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UNIVERSITÀ DI PALERMO Pubblicazione fatta sotto gli Auspici della Società di Scienze Naturali ed Economiche di Palermo (FASCICOLO IV. TELEOSTEI Acantotterigi Perciformi PALERMO, | TIPOGRAFIA DEL GIORNALE DI SICILIA ue MANUALE OLOGIC BEENEEDITERRANEO OSSIA SINOSSI METODICA DELLE VARIE SPECIE DI PESCI RISCONTRATE SIN QUI NEL MEDITERRANEO ED IN PARTICOLARE NEI MARI DI SICILIA PEL PROF. P. DODERLEIN DIRETTORE DEL MUSEO Z00LOGICO-ZOO0TOMICO : NELLA R. UNIVERSITÀ DI PALERMO Pubblicazione fatta sotto gli Auspici della Società di Scienze Naturali ed Economiche di Palermo FASGICOLONIV: TELEOSTEI Acantotterigi Perciformi 2481 PAEERMO, TIPOGRAFIA DEL GIORNALE DI SICILIA 1889. Proprietà letteraria. x tel Lt TANT: AT DILETTI AMICI E COLLEGHI DREEESSCIENZE NATURALI FED ALLA BENEMERITA SOCIETÀ DEI NATURALISTI MODENESI CHE CON GENTIEE. PENSIERO VOLLERO RICORDARE WIE ANNOSDEL:-MIO INSEGNAMENTO NELLE R. UNIVERSITÀ DI MODENA E DI PALERMO QUESITO TENUE:-SAGGIO DEI MIEI STUDII ENUSICIETA CON ANIMO PROFONDAMENTE RICONOSCENTE OFFRO PIETRO DODERLEIN. PROENSEOS Dopo lunga interruzione, indipendente dal mio buon volere, ho potuto final- mente in quest’ anno riprendere la stampa del mio Manuale ittiologico , mercé il benevolo ajuto concessomi da S. E. il Sig. Ministro e dal Consiglio superiore di Pubblica Istruzione. Il soggetto che ho prescelto di trattare nell’ attuale 4° fascicolo , consiste nella rivista particolareggiata delle prime famiglie dei pesci Teleostei od Ossei, e pre- cisamente di quelle famiglie e specie appartenenti alla divisione degli Acantotterigi Per- ciformi, che necessariamente tengono dietro, ai Sclaciani e Batoidet esaminati net pre- coedenti due fascicoli IT e III. Ognuno ben conosce quanto difficile sia il tema che mi sono proposto di svol gere, sia per i numerosi confronti che mi convenne istituire fra le molteplici specie elencate, sia per le intricate sinonimie ed appellazioni che loro si riferiscono; difficoltà rese ancora maggiori per me, che, domiciliato in Sicilia, non mi fu dato sempre di poter consultare, ne” nuei dubbi, i dotti colleghi del Continente, e le preziose colle- zioni da essi raccolte in altri Musei. Tuttavia, confortato dalla facilità di poter studiare anche qui i pesci nel loro stato fresco, e dallo avere a mia disposizione il ricco materiale ittiologico serbato nel Musco di Zoologia di questa R. Università, oso sperare, che questo, qualsiasi mio lavoro, possa esser utile, ed altresi ben accolto dai dotti muei colleghi, sotto il cui auspicio ho avuto il coraggio di riporlo. Come già avvertit nel corso dell’Opera, mi sono trovato costretto di modificare alquanto la primitiva disposizione det prospetti metodici, stante le insuperabili esigenze di una stampa nel formato in-8°. Questa riforma però, anziché alterare |’ ordine fondamentale ed il programma dell’ Opera, ha valso a rendere, a mio vedere, più libera e più regolare la pertrattazione della materia. Le abbreviature , ed ogni altro fatto relativo all’ interpretazione del testo, sono d'altronde le stesse adottate nel 2° fascicolo di questo Manuale alla pagina 4. Palermo, Agosto 1888. IV. SortocLasse TELEOSTEI Ioh. Muller, 1844; Gunther et Auct. Corrisp. sinon-—OstIcHTES o JcHTHvostés. Dumeril, Zoolog. analitiqgue (186); et Jchthyologie analitique, (1856) p. 92, 187 (pro parte). —_ L'A. ne esclude i P/ettognati ed i Lofobranchi. PoMATOBRANCHI Bonap., Sistema ittiologico nel Catalogo metodico dei Pesci Europei (1846) (pro parte). —- L’ A. vi comprende i Plettognati e ne esclude i Lofobranchi. TeLeosroMI Owen, Lect. on the comp. anat. (1843) et Anat. of vert., v. I, fish., p. 7, (1866). OsreoPTERYGII, Van der Hoeven, Disp. syst. Piscium in Hand. d. Zool., t. Il, p. 83 (1859). IcatHyvosTEI (Ichthyostées) E. Moreau, Hist. natur. des Poissons de lu France, t. Il, p.1 (1881). OstEIcHTHYES (Osteittidi) Doderl.,, Manuale ittiologico, fasc. II, p. 2 (1881). Nomi volgari. — Pesci ossei (Ital.); Poissons osseux (Franc.); The osseous Fishes (Ing].); Knochenfische (Tedesc.); Ben-Fiskar (Svedes.); Dracokoste (Slavo). i Car. gen. — Pesci ad endoscheletro osseo, a branchie libere pettiniformi o fascico- late, con una sola apertura branchiale esterna, ed un opercolo osseo per parte.—Essi hanno scheletro interno generalmente ossificato; Colonna vertebrale consistente, divisa in vertebre separate, per lo più amficele, coll’estremità posteriore formata di piastre ossee, 0 terminata în piccole vertebre (Apodi e taluni Lofobranchi) ; Corda dorsale com- pleta, persistente, moniliforme; Ossa craniane articolate fra loro per suture: Arco scapo- lare attaccato al cranio (eccetto nei Lofobranchi , negli Apodi, ed in taluni Squamo- dermi): Bulbo arterioso semplice, non contrattile, sfornito di fibre muscolari, guarnito per lo più di 2 valvole interne poste all’ ingresso; Nervi ottici decussati, non connessi in un chiasma centrale ; ‘Branchie libere a forma di pettine o di ciuffi, contenute in una ca- mera branchiale, comunicante coll’esterno per mezzo di una sola apertura per parte, coperta da un apparato opercolare esterno e da una membrana distesa fra un vario numero di raggi branchiostegi; Intestini non conformati a spirale; Generazione ovipara, con feconda- zione esterna, raro interna, od ovovivipara; Organi sessuali distinti, raramente ermafroditi. I TELEOSTEI possono essere divisi in due sezioni: in Squamodermi, ed in Osteodermi. I. Sezione SquamoperMI (Gervais, Van Bened.), Zoologie medicale, p. 248 (1859). Svn. Chorignathi (Chorignathes) Mor., l. c. (pro parte). —LA. ne esclude i pesci Apodi. Car. — Corpo generalmente rivestito di squame, con branchie pettiniformi; Mascella superiore mo- bile; Ossa mascellari ed intermascellari distinte ; Apparato opercolare generalmente com- plesso. Si suddividono in due ordini in Acantotterigi e Malacotterigi. I. Ordine ACANTOTTERIGI. Artedi 1738. Natatoje dorsali, anali, ventrali, sia sem- plici o doppie, formate in parte di raggi spinosi. II. Ordine MALACOTTERIGI. Natatoje dorsali, anali, ventrali, prive di raggi spinosi. — Tranne talvolta il primo raggio delle pinne pettorali. II. Sezione OsTEODERMI (Gervais, Van Bened.) l.c., p. 279 (non Lacepède). (Bonap. pro parte). Car. — Corpo generalmente rivestito di piastre ossificate poligone, 0 di squame a superficie ruvida e talora spinifera; Apparato opercolare generalmente semplice. Si suddividono in due ordini: Plettognati e Lofobranchi. III. Ordine PLETTOGNATI. Branchie a pettine; Mascella superiore immobile; Ossa mascellari ed intermascellari insieme saldate; Bocca stretta, non tubulosa. IV. Ordine LOFOBRANCHI. Branchie a ciuffi; Mascella superiore mobile; Ossa ma- scellari ed intermascellari distinte; Muso tubuloso, con bocca piccola, terminale. 2 I. Ordine ACANTOTTERIGI. Acantopterygii, Artedi 1738 et Auct. Acantopterygiens, Cuvier, R. A., II, p. 131 (1829). Acontopteri, Miller, in Berl. Abhandlg., p. 199 (1844) et Wiegm. Arch., p. 135 (1845). Holobranches, Dumer., Zool. Anal., p. 97 (1806). Nomi volgari. — Pesci a raggi spinosi (Ital.); The sping-rayed fishes (Ingl.); Stachel-flosser (Ted.); Pig-sinnade (Danes.); Tagg-feningar (Sved.); Dracoparaike (Slavo). Car. — Raggi della prima Dorsale ed Anale (se sono doppie), e primi raggi della Dorsale ed Anale (se uniche), semplici e più o meno spinosi. Primo raggio delle Ventrali, se esistono, generalmente spinoso.—Arco scapolare appeso al cranio (eccetto Notacanthini); Ossa del bacino appoggiate per lo più a quelle dell’arco scapolare; Vescica natatoja, quando esiste, priva di dotto pneumatico. Annotazioni. — I Pesci Acantotterigi sono numerosissimi anche nel Mediterraneo, e vi costituiscono, come altrove, i 3/4 delle specie rappresentanti l’intera classe. — Quest’ordine di pesci, quale è stabilito attual- mente in iscienza, si compone di un certo numero di specie e di famiglie che offrono tanta somiglianza di ca- ratteri, e di reciproche affinità, da renderne oltremodo difficile una esatta classazione metodica; onde 1° illustre Cuvier ebbe a dire, che gli Acantotterigi formano nella serie animale una pressoche sola ed immensa famiglia. Dovendo non pertanto far scelta di caratteri atti ad agevolare il riconoscimento e la sistemazione degli Acantotterigi abitanti il Mare mediterraneo, ecco a quali dati mi sono attenuto. — Come è ben noto‘ agli Ittiologi, l'ordine dei pesci Acantotterigi (cioè dei pesci a raggi spinosi) comprende parecchie specie e fa- miglie che non sono veramente tali, poichè i raggi delle loro natatoie anziché essere sempre rigidi ed aculei- formi, come ne indica il nome, sono bensi semplici ed inarticolati, ma talora deboli ed anche flessibili. — Questo fatto, già segnalato da precedenti Autori, venne ultimamente preso a base di Classificazione dallo illustre Prof. W. Lillyeborg della Università di Upsala, nella recente sua Opera sui Pesci della Svezia, ove contradistinse col nome di Eu-acanthini (da Eu vero) gli Acantotterigi a robusti raggi spinosi, e con quello di Pseudo-acanthini gli Acantotterigi a raggi deboli e flessibili. Trovando pienamente opportuna codesta distinzione anche per gli Acantotterigi viventi nel Mediterraneo , non ho esitato ad adottarla, tanto più che per essa viene eliminata l’ incoerenza di vedere associate in un me- desimo gruppo, famiglie al tutto differenti, quali sono quelle dei L/ennidi, dei Callionimidi coi Percidi, e cogli Sparidi, per ciò solo che offrono in comune l’inserzione toracica delle natatoie ventrali.—Questa prima distin- zione, ricorda in qualche modo quelle suddivisioni sistematiche che sotto il rapporto della struttura, e del modo d’ inserzione dei raggi spinosi, vennero già. proposte in iscienza dai Sigg.' Canestrini, Knerr, Harting, e Troschel, nelle pregevoli loro pubblicazioni. Ciò posto, a ripartire ulteriormente gli Acantotterigi in sezioni più circoscritte, io mi valsi del carattere della relativa connessione, e separazione delle ossa faringee inferiori, carattere già proposto da G. Miller, ed accen- nato anche nel secondo fascicolo di questo Manuale, contrasegnando le singole modalità coi nomi di Difaringi, e di Sinfaringi (o Acantotteri Faringognati del Miller). Al seguito della quale disposizione, riesce abbastanza netta e naturale la ripartizione degli Acantotterigi Difaringi in A. Jugulari, Toracici, ed Addominali, a norma della relativa inserzione delle loro natatoje Ventrali, avanti, sotto, o dietro le Pettorali. Questa ripartizione già a- dottata dall’onorevole D." Moreau nella recente sua Storia naturale dei Pesci di Francia, vien= a corrispondere alle analoghe suddivisioni stabilite dagli Ittiologi nell’Ordine dei Pesci Malacotterigi. Portato a questo punto lo schema dell’attuale Classazione, ho creduto bene di inestarvi un altro ele- mento tassonomico, costituito da quelle riunioni di forme più o meno somiglianti che si trovano aggruppate intorno ad una forma più marcata e dominante, gruppi cui gli Ittiologi imposero la denominazione di Pesci Perciformi, Pesci Sgombriformi ecc., dal nome della specie o forma predominante. —È d’uopo però confessare che codesti aggruppamenti, non essendo basati su caratteri uniformi e positivi, riescono sovente arbitrarii, con limiti variabili, e disformi, che da taluni Autori vengono giudicati ora troppo estesi e composti di elementi e- terogenei, ed ora troppo ristretti, con elementi incompleti; in guisa che lo stesso Onorevole D. Giinther, che fu uno dei primi ad adottarli nella Sinossi metodica annessa al 3° Volume del suo Catalogo, dietro ulteriori considerazioni credette necessario di modificarli nell'ultima sua Opera Introduction to the Study of Fishes.— Ad onta però di cotale imperfezione, questi riparti vengono tuttavia usati oggidi dalla maggioranza degli Ittio- logi, sia perchè richiamano l’attenzione dei cultori della scienza sopra talune speciali e più salienti modalità or- ganiche che si appalesano nella vastissima falange dei Pesci Teleostei, sia perchè analizzati debitamente, condu- cono a grado, a grado alla formazione di divisioni più stabili, e più regolari. | Le ultime divisioni degli Acantotterigi io le fondai, come di consueto, sulle particolarità distintive profferte dai pezzi opercolari, dalla dentizione, e dalla forma e numero dei raggi delle natatoje, come si può osservare dall’annesso Prospetto sinottico, che quantunque imperfetto, mi faccio lecito di presentare ai miei illustri colleghi. 7 Prospetto della distribuzione dei Pesci ACANTOTTERIGI in famiglie. 20 Vomere dentato.10 2Dors. ‘Percidi. Ventrali in n.° Pezzi di I LORI I: rezta opercolari /4, 5 (Vomere sdentato. 2 Dors. Scienidi. armati ta i ; da . rali in numero maggiore di 1/5. . Bericidi. _ { Guancie non Ventrali gg 15 ricidi ei Coreano Mascella (Penti villiformi soltanto . Pristipomidi. o o {Sott'orbitale Pezzi È pesi da dA EE non artico- opercolari inferiore < Denti (Bocca poco protr. Sparidi. lato col ORE senza CITI (misti {Bocca molto protr. Menidi. ino preopercolo REAL, PI" mr celo Mascella inferiore con due cirri . . . Mullidi. SS (>) . . Ù . +]» GE \ Guancie corazzate. Sott'orbitale articolato col preopercolo . . . . Triglidi. SS ; 0: et sil Dorsale doppia + U.S LE \ Bocca non prolungata È | vv 3 e ensif Di: DONO I G s i SPNERCE a SOLE. Dorsale unica, (lunga... 0. Reni de 7 : > sossre vw c Occalprolungata in appendice. ensiforme Ul... . +. + ANSE 5 magi Si Serie S sS\L = Gipofcompresso, non corazzato; . lo i. a. S =) = D *n S ep) gd algo Dr O To ZE Eapofenboide, cosazzatoin: parte. . UV. Lu i: e e Urano dd smi s° ERO St {Tronco della coda carenato Tetragonuridi si A sa | 9 | S Due D I » » noncarenato, Mucilidi E 2 ue Dorsali x 3 o 3 : ugil1d1, Re: ‘3 la) i Caudale Muso denti nulli o rudimentali. S D. Pa Ola formata ARA NOERIAlE 2 E fda spine riu- DIRI Denti mascellari esili . . Aterinidi. im) . 2; ite da mem- MERO sai Td ZE Sh Denti masc.irreg.,fortissimi Sfirenidi. Se brana comune | GE Muso tubulare. Denti nulli. . . . . «Aulostomidi. ° è | ? 3 | & E (Una sola dor- © {:7 © \ sale formata Y Caudale riu- mgiemesida;ispime: © «mita all'amalet 0.0.0... n e Nolan 2 E libere od assente Î l ei ed isolate "to E Rex -E ‘3 & \Corpo con squame cicloidi, labbra grosse . . . . ... .. +. Labridi. o Du w_ Ven bea] o q° . +7* 2 4. {Corpo con squame ctenoidi, labbra normali . . . ..... + Pomacentridi. — 05: Ventrali as- 2,0 ( .°3 |Dorsale unica i orid NESIGROO i= 2 = senti o ridotte. Bocca ampia con denti robusti . . . Trichiuridi. 9.5 | # @ \lunga, compo-|ad unico raggio L 3 / sta di molti { e -1 30.50 raggi consi- | Ventrali È S| SE mili più o meno Y$Bocca piccola con denti deboli . . . Irachipteridi. 1 RS lunghe uo . . . . . D Dorsale unica, suddivisa in 2-3 parti.Preo- Bini di I percolo senza prolungamenti spinosi, j da Gi Ventrali DI) o E jugulari z A = Dorsale doppia. Preopercolo con pro- Caliongnoo 2 So \ 83 Pettorali non lungamento posteriore spinoso. . 3 S a S Ch pedicolate < ga )} 2° WVeanfrali toraciche, modellate in ventosa “. . . +... ‘Gobide s. D (©) DO (9) TUT Ventrali addom., modellate in apparato acetabuliforme. Ciclopteridi. \Pettorali pedicolite eee Re, e O I. Sottordine ACANTOTTERIGI EU-ACANTI Acantoptherygii Euacanthini W. Lilljeborg, Sveriges och Norges Fiskar, I p. 43 (1884). Acantotteri veri o con raggi spinosi consistenti. 1° Tribù — Difaringi Doderl., con ossa faringee inferiori separate. (A) Ventrali toraciche. IO Groppo — Pesci PERCIFORMI o PERCOIDI. Giinther (pro parte). Conformati più o meno sul tipo del Pesce persico. Car. gen.— Corpo più o meno elevato ed oblungo, non altissimo, ne lunghissimo ; verun organo labirintico soprabranchiale ; Dorsale spinosa ben sviluppata ; Natatoja anale più 0 meno consimile alla dorsale molle; Ano discosto dalla caudale, e retrostante alle Pettorali ; Ventrali toraciche, consuetamente formate di *|5 *|. raggi. Otto fam. Mediterranee: Percidi, Scienidi, Bericidi, Pristipomidi, Sparili, Menidi, Mullidi, I. Fam. PERCIDI. (Percide Cuvier,R. A. 1829); id. Ginth.,Cat. ], p. 58, et Study of Fishes p. 375 (pro parte). Car.— Corpo generalmente oblungo od allungato, più o meno compresso, co- perto di squame per lo più ctenoidi, a linea laterale, quando esiste, con- tinua (eccetto Gen. Ambassis); Guancie non corazzate; Sott’orbitale non articolato col preopercolo ; Pezzi opercolari armati; Sistema mucoso del capo rudimentale o poco sviluppato. — Bocca anteriore con squarcio la- terale, raramente obliquo; Occhi laterali; Mascelle fornite di denti villiformi, con 0 senza canini; Denti sul Vomere e per lo più sui ‘Polatini; Verun barbiglio sotto il mento; Dorsale unica 0 doppia composta di raggi spinosi e molli ; Ventrali poste sotto le pettorali cOn t/;, raro *[,, raggi; Anale consimile alla porzione molle della dorsale, fornita gene- ralmente di un numero minore di raggi; Pettorali non divise in raggi liberi ; Caudale libera; Stomaco generalmente in forma di sacco cieco con appendici piloriche per lo più poco numerose; Raggi Branchiostegi 7, raro 6; Pseudobranchie presenti. La famiglia dei Percidi si suddivide in 3 sottofamiglie come segue : Prima dorsale con almeno più di 8 raggi spinosi. . . ‘Percini, p. 9. Triglidi. Percidi a due dorsali Prima dorsale con meno di 8 raggi spinosi. Apogonini, p.28. Percidi ad una sola dorsale Serranini, p.38. Prospetto dei Generi componenti la famiglia dei PERCIDI. 1* Dorsale avente 1° Dorsale con 13, 14 raggi spinosi. Opercolo con una sola ti almeno 8 raggi | spina diretta posteriormente. Lingua liscia . 00 o Bee: spinosi Squame aderenti }1° Dorsale con 8 o 9 spine. Opercolo con 2 spine dirette s Lu So Percidi (Percini) ia Lingua aspra. O TR ; Pa on due GEL 1* Dorsale con meno(Denti manifesti sui palatini. Occhi normali. Corpo n. Apogon, di 8 raggi spinosi Squame decidue , } ZORO A ì E (Apogonini) Denti rudimentali sui palatini. Occhi enormi. Corpo allungato Pomatomus,p.33. p.28. Ventrali n inferiore nuda Serranus, p.38. Preopercolo a dimensione col margine infer. normale Masc. inf, squamosa . Epinephelus, p.56. Mascelle fornite dentellato di denti villiformi Ventr. allungatiss. 7 Raggi branchiosteg. «Anthias, p.82. BetGici e canini. RNA Opercolo senza Preopercolo SRI cresta sporgente |col margine infer. Ventrali normali. 6 raggi branchiostegi. Callanthias, p.86. (Serranini) liscio. Mascelle con soli | Na iOpercolo fornito di una cresta sporgente ed appuntita. . ‘Poliprion, p.88. denti villiformi 100 GEN. PERCA 9 Sottofam. PERCINI. Percina, Giinth. Catal. I p. 56 et Auct. ‘ar. — Corpo più o meno oblungo od allungato, raramente arrotondato; Coperto di squame fortemente ctenoidi, aderenti, di piccola o media dimensione; Bocca orizzontale o leggermente obbliqua; Denti tutti villiformi od a scardasso in ambe le mascelle; Vomere dentato; Pezzi opercolari fortemente denti- colati od armati; Due dorsali più o meno separate, la prima con almeno 8 raggi spinosi; 7 raggi branchiostegi. Due Generi Mediterranei : Prima Dorsale con 13 a 15 raggi spinosi, Opercolo con una sola punta spinosa, Lingua liscia. Gen. Perca. Prima Dorsale con 8, 9 raggi spinosi, Opercolo con due punte spinose, Lingua aspra. Gen. Labrax. In alcune Regioni dell'Europa temperata e Boreale vivono altri Generi e Specie di Pesci appartenenti alla Sottofamiglia dei Percini. Tali sono: Il Gen. Aspro, Cuv. colla specie «Aspro vulgaris, Cuv. (Asprone comune) che vive in Francia, in Svizzera in Germania; Aspro Zingel Cuv. che vive in Germania; Aspro Streber, Siebold che vive pure in Ger- mania eforse in Svizzera. Il Gen. Lucioperca Cuv. colla specie Lucioperca Sandra, Cuv. che si incontra in Germania ed in Svizzera, e forse sull’estremo limite dell’Italia, nell’Isonzo. Il Gen. Acerina Cuv. colla specie Acerina Cernua, Lin. che abita in Francia, in Svizzera, in Germania. Ma siccome codesti pesci sono specie di acqua dolce e generalmente mancanti in Italia, così ne ometto N la descrizione. Gen. Perca Artedi (1738) Cuvier, R. A. Lar. — Corpo oblungo, alquanto compresso, rialzato generalmente sul dorso, attenuato posterior- mente, rivestito di piccole squame per lo più cienoidi, aspre al tatto ed aderenti, col margine posteriore fittamente pettinato; Testa allungata subconica, colla parte superiore e collo spazio interorbitale nudi; Guancie scagliose; Bocca orizzontale, leggermente pro- trattile. Denti villiformi senza canini, disposti uniformemente sul margine delle ma- scelle; Denti sul vomere e sui Palatini; Lingua liscia; Opercolo armato di una sola punta spinosa volta posteriormente. Preopercolo fornito di esilissime denticolature sul margine posteriore, e di alquanti denti più forti sul margine inferiore; Sottopercolo ed interopercolo dentellati; Due dorsali distinte, ravvicinate alquanto alla base; la 12 con 13 a 15 raggi spinosi ; Anale con 2 spine; Ventrali con */5; Caudale smarginata; Linea laterale con- tinuva, parallella alla curvatuga del dorso; Pezzi scapolari seghettati ; Vescica natatoja pre- sente; Ciechi pilorici pochi (1). Una sola specie Europea: Perca fluviatilis, Lin. N. B. — Atteso le innumerevoli difficoltà oppostemi dalla stampa nella distribuzione dei Prospetti Ittiologici in un formato in 8°, mi sono trovato costretto di modificare alquanto la paginazione del Manuale, se- guita nei fascicoli precedenti, per renderla più libera e successiva. Le abbreviature sono state già spie- gate nel 2° fascicolo del Manuale. I caratteri contrasegnati in corsivo sono più particolarmente distintivi delle sezioni nelle quali le specie si trovano inscritte. (1) Le splendide illustrazioni pubblicate da parecchi Autori antichi e moderni intorno a questo pesce abba- lanza noto e comune, mi dispensano dall’obbligo di riportarne quì una descrizione particolareggiata, per lo che ni limito ai suddetti cenni generici più essenziali. 3 IO FAM. PERCIDI NOME SCIENTIFICO I° Sp. Perca fluviatilis, Lin. (Perchia o pesce Persico) NOME SCIENTIFICO Carat. specifici. — Colore del Corpo bruno-giallastro, verdiccio o grigio azzurrognolo, tendente al dorato sul dorso e sui fianchi; ventre grigio-biancastro; s a 7 fascie verticali brune più o meno distinte sui lati. Una grande macchia nera appare sulla parte posteriore della prima dorsale, che è grigia; le Anali sono di | colore rosso di minio, le Pettorali giallastre, la Caudale rosso-cupo. Questi colori però possono variare al- quanto a seconda dell’etd, dell'abitazione, e della stagione. In alcuni esemplari le fascie verticali sono indistinte o mancanti; locché ha dato luogo all’erronea supposizione che codeste forme, costituissero specie distinte. Gli | altri caratteri come nel genere. Nootamento I D. 14-15, IT D. 1-2/13-14 A. 2/8-9 V. 1/5. P. 13-140C. 017. Vertebieo n 028 1758 1766 1746 1726 1744 1749 17772 1776 1782-4 » 1785 1788 » 1789 1798 1800 t80I 1802-8 1804. 1307 ISIO 1817 1822 1824 1825 1827 Linnaus, Syst. nat. ed. X, p. 289. 105, Syst. nat. ed. XN,I-p.481,sp.1I. oi EAU SVECICA EIA I Sp: 32.iet, (edili (17,02) Marsigli (L. F. de), Danubius Panon-My- sicus. Hist.nat..IV;p.'6s, tab 28, fio. id. Gallice, Description du Danube, Poissons. La Haye (Vi pli23ffio 22 Klein: Elise SPisc Missa XI pi) spoggiatab. a Vl gio: DhnhamelsPechestIWSSect Va NChap, lE ATE IVA p9 Spot Miller O]: Zool Danicae Prodr:p-146, ni3.6S: Pennani: Bit. Zool ME di) Lepiez54 pl48:(ed.-2*)-(18r2) Ip. plesso Bloch5 Fische?*Deustehlandst: MI AEp_a66: D- 2 Stab.052: Daubenton, Encycl.Meth.Ichthyol.,III,p.292. Meindinger, Fische Oesterr., tab. 5. Linnaeus, ed. Gmelin, I. Par. III, p.1306,sp. 1. Bonnateste Cs Eneycl Dice dlchtip3126) pli 53; 122204. Razoumowsky, Hist. nat. du Jorat, I, p. 126. Schrank, Fauna Boica, p. 313 et 314. Lacepéde, Hist. nat. des Poissons, IV.Gen. 120, P-4395» 399. Retzius; Faun.Svec.Linn.,ted./2,pars.T:p.335 Bloch; ed+Schacider Ord TI p.(83spir Donovan, Natur.-hist. Brit.Fish., III, Tab. 52. Shaw General Zool Wp: s45 At plioino: Murton, Bat R40NAprifr00 Rafinesque, Indic., p. 16, n. 63. Cuvies Regan ied9 Atp 29031 (22ed5) (1329) pain! Naccari, ‘Pesci Adriat; p..24, 049: Martens, Reise v. Venedig, II, p. 429. Jurine, Poissons du Lac Leman, in Mem. Soc. Phys., Sc. nat., IN, pars.1, p. 152, Spar plo: Nardo, Prodr. Veneta Ichthyol., p. 14, n.110. Hartmann, Helvetische Ichthyol., p. 61. 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PERCIDI SINONIMIE H'repxn., Aristot., Hist. Anim., Libr. VI, C. 14. >. \eAelian, Libr. NIV_ (GC. 23. 00. DIAtheneus,tLibr Wp: Perca, Plinius, Hist. Mund., Lib. XXX, C. 9, 10, Lib-JX, (Co 16. Lib XXXH:Ciolro: » Ausonius, Eleg, de Mosella, vers. 115. » Jovio (Paulus), De Romanis piscibus Li- bellus, Cap. XXIV. » Jonston, Thaumat., p. 423. Perca fluviatilis, Bellonius, Aquatil., Lib. I, Pi e937299 » id. Gallice, La Nature et divers. Pois- sons; Lib. I ibid: pi200! 1554 » Salviani, Aquatil, Hist. Fol,, Hist. 84, p. 226, fig. 90. » » Rondeletius, Pars II, De Pisc. fluviatil., Iibr. INSIC XXI pioro6-7 fio: 1558 » Gesner, Hist, Animal. Aquat., Lib. IV, p. 698, fig.168>: id, (edit. 1598 fol.), p.168 Cily 2C na. Isso >» Willughby, Hist, Pisc.,;) Lab. IV, /C.0 14; p-)201,,/1aDt:s. 1713 » Ray,Synops. method. Piscium, p. 97, n. 23. 1738 » Artedì, Genera Pisc. 39, Syn., 66, sp. 74. 1763 » Sneo Zoophil., p. 9I, n. 301, et Mus., T.'"p.136: 1638 Perca fluviatilis Major, Aldrovandi, Libr. V, Cap.:133:/p..16220 he; 1624 Perca Major, Schonevelde, Ichthy., p. 55. 1677 » Charleton, Onomast.Zoicon,Synon.,p. 161. 1749)». “Jonston, de, Pisc.;. Lib. III,rit.3, Coi. p-i107; (tab: /23. 1759 Perca vulgaris Scheffer, Fisches Bavar-Rati- sbon..Pentas, pag. 1, tab. I,-fig. I. 1828 » Agassiz (Louis), in Isis, p. 1047. 1846 » Bonaparte, Cat.met. Pesci Eur., p.55,0.477. 1854 Perca Helvetica et vulgaris, Gronovius, Catal. of fishes, ed. Gray (1854), p. 113, II4, Spia, 12. 1772 Perche de riviere, Duhamel. Pèches, 2 part., seet...Mi p.i98pi 9, 02.3: 1817 Perca Italica, Cuvier R. An. (1* ed.) II, p. 293 (23-ed.- pig)! 1828 » Cuvier et Valenc., Hist.Poiss., vo]. II, p.45. Specie affini estere. 1790 Perca americana, Schrank. 1815 Bodianus Flavescens, Mitchill. 1817 Perca flavescens, Cuv., R. A, et auct. 1829 » acuta et P. gracilis, Cur. Val. II, p.49,50. 1869 » Ml et P. serrato-granulata, C. V., pig; 1878 .» fluviatilis var., Steindachner, Sitzungsb. Wiener Akad. NOMI VOLGARI Italiani. Perchia comune, Perca fluviatile (Ital.). Perga di Fiume, Pesce persico (Ital.). Pesce perso, Perso di fiume (Tosc.). Pess-Persic, Pess-Persigg (Lomb.) (Pavesi). Pess Persighin, Persighin (i giov.) (Lomb.). Berton, Rattell, Gheubb (i grossi) (Lomb.(. Centino,o Cent-in-bocca, (i neonati) (Lago-maggiore). Bandirolo, Bertonscello, (i piccoli) (Lago di Como). Pess Persigh (Modena) Bonizzi. Pesce Perseghin (Bologna, Roma). Persego (Verona, Venezia, Treviso, Trentino). Prechia (Napoli) Costa. Percia di sciumi, Precchia di sciumi (Sicil.). Perchia di Fiumi (Catan.). Esteri. Perche de Riviere, La Perche comune (Franc.). Perche ou Prechaude, Perseque, (Franc.). Perche fiuviatile, Percot (Franc. settentr.). Perdrix de Riviere (Franc.). Perco, Pergo (Nizza, Gard.) Moreau. Pesega (Pirenei Orientali) Moreau. Hurlin (Vosgi). Brandemaille (Savoja) adult. 2 50R] The Perch, A Pearch, The Fresh-water Persch (Ingl.). Burs 0 Bors, Baar, Baars, Boccars (Olanda). | Gemeine Barsch,Seebars,Flusbarsch,Haffbars (Olanda) | Bars, Baarsch, Stoch Bearsch, Fluss-Barsch (Germ.). Bersich, Persche, Berschike o Bersig (giov.) (Germ.). Borsehke o Persehke (Prussia). | Ringel persing, Stoekbaarsch, Bunt-baarsch (Pomer.). | Biirstel (Baviera). Borsling et Barslin, Bersling Persching (Austria). Warschieger (Austria). Wrentensa o Wretense (Ungheria). Perchette, Milcanton (Ginevra giov.) Perche (Leman). | Leveling, Euerlich, (di 1 anno) (Svizzera). Egli ou Eglin (di 2 anni) (Svizzera). Hichling (di 3 anni) (Svizzera). Leehing Keeling, Bersich (di 4 anm) (Svizzera). Barsch, Behrling, Raubfisch, ( Adult.). Rohregli, Krabegli, Rebrling (Adult.). Lutz, Bunz, Buizen (S. Gallo). Okòn o Okun (Russia). Tscekames Ahbren, Qvian (Polonia). Aborre, Abborre, Strandaborre Abborn (Danese). Fresck-vands Aborre, Ferckvandsaborre (Danese). Der Almindelige Aborre (Danese). «Aborre, Abborre, Versig Abborre (Svez.). Aborren och Tryte (Svez.). è Tryde Skybbo (Norveg.). Vanlig Abborre (Scandinavia). Woskon sitter (Lapponia). Abrena (Finlandia). Ostries, bulja (Croato) Faber. Olobousa (Tartaro) Normann. | GEN. PERCA VARIETÀ Varietà. La Perchia fluviatile, atteso la notevole estensione della sua abitazione, e le svariate influenze esterne cui è necessariamente soggetta, offre, come egre- giamente lo ha notato il D." Moreau (1), numerose differenze di forma, di dimensione e di coloramento; nelle quali differenze taluni Autori, anche di incon- | testabile merito, hanno creduto ravvisare altrettante specie novelle e distinte, mentre in realtà non altro sono che semplici varietà. A codesta categoria di forme più o meno aber- ranti, appartengono, fra gli altri, alcuni Pesci Per- sici indigeni dei laghi di Gerudmer, e di Longmer nei Vosgi, che il Blanchard fece conoscere, e rap- presentare sotto il nome di Perca dei Vosgi (Perca Vosgensis) Hurlin dei naturali, caratterizzati da un corpo più esile e più allungato, dal dorso meno in- curvato, dal muso più affilato, dalle fossette sotto ‘orbitali più marcate, dalle dentellature infine del Preopercolo più minute, più numerose ed eguali (2). Ora codeste forme, come lo ha riconosciuto il D,” Moreau, per confronto di esemplari tratti da località diverse, anche vicine, non altro sono che il risultato della naturale permanenza di questi pesci in acque dotate di condizioni fisiche speciali, ed in partico- lare di corso or più or meno rapido, essendochè la osservazione ha dimostrato che i pesci che vivono in genere in acque rapide, hanno per lo più il corpo più allungato e più sottile di quelli che stanziano nelle acque tranquille. Dietro le quali nozioni, le Per- chie Vogesi non possono altrimenti essere conside- rate che quali varietà locali. Lo stesso può dirsi di alcuni altri individui che vivono nel Danubio e nelle acque dolci dei Paesi settentr. ed orient. d’Europa, segnalati dallo Schaeffer sotto il nome di Perca vulgaris.- Anche questi pesci, notevoli per la maggiore grossezza, obesità e gibbo- sità del corpo ecc., vennero dimostrati dal Siebold e da altri recenti naturalisti, quali semplici varietà, dovute ad influenze fisiche locali, e principalmente alla presenza di acque tranquille, più ricche di principi nu- tritivi, e più confacenti alla vita di codesti animali. Tali sono pure alcuni individui dei contorni di Bologna, che si ebbero dal Cuvier il nome di Perca Italica, i quali, oltre ad avere il capo proporziona- tamente più grande, i denticini del margine inferiore . del Preopercolo più rari, più forti ed acuti, e qualche differenza nella relativa altezza delle dorsali, sono generalmente di colore più sbiadito, e privi delle ordinarie fascie brune trasversali. Questi soggetti confrontati del pari dal Bonaparte (3) con numerosi esemplari avuti da varie località dell’Italia centrale, sono stati riconosciuti da esso per varietà indivi- duali, aventi forme e colori, che gradatamente si (1) Hist. nat. d. Poissons de France, II, p. 332. (2) Blanchard, Poîssons d. eaux douces de la Fran- Wp. 140, fig. 12. (3) Iconogr. della Fauna Italica; Articolo Perca. eta IE i ———Ty o__—____mtt—t__e DIMENSIONI modificano nei singoli individui, identici rimanendo sempre tutti gli altri caratteri propri della specie. Altre varietà individuali, di Perchie a corpo straor- dinariamente gibboso e quasi mostruoso, sono state segnalate per lo passato da Linneo e da Cuvier nei faluni della Svezia; da Pennant nel Paese di Galles; da Parnell nel Chershire, cagionate talora da condi- zioni patologiche speciali, o da sformazione della colonna vertebrale, le quali non danno certamente adito alla creazione di Specie e di Generi distinti. — Epperò l’estensione della variabilità nei Pesci Persici è così notevole, che i pescatori di alcune regioni sanno opportunamente distinguere e dinotare con nomi vol- gari differenti, gli individui di un medesimo stagno che dimorano normalmente nelle acque profonde, da quelli che menano vita in acque più superficiali e litorali. A contraposto delle quali forme, si conoscono in iscienza alcune specie di Perchie proprie dell’Ame- rica settentrionale, le quali, ritenute per lo passato quali varietà della Perca fluviatilis, vennero ultima- mente riconosciute dal D." Ginther e dal Prof, Jor- dan (1) quali specie assolutamente distinte. (Vedi si- nonimia estera nelia pagina precedente). Dimensioni. Il Pesce Persico adulto non oltrepassa ordinaria- mente la lunghezza di o”, 30, a 0”, 40 ed il peso di 2, a 2 !/, Chilogrammi; mentre gli stessi indi- vidui del peso di 1'/, Chilogramma, vengono già considerati come cospicui. Nei Paesi del Nord, la Perchia, trovando condizioni più favorevoli di vita, assume dimensioni maggiori, e non di raro se ne incontrano individui del peso di 6, 8, e persino di 9g Libre, che non ricorrono mai in paesi più meridionali. E nota in iscienza l’esistenza di una testa di Per- chia conservata da tempo antico nella chiesa di Lula in Lapponia, che misurava la lunghezza di due spanne, ma che lo Schaeffer giudicò possa piuttosto appartenere al Sebastes del Nord, volgarmente in- dicato colà sotto il nome di Perchia di mare (Cuv, Val. p. 25) In Italia la Perchia suolsi generalmente rima- nere piccola; e solo nei vasti laghi superiori essa perviene alla lunghezza di oltre un piede (Pavesi). Difatti in Lombardia, secondo il Prof. Pavesi, la Perchia raggiunge il peso massimo di 1,500 kilo g. all'incirca, e quando è di 3/, di kilog. è abbastanza rara. Ciò non toglie che di tratto in tratto si citino esempi di peso anche maggiore. Uno dei più grossi individui che il Pavesi potè misurare aveva la lunghezza totale di 0", 36, l’al- tezza di 0", 09, ed il peso di kilogr. 0,530 circa (2). In quanto alle proporzioni del corpo di un individuo ordinario adulto si può ritenere essere le seguenti : (1) Synopsis of Fishes of Noorth- America, p. 524. (2) Pavesi, Pesci e Pesca nel Canton Ticino, p. 18. 4 FAM. PERCIDI HABITAT Abitazione. Il Pesce Persico trovasi sparso in tutta l'Europa temperata edin una gran parte dell'Asia settentrio- nale. I laghi, i ruscelli, le acque vive, ed i fiumi, gli servono egualmente di dimora, ma a parità di circostanze preferisce le acque limpide, e prospera meglio nei laghi che nei fiumi; nei quali ultimi tende piuttosto a risalire verso le sorgenti, anzichè discen- dere verso le foci,evitando sempre le acque salse(Cuv.) Considerato il Pesce Persico nella sua distribu- zione geografica, risulta, che esso è generalmente più frequente e copioso nelle acque dolci dei paesi set- tentrionali, in confronto di quelle dei paesi temperati, nelle quali ultime, scarseggia tanto più, quanto queste sono poste sotto latitudini più calde e meridionali. Prendendo .ad esaminare partitamente !a distribu- zione di questo pesce nelle singole regioni dell’Eu- ropa, si trova, che la Perca è abbondantissima nelle acque dolci del Lussenburgo, dello Schleswig, della Pomerania, delle isole Danesi, della Svezia, della Gotlandia, della Finlandia, non meno che della Scan- dinavia sino al 69° grado di latitudine Nord; man- cando soltanto in alcune Isole del Mar Glaciale, non essendo stata avvertita nelle Orcadi ed in quelle della Groenlandia. Nella Norvegia, la Perchia, secondo Collett, rin- viensi nelle acque salmastre del Golfo di Finlandia e di Botnia; manca all’Ovest di Christiansand, e nel lago di questo nome; non meno che nel lago di Bergen, ed in parte nella contrada giacente presso Finmark; come pure nel Fiord di Trondhiem. La causa di questa deficienza si suppone possa essere la rapida corrente di quelle Acque (Gòsta-Sundman). Secondo. Pallas \sipesca. la: Perchia, in. tuttala Russia Europea, ed in particolare nei Fiumi che si gettano nel Mar del Nord, nel Baltico, nel Mar Nero, e persino nel Caspio, dal quale ultimo mare essa suole uscire in primavera, per rimontare i corrispon- denti fiumi (Cuv. Val.). Essa però manca nella Lena e nei fiumi più orientali. Nelle Isole Britanniche la Perchia è rara al Nord del fiume Forth, a meno che, come nota il Day, non vi sia stata introdotta in questi ultimi anni. Essa però è abbastanza copiosa in questo fiume e nei suoi affluenti, ed universalmente distribuita nelle acque dolci del Paese di Wales, del Deveron, del Banffshire, non meno che nelle acque meridionali della Scozia. —Vive ovunque nel Nord, nel Sud del- I Irlanda ed in particolare nei laghi di Mayo e di Ballys presso Belfort, nel lago di Neugh, e nel fiume Shannon; mentre sembra difettare nelle isole Shet- land e mancare assolutamente in quella di Wight. Comunissima è la Perchia nella maggior parte delle Acque dolci della Germania, e principalmente nel Reno, nel Weser, nell’Elba, nel lago di Costanza, di Wallenstad e loro affuenti.—In Olanda la si rin- viene nell’Ostsee, tanto meridionale che settentrio- nale (Mobius). Verun individuo di Perchia abita la Spagna. HABITAT La Perchia vive abbastanza copiosa nella maggior parte delle acque dolci della Francia, nella Mosa, nella Senna, nella Loira, nell'Herault, nei Rodano. e negli aitri fiumi del Delfinato e del Giura. Viceversa sembra mancare in tutta la parte delle Alpi marittime posta ad Oriente del flume Varo e principalmente nei contorni di Nizza, ove di fatto non si trova citata nei lavori di Risso e di Sassi. Nella Svizzera, ad eccezione del fiume Inn, e del- l’alta Engadina, essa è uniformemente distribuita in pressochè tutti i bacini di codesta Regione, sempre però più abbondantemente nei laghi e nelle acque relativamente calme, che nei Fiumi a correnti ra- pide. Cosi è che, giusta Fatio, la si trova in tutti i laghi centrali ed occidentali del Paese, come quelli di Lucerna, di Zug, di Thun, di Bienna, di Neuf- chatel, di Zurigo, di Joux, di Ginevra, di Reuss; non meno che in molti piccoli laghi alpini, nei quali ‘ sia naturalmente, sia perchè importatavi , si trova esistere sino all’ altezza di oltre 1200, ed anche di 1400 metri sul livello del mare (1). Ond’è, come nota il Fatio nelle diligenti sue ri- cerche, la Perchia che abita tutti i laghi inferiori della Svizzera vive e prospera anche nei laghi di Lunghern a 659 m. d'altezza sul mare, di Krònthal a 716 m., dî Joux.a 1009 m.,; dit Ter aN102: Mandi Lenk a 1075 m., nel Simmenthal alla stessa altezza, nel Seewli del Brinig a 1160 m., e persino a 1350 nel Hinterburger See presso Brienz, ove è stata osser- vata in persona dallo stesso diligentissimo Autore. Nel Canton Ticinese la Perchia abita nel fiume di questo nome, nella Maggia, e più abbondante- mente ancora nel Ceresio, nel Verbano, e lungo la riva da Ascone a Brissago: e molte se ne prendono nel laghetto di Muzzano (Pavesi). In Italia, i laghi della Lombardia sono feracissimi di questo pesce, e principalmente il lago Maggiore, quello di Como, di Jseo, cui tutti supera il laghette di Mezzola, ove, impetuosi venti di tramontana so- gliono spingerne a secco sulle rive uno sterminato numero di individui (Monti). i Fra i fiumi del Piemonte il Tanaro, il Chiusone ne contengono buon numero. N Nel Veronese la Perchia si mostra comune nelle acque dell'Adige, del Tartaro, della Mollinella, nelle Valli veronesi, e molte se ne colgono nei fiumi e laghi del Mantovano.—Fu sempre creduto dagli Au- tori che il Pesce Persico facesse difetto nel Bemaco o Lago di Garda, non essendovi stato citato dal Pollini; singolare mancanza, come osserva il Bona- parte, mentre la Perchia ritrovasi abbastanza copiosa in pressochè tutti i laghi piccoli e grandi dell’ Italia. Ora codesta erronea supposizione è stata rettificata dall’egregio mio collega Conte De Betta, il quale, come narra nella sua Ittiologia del Veronese, ne colse personalmente non pochi individui a Torri, (1) Fatio, Faune vertebrès suisse, p. 28. ed (==) GEN. HABITAT a Sermione, a Bardolino, ed in altri paesetti che cingono quell’ameno bacino. Nell’Italia centrale la Perchia vive nel Po, nelle valli del Ferrarese, ed in parecchi fiumi della Pro- vincia di Modena e di Bologna, meno che nel Reno, ove la sua mancanza é stata già avvertita dall’ Al- drovandi. Nel Veneto. secondo il Conte Ninni, la Perchia fa difetto nei fiumi della Provincia di Treviso, rin- venendosene un numero un po’ vario nella Piave, nel Brenta, nel Tagliamento e nell’Isonzo. Nell’Italia peninsulare la Perchia scarseggia in ge- nere quanto più si procede verso mezzodì, giacché raramente la s’incontra nell’Arno e nel lago di Bien- tina, e raramente sul mercato di Firenze. Niuna Perchia di acqua dolce si conosce a Roma, ab- benchè i! Bellonio asserisca che esista e si chiami Cerna, e ne manco in tutta ja parte meridionale delle Provincie Romane. Ritengo del pari che la Perchia possa mancare nei laghi e nei fiumi del Napoletano, non trovandosi -- fl citata che di passaggio dal Costa nel suo Catalogo sistematico, senza indicazione di località. In Sicilia il Pesce Persico é stato realmente an- noverato fra i pesci indigeni dell’Isola dal Rafinesque, dal Gemmellaro, dal Prof.Aradas; tuttavia per quante i assidue e diligente ricerche vi sieno state fatte da me pel corso di 20 anni, ed ultimamente dal Pro- | fessore Grassi di Catania, non fu possibile ottenere, fl anche a fronte di vistosi regali, un solo saggio di questo pesce; perlochè credo si possa conchiudere, che se per Io passato esso ha potuto esistere in Si- cilia, oggidi ne è del tutto scomparso. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. Non avendo ritrovato verun soggetto del Pesce persico in Sicilia, ne procurai alcuni esemplari dalla Provincia di Modena per il Museo di questa Uni- versità, dei quali offro qui le relative preparazioni, le dimensioni: Wegkelle 2 Es.; di 0%, 19; 0%, 20. Mr alcool 2 Es.; di 0%, 15, 0%, 19. Prepara. osteologiche 2 Sch.; 0°, 17; 0%, 16. Proporzioni relative del corpo degli individui suddetti. Lung. totale 0, 20; Alt. del corpo, 0,055. » del capo o, 060; Alt, del capo 0,049. Diam. dell’occhio 0,014. Spazio preorbitale 0, 016. » interorbitale 0, OI4. PERCA I5 RRONTSRFIREAZiI ONE Prolificazione. La Perchia comincia a prolificare all’età di 3 anni. In Italia essa va in frega dal mese di Marzo al Giu- gno, un po’ prima un po’ dopo secondo la tempe- ratura; d’ ordinario il Maggio è l’epoca più oppor- tuna (Pavesi). Anche in Germania la prolificazione sua avviene presso a poco nel tempo stesso e più particolarmente da Marzo ad Aprile.—La deposizione e la fecondazione delle uova succede d’ordinario a poca profondità nelle acque, cioè come dice il Pa- vesi, appena al disotto della corona degli stagni, specialmente là dove sonovi, erbacce e sterpi, che la Perchia ricerca onde agevolare per frega, l'emissione delle sue uova. — Le uova sono biancastre, della grossezza di un seme di papavero e rivestite di un intonaco trasparente e mucillaginoso, destinato a proteggerle e ad attaccarle a corpi circostanti. Esse sortono distribuite in un cordone mucillagi- noso, simile a quello dei Rospi, che talora ripiegato su se stesso, giunge alla lunghezza di 6 piedi e che attaccato per un capo a corpi solidi, rimane flut- tuante nel liquido circostante. —Il numero delle uova della Perchia è notevolissimo ; in un soggetto del peso di una libbra, come venne constatato da vari naturalisti, giunge quasi ad un milione. Di fatto Bloch trovò 300,000 uova in un individuo del peso di mezza libra; mentre Saussure assicura di aver con- tato fino a 992,000 uova in una Perca del doppio più grossa. Pochi giorni dopo la fregola, si veggono formi- colare i novelli avanotti nelle località ove questa è avvenuta. I piccoli persicotti però nei laghi Lom- bardi non compariscono che in Luglio, e girano an- cora lungo Je rive finchè hanno acquistato certa grossezza. (Pavesi). Nel momento della nascita questi pesciolini portano appesa al ventre una grossa ve- scicola vitellina, la cui somma trasparenza, permette di distinguere agevolmente i battiti del cuore, ed il tragitto dei principali vasi del novello embrione. . (Blanchard). Pregio alimentare. La carne delle Perchie è squisita, solida, di facile digestione; pregi che vennero celebrati da Ausonio nel noto suo poema de Mosella coi seguenti versi: « Nec te, delicias mensarum, Perca, silebo, « Amnigenos inter Pisces dignande marinis, « Solus puniceis facilis contendere Mullis ». Ad onta di che, non sembra che gli antichi Ro- mani apprezzassero soverchiamente codesto pesce, mancandone, come dice Bonaparte, ogni memoria nei fasti delle sontuose loro mense. In Germania si apprezzano maggiormente le pic- cole Perchie ben colorite che vivono abitualmente presso le rive (Fatio). dI E n 16 | FAM. PERCIDI Ùl Percidi a due dorsali, la Prima con più di 8 raggi spinosi. Percini con 8, 9 raggi spinosi nella prima dorsale. (Vedi pag. 9). | Gen. Labrax Cuvier. i Car. — Corpo oblungo o piuttosto allungato, lievemente compresso, coperto di squame noidi di media dimensione. — Cranio e spazio interorbitale squamosi; Mascelle fornite denti villiformi senza canini; Denti sul vomere e sui palatini; Lingua rugosa coperta! piccole spine; Preopercolo seghettato posteriormente con forti dentature nel margine 1 feriore rivolte all’innanzi; Opercolo armato di due punte spinose rivolte posteriormen Sottopercolo ed interopercolo col margine liscio; Due dorsali separate alla base, Prima con 8, o 9 raggi spinosi; l’ Anale per lo più con 3 spine; Pezzi scapolari non | ghettati; Appendici piloriche poche (4, 5); 7 raggi branchiostegi; Pseudobranchie pil senti, ben sviluppate; Vescica natatoja presente. Due Specie principali, distinte come segue: Prima Specie: Vomere munito di denti sul solo cavalletto, disposti a semi- cerchio. Corpo generalmente privo di macchie nere. Seconda Specie: Vomere munito di denti sul cavalletto e sul corpo, disposti in forma di T. Corpo costantemente sparso di macchie nere ‘regosarmente distribuite. Labrax lupus, Cuv. Nell’estremo Oriente dell'Europa, sonovi alcune altre specie di Labrax, illustrate di recente dal D." Guùnth delle quali terrò parola in appresso. ‘NOME SCIENTIFICO NOME SCIENTIFICO 2° Sp. Labrax Lupus, Cuv. (Lupo, Brancino, Spinola) Carat. specifici. — Corpo allungato, vestito di squame di media dimensione; Muso un po’ appuntito; Vo- mere munito di denti disposti a semicerchio sul solo cavalletto. Preopercolo col lembo saliente minutamentel dentellato, e coll’inferiore guarnito di 3, 4 forti spine, dirette all’avanti; Sott'orbitale liscio; Mascelle prive di squame. — L'altezza del corpo é contenuta 4*|, a 5 volte nella lunghezza totale del pesce, la lunghezza del capo 3 *|, a 4 volte nella stessa misura. Il Diametro dell’ Occhio stà 4 ‘|, a s volte nella lunghezza del capo. Si contano 60, 70 squame nella linea longitudinale del corpo, e circa 23 nella linea trasversale. II Dorso é di colore grigio-verdastro, o grigio piombo, i lati grigio-azzurrognoli, il ventre bianco-argentino.| Una macchia nera più o meno distinta, appare alla punta dell’opercolo. Le Dorsali sono rosee, le Pettorali e Ventrali biancastre. Il Corpo è generalmente privo di macchie nere. Gli individui giovani però, e talora le| femmine hanno la metà superiore del tronco ornata di piccole macchie nere irregolari, ed irregolarmente disposte, Nootamento I D. 8-9; H D 1/12-13; A. 3/10; V. 1/5. P. 15-16. C. 17. Vertebre 12-13/13. Ciechi pilorici $. Luns.itotale lo. s0ra:0W0;fanchesi 00. 1828 Cuv. et Valenc., Hist. nat. Poiss., II, p. 56, | 1846 Heckel, Pesci di Dalmazia. In Carrara, de- PINE scriz. Dalmaz., p. 89. O 1829 Guys Ri vAl (ed 2) pr » Sassi, Catal. Pesci Golfo di Genova, p.123. | 1835-6 Bonap., Iconogr. Faun. 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Jenyns, Manual Brit. vertebrat., p.. 331, NI Sp. 2. | JI id. Trapani, Fishes of Malta, p. 20 (Sprotta). 8 | id. Schinz, Europàisch. Fauna, II, p. 87... IN) id. Desvaux, Ichth. Cotes Oceaniq. France, 8), p. (99: Sp 200: i Wi id. Gronovius, Catal. Fish. edit. Gray, p.115, | Sp. 4. IÙ id. Nilsson, Skandin. Faun. Fiskarna, p. 16. | id. Mariotte, Anim, vert, Arrondism. Abbe- | ville, p. 405. il id. Kessler, Auszigge Bericht N. W. Kusten, | Il v. Sckwarz.-Meeres, p. 2. O id. Companvo, Hist. nat. Depart. Pyrènèes | orientales, 7 IND p.74004sp92% id. Gemellaro (Carlo), Saggio Ittiol.Catania |8) in Atti Soc. Gioen., I XECSere2spaoel id. Schlegel, Naturlijke Hist. v. Nederland. | de Vischen, pi, 34, tab. 9 na) Sciena labrax, Bloch, Fisch. Deutshl., III, tab. 301. Sciena diacantha, Bloch, ibid. III, tab. 302. | Sciena labrax et diacantha, Shaw, Gen.Zool, | IV, Part p. 84005868 ‘Perca diacantha, Lacepède, Hist. Poiss., IV, p 418; id. {altera_edit.), Xx palsoì id. Bloch, edit. Schneid., p. 85, sp. 6 (excl. variet.). | id. ? Rafin:, Indice Pesci Sicil., p.19; spit Centropomus lupus, Lacep., IV, p. 267. id. ©Rafin, Indi pia spe O Perca sinuosa, Geoffr. S. Hilaire in descript. | Egypt. Poiss., pl. 20, fig. 3. I Perca lubina, Le Compte, Iconogr. R.A. Cu- | VICEROpli7Asto i id. Desvaux, Essai Icht. Còtes Ocean.Franc., | D. 99, Sp. 207. i - Lupus labrax, Bourgiot, Poiss.Marchè d’Alger., | PANIGI=127: Labrax Linnei, Malm, Gòteb. och. Bohusland | Fauna, p. 379, n. 308. i ‘Basse Perch, Pennant, British Zool, , p. 2575| tab. 49; id. (edit. 1812) p. 348, tab. 60. | The Basse, Yarrel], Brit. Fish., ‘T. II, p.118% fig. Bass, Couch, Hist. Fish. Brit. p. 189, pl. 40. | | I \ Island, T. I;| a GEN. LABRAX 19 LABRAX LUPUS NOMI VOLGARI Italiani. Labrace, Spinola, Spinota, Spigola (It.). Lupo, Lupaccio, Lupasso (Roma). Ragno, «Aragno (Toscana). Spinola bianca, Branzin (Venez.,Triest.,Fiume) Ninni, Branzinetti, Branzinoti (di un anno) (Ven.). Baicoli, Baicoletti, Baicoloti (di 2 anni) id. Ragnoi (i piccoli) (Ven.). Varioi, Varioli (i piccoli macchiati) id. Vanini, Baicoli (id.) (Trieste). i Louazzo, Louvazzo (Genova); Lovazzo (Spezia) Varolo (Marche). Spinula biunca o di pietra (Napoli). | Spinula serena (ia varietà macchiata). Spinula, Spinota (Sicil.). Spina, Spinula, Spinula janca (Girg., Mess.). Spinula, Spinota, Lupu (Catania); Spin (Lentini), Serrania, Serraina (abusiv.) (Sicil.). Boragie, Bodasce, Bodagie (i giov. macchiati). i Lupo, Lupu (Taranto). si | ind, i Lupu (Sardegna); Spnotta (Malta). Esteri. Le Bar, Bars commun, Lcup de mer (Franc.). Loubine, Loubas, Louvine (Provenzale). . Loup, Loupasson (Marsiglia). Lubin, Lupin, Loubineau, Barreau (giov.) (Cherb.). \Brigne, Digne (Prov. merid.), \Brigne Drelique (Finistere). Bog (Arcachon, Vannes), | Pigue, Ladatte (Bayonne). MI Yan Dreinec (Bretagne). Llobarro (Pirenei orient.). | Louhas, Loubassou (Nizza). | Llubina, Llobarro, Llop (Spagna, Catalogna). \Lubina, Lobina (Bilbao), Robalo, Robalou, Robaliza (Andal.', Galicia, Cadice). Baila, Baileta, Pintat, Pintadet (giov.) (Valenza). | Loop (Barcellona). Robalo (Portogal.); Lubaro (Baleari). The Basse, Bass, Bace, Common Basse (Ingl.). King of the Mullets, White Mullet (Irland.). White salmon (Herne Bay). Draenog gannog (Welsh.). Boers, Sea-dace (Kent.); Gapemouth (Scozia). i) Gemeine Wolfs-Barsch, Wolf-Barsch (Germania). Gemeiner-Seebarsch, Seewolf (Germania). \Salmbarsch, Seebarsch, Lachsumber (Germania). Barsch,Bersy,Barsig, Egli, Dabling (i giov.) (Schinz). ‘Baars, Zeebaars, Zeekarpel (Olandese). WBarsin Har, Har-Barsch (Danese). ‘Hafsabboren (Svez.). \Lubin, Luben, Lubanz, Vuck (Slavo). \Omudut, Ljublzjac, Agag (Dalmaz.). Smudut (Ragusa); Ljubin (Lesina). Aagpag (greco antico); AxBpaxtov (greco moderno). EABIRRATXGE UE RAUES Descrizione. Corpo allungato, alquanto compresso, vestito di squame mediocri, fortemente cigliate ed aderenti, L'altezza del corpo stà 4 1/4 a 5 volte nella lun- ghezza totale del pesce, la lunghezza del Capo, 4 volte circa nella stessa misura. Il profilo del capo, dall’ estremità del muso alla prima dorsale, segue una linea leggermente coa- vessa, che diviene orizzontale ed appianata fra le due dorsali, e successivamente declive sino alla coda. Il profilo del ventre, dall’apice del muso alla ra- dice dell’ anale, è regolarmente e mediocremente convesso, indi alquanto sinuoso sino alla coda, La nuca, il dorso ed il venire sono. arrotondati trasversalmente; la coda più compressa. Il cranio e lo spazio interorbitale sono coperti di piccole squa- me liscie non dentellate posteriormente. La bocca grandissima, si squarcia sino ad 1/3 della lunghezza del capo, ed è ricinta di labbra semplici, ma carnose, Le mascelle scio un po’ disuguali, la inferiore lievemente più prolungata della superiore, negli individui adulti, un po’ più corta nei giovani. I denti sono tutti a scardasso ed eguali, ma va- lidi ed acuti, disposti in una zona che va gradata mente ristringendosi verso la commisura orale. Il vomere porta un gruppo di denticini disposti a cavalletto; i pu/atini ne sorreggono una breve zona longitudinale. i La lingua è breve, larga, ottusa, aspra al tatto e coperta di finissimi dent. L’ occhio è collocato sopra la commisura della bocca, quasi due volte più vicino al muso che al- l’estremità posteriore dell’opercolo. Il suo diametro varia secondo l’età; poichè nei giovani resta com- preso 4 1/2 a 5 volte, e negli adulti 5 1/2 a 5 2/3 nella lunghezza del capo; e non pareggia perfetta- mente lo spazio preorbitale. Il sottorbitale è grande, triangolare, liscio, ed in- tegro nei margini; una serie di piccoli ossicini riu- niti ad esso, accerchiano l'orbita. Le narici si schiudono in una medesima linea sopra il margine frontale del sottorbitale, più vicino all’orbita che all’apice del muso. Esse sono rotonde, subeguali, ravvicinate fra loro; la posteriore un po’ maggiore dell’ anteriore. Numerosi pori destinati alla secrezione del muco, si aprono nei contorni di queste. Le aperture branchiali sono ampie, estese fino all'estremità posteriore del mascellare superiore; la membrana che le riveste, sostiene 7 raggi branchio- stegi arcuati, il primo dei quali più elevato e largo degli altri. Le gote edi pezzi opercolari sono tutti squamosi, ma con squame ovali, e non. cigliate. Il Preopercolo hi il margine saliente, minutamente I dentellato, l'angolo posteriore arrorondato, e guar- | 20 FAM. PERCIDI nito di dentelli alquanto più forti e raggiati; il mar- gine inferiore armato di 3, 4 robuste spine, dirette obliquamente all’ innanzi, talora troncate e forcute all'apice nei vecchi soggetti. L’opercolo, di forma triangolare allungata, porta nel suo angolo posteriore due spine appianate, di- vise da una sinuosità, la più bassa delle quali è al- quanto più valida della superiore. Il subopercolo e V’interopercolo, di forma allungata, sono privi di dentelli e di qualsivoglia spina. I pezzi scapolari non suno seghettati. La linea laterale nasce all'angolo del mastoideo, scende alquanto sino alla metà della 1*dorsale, si ripiega leggermente in questo punto, quindi prosiegue in linea retta fino alla pinna caudale, dividendo per metà la parte assottigliata del corpo. Essa viene contrasegnata da una serie di piccoli punti rilevati sopra ciascuna scaglia. Si contano da 65 a 74 scaglie nella linea longitu- dinale del corpo, e da 23 a 25 nella sua maggiore altezza. , La prima dorsale esordisce dopo il 1/3 anteriore della lunghezza totale del corpo. e si stende quanto misura una nona parte della lunghezza del corpo; porta 8 o 9 raggi spinosi, fra i quali il 4° ed il 5° sono i più lunghi. La seconda dorsale, nasce alla base della prima, ed è 1/4 meno estesa in lunghezza di questa; ma di 1/5 più ele.ata di essa. Conta 13 o 14 raggi, il primo spinoso, e di metà più corto del 3°, che è il più lungo; tutti gli altri sono ramosi. L’anale sorge sotto la parte posteriore della 2° dorsale, ed uguaglia, tanto in altezza che in lun- ghezza, la 5* parte della lunghezza totale del pesce. Essa conta 3 raggi spinosi, il primo dei quali bre- vissimo, e II raggi neolli. Le pettoruli sono piccole e pari alla metà della altezza del corpo, portano 16 raggi, colla base ri- coperta di scaglie. Le ventrali sorgono un po’ più all’indietro delle pettorali, e sono pressochè eguali di forma di que- ste. Hanno al solito 1/5 raggi. La pinna caudale è lunga quanto la 1/6 parte del pesce, un po’ forcuta, col lobo superiore alquanto più lungo. Ha 17 raggi tutti ramosi, meno i due esterni, che sono semplici; tutti però coperti di sca- glie alla base. ll colore generale della Spigola, come bellamente lo descrive il Bonaparte, è un cinerec argentino, il dorso viene riflesso da un turchino di acciajo, che nell’opercolo, e quasi generalmente nel capo, volge in verde aurato; i fianchi pe ò hanno le cangianze turchine più languide, le argentine più splendide. Il ventre è di un bel coiere cinereo; esso è più pal- lido, @ quasi bianco sulla prima dorsale, sulle pet- torali e sulle ventrali, più scuro sulla seconda dor- sale, sull’anale, e sulla caudale (Bonap.). Una mac- chia di un bruno cupo spicca sulla parte posteriore LABRAX LUPUS dell’opercolo, e si stende talora anche sul sottoper-| colo. L’iride dell'occhio è di color d’argento. Cia- scuna scaglia è pure argentea nel centro, per cuil sul corpo si disegnano una ventina di file iongitu-| dinali più splendenti del contiguo fondo. Non però questi colori sono invariabili, imperoc- chè in taluni individui, specialmente giovani, e nelle femmine, il dorso si trova sparso di alquante mac-l chiette brune o nerastre, le quali però non sono assolutamente distintive di questa specie ne del sug] sesso ed età; poichè appaiono anche più marcate | fitte in altre specie di Spinole perfettamente distinte.| Varietà. Il D." Moreau ha segnalato nel Mare di Marsigli;| la seguente varietà, già riscontrata da Risso pressd Nizza. 1881 Labrax nigrescens, Mor., Hist. Poiss.Franel VOIR PO, Carat. — Testa grande, nera superiormente ; altezzi del tronco eguale alla lunghezza del capo Masclla inferiore alquanto più lunga delli superiore, guarnita di piccolissimi denti Iride bruno-argentina; Spina inferiore del l’opercolo, e spine del margine inferiore de preopercolo più robuste che nel Labrace co mune; Linea laterale retta; Scaglie in n. di 67 in una linea longitudinale, e di 25 i una trasversale 8/1641; Caudale più sca nellata: Colore del corpo bruno più o meni intenso; Scaglie col contorno nerastro (Rissq Moreau). 1810 Centropomus nigrescens, Risso, Ichth. Nidi 18 p0287: 1826 Perca nigrescens, Risso, Histor. natur., p.407/ SPp.325, I 1878 ? 0» Heldreich, Faun. Grèce, p. 80. » ? » Bikelas, Nomencl. Gréce mod. p. 21. Labrace nerastro (Ital.). Le Bar noiratre (Franc.). Loubas nésre (Nizza). Questa varietà non venne peranco avvertita né Mare di Sicilia, 0% LABRAX LUPUS Abitazione. La Spinola vive in tutto il mare Mediterraneo, e | meno copiosamente in molte parti dell’ Atlantico. | Scarseggia, o non esiste affatto, nei mari più freddi I settentrionali, e viceversa abbonda tanto più nei | temperati d’ Europa, quanto più le acque di questi | sono meridionali, e tiepide. Prediligge ovunque per \ istanziare le costiere rocciose, algose, e la vicinanza | delle foci dei fiumi, i quali rimonta sovente a no- i tevole distanza dall’imboccatura. ‘9 Tempi addietro si credeva che la Spinola facesse | difetto sulle coste della Svezia, della Norvegia, della | Danimarca; che essa non penetrasse nel Mar Bal- | tico, e persino che non oltrepassasse, che eventual- i mente, il Canale della Manica (Cuvier). — Oggidi | è risaputo che essa s’ inoltra talora fino sulle coste N della Scandinavia e della Norvegia, essendochè i si- xi gnori Kréyer, Winther, Malm, Lilljeborg, hanno po- ti tuto constatare che parecchi soggetti sono stati av- | vertiti e colti nei mesi di estate, nel Fiord di Cri- | stiania (Collett), a Bergen, a Kiel nel Baltico, a | Skagerac ne! Kattegat, non meno che, secondo Nils- i son, allo stretto del Sund in Danimarca. | Nelle Isole Britanniche, la Spinola è più comune N in estate, lungo le coste meridionali; diminuisce no- Im tevolmente in numero verso il Nord, e manca del N tutto nei littorali più settentrionali. In Iscozia p. e., (lì essa è rara al Nord della Foce del fiume Forth; da Will che, come nota il Day, un solo soggetto vi è stato : di coito nel 1839, lungo le rive di Deveron nel Banff- ved shire, mentre non è stata mai annoverata, nella xi Fauna ittiologica delle Isole Orcadi, e di Schetland 118 (Day). — In Irlanda, secondo il D." Brown, che pel primo ne diede notizie, la Spinola è ben conosciuta, ii tuttoche non molto copiosa, lungo le spiagge me- omiridionali dell’ Isola, scarseggiando vieppiù verso il RisNord. Un soggetto però sembra che sia stato colto presso Portrush nella Contea d’ Antrim (Day). In Olanda, incontrasi raramente la Spinola nella parte Occidentale dell’ Ostsee, mancando del tutto linell’Ostsee Orientale (Mbbius). ' Nel Belgio, giusta Van-Beneden, se ne prendono «4 idegli individui isolati all’entrata del porto di Ostenda, e sempre piccoli; però gli amatori che pescano al- l’'imboccatura dell’ Estacade , sogliono cogliervi, in pi tempo d’estate, dei soggetti della dimensione anche di 60 centimetri, che però non danno luogo ad una pesca regolare. fan , Mi La Spinola è assai più comune lungo le coste At- I lantiche della Francia. — A Cherbourg, p. es., se- condo Desvaux, se ne prendono talora degl’ indi- idui di oltre so centimetri di lunghezza.—In Bre- agna si pescano comunemente Spinole a Brest, a Lorian, a Saint Nazzare, e più ancora nel Poitou, nella rada della Roccella, nelle Sabbie di Olone, presso l’isola di Oleron, dell’Isola Re; massimamente all'imboccatura della Charente, della Sevra , della beudra, nei quali fiumi essa s’interna talora, senza Imorarvi lungamente (Le Mariè).—A mano a mano gita È DÌ GEN. LABRAX 2I [NBIRARIE URAS si procede a meriggio verso il Golfo di Guascogna, o si passa sulle coste della Linguadoca e della Provenza, si vede la Spinola, oltre ad essere più comune, raggiungere dimensioni maggiori, senza però farvisi pienamente stazionaria; poiché la mag- gior parte di questi pesci, all’appressarsi dell'inverno, emigra, o si rifugia fra le scogliere dei porti; mentre un’ altra parte persiste a dimorare negii Stagni, e negli Estuari del litorale (Douméèt).—Tuttavia anche qui non poche Spinole si prendono tutto l’anno nelle vicinanze di Bajona, all'imboccatura dell’Adour, della Nive, non meno che nel Rodano, nel Varo, nella Roia (Moreau). In Portogallo, questo pesce è abbastanza volgare, e sebbene venga pescato per tutto il corso dell’anno, esso vi ha, come altrove, le sue epoche proprie. Ond’ è che lo s'incontra in copia maggiore nei mesi da Dicembre ad Aprile, talora anche con in- dividui di 1”, ad 1", 05 di lunghezza (Brito). In Ispagna, come osserva il D." Steindachner, esso è abbondantissimo lungo le coste settentrionali ed occidentali della Penisola Iberica, e specialmente colà dove i fiumi sboccano nel mare; mentre di- viene vieppiù raro lungo le Orientali spiagge del Regno. - Di fatto, secondo Graells, si pescano Spi- nole per tutto l’anno lungo i litorali della Galicia, dell’ Andalusia, del peso anche di 25 a 30 libre; non meno che nei rispettivi fiumi fino oltre il punto della massima marea. È in particolare nel Mediterraneo, lungo le coste d’Italia, che la Spinola è più conosciuta ed abbon- dante. La s’ incontra in tutte le stagioni, e più an- cora in Settembre, in Ottobre, a Nizza, a S. Remo, a Oneglia, a Genova, a Cagliari, Oristano, Alghero in Sardegna, lungo tutto il litorale Toscano, Roma- no, Napoletano.