È ghiotto dei cadaveri, e ne disputa con avidità il possesso; nel resto non ha niente di diverso nel modo di nutrirsi da’ suoi congeneri. Compone un nido di stecchi, e vi depone 4 o Buova verdognoli con poche macchie bruno-rossiccie. 63. - 36. Corvus frugilegus *) Caratteri — Misura un maschio 59 centimetri in lunghezza, ed ha la base del becco, le narici, la gola ed il davanti della testa prive di penne; il rimanente del corpo è tinto d’un bel nero a riflessi porporini e violetti molto risplendenti. Tiene il becco più sottile e più diritto della Cornacchia nera, colle mascelle ed i piedi neri, e coll’ iride d’un bianco-grigio — La fem- mina, sempre più piccola, ha tinte meno lucide — I novelli al sortire dal nido sono grigi, ma dopo la muta autunnale non si distinguono dagli adulti — Varia meno facilmente delle specie precedenti, ma non è raro il caso di trovarne qualche individuo d’un bianco perfetto ad iride, rossastra con becco e piedi carnicini. Costumi — È questa forse la specie più nume- rosa tra i congeneri, e si colloca nelle selve poste a con- fine dei campi seminati. Al cessare dell'autunno com- *) Simonma — Cornia frugilega: Brisson — Corvus fru- gilegus: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese : The rook Krow. Lath. — Tedesco : Die Saatkrihe. Bechs — Fran- cese: Le Corbeuu freux. Temm. — Italiano : 22 Corvo nero. Savi. 97 pare nella pianura in tale e tanta quantità da coprire interamente i campi ed i prati. Danneggia molto i se- minati ruzzolando per le terre, ma in compenso distrugge delle miriadi di larve, di bruchi e di scarafaggi. Si ciba di topi campagnoli, di grani, di frutta, e poco di cada- veri. Nidifica in massa sugli alberi, e vi depone da 3 a 5 uova ordinariamente d’ un verde sbiadito con mac- chie molto irregolari di colore bruno ed olivastro; va- riano però molto le tinte e le macchie in questa specie. 64. 37. Corvus monedula *) Caratteri — Il maschio è lungo 44 centimetri e 7 od $ millimetri. Ha la sommità della testa d’un nero cangiante in violetto; l’occipite e la parte superiore del collo d’ un grigio-cenere; le altre parti superiori d’un nero lucido a riflessi violetti; e le inferiori d’un nero carico. Il becco. molto più corto di quello delle. specie precedenti, è nero; l’iride è bianca, e neri i piedi. La 1.8 remigante è più corta-della 9.8, la 2.* e la 5.3 sono d’uguale dimensione, e la 4.* è più corta della 3.* — La femmina ed i novelli hanno tinte grigio-rossastre sotto il corpo, riflessi meno lucidi, ed il grigio-cenere del collo molto più ristretto. Costumi — È una piccola specie di Corvo rara tra noi nell’inverno. Vive in tutta l Europa, ma è molto più comune nella Morea, ove se ne vedono voli immensi. Qualche caso di individuo colto colle sue congeneri è av- ") Sivonima — Monedula: Brisson — Corvus monedula: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese : The Jack-daw. Lath. — Tedesco: Die Dohle oder Turm: Bechs — Francese :- Le Choucas. Temm. — Italiano: La Taccola. Savi. L’ Ornit. Ticinese, 7 98 venuto. Sta fra le torri, nelle case disabitate, nei ca- stelli, nei campanili delle chiese ed anche sugli alberi. Quivi nidifica deponendo da 4 a 7 uova verde-oscure a macchie rossastre isolate, ma più compatte all’ estremità. Si nutre di semi, di frutta, d’insetti e d’ uova di uccelli. Passato l’estate in famiglia, scende sui campi e sui prati della pianura misto colle sue congeneriì. 65. Corvus spermologus. Frisch. La Taccola nera. L'e- sistenza di questa specie è data come dubbia da Degland; altri vogliono ch’essa si ritrovi fra le torri ele case di- sabitate della Francia e della Spagna. GENERE XIII» PICA *) Caratteri — Un becco mediocre, diritto, convesso, a bordi taglienti e fornito di penne setacee alla base. Le narici oblunghe. I piedi, come nel genere precedente , ma col dito mediano congiunto coll’esterno alla base. Le ali oltrepassano appena il groppone. La coda lunga e scalare. Costumi — Gli uccelli di questo Genere hanno multe rassomiglianze nelle maniere di vivere con quelli élel precedente, e si distinguono piuttosto pel loro modo di camminare; quelli hanno un andatura grave e posata, questi vanno a piccoli salti ed hanno l'abitudine di na- scondere gli avanzi del loro pasto quando sono satolli. *) Sinonima — Corvus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck — Garrwlus: Temminck — Pica: Bris- son, Vieillot, Cusier, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlesel, Degland — Gazzere. - 99 66. 38. Pica caudata *) Caratteri — Misura 50 centimetri in lunghezza , ed un maschio copre la testa, il collo, la gola, Ja parte alta del petto ed il dorso con un nero carico e vellutato. Porta le penne delle ali alternativamente segnate di bianco e di nero-azzurrastro lucido. La coda unicolore è d’ un nero verdastro a riflessi bronzati; lo scapolare, il petto ed ii ventre sono d’un bianco-puro; il becco, l’ iride ed i piedi neri — La femmina, alquanto più piccola, segna colori meno vivi — I giovani tengono un colore fuli- ginoso alla testa, al collo ed al dorso. Rossastro hanno lo scapolare, e la coda più corta e senza riflessi — Va- ria casualmente per colori bianco-puri nelle penne, nel becco e nei piedi, e per l’iride rossastra. Costumi — Abita tutte le. contrade d'Europa, e preferisce i luoghi di pianura alle alte montagne. Dif- fidente ed audace, s’avvicina ai. prati ed ai villaggi, ed ama poggiare sulle sommità degli alberi e sui tetti delle case ove grida con forza durante l'estate. Vive accop- piata in quest'epoca e nelle altre stagioni si riunisce in voli più o meno numerosi. Si nutre di radici, di semi, di frutta, di uova d’uccelli e dei loro piccoli, e ruba ") Sinonima — Pica: Brisson — Pica caudata: Linneo, Keyserling e Blasius, Bonaparte, Degland — Corvus pica: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck — Pica melanoleuca: Vieillot, Schinz — Pica albiventris: Vieillot — Garrulus picus: Temminck, Tschudi — Pica varia: Schlegel — Pica Europea: Cuvier — Inglese: The Magpie. Gould. — Tedesco» Die Elster. Brehm. — Francesc: La Pie. Temm. — Italiano: La Gazsera. Savi. 400 persino i pomi, che i contadini lasciano sulle finestre delle loro case, e dopo sulle piante attigue bravegsgia coi “suoi accenti acuti e spiacevoli. Nidifica nei vecchi edi- fici, sui tetti delle case, ma più comunemente sul co- mignolo delle piante verticali. Compone il suo nido con. rami spinosi, con stecchi e con radici esternamente, ed internamente con erbe molli ed essiccate. Ai primi di febbrajo è già occupata alla costruzione, e quindi vi de- pone 3 o 4 uova allungate d’un verde sbiadito, sparse di macchie cenere-olivastre. 67. Pica cyana. Gould. La Gazzera cerulea. È pro- pria della Crimea e della Spagna. GENERE XIV GARRULUS *) Caratteri — Un becco mediocre, diritto, compresso, a bordi taglienti. Le narici ovali e nascoste da. penne setolose. I piedi come nel Genere Corvo. Le ali di mez- zana lunghezza con penne arrotondate. Quelle della testa allungate e facili ad essere rialzate in ciuffo. Costumi — Vivono fra i boschi, sono vivaci, ris- sosi e gridano continuamente. Tutto è confacente al loro gusto, ma prediligono i grani. Il maschio e la fem- mina si rassomigliano, ed i novelli differiscono in qual- che parte. Hanno muta semplice ed ordinaria. * Sinonima — Corvus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck — Genus garruli: Brisson — Garrulus: Vieillot, Cuvier, Lesson, Temminck, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Perisoreus et Garrulus: Bonaparte — -Ghiandaje. 101 68. | 39. Garrulus glandarius *) Caratteri — Un maschio è lungo 35 centimetri circa e porta sulla testa penne allungate facili ad es- sere rialzate in ciuffo. Dal becco scendono due baffi neri ed ha il fondo delle penne d’un cenere rossastro, e le pieghe anteriori delle ali cerulee, trasversalmente segnate a linee bianche e nere. Nero è il becco, ceruleo l’iride e nericci i piedi — D'inverno prende tinte più oscure; le remiganti si orlano di un colore cenerino; ed il bianco della gola diventa meno puro — La femmina ha tinte meno vive, ed una testa più piccola — Rassomigliano i giovani alla madre, ma sono più oscuri — Varia acci- dentalmente per tinte immacolate, per le pieghe anteriori delle ali d’un ceruleo puro, per gli occhi rossastri, e pel becco e pei piedi lividi. Costumi — Si ritrova in tutta l'Europa in qua- lunque stagione dell’anno, ma molto più facilmente nella zona temperata; predilige abitare piuttosto le colline che le alte montagne. Inquieto, prudente e selvatico , salta contimuamente, s’ arrampica pegli alberi, tiene alto il capo, ed al minimo pericolo fugge mandando grida disguste- voli. Si ciba di ghiande, di nocciuole, di fave, d’ insetti, di vermi; invade i frutteti d’autunno e ne fa gran gua- *) Sinonimia — Garrulus: Brisson — Corvus. glandarius : Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck — Gar- rulus glandarius: Lesson, Vieillot, Cuvier, Temminck, Kei- serling e Blasius, Banaparte, Schinz, Scllegel, Degland, Tschudi — Inglese: The european Jai. Lath. — Tedesco : Der Eichelkrohe. Bechs — Francese: Le Geai. Temm. — Ita- . liano: La Ghiandaja comune. Savi. 102 sto. Costruisce il nido tra gli alberi a mezzana altezza con stecchi e con sottili radici, e vi depone da 5 a 7 uova turchino-verdastre , seminate a piccole punte olivastre oscure. Nello stato di schiavitù impara a pronunciare. qualche parola. 69. Garrulus melanocephalus. Genè. La Ghiandaja del capo nero. Abita Ja Crimea ed il Caucaso, e vuolsi anche la Grecia; rimpiazza in quelle località la specie testè descritta. 70. Garrulus infaustus. Lath. La Ghiandaja di cat- tivo augurio. La ricetta il nord dell’ Europa, cioè la Nor- vegia, la Svezia e la Russia; non mai i paesi temperati. GENERE XVo NUCIFRAGA *) Caratterî — Un becco a cono allungato, diritto , sottile alla punta; la mandibola superiore arrotondata, senza angolo saliente, più lunga dell’ inferiore, tutte e due terminate in punta ottusa e depressa. Le narici ba- sali, arrotondate, aperte, nascoste da peli diretti in a- vanti. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore; l'esterno congiunto alla base col mediano; tarso più lungo del dito di mezzo. Le ali acuminate colla 1. re- migante di mezzana lunghezza, la 2.8 e la 3.* più corte della 4.%, la quale è la più lunga, ") Sinonimia — Corvus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Cuvier — Genus nucifrag@: Brisson — Nucifraga: Vieillot, Temminck, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — Caryocatactes: Cu- vier, Schlegel — Nocciolaje. e 103 Costumi — Questo Genere racchiude una sola spe- cie europea, la quale trovasi nei paesi settentrionali di tutti e due gli emisferi. Si avvicina per costumi ai Zi- godatili, perchè come quelli s' arrampica sugli alberi, fora le cortecce, e ne estrae le larve e gli insetti; si nutri- sce però anche di frutta, di noci e di nocciuole. Vive piuttosto al monte che al piano, emigra in bande nu- merose, con regolarità in alcuni luoghi, ed in altri ad intervalli. La muta è semplice ed ordinaria; i sessi nor differiscono tra loro; ed i giovani raggiungono dopo l'autunno i colori degli adulti. 74. 40. Nucifraga caryocatactes *) Caratteri — Ha 35 centimetri di lunghezza, ed il maschio adulto pinge tutte Je sue penne.d’una tinta fu- liginosa, pura sulla testa, ma variata sul dorso da grandi macchie bianche sparse come goccie d’aqua. La parte inferiore, dello stesso colore nel fondo, contiene pure molti segni bianchi, più grandi e disposti longitudinal- mente sopra ciascuna penna. Le ali ela coda sono nere, e quest’ultima porta l’estremità segnata da uno spazio bianco, colle penne intermediarie logore alla punta — Distinguonsi la femmina ed i novelli nelle macchie, le * ) Sinonima — Nucifraga: Brisson — Corvus caryocalac- fes: Linneo, Gmelin, Latham, Vieillot, Cuvier, Meyer e Wolf, Temminek — Nucifraga caryocatactes: Temminck, Schinz, Keyserling e Blasius, Degland, Tschudi — Caryocatactes nu- cifraga: Bonaparte, Schlegel — Inglese: The common Nule- racker. Lath. — Tedesco: Der gesleckhte Nussheler. Bochs. — Francese : Le Casse-noix. Temm. — Italiano: La Nocciolaja. Savi. 4104 quali invece di essere bianche tengono del giallastro — Varia alle volte per colori bianco-puri o giallastri; per la coda e per le ali bianche; per il becco, i piedi e l’iride rossi o rossastri, essendo i primi, nello stato nor- male, neri, e l’ultima nocciuola. . Costumi — È un bell’uccello, che si mette seden- tario nei boschi di faggi e di quercie sugli alti monti e vi passeggia in tutta la sua estensione; alcune volte emigra e manca in una data località per molti anni. Trovasi pertanto diffuso in molte parti dell'Europa, e specialmente nella Norvegia, nella Lapponia, nella Sve- zia, nella Germania e nella Svizzera. Durante l'inverno scende nei boschi della pianura ed alle volte capita tra noi; ne uccisi alcuni nei boschi di Castagnola vicino a Lugano. Si nutrisce d’uova d’uccelli, d’uccelletti, di fa- giuoli, di nocciuole e di ghiande; quando è satollo, na- sconde gli avanzi del pasto nel buco di qualche pianta per mangiarli a tutto suo agio; le larve e gli insetti sono il suo pascolo prediletto nella stagione estiva. È uccello poco selvatico, anzi lo direi stupido, lasciandosi cogliere dai fanciulli. È abbondantissimo nella Svizzera nell’alta Engadina, e Tschudi narra, che sul Geiszsfelap, montagna nel Cantone di Glarona a 4,500 met. d’alt., fu trovato un nido di questo uccello all’epoca della Pa- squa, ed era piuttosto anticipata, in cui si trovavano due piccoli, che dovevano indubbiamente provenire da uova deposte e covate durante l'inverno. Colloca ordi- nariamente il suo nido tra i fori degli alberi, e vi de- pone da 4 a 6 uova grigio-rossastre a macchie oscure. 105 GENERE XVI, PYRRHOCORAX *) Caratteri — Un becco mediocre, compresso, al- quanto arcuato, leggermente incavato alla punta. Le na- rici ovoidi, nascoste da penne setacee. I piedi forti, come quelli dei Corvi. Le unghie arcuate e -molto acute. Le ali lunghe ed appuntate. La coda arrotondata. Costumi — Una sola specie di questo Genere rac- coglie l'Europa, e questi. uccelli hanno costumi e modo di vivere comune coi Corvi. Stanno in grandi brigate, ed abitano le più alte valli delle alpi, nelle regioni ove il ghiaccio è perenne, e non discendono al piano, che quando loro manca l’alimente. Nidificano nelle fessure delle rocce, tra burroni inaccessibili, ed. anche sulle torri o nelle case cadenti. Prendono qualunque cibo; cioè semi, grani, larve, insetti e sopratutto immondezze e carogne. La loro muta è semplice ed ordinaria; i sessi non sì distinguono, ed i giovani facilmente si conoscono. 73. 44. Pyrrhocorax alpinus **) Caratteri — È lungo 40 centimetri circa, e tanto ‘) Simonima — Corvus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck — Pyrrhocorax: Brisson, Cuvier, Vieil- lot, Temminck, Lesson, Schinz, Keyserling e Blasius, Bona- parte, Schlesel, Degland — Gracchi. “) Sinonima — Corvus pyrrhocorax: Linneo, Gmelin, La- tham, Meyer e Wolf, Temminck — Pyrrhocorax: Brisson — Pyrrhocorax alpinus: Cuvier, Vieillot, Lesson, Buonaparte, Key- serling e Blasius, Degland — Pyrrhocorax pyrrhocoraw. Tem- minck, Cuvier, Schinz, Tschudi — Inglese: The alpine Crow. Lath. — Tedesco: Die Alpinekrihe. Meyer — Francese: Le Pyrrhocorar chequard. Temum. — fta'iano: 2 Gracchio. Savi. 106 Se il maschio quanto la femmina portano penne tutte nere a riflessi verdi, violetti e porporini, più vivi però e più spiccati nella loro parte superiore. Hanno la coda al- quanto arrotondata, colle ali che non la oltrepassano. Giallo tengono il becco, bruna l’ iride, rossi i piedi, e nera la punta dei piedi — Si ritrovano alle volte individui coi piedi frammisti di osso e d’oscuro, colle penne nere senza riflesso, col becco nero, e colla mandibola infe- riore giallastra. Sono questi ordinariamente femmine, o giovani nati in quell’anno. | Costumi — Non havvi uccello, che al pari di que- sto abiti le località più elevate delle montagne. Nella Svizzera, ove è abbondantissimo, fu visto sul mare di ghiaccio di Toedi a 44,100 met. d’altit. e sul Fin- steraarhorn a 43,100. Vive e vola a'ttorme e scava i ghiacci ad una grande profondità per ritrovare gli insetti ge- lati, di cui è ghiottissimo; avido è pure della carne pu- trefatta, e scende tra le valli per disputare al cacciatore la sua preda. Si ritrova nel Tirolo, nella Baviera, nella Carinzia, nei Pirenei, e d'inverno si vede anche tra noi. È ritenuto dai pastori coms profeta della stagione cruda, se parte anzitempo da quelle altezze. Vuolsi che sì man- tenga per molte generazioni nella stessa grotta. Quivi accomunato prolifica tra i crepacci formando un nido piuttosto lato composto di lunghe erbe, e vi depone da 3 a 5 uova grigio-cenere a macchie più oscure. GENERE XVII CORACIA *) Caratteri — Un becco allungato, sottile, arroton- _— *) Sivonimia — Corvus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer 107 «dato, arcuato ed appuntato. Le narici arrotondate, co- perte da pente setacee sporgenti in avanti. I piedi, le ali e la coda, come nel Genere precedente. Costumi — Hanno modi comuni di vivere cogli «uccelli sopra descritti, 73. 42. Coracia graculus *) Caratterî — Maschio e femmina hanno 42 0 43 centimetri di Innghezza, e vestono penne totalmente nere a riverberi cangianti in verdé, porporirio e violetto. Lun- ghe hanno le ali, lungo il becco, quadrata la coda, rosso- vermigli i piedi, bruna l’iride e giallo-zafferano la lin- gua — Giovane, ha neri i piedi ed il becco, ed i ri- flessi non sono tanto vivi. ; Costumi — È un bellissimo uccello che* ha per patria anch'esso le regioni coperte di neve, ove non si trova in masse tanto grandi, quanto la precedente. Nella Svizzera una volta nidificava sul Sentis e sugli alti cam- panili dei Grigioni: attualmente lo si ritrova nell’Ober- ‘e Wolf, Temminck — Genus coracie: Brisson — Coracia : Vieillot, Degland — Fregilus: Cuvier, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel — Pyrrkcorax: Temmincek, Schinz — Gracchi. *) Sinonima — Corvus graculus: Linpeo, Gmelin, La- tham, Meyer e Wolf, Temminck — Fregilus graculus: Cu- vier, Bonaparte, Keiserling e Blasius, Schlegel — Freqilus eu- ropeus: Lesson — Pyrrhocorax graculus: Temminck, Tschudi — Coracia: Brisson — Coracia graculus: Degland — Cora- cia eryihroramphos: Vieillot — Inglese: The Chough. Gould. — Tedesco: Die Steinkrahe. Schinz — Francese: Le Pyr- rhocorax coracias.Temm. — Italiano: Il Gracchio forestiero. Savi. 108 halpstein, luogo che abbandona. nell’ ottobre per ritor- narvi nell’ aprile. All’Ospizio del S. Bernardo si pre- senta tutti gli anni per non fermarsi che due o tre giorni. Nidifica anch'esso nelle località predilette dalla specie precedente, con cui condivide i costumi e le abi- tudini. Uguale ha il nutrimento, e d’inverno ruzzola fra « gli escrementi bovini per trovarsi qualche insetto o qual- che grano. Da 3 a 5 sono le uova che depone e ten- gono del giallo sporco a macchie brune. Qualche indi- viduo mi avvenne vedere da noi nella stagione jemale unito a quelli della specie antecedente. FARMEIGLEA VW. AMPELIDE °) Caratterìî — Un becco forte, molto fesso, carenato, intiero, dilatato alla base, scannellato e ricurvo alla punta. Costumi — Non comprende che un Genere ed una Specie Europea , di cui qui sotto vedremo i costumi; chiamasi il Genere Bombycilla. GENERE XVHilo BOMBYCILLA **) Caratteri — Un becco corto, diritto, ricurvo tanto ‘) Sinonima — Crenirostri o Cliforamfi: Dumeril — Seri cati: Illiger —- Baccivori: Vicillot — Cotinghe: Cuvier, Les- son — Ampelide: Bonaparte, Degiand — Cotinghe. **) Sinonima — Ampelis: Linneo, Gmelin, Latham, Du- meril, Meyer e Wolf — Bombycilla: Brisson, Vicillot, Cu- 109 sopra quanto sotto; la mandibola superiore, leggiermente ricurva all'estremità, termina con un dente visibilissimo. Le narici basali, ovoidi, forate da una parte all’ altra, aperte davanti e nascoste da piccole penne che sporgono dalla fronte. I piedi cortissimi; tre dita anteriori col- l'esterno riunito alla base a quello di mezzo e coll’in- terno totalmente libero; un altro dito posteriore. Le ali mediocri colle due prime remiganti più lunghe, la 2.3 alquanto più lunga della 1.% Costumi — Vivono questi uccelli nei paesi setten- trionali dell'Europa e di preferenza nelle parti orientali. Difficilmente abbandonano queste località; un abbassa- mento di temperatura oppure la mancanza di nutrimento rendendo insopportabile quella dimora, emigrano e com- pariscono in altre parti ed anche da noi. Amano vivere tra le piante resinose ‘e si nutriscono con bacche e con frutta. Il maschio si distingue dalla femmina, ed i no- velli differiscono moltissimo prima della muta autunnale, che hanno semplice ed ordinaria. 74. 43. Bombycilla garrula *) Caratteri — È lungo 21 centimetri. Un maschio adulto porta sulla testa penne allungate rizzabili in ciuffo. vier, Bonaparte, Keiserling e Blasius, Schinz, Sch!egel, De- gland — Bombycivora: Temminck — Ciarloni. ') Sinonimia — Ampelis garrulus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf — Bombycilla bohemica: Brisson — Bomby- cilla garrula: Vieillot, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — Bombycivora garrula : Temminck — Inglese The boemian Chatterer. Lath. —- Te- desco: Der curopaischer Seidenschwantz. Bechs. — Francese: Le grand Jaseur. Temm. — Italiano: 7 beccofrusone. Savi. 110 Tanto la parte superiore, quanto l’inferiore del di lui corpo è di un cenere rossastro, molto più carico al di sopra. Le penne delle narici, la fascia sopra gli occhi e la gola sono d’un nero carico colle remiganti pari- menti nere, le quali finiscono con una macchia angolare. in forma di un V di colore giallo e bianco; 8 o 9 di quelle penne secondarie terminano in bianco, con un pro- lungamento cartilaginoso d’ un rosso vivo. Ha penne sopra la coda a tinte marrone, e questa è nera con punta gialla — La femmina ha lo spazio nero della gola molto più piccolo, e solo 4 o 5 penne secondarie delle ali col pro- lungamento cartilaginoso — I giovani prima della muta mostrano poche appendici alle penne alari. Costumi — Abita durante l'estate al polo artico, ed effettua regolarmente il suo passaggio nelle contrade orientali dell’ Europa; accidentalmente di quando in quan- do si lascia vedere anche da noi. Si può ritrovarlo dal mese di Novembre a tutto Gennajo, ed è proprio in quest'epoca che fu visto alcune volte nel nostro Can- tone. Nidifica in località altissime tra balze scarpate, e depone 2, 4, ed anche 6 uova oblunghe d’un bianco sucido o giallastro, a piccole punte e macchie nerastre. Si nutrisce di vermi, d’insetti e di semi; è uccello poco selvatico e si lascia facilmente avvicinare. FAREEGILIA VI. CORACIADIDA *) Caratteri — Un becco grossolano, conico, com- ") Sinonima — Plenirostres: Dumeril — Coraces: Illiger Lil “presso, largo alla base colla mandibola inferiore un pe’ ricurva all’ estremità; le narici denudate; il tarso corto. Costumi — Sebbene gli uccelli compresi in questa Famiglia non siano strettamente onnivori ma. piuttosto insettivori, tuttavolta la forma del loro becco ed i modi grossolani, che esternamente presentano nel loro. corpo, li avvicinano più a quella dei Corvi che alle altre. È rappresentata in Europa dal solo Genere Coracias. GENZBE XIXo CORACIAS *) Caratterì — Un becco mediocre, compresso, più alto che largo, diritto, tagliente; la mandibola superiore ricurva verso la punta. Le narici basali, laterali, lineari, diagonalmente forate ed a metà chiuse da una mem- brana fornita di penne. I piedi a tarso più corto del dito mediano con tre dita anteriori ed uno posteriore totalmente divisi. Le ali lunghe colla 4.* remigante al- quanto più piccola della 2.%, che è la più lunga. Costumi — Questi uccelli, di cui l Europa non accoglie che una sola specie, non si nutriscono che d’in- setti. Hanno indole feroce, poco socievole ed abitual- mente non stanno che tra le più fitte foreste. I maschi diversificano dalle femmine per tinte più lucide e più belle. La loro muta è semplice ed ordinaria. — Conirostres: Cuvier — Ampelide: Bonaparte — Coracia- dide: Degland — Coraciani. ") Sinonima — Genus galguli: Brisson — Coracias : Lin- neo e tutti gli altri autori sistematici — Ghiandaje, Pio 112. 79. 44. Coracias garrula *) Caratteri — Misura 32 centimetri circa in lun- ghezza. Un maschio adulto tiene sulla testa e sull’alto del collo un colore azzurro sbiadito a riflessi verdi. Pinge il dorso e lo scapolare d’un bel rossiccio e le piccote coperture alari d’un azzurro violaceo risplendentissimo. Sono le di lui parti inferiori d’ un celeste oltremare più o meno oscuro, e le penne laterali della coda sorpassano le altre di qualche millimetro. L’iride ha doppio cerchio, bruno I uno e grigio l'altro; giallastri ha i piedi e bruno il becco a base giallastra — La femmina ha in genere tinte più oscure, ed i novelli, oltre ad essere più oscuri, mostrano le loro parti inferiori d’ un grigio verdastro. Costumi — È questo un bellissimo. uccello che abita le grandi foreste della Svezia e della Germania, e che si mostra d’inverno nella Grecia, nella Sicilia, nell’Italia e nella Francia meridionale. Alcuni individui si vedono alle volte anche-da noi e ne furono uccisi. Tschudi assicura, che maschi adulti furono segnalati tra le rocce del lago dei quattro Cantoni, e che vi nidifica. Compone un rozzo nido negli alberi cariati, e vi depone da 4 a 7 uova bianco-lucenti. Si nutrisce di grilli, di scarafaggi, di cavallette, di vermi e d’altri insetti, e qual- che rara volta di piccoli rettili e di piccoli rannocchi. ") Sinonima — Galgulus: Brisson — Galgulus garrulus : Vicillot — Coracias garrula: Linneo, Gmelin, Latham, Cu- vier, Temminck, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Inglese: The Roller. Lath. — Tedesco: Die Blaue-Racke. Meyer — Francese: Le Roller vulgairve. Temm. — Haliano: La Ghiandaja marina, Savi. di 113 FAMIGLIA VII. ORIOLIDA *) Caratteri — Un becco dilatato ; le fosse nasali profonde ; le ali allungate oltre la metà della coda; i piedi robusti a tarso lungo quanto il dito mediano. Costumi — È una Famiglia distinta, composta an- ch’essa d’un solo Genere europeo chiàmato Oriolus, e d’una sola specie; qui sotto ne vedremo la. descrizione. GENERE XXoe ORIOLUS **) Caratterî — Un becco a cona allungato, orizzon- talmente compresso alla base e tagliente; la mandibola superiore rialzata da un angolo ed incavata alla punta. Le narici basali, laterali, nude, orizzontalmente forate in una grande membrana. I piedi con tre dita anteriori ed ‘uno posteriore; il tarso quasi uguale al dito di mezzo, e questo riunito all’esterno. Le ali mediocri colla 4.* remigante cortissima, la 2.* più lunga e la 3.* più di tutte le altre. i Costumi — Stanno questi uccelli accoppiati nella stagione estiva tra le boscaglie dell’ Europa, che abban- donano totalmente nell’inverno. Costruiscono un nido ") Simonima — Texiores: Vieillor — Oriolide: Boie, De- gland — Orioline: Swains, Gray, Schinz, Bonaparte — Rigonoli: Lesson, Schlegel — Rigogoli. i "*) Sinonima — Oriolus: Linneo e tutti gli altri autori, sistematici — Rigogolo. L’ Ornil, Ticinese, 8 14% artistico nella biforcatura delle piante o sull’ alta cima degli alberi. Vivono d’insetti di differenti specie. e di frutta anche non mature. I maschi molto differiscono dalle femmine, ed i novelli si avvicinano di più alla ma- dre; hanno muta semplice ed ordinaria. dda 45. Oriolus galbula *) Caratteri — È lungo 27 centimetri e 5 millimetri. Un maschio adulto ha tutta la parte superiore ed in- feriore d’una bellissima tinta giallo-dorata con una mac- chia nera posfa tra l'occhio ed il becco, e colle ali e la coda ‘nere, orlate di giallo. Marrone-rossastro è il becco, rosso-vivo Yiride, e grigio-azzurri i piedi — Si contraddistingue la femmina per un verde-olivastro nella parte superiore del corpo, e per un grigio-biancastro, tinto di giallastro, nella inferiore. Porta su queste parti delle strisce brune, collocate lungo lo stelo delle penne, ed ha ali brune, orlate di grigio-olivastro cella coda di quest’ ultimo colore, tinta di nerastro — I giovani avanti la loro prima muta hanno superiormente tinte bruno- olivastre colle penne frangiate di giallo-verdastro, ed in- feriormente colori arsentini con macchie longitudinali brune, disposte lungo il collo, il petto e l'addome, e con qualche tinta giallastra sui fianchi, sul basso ven- tre, e sopra e sotto le coperture caudali — Dopo la prima muta tengono caratteri consimili alla loro madre, sicchè facilmente si possono confondere; alla seconda i ") Sinonima —Oriolus: Brisson — Oriolus galbula: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The golden Oriole. Uath. — Tedesco : Der gelber Pirol. Meyer — Trancese: Le Loriot. Temm. — Italiano : Il Rigogolo. Savi. 115 sessi si distinguono perfettamente — Sonvene alcuni, soltanto casualmente, i quali tengono segni neri più o. meno estesi, sparsi sopra il giallo brillante. Costumi — È comunissimo durante la bella sta- gione in tutti i boschi dell'Europa, meno nell’Inghil- terra, ove mostrasi per puro caso, e si mette volontieri vicino ai happi d’aqua. Brillante e selvatico sa nascon- dersi tra le foglie, entro cui difficilmente si distingue. Ci arriva al pripcipiare del maggio per ripartire coll’a- gosto, e sul S. Gottardo se me prendono moltissimi nel passaggio autunnale. Appena giunto si occupa alla co- struzione del nido, e. lo. edifica con arte dandogli, una forma emisferica ed intrecciandolo con lane. delicate e. con foglie di sramigna; lo colloca tra gli alberi o Io. sospende ad un ramoscello, e vi depone. 4 o 5 uova di forma oblunga e di tinte bianche con macchie nere ir- regolari. Si ciba d’ogni sorta d’insetti, di larve e di frutta. FAMIGLIA VIII. STURNIDE *) Caratteri — Un becco mediocre, diritto, longicono, a punta ottusa, un po’ schiacciato, ed alle volte com- presso. I piedi robusti, a tarso nudo; il dito mediano e l’esterno più o meno congiunti alla base. Le ali lun- ghe. La coda composta di 42 penne. ") Sinonima — Conirostri: Dumeril, Cuvier — Gregarii : Illiger —- Sturnine: Bonaparte — Leimonites: Vicillot — Tur- dide: Schinz — Sturnide: Degland — Stornini. 116 Costumi — Questa Famiglia contiene nell’ Europa . i due Generi Sturnus e Pastor. GENERE XXlo STURNUS *) Caratteri — Un becco mediocre, diritto, longicono, depresso, lesgiermente ottuso; la base della mandibola superiore sporgente sulla fronte, la punta molto depressa senza scannellatura. Le narici basali, laterali, a metà chiuse da una membrana incurvata. I piedi con tre dita ante- riori ed uno posteriore; l'esterno riunito alla base col mediano. Le ali lunghe, colla 4.* remigante cortissima, la 2° e la 3.* più lunghe di tutte. Costumi — Vivono in tutto l’antico continente dal Capo di Buona Speranza sino alle rive ghiacciate della Siberia. Fanno comunella di famiglia, eppure sono fra loro turbolenti e litigiosi. Seguono gli armenti in cerca di tafani ed altri parassiti, corrono pei campi e pei prati prendendo vermi e cavallette, volteggiano numerosi at- torno le torri, i colombai, i vecchi castelli e gli alberi altissimi ove nidificano, ed amano riunirsi presso i ru- scelli stagnanti per passarvi la notte. Ci arrivano dal- VAfrica a grosse volate nel marzo, e vi ritornano nel settembre; riprendono quasi sempre nell'estate la Ioro originaria dimora, ed in alcuni luoghi usano attirarli a nidificare per levarne poi i novelli, la cui carne è eccel- lente. Nello stato di schiavitù sono singolari buffoni, imi- *) Sinonimia — Genus sturni: Brisson — Sturnus: Lin- neo e gli altri autori sistemalici — Storno. 117 tano il grido di quasi tutti gli animali, ed imparano a parlare distintamente. La loro muta è semplice ed or- dinaria, ed i maschi e le femmine poco differiscono, ciò che non è dei giovani. 77. 46. Sturnus vulgaris *) Caratteri — Ha 23 centimetri di lunghezza, ed un maschio in abito di nozze veste penne generalmente nere a riflessi brillantissimi di colore porporino e verde do- rato. La parte superiore è più o meno marcata da pic- cole punte triangolari bianco-rossastre, e le coperture in- feriori della coda da piccoli orli bianchi. Giallo ha il becco, carnicini i piedi, e bruno-nocciuola l’iride — D’au- tunno il becco diventa bruno conservando soltanto ta punta giallastra; Ie di lui penne si fanno più nerastre, e le macchie, divenute bianco-rossastre, rifulgono per un numero maggiore — La femmina distinguesi d’ estate, perchè mantiene il colore autunnale del maschio — Han- ‘no i novelli penne cenerine più cariche nella parte su- periore e più smunte nell’inferiore, meno affilate e meno lucide; la gola e l’addome biancastri, ed i piedi bruni — Dopo la muta prendono caratteri simili a quelli dei genitori nel loro abito jemale. Costumi — Frequenta gli alberi posti al limitare del prati e si nutre di larve, di vermi, e .d’insetti, che ") Sinonima — Sturnus: Brisson — Sturnus varius: Meyer e Wolf, Schinz — Sturnus vulgaris: Linneo, Gmelin, La- tham, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Key- serling e Biasius, Schlegel, Degland, Tschudi — Inglese: The Stare. Lath. — Tedesco: Die gemeine Staar. Bechs — Fran- cose : L’ Etorneau vulgaire Temm. — Italiano: Lo Storno. Savi. 148 cerca anche tra gli escrementi bovini, ed ama anche fe frutta, specialmente l’uliva. Nidifica deponendo da 5 a 6 uova di un colore turchino pallido misto a verdastro. Si vedono voli numerosi di passo nell’ottobre e nel marzo. 78. Sturnus unicolor. La-Marmora. Lo Storno mero. . È proprio soltanto della Sardegna e della Sicilia. Vive come la specie precedente, poggia volontieri al mattino sul Cactus opuntium, pascola di giorno al piano, sì ri- covera di notte tra le rocce o sui tetti delle case, e va a svernare nell’ Africa. GENERE XXilo PASTOR *) Caratteri — Un becco a cono allungato, tagliente, molto compresso, leggiermente arcuato, colla punta de- bolmente incavata; nessun pelo isolato all’apertura del becco. Le narici basali, laterali, ovoidi, a metà chiuse” da una membrana munita di piccole piume. I piedi ro- busti con tre dita anteriori ed uno posteriore, e col l’esterno unito alla base col mediano ; il tarso molto più lungo del dito di mezzo. Le ali come nel Genere precedente. Costumi — Tengono abitudini analoghe agli uc- celli testè descritti. Vivono pertanto in comunione, viag- *) Sinonima — Genus turdinum: Brisson — Merula: Key- serling e ,Blasius — Turdus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Vieillot — Pastor: Temminck, Lesson, Schinz, Schle- gel, Degland — Gracula: Cuvier — Acridotheres: Ranzani, Bonaparte — Storno. 119 ‘giano a branchi, svolazzano pei campi in cerca d’insetti, preferiscono i grilli e le locuste, ed amano molto le frutta: seguono anch'essi gli armenti, dal cui dorso ca- vano gl’insetti che li tormentano. La muta è semplice ed ordinaria, i sessi poco differiscono, ma i novelli mol- Lissimo. 73. WT. Pastor roseus *) Caratteri — Lungo 22 centimetri e 3 0 4 mil- limetri. Il, maschio adulto porta sulla testa un ciuffetto di penne, il quale si prolunga assottigliandosi coll’ in- vecchiare dell’uccello. La testa, ii collo e l'alto petto è d’un nero a riverberi violetti; il ventre, l'addome e tutto il dorso d’ una bella tinta rosa: le ali e 1a coda d’un bruno viola a riflessi. Ha le coperture alari orlate d’un rosso chiaro, e quelle inferiori della coda di bian- castro. Tiene la mandibola superiore del becco, e ia punta dell’inferiore d’un rosso giallastro, e nero il ri- manente. Giallastri sono i piedi e bruno-carico |’ iride — La femmina non ha ciuffo sul capo, 1 colori sono in lei meno vivi, il rosso è più terreo e qualche volta mi- sto di bruno — Bifferiscono molto i giovani avanti la prima muta autunnale, perchè non si ravvisa in loro la più piccola tinta dell’uccello adulto. Hanno in quel- ") Sinonimia — Merula rosea: Brisson, Keyserling e Bla- sius — Turdus roseus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Vieillot — Pastor roseus: Temminck, Lesson, Schinz Schlegel, Degland — Gracula rosea: Cuvier — Acridotheres roseus: Ranzani, Bonaparte — Inglese: The rose coloured Thrush. Lath. — Tedesco: Der rosenfarbige Drossel. Meyer — Francese: Le Martin roselin. Temm. — Italiano: Lo Storno marino. Savi, 120 l’epoca tutta la parte superiore del corpo di un solo colore bruno-isabella, le ali e Ja coda brune orlate di bianco e di cenere, la gola e la metà del ventre d’un bianco-puro, e tutto il rimanente delle parti inferiori d’un bruno-cenere. Gialla è la base del becco e bruna l’altra parte; bruni sono pure i piedi, e non trovi in loro alcun indizio di ciuffo — Dopo la prima muta, la testa ed il collo si coprono di penne nerastre ad. orli cenerini, il petto, il ventre e l'addome prendono del bianco rossastro, le ali e la coda si fanno d’ un bruno- nerastro con leggieri riflessi e con orli bianchicci, il dorso diventa bruno-chiaro, e le coperture superiori ed inferiori della coda mostrano un bruno ad orlì cenere- rossastri — Alla seconda muta sono adulti, ma le loro tinte non prendono i colori brillanti che alla susseguente primavera. Costumi — È un grazioso uccello, che, al paro della Bombycilla garrula, abita le parti orientali dell’ Europa. Apparentemente si lascia di quando in quando vedere ira noi, spinto a perseguitare quegli insetti, di cui, come quella, fa pasto prediletto, o cacciato da venti o da al- tre cause accidentali. È pertanto più frequente nell’Un- sheria e nella Dalmazia, che non lo sia nella Francia, nella Svizzera e nell’Italia; dice però Savi aver nidifi- cato in molte parti della penisola, e Tschudi cì assicura essere stato ucciso sul lago di Thun e del Hallwyl, vi- cino a Berna, a Winterthur, nel Simmenthal, e nei Can- toni d’Uri e di Glarona. Tengo un individuo adulto preso nelle vicinanze di Como. Nidifica nei tronchi de- gli alberi o nei buchi delle case o delle rocce, depone da 4 a 6 uova, di cui non sono ancora stati indicati i colori, ed emigra in bande molto numerose. 121 DIVISIONE II. INSECTIVORES. «Capatterî — Un becco mediocre o corto , diritto, arrotondato, leggiermente tagliente od appuntato; la man- dibola superiore ricurva ed incavata alla punta, munita alla base nella maggior parte di alcuni peli setolosi spor- genti in avanti. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore , articolati allo stesso livello; l'esterno con- giunto alla base, e sino alla prima articolazione, al dito mediano. Costumi — Hanno gli uccelli raccolti in questa Divisione una voce armoniosa e sonora. Si nutriscono tutti d’insetti e non prendono ordinariamente alcun al- tro nutrimento; i bachi servono loro di pascolo acces- sorio all’epoca della emigrazione. Fanno 2 o 3 covate all’anno, ed abitano fra i boschi, i cespugli ed i ru- scelli, ove solitari nidificano. FAMEGLIA IX. LANIADA °) Caratteri — Un becco convesso, compresso, dentato ed uncinato; la mandibola inferiore ripiegata ed acuta all'estremità. I piedi e le ali mediocri. La coda con do- dici penne. *) Sinonima — Crenirostri: Dumeril — Colluriones : Vicil- lot — Dentirostri: Cuvier — Laniade: Vigors, Schinz, De- gland — Laniadei: Lesson — Lanide: Bonaparte — Lanidi. 122 Costumi — Hanno abitudini rimarchevoli per po- terli raccogliere in una Famiglia distinta. Sono stati stralciati dagli uccelli di rapina, ov erano stati collocati da Linneo, perchè non hanno realmente caratteri fisici, nè modi di vivere tali da poterveli conservare. E com- posta del solo Genere Lanius. GENERE XXIII LANIUS *) Caratteri — Un becco mediocre, robusto , diritto sino all'origine, molto compresso; la mandibola supe- riore distintamente ricurva alla punta, ove si piega ad uncinetto; la base senza cera, fornita di peli ispidi spor- genti in avanti. Le narici basali, laterali, quasi rotonde, ‘a metà chiuse da una membrana arcuata quasi sempre nascosta tra i peli. I piedi a tarso più corto del dito mediano, con tre dita anteriori ed uno posteriore total- mente divisi. Le ali molto corte colla 4.* remigante di mezzana lunghezza, la 2.* più corta della 3.2 e della 4.°, che sono le più lunghe. La coda di forma più o meno conica. Costumi — Sono uccelli coraggiosi e crudeli. Pic- cole specie di rapina, attaccano vermi ed insetti, per- seguitano le lucertole, i sorci e persino i loro consimili; si slanciano sulle piccole pernici, sui tordi, contro le *) Sinonima — Genus lanii: Brisson — Falco: Linneo — Lanius: Linneo, Gmelin, Latham, Dumeril, Meyer e Wolf, Temminck, Cuvier, Lesson, Keyserling e Blasius, Schlegel, Schinz, Degland — Laminse Enneoclonus: Bonaparte — Averla. | 123 cornacehie, e se non li distruggono , li incalzano però sino a tanto che sono obbligati ad allontanarsi dal loro territorio. Tolgono al cacciatore la preda caduta nei lacci, e gettansi sulle gabbie che racchiudono gli uccelli can- ‘tori. Infilzano sugli spini per singolare abitudine la loro preda onde squarciarla più comodamente. Volano con velocità, ma in un modo irregolare ed ondulato; la loro coda è in un-continuo moto anche volando. Hanno un canto nojoso ed ingrato, abbenchè sì studino di ripro- durre, e con successo, le melodie degli altri uccelli; abi- tano nei boschi piani, fra i cespugli ed i. prati. Com- pongono un bel nido alla biforcatura delle piante, for- mato con erbe e con altre sostanze lanugginose; emi- grano nell'inverno. La loro muta è doppia in alcune specie, in altri semplice ed ordinaria ; 1 sessi differiscono più o meno nelle loro tinte, ed i novelli pochissimo dalle madri. da 80. 48. Lamis excubitor *) Caratteri — Dà 23 a 24 centimetri in lunghezza. Porta il maschio la testa, la nuca ed il dorso d’un bel cenere chiaro; una larga fascia nera gli passa sopra l’oc- chio e copre anche V’orificio dell’orecchio. Sono le. di lui parti inferiori d'un bianco-puro, le ali corte e nere, l'origine delle remiganti e l’ estremità delle penne secon- darie bianche. Ha bianche le due penne esterne. della *) Sinonimia — Laniîus cinereus: Brisson — Lanius excu- bitor: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The great cinereus Shrike. Lath. — Tedesco: Der graver Wiirger- Meyer — Francese: La Pie Grièche grise. Temm. — Uaiiano: L’Averla maggiore. Savi. » 124 coda, la terza nera al centro, la quarta con uno spazio bianco grande all’ estremità, Ja quinta simile, ma. col bianco meno esteso, e le mediane totalmente nere, come neri sono pure il becco ed i piedi — La femmina poi ha le parti superiori d’un cenere più sbiadito, e le in- feriori biancastre; ciascuna penna del petto è circuita da un orlo crescente cenere-smunto, le secondarie delle ali da uno più piccolo e bianco, ® le caudali sono più nere alla base — Vestono i giovani, prima della loro muta autunnale, colori molto più oscuri; hanno le parti inferiori molto variate da strisce trasversali e semi-cir- colari, e portano l'estremità delle remiganti bianche — Dopo la muta, mano mano che si avanzano nell’età, le strisce spariscono, e nei maschi non si ravvisano più dopo la seconda muta — Varia alle volte per un bianco perfetto o per un nero appena indicato. Costumi — Passa l'estate tra i monti elevati, ed è sparso per tutta 1’ Europa settentrionale e temperata. Ni- difica nella Svizzera, ed arriva tra noi a stagione avan- zata per rimanere alle volte anche d’inverno; poco s'in- noltra nell’Italia meridionale. Annida sugli alberi, qual- che volta fra i cespugli, e depone da 5 a 7 uova bian- che a macchie grigio-chiare. Si nutre di sorci, talpe, rannocchi, piccoli uccelli, lucertole e scarafaggi. 81. Lanius meridionalis. Temm. L’ Averla foreshera. Savi. Viene accidentalmente dalle coste africane a visi- tare quelle dell’Italia meridionale. 82. 49, Lamius minor *) Caratteri — Misura 22 centimetri in lunghezza. — °) Sivonima — Lanius italicus; Latham — Lanius minor: 125 Pingonsi ad un maschio adulto la fronte, la regione de- gli occhi e delle orecchie in nero; l’occipite, la nuca ed il dorso in' cenere, e la gola in bianco. Ha il petto ed i fianchi leggiermente rosati, e sulle nere ali mostrasi uno specchio bianco. Bianca è la prima penna della coda, e bianca la seconda con un piccolo segno nero lungo lo stelo; sulla terza sta una macchia nera molto più lata, la quarta ha un nero più crescente a piccola estre- mità bianca, e le quattro mediane sono totalmente nere — La femmina in cambio segna la tinta rosata con un colore più sporco e più sbiadito, la banda nera della fronte e delle orecchie è molto più ristretta, e tutto il nero sparso pel corpo tira più al bruno — I giovani d’ambo i sessi avanti la prima muta autunnale si di- stinguono per un cenere sucido nella parte superiore, di cui tutte le penne tengono un piccolo orlo, e per un bianco molto fosco nella parte inferiore — Dopo la muta non hanno ancora la fascia nera alla fronte, ma pren- dono nell’ inverno ‘una tinta cenericcia oscura, che nella muta di primavera si cambia con quella dell’adulto. Costumi — Vive in tutte le parti dell'Europa, ma non si spinsè tanto numeroso al nord dell’ antico Con- tinente. Cibasi unicamente d’ insetti, come falene, scara- faggi, grilli ecc. Nidifica nei boschi, sugli alberi d’alto fusto, e depone 4 o 6 uova oblunghe, d’un verde- biancastro con una fascia centrale formata da piccole LI Gmelin e gli altri autori sistematici — Inglese: The lesser grey Shrike. Lath. — Tedesco : Der schwarizstirniger Wiirger. Bechs. — Francese: La Pie Griéche à poitrine rose. Temm. — Italiano: L’Averla concrina. Savi, 126 punte grigio-olivastre. Emigra nel settembre e ritorna tra noi coll’ aprile. 83. Lamius tchagra. Levaill. L’ Averla del Senegal. Boissoneau trovò nell’ Andalusia e nel mezzodì della Spa- gna questa specie propria dell’Africa e la fece conoscere a Temminck ed a Degland. $4. 50. Lanius rufus *) Caratterì — Un maschio adulto è lungo 19 cen- timetri, ed ha nera la fronte, la regione degli occhi e delle orecchie; rosso-vivo la nuca e l’occipite; neri il dorso e le ali; e d’un bianco immacolato lo scapolare, Jo specchio delle ali e gli orli delle coperture alari. Porta la prima penna della coda con una macchia nera qua- drata sulla barba interna, la seconda con una un po’ più grande su tutte e due le barbe, le altre tre bianche soltanto all’origine ed all'estremità, e le due mediane totalmente nere; la coda è lievemente. arrotondata — Segna invece la femmina un rosso meno vivo con raggi bruni; il bianco dello scapolare è più piccolo e più su- cido; il nero è molto più appannato; le coperture alari sono leggiermente orlate di rossiceio; il petto è bianco- sporco a piecole strisce trasversali brune; e finalmente le penne dei fianchi sono rossastre — I giovani hanno. *) Sinonima — Lanius rulilus: Latham, Vieillot — La- nius rufus: Brisson, Temminck, Keyscrling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Lanius ruficeps: Meyer e Wolf — Enneoclonus rufus: Bonaparte — Inglese: The Woodkat. Lath. — Tedesco: Der rothkopfiger Wiirger. Bechs. — Fran- cese: La Pie Grièche rousse. Temm. — Italiano: L' Averla capirossa. Savi. 127 le parti inferiori d’uri bianco-sporco a strisce brunastre e rossastre, e le superiori variate di bruno, di rosso e di cenere. Tengono le ali e la coda nerastre; le prime ad orli rossastri, e la seconda a punta biancastra. Costumi — È comune in tutta l'Europa, e per conseguenza anche tra noi. Costruisce il suo nido con erbe odorifere sugli alberi o fra i cespugli, e depone 5 0 6 uova biancastre a macchie rossastre. Emigra al- l'epoca. della specie precedente, e con essa ci ritorna; si nutrisce di vermi e d’insetti. 85. Lanius nubicus: Licht. L’Averla della Nubbia. Ar- riva dall’ Africa nella Grecia alla fine d’aprile e riparte coi figli alla fine di agosto. 86. 54. Lanius collurio *) Caratteri — Misura 17 centimetri in lunghezza. Un maschio adulto ha una fascia nera, che dal: becco sì allunga e gira intorno all’occhio ed. all’ orecchio. Ha la sommità della testa, la nuca, l’alto dorso ed il groppone d’un cenere azzurro; il mantello e le coper- ture alari d’un rosso-marrone; la gola e Vaddome d’un bianco-puro; il petto, i fianchi ed il ventre d’ un rosso rosato; e le ali d’un nerastro orlate di un rosso bruno. Porta le due penne mediane della coda nere, le. altre ") Sinonima — Collurio: Brisson — Lamius collurio: Lin- neo, Gmelin, Latham, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Keiserling e Blasius, Schlegel, Degland, Tschudi — Lanius spinitorquus: Schinz, Meyer e Wolf — Enneoctonus collurio : Bonaparte — Inglese: The red backed Shike. Lat. — Tede- sco: Die grauwe Klawwier. Sepp. — Francese: La Pie Griè- che écorcheur. Temm. — Italiano: L’Averla piccola. Savi. 128 bianche cominciando all’ origine sino a due terzi della sua lunghezza, ed il rimanente nero, meno le punte, le quali hanno una piccola macchia bianca. Quadrata è la coda cogli steli neri, colla prima penna esteriore di qualche millimetro più corta delle altre, e la seconda alquanto più lunga della quinta — La femmina invece ha le parti superiori d’un rosso appannato, il groppone d’un rosso-cenere, la gola, il centro del ventre e le co- perture inferiori della coda d’un bianco-puro. Copre i lati del collo, il petto ed i fianchi con penne a pic- cole strisce brune. Le due penne laterali della coda sono circondate in tutta la loro lunghezza di bruno e di bianco-giallastro , le quattro mediane sono d’un rosso- bruno uniforme, e tra il becco e l’occhio tiene del bianco- giallastro — I giovani di questa specie si avvicinano molto più pei loro colori alla madre, salvo la nuca ed il groppone, i quali marcano un cenere poco apparente; anzi quest’ ultimo tira più al rossiccio, ed ha delle pic- cole strisce brune. Costumi — Anche questo è sparso per tutta l’Eu- ropa, e lo troviamo comune fra noi nelle epoche in cui abbiamo le due specie precedenti, perchè: con queste parte ed arriva. Nidifica volontieri sulle piante spinose o fra i cespugli, e depone 5 o 6 uova ottuse e rossa- stre con macchie verdognole in forma di zona. Si ciba anch'esso d’insetti, che per maggior comodità attacca agli spini. 129 FARHISILEA X. MUSCICAPIDE °) Caratteri — Un becco molto fesso, depresso, mu- nito di setole alla base, ricurvo alla punta ; le ali me- diocri; i piedi sottili col dito mediano più o meno unito all’esterno. > Costumi — È composta questa Famiglia del solo Genere Muscicapa; qui sotto faremo la descrizione dei costumi. GENERE XXIWVo MUSCICAPA **) Caratterì — Un becco mediocre, robusto, ango- lare, depresso all’origine, più o meno largo, schiacciato alla punta, la quale è forte, dura, ricurva e molto in- cavata colla base, fornita di peli lunghi e radi. Le na- rici basali, laterali, ovoidi, coperte in parte da peli spor- genti in avanti. I piedi col tarso della lunghezza, od un po’ più lunghi, del dito di mezzo; i laterali quasi uguali; tre dita anteriori ed uno posteriore, e quest’ul- ") Sivonimia — Crenirostri o Gliforamfi: Dumeril — My0- theres: Vieillot, — Dentirostri: Cuvier — Muscicapide: Les- son, Schinz, Bonaparte, Degland — Muscicapine. **) Sinonimia — Muscicapa: Linneo, Brisson, Gmelin, La- tham, Meyer e Wo!f, Temminck, Cuvier, Vieillot, Schinz, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland.—- Butalis, Muscicapa e Erythrosterna: Bonaparte — Muscicape. L’ Ornit. Ticinese, 9 9 130 timo riunito alla base al dito mediano; l'unghia posfe- riore molto arcuata. Le ali. colla 4.* remigante molto corta, e la 2.* più piccola della 3.* e della 4.*, che sono le più lunghe. Costumi — Passano questi uccelli l'estate sotto la zona temperata, arrivandoci per gli ultimi, ed emigrando pei primi in autunno, onde trasferirsi a. passare. | in- verno fuori dell'Europa. Destinati dalla natura a pur- sare l’aria degli insetti alati che prendono al volo, dif ficilmente si. vedono a cercare il loro nutrimento sulla terra o tra le foglie delle piante. Vivaci e petulanti, si dilettano passando la vita tra il silenzio e la solitudine. Non fanno che una sola covata all’anno, ed in quest’e- poca i due sessi si dimostrano una particolare affe- zione e tenerezza condividendo la cura dell’ incubazione; nè separandosi mai che pel momento necessario a pro- cacciarsi il proprio vitto o quello dei loro pulcini. Cam- biano una sol volta le penne nell’anno; il cangiamento, a cui sono sottoposti i maschi di alcune specie, non è già il risultato d’una muta, ma piuttosto d'una modi- ficazione nei colori delle penne. Infatti questi in prima- vera prendono colori più chiari e più brillanti senza ca- dere; quelle delle parti superiori passano a. gradi. dal bruno-grigio al nero-pallido, poi da questo al nero-ca- rico, intanto che il bianco delle parti inferiori acquista un lucido come quello della neve ai riflessi del sole. I giovani non differiscono dai loro genitori che nella prima epoca. Costruiscono nidi rozzi intrecciati con pelurie , con erbe e con giunchi; li collocano ordinariamente tra 1 buchi cariati delle piante, e di rado tra le rocce.o le ease abbandonate. 131 87. 02. Muscicapa grisola *) Caratteri — Maschio e femmina misurano 45 cen- timetri in lunghezza, e portano tutte le penne superiori d’una tinta bruno-cenerognola colla fronte biancastra. Mostrano sulla testa, ai lati del collo, sul petto e sui fianchi delle strisce longitudinali più oscure, ed hanno la gola ed il centro del ventre bianchi — Giovani, ten- gono superiormente molte macchie brune, ed inferior- mente altre bianco-giallastre. Costumi — Vive in tuttele parti dell’ Europa tem- perata ed arriva tra nol nell’aprile per ripartire nel- l'agosto. Si colloca nei boschi della pianura e della mon- tagna, e nidifica nella biforcatura delle piante o nei ce- spugli, mai nelle muraglie o nei sassi. Depone 4 o 5 uova oblunghe d’uwn bianco turchino a macchie rossastre, molto più visibili nelle estremità. Si ciba principalmente d’insetti bialati, che sa benissimo prendere al volo. AI- l'epoca degli amori non cessa di far sentire un ‘grido melanconico e monotono. H suo. volo è leggiero, e quando posa, muove ed agita le ali, come se volesse prendere il volo da ‘un momento all’altro. 88. dI. Muscicapa albicollis **) Caratteri — È lungo 14 centimetri. Un maschio ") Sinonimia — Muscicapa grisola: Linneo, Gmelin, La- tham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieiltot, Lesson, Cuvier, Schinz, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Muscicapa: Brisson — Butalis grisola» Bonaparte — Inglese The spotted Flycatcher. Lath. — Tedesco: Der geeleckter Fliegenfinger. Bechs — Francese: Le Gobe-mouche gris. Temm. — Italiano: Il Boccalepre. Savi. ‘) Sinonima — Muscicapa atricapilla: Gmelin,. Latham, 132 nella sua bella livrea di nozze ha la sommità della te- sta, le guancie, il dorso, le piccole coperture alari e tutte le penne. della coda d’un nero profondo; la fronte, una larga collana che gira attorno al collo, e tutte lc parti inferiori d'un bianco immacolato. Tiene del bianco misto di nero sul groppone, e porta uno specchio bianco sull’origine delle remiganti. Bianche ha pure le mezzane e le grandi coperture alari colle barbe interiori di que- st’ultime segnate di nero. La 4.* penna delle ali è co- stantemente più lunga della 4.* — La femmina poco dif- ferisce dal maschio, quando questo non veste l'abito nu- ziale. Ha allora sulla fronte un piccolissimo spazio ci- nereo-biancastro con tutte le parti superiori d’un grigio- cenere, meno le grandi coperture alari che sono bianche esteriormente, e le due penne laterali della coda che sono pure orlate di bianco. Tiene tutte le parti inferiori d'un bianco-puro, e la bianca collana che porta il ma- schio durante le nozze, si vede nella femmina leggier- mente indicata da un cenere più chiaro di quello delle altre parti superiori — I giovani nel loro primo anno poco differiscono dalle femmine. Distinguonsi, perchè non portano sulla fronte alcun segno biancastro, e tengono le parti inferiori d'un bianco sporco a macchie cenere sul petto, e le duè penne laterali della coda con larghe fa- Meyer e Wolf, Vieillot — Muscicapa albicollis: Temminck, Cu- vier, Bonaparte, Keyserliog e Blasius, Schinz, Schlegel, De- gland — Huscicapa streptophora: Vieillot — Inglese: The pied Flycatcher. Lath. — Tedesco: Der Fliegenféinger mit dem Hal- sbande. Bechs — Francese: Le Gobe-mouche è collier. Temm. — Hailano: La Balia. Savi. 133 sce bianche — Mano mano che il giovane maschio a- vanza nell'età, e specialmente colla primavera, prende del nero in tutte quelle parti, ovo la femmina conserva il cenere. Gli-orli bianchi continuano ancora a mostrarsi sopra una o due delle penne laterali della coda, quan- tunque. più ristretti, ma questa ha di già messo le sue tinte nere. Al secondo anno ogni distintivo è sparito. Costumi — Arriva tra noi in piccola quantità nel mese d'aprile, e riparte coll’agosto. Abita in quest'epoca le provincie centrali dell'Europa, e si mette appajato fra le più fitte foreste. Poggia di preferenza sulla cima de- gli alberi elevati, e non scende fra i cespugli e le fratte che a stagione avanzata. Ha un grido di richiamo acuto, che rassomiglia ad un fischio. Nidifica nei buchi degli alberi e depone 5 0 6 uova bianco-verdastre, punteg- giate di bruno. Nutresi, come la specie precedente, con insetti ditteri. 89. 54. Muscicapa atricapilla *) Caratteri — Il maschio è lungo 14 centimetri, e nella sua perfetta livrea di nozze ha tutte le parti su- periori, comprese le penne della coda, d’un nero pro- fondo; la fronte e tutte le parti superiori d’un bianco- *) Sinonima — Muscicapa nigra et rubetra anglicana: Bris- son — Muscicapa atricapilla: Linneo, Gmelin, Latham, Vieil- lot, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel, De- gland — Motacilia ficedula: Gme'in — Sylvia ficedula: La- tham — Muscicapa muscipeta: Meyer e Wolf — Muscicapa luctuosa: 'Temminck, Schinz — Inglese : The epicurean War- bler. Latti. — Tedesco: Der schwartzgrauer Fliegenfiinger. Meyer. — Francese: Le Gobe- mouche becfigue. Temm. — Italiano : La Balia nera. Savi. 134 puro. Porta nere le ali colle mediane e colle grandi co- perture bianche; quest'ultime però sono segnate di nero nelle barbe interne. La 1.* penna delle ali è sempre più lunga della 4.* — La femmina adulta poco differisce da quella della specie precedente. Manca però in questa lo specchio alare, ha un cenere bruno piuttosto ‘uniforme nelle parti superiori, e le tre penne laterali della coda orlate di bianco — I giovani prima della muta autun- nale rassomigliano alla madre, ma le penne delle parti superiori e delle ali offrono qualche leggiera orlatura di tinte più rossastre — Dopo la muta tengono per . solo distintivo le grandi coperture alari largamente fran- giate di bianco; nella primavera i sessi si distinguono. Costumi — È meno raro del precedente. Abita di- verse contrade dell’ Europa temperata, e si trova nella Francia, nella Germania, nella Svizzera, ma molto più comune nell’ Italia. Si mette di preferenza. nei boschi cedui, e viene più tardi fra gli orti ed i giardini; ha voce sonora ed aggradevole. Arriva e parte all’ epoca della specie precedente. Nidifica nei fori degli alberi 0 riunendo sottili ramicelli, e depone 5 o 6 uova. d’ un cenere-verdastro chiaro. Si nutre di mosche e di piccoli insetti che prende sulle foglie. 90. 55. Muscicapa parva *) Caratteri — Misura soltanto da 12 a 43 centi- ") Sinonima — Museicapa parva: Meyer e Wolf, Keyser- ling e Blasius, Temminck, Schinz, Schlegel, Desland — Ery- ihrosterna parva: Bonaparte — Tedesco : Die klainer Fhegen- finger. Meyer — Francese: Le Gobe-mouche rougedire. Temm. — Itaiano: La Balia piccola. È 135 metri. Un maschio adulto copre tutte le parti superiori d’una tinta cenere-rossastra che si cambia in turchina Sopra le orecchie. Porta le penne delle ali d’ un cenere- bruno, le quattro penne mediane della coda nerastre e le altre bianche ad estremità nere. Tiene la gola, l’avan- collo ed il petto d’un rosso vivo, i fianchi rossastri, e le ‘altre parti inferiori bianche. Bruni ha i piedi ed il becco, e la base di quest’ultimo è munito di peli lun- ghissimi — La femmina ha il rosso del petto e del collo più sbiadito, e tutti gli altri colori meno carichi — I novelli tengono pure del rosso leggierissimo sul petto e sui fianchi, del bianco-rossastro sulla gola e del cenere sulle parti superiori. Hanno le penne delle ali orlate di rosso, e quelle della coda bianche a punta cenere oscura. Costumi — Si ritrova nell’epoca della. riprodu- zione ordinariamente tra le foreste della Germania, nei contorni di Vienna, ma più abbondante nell’ Ungheria. Colà arriva coll’aprile, e riparte coll’agosto. Alcuni ra- rissimi individui sono stati presi nell’ Italia, ed anche nella Lombardia; nella Svizzera parimenti non è nuovo. Ha tutti i movimenti ed i modi del Pettirosso. Manda un piccolo grido continuato, abbassa la coda a più ri- prese, la spiega e l’innalza con moti subitanei. Nidifica nella biforcatura delle piante, ovvero unendo dei ram; disgiunti; si nutre di piccolissimi insetti alati, e passa l'inverno nell'Asia, ove abbonda in tutte le stagioni. FAMEGLEA IX. TURDIDA *) Caratteri — Un becco mediocre, quasi diritto, più ") Sinonimia — Crenirostri o Glyforamfi e Subilirostri o Ram- 136 o meno piegato alla punta e compresso ai lati; la man- dibola superiore intiera o scannellata; i piedi mediocri; le ali e la coda di forma varia. Costumi — È una Famiglia, la quale appartiene eminentemente al gruppo degli uccelli cantori; variano gli Ornitologi nell’estenderla o nel restringerla: racchiu- derò i Generi Yurdus, Petrocincla ed Ios. GENERE XXVo TURDUS *) . Caratterì — Un becco mediocre, tagliente, colla punta compressa e ricurva; la mandibola superiore in- cavata vicino alla punta con peli isolati all’ apertura del becco. Le narici basali, laterali, ovoidi, chiuse alla metà da una membrana nuda. I piedi a tarso più lungo de dito mediano e questo unito alla base coll’esterno. Le ali colla 1.* remigante brevissima o di mezzana lun- ghezza; alcune specie colla 3.*, altre colla 4.* più lunga. La coda assai lunga, ampia ed arrotondata. Costumi — Gli uccelli compresi in questo Genere hanno un canto armonioso e contribuiscono moltissimo foraramfi: Dumeril — Canori: Illiger, Vieillot — Dentirostres : Cuvier — Sylvie : Lesson — Turdide: Bonaparte, Schinz, Degland — Tordini. ") Sinonima — Turdus: Linneo, Gmelin, Latham, Dumeril, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Schinz, Schlegel, Degland — Turdus, Ixocossiphus; Arcenthornîs, Ci- chloide, Merula e Copsychus: Kaup — Merula, -Turdus ed Oreocincla: Bonaparte — Merlì. 437 ad animare le foreste, i boschi ed ì. cespugli, ove si mettono nella stagione estiva. La loro carne “è. delicata al palato e molto desiderata e ricercata. Sono in genere uccelli di passaggio, che non spingono però tutti la loro emigrazione oltre i mari. Vivono ‘accoppiati durante l’e- poca della loro riproduzione, e si riuniscono in branchi numerosi nell’autunno, onde intraprendere i loro viaggi. Si nutriscono d’insetti durante l’ estate; nell’ autunno pre- feriscono le bacche ed i semi. In alcune specie i sessi presentano poca diversità; in altre diversificano moltis- simo; in quest’ultimo caso i novelli rassomigliano alla madre sino alla prima muta. Questa hanno semplice ed ordinaria, e le poche variazioni che si riscontrano nei loro colori tra l'autunno e la primavera, sono totalmente devolute all’attrito, che subiscono le penne da quell’e- poca a questa. 94. Turdus aureus. Holl. IT Tordo dorato. Questa specie abita la Siberia ed il Giappone, e ci arriva di quando in quando nelle contrade occidentali dell'Europa. 92. 06. Turdus viscivorus *) Caratteri — Misura 30 centimetri e 5 millimetri. Iì maschio in primavera ha tutte le di lui parti supe- riori d'un bruno-cinereo, e porta tra il becco e 1’ oc- chio uno spazio d’un grigio-bianco. Tiene tutte le parti inferiori d’un bianco leggiermente mescolato di giallo- ") Sinonmia — Turdus major: Brisson — Turdus visci- vorus: Linneo e tutti gli altri autori sistematici — Inglese: The Misselthrush. Lath. — Tedesco: Die Misteldrossel. Meyer — Francese: Le Merle draine. Temm. — Italiano: La Tor- della. Savi. 138 rossastro, variate sulla gola e sull’ avancollo da macchie brune in forma acuminata, e sulle altre parti in forma ovale. Ha le coperture alari orlate e terminate in bianco, e le tre penne esteriori della coda segnano nella estre- mità un grigio bianco — D'autunno ha tinte più ros- sastre al di sopra e giallastre al di. sotto, sopratutto sui fianchi e sul petto — La femmina mostra tinte più chiare superiormente e più rossastre inferiormente — I novelli hanno le parti superiori macchiate di giallastro, e le penne alari e caudali orlate di questo colore — Va- ria alle volte per tinte più o meno bianche. Costui — Uccello tra noi e di passo e sedenta- rio, abita durante l'estate i boschi non tanto fitti, scende col settembre nei terreni meno elevati, ed alcuni pas- sano coll’ottobre in paesi più caldi per ritornare al principiare del marzo. Si ciba d’estate di larve, d’in- setti e di coleotteri; d'autunno si dà volontieri ai frutti del vischio, alle sorbe selvatiche ed al ginepro. Costrui- sce un nido con molta maestrìa fra gli abeti, i pini ed i castani, assicurandolo colla creta, e depone da 3 a d uova verde-biancastre, segnate a grandi macchie viola- cee con punti rossi. 93. 57. Turdus pilaris *) Caratterì — È lungo 27 centimetri e 5 millime- tri. Veste il maschio una tinta cinerea sulla testa, sulla nuca e sulla parte bassa del dorso; ha l'alto dorso e *) Sinonimuia — Turdus pilaris: Linneo © tutti gli autori sistematici — Inglese: The Field fare. Lath. — Tedesco : Die Wacholderdrossel. Bechs. — Francese: Le Merle liturne. Temm. — Italiano: La Cesena. Savi. 139 le coperture alari di colore castano, e quest’ altime colia punta cenerina. Porta una linea bianca sopra l'occhio ; nero ha lo spazio tra questo ed il becco, rosso-chiaro la gola ed il petto a macchie acuminate nere, ed i fian- chi macchiati di nero ed orlati di bianco. Tiene il ven- tre d’ un bianco puro, i piedi neri e nera la coda colle punte esterne tinte d’un grigio-carico — In primavera il grigio della testa prende una tinta azzurra, la quale si dilata alle volte anche sul collo. Il becco, che nell’in- verno ha nero, diventa giallo conservando solo la punta nera — La femmina ed i giovani tengono il cenere della testa misto di bruno, la gola biancastra ed i piedi bruni. Costumi — Abita i boschi del nord, e non di- scende che ultimo tra noi, se l’ inverno è rigido. Nidi- fica nei paesi settentrionali, e nella Svizzera soltanto tra le montagne Glaronesi, e le alte e fredde foreste dell'Ap- penzell. Compone il suo nido in società tra gli alberi i più elevati, ove depone da 3 sino a 6 uova del colore d’aqua marina con punteggiature rosse. Si nutre come la specie precedente. 94. 56. Turdus musicus *) Caratteri — Misura in lunghezza 23 centimetri e 5 millimetri. Un maschio ha tutte le parti superiori d'un colore bruno misto ad olivastro, e le coperture alari frangiate di giallo-rossastro. Porta lo spazio tra l’occhio ed il becco giallastro, la gola bianco-pura, le ‘) Simona — Turdus musicus: Linneo, e tutti gli autori sistematici — Inglese: The Songihrusch. Lath. — Tedesco: Die Singdrossel. Bechs. — Francese: Le Merle grive. Temm. — ftaliano: Z Tordo bottaccio. Savi. 140 parti laterali del collo ed il petto giallo-rossastro a mac- chie triangolari brune, il ventre ed i fianchi bianchi a macchie ovoidi brune, ed i piedi grigio-bruni — la fem- mina, alquanto più piccola, ha il giallastro pettorale più chiaro e le estremità delle coperture alari meno appa- renti — Le tinte dell’uno e dell’altra sono più chiare e più pure nella primavera — I giovani hanno penne orlate di rossastro superiormente, ed inferiormente sono macchiati di bruno — Varia per tinte più brune o più bianche. Costumi — Cantore delizioso, ama i limiti dei bo- schi e posa sulle sommità degli alberi forestali. Trovasi in tutte le parti dell'Europa e ci arriva di passo col finire del settembre per portarsi a svernare in paesi più caldi; ritorna colla metà del marzo, ed alcuni riman- gono a nidificare nei nostri monti. Colloca il suo nido in luoghi poco elevati tra i frutteti, le macchie od i boschetti, e depone da 3 .a 6 uova verde-biancastre. a punte rossastre. Passeggia i campi in cerca di vermi ed insetti, e d’autunno predilige le bacche del sambuco e del ginepro; non viaggia mai a voli tanto numerosi, co- me i suoi congeneriì. 95. 59. Turdus iliacus *) Caratteri — È lungo 22 centimetri, e veste tutte le parti superiori d’ un bruno-olivastro. Ha lo spazio tra il becco e l'occhio nero e giallastro, cd una larga *) Sinonima — Turdus iliacus: Linneo e tutti. gli autori sistematici — Inglese: The red wing Thrusch. Lalh. — To- desco: Die Rothdrosset. Bechs. — Francese: Le Merle mauvis. Temm. — Italiano: 7! tordo sassello. 141 fascia biancastra passa sopra gli occhi. Ha le coperture inferiori delle ali ed 1 fianchi d’un rosso vivo or- late di cenere. I lati del collo e del ventre non che il petto sono seminati da numerose macchie longitudinali nerastre. Il ventre è bianco-puro, ed.i piedi grigio-chiari. — Ha tinte più leggiere la femmina, col rosso delle ali e dei fianchi più sbiadito —I colori, che vestono i gio- vani avanti la prima muta, non sono ancora conosciuti, nè stati descritti — Varia anche questa specie come i i suoi congencri. ‘ Costumi — Vive all’ epoca della propagazione al «nord dell’ Europa, e specialmente nella Siberia, ed ama abitare fra le boscaglie locate in luoghi umidi e pan- tanosi. Arriva da noi alla seconda quindicina di ottobre, e torna a ripassare coi primi di marzo; alcuni però ri- mangono ad isvernare per tempo dolce e mite tempe- ratura; tal’altra rimangono più in addietro per l’istesso motivo, e passano l’inverno in paesi temperati. Nidifica tra i sambuchi ed i sorbi, di cui mangia le bacche; alle volte tra i cespugli di betule e di ontani; depone da 3 a 6 uova bianco-verdastri a macchie nerastre. Si nu- tre d’jinsetti all’epoca della riproduzione, ‘ed emigra in branchi numerosi. 96. 60. Turdus torquatus *) Caratteri — È lungo 29 centimetri, ed ha gene- *) Simonima — Merula montana: Brisson — Merula tor- quata: Bonaparte — Turdus torquatus: Linnco 6 gli altri an- tori sistematici — Inglese: The ring Orzel. Lath. — Tede- sco: Die Ringdrossel. Bechs. — Frances: Le Merle è pla- stron. Temm. — Italiano: I Merlo col petto bianco. Savi, 142 ralmente il maschio adulto tutte lo sue penne nerastre. Una larga. piastra in forma di mezzaluna d’un bianco bellissimo circonda il suo petto. Nerastro hail becco; giallo il palato e l'orlo del.becco; nerastri l’iride edi piedi — La femmina tiene il nero dì tutto il corpo macchiato di grigio colle penne nelle parti superiori or- late di grigio-cenere e nelle inferiori di bianco. Meno lata è la di lei piastra pettorale, e questa è tinta di rosso e di cenere — I maschi novelli si conoscono per la piastra non tanto grande e di colore rossastro; nelle femmine giovani è meno appariscente. Costumi — Abita tulti i paesi freddi e montuosi. dell’ Europa, ma è più frequente nella Scozia, nella Sve- zia e-nella>Germania che altrove. Non è raro nelle mon- tasne di Glarona e dell’ Appenzell, e d’ inverno in quelle della Valle Maggia e dell’Onsernone. Ci apprende Tschudi, che esattamente in settembre all’epoca della Festa Fede- rale discende nelle foreste inferiori, e che se ne prendono molti nelle vicinanze di Coira. Ha tra i congeneri un canto meno armonioso ma non interrotto; corre tra i cespugli saltellando e cercando insetti, tra cui sceglie gli scarafaggi e le larve delle mosche che coglie tra gli ster- chi bovini; d'autunno si dà alle bacche. Nidifica nelle macchie, ove depone da 4 a 6 uova-verde-biancastre a piccoli punti rossastri. ; 97. 641. Turdus merula *) Caratteri — Misura un maschio 26 centimetri e *) Sinoniia — Merula: Brisson — Merula vulgaris : Bo- naparte — Turdus merula: Linneo e gli altri autori siste- matici — Inglese: The Blechbird. Lath. — Tedesco: Die 143 3 0 4 millimetri, ed un maschio veste un abito d*un nero profondo, quando è adulto. Tiene il becco, l’ interno della bocca ed il cerchio intorno all’occhio d’un bel co- lore giallo; neri ha i piedi e Viride — Indossa la fem- mina penne nere fuligginose, ha la gola irregolarmente macchiata di bruno chiaro ed oscuro, il petto rossastro- oscuro ed il ventre d’un cenere profondo. Nerastro ha il becco e neri i piedi — Portano i novelli penne brune con macchie rossastre poste nel centro di ciascuna penna. Dopo la muta il maschio diventa nero, ma il becco non ingiallisce. perfettamente che alla primavera — Varia anch'esso sino a trovarsi tutto bianco. Cestwami — Uccello europeo, è comune tanto al monte che al piano, tanto nei boschi che negli orti e nei giardini. Astuto, intelligente e selvatico, si addome- stica facilmente. È primo tra i congeneri a farci sen- tire nella primavera la sua bella e ‘melanconica voce. Gostruisce il suo primo nido tra macchioni sulla nuda terra; precoce .nella propagazione, non potrebbe tanto facilmente celarlo; in seguito lo pone indifferentemente nelle macchie o sulle piante. Mette da 4 a 6 uova ver- dastre con macchie bruno-chiare; snl finire del. marzo i suoi piccoli sono già sbucciati. D'inverno il maschio vive al piano in terreni umidi per ricercare gli insetti e le bacche; le femmine emigrano tutte. In istato di schiavitù impara facilmente a fischiare delle ariette. 98. Turdus migratorius. Linn. IL Tordo del Canadà. Uccello dell'America settentrionale, emigra per 1’ Europa, Schwarizdrossel. Bechs. — Francese: Le merle noir. Temm, — Italiano: I Merlo. Savi. 144 e fu preso non di rado anche nella Germania, e persino vicino a Vienna. | 909. Turdus atrogularis. Temm. H Tordo dubbio. Vive nella Russia e nell'Ungheria, e qualche volta si estende sino nella Slesia, nell’ Austria e nella Germania. 100. Turdus Naumanni. Temm. I Tordo Naumann. Sta nelle località del precedente, ma è più comune di quello nella Slesia e nell’ Austria; alcuni individui si vedono anche nella Dalmazia e nell’Italia meridionale. - 401. Turdus pallidus. Pall. I Tordo pallido. Abita la Siberia; alcuni individui furono ritrovati nella Sas- sonia, e Genè assicura essere stato ucciso presso a Torino. 102. Turdus Sibiricus. Pall. I Tordo del Giappone. Trovasi alcune volte nella Siberia proveniente dal Giap- pone (Temminck, non Degland). 103. Turdus auroreus. Pall. Il Tordo croceo. Viene alcune volte dal nord-ovest dell’ America settentrionale e fu preso nella Germania nel 1820 e 4826 (Temminck, non Degland). 104. Turdus minor. Lath. Il Tordo piccolo (Dall’Or- nitologia boreale di Richardson — Temminck, non De- gland). Americano anch'esso, dicesi preso nel 1825 presso Elba ad Anhalt Cothn. GENERE KXVTo PETROCINCLA *) - Caratterì — Un becco allungato, più alto che largo ‘) Sinonimia — Turdus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vicillot, Schinz, Schlegel —- Petrocincla: 145 alla base, coì bordì della mandibola inferiore taglienti alla punta, e principalmente nel punto ove la superiore s'incurva. Le narici basali, laterali, ovoidi, a metà chiuse da una membrana. I piedi col tarso di mezzana lun- ghezza. Le ali allungate, clie sorpassano la metà della coda, e questa mediocre e troncata. Cestumi — Sono uccelli molto solitari, i quali si trovano quasi sempre nelle montagne nude, aride e sas- sose. Vivono tra i ruderi ed i castelli in ruina, sui cam- panili ove nidificano. Preferiscono anche d’autunno gli insetti alle bacche, e non emigrano mai in masse riu- niti, ma da soli. I maschi si distinguono dalle femmine, ed i giovani hanno caratteri molto diversi. La loro muta è semplice e naturale. 405. 62. Petrocincela saratilis *) Caratterì — Lungo 20 centimetri e 6 0 7 milli- metri. Un maschio adulto ha tutta la testa e l’alto collo d’un bellissimo azzurro piombino; questo colore è tanto più puro, quanto più l'uccello è vecchio. Sono tutte le di lui parti superiori coperte d’un bruno-nerastro, € Vigors, Keyserling e Blasius, Degland — Petrocossyphus: Boie — Paotrocinela et Pelrocossyphus: Bonaparte — Merli. *) Sinonima — Lanius infaustus el minor: Gmelin — Tur- dus sawatilis: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Les- son. Temminek, Vieillot, Schinz, Schlegel, Tschudi — Me- rula sawatilis: Brisson — Petrocincla saxatilis: Vigors, Bona- parte, Keyserling c Biasius, Degland — Pelrocossyphus saxa- tilis: Boie, — Inglese: The rock Trusch. Latb. — Tedesco: Die Steindrossel. Meyer — Francese: Le Merle de roche. Temm. — Italiano: Il Codirossone. Savi. L’ Ornit. Ticinese. 10 146 sulla metà del dorso tiene un largo spazio bianco. Porta le ali e le due penne mediane della coda brune, . colle altre penne caudali, e con tutte le altre parti in- feriori, d’un rosso ardente; ha però le coperture infe- riori della coda bianche nell’estremità. Nerastri sono i piedi ed il becco, e bruno-chiara l’iride — La femmina invece sesna su tutte le parti superiori una tinta bruno- oscura, e sul dorso alcune macchie grandi biancastre con circolo bruno. Ha la gola ed i lati del collo d’ un bianco- puro, ma il più delle volte queste penne sono orlate d’un bruno cinereo. Tiene tutte le altre parti inferiori d’ un bianco-rossastro con piccole strisce trasversali al- l'estremità di ciascuna penna. Porta la coda d'un rosso sbiadito colle due penne mediane bruno-cenerine — Di- versificano straordinariamente nel loro primo anno i no- velli. Vestono quasi tutte le loro parti superiori d’ una tinta bruno-cenerina molto chiara con ogni penna segnata nella estremità da una macchia più o meno grande d'un bianco-grigiastro. Terminano le remiganti in bianco e le loro coperture in grigio colla sola punta bianca. Rossa - hanno la coda ad estremità bianca, e tutte le parti in- feriori si avvicinano ai colori della femmina adulta, ma più variate di bianco con interruzioni di linee. brune. Cestuzni — Abita le alte e sassose montagne del Tirolo, dell’ Ungheria, della Turchia, dell’ Arcipelago, de- gli Appenini, dei Pirenei e di tutte le alpi Svizzere; è molto più raro nella Francia ed altrove. Comune nei nostri monti, dove si ama moltissimo il suo canto notturno. Emigra sul finire del settembre per ritornare coi primi dell'aprile. Nidifica nei buchi delle rocce o sui 147 ‘ campanili, e costruisce un nido con museo, con briccioli d’erbe e con fine radichette, ove depone 4 0. 5 uova quasi rotonde d'un bianco-verdastro senza alcuna mac- chia. Si ciba di scarafaggi, di cavallette e di poche bac- che selvatiche. 106 63. Petrocinela cyanea *) Caratteri — Ha 23 centimetri e 3 millimetri di lunghezza. Tanto le parti superiori, quanto le inferiori d’un maschio adulto, fatta soltanto astrazione delle ali e della coda, seno. d’ un bellissimo azzurro-carico, molto più chiaro al di sotto, con la gola el avancollo puris- simi, e colle altre parti marcate da segni crescenti stret- tissimi dello stesso colere più caricato, disposto sull’e-_ stremità delle penne, le quali terminano poi con altri segni bianchi. Porta le ali e la coda d’un nero carico, ma le penne di quest’ultima e le coperture alari sono frangiate d’un azzurro profendo. Ha becco e piedi neri, e l’iride bruno-carico — La femmina tiene i’ azzurro nelle parti superiori mescolato di bruno e di cenere; le ali e la coda nerastre ad orlo azzurro-cenerino; e la gola ed il collo a grandi macchie rossastre. Ha le altre parti inferiori variate a strisce azzurre, cenere e brune, *) Sinonimia — Merula cerulea: Brisson — Turdus cyanus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Schinz, Schlegel — Turdus solitarius et manillensis: Latham — Petrocincla cyana: Keyserling e Blasius — Petrocincla cya- nea: Degland — Petrocossyphus cyianeus: Bonaparte — In- glese: The blue Trush. Gould — Tedesco: Die Blaumsel. Bechs. — Francese: Le Merle bieu. Temm. — Italiano: La Passera solitaria. Savi. ahi 148 — I giovani vestono tanto la parte superiore, quanto la inferiore, d'una tinta brunu-cenerina con piccoli segni biancastri, ed una leggiera tinta azzurrastra predomina sul collo e sul dorso; hanno ali e coda bruno-nerzstri. Costumi — Sta anch'esso sui punti culminanti delle torri e dei campanili, @ tra le rocce ed i sassi; difficilmente posa sugli alberi o sulle pianticelle. È co- mune nel mezzogiorno della Francia; nella Spagna, nella Sardegna, nel Levante, nell'Italia, ed anche tra noi. Canta con una voce piacevole e melanconica, ed è stazionario, accontentandosi di località meno elevate durante l'in- verno per trovare gli insetti e le bacche, con cuì si nu- tre continuamente. Forma il suo nido con erbe e con - radici sui monti, fra i sassi o sotto i tetti, e depone 5. o 6 uova oblunghe celestognole-verdastre senza macchie.. GENERE, XXVISe IXOS. Caratteri — Un becco più corto della testa, com- presso, flessibile sino alla base, a punta ricurva e leg- giermente uncinata; alcuni peli ruvidi sporgono all’ori- gine del becco. Le narici basali, laterali, ovoidi,a metà chiuse da una membrana nuda. I piedi corti, delicati, a tarso più breve del dito mediano, e questo congiunto coll’esterno alla base; le unghie corte e gracili. Le ali corte, arrotondate, colla 4.% remigante breve, la 2.8, la 3. e la 48 gradatamente più grandi sino alla 5.* ed alla 6.8, che sono le più lunghe. Costumi — Vivono nelle regioni di montagna, e nell'estate si trovano sino all’altezza di 4000. metri; 149 più tardi si abbassano alla pianura, e si avvicinano ‘ai luoghi abitati. Mettono un fischio simile a quello del fringuello comune; stanno accoppiati all’epoca della pro- pagazione, e dopo riuniti in famiglie. Volano tra boschi e cespugli in cerca di frutte e bacche, corrono sul ter- reno raccogliendo quelle che cadono, e difficilmente si danno ai bruchi ed agli insetti;. sono uccelli sedentari. 107. Ixos obscurus. Temm. Il Cannareccione oscuro. Abitatore dell’ Arcipelago Indiano e dell’ Africa, vuolsi ‘comune nella Spagna e specialmente nell’ Andalusia. FAMIGILIA XII. HYDEOBATIDA °) Caratteri — Un becco di mezzana lunghezza e compresso; le ali corte; le dita a tarso ed unghie ro- buste; il corpo munito di penne compatte. Costumi — Hanno caratteri tutti propri, con cui si distinguono dalle altre Famiglie; componesi del solo Genere Cinclus. CENERE XXVII CINCLUS **) Caratteri — Un becco mediocre, tagliente, diritto, ") Sinonima — Canori: Illiger, Vieillot — Dentirostres: Cuvier — Formichieri: Lesson — Turdine: Bonaparte — Hydrobatide: Degland — Idrobati. ") Sinonima — Motacilla: Linneo — Sturnus: Linneo, Gmelin — Tringa: Brisson — Turdus: Latham — Cinelus: 150 rialzato, compresso ed arrotondato all’ estremità; la punta della mandibola superiore ricurva sulla inferiore. Le na- rici basali, laterali, concave, longitudinalmente fesse e ricoperte da una membrana. La testa piccola, ristretta sulla cima; la fronte lunga e conterminante colle narici. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore; il tarso più lungo del dito mediano; l'esterno riunito alla base ed i laterali ugualmente. Le ali colla 1.* remigante cor- tissima, la 2.* più breve della 3.* e della 4.8, che sono le più lunghe. La coda corta, quadrata e composta di 42 penne. Costumi — Gli uccelli rinchiusi in questo Genere conducono una vita anormale. Sono eminentemente can- tori ed appartengono per la loro forma totalmente agli uccelli terrestri, ma hanno la particolarità e l’abitudine di immergersi nell’aqua e di camminare nel fondo dei torrenti e dei ruscelli. Cantano in tutte le stagioni del- l’anno, vivono d’insetti aquatici, passano l’ inverno in sor- genti più tiepide, e non emigrano mai. Poca diversità presentano i sessi fra loro, i novelli si distinguono per tinte meno pure, ed hanno muta semplice ed ordinaria. 108. 64. Cinclus aquatieus *) Caratteri — Ha un maschio adulto 19 centimetri Bechstein, Meyer e Wolf, Cuvier Temminck, Bonaparte, Les- son, Schinz, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Hy- drobata: Vieillot — Merli. ") Simonimia — Sturnus cinclus: Linueo, Gmelin — Merula aquatica: Brisson — Turdus cinclus: Laibam — Cinclus aqua- ticus: Bechstein, Meyer e Wolf, Bonaparte, Keyserling e Bla- sius, Temminck, Schinz, Schlegel, Degland, Tschadi — Hydro. e 3 0 4 millimetri di lunghezza, e porta penne nelle parti superiori d’un colore bruno molto carico con tinte cenerine. Ha la gola, l’avancollo ed il petto d’ un bianco- puro, il ventre rosso-mattone, il becco nerastro, l’iride grigio-perlata, ed i piedi cornei — La femmina porta la testa e le parti posteriori del collo d’una tinta ce- nere-bruna con il bianco del petto meno esteso, e colle parti inferiori d’un rosso più giallastro SÌ distin- guono i giovani a colpo d'occhio per le penne grigie , che tengono sulla testa e sulla nuca. Portano quelle del dorso e del groppone orlate di nerastro e le ali segnale di bianco nella estremità. La tinta bianca delle parti in- feriori si estende sino alla metà del ventre in lunghezza e sino verso l’addome in larghezza, ma con tutte ie penne leggiermente frangiate di bruno-cenerino. Costumaii — Uccello di tutta 1’ Europa, prende stanza perenne presso i torrenti, i fiumi e le cascate d’aqua na- turali. È sedentario nei luoghi da lui prescelti, ma se il verno congela quelle aque, va provvisoriamente a tro- varsi un altro asilo appo sorgenti più calde. Canta con- tinuamente e di giorno e di notte, e nell’inverno e nel- l’estate, sicchè può dirsi di lui, che l’aqua ed il canto sono i due suoi elementi. Si accontenta di poco terreno per riporre il suo nido, purchè sia nascosto allo sguardo umano, e sicuro dalle rapine de’ suoi nemici. I becca- toj d’una vecchia ruota, il buco d’ una roccia, il tronco d’un albero vicino la riva, le radici sporgenti di qual- bata albicollis: Vieillot — Inglese: The water Ouzel. Lath. — Tedesco : Die Wasseràmsel. Meyer — Francese: Le Cincle plon- geur. Temm. — lItaitano: Il Merlo acquajuolo: Savi. 152 | che pianticella lungo il ruscello, lo dighe, sono i luoghi da lui prescelti per collocare ùn nido, che costruisce con tanta diligenza, e che arrotonda con musco, con briccioli d’erbe e con foglie. Ivi depone da 4 a 6 uova d'un bianco-puro, ed i piccoli pochi giorni dopo sbuc- ciati sì slanciano anch’ essi nell’aqua, e camminano coi loro genitori tra due correnti. I vermi, le chiocciole, gli ara- gni, le damigelle, le larve, e qualche volta le uova delle trotte, forniscongli un pascolo gradito, che si procaccia passeggiando sott’aqua ad ali dispiegate. 109. Cinclus melanogaster. Brehm. Il Merlo a ventre nero. È “una nuova specie secondo Brehm, ammessa come dubbia da Temminck, e stralciata da Degland. Ha, se- condo quello, due penne di meno nella coda e tinte più oscure. - 410. Cinclus Pallasii. Temm. I Merlo di Pallas. Que- sto pure è ammesso da Temminck come europeo, e non da Degland. Secondo il primo, proveniente dalla Russia asiatica, si mostrerebbe nelle parti meridionali di quel- l'Impero, proprie dell’ Europa; secondo l' altro non sì troverebbe che nella Siberia. FAMIGLIA XII. SYLVIADA *) Caratterì — Un becco mediocre e delicato ; la man- dibola superiore intera o scannellata; i piedi con tarso di mezzana lunghezza; le ali e la coda di forma varia. “) Simoniua — Vedi la Sinonimia alla Fam. XI, Turdide, pag. 195 — SWvicole. 158 Costumi — Continuano i varii metodi wsati, nel- unire questo o quel Genere a questa od a quella Fa- miglia. Comprenderò dal canto mio i Generi Sylvia, (senza sottoporre questo alla grande divisione usata da- gli Ornitologi moderni colla formazione di tanti Generi, lo tratterò in tre Sezioni come fece. Temminck), Re- gulus, Troglodytes, Saricole ed Accentor. CENERE XXIX SYLVIA *) CT'aratteri — Un becco diritto, delicato, acuto come una lesina, colla base più elevata che larga; la punta della mandibola superiore alle volte incavata; l’inferiore diritta. Le narici basali, laterali, ovoidi, chiuse alla metà da una membrana. I piedi a tarso più lungo del dito mediano, con tre dita anteriori ed uno posteriore: l’e- *) Sinonima — Turdus e Motacilla: Linneo, Gmelin — Turdus, Motacilla c Sylvia: Latham —,Turdus, Genus fice- dule, Ficedula e Curruca: Brisson — Sylvia: Temminck, Schinz — Turdus, Sylvia e Phillopneuste: Meyer e Wolf — Sylvia e Sibilatriv: Vieillot — Sylvia, Lusctola, Ficedula e Salicaria* Keyserling e Blasius — Sylvia, Ficedula, Curruca, Arundi- naceus e Cyslicola: Lesson — Sylvia, Lusciola, Ficedula e Salicaria: Schlegel — Sylvia, Erilhacus e Curruca: Cuvier — Sylvia, Erilacus, Pillopneuste, Hippolais, Calamoherpe, Cettia , Calamodyia, Locustella e Cysticola: Degland — Luscinia, Ru- bicilla, Daudalus, Cyanecula, Calliope, Sylvia, Curruca, Niso- ria, Melicophilus, Pyrophtalma, Streparola, Phillopneuste, Hip- polais, Calamoherpe, Cettia, Pseudo-luscinia et Calamodyta, Lo- custella e Cuysticola: Bonaparte — Silvia. 154 sterno unito alla base con quello di mezzo; l'unghia del dito posteriore arcuata e più breve del mediano. Le ali colla 4.* remigante cortissima o quasi nulla, Ja 2.* un po’ più lunga della 3.* o pari in lunghezza; le grandi coperture poco più corte delle remiganti. Costumi — hacchiudonsi in questo Genere quegli incomparabili uccelli, i-quali colla loro voce soave e me- lodiosa fanno risuonare i boschi, 1 cespugli, le valli, i campi, i prati, gli orti, i giardini, e persino le paludi. Gli ultimi accennati sono però meno privilegiati, per- chè l’ombra dei giunchi e dei ruscelli, ove abitualmente vivono, non sentono note tanto gentili, quanto i luoghi dai primi prescelti. Preferiscono terreni caldi, ma si ce- lano per abitudine e poggiano in località folte e fron- zute; pochissimi salgono gli alti monti e si tengono piut- tosto nelle colline. Sono tutti emigratori, e fatta ecce- zione di casì rari, vanno tutti oltre il Mediterraneo per passare la stagione, in cui tra noi regnano i geli, le brine e le nevi. I maschi si distinguono più o meno dalle loro femmine per tinte più vive e risplen- denti e non per una diversa distribuzione di quelle. Hanno muta semplice ed ordinaria, ed i novelli pren- dono l’abito degli adulti non appena subita Ja prima muta dell’ autunno, Quando tu ravvisi uno di questi uc- celli ritornare tra noi nella primavera con un vestito diverso di quello, in cui lo hai veduto partire, vale a dire con colori più puri e più brillanti, non devi un tale cambiamento attribuire che all’azione dell’aria ed all’attrito delle penne. Si nutrono tutti di vermi e di insetti, e con questi imbeccano i loro nati, ai quali pre- stano cure veramente cccessive ed incomparabili.. 4.3 SEZIONE. Calamoherpe o Silvie aquatiche. Caratteri — La sommità della testa depressa; le ali corte ed arrotondate; la coda lunga, arrotondata 0 conica. Costumi — Vivono vicino alle aque, sulle rive dei torrenti, dei fiumi e dei laghi; quivi saltano salendo le canne od i salici per raccogliere gli insetti che si pro- pagano in queste località, e di cui fanno esclusivo nu- trimento. Il canto del maschio non ha note tanto va- riate, e manda scoppi non interrotti e poco armoniosi. 111. 65. Sylvia turdoides *) Caratteri — Misura 19 centimetri in lunghezza. | Maschio e femmina vestono tutta la loro parte supe- riore, non eccettuata la coda, d'una tinta bruno-rossastra più oscura alla testa ed al collo; l’inferiore d’un co- lore bianco-giallastro, che diventa più oscuro nelle parti posteriori. Biancastra hanno la gola, e bianco-giallastra la fascia sopracigliale. Tengono le ali brune a larghi orlì rossastri, il becco giallo all’ origine, ed oscuro alla punta, i piedi brunastri, l’iride bruna con piccolo cerchio gial- ") Sinonimia — Turdus arundinaceus: Linneo, Gmelin, Brisson, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot — Syl- via turdoides: Temminck, Cuvier, Schin, — Calamoherpe tur- doides : Boie, Bonaparte, Gerbe, Degland — Arundinaceus turdoides: Lesson — Salicaria turdoides: Keyserliag e Blasius — Salicaria turdina: Schlegel — Inglese: The reed Trush. Lath. — Tedesco : Der Rohrdrossel. Meyer — Francese: Le Bec- . fin rousserolle. Temm. — Italiano: ZI Cannareccione. Savi. 156 liccio, e la coda arrotondata — Avanti la prima muta hanno i novelli penne superiormente d° un colore bruno- rosso a larghi orli più chiari; le remiganti frangiate di biancastro; e le parti inferiori d'un rosso sbiadito molto più carico sul petto, sui fianchi e sotto le penne caudali. estasi — Abitatore di tutto il continente, ma più numeroso nei clima più temperati e caldi, arriva tra noi alla metà d'aprile e parte al principiare del set- tembre. È comune sul laghetto di Muzzano vicino a Lu- gano, ed a Magadino lungo il Ticino. Nidifica nei can- neti delle paludi, fra i cespugli che pendono sui fiumi, ed alla riva dei laghi ove si trovano giunchi. Costrui- sce un nido composto di scorze d’alberi, di paglie ed erbe aquatiche, e lo assicura tra due o tre canne all’al- tezza di un metro dall’aqua; quivi deposita da 3 a 5 uova oblunghe, verdastre:e macchiate a piccoli e grossi segni nerastri. Canta dal mattino alla sera e nutresi con «damigelle, moscherini, aragni ed altri insetti aquatici. 112. Sylvia fluviatilis. Meyer. La Silvia dei fiumi. Sta sulle sponde del Danubio nell’ Austria e nell’ Un- gheria. : 413. 66. Sylvia locustella *) Caratteri — Maschio e femmina sono lunghi #4 °) Sinonima — Curruca grisea nevia: Brisson — Sylea locustella: Latham, Temminck, Meyer e Wolf, Vieillot — Salicaria locustella: Selby, Keyserling e Blasius, Schiegel — Locustella Rayi: Gould, Gerbe, Bonaparte, Degland — Inglese: The gross hopper Warbler. Lath. Tedesco: Der heuschrecken Séinger. Meyec — Francese: Le Bec-fin locustelle. Temm. — Haliano: I? Forapaglie macchiettato. Savi. 157 centimetri, e coprono in primavera tutte le penne su- periori con un colore olivastro , mescolato di cenere e variato di numerose macchie ovoidi d’ un bruno-nero, di- sposte nel centro d’ ogni penna. Portano la gola, l’avan- collo ed il centro del ventre d° un bianco-purissimo, e segnano sotto la gola una zona di piccolissime macchie evoidi d’un bruno-carico. Tengono rossastra la coda a macchie brune lungo la direzione ‘dello stelo, e molto arrotondata. Bruno hanno il becco, oscura l’iride, e gial- lastri i piedi, coll’ unghia posteriore più corta del dito — In autunno mostrano tinte più cariche superiormente, ed inferiormente sono gialli, meno i fianchi e Y addome che tendono al rosso-giallastro — I giovani prima della muta autunnale hanno tinte più sbiadite, e numerose macchie oscure al collo, che conservano sino al secon- do anno. i Costumi — Frequenta i piani paludosi, le rive dei fiumi e dei laghi delle contrade temperate dell'Europa, si ritrova anche tra noi, e ci arriva ed emigra colla spe- cie precedente. È estremamente timido e diffidente, vive sempre vicino a terra, sì nasconde tra i folti cespugli, corre e rialza la sua lunga coda. Pone il suo nido nelle siepi o fra i giunchi în bassa posizione, lo. costruisce senz’arte con poche erbe essiccate, e depone 4 o 5 uova cenerognole, leggiermente tinte di rossastro, strisciate e- punteggiate di bruno-rossastro. Canta con. voce poco ar- moniosa, e si ciba come la specie testè descritta. 