—Essa vive, ora isolata, ora raccolta in piccoli branchi, a poca profondità nelle acque,s’a- gira intorno agli scogli e preferentemente all’imboc- catura dei fiumi, nei quali s'interna non di rado per acquistare un sapore, una mollezza di carni, ancor maggiore dell’ordinario. Nell’ Adriatico la Spinola è abbastanza frequente e ricercata. — A Venezia abita perennemente nella Laguna, e nei canali più profondi della Città, me- nochè negli inverni :molto freddi, nei quali sembra andar soggetta a mortalità (Ninni). Frequentissima è d’essa tutto l’anno a Trieste, nel cui porto la si pesca all’amo nelle notti d’estate. Lo stesso dicasi di Fiume, delle coste d’ Istria, di quelle della Dal- mazia e preferentemente intorno alle Isole, a Spa- lato, a Lesina, a Ragusa, nel Canale di Cattaro ecc. In Sicilia la Spinola, è uno dei pesci di mare più noti e più pregiati. La si coglie colle reti, colla lenza, cogli ami inescati di pezzi di sardelle, e con ogni altro mezzo atto ad adescare la voracissima sua gola. Ond’è che i mercati delle Sicule Città ne sono quasi tutto l’anno, e maggiormente nei mesi invernali, se non copiosamente, almeno abbastanza 6 22 LABRAX LUPUS ben provveduti, con individui talora della lunghezza di 70, 80 centim., e del peso di 8, 9 Chilogrammi. Sebbene gli esemplari mezzani vi sieno sempre più frequenti. Secondo. il D Guliaj sembra che la ‘Spinola sia alquanto meno frequente a Malta, e secondo La Roche, rara in tempo d’inverno presso le Isole Ba- leari. Le coste meridionali del Mediterraneo posseg- gono pure la Spinola o Pesce Lupo. Sonnini assi- cura che se ne veggono moltissimi sulle coste del- l’Egitto, che i Maltesi denominano Carousse, Tut- tavia, come osserva lo stesso Cuvier, sembra che quivi si confondano due specie diverse, ritenute altre volte per varietà della Spinola comune, ma che o0g- gidi vengono considerate come distinte dai princi- pali Ittiologi d’Europa. La Spinola d’altronde è suscettibile di vivere lun- gamente anche negli Stagni salati, ed in quelli di acqua dolce dei litorali marini. La si trova, di fatto, acclimata, sia naturalmente, sia importatavi, in pa- recchi stagni e laghi dell’ Inghilterra (Yarrell), in quelli di Montpellier (Gervais), nelle peschiere di Arcachon (Graells), nei Laghi della Tunisia (Vinci- guerra) nelle valli salse del Veneto, come pure in Sicilia, nei Laghetti del Faro, di Lentini, di Terra- nova, di Vittoria, ed in parecchie peschiere private. Prolificazione. La Spinola nel Mediterraneo, e nei mari di Sicilia si riproduce alla fine deil’estate ed al principio del- l'autunno, consentendolo Cuvier e Canestrini. Essa depone le sue uova presso i lidi, ed anche alla foce dei fiumi, e preferentemente nelle anse ove mette capo qualche ruscello di acqua dolce. Le sue ovaje, di forma allungata, normale, con- tengono una grande quantità di piccolissime uova, le quali, come nota il D." Raffaele nella sua Me- moria inserita negli atti della stazione di Napoli, galleggiano a poca profondità nelle acque del mare. I novelli Spinolotti s’ aggirano, appena nati, in masse numerose nei porti, nelle baje, all’ imbocca- tura dei fiumi, laddove gli adulti menano per lo più vita solitaria. ‘ Divenuta adulta la Spinola misura generalmente I piede e °/, circa di lunghezza, ma non di meno cresce talvolta a 2 piedi, 2 piedi e 1/,, e raramente anche a 3 (Bonap.). — Ond’è che in genere essa non supera il peso di 15, 20 libre, checchè ne dica il Cuvier, che non ebbe fede di Spinole ascendenti al peso di 30 Libre, il Bonaparte ebbe agio di ve- dere e pesare individui persino di 40 Libre. (Bo- nap., Fr. It.). E per vero anche sul mercato di Pa- lermo si veggono, non di raro, portare Spinole di 70, 80 centimetri di Lunghezza e di 8, g Chilog. e più di peso. FAM. PERCIDI BE IAIREIZII RIPRISTINO TI IDA SAT IALIA I ILELT I RIZZI RIO II EONTRZIFCES: 5 III RETE LABRAX LUPUS Pregio alimentare. La Spinola è uno dei pesci più squisiti, per sa- pore di carne, che abiti il Mediterraneo. Tale squi- sitezza la rese prediletto cibo ai Greci antichi, che non temettero persino d’intitolarla Prole dei Numi. — Senza prestar fede alla celeste sua .discendenzagBi é certo, che le laute mense d’oggidi se ne onorano, fill in particolare di quei soggetti che rimontando i fiumi sogliono prendervi un sapore, ed una mollezza maggiore dell’ ordinario. La Spigola fu pure cibo ricercatissimo anche presso gli antichi Romani, che predilessero in particolare quei soggetti, che saliti nel Tevere, venivano pescati a Roma fra i due ponti, vicino cioè allo sbocco della cloaca massima, ed ai quali davano il nome distintivo di Lupî /anati (1). A. tal preferenza il D." Moreau, oppone giustamente il parere del Rondelet, che le migliori Spinole sono quelle che si pescano in mare, cui succedono per bontà di carne quelle che si colgono negli stagni; salmastri, oppure all’imboccatura dei fiumi, e final-| It mente quelle che vivono entro i fiumi stessi; lad- | dove considera come insalubre la carne delle Spi-} nole colte nei Porti in genere, come quelli di Mar-{ siglia e di Arles (Moreau). Ne forse a torto ! opinione | ch'io credo poter avvalorare con un esempio: Chil è di noi che non preferisca per sodezza e buon sa-| pore di carni un Mugine di mar libero, ai soggetti nudriti ed impinguati nei porti e nei fiumi col lezzo] delle navi e delle città ? Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In Pelle 4,.Es.,, 0; 7450, 39; Go 21 In, ‘alcool2Es, (o; 00 rase | Preparaz. osteolog., 2 Sch. : 0, 63; 0, 44; Schell scomp,; Teschio scomp. in vertebre; Arco pel vico ed addominale; Apparato branchiostego i solato. Prep. splancnolog. a secco, Tubo digerente; 2 Sto: maci; 2 App. branchiali. » » in alcool, 1 App. digerente App. 9. Proporzioni del Labrax Lupus | secondo gli esempl. del Museo di Palermo. Lungh. totale O, 740; 0, 390; 0,220 Altezza del tronco 0, 170; 0, 085; 0, 042. Lungh. della testa 0, 210; 0, 098; 0, 057. Li Altezza id. O, :140; 0, 0605; O2037 Diam. occhio 0; 030; 0; (0173, 10, 019, Spazio preorbit. 0, 070; 0, 030; 0, OI6. id.‘ interorbit. . 0; 048: (0,021: 07/010. (1) Luporum laudatissimi , qui vocantur lanati a candore moll| tieque carnis. Plin., L, IX, C. 54. rsa squi , che È lumi enz4| chel GEN. LABRAX 23 ——_—_____________< — NOME SCIENTIFICO SINONIMIE 13° Sp. Labrax punctatus, Ginther, et Brito Capello, ex Bloch. (Spinola punteggiata o macchiettata). Carat. specifici. — Corpo allungato un po meno lungo o meno compresso, e piùgrosso di quello del Labrace comu- ‘|| e, coperto di squame proporzionatamente maggiori, col margine posteriore fittamente spinoso; Vomere tapezzato il di denti villiformi, disposti a forma di ancora, o di lettera T, rappresentanti, cioè, una zona trasversale tal arcuata, munita posteriormente di un lungo processo centrale rettilineo, che si stende fino all’ estremità del cda] vomere. — Pezzi opercolari, guancie, spazio interorbitale, coperti di squamette aventi il margine libero sem- pre guarnito di spinule. — Si contano 60, a 62 squame în una linea longitudinale del corpo, e 25, 26 in ultima linea trasversale— Tronco costantemente sparso di piccole macchie nere, allungate, distribuite piuttosto oi, regolarmente in serie. ed al ci) ente] sonol pei E7 aoa inab{l corno ID. o, 11:D1/13-14; A. 3/12; V..1/5; Pet. 16; C. 17; Vertebre 11/14; Ciechi pilorici 4. Lung. totale 0, 50 a 0, 70; anche 1, 00 (Moreau). 85 Labrax (Sciaena) punctatus, Bloch, Na- | 1554 ? Du Loup, Rondelet, Lib. IX, C. 7, p. 268, turg. Ausl. Fische, V, p. 64, tab. 305. fio. inferior., 1d,, ‘altera’ edit..-p, 213 ibid. x 1863 Labrax punctatus, Gunther, On the Euro- | 1769 ? Du Thyourre de Bayonne, Duhamel, Pechesi pean species of the Genus Labrax. In Parts o MSect 0: por 142. Ann. and Magaz. of natur. history, | 1785 Sciena punctata, Bloch, V, p. 64, tab. 305. Londonin.'69(Settemb. (1603) p. 174. 1803 id. Shaw, gener. Zool. IV, p.536, sp. 11. ‘nell 1867 id. Brito Capello, Peixes novos de Por- | 1845 id. Cocco, Indice Pesci Messina mss. Gen.7, chi tugal; in Jornal Sc. math. Phys., Li- Sp. 19 id. im edit. 1890, (Facciolà); pr23; ns sboa Vi n.2, Marco 1507, p. 154. sp: 118. (Volg. Penta). call (Con figure di denti vomerici, e di | 1801 Perca diacantha var. b., Bloch, edit. Schneid., cal squame). p. 85. i» id. id. . Catalogo dos peixes de Portugal, | 1789 Perca punctata, Lacepéde, Hist. Poiss., IV, | ecc cibid., L.. dl, M. 2, P. 241, Spi 4, p. 418 (nec Linnei). | cum fig. 1810 id. Rafinesque, Ind. Pesc, Sicilia, p. 16, |» id. Steindachner, Icht. Bericht nach Spa- n. 66. | nien und Portugal Reise; in Sitzb. K. | 1826 id. Risso, Hist, nat., p. 407, Sp. 334. | Akad. Wissens. Wien. LVI Bd., 1 Abth. | 1868 id. Dela Blanchére, Dicth. Péches, p. 460. | Octob. Helf Iahrg (1867), p.107 (separ. (Loubine mouchetée). chi BAr. T870 id. . Desvaux, Essai Ichth. Cotes Ocean. pi 1869 id. id. Fische des Senegal, ibid. Bd. LX, France, p. 99, sp. 308. (Loubine mou- so il I Abth. Nov-Helf. Jahrg. 1869, p. 3, chetee). É Art. 1 (excl. Synon. Geoffroy). 1872 id. Aradas, Pesci Golf, Catania, In Ann. st 1872 id. Le Vaillant, Distrib. Geograf, Percina. tti(i) | 1882 id. Reguis, Hist. nat. Provence, Poiss., 678 id. Doderlein, Prosp. Pesci Sicilia, p. 34, Minist. ‘Agric., (II, p. 602,.n. 60. In Compte Rendu Accad. Sc. Paris, | 1828 Labrax lupus var punctatus, (Thyourrea Bayon- UR 75, P..3275. ne) \Cuwer Valenc.,. Hlist. Polss: gh p. 64; T. V, p. 106. (Lo crede var. gio- n. 75 bis (pars). vine). » id. ? Heldreich, Faune Gréce, p. 80, (Sp. | 1836 Valenciennes in Webb et Berthelot, Ichthyol. distinta). des Canaries p. 5 (idem). 1881 id. Moreau, Hist. Pois. France, T.II,p.337. | 1850 id. Costa (Oronz). Fauna Napolet., Pesci, p. 58, tab. 5 (Descriz. pro parte). p. 188, D. 3, 1859 id. Gunther, Catal, Icht. Mus. Brit., I, p. 63, {1883 id. Vinciguerra, Risult. Crociera Violante, sp. 1 (lo ritiene sinonim. del Labrax p. 25 (di provenienza Canarie). lupus). 1861 id. Dumeril (A.), Reptil. Poiss. d’Afr. Oc- cid., Arch. Museum, T. X, p. 261 (pars). 1871. id. \Canestrini, Faun. Italica, Pesci, p. 79, (pars) (idem). 24 LABRAX PUNCTATUS NOMI VOLGARI Italiani. Spinola punteggiata o macchiettata. Penta, Burracciola, (Messina) Cocco. Variolu, Bodasge pro-parte, Spinula imperiali (Sicil.). Vurracina (Sicil.). Esteri. Le Bar tacheté, Loubine mouchetée (Franc.). Loubassou, Carousse (Nizza, Genova) Reguis. Le Bar allongè, Carouss (Provenza) Reguis. Le Thyourre (Bayonne) Duham. Tiouc o Thyouc (Angers) Desvaux. Balhadeira (Lisbona, Portugal in genere) Brito. Baila (Algarve, Cadice) Brito. Vaila, Baila (Portugal). Rayela, Salmon de Altura (Canarie) Val‘5u9 Rayela (Tenerifa) Steindachner. Annotazioni al Labrax punctatus Storia. Questa specie venne scoperta da Bloch, nel 1785, figurata a tav. 305, ed inclusa nel genere Sciaena sotto la denominazione di Sciaena punctata ; nome però poco adatto a contradistinguerla, essendochè parecchie altre forme e specie congeneri Mediter- ranee, hanno il tronco punteggiato di nero.—Il si- gnor Cuvier nel 1828 (I. c.), ed il DI” Giinther nel 1359 (1. c.) riunirono la Scigena punctata al Labrax lupus, ritenendola varietà od individuo giovanile della specie suddetta. Più tardi il prof. Barboza du Boccage, Direttore del Museo Zoologico di Lisbona, avendo richiamata l’attenzione del D." Ginther intorno la notevole dif- ferenza presentata dalla forma dentaria del vomere nel Labrax punctatus, in confronto di quella della Spinola comune, questo scienziato, con quella sa- gacia che gli è propria, valendosi altresì di alquanti esemplari esistenti nel Museo Britannico, prese oc- casione a sistemare le specie mediterranee .del Ge- nere Labrax, dietro la forma dentaria ed il numero delle scaglie della Linea laterale, in un dotto arti- colo inserito nel 1863, negli Ann. and Magaz. Natur. history di Londra n. 69; nel quale, conservò il no- me di Labrax lupus alla specie comune, che ha i denti vomerici conformati a zona arcuata trasver- sale, e che conta 66-74 scaglie longitudinali; il no- me di Labrax punctatus alla specie di Bloch, che ha i denti vomerici disposti a forma di ancora, e no- vera 62 scaglie nella linea laterale; mentre assegnava il nome di Labrax orientalis ad un’altra specie con- genere, descritta da Geoffroy nella sua opera sul- —————————_—_—__— di co-m©> e eee TTT I ZI ITZIITmTmTTTIOIOITE’EZYiIIIIl1.l1mAemgto 7 _——rr rr ———————————=———— —————e—0a10e_——_—__—_—_———@— FAM. PERCIDI LABRAX PUNCTATUS l’Egitto sotto il nome di Perca punctata, nella quale, la zona dei denti vomerici presenta un corto pro- cesso longitudinale , e la linea laterale 57 scaglie seriali. | In questo frattempo il D." Brito Capello, che, a | dir vero, fu il primo a notare la diversa dentizione del Labrax punctatus, e a farne cenno al Prof, du | Boccage, avendo avuto agio di esaminare altri esem- plari di codesta specie colti nelle acque del Por- togallo, ne pubblicò un’accurata diagnosi nel 1867 | nel Jornal delle scienze matematiche di Lisbona a pag.154, corredandola di figure e di parecchi altri ca- | ratteri distintivi; diagnosi ch’egli ripetè nello stesso | anno nel Catalogo dei ‘Pesci del Portogallo pubbli- cato del pari nel Jorna/ suddetto a pag. 241. Ond'è che a render giustizia alle prime osservazioni di Brito | Capello, ed alla più completa sua descrizione del | Labrax punctatus, sogliono oggidi parecchi scien-. ziati annettere al nome di questa ultima specie quello | del suo diligente illustratore. Quasi contemporaneamente, il D." Steindachner, re- | duce dal suo viaggio scientifico in Ispagna ed in Por- togallo, riportava e depositava nel Museo Imperiale | di Vienna, parecchi soggetti del Labrax punctatus;. e ne dava, negli atti relativi (Il. c.),"una esatta de- | scrizione, ch’egli ripeteva nel suo articolo Zur Fi- | schfauna des Senegal (1. c. p. 3). Senonchè fra le in- | dicazioni sinonimiche, ch’ egli vi aveva annesso, volle comprendervi, a differenza del Gunther, la 8 Perca punctata del Geoffroy, che come abbiamo ve- MM duto è specie assolutamente distinta. i | Il Labrax punctatus accettato oggidi universal» | mente in iscienza, venne successivamente riscontrato |M. in parecchie località dell’ Oceano Atlantico, e del 8 Mediterraneo , e fra le altre alle Canarie, a Tene- | rifa, nei mari del Senegal , a Bajona, nel Golfo di {$ Napoli, e persino nei mari della Sicilia. Di fatto, sino dal 1845 il D.° Cocco nel suo In- dice mns. dei Pesci di Messina (Vedi Sin. l. c.), 8 aveva già notato, «che i pescatori di quella Città 8, « distinguono dalla Spinola comune un pesce che | « molto le assomiglia, e che chiamano Penta. Esso 8 « è sparso di punti neri come il giovane della Spinola | «ma secondo essi avrebbe il capo più allungato ». | Più tardi nel 1850, il Prof, Costa, non distinguendo MW tuttavia il Labrax punctatus dalla varietà punteggiata | della Spinola comune, ne dava, nelia Tav. V della | Fauna Napoletana, una ottima figura.—Il Prof. Ara- | das segnalava pure nel 1872, il Labrax punctatus nel | Mar di Catania. | A Palermo noi avemmo occasione di raccogliere | un primo esemplare di codesta specie fino dal Gen- | najo 1864, cui tennero dietro parecchi altri soggetti, che si conservano oggidi in questo Museo Zoolo- | gico, dai quali potemmo trarre alquante interessanti | preparazioni anatomiche. GEN. LABRAX 25 Î LABRAX PUNCTATUS 0) ndo it tel An: sn jet sent Gu olo san || Descrizione. Il Labrax punctatus, Gunth., assomiglia molto | per forma e per caratteri esterni al Labrax /upus, \Cuv.; tuttavia, ponendo a confronto fra loro al- \ quanti esemplari di queste due specie, vi si possono \ rilevare alcune particolarità differenziali, ch'io mi pregio di notare in questo articolo, desumendole dagli esemplari conservati nel Museo Zoologico di i questa R. Università. i Il Corpo del Labrax punctatus è allungato, ma | proporzionalmente meno lungo; meno compresso, ie nello stesso tempo più massiccio e grossolana, di Qi quello della specie congenere. — L’ a/fezza del suo tronco è contenuta un po’ più di 4 volte nella lun- | ghezza totale del pesce. Esso è rivestito di scaglie fl proporzionatamente più grandi, col margine poste- riore minutamente denticolato (V. fig. in Brito).— DL Capo è proporzionatamente più grande, meno i compresso, e terminato da un muso piuttosto ottuso, anziche appuntito come nella Spigola comune.—La i lunghezza del Capo supera alquanto l’altezza del tron- fi co, mentre la sua altezza uguaglia i °/, della lunghezza i del capo. i Il Profilo superiore di questo pesce ascende re- if golarmente con dolce curva convessa, dall’ estre- ‘ mità del muso sino alla metà della prima dorsale; ivi si appiana alquanto, poi arrotondandosi legger- if mente, ridiscende un po’ più rapidamente all’ im- ‘ basso sino alla base della codale.— Il Profilo infe- Wrioreo ventrale, preso dall’ apice della mascella in- i feriore sino alla radice dell’anale, è molto più con- i vesso, e direbbesi parciuto, che nel Labrax lupus; oltrepassata l’anale, esso ascende gradatamente, ren- dendosi alquanto sinuoso, sino alla base della codale. Il Cranio, lo spazio interorbitale, le gote del Punc- tatus sono coperte di squamette grandicelle, somi- i glianti per forma a quelle del corpo, col margine i libero fittamente ciliato ; esse sono alquanto mag- giori di quelle del Lupus, il cui capo è vestito di scaglie ovali, col margine esterno liscio. Attalchè ponendo a confronto queste sorta di scaglie, si pos- sono agevolmente distinguere le due specie. i Il Diametro dell’occhio nel Punctatus è maggiore di quello del Lupus, dapoichè misura quasi la 5? parte (4 1/, a 5) della lunghezza del capo, laddove quello della Spinola comune, in individui di pari | età, entra per 5 1/, a 6 volte nella stessa misura. a Bocca è grandissima e si squarcia come quella del Lupus sino oltre !/, della lunghezza del capo.— Le mascelle sono però un poco disuguali, poichè la inferiore sporge alquanto in estensione oltre la su- i periore.—Le /abbra sono semplici e carnosette come iqueile della spigola comune.— I denti sono tutti a iscardasso ed eguali; la loro disposizione sulle ma- scelle, sui palatini, e sulla lingua, non differisce gran fatto da quella del Labrax lupus.— La porzione dentaria però del Vomere ha la forma di una zona | trasversale arcuata, guarnita nella faccia concava posteriore, di una lunga appendice retta, che si stende == ital S8 ———_———— NARRA PAUANICARSA TOS fino all'apice dell’ osso , attalche presenta la forma di un ancora, di un chiodo, o meglio della lettera T. (V. fig. in Brito ed in Gunther). Le narici non dif- feriscono per posizione e per forma da quelle della specie congenere. I Pez opercolari nel Punctatus sono tutti squa- mosi. Il Preopercolo ha il margine verticale esilis- simamente dentellato, l’angolo posteriore rotondato e guarnito di forti dentature raggianti, talune delle quali biforcate, ed il margine inferiore armato di robusti denti arcuati, diretti obliquamente all’innanzi, ma più numerosi e più forti che nel L. Lupus. L° Opercolo, di forma triangolare, ha il margine membranoso assai piccolo e sottile, e porta poste- riormente due robuste spine appianate, divise da una larga sinuosità, la più bassa delle quali spine, è un po’ più lunga della superiore. La linea laterale esordisce sopra il margine su- periore dell’ opercolo , procede da prima quasi pa- rallelamente alla curva del dorso, giunta a livello della metà della prima dorsale, s’ inflette alquanto all’imbasso, indi rettificandosi, corre orizzontalmente sino alla base della codale, dividendo”! ultima re- gione più stretta del pesce, in due metà pressoche eguali. — In essa si noverano 60, a 62 squame for- temente denteilate ed alquanto maggiori di quelle del#i /upus, (che ne ‘possiede da 65174 Le natatoje del L. punctatus presentano pure qual- che differenza da quelle della Spinola comune. La 1* dorsale prende origine a livello della base delle Pettorali, un po’ prima della fine del terzo anteriore del corpo, si stende quanto misura la 1/; parte della lunghezza del corpo; porta 9 raggi spi- nosi, il primo dei quali brevissimo, il 3° ed il 4° i più lunghi. La 2% dorsale nasce un po’ dopo la metà ante- riore del corpo, appare meno estesa ma alquanto più alta della prima ; misura in lunghezza una 1/, parte della lunghezza del corpo; porta 13 a 14 raggi molli, l’ultimo doppio, ed un primo spinoso, di !/, più corto del terzo, che È il più lungo. L'Anale sorge sotto la metà della 2* dorsale, ed uguaglia tanto in lunghezza che in altezza la 1/3 parte della lunghezza totale del pesce; conta 3 raggi spinosi, il primo dei quali appena sporgente, ed II a 12 raggi molli, l’ultimo doppio. Le Pettorali sono piccole, ristrette; misurano la !/,3 parte della lunghezza del corpo e portano 16 a 17 raggi colla base ricoperta di scaglie. Le Ventrali non differiscono gran fatto, per forma, da quelle della specie congenere. La Caudale è grande, un po’ forcuta, ed estesa quanto la !/; parte della lunghezza del pesce, col lobo superiore un po’ più lungo. Ha 17 raggi tutti ramosi, tranne i due estremi che sono semplici; tutti però coperti alla base di squame. Il Colore del L. punctatus nel suo complesso è evidentemente più oscuro di quello della Spinola 7 _———_— 26 FAM. PERCIDI L'AUBSRVA>IPIVAN CHIA IUS comune. Indipendentemente da ciò, questo pesce ha ' il dorso ci un colore bruno azzurognolo che di- viene grigio azzurognolo sui fianchi, e si rende gra- datamente più diluito e chiaro a misura che si av- vicina al ventre, che è bianco argentino. Una no- tevole quantità di piccole macchie nerastre allungate obliquamente, abbastanza marcate, e disposte in parte irregolarmente ed in parte in serie più o meno re- golari, ne tapezza il dorso ed i fianchi, sino oltre la linea isterale, divenendo vieppiù rare e sbiadite a mano a mano si approssimano al ventre. Queste macchie sono evidentemente più grandi, più marcate e persistenti «i quelle delle varietà punteggiate del Labrax lupus, e proprie tanto dei giovani che degli individui adulti d’ ambo i sessi. Una gran macchia nera ovale appare sulla punta dell’ opercolo ed oc- cupa ambo gli aculei di quella regione. Il Colore delle natatoje è generalmente azzuro- gnolo. La 1* dorsale porta alla base delle 5 spine posteriori altrettante piccole macchie nerastre. La 2* dorsale ha la base giallastra. Tutte le altre pinne sono azzurognoie colla base rossastra, meno le pet- torali e Je ventrali che sono biancastre. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. InPelle GpEs-+0x40:0,163:;0. 132. Preparaz. osteolog. 2 Sch.: 0, 36; 0, 30. Prep. splancolog. a secco; 1 App. branchiale; I Sto- maco con appendici piloriche. Prepar. splancnolog. in alcool: 2 Tubi digerenti; DIVA ppi Branchie. Proporzioni del Labrax punctatus secondo gli esempl. del Museo di Palermo. Lungh. totale O 400.10; 330 MM O,83 20: Altezza-del tronco 0, 082. 0, 068 0, 055. Lungh. della testa 0, 104 0, 032 0, 075. Altezza id. OTO ONTO Diam. occhio OMOZORO OLO MO 017, Spazio pieorbit. 0, 028 0, 020. 0, 019. 105 * INteronDit 00200 OLO RM GO yo Dimensioni secondo Moreau. LCungh..totale (0,21. XA Xo043 MGrosstox0;0: Lungh. testa o. 053. Alt. testa o, 043. Diam. occhi 0,013. Spazio preorbit. 0,014. Spazio interorb. 0, 012. L'AB:RAX PU NCAA Abitazione. A contraposto del Labrax lupus, che s’inoltral fino in Scandinavia, il Lubrax punctatus, come nota il DI Steindachner, abita soltanto le parti meridio nali dei Mari Europei. Lo si rinviene tanto lungd la costa Occidentale, che lungo la Meridionale delle Francia, del Portogallo, della Spagna, sino a Gorea sulla costa della Senegambia, d’onde si estende sind alle Canarie (Steindach.). Esso di fatto è stato pescatoli A Granville nella Manica (rr); alla Roccella, aq Arcachon (r) (Moreau). A Bajona ove porta il nome di Thyoure (Cuv.Val.)] A Lisbona (Brito). A Malaga, Cadice, Algarve. A Gibilterra (Gunther). A Tenerifa, alle Canarie (Valenc., Steind., Vincig.) A S. Luigi del Senegal, a Gorea, (grandi. esemj plari) (Steindach.). In quanto al Mediterraneo, oltre le località testi citate lungo le coste della Spagna e della Francia esso è stato avvertito in Italia. Nizza (Risso). Genova (Moreau, Reguis). Napoli (Costa). Messina (Cocco). Catania (Aradas). Palermo (Nob.). Vinciguerra non lo trovò a Tunisi, ne venn fin'ora notato fra i pesci d’ Algeri; tuttavia vista l| grande estensione presentata dal suo Hubitat, e ll recente sua deliminazione dalle specie affini, non | improbabile che esso possa rinvenirsi in molti alti punti dei litorali sì Atlantici che Mediterranei, dé continente Europeo. | PPPPDPD = ==. a xx : > Pregio alimentare. var Il Labrax punctatus è altrettanto squisito, per bont] di carni, quanto il Labrax lupus. Esso è suscettibili di vivere negli stagni salmastri e nelle acque dolci attestandolo il D." Steindachner per gli individui osì servati nel Senegal. Ond’è che si potrebbe acclil marlo forse con miglior risultato anche nelle Pel schiere e negli estuari d’Italia e d’Europa. GEN. LABRAX 37 LABRAX ORIENTALIS 4° Sp. Labrax orientalis, Giinth. LABRAX ORIENTALIS Carat. specifici. — Labrax, avente la zona dentaria del vomere arcuata e munita di un corto processo di piccole macchie nere. centrale posteriore, attalchè presenta la forma seguente A yS: Parle superiore e laterale del corpo sparsa MNofomento = RD: 2D. 1/02:A. 3/h1-12; Scaglie della linea. laterale in n. di 57-(Giunth, I. c.). 1863 Labrax orientalis, Gunther, On the Euro- pean species of the genus Labrax; In Annals et Magaz. of Natur. history, vol. XII, (Third. Ser.): bondon, n.69, XVI. Descrizione. Corpo di colore grigio biancastro, argentato, sparso di piccole macchie nere in disposizione abbastanza regolare. Lunghezza ordinariamente minore di un piede. Caudale leggermente scanellata. Due dorsali separate alla loro base da breve interv-Ilo, e quasi eguali in altezza ed in lunghezza. — Ventrali armate di un aculeo esile ed allungato, un po’ meno larghe delle pettorali.- 3 Spine anali, la prima delle quali brevissima, ia terza, quantunque più lunga delle altre è abbastanza corta.— Linea laterale quasi retta, ma più ravvicinata al dorso che al ventre. — Testa di forma triangolare, terminata da un muso abbastanza acuto. —Mascella inferiore più lunga della superiore. —Preopercolo crenellato nel suo margine posteriore, e guarnito inferiormente di alquante dentature assai esili—Opercolo terminato da 2 aculei sottili ed ap- pianati, oltre i quali la membrana branchiostega si prolunga in forma di appendice triangolare.— Denti piccoli, numerosissimi, diretti un po’ all’intorno, e disposti abbastanza irregolarmente in varie serie.— Occhi circolari, grandissimi, coll’iride bianco-madre- perlacea. Labrax elongatus, Cuv. ex Geoffr. 1828 Labrax elongatus, Cuv. ex Geoffr., Cuvier i Valenc. Sist. Poiss., II, p._77. 1859 esGuntiCatal? I pi 64, N. 2. Car. — Corpo prororzionalmente più allungato delle specie precedenti. L’ altezza del tronco stà s volte circa nella lunghezza totale. Denti vomerici? Opercolo più lungo, Preopercolo con dentature più fine e più numerose nel lembo inferiore. Colore del dorso e dei lati, grigio verdastro, ventre bianco ar- gentino. Una spina di meno sull’anale. BiDio2 D. 2/14. ‘A. 2/10 sec. Gunther. E' questa una delle forme o specie di Labrax tro- vate da Geoffroy S. Hilaire sulle coste settentrionali dell'Egitto; ‘essa venne ammessa in massima da Cu- vier,e da Ginther,perchè riscontrata anche da Ehrem- bergh, e riportata al Musco di Berlino; ma della quale non si hanno finora nozioni abbastanza complete per poterla accogliere definitivamente in iscienza. 1809 Perca punctata, Geoffroy, S. Hilaire, in De- scription Egypte Poisson, pl. 20, fig. 2, (non Lin); SI p. 316-317. BEND io 24 ARE VA 834 Co SeciGeof SS rlilalre, isso. Nomi volgari, RercaSnocie:(Geott, Seco Arabr): Habitat. Questa specie è ben conosciuta dagli Arabi sotto il nome di Nocte. Abita i mari orientali d’ Europa presso Alessan- dria d’onde il Museo Britannico ne ebbe alcuni e- semplari, mercè le cure del Console Petherick, che vennero illustrate dall’onorevole Gunther |. c. Essa, secondo Vinciguerra, non è stata peranco ritrovata sulle coste della Tunisia. N. B.— Non conosco affatto questa specie , e quindi non posso che riferire, a comodo del lettore, i caratteri distintivi, avvertiti dal Geoffroy, nella descrizrdolEE cito nic. 1809 Perca elongata Geott.. Descr. Egypt, pl. 19, fig I. Nomi volgari. Spinola allungata, Spinola lunga (Ital.). Le Bar alongè (Franc.). Carousso (Provenza). Carusch (Arabo). Abitazione. Coste settentrionali dell’Egitto, 28 FAM. PERCIDI Segue fam. PERCIDI. Percidi a due dorsali; la prima con meno di 8 raggi spinosi. Sottofam. «Apogonini. Apogonina, Giinther, Catal. I, p. 57 et 222, et Auct. Car.— Corpo or breve or allungato, più o meno elevato, coperto di grandi squani ciliate e decidue; Bocca per lo più obliqua, talora quasi verticale; Tuttil denti villiformi senza canini; Vomere, Palatini, or dentati or no; Pezzi ope colari fortemente denticolati o striati; Due dorsali distinte e separate, ;W prima con meno di 8 raggi spinosi; 6 o 7 raggi branchiostegi. | Tre Generi Mediterranei, distinti come segue : Esistono denti sui Palatini. Corpo obovale. Occhi normali. Cranio, \ spazio interorbitale , muso, nudi. Preopercolo col doppio margine ‘ Gen. Apogon. La linea laterale denticolato. incomincia dietro il Capo. | La linea laterale O Esistono denti anche sui Palatini (1). Corpo allungato. Occhi enormi. il Cranio, spazio interorbitale, muso, scagliosi. Preopercolo smargi- $ Gen. Pomatomuif nato col lembo inferiore semplicemente striato. incomincia sotto i primi raggi della Da dors,' Aspetto e forma come nel Gen. «Ambassis, Cuv. Gen. Microichthyif i (1) Giusta ulteriori osservazioni di Cuvier, Giinther, Brito, Steîndachner. Gen. Apogon, Lacepède. Car.— Corpo ovale, compresso, rivestito di grandi scaglie ctenoidi, ciliate, pochissimo adereni — Testa ben sviluppata; Cranio, spazio interorbitale, e muso nudi (senza scaglie)..i Occhi normali; Bocca grande, obliqua; Denti villiformi, senza canini in ambo le miff scelle; Denti sul vomere e sui palatini; Lingua liscia; Aperture branchiali ampie; Linjf laterale continua; Pezzi opercolari scagliosi; Preopercolo fornito di un doppio rialzo, | margine posteriore dentellato; Opercolo spinoso; Due dorsali separatissime, la prima dQ 6 0 7 spine; Anale con 2 spine e più che 10 raggi molli; 6 o 7 raggi branchiosteifi Pseudobranchie presenti. Una sola specie Mediterranea: Apogon imberbis, Guùnthèr. NOME SCIENTIFICO NOME SCIENTIFICO 5° Sp. Apogon imberbis, Giinth. ex Lin. Carat. specifici— Prima dorsale con 6 spine. Anale con 2. Corpo di colore rosso ranciato, sparso di nu-| merosi punti neri, e privo di fascie longitudinali e trasversali. Una gran macchia nera sui lati alla basel della coda che talora si triplica; altre macchie brune sul capo e sulla dorsale molle. 7 Raggi branchiostegi. Nootamento:: I D. 6; Il D. 1/8-9; A. 7-8) Ch 17; Pio: Via Nertebre 23 nei Scaglie lar. 25/a20,Scagliventic.8iLunghAtorto t00/a/0,4150: 1659. Gunther, GatalWitp.623 0 spa | 1879 Stossich, Prosp., Faun. Adriat; peso 1867 Steindachner, Ichthyol. Bericht n. Spanien | 1880 Giglioli, Elenco pesci Italiani, p. 79, sp. 23; |M , und Portugal Reise. In Sitzungsb. k. CStrip nio iS p.l23E lb Akad. Wissens. Wien, Band LVI, | 1881 Moreau, Hist. Poiss. France, II, p. 33248 / I° Abth,, Jahre 1307} @p Rig, 605: fig. 124. 1872 Canestrini, Faun. Italica, Pesci, p. 78. » Perugia, Elenc. Pesc. ÀAdriat., pag. .3, n. 95% 1378 Doderlein, Prosp, PescifSicilrasp.84200701 » Kolombatovic, Elenco Pesci Spalato, p. 5. | Ù UO Ùiii | GEN. APOGON ro tc APOGON IMBERBIS Segue nome scientifico. Kolombatovic, Fische gew4issern, v. Spa- lato®pi10, Pesci rari e nuovi per l’Adriat., p.28. Reguis, Hist. natur. Vertébres Provence, Roiss5tp.I89; Sp. S: Faber, Fisheries Adriat., p. 189, sp. 65 (r). Vinciguerra, Crociera Violante; p.35, n. D id. Materiali per Faun. Tunis., p.26,n.16. Kolombatovic, Jmenik, Kraljesniaka Dal- miacie, pi 7, n. 10. (Matulic ‘crijani). Catalogus Vertebratorum Dalmatico- LUMI PN 20,0, IL id5, id. Apogon rex mullorum, Cuvier in Mem. Musstlist. natur, I, p. 330, tab. XI; morsa: Die uvie REA isted206:2* ed. piigo! MideNCuyierier Valene., Flist nat. Poiss., IL p. 143, et IV, p. 493. desiCovie SR. CA (illustre: pl. 709.2. id) Bonaparte, Icon. Fauna. Ital. I. III, tav. 87, fio. 3. id. Gené, Osserv. in Bonap. Icon. Fn. Ital., In Bibliot. Ital., vol. 95, p. 56. idMfSchinz, Europalisch. Faun,; (II) Pisc,, p. 90. (Der Seebarbenkònig.). id. Lowe, Fishes of Madeira, p. 149, pl.2I (Apogon Rex). id@liCocco,; | Indic, Pesci Messina, mns., Gend72/ isp. tid. edit 0Is00 (Fac- cio: pio4 niro: idiBonaparte, Catal. ‘Pesci Europ. p. 57, 48 id. SI Pesciitionr. par) Costa (Or.), FaunNapol. CP (Kp. id. Guichenot, Poiss. Algerie, pili3:27 id. Van der Hoeven, Handbuch Zool., KI, pizio: id. Canestrini, Catal. Pesci Genova, in tici Zoo sN Mb ita? p, 262. id. Gulia, Tentamen Ichthyol. Melitensis, p. 20, sp. 66; ibid. discorso, p. 57. IniPerugia Cat. Pesce Adr, p. 13, 0.125, id. De la Blanchére, Diction. Péches, p.46 (Apogon commun). iniNinni st PesciLagun. Venet.,. p. 70, in IIS (#7): ldiMiCosta (Acho); La Pesca in Napol.,p.82. id. id. Pesci d. R. Napoli; in Ann, Mi- nistpagricolt, vol. I, ps 439. id. Aradas, Pesci Golfo Catania, ibid, p.602. IN Erois, Pesci dell'Adriat., p..20, n. IIS. id. Gervais et Boulart 3 Poiss. d. France, lis Planch. 2. Heldreich, Faune Gréce, p. 81. 1558 1638 1686 T13 1738 1703 1766 1788 » 1804 1782 180I I8I0 )) 1826 1802 » 1307 18309 I8IO 1815 1817 1870 1878 29 APOGON IMBERBIS Sinonimie. Corvulus, Gesner De Pisc., IV, p. 1273 cum Corvulus Sono: Aldrovandi, Pisces, Lib. I, Cap. X SARO: ; P. Mullus on bis sive Rex Mullor um, Willughby Jchihyogrs Lib Ga Xp. 90% idatRay, Sinon. Piscium, DI -SP43, Irigla capite glabro, Artedi Gen. Pisc., p.43; SyOon,Ipy2:0Sp0): Amia, Gronovius Zoophyl:,. p. ‘80, tab IX fio, 2. Mullus imberbis, Lin. Syst. natur., p. 496, SPos3e idiEinn-iediGuelincoe Pars p4r34178 Spicz: id. Bonnaterre, In tab. Encyclop. Ichthyol., Pl /pEspai id. Shaw, General Zool,, ‘Roi des Rougets, Daubenton, Diction. insEnc. Metbiod,,- DIE, ‘p. 336. «Apogon ruber, Lacepéde, TEL P. 4.25 (dedi minor, JR ES; peso): Risso, Jehtiyol Nice: sp, 215 Sspott Indic. Pesci Sicilt i pi a LV piro) Icht. id. id. Rafinesque, sp. 189. id. Risso, Europ. Meridion, p. 383, sp.298. Centropomus auratus, Lacepede, EV, p. 273: Dipterodon an Jhaceps, IV, p.(107: pl. 4, fig. Centropomus #03 Spinola, Lettre a M.Faujas; in Ann. Museum Hist. nat, 3 Dog Pia370) tab, XXVIII fio 2, Perca pusilla, De la Roche, Mem. Poiss. Iviza; in Ann. Mus. Hist. nat., XIII, p.318 (nec Brunnich). Dipterodon ruber, Rafinesq., Caratter., p. 47, Sp. los;ud, Indic. Pes. Sic. "Ps 26, ‘sp. 184. Le Mulle imberbe ou «Apogon, Cuvier in Mem. MusewmiSl:-L-pe 336, pi XF Apogon ‘Roi des Rougels, Cuvier R. A., p.296; . di \ed-.2%IL pii13o; Apogon commun, Roi des ‘Rougets, Bourjot, Liste: des Poîssons: d’Alger., pù 12,Sp.2% Centropomus rubens, (Spinola), Heldreich, Faun. Giccee. pi:80, APOGON IMBERBIS NOMI VOLGARI Italiani. Apogone, Re delle Triglie. Re di triglie rosso. Fulgido re di triglie (Bonap.). Castagnina russa (Genova) (Risso. Castagnau rouge (ibid.) Spinola, Cuvier. Sarpananzo (Nizza) Cuvier. Monacella rossa (Taranto). Guaracino russo o de Scoglio (Napol,). Munacedda russa (Sicil. Messina). Cipudda russa, Muletu russu (Catan.). Re di Triglie, Re delle Castagnole (Malta). Re dei Trigli (Maltesi in Algeri). Esteri. «Apogon commun, “Roi des Rougets (Franc.). Apogon rouge, (Franc.). Castagnau rouge, Mulle imberbe (Provenz.). Burdless Mullet, King of the mullets (Ingl.). Alcovaz Alfonsin, Salmonete da Costa (Madera). Alfonsine, Fucinita (Tenerif.) Steind. Coque vieja 0 rossa (idem). Cagna-viej a-rosa (Isole Baleari). The seebar-ben-Kònig (Tedesc.) Schinz. Kirnia mala, Maiulic (Dalmaz.) Faber. Matulic cdrljeni (Slav.). Sultan el ciaul (Malta) Gulia. Storia dell’ Apogon. Come si può rilevare dall’ annessa Sinonimia, il primo Naturalista che segnalò in iscienza questa specie di pesce fu Gesner, inscrivendola sotto il no- me di Corvulus nella sua Opera de Piscibus (1558). Più tardi, nel 1686, Willughby, avendo osservato alquanti soggetti di Apogon in Malta, ove erano de- signati sotto il nome volgare di Re delle Triglie o dei Mulli, meravigliato, che quivi si confondessero codesti pesci colle Triglie, o Mulli barbuti coi quali non avevano veruna somiglianza, tranne il color rosso, la distanza delle natatoje dorsali, e le scaglie grandi e caduche, pensò di trarre partito della man- canza in essi delle barbette. per distinguerneli più evidentemente ; laonde li denominò Mulli sbarbati od imberbis latinamente Mu//us imberbis ; denomi- nazione che fu poi seguita da Linneo, da Ray, da Gmelin, da Bonnaterre e da Shaw. — I naturalisti che in epoche successive rinvennero l’ Apogon nelle varie parti del Mediterraneo, ignorando forse le particolarità distintive segnalate dal Willughby, lo descrissero sotto nomi diversi e novelli, che col vol- gere dei tempi (come disse il Cuvier), andarono moltiplicandosi in modo straordinario. Così fu che Gronovius nella sua Zoophytologia (1763) lo indicò sotto il nome di «Amia; Artedi (1738) sotto quello di Irigla tota rubens capite glabro ecc. FAM. PERCIDI APOGON: | MiB Accintosi il Lacepéde nel 1898 a pubblicare la sua grande opera su’ Pesci, ritenendo dai canto suo, che il Mullus imberbis del Willughby non differisse altrimenti dai veri Mu//us, che per la mancanza delle barbette mentali; onde sistemarne definitivamente | il Genere, credè bene di grecizare la voce imberbis commutandola in quella di Apogor da a privativa, e | twyov barbiglio, cui aggiunse l'epiteto specifico di ruber, tratto del naturale colore del pesce. —Senon- chè dimenticando egli pure quanto aveva stabilito in proposito, e disconoscendo al tempo stesso le fi- gure e le descrizioni che altri Autori avevano dato dell’Apogon, istituì nella stessa sua Opera il nome di Centropomus auratus (Le Centropome dorè) per gli individui descritti da Commerson nelle Memorie postume di lui, quella di Dipterodon hexacanthus per alcune forme immaginarie fornite di grossi denti, e di aculei, ecc., senza avvertire che queste varie de- scrizioni e disegni si riferivano più o meno eviden- temente ad una unica e medesima specie di pesce (Guviern! Valence ti cpaido): Nè diversamente si comportarono parecchi natu- ralisti successivi, i quali, sia che difficoltati fossero dalla rarità della specie a studiarla, sia che fossero privi di mezzi ad istituire opportuni confronti, non | tennero conto delle relative precedenze scientifiche, ed accrebbero ancor maggiormente, con novelle de- | nominazioni, la confusione , che altamente già re- gnava, intorno la determinazione specifica di codesta | forma di pesce. — Così si vidde lo Spinola contra- segnare l’Apogon col novello nome di Centropomus ruber ;'De la Roche con quello di ‘Perca pusilla ; | Rafinesque, oltre al nome già addottato di Apogon, con l’altro di Dipterodon ruber: denominazioni che | or più or meno opportunemente, vennero seguite d altri Autori contemporanei. Tale era lo stato della scienza allorchè Cuvier, pre- fissosi lo scopo d’impedire ulteriori divagamenti di | nomenclatura in proposito, pensò di riunire codeste varie denominazioni in una voce comune, che pos- sibilmente le accennasse tutte, con che creò il nome di Apogon rex muliorum; denominazione che ritenuta classica, venne adottata dalla maggior parte dei suc- cessivi naturalisti — E per vero questa denomina- | zione vigerebbe tuttora sovrana in iscienza, qualora | la legge di priorità, stabilita da Linneo, non obbli- gasse gli Itttologi a ricordare il primo nome di 272- berbis impartito da Willughby ali Apogon; in conse- guenza di che, la voce «Apogon imberbis divenuta fondamentale, dovette essere a preferenza accettata in | iscienza, in confronto di quelia di Cuvier. Pregio alimentare. Di carni tenere e delicate. rr => 0] APOGON IMBERBIS Descrizione dell’ Apogon. L’ Apogon imberbis è un piccolo pesce indigeno del Mediterraneo, e del mare delle Canarie, che ol- trepassa di raro la lunghezza di 15 centimetri, — Esso ha un corpo breve, ovale, poco compressa, rigonfio nella parte inferiore, e come panciuto, e prontamente ristretto nel troncone della coda; co- perto di scaglie grandi, sottili, pochissimo aderenti, ed aventi il margine esterno fittamente guarnito di parecchie serie di esilissime punte o cigli.-Il Capo suo è breve, subtetragono, appianato superiormente, e quasi altrettanto lungo che alto. — L'altezza del #ronco è contenuta 3, a 3 1/, volte nella lunwhezza totale del pesce, ed altrettante volte circa la /un- | ghezza e l’altezza del capo, nella stessa misura. Il muso è breve, ottusamente appuntito, fornito superiormente di alquante linee rilevate che vanno per ciascuna a metter capo all’ estremità del muso in una piccola cresta curva, procedente dal margine anteriore dell’ orbita (Moreau). — La bocca ampia, poco protrattile, leggermente obliqua, si apre fino oltre la linea tangente al margine anteriore dell'or- bita. — La mascella superiore è appena più corta dell’inferiore. — Entrambe portano una stretta zona di denti villiformi, esilissimi, brevissimi. — Una fa- scia a V rovescio, 0 a ferro di cavallo di simili denti, occupa l'estremità anteriore del Vomere, ed un’altra breve striscia longitudinale di questi, si stende sulle ossa Palatine. — Anche le ossa Faringee portano un gruppo di denticini minuti, un po’ più lunghetti dei precedenti, — La Zingua è triangolare, sottile, liscia, colla punta libera ed ottusetta.— Il Masce/lare superiore oltrepassa di poco posteriormente il pro- i lungamento del diametro verticale dell’ occhio. — Sotto entrambe le branche della mascella inferiore, corrono due lince rilevate longitudinali, che si ri- i congiungono verso la sinfisi del mento; dalla quale | sinfisi non si stacca veruna sorta di barbiglio. L’Occhio è assai grande, proporzionatamente però molto meno di quello dell’affine Pomatomus. Il suo diameiro misura 1/, della lunghezza del capo; esso ji occupa un punto due volte più prossimo all’ estre- i mità anteriore del muso, che al margine posteriore dell’ opercolo, e si mostra un po’ più grande dello Spazio preorbitale, e deli’ interorbitale. Il profilo superiore dell’orbita resta a livello del piano del cranio, l’interpostavi cresta sopracigliare è bensi marcata, ma non spinosa. L’iride è dorata e sparsa di alquante piccole macchie fosche, la pu- i pilla bruna-turchiniccia (Costa). —Le narici si aprono innanzi l’orbita con doppio forame; esse sono poste i in una piccola fossetta limitata superiormente dalla cresta che procede dall’orbita all’estremità del muso, ed inferiormente da un altro rialzo più breve (Mo- reau). L’orificio anteriore più piccolo si schiude in | un punto intermedio fra l’ orbita e l’ estremità del i muso, i. Grandi scaglie, simili a quelle del corpo, coprono 1 Pizzi opercolari e le guancie di questo pesce; il GEN. APOGON E :I: :- I —__m__m—mmesz- -- =: N —<—“—— -’‘‘-—’——r ————t——m—É To APOGON !IMBERBIS cranio però, il muso, Jo spazio interorbitale e le mascelle sono nudi, Le ossa del capo sono denticolate, Il Preopercolo è alquanto rotondato, ed ha il suo margine posteriore finamente dentellato: ma presenta una disposizione speciale, poichè trovasi fornito di un rialzo o cresta che contorna le gote all’indietro, ed all’imbasso, e sembra costituirvi un secondo mar- gine più limitato, sopraposto al margin: ordinario. — L’Opercolo è ricinto da una membrana assai larga; mentre la sua porzione ossea termina posteriormente in un piccolo ma saldo angolo ottuso. —- Il Sotto - opercolo non è ben distinto; l’Irteropercolo è sottile e s'incrocia un poco sotto la gola coll’interopercolo opposto. La Linea laterale nasce sopra il margine supe- riore dell’opefcolo; s’incurva sulle prime, poi tenen- dosi più prossima al dorso che al ventre, ne segue presso a poco la curvatura, fino dopo la fine della dorsale posteriore, ove scende nel mezzo del tron- cone della coda, per continuare direttamente sino alla base della codale. — Questa linea comprende 2004 301scaglte;, (talora: anche' 32, ed'anche; 2% 20 in alcuni esemplari del mare della Sicilia; ciascuna delle quali scaglie, porta nel mezzo un piccolo rialzo o cresta centrale, e lungo il margine rotondato e- sterno, una numerosa serie parallela di esilissime spinole appuntite. In una serie trasversale del corpo si contano 8 a 10, e secondo Moreau, IL, “+1 scaglie semplici.—L°ano si apre un pò anterior- mente alla metà del corpo. Le 8 natatoje di questo pesce sono al tutto pri- ve di scaglie, avanzandosi queste di poco anche sulla stessa codale. — L’inserzione della 71% dorsase, che è breve ed assai bassa, avviene a livelio della base delle Pettorali, sotto la punta dell’ opercolo; la lunghezza della sua base è uguale ad !/3 della lunghezza del capo, e pari allo spazio preorbitale, ma un pò più grande dello spazio che separa fra loro Je due dorsali. Essa porta 6 spine, la 3* delle quali più lunga, che però non arriva a pareggiare la metà dell’altezza del tronco.—La 2° dorsale è più alta della prima, più graduata posteriormente, e fornita di un aculeo, e di 9 raggi molli; il raggio spinoso restando la metà più corto de: molle suc- cessivo, — La Pinna anale è opposta alla 2% dor- sale; solamente essa incomincia un po’ dopo, e fi- nisce appena un po’ dietro di quella , della quale d’altronde è meno alta e meno lunga. Essa porta 2 aculei ed 8 raggi molli. La Caudale è scannellata , iarga e poco forcuta; misura un pò meno della ‘/; parte della lunghezza totale del pesce; porta 19 a 20 raggi, 1 due estre.ni dei quali semplici, — Le Petlorati noverano IO, 12 raggi, e sorgono appena un poco Innanzi al priu- cipio della prima pinna dorsale, —Le Ventrali sono brevi, triangolari, ed inserte molto innanzi alle pet- torali. La loro spina è assai robusta, e misura più della metà della lunghezza dei raggi. | APOGON IMBERBIS Brr1D(6,2)Di 10:02 è E. To 0, Il Colore di questo pesce è di un bel rosso di ru- bino, con riflessi dorati, specialmente sui fianchi; più cupo sul dorso', più chiaro, più argentato verso il ventre, Colore che, secondo Bonaparte, col variare della stagione, volge più o meno al ranciato ed al cupreo sudi cio; e che generalmente sbiadisce in gran parte, poco dopo che l’ animale è traito dal- l’acqua. — Tutto il corpo inoltre è minutamente se- minato di piccoli punti neri, più visibili, e più co- piosi sulle gote, e sugli opercoli. — Sul troncone della coda inoltre, alla fine della linea laterale, sorge una macchia più o meno visibile, la quale si triplica talora in alcuni soggetti. — Una striscia a tinta fosca si appalesa per lo più fra l’ occhio ed il muso, ed un’altra consimile verso l’apice della dorsale poste- riore, non meno che talora su ciascun angolo della pinna caudale — Le Natatoje in genere sono colo- rite più vivacemente del corpo, €, secondo Costa, le verticali talora marginate di ‘fosco. Abitazione dell’Apogon. L’Apogon imberbis vive in una gran parte e forse in tutta l’ estensione del Mare Mediterraneo, però non in tutti i luogni colla stessa frequenza.—Dalle relazioni più esati? degli Ittiologi risulta, che in quanto al Mar Tirreno, esso rinviensi: A Marsiglia (r) (Moreau, Reguis). A Nizza, a Genova (r) ((Cnwien): Alle Isole Baleari (p. fr.) (Cuvier). A Livorno all’Isola Nisida (Carruccio). A Tunisi, all’ Isole di Galita, di Gianuti (Vincig.). A Napoli (hi fr.) (Costa, Cuvier). A Malta (fr.) (Wiliughby, Cuvier, Gulia). In Sicilia (fr.) (Cuvier, nob.). Viceversa esso scarseggia: Lungo le coste Romane (Bonap.). Lungo le spiagge meridionali della Spagna (Stein- dachner) e manca assolutamente lungo le coste o- ceaniche ri della Francia. In quanto al Mare Adriatico, benchè non ricor- dato da Naccari e da Nardo, esso venne segnalato: A Venezia (rr) (Ninni). A Trieste (r) (Perugia, Stossich). A Fiume (r) (Faber). Sulle coste Dalmate (+) (Trois,Faber,Kolombat.). A Spalato (r) (Kolombat). A Meleda, a Lagosta (Vinciguerra). A Ragusa (Cuvier, Nob.). In Grecia ? î (Rd, Nell’Atlantico sembra che l’Apogor si estenda po- chissimo al pari di molti altri pesct Mediterranei, e ciò solo lungo le coste Africane, dalle quali si di- lungherebbe in proporzioni oltremodo assai svariate verso le Canarie; poichè, secondo Steindachner, esso spesseggia oltremodo a S.* Crux di Tenerifa, ove FAM. PERCIDI APOGON IMB ERBIS questo dotto Ittiologo riusci a coglierne in una sola notte oltre 100 individui; ne meno frequente esso si mostra alle Canarie, raccoltovi dall’ onorevole Lowe, che egregiamente lo descrisse in una splen- dida sua memoria. In genere si può dire, che l’Apogon viva ovunque | nel Mediterraneo, sebbene in rare o mediocri pro- | porzioni, e che ordinariamente dimori nelle mag- | giori profondità del mare, non apparendo in genere | alla superficie e presso i lidi, che all’epoca della | frega; la quale ricorre nel Mediterraneo da Giugao | ed Agosto, e da Agosto a Novembre, alle Canarie, In Sicilia, senza essere copiosissimo, si pesca n o Apogon abbastanza frequentemente in Febbrajo, i Marzo, e durante i mesi invernali ; tuttochè non | manchi anche in Estate nei mesi di Luglio ed A-| gosto. — Ricordo anzi di aver più volte veduto | questo pesce nel Mercato di Palermo nelle Ceste 4 piene di Chromis Castaneus (Castagnola), fra mezzo | alle quali facevasi rimarcare per lo splendido suo | colore rosso. Anche recentemente ne trovai un buon | numero nell’ isola di Ustica, durante i mesi di Set-| tembre e di Ottobre, per cui posso ritenere che ini genere l’Apogon, non sia raro nei Mari della Sicilia. É Senonchè trovo una singolare nozione relativa al questo pesce nell’ Operetta Tentamen Ichthyologie) Melitensis del DI Gulia, ove questo signore a pa-| gina 57 si esprime nei seguenti termini: « L’ Apogoni « non si chiama a Malta, come scrisse Willughby| « Re delle Triglie o dei Mulli, ma bensi Re dei Cro-| « midi, per lusanza che ha di vivere colle Casta-| « gnole, le quali restano a lui soggette per la mag-| « gior dimensione, e per lo splendido colore; ambil « attributi del Pesce, cui vorremo sentir chiamarel » Apogon Rex Cromidum ». E credo che il DI Gulia; abbia piena ragione. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In Pellet vEs: 00-00 ro! In alcool” TO CES: LO MO: gd: 08; O, 10: Preparaz. osteolog. 3 Sch. O, (IE TO, COREA «esta intera separata. Prep. splancolog. a secco: 3 App. branchiale; maco in unico = Prepar. splancnolog. in alcool : 2 App. ®; branche; encefalo. 2 APP. Proporzioni degli esempl. del Museo. Lungh. totale O; :{I40:(0,, IO0DMOM9, Altezza idelitronco, 0, 041, (0.030 MO 00 Lungh. della testa 0, 044 0, 03I 0, 017. Diam. occhio o, OII 0, 009 0, 006. Spazio preorbit. , 0, OIO 0, 008 ‘077004: id. ‘interorbit. (0, lo, 000300: Vert. 24 10/14. (25 9/16 Cuv.;) Ciechi pil. | GEN. POMATOMUS 33 Fam. PERCIDI. Percili a 2 dorsali, la prima con meno di 8 raggi spinosi. Sottofam. «Apogonini (seguito). Gen. 2.° Pomatomus Risso (nec Lacèpéde). Dar. — Corpo allungato, grosso, coperto di scaglie grandi, ciliate, decidue ; Testa o ben sviluppata, completamente scagliosa, ma col margine delle ossa non ss denticolate ; Occhi enormi; Bocca grande, obliqua; Denti villiformi senza È canini sulle mascelle, sul vomere, e sui palatini; Lingua liscia; Aperture bran- | chiali ampie; Linea laterale continua; Pezzi opercolari scagliosi; Preoper- È . colo smarginato, coll’angolo inferiore prominente, rotondato, e fittamente I striato; Opercolo guarnito di 2 brevi spine posteriori; Due dorsali separa- i tissime, la prima con 7 raggi ossei; Anale con due spine, e con 9g raggi molii; Raggi branchiostegi 7; Stomaco con molti ciechi. Una sola specie Pomatomus telescopium, Risso. Tee este Wrc zioneag © x LI IAA RS D : È L truinota ESSERTI SEE NE MEO APRE E, RCN VT RI ILA, Pene a (ESSI DIE a cr o NOME SCIENTIFICO NOME SCIENTIFICO I | | ! | N | | i | 6: Sp. Pomatomus telescopium, Risso. Car. specifici. — L’ altezza del tronco misura un po più di 1/4 della lunghezza totale del Pesce; Occhi enormi; Coda molto forcuta; Colore uniformemente bruno violaceo, iridescente. Nootamento : Br. 7; 1 D. 7; 2 D. 1/gr10; A, 2/9; P. 22-23; V. 1/5; C. 17, 18; Ciechi pilor. 22, Scaglie della l. lat. 45 a 50; della I. vert. 14, 15. Vertebre 24, 10/14. Lungh. tot. 0, 40; 0, 60. , 1626 . Risso, Eur. Mer, III, p. 387, n. 302. | | 1872 Canestrini, Faun. Ital. Pesci, p. 79. 1828 Cuyier, Walenc, , Hist. Poiss., II, p. 171, ! 1876 Gervais et Boulart, Poiss. France, Il, pos pl. 24; VI, p;1495- fig. n. 3, 1840 — Schinz. Europàisch. Faun., II, p. gr. 1878 Doderlein, Prosp. pesci Sicilia, p. 34, n. 78. 1844 Valenciennes, in Webb et Berthelot,Ichthyol. | 1880 Gunther, Study of Fishes, p. 393. Canaries, p. 6, pl. 1, fig. 1. » Giglioli, Elenco pesci Italiani, p. 80, n.24. 5 Lowe, Synops. pisc. in Trans, Zool. Soc. | 1881 Doderlein, Rivista Faun. Sicula Vertebrati, Lend;- Il, p. 173. D--77: » GavieroR, A.illastrè, pl.-y, fig. 1. » Moreau, Hist. Poiss. France, II, p. 386, » Guerin, lcon..R; Pix22723 Gago: Il Colore del pesce è bruno-violaceo uniforme, con riflessi azzurrognoli, rossastri, ed iridati; vale a dire consimile a quello offerto dall’ acciajo bru- nito, Le nataioje sono bruno-nerastre con riflessi rossastri all’estremità. L’îride è argentina, macchiata di nero; l'interno della bocca, le labbra, la mem- brana branchiostega , sono ammantati d’un colore nero azzurrognolo. Loi stomaco ha la forma di un sacco cieco. co- nico, da cui si stacca una breve appendice mem- branosa, alla cui estremità sporgono i tubi ciechi pilorici. Il numero di questi ultimi sembra essere variabile; Cuvier e Valenciennes ne indicano 22; Moreau ne trovò 10 in una grande femmina; noi, negli esemplari del Museo, ne contammo undici per parte, cioè 22, cilindrici, ed abbastanza lunghi e re- golari. Storia ed abitazione del Pomatomus. Questo singolare pesce, abita nelle grandi pro- fondità del mare, dimorando ordinariamente, se- condo Gunther, negli strati abissali da 80, a 200 Fa- thoms(1), cosa che d’altronde faceva supporre la-sua forma fusoidea, il colore, e l’enorme dimensione degli occhi. — Il Pomatomus difatti vive nel Mediterra neo e nelle adiacenti parti dell’Atlantico; ma ben di rado accede alla superficie del mare e si lascia cogliere (1) Fathoms corrisponde a m. 1,829. POMATOMUS TELESCOPIUM dai pescatori; perivché riesce ovunque estremamente raro, ad eccezione dei paraggi di Tenerifa, ove, se- condo Steindachner, sembra essere alquanto più co- mune, — Risso di fatto nella prima sua opera Ittio- logica, asserisce che nel corso di 30 anni, due soli soggetti di questo pesce, sono stati colti nelle acque di Nizza. Il primo a descrivere il Pomatomus fu Risso nella sua Ittiologia di Nizza, sotto il nome di Pomatomus telescopus, nome che nella seconda edizione egli cam- biò in quello di Pom. telescopium; alludendo alla straordinaria dimensione dei suoi occhi. Quasi con- temporaneamente al Risso, il Rafinesque ne rinvenne un esemplare nel mare della Sicilia, e lo registrò nel suo Indice dei Pesci sotto il nome di £pigo- nus macrophthalmus (l. c.). — Sorse però il dubbio in iscienza, se la specie indicata da Rafinesque, corrispondesse realmente al Pomatomus di Risso, stante la brevissima descrizione datane dall’Autore, e l’inesattezza di alquanti caratteri, fra cui quello del numero dei raggi. Tuttavia siccome il Rafine- sque disse, che il suo pesce era fosco, colla mascella interiore più lunga, colla coda forcuta, gli occhi grossi, e la dorsale munita di 7 raggi ossei, così si ritenne da Cuvier ch’ egli volesse indicare real- mente la specie Rissoana. — Più difficile fu Paccer- tamento dell’annessovi nome volgare di Pesce luna, essendoche, come è noto, i Pescatori siciliani non danno questo nome che al Pesce Rondino (Brama Ray), che è specie assolutamente diversa. Nel 1829 il DE Cocco rinvenne pure il Poma- tomus nel Mare di Messina, e ritenendolo aiquanto diverso dalla specie tipica, !o dedicò a Cuvier col nome di Pomatomus Cuvieri nel Giornale delle scienze, lettere ed arti di Sicilia (V. Sinon.). Il Cu- vier però riscontrando la dedica fattagli dal Cocco nel t. VI, p. so1 della sua Storia dei ‘Pesci, fece os- servare a tal proposito, che la specie ritrovata dal Cocco non era che una semplice varietà della specie di Risso, inquantoche la forma ellittica degli occhi, addotta come uno dei principali caratteri distintivi, poteva forse dipendere dalla maggior freschezza dell’individuo descritto; mentre gli altri caratteri ci- tati, non offrivano un valore così notevole da for- marne una specie distinta. Il primo Autore pertanto che descrisse accurata- mente il Pomatomus, fa Cuvier nel II vol. della sua Storia dei Pesci, tuttoche lo facesse sopra un esem- plare mal conservato; perlochè non potendo esami- narne il palato, che era stato esportato, suppose che il Pomatomus fosse privo di denti palatini; inesat- tezza che venne riportata anche da Gunther nel suo Catalogo, da Canestrini, e da vari altri natu- ralisti; ma che ben presto fu rettificata dagli stessi Autori nelle ulteriori loro opere, dopo l’ esame di individui più completi (1. c.).—1l Pomatomus venne riscontrato più recentemente da parecchi altri Na- turalisti, come da Lowe e da Valenciennes alle Ca- FAM. PERCIDI. POMATOMUS TELESCOPIUM narie, da Verany a Genova, da Guichenot in Algeri, | da Steindachner a Madera, a Tenerifa, e principal: | mente da Brito Capello, in parecchi esemplari, nelle | acque del Portogallo. Questo distinto scienziato lo | descrisse poi estesamente nel suo articolo Peixes| novos de Portugal (v. l. c.), insistendo particolar- mente sulla presenza in esso dei denti palatini; edl aggiungendovi un interessante ragguaglio fra i sog. | getti del Mediterraneo, e quelli del Mare delle Ca- narie ; dietro a che, venne neila supposizione chel questi ultimi potessero costituire una notevole varietà.| In Sicilia il Pomatomus è abbastanza raro; tuttavia noi avemmo la fortuna di ottenerne 3 esemplari, unolfì dei quali da Napoli, che atteso alla sua poca buona conservazione, venne preparato a scheletro. Giusta i ragguagli degli Ittiologi il Pomatomo è stato pescato fin’ora : A Nizza (rr) (Risso, Cuvier, Moreau). A Genova (7) (Verany, Canestr.). In Algeri (7) (Guichenot). Madera (rr) (Lowe, Valenc., Steind.). Coste di Portogallo (7) Brito. Tenerifa, Canarie (mm. fr.) Lowe, Guùnt., Steind.).| Isola $.* Elena ? (Robert, Seale, Valenc,). A Napoli (7) (Nob.). 3 I In Sicilia: Paiermo (Nob.); Messina (Cocco); Ca-| tania (Nob.). | Manca nell'Adriatico. Appare principalmente in Autunno, Primavera) ed Estate, particolarmente in Giugno, nella qualel stagione fu preso uno dei nostri esempl.; l’altro ini Ottobre. Î Frega in Primavera. La femmina in tal’epoca si trova piena di uova, sec. Risso. In Autunno essd porta bensì numerose uova, ma poco mature (Nob.)| Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. lu Pelle 2 0Es: 0:‘60;10052, Preparaz. osteolog. 1 Sch.: 0, 54. | Prep. splancolog. a secco: 2 App. branch.; 1 Vesciii natat,; I App.branch. iniettato col cuore; Tubdf gastro-enter. coi ciechi ben sviluppati. | Prepar. splancnolog. in alcool: T. diger.; App. IR Vess. nat; Fegato; 2 ovaja; 6 Upechi i} Proporzioni degli esempl. del Museo. Lungh. totale 0, 600 0, 530. Altezza del tronco 0, 120 0, Iro. Grossezza corpo 0, 084 0, 017. Lungh. della testa 0, 170 0, 050. Alt. testa O, 108 0, I00. Diain. occhio O, 050 0, 045. Spazio preorbit. 0, 058 0, 050. id. interorbit. 0, 050 0, 045. GEN. MICROICHTHYS 37 Sottofam. «Apogonini (seguito). Gen. Microichthys, Rippell. far. — Due dorsali separate, la prima con 7 raggi ossei; Anale con 2; Tutti i denti mascellari villiformi senza canini; Palatini? Lingua? Opercoli nudi; Un acuto spigolo si stende dal- l’occhio all’opercolo; La mascella inferiore sì prolunga un poco oltre la superiore; La ni linea laterale incomincia sotto il 1° raggio della seconda dorsale; Scaglie grandi, de- ol | cidue; Raggi branchiostegi inn. di 7; Colore uniforme. A questo proposito, il D Ginther ia (1. c.) fa notare, che l’ aspetto, la forma del corpo e la posizione delle natatoje del hl». Microichthys, sono conformi a quelle del Genere Ambassis. Il che farebbe supporre id È che il primo raggio nella prima dorsale sia inclinato orizzontalmente all’ innanzi, e dl che il Margine esterno del Preopercolo sia armato di una doppia dentizione. dill'Specie unica Microîchthys Coccoi, Rùppell. ici = avi | LIA val sali; a Annotazioni è a Sp. Microichthys Coccoi, +; pell. alla sezione dei Percidi a 2 dorsali. fl 1852 = Rùppell, Versucht in der Museum Sencken- Col riscontro del Genere Microîchthys, si è dato "if bergianum, anfgest. Samml., Fische. p. 1. | termine alla enumerazione dei Generi componenti isso = Gunther, Catal. I, p. 228, Gen. 43. la prima Sezione dei Percidi a due dorsali, già isti- | 1860 Canestrini , Zur System der Percoiden in | tuita da Cuvier—Dei numerosi generi che informano ua Zool. Bot. Gessel. Wien., | codesta sezione, 5 soli hanno i loro rappresentanti Ti 313. nel Mediterraneo, ed anche questi con poche specie #78 Doderlein, Bag Pesci Sicil., p. 34, Sp.77. | corrispondenti, le quali, ad eccezione di quelle ap- i 1880 id. Rivista d. Faun. Sicula Vertebrati, p.77. | partenenti al Genere Labrax, offrono uno scarso in- di I 1880 Giglioli, Elenc, Pesci Ital., p. 79, n. 22. | teresse economico per gli abitanti dei paesi limi- trofi a questo Mare. ' Biz 19D.7; 2 Di 1/90; A. 12/9; In quanto all’entente di questa parte della Fauna di ittiologica del Mediterraneo, giova notare, che di i N. B.— Questo è tutto quanto ci é noto intorno | essa fa parte il Genere Apogon , le cui numerosis- i all’attuale speciedi pesce, incompletamente descritta | sime specie popolano a preferenza i Mari Indiani “i da Ruppell. ed Orientali, mentre mancano quasi del tutto sulle La Sembra che il signor Rùppell reduce dal suo | coste Atlantiche dell’ America. — Codesta sezione VIff viaggio in Africa, abbia veduto questa specie a | della nostra Ittiofauna, si estende, come è noto, an- i Messina, e che giunto a Frankfort, l’abbia breve- | che ai Mari delle Isole Canarie, anzi con maggior 44 mente descritta e figurata nel Museo Senckenber- | copia di individui rappresentanti; laddove o manca Si giano, dedicandola al D Cocco di cui era amicis- | del tutto, od offre rari soggetti, lungo le coste At- ill simo.—Ho fatto tutte le possibili indagini presso i | lantiche dei Mari del Nord, riapparendo a tratti par- i Librai per poter aver codesta descrizione, ma non mi | ziali ed interrotti lungo le spiagge più vicine del . fu dato in verun modo di ottenerla; dicendomisi che | Continente Africano. 2 D'altronde colla presenza l’edizione era esaurita. Veggano i miei distinti col- | dei raro Pomatomus nel Mediterraneo, essa ci ofire leghi se possono essere più fortunati di me in tale | un lieve saggio della singolare Fauna abissale di ricerca, onde completare l’imperfetta descrizione. questo Mare. Di molto maggiore importanza per i paesi circo- if Abita i mari di Sicilia, stanti al Mediterraneo,è la seguente sezione dei pesci [o Manca alla Collezione del Museo. Percidi ad una dorsale, in quantochè essa comprende una numerosa serie di specie che forniscono in tutte le stagioni ai Mercati delle Città marittime, la mag - gior quantità di specie litorali commestibili. 10 38 FAM. PERCIDI Fam. PERCIDI (seguito). | Gruppo 2.° Percidi ad una sola dorsale (Cuvier). Sottofam. Serranini. Serranina, Giinth., Catal. I, p. 57 a 81, et Auct. Car.— Corpo oblungo, raramente elevato, più o meno compresso, coperto di sci glie aderenti, fortemente ctenoidi, generalmente piccole o di media grail dezza; Testa oblunga, più o meno scagliosa; Bocca orizzontale o leggel mente obliqua; Mascelle fornite di denti villiformi o a scardasso, ora un] formi, ora frammisti a canini; verun dente incisivo o molare; Vomere | Palatini dentati; Lingua liscia o con piccoli denti; Pezzi opercolari denti colati od armati; Una sola dorsale con 9, 10, raramente II, 12 raggi OSSEE Anale con 2 o 3 raggi spinosi; Aperture branchiali ampie; 6 a 7 raggi bral chiostegi; Pseudobranchie presenti. s Generi Mediterranei distinti come segue: Generi Mascella inferiore nuda. Sca- glie della linea laterale quadri- | latere, guarnite di più serie di spinole; Denti mascellari im- mobili. Serranus. | Ventrali a dimensio- ne normale. Mascella inferiore squamosa ;' Scaglie della linea laterale sub- i triangolari appuntite, col mar- gine esterno liscio. Denti ma- o Cerna. Mascelle fornite di\Preopercolo colmar- denti villiformi e difgine esterno più o denti canini. meno denticolato. Opercolo non attra- versato da carena 0s- sea sporgente. | O | scellari più o meno reclinabili posteriormente. Ventrali Îl | | | lunghissime. | 7 Raggi branchiostegi. : Preopercolo colmar- (ino osso Naso Ventralì normali. ! 6 Raggi branchiostegi. I Callanthias | O Mascelle . fornite di soli denti villiformi. I° Gen. Serranus, pr. detto. (Cuv., Valenc., II, p. 210; Gunth., Cat. p..37 edifiuco Opercolo attraversato da una cresta ossea sporgente ed appuntita. Poliprion. | Car. gen. — Corpo oblungo, mediocremente compresso, coperto di scaglie piuttosto piccol I ctenoidi, col margine libero guarnito di parecchie serie di spinole; Testa oblunga; Crani guancie, scagliose; Bocca grande, leggermente obliqua; Mascella inferiore nuda; Entrambi le mascelle fornite di denti Dia od a scardasso e di denti canini i. Vomerll e Palatini dentati; Lingua liscia; Pexzi opercolari scagliosi; “Preopercolo più 0 meno den ticolato; Opercolo terminato da 20 3 punte appianate; Scaglie della linea laterale qual dr ilatere, col lembo esterno guarnito di più serie di spinole; Natatoje senza raggi pro] lungati; Dorsale unica con 9 a 10 (raro II, 12) raggi spinosi; e con IIa 13 raggi molli; Anale con 3 spine; Caudale quadrilatera o poco scanellata; 7 Raggi branchie stegi; Vescica natatoja semplice, grande; Ciechi pilorici generalmente pochi; Verte bre 10/ 14; Organi sessuali ermafroditi; Dimensione del corpo generalmente piccola Tre specie Mediterranee del Genere Serranus che si distinguono come segue : Linee tortuose, irregolari, azzurrognole Margine del Preopercolo dentellato\in forma di caratteri, sulle guancie e soltanto nel suo lembo posteriore.]sul muso, ben marcate. Denti canini ben marcati. Più di 12 | Natatoja dorsale con raggi DIOR, nella Sa Fiace irregolari in forma di Ca Serranus | almeno 10, 12 raggi . 10/145 (AX03/7- \sulle guancie e sul muso, mancanti. Cabrilla. spinosi. Margine del Preopercolo dentellato in tutta la sua circonferenza. Denti canini piccolissimi. Non più di 12 raggi molli nella dorsale. D. to/11-12; A. 3/6-7. Serranus Scriba. Una piccola macchia rotonda sulla Serranus parte posteriore della dorsale. Hepatus.| ntus {1988 GEN. SERRANUS NOME SCIENTIFICO 8: Sp. Serranus Scriba, Cuv. ex Lin. NOME SCIENTIFICO Car. specifici. — Corpo oblungo, compresso; Muso appuntito ; Mascella inferiore leggermente sporgente ; Denti canini robusti, grandi, distribuiti lungo le mascelle all’esterno dei villiformi; Preopercolo minutamente denticolato nel solo margine posteriore ; Linee azz'irre tertuose ed irregolari imitanti caratteri di scrittura ignota sui lati del muso e delle guancie; Corpo di colore azzurro giallastro, con 5 0 6 fascie fosche sui fian- chi che si estendono sulla natatoja dorsale; Nataloje verticali macchiate in genere di rosso o di ranciato; Coda troncata; Lung. totale 0, 15, 0, 20 anche 0, 24. Bebo 14-10 83/7-8 Pi 13, 14; Vi. 1/5; C. 17. Scaglie della Linea laterale 68 a 70; Vertebre 10/14; Ciechi pilorici 6. 1317 1826 1828 1829 1840 i Chies esetizted-id.,,2%ed.,.18329, t. II, 139: Rigi Hist. nat. Merid., III, p. 374, sp. 289. Cuvier et Valenc., Hist. Poiss., p.214, pl.28. Swainson, Nat. hist. ‘of ‘Fishes, 1* ed., II, p-1205 (2% edi, fibid.), Schinz, Europàisch. 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Mus,, RI: 0 id Nin Memolres pp t04: TO3 8 Per00 Aldrovandi MPise.J0l pi 4500 pio) 1738 id. n. 6 Artedi, Genere n. 40. Synon., p.68,VI. 1754 Perca scriba, Linneus in Musei Adolph. Frie- derm2-#380; 1766 id. Linneus, Syst. nat., ediz. XII, et XIII, P_A97 Spi 21 1788 id:; id in Edit: Gmelin, p. 1315. 1787 id. Cavolini, Della Generazione Pesci, p. 97, tav. Di Ho. 6,008. 1782 ? Holocentrus fasciatus, Bloch, p. 86, pl. 240. Dritter: ‘Theil, p.-'86. ».ikietad. «Bloch ed Schneid' ip. 34 isp.) 1788 Perche de Mer, Daubenton in Encycl. Meth. Tchthi, porto: 1801 Holocentrusmarinus, Lacèpéde, II, Poiss., T.IV, p:.376;(id- inedite min. Xp): 1809 id. De la Roche, Ann.Mus.,1809,t.XIII,p.350. I8t0 .id..' Risso, Icht. Nice, p. 291, sp. 3. Di i id. Rafinesgs Indice; “pii17/m 0706. 1301 Lutianus scriptura, Lacèpéde, T. IV, p. 229; id» edit mino II) 1810 id. Risso, Icht. Nice, p. 264, sp. 5. 1807 Holocentrus arsus, Spinola, Lettre a M. Faujas in: ‘Ann: Museum MX 4p1372) | 1810 Lutjanus mediterraneus, Rafinesg, Ind=p418, n. 79/(Percio)i Gemmellaro (Carlo), Saggio Ittiol. Catan., lic. por 90(Burragio)! 1810 Lutianus crapa, Rafinesq., Catal., p. 52, sp.141; id: Trnditpi 18 spi8; 1 Pesceligrapa Wu: .__tiano capretto (sec. Costa). 1864 id. Gemmellaro (Carlo), Saggio, l. c., p.157. 1824 o marinus, Martens, Reise v. Venedig, Mp2! 1846 id. Plucar,Fisch.-Platz. zu Triest.,p.60,sp.108. 1826 Serranus argus,Risso,Hist.nat.Eur.,p.373,n.288. » Serranus scriba, Risso, ibid., p. 374, sp. 289. » ? Serranus fasciatus, Risso, ibid., p.375,8p.290. 1827 Holocentrum hians, Nardo, Prodr. Ichth. A- driatica, p. 14, n. 105 (Papagà). 1838 Perca Scriba, Trapani, Catal. Fish. Malta, p. 8. 1864 id. FAM. PERCIDI SERRANUS SCRIBA Varietà. 1809 Holocentrus maroccanus, Bloch, ed. Schneid., p.-320, sp. 17; sec. Peters. in Uber.einise Blochs arten Serranus; in Berlin. Monast. Jarhg 1865, p. 99. 1831 Serranus papilionaceus, Cuv., Valenc.,T.VIII, Supplem.; p. 47. Valencien. in Webb. et Berthol. Icht.Ca- MINER 21 Guntheg Catal Wbipon 8 Var papilionaceus, Steind., Beitr. z. Kentn., Fische Afrika’s. in XLIV, Bd. Densehr.: K. «Ak. Wiss. Wien, p. 4, et do. NOMI VOLGARI Italiani. 1836 id. 1859 id. 1881 id. Sciaragno o Serrano. Sciaragno scrittura. Pergo, Perega (Trieste). (Fiume) Faber. Sperga, Perga, Donzella (Venez., Rovigno), Ninni. Perga, Merlo di mar, Papagà (Venez., Trieste). Boccaccia (Tosc.); Piombino (Spezia). Barchetto (Genova) Sassi. Sa Serran, Perco, Cannuso (Napoli) Costa. Perchia marina (Napoli) Costa. Cagna (Molfetta) Costa. Cannolo, Cannusso (Taranto). Vacca (Cagliari, Baleari). Percia, Precchia di mari (Sicil.). Boraggia; Buraggia (Messin., Catan.). Serania di niuri (Sicil.) Rafin, Pisci crapa (Catan.) Gemmellaro. Sirena (Girgenti). Precchia (Ustica). Pl Esteri. Le Serran ecriture, Perche de mer (France). Saran (Cette). Baque sarran (Port.-Vandres) Moreau. Der Schrifserran (Ted.) Schinz. Buchstaben Fisch (Ted.) Plucar. Learned rock fish (Ingl.) Malta. Burkax (Malta) Trapani, Gulia. Serrano, Serranio, Serra (Spagna, Catalog.) Serranat, Vaca, Vaguela, Graells., Steindac. Vagna, Serrana (Valenz.), id. id. Vaca, Viscaina (Andalus.). id. id. Garoupa (Portogh.) Steind. Vagueta (Tenerita) Steind. Baquela, Vagueta (Canarie) Valenc. Kanni, nepu& (Greco). Kagnaz (Illiric.) Kanjak (Dalmaz,) Faber. Pirka, Vucic Pirgasti (Spalat.) Kolomb. Lanica; Smokvasga. Chassin (Turco). GEN. SERRANUS SERRANUS SCRIBA Descrizione. Il Serranus scriba è stato minutamente ed egre- giamente descritto da Cuvier, Valenciennes e da Mo- reau, in modo che non si potrebbe farlo con mag- giore esattezza; tuttavia dovendo toccare questo ar- gomento nel Manuale, tenterò di esporre alla meglio le principali caratteristiche del pesce, valendomi an- che di individui freschi, pescati nel vicino mare. Il Serranus scriba sì riconosce agevolmente, fra le specie congeneri, al suo muso puntuto, al profilo superiore pressoche rettiliueo, al color grigio azzur- rognolo o rossastro del corpo, e principalmente alle linee contorte, irregolari,azzurrognole, imitanti carat- teri di una scrittura ignota, onde ne è ornato il e le guancie, io i è oblungo, il profilo superiore, come si disse, rettilineo, anzi un po’ concavo dietro il capo; il profilo inferiore alquanto convesso nel mezzo, e rientrante verso la coda. —L altezza del tronco, misurata sopra la metà delle pettorali, entra per 3 1/g a 3 1/, volte (meno di 4 volte Cuvier) nella lun- ghezza totale del corpo,e la grossezza di quest ultimo, circa per */; nella sua altezza. — li Corpo è coperto di scaglie ctenoidi di media dimensione, general m.ente quadrilatere , e fornite di parecchie serie di spinule marginali. sa i Il Capo di questo pesce è cuneiforme; la sua lun- ghezza è contenuta 3 a 3 '/; volte nella lunghezza to- tale del corpo; il muso è sottile, puntuto, privo di sca- glie, al pari delle mascelle e dei sottorbitali; scaglie che viceversa ricuoprono le gote, il cranio ed l\pezzi opercolari. La bocca è grande, fessa obliquamente fin sotto il margine anteriore dell’occhio, colla ma- scella inferiore lievemente sporgente oltre la supe- riore, la quale a sua volta è alquanto protrattile. Le /abbra, poco carnose, si dilatano tuttavia verso la commissura orale, modellandosi in una membrana abbastanza larga. — L’ osso mascellare è stretto sul davanti, arcuato nel mezzo, largo e troncato alla sua estremità posteriore; esso stendesi fino oltre Ja linea verticale del diametro dell’ occhio, rimanendo affatto indipendente dal sovrastante osso sottorbitale, Entrambe le mascelle si trovano guarnite di una zona abbastanza larga di esili denti velutini, fram- misti ad alquanti denti canini più 0 meno robusti ed uncinati. Nella mascella superiore 1 camini si tro- ‘ vano disposti in un piccolo gruppo sullà parte ante- riore di essa, mentre nell’inferiore sorgono in fila al- l’esterno della zona villiforme. Un gruppo di con- simili denti villiformi sporge pure a cavalcione sul Vomere, ed una stretta zona longitudinale sui Pa- latini. La Zingua è lunga, liscia, e puntuta. L’ occhio è piuttosto grande, arrotondato, ed ap- prossima:o al profilo superiore del capo. Il suo dia- metro si trova contenuto 5 a 5 !/, volte nella lun- ghezza del capo, e quasi due volte nello spazio | preorbitale, laddove supera di 1/6 circa la dimen- sione dello spazio interorbitale.—L’osso sottorbitale -— cc res n ne] e" —"——r—r_ __—_—"_tt---—-mo‘__o_O ‘0 _0a0»‘”©"——amir{{( Plucar, Fisch-Platz z. Triest:, p. 61 (Ca- I. 54% | nissi). 1871 Costa (Ach.), La Pesca nel R. Napol., p.82. | 1847 Nardo, Synon. moderna Pesci Chiereghini, » id. Pesci di Napol., in Ann, Minist. Agric., p. 123, sp. 15 (Labrus typhus, Chie- 10 -p. 429: regh., fig. 145, sp. 8). » Carruccio, Elenc. Pesc. riport. Viagg. Tar- 1850 Guichenot, Explor. scientif, Alger. Poiss., gioni, ibid, p. 254. Peg PIL 1872 Canestrini, Faun. Ital. 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INC I713idî Ray, Synop.meriWbPiscg P. 327. 1738 id. Artedì, Synon., p.. 54 IU (pat) 1766 Perca cabrilla, Lin., Syst, nat. (p..405,sp gi 1788 ‘id: . Lin. ved. Gmelin, pi 13,228] » id. Labrus chanus, p. 1285, sp. 40. 1768 Perca marina var.B.,Brunnich,lcht.Massil.,p.64. 1782 Holocentrus virescens, Bloch., tab. 233. I80I id. Bloch'ed. Schneider spie ». id. Lacep., IV,-p- 357 (Golagssdati » Holocentrus marinus, Lacep., IV, p. 376 (Hol. marino) (esclsya5) » Bodianus liatula, Lacep., ID pi: » Lutjanus ° Serranus, Lacep,, IM pae os? I8I0 (id. Rafinolad“4p naso 84. 1801 Holocentrus Chanus, Lacep., IV; Pa ed. min. I pran62) 1810 id. Rafinesq., Indic., p. 17, DTS 1827 id. Nardo, Prodr, Icht. Adriat., p.14, n.106. 1810 Holocentrus serranus, Risso, Icht. Nice, p.294, spo: fidi Flavus. id... (P- ‘393}SPSt 1826 Serranue Cabrilla, Risso, Eur, Merid., p.375; id. Flavus, Risso, ibid, p. 376. 1835 Smooth Serranus, Yarreli Bois » Perca Cabrilla, Jenyns, Manuel Brit, Vert., 2USpaagi IV, -p. 297 idMed: 1864 id. Catan. in Atti Soc. Gioen., Ser. 2. p. 157 (Burragia), 1865 Serranus novemcinctus, Kner, in Novara Reise |M Eisclnesspreiz, tab. LE fig. I. Di eerca Chanus, Couch, Lond. Magaz. Nat.hist., NEC pro ASS: 1868 Smooth Serranus, (Comber) Couch, Fish. Brit, | Tui Jp. 195, ta bol ' 1801 Holocentrus ar gentinus, Bloch, tab. 235, fig. 254! Isl, ds vediz. Schn., p. 314, Sp. ui Sarebbe giov. sec. Peters, Ueber einige Bloch’ sche Ar- ten €CC., (1) E° assai difficile lo stabilire esattamente la corrispondenza si- nonimica delle specie citate da questi antichi Autori, atteso l’incerta. || e eontrastata provenienza di queste ultime, le incomplete descrizioni |M date, e le cattive e rozze figure che vi sono annesse. Epperò cotali | citarioni devono sempre ritenersi dnbbiose. p. 140, Sp. 13. | P. 33 | Corta (Carl.), Saggio Icht. Golf. | T. XIX, (ICH) pi 101. di) e a === = i — => > > - = VOLGARI NOMI Italiani. Sciaragno o Serrano Cabrilla. Sciaragno v Serrano comune. Sciaragno listato (Bonan.). Sperga, Donzella, Schiavon (Venez.) Nardo, Ninni, Cortesan da Caorle (Venez.) Nardo. Carissi o Canizzi (Trieste Fiume) Plucàr, Faber. Perga, Peresa, Salmar (Trieste). Coccascia (Toscana). Bolaxo (Genova). Perchia foritana (Napoli) Costa. Foritana, Bodaci (Giov.) Napol. Cagna (Molîeita). | Vacca (Cagliari). id. (Isole Baleari), | Serranio di Solu, Budagia di Solu (Sicil.). Burragia (Catan.) Cemmel. Bodagge, Chana (Caian.). Buraggia, Bodaggia (Messina) Cocco. Perchia di mari (Raf.). Perchio o Sirrania (Palermo, Ustica). Sérran (Malta) Gulia. Channa (Malta) Trapani. Esteri. Le Serran Commun. i Le Serrau prop. dit. (Provenza) Moreau, Reguis. Roussirnaou (Ceite) Moreau. Violor, Sonnesr (Cherbourg) Jouan, Moreau. Fougére (Brest) Moreau. Sonneur (Fermanville) Jouan. Crak (Biarritz) Moreau. Cabre, Crabe (Bayonua) Mor eau. Der Cabrilla (Ted.) Schinz, The smooth serranus (Ingl.) Yarrell, Couch. Channa, Combe; (Ingl.) Couch. Grouper of seamen (Yarrell). Cabrilla (Spagna, Cadice) Machado. Serra (Barcellona, Catelogna, Baleari) Graells. Cubra (Bilbao, Galicia, Valenza) id. Cana, Cabria (id.). Cabrilla, Donzella, Bodion (Portogh.). Cabrilla (Costa de Cadice) Brito. Garoupa (Portogallo) Yarrel, Brito. Pirka (Dalmaz.). Kanjac o Kaniaz, Sperga Dalmata (Dalm.) Kolomb. Vucic, Kanjac (Spalato). Kavn o Kavog (Greco) Heldreich. Chani (Turco sec. Forskal). GEN. SERRANUS SERRANUS CABRILLA Descrizione. Il Serranus Cabrilla somiglia molto nella for- ma e nel colore generale al Serranus Scriba. Esso se ne distingue principalmente, per essere privo delle linee tortuose azzurrognole sulle guancie, se- gnalate nella specie precedente , sostituitevi da 3, o 4 zone brune o ranciate oblique, che si prolun- gano anche sugli opercoli; e perchè i lati del suo corpo sono ornati di 9, 10 fascie verticali ros- signe, incrociantesi con 3, o 4 altre fascie longitu- dinali più strette e più chiare, che iscorrono dal capo alla coda. —Il suo corpo inoltre è propor- zionatamente un po’ più allungato di quello del Serranus Scriba, e rivestito di squame più esili, — Alcuni naturalisti credettero, già tempo, che il S. Ca- brilla differisse specificamente dallo Scriba per es- sere fornito di 8 anzichè di 7 raggi molli nella na- tatoja anale; particolarità contradetta da osservazioni più recenti, che dimostrarono esistere indifferente- mente 7, od 8 raggi molli nell’ anale di entrambe lespecie. Addivenendo ora alla descrizione delle partico - larità morfologiche principali del Serranus Cabrilia dirò brevemente che: Il suo Corpo è oblungo, complessivamente più allungato di quello del Ser. Scriba e coperto di scaglie ctenoidi proporzionatamente più piccole. L’ altezza del tronco è contenuta 4, 4 !/, volte nella lunghezza totale del pesce; la grossezza lo è 2 volte circa nell’altezza, Il muso è leggermente ottuso, meno lungo che nello Scriba. La bocca ampia, si squarcia sin oltre la verticale del margine anteriore dell'orbita, ed ha, come nel S. Scriba, la mascella inferiore un po’ più sporgente della superiore. — L° osso mascellare oltrepassa al- quanto posteriormente la verticale del diametro dei- l’occhio, ed è appena ricoperto anteriormente dal sovrastante sottorbitale. I denti mascellari sono generalmente disposti come nel Serranus Scriba. I canini però sono più robusti e lunghetti, e la zona dei denti villiformi della mascella inferiore si mostra un po’ più ristretta che nello Scriba. Il vomere, i palatini sono dentati; la lingua lunga e liscia. Gli occhi sono grandi obovali, col diametro eguale ad 1/, od !/, della lunghezza del capo, ed ai */, della parte anteriore del muso. Le narici restano allineate e poste come nel $. Scriba. I pezzi opercolari sono tutti scagliosi; le squame però delle guarcie sono quadrilatere, col margine libero ricinto di numerose serie di spinole, come puossi osservare nella mia Rivista delle Specie del Genere Epinephelus, tav. V, fig. 1, A. 1. Il preopercolo è esilmente seghettato nel margine | I FAM. PERCIDI SERRANUS CABRILLA posteriore; il suo angolo però, meno rotondato, si trova guarnito - di dentature più grosse e marcate di quelle dello Scriba, che si estendono anche al terzo posteriore del margine inferiore. L'opercolo più stretto e meno lungo, termina po- steriormente in 3 punte spinose, più esili, e più brevi che nel S. Scriba. La linea laterale è disposta come nella specie pre- cedente; contiene $0 a 90 piccole squame quadri- latere, col margine libero ricinto di numerosa serie di spinule. (Vedi fig. nella Rivista Gen. Epine- phelus, 1. c., tav. V, fig, 2, D. 1). — La linea tra- sversale del corpo porta 33 0 34 squame ordinarie, distribuite secondo Moreau (8-9/23-24+1). La disposizione generale delle natatoje è come nel S. Scriba. La dorsale ha una forma consimile a quella della specie congenere; la parte spinosa pero è propor- zionatamente più alta e fornita di spine più robuste. Essa porta come nello Scriba 10 raggi ossei e 14 molli. L’Anale nasce a livello del 3° e finisce al 10° e 11° raggio molle della dorsale. Possiede 3 spine, e, | come si disse, un numero variabile di 7 od 8 raggi molli. Le pettorali e le ventrali non differiscono gran fatto per forma e lunghezza da quelle della specie precedente. La codale ghezza alla pesce. leggermente scanellata, e pari in lun- E 7 parte circa della lunghezza totale del Ii colore predominante che ammanta il corpo del | Ser. Cabrilla è un giallo-rossastro chiaro o un gri- gio giallastro. — Su questo fondo generale, corrono $ o 9 zone verticali rosso-brune o vermiglie-cupe, che si seguono parallelamente dal capo alla coda, incrociate a loro volta da 2 o 3 altre zone longi- tudinali ranciate, più strette, più sbiadite e più mar- cate nella parte inferiore ed addominale, che pro- cedono dal capo alla coda. — Il muso e le guancie sono attraversati da 3 o 4 zone oblique crocee o vermiglie, che si estendono anche sui pezzi oper- colari. La dorsale e l’anale del Cabrilla presentano una tinta generale rosso-ocracea interrotta da sottili zone longitudinali azzurre, e da una serie di occelli dello stesso colore, più marcati e numerosi sulla parte molle della rispettiva natatoja. La codale ha del pari una tinta generale rossigna, tempestata da 3 serie di occelli azzurrognoli. Questi colori sono costantemente più marcati nei maschi che nelle femmine. In queste ultime in par- ticolare la tinta generale volge maggiormente al giallo pallido, le zone del corpo tendono ad un vermiglio molto diluito, mentre le zone delle guan- cie si fanno indistinte,* e talora anche mancanti. D'altronde essi variano sempre coll’età dell'individuo e colle stagioni dell’anno. | | | | | Abitazione. Il Serranus Cabrilla abita l’intero bacino del Me- diterraneo, anche più copiosamente della specie pre- cedente; a differenza della quale, entra non solo nel- l'Oceano Atlantico e si estende verso le Isole Ca- narie, ma rimonta altresì verso il Nord, lungo le coste Atlantiche della Francia e dell'Inghilterra. — I signori Cuvier e Valenciennes riferiscono di fatto, che il Baillon possedeva nel suo Gabinetto ad Abe- ville un esemplare di questo pesce, pescato all’im- boccatura della Somma; ed aggiungono di aver essi medesimi ricevuto dal DF Garnot alquanti Cabri//a della lunghezza di 9, ro pollici presi a Brest (C. e V., II, p. 225).—D’altra parte.il DE Day nella plau- ditissima sua opera The Fishes of Great Britain, ci fa sapere, che il Ser.Cabrilla è comune a Plymouth e a Mevagissey servato dal DF Couch nelle località intermedie di Polperro; che il sig.Cornisch ne ha trovato un esem- plare presso Mount’s-Bay; ma che però non sì e- stende oltre lo stretto di Dover, non essendo stato fin ora avvertito lungo le coste dell’ Irlanda. — Il DL Steindachner, di ritorno dallo splendido suo viag- gio in Ispagna ed in Portogallo, narra a sua volta, | di aver raccolto numerosi esemplari di Cabrilla a Vigo, alla Corona, ad Arenas, nelle Isole Canarie, a S.* Crux di Tenerifa; come pure a Cadice, Li- sbona, Malaga, Valenza, Alicante, Barcellona, Tar- ragona in Ispagna, della lunghezza talora anche di o, Ir. Egli soggiunge inoltre che alcuni soggetti 24 colori diversiformi di questo pesce sono stati riscon= trati al Capo di Buona Speranza, e persino presso l'Isola di S. Paolo nell’ Oceano Indiano, durante | il viaggio di circumnavigazione della Fregata Novara. | — 1 DEF Kner credendo che questi costituissero | una specie distinta, loro diede il nome di Serranus novemcinctus (Novara, Reise Fische, p. 17, tav. IL | fig. 1), distinzione contestata dal D." Steindachner, e causata secondo esso dall’alcool in cui i pesci eran stati immersi, ma confermata più recentemente dal | Sauvage nella sua Faune de P Isle S. Paul. (Arch. Zool. Exper. vol. VIII, n. 1, p. 7) e dal Vaillant (l.c.): Il Serranus Cabrilla abita pure il Mar Nero, IT Prof. Nordmann lo rinvenne più comunemente a | Trebisonda, e lungo le coste Sud-Est di quel mare, | d’ onde viene sovente portato sul Mercato di Co- stantinopoli. Finalmente il D.r Klunzinger nella sua Operai Kritische Revision Fisches des Rothen meeres, riferisce addirittura d’aver incontrato nel Mar Rosso dei sog=| getti di Serranus Cabrilla, (già segnalati da Ehrem- berg ne’ suoi manoscritti, e da Kossman et Rauber nel loro viaggio in questo mare) che differivano | semplicemente dalla forma tipica per un diverso nu=| mero delle scaglie del corpo , per la dimensione deil denti mascellari, e per la diversa disposizione e colore| delle fascie brune onde ne è ornato il corpo. Il| Klunzinger, le descrive sotto ii nome di Pseudoser-| ranus Cabrilla e le raffigura alla Tav. II, fig. 4, 5-| in Cornovaglia; che è stato già os- | fac I o os: fi nell GEN. SERRANUS 49 SERRANUS CABRILLA Dietro le quali indicazioni non sarà improbabile supporre che le diverse forme del Serranus Cabrilla, testè accennate, provengano tutte da una forma atavica comune, che visse nei due Mari attigui nelle Epoche preistoriche, prima deil’ interrimento deli’istmo di Suez. Riassumendo ora queste varie indicazioni, si può stabilire, che il Serranus Cabrilla abita: Nell Oceano Atlantico Golfo di Guascogna, S. Giov. di Luz (comune) Moreau. Charenta inferiore, Isola Re, Coste della Breta- dll gna, Brest; Coste di Normandia, Cherbourg (piut- nf] tosto r.) Moreau. | Picardia, imboccatura della Somma (rr.) id. Coste meridionali dell’ Inghilterra (alquanto co- 20 | i | mune) Day. isll Plymouti, Mevagissey in Cornovaglia (id.) id. là | Penzance, Polperro (r.), Mount’s Bay (rr.) id. ij Coste del Portogallo, Lisbona, Setubal (poco fr.) rel Brito. Li | Cadice, Malaga, Valenza, Alicante, Barcellona 21 | (fr.) Steind. edi Galicia, Cantabria, Bilbao, Santander, Catalogna ia (fr.) Graells. one | Sei ) al tI Ì Ì Mii Il Canarie, Vigo, la Corona, Arenas, S. Crux di Te- nerifa (fr.) Steind, Capo di Buona Speranza, Isola di S. Paolo nel- l’Oceano Indiano (Knerr, Steind.) Nel Mediterraneo ‘Marsiglia, Cette, Nizza (fr.). Genova, Livorno, Piombino (fr.). Is. Giannutri, Malta, Is. Baleari (fr.). Coste di Algeri, Tunisi, Tripoli (fr.) Vincig. Napoli, Sicilia (fr.) Costa, Nob. Palermo, Messina, Catania (fr.) Nob. Ustica, Isole minori (fr.) Nob. Menezia, Trieste, Fiume (fr.) Faber, Trois. Dalmazia, Spalato (fr.) Kolombatovic. Isole Meleda, Lagosta, Curzola, La Brazza (fr.) Vinciguerra. Mar Nero, Costa di Trebisonda (Nordm.). In veruna parte però del Mediterraneo il Serranus Cabrilla è cotanto copioso quanto nelle Acque del- l'Adriatico e della Sicilia. Questo pesce vive a preferenza presso le coste rocciose, ma s’inoltra anche in alto mare e a mag- , fil giori profondità che la specie precedente. Appare pel tutto l’anno ma particolarmente in tempo d’inverno. o. HI Getta le uova 2 volte l’anno, da aprile a giugno sy Ja prima volta, dalla fine di giugno a tutto settembre ;5 la seconda (Reguis). SIERIRARNIUNSI SSA BASEL Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In pelle \A3Es,N0t 940, 623:10, 022; 0021. Ji'alcool 6. Es&ho, 194,0, (09. Prepari osteolog. 4 Sch. 0, 30;.0, 26.0, 2550, 23: Prepar. splancnolog. a secco. App. branch. Prepar. splancnolog. in alcool: App. d-2 erma- frodito; App. digerent. e riprodut. in sito. Proporzioni degli esempl. del Museo. Lungh. totale 0,245; 10/230} 0;1220:10,1250) Altezza. del tronco:0,:002; 0, 054; 0, 051; 0, 050, (Grossezza corpo. 0,029; 0, 028; 0,.027; 0, 020! Lunghi della:resta 0, 071: 0,:067;.0, 063: 07002: Alt. testa 0,049 10, 044; O; 042;,0,04T. Diam. occhio 001400135 0,0136510, 012) SPAZIO: preorbit.. |lr0; 022; 0,,020:;10, Og; 0 010: id. interorbit. 0, 010; 0, 009; 0, 008; 0, 008. Proporzioni secondo Moreau. Lungh. tot. 0, 20; Altez. tronco 0, 048; Spessore O:025:; Lungh. resta .0,1058 ; Diam! ‘occhio; 012, Spazi preorb. ‘0,%014; Spaz. inter. ,0, 10, Pregio alimentare. Il Serranus Cabrilla ha carni bianche e delicate, ma è generalmente meno apprezzato della specie precedente. 13 Car. specifici. — Corpo ellittico od oblungo; Muso breve; Codale troncata; Preopercolo finamente denti- NOME SCIENTIFICO FAM. PERCIDI | 10° Sp. (3? Sp. del Gen.) Serranus Hepatus, Cuv. NOME SCIENTIFICO colato in tutto il suo contorno, coll’angolo inferiore rotondato ; Opercolo spinifero; Canini piccoli in ambo le mascelle ; un gruppo triangolare di denti villiformi sul vomere; 6, 7 raggi molli nell’ anale; 11, 12 nella dorsale: Colore cervino chiaro 0 rossigno con s fascie trasversali scure, ed una macchia nera sui primi raggi molli della Dorsale. Dito nr A (60 Re) Lungh.tot. io tovalo SrisVertebre no i4 4 Ciecnbplloricigs: Serranus Hepatus'Cuv.;2%ed 132051 p:'2310inota: Martins, Reise Wenedig, II, p. 426. Risso, Hist. Eur:-metid.,}IIIp.377;sSp:293- Cuv.- et iValenc. list Posso TPapo31 Bonap.;, Icon, Eau lita Kpi360osr Schinz, Europàisch Faun., p. 93. Cocco, Ind. Pesc. Messina, mpss. gen. 74, Sp.\3;/id., ediz. ‘1380 (Pacciola);(p.24, Sp. 123. Bonaparte, Catal. pesci Europ., p.57,0.494. Sassi; Catal.#PescWIiouniastp.123: Plucàr, Fisch-Platz z.Triest, p.60 (Beutel Barsch). Costa, Faun. Napolet. Catal. metod., p. 8, Spi: Ulbesto ipo dro; spl av VIE ER AIAR St Guichevot, Expl. scient. Alger. Poiss., p.34. Nardo, ProspMiPescVenez.ip.077, 00: Canestrini ,. Catal.- (Pesce. Golf. Genova! p. 202: Guilia, Tentam. Icht. Melitensis, p.20,sp.69; id. Discorso, p.S7 Perugia, Prosp.Pesci ‘Adriat..ip.'13, n.129. Steindachner, Icht. Bericht. Span. und Por- tugal Reise in Sitzb. K. Akad. Wiss. Wien, N19 A ba iI) parso: Carruccio, Catal. anim. racc. Viaggio Tar- gioni. In Atti Soc. Ital. Sc., Milano, vol par20) Ninni, Pesci Venet. Lagune,p. 3; sp. 18. Bourjot, Poiss.du Marchè d’Alger.,p.13,sp.5. Graells, Explorat. cientif. Depart. Ferrol, PB SP-90 Costa (Ach.), La pesca nel Golf. Nap., p.82. id, Catal:PescitaiiNapeliin Anaao APC Rartep 30° Aradas, Pesci del Golfo Catania, ibid., p.600, sp. 26. Carruccio, Pesci riport. Viaggio Targioni, ibid p_025 48 Canestrini; Faun/Ital'WPescikp:075% {irois,, Prosp.\Pesc.#Adkiat pz 24 pi235 Gervais 3 Boulart, Poiss. de la France, II, piso: Doderlein, Prosp. pesc. Sicilia, p. 36, n.84. FleldreienygFaunsideWNaMGreeo paesi Stossich, Prosp. Faun. Adriat., p. 40. 1881 1882 1833 Moreau, Hist. nat, Poiss. France WI Wp:36,? Reguis, Hist. nat. Provence Poiss., p. 19I, DE DIS, Marion, Esquis. Topogr. Golf. Marseille, in Ann. Musèe Zool, Marseille, T.I, p.63. id. Considerat. sur la Faune Profond. Me- diterranée, p. 183. Vinciguerra, Risult. Crociera Violante, Ann. Mus. Civ., Genova XVIII,p.438; ld--apart p. 25, DA: id. Materiali per Faun.Tunisina, p.24,0.II: Centropristis Hepatus, Gunth., Catal., p.84, {8 6 “| (TRE sp. 6. Gioi Elenc. Pesci Ital pis (estraBip.(10)) Perugia, Elenc..Pesc. Adria Mpa Kolombatovic, Pesci di Spalato, p. 5. id. Fische gewassern v. Spalato, p. 9. Faber, Fisheries of Adriatiq., p. 188, sp.59. Kolombatovic, Imenik Kraljesnjaka Dal- macije, p. 6, sp. 2 (Vucic, Krzi). Graeffe, Seethier Faun. d. Golfes v. Triest. Pisces, in Arbeit.Zool. station in Triest, T, VIE: 3 Helf past Raffaele (Fed.), Le uova galleggianti e le Larve dei Teleostei nel Golfo di Na- poli. In Mitteil. an. Zoolog. Station, v. Neapel, VIII, Bd: .1, HelE, po! Kolombatovic, Catalogus vertebrat. Dal maticorum, Piscès, p. 20, Sp. 3» SERRANUS HEPATUS GEN. SERRANUS IRR LITEIII ÌÌ]Ì___________ùT SI SERRANUS HEPATUS i —— _ _ ——IMOOèÒaAOOMOTEITT_| ——-»["u©@®@©"unuxxuummuum- mr _ __————___ In Sinonimie. ? H'ratog (jecorinus) Arist. Hist. Anim., L. II, DI7. Hepatus vel jecorinus, Bellon, Nat. Pisc., p. 279. ds iGesner, vAquati, IV.p. 411. Sachetus Venetorum, Willughby, IV p., C. 30, pi:326. id: Ray, Synops. Pisc.,.p. 139. Pahrusim.2,Artedì, Gen., p. 239, n. 8; Syn,, P.C53, SP. 2 (pars). LabrasElebatus, Lin, S. nat., p.3474) Sp. 4 ideenediz; (Gmelin; I, p. 1283, mn 4. icielacepede, il. LIT p. 424 et p. 456 (edit. Alert, IXxepi125). id bloch, Edit. ‘Schneid.;-p..245,. Sp. IT. idee Naccari, Ittuol. Adriatica; p. 13, sp. 42. Labrius adriaticus, Brùnnich, Icht. Mass., p.98, DOTI glio vediz. Gmelin, I, p:/1297) sp. 66. id“ Bloch ed, Schneid., p. 262, n. 84. id. Naccari, Ittiol.,p.14,n.46(excl.nome volg.). id. Gemmellaro, Saggio Ittiol. Catan., p.156 (Perciudda). Holocentrus Adrialicus, Nardo, Prodr. Adriat. lehthy., p. 14, sp. 107. Holocentrus striatus, Bloch, lcht., Tab. 235, fot id-#Bloch'.ed. Schneid., p. 364,.SP. 3. Holocentrus triacanthus, Lacép., IV, p. 376-7. Holocentrus siagonotus, De la Roche, Ann. Nus 4 pi 352, tab. 22, fig. 8;.id..in Memoria, p. 66, fig. 8. Lutjanus adriaticus, Lacèp., IV, p. 222. I. Kafnesq:, Ind., p..18,.n. 80, Holocentrus Hepatus, Risso, Icht.Nice, p. 292, Sp. 4. biolocentrus Sogo, Rafini, Ind. , p. 17, 0-73; (nec; Bloch, \pl.232). id. Gemmellaro, Saggio Ittiol., Catan. (1. c.) p.i156. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. weg/ict3Es.::0, 11; 0, 10;.0; IO. alcool .12 Es. 0, 07.4 0,09. nicpar.:vosteolog. 2:Sch.: ‘0, rI; 0, TO. Prepar. splancnolog. a secco: App. branchiale. i Prepar. splancnolog. in alcool: Appar. digerente; App. branchiale; App. 5-9 ermafrodito. SmTmu@u_U_T[IiIuIUI:”Ssc”e ldMdCkmi-I19lee...e:;:-rr —--—_!t-d9liemTlmm1_—IIY? NOMI VOLGARI Italiani. Sacchetto, Serrano epato o sacchetto (Ital.). Sciaragno Saccheito (Ven., Triest., Fiume). Sareco (Rovigno). Castagna, Canatella (Tosc.). Bolax de tacca nigra (Genova). Lucerna (Genova) Gulia. Serran (Nizza). Perchitella o Perchiatella (Napol.) Costa. Cerignola, Cirignola, Cavagnola (Napol.). Settimo (Taranto) Costa. Itala, Jatala (Reggio Calabr.) Costa. Perciudda, Serrania di fangu (Sici)., Palermo). Serrania, Budaggia (Catan.). Dutturi (Messina) Cocco. Vacca (Cagliari). Esteri. Le petit Serran, Le Serran Sacchetto (Franc.). Serran a une tache noire a la dorsale (id.). Petajre, Serran, Tambour (Provenza) Reguis. Petaire (Linguadoca, Cette). Tambour (Marsiglia) Marion. Tresliuras (Marsiglia). Beutel Barsck (Ted.) Placaàr, Faber. Der Kleine Serran (Ted.) Schinz. Cerna, Merillo (Porto S.* Maria). Cherna afanecala (Cantabria). Cherna affanecuda (Spagna) Graells. Borinot (Catalogna). Vaca, Serrana (Cisternas) Graells, Treslliuraz (Barcellona). Musich (Iviza) Graells. Garoupa (Portogallo). Tres libres (Is. Baleari). Hanzir (Malta) Gulia. Vugic (Spalato). Vucic, Krzi (ibid). Vucic, Kucina (Dalm.) Faber. Pinzùlic, Sankalice (Croaz) Faber. Proporzioni degli esempl. del Museo. Lungh. totale O,CHIO: N QLT00. Altezza del tronco 0, 031; 0, 028. Grossezza corpo. 0, 013; 0, 013. Lungh. della testa 0, 033; 0, 031. Alt. testa 0;}1027g 10; 020% Diam. occhio 0; 009; 1/0, 008. Spaz. preorhit. 0, 009; 0, 008. id. ‘imterorbiti’ ‘0, ‘005; ‘0,005 Proporzioni secondo Moreau. Lungh. tot. 0, 111; Altez. tronco 0, 031; Gros- | sezza 0, 013; Lungh. testa 0, 034; Diam. occh. 0,009; Spazio preorb. 0,008; Spaz. interorb. 0, 006. f | | SERRA NIUISER IRA MEUS Annotazione. Il D.' Ginther e parecchi altri illustri Ittiologi, come risulta dal quì annesso prospetto sinonimico, collocano il Serranus Hepatus nel Genere Centro- pristis (Cuv.), in quantochè questi presenta alcune particolarità morfologiche che lo contradistinguono dalle altre 2 piccole specie indigene di Serrani, e lo avvicinano al predetto Genere Centropristis. Cotali particolarità distintive consistono princi- palmente , in una minore dimensione relativa dei denti canini, in una maggior estensione delle den- tature sut margine inferiore del Preopercolo, ed in un minor numero relativo di raggi molli, nella dorsale e nell’anale. Io non credo di poter accettare questa opinione; come non l’accettarono i signori Cuvier, Bonaparte, Costa, Steindachner, Canestrini, Moreau, Vinciguerra, Jordan, Vaillant, ed un gran numero di altri dotti Ittiologi moderni. Di fatto, il Genere Centropristis quale è stato fon- dato da Cuvier, e ricostituito dal D." Gunther (Study of Fishes, p. 380), ha per base i seguenti caratteri: « Corpo oblungo con scaglie piccole o mediocri; « Denti villiformi con piccoli canini in ambo le ma- « scelle; Denti vomerici disposti in un fascio angola- «re, oin un breve gruppo triangolare; Denti sui pasa- « tini; Lingua liscia; Una dorsale colla formola 10/12 «o meno; Anale con 3/7 (6); Preopercolo seghet- « tato, talora con un angolo prominente armato di c lunghe spine ». Ora se si prende a considerare l’entità di codesti caratteri, e si pongano a confronto con quelli degli altri Serrani, risalterà ad evidenza il poco valore tassonomonico che essi hanno per poter essere adi- biti alla confezione di un gruppo generico distinto mella,serie fdel#Percidi Ed invero la relativa dimensione dei denti canini che s’invoca a base fondamentale del Gen. Centro- pristis è un carattere assai vago, poichè, oltre a non definire in che proporzione debba intendersi cotale relativa dimensione, si trova nel caso nostro, che nel Ser. Hepatus i denti canini presentano una lun- ghezza e robustezza proporzionata all’età ed alla re- lativa dimensione del suo corpo, mentre sono non meno proporzionati, come nota il Vinciguerra (1), negli esemplari del Ser. Scriba e del Ser. Cabrilla di eguale statura, ed in parecchie altre specie conge- neri di questi pesci. Lo stesso dicasi della relativa estensione delle dentature nel margine inferiore del Preopercolo, quando già vediamo cotali dentature invadere nel Ser. Cabrilla il terzo posteriore dello stesso margine. In quanto al minor numero relativo dei raggi molli della Dorsale e dell’ Anale, è questo un ca- rattere così variabile nella serie dei Serrani, da non poterlo altrimenti adoperare, che come carattere spe- cifico, e subordinato a parecchi altri caratteri più es- senziali dei Serrani. (2) Risult. Crociera Violante, p. 26. FAM. PERCIDI SER RA NS. HrESPrRASAONS Si noti inoltre, che i caratteri enunciati nel Ge- nere Centropristis, oltre ad essere troppo arbitrari, si presentano irregolarmente, ora alternati, or iso- lati nelle varie specie del Genere Serrano, in guisa da rendere pressoché impossibile lo stabilire una precisa linea di demarcazione fra le specie che li posseggono (Jordan). Per lo che è assai probabile, come opina il D." Steindachner, che il Genere Cen- tropristis debba essere totalmente soppresso in iscienza. Dietro alle quali indicazioni, sembrami abbastanza giustificata l’opinione di quegli scienziati che lasciano il Serranus Hepatus nel Genere Serranus, ove lo ha originariamente collocato il Cuvier; valendosi delle particolarità differenziali che egli presenta, per con- tradistinguerlo specificamente dagli altri due piccoli Serrani che gli sono affini, Descrizione. Il Serranus Hepatus è la più piccola specie dei Serrani che vivono nel Mar Mediterraneo. 1 Il suo corpo è oblungo , il profilo del dorso ar- cuato, l’ altezza del tronco doppia della grossezza, e contenuta 3 !/, volte circa nella lunghezza totale del pesce. La sua cute è coperta inoltre di scaglie relativamente più grandi di quelle delle specie pre- cedenti. Il Capo misura una terza parte della lunghezza totale, restandone l’aitezza un po’ minore di quella del tronco. Il muso è arrotondato , breve; la bocca grande, fessa obliquamente fino al di là del livello del margine anteriore dell’occhio, colla mascelia in- feriore nuda e sporgente un po’ oltre la superiore, che a sua volta è alquanto protrattile.—I Denti ma- scellari sono a scardasso , piuttosto robusti e curvi all’indietro, ma immobili; gli esterni tutti eguali, e molto più forti degli interni, specialmente in avanti e nella mascella superiore, sulla quale emergono or- dinariamente alcuni piccoli canini, più grandicelli degli altri. L’osso mascellare è nudo, troncato posteriormente, ed esteso oltre il diametro verticale dell’occhio. Grande è l’ occhio , di forma ovale, con un dia- metro uguale ad 1/, della lunghezza dei capo. A differenza delle specie precedenti, lo spazio zn- | terorbitale ed il sottorbitale sono rivestiti di piccole | squame. Quest’ ultimo osso è arrotondato inferior- | mente, protratto fino alla parte del muso , ed ad- dossato in gran parte al mascellare. | Le narici sono disposte press’ a poco come nelle specie precedenti; l’orificio soltanto della posteriore, | è alquanto più largo e più ravvicinato all'orbita. I pezzi opercolari sono tutti squamosi; il preoper- | colo è dentellato in tutto il suo contorno, con den: | telli pressoche uguali e minuti; mentre l’angolo suo si mostra perfettamente arrotondato. L’opercolo porta 3 spine piatte, l’intermedia delle | quali assai più grande delle laterali. Il suo orlo dl GEN. nni membranoso eccede le dette punte, e termina con un angolo arrotondato. — Le guance, sono coperte del pari di piccole squame guarnite di più serie di spinule marginali. (V. ‘Rivista Gen. Epinephelus, fav. V, fig. 1, A. 2): I Grandi fessure branchiali circoscrivono esterna- mente i pezzi opercolari, limitate a loro volta da un’ ampia membrana branchiostega sostenente 7 raggi ossei. i La linea laterale anche in questa specie corre pa- rallelamente al dorso, 3 volte più vicina alla ca- rena dorsale che alla ventrale. Essa comprende 4I | a 44 scaglie quadrilatere, fornite per ciascuna d’una piccola linea in rialzo, e di parecchie serie di spi- nole marginali. (V. fig. nella Rivista del Gen. Epi- nephelus, tav. V, fig. 2, DI a) i Le scaglie della linea trasversale sono circa 20, 21, distribuite, secondo Moreau, come 5-6/14+1. * La natatoja dorsale incomincia al di sopra delle pettorali, e si estende molto al di là del termine dell’ anale; novera 10 raggi spinosi, il primo dei quali metà lungo del secondo, il quarto più lungo di tutti; e 10 a 12 raggi molli alquanto più elevati degli spinosi. i L’anale è breve ed incomincia a livello del se- condo, e termina a livello del terz’ ultimo raggio molle della dorsale. Conta 3 spine, la seconda delle quali più robusta, e 6 o 7 raggi molli. Le pettorali sono lunghe, estese oltre l’ ano, ed | eguali ai */, della lunghezza del capo; noverano 14 | raggi molii. x La pinna caudale è rroncata posteriormente, mi- sura !/, della lunghezza totale del corpo, ed ha 15 | a 16 raggi, oltre i 2 0 3 piccoli esterni. eo 11-12; A, 3/67; P. 17; V. 1/5; C. 16. Il corpo di questo pesce è di un colore cervino- i chiaro, tendente al roseo argentino, con $ fascie ‘lì verticali di color cervino più cupo, larghe quasi | quanto gli intervalli che le separano, l’ ultima delle | quali forma quasi un anello alia base della coda.— i I lati del capo sono ornati di 3 striscie di un bel colore giallo, che partendo al di dietro dell’occhio, procedono radialmente verso il margine dell’ oper- .ì colo (Bonap.). La pinna dorsale è di color grigio con alcuni spruzzi neri sulla parte spinosa, e con una macchia nera oblunga sul margine dei 3 primi raggi molli. i —Le pettorali sono tinte di giallo, le ventrali di azzurro verdastro, con l’apice turchino fosco.—L’a- | nule è grigiastra; grigia del pari la codale ed aspersa di piccoli punti rossi o giallastri, che tendono ad ordinarsi in fascie verticali. — L’ îride è giallastra. Anche questa specie di Serrano è soggetta, come le precedenti, a numerose varietà di colore, e ad i una or maggiore or minore intensità di tinte, alcune i delle quali varietà, offrono una evidente tendenza al SERRANUS SEMRBRANUSHEPATUS Tuttavia tanto in questa varietà, quanto nelle va- rietà scolorite, in cui non sono più distinguibili le fascie trasversali, la macchia nera della dorsale è sempre manifesta, e serve ottimamente al ricono- scimento della specie. Abitazione. Il Serranus Hepatus vive copioso ‘in tutto il Mediterraneo, ed in particolare lungo le coste me- ridionali della Francia e dell’ Italia, ed anche più abbondantemente nell’Adriatico lungo quelle del Ve- neto, dell’Istria e della Dalmazia. Fanno eccezione a codesta generale abbondanza le coste meridionali della Spagna, ove il D.' Stein- dachner trovò questo pesce alquanto raro. In quanto all’ Oceano Atlantico, Steindachner lo rinvenne a Cadice; ma pare che esso si estenda assai poco lungo le coste del Portogallo, poichè non si trova ricordato da Brito Capello nei suoi Cataloghi, e ne manco dagli Ittiologi Francesi ed Inglesi per le coste occidentali di codesti mari. Come nota il D." Vinciguerra è ccsa abbastanza strana che questo pesce quasi esclusivamente Me- diterraneo viva anche nelle acque del Capo di Buona Speranza, come lo annunzia il D Gunther nel suo Catalogo, e forse anco in quelle del Giap- pone. Giusta le indicazioni fin'ora ricevute si può rite- nere che il Serranus Hepatus abiti: Le Coste meridionali della Francia da Port-Van- dres a Cette e Nizza (comunissimo) Moreau. Marsiglia (abbondante nei maggiori fondi) Marion. Genova, Viareggio, Livorno (comune) Giglioli. Isola Gerba, S.* Maddalena, Baleari (id.) Vincig. Malta (comunissimo) Bonap., Gulia. Sardegna (id.) Carruccio, Algeri, Tunisi, Tripoli (id.) Guichenot, Vincig. Porto S.* Maria (comune) Graells. Catalogna, Coste meridionali della Spagna (poco frequente) Steindachner. Cadice (raro) Steindachner. Napoli, Taranto (frequentissimo) Costa. Sicilia, Isole minori (assai frequente nei fondi melmosi (Nob.). Venezia (frequente) Martens, Ninni. Trieste, Rovigno, Istria (comune) Faber. Dalmazia , Spalato (freq. tutto l’anno) Kolomb. Canale di Cattaro, Ragusa, Isole di Lesina, Cur- zola, Lagosta, Meleda, La Brazza (fr.) Vinciguerra. Questo pesce che non oltrepassa in lunghezza i 3 a 4 pollici, suole generalmente pescarsi a qualche distanza dal lido; ed a maggiori profondità (50 a 80 m. Vinciguerra); poichè a differenza dei suoi congeneri, dimora per lo più nei fondi fangosi; ond°é che nei mercati delle Città marittime lo sì trova comunemente mischiato ad altri piccoli pesci nelle così dette Fravagle. 14 GENERE SERRANUS FAM. PERCIDI GENERE SE RSA NU Annotazioni al Genere “ Serranus,, ed ‘ Epinephelus,, La sottofamiglia dei Serranini, costituita come è noto di Percidi ad unica dorsale, comprende una numerosa serie di Generi e di specie viventi nei mari temperati e caldi, che riproducono, in certa guisa, le varie particolarità morfologiche segnalate nella precedente sottofamiglia dei ‘Percidi a due dorsali. Cosi avviene, che le specie del Genere Ser- ranus si conguagliano per la forma del corpo, pel preopercolo dentellato, per 1’ opercolo spinoso, alle Perchie (‘Perca Lin.), a tanto che gli stessi pesca- tori sogliono dinotarle col nome di Perchie di mare. Così il Genere Poliprion, perie cospicue armature dei pezzi opercolari, lascia divedere certa corrispondenza colle specie del Genere «Apovon, Microichthys ecc. Questa sottofamiglia però come lo hanno dimo- strato Gunther e Canestrini si compone, al pari della precedente, di elementi più o meno eterogenci, rap- presentati da alquante modificazioni degli organi esterni dei pesci che vi appartengono , delle quali modificazioni si valsero gli Ittiologi per ripartire la suddetta sottofamiglia in un vario numero di ge- neri distinti; cinque dei quali hanno i loro rappre- sentanti nella Fauna ittiologica del Mediterraneo; cioè i Generi Serranus pr. detto, Epinephelus, An- thias, Calianthias, Poliprion, come a pag. 38 di que- sto libro. Eliminati i generi Anthias, Callanthias, Poliprion che offrono caratteri abbastanza validi per essere ritenuti Generi distinti, rimane dominante e ca- ratteristico di codesto gruppo il Genere Serranus pr. detto, cui s’atterga |’ affinissimo genere Epine- phelus.— Codesto genere Serranus a differenza di molti altri generi della sottofamiglia dei Serranini, è un genere eminentemente naturale, anzi costituito di un immenso numero di specie, così somiglianti ed affini fra loro, da renderne oltremodo difficile la distinzione. — Come risulta dalle recenti opere d’Ittiologia, parecchi illustri scienziati si sono ado- perati a portar luce in questo denso ammasso di forme specifiche, traendo partito dalle più lieve dif- ferenze organiche del corpo e talora anche, come lo disse il Vaillant, da particolarità affatto insigni- ficanti. I primi a tentare questo difficile agone, furono Cuvier et Valenciennes, descrivendo minutamente, nel secondo volume della Storia dei Pesci (p. 210), centosette differenti specie del Genere Serranus, e tredici altre forme spettanti all’ affinissimo Genere Plectropoma; saggio che il Cuvier si era già affrettato precedentemente (p. 16) a dichiarare, essere diretto unicamente ad agevolare il riconoscimento delle specie, senza tener troppo conto delle reciproche affinità dei pesci. A questo primo esperimento tenne dietro, nel 1859, un'altro più esteso prospetto sinottico, elaborato dal D Ginther nel secondo volume del classico suo Catalogo dei Pesci del Museo Britannico (vol. I, p. 97), prospetto che servi lungamente di codice e || di guida agli Ittiologi nella determinazione delle relative specie di Percoidi.— Più recentemente, nel 1877, un’ altra elaboratissima ripartizione metodica dei Pesci del Genere Serranus, vide la luce per opera del D." Vaillant nei suoi Efudes sur Zes Poissons de < la Mission scientifique au Mexique, e più recente- mente ancora un’ altra pregevole Monografia delle relative specie di Serranus ed Epinephelus dei mari Americani, redatta dal Prof. Jordan ed inserita pei Processi del Museo della Indiana Università di Bloomington. (A review of the American species || of Epinephelus and relater Genera , of Proceeding of United States National Museum 1884). Ed invero chiunque si faccia ad esaminare questi stupendi lavori, non può a meno di ammirare gli | ingegnosi modi usati e le numerose difficoltà supe- rate da questi illustri Autori per dare certo ordine alla vasta congerie di 300 e più specie di Serranî che vivono nei mari attuali, specie somigliantissime, che s'intrecciano fra loro per alcuni parziali carat=s teri distintivi, e che talora di mezzo a preponde- ranti criterii differenziali, vi presentano eccezioni inattese, e rapporti con gruppi lontani, scoavolgendo le regolari disposizioni che erano state ideate. Attualmente gli scienziati tendono incessantemente a confrontare, rettificare, appurare l'immenso mate- riale raccolto; lavoro forse anche più difficile del precedente, atteso le distanze ed i limitati mezzi di- sponibili. Ma a quali difficili proye non sa reggere il santo amore della scienza! Gen. ‘‘ Epinephelus ,, Come accennai già in precedenza, al Genere Ser- ranus si trova strettamente anuesso il Genere Epi- nephelus Bloch.—Codesto genere è stato originaria- mente creato da Bloch nella sua Ich/hyologia (1790) e riconfermato nell’edizione Schneider a p. 299 (801), per includervi le specie di Percoidi , le quali oltre al preopercolo dentellato e all’opercolo spinoso, ave- vano il muso rivestito di scaglie; citandone a tipo l’Epinephelus ruber, tab. 331 del Giappone, e l’ Epi- nephelus afer, tab. 327, dell’ Africa occidentale. S nonche disconoscendo l’ Autore, i’ incertissimo ca- rattere della presenza delle scaglie sul muso che egli aveva stabilito a fondamento del Genere, col- locò nella stessa sua opera un’ altra specie tipica (la Perca gigas, Brùn.) nel Genere Holocentrus, co- stituito bensì di specie aventi gli opercoli armati, ma col muso affatto liscio (ibid, p. 322, Sp. 24). Più tardi i signori Cuvier e Valenciennes, accin- tisi a ripartire il grande genere Serranus in gruppi minori, vi istituirono i tre sottogeneri cioè di Ser- rani prop. detti o piccoli Serrani a mascelle nude, di Serrani Barbieri (Anthias) a mascelle scagliose, e di Serrani grandi Merou colla mascella inferiore | i I | | I | | | | | | | | GENERESERPNEPHELUS SOTTOFAM. SERRANINI 55 oe NESR EEN PFETU!S soltanto scagliosa (p. 31). Bonaparte accogliendo nella sua Iconografia le distinzioni di Cuvier, credè bene di cambiare la voce Merou dell’ultimo gruppo, in quella più latina di Cerna (V. Iconografia Italica, articolo Serranus Hepatus, p. 3). Confrontando per- tanto 1 caratteri distintivi indicati da Cuvier e Bo- naparte con quelli stabiliti da Bloch, si trovò che essi rappresentavano un identico gruppo di Serrani, ai quali, atteso la priorità, restò il nome generico di Epinephelus. Ora sorge una questione. Il gruppo rappresentato dai pesci Epinephelus, deve essere considerato quale gruppo effettivo, distinto, 0 piuttosto qual semplice sezione secondaria del grande genere Serranus pri- mitivo di Cuvier ?—Che questi possa essere un genere distinto, io credo che no!— I signori Gunther, Ca- nestrini, Gervais, Boulart, Vaillant, Steindachner, Day, di fatto, non l’hanno adottato; mentre venne per lo contrario conservato a genere da Bonaparte, Costa, Jordan, Moreau. Per rispondere a codesta questione mi è d’ uopo risalire a considerazioni più particolareggiate di tas- sonomia ittiologica. — Gli Ittiologi, in vero, stabili- scono che le specie appartenenti al Genere Epine- . phelus si distinguano da quelle del genere Serranus prop.detto, per una maggiore dimensione del corpo, per la mascella inferiore coperta di squame, per il margine inferiore del preopercolo liscio, e per la dorsale fornita di raggi ossei in numero non minore di undici. Ora, esaminando un buon numero di specie attribuite al suddetto genere Epinephelus, si trova, che tutti questi caratteri sono generalmente aberranti ed inesatti. — Così ii carattere del volume maggiore i. del corpo non è generale, poichè nel Mediterraneo esiste una specie, già posseduta dal nostro museo e da quello di Cambridge (l’Epinephelus Sicanus, Dod.) che insieme ad una imponente dimensione del corpo, | accoppia tutti i caratteri distintivi dei Serrani mi- nori o genuini (vedi avanti). La presenza delle scaglie sulla mascella inferiore è bensì un carattere positivo e quasi costante negli Epinephelus, ma così poco evidente in talune specie, da porre in dubbio l'osservatore se realmente esista nei soggetti che ha sott’ occhio. — Il carattere del lembo inferiore del preopercolo liscio, trova una eccezione nell’Epinephelus Sicanus che lo ha forte- mente dentellato, e nell’Epinephelus Caninus che lo ha oltremodo scabro, e quasi grossolanamente den- tellato.—Lo stesso dicasi del numero dei raggi ossei della Dorsale, che secondo le premesse non do- vrebbe essere minore di 11, mentre lo troviamo di 10 nell’Epinephelus Sicanus, nell’ Epinephelus nigritus dell'America settentrionale, e nell’ Epinephelus ana- logus dell'America tropicale. Un criterio però assai più importante di distin- zione dei preacennati pel genere Epinephelus po- trebbe trarsi dalla forma delle scaglie della linea la- terale. Di fatto il signor Vaillant, in un suo arti- colo preliminare, inserito nel Bullet. Societ. Philom. di Parigi, T. X, Gennaio 1873, richiamò l’’ atten- zione degli Ittiologhi sul fatto, da esso constatato, che nei Serrani piccoli le scaglie della suddetta linea sono quadrilatere, ctenoidi, polistiche, cioè fornite di molte serie di spinole marginali, mentre negli Epinephelus sono triangolari, cicloidi, colla base po- steriore arrotondata, e col margine libero liscio. Questo carattere, da esso confermato in un ulteriore articolo nella Mission scientifique au Mexique (p. 47), qualora fosse costante in tutte le specie del genere, sarebbe ottimo e di agevole apprezzamento; senon- che il Vaillant stesso, a pag. 55 del suo Libro, ci avverte che questi due tipi così differenti di scaglie della linea laterale, in alcune specie di Serrani si rilegano fra loro per forme transitorie ed intermedie; circostanza che ne rende incerta od almeno parziale l’applicazione. Un'altro carattere recentemente notato pure dal Vaillant, che potrebbe concorrere egregiamente alla distinzione generica degli Epinephelus, ci viene fornito dalla particolare disposizione dei denti villiformi delle mascelle, i quali, nei Serrani piccoli sarebbero immo- bili, e viceversa mobili, cioè reclinabili posterior- mente, negli Epinephelus, ed in qualche guisa coor- dinati ad un meccanismo particolare dei muscoli orali di questi pesci, (Vaillant, I. c., p. 45)9-=7I0 ho potuto verificare la realtà di questo carattere nell’ Epinephelus gigas ed in qualche altra specie af- fine, ma non oso asserire che esso sia generale ed appropriato a tutte le specie del genere; che se ciò fosse, siccome codesto carattere porta notevoli mo- dificazioni nell’ organamento di questi pesci, sarebbe certamente un carattere di grande entità, Quanto a sessi, trovai questi in tutti i numerosi indi- vidui sezionati di specie appartenenti al Gen. Epi- nephelus, costantemente unisessuali. Riassumendo pertanto quanto ho esposto prece- dentemente, risulta che la distinzione generica degli Epinephelus, riposa su ben pochi criteri, sovente incerti, e di un valore molto discutibile, per poter essere adoperati alla confezione di un genere di- stinto nella famiglia dei Percidi. Atteso il consfderevole numero di Serrani appar- tenenti alla divisione degli Epirephelus che vivono nel Mediterraneo ed in particolare nei Mari della Si- cilia, io ho tenuto conto di questo genere nei miei lavori ittiologici, ed anzi vi ho elaborato nel 1872, una Monografia delle specie nostrane», onde renderne più agevole il riconoscimento (Rivista delle specie del Genere Epinephelus, con 5 tav. litografiche); mo- nografia che riproduco più brevemente in questo libro, dichiarandomi sempre pronto ad uniformarmi al parere degli illustri miei colleghi, qualora questi credessero opportuno di sopprimere totalmente l’isti- tuzione del Genere Epinephelus. 56 FAM. PERCIDI Sottofam. Serranini (seguito). 2° Gen. Epinephelus, Bloch (Cerna, Bonap.; Serranus, Ginth.) (1). Car. gen. — Corpo oblungo, mediocremente compresso, coperto di scaglie pettinate, ctenoidi, | quadrilatere, col margine libero guarnito di molte serie di spinole; Testa più o menol oblunga; Cranio, guance, scagliose; Mascella superiore or nuda or coperta di scaglie mi-| nute; Mascella inferiore costantemente scagliosa; Entrambe fornite di denti villiformi o al spazzetta, e di denti canini distinti; Identi villiformi anteriori mobili e reclinabili posterior-| mente; Vomere e Palatini dentati; Lingua liscia; Pezzi opercolari scagliosi; Preopr. el dentellato posteriormente, ma col lembo inferiore generalmente liscio (eccez. scagliosu);] Opercolo terminato da 2 o 3 punte appianate; Scaglie della linea laterale triangolari) cicloidi, col lembo esterno liscio; Dorsale unica fornita generalmente di non meno di IT raggi ossei (eccez. 10), e di 13 a 16 raggi molli; Anale con 3 spine e con 9 a r2 raggi molli; |Caudale di forma varia; 7 Raggi branchiostegi; Vescica natatoja sem-|] plice; Ciechi pilorici in numero mediocre; Vertebre 10/14; Organi di riproduzione unisessuali; Dimensione del corpo generalmente grande. Vivono 6 o 7 specie di Epinephelus nel Mediterraneo, distinte come segue : Specie Dorsale Anale Dorsale Codale Colore grigio rossastro 1° Gruppo $ con 10 raggi ) con 9 raggi) con I5 raggi rotondata jCONtuttele natatoje margi- E. Sicanus. il ossei molli molli nate di larga fascia bianca. | I SI > Codale Colore grigio chiaro > Dari troncata | uniforme E. Caninubi rsale | con 13-14 Anale raggi molli Codal | . odale : or 3 TABRÌ aloe Colore bruno uniforme E. Gigas. Dorsale i Dorsale Codale Colore verdastro chiaro 2° Gruppo < con 11 raggi con 14-15 rotondata (C0N 2 zone oblique chiare E. Aeneus. | ossei | raggi molli sulle guancie Colore grigio rossigno I Mea icon 3, 4 linee brune lon- ni al Anale Dorsale gitudinali sui fianchi. Ha, con 8329 con 16 raggi molli | raggi molli Colore bruno con grande E. C Codale lonata macchia quadrilatera do- © *T rata sui fianchi. Tifa me, talora variato di az- ZUrro. con 15-16 raggi molli con Ii-12 raggi molli stris. lunata Dorsale i Anale | Dorsale | CEL ine nero bruno unifor- E. Acutiro-| î 3° Gruppo con t!I-12 raggi ossei (1) Vedi quanto è detto quì dietro a pag, 55. | KCA Du ind IS, eos atta SOTTOFAM. SERRANINI BRIN Hire Esu:sts ECGGANU'S 57 ESRIRNIESR'ENE SUS Sì IGCANNU SS ®| 11° Sp. (1° del Gen.) Epinephelus Sicanus, Doderl. Carat. specifici. — Corpo grande, ovoidale-allungato, rivestito di scaglie quadrilatere ctenoidi ; Dorsale con Io raggi ossei e ts molli; Anale con 9 raggi molli; Mascellare superiore nudo; Mascella inferiore co- perta di piccole squame; Entrambe le mascelle armate di 4 a S$ forti denti canini anteriori, e di molte fila di denti a scardasso; Scagl'e della linea laterale subtriangolari, liscie, snarginate anteriormente ; Codale quadrilatera col margine posteriore leggermente rotondato ; Colore grigio rossastro uniforme, con tutte le natatoje ricinte di una larga fascia bianca. DA gong; o: Pira Vari, Eungh.tor o, 86, Scaglie della linea later. 86; della linea trasvers. 14/31; Vert. 10/14; Ciechi pilorici 100 e più. 1882 Cerza Sicana, Dod., In Rivista delle spec. del Gen. Epinephelus o Cerna, Appen- dick; p.. 8U; inserita nel vol: XVI. del Giornale di Scienze Naturali ed Econo- miche di Palermo. Annotazione. Ho creduto conveniente incominciare la descri- zione delle specie mediterranee del Gen. Epinephe- lus, dall'attuale forma o specie eccezionale, atteso- chè essa presenta caratteri in parte eguali a quelli delle specie del Gen. Serranus pr. detto. L’ Epinephelus Sicanus di fatti, per il carattere dei 10 raggi ossei della dorsale, delle dentature del mar- gine inferiore del preopercolo, si conguaglia alle specie del Gen. Serre: us pr. detto, mentre per il grande volume del corpo, per la mascella inferiore scagliosa, per la forma triangolare delle scaglie della linea laterale, fa parte del Gen. Epinephelus.— Code- sta circostanza infirma la proposta separazione dei suddetti 2 generi, addimostrando, che essi si rile- gano fra loro per forme intermedie e transitorie, e che costituiscono un unico genere, suddiviso sol- tanto in gruppi secondari ed artificiali. Incontrai l’attuale singolare specie di Epinephe- Zus sul mercato di Palermo nel dicembre 1382, pro- veniente dalle acque marine della costa settentrionale d-lla Sicilia. Trovandola differente dalle altre specie indigene, la descrissi in appendice nella Riv. delle Sp. del Gen. Epinephelus o Cerna 1882, (1. c.), e la deno- minai Cerna Sicana in allusione al luogo ove fu colta. Successivamente avendo comunicato questo lavoro all’Illustre Prof, Jordan, Preside della Indiana Uni- versità di Bloomington, questi mi rispose che egli ritereva 1’ Epinephelus Sicanus buona specie, e la inscriveva con tal nome nei suoi cataloghi, aven- done veduto due esempla i nella Collezione del Prof. Agassiz nell'Università di Cambridge, prove- nienti dalle coste del Brasile. E la prima ed unica volta, a mia cognizione, che una simile specie sia stata avvertita nei mari della Sicilia, ne conosco d'altronde altri esempi di grandi forme di Serrani a dieci raggi ossei dorsali, colte in altri luoghi del Mediterraneo. Questa specie corrisponde per analogia di carat- teri all’Epinephelus nigritus Holbrock dell’ America settentrionale, e all’ Epinephelus analogus Gill, del- l’America. meridionale. Pel numero dei raggi molli della dorsale, per la forma della coda e pel colore, essa potrebbe forse essere compresa nel 2° gruppo dei Serrani maggiori (Lett. B y) elencati dal D Gunther nel suo Pro- spetto sistematico (Catal. II a pag. 99), qualora non vi ostassero i caratteri suindicati, che l’avvicinano maggiormente ai Serrani pr. detti; non consentendo d’altronde la forma, il colore del corpo, la coda ro- tondata, la uguale dimensione dei raggi ossei della dorsale, di ascriverla al Gruppo dei Serrani Pura- labrax, istituito dal Vaillant a pag. 67 della sua Mission Scientifique au Mexique. Descrizione. A primo entro si direbbe che codesto pesce è un Poliprion cernium (Cerniola di scoglio) per la di- mensione, pel colore del corpo, e per l’asprezza dei pezzi opercolari; ma posto a confronto con quello, si riconosce agevolmente essere desso privo di tutti gli essenziali caratteri distintivi di cotale genere, e prossimo per molti rapporti alle grandi specie del genere Serranus od Epinephelus. Addivenendo alla sua descrizione, farò notare bre- vemente;: che esso ha : Il corpo di forma ovoidale allungato, molto grosso, come quello di un Epinephelus (Cerna) Caninus, Va- lenciennes. La lunghezza del tronco attinge a 0, 86; l’altezza di questo a 0, 26, corrispondendo circa ad 1/, della precedente misura, ed al doppio della sua grossezza che è di o, 13. Il profilo superiore del corpo è molto arcuato, specialmente nella regione dorsale fino oltre alla corrispondente natatoja, ove si ab- bassa, spianandosi, fino alla codale, per formare il troncone della coda, Il profilo inferiore è meno con- vesso nella regione addominale, e rientrante dopo la natatoja anale fino alla codale. Il troncone risul- tante della coda è largo e quasi quadrangolare. La testa è grossa, romboidale allungata; lunga o, 29, alta o, 23, pari ad '/, circa della lunghezza totale del corpo. — Il muso misura 0, II corrispon- dendo ad 1/, circa della lunghezza del capo. — La Bocca è ampia, il suo squarcio oltrepassa la verti- 15 FAM. PERCIDI E/PUINIE PIAETUS SIFERAINAUSS cale del margine anteriore dell’ orbita. La mascella inferiore sporge per 1/; ad !