4114. Sylvia certhiola. Temm. La Silvia tarchiata. Si trova nella Russia meridionale (Temminck, non Degland). 158 115. 67. Sylvia aquatica *) Caratteri — Ha 42 centimetri e 5 millimetri di lunghezza. 11 maschio e la femmina in abito di prima- vera portano sul cranio una larga fascia d’ un bianco- giallastro, che incomincia all’origine del becco; un’ altra di colore consimile, passa sopra gli occhi, e gl’ inter- valli tra queste tre fasce trovansi riempiti da una tinta bruno-nera. Hanno la nuca, i lati del collo, lo scapolare e l’alto dorso d’un grigio leggiermente tinto di rossa- stro, su cui campeggiano macchie longitudinali nerastre. Queste macchie occupano soltanto lo scapolare e l'alto dorso, e la nuca è segnata da piccolissime strisce dello stesso. colore. Tengone-tutte le partì inferiori tinte d’un giallo sbiadito con piccole strisce nere sui fianchi. Hanno le penne della coda acuminate di colore oscuro con orli grigiastri, i piedi giallastri, il becco giallo all'origine e bruno alla punta, e l’ iride nera — D’ autunno sono giallo- rossastri al di sopra con macchiette nere entro la metà delle penne, come di primavera, ma hanno al di sotto una tinta rossastra più chiara colle penne alari e caudali orlate di rosso-giallastro — I giovani dopo la muta au- tunnale mostrano caratteri simili agli adulti, ma offrono *) Sivonima — Motacilla aquatica: Gmelin, —- Sylvia aqua- tica: Latham, Temminck, Schinz — Calamodyla schenobenus et Curiceti: Bonaparte, Gerbe —- Sylvia paludincola: Vieillot — Sylvia salicaria: Meyer e Wolf — Salicaria aquatica : Key- serling e Blasius, Schlegel — Calamodita aquatica: Degland — Inglese: The aquatic. Warbler. Lath. — Tedesco: Der binsen Stinger. Meyer. — Francese: Le Bec-fin aqualique. Temm. — Italiano: Il Pagliarolo. Savi. i 159 al diligente osservatore, delle strisce più o meno nu- merose sui fianchi e sul collo. Costumi — Abita particolarmente la parte meri- dionale dell’ Europa, come la Sicilia, la Sardegna, l’Italia, ma si trova anche sui laghi e sui fiumi della Francia e della Svizzera. Costruisce su quelle rive un nido con qualche industria, e vi depone 4 o 5 uova. grigio-ver- dastre a piccoli punti grigio-olivastri. Nutresi come le altre Silvie aquatiche. 116. 68. Sylvia phragmitis *) Caratteri — Misura 12 centimetri e 5 millimetri, ed ha caratteri molto conformi alla specie precedente. Portano i due sessi una larga fascia bianco-giallastra su- gli occhi, susseguita da un’ altra nera. Hanno la som- mità della testa, il dorso e lo scapolare d’un colore grigio-olivastro colle penne segnate di macchie brune nel centro, le quali diventano più oscure sul capo. Tengono nerastre le grandi coperture alari con orli bianco-gial- lastri, e la parte inferiore del dorso, il groppone e le coperture superiori della coda tinte d’ un giallo sbiadito. La coda unicolore ed arrotondata è d’un bruno-cinereo, e le altre parti inferiori sono bianco-giallastri più o meno tinte di rosso-chiaro. Bianca hanno la gola, bruni i piedi, °) Sinonima — Sylvia schenobenus: Vieillot — Salicaria phraymitis: Selby, Keyserling e Blasius, Schlegel — Sylvia phragmitis: Bechstein, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Tschudi — Calamodyla phragmitis: Gerbe, Bonaparte, De- gland —: Inglese: The sedge Warbler. Lath. — Tedesco : Der schil Singer. Meyer — Francese: Le Bec-fin phragmite. Temm, — Italiano: Il Forapaglie. Savi. 160 e nera l’iride — I giovani si distinguono al sopracciglio molto più leggiero, agli orli alari rossastri, alla gola bianco-rossastra, ed al petto di questo colore, ma variato da piccole strisce acuminate d’un bruno-chiaro. Cestumi — È molto più comune, e trovasi tra i siunchi dalla Siberia all’Egitto. Arriva tra noi alla metà d’aprile e riparte col finire dell’ agosto; si mette sulle rive degli stagni a poca distanza dalla terra, e costruisce un nido grossolano all’ esterno e poco profondo, ma molto bene imbottito nell'interno. Contiene 4 o 5 uova acute d’un bianco-gialiognolo con piccole punte oscure nella estremità. Si alimenta d’insetti aquatici. 117. 69. Sytvia arundinacea *) Caratteri — E lungo 13 centimetri. Mostrano in primavera ambo i sessi tutta la loro parte superiore colorata d’un bruno-rossastro colle ali orlate d’ olivastro. Portano sopra l’ occhio una stretta fascia bianco-gialla- stra, che si prolunga sino al becco. Tengono bianca la gola, bianco-giallastre e rossastre le altre parti inferiori, e rosso-carico i fianchi. Portano coda lunga ed arroton- data, il becco bruno sopra e giallastro sotto, i piedi giallastri, e l’iride nocciuola — I novelli non segnano *) Sivonima — Curruca arundinacea: Brisson — Molacilla urundinacea: Gmelin — Sylvia arundinacea: Latham, Tem- minck8— Sylvia strepera: Vieillot — Calamoherpe arundi- nacea: Boie, Gerbe, Bonaparte, Desland — Salicaria arun- dinacea; Selby, Keyserling e Blasius — Inglese: The reed Wren. Lath. — Tedesco: Der rohr Singer. Meyer — Fran- cese: Le Bec-fin des roscaux ou éfarvatte. Temm. — Italiano : Il Beccafico di paduie, Savi, 4 161 la fascia sopraccigliale, hanno coiori generalmente più rossastri, ed i piedi non sono ancora giallastri. Cestmmi — Abita durante Pestate l'Inghilterra, l'Olanda, la Germania, la Francia, la Svizzera e 1’ alta Italia. Vi arriva colla metà di aprile per ripartire col principiar del settembre. Si mette in luoghi ombreg- giati e freschi, non si scosta mai dalle aque, e si man- tiene costantemente nascosto tra le erbe, ove va cercando insetti per nutrirsi. Ha grandi rapporti di rassomiglianza col Cannareccione tanto per la forma, quanto per le tinte, pel modo di vivere, e pel canto. Costruisce un nido in forma di paniere piuttosto oblungo, composto di foglie palustri essiccate e di lanuggine del salice selva- tico, e lo rassoda attaccandolo alle canne; ivi depone 4 0 5 uova bianco-verdastre, con macchie oscure più numerose all’ estremità. | 118. 70. Sylvia palustris *) Caratterî — Ha 13 centimetri e 3 millimetri di lunghezza. Maschio e femmina vestono nell’estate tinte bruno-olivastre nelle parti superiori, miste a poco ver- dastro. Hanno brune le ali ad orlo cinereo, e mostrano una fascia piccola e ristretta di colore bianco-giallastro, che incomincia all’ origine del becco, e si dilata sopra ") Simonima — Sylvia strepera: Vieillot — Sylvia palu- stris: Bechstein, Meyer e Wolf, Temminck, Viei!lot, Schinz, Tschudi — Calamoherpe palustris: Boie, Bonaparte, Gerbe, Degland — Salicaria palustris : Keyseriing e Blasius, Schiegel — Inglese: The marsh Warbler. Lath. — Tedesco: Der Sump- sîinger. Meyer — Francese: Le Bec-fin verderolle. Temm. — lialiano: La Camrajola verdognola. Bonaparte. L' Ornil. Ticinese. 11 162 l'occhio. Tengono tutte le parti inferiori, compresa la coda, totalmente di un colore simile alla specie prece- dente, con tinte però costantemente più chiare e più les- giere. Hanno il becco bruno sopra e giallastro sotto, l’in- terno della bocca d’una tinta aranciata tanto più viva quanto più sono adulti, i piedi brunastri, e l’iride nocciuola — I giovani non si distinguono da quelli della specie antecedente. Costumi — Si ritrova in molte contrade tempe- rate dell'Europa, e prende stanza nella stagione estiva nella Russia meridionale, nella Germania, nell’Olanda, nel Belgio, nella Francia, nella Svizzera e nell’ Italia, spe- cialmente lungo tutta la linea del Po. Preferisce terreni umidi e paludosi, ma si abbandona alle volte nelle vin- caje, nei campi c nei giardini tra le piante di canape e di fagiuoli. Se rassomiglia moltissimo per i caratteri esterni alla precedente, diversifica però nel modo di far sentire la sua voce. Rivaleggia con qualunque Silvia aquatica per la varietà e per la dolcezza delle sue modulazioni, ed imita anche con successo le voci più belle degli altri uccelli cantori, come il fringuello, il merlo, il rossignuolo ecc. Canta le notti intiere, e .ci attrae tanto volontieri ad udirlo. Nidifica tra i cespugli dei salici, degli ontaniÈ delle rose selvatiche e delle ortiche, e lo costruisce ar- tistico e profondo di forma sferica con briccioli d’erbe secche. Contiene da 4 a 5 uova cenere-verdastre a macchie e punti turchinicci. Arriva e parte colla specie precedente. 119. 74. Sylvia Certi *) | Caratteri — Lungo il maschio 44 centimetri, e "» Sinoniia — Cellia altisonans: Bonaparte, Gerbe — Sa- 163 la femmina soltanto 13. Si presenta un maschio, in abito di primavera, con tutte le parti superiori, comprese la testa e le ali, d'un colore uniforme bruno-marrone, leg- giermente ombreggiato di rosso; tiene più oscure le re- miganti e le rettrici, e tra il becco e l'occhio mostra un piccolo segno cenerognolo. Ha i lati del collo, i fian- chi e ie cosce d’un bruno-rossiccio più leggiero di quello che indossa nella parte superiore. Porta la gola, l’avan- collo e la metà del ventre d’un. bianco-purissimo, e le coperture superiori della coda rosse a punta biancastra. Larga è questa e molto arrotondata, bruno-chiari ha + piedi ed il becco, e bruno-gialla 1’ iride — La femmina veste colori più chiari e. più leggieri —.I novelli in- vece tengono tinte più oscure e più sporche. Costumi — Identico colla Sylvia sericea, sebbene distinto da alcuni Ornitologi, fu ritrovato contempora- neamente da molti Naturalisti. La-Marmora lo portava dalla Sardegna; Cantraine lo trovava ad Ostia, sulle rive del lago di Castiglione e sul Teverone;‘ Savi. l'annun- ciava comune nella Toscana; Natterer lo scopriva sulla Brenta, Vassalli lo vedeva nel Milanese, e Perini nel Veronese. Ma vha di più: alcuni individui si uecidevano nell’ Inghilterra, Gerbe l incontrava su molte riviere dei Dipartimenti Francesi, e non era ignoto nella Spagna , ticaria Certi Keyserling e Blasius — Salicaria Celtii : Schle- gel — Sylvia Celti: La-Marmora, Temminck, Schinz, Vieillot, Meyer c Wolf — Cettie Celti: Degland — Inglese: The Celti? s Warbler — Tedesco: Der Cettischer Stinger. Meyer — Fran- cese: — Le Bec-fin bouscarle. Temm. — Italiano: Il ftossi- gqnuolo di padule. Savi. 464 nella Russia e persino al Caucaso. Ha indole molto dif- fidente e selvatica, canto vivo e precipitato. Arriva .col finire del marzo, e va ad abitare i folti cespugli e le piante aquatiche; ivi compone un. nido bastantemente grazioso con foglie e radichette di gremigna, e depone 4 o 5 uova rosso-brune senza alcuna macchia. Si ciba di moscherini, di piccoli vermi ed insetti aquatici. Riparte nel settembre per cercarsi cielo più dolce nell’inverno. 120. Sylvia luscinivides. Savi. La Salciajola. Savi. È della bassa Italia, ma Savi la trovò anche nella Toscana tra i salci ed il tamarisco, ove fidente arriva nell’aprile per ripartire coll’agosto. 121. Sylvia melanopogon. Temm. I Forapaglie ca- stagnolo. Savi. Comune nelle maremme della Romagna e della Toscana, vive sull’ Arundo speciosa; trovasi anche a Ragusa. 122. Sylvia cisticola. Temm. Il Beccamosche. Savi. Abita anch'esso le maremme Toscane e Romane, la Sar- degna e la Sicilia , e vuolsi anche le risaje Lombarde. 123. Sylvia caligata. Licht. La Salciajola Russa. Pallas la trovò nella Russia e nella Siberia (Temminck non ne fa cenno, e Degland l’ammette con riserva). 124. Sylvia lanceolata. Temm. La Macchiettata. Sta nella Russia e nella Siberia; un individuo ucciso nelle vicinanze di Gevova trovasi presso il marchese Durazzi. 9a SEZIONE. * Erithacus o Silvie boschereccie. Caratteri — Un becco diritto, sottile, compresso alla punta; la corporatura svelta; la coda’ orizzontale, lunga, larga ed a penne uguali. 169 Costumi — Frequentano ordinariamente ì boschetti intrecciati da praterie, e si nutriscono di vermi e d’in- setti. Sono uccelli eminentemente cantori, inquieti e non stanno tra loro in società. 125. 72. Sylvia luscinia *) Caratteri — È da 16 a 17 centimetri lungo. Ma- schio e femmina hanno tutte le parti superiori d'un colore bruno arrossato, e le inferiori biancastre col petto ed i fianchi cenerognoli. Portano la coda d’un rosso- ruggine vivo colle penne sottocavdali molto più rosse. Bruno hanno il becco coi bordi delle mandibole gialla- stri, rossastri i piedi, e Dbruno-nocciuola Piride — I novelli tengono penne, brune macchiate di rosso sbiadito al di sopra ed alle ali, ed ondeggiate dello stesso colore al collo ed al petto, e di bruno sui fianchi. Costumi — Questo caro uccelletto tanto umile nel suo abito, quanto melodioso nel suo canto, ci arriva dal- l'Egitto sullo scorcio dell'aprile, ove tranquillo ha pas- sato l'inverno, e si mette allora fra le macchiette della _ pianura, del colle e del monte, e nei Grigioni fu ritro- vato sino a 3,000 met. d’altit. Abitatore di tutti i paesi, farebbe risuonare in primavera coll’ammirabile sua voce *) Sinonima — Luscinia: Brisson — Motacilla luscinia: Linneo, Gme'in — Sylvia luscinia: Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Schinz, Tschudi — Curruca luscinia: Lesson, Cuvier — Luscinia philomela: Bonaparte — Lusciola luscinia: Keyserling e Blasius, Schiegel — Erithacus luscinia : Degland — Inglese: The Nightingale. Lath. — Tedesco: Der Nachtingall. Meyer — Francese: Le Bec-fin rossignol. T-mm. — Îialiano: I Russignuolo. Savi. 166 anche i nostri boschetti, se tra noî non si fosse intro- dotto l’inumano abuso di coglierlo in tempo di caccia vietata con trabocchelli e reti. Prolifica a terra vicino ad un cespuglio, e compone un nido piuttosto profondo, ma poco solido, con foglie essiccate, erbe, stoppe e crini, ove depone da 4 a 6 uova di tinte bronzate con mac- chie bianche. Si nutre di vermi e d’insetti, e riparte, educata la prole, col principiare del settembre. 126. 73. Sylvia philomela *) Caratteri — Maschio e femmina misurano Î$ cen- timetri in lunghezza, ed hanno tutte Ie parti superiori d’un grigio-bruno appannato. Segnano sul petto tinte grigio-cenere, misto a grigio più chiaro. Portano la coda rossa, ma meno colorata della precedente. Bianca è la loro gola e circuita d'un grigio carico. Hanno le penne delle ali non uguali in dimensione all’antecedente; la 4.3 remigante è piccolissima, la 2.* uguale alla 3.3, e queste due più lunghe della 4.2. Costumi — Abita la Slesia, la Boemia, la Pome- " rania, la Franconia, e quasi tutte le parti della Ger- mania; trovasi anche nella Svizzera, ma ritengo solo di passo. Alcuni uccellatori, che fatalmente si dedicano da noi in primavera alla caccia dei rossignuoli, hanno preso (* Sinonnita — Luscinia major: Brisson — Motacilla ln- scinia major: Gmelin — Philomela major: Bonaparte — Eri- thacus philomela: Degland — Lusciola philomela: Keyserling e Blasius — Sylvia philomela: Bechste'm, Meyer e Wolf, Temmiock ,Vicillot — Tedesco: Der Sprosse. Naum. — Fran- cese: Le Bec-fin philomble. Temm. — [taliano : I Russignuolo forestiero. Savi. ‘ 167 individui di questa specie. Ha voce molto più robusta. ed echeggiante, ma non tanto variata di note. Vive e nidifica come il nostro, sceglie luoghi bassi ed umidi, mette uova alquanto più grandi, d'un bruno olivastro con macchie oscure, ed emigra alle stesse epoche. 127. 74. Sylvia orphea *) Caratteri — Misura 47 centimetri in lunghezza , ed un maschio adulto copre la testa e le guancie sino dietro gli occhi d'una tinta nerastra, che si frammischia ad un grigio-cenere quando passa all’ occipite, ma che continua a dominare su tutta la. parte superiore. Ha nerastre .le ali, orlate di cenere-oscuro, e la penna este- riore della coda bianca collo stelo nero, e coll’ estremità delle barbe interne cenerine; le altre penne della coda sono nerastre a punta bianca. Porta la gola ed il ven- tre d'un bianco puro, il petto ed i fianchi d’un rosso che si fa più vivo sulle coperture inferiori della. coda. La mandibola inferiore del becco è gialla all'origine, la superiore nera, ed alcuni peli forti e lunghi sporgono alla radice del becco — La femmina non ha nero sulla testa, e pochissimo lo segna tra il becco e l'occhio; porta invece su quest’ultimo una piccola striscia bianca. Sono tutte le di lei parti superiori cenerine, lievemente tinte di rosso, colla penna esterna della coda segnata a mo’ del maschio, e colle altre bruno-nerastre, sulla se- *) Sinonimia — S£yleia orphea: Temminck, Keyserling e Blasius, Schlegel, Schinz, Decland, Tschudi — Sylvia grisea: Vieillot — Curruca orphea: Boic. Bonaparte, Gere — Te- desco: Der meister Singer. Meyer. — Francese: Le Bec fin orphée Tomm. — Italiano: La Bigia grossa. Savi. pi 168 conda delle quali appare un segno bianco-sporco. Tiene una leggicrissima tinta rosata sul petto, che rimpiazza il rosso del maschio — Rassomigliano moltissimo i novelli alle loro madri, ma in genere vestono colori più foschi. Costumi — Abita la Provenza, la Savoja, la Dal- mazia, e si ritrova non tanto frequente nella Svizzera, nella Lombardia e nel Piemonte. Varia il suo modo di vivere secondo le località, come varia il luogo ove pone il suo nido. Temminck e Savi asseriscono, ch’esso ni- difica tra i fori delle muraglie, sotto i tetti delle case, o negli ammassi delle pietre; Degland e Vieillot, nei luoghi aridi entro le, foreste di pini, sulla cui cima il maschio fa sentire la sua voce d*amore. È questo com- posto di sottili stecchi, di corteccie, di pagliuzze e di briccioli d’ erbe esternamente, ed internamente di crini, di peli e di lane; contiene 5 0 6 uova bDianco-sporche a macchie giallastre ed a punti neri. Emigra sul finire dell’ Agosto, ed ogni anno si lascia vedere di passo sul S. Gottardo; passa i mari e ritorna coll’aprile. Nutresi con mosche, con: piccole falene e con bacche. 128. 79. Sylvia misoria *) Caratteri — È lungo da 17 a 48 centimetri, ed un maschio adulto porta la testa, le guance, la nuca ed il dorso tinti d’un cenere carico ; lo scapolare ed il grop- ") Sinonima — Sylvia nisoria : Bechstein, Meyer e Wolf, Cuvier, Temminck, Keyserling e Biasius, Schinz, Vieillot, De- glandà— Curruca nisoria: Gerbe —- Adophoneus nisorius: Bo- naparte — Tedesco: Der gesperbler Grasmiickhe Meyer — Fran- cese: Le Bec-fin raye. Temm. — Italiano: La Celega pa- dovana Savi. nh 469 -pone dell'istesso colore con tutte le penne segnate da una piccola striscia oscura e da un altra bianca. Ha le vali d’un cenere molto più leggiero, la coda d’un cenere più carico colle penne laterali segnate all’ estremità da una macchia bianca, che si distende sulla barba interna; questa macchia si fa più piccola nella seconda penna, e nella terza e nella quarta si trova soltanto interna- mente segnata con un piccolo orlo bianco. Tiene la gola, l’avancollo, il petto ed i fianchi biancastri, segnati tra- sversalmente d’un grigio-cenerino, e la metà del ventre d'un bianco purissimo. Ha Je coperture inferiori della coda cineree a larghi orli bianchi, bruno il becco, bru- no-chiari i piedi, e giallo brillante iride — Le parti superiori della femmina sono pure cinerec, ma mesco- late di bruno, e non segna alcuna striscia nè bianca nè oscura sullo scapolare e. sul groppone. Ha i. fian- chi leggiermente ombreggiati di rossastro, «e le mac- chie poste all'estremità delle penne caudali sono meno grandi e d’un bianco più sporco — I giovani dopo la prima muta hanno tutte le parti del loro corpo segnate da numerose macchie trasversali d'un cenere-oscuro, e l iride bruna — Prima della muta invece non portano strisce, e tutte le penne sono d’un grigio. uniforme senza alcun segno visibile. Costuzai — Arriva in aprile, e va ad abitare il nord dell’ Europa, l Austria, la Germania, I Ungheria e alta Italia; trovasi allora anche in Lombardia e tra noi. Predilige le colline e prende stanza in vicinanza dei praticelli tra le vigne ed i cespugli. Si ciba d’in- setti, di vermi e di falene, e nidifica volontieri nel bianco- spino , ove depone 4 o 5 uova biancastre a macchie cenerine. Riparte nel settembre. & 170 129. Sylvia rubiginosa. Temm. La Silvia famigliare. Si trova nella Grecia, nell’Egitto e nella Spagna; salta tra gli oleandri ed i crepacci delle rocce nelle valli di montagna. 130. Syivia Ruppelli. Temm. La Silvia di Ruppell. Abitatrice del mar Rosso e del Nilo, si lascia di quando in quando vedere nell’ Arcipelago. 434. . 76. Sylvia atricapilla *) Caratteri — Tiene 14 centimetri di lunghezza. Il maschio adulto ha la fronte, la sommità della testa e l’occipite d’ un bel nero carico, e lo spazio tra l'occhio ed il becco, il collo ed il petto d’un grigio-cenere. Ve- ste le altre parti superiori del corpo, comprese le ali e la coda, d’un cenere leggiermente misto ad olivastro, ed il ventre ed il gozzo d’un cenere biancastro. Tiene |'or- bita dell’occhio ricoperta di penne, il. becco grosso e robusto d’un grigio-piombino, i piedi neri e l’iride bru- no-nerastra — La femmina invece ha la calotta che co- pre tutta la testa d’un color rosso-olivastro, e lo spa- zio tra il becco e I’ occhio, non che la gola. d’un grigio- cenere. Olivastri ha tutte le parti superiori, il petto ed i fianchi, e bianco leggiermente tinto di rosso il ventre — I novelli prima della muta s’ avvicinano pei colori alla *) Sinonsmia — Curruca atricapilla: Brisson, Bonaparte — Motacilla atricapilla: Linneo, Gmelin — Sylvia alricapilla: Sco- poli, Latbam, Meyer e Wolf, Vieillot, Lesson, Temminck, Keyserling ec Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — Inglese: The Black cap. Lath. — Tedesco: Der schiwarzcopfige Gras- miicke. Meyer — Francese: Le .Bec-fin à Iéie noire. Temm. — Italiano: La Capinera. Savi. - 171 madre, ma hanno il rosso della testa meno appariscente. Costumi — Dalla Lapponia sino alle provincie me- ridionali della Francia e dell’Italia ritrovi questo uc- cello, che col soave e grazioso suo canto vivifica i luo- ghi freschi ed ombreggiati, i macchioni, i boschi, le siepi ed anche i broli ed i giardini delle città. Prolifica tra i cespugli a poca distanza dalla terra e compone un nido con erbe essiccate, con qualche foglia e con crini, entro cui depone da 4 a 6 uova grosse, ottuse, d'un colore bianco-giallastro misto a rossastro con piccole macchie oscure. Arriva tra' noi al principiare dell’aprile, e parte sul finire del settembre, non tanto però. che non ne ri- manga a svernare qualcuno, in luoghi caldi e riparati. 132. Sylvia melanocephala. Lath. L’Occhiocotto. Savi. Abita la Spagna e l’Italia meridionale. 133. Sylvia Sarda. La-Marmora. L’Occchiocotto Sardo. Savi. Trovasi nella Sardegna e nell’Italia meridionale. 134. 77. Sylvia horiensis *) Caratteri — Misura in lunghezza 44 centimetri. Un maschio adulto veste tutte le parti superiori d'un grigio-oscuro leggiermente misto d’olivastro. Bianco ha il contorno dell'occhio, ed un bianco-cenerino puro se- gna sulla parte laterale del basso collo. Porta bianca- ") Sinonimia — Motacilla hortensis: Gmelin — Sylvia hor- tensis el passerina: Latham —- Sylvia edonia: Vieillot — Cur- ruca horlensis: Bonaparte — Sylvia hortensis: Meyer e Wolf, Cuvier, Lesson, Temminck, Keyserling e Blasius, Schin Schlegel, Gerbe, Degland — Inglese: The garden Wa: bler. Lath. — Tedesco : Der grave Grasmiiche. Meyer — Francese: Le Bec-fin fauvette. Temm. — Italiano: 7! Bigione. Savi... 172 stra la gola, grigio-rossastri i fianchi ed il petto, bianco il ventre, e bianco Jeggiermente ombreggiato di grigio- rossastro le coperture inferiori della coda. Ha il becco bruno-piombino, pochissimo incavato, colla base della mandibola inferiore giallastra; ì piedi piombini e l’iride bruna — Tiene la femmina le tinte del petto e dei fianchi d’un colore meno carico, e nel rimanente ras- somiglia in tutto al maschio — I giovani tirano più alla madre, ma si distinguono per tinte molto più leg- giere in tutta la parte superiore — Variano alle volte per tinte biancastre od olivastre.. Costumi — Abita tutta l'Europa e si trova nei boschetti e nei cespugli; si mantiene molto suardingo, vive beccando insetti e larve, e d’autunno si dà avida- mente alle bacche ed alle frutta, specialmente a quella del fico, ciò che gli ha procacciato il nome europeo di Beecafico. Nidifica nella Leventina, ed in alcune col- line di altri Distretti: depone da 4 a 6 uoya dbianco- sporche con piccoli punti verdastri. Arriva e parte colle sue congeneri. 439. 78. Sylvia cinerea *) Caratteri — Da 44 centimetri in lunghezza. Un maschio nella livrea nuziale ha la sommità della testa *) Sinonmia — Curruca cinerea: Brisson — Moiacilla syl- via: Linneo, Gmelin — Sylvia fruticett: Vicillot — Syloia ci- nerea: Labam, Meyer e Wolf, Lesson, Vieillot, Temminck, Bonaparte Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — "Inglese : The ewhite Throat. Lath. — Tedesco: Der fahle Gras- inîiche. Bechs. — Francese: Le Bec-fin griselte. Toemm. — Îta- liano: La Sterpazsola. Sari. 173 e lo spazio tra l'occhio ed il becco d’una tinta cenere. Tiene le altre parti del corpo d’un grigio misto a do- vizia di colore rosso, che domina principalmente sull’alto collo. Nerastre ha le ali con tutte le coperture frangiate d’un rosso vivissimo; le remiganti sono. pure segnale nei bordi di rosso, meno la parte esteriore su cui tro- vasi del bianco. Bianco-pusissimo ha la gola, il centro del ventre e l’ addome; il petto lievemente tinto di rosso- roseo, ed i fianchi di cenere rossastro. Porta da coda oscura con tutte le penne d’uguale lunghezza, meno l’e- sterna che è molto più corta; questa ha barbe ed estre- mità marcate di bianco-puro, e la seconda ne pinge sol- tanto la punta. Cenere ha il becco, carnicini i. piedi e bruno-rossastra l’ iride — La femmina in quest'epoca veste tinte meno pure; il rosso del petto è in lei. ros- sastro — In autunno prendono abiti conformi. Coprono il loro corpo superiormente con colori più carichi, e segnano sui fianchi e sul petto un colore cenere-rossastro; bianca hanno la gola e parte dell'addome, e. bruno-li- “vidi il becco ed i piedi — I giovani prima della muta hanno le parti superiori ‘d’ un bruno fulvo; l'alto petto, i fianchi e le penne sottocaudali d’ un fulvo più leggiero; la gola ed il centro del ventre d’un bianco-rossastro. Costumi — Amabile uccelletto diffuso in tutta l’Eu- ropa, arriva tra noi numeroso alla metà d’ aprile, e si pone fidente nelle siepi, nei campi e nei cespugli. Erige il suo nido in forma di tazza fra le macchiette, nelle piante di fave o nei maglitoli, con radichette ed erbe essiccate, lo collega con qualche crine e io ammollisce con poche lane; quivi depone da 4 a 6 uova grigio- verdastre a macchie numerose ed olivastre. Canta dal 174 mattino alla sera, s'alza perpendicolarmente, fa giri varii » e scherzevoli, e ricade a piombo nel posto, da cui era partito. Si nutre di moscherini, di larve, d’ insetti, e d’au- tunno di bacche di sambuco, e ci abbandona al princi- piar del settembre... i 136. 79. Sylvia curruca * Caratteri — Ha 414 centimetri a un dipresso di lunghezza. In abito di nozze portano l'alto della testa d'un cenere purissimo tanto il maschio che Ja femmina; questa però con un colore molto più les- giero. Hanno lo spazio tra l’occhio ed il becco, e le penne che coprono l’orificio dell'orecchio, d’ un cenere più carico; la nuca, il mantello ed il groppone d’un cenere-bruno ; le ali brune ad orlo cenerino; la coda nerastra colla penna esterna esternamente frangiata di bianco, e le due susseguenti bianche nella sola estre- mità. Tengono il petto, i fianchi e l'addome d’un bianco a leggiera tinta rossastra, e tutte le altre parti infe- riori d'un bianco-purissimo. Nero hanno il becco, az- zurro-piombini ì piedi, e bruno nocciuola l’iride — D’au- tunno le loro tinte sono più chiare, il cenere della te- sta è meno pronunciato, ed hanno il becco bruno-corneo *) Sinonima.— Motacilla curruca et dumentorum: Linneo, Gmelin — Curruca garrula: Brisson, Gerbe — Sylvia cur- ruca: Latham, Lesson, Vieillot, Temmiack, Keyserling e Bla- sius, Bonaparte, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Sy£- via garrula: Meyer e Wolf, Vieillot — Inglese: The babling Warbler. Lath. — Tedesco: Der Rkiapper. Grasmiiche. Meyer — Francese: Le Bec-fin babillard. Temm. — Italiano: La Bigiarella. Savi. 175 sopra, e cenere azzurrastro sotto — Y giovani avanti la muta mostrano superiormente tinte d’un bel grigio-ce- nere, che tira all’azzurro sulla testa e sul collo, ed in- feriormente sono bianchi. Portano le coperture alari e le remiganti frangiate di rossastro, il becco ed i piedi piom- bini, e | iride bruno-rossastra. Costumi — È sparso nelle contrade temperate del- V Europa. Simile in molte parti all’antecedente, con que- sto condivide le epoche di passo, il nutrimento ed i luo- ghi d’abitazione; non è però tanto frequente come quello, e si tiene in luoghi più fitti e più nascosti. Depone in un nido costruito senz’arte 5 o 6 uova bianco-verdo- gnole con macchie turchine. 137. Sylvia conspicillata. La-Marmora. La Sterpaz- sola di Sardegna. Savi. È della Sardegna, della Sicilia, dell’Italia e della Spagna meridionale. 438. Sylvia provincialis. Gmel. La Magnanina. Savi. Sta nel mezzogiorno della Francia, della Spagna e del- l'Italia. ù 139. Sylvia passerina. Lath. La Sterpazzolina. Savi. Abita 1’ Algeria, l'Egitto, la Sardegna, la bassa Italia e la Dalmazia. 140. 30. Sylvia rubecula *) Caratteri — È lungo 44 centimetri e 5 millimetri. ") Sinonimia — Rubecula: Brisson — Motacilla rubecula : Linneo, Gmelin — Daudalus rubecula: Bonaparte — Lu- sciola rubecula: Keyserling e Blasius, Schlegel — Erithacus rubecula: Cuvier, Degland — Sylvia rubecula: Latham, Meyer e Wolf, Vieillot, Temminek, Lesson, Schinz — Inglese: The Red breast. Lath. — Tedesco: Der Rothkehlchen. Brehm — Fran- cese: Le Bec-fin rouge. Temm. — Italiano : Z{ Pettirosso. Savi. 170 Un maschio ha Palta testa e tutte le parti superiori dun colore grigio-bruno leggiermente tinto d’ olivastro, colla fronte, lo spazio tra l'occhio ed il becco, 1’ avan- collo ed il petto d’ un rosso ardente; il rosso nelle due parti laterali del collo è circondato d’un grigio-cenerino. Cenere-olivastro ha i fianchi, bianco-puro il ventre, neri i . piedi ed il becco, e bruno-nera l’iride — Nei vecchi tro- vansi non rade volte delle macchie rosse sulle grandi coperture alari — La femmina non differisce dal ma- schio, che pel rosso pettorale meno carico e meno esteso — Segnano i giovani prima della muta autunnale un grigio-olivastro nelle parti superiori con piccole strisce triangolari di un rosso sporco, disposte all’estremità di ciascheduna penna. Hanno un rossastro sparso di pic- cole strisce olivastre alla gola ed all’avancollo, ed un bianco-sporco ondeggiato di grigio olivastro sul ventre. Costumi — Fidente e curioso uccelletto , trovasi quasi tutto l’anno tra noi, chè alcuni pochi ci riman- gono a svernare in luoghi caldi e soleggiati, come ni- - difica nei nostri monti in luoghi freschi, nei cespugli 0 nel foro di qualche albero. Forma il suo nido con. fo- glie di castano 0 di quercia, e lo riempie di radichette, «di musco e di lane, collegandolo con crini. Depone 4 o 6 uova bianco-giallastre con punti rossastri più nume- rosi all'estremità. Si nutre di vermi, d’insetti e di bac- che nell'autunno. Ci arriva di passo alla metà di marzo per ritrocedere alla metà d’otto! re. 444. Sylvia suecica. Lath. Il Petto-azzurro a specchio rosso. Vive nel nord dell’ Europa, e mostrasi a caso nella Francia e nella Germania (Temminek lo costituisce in ispecie, e Degland lo mette come varietà della susseguente). 177 142. 81. Sylvia cyanecula *) Caratterî — Misura 15 centimetri circa. Un màa- schio porta tutte le parti superiori d’un cenere-oscuro, e la gola e l’avancollo d’un bell’azzurro-turchino; nel centro di quest'ultimo colore rilevasi uno spazio grande d’un bianco-puro. Una zona nera circuisce 1’ azzurro- turchino, a cui fa seguito una stretta linea bianca, cir- condata alla sua volta da un’altra tinta rossa. Bianco ha il ventre e l'addome con metà della coda rossa, ad estremità nera; neri il becco ed i piedi; e bruna l’iride — Quando è vecchio, porta una lineetta bianca sull’oc- chio con un’altra nera sovrapposta; ha pochissimo spa- zio bianco alla gola, e del nero azzurrognolo tra. l’oc- chio ed il becco. La fascia rossa del petto è molto più lata, e tanto questa, quanto l' origine delle penne cau- dali sono d’un colore molto più vivo — La femmina rassomiglia in tutto e per tutto al maschio superior- mente; si distinsue però benissimo per una striscia lon- gitudinale nerastra posta ai lati del collo, Ja quale si riunisce poi sul petto in un largo spazio nerastro tinto di cenere. Porta alla metà del collo un grande spazio bianco-puro, i fianchi tinti d’ olivastro, e tutte le al- tre parti inferiori biancastre — Vecchio, ha la gola d’un azzurro sbiadito — Si distinguono i giovani per *) Sinonima — Cyanecula: Brisson — Sylvia suecica : La- tham, Temmiock, Vieillot, Schinz — Cyanecula suecica: Boie, ‘Bonaparte, Gerbe — Erithacus cyanecula: Degland — In- glese: The blue- throaled Warbler. Gould — Tedesco: Der Wei- stirniges blaukelchen. Brelm — Francese: Le Bec-fin gorgo blen. Temm. — Italiano: Il petto-azzurro a specchio bianco. L'Ornit. Ticinese. 12 178 penne brune miste a biancastro, e per uno spazio bianco latissimo alla gola. Non prende la misura normale che alla seconda muta. Costumi — Predilige abitare i luoghi prescelti dal Pettirosso. Sì vele tra i cespugli e i vinchi, ove costrui- sce il suo nido senz’arte, ed anche tra gli alberi bucati 0 nei ciuffi d’erba; depone 4 0.6 uova d’un azzurro- sbiadito senza macchia. Non potrei accertare ch’ esso ni- difichi tra noi. Arriva alla metà di marzo e parte sul finire dell’ ottobre. 143. 82. Sylvia tithys *) Caratteri — È lungo 45 centimetri circa. Un ma- schio adulto ha tutte le parti superiori d’un cenere- azzurro; lo spazio tra il becco e l'occhio, le guancia, la gola ed il petto d’un nero carico; codesto nero si mescola ad un cenere-azzurrognolo sul ventre, e Vaz- zurrognolo domina pure sui fianchi. Tiene biancastro l'addome colle coperture inferiori della coda d’ un rosso- vivo e ‘colle due penne mediane di quest’ultima brune. Porta le grandi coperture alari orlate d'un bianco-puro colla remigante esterna corta, la 2.* lunga quanto la °) Sinonuia — Rubicilla gibraltariensis et phamicurus. tor- quatus: Brisson — Motacilla erithacus er lithys: Linneo — Mo- incilla gibraltariensis et atrata: Gmelin — Sylviatithys, gibral- lariensis, erithacus, atrata : Latham — Sylvia tithys: Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Schin., — Rubicilla thys: Brehm , Bonaparte, Gerbe —- Luscinia tihys: Keyserling e Biasius, Schlegel — Erilhacus tithys: Degland — Inglese: The back Redtail. Lath. — Tedesco: Der schwarze Rothschwantz. Naum. — Francese: Le Bec-fin rouge queue. Temm. — Italiano: I Codirosso spazzocamino. Savi.” 179 7.8, e queste più corte della 4.3 e della 5.* che sono le più lunghe — D’autunno ha penne nere alla testa, al collo ed al petto orlate di biancastro; le penne sotto- caudali rosse; le grandi coperture alari a bordi bian- castri; la coda a punta brunastra — La femmina è di un cenere brunastro meno carico al di sotto che al di sopra; grigiastro ha il ventre e quasi biancastro vicino all’ano; le penne delle ali frangiate di grigio-cenere; e le sue coperture colle caudali d’un rosso-sporco e colie penne mediane brune come nel maschio — D’autunno porta tinte simili a quelle di primavera, ma leggier- mente frangiate di rossastro — I giovani prima della muta tengono tinte cenere-rossasire superiormente, cd inferiormente sono più chiari con orli bruni. ) Costumi — È conoscintissimo in tutte le parti del- l'Europa, meno nell’Inghilterra; vive comune nella Sviz- zera, nidifica sul S. Gottardo tra i buchi delle rocce o nei muri, e mette 5 o 6 uova bianco-pure e lucenti. Scorre tranquillo e poco selvatico i monti dall’ aprile all’ ottobre, e cibasi con insetti, vermi e larve, e d'au- tunno si dà alle bacche. (Degland nota come varietà di questa specie sotto il nome di Erithacus Cairii un ue- cello, che per molti caratteri rassomiglia al presente). 144. 83. Sylvia phonicurus *) Caratteri — Segna 14 centimetri e 5 miltimetri. °) Sinonimia — Rubicilla: Brisson — Motacilla planicurus: . Linneo, Gmelin — Sylvia phenicurus: Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Schinz — Rubi- cilla phoenicura: Bonaparte, Gerbe — Lusciola phanicurus: Keyserling e Blasius, Schlegel.— Erithacus phenicurnus: De- 180 x Un maschio adulto in abito di nozze ha la fronte ed. il sopracciglio d’ un bianco-purissimo. Mostra ‘una piccola fascia nera all'origine del becco, e nero è lo spazio tra questo e l'occhio. Tiene la gola e l’alto collo pure d’ un “nero carico; la testa e l’alto dorso d’un cenere-azzur- rognolo; il petto, i fianchi e le penne laterali della coda d’ un rosso vivo e brillante, e addome biancastro. Porta le coperture inferiori della coda d’un rosso-chiaro colle due penne mediane brune. Ha la 41.8 remigante corta, la 2.8 più grande, e la 3.* e la 6. più lunghe di tutte — D'inverno veste le parti superiori mescolate di ros- sastro; le penne della fronte e del sopracciglio orlate di cenere-azzurrastro, il nero delle suancie, del collo e delle parti inferiori frangiato di grigio e di bianco, e gli orli alari più larghi e più rossi — Rassomiglia mol- tissimo la femmina alla precedente. Ha tutte le parti su-. periori d’un grigio misto a rossastro, le grandi coper- ture alari orlate di giallo-rossastro, la gola bianca, il fianco ed il petto rossastri, il ventre biancastro, e le coperiure caudali d’un rosso-sbiadito. Quando è molto vecchia, segna di nero la gola con un po’ di rossastro — I novelli non hanno bianca la fronte; il nero della coda è seminato di linee biancastre. ed il rosso del petto variato di bianco. Superiormente sono d’ un cenere-ros- sastro colle coperture e colle penne alari fasciate di rosso all'estremità. Costumi — Abita tutte le parti dell’ Europa e tro- giand — Inglese: The redstari Warbler. Lath. — Tedesco: Der Baum und Gartenrothschwanz. Brehm — Francese: Le Bee-fin de murcille. Temm. — Italiano: Il Codirosso. Savi. 1810, vasi tra noi nel momento della propagazione. Ci arriva coì primi d’aprile e parte alla fine d’agosto. Depone nel cavo di un albero, in un vecchio muro o sotto un tetto, in un nido rozzamente costruito con foglie, con, penne e con fieno, sino ad 8 uova di colore turchi- niccio chiaro. 3.3 SEZIONE. Phillopneuste o Silvie moscivore.” Caratteri — Le ali lunghe oltre la metà della coda; questa in alcuni quadrata, ed in altri leggiermente biforcuta. Cestumi — Il loro nutrimento principale consiste in insetti alati, in moscherini, che sanno prendere be- nissimo saltellando sulle foglie od al volo. 145. Sylvia olivetorum. Strick. La Silvia delle live. Abita la Grecia e le Isole Jonie. (Temminck l’aveva col- locato nella prima sezione, ma Degland rivendicò giu- stamente il suo posto). 146. Sylvia Elcica. Lind. L’Ellenica. Anche questa vive e nidifica nella Grecia. 147. S4. Sylvia hippolais *) Caratteriî — È lungo 42 centimetri e 7 od 8 mil- ") Sinonima — Curruca arundinacea: Brisson — Molacilla hippolais: Linneo, Gmelin — Syfvia Rippolais : Latham, Meyer e Wolf, Schinz, Temmincek — Sylvia polyglotta : Vieillot, De- gland — Hippolaîis salicaria: Bonaparte — Ficedula hippo- Inis: Keyserling e Blasius — Ficedula polyglotta: Schiegel + Hippolais polyglotta: De Selys-Longhehamps, Gerbe, Deglavd — Inglese: The lesser Petychaps. Lath. — Tedesco: Der get- 182 limetri. Un maschio veste tutte le parti superiori d’ur eolore cenerognolo lievemente macchiato di verdastro, ed ha del giallo tra l’ occhio ed il becco, ed un piccolo cer- chio strettissimo di questo colore attorno al primo. Tiene “le grandi coperture alari d'un bruno-carico, circondate da un largo orlo biancastro, e le penne delle ali e della coda parimenti brune ad orlo verdastro. Copre le parti inferiori dalla gola sino alla coda d’un giallo sbiadito. Porta il becco bruno-verdastro sopra e giallo livido sotto, i piedi azzurrastri e V'iride bruno-carico — Rassomi- glia la femmina al maschio; è soltanto un po’ più pic- cola, ha tinte più oscure sopra e giallo più sbiadito sotto — I giovani prima della muta tengono del cenere- rossastro superiormente, ed inferiormente del bianco-gial- lastro; hanno le remiganti e le rettrici brunastre, fran- giate d’un cenere-rossastro. Costumi — Abita la partie temperata e meridio- nale dell’ Europa, prolifica in numero limitato tra noi, e si trova tra le siepì e le boscaglie, c sui monti ed al piano. Compone il suo nido di foglie, di gramigna e di seme di pioppo, lo collega con crini e con lane, e vi depone 4 o 5 uova oblunghe di colore turchiniccio rosato a piccole strisce e grandi macchie brunastre. Viene col- l'aprile per ripartire col settembre, 148. sò. Sylvia sibilatria *) Caratteri — Misura 12 centimetri e 4 0 5 mil- batichiger Stinger. Meyer — Francese: Le Bec-fin à pollrine jaune. Temm. — IHaliano: JI Beccafico cannapino. Savi. *) Sivonima — Sylvia sylvicola: Latham, Vicillot —- Sgt via sibilatrie: Bechstein, Meyer e Wolf, Temminck, Lesson, 483 limetri. Il maschio porta il capo e tutte le parti supe riori d'un bel verde-chiaro. Ha una larga benda d'un giallo-puro, che nasce all'origine del becco, passa sulla «fronte e sugli occhi, e termina sulle tempia. Porta i lati della testa, la gola, l’avancollo, 1 inserzione delle. ali e delle cosce d'un giallo-pure. Bianco-pure ha. tutte . le altre parti inferiori; nerastre ad. orlo verde-chiaro fe penne alari e caudali. La coda un po’ biforcuta passa alcuni. millimetri 1 estremità delle ali. La 4.* remigante cortissima, la 2.% e la 4.% uguali in dimensione e più lunghe. Giallastri sono i piedi ed il becco, e bruno-ros- sastra l’iride — Differisce la femmina per una corpo- ratura più piccola, e per le guancie, la gola ed il collo di un giallo più pallido —4} novelli mostrano anch'essi tinte più sbiadite. Costumi — Abita i folti boschi tanto in monta- gna che in pianura. È raro in Inghilterra e nell’Olanda, ma più comune nella Francia, nella Germania e nella Svizzera. Colloca tra noi il suo nido nel tronco degli alberi tarlati, nelle radici sporgenti delle piante ed an- che sulla nuda terra, lo compone simile ad un piccolo forno con pagliuzze, con foglie secche, con morbide cor- teccie e cose simili, e vi depone da 4 a 6 uova d’un bianco-sporco a macchie rossastre, che si riuniscono in cerchio verso la parte ottusa. Manda.un canto acuto vi- Schinz — Phillopneuste sibilatriv: Bonaparte, Gerbe — Fice- dula sibilatriv: Keyseriing e Blasius, Sclilogel — Plullopner- ste sylvicola: Degland — Inglese: The wood Wren. La'h. — Tedesco: Der griner Singer. Meyer — Francese: Le Bec- fin siffleur. Temm. — Ta'iano: Il Lui verde. Savi. i 484 ‘brandosi in aria e battendo le ali. Parte sul finire de l'agosto e ci arriva coll’ aprile; distrugge i moscherini ed altri insetti volanti. 149. 86. Sylvia icterina *) Caratteri — Misura 13 centimetri e 5 millimetri. Maschio e femmina in abito di primavera si distin- guono dalle specie affini per la sommità della testa -e per tutte-le parti superiori, le quali sono d’una tinta olivastra ‘senza alcuna macchia. Hanno una piccola stri- scia giallo-vivo sulla fronte, che passa oltre le. soprac- ciglia; un’ altra grigio-olivastra ricopre il Zorum. Por- tano le guancie, le parti laterali del collo, il petto ed i fianchi d’un colore giallo-sbiadito a macchie longitu- dinali cenere; l’' orlo esterno delle ali e le coperture inferiori di queste d’un giallo-cedrato lesgiero ; il ven- tre bianco nel centro, misto a strisce longitudinali gialle; e la gola d’un bianco-giailastro. Hanno le ali ela coda bruno-cenerine ad orlo olivastro-chiaro, e lunga e forcuta tengono questa, sicchè le penne del centro mancano in lunghezza in confronto delle laterali. Tengono, un becco corto, ottuso, depresso, a tinte brune-oscure ed inter- namente d’un colore giallo-zafferano. Giungono le ali a metà della coda, ed hanno la 5.* remigante più lunga, quindi la 2.* e poi la 6.3; bruni calzano i piedi, e di bruno-chiaro portano l’ iride — I novelli avanti la muta tengono al di sopra del corpo un colore cenere-bru- ") Sinonimia — Sylvia icterina: Temminck, Vieillot, Degland -- Hippolais icterina: Gerbe, Bonaparte, Degland — Ficedula icterina: Keyserling e Blasius — Francese: Le Bec-fin icle- rine . Temm. — Italiano: Il Beccafico ttterino. Bonaparte. 185 mastro, segnato d'olivastro sugli orli delle penne; ed al di sotto una tinta cenere-biancastra, mescolata di un po’ di giallastro. Mostrano il contorno degli occhi ed il /o- rum d’un bianco-giallastro; le coperture e le penne alari brune, largamente frangiate di cenere-rossastro; e la coda d’un bruno-cenere con tinte più sbiadite nel contorno ‘e nell’ estremità. Corto hanno il becco, d'un bruno piom- bino al di sopra e giallastro al di sotto, e turchini i piedi. Costumi — La presenza di questo uccello è stata constatata nella Francia, nel Belgio, nell’Austria, nella Sardegna e nella Liguria, e di qualche raro individuo an- che tra noi. Ci arriva coll’aprile e si caccia tra le siepi ed i cespugli tanto in luoghi umidi come negli asciutti. Vive di mosche e d’insetti alati, che coglie al volo 0 suì ramoscelli e le foglie; ha un canto forte e variato, per- chè imita con successo quello degli altri uccelli. Costrui- sce un nido artistico a mo’ di tazza, e depone 4 0 5 uova d’un rosso violaceo con punti rotondi neri. Ci ab- bandona col finire dell’agosto. © 450. e 87. Sylvia trochilus *) Caratteri — È lungo 42 centimetri, e tanto il ") Sinonisna — Asîlus: Brisson — Motacilla trochilus: Lin- neo, Gmelin — Sylvia trochilus: Latham, Temminck, Schioz, Tschudi — Sylvia filis: Bechstein, Meyer e Wolf, Vicillot — Phillopneuste trochilus: Bonaparte, Gerbe, Desland — Fice- dula trochilus: Keyserling e Blasius, Schlegel — Sylvia fla- viventris: Vieillot — Inglese: The willow Wren. Penn. — Tedesco: Der fitis Singer. Meyer — Francese: Le Bec-fia povillot. Temm: — Italiano: Il Lui grosso. Savi. 186 | maschio quanto la femmina presentano caratteri uniformi: questa soltanto è più piccola ed ha tinte meno pronun- ciate. Vestono entrambi tutte le loro parti superiori, com- presa la testa, d’una tinta cenere-verdastra; all’ origine del becco comincia una fascetta bianco-giallastra, che si prolunga e passa sopra gli occhi. Portano tutte le parti inferiori a tinte giallastre uniformi, miste a biancastro nel centro, del ventre, e le penne alari e caudali bruno- cineree, ‘orlate di olivastro. Tengono la coda lesgiermente forcuta, e le ali che di poco sorpassano ii centro di quella; quasi nulla è la 4.* remisante, e la 2. Ja 6.8 sono ugualmente lunghe. Hanno il becco bruno-olivastro sopra c giallastro sotto, i piedi giallastri, e l’ iride bru- no-carico — I giovani non tengono il giallo sulla gola, sulle coperture delle ali e della coda, e marcano sui fianchi e sul ventre tinte bianco-cenerine. Costumi — Trovasi in tutta l'Europa, e vive so- litario nel limite inferiore delle montagne vicino ai ru- sceletti. Costruisce il suo nido con briccioli d’erbe e qualche penna, e gli dà una forma sferica; lo colloca fra i muschi e Je foglie sulla nuda terra*o nelle radici delle piante, e depone 5.0 6 uova bianche a macchie rosso-porporine, più fitte nella parte ottusa. Coglie al volo o sulle foglie zanzare e moscherini, emigra al fi- nire dell’agosto, e ritorna colla metà di marzo. 1594. 38. Sylvia rufa *) Caratteri — Un maschio è lungo 42 centimetri, *) Sivonmia — Cuwruca rufa: Brisson — Motacilla rufa: Gmelin — Sylvia rufa: Latham, Meyer e Wolf, femmiack, Schinz, Tschudi — Sylvia collybita: Vieiliot — Phillopneuste 187 e copre la sommità della testa e tutte le parti superiori d’una tinta grigio-oscura, più o meno mista ad oliva- stro. Porta bianca la gola, e sopra gli occhi una pic- cola fascia bianco-giallastra. Ha ai lati del collo ed al- l'inserzione delle ali tinte brune-chiarissime, e le ali e la coda bruno-cariche. Tiene bianco il ventre, misto a bruno-leggiero e giallastro ; giallo-chiare le coperture in- “feriori delle ali, e quelle della coda orlate d’un grigio- bianco; questa ha penne d’uguale lunghezza, e quelle non oltrepassano la metà della coda. Corta è la 1.* re- migante, la 2.* più piccola della 3.*, e quest’ultima lunga quanto la 7.*. Porta il becco alquanto largo alla base, sottile, appuntato alla cima, di colore bruno e coi bordi delle mandibole gialle; i piedi bruno-nerastri, e l’iride bruna — La femmina ed i novelli si avvicinano per. le loro vesti; la prima però è meno gialla del ma- schio, ed i secondi hanno tinte più cariche. Cesteami — Vive abbondante {nell'Europa tempe- rata tra i boschi folti di abeti e di pini. Nella Svia- zera si trova a livelli piuttosto alti, specialmente nelle alpi Retiche. È d’indole dolcissima e vivace, e colloca il suo nido a terra fra i rovi, le foglie o le erbe; lo am- mollisce internamente con molte penne, e depone 405 uova bianco-pure a macchie nerastre, più numerose al- l'estremità ottusa. Vive di aragni e moscherini, ed emi- gra in piccolissimi branchi coll’ ottobre per ritornare col marzo. rufa: Bonaparte, Gerbe; Degland — Ficedula rufa: Keyser- ling e Blasius, Schlegel — Inglese: The rufons Warbler Lath, — Tedesco: Der waldlau Sanger. Bechs. — Francese: Le Bec-fin vdloce. Temm. — Haliano: I Luì piccolo. Savi. 83 4152. 89. Sylvia Mattereri *3 Caratteri — È della lunghezza di 44 centimetri e 5 millimetri. Distinguesi il maschio per la sommità della testa e per tutte le parti superiori tinte d’un ce- nere-carico, che si frammischia ad un bruno-olivastro sul dorso e sulle piccole coperture alari. Ha un largo sopracciglio d’un bianco-puro, che principia al becco e si distende sopra l'occhio; e di bianco-puro e lucido sono tutte le di lui parti inferiori. Tiene le penne. alari 6 caudali cenere-nerastre ad orlo verde-chiaro , bianca la mandibola inferiore del becco, bruno-chiara la superiore, brunastri i piedi e bruna-rossastra Virile — La fem- mina veste il bianco inferiormente meno lucido e meno puro — I novelli prima della muta tengono al di sotto del corpo un bianco lucido e morbido, coi fianchi, col petto e colle penne sotto caudali macchiate di rossastro chiaro; le guancie, i lati del collo e tutte le parti su- periori del collo di cencre-rossastro; le coperture e le penne alari orlate di giallo-verdastro vivo. Cestumi — Stà nelle parti temperate e meridio- nali dell’ Europa, prolifica nella Svizzera ed anche nelle nostre alte montagne. Costruisce un nido di forma sfe- rica ad aperture laterali, coperto esteriormente di foglie secche, ed internamente guarnito di erbe sottilissime, di ") Sinonimia — Sylvia Bonelli: Vieillot, Keyserling e Bla- sius, Schlegel — Sylvia Nattereri: Temminck, Meyer e Wolf, Schinz, Tschudi — Phillopneuste Bonelli: Gerbe, Bonaparte, Degland — Inglese: The Natterer °s Warbler. Lath. — Tede- sco: Der Natterers Singer. Meyer — Francese: Le Bcc- fin Natterer.Temm. — Italiano: H Lui bianco. Savi. 189 corteccie è di radichette; depone 4 o 5 uova bianche a punte rossastre oscure, e si nutre di moscherini, aragni ed altri insetti alati, che caccia tra le foglie degli al beri e dei cespugli. Viene da noi ai primi d'aprile, e ci abbandona per portarsi in paesi più caldi ai primi di settembre. GENERE XXXoe REGULUS *) Caratteri — Un becco delicatissimo , diritto, ap- puntato, corto e strettissimo; la mandibola superiore leggiermente sovrapposta all'estremità dell’inferiore. Le narici ovali, coperte e nascoste da piccoli peli sporgenti in avanti. I piedi sottilissimi con tre dita anteriori ed uno posteriore molto più robusto ; l’ esterno riunito colla base all’intermedio. Le ali mediocri colla 4. remi- gante cortissima, la 2.* e 1° 8.* d’uguale lunghezza, e la 4.*.e la 5.* più lunghe. La coda scalare e composta di 42 penne. Cesti — Sono uccelli, che svolazzano riuniti in piccolissimi branchi mandando grida acutissime. Vivono tra le giovani abetaje, e svelti e leggieri volteggiano attorno ai ramoscelli, vi si sospendono e cacciano i. piccoli in- setti. Si costruiscono col musco e col crine dei piccoli bellissimi nidi serrati, che attaccano sotto le foglie. *) Sinonimia — Motacilla : Linneo, Gmelin, Covier — Sylvia: Latnam, Meyer e Woll, Temminck — Regulus: Cu- vier, Lesson, Temminek, Vieillot, Bonaparte, Keyscrliog è Blasius, Schinz, Schlegel. Degland — Regolt. cà 190 D'inverno scendono vivi ed irrequieti in luoghi più dolci e temperati; sono i veri colbri dell’ Europa. Hanno muta semplice cd ordinaria; qualche differenza rimarcasi tra il maschio e la femmina, edi novelli tirano dalla madre. 453. 90. Regulus cristatus *) Caratteri — È lungo 9 centimetri e 6 0 7 mil- limetri. Un maschio copre tutte le parti superiori del corpo djun colore olivastro misto a leggiere tinte gial- lastre: segna sulle ali due fasce trasversali biancastre, ed ha sulla sommità della testa penne allungate e sot- tili d'un bellissimo colore giallo vivo lievemente dorato. Porta ai due lati della testa una sola fascia nera, che si dilata sino all’ occipite, e le penne della testa, dei lati del collo e delle parti inferiori d’un cenere leggiermente misto a rosso-olivastro. Grigio-brune ha le penne alari e caudali, orlate esternamente d’olivastro ed internamente di biancastro; nero il becco, sottilissimo ed acuto: ne- rastri i piedi, e brano-carico l’iride — La femmina si copre con tinte più sbiadite, ha il ciuffo color di. cedro, le fasce nere della testa meno pronunciate e di un co- lore cenerino — I giovani tengono la testa tinta di verde- olivastro, ed i sessi non si distinguono che dopo la prima muta. *) Sivonimia — Motacilla regulus: Linneo, Gmelin — Re- gulius cristatus: Brisson, Temminck, Vicillot, Bonaparte, Key- ser'ine e Blasius, Schlegel, Degland, Tschudi — Syloia re- gulus: Latham, Meyere Wolf, Temminck — Regulus croco- cephalus: Brehim — Regulus flavicapillus: Schinz — Inglese: The gold-crestei Wren. Gould — Tedesco: Der gekvonter Sdn- ger. Meyer — Franeese: Le Roitelet ordinaire. Temm. — Ila- siano: Z/ Regolo. Savi. 191 "Costumi — E comune in tutte le parti dell'iEu- ropa sino al Polo Artico. Nidifica tra i pinie gli abeti, e depone da 8 e 410 vova di colore bianco rosato. Vive di minutissimi insetti, che insegue e prende anche al volo. Scende tra gli ultimi dalla montagna nel novem- bre, e passa l'inverno alla pianura per ritornare tra ; primi al luogo nativo. 154. 94. Regulus ignicapillus *) Caratteri — Misura 9 centinietri e 4 0 5 milli- metri. Il maschio adulto ha tutte le parti superiori d’un colore verde-olivastro, che si cangia ai lati del collo con una tinta giallastra. Porta sul capo e sull’occipite delle penne allungate e sottili color di fuoco vivissimo, ed ai lati di queste penne una fascia trasversale d’ un nero profondo. Segna tanto sopra come sotto gli occhi una striscia bruna, e l'occhio stesso è attraversato da un’al- tra nerastra. Ha sulle penne della fronte una tinta ros- sastra, e due fasce disposte sulle ali segnate a colori ed orli, come la specie precedente; le parti inferiori, i piedi, l’iride e il becco sono pure uguali a quella, ma il becco è più compresso e più robusto. all'origine — Mostra la femmina uguali distintivi, ma con colori meno. puri e più sucidi — Tanto dicasi dei novelli. *) Sinonima — Sylvia ignicapilla: Brehm, Temminck — Regulus pyrocephalus: Brehm — Regulus igmicapillus: Savi, Bonaparte, Temminck, Keyserling e Blasius, Schlegel, Schinz, Begland, Tschudi — Regulus mystaceus: Vieillot — Inglese: The fire-crested Wren. Goull — Tedesco: Der fener-kòpfiges Goldhichen. Brehm — Francese: Le Rotlelet triple bandeau. Temi. — Haliano: H! Fiorencino. Savi. 192 Costumi — Vive nelle località abitate dall’ antece- dente, ed il più delle volte confuso e riunito a quella. Uguale ha il vitto, conforme il modo di vivere, costrui- sce un nido consimile, scende con quella dai monti, e con quella vi ritorna. 155. Regulus modestus. Gould. Il Regolo ‘modesto. Abitatore della Dauria, vedesi accidentalmente nella Dal- mazia,) e fu preso una volta nell’Inghilterra. GENERE XXXfe TROGLODYTES*) Ciarattert? — Un becco sottilissimo, senza alcuna incavatura, fino, appuntato, leggiermente arcuato e colle mandibole uguali. Le narici ovali e coperte da una mem- brana. I piedi lunghi e sottili; tre dita anteriori, col- l'esterno riunito alla base al mediano; un altro poste- riore più lungo e più forte e coll’unghia arcuata. Le ali cortissime, concave, arrotondate; la 1.% remigante di mezzana lunghezza, la 4.* e la 5.* più lunghe. La coda corta e composta di 42 penne. Cestumi — Prediligono questi uccelli il silenzio ed il ritiro, scelgono località nascoste, e di rado si mo- strano allo scoperto nelle piante d’alto fusto, ma svo- lazzano nelle muraglie, nelle caverne, fra i buchi e le radici degli alberi. Costruiscono un nido artistico, chiuso *) Sinonima — Motaciila: Linneo, Gmelin — Genus fi- cedule: Brisson — Sylvia: Latham, Temminck — Troglo- dyles: Vieillot, Cuvier, Temminck, Benaparte, Keiseriing e Blasins, Schlegel, Degland — Scriccioli. STI 193 da tutti i lati, ed aperto lateralmente. Hanno muta sem- plice ed ordinaria. Il maschio ela femmina sono uguali, ed i giovani portano tinte più oscure. 456. 92. Troglodytes vulgaris *) Caratteri — È lungo 40 centimetri, e maschio e femmina indossano nelle parti superiori tinte d’un bru- no-oscuro, misto a strettissime strisce trasversali nere, disposte lungo il dorso. Portano le remiganti marcate da macchie alternative nere e rossastre, e le coperture e le penne della coda lineate trasversalmente di nero. Hanno una stretta fascia sull'occhio, e la gola ed il petto tinte di biancastro. Tengono tutte le parti poste- riori segnate a macchie bianche ed a strisce. nere tra- sversalmente disposte — I giovani vestono tinte più ros- sastre, ed hanno le strisce trasversali meno marcate. Cestumi — Diffuso in tutta l'Europa, si caccia tra le fratte ed i cespugli, ove salta continuamente colla sua coda rialzata; s’insinua come un sorcio nei buchi degli alberi, fra i sassi ed i muri diroccati, e si nasconde per- sino sotto i tetti delle cascine. Costruisce con molta arte ed industria il suo nido, ne ‘appropria la forma alle macchie, alle radici delle piante ed alle erbe, e sa sce- ") Simonima — Regulus: Brisson — Motacilla troglodyles: Linneo, Gmelin — Sylvia troglodytes: Latham, Meyer e Wolf, Temminck — Troglodyles europea: Vieillot — Tro- glodytes europeus: Cuvier, Bonaparte, Degland — Troglodytes punclatus: Brehm — Troglodytes vulgaris: Schinz, Temminck, Tschudi — Troglodytes parvulus : Koch, Keyserling e Blasius — Troglodytes troglodyies: Schlesel — Inglese: The common Wren. — Tedesco: Der zaun Sénger. Meyer — Francese: Le Troglodyle ordinaire. Temm. — Ttaliano : Lo Serteciolo. Savi. LOmil. Picinose, 13 194 gliere i materiali in modo da renderlo irriconoscibile. Adopera sottili fronde verdi, e morbidissimo musco ester- “ namente, ed internamente delicatissime penne; depone 6 o 7 uova Dbianco-oscure a punti rossastri. Coglie in- settini, vermicciuoli e’ larve, scende d’inverno al piano, vive tra i più crudi geli, ed intanto che tutta la natura è muta, solo, allegro e contento, canta a gola spiegata la sua flebile e gentile canzonetta. 157. Troglodytes fumigatus. Temm. Lo Sericciolo af- fumicato. Originario del Giappone, fu preso sul lago di Castiglione (Temminck, non Degland). GENERE XKX3Ie SAXICOLA *) Caratteri — Un Decco diritto, gracile, colla base alquanto più larga che alta e col bordo saliente, che sî avanza sulla fronte; la punta delle due mandibole a le- sina; la superiore sensibilmente ricurva; alla base del becco dei peli visibilissimi. Le narici laterali, basali, o- voidi, a metà chiuse da una membrana. I piedi a tarso alcune volte lunghissimo, con tre dita anteriori ed uno posteriore; l'esterno riunito colla base al mediano; l’un- ghia del pollice più corta e più arcuata. Le ali allun- gate o di mezzana lunghezza colla 1.* remigante suffi- ‘) Sivonima — Motacilla : Linneo, Gmelin — Vwifora e Rubetra: Brisson — Sylvia: Latliam, Temminek — Samicola : 3echstein, Meyer e Wolf, Cuvier, Temminck, Lesson, Key- serling e Blasius, Schiuz, Schtegel, Deg'and — OEnanihe: Vicillot, — Sazicola e Vitiflora: Bonaparte — Sassicole. 195 cientemente lunga, la 2.8 più corta della 3.8 e della 4.9, che sono le più lunghe. La coda di mezzana grandezza, lesgiermente arrotondata o quadrata e composta di do- dici penne, Costumi — Molti Ornitologi collocarono le Sas- sicole colle Silvie; autori più moderni le distaccarono, ed altri le divisero. Vivono alcune specie in campi col- tivati, nei prati, nelle pasture o sulle rive dei ruscelli; altre in luoghi aridi, sassosi ed elevati. Tutte amano poggiare sopra punti culminanti, e le vedi ora sopra la cima d’una pianta altissima, ora sopra un ramo di un arbusto essiccato, oppure sopra un sasso, sopra un cu- , mulo di terra o sopra un masso sporgente. Si avvici- nano per la loro forma esterna ai piccoli cantori dei boschi, ma sono condannate dalla natura al silenzio. Sono abili corridori e difficilmente si lasciano avvicinare; cer- cano irrequieti gl’ insetti agitando continuamente la coda. Si distinguono facilmente per la distribuzione del bianco e del nero, che tutti portano sulle penne caudali. Pas- sano la stagione rigorosa in clima più dolce, e sono tra ì primi ad abbandonarci e tra gli ultimi a ritornare. La loro muta è semplice ed ‘ordinaria, nell’autunno, e d’alcuni vuolsi parziale nella primavera. Il maschio si distingue dalla femmina, e questa si avvicina più ai no- velli. Nidificano a terra in un piccolo cavo tra i sassi, o tra le erbe ed i cespugli. GODERE sono poco osser- servati e studiati. 158. Sazricola saltatrir. Menet. La Saltatrice. Origi- naria del mar Caspio, della Nubia e dell'Egitto, abita anche la Grecia (Schlegel e Degland, non Temminck). 159. Saricola cachinans. Temm. La Codabianca. Si 196 trova nella Spagna, nella Sicilia, nella Sardegna e nella Corsica. . 160. 93. Saxicola @nanthe *) Carattert — È lunso 16 centimetri e 2 o 3 mil- limetri. Un maschio in, abito di primavera ha tutte le parti superiori d’un colore grigio-cenere, ed una fascia d’un bianco-puro sopra gli occhi, la fronte e la gola. Pinge all’origine del becco un nero, che passa sopra l’oc- chio e copre anche l’ orificio dell’ orecchio. Porta nere le remiganti, bianca la coda per due terzi in lunghezza e nera l’altra parte sino all’ estremità, fatta eccezione delle due penne mediane , che sono interamente nere. Tiene sull’avancollo una tinta bianco-rossastra, le altre parti inferiori bianche, e il becco, i piedi e l’iride neri — La femmina copre tutte le parti superiori d’un bruno- cinereo e la fronte d’un grigio-rossastro. Ha bruno-ca- “rico il colore delle penne, che porta sull’ occhio e sull’ 0- rificio dell’orecchio, e bruno-nerastre le ali, orlate d’una tinta chiara. Tiene il bianco caudale meno lato, ed il nero domina maggiormente sulle penne mediane della coda. Rossastri ha il collo ed il petto, ed il bianco nelle parti inferiori misto a rossastro — Ambo i sessi pren- *) Sinonimia — Vitiflora, Vitiflora cinerca et grisea: Bris- son — Motacilla enanthe: Linneo, Gmelin — OEnanthe cine- rea: Vieillot — Sylvia cnanthe: Latham, Temminek — Sa- aicola enanthe: Meyer e Wolf, Lesson, Cuvier, Temminck, Schinz, Keyserling e Blasius, Degland, Schlegel, Tschudi — Viliflora enanthe: Bonaparte — Inglese: The Wheatear. Lath. — Tedesco Der graurickiger Steinschmatzer. Meyer — Fran- cese: Le Traquet moteux. Temm. — Italiano: Il Culbianeo. Savi. i - 197 done dopo l'autunno un abito conforme. Indossano al- lora nelle parti superiori un cenere misto a rossastro, e nelle inferiori un rossastro piu carico di quello del- l'estate. Hanno le guancie, le ali e la coda d’un bruno- nero colle penne alari frangiate di grigiastro — I gio- vani al sortire del nido tengono le parti superiori. va- riate di rossastro e di cenerino e mescolato di oscuro; il groppone e la gola punteggiati di rosso ed a fine strisce nerastre; e le penne alari e caudali orlate di rossastro. Costumi — Vive nei climi temperati dell’ Europa, ci arriva nel mese di aprile, e dopo pochi giorni di ri- poso nella pianura, e nei campi umidi, passa alle mon- tagne e si mette in luoghi aridi e sassosi. Costruisce con paglie, radichette e scorze un rozzo nido in un buco naturale della terra, od in quello d’una roccia, e vi de- pone 5 0 6 uova molto ottuse d’un colore verdastro- chiaro. Allesro e vigoroso, prudente e dubitativo, salta dimenando la coda in cerca di moscherini, di scarafaggi e di vermi. Quando vuol far sentire le brevi ed acute note del suo canto, si mette sopra una pietra od un ramo, poi si alza ad un volo obliquo, e battendo le ali non tarda a ridiscendere sul suo poilajo. ‘Torna alla pianura col finire dell’agosto, e parte coi primi di set- tembre. 161. 94. Saxicola stapazina *) Caratteri — Misura da 15 a 46 centimetri in *) Sinonima — Vitiflora rufa : Brisson — Moltacilla s!cpa- zina: Linneo, Gmelin — Sylvia stapazina: Latham, Tem- minck — Sazicola stapazina: Temminck, Cuvier, Lesson, 498 lunghezza. Un maschio in veste nuziale ha lo spazio tra il becco e l’occhio, la regione dell'occhio e dell’ orec- chio, la gola, lo scapolare e le ali d’un bel nero-carico; la sommità della testa, il groppone e tutte le parti in- feriori d'un bianco immacolato; e la muca ed il dorso d’un bianco leggiermente -misto a rossastro. Porta la coda bianca per tre quarti in lunghezza all'origine, e l’altro quarto posto all'estremità tinto di nero, meno le duc penne mediane che sono totalmente nere, e le la- terali nella massima parte. Neri ha i piedi ed il becco, e bruno-carico l’iride — D’autunno copre la sommità della nuca ed il dorso d’un cenere rosso-carico, il petto di rossastro, cangiante gradatamente in biancastro nelle parti inferiori, il groppone sempre d’un bianco-puris- simo, e la gola, le ali e lo scapolare d’un nero pro- fondo, su cui si segna un piccolo orlo rossastro — La femmina ha la sommità della testa bruno-rossastra con larghi sopraccigli biancastri, che abbracciano tutto l’ori- ficio delle orecchie, e la gola e la regione degli occhi bruno-nerastri, misti a cenerino ed anche a rossiccio. Porta l’avancollo ed il petto a tinte rossastre, e la nuca ed il dorso d’ un rosso succido. Nero ha lo scapolare a punte rossastre, e le ali bruno-nerastre colle penne in generale lineate di rossastro. Tiene le parti posteriori Schinz, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — OEranthe slapazina: Vieillot — Vitiflora stapazina: Bonaparte — Inglese: The roussel Wheatear. Lath. — Tedesco: Der rò- thliger Steinschmétzer. Meyec — Francese: Le Traquet sta- pazina. Temm. — Italiano: La Monachella con la gola nera. Savi. 199 quasi simili ai colori del maschio, ma con penne molto più dominate di nero — I novelli s’ accostano molto alla madre. Costumi — Abita i paesi meridionali dell’ Europa, si trova numeroso tra le montagne sassose, che fiancheg- giano il Mediterraneo, le coste della Dalmazia e V Arci- pelago; alcuni individui passano alle volte anche da noi. Gostruisce il nido nei fori delle muraglie o nei burroni con sottili erbe all’esterno, -e con musco e penne all’in- ‘ terno; depone 5 o 6 uova d'un colore cenere-azzurro più o meno carico con. macchie oscure. Si ciba an- ch’esso di vermiccinoli e di moscherini, ed emigra pure al finire dell’agosto per ritornare coll’ aprile. 162. 95. Saxicola aurita-*) Caratteri — Tiene 416 centimetri e da 6 a 7 mil- limetri in lunghezza. Un maschio in abito nuziale ha soltanto tra l'occhio ed il becco, la regione degli occhi e delle orecchie non che le ali, d’un nero carico, la gola, l’avancollo, la testa, il groppone e tutte le parti inferiori d’un bianco-purissimo, e la nuca e l'alto dorso d’un bianco leggiermente misto a rossastro. Porta la coda per tre quarti bianca e l'altro quarto all'estremità nera, eccetto le due penne mediane, che sono tutte nere, *) Sinonima — Vitiflora rubescens: Brisson — Motacilla stapazina: Gmelin — Sylvia stapazina: Latham — Saxicola aurita: Temminck, Schinz, Schlesel, Degland — Viliffora curita: Bonaparte — OEnanthe albicollis : Viciil.t, — Inglese: The black-cared Wheatear. Gould — Tedesco: Der schwwarzéh- riger Sieinschmdizer. Meyer — Francese: Le Traquet oreillard. Temm. — Italiano: La Monachella. Savi. 200 e l’ultima esterna che lo è nella maggior parte. Neri ha i piedi ed il becco, e bruno-carico l’iride — D’au- tunno indossa al di sopra tinte rosso-cariche, partico- larmente alla nuca ed al dorso, si fa più rossa sul petto, ed il ventre e le coperture inferiori della coda pren- dono una tinta isabella, intanto che le coperture. alari. mostrano frangie rossasire e punte grigiastre — La fem- mina differisce sensibilmente nell’estate pel bruno-nera- stro misto a rossastro, che ‘porta al meato uditivo; per la testa, la nuca ed il dorso d’un bruno-rossastro; per la gola d’un bianco sporco; per il petto rossastro, più legsiero nelle altre parti inferiori; pel groppone bianco; e finalmente per le ali bruno-nerastre con leggieri orli rossastri. Nel rimanente si avvicina al maschio, meno il nero della coda, il quale è in lei molto più lato — Su- bisce questa nell'autunno gli uguali cangiamenti del compagno, e si fa più rossa tanto sopra che sotto, men- tre le ali si frangiano largamente di rosso — I giovani avanti la muta tengono tinte cenere-rossastre molto più cariche superiormente con larghe bordure brune, e con una striscia giallastra disposta nel centro delle penne. Le sottocaudali e quelle dell’addome tirano pure al gial- lastro, e le grandi e piccole coperture alari portano lar- ghe frangie rosse. Costumi — Questa specie; confusa coll’ antecedente dai naturalisti antichi, ha molti caratteri esterni e molti costumi che la ravvicina, per cui fa duopo esaminarla accuratamente per poterla distinguere. Abita le stesse località e nei luoghi stessi prolifica. Costruisce un rozzo nido di erbe essiccate, di lane e di crinì, e vi depone 5 0 6 uova d’un verde azzurro con numerose macchie d'un rosso mattone. Emigra colle sue congeneri. 204 1639. Saxicola leucomela. Temm. La Modesta. Si trova dalla Russia, incominciando ai fiumi Volga, Oka e Kama, sino in Crimea ed in tutto il Levante. 164. 96. Saricola rubetra *) Caratteri — Ha 12 centimetri e 3 o 4 millime- tri di lunghezza. Un maschio in veste nuziale copre l’alta testa, i lati del collo e le parti superiori d’ un bruno- nerastro, ed ha ciascuna penna fasciata di giallo-rossa- stro. Tiene sopra l'occhio una larga fascia bruno-nera- stra che si distende sino all’occipite; la gola ed i lati del collo d’ un bianco-puro, e 1’ avancollo ed il. petto d’un bel colore rosso-chiaro. Ha una gran macchia sulle ali e sulla coda d’un bianco puro, l’ estremità della coda, le due penne mediane e tutti gli steli di quella, d’un bruno-nerastro — La femmina ha del bianco gial- lastro in tutte quelle parti, che il maschio è tinto di bianco-puro; tiene lo spazio bianco sulle ali meno esteso, tutte le penne con una piccola macchia bruna, il rosso meno puro, e le parti inferiori, non che l'alto della coda, d’un bianco rossastro — I giovani hanno macchie bianche e grigie su tutto il loro corpo. Costumi — Si spinge più al nord dell’Europa, °) Sinonima — £ubeira major sive Rubicola: Brisson — Molacilia rubetra: Linneo, Gmelin — Sylvia rubeira: Latoam, Temminek — Sazicola rubetra: Meyer e Wolf, Lesson, Tem- miuck, Keyserling e Blasius, Bonaparte, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — OEnanthe rubetra: Vieillot — Inglese: he Whin-chat. Gould — Tedesco: Der braunckehliger Stein- schmaizer. Bechs. — Francesc: Le Traquel tarier. Temm. — Italiane: Lo Stiaccino. Savi. 202 ed appena giunto nel ‘mese di aprile va sulle montagne altissime, e si mette nei prati umidi, ove ama posare sul cardi o sugli arboscelli; quivi fa intendere il suo canto o, per meglio dire, il suo fischio. Costruisce il nido ai pie’ d’un cespuglio, vicino a qualche rialzo di terra, o fra le erbe®ed i sassi; lo compone di fieno, di musco, di peli e di penne, e depone da 6 a 7 wova di colore verdastro. Si nutre di coleotteri, di api ed altri insetti. Scende sul finire dell’agosto al piano, si sparge nei prati e nei campi, e fa il suo passaggio ai primi di settembre. 165. 97. Saxicola rubicola *) Caratteri — È lungo 12 centimetri. Porta il ma- schio, in veste di primavera, la testa, la gola e le pic- cole coperture alari d'un colore nero profondo con tutte le penne leggiermente segnate di rosso-bruno, ed ha una gran macchia bianca ai lati del collo, sull’alto delle ali e sul sroppone. Tiene il petto d’ un rosso-carico, le parti inferiori d'un rosso leggiero, e le ali tinte di bruno ed orlate di un bruno più chiaro. Bianca ha l'origine di tutte le penne caudali, nerastro il rimanente, e le co- perture superiori variate di bianco, di bruno e di rosso. Porta il becco, i piedi e Viride neri — Dopo la muta d’autunno ha orli rossi molto piùlarghi alla gola, sulla *) Sinonima — Rubetra: Brisson — Motacilla rubicola: Linneo, Gmelin — Sylvia rubicola: Latham, Temminek — Sazicola rubicola: Meyer e Wolf, Temminck, Lesson, Cuvier, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Vieillot, Degland, Tschudi — OEnanthe rubicola: Vici lot — Inglese: The Stone-chat. Lath. — Tedesco: Der sehwarzkehliyer Stein- schmatzer. Bechs. — Francese: Le Traquet rubicole. Temm. — Italiano: Il Saltimpalo. Savi. 203 nuca e sul dorso; il petto di un rosso-chiaro, e le al- tre parti superiori d’un colore isabella chiaro. Portano le ali fasciature più late, e l'estremità della coda è ros- sastra — La femmina tiene tutte le parti superiori d’un colore bruno-nerastro a frangie rosso-giallastre; le ali e le penne caudali brune ad orlo rosso-giallastro; e nera la gola con piccole macchie biancastre e rossastre.. Ha lo spazio bianco ai lati del collo e sulle ali meno esteso, ed il rosso sul petto meno vivo — I giovani avanti la muta rassomigliano alla madre — Mettono i maschi dopo questa tinte bruno-cenerine nel centro delle penne, che portano .sulla testa e sul dorso. Questo colore, che al- lora si mostra soltanto vicino agli steli, si distende poi gradatamente per l’azione dell’aria e dell’attrito, sicchè nella primavera investe tutte le penne. Costumi — Trovasi in quasi tutta | Europa, ed è l’unica specie, che si può trovare tra noi in tutte le e- poche dell’anno. Non spinge tant’oltre la sua emigra- zione, parte più tardi fra i congeneri, e qualcuno ri- mane a svernare anche tra noi. Passa l'estate nei monti, nidifica tra l’erbe o le pietre, e depone 5 0 6 uova verdastre a fitti punti rosso-giallastri. Coglie scarafaggi, mosche, larve ed altri insetti. GENERE XXXI! ACCENTOR *) Caratteri — Un becco di mezzana lunghezza, forte, ") Sinonimia — Motacilla: Linneo, Gmelin — Sturnus et Sylvia: Gmelin, Latham — Curruca: Brisson —- Accentor: Bechstcin e gli altri autori sistematici — Sordoni, 204 diritto, tagliato in punta acuta; il bordo della mandi- bola compresso, la superiore intagliata all'estremità. Le narici basali, nude e forate in una membrana piuttosto lata. I piedi robusti con tre dita anteriori ed uno poste- riore; l'esterno riunito all’origine col mediano; 1 un- ghia del dito posteriore più lunga ed arcuata. Le ali colla 4.3 remigante cortissima, la 2.* quasi lunga quanto. la 3.3, che è la più lunga. La coda di mezzana lun- ghezza e composta di 42 penne. Costumi — Sono uccelli di un temperamento forte e robustissimo, e sfidano qualunque intemperie e qua- lunque cambiamento di stagione. Vivono in luoghi freddi, su montagne altissime, alcuni fra i cespugli o le siepi, altri sui sassi o gli scogli. Sono tra gli ultimi a discen- dere nelle valli e nelle pianure, e solo quando mancano gl’ insetti, con cuisi nutriscono. Quando arrivano tra noi, li vedi svolazzare fra le nevi cercando qualche seme o qualche grano, di cui rompono con facilità l’inviluppo per estrarne il nucleo. Difficilmente emigrano, e se al- cuni partono, non è che irregoiarmente; tornano tosto ai monti, e si occupano tra i primi della propagazione. Prolificano nelle pinaje o nei cespugli, nei sassi o sulla terra. Poca differenza presentano i sessi, e mutano una volta all'anno. 166. 98. Accentor alpinus *) Caratteri — L lungo #8 centimetri. Tiene un ma- *) Sinonimia — Moiccilla alpina et Sturnus meritanus: Gmoe- lin — Sturnus moritanicus: Laibam — Accentor alpinus: Bec- hstein, e gli altri autori sistematici — Inglese: The alpine Warbler. Lath. — Tedesco: Der alpen Fliihvogel. Meyer — 205 schio delle grandi macchie brune sul dorso col fondo grigio-cenerino; questo colore domina più puro. sulla testa, sul petto e sul collo. Bianca ha la gola a punti oscuri; e rossastri, mescolati di bianco e di grigio, il ventre ed i fianchi. Porta le penne alari e caudali bru- no-nerastre frangiate di cenere, e le piccole-e mezzane coperture segnate da una macchia bianca. Tiene il becco giallo all'origine e nero all'estremità, giallastri i piedi, brune le unghie, e br chiara l’iride — La femmina ed i novelli mostrano ® diversità, ed indossano sol- tanto colori meno vivi e meno puri. Costumi — Trovasi nella Germania e nella Fran- cia, ma più abbondante in tutte le alpi svizzere e nella catena meridionale dei Pirenei, ove sale sind a 7,000 met. d’altit. Agile, salta tra i sassi e le rocce dime- nando la coda e qualche volta rimane immobile per lungo tempo poggiato sopra un masso. Si nutre di mosche, di scarafaggi ed altri insetti, scende ai bassi monti spinto dalle nevi, ed allora si accontenta di qualche grano o di qualche seme, che cerca nei fenili o che toglie dai Jetamaj. Non appena diminuite le nevi, rag- giunge le predilette sue cime e le deserte rocce, ove canta allegro con voce chiara e melodiosa. Costruisce sulla terra, fra gli scogli, sotig 1 tetti o nelle rose al- pine un bellissimo nido piuttosto lato e di forma emi- sferica, in cui depone due volte all’anno da 3 a 5 uova allungate di colore turchiniccio verdastro. 167. Aecentor calliope. Temm. It Sordone Asiatico. Francese: L’ Accenteur pégot ou des alpes. Temm. — Italiane : Il Sordone. Savi. 206 Sta nella Siberia, nel Kamtsciatka e nel Giappone; visita la Crimea e la Russia meridionale dell’ Europa (Tem- minck, non Degland). 168. 99. Accentor modularis *) Caratteri — Ha 14 centimetri e 5 millimetri di lunghezza, ed un maschio copre la sommità della testa d’un cenere a macchie oscure, ed i lati del collo, la gola ed il petto d’un cenere-azzurro. Tiene grandi mac- chie bruno-rossastre nel centro delle penne poste sul dorso e sulle coperture N, piccole coperture e le remiganti nerastre ad orlo rossastro; e sull’estremità delle coperture mediane una piccola macchia giallo-biancastra. Porta i fianchi ed il groppone grigio-rossastri, e le co- perture irfferiori della coda brune a larghi orli bianchi. Bianco ha il ventre, bruno-sporca la coda, nerastro ìl becco, rossastri i piedi, e bruna l’iride — D’autunno tiene la testa ed il collo d'un cenere variato di alcune macchie brune, i fianchi più oscuri, e le estremità delle mezzane e grandi coperture alari segnate di bianco — Distinguesi la femmina per macchie più late e per tinte generalmente più oscure — I giovani prima della muta hanno la testa e la gola d’un grigio-biancastro, leggier- mente macchiato di nerastro; il petto rossastro con mac- chie brunastre, e l'addome biancastro nel centro. ") Sinonma — Curruca sepiaria: Brisson — Motacilla mo- dularis : Linneo, Gmelin — Sylvia modularis: Latham, Meyer e Wolf, Temminck —- Accentor modularis: Temminck e gli altri autori sistematici — Inglese: The Regded Warbler. Lath. — Tedesco: Der schieferbriistige Flihvogel. Meyer — Fran- cesc: L'Accenieur mouehet. Temm. — ftaliano: La Passera scopajola. Savi. 207 Co-tsami — Abita tutta l'Europa, ma è più ab- bondante nei paesi temperati. Vive sulle alte montagne e difficilmente s'innalza oltre i 4,000 metri sopra il li- vello del mare. Condivide collo Scricciolo i cespugli delle foreste, e costruisce con musco il suo piccolo nido che internamente guarnisce di*peli; depone due volte al- l’anno 4 o 5 uova turchine, e sì ciba di vermi e d’in- setti. Scende sul finire dell’ ottobre in regioni più basse, ed allora si getta sui grani e sui semi; sparisce col principiare del novembre e ritorna in febbrajo, epoca in cul raggiunge i monti. Se la sua voce chiara ed in- faticabile non l’avesse a tradire, difficilmente si potrebbe scoprire tra le siepi, ove passa solitario e poco cono- sciuto. 169. Accentor montanellus. Temm. La Passera mon- tana. Vive nelle montagne della Siberia e della Russia, ed appare accidentalmente nell’ Ungheria, nella Dalmazia e nell’Italia. FAMEGLEIA XIV. MOTACILLIDE °) Caratteri — Un becco delicato, sottile, incavato nella punta superiore; le ‘narici discoperte; i piedi a tarso lungo e sottile; le ali conterminanti colla coda, e questa lunga. *) Sinonimia — Canori: Illiger, Vieillot — Allodole: Les- son —> Motocilline : Bonaparte — Sylviade: Schinz — Syl- vie: Cuvier — Motacillide: Degland — Pratajoli. 208 Costumi — Si racchiudono in questa Famiglia i Generi Motacilla ed Anthus, di cuì daremo ripartita- mente i costumi. GENCRE KXXIVo % MOTACILLA *) Caratteri — Un becco diritto, sottile, in forma di lesina, angoloso alla radice, cilindrico; la mandibola in- feriore a bordi compressi. Le narici basali, laterali, ovoidi, a metà chiuse da una membrana nuda. I piedi a tarso più lungo del doppio del dito mediano; tre dita ante- riori ed uno posteriore; l’ esterno unito a quello di mezzo alla base; l'unghia del dito posteriore più lunga delle anteriori, e queste piccolissime. La coda lunghis- sima composta di 42 penne. Costumi — Le rive dei ruscelli spumosi e rapidi, i luoghi discoperti, i campi, i prati, i giardini, i ter- reni abitati dal gregge, i solchi fatti dal bifolco coll’a- ratro, sono le abitazioni prescelte dalle Pastorelle, ove saltellano movendo di continuo la coda in cerca d’in- setti per nutrirsi. Nidificano precoci nei muricciuoli a secco, tra i sassi, nei crepacci, sulle rive dei fiumi, nelle diche, sotto i ponti, tra i cespugli e nei prati. Durante l'estate fanno intendere un grido dolce ed ag- gradevole, emigrano la maggior parte durante l' inverno *) Sinonimia — Genus ficeduloe: Brisson — Moltacilla: Lin- neo, Gmelin, Latham, Meyer c Wolf, Temminck, Schinz, Keyserling e Blasius, Vicillot, Schlegel, Degland — Mota- cilla è Budytes: Lesson, Cuvier, Bonaparte, — Pastorelle. i Mu. ad epoche diverse, e pochi rimangono stazionari. Mu- tano le penne due volte all'anno, completamente nel lu- glio e parzialmente nel febbraio. Il maschio differisce soltanto dalla sua compagna all’epoca degli amori per colori più vivi ed uniformi che porta attorno al collo, ed i novelli differiscono solo prima della. muta. 170. Motacilla lugubris. Pall. La Ballerina grigia. Non oltrepassa mai il 50.° grado di latitudine nella parte orientale dell'Europa (Temminck. Degland lo eli- minò ad imitazione di Schlegel; questi due ritengono trovarsi soltanto al Kamtsciatka). 474. 100. Motacilla alba *) Caratteri — Misura 18 centimetri circa. Un ma- schio in veste nuziale ha la fronte, le guancie , i lati del collo e le parti inferiori d’un bianco puro; l’occi- pite, la nuca, la gola, il petto, le penne mediane della coda e le coperture superiori di questa d’un bel nero carico; il dorso ed i fianchi cenerini; le coperture alari nerastre con orlo bianco; e bianche le due penne esterne della coda. Porta il becco, l’iride ed i piedi neri — La femmina diversifica dal maschio in primavera per il nero della testa molto meno esteso, e per gli orli delle ali grigiastre — Entrambi nell’abito d’inverno portano la gola e l’avancollo d’un bianco purissimo, «e le parti in- feriori del collo con una piastra d’un nero-carico, le cui ") Sinonimia — Motacilla cinerea: Brisson — Motacilla alba: Linneo e tutti gli altri autori sistematici — Inglese: The withe Wagtail. Lath. — Tedesco: Die weisse Bachstelze. Meyer — Francese: La Bergeronnelie grise. Temm. — Ita- llano: La Ballerina. Savi. L’Ornit, Ticinese. 1 l'antd 210 parii laterali salgono verso la gola. Hanno il cenere nelle parti inferiori molto più sbiadito di quello della pri- mavera — I giovani avanti la muta tengono le parti inferiori d'un bianco-sporco; sul petto una piastra più o meno lata d'una tinta bruno-cenerina; e le parti su- periori d'un cenere appannato — Prendono la livrea invernale degli adulti dopo la muta, ma quelli del se- condo nido non la raggiungono, che nella muta parziale della primavera. Costumi — Piccolo e gajo, saltella con grazia e vivacità nei pascoli vicino agli armenti, e posa alle volte sul dorso delle bestie bovine per cavare gl’ insetti, che celano sotto i peli. Preferisce la montagna nell’ estate, e la pianura nelle altre stagioni; si vede correre ovun- que mandando il suo acuto grido di richiamo, e posare anche vicino alle case, sui tetti o sui fumajuoli. Segue alle volte da vicino il contadino, che apre i solchi della terra per cogliere i vermicciuoli che scopre col vomere, e va alla sera a riposare vicino alle aque. Colloca il nido nei prati, tra le spaccature dei sassi, sotto i ponti, nei mu- ricciuoli diroccati o nei buchi delle piante. Lo costruisce con stecchetti, con pagliuzze o con radichette all’esterno, e nell'interno lo tapezza di crini e di penne; vi depone da 4 a 6 uova turchine, punteggiate di nero. Emigra col finire del settembre, ed è di ritorno coi primi d'aprile. 172. Motacilla Yarrelli. Bonap. La Ballerina mera. Supplisce nei tre Regni Uniti della Gran Brettagna, ove è stazionario, la specie precedente, la quale non si mo- stra mai in quello stato (Temminck lo dà come spevie e Degland come varietà dell’antecedente). 218 173. 101. Motacilla boarula *) Caratteri — È lungo 20 centimetri. Un maschio în abito estivo ha tutte le parti superiori cenerine col groppone giallo-olivastro, e sugli occhi e sulle parti la- terali della gola una fascia bianca. Tiene la gola d’un nero profondo, tutte le altre parti inferiori d'un giallo- chiaro, le ali e le sei penne mediane della coda nere ad . orlo bianco ed olivastro, l'esterna di. quest’ultima to- talmente bianca, e le altre due nere solo nelle barbe esterne. Porta le penne caudali più lunghe del corpo, il becco bruno più carico sopra che sotto, i piedi bru- nastri, e l’iride nera — La femmina nella stagione. e- stiva ha il nero della gola e della parte anteriore del collo meno puro del maschio e variato da alcune mac- chiette grigio-rossastre ; il cenere superiormente meno carico; e la linea sopraccigliale e laterale del collo d’un bianco-rossastro — Tanto l’ uno che l’altra non portano ‘d'inverno il nero alla gola ed al collo, che è rimpiazzato col bianco; la striscia sopraccigliale “diventa rossastra; l'addome e le penne sotto caudali mostrano un giallo meno brillante; i lati del petto ed i fianchi si mischiano di cenere; ed il becco ed i piedi prendono una. tinta meno carica — I novelli avanti la muta tengono in ge- nere colori più sporchi e meno spiegati. ") Sinonimia — Motacilla flava: Brisson — Motacilla sul- © phurea: Becnhslein,Meyer e Wolf — Motacilla boarula: Gme- lin e gli altri autori sistematici — Inglese: The grey Wag- tail. Gould — Tedesco: Die gedirgs Bachstelze. Brebm — Fran- cese: La Bergeronnette jaune ou boarule. Temm. — Italiano: La Cutrettola. Savi. IZ Costumi — Vive nell'Europa temperata vicino ai torrenti ed ai ruscelli, dietro cui correndo sale sino ai monti più elevati. Si nutre d’insetti aquatici, prolifica tra Je spaccature dei sassi, nei massi vicino alle aque, nei muri sdrusciti, vicino al molini o sotti i ponti ; lo costruisce con sottili radici, con foglie e con pagliuzze, e vi depone da 4 a 6 uova molto accuminate, bianca- stre ed a macchie rossastre. Scende dai monti dopo la Motacilla alba, e continua ad abitare tra noi vicino ai luoghi aquitrinosi, sui pantani ed i fiumi. Non ha ca- rattere socievole e sta quasi sempre isolato. 174. Motacilla citreola. Pall. La Cutrettola cedrata. Dalla Russia orientale e dalla Crimea passa alle volte nell’ Ungheria e nell’ Arcipelago, e secondo Calvi, nella Liguria. 175. 102. Motacilla flava *) Caratteri — È lungo 16 centimetri e 5 millime- tri. Un maschio in veste di primavera copre la testa e la nuca con penne di colore cenere-turchino purissimo, ed indossa nelle parti superiori tinte verde-olivastre. Ha una fascia bianca, che dalla mandibola superiore passa sopra gli occhi, ed. un’ altra che dalla inferiore si dirige all’ orificio delle orecchie. Tiene tutte le parti in- feriori d’ un giallo brillante, colle ali e colle penne me- diane della coda nerastre ad orlo bianco-giallastro. Bian- *) Sinonima — Motacilla verna: Brisson — Budyles flava : Bonaparte — Motacilla flava: Linneo e -gli altri autori siste- matici — Inglese: The yellow Vagtail. Lath. — Tedesco Die gelbe Bachstelze. Meyer — Francese: La Bergeronneite pointa- vicie. Temm. — Italiano: La Culti. Savi. 2153 che ha le, due penne jaterali della coda, e questa Jes- giermente- arrotondata e più lunga delle ali di pochi millimetri. Porta il becco, l’iride ed i piedi neri, e l’un- ghia posteriore lunghissima e poco arcuata — Veste d’autùnno un verde-olivastro imbrunito al di sopra, ed un giallo meno puro al di sotto; il collo biancastro; i fianchi olivastri; e le piccole e mezzane coperture alari frangiate di giallo-olivastro — La femmina durante V’e- state tiene per unico distintivo la testa ed il dorso ri- coperti d'una tinta olivastra, e gialla la striscia soprac- ciliale — D’autunno ha tinte cenere-olivastre superior- mente, e gialle inferiormente; mostra del bianco alla gola, del rosso sul petto, e del giallastro sul ventre — Si ravvicinano i novelli alla madre; hanno la parte su- periore d’un cenere-sporco, l’inferiore d’un bianco gial- lastro, macchie bruno-rossastre sul petto, ed il ventre ondeggiato. Costumi — È sparso per tutta l Europa, e s' in- contra d’estate nelle nostre montagne abitate dal gregge, ove arriva nel marzo e parte nel settembre. Quivi salta allegramente in caccia di mosche, di falene ed altri in- setti. Costruisce il suo nido con’ fieno, con radici e con foglie entro lo stampo di un piede di bue o di cavallo, o in qualche buca, e depone 5 o 6 uova grigio-rossa- stre con numerose e piccole macchie brune. Si vede d’in- verno in terreni bassi ed umidi, vicino ai fiumi o nei prati adaquati, ove si mostra molto socievole. 176. Motacilla melanocephala. Bonap. La Cuil capo- nero. Abita Ja Dalmazia, la Sicilia, la Grecia e 1’ Asia ( Questa specie e le susseguenti sono ritenute come va- rietà della Flara). 214 477. Motacilla cinereocapilla. Savi. La Strisciajola. Savi. Comune nell'Italia, un solo individuo ho ritrovato tra noi. Alcuni aggiungono la Cutti giallastra (Mota- cilla flaveola 0 Rayi. Schl.), che abita l’ Inghilterra ed è rara sul Continente, e la Cuttì Feldeggi (Motacilla Fel- deggii. Bonap.), che è un intermediario tra queste due varietà, e che fu trovato nella bassa Italia. GENERE XKEKXVWe ANTHUS *) Caratteri — Un becco diritto, delicato, cilindrico, formato a lesina alla punta, a bordi ripiegati sul cen- tro; la base della mandibola superiore angolare, colla punta leggiermente incavata. Le narici basali, laterali , chiuse per metà da una membrana vuota. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore; l’ esterno riunito alla base al mediano; l’unghia posteriore più o meno lunga ed in alcune specie eccedente in lunghezza il dito stesso. Le ali colla 4.* remigante cortissima, la 2.* più breve della 3.* e della 4.%, che sono le più lunghe; due delle grandi coperture alari conterminanti coll’ estremità delle remiganti. La coda più o meno sviluppata e com- posta di 12 penne. Costeazi — Sono uccelli eminentemente insettivori, e sì avvicinano pei loro costumi al Genere precedente, perchè condividono le località, le abitudini ed il nutri- mento, e li trovi in luoghi aperti, in praterie adaquate, *) Sinonimia — Al/auda: Linneo, Brisson, Gmein, Laiham — Anthus: Bechstein e gli altri autori sistematici — Prispole. 215 nei campi smossi di recente e nei terreni di torba. Pog- - giano continuamente sulla terra dimenando la coda, e non si mettono che di rado sugli alberi e per pochi momenti. Vivono solitari ed accoppiati durante il tempo dell’incubazione, ed in voli numerosi nelle altre epoche dell’anno. Nidificano sulla terra, nelle erbe o nella spac- catura delle rocce. Mutano una sol volta all'anno, e cam- biano i colori per influenza dell’aria e dell’attrito in- sensibile delle penne. Emigrano nell'autunno e ritornano colla primavera. I maschi e le femmine non diversifi- cano che per mescolanze di tinte poco visibili, ed i no- velli prendono nell’inverno i caratteri degli adulti. 178. 103. Anthus Richardi *) ° Caratteri — Misura {8 centimetri in lunghezza. Un maschio in abito di nozze si presenta ‘con tutte le parti superiori del corpo brune e con ogni. penna orlata di rossastro. Porta bruno-rosse le guancie, ed una linea biancastra che dall'occhio si distende sulla regione del- l'orecchio. Due strisce nere, formate da una serie di piccoli punti, scendono dall’ angolo del becco e .si con- fondono colle macchie nerastre seminate sul di lui petto. Tiene bianco-rossastri i lati del collo, la gola, Y' addome, i fianchi e le coperture superiori della coda. Nerastre ha le penne caudali, eccettuate le due laterali, che sono esternamente bianche ed internamente brune; queste due ") Sinonima — Anthus Richardi: Vicillot, Lesson, Tem- minck, Keyserlino e Blasius, Schinz, Bonaparte, Schlegel, Degland — Anthus longipes: Hollandre — Tedesco: Der Ri- chards Pieper. Moyor — Francose: La Pipi! Richard Temm. — Italiano: 7 Calandro forestiero. Savi. ) 216 hanno lo stelo bianco e le altre nero. Porta le. grandi coperture alari brune colle remiganti orlate di rossa= stro; i piedi carnicini col tarso lunghissimo e coll’un- ghia del dito posteriore molto lunga e poco arcuata; forte il becco, bruno-carico sopra e bruno-rossastro sotto; e l’iride bruno-giallastra — Dopo la muta autumnale è più rossastro superiormente; il colore biancastro 0 gri- gio, che circondava le coperture alari, è rimpiazzato da una tinta rosso-giallastra; il bianco della gola e del cen- tro dell’addome è più puro; ed il petto più fulvo — La femmina rassomiglia al maschio, ma il rosso è più sbiadito — Differiscono i giovani avanti la muta. Ve- stono superiormente tinte bruno-nerastre con tutte le penne frangiate di rossastro; la gola ed il centro del ventre bianco; l’avancollo, il peito, i fianchi e le penne sotto caudali d’un bianco-rossastro, con macchiette brune sui lati del collo e del petto. Costuami — Abita le parti meridionali dell’ Eu- ropa, ma alle volte spinge più o meno le irregolari di lui emigrazioni, e qualche individuo di quando in quando si lascia vedere sul finire del settembre. Vela con ra- pidità, e manda un grido acutissimo, che si ravvicina molto a quello dell’ Anihus campestris. Non poggia mai sugli alberi. Nidifica a terra, e depone 4 o 5 uova d'un ‘ bianco-sporco con macchie irregolari rossastre. Si nutre d’insetti; Savi non ha trovato nello stomaco d’un in- dividuo da luni analizzato, che degli avanzi di formiche. Passa l'estate tra i monti. 179. 104. Anthus aquaticus *) Caratteri — Dà 17 a 18 centimetri in lunghezza. *) Sinonima — Alanda Spinoleta: Linneo, Gmelin, La- i 217 Un maschio in abito di nozze ha tutte le parti supe- riori d’un colore bruno-cenere uniforme cogli orli delle penne d’una tinta meno carica e con riflessi grigio-tur- chini alla testa, al collo ed agli scapolari. Tiene le parti inferiori, l’avancollo, il petto ed i fianchi più o. meno mescolati d’un rosso-rosato puro e variato da striscette brune nei lati del corpo. Una larga fascia. bianco-ros- sastra dal becco si dilata sopra l'occhio, e va a coprire l’orificio dell’ orecchio. Porta le coperture alari fran- siate di rossastro, in modo che presentano due fasce oblique e trasversali sulle ali, e brune le remiganti or- late di grigio-verdastro. Ha le due penne mediane della coda meno frangiate, e nerastre le rettrici laterali, la 1.* delle quali porta del bianco al lato esterno ed una macchia conica dello stesso colore all’interno, e la susseguente ter- mina con una macchia ugualmente bianca e conica che parte dal centro della penna. Nero ha il becco, bruno-chia- ra l’iride e bruno-marrone i piedi — Veste la femmina all’epoca degli amori un abito consimile al maschio; trovi solo in lei il rosso inferiore d’una tinta più sbia- dita e la striscia sopraccigliale più bianca — Indossano o l'uno e l’altra un abito uniforme nell’ inverno. Hanno le parti superiori d’un colore bruno-cenere, misto a verde-rossastro molto più carico nel centro delle penne; tham — Apnthus spinoletta: Degland — Anthus aqualicus: Bechstein, Meyer e Wolf, Vieillot, Temminek, Lesson, Bo- naparte, Keyserling e Blasins, Schinz, Schlege!, Tschudi — Inglese: The duschki Lark. Lath.— Tedesco: Der wasser Pie- per. Meyer — Francese: La Pipit spioncelle. Temm. — Ia- liano: Lo Spioncello. Savi. 218 le parti inferiori bianche , variate da macchie e strisce brune più o meno estese sui lati del collo, del petto e dei fianchi. Portano la striscia sopraccigliale bianca, e le coperture alari largamente frangiate di grigio-biancastro. Hanno il bianco della coda più esteso e più bello, e il becco bruno al di sopra, e rossastro al di sotto ed alla base — I novelli tengono macchie più Srandi e più vicine, ed il becco ed i piedi d’un bruno più chiaro. Costumi — Abita durante l’estate i monti più e- levati della parte temperata e meridionale dell’ Europa. È abbondantissimo tra noi, e svolazza in quest’epoca sui ripiani delle regioni alpine ad un'altezza considerevole in luoghi aridi e sassosi. Costruisce il suo’ nido nelle fessure delle rocce, e depone 4 0 5 uova biancastre “a piccole punte brune. Si ciba di mosche, zanzare, larve ed altri insetti. Scende dai monti nell'ottobre, si mette nei prati adaquati, emigra e ritorna alla fine di marzo. 180. Anthus obscurus. Temm. Lo Spioncello littorale. Vive nelle montagne umide e sassose vicino alle spiagge del mare, ed emigra dal nord in paesi più temperati. 481. Anthus immutabilis. Desl. Lo Spioncello inva- riabile. Sta sulle coste dell'Oceano e viaggia colla pre- cedente specie; anzi ritiensi una varietà della stessa. Ha per unica diversità, secondo Degland, di non cambiare abito nelle diverse epoche dell’anno. 182. 105. Antus campestris *) Caratteri — Misura 417 centimetri. Un maschio nel *) Sinonima — Aluuda campestris: Brisson, Gmelin, La- tham — Anthus campestris: Bechstein, Meyer e Wolf, Bona- parto, Keyscerliog e Bla-ius, Schlegel, Degland — Anthus ru- 219 suo abito di primavera ha le parti superiori del corpo d’una tinta grigio-isabella, sulla metà delle cui. penne trovasi un leggiero segno bruno. Porta sopra gli occhi una larga fascia biancastra, la gola dell’istesso colore, e tutte le altre parti d’un bianco-isabellino. Ha ai lati della. gola un piccolo spazio disegnato di bruno, e sul petto e sui fianchi dei punti poco apparenti dello stesso colore. Tiene brune ad orlo rosso isabella le coperture alari e le remiganti, e bruno-nerastre le penne caudali, meno le laterali, la prima delle quali è quasi total- mente bianca, compreso anche lo stelo, e la seconda ha bianco-rossastra la barba esterna con molta parte del- l'estremità. Porta Y unghia del dito posteriore più corta del dito stesso e leggiermente arcuata. Bruno-nerastro ha il becco sopra e giallastro sotto, bruna Viride, e grigio-giallastri i piedi — Indossa nell'autunno tinte più cariche nelle parti superiori, frangie grigio-rossastre sulle coperture alari, un bruno più lato al collo, e mac- chie più ntmerose sul petto e sui fianchi — Rassomi- glia la femmina al maschio-in tutte -le stagioni; sol- tanto ha tinte costantemente più smunte, ed una specie di collare al petto formato da numerose macchie longi- tudinali — I novelli avanti la muta tengono tinte molto oscure con larghe frangie rossastre, ed il petto ed i fian- chi segnati da macchie più numerose e più. late. Costami — Si trova nella Germania, nella Sviz- fescens: Temminck, Schinz, — Anthus rufus: Vieillot — An- thus palustris? Tschadi — Inglese: The willow Lark. Penn. — Tedesco: Der brach Pieper. Meyec — Francese: La Pipiîl rousseline. Temm. — Haliano: ZI Calandro. Savi. 220 zera, nell'Italia e nella Francia, particolarmente nella Lorena. Arriva nel marzo , si caccia nei campi smossi e nei luoghi incolti e va sui monti a nidificare. Depone da 4 a 6 uova turchino-sbiadite a piccole macchie ver- dastre. Corre con grazia e sveltezza, e di rado posa su- gli alberi. Nutresi di piccoli scarafaggi, di grilli, di ca- vallette ed altri insetti, e riparte alla fine dî settembre. 133. 106. Anthus pratensis *) Caratieri — E lungo 45 centimetri circa. Un ma- schio all’ epoca degli amori ha le parti superiori brune nel centro delle penne e grigie negli orli. col groppone olivastro; le inferiori d’un bianco-sporco a macchie brune molto cariche ai lati del collo, sui fianchi e sul petto, ma in quest’ultima parte più piccole, isolate ed a mo” di lagrime. Porta le ali tinte come il dorso coll’ estre- mità delle coperture orlate di grigio, ciò che forma su quelle una doppia linea ricueva. Ha le rettrici mediane brune, leggiermente frangiate di grigiastro; le laterali ugualmente brune coll’estrema bianca al di fuori e fran- giata di bianco al di dentro; e la susseguente con una piccola macchia cuneiforme bianea essa pure. Tiene l’an- ghia del pollice più lunga del dito stesso e lesgiermenie arcuata, bruno il becco sopra e rossastro sotto, giallo- rossastri i piedi, e nera l’iride — D'autunno veste su- periormente tinte nerastre colle penne circuite da una *) Sinonimia — Alaeda sepiaria : Brisson — Alauda pra- tensis: Linneo, Latham — Anthus pratensis: Bechstein e gli altri autori sistematici — Inelese: The Tit-lark. Penn. — Te- desco: Der wceisen Pieper. Meyer. — Francese: La Pipil far- Ivuse. Temm. — Italiano: La Prispola. Sari. i 221 frangia olivastra; le macchie nerastre centrali più estese sul dorso che nelle altre parti, ed inferiormente ha un bianco tinto di rossastro leggiero, e variato sui lati del collo, sul petto, sul ventre e lungo i fianchi da grandi segni neri — La femmina non diversifica dal maschio in tutte le epoche dell’anno che per tinte meno vive e macchie più numerose — I giovani portano frangie verdastre molto più late al disopra delle penne. Costumi — Comune in tutta 1’ Europa, appartiene anch'esso alla fauna di montagna durante l'estate. Fre- quenta dalla fine di marzo ai primi di settembre le pa- sture contenenti della torba , costruisce il suo nido a terra fra le macchie, e depone sino a 6 uova rossastre con macchie porporine. Canta con delicatezza, corre con velocità, ed osserva con aria inquieta; nutresi come i suoi congeneri. È la specie, che spinge più lontano le sue emigrazieni durante l’inverno, abbenchè ne riman- gano alcuni nei prati di pianura vicino alle aque” tie- pide. Si riunisce facilmente in piccole compagnie. 184. Anthus rufogularis. Brehm. La Prispola a gola rossa. Dalla Siria e dall'Egitto passa ‘a caso nella Sar- degna, nella Sicilia e nella Dalmazia. iS5. 107. Anthus arboreus *) @aratteri — E lungo 45 centimetri. Il maschio in abito nuziale veste tutte le parti superiori d’un ce- ") Sinonimia — Alauda pratensis: Brisson — Alanda tri- vialis: Linneo, Gmelin, Latham — Antkus arboreus : Bech- stein e gli altri autori sistematici — Inglese: The Fiald-lark. Lath. — Tedesco: Der Baumpicper. Meyer — Francese: Le Pipi des bwissons. Temm. — Italiano: 2 Prispolone. Savi. 222 È nere-olivastro sbiadito con segni -bruno-nerastri, disposti longitudinalmente sulle penne, che si fanno quasi im- percettibili sul sroppone. Tiene del bianco-giallastro al- l'estremità delle coperture alari, sicchè formano una dop- pia fascia trasversale. Di bianco-puro ha la gola ed i lati del collo, e d’un bel rosso giallastro il petto ed i fian- chi. Porta grandi macchie nere sul petto, e disposte lungo i fianchi strisce d’uguali tinte e sottilissime. Mo- stra il ventre bianco nel centro , le coperture inferiori della coda leggiermente tinte di giallastro e senza mac- chie. Ha l'unghia del pollice più corta del dito ed ar- cuata in modo da formare il quarto d’ un cerchio; bruno il becco sopra e rossastro sotto; verdastri i piedi e bru- nastra l’iride — D’autunno ha il rosso della gola più esteso, e le macchie più larghe e più fitte — La fem- mina indossa colori più oscuri e macchie più nume- rose — I giovani invece offrono tinte più gialle. Costumi — È una specie che abbonda nella parte temperata dell’ Europa, e che abita tanto la collina, quanto i monti più alti, ove unica tra i congeneri posa sui ce- spugli, sulle piante, e più volontieri sui rami essiccati. Spiega una voce melodiosa, nidifica tra i ciuffi d'erba, su piccole eminenze o nei promontori, e depone 5 uova bianco-rossastre con macchie rosso-oscure. Alla fine d’a- gosto scende ed emigra e ritorna al principiare dell’a- prile; sembra ch’esso non oltrepassi le rive del Medi- terraneo durante l’inverno. Si ciba di moscherini, di scarafaggi, di larve e d’altri insetti. 223 DIVISIONE II. GRANIVORES. Caratterì — Un becco forte, corto, grosso, più @ meno conico, cogli angoli più o meno schiacciati; le man- dibole nella maggior parte senza incavatura. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore totalmente divisi. Le ali mediocri. Cestummi — Vivono accoppiati, e si riuniscono in masse più o meno numerose per emigrare; sono però sedentari nei luoghi non sottoposti ai geli ed alle nevi. Il loro nutrimento consiste in grani e semi, ma si ci- bano d’insetti durante l'epoca degli amori e dell’ edu- cazione della prole. I maschi prendono un abito di lusso ‘ durante le nozze, e lo cambiano coll’autunno; in al- cuni la muta è semplice ed in altri doppia. FARIEGILIA RW. ALAUDIDE *) Caratteri — Un becco più o meno forte, conico, diritto o quasi diritto; le. narici nascoste da. piccole penne o peli diretti in avanti; i piedi robusti con dita forti. La coda di mezzana lunghezza con 42 penne. Costuzai — Raccoglie il solo Genere Alauda, di cui diamo qui sotto i costumi. ") Sinonimia — Passerini: Illiger — Canori: Vieillot — Aluude ei Alaudee: Lesson — Alaudine: Bonaparte — Alau- dide : Schinz, Degland — Alaudine. GENERE AXXVio ALAUDA *) Caratteri — Un becco cilindrico, a cono più 0 meno allungato, più o meno arcuato o diritto; la man- dibola supericre arcuata , leggiermente ricurva , fornita all’origine da piccole penne sporgenti in avanti. Le na- rici alla base del becco, arrotondate, per metà chiuse da una membrana vuota. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore; l'esterno unito all'origine col mediano; l'unghia posteriore diritta o quasi diritta, acuminata, alle volte più lunga del dito stesso. Le alî colla 1.° re- migante nulla o quasi nulla, la 2.* un po’ più corta della 3.8 che è la più lunga; due delle secondarie lun- ghe quanto la 1.* delle primarie. Costumi — Gli uccelli compresi in questo Genere abitano tutta V'Europa, e si trovano nei terreni scoperti, nelle praterie e nei campi seminati sì nella montagna che nella pianura. S'alzano gorghesgfando perpendico- larmente da terra, e stanno librati cantando ad altezze smisurate. Si nutrono di grani, e si danno agli insetti ell’estate; amano coprirsi di polvere e nidificano a terra. Vivono accoppiati all’epoca degli amori, e dopo si riuni- scono in truppe numerose. Hanno muta semplice ed or- ‘) Sivonima — Alauda: Linneo, Gmelin, Latham, Bris- son, Dumeril, Meyer e Wolf, Lesson, Temminck, Vieillot, Cuvier, Schinz, Schlegel, Degland — Certhilauda, Alauda, Galerida, Phileremos, Melanocorypha: Bonaparte — Alemon, Alauda, Phileremos, Melanocorypha: Keyserling e Blasius — Allodole. 225 dinaria, ed i maschi poco differiscono dalle femmine e dai novelli. Emigrano d’ autunno per ritornare colla pri- mavera. Li dividerò con Temminek in tre sezioni. 1.8 SEZIONE. Certhylauda. Caratteri — Becco leggiermente arcuato e lungo quanto la testa ed anche di più. Costumi — Uniformi ai suddescritti. 186. Alauda Dupontii. Vieill. La Sirletta. Dalla Si- ria e dalle coste della Barberia viene nella Spagna me- ridionale e casualmente nella Provenza. 487. Alauda bifasciata. Licht. La Bifasciata. Sta nel nord dell’Africa, nell'isola di Candia, nell’ Andalusia ed . accidentalmente sulle coste della Francia e della Sicilia. 2.a SEZIONE. Alauda. Caratteri — Becco sottile, diritto e longicono. Costumi — Uniformi. 188. Alauda alpestris. Linn. L'Allodola a collo nero. Nidifica nella Russia e nella Crimea, e mostrasi per caso d’inverno nella Germania e nella Francia. 139. Alauda Kollyi. Temm. L’Allodola di Kolly. Di- cesi trovata da Kolly a Digione (Temminck, non Degiand). di ai 108. Alauda arvensis *) Caratteri — È lungo 18 centimetri e mezzo. Un *) Sinonimia — Alauda: Brisson — Alauda arvensis: Lin- neo e tutti gli altri autori sistematici — Inglese: The sky Lark. Lath. — Tedesco: Die Feldlerche. Bechs. — Francese: L’Ornil. Ticinese. 15 22 maschio indossa nelle parti superiori un colore grigio- rossastro colle penne segnate nel centro di nerastro ; que- ste macchie sono più grandi sull’alto dorso e sulla te- sta. Ha sopra gli occhi una fascia biancastra. e le guan- cie d'un bruno-grigio. Tiene le penne secondarie delle ali intaccate nel pogonio e terminate di bianco; bian- ca la gola; rossastri il collo, il petto ed i fianchi, ma ogni penna segnata nel centro da una macchia bruna acuminata, meno i fianchi che tengono alcune strisce brune, disposte lungo la direzione dello stelo. Porta bianco il ventre, nel centro lesgiermente tinto di rossastro; ne- rastre le penne laterali della coda, sull’esterna delle quali sta una larga macchia bianca di forma conica, e sulla seconda del bianco alla barba esterna. Ha il becco e P iride bruni, ed i piedi rossastri — La femmina tiene macchie più visibili e numerose, specialmente sul dorso e sul petto; il bianco nella penna esterna della coda meno lato, e l'unghia più corta — I giovani avanti la muta si presentano con penne nerastre. Costumi — Trovasi in tutta l'Europa. Nuncio della primavera, col finire del febbrajo arriva tra noi di ri- torno dalle lunghe sue emigrazioni, e coll’ammirabile dolcezza della sua voce ci manda dall’aria l’inno di gioja e di allegrezza che P accompagna, l’inno che canta in lode del Creatore. Abita i campi, e i prati denudati sia della pianura che della collina e delle alpi. Proli- fica a terra ove sempre riposa; costruisce un nido con pagliuzze e poca erba essiccata, e depone 4 0 3 uova L'Alowelte des champs. Temm. — Ita'iano: La Panterana. vayl, “ 227 bianco-grigiastre a macchie bruno-rossastre. Si nutre d’in- setti durante l'epoca degli amori e dell’ educazione: della prole; dopo si getta sui semi e sui grani. Alla metà d’ottobre si riunisce in voli e poi ci abbandona. 191. 109. Alauda arborea *) Caratteri — È della lunghezza di 48 centimetri. Un maschio ha le penne della testa un po’ allungate, la coda corta e perfettamente quadrata. Porta tutte le penne di questa, meno le due mediane, segnate da una macchia bianca triangolare; 1 esterna grigiastra. e le'tre susseguenti nere. Ha una fascia biancastra, che passa sugli occhi ed abbraccia 1 oecipite; sulle guancie brune una macchia triangolare bianca; tutte le parti superiori. d’un cenere rossastro con del bruno nerastro, disposto: nel centro delle penne; e le inferiori d’un bianco leg- giermente tinto di giallastro, variato sull’avancollo e sul petto da macchie longitudinali brune. Tiene le coperture delle remiganti a punta bianca; le secondarie intaccate e terminate pure di bianco; e le remiganti nere ad orlì rossi. Bruno ha il becco, ma più smunto al di sotto; bruna l’iride; rossastri i piedi e giallastre le unghie — La femmina mostra tinte più sbiadite e, macchie più numerose sul petto — I novelli avanti la muta tengono le parti superiori variate di nero e di giallo-rossastro ; il sopracciglio e la gola giallastri; il petto rossastro *) Sinonima — Alauda cristalella: Latham, Vieillot — Alauda nemorosa: Gmelin, Meyer e Wolf, Lesson — Alauda arborea: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The wood Lark. Lath. — Tedesco : Die Baumlerche. Bechs. — Fran- cesc: LAlouette lulu. Temm. — Italiano: Za Tottavilla. Savi. 928 i punteggiato di brunastro; l'addome bianco, ed il becco più corto. Costumi — Abita anche questo tutta 1’ Europa; vive nelle brughiere e nei campi coltivati, arriva qual- che giorno prima‘ della Panzerana, e ci annuncia an- ch’esso il ritorno col suo canto aereo. Si mette alla pia- nura e nelle colline, ma poco si estende. nelle regioni di montagna; poggia, solo tra i congeneri, alle volte sulla cima di un albero o meglio su un ramo essiccato. Prolifica nei campi, nei prati e nelle piccole boscaglie, e vi costruisce un nido composto di musco, di paglie c di foglie, ove depone 4 o 5 uova grigiastre a. mac- chie oscure. Cibasi d’insetti nell’estate e di grani oleosi nelle altre stagioni. Non s’attruppa, ma vive in piccole famiglie. 192. 110. Alauda cristata *) Garatterî — Ha 18 centimetri di lunghezza. Un maschio in primavera porta sulla testa delle penne al- lungate ed acuminate, nere nel centro e cenere nel con- torno, che può a piacimento erigere a mo’ di un pic- colo ciuffetto. Tiene le parti superiori e le ali grigie con sottili strisce brune accanto allo stelo delle penne, le ul- time frangiate di rossastro e di biancastro, e la coda nerastra colle intermediarie brune, coll’esterna rossa, e colla seconda soltanto appuntata di quest’ultimo colore. *) Sinonmia — Alauda undata: Gmelin —- Galerida cri- stata: Bonaparte — Alauda cristata: Linneo e tutti gli al- tri autori sistematici — Inolese: The crested Lark. Latb. — Tedesco: Pie Haubenlerche. Bechs. — Francese: L°Al- loucite eochevis. Temm. — Italiano: La Cappellaccia. Savi. 229 Ha il cerchio dell'occhio, la gola. il ventre e l'addome bianchi e leggiermente tinti di rossastro. Pinge una stretta fascia lungo la gola, e macchie longitudinali brune sul. petto. Brunastro ha il becco, grigi i piedi, e bruno- nocciuola |’ iride — D'inverno indossa tinte più oscure — La femmina ha una testa più piccola, un becco meno forte, e macchie al petto non tanto nere come il ma- schio — I giovani vestono generalmente tinte più chiare con macchie biancastre all'estremità delle penne. Qestumi — Vive nelle regioni meridionali del- Europa, e qualcheduna capita anche tra noi. Tschudi ci dice pure, ch’esso appare isolato nelle tiepide valli dei Grigioni, e che a Coira fu visto nei giardini vicino alle. case. Ha infatti per costume di non attrupparsi mai. Uccello accorto e sospettoso, riunisce poca erba essiccata in un campo, in un prato, vicino ad un cumulo di terra o ad'un cespuglio, e vi depone 4 o 5 uova cenerognole a macchie bruno-oscure. Rimangono alcuni sedentari nel- l'inverno, e si vedono sulle strade maestre cercarsi qual- che grano tra lo sterco dei cavalli o delle bestie bovine. 493. 144. Alauda brachydaciyla *) Caratteri — Misura 14 centimetri in, lunghezza. Un maschio in abito estivo ha tutte le parti superiori del corpo d’un bel rosso-isabella, che va prendendo una *) Sivonmia — Alauda brachydaetyla: Leisler, Temminck, Schinz, Schiesel, Degland — Alafida arenaria: Stephens, Vieillot — Melanocorypha arenaria: Bonaparte — 'Phileremos brachydactyla : Keyserling e Blasius —- Tedesco: Die Rurzi- chige Lerche. Meyer — Francese: L'Alowette calandrelle. Temm. — Italiano: I Calandrino. Savi. 230 tinta cenere sulla nuca e lungo gli steli delle altre penne. Tiene la gola e la fascia sopraccigliale d’ un bianco-puro, alcuni punti bruni nelle parti laterali del collo, rosso- chiari i fianchi ed il petto, e bianchi leggiermente misti a rossastro il ventre e l'addome. Porta lunghe le grandi coperture alari quanto le. remiganti, nere nel centro le due penne mediane della coda e rosso-carico nell’ orlo, nere le tre susseguenti a frangie rosso-chiare, bianco- rossastra la quinta sulla barba esterna, e 1’ ultima este- riore di quest’ ultimo colore, meno la punta, che si-pinge d’un rosso-vivo. Rossastri ha 1 piedi con dita cortissime; corto il becco, robusto e bruno; e bruno-chiara l’iride — D'autunno indossa colori molto più oscuri, e le mac- chie brune del collo si riuniscono in modo da formare una corta fascia obliqua — La femmina non segna que- sta fascia ai lati del basso collo, ed è molto più bianca nelle parti inferiori — I novelli avanti la muta vestono superiormente penne nerastre nel centro e giallo-rossa- stre nel contorno con un piccolo segno bianco all’estre- . mità, ed hanno inferiormente il petto rossastro a mac- chie nerastre, le sopracciglia bianco-giallastre, e le. re- miganti e le rettrici nerastre a frangie bianco-giallastre e ad estremità bianche. Costumi — È abbondante nell’ Italia meridionale, nella Spagna e nella Francia, lungo le coste del Medi- terranco, e qualche individuo passa anche da noì. Ni- difica nei campi in un piccolo buco tapezzato d’erbe, e depone*4 o 5 uova rosso-isabella a macchiette grigio- rosse. Emigra. precoce ai primi d’agosto per l'Africa in voli numerosi, e non ritorna che tardi. 194. Alauda lusitania. Grîàel. L' Alodola del deserto. ’ x 231 Sì trova nella Grecia, nella Spagna e nel Portogallo , ove arriva dall’ Arabia, dall'Egitto e da Tripoli. 3.3 SEZIONE. Melanocorypha. © Caratteri — Becco corto, grosso, robusto, più alto che largo. Costumi — Uniformi. 195. 112. Alauda calandra *) Caratteri — È lungo 419 centimetri e 5 millime- tri. Un maschio nella stagione estiva tiene tutte le parti superiori ‘d’un colore cenere-rossastro colle penne se- gnate nel centro di un bruno, che ingrandisce molto sul dorso. Ha la gola, il ventre e l'addome d’un bianeo- puro, una macchia nera e grande ai lati del collo, ì fianchi ed il petto a colore d’ocra con strisce. longitu- dinali brune su quest ultima parte. Porta le remiganti frangiate di bianco, le penne laterali della coda quasi bianche nella totalità, la seconda ad orlo esterno bianco, le altre tre con piccoli segni bianchi alla punta, e le due di mezzo brune ad orlo rossastro. Bruno ha il becca a punta rossastra, bianco-rossastri i piedi e cenere l’iride — D'autunno veste superiormente penne più brune nel centro e più frangiate di rosso — La femmina porta ‘una testa più piccola, un becco meno grosso, e stret- ‘) Sinonimia — Melanocorypha calandra: Bonaparte, Key- serling e Blasius — Alauda calandra: Linneo e gli altri au- tori sistematici — Inglese: The calandra and monogolian Lar». Lath. — Tedesco: Die kalander Lerche. Meyer — Francese: L’ Alanelte calandre. Temm. — Italiano: La Calandra. Savi. 232 i tissimo il semi-collare nero — I giovani avanti la muta indossano tinte più eariche nel lato superiore, hanno il petto strisciato di biancastro, ed il becco ed i piedi giallastri. Costumi — Si trova nell’ Italia, nella Sicilia, nella Sardegna, nella Grecia, nell’Istria, ed alcuni passano nella Francia meridionale e da noi. Nidifica nei campi di biade o tra le erbe, e depone 4 o 5 uova rossastre a macchie bruno-cenerine. Si attruppa dal settembre al febbrajo, e si ciba d’insetti nell'estate e di semi nelle altre stagioni. 196. Alauda Tartarica. Pall. L’ ANodola della Tar- taria. Abita e nidifica nel nord dell'Asia, e si mostra nella Russia meridionale. 497. Alauda cantarella. Bonap. L’ Allodola piccola. Sta nell’Italia meridionale (Temminck, non Degland). 198. Alauda Siberica. Gmel. L’Allodola della Siberia. Vive nella Siberia, nella Tartaria, e nella Russia merì- ridionale (Degland, non Temminck). FAREEGILIA AVE. PARIDE ‘) Caratteri — Un becco corto, conico-convesso, mu- nito alla base da penne sporgenti in avanti. I piedi ro- busti col dito di mezzo congiunto all’esterno; l’ unghia *) Sinonima — Passerini: Iliger — Agihali: Vieillot — Subulirostri ec Ramfioramfi: Dumeril — Conîrostri: Cuvier — Paride: Bonaparte, Degiand — Paride. 233 posteriore robusta e più lunga delle anteriori; la coda con dodici penne. Costumi — Questa Famiglia non racchiudendo per noi che il Genere Parus, ne vedremo più sotto i costumi. GENERE XXKXVilo PARUS *) Caratteri — Un becco corto, diritto, forte, conico, compresso, tagliente, terminato in punta, senza incava- tura, munito all’ origine da piccoli peli sporgenti in avanti. Le narici basali, arrotondate, nascoste da peli. I piedi forti con tre dita anteriori ed uno posteriore; l’un- ghia posteriore molto più forte e ricurva. Le ali colla 1.* remigante di mezzana lunghezza, la 2.* meno lunga della 3.%, entrambe più eorte della 4.8 e della 5.8, che sono le più lunghe. Costumi — Questi uccelli trovansi ben rappresen- tati nei nostri paesi; sono coraggiosi, forti, arditi, vi- vissimi, perfidi, feroci ed in parte carnivori, perchè vi- sitano il nido di altri uccelli, attaccano la. prole e la distruggono. Volano svelti, saltano obliquamente, arram- picano perfettamente, si sospendono ai rami colla testa rovesciata, ed alcune specie alle canne delle paludi, per cercare il nutrimento. Vestono penne lunghe, leggieri e setolose, e tinte chiare dominano in tutto il loro abito. Meno il tempo della covatura, amano la vita comune e *) Simona — Parus, Mecistura, Calamophilus ed /Egi- thalus: Bonaparte — Parus: Linneo e gli altri autori siste- matici — Cince. 234 si trovano sempre in branchi numerosi; amorevoli e te- neri pei loro nati, reca meraviglia il vedere due esseri provvedere persino tre volte in un estate a 15 piccoli, che educano in ogni covatura. Havvi in loro un istinto potentissimo, una tenerezza ed una passione eccessiva pei loro figli, che li fa divenire assidui e coraggiosi per difenderli dai loro nemici. Nidificano chi nei tronchi de- gli alberi e chi nei canneti. Nell'autunno quando man- cano gl’insetti, di cui solo si nutrono durante gli amori e l'educazione della prole, si gettano sulle frutta, sui semi e sui grani oleosi, che spezzano con facilità a colpi di becco, e puliti dell’involucro se ne cibano. Scendono nell'autunno dai monti e vanno in clima più dolce a passare l’inverno. La muta è semplice ed ordinaria; in alcune specie i maschi rassomigliano alle femmine, ed in altre distinti. Li divideremo in quattro Sezioni dai quattro generi formati da Bonaparte. 4. SEZIONE. Parus. Caratteri — Becco duro, appuntato e coi bordì della mandibola superiore quasi diritta; le ali colla 4.* remigante di mezzana lunghezza; la coda uguale e poco scalata. Costumi — Vivono nei boschi e nei cespugli, e ni- dificano nel tronco degli alberi o nella biforcatura di questi. 490 113. Parus major *) Caratteri — È lungo 45 centimetri. Un maschio *) Sinonimia — Parus mafor sive Fringillago: Brisson — ’ 255 ha la testa, la gola, l’avancollo ed un raggio longitu- dinale sulla metà del ventre d’un nero lucido. Porta di bianco-puro le tempia, verde olivastro il mantello, cenere il groppone e le piccole coperture alari, e gialle le partì laterali del ventre. Tiene le ali ad orlo cenerino, le co- perture inferiori della coda d’un bianco puro, e que- sta d’un cenere nerastro colla penna esterna. per metà bianca, e colla susseguente a punta solo di que- sto colore. Nero ha il becco, piombini i piedi, e nera l’iride — La femmina porta il nero della testa. meno lucido ed il giallo del ventre più sbiadito. Il raggio lon- gitudinale nero non si estende oltre la metà del ventre — I giovani sortendo dal nido hanno il nero della te- sta, del collo, del petto e dell’addome meno carico com penne orlate di cenere; il giallo delle parti inferiori più pallido; il bianco delle tempia e delle ali pinto di giallo; le piccole e mezzane coperture alari orlate d’una leg- giera tinta cenere-olivastra, e le grandi di bianco-giallastrè. Costumi — Ama abitare le parti fredde e tem- perate dell'Europa, e tra noi è il più comune, il più ‘ conosciuto ed il più grande di tutti. Ardito; infaticabile e sempre in movimento, popola nelle montagne i boschi d’abete, e nelle colline i cespugli e le noci. In febbrajo è già tra noi, ed il freddo ancora vivo non lo ‘disto- glie dall’istinto di appajarsi. Colloca il nido nel buco d’un muro o d’una pianta, e lo costruisce con musco Parus major: Linneo, e gli altri autori sistematici — Inglese: The greater Titmouse: Lath. — Tedesco Die grosse Kohlmeise. Bechs. — Francese: La Meésange carbonnitre. Temm. — Ita- liano: La Cingallegra, Savi. 236 e con lane, ove depone da 8 a 18 uova bianco-giallastre a piccoli punti rossi; l’ incubazione dura 15 giorni. E qui avremmo un altro abuso a deplorare: uccello che distrugge nell'estate una quantità di bruchi, d’insetti dipteri, di larve e loro uova, non appena sortiti i piccoli dal nido, ed intanto che seguono ancora la voce della madre, molti dilettanti vanno. con. ue- celii di richiamo e col panio, e ne prendono una quan- ‘tità in tempo di caccia vietata. D’autunno sì dà ai grani ed alla frutta, scende alla fine di settembre dai monti in numerose famiglie, ed emigra. 200. 114. Parus aier *) Caratteri — Misura i1 centimetri e 2 millimetri. Il maschio porta la sommità della testa. la nuca, la gola e l’avancollo d’un nero-carico. Ha sulla parte laterale del collo una larga fascia bianca, ed uno spazio piut- tosto srande dello stesso colore sulla nuca. Tiene cineree le parti superiori, due fascie trasversali bianche sulle ali, 1 fianchi e Vaddome grigiastri, il ventre bianco, e la coda leggiermente forcuta. Nerastro ha il becco, piom- bini i piedi e nerastra 1’ irile — La femmina ha meno bianco ai lati della testa, e meno nero alla gola, al collo ed al petto — I novelli non mi sono noti. Costumi — Sta nelle località abitate dal prece- dente, è vive la maggior parte dell’ anno tra le abetaje. *) Sinonima — Parus atricapillus: Brisson — Parus after: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The cole Tit- mouse. Lath. — Tedesco: Die Tannenmeise. Brehm — Fran- cose: La Mésange petite carbonnière. Temm. — Hoatiano: La Cincia romagnola. Savi. 237 Il suo grido acuto non è senza attrattiva tra il silenzio grave deile foreste; inoffensivo, si associa volontieri ai Regoli, con cui furono uniti in famiglia da molti Or- nitologi. Nidifica negli alberi bucati e nei muri diroc- cati; vi depone circa 10 uova d’un bianco-puro a leg- gieri segni porporini. Si nutre di cimici, di larve ed altri insetti. Alla metà d’ottobre scende in truppe nu- merose al piano per ritornarvi col febbrajo; la sua com- parsa non è annuale. 201. 115. Parus ceruleus *) Caratteri — È da 41 a 42 centimetri in lun- ghezza. Il maschio ha la sommità della testa chiaro-az- zurripa con un cerchio al basso collo ed una striscia trasversale sulle tempie d’un azzurro molto più carico. Bianco-pure porta la fronte, le soppracciglia, la corona occipitale e le tempia. Tiene l'alto dorso d’un verde- olivastro; le ali e la coda azzurrastre, ma colle grandi e mediane coperture a punta bianca, la cui tinta forma una striseia trasversale sulle ali; la gola e la striscia longitudinale sul ventre d’un nero-azzurrastro, e d’ un bel giallo il petto, le parti laterali del ventre e l'addome. Quadrata porta la coda; ed ugualmente azzurra; cornco il becco; piombini i piedi; e nerastra l’iride — La fem- mina ha tinte azzurre miste a cenerino, e. la. striscia longitudinale nera meno estesa. — I° giovani tengono tinte più'sbiadite; il bianco è giallastro; l'azzurro gri- .) Sinonmia — Parus ceruleus: Linneo e tutti gli autori sistematici —- Inglese: The blue ‘Titmouse. Lath. — Tedesco: Die Biaunmeise. Bechs. — Francese: La Mesange bleu. Temm. — Italiano: La Cinciarella. Savi. 238 giastro; e la loro grossezza non raggiunge ancora quella degli adulti. : Costumi — Spinge questo più oltre la sua emi- grazione nel nord dell'Europa, e prolifica anche nei no- stri monti. Bello e grazioso, fastidioso ed audace, ris- soso e crudele, popola le quercie ed i faggi, salta e si sospende con grazia ed agilità ai rami cercando aragni, cimici ed altri piecoli insetti. Scende d'inverno al piano, s’avvicina all’abitato, va, negli orti e nei giardini, e si getta sui semi e sulle frutta. Nidifica nei monti, tra ; buchi degli alberi, e depone da 8 a 10 uova bianco- rossastre con piccoli punti oscuri. 202. Parus bicolor. Linn. La Cincia della Carolina. Originario dell’ America settentrionale, della Groenlandia e del Polo Artico, emigra non di rado nella Svezia , nella Danimarca e nella Russia. 203. Parus borealis. De Selys. La Cncia polare. Lo ricetta l’Islanda, la, Norvegia e la Russia (molti indi- vidui furono raccolti nella Norvegia dalla spedizione Francese di Scienze, e la descrizione sta nel Bollettino delle sedute dell’Accademia Scientifica di Bruselles del luglio 4843. Degland, non Temminck). 204. 116. Parus cristatus *) Caratteri — Tiene 12 centimetri e 5 millimetri in lunghezza. Porta il maschio le penne frontali e co- ronali acuminate e capaci d’ essere rialzate in ciuffo ; *) Sinonmia — Parus cristatus: Linneo e tutti gli autori sistematici — Inglese: The crested Titmouse. Lath! — Tede- sco: Die Haubenmeise. Bechs. — Francese: La Mésange hup- pée. Temm® — Italiano: La Cincia col ciuffo. Savi. 239 queste penne sono nere a frangia biancastra. Ha le guan- cie ed i lati del collo pure di colore nero, e di nero più carico la gola, l'alto collo, la piccola striscia. trasver- sale sulle tempia ed il collare. Porta tutte le altre parti superiori d’un bruno-rossastro, le inferiori d’un bianco leggiermente rosato, il becco nero, i piedi piombini, e bruno-rossastra l’iride — La femmina ha le penne del ciuffo più grigie, lo spazio nero della gola meno lato, e le parti inferiori più oscure — I novelli tengono le penne capitali più corte, il nero meno carico e variato di grigio, ed il corpo generalmente più oscuro. Costumi — Abita le foreste d’abete, i cespugli ove vegeta il ginepro, cd ama la ragia fluente dai pini e dai larici. Non appena un oggetto per esso lui ignoto gli si presenta, rizza con comica gravità il suo ciuffo. Sta volontieri nei luoghi freddi e. settentrionali, e non discende in, climi temperati che negli inverni più rigorosi. Nidifica. sulie alte. montagne della Svizzera e sulle nostre, e depone nei buchi delle piante o dei muri diroccati sino a 10 uova d’un bianco a macchie sangui- gne. Si nutre.come i congeneri. 205. 147. Parus palustris *) Caratteri — Misura 12 centimetri in ‘lunghezza. Il maschio copre il capo con una cuffia nera, che si e- stende molto sulla nuca; ed un nero consimile non tanto ") Sinoniwma — Parus palustris: Linneo e gli altri autori sistematici — Parus cinereus montanus? (var.): Tschadi — Parus alpestris? (var.): Fatio — Inglese: The marsh Titmouse. Lath. — Tedesco: Die Sumpfmeise. Bechs. — Francese : La Mesange nonnette. Temm. — Italiano: La Cinzia bigia. Savi. 240 ‘esteso ne segna la gola. Ha tutte Ie parti superiori rico- perte d’una tinta grigia e macolata di bruno, le ali leg- giermente frangiate di cenere, e le tempia biancastre con penne nere all'origine. Tiene le altre parti inferiori d’un bianco debolmente mescolato a grigio-bruno, il becco bruno, i piedi piombini, e l’iride nera — La femmina porta una cuffia a tinte più sbiadite, il colore della gola meno apparente, e marcato da piccole strisce grigie — I giovani tirano alla madre, ma con tinte più oscure. Costumi — Si trova in tutta l’Europa e. persino nella Siberia. Vive fra i cespugli e le macchie, vicino alle aque stagnanti o nelle paludi, e frequenta alle volte le foreste ed i boschi. Nidifica negli alberi tarlati, e depone sino a 15 uova bianche a macchie rosso-porpo- rine. Si nutre di piccoli cimici, di larve, di semi e di grani, e col settembre si unisce in famiglie, e s' avvicina all'abitato. 306. Parus Sibiricus. Gmel. La Cincia della Siberia. Arriva nell'inverno in qualche provincia della Russia europea. 207. Parus lugubris. Natt. La Cincia Dalmatina. Savi. È comune nella Dalmazia, nell’Istria, nell’ Unghe- ria, nella Russia, e qualche individuo si trova nella bassa Italia (De Selys-Longchamps cadde in errore asse- rendo che questo si trova nelle basse alpi della Svizzera vicino al Rodano. Linder, Conservatore del Museo di Gi- nevra, vuole invece trovarvi il Parus Sibiricus). 208. Parus cyanus. Pall. La Cincia azzurra. Dalle regioni glaciali scende nella Polonia e nella Germania settentrionale. 2a SEZIONE. Mecisiura. Caratteri — Becco cortissimo, arrotondato al di sotto, coi bordi della mandibola leggiermente ricurvi ; la coda lunghissima e scalare. Costumi — Vivono tra i boschi e nidificano nelle piante. 209. 118. Parus caudatus *) Caratteri — Dà 45 centimetri e 6 millimetri in lunghezza. Un maschio copre la testa, il collo, la gola ed il petto d'un Dianco-puro; il centro e l'alto dorso, il groppone e le sei penne mediane della coda d’un nero- carico. Rossastro ha 10 scapoiare, Dianco-rossastro il ven- ‘tre, i fianchi e l'addome, nere le remiganti, e cenere frangiate di bianco le grandi coperture alari. Porta le penne laterali della coda orlate esternamente ed alla punta di bianco, e questa lunghissima e cuneiforme. Tiene nero il becco, brunastri i piedi, e nera liride — La femmina non differisce, che per una larga fascia nera sull’occhio, che si prolunga sulla nuca, e si congiunge col nero del dorso — I novelli mostrano il dorso meno nero, le guancie ed il petto sottilmente segnati di bru- nastro, e la coda più corta degli adulti. ") Sinonimia — Parus longicaudus: Brisson— Mecistura cau- data: Leach, Bonaparte — Parus caudatus: Gmelin e gli altri autori sistematici — Inglese: The longtailed Titmouse. Lath. — Tedesco: Die Schwanizmeise. Bechs. — Francese: La Mesange à longe queue. Temm. — Italiano: La Cincia codona. Savi. L’Ornit. Ticinese. 16 242 Qestinmi — Si trova in una gran parte dell’ Eu- ropa ed anche nella Siberia. Vive da noi nei boschi, nei cespugli e nelle macchie e al monte ed al piano; ar- rampica con agilità, e costruisce all'imboccatura dei rami ad un’ altezza mediocre un nido, composto all’esterno di muschi e di licheni, e nell’interno di penne e di la- nugine; gli da la forma di un pero, e lo lascia aperto ai due lati opposti. Questa doppia apertura è una pre- videnza naturale, perchè la sua lunga coda non abbia a soffrire detrimento nell’entrare e sortire dal nido, e togliere un calore efficace alle uova. Infatti non appena sbucciati 1 piccoli si affretta ad otturare un buco, e non si cura più della coda. Depone da 10 a 45 uova bian- che a minutissimi punti rossastri verso l'estremità ot- usa. Scende alla fine d’ottobre al piano in piccole fa- miglie, e fischia dolcemente come grido di richiamo ai compagni. Si nutre di piccoli scarafaggi, cimici, bruchi, aragni, larve ed uova d’insetti, e li cerca saltellando di continuo da un ramo all’altro. 3. SEZIONE. Calamophilus. Caratteri — La mandibola superiore più lunga dell’ inferiore ed alquanto piegata alla punta; la 4. re- rigante quasi nulla; la coda molto scalare. Costumi — Stanno vicino ai ruscelli, tra le canne ed i cespugli, ove costruiscono un nido artistico. 210. 119. Parus biarmicus *) Caratteri — Misura 17 centimetri e 2 millimetri *) Sinonimia — Parus biarmicus: Linnco, Gmelin, Latham, i 243 in lunghezza. Un maschio mostra tra il becco e l'occhio del nero, che si prolunga nei lati del collo a mo’ di un mustacchio. Ha cenere-azzurrila testa e l’ occipite, bian- chi la gola e l’avancollo, e d’un bianco misto a rosso il petto ed il ventre. Tiene d’un bel rosso la nuca, il dorso, il groppone, i fianchi e le penne mediane della coda, e d’ un nero-carico a frangie rosse le grandi co- perture alari nella parte esterna; e nell’interna d’una tinta bianco-rossastra. Porta le remiganti a penne nera- stre orlate di bianco, le coperture caudali d'un. nero- carico, e le rettrici di un rosso oscuro colle due penne ‘laterali bianche nella parte esterna. Ha la coda lunghis- sima e scalare, il becco aranciato, i piedi nerastri, © l’iride gialla — La femmina indossa nelle parti. supe- riori un rosso misto di bruno e di nero, e non. segna nè i mustacchi nè il nero sotto caudale — I giovani prima della muta hanno penne rosso-grigiolate, il dorso macchiato di nero, e le rettrici nerastre. appuntate di bianco, meno le due mediane, che sono. rosse. Cestumi — Prolifica nei canneti d’ una gran parte dell’ Europa, emigra in branchetti, ed è sedentario nella bassa Italia. Si lascia vedere da noi lungo il Ticino ed il Lago Maggiore su quelle paludi, ove s’arrampica e vola di continuo in cerca di zanzare, di bruchi e d’al- Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Schinz, Schlegel, Degland — Parus barbalus: Brisson — Calamo- philus biarmicus: Leach, Bonaparte — Calamophilus barba- tus: Keyserling e Blasius — Inglese: The bearded Tilmouse. Lath. — Tedesco: Die Beutelmeise. Brehm — Francese: La Mesange moustache. Temm. — Italiano: 1! Bosettino. Savi. 244 tri.insetti aquatici, non che di semi palustri. Attacca il nido alle canne od agli arbusti, e lo costruisce in forma di borsa con radici minute, con paglie sottili e con erbe molli, ove depone sino ad 8 uova bianco-rosate a macchiette oscure. 42 SEZIONE. Agquhalus. Caratteri — Becco delicato e sottile; la 4.3 remi- gante corta; la coda di mezzana lunghezza, larga e poco scalata. Costumi — Vivono vicino alle aque suì salici ed i pioppi, e costruiscono un nido artistico. Qui. 120. Parus pendulinus *) Caratteri — È in lunghezza 40 centimetri. Un ma- schio ha il becco nero, diritto, alquanto allungato ed appuntato. Copre la sommità della testa e della. nuca d’un cenere puro, e la fronte, lo spazio tra l'occhio ed il becco, la regione degli occhi e l’orifieio dell'orecchio d’un nero-carico. Tiene il dorso e lo scapolare. d’ un grigio-rossastro; cenere il groppone; bianca la gola; e biancastre a macchie rosate le altre parti inferiori. Porta le coperture alari color marrone, frangiate di rosso-gial- *) Sivonimia — Parus pendulinus: Linneo, Gmelin, La- tham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Schinz, Schlegel, Degland — Parus polonîcus seu pendulinus: Brisson — Parus narbonensis: Gmelin, Latham — Aguhalus pon- dulinus: Bonaparte — Inglese: The languedoch Titmouse. Lath. — Tedesco: Mie Bewlelmeise. Brehm — Francese: La Me- sange réntiz, Temm. — Italiano: Il Frascheltone, Savi. PA 19) lastro e di bianco, e le ali e Ja coda: nerastre ad orli rosso-biancastri, e quest’ultima ad estremità bianca. Nero ha il’ becco, grigio-piombini i piedi, e gialla l’iride — La femmina è alquanto più piccola, ha la testa ed. il collo grigiastri, il dorso meno rosso e le parti inferiori più rosse del maschio — I giovani sino alla muta ve- stono tinte ancora più chiare, e non segnano di nero la fronte. Costumi — Si trova nella Polonia, nell Ungheria, in alcune parti della Germania, nella Francia e nell’Ita- lia lungo le rive delle aque, nei cespugli dei salici sel- vatici, dei pioppi e degli ontani. È rinomatissimo per l’industria sorprendente che adopera nel costruire il suo nido. Ha-questo la vera forma d’un fiasco, e lo attacca all'estremità d’un ramoscello flessibile , che. pende: sul- l'orlo dell’aqua; lo compone con pappi di pioppo e di salici e con erbe ‘aquatiche, e vilascia un buco arroton- dato ed alle volte anche due, l’ uno in senso opposto al- l’altro, alla base del collo: lo munisce internamente di penne strappando alle volte anche le proprie, onde man- tenere. più ‘caldi i figli. Depone da 4a 6 uova oblun- ghe e d’un bianco-puro; vive d’insetti aquatici e di semi di piante. palustri, e fa il suo passo alle epoclfe consuete. FANMIEGILIA XVES. FRINGILLIDE *) Caratteri — Un becco corto, conico, duro, alle » . DI LI A ) Simonimia — Conîrosiri o Conoramfi: Dumeril, Cuvier —- Passerini: Illiger — Granivori: Vieillot — Fringille: Les- 246 volte inerocicchiato, tal’altra conico-convesso; i piedi me- diocri o corti a tarso denudato; le ali mediocri; la coda di forma varia. Costumi — Racchiude quattro Generi chiamati Em- beriza, Loxia, Pyrrhula e Fringilla; a suo luogo da- remo la descrizione dei costumi inerenti al Genere. GENERE NAXVEITL EMBERIZA *) Caratteri — Un becco corto, conico, compresso , tagliente, senza incavatura; le mandibole a bordi inter- namente piegati, colla superiore meno larga dell’ infe- riore ed alquanto distaccate alla base. Le narici basali, arrotondate e coperte in parte da penne sporgenti dalla fronte. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore intieramente divisi; l’unghia posteriore in alcune spe- cie corta e ricurva, ed in poche altre diritta e lunga. Le ali colla 4.* remigante alquanto più corta della 2.* e della 3.8, che sono le più lunghe. La coda forcuta o lesgiermente arrotondata. Costumi — Gli uccelli compresi in questo genere passano l'estate nel nord e nelle parti temperate. del- l'Europa, ed emigrano nell’autunno pel mezzogiorno. Si son — Fringillide: Schinz, Bonapartè, Degland — Fringil- loides: Schlegel — Fringillini. *) Sinonima — Emberiza et Passerina: Vieillot, — Em- berisa et Pleclrophanes: Meyer e Wolf, Keyserling e Blasios_ — Emberiza, Cynchremus, Euspiza et Plectrophanes: Bona- parte — Emberiza: Linneo e gli autori sistematici —- Zigolt. 247 nutrono d’ insetti durante gli amori e l'educazione della prole, e di semi farinosi nelle altre stagioni. Abitano la maggior parte i boschi, le selve e le brughiere, altri si mettono in luoghi aperti, nei campi o nei prati. Pro- lificano a terra nei ciuffi d’erba, nei boschetti o nei cespugli. Spiegano i sessi caratteri distintivi e facili ad essere riconosciuti: vestono 1 maschi nella primavera co- lori vivi e brillanti, e le femmine portano tinte mode- ste ed umili. Rassomigliano i giovani alla madre, ma hanno macchie più grandi e più visibili. Hanno muta semplice ed ordinaria, ed il cambiamento di vestito suc- cede per l'attrito dell’aria e per il logorarsi delle penne. La primavera li riconduce tra noi, e la celebrano con canti melodiosi e piacevoli. Si dividono in due sezioni» 4.8 SEZIONE. Emberiza. Caratteri — L’unghia posteriore corta e ricurva. Costumi — Vivono e nidificano nei boschi e nei . giardini. 212. Emberiza melanocephala. Scop. Lo Zigolo capi- nero. Savi. Ha per patria le terre meridionali ed orien- tali dell’ Europa, come la Morea, la Dalmazia e 1 Istria. 213. 121. Emberiza citrinella *) Caratteri — Tiene 17 centimetri di lunghezza. Il ") Sinonimia — Emberiza flava: Brisson — Emberiza ci- Irinella : Linneo e tutti gli altri autori sistematici — Inglese : The yellow Bunting. Lath. — Tedesco: Der Goldammer. Bechs. — Francese: Le Bruant jaune. Temm. — Ita'iano: Lo Zi- golo giallo. Savi. 248 maschio ha la testa, le guaneie, l’avaneollo, il ventre e le coperture inferiori della coda d'un bel giallo-vivo, che diventa più puro e più brillante, quanto più l'uccello invecchia. Porta sul petto e sui fianchi delle strisce ros- sastre, che si mescolano di nero in quest’ultima parte; le penne del dorso nerastre nel centro e rossastre nel conterno; e quelle del groppone d’una tinta’ marrone- chiara a frangia grigiastra. Nerastra ha Ja coda con una macchia bianca di forma conica sull’estremità interna delle due penne laterali; giallastri i piedi; azzurrastro il becco; e bruno-carico l’iride — La femmina è un po” più piccola; ha il giallo della testa, della gola e del collo quasi interamente ricoperto da numerose macchie oscuro-olivastre; sul centro delle penne del petto, dei fianchi e delle coperture inferiori della coda strisce lon- gitudinali, ed il giallo del ventre più sbiadito —I-mo- velli avanti la muta portano la testa e le parti info . d’un nero-olivastro. Costumi — È comune in tutta l'Europa. Frequenta i boschi ed i campi coltivati, posa sugli alberi, e co- struisce il nido a terra nelle brughiere e nelle macchie; lo compone esternamente di musco e di fieno, ed inter- namente di radichette e di lane, e depone 4 o 5 uova bianco-oscure a strisce irregolari cenere-nero. Si nutre di semi farinosi ed alcune volte d’insetti; emigra nel- l'ottobre, ritorna col marzo, e rimangono alcuni a sver- nare tra noi. 214. 122. Emberiza miliaria *) Caratteri — Misura 49 centimetri in lunghezza. °) Sinonimia — Cyrehramus: Brisson — Cynechramus mi- 249 Il maschio ha tutte le parti superiori bianeo-cenerine, segnate lungo Jo stelo da numerose macchie longitudi- nali nere; la gola bianca, marcata nei lati e nel centro -da macchie nere; il ventre bianco nel centro; le ali e la. coda cenere-nerastre; le coperture caudali orlate di bruno-biancastro; il becco cenere-azzurrognolo; i piedi bruno-chiari; e l’iride bruna — La femmina veste tinte più sbiadite — I giovani hanno le parti superiori d'un cenere-rossastro a grandi macchie nere; le coperture a- lari frangiate di rosso; le parti ‘inferiori d’un bianco- giallastro; la gola. il collo ed il petto a macchie ango- lari bruno-nerastre; ed i fianchi e le coperture caudali segnate da strisce longitudinali brune e nerastre. Costuwemi — È sparso per tutta 1’ Europa, e si mette volontieri sui rami essiccati e sui sassi; difficilmente si spinge sul monti e preferisce i luoghi bassi ed ‘aqui- trinosi. Emigra e passa tra noi alla fine d’ottobre per dedicarsi agli amori; costruisce un nido con paglie ed etbe collegate di crini, e depone da 4 a 6 uova allun- gate d’um grigio cenere a macchie brunastre; si ciba di semi, e prende insetti come pasto accessorio. 215. 123. Emberiza schoniculus *) ©Caratterî — È lungo 45 centimetri circa. Un ma- liaria: Bonaparte — mberiza miliaria: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese The common Bunting. Lath. — Tedesco: Der Gravammer. Bechs. — Francese: Le Bruant proyer. Temm. — Italiano: Zo Strillozzo. Savi. *) Sinonima — Hortulanus arundinaceus : Brisson — Em- berisa passerina: Gmelin — Emberiza scheniculus: Linneo e gli altri autori sistematici -® Inglese: The reed Bunting. Lath. 250 i schio adulto e di due anni in abito di primavera. co- pre la testa, l’occipite, le guancie, la gola e l'avancollo d’un nero carico e puro, ed ha una piccola striscia, che principiando a poca distanza dall’ansolo del becco si prolunga sui lati del collo. Tiene la nuca, il basso collo, le parti laterali del petto, il ventre e l’ addome d'un bianco immacolato; il dorso e le ali rosse a strisce lon- gitudinali nere, e macchie nere sui fianchi. Nerastra ha la coda, bianca la penna esterna con una piccola macchia co- nica oscura e con una simile sulla seconda. Porta il becco nero, sottile, quasi diritto, più largo che alto, e cogli angoli superiori leggiermente piegati; i piedi bruno-ne- rastri, e l’iride bruno-carica — All'età di un anno mo- stra le penne capitali ad orli rossastri — La femmina copre l'alto della testa e le penne delle guancie d’un ‘rosso a macchie nere; una fascia rosso-sbiadita passa s0- pra i di lei occhi, ed. un’altra consimile partendo dal- l’angolo del becco discende sopra i lati del collo. Ha la gola biancastra orlata d’ambo i lati da una fascia nera; il petto ed i fianchi rossastri a macchie nerastre, e tutte le altre parti inferiori biancastre. Pinge la nuca ed i lati del collo di cenere-oscuro,-e le altre parti superiori di rosso-cenerino a macchie longitudinali nere — Più la femmina invecchia, sempre più il di lei abito si fa oscuro, e le parti superiori del suo corpo prendono tinte, che la ravvicinano al maschio — Il diligente osser- vatore può nei novelli avanti la muta già distinguere i sessi. 1 maschi hanno indicato il collare per tinte cenere- -- Tedesco: Der Rhorammer. Bechs. — Francese: Le Brant des rosscanx. Temm. — Italiano @Y! Migliarino di pedule, Savi. 251 chiare; e la gola e l’avancollo per un colore nerastro variato di rosso. Le femmine hanno le penne della te- sta e del mantello d’un nero orlato di rossastro; e la «gola, il petto, l'addome ed i fianchi d’ un rosso-sbiadito a strisce longitudinali nere — D'inverno giovani ed a- dulti, maschio e femmina vestono un abito conforme. Hanno le penne della testa variate di rosso e di grigio sopra un fondo nero; la gola ad estremità grigio-bian- castra; il corpo largamente frangiato di rosso, e al di sotto di bianco-rossastro, col pete ed i fianchi strisciati di brunastro. Costumi — Trovasi in tutta l'Europa e vive vi cino ai canneti, alle paludi ed ai ruscelli; nidifica a terra nei giunchi o nelle radici degli arbusti, e depone 4 0 5 uova grigio-violacee a macchie angolari oscure. Nutresi di grani e d’insetti, vive d'inverno in piccole famiglie, emigra d’ottobre e ritorna di marzo. 216. 124. Emberiza pyrrhuloides *) Caratteri — Misura 16 centimetri di lunghezza. Il maschio d’estate ricopre le parti superiori, i lati della testa, la gola, l’avancollo e l’alto petto d’un nero ‘molto carico, ed ha una fascia bianca sulla nuca, che discende attorno al collo. Tiene il corpo superiormente d'un bel nero orlato di rosso; il sroppone e le penne sopra caudali d’un cenere piccole strisce nerastre lungo ") Sinonima — Emberiza pyrrkulodes: Pallas, Keyserling e Blasius, Degland — Emberiza palustris: Savi, Temminck, Schinz, Bonaparte, Schlegel — Tedesco: Der Schilfrohram- mer. Brehm. — Francese: Le Bruani des marais. Temm. — Italiano: La Passera di padule. Savi. 252 lo stelo, e le parti inferiori bianche coi lati del petto ed i fianchi strisciati longitudinalmente di bruno ros- siccio. Nere ha le coperture alari colle piccole larga- mente frangiate di rosso-vivo , e colle mezzane e ‘colle grandi di cenere-rossastro; nere le remiganti ugualmente orlate di cenere-rossastro; e nere le rettrici colle due penne laterali orlate nell’interno di bianco. Porta un becco corto, grosso, robusto, molto ricurvo e nero, neri i piedi, e bruno-castano iride — D’autunno indossa penne nere sulla testa, sul collo e sul petto orlate di rosso-bruno; la bianca collana frangiata di cenere-ros- sastro; il rosso superiore del corpo e delle ali più ar- dente e più lato; ed il bianco inferiore rimpiazzato da tinte rossastre — La femmina veste la parte superiore della testa, del collo e del corpo d’un colore rossastro col centro delle penne dell'occipite, del dorso e delle ali d'un bruno-carico. Ha le parti inferiori ed i lati del collo pure rossastri, ma d'una tinta molto più leggiera: una fascia bruna sulle guancie ed un’ altra dello stesso colore che dalla mandibola inferiore va a circuire la gola. Tiene ai lati del petto e sui fianchi delle strisce longitudinali brune, e il centro del ventre e le. penne sotto caudali biancastre — T novelli. rassomigliano ai precedenti e non diversificano che per la forma del becco. Costumi — Disgiunto dal precedente dall’Ormto- logo Savi, si trova nelle maremme d'Italia e di Sicilia, e prolifica anch'esso nelle canne e nelle paludi. Gostruisce il suo nido con filamenti vegetali, con erbe e con crini, e depone 4 0.5 uova d’un bianco-sporco marmorizzato di bruno. Condivide le abitudini ed il vitto col sud- descritto, ma ha voce più forte e più breve di quello. 258 247. Emberiza esclavonicus. Degl. Lo Zigolo forestiero. Storia degli ucc. Sua patria è la Siberia, e visita ac- cidentalmente la Germania, la Boemia, ia Liguria, 'Un- gheria, I Austria e la Dalmazia. 218. 125. Emberiza hortulana *) Caratteri — Ha 45 centimetri e mezzo di lun- ghezza. Il maschio porta la gola, il cerchio attorno al- l'occhio, e sopra questo una stretta fascia, che incomini cia alla radice del becco, d'un bel colore. giallo: que- sti due ultimi spazi gialli sono separati da una linea grigio-nerastra. Tiene la testa ed il collo d’un cenere più o meno olivastro con insensibili segni bruni, e le penne nelle parti superiori rossastre nel contorno e nere nel centro. Rossi ha il petto, il ventre e l'addome colle punte cenerine; nerastra la coda colle due penne late- rali ad. orlo bianco nella massima parte interna; carni- cini i piedi ed il becco, e bruna l’iride — La femmina è un po’ più piccola; ha il giallo dell’occhio e della gola più sbiadito; il petto segnato: da molte. macchie brune; e le altre parti inferiori tinte di rossastro. Porta un gran numero di. macchie. brune sulla testa. e le al- tre parti con tinte meno cariche — I ‘giovani avanti la muta hanno il giallo della. gola poco 0 nulla appa- riscente, e tutte le allre tinte tirano al giallastro. Cestami — Abita principalmente l Europa tempe- °) Simonimia — Horlulanus: Brisson — Emberiza horiu- lana: Linneo e tutti gli autori sistematici — Inglese: The ortolan Bunting. Lath. — Tedesco: Der Gartenammer. Bechs. — Francese : Le Bruani ortolan. Term. — Italiano: L'Or- tolano. Savi. 254 rata e. meridionale, e trovasi nella Francia, nell'Italia e nella Sicilia; arriva da noi nell'aprile e parte nell’ago- sto. Si metfe nei cespugli, e costruisce il suo nido tanto nelle erbe e nelle biade, quanto nelle macchie con radi- chette, paglie, erbe e crini, ove depone 4 0 5 uova gri- gio-rossastre a macchiette brune e nere. Non si attruppa mai, canta tutto il giorno, e si nutre di semi e d’insetti. 249. Emberiza casia. Cretz. Lo Zigolo a barba rossa. Dalla Siria e dall’ Egitto passa nella Grecia, e mostrasi accidentalmente nell’Italia misto al precedente. 220. Emberiza striolata. Rupp. Lo Zigolo striolato. È stato osservato molte volte nell’ Andalusia, ove arriva dalle coste Barbaresche. DIA. 126, Emberiza cirlus *) Caratteri — È lungo 16 centimetri e mezzo. Un maschio porta la gola ‘e l'alto collo d'un bel nero; ha una fascia di questo colore, che comincia all’ angolo del becco e passa sopra l’occhio; una seconda d'un giallo brillante forma sopra 1’ occhio un largo sopracciglio e va a terminare alla nuca; quindi una terza dello stesso colore pinge soltanto sopra l'occhio. Presenta sul basso collo una piastra d’un bel giallo, e sul petto una tinta cenere-olivastra. Tiene le parti laterali del petto e del ventre d’un bel marrone, e il ventre e l'addome di gial. lo-chiaro. Ila la testa e la nuca olivastre a piccole mac- *) Sivonima — Emberiza sepiaria: Brisson — Emberiza cirlus: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The cirl Bunting. Lath. — Tedesco: Der Zaunammer. Bechs. — Francese: Le Bruant zizi ou des haies. Temm. — Italiano : Lo Zigolo nero. Savi. elle nere, il mantello rosso-marrone col centro delle penne marcate di nero, il becco cenere, i piedi carni- cinì, e l’iride bruna — Cangia nell’autunno il giallo delle parti inferiori in tinte più leggieri; le penne nere della gola e delle guancie in grigio-giallastro; il mar- rone dei lati del petto e del dorso con un colore meno vivo; e le parti superiori con macchie più larghe e nu- merose — La femmina ha la testa, le guancie e Ja nuca olivastre a numerose macchie nere; le penne del man- tello d’un rosso sbiadito a macchie nere molto più late di quelle del maschio; le parti inferiori d’un giallo-su- cido; il petto macchiato di rossastro, e tutte le penne segnate da strisce nere sottili ed acuminate, che sui fian- .chi e sulle coperture inferiori della coda prendono for- me longitudinali — I giovani prima della muta hanno le parti superiori oscure e segnate in nero, e le infe- riori giallastre con tinte olivastre e con macchie ne- rastre. Costumi — Abitatore delle contrade meridionali dell'Europa, ci arriva di passo in numero limitato. e non annualmente. Ama collocarsi nei monti, e vivere nei boschi confinanti colle campagne coltivate ed irrigate da ruscelli. Costruisce un nido artistico nei cespugli e sulla terra con foglie di edera e di quercia, con sottili radi- chette e con crini; depone 4 o 5 uova di colore per- lato a macchie e strisce bruno-nere. I suoi costumi, il suo modo di vivere ed il suo canto lo avvicina al Zi- golo giallo. 222. Emberiza chrysophrys. Pall. Lo Zigolo a ciglio giallo. È della Siberia, ed è stato preso nella Francia (Degland. non Temminck) 7 256 223. 127. Emberiza cia *) Caratteri — Ha in lunghezza 46 centimetri e 6 < millimetri. Un maschio in abito estivo porta I’ avancollo ed il petto a tinte cenere-azzurre. Tiene una fascia nera, che attraversa l'occhio, circonda la regione dell’ orecchio, e va a finire all’angolo del becco ; un’ altra biancastra sopra l’ occhio, susseguita da una terza nera, che si di- lata sino alla nuca. Ha l'estremità della testa cenerina a macchietie nere; le penne delle ali e del dorso d’un rosso-cenerino a macchie nere longitudinalmente dispo- ste; il ventre, i fianchi e l’addome d’un rosso-puro; la mandibola superiore nerastra e l’inferiore grigiastra; e l’ iride ed i piedi bruni — D'autunno porta le fa- sce nere della testa meno marcate e variate di bruna-. stro; le parti superiori non tanto rosse e piuttosto ce- nerine; il cenere del collo più chiaro; ed il rosso del petto e dell’addome più sbiadito — La femmina indossa un cenere sul collo e sul petto molto più leggiero. e sparso da piccole macchie brune poco distinte, ed un rosso più pallido nelle parti inferiori misto a macchie longitudinali brune. Ha la fascia che circonda l’orecchio, ‘ più stretta e meno apparente; e la nuca e l'alta testa” d’una tinta cenere-rossastra a numerose macchie nere — I giovani tengono del rosso-carico all’ orecchio, del ce- nere-biancastro alla gola, e del rosso-sporco al petto. *) Simnonima — Emberiza pratensis: Brisson — Emberiza lotharingica: Gmelin — Emberiza cia: Linneo e gli altri autorì sistematici — Inglese: The foolish Bunting. Lath. — Tedesco: Der. Zipammer. Bechs. — Francese: Le Bruant fou. Temm. — Italiano: Lo Zigolo muctato. Savi. 207 Costumi — Anche questo è proprio dei paesi me- ridionali e temperati dell'Europa, ed è comune nei no- stri monti, ‘ove nidifica nei cespugli, nelle siepi e nei campi. Depone 4 o 5 uova biancastre a rade strisce bruno-nere. Ha un fischio acuto, frequenta i luoghi abi- tati, e si ciba d’insetti e di cereali. Emigra alla fine. d'ottobre e ritorna col febbrajo; quelli che rimangono a svernare tra noi, si frammischiano ai congeneri. 224. Emberiza aureola. Pall. Lo Zigolo della Siberia. Dall’ Asia e dalla Siberia arriva in alcune. parti me-. ridionali della Russia. i 225. Emberiza rustica. Pall. Lo Zigolo della Crimea. Anch'esso dalla Siberia si avanza nel nord e nell’oriente dell’ Europa. 226. Emberiza borealis. Degl. Lo Zigolo del polo. Si trova nell’Islanda e nella Lapponia (Degland, non Tem- minck). i 227. Emberiza hyemalis. Linn. Lo Zigolo giacobino. Dagli Stati uniti d’ America emigra e mostrasi nell’ I- slanda (Temminck, non Degland). 298. Emberiza lesbia. Gmel. Lo Zigolo di Mitilene. È dell’oriente e del mezzogiorno dell’ Europa. Vuole De- gland, ch’esso si mostri nella Francia, nell’Italia e nella Germania, a cui Temminck aggiunge la Grecia e la Cri- mea. Un individuo fu preso accidentalmente nelle vici- nanze di Lugano, che vorrei ritenere di questa specie. 229. Emberiza provincialis. Linn. Lo Zigolo della Pro- venza. Non è conosciuto che da Buffon. 230. Emberiza pusilla. Pall. Lo Zigolo nano, ovvero lo Zigolo di Durazzo del Bonaparte. Dalla Siberia mo- strasi casualmente nell'Europa. L’Ornit. Ticinese, 17 23 SEZIONE. Plectrophanes. Caratteri — L'unghia posteriore leggiermente ar- cuata. Costumi — Vivono sempre a terra. 231. 128. Emberiza nivalis *) Caratteri — Tiene 17 o 18 centimetri di lunghezza. Il maschio in abito di nozze porta la testa, il collo, tutte le parti inferiori, le piccole e grandi coperture alari e la metà superiore delle remiganti, diun bianco-purissimo; e l’alto dorso, le tre penne secondarie delle ali più vi- cine al corpo e la metà inferiore delle remiganti d’ un nero-carico. Bianche ha Ie tre penne laterali della coda con qualche segno nero all’ estremità; bianca la quarta nella parte esterna superiormente; nere le altre; giallo il becco all'origine e nero alla punta; ‘neri ì piedi e le unghie; e d’un bruno molto carico l’ iride — La femmina all’istessa epoca copre la testa, il collo e la regione del- orecchio d'un bianco misto a rosso-ruggine. e quest’ ul- timo colore si fa più manifesto sul petto. Nero ha il dorso, e nere le penne secondarie delle ali in contatto col corpo, ma tutte con estremità bianco-rossastre. Tiene le remiganti e le rettrici mediane frangiate di bianca- Sinonima — MHortulanus nivalis: Brisson — Emberiza ni- valis: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Cuvier, Les- son, Temminck, Degland — Passerina nivatis: Vieillot — Plec- ‘rophanes mivalis: Meyer, Bonaparte, Keyserling e Blasius, - Schinz, Schlegel — Inglese: The snow Bunting. Lath. — Tedesco: Der Schncammer. Bechs. — Francese: Le Bruant de la neige. Temm. — Italiano: Lo Zigolo della neve. Savi. 239 stro, ed il rimanente bianco come nel maschio — Hanno e il maschio e la femmina dopo la muta autunnale tinte conformi e molto diverse di quelle qui sopra descritte. Tutte le penne nere del dorso, delle ali e della coda portano una larga fascia cenere-verdastra; la testa, il collo, le tempie ed il petto prendono una leggiera tinta ruggine; e sulle penne del groppone, e delle coperture caudali si distende qualche macchia bruna e rossa. La più gran parte di questi colori esterni spariscono sotto l'influenza dell’aria e dell'attrito, ma nella primave- ra l’abito è il sopra descritto, colla differenza però che la femmina non avendo nelle parti superiori delle sue penne tutto il bianco ed il nero puro, che porta il ma- schio, non produce conseguentemente gli stessi effetti — I giovani del primo anno durante la loro emigrazione autunnale hanno la testa tinta in cannella; la regione delie orecchie, la gola e la cintura pettorale di rosso-carico; i fianchi di rosso-sbiadito; le sopracciglia e l’avancollo cenere-azzurro; la nuca rosso-cenerina colle penne nere nel centro e colla frangia rosso-carico. Hanno soltanto metà delle ali e le parti inferiori d’un bianco-puro; le remiganti e le penne mediane della coda nere a fran- gie rosso-sbiadite; le tre laterali di questa con una gran macchia nera; ed il becco giallastro. Costumi — Questo uccello sta propriamente nelle regioni del polo artico. Spinge le emigrazioni autunnali “nel nord della Germania e della Francia, ed in ‘quel- l'epoca è anche abbondante nell’Olanda e nel Belgio; i voli composti d’individui tutti giovani, coprono i campi e le spiagge marittime. Questi si mescolano rolontieri colle allodole, con eui eondividono un poeo i 260 costumi ed ‘il modo di volare. Quando 1’ inverno poi è molto rigido in quelle. parti, scendono in regioni più temperate, ed allora non è difficile il caso di tro- vare qualche individuo anche da not, ciò che avvenne a Balerna nel 1844. Vive abitualmente di larve e d’in- setti, che raccoglie nelle immondizie e nei letamaj.,, e d'inverno si accontenta di semi alpini. Proiifica al polo, e costruisce il. nido a terra fra le rocce delle alte mon- tagne, ove depone 4 o 5 uova ottuse, biancastre e con numerose macchie. oscure. 232. 129. Emberiza Lapponica *) Caratteri — Ha 15 centimetri circa di lunghezza, e l'unghia posteriore più lunga del doppio del dito. Un maschio nell’abito autunnale porta la sommità della te- sta d'un nero misto a piccole macchie rosse; ed il becco d'un nero-carico, ma giallo alla base, e nerastro alla punta. Tiene la regione delle orecchie circuita in parte di nero, la gola biancastra ‘e sparsa di sottilissime stri- sce nere, e nero il petto macolato di grigio-biancastro. Porta una fascia biancastra che principia alla radice del SinoniMmia ") — Fringilla montana: Brisson — Fringilla calcarata: Pallas, Meyer e Wolf — Fringilia Lapponica: Lin- neo, Gmelin, Latham — Emberiza calcarata: Temminck, Cuvier — Passerina Lapponica et calcarata : Vieillot — Em- beriza Lapponica: Nilsson, Degland — Piestrophanes Lappo- micus: Bonaparte — Plectrophanes Lapponica: Selby,: Key- serling e Blasins, — P/ecirophanes calcaratus: Schinz, Schle- gel — Inglese: The Laplant Bunting. Rich. — Tedesco : Der Lapplindischeammer. Brehm. — Francesc: Le Bruant mon- tain. Temm. — Italiano: Lo Zigolo di Lapponia. Savi. 261 becco, passa sopra gli occhi, e si dirige ai lati del collo. Ha tutte le parti inferiori, fatta astrazione dei fianchi, d'un bianco latteo; le ali d’una tinta marrone con due fasce trasversali bianche; e la remigante esterna fran- giata di biarco. Copre la nuca, il dorso e lo scapolare d'un bruno mescolato a rossiccio, ed ha la coda un po” forcuta, d'un bruno-carico, con orli rossi e colle penne laterali segnate da una macchia bianca conica nell’estre- mità; e bruni i piedi e Viride — Varia in abito di nozze per un nero molto più carico a riflessi vellutati sulle penne della testa, delle orecchie; dell’avancollo e del petto. Ha il rosso della nuca ardentissimo e. puro, in genere tutte le penne d’un colore vivo e senza mac- chie, ed il becco d’un bel giallo a punta bruna — La femmina! .in abito d’inverno tiene la sommità della te- sta, il collo, il mantello ed il: dorso: d'un cenere ros- siecio macolato di nero; una fascia sopraccigliale bianco- rossastra nella precisa posizione di quella del maschio. Bianca ha la gola a frangie laterali brune; il petto se- gnato da numerose macchie grigio-nere; e le altre parti inferiori bianche con macchie longitudinali nerastre sui fianchi — Veste nell'estate il sommo della testa, le spalle, il dorso e le coperture alari d'una tinta bruno- nerastra a frangie rossastre; la nuca ed il groppone d’ un bruno-rosso, seminato di sottili. strisce nere; i lati della testa variati di nerastro e di rossastro; le fa- sce sopraccigliali ed 1 lati. del collo bianco-rossastri; la gola bianca circuita di bruno; e finalmente bianche le altre parti inferiori; meno i fianchi che sono rossastri a strisce nerastre — I novelli indossano nel primo anno un abito distinto. Hanno ‘la testa ; la nuca e tutte ‘le 262 parti superiori eoperte da una tinta isabella, e segnate da strisce longitudinali e da macchie nerastre. Portano già sulle ali il largo spazio bruno-marrone; le penne alari e caudali frangiate di rosso-carico; la gola bianca con piccole strisce longitudinali brune; una piccola mae- chia nerastra all’orificio delle orecchie; le parti infe- riori d'un colore bianco-rossastro, molto più carico sul petto e sui fianchi, i quali hanno anche-macchie bruno- nerastre; e finalmente sulla penna esterna della coda una macchia conica rossa, e sulla seconda un segno lon- gitudinale dello stesso colore. Costumi — Anche questo vive e si propaga nelle regioni boreali, da cuì emigra durante la rigida sta- gione. Discende allora nella Francia, nella Germania, nel Belgio e in maggior numero nelle contrade site all’ o- riente dell'Europa; visita anche la Svizzera, e qualche individuo arriva pure da noi. Nidifica ‘a terra in luoghi paludosi, e depone 5 o 6 uova giallo-rossastre ondeg- giate di bruno; vive di vermi, d’insetti e di semi alpini. GENERE MAXTKo LOXIA *) Caratteri — Un becco mediocre, forte, robusto, molto compresso; le due mandibole ugualmente ricurve. uncinate, coll’ estremità allungate ed incrocicchiate. Le narici basali, laterali, arrotondate e nascoste-da peli spor- ") Sinonima — Curvirostra: Scopeli, Brehm — Cruciro- stra: Cuvier, Dumeril — Loxia: Brisson e tulli gli altri au- tori sistematici — Crocieri. 263 genti in avanti. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore totalmente divise. Le all mediocri colla 4.* re- migante più lunga. La coda corta e forcuta. Costumi — Cotesti uccelli, straordinarii pel loro modo di vivere e per la ‘varietà dei colori delle loro penne, tengono per patria principale le regioni boreali. Si fanno tosto rimarcare per un corpo grave e pesante, per una particolare conformazione, per un abito variato e per un allegro cicalamento. Vivono in quei luoghi ove spontaneo cresce il pino, e dal seme di questo traggono il loro alimento, a cui si presta con tutta facilità la forma del loro becco. Quando questo frutto .manca ai loro bisogni, si gettano sopra altri alberi ed altri arbusti, ed allora soltanto avviene, che cacciandosi in cerca di nutrimento, spingono più oltre le loro emigrazioni, scen- dono in paesi più caldi, e ci arrivano in masse com- patte, fidenti ed imperterriti aì pericoli che possono incon- trare. Altra anomalia in questi uccelli si è, che emigrano ordinariamente durante l'estate, o per meglio dire pas- seggiano nel giugno, nel luglio e nell'agosto, per ritor- nare col settembre e coll’ottobre alle selve natie, onde dedicarsi agli amori ed all'educazione della prole, che, dissimili anche in questo da tutti gli altri uccelli, in- traprendono indifferentemente e nel dicembre e nel marzo. Costruiscono il loro. nido tra gli abeti con pic- coli virgulti involti di molli pelurie. Hanno muta sem- plice ed ordinaria, e, variando anche in questo, la ese- guiscono nei mesi di aprile o di maggio. Tanto i due sessi, quanto i novelli vestono un abito molto distinto. » 2604 233. 130. Loxia pytiopsittacus *) Caratteri — È lungo 17 0:48 centimetri, cd un maschio adulto porta per carattere distintivo della spe- cie un becco fortissimo, molto ricurvo, colla punta in- crocicchiata della mandibola inferiore, che non oltrepassa mai il bordo della superiore. Ha le penne principali a_ colori cenere-olivastri; le guancie, la gola ed i lati del collo ceneri; la testa con piccole macchie brune ed orli cenere-verdastri ; il groppone giallo-verdastro ed il petto ed il ventre con uguali tinte a macchie grigiastre. Tiene sui fianchi alcune strisce longitudinali d’ un cenere-ca- rice; le penne alari e caudali d’un bruno-nerastro a frangie olivastre; le coperture inferiori della coda brune con orli più leggieri; il becco colore corneo carico, i piedi bruni, e l’iride bruno-oscura — Veste sino alla seconda muta tutte le parti del corpo.d’un colore rosso di fuoco più o meno puro, secondo che l'individuo è più o meno lontano dal termine prefisso alla muta sus- seguente, e non ha che le penne delle ali e della coda nerastre a frangie rossastre. Poco tempo dopo la muta il rosso delle penne è macolato di. grigiastro, mostra ancora alcune macchie grigie sulla gola e sulle guancie, ha del bianco rosato sull’addome e sulle coperture in- ") Sinoniziia — ZLowia curvirostra major : Gmelin, Latham — Lozia pyliopsiltacus: Meyer e Wolf, Temmincek, Vieillot, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Curcirostra pytiopsittacus: Brehbm — In- glese : The parrot Crossbill. Gould — Tedesco: Der Kiefern- kreutzschnabel. Meyer — Francese: Ze Bec-croisé perroquet. — Tomm. Italiano: Il Crociere delle pinete. Savi. | 265 feriori della coda,\e tiene nel centro dell’ultima. penna di questa una gran macchia bruna — I maschi novelli sono nelle parti superiori d’ un cenere-bruno, macchiato sulla testa e sul dorso d’ un bruno-carico, e nelle infe- riori d'un grigio bicncastro a macchie longitudinali bru- ne; e portano il groppone e le coperture superiori della coda d’un cenere-giallastro — La femmina in tutte le età poco diversifica dai giovani del primo anno. Dominano nelle sue parti superiori grandi macchie bruno-cineree; «ha la gola ed il collo grigiastri e mescolati di bruno, le altre parti inferiori cenerine e leggiermente miste di giallo-verdastro, il groppone giallastro, l'addome e le co- perture inferiori della coda bianeastre, e le ultime penne caudali segnate da grandi macchie brune. Cestumi — Dalle regioni artiche, ove prolifica, si distende emigrando nelle pinaje della Polonia, della Prus- sia e della Germania, ed eccezionalmente in quelle della Svizzera. Si sospende ai rami d’abete per levare dai coni ì semi nascosti sotto le squame, nidifica nelle piante resinose, e depone 4-0 5 uova bianco-giallastre a grosse macchie rosso-sanguigne.. 234. 134. Logia curvirostra *) Caratteri — È della lunghezza di 416 centimetri, ed ha per carattere principale e distintivo della specie ‘) Sinonimia — Lozia: Brisson — Curvirostra pinclarum : Brehbm — Loxia curvirostra: Linneo e tutti gli altri autori sistematici — Inglese: The common Crosshill. Lath. — Tede- sco: Der Fichtenckreulzschnaber. Meyer — Ffancese: Le Bec- croisé commun ow des pins. Temm. — Italiano: I8 Crociere. Savi. 266 un becco lungo, leggiermente arcuato, eolla. punta in- erocicchiata della. mandibola inferiore, che oltrepassa il bordo superiore del bwcco. Un maschio tiene gene- ralmente le penne tinte d’un rosso vermiglio più vivo nella parte superiore che nella inferiore, e questo più o meno mescolato di bruno, di verde e di giallo. Ha di bruno-carico le penne alari e caudali, leggiermente strisciato al di fuori di verde-rossastro ;; d'un bianco misto di bruno l’addome e le penne sotto caudali. e bruni i piedi, il becco e l’iride — Trovansi individui che sono meno rossi e più macolati di giallo e di verde: altri d’una tinta cenerognola molto più marcata sopra che sotto; finalmente alcuni d’un colore rosso-sporco a macchie giallognole — La femmina indossa costante- mente un abito verde e giallo. Quest'ultimo colore do- mina sul dorso, sulle coperture alari e sulle parti in- feriori del corpo, mentre il ventre e.le penne sotto cau- dali tengono del grigio-bruno — 1 novelli prima della muta sono superiormente coperti d'un grigio-bruno a macchie longitudinali verdastre, ed inferiormente. d’ un bianco giallognolo a strisce longitudinali brune — Sor- tendo dal nido non hanno ancora il beeco inerocicchiato e rassomigliano moltissimo ai novelli ‘del Verdone. Cestumi — Trovasi nelle stesse località del pre- cedente, passa irregolarmente in truppe numerose da noì nell'estate, e prolifica anche nei monti della Ger- mania, della Svizzera. e nei nostri. Costruisce il suo nido alla biforcatura dei rami resinosi, depone 4 o 5 uova bianco-verdastre e macchiate di rosso-bruno, e si alimenta coi semi del pino. dell’ontano ed altre frutta. 235. Loria leucoptera. Gmel. IH Crociere bifasciato. 267 Dall'Ameriea settentrionale, dall'Asia e dalla baja d'Hud- son passa a caso nella Svezia, nella Germania, nell’ In- ghilterra, nel Belgio e nella Francia. GENERE XLe PYRRHULA *) Caratteri — Un becco corto, duro, conico-convesso, grosso, ricurvo ai lati, compresso alla punta e verso l’an- golo, che s'avanza sulla fronte; la mandibola superiore sempre ricurva e l’inferiore più o meno. Le narici ba- sali, laterali, arrotondate, e il più delle volte nascoste dalle penne della fronte. I piedi a tarso più corto del dito mediano; tre dita anteriori ed uno posteriore in- tieramente divisi. Le ali corte, colle tre prime remiganti scalate, e colla 4.* più lunga. La coda un po’ lunga, leggiermente arrotondata o quadrata. | Costumi — Questo Genere, formato da Brisson stralciando il gran Genere Loxia di Linneo, ha diviso gli Ornitologi nel collocamento delle diverse specie, per cui alcune furono racchiuse nel presente, ed altre nel susseguente Genere: dal canto nostro seguiremo fedel- mente l’ordine stabilito da Temminck — Tengono gli uccelli quivi raccolti abitudini consimili ai precedenti. Abitano località fredde, si nutriscono dei semi più duri, ‘) Sinoniliia — Logia: Linneo, Gmelin, Latham — Pyr-_ rhala: Brisson, Brehm, Temminck, Lesson, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — Pyrrhula et Strobili- phaga: Vieillot — Pyrrhula et Coryihus: Cuvier, Bonaparte — Ciuffolotti. 268 vestono tinte belle e delicate, sono fidenti e poco sel- vatici. Si distinguono però per l'epoca in cui emigrano e. nidificano, perchè questi conservano il sistema di tutti gli altri uccelli. Hanno muta semplice ed ordinaria, il maschio differisce in ogni epoca dell’anno dalla sua com- pagna, ed i novelli non si distinguono dagli adulti che “avanti la prima muta. 236. Pyrrhula enuncleator. Temm. I Ciuffoloito del Canadà. Dal circolo artico passa accidentalmente nella Germania, nell’Inghilterra e nella Francia. 237. Pyrrhula rosea. Temm. Il Giuffolotto rosato. Abita la Siberia; e si mostra d'inverno nel mezzogiorno orientale dell’ Europa. 238, i32. Pyrrhula erythrina *) Garatteri — Tiene 14 centimetri di lunghezza. Un maschio in abito di nozze ha le piccole penne delle na- rici, e quelle che contornano il becco, d'una tinta rosso- sporca; la testa, la nuca e l'alto dorso d’ un colore ere- misino piuttosto vivo; e l'origine di tutte le penne, non che una sottilissima striscia disposta lungo lo stelo, d’un rosso bruno. Porta il groppone, i lati della testa, la gola, l’avancollo ed-il petto d’un cremisino chiaro o ro- sato; il ventre e l’addome d’un bianco puro; ed il dorso e ie coperture alari d’un cenere-bruno, con quest'ultime "} Sinonimia — Lozia erythrina et obscura: Gmelin —. Pyrrhula eryihrina: Temminck, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — Erytrbrospiza eryihrina? Gould, Bo- naparte — Inglese: The dusky Crosbeac. Lath. — Tedesco: Der karminekopfiger Gimpel. Brehm — Francese: Le Bow- vrewil cramoisi. Temm. — Italiano: /l picco'o Cardinale. 269 segnate nelle estremità di rossastro. Ha bruno-nerastre ricamate di rossastro le penne alari e caudali, forcuta la coda, e.bruni i piedi ed il becco — Temminck as- sieura, che i maschi vecchi prendono tinte aranciate in tutte quelle parti, che prima avevano rosse o rosate, e che quest’ultimo colore si mostra soltanto come frangia alle loro penne. Vuole lo stesso Ornitologo, che .un ma- schio d'inverno prenda ila livrea della sua compagna, la quale ha tutte le parti superiori. d'un :bruno-cenerino a grandi macchie longitudinali d’un bruno più oscuro, e le inferiori d’un bianco longitudinalmente macchiato di bruno-carico, e porta la gola e le guancie regolar- mente segnate di bianco e di bruno, ed il i centro. del ventre d’un bianco immacolato. Costumi — Abitatore dell’ Europa orientale passa a caso nella Francia, nel Belgio, nella Germania, nella Svizzera e nell’Italia. Si nutre di semi e di gemme, ni- difica sugli alberi delle foreste, e depone 4 0 5 uova verdognole con piccoli punti rossi. 239. 133. Pyrrhula curopea *) Caratteri — Misura 45 centimetri in lunghezza. Un maschio copre la sommità della testa, il contorno del becco e la coda d’un nero lucido a riflessi violacei; *) Sinonimia — Lozia pyrrhula: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf — Pyrrhula: Brisson — Pyrrhula europea. VieiHot, Lesson, Degland — Pyrrkula vulgaris: Temminck, Bonaparte, Schinz, Schlegel — Pyrrbula rubicilla: Keyser- ling e Blasius — Inglese: The Bul/finch. Lath. — Tedesco: Der rothburstiger Gimpel. Bechs: — Francese: Le Bouvrenil commun, Temm. — Italiano: I Ciuffolotto. Savi. 270 la nuca ed il mantello d’una tinta cenere; le guancie, il collo, il petto, i fianchi ed il ventre rossi; e il grop- pone e l'addome d’un bianco-puro. Porta una larga fa- scia trasversale bianco-grigiastra sulle ali, bruni ha i piedi, bruno-nerastro il becco, e nera Viride — Varia la femmina per tinte bruno-rossastre in tutte le parti inferiori, e per un bianco più limitato sul groppone e sull’addome — Rassomigliano i giovani avanti la muta alla madre, ma hanno la testa grigio-cenere; la gola ed il petto grigio-rossastri; l’ addome fulvo; e la banda trasversale sulle ali rossastra. Costumi — Sta comunemente nel nord dell’ Eu- ropa, ma sì trova anche nella Svizzera e tra noi. Vive d’estate nelle foreste di montagna, ove crescono piante di diverse essenze. Si nutre dei grappoli dei sorbi, dei bianco-spini, dei ginepri, e d’ altri semi; d’inverno in mancanza d'altro pascolo si dà alle gemme delle piante. - Prolifica nella biforcatura delle piante alte ed inacces- sibili, e costruisce il nido in forma di coppa con radi- chette, con piccole erbe e con crini; depone da 3a 5 uova ottuse, bianco-azzurre a° macchie brune-violacee. Scende dai monti a stagione rigida in gruppetti di $ o 40 individui, si vede tra noi nel novembre, e ci ab- bandona tosto al febbraio. Si ama tenerlo in istato di schiavitù pei bei colori che porta, per la sua dolcezza e per la facilità con cui impara a fischiare le ariette , che gli si fa apprendere coll’ organetto. 240. Pyrrhula coccinea. De Selys. Il Giuffolotto infuo- cato. È un uccello molto simile al precedente, ma al- quanto più grosso. Temminek non lo ammette che co- me varietà di quello, varietà dovuta a qualche causa 271 locale, 0 a maggiore o minore nutrimento , e forse a ragione; ma Degland, non accettando le ragioni dell’ Or- nitologo Olandese nel caso concreto, trova in questa specie titoli sufficienti per diversificarlo, e tra questi la ‘ taglia più robusta, la diversità nella proporzione delle remiganti e la maggiore estensione della sua voce. Ori- ginario probabilmente, secondo Degland, delle contrade . orientali dell’ Europa, mostrasì di quando in quando nella Francia, ed i voli di quella specie non sì fram- mischiano mai con questa. 244. Pyrrhula githaginea. Temm. Il Ciuffolotto gi- thagino. Abita la Nubia e la Siria, e visita Arcipelago e la Provenza. 242. Pyrrhula longicauda. Temm. Il Ciuffolotto della Siberia. Dalle contrade boreali e dalla Siberia emigra d'inverno nella Russia meridionale e nell’ Ungheria (Tem- minck, non Degland). 243. Pyrrhula pusilla. De Selys. Il Ciuffolotto nano. If Caucaso e le eoste del mar Caspio sono Ja sua patria, secondo Pallas, e scende d’inverno nella Persia (De- gland, non Temminck). GENERE ALlo FRINGILLA *) Caratteri — Un becco corto, forte, curvo, diritto ") Sinonimia — Loria e Fringula: Linneo, Gmelin, La- tham, Dumeril — Fringilla: Temminck, Illiger, Schinz, De Selys — Pyrrhula, Chlorospiza, Coccothraustes, Passer, Frin- gilla, Carduelis, Cannabina e Linaria: Degland — Fringil- 272 e conico in tutti i sensi; la mandibola superiore rigon- fiata, un poco inclinata alla punta, senza angoli, de- pressa nelle parti superiori, alcune volte prolungata in angoli tra le penne della fronte. Le narici basali, ro- tonde, situate vicino alla fronte, dietro l’ elevazione cor- nea della parte curva del becco, ed in parte nascoste dalle penne frontali. I piedi a tarso più corto del dito mediano, intieramente divisi, con tre dita anteriori ed uno posteriore. Le ali corte, colle remiganti crescenti in lunghezza sino alla 3.2 ed alla 4.*, che sono le più lunghe. La coda di forma varia. Costui — Questi uccelli abitano in tutti i paesi del globo. Stanno appajati all’epoca degli amori, e si riuniscono in branchi più o meno numerosi secondo l'età per emigrare verso regioni più calde. Si nutrono di tutte le sorte di semi che trovano sul terreno o sulle piante, e li spogliano con molta destrezza del loro in- volucro anche durissimo per cibarsene; all’epoca del- l'educazione della prole si. danno invece agli insetti. Fanno sino a tre .covate all'anno, e collocano il nido tra gli alberi, nei fori delle piante ed anche nei muri. Sono la, Lozia e Acanthis: Meyer e Wolf — Fringilla, Cocco- traustes e Liuaria: Vieillot — Coccotraustes, Pyrgita, Frin- gilla e Carduelis : Lesson — Coccolhraustes, Pyrgita, Fringilla, larduelis e Linaria: Cavier — Coccothraustes, Genus passeri- mum, Passer, Fringilla, Carduelis e Linaria: Brisson — Pyr- rhula, Ccccothraustes, Fringilla, Passer, Acanthis: Schlegel — Pyrrhula, Coccothraustes, Fringilla, Passer, Pyrgita, Acantis, Chlorospiza: Keyserling e Blasius — Chlorospiza, Coccotrat- stes, Serinus, Pyrgita, Petronia, Frinqilla, Carduelis , Chry- somilris, Linota e Citrinella: Bonaparte — Fringuelli. 273 quasi tutti perfettissimi ed instancabili cantori. Mutano una sola volta all’anno; i sessi portano caratteri suffi- cienti per essere distinti, ed ì giovani differiscono dagli adulti soltanto avanti la muta autunnale. — Anche que- sto Genere ha subito varie formazioni per parte degli Ornitologi, che abbandoneremo tutte per attenerci a Temminck, che lo divise solo in tre Sezioni. 4.® SEZIONE. Laticones. Caratteri — Becco grosso, arcuato; più o mena rigonfio ai lati. Costumi — Jlailarmi al Genere. 244. 134. Fringilla coccothraustes *) Caratterî — È della misura di 48 centimetri. Un maschio adulto ha il groppone, la testa e le guancie bruno-rossi, e questo rosso molto più chiaro sulla fronte; e il contorno del becco, lo spazio tra questo e 1° occhio, non che la gola, d’unnero-carico. Porta sulla nuca una larga collana cenere, il mantello d’un bruno-carico, sulle ali una macchia longitudinale bianca colle penne secondarie tagliate in quadrato, e la coda totalmente bianca a fran- gie esterne bruno-nerastre. Tiene le parti inferiori d’un. ") Sinonima — Loxia coccothraustes: Linneo, Gmelin, La- tham, Meyer e Wolf — Coccothraustes: Brisson — Fringilla coccothraustes: Temminck, Schinz — €Ccccothraustes vulgaris: Vieillot, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Inglese: The Grosbeak. Lath. — Tedesco: Der Kirschekern- beisser. Bechs. — Francese: Le Gros-bec vulgaire. Temm. — Italiano: Z/ Frosone. Savi. L’Ormit. Ticinese. 13 274 rosso-vino, i piedi ed il becco d’un bruno-grigiastro, e d’un rosso-pallido l’iride — La femmina si riscontra fa- cilmente per tutte le tinte in genere molto più pallide. Ha bianco-grigiastra la macchia longitudinale sulle ali, cineree tutte le parti inferiori, e tinti d'un rosso-vino i fianchi — I novelli avanti la muta differiscono straor- dinariamente e dai maschi e dalle femmine adulte. Gialla hanno la gola; giallastro-sporco la faccia, le guancie e la sommità della testa; e biancastre le parti inferiori coi fianchi segnati a piccole strisce brune sull’estremità di tutte le penne. Mano mano spiegano il rosso-vino in modo irregolare sul ventre, le parti superiori si appan- nano di bruno, e si macchiano di giallognolo; banne il becco color bruno-biancastro più carico all’ estremità. Costumi — Si trova in tutta l Europa, vive nei boschi d’alto fusto, e prolifica nei monti della Svizzera: noi trovammo il suo nido nelle vicinanze di Lugano. Uccello forte. inquieto e diffidente, scorre i boschi in cerca di semi di platano, di carpini, di pini, di faggi, d’abete, d’amandorii e di ciriegi per coglierne e le gem- me e le frutta; e d’inverno senza tradirsi. con alcun grido distragge in un giardino i bottoni d’un intiera spalliera. Costruisce il suo nido cor radichette, con lane e con crini sulle cime delle piante altissime, e depone 4 o 5 uova grigio-cineree, variate di verdastro e mac- chiate di bruno e d’azzurro. Coll’ ottobre ci arriva di passo, e col marzo giunge di ritorno. 245. 135. Fringilla chloris *) Caratteri — È lungo 45 centimetri. Il maschio *) Sinonimia — Loria chloris: Linneo, Gmelin, Latham, 275 ha tutte le parti superiori ed inferiori, compreso lo sca- polare e le piccole coperture alari, d’ un verde-giallastro; e le penne secondarie di queste, e le grandi coperture tinte di cenere a grandi macchie nere. Porta T'orlo e- sterno delle ali, le remiganti nelle parti superiori; e le rettrici nelle penne laterali e nelle parti superiori per tre quarti di lunghezza, d’ un bel colore giallo, e l'estre- mità di queste e le due mediane, nere. Carnicini ha i piedi ed il becco, bruno-oscura l’iride, e la coda leg- giermente forcuta — La femmina copre le parti supe- ‘riori d'un cenere lievemente misto di verdastro, il cen- tro del ventre e la gola a leggieri tinte verde-giallastre, i fianchi di cenere, e l'addome e le coperture inferiori della coda d’un bianco ombreggiato di giallognolo : ha soltanto la base delle penne caudali d’un giallo sbiadito, e tutto il rimanente nerastro a frangie cenerine — En- trambi i sessi indossano d’autunno tinte più cenerine, ed hanno un becco più oscuro al di sopra — I novelli prima della muta vestono penne variate di bruno e di verdastro molto sporco superiormente, ed inferiormente d’un bianco-giallastro con macchie longitudinali brune nel centro delle penne; hanno il giallo delle ali e della coda molto più leggiero, il becco bruno, ed i piedi brunastri. Meyer e Wolf — Chloris: Brisson — Fringilla chloris: Tem- minck, Vieillot, Keyscrling e Blasius, Schinz, Schlegel, Tschudi — Coccothraustes chloris: Cuvier, Lesson — Chlorospiza chlo- ris: Bonaparte, Degland — Inglese: The Greenfinck. Sepp. — Tedesco: Der griinner Kernbeisser. Bechs. — Francese: Le Gros-bec verdier. Temm. — Italiano: Il Verdone. Savi. 276 Costumi — È comunissimo in tutta l'Europa, ed ama collocarsi tra i salici e gli ontani sul limitare dei boschi. .Costruisce un nido con discreta arte, ed usa ester- namente musco ed erbe essiccate, ed internamente stoppe, lane e crini; lo poggia volontieri tra le numerose bac- ehettuccie d’un salice ritagliato, e depone da 4 a 6 nova bianco-argentine ad impercettibili punti bruni. Si nutre di semi di cerfoglio, e guasta i campi di canape e di lino. Passa coll’ ottobre e ritorna col marzo. i 216. Fringilla incerta. Risso. Il Verdone bastardo. Bonap. La storia di questo uccello non è ancora ben co- nosciuta: vogliono alcuni ch’esso nidifichi sulle coste del Mediterraneo, ed altri che passi accidentalmente. nell’ I- talia, nella Sicilia, nella Spagna e nella Francia. 