/, della propria lun- ghezza, oltre la superiore. — L’osso mascellare supe- riore è perfettamente nudo, esteso posteriormente oltre il margine posteriore dell’ orbita, coll’ angolo relativo rotondato e colla parte anteriore lievemente ricoperta dall’osso sottorbitale.-—La mandibola è come negli Epinephelus rivestita di poche ed esili squame. Entrambe le mascelle sono fornite di 4 a $ ro- busti denti canini nella parte anteriore della bocca, susseguiti nella superiore di un gruppo di denti un- cinati a scardasso , forse reclinabili posteriormente. Ai lati delle mascelle corrono molte fila di denti a spazzetta che vanno gradatamente riducendosi in nu- mero ed in dimensione verso la commisura poste- riore della bocca. Nella mascella inferiore manca il gruppo dei denti urcinati retroposti ai canini, ed i denti laterali a scardasso si trovano disposti in 2 o 3 fila, che gradatamente si riducono in numero pro- cedendo verso la commisura orale. Denti minuti a spazzetta stanno a cavalcione sull’ osso vomere, e lungo i palatini. La lingua è larga, ottusa e liscia. Gli occhi sono proporzionatamente mediocri. Il loro diametro misura 0,030, pari ad 1/; della lunghezza del muso, dal cui apice distano poco più di 2 volte e !/, il proprio diametro. Lo spazio infraorbitale e preorbitale misurano 0, 060 a 0, 065. Le guancie e i pezzi opercolari sono interamente coperti di piccole scaglie. Il preopercolo è convesso posteriormente. Esso ha il margine verticale esilissimamente dentellato, l’an- golo medio rotondato ed irto di 15, 16 piccoli denti raggiati; ed il Jembo inferiore irregolarmente den- tel lato, ed armato di 3, 4 grossi denti triangolari appuntiti, che però non assumono la dimensione e la forma uncinata di quelli del Gen. Plectropoma. — L’opercolo porta posteriormente 3 larghe spine appianate, la media maggiore; esso è ricinto, po- steriormente da una propagine o lobo me mbranaceo che termina in punta al di sopra dell’inserzione delle pettorali. La dorsale è lunga, uguale a 0, 43-4, fornita di 10 raggi spinosi molto robusti, il primo dei quali è eguale ad !/, dei secondo, che è un po’ minore del successivo, restando il terzo ed il quarto più lunghi, e corrispondenti in lunghezza quasi ad !/3 della lun- ghezza del capo. Ai raggi spinosi tengono dietro 15 molli, complessivamente rotondati e più elevati dei primi. L’anale è breve, subrotondata, un po’ più alta della dorsale molle, fornita di 3 spine e di 9 raggi molli, la prima delle quali spine é eguale alla metà quasi della seconda, che è più robusta ma meno lunga della terza, Le pettorali sono subovali, piuttosto brevi, non at- tingenti coll’estremità l’ano. Esse portano 17 raggi molli. —La codale è subquadrata, larga, leggermente arrotondata all’estremità e fornita di 17 raggi molli oltre i 2 o 3 esterni più brevi. EPINEPHELUS SIGANUS Le scaglie del tronco sono grandi, quadrilatere, consimili in genere a quelle delle altre specie di Epinephelus indigene, ma guarnite nell’area anteriore di 18, 20 solchi radianti che terminano in corri- spondenti smarginature del lembo stesso; il loro margine posteriore è rotondato , e ricinto di un fitto gruppo di spinole ottuse. — Le scazlie della coda sono consimili, ma più ristrette delle prece- denti; quelle delle guancie sono elittico allungate, liscie e col foco centrale lungo e ristretto. Le scaglie della linea laterale sono subiriangolari allungate, perfettamente liscie, irregolarmente smar- ginate nel lembo anteriore, il loro canaleè infundibri- forme, attraversante l’ area centrale e terminato po- steriormente in un solco ristrettissimo; manca in esse ogni spinola marginale come nelle scaglie laterali delle altre specie di Epinephelus indigene. Il colore del corpo è uniformemeate grigio -ros- sastro-oscuro , con tutte le natatoje ricinte di una larga fascia marginale biancastra. i Quanto ad organi interni, lo scheletro dell’£. Si-- canus ha 24 vertebre, ed è consimile in struttura a quello delle altre specie del genere Epinephesus. Lo stesso dicasi dell’ apparato branchiale, che somiglia molto a quello dell’ E. Gigas rappresentato nella Rivista alla tavola I, fig. 1 B, ad eccezione delle ossa faringee inferiori che sono molto più larghe e guar- nite di acuti denti uncinati. L’ esemplare essendo di sesso 9, gli organi suoi di riproduzione si trovano rappresentati da 2 grossi sacchi ovarici subovoidali, connessi fra loro alla metà circa della loro lun- ghezza. Lo stomaco è ampio, ovoidale, a sacco cieco, provveduto di un centinaio circa di piccoli tubi ciechi convergenti a gruppi in 6 canali maggiori che si aprono a cerchio intorno una breve appendice pi- lorica, Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In pelle 1 Es. Q:0, 86. Prepar. osteolog.; Colonna vertebrale. Prepar. splancnolog. a secco: App. branch. injettato a gesso col cuore in sito. Prepar. splancnolog. in alcool: Appar. diger.; Ap- par. 9; Occhi. Proporzioni dell’ esemplare suddetto. Lungh. totale o, 860. Altezza del tronco 0, 260. Grossezza corpo O, 730. Lungh. della testa 0, 290. Alt. testa O, 230. Diam. occhio O, 030. Spazio preorbit. o, 065. id. interorbit. o, 060. il 1880 id, il 1S8I id. SOTTOFAM. SERRANINI 59 EPINEPHELUS CANINUS EPINEPHELUS CANINUS scaglie; Mascelle anteriormente fornite di 4 grossi denti canini, e lateralmente di molti denti piccoli a scardasso, i quali nella mascella inferiore sono eguali e disposti in 2 file; Codale quadrilatera, col margine il posteriore verticalmente troncato; Colore del corpo uniformemente grigio chiaro. Pesto ia eee, V..1;5;, Lungh. negli adulti 1, 36 e più, Scaglie della linea laterale 80 circa, della linea trasversale 16/28; Ciechi pilorici 100 e più. 1836 Serranus Caninus, Valenc., in Webb. et Berthel. Ichthyol. des Canaries, p. 10. (Cerna) Doderl., Prosp. pesc. Sicil., p. 36, n. 87. Giglioli, Elenc. pesci Ital., p.79, n.19. (Cerna) Dod.. in Bull: Soc. Sc. natur. Palermo, n. 15, p. 2. id. in rivista Faun. Vertebr. Sicil., p. 56, 64. Steindachner, Icht. Beitrige (XII) in Sitzb. K. Akad. Wisses. Wien, Bd. LXXXVI, 1 Abth. Iuni-Helf, p. 5, tab. Il fig. 3, (Cerna) Dod., Rivista specie Gen. Epi- nephelus, p. 26 ,, sp. 2*, tab. I, fig. 2, a, b, c, et p. 84-6. Vinciguerra, Crociera Violante, p. 33. id. Materiali Faun.Tunisina, p.25,0.45. Kolombatovich, aggiunt. Vertebr. Dal- maz., p. 23. id. Imenick Kraljesniaka Dalmatije,p.6. id. Catal. vertebrat. Dalmaticorum, p- 20,;1, 8. 1978... id. Sinonimie. 1859 Serranus gigas (pro parte) Ginth., Catal.I, p.132. 1867 id. id. Steindachner, Icht. Bericht Span. und Port. Reise, in dom. LVI Bd. Sitzb. d. K. Akad. Wissesch. Wien., 1° Abth, p.I1. » ? SerranusCernioides, Brito Capello, Catal.Peix Portugal in Jornal Sc. Mathem. Lisbona, vol. I, part. II, p.156, et part. III, p.244, Estampa IV, fig. 1 (Cherna). NOMI VOLGARI Italiani. Cerna bianca o di fondo. Scirenga o Cirenga imperiali (Palermo). Scirenga vranca o di funnu (Pal.) Nob. Cirenga (Catania e Messina) Nob. Esteri. Le Serran Cachorre (Canarie) Valenc. Kiria sargoguba, ili Subusa (Dalmaz.) Kolomb. Rinvenni questa bella specie di Cernia o Epine- felo, nei Mari della Sicilia sino dal 1862 e la di- stinsi nella Collezione del Museo, dapprima col no- me di Cerna Macrodorta, poi con quello più com- petente di Cerna canina, trovandola conforme alla descrizione datane dal Valenciennes nella sua Ittio- logia delle Canarie. — Io la indicai constantemente di poi con tal nome, nei miei scritti, nelle varie co- municazioni alla Società delle Scienze naturali di Palermo, e da ultimo nella Rivista delle specie del Gen, Epinephelus, pag. 26, tav. I; insistendo parti- colarmente sulla sua distinzione specifica, poichè 0s- servava che molti Autori recenti la confondevano coll’ E. giras. E mi fu sommamente gradito il ve- dere il D." Steindachner che dapprima ne negava la distinzione, partecipare più recentemente alla mia opinione, dietro l’ esame di un giovane soggetto, delle acque di Taranto, che gli era stato inviato dal D. Bellotti; esempio ulteriormente seguito da parecchi illustri Ittiologi Italiani. All’ attuale specie è molto probabile possa acce- dere a sinonimo il Serranus Cernioides descritto da Brito Capello nel 1867 (Jornal, I. c.). Mi sono preso di fatto la cura di porre a confronto i caratteri di queste due specie di Cernia, che trovai molto cor- rispondenti fra loro, specialmente nella forma del corpo, nella dimensione delle dentature dei pezzi o- percolari, nella proporzione dell’ occhio, dell’ osso mascellare, nello apparato dentario, e nella disposi- zione e forma delle natatoje dorsali ed anali. Tutta- via, come notai nella Rivista a p. 23, non oso pe- ranco pronunciarmi definitivamente in proposito, ad onta della bella figura che accompagna la memoria del Prof, Capello, non possedendo verun esemplare autentico di codesta specie. Veggo però che anche il D." Vinciguerra nella sua Memoria Risultati della Crociera Violante con- viene nella mia opinione. E. caninus non è raro nei mari della Sicilia, Se ne veggono di tratto in tratto portare in vendita 2, 3 individui per volta sui mercati delle Sicule Città, ge- neralmente adulti, più raramente in età giovanile. Esso abita per lo più le grandi profondità del mare, sia lungo le coste settentrionali della Sicilia, sia, e più frequentemente lungo le occidentali e le circo- stanti Isole minori, ove acquista sovente la dimen- sione di 1°?, 50, ed il peso di 80, 90 Chil., dimensione giammai raggiunta dai maggiori es. dell’ E. gigas. ®| 12° Sp. (2° del Gen.) Epinephelus caninus (Serranus) Valenc. di Caratt. specifici. — Corpo grosso, ovoidale allungato, rivestito di scaglie ctenoidi di media dimensione; M| Dorsale con 11 raggi ossei e 13, 14 molli; Anale con 8 raggi inolli; Mascellare superiore rivestito di esili 60 —_______—___—_—_———T_— E/P.IN'EP'FRESUSVES:-0ANAIINIOS Descrizione. Presento qui alcuni brevi cevni descrittivi della Epinephelus Caninus, facendo notare, che le descri- zioni di questa, e delle altre specie Mediterranee del Gen. Epinephelus si trovano più estesamente e- sposte nella mia Rivista di questo genere a pag. 27 e seguenti : Corpo grosso, ovoidale allungato, meno arcuato al dorso ed all'addome, e più compresso di quello della Cerna (Epineph.) gigas. L’ altezza del tronco stà 3 3/4 a 3 3/6 (adulti), 3 1/2 a 3 2/5 (giovani) nelia lunghezza totale del pesce. Testa grossa, ovale, la sua lunghezza stà 3 1/3 a 3 1/7 (adulti) 3 volte circa (giovani), nella lun- ghezza totale; l’altezza della testa stà da 4 1/2a4 2/3 (adulti) e 4 a 4 1/6 (Giov.) nella stessa misura, — Profilo superiore del corpo meno arcuato sul dorso che nella Cerna gigas. Muso grosso, ottuso, un po” meno convesso che nella C. gigas; sta 3 volte circa, (adulto) 3 1/4 volte (giov.) nella lunghezza del capo. Bocca grande, il suo squarcio raggiunge la verticale del lembo an- teriore dell’orbita. La mascella inferiore sporge per 1/5 della propria lunghezza oltre la superiore.— Mascellare superiore largo, robusto , proporzionatamente p:ù breve che nella Cerna gigas, arriva sino alla verticale del mar- gine posteriore dell’crbita, ha il margine posteriore rotondato ed è interamente tapezzato di esilissime squame. La Occhio grande; il suo diametro uguaglia 1/6, 1/7 (adult.) 1/5 (giov.) dalla lunghezza del capo; dista 2 1/2 a 3 volte del suo diametro dall’apice del Muso, ed eccede di 1 1/3 la dimensione dello spazio inte- rorbitale. Entrambe le mascelle sono armate nella parte an- teriore di 4 robusti canini, uncinati e sporgenti a mò di zanne di carnivori, specialmente nei maschi ; susseguiti da un, piccolo gruppo. di denti uncinati minori, Le parti laterali delle mascelle portano denti a scardasso, i quali nella mascella superiore si tro- vano disposti in 2 fila, gli esterni conici maggiori, e più rari; nella mascella inferiore, stanno pure in 2 fila, e sono tutti uguali, forti e conico-uncinati (V. fig. nella Rivista, I. c., tav. I, fig.12).. Il Preopercolo è largo, col margine posteriore me- diocremente dentellato , 1° angolo medio discoideo, fornito di 5, 6 grossi denti raggianti, 11 lembo infe- riore irregolare scabro, e quasi grossolanamente dentellato. i L’ Opercolo porta posteriormente 3 spine trian- golari appianate, equidistanti, la media maggiore affilata, e talora negli adulti spatuliforme e bifida; l’annessovi lembo membranaceo, è ampio, € terminato posteriormente in punta acuta. I sotto ed infrav- percoli parzialmente dentellati. x i La dorsale, proporzionatamente più lunga e più bassa che nella C. gigas, pareggia 1 volta 1/2 la maggiore altezza del corpo. Vi sì contano 10 raggi I IE OAVOAZAZeeeeEETVYvoVroYYPPÈroeeTTe====e e et EIOOIOITIIIODTITIIOZNOEe Tm .d7elPet VIT XA.IPITYTI!8 *ÈEYv*YV»r,t..TP?PP A A ././ VM. FAM. PERCIDI EPINEPHELUS CANINUS ossei, e 13, 14 molli. I raggi spinosi sono meno ro- busti che nella C. gigas, il primo è quasi eguale alla metà del secondo, il terzo ed il quarto più lunghi restano compresi 1 2/3 a I 3/4 volte nella maggiore altezza del corpo. Le pettorali sono alquanto più allungate che nella Cerna gigante. Le ventrali sorgono sotto la base delle pettorali, ed attingono ad 1/7 (adulti), 1/6 (gio- vani) della lunghezza del corpo. La Codale è qua- drilatera, posteriormente troncata; uguaglia 1/6 circa (adulti) un po’ meno (giovani) della lunghezza to- tale del corpo. Le scaglie del corpo sono molto grosse, quadri- latere, allungate, aspre al tatto, col lembo posteriore arrotondato e guarnito di numerose serie di spinole; l’area spinigera di fatto è triangolare, estesa, co- perta di 4, 5 serie trasverse di spine subimbricate, il foco centrale per lo più brevissimo, ed aderente all'area spinigera, l’area anteriore col margine su- brettilineo é attraversata da 6, 7 lunghi solchi radianti, che terminano in altrettante incisure corrispondenti: || marginali. Le scaglie delle guancie sono piccole, irregolar- mente ovoidali allungate, liscie, col foco breve ro- tondato e centrale, e coll’area anteriore attraversata da 2, 3 lunghi solchi radianti obliqui, che si sten- dono sino al margir.e corrispondente. Le scaglie della linea laterale, sono subovoidali, liscie, meno appuntite posteriormente che nella C. gigas; il canale centrale infundibuliforme è più ri- stretto, l’area anteriore è arrotondata nel margine, ed attraversata da 3 piccoli solchi obliqui per parte. |l Il colore del corpo dell’ Ep. Caninus è general- |l mente bianco-grigiastro uniforme, un po’ più chiaro al ventre, un po’ più scuro sulle natatoje. Nei giovani qualche nebulosità sì disegna sul capo, con talvolta due lievi zone oscure oblique sulle guancie. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In pelle'6Es.:1, 36; 1,35; 1, 16; 0,80; (0,4510180) IndtWa/coo restato: 1252 | Prepar. osteolog. 1 Sch.: 1, 22; 1 T'eschio adossa distinte. Prepar. splancnolog. a secco: 1 Tubo diger.; 2 App. branch. ; 2 cuori iniettati. Prepar. splancnolog. in alcool: 2 Appar. diger.; I App. Branch.; App. % e 5; Cuore Proporzioni del 1° e del 4° esemplare. Lungh. totale I-300; 000: Altezza del tronco 0, 370; 0, 21. Lungh. della testa 0, 450; 0, 27. Alt, testa ©; 13/20;7 (O. (D9L Diam. occhio O; OSS: (0.003t Spazio preorbit. O; TOO} 0; 100: jd Minterorbit: 0,090: 0 M0pr | Î io | | || IO SOTTOFAM. SERRANINI 61 EPINERBH:E:E0U:S GAGAS EPINEPHELUS: G.IG6AS 13* Sp. (3° del Gen.) Epinephelus (Perca) Gigas, Brinn. Caratt. specifici. — Corpo grande, ovvidale, rivestito di grandi scaglie ctenoidi; Dorsale con 1I raggi ossei e Is, 16 molli; Anale con 3 raggi ossei ed 8 raggi molli; Mascelle fornite di 4 robusti denti canini ante- riori, e di molte serie laterali di denti a spazzetta; Mascellare superiore nudo; Margine inferiore del preo- percolo sdentato; Scaglie della linea laterale triangolari, liscie; Codale rotondata; Colore del corpo general- mente bruno uniforme, o variato di macchie irregolari verdastre. Inn is OA (6 Port6=17; (E: 1 ono Lungh. tot. ad 0, 80-90; Scaglie della lin. later. 75-80; della lin. trasvers. 45 a 50; Ciechi pilor. numerosi. 1826 1827 1828 1332 1835 1840 1846 1850 1851 » 1852 1859 1863 1866 1867 Serranus gigas, Risso, in Eur. Merid., T. III, MITP-0373, N°207. id. Nardo, Prod. Adriat, Icht., p.14, n.108. CurSesValencs, Hist. nat. Poiss.,/T. IL pia270, pl. 33 (giovi). — Bory S. Vincent, Exped. Scient. en Morte Zoologie, Poissons, vol. 3, pl. XVI, SoS, WarcelbESBritCFish, (12ed) I-:I,pag.-15, Coen: (2304) 041 LI por4s (30) po00 dk p: 132. fig. (Dursky Ser- ranus). Schinz,; (Europ. Faun., Il p. 95. RiicansWEisch-Platzi zu' Triest,. ‘p. 62, Sp. 110, Guichenot, Explor. Scient. Algerie Poiss., P. 35. White SCatalot*Brit.Fish:, pi LI, Sp. 2. Desvaux, Essai Icht. còtes Ocean. France, p. 83, Sp. 177. Hamilton, Brit. Fishes in Jardine Library, wi°36.R I pas. 137 sp'4; id, Syn, II, p. 349, SP. 4. Gunther, Catal., “MT. E p. 132,:sp.. 74 (pro parte). Companyo, Hist. nat. Dpt. 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Station in Nea- pel VIII BA +1 Helfy ip. 20: Kolombat., Catalog. Verteb. Dalmaticorum, DL 20, SPUA 16 62 FAM. PERCIDI e ————_—__—" EPINERIA ESSA Segue nome scientifico. Cerna gigas, Bonaparte, In introduz. Icon. Fauno: dJtal pi XII Cocco, Ind. Pesci Messina, Gen. 75; id. in ediz; ig 80, Facclola,p.. 24/inMirag: Bonaparte, Catal. Pesci Europ., p.58,n.494. Sassi, Catal: “Pesci Lio uriatp.0135% Costa (Oronz.); (Fn. Napoli; p.o tav VII bis, fig. 1 (Cernua). Machado, Peces de Cadiz, Gen. 172, pag.15 (Vulgo Cherna). Nardo; :Prosp. ‘Faun. Vienet. ip. 77 Canestrini, Catal. Pesci (Genova. p. 262. Gulia, Tentamen Icht. Melitensis, p. 21 DATI: Perugia, Catal. Pesci Adriat., p. 13,n.130. Graells, Explorat. cientif, Ferrol, p. 356, D.i67 Carruccio, Catal. vertebr. raccolti Viaggio Targioni, in Atti Soc. Ital. Milano, vol TaICfasc.i3-*piis70;, mu 70. Costa (Ach.), La Pesca nel R. Napoli, p.82. id. Pesci di Napoli in Ann. Min. Agricol., vole 4,.p.ii Ii p.439: Doderlein,. 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Schneid, p. 322. 1809 id. De la Roche, Poiss. Isles Baleares, Ann. Mus., XIII; p. 318 (a partipi9)) 1810 id. Rafinesque, Indice Ittiol. Sicil., p.17, n.77. 90 1827 id. Nardo, Prodr. Adriat. Ichthyol., p. 14, sp. 108. 1824 Perche Merou, Et Geoffr. S. Hilair. in Mem. Must TIT XE p. 420 pla2i? 1835 Perca gigas, Jenyns Manuel Brit. Vertebr.,. P. 333» SP, 4 1838 id. Trapani, Catal. Fish. Malta, p.8 (Cerna). 1868 id. De la Blanchere, Dict. Peches., prisoze fig. 672. 1859 Perca robusta, Couch, in Mag. Nat. hist.V, p. 21, fig. 7, (Dusty (Berch)i 1868 id. ‘Fish. Brit. Island, 1, p.105XpiaGanaa 1871 Perca cernua, Aradas, Pesc. Golfo Catania, In Ann. Min. Agric., IL bp: 1, pr00g) sp. 61 (Cernia). ; 1828 Serranus mentzeli, Cuv. e Val., II, p. 291; Giinth., I, p. 140 (sec. Jordan). » ? Serranus dichropterus, Cuv. e Val., II, p.293 (sec. Jordan). 1833 Serranus marginatus, Lowe, Proceed. Zooi. || Soc. Lond.,; pi 142: 1836 Serranus fimbriatus, Lowe, in Trans. Camb. Phil. Soc., p. 195, fig. 1 (Mero de liera). » id. Valenciennes, in Webb. Berthel. Poiss.Ca- naries, p. 8, 1867 id. Brito Capello, Peix Portug. in Jornal, TI, p. 246, sp. 10: i i i I; | Cerna, Cernia nera o comune, \ Ombrina Cerna, Bonap. i La Perche geante ou Merou, Brun. | Mero Anfos (Îviza). E:PENE-PHELUS:G1 GAS NOMI VOLGARI Italiani. Cernia di scoglio (Roma). Cernia, Cernia gigantesca (Napol.) Costa. Cernia gigante, Canestr. Sciaragno gigante (Trieste) Faber. Chierna, Cherna (Fiume, Trieste) Faber. Meu o Luxerna de Scheuggio (Genov.) Sassi. Teca de Mar (Venez.) Ninni. Cernia, Cerna (Sicil., Palermo, Messina) Nob. Cernia nera, Cernia de scoglio (Napoli) Costa. Esteri. Le Merou de la Mediterranée. La Perche Merou. Le Merou, ou Meri, Duham. Le Gran Serran ou Merou, Cuvier. Merou, Serran merou, Anfossou (Provenz.). Anfoussou (Nizza, Marsiglia) La Blanc., Marion. Merou, Mero (Alger.) Burjot. Mero (Barcell., Cadice, Perpignan) Companyo. ‘Reis o Mero (Catal.) Graells. «Anfoss Nera y Xerna (Baleari), Perco mero (Spagn., Barcell.). Cherna (Spagna, Andalus., Siv.) Machado, Graells. Cerna (Malta) Trapani, Gulia. Merouba (Barche) La Blanch. Mero de altura (Canarie). Merro de tierra (Canarie, Giov.) Valenc. Cachorro (Canar. adult.). Roch-Cod (Inglese a Malta) Trapani. The Dusky Serranus (Ingl.) Yarrell. The Dusky Perch (Ingl.) Couch. Braun Serran (Tedesco) a Trieste (Plucar, Faber). Grosser Sdgerbarsch (Ted.) Faber. i Pisanka (Polon.) La Blanch. | Kterna (Ragusa, Cattaro) Faber, Nob. Kirnja prava-kraja (Spalat.) Kolomb. Kirnia (Lesina) Botteri. Ztmpa et TteYoa (Greco) Heldr, Zpupva o Zpyvpava (Greco moderno) Bikelas. SOTTOFAM. SERRANINI = ISTISAN SESIA LOTO NIETO EPAINETR:A\ELUS 06 AS Descrizione. L’'Epinephelus gigas ha il corpo grosso (tozzo), ovale, mediocremente allungato e compresso, al- quanto inarcato al dorso ed al ventre. — L’ altezza maggiore del suo tronco è contenuta 3 1/2 a 3 2/3 volte (negli adulti), e 3 4/5 a 3 5/6 volte (nei gio- vani), nella lunghezza totale del corpo. Il capo è grosso; la sua lunghezza, variabile col- l’età, è compresa quasi 3 volte (negli adulti), e 3 a 3 1/6 (nei giovani), nella lunghezza totale del pesce; mentre l’ altezza sua entra 4 1/2 a 4 4/5 (adulti), a. volte (nei giovani), nella predetta misura. Il profilo superiore del corpo, partendo dall’apice del muso, ascende gradatamente, inarcandosi, sino alla regione della spalla, procede un po’ meno ar- cuato fino al principio della porzione molle della dorsale, d’onde discende, lievemente rotondato, fino al troncone della coda, ove si rialza alquanto, per formare la codale, Il contorno inferiore segue un andamento corrispondente, inverso, Il muso è largo, grosso, proporzionatamente breve, ottuso, poichè è contenuto 3 1/2 a 3 3/4 (adulti), e quasi 4 volte (giovani) nella lunghezza totale del capo.—La bocca è grande, il suo squarcio raggiunge la verticale del lembo anteriore dell’ orbita; la ma- scella inferiore sporge per 1/6 un 1/7 della propria lunghezza oltre la superiore. — I/ mascellare supe- riore è subtriangolare, largo, rotondato posterior- mente, esteso oltre la verticale del margine poste- riore dell’orbita, e totalmente nudo, a differenza della LI mascella inferiore, che è tapezzata di esilissime squame. Entrambe le mascelle sono guarnite anteriormente di 4 denti canini di mediocre grossezza , susseguiti da un grosso gruppo di denti a scardasso uncinati, alquanto mobili e reclinabili posteriormente (1) e di numerosi e fitti denti a spazzetta, disposti in molte fila (4, 5) nelle parti laterali, gli esterni de’ quali nella mascella superiore si mostrano più grossetti, e più robusti di quelli delle fila interne.—Il vomere, i palatini sono finamente dentati; la lingua è lunga, stretta e liscia. Gli occhi stanno sull’alto della faccia, alquanto di- scosti dall’ orlo profilare del capo, e distano 2, a 2 1/2 volte il proprio diametro dall’apice del muso. Essi sono di mediocre dimensione; il loro diametro misura la 1/7 a 1/8 parte (adulti), 1/5 a 1/6 (gio- vani) della lunghezza del capo; mentre lo spazio infraorbitale pareggia 1 1/4 a 1/5 (adulti), I volta (medii), 3/4 (giovani) il diametro dell’occhio.—Gli orifici nasali sono ravvicinati fra loro, il posteriore si apre poco lungi dal margine anteriore dell’orbita; esso è arrotondato e maggiore dell'anteriore, che è tubuloso. Le guancie edi pezzi opercolari sono tutti rivestiti (1) È d’uopo avvertire che, nei soggetti freschi, tutti i denti in- terni a spazzetta in entrambe le mascelle, sono alquanto pieghevoli verso il palato, mentre rimnangono fissi ed immobili i den.i esterni più grossetti dell’o lo delle mascelle. ESPA'NUE:P HELIOS AGStAS di scaglie riccole, obovali, e liscie. (Vedi Rivista, I. c., tav. V, fig. 3, A.—Quelle del corpo sono qua- drangolari allungate, coll’area spinigera guarnita di 450 ‘serie disesili ‘spinule, (WVediubid:fis3,0B40): Le scaglie della linea laterale sono subtriangolari, cicloidi liscie, appuntite posteriormente, col canale centrale infundibuliforme un po’ allargato nel mezzo; l’area anteriore ha il margine arrotondato, attraver- sato da 2 solchi obliqui e radianti per parte (V. ibid, tivo NE), Il preopercolo ha il margine posteriore legger- mente convesso, e finamente dentellato, con den- tellature crescenti in dimensione dal!’ alto al basso: l’ angolo medio arrotondato, alquanto sporgente, guarnito di 4, 5 denti maggiori radianti, ed il mar- gine inferiore ondulato ma liscio. —L’opercolo ha po- steriormente 3 spine mediocri ed equidistanti, delle quali la media maggiore è diretta verso l’angolo 0- percolare; l' annessovi lembo membranaceo protraesi posteriormente in una punta triangolare ottusa ; il sotto ed infraopercolo hanno il margine inferiore inerme. La natatoja dorsale è lunga; incomincia a li- vello della base delle pettorali, e della spina mag- giore dell’opercolo; la sua lunghezza supera 1 1/2 a 1 2/3 la maggiore altezza del corpo. Novera II raggi ossei, e 15, 16 molli; i suoi raggi spinosi sono robusti, appuntiti, di media lunghezza; il 4° ed il 5° più lunghi, si trovano contenuti 2 2/3 volte (adulti) 2 1/3 volte (giovani), nella maggiore al- tezza del corpo, e 3 (adulti), 2 1/2 (giovani) volte nella lunghezza del capo.—L’ Anale prende origine sotto il 4° e termina sotto il 12° raggio molle della dorsale, della quale è alquanto più alta e arrotondata nel suo lembo esterno; conta 3 raggi spinosi, il 5° dei quaii più lungo e robusto, e è raggi molli. Le Pettorali sono brevi, arrotondate, ed eguali ad 5/6 o poco più della lunghezza del corpo. Le ven- trali un pò appuntite e pari ad 1/7 (adulti), 1/6 (gio- vani) della predetta misura. La caudale è arrotondata nel margine posteriore, maggiormente nei giovani che negli adulti; misura 1/6 negli adulti, 1/5 nei giovani, della lunghezza totale del corpo. Il colore della ‘ Cernia gigante è generalmente bruno-giallastro uniforme sul corpo, più chiaro al ventre, coll’estremità di tutte le alette nero-brune, marginate alle volte di biancastro. Nei giovani e nelle varietà variegate la tinta generale è meno o- scura, con larghe ed irregolari macchie grigio-brune o grigio-verdastre, 3 delle quali maggiori sorgono alla base della dorsale. Una piccola benda biancastra sta dietro il lembo posteriore del mascellare. Codeste marmorature si presentano sovence anche sul corpo degli individui a color bruno uniforme, ma svaniscono gradatamente per morte o per espo- zione all’aria del soggetto. FAM. PERCIDI EPINEPHELUS GIGAS Annotazione. _ L’ Epinephelus gigas viene generalmente ritenuto in iscienza qual specie tipica del Gen. Epinephelus o Cerna Bonap., per essere stato più anticamente descritto dagli Ittiologi, e perchè più delle altre specie abbondante nel Mare Mediterraneo ; per cui lo si trova assai frequentemente ricordato nelle Opere degli Autori passati, e registrato nelle Faune Ittio- logiche dei Mari Europei. —Senonche è d’uopo av- vertire, che siccome in tempi più recenti vennero scoperte, nei Mari indigeni, parecchie altre specie affini, ignote agli Autori antichi, così non è sempre certo che cotali citazioni contrasegnino con esat- tezza la specie attuaie, e ne manco che esse non comprendano sotto lo stesso nome, qualcuna delle recenti specie affini —ond’è che cotali denominazioni || devono essere sempre accolte con riserbo, e ritenute talora anche incerte od inesatte. © Niun dubbio evvi al certo sulla specifica distin- zione dell’Epinephelus gigas; le molte ed accuratis- sime descrizioni che ne diedero gli Autori, a co-. minciare da Cuvier et Valenciennes, Oronzio Costa Giinther, Steindachner, Brito Capello, Emilio Mo- reau, ne hanno saldamente stabilita la specialità ed i caratteri distintivi — Ed invero è così marcata e caratteristica la forma di codesta specie, di fronte a quella di ogni altra specie affine, da permettere ad ogni provetto ittiolo zo di riconoscerla di mezzo ad un ingente numero di individui di specie diverse.— Veruna altra forma di Epinephelus dei nostri mari, presenta quella conformazione così tozza, così ri- gonfia al dorso ed al ventre, quel profilo superiore così archeggiato , il muso così breve ed ottuso, la codale largamente rotondata, massime nei soggetti giovani, da avere in mano un sufficiente numero di buoni caratteri per distinguernela a primo entro; che se a questi dati più generali si voglia aggiungere il carattere delle molteplici fila di denti a spazzetta, onde sono armate entrambe le mascelle, il colore uniformemente bruno negli adulti, e talora interse- cato nei giovani da grandi macchie irregolari verda- stre; se sì ponga a considerare ancora il numero dei raggi molli della caudale, la speciale conformazione triangolare appuntita delle scaglie della linea late- rale, le caratteristiche disposizioni dei denti faringei, delle spine degli archi branchiali, delle dentature marginali del preopercolo, si avrà un’altra serie di particolarità abbastanza importanti, da avvalorare la precedente supposizione, e fissare con maggiore pre- cisione la distinzione specifica di codesta forma di | Cernia. E difatto nulla evvi da aggiungere in proposito. — Tuttavia siccome da taluni Autori sono state a- vanzate alquante osservazioni risguardanti la sinoni- mia e l’ abitazione dell’Ep. gigas, così ho creduto | conveniente richiamare quì brevemente alcune con- siderazioni relative, già notate nella mia jRivista, per chiarire codeste questioni, Segnalo per primo a tal proposito, la consentita E:PINEPHELUS:GIGAS SOTTOFAM. SERRANINI 65 distinzione fatta recentemente dal D." Steindachner delle due specie Epin. caninus ed Epin. (macrogenis) acutirotris dalla specie attuale, cui egli le aveva dapprima associate a sinonimo, e ciò dopo averne veduti alcuni autentici esemplari del Mare di Taranto, inviatigli dal D." Bellotti; distinzione ch’Egli affermò contemporaneamente con una relativa, accuratissima descrizione di confronto. Convengo pienamente, in secondo luogo, coi si- gnori D."" Gunther, Steindachner, Francis Day, e Devid Jordan, che il Serranus marginatus ed il Ser- ranus fimbriatus Lowe, possano essere sinonimi od una varietà locale, dell’ Epin. gigas, e ciò tanto a cagione della identica forma presentata dai denti mascellari, dalle spine dell’opercolo, dalle dentella- ture del preopercolo, dalle scaglie del corpo, e dal colore infine uniformemente bruno di queste varie specie; ritenendo tuttavia sempre, che i caratteri della maggior lunghezza relativa del capo, e del maggior diametro degli occhi, avvertiti nei primi dal Prof, Brito Capello, per essere caratteri variabili coll’età, non mi sembrano cotanto importanti da determi- narne una specifica distinzione. Ritengo pure che una consimile corrispondenza sinonimica possa non improbabilmente esistere fra l’ Epinephelus Metzelit Cuv. Val., e l’ Epin. Dicrop- || pterus del Brasile coll’Ep. gigas, come lo hanno in- dicato per primo i Sigg. Prof. Steindachner e Jor- dan nelle loro rispettabili opere, atteso la vastissima diffusione di codesta ultima specie nei mari anche lontani. Per lo contrario non credo si debbano così lie- ‘vemente accettare le citazioni fatte dell’ Ep, gicas da alcuni Ittiologi dei paesi settentrionali d'Europa. — Di fatto, come lo nota il DI" Emilio Moreau, il D. Couch nella splendida sua Opera History of the | fishes of British Island, T.I, p. 190, porge di questo pesce una figura (pl.43),riprodotta anche dai sigg.Ger- vais et Boulart nella loro Opera Potssons de la France, WII, p. 28, pl. VI, che non è certamente quella dell’Ep. gigas dei mari meridionali. Essa è più gros- solana, le sue scaglie sono maggiori, l’opercolo con ‘una sola spina terminale, l’ anale con 2 soli raggi ossei ecc., mentre il D." Yarrell, alla figura di un giovane individuo, tratto dalla corrispondente tavola 33 di. Cuv. e Val., aggiunge il testo del Couch, che non le conviene minimamente (Moreau). Anche il Day nella recente sua Opera Fishes of Grest Britain, pag. 16, n. 2, prescindendo da taluni caratteri che non concordano pienamente con quelli degli esemplari nostrani, offre nella annessa tavola V, una figura del Serranus gigas a corpo molto ‘allungato e con 2 fascie chiare ed oblique sulle guancie, figura che si attaglia molto meglio all’E- pinephelus aeneus dei nostri mari, anziche alla specie | predetta. EsRAWNVES RAF EC SUAS AA GIGA | Questa costante diversità di caratteri, avvertiti dagli Autori Britannici negli esemplari riferibili al Serranus gigas, ci autorizzerebbe forse a chiedere, se in quei mari esista realmente l’Epincphelus givas, o se esso vi sia rappresentato da una forma distinta ed affine ? C. cure potrebbe anche farci supporre, che la somma carità degli esemplari tipici dell’ Epi- nephelus gigas nei mari Nordici, non abbia permesso aquei sommi ed altrettanto esattissimi Ittiologi, di rilevare convenientemente i caratteri fondamentali di codesta specie; e ciò tanto più verisimilmente, dacchè 1’ onor. Day ha formolato il suo articolo sopra un esemplare che non appartiene ne manco ai mari Britannici, e che gii venne inviato in co- municazione dal distintissimo Prof. Peters di Berlino. Un’ altra breve questione rimane ancora a chiarire rispetto al colore offerto dal corno dell’E. gigas.— 1l Prof, Oronzio Costa nel suo erudito articolo sulla Cernua gigas della Fauna Napoletana, nota che i pescatori napoletani sogliono distinguere in questa specie, due distinte varietà, una Cernia bianca, cioè, ed una Cerniîa nera; dovuta la prima, secondo Costa, al vivere costante che essa fa nei fondi arenosi, e la seconda alla sua permanente stazione nei fondi aspri e scogliosi. Senza derogare punto alla possibile influenza che i fondi del mare possano arrecare al coloramento dei pesci che vi dimorano, sorge sem- pre il dubbio, se fra gl’individui dell’£. gigas che i pescatori contrasegnano col nome di bianchi, non siavi anche compreso l’ E. caninus, che pure Cernia bianca od imperiali viene nomato dai Pescatori dei paesi meridionali. La notevole dimensione del corpo, consentita dall’onor. Costa nei soggetti della Cerzia bianca, le carni più delicate e meno stoppose, ci in- durrebbero forse ad accettare codesta supposizione; e ciò tanto più verisimilmente, dacchè al tempo del Prof. Costa l’ Ep. Caninus non era stato peranco distinto, e dacchè era impossibile che soggetti di questa notevole specie, abbastanza frequente nei mari meridionali, non cadessero sott’ occhio a quelli in- telligenti ed avveduti pescatori. D'altronde anche la Cernia gigantesca, al pari di varii altri pesci a tinte brune, va soggetta ad una specie di albinismo o luteismo anormale. Nell’ au- tunno del 1880 noi ricevemmo dalle acque marine del circondario di Palermo, un esemplare giovine di codesta specie, della lunghezza di 0, 26; le cui na- tatoje verticali, oltre a presentare una larga zona marginale biancastra, spiccavano per un intenso co- lore giallo croceo che si stendeva in forma elittica sulla parte attigua del corpo; mentre le ventrali si vedevano attraversate da lunghe striscie giallastre oblique, che intersecavano la naturale tinta bruna dei loro raggi normali. 17 | | | | 66 o BERMINISIPIRTESISV ES RIGHNGZAZS Abitazione. L’ Epinephelus gigas è molto diffuso nei mari tem- perati e caldi di regioni anche lontanissime, presen- tando alquante modificazioni morfologiche locali, che non improbabilmente diedero luogo a denomi- nazioni diverse, od a forme e varietà rappresentanti la specie tipica. Viceversa esso si estende assai li- mitatamente, o manca anche deltutto , nei mari di latitudini non soverchiamente settentrionali, Stando ai dati somministrati dagli Ittiologi recenti, si può ritenere che la Cernia gigantesca viva: Sulle coste meridionali dell'Inghilterra (? rr.) Yar- rell:“Coueh Day. Sulle coste Atlantiche della Francia (? r). Angers (rr.) Desvaux. Charente (?) Le Marié. Roccella (?) Beltremieux. Golfo di Guascogna (r. ?). Parecchie citazioni di questo pesce sulle coste O- ceaniche della Francia sono incerte, per essere stati ingannati gli Autori dalla somiglianza del nome volgare Merou che è proprio anche del Poliprion Cernium. Coste del Portogallo (poco comune) Brito. Lisbona (piuttosto r.) Steindachner. Coste meridionali della Spagna (alquanto r.), id. id, della Fraiicia (poco fr.). Nizza, Marsiglia, Cette (r.) Steind., Marion. Barcellona, Cadice, Malaga (poco com.) Stein- dachner. Tangeri, Tarifa, Coste del Marocco (r.) Machado, Jordan. Canarie, Tenerifa, Madera (comune) Steind., Va- lenciennes, Lowe. Capo Isole Verdi (fr.). Capo di Buona Speranza (abbastanza fr.) Jordan. Brasile (Jordan). Algeri (fr.) Guichenot. Tunisi (fr.) Vinciguerra, Livorno, Taranto, Messina (freq. da Maggio ad Ottobre) Giglioli. Venezia (r.) Ninni. Trieste, Fiume (piuttosto r.) Plucàr, Perugia, Faber. Regioni settentrionali dell'Adriatico (p. fr.). id. meridionali (fr.) Giglioli, Steind. Dalmazia (non r.) Perugia, Kolomb. Spalato (fr. in Estate, Agosto) Kolomb. Ragusa, Cattaro (fr.) Faber, Nob. Sicilia, Palermo, Messina, Catania (abbastanza fr.). Nei mari di Sicilia di fatto Ja Cernia grande è comunissima specialmente in Primavera ed in Estate. Delle centinaia di individui di tutte le dimensioni si veggono talora schierate sui mercati delle Sicule Città, individui che per la tinta bruna-giallastra del corpo, e per la caratteristica grossezza, si danno prontamente a conoscere, FAM. PERCIDI E*PEN EP HELUSAEARIS La Cernia gigantesca predilige generalmente an- che in Sicilia i fondi algosi e profondi, e le coste rocciose presso le isolette Egadi, Eolie, ove acquista sovente una dimensione di 0, 60 a 0, 90 ed un peso di 30, 40 Chilogrammi, senza però raggiungere mai la straordinaria dimensione dell'Ep. Caninus.—Pro- lifica generalmente in tempo d° Estate, poichè nel mese di Luglio e di Agosto trovammo quasi sem- pre le sue ovaja abbastanza sviluppate e piene di uova. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. Il Museo Zoologico della R. Università di Paler- mo possiede molti esemplari di questa specie , di tutte le dimensioni ed età, di colore tanto uniforme che variegato , alcuni dei quali preparati a secco, altri tenuti in alcool, oltre ad un notevole numero di preparazioni anatomiche. Di alcuni di questi lavori, offriamo qui la distinta, e le relative misurazioni. In pelle $ Es.: 0, 86,0, 65; 0,47; 0,390 In alcool 10 Es. (0, 31;%0, 16, oi one Prepar. ‘osteolo». 2 Sch.: 0, 633 07 Beschio scomposto in vertebre. Prepar. splancnolog. a secco: 2 Tubi gastro-enterici ben sviluppati; 2 App. branch.; id. iniettato a gesso col cuore. Prepar. splancnolog. in alcool: 2 Appar. diger.; 2 App. é e 2; App. branch. esci e Proporzioni di alcuni dei suddetti esemplari. Lung. totale 0, 860; 10) 470} (0, 300; osa Alt. del'tronc.’ 0, 253; 0,135, è, ogede las Lungh. .testa ‘0,300; 0, 160; 0, ie ino Altezza testa O, 2055 -0,/I36; e; olo lione: Diam, ecchio' 0, 0353 0,625; 0, GI Mano: Spaz: ‘preorbit. ‘0; 070; 0, 0405 0; 1022; 0,055: Spaz. interotb. (@. 050; ‘0; 020; a, orta In quanto ai caratteri anatomici dell’ attuale spe- cie, veggasi la Rivista (l.c.) p. 17 a 20 e le anno- tazioni di confronto più avanti al termine delle spe- cie del Gen. Epinephelus. Pregio alimentare. Le carni dell’Epinephelus gigas sono generalmente pregiate in Sicilia, non pertanto riescono sempre al- quanto dure e stoppose in confronto di quelle di parecchie specie affini. Più delicate e gelatinose sono le carni della testa, massime se cotte a brodetto. SOTTOFAM. SERRANINI EPAPNVESPSRE LU SUA TERE US [5° Sp. (4° del Gen.) Epinephelus Aeneus, (Serranus) Isid. Geoffroy. ESP NIE HE KUS AE NE US Car. specifici. — Corpo ovoidale allungato, rivestito di scaglie ctenoidi mediocri; Dorsale con II raggi ossei e 15 o 16 molli; Anale con8a 9 raggi molli; Mascellare superiore appena scaglioso; Mascelle fornite .||arteriormente di 4 denti canini poco robusti e di 2 sole fila laterali di denti villiformi; C'odale rotondata; |[Colore del corpo generalmente grigio verdognolo chiaro, con 3 zone oblique chiare sulle guancie, gg seno 8-0 Pio Cz: NV. 1/5; Lungh. negli adulti‘ 0,82: e più. .|{lE8og Serranus aeneus, Isid. Geoffroy Saint Hi- | laire, Poissons de l’Egypte, pl. 21, fio id. Panckoucké, 8, p. 208. we. id. Cuv.et Val.,Hist.nat.Poss,, {T.II,p.283. 1859 1 Ganther, Catali I op. 134, n.79. ee id. Vaillant et Bocourt, Etudes sur les | Poissons, in Mission scientif., au Mexi- | que fpaniiz, p. S7'et'00) 880 id. Giglioli, Elenc. Pesci Ital., p.79, n.16. - [881 id. Steindachn., Beitrage zur Kentnis der i Fische Afrika’s. In dem.-XLIV, Bd, e {KO Deutkschr. d. K. Akad. Wiss. Wien, , || 981 pi sytav. I, fig. Guv). ) |f883 id. Vinciguerra, Crociera Violante, p. 33. I b878 Cerna aenea, Doderl., In Bullett. Soc. Sc. < natur., Palermo, n. 4 (17 marzo) p.2. 1879 id. idi Presp. Pesce: Sic., p. 36, n.-88. O |F885 id. id. Bullett. Soc. Sc. nat., Palermo, | Mi. 15, P. 2. WAR#82: id. id, Riv. Spec. Gen. Epineph,, p. 34, spit, DL 58.3, Sinonimie. {807 Dalouse, Geoff. s. Hil., Descript. de l’Egypte, pl. 21, fig. 3, 4 (Serran airain). NOMI VOLGARI Italiani. Vernia Bronzina (It.). Scirenga o Cirenga (Pal.) Cirenga vranca (Sic.). Esteri. 1 i x, be Serran airain, Geoffr. y, Le Merou bronzé, Cuv. di Dalouze de Damiette, (in Siria, Egitto) Cuv. Annotazione. x: | Questa bella specie di Cernia è stata rinvenuta ,- fer primo nel Mediterraneo da Geoffroy Saint Hi- » lire membro della grande spedizione scientifica in igitto, e fatta raffigurare nelle relative tavole della Description de l’Egypte Poissons, (pl. 21, fig. 3, 4) otto il nome di Da/ouse, — Isidoro Geoffroy Saint- lilaire, figlio del predetto illustre naturalista, ne diede iù tardi una descrizione nel testo esplicativo delle ite |adette tavole; apponendovi il nome di Serranus gl |ezews, mentre la inscrivevano successivamente nelle , di fimabili loro Opere il Cuvier Valenciennes, il Gin- yo Pier; il Vaillant, il Giglioli, e da ultimo il Prof, Stein- i, fachner. E quì faccio notare che dal 1859 al 1877 pix rr mo-..tTTttÉ_—_—-m@_TÉÈl_______-o__m@—_—_—z@__m________Èm_ nn crt’ eil ni. Scaglie della lin. lat. 75 a 80; della lin. trasvers. 45-47; Ciechi pilorici 14-15 lunghissimi, digitiformi. verun Autore aveva segnalato l’esistenza di questa specie nel Mediterraneo, sebbene, come nota l’egregio Prot. Steindachner (l.c.), ne esistessero parecchi soggetti nell’ Imp. R. Museo Zoologico di Vienna, provenienti da Malaga, da Beiruth, da Damietta e da Porto-Sald. Io ebbi la fortuna di rinvenire un primo esem- plare adulto dell’ Epin. aeneus nel Mare di Sicilia, neli’inverno 1877, rinvenimento che partecipai alla Società delle Scienze naturali ed economiche di Pa- lermo nella seduta del 17 Marzo 1878 mercè una comunicazione riprodotta in estratto nel corrispon- dente Bullettino n. 4; nella quale mi provai altresi discutere le ragioni per cui nei mari della Sicilia si veggono convenire a preferenza di molte altre lo- calità del Mediterraneo, molteplici specie di pesci appartenenti a mari più o meno lontani, Dopo quell’ epoca, mercè l' intelligente concorso dei valenti preparatori di questo Museo, ci fu dato di cogliere in tempi diversi, 3 altri individui, di questa specie di varia dimensione ecc., le cui catture curai di ricordare tanto nel Prospetto metodico dei Pesci di Sicilia (1879), quanto in altre comunicazioni alla Società delle scienze naturali, e da ultimo nella Rivista delle specie del Genere Epinephelus (1832), p. 34, tav. II, fig. 3*. Esemplari sui quali ho potuto formolare la corrispondente descrizione. Descrizione. La Cernia bronzina può essere agevolmente rico- nosciuta a primo entro, poiché oltre alle particola- rità desunte dalla speciale conformazione del corpo, della coda, delle pinne dorsali ed anali, e dell’ ap- parato dentario , essa si fa distinguere per la bella tinta verde-oliva onde ne è ammantato il corpo, e per la presenza di 3 distinte zone più chiare, che ne attraversano obliquamente le guancie; particola- rità che mi hanno fatto sospettare che la figura de- signata dall’ illustre DF Day, come Serranus gigas, appartenga piuttosto alla presente specie. Questa specie ha il corpo ovoidale, allungato, pro- porzionatamente più basso, più lungo, e più com- presso che nelle specie precedenti. — L’ a/tezza sua negli individui adulti è compresa 4 1/3, e nei gio- vani 4 1/2 volte nella lunghezza totale del corpo. La sua festa € piuttosto tozza, ovale, proporzio- natamente più lunga e più bassa che nella C. gigante. La lunghezza di questa è compresa 3 volte circa (a- dulto) e 2 3/4 volte (giov.) nella lunghezza totale del pesce; mentre l’alt. sta 1 6/7 volte nella lungh. della testa, e 5 volte circa nella lunghezza totale del corpo. QAS SEI A , FAM. PERCIDI ESPAISNIE:PAFIREIEUSS A EE Il profilo superiore del corpo ascende obliquamente con lieve incurvatura sino al terzo raggio spinoso della dorsale, d’onde procede poco inarcato sino al principio della porzione molle di questa; di lA scende con una curva più blanda sino al troncone della coda , per formare la codale. Una leggera curva corrispondente rimarcasi nel profilo della parte in- feriore del corpo. LIuso breve, ottuso; stà 3 1/4 (adulti), 3 1/2 (gio- vani) volte nella lunghezza del capo. Bocca mediocre, il suo squarcio non raggiunge la verticale del lembo anteriore dell'occhio; la ma- scella inferiore sporge appena per 1/7 della propria lunghezza oltre la superiore. —Il masceZlare superiore è stretto e lungo, esteso oltre il margine posteriore dell’orbita, ed appena rivestito nella parte superiore di un piccolo gruppo di minutissime scaglie; mentre la mascella inferiore trovasi interamente tapezzata di squame alquanto maggiori.—4 denti canini di me- diocre dimensione sorgono nella parte anteriore di entrambe le mascelle, susseguiti all’ indietro da un gruppo di denti minori a scardasso, uncinati e pie- ghevoli all’indietro e da 2 o 3 fila di denti villiformi che occupano i lati di ambe le mascelle, la fila esterna dei quali si mostra formata da denticini alquanto più robusti e lunghetti degli interni. L'occhio è proporzionatamente piccolo; il suo dia- metro resta compreso 7 1/2 ad 8 volte nella lun- ghezza totale del capo, ed I 1/4 nello spazio inte- rorbitale. Esso dista dalla linea del profilo di 1/3 nei grandi, e di 1/4 nei piccoli, del proprio diametro, e di 2 1/2 diametri dall’apice del Muso.— Gli ori- fici nasali non differiscono gran fatto da quelli dell’ Ep. gigas. Il preopercolo ha il margine posteriore pressochè rettilineo e grossolanamente seghettato ; il suo an- golo medio è sporgente ed armato di 4, 5 denti forti ed appuntiti, cui sovrasta una leggera insena- tura marginale, mentre il lembo inferiore è legger- mente ondulato e perfettamente liscio. L’opercolo ha posteriormente 3 spine mediocri, la media maggiore come nelle altre specie congeneri. Le scaglie del corpo in questo pesce sono me- diocri, subovali; col margine posteriore leggermente arrotondato, e guarnito di poche spine acute (vedi Rivista Epinephelus, 1. c., tav. V, fig. 5, B. C-—Le scaglie delle guancie sono ovoidali allungate liscie, col foco centrale oblungo,e coll’area anteriore attra- versata da 4, $ piccoli solchi radianti (ibid. lett. A). Le scaglie della linea laterale sono irregolarmente ovoidali, liscie, appuntite posteriormente, col canale centrale infundibuliforme piuttosto ristretto, e col margine anteriore subrotondato è percorso da 2, 3 piccoli solchi obliqui (V. Riista, Tav. II, fig. 3, C). La natatoja dorsale è lunga, bassa, formata di 11 raggi ossei, ceneralmente deboli, ma puntuti, e di 15-16 articolati o molli. Essa incomincia a livello della inserzione delle pettorali, ed un po’ più in- dietro della spina maggiore dell’opercolo, e si stende E:P4INVE PH E LU SARE oltre l’ultimo raggio molle dell’anale.Dei raggi ossei, il 4° negli adulti, il 3° nei giovani, sono più lun ghi, e stanno 2 volte e 1/2 circa nell’altezza del corpo, e 3 volte circa nella lunghezza del capo. L’anale si spicca di fronte al primo raggio molle della dorsale, e .termina sotto l'‘nr°fofnobifieleài questa. Consta di 3 raggi ossei, il 2° dei quali più corto e più robusto del 3°; e di 8, 9 raggi molli. Le pettorali sono brevissime, ovoidali, colla estre- mità arrotondata; le ventrali oblunghe ed appuntite, pari ad 1/7 della lunghezza totale del corpo. —La codale è proporzionatamente breve, arrotondata al- l’ estremità e pari alla 1/5 o 1/6 parte della lune ghezza totale del corpo. Un bel colore grigio verdastro, marmorato di più chiaro è più biancastro al ventre, ammanta il corpo di questo pesce; le sue natatoje spiccano per un color verde più intenso, variato talora di verde chiaro, e di azzurro. Tre linee oblique giallastre M parallele scorrono sui lati del capo. Alcuni soggetti giovani lasciano inoltre trasparire sul corpo alquante fuggevoli marmorature, ed alquante grandi fascie | oblique che mancano costantemente negli individui adulti anche freschi. Abitazione. L’ Epinephelus aeneus è alquanto più raro nei mari della Sicilia delle altre specie congeneri.—Pare che abiti a preferenza acque chiare e fondi arenosi, a | giudicare dalle leggi di adattamento , che rendono gli animali più uniformi in genere al colore dei luoghi abitati. Tuttavia ne ricevemmo degli esem- plari anche dai mari di Trapani, ove predominano fondi melmosi e seni profondi. Codesta Cernia vive altresi lungo le coste occi- dentali dell’Africa, in Senegambia presso Gorea, ove la rinvenne il Prof, Steindachner ed il sig. Hòfler (Steindachner, 1. c.) e forse alle Canarie. Nel Mediterraneo incontrasi a preferenza lungo le coste di Egitto, della Siria, a Malta, ed in Sicilia. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In ipelles Esso 32; o; 65; 0, 52; 0, 50500] 38. | Prepar. osteol. Schel.: 0, 59. Prepar. splancnolog. a secco: 2 tubi digerenti con ciechi ben sviluppati; 1 App. branch. grande, | ed uno piccolo; I App. branch. iniett. col cuore. Prepar. splancnolog. in alcool: 2 App. diger.; 2 branch.; App. 9; Cuore; 4 Occhi. Proporzioni di alcuni dei suddetti esemplari. fl 820; 380. 135; O, O, 500; O, Oe270; 0/0; O, o) 117; 152;. 0, 120) 093; 0, 074. ; 020; 0; (017 o) o) Lung. totale Alt. corpo Lungh. testa Alt. testa Diam. occhi Spaz. preorbit. 0, Spaz. infraorbit. 0, 153; , 035; 0, 060; 040; 034; 0, 025. 021; 0, OIS.| SOTTOFAM. SPIRE PHELUS CRRYS:OTVEN 1A SERRANINI 69 BiRsiTNESR:FREEURSS CARNI ORTA 15° Sp. (5° del Gen.) Epinephelus (Cerna) chrysotania, Doderl. Car. specifici. — Corpo ovoidale allungato, rivestito di scaglie ctenoidi di piccola dimensione ; Dorsale con II raggi ossei e 16 a 17 molli; Anale con 3 raggi ossei e 8 a 9 raggi molli; Mascelle fornite anterior- mente di 4 robusti canini e di 2 sole fila laterali di denti a spazzetta; Mascellare superiore scaglioso; Codale lunata; Colore del corpo bruno uniforme con grande macchia quadrilatera dorata sui fianchi. iii; 8:9 Pay C. 17; V. 1/5; Lungh. negli adulti 0, 73 circa Scaglie della lin. lat. 82 e più; della lin. trasvers. 65 15/50; Ciechi pilorici 15-16 lunghi 1882 Cerna chrysotaenia, Doderi., Rivista Spec. ; Gen. Epineph., p. 41 e 85, Sp.4, tav.II, food, adore. i » Serranus sp., Kolomb., Pesci rari e nuovi dell'Adriatico, p. 27. 1884 Serranus (Cerna) chrysotenia , Kolombat., Aggiunta ai Vertebrati di Dalmazia, Fesci.tp.. 23: 1886 id. id. Imenik Kraljesniaka Dalmacije,. p. 7, Sp. è. 1888 id. id. Catalogus Vertebratorum Dalma- ticorum, p. 20, Sp. 9. NOMI VOLGARI Cernia a macchia dorata (Ital.). | Scirenga o cirenga (Sicil.). linca di mari (Mess.). Kiria duguljasta ili zlatopiga ( Dalm.) Kolombat. Annotazione. Da pochi anni soltanto il Museo Zoologico di Palermo è venuto in possesso di questa notevole specie o forma di Cernia dei nostri mari. -Un pri- | mo esemplare adulto ci venne inviato, ai 27 marzo del 1880, da alcuni pescatori Messinesi; seguito poco ‘| stante da parecchi altri di vario sesso.—Un attento | esame di codesti soggetti, debitamente conservati e preparati, ci fece ben presto accorti, che essi ap- partenevano ad una specie o forma di Cernia che per molti caratteri dimostravasi abbastanza distinta dalle altre specie congeneri, opinione a cui vedemmo con piacere accedere anche l’esimio D.' Bellotti di Milano, nella occasione di una grata visita ch’egli ci faceva in Palermo, nel dicembre 1881.—Perlochè | credei conveniente di descrivere codesta specie nella | rivista del Genere Epinephelus ch'io pubblicava nel 1882 (1. c.), offrirne un disegno, ed assegnarle prov- | visoriamente il nome di Chrysotenia, tratto dal suo carattere più appariscente, costituito dalla grande macchia dorata che ne adornava i fianchi , senza pretendere con ciò, che questa forma di Cernia po- tesse essere elevata al rango di specie ed accolta nei cataloghi rettificati della nostra Fauna ittiologica. Più di recente (nei 1882) il compitissimo signor : DI Kolombatovic di Spalato nell’ inviarmi un suo ‘applaudito opuscolo su: Mammiferi e Rettili della | Dalmazia, nel quale aveva inserito un’appendice sui i pesci rari e novelli delle acque di Spalato, si faceva | gentilmente a chiedere la mia opinione intorno a | 2 specie innominate di Serrani, delle quali egli aveva | tratteggiato alquanti caratteri nella predetta sua me- | moria, e ch’ egli pure trovava diversissime dalle I rr9rr 9 "Pr rin rr r rrr_————————_b——————— —— gd’ specie indigene conosciute. — Qual non fu la mia sorpresa nel riconoscere per appunto che una di co- tali specie presentava tutti i caratteri essenziali della Cerna Chrysotenia! Laonde nel partecipargli la mia scoperta in immediato riscontro, nel novembre 1882, gli inviai una delle tavole appartenenti alla Rivista delle specie del Genere Epirephelus, contenente la figura della Chrysotenia, allo scopo che, confrontan- dola col soggetto testè reperto, ne constatasse l’ au- tentica corrispondenza, e ne affermasse l’ esistenza anche nelle acque della Dalmazia, che egli andava così diligentemente illustrando. Questa specie o forma di Epinephelus, come ri- sulta dalla annessa descrizione, è intermedia per conformazione fra l’ Epin. (Cerna) acutirostris, e la Epin. (Cerna) eaneus, dapoichè offre caratteri ap- partenenti a ciascuna di queste due specie, senza essere in realtà nè l’una ne l’altra. —Per la forma allungata del corpo, non meno che per la confor- mazione a mezza luna della coda, e per la notevole sporgenza della mascella inferiore, essa si congua- glia all’ Epin. acutirostris, ma ne differisce per il minor numero nei raggi molli dell’anale, e per le spine dell’opercolo più piccole; viceversa per la di- sposizione dei denti mascellari e canini, per la se- ghettatura e dimensione dei pezzi opercolari, e pel numero dei raggi della dorsale e dell’anale, si raf- fronta maggiormente alia Epin. aeneus; ma ne dif ferisce per la forma lunata deila codale, per la bre- vità e maggior robustezza dei mascellari, e per la differentisima colorazione, Ligio qual sono al principio della maggior pos- sibile limitazione delle specie in Zoologia, io mi sono fatto un dovere anche recentemente di studiare la questione della organica corrispondenza della C. Chrysotenia, colle specie affini, sia ponendo questa in confronto con un gran numero d’individui di varia età delle specie congeneri, sia richiamando in proposito il giudizio dei parecchi miei amici e colleghi. Il risultato di cotale inchiesta fu, che la caratteristica della forma del corpo presentata dalla Chrysotenia, è assolutamente diversa da quella di tutte le altre specie congeneri. — Veruna di cotali specie ha il muso così allungato ed appuntito, il corpo così ri- gonfio ed ellittico nel mezzo, il troncone della coda così assottigliato come nella specie attuale, Veruna di esse presenta un numero così notevole di raggi molli nella dorsale, ed una serie così numerosa di esili. scaglie sul corpo. Tuttavia qualora si potesse ottenere una serie di individui di ‘varia età dell’ Epin. (Cerna) «Alexan- 18 drina, i quali presentassero un graduato raccorcia- mento del corpo, una forma più concava della co- dale, una robustezza maggiore dell’ apparato den- tario, ed un coloramento diverso del corpo, rima- nendo gli altri caratteri consimili a quelli della C. Chrysotenia, si potrebbe forse asserire che la C. Chrysotenia ne costitulsce uno stato molto adulto; come ho già notato nella predetta Rivista a pag. 45, e 57.— Codesto ideale ravvicinamento fra le 2 specie potrebbe anche momentaneamente istituirsi, confrontando le figure abbastanza esatte di esse ch’ io ‘inserii nella Rivista, tav. II, fig. 4; tav. III, fig. 7; tav. IV, fig. 9, onde risolvere anche da questo lato il quesito. Ad ogni modo io lascio tuttora impregiudicata la questione, amando meglio riferirmi al giudizio ponderato dei miei dotti colleghi, anzichè attenermi alle mie proprie, comunque esatte, osservazioni. Descrizione. Corpo ovoidale alquanto allungato, proporziona- tamente più rigonfio al dorso, al ventre, più assot- tigliato alla coda dell’Epin. acutirostris—L’altezza sua, presa dietro le pettorali, è contenuta 4 a 4 1/5 volte (adulti), e 4 1/4 (giovani) nella lunghezza to- tale del pesce. Testa mediocremente allungata, più lunga e più bassa di quella della C. gigas, ma più alta che nella C.aenea e nella C. acutirostris.La sua lunghezza resta compresa 3 volte circa nella lunghezza totale del corpo. — Il profilo superiore del corpo ascende obli- quamente, arrotondandosi, dall’ estremità del muso fino al principio della dorsale, procede un po’ più ‘archeggiato sino al principio della sua porzione molle, di là s’'abbassa gradatamente con lieve curva sino al troncone della coda, ove risale alquanto per formare Ja codale. Il profilo inferiore è molto più arcuato inversamente al ventre del Superiore. Muso sporgente, acuto, un po’ meno appuntito, che nella C. acutirostris. Esso si trova contenuto quasi 3 volte nella iunghezza totale del capo, mentre la mascella inferiore resta notevolmente sporgente oltre la superiore per 1/4 o 1/5 della propria lun- ghezza, coll’apice alquanto rigonfio. Bocca mediocre, il suo squarcio non arriva alla verticale del margine anteriore dell’orbita; anche il mascellare superiore è alquanto più breve, ma molto più robusto ed allargato posteriormente di quello della C. aenea; esso non raggiunge la verticale del margine posteriore dell’ orbita, ed è quasi intera- mente guarnito di esili squame. Gli occhi stanno sull’alto della faccia, discosti un po’ meno del loro diametro dalla linea superiore del profilo. Il loro diametro è compreso 7 volte circa nella lunghezza totale del capo, ed 1 1/2 volta nello spazio interorbitale; mentredistano. per 2 1/2 diametri dall’apice del muso. FAM. PERCIDI EPINEPHELUS CHBYS OMESSA Gli orifici delle narici sono approssimati fra loro, ma proporzionatamente più discosti dall’ orbita che nelle specie affini; il posteriore è arrotondato e mag- giore dell’anteriore. 4 Denti canini piuttosto robusti (Rivista tav. II, fig. 4, A), di mediocre dimensione, stanno nella parte anteriore della mascella superiore, e 2 0 4 un po’ più esili nell’inferiore, susseguiti posteriormente da un gruppo di denti fini a scardasso , e nelle parti laterali e posteriori delle. mascelle, da una serie complessa di denti minuti a spazzetta. Noella mascella superiore i denti mascellari a spaz- zetta si trovano distribuiti in 2 serie laterali, in una esterna cioè, costituita di denti conici, brevi, robusti, lievemente uncinati; ed in una fila interna, formata da esilissimi denti villiformi, disposti in più serie, decrescenti in numero ed in dimensione, dall’ a- vanti all’indietro della cavità ovale. Nella mascella inferiore, 1 denti mascellari sono tuttiuniformi, conici, piuttosto robusti, leggermente ricurvati all’indietro, e disposti in 2 fila come nella C. aenea; però quelli della fila interna si mostrano un po’ più lunghetti di quelli della fila esterna. —I denti sul vomers e sui palatini sono minutissimi al pari dei mascellari su- . periori interni, I pezzi opercolari anche in questa specie sono tutti minutamente squamati,—Il preopercolo è leggermente convesso e fornito di minutissime dentellature pres- sochè uniformi, nel suo margine posteriore, e di 4, . s denti triangolari, appianati, ma poco distinti, nel. | suo angolo medio; rimanendo il margine inferiore perfettamente liscio. — L’opercolo ha 3 aculei equi- distanti presso il suo margine posteriore, il medio dei quali maggiore e rivolto un po’ sopra l'angolo posteriore dell’annessavi produzione membranosa. La dorsale è lunga e bassa, la sua lunghezza u- guaglia 1 1/2 a 1 2/3 volte la maggior altezza del corpo. Porta r1I raggi spinosi e 16, anche 17 molli. I raggi spinosi sono mediocremente robusti, il 5° che è il più lungo, si trova compreso 3 a 3 1/4 volte nell’altezza del corpo e quasi 4 volte nella lunghezza «del capo. L’anale è ristretta, oblunga, coll’apice el- littico; ha 3 raggi ossei ed 8 a 9 molli, il secondo degli ossei più corto, ma molto più robusto del terzo. Le pettorali sono: brevi, ovoidali, ed arrotondate, || all'estremità, come nella C. aenea. Le ventrali egual- mente brevi ed inserte sotto la base delle pettorali. | La codale è concava o lunata nel margine posteriore, | colle 2 estremità notevolmente sporgenti ed appuntite. Essa pareggia il 1/4, il 1/5 della iunghezza totale | del corpo, e consta di 15 raggi molli e di 2, 3 mar- .| ginali più consistenti. Le scaglie del corpo sono piuttosto piccole, qua- . | drilatere, col margine anteriore meno arrotondato di quelle dell’ aerea, ma minutamente dentellato; e ; col posteriore guarnito di 4,5 fila trasversali di .| piccoli denti acuti (Vedi Rivista, tav. V, fig. 6, B, C). Il 1886 id. EPINEPHELUS CHRYSOTANIA Le squame delle guancie sono minute, ovoidali, I molto allungate, col margine posteriore arrotondato e liscio, col foco centrale oblungo, e con 3 piccoli | Jobi rudimentali nell’area anteriore (Vedi |. c., ibid. È fig. 6, A). La linea laterale porta scaglie subtriangolari, meno appuntite di quelle della eanea. Essa ha il canale i centrale lungo, molto ristretto e terminato in una ì breve ma profonda incisura, e presenta 4, 5 solchi i radianti nella sua area anteriore (V.1.c., tav.II, fig.4 C). Il colore del corpo nella E. Chrysotenia è pres- i soché uniformemente bruno, alquanto più chiaro al ventre, con una grande macchia quadrilatera allun- i gata. di un vivace splendore aureo, sull’ alto dei fianchi, accludente la linea laterale. Le natatoje sono i del pari brune alla base, colle estremità alquanto | più chiare, e tapezzate di minutissime scaglie sino | alla metà della loro altezza. SOTTOFAM. SERRANINI EPINEPHELUS ALEXANDRINUS Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. ‘Prepar da secco 2 Bs 0rO NO, 725. id \'osteolog. I Schel: 0 730. Prepar. splancnolog. a secco: App. branchiale. Prepar. splancnolog. in alcool: App.diger.; App ‘$; Cuore; Occhi, brarichie. Proporzioni di alcuni dei suddetti esemplari. Eung:stotale: 0,730 0,725, Alt. corpo OA 3170: Eunehstestali (0-4230; 0030225" Diam. occhi 01029200, 1020% Spaz. preorbit.. 10,030: 0048. Spaz. infraorbit. 0, 040; 0, 039. 