247. 136. Fringilla petronia *) Caratteri — Misura 15 centimetri e 6 millimetri in lunghezza. Un maschio ha tutto il fondo delle penne d'un bruno. cinericcio, macolato di biancastro nelle parti inferiori. Porta una fascia sopraccigliale - bianco- rossastra, susseguita da un’ altra bruna più larga che termina all’occipite. Tiene le parti superiori variate di bruno-carico con penne terminate di biancastro; una macchia arrotondata d'un bianco-puro all’ estremità in- terna delle rettrici, ed una gran macchia d’un giallo- ‘) Sinonima — Passer sylvestris: Brisson — Passer pe- tronia: Degland — Pelronia rupestris: Bonaparte — Cocco- ihraustes petronia : Cuvier, Lesson — Fringilla peironia: Lin- neo e gli autori sistematici —- Inglese: The ring Sparrow. Lath. — Tedesco: Der Graufink. Bechs. — Francese: Le firos bec soulcie. Temm. — Italiano: La Passera lagia. Savi, 277 vivo sull’avancollo. Ha bruna la mandibola superiore del becco ‘e giallastra l’ inferiore, bruna l’ iride, e bruno- carnicini i piedi — La femmina poco differisce; ha solo la macchia gialla del collo meno estesa, e tutte le tinte generalmente più sbiadite — I giovani tengono per di- stintivo la macchia gialla del collo non ancora sviluppata. Costumi — Abita particolarmente 1’ Europa meri- dionale, e si trova nell’Italia, nella Spagna e nella Fran- cia; Tschudi io dà come indigeno nelle rocce del Jura, e da noi capita di quando in quando. Costruisce il nido nei buchi naturali delle piante con fieno, paglie, molte lane e penne, e depone da 5 a 6 uova oblunghe, biancastre, rossastre o giallastre con macchie brune. È poco socievole, vive nelle foreste e nei boschi, e si nu- tre con ogni sorta di semi. 248. 137. Fringilla domestica *) Caratteri — È della lunghezza di 15 centimetri. Un maschio adulto ha la sommità della testa ‘e 1’ occi- pite d'un cenere azzurrognolo, ed una fascia marrone sopra gli .occhi, che si dilata sui lati del collo. . Tiene lo spazio che si dilata tra il becco e Y occhio, la gola e l’avancollo, d’un nero carico; il petto nero e ricamato di bianco; le tempia e le parti inferiori. d'un bianco- ‘) Sinonimia — Fringilla domestica : Linneo, Gmelin, La- thom, Mever e Wolf, Temminek, Vieillot, Schinz, Tschudi — Passer domesticus: Brisson, Keyserling e Blasius, Schle- gel, Degland — Pyrgita domestica : Cuvier, Bonaparte — It:- glese: The house Sparrow. Lath. — Tedesco: Die Hausperling. Bechs. — Francese: Le Gros-bec moineau. Temm. — Ita- liano: La Passera oltremontana. Savi. 278 senerino; e il dorso e le ali d'un nero ad orli marroni. Porta sull'ala una sola fascia bianca, la coda bruna, il becco nero, i piedi rossastri, e bruno nocciuola l’iride — La femmina copre la testa e la nuca d’un colore cenerino, gli occhi d'una fascia di colore d’ocra, ed un altra consimile si distingue sulle ali. Indossa nelle parti superiori un rosso-bruno a macchie nere nel centro delle penne, ed ha bianca la gola, biancastro il centro del ventre, e cenere-rossastre le altre parti inferiori — Ras- somigliano i novelli alla madre, ma portano la fascia sopraccigliale ©rigio-rossastra, quella delle ali poco di- stinta, ed il becco biancastro coi bordi delle mandibole gialle — Varia sensibilmente per tinte parziali o totali bianche, nere, isabella, grigie o rosse. Costumi — Destinato ad avere la catena delle Alpi e dei Pirenei per limite estremo di suo soggiorno, abita la Francia e la Svizzera, e si estende sino alle re- gioni del circolo artico: qualcuno però di quando in quando viene di contrabbando a visitare la Svizzera Ita- liana. Sta ugualmente nei villaggi e nelle città come nei campi e nei boschi vicini all’abitato. Ardito e ru- stico parassito, così Tschudi, sembra da alcuni anni vo- ler progredire nelle regioni di montagna, e si è natu- ralizzato sul Sernfthal. Stazionario, prolifica ovunque gli si presenti il destro, persino sotto i tetti, nelle co- lombaje od impadronendosi del nido delie rondini. Lo costruisce negligentemente, anzi si può dire che accumula fieno, paglie e penne senza collegamento alcuno, entro cui depone da 4 a 6 uova biancastre, brunastre e ce- nerognole. Si nutre d’ogni sorta di semi, di frutta, di insetti e di bruchi. 279 240, 138. Fringilla Italie *) Caratteri — È lungo come il precedente, ed il maschio ha la sommità della testa, la nuca e parte del dorso d’un colore marrone piuttosto. vivo durante l'-e- state, e d'un rossastro dopo la muta autunnale con frangie rossé, che mano mano. diminuiscono, e finiscono a sparire totalmente nella. primavera mercè. l'attrito: e l'influenza atmosferica. Ha tutta la regione degli occhi d’un bianco-puro, e nel rimanente poco o nulla. diffe- risce dal precedente — La femmina si ravvicina di più alla suddescritta.. Ha però la sommità della testa e della nuca d’un cenere più chiaro, la fascia sopraccigliale d'un bianco rossastro, quella sopra le. ali biancastra, e le al- tre tinte in genere più sbiadite — Rialzando le penne capitali ai nevelli li distinguerai dagli antecedenti, per- chè in questi troverai la base d’una. tinta bruna, ed in quelli d’un colore cenerino. Costumi — Anche questo è condannato a non po- ter passare le Alpi; vive bensi sulle alte catene di queste, ma sempre sul versante meridionale. Trovasi in tutta Italia, non oltrepassa il Veneto, e non visita VI stria e la Dalmazia, ove è supplito dall'altro. Ha ‘u- guali i costumi, vive riunito ove nasce, si ciba di semi, °) Sinonimia — Fringille Italie. Vieillot — Fringilla ci- salpina: Temmwincek, Schinz, Meyer e Wolf — Pyrgita italica: Bonaparie — Passer domesticus: (var. Italicus:) Keyserling è Blasius — Passer domesticus cisalpinus: Schlegel — Passer Italicus: Degland — Inglese: The cisalpina Sparrow. Lath. — Tedesco: Der cisa!piner Fink. Meyer — Francese: Le Gros- bec cisalpin. Temm. — Ha'iano: La Passera reale. Savi. 280 di cereali, di frutta e d'insetti; abita dove vive l’uomo in ogni stagione dell’anno; nidifica sotto i tetti delle case, nei fori dei muri e nei buchi delle piante; co- struisce un rozzo nido di paglie, di fieno, di foglie e di penne frammiste, e depone 5 0 6 uova. biancastre coperte da macchie oblunghe azzurre e brune. 250. Fringilla Hispaniolensis. Temm. La Passera Spa- gnuola. Supplisce nella Spagna i due sopradescritti., e mostrasi casualmente nella Sardegna, nella Sicilia e nel- l Egitto. 3 QI. 139. Fringilla montana *) Caratteri — Ha 13 centimetri di lunghezza. H maschio adulto copre la sommità della testa e l’ occipite d’un rosso bajo o di cuojo, e lo spazio tra l’occhio ed il becco, la fascia sopraccigliale, le penne dell’orificio delle orecchie, la gola, ed una parte dell’avancollo d’un nero-carico. Porta le tempie ed un circolo interrotto sulla nuca d’un bianco-puro; le ali e la coda d’un bruno- carico; e le penne del dorso e dello scapolare nere nel centro, e marrone nel contorno. Tiene. due fasce - bian- che sulle ali; cenere-puro il petto; biancastri il ven- tre e l'addome; nero il becco; grigio-rossastri i piedi, e bruna liride — La femmina veste tinte più chiare, ") Sinonimia — Passer campesiris: Brisson — Pyrgita mon- tana: Cuvier, Bonaparte — Passer montanus: Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Fringilla montana: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The Hamburg Gros- beach. Lath. — Tedesco: Der Feldsperling. Bechs — Fran- cese: Le Gros-bec friquet. Temm. — Italiano: La passera mallugia. Savi. 281 particolarmente sulla testa; più piccole le macchie al- l’orificio delle orecchie ; il nero della gola meno esteso; e meno apparente il bianco del collo — I giovani avanti la muta tirano alla madre; hanno il rosso delle. parti superiori più grigiastro, ed il nero del collo più piccolo. Costumi — È proprio di tutta 1 Europa dal polo artico all'estrema Italia e Spagna. Molto selvatico, poco s’avvicina all’abitato, ed ama di preferenza la campa- gna; stazionario alla pianura, abbandona i monti nel- l’autunno per godere in questa i beneficit d’un clima più mite nella rigida stagione. Prolifica preferibilmente nei buchi naturali delle piante, adopera è materiali u- sati dai due antedescritti, e depone da 5 a 7 uova glo- bose d’un cenere-oscuro a segni rossastri. Si nutre d’in- setti, di bruchi, di grani e di semi. 252. Fringilla Islandica. Fab. La Passera d'Islanda. Vive nell’Islanda, e, stando al naturalista Faber, non si allontana dalle terre comprese tra il 66 ed il 67 grado di latitudine nord (Temminck, non Degland). 253. - 140. Fringilla serinus *) Caratteri — Ha 14 o 412 centimetri di lunghezza, ed il maschio porta una tinta giallo-verdastra mista a grigiastro sulla fronte, nel contorno degli occhi e sulle guancie; una fascia sopraccigliale a tinte uguali, che si *) Sinonima — Fringilla serinus: Linneo, Gmelin, La- tham, Temminek, Meyer e Wolf, Cuvier, Vieillot, Tschudi — Serinus meridionalis: Bonaparte — Pyrrhula serinus: Key- serling e Blasius, Schlegel, Degland — Inglese: The. serin Finch. Lath. — Tedesco: Der Girlitz. Bechs. — Francese: Le Gros-bec serin. Temm. — Italiano: I Verzellino» Savi. 282 estende sino alla nuca, ed una seconda olivastra, che dall'angolo del becco scende lateralmente sul collo. Tiene olivastre le parti superiori, variate di cenere e macchiate di nerastro; «ed olivastri il groppone ed il. petto, ma quest’ ultimo ed i fianchi variati da strisce cenerine più cariche e disposte longitudinalmente. Ha sulle ali due fasce trasversali, una giallo-verdastra e l’altra. bruno= giallastra; il ventre d'un bianco-giallognolo a macchiette longitudinali nerastre; la coda forcuta; il becco di bru- no-corneo, e bruni i piedi e l’iride — La femmina in- dossa tinte meno gialle, è più nera al di sopra, ed ha macchie più numerose al di sotto — I novelli vestono penne più variate di grigio e di verdastro con segni bruni molto allungati, e con fasce trasversali alle ali di colore terreo. Costumi — Vivace e melodioso ucecelletto delle re- gioni meridionali, vive e nidifica nelle nostre colline e sui monti. Sta lungo de rive dei ruscelli trai salici e gli ontaneti, sugli alberi fruttiferi e sulle quercie. Co- struisce un nido di forma elegante e di piccola dimen- sione con sottili erbette, con lanuggine e erini, e depone 4 0 5 uova piccole, ottuse, biancastre e leggiermento tinte di cenere. Si nutre di piccoli grani, come quelli della piantaggine e simili, emigra nell'ottobre e ritorna col marzo. 2.a SEZIONE. Brevicones. Caratteri — Becco a cono più o meno corto, di- ritto, e cilindrico alle volte in tutti i sensi. Costumi — Come sopra. 233 > 254. 1441. Fringilla colebs *) Caratteri — Tiene 17 centimetri e 2 0 3 milli- metri in lunghezza. Un maschio adulto in primavera porta la fronte nera, e l'alta testa colla nuca d’ un az- zurro-cenere puro. Ha il dorso e lo scapolare d’un colore castano, lesgiermente misto di olivastro, il groppone verde, e le parti inferiori d’un colore simile alla feccia del vino rosso, che diventa più chiaro sul ventre, e biancastro sull’ addome. Tiene le ali ela coda nere; sulle prime segna due bande trasversali bianche, sulle due penne laterali Uella seconda una gran mac- chia conica dello stesso colore, ed alle volte anche sulla terza un’istessa macchia più piccola. Azzurro-carico ha il becco; castano l’iride; e bruni i piedi — Veste nel- l'autunno tinte molto più chiare che in primavera, per- chè tutte le di lui: penne tanto superiori quanto infe- siori tengono un orlo d’un cenere-chiaro. Questo, pei ti- toli più volte dimostrati, sparisce alle epoche delle nozze per forza dell’attrito, e lascia vedere colori più brillanti senza il soccorso d’una seconda muta. Porta in quest'e- poca il becco biancastro — La femmina è alquanto più piccola. Ha la testa, la nuca, il dorso e lo scapolare d’una tinta cenere-bruna, mista d’olivastro; tutte le parti inferiori e le guancie d’un cenere-biancastro; le fasce alari meno pronunciate; la superiore di questa *) Simonima — Fringilla: Brisson — Fringilla coelebs : Linneo e tutti gli altri autori sistematici — Inglese: The Caffinck. Lath. — Tedesco: Der gemeine Finck. Bechs. — Francese: Le Gros-bec pinson. Temm. — Italiano: Il Frin- quello. — Savi. 254 meno larga; e l’inferiore bianco-giallastra. Porta il becco grigio-bianco d’inverno, e grigio-bruno nella primavera — I giovani tengono i distintivi delle femmine, distintivi che abbandonano subito dopo la. muta autunnale per prendere l’abito del sesso, a cui appartengono. Costumi — Stanzia e al monte e al piano di tutta l'Europa, e in ogni angolo canta di primavera con ac- centi energici e con timbro metallico la sua ‘allegra e dilettevole canzone. Costruisce un nido arrotondato ed emisferico a fitte pareti con musco, lane e crini, e de- pone 4 0 5 uova turchino-verfdastre con visibili macchie rosse. Si nutre con ogni sorta di grani e di semi, e nell’estate si dà agl'insetti; passa agli ultimi di settem- bre e retrocede col marzo. 259. 142. Fringilla montifringilla *) Caratteri — Misura 49 centimetri circa. Il ma- schio in abito nuziale ha la testa, le guancie, la nuca, ì lati del collo e l’alto dorso coperti di penne nere a tinte brillanti; e la gola, l’avancollo, il petto, lo scapo- lare e le piccole coperture alari d’un bel rosso aranciato. Porta sulle ali una sottile fascia trasversale di questo co- lore, ed un piccolo specchio bianco all’ origine delle remi- ganti: le tre penne esterne di queste sono totalmente nere. Tiene il groppone e le parti inferiori di bianco-puro. i fianchi rossastri a macchie nere, la coda nera colla penna esterna bianco-frangiata all'origine e le due mediane cir- *) Sinonimia — Fringilla montifringilla: Linneo è tutti ghi autori sistematici — Inglese: The brambling or mountain Finck. Lath. = Tedesco: Der Bergfinek. Beehs. — Francese: Le Gros-bec d’Ardennes. Temm. — Italiano: La Peppola. Suri. ; 285 condate di rosso-cenere, il becco nero-azzurro , i piedi olivastri, e l'iride bruna — Porta nell’ autunno frangie molto larghe d’un cenere-rossastro sulle penne nere, orli cenerini sul rosso aranciato, ed il becco giallastro a punta nera. Queste frangie spariscono gradatamente sino alla primavera pei titoli ripetutamente addotti — La fem- mina si distingue per la sommità della testa rosso-gri- giastra, per la fascia nera sopraccigliale, per le guancie e l'alto collo grigio-cenere, per l’avancollo ed il petto rosso-aranciato chiaro, per il dorso bruno-nerastro a fran- gie rosso-cenere, per lo scapolare giallo-sbiadito, e final- mente per le ali e per la coda bruno-nerastre — I gia- vani rassomigliano alla madre, ma non hanno le fascette alari, gli altri colori sono meno puri, e la tinta rossa è molto debole. Costumai — Nell'ottobre arriva di passoin masse com- patte dalla zona boreale, e per inverno mite rimane nella Svizzera attruppato sulle strade, sui tetti delle case e delle stalle. Riprende col febbrajo il volo pel nord, e pochi rimangono a nidificare nell’Emmenthal. Depone sui pini e sugli abeti, in un nido previamente disposto, 4 05 uova bianco-giallognole; ha canto debole e poco variato, e si nutre di grani, di semi e di insetti. 256. 143. Fringilla nivalis *) Caratteri — È lungo 49 centimetri e 3 millime- *) Sinonima — Montifringilla nivalis: Bonaparte — Frin- gilla nivalis: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The snow Finck. Gould — Tedesco: Der Schneefinck. Bechs. — Francesc: Le Gros-bec niverolle. Temm. — Italiano: 78 Fringuello alpino. Savi. 286 i tri. Il maschio copre la sommità della testa, le guancie e la nuca d’un grigio-cenere; e il dorso, lo scapolare, e le due penne secondarie delle ali più vicine al corpo, d’un bruno con frangie più chiare. Ha le altre penne econdarie, le coperture alari e le rettrici d'un bianco immacolato coll’ estremità di quest'ultime nere e colle due penne mediane, colle grandi coperture alari e colle remiganti totalmente nere. Tiene il gozzo grigiastro nel- l'autunno e nero nella primavera, il ventre grigio-bian- castro prima e bianco dopo, il becco giallo, i piedi neri, e l’iride bruna — La femmina differisce per un cenere capitale misto a rossastro, per un bianco nelle parti inferiori meno puro, e per le remiganti e le due penne mediane della coda più brunastre — I novelli avanti Ja muta hanno penne frangiate di rossastro. Costumi — Tra le terre pietrose delle altissime montagne, ove la neve circonda quelle alte e sterili cre- ste, e il vento ed il sole penetrano e fanno pullulare quà e là qualche spazio di verdura, questo gentile ed allegro uccelletto vi trova piacevole dimora. Sceglie xna cornice od un buco inaccessibile e costruisce un nido lato di lane, di penne e di crini, ove molto tardi depone da 4 a 6 uova d’un bianco latte a macchiette ir- regolari cenerine. Trovasi nel nord dell’ Asia, nei Carpazi, nei Pirenei e nelle Alpi svizzere. Sul S. Gottardo sì ve- dono molti nidi sospesi alle travi dei tetti e nei buchi della muraglia dei morti. Canta a piccoli gorgheggi, non abbandona le sue località che a freddi rigorosissimi, rag- giunge tosto i suoi luoghi prediletti non appena sparito il pericolo, e si ciba di larve, di ragni, di vermi, di coleotteri, e di semi di pino e di abete. 287 257. 144. Fringilla cannabina *) @aratteri — Ha 14 centimetri di lunghezza. Il ma- schio in abito di nozze veste ]° penne frontali e pettorali, e le laterali a queste, d'un rosso cremesino a strettissimo orlo d'un rosso ancor più vivo; e la gola e l’avancollo, di biancastro a macchie longitudinali brune. Ha l'alta testa, la nuca ed i lati del collo d’un cenere-puro, e il dorso, lo scapolare e le coperture alari d'un bruno castanie- cio. Tiene ì fianchi bruno-rossastri, l'addome ed il cen- tro del ventre bianchi, alcune remiganti nere ad orlo esterno bianco, e la coda forcuta e nera a penne ester- namente segnate di bianco, ed internamente orlate d’ un bianco molto esteso. Porta bruna l’iride, azzurro-nera- stro il becco, molto forte e largo quanto la fronte, ed i piedi più o meno pallidi od oscuri — D’autunno ha l'alta testa a grandì macchie nere; il dorso rossastro a macchie castano-oscure ed a frangie biancastre; il petto rosso-cenere-oscuro, frangiato alle volte di rosso-bianca- stro; i fianchi a macchie brune visibilissime; e le .co- perture superiori della coda nere a bordi internamente bianchi, ed esternamente grigio-rossastre. Sollevando in quest'epoca le penne della fronte e del petto, si devono indubbiamente riscontrare i colori rossi che dovranno com- ") Sinonimia — Fringilla linota: Gmelin, Latham — Li- naria e Linoria rubra major: Brisson — Linota cannabina: Bonaparte, Chenu — Cannabina linota: Gray, Degland — Fringilla cannabina: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The common Linat. Lath. — Tedesco: Der Bluthin- fink. Brehm — Francese: Le Gros-bec linotte. Temm. — ftaliano: J/ Montanello. Savi. 288 parire nella primavera, discoperti allora dai larghi orli che li tenevano nascosti — La femmina non essendo sottoposta a queste vicissitudini, conserva tutto l’anno un abito uguale. Ha tutte le parti superiori d’un ce- nere-giallastro macolato di ‘bruno-nerastro; le coperture alari d'un bruno-rosso sucido; e le parti inferiori d’una tinta rossastro-chiara, ma biancastra sulla metà del ven- tre, e seminata sul petto e sui fianchi di numerose mac- chie bruno-nerastre — I novelli portano sino alla. pri- mavera caratteri tutti propri, e tengono la sommità del capo e del dorso bruno-rossastri a macchie acuminate molto più cariche, le guance e la nuca cenerognole, le parti inferiori bianche a leggiere ombreggiature rossastre, . Ja gola ed il petto a macchie longitudinali bruno-cariche, i fianchi a larghe macchie bruno-rossastre, e le coper- ture caudali con macchie uguali ma acuminate. Calzano carnicino i piedi, ed hanno il becco azzurro-sbiadito. Costumi — Abita nei boschi delle montagne, e cira pei campi coltivati, nelle praterie e nei cespugli. Qualcuno rimane nelle alte montagne della Svizzera a nidificare, e si mette in luoghi sassosi ed umidi, vicino ai cardi, agli ontaneti ed ai gerani, ove canta con voce dolce ed aggradevole. Costruisce il nido nei macchioni e nelle fratte con sottili pagliuzze e con lane intrecciate di crini, depone da 4 a 5 uova bianco-turchiniccie a piccoli segni carnicini, e si nutre con semi di rape, di lino, di canape e simili. Emigra nell’ ottobre a voli spesso prodigiosi, e ritorna col marzo. 258. 145. Fringilla montium *) Caratteri — Misura 13 centimetri in lunghezza. ‘) Sinonima — Fringilla flavirostris: Linneo, Keyserling i 289 Il maschio in abito di nozze ha la gola, la fascia. so- praccigliale, l’avancollo e la regione degli occhi d’ una tinta rosea; la sommità della testa, la nuca ed il dorso d’un nero-carico nel centro e chiaro nel contorno. Tiene chiare le penne dei lati del collo, del petto e dei fian- chi, e queste segnate a larghe strisce nerastre. Porta il groppone tinto di rosso-carico , il centro del ventre e IP addome di bianco, le due fasce alari di biancastro, il becco perfettamente triangolare biancastro, liride bruna, ed i piedi neri — Dopo la muta autunnale non si distingue dalla femmina e dai novelli, che per ombreggiature più cariche e pel groppone rossastro a larghe macchie brune — La femmina non ha alcun se- gno rosso sul groppone, nelle altre parti è molto più debole, ed il bianco inferiore meno puro — I giovani indossano tinte più oscure della madre. Costumi — È comune nel nord dell’Europa, cioè nella Svezia,, nell’Islanda e nella Norvegia; emigra nel- l'autunno per la Russia e la Germania, e qualche no- vello si mostra nell’Olanda, nella Francia e nella Sviz- zera; passa alle volte le Alpi, ed arriva da noi confuso colle specie affini; ed avendo caratteri e costumi simili al precedente, sarà passato inavvertito. Ha carattere e Blasius, Schlegel — Linaria montana: Brisson — Frin- gilla montium: Gmelin, Latham, Vieillot, Temminck, Cuvier, Schinz, — Linota montium: Bonaparte — Inglese: The mountain Linnei. Lath. — Tedesco: Der gelbsehnébelige Hau- fling. Naum. — Francesc: Le Gros-bec è gorge rousse. Temm. — Italiano : Il Montanello Riska. Savi. L’Ormit. Ticinese, 19 250 3 dolce ed indolente, e canto stridulo e monotono. Depone 4 o 5 uova oblunghe ed azzurrastre con segni bruni. 3. SEZIONE. Longicones. Caratteri — Becco a cono diritto, lungo, com- presso e colla punta delle due mandibole acuminata. Costumi — Come sopra. 259. 146. Fringilla citrinella *) Caratteri — Misura 13 centimetri circa. Il maschio ha tinte verde-giallastre sulla fronte, sulla sommità della testa, sulla gola, sull’avancollo e nel contorno degli oc- chi; e cenerine sull’ occipite, sulla nuca, sui lati del collo e sui fianchi. Porta il dorso, lo scapolare, le coperture alari, ed una fascia trasversale su queste d’un verde- giallastro-carico, mescolato a grigiastro; il groppone gial- lo-verdastro; le ali e la coda nere a frangie cenere-ver- dastre; il becco bruno; i piedi rossastri; e bruno-chiara l’iride — La femmina indossa tinte più sbiadite; il ce- nere ai lati del collo più lato, e le ombreggiature del dorso più cenerine, su cuì stanno alcune strisce brune; disposte lungo lo stelo delle penne — I giovani prima della muta tengono le parti superiori d’un cenere ros- sastro con macchie longitudinali nere nel centro delle °) Sinonima — Serinus ilalicus: Brisson — Citrinella se- rinus: Bonaparte — Cannabina cilrinella: Degland — Frin- gilla citrinella: Linneo e gli altri autori sistematici — In- olese: The citril Finck. Lath. — Tedesco: Der citronen Finck. Meyer — Francese: Le Gros-bec venturon. Temm. — Ita- lano: Il Venturone. Savi. 291 penne; e le inferiori d’un bianco-rossastro con nume- rose macchie brune, molto più piccole e smunte sull’ad- dome. Hanno le ali cenere-nerastre colle coperture lar- gamente frangiate di bianco-giallo ; chiuse: formano due fasce trasversali disposte una sulle. mezzane e 1’ al- tra sulle piccole; le remiganti brune a circolo grigio; e le rettrici ugualmente brune a circolo cenerino. Costumi — Tutti quelli, che hanno visitato le Alpi svizzere, hanno incontrato e veduto questo agilissimo uccelletto volteggiare nei cespugli, passare con volo ra- pido alla pastura e tremante fare qualche passo sul ter- reno. Sta sugli abeti e sui pini, s’innalza battendo le ali e cantando, prolifica in quelle località, cela. mira- bilmente tra le foglie il suo piccolo nido artisticamente tessuto, e depone 4 o 5 uova verde-sporche a punte oscure. Canta fortissimo con note melodiose e metalli- che; scende d’autunno a voli numerosi alla pianura, passa da noi nel mese di ottobre, emigra pel mezzo- giorno dell’Italia, e ritorna col marzo. Si nutre con semi di piante alpine, che coglie anche immature, e d’in- verno ama quelli della lavanda comune (/avandula spica). 260. 447. Fringilla spinus *) Caratteri — Tiene da 411 a 42 centimetri di lun- ghezza, ed il maschio in primavera copre la sommità *) Sinonmia — Ligurinus: Brisson — Aconthys spinus: Key- serling e Blasius — Chrysomitris spinus: Boie, Bonaparte — Carduelis spinus: Selby, Degland — Fringilla spinus: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese : The Siskin. Lath. — Tedesco: Der Erlenzeisig. Bechs. — Francese: Le Gros-bec tarin. Temm. — Italiano: I Lucarino. Savi. 292 della testa e la gola d’un nero-carico misto a verdastro. Ha una striscia gialla dietro gli occhi; il collo, il petto, il ventre e la base delle penne della coda e delle ali gialli; il dorso e lo scapolare verdastro misto a cenere eon una striscia longitudinale nera su ciascheduna penna; due fasce trasversali sulle ali, luna nera e l’altra verde- giallastra; le remiganti e estremità delle rettrici nere, segnate di verde-giallastro; e i fianchi e l'addome bian- castri a macchie longitudinali nere. Porta biancastro il becco a punta brunastra, grigiastri i piedi, e bruna l’ iride — D'autunno mette tinte più brune, ed ha le penne nere della testa e del collo miste a grigiastro — La femmina veste tutte le parti superiori, comprese le guancie ed i lati del collo, d’um colore cenerino a mac- chie longitudinali nere; le inferiori biancastre, variate da numerose macchie parimenti longitudinali e nere sui fianchi, ai lati del collo e sulle coperture inferiori della coda; la fascia trasversale sulle ali bianco-giallastra; e le penne secondarie di queste frangiate di giallo-sbiadito — I giovani rassomigliano alla madre, e dopo la muta prendono subito i caratteri distintivi del sesso. Costumi — Sta al nord e particolarmente. nella Svezia. D'estate s'incontra qualche coppia quà e colà nella Svizzera, che vi rimane a prolificare, c sono stato assicurato, che nidificò anche tra noi sugli alti pini, ove depone 5 uova bianco-grigiastre a piccoli punti bruni. Si nutre dei semi dell’oniano, del pino, del pioppo, dell’olmo e simili, e d'inverno lo si vede a voli nume- rosi riunito su questi frutti. Arriva nell'ottobre, e ri- trocede col marzo. Grazioso, si famigliarizza con. faci- lità, e canta continuamente con voce robusta e grata. 293 261. Fringilla borealis.- Temm. Il Sizerino polare. Ni- difica nella Groenlandia, da cui difficilmente si allontana. La sua comparsa sotto la zona temperata ha luogo ad intervalli indeterminati. Di taglia più robusta, è facile ad essere confuso col susseguente. 262. 148. Fringilla linaria *) Caratteri — È lungo 413 centimetri. Un maschio in abito di nozze copre la fronte, lo spazio tra l'occhio ed il becco, e la gola di nero; l'alta testa di cremesino carico ; e i lati della gola, quelli del ventre, l’avancollo, il petto ed il groppone di cremesino più chiaro. Ha bianco- rosato il ventre; ed i fianchi e le coperture inferiori della coda a macchie longitudinali nerastre. Tiene le parti superiori d'un cenere-rosso a macchie longitudinali nere, e nere le ali e la coda a frangie cenere-rossicce. Porta le ali attraversate da due fasce rosse, giallo il becco a punta nera, a cono allungato, compresso, sottile, forte ed acuto alla punta; i piedi -brunastri, e bruna l’iride — La femmina ha solo in parte la testa rico- perta di color cremesino, e nessun indizio di rosso dà sul groppone e sulle parti inferiori. Veste nera la gola; i lati di questa, il petto ed il ventre nel centro di bian- castro; ed i fianchi e l’addome di rossastro a macchie *) Sinonima — Linaria minima: Brisson — Fringilla mon- tium (var.): Gmelin — Fringilla linaria (var.): Latham — Linaria rufescens : Vieillot, Degiand — Linota linaria: Bo- naparte — Fringilla linaria: Temminck, Keyserling e Bla- sius, Schinz, Schlegel — Inglese: The lesser Redpole. Lath. — Tedesco: Der Birckenzeisig. Bochs. — Francese: Le Gros-bec sizerin. Temm. — Italiano: Il Sizerino. Savi. 294 longitudinali nere — I novelli avanti la muta non por- tano alcun segno rosso sulla testa, ed hanno il contorno del becco cenere, la gola nerastra, ed ì lati di questa, il collo, il petto, i fianchi e le parti superiori rosso- sbiadite con macchie longitudinali brune sulle ultime due parti. Tengono due fasce rosse sulle ali; queste e le penne caudali bruno-nerastre a frangie cenere-rossiccie; e bianco l'addome ed il centro del ventre. Cestuezzi — Vive pure nelle’ regioni boreali, ma non tanto che non si ritrovi anche nei paesi temperati, perchè passa tra noi in maggiore o minor numero an- nualmente, e prolifica, secondo Tschudi, nei boschi sa- cri, che proteggono Andermatt dalle vallanghe. D'in- verno lo vedi sospeso, come il Lucarino, ai rami pen- denti dell’ontano e del pioppo cogliendo con avidità di quei semi. È il più piccolo tra l’antecedente ed il sus- seguente, arriva in novembre per ripartire in febbrajo, prolifica nei pini, e depone da 4 a 6 uova bianco-az- zurre a strisce rossastre. 263. Fringilla canescens. Degl. L’Organetio. Savi. A- bita anche questo la Groenlandia, e non capita che dif- ficilmente nei paesi temperati (Temminck lo dà identico col Sizerino polare, e Degland con altri Ornitologi lo vuole distinto; è intermediario per grossezza tra i due antecedenti). 264. 149. Fringilla carduelis *) Caratteri — È in lunghezza 15 centimetri. Un ") Sinonimia — Carduelis: Brisson — Carduelis elegans: Stephens, Bonaparte, Degland — Fringila carduelis: Linneo e gli altri autorì sistematici — Inglese: The Goldfinck Lath. i 295 maschio ha il contorno del becco, l’occipite e la nuca d’un nero-carico; e la fronte e la gola di un rosso-vivo. Copre le guancie, l’avancollo e le parti inferiori. d’un bianco-puro, e il dorso, lo scapolare ed i lati del petto d’un bruno-carico. Porta la metà superiore delle penne alari d’un giallo-puro, ed il rimanente d’ un nero se- gnato di bianco sulle estremità. Tiene nera la coda con una striscia bianca sulle barbe interne delle penne 1a- terali, e colle altre terminate di bianco; biancastro. il becco a punta nerastra; brunastri i piedi; e bruno-ca- rico l’ iride — La femmina ha il rosso frontale meno esteso e più terreo; le guancie colorate di bruno sbia- dito; le piecole coperture alari brune; il giallo ed il nero delle ali meno vivo; e le parti inferiori mescolate di rossastro — I novelli non hanno rossa la testa, e por- tano penne variate di brunastro e di grigiastro. Costumi — È uno dei più bei uccelli d’ Europa, ed abita in tutte le località di questa. Prolifica neì giar- dini e nei boschi, vicino alle città ed ai villaggi; depone in un nido diligentemente costruito con radichette, con lanugine vegetale ed animale e con crini da 4 a 6 uova ottuse, verdi ed a strisce rosso-ncrastre. Si ciba di grani e di semi oleosi, arriva di passo coll’ottobre e ritrocede col marzo. DIVISIONE IV. ZYGODACTYLI. Caratteri — Un becco di forma varia, più o meno — Tedesco: Der distel Zeisig. Bechs. — Francese: Le Gros-bec chardonneret. Tomm. — Italiano: 10 Cardellino. Savi. 296 i arcuato od uncinato; alle volte diritto ed angolare. Î piedi sempre con due dita anteriori e due posteriori; il dito esterno posteriore soltanto riversibile. Costumi — Della facilità con cui possono, gli uccelli posti in questa Divisione, rivolgere il dito esterno posteriore tanto avanti che indietro, alcuni ne approfittano per avere un appoggio più forte e più solido nell’arrampicare e scalare gli alberi e 1 tronchi, intanto che altri se ne giovano come mezzo di presa. Gl’indigeni europei si nutriscono tutti di bru- chi, di vermi, di larve e d’insetti. Nidificano nei buchi ‘naturali delle piante, aprendosi col becco la via che lor serve d’ingresso. FARNSEGLEA XVEE. CUCULIDE *) Caratteri — Un becco più o meno arcuato; i piedi corti o mediocri, più o meno impennati sopra il tarso; quattro dita, due anteriori uniti sino alla seconda arti- colazione, e due posteriori alle volte riversibili. Costumi — Questa Famiglia è composta del gran Genere Cuculus di Linneo, di cui ci faremo a descrivere i costumi qui sotto. ") Sinonimia — Cuneirostres 0 Sphenoramphes: Dumeril — Amphiboli: Iliger — Zygodactyli: Temminck — Imberbì: Vieillot — Cuculei: Lesson — Cuculide: Bonaparte, De- gland — Cucule: Schinz — Cuculi: Cuvier, Schlegel — Cuculidi. GENERE XLilo CUCULUS *) Caratteri — Un becco della lunghezza della testa, compresso, leggiermente arcuato; le mandibole senza al- cuna incavatura. Le narici basali, forate nel bordo della mandibola, circondate da una membrana nuda e promi- nente. I piedi impennati sino sopra il ginocchio; due dita anteriori congiunte alla base, ed altre due poste- riori intieramente divise; l'esterno riversibile. La coda lunga. Le ali mediocri colla 1.* remigante di mezzana lunghezza, la 2.* un po’ più corta della 3.*, che è la più lunga. i Costumi — Sono uccelli solitari e selvaggi, ed una sua specie, la più comune, non mette mai nido. La fem- mina trasporta le uova ad uno ad uno nel nido di qual- che altro uccello. Si cibano d’insetti, di bruchi molto pelosi ed anche di uova d’altri uccelli; hanno muta semplice ed ordinaria; volano con grande agilità, ed in questo sì ravvicinano ai Falchi. I maschi rassomigliano alle femmine, ed i novelli diversificano molto. 260. 150. Cuculus canorus **) Caratteri — È lungo 30 centimetri il maschio, e ") Sinonima — Cuculus: Linneo e tutti gli autori siste- matici — Cucoli. *) Sinonima — Cuculus: Brisson — Cuculus canorus: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The com- mon Cuokou. Lath. — Tedesco: Der gemeiner Kuckuck. Bechs. — Francese: Le Coucow gris, Temm. — Italiano: Il Cucco. Savi. 298 la femmina è alquanto più piccola. Entrambi coprono tutte le parti superiori, compreso il collo ed ìl petto, di cenere-azzurro, molto più carico sulle ali e più leg- giero sulle ultime due parti; ed il ventre, le cosce, l'addome e le coperture inferiori della coda di biancastro a strisce trasversali bruno-nerastre. Portano sulle barbe interne delle penne alari grandi macchie bianche di for- ma ovoidale, e nerastre le penne caudali con alcune mac- chiette bianche lungo lo stelo ed. all'estremità. Hanno il bordo membranoso del becco ed il contorno degli oc- chi d’un giallo aranciato, e gialli i piedi el’iride —I giovani sortendo dal nido tengono tutte le parti supe- riori d'un cenere-bruno colle penne segnate nell’estre- mità da una fascetta bianca; alcune macchie rosse sulle barbe interne delle ali di forma ovale; una gran mac- chia bianca sull’occipite; l’avancollo ed il petto stri- sciati da linee nerastre vicinissime; e il ventre, le cosce e l'addome biancastri a strisce nere simili a quelle de- gli adulti— Dopo la muta hanno tutte le parti supe- riori d'una sola tinta cenere-olivastra molto carica; la nuca coperta di fascette nerastre poco distinte; le penne secondarie delle ali segnate di rossastro, e quelle della gola e del petto di cenere-rossastro e di nero. Costumi — Alla metà d’ aprile arriva dall’ Egitto, e non appena giunto sì fa sentire col suo grido mono- tono. Si mette accoppiato preferibilmente nelle folti foreste, e le coppie si evitano tra loro. Scorre con volo rapido e nuotante i prati ed i boschi in cerca di mo- sche, di scarafaggi e di bruchi vellutati; dopo la dige- stione ritorna in pallottole, come 1° uccello di rapina , la pelle e la parte dura che ha inghiottito. La fem 299 mina ha l'abitudine eccezionale di non occuparsi del- l’incubazione delle proprie uova. Essa le depone ad intervalli molto lontani, e prima che uno sia in lei per- venuto a maturità cerca di scoprire qualche nido di | pettirosso, di scricciolo, di capinera, di beccafico, di pa- storella, di tottaville e simili, prende col becco 1 uovo deposto, e lo trasporta nel nido prescelto. I genitori a- dottivi prendono cura di questo figlio spurio. L’ inco- stanza del colore delle uova e Ja sproporzionata loro pic- colezza comparata coll’ uccello, sono fatti non meno cu- riosi. Tengono, queste, colori ora giallognoli, ora verda- stri o turchinicci con macchie o punte o strisce e brune e grigie ed uniformi, ed in grandezza non sorpassano mai quelle d’un passero. Col finire dell’agosto riparte per l’ Africa. 266. Cuculus glandarius. Linn. Il Cucco col ciuffo. Savi. Vive sulle coste della Siria, dell’ Egitto, nel Sene- gal, nell’ Andalusia e nel Levante, e si mostra a caso nella Sicilia, nell’Italia meridionale e nella Provenza. 267. Cuculus cinerosus. Bufî. Il Cucco della Carolina. Dall’ America settentrionale emigra accidentalmente nel- l'Europa, e si mostra nell’ Inghilterra. FAREIGLIA MEX, PICIDA *) Caratteri — Un becco diritto, acuminato; la lin- ") Sinonimia — Cuneirostres o Sphenoramphes: . Dumeril — Sagiltilingues: Uliger — Macroglossi: Vieillot — Picide: Schinz, Bonaparte, Degland — Picee: Lesson — Pividi. 300 gua lunga, lombriciforme e molto estensibile: i piedi colle dita anteriori unite alla base; la coda colla penna esterna appena visibile. Costumi — Questa Famiglia racchiude i due Ge- neri Picus e Yunx, di cui descriveremo qui sotto ri partitamente i costumi. GENERE XLUBEZ: / PICUS *) Caratteri — Un becco lungo o mediocre, diritto, di forma piramidale, compresso, tagliente, cogli angoli quasi sempre diritti, ed appuntato a mo’ di forbice. Le narici basali, ovali, aperte e nascoste solo dai peli che sporgono in avanti. I piedi forti, arrampicatori, con due dita anteriori e due posteriori, ed alle volte con un solo anteriore. La coda composta di 12 penne, la cui Jaterale cortissima e le altre più o meno scalate, ma a steli forti, radi ed elastici. Le ali mediocri; la 41.* re- migante cortissima, la 2.% di mezzana lunghezza, la 3.° e la 4. più lunghe. Costumi — Sono uccelli timorosi e sedentari, vi- vono solitari nei boschi, fuggono al più piccolo pe- ricolo, e si arrampicano sui tronchi. Appoggiati sulle penne rustiche ed elastiche della coda, battono e rom- pono col becco conico e tagliente la scorza delle piante, e raccolgono le larve e gli insetti colla lingua appun- tata. Fanno pure un buco circolare nelle piante tarlate, *) Sinonimia — Drycopus, Picus, Apmermus e Gecimus: Bonaparte — Picus: Linneo e gli autori sistematici —- Picchi. 301 e senza nemmeno guarnire Je pareti vi depongono le uova, che sono sempre di un bianco-lucido. Hanno muta semplice ed ordinaria; i sessi si distinguono alle volte per colori più rossi e più lati nel maschio; ed .i ‘no- velli prendono subito dopo la muta i distintivi del sesso, 268. 151. Picus martius *) | = Caratteri — È lungo 45 o 46 centimetri. Maschio e femmina hanno tutte le penne in generale d’ un nero- carico, fatta astrazione di tutte le parti superiori della testa, che nel maschio sono d’un colore rosso-vivo, e nella femmina non istà che piccolissimo sull’ occipite; in- vecchiando il maschio diventa rossastro sul ventre e sul- l'addome. Tengono parte del tarso guarnito di penne, l’iride bianco-giallognola , il circolo attorno all’occhio denudato, i piedi neri, ed il becco bianco-azzurrastro a punta nera — I giovani portano la testa segnata a stri- sce bianche e nere, e l’iride cenere-biancastra. Cestusmi — E comune nelle foreste montuose del- l'Europa, e nella Svizzera non è raro fra le abetaje dell'’Emmenthal, dell’ Appenzell, dei Grigioni e del Jura, e da noi in quelle della Leventina. Nidifica nei buchi degli alberi, depone 3 0 4 uova bianco-lucide, e si nu- tre di larve, di api, di vespe, di formiche e di bruchi, e d'autunno anche di noci, di semi e di biade. °) Sinonima — Picus niger: Brisson — Drycopus martius: Bonaparte — Picus martius: Linneo e gli altri autori siste- matici — Inglese: The great back Woodpcker. Lath. — Te- desco: Der Schwarzpecht. Sepp. — Francese: Le Pic noir. Temm. — Italiano: I! Picchio nero. Savi. 302 - 269. 152. Picus vrridis *) Caratteri — Misura 31 o 32 centimetri. Porta il maschio la sommità della testa, l’occipite ed i mustacchi d'un rosso brillante, e la faccia nera; la femmina il rosso della testa meno esteso, il nero della faccia meno lato, ed i mustacchi neri e non rossi. Entrambi poi hanno le parti superiori d’un azzurro-verde col. grop- pone tinto di giallastro; le inferiori d’un cenere-verda- stro colle remiganti regolarmente segnate di biancastro sulle barbe esterne; la coda frammista di bruno e tra- sversalmete segnata di olivastro; le articolazioni del gi- nocchio coperte di penne; il becco nerastro colla base della mandibola giallognola; l’iride bianca; e bruno- verdastri i piedi — I giovani sortendo dal nido hanno pochissimo rosso sulla testa, ed è invece d’un cenere- giallastro; le tinte verdi più pallide e mescolate a mac- chiette cenerine, le parti inferiori bianco-verdastre a fa- sce trasversali brune; i mustacchi segnati da strisce nero biancastre; e l’iride cenere-nerastra. Costumi — Abita le colline e le montagne del- Y Europa, sopratutto quando sono attraversate da ruscelli. Arrampica sui tronchi delle noci e dei castanì in cerca di formiche, di bruchi, di larve e di noci. Nidifica nei buchi delle piante, e depone 5 o 6 uova bianco-lucide. 270. Picus canus. Gmel. Il Picchio cenere. Tsch. *) Sinonima — Gecinus viridis: Bonaparte — Picus viri- dis: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The green Woodpeker. Lath. — Tedesco: Der Griispecht. Sepp. — Francese: Le Pic vert. Temm.-— Italiano: Il Picchio verde. Savi. . SI È PD > “A Centa fu i. Tam lily Rin » Claas 7 303 Quest’uccello, chiamato anche il Picchio verde di Nor- vegia, ove è molto abbondante, difficilmente si trova sotto zona più temperata; qualche individuo si vede nelle montagne della Svizzera che si addossano alle Alpi. 24. 158. Picus major *) Caratteri — Ha 24 centimetri di lunghezza. E maschio e femmina portano sulla fronte una fascia tra- sversale biancastra, e la sommità della testa. nera: il maschio ha uno spazio rosso sull’occipite, e la femmina non tiene alcun distintivo. Entrambi hanno una larga fascia nera, che partendo dall’angolo del becco circonda le tempia, e va a congiungersi in parte sulla nuca, in- tanto che un’altra s'avanza allargandosi sul petto. Co- prono il dorso e le ali di nero-carico; le tempia, i lati del collo, lo scapolare, le mezzane coperture delle ali e le parti inferiori di bianco-immacolato; le penne delle ali macchiate di bianco sulle barbe; e laddome e le coperture della coda di rosso-cremesino. Hanno le penne laterali di quest’ultima ad estremità bianca con qual- che segno nero, e le quattro mediane totalmente nere; le palpebre denudate e piombine; il becco ed i piedi piombini, e l’iride rossa — I giovani prima della muta hanno la fronte grigia; i maschi la sommità della testa rosso-sporca , e le femmine grigia; .l’occipite- nero. ma- colato di bruno, e le parti inferiori bianco-sucide a pic- cole punte nerastre. °) Sinonimia — Picus major: Linneo e tutti gli autori si- stemalici — Inglese: The greater spotted Woodpeker. Lath. — Tedesco: Der grosse Bunispecht. Bechs. — Francese: Le Pic épeiche. Temm. — Italiano: I Picehio rosso maggiore. Savi. 304 Costumi — Totalmente conformi al Picchio verde. 272. Picus leuconotus. Bechs. Il Picchio vario mas- simo. Storia degli ucc. Abita il nord, trovasi nella Cur- landia e nella Livonia, e scende a caso nella Slesia e nella Germania settentrionale. 273. 154. Picus medius *) Caratteri — Misura 22 centimetri. Il maschio porta la fascia sulla fronte d’un colore cenere; la som- mità della testa e l’occipite a penne allungate d’un rosso cremesino; le guancie, il collo ed il petto di biancastro; ed una fascia bruna, che principia all’angolo del becco, passa e si fa nera sopra gli occhi, e termina ai lati del petto. Ha il dorso e le ali d’un nero-carico; le me- diane coperture di queste, lo scapolare e le macchie sulle barbe alari bianche; i fianchi rossi a macchie lon- gitudinali nerastre; l'addome e le coperture inferiori della coda cremesini; le penne laterali di quest’ultima ap- puntate di bianco e strisciate di nero; le quattro me- diane nere; il becco corto, compresso, molto appuntato e d’un bruno-piombino; e l’iride bruna con un cerchio biancastro — La femmina è alquanto più piccola, ha la sommità della testa e l’occipite d’un rosso meno vivo, le penne di quest’ultimo più corte, e la fascia bruna del becco meno apparente — I giovani prima della muta hanno un piccolissimo rosso-bruno sull’ alta testa; il *) Sinonima — Picus varius: Brisson, Vieillot — Picus medius :Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The middle spottel Woodpeler. Lath. — Tedesco: Der Milelbunt- spechi. Brehm. — Francese : Le Pic mar. Temm. — Italiano: I Picchio rosso mezzano. Savi. 305 bianco sui fianchi sporco e seminato di molti segni Jon- gitudinali cenerastri; e le coperture inferiori della coda d’un rosso-sbiadito. Costumi — Sta nelle parti meridionali dell’ Eu- ropa, ed è rarissimo nell'Italia settentrionale. Tschudi lo indica come abitatore delle montagne svizzere. Ha co- stumi simili ai congeneri. 274. 155. Picus minor *) ‘ Caratteri — È lungo 15 centimetri circa. Il ma- schio adulto ha tutta la fronte, la regione degli occhi, ‘i lati del collo e le parti inferiori d’un bianco-sucido, e i fianchi e il petto strisciati longitudinalmente di bru- no. Copre la sommità della testa di rosso; l’occipite, la nuca, l'alto dorso e le ali di nero, e su quest’ul- time pingonsi fasce alternate di bianco e di nero. Porta una fascia nera, che dall’angolo del becco scende sui lati del collo; le penne laterali della coda a punta bianca con strisce nere; il becco ed i piedi piombini; e l’iride rossa — La femmina non porta alcuna tinta rossa, il bianco delle penne è mescolato di bruno, le macchie e le strisce nere sono in lei più numerose, e le altre tinte più sporche — I novelli non sono ancora stati indicati. Costumi — Questo per lo contrario vive nei paesi settentrionali, l'abbiamo più facilmente nella Svizzera, e non diversifica pei costumi dai suoi compagni. *) Sinonimia — Picus verius minor: Brisson — Picus strio- latus: Meyer — Picus minor: Linneo e gli altri autori si- stematici— Inglese: The lesser spotted Woodpeker. Lath. — Tedesco: Der kleiner Bunispecht. Sepp. — Francese: Le Pic épeichette. Temm. — Italiano: Il Picchio piccolo. Savi. L’ Ormi. Ticinese, 20 306 275. Picus tridactylus. Linn. N Picchio a tre dita. Storia degli ucc. Abita nel nord dell'Europa, e nella Svizzera è stato segnalato nei boschi vicino a Brienz, nel Simmenthal, sul Potersalp ed il Kamor, nella valle del Reno e della Reuss, e nelle foreste d’ Uri, d’ Unter- wald e di Schwitz. GENERE XLEY. YUNX *) Caratteri — Un becco corto. diritto, a cono de- presso, sottile alla punta e cogli angoli arrotondati; le mandibole senza incavatura. Le narici basali, forate nei bordi concavi degli angoli, nude e chiuse in parte da una membrana. I piedi con due dita anteriori congiunti alla base, e due posteriori totalmente divisi. Le ali me- diocri, colla 1.* remigante alquanto più corta della 2.*, che è la più lunga. Costumi — Gli uccelli rinchiusi in questo Genere non essendo forniti di una coda dura ed elastica, non possono arrampicare sugli alberi, e si attaccano soltanto ai piccoli tronchi per cogliere gli insetti, che stanno ce- lati sotto la corteccia; la loro lingua molto allungata sì appresta con successo a raccogliere le formiche entro i buchi delle piante e nei cumuli formati sulla. terra. Cuvier saggiamente osserva, che il nome dato a questo Genere è tolto dall’uso che hanno di torcere il collo in tutti i sensi, aumentando 0 diminuendo la rapidità delle *) Sivonimia —- Torquilla: Brisson — Yuna: Linneo e gli altri autori sistematici — Torcicoli. 307 mosse dalla maggiore o minore impressione che gli og- getti producono sull’ organo della vista di questo uc- cello. Sentono amore assai precoce e depongono le uova negli alberi tarlati. Hanno muta semplice ed ordinaria; i sessi ed i novelli poco o nulla si distinguono tra loro, ed emigrano durante l'inverno. 276. 156. Yuna torquilla *) Caratteri — Misura 17 centimetri. Un maschio nelle parti superiori ha il fondo delle penne d’una tinta cenere-rossa a macchie irregolari brune e nere, ed una larga fascia bruna si distende dall’ occipite fino sull’alto ‘dorso. Porta sulle barbe esteriori delle penne alari delle macchiette rosse quadrate; le penne della coda segnate , da strisce nere serpeggianti; e la gola e l’avancollo ros- sastri a piccole strisce trasversali brune. Ha tutte le altre parti inferiori biancastre con macchie triangolari oscure, il becco ed i piedi bruno-olivastri, e bruno-gial- lastra Y iride — La femmina indossa tinte molto più deboli, e la fascia occipitale meno lunga e lata — I giovani sono più grigi superiormente e con tinte più chiare inferiormente. Costumi — È uccello europeo , abbenchè non si spinga tanto verso le regioni polari. Vive solitario tanto nella montagna come nella pianura. Nidifica nei fori *) Simonmia — Yuna torquilla: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Bona- ‘parte, Schlegel, Schinz, Keyserling e Blasius, Degland, Tschu- di — Torquilla: Brisson — Inglese: The Wryneck. Lath. — Tedesco: Die Wendehals. Bechs. — Francese: Le Torcol ordinaire. Temm. — Italiano: Il Torcicollo. Savi. 308 naturali delle piante, si ciba di larve, d’insetti. e di formiche, e depone da 5 a 6 uova d’ un bianco d’avorio. Emigra col principiar di settembre, ed ai primi d’aprile trovasi tra nol. DIVISIONE V. ANISODACTYLI. Caratteri — Un becco più o meno arcuato, alle volte diritto, sempre sottile e delicato, meno largo della fronte. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore; l'esterno congiunto alla base al dito mediano, il poste- . riore quasi sempre lungo; le unghie lunghe e ricurve. Costumi — Partecipano più o meno per i costumi e per le abitudini agli uccelli della precedente Divisione, perchè come quelli scalano i tronchi, gli alberi od .i piani verticali delle rocce, e come quelli si nutrono d’in- setti, che estraggono colla linsua acuta od a forbice daì fori nelle piante o dai buchi nei sassi. FAMIGLIA XX. CERTHIADKE ‘) Caratteri — Un becco lungo, diritto, 0 più o meno arcuato, terminato a cono od a punta acuta; i piedi con quattro dita divise; la coda a penne rade. * Sinonimia — Tenuirostres et Lepioramphi: Dumeril, Cuvier — Tenuwrostres, Gregarii e Pygarrichi: Illiser — Anerpontes: Vieillot — Certhade: Lesson, Degland — Certide: Bona- parte — Rampicatori, 309 Costumi — Questa Famiglia, scomposta dai tre Ge- neri Sitta, Certhia e Tichodroma, racchiude tutti uc- celli rampicatori. GENFERE NXLVo SITTA ‘) Caratteri — Un becco diritto, mediocre, depresso, cilindrico, conico, tagliente alla punta. Le narici basali, arrotondate, ricoperte visibilmente da peli sporgenti in avanti. I piedi con tre dita anteriori, l’ esterno delle quali congiunto alla base col mediano, ed un altro posteriore lunghissimo, con unghia lunga e. ricurva. La coda com- posta di 12 penne, quadrata o leggiermente scalata con steli sottili. Le ali mediocri colla 1.* remigante cortis- sima, la 2.* meno lunga della 3.* e della 4.%, che sono le più lunghe. Cestumi — Sono uccelli che s'attaccano agli al- beri, arrampicano salendo e discendendo con velocità sorprendente, cercano gli insetti nascosti sotto. la cor- teccia delle piarite, battono col becco per farli sortire, si sospendono ai rami per cogliere quelli che sì trovano sulle foglie, e si nutrono anche di semi rompendo col becco l'involucro. Vivono nei boschi, in luoghi poco lon- tano dall'abitato, e di notte si ritirano nei buchi delle piante, entro cui depongono le uova preparando preven- tivamente un nido soffice e grande. La femmina sola si occupa dell’incubazione delle uova, ed il maschio. pro- ‘) Sinonimia — Sitta: Linneo e tutti gli autori sistematici — Rampichini. 3410 vede intanto al di lei nutrimento: hanno muta semplice ed ordinaria, ed i sessi ed ì novelli poco differiscono. 277. 157. Sitia europea *) Caratteri — Ha #3 centimetri circa di lunghezza. Il maschio copre tutte le parti superiori d’ una tinta ce- nere-azzurra, e la gola di bianco. Tiene una fascia nera, che dal becco passa sopra l’occhio, e si dirige all’ ori- ficio dell’orecchio; lavancollo, il petto ed il ventre d’un rosso-giallastro; ed i fianchi e le cosce d’un rosso-mar- rone. Porta nere le penne laterali della coda, le quattro esterne segnate all’ estremità da una macchia bianca colla punta cenere, e le due mediane totalmente di questo colore. Ha cenere-azzurro il becco, grigi i piedi, e noc- ciuola l’iride — La femmina ed i giovani avanti la muta sono un po’ più piccoli, hanno in genere colori meno puri, e la fascia capitale non tanto distinta. Costumi — Preferisce abitare le contrade tempe- rate. Infaticabile, arrampica di continuo pei tronchi de- gli alberi abbenchè privo dell’appoggio della coda, scende dalla sommità alla base, esplora ogni più piccola parte, ed estrae colla lingua dalle cortecce tutti gl’ insetti che sotto si nascondono. Prolifica nei buchi perforati, lavora con cura alla costruzione del nido, lo riempie di foglie ") Sinonuna — Sita: Brisson — Silla europea : Linneo, Gmelin, Latham, Temminck, Cuvier, Vieillot, Lesson, Bona- parte, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland, Tschudi — Sita cesia: Meyer e Wolf, Schinz — Inglese: The Nuthatch. Lath. — Tedesco: Der europaische Kleiter. Bechs. — Fran- cese: La Sitelle torchepot. Temm. — Italiano: I Muratore. Savi, 344 e di lanuggine, e ne ristringe l'ingresso con terra im- pastata; ivi depone da 5 a 7 uova grigiastre a piccole macchie rosse. Ha grido monotono ed ingrato, vive d’e- state nei boschi, e d’ inverno s’avvicina all’ abitato nu- - trendosi allora di semi. 278. Sitta Syriaca. Ehrenb. Il Muratore Dalmato. È comune nel Levante e nella Dalmazia, e sta nei luoghi inaccessibili, volando da un precipizio all’altro. 279. Sitta sericea. Temm. Il Muratore Asiatico. Pro- veniente dall’ Asia fu ritrovato nella Dalmazia, e da Pal- las nella Siberia. GENERE XLVEL© CERTHIA *) Caratteri — Un becco lungo o di mezzana lun- ghezza, più o meno arcuato, triangolare, compresso e sottile. Le narici basali, nude, forate orizzontalmente , ed a metà chiuse da una membrana vuota. Î piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore ; l’esterno unito alla base col dito mediano. Le unghie molto ricurve, e la posteriore molto più lunga. La coda scalata a steli radi ed aspri. Le ali mediocri; la 1.3 remigante corta, la 2.3 e la 3.8 gradatamente crescenti sino alla 4.*, che è la più lunga. Costumi — Uccelli amanti del ritiro, stanno nel folto dei boschi, s' arrampicano anch’ essi con impareg- giabile destrezza pei rami e pei tronchi appoggiandosi sulle penne elastiche della coda, e raccolgono in tal modo *) Sinonima — Genus certhie : Brisson — Certhia : Linneo e gli altri autori sistematici — Rampichimi. 3412 gli insetti. Scelgono un foro in un albero e vi pongono stabile dimora: quivi nidificano, si ricoverano di notte, e vi ammassano grani e semi per l’inverno. Sentono precoci l’ amore, mutano una sol volta all’anno, ed i sessi ed 1 novelli si rassomigliano. 280. 158. Cerihia familiaris *) Caratteri — Ha 12 centimetri e 6 millimetri di lunghezza. Un maschio copre tutte le parti superiori di segni bianchi, rossì e nerastri, disposti lungo le penne, e tiene una fascia biancastra sopra gli occhi. Porta le penne alari d'un bruno-carico a macchie giallo-biancastre sull’estremità, una fascia giallo-rossastra su queste, e la coda d’ un cenere-rossastro ad estremità pungente. Rosso ha il groppone; bianchi il petto, la gola ed il ventre; | bianco-rossastro l’addome; bruna la mandibola superiore e giallastra l’inferiore; grigi i piedi; e nocciuola l’iride — La femmina indossa tinte giallastre nelle parti su- periori e bianco-sporche nelle inferiori, ha la fascia alare bianca, ed è alquanto più piccola del maschio — Ino- velli si distinguono anche pel becco meno arcuato. Costumi — Diffuso in tutta l'Europa, in alcuni luoghi è anche sottoposto all'emigrazione. Depone nei fori delle piante, previamente apparecchiati «con sottili cortecce, con penne e con lane, da 6 a 9 uova bianche a numerose macchie rossastre. ") Sinonimia — Certhia: Brisson — Certhia familiaris: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The com- non Creeper. Lath. — Tedesco: Der gemeine Baumlatîifer. Bechs. — Francese: Le Grimperau familier. Temm. — Ita- liano: Il Rampichino. Savi, 343 GENERE XLVII» . TICHODROMA *) Caratteri — Un becco lunghissimo, leggiermente arcuato, sottile, cilindrico, a base angolare colla punta depressa. Le narici basali, nude, orizzontalmente forate, chiuse per metà da una membrana vuota. I piedi con ‘tre dita anteriori, l'esterno delle quali congiunto alla base col mediano, ed un altro posteriore coll’ unghia lun- ghissima. Le ali ampie colla 4.* remigante corta, la 2.* e la 3.2 scalate colla 4.*, che unitamente alla 5.* e alla 6. sono le più lunghe. Costi — Sono anche questi uccelli rampicatori, che eseguiscono le loro ascensioni sui piani verticali delle rocce attaccandosi ai massi, e raccogliendo entro i i muri ed i sassi gl’insetti e, le larve. Prolificano nelle spaccature delle pietre in luoghi alti e inaccessibili, e mutano due volte all'anno, vale a dire nell'autunno e nella primavera. Il maschio veste in questa stagione un abito distinto, che non dura che per l’ epoca degli amori e dell'educazione della prole. Si distinguono i novelli avanti la muta, eseguita la quale prendono i colori de- gli adulti. Discendono durante la rigida stagione alla pianura e passano l’estate in luoghi molto elevati. ") Sinonimia — Certhia : ‘Linneo, Gmelin, Brisson, Latham, Meyer e Wolf — Tichodroma: Femminck, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Schinz, Schlegel, Keyserling e Blasius, Degland — Petrodroma: Vieillot — Rampichini. 3414 281. 159. Tichodroma phenicopiera»*) Caratterì — È lungo 17 centimetri circa. Il ma- schio in abito nuziale porta la sommità della testa d’un cenere-carico, e la gola e l’avancollo d’un nero pro- fondo. Passata quest'epoca tanto il maschio quanto la femmina hanno la sommità della testa d’un cenere-sbia- dito, la gola e l’avancollo d’un bianco leggiermente tinto di cenere, e tutte le parti inferiori d’un cenere- nerastro. Tengono le coperture alari, e le barbe esterne e superiori di queste d’ un rosso vivo, coll’estremità alari nere, sulle cui penne campeggiano due grandi macchie bianche internamente disposte. Nera hanno la coda a punta bianca e cenerina, e neri il becco, Viride ed i piedi — I giovani hanno le remiganti e le rettrici ter- minate di cenere, ed il corpo più chiaro degli adulti. Costumi — Abita le alpi meridionali e temperate, ed è abbondantissimo in tutta la Svizzera: la ricchezza delle sue tinte lo fa il Colibri delle rocce alpine. Ram- pica colle ali semi-aperte contro le pareti e Je scarpe, introduce la sua lingua affilata nei buchi dei sassi, e ne cava gl’insetti, le larve, i bozzoli, gli aragni e le loro uova. Saussure lo trovò nella Svizzera a 40,000 met. ") Sinonimia — Certhia muralis: Brisson — Certhia mu- raria: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf — Ticho- droma muraria: Keyserling e Blasius, Bonaparte, Scblegel, Degland — Tichodroma phoenicopiera: Temminck, Lesson, Schinz — Petrodrona muraria: Vieillot — Inglese: The Vall creeper. Lath. — Tedesco: Die rothfliigelige Mauerlaufer. Brebm. — Francese: La Tichodrome échelelte. Temm. — Ita- liano: I Picchio murajolo. Savi. 315 d’altit. fra le ghiacciaje del colle Geant, ove a stento doveva procacciarsi qualche insetto o qualche larva per vivere. Prolifica nei buchi, e depone, in un nido negli- gentemente costruito con materie legnose, 4 o 5 uova bianco-cenerine. Scende d’inverno nelle valli od al piano, e cerca per soggiorno qualche muro vecchio o diroccato, un recinto, una torre od una cava. FAREEGILIA MX. UPUPIDE *) Caratteri — Un becco più lungo della testa ed un po’ arcuato; i piedi a dita corte col pollice schiac- ciato; un ciuffo capitale a due ranghi di penne. Costumi — Contiene questa Famiglia il solo Ge- nere Upupa, di cui i costumi qui sotto. GENERE XLVEII: UPUPA **) Caratteri — Un becco lunghissimo, leggiermente arcuato, delicato, triangolare, compresso. Le narici ba- sali, laterali, ovoidali, aperte e coperte dalle penne della fronte. I piedi con tre dita anteriori, l’ esterno congiunto Mel LARE CRAAZO SIA SE ") Sinonmia — Teruirostres: Dumeril, Iliger, Cavier — Epopsides: Vieillot — Upupe: Lesson —- Upupide: Bona- parte, Degland — Upupide. “) Sinonmia — Genus Upupe :Brisson — Upupa : Linneo e gli altri autori sistematici — Bubbole. 316 al mediano sino alla prima articolazione, ed un altro posteriore. Le unghie corte e poco ricurve; quella po- steriore quasi totalmente diritta. La coda quadrata e com- posta di 40 penne. Le ali mediocri; la 4.* remigante di mezzana lunghezza, e le due successive meno lunghe della 4.* e della 5.%, che sono le più lunghe. Costumi — Questi uccelli corrono rapidamente sulla terra colle ali pendenti, cacciano tutti i momenti. il becco affilato nella melma, sembrano appoggiati sui trampoli, e s'innalzano e si abbassano nel modo il più comico. Perseguitano anche tra i cespugli le larve e gli ‘insetti, ove appoggiati fanno sentire un grido lamen- tevole. Prolificano nei fori degli alberi, nelle fessure dei burroni, o in qualche castello diroccato, e sebbene so- litari preferiscono tuttavolta la collina alla montagna. La muta hanno semplice ed ordinaria, 1 sessi ed ì no- velli poco differiscono, ed emigrano presto. 282. 160. Upupa epops *) Caratteri — Misura 30 centimetri. Il maschio porta sulla testa due file di penne lunghissime, rossastre e colla punta nera, che può rialzare in forma di cresta. Ha la testa, il collo ed il petto parimenti rossastri, e che tirano un poco al colore del vino; l’alto dorso d’un gri- gio-cangiante in vino, con una larga fascia trasversale nera, e le ali e la coda nere. Tiene le prime attraver- sate da 40 5 fasce bianco-giailastre ed a 3 quarti di lun- ‘) Sinonima — Upupa: Brisson — Upupa epops: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The common Hoppoe. Lath. — Tedesco: Der europaîsche Wiedehopf. Bechs. — Fran- cese: La Huppe puput. Temm. — Italiano: La Bubbola. Savi. 317 ghezza da una bianca, e Ja seconda pure da una bianca, che diventa larghissima verso la metà delle penne. Ha l'addome bianco con alcuni segni longitudinali sulle co- sce, il becco color di carne alla base e nero alla punta, e bruni i piedi e l’iride — La femmina è alquanto più piccola, ha il ciuffo molto più corto, ed in genere le tinte meno pure — Meno pure sono anche quelle dei giovani, ma si distinguono facilmente pel becco diritto e corto. | Costumi — Si trova in tutta 1’ Europa, ma è meno abbondante nel nord. Vive sul limitare dei boschi vi- cino alle terre basse ed umide, prolifica nei fori degli alberi, costruisce il nido con musco, con penne e con peli, e depone 4 0 5 uova di color grigio a macchie oscure. La femmina non abbandona mai le uova, ed il maschio: le reca gli alimenti. Il nido ed i piccoli man- dano una esalazione fetente per gli escrementi che vi lasciano accumulare. Si nutre di scarafaggi, grilli, for- miche ed altri insetti, erhigra in agosto, viaggia solita- rio, e ritorna coll’ aprile. i DIVISIONE VI. ALCYONES. Caratteri — Un becco mediocre o lungo, appun- tato, quasi quadrangolare, leggiermente arcuato o di- ritto; i piedi a tarso cortissimo con tre dita anteriori riunite ed uno posteriore. Costumi — Uccelli volatori per eccellenza, hanno movimenti pronti, rapidi e risoluti. Per la forma e per la costruzione dei piedi sono condannati dalla natura a 318 camminare pochissimo, meno poi ad arrampicarsi. Col- gono la preda al volo, o l’aspettano appoggiati con ec- cessiva pazienza; e nidificano lungo le rive in buchi praticati nella terra, e formati come una lunga galleria. FANHGLEA XXHE, MEROPIDA °) Caratteri — Un becco più largo della testa ed ar- cuato; i piedi col dito esterno unito al mediano sino alla prima articolazione; le ali e la coda lunghe. Costumi — È una Famiglia formata dal solo Ge- nere Merops, di cuì daremo sotto ì costumi. GENERE NXLIXo MEROPS **) Caratteri — Un becco mediocre, tagliente, appun- tato; lesgiermente ricurvo, coi bordi rilevati e senza in- cavatura. Le narici basali, laterali, ovoidi, aperte e na- scoste da peli sporgenti in avanti. I piedi a tarso corto con tre dita anteriori, l'esterno delle quali congiunto sino alla seconda articolazione al dito mediano, e questo col- l'interno sino alla prima; un altro dito posteriore largo *) Simonimia — Leptoramphes: Dumeril — Angulirostres : Illiger — Pelmatodes: Cuvier — Meropide: Lesson, Bona- parte, Degland — Alcyones: Schinz — Alcioni. *) Sivonima — Genus apiastri: Brisson — Merops : Lin- neo e gli altri autori sistemalici — Meropi. 3419 alla base; le unghie colla posteriore più piccola. Le ali colla 4.* remigante brevissima, e la 2.* più lunga. Costumi — Questi uccelli si nutriscono d’insetti imenotteri e ditteri,-e ne fanno un immenso consumo, per cui sono obbligati a vivere nei paesi i più caldi dell'Europa; quando l'alimento manca in quei luoghi, emigrano pei paesi ove le vespe e le api sono abbon- danti. Hanno volo rapido, diritto e sostenuto, esegui- scono lunghissimi viaggi, e non posano a terra, im- pediti come sono da gambe cortissime. Stanno fra i cespugli e gli alberi, e poggiano quasi sempre sopra rami essiccati. Prolificano vicino ai fiumi ed ai laghi in gallerie scavate sui poggi o sulle creste, v' entrano obliquamente od a ritroso, e depongono le uova sopra poco: musco da essi stessi apparecchiato. L’incubazione è piuttosto lunga, non ha luogo che nella più calda sta- gione, ed i novelli stanno riuniti ai genitori sino al- l’anno susseguente. Si ritiene la loro muta semplice ed ordinaria, vestono un abito conforme tutto l’anno, la fem- mina ed i novelli però con tinte più leggiere. 283. 164. Merops apiaster *) Caratteri — Misura 26 centimetri in lunghezza. ll maschio ha la fronte d’una tinta bianca’ macolata di verdastro; l’occipite, la nuca e l’ alto dorso di colore mar- rone, ed il rimanente di quest’ultimo di rosso-giallastro. ") Sinonimia — Aptaster : Brissen — Merops apiaster : Lin- neo e gli allri autori sistematici — Inglese: The common Bec-cater. Lath. — Tedesco: Der gabkehlige Bieneufresser. Meyer — Francese: Le Guépier vulgaire. Temm. — Italiano: IL Gruccione. Savi. 320 Porta le ali d'un rosso-carico nel centro e nelle altre parti, unitamente alla coda, d’un verde-olivastro. Tiene una fascia nera, che principia al becco, passa sopra gli occhi, e copre l’orificio delle orecchie. Giallo-dorata ha la gola, e segnata da una mezza collana nera; le parti inferiori d'un verde-azzurro; le due penne mediane della coda più lunghe di qualche centimetro ; nero il becco; rossa l’iride; e bruni i piedi — La femmina indossa tinte più sbiadite, un giallo più smunto, ed un verde-azzurro mescolato di rossastro — I novelli si ravvisano al bru- no-verdastro nelle parti superiori, alla fascia rossastra sugli occhi, ed al giallo-sporco della gola. Non hanno la mezza collana nera, le penne della coda sono tutte uguali in dimensione, e portano un becco delicato e corto, e l’iride rosea. Costumi — È il più bello dell'Europa meridio- nale, ed ha colori veramente metallici. Lo annovera per comune la Spagna, la Sicilia, I’ Arcipelago, la Turchia, e la bassa Italia; qualche individuo alle volte passa nell’ alta Italia, nella Svizzera, nella Francia e nella Ger- mania. Parte alla metà d’agosto per l'Egitto, e retro- cede alla fine d’aprile. Depone da 5 a 6 uova bian- chissime e quasi rotonde. Preferisce nutrirsi di api e di vespe, e ne va in cerca anche lontano colla famigliuola. 284. Merops Savigny. Vieilll La Merope Egiziana. Bonap. Sta sulle sponde africane, e due individui presi a Genova servirono alla descrizione dataci da Bonaparte nella Fauna italica. 321 FADIIGLIA XKXEEI, ALCEDINID.E"”) 7 Caratteri — Un becco più lungo della testa, di- ritto, angoloso; i piedi sottili e delicati; il dito esterno unito a quello di mezzo sino alla seconda articolazione; le ali mediocri. Costumi — Abbraccia questa Famiglia il solo Ge- nere Alcedo, di cui sotto descriviamo i costumi. GENERE Lo ALCEDO **) Caratterî — Un becco lungo, diritto, quadran- golare, appuntato, tagliente, raramente depresso. Le narici basali, laterali, obliquamente forate, quasi intie- ramente chiuse da una membrana nuda. I piedi corti, nudi al di sopra del ginocchio, con tre dita anteriori, il cui esterno congiunto al mediano sino alla seconda articolazione, e quest’ultimo coll’ interno sino alla prima; un altro posteriore largo alla base coll’unghia più pic- cola. La 4.° e la 2.* remigante più corte della 3.°, che è la più lunga. Costumi — Sono uccelli di tinte variate e belle, ") Sinonimia — Leptoramphes: Dumeril — Angulirostres: Illiger — Pelmarodes: Vieillor — Syndaciyles: Cuvier — Al- cionci: Lesson — Alcedinide: Bonaparte, Degland — Al- cyones: Schinz — Alcioni. **) Sinoninta — Genus ispide: Brisson — Alcedo: Lin- neo e gli altri autori sistematici — Pescatori. L’Ornit. Ticinese, 21 399 che passano la vita sulle rive dei torrenti, dei fiumi e dei laghi poggiati sopra un sasso o su d’un ramoscello attendendo con indicibile pazienza qualche pesciolino, che s'innalza sulle aque o che si avvicina alla riva, ed allora rapidi si precipitano sopra, l’imbeccano e lo tra- sportano su di un sasso, ove lo spezzano e lo divorano; in mancanza si accontentano d’insetti aquatiei, di larve, di vermi e simili. Selvatici e diffidenti, al più piccolo rumore fuggono con volo rapido; vivono sempre isolati, si appajano all’epoca delle nozze, nidificano vicino alle aque, e praticano a tal’ uopo una galleria nella terra. La muta hanno semplice ed ordinaria, pochi distintivi portano i sessi, ed i novelli vestono un abito simile alla madre, ma si distinguono per la forma del becco e dei piedi. 285. Alcedo rudis. Linn. Il Pescatore del Capo di Buona Speranza. Comune in tutta 1 Africa, visita alle volte l’Italia meridionale e 1’ Arcipelago. 286. 162. Alcedo ispida *) Qaratteri — Ha in lunghezza 21 centimetri senza il becco, ed il maschio porta tutte le parti superiori d’un colore verde-azzurrognolo, e le coperture alari stri- sciate d’azzurro-vivo: quest’ultimo colore sta anche sul centro del dorso, e sì distende sul groppone. Ha un so- pracciglio rosso, susseguito da un altro bianco-puro; ed *) Sinonrua — Ispida: Brisson — Alcedo ispida: Linneo e tutti gli autori sistematici — Inglese: The Hinyfisher. Lath. -—- Tedesco: Der gemeine Eisvogel. Bechs. — Francese: Le Martin pécheur al:yon. Temm. — Italiano: L’iccel $. Maria. Savi, 323 una fascia verde-azzurra, che incomincia al becco, e si dilata sino alle inserzioni delle ali. Tiene bianco-puri la gola e l’avancollo, rosso-ruggine le altre parti inferiori, rossi 1 piedi nell'inverno e rossastri nell’estate , rossa la base del becco e bruno il rimanente, e rosso-bruna l’iride — La femmina veste tinte più "cariche, e l’az- zurro mescolato di verdastro — I giovani sì distinguono pel verde-azzurrastro-carico nelle parti superiori, pel rosso-giallognolo nelle inferiori, pel becco nero, per l’i- ride bruno-carico, e pei piedi a tinte variate tra il car- nicino ed il nerastro. Costumi — È stazionario vicinissimo alle aque, e si trova in ogni parte d’ Europa, ma preferisce i paesi caldi e temperati. Si nutre di pesciolini, e d’inverno, quando i ruscelli sono gelati, è ridotto a cercarsi qual- che insetto od una sanguisuga nei pantani ; dopo la di- gestione rigetta le squame e le reste dei pesci. Nel mese di maggio occupa dei buchi profondissimi come quelli dei topi, li guarnisce di libellule, e poche squame di pe- sce vomitate, e depone da 6 ad 8 uova d’un bianco-lucido. 287. Alcedo alcyon. Lion. Îl Pescatore alcione. Dal- l'America settentrionale, dicesi stato preso ‘nell’ Olanda (Degland, non Temminck). DIVISIONE VII. CHELIDONES.. Caratteri — Un becco cortissimo, molto depresso ed estremamente largo alla base; la mandibola supe- riore ricurva alla punta. I piedi corti con tre dita an- teriori intieramente divise od unite alla base da una 324 3 piccola membrana; un altro posteriore alle volte river- sibile; le unghie molto uncinate. Le ali lunghissime. Costumi — Sono i più abili volatori tra gli uc- celli, ed hanno la facoltà visiva penetrantissima. ll collo corto, il gozzo dilatato, ed il largo becco, di cui sono forniti, e che tengono sempre semi-aperto volando, serve loro meravigliosamente ad inghiottire gl’ insetti, che lor sì parano nell'aria, e con cui esclusivamente si nutriscono. FAMIGLIA MEIV. HIRUNDINIDE ‘) Caratteri — Un becco piccolo, molto fesso, de- presso alla base, ricurvo ed incavato alla punta; le ali lunghissime; i piedi corti e sottili. Costumi — Stanno in questa Famiglia tre Generi, chiamati Hirundo, Cypselus e Caprimulgus, sono tutti viaggiatori, ci abbandonano solleciti, e vivono soltanto d’insetti alati. GENERE Lleo HIRUNDO *) © Caratteri — Un becco corto, triangolare, largo alla *) Sinonimia — Planirostri od Omaloramfi: Dumeril — Hiantes: Illiger — Chelidones: Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Lesson — Fissirostri: Cuvier — Ilirundinide: Bo- naparte, Degland — Irundmnidei. ‘) Sinonima —.-Hirundo, Chelidon e Cotyle: Bonaparte — Hirundo: Linneo e gli altri autori sistemalici — Rondizi. 325 base, depresso, fesso sin presso agli occhi: la mandi- bola superiore alquanto uncinata alla punta. Le narici basali, oblunghe, chiuse in parte da una membrana, e sormontate dalle penne frontali. I piedi corti con dita ed unghie gracili; tre dita anteriori ed uno posteriore; l'esterno congiunto sino alla prima articolazione al dito di mezzo. La coda composta di 12 penne. Le ali lun- ghe colla 4.2 remigante più lunga. > Costumi — I terreni bagnati dalle aque sono i luoghi prediletti da questi uccelli; quivi nidificano, si moltiplicano, e trovano con facilità il nutrimento in que’ moscherini e negli insetti volanti, che stanno vicino ai luoghi umidi, e che sanno tanto bene prendere con un volo lungo, rapido e sostenuto. E bruschi devono pur essere ì loro movimenti, se deyono riescire a rendersi padroni di una preda ugualmente agile. Volando, non solo si nutriscono, ma bevono sfiorando la superficie delle aque, e si bagnano all’ uopo. Costruiscono nidi solidi e validi per tutta la vita: ogni anno li rioc- cupano e li forniscono internamente di materie molli e delicate. I giovani dell’anno antecedente tendono sem- pre a costruire il nido vicino a quello dei genitori. La femmina sola s’ incarica dell’incubazione delle uova, ed il maschio le porta intanto il nutrimento; l’incubazione dura da 14 a 45 giorni. Sono sottoposti ad una muta semplice ed ordinaria, e Natterer, Direttore del Museo di Vienna, provò ch’essi cambiano le penne nel mese di febbrajo, quando si trovano nell’ Asia e nell’Africa. I novelli non differiscono dagli adulti dopo la muta, ed i sessi difficilmente hanno caratteri molto diversigni 326 298. 163. Hirundo rustica *) Caratteri — È lungo 18 centimetri circa. Il ma- schio tiene la gola e la fronte d'un colore bruno-mar- rone; e tutte le parti superiori, compresi i lati del collo, ed una larga fascia sul petto, d’una tinta a riflessi vio- lacei. Porta sulle barbe interne delle penne caudali, meno le due mediane, una gran macchia bianca, e le esterne più lunghe e delicate. Ha il ventre e l'addome d'un bianco sporco di rossastro, il becco e l’iride neri, ed i piedi bruni — La femmina ha meno rossa la fronte, la fascia nera sul petto non tanto lata, le parti infe- riori meno bianche, e le penne esterne della coda più corte Varia alle volte per tinte bianco-pure o gial- lognole. | Costumi — Ai primi d'aprile arriva tra noi, e va ad abitare ovunque trova vestigie umane. Socievole, a f- fezionato al luogo ove vidde la luce, dedicato con tanta assiduità alle cure della famiglia, si meritò l'affetto di tutte le nazioni, e dei popoli antichi e moderni. Sì oc- cupa tosto a costruire o rinnovare il nido con terra che indura fortemente, e nelle città, nei paesi, nei vil- laggi, vicino ad una casa deserta, al colle, alla monta- gna, al piano, sotto i portici delle case e le grondaje, o entro le case stesse trova sempre luogo propizio a stabilirlo. Depone da 4 a 6 uova bianche a macchie o- *) Sinonima — MHirundo domestica: Brisson — Hirundo rustica: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The chimeney Swallow. Lath. — Tedesco: Die Rauchschwalbe. Bechs.,— Francese: L° Hirondelle de cheminée. Temm. — Italiano : La Rondine. Savi. i 327 scure; distrugge miriadi d’insetti alati per nutrirsi, e riparte numeroso in settembre non spingendo la sua e- migrazione al di là del tropico. 289. Hirundo rufula. Levailll La Rondine a capo rosso. Abitatore delle coste africane, visita 1’ Arcipelago e la Sicilia; ed alle volte le coste francesi e Genova. ‘290. 164. IHrundo urbica *) Caratteri — Tiene 14 centimetri di lunghezza. Il maschio ha tutte le parti inferiori, compreso il groppone, d'un bianco immacolato, e la femmina invece ha la gola d’un bianco-sporco. Entrambi portano la testa, la nuca e lalto dorso d’un nero a riflessi violetti; le ali, le co- perture caudali e la coda d’un nero-sporco, e quest'ul- tima molto forcuta; i piedi e le dita coperti di penne rade; ed.il becco e l’iride neri — I giovani avanti la muta indossano tinte fuligginose al di sopra colle penne secondarie delle ali frangiate di bianco. Costumi — Arriva col precedente, occupa le uguali località, ed una buona parte si stabilisce sulle rupi sco- scese dei monti. Riprende il nido abbandonato, e, se no- vello, lo costruisce di fango, in cui aggiuuge pagliuzze, penne e lane. Depone da 4 a 6 uova bianche, sì nutre come l’antidescritto, riparte a grandi voli all’epoca stessa, e ritorna nell’ Africa. ") Sinonimia — Hirundo minor seu rustica: Brisson — Che- lidon urbica: Boie, Bonaparte — Hirundo urbica: Ainneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The window Swallow. Lai. — Tedesco: Die Hauschwalbe. Bechs. — Francese : L' Hirondelle de fenéire. Temm. — lItatiano: II Bulestruccio! Savi. 328 i 291. 165. Hirundo riparia ") Caratteri — Misura 44 centimetri cirea di lun- ghezza. Un maschio ha tutte le parti superiori, le guan- cie,ed una larga fascia sul petto d'una tinta cenere-bruna o color di topo, e bruno-nerastre le ali. Tiene la gola, l’avancollo, il ventre e le coperture inferiori della coda d’un bianco-puro. Porta la coda forcuta, il tarso e le dita denudate con quattro o cinque piccolissime penne all’inserzione del dito posteriore; l’iride nocciuola, ed il becco bruno — La femmina ha tinte molto più spor- che — I giovani al sortire del nido vestono penne a pic- colo orlo rosso; le coperture alari a bordi molto più lati visibili; e la coda a frangie rosso-biancastre — Va- ria come le antecedenti. Costumi — È questo l’ultimo del Genere, che ci arriva nella primavera, e va a collocare il suo nido in fondo ai sassi od ai tronchi, che ha penosamente sca- vati e perforati sulle rive deserte dei torrenti e dei fiumi. Sopra uno strato di radichette e di piume de- pone 5 0 6 uova oblunghe d’un bianco-purò. Vola in- cessantemente sui prati adaquati e sui fiumi in cerca di moscherini e d’altri insetti alati. È il primo ché ci abbandona nell’ autunno. ") Sinonima — Hirundo riparia: Linneo, Gmelia, La- tham, Meyer e Wolf Temminck, Cuvier, Lesson, Keyser- ling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Hirun- do cinerea: Vieillot — Cotyle riparia: Boie, Bonaparte — Inglese: The walter Swalow. Lath. — Tedesco: Die Ufer- schwalbe. Bechs. — Francese: — L’Hirondelle de rivage Temm. — Italiano: Il Topino. Savi. 329 292. 166. Hirundo rupestris *) Caratteri — È lungo 44 centimetri e 3 millime- tri. Il maschio adulto tiene tutte le parti superiori, le due penne mediane della coda e le barbe esterne delle altre d'una finta grigio-cenere chiarissima; le remiganti, le coperture alari e quelle della coda d'un grigio-bruno; la gola, l’avancollo ed il petto d’un bianco leggiermente misto a rosso-chiaro; ed il ventre e l'addome d’ un grigio-sporco. Porta su tutte le penne caudali, meno le mediane, e proprio nelle barbe interne, una macchia ovale bianco-pura, e questa più grande sulle centrali che sulle laterali. Ha i piedi a tarso denudato e bruni, il becco, e l’iride nocciuola — La femmina copre la gola, l’avancollo ed il petto con una tinta bianco-sporca ,. e non ha il rosso-chiaro del maschio — I giovani indos- sano le penne del mantello e delle ali a frangie rossa- stro-chiare; la gola biancastra a piccoli punti oscuri; le parti inferiori rosso-isabella; le penne mediane della coda senza macchie; e le laterali con segni più piccoli degli adulti. Costumi — È il primo a giungere, non si spinge tanto al settentrione, è vive sui monti scoscesi tra i massi incolti ed impraticabili. È comune da noi, nidi- ‘) Sinonima — MHirundo rupestris: Scopoli, Linneo, Gme- lin, Latham, Temminck, Keyserling e Blasius, Schinz, Scble- gel, Degland, Tschudi — Hirundo montana : Gmelin, Latham, Vieillot — Colyle rupestris: Bonaparte — Inglese: The Rolt- swallow. Lath. — Tedesco: Die Telsenschwalbe. Brehm. — Francese: L’Hrondelle de rocher. Temm. — Italiano: La, Ron- dine montana. Savi. 980. fica nei buehi delle rocce, e depone 5 o 6 nova bianche a macchie oscure. Nudrisce i piccoli lor dando l imbec- - cata al volo, ed è l’ultimo a partire per l Africa. 299. Hirundo Boissoneauti. Temm. La Rondine di Boissennau. Scoperto da Boissennau e comunicato a Tem- minck, lo dedicò a lui; abita VAfrica settentrionale, l’Andalusia e la Grecia (Temminck, non Degland). 294. Hirundo purpurea. Linn. La Rondine di porpora. È dell'America settentrionale, e si mostra a caso nel- l'Inghilterra (Degiand, non Temminck). GERERE LElio CYPSELUS *) Casatteri — Un becco fortissimo, triangolare, largo alla base, poco apparente, depresso, fesso sino al di là degli occhi; la mandibola superiore arcuata alla punta. Le narici longitudinalmente fesse in alto e presso il bordo, aperte e fornite di piccole penne. I piedi cortissimi, con quattro dita tutte dirette in avanti ed intieramente di- vise; le dita e le unghie corte e grosse. Le ali lunghis- sime colla £.* remisante alquanto più piccola della 2.* La coda composta di 10 penna. Costumi — Uccelli per lungo tempo confusi con quelli del Genere precedente, vennero definitivamente staccati da Illiser. Come quelli però tengono il dominio *) Sinonimia — #irundo: Brisson, Linneo, Gmelin, La- tham — Cypselus: IH'iser, Temminck, Keyserling e Blasius, Vieillot, Schinz,y Bonaparte, Schlegel, Degiand — Micropus: Meyer e Wolf, — Rondoni. sp. 3314 dell’aria, perchè volano continuamente in questo ele- mento, e ben di rado si vedono appoggiati sopra qual- che pianta, e in terra giammai. Durante le ore calde d’e- state si ritirano nei buchi delle torri e dei campanili, o tra i erepacci delle rocce. Nidificano in questi fori so- pra una superficie piana, vi trasportano ogni qualità dì materie, e le intonacano con una sostanza viscosa for- nita dalle loro glandole. Prendono al volo gli insetti alati, e bevono sfiorando le aqgue. Hanno vista acuta e penetrante, mutano nel mese di febbrajo, ed emigrano nell'inverno. I due sessi portano insignificanti varietà nell’abito, ed i novelli tengono frangie alle penne. 295. 167. Cypselus melba *) Caratteri — È lungo 25 centimetri. Il maschio ha del grigio-bruno quasi uniforme su tutte le parti supe- riori, e sul petto è disposto in una larga fascia trasver - sale, che si distende lungo i fianchi, sull’addome e sulle coperture inferiori della coda. Alcuni individui portano alle volte frangiette bianche sui fianchi. Tiene la gola ed il ventre nel centro d’un bianco-purissimo; i piedi coperti di penne brune; il becco bruno-nerastro; e l’iride nocciuola — La femmina indossa tinte più chiare e la ") Sinonimia — Hirundo major hispanica: Brisson — Hi- rundo melba: Linneo, Gmelin, Latham — Mieropus alpinus : Meyer e Wolf, Tschudi — Cypselus melba: Iiger, Vicillot, Bonaparte, Keyserling e Blasins, Schlegel, Degland — Cyp- selus alpinus: Temminck, Sehinz — Inglese: The alpine Swift. Lath. — Tedesco: Der A/pensegler. Brehm — Francese: Le Martinet è ventre blanc. Temm. — Italiano: 1 Rondone di mare. Savi. 332 fascia. meno lata — * giovQni hanno penne grigio-brune con orli bianco-rossastri. Costumi — E abbondante nelle rocce di montagna e nelle alpi svizzere. Inquieto, vola incessantemente ad altezze enormi, cambia di direzione colla rapidità del fulmine, e manda grida acute e penetranti. Arriva coi primi d’aprile, sì mette sulle torri o fra i massi, ove costruisce il suo nido con stoppia, penne, cenci, pezzi di carta e foglie che prende al volo, e vi depone 3 0 4 uova oblunche d’un bianco d’avorio. Si nutre con. gli insetti che coglie nell’ aria, e riparte col settembre. 296. 168. Cypselus apus *) Caratteri — Misura 22 centimetri. Maschio e fem- mina hanno la sola d’un bianco-cenerino, e tutte le al- tre penne d’ un nero fuligginoso. Portano il tarso co- perto di piccole piume, e il becco e l’iride bruno-cari- chi — I giovani tengono la gola ed il contorno del becco d’un bianco-candido, e le penne alari e caudali sottilmente frangiate di bianco. Costumi — Arriva alla metà d’aprile, e dall'aria ci saluta colle sue grida. Prolifica nelle torri o nei cre- pacci dei muri, e costruisce un nido emisferico con ogni sorta di frammenti, che tritura e consolida colla sua sa- ‘) Sinonimia — Hirundo apos: Brisson — Hirundo apus: Linneo; Gmelin, Latham — Aicropus murarius: Meyer e Wolf — Cypselus apus: tiliser, Vieillot, Bonaparte, Reyser- ling e B'asius, Schlezel, Degland —- Cypselus murarius : Tem- minck, Schinz, Tschudi — Inglese: The common Swift: Laih. — Tedesco: Der Mauersegler. Brehm. — Francese: Le Mar- tinet des muraîlles. T:mm. — Italiano: I Rordone. Savi. 353 liva; ivi depone 3 o 4 uova d’un bianco-puro. Si nu- tre d’insetti alati, non posa mai a terra, sta sospeso ai muri o si rinchiude nel nido, e parte col settembre. GENERE LEElo CAPRIMULGUS‘) Caratteri — Un becco cortissimo , flessibile, de- presso, leggiermente ricurvo, poco apparente ce fesso sino al di là degli occhi; la mandibola superiore uncinata alla punta e munita di peli radi e sporgenti in avanti. Le narici basali, larghe, chiuse da una membrana e co- perte dalle penne frontali. I piedi con tre dita anteriori ed uno posteriore riversibile; il dito esterno congiunto al mediano sino alla prima articolazione da una mem- brana; le unghie corte, e quella del dito di mezzo più lunga. Le ali colla £.* remigante alquanto più corta della 2.3, che è più lunga delle altre. Cestami — Sono uccelli, che non sortono dai loro nascondigli che ai crepuscoli della sera e del mattino”, e di giorno stanno sempre ritirati, perchè, come le Strigi, restano abbagliati dallo splendore del sole. Hanno grandi occhi e grandi orecchie; volo rapido, continuato ed ac- compagnato da qualche mormorio ; cacciano volando le falene ed altri insetti anche al chiarore della luna, ed a tale effetto tengono aperta l’ampia bocca. Amano vi- vere solitari, e non s’accoppiano che all’ epoca delle nozze. Costruiscono un nido sulla nuda terra con poco *) Stnonimia —- Hirundo: Linneo — Caprimulgus :' Lin- eu e gli altri autori sistematici — Noitoloni. + 3534 musco. La muta hanno semplice ed ordinaria; i maschi si distinguono dalle femmine per macchie sulle penne caudali; i novelli sortono dal nido coi distintivi del sesso; ed emigrano per la fredda stagione. 297. 169. Caprimulgus europeus *) Caratteri — È lungo 28 o 29 centimetri, ed il maschio tiene tutte le penne mescolate di punti, di stri- sce, di linee e di macchiette disposte in tutti i sensi, vale a dire e trasversali e longitudinali, a tinte cene- rognole, giallastre, rossastre e brune. Porta sul capo e sul dorso strisce longitudinali nere; uno spazio grande e bianco sulla gola; una fascia trasversale giallo-rossa- stra sulle ali; alcune macchie rosse staccate le une dalle altre sulle barbe esterne delle ali stesse; e le tre esterne largamente macchiate di bianco. Ha le parti inferiori strisciate trasversalmente; la coda quasi quadrata e se- gnata di colori serpeggianti neri, rossi e cenerini; le due penne esterne di questa coll’estremità d’ un bianco- puro; il becco e l’iride neri; e bruni i piedi — La femmina veste tinte più sbiadite, le strisce. nere della testa e del dorso meno appariscenti, ed è priva delle macchie bianche sulle barbe esterne delle remiganti e *) Sivonimra — Caprimulgus : Brisson — Caprimulgus eu- ropeus: Linveo, Gmelin, Latham, Temminck, Vieillot, Les- son, Bonaparte, Keiserling e Blasius, Schlegel, Degland, Tschudi — Caprimulgus punctatus: Meyer e Wolf, Schinz — Caprimulgus vulgaris: Vieillot — Inglese: The european Goalsucker. Lath. — Tedesco: Der Zieghenmecker. Brebm — Francese: L° Engouelent ordinaire. Temm. — Italiano: N Nottolone. Savi. 339 sulle penne laterali delle rettrici — I giovani sortendo dal nido tengono i distintivi del sesso, ma hanno una corporatura ed una coda molto più piccola. Costumi — Come le Rondini ed i Rondoni, non si spinge numeroso nei paesi settentrionali, ed ama piut- tosto abitare i luoghi temperati e caldi. Ci arriva in aprile, si mette nelle brughiere, rimane tutto il giorno nascosto fra i mirtilli ed i cespugli, ed alle volte appol- lajato sopra un basso tronco, in modo che il sole non possa offendergli la vista; alla sera si dà alla caccia dei scarafaggi e delle farfalle notturne. Depone sul terreno ai piedi d'un cespuglio, dopo aver ammassato poca erba, 2 uova oblunghe d’ un bianco-puro, regolarmente coperte di macchiette oscure, ed emigra per l’ Africa dopo la metà d'agosto — Corre nel volgo la curiosa idea, che questo uccello si attacchi col suo becco appuntato alla tettola delle capre o delle vacche per succhiarne il latte, e Plinio l’ aveva di già ammessa. Il ritrovarlo talvolta nascosto nelle stalle aveva corroborato una simile frot- tola. Ma, come le Strigiedi Pipistrelli, fuggendo la luce del sole, alle volte si spinge anche nell’ abitato, e molto più nelle stalle, ove trova facile il modo d’’entrarvi. 298. Caprimulgus ruficollis. Temm. Il Nottolone a col- lare rosso. Fu trovato a Gibilterra dal sig. Natterer, e portato al museo di Vienna; deve essere originario del- l'Africa. —">"n dee _ UVIICRE IA VI pes In MET BEE Lr shvegrinà ORDINE TERZO. COLUMBA ‘*) Caratteri — Un becco mediocre e compresso; la base della mandibola superiore coperta da una pelle molle, in cui sì trovano le narici, la punta più o meno ricurva. I piedi con tre dita sporgenti in avanti, intie- ramente divisi, e con un altro dito posteriore. Costumi — L’amore, la tenerezza e la fedeltà sono i distintivi degli uccelli posti in quest Ordine. Dolci di costumi e famigliari, si mostrano conformi ai Galli- nacei, con cui furono mai sempre confusi dagli Orni- tologi antichi. Si nutrono quasi sempre con grani e semi, e qualche rara volta con frutta. Assoggettano il nutrimento nel loro gozzo ad una specie di macerazione, avanti che passi allo stomaco: in tal modo lo preparano anche ai loro piccoli prima d’imbeccarli. I novelli non abbandonano il nido, fino a tanto che non siritrovano in istato di poter volare. Nidificano rozzamente nelle selve sulle cime degli alberi, nei fori delle piante o nei buchi delle case abbandonate e diroccate; i maschi e le femmine condividono l’ incubazione; ed hanno l’ abitudine *) Simonima — Genus columbinum: Brisson — Columbe : Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Bonaparte, Degland — Sylvicole: Vieillot — Sponsores: De Blainville — Passerigalli: Latreille, Lesson — Gyrantes: Bonaparte — Colombe. © L’'Ornît. Ticinese, 22 DI 338 di bevere ad un tratto immergendo il becco nell’aqua. L’ atto della -riproduzione è sempre preceduto da carezze, da trilli e da gorgheggi proprii soltanto degli uccelli di quest’ Ordine. Emigrano durante la rigida stagione. FARIEGLIA XXV, (2 COLUMBIDA ") Caratteri — Un becco mediocre, rigonfio nella metà . superiore e ristretto nel mezzo; i piedi a tarso corto; le dita libere, col pollice poggiato sulla terra; la coda composta di 12 o 14 penne. Costumi — Questa Famiglia, ricca moltissimo di specie e ripartita pei loro rapporti naturali in 20 di- visioni generiche, è nell’ Europa rappresentata da un solo Genere, chiamato Columba, di cui sotto diamo i costumi. GENERE LIVe COLUMBA **) Caratteri — Un becco mediocre, diritto, compresso, ") Sinonmia — Colombini o Peristeri: Dumeril — Colum- bide: Swainson, Degland — Columbini: Illiger, Vieillot, La- treille — Columbidee: Leach, Lesson, Bonaparte — Co- lombidi. ") Sinonima — Columba: Linneo, Brisson, Gmelin, La- tha, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Schinz, Schlegel, Degland — Columba, Turtur ed Ectopistes: Lesson, Bonaparte — Columba ed Ectopisies: Keyserling e Blasius — Colombi. i 339 vuoto, appuntato e ricurvo; la base della mandibola su- periore coperta da una pelle molle più o meno rigonfia. Le narici longitudinalmente fesse nella metà del becco, e locate nella pelle molle e farinosa, che 1é ricopre. I piedi quasi sempre rossi, con tre dita anteriori total- mente divise, ed uno posteriore, tutti articolati allo stesso livello. Le ali mediocri o corte; la 4.