116° Sp. (6° del Gen.) Epinephelus (Serranus) Alexandrinus, Cuv. e Val. i Car. specifici. — Corpo ovoidale allungato, mediocremente compresso, proporzionatamente più raccorciato | di quello dell’ Epin. (Cerna) Chrysotenia , rivestito di scaglie ctenoidi minute: ‘D rsale con 11 raggi ossei, {| e con 16 molli; Anale con 3 raggi ossei, ed 8, 9 molli; Mascelle fo-nite anteriormente di 2 0 4 denti ca- | mini di mediocre grossezza e di 2 o più fila di denti laterali villiformi. Questi nella inascella superiore i sono distribuiti în più serie; ed in 2 sole fila nella inferiore; Mascellare superiore perfettamente liscio; Co- dale breve subrotondata nei giovani, verticalmente troncata negli adulti ; Colore bruno-violetto uniforme, con 4, 5 liste longitudinali parallelle, più o meno marcate sui fianchi. Ì | 1828 Serranus Alexandrinus,Cuv, e Val.,II,p.28r. | fi8;9 id. Gunther, Catal., T.LI, p. gg(in nota). {1867 id. Steindachner, Icht. Bericht nach Spa- nien und Portugal Reise. In Sitzb. K. Akad. Wiss. Wien., LIV Band 1° Abth, octob., p..13:;'h, II, Le Vaillant et Bocourt, Études sur les Poissons in Mission scient. au Mexique, p. 68, sp. 42. Vinciguerra, Risul. Croc. Violante p.33. Kolombatovic, Imenick Kraljesniaka Il Dalmacije, p. 7 (cum Cernia Chryso- | tenia). » id. id. Catalogus Vertebrat. Dalmaticor. ( 1877 id. |1883 id. 2 | Pisc., p. 20 (id.). Cerna sp., Doderl., in Bull. Soc. Sc. nat., Palermo, n. 4. Cerna Alexandrina, Dod., Rivista Fn. Si- cula Vertebrati, p. 78. » id. id. in Bull, Soc. Sc. natur., Palermo (7.marzo..$2) n. 15, p. 3. id. in Rivista Spec. Gen. Epineph.,. Di siva Vie, ABC. Steindach., Icht. Beitrige (XII) Aus .d, LXXXV, Bd. Sitbz. K. Akad. Wisses.. Wien, 1 Abth. Juni-Helf., 1882, p. 9 (nota). | GI Sinonimie, 1844 Plectroboma fasciatus, Costa Oronz., Fn. Na- pal., Pesci text: 1, tav. VI, fig. F}:2,3 (excl. Synon. Lacep. Bloch et Risso). 1846 id. Bonap., Catal. pesci Europei, p.58, n.495. 1822 id.‘ Canestrini, Fn. Ital. Pesci, pi 77. + ‘id. Gunther, in Zoolog. Recoord, Vol. IX, Pisces, p. 88 (Est Serrunus!) 1878 id. Doderl. in Prosp. Pesci Sicil., p.34,n.81. 1880 id. Giglioli, Elenc, Pesc. Ital., p. 79, n. 20, (extr., ‘pi 9). 1881 Cerna fasciata, Dod., in Ball, Soc. Sc. nat., Palermio;.ini 15, pa i 1878 Serranus Coste, Steind., Icht. Beitrag. (VI) In LXXVII Band Sitzb. K Akad. Wien, A- pril-Helf, ‘p. rt, sp. 15. W. E. O’ Shaughnessy in Zool. Recood, Vol. XV, 1878, Pisces. p. 15: 1881 Epinephelus (Cerna) Coste, Doderl., in Ap- pend, Bull. Soc. Sc. nat., Palermo (30 Febbr. 1881) n.15, p. IV. 1882 id. «id. Rivista (1. c.) p. 47, tav. HI, fio. 7. » Serranus Cabrilla, Cuv. (pro parte) Moreau, Hist, nat. Poiss, Franc., H, p. 380. » Serranus Acutirostris, (nec Cuv., Val.), Pe- **- “*rugia;; Elenco: Pesci. Adriat,, pi3, hr 7 ‘ (fig. optima). » id | E PINERHERUS ACER NOMI VOLGARI Italiani. Cernia alessandrina (Ital.). Plectropoma fasciata (Costa). Cernia del Costa. Prechia di mari imperiali (Pal.). Scirenghetta (Pal.) i giov. Lupessa di funale, Roccalà (Nap.). Scotto di funnale (Nap.) Scotto (Taranto). Esteri. Le Merou d'Alexandrie (Cuv.). Storia. Questa specie venne stabilita nel 1828 dai signori Cuvier et Valenciennes nella loro Opera Hist. nat. des Poissons, T. II, p. 281, sopra esemplari ripor- tati dall Egitto dal signor Geoffroy Saint-Hilaire, ma non figurati nella grande Opera sull’ Egitto, — Essi le imposero il nome di Serranus Alexandrinus in allusione al luogo ove fu colta; sotto il qual no- me venne accettata dai successivi Ittiologi e partico- larmente dal Prof, Steindachner, che ne rinvenae 3 esemplari nella collezione dell’ Imper. Museo Zoo- logico di Vienna, e che reduce dal suo viaggio in Portogallo ne riportò altri soggetti, colti a Malaga sulle coste di Spagna, e dei quali diede una prege- vole descrizione, nelia seduta dell’Accad. di Scienze di ‘Vienna,ianno: 1867 (Il 'c.). Il Bonaparte avendo fondato nel 1840, nella sua Iconografia della Fauna Italica, il novello Genere Cerna, per accludervi ie grandi specie di Serrani la cui mascella inferiore era tapezzata di squame e la dorsale fornita almeno di 1I raggi ossei, io presi occasione del rinvenimento nei mari della Sicilia di alquante specie di codesti pesci, per dichiarare nella seduta del 17 Marzo 1878, della Società di Scienze naturali di Palermo, che il Serranus Alexandrinus, del pari che i Serranus gigas e caninus dovevano far parte del Genere Cerna (Bollett., n. 4). E di- fatti pochi anni dopo io inscrissi la predetta specie col nome di Cerna Alexandrina nella Rivista della Fauna Sicula dei Vertebrati p. 78 (1881) e da ul- timo nella Rivista delle Specie del Gen. Epinephelus a p. 54 (1882); determinazioni convalidatemi dal Prof. Steindachner in una sua nota nel Sitzub. Ak. Wien Juni-Helf, 1882, p. 9. In questo frattempo e precisamente nel 1844, il Prof. Oronzio Costa a Napoli era venuto in pos- sesso di un raro. pesce di quelle acque, che egli, credendolo affine all’Holocentrus fasciatus di Lace- pede (Bloch, tab. 240; Risso, Icht. Nuice, p. 290), registrò sotto lo stesso epiteto di fasciatus ‘nella sua Fauna Napoletana, cangiandovi però il nome gene- rico in quello, poco competente, di P/ectropoma, ma porgendone una eccellente descriz. e fig. alla tav. VI. FAM. PERCIDI ———————————————— —«y —___ EPINEPHELUS ALEXANDRINUS E difatti il D." Gunther fu il primo ad avvertire che la specie del Costa non poteva appartenere al Genere Plectropoma, ma era un vero Serranus (Zoo- log. Recoord, Vol. IX, 1872, p. 88. Poco stante il Prof. Steindachner dimostrava an- cor più esplicitamente la stessa cosa, facendo osser- vare primieramente che nella specie del Costa :l lembo inferiore del preopercolo. era liscio, ne già fornito dei grossi denti curvi, volti obliquamente al- l’innanzi, caratteristici del genere Plectropoma. Egli notava pure che codesta specie non corrispondeva all’ Holocentrum fasciatus del Bloch tav. 240, poichè quest'ultimo era provveduto di Io raggi ossei, e di 15 molli nella dorsale, di 3 raggi ossei e 10 molli nell'anale, e di parecchie fascie trasversali brune sul corpo, caratteri che non si riscontravano nella specie del Costa. — Essa, diceva lo Steindachner, non è l'omonima specie citata dal Lacepede, IV, p. 380 e 389, la quale novera 10/15 raggi nella dorsale, 3/7 nella anale, e 15 aculei nell'ultimo pezzo oper- colare; non è ne manco l’ Holocentrum fasciatus, registrato dal Risso nell’ Ichth. di Nice, p. 290, poi- chè comunque questo Autore. nella prima edizione lo dicesse fornito di 7 fascie longitudinali sul corpo, retuficando più tardi ii suo detto nella 2* edizione Eur. Merid., p. 375, lo dichiarava ornato di parec- chie fascie trasversali, e corrispondente alla fig, 225, 89 del Salviani, ch: rappresenta indubbiamente un Serranus Scriba, Li. — Dietro a che veniva a con- cludere, che, stando ai caratteri dell’ apparato den- tario ed opercolare, ‘alla disposizione delle natatoje, ed alla forma delle scaglie indicate dal Costa nella sua specie, questa , doveva necessariamente essere ascritta al Gen. Serranus, quindi denominata Ser- ranus fasciatus.—Senonche |’ epiteto di fasciatus, essendo stato già usato per ‘altra specie di Serrani, l'onorevole Steindachner, tenendo conto della pre- gevole descrizione fatta dal Costa dell’attuale specie, propose di intitolarla al nome dello strenuo natura- lista che l’ aveva illustrata nella Fauna Napolitana, denominandola quindi Serranus Coste. Indipendentemente però dalle osservazioni fatte dall’egregio D." Steindachner, ch'io non conosceva nell'epoca della loro pubblicazione, io pure ero ad- divenuto alla medesima conclusione;,in quanto che, prendendo occasione della pesca fatta nel mare di Palermo di 5 individui del raro P/ectropoma fasciatus del Costa, lo dichiarava alla Società delle scienze naturali di questa Città, nella sua seduta 26 feb- braio 1881 (Bullett., n. 15, p. 12), che i suddetti pesci, anzichè far parte del Gen. P/ectropoma, do- vevano essere ascritti addirittura al Gen. Serranus, e precisamente alla sezione di esso, formata dal sot- | togenere Epinephelus o Cerna Bonap., per la ragione | che le spine sporgenti dell’ angolo medio del’'loro. preopercolo, in luogo di essere rivoltate all’innanzi come nelle specie esotiche del Gen. P/eltropoma, si prolungavano radiando all’indietro,come giustamente | n° 3 | SOTTOFAM. SERRANINI 73 EPINEPHELUS ALEXANDRINUS Il si esprime il Costa, ricurvandosi alquanto verso la | parte posteriore del'corpo. Perlocchè io proponeva che ai pesciindigeni contrasegnati col nome generico di Plectropoma., si avesse ia dare quello di Cerza, contradistinguendo appunto l’attuale specie coll’epi- teto di Cerna fasciata assegnatole dal Costa (Vedi Ball. Sor. Sc. nas... Pal..in. 15, (1881) p. 122. Venuto più tardi a cognizione del lavoro del Prof. Steindachner, dietro l'indicazione datane dal Zoological Record del 1878, p. 15, (pubblicata nel 1880), io accettava pienamente, in una successiva Append. del Bullett. n. 15, le dotte osservazioni del Prof. Steindachner, ed adattava il nome di Serranus Cos.@ Steind., cangiando soltanto codesto nome ge- nerico, per le ragioni suindicate, in quello più con- veniente di Epinephelus o Cerna Coste, ed ‘annet- | tendovi una ‘estesa descriziore dei caratteri presen- tati dai predetti cinque esemplari del mar di Sicilia, ch'10 aveva avuto occasione di esaminare. i Stabilito questo fatto, restava ancora un’altra par- ‘ticolarità da constatare, relativa alla ulteriore rife- renza e sinonimia dell’attuale specie.—1 miei buoni i amici e colleghi D Bellotti di Milano e DI Vin- ‘ ciguerra di Genova, mi.avevano in quei turno scritto, che avendo essi potuto istituire un diretto confronto | del già P/ectropome fasciatus:o Scrranus Coste Stein- dachner con esemplari di tutte le età del Serranus Alexandrinus Cuv. e Val., provenienti dalle Cosie di Alessandria d’ Egitto, e posseduti dal Museo Ci- vico di Milano, essi si erano persuasi che .il Plectr. In i fasciatus del Costa non era altro che un giovine in- el dividuo del Serranus Alexandrinus Cuv, e Val. Comunque fossi intimamente convinto della dot- ì trina e della oculatezza dei miei dotti amici, tuttavia, m'è d’uopo confessare, io bramava sempre, prima di.accettarne definit'vamente l’opinione, di poter isti- | tuire personalmente un diretto confronto del Ser- ranus «Alexandrinus cogli esemplari testè ricordati della Cerna Cosie provenienti dai mari di Sicilia; | al qual fine io richiedeva in comunicazione al D." Bel- lotti, qualche esemplere della egiziana specie, onde convincermi maggiormente in proposito,—Fortuna- tamente , il caso venne anche prima ad appagare i miei desiderii, dapoichè nel 4 novembre dello stesso anno 1881, i preparatori di questo Museo ebbero la fortuna di riscontrare sul mercato di Pa- lermo un.bellissimo esemplare del Serranus Alexan- drinus, pescato nelle s.esse acque del circondario i marittimo di questa Città; e più recentemente un { altro individuo. consimile , di proporzioni alquanto | maggiori; i quali, tolte.alcune leggiere differenze, mi ahi) . GIO ° . . sirf diedero la prova, ciie la supposizione dei signori nQ Bellotti e Vinciguerra era pienamente fondata ed Jord god gi i l ‘esatta. cal EPINEPHELUS ALEXANDRINUS Descrizione. L’Epinephelus (Serranus) Alexandrinus è stato già egregiamente descritto nel 1828 dai signori Cuvier et Valenciennes nell’Historie nat. des Poissons, T.II, p. 281, e più diffusamente ancora dal D." $tein- dachner, nel Rapporto del suo Viaggio in Ispagna e Portogallo (Sitzb. K. Akad. Wiss. Wien LVI Bd., 1* abthì. 1867, p. 13, n. 11). — Non per itanto ho creduto conveniente di riportarne quì brevemente la descrizione, sia per uniformarmi alla regola g à se- guita, di annettere la parte descrittiva, al titolo di ogni singola specie elencata, sia per far risaltare alcune particolarità caratteristiche, risultanti. dalla comparazione dell’ Epineph. Alexandrinus , col già Epineph. Coste; affinchè più evidente riesca la pre- messa, essere queste due forme ittiologiche i rappre- sentanti di due età diverse di una medesima specie fondamentale. Eccone la descrizione : Corpo ellittico allungato, mediocremente com- presso; l'altezza sua è contenuta poco più di 3 volte e 1/2 nella età adulta (Ep. Alexandrinus), ed un poco più di 4 volte nella età giovanile (Ep. Coste), nella lunghezza totale del pesce. Testa mediocremente allungata, bassa, triangolare, più 0 meno appuntita, specialmente nella età gio- vanile. La sua lunghezza è variabile secondo l'età, poichè si trova compresa 3 1/3 volte circa negli a- dulti, e 3 1/2 volte circa negli individui giovani, nella lunghezza totale del corpo. La sua altezza è compresa s volte circa nella stessa misura. ll proflo superiore, partendo dall’ apice del muso, s’ innalza, leggermente rotondato , fino alla prima spina dorsale, di Jà procede quasi rettilineo fino al 1° raggio molle di questa, discendendo di poi .con leggiera curva sino al troncone della coda, per rial- zarsi alquanto a formare la codale.—Il profilo in- feriore segue inversamente una curvatura consimile, ma cn po’ più accentuata nella regione del ventre. Il muso è triangolare, mediocremente esteso, al- quanto appuntito nella giovane età, colla mascella inferiore sporgente per 1/6 della propria lunghezza oltre la superio e. La bocca è mediocre; il suo squarcio non oltre- passa l'orlo anteriore dell’orbita. L' osso mascellare è piuttosto allungato, un po’ ricurvo, allargato posteriormente, esteso pressochè fino alla verticale dell’orlu posteriore dell’orbita, e perfettamente liscio. L’occhio è proporzionatamente un po’ più grande nell’ Epinephelus Alexandrinus in. confronto del- l’Epinephelus Coste. Sorge suli’ alto della faccia, di- scosto di 1/3 circa del suo diametro, della linea del profilo superiore; e circa 1 2/3 (nei giovani), e I 1/3 (negli adulti) del proprio diametro , dall’ apice del muso. L’ahparato dentario è consimile in amendue de forme. In.vntrambe sonovi 2 o 4 denti canini di me- diocre dimensione .nella parte anteriore delle ima- scelle, susseguîti da un piccolo gruppo di denti a spazzetta, e da una serie di denti villiformi ai lati 19 FAM. PERCIDI EPINEPHELÙUS ALEXANDRINU$ di questi. — Nella ‘mascella superiore questi. ultimi si trovano disposti in 3 piccole file, l’ esterna delle quali formata .da denticivi alquanto più validi e più rari dell’interna; e viceversa in 2 sole fila ‘nella ma- scella inferiore, l’interna delle quali fila, formata da denticini alquanto più lunghi ed acuti di quelli della esterna. In entrambe’ le' forme, un piccolo gruppo di denti a scardasso s’erge a cavaliere sul Vomere, ed in forma di breve lista sulle ossa palatine. La lingua in entrambe è sempre lunga e liscia. L'apparato opercolare non offre differenze notevoli nelle 2 forme.Il preopercolo in tutti gli esemplari posseduti dal Museo di Palermo, ha il margine po- steriore leggermente convesso, e finamente seghet- tato, l’inferiore perfettamente liscio, i’angolo medio prominente, rotondato, e fornito di 3, 4 denti ro- busti, appianati, radianti posteriormente, mentre una breve insenatura’ marginale appare sopra l’ angolo medio. L’opercolo, come nelle specie congeneri, è munito posteriormente di 3 spine appianate, equidistanti, mediocremente lunghe, (comunque talora evane- scenti), la media delle quali più robusta, più spor- gente ed appuntita delle altre, è diretta verso l’an- golo posteriore dell’ osso. Il corrispondente lembo membranoso , termina in un breve angolo poste- riore, coi margini laterali alquanto incavati. Poca differenza vi è pure nella disposizione ed estensione delle natatoje di queste 2 forme. La na- tatoja dorsale è proporzionatamente più lunga e più bassa che nelle specie affini; poichè la sua esten-' sione nella età adulta (Epin. Alexandrinus) supera 2 1/4 volte, e nei giovani (Ep. Coste) 2 1/2 volte, la maggior altezza "del corpo. Essa incomincia un po' prima della inserzione delle pettorali, a livello della spina maggiore dell’opercolo, e si stende oltre il limite posteriore dell’anale. Novera, come è già indicato, II raggi ossei di mediocre elevatezza e ro- bustezza, e 15, 16 molli. I raggi ossei, toltone il pri- mo che è più breve, offrono una altezza pressoche eguale; il 4°, ed il 5° che sono alquanto più alti, restano contenuti 2 1/2 a 3 volte circa, tanto nelia lunghezza del capo, quanto nella maggiore altezza del corpo, L’anale sorge sotto l’ ultimo raggio osseo della dorsale, presenta una forma obovale, porta 3 raggi ossei, e 8, 9 (10?) molli, il secondo dei quali al- quanto più breve, ma più robusto del 3°. Le pettorali sono alquanto allungate colla estre- mità subrotondata ; hanno 17 raggi molli; le ven- trali, dei pari alquanto allungate, contano al solito 1/5 ra ggi. La codale è piuttosto breve. Essa nei giovani (Ep. Costa) è arrotondata ‘all’estremità; negli adulti (Ep. Alexandrinus) è troncata verticalmente, e pro- porzionatamente più lunga che nei a na Le scaglie del corpo sono molto piccole in en- lrambe le forme, strettamente aderenti, ed imbricate fra loro, col margine posteriore arrotondato ed esil- mente seghettato. La forma loro, nelle varie parti dei corpo, è quale la indicò il Costa nelle belle fi- gure che accompagnano il suo P/ectropoma fa. ciatus Tav. VE: fio; generalmente quadrilatera allungata, coi margini la- terali un po’ convessi, e col posteriore arrotondato ed armato di una numerosa serie di piccole spine acute, disposte in 4, 5 fila trasverse nell’area spi- nigera triangolare ; il foco ne è più o meno spo- stato anteriormente, giusta la posizione occupata dalla scagli: sul corpo, mentre da esso si spiccano 6, 7 grossi solchi che, radiando, mettono capo in altrettante intaccature del margine anteriore (Vedi ; anche ‘Rivista (I. c.) Tav. V, fig 7, B GB) Le scaglie delle guancie sono irregolarmente ellit- tiche ed allungate, ma liscie, col foco centrale lungo, e con alcune brevi solcature oblique nell’area an- teriore (Rivista, l'av. V,'fig.7 As fig. 800. Le scaglie della lin:a laterale hanno una forma ovato- oblunga, colla punta posteriore alquanto spor- gente, col canale centrale prolungato in uno stretto solco posteriore, e terminato in una profonda inci- sione del margine suddetto; la sua area anteriore è ‘tiraversata da I, o 2 forti solcature oblique per parte, che mettono capo in altrettante intaccature del cor- rispondente margine rotondato (Rivista, Tav. IV, foco: FaetMapg, Il colore del corpo nei vari esemplari posseduti dal Museo di Palermo, € uniformemente bruno-vio- letto o grigio-chiaro, volgente al rossigno sul dorso ed alquanto più pallido al ventre. Su questo fondo genera'e veggonsi scorrere sui fianchi, 4, 5 gra- cili listarelle longitudinali brune, (or più or meno marcate), dirette parallellamente ! ‘ra loro ed alla ca- rena dorsale, due delle quali decorrenti sopra la: linea laterale, ed altre due sotto di essa. —Altre due linee brune più brevi si stendono in direzione ob- liqua sulle guancie del pesce.—In alcuni esemplari più giovani, codeste 2 listerelle mon si arrestano nell’orlo del preopercolo, ma procedendo rettilinee sull’ opercolo e sul sottopercolo, ne raggiungono l’estremo lembo inferiore; mentre altre 2 listerelle più sbiadite si staccano radiando dal margine po- steriore dell’ orbita, e vanno ad innestarsi nelle 2 fascette longitudinali superiori dei fianchi, adom- brando in certa guisa i caratteristici disegni del capo dell’ Epin. Aeneus. In tutti. gli esemplari del Museo . le natatoje presentano una tinta bruno-chiara, margi- nate all’estremità di un colote bruno-oscuro. EPINEPHELUS ALEXANDRINUS 2, 3, 4, 5. Esse hanno, cioè, una forma | SOTTOFAM. SERRANINI © 75 ; Riassunto. Ed ora ponendo a confronto i caratteri testè no- tati nella descrizione delle precedenti forme ittiolo- giche, si dovrà necessariamente concludere che esse sì riferiscono ad evidenza ad una sola ed identica specie, della quale 1’ Epin. (Cerna Costa) rappre- | serterebbe l’età giovanile, e l’Epin. (Cerna) Alexan- drintis V’età mezzana. Ed invero in entrambe queste forme ittiologiche si trova un ugual numero di raggi nelle natatoje, una eguale proporzione relativa nelle pinne dorsali ed anali; consimile del pari vi è la dimensione e la seghettatura dei pezzi opercolari, la disposizione dell’ apparato dentario, la forma delle scaglie del corpo, e persino l’andamento delle fascie brune lon- gitudinali che ne adornano i fianchi.—Le differenze maggiori presentate' da queste. due -Cerzie ricadono principalmente sulla forma più acuta del Muso del- l’Ep. (Cerna) Coste, sulla proporzione minore del suo occhio, e principalmente sulla conformazione della codale che, come abbiamo accennato, è arro- tondata all’estremità negli esemplari della Ep. (Cerna) Coste, verticalmente troncata nei giovani esemplari dell’Ep. (Cerna) Alexandrinus, e leggermente appun- tita alle 2 estremità negli. esemplari più avanzati di questa medesima Cernia, differenze tutte che vanno attribuite senz’altro ad una graduata modificazione organica che la specie tipica subisce col crescere del- l’età E qui devo ripetere quanto accennai a pag. 70 nelle annotazioni all’Ep. (Cerna) Chrysotenia, che, qualora ci fosse dato di rinvenire altre forme no- velle dell’Ep. (Cerna) Alexandrinus, che per graduati passaggi si accostassero maggiormente alla forma della Ep. Chrysotaenia testè descritta, queste ultime verrebbero probabilmente a rappresentare uno stato molto adulto delle predette due forme Ep. Costae ed Ep. Alexandrinus, essendoche le fasce longitudinali del corpo dell’A/exandrinus si sarebbero convertite nella grande macchia quadrilatera dei fianchi della “M Chrysotaenia, e la codale che è rotondata nella prima, troncata nella seconda, avrebbe gradatamente assunto una forma lunata nella Chrysotaenia, alla quale forma | sembravano già preludere gli esemplari maggiori della Cerna Alexandrina , del nostro Museo, e più decisamente l’ individuo . figurato da Perugia nel- l’Elenco dei pesci dell’Adriatico.— Se ciò sia vero lo ì dimostreranno le ulteriori osservazioni. } Abitazione. L’ Ep. (Cerna) Alexandrinus è tuttavia molto raro nei Mari della Sicilia; alcuni pochi individui, vivono presso le coste, ed a preferenza all'imboccatura dei porti, ove per appunto vennero colti i soggetti del nostro Museo. — Più comuneniente esso abita le coste d’ Alessandria d'Egitto, e quelle della Siria presso Beiruth, come notano il Prof. Steindachner, ed il D.Bellotti, ad onta che non si trovi figurato nella grande opera del sig. Geoffroy sull’ Egitto —Esso abita pure le coste meridionali della Spagna presso Malaga, ove lo rinvenne il prelodato Prof, Stein- dachner nel suo viaggio in Spagna e Portogallo.— Stando inoltre alla bella figura riportata dal sig. Pe- rugia nell’ Elenco dei Pesci dell’ Adriatico, sembra altresi che esso viva in codesto mare presso le coste dell’Istria. Gli esemplari di codesta specie posseduti dal Mu- seo sono rappresentati da 5 soggetti giovani appar- tenenti alla Ep. Coste e da 2 altri di età mezzana, rappresentanti l’Ep. A/exandrinus, dei quali offro qui le relative proporzioni. Esemplari della Er. (Cerna Costa). Lung. totale O; 100: "0.145 0, 105, (OMO Alt. corpo OO|2: LOTO 027 BROLO Lungh. testa O, (04000400033 MOON — muso O; 7010: 0. VOL: NO MO0ON 00004 Diam. occhi 0,009; 0,008 0007), 0)1004% Spaz. infraorbit. 0, 008; 0, 008; 0, 005; 0, 003. Esemplari dell’Ep. (Cerna) Alexandrinus. Lungh. totale ©, 350; 0, 300. Aitezza corpo. .0, 100: 0, 032 Lunghezza testa 0, 110; 0, 090. — — muso 0, 032; 0, 030 Diam. occhi O, 08: O, OL Spaz. ‘infraorbit.’ 0; 017; O; 013 Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. Cerna Alexandrina. In pelle’ 1 Es.: 0, 330. In'alcool 1 Es.: 0, 300% Prep. splan. in alcool: App. dig.; App. 9; Branch.; Occhi. ; Cerna Costa. Im alcools Es:'o, r60:00, L4S: log 103% 0;, €94: O, 052. | | 76 E:P:INEPHELUSCA'CUTER:O:STR48 FAM. :PERCIDI EPA ANGE PHELUS ACUTIRDSTRIS 17° Sp. (7° del Gen.) Epinephelus (Serranus) Acutirostris, Cuv. e Val. | 1881 id. Car. specifici. — Corpo ovoidale allungato, coperto di scaglie ctenoidi, minute; Dorsale con II (12?) | raggi ossei e con Is, 16 raggi molli; Anale con 3 raggi ossei ed 11, 12 molli; Mascelle fornite di 2 o 4 denti canini, e di 2 sole fila laterali di denti a spazzei.a; Mascellare interamente tapezzato di scaglie. Codale || profondamente forcuta; Colore del corpo nero-bruno uniforme, variato di azzurro negli individui giovani. | D, 11/15-16; A7:3/11e102; Pig; VW. 1/5; C. 177 Lungh. negli adulti 0, 66v%2*pa: Scaglie della linea laterale 85 a 90; della linea trasvers. 50 circa; 15/35 Ciechi pilorici 13, 14. Serranus acutirostris, Cuv. Val., Hist. nat. Poissons, T. II, p. 286. 1833 id id Tp da, 1844 id. Valenc., in Barker. Webb. et Berthel. leht. «Cananies. pori pls fe 1850 id. Guichenot, Explor.scient. Alger, Poiss., P. 35 (excl. syn.). 1859 id, Gunther, Catal.I,.p. 136.0Sp. dx 1874 id. Vaillant, Etudes, s. Poiss. in Mission. Scient. Mexique, p. 70, sp. 90. 1880 id. *GigliolisElene. Pescaia Spi 19. » id. Kolomb,., Fische gewassern v. Spalato, p. 10 (ex Perugia). 1883 id. Vincig., Crociera Violante, p. 33-4, 1882 Cerna ccutirostris, Doderl., Riv. Spec. del Gen. Epinephelus, p. 59 e 85, tav..IMI, RISOSS Sinonimie. 1810 ? Sparus scirenga, Rafinesq., Genera , p. 40. sp. 136. DRinde ui Indic. Ital: Sicil:; p. 26,.sp..182. 1833 Serranus nebulosus; Cocco, in Giorn. Letter. Arti Sicil., T. 42 n. 124, pag. 21 (sentiente ipso Auctore) (nec. Cuv, Val.. nec Ri- chards). i 1935 id. ‘id. in Giornale letter. [isc4,tasceoì 13,26 1845 Cerna nebulosa, Cocco, Indice Pesci Messina, miss. Gen. 455 Sp. 22. Bonap., Catal. pesci Europ., p.58, n.496. Cocco, Ind. Pesc. Mess., ediz. Facciolà, P. 24; Spa 125. 1833 Serranus tirca, Cantraine Giorn. Sc. det. arti Pisa 1833. id. id. in Séance Acc. Bruxell. Juin. (1835), pubbliè in Nouv. Mem. Accad. Bruxelles! TX, 1838,Sp\9,lpi 1878 Cerna tinca, Dod., in Prospetto Pesci Sicilia, pi 300.80, id... in Bullett. ‘Soc. Sc. nat. Palemno; LI 1846 id. 1886 id. 1835 1328 Serranus undulosus, Cuv. e Val., Hist. nat. Poiss., p. 295 (sec. Jordan). 1676 id. Steindachn., Ichth. Beitr,, V, p. 127. 1959 id, :Gunther, CGatal. I, :p, 143. | 1882 id.‘ Steind,, Icht. Beitr., XII, Aun, LXXXVER Bd. Sitzb. K. Ak. Wis.-Wieny # Abili Juni-Helf., p. 3 (identif, cum Sinonim. «Acutirostris, fuscus, tinca, macrogenis). 1869 Trisotropis undulosus, Poey, Ann. Lyc. Nat. Hist. N. Y., p. 305 (sec. Jordan). Serranus fuscus, Lowe, in Trans. of Cambrial . Phil. Soc. Edimb,, yol. HI. p.196 (giov.). 1336 1844 id. Valencien., in Webb. et Berthel, Icht.Ca- maries, p. 9 1859 id. Gunther, Catal, I, p. 134, n. 78. 1867 id. Steindach., Icht. Bericht Span. u. Portug. Reise, Sitzb. K. Ak. Wiss. Wien, Bb. 56, | ecrob. (Help. 4 -tabia 1874 id. Vaillant, Etudes s. Poissons in Mission Scient. Mexique, p. 70, sp. 89. 1882 id. Steindachn, Beitrag. Kenntnis d. Fisches Afrika’s ibid., XLV Bd.Denschr. K.Ak.Wis. Wien,.po 35164 » id. Doderl., in Rivista sp. gen. Epinephelus, pag. 73, tav. IV (fig. 8 ex Steindach.). 1883 id. Vincig., Crociera Violante, p. 33-4- 1835 Serranus emarginatus, Valenc., Icht. Canarie, 1 .Cy Po JOIA, 1859 id. Gunther, Catal. I, p. 134, sp. So. 1881 id. Giglioli, Elenco Pesc. Ital.,. p. 79, n. 17. 1883 id. Vinciguerra, Crociera Violante, p. 33-34 1846 Cerna macrogenis, Sassi, Catal. Sist. Pesci Liguria, p. 135: 1861 id. Canestrini, in Catal.Pesci Genova, p. 262. | 1864 id, id. Sopra alcuni pesci nuovi o poco noti | del Mediterraneo. In Mem, Accad. Torino, Ser..Il, Vol. XXI, pli 1; fig qa 1872-id.. 14. Fauna ‘ital. Pesci priora 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesci Ital., p. 79, n. 15. 1884 Mycteroperca Scirenga, Jordan, Review of the | American spec. of Epinephelus, Proceed. Unit. Stat. Nat. Museum, vol. VII, n. 24 | Washington., Sept. 17, p. 369, sp.8, (cum | Synon.). E ROZQUE, (— n] = = => #-S = & 2=- i i a e IL FIPFRNNE PRE SUTSEAGU T-LR GS TRS NOMI VOLGARI Italiani. Cernia tenca. Tenca di mare. Cernia dal muso lungo. Sciaragno boccaccia, Canestrini. Cernia variegata (giov.). Cernia fosca (giov.). Cirenga o Scirenga (Sic.). Scirenga mazzarotta (Pal.). Tenca (Mess.). Cirenga (Catan.). \ Storia. Veruna specie di Epinephelus o Cerna dei Mari Europei s’ebbe una nomenclatura così numerosa e svariata quanto la specie attuale. Riandandone la storia scientifica, ho motivo di credere, che il primo Autore che l'abbia fatta conoscere in iscienza, sia stato il Rafinesque, col suo articolo Sparus scirenga (Caratteri di nuovi Generi e specie animali, Paler- mo 1810, p. 50, sp. 136, ed Indice Ittiologia Sici- liana, ibid, p. 26, sp. 182), in quanto egli dice, che il nome volgare (Scirenga) di codesta specie è lo stesso che il suo specifico. Perlochè l’onorevole prof, Jor- dan dell’ Università di Bloomington, nelle lettere - direttemi, e nel suo Articolo A Review of the A- merican species of Epinephelus, Proceed., p. 369 (1. c.) propose che a codesta specie si debba conservare l'epiteto di Scirenga datole dal Rafinesque.— Senza contradire l’ ottima idea del dotto mio Collega, faccio soltanto osservare, che il nome volgare di Scirenga, usato dai pescatori Siciliani, € un nome collettivo, che essi appongono a tutte le specie del Genere Epinephelus, ad eccezione dell’ Epinephelus gigas; in secondo luogo, che i caratteri indicati dal Rafinesque nel suo pesce, non corrispondono in gran parte alla specie attuale , e fanno sospet- tare, che l’illustre ittiologo, non avendo collezioni proprie, li abbia desunti a memoria da parecchie specie affini, ch’egli trovava in vendita sui Mercati, rendendone così incerta l’applicazione. Del resto qua- lora gli attuali ittiologi consentissero ad accettare l'accennata denominazione, io ne sarei ben lieto, per- chè si verrebbe così a tributare un doveroso omag- gio al venerando naturalista, che pel primo illustrò l’ittiologia della Sicilia. I primi Naturalisti però che successivamente de- scrissero regolarmente il Serranus acutirostris, fu- rono i sig. Cuvier e Valenciennes nella classica loro opera Hist.nat. des Poissons, Paris 1828, t. II, p. 286, valendosi di un soggetto proveniente dal Brasile, | cui assegnarono, forse per errore di copiatura, 12 anziche II raggi ossei nella dorsale. Codesta descrizione venne ulteriormente estesa nel 1836 dal Valenciennes, nell’ Ittiologie des. Isles CET TEN III PETE RE IO IZZO d III III EE SETTI IENA I PA SOTTOFAM. SERRANINI ©» 77 IENA E'PIINEESR*AIE LU S AGIUT: TRA | RE to Esteri. Le Merou a mascou aigù, Cuv. e Val. Le Serran tanche, Cantr. Le Serran brun (giov.). Le Serran échancré, Val. Sama (Canarie) Val. «Abadejo (id.) Val. Badeijo, Badeija (Madera) Val. Abadejo de altura (adulti) Canarie. «Abadejo de tierra (giov.) ibid. Abadejos (Cadice) Steind. Canaries (1. c.), p. 11, pl. III, fig. 1, nell’occasione che il predetto Autore ebbe ad esaminare nel Ga- binetto del Re a Parigi, oltre agli esemplari del Brasile, anche un individuo proveniente dal Canale di Messina, che il cav. Benoit aveva inviato in dono, con altri pesci, al predetto Reale Istituto; per la quale citazione si potè constatare che la specie esi- steva anche nelle acque della Sicilia,—La sudetta spe- cie, venne ulteriormente riportata sotto la denomi- nazione di Serranus acutirostris dal Guichenot, nella Explor. Scientif. de l Algerie (1. c., p. 35) dietro un esemplare da esso rinvenuto nelle acque di quella Città, poi dal Gunther (Catal.., 1. c.,-p. 135), dal Gir glioli (l. c., p. 79) ed incertamente dal Perugia nel suo Elenco dei pesci dell’Adriatico (I. c., p. 3, n. 7) ad esclusione della annessavi figura che rappresenta un vero Serranus Alexandrinus. Nel 1833 un valente naturalista Belga, il D.' Cantraine, che viaggiava per le provincie meridio- nali d'Europa allo scopo di far raccolta di oggetti di Storia naturale per il Patrio Museo, essendosi imbattuto a Messina a vedere un esemplare di co- desta specie presso il D." Cocco, colla mira poco delicata di ottenerne la precedenza, appena partito da colà, si affrettò ad inserire una prima brevissima descrizione di questo pesce nel Giornaie delle Sc. Lett. ed Arti di Pisa (1833), apponendogli il nome di Serranus tinca Cantr., tratto dal nome volgare Pisci tinca col quale lo si conosceva a Messina ; descrizione che egli ripetè in una seduta dell’Acca- demia delle Scienze di Bruxelles (1835) e che ampliò ed inserì più tardi nelle Memorie dell’ Accademia stessa t. XI, 1838, p. 1, con una tavola. Nello stesso anno 1833, e credo contemporanea- mente alla prima descrizione del Cantraine, il D. Cocco di Messina, ignaro della soprafazione fatta- gli dal predetto Autore, pubblicava un’ altra de- scrizione di codesta specie nel Giornale di Scienze lettere ed arti di Palermo, t. 42, p. 21, assegnandole il nome di Serranus nebulosus Cocco, nome che le fu conservato di poi dal Bonaparte, a cui il Cocco ‘aveva comunicato un Esemplare nel Catalogo me- todico dei Pesci Europei (1. c.) p. 58, n. 496 (1846), e ricordato altresì in nota dal Prof, Oronzio Costa, 20 78 E:RIPNERBHEEUS TAC TIOSENAS nell’articolo sul Serranus scriba nella Fauna Napo- letana (1850), quantunque non conoscesse il pesce in natura. Senonche il Cocco, avendo riconosciuto più tardi che la predetta denominazione di Serra- nus nebulosus era stata precedentemente assegnata dal Cuvier e dal Richards ad altra specie di Serranî, soppresse spontaneamente il proprio nome di rebu- losus nell’ Elenco dei Pesci del Cunale di Messina ch’egli presentò nel 1845 nel Congresso degli Scien- ziati Italiani a Napoli, adottando in sinonimia quello di Serranus tinca datogli dal Cantraine, Come è ben noto, nel susseguente anno 1846, celebravasi in Genova VIII Congresso degli Scien- ziati Italiani. In tale occasione il prof. Agostino Sassi, dotto naturalista genovese, credè opportuno di redigere e pubblicare nella Guida di Genova, t. IL p. 3, un Catalogo sistematico dei pesci Liguri, suc- cessivamente da esso ristampato con qualche va- riante nella Descrizione di Genova e del Genovesato, 1846, vol. II, p. 135; nei quali cataloghi, ignaro forse delle precedenti nomenclature, elencò l’attuale pesce sotto il nome di Cerna macrogenis Sassi, ri- tenendola specie novella. Questo nome fu conservato di poi dal Canestrini nel spo Catalogo dei pesci del Mar di Genova. (Ar- chivio p. la Zoologia, vol. II, p. 262 (1862). Più tardi l’egregio Ittiologo, valendosi di un esemplare ‘ preparato a secco del Museo Zoologico di Genova, prese a descrivere ed illustrare codesta specie in una memoria a titolo Sopra alcuni pesci poco noti o nuovi del Mediterraneo inserita nelle Memorie della R. Accademia di Scienze di Torino, ser. II, vol. XXI, fig. 1 (1864), conservandole il suddetto nome; dal che ne venne che la maggior parte dei successivi Autori, basandosi sulla ottima descrizione del prof, Canestrini, accolsero nei loro scritti la pre- detta denominazione di Serranus macrogenis Sassi, mentre altri ittiologi contemporanei si attennero a quella di Serranus ucutirostris datale da Cuv. e Val,, ritenendole appartenenti a specie distinte. Epperò chiunque voglia prendersi la cura di porre a confronto fra loro i caratteri assegnati dagli Au- tori ai predetti pesci, potrà di leggieri convincersi che questi caratteri si riferiscono evidentemente ad una unica specie, — Ed invero, la forma ovoi- dale allungata del corpo, propria del Serranus acu- tirostris, del Serranus tinca, del Serranus macrogenis, l’altezza relativa del tronco, che in tutti questi pesci trovasi contenuta 4 volte circa nella lunghezza to- tale del corpo, la lunghezza del capo che lo è 3 1/2 volte nella stessa misura, l’ acutezza caratteristica del muso, la notevole sporgenza della mascella in- feriore, il sistema dentario perfettamente conforme, le esilissime seghettature del preopercolo, i grossi e lunghi pungoli marginali dell’opercolo, la perfetta cor- rispondenza del numero dei raggi delle natatoie dor- sali, ed anali, la forma lunata della codale, infine, il colore bruno uniforme del corpo, volgente ta- FAM. PERCIDI EPINEPHELUS ACUTIROSTRIS lora all’azzurro negli individui giovani, sono partico- larità tutte che concordano negli esemplari di queste varie specie, e ne autorizzano a riunirle in sinonimia, sotto la stessa denominazione. — Ond’ è che si può ritenere a dirittura, che il Serranus acutirostris C. V., il Serranus tinca Cantr., il Serranus nebulosus Cocco, il Serranus macrogenis Sassi, ed anche il Serranus emarginatus Valenc., sono altrettante denominazioni sinonimiche di una medesima specie di Cerzia, alla quale per diritto di priorità, compete il nome di Serranus acutirositris, impostole fino dal 1828 dai signori Cuvier e Valenciennes. Constatata per tal modo la concordanza sinoni- mica delle predette denominazioni, restava ancora a chiarire per quali ragioni al Serranus acutirostris C. e V., venisse aggiunto da taluni autori il Serra- nus fuscus; specie che giusta il disegno datone dal prof. Steindachner, si mostrava ben differente; tut- toche lo strenuo Autore fino dal 1867, nel relativo articolo, la dicesse affine. Su taie proposito trovo che il signor D. Bellotti è stato il primo a constatare positivamente, che il Serranus fuscus Lowe, del quale egli aveva trovato 2 esemplari a Messina, ed altri a Marsiglia, prove- nienti dalle Canarie, non era altro che una forma giovanile dell’ Ep. acutirostris, in quantoche, come scrivevami, gli esemplari messinesi giovani dell’ Epin. acutirostris, presentano le stesse linee tortuose o cir- convolute sui fianchi come gli Ep. fuscus dei Mari delle Canarie, essendo identici per tutti gli altri ca- ratteri al tipo principale. Anche in questa occasione comunque fossi inti- mamente convinto della dottrina ed oculatezza del dotto mio amico, tuttavia io nudriva sempre il de- siderio di poter istituire, a maggior riprova, un di- retto confronto degli esemplari giovani a tinta uni- forme del Serranus acutirostris posseduti dal nostro Museo con qualche esemplare variegato dall’ Ep. fuscus. La fortuna volle anche questa volta coronare i miei voti, poichè nel Luglio 1881 ebbi la ventura d’ incontrare nel Mare di Palermo un primo esem- plare variegato dal Serranus fuscus perfettamente simile a quello disegnato dal Prof. Steindachner (I. c.) e riprodotto per norma nella Tav. IV della mia ri- vista degli Epinephelus (l.c.), e poco dopo parecchi altri individui più o meno grandi riscontrati sul mer- cato di Palermo dall’ egregio D." Riggio assistente di questo Museo. Perloche avendo potuto constatare in tal guisa la perfetta corrispondenza di caratteri fra le due forme di Epinephelus, colsi l’occasione, della pubblicazione della predetta Rivista, per rendere le più sentite azioni di grazie all'ottimo D." Bellotti, per 1’ indirizzo che egli volle darmi a completare la sinonimia del- l’ attuale interessante specie. Per quanto riguarda il Serranus emarginatus Va- lenciennes, che trovasi pure aggiunto a sinonimo all’Ep. acutirostris è merito del Prof. Steindachner. = | ì \ CA i \ di averlo identificato al Serranus fuscus sino dal | 1867 nella relazione del suo viaggio in Ispagna ed | in Portogallo, considerandolo, al pari del S. fuscus, I come un individuo giovane del Serranus acutirostris, ’ esistenza di fatto di una breve smarginatura al i basso del lembo posteriore del preopercolo, sul quale | carattere il Valenciennes aveva principalmente fon- ! data la sua specie, é particolarità comune e più o meno marcata in pressoche tutte le forme nostrane | del Genere Cerna od Epinephelus, ne poteva quindi Wlessere adibita a carattere specifico di una di esse. | Più recentemente, nel 1882, il D." Steindachner, i valendosi di un esemplare del Mar di Messina, in- Iviatogli in comunicazione dal D." Bellotti, pubbli- cava un notevole articolo sull’attuale specie ( V. l.c.) isotto il nome di Serranus undulosus; tracciandone \Nicolla consueta sua maestria i caratteri e la sinonimia, È tenendo conto di quella stessa disposizione che ‘io aveva già antecedentemente adottata pel Ser- \ranns acutirostris. Mentre ho la compiacenza di Wwveder l'illustre Ittiologo convenire meco nelle anzi- Widette vedute metodiche, ed anzi avvalorare colla sua ‘Autorità scientifica, i concetti da me esposti ìn varie Icomunicazioni alla Società delle Scienze naturali, e nella Riv. del Gen. Epirephelus, trovo di non poter consentire nella designazione del nome di Serranus ndulosus C. e V., che il DI" Steindachner ha pre- scelto a contrasegnare la specie in discorso, e ciò perchè cotal nome non rappresenta che la forma siovanile della suddetta specie, ‘anziche l’adulta più caratteristica di essa; perchè codesto epiteto appar- tiene ad una specie Americana , mentre quello di Serranus acutirostris C. e V., venne più particolar- ente assegnato dal suo Autore agli individui del Mediterraneo e dei mari della Sicilia, sui quali verte principalmente 1’ attuale questione, e perchè infine sssendo amendue.i nomi inscritti nello stesso vo- ume, ed anno (1828) nelle opere del Cuvier e Va- enciennes, e quello di acutirostris più generalmente zonosciuto e divulgato in Ittiologia, diverrebbe una questione di opportunità il sostituirgli il nome di an’ altra specie, che appena si conosce in iscienza. Descrizione. Corpo ovoidale allungato, mediocremente com- presso proporzionatamente più lungo di quello degli te 10 ob tr 1a” iEpinephelus aeneus, Alexandrinus, Chrysotenia. L'al- lkezza sua è contenuta 4 volte nell’adulto, e 3 3/4 a 3 1/2 volte nei giovani, nella lunghezza totale del corpo. Testa allungata, declive all’ innanzi; la sua lun- ghezza si trova compresa 3 1/2 a 3 1/3 volte nella 2a totale del pesce, e l’altezza 5 volte circa ella stessa misura. i Il profilo superiore del corpo ascende dapprima obliquamente con lenta curvatura dall’apice del.muso ” sino ai 2 primi raggi ossei della dorsale; procede I lievemente arrotondato lungo il dorso sino al ter- SOTTOFAM. SERRANINI 79 EPINEPHELUS.ACUTIROSTRIS EPINEPHECUS ASWSTIRO STIRIS mine della dorsale; discende gradatamente, ancor meno arcuato, sino al troncone della coda, ove ria- scende alquanto per formare la codale. Il profilo inferiore riesce alquanto meno arcuato del superiore. il muso è molto acuto; più appuntito che nelle specie affini. La mascella inferiore è sporgente, un po’ ingrossata all’estremità, ed estesa oltre la supe- riore per 1/3 ad 1/4 della propria lunghezza, La bocca è ampia, il suo squarcio s’ inoltra fino alla verticale del margine anteriore dell’ orbita, mentre il mascellare superiore, che è interamente rivestito di squame, raggiunge colla sua estremità posteriore pressoche la verticale del margine poste- riore dell'orbita, L'occhio è proporzionatamente piccolo, il suo dia - metro maggiore resta contenuto 7 1/2 a 8 volte nella lunghezza del capo. Esso dista di 1/4 del pro- prio diametro dalla linea del profilo superiore, e di 2 1/2 a 3 diametri dall’apice del muso, restando compreso per oltre 3/4 del proprio diametro nello spazio interorbitale. Gli orificiù delle narici sono ravvicinati fra loro, ma il posteriore è alquanto più discosto dall’ orlo anteriore dell’ orbita che nelle specie affini, Esso è d’altronde rotondato, e l'anteriore tubuloso,come nelle altre specie congeneri. Due 0 quattro canini di mediocre dimensione sor- gono nella parte anteriore della mascella superiore, e due consimili, ma più centrali, nell’inferiore; sus- seguiti più internamente da un gruppo di piccoli denti a.scardasso, ed ai-lati delle mascella da una serie di piccoli denti viliiformi, disposti in una zona longitudinale, che si attenua procedendo verso la regione posteriore della bocca. — Ne//a mascella su- periore la zona dei denti villiformi si suddivide in 3 file parallele di denticini, l’ esterna delle quali fila formata da denti conici, ottusi, poco sviluppati, ma più rari di quelli delle 2 file interne, che sono mi- nutissimi, villiformi e fittii—Ne/la mascella inferiore, i denti laterali sono un pò più grossi di quelli della superiore, e disposti in due sole file, l’interna delle quali costituita da denti un pò più lunghetti ma più rari, della esterna. Il preopercolo è notevolmente archeggiato, e mi- nutissimamente seghettato nel suo margine poste- riore; con un angolo medio alquanto sporgente, guarnito di 6, 7 anche 8, 9 denti grossi, triango- lari, divergenti a raggi verso la parte posteriore del corpo. Una breve insenatura sovrasta a codesto angolo, mentre il margine inferiore tuttochè liscio, si trova modellato in leggere ondulazioni, chè però non raggiungono il grado di asprezze, L’ interopercolo porta 3 forti spine presso il suo margine posteriore, la media delle quali, molto più lunga ed acuta delle altre, si stende direttamente verso l’ angolo posteriore del sottostante lembo membranaceo. Il sotto ed infraopercolo sono esilis- simamente dentellati. La natatoja dorsale è proporzionatamente più lunga e più bassa di quella delle specie affini. La su” estensione supera I 3/4 a 2 volte, la maggiore altezza del corpo. Essa incomincia appena dietro la inserzione delle pettorali e si protrae poco oltre la verticale degli ultimi raggi dell’ anale. Novera co- stantemente II raggi spinosi, e 15 a 16 molli. Gli spinosi sono mediocremente robusti, il 4° il 5° che sono i più lunghi, restano contenuti 2 1/2 a 3 volte nella maggior altezza del corpo, ed uguagliano i 3/4 a 3/5 della maggiore altezza della corrispon- dente porzione molle della dorsale. Le pettorali sono allungate col margine esterno leggermente arrotondato; noverano 17 raggi molli. Le ventrali di media dimensione, si spiccano un po’ dietro la base delle pettorali. La codale ha t7 raggi molli, oltre a 2, 3 radi- cali per parte; essa trovasi compresa un po’ più di s volte negli adulti nella lunghezza totale del corpo, e quasi 6 volte nei giovani. Il suo margine poste- riore negli individui giovanissimi è subrotondato, quasi retto; nei mediocri appena incavato nel mezzo; negli adulti più o meno concavo o lunato, colle estremità laterali alquanto prolungate ed appuntite. Ad eccezione dell’ intermascellare tutte le ossa del capo, compresovi il mascellare superiore, sono rive- stite di piccole scaglie ; scaglie ugualmente minute stendonsi sulla niembrana interradiale della pinna dorsale ed.anale per 1/3. circa della loro altezza, come pure alla base della codale, e delle pettorali. Le scaglie de! corpo hanno una dimensione me- diocre, una forma quadrilatera allungata, col lembo posteriore rotondato ed irto di una numerosa serie di piccoli denti marginali, seguiti, nella retrostante area triangolare spinigera, da copiose altre punte più esili e più brevi, disposte in 4, 5 fila trasverse. Il foco centrale è ora breve, or allungato, giusta la posizione delle scaglie sul corpo; da esso si spic- cano 7,8 lunghi solchi, che radiando mettono capo in altrettante smarginature del corrispondente lembo anteriore (Riv.tav.5 fig.9 B C adulti e fig.10 B C giov.), Le scaglie delle guancie negli adulti hanno forma ellittica allungata, e corrispondono presso a poco nelle loro particolarità di struttura, alle corrispon- denti scaglie dell’Ep. fuscus (Riv., tav. 5, fig. A). Le scaglie della linea laterale sono irregolarmente ovoidali, appuntite posteriormente col canale infun- dibuliforme ristretto e terminato da una profonda incisura posteriore, e coll’area anteriore attraversata da 3, 4 solchi radianti che terminano in corrispon- denti marginature del lembo suddetto (Riv., tav. 3, ho Il colore del corpo negli adulti, rappresentanti I’ Ep. acutirostris è uniformemente bruno con qual- che piccola macchia azzurra, macchie che negli esem- plari freschi riescono più evidenti.—Negli individui giovani raffigurati dall’Ep. fuscus il colore del corpo è grigio-oscuro sparso di nebulosità, con traccie di FAM. PERCIDI EPINEPHELUS ACUTIROSTRIS 8,glarghe macchie brune, tortuose, circonvolute che si stendono parallelamente lungo i fianchi del corpo, — Le natatoje in entrambe le forme offrono una tinta bruna, volgente all’azzurro, colla base più chiara, | e le estremità più scure. In alcuni esemplari adulti le pettorali volgono | ad una tinta rosso-bruna; in altri soggetti più gio- | vani le macchie dei fianchi sono più irregolari o- voidali, talora contenenti un nucleo centrale, come | osservasi nella figura disegnata nella mia Rivista a tavola IV; in altri ancora veggonsi alquante linee | poco marcate scorrere obliquamente sulle guancie, | e raggiungere il margine posteriore dell’ opercolo. Varietà tutte che sogliono passare dagli individui giovanili agli adulti per forme intermedie graduate, | convalidando il concetto dell’unità della specie, Distribuzione geografica. L’ Epinephelus acutirostris C. e V., è altrettanto diffuso nei mari temperati e caldi, quanto lo sono lel altre specie affini. — Giusta le indicazioni date dagli | Ittiologi, esso è stato rinvenuto: pai Nel Brasile, a Rio Janeiro (Cuv., Steind.), In Senegambia a Gorea (Steindachner). Isole Canarie (fr.) (Cuvier, Steind., Lowe). Madera, Tenerifa (fr.) (Lowe). Cadice, Coste meridionali di Spagna (Steind.) Algeri (Guichenot). Egitto, Porto-Said, Beiruth (Steind.). Genova (Sassi). Napoli (Costa) Taranto. Sicilia (Cuv. e. Nob.). Messina (Cocco) Palermo (Nob.). | In Sicilia l’Ep. acutirostris non è raro; anzi se si eccettuino gli Ep. gigas e caninus, esso è più fre-| quente delle altre specie congeneri, massimamenté verso Messina, d’ onde ebbimo la massima parte degli individui adulti. O Riguardo a pregi alimentari, le sue carni sono piùl delicate di quelle di parecchie specie affini. | Preparazioni del Museo Zoologico di Palermc dell’ “ Epinephelus acutirostris ,. I In pelle 6 Es.: 0, 66; 0, 53; 0, 46; 0, 42. "| Iun:\alcool 4, Es,: 0, 39; 0, 20; (13:10 mel èo-}*+-OTTe>”>deee_o_—_—_eeeneeee e eee _ EIEPTTTIMEE]E;—_»;eJE __—__ ———_t€6_m____—————————————_—_____&€€m€—_—__m—___—_.—..—r&rrr-_r__- Varietà. Epinephelus acutirostris, C. e V., var. lata. Doderl., Rivista sp. del Gen. Epinephelus, pago, ctav. Thl,fio.2. | D.r1/16; A. 3/12;P. 15; C. 19; V. 1/5; Lung. tot. 0,412. . In appendicealla descrizione delle specie nostrane del Gen. Epinephelus, registro qui un caso di tera- i tologia ittioiogica, ch’ ebbi occasione di osservare, pochi anni addietro, in alcuni soggetti dell’ Epine- ‘phelus acutirostris, C. V.; caso, che potendo tro- ‘ varsi ripetuto in altre specie e famiglie di pesci, ho ‘creduto bene, nell’ interesse della scienza, di farne breve menzione. Il caso è il seguente: Nell’ estate del 1880, l’egregio D. Riggio, assi- stente in questo R. Museo di Zoologia, rinvenne sul Mercato di Palermo una forma di Cernia od Epi- nephelus col corpo allargato in tal guisa, da non trovare riscontro, fra gli esemplari delle specie no- strane.—Dapprima credemmo che codesto soggetto potesse appartenere a qualche specie di Cernia di- Mi stinta e tuttora ignota. Ma esaminatolo con mag- giore attenzione, restammo convinti che esso: non era altro, che un individuo dell’ Epin. acutirostris, col.corpo abnormalmente dilatato. _ Adammettere cotale riferenza, fummo indotti prin- cipalmente dall'osservare, che nel predetto soggetto il numero dei raggi delle natatoje dorsali ed anali era pari a quello caratteristico dell’Ep. acutirostris, che la sua pinna codale era molto forcuta, la ma- scella inferiore notevolmente sporgente oltre la su- periore, la spina media dell'opercolo eccezionalmente lunga e robusta, la forma e dentatura del preoper- colo, la proporzione dell’occhio, ed il colore infine del corpo, uniformemente bruno, come nella specie i) tipica. — Perloche a rendere più evidente codesto ragguaglio, credetti bene di far disegnare il predetto individuo nella nota Rivista (tav, III) a lato di un esemplare normale della Cerma acutirostris; regi- strandone in pari tempo le proporzioni e le parti- colarità zoologiche più marcate ; onde risulti che anche nel corpo di questo genere di pesci, possono talvolta anomalie di forma e di dimen: sione. — Due anni dopo il rinvenimento del predetto esem- plare, il caso ci fece trovare sul mercato di Palermo SOTTOFAM. SERRANINI 8I ERE PRESTA Z@GUETT A DESTARE Proporzioni degli es. dell’Ep. fuscus. Luapighi toto" (0; 40237 0)!325: 01.182 Altidelcorpo d,..1:14;. 0,084; 0; 057 Lungh. testa: 10,:.140; ‘0, 090:;, 0, 057: LunzKhimMmusor0; 051340, 0307 ‘07 017 Diam, occhio 0, 020; 0, 014; 0, 009. Spazio inter, vo; 024: 0,017; 0} ‘099. un secondo soggetto della Cena acutirostris, altret- tanto allargato quanto lo era il precedente. Spinti dal desiderio di conoscere la causa dell’ac- cennata anomalia, decidemmo di sezionare uno di questi pesci, e potemmo constatare, che codesta de- formità era prodotta essenzialmente da una specie di accentramento o coartazione teratologica delle ver- tebre componenti la colonna vertebrale. —Di fatto, mentre in questo pesce il numero dei raggi delle natatoje : dorsàli ed anali persisteva allo stato nor- male\cioe «di. Di FI/16; A. 3/12).e quello‘delleicor rispondenti apofisi spinose vertebrali al consueto nu- mero di 23 0 24, si osservava che il corpo delle sottostanti vertebre, era soltanto di 16; 7 delle quali appartenenti alla regione addominale, e 9 alla cau- dale. Ìl predetto accentramento vertebrale era però indicato nelle singole vertebre da un esile cin- golo o rialzo osseo, che, dopo aver fasciato il corpo della vertebra, andava ad inestarsi e formare la base dei corrispondenti archi nevrali ed emali vertebrali, i quali, unitamente alle rispettive apofisi spinose, con-: servavano perciò il numero normale. L’ anzidetta struttura però non colpiva tutta l’intera serie delle vertebre della colonna, ma. soltanto la 6*, 7%, 8, e g* vertebra addominale , lo che induceva uno spe- ciale allargamento o gibbosità nella parte media del corpo di questo individuo , senza che contempora- meamente ne restassero impegnate le altre regioni, e fne venisse meno il relativo numero normale dei raggi delle natatoje dorsali ed anali. Proporzioni della var. lata dell’ Ep. acutirostris. “Inpgh..tot. 0,412; Alti \del'corpo;0, 0124; O 51 12. Eungtesta. 0.143; 130. Lungh. muso 0, 055; 0, 050. O, O, OniA 0,00 Diam. occhio. 0, 020; O2IE Spaz. interorb. 0, 024; 023. Preparazioni anatomiche della stessa varietà | possedute dal Museo. I Schel.: 0, 401. I App. branchiale. 1 App. di riprod. 9. 82 FAM. PERCIDI Fam. PERCIDI. Percidi ad unica dorsale. Sottofam. Serranini (seguito). 3 Gen. Anthias, Bloch. Car. gen. — Corpo ovoidale, breve, compresso, alquanto elevato , rivestito di scaglie grandi, chi noidi, cigliate; Testa, mascelle, pezzi opercolari, scagliosi; Mascelle fornite di den villiformi e di piccoli canini. Vomere, palatini, dentati: Lingua mobile, liscia; Predl percolo col margine posteriore dentellato: Opercolo fornito di 3 spine. Alcuril raggi della ‘Dor sale, dell’Anale e della Codale molto allungati; Dorsale generalmenti con II raggi ossei; Anale con 3 spinosi; 7 Raggi branchiostegi; Vescica natatoj semplice ; Ciechi pilorici in numero mediocre; Dimensione del corpo generali mente mediocre. | | | Una unica specie Mediterranea, ANTHIAS SACER ANTHIA S SACER 18° Sp. (1? del Gen.) Anthias sacer, Bloch (Canario largo). Car. specifici. — Terzo raggio della Dorsale allungatissimo; Ventrali molto estese, raggiungono la parte | molle della dorsale ; Caudale ° forcuta coi lobi marginali assai protratti; Corpo di colore rosso di rubino, volsente al ranciato sui fianchi, ed ul bianco argentino sul ventre ; Tre grandi fascie giallo-dorate sulle guancie trascorrenti dall’occhio al margine opercolare; Una-serie di macchie verdastre alla base della Dor- i sale; Una, macchia nera talora alla base della Codale. i] | | | | Di 10-11/P5: (A 3/7/P.0Iy; Vea Lungh 012 aloni Scaglie della lin. lat. 37 a 39; della lin. trasv. 16-17. 1782 «Anthvas'sacer Bloch” ;Icht. IVI, ipl.305)/1872 Canestrini, Faun. Ital. Pesci, p. 76. fig. mala. 1875 Trois, Prosp. Pesci Adriat., p. 20, n. 119. (8° 1801 id. Bloch _ s = =.3 Ù «gg i 6 Gen. (1° dei Scienidi) Umbrina, Cuv. R. A. | Car. — Corpo mediocremente allungato e compresso, rivestito di scaglie piuttosto grandi; Capo turgido, scaglioso; Muso rigonfio, coperto di pori, colla mascella superiore sovraincum- bente alla inferiore: Bocca quasi orizzontale ; Un barbiglio carnoso, corto, sotto la sinfisi del mento; Entrambe le mascelle guarnite di denti vellutati uniformi, disposti in larga zona; Preopercolo col margine posteriore dentellato; Opercolo fornito di 2 spine appia- nate; Due dorsali, l'anteriore con I0 spine piuttosto “deboli; Anale con I 0 2 spine, È. la 2° delle quali "debole; Codale quadrata, o leggermente sinuosa; Ciechi pilorici po- osti chi; Vescica natatoja grande, con numerosi ciechi laterali, rotondati. Due principali specie mediterranee distinte dal complesso dei seguenti caratteri: Corpo oblungo, l’altezza sua stà 4 a 4 volte e 1/2 nella lunghezza totale ; Muso Regio, doppio del diametro delle orbite; Dorsale molle con 1/22-23 Raggi; Numerose linee flessuose oblique, sui lati del Corpo. Umbrina Cirrbosa, Cuv. ex Lin. Corpo allargato , l’ altezza stà 3 volte e 1/2 nella lunghezza totale ;. Muso breve, eguale al diametro dell’orbita; Dorsale molle con 1/27-29 Raggi; Colore uniforme, con rare fascie trasversali, oblique. Umbrina Ronchus, Valenc. 24 94 FAM. SCIENIDI UMBRINA CIRRHOSA : UMBRINA CIRRHOSA 21° Sp. (1? del Gen.) Umbrina cirrhosa, (ex Lin.) (Ombrina, Crovello). Caratt. specifici—Corpo oblungo, l'altezza sua è eguale alla lunghezza del capo, ed è contenuta circa 4 a 4 volte e 1/2 nella lunghezza totale; Diametro dell'occhio, eguale alla metà dello spazio preorbitale, e ad 1[6 circa della lunghezza del capo; Barbiglio mentale breve, ottuso; Muso rigonfio; Preopercolo rettangolare col mar- gine posteriore finamente dentellato, l’inferiore liscio; Sovrascapolare seghettato; Codale troncata; Ventrali alquanto più lunghe delle pettorali; 2* Spina anale mediocre; Dorsale molle con 1/22-23 raggi; Scaglie della linea laterale 60-70; della linea trasversale 28; Numerose linee flessuose, oblique, azzurro-dorate, alternanti, su fondo cinereo-argentino, ai lati del Corpo. Di. 10, 122-233; A2/7, Corso Pigi Cicchiepilonciio Lungh. 0,30 a (0, 50; ‘anche 0, 90. 1329 Umbrina (sciena) cirrbosa, Cuv. ex Lin., | 1879 Stossich, Prosp. Fauna Adriatic. Pesci, GuvisR 0A 28 Ced epr ida pid00? | Iconogr., fig. optima. 1880 Giglioli,. Elenc. Pesci Ital, p:-34spi0os 1826: .-Risso; Europ, Merid.,. Il;-p. 409, sp. 326. (estratto p. 24). 1835 Bonaparte, Iconogr. Faun. Ital., fasc. XIII, | 1881 Moreau, Hist. nat: Poiss.- Franc, 11p3918 tav :86, Modo: » Perugia, Elenc, pesc..Adriat., (psp 5000 » Jenyns, Manuel Brit. vertebr.; p.353, Sp.3. » Kolombat., Pesc. Spalato, p. 9. 1840 Schinz, Europaisch Fauna, Hi p.127. 1882 id. Fishe gewassern v. Spalato, p. 19. 1646: .Bonap., Catal:-Pesc. Europ., p. $$, .SP-474. » Marion, Esquiss. topograph. Golf. Marseil., » Sassh/Catal;Pesc/BigurySp 1257 in Ann. Mus. Hist. nat. Marseille, T.I, 1347 Nardo, Prospet. Faun. Marina. Volgare, palitp, 108: p.;38. 1883 Faber, Fisher. Adriat.. p. 193, sp. 96. » id. Synonim, moderna Pesci Chieregh., | 1884 Vinciguerra, Mater,Faun.Tunis., p.23, n.28. p. 123, Sp. I. 1886 Kolombat., Imenick Kraljesnjaka Dalmat., 1849 Cuvier; ‘R. A. illustré Poiss.. pl.28; fig. 3. P. 9, Sp. 49. ISSI White ;. List. :Specim.. Brit. Anim., Fishes, | :1888 id, Catalogus: Vertebr. Dalmathap.#216 P.ES ASD SPois2: 1857 Machado, “Peces Cadiz.;p. 15. » Graeffe, Uebers. Faun. Golf. Triest., p.89. (216597 Gunther,Gatal: Mus. Jlp.02740spaooe AR 1860 Nardo, Prospetto Anim. Provinc. Venet., | 1830 Umbrina vulgaris, Cuvier e Valenc., Hist. pi. 76, 94, 95 nat. Poiss; Va po 1700. 1861 Gulia, Tentamen Icthiol. Melitens., p. 22 | 1835 id. Yarrell, Histor. Brit. Fishes (19 ed) sp. 86. I,.p- 109; fig..id. (3* ed.) Ipo 1862 Canestrini, Catal. Pesci Genova, p. 262. ibid., p. ITT-tesch. | 1866 — Perugia, Catal. Pesci Adriat., p. 12,sp.122. | 1840 = id. Nordmann, Faune Pontique Ichth., in |3£867..Steindachn.,, Jeht.-Bericht. Spanu. Por- Demid. Voyag., p.383, pl. 3, fig. 2. tugal Reise, in Sitzb. K. Akad. Wiss. | 1845 id. Cocco, Indic. Pesc. Messina, mns., Wien, Bd. LIV cin (Abe, -p. 0350 p.:84; id. (ed. 1886) Facciolanap.s2 Sp.c27i(excli:syno): Sp. 100. 1870: «Graells, Explorat, Cientif. Depart.+Ferrol,. 1849 id: Guvier, RA illustre, (pino P:03:53: 1850 id. Guichenot, Expl.Scient. Alger., Poiss., » Ninni, PescitLaonns-Venet.p..8- sp.ro: IPA » Bourjot, Poiss. du Marchè d’Alger., p. 36. | 1852 id. Hamilton, Brit. Fish. in Jardin. Natur. » Carruccio, Elenc. Pesc.Viag.Targioni, l. c., Library, Vol. XXXVI, p. 170, Sp:34; D-1254: id., Synop., L.. Il; p. 397,03 1871 Costa (Ach.), La Pesca nel R. Napoli, | 1868 id. Couch, Fish. Brit:-lsl. Il poso Pant pi 263: 1869 id. Doumet, Icht. du Languedoc., p. 7. » id. Pesci Golf, Napoli, in Ann. Minist. | 1877 id. Gervais Boulart, Hist. Poiss, Franc.,II, Agric., I, p. 440. Pag apro: « Aradas, Pesci G. Catania, ibid., p. 603, | 1884 id. Beltremieux, Faun. vivante Charente- sp. 64. infer. Poiss., p. 98. 1872 Canestrini, Faun. Ital. Pesci, p. 81. » Trois, Prosp. Pesci Adriat., p. 20, sp. 115. 1878 Doderl:,; Prosp.. Pesc*Sic,; pii38;0spi1tgi » Heldreich, Faune Gréce, p. 81. UMBRINA CIRRHOSA Sinonimie. PI oxiova, Arist., Lib. 8, C. 19. id then: Lib: 7; pi 322= è Sciena, Plin., Lib. 9, Cap. 16 | j 1553 G/aucus, Bellon., Aquat., I, p.103, fig ,p.105; id, Gesner Aquat., IV, p. 390. na bGhromis,; Bellon..T, p. 106:,.-fig. p.-107 ;-id., Gesner, IV, p. 224. Ii 1767 Glaucus Bellonii, Ionston, p.52. Piscib. Lib.I, Ani ipirso tab Vf, L0. mpusi54 Umbra, Rondelet, I, Lib. V, p. 132, fig. sl; 58 id. Gesner Aquat., IV, ed. Frank, 1664, Pa 1030: Willughby, Aquat., p. 299, 300, tab. S, h% fig2I. 1554 Coracinus, Salviani, Aquat., p. 117, fig. 34. dopu. aldrovandi; Pisb.,Lib.1, Cap.-15, p.71, 1686 id. Baio par. #W61713 id. Ray, Synops. Pisc., p. 95, 96. #61738 Scizna, sp. Artedìi, Syn., p. 65; Gen., p. 38. 1763 id. Gronovius, Zoophitolog., p. 212. nuo Scicena cîrrbosa, Lin., S. n., p. 48I, sp.:$. i77 id. Cetti anim.di Sardegna,Pesci,T.HI,p. 127, ? 131 (Ombrina di scoglio). ì 1785 id. Bloch., Icht., tab. 300 (Bartumber). | b85 (id “Lin, ed. Gmel., p.: 1299, ‘Sp. 55. i. id. Bonnater, Encyclop., Icht., p..121, Sp.9, È tab.53, f. 203 (mala). ì 1809 id. La Roche, Observ Poissons Baleares, in î Ann..Mus., T. XIII p.318 (estr., p.32). #it822 id. Naccari, Ittiol. Adriat., p. 14, Sp.48. f 1824 id. Martins, Reise nach Vened,, II, p. 429. #fii927 id. Nardo, Prodr. Icht, Adriat ; p.t4, n.112. i 1846 id. Plucar, Fisch-platz. z. Triest., p.59,Sp.107. i 1852 id. Van der Hòven, Handbuch Zoolog.; II, 190: i 1863 id. ia, Hist. nat. Pirentes Orient., È II. Poiss.,. p.-407, Spa 1. Wir566 id. Le Mariè, Poiss. Charente, p. 12, sp.16. #68 id. De la Blanchère, Dict.. Pèches, p. 809, | fig. 1031. 1877 id. Gervais et Boulart, Poiss. Franc., II, È P. 73, pl. 30. | 1833 id. Agassiz, Recherch. Poiss, fossiles, IV, pira78; pi. k._Schel.). 1801 Iohvius cirrbosus, Bloch ed. Schn., p.76, sp.9. i 1801 Perca Umbra, Lacep., IV, p. 414 (nec Lin.). (810 id. Risso, Icht. Nice, p. 297, sp. I. me id. Rafinesg., Ind. pesc. Sic., p. 16, sp. 62. 