* remigante al- quanto più corta della 2.*, che è la più lunga. Costumi — Vivono accoppiati, e riuniti una volta, difficilmente si separano. Le boscaglie sono la loro or- dinaria dimora, fanno ordinariamente due covate all’anno, e depongono 2 uova ogni volta,. che vengono alter- nativamente incubate dal maschio e dalla femmina. La muta è in loro semplice e naturale; i due sessi sì ras- somigliano esternamente, ed i giovani non differiscono, che avanti la prima muta. Alcuni, assoggettatisi ad una specie di domesticità, vivono a°noi comuni, e si sono resi schiavi volontari dell’uomo. 299. 170. Columba palumbus *) Caratteri — Ha 45 centimetri di lunghezza. Il maschio porta uno spazio bianco sui lati del collo e sul bordo delle ali; la testa, le tempie, la gola, il grop- pone e le parti superiori della coda d’ un cenere-azzurro; il petto e tutto l’alto ventre d’un bel colore rosso-vino a riflessi cangianti sulle parti laterali del collo; il dorso *) Sinvonima — Palumbus: Brisson — Columba palumbus: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The ring Pigeon. Latt. — Tedesco: Die Ringeltaube. Bechs. — Fran- cese: La Colombe ramier. Temm. — Italiano : Il Colombac- cio. Savi. 340 e le ali cenere-bruno; le remiganti nere a frangie bian- che; e la coda a larga estremità nera. Ha il ventre e Y addome biancastri ; ì piedi rosso-vino ; la pelle molle del becco coperta di una polvere simile al sale bianco; e l’iride giallo-biancastra — La femmina differisce per uno spazio bianco più piccolo, per gli orli alle remi- ganti, ed in generale per colori più pallidi — I gio- vani prima della muta non hanno lo spazio bianco at- torno al collo, ne i colori cangianti, ed hanno tutte le tinte delle penne più smunte. Costumi — Trovasi in tutta l'Europa, ma è più abbondante nei climi caldi. Arriva alla fine di marzo, e si mette accoppiato nelle foreste, che confinano coi campi coltivati. Prolifica sugli alberi più elevati, costrui- sce un nido di stecchi e vi depone 2 uova bianche. Cerca la sua pastura nei campi di biada e nei prati, e coglie faggi, fagiuoli, rovi e simili. Emigra in bande numerose alla fine d’agosto per l'Africa, ed alle volte alcuni ma- schi rimangono tra noi. 300. 171. Columbe enas *) x Caratteri — Misura 35 centimetri in lunghezza. Tanto il maschio quanto la femmina hanno la testa, la gola, le ali e le parti inferiori d'un bell’azzurro cene- rino; i lati del collo d’un verde cangiante; ed il petto d’un rosso-vinato. Porta l’alto dorso d’ un cenere-az- zurro, due penne secondarie delle ali ed alcune coper- *) Sinonima — 0Enas: Brisson — Columba enas: Lin- neo e gli altri autori sistematici — Inglese: Te stock Pi- geon. Lath. — Tedesco: Die Holztaube. Bechs. — Francese: La Colombe columbin. Temm. — Italiano; La Colombella. Savi. S4l ture delle stesse segnate di nero, il groppone cenere-a z- zurrastro, e le penne alari e caudali colla punta nera e colle laterali di quest'ultime frangiate di bianco. Hanno. rossi i piedi, rosso-bruna l’iride, e rosso il becco a punta gialla — I giovani avanti la muta non hanno colori ri- splendenti, nè macchie sulle ali. In questa età si di- stinguono dai novelli della specie susseguente per l’u- nico carattere di avere questi il groppone azzurro-cene- rino, e quelli, d'un bianco-puro. Costumi — Abbondante nell’ Africa, ove non passa il tropico, e nei paesi meridionali dell’ Europa, si mo- stra regolarmente nella Francia, nella Germania e nella Svizzera. Arriva col suddescritto, si mette nelle uguali località, come quello prolifica e si nutre, e riparte. al- l’istess’ epoca. Qualche maschio sverna tra noi, e Tschudi ci dà un individuo ucciso nella valle di Orsera nel no- vembre del 1844. 301. 172. Columba livia *) Caratteri — Ha 32 centimetri di lunghezza. Ma- schio e femmina vestono tutte le parti superiori ed in- feriori d'un bell’azzurro-cenerino, coi lati del collo d’un verde cangiante e con due fasce trasversali nere sulle ali. Portano le penne delle ali e detla coda a punta nera, e le laterali di quest’ultima a frangie bianche. Hanno il becco bruno, la membrana che copre le narici fari- nosa, i piedi rossi, e l’iride rosso-giallastra — I novelli sì distinguono pel groppone bianco immacolato. ") Sinonima — Columba livia: Brisson e gli autori siste- matici — Inglese: The biset Pigeon. Lath. — Tedesco: Die Haustaube. Bechs. — Francese: La Colombe biset. Temm. — Italiano: I Piccione torrajolo. Savi. 342 Costumi — Vive sedentario in Europa in uno stato di volontaria schiavitù; abita le torri, le chiese, 1cam- panili delle città e delle campagne, ed alle volte occupa le colombaje di quella specie o varietà, che vive coll’uo- mo, e di cui esso ci ha somministrato il. tipo. Nel- l'Africa, e specialmente a Teneriffa, è abbondantissimo, vive nello stato selvatico, prolifica nelle fessure dei sassi, e si ciba d’ogni qualità di grani e semi, ed alle volte di conchiglie terrestri, e specialmente dell’ Helix virgata. 302. Columba migratoria. Linn. La Colomba del Ca- nadà. Si trova dal Messico sino alla baja d’Hudson, emi- gra a caso per l'Europa, e fu preso molte volte in In- ghilterra, in Norvegia ed in Russia. 303. 173. Columba turtur. *) Caratteri — Dà 28 o 29 centimetri in lunghezza. Il maschio copre la testa e la nuca d’una tinta cenere- vinata; e i lati del collo con uno spazio di penne nere a punta bianca. Porta l’avancollo, il petto e l'alto ven- tre tinti leggiermente di vino; il dorso di bruno-cene- rino; gli orli alari di cenere-azzurro; e le coperture di rosso fuligginoso, nel centro delle cui penne stà una macchia nera. Ha bianco-puro l'addome, bianche le co- perture inferiori della coda, e cenere-nerastre le penne caudali, colle due mediane ad estremità bianca, e le la- terali a frangie esterne bianche. Tiene rossi il becco ed ") Sinonima — Turtur: Brisson — Columba turtur : Lin- neo e gli altri autori sistematici — Inglese: The common Tourile. Lath. — Tedesco: Die Turtellaube. Bechs. —- Fran- cese: La Colombe tourterelle. Temm. — Italiano: La Tortora. Savi. 343 i piedi, e rosso-giallastro l’iride — La femmina si di- stingue per mancanza di bianco alla fronte, per un rosso molto sbiadito sulle coperture alari, e per le remiganti brunastre-— I giovani avanti la muta segnano pochis- simo la collana, hanno tinte più oscure, il rosso-vino sul petto meno colorato, le penne frangiate di rossastro, e l’iride grigio-rossastra. Costumi — Abita l'Europa meridionale, è poco conosciuto nella Svizzera, e nel nostro Cantone ci ar- riva dall’ Africa nel mese di aprile. Si colloca nei bo- schetti in prossimità alle campagne, prolifica deponendo 2 uova bianche, si nutre con ogni sorta di semi e grani e riparte nel settembre. 304. Columba gyptiaca. Lath. La Colomba Egi- ziana. Schinz ebbe molti individui dalla Grecia: è indigeno nella Turchia, nell’ Egitto, e nell’ Asia. (Degland, non Temminck). LATE N ORDINE QUARTO. GALLINA *) Caratteri — Un becco corto, convesso, e talvolta coperto da una cera; la mandibola superiore vuota, ri- curva sino alla base o soltanto alla punta. Le narici la- terali, coperte da una membrana vuota, nude o fornite di penne. I piedi a tarso lungo con tre dita anteriori riunite da una membrana, ed uno posteriore articolato molto più in alto sul tarso, e sopra le articolazioni delle dita anteriori. Costumi — Sono tutti gli uccelli raccolti in que- st Ordine desiderati e ricercati dall’ uomo, perchè l’ eco- nomia domestica raccoglie gran frutto dalla loro fecondità, dalla loro mole, e sopratutto dalla squisitezza delle loro carni. Portano la maggior parte ali cortissime, ruzzolano per la terra, si coprono di polvere, e si nutrono di grani e di semi, a cui aggiungono bacche, semme ed an- che insetti: gli alimenti subiscono nel loro gozzo una specie di macerazione. Costruiscono senza alcun appa- recchio sulla nuda terra un nido nascosto tra i cespu- gli, praticando un piccolo buco e raccogliendo poca erba; ‘) Sinonmia — Galline: Linneo, Gmelin, Latham, Du- meril, Meyer e Wolf, Temminck, Cuvier, Lesson, Bona- parte, Degland — Rasores: Illiger — Gallinacei: Vicillot, Latreille — Gallinacee: Keyserling e Blasius — Gallinacei. 346 fanno tre covate all'anno e tutte numerosissime. I pic- coli appena sbucciati dall’uovo corrono, mangiano senza l’imbeccata, la madre li guida al pascolo, e vivono in famiglia sino all’anno susseguente. I maschi non pren- dono alcuna parte in tutte queste operazioni, ed abban- donano la compagna, quando si mette ad incubare le uova: alcuni sono anche poligami. Corrono tutti con velocità, e volano difficilmente. DI FARTIGLIA XXVI. PTEROCLIDA. Caratteri — Un becco corto, impennato alla base ; 1 piedi in parte ricoperti da penne; le ali lunghissime, la coda arrotondata o colle due penne mediane affilate. Costumi — È composta questa Famiglia del solo Genere Pterocles, che pei costumi serve di passaggio dall’ Ordine antecedente al presente. “ GENERE Lvo PTEROCLES. Caratteri — Un becco mediocre, compresso, in al- cune specie delicato, colla mandibola superiore diritta, e soltanto ricurva alla punta. Le narici basali, chiuse a metà da. una membrana aperta, e coperte dalle penne sporgenti sopra e sotto la fronte. I piedi con tre dita anteriori, riunite sino alla prima articolazione da una membrana, ed uno posteriore brevissimo ed articolato altissimo sul tarso; il tarso coperto anteriormente da piccole penne e nudo nelle altre parti. Le unghie cor- | 347 tissime; le anteriori ottuse e la posteriore acuta. La coda conica colle due mediane in alcune specie molto prolun- gate in filo. Le ali lunghe, acuminate, colla 1.% remi- gante più lunga. Cestumi — Uccelli viaggiatori ed irrequieti, per- corrono con volo rapido e sostenuto le pianure e le terre sabbiose delle contrade calde, ove si trovano. Pochi pro- lificano in Europa, ed abbondano nell’ Africa. I maschi differiscono dalle femmine per colori neri e bianchi, che portano attorno al collo e sul ventre, e sono di taglia forte o delicata in proporzione del nutrimento che trovano. 305. Prerocles arenarius. Temm. Il Ganga unibanda. Dall’ Africa passa in piccolo numero nella Spagna, nella Sicilia e nella Turchia. 306. Pterocles setarius. Temm. Il Ganga. Savi. Abita le lande sterili del mezzogiorno, e si trova nei Pirenei, lungo le spiagge del Mediterraneo, nel Napolitano, nella Sicilia, e qualche volta nella Provenza. FAMICLIA XXVII COLCHIDIDE. Caratterì — Un becco mediocre, convesso, a base denudata, uncinato, e depresso all’estremità; i piedi a quattro dita; la coda lunghissima e molto scalare. Costami — È una famiglia smembrata dal gran Genere Phasianus di Linneo, e Phasianus chiamasi pure l’unico che abbiamo in Europa, e di cui qui sotto de- scriviamo i costumi, 348 3 GENERE LYI, PHASIANUS. Caratteri — Un becco mediocre, forte, nudo alla base; la mandibola superiore vuota, convessa, ricurva alla punta. Le narici basali, laterali, coperte da una membrana vuota. Le guancie denudate e porrose. I piedi con tre dita anteriori, riunite sino alla prima articola- zione da una membrana, ed uno posteriore; i maschi con uno sperone in forma di cono. La coda molto sca- lata, conica, composta di 18 penne. Le ali colle prime remiganti crescenti sino alla 4.* e 5.*, che sono le più lunghe. Cestumi — Giasone tornando dalla conquista del vello d’oro portò questi uccelli e ne fe” dono ai Greci. D'allora in poi si propagarono di luogo in luogo, ed in giornata si possono dire sedentari e naturalizzati in tutta Europa: adornano i parchi dei sovrani e dei signori, e se ne fanno cacce riservate. Sono poligami, costruiscono senz’arte nelle erbe e nei cespugli un nido composto di musco e di peluria, depongono 14 uova circa, hanno muta semplice ed ordinaria, i sessi differiscono notabil- mente, e si nutriscono di grani, di vegetali, di vermi e d’insetti. Intanto che i maschi vestono colori ì più ric- chi ed i più brillanti, e portano lunghi ciuffi, lunghis- sime penne alla coda ed altri ornamenti accessori, la femmina invece si presenta in abito umile e modesto abbenchè variato. Nello stato libero sono timorosi e sel- vaggi, e in quello di schiavità docili e fidenti. 307. Phasianus colchicus. Linn. Il Fagiano comune. 349 Storia degli ucc. Sta nei boschi della Germania, della Francia, dell'Olanda, dell'Inghilterra e dell’Italia. 308. Phasianus pictus. Linn. Il Fagiano dorato. È della Grecia, della Georgia e del Caucaso. FAMIGLIA MXVIE TETRAONIDA ‘) Caratteri — Un becco robusto, convesso, inclinato alla punta, impennato alla base; i piedi calzati sino alle unghie o sino alle dita; la coda arrotondata o forcuta. Costumi — Degland stralciò da questa Famiglia il Genere Perdix, di cui Bonaparte aveva fatto una sot- to-famiglia, e noi lo lasceremo composto del solo Ge- nere Tetrao, di cui sotto diamo i dettagli. GENERE LVII. TETRAO **) Caratteri — Un becco corto, forte, a base denudata; la mandibola superiore vuota, convessa, ricurva sino al- l'origine. Le narici basali, semichiuse da una membrana vuota, nascosta dalle penne sporgenti dalla fronte. Le *) Sinonima — Aflectrides: Dumeril — Gallinacei: Illiger — Plumipedes: Vieillot — Tetradaciyli plumipedi: Latreille — Tetraonide: Bonaparte; Degland — Tetraoni. ‘) Sinoninia — Genus lagopi: Brisson — Telrao e La- gopus: Degland — Bonastia, Tetrao e Lagopus: Bonaparte — Telrao: Linneo e gli altri autori sistematici — Gallì di montagna. 350 sopracciglia. nude e munite di capezzoli rossi. I piedi aspri sui bordi, con tre dita anteriori unite da una membrana sino alla prima articolazione ed un altro poste- riore; il tarso impennato sino alle dita ed alle volte sino alle unghie. La coda composta di 16 o 48 penne. Le ali corte colla 1.* remigante breve, la 2.* un po’ più lunga, e la 3.* e la 4.* di maggiore lunghezza. Cestumi — Abitano gli alti boschi di montagna tra le boscaglie, i macchioni, i gruppi di betulle, ed anche tra i sassi: qualche volta si spingono sino nelle regioni del ghiaccio. Il loro nutrimento consiste di fo- glie, di gemme e di bacche, ma si danno anche ai grani ed agli insetti. Sono poligami, i maschi abbandonano la femmina appena fecondata, e intanto che i primi stanno solitari, la seconda si occupa ad incubare le uova, a gui- dare i nati al pascolo ed a dirigerli sino a tanto che si rinnovi l’epoca degli amori. Hanno voce acuta e sonora, ed annunciano l'atto della riproduzione con grida e movimenti particolari, ‘che giungono sino al delirio ed alla pazzia. Alcuni hanno muta semplice ed ordina- ria, ed altri doppia, e in primavera tutti si ammantano di colori più vivi e più brillanti. I maschi diversificano moltissimo dalle femmine, ed i giovani sino alla muta tendono alla madre, e non raggiungono i colori stabili del sesso che al secondo anno. 309. 174. Tetrao urogallus *) Caratteri — Il maschio è lungo 4 metro circa, ‘) Simonima — Urogallus major: Brisson — Tetrao uro- gallus: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The wood Grous. Lath. —. Tedesco: Der Awerhahn. Brehm. — 354 ha le penne della gola nere ed allungate, la testa ed il collo nero-cenerini, le sopracciglia rosse ed il petto verde riverberante. Porta le alî e lo scapolare sparsi di pic- coli punti neri sopra un fondo bruno; l'addome ed il ventre neri a piccoli segni bianchi; il groppone ed i fianchi d'un nero seminato da strisce serpeggianti cene- rine; e nere le penne della coda a piccole e rade mac- chie bianche vicine all'estremità. Ha i piedi impennati sino alle dita, e queste brune, squamose al di sopra; e frastagliate ai lati; il becco di colore corneo biancastro; e l’iride di bruno-chiaro — La femmina non raggiunge che i 65 centimetri in lunghezza, ed indossa penne li- neate e strisciate di nero; di rosso e di bianco. Ha la gola d’un rosso-sbiadito, il petto d’un rosso-oscuro; la coda d’un rosso a strisce nere, ed il becco bruno-nera- stro — I giovani avanti la muta rassomigliano alla ma- dre, e dopo, i maschi pingono il petto d’un verde non ancora lucido, il cenere domina mescolato col nero, € mostrano quà e colà alcune penne rosse macchiate di nero. Costumi — Abita tutte le foreste settentrionali e temperate dell'Europa, e si trova nella Russia, nella Li- vonia e nell’ Estonia, nelle foreste della Turingia e di Horz, e della Svizzera. Preferisce ad ogni altro soggiorno i boschi d’abete, misti di cespugli di rovi, di mirtilli, d’e- rica e di sassi, sfrondati, e bagnati da piccoli ruscelli. Il maschio sta ordinariamente poggiato sopra un ramo essiccato 0 passeggia in terra con andatura grave e mae- stosa; la femmina non si alza mai sopra le piante. Il Francese: Le Télras Auerhahn. Temm. — Italiano : L’ Uro- gallo. Savi. 352 maschio quando è in, amore dal ramo di un abete o d’un faggio saluta con grida singolari i primi albori del giorno e la caduta del sole; e le femmine gli stanno vi- cine tra i cespugli. Allora colla coda spiegata a ven- taglio, e le ali penzoloni, eseguisce una quantità di movimenti, ed emette grida come briaco. Terminata l’e- poca delle nozze passa la sua vita solitario, e la fem- mina cava sotto qualche cespuglio un buco ‘largo, che copre con leggieri rami e con musco, e vi depone circa 14% uova rosse e punteggiate di oscuro: in capo a 4 settimane sbucciano i pulcini, ed essa li conduce tosto alla caccia dei formicai, delle larve e degli insetti. Fatti più grandi, si nutrono colle cime degli abeti, colle fo- glie del mirtillo e del ranuncolo, con gemme, vermi ed insetti, a cui aggiungono conchiglie e sassolini. Adulti, i maschi si cibano esclusivamente con foglie d’abete, e le femmine preferiscono un pasto più delicato, come le tenere gemme, i verdi grani, i vermi, le mosche, gli aragni, gli scarafaggi e le larve. 310. 175. Tetrao tetrix *) Caratteri — Un maschio è lungo 54 centimetri circa, e copre la testa, il collo, il petto, il dorso ed il groppone d’un nero a riflessi violetti; il ventre, le co- perture alari e le penne caudali d’un nero profondo; e le sopracciglia di rosso. Ha una larga fascia bianca ") Sinonima —- Urogallus minor: Brisson — Tetlrao tetria : Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The black Grous. Lath. — Tedesco: Der Birkhahn. Brebm — Fran- cese: Le Tétras birkhahn. Temm. — Italiano: Il Fagiano di monte. Savi, dI3 sulle ali, e le penne second arie ad estremità di questo colore. ‘Tiene le coperture inferiori della coda d’un bian- co-puro, la coda molto forcuta, il becco nero, e l’iride azzurrastra — La femmina è più piccola; ed ha Ia coda meno forcuta; la testa ed il collo d’un rosso strisciato di nero; il dorso, il groppone e la coda d’un nero fa- sciato di rosso; il petto rigato di rosso e. di nero; ed il ventre bruno-nerastro con qualche striscia rossa e bian- castra — I novelli rassomigliano alla madre, e dopo la prima muta si cominciano a distinguere i sessi, perchè i maschi mettono alcune penne nere in mezzo alle rosse. Cestuanni — Abita in maggior numero le località del precedente; vive nelle foreste sfrondate, coperte d’una brughiera e folte di mirtilli e di rovi; ha movimenti più rapidi dell’ Urogallo; il maschio vive solitario; ed alla primavera si sente cantare in ogni lato della mon- tagna. Quando le gemme delle betulle cominciano a gon- fiarsìi, sente il bisogno di trovarsi delle compagne, ed allora alza le penne, batte le ali, salta, descrive cerchi e si dimena come un ossesso. Passata quest’ epoca, torna alla vita solitaria, e la femmina depone 42 uova circa giallognole a macchie brune: in tre settimane i pulcini corrono dietro la madre pigolando, ed essa premurosa va ruzzolando il terreno per iscoprire i vermi, le. for- miche e le larve. D'inverno si nutrono di gemme di betulle e di ginepro, forano sotto la neve lunghe gal- lerie, e giungono a scoprire le piante di mirtillo, di rododendri e di rose selvatiche: spinti dalla fame scen- “dono a regioni più basse. D'estate preferiscono gl’in- setti, ed amano avvoltolarsi nella sabbia. Si trova alle volte un’ altra specie di Tetrao, che ras- L’Ornit. Ticinese, 23 304 somiglia in parte al primo e in parte al secondo dei suddescritti, frutto sicuro di un connubio tra leg due specie affini. Ne ommisi la descrizione, perchè è piut- tosto della Germania che nostro: fu chiamato da Meyer Tetrao medius. Sil. 176. Tetrao bonasia *) Caratteri — Dà un maschio 85 centimetri di lun- ghezza, e porta un ciuffo di penne allungate sulla te- sta, e sotto la gola uno spazio nero piuttosto lato, e circondato da una fascia bianca, che ha principio tra il becco e l’occhio. Tiene un piccolo spazio rosso sopra gli occhi; nere le parti inferiori colle penne strisciate di rosso nel centro e leggiermente segnate di bianco nel contorno; variate di rosso, di nero e di bianco le su- periori; una fascia bianca sullo scapolare; e cenere se- gnato di nero il sroppone e la coda. Ha una larga fa- scia nera sull’estremità delle penne laterali della coda e cenere l'estremità delle due mediane;i piedi inferior- mente denudati; e bruno-chiari il becco e l’iride — La femmina è alquanto più piccola; non ha nero setto la gola, nè tra l'occhio ed il becco; porta il petto rosso a macchie nere; un maggior numero di segni neri sulle parti superiori e particolarmente sul groppone; e la fa- scia longitudinale dello scapolare d’un giallo d’ocra. *) Sinonimia — Bonasa: ‘Brissen — Tetrao bonasta: Lin- neo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Schinz, Schlegel, Degland, T:chudi — Bonasia syl- vestris: Bonaparle — Tetrastes bonasia : Keyserling e Blasius — Inglese: The hasel Grous. Lath. — Tedesco: Der Ha- selhuhn — Francese: Le Tòtras gélnotte. Temm. — Italiano: IL Francolino di monte. Savi, 359 Costumi — Accompagna l’ Urogallo nelle stesse località, scende d’inverno in montagne più basse, ama visitare le folti foreste esposte al mezzogiorno, poco fre- quentate e sassose, ove spontaneo cresce il ginepro e la nocciuola in mezzo agli abeti e alle betulle, e corre sveltissimo nelle alte erbette e nei cespugli. Vive appa- jato in uno stato di monogamia, che non impedisce di separarsi alcune volte, e riunito in piccole brigate sì dà ugualmente agli amori. La femmina costruisce un rozzo nido e ben nascosto, e vi depone sino a 15 uova rosse a punte brune. Dopo tre settimane d’incubazione i pulcini corrono, il padre e.la madre li guidano al pa- scolo, e si nutrono di vermi, di chiocciole ed altri in- setti, e più tardi di gemme di fiori, di foglie, e di frutta del prugnolo, del sambuco e della rosa selvatica. 342. Tetrao Scoticus. Lath. Il Pollo di palude. Abita esclusivamente la Scozia, l'Irlanda e 1’ Inghilterra. 313. 177. Tetrao alpinus *) Caratteri — Misura 33 o 34 centimetri di lun- ghezza. Il maschio in abito d’inverno è tutto d’ un bian- co-candido, ed ha una fascia nera, che parte dal becco ed attraversa gli occhi, ed uno spazio nudo che s' i- -*) Sinonima — Telrao lagopus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Schlegel, Vieillot, Tschudi — Telrao alpinus: Nilsson — Lagopus vulgaris: Vicillot — Tetrao mutus: Bonaparte — Lagopus alpius: Keyserling e Blasius, Degland — Inglese: The common Plurmigan. Gould — Tedesco: Das alpen Schnechuhn. Naum. — Francese: Le Îèras p'armigan. Temm. — Italiano: La Pernice di mon- tagna. Savi. 356 narca a semi-cerchio rosso sull’ occhio. Porta le due penne laterali della coda nere a frangia bianca; i piedi e- le unghie impennate e lanose, quest’ ultime arcuate e nere, il becco nero, e l’iride cenere — La femmina in que- sta stagione è bianca anch'essa, ma si distingue dal ma- schio per la mancanza della fascia nera sull’occhio — Il maschio in abito d’estate copre la sommità della te- sta, il collo, il dorso, lo scapolare, le due penne me- diane della coda e le sue coperture superiori d’un ce- nere-rossiccio, tagliato da numorose strisce serpeggianti d’un nero-carico; il petto ed i fianchi d’un gran nu- mero di penne nere, variafe e sparse d’un rosso-chiaro serpeggiante; la gola d'un bianco sparso di nerastro; ed il ventre, l'addome, le coperture inferiori della coda, le ali, le loro coperture ed i piedi d’un bianco perletto. Porta anche in quest'epoca la fascia nera sugli occhi e le larghe sopracciglia d’un rosso vivissimo — La fem- mina sì distingue ‘ancora per la mancanza della fascia nera sopraccigliale.e per un bianco meno puro — I novelli hanno strisce sottilissime miste di cenere, di nero e di rossastro — Trovansi nella primavera e nell’ au- tunno individui, che hanno penne bianche più o meno variate e distribuite irregolarmente sulle differenti parti del corpo; allora sono nel passaggio dell’una all'altra livrea. Costumi — Vive nei monti più elevati in mezzo alle rocce ed ai ghiacci e quasi nelle regioni eterne delle nevi. Prolifica da noi sotto irododendri o sotto i massi, e depone sino a 44 wova giallastre a punte brune. Per lungo tempo i novelli seguono Ja madre: piccoli, sì nu- trono d’insetti; più tardi di semi di mirtillo e di pru- LA Brellasi ‘ ded gnole, e adulti di semme di rododendri, di eriche, di rose selvatiche e simili. Amano voltolarsi. nella sabbia e nelle nevi, e d'inverno scavano lunghe gallerie pet cercarsi nutrimento. Scendono pei gran rigori della sta- gione in montagne più basse, e mutano le penne due volte all’anno. 344. Tetrao Islandorum. Fab. La Pernice d'Islanda. Faber lo ritrovò nell’Islanda, ove non sì trovano altre specie affini (Temminck, non Degland). 315. Tetrao Salice. Temm. La Pernice della Lap- ponia. Sta nella Livonia, nell’ Estonia, nella Lapponia, nella Svezia, e nella Groenlandia. 3416. Tetrao brachydaciylus. Temm. La Pernice della Russia. È nella Russia settentrionale (Temminek, non Degland). i FAMEGLIA XXIX. PERDICINA ") Caratteri — Un becco corto, convesso, grossolano o gracile, col contorno dell'occhio nudo o pennuto; i piedi mediocri; le ali arrotondate e concave; la coda corta e pendente. Costumi — Raccoglie questa Famiglia i due Ge- neri Perdix ed Hemipodius: sotto descriviamo i costumi inerenti ai rispettivi Generi. Ì ") Sinonmia — Tetrao : Linneo — Gallinacei: Illigor — Nudipedes: Vieillat — Tetradaciyli nuditarsi : Latreille — Per- dix: Lesson, Degland — Perdicine: Bonaparte — Permicini. e (Se) bi (9.9) GENERE LVII». PERDIX *) Caratteri — Un becco corto, compresso, forte, nudo alla base; la mandibola superiore arcuata, convessa, molto ricurva alla punta. Le narici basali, laterali, chiuse a metà da una membrana vuota e nuda. I piedi con tre dita anteriori, riunite da una membrana sino alla prima articolazione, ed un altro posteriore. La coda composta di 14 o 418 penne, corta, arrotondata e pendente verso terra. Le ali corte, scalari sino alla 4.* o 5.* remigante, che sono le più lunghe: in alcuni la 1.* sorpassa le altre. Costumi — Questi uccelli si moltiplicano in climi molto caldi e temperati; vivono per coppie, ed una volta riuniti, è ben difficile che si separino; alcune spe- cie sono sedentarie ed altre emigrano. Quando i pulcini sortono dal guscio, il maschio e la femmina gli prodi- gano ogni cura, li conducono al pascolo, li avvertono se corrono qualche pericolo, e li tengono sotto tutela sino alla vegnente primavera: una specie però è poli- gama. Abitano alcuni i terreni montuosi e.le boscaglie, ed altri i-campi, i prati e i luoghi discoperti. Sì cibano tutti di semi di piante bulbose, d’ insetti e di vermi, e costruiscono un rozzo nido con poche erbe sulla terra. Hanno muta semplice ed ordinaria. I maschi si distin- ") Simonima — Tetrao: Linneo, Gmelin, Dumeril — Per- dix: Brisson, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Schinz, Degland — Francolinus, Perdia, Starna, Coturnig: Bonaparte — Atlagen, Perdix, Starna, 0r- tyx, Ortygion: Keyserling e Blasius. — Permici. 359 guono con facilità, ed i novelli prendono i distintivi dopo la prima muta. Li divideremo in tre Sezioni. 4.2 SEZIONE. Francolinus. Caratteri — Il maschio solo col tarso armato di uno sperone. Costumi — Vivono in terreni umidi e poggiano sulle piante. 317. Perdix francolinus. Lath. Il Francolino. Savi. Sta nella Turchia, nell’ Arcipelago e nell'Italia meridionale. 2a SEZIONE. Perdix. Caratteri — Il tarso munito d'una callosità, od intieramente liscio. Costumi — Vivono nei colli sterili, o nei campi coltivati, e non poggiano sulle piante. 318. 178. Perdix greca *) Caratteri — Tiene 32 0 33 centimetri di lunghezza un maschio, ed ha la gola, le guancie e l’avancollo d’un bianco-puro circondato da una fascia nera senza alcuna macchia sul petto; e la fronte e lo spazio tra l'occhio ed il becco parimenti neri. Porta le parti superiori ed il petto d’un cenere-azzurrastro, e sulle penne cenerine ") Sinonima — Perdix greca: Brisson, Cuvier, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Perdix saxatilis: Meyer e Wolf, Temminck, Lesson, Schinz, Tschudi — Inglese: The greck Partridge. Lath. — Tedesco: Das Steinhuhn. Bechs. — Francese: La Perdrix bartavelle. Temm. — Haliano: La Co- turmice. Savi, 360 dei fianchi segnansi delle barre trasversali a bordi neri, ed a macchie d’ um bel bruno-marrone. Ha rossi i piedi, il becco ed il contorno degli occhi; e la coda composta di 46 penne, le cui 4 mediane grigie, e le altre 42 d’un rosso-carico a riflessi vellutati — La femmina è più piccola d’un pollice, ed ha il colore cenere meno puro, e la fascia nera del collo molto più stretta — I giovani prima della muta sono superiormente d’un ce- nere \più o meno misto a rossastro, ed irregolarmente macchiati di bruno e di biancastro. Costumi — Vive nelle Alpi meridionali della Tur- chia, dell’ Arcipelago, dell’Italia, del Tirolo e della Sviz- zera. Da noi si ritrova sui pendii esposti, tra i pini nani ed 1 cespugli delle rose alpine, ai piedi delle scarpe roc- ciose e tra le ruine, e in mezzo ai ceppi scoscesi ed ai cespugli. Corre sveltissimo, di rado prende il volo, sì nasconde tra le pietre o sotto i ciuffi d'erba e mai non posa sulle piante. Si nutre di gemme di rose al- pine, d’aragni, di larve, di formiche, di grani, di bac- che di ginepro, e di foglie di pini. Depone da 2 a 48 uova giallastre a macchie brune. I piccoli corrono sveltissimi appena nati. Scendono d’inverno in pendii inferiori. 349. 179. Perdia rubra. Caratterìî — Misura 30 centimetri circa in lun- *) Sinonima — Perdia rufa: Latham, Vieillot, Cuvier — Perdix rubra: Brisson, Temminck, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel, Schinz, Degland, Tschudi — Inglese: The quermsey Partridge. — Latl. Tedesco: Das role. Feldhuhn. — Francese: La Perdriv rouge. Temm. — Italiano : La Per- nice, Savi. 361 ghezza. Il maschio ha la gola e le guancie d’ un bianco puro, circondato da una fascia nera, che si dilata sul petto e sui lati del collo in un gran numero di macchie e di strisce dello stesso colore. Porta una larga fascia bianca sopra gli occhi; tutte le parti superiori e l'alto petto d’una tinta cenere-rossastra; e le parti inferiori del petto con un largo spazio cenere. Tiene l’addome ed il ventre d’un rosso-sbiadito; i fianchi cenerini con fasce trasversali esternamente nere, e coll’ ultima molto più larga e rossa; e rossi i piedi, il becco e il contorno degli occhi — La femmina indossa tinte più sbiadite, ed ha la testa mescolata di cenere, e la fascia nera che circonda le guancie meno lata e meno macchiata — I giovani prima della muta sono più piccoli, hanno del bruno-rossastro superiormente con macchie irregolari cenere, rossastre e nerastre agli scapolari ed alle ali, e del cenere-rossastro inferiormente, più puro sul ventre e sui fianchi, e con qualche segno rosso all’estremità delle penne in quest’ultima parte. Costumi — Abita sui nudi monti della Francia, dell’Italia e della Svizzera, specialmentè nel Giura, e si trova anche da noi, ma poco numeroso. Nidifica nei campi, nei cespugli e nelle rocce, depone da 14 a 48 uova gial- lognole a numerose macchie rossastre, e nutresi come il precedente di semi, di grani e d’insetti. 320. Perdix petrosa. Lath. La Pernice di Barbaria. Abita le montagne sassose della Spagna meridionale, delle isole Majorica e Minorica, della Sardegna, della Corsica, della Sicilia e di Malta, e nelle Calabrie. 362 321. 180. Perdia cinerea *) Caratteri — Ha 30 centimetri in lunghezza. Il maschio copre la faccia, le sopracciglia e la gola d’un rosso-sbiadito; e il collo, il petto ed i fianchi d’un ce- nere strisciato di nero sulle prime due parti e larga- mente macchiato sulla terza. Tiene una larga piastra marrone sul basso-ventre, che ha la forma d’un ferro di cavallo; il dorso, il groppone e le ali d’un cenere- bruno a strisce e macchie nere; e lo scapolare e le co- perture alari sottilmente strisciate di bianco lungo lo stelo. Ha le remiganti brune con fasce serpeggianti ros- so-giallognole; la coda con 18 penne e colle laterali rosse; nudo lo spazio dietro l’occhio; il becco olivastro; l’iride bruno-rossastra; ed i piedi grigi — La femmina si distingue per il rosso della faccia meno esteso , per tinte più cariche e più confuse, per piccole. macchie bianche sull’alta testa, per segni neri più grandi e nu- merosi nelle parti superiori, per poca tinta marrone sul basso ventre, e finalmente per le macchie dei fianchi d’un rosso-nerognolo — I giovani avanti la muta sono più piccoli, e superiormente d’un bruno- giallastro va- riato da fasce e da strisce oscure. Costami-— Vive nei campi seminati sui limiti in- feriori delle regioni montagnose, si trova in molte parti °) Sinonimia — Tetrao perdiv: Linneo, Gmelin — Starna cinerca: Bonaparte, Keyserling e Blasius — Perdia cmerca: Brissone gli altri autori sistematici — Inglese: The common Partridge. Lath. — Tedesco: Das gemeine Feldhuhn. Bechs. — Francese: La Perdrix grise. Temm. — Italiano: La Starra. Savi. 363 dell’ Europa, nidifica nei campi e nelle steppe, e depone da 12 a 48 uova d’un cenere-verdastro sporco. Scende d’autunno in terreni più bassi, e si ciba di semi, di grani, di bacche, d’erbe e d’insetti, e particolarmente di formiche e delle loro uova. 3.8 SEZIONE. Coturnix. Caratteri — La coda cortissima , pendente verso terra e coperta dalle penne del groppone; la 4. remi- gante più lunga. Costumi — Sono poligami e nomadi, vivono soli- tari e non si riuniscono che per emigrare. 322. 181. Perdix coturma *) Caratteri — Tiene 16 o 17 centimetri di lun- ghezza. Il maschio ha la sommità della testa variata di nero e di rossastro con tre fascette longitudinali, di cui una sopra cadaun occhio ed una terza nel centro della testa; e le parti superiori d’un cenere-bruno a macchie nere ed a fasce giallognole. Porta sopra lo scapolare e sul dorso una larga fascia bianco-giallognola posta lungo lo stelo delle penne; la gola rossa circondata da due fasce bruno-nerastre; e le parti inferiori del collo, il ") Sinonima — Coturniv: Brisson — Coturnix vulgaris: Schlegel — Tetrao coturniv: Linneo, Gmelin — Perdix co- turniz : Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Cuvier, Vieillot, Lesson, Schinz, Degland, Tschudi — Coturnix daciylisonans : Bonaparte — Ortygion coturni: Keyserling e Blasius — In- glese: The common Quaîil. Lath. — Tedesco: Die. Wachiel. Sepp. — Francese : La Caille. Temm, — Italiano: La Qua- glia. Savi. | 364 petto ed 1 fianchi d'un rosso-sbiadito a strisce longitu- dinali bianche, che seguono pure la direzione dello stelo. Biancastro ba il ventre; cenere-brune le remiganti con sottili strisce giallastre sugli orli esterni; la coda con 14\penne; il becco ed i piedi carnicini; e l’iride noc- ciuola — La femmina ha la gola bianca senza macchie oscure nel centro delle penne, e senza le due fasce che la circondano; le tinte del dorso molto più cariche; il petto bianco-giallastro con sottili segni neri; le penne dei fianchi d’una tinta rosso-sbiadita; e infine le fasce longitudinali meno pronunciate — I novelli rassomigliano ‘alla madre prima della muta, ma sono più piccoli, ed hanno le parti superiori d’una tinta olivastra uniforme, e le inferiori meno giailastre. Costumi — Abita la pianura coperta di biade e frequenta le erbose valli della montagna in tutta l Eu- ropa. Ci arriva dall’Africa alla fine d’aprile, e si sparge nei campi e nei prati da Chiasso sino ad Airolo e Be- dretto. Nidifica sulla terra in un piccolo buco, e depone da 8 a 44 uova ottuse, d’un verde-sbiadito, con grandi e piccole macchie oscure. Nutresi di semi, di grani e d’insettì, riparte nel settembre, e viaggia sempre ai cre- puscoli od al chiarore della luna. 323. Perdix borealis. Temm. La Quaglia della Vir- ginia. Sua vera patria. è lo Stato Unito d'America: tra- ‘ sportato nall’Inghilterra, si è molto bene naturalizzato, divenne indigeno e vive nello stato libero senza allon- tanarsi, come il Phasianus colchicus, tra i boschetti ed ì cespugli. | GENERE LIX.o n HEMIPODIUS. Caratteri — Un becco mediocre, delicato, diritto ‘e molto compresso; gli angoli rialzati e ricurvi alle punta. Le narici laterali, lineari, longitudinalmente fesse sino alla metà del becco e chiuse in paîte da una mem- brana nuda. I piedi a tarso lungo con tre dita anteriori intieramente divise, e senza il posteriore. La coda a penne deboli, riunite in un fascio, nascoste dalle coperture su- periori, corte, inclinate ed in numero di 40. Le ali me- diocri colla 1.8 remigante più lunga. Costumi — Questi uccelli sono i veri pigmei nel- l'Ordine dei Ga/linacei: poligami, vivono nelle lande sterili, nelle sabbie e sui confini dei grandi deserti. Cor- rono con una velocità sorprendente e volano pochissimo. Sono solitari e non emigrano mai; anzi non si allon- tanano mai dal luogo, ove sono nati. Stanno nascosti nelle erbe, ed il loro nutrimento consiste principalmente d’insetti, a cui aggiungono dei piccoli semi. La muta è ritenuta semplice ed ordinaria, e poco differiscono i sessi tra loro. 324. Hemipodius tachydromus et lunatus. Temm. La Quaglia di Gibilterra e dell’ Andalusia. Savi. Si trova nella Spagna e nella Sicilia. Prima di chiudere quest’ Ordine devo annunciare, co- me da poco tempo sia stato preso in Lombardia un uc- cello giudicato dai Sig.ri Verreaux ed O des Murs per un Syroicus proveniente dall’ Australia. Devesi una si- 366 mile scoperta ai Sig.ri Fratelli Turati di Milano, distinti naturalisti, nel ricco museo dei quali trovasi l’ individuo, che venne classato col nome specifico di Lodovisie, de- dicandolo alla moglie di uno dei due fratelli. Schlegel — Trampolieri o Gralle. 368 la forma dei loro piedi; hanno però tutti un volo so- stenuto e rapido, e la maggior parte volando stendono le loro gambe in addietro. Sono quasi tutti poligami e selvatici, rimangono durante il giorno nascosti nelle erbe e nelle canne, non sortono che ai crepuscoli, ed alcuni nuotano e scendono benissimo sott'aqua: quest’ ultimi, oltre alle penne, tengono sul loro corpo una specie di lanuggine, che li ripara benissimo. Emigrano tutti nel- l'autunno in bande distinte, hanno muta doppia o sem- plice, e nel primo caso gli adulti cangiano le tinte delle penne nelle diverse stagioni, ed i giovani non prendono la livrea stabile che dopo molti anni; i maschi poi poco differiscono dalle femmine. DIVISIONE I. ALECTORIDES. Caratteri — Un becco più corto della testa, o della stessa lunghezza, robusto, forte, duro; la mandibola su- periore ricurva, convessa, vuota, arcuata alla punta. I piedi a tarso lungo e sottile con tre dita anteriori ed uno posteriore; quest’ultimo articolato più alto sul tarso di quelli sporgenti in avanti. Cestumaii — I luoghi deserti sono le terre ove dimorano questi uccelli. Alcuni cacciano soltanto rettili, lucerte ed anfibi, ed altri (e tra questi la sola specie europea) sì cibano di larve, di vermi, d’insetti, e ben di rado di pesciolini. i 369 FAMIGLIA XXX. GLAREOLIDA *) Caratteri — Un becco generalmente più corto della testa e ristretto all'estremità; le dita ordinarie; le ali e Ja coda allungate. Costumi — Gli uccelli, che compongono questa Fa- miglia, si trovano ordinariamente vicino ai luoghi bassi ed umidi, e racchiudono per noi il solo Genere G/areola. GENERE LXo GLAREOLA **) Caratteri — Un becco corto, convesso, compresso alla punta; la mandibola superiore ricurva dopo la metà della sua lunghezza, e senza incavi. Le narici basali, la- terali, obliquamente fesse. I piedi impennati sino alle ginocchia; il tarso lungo e sottile, con tre dita anteriori ed uno posteriore, il mediano riunito all’ esterno da una corta membrana, ed il posteriore diviso ed articolato sul tarso; le unghie lunghe, le ali lunghissime colla 4.? re- migante che sorpassa le altre. La coda forcuta. ") Sinonimia — Tenuirostri o Ramfoliti: Dumeril — Lit- torales: Illiger — /Egialites, Helonomes ei Uncirostres: Vieillot — Pressirostres: Cuvier, Latreille — Charadridei o Pivieri: Lesson — Charadride: Bonaparte, Degland — Glarcolidi. ") Sinonima — Pratincola: Kramer, Degland — Hirundo: Linneo — Genus glareole: Brisson — Glareola: Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck,.Vieillot, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel — Pratincole. L Ornit. Ticinese, 2h 370 Costumi — Vivono sulle aque dolci dei gran laghi o nelle paludi; la comparsa di questi uccelli sulle spiagge marittime è caso difficile e raro. Stanziano sotto miti e calde temperature, si nutrono di vermi ed. in- setti aquatici, hanno volo rapido e sostenuto, e rivaleg- giano per destrezza ed agilità colle Rondini e colle Starne, con cui vennero da alcuni confusi. Mutano le penne due volte all'anno, ma non succede grande variazione tra il loro abito estivo e l’invernale. 320. 152. Glareola torquata *) Caratteri — Misura 25 centimetri in lunghezza. Maschio e femmina tengono la sommità della testa, la nuca, il dorso, lo scapolare e le coperture alari d’un grigio-bruno; e la gola e l’avancollo d’un bianco leg- giermente tinto di rossastro: questo colore circuisce una strettissima fascia nera, che dal collo sale sino agli an- goli del becco, e nero hanno pure lo spazio tra il becco e l'occhio. Portano bruno-biancastro il petto, e bruno- marrone le sotto-coperture alari. Vestono le parti infe- riori d'un bianco misto a rossastro, le coperture della coda e le rettrici all'origine d’un bianco-puro, ed il ri- manente di nerastro. Nero hanno il becco e rosso alla *) Sinonimia — Glarcola: Brisson — Hirundo pratincola : Linneo — Glareola austriaca : Gmelin Latham, Vieillot, Cu- vier — Glareola nevia: Gmelin, Latham — Glareola tor- quata: Meyer e Wolf, Temminck, Lesson, Schinz, Tschudi — Pratincola glareola: Degland — Glareola pratincola: Key- serling e Blasius, Bonaparte, Schlegel —- Inglese: The au- strian Pratincole. Lath. — Tedesco: Der Halsband- sandhuhn. Brehm — Francese: La Glarcole è collier. Temm. — Ita- liano: La Pernice di mare. Savi. 371 base; bruno-rossastra l’iride: rosso-vivo il nudo cerchio dell’occhio; cenere-rossastri i piedi; e molto forcuta la coda — I giovani indossano nelle parti superiori un eenere-bruno, misto a ondeggiamenti più carichi e ad orli biancastri. Hanno la gola d’un bianco sucido, cir- condato da macchie brune e disposte in modo da rim- piazzare la fascia, che portano gli adulti ; il petto ed il ventre d’ un grigio-carico con o senza macchie brune; e la coda meno forcuta, e le penne laterali di questa più corte di quelle dei vecchi. Costumi — Ha voce stridula ed acuta, vive pre- feribilmente nell’Oriente europeo, lo (trovi facilmente sui fiumi, sui laghi e nelle paludi dell’ Ungheria, della Dalmazia, della Morea e della Sardegna; e spandesi ac- cidentalmente o regolarmente nella Germania, nella Fran- cia, nella Svizzera e nell'Italia, ove arriva ai primi di agosto, parte e torna a passare colla fine d’aprile. Si nutre d’insetti alati, che cerca tra le canne ele paludi, e che prende con una rapidità sorprendente al volo; nidifica nelle macchie o nelle folte erbette vicino aì ru- scelli; e depone 3 o 4 uova d’un giallo d’ocra a mac- chie oscure. 326. Glareola Pallasùi. Bruch. La Pernice di mare di Pallas. Arriva, secondo Pallas, in aprile, ed è comune dal Volga sino ad Irtin, e nei deserti della Tartaria, da cui riparte in agosto: a caso fu ritrovato nella Grecia (Degland, non Temminck). DIVISIONE I. CURSORES. Caratteri — Un becco mediocre 0 corto; i piedi - 372 lunghi e nudi sopra il ginocchio con tre dita anteriori. Costumi — Differentemente dagli uccelli classati nell’ antecedente Divisione, i quali sono maestri nel volo, questi invece si distinguono per una straordinaria atti- tudine alla corsa. Stanno fra i campi, nelle lande, tra i deserti e le pianure, non mai nei boschi o nei cespugli. Sono poligami, e si cibano d’erbe, di grani e d’ insetti. I loro nidi sono costruiti senza alcuna arte, e si mo- strano poco affezionati alla loro prole, viste le scarse cure che prendono alla loro incubazione. FARMIEGLEIA XXKXE, OTIDA °) Caratteri — Un becco mediocre, compresso o de- presso alla base, diritto. I piedi con tre dita corte, © riunite alla base da una piccola membrana. Le ali e Ja coda corte. Costumi — Vivono in luoghi aridì e sabbiosi, e raccolgono i Generi Otis e Cursorius. GENERE LXlfo OTIS **) Caratteri — Un becco della lunghezza della testa *) Sinonima — Aleclrides: Dumeril — Campestres e. Li- torales: Illiger — Perdinomi e AEgialites: Vicillut — Pres- sirostres: Cuvier, Latreille — Qtarde: Lesson — Caradride : Bonaparte — Otide: Degland — Corridori. **) Sinonima — Genus olidis:. Brisson — Otis: Linneo e gli altri autori sistematici — Otarde. ‘© più corto, diritto, conico, compresso o leggiermente depresso alla base, colla punta della mandibola supe- riore un po’ arcuata. Le narici ovali, aperte, vicine 0 lontane dalla base. I piedi lunghi, nudi sopra il ginoc- chio, con tre dita anteriori, corte, riunite alla base, e orlate da membrane. Le ali mediocri, colla 1.* remigante di mezzana lunghezza, la 2.* che si avvicina alla 3.8, che è la più lunga. La coda ampia, arrotondata e com- posta di 20 penne. Costumi — Uccelli forniti d’ nn corpo molto vo- luminoso, sono più atti alla corsa che al volo, e, costretti ad alzarsi, prendono un volo rapido e sostenuto radendo la terra. Vivono nelle campagne seminate o nei cespu- gli isolati, si nutrono d’erbe, d’insetti, di grani e di semi; un maschio basta a molte femmine; e queste stanno sole dopo essere state fecondate. Hanno la muta doppia, il maschio differisce dalle femmine per penne più va- riate e per ornamenti straordinari, ed i novelli rasso- migliano alla madre sino alla seconda muta. Si divi- dono in due Sezioni. 4.% SEZIONE. Caratteri — La mandibola compressa alla base. Costumi — Uniformi al Genere. 328. 183. Otis tarda *) Caratteri — È lungo 4 metro ed 8 centimetri circa: sonvi però individui, ed alle volte famiglie, più *) Sinonima — Otis: Brisson — Otis tarda: Linneo © gli altri autori sistematici — Inglese: The great Bustard. Lath. — Tedesco: Der grosse Troppe. Bechs. — Francese: L’ Quiarde barbue. Temm. — Italiano: L'Otarda, Savi. 374 piccole del tipo normale, sicchè è avrenuto di trovare dei maschi d’una enorme grossezza col peso di 45 chi- losrammi, mentre altri non ne davano che 5. Cotesta varietà viene attribuita generalmente alla qualità del nu- trimento che possono procacciarsi. Un maschio d'autunno ha la testa, il collo, l’alto petto e gli orlì alari d’un cenere chiaro; una fascia brunastra, longitudinale e poco apparente sulla testa; le parti superiori d'un rosso-gial- lognolo con una quantità di segni nerì e bianchi al- l'estremità delle penne; le inferiori bianche; un ciuffo di penne lunghe e sottili in ciascuna parte della man- dibola inferiore; le ali colorate in gran parte come. il dorso; e la coda bianca ai lati ed all’ estremità, tagliata da due fasce nere, e variata di rosso, di rossastro, € di macchie nerastre per tre quarti della sua lunghezza “— In abito di nozze copre la testa d’un cenere-carico con una fascià mediana e longitudinale d’un bruno rosso; il collo, d'un bianco lucido con uno spazio grande e nudo d’una tinta violetta, posto superiormente in ambo i lati, e in cui spunta una rada lanuggine e poche penne corrose; e le ali e le parti superiori, d’un rosso-gial- iognolo a strisce nere. Porta un mazzo di penne a barbe lunghe, sottili e delicate in ambo i lati della mandibola inferiore e cadenti in forma di mustacchi; una larga collana d’ um rosso-carico con macchie a semi-cerchio sul petto e sui fianchi; e l'addome d’ un bianco più o meno grigiastro. Ha neri i piedi, giallo-aranciata l’iride, ed azzurrastro il becco — La femmina differisce soltanto pei mustacchi meno lunghi e meno folti — novelli rassomigliano alla madre, e non mettono che a due anni le penne lunghe e sottili sotto il becco. “e - Sii Costumi — Abita le regioni orientali d’ Europa, e sì trova ordinariamente nella Russia, nella Dalmazia, nella Galizia, nella Moldavia, nell’ Ungheria e nella Prus- sia meridionale, e straordinariamente nella Germania , nella Francia e nell’Italia. Tschudi ci dice, che, stra- niero nella Svizzera, abbandona qualche volta in gen- najo le spiagge del Mediterraneo per le nostre colline, e che or sono alcuni anni un individuo fu ucciso nel O) Cantone di Appenzell sopra il Kamor, a 5292 makrd’alt.—, »}9% Vive nelle biade quando sono alte, vi nidifica, depone \\ 2 0.3 uova d’un bruno-olivastro chiaro, a macchie ir- regolari rosse e brune, e si ciba d’erbe, di grani e semi d’ ogni specie, e di vermi e d’insetti nell'estate. 327. 184. Otis tetrax *) Caratteri — È lungo 45 centimetri. H maschio ha la sommità della testa e l’occipite d’un colore gial- lognolo chiaro a macchie brune, e i lati della testa e l’avancollo d’una tinta cenere-carica. Nel tempo delte nozze le penne dei lati del collo e dell’occipite si allun- gano e formano come un collaretto laterale, che l’ uc- cello può aprire rialzandolo assieme al piccolo ciuffo occipitale. Tiene vicino alla tinta cenere dell’ avancollo una fascia d’un bianco-puro, che circonda tutto il collo, e questa susseguita da un’altra nera molto più ristretta ; le altre parti inferiori, gli orli alari e le coperture su- ") Sinonima — Otis minor, enas campestris, vulgo dica: Brisson — Otis tetrax: Linneo e tutti gli autori sistematici — Inglese: The little Bustard. Lato. — Tedesco: Der klaine Trappe. Bechs. — Francese: L’ Qutarde canepetiére. Temm. — Italiano: La Gallina pratajola. Savi. Ps 376 periori della coda d’un bianco-puro; tutte le superiori di un giallo-sbiadito con un gran numero di strisce ne- rastre e serpeggianti lungo il contorno delle penne, e con alcune macchie grandi e nerognole nel centro delle stesse. Ha grigi 1 piedi ed il becco, ed aranciata l’iride — La femmina ed i novelli coprono la gola, di bianco; i lati della testa, il collo e le parti superiori del petto, di giallo-sbiadito con strisce e fasce longitudinali brune; il bianco del petto, dei fianchi e degli orli alari, e le coperture superiori ed inferiori della coda con alcune strisce nere trasversali; e le parti superiori con un nero molto più variato. Costumi — È comunissimo nelle aride steppe della Russia meridionale, nella Spagna, nella Sardegna, nella Sicilia e nella Turchia; più raro nella Francia, nella Svizzera e nella Germania; e non si mostra mai nel nord dell’ Europa. Arriva in marzo nei luoghi indicati, e riparte col settembre. Vive anch'esso nei campi col- tivati, vi nidifica, depone da 3 a 5 uova d’un verde uni- forme e lucido, e si nutre di vermi e d’insetti, non che di semi e di grani. 2.4 SEZIONE. Caratteri — La mandibola depressa alla base. Costumi — Come sopra. 328. Otis hubara. Linn. L’Otarda africana. Dalle spiagge dell’ Africa passa accidentalmente nella Spagna, nel Portogallo, nella Dalmazia e nella Turchia. 377 GERERET LAI. CURSORIUS *) Caratteri — Un becco più corto della testa, de- presso alla base , alquanto arcuato alla punta, leggier- mente ricurvo ed appuntato. Le narici ovali e sormon- tate da una piccola protuberanza. I piedi lunghi, sot- tili, con tre dita anteriori cortissime e quasi totalmente divise, e con uno posteriore lungo la metà del mediano anteriore; le unghie piccolissime. Le ali mediocri, colla 1.° remigante quasi lunga come la 2.*%, e questa più lunga delle altre; le grandi coperture lunghe quanto le remiganti. La coda corta e composta di 12 penne. Costami — Sono uccelli d’indole oltremodo sel- vaggia, e vivono comunemente nelle aride ed infuocate sabbie dell’ Africa, e particolarmente nell’ Abissinia e lun- go il Mar Rosso. Delle tre specie che si trovano in quelle località, una sola finora ha visitato l Europa, e noi saremo quì sotto a descriverla. Poco si conosce e de’ suoi costumi, e del suo modo di vivere e di proli- ficare: ignoto ci è pure s’ egli abbia o meno una dop- pia muta, e se emigri in qualche epoca dell’anno; ma sappiamo per esperienza, che i maschi poco diversifi- cano dalle femmine e dai novelli. 329. 185. Cursorius isabellinus. **) Caratteri — È lungo 26 centimetri circa. Maschio *) Sinonima — Charadrius: Gmelin — Tachydromus: Il- liger, Vieillot — Cursorius: Latham, Meyer e Wolf, Tem- minck, Lesson, Cuvier, Bonaparte, Keyserling e Blasins, Schinz, Schlegel, Degland — Corrioni. “) Sivonmia — Charadrius gallicus: Gmelin — Cursorius 378 e femmina tengono la fronte, il collo, il dorso, le parti. inferiori, la coda e le coperture alari d’ una tinta isa- bella, che rassomiglia a quella del Calandrino (Alauda brachydactyla). Portano le coperture delle ali con orli cenerini, la gola e l'addome biancastri, e una doppia striscia nera dietro gli occhi. Nere hanno le penne la- terali della coda nella estremità con una piccola macchia bianca nel centro; nero il becco; azzurrastra la nudità delle gambe; giallastri i piedi; e nocciuola 1° iride — I giovani hanno la tinta isabellina più smunta, variata sullo scapolare e sulle coperture alari da segni serpeg- gianti più carichi, e la doppia striscia dietro gli occhi appena indicata da un bruno-smunto. Costumi — Gl’individui presi quà e colà nell’Eu- ropa caddero quasi tutti nelle reti tese alle AZlodole, e precisamente con queste, e Tschudi ci narra essere stato ucciso nella Svizzera due volte ai pie’ del Giura. DIVISIONE HI. GRALLA. Caratteri — Un becco di forma varia, ma il più delle volte diritto, a cono molto allungato, compresso , di rado depresso o piano. I piedi sottili, lunghi, più 0 europeus: Latham, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Cursorius gallicus: Gmelin, Bonaparte — Cursorius isa- bellinus:: Meyer e Wolf, Temminck, Lesson, Schinz, Tschudi — Tachydromus europeus: Vieillot — Inglese: The cream- coloured Plover. Lath. — Tedesco: Der isabellfarbiger Latiser. Brehm. — Francese: Le Courre-vite isabelle. Temm. — Ita- liano: I Corrione biondo. Savi. 379 meno nudi sopra il ginocchio; tre dita anteriori ed uno posteriore; il posteriore articolato a livello degli ante- riori, più in alto od anche mancante. Costumi — Gli uccelli compresi in questa Divi- sione sono quasi tutti crepuscolari, ed è precisamente ai erepuscoli, ch’essi si danno a passeggiare con passo lento e dignitoso, o con molta prestezza a seconda della forma più o meno complicata delle loro dita ed in ra- gione della lunghezza del loro tarso: ed è pure ai cre- puscoli che sì cibano, e che intraprendono le lunghe ed ordinarie loro emigrazioni. Astuti, sospettosi e fieri, difficilmente si lasciano avvicinare dall'uomo, e vivono sulle spiagge dei mari, sulle rive dei laghi e dei fiumi, o nelle paludi, ove sì nutrono indistintamente di pesci, di pesciolini, di rettili, di molluschi, e d’ insetti aquatici o terrestri, ed alcuni anche di grani, a seconda del loro becco più o meno conformato per l’ uno o l’altro pascolo. Entrano molti nell’aqua senza nuotare, percorrono altri i terreni melmosi, ed altri ancora, abbenchè muniti di tarso lungo e sottile, nuotano e s'immergono con faci- lità, per cercare alimenti propri alla loro natura, e per sottrarsì alle altrui persecuzioni. Attissimi al volo, in- traprendono lunghe emigrazioni, e le eseguiscono perio- dicamente nell’autunno e nella primavera volando colle gambe distese verso la coda. Alcuni hanno muta sem- plice ed altri doppia: in questo caso i colori delle penne cangiano pure periodicamente, ed i novelli vogliono al- cuni anni a prendere i colori stabili degli adulti. I sessi presentano poche distinzioni tra loro. 380 FANEIGLEA KXXEE, 3 CHARADRIDA *) Caratteri — Un becco generalmente più corto della testa ; 1 piedi con dita ordinarie in numero di tre o di quattro; le ali e la coda allungate. Costumi — Gli uccelli compresi in questa Fami- glia amano stabilirsi in luoghi umidi e paludosi, vivono di vermi e d’insetti, ed abbracciano i Generi Pluvianus, Ofdienemus, Calidris, Himaniopus, Hamatopus, Chara- drius, Vanellus, e Strepsilas. GERSERE ELXASE i» PLUVIANUS. Caratteri — Un becco più corto della testa, ap- puntato, superiormente convesso, inferiormente diritto e compresso nel centro. Le narici basali, oblunghe e. co- perte da una membrana. 1 piedi a tarso allungato colle gambe denudate in tutta la parte inferiore; le dita corte, sottili, in numero di tre anteriori, divise e congiunte alla base da una membrana. Le ali acute. La coda arroton- data e non più lunga delle ali. ostazi — Questo Genere, nuovo come europeo e creato da Vieillot, non comprende che una sola spe- cie, di cui non ho potuto rintracciare i Costumi, perchè ommesso da Temminck, e toccato appena da Degland. ") Sivonima — Vedi la Sinonimia alla Famiglia XXX, pag. 369. — Caradridi. 381 330, Pluvianus melanocephalus. Vieilli IL Pluviano di testa nera. Abita l'Egitto ed il Senegal, e mostrasi, secondo Degland, accidentalmente nella Francia meridio- nale in compagnia della Fifa (Vanellus cristatus). GENERE LXIVe OEDICNEMUS *) Caratteri — Un becco più lungo della testa, di- ritto, forte, alquanto depresso alla base, compresso al- l'estremità, coll’angolo della mandibola superiore rial- zato. Le narici collocate nel mezzo del becco, longitudi- nalmente fesse nella parte cornea, aperte davanti, forate da una parte all’altra. I piedi lunghi, sottili, con tre dita anteriori riunite sino alla seconda articolazione da una membrana, che si dilata lungo le dita. Le ali me- diocri, colla 1.* remigante alquanto più corta della 2.2, che è la più lunga. La coda scalare. Costumi — Le parti solitarie ed elevate delle terre aride e silicee sono l’ordinaria dimora dì questi uccelli. Timidi per natura, stanno durante la giornata oziosa- mente accovacciati sul terreno, e non si movono che ai crepuscoli. Allora si danno alla caccia di limaci, di pic- coli rettili e d’ insetti, e sostengono un volo rapido ac- compagnato da grida acute. Prolificano deponendo le uova in una piccola cavità della terra, ed è in qnest’e- ") Sinonima — Charadrius: Linneo, Gmelin, Meyer e Wolf — Otis: Latham — OFdicnemus: Guvier, Temminck, . Vieillot, Lesson, Bonaparte, Keyserling ‘e Blasius, Schinz, Sehlegel, Degland —- Oechioni. 382 poca, che il maschio sceglie una femmina, che abban- dona non appena allevati i figli. Hanno la muta sem- plice ed ordinaria, i novelli trascorrono alcuni anni prima di raggiungere i caratteri stabili degli adulti, ed intra- prendono i loro viaggi periodici disgiunti dai vecchi. 331. 186. OEdicnemus crepitans *) Caratteri — Misura da 40 a 43 centimetri di lun- ghezza. Il maschio e la femmina hanno tutte le parti superiori d’un colore cenere-rossastro con un segno lon- gitudinale nel centro di ciascheduna penna; lo spazio tra l’occhio ed il becco, la gola, il ventre e le cosce d’ un bianco-puro; ed il petto ed il collo leggiermente colorati di rossastro e sparsi di strisce longitudinali brune. Portano sulle ali una fascia trasversale bianca, colla 41.* remigante segnata nel centro da una gran mac- chia bianca, e la seconda d’una piccolissima dello stesso colore sulle barbe interne. Tengono rosse le coperture inferiori della coda, e nere le rettrici nella estremità, meno le mediane. Hanno il becco nero a base giallo- sbiadita; ed il contorno degli occhi, Viride ed i piedi d’un giallo-puro — I novelli vestono colori meno pro- nunciati, e si distinguono a colpo d'occhio per la forma *) Simonima — Charadrius edicnemus: Linneo, Gmelin, Meyer e Wolf — Pluvialis major, OEdicnemus vulgo dicta : Brisson, — Otis edicnemus: Lathom — OEdicnemus euro peus: Vicillot — OEdicnemus crepitans: Temminck, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schle- gel, Degland — Inglese: The common thick-kneed Bustard. Lath. — Tedesco: Der grosser Brachvigel. Naum. — Fran- cese: L’Ocedicnème criard. Temm. — Italiano: L’Occhione. Savi. 383 molto dilatata del tarso e per la grossezza delle artico- lazioni, che non sono ancora in armonia col corpo. Sono questi caratteri proprii di tutti gli uccelli giovani a gambe lunghe e sottili, ma sono particolarmente rimar- chevoli in questa specie. Costumi — Sta nelle brughiere o nelle terre in- colte lontane dalle aque. È abbondante nei paesi me- ridionali, e si trova nella Francia, nell'Italia, nella Sar- degna, nell’Arcipelago, e nell’aprile e nell’agosto di pas- so tra noi. Depone 2 uova bruno-giallosnole miste di verdastro in un piccolo buco della terra, e vive d’ in- setti, di conchiglie, di rettili e di piccoli topi. GENERE LXVeo CALIDRIS *) Caratteri — Un becco mediocre, delicato, diritto, molle, flessibile in tutta Ja sua lunghezza, compresso dopo la base, depresso alla punta, stiacciato e più largo altrove che nel centro, con una ruga nasale molto ' prolungata verso la punta. Le narici laterali e longitudinalmente fesse. I piedi, sottili con tre dita anteriori intieramente Givise. Le ali colla 1.* remigante più lunga. Costumi — Questi uccelli vivono e prolificano nel nord, sono sparsi sopra una gran parte del nostro globo, ‘) Sinonimia — Tringa: Brisson, Schlegel — Charadrius: Linneo, Gmelin, Latham — Arenaria: Bechstein, Meyer. e Wolf, Temminck, Cuvier, Lesson, Degland — Calidris: Il- liger, Vieillot, Temminck, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz — Calidre. 384 emigrano regolarmente in compagnie, e nelle loro emi- grazioni coprono alle volte le spiagge marine con im- mensi voli. Non si vedono lungo i fiumi, che per un caso puramente accidentale, e si nutrono di vermiccluoli e di piccoli molluschi marini. Hanno la muta. doppia, ed i colori delle penne differiscono nelle due stagioni. Non si distinguono i sessi, ma 1 novelli portano tinte diverse degli adulti. 332. ‘487. Calidris arenaria *) Caratteri — Misura 15 o 16 centimeta in lun- chezza. Il maschio e la femmina d’autunno hanno tutte le parti superiori ed i lati del collo d'un. cenere-bian- castro con piccole strisce oscure nel centro delle penne; la faccia, la gola, l’avancollo e le parti inferiori d’un bianco immacolato; le congiunture e gli orli alari, non che le remiganti, nere; le coperture delle stesse fran- siate di bianco; e le remiganti all’ origine, cogli steli, parimenti d’un bianco-puro. Portano la coda cenere co- sli orli bianchi, e neri il becco, l’iride ed i piedi — In abito di nozze tengono la faccia e la sommità della testa sesnate a grandi macchie nere, frangiate di rosso e ricamate di bianco; il collo, il petto e gli alti fian- *) Simona — Calidris grisea minor: Brisson — Chara- drius calidris: Linneo, Gmelin, Latham — Arenaria calidris: Meyer e Wolf, Temminek, Cuvier, Degland — Calidris are- naria: Iliser, Temmiock, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Tschudi — Calidris rubidus et tringoides: Vieillot — Tringa arenaria: Schlegel — Inglese: The Sanderling. Penn. — Tedesco: Der grauer Sanderling. Meyer — Fran- cese: Le Sanderling variable. Temm. — Italiano : La Calidra., Savi. 385 chi d’un rosso-cenere a macchie nere nel centro di cia- scuna penna, e coll’estremità biancastra; ed il dorso e lo scapolare d’un rosso-carico a grandi macchie nere; . tatte queste penne poi hanno orli e punte biancastre. Portano le coperture alari d’ un colore bruno-nerastro con segni serpeggianti rossi; le due penne mediane della coda nere a frangie rosso-cenere; ed il ventre e le al- tre parti inferiori d’un bianco-purissimo — I novelli avanti la muta coprono la sommità della testa, il dorso, gli scapolari e le coperture delle ali d’un colore nero a frangie giallastre, variate da piccole macchie di que- sto colore; la nuca, i lati del collo e quelli del petto, d’un grigio-sbiadito, ondeggiato da strisce sottilissime cenerine. La fronte, la gola, l’avancollo, e tutte le parti inferiori d’un bianco-puro; il contorno delle ali, le re- miganti e le rettrici come quelle degli adulti. Costumi — Sta lungo le spiagge di tutti ì mari europei secondo le stagioni; abbondante perciò nel nord durante l'epoca della propagazione; in primavera ed au- tunno sulle coste dell’ Olanda, del Belgio e della Fran- cia, e nell’inverno sino nell’Italia, e specialmente nelle lasune Venete. Nidifica al polo artico, nella Groenlan- dia e sulle coste del Labrador presso le aque salse. Si nutre di scarafaggi e piccoli insetti marini. Fu preso nella valle di Orsera; probabilmente era di passaggio. GRNERE LAXVI:» HIMANTOPUS *) Caratteri — Un becco lungo, sottile, cilindrico , ‘) Sinonima — Himantopus: Meyer e Wolf, Temminck, L’Ormi. Ticinese, 25 DAL [ISTO10, affilato, stiacciato alla base, compresso alla punta; le mandibole lateralmente scannellate sino alla metà della loro lunghezza. Le narici laterali, lineari, lunghe. I piedi lunghissimi, sottili, con tre dita anteriori; il dito me- diano riunito all’esterno da una larga membrana, ed all’interno da piccolissimi rudimenti. Le unghie picco- lissime e schiacciate. Le ali lunghissime colla 4.3 re- migante un po’ più estesa delle altre. La coda corta, con 42 penne. È Costumi — Frequenta di preferenza le spiagge dei mari e delle aque salse, più di quelle dei laghi e dei fiumi, ma, ovunque si ritrovi, è sempre poco nume- roso. Nutresi di vermi, di mosche e di molluschi; ha volo rapido e sostenuto, e cammina lento e con fatica. Muta due volte all’anno, in primavera e nell’autunno; con pochi e minuti brani vegetali prepara il suo nido; lo colloca sopra qualche cumulo elevato ; e prende poca cura dell’incubazione delle uova. 339. 188. Himantopus melanopierus *) Caratteri — Ha 40 centimetri di lunghezza circa dal becco all’articolazione delle dita. Un maschio adulto Vieillot, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Schinz, Schlegel, De- gland — HMypsibates: Keyserling e Blasius, Ntzsch — Ge- nus himantopi: Brisson —Charadrius: Linneo, Gmelin, La- tham — Cavalieri. *) Sinonima — Himantopus: Brisson — Charadrius hi- mantopus: Linneo, Gmelin, Latham — Himantopus atroapte- rus: Meyer e Wolf, Temminek — Himantopus albicollis: Vieillot — Himantopus candidus: Bonaparte — Himantopus melanopierus: Meyer, Temminck, Schinz, Schlegel, Degland — Hypsibates himantopus: Keiserling e Blasius, Nitzsch — 387 ha la faccia, il collo, il petto, e tutte le parti inferiori d'un bianco-purissimo, e questo bianco prende una leggiera tinta rosata sul petto e sul ventre. Ha neri o nerastri la nuca e l’occipite, con alcune striscette bianche, e que- sta tinta si trasforma in un bianco perfetto, quando di- venta molto vecchio. Porta il dorso e le ali nere a ri- flessi verdastri; cenerina la coda; nero il becco; cremesino l’iride; e rossi-vermigli i piedi. — La femmina è meno grande, ha tinte più oscure, ed il di lei mantello e le ali non mandano i bei riflessi. verdastri — I] giovani hanno i piedi aranciati, il mantello e le ali brune a frangie biancastre: le penne della testa, della nuca, © dell’occipite d’un cenere-nerastro con orli biancastri. Costumi — Vive e nidifica nelle vaste paludi salse della Russia e dell’ Ungheria. Depone 5 o 6 uova ver- dastre a numerose macchie cenere sopra cumuli di terra. Si ciba di mosche, molluschi, insetti marini, pesciolini, ecc. Emigra, spingesi alle volte nella Germania, nella Francia, nella Svizzera, nell'Italia, e trovasi sulle Venete lagune all’epoca di passo, e nella Sardegna. GENERE LXViII:»: H/AMATOPUS *) Caratteri — Un becco lungo, forte, diritto, molto Inglese: The long-legged Plover. Lath.— Tedesco: Der schwarz- Aliigelige Standreuter. Meyer — Francese : L'Ecasse è manteau noir. Temm. — Italiano: I Cavalier' d’ Italia. Savi. °) Sinonima —- Genus ostralege : Brisson — Hematopus: Linneo, e gli altri aulori sistematici. — Beccaccie di mare. 398 più compresso alla punta, e. tagliato a forbice. Le na- rici laterali, longitudinalmente fesse nella scannellatura del becco. I piedi forti, muscolosi. con tre dita anteriori; il mediano congiunto all’esterno sino alla prima arti- colazione da una membrana, e l'interno da piccoli ru- dimenti, che si dilatano anche lungo le dita. Le ali me- diocri, colla 4.* remigante più lunga. La coda uguale, mezzana, e con 12. penne. Costumi — Abitano su tutte le spiagge marittime dell’ Europa tanto sugli scogli, quanto sulla sabbia, se- guono l’onda, ed il flusso e riflusso del mare per pren- dere le conchiglie, che vengono spinte e discoperte dalle aque, le aprono col loro becco, e ne estraggono | ani- maletto, di cui ne sono estremamente ghiotti. Sono for- niti di mezzi portentosi al volo, e, non appena scorgono cualche pericolo, mandano grida d’avviso ai compagni, e s’alzano immediatamente. Vivono riuniti in branchetti, ma all’epoca della riproduzione non si ritrovano che accoppiati. Prolificano sugli scogli o tra le erbe, nei prati pantanosi in prossimità dei mari. Benchè sforniti di mezzi natatorj, s'abbandonano all’onde, e si lasciano cullare e trascinare anche lontano. Depongono le loro uo- va senza alcun.apparecchio preliminare, e non le incu- bano che alla notte, lasciando al sole Ja cura di ese- guire la bisogna durante la giornata. Hanno doppia la muta, e la diversità tra queste due epoche sta in una collana bianca, che portano nell’inverno; i sessi non si contraddistinguono in modo alcuno. 1934. 189. Hîematopus ostralegus *) Caratteri — Dà in lunghezza 42 centimetri. Ma- *) Simonimia — Ostralega, Pica marina vulgo dicta : Bris- cà 389 schio e femmina tengono la testa, la nuca, Alto petto, il dorso, le ali e l’estremità della coda d’un nero molto carico, ed un largo collare bianco sotto la gola: questo collare sparisce all’epoca delle nozze, e le penne diven- tano allora tutte d'un nero lucido e brillante. Hanno il groppone, l’origine delle rettrici e delle remiganti, la fascia trasversale alare e tutte le parti inferiori d’un bianco-purissimo; il becco ed il nudo circolo dell’ oc- chio d’un aranciato vivissimo; 1 iride cremisino; ed i piedi rosso-sbiaditi — I novelli si possono riconoscere per nna mescolanza di tinte brune.e nere con orli del primo colore alle penne; per un bianco piuttosto sucido; pel becco e pel cerchio degli occhi bruni-nerastri; per l’iride bruna; e pei piedi grigio-lividi — Così Tem- minck. Degland invece vorrebbe, che gl’individui a coi- lana bianca sieno giovani, che non hanno ancora rag- giunto il colore perfetto delle penne. Costumi — Si trova su tutte le. coste marittime del settentrione nell’estate, c del mezzogiorno nell’ in- verno. Depone 2 o 3 uova olivastro-chiare a numerose macchie nere; si nutre di conchiglie bivalvi, di mollu- schi e di piccoli insetti marinì, che trova tra le rocce; e nella emigrazione qualche individuo giovine si smar- risce, e mostrasi anche suj nostri fiumi e sui nostri laghi. son — IHemaiopus pica marina: Linneo — Hemalopus ostralegus : Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Tem- minck, Vieillot, Keiserling e Blasius, Cuvier, Schinz, Schle- gel, Desland — fnglese: The pied Oyster cotcher. Lath. — Tedesco: Der europdische Austernfischer. Bechs. — Francese: L° Huiterier pie. Temm. — Italiano: La Beccaccia di mare. Savi. 390 CENERE EXVILI, : CHARADRIUS *) Caratteri — Un becco più corto della testa, sot- tile, diritto, coi solchi nasali prolungati per due terzi , e colle mandibole rigonfiate all’ estremità. Le narici ba- sali, intagliate, longitudinalmente fesse in mezzo ad una grande membrana, che ricopre la fossa nasale. I piedi lunghi 0 di mezzana lunghezza, sottili, con tre dita an- teriori; l'esterno riunito al mediano da una corta mem- brana e l'interno diviso. Le ali mediocri; la 1.* remi- gante un po’ più corta della 2.%, che è più lunga delle altre. La coda leggiermente arrotondata o quadrata. Costumi — Stanno in questo Genere uccelli cor- ridori e viaggiatori per eccellenza, ed amano posare e vivere sulle rive fangose dei fiumi, alle foci di questi, sulle grandì paludi, nelle praterie inaffiate e sulle spiagge marine, ove crescono le alghe ed i fuchi. Vivono in pic- cole truppe, le coppie si propagano vicine, ed emigrano in compagnie più o meno numerose: gli adulti però sempre disgiunti dai giovani, e questi dopo quelli. Si cibano di moliuschi, di vermi e d’insetti aquaticìi, che cercano accomunati, mettono un grido d'allarme al più piccolo pericolo, e nidificano in una piccola cavità senza alcun apparecchio. Hanno la muta doppia, meno una . specie, ed in questa sola distinguonsi i sessì. *) Sivonima — Genus pluvialis: Brisson, — Charadrius : Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieil- lot, Cuvier, Lesson, Schinz, Schlegel, Degland — ZEgialites, Eudromias, Charadrius, Pluvialis, Hoplopterus: Bonaparte, Key- serling e Blasius — Corrieri. 339 190. Charadrius pluvialis *) Caratteri — Tengono 27 centimetri di lunghezza. Maschio e femmina nell’abito invernale hanno la som- mità della testa, tutte le parti superiori, Je ali e la coda d’un nero fuligginoso, segnati da grandi macchie gial- lo-dorate e disposti sugli orli di ciascheduna penna. Por- tano i lati della testa, il collo ed il petto variato da macchie cenere-brune e giallognole; le parti inferiori e la gola bianche; le remiganti nere cogli steli bianchi all’estremità; il becco nerastro; i piedi cenere-carichi ; e bruna l’iride — In abito di nozze tengono le parti superiori d'un nero-carico con piccoli. segni agli orli delle penne d’un colore giallo-dorato risplendente; la fronte e lo spazio sopra l’occhio d’un bianco-puro; le parti laterali del collo d’un bianco variato. da grandi macchie nere e gialle; e la gola, l’avancollo, e tutte le altre partì inferiori d'un nero profondo — I giovani hanno tutte le parti superiori nero-cenerine variate da macchie cenere-giallastre. Costumi — Trovasi in tutta l'Europa, e nidifica nelle paludi, nelle maremme e. nelle brughiere. umide della Scozia, della Russia e della Norvegia. Depone da ‘) Sinonima — Pluvialis aurea: Brisson — Charadrius pluvialis et apricarius: Linneo, Briinnichii, Gmelin, Latham — Charadrius auratus: Meyer e Wolf, Schinz — Pluvialis apricarius: Bonaparte — Charadrius pluvialis: Temminck , Cuvier, Vieillot, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel, Desland, Tschudi — Inglese: The golden Plover. Lath. — Tedesco: Der Glodregenpfeifer. Bechs. — Francese: Le Plu- vier doré. Temm. — Italiano: Il Piviere. Savi. 392 3 a 5 uova verde-olivastre sparse di macchie nere; si nutre di vermi, insetti e larve; emigra; e va a pas- sare l'inverno nell’ Africa. Quando l’ ottobre ed il marzo, epoca del loro passaggio, sono piovosi, non è difficile il vedere nei prati umidi e fangosi qualche branchetto di questi uecelli passeggiare in cerca d’insetti, che trovano cacciando il tenero loro becco sotto terra. 396. Charadrius spinosus. Linn. Il Piviere del Sene- gal. Comune nell’ Egitto e nel Senegal, si trova nella Grecia, e nell’ Arcipelago. 307. 194. Charadrius morinellus *) Caratteri — Misura 32 centimetri circa in lun- ghezza. Un maschio veste nell'inverno la sommità della testa e l’occipite d’un cenere-nerastro. Ha larghe so- pracciglia bianco-rossastre, che si riuniscono sopra l’oc- cipite; e bianca Ja faccia punteggiata di nero. Tiene le parti superiori d'un cenere-nerastro, tinto di verdastro ed a piccoli quadretti rossi; il petto ed 1 fianchi d'una tinta cenere-rossastra; ed una larga fascia bianco-pura, che occupa parte del petto e metà del ventre. Ha lo stelo della 1.* remigante d’ un bianco-puro meno l’estre- mità, la coda ad estremità bianca, il becco nero, l’iride ") Sinonima — Pluvialis minor seu Morinellus, Morinellus angliranus: Brissen — Charadrius morinellus: Linneo, Gme- lin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Eudromius morinellus: Boie, Bonaparte, Keyserling e Blasius — Inglese: The dotterel Plover, Lath. Tedesco : Der Mornell-regenpfeifer. Meyer — Francese: Le Pluvier quignard. Temm. — Ita- liano : Il Piviere torlolino. Savi. 393 bruna, e cenere-verdastri i piedi — Nell'estate tiene la faccia ed i sopraccigli bianco-puri; la sommità della testa e l’occipite nerastri; la nuca ed i lati del collo cenere; e le penne del mantello e delle ali orlate di rosso molto carico. Porta sul petto una. strettissima fascia bruna, susseguita d’un’ altra. bianca; la. parte sotto il petto ed i fianchi d’un rosso-vivissimo, il cen- tro del ventre nero-carico, e l'addome bianco-rossastro — La f@mmina ha il rosso dei fianchi mescolato di ce- nere, e le macchie nere centrali poco appariscenti o va- riate da penne bianche — I giovani indossano tinte più cenerine; hanno la sommità della testa rossastra variata da macchie longitudinali brune; il rosso che circuisce le penne della parte superiore meno vivo; e portano la coda a punta rosso-sbiadita. Costumi — Sta nell'Europa settentrionale, e spe- cialmente sui ripiani non boscati della Norvegia sotto il 67. gr. di latitud., e trovasi in più piccolo numero sulle alte montagne della Boemia e della Slesia. all’al- tezza di più di 4000 piedi. Nidifica raunando dei licheni, e depone 3 o 4 uova chiaro-olivastre, sparse di mae- chie bruno-olivastre. Si ciba di vermi e di insetti, è abbondante durante l'emigrazione nella Germania, nella Francia, nella Svizzera, nell'Italia, nell’ Arcipelago ed in tutto il Levante, passa nell’agosto per l’Africa, e ri- torna nel maggio. 338. Charadrius pyrrhothorax. Vemm. I Piviere a piastra rossa. È della Russia e dell’India. 339. Charadrius Asiaticus. Pall. Il Piviere solitario. Abitatore della Tartaria australe, mostrasi accidental= mente nell’ Europa, e fu ucciso vicino ad Odessa (Be- gland, non Temminck). 394 i 340. 192. Charadrius hiaticula *) Caratteri — È lungo 16 centimetri. Un maschio dopo la muta autunnale ha la fronte, lo spazio tra l’oc- chio ed il becco, ed una larga fascia coronale che passa sugli occhi, e va a finire sull’occipite, d’ una tinta nero- carica, e nero-carica porta pure un’altra fascia larga sul petto, le cui estremità si congiungono colla nuca. Tutto questo nero è circuito da un bianco-purissimo , che si mostra sulla fronte e sulla gola a mo’ di collana; di bianco copre tutte le parti inferiori, e di bruno-cenerino l’occipite e le parti superiori. Bianca ha l’esterna penna della coda a piccole barbe brune sulle barbe interne; bianche le altre in parte verso l’ estremità, meno le me- diane; bianchi gli steli delle remiganti all’ origine; ed una macchia bianca anche sulle remiganti nella parte interna. Tiene per tre quarti di lunghezza d’un giallo- aranciato il becco e l’altro quarto all’ estremità nero; aranciati il nudo cerchio dell’ occhio ed i piedi; e l’ iride nera — Dopo la muta di primavera ha tinte più pure, ed un nero più carico di quello dell'inverno — Differisce la femmina per la fascia coronale, la quale è in lei molto più sottile, e per la fascia pettorale, che non è mai nera, ma nerastra — I novelli indossano tinte ce- nere-nerastre in tutte quelle parti destinate a divenir *) Sinonima — Pluvialis torquata: Brisson — Charadrius hiaticula: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Lesson, Cuvier, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — /Egialites hiaticula: Bonaparte — Inglese: The ringet Plover. Laih. — Tedesco: Der halsband Regenpfeifer. Meyer — Fran- cese: Le gran Pluvier è collier. Temm. — Italiano: I Cor- riere grosso. Savi. 395 nere, allorchè prendono l'abito di adulti; hanno la fascia sul petto semplicemente indicata da poco bruno-cenere, intanto che il bruno-cenere delle parti superiori è molto più sbiadito; tengono frangie giallastre sulle loro penne; la fascia coronale manca in loro totalmente: il bianco frontale è meno lato e meno puro; e portano la penna esterna della coda bianca nella sua totalità; il becco ne- rastro; e giallastri i piedi. Costumi — Vive nelle spiagge dei mari e dei fiumi tra Je dune e le sabbie, e si trova nell’estate lungo il Baltico, nell’Olanda, e nella Francia, e nei mesi di set- tembre e d’aprile di passo nell'Italia e nella Svizzera. Si nutre di piccoli insetti marini, e secondo le località anche di vermi terrestri; nidifica sulla sabbia nuda, tra le conchiglie, ed alle volte nei prati vicinissimi al mare; e depone 3 o 4 uova piuttosto grosse d’una tinta oliva- stra e giallastra, irregolarmente segnate. S4l. 193. Charadrius minor *) Caratteri — Dà 13 centimetri in lunghezza. Il maschio tanto in abito d’estate, che in abito d’inverno ha tutto d'un nero-carico la fronte, lo spazio tra l’oc- chio ed il becco, e la larga fascia coronale, che passa sugli occhi e va a terminare al di sotto in linea diritta. °) Sinonimia — Charadrius curionicus: Bescke, Gmelin, Latham — Charadrius minor: Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuviér, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — - gialites curionicus: Keyserling e Blasius — Inglese: The cu- ronian Plover. Lath. — Tedesco: Der Kleiner Regenpfeifer. Meyer. — Francese: Le petit Pluvier è collier. Tomm.— Ita- liano: Il Corriere piccolo. Savi. 396 Porta un’ altra fascia più stretta e parimenti d’un nera- carico sul petto, le di cui estremità si ricongiungono sulla nuca, ed un bianco puro circuisce la banda fron- tale, la gola ed il collo, non che tutte le parti inferiori. Ha cenere-bruni l’occipite e tutte le parti. superiori; bianche le due penne esterne con una fascia nera sulla barba interna: bianca la susseguente in parte: e bian- che le altre nella loro estremità, cecettnate le mediane. Tiene tra tutte le penne alari soltanto i esterna a bianco stelo, neri il becco e l’iride, «giallo-vivo il nudo cerchio dell'occhio, e carnicini i piedi — La fommina ha la fascia frontale meno lata, e.più stretta e non tanto pro- nunciata la perpendicolare sopra gli occhi — I giovani hanno nerastre tutte quelle parti, che gli adulti vestono nere; tengono le parti superiori d’ un cenere più carico con frangie rossastre; e la base del becco d’un giallo-‘ sbiadito. Costumi — Questo vive più volontieri sulle spiag- ge dei fiumi che su quelle dei mari, è molto conosciuto nella Germania e nella Francia, passa tra noi, e non è raro il caso di ritrovare qualche coppia col nido. De- pone sulla riva d’un fiume, o in qualche prato attiguo, 4 0 5 uova oblunghe e biancastre a macchie brune e nere, e si nutréè di larve, di vermi e d’insetti aquafici. 342. Charadrius cantianus. Lath. Il Fratino. Savi. È una specie molto rara, che vive sulle coste dell’In- shilterra, dell’ Glanda, delle Fiandre, della Francia e della Germania, e che passa unito al precedente sulle rive del Mediterraneo. 397 GENERE LXIXx. VANELLUS *) Caratteri — Un becco corto, sottile, diritto, com- presso, colle due mandibole rigonfie alla punta, e colla base della superiore molto allargata per il prolunga- mento: delle crespe nasali. Le narici laterali, longitudi- nalmente fesse nella membrana che ricopre |’ allarga- mento. I piedi sottili con tre dita anteriori ed uno po- steriore; l’ esterno congiunto al mediano da una corta membrana; il posteriore brevissimo, articolato sul tarso e che non tocca la terra. Le ali acuminate ed ampie. Costumi — Sono anche questi uccelli viaggiatori, che passano regolarmente due volte all’ anno. Posano sui terreni umidi per cercarsi il nutrimento, che consiste in vermi ed in molluschi; si vedono alle volte riuniti in bande numerose; ed abitano comunemente tanto vi- cino alle aque salmastre che alle dolci, o sui prati inaf- fiati ed umidi. Mutano due volte all’anno, i sessi si ras- somigliano, ed i novelli hanno upon distintivi avanti la muta. Sono divisi in due sezioni. d.è SEZIONE. Squatarola. Caratteri — Colla 1.* remigante più lunga delle altre. °) Sinonimia — Genus vanelli: Brisson — Vanellus: Lin- neo, Meyer e Wolf, Temminek, Vieillot, Lesson, Schinz, Schlegel, Degland — Tringa: Linneo, Gmelin, Latham — Vanellus e Squatarola: Cuvier, Bonaparte, Keyserling e Bla- sius — Pavoncelle. 398 Costumi — Simili al Genere. 343. Vanellus melanogaster. Bechs. La Pivieressa. Savi. E di passaggio accidentale nei paesi temperati del- l'Europa, e nidifica nelle lagune Venete. 344. Vanellus keptuschka. Temm. La Pivieressa Russa. Visita di quando in quando la parte occidentale del- l'impero Russo, e qualche individuo si è spinto sino nella Germania, nella Francia, nell’ Ungheria, nella Dal- mazia e nell'Italia. 2.8 SEZIONE. Vanellus. [I Caratteri — Colla 4.8 e 5.* remigante più lunghe delle altre. Costumi — Come sopra. 345. 194. Vanellus cristatus *) Caratteri — È lungo 34 centimetri. Un maschio in abito invernale tiene le penne occipitali molto lun- ghe, sottili e verticali alla testa; la sommità di questa, il ciuffo, l’avancollo ed il petto d’ un bel nero a riflessi; le parti superiori d@tin verde carico a riflessi ancor più vivi; ed i lati del collo, il ventre, l'addome e la base della coda d’un bianco immacolato. Porta tutte le penne caudali ad estremità nera molto lunga, meno le late- rali; rosse le coperture inferiori della coda; nerastri il *) Simona — Vanellus: Brisson — Tringa vanellus: Linneo, Gmelin, Latham — Vanellus cristatus: Meyer e Wolf e gli altri autori sistematici —- Inglese: The common Lap- wing. Lath. — Tedesco: Der gechaubter Kiebitz. Bechs. — Francese: Le Vanneau huppé. Temm. — Italiano: La Fifa. Savi. 399 becco e l’iride, e rosso-bruni i piedi — In abito nu- ziale si distingue appena per riflessi più brillanti sul dorso e sulle ali, per il nero più carico della gola e del petto, per le tinte dei piedi d'un rosso molto leggiero -— La femmina indossa tinte più cariche sulla gola e sul petto — I giovani avanti la muta hanno le penne occipitali più corte, un nerastro sotlo gli occhi, la gola variata di bianco e di bruno-cenerino , tutte le penne superiori ed inferiori frangiate d’ un giallo d’ocra, ed i piedi d'un colore olivastro-cenerino. Costumi — Vive sui laghi, sulle rive dei fiumi, nelle praterie umide e nelle valli ; nidifica nell'Europa settentrionale nei prati, sopra cumuli di terra o tra i giunchi; depone 3 0 4 uova olivastre a grandi e pic- cole macchie nere; si nutre di vermi, d’insetti, d’aragni e di piccole chiocciole; eseguisce la regolare sua. emi- grazione; e non v ha anno, in cui non si lasci vedere tra noi nell'ottobre e nel marzo. GENERE LXXo STREPSILAS. Caratteri — Un becco mediocre, duro alla punta, forte, diritto, a cono allungato, leggiermente ricurvo in alto, cogli angoli schiacciati, Ja punta diritta e troncata. Le narici basali, Jaterali, lunghe, chiuse a metà da una membrana: forata da parte a parte. I piedi mediocri, con piccola nudità sopra il ginocchio; tre dita anteriori ed uno posteriore; gli anteriori congiunti alla base da una brevissima membrana , ed il posteriore articolato sul 400 tarso. Le ali acuminate, colla 4.* remigante più lunga. La coda arrotondata con 42 penne. Costumi — Questi uccelli, tanto giovani quanto adulti, eseguiscono la loro emigrazione isolatamente, e non mai avvenne di trovarli attruppati od accoppiati, fuorchè nell’ epoca della riproduzione. Corrono sveltis- simi sulle spiagge dei mari, e svolgono con ammirabile destrezza tutte le pietre per ricercare i molluschi e gl’in- setti marini, che vi stanno nascosti. Mutano due volte all’anno, i sessi non si distinguono, ed i novelli non prendono l'abito degli adulti che al terzo anno. 346. Strepsilas collaris. Temm. Il Voltapietre. Savi. Vive lungo le spiagge dei mari, specialmente nel Bal- tico e nella Norvegia, e passa lungo le coste marittime. FANTIGILIA KXXEII, GRUIDE ‘) Garadtersi — Un becco poco allungato, diritto, acu- minato; la testa più o meno nuda o coperta di penne, con ornamenti più o meno rimarchevoli; i piedi lun- shi col dito pollice cortissimo ed elevato. Costumi — Questa Famiglia annovera uccelli co- nosciutissimi sino dai primi tempi, e facili ad essere distinti per la loro grandezza, per il loro portamento nobile e grazioso, e per le loro grandi emigrazioni: rac-, coglie il solo Genere Grus. *) Sivonima — Herodii: Illiger, — Arophoni : Vieillot — Cultrirostres: Dumeril, Cuvier — Grues: Lesson — Psophide: Bonaparte — Herons: Schlegel — Gruide : Degland — Gruidi. 401 GENERE LXXxÎ. GRUS *) Caratteri — Un becco della lunghezza della testa od anche più lungo, forte, diritto, compresso, appuntato, a cono allungato, piegato ed ottuso all’ estremità; la base della mandibola solcata, cogli angoli rialzati; l’inferiore. diritta ed appuntata. Le narici alla metà del becco, fo- rate da parte a parte nei solchi, chiuse internamente da una membrana nuda, che ricopre la fossa nasale. La regione degli occhi e la base del becco alle volte de- nudate o coperte da papille. I piedi lunghi, forti, con uno spazio nudo e grande sopra il ginocchio; tre dita anteriori, col mediano congiunto all’esterno da un ru- dimento di membrana e coll’interno totalmente libero; il dito posteriore articolato sul tarso e colla sola estre- mità toccante la terra. Le ali mediocri, colla 4.* remi- gante più corta della 2.8, e questa quasi uguale in lun- ghezza alla 3.%, che è la più lunga; le penne seconda- rie, più vicine al corpo, arcuate e sempre più lunghe delle remiganti. La coda corta. Costumi — Viaggiatori per eccellenza, cercano que- sti uccelli nell’inverno i paesi caldi, e nell'estate le con- trade fredde del settentrione. Hanno un grido partico- lare di richiamo, che emettono alcuni giorni prima della loro partenza, onde raunarsi in numero copioso, e for- ‘) Sinonimia — Genus ciconie: Brisson — Ardea: Lin- neo, Gmelin, Latham — Grus: Linneo, Dumeril, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Key- serling e Blasius, Schinz; Schlegel, Degland — Gru. L’Ornit. Ticinese. 26 402 “mano viaggiando un vero triangolo , alla cui punta si stabilisce un individuo, che prende a guidare la truppa. Soggetto pel primo ad incontrare e rompere l’aria ove deve passare tutto il branco, ha l’incarico eziandio di vegliare alla sicurezza de’ suoi affidati: quando questo è stanco, subentra tosto un altro condottiero. Esegui- scono i loro viaggi durante la notte, e non di rado si sente la loro voce forte e strepitosa, abbenchè non si possano distinguere. Stanchi, posano sui terreni da poco smossi e qualche volta sulle rive dei mari. Si nutrono con erbe, con grani, con vermi, con rane e con mollu- schi, e costruiscono il loro nido nei cespugli, nei giun- chi delle paludi, ed anche sui tetti delle case. Hanno la muta semplice ed ordinaria, ed i sessi poco sì distin- guono esternamente. Li divideremo in tre Sezioni. 4.8 SEZIONE. Grus. Caratteri — Un becco sensibilmente più lungo della testa, a cono allungato, un po’ compresso e supe- riormente solcato Costumi — Uniformi al Genere. i 347. Grus leucogeranus. Pall. La Grue della Siberia. Nidifica nella Russia europea ed asiatica, emigra pel Volga e per la Crimea, e va a svernare nella China e nel Giappone. 348. 195. Grus cinerea *) Caratteri — Misura 4 metro e 25 centimetri circa *) Sinonimia — Ardea grus: Linneo, Gmelin, Latham — Grus: Brisson — Grus cinerea: Meyer e Wolf, Temminek, 403 in lunghezza. Tanto nel maschio quanto nella femmina domina nel loro abito una tinta grigio-cenerina. Hanno la gola, l’avancollo e l’occipite d’un grigio-nerastro molto carico; la fronte e lo spazio tra l'occhio ed il becco munito di peli neri, e la sommità della testa nuda e rossa. Portano alcune penne secondarie delle ali ar- cuate, lunghe ed a barbe decomposte; nero-verdastro il becco, ma d’ un colore corneo alla punta e rossastro al- l’ origine: rosso-bruna l’iride; e neri i piedi — Fatti vecchi, hanno dietro gli occhi e lungo le parti laterali del collo uno spazio biancastro piuttosto lato — I gio- vani sino alla seconda muta non tengono nudità sulla sommità della testa, oppure questo spazio è appena vi- sibile; e il colore cenere-nerastro sull’avancollo e sul- l’occipite non vi esiste ancora, od è appena indicato da alcune strisce longitudinali. Costumi — È comune nel nord dell’Europa, e passa tra noi d'autunno e di primavera in branchi nu- merosi e ad altezze incommensurabili. Stanchi ed affa- mati, tutta la volata s’abbassa e si mette sulla terra, ed intanto che prendono qualche cibo, uno sta alla ve- detta per avvisare ogni pericolo. Sverna nei piani pa- ludosi delle contrade orientali; si nutre dì grani, d’erbe palustri, di vermi, di rane, di lucerte e di conchiglie; nidifica tra le canne o nei cespugli degli ontani, ed al- cune volte sui tetti delle case isolate; e depone 2 uova verdastre a macchie brune. ‘Vieillot, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz; Schlegel, Degland — Inglese: The common Crane. Lath. — Tedesco: Der graue Kranich. Brehm — Francese : La Grue cendrée. Temm. — Italiano: La Grue, Savi. 404 349. Grus antigone. Linn. La Grue dell’ India orien- tale. Dall’Asia s' avanza, abbenchè di rado, nella Rus- sia meridionale e vi arriva sempre accoppiata (Degland, non Temminck). i 2.° SEZIONE. Anthropoides. Caratteri — Un becco appena più lungo della te- sta, conico, compresso, intiero, grossolano e poco convesso. Costumi — Come sopra. 350. Grus virgo. Briss. La Damigella. Abita la Rus- sia meridionale, la Grecia e la Turchia, e vedesi a caso nella Dalmazia, nel Piemonte, nella Svizzera e non lon- lano dall’imboccatura dell’ Elba. 3.° SEZIONE. Balearica. Caratteri — Un becco bastantemente forte, conico, solcato superiormente, depresso dalla base sino a mezza lunghezza, e quindi leggiermente ricurvo sino all’estre- mità. Cestumi — Come sopra. 351. Grus pavonina. Vig. La Grue coronata o reale. Vive al nord ed all’ovest dell’Africa, nell'isola di Lam- padosa, vicino a Malta, e si fa vedere accidentalmente nella Sicilia: è molto famigliare, ama e sembra ricer- care la famigliarità dell’uomo. FARIEGILEA XXXIV, ARDEIDE °*) Caratteri — Un becco lungo, grosso, forte, com- ‘) Simonimia — Cultrirostres: Dumeril, Cuvier — Herodit: 405 presso, ordinariamente diritto, appuntato, tagliente sui bordiy ed alle volte allargato e schiacciato; i piedi e le dita lunghi, robusti, col pollice appoggiato alla terra in tutta la sua estensione. Costumi — Trovansi in questa Famiglia i Generi Ciconia, Ardea e Nycticorar, di cui sotto diamo le re- lative spiegazioni. GENERE LXXEÉS» dà CICONIA *) Caratteri — Un becco lungo, diritto, forte, uguale, cilindrico è a cono allungato, acuto, tagliente, ad angoli arrotondati, a pari altezza della testa; la mandibola in- feriore un po’ ricurva in alto. Le narici Jongitudinal- mente fesse nella sostanza cornea e locate. vicinissimo alla base dell’angolo superiore. Gli occhi circondati d’una nudità, che non comunica punto col becco, ed alcune specie sono denudate nella faccia, nel contorno degli occhi ed in parte del collo. I piedi lunghi e squamosi; tre dita anteriori, riunite da una membrana sino alla prima articolazione, ed uno posteriore articolato allo stesso li- vello; le unghie corte depresse e senza dentellatura. Le ali mediocri; la 1'* remigante più corta della 2.*, e questa non tanto lunga quanto la 3.2, la 4.3 e la 5.? La coda corta. Illiger — Herodiones et Latirostres: Vieillot — Ardeide: De- gland — Herons: Lesson, Schlegel — Psophide: Bonaparte — Ardeadi. ") Sinonima — Ardea: Linneo, Gmelin, Latham — Ci- conia: Linneo e gli altri autori sistematici — Cicogne. 406 Costumi — Sono uecelli privilegiati in tulte Te parti del mondo , e nessuno li perseguita pei benefici, che ci arrecano distruggendo molti animali a noi dan- nosi. Vivono nelle paludi, ove si nutrono di rettili, di . rane, delle loro uova, di pesci, di piccoli mammiferi e di uccelletti. Prolificano nelle selve alla biforcatura d’al- beri elevatissimi, sui tetti delle case, sulle torri, e so- pra pietre che si dispongono a tale uopo; compongono un nido di stecchi intrecciati e congiunti con iunchi e gramigne; e sono prodighi di cure ai propri figli, difendendoli anche dagli assalti degli uccelli di rapina. Stanno riuniti in famigliole, s’attruppano per emigrare, sì famigliarizzano con facilità, e non si sente di loro alcun grido, fuorchè il rumore che fanno battendo le mandibole l'una coll’altra. Hanno Ja muta semplice ed ordinaria, i novelli tengono qualche cosa di diverso sino alla primavera, ed i sessi vestono un abito uniforme. 802. Ciconia magquari. Temm. La Cicogna americana. Alcuni individui provenienti dall’ America sone stati uc- cisi nella Francia (Temminck, non Degland). 993. 196. Ciconia alba *) Caratteri — È lungo 4 metro e 15 o 20 centi- metri. Maschio e femmina hanno la testa, il collo e tutte le parti del corpo d’un bianco-puro, e lo scapolare e le ali nere. Tengono bruno-carico l’iride, nere le pal- *) Sinonima —. Ardea ciconia: Linneo, Briinnichii, Gme- lin, Latham — Ciconia alba: Brissone gli altri autori siste- matici — Inglese: The wite Stork. Latb. — Tedesco: Der weisse Storch. Meyer — Francese: La Cigogne blanche. Temm. — Italiano: La Cicogna bianca. Savi. 407 pebre ed un piccolo spaziò avanti gli occhi, rossi i piedi ed il becco, e questo perfettamente diritto, e piccolis- sima la nudità liscia intorno alle guancie, la quale non comunica punto col becco — I giovani hanno il nero delle ali misto di bruno, ed il becco rossastro e corto. Costumi — Abita e prolifica sopra le case, sulle torri, sui camini, sopra pietre adatte a tal uopo 0 so- pra, alberi morti, e trovasi nella Germania, nell’ Unghe- rie, nella Polonia, nella Turchia e nella Svizzera. Emi- gra regolarmente per l’ Egitto e per l'Asia; nutresi di anfibi, di pesci, di sorci, di talpe, d’insetti, di vermi e di piccoli uccelli; e depone 3 uova d’un bianco tinto di colore d’ ocra. Non è raro il caso di vederne dei voli erratici anche nell’epoca in cui dovrebbero essere occupati alla loro riproduzione. Zo4. 197. Giconia migra *) Caratteri — Misura circa 4 metro di lunghezza. . Maschio e femmina coprono la testa, il collo, tutte le parti superiori, Je ali e Ja coda d’ una tinta. nerastra a riflessi porporini e verdastri; e la parte inferiore del petto ed il ventre d’un bianco immacolato. Hanno il becco. diritto, la nuda pelle intorno agli occhi ed alle guancie piuttosto stretta, quella della gola d’un rosso eremisino, i piedi di un rosso molto carico ,se l’ iride bruna — I giovani portano il becco, la nuda pelle de- gli occhi e della gola, ed i piedi d’un verde olivastro; ") Sinonimia — Ardea nigra: Linneo, Briinnichii, Gmelin, Latham — Cicoria fusca: Brisson — Ciconia nigra : Bech- stein e gli altri autori sistematici — Inglese: The black Stork. «Lath. — Tedesco: Der swarze Storch. Meyer — Francese: La Cigogne noire. Temm. — Italiano :. La Cicogna nera. Savi. 408 la testa ed il collo d’ un rosso brunastro a fasciature rossastre ; ed il corpo, le ali e la coda d’un bruno ne- rognolo a leggieri riflessi azzurrastri e verdastri. Cestumi — Sta tra le paludi boscate, non si av- vicina tanto all’abitato, ed è più rara nella Germania e nella Svizzera. Emigra come il precedente, nidifica su alberi elevatissimi, depone 2 o 3 uova d’un bianco-su- cido misto a verdastro, e si ciba come l’ antidescritto. GENERE LXXAIE: ARDEA *) Caratteri — Un becco lungo o della lunghezza della testa, forte, diritto, compresso, a cono allungato, tagliente, acuto; la mandibola superiore leggiermente solcata, cogli angoli arrotondati. Le narici laterali, quasi "vicine alla base del becco, longitudinalmente fesse nei solchi, chiuse alla metà da una membrana. Gli occhi cir- condati da una nudità che comunica col becco. I piedi lunghi, sottili, con una nudità sopra il ginocchio più 0 meno grande; tre dita anteriori, coll’ esterno riunito al mediano da una corta membrana e coll’interno diviso; - un altro dito posteriore internamente articolato ed a li- vello delle altre; le unghie lunghe, compresse, acute, con quella del dito di mezzo internamente dentellata. Le all *) Sinonimia — Genus ardee: Brissen — Ardea: Linneo, Gmelin, Latham, Dumeril, Meyer e Wolf, Temminck, Lesson, Vieillot, Cuvier, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, De- gland — Ardea, Egretla, Buphus, Botaurus et Ardeola: Bo- noparte — Airomi. 409 medioeri, colla 4.* remigante alquanto più corta della 2.2 e della 3.°, che sono le più lunghe. La coda corta. Costumi — Uccelli sparsi in ogni parte del globo, vivono sulle spiagge dei laghi, dei fiumi, dei ruscelli e nelle paludi. Si nutrono di pesci, di pesciolini, di rane, d’anellidi, di topi, di musaragni, di vermi, d’insetti e di molluschi. Stanno alle volte immobili per. lunghe ore sulle loro gambe lunghe e sottili, col collo poggiato sul petto e colla testa conficcata nelle spalle, aspettando che si presenti qualche preda per lanciare colla rapidità del dardo il loro becco lungo ed acuto. Prolificano in luoghi solitarii, rimangono lungo tempo nelle stesse località , sostengono lunghe emigrazioni, e le eseguiscono in bande numerose ed a tempi determinati. Hanno la muta sem- plice ed ordinaria; alcune specie mettono all’epoca delle nozze delle penne accessorie, che portano poco tempo e che compajono nei novelli molto tardi; ed i sessi non . presentano alcuna diversità nel loro abito. Li divideremo in cinque Sezioni coi nomi dei cinque Generi di Bona- parte. 4.2 SEZIONE. Ardea. Caratteri — Un becco molto più lungo della te- sta, colla base molto più larga che alta; la mandibola superiore presso a poco diritta; una gran parte del gi- nocchio denudata; il collo lungo e sottile; le penne del- l’occipite allungate, sottili e cadenti in ciuffo; e quelle della base del collo lunghe, strette e pendenti. Costumi — Si nutrono principalmente di pesci. \ 410 390. 198. Ardea cinerea *) Caratteri — È lunso 4 metro e qualche centime- tro. Un maschio ed una femmina portano dietro la testa penne lunghe, sfilacciate e nere; altre della stessa forma e qualità al basso collo, d’un bianco-lucido; ed altre sugli scapolari ugualmente lunghe e sfilacciate d’ una tinta cenere-argentina. Hanno la fronte, il collo il centro del ventre, e le fasce alle ali ed alle cosce d'un bianco-puro ; l’occipite, i lati del petto, ed i fianchi d’un nero pro- fondo; sull’avancollo delle grandi macchie longitudinali nere e cenere; ed il dorso e le ali d’un colore cenere- azzurrastro purissimo. Tengono giallo-carico il. becco; gialla l’iride; porporino-azzurrastra la nuda pelle degli occhi; bruni i piedi, che si fanno d’un rosso-vivo vi- cino alle penne; ed il dito mediano, compresa l'unghia, più corto del tarso — I giovani non prendono l’ abito di adulti che nel terzo loro anno. Differiscono allora per mancanza di penne allungate sulla testa, al collo, e sulle ali, oppure perchè non sono ancora lunghe co- me quelle degli adulti; per la fronte e l'alto della te- sta cenerognoli; per la gola bianca; pel collo d’un ce- nere-chiaro a numerose macchie più oscure; per il dorso e le ali d’un cenere azzurrastro misto di bruno e di ‘) Sinonmia — Ardea: Brisson — Ardea major: Linneo, Gmelin, Vieillot, Cuvier, Lesson — Ardea cinerea: Linneo, Gmelin, Latham, Mever e Wolf, Temminck, Bonaparte, Key- serling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Ardea Rhenana: Sander — Inglese: The common Heron. Lath. — Tedesco : Der graue Reiher. Brehm — Francese: Le Héron cendré. Temm. — Ialiano: La Nonna. Savi. 444 bianeastro; per il petto segnato di macchie longitudi- nali brune; per la mandibola superiore del becco bruno- nerastra con segni giallastri; per l’inferiore gialla; per l’iride gialla; per il contorno degli occhi d’ un giallo verdastro; e finalmente per i piedi d’un cenere-nerastro e col ginocchio più giallastro. Costumi — Si trova in ogni parte dell’ Europa, abita le foreste d’alto fusto vicine ai laghi edai fiumi, emigra daì paesi settentrionali e freddi, ed è sedentario nei luoghi caldi. Prolifica sugli alberi altissimi e tra le rocce, costruisce un nido di canne, di stecchi e di erbe in forma di un piatto, depone 3 o 4 uova di colore oltremare, e si ciba di pesci, d’anfibi, di uccelletti, e di piccoli vertebrati. 306. 199. Ardea purpurea *) Caratteri — Misura 80 centimetri di lunghezza. Maschio e femmina portano le lunghe penne sfilacciate sulla testa d’una tinta nero-verdastra; altre consimili al, basso collo d’un bianco porporino; ed altre lun- ghe agli scapolari d’un rosso porporino brillantissimo. Tengono la sommità della testa e l’occipite d’un nero a riflessi verdastri; bianca la gola; d’un bel rosso le *) Sinonimia — Ardea rufu ei variegata: Gmelin, Latham, Scopoli — Ardea purpurala et caspia: Gmelin, Latham — Ardea boiaurus: Gmelin — Botaurus major, Ardea purpura- scens el Ardea cristata purpurascens: Brisson — Ardea pur- purea: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The greaier Biltern. Lath. — Tedesco: Der Purpurreiher. Sepp. — Francese: Le Héron pourpré. Temm. — Italiano: La Ra- nocchiaja. Savi. 442 O parti laterali del collo, su cui pingonsi tre fasce longi- tudinali strettissime, e sull’avancollo macchie pure lon- gitudinali a tinte rosse, nere e porporine. Hanno il dorso, le ali e la coda d’un cenere rossastro a riflessi verda- stri, l'addome e le cosce rosse, e rosso-porporini i fian- chi ed jl petto. Pingono il becco, e la nudità che cir- conda «li occhi, d’un bel giallo; l’iride d’un giallo-a- ranciato; e di giallo la pianta dei piedi, le partì poste- riori del tarso e Ja nudità sopra il ginocchio. Hanno l’avantarso e le squame sulle dita d’ un bruno-verdastro, ed il dito mediano, compresa l’ unghia, più lungo del tarso — I giovani sino al terzo anno vestono un abito, che li contraddistinguono dagli adulti, perchè non por- tano ciuffo, o solo qualche indizio. di penne allungate e rosse; non hanno le penne lunghe al basso collo ed agli scapolari; tengono nera la fronte; rosso-sbiadite la nuca e le guancie; bianca la gola; e bianco-giallastro a numerose macchie longitudinali nere lavancollo. Por- tano le penne del dorso, degli scapolari, delle ali e della coda d’un cenere-nerastro a fasciature rosso-chiare; quelle del ventre e delle cosce biancastre; una gran parie della mandibola superiore nerastra ; e l’ inferiore col con- torno degli occhi e coll’iride d’un giallo-sbiadito. Costumi — Abbonda nelle località, ove trovasi 1l precedente: non tanto però nelle parti settentrionali. Vive anch'esso sulle rive dei fiumi e dei laghi, @ tra le boscaglie paludosi; prolifica nelle canne o nei cespu- gli. costruisce un nido a mo’ dell’antidescritto; e de- pone 3 uova cenere-verdastre. Emigra colla Norma, con cui divide costumi e nutrimento; ma è meno selva- tico di quella, 443 - 2.2 SEZIONE. Egretta. Caratteri — Le penne totalmente bianche; il dito mediano, compresa l’ unghia, presso a poco della lun- ghezze di due terzi del tarso; negli adulti, le penne sot- tili del dorso lunghissime nell'estate a steli radi e for- tissimi. Costumi — Come alla Sezione precedente. 397. 200. Ardea egretta *) Caratteri — È lungo un metro e sino 40 centi- metri. Un maschio ed una femmina in abito di nozze portano penne tutte d’ un bianco immacolato; un pic- colo ciuffo pendente alla testa; ed alcune penne lun- ghissime sul dorso a stelo forte e diritto, ed a barbe lunghe, rade e sottili. Queste penne, che mettono sol- tanto in primavera avanzata, cadono avanti la muta au- tunnale e non le riproducono sino all’ anno susseguente. Hanno gialio-verdastro il becco coll’ estremità nera, ver- dastra la pelle attorno all’ occhio, giallo-brillante V'iride, e verdi o bruno-verdastri i piedi — Riprendono nel- l'autunno caratteri consimili ai giovani, ed uccisi nel- l’inverno poco si distinguono — I novelli non mettono le penne nuziali che al terzo anno, ed indossano un ‘) Sinonimia — Ardea candida: Brisson — Ardea alba: Linneo, Gmelin, Latham, Vieillot, Cuvier, Keyserling e Bla- sius, Schlegel, Degland — Ardea egretta: Meyer e Wolf, Temminek, Vieillot, Schinz — Ardea alba et nigrirostris: Bonaparte — Inglese: The great. Egret. Lath. — Tedesco: Der grosse Silberreiher. Meyer — Francese: Le Héron aigrette. Temm. — Italiano: L’Airone maggiore. Savi. Li 414 bianco più sucido col nero della mandibola superiore più lato ed esteso anche lungo gli angoli del becco: Nel primo anno però il becco è totalmente d’un nero-gial- lastro, e l’iride d’un giallo più smunto. Costumi — Grazioso Airone della Russia, della Polonia, dell’ Ungheria, della: Turchia, delle spiagge del- l’Arcipelago, e qualche volta della Germania e della Si- cilia, difficilmente abbandona le terre orientali dell’ Eu- ropa per le settentrionali. Due volte fu ucciso sul lago di Como, ed il 45 aprile 1860 fu preso nei prati di S. ‘Antonio vicino a Balerna. Emigra per l’Egitto e per l'Asia; si nutre di lucerte, di piccoli pesci, d’insetti aquatici, di rane e di molluschi: nidifica sugli alberi ; e depone da 4 a 6 uova bianco-sbiadite. 358. Ardea egrettoides. Temm. L’ Airone mezzano. Originario dell’Asia e del Giappone, mostrasi nelle parti orientali dell'Europa e molti individui furono uccisi nella Sicilia (Temminck, non Degland). 399. 201. Ardea garzetta *) Caratteri — Misura 55 centimetri in lunghezza. Tanto il maschio quanto la femmina in abito di prima- vera vestono penne d’ un bianco purissimo, e tengono tre o quattro di queste lunghe e strette sull’occipite a mo’ di ciuffo, ed altre più strette e più lucide sul basso *) Sinonima — Ardea garzetta: Linneo, Gmelin, Latham Meyer e Wolf, Temminck, Vieillotr, Cuvier, Lesson, Key- serling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Egretta : Brisson — Egretta garzetta: Bonaparte — Inglese: The little egret Heron. Gould. — Tedesco: Der Kleine Silber- reiher Brehm. — Francese: Le Héron garzette. Temm. — Italiamo: L’ Airone minore. Savi. 4415 collo, Portano: sul dorso tre ordini di penne lunghe a steli delicati, arrotondati e rialzati alla punta con fila- menti radi, setolosi e sfilacciati. Tutte queste penne straordinarie cadono avanti la muta autunnale e non si riproducono che all’epoca delle nozze. Nero hanno il . becco, verdastra la nuda pelle che circonda l'occhio, giallo-brillante l’iride, nero-verdastri i piedi, e giallo- verdastri la parte inferiore del tarso e le dita — I gio- vani,distinguonsi sino al terzo anno, epoca in cui pren- dono i caratteri perfetti, per un bianco-sporco , per. il | becco, per la pelle attorno all’occhio, per l’iride e per lì piedi neri, e per la mancanza delle penne nuziali in primavera. Costumi — Predilige le località abitate dai due affini, ma si estende più facilmente nella Sardegna, nel- l’Italia, nella Francia e nella Svizzera, per cui, come ben dice Tschudi, abbandona alle volte le spiagge del Mediterraneo pei nostri laghi, e fu persino ucciso su quello di Klònthal a 2700 met. d’altit. Vive ed emigra come gli antecedenti, nidifica nelle paludi, e depone 4 o ò uova d’un bianco-puro. 3.° SEZIONE. Botaurus. Caratteri — Un becco lungo quanto la testa ed anche qualche cosa di più, più alto che largo e molto compresso ; la mandibola superiore leggiermente ricurva ; una piccolissima parte del ginocchio nuda; le remiganti rosse segnate trasversalmente di nero; il dito mediano, compresa l’unghia, più lungo del tarso. Costumi — Si nutrono d’ insetti, di vermi o di fregoli, e ben di rado di pesci, 446 360. 202. Ardea stellaris *) Caratteri — Ha 65 centimetri circa di lunghezza. Maschio e femmina portano larghi mustacchi e l'alta testa neri; le penne dell’ occipite alquanto più lunghe; e tutto il fondo delle penne d’ un rosso-giallastro sbiadito, segnato ai lati del collo da strisce serpeggianti brune, e sull’avancollo da macchie brune e rosse. Tengono le parti inferiori dello stesso fondo con grandi strisce Jon- gitudinalmente disposte, e sull’alto dorso una quantità di segni neri siti nel centro delle penne. Hanno sulle coperture alari dei segni serpeggianti nerì e bruni; sulle remiganti' delle strisce alternativamente disposte di rosso- chiaro e di cenere-nerastro; il becco bruno sopra cogli orli giallastri, e giallo-verdastro sotto; i piedi ed il con- torno degli occhi giallo-verdastri; e gialla l’iride — I giovani non presentano, che una maggior confusione nella distribuzione delle macchie, delle strisce e dei segni, e tinte generalmente meno pronunciate e meno pure. Costumi — Si ritrova facilmente nelle canne e nei giunchi dei ruscelli, dei fiumi e dei laghi di tutta l'Eu- i ropa. Prolifica comunemente da noi, costruisce un nido con paglie e con canne, gli dà la forma di un tondo, e lo poggia sui giunchi crescenti tra le aque all’ altezza di un metro. Depone 5 o 7 uova di colore verdastro, e si ciba di rane, d’insetti aquatici e di pesciolini. *) Sivonima .— Botaurus: Brisson — Botaurus stellaris : Bonaparte — Ardea stellaris: Linneo e gli altri autori si- stematici — Inglese: The Bittern. Lath. — Tedesco: Der grosse Rohrdrommel. Bechs..— Francese: Le Heron grand butor. Temm. — Italiano: J{ Tarubuso. Savi. 417 364. Ardea lentiginosa. Montagu. Il Tarabuso della baja d’ Hudson. È dell’ America settentrionale dalla baja d’Hudson agli Stati Uniti, da cui smarrendosi appare nel- l'Europa, e fu trovato nell’Inghilterra e nella Germania. 4 SEZIONE. Buphus. Caratteri — Un becco lungo, delicato, molto ap- puntato; il collo meno lungo di quelli della Sezione pre- cedente; i piedi corti e forti; il pollice lungo quanto il mediano; le penne occipitali cadenti. Costumi — Come alla Sezione precedente. 362. Ardea russata. Temm. L’ Airone dorato. Dall’A- sia, sua patria, si spinge nella Crimea, nella Turchia, nella Dalmazia, e lungo il Danubio, ed un individuo è stato ucciso anche nell’ Inghilterra (Temminck, non De- gland). 363. Ardea Verany. Roux. L’ Airone Verani. Dall’E- gitto e dal Senegal spingesi alle volte nella Sicilia, nel- l’Arcipelaso greco ed anche nella Francia (Temminck, non Degland). ; 364. 203. Ardea ralloides *) Caratteri — Dà 42 centimetri circa di lunghezza. -°) Sinonimia — Botaurus minor: Brisson — Ardea co- mata: Pallas, Gmelin, Latham, Vieillot, Cuvier, Lesson, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Ardea ralloides: Scopoli, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Degland — Buphus ralloides: Bonaparte — Inglese: The swabian Bultern- Lath. — Tedesco: Der Rallenreiher. Bechs. — Francese: Le Héron crabier. Temm. — Italiano: La Sgarza ciuffetto. Savi. L’ Ornit, Ticinese, 27 448 Maschio e femmina portano sulla fronte e sull’alta testa delle lunghe penne giallastre, segnate da strette strisce nere longitudinalmente disposte, ed otto o dieci penne strette, lunghe, bianche ed orlate di nero, che scendono dall’ occipite. Hanno bianca la gola, e rosso-chiari il collo, gli scapolari e l’alto dorso, con penne in questa parte molto più lunghe e sottili, d’un colore marrone- chiaro, e col rimanente del corpo d’un bianco-puro. Ten- gono azzurro il becco alla base e nero alla punta, gri- gio-verdastra la nuda pelle attorno all’occhio, gialla l’iride, giallo-verdastri i piedi, e brevissima la nudità sopra il ginocchio — I novelli a due anni sono adulti. Si riconoscono \avanti quest'epoca per la mancanza delle lunghe penne occipitali; per tutta la testa, il collo e Je coperture alari d’una tinta bruno-rossa con grandi mae- chie longitudinali più cariche; per la gola, il groppone e la coda d’un bianco immacolato; per le penne alari bian- che nella parte interna e cenere nell’esterna e nell’ e- stremità d’ ambo i lati; per l’alto dorso e gli scapo- ‘lari d'un bruno più o meno carico; per la. mandibola superiore bruno-verdastra, e per l’ inferiore giallo-ver- dastra; per la nuda pelle attorno all’ oechio verde; per i piedi cenere-verdastri; e finalmente per l'iride giallo- sbiadita. Cestiami — Comune nelle Provincie Danubiane , nell’ Arcipelago, nella Turchia, nella Sicilia e nell’Ita- lia, passa da noi in primavera a branchetti per la Sviz- zera e per la Francia. Non spinge mai le sue emigra- zioni al nord, nidifica sugli alberi, depone 4 o 6 uova biancastre, si nutre come il precedente, e va a svernare nell’ Asia e nell’Egitto. 419 365. Ardea bubulcus. Cuv. L’ Airone bianco piccolo. Proprio dell’ Africa e del Senegal, mostrasìi accidental- mente nella Sicilia e nella Francia (sarebbe secondo De- gland Ja specie confusa da Temminck sotto il nome di Verant). 5.8 SEZIONE. Ardeola. Caratteri — Un becco sottile, con penne ‘al collo a mo’ della Sezione Botaurus; le gambe completamente impennate; i piedi corti con dita allungate e forti. Costumi — Come le due Sezioni antecedenti. 366. 204. Ardea minuta *) Caratteri — Misura da 35 a 36 centimetri in lunghezza, e tanto il maschio quanto la femmina hanno l’alta testa, l’occipite, il dorso, gli scapolari le penne secondarie delle ali e la coda d’un bel nero a riflessi verdastri; 1 lati della testa, il collo, le coperture alari e tutte le parti inferiori d'un giallo-rossastro; le remi- ganti d’un nero cenerognolo; il becco bruno alla punta e giallo nelle altre parti; ed i piedi giallo-verdastri. Non sono denudati sopra il ginocchio, e la membrana, che unisce il dito mediano all’esterno, è molto breve — I giovani nel primo anno tengono il becco bruno, i piedi ") Sinonima — Ardeola, Ardea nevia et Botaurus rufus: Brisson — Ardea danubialis et soliniensis: Gmelin, Latham — Ardeola minuta: Bonaparte — Ardea minuta: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The lille Bittern. Lath. — Tedesco: Der kleine Rohrdrommel. Brehm. — Fran- cese: Le Héron blongios. Temm. — Italiano: Il Nonnotto. Savi. 420 verdi; Valta testa bruna, l'avancollo biancastro a_ nu- merose macchie longitudinali, i lati della testa, ia nuca , il petto, il dorso e le coperture alari di rosso-bruno più o meno carico, infine le remiganti e le rettrici bruno- oscure — Al secondo anno le macchie longitudinali co- minciano a sparire, le penne del mantello si orlano di rosso, e le remiganti e le rettrici prendono del nero — Alla terza muta sono adulti. | Cestumi — Non s’innoltra nel settentrione, e ri- mane tra noi a nidificare. Costruisce il nido tra i giun- chi ed i canneti, depone 5 0 6 uova bianche, si nutre con pesciolini, ranocchi, vermi ed insetti, e passa l’in- verno in climi più caldi. I piccoli di questa specie e del Tarabuso, presi nel Ticino, si vedono alle volte sul mercato di Locarno esposti in vendita. GENERE LXXIV» NYCTICORAX *) Caratteri — Un becco alquanto più lungo della testa o di pari lunghezza, grosso, forte, largo, dilatato all’origine; la mandibola superiore leggiermente ricurva, incavata, inclinata alla punta; l’inferiore diritta. Le na- rici longitudinali, laterali, a piccola distanza dalla base del becco, nude, locate nei solchi e ricoperte da una membrana. 1 piedi di mezzana lunghezza, con poca nu- dità sopra il ginocchio; il tarso più lungo del dito me- diano; tre dita anteriori coll’esterno unito a quello di *) Sinonima — Nyeticorag: Cuvier, Temminek, Bona- parte — Ardea: Linneo e gli altri autori sistematici — Airont. l $ k34 mezzo da una membrana; un altro posteriore; le un- ghie corte. Costumi — Questi uccelli, stralciati dal Genere Ardea da Guvier, tengono abitudini consimili a quelli, e sono sparsi per tutto il globo. 367. 205. Nycticorax ardeola *) Caratterî — Maschio e femmina sono lunghi da 92 a 55 centimetri, e portano la testa, l’occipite e gli scapolari d’un nero a riflessi azzurrastri e \verdognoli; 3, ed alle volte 4 penne bianche e sottilissime, che sor- sono all’alto della nuca e che portano rialzate dietro la testa; le parti inferiori del dorso, le ali e la coda d’un cenere-puro; la fronte, lo spazio sopra l’ occhio, la gola, l’avancollo e le parti inferiori d’ un bianco-puro; il becco nero colla base giallastra; 1’ iride rossa; ed i piedi ver- de-giallognoli — Î giovani nel primo anno non hanno le penne lunghe e sottili sulla nuca; coprono l'alta te- sta, la nuca, il dorso e gli scapolari d’un bruno sucido a strisce longitudinali rosso-chiare, disposte sul cen- tro: di ciascheduna penna; la gola d’un bianco a piccole macchie brune; le penne laterali e centrali del collo di giallastro a larghi orli bruni; e le coper- ") Sinonima — Ardea grisea: Gmelin — Ardea badia, maculata et Gardeni: Latham — Nycticorax: Brisson — Ar- dea nycticorar: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Schinz, Schlegel, De- gland — Nycticorax ardeola: Cuvier, Temminck — Nycti- corax Gardeni: Bonaparte — Inglese: The night Heron. Lath. — Tedesco: Der Nachireiher. Bechs. — Francese: Le Bihoreau à manteau noir. Temm. — Italiano: La Nilticora. Savi. 4922 ture alari e le remiganti di bruno-cenerino a grandi macchie bianco-giallastre, disposte all’estremità di cia- scheduna penna. Hanno le parti inferiori miste di bianco, di bruno e di cenere; il centro del ventre biancastro ; gli angoli e la punta del becco bruni, ed il rimanente giallastro; l’iride bruna; e bruno-olivastri i piedi — Nel secondo anno la testa ed il dorso si fanno più bruni; le macchie del collo più piccole e meno numerose; quelle delle coperture alari meno grandi ed in parte cenerine; gli scapolari verdastri; le parti inferiori più bianche; il becco bruno-nerastro ; l’iride rosso-bruna; ed i piedi verdastri. Costumi — Pratica le località delle specie descritte nel Genere precedente, e non si spinge tanto al setten- trione ed all’occidente dell'Europa. In primavera qual- che individuo non è difficile rinvenirlo tra noi sulle rive dei fiumi e dei laghi, coperti di canne e di cespu- gli; quivi nidifica deponendo 3 0 4 uova verdastre, © si ciba di pesci, di rannocchi e di vermi. FARIIGLIA XKKXXT,. PHOENICOPTERIDA ‘) Caratteri — Un becco più lungo e più grosso della testa, dentellato sui lati; il collo lunghissimo e sot- tile; Ie gambe eccessivamente allungate; le dita ante- ") Sinonimia — Latirostres : Dumeril — Hygrobate : Illiger — Palmipedes: Vieillot — Pyxidirostres : Latreille — Phe- nicopieride : Bonaparte, Degland — Phenicopterine : Gray — Fenicòtteridi. 4923 riori riunite da una membrana; le ali lunghe quanto l'estremità della coda. Costumi — Questa Famiglia è composta del solo Genere Phenicopterus, ì cui costuni diamo qui sotto. GENERE LXXVo PHOENICOPTERUS *) Caratteri — Un becco grosso, forte. più alto che largo, dentellato, conico alla punta, nudo alla base; la mandibola superiore subito piegata e ricurva alla punta sulla inferiore; questa più larga di quella. Le narici longitudinali, fesse alla metà del becco, forate da parte a parte, vicinissime alla cima dell’angolo superiore, co- perte superiormente da una membrana. i piedi lunghis- simi, con tre dita anteriori ed uno posteriore molto corto, articolato in alto sul tarso; le dita anteriori riu- nite sino alle unghie da una membrana frastagliata, e quest'ultime corte e piatte. Le ali mediocri; la 4.* e la 2.* remigante più lunghe. La coda corta. Costumi — Sono uccelli abitatori dell’Africa, vi- vono sulle spiagge dei mari, e si nutrono di conchiglie, d’insetti e di fregoli dei pesci, che estraggono dalle a- que col loro collo lunghissimo torcendo Îa testa per im- piegare con vantaggio l’uncinatura del becco. Stanno adunati in bande numerose, prolificano in società, e co- struiscono il loro nido sulle spiagge in modo alto e ri- levato, ove si mettono a cavalcione per incubare le uova. ") Sinonimia — Phenicoplerus: Linneo e tutti gli autori sistematici — Fenicòlteri. 4924 Questa piramide è tanto alta da evitare ogni accresci- mento del mare. Non nuotano, abbenchè forniti da mem- brane ai piedi; al minimo pericolo si alzano, volano riuniti, e volando hanno l'abitudine di formarsi in an- soli acuti: camminando appoggiano anche sulla terra la parte piatta del becco, e se ne servono di sostegno. La loro muta si ritiene semplice ed ordinaria; ì novelli non prendono i colori stabili che al quarto anno; e le femmine sono molto più piccole e si distinguono per tinte più pallide. 368. 206. Phonicopterus antiquorum *) Caratteri — È lungo un metro e 65 centimetri. Un maschio adulto ha la testa, il collo, la coda, le parti inferiori, il dorso e gli scapolari d’una bella tinta rosata, le coperture alari d’un rosso vivo, e le remiganti nere. Porta le penne secondarie delle ali alquanto piùlunghe delle remi- ganti, rossi i piedi, giallo-brillante l’iride, biancastro il contorno dell’occhio, e bianco il becco all’ origine, rosso nel centro e nero alla punta — La femmina adulta veste un rosso più sbiadito e mescolato di bianco — I novelli sortono dal nido tutti bianchi, e prendono alla prima muta una tinta cenerina, e del nero sulle penne secon- darie delle ali e della coda — Alla seconda muta in- *) Sinonima — Phenicopterus ruber: Linneo, Gmelin, La- iham, Temminck, Cuvier, Lesson — Phenicoplerus euro- peus: Vieillot —- Phenicopterus roseus: Pallas, Degland — Phenicopierus antiquorum: Temminck, Bonaparte, Schlegel — Inglese: The red Flumingo. Lath. — Tedesco: Der eu- ropdisce Flamingo. Brehm — Francese: Le Flammant rouge. Temm. — Italiano: Il Fentcòttero. Savi. 425 dossano tinte bianco-sporche; le penne secondarie delle ali si fanno bruno-nerastre a frangie bianche; le coper- ture alari mostrano all’ origine un bianco leggiermente tinto di rosa ed all’estremità di nero; le penne bian- che della coda si macchiano irregolarmente di bruno- nerastro; e livida diventa la base del becco — Nella terza muta la tinta rosa diventa più visibile sulle ali, le penne prendono il colore rosso, ma hanno ancora il collo ed il corpo ricoperto di bianco — Alla quarta muta vestono i colori degli adulti. Costumi — Abitatore dei clima caldissimi dell’ A- sia e dell’Africa, abbonda nella Sicilia, nella Sardegna e nelle Calabrie, si smarrisce sui laghi d’Italia e nella Provenza, e fu ucciso nell'ottobre del 1858 sul lago di Neuchàtel. Vive attruppato nelle lagune e sulle spiagge marine, è molto diffidente; depone 3 uova d’un bianco- puro, e si ciba d’insetti, di conchiglie marine e di fregoli. FAMIGLIA XXKXVE., RECURVIROSTRIDA °) Caratteri — Un becco più lungo della testa, ri- curvo in semicerchio all’alto, con solchi in ambo i lati della mandibola superiore; i piedi lunghi e palmati; le ali lunghe; la coda corta. Costumi — Anche questa Famiglia non raccoglie ") Sinonimia — Palmipedes: Vieillot — Pterodaciyli: La- treille — Heterorosters: Lesson — Recurvirostride : Bonaparte, Degland — Recurvirostridi. 426 che un solo Genere, chiamato Recurvirostra, a cui dia- mo sottd la descrizione dei costumi. GRNERE LXXV Ho RECURVIROSTRA *) Caratteri — Un becco lunghissimo, gracile, deli- cato, depresso in tutta la sua lunghezza, colla punta flessibile e ricurva in alto; la mandibola superiore sol- cata alla superficie e l’ inferiore lateralmente. Le narici alla superficie del becco, lineari e lunghe. I piedi sot- tili e lunghi; tre dita anteriori ed uno posteriore bre- vissimo ed articolato assai alto sul tarso; l'esterno riu- nito sino alla seconda articolazione da una membrana frastagliata. Le ali acuminate colla 4.% remigante più lunga. La coda appuntata. Costumi — Sono uccelli d’indole selvaggia e ti- mida, e non si lasciano avvicinare che per sorpresa: al- lora fuggono empiendo l’aria di sottilissime grida, che dinotano e spavento e timore. Vivono e frequentano abi- tualmente le spiagge bagnate dal flusso marino o lo sbocco dei fiumi reali e limacciosi, ove l’aqua è pro- porzionata all'altezza delle loro gambe. Costruiscono il loro nido in qualche buco naturale della terra, lo. co- prono con poche erbe, e poggiano le gambe contro i fianchi durante l’incubazione delle uova. Volano con molta rapidità, stanno quasi sempre appajati, e non nuo- °) Simonima — Genus avocelte: Brisson — Numenius : Linneo — Recurvirostra: Linneo e gli altri autori sistema- tici — Recurvirostri. i 427 tano mai, benchè provveduti di piedi molto palmati. Si nutrono d’ insetti quasi impercettibili, di vermi, di larve e di uova di pesci, che estraggono dal fondo delle aque e dalla melma. Per la forma del loro becco sono obbli- gati a prendere il nutrimento battendo l’aqua. Hanno muta semplice ed ordinaria, i sessi si rassomigliano, ed i novelli poco si distinguono dagli adulti. 369. 207. Recurvirostra avocetta *) Caratteri — Tiene 47 centimetri di lunghezza. . Maschio e femmina vestono penne d’un bianco candido, meno l’alta testa, le parti posteriori del collo, gli sca- polari, le coperture alari e le remiganti, che sono d'un nero carico. Portano nero il becco, bruno-rossastra l'1- ride, e cenere-azzurrognoli i piedi — I giovani avanti la muta hanno già bianche le penne, ma quelle che do- vrebbero essere nere, tengono del bruno; il nero degli scapolari porta frangie rosso-cenerine; calzano i piedi di cenere; ed hanno scannellato il tarso — Dopo la muta domina ancora nelle loro penne qualche segno ros- sastro sui bordi esterni. Costumi — Vive sulle lagune e sulle spiagge dei mari, mostrasi per caso vicino ai laghi ed ai fiumi, e nidifica: vicino a Venezia. Depone ordinariamente 2 uova cenere-olivastre, sparse di molte macchie nerastre, e si ciba di vegetali marini, di crostacei, e d’insetti. Passa ") Sinonimia — Avocelta: Brisson — Recurvirostra avo- celta: Linneo e gli autori sistematici — Inglese: The scoping Avocet. Lath. — Tedesco: Der europdische Sabelsehnabler. Brehm — Francese: L' Avocette à nuque noire. Temm., — Italiano: La Monachina. Savi. 1928 qualche volta da noi nell’aprile, e più di rado. net set- tembre. FARMIEGILEIA KARXVEIE PLATALEIDE *) Caratteri — Un becco diritto, schiacciato sopra e sotto, flessibile ed arrotondato all’ estremità; i piedi lunghi e forti; le ali mediocri. Costumi — È questa Famiglia costituita dal Ge- nere Platalea, € ne vediamo sotto i costumi. GENERE BLKAXXVEE, PLATALEA *) Caratteri — Un becco lunghissimo , forte, piatto, poco dilatato, arrotondato in forma di spatola; la man- dibola superiore scannellata, trasversalmente solcata alla base. Le narici alla superficie del becco, ravvicinate, ob- lunghe, aperte, circondate da una membrana. La faccia e la testa in parte denudate. I piedi lunghi e forti; tre dita anteriori, riunite sino alla seconda articolazione da una membrana molto frastagliata. Le ali mediocri, am- pie, colla 1.* remigante presso a poco della lunghezza della 2.*, che sorpassa le altre. La coda corta. Costumi — Vivono questi uccelli accomunati in *) Sivonmia — Vedi la Sinonimia alla Famiglia XXXIII, pag. 400 — Plataleide. i °*) Sinonima — Genus platee: Brisson — Platalea: Lin- neo e gli autori sistematici — Spatole, 429 piccole truppe nei boschetti vicini alle aque, sulle rive dei mari e dei laghi. Al mattino ed alla sera passeg- giano in cerca di piccoli pesci, di fregoli, di molluschi . fluviatili, ed anche di rettili, di larve e d’insetti aqua- tici. Prolificano sugli alberi altissimi, fra i cespugli e nelle canne, costruiscono il nido con pagliuzze elegan- temente disposte, e lo ammolliscono internamente con erbe delicate e con pelurie. Si riuniscono ai primi freddi, e partono colle Cicogne verso l’equatore per ritornare alla nuova stagione. Si addomesticano con facilità, ma, come tutti gli uccelli emigratori, all’epoca dei loro viaggi diventano inquieti, imbarazzati e di pessimo umore.- Hanno muta semplice ed ordinaria, i novelli non ve- stono che al terzo anno l’abito di adulto, ed i sessi si distinguono bensi, ma per caratteri poco marcati. 370. ‘ 208. Platalea leucorodia *) Caratteri — È lungo da 70 a 72 centimetri. Un maschio adulto ha tutte le penne d’un bianco-puro,. meno quelle del petto, su cui si pinge una larga pia- stra giallo-rossastra, che si dilata nelle estremità in una fascia, e va a congiungersi sul dorso. Porta sul capo un ciuffo foltissimo, lungo, sottile e delicato; la nudità attorno agli occhi ed alla gola d’ un giallo-pallido, leg- *) Sinonima — Platea: Brisson — Platalea platea: Lin- neo — Platalea leucorodius: Keyserling e Blasius — Platalea ninea: Bonaparte — Platalea leucorodia: Linneo, Brinnichii, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Schinz, Schlegel, Degland — Inglese: The white Spoonrill. Lath. — Tedesco: Der weisse. Lòffler. Bechs. — Francese: La Spatule blanche. Temm. — Italiano: La Spatola. Savi. 430 giermente tinto di rosa sulla bassa gola; nero il becco, azzurro nei solchi, e giallo d’ocra ‘alla punta; rossa V'i- ride; e neri i piedi — La femmina ha dimensioni più piccole, il ciuffo meno ampio e meno lungo, e la pia- stra pettorale superficialmente indicata — I giovani sor- tendo dal nido sono bianchi, ma hanno nere le. remi- ganti esterne lungo Jo stelo e la punta, l’ iride cenere, la testa con penne corte ed arrotondate, ed il becco più breve, molle, flessibile, d’ un colore cenere-carico e ri- coperto da una pelle liscia. Non è che alla seconda muta, che cominciano ad indicare la piastra giallo-rossastra, la quale si compie nel terzo anno, epoca in cui vestono i caratteri dell’ adulto. Costumi — Vive alla foce dei fiumi, è abbondan- tissimo nelle paludi dell'Olanda e dell’ Ungheria, passa periodicamente nei mesi d’aprile e di settembre, de- pone 2 o 3 uova bianche a rade e languide macchie rossastre, e si nutre di pesciolini, di fregoli, di conchi- gliette e di vermi aquatici. \ FAMIGLIA XXXVEIEE., SCOLOPACIDA *) Caratteri — Un becco generalmente più lungo della testa, diritto, piegato ad arco o leggiermente ri- *) Sinonima — Cultirostres et Tenuirostres: Dumeril — Falcati et Limicole: Illiger — Falcirostres et Helonomi : Vieil- lot — Longirostres: Cuvier, Latreille — Ibis et Becasses: Les- son — Tantalide et Scolopacide: Bonaparte — Ibiside ei Scolopacide. Degland — Scolopacidi. 431 curvo, cilindrico nella maggiore estensione, rigonfio al- l'estremità, ed ordinariamente molle alla punta; i piedi con quattro dita e col pollice corto. Costumi — Questa Famiglia annovera uccelli, che si raccolgono sulle rive fangose, e che cercano gl’ insetti nella melma: riunisce i Generi Ibis, Numenius, Tringa, Machetes, Totanus, Limosa, e Scolopax. GENERE LXXVIII, IBIS. Caratteri — Un becco lungo, gracile, arcuato, largo alla base, colla punta depressa, ottusa ed arrotondata; la mandibola superiore profondamente solcata in tutta la sua lunghezza. Le narici vicine alla base, nella parte superiore del becco, oblunghe, strette, circondate da una membrana e forate nella stessa. Nudi la faccia e lo spa- . zio tra il becco e l’occhio, ed alle volte anche la testa ed il collo. I piedi mediocri o sottili, nudi sopra il gi- nocchio, con tre dita anteriori ed uno posteriore; gli anteriori congiunti sino alla prima articolazione ed. il posteriore toccante la terra. Le ali mediocri, colla 4.4 remigante più corta della 2.* e della 3.*, che sono le più lunghe; alle volte delle penne allungate su- queste, come nel Genere Gru. La coda corta. Costumi — Questi uccelli si descrivono come grandi distruttori di rettili velenosi, e non è vero: si cibano invece d’insetti, di vermi, di conchiglie e di vegetali, che raccolgono sulle rive dei fiumi e dei laghi. Fami- gliari,&non si spaventano all’appressarsi dell’uomo, nè allo scatto delle sue armi. Intraprendono lunghi viaggi 432 emigrando ad epoche determinate. .Prolificano sopra al- beri elevati, e costruiscono un nido ampio di giunchi e di sterpi congiunto e cementato. La muta è in loro semplice ed ordinaria, i sessi non si conoscono che nelle dimensioni, e l’ abito dei novelli è diverso di quello de- gli adulti. 371. Ibis falcinellus. Temm. Il Mignattajo. Savi. Si trova sulle rive dei fiumi e dei laghi della Polonia, del- l'Ungheria, della Turchia e dell'Arcipelago, e passa nella Sicilia: visita accidentalmente le altre parti del- l Europa. 372. Ibis religiosa. Guv. Il Sacro. Sta nell’ Egitto e nel Senegal, e visita la Turchia e la Morea. Gli Egi- ziani prestano un culto a questo uccello, la cui appa- rizione è contemporanea all’allagamento del Nilo, e le catacombe di Memfi e di Tebe ne sono ripiene. GENERE LAXXIXe NUMENIUS *) Caratteri — Un becco lungo, delicato, arcuato, compresso, a punta dura e leggiermente ottusa ; la man- dibola superiore più lunga dell’inferiore, arrotondata alia punta, solcata sino a tre quarti in lunghezza. Le narici laterali, lineari, forate nei solchi. La faccia e lo spazio tra l'occhio ed il becco pennati. I piedi sottili, nudi sopra il ginocchio, con tre dita anteriori ed uno posteriore; i primi congiunti sino alla prima articola- *) Sivonima — Scolopax: Linneo, Gmelin — Numenius: Linneo e gli altri autori sistematici — Chiurli. | 433 zione, ‘e l’ultimo articolato sul tarso e toccante la terra. Le ali mediocri colla 41.* remigante più lunga. La coda corta, rettilinea od arrotondata. «| Costinmi — Uccelli feroci e selvatici, vivono sulle coste e sulle rive dei laghi e dei fiumi, ove abbondano la melma e le paludi. Il loro nutrimento consiste in vermi, in insetti terrestri ed aquatici, ed in molluschi. Hanno volo sostenuto ed elevato, emigrano in truppe numerose, e non si separano che all’epoca degli amori. Mutano soltanto nell’ autunno, i sessi vestono un abito conforme, ed i novelli portano un becco più corto e meno ricurvo. 373. 209. Numenius arquata *) Caratteri — È lungo 60 centimetri circa. Il ma- schio ha tutte le penne d’un cenere sbiadito, e la fem- mina d'una tinta più carica. Portano entrambi alcune macchiette brune sul collo € sul petto, longitudinal- mente disposte e miste a penne rosse; sul ventre altre macchie brune parimenti longitudinali e sopra un fondo bianco; il dorso e gli scapolari con penne nere nel cen- tro e rosse nel contorno: la femmina però ha questo rosso meno puro. Tengono cenere-biancastra la coda. e lineata trasversalmente da fasce brune; bruno-nerastra *) Sinonima — Numenius: Brisson — Scolopaw arquatu: Linneo — Numenius arquatus: Vieillot, Temminck — Nu- menius arquatn: Linneo, Latham, Meyer e Wolf, Tem- minck, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — Inglese: The common Cur- lew. Laih. — Tedesco: Der grosse Brachvogel. Bechs. — Fran- cese: Le grand Courlis cendré. Temm. — Italiano: Il Chiurlo maggiore. Savi. L’ Ornit. Ticinese, 28 434 la mandibola superiore, e carnicina l’inferiore; bruna l’iride; e cenere-carichi i piedi — Il becco dei giovani è più corto, quasi diritto, e s'incurva e s'allunga mano mano coll’ ingrandire. Costumi — Sta nelle terre limacciose dell'Olanda, della Francia, dell'Ungheria e della Polonia, si trova a caso di passo tra noi, e qualche individuo sverna nel- VItalia. Si ciba di vermi, d’ insetti e di molluschi, ni- difica in luoghi asciutti tra le erbe o le sabbie marit- time, e depone 4 o 5 uova olivastre a macchie oscure. 37%. 210. Numenius pheopus *) Caratteri — Misura 43 centimetri circa. Maschio e femmina indossano penne d’una tinta cenere leggiera, e tengono alcune macchie brune sul collo e sul petto longitudinalmente disposte; una fascia bianco-giallastra sul centro della testa, disposta in modo longitudinale, ed accompagnata da due altre più larghe e brune, u- gualmente dirette e poste lateralmente a quella; il ven- tre e l’addome bianchi; ed il dorso e gli scapolari d’un bruno carico nel centro delle penne, e d’un bruno leg- giero nel contorno. Hanno bruno-cenere la coda, obliqua- mente strisciata da fasce più oscure; nerastro il becco colla base rossastra; bruna l’iride; e piombini i piedi — I giovani portano un becco più corto, che cresce e sì piega in proporzione dell'aumento del corpo. *) Sinonima — Scolopax pheopus: Linneo, Gmelin — Numenius minor: Brisson — Numenius pheopus: Latham e gli altri autori sistematici — Inglese: The Hudsonian Cur- lew. Lath. — Tedesco: Der Regenbracvogel. Meyer — Fran- cose: Le Courlis eoulieu. Temm. — Italiano: It Ehiurlo pic- colo. Savi. 435 Costumi — Passa regolarmente lungo le coste ma- rittime nei mesi d’aprile e di settembre, e smarrendosi arriva. alle volte da noi. Abita i luoghi frequentati dal- l’antidescritto, nidifica al polo artico, depone 4 0 5 uova elivastro-carico a macchie brune, © si nutre come l’an- tecedente. e 3 375. Numenius tenuirostris. Vieill. Il Chiurlotello. Savi. L'Egitto è sua patria: prolifica nella Dalmazia e nella Grecia, è comune nell'Italia meridionale, e si spin- ge alle volte sino a Roma, a Pisa ed a Venezia. GENERE LUXXe 1RINGA *) Caratteri — Un becco mediocre o lungo, leggier- mente arcuato, piegato alla punta o diritto, molle e fles- sibile in tutta la sua lunghezza, compresso alla base, depresso, dilatato ed ottuso alla punta; le due mandi- bole solcate sino all’ estremità. Le narici laterali, coni- che, forate entro una membrana, ‘che ricopre i solchi nasali in tutta’ la sua lunghezza. I piedi delicati, nudi sopra il ginocchio, con tre dita anteriori ed uno po- steriore; quelle totalmente divise, e questo articolato sul tarso. Le ali mediocri, colla 41.* remigante più lunga delle altre. La coda forcuta 0 dolcemente arrotondata. ") Sinonimia — Genus tringe: Brisson — Tringa e Sco- lopax: Gmelin — Tringa: Linneo, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — Tringa e Pelidna: Bonaparte — Calidris e Pe- lidna: Cuvier — Calidris, Pelidna e Numenius: Lesson — Piovanelli. 436 Costumi — Questi uccelli dimorano vicino agli stagni salsi, sulle rive dei laghi e dei fiumi e nelle pa- ludi, ma si trovano in maggior numero sulle spiagge dei mari. Prolificano accomunati, e cercano il loro nu- trimento nel fango, nelle terre mobili o tra i canneti, e questo consiste d’insetti, larve, vermi, molluschi e pic- Kc conchiglie bivalve, che a, la bassa marea raccol- gono nei fuchi e nella sabbia. Emigrano in bande lungo le rive dei mari o seguendo il corso dei fiumi, Hanno la muta doppia, e l'abito, che vestono d'estate, è diverso di quello che indossano nell’inverno: i colori principali variano ordinariamente dal rosso al bianco e dal cenere al nero. I sessi non si distinguono esternamente che dalla grossezza, essendo le femmine più grandi ed avendo un becco più lungo; i novelli invece si distinguono dagli adulti nella loro prima livrea. E questi e quelle sono soggetti a molte variazioni nelle dimensioni a seconda della località in cui dimorano, e dell'alimento che trovano. 376. 211. Tringa subarquata *) Caratteri — È lungo da 20 a 21 centimetri, ed ha un becco arcuato molto più lungo della testa, e le ") Sinonima — Tringa ferruginea et cinerea; Briinnichii -- Scolopax subarquaia el africana: Gmelin — Numenius africanus: Latham, Meyer e Wolf — Tringa subarquata: Temminck, Vieillot, Keyserl:ng e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Pelidna subarquata: Cuvier, Bonaparte — Numenius subarquatus: Lesson — Inglese: The red San- piper. Penn.— Tedesco: Der rothbiuchiger Brachvogel. Meyer — Francese: Le Bécasseau cocorlìi. Temm. — Italiano: I Piovanello paneia-rossa. Savi. , 437 due penne mediane della coda più lunghe delle laterali. Un maschio ed una femmina nell’abito invernale ten- gono la faccia, i sopraccigli, la gola, le coperture snpe- riori della coda, il ventre e tutte le altre parti inferiori d’un bianco puro. Portano una striscia bruna tra l’ oc- chio ed il becco; l’alta tésta, il dorso, gli scapolari e le coperture alari d’un bruno-cenere con un piccolissimo segno più carico vicino allo stelo; la nuca longitudinal- mente strisciata di bruno, e frangiata di biancastro; ed il collo ed il petto d’ una tinta più chiara. Hanno ce- nere la gola ad orli bianchi, nero il becco, bruna T'i- ride, e cenere-carichi i piedi — L'abito di nozze è con- traddistinto nella faccia, nei sopraccigli e nella gola d’un bianco punteggiato di bruno. Hanno nera la sommità della testa ad orli rossi; rossa Ja nuca a piccole e lun- ghe strisce nere; rosso-marrone il collo, il petto, il ver. tre e l'addome, segnato o variato, secondo l'epoca del- l’anno, da piccole macchie brune o da poche penne bianche; bianche sopra e sotto le coperture deila coda, segnate trasversalmente di nero e di rosso; nero-carichi il dorso, gli scapolari e le grandi coperture, macchiate con angoli di rosso-vivo sugli orli delle penne, e ter- minate di cenere sbiadito; bruno-carico le altre coper- ture alari ad orli giallastri, che durante l’ incubazione si fanno d’una tinta nerastra ad orli rosso-giallognoli; e cenere nerastra la coda ricamata di bianco — I giovani portano colori quasi uguali a quelli degli adulti nel loro abito invernaie, ma il centro delle penne del dorso, degli scapolari e delle coperture .alari tiene piuttosto del cenere-nerastro con larghe fasce bianco-giallastre. Hanno le remiganti internamente orlate di bianco; il 438 petto a colori cangianti giallastri, bianchi, e bruno-sbia- diti; il becco dolcemente inclinato e bruno; e bruni i piedi. Costumi — Si trova lungo le spiagge dei mari nei paesi settentrionali, ed anche sulle rive dei laghi interni della Svizzera. Passa regolarmente nel mese di settembre, ed in aprile, ma è più facile il ritrovarne qualche individuo in questa seconda stagione. Nidifica alle foci dei fiumi, e lungo le rive delle aque dolci e salse. Depone 4 o 5 uova giallastre a macchie‘ brune, e si nutre di piccoli insetti, di vermi e di fuchi. 377. Tringa pectoralis. Bonap. Il Piovanello a testa bruna. Dall’ America settentrionale, e particolarmente da Nuova Yersey negli Stati Uniti, venne nell’Inghilterra, presso Yarmouth. 378. 242. Tringa variabilis *) Caratteri — È lungo 19 o 20 centimetri, con un becco quasi diritto, nero, leggiermente inclinato alla punta, alquanto più lungo della testa; col tarso lungo quanto il dito di mezzo, e colle penne mediane della coda più lunghe delle laterali. Maschio e femmina ten- gono nell’inverno la gola, il piccolo spazio tra il becco *) Sinonima — Cinclus: Brisson — Tringa alpina: Lin- neo, Gmelin, Latham, Vieillot — Tringa variabilis: Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Tschudi — Pelidna cinclus : Bo- naparte — Tringa cinclus: Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Circlus et Cinclus minor: Brisson — Tringa Schinzii (var): Brehm — Inglese: The Purre. Penn. — Te- desco: Der berdnderlieher Strandliufer. Meyer. — Francese: Le Becasseau brunette ou variable. Temm. — Italiano: £l Pio- vanello pancia-nera. Savi, 439 superiore e l'occhio, tutte le parti inferiori, e soltanto le tre penne esterne delle coperture superiori della coda d’ un bianco-puro; il petto d’un cenere-biancastro; tutte le parti superiori d’un cenere-bruno con striscia più carica lungo gli steli; il groppone, le penne intermediarie delle co- perture caudali, e le due penne mediane della coda d’un bruno-nerastro; e le laterali d’un colore cenere ad orlì bianchi. Hanno nero il becco, e bruno-nerastri i piedi. e l’iride — Nell’ estate indossano tinte bianche alla gola, ed un bianco leggiermente macchiato di rossastro alla faccia, ai lati della testa e del collo, all’avancollo ed al petto: tutte queste penne sono segnate d’ una striscia longitudinale d’un nero-carico. Tengono il ventre e }’ad- dome d’un nero-carico, alle volte variato da qualche penna bianca, perchè il ventre non si mantiene nero senza macchia che nella breve epoca degli amori e del- incubazione. Portano la testa nera con frangie d’un rosso brillante; il dorso, gli scapolari parimenti nero-carichi ad orli d'un rosso-brillante ed a punti d'un cenere- sbiadito; le tre penne laterali delle coperture superiori della coda bianche soltanto nell’ orlo esterno; e la coda cenere-nerastra a bianchi ricami — La livrea più co- mune, che vestono all’ epoca delle due mute, propria anche dei giovani nell’ autunno, è la seguente. Hanno la gola, la striscia dal becco all'occhio, l'addome e le coperture inferiori della coda d’un bianco-purissimo; il collo ed il petto d’ un giallo-rossastro a macchie longi- tudinali brune; il ventre con poche o molte macchie bruno-nerastré ; il dorso e gli scapolari d’un nero ad orli rosso-sbiaditi e giallognoli, e tra questi colori tro- vansi alle volte penne di colore cenerino, la cui pre- 440 senza indica il passaggio d’una muta all'altra; è le co- perture alari d’un bruno ad orli rosso-giallognoli. I gio- vani tengono anche un becco più diritto. Costumi — È diffuso all’epoca della riproduzione lungo le spiagge marittime e le rive dei laghi e dei fiumi dell'Europa settentrionale, prolifica nella Svizzera e da noi, e si vede quasi sempre nelle Venete lagune. Passa regolarmente all’ epoca dell’ antidescritto, nidifica tra l’erbe, e depone 3 o 4 uova molto rilevate, d’ un verde-biancastro a grandi e piccole macchie brune, e si ciba di piccoli insetti e di vermi. 379. Tringa Schinzii. Bonap. (non Brehm). Pao- vanello Americano. Proveniente dall’ America settentrio- nale visita accidentalmente l’ Europa e specialmente l’In- ghilterra. (380. 243. Tringa platyrbyncha *) Caratteri — Misura 45- centimetri circa, con un becco leggiermente ricurvo alla punta, più lungo della testa, molto depresso alla base, col dito mediano più corto del tarso, e colle penne mediane della coda più lunghe delle laterali. Il maschio e la femmina in abito di nozze portano la testa e l’occipite d’ un bruno-ne- *) Sinonimia — Numenius pigm@us: Latham, Meyer e Wolf — Tringa floriodes: Vicillot — Triaga platyrhyncha : Temminck, Schinz, Scblegel, — Pelidna plutyrhyncha: Bo- naparte — Limicola pigmea: Keyserling e Blasias — Trin- ga pigmea: Degland — Inglese: The pygmy Curlew: Lath. — Tedesco: Der kleiner Sumpfliufer. Naum. — Francese: Le Bécasscau platyrhinque. Temm. — Italiano : IZ Gambec- chio frullino. Savi. 444 rastre, tagliato da due strette fasce longitudinali rosse. Hanno i sopraccigli bianchi con tinte brune; la. stri- scia tra il becco e l’occhio d’un bruno-nerastro; i lati della testa biancastri, strisciati di bruno; la nuca ce- nere a piccoli segni longitudinali bruni; il dorso e gli scapolari d’un nero molto carico, finamente ricamato di rosso; e gli ultimi con una piccola linea longitudi- nale biancastra sulle barbe esterne delle penne. Tengono nerastre le coperture alari verso l'estremità, colla punta marcata d’un bianco-rossastro; la gola, il ventre e l’ad- dome d’un bianco-puro; l’avancollo ed i suoi lati d’un bianco-rossastro, segnato di minutissime strisce longitu- dinali brune e colla punta bianca; i fianchi segnati da grandi macchie brune; e sulle bianche penne delle co- perture laterali della coda alcune macchie acuminate brune. Hanno le penne mediane della coda nere; le la- terali e le remiganti d'un cenere-sbiadito; il becco nero tolla base rossastra; bruna l’iride; e cenere-verdastri ì piedi — I giovani avanti la muta portano due fasce longitudinali sulla testa d’un bianco-rossastro; bruna la striscia tra il becco e l'occhio, ma d’un bruno molto - più sporco di quello degli adulti; la sommità della te- ‘sta, il dorso, gli scapolari, le coperture alari, il grop- pone, e le due penne mediane della coda nericcie con ogni penna orlata di rosso; le laterali di quest’ ultima d’un cenere-brunastro; la faccia, la nuca, i lati del collo, il petto, i fianchi, e le coperture inferiori della coda d'un bianco-rossastro, segnati a numerose strisce lon- | gitudinali nere; la gola, il centro del ventre°e l'addome d’una tinta biancastra; la base depressa del becco d’un : , ‘nt Sto cenere-rossastro e l’estremità nera; e cenere verdastri i piedi. 449 Costumi — Abitatore delle paludi settentrionali dei due emisferi, è piuttosto comune sui laghi della Svizzera, massimamente nel passo di primavera. Molti lo hanno confuso colla Tringa variabilis, ed hanno an- che descritto questo per quello. Passa più abbondante sui fiumi orientali dell’ Europa, nidifica probabilmente al polo artico, e si nutre come i congeneri. 384. Tringa maritima. Briinn. I Piovanello violetto. Savi. Sta tra le rocce marittime dell’Inghilterra, del- l'Olanda, della Norvegia, del Baltico e del Mediterra- neo, ed accidentalmente suì fiumi. 382. Tringa Temminckii. Leisl. Il Piovanello nano. Savi. Vive nelle regioni del circolo artico, e passa re- golarmente due volte all’anno sui laghi della Germania: Tschudi assicura essere stato visto anche su quelli della Svizzera. 389. 244. Tringa minuta *) Caratteri — Dà in lunghezza 13 centimetri, con un becco diritto e più corto della testa, col dito di mezzo meno lungo del tarso, e colla coda doppiamente forcuta, vale a dire colle due penne laterali e colle due mediane più lunghe delle altre. Tanto il maschio quanto la femmina nell’abito invernale indossano tinte cenerine in tutte le parti superiori, segnate di bruno-nerastro *) Sinonima — Tringa minuta: Leisler, Temminck, Key- serling e Blasius, Vieillot, Schinz, Schlegel, Degland, Tschu- di — Tringa pusilla: Vieillot — Pelidna minuta: Bonaparte — Inglese: The minute Dunlin. Lath. — Tedesco: Der klei- ner Strandliufer. Meyer — Francese: Le Bécasscau échasses. Temm. — Italiano: I! Gambecchio. Savi. i 443 vicino allo stelo. Portano i lati del petto d’un rosso cenerino ; una striscia bruna tra l'occhio ed il becco; il centro del petto, la gola, i sopraccigli, l avancollo, tutte le parti inferiori e soltanto le penne laterali delle coperture superiori della coda d’un bianco-puro; le me- diane della coda brune; e le laterali d’un cenere-bruno a bianchi ricami. Neri hanno i piedi, l’iride ed il becco — In abito estivo coprono la sommità della testa d’un nero a macchie rosso-brillanti; le guancie, 1 lati del collo e del petto d’ una tinta rossognola, sparsa di mac- chie piccole ed angolari; i sopraccigli, la gola, ìl cen- tro del petto e tutte le parti inferiori d'un bianco im- macolato; il dorso, gli scapolari, le coperture alari, il groppone e le due mediane della coda d’un nero-carico largamente frangiato di rosso-vivo; e le laterali delle coperture superiori della coda bianche a macchiette iso- late, intanto che le altre hanno d’un bruno-cenerino in bianco ricamo — I giovani avanti la muta tengono la sommità della testa nerastra, orlata di rosso-giallastro; la fronte, i sopraccigli, la gola, l’avancollo, il centro del petto, ele altre parti inferiori d’ un bianco-puro; bruna la striscia tra il becco e l’occhio; e rossastri i lati del petto, variati di bruno-cenerino. Portano la nuca ed i lati del collo d’un cenere mescolato di bruno; le penne dorsali, gli scapolari e le coperture alari d’un_ bruno-nerastro, le prime circuite da un largo orlo rosso, i secondi d'un orlo bianco-giallastro, e le ultime da una stretta fascia rosso-giallastra; e le due penne mediane della coda nerastre a frangie cenere-rossastre, colle al- tre ricamate di bianco. Cestumi — Anche questo è proprio delle regioni 444 settentrionali dei due emisferi. Si diffonde nell’autunno e nella primavera sulle rive dei fiumi e dei laghi del- l’ Olanda, della Germania e della Francia, della Svizzera e dell’Italia. Passa co’ suoi conseneri dopo aver nidifi- cato al nord, e si ciba di piccolissimi vermi e d’insetti luviatili. i 364. Tringa rufescens. Vieill. Il Piovanello rosso. È dell'America settentrionale, visita spesso la Francia e l’Inghilterra,.e fu trovato molte volte col Charadrius mo- rinellus. 380. 215. Tringa cinerea *) Caratteri — Mirura 25 o 26 centimetri in lun- ghezza, con un becco diritto, un po’ più corto della testa, molto rigonfio e dilatato all'estremità, e colle penne della coda di uguale dimensione. Maschio e fem- . mina nella stagione invernale coprono }a gola, il centro del ventre e l'addome d’ un bianco-puro; la fronte, i sopraccigli, l’avancollo ed i lati. il petto ed i fianchi pure d'un bianco segnato da piccole strisce brune lon- gitudinali e da3 fasce trasversali e serpeggianti d’un bruno-cenerino ; la testa, il collo, il dorso e gli scapo- lari d’un cenere sbiadito cogli steli bruni; il groppone ‘) Sinonimia — Calidris, Calidris nevia er grisea: Bris- son — Tringa Islandica: Linneo, Gmelin, Latham — Trin- ga ferruginea: Meyer e Wolf, Vieillot — Tringa cinerca: Brinnichii, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Tschudi — Tringa canutus: Linnev, Gmelin, Latham, Schinz, Bonaparte, Schlegel, Degland, — Inglese: The grisled Sand- piper. Lath. — Tedesco : Der rothbraune Strandlaufer. Meyer — Francesc: Le Bécasseau canut ou maubeche. 'Temm. — ‘ Italiano ; I Piovanello maggiore. Savi. 445 e le coperture superiori della coda d’ un bianco a se- gni serpeggianti neri; e le coperture alari d’un cenere ad orli bianchi e a steli bruni. Portano le penne cau- dali cenerine ricamate di bianco; nero-verdastri il becco ed i piedi; e bruna 1’ iride — Indossano nell’ abito nu- ziale larghi sopraccigli, coll’avancollo ed i lati, col petto, col ventre e coi fianchi tinti di un rosso mattone o di rame. Hanno la nuca rossa sottilmente strisciata in ]i- neette longitudinali brune; la sommità della testa, il dorso e gli scapolari neri con orli di un rosso brillante, e gli ultimi anche con grandi macchie ovali dello stesso colore; l’addome bianco, macchiato di rosso e toccato di nero; le coperture. superiori della coda bianche, segnate di nero e tinte di rosso; e la coda cenere-nerastra, ri- camata di biancastro — I giovani avanti la muta co- prono il dorso e gli scapolari d'un cenere-carico a punta nera e bianca, e quest’ultimo colore disposto nella parte più estrema. Tengono una quantità innumerabile di grandi macchie brune sulla sommità della testa e della nuca, disposte in linee longitudinali sopra un fondo ce- nerino; una leggiera tinta grigio-rossastra sul petto; ed. una striscia bruna tra il becco e l'occhio. Hanno cenere- verdastro il becco, e giallo-verdastri i piedi — Nella prima muta di primavera sì distinguono ancora dagli adulti in varie parti del corpo, Tutte quelle parti. che nei vecchi sono in quest’ epoca d’un colore rosso-mattone, questi invece le hanno d’un rosso leggiero e sbiadito. Coprono la nuca e la sommità della testa d’un cenere- giallognolo a lunghe strisce brune; il rosso-chiaro ed il nerastro del dorso molto confuso; le macchie ovali de-. gli scapolari d'un rosso leggierissimo; ed il centro del 446 ventre, ed alcune volte il petto, mescolato di bianco e toccato di bruno. ; Costumi — Sta anche questo nelle regioni del cir- colo artico, vive nelle paludi, e si nutre principal- mente di vermi, e più di rado di piccoli scarafaggi a- quatici e di conchigliette Dbivalve. Prolifica in quelle lo- calità, depone da 4 a 6 uova giallognole a macchie brune, passa all’epoca dei congeneri lungo le coste ma- rittime, e qualche individuo smarrito si lascia vedere tra noi nel settembre e più facilmente nell’aprile. GENERE LXXXEo MACHETES *) Caratteri — Un becco mediocre, leggiermente ri- gonfio ed inclinato alla punta, meno flessibile di quello del Genere precedente. Le narici laterali, coniche, aperte nei solchi superiori. I piedi molto denudati sopra il gi- nocchio; il tarso allungato, col dito esterno congiunto alla base al mediano da un’ ampia membrana. Le ali acuminate, colla i.* remigante più lunga. La coda ar- rotondata. Costumi — La sola specie curopea abita i paesi settentrionali, ed ha costumi, che la ravvicina e al Ge- nere antecedente ed al susseguente, in cui fu mai sem- *) Sinonmia — Totanus: Nilsson — Achtitis: Illiger — Tringa: Linneo, Gmelio, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Schinz, Schlegel — Machetes: Cuvier, Lesson, Bo- naparte, Temminck, Keyserling e Blasius, Degland — Gambetle. 447 pre confuso, ma definitivamente stralciato da Cuvier. Le femmine sono diverse dei maschi e d’un terzo più pic- cole, i.giovani tengono molto della madre, la loro muta è doppia, ma parziale nella primavera, ed i maschi pren- dono in questa stagione un abito di tinte variate. 386. 216. Machetes pugnax *) Caratteri — Il maschio tiene 34 centimetri circa di lunghezza, un becco dolcemente inclinato, e nell’in- verno la faccia coperta di penne, e l’occipite ed il collo vestiti di altre cortissime. Ha la gola, l’avancollo, il ventre e le altre parti inferiori d’ un bianco immacolato; il petto rossastro a macchie brune; e le penne delle parti supe- riori quasi sempre d’una tinta bruna, cospersa di mac- chie nere e frangiata di rossastro. Porta le lunghe co- perture alari e le due penne mediane della coda stri- sciate di bruno, di nero e di rosso; le altre penne cau- dali unicolori; la coda arrotondata; i piedi lunghi, gial- lastri e tinti di verdognolo; l’iride bruna; edeil becco pure bruno — La femmina è lunga soltanto 24 centimetri, e nell’inverno ha penne più cenerine, l’avancollo diffi- cilmente bianco, i piedi oscuri, ed il becco nero — Il °) Sinonima — Tringa cincreus: Brisson — Totanus pu- qnazg: Nilsson — Achtitis pugnax®: Illiger — Tringa eque- stris, littorea et grenovicensis: Latham — Tringa liltorea: Gme- lin — Tringa variegata: Brinnichii — Tringa pugnax: Lin- neo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Schinz, Schlesel — Machetes pugnax: Cuvier, Lesson, Bo- naparte, Keyserling e Blasius, Temminck, Degland, Schudi — Inglese: The shore Sandpiper. Lath. — Tedesco: Der en-- glischen Strandlaufer. Bechs. — Francese: Le Combaltani va- riable. Temm. — Italiano: La Gambella. Savi. 448 maschio nel comico abito di nozze tiene la faccia nuda e porrosa; ha l’occipite ornato di lunghe penne, ed una larga fascia di altre penne più.o meno lunghe, secondo, l'età dell’uccello, ne circuisce la gola: tutte queste penne contrastano coi colori di quelle che si vedono sul di lui corpo durante l'inverno, perchè in quest’epoca le trovi variate e confuse di rosso, di cenere, di nero, di bruno, di bianco e di giallo. Porta il becco d’un giallo- aranciato, e Ja porrosità e l’iride rossastre — La fem- mina non ha penne variate e lunghe, e tiene le parti superiori d'un bruno-cenerino, misto a qualche penna nera a riflessi d’acciajo; il collo ed il petto di tinte u- guali, ma più sbiadite; il ventre e l’addome bianchi; il becco nero; ed i piedi giallastri o verdastri — I gio- vani rassomigliano molto alla madre nell’ abito invernale, ma le tinte dell’avancollo e del petto sono d’un cenere rossastro sporco. Hanno le penne della testa, del dorso, degli scapolari e le grandi coperture alari d'un bruno con larghi orli rossi o giallastri; le. piccole. coperture alari con orlì bianco-rossastri; la gola, il ventre e l’ad- dome d’un bianco-puro; il becco nero; verdastri i piedi. Cestusi — Feroce, disputa in primavera il pos- sesso della femmina sino alla morte di ‘uno dei com- battenti, abita i prati umidi e paludosi dell'Olanda è dell’ Ungheria, e secondo Tschudi le vallate del Reno. Nidifica nelle erbe, depone 4 o 5 uova appuntate, d’un colore verdastro-sbiadito a macchie brune; si nutre di vermi e d’insetti, ed emigra nell’ autunno. Non è dif- ficile il ritrovarlo tra noi in primavera, mai però coi distintivi dell’amore. 449 GENERE LXXXiL, TOTANUS *) - Caratteri — Un becco mediocre o lungo, diritto, raramente ricurvo in alto, molle alla base, duro, so- lido e tagliente alla punta, compresso in tutta la sua lunghezza e terminato in punta acuta; le due mandi- bole solcate soltanto alla base, coll’ estremità della su- periore leggiermente ricurva sull’inferiore. Le narici la- terali, lineari, longitudinalmente fesse nei solchi. I piedi lunghi, sottili, nudi sopra il ginocchio, con tre dita an- teriori ed uno posteriore; il dito esterno congiunto al mediano da una membrana, che alle volte sì prolunga sino alla seconda articolazione, ed altre volte una spe- cie di rudimento tra il dito interno ed il mediano in forma di semi-palmatura. Le ali mediocri, colla 4.* re- migante più lunga delle altre. La coda corta, uguale o leggiermente arrotondata. Costumi — Uccelli forniti di un becco duro e re- sistente, non hanno d’uopo di vivere tra la melma e le paludi per procacciarsi il loro nutrimento: essi lo cer- cano benissimo e lo sanno ritrovare anche tra i terreni duri e pietrosi. Stanno sulle rive dei laghi e dei fiumi e nei prati non molto logtano dalle aque: non si avvi- ") Sinonimia — Scolopax el Tringa: Linneo, Gmelin, La- tham — Totanus el Tringa: Meyer e Wolf — Totanus: Tem- minck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Schinz, Degland — Ac- titis, Actiturus. Totanus, Catoptrophorus et Gloitis: Bonaparte — Totanus et Actitis: Keyserling. e Blasius, Schlegel — Piri-Piri. L’ Ornit. Ticinese. 29 450 einano tanto alle spiagge dei mari. Prediligono per cibo vermicciuoli, insetti, molluschi, e qualche rara volta pic- coli pesci. Nelle due consuete epoche dell’anno intra- prendono le loro emigrazioni in piccoli branchi , proli- ficano nelle regioni boreali, e pochi rimangono tra noi, Costruiscono il nido nelle erbe elevate dei prati, sulle rive delle aque o in qualche cavità praticata nella sab- bia. Mutano le penne due volte all’anno, e l’abito estivo diversifica da quello dell'inverno per differenti distri- buzioni nelle macchie e nei segni, ed alle volte per sole tinte più pure. La femmina ha dimensioni più forti in paragone del maschio, ed i novelli tensono una veste consimile a quella degli adulti nel tempo invernale. Li divideremo in due Sezioni. 4.8 SEZIONE. Totanus. Caratteri — La mandibola diritta, colla punta su- periore ricurva sull’inferiore; il dito mediano congiunto coll’esterno da una membrana, ovvero le tre dita ante- riori più o meno riunite. Costumi — Si nutriscono di vermi, d’insetti e di piccole conchiglie, ed abitano le aque dolci ed i prati umidi. 387. Totanus semipalmatus. Temm. Il Piro-piro semi- palmato. Comune nell’ America settentrionale, e parti- colarmente negli Stati Uniti, mostrasi smarrito nel nord dell’ Europa. 388. 217. Totanus fuscus *) Caratteri — È lungo il maschio 34 centimetri, e ") Sinoniatia — £colopax fusca: Linneo, Gmelin, Latham 451 la femmina 32. Entrambi nella livrea invernale tengono la sommità della testa, la nuca, il dorso, gli scapolari e le coperture alari d’un colore grigio-cenerino a steli nerastri, ed una striscia nerastra che dal becco va al- l'occhio. Hanno la gola, il petto, il ventre, l'addome ed il groppone d’un bianco immacolato; i fianchi d’un cenere-biancastro; le guancie, l’avancollo ed i lati mi- sti di cenere e di biancastro; le coperture superiori e le penne caudali trasversalmente strisciate di bruno-ne- rastro e di bianco; e nero il becco colla base della man- dibola inferiore rossa — In abito di nozze coprono tutte le parti superiori e la faccia di nerastro; hanno il dorso, le coperture alari e gli scapolari segnati sugli orlì da piccole macchie bianche, colla punta d’un bianco molto più lato; le parti inferiori d’un cenere-nerastro, puro al collo e strettamente toccato di bianco sul petto e sul ventre; l'addome e le coperture caudali trasversalmente strisciati di cenere oscuro e di bianco; la coda cenere- nerastra, cogli orli strisciati d'un bianco, che non si prolunga sino allo stelo; la base della mandibola infe- riore rossa; ed i piedi bruni, leggiermente tinti di ros- sastro — I giovani avanti la muta differiscono dagli adulti nella livrea invernale per le parli superiori tinte — Limosa fusca: Brisson — Tringa atra: Gmelin, Latham — Scolopax tolanus, Cantabrigensis et Curonica: Gmelin, Latham — Totanus fuscus: Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel, Degland — Inglese: The dusky Snipe. Latb. — Tedesco: Der schwartzbraune Wasserliufer. Brehm — Fran- cese: Le Chevalier arlequin. Temm. — Italiano: 40 Chiò- Chid. Savi. 452 d’ olivastro, per le penne del dorso lateralmente fran- giate da piccole strisce bianche, per le coperture alari e per gli scapolari segnati da alcune piccole macchie bianche di forma triangolare sull’estremità delle penne, e finalmente per le parti inferiori biancastre, variate da numerose e serpeggianti macchie poco distinte d’un cenere-bruno. Cestumi — Vive e nidifica sulle sponde dei fiumi, dei laghi e delle paludi nelle regioni del circolo artico e non è difficile trovare da noi qualche individuo nel suo doppio passaggio. Si nutre di conchiglie fluviatili, che prende camminando nell’aqua, e di rado d’insetti e di vermi. 389. 213. Totanus calidris *) Caratteri — Misura il maschio 29 centimetri e la femmina qualche cosa di più. Tutti e due nell’abito invernale hanno la testa, la parte posteriore del collo, l'alto dorso, gli scapolari e le coperture alari d’ una sola tinta bruno-cenerina, variata da un segno alquanto più carico vicinissimo allo stelo; la gola, i lati della testa, l’avancollo ed il petto d’un bianco-grigiastro a fine strisce brune sugli steli; il groppone, il ventre e l'addome d’un bianco immacolato; e la coda trasversal- ") Sinonimia — Scolopax calidris: Linneo, Gmelin, Latham — Totanus strialus et nevius: Brisson — Tringa gambelta €; striata: Linneo, Gmelin, Latham — Totanus calidris: Bech- stein, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — — Inglese: The gambe Sandpiper. Laih. — Te- desco: Der rothftissige Wasserliufer. Meyer — Francese: Le Chevalier gambette. Temm. — Italiano: La Petiegola. Savi. 453 mente strisciata di bianco e di larghi segni serpeggianti neri. Portano d’un rosso-sbiadito i piedi, con un rudi- mento di membrana che riunisce il dito interno col me- diano; bruna l’iride; e rosso il becco ad estremità nera — In abito nuziale tengono una striscia bianca, che dalla mandibola superiore del becco comunica sino al- l'occhio; la testa, la nuca, l’alto dorso, gli scapolari e le coperture alari, tanto grandi quanto piccole, d’ un cenere-olivastro carico, con una larga striscia longitudi- nale nera su ciascheduna penna; gli scapolari poi e le grandi coperture alari segnati da piccole strisce nere trasversali. Hanno bianco il groppone; bianchi 1 lati della testa, la gola e tutte le parti inferiori, col centro delle penne macchiato longitudinalmente di bruno-nera- stro: queste macchie sì fanno oblique sull’addome e sulle coperture inferiori della coda, e {su quest’ultima pingonsi delle fascette bianche e nere alternativamente disposte, colla pehna esterna d’un bianco più puro nelle parti laterali e colle quattro mediane cenerine. Tengono i piedi e la metà del becco d’un rosso miniato molto vivo — I giovani prima della muta hanno anch'essi la striscia bianca, che dalla mandibola superiore si spinge sino all'occhio, collo spazio tra questo e quello bruno; l'alta testa leggiermente segnata di giallastro sopra un fondo parimenti bruno; la nuca cenere; e il dorso e gli scapolari bruni, con tutte le penne frangiate lateralmente di giallognolo, in modo da presentare degli angoli acuti sull’ estremità delle barbe. Tengono le coperture alari bruno-nerastre, orlate e terminate di, bianco-giallastro ; la gola biancastra, seminata a piccole punte brune; ed. “1 lati del collo e del petto ceneri a strettissime strisce 454 IE longitudinali brune. Bianco hanno il ventre, i fianchi e l’addome, ma sui fianchi, sull’addome e sulle coperture caudali vi stanno delle macchie brune; rossastre le estre- mità della coda; livido il becco all’origine e bruno alla punta; e giallo-aranciati ì piedi. Costumi — È poco selvatico e sparso in tutta l’Eu- ropa, passa annualmente in primavera ed in autunno, si mette tra i prati umidi e paludosi, e passa l’estate al polo artico. Prolifica anche nella Svizzera e nelle Ve- nete paludî, depone 4 uova appuntate, giallo-verdastre a macchie-irregolari brune, e si nutre di vermicelli, d’insetti e di piccoli crostacei. 390. 219. Totunus stagnatilis *) Caratteri — Maschio e femmina hanno circa. 24 centimetri di lunghezza, e in abito d’ inverno tengono le sopracciglia, la faccia, la gola, la metà del dorso, l’a- vancollo, il petto e tutte le altre parti inferiori d’un bianco-puro; la nuca longitudinalmente strisciata di bruno e di bianco; l’alta testa, l'alto dorso, gli scapolari e le grandi coperture alari d’un cenere-chiaro orlate di bian- castro; le piccole coperture delle ali e la congiuntura di queste d’un colore cenere-nerastro; i lati del collo e del petto biancastri a piccole macchie brune; e la. coda bianca diagonalmente segnata da fasce brune, fatta eccezione delie due penne esterne che sono invece mar- cate da una fascia longitudinale e serpeggiante. Hanno ") SinoniMmia — £colopax totanus: Linneo — Totanus sta- gnatilis: Bechstein e gli altri autori sistematici — Tede- sco: Der Teichwasserliufer. Brehm. — Le Chevalier stagna- ule. Temm. — Italiano: H Piro-piro gumbe lunghe. Savi. ATA, il becco lungo, sottile e d’un nero cinerco, i piedi lun- ghi d’un verde-olivastro, e l’iride bruna — In veste nuziale hanno una striscia sopraccigliale bianca, che va sino al becco; la gola, il petto, il ventre, l'addome d’un bianco immacolato; lo spazio tra l'occhio ed il becco, le tempia, l’avancollo, ed 1 Jati, i fianchi, i lati del petto e le coperture inferiori della coda ugualmente d’ un bianco-puro, ma su ciascheduna penna mostrasi un pic- colo segno longitudinale nero; la sommità della testa e la nuca strisciate longitudinalmente di nero. sopra un fondo bianco-cenerino ; e l’alto dorso, gli scapolari e le grandi coperture alari d’un cenere tinto di rossastro e colle penne variate da bande trasversali nere, che si fanno più larghe sulle estremità, e che prendono una forma diagonale su quelle più lunghe delle spalle. Por- tano cenere le due penne mediane de]la coda, diagonal- mente strisciate di bruno; bianche le altre, longitudi- nalmente strisciate pure di bruno; verdastri i piedi; e nero il becco — I novelli portano per distintivo avanti la muta le penne capitali, l’alto dorso, gli scapolari e le coperture alari d’una tinta bruno-nerastra, tutte lar- gamente frangiate di giallognolo; le grandi coperture alari a piccoli segni diagonali -d’un bruno-carico ; la fac- cia ed i lati della testa con piccoli punti bruni; l’estre- mità delle remiganti biancastre; e cenere-verdastri i piedi. Costumi — Sta all’epoca della riproduzione sull» rive dei fiumi nel nord dell’ Europa, e depone, secondo Pallas, uova d’un bianco verdastro a macchie bruno- «cariche. Emigra lungo le provincie orientali dell’ Europa sino al Mediterraneo, e qualche individuo mostrasi an- che da noi. Nuota benissimo, e si ciba di vermi e d’insetti. 456 391. Totanus bartramia. Wils. I Piro-piro lunga- coda. Dall’ America settentrionale appare a caso nell’Eu- ropa e fu ucciso nell’Olanda e nella Germania. 392. 220. Totanus ochropus *) Caratteri — È lungo da 24 a 22 centimetri. Ma- schio e femmina durante l'inverno vestono un abito, le cui parti superiori sono brune, lievemente ondeggiate d’olivastro e di riflessi verdastri. Hanno il dorso, gli scapolari e le coperture alari orlate da piccole punte biancastre; tra il becco e l’occhio una fascia bianca ed un’ altra bruna; le coperture superiori della coda e tutte le parti inferiori d'un bianco-puro, eccettuato |’ avan- collo ed il petto in cui questo bianco mostrasi variato da un numero grande di strisce finissime, brune, lon- gitudinali e molto vicine tra loro. Portano la coda d’un bianco-puro, segnata da macchie trasversali brune, lar- ghe ed in numero di quattro sulle due penne mediane, diminuendo in estensione ed in quantità sino alle esterne, le quali alle volte sono totalmente bianche. Tengono nero-verdastro il becco, cenere-verdastri i piedi, e bruno- carico l’iride — La livrea estiva differisce per tinte verdastre cariche e per riflessi vivi nelle parti superiori, per un numero molto maggiore di piccoli punti su que- °) Sinonimia — Genus tringe: Brisson — Tringa ochro- pus: Linneo, Gmelin, Latham, Briinnichii, Meyer e Wolf — Totanus ochropus: Temminek, Vieillot, Cuvier, Lesson, Bo- naparte, Keyserliog e Blasius, Schinz, Scblegel, Degland, Tschudi — Inglese: The green Sandpiper. Lath. — Tede- sco: Der punktirte Wasserliufer. Meyer — Francese: Le Che- valier cul-blanc. Temm. — Haliano : Il Piro-piro cul-bianco. Savi. 437 ste parti, e per macchie sull’avancollo più marcate, che rassomigliano a goccie d’aqua cadute su‘ciascuna penna e lungo gli steli — | giovani del primo anno si con- traddistinguono nelle parti superiori per colori più sbia- diti; per un pumero minore di piccoli punti giallastri; per la nuca mescolata di cenere; per i lati del petto tinti come il dorso e toccati da macchie bianche; per tutto l’avancollo ed il centro del petto macchiati di bruno in forma di lancia; per lo spazio bianco all’origine della coda meno lato; e per larghissime fasce nere sulle penne intermediarie di questa. Cesti — Abbonda più facilmente degli antide- scritti nelle provincie centrali dell’ Europa, e perciò fa- cile a ritrovarsi tra noì non solo nel tempo di passo, ma anche all’epoca della riproduzione. Vive sulle rive delle aque dolci e più abitualmente vicino ai limpidi ruscelli, costruisce il nido nella sabbia o nelle erbe, e depone da 3 a 5 uova verde-rossastre a macchie brune ec piriformi. 393. Totanus glareola. Temm. Il Piro-piro boscarec- cio. Savi. Abita la parte orientale e settentrionale del- l'Europa e passa anche in alcune provincie della Ger- mania. 394. Totanus macularia. Temm. 1 Piro-piro perlato. Dall’ America settentrionale, sua patria, passa acciden- talmente sulle coste del Baltico ed in alcune parti della Germania. 395. 221. Totanus hypoleucos *) Caratteri — Dà 18 a 49 centimetri in lunghezza. *) Sivonimia — Tringa hypoleucos: Linneo, Gmelin; La- 458 Il maschio e la femmina ìn abito d'inverno non diffe- riscono da quello dell’ estate che per riflessi meno grandi. Vestono tutte le parti superiori d’una tinta bruno-oli- vastra a riflessi, con una striscia- nerastra lungo lo stelo, e con tutte le penne delle ali e del dorso trasversal- mente strisciate di un bruno-nerastro stretto e serpeg- giante. Hanno una linea bianca soprAecigliale; la gola, il ventre e le altre parti inferiori d’un bianco puro; i lati del collo e del petto d’un bianco, segnato longi- tudinalmente di bruno; e la coda cuneiforme, colle due penne mediane tinte come il dorso e segnate diagonal- mente di nero, e colle altre alternate di bruno e di bianco e terminate di quest’ ultimo colore. Portano ce- nere il becco, bruna l’iride, e cenere-verdastri i piedi — I giovani hanno la gola e l’avancollo d’un bianco- puro, sparso di macchie soltanto ai lati; la fascetta so- pra gli occhi molto più larga e più distinta; le coper- ture alari più cariche; e le penne dorsali orlate di rosso e di nerastro, ma in modo più apparente sulle ali. Costunai — È sparso in tutta Europa, ed anche questo si trova tra noi all’epoca della riproduzione. A- bita lungo le aque dolci, nidifica tra le erbe ed i giun- chi, depone 4 o 5 uova giallo-biancastre a macchie ce- nere-brune. Si nutre di vermi e d’insetti, viaggia in tham — Totanus hypoleucos : Meyer e Wolf, Temminck, Vieil- lot, Cuvier, Lesson, Schinz, Degland — Actilis Rypoleucos: Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schlegel — Inglese: «The common Sandpiper. Lath.— Tedesco: Der trillender Wasser- liufer. Bechs. — Francese: Le Chevalier quignelte. Temm. — Italiano: N Piro-piro piccolo. Savi. 3 459 bande numerose, e così mostrasi nel suo doppio pas- saggio tra 1 prati adaquati. Ha un volo basso, tutto particolare e molto diverso dei congeneri; fisso muove continuamente la coda, e nuota a perfezione: 2a SEZIONE. Glottis. Caratteri — La mandibola alquanto ricurva in alto, diritta e quasi uguale; il becco grosso e robusto; il dito mediano congiunto all’esterno; le ali più lunghe della coda. Costumi — Si nutriscono specialmente di pesci, di piccole conchiglie bivalve, e vivono lungo le rive dei fiumi e dei laghi. 396. Totanus glottis. Bechst. La Pantana. Savi. Vive e sì riproduce nel nord dell’ Europa, eseguisce le periodiche sue emigrazioni, è molto raro anche sui laghi della Sviz- zera, poggia sui terreni discoperti, e difficilmente si la- scia avvicinare. * GENERE LXXXIH: LIMOSA *) Caratteri — Un becco lunghissimo, più o meno ri- curvo in alto, molle, flessibile, grossolano, depresso e cilin- ” *) Sinonima — Numenius: Linneo — Scolopax: Linneo, Gmelin, Latham, Dumeril, Meyer e Wolf — Genus limose: Brisson — Limosa: Temminck, Cuvier, Lesson, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — Limicula: Vici'lot — Terekia et Limosa: Bonaparte —- Pittime. 468 drico alla base; le due mandibole scannellate in tutta la sua lunghezza, a punta schiacciata, dilatata ed ot- tusa. Le narici laterali, basali, longitudinalmente fesse, forate da parte a parte. I piedi lunghi, sottili, con uno spazio nudo sopra il ginocchio; tre dita anteriori ed uno posteriore; il mediano congiunto coll’esterno per mezzo di una membrana, che si dilata sino alla prima articolazione; il posteriore articolato sul tarso. Le ali mediocri, colla 4.% remigante più lunga. La coda corta. Q@estumi — Uccelli molto alti e forniti d’un becco lungo e flessibile, sono destinati a cercarsi tra la mel- ma ed il fango il nutrimento; vivono perciò in luoghi paludosi sulle rive delle aque, e sono forniti di muscoli nel becco atti a dar loro il senso del tatto. Si cibano di vermi e diglarve, ed eseguiscono il loro passaggio periodico nel settembre e nell’aprile. Timidi per natura, si nascondono di giorno tra le canne, escono sui cre- puscoli per procacciarsi il cibo, e corrono con molta ve- locità. La loro muta è doppia, e le femmine cambiano sempre dopo i maschi. Varia il loro abito nelle due epoche consuete dell’anno, le femmine si distinguono generalmente per tinte meno vive e per una taglia più forte, ed i novelli vestono l’abito dei loro genitori dopo la muta autunnale. 397, - 222. Limosa melanura *) Caratterî — Misura 44 centimetri e più. Maschio ") Sinonimia — Scolopax @gocephala: Linneo — Scolo- pax limosa: Linneo, Gmelin, Latham — Limosa ei Limose rufa major: Brisson — Scolopaa Belgica et egocephula: Gme- lin, Latham — Totanus rufus: Bechstein — Tolanus limo- 461 e femmina nell’ abito d’ inverno coprono tutte le parti superiori d’un.bruno-cinereo' uniforme, variato soltanto da una tinta bruna più carica vicino allo stelo; e. la gola, 1’ avancollo, il petto ed.i fianchi d’ un grigio-chiaro. Hanno il groppone nerastro; il ventre, l'addome, le parti superiori delle remiganti, e la base delle penne caudali d’un bianco-puro; tutte le penne caudali con uno spa- zio lato d’un nero-carico, e colle mediane a punta bianca; il becco diritto, aranciato alla base, c nero alla punta; l’iride nera; ed i piedi bruno-nerastri, coll’ unghia del dito mediano lunga e dentellata — Portano nella livrea nuziale una fascia rosso-biancastra, che principia alla mandibola superiore, e va a terminare vicino all'occhio; la sommità della testa nera ed orlata d’un rosso molto vivo; la gola ed il collo pure d’un rosso. molto vivo e seminato da punticelle brune; e d’un rosso-vivo anche il petto ed i fianchi, trasversalmente strisciati. da sot- tili fascette nere serpeggianti. Hanno l'alto del dorso e gli scapolari d’un nero molto carico, con tutte le penne marcate nelle loro estremità da un rosso-vivo ed orlate da piccole macchiette dello stesso colore; le coperture alari cenerine, colle parti inferiori del dorso e la coda nere; ed il centro del ventre, l'addome, la base delle penne caudali e |’ alto delle remiganti d’un bianco im= suis: Meyer e Wolf — Limosa melanura: Temminck, Schinz, Schlesel — Limicula melanura: Vieillot — Limosa egoce-. phala: Degland — Inglese: The sadreka Snipe. Lath. — Te- : desco: Der schwarzschwdnzige Sumpfliufer. Leisl. — Fran- cese: La Barge a quere noire. Temm. — Italiano: La Pit-. tima reale. Savi. 462 macolato. Tengono aranciato il becco alla base, ma d’un colore più vivo dell'inverno, ed i piedi neri — I gio- vani avanti la muta sì contraddistinguono per la fascia tra la mandibola superiore e l’occhio; per la gola, per la base delle penne caudali, per l’alto delle remiganti, pel ventre e per l'addome, i quali sono tutti d’un bian- co-puro; per le penne capitali brune, frangiate di rosso- sbiadito; pel collo e pel petto d’ un rosso-cenerino chiaro; per il dorso e per gli scapolari nerastri, circondati da una fascia rossa. Hanno ceneri le coperture alari, or- late e terminate da uno spazio piuttosto lato d'un bian- co-rossastro, e bianche le estremità delle penne caudali, punteggiate di bruno. Costumi — Sta in tutta l’Earopa, non si spinge tanto. al nord, e trovasi presso gli stagni, nei terreni fangosi e nei prati umidi dell’ Olanda. Nidifica tra i ciuffi d'erba vicinissimo alle aque, e depone 4 uova olivastro-cariche a grandi macchie brune. Emigra nei mesi di settembre e d’aprile, appare da noi in abito giovanile, e si alimenta di larve, d’insetti, di vermi e d’uova di ranocchi. + 398. Limosa Meyeri. Leisl. La Pittima di Meyer. A- bita le spiagge del mar Baltico, va più al nord dell’an- tecedente, e raramente si mostra da noi. 399: 2 223. Limosa rufa *) Caratteri — E lungo 35 o 86 centimetri. Maschio *) Sinonimia — Scolopax Lapponica: Linneo, Gmelin — Limosa grisea major: Brisson — Scolopax leucocephala: La- tham — Totanus ferrugineus: Meyer e Woll — Limosa rufa : Brisso:, Temminck, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Bla- 463 e femmina in abito invernale hanno la sommità della testa, lo spazio tra l’occhio ed il becco, le guancie e tutte le parti del collo d’un cenerino-chiaro, segnato da molte strisce longitudinali d’un bruno-carico; i soprac- cigli piuttosto grandi, la gola, il petto e tutte le parti inferiori d’ un bianco-purissimo; l’alto dorso, gli scapolari e le penne più vicine al corpo d’un grigio-cenerino, cogli steli neri e colle penne vicine a questi d’un nero brunastro, sicchè vi forma una striscia longitudinale su ciascuna penna. Tengono il basso dorso. il groppone e le coperture inferiori della coda d’un bianco variato da alcune macchie nerastre ; le ali d’un bruno-cinereo, co- perto di nero lungo gli steli e di bianco nel contorno; e le penne caudali strisciate esternamente di nero e di bianco ed internamente unicolori, tutte però frangiate e terminate di bianco-puro. Portano un becco ricurvo in alto, colla base porporino-livida e colla punta nera, l’iride bruna, ed i piedi neri, coll’ unghia del dito me- diano corta e senza dentellatura — In abito nuziale co- prono la sommità della testa ec la nuca d’un rosso- chiaro, sparso longitudinalmente di bruno; i sopraccigli, - la gola, i lati del collo .e tutte le parti inferiori, nes- suna eccettuata, d’ un rossastro molto vivo e piuttosto carico, variato ai lati del petto e sulle coperture infe- riori della coda da striscette longitudinali nere; ed. il dorso, gli scapolari e le lunghe penne che si distendono sius, Schinz, Schlegel, Degland — Limicula Lapponica: Vieil- lot — Inglese: The common Goodwit. Penn. — Tedesco: Der rostrothe Sumpfliufer. Brehm. — Francese: La Barge rousse. » Temm. — Italiano: La Pittima piccola. Savi. 464 sulle remiganti d'un nero profondo, tutte segnate negli orli da macchie ovali d'un rosso-carico. Hanno le. co- perture alari cenere, frangiate di bianco-puro, e sul bianco del groppone trovansi alcune macchie rilevate d’una tinta bruna. Tengono nere le remiganti marmorizzate di bianco, e la coda alternativamente tagliata da fasce brune e bianche — La femmina non indossa mai un rosso tanto vivo, ha la sommità della testa, la nuca, il dorso e gli scapolari d’ un bruno-carico, ondeggiato di cenere ed orlato di giallastro; le parti inferiori d’un giallo- rossastro chiaro, meno il centro del ventre ch'è d’un bianco-puro, ed i lati del petto, i fianchi e le coper- ture inferiori della coda che sono variate da strisce nere — I giovani hanno la testa, la nuca, il dorso, gli sca- polari e le penne alari più vicine al corpo d’un bruno- carico, segnato da fasce irregolari e quasi tronche d’un colore isabella; le coperture alari circuite da una larga fascia bianca; il collo, il petto ed i fianchi d'un cenere- rossastro con piccole strisce brune longitudinalmente disposte; i larghi sopraccigli, la gola ed il ventre d'un bianco-puro; ed il groppone e le coperture inferiori della coda ugualmente bianche, ma segnate da grandi macchie acuminate nerastre. Portano la coda taglieggiata da larghe bande serpeggianti brune sopra un fondo bianco-rossastro, coll’estremità della penna bianca; i piedi cenere-nerastri; e cenere-livida la base del becco. Costumi — Passa l'estate nel nord e nei paesi temperati, e l'inverno nelle parti meridionali. Di rado passa da noi, è stato però segnalato nella Svizzera, e tengo un individuo ucciso vicino a Como. Nidifica nei prati pantanosi dell'Inghilterra e dell’ Olanda, depone 4 465 uova rossastre a macchie nero-brune, e si nutre di ver- mi, larve, insetti, fregoli e conchiglie bivalve. 