1789 Chitodipterus cyanopterus, Lacep. III, p. 546, i plisro) fio.c3- 1811 Coracinus Boops, Pallas, Zoograph., III, p. 259. FAM. SCIENIDI 95 UMBRINA CIRRHOSÀ NOMI VOLGARI Italiani. Ombrina, Ombrina volgare Ombrina dal porro. Ombrina corvo, Corvo o Corvetto (Roma). Corbello, Corvello, Crovello (Toscana). Pesce Ombra, Ombrina crivello (Toscana). Ombrella (giov.) Venezia, Trieste. Corvo, Corbetto (adult.) Venezia, Rimini. Corbello (Piceno). Crovella, Crovello, Prsce corvo (Liguria). Umnbrbina (Genova, Spezia, Nizza) Sassi. Umbrina, Umbrina da scoglio, Coracino (Napoli). Umbrina de scogliu (Cagliari). Umbrina (Sic., Palermo, Messinag. Umbrina imperiali (Palermo) Rafin. ui Esteri. L’Ombre, Ombrine commune (Franc.). Perseque Ombre. Oumbrine Dainces (Cette, Linguadoca). Mor.,Reguis, Caine, Daine, Chrau (Provenza). Bourrugue, Verrue (Bajonna). Bourrugat (Arcachon, Guascogn.) Graells. Corbell (Catalogna, Valenza) Graells. Buriota (Guipucoa) id. Reig (Majorca) Graells. The Umbrina, The bart Umber (Ingl.). The bearded Umbrina, The sea crau (Ingl.) Yarrel. Corbel, Der Scheltenfisch (Ted.) Schinz. Hafsgòsfiskar (Svedes.). Corbinata (Spagna, Cadice) Steind, Borrugata o Berruqueta (ibid.). Corbell (Catalogna). Gurbe!! (Malta) Gulia. Corvina (Portogh.). Kerh, Grc, Zrnely (Dalm., Spal.) Kolomb. Horba, Kurben, Kurbet (Croaz.) Faber. sutwy (Greco). Millocopi (greco moderno) Cuvier. Descrizione. L’Ombrina è specie nota in iscienza da tempi ab- bastanza remoti, ma spesso confusa, anche da ittio- logi più recenti colla Sciena aquila, e colla Cor- vina nigra, atteso l’affinità e lo scambio dei relativi nomi volgari; comunque la presenza dell'unico cirro o barbiglio che essa porta sotto il mento, ne ren- desse agevole la distinzione. La configurazione di questo pesce, come nota il Bonaparte, è intermedia fra quella della Sciena Umbra, e quella della Corvina nigra, essendone il corpo più alto della prima, e più allungato della seconda. L’altezza del suo tronco di fatto si trova compresa quasi 4 volte nella lunghezza del pesce intero, negli esemplari adulti che ho sott'occhio, e 4 a 4 volte e 1/2 negli esemplari giovani, rappresentandone lo E .__rTrrrrrrr________T_rr——r—r——r———r—r——r———r——rr——rr——————r——r—r—rr——rr—————m—m.———.._ FAM. SCIENIDI UMBRINA CIRRHOSA spessore o la larghezza l'ottava parte della stessa misura. — La lunghezza della testa resta contenuta 4 volte e 1/2 circa nella lunghezza totale del corpo, tanto negli adulti che nei giovani, ed è alquanto maggiore della relativa altezza. Il Profilo superiore del capo è tutto convesso con una leggera depres- sione sulla fronte. Ad eccezione delle labbra, della mascella superiore e della membrana branchiostega, la testa é interamente coperta di larghe scaglie. Il muso è breve, ottusissimo , rigonfio, alquanto più sporgente della mascella inferiore, e pari in lunghezza alla 4° parte circa della lunghezza del Capo. Esso porta 3 larghi pori sul suo apice e 4 piccoli Jobi sul margine inferiore. La bocca è breve, aperta parabolicamente sotto il muso ed estesa fino all’ orlo anteriore dell’ orbita, con labbra grosse guarnite di papille. La mascella superiore però è notevolmente protrattile, le ossa mascellari ed in- termascellari che la costituiscono, ritratte che sieno, si allogano quasi completamente sotto il margine delle ossa nasali, e sott’ orbitali. — La mascella in- feriore è piana, fornita di 4 pori presso il suo a- pice, e di un bardiglio o porro carnoso breve e quasi troncato sotto la sinfisi mentale, ai lati del quale si aprono altri 2 pori. Entrambe le mascelle sono coperte da una larga e fitta zona di minuti denti vellutati uniformi, che si riproducono sulle ossa faringee superiori e in- feriori, mentre il Vomere, i Palatini e la lingua ne sono aflatto privi. L’occhio è di mediocre grandezza; esso è contor- nato da una sorta di doppiatura palpebrale della cute, e sostenuto da un cuscinetto adiposo bianco nel suo margine inferiore. — Il suo diametro entra 5 1/2 a 6 volte nella lunghezza del capo; 2 volte nello spazio preorbitale, e quasi altrettanto nello spazio infraorbitale. Bislungo e molto obliquo è il forame posteriore delle narici, ed alquanto discosto dal margine del- l’orbita; l'anteriore è minore, rotondo, e meno lon- tano dall'occhio stesso, che dall’apice del muso. I pezzi opercolari sono tutti rivestiti di larghe scaglie. Il preopercolo è arcuato nel suo margine anteriore, fornito di larghe cavernosità nella massa del corpo, col margine posteriore leggermente ar- rotondato e minutamente dentellato negli individui giovani, con 3 o 4 dentelli più grandetti sul suo angolo medio, e col lembo inferiore perfettamente liscio. L’opercolo termina posteriormente in 2 punte piatte ed acute, che non oltrepassano in lunghezza l’annessa membrana opercolare, separate fra loro da larga sca- nellatura. L’osso sovrascapolare è del pari dentellato , l’ 0- merale è sdentato. La linea laterale si spicca dall’ orlo superiore dell’opercolo, passa sotto l’angolo inferiore del so- vrascapolare, segue parallelamente la-curvatura. del _ _ ‘_ m_ ———_____to9q6e e. {/re-1tm1—m————@—@#1z#—_—@—@——@——@——t—@@—@—@éc rs ii. ‘Ir e CM nd UMBRINA CIRRHOSA dorso fino al termine della dorsale, ove rettifican- dosi, s'inesta nel mezzo della caudale. Essa si com- pone di 68 a 70 squame, secondo Moreau, ma non arriva 2 60 nei nostri esemplari. Queste scaglie sono di forma romboidale, esilissimamente seghet- tate al margine posteriore, il loro canale piuttosto largo si suduivide posteriormente in 8, IO piccoli condotti radianti. — Il numero delle scaglie nella linea trasversale è di 28 circa a livello del 1° raggio della dorsale 8/19+1==28, otto delle quali sovra- stanno alla linea laterale. Le scaglie del corpo sono grandi, quadrilatere, con fina striatura nella parte posteriore e terminate da spinule piuttosto esili e rade. La prima dorsale sorge sopra l’ inserzione delle pettorali, un po’ più indietro del termine dell’oper - colo. Essa è breve, di forma triangolare, sostenuta da 10 raggi spinosi piuttosto deboli; il 3° ed il 4° dei quali più lunghi. La seconda dorsale è 2 volte. e 1/2 più lunga della prima ed 1/3 più bassa di essa; termina presso la caudale ad una distanza pari alla nona parte circa della lunghezza totale del pesce. Novera I raggio spinoso, e 22 a 23 raggi molli. L’anale prende origine sotto la metà circa della lunghezza della 28 dorsale,e termina sotto il 15° o 16° raggio molle di questa. Porta 2 raggi spinosi e 7 molli. —Il suo primo raggio è brevissimo, il secondo ‘ mediocre e inolto meno consistente di quello della Corvina nigra. Le pinne pettorali sono triangolari allungate, al- l©) b) quanto più brevi delle ventrali, e fornite di I raggio spinoso e di 16, 17 molli. La pinna caudaleè di forma romboidile col lembo terminale lievemente lunulato; porta 18 raggi molli, | oltre i marginali più consistenti, e comprende in lunghezza la 7* parte della lunghezza del pesce. Il colore del fondo di questo pesce, come elegan- temente lo dice il Bonaparte, è un cinereo argen- tino, alquanto fosco verso il dorso,chiaro ai fianchi, intensamente scuro sol capo. Su questo fondo scor- rono dall’indietro all’avanti 15 a 20 striscie oblique flessuose, ondeggianti, di tinta cinereo-azzurro-do- | rata, alquanto più larghe degli intervalli che le se- parano , i cui orli vengono costituiti da altrettante linee nerastre, anguste, esse pure flessuose. Le stri- scie anteriori si dirigono verso la nuca, le altre volgon sui lati del corpo, ove gradatamente si di- leguano. Il ventre è di colore bianco quasi uni- forme. La membrana che contorna posteriormente l’opercolo è marcatamente tinta di nero. La pinsa dorsale e la caudale sono cinereo-scure. | Le pettorali, le ventrali e .l’anale tendono all’a- | craceo sordido, più o meno frammisto di cinereo. | Il natatojo è molto grande, e porta sui lati 3 larghi seni rotondati in luogo delle appendici ramose. | Lo stomaco è a sacco cieco, con appendici piloriche | ‘in num, circa di 8 a 10, UMBRINA CIRRHOSA Abitazione. L’Umbrina cirrhosa vive abbondantemente presso {| tutte le spiagge del Mediterraneo, a preferenza in | fondi fangosi, e all’imboccatura dei fiumi. — In- contrasi pure, ma più raramente, lungo i lidi Eu- | ropei dell'Oceano atlantico, non oltrepassando però i verso il Nord il Canale della Manica, e le coste me- + ridionali dell’Inghilterra, Giusta le indagini del Prof. Keller, sembra che, attraversando il Canale di Suez, essa sia penetrata . fermato dal D.' Steindachner, dietro l’esame di un | esemplare comunicatogli dal D." Bellotti di Milano, | pruveniente da quelle acque.— Nel mare delle Ca- narie l Ombrina nostrana è rappresentata da una . varietà locale (O. Canariensis, Val.) che diversifica | per pochi caratteri dalla specie tipica (V. avanti). Stando alle indicazioni forniteci dagli Ittiolo9S. | essa venne riscontrata nei luoghi seguenti: Coste meridionali della Spagna, Cadice, Barcel- lona, Valenza (m. fr.) Steindachner. Galicia, Catalogna (p. fr.) Graells, | Provenza, Linguadoca, Perpignan, Cette, Marsi- glia (fr.) Moreau, Marion, Nizza, Genova (fr.) Risso, Sassi, Canestr, Spezia, Viareggio, Livorno, Argentaro , Madda- lena, S. Antioco (fr.) Giglioli. Algeri, Tunisi (fr.) Guichenot, Bourjot, Vincig. i Sardegna (fr.) Certi. | . Isole Baleari, Iviza, Majorca (fr.) La Roche. Maltà (fr.) Gulia. Morea, Bory S. Vincent. Mar nero (fr.) Nordmann. Napoli, Taranto, Sicilia, Isole Minori (fr.) Costa! Cocco, Aradas, Nob. Adriatico (fr. in estate) Stossich. Venezia (fr.) Ninni, Trieste, Fiume (fr.) Trois, Faber, Graeffe. Dalmazia, Spalato (non raro alle foci dei fiumi) Kolombatovic. Nell’ Atlantico: Guascogna, Gironda, Bajona, Ar- cachon, S. Giov. Luz (fr.) Moreau, Gervais. ‘ Charente (r.) Beltremieux. Rochelle, Isola Re (r.) Le Mariè. Coste meridionali d’Inghilterra, Cape-Sea, Algoa- Bay (rr.) Yarrell, Couch. Can. di Suez, Mar Rosso (r.) Keller, Bell., Steind. Nel Mare Mediterraneo l’Ombrina apparisce tutto «flj l’anno, con maggior frequenza in Primavera ed E- | state. Prolifica in Aprile e Maggio. ma = A Ss tas 3 cea Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In pelle 3 Es.: 0, 90; 0. 67; 0, 29, In alcool 2 Es.: 0, 15, 0, 16. Prepar.osteol. 2 Sch.: 0, 58; 0, 36. Tesch, scomp. Prepar. spancnol. a secco: 2 Tubi diger.; Br. injett., Prepar. splancnol. in alcool: 1 App. $. (1) 1882 Keller, Die Fauna in Suez-Canal, p. 28. ‘ FAM. SCIENIDI | nelle acque del Mar Rosso (1); fatto che venne con- | UMBRINA CIRRHOSA Proporzioni. Lungh. tot. 0, 900; 0, 6705 0, 2905 Alt. corpo ‘o, 225% !Oy. 109; ! 0, 075; Lungh, testa (0, 200; 0. 150; 0, orzo; Alti ‘testa 0; 208; ./0,).2405' 0, (06% Diam: occhio 0, 035; ‘0, 0253‘ 0) 010 Spaz. preorb.'0, 0S0: 0,050; ‘0, 0260 Spaz. inter. ‘0, 070% 0. 049} .0, 019; Pregio alimentare. Bellezza e bontà, soggiunge il Bonaparte, si riu- niscono felicemente in questo pesce; mentre il suo corpo vagamente splende per riverbero argentino e per le fascie aurate onde è ricinto, le sue carni, seb- bene non abbiano la squisitezza di quelle della Sciena umbra, emergono per delicatezza di sapore, e si lasciano indietro quelle deila Corvina nigra e di molti altri pesci dei nostri mari.: Varietà. Umbrina cirrhosa, var. Canariensis, Valenc. 1836-44 Umbrina canariensis, Vai., Ich.Canar., p.24. 1859 id: “Gunth, Catal.,. p. 1274; sp 2 1882 ? Umbrinacirrhosa, var. Canartensis, Steind., Beitr. z. Kenntniss. d. Fisch, Afrika’s Ausdem XLV,Bd.Denkschrift. K.Akad. MWiss:- When tp: 7; tav ton Caratt. L’alt. del corpo é contenuta 4, a 4 1/2 volte nella lungh. totale, ed è quasi eguale alla lunghezza deila testa; il diametro dell'occhio è eguale alla lunghezza del Muso, e pari ad 1/3? (forse 1/5) della lunghezza della testa. Il preopercolo è fi- namente dentellato nel suo margine verticale, con forti spine nel suo angolo posteriore. La 1* pinna dorsale è meno alta che nella Cirrbosa, la 2* più estesa e fornita di un maggior numero di raggi (1/27-29). La caudale è troncata. La 2* spina del- l’anale è robusta. Le scaglie sono grandi, finamente cigliate nel margine libero; se ne contano 45 nella linea laterale. Colore bruno-verdastro leggermente argenteo, con 15, 20 linee oblique, azzurrognole, sul fianchi. Le natatoje sono imbrunite, le ventrali ed anali nerastre, le pettorali più pallide. Differisce dalla U. cirrhosa , per la brevità del muso , il maggior diametro dell’ occhio, alquanti denti più forti all’angolo del preopercolo, maggior numero di raggi molli alla 2* dorsale (1/27-29), e pel colore brunastro del corpo, con 15, 20 strie obli- que azzurrognole, sui lati. È una forma evidentemente intermedia fra |’ U. cirrhosa e l U. Ronchus. Di Tort2g: 2. 2/7 o lasso Canarie, Teneriffa,, Cadice, Gibilterra, Gorea, (Steindach.). 25 È LE De . ALT Ae de LI AIAR ERO PLETRI hei [init al AE TI \ ESSE t ty DA » f |} ; > è x CUS vr > S » Ni ta “ = f Pi Î ri bl Ù - ù il di FAM. SCIENIDI i I DT TEMA ERA TA NI I n LUSTRI MEAN ANDA AI Nt UMBRINA RONCHUS UMBRINA RONCHUS 22% Sp. (2° del Gen.) Umbrina Ronchus, Val. (Ombrina ronfante o ronfatrice). Caratt. specifici. — Corpo tozzo, più alto di quello della specie precedente; l'altezza del tronco, si trova compresa 3 I/4 a 3 1/2 volte nella lunghezza totale del pesce; La lunghezza del capo lo è 4 a 4 volte e 1/2. nella stessa misura, ed è alquanto maggiore della propria altezza; Occhio grande, il suo diametro è uguale allo spazio preorbitale, ed è contenuto 4 a 4 volte e 1]2 nella lunghezza del capo; Muso breve, grosso, ol- tuso; Barbiglio mentale assai corto; Preopercolo esilmente dentellato nel suo margine verticale, con denta- ture più forti all'angolo posteriore; Sovrascapolare piccolo, esilmente dentellato; 2* Dorsale proporzionatamente più corta, con 1/27-29 raggi'molli; 2* spina anale più robusta, contenuta 2 volte e 1/2 nella lunghezza del capo; Ventrali eguali in lunghezza alle pettorali; Caudale troncata; Scaglie della linea laterale 53 (48-50 sec. Steindach.) di forma romboidale, col margine radicale dritto, e col canale centrale suddiviso posterior- mente în 10 raggi; Colore bruno-rossastro, macchiato di azzurro-argentino, con rare fascie trasversali oblique, talora indistinte. Dito n27-20 0/0 rear Vi. 1336-44 Umbrina Ronchus, Valenc., In Webb. Ber- thellelcht:iCanatiessp,920 oggi. id. Gunther, Catal HM p.275-spi 3. 1S8I id. Giglioli, in Nature, vol.25,n.649,p.5 35. 382 id. Steindachner, Beitràg. z. Kentniss d. Fisch.. Afrika”s aus Denkschr. d. ik. Akad. Wiss. Wien, XLV Bd., p. 8. 1383 id.» Vinciguerra, Crociera. Yacht Corsaro, Ann? Mus.-Civ. Genovai Vol.-XVMII, p..612:=(Estrpr.6); 1867 Umbrina canariensis, Steind., Sitzb. d.k.Akad. Wiss& Wien, LWIBd:, È È 5 5 È LTS 5“ fl mente di denti taglienti granulosi o a scardasso. Obladini. . W (incisivi). cl DVR Ra "I in dis Ì - i aa Met PR . . ia il i sboszione95 Denti anteriori taglienti, laterali villiformi. Pimelepterini. rizzontale. | I° Sotto Fam. DENTICINI. " ] . Mascelle armate anteriormente di 2 o 4 grossi denti canini uncinati, ed ai lati di denti conici, puntuti, senza ore (BT : LI molari. i i. Un unico Genere Mediterraneo. 14° Gen. Dentex, Cuv., R. A.; Cuv. Val., VI, p. 212, et Auct. Car. — Corpo ovato-oblungo, compresso, alquanto elevato, coperto di scaglie ctenoidi, pettinate, î di media dimensione; Testa grande, robusta; Bocca più o meno orizzontale, poco 0 nulla protrattile; Mascelle subeguali, armate di 2 o 4 forti denti canini nella parte anteriore , e di denti conici ed a scardasso ai lati, senza molari; Vomere, Palatini, sdentati; Lingua liscia; Occhi generalmente mediocri; Preorbitale integro, largo; Primo sottorbitale inerme più o meno esteso; Una notevole distanza corre fra l'occhio e la commissura orale; Pezz: opercolari scagliosi, inermi; Preopercolo non seghettato; Guancie coperte di più di 3 serie di scaglie; Opercolo sdentato, ma con una debole punta posteriore appianata; Dorsale unica,con- tinua, fornita di 10-12 raggi spinosi e di 9 a 12 molli; «Anale con 3 ‘Raggi spinost no) IE e 8-9 molli; Codale più o meno forcuta; Vescica natatoja semplice; Raggi Bran- io chiostegi 6; Appendici piloriche poche; Vertebre 10/13-14. 128 FAM. SPARIDI Quattro specie Mediterranee distinte come segue: Specie 1 Testa convessa, normale, scaglie mediocri, colore del corpo ar- gentino uniforme. Dentex vulgaris, Cuv. Raggi spinosi non ni Testa grande, fornita di una gros- sa gobba all’ occipite, scaglie grandi, colore del Corpo ros- signo con macchie irregolari nerastre. prolungati in fila- Occhi normali, minori) menti. dello spazio preor- bitale. Testa convessa, normale, scaglie mediocri, colore del Corpo ros- | Raggi spinosi Fio) signo uniforme. lungati in fila- menti. Dentex filosus, Cuv. Raggi spinosi non prolungatiin fila-} menti, - Testa convessa, normale, colore ri dello spazio preor- del Corpo rossigno. Occhi grandi, 3 pico bitale. DLE NERE TVAU LEGA RS D'EN TEX VU L'6ARIS | 32° Sp. (1° del Gen.) Dentex vulgaris, Cuvier; R. À., 1° ed., JT. IL p.2788 (Dentice comune) Car. specifici. — Corpo ovale, oblungo, piuttosto elevato, compresso, coperto di scaglie ctenoidi di mediocre dimensione, finamente cigliate ; L'altezza del tronco stà 3 1]2 volte circa (3 1/40 3 3]4 Mor.) nella lungh. del corpo; La lunghezza del Cupo sta 3 3/4 volte nella stessa misura; Testa piuttosto elevata, col profilo superiore obliquo e declive; Muso allungato piuttosto puntuto; ‘Bocca mediocre; il Mascellare superiore non raggiunge il margine anteriore dell'orbita; Mascelle armate di 4 forti denti canini uncinati, gli esterni più |M grossi degli interni, di una fila di denti minori conico-puntuti ai lati, e di una breve zona di denti piccoli a scardusso di. tro questi; Occhi mediocri, il loro diametro, sebbene vuriabile coll’età, è uguale ad 1/5, quasi ad 1[6 della lunghezza del capo, e ad 1/3 circa dello spazio preorbitale; Sott orbitale trapezoide, alto , nudo, coperto di strie verticali; ‘Preopercolo largo, col margine posteriore rivestito in parte di piccole scaglie irregolari; Opercolo largo, terminato in un angolo mozzo; Dorsale piuttosto bassa, con per lo più 1I|1I raggi, gli spinosi piuttosto sottili e pieghevoli; Anale con 3/8 raggi, aventi la seconda spina. più corta della terza; Linea laterale ben marcata, paralella alla curvatura del dorso, con 55 a 60 scaglie; Colore del corpo azzu- rognolo sul dorso con riflessi argentini; Fianchi ed addome bianco-argentini, talora alcune piccole macchie isolate sul dorso, ed una grande macchia giallo-dorata sulle guancie. 21 DI 11/1: A 3/78: PI IAC) Dentex gibbosus, Cocco. N] Dentex macrophthalmus, Cuvj L. lat. 55-60-62; L. trans. 6-7/15-13+-1; 1817 Dentex vulgaris Cavie RoGAn cs erenedo EI: p.8273 ad e edotp273% 1826 id. Risso, Europ.merid., III, p.364, sp.278. 1828 id... Cuvier Valence, N op. 220,0pl4015;- » id: Flemming, But, Anim, p. 2012. 1835 id. © Narrell: Bat ORish (fed) bop nie cc fig; (2204) Lp. dar (Gt ed) p. 153 (The sparus Dentex). » id. Jennyns, Manuel Brit. Vertebr., p. 357, Sp.0 37. 1836-44 id. Valencien., in Webb. Berthel. Cana- Fles Icht:}.p.36: 1845 id. Cocco, Ind. Pesci Messina, mns, n.101; id., ed. 1886, Facciolà, p. 19, sp. 89. 1846 id. Heckel, Pesci di Dalmazia, in Carrara Descriz. Dalmaz., p. 90. » id. Bonaparte, Catal. Pesci Europei, p.53, Sp. 452. Appendici piloriche 4-5; Vert. 10/14. 1846 Dentex vulgaris, Sassi, Catal. Pesci Liguri, p--389, (Sp. 21. : 1850. id. Guichenot; Expl. scient. \ Alger, posi 1852 id. Hamilton, Brit. Fishes, in Jardine Li- | brery, V, part. I, p. 172) ‘sp.iMo:tid, 4 Synon., I, p. 356, sp. 40. » id. Van der Hoeven, Handb. Zoologie, II, PoLog: 1857... “id. “Machado; Peces*CadirosdpS e 1859 — id. ‘Gurither, ‘Catal. 1, ‘p. 366,3por | 1860 id. Nardo, Prosp. Pesci Faune. Venete, | 170. ICOIReNAd Gulia, Tentam. Icht, Melitensis, p. 22, | sp. 98. 190920 Gid. Guess Cat. Pesci Genova, p.263. | 1867 id. Brito Capello, Catal. Peix Portugal, | in Jornal Sc. nat. Phil., T. I, p. 249, | Sp. 14. | DIE NUIEEX SAUL ARS 1867 Dentex vulgaris, Steind,, Icht.Bericht Span.u. Portugal! Reise in Sitzb. K.Akad.Wiss. Wien, Bd. LVI, 1 Abth., p.22, sp.19 fexcl=sinon. er pi VIII). 18683 id. Perug.,Elenc.Pesci Adriat.,p 12, sp.109. » id. ‘Couch, Hist. «Fish. Brit: Islands, T.1, p-11203, pi. 45. 1869 id. Doumet, Icht. Còtes Languedoc., p.7. foyo id.’ Ninni, Cat, pesc.Ven.Lag., p.70, n.102. » id. Graelis, Explor. scient. Departm, Fer- roil, p..346, MD. 41. » id. Bourjot, Hist. Poiss. Marchè d’Alger., pi vs6,isp. 2. 1871 id. Costa (A.), La Pesca nel R.Nap., p.83. » id. Pesci del Golfo di Napoli, in Ann.Min. Aignics (5 Pi ‘440. » id. Aradas, Pesci Golfo Catan.,ibid p.601. il 1872 id. Canestrini, Faun, Ital. Pesci, p. 83. 1875 id. Trois, Elenco Pesci Adriat.,p.18,n.162, 1876 id. Gervais et Boulart, Poiss. France, II, p.94; plz col iis, 10..(Dents). 1378 id. Doderl.,,Prosp. Pesci Sicil.,p.38,sp.116. » id. “Heldreich, Faune Grèce, p. 85. : 1879 id. Stossich, Prosp.Faun.Adriat.Pesci,p.37. 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesci Ital., p.80, n.29. » id. Day, Fishes of Great Britain, I, p.19, sp. 1; pl VII, » id. Gunther,Introduz.of Study Fishes,p.390. 1881 id. Moreau, Hist.Poiss.France, T.III, p.56. » id, Perugia, Elenco Pesci Adriat.. p.4,sp.10. » id. Kolombat., Catal. Pesci Spalato, p. 6, 1882 id. id. Fische Gewassern v.Spalato,p.17. Reguis, Hist. nat. Verteb. Provence, p.i2i6; «Sp. » id. Steindachner, Beitrage zur Kenntniss d. Fische Afrika's aus. Bd. XLV Dent- sch. K. Akad. Wien, p. 3. » id. Faber, Fisheries Adriat., p.189, sp.66. » id. Vinciguerra, Risult. Crociera Violante, RE e CRE VI 1884 id. id. Mater. Faun.Tunisine, p.26, sp.18. 188% id. Kolombatovic, Imenick. Kraljesnjaka Dalmacie, pg, Spi II. 1888 id. Graeffe, Seethiere Faun. Golf.v.Triest. Pisces in Arbeit. Zool. Ital. Triest,, LU Rel, p. 16. » id. Kolombatovic, Catal. Vertebrat. Dal- maticorun, p. 20, Sp. 12. Sinonimie. Zuvaypig, Zuvadovs. Arist. II, c. 13, 15; VIII cord Aelian I: c:40. Dentex, Columel, VIII, p. 16; id. Apicius, Lib. IVi Cc... | 1533 Synagris, Gillius, De Gallice, nom. pisc. C. III. 553 id. Belon, Aquat., Lib. I, p. 181. Rondel., De Pisc.,V,C.19, p.150 fig.mala. 1554 id. Salviani, Aquat.Hist.,p.110-II1, pl.31. De* 1g. 1598 Dentex, Gesner, Hist. Pisc.. fol. 26 c. fig. 1638 id. Aldrovandi, Pisc., Lib. II, p.160,tab.£6r1. FAM. SPARIDI DENTEX VULGARIS 1650 Dentex,Johvston, De Pisc., Lib.I, C.I, Art.VI, | ep i69 Stab PS VIInMio; id. Willughby, Hist. Pisc., Lib, IV, C. XIII, pi 312. tab. Mi: 1686 1713 id. Ray, Synon. Meth. Piscium, p. 132, n.7. 1743 id. Mongitore, Sicil. ricerc., II, p. 79. 1763 Cynedus, Gronov., Zoophil., p. 60, n. 214, 1777 Denté (Dentex) Duhamel, Peches, P.II, Sect.IV, A P. 25, pl. ò, 9. 1789 Sparus varius (Dentex), Arted., Valb. Gen., Pi27S SYD, pi 59, 00. 1766 Sparus dentex, Lin., Syst. nat., p. 471, sp. 20. I/091d. Lio. ed, Gmelin, p. 1278, sp. 20. ly8s id... «Bloch, Aush,.Fish., pl. 268, 1768 id. Brunnich, Icht. Massil., p. 46, sp, 62. 1738 id. Bonnaterre, Enicycl. Ichty p. 102.29; pie50; 3119, 100. 1801 id. Bloch ed Schn., p.271 (Cicla Dentex,p.337). Piud. Lacepede; Hist. Porss., IN. p. 121, did, Donovan, Bit, Fish, IV, pL 73; 1803 id. Shaw, Gener. Zool., IV, p. 411, fig. 408. 1307 id.., Turton, Brit. Faun., p. 98. 1809 id. De la Roche, Poiss, Baleares in Ann. Musenm, XIII‘ p. 317. ToJo%id:- Napoli (Costa). Coste dell’Istria (Trois). Nell’ Adriatico più o meno abbondantemente, in ispecie nei contorni di Sebenico. Intorno alla Sicilia ed alle sue isole minori, (fr. in Estate ed Autunno) Nob. FAM. SPARIDI i 135 D'ENTEX, RIEL0:S05 In Sicilia si prende in particolare dai pescatori Trapanesi lungo le coste meridionali, e presso le isole dello Zimbaro e dei Cani; ove la pesca è talora così abbondante, che non potendosi esitare i pesci sul luogo o nei prossimi mercati, i pescatori li ri- tagliano in pezzi minori, li cuociono in gelatina, ed immessi in barili, li inviano a smerciare nelle altre città dell’Isola e del Continente. A tutti è nota in Sicilia la delicatezza delle carni di questo pesce, che si smercia a prezzi molto più alti, di quelle d’ogni altra specie congenere. ex filosus, Val., in Webb et Berth., desc. Canar., Icht., p. 37. (Dentice a lunghi raggi dorsali). Car. specifici. — Corpo ovale-allungato, coperto di scaglie mediocri; Testa convessa, normale, colla fronte alquanto prominente; Muso breve, ottuso; Occhi di media dimensione, col diametro minore dello spazio preor- | bitale; 3°, 4°, s° ‘Raggio spinoso della dorsale prolungati in sottili filamenti; Codale forcuta; Colore rosso- roseo vivace uniforme con riflessi argentini e con 10, 12 linee brune longitudinali sui fianchi. 1836 ESSO id. ugso * id, #867' >» id. 1909: ' id. 960 id. j.1871 id. RO70: ., id, 678. id. MiI879.. id. 1880 id. 1882 id. S id. Deo met 3/8: Pi 14; C. 178 Va 1/5. Linea laterale 60; Linea trasversale 8/14; Lunghezza o, 6o. Dentex filosus, Valenc., in Webb, Berthel, Canariess Poiss., p. 37; pi. 6,-fig. I, Guichenot, Explor. scientif, Algerie, Poiss., p.' 52. Gunther, Gatal: Lp. (371, sp. 6. ? Brito Capello, Catal. Peces Portugal, in Jornal Sc. phys., T.I, p.249, sp.16 (an. D. gibbosus ?) Steindach., Icht. Notizen. VII in Sitzb. K. Akad Wiss. Wien, Bd. LVII, p. 975 (a part., p. II, sp. 6) (a Teneriffa). Brito Capello , List. peces colligidos Nloarversin'Jornah L.c.,-1. IH, p.220. id. Peix de Madeira, ibid, T.III,p.198, sp. 26. Bourjot, Poiss. Marchè d’Alger., p. 56. Doderlein, in Prosp. Pesci Sicil., Ap- pend., p. 62, sp. 40. id: (in Bullet. Soc. ‘sc. nat. Palermo, Gennajo, 1-9; pi 133. Giglioli, Elenc. Pesc. Ital., p.80, p.28. id. t Es, colto presso Zara, sec. Vincig., lc, Pr33. Steindachner, Beitr. Z. Kenntniss d. Fisch Afrik’'s Aus d. Bd, XLV Denk- schrift K. Ak. Wiss. Wien, p. 3 (Se- negal, Canarie, Adriat. Spalato). 1882 id. Kolombatovic, Fishe gewassern, v. Spalato, p. II. 1884 id. id. Aggiunteai Pesci della Dalmazia, pi 23: 1886 id. id. Imenik Kraljesnjaka Dalmacije, OSPSTISpo do 1888 id. id. Catalogus vertebrat. Dalmaticor., Pi 20, Spe 14. 1883 id. Vinciguerra, Risult. crociera Violante, pi 30, Spi 18. NOMI VOLGARI Italiani. Dentice a raggi dorsali filamentosi. a lunghi raggi dorsali. Dentici imperiali (Sic.). Esteri. Le denté a dorsale effilée. Le denté a filets. Non pargo (Canarie) sec. Steind. Serrude (Teneriffa) Steind. Subatuz Prljas ili Bariaktar (Slav.) Spal., Kolomb. D'ENSISENSEIROKS205S Descrizione. Corpo ovale, allungato, alquanto compresso, co- perto di squame mediocri più piccole e più forti che nel D. vulgaris, col margine posteriore largamente denticolato. L’ altezza del corpo stà 3 1/2 volte nella lunghezza totale; la lunghezza del capo stà 4 volte nella stessa misura, ed è un po’ minore della propria altezza; Capo piuttosto elevato, esso somiglia molto a quello del D. vulgaris, ma la cresta sagittale che gli scende sulla fronte, rende questa regione rigonfia e più rialzata che nelle specie affini. La linea di pro- filo superiore difatti, nel D. filosus sale obliquamente con una curva archegiata più elevata sino al disopra degli occhi, di là procede, leggermente arrotondata, per tutta la lunghezza della dorsale, al termine della quale, ripiegandosi all’imbasso, forma la linea supe- riore retta del troncone della coda, e s’innesta nella codale, Il Profilo inferiore è un pò più convesso in- versamente nell’addome, della curvatura dorsale. — Il Muso è breve ed ottuso, quasi troncato anterior- mente; la bocca mediocre; il suo squarcio raggiunge appena il margine anteriore dell’ occhio, Il mascel- lare superiore è largo, rettilineo, colla parte ante- riore ricoperta in parte dal lembo inferiore del preorbitale. Le mascelle portano nella parte anteriore 4 robusti denti canini, alquanto ricurvi, seguiti sui lati da una serie di 10, 12 denti minori puntuti, ed all’indietro da una larga zona di denti minuti, che fasciano in parte anche i denti maggiori. Occhi mediocri, intermedii per grandezza fra quelli del D. vulgaris e del D. macrophthalmus. Il loro diametro è pari ad 1/3 circa della lunghezza del capo, ed alla 1/2 o ai 2/3 dello spazio preorbitale. Sott orbilale trapezoide, grande, senza scaglie, ma coperto di grosse strie irregolari verticali. Preoper- colo alto, stretto, scaglioso, col margine posteriore largo, rotondato , e leggermente striato. Opercolo connesso insieme al sottopercolo in un disco trian- golare, che termina posteriormente in una breve punta ottusa e si trova coperto da 7 serie di scaglie, più larghe di quelle del preopercolo. Interopercolo convesso, assai stretto, e privo di qualsiasi spina o dentellatura. La linea laterale è ben marcata, procede paralel- lamente alla curva dorsale, e decorre al 1/4 supe- riore dell’ altezza del corpo ; essa porta 55 scaglie circa mentre se ne noverano 22, 8/14 1 in una linea trasversale del corpo. Le scaglie generali del corpo, sono ovoidali, ellit- tiche, col margine anteriore fortemente radiato, ed il posteriore densamente coperto di denticini bassi ed ottusi. Esse rivestono la testa, i pezzi opercolari, le guancie, ma non si estendono nello spazio inte- roculare, e lungo il margine anteriore dei muso. La Dorsale prende origine un po’ dietro la base delle pettorali. Porta 12 raggi spinosi e 10 molli; il 1° raggio spinoso è brevissimo, il 2° doppio di questo, il 3°, il 4° ed il 5° sono prolungati in esili filamenti; il 3° dei quali che è più lungo degli altri, FAM. SPARIDI Vi D:E N TEX FICO SOS pareggia ed anche oltrepassa in lunghezza ? altezza del corpo. L’ Anale ha 3/8 raggi col 3° raggio spi- noso alquanto più lungo del 2°. Le Pettorali sono lunghe, falciformi, appuntite, fornite di 14 raggi, e quasi pari in lunghezza alla 1/5 parte della lunghezza del corpo. Le ventrali sono più brevi delle pettorali; ma hanno talvolta il primo raggio molto lungo ed affilato. La Caudale è molto forcuta, coi lobi appuntiti, e pari in lun- ghezza alla 1/4, quasi 1/5 parte, della lunghezza del corpo. Gli aculei del primo arco branchiale in questo pesce sono lunghi, lanceolati, e ricinti internamente di mi- nutissimi denticini aghiformi; quelli degli archi po- steriori hanno la forma di piccoli gruppi o dischetti ovoidali, irti di esili spine.— Le ossa faringee infe- riori portano una o due fila di piccoli denti conici, puntuti, tramezzati da una stretta zona di denti mi- nimi rasati, a scardasso. © Il Colore di questo pesce è uniformemente rosso- roseo, più o meno vivace, con riflessi dorati o ar- gentini sul dorso e sui fianchi, e roseo-argentino sul ventre; 14 o 15 linee strette, brune, decorrono lungo i fianchi, convergendo in 6, o 7 consimili nel troncone della coda. Veruna macchia azzurrognola irregolare appare sul corpo. Le pettorali sono ros- signe con una macchia rosso-azzurrognola alla base. Le Ventrali a la Caudale hanno pure una vivace tinta rossigna. Una gran macchia fosca rotondata domina all’o- rigine délla linea laterale, sopra l’angolo superiore dell’ opercolo; ed un’ altra consimile stendesi dalla fronte sino all’apice del muso. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. Inpelle: 2 Es%0) (60;005 0: Prepar. osteolor.: 2 Schel.: 0, 69; 0, 54. Prepar. splancnol. a secco: 2 App. branch. Prep. in alcool: 2 App. branch.; 3 App. diger.; 2 App..ò; App. 2; Occhi. Proporzioni notate negli esemplari sudetti. Lungh. tot. 0, 600; 0. s60. Alr.idel’corpo- 0; #75: 0, p160: Lungh. testa O:PISO, RO 0 Altez. testa O, 1.56 MO VIASE Diam. occhi 0;.1030; 70,025 Spaz:-preorb.S.0, 070; 0000! Spaz. interorb. 0, 060; 0, 050. TLuneh-spettiNa 00 Moro: Lungh. ventrali 0, 140; 0, 130. Lungh. caudale 0, 100; 0, 085. CDI i RT EE e = = e A = per ie > A e > nn I aa rn» D-E-N-TEX-F4+-L-0-S-U:S Annotazioni. Il Dentex filosus, venne riscontrato per primo nel 1836 dal Valenciennes nelle acque delle Canarie, e da esso descritto nella relativa ittiologia di queste Isole (1. c.). Qualche anno dopo, Guichenot ne rin- venne alquanti soggetti nelle acque di Algeri,mercè i quali egli poté convalidare i caratteri distintivi ravvisati dal Valenciennes negli esemplari delle Ca- narie. Dopo di essi, il D. filosus, venne successiva- mente avvertito dagli Autori in varie parti del Me- . diterraneo, dell'Atlantico e dei Mari Australi. Come risulta dalla precedente descrizione, 3 sono i principali caratteri che contradistinguono questa specie dalle altre più o meno affini e congeneri; il prolungamento in sottili filamenti del 3°, 4°, 5° rag- gio spinoso della dorsale; il diametro mediocre del- l’occhio, che è intermedio in dimensione fra quello del D. macrophthalmus e del D. vulgaris; il muso breve, ottuso, colla fronte prominente e col profilo superiore più rialzato che nelle altre specie affini. Mercè le diligenti ricerche degli ittiologi recenti, la scienza conosce oggidi parecchie specie di Dentici forniti di raggi prolungati in filamenti e fra questi il D. nufar Ehremb. del Mar Rosso, il D. fila- mentosus, Cuv. Val. (Synagris filamentosus, Gùnth.), il D. setigerus, Cuv. Val. (Synagris sinensis, Ginth.). Tutte queste specie però, sia per la relativa for- ma e proporzione del corpo, sia per l’allungamento di diversi raggi dorsali, sia per la disposizione dei denti e dei colori del corpo, offrono tali differenze specifiche, da non poterle confondere colla specie attuale. Tutt’ al più si potrebbe credere, che il D. nufar del Mar Rosso (Polistemus nufar, Klunz.), possa essere il più prossimo rappresentante Indiano del D. filosus dell'Europa e delle Canarie. Il D. Brito Capello, nel suo catalogo dei Pesci delle Acque del Portogallo (1. c.), notava, che sui Mercati delle Città Portoghesi, in alcuni anni, ve- niva portata abbastanza frequentemente una specie di Dentice avente la protuberanza frontale del D. filosus, gli individui della quale non presentavano mai filamenti dorsali. Egli a questo proposito, attri- buiva a Lowe l’opinione, che il filamento dorsale di questi pesci fosse proprio delle forme giovanili; e la protuberanza frontale il carattere nuziale o ma- | schile della specie. — Il D\ Vinciguerra, che ha ri- | sollevata codesta questione nella sua Memoria Ri- sultati della Crociera della Violente a p. 38 (1. c.), ha pienamente confutata cotale ipotesi, facendo no- tare che i filamenti dorsali del D. fi/osus non pos- sono in verun modo essere considerati come indizio di età giovanile, essendo stati verificati dal Valen- ciennes, dal Ginther, e da Doderlein, in grossi esem- plari adulti, lunghi 5, 6 decim.; cosa ch’io ho potuto confermare anche più di recente nei varii individui colti nelle Acque marine della Sicilia. Brito Capello inoltre nella predetta sua memoria, si mostrava propenso ad ammettere, che il D. fi/osus Val., fosse sinonimo del D. gibbosus, Raf. FAM. SPARIDI DIESNINRE N SRIFLTosS DSS Anche codesta opinione del dotto naturalista por- toghese non può essere ammessa in iscienza, in quanto che il D. gibbosus, in veruna età presenta traccie di allungamento dei raggi dorsali, e d’ al- tronde è cotanto diversa la forma del suo corpo e del capo , così distinti i suoi caratteri specifici, da non potersi ne manco sospettare, che esista qualche analogia fra queste due forme di Pesci. I bellissimi scheletri di Dentici, che sono stati preparati e si conservano nel nostro Museo Zoolo- gico, permettono all’osservatore di apprezzare ancor meglio le differenze specifiche che intercedono fra le sudette 4 specie. — Così, per quanto riguarda il D. filosus, si vede che la porzione interorbitale del frontale, quella che caratterizza principalmente la specie, è rigonfia, arrotondata, ed anziche essere continua colle attigue ossa del capo, riesce declive, e forma un angolo ottuso colla sovrastante por- zione dell'osso occipitale. Questo a sua volta è for- nito di una altissima cresta centrale, a margini roton- dati, che per tal guisa concorre ad informare la linea arcuata di profilo che connette la testa colla parte anteriore del dorso. — Anche l’ osso sottorbitale si mostra proporzionatamente meno alto, e molto più allargato per trasverso di quello del D. vulgaris, permettendo così all@erbita di occupare un maggior spazio sulla faccia laterale della testa. Abitazione. Il D. filosus venne fin’ora riscontrato : Nelle Isole Canarie (fr.) Valenc. A Teneriffa (Steind.). Al C. di Buona Speranza (Gunther). Nel Senegal (Steindach.). Sulle Coste del Portogallo (Brito), Andalusia (Graells). Nelle acque di Algeri (r.) Guich., Bourjot. Mari della Sicilia, Palermo (m. fr.) Nob. Nell’ Adriatico a Zara (Giglioli). A Spalato (Kolomb., Steind.). Alle Bocche di Cattaro (Vinciguerra). Nei mari della Sicilia, tuttochè non molto co- pioso, appare più frequentemente che in altri luoghi. Generalmente lo si prende in tempo d’estate e d’au- tunno lungo le coste occidentali e meridionali del- l’ Isola. 35 138 FAM. SPARIDI | DENTEX MACROPHTHALMUS DENTEX MACROPHTHALMUS | 34° Sp. (48 del Gen.) Dentex Macrophthalmus, Cuv. Val., (Dentale occhione). Car. specifici. — Corpo ovale, oblungo, allargato nel mezzo , coperto di scaglie mediocri, cigliate; Testa convessa, normale, priva di prominenze frontali ed occipitali; Muso corto; Occhi grandi, maggiori dello spa- zio preorbitale; Denti canini della mascella superiore, piuttosto esili, arcuati, sporgenti all’avanti; Raggi spi- nost non prolungati in esili filamenti; Colore rosso-roseo, con linee longitudinali dorate sui fianchi. Dir2/cogA (0a Por Manni Lungh. o, 36, 0, 40; Lin. laterale circa 50/53; L. trasversale 20, 7/12-134+1. 1830 Dentex Macrophthalmus, Cuv.Va].,VI,p.227. Sinonimie. 1336 id. Valenc., in Webb Berthel.Icht.Canar., p. 37 (Antone). Zuvarpis, Zuvodov, Ath., VII,p.322, 327 (in gen.). 19404 -1d. Schinz,;Europ: Faup., Ip. igi id. Oppian, I, p. 170.(sec. Gunther)! 1845. id. Cocco, Ind. Pesci Mess., mns.n.102; id., | 1553 ? Synagris, Bellon, Aquat., p. 181 (sec. Ginth, ed. Facciolà (1886), p.19, sp.g90 (Bud- et Cuv.) (?) Nob. dicaru). 1598 ? Synagris Bellonii, Gesner, Aquat., p. 934. 1846 id. Bonapart., Catal. pesc. Europ., p. 53, | 1543 ? Dentatis seu Dentex, Bellon., Aquat., p.179. n. 455. 1782 Sparus macrophthalmus, Bloch, Ausl. Fisch., » id. {Sassi (Catala Pesco Ligue, ipi 1388. tab272: 1850 id, Guichenot, Expl. scient. Algerie Poiss., | 1801 id. Lacepede, Hist. Poiss., IV, p. 37, Sp. 39 pi St - (Sparus gros-oeil). 1857 id. Machado, Peces Cadiz, p. 14. 1810 id, Risso, Icht. Nice, p. 250,,spal9, T550- rid. «Gunther, Gatal'loipi 370, 0spiiso 1802 Cichla macrophthalma, Bloch ed. Schneid., 1862 id. Canestrini, Catal. pesci Genova, p.263. D3:37 (SPA. 1867 id. Brito Capello, Catal. Peces Portugal, | 1826 Dentex erythrostoma, Risso, Eur. Merid., III, in Jorn.Sc.nat.math,, T.I, p.249,sp.15. p. 364,-sp. 1279, pl Xiao, » id. Steindachner, Icht. Bericht Span. und | 1830 ? Dentex maroccanus, Cuv. Val., VI, p. 234. Portug. Reise. In Sitzb. K. Akad. Wiss. | 1867 ? Dentex parvulus, Brito Capello, Catal.Peces Wien, LVI Bd., 1° Abth., p.24, sp.20, Portug. ‘in Jornal- sc. math. nature. cu nertab- i. p. 250, Sp. 17, (n. spec.), (Dentelha) 1870 id. Bourjot, Liste Poiss. Marché d’Alger., (an juvenis 2) p. 55 (Non Le Marié, Poîss. Charente, Pa 13). NOMI VOLGARI 1871 id. Costa (Ach.), La pesca nel R.Napoli, NP. 103: Italiani. » id. id. Pesci Golfo Napoli (in Ann. Min. i Agricolt), I. p::440; Dentale occhione, Dent. grand'occhio. 1872. id. Canestrini, Faun. Ital. Pesc., p. 83. Dentice, Bocca rossa, Dentice rossigno. 1876 id. Gervais et Boulart, Poiss. France, II, | Sciamma (Genova) Sassi. LE Pai95e Boucco rougo, Boucca rouga (Genova). 1878 id. Doderl., Prosp. Pesc. Sic.,p.38,sp.118. | Dentice (Napoli). » id. Heldreich, Faun.Gréce, p.85 (Payyeì). | Letrino (Taranto) Carruccio. 1880 id. Giglioli, Elenco Pesci Italia,p.20,sp.30. | Dintadu occhiu beddu (Sic.). 1881 id. Moreau, Hist. nat. Poiss. France, III, | Budicaru, Lotrinu (Messina) Cocco. PiS97 Igt Dentici vucca rnssa (Sic.). 1882 id. Kolombatovic, Fische Gewàssern, v. «Spalato, ip: 12: « id. id, Aggiunte Pesci Dalmaz., p. 28. Le denté aux gros yeux (Fr.). » id. Reguis, Hist.nat.Provence, p.216,sp.56. | Le denté gros-ocil, Le denté pagie (Cette). 1883 id. Vinciguerra, Risult. Croc. Viol., p.39. | Gros-oei, Bouco roujo (Provenz.) Reguis. 1886 id. Kolombat., Imenik Kraljesnjaka Dal- | Cachucho (Portoghese). Esteri. (e DIA cI)esip. Sy, Nisp.nl4. La taxia (Cadice) Machado. 1888 id, Catalogus Vertebrator. Dalmaticorum, | Dentelha (giov. ?) (Portogh.) Brito. | P. 20, Sp. IS. Antone (Canarie) Valenc. Zubataz okonja (Dalmaz.) Kolomb. | Synagris (greco antico) sec. Cuv. e Ginther. PaYYeù (greco moderno) Heldr. FAM. SPARIDI Descrizione. Corpo ovale, poco allungato, coperto di scaglie mediocri, cigliate. L'altezza del fronco è contenuta 3 a 3 1/4 volte nella lunghezza totale, la lunghezza del capo lo è 3 3/5 a 4 volte nella stessa misura, ed è un po’ maggiore della propria altezza. Il profilo superiore del corpo ascende obliqua- mente con lieve curva per tutta la regione fron- tale ed occipitale; diviene molto inarcato al dorso e sotto la parte spinosa della dorsale, discende gradatamente più rettilineo lungo la parte molle della dorsale, al termine della quale s’inflette all’im- basso, per formare la linea superiore del troncone della coda e s’innesta nella codale, Il profilo inferiore è molto più inarcato inversamente del superiore per tutta la regione addominale sino al principio dell’a- nale, ove, rettificandosi alquanto lungo questa pinna, si ripiega all’insù per formare la linea inferiore pa- ralella dei troncone, e terminare nella codale. Il muso è grosso e corto ; la bocca breve ed al- quanto obliqua, il suo squarcio oltrepassa di 1/3 il margine anteriore dell’ orbita. La mascella superiore è leggermente ricurva e nuda, ed un po’ più corta della mascella inferiore. Essa è guarnita anterior- mente di 4 canini piuttosto esili ed arcuati, che, a DENTEX MACROPHTHALMUS scanellata al suo terzo posteriore, e fornita di 12 raggi ossei proporzionatamente più robusti di quelli del D. vulgaris, e di 10 raggi molli; il primo degli spinosi è mediocremente allungato ed eguale in lunghezza ai 2/3 del secondo, il quarto ed il quinto, che sono i più lunghi, pareggiano la 1/3 parte circa dell’altezza del corpo. La caudale porta 3/8 raggi, il primo dei quali breve, il secondo molto robusto ed un po’ più breve del terzo, che è pure abbastanza forte, ma sempre minore del successivo raggio molle. Le pettorali sono lunghe, falciformi, pari in lun- ghezza ai 2/3 dell’altezza del corpo, e forniti di 15 raggi molli. Le ventrali sono 1/3 meno lunghe delle pettorali, e portano un robusto raggio spinoso e 5 molli. La caudale, che è piuttosto breve e scanellata posteriormente, porta 17 raggi molli oltre ai piccoli basilari, e pareggia in lunghezza un po’ meno della 1/5 parte della lunghezza totale del corpo. Questo pesce è ammantato di un leggiadro co- lore rosso-roseo uniforme, un po’ più carico sul dorso, sul capo, e sulle natatoje; più sbiadito al ventre. Su questo fondo si disegnano lungo i lati 15 a 16 lineej dorate longitudinali, che convergendo si ri- ducono in numero nel troncone della coda. Il margine del preopercolo, il sottopercolo e le bran- che delle mascelle spiccano per una tinta decisamente argentina, ma punteggiata in esilissime macchie scure. bocca aperta, sporgono notevolmente avanti il muso, | limitati posteriormente e sui lati da una stretta zona II} di denti minori a scardasso, gli esterni dei quali più 2. [= grossetti degli interni. La mascella inferiore porta sul davanti una serie di 8 a 10 piccoli denti uncinati, abbastanza validi, e dietro questi una zona di piccoli denti velutini o rasati. L’occhio è molto grande, il suo diametro uguaglia la 1/3 parte della lunghezza del capo, supera di 1j4 della propria dimensione, tanto lo spazio preor- bitale, che l’interorbitale. — Il disco sottorbitale è miolto stretto e quasi 3 volte più lungo che alto. —Il fpreopercolo è viceversa assai grande, rotondato all’indietro e fornito di un largo margine, su cui si scorgono numerose striature, ed alquante piccole scaglie irregolari. L’opercolo è alto e stretto, ed ha il margine po- steriore doppiamente scanellato. Sulle guancie, abba- stanza larghe,noveransi 7 serie di scaglie mediocri,In- terposte fra il sottorbitale, e l’angolo del preopercolo. La linea laterale corre paralellamente alla curva dorsale lungo il 4° superiore dei fianchi;porta 54 a 58 scaglie; mentre se ne contano una ventina , cioè 6-13-+ 1, lungo una linea trasversale del corpo. Le scaglie in genere di questo pesce sono piuttosto piccole robuste, fortemente solcate a raggi nella parte anteriore, guarnite ai lati di strie concentriche, e coperte nella parte posteriore dinumerosi denti bassi, ottusi, che sull’ estremo orlo si trasformano in una fitta serie di denticini lunghi e puntuti.—Questi ca- ratteri si ripetono anche sulle scaglie della linea laterale, indipendentemente del solito canale, che è breve e centrale. La dorsale prende origine un po’ dietro 1’ inser- zione delle pettorali, essa è piuttosto bassa, appena Codeste punteggiature si ripetono in alcuni soggetti anche sulle scaglie del ventre. La coda/le, l’anale, e la dorsale, sono preferentemente tinte in rossigno. In alcuni esemplari travedesi una macchia azzurra O piuttosto rossigno-cupa alla base degli ultimi raggi della dorsale molle, come lo indica il D." Vinci- guerra, nel suo articolo sulla Crociera del Violante (dico pa 39. Abitazione. Il Dentex macrophthalmus vive pressoche in tutto il bacino del Mediterraneo, ma vi è molto più raro delle altre specie congeneri, a tanto che il Bellonio lo diceva quasi sconosciuto. A differenza però degli altri Dentici, esso non raggiunge mai una grande dimensione, mentre non oltrepassa in genere la lun- ghezza di 3 a 4 decim. ed il peso di 5 a 6 libbre. Stando ai ragguagli conosciuti, il Dentex macro- phthalmus venne fin'ora riscontrato: Alle Canarie (Valenc., Steind.). A S. Crux di Teneriffa (Steind.). A Cadice (Machado). A Lisbona (Brito). In Algeri (Guichenot, Bourjot). A Nizza (Risso, Moreau). A Genova (Sassi). A Napoli (Costa). A_Messina (Cocco). A Palermo e presso le isole minori (Nob.). Nell’Adriatico, a Spalato (Kolomb.). In Sicilia però, a differenza di molti altri luoghi, esso riesce assai più frequente, poichè in pochi anni ne abbiamo potuto cogliere 14, 15 esemplari di tutte le età e dimensioni. 140 , DENTEX MACROPHIHAEMUS Scheletro. Lo scheletro del Dentex Macrophthalmus presenta alcune particolarità che non si riscontrano nelle altre specie congeneri. Primieramente tutte le sue ossa sono di una sottigliezza, delicatezza, e pellucidità stra- ordinaria, quanto potrebbero esserlo quelle dei pesci Tenioidi. La colonna vertebrale consta bensi al solito di 24 vertebre, 10 delle quali addominali, e 14 cau- dali,ma le loro singole porzioni stanno fra loro come 1 a 2, Gli archi nevrali, le spinapofisi le emaspine sono tutte sottilissime, gl’interspinosi un pò dilatati come nelle altre specie.—Sul cranio le ossa frontali si mostrano brevi, alquanto convesse, più larghe, trasversalmente, ed intimamente unite coll’ 0sso Sopraoccipitale, Quest ultimo e proporzionatamente più ampio che nel ‘Dentex vulgaris; esso si pro- lunga all’ innanzi fino sopra la metà dell’ orbita, e porta sulla linea mediana un’ alta cresta rotondata, che imparte al profilo ascendente del capo Ja carat- teristica sua convessità occipitale; mentre altre 2 creste laterali più basse, appartenenti ai Parietali, si col- legano ai lati colle ossa paraoccipitali, e danno ap- poggio all’ indietro alle ossa della spalla. Il Disco sott’orbitale è molto stretto, anzi 3 volte più lungo che alto; viceversa il Pr eopercolo è molto più grande, notevolmente allargato nella parte posteriore, e com- parativamente più abbassato nella anteriore, il che permette , alla sovrastante Orbifa di occupare un maggior spazio sui lati della faccia. A cagione della brevità del muso, le ossa masali o turbinate sono bre- vissime, ed altrettanto pur brevi, i penducoli ascen- denti delle ossa intermascellari. Anche l’ apparato degli archi branchiali presenta qualche differenza. Il primo arco branchiale, anzichè essere fornito di dischetti spatuliformi, lo è di una lunga serie di aculei bacillari appuntiti, guarmti nel loro lato interno di microscopici denticini aghi- tormi. Gli archi posteriori, sono sparsi di piccoli bitorzoli o ciuffetti conici, irti di esili spine. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In.pelle: 0 *Esi 0;30;10,34; 0332; ‘0;2000,24;/0;22. In'alcool': 3. ‘Esso; 26;40:/24; 0,020. Prepar. osteolog,: 2 Schel.: O}i132; 0,240 ‘Prepar. splancnol. a secco: 1 App. branch. Id. in alcool: 1App. diger.; 1 :App..6; 1 APP. 9; Encef. Cuore. Occhi, Proporzioni riscontratinei precedenti soggetti. Lungh. tot. 0, 360; 0, 320; 0,240; 0;220. Alt. del corpo 0, 120; 0, 115; 0, 090; 0,080. Lungh. testa 0, 105; 0, 100; 0, 075; ‘0,060. Altez. testa O, 100; 0, 090; 0, 065; 0,052. Diam. occhio 0, 032; 0, 030; 0, 020; 0,015. Spaz. preorb. 0, 020; 0, 020; 0, 015; ‘0,010. Spaz. interorb.. 0, 036; ‘0, 030; @, "010; @IOITO, Lungh. pettor. 0, 090; 0, 080; 0, 060; 0,055. FAM. SPARIDI DENTEX MAROCCANUS Appendice. 1830 Dentex maroccanus, Cuv, Val., VI, p. 234. 1367 id. Steindachner, Bericht Span. u. Portugal Reise, 1.c.;.!p. 26, sp. 2, dia vigne 9 IGO Vinciguerra, Risult. Crociera Violante, P. 39; 1859 Dentex macrophthalmus var., Gùnth.,Catal.I, p. 370, SP. A completare 1° elenco dei Dentex indigeni dei mari d’Europa, mi è d’uopo segnalare ancora un’altra specie di Dentice propria delle coste Africane, molto affine al D. Macrophthalmus, che i signori Cuv. Val. registrarono sotto il nome di D. maroccanus nella loro grand’ Opera ittiologica; specie splendidamente illustrata dal D" Steindachner nel rapporto del suo viaggio scientifico in Portogallo, p. 26 (l. c.) con una‘tav. IV. fig... Evidentemente, come lo dice il Cuvier, questa specie somiglia molto al D. Macrophthalmus a tanto che il DI Gunther ne la ritenne un sinonimo. Vi- ceversa il D." Steindachner, che ne rinvenne parecchi esemplari a Cadice ed a Gibilterra, potè dimostrare ch’ essa costituisce una specie affatto distinta, In- quantoche il suo corpo è più raccorciato del D. Macrophthalmus, il profilo superiore del capo meno elevato, l’occhio meno grande, ed intermedio in di- mensione fra quello della specie preaccennata, e quello del D. vu/garis; i denti canini della mascella superiore sono bensi 4, ma molto più robusti che nel D.Macrophthalmus, mentre dietro di essi e dietro quelli della mascella inferiore sorge una piccola zona di denticini rasati. Anche in questa specie, il sottorbitale è lungo, stretto e nudo, ma proporzionatamente più alto e più breve che nel D. Macrophthalmus, Il preopercolo è pure ampio e rotondato, e largamente marginato all'indietro, margine tapezzato di esili squame. Il colore generale di questa specie di pesce è rosso-rosa pallido uniforme, bianco gialliccio al ven- tre con vivaci riflessi dorati, bianco-argentino sui dischi sottorbitale e postorbitale. Lungh. 0, 65 a 0, 90; Scagl. I. lat. 48-49. L. trasv. 10/1341. Queste ed altre particolarità differenziali indussero il D." Steindachner a ritenere questa forma di Den- tice qual specie distinta. Fin’ora questa specie non venne riscontrata nelle ‘acque marine della Sicilia, e manca al Museo Zoo-* ‘logico ‘di Palermo. €10 ita ole 00” | | 183 Si FAM. SPARIDI | I4I # 2° Sottofam. PAGRINI. | (Pagrina, Giinther, Cat. I, p. 412). ar. —— Mascelle armate anteriormente di denti conici, puntuti (o canini), ed E all'indietro di denti rotondi, mozzi o molari. . . è è INC] i PI i ] i 7 4 N pria ’ | Denti anteriori robusti, conici, | i posteriori molari disposti in due serie Gen. Pagrus, Cuv. (canini). i posteriori molari disposti in tre o più serie Gen. Chrysophrys, Cuv. 3 Generi, distinti come segue: Denti anteriori meno robusti, a $ . ar: nat RAT | . N, i posteriori molari disposti in più serie : Cuv, Val. ‘scardasso o velutati (non canini). ) p È Gen. Pagellus, | | | ota. — Non si può negare che il Genere Pagrus sia molto affine al Genere Chrrsophrys, poichè, ad onta dei | caratteri distintivi testè accennati, nelle mascelle di alcuni Pagri riscontransi rudimenti di una terza | serie di denti molari; circostanza che indusse i sigg. Steindachner e Day, a ridurre questi 2 generi | in un genere unico. Tuttavia, siccome sonovi molte specie da registrare, si nell’uno che nell’altro "a genere, e siccome nel fondo delle mascelle dei Chrysophrys. rinvengonsi alcuni grossissimi molari, ! che non esistono nei Pagrus tipici, così per maggiore precisione, ho creduto bene di conservare | entrambi i generi in questo Manuale. | È 15° Gen. (1° della sottofam. Pagrini) Pagrus, Cuv., R. A.; Cuv. Val., VI, p. 141. | lar. — Corpo robusto, elevato, alquanto compresso, coperto di scaglie mediocri, ctenoidi, finamente È cigliate; Testa robusta, breve; Guancie scagliose; Occhi mediocri; Bocca orizzontale, poco protrattile; Mascelle subeguali, armate anteriormente di parecchie paja di denti comici, 0 canini, ed ai lati ed all'indietro di grossi denti rotondati o molari, disposti in due serie; Vomere e “Palatini sdentati; Primo sottorbitale molto grande, inerme; Preopercolo non se- ghettato; Opercolo inerme; Dorsale unica, generalmente fornita di un maggior numero di raggi ossei che di raggi molli, per lo più cioè di 12 raggi ossei, talora iIlungati in D esili filamenti, capaci di essere accolti in una doccia dorsale, e di 10 molli; Anale con | 3 raggi ossei e 8 a 9 molli; Codale più o meno forcuta; 6 Raggi Branchiostegi; Ap- io pendici piloriche poche; Vescica natatoja semplice. i Cinque specie più o meno Mediterranee, distinte come segue : i Ì to. Spazio interorbitale di tinta uniforme. Pagrus vulgaris, Cuv. Val ; ||[aggi spinosi della dorsale non pro- } Spazio interorbitale contrasegnato da una macchia semi- lungati in esili fi- lunare azzurrognola. Pagrus orphus, Cuv. Val. i lamenti. i | \ Corpo attraversato da parecchie fascie rossastre Pagrus hurta, Cuv. Val. |. l'aggi spinosi della Corpo di color rosso-uniforme Pagrus Ehrenbergii, Cuv. Val. ila cati - È : Morsale prolungati Corpo attraversato da parecchie fascie rosse ed argentine pe esili filamenti, Sinamelti: Pagrus Auriga, Val. N. B.— I caratteri specifici testè indicati nelle specie del Genere Pagrus, sono evidentemente molto superficiali, e forse anche alquanto incerti; e perciò avendo avuto occasione di studiare gli esemplari posse- .duti da. questo Museo Zoologico, ho potuto notare alquante particolarità inavvertite, che potranno forse concorrere a contradistinguere meglio le singole specie. Le indicherò cogli altri caratteri specifici nelle frasi diagnostiche annesse al nome delle relative specie. 36 FAM. SPARIDI PAGRUS VULGARIS PAGRUS VULGARIS | LIEZISE O 35° Sp. (1° del Gen.) Pagrus vulgaris, Cuv., R. A.; Cuv. Val., VI, p. 142, pl. 148. | (Pagro volgare). | Car. specifici. — Corpo ovale-allungato, massiccio, molto ingrossato nella parte anteriore, attenuato nella Î posteriore, coperto di squame cigliate, piuttosto grandi; L'altezza del suo tronco stà 3 1/2 a 3 3/4 volte circa | nella lungh. totale del corpo; La lungh. del Capo stà 3 2/3 a 4 volte nella stessa misura; Testa piuttosto breve, | robusta, col profilo superiore parabolico e con una protuberanza ottusa avanti gli occhi; Muso corto, ottuso, senza veruna repentina depressione innanzi le orbite; Diametro dell’ o:chio mediocre, stà 1 2/3 a 2 volte | nello spazio preorbitale; ‘Raggi spinosi della Dorsale di mediocre con istenza, non prolungati in filamenti; Terzo raggio spinoso dorsale non più lungo del quarto; Seconda spina anale più robusta, ma puì breve i della terza; Pettorali allungate, estese fino al quarto raggio molle dell’ anale; Colore rosso volgente al roseo, uniforme, specialmente al dorso, senza macchia azzurrognola o scura nello spazio interorbitale e sul margine posteriore del Freopercolo; Fianchi rosei, con riflessi argentini; Ventre bianco-argentino. D. ‘12/10; :A,/3/8; P. 15; C.-10=20;0V. 1; Lungh. 0,300; 40: ancheroo: Squame della lin. later. 55 a 60; della lin. trasv. 20 a 22 (6/13+1 Gunth.); Ciechi pilor. 5; Vert. 24, 9/15. 1330 1835 » 1836 1840 1345 1846 Paerus'vulgaris, “Cuvio RAG po 182; id. id. Cuv. Val. iVA p-ir4235p].0148; Mattel; Brit. Fish) (G/cd.) 24608: (non descript.) I,p.102;id.(2° ed.)p.116. Jenyns, Manuel Brit. Vertebr., p.354, Sp.020. Valenciennes, in Webb et Berthel. Ca- nanges. ichtop.32: Cuvier RA allustré )pl.v34;Cfie4; mascelle. Schinz, Europ> Fauna, \IKxp135% Cocco, Ind. Pesc. Messina, mns. n.104; id,, in ediz, Facciolà (1886) p.20, sp.92. Bonapart., Catal. pesci Europ., p. 54, sp. 464. Sassi, Catalogo Pesc. Liguria, p. 389, Sproat23: Heckel, Pesci di Dalmaz. in Carrara, Descriz. .Dalmaz:, p..190. Guich.,Explor.scient.Alger.,Poiss.,n.49. White, /(Catal. Brit) Fish. po 17; Spore Van-der Hoeven, Hand-Buch Zoolog., II,-'p. 185. Hamilton, Brit. Fish. , in Jardine L.i- biary; 1;p. (174 spo3 6 0pI VM id5 Sinonsi II p.1357Spar30. Machado, Peces de Cadix, p.14 (Pargo). Gunther; (Canal: Jp. 466, Sp, I. Yarrell (3% ed.):1I,p.138, fig.; (non fig. pi 41) (Dent). Nardo, Prosp.Faun.Venet.Pesci, p.76. Gulia.Tentam.Icht.Melitens.,p.22,Sp.91. Canestrini, Catal, pesci Genvva, p. 263. Couch, in Linn. Transact., XII, p.79; id... Fish. Brit.\Islands, I, p.228: pl.sT. Perugia, Catal.Pesci Adriat.,p.12,sp.115. Brito Capello, Catal. Pesc. Portug. in Jornal Sc.nat. Math., T.I, p.253,sp.30. Steindachner, Icht. Bericht ;Span.und Portug. Reise, in Sitzb. K. Akad. Wiss. Wien (Bd SIVE 2A bihMWoct5tp9581 sp.izon(exei. isyn) pl VI tion o: 1870 ce id. Ninni, Catal. Pesc. Venet.Lagun., p.70 (a part. p. 20), sp. 109. Carruccio, Pesci raccolti Viagg. Tar- | gioni, in Atti Soc. Ital. Milano, vol. XII, | P. 24, sp. 60. Graells,Expl.cient.Depart.Ferro>ll,p.350. | Bourjot, List.Poiss.du Marc.d’Alg.,p.50. | De la Blanchére, Dict. Péches, p.569, | fig. col.; id.,'p. 404, fig. 94%(denm): Costa (A.) La Pesca nel R.Napol.,p.83. | id., I Pesci Golfo Napoli, in Ann.Min. AQ. p.r 440. Canestrini, Faun. Ital. Pesci, p. 90. Trois, Prosp. Pesci Adriat.,p.20,sp.109. Gervais et Boulart., Poiss. France, II, p. 85, pl. s4. Doderl., Prosp.Pesc.Sicil., p.38,sp.I19. Heldreich, Faun. Gréce, p. 84. Stossich, Prosp. Faun. Adriat., p. 134. Giglioli, Elenc. Pesci Itat., p.80,sp.56 (a-'past.ipi22) Day, Fish. Great Britain, I, p. 30, sp. I, pl. XI (pro parte). Gunther, Introd. Study of Fishes, p.390. Mor., Hist.nat.Poiss.France, T.III,p.40. Perugia, Elenc. Pesci Adriat., p.3,sp.29. Kolombatovic, Catal. Pesci Spalato, p.7. id., Fische gewassern v. Spalato,p.15. Reguis, Hist. nat, Vertebr. Provence, pi 214; ‘sp: so. Faber, Fisheries Adriat., p. 192,sp.86. Jordan et Gilbert, Fishes of North- America, p. 556, sp. 878. Vinciguerra, Risult. Crociera Corsaro, PSriSpo sto Kolombatov., Imenik Kraljesnjaka Dal- macje, p. 8, sp. 26. Graeffe, Seethiere Faun, Golf, Triest, Pisces in Arbeit. Zool. Stat. Triest., TONI el pa7: Kolombatovic, Catal. Vertebr. Dalmat., p. 20, Sp. 29. RE a ee an nn ng a en en fe "rg = +». Î di FAM. SPARIDI 143 Pie RIST WU. GARIS Sinonimie. MWaypog, ‘Arist.; Lib. VIII, C. 13,117. ienchan Sb PSC.17; Athen,Lib.IV,p.327: Pagrus, Plin., Lib. IX, C. 16. xs id, Bellon, Aquat., p. 251. oo cido Rondelet, V,, C.15,.p. 142 (excel. fig.). pg o id Gesner, Aquat., p. 650, fol. 25. food dov. de: Piscs, Lib. .2, C. 8, p. 149 (non fig. 1s1 est Pagel. centrodontus). 1686 id. Willughby, Icht., Lib. IV, C.XII, p.312. 1713 id. Ray, Synops pisc., p. 131. 1733 Sparus n. 4, Artedi, Gener., p. 273; Synon., p. 64, sp. XV. tyg7;id> Duhamel, Tra:tè Peches,; Part.II. Sect.IV, Capii2.1p. 29. 1788 id. Bunnaterre, Encyel.method., pl.46,fig. 186. tg01 id. Lacepede, t. IV, p. 87, sp. 5. 1766 Sparus pagrus, Lin., Syst. nat., 1,p.469,sp.I1. 1768 id. Brunnich, Icht. Massil., p. 94. | 1803 id. Shaw, Gener. Zoology, IV, p. 408. 1810 id. Risso, Icht. Nice, p. 241, sp. 9. DADad2®Rannesa., Ind. pese. Sicil., p.; 24; Sp. 157. teo id. Naccari, Ittiol. Adriat,, p. 12, sp. 38. 1824 id. Martins, Reise Wenedig, II, p. 425. 1827 id. Nardo,Proar.Icht.Venet.,p.14 var. ? sp.122. 1838 id. Trapani, Katal. Fish. Malta, p. 16. 1846 id, Plucar, Fisch-Platz z. Triest., p.57,Sp.103. » id. Gemnmaellaro (Carlo), Breve Catal. Pesci Catania, VAtti' Soc, Gioenia, Ser. II 'T.V, p. 260 (Pauru). 1851 id. Desvaux, Assai Icht. Còtes Ocean France, p. 92, Sp. 195. 1864 id. Gemmellaro (Carlo), Sagg. Ittiol. Catan., in Atti Soc. Gioen., Ser.lI, T.XIX,p.147. 1801 Sparus Argenteus, Bloch ed. Schneid., p.271. 1809 id. De la Roche, Poiss. Baleares,in Ann.Mus., Xp. (317; 1826 ‘Pagrus Pagrus, Risso, Europ. merid., III, DI ip: 360,0Sp. 1273. 1859 The Breize or Becker, Yarrell, (3* ed.) T. II, . 138 fig., et p. 141 (Vignet Denti). | Di p | 1868 he Becker, Couch, Fish.Brit.Islands, I, p.228, PIG: NOMI VOLGARI Italiani. Pagro volgare, Fagaro, Pagaro (Roma). Dentice prajo, Sparo pagro (Toscana). Canterella, Tabard (Ven., Trieste). Alboro pagnesco, Sparo d'Istria (Ven.). i ‘Pagau adentou (Genova) Sassi. . Pagau buffo, Testun (Genova) Sassi. Pagre, Padre (Nizza). | Dentice Prajo (Napoli). | Manfrone (Nap.) Costa. Prau, Prajv, ‘Prauru (Sic.). Puuru, Pagru, Paguru (Mess.). Pagra (Sardegna). PAGRUS VULGARIS Esteri. Le Pagre ordinaire. Le ‘Pagre de la Mediterranee, Pagre, Brelot, Demoisel (Fr. occid.). Pagré (Cette) Mor. Arrouson (Fr. merid.). ‘Bagre (Portvendres) Mor. Sea Bream, Breize Becker (Ingl.). Kingot, Thesca-Bream, Pandora (Ingl.). Zack Bressem (Oland.). Zach Flossen o Sack Flosser (Ted.). Der rotbliche Goldbrassen (id.). Der grosse Rothbrassen (id.). Lariet Fisch, Farben wechseer (id.). Parega, Parghi, Bezuzo (Span.). Phagros, Pargo (Portogh.). Pagara (Is. Baleari). Lamota (Guipuzcoa). Pagre (Catalon.). Pagar, ‘Pagrun, Fagaro (Illir., Dalmaz.). Payapr (Greco nod.), IHaypos Payvpios, Epvwpopapov (Greco antico). Storia. Non si può dubitare che il Pagro volgare non | fosse conosciuto dagli antichi Ittiologi, poichè le descrizioni più generali che ne diedero Rondelet, Aldrovandi, Willughby, concordano ad evidenza coi principali caratteri di questa specie; sebbene le fi- | gure annessevi, non corrispondano sempre ad essa. Ma, come nota il Cuvier, i successivi Zoologi con- fusero questa specie, ora coll’Orata, coi Pagello, ed ora col ‘Pagello occhione (Pagellus Centrodontus); le attribuirono caratteri anormali e la registrarono in elenchi di specie differenti; attalche fa d’ uopo di- scendere fino ai tempi di Brunnich e di Risso, per trovare una indicazione più esatta di codesto Pagro. Oggidi queste differenze sono pienamente composte e rettificate, ed il Pagro volgare perfettamente di- stinto anche da alquante specie congeneri affini,che fanno parte della Fauna Ittiologica del Mediterraneo. Il D." Steindachner, dopo aver istituito opportuni confronti fra alquanti esemplari del Pagrus vulgaris, e del Pagrus orphus, tratti da diverse località del Me- diterraneo , dell’ Oceano Atlantico, dalle Coste di Spagna, da Teneriffa e dalle isole Canarie, è addi- venuto nella convinzione che queste due forme di Pagri, non costituiscano che una identica specie, od almeno 2 varietà di un unico tipo.—lo non vorrò certamente contradire alle dotte investigazioni di uno dei più illustri ittiologi viventi, ed oppugnare la giustatezza delle sue argomentazioni, che considerate sotto certi punti di vista più generale, possono es- sere giustissime.—Tuttavia amo meglio, sull'esempio dei signori Cuvier, Gùnther, Moreau, e di molti altri dotti Zoologi recenti, tenere ancor distinte queste 2 specie, avvalorandole dei pochi caratteri che ioro sono propri; e ciò perchè sono convinto che distin- guendo le cose dubbie, si provvede meglio a rin- tracciarne la verità; e perchè accumulando insieme, come nel caso attuale, forme di pesci di località di- 144 PAGRUS VULGARIS verse ed anche ‘lontane, si va a rischio di confon- dere le modificazioni proprie della specie, con quelle dovute dall’ azione locale delle regioni abitate; ed infine per lasciar tempo ad altre investigazioni, che potrebbero forse condurre a più soddisfacenti risultati. Descrizione. Corpo ovale-allungato, tozzo, molto ingrossato nella parte anteriore, attenuato nella parte poste- riore, coperto di squame cigliate piuttosto grandi. L'altezza del ‘tronco è contenuta 31/2 a 30304 volte nella lunghezza totale del corpo; la Zunghezza del capo lo è 3 2/3 a 4 volte nella stessa misura, ed è pari alla propria altezza. Testa piuttosto breve ma robusta, col profilo su- periore parabolico, senza veruna depressione superiore, ima con una protuberanza ottusa avanti gli occhi. Il profilo superiore del corpo, partendo dall’ apice del muso, ascende regolarmente con curva medio- cremente convessa sino al principio della dorsale, discende quindi gradatamente con curva minore fino alla fine di questa natatoja, ove s’inflette all’imbasso, per formare la linea orizzontale del troncone della coda, ed innestarsi nella codale. Il profilo inferiore del corpo è inversamente più arcuato del superiore nella regione addominale, mentre corrisponde in- versamente colla linea di profilo superiore, lungo l’anale ed il troncone della coda, Il muso è mediocremente lungo, grosso, rotondato. La bocca breve, colle mascelle subeguali, la supe- riore soltanto lievemente più corta dell’inferiore. Il suo squarcio oltrepassa alquanto l’orlo anteriore dell’orbita;4 o 6 forti denti canini lievemente uncinati, sorgono sul davanti d’ambe le mascelle, inmediata- mente seguiti all’indietro da una breve zona di denti piccoli a scardasso; ai lati delle mascelle sonovi per parte 2 file di denti, l’esterna delle quali costituita di 5, 6 denti conici, ottusi, susseguita da altri 4, s denti rotondi o molari. Parallellamente a questa fila in ambe le mascelle ne sorge un’ altra più interna, formata da 6, 7 denti rotondati o molari, gli ultimi più grossi degli anteriori. Negli individui giovani, non esistono che queste due sole file di denti per mascella, ma negli indi- vidui molto adulti, internamente a cotali file se ne trova una terza rudimentale ed irregolare, costituita da piccoli denti conici, ottusi; mentre i denti retro- posti ai canini anteriori, anziche essere a scardasso, si trovano formati di denti puntuti, frammisti a pic- coli denti rotondati. L’ occhio è piuttosto grande, arrotondato , posto sull’alto della faccia, a poca distanza del profilo fron- tale. Il suo diametro, tuttoche variabile coll’età, si trova contenuto 3 3/4 a 4 volte circa nella lunghezza del Capo, 1 1/2 a 2 volte nello spazio preorbitale, ed 1 1/3 volte nello spazio infraorbitale. - Il sottorbitale è molto grande, romboidale, e tanto alto quanto lungo, privo di scaglie, ma coperto di FAM. SPARIDI LU <-ntsIIESICISII DINIASZIOISIDIIIIITEARSIICCINE III PAGRUS VULGARIS numerose strie e rughe longitudinali oblique. — Il preopercolo è molto alto, arrotondato all’indietro, e fornito di un largo margine posteriore, finamente striato. — Sulle guancie si contano 6 serie di scaglie fra il sottorbitale e l’angolo del preopercolo. —L’oper- colo ed il sotfopercolo insieme connessi, presentano una forma semilunare colmargine posteriore arroton- dato e leggermente ondulato. La Linea laterale è ben marcata e diretta paralle- lamente al profilo dorsale, lungo la 1/5 parte supe- riore dei lati del corpo. Essa porta 55 a 60 scaglie, mentre se ne contano 20 a 22 in una linea trasver- sale del corpo. Le scaglie del corpo del P. vulgaris sono larghe, fornite di un margine posteriore arrotondato, sul cui estremo, lembo corre un piccolo orlo di denticini mozzi, La stessa disposizione esiste anche nelle sca- glie della linea laterale, indipendentemente dal ca- nale centrale, che è ben distinto e lungo. La dorsale è ben sviluppata, lunga, e pressoche di eguale altezza, suscettibile di essere accolta, ripie- gandosi, in un solco longitudinale d-1 dorso. Essa prende origine a livello della base delle pettorali, conta 12 raggi ossei, mediocremente robusti, 707 prolungati in filamenti, e 10 molli: il 1° raggio spi- noso breve è pari alla 1/2 del secondo; i/ 3° raggio dorsale non è più lungo del 4°; il 4° ed il 5° raggio spinoso, che sono i più alti, pareggiano in lunghezza un po’ più della 1/3 parte dell’altezza del tronco. L’ A- nale sorge sotto la parte molle della dorsale, porta. 3 raggi ossei, piuttosto robusti, ed 8 molli; il primo spi- noso è breve, pari ad 1/4 del 2° questo è general- mente più grosso ma meno lungo del 3°, che è sem- pre minore del primo raggio molle. Le pettorali sono puntute e lunghe, pari in lun- ghezza ad un po’ più di 1/3 della lunghezza del corpo, mentre distese raggiungono colla punta la 3° spina caudale. Le ventrali sono quasi la 1/2 più corte delle pettorali, ma colla 1* spina assottigliata e lunga. La caudale è mediocremente forcuta, e pari in lunghezza ad 1/4 circa della lunghezza totale del corpo. Il colore del Pagro volgare è di un rosso rosa più o meno vivace sul dorso, rosso con riflessi argen- tini sui fianchi, bianco argentino sul ventre, coiore che domina anche sulle mascelle, e sul margine del preopercolo. Nella specie tipica veruna macchia azzurra o scura appare sullo spazio interorbitale e sulla spalla, è vi manca pure la macchia nera sull’orlo dell’opercolo. Negli esemplari preparati a secco però tutta la parte anteriore del muso compresovi il sottorbitale, assume un colore rosso-oscuro che manca nell’ individuo fresco. Br: 6; D. 12/10; A. 3/8; P..Ug; Co 19760 n Lungh. tot 0, 40,0; (60 taneh'e songs FAM, PAGRUS VULGARIS Abitazione. Il Pagrus vulgaris vive più o meno abbondante- | mente in tutta l’estensione del Mare Meditterraneo, poichè venne pescato lungo le coste della Turchia (Sonnini), della Grecia, della Morea (Bory S. Vincent), . dell’ Adriatico, e in tutto il littorale circondante il mar Tirreno.—Nell’Oceano Atlantico verso il settentrione (ad eccezioine delle coste del Portogallo), è in genere . poco comune, e sempre più raro sino alle contrade meridionali dell’ Inghilterra, oltre le quali non più si rinviene. Viceversa il Pagro volgare si estende con qualche frequenza nelle acque intertropicali, dell’Atlantico, poichè riesce piuttosto abbondante a Teneriffa, nelle Isole Canarie, in quelle di Capo- Verde, accedendo persino eventualmente sino alle spiagge occidentali cell’Africa, a Gorea, Stando alle indicazioni prodotte dagli Ittiologi, il Pagrus vulgaris riscontrasi. Wille”Canarie (fr.)) Steind, Lanzarota, Orotava (Lòwe, Giinther). Vigo di Teneriffa (fr.) Steind. Coste d’inghilterra (rr.) Day, Yarrell, Couch. Coste occidentali della Francia (r.). Angers (r.) Desvaux. Concarneau (accid.), Arcachon (r.) Mor. Golfo di Guascogna (rr.) Moreau. Coste del Portogallo, (piutt. fr.) Brito, Steind. Lisbona (Steind, Brito). Coste di Spagna, Cadice (p. fr.) Machado. Coste di Provenza (r.) Reguis. Cette, Nizza, Port-Vendres (r.) Moreau. Genova, Livorno, Cagliari (non comune) Giglioli Algeri (abbond.) Guichen. (r.) Bourjot. Isole Baleari, Jviza (r.) La Roche. Malta (p. fr.) Sicilia, Palermo (m. fr., comune in estate). Messina, Catania (id.) Cocco, Costa, Nob. Taranto, Napoli, (id). (id.) Adriatico (non fr.) Perugia. Venezia (r.) Ninni, Trieste, Fiume (scarso) Stossich, Faber. Dalmazia, Zara, Spalato (in estate) Kolombat. Grecia (Rondel. Heldreich). Morea (Bory); Turchia (Sonnino). Oceano Atlantico meridion. (accident.) Jordan. Gorea (Adanson). In Sicilia appare più comunemente in tempo di estate e d’ autunno, talora con individui di 0, 50, o, 60, e con soggetti mediocri e piccoli in fra l’anno. SPARIDI 145 PAGRUS VULGARIS Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In pelle: 6 Es.: 0,62; 0,61; 0,57; 0,4% 0,43; 0,36. Inialcoal:iS Es. 0, T8:00, 12:03; D, 03: bid Prepar. osteolog, 2 Schel.: 0, 63; 0, 17; 1 Teschio scomposto per confronti; Archi torac. ed addo- minali isolati. Prepar. splanolog. a secco: 1 App. dig.; 2 App. branch.; 1 Appar. branch. injettato col cuore; Tubo gastro-enter. con ciechi pilor. distesi. Id. in alcool: 1 App. branch.; App. è; App. 9; 2-Occhi. Proporzioni riscontrate nei precedenti soggetti. Lungh. tot. 0; 620,0, 570; 0, 4305 (0; 369: Alt. idel’corpo» 0, 200;:0; 190; 0; (160; 0, IIS Funghi, .iesta 0,160: 0, 150.0; 1200, 085. Altez,' testa 0, 160;40; (F50; ‘0, 420; 10) 085, Diam. Gcchio | 0,035: 0: 030; 0,025; 0, 020 Spaz.. preorb.- 0, 070;.0, 060; 0,05 530, 040. Spaz. intererb. 0,000; 0, 050;,0, 045; 0) 030 Lungh. pettor. 0, 140; 0; 130; 0, 120; 0, 095. Lungh. ventrali 0, 085: 0, 070; 0, 060; 0, 050. Lungh.'caudale 0; 100; 0, 090;/0, 080; 0, 075. Pregio alimentare. Il Pagro volgare passa in Sicilia per uno dei più squisiti pesci, massime se di notevole dimensione e pescato fra le coste rocciose od arenose. 37 FAM. SPARIDI PAGRUS ORPHUS PAG R*47S 0:RSP"RUS 36° Sp. (2° del Gen.) Pagrus orphus, Cuv. Val. VI, p. 150 (Manfrone). Car. spe@ifici — Corpe ovale, ellittico, molto grosso, convesso al dorso, leggermente appianato al ventre, | avanti l’Anale; coperto di scaglie cigliate piuttosto grandi. L'altezza del tronco è contenuta 3 a 3 1/3 ‘volte | nella lunghezza totale del Corpo; la lunghezza del Capo lo è 4 volte nella stessa misura, e questo è un po’ più lungo che alto; Testa breve, col profilo superiore parabolico, meno convesso di quello del P. vulgaris, portante | una repentina depressione superiore innanzi gli occhi. Mio molto breve; Occhi più grandi; Raggi spinosi | della dorsale di media consistenza, non prolungati in sottili filamenti. D 12|9-10; 3° raggio spinoso non | più lungo del 4°; «A 3/8;2% spina anale più robusta ma non più lunga della 3%; altimo raggio molle della — Dorsale e dell’'Anale, doppi; Colore rosco-argentino, lati e ventre più pallidi; Una grande maccchia semilu- nare nello spazio infraorbitale, un’ altra macchia bruna sulla parte inferiore del sott’orbitale; margini dello | opercolo nerastri. D: 12/9-10; A :3/8-o: P. 15; Co 17; V. 1/5; Lungh. 0,-15-0,28, Lar. 22Ciechigpilorse 1830 Pagrus orphus, Cuv. Val., p. 150, pl. 149, (ex Risso). 1836 id. Valencien., in Webb Berthel. Cana- ties. Poiss.; pi.32. 1840. : id. ‘Schinz, Europ. Fauna; p. 135. 1845 id. Cocco, Ind. Pesc. Messina, mns. p.t05; id.,, ed. 1886 (Facciolà) p. 20, sp. 93. 1846 id. Bonapart., Catal. pesci Europ., p. 54, MR SPEA03: . 1351 id. White, Catal. Brit, Fish., p. 17, sp.2. 1859 id. Yarrell, Brit. Fish. (3° ed.) p. 142, fig., et p. 143 (Denti). » id. Ginther, Catal. I, p. 467, sp. 2. 1861 id. Gulia, Tentam.Icht,Melitens.,p.22,sp.92. 1868 id. De la Blanchére, Dict. Péches, p.563. 18370 id. Graells,Expl.cient.Depart.Ferroll,p.350, 0047: 1872 id. i Faun. Ital. pesci p. 90 (ac- cenno della sp.). 1876 id. Gervais et Boulart, Poiss. France, II, ;.1 P. 96, pl. 35. 1878 id. Doderl., Prosp.Pesc.Sicil., p.38,sp.120. » id.* Heldreich,-Faun. Gréce, ‘p. (85; 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesci Ital., p.22,sp.5s7. 1881 id. Moreau, Hist. Poiss. France, p. 42. 1882 id. Reguis,Hist. nat. Provence, p.204,sp.s1. 1883 id. Faber, Fisheries Adriat., p. 192,sp.87. Sinonimie. ? Opeog Arist., Lib. V, C. 10; Lib. VIII, C. IRIS id: /Aelan. Lib VEC 18.07 Eb XTC id. ©pian, Lib ip 6. id: >Athen.sLib VID pii31s, ? Orphus, Plinius, Lib. 9, C. 16. ? Sparus Orphus, Lin., Syst. nat., p. 469, sp. 8. rid. ed Gmelin, p. 1272 sp. 8. 1d2 Lacepede; tt. INSpara6. spo id. Rafinesa., Ind; pesc. Sicil:, p. 257 n.164. (Mupa imperiali). 1826 Aurata Orphus, Riss., Hist. nat. III p.3 56,sp.267. 1768 ? Sparus Fagrus, Brunnich, Piss. Mass., PPCZA n. 6 (sec Moreau). 1859 Couch's Sea-Bream, Yarrell, II, P. 142. 1862 Sea Bream, Couch, t. I, p. 231. 1766 1788 180I 1810 Ci, n r--@t#1#@@@@@_1—__&.r_77—@——@——PÒ__’rg\o-cc 0000 nare e eee a mme: '*t--‘===<"<==; NOMI VOLGARI Italiani. Sparo Orfo, Pagro Orfo. Manfrone (Nap.). Pauru o Prau imperiali (Sic.). Pauru bastardu (Mess.) Cocco. Mupa imperiali (Rafin.). Pageu testas (Gen., Nizza). Esteri. Le Pagre orphe (Fr.). Couch’s Sea Bream (Ingl.). Machote, Mazote (Santander) (Spagna) Graells. Breca (Bilbao) Graells. ‘Pagre (Barcellona, Valenza) Graells. Cachucho (Puerto S. Maria) id. Bicicles y Macetes (Rivadeo) id. Annotazioni. È difficile conoscere cosa fosse l’opwog degli An- tichi, ed ancor meno se corrispondesse o no colle specie omonime di Linneo e dei recenti, cotanto va- ghe e contradittorie ne sono le indicazioni. Dagli Ittiologici del XVI secolo attribuivasi il nome di Orphus a due specie diverse del Mediterraneo, ad una, irriconoscibile, citata da Bellonio , che per la descrizione sembrava fosse affine allo Scaro; e adun altra, menzionata da Rondelet, che dal Cuvier venne riconosciuta corrispondente del Page/lus centrodontus. — Viceversa Linneo riteneva per Orphus una forma immaginaria, raffastellata da Artedi con caratteri di specie diverse. il Più di recente, Risso, appose il nome di Aurata | orphus ad una specie particolare di Pagro, ch’ egli | aveva riscontrato nelle acque di Nizza. Non essendo | stata aggiudicata quella denominazione a veruna specie antica, Cuvier et Valenciennes credettero bene di convalidarne l’ apposizione alla specie di Risso, alla quale affettivamente venne conservata dai re- | centi Autori, PAGRUS ORPHUS Descrizione. Mi è duopo confessare, che fra centinaja d’esem- plari del Pagrus vulgaris del Mare della Sicilia che sono passati per le mie mani, e per quelle dei va- lenti preparatori di questo Museo, pel corso di 20 e più anni, veruno di essi mi ha presentato i veri caratteri del Pagrus Orphus; eppure non v'è a du- bitare che esso non esista in questi mari, poichè ve l’hanno citato, Rafinesque, il diligentissimo Cocco, e lo segnalano pure tutto giorno, i pescatori locali sotto il volgar nome di Pauru bastardu o di Mupa imperiali. In mancanza di osservazioni personali più dirette, ho dovuto attenermi alle diligenti descri- zioni di questo pesce, prodotte da Risso, da Cuvier, da Gunther e da Moreau. Corpo ovale-ellittico, grosso, col dorso alto, convesso, ventre leggermente appianato innanzi . l’anale; coperto di scaglie cigliate piuttosto grandi. L’altezza del suo tronco è contenuta 3 a 3 1/3 nella lunghezza totale; la lunghezza del Capo lo è 4 volte nella stessa misura. IZ tronco è molto grosso, poi- chè il suo spessore si trova compreso 2 1/3 a 3 volte nell’altezza del Corpo. — Testa piuttosto breve, ge- neralmente più lunga che alta, col profilo parabo- lico, meno convesso che nel Pagrus vulgaris. Il Profilo superiore del corpo, partendo dall’ apice del Muso, ascende dapprima con curva regolare obli- qua, (un po’ più bassa che nel vulgaris) sino al- fl] l'occhio, ivi s’ inflette rapidamente in una depressio- il me preoculare che lo rende concavo, poi procede | abbastanza archeggiato sino al principio della Dor- | sale, per discendere gradatamente verso la coda ed | inserirsi nella codale come nelle altre specie con- generi. Il profilo inferiore del corpo è inversamente arcuato nella regione del ventre, ma modellato in . una particolare depressione innanzi l’anale. Il Muso, a cagione della inflessione preoculare, è | molto corto, arrotondato e quasi troncato. La Bocca è breve, leggermente obbliqua, colle il mascelle subeguali , la superiore restando solo un po’ più corta dell’inferiore. Entrambe le mascelle sono fornite sul davanti di | 406 grandi denticonici uncinati (o Canini), seguiti talora all’indietro da una piccola zona di denti a scardasso, e lateralmente da denti conici puntuti, e da denti tubercolosi od arrotondati. Questi ultimi nei giovani si trovano disposti in due fila per parte, negli adulti in gruppi più numerosi ed irregolari, L’occhio è ovale, un po” più grande che nel P. vu/- || garis, poichè misura 1/3 della lunghezza del Capo, ed un po’ meno dello spazio preorbitale, e dell’in- ‘terorbitale, che proporzionalmente è più largo che nella specie affine. Il sottorbitale è scaglioso, rettangolare, più alto ma più breve che in quest’ultima specie, coi margini festonati, e con esili rugosità e strie suila superficie. Il Preopercolo è alto, fornito di un largo margine, finmamente punteggiato, ma privo di scaglie. L’Oper- colo ha il margine posteriore leggermente scanellato FAM. SPARIDI 147 REA GIRIUÈS “ORPHEUS e protratto in una breve punta mozza. L’interoper- colo è molto allargato presso 1’ articolazione della mascella inferiore, in guisa da cuoprire sotto la gola il suo compagno, a bocca chiusa. La linea laterale è ben marcata, e di colore oscuro. La Dorsale incomìncia sopra I° inserzione delle Pettorali, porta 12 raggi ossei di media consistenza, non prolungati in filamenti, il 4° ed il 5° dei quali sono generalmente più lunghi degli altri, e 10, 11 molli. L’anale porta 3 raggi ossei, il 2° dei quali più ro- busto, ma non più lungo del 3°, e 8 a 9 raggi molli, l’ultimo dei quali, al pari di quello della dorsale, sempre doppio. Le Pettorali sono lunghe, falcifor- mi, ed estese colla loro estreniità fino al 4° raggio molle dell’anale. La Cauda/le è forcuta col lobo su- periore un po’ più allungato. Le Ventrali hannola prima spina assottigliata e lunga. Il Colore di questo pesce è roseo argentino uni- forme, un po’ più pallido sul ventre, e coi lati per- corsi da alquante linee longitudinali grigio pallide. Fra gli occhi, al di sopra degli orifici nasali, si di- segna una grande macchia semilunare azzurrognola, ed un’altra consimile alla base del sottorbitale; il margine posteriore dell’opercolo é nerastro o nero- rossastro, le guancie sono argentine, le Natatoje di color roseo, le ventrali di color lilà. Abitazione. Isole Canarie (Valencien, Ginther). Polpero (in Cornovaglia) Yarrell, Couch, Gunther. Golfo di Guascogna (rr.) Moreau. Oceano Atlantico (piuttosto abbondante ?) Graells. Arcachon (in agosto) Moreau. Tolone (r.) Moreau. Nizza (r.) Risso, Cuvier, Moreau. Coste di Spagna (fr.) Graells. Malta (r.) Gulia. Napoli, Livorno (m. tr.) Giglioli. Sicilia (r.) Rafinesq. Messina (r.) Cocco. Adriatico (r.) Faber. Fiume (r.) id. Il Pagro orfo abita generalmente le grandi profon- dità. Prolifica in estate, e si lascia cogliere per lo più in alto mare e presso spiagge arenose irte di scogli. Proporzioni sec. Moreau. Lungh. tot. O, 170: Alt. tronco 0: 052: Grossezza 0022: Lungh. testa 0, 045. Alt. testa OOI: Diam. occhi. 0, OI4. Pregio alimentare. Si ritiene che in date epoche la carne di questo pesce sia velenosa (Moreau). Manca alla Collezione Ittiologica del Museo di Palermo. “- PA GRDS- HIPSRSTA ee ‘‘#Pnccoe>a@ruesti FAM. SPARIDI CoA Mii PAGRUS HURTA 37° Sp. (3° del Gen.) Pagrus hurta, Cuv. Val., VI, p. 152. ‘Pagro fasciato o Ravella. Car. specifici. — Corpo ovale, alto, convesso all’ occipite e al dorso; coperto di scaglie cigliate mediocri; || L’ altezza del tronco stà 2 3/4 a 3 volte nella lunghezza totale; La lunghezza del Capo 3 3/4 a 4 volte nella | stessa misura; Testa breve, alta, col profilo molto arcuato, ma senza veruno affossamento preoculare; Muso | breve, declive, quasi verticale; Occhio mediocre; Bocca brevissima, orizzontale, 4 Denti anteriori conici per mascella e 2 fila di piccoli denti conici, ottusi, e rotondati ai luti; Raggi ossei della dorsale molto robusti, non | prolungati in filamenti; D 12/9; A 3/7-8 gli ultimi doppi, 3° e 4° raggio dorsale più allungati, 2° raggio osseo dell’Anale più grosso e più lungo del 3% Colore rossigno con riflessi argentei, e talora con larghe fascie rossigne verticali sui lati, D. 12/9; A. 2/7-8; Pet. 16;C. -17;.V. 1/5; Lin, dat. 52; L.trasv. 24 Lunob iena: 1820 Pagrus hurta, Cuv. Mal. VI, p. 152. Ig4O. < id. Schinz, Cuv,, Fan. IL*p- 130: 1846 id. Bonaparte, Catal. Pesc. Europ., p. 51, sp. 462. 1857 id. Machado, Peces Cadix, p. 14. 1859 id; Gunther, Cat. Ip. 465, (sp. desides rata in nota), sp. I. 1870... id.» Graells, Explor. cient. Depart, Ferrol, p. 350. 1872 id. Canestrini Faun. Ital. Pesci, p. 90 (ac- cennata). 1878 id. Doderlein, Prosp. Pesci Sicil., p. 38, Sp. 12I (mancante). 1881, id. Moreau, Hist. nat. Poiss. France II, P. 44, (accennata). Sinonimie. 1754 Sparus hurta, Lin., Mus. Adolf, Frider, II, p.73. 1766 id. Linn. Syst. nat. I, p. 469, sp. 9. 1788. id. id. ed edit. Gmelin, p. 1272, sp. 0. 1801 id, Bloch, edit. Scheind., p. 273, Sp. ds » id. Laceped, IV, p.28,sp. 8,etp.86,sp.3. 1810 id. Risso, Icht. Nice, p. 255, sp. 25. 1326 Auratahurta, Risso, Eur., Merid., D- 359; 5271. 1854 Tynedus torvus, Gronov. Syst. ed. Gray,p. 54, Spi 2. NOMI VOLGARI Italiani. Pagro hurta, o fasciato, Ravella, (Genova) Risso. Esteri. Le Pagre hurta (Fr.). La Lota 0 Sama (Cadice) Machado. Pausa (in Galicia, Asturia) Graells. Annotazioni. Questa specie è stata riscontrata da Risso nelle || acque di Nizza. — Per molti Autori però essa è una specie dubbia. Ginther di fatto la registra in nota |{l fra le specie desiderate (1. c.). Canestrini l’accenna | soltanto nella Fauna Italica. — lo ebbi la fortuna || di riceverne un bellissimo esemplare dal signor Cri-_ || stoforo Bellotti, da esso stesso determinato per Pa-- grus hurta. Dietro il quale ho potuto: formolare i caratteri distintivi della specie. — Essa appartiene |IMl: evidentemente alla sezione dei Pagri a raggi ossei della dorsale allungati, ma non prolungati in esili |l filamenti. Non per tanto io non potrei assicurare | che essa non costituisca una varietà, forse giovine, del Pagrus «Anriga delle Canarie, a raggi dorsali Il | evidentemente prolungati in filamenti, la quale come l’ hurta ha il corpo attraversato da larghe fascie || rossastre. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In Pelle: 1. Es.: 0, 42. Propozioni del sudetto. Lungh. tot. O; 420: Alt. Corpo O 150: Gros. Corpo O, 055. Lungh. testa OSIO: Alt. testa O, 130. Diam. occhi O; 025. Spaz. preorb. O, 050. id. interorb. O, 040. Lungh. 3°raggio dorsale 0, 060. id. 4°raggio dorsale 0, 050 id. ‘Pettorali O, 120; id. Ventrali o, 060. id. Caudale. O, 075. PAGRUS HURTA Descrizione. Corpo ovale, rastremato, alto, mediocremente compresso, colla regione occipitale e dorsale molto inarcata, coperto di scaglie ctenoidi, cigliate, di me- dia dimensione; l’ altezza del tronco è contenuta 2 3/4 a 3 volte circa, nella lunghezza totale del corpo. La lunghezza della testa lo è 3 3/4 a 4 volte nella stessa misura. La testa è proporzionatamente breve, alta, col profilo superiore molto inarcato, senza veruna repentina inflessione preoculare; Muso brevissimo, declive, quasi verticale; Bocca brevissima, orizzontale, colle mascelle subeguali; la sua aper- tura non raggiunge il margine anteriore dell’ or- bita. Entrambe le mascelle portano sul davanti 4 | denti conici, uncinati (Canini), di mediocre grossezza, seguiti immediatamente da una breve zona di pic- coli denti a scardasso ed ai lati da 2 fila di denti conici, ottusi, e di piccoli denti rotondati, (molari); Occhi mediocri, roiondi, posti sull’alto della faccia, col diametro pari ad 1/4 della lunghezza del capo ed alla 1/2 dello spazio preorbitale. — Sott’orbitale quadrangolare, alto, ristretto ai lati, coila superficie striata verticalmente, e coi margini subrotondati e lisci. Preopercolo molto stretto, fornito di un largo mar- gine rotondato, esilmente striato. Opercolo ben svi- luppato, col margine posteriore ondulato, e termi- nato in un breve angolo mozzo. Raggi ossei della dorsale e dell’anale molto grossi, non prolungati in esili filamenti. —Nella Dorsale so- novi 12 raggi ossei e 9 molli, l’ultimo doppio; il 1° raggio osseo della dorsale è mediocremente lungo, pari alla 1/2 del 2°; il 3° raggio osseo è alquanto allungato, e quasi eguale ad 1/3 dell’ altezza del corpo, ed alla 1/2 circa della lunghezza del Capo; il4° raggio è un poco minore del 3°; il 5°, il 6°, e 7° sono ancor più brevi, puntuti e gradatamente decrescenti sino all’ultimo, o 12°, che è un po’ più corto del 1° raggio molle. —L’Anale porta 3 raggi ossei e 7 molli, l’ultimo doppio; il 2° suo raggio osseo è più grosso e più lungo del 3°. Le Pettorali sono lunghe, e pari quasi a 1/4 della lunghezza del Corpo. Le ventrali attingono alla 1/2 della lunghezza | delle Pettorali, colla prima spina assottigliata e lunga. La Caudale è smarginata, flabelliforme, e compresa Ss volte neila lunghezza del Corpo. La linea laterale è ben marcata, parallella al pro- filo superiore del dorso; porta 52 scaglie, mentre | Se ne contano 24 circa, in una linea trasversale del Corpo. i Le scaglie del Corpo di questo pesce sono di i media dimensione, subquadrangolari, fornite ai lati di strie concentriche di accrescimento, di solchi ra- diati nella parte anteriore, e di una do ppia e stretta fila di denticini ottusi sul margine della parte po- Steriore. iz, Il colore del Corpo è rossigno con riflessi iri- i descenti dorati; rossigno con riflessi argentini ai lati, e con una tinta ancor più pallida al ventre. ———»—.-.-...-..-.-- rt =%%x%%%%%— FAM. SPARIDI PAGRUS HURTA Una serie di 8, 10 linee longitudinali più o meno marcate, ne percorre in lungo i fianchi, mentre al- quante larghe fascie verticali rossigne, ne attra- versano i lati dall’ alto al basso. Veruna macchia azzurrognola esiste nella regione interoculare e sui margini dei pezzi opercolari, Ne consegue da ciò, che il P. hurta differisce dalle altre specie congeneri: per la brevità e la maggiore inflessione verticale del Muso; per la fronte e l’occipite più archeggiati; per l’eccezionale robustezza dei raggi ossei delle natatoje; per l’ al- lungamento di alcuni raggi spinosi della dorsale, senza che questi si conformino in esili filamenti; per essere il 2° raggio osseo della sua anale più ro- busto e più lungo del 3°; e finalmente per la presenza di alquante fascie rossastre trasversali sul Corpo. Distribuzione geografica. Il Pagrus hurta non è stato ritrovato fin’ora che nel Mediterraneo, e presso le coste occidentali della Spagna e del Portogallo; 1’ esemplare favoritomi dal D." Bellotti proveniva dal mare delle Canarie: il che mi conferma vieppiù nel sospetto che esso possa costituire una varietà non adulta del Pagrus Auriga. Di fatto Linneo lo dice senza più indigeno del Mediterraneo, cosa confermata da Bloch e da La- cepede. Cuvier ripetè l’indicazione data da Linneo, correggendo solo alcune inesattezze nella enumera- zione dei raggi della Dorsale. Risso lo trovò nelle acque di Nizza; Machado lo cita vivente presso le Coste Sud-Est di Cadice; Graells, presso quelle della Galicia e dell’Asturia in Ispagna; il DL” Bellotti me lo indica dal Mare delle Canarie; e ciò è tutto quanto si conosce fin’ora intorno l’abitazione di questa spe- cie di Pagro, Nel Mediterraneo esso è di passaggio, ed appare in Primavera (Risso). 150 FAM. SPARIDI PAGRUS EHRENBERGII PAGRUS- E HR'ENBERIAI 38° Sp. (4° del Gen.) Pagrus Ehrenbergii, Cuv. Val., VI, p. 155. (‘Pagro dell’ Ehrenberg.). Car. specifici — Corpo ovale, allungato, mediocremente compresso, vestito di scaglie cigliate mediocri; | L'altezza del tronco sta 3 a 3 1/2 volte nella lunghezza totale del corpo; la lunghezza del Capo sta 4 1/2 volte nella stessa misura, restando questo un po’ più alto che lungo; Testa proporzionatamente breve, elevata, col profilo frontale un poco più alto e più arcuato che nel P. vulgaris; Muso breve, ottuso, meno recumbente di quello del P., hurta, ma più declive che nel P. vulgaris; ‘Raggi della Dorsale 12/10; i 2 primi raggi ossei corlissimi appena prominenti fra le scaglie; il 3°, il. 4°, il 5° allungati, filiformi; di questi il 3° pareggia în lunghezza i 3/4 e più dell'altezza del Corpo; Anale con 3/9 raggi, l’ultimo doppio, e col 2° raggio osseo al- trettanto robusto o lungo quanto il 3°; Corpo di colore rossastro, sparso sul dorso di molte piccole macchie | azzurrognole. D.. 12/10;'A;3/g Pr. 17; Vocris. Lala 50-54 Livertan6=10: 1830 Pagrus Ehbrenbergii, Cuv. Val., VI, p. 155. | tannico, altri 2 adulti, sec. Steind., nel Museo Imp. 1859 id. Gunther, Catal. I, pi 471,‘sp. 9. di Vienna, ed alquanti giovani campioni, riportati dal 1879 id. Doderlein, Comparsa del P. ehrenbergii | Geoffroy, nel Jardin del Plantes di Parigi. nel Mar di Sicil,, in Giorn. Sc.nat. Econ. Noi, più fortunati degli altri ittiologi, potemmo Pal. vol.XIV, p.112, con 3 tav.fotogr. | riscontrare n el Mare della Sicilia, 4 magnifici esem- 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesci Ital., p. 22, sp. 59. | plari adulti è e ®; Tre dei quali, dai valenti pre- 1881 id. Doderl., Rivista Faun. Sic. Vertebr. | paratori del Museo, vennero montati a secco, ed il 4°. Pesci,.«p. 28. preparato a scheletro; dai quali esemplari potem- 1882 id. Steindachner, Beitrig.z. Kenntnis Fisch. | mo altresì ritrarre per le collezioni del Museo, l’Ap- Afrikas, in XLV, Bd. Dentschr.K.Akad. | parato branchiale, il digerente, il riproduttivo, ed. |l Wiss. Wien. p. 4, tab. V, fig. 6°. » id. Kolombatov., Aggiunte al Catal, Ver- tebrat.: Dalmaz.: Peset pp. 57. 1886 id. id, Imenik. Kraljesnjaka, Dalmacie, pi $, Sp. 20, (-Pagor, ‘perijas): 1888. id. “id. Catal. Verteb. Dalm., p. 20; sp.30. alcuni organi dai sensi. La cattura dei 2 primi esemplari, io l’ annunziai alla Soc. delle Sc. Nat. economiche di Palermo nella seduta 10 luglio 1879 con una comunicazione, ri- prodotta nel Bullettino n. 14 della stessa Società, inonimie. i PAMORIANIo 3 tavole fotografate.— Successivamente nel 1882 il 1775 Sparus spinifer, Forskal, Desc. Anima. in Itin. Orient., p. 32, (nec Gmelin). NOMI VOLGARI Pagro dell’ Ehrenberg. Pauru imperiali, (Sicil.) Nob. Le Pagre d’ Ehrenberg. Didiadj, (Arab). Pagar perlias (Illiric.). sulle Coste di Sennegambia,ch’egli descrisse nella sua Mem. sui Pesci d’Africa (1. c.) e finalmente, anche più di recente il D." Kolombatovic ne rinvenne al- cuni soggetti nelle acque di Spalato in Dalmazia. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In Pelle: 3 Es.:70,-607/0,156 054 Prep Ostel=r1:Schsoriso Annotazioni. Prep. splancnolog. a secco: 1 App. branch. Il Pagrus Ebrenbergii è una specie di Pesce pro- a Cic00 52. App. diger.; 2 App. Gg L'APPEARE pria delle regioni orientali del Mediterraneo. Essa RIE ; Ù venne per primo avvertita da Forskal (1. c.) sulle Propozioni degli esempl. sudetti. coste della. Siria, che non per tanto la confuse col Lungh. tot. ©; 600; 0} 580% Osio, Pagrus spinifer Forsk,specie indigena del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano. Geoffroy S. Hilaire, reduce del suo viaggio in Egitto, ne riportò alquanti esem- plari giovani al Museo Zoologico di Parigi; ma l'onore d’aver pel primo distinta questa specie dalle altre affini, spetta ad Ehrenberg, perlochè i signori Cuvier e Valenc. nel descriverla nella loro Opera Ittiologica, la dedicarono al nome dell’illustre Prus- siano. Codesta specie è tuttavia assai rara nelle colle- zioni Ittiologiche d'Europa, poichè, a quanto ne di- cono gli Autori, non ne esistono che 2 soli sog- getti (uno dei quali anzi imperfetto) nel Museo Bri- Alt. del corpo 200; 0, 180;+0N 170! O, Lungh. testa O, 140; 07- 130 O M120: Altez. testa O,: 155;/O; ISO \O/I4O: Diam. occhio 0; 025; 0; 023; {0 MW020! 0, 070; 0, 065; 0, 060. Spaz. interorb. 0j 0$oÌ 0,045: 0; (040! Lungh. pettor. O, 150; O, ‘45; O, I40. id. ventrali 0, 100; 0, 090; 0, 080. id caudale 0, 150; O, 140; O, 120. id.‘ ‘3®rag. dors. 0, TI60: 0, (ION Mie? id . 4° ragidors: 05 149; ‘0; To; @, 00! id. s°rag; dots. 0; 090} 0, ‘060; 9, 050: id. 6°rag.dors. 0, 080; 0, 050: 0, 040. Spaz. preorb. e poco dopo con una memoria inserita nel Gior- || nale della Società sudetta, T. XIV, p. 122,con || DL Steindachner ie ebbe alcuni esemplari da Gorea || PAGRUSSERRENBERGII FAM. SPARIDI Descrizione. Il Pagrus Ebrenbergii appartiene al gruppo, già contradistinto da Ginther, dei Pagri a raggi dorsali prolungati in esili filamenti. Fra le numerose specie inscritte in questa sezione, il P. stilifer del Mar Rosso, è quella che maggiormente si approssima per caratteri alla specie attuale; dalla quale però diffe- risce per la diversa proporzione del corpo, della testa, per Ja diversa lunghezza dei raggi filamentosi, per la particolare disposizione dei denti molari, e perchè esso rappresenta nel Mediterraneo e nell’ At- lantico la corrispondente sezione dei Pagri a lunghi filamenti dorsali, che vivono nei Mari Orientali del globo terrestre. Complessivamente considerato il P. Ehbrenbergii ha di fatto il corpo di forma ovale-allungata , me- diocremente compresso, la festa proporzionatamente breve , la fronte arcuata , il muso corto, ottuso, ia bocca breve, e le mascelle subeguali.—Il suo tronco, che è comparativamente più alto nella regione pet- torale, decresce a grado a grado verso la coda per terminare in una ampia caudale biforcata , a lobi affilati ed eguali; mentre il suo profilo anteriore di- scende dalla dorsale verso l’apice del muso, seguendo una curva regolare obliqua fino al livello degli occhi, oltre il qual punto procede quasi rettilineo fino al- l’apice del muso, abbassandosi con una inclinazione alquanto più rapida che nel P. vulgaris e meno verticale che nel P. hurta. L’ altezza massima del tronco negli esemplari del Museo, cade fra la 3*, e la 48 spina dorsale, im- mediatamente dietro l’origine delle pettorali. Questa altezza però varia alquanto nei singoli individui, tro- vandosi compresa in essi 3, a 3 volte e 1/2 nella lunghezza totale del corpo; mentre la lunghezza del capo resta contenuta 4 a 4 1/2 volte nella stessa misura, coll’altezza alquanto maggiore della rispet- tiva lunghezza. La bocca, come si disse, è breve, orizzontale, poi- chè il suo squarcio oltrepassa appena il margine anteriore dell’orbita. — Le mascelle sono pressoche eguali; l’intermascellare è robusto, ma corto, lieve- mente arcuato, e munito di un lungo processo po- | steriore internasale ; il mascellare è piano, liscio ai lati, notevolmente smarginato sul davanti nel punto ove si articola coll’intermascellare, e viceversa for- nito posteriormente di una larga apofisi discendente, arcuata, destinata ad accogliere l’ estremità poste- riore dell’ intermascellare; ma gran parte della sua superficie anteriore, si trova coperta, a bocca chiusa, dal lembo inferiore del sovrastante osso sott’ orbi- tale—Le ossa nasali sono lunghe, tubulose, e pro- tratte quasi fino all’ apice della mascella superiore. L’apparato dentario di questa specie di Pagro si compone, come nella massima parte delle specie congeneri, di 4 o 6 denti conici o canini alquanto. ricurvi, sorgenti nella parte anteriore di entrambe le mascelle, susseguiti immediatamente da un pic- colo gruppo di denti granellosi minuti; e nelle parti laterale e posteriore da un vario numero di denti rotondati, disposti in 2 principali serie per lato. Talora negli individui molto adulti, un rudimento di una terza serie di denticini esilli e granellosi appare nella bocca, internamente alle due serie più esterne. Esaminando però più accuratamente l’apparato den- tario dell’attuale specie, si rimarca qualche differenza fra Je due mascelle. Nelia mascella inferiore il numero dei denti ricurvi è generalmente di 6, i centrali dei quali, sempre più piccoli ed esili degli esterni. La serie esterna dei laterali inoltre è costituita da 9 a II denti rotondati, pressoche di uniforme dimen- sione, ma col centro apicale leggermente appuntito; di questi gli anteriori delle fila sono più grossetti dei posteriori. La serie laterale interna incomincia del pari sul davanti con 4, 5 dentini rotondi, pic- coli, cui succedono altri 4, 5 più grossi, ed a questi. ultimi altri 5, o 6 denti rotondi di media dimensione, ma decrescenti in grossezza dal primo all’ ultimo, verso la commisura orale. — Nella mascella supe- riore, la fila esterna dei denti laterali è costituita sul davanti da 5, 6 piccoli denti conici, leggermente appuntiti, e posteriormente da altri s, 6 denti ar- rotondati più grossetti; e la fila interna, aoterior- mente da alquanti denti rotondati di media dimen- sione, e posteriormente da 4, 5 denti più grossi non solo di queste fila, ma di tutti gli altri denti delle mascelle. — Nella estrema parte però della commi- sura orale, evvi quasi sempre un piccolo gruppo irregolare di 5, 6 piccoli denticini rotondati. L’ occhio, nell’ attuale specie, occupa l’ alto deila faccia, a poca distanza dal profilo superiore del capo. Ha una forma alquanto ovale, ed è proporzi onata- mente un po’ minore di quello del ‘P. vulgaris, poichè il suo diametro, entra per 4 a 4 1/2 volte nella lunghezza del Capo, quasi 3 volte nello spazio preorbitale , e per un po’ meno di 2 volte nello spazio interorbitale. Il primo osso sottorbitale è grande di forma qua- drilatera, più alto che largo, a superficie liscia, se- gnata soltanto da irregolari rughe e punteggiature superficiali. Le susseguenti piccole ossa sott’orbitali formano una ristretta cinta sotto l’ orbita, dalla quale sporge inferiormente sul lato interno, una la- mina orizzontal: concava o cocleariforme, destinata a sostenere il bulbo dell’occhio, lamina che a sua volta si connette coll’ endopterigoideo mercè un processo a forma d’arco. Quanto alle ossa componenti l’ apparato operco- lare, si può notare che il preopercolo è 3 volte più alto che largo; esso ha un margine posteriore molto esteso e rotondato, colla superficie percorsa da leg- gere strie radianti; mentre la sua porzione anteriore si trova afforzata da una valida cresta verticale pa- ralella al margine posteriore dell’ osso, nella quale si schiudono i canali mucipari e parecchi distinti fori. L’opercolo è pure allungato, di forma triangolare, | il | | | ] —__———————————__—_————————————&_y8y < PYAKGRIUCSTERIHIRIE:NIB:E'RIGARI ed alquanto sinuoso e frastagliato nel suo lembo posteriore. Esso è del pari limitato all’ avanti da una sottile cresta ossea obliqua, che convergendo col margine posteriore si conforma all’ imbasso in una lunga punta ottusa. Il sottopercolo è quasi ver- ticalmente disposto dietro 1° opercolo , di mediocre larghezza e a lembo posteriore rettilineo. I dischi interopercolari hanno il margine inferiore arroton- dato, e notevolmente dilatato, attalche in posizione naturale essi vicendevolmente si sovrappongono in parte nella regione jugulare, occuitando quasi com- pletamente il sottostante apparato joideo , ed i 6 raggi branchiostegi che vi sono annessi. Le mnatatoje di questo pesce offrono il seguente notamento : rir/m0:vA:73(; Piro Co Vano. L’unica sua dorsale, come si vede, componesi di 12 raggi ossei di mediocre consistenza e di 10 molli od articolati. Essa sorge alquanto dietro la base delle pettorali, e si stende fino ai 2/3 della lunghezza to- tale del pesce. I suoi 2 primi raggi spinosi sono cor- tissimi, ma tuttavia abbastanza sviluppati da spor- gere fra le scaglie del dorso; in guisa che essi rie- scono specificamente più corti non solo di quelli del P. vulgaris e del ‘P. orphus, ma anche di quelli degli affinissimi P, spinifers Forsk, P. auriga, Val., P. flamentosus, Cuv. Val. i Il 3° raggio spinoso si trova protratto in un lungo sottile e pieghevole filamento, che uguaglia in lunghezza i 3/4 dell’ altezza del corpo, e che ri- piegato posteriormente raggiunge anche il 1° raggio molle della dorsale in taluni esemplari adulti e ben conservati ; il 4° raggio è del pari prolungato in sottile filamento, ma più breve di 1/3 del precedente; il 5° ed il 6° sono gradatamente più corti, ma sem- pre alquanto pieghevoli; gli altri 6 restano per lo contrario spinosi, rigidi, appuntiti, però tutti grada- tamente decrescenti in lunghezza sino al penultimo od undecimo che è il più corto, e che attinge ap- pena alla metà del 4° spinoso, ed ai 4/5 del primo raggio molle. I successivi raggi molli non sono molto elevati, e presi insieme impartono una breve convessità al margine superiore della natatoja. L’anale sorge di fronte al 1° raggio molle della dorsale, e termina a livello dell’ultimo raggio molle di questa. La sua prima spina è breve, più esile di quella del P. vulgaris, mentre i susseguenti due raggi spinosi, abbastanza robusti, riescono subeguali fra loro in lunghezza ed in grossezza. Le pettorali di questo Pagro constano di 16 raggi articolati. Esse sono lunghissime, lanceolate, falci- formi, a raggi superiori ed inferiori più allun- gati, e pari in lunghezza alla 4° parte e più della lunghezza totale del pesce. Le ventrali sono 1/3 meno lunghe delle pettorali, ma la loro spina è ba- stantemente lunga e sottile. La coda/e è forcuta, fla- FAM. SPARIDI | i ‘ PAGRUS EHRENBERGII belliforme, pari in lunghezza alla 5* parte della lunghezza del corpo, coi lobi eguali ed affilati al- l’estremità. Questi pesci hanno il corpo coperto di scaglie ctenoidi di mediocre grandezza, più alte che larghe, col margine posteriore liscio, rotondato, e guarnito di numerosi denticini mozzi, e colla superficie laterale segnata di strie concentriche d’ accrescimento, La dimensione di queste scaglie è pressoche uguale nelle varie regioni del corpo, tranne che nella re- gione della nuca, delle guancie e della coda ove le scaglie sono più piccole e più fittamente accavalcate fra loro; mentre la fronte, il muso, le mascelle ed i pezzi sottopercolari riescono affatto lisci. La linea laterale è tracciata un po’ più sopra il 1/4 superiore del tronco, essa procede parallela- mente alla curva del dorso, senza però percorrere la linea mediana della coda. Generalmente si con- tano so a 54 scaglie lungo questa linea; 16, 17 in senso verticale nel punto più alto del tronco; e circa 6, 7 scaglie sulle guancie, fra l’ angolo del sottorbitale, ed il margine posteriore del preopercolo. Il Pagro dell’Ehrenberg allo stato fresco presenta una leggiera tinta rosea uniforme, alquanto più ca- rica sul dorso e sul capo, e volgente all’argentino nelle parti inferiori del corpo, coi fianchi tempestati per lungo da parecchie piccole macchie azzurre di- sposte in 5,6 serie irregolari, parallele. Le sue na- iatoje offrono tutte la stessa tinta, ma la dorsale è ancor più sbiadita del tronco. Il Pagrus Ehrenbergii adunque differisce dalle altre specie affini, per le proporzioni e la forma più al- lungata del corpo; pel gd del capo più arcuato che nel P. vulgaris, pelfnuso breve più recombente, per i primi raggi ossei cortissimi appena promi- nenti; per il 3°, 4°, 5° raggi spinosi dorsali allungati in sottili filamenti che pareggiano quasi in lunghezza I altezza del corpo, per il 2° ed il 3° raggio osseo dell’anale di eguale grossezza e lunghezza, per il color rosso uniforme del corpo, tempestato da pic- colc macchie azzurre, ‘nfàncandovi le fascie verticali rossastre sul corpo, e finalmente per qualche diffe- renza nel numero dei raggi delle natatoje. Distribuzione geografica. Giusta le indicazioni degli Autori, ed in partico- lare del D." Steindachner, questa specie venne fin’ora riscontrata : Sulle Coste della Senegambia a Gorea, a Sherboro; su quelle dell'Egitto e della Siria, nelle Acque delle Isole Canarie, d’onde, a quanto narra il D.' Bellotti, viene talora spedita in ghiaccio a Marsiglia, a Nizza, a Genova, e finalmente nei mari della Sicilia. Sq Pil a DL Ni | “ nes nel Mare delle Canarie, dal Guichenot sulle coste | di Algeri e dal Reverendo D. Lòwe ad Orotava presso Teneriffa.——Il D Steindachner ne ebbe pure | seo Zool. Imp. di Vienna. . bito fortemente che essa possa essere identica del || P.hurta, o del P. Ebrenbergii, Tuttavia per non la- | sciare incompleta la monografia dei Pagri che vi- | vono nel Mediterraneo , ne presento qui la descri- zione, desumendola dalle dotte annotazioni relative Mr: del Valenciennes, del Guichenot, del Gunther e del af, D n a x '. FAM. SPARIDI PAGRUS AURIGA PAGRUS AURIGA 39° Sp. (5° del Gen.) Pagrus auriga, Valenc. (Pagro cocchiere). Car. specifici. — Corpo ovale, alto, poco allungato, mediocremente compresso, coperto di scaglie cigliate . mediocri; La maggiore altezza del tronco, che cade a livello della 6*% spina dorsale, si trova contenuta 2 2] 3 od un po’ più di 2 3/4 volte nella lungh. tot. del corpo (Steind.); la lungh. del Capo lo é 4 a 4 1/2 volte nella Stessa misura, restando cotale lungh. eguale alla rispettiva altexza; La testa é proporzionatamente breve, el.- vata; il Muso corto, ottuso; il Profilo superiore più rapidamente declive che nel P. Ebrenbergii; Dei raggi osset della Dorsale i 2 primi sono corti, ma un po’ più alti ch» nella specie precedente, il 3° ed il 4° raggio | spinoso sono lunghi, filiformi, e pari în lunghezza ai 3/5 dell'altezza del Corpo; V Anale ha 3 raggi ossei ed 8 molli; il 2° ed il 3° degli spinosi sono di eguale lunghezza e grossezza; il colore del Corpo é rossigno, coi fianchi argentini attraversati da larghe fascie alternanti rossigne. Diari Sapore Cio Wi T/s Lytot.. O, 21,.0% 23: 1836 Pagrus auriga, Valenc., in Webb. et Ber- thelot, Hist. nat. Canaries Poiss., p.34. Descrizione. | 1850 id. Guichenot, Explor. scient. Alger.Poiss., pi89- pl 4, fig. I. Il Pagrus auriga ha un corpo ovale piuttosto ra- | 1859 igeziGupihervCatal. cip. 471,Sp, S. stremato, alto, mediocremente compresso, coperto 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesci Ital., p. 22, sp. 58 | di scaglie cigliate di media dimensione. La mag- (sp. sconosciuta). giore altezza del tronco, che cade a livello della 6° 1881 id, Steindachner, Beitràg.z. Kenntnis Fisch, | spina dorsale, si trova contenuta, un p» più di 3 Afrikas, in XLIV, Bd.Dentschr.K.Akad. | volte (Ginth.), 2 2/3 0 un po’ più di 2 3/4 (Steind.), Wiss. Wien., p. 40. nella lunghezza totale del pesce. La festa, piuttosto 18582 igeido ibid, XEV Bd Dentschr.,p. 3, | ‘breve, ‘elevata ; si trova -compresa 4.a 4 1/2 volte taf.IV-.fi0,,72; nella stessa misura. Il profilo superiore del suo corpo ascende con regolare ed alta curva fino al principio Sinonimie. della dorsale, più rapidamente che nel P. Ehrenbergii; mentre-ili7450 “riesce più declive chè. in esso | 1836 ? Pagrus Bertheloti, Valenc., in Webb. et Ber forse pari a quello del P, hurta. L'occhio è mediocre, ovale, poco discosto dall’ar- cata frontale, e più vicino al margine posteriore NOMI VOLGARI dell’opercolo che dell’apice del muso. Il suo diametro è contenuto 3 1/2 volte (Val.), 3 2/5 volte (Steind.), thel. Canaries Poiss., p. 33. il Pagro cocchiere. nella lunghezza del Capo. La larghezza della fronte — postiglione. stà 22/5, quasi 3 volte, nella stessa misura, e 3 3/4 Pagre cocher (Fr.). volte l’altezza del sotforbitale; 7 a 9 serie di squame À s' interpongono sulle guancie, fra il sottorbitale e Annotazioni. l’angolo del preopercolo. - La bocca è mediocre; le mascelle sono subeguali. Il Pagrus auriga venne riscontrato da Valencien- | Nella mascella superiore sonovi sul davanti 4 grossi denti canini, e 6 nella mascella inferiore, i mediani sempre più esili degli esterni. Questi denti sono im- mediatamente seguiti all’indietro da una piccola zona di denti minuti a scardasso, ed ai lati da 2 serie di denti rotondati mozzi, o molari. Di questi ultimi, la alquanti soggetti da Gorea, e dalle Canarie pel Mu- Non conosco punto codesta specie, ed anzi du- | serie esterna è costituita da denti compressi, ed al- quanto più alti di quelli della serie interna, che vi- ceversa, sono più rotondati e grossi. La stessa di- sposizione si osserva presso a poco nella mascella opposta. La dorsale, in questa specie, sorge dietro la base delle pettorali; porta in regola 11 raggi ossei, raro 12; e 11 molli, raro :0 (Steind.). I 2 primi raggi spinosi sono corti, specialmente il primo; non per tanto sempre più alti che nel ‘P. Ebrenbergii; ed i due successivi (3° e 4°) sono allungati, filiformi, pie- ghevoli; il 3° di questi pareggia in lunghezza i 4/5 dell’altezza del corpo; il 4° è alquanto più breve; il 5° riesce ancora un po’ flessibile ed attinge quasi in 33 D Steindachner, lunghezza aila 1/2 del 4° raggio; i 7 successivi sono gradatamente minori, rigidi e puntuti. D, La parte molle della dorsale è alquanto più alta, coi margini rotondati, L’anale incomincia sotto il 2° raggio molle della dorsale; porta 4 raggi spinosi e 8, di raro 9, molli, ma col 2° e 3° spinoso, di eguale grossezza e lunghezza, — Le pettorali sono lunghe, lanceolate, un poco falciformi, formate di 15 raggi molli, che in estensione attingono ad 1/4 (3 1/2 Steind.) della lunghezza del corpo. Le ventrali, men lunghe delle pettorali, raggiungono coll’apice il prin- cipio dell’anale, pareggiano il 4 1/2 a 4 2/3 della lunghezza del corj o, e portano una lunga e sottile spina e s raggi molli. di; La caudale è forcuta; a lobi eguali, e pari in lun- ghezza ad 1/6? circa della lunghezza del corpo. La Jinea laterale è ben marcata, molto ricurva e fornita di 49 a SI scaglie. — Le scaglie del corpo sono grandi, fortemente cigliate, più lunghe che lar- ghe, toltone quelle della nuca, e delle guancie che sono sempre un po’ più piccole. Queste scaglie ri- vestono il corpo, il cranio, i pezzi opercolari; mentre la fronte, il muso, il contorno dell’occhio e le ma- scelle restano affatto nude. i Il colore del corpo del P. auriga è rosso-argentino o piuttosto grigio-rossastro volgente all azzurro sul dorso, e con riflessi argentini al ventre. I suoi lati sono attraversati da 4, 5 larghe zone brune, la Li delle quali zone più breve copre I° occhio, la-2*5sì stende alquanto sulla spalla, la 3* più lunga e larga si diparte dalla regione dorsale, attraversa i fianchi, e discendendo sino al ventre, sì ricongiunge con quella del lato opposto. Nell’ età adulta, come osserva il D.' Steindachner, queste zone si dileguano talvolta più o meno completamente. Però vi mancano sem- pre le piccole macchie azzurre del P. Ebrenbergii. Il P, auriga, secondo Steindachner , si distingue dalle altrespecie affini, e principalmente dal P. Ehren- bergii, per la maggiore elevatezza del tronco in con- fronto della lunghezza del corpo; per la maggiore curvatura della linea del dorso, e per il più rapido declivio verticale del muso ; per il minor sviluppo del sottorbitale; per il numero maggiore delle squa- me sulle guance, per la presenza delle fascie verti- cali rossastre sul corpo, e la mancanza delle piccole macchie azzurre. E qui faccio notare, che il D." Ginther crede che il P. auriga possa essere identico e sinonimo del P. Bertheloti, altra specie affine, riscontrata da Va- lenciennes nel mare delle Canarie.—Il D." Steinda- chner viceversa ritiene il P. Bertheloti specie distinta, ed il P. auriga sinonimo del P. Ehrenbergit. Col colpo d’occhio così giusto ond’è dotato l’il- lustre Prof. Steindachner codesto ravvicinamento potrà essere esatto, abbenchè le figure ch'egli diede del P. auriga, e del P. Ehrenbergii (1. c.) facciano FAM. SPARIDI ee ee=—-—-2-2-----—_ _—_ eeE?"ee-& &.. È ‘nn credere che le singole proporzioni del corpo, del capo, dei pezzi opercolari e delle natatoje di questi | 2 pesci siano alquanto differenti. Io non vorrò certamente disconoscere la somma corrispondenza ed affinità di caratteri che intercede fra le varie specie di Pagri a lunghi raggi dorsali testè annoverati, che anzi, come ho già, accennato nella relativa mia memoria (I. c.), non sarei punto lontano dal credere, che tutte le specie contradi- stinte attualmente coi nomi di P. hurta, Ebrenbergii, Auriga, Bertheloti, flamentosus, non altro sieno che forme di pesci procedenti da un unico tipo primi- tivo, 0 atavico, cui la svariata influenza delle cause locali abbia impartito le leggiere modificazioni spe- cifiche che attualmente presentano. Distribuzione geografica. , Il Pagrus auriga fin'ora non venne preso che sulie Coste di Gorea in Senegambia, a Teneriffa, a Ma- dera, nel Mare delle Canarie, e sulle Coste di Al- geri nel Mediterraneo. Questa specie manca alle collezioni del Museo Zoologico di Palermo. Appendice. Pagrus Bocagii, Lowe. Sl Reverendo D Lowe ha fatto testè menzione di un’ altra specie novella di Pagrus che vive nel Mare delle Canarie il Pagrus Bocagii, Lowe (Prooc. Zoolog. Soc., Lond. 1860 tab.) , specic che il Prof. Brito Capello rinvenne più di recente sulle coste del Portogallo (Catal. Peixes de Portugal Jorn, sc. nat., Lisb..1867;,. I, p. 253, Sp. 30; eduli Gene ther nelle vicine parti dell'Oceano Atlantico (Study of Ftshes, p. 408). — Questa specie mi è ignota; d’altronde non essendo stata riscontrata fin’ora nel Mare Mediterraneo, credo inutile di tenerne parola. PRA pro e Merate Ra ra FAM. SPARIDI 155 Sottofam. Sparini (seguito). 16° Gen. Chryophrys, .Civ., R. An; id., Cuv. Val., VI, p. 83. Dar. — Corpo oblungo grosso, alquanto elevato, mediocremente compresso coperto di scaglie 3 piccole o di media dimensione; Testa grossa, robusta, rotondata; Muso grosso ottuso, | 8 Guancie scagliose; Occhi grandi; Bocca breve; Mascelle forti, armate sul davanti di 4 o Di 6 denti conici o canini, ed ai lati di parecchi denti rotondati o molari, disposti in o più fila; Vomere e Palatini sdentati; Pezzi opercolari inermi; Parte spinosa della dor- sale generalmente più elevata della parte molle: Dorsale fornita in genere di 10 a 12 raggi spinosi, capaci di esser accolti, ripiegandosi, in un corrispondente solco dorsale; e di 12 a 13 raggi molli; «Anale con 3 raggi spinosi e 8,9 molli; Pettorali lunghe, Caudale forcuta; 6 Raggi branchiostegi; Appendici piloriche poche; Vescica natatoja per lo più semplice o con brevi appendici. 3 Specie mediterranee distinte come segue : i È Muso normale; Veruna macchia di giallo-dorata sullo spazio intero- i culare. Una fascia longitudinale 13°, 4°, 5° Raggio spinoso dorsale bruna sulla natatoja dorsale. Chrysophrys aurata, Cuv. Val. î non piùallungati dei raggi se- È È È È guenti. Color del corpo AA | Muso rigonfio; Una vivace macchia i dorato o argentino uniforme, semilunata giallo-dorata sullo spa- po zio interoculare. Veruna fascia lon- fe gitudinale bruna sulla natatoja dor- | io Lu sale Chrysophrys crassirostris, Cuv, Val. b°, 4°, 5° Raggio spinoso dor- | i sale più allungati dei raggi tfa Do e. Gili: del ma Muso grossissimo. Corpo molto alto. i i R:- grigio-rossigno sparso di pic- Î Denti molto grossi. Chrysophrys coruleosticta, Cnv, Val. ) s cole macchie azzurre, pid id Annotazione. — Parecchi illustri Autori, e fra gli altri il D. Steindachner, il D." Day. non fanno veruna Wistinzione fra il Genere Pagrus ed il Genere Chrysophrvs, e riuniscono tutte le specie sì dell'uno che dell’altro Qienere sotto il nome generico di Pagrus, e ciò in quanto che il carattere distintivo dei Pagri, consistente in 2 dle fila di denti molari per mascella, e quello dei Chrysophrys in 3 e più serie di denti nelle mascelle, non è empre esatto. Di fatto in molte specie di Pagri adulte vi è quasi sempre una terza fila più o meno apparente i denti molari per mascella, laddove negli individui giovani di alcune specie di Chrysophrys non se ne veggono ne 2 sole fila. Io non posso che convenire nella giustatezza di questa determinazione, Tuttavia rispettando Empre |’ opinione dei suddetti egregi Autori, ho amato meglio seguire l'esempio della maggioranza dei mo- erni ittiologi (Cuvier, Ginther, Moreau, ecc.) che tengono ancora distinti questi due Generi; tanto più che ad Wvalorare questa qualsiasi distinzione , nella parte posteriore delle mascelle di molta specie di Chrysophrys 13 pie quasi sempre un paio di grossissimi molari a superficie ovale spianata, che non si riscontrano mai nelle pecie dei veri Pagrus. i i È LIEIE Una consimile unificazioae & stata pure adottata da taluni Autori, relativamente alle due specie di pes 019s aurata e Chrysophrys crassirostris per essere queste distinte da caratteri poco evidenti ed importanti, e Goa Ate forse più esattamente a condizioni speciali di età e di località, Anche quì mi sono ottenuto provvisozia- j/ente alla consuetudine tuttora seguita dai recenti ittiologi di tener ancora distinte queste due specie. FAM. SPARIDI | TA cene I I 40° Sp. (1° del Gen.) Chrysophrys aurata, Cuv., Val. (ex Lin.,) VI, p. 85, pl. 145. il (Orata o Dorata comune). Car. specifici. — Corpo ovale allungato, mediocremente elevato, grosso, poco compresso, coperto di scaglie. |}8 piccole piuttosto liscie; L'altezza del tronco è contenuta 3 a 3 1|2 volte nella lunghezza totale; Testa grossa |M robusta, rotondata, contenuta 4 volte nella stessa misura, ed un po’ più alta che lunga; Profilo superiore del |M corpo rotondato; Una leggera prominenza sopra l'angolo anteriore degli occhi; Occhio mediocre: Muso ottuso; | Bocca breve; La mascella superiore un po più lunga dell’inferiore, Eutrambe le mascelle armate sull’avanti di 406 grossi denti incisivi (conici) uncinati, a punta mozza; e posteriormente di parecchi dehti rotondati | molari, i quali nella mascella superiore sono disbosti in 4 o 5 fila, e nell’inferiore in 3 0 4 fila; oltre questi |M evvi in genere nel fondo della bocca 1 o 2 molari più larghi a superficie ovale spianata; Dorsale armata di |M8 1I Raggi ossei di media consistenza, il 3°, 4°, 5° raggio non più lunghi dei successivi; Anale con 3 raggi spinosi e 13 molli, Colore rosso-dorato sul dorso,argentino al ventre, lati del corpo percorsi da parecchi linee longitudinali dorate; Veruna macchia giallo-dorata semilunare sullo spazio interoculare; una macchia | nero-violetta sulla parte posteriore e sull’ angolo dell’ opercolo, Una fascia longitudinale bruna sulla natatoja dorsale. Bro 6-1 19:04 ra Pen L. dat. 767 Li trasv. 8/17; ‘Ciechi pilor.4;-Vert. Tofr4:Eungh0; 25 o;335 tatoo: 1817 Chrysophrys aurata, Cuv., R. A., II, p.182. | 1071 id. Costa (Ac.), La Pesca nel R. Napol., è 1830 id. Cuv. Val. VI pas oplag5 et plon03 DOS i (osso intermasc.). » id. id. Pesci Golf. Napol. in Anu. Min'. 1835 id Varrell, Brit. Rish® @i2- ed) Ipi07 Agric., I, p. 440, sp. f fig. ibid.; (2° ed.) 1; p. txt; (3° ed.) | 1872. id. Canestrini,-Faun, Ital, Pes po Hp 135; fig. ctaps 137 (denti): 1876 id. Gervais et Boulart, Poiss. Franc., II, Ai [cca id. Venyns.. ManuelBrit:Mertiso.p.393, piii03 a plzor | Spaizze 1878 id, Doderlein, Prosp. Pesc. Sicil., p. 369 1836 id. Cuvier RisAnsillustr. opl34,;g883 Spi 127. : (dents). » id. Heldreieh, Faune Grece®pa88- id. Swainson, The nat.Hist.Fishes, p.221. | 1879 id. Stossich, Prosp. Faun. Adriat., p. 34. || id. «/Sehinz, Eur Fauna, Sl ps0r337 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesc.®Ital: pio id. Gocco, Indic.- Pese:: Messina; -mns., sp. 66. | gen.:53; id., ed, Faeciola (1886) p.18, » id. Ginther, Introduz. Study of Fishes, || Spot0g: p. 409. 1850 id. Guichenot, Explor.scient. Alger.Poiss., | 1881 id. «Moreau, Hist, nat. Poiss. France, IIS p. 48. Pd: id. White, Gatal. Brit.sPish.;-——>y>»668TTT *Ty»y eg —«&£‘® CEIRNGSIO:P'H:BYSCAURA-TA 1859 id. Ca aurata, Yarreil, Hist. Brit. Fish, 3 RCA E po Dents). 1860 id. Nardo, Prosp. i Veni 5 d ‘1866 id. Le Marié, Poiss. Depart. Charente, pi 13, Sp. 28, 1870 id. Ninni, Catal.Pesc.Ven.Lagun., p.8, sp.107. | » id. Graells, Expl. cientif. Departim. Ferroll, i PABISTICASPoo4S, 1871 id. Aradas, Pesc. Golf, Catan, in Ann. Min. AGREE ep 001 KSPor3st | 1875 id. Trois, Prosp. Pesc, Adriat., p.20,sp.110. 1810 Sparus auratoides, Rafin., Carat., p.51,sp.139; | id., Indic., p. 25, sp. 169 (junior) (Sparo | oratinu). | 1326 Aurata semilunata, Risso, Eur. merid., p.355, | sp. 266. 1862 The gilt-Head, Couch, Fish. Brit. Island., I, | p. 243, pÎl. 57. 1801 Sparus scriptus, Bloch ed. Schneid., p. 270. NOMI VOLGARI Italiani. Orata, Dorata, Orata comune. Sparo orata, Dentice orata Rafia. Ordda (Venez., Triest.). Oraela (giov.), Orada veccia (adult.) Ven. Oa, Aurado, Aurada (Genova) Sassi. Aurata, Orata (Nap., Taranto). «Arata (Sicil., Messina) Cocco. Zurata, Dentici arata (Sicil.). Corina, Carina (Sardegna); Aurata (Malta). Esteri. Daurade, Dorée, Dorette, Doradette (Fr.). Daurade vulgaire (Fr.). Dourade, Auradé (Marsigl.). Aourade, Subre Daurade (molto adulto). Saucanette, Sausqueme (giov.) (Linguadoca). Poumeretrique, Sausqueme (id.) Id, Saouquena, Aurade (Provenza) Cette, The gilt-head, The gilt-poll (Ingl.). Gemeine, Goldbrassen, Goldbrasse, Goldmer (Ted.). Goudbraassen, Versulde (Olanda). Dorada, Orada (Spagna) Valenc. Dourada, Dorada (Galicia). Aurada (Catalogne), Dorada (Cadice). Orada, Oradella (Barcellona, Majorca). Mazote (Cantabria), Doirada (Portogh.). Cochicato (Spagn.) Bourjot. Ovrat, Ovrata zlatnica (Dalmazia) Kolomb. Komarca (adulto) Spalato. Komejusa (giov.). Ovrata, Lovrata, Lovratica Podlanica (Croaz) Fab. Toertonpa (greco) Moreaa, Bory. Torronpa Airtonpe (greco moderno). Kirronpa, Sippuris (id.). Xpuvoopgvg (greco antico). 40 FAM. Descrizione. L’Orata comune è specie troppo ben conosciuta perchè abbisogni di una particolareggiata descrizione; perloche, tenendo conto dei caratteri indicati nella frase specifica annessa al nome, mi limiterò ad ac- cennare quelle particolarità più essenziali che val- gono a contradistinguerla dalle altre specie chele sono affini. Il corpo della Chrysophrys aurata è ovale-allungato, compresso, coperto di scaglie relativamente piccole, poco cigliate. L’ altezza del suo tronco è contenuta 3 a 3 1/2 volte nella lunghezza totale del corpo. La lunghezza del capo lo è 4 a 4 1t}i6) volte nella stessa misura, essendo questo un po’ più alto che lungo ; il profilo superiore del corpo € arrotondato alla fronte ed alla nuca sino all’origine della dorsale, meno arcuato lungo questa natato]ja e più basso e declive lungo la parte molle della dorsale; il profilo inferiore è del pari mediocremente convesso nella regione addominale. Il muso È ottuso, un po ri- gonfio ai lati, e munito di una leggera prominenza innanzi allo spazio interoculare. La bocca è breve, le labbra grosse, le mascelle non oltrepassanti all’ in- | dietro il margine anteriore dell’ orbita; restando la mascella superiore un po’ più avanzata anteriormente della inferiore. Entrambe le mascelle portano all’in- nanzi 4 o 6 robusti denti incisivi conici, lievemente uncinati, a punta ottusa; ed all'indietro un vario nu- mero di denti rotondati o molari, disposti in 4, 5 fila nella mascella superiore, ed in 3, 0 4 fila, nel- l’inferiore; oltre ad 1 o 2 grossi miolari ovoidali per parte, nel fondo della cavità orale. L'occhio è me- diocre, compreso 4 a 4 3/4 volte nella lunghezza del capo, 2 volte nello spazio preorbitale, e per 2/3 del proprio diametro nello spazio interorbitale; pro- porzione che negli esemplari giovani riesce sempre un poco maggiore, Il sottorbitale è largo, col mar- gine inferiore alquanto ondulato, € sovraincombente in parte sull’osso mascellare. Il preopercolo è trian- golare, alto, col margine posteriore rettilineo, col- l’inferiore convesso, e coll’angolo interposto arro- tondato; 7 od 8 serie di scaglie rivestono le guancie. La dorsale € lunga, estesa a gran parte del dorso, e appena un po’ più alta nella parte spinosa in confronto della molle. Essa porta d’ ordinario II raggi ossei, e 13 molli; i primi due poco elevati, specialmente il primo, che talvolta è poco distinto; il 3°, 4° e 5° di mediocre e pressoche pari altezza, ed eguali circa ai 2/5 della lunghezza del capo. L’anale prende origine sotto il 3° raggio molle della dorsale, porta 13 raggi ossei, il 2° edil-3* di pres- soche eguale grossezza e lunghezza, e II a 12 raggi molli. Le pettorali sono allungate, pari ad 1/4 della lun- ghezza del corpo; le ventrali larghe, e quasi la 1/2 più corte delle pettorali. La codale mediocremente forcuta, col lobo superiore un poco più lungo. La linea laterale nell’Orata comune è poco curvata, SPARIDI parallela col profilo superiore del dorso, e disposta lungo il 1/3 superiore dei fianchi; essa porta 76, 80 scaglie, mentre in una linea trasversale del corpo se ne contano 24 1 26. 