400. Limosa Terek. Temm. La Piitima cenerina. Dal- l'Asia trasmigra accidentalmente in Europa, e mostrasi nella Russia, nella Normandia e nelle vicinanze del mar Caspio. GENERE LAIKAXIVe SCOLOPAX *) Caratteri — Un becco lungo, diritto, compresso, delicato, molle, a punta rigonfiata ; le due mandibole scannellate sino alla metà della sua lunghezza, colla punta superiore più lunga dell’ inferiore, rigonfia ed uncinata; gli angoli elevati alla base e salienti. Le na- rici laterali, basali, Jlongitudinalmente fesse vicino ai bordi della mandibola, coperte da una membrana. I piedi mediocri, sottHi, con un piccolissimo spazio denu- dato sopra il ginocchio; tre dita anteriori intieramentè divisi, di rado il mediano congiunto coll’ esterno; un altro dito posteriore. Le ali mediocri, colla prima. re- migante un po’ più corta, o pari in lunghezza alla se- *) Sinonima — Numenius: Linneo — Scolopax: Linneo, Gmelin, Latham, Cavier, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Schlegel, Degland — Genus scolopacis: Brisson — Rusticola et Scolopax: Vieillot — Rusticola, Scolopax et Macroramphus: Lesson — Macroramphus, Gallinago et Scolopar: Bonaparte — Macroramphus, Ascolopax et Scolopar: Keyserling e Bla- sius — Beccaccio. L’ Ornit. Ticinese. 30 466 conda, ch'è sempre la più lunga. La coda corta, in parte coperta dalle penne superiori. Costumi — Alcuni uccelli compresi in questo Ge- nere vivono fra i boschi, ed altri sui prati paludosi. Sono viaggiatori per eccellenza, ed emigrano a due epoche ugualmente distanti l’una dall’altra. Hanno volo rumo- roso e pesante, stanno durante il giorno in luoghi na- scosti, traendo col lungo becco dal terreno i limacci ed i vermi di cui esclusivamente si nutrono; vivono soli- tari ed isolati, e muovono ai crepuscoli verso le aque e le sorgenti. All’epoca dei loro amori si accoppiano, e preparano un nido al piede d’un arbusto o nei ciuffi delle erbe, composto rozzamente di erbe e foglie essic- cate. La loro muta ha luogo due volte all'anno, ma non cambiano per questo la distribuzione delle macchie e le tinte delle penne; hanno però colori più brillanti du- rante l’estate, ed i novelli poco diversificano dagli adulti; i sessi poi esternamente non si eonoscono. Sono divisi in tre sezioni. 4.2 SEZIONE. Rusticola. Caratteri — Le tibie impennate sino al ginocchio. Ceostazmi — Stanno fra i boschi, nelle colline e nelle montagne. 404. 224. Scolopax rusticola *) Caratteri — Segna 40 a 50 centimetri di lun- *) Sinonima — Scolopax: Brisson — Scolopax rusticola: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Bona- parte, Keyserling e Blasins, Schinz, Sehlegel, Degland, \ 467 ghezza. — Un maschio ha tutte le parti superiori va- riate di rossastro, di giallastro e di cenere con grandi macchie nere; le parti inferiori d’un rosso giallastro a ‘macchiette serpeggianti nere; le remiganti strisciate di rosso e di nero sulle loro barbe esterne, e le rettrici terminate al di sopra di grigio, ed al di sotto di bianco. Tiene l’occipite traversalmente strisciato; il becco d’un colore carnicino-cinereo, l’iride nera, ed i piedi livi- di — La femmina è più grossa, con tinte generalmente meno pure, e colla prima penna delle ali bianco-gialla- stra senza alcuna macchia lungo il bordo esterno — Ras- somigliano i giovani agli adulti, ma le loro tinte sono seneralmente più cariche. — Varia accidentalmente per ‘tinte bianche, rosse o caffè. Costumi — Ama collocarsi nei terreni neri ed umidi. Prolifica nel nord dell'Europa, ma qualche in- dividuo rimane anche nei luoghi temperati, e nella Sviz- zera non è difficile il ritrovarne; raccontasi aver nidi- ficato anche nel Ticino. Tanto Temminck, quanto De- gland dicono, che ad inverno bello, se ne trovano al- cuni nell’Olanda e nella Francia, che non emigrano. Agli ultimi di settembre passa, e ritorna colla fine di marzo, e qualche individuo si trattiene tra noi presso le sorgenti tiepide e non gelate. Corre con molta velocità, e ferito sa benissimo medicarsi strappando alcune penne ed applican- dole con molta diligenza e con successo sul luogo toc- Tschudi — Rusticola vulgaris: Vieillot — Rusticola europea: Lesson — Inglese: The Woodeock. Lath — Tedesco: Die Waldschnepfe. Bechst. — Francese: La Becasse ordinaîre. Temm. — Italiano: La Beccaccia, Savi. 468 cato. Si nutre di vermi, di limacci e di piccoli coleot- teri. Depone sulla terra, in un piccolo buco, 3 0 4 uova d’un giallo sucido, sparso di piccole macchie bruno- pallide. 2a SEZIONE. Gallinago. Caratteri — Parte della tibia inferiore denudata. Costumi — Vivono nei prati paludosi. 402. 225. Scolopax major *) E Caratteri — Ha 27 centimetri di lunghezza. Ma- schio e femmina tengono la sommità della testa di- visa longitudinalmente da una linea giallastra coi so- praccigli dell’istesso colore; le parti superiori variate di nero e di rosso, ma quest’ultimo colore trovasi di- sposto longitudinalmente; e le parti inferiori d’una tinta rosso-biancastra col ventre ed i fianchi strisciati di nero. Porta la coda con 16 penne, e la prima remigante con lo stelo biancastro, il becco rossastro, ma bruno alla punta, l’iride bruno=carico, e cenere-verdastri i piedi — I giovani hanno tinte meno pure; il nero nelle parti superiori meno profondo; le penne fasciate di rosso; è le parti inferiori con tinte più rosse e macchie più brune. Costui — Abita il nord del’Europa e la Sibe- *) Sinonimra — Seolopax major: Gmelin, Latham, Me- yer e Wolf, Temminck, Cuvier, Lesson, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi — Scolopa® media : Vieillot — Gallinago major: Bonaparte — Ascolopax major: Keyserling e Bla- sius — Inglese: The great Snipe. Lath — Tedesco: Die Mittalschnepfe. Bechs. — Francese: La grande ou double Bé- cassine. Temm. — Italiano: N Croccolone. Savi. 469 ria, emigra e passa da noi per le terre meridionali in, settembre, ritorna coll’aprile, e vive nelle vaste paludi e nei prati adaquati. Depone tra le erbe ed i giunchi 3 0 4 uova verdastre a macchie bruno-cariche, e si nu- trisce di vermi, di coleotteri e di conchigliette. 403. Scolopax sabinii. Vigors. Il Croccolone oscuro. Specie dubbia trovata in Inghilterra. 404. 226. Scolopax gallinago *) Caratteri — Tiene 25 centimetri circa in lun- shezza. Maschio e femmina hanno le loro parti su- periori variate presso a poco come la specie prece- dente, il collo ed il petto segnati longitudinalmente cen strisciette brune, ed i fianchi invece trasversalmente di bianco e di nerastro. Tengono il ventre e l'addome di un bianco puro, nè mostrasi in questa parte alcuna macchia; la coda composta di 44 penne; e tutte le penne delle ali con lo stelo bianco. Hanno cenere Ja base del becco e bruno il rimanente, e verdastro-pal- lidi i piedi. — In primavera indossano colori più vivi e più lucidi. — I giovani sì riconoscono per dimen- sioni più piccole e per macchie più rilevate nelle parti inferiori. Cestuamzi — Anche questo segue nelle emigrazioni *) Sinonima — Scolopax gallinago: Linneo, Briinnichii, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Schinz, Schlegel, Degland, Tschudi —' Gallinago : Brisson — Gallinago scolopacinus: Bonaparte — Ascolopax gallinago : Keyserling e Blasius — Inglese: The Snipe 01 Snile, Lath. — Tedesco: Die Heerschnepfe. Bechs. — Fran- cose: La Becassine ordinaire. Temm. — Italiano : Il Beccace- cino reale. Savi. 470 e nella scelta delle località la legge dalla natura impo- sta a’ suoi congeneri. Da noi arriva colla metà di set- tembre dai paesi settentrionali, ove ha nidificato depo- nendo vicino ad un cespuglio isolato, od in qualche ciuffo d’erba 4 o 5 uova rosso-olivastre sbiadite a punti e macchie piombine. Qualcuno ci rimane durante V’in- verno nei prati bagnati da tiepide sorgenti, come vuolsi aver nidificato nel nostro Cantone. Poggia lungo i fossi quasi asciutti, lungo le rive delle aque e dei stagni, e nei terreni innondati; di rado sulle colline o sui monti. Prendendo il volo manda un fischio acutissimo, e sì nu- tre anch'esso d’insetti, vermi e molluschi. 405. Scolopax peregrina. Baill. 1 Beccaccino pigmeo. Specie dubbia data come tale da Temminck e non am- messa da Degland. Ha per distintivo 12 penne caudali. 406. Scolopax Brehmii. Kaup. Il Beccaccino di Brehm. Descritto da Temminck e non da Degland, porta per distintivo 16 penne alla coda. 407. 227. Scolopax gallinula *) Caratteri — Ha 16 o 17 centimetri di lunghezza. Tanto il maschio quanto la femmina portano una fa- scietta nera macchiettata di rosso, che principiando sulla fronte si prolunga sopra la nuca, e larghe sopracciglia giallastre, le quali seguono precisamente la direzione ") Sinonimia — Gallinago minor: Brisson — Scolopax gallinula : Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf, Tem- minck, Vicillot, Cuvier, Lesson, Schinz, Schlegel, Degland — Gallinago gallinula: Bonaparte —- Ascolopax gallinela : Keyserling e Blasius — Inglese: The jack Snipe. Lath — Tedesco: Die Moorschnepfe. Bechs. — Francese: La Bécas- sine sourde. Temm.— Italiano: Zl Frellino, Savi. 474 della fascia capitale. Hanno cenere biancastro l’avancollo, longitudinalmente segnato d’una tinta più carica; neri a riflessi verdi e porporini le penne del dorso e degli scapolari, ma queste tutte segnate da strisciette ros- sastre. longitudinalmente disposte; la coda con 42 penne; il becco azzurrastro alla base e nero alla punta; l’iride nera; ed i piedi verdastro-lividi. — Durante l’in- verno vestono tinte più oscure e meno risplendenti. — I giovani rassomigliano agli adulti nella livrea invernale. Costumi — Nidifica più al nord del precedente, ama le stesse località con cui si confonde, e depone da 4 a 5 uova. oblunghe, biancastre, sparse di macchie rossa- stre. Si nutre come.ìil precedente, arriva e parte alle stesse epoche, e non fa mai sentire alcun grido quando prende il volo. 3.8 SEZIONE. Macroramphus. Caratteri — Il dito esterno congiunto col mediano da una piccolissima membrana. Costumi — Stanno sulle rive dei mari all’imboc- catura dei fiumi, e vivono di conchiglie bivalve. 408. Scolopax grisea. Gmel. Il Beccaccino grigio. Dal nord delle Americhe mostrasi accidentalmente nel- l'Europa. FARIIGILIA XXXIX, RALLIDE ‘) Caratteri — Un becco diritto o inclinato, più 0 °) Sinonima — Pressirostres: Dumeril — Lobipes et Ma- 472 meno compresso, che si dilata in alcuni in una piastra denudata sulla fronte; i piedi mediocri o lunghi, colle dita anteriori disgiunte od unite da una corta mem- brana, e col posteriore articolato sul tarso ; le ali me- diocri; la coda corta. Costumi — Sono uccelli tristi, solitari e timo- rosi, che sì tengono sempre nascosti tra l’erbe, nelle aque o fra 1 cespugli che crescono vicino alle sorgenti. Corrono con molta agilità e sfuggono in tal modo tutti i pericoli che loro sovrastano; camminando alzano la coda, ed il loro volo è pesante e poco durevole. Que- sta Famiglia racchiude i Generi RaWlus, Gallinula e Porphyrio. GENERE LXKXXVo RALLUS *) Caratteri — Un becco più lungo della testa, sot- tile, leggermente arcuato, compresso alla base, cilin- drico alla punta; la mandibola superiore scannellata. Le narici laterali, longitudinalmente fesse nei solchi, chiuse a metà da una membrana forata da parte a parte. I piedi lunghi, forti, con un piccolo spazio nudo sopra il ginocchio; tre dita anteriori ed uno posteriore; gli an- teriori divisi ed il posteriore articolato sul tarso: Le crodactyli: Illiger — Pinnatipedes ct Macrodactyli: Vieillot — Macrodaciyli: Cuvier — Gallinules: Lesson — Rallide: Bo- naparte, Degland — Poulles d'eau: Schlezel — Rallide. *) Sinonimia — fallus: Linneo e tutti gli autori siste- matici —- Gallinelle. WT3 ali mediocri, arrotondate, colla 41.% remigante molto più corta della 2.*, 3.% e 4.3, che sono le più lunghe. La coda cortissima con 12 penne. Costumi — Sono uccelli eminentemente nuotatori e provveduti della facoltà di appollajarsi sugli arbusti. Prediligono darsi alla corsa piuttosto che al volo, ed amano vivere sui limitari delle aque dolci, in terreni coperti di erbe, di giunchi e di arbusti, ove si na- scondono facilmente. I! loro nutrimento consiste in vermi, insetti senza elitri ed in molluschi, non che in tenere piante aquatiche e loro semi, e prolificano vicinissimo ai cespugli, nelle canne o nelle erbe. La muta delle loro penne è doppia, i colori non cangiano nelle varie epoche dell’anno, i sessi si rassomigliano, ed i novelli sì distinguono dagli adulti. 409. 228. Rallus aquaticus *) Caratteri — Segna 27 centimetri circa in lun- ghezza. Maschio e femmina tengono biancastra la gola; i lati della testa, la gola, il petto ed il ventre d’un ce- nere a tinta piombina; e le parti superiori d’un rosso- bruniccio con segni centrali d’un nero-carico. Hanno neri i fianchi trasversalmente segnati di fascette bian- che, bianche le coperture inferiori della coda, rosso il becco colla punta e coll’angolo superiore bruni, carni- cini i piedi, ed aranciata l’iride —. I giovani tengono il centro del ventre d’un bruno rossiccio, e 1’ addome d’un colore nerastro senza strisce bianche. *) Sinonima — Roallus aquaticus: Linneo e totti gli au- tori sistematici — Inglese: The water Rail. Lath. — Tede- sco: Die gemeine Wasserralle. Bechs. — Francese: Le Rale d'eau. Temm. — Ita'iano: La Gallinella. Savi. 474 Costumi — Uccello in alcune località sedentario, in altre di passo, abita tutta l'Europa, e trovasi sulle rive delle aque dolci, nei pantani, fra le canne e le macchiette di salci e di ontanetti, e tra i rami essiccati. Tutti i laghi della Svizzera, compresi i nostri, lo ri- cettano. Depone in un nido’ esternamente composto di briccioli ed internamente di lanuggine da 6 a 40 uova, allungate,- giallastre e a macchie rosso-oscure; d’autunno e di primavera arriva di passo. Si ciba d’insetti,- di limacci, di vegetali, di conchigliette e di lombrici. GENERE LKXXXVe GALLINULA *) Caratteri — Un becco più corto della testa, com- presso, conico, molto più alto che largo alla base; gli angoli s'avanzano e si dilatano in alcune specie in una piastra denudata; la punta delle due mandibole com- presse e di uguale lunghezza; la superiore leggermente ricurva, colla fossa nasale molto grande; l’inferiore for- mante un angolo. Le narici laterali, in mezzo al becco, longitudinalmente fesse, chiuse per metà da una mem- brana, che ricopre la fossa nasale, forata da parte a parte. I piedi lunghi, denudati sopra il ginocchio, con *) Sinontma — Rallus et Fulica: Linneo, Gmelin — Genus gallinale, er Rallus: Brisson — ftallus et Porphyrio : Dumeril — Rallus ei Gallinula: Latham, Vieillot, Cuvier, Lesson, Latreille, Degland — Rallus: Briinnichii, Pallas — Gallinula: Temminek, Schinz — Rallus, Orlygometra et Crea: Keyserling e Blasius, Bonaparte — Rallus el Crea: Sclle- gel — Gallinula et crex: Meyer e Wolf — Gallinelle. 475 tre dita anteriori ed uno posteriore; gli anteriori lun- ghi, divisi, muniti di un bordo strettissimo. Le ali me- diocri colla 1.* remigante più corta della 2.* e della 3.8, che sono più lunghe. La coda più o meno corta. Costumi — Vivono sulla terra, si compiacciono passeggiare tra le paludi, le risaje e le canne, e sono anch'essi forniti della proprietà d’immergersi nelle aque dolci. Nuotano pertanto colla stessa facilità, con cui cor- rono sveltissimi sulla terra. Hanno una corporatura molto compressa e schiacciata in tutta la sua lunghezza. Sono amorosissimi pei luoghi in cui hanno avuto la vita, ed ogni anno vi ritornano per depositare i frutti dei loro amori. Si nutrono anch'essi d’insetti e di ve- getali; hanno muta doppia, senza che le tinte delle loro penne soffrano molte variazioni nelle diverse epoche del- l’anno. I maschi si distinguono dalle loro compagne per colori più puri; ed i giovani portano. caratteri molto diversi. Difficilissimo è il precisare la misura di questi uccelli, variando molto da individuo ad individuo. Li dividerò in due Sezioni, conservando i nomi in cui fu- rono classati da Degland. 1.2 SEZIONE. Rallus. Caratteri — L'angolo della mandibola superiore sporgente tra le penne frontali senza dilatarsi in pia- stra denudata. Costumi — Uniformi al Genere. È 440. 229. Gallinula crea *) Caratterì — Misura da 25 a 26 centimetri circa. ") Sinonima — Rallus Crex: Linneo, Brinnichii, Vieillot, 476 Un maschio ha tutte le penne superiori d’un bruno-. nerastro, frangiate di cenerino ed appuntate di rosso; ed un largo sopracciglio di colore cenere che si pro- lunga sino sui lati della testa. Ha le lunghe penne, che si distendono sulle remiganti, largamente orlate di rosso- olivastro; e le coperture alari d’un rosso-mattone. Porta le remiganti rosse; bianchi la gola ed il ventre; il petto tinto d’un cenere-olivastro; ed i fianchi d’un rosso stri- sciato di bianco. Tiene la mandibola superiore bruna e l’inferiore biancastra. Bruno-chiara l’iride, carnicine le palpebra, e bruno-rossastri i piedi — La femmina è alquanto più piccola di dimensione con tinte meno pure — Maschio e femmina in autunno abbandonano il colore cenere per prendere delle tinte cenere-rossastre — I giovani hanno colori generalmente più sbaditi con mac- chie più dilatate e più fitte; e sortendo dal guscio sono ricoperti da una lanuggine nera. ostumi — Abita una gran parte dell'Europa, e si estende al Nord sino nella Norvegia e nell’Irlanda; si riproduce in molte località della Svizzera; e dal mese di maggio a quello di settembre corre tra i campi di biade e le praterie. Manda un grido monotono anche durante la notte, e costruisce tra le erbe un nido tap- pezzato di musco, in cui depone da 7 ad 8 uova di colore celestognolo a macchie violacee e rosse. Emigra Cuvier, Lesson, Degland — Rallus genistarum sive Ortygo- metra: Brisson — Gallinula crex: Latham, Temminck, Schinz, Tschudi — Crex pratensis: Meyer e Wolf, Bona- parte, Keyserling e Blasius, Schlegel — Inglese: The Crake gallinule. Lath. — Der Wiesenschnarrer. Bechs. — Fran- cese: Le Pole d'eau de genet. Temm. — Italiano: Il Re di quaglie. Savi, 477 in ottobre, ritorna coll’aprile, e si ciba d’insetti, di ver- micciuoli, di vegetali aquatici e di sementi. 441. 230. Gallinula porzana *) Caratteri — Ha 20 centimetri circa di lunghezza. Un maschio adulto tiene la fronte, le sopracciglia e la gola d’un grigio piombino; le parti superiori d’un bruno-olivastro, con tutte le penne nere nel centro e variate da macchiette e striscie sottili d’un bianco-puro; i lati della testa cenerini, segnati in nero; ed il petto e le parti inferiori d’una tinta olivastra, mescolata di cenere e segnata da macchiette bianche di forma arro- tondata. sul petto. e di fascette trasversali sui fianchi. Porta le penne mediane della coda orlate di bianco, e le coperture inferiori di questa d’un bianco più puro; il becco giallo-verdastro e rosso alla base; i piedi giallo- verdastri, e bruna l’iride — La (bali adulta ha il cenere del collo e della gola meno esteso, i lati della testa con macchie brune, e la base del becco non tanto rossa — In autunno entrambi ì sessi tengono il becco verde-olivastro a punta bruna — I novelli indossano avanti la muta un cenere-biancastro sulla gola e nel centro del ventre, alle volte anche totalmente biancastro, con strisciette brune. Le sopracciglia, la faccia e le - guancie con punteggiature bianche e brune; le parti ) Sinonima — Rallus porzana: Linneo, Gmelin, Vieil- lot, Cuvier, Lesson, Degland — Gallinula porzana: La- tham, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Schlegel, — Or- iygometra porzana: Bonaparte, Keyserling e. Blasius, — In- glese: The spotted Gallinule. Lath. — Tedesco: Das punl- tirte Rohrhuhn. Bechs. — Francese: Le poule-d’eau. Tema. — Italiano : 72 Voltolino. Savi. 478 inferiori con un numero molto maggiore di maccchie bianche di quelle degli adulti; e le coperture inferiori della coda variate da una tinta rosso-sbiadita. Costumi — Preferisce volontieri i paesi meridio- nali; è più comune nella Francia, nella Russia meéri- dionale, nell’Italia e nella Sicilia, e non è tanto fre- quente nella Svizzera. Vive, dove sono foltissime le erbe ed i cespugli, e specialmente nelle risaje. Corre velo- cissimo tanto sul terreno, quanto sulle erbe galleggianti. Si tuffa e nuota con maestria, ed ha volo lento e pe- sante. Costruisce un nido grossolano d’erbe intrecciate, che galleggia sulle aque, o tra le canne rovesciate, e depone da 8 a 10 uova rosso-giallognole a macchie e punti bruni. Ama cibarsi come i congeneri, ed emigra alle stesse epoche. i 142. 231. Gallinula pusilla *) . Caratteri — È lungo 18 a 49 centimetri. — Un maschio adulto ha la gola, le sopracciglia, i lati del collo, il petto ed il ventre d’un grigio - azzurro senza alcuna macchia; tutte le parti superiori d’un cenere- olivastro e nerastro nel centro delle penne; e l’alto dorso con un grande spazio nero variato da alcune strisciette bianche molto rade. Tiene l'addome ed i fianchi stri- seiati da fasciette poco distinte e variate di bianco e *) Sinonimia — Rallus pusillus: Gmelin, Latham, Pallas, Lesson, Degland — Rallus Peyrousei: Vieillot — Gallinula pusilla: Meyer e Wolf, Temminck, Schinz, Schlegel — Or- iygometra pusilla: Bonaparte — Orlygometra minuta : !Key- serling e Blasius Tedesco: Das kleine Rohrhuhn. Meyer — Francese: Le Poule-d’eau poussin : Temm. — Italiano. La Schiribilla. Savi. ; 479 di bruno; le coperture inferiori della coda nere, e stri- sciate di bianco; le ali conterminanti colla coda, i piedi ed il becco d’un bel verde chiaro, ma quest’ultimo rosso alla punta, e rossa l’iride — La femmina adulta diffe- risce molto dal maschio, ed ha le sopracciglia ed i lati della testa d’una tinta cenere-chiara; la gola e l’avan- collo biancastri; il petto ed il ventre d’un cenere-rossa- stro; le cosce e l’addome d’un colore cenerino; le co- perture inferiori della coda a. punta bianca; le parti su- periori d’un bruno rossastro ; il grande spazio nero po- sto sull’alto dorso variato da un piccolo numero di li- nee bianche, e cenere-olivastre le coperture alari — I no- velli indossano tinte più sbiadite; la gola biancastra; le strisciette dell’alto dorso poco numerose, e le penne dei fianchi brune a fasciette bianche. Costumi — È sparso nelle contrade orientali del- l'Europa e si mostra anche tra noi. Abita le località prescelte dai congeneri, vive come quelli, e costruisce il suo nido ‘accanto ai ruscelli, tra le canne ed i .giun- chi, ove depone 7 od 8 uova giallastre, sparse di mac- chie longitudinali olivastre. 443. 232 Gallinula Bailloni *) Caratteri — Ha 417 centimetri circa di lun- ghezza. La femmina di questa specie non differisce dal maschio che per tinte meno vive e meno pure. — ") Simonima — Rallus Bailloni: Vieillot, Lesson, De- gland — Gallinula Bailloni: Temminek, Schlegel — Orty- gometra Baillonii: Bonaparte — Oriygometra pygmea: Rey- serling e Blasius — Gallinula pygmea: Schioz — Tedesco: Das kleinstes Rohrhuhn. Brehm. — Francese: Le Poule-d'eaw Baillon. Temm. — Italiano: La Schiribilla grigiata. Savi. . 480 Hanno entrambi la gola, le sopracciglia, ilati del collo, il petto ed il ventre d’una tinta grigio-azzurro, misto sui lati del corpo d'un colore olivastro, e d’una molti» tudine di macchiette bianche; le parti superiori d’un rosso-olivastro, variato sulla sommità della testa da stri- sciette nere; il dorso e le coperture alari con numerose macchie bianche di forma variata, e circondate tutte di nero-carico; ed 1 fianchi, l'addome e le coperture infe- riori della coda trasversalmente lineate da larghe. fasce d’un nero-carico e da strette fasce d’un Dbianco-puro. Portano ali conterminanti alla metà della lunghezza della coda, e verde-carico hanno il becco, carnicini i piedi e rossastra l’iride. I giovani si distinguono per la gola ed il ventre bianchi nel centro delle penne, ed ondeggiati da linectte serpeggianti cenere ed olivastre; per i fianchi olivastri sparsi da numerose macchie bianco- pure; e per il becco bruno-verdastro. Costumi — Vive nell'Europa temperata e meri- dionale; emigra sul finire dell’agosto, e ritorna da noi coll’aprile. Nidifica sulla terra sopra erbe ‘essiccate, e de- pone da 7 ad 8 uova rosso-olivastre con piccole e nume- rose macchie più colorate. I suoi costumi, le sue abitudini ed il suo regime rassomigliano a quelli dei congeneri. 2 SEZIONE. Gallinula. qaratterì — Gli angoli della mandibola superiore si dilatano sulla fronte in una piastra denudata. Costumi — Uniformi al genere. 444. 233. Gallinulus chloropus *) Caratteri — Tiene 35 centimetri circa di lun- *) Sinonimia — Gallinula maculata, flavipes et fistulans © 481 ghezza. Un maschio ha la testa, la gola, il collo e tutte le parti inferiori d’un azzurro di lavagna brillante, e le superiori d’un olivastro molto carico e lucido; colle re- .miganti brune ad orli più chiari. Porta grandi mac- chie longitudinali sui fianchi; le coperture inferiori della coda d'un bianco-puro, e su 3 o 4 penne centrali delle macchie d'un nero-carico; le rettrici d’ un bruno-oscuro; la base del becco e la piastra frontale d’ un rosso-vivo, colla punta del primo gialla; i piedi verdi-giallastri; l’iride rossa; ed un circolo denudato sopra la tibia d’un rosso bellissimo — La femmina differisce per una cor- poratura più piccola, per la piastra frontale meno lata e per tinte in genere non tanto pure — I giovani si distinguono sino alla seconda muta. Hanno questi l’alta testa, la nuca, il dorso ed il groppone bruno-olivastri; le penne alari e caudali bruno-cariche, con orli più sbia- diti; la gola, lavancollo ed una striscia sopra l’occhio biancastri; le altre parti inferiori grigio-smunte, coi fian- chi mescolati anche d’olivastro; il becco verde-olivastro alla punta e bruno-olivastro alla base; la piastra fron- tale poco appariscente ed olivastro-carica ; 1’ iride bruna; ed i piedi olivastri, ma tinti di giallastro alla tibia. Costumi — Trovasi in tutta l'Europa centrale e per conseguenza anche nella Svizzera e da noi. Sfugge Gmelin, Latham — Gallinula: Brisson — Fulica chloropus : Linneo, Briinnichii, Gmelin — Gallinula chloropus: Latham e gli altri autori sistematici — Inglese: The brown Galli nule. Lath. — Tedesco: Das braune Rohrhuhn. Meyer — Francese: Le Poule-d’eau ordinaire. Temm. — Italiano : La Sciabica. Savi. L’ Ornit. Ticinese. SI 482 all'occhio dell'osservatore, perchè stanzia fra i giunchi e le canne, che crescono sulle rive dei ruscelli, degli stagni e delle paludi. Quivi costruisce il suo nido, e de- pone da 6 ad $ wova bianco-cenerine, sparse di piccole macchie rossastre. Cerca nell’inverno un clima più tie- pido, e si ciba d’insetti, di vermi aquatici, d’erbe e di semi palustri. GENERE LEKXKXXVEI:» PORPHYRIO. Caratteri — Un becco forte, duro, grossolano, co- nico, presso a poco tanto alto quanto lungo, più corto della testa; gli angoli della mandibola superiore depressi e sporgenti molto avanti sulla fronte in una ‘piastra denudata. Le narici laterali, vicine ali’angolo, forate nella massa cornea del becco, quasi arrotondate, aperte da parte a parte. I piedi lunghi, forti, con dita molto lunghe, intieramente divise, lateralmente munite da una strettissima membrana. Le ali mediocri? colla 1.*% remi- gante più corta della 2.3, della 3.à e della 4.%, e que- ste scalari. La coda corta. Costumi — Gli uccelli raccolti in questo Genere si fanno rimarcare per colori brillanti e per dolci e so- litari costumi. Abitano i paesi più caldi dell’Europa, da cui raramente si scostano, si mantengono sulle aque dolci, negli stagni e nelle risaje, passeggiano con ele- sanza sul liquido elemento, e corrono con sveltezza sulla terra. I maschi tengono uguali tinte delle femmine, ed i novelli hanno colori particolari. Si nutriscono con ra- dichette, con erbe aquatiche e con cereali. i A nn Carate Caratte a "PO ) SININD Lote, peo, | 4883 415. Porphyrio hyacinihinus. Temm. H Pollo sultano. Savi. Si ritrova nelle isole Jonie, nella Sardegna, nella Sicilia, e, dicesi, anche sulle coste meridionali della Fran- sia. Addomesticato, i contadini della bassa Italia lo con- ducono sui mercati. DIVISIONE 1V. PINNATIPEDES. Caratteri — Un becco mediocre, diritto; la man- libola superiore un poco ricurva alla punta. I piedi mediocri ; il tarso sottile e compresso; tre dita ante- lori ed uno posteriore, con rudimenti di membrana lun- o le dita anteriori, e col posteriore intieramente arti- colato sul tarso. Cestumi — Raccolgonsi in questa Divisione uccelli, che possono appartenere tanto all’ Ordine delle Gralle, quanto a quello dei Palmipedi. Vivono in monogamia, e sl riuniscono in masse numerose pei loro viaggi pe- riodici, che eseguiscono ed al nuoto ed al volo. Poche liversità si riscontrano tra i maschi e le femmine, ed i novelli portano tinte diverse. Il loro nutrimento con- siste in vermi, in insetti, in pesci, in fregoli ed in ve- getali. Hanno il loro corpo ricoperto da una lanuggine con penne fitte e lucide, e stendono le gambe in addie- tro quando volano. FANIEGLIA XI, FULICIDA ‘)} Caratteri — Un becco di mezzana lunghezza, forte, ") Sinonimia — Vedi la Sinonimia al'a Famiglia ante- riore, pag. 474 — Fulicide. 484 diritto, conico; i piedi lunghi muniti di una membrana frastagliata; le ali mediocri. Cestumi — Uniti alla Famiglia delle Rallide da molti Ornitologi, furono da Temminck distaccati per for- mare il suo Ordine dei Pinnati. L'Europa ha il solo Genere Fxlica, di cui sotto vediamo i costumi. GENERE LAKAXWVEEE. FULICA *) Caratteri — Un becco mediocre, forte, conico, di ritto, compresso, alla base più alto che largo, con an- goli che s'avanzano sulla fronte e si dilatano in una piastra denudata; le punte delle due mandibole com- presse e d’uguale lunghezza : la superiore Jeggiermente ricurva e dilatata alla base; l’inferiore formante un an- golo. Le narici laterali, nella metà del becco, longitudi- nalmente fesse, a metà chiuse da una membrana che ri- copre il punto dilatato, forate da parte a parte. I piedi lunghi, sottili, nudi sopra il ginocchio; tre dita ante- riori ed uno posteriore, molto lunghe, congiunte alla base e fornite lateralmente da membrane frastagliate. Le ali mediocri; Ia 1.* remigante più corta della 2.* e della 3.° che sono le più lunghe. La coda corta. Cestumi — Sono uccelli monogami, essenzialmente aquatici, che vivono in società, che si mantengono sulle aque dolci, nei golfi e nelle baje, che non si abbando- nano mai in alto mare, e che raramente si vedono in ") Sinonima — Genus fulice : Brisson — Fulica: Linneo e tutti gli autori sistematici — Foleghe. 435 terra. Si cibano d’insetti e di vegetali aquatici, hanno muta semplice; portano un abito sempre conforme; i sessi si distinguono appena; ed i novelli prendono i ca- ratteri dell’adulto dopo la prima muta. Variano in gros- sezza da individuo ad individuo per cause puramente locali. 446. 234. Fulica atra *) Caratteri — È lunso da 45 a 55 centimetri. Ma- schio e femmina nell’estate portano la testa ed il collo d’un nero molto carico; le parti superiori d’un nero color di lavagna; le inferiori d’un cenere-azzurrastro; la piastra frontale d’un bianco-puro e più larga nel ma- schio; ed il becco d’un bianco leggiermente rosato. Ten- gono i piedi ceperini a tinte verdastre, ma gialli o rosso- verdastri sopra il ginocchio, e l'iride d’un rosso cremi- sino — Nell'inverno la piastra frontale ed il becco pren- dono una tinta biancastra, ed i colori diversi sopra il ginocchio spariscono — I giovani avanti la muta indos- sano tinte in genere più smunte, colla piastra frontale ° poco indicata e d’un colore cenere-olivastro — Dopo la muta la piastra si fa più visibile, ed il cenere delle parti inferiori va coprendosi di rossastro. ‘) Sivonimia — Fulica: Brisson — Fulica eihiops: Gme- lin — Fulica atra et aterrima: Linneo, Gmelin', Latham, Cuvier — Fulica atra: Brionichii, Meyer e Wolf, Tem- minck, Vieillot, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius» Schinz, Schiegel, Degland, Tschudi — Inglese: The com- mon ant grealer Coot. Latt. — Tedesco: Das schwarze Was- serhulin. Bechs. — Francese: La Foulque macroule. Temm. — Italiano: La Folaga. Savi. 456 Costumi — È sparso e numeroso in una gran parte dell’ Europa, e trovasi nei laghi e nei golfi della Francia, dell'Olanda, della Germania e della Svizzera, specialmente vicino a Lucerna. Non posa a terra che stanco nei viaggi o smarrito, nidifica tra ì giunchi, e depone da $, 10 e sino 44 uova d’ un colore di caffè e latte con una innumerevole quantità di piccoli punti bruni o rossastri. I piccoli nascono coperti di una fitta lanuggine fuligginosa e tosto si danno alle aque. Si riu- nisce in masse considerevoli per emigrare e si nutre di piccoli pesci, d’insetti, di vermi e di piante aquatiche. 447. Fulica cristata. Gmel. La Folaga col ciuffo. Dalle sponde Algerine passa tutti gli anni nella Spagna, e qualche volta sui lidi francesi del Mediterraneo. FAMEGLIA ELE PHALAROPIDA. Caratteri — Un becco di mezzana lunghezza, de- licato, diritto, solcato ed un poco ricurvo alla punta; 1 piedi mediocri; le dita orlate da una membrana fra- stagliata; il pollice libero e corto. Costumi — Gli uccelli di questa Famiglia formano un piccol gruppo, che dagli Ornitologi fu ora ascritto alla Fulica, ora al Podiceps, ed anche al Totanus. Noi ad imitazione di Degland lo staccheremo da tutti que- sti per farne una Famiglia separata, non lasciandovi il Genere Himanthopus, già avanti descritto, e mantenendo in tal modo l'ordine stabilito da Temminck. Chiamasi Phalaropus e stanno i costumi qui sotto esposti. GENERE LXXKIK. LL PHALAROPHUS. Caratteri — Un becco lungo, sottile, delicato, di- ritto, depresso alla base, colle due mandibole solcate sino alla punta; l’estremità della superiore ricurva sul- l’inferiore ed ottusa; la punta dell’ inferiore acuminata. Le narici basali, laterali, ovali, proeminenti, circondate da una membrana. I piedi mediocri, delicati, a tarso comprésso, con tre dita anteriori ed uno posteriore; gli anteriori riuniti sino alla prima articolazione, e l’altra parte munita da membrane festonate e tagliuzzate sui bordi; il posteriore internamente articolato, è toccante la terra soltanto coll’estremità dell'unghia; le unghie corte, arcuate ed appuntate. Le ali mediocri, colla .1.* e 2.% remiganti più lunghe. La coda arrotondata e corta. Costumi — Questi uccelli, veri pismei nel numero dei nuotatori, viaggiano sul liquido elemento con una sveltezza ed una grazia ammirabile, non temono 1 flutti, e stanno imperterriti non solo sulle aque dolci, ma an- che sul mare: a terra però non corrono tanto veloci. Preferiscono le aque salmastre alle dolci, stanno nei mari del settentrione; emigrano nell’ autunno pei climi temperati e caldi; si nutriscono di vermi ed insetti ma- rini; e nidificano sulle rive fra le erbe ed i-prati. La loro muta è doppia, i sessi offrono pochi segni distin- tivi, ed .i novelli hanno caratteri molto diversi. Portano fitta lanuggine e penne lucide come tutti gli uccelli di mare. 418. Phalaropus hyperboreus. Lath. Il Falaropo iper- boreo. Savi. Sta al nord dell'Europa, nell’Islanda e nella. 488 Lapponia, e passa irregolarmente sulle coste della Fran- cia, dell'Olanda e del Belgio, ed anche nella Germania e nella Svizzera: un individuo fu visto nella valle d’Orsera. 419. Phalaropus platyrinchus . Temm. Il Falaropo ros- so. Savi. Sta sotto il circolo polare artico dei due mondi, nell’Islanda, e mostrasi a caso nella Francia e nell'Italia. \ - FARIEGILIA XILIE PODICEPIDE *) Caratteri — Un becco diritto, più lungo o più corto della testa; le narici situate in mezzo al becco; i piedi posti dietro il corpo, colle dita anteriori munite da una membrana frastagliata; le ali corte; la coda brevissima. Costumi — Questa Famiglia comprende il solo Ge- nere Podiceps, di cui diamo qui sotto le spiegazioni. GENERE XCo PODICEPS **) Caratteri — Un becco mediocre, diritto, duro, com- presso, a cono allungato, appuntato; la punta della man- *) Sinonima — Brevipennes vel Uropodes: Dumeril — Po- gopodes: [lliger — Urinatores: Vieillot — Brachypteres: Cu- vier — Grebifoulques: Lesson — Podicipine: Bonaparte — Podicepide: Degland — Podicipini. **) Sinonima — Co/ymbus: Linneo, Brisson, Gmelin, Du- meril, Cuvier — Eudytes: Illiger —- Podiceps: Latham, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Key- serling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — £ylbeociclus el Podiceps: Bonaparte — Piombini o Svassi. 489 dibola superiore leggiermente inclinata , l’inferiore for- mata ad angolo. Le narici laterali, concav& oblunghe , chiuse in addietro da una membrana, aperte anterior- mente, forate da parte a parte. I piedi lunghi, fuori dell’equilibrio del corpo, coi tarsi molto compressi; tre dita anteriori ed uno posteriore; gli anteriori molto de- pressi, riuniti alla base, circondati da una sola mem-. brana frastagliata; il posteriore compresso, articolato to- talmente sul tarso; le unghie larghe e molto depresse. Le ali corte, colle tre prime remiganti d’ uguale lunghezza e più lunghe delle altre. La coda brevissima. ) Costumi — Uccelli nuotatori ed instancabili, fanno delle aque la loro abituale dimora: e non solo nuotano, ma si tuffano totalmente e camminano anche tra due correnti immersi sino al collo e ad ali distese, onde po- ter rallentare, dirigere ed accelerare il moto. Predili- gono le aque dolci alle salmastre, a terra. camminano con molta difficoltà, e sono obbligati a mantenersi in posizione verticale. Si nutriscono d’insetti, anfibi, pesci, fresoli e vegetali aquatici. Mutano due volte all’anno, nell’ottobre e nell’ aprile, portano entrambi i sessi nel loro abito nuziale ornamenti straordinari alla testa, sono muniti di una lanuggine fitta e di penne setolose e lu- cide, i novelli non prendono ì caratteri degli adulti che dopo due o tre anni, ed emigrano a stagione avanzata quando i laghi si congelano. 420. 239. Podiceps cristatus *) Caratteri — Dà 51 a 52 centimetri in lunghezza. *) Sinonma — Colymbus cristatus: Linneo — Colymbus cristatus ei urinator: Gmelin — Colymbus, Colymbus crista- 490 Un maschio in abito nuziale ha Ja sommità della testa. il ciuffo sch@@cciato all’occipite ed il collare ai due lati delle guancie d’un bel nero lucido : questo colore si me- scola di rossastro ai lati della testa. Tiene bianca la fac- cia, bianco-argentate e lucide le parti inferiori, brune e nerastre le superiori, e bianco-immacolate le penne secondarie delle ali. Pinge di rossastro i lati del petto e l'inserzione delle ali, e di rosso lo spazio nudo tra il becco e l’occhio. Porta un becco più lungo della testa, ‘rossastro e colla estremità bianca; l’iride ‘d’un rosso cremisino; ed i piedi nerastri, meno nell'interno, che sono d'un bianco-giallognolo — La femmina, alquanto più piccola in dimensione, indossa in quest'epoca penne all’accipite ed al collo un po’ più corte e colori più oscuri — Durante l'inverno non trovi nè nell’uno, nè nell'altra quelle tinte tanto pure, e non sono forniti nè di collare nè di ciuffo — I novelli nel primo anno tengono la testa e l’alto collo d’un bruno-carico, le parti supe- riori d'un bruno mescolato di nerastro e di rossastro, e le inferiori bianche — Dopo il primo anno non mostra- no ancora alcun indizio del ciuffo e del collaretto, e ve- stono bianche la faccia e la fronte, portano fasceite bru- no-nerastre in varii modi disposte su queste parti e sul- l’alto collo, ed hanno l’iride giallo-sbiadito ed il becco rossastro-livido — Alla muta del secondo anno le penne tus el Colymbus cornutus: Brisson — Podiceps crislatus: La- iham e gli altri autori sistematici — Inglese: The crested Gre- be. Lath. — Tedesco : Der gehaubte Steissfuss. Bechs. — Fran- cese: La Grébe huppé. Temm. — italiano: Lo Svasso co- mune. Savi, 494 del collaretto e del ciuffo occipitale cominciano. a mo- strarsi corte ed orlate di bianco, la faccia imbianchisce e non è mescolata d’altro colore, ed una striscia nera- stra di forma irregolare spunta al becco, passa sopra gli occhi, e va a por fine all’occipite — Dopo la terza muta sono adulti. Costumi — È molto sparso nell'Europa, e si ri- produce non solo sulle coste settentrionali, ma anche nella Francia, nella Svizzera e nella Sicilia, sebbene in numero meno significante. Sta sulle rive dei mari, dei laghi e degli stagni. Gli adulti emigrano nuotando lungo le rive dei mari, ed alcuni si vedono nel loro doppio passaggio sui laghetti delle alpi. Costruisce il nido gal- leggiante sull’aqua, e lo assicura con alcuni legami alle canne più grosse e più forti, costruendolo rozzamente con frammenti di piante aquatiche, di foglie e di radici, ove depone 3 0 4 uova bianco-verdastre. Si ciba di pesci, fregoli, insetti, molluschi, vermi e vegetali. 421. Podiceps rubricollis. Lath. Lo Svasso rosso. Savi. Abita le località del precedente, ma è più abbondante all’oriente dell’ Europa: fu ucciso sui laghi della Sviz- zera e di Como, ma non adulto. 4292. Podiceps arcticus. Boie. Lo Svasso artico. Co- munissimo nell’Islanda, visita la Norvegia e la Dani- marca (Temminck, non Degland). 423. Podiceps cornutus. Lath.: Lo Svasso forestiero. Savi. Vive anch'esso nelle località dei precedenti, e fu trovato a caso nei laghi della Svizzera. 4924. 230. Podiceps auritus *) Caratteri — Misura 34 centametri in lunghezza. ") Sinonima — Colymbus auritus: Linneo, Brisson, Gme- “ 492 Il maschio e la femmina in abito nuziale portano la fac- cia, la sommità della testa ed il cortissimo ciuffo occi- pitale, non che il breve collaretto d’un nero-carico, e dietro e sotto gli occhi un mazzetto di lunghe penne sottili d’un giallo-chiaro e d’un rosso-carico: queste penne, formando un arco, vengono a coprire l’orificio delle orecchie. Hanno la gola, tutto il collo, i lati del petto, e tutte le parti superiori d’un nero molto più lucido; i fianchi e le cosce d’un rosso-marrone molto carico e misto di nerastro; tutte le altre parti inferiori d'un bianco-puro; il becco più corto della testa, nero, colla base depressa e rossastra, e colla punta alquanto rilevata in alto; Viride ed il nudo cerchio dell’ occhio d'un rosso-vermiglio; ed i piedi ‘esternamente cenere- merastri ed internamente cenere-verdastri — Nella livrea invernale rassomigliano allo Svasso comune, e non Si distinguono che per una corporatura più piccola, per un becco meno forte, depresso alla base, e rilevato alla punta, e per la mancanza del cerchio biancastro che di- vide l’iride — I giovani tendono anch’ essi pel loro a- bito a quelli della specie sopraccennata, ma hanno il bianco delle suancie più dilatato, più esteso ai lati del collo e meno lato all’occipite; l’iride unicolore; la base del becco sensibilmente depressa e le due mandibole ricurve in alto. Osservando questi segni caratteristici è impos- sibile cadere in errore. lin, — Popiceps auritus: Latham e gli altri autori sistema- tici — Inglese: The cared Grebe. Lath. — Tedesco: Der geòrte, Sleissfuss. Bechs. —. Francese: La Gnébe oreillard. Temm. — Italiano: Lo Srasso piccolo. Savi. 493 Costumi — È molto più abbondante sui laghi che lungo le rive dei mari. Sta al nord, nella Germania, nella Francia, nella Svizzera e nell’Italia; emigra an- ch’esso nei verni rigidi, e raramente si prende da noi in abito perfetto. Nidifica sulle rive nei folti canneti, de- pone 3 0 5 uova verde-biancastre, e sì ciba come i suoi congeneri, ma preferisce gl’ insetti. 425. 237. Podiceps minor *) Caratteri — È lungo 23 o 24 centimetri. Maschio e femmina in livrea di nozze coprono la gola, la som- mità della testa e la nuca d’un nero molto carico; l’a- vancollo ed i lati d’un marrone piuttosto vivo; il petto ed i fianchi di nerastro; e le altre parti inferiori d’un cenere-nerastro con qualche varietà bianca. Hanno Je cosce ed il groppone tinti di rossastro , le parti supe- riori di nerastro a riflessi olivastri, le remiganti di bru- no-cenerino, e le penne secondarie di queste di bianco all'origine e nell'interno. Portano un becco cortissimo, forte, compresso, nero, a punta biancastra, colla base della mandibola inferiore e colla nudità vicina agli oc- chi parimenti biancastre. Tengono l’iride bruno-rossa- stra, ed i piedi esternamente bruno-verdognoli ed inter- namente ‘carnicini — D'inverno indossano sulla testa, sulla nuca e sulle parti superiori una tinta bruno-ce- nerina, leggiermente frammista di rossastro; sulla gola ") Simonimia — Colymbus fluviatilis: Brisson — Colymbus minor el hebridicus: Gmelin — Podiceps minor: Latham e gli altri, autori sistematici — Inglese: The lite Grebe. Lath. — Tedesco: Der kleine Streissfuss. Bechs. — Francese: La Grébe castagneua. Temm. — Italiano: Il Tuffetto. Savi. > 494 e sul basso-ventre un bianco-puro;.sull’avancollo e sul- l’alto petto un rosso-biancastro; e sui lati del collo un rosso-cenerino chiaro. Hanno il becco bruno-cenere, e l’iride bruno-rossastra — I giovani escono dal nido co- perti da una lanuggine cenere sopra e bianca sotto, con strisce brune serpeggianti su di un fondo bianco ai lati della testa e del collo — Dopo la muta rassomigliano agli adulti in abito invernale, ma sono più piccoli. Costumi — È il più comune di tutti: si vede in tutta l'Europa sui laghi e sui ruscelli, nei stagni e nelle . riviere, e mostrasi a caso sulle coste marittime. Costrui- - sce il suo nido a pelo d’aqua, ove più fitte sorgono le erbe, e l’attacca a solide canne. Depone 4 o 5 uova, e nelle parti meridionali anche un maggior numero, d’una tinta bianco-verdastra o rossastra, sparsa di punti bruni. Cibasi d’ insetti aquatici, si tuffa con molta pre- stezza, ed emigra anch'esso come i suoi congeneri. SA “i ORDINE SESTO. PALMIPEDES *) Caratteri — Un becco di forma varia. I piedi corti, più o meno ritirati nell’addome; le dita anteriori guar- nite per metà da membrane frastagliate, o totalmente riunite da queste; il dito posteriore intieramente ar- ticolato sul tarso, mancante anche in qualche genere o specie, ed in altri riunito agli anteriori da una. sola membrana. i Costumi — Si raccolgono in quest’Ordine tutti quegli uccelli, che hanno le aque per loro elemento as- soluto e necessario, sicchè li trovi mai sempre sui fiumi, sui laghi e principalmente sui mari, da cui non si al- lontanano che per breve tempo, onde riposare sulle rive vicine o sugli scogli: alcuni però non lasciano mai le aque fuorchè all’epoca della riproduzione. Molti volano e nuotano con eguale celerità e destrezza, ed altri si tuffano e si sommergono anche tra due correnti. Si nu- triscono di pesci, di pesciolini, di conchiglie bivalve, di vermi, d’insetti marini e di vegetali aquatici; nidificano sulle rocce, entro i buchi, nelle tane o sulla sabbia; ") Sinonimia — Anseres: Linneo, Gmelin, Cuvier, Bona- parte — Palmipedes: Latham, Temminck, Dumeril, Cuvier, Latreille, Lesson — Natantes : Meyer e Wolf, Vieillot, Schinz — Natatores: Iliger, Keyserling e Blasius, Degland — Pal- mipedì, / 496 sono ricoperti d'una lanuggine fitta, molle e delicata al tatto; vestono penne folte e lucide; la maggior parte hanno la muta doppia, la femmina è sottoposta in alcune specie più tardi del maschio al cambio delle penne; i novelli differiscono visibilmente dagli adulti anche - per alcuni anni; ed emigrano quasi tutti durante la rigida stagione. FAREEGLEIA XLI, LARIDA *) Caratteri — Un becco di lunghezza variabile, com- presso, diritto od uncinato alla punta; i piedi corti od alquanto allungati, con quattro dita, di cui tre anteriori uniti da una membrana intiera, o quasi intiera, ed uno posteriore libero ed articolato sul tarso; le ali lunghis- sime ed acute; la coda di forma varia. Costrimi — Questa Famiglia è composta di uccelli che vivono in alto mare, che hanno un volo sostenuto, e che si allontanano più o meno dalle spiagge: comprende i Generi Sterna, Larus e Lestris. GENERE xKGio STERNA **) Caratteri — Un becco lungo ed anche più della ") Sinonimia — Longipennes o Macropieres: Dumeril, Il- liger, Cuvier, Latraille, Lesson — Pelagi: Vieillot — Hy- drochelidones: Lesson — Laride: Bonaparte, Degland — Larid:. *) Sinonma — Larus: Linneo — Sterna: Linneo, Gme- 497 testa, quasi diritto, compresso, gracile, tagliente, appun- tato; le mandibole d’tiguale lunghezza; la superiore leg- giermente inclinata alla punta. Le narici alla metà del becco, longitudinalmente fesse;, forate da parte a parte. I piedi piccoli, denudati sopra il ginocchio; il tarso cor- ‘tissimo, con tre dita anteriori riunite da una membra- na tagliata, ed uno posteriore libero; le unghie piccole ed arenate. Le ali lunghissime, acuminate, colla 1.8 re- “migante più lunga. La coda più o meno forcuta. Costumi — Hanno questi uccelli un volo rapido, sostenuto e quasi continuo, posano su qualche scoglio o sulla sabbia e mai sulle aque, perchè non nuotano. Prendono volando a fior d’aqua i pesciolini, e colgono insetti aquatici ed aerei. Sono sparsi per tutta l'Europa, e sì vedono sui fiumi, sui laghi e sui mari. Nidificano nelle stesse località in truppe numerose, e scelgono a tal uopo gli scogli o qualche buco nel terreno. Hanno dop- pia Ja muta, incompleta quella dell’aprile e completa quella dell'agosto. Una parte delle penne cambia colore nelle diverse stagioni ed un'altra conserva uguali tinte; i sessi non portano esternamente alcun distintivo, i no- velli non diversificano nell’abito che avanti la prima 0 la seconda muta, ed emigrano durante le epoche fredde. 426. Sterna caspia. Pall. La Rondine di mare mag- giore. Abita i mari dell’ Europa, si riproduce in molte loca- lità del Mediterraneo, e visita a caso i laghi della Svizzera. lin, Latham, Cuvier, Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Lesson, Schinz, Schlegel, Degland — Sterna, Hydrochelidon, Megalopierus, Thalasseus, Gelochelidon er Sylochelidon : Bona- parte, — Sterna.et Megaloplerus: Keyserling e Blasius — Rondini di mare o di lago. | L’ Ornit. Ticinese. 32 498 4927. Sterna cantiaca. Gmel. Il Beccapesci. Savi. Tro- vasi su tutte le coste marittime dell’ Europa. 428. Sterna affinis. Rupp. La Rondine di mare pe- regrina. È nell’Arcipelago greco; nel Bosforo, nel Da- nubio, e sul mar Caspio. 429. Sterna Dougalli. Mont. La Rondine di mare zampe gialle. Savi. Comune nell’Inghilterra, e partico- larmente nella Scozia, visita le coste della Norvegia, del Baltico, dell'Oceano e qualche volta del Mediterraneo in compagnia del susseguente. 430. 238. Sterna hirundo *) Caratteri — Dà 37 o 38 centimetri in lunghezza. Tanto il maschio quanto la femmina in abito nuziale tengono la fronte, la sommità della testa e le lunghe penne occipitali d’un nero molto carico, e le parti po- steriori del coilo, del dorso e delle ali d’una tinta ce- nere-azzurrastra. Hanno le parti inferiori d'un bianco- puro, meno il petto, che è leggiermente mescolato di cenerino. Portano cenere-biancastre le ali a punte. più oscure; bianca la coda, meno le due penne laterali che sono bruno-nerastre sulle barbe esterne; rosso cremi- sino il becco a punta nerastra; bruno-rossastra l’iride; e rossi i piedi — Differiscono dopo la muta autunnale per una mescolanza di tinte nere e brune, per un po di bianco sulla fronte, e per qualche penna biancastra *) Sinonimia — Sterna hirundo: Linneò e tutti gli autori sistematici — Inglese: The greater Tern. Lath. — Tede- sco: Die rothfiissige Seeschwalbe. Meyer — Francese: L’Hi- rondelle-de-mer pierre garrin.. Temm. — Italiano: La Ron- dine di mare. Savi. 499 sulla testa, compreso l’occipite — I giovani portano la fronte e molta parte della testa d’un bianco-sporco; hanno però sull’occipite qualche segno nerastro; tengono le parti superiori d’ un cenere-azzurrognolo sporco, con - tutte le penne frangiate di biancastro ed irregolarmente macchiate di bruno e di rossastro-sbiadito; le inferiori d’un bianco-sporco, con le penne caudali cenericcie a punta biancastra; la base del becco d’una tinta aranciata su- cida; i piedi aranciati; e l’iride bruno-nerastra. Costumi — È comunissimo su tutte le coste ma- rittime, e si mostra anche sui grandi laghi, tra le pa- ludi e le risaje. Nidifica nelle praterie umide poco lon- tane dalle aque, fra gli scogli e sulle rive dei mari; de- pone 2 o 3 uova bruno-chiare a macchie cenere e ne- rastre; si ciba di pesci vivi o morti ed anche d’insetti; ed emigra coi suoi congeneri. Non è difficile ritrovarlo sui laghi della Svizzera e qualche individuo anche sui nostri. î 434. Sterna arctica. Temm. La Rondine di mare co- da lunga. Vive al polo artico e qualche volta mostrasi sulle coste d’Italia emigrando coll’ antecedente. 432. Sterna anglica. Mont. La Rondine di mare zam- pe nere. Comune nell’ Ungheria e nella Turchia, mo- strasi qualche volta in Italia: si nutre di grossi insetti e di falene. 433. Sterna stolida. Linn. La Rondine di mare bruna. Abita l'emisfero boreale, visita a caso l'Inghilterra, e di rado il Mediterraneo. 434. Sterna leucopareja. Natft. La Rondine di mare piombata. Savi. Sta nelle parti orientali del mezzogiorno europeo, come l’ Ungheria, la Dalmazia, e qualche volta l’Italia. 390 435. 259. Sterna leucoptera *) Caratteri — Ha 24 centimetri di lunghezza. I due sessi in veste nuziale coprono la testa, il collo, l'alto dorso, il petto, il ventre, le coperture inferiori delle ali, e l’addome d’un nero molto carico; le parti inferiori del dorso e gli scapolari d'una tinta nero-cenerina; le piccole e mezze coperture alari, il groppone, le penne caudali e le sue coperture, tanto sopra che sotto, d’un bianco candidissimo; le grandi coperture alari e le penne secondarie d’un cenere azzurrastro e le barbe interne delle due prime remiganti con una larga striscia lon- citudinale d’un bianco-puro. Bruno hanno il becco, ed i piedi d’un colore corallino, con membrane molto ri- tagliate esternamente, ed internamente un piccolo indi- zio di queste; e l’iride nera — Nessuno ancora conosce l’abito invernale, passando questa stagione al di Jà dei limiti europei — I giovani hanno il bianco delle ali meno puro e mescolato di cenerino; le penne della coda cenerine; la punta del becco nerastra; le parti nere del corpo frammiste di cenere; la fronte d’un cenere-sbia- dito; e finalmente tutte le parti superiori colle penne frangiate di cenere-biancastro. Cestumi — Abita tutte le coste dell’ Europa me- ridionale, ed è comune nei golfi e nelle baje del Me- *) Sinonimia — Sferna nigra: Linneo, Gmelin, Latham — Sterna leucoptera: Temminck, Vieillot, Lesson, Keyser- ling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — HMidrochelidon leucopterum: Bonaparte = Tedesco: Die weisschwingige See- swalbe. Schinz — Francese: L’ Hirondelle-de-mer leucopière. Temm. — Italiano : H AMignattino zampe rosse. Savi. i 504 diterraneo, dell’Adriatico e dell'Arcipelago. Trovasi nei laghi della Svizzera, e la vediamo tra i più facili ag- girarsi veloce sui nostri laghi predando insetti e vermi aguatici, particolarmente. damigelle e falene, e ben di rado pesciolini e fregoli. Nidifica nelle località pre- scelte dai suoi congeneri, e depone 3. o 4 uova chia- ro-olivastre a macchie irregolari nere. Arriva nell’ago- sto e di quando in quando ricomparisce sino a tutto il maggio. Tutti quelli, ch'io ho potuto avere, tenevano i caratteri giovanili, e ritengo che gli adulti vestino nel- l'inverno i colori dei giovani del primo anno. 436. 240. Sterna migra *) Caratteri — Tiene 24 centimetri circa. in lun- ghezza. I due sessi ‘nell’abito nuziale hanno la testa ed il collo d'un colore cenere; la parte superiore del corpo e le penne sotto caudali d’ un cenere-carico tirante al bruno; e il petto e l'addome d’ un cenere meno carico di quello che si ravvisa nelle parti superiori. Portano Je ali simili al colore del mantello, ma colle remiganti molto più cenere esternamefte; la coda superiormente uguale al dorso; il becco nero, coi lembi delle mandi- bole rosse; i piedi bruno-rossi, e l’iride bruno-nera — Si trovano nelP’epoca invernale colla. testa nera; colla parte superiore d’un cenere-piombino; colla fronte, collo ‘) Sinonimia — Slerna fissipes: Linneo, Gmelin, Latham, Degland — Sterna nigra et nevia: Brisson — Sterna migra: Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Cuvier, Lesson, Keyser- ling e Blasius, Schlegel — Hydrochelidon nigrum: Bonaparte — Inglese: The black Tern. Lath. — Tedesco: Pie schwa- rze Meerschwalbe. Bechs. — Francese: L° Hirondelle-de- mer cpouvantail. Pemm. — Italiano: N Mignattino. Savi. 502 spazio tra il becco e l'occhio, colla gola e coll’avancollo d’ un bianco-puro; col petto e coll’addome d’un cenere nerastro, e colle penne sotto caudali bianche. Portano le ali consimili al mantello, colle due prime remiganti strisciate di bianco all’ estremità delle barbe interne; la coda cenere-azzurra nella parte superiore; ed il becco, i piedi e l’iride uguali come nella stagione estiva. — I gio- vani hanno la fronte, lo spazio tra l'occhio ed il becco, i lati e l’avancollo, non che tutte le parti inferiori d’un bianco-puro; i lati del petto con una gran macchia ce- nere-nerastra; l'occhio con un piccolo punto nero; e alta testa, l’occipite e la nuca neri. Portano il dorso e gli scapolari a tinte brune, orlate ed appuntate di bianco-rossastro; le ali, il groppone e la coda. cenerini; le coperture di quest’ultima a punta bianco-rossastra; il becco bruno alla base; l’iride bruna; e bruno-lividi 1 piedi. Costumi — Amano scorrere sulle aque dolci, i prati adaquati e le risaje, e confondersi colla specie antidescritta. Uccello europeo, abbonda molto più nel- l Ungheria, nell’Olanda, ed in tutti i luoghi ove le aque innondano i terreni. Da noi è facile il vederlo nelle epo- che in cui si ritrova l’antecedente, anzi arriva quasi fo- riero di quello. Nidifica tra i ruscelli e le paludi sulle grandi foglie della Nymphea lutea, che galleggia sulle aque. Costruisce un nido rozzo con foglie essiccate, e depone 4 o 5 uova rosso-brune a macchie più oscure. Si nutrisce con insetti alati e con vermi aquatici, ed emigra coll’ antecedente. 437. Sterna minuta. Linn. Il Fraticello. Savi. È uc- cello marittimo e vive nell’ Europa temperata: emigra in settembre e ritorna coll’ aprile. Cesare, 503 GUNERE KCIL,, LARUS *) Caratteri — Un becco lungo o mediocre, molto ricurvo alla punta; la mandibola inferiore formata ad angolo saliente e più corta della superiore. Le narici alla metà del becco, longitudinalmente fesse, strette, fo- rate da parte a parte. I piedi delicati, nudi sopra il ginocchio; il tarso lungo, con tre dita anteriori intera- mente palmate, e con uno posteriore, libero, corto o rim- piazzato da un tubercolo, articolato molto alto sul tarso e sopra le altre dita, e non toccante la terra. La coda a penne uniformi o forcute. Le ali lunghe, colla 1. re- migante quasi pari in lunghezza alla seconda. Costumsi — Sono uccelli voraci e vili, che formi- colano sulle spiagge marine, ma che alcuni, e tra que- sti ì più piccoli, vivono anche sulle aque dolci. Si nutri- scono di pesci vivi o morti, di pesciolini, di erbucci e di carogne. Sfidano le più terribili tempeste, volano mol- tissimo, e riposano tanto sulle spiagge quanto sulle. a- que. Segnano le tempeste e i temporali portandosi più vicini alla terra. Forniti di penne foltissime, possono senza disagio tollerare i rigori dei verni più freddi, vi- vono per conseguenza anche dove i geli sono prolun- gati, e si allontanano soltanto, quando i ghiacci non per- mettono loro di poter ritrovare gli alimenti. I giovani differiscono moltissimo dagli adulti, perchè non mettono °) Sinonima — Larus: Linneo e tutti gli autori siste- matici, meno Bonaparte, che formò 4 Generi cei nomi di Gazia, Xema, Rossia et Larus — Gabbiani. : 304 le loro penne stabili che al secondo o terzo anno. Prima di quest'epoca i giovani vivono in bande divise dai vec- chi, particolarmente quando questi si occupano della ri- produzione. Nidificano sopra monticelli di sabbia, nelle dune che costeggiano i mari, 0 sopra scogli, e i più piccoli nei prati limacciosi. Gli adulti cambiano le penne due volte all'anno, ma in primavera soltanto una parte di quelle del corpo, e principalmente quelle della testa e del collo. I sessi non presentano alcuna varietà nel loro abito: le femmine sono però più piccole. I segni certi per riconoscere gli individui giunti alla loro livrea perfetta sono le rettrici bianche senza alcuna macchia o striscia, nè alcun segno nero al becco. 433. Larus glaucus. Briinn. Il Gabbiano gigante. Vive nelle contrade settentrionali, e maggiormente nelle parti orientali dell’ Europa: raro è nell'Oceano e sempre in abito giovanile. 439. 244. Larus marinus *) Caratteri — Ha il maschio 70 e la femmina 65 centimetri di lunghezza. Entrambi nel vestito invernale coprono la sommità della testa, la regione degli occhi, l’occipite e la nuca di bianco, con tutte le penne se- gnate nel centro da una striscia longitudinale d’un bruno- chiaro; la fronte, la gola, il collo, tutte le parti infe- riori, il dorso e la coda d’un bianco immacolato; l’alto *) Sinonima — Larus niger el varius: Brisson — Larus marinus : Linneo e tutti gli altri autori sistematici — In- glese: The black-backed Gull. Lath. — Tedesco: Die Muntel- move. Bechs. — Francese: Le Goéland à manieau bleu. Temm. — Italiano: Il Mugnajaccio. Savi. 505 dorso; gli scapolari e tutte le ali d'un nero-carico ri- verberante una tinta azzurrastra; e le remiganti verso l’e- stremità d’ un nero-carico, con ogni penna macolata di bianco sull’ orlo, e macolate di bianco anche gli scapo- lari e le penne secondarie delle ali. Hanno piedi robu- sti, colorati d’un bianco sucido o livido, col dito me- mediano della lunghezza del tarso, che misura 7 centi- metri e 7 millimetri. Tengono il becco d’un giallo-bian- castro, coll’orlo della mandibola inferiore d’ un rosso-vivo; il bordo nudo dell’occhio rosso; e l’ iride giallo-brillante marmorizzato di bruno. Le ali sorpassano pochissimo l'estremità della coda — Im abito nuziale cangiano la sommità della testa, la regione dell’occipite e la nuca in un bianco immacolato, ed il bordo nudo dell’occhio prende una tinta aranciata. — I giovani nel primo anno coprono la testa ed il collo d’un bianco-giallastro, con numerose macchie brune, che si fanno molto più grandi sul collo; le parti superiori d’un bruno-nerastro nel mezzo, a punta bianco-verdastra; e le coperture alari di quest’ultimo colore trasversalmente segnato. Hanno la parte inferiore d’un bianco-sporco, macchiato di bruno; le rettrici di mezzo più nere che bianche; le laterali nere all'estremità, col bordo biancastro; le remiganti nere, con un pò di bianco all'estremità; il becco d'un nero profondo; e Viride, i piedi, ed il cerchio dell’ oc- chio bruni — Dal primo al secondo anno non mutano che il bruno-nerastro ed il rossiccio, che avevano nel mezzo delle penne, e questi diminuiscono gradatamente per lasciar luogo ad un bianco-puro, che circonda a quest’età tutte le penne. Il bianco pertanto comincia a dominare sul grigio in tutte le parti inferiori, e così 506 graduatamente perdono le macchie brune; la testa di- venta d’un bianco-puro, e la punta e la base del becco prendono una tinta livida — Nella muta autunnale dopo compiuti i due anni si disegna il mantello: è allora d’un nerastro variato da macchie irregolari brune e grigie; il bianco più puro, e soltanto segnato da alcune mac- chiette sparse quà e colà; la coda sparsa da segni neri di varia forma; il becco prende la macchia rossa con poco nero nel centro, ed il rimanente è d’ un giallo- livido, macchiato di nero. — Alla terza muta autunnale vestono l’abito adulto. Costumi — Abita principalmente le regioni set- tentrionali, e passa durante l’autunno al nord della Fran- . cia, dell'Olanda e dell’Inghilterra. Alcuni giovani arri- vano irregolarmente nell'Italia durante l'inverno, ed un individuo fu ucciso sul lago di Como, e sta nella mia raccolta. Nidifica sulle rocce, vicine ai mari, e depone 3 0 4 uova d’un verde-olivastro molto carico a mac- chie irregolari brune. Vive di pesci, di carogne, di fre- goli e d’immondezze, e di rado di conchiglie bivalve. 440. 242. Larus argentatus *) Caratteri — È lungo un maschio 62, ed una fem- mina 56 centimetri, e nell’abito invernale hanno la som- ) Sinonimia — Larus cinereus et varius: Brisson — La- rus marinus (var): Latham — Larus argentatus: Briinnichii, Gmelin, Temminck, Vicillot, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlesel, Degland — Larus glaucus: Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot — Inglese: The Rerring Gull. Lath. — Tedesco: Die Silbermove. Brehm. — Francese: Le Goéland à manteau bleu. Temm. — Italiano : 2 Marino pe- scatore. Savi. 507 mità della testa, la regione degli occhi, l’occipite, la nuca ed i lati del collo bianchi, con tutte le penne se- gnate nel centro da una striscia longitudinale d’un bru- no-chiaro; la fronte, la gola, tutte le altre parti infe- riori, il dorso e la coda d’un bianco-immacolato; V’alto dorso, gli scapolari, e tutte le penne alari d’un cenere- azzurrastro puro; le remiganti nere all’estremità , ma tutte terminate d’uno spazio bianco piuttosto grande; e le penne degli scapolari e le secondarie alari pari- menti a punta bianca. Tengono il becco forte, d’un giallo d’ocra, cogli angoli della mandibola inferiore d’un bel rosso-vivo; giallo il nudo bordo degli occhi; giallo-chiara l’iride; ed i piedi d’una tinta livida, col dito mediano un po’ più corto del tarso, misurando quest’ ultimo 6 centimetri e 5 millimetri. Le ali sorpassano di poco la coda — Hanno all’epoca delle nozze le penne come nell'inverno, meno la sommità della testa, la regione de- gli occhi, l’occipite ed il collo, che sono d’ un bianco per- fetto senza alcuna macchia bruna — I giovani dell’anno tengono la testa, il collo, e tutte le parti inferiori d’un grigio-carico variato da numerose macchie bruno-chiare; le penne delle parti superiori pure d’un bruno-chiaro nel centro, con strette frangie rossastre; le penne cau- dali più brune che biancastre, ma di quest’ultimo co- lore alla base e giallo-rossastre alla punta; bruno-nera- stre le remiganti, ed un po’ bianchiccie alla punta estre- ma; bruno-nerastro il becco; e bruno-lividi l’iride, il nudo cerchio dell'occhio ed i piedi — Dal primo al secondo anno tutti questi colori diventano pallidi, ed il bianco si dilata maggiormente — Dopo la seconda muta mostrano diggià le penne tinte d’un cenere-azzurro con 508 qualche macchia ancora d’un grigio-chiaro — Alla se- conda muta di primavera il mantello cenere-azzurro si disegna totalmente, e nella muta autunnale del terzo anno vestono l’abito adulto invernale; Costumi — Lo ricettano Je parti settentrionali ed orientali dell’ Europa, e le coste della Francia, dell’ 0- landa e del Belgio lo vedono in ogni epoca dell’anno. Nidifica su quelle rocce vicine ai mari, depone da 2 a 4 ‘wova olivastro-rossiccie a macchie brune e cenere, e sì ciba come il precedente. Emigra nell’ autunno, e qual- cuno si vede di passo sui laghi della Svizzera, sui nostri e su quelli della Lombardia. 44. Larus leucopterus. Fab. Il Gabbiano leucottero. Vedesi nelle regioni artiche, ed abbonda nell’Istanda, alle isole Feroè e nella Groenlandia: alcuni vengono a pas- sare l'inverno sulle coste della Francia, dell’ Inghilterra e dell'Olanda. 442, . 243. Larus fuscus *) Caratteri — Da un maschio 52 centimetri in lun- ghezza ed una femmina 49. Tutti e due in veste in- vernale coprono la sommità della testa, la regione de- gli occhi, l’occipite, la nuca edi lati del collo di bianco, con tutte le penne segnate nel centro da strisce Jongi- tudinali d'un bruno-chiaro; la fronte, la gola, tutte le ") Sinonima — Larus griseus et Gavia grisea : Brisson — Larus fuscus: Linneo, Gmelin, Latham, Temminck, Cuvier, Bonaparte, Keyserl:ng e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — Larus flavipes: Meyer e Wolf, Temminck, Vieillot, Les- son — Tedesco: Die gelbfiissige Move. Meyer — Francese: Le Goéland è pieds jaunes. Temm. — Italiano: Il Zafferano mezzo. moro. Savi. 309 altre parti inferiori, il dorso e la coda d’un bianco im-i macolato; e l’alto del dorso, gli scapolari e tutte le al d’un nero-carico a riflessi cenerini. Portano le remi- ganti totalmente nere, ed all'estremità delle due penne esterne delle macchie ovali bianche a punta nera; un becco forte, in proporzione meno grosso e più corto dei precedenti, d’ un colore giallo-cedrato e cogli angoli della mandibola inferiore d'un rosso-vivo; rossi gli orli del- l'occhio; giallo-sbiadita l’iride; e d'un bel giallo i piedi. Hanno il dito mediano lungo quanto il tarso, misurando 6 centimetri, e le ali che oltrepassano la coda di 5 cen- timetri cirea — Cambiano in primavera la sommità della testa, .la regione degli occhi, l’occipite ed il collo in un bianco immacolato, e conservano il rimanente come nella stagione trascorsa — I novelli tengono la gola e l’avancollo biancastro con strisce longitudinali bruno- chiare; il collo e le parti inferiori biancastri, quasi to- talmente coperti da grandi macchie brune molto cariche; le parti superiori e tutte le penne alarì d’un bruno-ne- rognolo nel centro e strisciate di giallastro nel contorno; la coda d’un grigio marmorizzato di nero alla base, d’un nerastro molto carico nel centro e bianco alla punta; le remiganti nere all’estremità; il beéco bruno alPori- ‘ gine e nero nel rimanente; ed i piedi d’un giallo d’o- cra sporco. Costumi — Passa l'estate sulle coste dell’ Inghil- terra e del Baltico, arriva nell’ autunno sulle spiagge dell'Olanda e della Francia, e spinge le sue emigrazioni invernali sino net Mediterraneo e nell’ Adriatico: vuolsi d’alcuni molto più comune in quest'epoca sui fiumi e sui mari orientali. Nidifica nelle dune, tra le sabbie @ 510 sulle rocce, e depone 2 o 3 uova grigio-brune, mac- chiettate di nero. Si nutre come i precedenti. Un pic- colo appena sbucciato dal nido ho potuto raccogliere nelle salciaje di Cernobbio sul lago di Como, e lo nutrii per due anni con pesciolini; fa parte della mia raccolta. 443. Larus ichthycetus. Pall. IX Gabbiano dttieto. Dalle spiagge del mar Caspio e del mar Rosso, mostrasi acci- dentalmente nell’ Ungheria, sul Danubio e nell’Arcipelago. 444. Larus eburneus. Linn. Il Gabbiano bianco. Vive sulle coste dell'Islanda, della Groenlandia, di Spitzberg ed alla baja di Baffin; accidentalmente appare nell’ In- ghilterra, nella Germania, nella Francia e nella Svizzera. 445. Larus Audomni. Pyr. IL Gabbiano corso. Savi. È comune nel Mediterraneo. 446. 244. Larus canus *) caratteri — Dà 43 centimetri un maschio in lun- ghezza, la femmina qualche cosa di meno. E l’uno e l’altra tengono nel loro abito invernale la testa, l’occi- pite, la nuca ed i lati del collo d’un bianco seminato da numerose macchie bruno-nerastre; la gola, tutte le parti inferiori, il groppone e la coda d’un bianco per- fetto ; il dorso, gli scapolari e le ali d’un cenere-az- zurrastro puro; e le remiganti d’un nero-carico all’e- stremità, con un lungo spazio bianco sulle due penne ") Simonima — Gavia cinerea major: Brisson — Larus cyanorhynchus: Meyer e Wolf — Larus canus et hybernus: Gmelin — Larus canus: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The winter Gulli. Lath. — Tedesco: Die graue Move. Meyer — Francese: La Mouelle à pieds bleus. Temm- — Italiano: La Gavina. Savi. sli esterne. Hanno un becco mediocre, azzurro-verdastro alla base e giallo d’ocra alla punta; la bocca internamente a- ranciata; |’ iride bruna, col nudo cerchio dell’occhio bru- no-rossastro; e i piedi cenere-azzurri, col dito mediano più corto del tarso, misurando 5 centimetri in lunghezza. Le ali oltrepassano la coda di 7 centimetri e tengono gli steli neri — Nel tempo degli amori cangiano la te- sta, l’occipite, la nuca ed i lati del collo in un bianco- immacolato; il becco diventa giallo d’ocra: il nudo cer- chio dell’occhio si fa rosso-vermiglio vivo; ed i piedi si calzano d’un giallo-d’ocra sbiadito, macchiato di cenere- azzurro — I novelli avanti la muta si distinguono per una macchia nera avanti gli occhi, per tutte le parti superiori d'un grigio-bruno, per il dorso e per le ali orlate e terminate di bianco-giallastro e rossastro, e per l’alto dorso sottilmente segnato con uguali colori. Ten- gono la fronte e tutte le parti inferiori biancastre a macchie e tinte grigio-chiare, disposte sul petto e sui fianchi; la gola ed il ventre d’un bianco-puro nel cen- tro; la base della coda bianca, il rimanente bruno-ne- rastro, e la punta estrema biancastra; le remiganti bru- no-nerastre; 1 piedi giallo-sbiaditi; il becco nero e li- vido alla base; ‘e bruno il nudo cerchio dell’ occhio — Dopo la prima muta cominciano a mostrarsi sul dorso delle penne cenere-azzurro pure, miste a poche brune . ed a frangie giallastre; la testa sì striscia di bruno so- pra un fondo bianco; le parti inferiori prendono un bianco più lato; la base del becco diventa cenere-az- zurra livida; ed il petto si fa nerastro ai lati — Alla seconda muta non hanno più che una stretta fascia ne- rastra verso l'estremità della coda, ed un pò di brune- 3412 nerastro nel centro del becco — Colla primavera sus- seguente vestono ì caratteri di adulti. Costermi — Si ritrova anche questo durante le- poca della riproduzione nel nord del continente, passa d’inverno sulle coste marittime dell’ Olanda, del Belgio, della Francia, dell’Italia e della Sicilia, e non è diffi- cile trovarlo in quest’ epoca sui laghi della Svizzera: un individuo non ancora adulto fu ucciso sul Jago di Lu- gano, e Monti lo dà non infrequente sul lago di Como nelle parti di Colico. Vive di pesci, vermi ed insetti aquatici, non che di conchiglie bivalve. Nidifica tra le erbe al polo artico vicino all'imboccatura dei fiumi ed alle rive dei mari, e depone 3 uova bianco-giallastre a macchie irregolari nere e ceneri. 447. Larus tridactylus. Lath. IX Gabbiano terragnolo. Savi. Sta nei mari interni e nei golfi, e si spande nel- autunno sui fiumi e sui laghi. 448. Larus tenwirostris. Temm. IZ Gabbiano: @ becco delicato. Abita la Francia, il Mediterraneo, 1° Adriatico ed il Bosforo. ci 449. Larus melanocephalus. Natt. Il Gabbiano coral- lino. Savi. Si trova nei luoghi dei precedenti, ma in nu- mero molto maggiore, 4150. Larus atricilla. Linn. IZ Gabbiano a testa piom- bina. Temminck lo dà abitatore delle parti meridionali del Mediterraneo, e Degland dell’ America settentrionale, da cui emigra accidentalmente per la Francia e l’Inghil- terra. 451. 245. Larus ridibundus *) Caratteri — Ha 38 centimetri un maschio in lun- ") Sinonimia — Gavia ridibunda, ridibunda Phonicops, ci- è 513 ghezza e 37 la femmina. Portano tutti e due nell’ in- verno la testa, il collo e la coda d’un bianco perfetto, una macchia nera avanti gli occhi, ed un’altra nerastra e più grande sopra l’orificio delle orecchie. Tengono il petto, il ventre e l’addome d’un bianco leggiermente tinto di rosa; il dorso, gli scapolari e tutte le coper- ture alari d’un cenere-azzurro molto chiaro; le ali in- ternamente d’una tinta cenere nerastra; e le quattro re- miganti primarie bianche, bordate e terminate interna- mente di nero, e la prima orlata anche esternamente di questo colore, ma negli individui molto vecchi la punta estrema trovasi quasi sempre bianca. Il maschio ha il becco allungato, e la femmina lo porta più piccolo e più delicato: questo è d’un rosso-vermiglio molto vivo. Ten- gono i piedi dello stesso colore, col dito mediano più corto del tarso, della misura di 4 centimetri e 2 millimetri; e l’iride d’un bruno-carico. Le ali oltrepassano molto la coda — In livrea nuziale coprono tutta la testa e l’alto collo di un cappuccio bruno molto carico; hanno le pal- pebre circondate da penne bianche, il basso collo e tutte le parti inferiori d’un bel bianco rosato, ed i piedi ed il becco d’un carmino carico — I giovani hanno la te- sta e l’occipite d’un bruno-chiarissimo, colla macchia nerastra e caratteristica all’occhio; una collana bianca nerea minor el grisea minor: Brisson — Larus procellusus et canescens : Bechstein — Larus cinerarius ei crithropus: Gme- lin — Larus ridibundus: Linneo e gli altri autori sistema- tici — Inglese: The legged Gull. Lath. — Tedesco: Die Lach- move. Leisl. — Francese: La Mouette rieuse. Temm. — Ita- liano: IZ Gabbiano comune. Savi. L’ Ornit. Ticinese. 33 944 sulla nuca: bianche tutte le parti inferiori; ed un bianco lesgiermente misto a rossastro sull’avancollo, e segnato di macchie brune sui fianchi. Portano l' alto dorso, gli scapolari e le mezzane coperture alari d’un bruno-ca- rico ad orli giallastri; il bordo superiore delle ali, il groppone e la maggior parte delle penne caudali bian- che, e quest'ultime terminate da una fascia bruno-ne- rastra; le remiganti bianche all'origine e sulle. barbe interne, e nere esternamente ed all'estremità; le grandi coperture cenere-azzurrastre; la base del becco livida a punta nera; ed i piedi gialiastri — Dopo la prima muta il mantello cenere-azzurro è mescolato da penne brune; le ali prendono pure il colore del mantello, ma conservano delle macchie brune e frangie giallognole; la fronte e tutte le parti inferiori mostrano un bianco- puro; la bianca testa è macolata di cenere chiarissimo; sta la caratteristica macchia nerastra avanti gli occhi, e quella sull’orificio delle orecchie; e rossastra sì fa la base del becco a punta bruna — Colla muta della pri- mavera susseguente sono adulti. Costumi — È il più comune ed il più facile a’ ritrovarsi. Vive tanto sui mari quanto sui laghi, mo- strasì di passaggio nel cambiamento delle stagioni, e ni- difica su tutte le spiagge. Depone nelle erbe 3 uova olivastro-cariche, sparse di grandi macchie brune e ne- rastre, e si ciba d’insetti, vermi, pesciolini e. fregoli. 452. Larus capistratus. Temm. Il Gabbiano mezzano. Savi. Secondo Temminck non si allontana dalle contrade artiche dei due mondi, gli Ornitologi italiani lo danno come presente nell’inverno sui loro mari, e Degland non lo ammette nel suo catalogo. dio 453. Larus leucophthalmus. Licht. I! Gabbiano leu- coftalmo. Si trova nella Grecia, sul mar Rosso, ed ac- cidentalmente nel Mediterraneo. 454. Larus Sabini. Leac. IL Gabbiano di Sabine. È delle regioni artiche dei due emisferi, e passa a caso sulle coste dell'Inghilterra, della Germania e della Francia. 455. Larus Bonaparti. Rich. Il Gabbiano di Bona- parte. Comune agli Stati Uniti d’America, si fa vedere casualmente in Europa (Degland, non Temminck). 456. Larus Rossii. Rich. IT Gabbiano di Rossi. Vive al polo artico dell’ America, e dal mar Caspio passa qualche volta in Europa (Degland, non Temminck). 457. Larus minutus. Pall. Il Gabbianello. Savi. E dei paesi orientali d’ Europa, e trovasi irregolarmente nella Francia, nella Svizzera e nell’Italia: non dovrebbe es- sere difficile Ja sua comparsa sul Ticino nelle vicinanze di Magadino. GENERE XCHSE> LESTRIS *) Caratteri — Un becco mediocre, forte, duro, ci- lindrico, tagliente, compresso, ricurvo ed uncinato alla punta; la mandibola superiore coperta da una cera; l’in- feriore formata ad angolo saliente. Le narici vicine alla punta del becco, diagonali, strette, chiuse in addietro, *) Sinonimia — Larus: Linneo, Gmelin, Latham, Meyer e Wolf —- Slercorarius: Brisson, Degland — Catharacta : Briinnichii — Lestris: Illiger, Temminck, Cuvier, Lesson, Keyserling e Blasius, Schinz, Schlegel, Degland — Gabbiani. SÎ6 forate da parte a parte. I piedi sottili, nudi sopra il ginocchio; il tarso lungo; tre dita anteriori, intiera- mente palmate; il pollice quasi nullo, posto a livello de- gli anteriori; le unghie grandi e molto uncinate. Le ali lunghe ed acute, colla 1.° remisante piùlunga. La coda ineguale, più o meno appuntata nel centro, e con penne sempre allungate. Costui — Uccelli per lungo tempo ammalgamati con quelli del Genere precedente, vennero distaccati da Hiliger, essendone bastantemente distinti e per carat- teri esterni e per naturali abitudini. Coraggiosi ed in- trepidi movono guerra continua a quelli, li perseguitano e li obbligano ad abbandonare la loro preda, sopra cui si gettano con una velocità sorprendente. Ben di rado pescano per conto proprio, e forzati dalla fame si get- tano sui cetacei e sulle carogne. Hanno un modo di vo- lare straordinario e convulsivo, descrivono girando salti e circoli, e si distinguono benissimo anche lontani. Pas- sano la loro vita al polo artico e raramente abbando- nano quelle località. La loro muta è doppia, il maschio e la femmina non hanno distintivi, l'abito varia secondo l’ età, la stagione e qualche volta da individuo ad in- dividuo, i giovani differiscono per qualche tempo dagli adulti, e si rassomigliano tra essi in molte specie, ab- benchè con un confronto esatto si riconoscano. 4158. Lestris catarrhactes. Temm. 1. Gabbiano bruno. Trovasi tra i ghiacci polari, è comune alle isole Feroòè e nell’Islanda, e mostrasi qualche volta sulle coste ma- rittime dell’ Europa occidentale. SÎ7 459. 246. Lestris pomarinus *) | Caratteri — È in lunghezza 43 centimetri, meno le due penne centrali della coda, che oltrepassano que- sta misura. Un maschio ed una femmina in abito estivo portano il ventre nero; le penne occipitali alquanto sot- tili, nere ed in forma di ciuffo; e quelle della nuca sottili, scomposte e d'un giallo-dorato lucido. Hanno le parti superiori e le penne sopra caudali d’ un bruno-oli- vastro chiaro, e le sotto caudali bianche, fatta astrazione di quelle vicino all’ano, che sono simili al mantello; i fianchi macchiati di bruno; e la parte anteriore del petto macchiata trasversalmente di bruno all’estremità delle penne in modo da formare una specie di cintura più 0 meno completa, e più o meno lata. Tengono la faccia e la parte sopra gli occhi nera; i lati del collo bianchi, misti a giallo-dorato; le coperture alari superiori e le remiganti bruno-olivastri come il dorso; e le coperture alari inferiori bruno-olivastri unicolori. Hanno la coda del colore delle ali, colle due penne mediane larghe, ar- rotondate, della stessa larghezza in tutta la sua esten- sione, e della luhghezza di 9, 10 ed anche più centi- metri. Portano il becco e la cera d’un grigio giallo-li- vido coll’estremità nera; la base delle gambe, il tarso, le dita, le unghie e la palmatura neri; l'unghia poste- ") Sinonimia — Siercorarius striatus : Brisson — Larus pa- rassiticus: Meyer e Wolf — Lestris pomarinus: Temminck, Bonaparte, Keyserling.e Blasius +— Stercorarius pomarinus: Vieillot, Degland — Lestris pomarina: Temminck, Schinz* Tschudi — Inglese: The pomarine Skua. Gould — Tedesco: Die breitschwinzige Raubmoce. Brehm — Francese : Le Ster- coraire pomarin. Temm. — Italiano: I Gabbiano nero. Savi. 548 riore bianca da un lato e nera dall’altro; e l’iride bru- no-carico — A misura che l’uccello cresce, la collana pettorale e le macchie dei fianchi spariscono, e tutte le parti inferiori diventano bianche, meno le penne anali — Nella stagione invernale diversificano nelle parti su- periori e sotto la coda per molte frangie cenere-rossa- stre; nelle inferiori per variazioni di lineette longitudi- nali brune sulla gola e sul collo; e sul petto, sui fian- chi e sull’addome per strisce più o meno vicine dello stesso colore — I giovani sono visibilmente più piccoli degli adulti. Hanno la testa ed il collo variati di bruno, di rosso o di cenere-rossastro; sopra il corpo del bruno più o meno carico, colle penne appuntate di un rosso di variato colore; al di sotto strisce bruno-cenerognole e rosse più o meno cariche; le coperture inferiori stri- sciate di bruno e di rosso; le remiganti bruno-cariche esteriormente, cogli steli e cogli orli interni anteriori per due terzi di lunghezza bianche, e ciò sopra solo 4 o 5 delle penne primarie; la coda bruna, appuntata di rossastro, colle due rettrici centrali arrotondate e più lunghe delle altre 4 05 millimetri; il becco di un rosso- livido più carico nel centro e d’un nero-corneo all’ e- stremità; la cera d’un azzurro piombino; l’iride bruna; il tarso e Je parti denudate delle gambe d’un colore di carne livido; le dita, le membrane e le unghie nere; il pollice color di carne pallido o biancastro , coll’un- ghia bianca; e finalmente un piccolo spazio alla base delle dita e della membrana d’un colore uguale al dito esterno — Ad un anno compito sì mostrano un po’ più forti. Tengono tinte d’un bruno-carico superior- mente, con poche penne terminate di rosso o biancastro 319 sulla nuca, sul dorso e sugli scapolari, ed inferiormente si mantengono nello stato primitivo; le remiganti e Je rettrici offrono appena dei segni lineari d’un cenere leg- giero alle estremità; le rettrici mediane si sono allun- gate sino a 10 o 412 millimetri; e il Dbianco-livido alla base del tarso è meno esteso — A due anni compiti hanno il bruno superiore molto più carico, con qualche frangiatura rossastra al collo ed al groppone; il bianco inferiore macchiato sul petto da una larga cintura bruna; i fianchi, le penne sotto caudali e le coperture alari in- feriori strisciate di- bruno; le penne mediane della coda lunghe da 25 a 28 millimetri; e 1 piedi e le membrane digitali nere, salvo una piccola parte della base del tarso che è ancora biancastra — A tre anni sono adulti. Le penne sono però ancora suscettibili di molte e grandi varietà, massime nelle parti inferiori, non solo a seconda delle stagioni, ma anche da individuo ad individuo. Costumi — Abita le regioni del circolo artico; mo- strasi a caso sulle coste marittime dei paesi temperati spinto dai colpi di vento o dagli uragani, e smarrito passa anche tra noi in abito di gioventù. Lo videro il Mediterraneo e l'Adriatico, e lo videro i laghi della Svizzera; fu ucciso sulla Furka nell’ ottobre 1834, e sul laso di Zurigo fu preso vivo, perduto e stanco da un lungo viaggio. Nidifica nelle paludi o fra le rocce, de- pone 2 o 3 uova cenere-olivastre a piccole macchie ne- rastre, vive a spese dei Larus, e spinto dalla fame si nutre di carogne e di cetaceì marini: è un vero uccello di rapina aquatico, 460. Lestris Richardsonii. Swain. I Gabbiano delle rocce. Dal nord dell'Europa scende a caso d'inverno sulle coste dei mari temperati. 520 464. Lestris parasiticus. Boie. I Gabbiano a coda corta. Dalle rive del Baltico, della Norvegia, e della Svezia passa accidentalmente nella Germania, nell’Olanda, nella Francia, e secondo Temminck nella Svizzera. FAMEGLIA XLIVW. PROCELLARIDE. Caratteri — Un becco più o meno lungo della testa ed uncinato; le narici longitudinali; i piedi col tarso quasi in equilibrio del corpo, compressi, con 0 senza unghie in luogo del pollice; le dita anteriori riu- nite da una membrana, le laterali frangiate esternamente; le ali lunghe; la coda corta. Costumi — Sono uccelli che si mantengono costan- temente sui mari, e non scendono mai a riposare sulla terra che all’epoca della riproduzione, o forzati da qualche colpo di vento. Stanno in questa Famiglia i Generi Pro- cellaria , Puffinus, Thalassidroma e Diomedea. GENERE XCIVeo PROCELLARIA. Caratteri — Un becco grosso, pui for- mato da molti pezzi, molto uncinato, un po’ compresso alla punta e rigonfio alla base; la mandibola inferiore solcata, approfondita in grondaja, subito troncata e pie- gata, e fermata ad angolo all'estremità. Le narici pro- minenti, riunite in un sol tubo sull’alto del becco. I piedi mediocri, quasi in equilibrio col corpo, con un piccolo spazio nudo nella parte inferiore delle gambe; 921 il tarso compresso, reticolato; le dita riunite da una membrana intiera; il pollice rimpiazzato da un’ unghia acutissima. Le ali lunghe, colla 4.8 remigante più estesa. La coda arrotondata o conica, composta di 42 penne. Costumi — Gli uccelli compresi in questo Genere sono potentissimi al volo ed amano passeggiare sul mare, quando è molto agitato e burrascoso. Hanno le aque per loro dominio, si abbandonano alle volte a distanze immense dalla terra, e non ia abitano che all’epoca del riposo o della riproduzione. Quando il sole tramonta , o quando si prepara una tempesta marina, allora si ve- dono agitarsi maggiormente ed aggirarsi in tutti i sensi. Volano quasi sempre senza scuotere le ali, e questo mez- zo non lo adoperano che per alzarsi. Non nuotano mai: sì mettono bensi sopra l’aqua e vi cacciano anche la testa, ma soltanto per prendere il loro nutrimento, il quale consiste quasi sempre in molluschi, crostacei, ce- tacei e pesci morti. La loro muta è ritenuta doppia, e non esiste differenza alcuna tra l'abito del maschio e quello della femmina: i giovani offrono però colori di- stinti. Nidificano sugli scogli. 462. Procellaria glacialis. Linn. La Procellaria ce- nere. Vive tra i mari polari e le isole settentrionali della Gran Brettagna: qualche volta si spinge nell’ Olanda, nel Belgio e nella Francia. GENERE XKCVe PUFFINUS. Caratteri — Un becco della lunghezza della testa o più lungo, delicato, diritto, depresso alla base, molto 522 compresso all'estremità ed uncinato; la mandibola in- feriore appuntata e ricurva al di sotto come la superiore. Le narici basali, ovali ed aperte in due tubi distinti. I piedi e le ali come nel Genere precedente. Costumi — Hanno questi uccelli abitudini conformi a quelli dell’antidescritto, ma sono semi-notturni e cer- cano principalmente il loro nutrimento ai erepuscoli e nelle notti rischiarate dalla luna: di giorno si manten- gono nascosti nei buchi naturali. delle rocce. 463. Puffinus cinereus. Cuv. La Berta maggiore. Savi. Sta su tutte le coste del Mediterraneo e dell’ Adriatico, c nidifica nelle rocce della Corsica. 464. Puffinus major. Fab. La Berta cenere. Dalle re- gioni artiche dei due emisferi e di Terra Nuova, passa di quando in quando sulle coste dell’Inghilterra e della Francia. 465. Puffinus fuliginosus. Strick. La Berta fuliginosa. Dai banchi di Terra Nuova visita l'Inghilterra (Tem- minck lo vuole come la femmina dell’antidescritto,:e De- gland come specie distinta). 466. Puffinus anglorum. Bonap. La Berta inglese. Abita il nord dei due mondi, è comune alle isole. Fe- roè, e si mostra a caso in Inghilterra ed in Francia. 467. Puffinus obscurus. Boie. Il Fringuello di mare. Savi. Dall’ Europa settentrionale appare alle volte nella Brettagna, nella Francia e nell’Italia. GENERE CIV: THALASSIDROMA. Caratteri — Un becco più corto della testa, deli- 523 cato, uncinato e molto compresso alla punta. Le narici riunite in un solo orificio, con due aperture esterne. I piedi a tarso lungo e sottile. La coda quadrata o leg- germente forcuta. Costumi — Gli uccelli di questo Genere hanno parimenti abitudini consimili a quelli dei due antide- scritti, ma sono ancora più notturni di quelli: non. sor- tono dai loro nascondigli naturali, ove si tengono tutto il giorno celati, che verso sera o quando s’accorgono che si prepara una qualche burrasca. Consiste il loro vitto principale in vermi ed insetti. 468. Thalassidroma Leachii. Temm. L'uccello delle tempeste di Leach. Dalle spiagge di Terra Nuova e delle Orcadi viene irregolarmente a visitare l Inghilterra, la Francia ed il Belgio. 469, Thalassidroma Wilsoni. Bonap. L'uccello delle tempeste di Wilson. È in tutta l'America, e dal Chili, dal Brasile, dal Messico e dagli Stati Uniti si presenta sulle coste della Spagna e del Mediterraneo. 470. Thalassidroma pelagica. Vig. L'uccello delle tempeste. Savi. È sparso sui mari dell’ Europa. 474. Thalassidroma Bulweri. Bonap. L'uccello delle tempeste di Bulwer. Proveniente dalle Azzorre è stato os- servato sulle coste dell’Inghilterra. GENZRE XGCVEI: DIOMEDEA. Caratteri — Un becco grande, forte, tagliente, di- ritto nella maggior parte della sua estensione, uncinato alla punta; la mandibola superiore terminata in un un- 324 cino che sembra articolato; l’inferiore troncata all’ estre- stremità. Le narici prominenti, in forma di una piega addossata. I piedi a tarso corto, robusti e potentissimi; il pollice nullo. Le ali lunghissime. La coda arroton- data o cuneiforme, con 12 penne. Costumi — Questo Genere, non accennato da Tem- minck come europeo, fu ammesso da Degland. Gli uc- celli quivi compresi sono molto grandi ed abitano i mari Australi e POceano pacifico. Colà si vedono alle volte ad immense distanza dalla terra. Consiste il loro prin- cipzle nutrimento in cefalopodi, in animali marini morti e corrotti, come cetacei, foche e simili, i quali cullati dalle onde si vedono sempre sopra le aque. Degland as- sicura, che moltissimi esempi d’individui presi nell’an- tico continente lo hanno persuaso ad ammetterli senza scrupolo nei numero degli uccelli europei, e ragione- volmente asserisce, che, se sono stati accettati come tali uccelli emigratori dell’ America i quali sono per natura attaccati costantemente alla terra, con maggiore ragione si devono ascrivervi quelli, i quali passando tutta la loro vita sui mari, e seguendo col loro volo i bastimenti per prendere il nutrimento, che i marinai vi gettano, si tro- vano in tal modo senza avvedersi trascinati lontani dal limite loro assegnato dalla natura. 472. Diomedea exulans. Linn. La Diomedea errante. Abita i mari al dilà del tropico del Capricorno tra il 38.° ed.il 40. gr. di latit. sud: è comunissimo agli approcci del Capo Horn di Buona Speranza, e sì mostra a caso nell’ Europa. 473. Diomedea chlororhynchos. Gmel. La Clororinco. Uguali mari ed uguali comparse dell’antidescritto. (i LO (SI FAMIGLIA XLV. ANATIDE ‘) Caratteri — Un becco depresso od arrotondato, dentellato in sega od in lamina, con un’unghia all’e- stremità, coperto da un’epidermide o da una pelle mor- bida in tutta la sua estensione; le dita anteriori total- mente palmate, il pollice piccolo ed alle volte pinnato; le ali generalmente mediocri e strette; la coda conica od. arrotondata. Costumi — Raccoglierà per noi questa Famiglia i Generi Anser, Cygnus, Anas, Fuligula, e Mergus, e ne faremo descrizione a suo posto. GENERE XCYHIH, ANSER **) Caratteri — Un becco della lunghezza della testa o più corto, conico, più alto che largo, e rigonfio alla base; le mandibole fornite di dentellature coniche ed *) Simonmia — Serrirostres: Dumeril — Lamelloso-den- tati: Tlliger — Dermorhynchi: Vieillot — Lamellirostres : Cu- vier, Lesson — Anatide : Bonaparte, Schinz, Degland — Anatidi. 3 “) Sinonmia — Cygnus: Linneo — Anas: Linneo, Gme- lin, Latham, Cuvier, Dumeril, Temminck — Anser: Bris- son, Meyer e Wolf, Vieillot, Cuvier, Lesson, Temminck, Schinz, Schlegel, Degland — Chen, Anser, Bernicla et Che- naloper: Bonaparte — Anser et Chenalopev: Keyserling e Blasius — Oche. 526 appuntate, formate dall’estremità delle lamine trasver- sali, coll’inferiore più stretta della superiore. Le narici mediane, laterali ed ampie. I piedi a tarso grosso ed al- lungato; le dita di mezzana lunghezza, col pollice li- bero ed elevato, e colle unghie corte ed cttuse. Le ali mediocri e semplici, colla 4.* e 2.* remigante allungate. La coda composta di 16 o di 18 penne. Costumi — Gli uccelli compresi in questo Genere sono eminentemente emigratori; e passano l’ estate al nord, e l'inverno in paesi temperati e caldi. Abbenchè l’esterna loro apparenza dimostri essere stati creati ed organiz- zati per passare la loro vita sulle aque, non ostante non è questo l’unico ed abituale loro soggiorno. Passeggiano tra i prati, tra i campi seminati, sulle rive dei mari e tra le paludi, ove trovano un abbondante nutrimento tra le erbe ed i semi. Vivono e viaggiano in truppe numerose; i loro voli formansi in triangolo, mettendosi sopra due linee come un V rovesciato. Annunciano la loro presenza aerea facendo sentire un grido lontano, forte e sonoro. À terra stanno sempre alle vedette, tanto sono timorosi e diffidenti, e per poco s’innalzano man- dando il loro segno d'allarme. Sono poligami, e quasi tutti hanno muta doppia — I sessi si rassomigliano, ed i giovani portano una livrea distinta. 474. Anser hyperboreus. Pall. L’Oca di neve. Nidi- fica alla Siberia, e mostrasi accidentalmente nell’Europa. 75. 247. Anser ferus *) Caratteri — Tiene 80 centimetri di lunghezza. Un *) Sinonima — Anas anser ferus: Linneo, Temminck — Anas anser: Gmelin, Latham — Anser cinereus: Meyer 327 maschio ha tutte le penne d’un cenere-chiaro; l'alto dorso, gli scapolari e le mezzane e grandi coperture alari d’un cenere-bruno, ricamato di biancastro; le pic- cole coperture, tutto il bordo esterno delle ali e la base delle remiganti d’ up cenere-biancastro; il groppone cenere; e l'addome ed il di sotto della coda d’ un bianco-puro. Porta un becco forte, grosso e d’una tinta giallo-aranciata unicolore, la membrana degli occhi dello stesso colore, l'unghia del becco biancastra, l’iride bruno-carica, ed i piedi d’un carnicino giallognolo. Le di lui ali piegate non arrivano mai all'estremità della coda — La fem- mina è sempre più piccola, ed ha il collo sottile e d’un enere più chiaro — Quando invecchiano, mettono quà e là sul petto e sul ventre delle penne nerastre — L’a- bito descritto è quello dell’inverno, quello dell’estate e dei giovani non mi è ancora noto. Costumi — Sta sui mari, sulle spiagge, sui laghi e nelle paludi delle contrade orientali d'Europa, ed è più raro nelle parti settentrionali, Tipo dell'Oca do- mestica esistente tra noi nello stato di schiavitù, passa qualche volta nell'inverno e si è visto colla specie, che sotto descriveremo , posare nelle montagne prendendo qualche giorno di riposo. Tschudi conferma la nostra opinione dicendoci, che sulla Neuenalp, nel Rhodes este- riore e nella valle superiore della Reuss furono uccisi e Wolf, Vieillot, Lesson, Bonaparte, Keyserling e Blasius, Schinz, Scolegel — Anser ferus: Temminck, Degland — In- glese: The grey-leg-Goose. Lath. — Tedesco: Die wilde Gans. Bechs. — Francese: L’Oie cendrée. Temm. — Italiano : L’Oca paglietana. Savi. 528 alcuni individui di questa specie. Nidifica tra le erbe ed i giunchi, depone da 8 sino a 44 uova d’ un bianco- giallastro senza macchia, e si ciba di vegetali aquatici e d’ogni sorta di semi e di grani 476. 248. Anser segetum *) Caratteri — Ha 75 centimetri di lunghezza. Un maschio nell’abito invernale copre la testa e l’alto collo d’un cenere-bruno; il basso collo e le parti inferiori d’un cenere-chiaro; l’alto dorso, gli scapolari e tutte le coperture alari d’un cenere-oscuro, ricamato di bianca- stro; il groppone d’un bruno-nerastro; e l’laddome e le penne sotto caudali d’un bianco-puro. Porta il becco lungo, depresso , colorato di nero alla base e sull’ un- ghia, e di giallo-aranciato nel centro; la membrana de- gli occhi d’un grigio-nerastro; l’iride bruno-carico; ed i piedi rosso-aranciati — La femmina è sensibilmente più piccola, ed ha tinte meno-pure — I giovani ten- gono la testa ed il collo d’un rosso-giallastro sucido , tutte le penne d’un cenere più leggiero, ed alle volte tre piccole macchie bianche alla radice del becco. Costumi — Non è tanto raro, abita nell’ estate le contrade artiche, ma d’inverno scende nei paesi tempe- rati. Passa sul finire dell’autunno e col principiare di marzo, e i piani di Magadino ci hanno somministrato varii individui. Quando posa, sì mette tra le campagne *) Sinonimia — Anser sylvestris: Brisson, Degland — Anas segetum: Gmelin, Latham, Temminck — Anser segetum: Me- yer e gli altri autori sistematici — Inglese: The bean Goose. Lath. — Tedesco: Die saat Gans. Bechs. — Francese: L’Oie vulgaire. Temm. — Italiano: L° Oca granajola. Savi. i 929 larghe e spaziose per non essere sorpreso dal caccia- tore. Nidifica nelle brughiere e nelle paludi, depone da 10 a 12 uova bianche senza macchia, e si nutre di ve- getali aquatici e terrestri, di semi e di grani. 4TT. Anser albifrons. Linn. L’Oca lombardella. Savi. Dalle regioni del circolo artico, si abbassa sulle coste dell'Olanda, della Francia e della Germania, e qualcuno su quelle d’Italia nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. 478. Anser leucopsis. Temm. L’Oca* monachella. Si trova d’estate nelle stesse località dei precedenti, e d’in- verno si mostra sulle spiagge dell'Olanda, della Francia e della Germania. Degland lo ridusse in istato dome- stico. 479. Anser brachyrhynchus. Baill. L’Oca di becco corto. Abita il nord orientale dell’ Europa, e si mostra di quando in quando nell'inverno in Francia. 480. Anser bernicla. Linn. L’Oca colombaccio. Savi. Dal settentrione scende sui mari dell'Olanda, della Fran- cia, della Germania ed anche dell’Italia: raramente vi- sita le terre interne. 484. Anser ruficollis. Linn. L’Oca a collo rosso. Dalle contrade artiche dell'Asia passa a caso nella Russia, nella Germania, nell’ inghilterra, nell’ Olanda e nella Francia. 482. Anser Agyptiacus. Auct. L'Oca Egiziana. Dalle coste africane passa regolarmente nella Grecia e nella Turchia, visita il Danubio, e si mostra qualche volta nella Germania, nella Francia e nella Sicilia. 483. Anser Temminckii. Boie. L’Oca nana. Segnato da Temminck, come un giovane individuo tardivo del- l'Anser albifrons, e da Degland accennato come specie L’ Ornit. Ticinese. 34 530 distinta senza averlo potuto studiare in natura , venne ammesso sul giudizio dato dagli Ornitologi Naumann, Meyer, Brehm e Schlegel. GEINERE XCIX. CYGNUS °) Caratteri — Un becco di uguale larghezza in tutta la sua estensione, grossolano alla base, alle volte con un tubercolo carnoso, piatto ed ottuso all’estremità, ar- rotondato superiormente, dentellato in lamine trasversali sui bordì. Le narici mediane, oblunghe, coperte da una membrana. Il lorum denudato. I piedi corti, un po’ in- dietro del corpo, colle dita interiori largamente palmate, e col pollice che tocca a terra nella sola estremità. ll collo sottile e lunghissimo. Le ali mediocri. La coda quadrata. Costumi — Gli uccelli posti in questo Genere non vivono tanto sulla terra, come quelli del precedente, e sebbene non tuffino mai nell’aqua, hanno però questo elemento per loro dominio. Ivi si fanno rimarcare per graziosi movimenti, per variate ed aggradevoli attitudini, per nobile e dignitoso portamento, e per il più bello ornamento del liquido piano. Mediante il collo. lungo, cercano il nutrimento nel fondo delle paludi e degli stagni entro la melma e l’erbe in pianticelle ed insetti ") Sinonima — Anas: Linneo, Gmelin, Latham, Dumeril, Illicer, Temminck — Cygnus: Linneo, Brisson, Meyer e Wolf, Vieillot, Cuvier, Lesson, Bonaparte, Temminck, Key- serling e Blasius, Schinz, Schlezel, Degland — Cigni. i dol aquatici. Emigrano nell'inverno, sono monogami, e ni- dificano nelle erbe vicinissime alle aque. Poca varietà si riscontra tra i due sessi, la femmina è soltanto più pic- cola, ed i novelli portano distinzioni bastantemente vi- sibili. 481. 219. Cygnus musicus *) Caratteri — Misura 1 metro e 55 centimetri circa. Un maschio indossa penne totalmente d’un bianco im- macolato, fatta eccezione della testa e della nuca, che sono lievemente ombreggiate di giallognolo. Ha il becco più lungo della testa, nero e coperto alia base da una cera gialla, come gialla è la pelle che circonda. la re- gione degli occhi; i piedi e le membrane interdigitali neri, e bruna l’iride — La femmina non differisce che per dimensioni più piccole — I giovani hanno penne d’un grigio-chiaro, il becco d’un nero-sporco, la cera e la pelle nuda dell’occhio d'un carnicino-livido, ed i piedi grigio-rossastri — Alla seconda muta mettono penne bianche. i qgeostumi — Abita le regioni del circolo artico, passa l’inverno lungo i mari dell’Olanda, del Belgio e della Francia, qualche rara volta si mostra nei laghi interni ed arriva nell'Italia. Depone da 5 a 7 uova verde- ") Sinonimia — Anas cygnus ferus: Linneo — Cygnus fe- rus: Brisson, Vieillot, Lesson — Anas cygnus: Gmelm, La- tham, Temminck — Cygnus melanorhynchus: Meyere Wolf — Cygnus musicus: Bechstein, Bonaparte, Keyser.ing e Bla- sius, Temminck, Schinz, Schlegel, Degland — Inglese: The Whistling. Lath. — Tedesco: Der Singschwan. Bechs. — Fran- cese: Le Cygne à bec jaune ou sauvage. Temm. — Italiano : Il Cigno salvatico. Savi. olivastre senza macchie, e vive d’erbe aquatiche e d’in- setti. 485. Cygnus Bewichii. Sarr. I Cigno minore. Dal- Pislanda, scende d’inverno sino sulle coste della Picar- dia, dell'Inghilterra e della Germania. 486. Cygnus olor. Linn. Il Cigno reale. Savi. È quello che vive libero nel parchi e nei giardini reali, ed abita anche i mari interni dell'Europa orientale. GERERE Co ANAS *) Caratteri — Un becco largo, schiacciato nella più sran parte della sua lunghezza, colle mandibole petti- nate in lame sui bordi. Le narici basali, ovali, coperte da una membrana. I piedi a tarso corto, compressi, si- tuati un po’ dietro il corpo; le dita anteriori di gran- dezza mediocre; il pollice piccolo, rialzato, senza bor- dura membranosa sviluppata, o con un rudimento di membrana poco apparente. Le ali mediocri, strette, ap- puntate. La coda variabile e conica. Costumi — Sono questi uccelli esenzialmente nuo- tatori, camminano poco, e poco o nulla si tuffano; e perciò si mantengono costantemente sulle aque. Il loro nutrimento principale consiste di vermi, fregoli, pescio- *) Simonima — Tadorna, Casarca, Anas, Mareca, Claul- clasmus, Dafila, Rhynchospis, Cyanopterus, Querquedula et Aix: Bonaparte — Vulpanser, Dendronessa, Anas, Rhynchospis et Caîrina: Keyserling e Blasius — Anas: Linneo e gli altri autori sistemalici — Anttre. x 038 lini, rannocchietti, piante aquatiche e semi. Sono poli- gami, ed hanno una muta doppia, che succede nel giu- gno l’una, e nel novembre l’altra. Il maschio è più grande, porta dal dicembre al giugno una livrea di- versa della sua compagna, e nelle altre epoche ha un abito consimile. I giovani rassomigliano alla madre sino alla prima muta, nascono coperti da una lanuggine, ed abbandonano appena sbucciati il nido per gettarsi nelle aque. Eseguiscono alzandosi ad altezze considerevoli je loro ordinarie emigrazioni. 487. Anas rutila. Pall. La Casarca. Savi. N bbiol'opiolte dell’Europa, passa nel sud della Russia, della Grecia, dell'Ungheria, della Germania, e qualcuno persino nel- l’Italia: è comune al Ponte Eusino. 488. Anas tadorna. Linn. La Volpoca. Savi. Sta nel nord e nell’occidente dell'Europa, arriva d’inverno nella Francia, nell’Olanda e nel Mediterraneo, e si mostra a caso altrove. 489. 250. Anas boschas *) Caratterì — Dà 50 a 55 centimetri in lunghezza. Il maschio in abito nuziale ha la testa ed il collo d’un verde molto carico, ed una collana bianca al basso collo. Porta le «parti superiori strisciate da sottili segni bruno- ceneri e grigio-biancastri; il petto d’un marrone-carico ; e le altre parti inferiori d’un grigio-bianco, segnato da piccolissime lineette serpeggianti d’un bruno-cenere. Ha lo specchio delle ali d’un verde-violetto, segnato sopra *) Sinonimia — Anas boscas: Linneo e tutti gli altri au- tori sistematici — Inglese: The wd Duck. Lath. — Tede- sco: Die gemeine Ente. Bechs. — Francese : Le Canard saù- vage. Temm. — Italiano: La Germana reale. Savi. 534 e sotto da una fascia bianca, le 4 penne mediane della coda ricurve in semicerchio, il becco giailo-verdastro. l’iride bruno-rossastra, ed i piedi arranciati — La fem- mina, più piccola, ed 11 maschio, dal mese di giugno a tutto novembre, tengono penne variate di bruno so0- pra un fondo grigiastro; la gola bianca; una fascia bian- castra, macchiata di bruno sopra gli occhi, ed un’altra nerastra che li attraversa; lo specchio alare più vio- lacceo; le 4 penne mediane della coda meno arcuate; il becco grigio-verdastro; e l’iride bruna — I giovani vestono tinte consimili alla madre, e dopo la muta di novembre cominciano a mostrare i distintivi del sesso. | Cestumi — Tipo dell’Anizra che nutriamo nello stato domestico, nidifica d’estate nel nord, nelle paludi e negli stagni in qualche ciuffo d’erba, e talvolta an- che nei buchi degli alberi; lo compone di fogli d’alberi, di radici e di piante aquatiche; e depone da 8 a 414 uova bianco-giallastre, un po’ più piccole di quelle della nostra domestica: di quando in quando si trova qual- che nido sui nostri laghetti di montagna, e nella Sviz- zera fu ritrovato vicino al lago d’Oberlegi a 4390 met. d’altit. Arriva in bande più o meno numerose all’ap- pressarsi d'autunno, rimane anche a svernare» tra noi, e parte col finire del febbraio. Vive principalmente di vermi, d’insetti, di pesciolini, di piante e di grani a- quatici. 490. Anas moschata. Linn. La Moscata. Originario della Guiana e del Brasile, si trova sul mar Caspio (Degland, non Temminck). 494. Anas strepera. Linn. La Canapiglia, Savi. Abita la Svezia e la Russia, e sverna nella Francia, nell’Ita- lia e nella Sicilia. 039 492. 251. Anas acuta *) Caratterî — È lungo da 63 a 65 centimetri. Il maschio in abito di nozze copre la sommità della testa di bruno e di nerastro, e la guancia, la gola e l'alto collo di bruno a riflessi violetti e porporini. Ha sulla nuca una fascia nera circondata da due altre bianche ; l’avancollo e la parte superiore del corpo d’un bianco- puro; il dorso ed i fianchi strisciati da segni serpeg- gianti neri e cenerini; gli scapolari con lunghe mac- chie nere; e lo specchio delle ali d’un verde porporino, con una fascia rossa sopra ed una bianca sotto. Porta le due penne mediane della coda allungate e d’un nero- verdastro, il becco d’un azzurro-nerastro, liride d’un bruno-chiaro, ed ì piedi d’un nero-rossastro — La fem- mina, più piccola, ha la testa ed il collo d’un rosso- chiaro, seminato da piccole punte nere; tutte le parti superiori d’un bruno-nerastro, irregolarmente segnato di giallo-rossastro; le inferiori d’un. giallo-rossastro, macchiato di brnno-chiaro; lo specchio bruno-rossastro, con una fascia giallastra sopra e biancastra sotto; la coda conica, colle due penne mediane non allungate; il becco nerastro; ed i piedi rosso-nerastri — I giovani prima della muta hanno le penne superiori a bordi biancastri, le inferiori circuite di giallognolo ed al cen- tro leggermente segnate di bruno — Dopo la muta i ") Sinonimia — Anas longicauda: Brisson — Dafila acuta : Bonaparte — Anas acuta: Linneo e tutti gli altri autori si- stematici — Tedesco: Die Spiessente. Becls. — Francese: Le Canard è longue queue ou pilet. Temm. — Italiano: I Codone. Savi. ro 536 maschi cominciano a mostrarsi colla testa bruno-rossa a macchiette nere, il ventre si fa giallastro, e lo spec- chio alare diventa d’un verde-olivastro senza riflessi. Cestari — Vive al nord dell'Europa durante l’e- state, e passa al mezzogiorno nell'inverno: ci arriva re- golarmente in novembre per abbandonarci col. marzo. Nidifica sulla riva dei mari o nelle paludi, depone 8 o 9 uova d’un cenere-verdastro sbiadito, e si nutre come il precedente. 493. 252. Anas penelope *) Caratteri — Ha 47 centimetri di lunghezza il maschio, ed in veste nuziale porta la fronte bianco- giallastra, la testa ed il collo rosso-marroni, la faccia picchiettata di nero, la gola nera, il petto colore di vino, il dorso ed i fianchi strisciati da lingette serpeg- gianti nere e bianche, e lo specchio delle ali formato da tre fascie, nel cui centro sta il verde e nei lati il nero-carico. Neri ha pure gli scapolari, ricamati in bianco; nere le coperture inferiori della coda; turchino il becco a punta nera; bruna l’iride; e cenerinii piedi — La femmina, sempre più piccola, tiene la testa ed il collo d’un rosso sparso di macchie nere; il dorso d'un bruno-nerognolo, circondato di rosso; le coperture alari d’un bruno, frangiato di biancastro; il petto ed i fianchi d’un rosso, appuntato di rosso-cenerino; ed il ") Sinonimia — Anas fistularis: Brisson — Mareca pene- lope: Bonaparte — Anas penelope: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The Wigeon, Whever or Whim. Lath. — Tedesco: Die Pfeifente. Bechs. — Francese: Le Canard sifleur. Temm. — Italiano : IZ Fischione. Savi. 337 becco ed i piedi d'un cenere-nerastro — I giovani in- dossano un abito conforme alla madre, e dopo la muta distinguesi il maschio, perchè non differisce dall’adulto “che nelle coperture alari, le quali sono d’un cenere mi- sto di bianco, invece di essere totalmente bianche. Costumi — Nell’estate trovasi più facilmente nelle parti orientali del settentrione, e nell'autunno passa re- golarmente nella Germania, nella Francia, nella Sviz- zera e nell'Italia. Si mostra da noi coi primi di no- vembre e riparte al finire del febbraio. Depone 8 o 9 uova grigio-verdastre, e vive come il precedente. 494. Anas glocitans. Pall. La Bimacolata. Dalla Si- beria visita la Russia e a caso la Francia e l'Inghilterra. 195. Anas sponsa. Linn. La Bella ciuffata. Dall’À- merica settentrionale emigra di quando in quando nel- l'Inghilterra e nella Francia. 496. 203. Anas querquedula. *) Caratteri — Misura 36 centimetri in lunghezza. Un maschio in abito di nozze copre la sommità della testa di nerastro. Ha una fascia bianca, che passa so- pra gli occhi e sì dirige verso la nuca; la gola di un nero profondo; la testa ed il collo d’un bruno-rossa- stro, seminato da piccoli punti bianchi; ed il basso collo ed il petto scagliato da strisce nere. Pinge una fascia bianca sulla metà degli scapolari, e del cenere- ‘) Sinonima — Querquedula: Brisson — Anas circia: Lesson — Cyanoplerus circia: Bonaparte — Anas querque- dula: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The Garganey. Lath. — Tedesco: Die Knéckente. Brehm — Fran- cese: La Sarcelle d’ été. Temm. — Italiano: La Marzajola. Savi. 3Z8 azzurrastro sulle coperture alari. Porta lo specchio sulle ali d’un verde-cenere, con una fascia bianca sopra ed un’ altra sotto; il ventre bianco o giallognolo; i fianchi con segni nerastri serpeggianti; il becco nerastro; l’i- ride bruno-chiara; e cenerini i piedi — La femmina, anch'essa più piccola, ha la fascia bianca sopracciliale segnata da macchie brune, la gola bianca, le penne su- periori d’un bruno-nerastro ad orli bruno-chiari, le in- feriori biancastre, lo specchio delle ali verde-sporco, e ‘l’iride bruna — I giovani indossano sempre tinte uguali a quelle della femmina adulta. I maschi novelli sì tro- vano ancora sul principiare dell’inverno colla gola bianca, colla fascia sopracciliale impura, col bruno-rossastro della testa meno carico, e col ventre senza giallastro, ma bensì variato da macchie brune. Costumi — Abita tutta l'Europa, passa regolar- mente tra noi, ed è sedentario nella bassa Italia. Si aduna in autunno, dopo aver passato l’estate accop- piato, in famiglie distinte per emigrare; non è tanto selvatico, e si può facilmente avvicinarlo appena arri- vato. Nidifica tra l’erbe vicino alle aque, depone sino a 12 uova d’un verde oscuro, e si ciba di limacci, vermi, insetti, semi e piante aquatiche. 497. 254. Anas crecca *) Caratteri — Misura in lunghezza 32 centimetri *) Simona — Querquedula minor: Brisson — Querque- dula crecca: Bonaparte — Anas crecca: Linneo e tutti gli altri autori sistematici — Inglese: The commun-teal. Lath. Tedesco: Die Kriekente. Bechs. — Francese: La Sarcelle d’ hiver. Temm. — Italiano: L’Alzavola. Savi. 939 circa il maschio, e in veste di nozze porta sulla som- mità della testa, sulle guancie e sul collo una tinta marrone; la gola nera; ed una larga fascia sugli occhi d’un colore verde, che si distende sino sulla nuca. Ha le parti inferiori del collo, il dorso, gli scapolari ed i fianchi segnati di bianco e di nero alternati; il petto d’un bianco-rossastro, variato da macchie nere rotonde; il ventre bianco o d’un bianco-giallastro ; le coperture alari brune; lo specchio verde e nero, con una fascia bianca sopra ed un’altra sotto; il becco nerastro; i piedi cenerini; e l’iride bruna — La femmina, anche in questa specie più piccola, ha la fascia sopra gli oc- chi d’un bianco-rossastro, macchiato di bruno; la gola bianea; le penne superiormente bruno-nerastre, larga- mente frangiate di bruno-chiaro; quelle inferiori. bian- castre; il becco marmorizzato di bruno, e bruno-gialla- stro al di sotto e sui bordi — I giovani, avanti la muta vestono î caratteri della femmina. Si trovano i maschi sul principio dell'inverno colla gola ancora bianca o punteggiata di nero; colla testa di un rosso e d’un verde ancora poco distinto e sparso di punti bianchi e rossastri; con molte penne brune mescolate a quelle proprie dei maschi adulti; colla fascia alare superior- mente ombreggiata di rossastro; e finalmente con pic- cole macchie nere sulle penne bianche del ventre. Costumi — Si trova più al nord ed è più co- mune dell’antidescritto in tutte le parti dell'Europa. Si nutre come quello, nidifica nelle stesse località, e de- pone anch’esso 12 uova bianco-rossastre a macchie brune. Non è difficile il ritrovare qualche nido da noi. 498. Anas’ marmorata. Temm. ‘La Marmorizzata. 540 Abita il sud dell'Europa, l'Asia ed il nord dell’ Africa, e visita, ma di rado, la Sardegna e la Sicilia. 499. 259. Anas clypeata *) Caratteri — È lungo 49 centimetri il maschio, ed in abito nuziale ha la testa ed il collo d’un verda- stro-carico a riflessi molto vivi; il ventre ed i fianchi d'un rosso marrone: ed il dorso d’un bruno-nerastro. ‘iene le coperture alari d’un azzurro-chiaro; gli scapo- lari d'un bianco, segnato a punti e macchie nerastre; lo specchio alare d’un verde carico; il becco largo., in forma di spatola, nero sopra e giallastro sotto; i piedi giallo-aranciati; e liride gialla — La femmina copre la testa con un colore rosso molto leggiero, segnato da piccole strisce nere; le parti superiori con penne bruno- nerastre ad orli rosso-biancastri; le inferiori d’un rosso- biancastro a grandi macchie brune; le piccole coperture alari d’un azzurro sucido; lo specchio delle ali d’ un verde-nerastro; il becco d’un.bruno-nerastro, ma bruno leggiero sotto e sui bordi; e l’iride d’un giallo più chiaro —Rassomigliano, i novelli, alla loro madre prima della muta; dopo, i sessi sono distinti, perchè i maschi prendono colori in parte propri a quelli dell'adulto, ed in parte conservano quelli della femmina. i Costumi — Anche questo è molto abbondante nel nord dell'Europa, e passa sul finire dell'ottobre in terre temperate e meridionali. Non è difficile vederlo tra noi nel suo doppio passaggio, ma più facilmente in quelio *) Sinonima — RAynchospis clypeata: Bonaparte — Anas clypeata: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The Shovler. Lath. Tedesco: Die Loffelente. Bechs. — Francese: Le Canard souchet. Temm. — Italiano: 4 Mestolone. Savi. 541 della primavera, vale a dire sul principiare del marzo. Nidifica tra le canne sulle rive dei laghi, e depone da 12 a #4 uova d'un giallo-verdastro sbiadito. Si nutre di pesci € d’insetti, più rado di piante e di grani. GENERE Clio FULIGULA *) Caratteri — Un becco di forma e di lunghezza molto variabile. I piedi più dietro il corpo del Genere . precedente; il tarso più compresso; le dita lunghe a larga palmatura; il pollice bordato da una membrana molto pronunciata. La coda più o meno rada, Le ali più corte. La testa più grossa, ed il collo meno lungo di quelli dei precedenti. Costumi — Gli uccelli posti in questo Genere sì distinguono da quelli raccolti nel precedente non solo per caratteri fisici, ma ancora per diversi costumi e per differenti abitudini. Preferiscono generalmente le aque salate, cercano il loro nutrimento tuffandosi in quelle, e vivono quasi esclusivamente di pesci piccoli, di molluschi bivalvi e di vermi. Doppia è pure Ja loro: muta, e maschi e femmine e giovani hanno abito di- stinto avanti la muta dell'autunno inoltrato, perchè come l’Anas cambiano in novembre ed in giugno. *) Sinonima — Anas: Linneo, Gmelin, Latham, Dumeril, Meyer e Wolf, Temminek, Vieillot, Schinz, Schlegel Somatheria, Stelleria, Oidenia, Callichen, Nyroca, Ayihia, Fu- ligula, Clangula, Harelda et Erismatura: Bonaparie — Soma- teria, Oidemia, Undina, Glaucion. Harelda ci Fuligula: Key- serling e Blasius — Fuligula: Degland — Anitre. 542 500. Fuligula molissima. Degl. L’Oca settentrionale. Storia degli ucc. Sta nei mari glaciali: è abbondante nell’Islanda, nella Lapponia, nella Groenlandia e nello Spitzbers, alle Ebridi ed alle Orcadi, e più raro nella Svezia e nella Danimarca: alcuni individui giovani ar- rivano nella Germania, e sulle coste dell’Oceano. 501. Fuligula spectabilis. Degl. L’Anitra a testa gri- gia. Anche questo è del polo artico, e principalmente della Groenlandia, dello Spitzberg, delle Orcadi e del nord della Scozia, e meno abbondante nella Danimarca e sul Baltico. | 502. Fuligula perspicillata. Degl. L’Anitra di becco largo. Dalla baja d’Hudson e di Baffin passa. qualche volta sulle coste Inglesi e Francesi. 903. 206. Fuligula fusca *) Caratteri — Un maschio misura 55 centimetri circa, e porta tutte le penne d’un nero-carico, vellutato colla palpebra inferiore dell'occhio bianca, e con uno specchio alare stretto dello stesso colore. Ha la base del becco poco rilevata; le narici ed il bordo esterno delle mandibole neri; l’unghia del becco rosso-aranciata, ed il rimanente giallo-aranciato; iride, il tarso e le dita rossi; e le membrane interdigitali nere — La fem-. mina porta penne superiormente d’un Dbruno-nerastro; una macchia bianca tra gli occhi ed il becco, e sul ") Sinonimia — Anas nigra major: Brisson, — Oidemia fusca: Bonaparte — Fuligula fusca: Degland — Anas fusca : Linneo e gli altri autori sistematici —- Inglese: The velvet Duck. Lath. — Tedesco: Die Sammetente. Bechs. — Francese: Le Canard double macreuse. Temm. — Italiano : 7 Germano di mare. Savi. 5043 meato uditivo; il becco cenere-nerastro; l’iride bruna ‘ e il tarso e le dita rosso-sporchi — Avanti la muta ten- gono i novelli caratteri simili alla madre, e dopo que- sta i maschi mostrano sul centro del petto e sull’ad- dome un grigio-argentino, con una macchietta bruna nel centro delle penne; uno spazio davanti e dietro gli oc- chi biancastro e rossastro; il becco più largo e più lungo di quello della femmina; le dita ed il tarso d’un aranciato-oscuro; le membrane. brune, circuite d’un co- lore aranciato-bruno vicino alle dita. Costumi — Sta nei mari nel nord, particolar- mente in quelli che bagnano le rive delle Orcadi e delle Ebridi, della Svezia e della Norvegia. Passa d’in- verno sulle coste marittime dell’Olanda, del Belgio, del- l'Inghilterra, della Francia, ed anche dell’Italia. Gettasi alle volte passando sui laghi interni, e qualche indivi- duo è stato di quando in quando segnalato sui nostri e su quelli della limitrofa Lombardia. Nidifica al polo tra le erbuccie, e depone da 8 a 10 uova bianco-gial- lastre. Vive di conchiglie bivalve, che prende .in fondo al mare, per cui continuamente si tuffa. 504. Fuligula migra. Degl. La Macrosa. Savi. Vive nelle località ed ha i costumi del precedente, ma sem- bra non pervenire ai laghi interni. 505. Fuligula rufina. Keys. Il Fistione turco. Savi. sl del sud d’Europa: vive nel mar Caspio, nell’Unghe- ria, nell’Austria, nella Turchia e nella Sicilia, e dicesi di passaggio irregolare nella Svizzera. 906. 257. Fuligula marila *) Caratteri — Misura 47 centimetri in lunghezza. ") Sinonima — Fuligula marila: Bonaparte, Keyserling 544 Il maschio copre tutta la testa e la parte superiore del collo d’un nero a riflessi verdastri, e il basso collo, il petto ed il groppone d’un nero carico. Ha l'alto dorso e gli scapolari d’un colore biancastro, segnato a grandi distanze da finissime e serpeggianti strisce nere; le co- perture alari marmorizzate di bianco e di nero; una piccola fascia bianca sulle ali; i fianchi e le remiganti d’un bianco-puro; e l’addome strisciato di bruno. Porta il becco azzurro-chiaro sopra e bruno sotto, le narici biancastre, l’unghia del becco nera, i piedi bruno-piom- bini, e Viride giallastra — La femmina è un po’ più piccola e tiene una larga fascia bianca attorno alla base del becco ; il rimanente della testa e del collo. di un bruno-nerastro; il petto ed il groppone d’un bruno-ca- rico; il dorso e gli scapolari strettamente segnati di bianco e di nero; i fianchi macchiati e strisciati di bruno; e l’iride d'un giallo sporco — I giovani avanti la muta tengono della madre, ma hanno tinte bruno- rossastre superiormente senza striscie sul dorso, sulle ali e sui fianchi, ed il bianco, che circonda il becco, è meno esteso e meno puro — Dopo mettono penne quasi conformi agli adulti, e colla seconda muta divengono perfettamente uguali. Costumi — Anche questo trovasi nelle contrade artiche nell'estate, e passa coll’autunno nella Germania, nell’Inghilterra, nell’Olanda, nel Belgio, nella Francia, e Blasius, Degland — Anas marila: Linneo e gli altri au- tori sistematici — Inglese: The scaup Duck. Lath. — Te- desco: Die Bergente. Bechs. —Francese: Le Canard milovi- man. Temm. — Italiano: La Movrelta grigia. Savi. 049 nella Svizzera e nell'Italia, ed ogni anno si può avere qualche giovine individuo dai nostri laghi. Nidifica alla riva»dei mari, e depone 9 o 10 uova d’un grigio-oli- vastro carico. Si nutre di pesci e conchigliette bivalve che prende in fondo alle aque. 507. 258. Fuligula ferina *) Caratteri — Ha 45 centimetri circa di lunghezza. Il maschio copre la testa ed il collo d’un rossastro-vivo e molto brillante; la parte superiore del dorso, il petto ed il groppone d’un nero-sporco; il dorso, gli scapolari, le coperture alari, i fianchi, le cosce e l’addome di un cenere-biancastro, strisciato da stretti, numerosi e vici- nissimi segni serpeggianti di un cenere-azzurrastro; il ventre d’un biancastro, variato pure da segni serpeg- gianti cenerini quasi impercettibili; le remiganti e le ret- trici d’un cenere-carico. Porta azzurrastro il becco, nero però alla base ed all’estremità; aranciata l’iride; az- zurrastri i piedi ed il tarso; e nera Ja membrana in- terdigitale — Nella livrea autunnale indossa penne ca- pitali ad estremità rosse, e quelle del petto ricamate di cenere — La femmina sempre più corta, ha la som- mità della testa, i lati e la parte superiore del. collo, l’alto dorso ed il petto d’un bruno-rossastro, con penne in quest’ultima parte frangiate e macchiate di bianco- ") Sinonimia — Penelope: Brisson — Aythia ferina : Bo- naparte — Fuligula ferina: Keyserling e Blasius, Degland — Anas ferina: Linneo e gli altri autori sistematici — In-, glese: The Pochard or red-headed Wigeon. Lath. — Tede- sco» Die Tafelente. Bechs. — Francese: Le canard milouin. Temm. — Haliano: ‘4! Moriglione. Savi. L’Ornit. Ticinese. dò off e rossastro, e lo spazio tra il becco e l'occhio, il con- torno di questo, la gola e l’avancollo d’un bianco ma- colato di rossastro. Porta macchie late. e brune sui fianchi; le ali cenere, segnate di punti bianchi; i segni serpeggianti del dorso meno distinti . del maschio ; il centro del ventre biancastro; e l'azzurro del becco più stretto e più oscuro — I novelli distinguonsi soltanto dopo la muta autunnale, perchè prima hanno caratteri che li ravvicinano alla femmina adulta. I giovani ma- schi mettono dopo del rosso sulla testa e sul collo, ed un nero sul petto non tanto vivo, ed hanno alcune macchie sul dorso e sui fianchi — Alla seconda muta sono adulti. Cestumi — Verso il finire dell’ottobre arriva an- iche questo dalla Russia, dalla Danimarca, e dal nord della Germania, ove ha nidificato tra i ruscelli e le rive dei mari deponendo 12 o 13 uova bianco-verdastre; si mostra sui nostri laghi, ove alcuni individui svernano, e riparte col marzo. Si nutre come i congeneri. 5083. 259. Fuligula nyroca *) Caratteri — È lungo 40 centimetri circa. Il ma- schio tiene la testa, il collo, il petto ed i fianchi d’un colore rosso-rossastro molto vivo; attorno al collo un ") Sinonima — Nyroca leucophialma : Bonaparte — Fu- ligula nyroce: Keyserling e Blasius, Degland — Anas leu- cophtalmos : Borkbhausen, Meyer e Wolf, Temminck, Schinz — Anas nyroca: Guldenstedt, Gmelin, Latham, Vieillot, Cu- vier, Lesson, Schlegel — Inglese: The African teal ant ny- roca Duck. Lath. — Tedesco: Die weissaugige Ente. Bechs — Francese: Le Canard à iris blanc ow Nyroca. Temm. — Haliano: La Moretta tabaccata. Savì. 47 anello bruno-carico; sotto la mandibola inferiore una macchia angolare d'un bianco-puro ; e il dorso e le ali d’un bruno-nerastro a riflessi porporini e seminato da piccoli punti rossi. Ha lo specchio alare bianco, termi- nato di nero; il ventre e le coperture sotto caudali di un bianco-puro; il becco lungo, azzurro-nerastro e con l'unghia nera ; l’iride bianca; le dita ed il tarso cenere- azzurrastri; e le membrane nere — La femmina si di- stinsue per la testa, il collo, il petto ed i fianchi bruni, con frange rossastro-chiare; per la mancanza del circolo attorno al collo; e per tutte le parti superiori nerastre, terminate di bianco — I novelli sono bruno-nerastri sulla sommità della testa, nelle parti superiori frangiati di bruno-rossastro, ed hanno il bianco del ventre mi- sto a bruno-chiaro. Costumi — E dei gran laghi delle contrade orien- tali dell'Europa. Sedentario nella Crimea e nella Sici- lia, si presenta regolarmente nell’Inghilterra, nell’Olanda, nella Francia, nella Germania, nella Svizzera, e mostrasi da noi in primavera ed in autunno. Nidifica fra i giun- chi e le paludi vicino alle grandi rive, e depone 9 0 10 uova d’un bianco-giallognolo sbiadito. Si ciba d’in- setti, di ranocchiette, di piante aquatiche, di semi e di grani, e qualche rara volta di pesciolini. 309. 260. Fuligula cristata *) Caratteri — Il maschio è lungo come il prece- ") SINOoNIMIA — Glaucium: Brisson — Fuligula cristata: Bonaparte, Keyserling' e Blasius, Degland — Anas fuligula : Linneo e gli altr auiori sistematici — Inglese: The lap- marck Duck. Lath. — Tedesco: Die Reiherente. Bechs. — Francese: Le Canard morillon. — Italiano: La Moretta turca. Savi. 048 dente, e porta sulla testa un ciuffo di penne lunghe e sottili: questo ciuffo colla testa, col collo e col petto sono neri a riflessi violetti e verdastri. Ha il dorso, le ali ed il groppone d’un bruno-nerastro a riflessi bron- zati, seminati da punti bruni; il ventre, i fianchi ed una fascia trasversale sulle ali di un bianco-puro;l’ad- dome d'un bruno-nerastro; il becco colla punta più larga della base, colle narici forate all’origine, d’un co- lore azzurro-smunto, coll’unghia chiara; l’iride giallo- brillante ; il tarso e le dita azzurrastre; la membrana interdigitale nera — La femmina ha un ciuffo meno allungato. Tiene questo ciuffo, la testa, il collo, il petto e l’alto dorso di un nero sucido, misto a bruno-carico; il dorso e le ali d’un bruno-nerastro sporco, seminato di piccoli punti bruni; il petto ed i fianchi a grandi macchie bruno-rossastre; il ventre biancastro, mescolato di bruno-rossastro ; lo specchio alare molto più piccolo; il becco ed i piedi più oscuri; e Viride d’un giallo- sbiadito — I novelli mostrano un piccolissimo indizio di ciuffo; una gran macchia biancastra sui lati del becco; del bianco sulla fronte e qualche volta dietro agli oc- chi; la testa, il collo ed il petto d’un bruno sporco, variato in quest’ultima parte di bruno-rossastro; il dorso e le ali d'un bruno-nerastro, frangiato di bruno più smunto; i fianchi d’un bruno-rossastro; la fascia alare piccola e biancastra; l’addome variato di cenere e di bruno; e l’iride d’un giallo sucido. I giovani maschi poi tengono il ventre più bianco delle giovani femmine. Costumi — Passa anche questo la stagione estiva nel nord dell’antico continente, e viene a svernare in luoghi temperati e caldi. È comune nel suo passo in 049 tutta l'Europa, e noi lo vediamo sul principiare del di- cembre in aque limpide e pure, ove si trattiene du- rante la rigida stagione. Parte a nidificare tra i pre- coci, e depone sulle rive dei mari e dei laghi delle uova bruno-chiare. Vive come i precedenti. 540. Fuligula. stelleri. Pall. L’Amitra dissimile. Dal nord dell’Asia e dell’America mostrasi accidentalmente nella Svezia, nella Germania e nell’Inghilterra. 54141. Fuligula histrionica. Degl. L’ Arlecchina. Dalle contrade artiche dei due emisferi si lascia a caso ve- dere nell’Inghilterra e nella Francia. 512. 261. Fuligula clangula *) Caratteri — Misura 49 centimetri un maschio, e 44 una femmina. Tiene il primo alla radice del becco uno spazio bianco piuttosto grande; il rimanente della testa e la parte superiore del collo d’un verde porpo- rino molto carico; le parti inferiori del collo, il petto, il ventre, l'addome, i fianchi, le grandi coperture alari ed una parte degli scapolari d’un bianco immacolato; il dorso, il groppone ed un’altra parte degli scapolari, di un nero-carico; le cosce e la coda di un nero-cenere; il becco cortissimo, molto più largo alla base che alla punta, e nero; le narici forate verso l’ estremità del becco; il tarso e le dita di un giallo aranciato; le mem- *) Sivonima — Clangula: Brisson — Ciangula glaucion : Bonaparte — Glaucion clangula: Keyserling e Blasius — Fuligula clangula: Degland — Anas clangula: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The golden ey Duck. Lath. — Tedesco: Die Schnellente. Bechs. — Francese : Le Canard garrot. Temm. — Italiano: I? Quattrocchi. Savi. DO brane interdigitali nere; e l’iride giallo brillante. ‘Ha molto bianco sulle ali, senza specchio nero; e le penne della fronte prominenti, ed appuntate sulla base del becco — La femmina copre tutta la testa, l’alto collo e i lati d’un bruno molto carico; il basso collo, il ventre e l’addome d’un bianco puro; il petto ed i fian- chi di un cenere-carico, frangiato di biancastro } le penne del dorso e gli scapolari nerastri nel centro e cenere- carichi nel contorno; le coperture alari in parte bian- che ed in parte nere; la punta del becco giallastra; il tarso e le dita giallo-chiare; e l’iride giallastra — I novelli tirano alla femmina adulta; ed hanno il becco di un cenere-nerastro ; l’iride d'un. giallo-verdastro; e le dita d’un bruno giallastro — All'età d’un anno lo spazio bianco ai lati del becco comincia a comparire nel maschio, e le penne della testa si fanno nere senza però prendere il lucido degli adulti. Costumi — Ha per patria le contrade settentrio- nali, e scende nell’inverno tra i paesi meridionali. In quest'epoca è comune tra noi, e si mette dove trova aque profonde. Vuolsi che alcune coppie rimangano a nidificare ugualmente nei clima temperati; depone 12 o 44 uova bianco-olivastre molto chiare, e costruisce il suo nido sulle rive dei laghi sforniti di canne, ed alle volte secondo le Tocalità anche sugli alberi. Cammina molto male a causa della brevità dei piedi e della sua larghezza, nuota e si tuffa con una facilità estrema. Ha volo elevato e rapido, e cerca sempre il suo nutrimento sul fondo delle aque. 513. Fuligula Barrowii. Degl. L’Anitra di Barrow. È delle regioni artiche dei due mondi, e trovasi nel- islanda. o04 544. Fuligula glacialis. Degl. La Moretta pezzata. Savi. Dal nord dei due mondi passa irregolarmente nel- l'Olanda, nel Belgio, nella Germania, nella Francia, e qualche individuo nell'Italia. D15. Fuligula mersa. Degl. Il gobbo rugginoso. Savi. Dalle contrade orientali dell’ Europa si spinge sul mar Nero, nella Grecia e nella Sardegna. GENERE CHlo MERGUS *) Caratteri — Un becco mediocre o lungo, diritto, delicato, a cono allungato e quasi cilindrico, a base larga; la punta della mandibola superiore molto ricurva, unghiata, uncinata; il bordo delle due mandibole den- tellate a sega, e queste dentellature dirette in addietro. Le narici laterali, forate alla metà del becco, ellittiche, longitudinali. 1 piedi corti, ritirati nell’addome; tre dita anteriori intieramente palmate; il pollice libero, artico- lato sul tarso, con un rudimento. Le ali mediocri, colla 1.2 remigante della lunghezza della 2. o più corta. La coda conica. Costumi — Gli uccelli compresi in questo Genere rassomigliano moltissimo a quelli dei due Generi pre- cedenti, ma si distinguono molto bene al loro becco al- lungato, dentellato ed in forma di sega. Vivono anche ‘ essi all’epoca della loro riproduzione al polo artico, ove *) Simona — Merganser: Brisson — Mergus et Mer- ganser: Bonaparte — Mergus: Linneo e tutti gli altri au- torì sistematici — Smerghi. » d32 nuotano di continuo, il più delle volte col corpo tutto sommerso nell’aqua, in modo da non mostrare che la testa. Nuotano e si tuffano con pari agilità e destrezza anche tra due correnti, volano moltissimo e con grande prontezza, ma camminano male sulla terra ed hanno un'andatura vacillante ed imbarazzata. Si mutriscono quasi sempre di pesci e di anfibi. Non si vedono sotto cielo temperato e caldo, che nella stagione più rigida, e non abbandonano la loro ordinaria dimora, sino a tanto che le aque non sieno congelate in modo da non permettere loro la pesca. Il loro arrivo tra noi, è in certo qual modo il precursore di un inverno rigido e lungo. La loro muta è semplice, ma i maschi la ese- guiscono nella primavera; le femmine ed i novelli nel- l'autunno. Mettono tre anni a raggiungere i caratteri degli adulti. Il maschio adulto differisce nel suo abito dalla femmina, e dai giovani: gli ultimi però si rav- vicinano molto più, e dopo la prima muta i sessi si conoscono. 516. 262. Mergus merganser *) Caratteri — È lungo il maschio sino 65 centi- metri, e copre la testa e la metà superiore del collo di un nero-verdastro a riflessi, con penne all’occipite allungate, corte, foltissime, e in modo di ciuffo. Ha l’al- tra metà inferiore del collo, il petto, il ventre, l'ad- °) Sinonimia — Merganser: Brisson: — Mergus castor : Keyserling e Blasius — Merganser castor: Bonaparte — Mer- gus merganser: Linneo e gli altri autori sistematici — In- glese: The Goosander or Merganser. Lalh. — Tedesco: Der ginoe Sdiger. Bechs. — Francese: Le grand Harle. Temm. —. italiano: Lo Smergo maggiore. Savi. 053 dome, le coperture alari e gli scapolari più lontani del corpo d’un bianco-puro, ma variato d’un bel rosso- giallastro sulle parti inferiori. Tiene l’alto dorso e gli scapolari più vicini al corpo d’un nero-carico; la con- giuntura delle ali nerastra; le grandi coperture rica- mate di nero; lo specchio alare bianco; il dorso e la coda ceneri; il becco di un rosso-carico sotto, e nero sopra e. sull’unghia; l’iride bruno-rossastra, ed alle volte rossa; ed i piedi di un rosso-vermiglio — La femmina, più piccola, porta un ciuffo lungo e sottile; la testa e la parte superiore del collo d’un bruno-rossastro; la gola d’un bianco-puro; le parti inferiori del collo ,. il petto, i fianchi e le cosce d’un cenere-biancastro; il ven- tre e l'addome d’un bianco-giallastro; tutte le parti su- periori del corpo d’un cenere-carico; lo specchio alare bianco senza alcuna fascia trasversale; il becco di un rosso-sporco; l’iride bruna; i piedi rosso-giallastri; e la membrana rosso-cenere — I novelli sino dopo la prima muta non diversificano dalla madre — Il ma- schio distinguesi all’età di un anno per macchie nera- stre, disposte sul bianco della gola; per il rosso del collo superiore terminato da un colore più carico; per alcune penne nere che cominciano a mostrarsi sulla te- sta; e per altre bianche, che spuntano sulle. coperture alari. Costumi — Si riproduce nei paesi settentrionali, e nidifica nei cespugli, nei fori dei vecchi alberi, e tra i sassi delle spiagge; ivi depone 12 0 44 uova bian- castre. Passa d’inverno sulle coste dell'Olanda, della Germania e della Francia, e quando i laghi interni sì congelano si spinge tra noi e nell'Italia. Si ciba di pe- sci e di anfibi. 554 547. 263. Mergus serrator *) Caratteri — È lungo da 56 a 63 centimetri. Porta il maschio sulla testa un ciuffo lungo e sottile, e questa e la metà superiore del colio d'un. nero-ver- dastro a riflessi. Ha un collare bianco che circonda il collo; il petto d’un bruno-rossastro, segnato da mac- chie nere; all’inserzione delle ali cinque o sei. macchie bianche piuttosto grandi e circuite di nero; lo specchio delle ali d'un bianco, tagliato da due fasce trasversali nere; il dorso e gli scapolari di un nero-carico; il ven= tre bianco; le cosce ed il groppone d’un cenere stri- sciato di grigiastro; le remiganti nere; le rettrici brune; l’iride ed il becco rossi; ed aranciati i piedi — La femmina, più piccola, tiene un ciuffo cortissimo e quasi nullo; la testa, il ciuffetto ed il collo d’un colore bruno-rossastro; la gola bianca; e l’avancollo ed il petto variati di cenere e di bianco. Ha le parti superiori ed i fianchi d’una tinta cenere molto carica; lo specchio alare bianco, attraversato da una sola fascia cenere; le parti inferiori bianche; il becco ed i piedi d’un aran- ciato sucido; e l'iride bruna — I giovani portano un becco rosso-sbiadito , l’ iride giallastra, la testa bruno- carica, e la gola bianco-cenerognola — All’età di un anno i maschi novelli hanno le loro parti superiori va- riate di nerastro, e il collo e la testa ancora tinti di rossastro. *) Sivonima — Merganser cristatus: Brisson — Mergus serrator: Linneo e tutti gli altri autori sistematici — Inglese : The reed-breasted Merganser. Lath. — Tedesco: Der langschni- belige Séiger. Bechs. — Francese: Le Harle huppé. Temm. — Italiano: Lo Smergo minore. Savi. 050 Costumi — Abita gli stessi luoghi del precedente, e nidifica nelle stesse località. Depone da 8 a 13 uova d’un cenere-biancastro, e vive cibandosi. come quello. Emigra alle uguali epoche; sta sulle coste della Fran- cia, della Germania e dell'Olanda, ed alcuni individui sì spingono sino tra noi. 518. Mergus cucullatus. Linn. La Coronata. È pro- prio dell'America settentrionale, e si smarrisce qualche volta emigrando nell’Inghilterra e nella Francia. 549. 264. Mergus albellus *) Caratteri — Il maschio dà 43 centimetri in lun- chezza. Ha una gran macchia nero-verdastra da ambo i Jati del becco, ed una simile longitudinalmente dispo- sta sull’occipite. Porta un ciuffetto corto e folto, che col collo, cogli scapolari, colle piccole coperture “alari e con tutte le parti inferiori sono d’un bianco imma- colato. Tiene l'alto dorso, le due linee, che si dirigono sui lati del petto, ed i bordi degli scapolari d’un nero- carico; la coda cenere; le remiganti bruno-nerastre; i fianchi e le cosce strisciati e variati di cenere; il becco cenere-azzurrastro; il tarso e le dita azzurro-piombati; le membrane nere; e l’iride rosso-bruna — La femmina, sempre più piccola, ba la sommità della testa, le guan- cie e l’occipite d’un colore bruno-rossastro; la gola, il collo superiore, il ventre e l'addome bianchi; il collo ") Sinonima — Merganser cristatus minor, sive Albellus: Brisson — Mergus minutus: Vieillot — Mergus albellus: Lin- neo e gii altri autori sistematici — Inglese: The Smew or White-nun. Latb. — Tedesco: Der weisse Séiger. Bechs. — Francese: Le Hurle piette. Temm. — Italiano: La Pesciazola. Savi. 956 inferiore, il petto, i fianchi ed il groppone d’un cenere- carico; tutte le parti superiori del corpo e la coda di un cenere molto carico; e le ali variate di bianco, di cenere e di nero — I giovani all’età di un anno danno alcunì caratteri distintivi del sesso-a cui appartengono. Intanto che le femmine novelle mantengono le tinte della madre, i maschi mettono alcune piccole penne nere alle parti laterali del becco; ed altre bianche o biancastre sulla testa e sull’occipite; la parte alta del dorso si mescola di tinte nere e cenere, e le fascette prominenti sui lati del petto cominciano a dare qualche indizio — A due anni non differiscono dagli adulti che per alcune penne rossastre sui lati della testa, per una tinta cenere al basso collo, e pel bianco meno puro e meno lato sugli scapolari e sulle ali. Costumi — È il più abbondante tra noi nei verni rigorosi. Va anch’esso a riprodursi nelle contrade bo- reali, nidifica alle rive dei laghi e dei mari, e depone da $ a 12 uova biancastre. Si mescola coi voli dei con- generi, con cui condivide vitto ed abitudini. FANREGLIA XLVI. PELECANIDA *) Caratteri — Un becco allungato, stretto o largo, coll’intervallo dei rami della mandibola inferiore occu- ‘) Sinonmia — Pinnipedes et Podopteres: Dumeril — Ste- ganopodes: Illiger, Schlegel — Sindaciyli: Vieillot — Toti- palmes: Cuvier, Lesson — Pelecanide : Bonaparte, Degland — Pelicanidi. 997 pato da una membrana molto dilatabile. I piedi fuori d’equilibrio, o quasi all'equilibrio del corpo; quattro dita; il pollice rivolto in avanti e riunito con gli an- teriori da una sola membrana ; le ali e la coda va- riabili. Costumi — Gli uccelli di questa Famiglia abitano le rive dei mari, dei laghi e degli stagni, e posano anche sulle piante. Hanno quasi tutti consimili abitu- dinì ed uguali costumi, e si nutriscono di pesci, di cui fanno immenso consumo. Tiene raccolti tre Generi eu- ropei, che si chiamano Pelecanus, Carbo e Sula. GENERE CIEII. PELECANUS *) Caratteri — Un becco lungo, diritto, largo, molto depresso; la mandibola superiore schiacciata, terminata da un’ unghia od uncino molto forte, compresso ed a- dunco; la inferiore formata da due rami ossosi, de- pressi, flessibili, riuniti alla punta; da questi due rami scende una pelle nuda in forma di sacco. La faccia e la coda denudate. Le narici basali, longitudinalmente fesse. I piedi forti, corti; tre dita anteriori; uno po- steriore internamente articolato, allo stesso livello del- le altre, e congiunto con una sola membrana. Le unghie colla mediana non dentellata. Le ali mediocri, colla 4.* remigante più corta della 2.8, ch'è la più ") Sinonimia — Genus onocrotali: Brisson — Onocrotalus: Bonaparte — Pelecanus: Linneo e gli altri autori sistematici — Pelicani. 558 lunga; le grandi coperture e le. penne secondarie del corpo langhe quanto quelle. La coda arrotondata. Costumi — Sono uccelli grossissimi. i quali vi- vono in società, e stanno indistintamente sui fiumi, sui laghi e lungo le spiagge dei mari. Consiste il loro nu- irimento in pesci, di cui fanno ampie provvigioni nel vasto sacco, che tengono sotto la. mandibola infe- riore, e questi passano nell’esofago mano mano che suc- cede la digestione. Sono perfetti ed eccellenti nuotatori, e forniti dalla natura di mezzi straordinari di presa, per cui si vedono benissimo appollajati sugli alberi. E- “migrano in bande numerose, mutano una sol volta al- l’anno, i sessi si rassomigliano, ed i novelli mettono tre anni a raggiungere l’abito adulto. 920. 265. Pelecanus onocrotalus. *) Caratteri — È lungo 1 metro e 96 centimetri circa. Il maschio in primavgra ha tutte le parti del corpo d’un bel bianco, lesgiermente variato da una tinta rosata-chiara, fatta eccezione delle ‘remiganti che sono nere; le parti superiori del becco azzurrastre, nel mezzo giallastre e rossastre sugli orli; l’unghia del becco rossa; una gran nudità attorno agli occhi di un bianco-rosato, che si dilata molto alla base del becco, ove le penne della fronte formano una punta; il gran sacco guttu- rale d’un giallo-leggiero; l’iride d’un bruno-rosso vivo; *) Sinonimia — Onocrotalus : Brisson — Pelecanus onocro- talus et orientalis: Linneo — Pelecanus onocrotalus: Gmelin e gli altri autori sistematici — Inglese: The great wite Pe- lican. Lath. — Tedesco: Der grosser Pelikan. Bechs. — Fran- cese: Le Pèlican banc. Temm. — Italiano : I Pelicano. Savi. Ù 309 ed i piedi color di carne livida, col tarso lungo. Porta all’occipite un mazzo di penne lunghe e sottili, e la coda composta di 20 penne — D'inverno tiene la faccia bian- castra, l’iride bruna, il sacco gutturale giallo-sbiadito, ed i piedi rosso-lividi — La femmina è soltanto più piccola ed ha il becco più corto — I giovani indossano tinte cenere-biancastre, più cariche sul dorso, sugli sca- polari e sulle coperture alari, con frangiature più chiare; le remiganti nerastre; il becco e le parti denudate li- vide; i piedi bruno-cenerini, e l’iride bruna. Cesti — È sparso nelle contrade orientali del- l'Europa. Comune nell'Ungheria, sulle coste della Dal- mazia, nella Moravia, nella Crimea e nella Grecia, si trova a caso nella Francia, nell’Italia e nella Sicilia, ove sì presenta in voli perduti, cacciato dai venti o per altre ignote cagioni. Nidifica a terra vicino alle aque, e depone 3 o 4 uova di un Dianco-sporco a superficie porrosa. Vive in società vicino ai laghi, ai fiumi ed ai mari, e si nutre esclusivamente di pesci, di cui riempie il suo sacco molto elastico. Ha l’abitudine di deporre sulle rive la preda che ha raccolto, di contemplarla e poi riprenderla di nuovo. Sta immoto quando fa la di- gestione col collo rovesciato e colla testa. appoggiata sul dorso, vola e nuota con gran facilità, emigra in bande numerose, e va a svernare nell'Asia minore, nel- l’Egitto e nella Barberia. 924. Pelecanus crispus. Bruch. I Pellicano arric- ciato. Abita le stesse località del precedente, con cui fu mai sempre confuso, è meno numeroso, ed è un po” più grande. CENERE CIV, CARBO. Caratteri — Un becco mediocre o lungo, diritto, compreésso, cogli angoli arrotondati; la mandibola supe- riore molto ricurva alla punta, uncinata; l’ inferiore com- pressa; la base di questa obbligata da una piccola mem- brana che si distende sotto la gola. La faccia e la gola denudate. Le narici basali, lineari, poco visibili. I piedi forti, corti, molto ritirati nell’addome; tre dita ante- riori; il pollice internamente articolato e riunito alle altre da una sola membrana; l'unghia mediana dentel- lata a sega. Le ali mediocri, colla 1.* remigante poco più corta della 2.%, ch'è la più lunga. La coda piutto- sto lunga, arrotondata, con penne rade e con steli elastici. Costumi — Eccellenti e terribili tuffatori, perse- guitano con una sveltezza sorprendente, ed anche tra due aque una preda molto agile. Camminano in una posizione verticale sostenendosi sulla coda, stanno riu- niti in voli numerosi e non si abbandonano che all’ e- poca degli amori. Collocano il nido negli anfratti delle rocce o sugli alberi, ove amano anche posarsi, e vivono di pesci, e specialmente d’anguille, che prendono con particolare maestria tuffandosi. La loro muta è doppia, il maschio e la femmina si rassomigliano, e prendono entrambi sul finire dell'inverno delle penne accessorie, che cadono molto tempo prima della muta autunnale. Differiscono i giovani dagli adulti, e non mettono co- lori stabili che all’anno compito. 522. Carbo cormoranus, Meyer. Il Marangone. Savi. Sta nelle contrade settentrionali dei due emisferi, emi- 361 gra per l'Inghilterra, l'Olanda, la Francia, ed arriva ‘ anche nell'Italia. 923. Carbo graculus. Meyer. Il Balordo. Vive nelle contrade settentrionali e meridionali dei due mondi; e passa per le parti orientali dell'Europa durante l’emi- grazione (molti naturalisti, e tra questi Degland, con- trastano a Temminck l’esistenza in Europa di questa specie, uccisa da Temminck istesso nell’Olanda, ed è Ornitologo da non ingannarsi tanto facilmente. Al tempo la decisione). 524. Carbo cristatus. Temm. Il Marangone Largup. Savi. Dal nord dell'Europa sino al 60 grado emigra d'inverno per la Corsica e la Sardegna. 925. Carbo pygmeus. Temm. Il Marangone piccolo. Vive nelle contrade orientali dell'Europa, ed è comune nell'Ungheria e sul. mar Caspio. 526. Carbo Desmarestii. Peyr. Il Marangone Desma- rest. Vive sul Mediterraneo (ammesso non in modo espli- cito da Temminck, fu scartato da Schlegel e da De- gland). GENTE CVe SULA. Caratteri — Un becco forte, lungo, a cono allun- gato, molto grosso alla. base, compresso alla punta, leggermente ricurvo, fesso sino dietro gli occhi; i bordi delle mandibole dentellate. La faccia e la gola dènudate. Le narici basali, lineari, occulte. I piedi corti, forti, molto ritirati nell’addome; tre dita anteriori; il pollice interiormente articolato ed unito cogli altri da L' Ornil. Ticinese, 06 una sola membrana; l'unghia mediana dentellata a sega. Le ali lunghe, colla 1.* remigante più lunga o pari in lun- ghezza alla 2.* La coda cuneiforme, composta di 42 penne. Costumi — Gli uccelli raccolti in questo Genere non vivono sulle rive dei mari e dei fiumi, ma in alto mare. Si nutriscono di pesci, che prendono cadendo dal- l’aria sull’aqua colla testa abbassata e colle ali semi chiuse, perchè questi non si tuffano mai e ben di rado nuotano. Stanno sulle rocce che costeggiano i mari, e volano continuamente sui flutti con volo facile e so- stenuto. A terra hanno un attitudine verticale, e si ser- vono anch'essi della lunga loro coda, perchè elastica e forte, come di un terzo punto d’appoggio per cammi- nare. Nidificano tra i sassi o sui monticelli erbosi sem- pre riuniti in grosse famiglie, e depongono ordinaria- mente 2 o 3 uova. Si chiamano comunemente i Pazzt, perchè si lasciano stupidamente attaccare dagli uomini e dagli uccelli. Il solo conosciuto in Europa varia sin- golarmente nei diversi periodi dell’ età, in modo che tante volte lo stesso si può facilmente giudicare per una specie distinta; i sessi differiscono soltanto in di- mensione, e la loro muta è semplice. 527. Sula bassana. Brip. Il Pazzo bianco. Sta nella Scozia, all Ebridi e nella Norvegia, ed a caso nell’In- ghilterra, nell'Olanda e nella Francia. FAMIGLIA XLVII COLYMBIDE *) Caratteri — Un becco diritto, più o meno allun- °) Sinonimia — Pygopodes: Illiger — Urinatores: Vieillot 363 gato od appuntato, compresso. 1 piedi molto in addie- tro; la base delle gambe denudata; il tarso compresso; quattro dita; tre anteriori, riunite .da una membrana intiera; il posteriore congiunto coll’interno da una corta membrana. Le ali acute. La coda corta. Costumi — È composta del solo Genere Colymbus, di cui diamo sotto i costumi dettagliati. GENERE CVI. COLYMBUS*) Caratteri — Un becco mediocre, forte, diritto, molto. appuntato, compresso. Le narici basali, laterali, concave, oblunghe, a metà chiuse da una membrana, forate da parte a parte. 1 piedi ritirati nell’addome, fuori dell'equilibrio del corpo, mediocri; il pollice corto, articolato sul tarso, con .una piccola membrana rada; le unghie schiacciate. Le ali corte, colla 1.* remigante più lunga. La coda cortissima, arrotondata Costumi — Alcuni uccelli a piedi palmati nuo- tano, altri si tuffano quando sono perseguitati, ma quelli compresi in questo Genere sono per natura e nuotatori e continuamente s’immergono sino alla testa nel liquido elemento, per cui si può dire che l’aqua è l’ordinaria loro dimora. Stanno tra ì mari; si nutri- scono di pesci, di fregoli, d’insetti, di piante aquati- — Plongeurs o Brachypieres: Cuvier, Lesson, — Colym- bine: Bonaparte — Colymbide: Degland — Colimbidi. ") Sinonima — Mergus: Brisson — Eudytes: Illiger — Colymbus: Liuneo e gli altri autori sistematici —- Strolaghe. BO£ che ; camminano stentatamente sulla terra, facendo uso delle loro ali per sostenersi, come di remi, onde ren- dere più sicuro il loro passo, e non si portano mai sulla terra, che all’epoca della propagazione. Nidificano sui promontori, sugli scogli e nelle isolette ; emigrano nell’ inverno e fanno lunghissimi viaggi. Si rassomi- gliano i due sessi, ma la femmina è alquanto più pic- cola; tengono i giovani per due anni caratteri distinti dagli adulti, ed hanno la muta doppia. 528. 266. Colymbus glacialis *) Caratteri — Misura il maschio 76 centimetri circa di lunghezza; la femmina è più piccola. Entrambi in abito di primanera hanno la testa ed il collo nero, a riflessi verdi ed azzurrastri; una larga collana for- mata da strisce longitudinali bianche e nere, è, inter- rotta davanti e di «dietro sulla parte inferiore del collo; e le parti inferiori di un nero-carico, con macchie bian- che, quadrate all’estremità delle penne, più piccole sul dorso e sulle penne sopracaudali che. sugli scapolari. Portano bianco Yaddome ed il petto; i fianchi, le penne sottocaudali, ed una fascia trasversale sull’ ano di un bruno, seminato da macchie bianche; le coperture alari di un nero macchiato di bianco; i lati del petto a stri- sce longitudinali nere e bianche; il becco lungo più ") Sinonima — Mergus major et Merqus major nevius : Brisson — Colymbus torquatus: Brinnichii, Ke yserling e Bla- sius — Colymbus glacialis: Linneo e gli altri autori siste- matici — Inglese: The northern Diver. Latb. — Tedesco: Der Eistaucher. Bechs. — Francese: Le Plengeon «imbrin. Temm. — Italiano: La Strolaga maggiore. Savi. 365 delia testa, colla mandibola superiore quasi diritta, e l’inferiore ricurva in alto, larga nel centro, solcata al di solto, intieramente nera, ed alle volte cenere all’e- stremità; i piedi bruno-nerastri al di fuori e cenerini al «di dentro ; è l’iride di un rosso molto vivo — D’au- tunno coprono la testa, il collo ed il corpo d’un bruno- nerastro, ed una tinta cenere rimpiazza le macchie qua- drate bianche sul dorso, e sugli scapolari. Hanno tutte le parti inferiori bianche, con alcune macchie brunastre sotto la gola; una fascia trasversale dello stesso colore sull’ano; i fianchi d'un Dbruno-nerastro; la base delle guancie d’un bianco mescolato di cenere; i lati del collo d’un bruno-nerastro; le coperture alari dello stesso co- lore, con alcuni punti cenerini; il becco bruno, e ce- nere sotto e nei lati; ed i piedi e l’iride come nella stagione estiva — I novelli tengono colori come gli a- dulti in abito autunnale, ma sono più piccoli, con penne brune superiormente, frangiate di cenere, e bianche in- feriormente. Hanno il becco grigio-cenere; 1 piedi bruno- verdastri al di fuori, e biancastri al di dentro; e V'i- ride bruna — All’età di un anno portano una specie di collana bruna alla meta del collo ed al di sotto, e sui lati delle piccole macchie brune — A due anni la collana è più pronunciata; la testa ed il collo variano per penne nere-verdastre ; e la parte superiore del corpo, le ali ed il collo si coprono di macchie bianche. A tre anni sono adulti.. Costumi — Abbondante all’epoca della riprodu- zione alle Ebridi, in Norvegia, nella Svezia e nella Rus- sia, è di passaggio accidentale lungo le coste dell’ 0- ceano, ed i giovani sono rarissimi nei laghi interni. Un 5606 individuo di questa specie, ucciso sul lago di San Mau- rizio a 5449 met. di altit., si conserva a Coira, e, caso rarissimo, ne fu preso uno in abito di nozze sul lago di Zurigo. I giovani nelle fredde stagioni si vedono an- che tra noi. Nidifica nelle piccole isole, sulle rive delle aque dolci, e depone 2 uova bianco-isabella a grandi e piccole macchie cenere-porporine. Si nutre di pesci, par- ticolarmente di aringhe, di fregoli, d’insetti e di vege- tali marini. 529. 267. Colymbus arcticus *) Caratteri — Da un maschio 68 centimetri circa, ed una femmina meno. Il maschio e Ja femmina in li- vrea nuziale hanno la testa ed il collo di un. colore bruno-cenere, più carico sulla fronte; il centro del dorso e le penne sotto caudali d’un nero-profondo, a. riflessi e senza macchie; i lati della parte superiore del dorso segnato da 10 o 42 strisce trasversali bianche; gli sca- polari da 14 o 15 altre strisce trasversali dell’istesso colore sopra un fondo nero; la gola, l’avancollo ed i lati di questo, neri a riverberi violetti, con una piccola fascia trasversale, formata da striscette longitudinali bianche, interrotta anteriormente sotto la gola e diretta in addietro verso l’occipite; un’altra fascia più larga, verticale, formata da strisce più lunghe, sui lati del collo, che occupa tutta l’estensione di queste parti. Ten- *) Sinvonima — Mergus gutture nigro : Brisson — Colym- bus arcticus: Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The black troated Diver. Lath. — Tedesco: Der arktische Seetaucher. Meyer — Francese: Le Plongeon à gorge noir. Temm. — Italiano: La Strolaga mezzana. Savi. 007 gono bianco il petto, coi lati segnati di nero; bianco l'addome, coi fianchi ed una fascia. trasversale sull’ad- , dome nera; le guancie frammiste di nero e di cenere ; le coperture alari nere, seminate, da piccole macchie bianche; e le remiganti e le rettrici nere a riflessi. Por- tano il becco lungo quanto la iesta, colla mandibola su- periore leggermente ricurva, e col centro dell’inferiore larga quanto la base, senza solcatura e di un nero-ca- rico; l’iride bruno-rossa ; ed i piedi bruni al di fuori e cenere-verdastri al di dentro — Entrambi nell’au- tunno prendono colori cenere-nerastri superiormente, senza strisce e senza fasce sull’alto dorso e sugli sca- polari, e queste strisce e queste fasce trovansi rimpiaz- zate da tinte meno cariche. Sono bianchi inferiormente, coi lati del petto strisciati di brunastro, e portano neri ì fianchi; nera la fascia sull’ano; le coperture alari con qualche macchia bianca; il becco bruno-nerastro sopra, ‘e cenere sotto ed ai lati; ed i piedi-e l’iride come nel- l’estate — I giovani vestono la testa ed il collo di una tinta bruno-cenere; il corpo sopra d’un bruno-nerastro a frangiature cenere; e sotto bianco, coll’avancollo di un bruno fuligginoso ; le rettrici a punta bianca; hanno il becco più delicato, d'un bruno corneo sopra e gri- giastro sotto; l’iride bruna; ed i piedi bruno-verdastri al di fuori e cenere lividi al di dentro — A due anni Ja testa ed il collo prendono tinte nerastre; il nero violaceo della gola e le bande longitudinali cominciano a presentarsi; le parti sopra il corpo mostrano le fa- sce e le macchie bianche; ed il becco annerisce — A tre anni non differiscono dagli adulti. Costumi — Trovasi nei luoghi del precedente, ove 308 nidifica nell’estate deponendo 2 uova allungate di un bruno molto carico con qualche macchia nera. Discende nei verni rigorosi, ed il Dottore Schinz n’ebbe in per- fetto abito d'amore dai laghi della Svizzera. Giovine, si vede anche da noi, e si nutre come l’antecedente. 330. 268. Colymbus septentrionalis *) i Caratteri — Misura 62 centimetri di lunghezza il maschio, e 60 la femmina. Tutti e due in abito d’a- more hanno la parte. mediana del vertice in tutta la sua lunghezza d’un grigio bruno-verdastro, segnato da macchie nere; l’occipite, le parti posteriori ed inferiori del collo variate da strisce longitudinali nere e bianche; il corpo superiormente d’un bruno-nerastro, con alcune piccole macchie bianche irregolari sul. dorso e sulle penne sopracaudali, le quali prendono forma di strisce o di fasce all’estremità degli scapolari; i lati della fronte, della testa e del collo, e la gola d’un grigio fulvo; l’a- vancollo con una fascia di un rosso-marrone vivissimo, più larga abbasso che in alto; il rimanente della parte anteriore del collo, il petto e l'addome d'un .bianco lu- cente, con una linea trasversale bruna su quest’ultima parte formante un angolo davanti all’ano, ed un’altra sulle penne sottocaudali; e delle larghe macchie longi- ") Sinonima — Mergus gulture rubro : Brisson — Colym- bus stellatus, borealis el lumme: Briinnichii — Colymbus stria- tus et stellatus: Gmelin, Latham — Colymbus rufogularis : Meyer e Wolf — Colymbus septentrionalis : Linneo e gli altri autori sistematici — Inglese: The speckled Diver. Lath. — Tedesco: Der rothkehlige Seetaucher. Bechs. — Francese : Le Plongeon à gorge rouge. Temm. — Italiano: La Strolaga piccola. Savi, 069 tudinali d'un bruno-nero sui lati del petto e sui fian- chi. Portano le ali consimili al mantello; le remiganti d'un bruno-nero, lavato di cenere ed a riflessi yerdastri; il becco nero, diritto, lessermente ricurvo in alto, coi bordi delle due mandibole internamente ricurve; le membrane sotto-mascellari del colore di ciliegia-livido ; i.piedi a tarso nero-verdastro, misto di rosa sul centro della faccia interna; le dita brune al di fuori e verda- stre nell’interno, con macchie trasversali brune vicino alle articolazioni; le unghie piombine; le membrane in- terdigitali cenere nel centro e giallastre sugli orli; e V’i- ride rosso-vino — In abito invernale tengono sulla te- sta e sul collo un bruno cenere-carico, con macchie nere nel centro del vertice; delle macchie longitudinali ne- rastre e biancastre all’occipite ed alla nuca; la parte su- periore del corpo e delle ali come nell’estate, ma con una gran quantità di piccole macchie bianche; e le guance, la gola, lavancollo ed i lati, il petto, l'addome e la parte sottocaudale d’un bianco puro e lucido, coi fianchi macchiettati di bruno-nerastro, e con strisce dello stesso colore sull’ ano e sotto la coda. Hanno il becco bruno-nerastro sulla linea mediana della mandibola su- periore ed il rimanente bruno piombino; il tarso bruno al di fuori, livido o giallo-verdastro al di dentro e sulle dita, e misto a brunastro presso le articolazioni e sulle membrane interdigitali; e l’iride bguno-rossa — I gio- vani avanti la muta, sensibilmente più piccoli degli adulti, hanno tinte come questi nell’inverno sulla testa e sul collo, ma non tanto vive; le parti superiori e le ali bruno-cenerine, con piccole, fitte e moltiformi mac- chie bianche sugli scapolari; la gola e sotto gli occhi 970 bianchi; il collo anteriormente bruno-rossastro e sui lati variato da un colore simile, ma più leggero sopra un fondo bianco; il basso collo, il petto. laddome e le penne sottocaudali di un bianco puro e lucente, con una fascia trasversale bruna sull’ano, e con qualche stri- scia bruno-cenerina a punta grigiastra sulle coperture inferiori della coda, — A misura che l’uccello avanza in età; le macchie diminuiscono nelle parti superiori, il collo diventa cenere, ed offre anteriormente una tinta rosso-marrone — Alla muta susseguente vestono i colori quasi completi degli adulti, e non presentano che poche penne bianche attorno al collo. Costumi — Anche questo vive nei luoghi degli antidescritti, e lo vediamo negli inverni rigidi sui laghi della Svizzera. Nidifica deponendo 2 uova d’un bruno- olivastro a macchiette bruno-nere, e si nutre come quelli. FARIIGLIA KILVEIEL ALCIDE Caratteri — Un becco compresso, ad angoli più o meno rialzati, ricurvo all'estremità; i piedi dietro il corpo e corti; tre dita anteriori, riunite da una mem- brana e senza pollice; le ali corte od improprie al volo. Costumi — Raccoglie questa Famiglia i Generi Uria, Mormon ed Alca. GENERE CVII- URIA. Caratteri — Un becco mediocre o corto, forte, 971 diritto, appuntato, compresso; la mandibola superiore leggermente ricurva alla punta; l’inferiore formante un angolo più o meno aperto. Le narici basali, laterali, concave, longitudinalmente fesse, a metà chiuse da una membrana larga, coperta di penne e forata da parte a parte. I piedi ritirati nell’addome, fuori dell’equilibrio del corpo, a tarso delicato; soltanto tre dita anteriori intieramente palmati; le unghie ricurve. Le ali mezzane, strette, colla 1.* remigante più lunga. La coda corta. Costui — Questi uccelli abitano generalmente i vasti mari, che bagnano le contrade settentrionali del globo. Destinati a formare l’ultimo anello ‘della gran catena dei volatili, trovansi dalla natura rilegati eter- namente in terre ricoperte da ghiacci e da brine, pa- ghi soltanto di abbandonare coll’inverno il polo artico per prendere stanza sulle coste marittime nei paesi freddi del continente. Cotesta breve emigrazione, eseguita da esseri mal costrutti pel volo, viene da essi intrapresa ra- dendo la superficie delle aque, ed ordinariamente in truppe numerose. La loro comparsa sulla terra, . fatta astrazione dell’epoca della riproduzione, è ascritta a cause accidentali, e particolarmente alla forza di una tempesta o d'un uragano. Camminano assai stentata- mente, nuotano e si tuffano mirabilmente, ed il loro volo è breve. Si nutriscono di pesci, di crostacei e d’in- setti marini. Nidificano nei buchi » delle rocce poste a picco senza disgiungersi, anzi mantenendosi in coppie numerose riuniti, e depongono ordinariamente 4 solo uovo piuttosto grande, proporzionatamente alla taglia dell’uccellò. La loro muta è doppia; i maschi e le fem- mine si rassomigliano, i piccoli nascono coperti da 372 i lanuggine, e sono nutriti dal padre e dalla madre sino a che non possano raggiungere il mare. Sono divisi in due Sezioni. 4.3 SEZIONE. Uria. Caratteri — Un becco più lungo della testa. Costui — Conformi al Genere. 531. Uria troile. Laths L’Uria maggiore. Storia degli ucc. È del mare artico nei due mondi; e nell’inverno si mostra sulle coste dell’Inghilterra, della Norvegia, del Baltico, dell'Olanda e della Francia. 532. Uria lacrymans. Lapyl. La Lagrimevole. DallI- slanda, dalle isole Feroè e ‘Terra Nuova passa sulle coste settentrionali della Francia nell'inverno, ed alle volte vi arriva morente sulle spiaggie 999. Uria Brimmichii. Sabine. Pre Vive nella Groenlandia, nello Spitzberg, ed alla baja di Baffin, ed è stata poco osservata in Europa. 534. Uria Grylle. Lath. L’Uria a specchio, bianco. Trovasi nelle stesse località dei precedenti. 2.8 SEZIONE. Mergulus. Caratteri — Un becco più corto della testa. Costumi — Conformi al Genere. 535. Uria alle. Lath. L’Uria minore. Storia degli uce. Come i-precedenti, ma più abbondante nell'America, e meno nell’Olanda e nella Francia. GENERE CVIII MORMON. Caratteri — Un becco più corto della testa, più 073 alto che lungo, e molto compresso; Ie due mandibole arcuate, trasversalmente solcate, incavate alla punta; gli angoli della superiore taglienti, elevati sopra il livello del cranio. Le narici laterali, marginali, lineari, nude, quasi intieramente chiuse. da una grande membrana nuda. I piedi corti, ritirati nell’addome;. soltanto tre dita anteriori intieramente palmate, Le unghie molto uncinate. Le ali strette, corte, colla 4.* remigante della lunghezza della 2.*, o un po’ più lunga. La coda cor- tissima, arrotondata. Costumi — Sono anche questi uccelli consacrati a vivere al polo artico, e tengono per molti rapporti comunanza d’abitudini e di costumi. coi Generi compo- nenti questa Famiglia. Volano però meno di quelli, cam- minano pochissimo sulla terra, ma nuotano e si tuffano con estrema facilità. Posgiano alle volte sopra scogli elevati, e per non poter camminare piombano nelle aque. Si nutriscono di molluschi, di crostacei, d’insetti e di piante marine. Si mostrano d’inverno sulle coste tem- perate dell’Europa, ed eseguiscono il loro viaggio ra- dendo con volo rapido le aque. Questo volo non è mai. tanto lungo, ma lo riprendono frequentemente. Non si sa se la muta è doppia o semplice. I sessi sì rassomi- gliano, ed i giovani si conoscono pel becco molto più corto. 536. Mormon glacialis. Leach. 1 Polcinella glaciale. È della Groenlandia, del Kamtschatka, di Terra Nuova, e dello Spitzberg, e si trova anche nella Lapponia e nella Russia. Emigra limitatamente nell’inverno. 537. Mormon fratercula. Temm. 1 Polcinella di mare. Savi. I luoghi del precedente; si vede d’inverno nella Francia, nell’Olanda, ed anche nell'Italia. / GENERE CIx, ALCA. Caratteri — Un becco diritto, largo, compresso, molto ricurvo alla punta; le due mandibole a metà co- perte di penne, solcate, alla punta; la superiore unci- nata, l’inferiore formante un angolo saliente. Le narici laterali, marginali, lineari, alla metà del becco, quasi intieramente chiuse da una membrana coperta di penne. I piedi corti, ritirati nell’addome; soltanto tre dita an- teriori totalmente palmate; e le unghie poco ricurve. Le ali corte; la 1.* remigante come la 2.%, o un po’ più lunga. La coda corta ed appuntata. Costumi — I Penguini hanno abitudini proprie di tutta quella numerosa popolazione alata, che formi- cola sulle vaste spiagge dei mari settentrionali. Abban- donano di rado le coste e non si vedono sulla terra che all’epoca della covata, nidificano anch'essi tra gli scogli, depongono 1 uovo molto grosso, si nutriscono di pesci, di crostacei e d’ insetti. Hanno doppia muta, i sessi sono uguali, ed i giovani si conoscono nel becco più breve. 538. Alca torda. Linn. La Gazza marina. Savi. Passa nella Francia coll’inverno, e mostrasi qualche volta sulle coste d’Italia. 939. Alca impennis. Linn. Il Penguino brachiptero. Vive abitualmente sui ghiacci fluttuanti del polo artico. FINE. INDICE — "Bd Dedica /#t i ; È i ì Pag. 1 Al Lettore i 7 È i : : » VII Opere che possono servire allo studio dell’Ornitolegia » x Nozioni generali dici ORDINE I. RAPACES » 23 Famiglia. Genere. Specie. I. Vulturide 5 ù ; , a ; 2) SU I. Vullur È 7 è » 925 LI Vultur auricularis.:‘’» 26 9 » cinereus . » ivi 3-1 » fulvus . » 27 4 » Kolbiù . » 28 II. Cathartes A A $ ì ». ivi ò Cathartes percnopterus » 29 III. Gypetus . ; } FORCA » ivi 6-2 Gypetus barbatus —» 30 II. Falconide A » s : Ì È » 389 IV. Falco ] 7 y ; À 85 7 Falco islandicus » 36 8 » gyrfalco . » ivi 9 » sacer ; » Ivi 410 » candicans » ivi Al » lanarius . » ivi 12-3 » peregrinus » 37 13 » Eleonore » 39 14-4 » subbuteo . » ivi 15-5 » esalon . » 40 576 Famiglia. Genere. Specie. 16-6 V. Aquila FE der 4 Tai |. l8fo. {? Riva im LG, ) Di i RO 19 LO LO LO. RO 19 19 29 DU NI Sè UE LI I = VI. Astur © VII. Milvus dl VIU. Elanus 35 36 IX. Buico X. Circus Falco tinnunculus Pag. » » Astur palumbarius » » Elanus furcatus » » Buteo vulgaris » linnunculoides » 37 T@fipessne D » concolor . » . . . . » Aquila imperialis » ns fulug oa ? >» Bonelli. — » » neva . » » ennala » » brachydactyla » » haleta . ? » albicilla .) leucocephala » Di ANA]OT > » o Misus : » ù . . . » Milvus regalis . » )) aler È » egyplius » melanopterus » » lagopus . ) » qpivorus . » . . . . » » Circus vufus . » » cyancus . » » Cineraceus » 49 43 4h 45 46 47 ivi 50 ivi 514 da 53 519) 56 ivi 57 58 59 60 GI 62 63 ivi 64 ivi ivi 65 66 67 69 70 74 13 Famiglia. Genere. II. Strigide XI. Strix Specie. 43 4h 45 46 47 48 49-24 50-25 51-26 52-27 58-32 ORDINE II. PASSERES . Divisione I. — Omnivores IV. Corvidee Ù XII. Corvus XII. Pica 59-33 60 61-34 62-35 63-36 64-37 65 66-58 67 XIV. Garrulus . L'Ornit. Ticinese. Circus pallidus Strix Lapponica =» 9) ” “ Ù nyciea uralensis . funerea nebulosa . aluco flammea . psilodaciyla Tengmalmi passerina . brachyotos ascalaphus bubo olus scops Corvus corax leucopheus » b) D » corone . COTMIA +. fruqilegus monedula spermologus Pica caudata cyana ivi ivi ivi 978 Famiglia. Genere. 68-39 69 70 XV. Nucifraga 74-40 XVI. Pyrrhocora 72-41 XVII. Coracia . 73-42 V. Ampelide 4 ; XVII. Bombycill 74-13 VI. Coraciadide XIX. Coracias 75-44 VII. Oriolide XX. Oriolus 76-45 VII Sturnide È N XXI. Sturnus . 77-46 78 XXII. Pastor 79-47 Divisione II — Inseclivores IX. Laniade . È XXIII. Lunius 80-48 81 82-49 89 84-50 85 Specie. Garr. glandarius Pag. 104 » melanocephalus» 102 » nfausius. » ivi È È » Ivi Nucif. caryocatactes » 4103 pi È 7 » 105 Pqrrhocorax alpinus » ivi : 7 piggiagi, » 706 Coracia graculus « 107 » 108 . É . 5 » ivi Bombycilla garrula » 109 » 110 i E 7 : » Ii Coracias garrula » 142 » 143 ; È ° ; » ivi Oriolus galbula » 11% » 115 . 3 : » 116 Sturnus vulgaris » 117 » unicolor » 118 ; a ì 3 » ivi Pastor roseus . » 119 » 421 » ivi È È : ; » 122 Lanius excubitor » 423 » meridionalis » 4124 » minor . » ivi » ichagra. » 126 Lanius rufus ._— » ivi » nubicus . » 127 Famiglia. Genere. Specie. 379 86-51 Lamius collurio Pas. X. Muscicapide 4 XXIV. Muscicapa . i 7 87-52 Muscicapa grisola 88-53 » albicollis 89-51 x atricapilla 90-55 » parva XI. Turdide . XXV. Turdus 91 Turdus aureus . 92-56 » VISCIVOTUS 93-57 » pilaris . 94-5S » MUSICUs 95-59 ) iliacus . 96-60 » = torqualus 97-61 » merula . 98 » = migralorius 99 » alrogularis 100 » Naumanni 101 » pallidus 102 » Sibiricus 103 » auroreus 104 » minor >. XXVI. Petrocinela } , > a 105-62 Petrocincla sazatilis 106-63 » cyanea i XXVII. Zxos ; £ i 107 Ixos obscurus XII. Hydrobatide XXVIII. Cinclus . 3 G i 108-64 Cin. aquaticus . 109 » melanogaster 110 ,»; Pallasii » >» » » » » » ») » 2) 127 129 ivi 131 ivi 133 134 135 96 137 ivi 138 139 140 ILA 442 143 444 ivi ivi ivi ivi ivi ivi 145 4147 448 149 ivi 150 152 980 Famiglia. Genere. XII. Sylviade Specie. XXIX. Sylvia $ suecci@ Fa, L Tua ov 1969. Riva ini 4111-65 4412 1413-66 114 4115-67 116-68 4117-69 118-70 4119-71 120 121 122 123 124 125-72 4126-73 4127-74 4128-75 129 130 4131-76 132 133 4134-77 135-78 136-79 137 138 139 4140-80 141 Sylvia turdoides » » » © * “” Pag. 152 ,5, 153 » 155 fluviatilis . » 156 locustella . » ivi certhiola . » 157 aquatica . » 158 phragmilis » 159 arundinacea —» 160 palustris . » 161 Celti » 162 luscinioides » 164 melanopogon » ivi cisticola » ivi caligata » ivi lanceolata » ivi luscinia » 165 philomela . » 166 orphea » 167 nisoria » 168 rubiginosa » 170 Ruppellù » ivi atricapilla » ivi melanocephala » 171 Sarda » ivi horiensis . ivi cinerea » 172 curruca 174 conspicillata —» 175 provinciali.» ivi passerina » ivi rubecula . » ivi suecica » 176 581 Famiglia. Genere. Specie. 1542-81 Sylvia cyanecula Pag. 1459-82. » dtithys » 4144-83. » © phenicurus » 445 » olivetorum » 146 » Elica » 4147-84 ‘» hippolais . » 1458-85» sibilatrix . > 1459-86 =» diclerina . » A 4150-87» trochilus . » 4154-88.» rufa ò ) 152-869 » Natlereri. > XXX. Regulus . : è ‘ % > 4153-90 Regulus cristatus » 154-914 » ignicapillus. » 155 » modestus D) XXXI. Troglodyles . È i 3 » 156-92 Troglod. vulgaris » 157 » fumigatus >» XXXII. Sazicola ì È È » 158 Saxicola saltatrix » 4159 > cachinans » 160-93 » enanihe » 1461-94 » slapazina > 4162-95 » aurita » 4163 » leucomela >» 4164-96 » rubetra » 65-97 » rubicola > XXXII. Accentor i x È I » 166-98 Accentor alpinus » 167 » calliope ) 168-99 modularis » 469 montanellus » XIV. Motacillidie » »° Pu È vd 177 178 179 481 ivi ivi 182 184 185 186 188 189 190 191 192 ivi 193 194 ivi 195 ivi 196 197 199 201 ivi 202 203 204 205 206 207 Ivi Genere. . Specie. XXXIV. Motacilla. 170 171-100 172 173-401 174 175-102 176 177 XXXV. Anthus . 178-103 179-104 180 481 482-105 185-106 464 185-107 Divisione III. — Granivores XV. Alaudide . | XXXVI. Alauda . 186 487 188 189 190-108 494-109 192-110 193-111 194 195-112 196 197 Mot, lugubris alba Yarrelli boarula citreola flava melanocephala cinereocapilla Anthus Richardi aquaticus obscurus immuiabilis campestris praiensis rufogularis arbareus Dupont . bifasciata alpestris.. Kollyi arrensis . arborea cristala brachydactyla lusilama . calandra . Tartarica cantarella Famiglia. XVI. Paride Genere. Specie. 198 XXXVII. Parus XVII. Fringillide XXXVIII. Emberiza Alauda Siberica 199-113 Parus major 200-114 201-115 202 203 204-146 205-117 206 207 208 209-118 210-419 241-420 212 213-421 214-122 215-123 aler coeruleus . bicolor borealis crislalus palustris . Sibiricus . lugubris . cyanus caudatus . biarmicus pendulinus . melanocephala citrinella , miliaria . scheniculus pyrrhuloides esclavonicus horiulana . cosia striolata . cirlus chrysophry cia . i aureola rustica borealis 584 Famiglia. XXXIX. Loria Genere. Specie. 227 228 229 230 231-128 232-129 233-130 234-131 235 XL. Pyrrhula 236 237 238-132 239-133 240 244 212 243 XLI. Fringilla 244-134 215-135 216 247-436 248-137 219-138 250 251-159 252 253-140 254-141 255-142 206-143 Emb. hyemalis. Pag. 257 bb) 22 23 DIE) 35 lesbia provincialis pusilla nivalis Lapponica Loxia pytiopsitlacus 29 23 Pyrrhula enuncleator Frin. coccothraustes,, curvirosira leucoplera rosea . erythrina guropea coccinea guhaginea longicauda pusilla chloris © . incerla petronia domestica . Halie Hispaniolensis montana . Islandica . Serinus coelebs montifringilla nivalis Vi) 3) IVI I : Famiglia. Genere. Specie. 257-144 Frin. cannabina Pag. 258-145 259-146 260-147 261 262 -148 263 264-149 Divisione IV. —- Fia XVIII. Cuculido XLII. Cuculus . 265-150 266 267 XIX. Picide XLIII. Picus 268-151 269-152 Picana da 4 270 Tirri n 184)» 271-153 Riva in diff. 972 273-154 - 274-155 275 ) XLIV. Yuna Divisione V. — Anisodacigli XX. Certhiade È ; 29 monlium . citrinella . spinus borealis linaria canescens carduelis . Cuculus canorus 25 2) glandarius cinerosus Picus martius viridis CANUS rr major leuconotus medius minor iridaciylus | 276-156 Yuna torquilla . XLV. Silla 5 tà 277-Ì57 Silla europea 278 sy Syriaca 27 » Sericea XLVI. Certhia LOrmi. Ticinese. 38 51.19) 287 288 290 294 293 ivi 294 ivi 295 296 297 ivi 298 ivi 299 300 301 902. ivi 303 304 ivi 305 380 Famiglia. "Genere. Specie. 280-158 XLVII Tichodroma 281-159 XXI. Upupide . XLVI. Upupa 282-160 Divisione VI. — Alcyones XXI. Meropide XLIX. Merops 283-161 254° XXI. Alcedinide ì L. Alcedo . 285 286-162 287 Divisione VII. — Chelidones XXIV. Hirundinide . LI. Hirundo 288-163 259 290-164 291-165 292-166 293 294 LII. Cypselus 295-167 296-168 LHI. Caprimulgus . 297-169 298 ORDINE HI. COLUMBA Certhia familiaris Pag. 342 ; eur, did Tichod. phonicoplera ,, 34 » 915 4 . È »_ IVI Upupa epops .3 916 Ì » 317 » 318 { : ». ivi Merops apiaster » 319 » Savigny » 320 ; » 321 . 5 aa” Alcedo rudis » 322 » aspida » ivi » alcyon . » 923 bi ivi » 524 3 ; » ivi Hir. rustica » 326 » rufula » 827 » @urbica » ivi riparia » 328 » rupestris . » 329 » Boissoneanl » 350 » purpurea » ivi . . A » ivi Cypselus melba . » dol » apus » 302 : 3 » 396 Cap. europeus . » dol » ruficollis » 33d A » 397 Famiglia. Genere. Specie. - 987 XXV. Columbide . Pag. 398 LIV. Columba N Î » ivi 299-170 Columba palumbus » 359 300-171 » enas . » 340 301-172 » livia » 341 302 D migratoria » 342 303-173 » turlur » ivi 304 ) REgypliaca » 343 ORDINE IV. GALLINA 1 A » 945 XXVI. Plteroclide È » 346 LV. Pterocles \ i » ivi 305 Pterocles arenarius. » 347 i 306 » selarius > IVi XXVII. Colchide i » ivi LVI. Phasianus È \ o » 948 307 Phasianus colchicus »- ivi 308 » piclus » 349 XXVII. Tetraonide ; ) } $ » ivi LVII. Tetrao . ; » ivi 309-174 Tel. urogallus » 350 310-175 è» letrix » ‘302 311-176 » bonasia » 954 312 » Scoticus » 305 313-177 » alpinus » ivi 314 s Islandorum » 357 315 » Saliceti » Ivi 316 » brachydactylus » ivi XXIX. Perdicine ; È . » ivi LVII. Perdix . i } è » 358 317 Perdix francolinus » 359 318-178» greca ». ivi 319-179 » rubra » 360 320 » pelrosa . » 361 585 Famiglia. Genere. Specie. j 321-480 Perdix cinerea 322-181 323 LIX. Hemipotdius 324 ORDINE V. GRALLATORES . Divisione I. — Aleciorides XXX. Glareolide ; LX. Glareola » colurnia > borealis . Hem. tac. et lunalus 925-182 Glareola omni 326-183 Otis tarda Divisione II. — Cursores . XXXI. Otide LXI. Otis 327-184 328 LXII. Cursorius Divisione HI. — Gralle . XXXI. Charadride . LXIII. Pluvianus 330 LXIV. OEdicnemus . È 334-186 Giani dA LXV. Calidris » dtelrax » hubara oN 329-485 no isaballinus Pluv. melanocephalus | 982-187 Calidris arenaria LXVI. Himantopus . 339-188 Him. On LXVII. Hematopus 394-189 Hemat. di LXVIH. Charadrius . 4 395-190 Chat adria pavia 390 » spinosus Pag. » ») » D » » D 362 308 364 965 ivi 367 368 369 ivi 970 971 S02 ivi dio 975 976 SL ivi 378 350 Ivi SEI ivi 382 383 984 385 386 387 398 390 391 392 389 Famiglia. Genere. Specie. 337-191 Char. morinellus Pag. 392 338 » pyrrhothorax » 393 ‘ 339 » Asialicus . » ivi 340-192» hiaticula . » 3% 341-193 ». minor . » 395 342 » Ccantianus » 396 LXIX. Vanellus : ; È i » 397 343 Vanell. melanogaster » 388 Sl » heptuschka » ivi 345-194 =» crislatus. » ivi LXX, Strepsilas s i 3 » 399 346 Strepsilas collaris ’—» 400 XXXI, Gruide i . ; à i i » ivi LXXI. Grus : ; 3 4 » 401 347 Grus leucogeranus > 402 348-195 » cinerea . » ivi 349 » anligone . » 404 350 » virgo i » ivi 351 » pavonina » ivi XXXIV. Ardeide . ì SRI s » ivi LXXII. Ciconia i , 3 > » 405 352 Ciconia maguari » 406 953-196 » alba . » ivi 094-197 è» nigra . » 407 LXXUI. Ardea : DE SENI ‘ » 408 355-198 Ardea cinerea . » 410 356-199 » — purpurea » 4A 357-200» egrella . » 413 358 » egrelloides >» 44% 359-201». garzelta . » ivi 360-202» stellaris . » 446 361 » lentiginosa » 417 362 » russala. . » IVI 390 Famiglia. Genere. Specie. 363 364-203 365 366-204 LXXIV. Nyclicorax 367-205 XXXV. Phonicopleride LXXV. Phonicoplerus 368-206 XXXVI. Recurvirostride LXXVI. Recurvirostra 369-207 XXXVII. Plataleide . LXXVII. Platalea 370-208 XXXVII. Scolopacide LXXVIH. Ibis 371 372 LXXIX. Numenits 373-209 374-210. 375 LXXX. Tringa . 376-211 377 378-212 379 380-213 381 382 383-214 384 Ardea » >» Verany Pag. 417 ralloides . bubulcus . minuta Nycticorar ardeola Phon. antiquorom Recurv. avocetta Platalea leucorodia Ibis falcinellus. religiosa 2? Numenmus arquata 93 2) phaopus lenuirostris Trin. subarquata >È) pectoralis variabilis . Schinzu . platyrbyncha maritima Temminckù minuta rufescens . » 2) 29 79 29 23 33 3? 29 93 39 Ivi 449 ivi 420 421 422 523 4924 425 426 . 427 498 ivi 429 ;, 430 431 4.32 ivi IVI 433 434 495 ivi 436 438 ivi 440 ivi 442 ivi ivi 44 d91 Famiglia. Genere. Specie. 385-215 Trin. cinerea Pas. 444 LXXXI. Muchetes . i ) i ,3 146 356-216 Macheles pugnax 0 LATO LXXXII. Totanus È ? - s ,», 449 387 Tot. semipalmalus » 450 388-217 » fuscus . » ivi 389-248 » calidris . » 452 390-219 » stagnalilis. » Lò4 991 » barirama. » 456 392-220 » ochropus . » ivi 393 » glareola . » 457 394 » macularia » ivi 395-221 » hypoleucos » ivi 396 dtt gloflas! ore » 1459 LI a A 397-222 Limosa “melanura » 460 398 » Meyeri . » 462 399-223 » rufa ì » ivi 400 di aerek i, » 465 LXXXIV. Scolopax alga lRIRORPRI 110° 401-224 Scolop. rusticola » 466 402-225 ‘» major. » 468 403 » Sabinù . » 569 404-226» gallinago. » ivi 495 » peregrina » 470 406 ». Brehmu. » ivi 407-227 »-_ gallinula » ivi 408 e i igrisea' » 471 XXXIX. Rallide 7 . : È 3 RAVE i LXXXV. Rallus - x i i Jo RIA 409-228 Rallus aquaticus » 473 LXXXVI. Gallinula , d 5 sile 440-229 Gallinula crex . » 475 592 Famiglia. Genere. Specie. 441-230 Gallinula porzana Pag. 477 442-251 » pusilla 143-232 » Baillonii 144-233 » chloropus LXXXVII. Porphyrio CIR 415 Por. hyacinthinus Divisione IV. — Pinnatipedes XL. Fulicide . - LXXXVIII. Fulica È e 416-234 Fulica atra 447 R. cristala XLI. Phalaropidae LXXXIX. Phalaropus i È o 418 Phal. hyperboreus 149 » plalyrinchus XLH. Podicepide i O 3 XC. Podiceps . È 2 È ; 420-235 Podiceps cristalus. 4924 È rubricollis 499 33 arclicus 423 5a cornulus 494-236 ,, auritus 125-237 ,, Minor . ORDINE VI. PALMIPEDES . XLIII Laride : XCI. Sterna 426 Sterna caspia 11227 e ,;, cantiaca . 428 397 ITPSISIO, 429 »o Dougalli . 130-238 ., ’urundo 431 sì arclica 432 sì anglica » » » bei 22 473 479 480 482 483 IVI Famiglia Genere. Specie. i 433 434 435-239 436-240 437 XCII. Larus . 438 439-241 410-242 4414 452-243 443 444 445 446-244 47 448 449 450 454-245 452 453 454 455 456 i 457 XCIII. Lestris . 458 459-246 460 461 XLIV. Procellaride ; LCIV. Procellaria 462 XCV. Puffinus 463 1604 465 466 467 39 3) 093 Sterna stolida Pas. 499 ss leucopareja ,, ivi sì leucoptera —,, 500 si Rigra ;; 501 » minuta . 3 502 ; ; i » 503 Larus glaucus . » 504 >». marinus. » ivi » argentalus » 506 » leucopterus » 508 » fuscus » ivi » ichibyetus » 510 » ehurneus » ivi » Audonini » ivi » canus » jivi » tridaclylus » 512 » lenuirostris » ivi » melanocephalus». ivi » atricilla . » ivi » ridibundus » ivi » capistratus — » 544 » leucophthalmus» 545 » Sabini » «ivi » Bonaparti 2 IN » Rossi » ivi » minulus . » ivi 3 ; : » ivi Lestris catarrhactes » 516 » pomarinus » 547 » Richardsonii » 549 » parastticus >» 520 . x » ivi È , È » ivi Procellaria glacialis » 524 ° È È ; » ivi Puffinus cinereus » 522 » major . » ivi > fuliginosus » ivi » anglorum » ivi » obscurus ivi 094 Famiglia. XCVII. Diomedsa XLV. Analide Genere. XCVI. Thalassidroma . Specic. 468 469 470 ATA 472 478 XCVIII. A nnsen 474 475-247 476-248 477 478 479 480 484 482 483 XCIX. Cygnus 485 486 C. Anas 487 488 489-250 490 491 492-251 493-252 494 495 196-253 497-254 498 199-255 CI Fuligula 300 484-249 1 Pag. 522 Thalassid. Leachiiù ,, 523 i, Wilsoni ,, ivi 3, pelagica ,, ivi DI Bulweri ,, ivi | 3 3; SM ° Diom. exulans . sa 924 s; Chlororhynchos,, ivi ; ,3 025 : 3 : È I « Anser hyperboreus ,, 526 3 ferus sa ASINI 3 Segelum . 3; d2S »»3 albifrons », 529 3 leucopsis . to », brachyrhynchus,, ivi ., bernicla 33 GNA ,; ruficollis . ss RA > Egyptiacus ,, ivi ss Temminckì ,, ivi 3 : s; 330 Cygnus musicus ., 981 sì Bewichi ,,, 032 sì olor sy Ii 3 3 eg i). Anas rutila ,», 998 sì; tadorna . 5 DIAVA ,; boschas gini sì, moschata ,» D94 3° Sirepera . sa RNA ss acula ,) d3d sì penelope . s9 936 3 glocitans . so 097 sì, sponsa YA 3 querquedula ,, ivi 3 d. crecca ,» 098 ., marmorala ;; 939 »» Clypeata sa 940 È £ s3, DAA Ful. molissima . 542 Specie. 501 902 503-236 504 505 506-257 907-258 508-259 509-260 5410 511 512-261 513 514 515 CII. RR 516-262 Famiglia. Genere. 517-263 518 XLVI. Pelecanide CIII. Palbvande: 520-265 Pelecanus rai 521 CIV. Carbo 529 523 524 525 i 526 CV. Sula . 527 XLVII. Colymbide : CVI. Colymbus 528-266 529-267 . LXVIII. Alcide * : CVII. Uria d91 519-264 530-268 Ful. speclabilis ss perspicillata sw fusca sì nigra sì rufina sy marila ferina sì Ryroca ss Crislala ss Stelleri sì histrionica clangula . ss Barrowii. » glacialis . » mersa Mer ‘gus merganser » serrator » = cucullalus » dalbellus . » crispus Carbo cormoranus » graculus. » crislaius » . pygmeus » Desmaresti Sula bassana Col. glaclialis » arclicus » seplentrionalis Uria troile 33 3” 595 Pag. 542 ivi ivi 043 ivi ivi 545 546 547 , 549 ivi ivi 950 d01 ivi ivi 5052 BpIA Bhh) ivi 956 657 95S 959 960 ivi 551 ivi ivi ivi ivi d62 996 Famiglia. Pogiva X » dl » — »® 41 » 462 PS 242 » _ » 4) » 404 » 78 ove dice met. Genere. Specie. 532 Uria lacrymans Pag. 572 | 593 » Brinnichi » ivi d94 sì grylle i VE D9D. due ade SERE CVIII. Mormon . : : ,» 978 0630 Mormon glacialiso0,, ivi d37 i fratercula. ,, ivi CIX. Alca E 1 so 574 d38 Alca torda sai TANI 939 s; tmpennis x AR FINE DELL INDICE. ERRORI linea X_ resonné 9 più quanto 25 bianco 43 sua 26 Contiene 4 all’imboccatnra 7 di un pero 26 Arophoni o 25 famigliarità » 7 Pyrrhocora di altit. » » » » » CORREZIONI raisonné quanto più di bianco loro Depone all’ inforcatura di una pera Aerophoni società Pyrrochorax piedi di altit. In seguito a posteriore distribuzione della materia, gli uccelli furono divisi in 6 Ordini, 48 Famiglie, 109 Generi, e 539 Specie, a 268 delle quali fu consacrata completa descrizione. Così leggasi a pag. XI del I Introduzione.