1 Il colore dominante sul dorso di questo pesce è un azzurro cupo con riflessi dorati, I lati splendono per un vivace colore giallo d’oro con riflessi iride- scenti, che divengono argentini sul ventre. Una macchia color ruggine appare sul margine poste- riore dell’opercolo, un’altra debole macchia dorata sorge talora sull’alto del preopercolo e nell’ascella delle pettorali, mentre una lunga ‘striscia grigia at- traversa per lungo la dorsale. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In<'Pelle:37ES: 0,00; (05 CRON In ‘alcoolSa VEs:l0; CIS. Prep. Ostel: ‘2 ‘Sch; 70,99; /0024) Prep. splancnolog. a secco: 1 Tubo diger. magg. con ciechi ed un min.; I App. branch. Id. in alcool : 2 App. diger.; 2 App. branchial.; 1 App. de db. Propozioni degli esempl. sudetti. Lungh. tot. 0, 600; 0,450; (0, 1502 Alt. del corpo O, ;:190; (0;. 130; 10,950) Lungh. testa O; 145; 05) 1000, 2@35 Altez. testa O, 150; 0, EIO::0-U9g0s Diam. occhio 0; ‘025; 0; 020:J0 010, Spaz. preorb. 0; 065110, (060;40, 1002? Spaz. interorb. 0; 050; 0,.040;+0, OTO. Lungh. pettor. O, 160; ‘0, LLIO; 0, 103.0, id. ventrali 0, 080; 0,.060; 0, 020. id' ‘caudale O, :120; 0, LOO; O ,7035P id... 1* spina.dors. 0,- OI0; 0, 008; 0, 100sì id. ‘2* spina dols. 0} 025; 0; 020,#0 date: id. 13% spina.idors:r0; 100; (0,103 0: RO Lungh. sottorb. 0, 040; 0, 035; O, OI2. Dost 9, d0 Do se SCe dono itide< | Una Joste- [orata scella la ate Ma09, È loto] al, i; LI ! di è Ss . CHRYSOPRHYS AURATA Distribuzione geografica. L’ Orata comune è abbondantemente sparsa in tutto il Mediterraneo, dall’estremo Oriente allo stretto di Gibilterra. Vive pure in certa copia anche nelle regioni vicine dell’ Oceano Atlantico, senza essere così frequente come nel Mediterraneo; estendendosi in particolare lungo le coste del Portogallo e della Francia sino alle meridionali dell’Inghilterra, al di là delle quali, non più si rinviene. Non sembra che abiti il Mare delle Canarie, non essendo stata av- vertita da Webb, da Berthelot, da Valenciennes, da Lòwe, ove sembra supplita da un’altra magnifica spe- cie, dalla Chrysophrys coeruleosticta cioè , che s° in- terna talvolta anche nel Mediterraneo. Passando in rassegna le località ove l’ Orata co- mune è stata osservata, si possono notare le se- guenti, incominciando dal Mare del Nord. Coste dell’Inghiiterra (rr.) Pennant, Day. Coste del Devonshire meridion. (accident.) Day. Canale della Manica (rr.) Moreau. Boulogne (rr.) Bouchard-Chant. Bretagna, Vandea, Noirmouthier (p. fr.) Le Marié, Rada Roccella, Isola Re (r.) id. Brest (rr). Golfo di Guascogna, Costa fra la Loira e la Gi- ronda (fr.) Mor. Arcachon, S. Giov. di Luz (m. fr.) Moreau. Coste del Portogalio (p. fr.) Brito. Vigo, Lisbona, Cadice, Valenza (r.) Steind. Coste della Linguadoca, Provenza (fr.) Mor. Port-Vendres, Cette, Nizza (fr.) Mor. Genova, Livorno (fr.) Sassi, Maddalena, Oristano, Cagliari (fr.) Giglioli. Algeri (fr.) Guichen., Bourjot. Tunisi (fr.) Vincig. Malta (comune) Trapani. Napoli, Taranto (fr.) Costa, Sicilia, Messina, Palermo (fr.) Nob. Niewezia, Erieste (fr), Ninniy Trois, Istria, Fiume (fr.) Faber. Dalmazia, Spalato (fr. in estate) Kolomb. Lagosta, Ragusa (fr.) Vincig., Nob. 1 Morea, Arcipelago Greco, (fr.) Bory, Cuvier. L’Orata comune si adatta assai bene a vivere negli stagni, e negli estuarii di acque salse, ove ingrassa ed acquista un sapore di carni più tenero e delicato. A tal proposito sono celebri le Orate prove- ‘mienti dagli stagni di Martiques, di Lates, di Cette, in Francia, quelle del Lago di Biserta (presso Tu- nisi), ed ancor maggiormente quelle accolte nel Lago di Lucrino, che Marziale decantò in versi (1). (1) Non omnis laudem pretiumque aurata meretur, Sed cui solus erit concha Lucrina cibus. Mart. Lib. XIII. Ep. 90. .FAM. SPARIDI CHISYSOPRREYS. AURATA Lo stesso dicasi delle Orate che anticamente dai Romani allevavansi nei vivai artificiali, l'inventore dei quali, dicesi fosse quel Sergio Orata, che dall’ at- tuale pesce trasse il suo nome di famiglia. Anche in Sicilia vige l’ uso di immettere in estate negli stagni litorali piccoli avanotti di Orata, come si pratica nello stagnone di Marsala, ove la pesca invernale riesce poi abbastanza copiosa. L’ Orata tiensi d’ ordinario presso fondi rocciosi e meglio ancora negli arenosi, ove da la caccia ai Crostacei, e, smovendo la sabbia, ai Molluschi; dei quali schiaccia le conchiglie coi potentissimi suoi denti per divorarne l’animale, Questo pesce d’altronde è molto sensibile al freddo e d’ ordinario si ritira nelle profondità del mare allorquando infierisce la stagione. Le cronache ittiologiche difatto ci additano le notevoli mortalità subite da questi pesci in Francia negli anni molto freddi, come quelli del 1766 e del 1812, L’ Orata prolifica in Primavera ed in Estate. E in particolare nei mesi di maggio e di giugno che s'incontrano più frequentemente i giovani, mentre si pescano più comunemente gli adulti in tempo d’au- tunno. Le carni dell’Orata, sebbene un po’ stoppose, pas- sano per eccellenti, massime quelle dei soggetti alle- vati in stagni artificiali. Pescasi l Orata colle reti e colla lenza, inescata dell’ animale dei Pettuncoli o della Venus decussata; pesca comunemente in uso nel Porto di Trieste e di parecchie città marittime deli*Adriatico, nelle pla- cide notti d’estate. - ) - x Si = I 160 FAM. SPARIDI 41° Sp. (2° del Gen.) Chrysophrys crassirostris, Cuv. Val., VI p. 98, pl. 146. i (Orata dalla corona o a muso rigonfio). Ill Car. specifici. — Corpo grosso, ovale, più allungato, mediocreme nte elevato, poco compresso, coperto di sca- glie cigliate piccole; L’ altezza del tronco é contenuta 3 1|2 volte nella lunghezza totale del pesce; La iun- {fl ghezza del Capo lo é 4 volte nella stessa misura; Muso ottuso, rig onfiato ai lati; Testa grossa un po’ più alta fl che lunga, col profilo superiore rotondato; Nouca proporzionatamente più alta, preceduta da una leggera de- |ì pressione nello spazio preorbitale; Occhio più grande; Mascella superiore un po’ più avanzata; Entrambe 1° ma- |Ql scelle sono fornite anteriormente di 4 o 6 denti incisivi conici, e all'indietro di denti rotondati, (0 molari), di- | sposti in 4 serie nella mascella superiore, ed in 3 serie nella inferiore, oltre ad r o 2 paja di denti ovalari più MW grossi retrostanti; Dorsale con II raggi ossei e 13 molli, la parte spinosa della dorsale non più alta della molle, con raggi di pressoche eguale lunghezza, e pari ai 2/5 della lunghezza del Capo; «Anale con 3 raggi ossei WB e tI molli, colla seconda spina subeguale ma più robusta della terza; Colore del Corpo azzurrognolo sul dorso, WB con riflessi dorati, argentini al ventre; Lati listati di righe più scure; Una splendente macchia semilunare WB giallo-dorata nello spazio infraorbitale; Una grande macchia rotondata oscura sul margine dell’opercolo, esten- 4 ) dentesi anche sull’attigua parte del corpo; Veruna fascia longitudiuale bruna lungo la natatoja dorsale, D. rIr13;A0,3/11; P.515;C.i17; Vas; Lun pheitott0; 002001 ScagliesdellaMi-vat83:935 = dellasiatrasvitzo; 1830 Chrysophrys crassirostris, Cuv.Val., VI, p.98, I. 146. Annotazione. 1840 id. Schinz SEurFauna:p 134: 1870 id. ‘Guichenot, Explor. cient, Alger.; p.49. Evvi tuttora questione in iscienza intorno l’entità | oso cid; Gunther (Gatal'lp:0434sp2: dell’attuale specie. I signori Cuvier, Valenciennes, 1867 id. Brito Capello, Cat. Peces Portug (l.c.) | Guichenot, Gunther , Brito ,- Moreau, la ritennero p-255, Sp. 138. specie distinta, e come tale 1’ inscrissero nelle loro 1877 id. Gervais et Boulart, Poiss.France, T.II, | Opere. Il D.° Steindachner, Day, Vinciguerra, cre- D. 190, dono piuttosto ch’ essa sia costituita da individui 1880 id, Giglioli, Elenc. Pesc. Ital., p.22,sp.67. | adulti, vecchi, della specie precedente. 188I id. Moreau, Hist.nat.Poiss.France,III,p.47. Per conto mio, come indicai nel Prospetto dei 1882 id. Reguis, Histor. nat. Provence, p. 216, | Pesci della Sicilia (I. c.), suppongo ch’essa rappre- spousg: senti una semplice varietà della Chrysophrys aurata, poichè nella Collezione ittiologica di questo Museo, sonovi esemplari giovani e più piccoli di quelli della Chr. aurata che presentano evidenti caratteri della Chr. crassirostris; la quale anche da altri Au- | tori viene dichiarata di corpo meno voluminoso della Cr. aurata. — Comunque siasi, mantengo prov- visoriamente separata questa forma di Orata, espo- nendone qui i caratteri distintivi, che d’altronde sono assai poco differenti di quelli profferti dalla specie tipica. Sinonimie. 1846 Sparus crassirostris, Bonap., Cat., p.54,sp.466. 1867 Chrysophrys aurata (pro parte) Steind., (l. c.) p. 658, sp. 46. 1891.1d.- id. Day, Fish-GreatoBrit.(I.c)(p.32,Spi2: 1883 id. id. Vinciguerra, Risult. Croc. Violante, P. 49, SP. 32. 1878 Chrysophrys aurata var. crassirostris, Doderl., Prosp. pesc. Sicili; pi39, spo 127 bis. NOMI VOLGARI ire" se = ee = == > Orata dalla Corona. Orata a muso rigonfio. Orada veccia (Triest.). Orada d'Istria. Arata imperiali (Sic.). La Daurade a Museau renflè (Fr. Der Dickmaulige Goldbrassen (Ted.). fi. CHRYSOPHRYS CRASSIROSTRIS Descrizione. Corpo grosso, ovale, più allungato e meno ele- vato al dorso che nella Chr. aurata, rivestito di | scaglie piccole, cigliate, e più alte che lunghe, L'altezza del suo tronco si trova contenuta 3 1/2 volte nella lunghezza totale del pesce. La lunghezza | del capo lo è 4 volte circa nella stessa misura, La festa è grossa, un po’ più alta che lunga, col + profilo superiore arcuato, ed in proporzione più ele- | vato alla nuca che nella specie precedente, ma in- terrotto da una breve depressione nello spazio preor- | bitale. Al di là della nuca, il profilo dorsale è meno . elevato che nella Cr. aurata per tutta 1’ estensione della corrispondente natatoja e più rapidamente de- ‘clive verso la coda. Il profilo inferiore del corpo è . del pari meno convesso che nella specie predetta. Il muso è grosso, ottuso, rotondato, notevolmente rigonfiato ai. lati. La bocca è breve, il suo squarcio non oltrepassando il margine anteriore dell’ orbita; le /abbra sono grosse; le mascelle subeguali, restando però la superiore un po’ più sporgente dell’infeziore, che è alquanto più raccorciata e più ingrossata di quella della specie congenere. — Entrambe le ma- scelle sono armate all’ innanzi di robusti denti inci- sivi conici a punta ottusa, e leggermente uncinati, 4 0 6 dei quali *sorgono nella mascella superiore, e 6 nella inferiore, coi 2 mediani più esili; all’ indietro stanno parecchi denti rotondati, mozzi o molari, disposti in 4, 5 fila nella mascella superiore ed in 2 o 3 fila nell’inferiore, oltre ad I 0 2 grossi molari ovoidali per parte, nel fondo della bocca, di forma più arrotondata di quelli della Cr. aurata. L’occhio e più grande, il suo diametro misura il 1/5 della lunghezza del Capo; 1/3 dello spazio preorbitale i ela 1/2 circa dello spazio interorbitale; il sottorbitale é largo, più convesso, col margine inferiore più sca- nellato che nella specie congenere, e sopraposto in parte sull’osso mascellare; il preopercolo è triangolare, alto, ed estesamente rivestito di scaglie, col margine ‘posteriore più ristretto e più liscio. L’interopercolo è molto esteso, ed incrociato sotto la gola con quello del lato opposto; 7 serie di scaglie rivestono le | guancie di questo pesce. La dorsale è lunga ed estesa come nelle altre specie affini, ma complessivamente più bassa che nella Cr. aurata. Essa prende origine sopra l’inser- zione della pettorale, porta 11 raggi ossei e 13 molli, colla parte spinosa di pressoche eguale altezza , e “non più alta della parte molle, altezza che si rag- guaglia ai 2/5 della lunghezza del capo. — L’ anale ha 3 raggi ossei, il 2° dei quali quasi eguale, ma più robusto del 3°, e 11 raggi molli. Le pettorali sono allungate ed in proporzione più lunghe che nella Cr. aurata, poichè pareggiano la lunghezza del Capo. Le ventrali sono robuste, flabelliformi e circa Ja 1/2 più corte delle pettorali. La caudale è forcuta e pari in lunghezza ad 1/5 della lunghezza totale del corpo, Questo pesce si distingue in particolare perchè FAM. SPARIDI I6I CH RSPP HRYSCRASSIROSTRIS presenta fra gii occhi una vivacissima macchia se- milunare giallo-dorata, più marcata negli individui giovani che negli adulti; e perchè porta una larga macchia rotondata bruna sul margine posteriore dell’opercolo, che si estende anche sulla spalla. Il suo dorso inoltre si trova colorato di azzurro cupo, con riflessi dorati, i fianchi sono di un azzurro- giallastro, attraversati per lungo da alquante leggere fascie brune ; il ventre è grigio cupo; le guancie hanno una tinta cuprea; il muso un colore azzurro- gnolo; le natatoje volgono ad un colore grigio- oscuro. Veruna fascia bruna si disegna per lungo sulla natatoja. dorsale. Abitazione. La Chrysophrys crassirostris, vive forse negli stessi mari abitati dalla Chr. aurata, però assai più scar- samente di quelia. Sonovi però località ove a pre- ferenza e più spesso essa viene pescata. Tali sareb- bero alcuni punti delle Coste Dalmate ove è cono- sciuta sotto il nome di Oruta dalla Corona, e fra noi, alcune spiagge meridionali della Sicilia, d’onde ottenemmo gli esemplari che figurano nel Museo di questa Università. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. [ni,pelle"2Es.300;:106:-0,;56. Prepar. osteol. 1 Sch. o, 38. Prepar. splanc. a secco: 1 Tub. diger.; App.branch. Proporzioni degli es. suddetti. Lungh. tot. 0;:.660;/10;- 560: Alt. corpo O, 180; 0; 1600. lungh: testa‘ ©, 159; 0, 730. Alt. testa 0; 105;.:0; 035. Diam. occhi «+ 0,:030; 0,025. Spazi prieorb: 0, 070: 0,060, — interorb.o0, 060; 0, 055. T.unsh:)peit. 0, 1003704140, —: ’ventr. 10,085;.0,.075. —. caudaleo, 140; 0, 130. ]*l{sp. 2 dOrs, 0, :020;-@, 01S. IE Spr (dOrs, 0, 070: 0,00. 3% Sp. dorsi 0,040; 0; 035 41 —mm_ch|pfikibii lidi FAM. SPARIDI Li [LL COERULEOSTICTA.|CHRYSOPRHYS'COERVEROSOIAEA 42% Sp. (3? del Gen.) Chrysophrys coeruleosticta, Cuv. Val, VI, p. 110. (Orata a macchie azzurre). Car. specifici.— Corpo ovale, massiccio, poco allungato, molto elevato ed arcuato alla nuca eal dorso, coperto di scaglie grandi, quasi liscie. L'altezza del tronco è contenuta 2 1/2 a 2 3/4 volte, nella lungh. tot. del corpo. la lungh. della testa 4 volte circa nella stessa misura; Capo voluminoso, più alto che lungo, col profilo superiore molto inarcato alla fronte,alla nuca,senza veruna depressione preoculare; Muso grosso,rigonfio; Labbra turgide; Bocca mediocre; Mascelle subeguali, grosse, allargate; Apparato dentario straordinariamente sviluppato; La mascella superiore armata di 4 grossi denti conici, o canini, sporgenti all’innanzi, e di 3 serie irregolari di denti rotondati, mozzi o molari all'indietro; La mascella inferiore fornita di 6 grossi denti conici o canini all’in- nanzi, i mediani più esili; e di 2 serie di denti molari grossi all’ indietro. Questi ultimi nella serie esterna, tanto nella mascella superiore che inferiore, sono alquanto appuntiti nel centro della corona; quelli della serie in- | terna sono rotondati e più uniformi, massime negli individui giovani. Verun grosso dente ovoidale esiste uel fondo della cavità orale; Occhio mediocre, col diametro pari ad 1/5 della lunghezza del capo ; Sottorbitale molto |M esteso; Dorsale fornita di 11 raggi ossei, e di 11 a 12 molli; colla parte spinosa più alta della molle, e col 3°, 4°, | s° raggio osseo allungati e pari a 3/4 e più della lunghezza del Capo; Anale con 3 raggi ossei e 7, di raro 8, | molli, col 2° degli ossei più breve ma più robusto del 3°; Colore rosso-dorato sul dorso, più sbiadito ai lati, Ml rosso-argentino al ventre, coi fianchi e le guancie spruzzati di un buon uumero di piecole macchie azzurre. | Una larga zona bruna occupa tutta la regione interorbitale ed una breve macchia oscura sorge sul lembo po- stertore dell’opercolo. D.IT/I: VA 73/7=8; Piro Cri i larga 200001 ! 1830 Chrysophrys coeruleosticta,Cuv.Val.,VI,p.I10. | {B 1836 . id. - Valencienn., in Webb. et Berthel. Icht. Annotazione. è» | Canaries;' pigri pl Viso. S| lgs id. Gunther, CatalLip.-485- Spi Magnifica specie, indigena del Mare delle Canarie, | 1867 id. Brito Capello, Catal, Peces Portug. in | e della costa Sud-Ovest dell’ Africa , che s° interna |M! Jorn. Sc. nat. Math., I, p. 255, Sp-39. | talora anche nel Mediterraneo, ed appare a prefe- Ml, 1868 id. Steindachner, Icht. Notizen (VII) in | renza nelle acque meridionali della SiciliaA.—Fu nel- {Bf} Sitzb. K. Ak. Wiss. Wien, LVII Bd., | l’estate del 1878 che i pescatori Trapanesi, reduci if I Abth. Mai-Helf, p. 9 (Pagrus). da una escursione alle isole dello Zimbaro , e dei |M. 1871 id. Brito Capello, Peces de Ilha Madéra | Cani, ci portarono un primo esemplare adulto di | in Jornal, I. c., u. XI, Marzo, sp. 37. | questo raro pesce, susseguito ben presto nell’anno fl; 1879 id. Doderlein, Comparsa della Chr. coe- | stesso e nel seguente, da altri 4, 5 soggetti di varia | | ruleosticta nel Mar di Sicilia. Bollett. | dimensione e di vario sesso. — Considerando la no- fl: Soc. sc. nat,, Palermo'n, 14. tevole importanza di questa pesca in rapporto alla |M, » id. id. Giornale sc. nat. Econ. Palermo, | Fauna ittiologica del Mediterraneo , tanto più che |M}; Vol. XIV. Memor. p. 112con 2 tav. | era la prima volta che veniva effettuata, credei con- |M, fotograf. veniente di comunicare il fatto alla Società delle fi, 1880 id. Giglioli, Elenco Pesc.Ital., p.22, sp.68. | scienze naturali di Palermo, iella sua adunanza del |M, 1881 id. Doderlein, Rivista Faun. Sicula Ver- | 19 Luglio 1879, comunicazione riprodotta in estratto |M, tebi, pay9. NOMI VOLGARI Orata a macchie azzurre. La Daurade tachetée de Bleu (Cuv.). Daurade aux taches Bleues. Sama maroquera (Teneriffa) Steind. Sama (Canarie) Valenc. nel relativo Bullettino n. 14, e successivamente in una memoria più estesa pubblicata nel Giornale della stessa onorevole Società, vol. XIV, p. 112, con 2.| tavole fotografate.—Negli anni successivi altri esem- plari di questo pesce ci vennero portati dai Pesca- tori di Palermo, che valsero ad affermarne i caratteri | distintivi, e ci permisero di trarne parecchie importanti preparazioni anatomiche. Di questi esemplari, che ora MW fanno bella mostra di se nel Museo Zoologico di qne- | sta Università, mi pregio di porgere qui una descri- | zione un po’ più particolareggiata di quella indicata | nella relativa frase specifica. Descrizione. Il corpo della Chrysophrys coeruleostica è volu- minoso, massiccio, di forma ovale, poco allungato, molto elevato ed inarcato tanto nella regione dor- | sale che nella ventrale, in guisa che l’ altezza sua b) b) presa dietro le pettorali, corrisponde ai 2 1/2 a 2 il %/4 parti della lunghezza totale del corpo. ‘ Il capo è proporzionatamente molto grosso , più alto che lungo, lunghezza equivalente ad un pò più della quarta parte della lunghezza totale del pesce. Il profilo superiore del corpo, partendo dall’estre- mità del muso, sale gradatamente con regolare curva ad arco di cerchio, fino alla nuca, ed al- l’ origine della dorsale, punti che ne segnano la | massima elevazione, senza essere interrotta da qual- siasi affossamento o depressione preorbitale. Codesta linea prosiegue sempre, abbastanza arcuata, lungo tutta la parte spinosa della natatoja dorsale, poi incomincia a divenire più bassa e gradatamente de- clive sotto la parte molle della stessa natatoja, fino ad incontrare il margine superiore del troncone della «coda, e quindi cadere nella caudale. . Il profilo inferiore del corpo è del pari inversa- mente molto inarcato al ventre, sino al principio dell’ anale, oltre il qual punto risale in corrispon- denza inversa col superiore, sino ad inserirsi nella codale. Il muso è grosso, ottuso , rigonfio , rapidamente | più declive ed obliquo nella sua parte estrema; le labbra sono tumide, sparse di grosse papille; le ma- scelle subeguali, robuste, larghe, massime l’inferiore che è globosa, edingrossata, onde poter dar sostegno ed impianto alla potentissima dentazione di questo pesce. Il suo apparato dentario di fatto è straordi- i mariamente sviluppato. Esso si compone, come nelle specie affini, di 4 o 6 robusti e lunghi denti conici o canini, inseriti sul dinnanzi delle mescelle, e di pa- « recchi denti rotondati piani o molari nella parte po- steriore della bocca; ma vi mancano i grossi denti ovalari propri delle altre specie di Orate, non meno che il gruppo dei piccoli denti a scardasso retrostanti ai denti canini anteriori, che sono sur- rogati da alquanti denti rotondati isolati. Di fatti nella mascella superiore di questo pesce stanno 4 robusti e lunghi denti conici, inclinati e sporgenti sul dinnanzi della bocca, e 6 consimili ‘denti nella mascella inferiore, i mediani dei quali più esili e più retroposti degli esterni. — Ai denti conici o canini in entrambe le mascelle tengono dietro, ai lati della bocca, alquanti grossi denti rotondati o molari, disposti in 3 serie irregolari nella mascella superiore, ed in 2 serie nell’ inferiore. La serie esterna di codesti molari, si compone in entrambe le mascelle di 7, 8 denti lievemente ap- puntiti nel centro, toltone gli ultimi 3 o 4 che sono perfettamente rotondati; la serie interna dei molari è formata del pari di 6, 7 od 8 denti tutti rotondati | € piani, iz o 4 posteriore dei quali,più grossi degli altri, vi rappresentano in certa guisa i grossi denti FAM. SPARIDI 163 ICHRYSOPHRYS COERULEOSTICTA|CHRYSOPHRYS COERULEOSTICTA ovoidali delle altre specie di Orate. La 3* serie dei denti molari più interna non è sempre manifesta, essa però quando esiste si compone di 5, 6 denti rotondati più piccoli degli altri,aggruppati in partico- lare verso l’ estremità anteriore della mascella su- periore. Talota anche nella mascella inferiore si veggono spuntare isolatamente alcuni piccoli denti interni, rappresentanti la 3* serie dei denti rotondati della mascella superiore. — La disposizione den- taria generale di questo pesce, si trova però modi- ficata, come nelle altre specie, a seconda dell’età dei singoli soggetti, Così negli individui più giovani le 2 serie di molari della mascella inferiore sono sem- pre più regolari, e costituiti da denti rotondi uni- formi, e la 3* serie dei molari della mascella supe- riore, è generalmente mancante, o rudimentale, L’ occhio di questo pesce è mediocre, posto sul- l’alto della faccia senza che l’orbita rasenti la linea del profilo frontale. Il suo diametro è contenuto 5 a s 1/2 volte nella lunghezza della testa, 3 volte circa, nello spazio preorbitale, e 2 1/2 volte nell’interor- bitale ; il sott’orbitale è mediocremente grande, più lungo che alto, privo di scaglie, ma sparso di molte rugosità irregolari, ed un poco sinuoso nel suo mar- gine inferiore, in modo da ricuoprire soltanto la parte anteriore del sottostante mascellare. Il preo- percolo che è altissimo, presenta all'indietro un margine abbastanza largo, grossolanamente radiato e col contorno posteriore rotondato. L’ operco/o al contrario è ristretto, a forma d’ arco, doppiamente sinuoso nel suo margine posteriore, e terminato in una breve punta ottusa. Il sott'opercolo è molto lungo, strettissimo, e poco distinto esternamente dal sovra- stante opercolo; l’infraopercolo presenta per lo con- trario una forma quadrilaterale, col margine infe- riore rotondato, e tuttavia abbastanza sviluppato da incontrare nella regione jugulare il compagno del- l’altro lato, e ricuoprire in parte l’ apparato bran- chiale. » o 8 serie di scaglie rivestono la superficie delle guancie. Il notamento dei raggi delle natatoje differisce alquanto negli individui di Sicilia da quelli d’ altri mari; essendo che è costituito della formola se- guente : Dern/tro- ri A:3/7-8; Pa 16 Cav e quelli delle Canarie D.i1/11; A.3/6, sec.Val.; D.I1/11, A. 3/7 sec.Steind. I raggi spinosi della dorsale sono molto robusti, disuguali e molto più allungati dei raggi molli. Di fatto il primo raggio dorsale è brevissimo, e talora anche indistinto;il 2° generalmente doppio del primo; dei 4 raggi successivi che sono i più lunghi, il 3° è 3 1/2 volte più lungo del secondo, il 4° è più 164 [III III lungo del terzo, il 5°che è generalmente il più lungo di tutti, pareggia in lunghezza i 3/4 dell’altezza del corpo ; il 6° riesce un po’ minore del quinto; gli altri successivi decrescono gradatamente sino al- l’ultimo spinoso, che è un po’ più piccolo del primo raggio molle. I raggi molli presi in complesso impartono una forma rotondata alla corrispondente parte di questa natatoja. L’anale è costituita di 3 forti spine, e di 7, raro 8, raggi molli; la prima delle quali spine è più corta delle altre due, che sono grossissime e ricurve, mo- s randosi la seconda sempre più robusta ma più corta cella terza, Le pettorali sono lunghe, falciformi, pari in lun- ‘ hezza ad 1/3 della lunghezza del corpo, esclusa la c dale, in guisa che ripiegate all'indietro, raggiun- gono coll’apice il 3° raggio molle della dorsale. Le ventrali sono larghe, un po’ appuntite e la metà circa più corte delle pettorali. La codale è ampia, flabel- litorme, pari in lungh. ad 1/5 circa della lungh. del corpo, distintamente divisa nel mezzo in due lobi larghi, il superiore dei quali un po’ più lungo del- l’inferiore. La linea laterale è ben marcata, disposta lungo il 3° superiore dei fianchi e perfettamente parallela alla curva dorsale ; essa si compone di 50 scaglie circa, noverandosene 23-24 in una linea trasversale del corpo. Il corpo della Chrys. coeruleosticta è coperto di ‘ grosse scaglie elittiche, a superficie quasi liscia, mar- ginate soltanto nel lembo posteriore rotondato di poche serie di esili denticini. Esse rivestono com- pletamente il tronco, menoche ia nuca, i pezzi oper- colari e le guancie, che sono coperti da scaglie più piccole e più fittamente accalcate fra loro. La fronte, il muso, le mascelle, le Jabbra sono affatto nude. Allo stato fresco questo pesce presenta una leg- giadra tinta rosso-dorata, che persiste alquanto anche negli individui preparati in pelle, coi fianchi, le guancie, il capo irregolarmente sparso di piccole e numerose macchie azzurre e violette.—Una marca- tissima e larga zona bruna appare nello spazio inte- rorbitale; un’ altra grossa macchia oscura sorge nella regione della spalla e lungo l’estremo margine po- steriore dell’ opercolo. Le natatoje tutte sono ani- mantate di una leggera tinta rosea uniforme, Riassumendo il sin quì detto, risulta che l’attuale specie di pesce differisce dalle altre specie congeneri, per la forma generale più rastremata del corpo, per la maggiore grossezza, e rigonfiamento del Capo e della nuca, per la maggiore elevatezza del dorso, per la maggior robustezza ed allargamento delle mascelle, per il notevole allungamento dei raggi spinosi della dorsale, e più che mai pel grossissimo apparato dei suoi denti conici e molari, e per la presenza di numerose piccole macchie azzurre,onde ne è sparso il corpo. FAM. SPARIDI Distribuzione geografica. La Chrysoprhys coeruleosticta è stata fin qui uni- camente ritrovata nel Mar delle Canarie, a Teneriffa, sulle coste occidentali deli’ Africa, lungo quelle del Portogallo e nelle acque meridionali della Sicilia. La comparsa di questa specie di pesce nelle acque || predette, afferma vieppiù l’idea della notevole corrî® spondenza zoologica che intercede fra la fauna ittiolo- gica del mare delle Canarie e quella della parte me- ridionale del Mediterraneo, e del Mare della Sicilia, Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In: Pelle: s Es.: 0, 73;:0,72; 0/65 0a Prép. Osteoliv*1Schs 0,70 Prep. splancnolog. a secco: 3 App. branch.; 2 Br. injet. col cuore. so. Id. in alcool: 2 App. diger.; 2 App. branchial.; App. e'é; Cuore (cem: Proporzioni degli esempl. sudetti. Lungh. tot. 0, 730; 0; 720;10) (640; 70-00: Alt. del corpo O, 250; 0230; 0,225; 0, Med Lungh. testa 0, 190; 0, 185; 0,170; \0-W20: Altez. testa 0, 230; 0, 220; 0, 190; (0, 140. Diam. occhio 0, 03:53; 0, ‘032; /0} 030-407 0g) Spaz. preorb. 0, II10; 0, 100; 0, 085; 0, 060. Spaz. interorb. o, 080; 0, 070; 0, 065; 0, 050. Lungh. pettor. 0, 210; 0,200;:'0, 2009;/0;.d5@ id. ventrali O, -120;:0, 100; (0, .1I1;:0, 090. id. caudale 0, 160; 0, (155; 0; 150,0, ob. id. 1*spin. dors.0, OI0; 0, 005; 0, 004; indist. id. 2*’spia, dors. 0, 020; 0,,015; @, (015; (0109d: id. 3? spin, dors.0, 070; 0, 065; 0, 060; 0, 050. id. 4° spin. dors. 0, 075; 0, 070; 0, 070; 0, 060. id. 5? spin. dors.0, 080; 0, 080; 0, 075; 0, 070. id. 6° spin. dors.0, 070; 0, 075; 0, 070; 0, 060. Lungh. sottorb. 0, 070; 0, 060; 0, 060; 0, 040. Altez. sottorb. o, 040; 6, 040; 0, 050; 0, 030. FAM. SPARIDI 165 Sottofam. Pagrini (seguito). Ù 17° Gen. Pagellus, Cuv. Val., VI, p. 169. ar. — Corpo oblungo, mediocremente compresso, coperto di scaglie cigliate di media dimen- sione; Testa robusta, più o meno allungata; Muso variabile, or più or meno sporgente; | Mascelle forti, subeguali , guarnite sul dinanzi di denti velutati o a scardasso fino, senza va | canini, ed all’ indietro di denti arrotondati o molari, disposti in più serie; Guancie sca- gliose; Occhi più o meno grandi; Pezzi opercolari inermi; Dorsale unica, fornita di 11 del | TTT pi la a 13 raggi spinosi, che possono essere accolti in una scanellatura dorsale, e di 9 a 12 ue ff raggi molli; Anale con 3 raggi spinosi, e con 8 a 12 raggi molli; Pettorali lunghe; Cau- s} dale forcuta; 6 ‘Raggi Branchiostegi; Appendici piloriche poche; Vescica natatoja semplice. | me- la | Î 6 specie Mediterranee, distinte come segue : È i Diametro dell’ occhio minore dello I Î spazio preorbitale. P. Erythrinus, Cuv. Val. | so, T A! dig. A ppc Proporzioni degli esempl. sudetti. Lungh. tot. O, 479; 0, 440; O, Alt. del corpo O I4O; O NI25:70, Lungh. testa O;, LIO:O, \FLONO, Altez. testa O, TOO; 0, 1I00;005 Diam. occhio O; 020; 0; 013;00; Spaz. preorb. O, 050; 0, 040; 0, Spaz. interorb. 0; 1040; (0, 03900) Lungh. pettor. OR VESTO VORO, id. ventrali O,COCO:40/ 1050: #95 id. caudale O; (100; 0, (0O95S40; 3* (e 4* spin: dors, 0, (04/0; 0,030; #0) Pregio alimentare. Pesce pregiatissimo per il delicato sue carni, In Sicilia appare tutto l’anno e più in tempo d’estate e d’autunno. di 250; 0, 140. 072; 0, 035. 060; 0, 030. OS: 0,028: o16; 0, OIO. 022; 0; 0127 o) il IS; 0, GIO; OSS, 0,092: 020; O, CIO. 050; 0, 028. 020; 0, IO. sapore delle di frequente - e TAO ra" FAM. PRGELEUS'BREVICEPRS SPARIDI il 44° Sp. (2° del Gen.) Pagellus Breviceps, Cuv. Val., VI, p. 199. (‘Pagello o Fravolino a muso corto). Car. specifici. — Corpo ovale piuttosto allungato , col profilo dorsale molto inarcato , coperto di scaglie fortemente cigliate; L’ altezza del suo tronco é contenuta 3 2/3 volte nella lunghezza totale del corpo ; La | lungh. del Capo 4 volte nella stessa misura; Testa breve, robusta, appianata superiormente, col profilo frontale molto più convesso che nel P. erythrinus; Muso corto, grosso, arrotondato; Bocca piccola, colla mascella su- | periore un po” meno sporgente dell’inferiore; Denti anteriori forti, acuti, leggermente uncinati ; î posteriori mozzi, arrotondati, disposti în 2 o 3 serie; Occhi grandi, più grandi di 1/3 dello spazio preorbitale; Dorsale ° con I2 raggi ossei, e 12 molli, colla porzione spinosa più alta della molle; Anale con 3 spine ed rr, 12 raggi molli; Pettorali lunghe, estese fino all’anale; Colore grigio argentino, volgente al roseo; Veruna macchia fosca sulla spalla; Veruna fascia verticale nerastra sui fianchi. oro 2A (i 125 Pigi as Mars Lungh. tot. o, 10 a 0, 15; Lin. laterale 58, 59; L. verticale 28 (Mor.). | 1830 Pagellus breviceps, Cuv. Val., VI, p. 199. 1840 id Schinz; Eur. Fauna, p. 117739. # 1846 id. Bonaparte, Cat. Pesc. Europ., p. 53, n. 457. Reso: id, Garchei , I, p. 473 (specie desiderata i in nota). ‘1869 id. Guichenot, Revue Gen. Pagellus Mem. Soc. Imper. sc. nat. Cherbourg, T.XIV, DIRO; SPos. 1881. id. Moreau, Hist. nat, Poiss. France, III, pi 26, fig, 148. 1882. id. Reguis, Hist.nat.Provence, p.27,sp.58. Sinonimie. 1810*? Sparus berda, Risso, Icht. Nice, p. 252. 1826 ? Aurata bilunulata, Risso, Eur.Merid., p.356, fig. 2 8. 29. | 1867 Pagellus centrodontus var. jun., Steind., l. c., piNOI,: Sp. 44 NOMI VOLGARI Pagello a muso corto. | Pagel a museau court. ‘ Bourabeou (Cette) Mor. Der Kurzkòpfige Pagel (Ted.) Schinz. Annotazione. É questa una specie molto rara, e forse non per- fettamente determinata e distinta.Cuvier, che la istitui nella sua Storia dei Pesci, la collocò in prossimità "| al Pagellus bogaraveo cui somiglia effettivamente, dicendo che ne differiva pel muso più corto, pel profilo dorsale più arcuato, e per la linea laterale poco apparente; mentre la equiparava dubbiosamente, al tempo stesso, alla «durata bilunulata del Risso (1. c.)!, Guichenot, nell’ eccellente sua Rivista delle specie del Gen. Pagellus, accettò la distinzione del Cuvier, aggiungendovi alcuni altri caratteri diffe- renziali. Moreau, accolse pure la specie suddetta, e vi annesse con dubbio a sinonimo, oltre 1’ Aurata bilunulata , anche il Sparus berda di Risso, che se- condo Giinther e Day, corrisponderebbe all’ affine specie Pagellus acarne. Steindachner dal canto suo, ritenne che il P. breviceps fosse, del pari che il Bo- garaveo una forma giovanile del P. centrodontus. Io non oso intervenire nella questione, mancan- domi i necessari materiali di confronto ; aggiungo solo, che se non ostasse la maggior dimensione degli occhi, la minor lunghezza del muso, e la mag- gior lunghezza proporzionale delle pettorali, giudi- cherei che il conguaglio fatto dallo Steindachner, del P.breviceps coi P.acarne, fosse esatto, in quanto che tutti gli altri caratteri sono eguali nelle 2 specie; e ciò tanto più che il P. Qweni, oggidìi riconosciuto per una forma adulta del P. acarne, offre precisa- mente un maggiore inarcamento sulla regione dor- sale come il P. breviceps. Studiando i molteplici esemplari di Pugelli che fanno parte della raccolta di questo Museo, ho cre- duto tempo fa di riconoscervi una forma rappre- sentante il P.breviceps, e ciò precisamente nell’esem- plare indicato P. erythrinus, della lungh. tot. 0,250. Senonchè rilevate più esattamente le proporzioni, confrontate le singole parti componenti ed il colore, ho dovuto ben presto ricredermi in proposito, e con- vincermi che il P. breviceps fin’ ora non venne av- vertito nei mari della Siciiia. Ad onta di ciò, allo scopo di completare la Mo- nografia dei Pagelli, registro quì la specie, coi suoi caratteri distintivi, tratti dall’ eccellente opera del Moreau, lasciando ad altri il giudicare sulla validità specifica di codesfa rara forma di Pagello. 43 PIA GESU BERE NValC/E*PAS Descrizione. Corpo ovale allungato , col profilo dorsale molto inarcato , alquanto compresso , coperto di scaglie fortemente cigliate. L’a/tezza del tronco & compresa 3 2/3 volte nella lunghezza totale del corpo, ed è doppia della relativa grossezza. La Zunghezza del capo è contenuta 4 volte nella stessa misura. Testa ro- busta, breve, appianata superiormente, col profilo superiore ricurvo, più inarcato che nel P. Erythrinus, e gradatamente ‘ascendente sino all’ origine della dorsale, che è il punto più elevato del dorso. Muso rivolto corto, grosso, arrotondato, più corto che nelle altre specie affini, collo spazio preorbitale largo, alquanto convesso , e coperto jdi piccole granula- zioni. Bocca piccola, colla mascella superiore un pò più breve dell’inferiore. Mascelle forti, fornite sul davanti di denticini alquanto robusti, acuti, legger- mente uncinati , seguiti immediatamente da altri dentelli un po’ più corti, quasi mozzi, ed all’indietro e sui lati, da un certo numero di piccoli denti ar- rotondati o molari, disposti in 2 o 3 serie. Talora, nella parte posteriore della mascella superiore, evvi una terza e breve serie di denti molari. Occhi grandi, il loro diametro resta compreso 2 2/3.a 3 volte nella lunghezza del Capo; è 1/3 più grande dello spazio preorbitale, e quasi eguaie allo spazio interorbitale. Il sottorbitale è grande, ed esilmente striato come nelle specie affini. Il preopercolo è elevato, col mar- gine posteriore quasi verticale, l’ inferiore orizzon- tale, e l’angolo intermedio arrotondato. L'opercolo è pure ben” sviluppato , col lembo posteriore sca- nellato, e terminato da un angolo ottuso , sovra- stante alla base delle pettorali. 5 serie di scaglie ta- pezzano le guancie di questo pesce. La linea laterale è poco marcata, segnata soltanto da piccoli punti, e parallela alla curva dorsale; porta 58, a 59 scaglie, essendovene 28 circa in una linea trasversale del corpo. La dorsale è lunga, abbastanza ben sviluppata, colla parte spinosa più alta della molle; porta 12 raggi ossei e 12 molli. Dei raggi ossei, il 4°, che è più alto, misura quasi la 1/3 parte dell’altezza del tronco. L’anale è fornita di 3 raggi ossei, e di 11, 12 molli, col 2° degli ossei più robusto, ma più breve del3® Le pettorali sono molto lunghe, falciformi, pari ad 1/4 della lunghezza totale del corpo, attingendo coll’apice le prime spine dell’anale. Le ventrali ugua- gliano i 2/3 della iunghezza delle pettorali. La co- dale è scanellata, colla base ricoperta di piccole scaglie; conta 15 ‘raggi principali, oltre i 2, 3 mar- ginali, ed entra per 4 1/2 volte nella lunghezza totale del corpo. Questo pesce è ammantato di un colore bianco- argentino sul dorso e sui lati, volgente ad un bianco iridescente sul ventre. Una specie di macchia se- milunare bruna , ne adorna lo spazio interorbitale. Le natatoje hanno una tinta grigia. Le ventrali e FAM. SPARIDI I ._._-«PVEÒIIEIHNO)e “>| _- _—_——_—mtmtmm@è—————————_—»e0emÒ0nR0@0@%À4À4à4à4à4@4@k4d0%=@wu P-A GEL CUS BREMICERS l’ anale sono biancastre, la codale rosa pallida. Ve- runa macchia fosca esiste sulla spalla e nell’ ascella delle pettorali. Veruna fascia ne ricinge verticalmente il corpo. Come si vede, la notevole brevità del muso, l’i- narcamento della parte dorsale, la maggior dimen- sione degli occhi, e le particolarità del coloramento, sono i caratteri principali che fanno distinguere que- sta specie di Pagello dalle altre affini, D. 12/12; A. 3/11-12; P. 140 COLA Distribuzione geografica. Questa specie non è stata ritrovata fin’ora che a Marsiglia, Cette (Moreau). Nizza (rr.) Cuv., Moreau. Proporzioni sec. Moreau. Lungh. tot. ONÙIM2. Alt. corpo O, 031. Spess. tronco 0, 013. Lungh. testa 0, 028. Alt. testa o, 028. Diam. occhi — 0, ors. Spaz. preorb. 0, 007. — interorb.o, 009. T.unghpett:Mom027: — ventr. O, OI8, — caudaleo, 025. Questa specie fa difetto alla collezione ittiologica del Museo Zoologico di Palermo. | | all’ascella delle pettorali. PATTO. i POLI A Vai di, a ee ar uNa, DONO fire ne DA t FAM. SPARIDI PAGELLUS BOGARAVEO I ì 145° Sp. (3° del Gen.) Pagellus bogaraveo, Cuv. Val., VI, p. 196 (ex Briinnich). i (Rovella, Pagello bocaravello). Car. specifici. — Corpo generalmente di piccola mole, di forma ovale allungata, poco elevato, piuttosto [pompresso, più corto, meno allungato, e proporzionatamente più elevato che nel P. acarne, coperto di scaglie Fortemente cigliate. L'altezza del tronco é contenuta 3 1]2 a 3 3/4 volte nella lunghezza totale del pesce; La fl lunghezza del Capo Io è 4 volte nella stessa misura, e questo è tanto alto quanto lungo; Testa proporzionatamente | breve, convessa posteriormente; Profilo del corpo meno inarcato’ al dorso che nel P. erythrinus, nel P. bre- fl viceps e nel P. centrodontus, ma più alto che nel P. acarne; Muso corto, ottuso; Bocca piccoli; Mascelle \ fornite all’avanti di esili denticini e all’indietro di piccoli molari arrotondati, disposti in 2 serie; Occhi me- diocri, arrotondati, alquanto più grandi dello spazio preorbitale, e col diametro pari ad 1/3 circa della lun- ghezza del Capo; Sottorbitale piuttosto stretto ; 6 serie di scaglie stanno sulle guancie; La Dorsale poco Di elevata ha 12 raggi ossei e 11, 12 molli, colla porzione ossea più alta della molle; L’anale è bassa, ha 3 raggi \ ossei e IO, II molli; Pettorali brevi, nom estese fino all’ anale e pari ad 1/5 parte soltanto della lunghezza \ del corpo; Linea laterale bruna, quasi retta, fornita di 52-56 scaglie. Linea trasversa con 20, 22 scaglie. Il | colore del corpo é bruno-chiaro, volgente al rossigno sul dorso, un po’ più pallido ai lati ed al ventre; Capo l'Dianco-argentino ; Dorsale rosea, finamente listata di nero; Pettorali, Ventrali, bianco-giallastre ; Veruna macchia fosca sulla spalla‘; Veruna fascia verticale nerastra sui fianchi; Una leggiera sfumatura brunastra Ato 12: AOL, 17; 1/4: Eunphidosos,ionista 020; IL. lat:)52-56; L. trasv. 20, 22; Vert. ‘22. | i 1830 Pagellus bogaraveo, Cuv. Val., VI, p. 196, | 1882 Pagellus bogaraveo, Reguis, Hist. nat. Pro- (ex Brinn.). VEnic,. vp. 1217) Spe 50. 1840 id #NSchinz, Eu. Faun., II p. 138. » id.-. Day, Fishes Great Britain, I,p.37,sp-2, we 6%- id. Bonapart., Cat. Pesc. Eur.,p.53,0. 458. pl. XIV. » id. . Sassi, Catal. Pesci Ligur.,)p. ‘27. » id. Kolombatov., Fische gewassern v. Spa- 850 id. Gunther, Catal. I, p. 480, sp. s. Tato; ps 16. 1860 id. Nardo, Prosp. Pesc. Venez., p. 76. 1883. id. Marion, Exquisse Topogr. G. Marseille 1861 id. Drouet, Elem. Faun. Agoreenne, p.132. (1i App. è e in sito. Proporzioni degli esempl. sudetti. Lungh. tot. O;;3:10;0, "260. Alt. del corpo 0, 090; 0,-080, Lungh. testa 0, 090; 0, 065. Altez. testa 0, 070; 0, 060. Diam. occhi O:SOT2%=0, 010. Spaz. preorb. . ‘0,045; 0, 030. Spaz. interorb. 0, 025; 0, 020. Lunghi. pettor.“ 0,::0$5;0, 045. id. ‘ventrali.’ 10, 0405 0) 022. id. caudale | 0, 060; 0, 050. Pregio alimentare. È specie di mediocre pregio e certamente di sa- pore meno buono delle altre specie congeneri. à 5) pe i "i $ Ps n PER rei BR È Ri 176 FAM. SPARIDI ) I PRI ZIE TI OZ REN E RITA BI ZI PAVG:EdaI USES ENalRa 0/00 NATO PAGELLUS* CENT R0DIONARIS 47° Sp. (5° del Gen.) Pagellus centrodontus, Cuv. Val., VI, p. 180. (Occhialone, Fravolino occhialone). Car. specifici. — Corpo ovale, elevato trasversalmente, coperto di scaglie grandi, finamente cigliate; L’al- tezza del tronco è contenuta 3 3/4 volte (3 1/3 a 3 2/3 Steind.) nella lunghezza totale del corpo, ed è doppia I I del suo spessore; La lunghezza della testa é compresa 3 2/3 a 4 volte nella stessa misura, ed è altrettanto alta quanto lunga; La testa è proporzionatamente breve, robusta, ha il profilo superiore convesso e più inarcato — che nelle altre specie congeneri; Muso breve, ottuso, arrotondato; Bocca piccola, notevole pel colore ranciato ‘| della sua mucosa; Mascelle subeguali ; Entrambe sul dinnanzi sono armate di esili denti a scardasso, gli |M esterni dei quali più lunghetti e forti degli interni, e all’indietro di denti arrotondati o molari, disposti în parecchie serie, in n.° variabile sec. D’età; Occhi molto grandi, più che nelle altre specie, il loro diametro è part ad 1/3 della lunghezza del capo, supera l'estensione dello spazio preorbitale, ed é eguale allo spazio in- terorbitale; Dorsale ben sviluppata, fornita di 12 robusti raggi ossei e di 13 molli; Anale con 3 raggi ossei e 12 molli; ‘Pettorali lunghe, falciformi; Codale forcuta; Colore grigio-roseo sul dorso, grigio argentino sui fianchi e sul ventre; Lati percorsi da linee dorate longitudinali; Una grande macchia ovale nera appare sulla spalla all'origine della linea laterale; Natatoje giallo-rosee. ° D. ‘(12/12-13; A. 3/12, PR. n6-17: Cozie 23 240 Linea laterale 57-80; Linea trasversale 22-24; Lunghezza totale 0, 30 a 0, 40. 1830 Pagellus centrodontus, Cuv. Val., VI, p.180. 1867 Pagellus centrodontus, Steindachner, Icht. || 1832 id. Nilson, Prodr. Faun. Scandinav. Bericht Span. u. Portug. Reise in Sitzb. ||W' 1835 id, Yarrell, Brit, Fish (18.ed.).I, p.: 107, K. Akad Wiss. Wien, Bd. LVI, 1° Abth,, con fig.; (2° ed.) I, p. 123; (3* ed.) II, SENT PENON SP 3 1 p. 149 Vignet, p. 152 (denti). 1868. id. De la Blanchere, Dicth. Péches,p.566; » id. Parnell, The nat. hist. Fish Frith of fig. color. Forth, p. 46, pl, XXVII. » id. Brito Capello, Peixes collig. Algarve » id. Jenyns, Man.Brit.Vertebr., p.3 56, Sp.30. Jorn. c5) Nepi 1836-44 id. Valencienn., in Webb. et Berthel.Icht. | 1869 id.. Guichenot,. Revue ‘Genre. Paselsst Canaries, p. 34, pl. VII, fig. 3. Mem. Soc. Imp. Sc. nat. Cherbourg, & 1838 id. Kroyer, Danmarks Fiske, I, p. 206. 1 IV oz epoi 1840 id. Schinz, Eur. Faun,, p. 137. 1870., “id. Bourjot, List. Poiss. Marchè (dia css 1844 id. Guerin, Iconogr. R, A,, pl. 20, ERA Pipa 1845 id, Cocco, Indic. Pesc. Messina, n. 107; » id.. Graells, Expl. cient.Ferrolp:3409)sprlol id., ed. Facciolà 1886, p. 20, sp. 95. 1872 id. Canestrini, Faun. Ital, Pesci, p. 90. 1846 id. Bonapart., Catal. pesc. Europ. ip.10527 1875 id. Trois, Prosp. Pesci \Adnaticii pio sp. 461. Spini osi » id. Sassi, Catal. pesc. Ligur., p. 120. » id. . Gollet, Norges: Fische, pins! » id. Heckel, Pesci Dalmaz. in Carrara descr. | 1376 id. Gervais et Boulart,Poiss.France,II,p.89. Dalmaz., p. 90. 1878 id. Doderl., Prosp. Pesci Sicil.,p.38:sps123% 1850 id. Guichenot, Explorat. scientif. Algerie | 1879 id. :Stossich, x . 3° Sp. Serranus hepatus, Cuv., Car., Citaz. . ; id. Sinon., Nomi volg., Prepar. id. Aunotaz., Descriz. ® Abitaz. Car., Divis. | ‘1° Sp. Epinephelus Sicanus, Dod., Car., Annotaz., x Descriz., Prepar. 2° Sp. Epinephelus Caninus, Val., ° Car., Citaz. i ; 2 Id: Descriz., °Preparaz. 2 . . INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL PRESENTE FASCICOLO. 184 INDICE 3» Sp. Epinephelus gigas, Brùnn. CarcaCitaz. È > ; i; id. Sinon. , 5 : : - È - id. Nomi volg., Descr. . ; 2 : 9 : id. Annotaz. È id. Abitaz. Preparaz. ) 3 _ È o 4* Sp. Epinephelus aeneus, Geoff., Car. Citaz., Annot. Descriz. . ° id. Abitaz., Prepar. , ; . SES EDIREDRAMS chrysotcenia, Dods*CGarg Citaz,, Annotaz. D'escaiz-=Rrepooa CRAS: E DIASDIEILO Alexandrinus, Cuv. Val., ‘Car. Citaz., Sinon. . id. Nomi volg., Storia . : : : 5 . id. Descriz. : ; È 5 3 . > id. Albitaz rep! ; : i _ ; 7 . 7A Sp. EDIOCRACRi acutirostris, Cuv. Val., Car., Citaz., Sinon. RINTS Nomi Volg., Storia. . È id. Descriz. id. Abitaz., Preparaz. id. Var. Valat cea, Anthias, Car. ; 3 ; È PIANA Sp. Anthias sacer, Bloch, Gal , citaz. È ; È A è id. Sinon,, Nomi volg., Abitaz, È » Prepar . 3 : . id. Descriz. È . ; 3 - ; Sr Callanthias, Lowe, Car. . a Ù ? Sp. Callantias peloritanus, Cocco, Car., Citaz. A: Sinon., Nomi volg. . id. Descrizne : ; id. Abitaz., Preparaz. ; - , 3 . Gen. Poliprion, Cuv., Car. . ; > - ; _ 3 } 1* Sp. Poliprion cernium, Val. Car-,\Citaz: id, Sinon., Nomi volg. . . id. Descriz. . . . . : . id. Apperd., Abitaz., Prep. II. Fam. SciENIDI (Scianidae), Car., Divis, ; Gen. Umbrina, Cuv.. Car. > 1* Sp. Umbrina cirrhosa, Cuv., Car., Citaz. È id. Sinon., Nomi volg. . î : : . id. Descriz. . 3 : î ; 3 id. Abitaz, i Preparaz/ot. i : id. Var. Canariensis, Val. ; s < 2° Sp. Umbrina ronchus, Val., Car., Citaz., Annot, Prospetto ccmp. , carat. , Umb. ronchus, Lafonti, Canariensis Gen. Scia@na, Arted., Cal - ; . 4 1°"Sp. Scizena aquila, Cuv., Car., Citaz. . id. - Sinon. È ; ; id. Nomi volg., Descriz. . : 3 5 : 5 id. Abitaz. È ; 5 È id. Preparaz., Pres. aliment. | Gen. Corvina Cuv. Car. . ; o È 1° Sp. Corvina nigra, C. V. Car., Citazo. id. Sinon. È id. Nomi volg., Descriz... id. Abitaz., Preparaz. . 5 : . . III. Fam. BerIcIDI (Bericidae) Car., Divi n Gen.eBemxy CVeCar. Divise i 7 5 È 1° Sp. Berix decadactylus, Covo Car., Citaz., Sinon., Descriz.. id. Abitaz. È : > 3 . 2° Sp. Berix splendens, Lowe, Car. , Citaz, ; È i ; Gens - 5 A 5 id. Albitaz.;, Preparaz: >», . . 5 5 . - 5* Sp. Pagellus centrodontus, C. V., Car., Citaz. i i È è . id, Sinon., Nori volg., Pescriz 3 . F : id. Distrib., Prepar. ; ; . ; . ; 6* Sp. Pagellus acarne, C. V., Car., Citazo. 2 201 id. Sinon, Nomi Volg., Annot., Descr. . ; id. Distrib., Prepar. ? 3 i ; : ; Appen. Pagellus Owenii, Giinth,, Car., Sinon., Descriz. - È x 3 Aggiunte 0). Pag. 10 (Perca fluviatilis) 2* col. lin. 32 — Agg. 1880 Day, Fishes Great Bri- tain, I, P. 3; pl. I. id. lin. 55 — 1884 Beliremieux, Faune vivante de la Charente Infer.,p. 98. Pag. 16 (Labrax lupus) 18 col. lin. 40 — 1835 Yarrell,Brit. Fish. (1° ed.) I, piorciigi(2ed Ul poroi(Redo) Tp Ani: Pap.t17 (49) 2 col. lin. 6 — 1877 Malm, Goteborg’s och Bohu- sland’s Fauna Fiskar, pag. 18. Pag. 23 (Labrax punctatus) 1# col. lin. ult. —-1884 Beltremieux, Faune (I. c.)p.98. Pag. 29. 2* col. lin. 40— 1810 cApogon ruber Rafin. Ind. pi 27; spi 190. Pag. 46 (Serranus cabrilla. syn.). 2* col. lin. ult. — 1870 Serranus flavus (Ris.) Bour- got, List. Poiss. Marchè d’Alger., D413, Sp. di Pag. 61 (Serranus gigas) Igcolilins22:-13935 Jenyos, Brit.Vertebr., p.333. Pag. 62 (Epineph. gigas) 2* col. lin. ult. — 1886 Marion, Enumer. espèces rares poissons d. cotes Prov, in Zoolog. Anzeiger 7 Jun., n. 225, D. 377. Pag. 75 (Epineph. Alexandrinus) 2° col. lin. 19 — Habit. Napoli, Taranto, Malaga, Tripoli, Alessandria (Vincig.), Canarie? (Bellotti). Pag. 76 (Serranus fuscus) 2* col. lin. 27 — 1871 Brito Capello, Peixes de Ilha Madera in ornal (I) XL Dl 05: id. id. (Serranus acutirostris) 2* col. lin. 43 — 1883 Faber, Fisher. Adriat. New- Fishes Supplem., p.231, sp.356. Pag. 82 (Authias sacer) 1* col. lin. 32 — Cocco, Indic. ed. Facciolà, 1886, Dis25; SPASrIo, Pag. 83 (id.) 18 col. lin. 31 — 1836 Valenc. in Webb et Berthel, JIcht. Canaries, p.. 8. Pag. 94 (Umbrina cirrhosa) 2° col. lin. 29 — 1889 Jordan and Eigenmann, A Review of the Scianida of A- meric. and Europe, p. 80, sp. 87. Pag. roI (Sciena aquila syn.). 2° col. lin. 25 — 1810 Perca Vanloo, Risso, Icht. Nice p:298;ssp. 12° :(Fig0u). Pag. 101 (Sciena aquila) 1° col. lin. nlt. — 1889 Jordan and Eigenmann, A Review of the Scizenida (I. c.) SRI DL0p A SP-B05: Pag. 106 (Corvina nigra syn.) 2* col. lin. ult — 1889 Jordan and Eigenmann, A Review. Sciaenida (1. c.) Sciena Umbra (L), p. 64, sp. 67. Pag. 110 (Berix decadactylus) 1° col. lin. 27 — 1888 Simroth, Beitr. z. Kenntn. fau. Azoren. In Wiegmann Arch. si Ianr p. 207, sp. 20. _—————t—————————_————_———+8t—_—t———6——————6— oa —# Pag. 113 (Hoplostelhus mediterraneus) 1*-col. lin; ulti — 1888 Siror, (i. pz, a prleos Pag. 128 (Dentex vulgaris) 1? col. lin ult. — 1851 Desvaux, Essai Icht. Còtes Oceaniq. France, p. 82, Sp..174. Pag. 129 ((d.) 1* col. lin. 42—1884 Beltremieux, Faune (I. c.) p.9g5. Pag. 131 (id. symon.) 1* col. lin. 26 —1882? Dentex Canariensis, Steind., Beitrag. z. Kenntn. Fischs Afri- ka's.In DentschriftK.Akad.Wien, Bad SV: Pag. 135 (Dentex filosus) 2° col. jin. 23 — 1883 Faber, Fisher. Adriat, New- Fishesy Suppl., p. 2319-spa8gge Pag. 138 (Dentex macro hbthalmus) 1*-col. lin. $0-=1883 Fabet, Fisher (cip sp. 358. Pag. 142 (Pagrus valgari.). 2* col. lin. ult. — 1888 Hilgendorf, Die fische Azo- ren in Wiegm. Archiv., s1 Jahr., pi 200% sp eroi Pag. 146 (Pagrus orphus) 1* col. lin. 49 — Cancel, Citaz. Eacèpede eMRafin Pag. 150 (Pagrus Ebrenbergii) 1* col. ‘lin. 21— 1881, Kolombatov. ; Pescitacgne Spalato; \p.67% id. (]in::27. 1883 Faber, Fish (ie nen sp. 360. Pag. 153 (Pagrus auriga) 1* col, lin. 17 — 1870 Bourgct, List. Poiss, Marchè d’Alger, p. 50. Pag. 156 (Chrvsophrys aurata) 2° col. lin. 45 — 1884 Beltremieux, Faun. (1.c.) p.94. id, lin. ult. — 1888 Hilgendort, Fische Azoren ({l. 6.) /p.200, SP 4190 Pag. 165 (Pagellus erythrinus) 2* col. lin. 40 —- 1838. Kroyer, Danmark. fiske, parto gl p.i210) Pag. 166 (id.) 2° col. lin. 3; — 18€6 Le Marié, Poiss. Charente, P. 40, Sp. 30 id. lin so — 1877 Malm, (UStcoREiskan id. lin sr — :879 Winther, Prodr. Icht. Da- mic (Marina: po L0,Sporzo: Pag. 167 (id. Sinon.) i° col. lin. 19 — 1867 Pagellus Giintheri, Brito Ca- pello, Peix Portug. Jornal (l.c.) Lips Pag. 171 (Tagellus bogaraveo) 2° col. lin. 29 — 1884 Beltremieux, Faun. (I. c.), Goteborg’ s Fauna GORE id. lin 55 ui Winther, Prodr. (ehtissDans (ICP ISPa9: id. lin. 56 — Sparus macrophthalmus (Bloch) Le Marié,Poiss.Charente, p.13,Sp.33- Pag. 176 (Pagellus centrodontus) 1° col. lin. 47 — 1857 Marcotte, Vertebrés obs.Ab- beville, p. 410, id. lin. 49 — 1859 Jouan, Poiss.obs, Cherbourg, PoRgs 2* col. lin. 47 — 1884 Beltremieux Faune Charente infero (1) Di Opere pervenutemi od avvertite dopo la stampa del relativo articolo. | a i Raggio II 12 16 RZ 15 25 40 44 45 No, 59 11 72 Iù qa I° 1 1° Te col. col. Tnt: Ss lin. 17 lin. 30 Mina 132 lin. ig lin. 18 lin. 26 lopez lin, 22 Linizo lin. 38 lin. 19 lin. 26 lin. 54 i, Tipocsti lin, 12 lin. 42 lin. 36 ho. 37 lin. 47 lin. 20 lin. 48 lin. 50 lin. 14 lio. 17 line? lim.Wts liaszz lin. 30 lin. 47 nie lin. 28 lin.393 HDO2I lin. 44 linos2 LintS837 lin. 41 Jie833 lin. 38 hin:349, Jiniisa mritic—_—_É@£@—@—©=<©@Smn I tabezbaifigi zia, ta Do 20M 2 . Couch pl. 24 Schleg. fig. 2 Canestri. +p.07] . 3 Coller.n: (6 } Mela agg. 1556 Willughby . . tab; 1. i > : Schonevelde, i 5 Plucar p. 62. > : Mariotte d ; . Mobius p. 2. ; : Bloch Schneid. p. 34 . pags. i i Johson. e ; : Dir l3hn ; ; Rafn®piT7iSpisgl co Scaglieskslatro-2605 00. puis, ; È i EciComiteto: 5 Normann p. 266 . Steindach., p.9 Ninni p. 120 : È Costa pag. 139 —. 3 p.252,. ; . 5 id. agg. - : I Willughby pl. 6, fig. 1 pugo È È i SA SRRi, A Rafin. Catal. Oceaniche meridionali . Normann p. 267 . 5 Gutchenot:p:350. Brito p. 246. 3 . Tognon . 2 ; cangiandovi . - . Steindach. IV Brito Vol. I agg.. 5 Steimdach:sE IV". Vinciguer. Agg. . ; alquante specie . cangiandovi. ; È Errata-Corrige. tab23; fior, tab. 23, fig. I. Couch pl. 39. Schles. fig 235. Canestr. p. 74 Colletàsn. si Tab, IX. P. 3458 1686 Willughby. 3 tab) S: fig. TI "n Schovefelde. po Plucar p. 63. Marcotte pegt2: k: pi (84 sp. 5. p. 90. Jochnston A piods ) Rafin. p. 16 sp. 65. I 1, lat 28-30. 49 10 (nob.) 11 (Mor.) vo Guerin. Nordmann p. 366. Gi Pi DSP: : | p. 116 pi «120: p. 254. n id, Rondelet, E cancella pl. 6 fig. 1. pisò. id:-Lacep. IV pifz3os Rafin. Caratt. Oceaniche occidentali. P- 307: P. 33. p. 1243. 1077. cangiandone Steimd Bd LV p. 144, sp.9 (descript.). Bd pi 200sp. 13° DI i ee”. alquanti soggetti. cangiandone 188 100 col. col. col. 2Scol: col. COL col. col. col. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. line lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin, lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. lin. ERRATA-CORRIGE Kolombat. p. 11. Volencialenice Steindachn. Bd, LIV Bloch Schneid,,pri200. Jenyns p. 314 Steindachn. Bd. LIV Giglioli sp. 98. Bellon glaucus p. 103 fig. p. 105 Cromis I, p. 106 fig. p. 107. Gesner IV p. 224. Schies, pio Britotn>:s60 Steind. Bd. XIV Mobius p. 85 Bourjot p. 34 non scagliose. Giglioli p. 82 Sparoidei (agg.) conici agg. Jennyns ) Bourjot Hist. ; . > Trois n. 162. , Aldrov, Pisc. Agg. Cocco 1343 Ninni (a part.) p. 20 sp. 109 . Giglioli p. 80. Der rothlich. Der grosse Rothl. p. SI Sinedus . Guich. p. 69. e 13:motli o molari agg. È : . 1885 Pagellus | Yenyns . Rondel. p. 133 0, 0057 Acarne Lib. . È 7 Rondel.-: Lib. XV.C:20)-p.151 arcarna , ; : . The axillans p. 9 et descript. TS BASeEViE pi 205. p. 334. Bd UEVAE sp. $9. D- EVLO, (O NSICn2A pet 2069 ARDTAS INC parzotto: pio: Misto Bd Di 39sp0, al oa Bourgot p. 31. soprimi 7207. p. So (estr. p. 20). (Pro-parte). o velutini a scardasso. Jenyns. Bourgot List. 02} Lib:FWoktab 06; 1845. (apart) pe Sispasros pi 102. Der Nothlicher. Der grosse Nothbrassen p. 54. Cynaedus. D. 49. e II molli. di minor dimensione 1835 Pagellus. Jenyns. p.. 153. 0,075. Acarne, Plin, lib; ANCHE NEC. 20/0p (ISuA acarne The axillaris Pai Te NI Ù n neA apra È Lo È: DOTI I i RIINA ZE i MANUALE FTIOLOGICO DEL MEDITERRANEO OSSIA SENOSSIEMETODICA DELLE “VARIE SPECIE. DI PESCI RISCONTRATE" SIN QUI: NEL MEDITERRANEO ED IN PARTICOLARE NEi MARI DI SICILIA REL PROF. P. DODERLEIN DIRETTORE DEL MUSEO ZOOLOGICO-ZOOTOMICO NELLA R. UNIVERSITÀ DI PALERMO Pubblicazione fatta sotto gli Auspici della Società di Scienze Naturali ed Economiche di Palermo RASGICOROnV. TELEOSTEI Acantotterigi Perciformi (Seguito e fine). PALERMO, TIPOGRAFIA DEL GIORNALE DI SICILIA I89I. Il presente fascicolo comprende la rivista particolareggiata delle famiglie dei pesci TE- LEOSTEI ACANTOTTERIGI PERCIFORMI che non vennero comprese nel precedente Fasci- colo IV. FAM. SPARIDI 193 Fam. SPARIDI (Sparida) (Seguito). 3* Sotto Fam, Cantharini (Cantharine, Auct.) (1). n° Sie Uar. — Mascelle armate di soli denti minuti puntuti a scardasso, senza canini Ì ne molari, gli esterni dei quali un pò più robusti degli interni. a \ Questa sottofamiglia o Tribù venne istituita da Cuvier et Valenciennes per comprendervi quella serie di ìparidi le cui mascelle erano unicamente fornite di denti esili, puntuti, disposti a scardasso, e strettamente ag- fregati fra loro; la serie esterna dei quali, si trovava talvolta formata da denti un pò più grossi e più ricurvi fegli interni, Per le quali particolarità l’attuale sottofamiglia restava pienamente distinta da quei gru ppi di Sparidi e cui mascelle erano armate di denti conici allungati (canini), o di denti emisferici (molari), oppure di denti {arghi, taglienti (incisivi), in disposizione verticale od orizzontale. —La sottofamiglia dei Cantharini così costituita ed avvalorata da altri caratteri secondarii, tratti dalla forma del corpo, dalle scaglie, dalle natatoje, venne ac- ettata dalla maggioranza dei successivi ittiologi. Il DE Ginther però, nel suo classico catalogo dei Pesci del Museo Britanico (Vol. I, p. 413), ha creduto bene di innestarvi alcuni generi affini, quali sono i gen. Box, Oblata [Crenidens ecc. a dentizione alquanto differente. — Siccome i predetti novelli generi venivano ad alterare i ca- l'atteri fondamentali stabiliti da Cuvier, noi, sull’ esempio del D." Moreau e di altri recenti Autori , abbiamo îreduto più opportuno di sopprimerli ed informarne altri gruppi collaterali, (Vedi Classazione fasc. IV;:pag. 127): endendo così più omogenea e circoscritta la sottofam. attuale. i Così limitata, la sottofam, dei Cantarini non comprende. che un solo genere, il gen, Cantharus, Cuv. ! 18° Gen. Cantharus, Cuv., Val., VI, p. 318. | | | Car. — Corpo ovale-allungato , mediocremente compresso , coperto di scaglie di media gran- È dezza più o meno cigliate; Testa robusta, breve, più alta che lunga; Muso corto; Bucca Il piccola, poco fessa; Mascelle subeguali, non protrattili, armate di denti esili, conferti a È scardasso; disposti in più serie, gli esterni un po’ più grossi e ricurvi degli altri. | Labbra carnose; Guancie scagliose ; Pezzi opercolari inermi, ma scagliosi; Vomere, Pa- Do latini, sdentati; Dorsale unica, generalmente formata di 10, 12 raggi ossei, e di 11, È 12 molli, non scagliosi; Anale con 3 raggi ossei e 9, 10 molli; Caudale più o meno forcuta; 6 raggi branchiostegi; Appendici piloriche poche; Vescica natatoja semplice. Tre specie mediterranee, incompletamente distinte come segue: fisco gene i Cantharus vulgaris, Cuv. sa L, i \ Altezza del tronco minore di 1/3 potto orbitale ante- della lunghezza del corpo. Cantharus brama, Cuv., Val. gore. non scanellato ì ONE Altezza del tronco maggiore di 1/3 I i della lunghezza del corpo. Cantharus orbicularis,Cuv., Val. k A differenza del Mediterraneo, i mari esteri e specialmente i tropicali, posseggono parecchie specie del Gen. Cantharus registrate da Cuvier e dal Gunther, che vi rappresentano le poche forme proprie dei Mari Europei. (1) Vedi per la classazione Fasc. IV, p. 127. Ne] “74 mo, | 194 FAM. SPARIDI CA NUITHASRIVSSVIUISIOTA IS CANTHARUS VULGARIS 49° Sp. (1° del Gen.) Cantharus vulgaris, Cuv. Val, VI, p- 319; pinco? (Canterella comune). Car. specifici. — Corpo ovato-allungato, col dorso ricurvo, coperto di scaglie cigliate di media dimensione; L'altezza del tronco è contenuta 3 a 3 1/4 volte nella lunghezza totale del corpo; La lunghezza del capo lo è 4 1/2 a 4 3/4 volte nella stessa misura; Testa robusta, proborzionatamente breve, più alta che lunga, col profilo superiore lievemente archeggiato; Muso breve, appuntito; Bocca piccola; Mascelle subeguali, fornite di denti esili, numerosi, a scardasso, gli esterni più compressi e più alti degli interni; Occhi mediocri, ovali, col dia- metro variabile secondo l età; Sottorbitale più o meno distintivamente scanellato nel suo margine inferiore; Preopercolo ben sviluppato; Opercolo leggermente ricurvo, terminato posteriormente da un angolo arrotondato; Guancie tupezzate da 6 ad 8 serie di scaglie: Dorsale fornita di rI raggi ossei, piuttosto deboli, il 4°, 5°, 6° più alti, e di 12 raggi molli; Anale con 3 raggi ossei e 10 raggi molli; Caudale smarginata, mediocremente forcuta, pari ad 1/5 della lunghezza totale del corpo; Peltorali allungate, estese fino all’anale; Ventrali brevi, pari ad 1/5 o 1/6 della lunghezza totale del corpo; Golore grigio-brunastro sul dorso, grigio-argentino sui lati, attraver- sato da 15, 20 linee longitudinali grigio-giallastre più 0 meno marcate; Natatoje grigio-brunastre; Caudale marginata di bruno-oscuro. D. 11/12; A. :3/9-10; B. 15; C, 15-17;Lin. lat. 68-75; Vert, 24 Lunsh.itotio oto Annotazione. Gli Ittiologi del secolo passato conobbero certamente il Cantharus vulgaris; ma non seppero precisarne i caratteri. Il solo Rondelet, come osserva il Cuvier, ne diede una buona descrizione ed una discreta fi- gura. In epoche più recenti il Cantharus vulgaris venne ricordato e citato da parecchi Ittiologi ma sotto || nomi diversi. Ciò dipese dalla seguente circostanza. Il Cuvier nell’articolo concernente questa specie (Hist. Pois. VI, p. 319), aveva notato che essa abitava soltanto nel Mediterraneo, non avendone ricevuto verun esemplare dalle coste dell'Oceano Atlantico. Tuttavia nell’istesso volume a pag. 333 registrava sotto il nome di Cantharus griseus un’altra specie, traendola da Duhamel, specie che viveva nell'Oceano Atlan- tico, e che confrontata colla precedente mediterranea, venne più tardi riconosciuta identica. — Quasi con- temporaneamente al Cuvier, gli autori inglesi rinvenivano nella Manica e nei mari settentrionali la stessa specie e la pubblicavano sotto il nome di Cantharus lineatus; forma che il Ginther dimostrò essere una semplicissima varietà della specie predetta. Da qui ne venne, che sino d’allora si avevano già in iscienza 3 diversi nomi per indicare una medesima specie di Cantharus.— Ne qui ebbe termine la complicazione | sinonimica di questa forma di Pesce; dapoichè il D." Steindachner, dietro l’esame di molti individui, vi aggiunse a sinonimo anche il Cantharus brama, Cuv., addimostrando che il carattere della incisura del preopercolo del C. vulsaris non era valido per separarlo dal Cantharus brama, presentandosi or più or meno pronunciato nei varii individui della specie predetta. Osservazione che confermata da varii Autori, ed. anche nel laboratorio di questo Museo, rese assolutamente dubbia la distinzione specifica del Cantharus brama. Siccome gli Ittiologi hanno citato l’attuale specie sotto nomi differenti, a seconda che li ritenevano più antichi e convenienti, così ho creduto bene di registrare qui le singole denominazioni quali vennero indicate dagli stessi autori, ricordando però sempre, essere d’esse altrettanti sinonimi di una medesima ed unica specie, i i 1817 Cantharus (Canthére vulgaire), Cuv., R. A., | 1845 Cantharus vulgaris, Cocco, Ind. pesci Messina, T*edit, = ip: 279; id 22 ed ms., pp. 115; id.,, ed. FacciolaM830) p.1185. p. 19, Sp. 84. i 1830 Cantharus vulgaris, Cuv. Val., VI, p. 319, | 1846. id. Bonapart., Cat. Pesc. Eur.,p.52,sp.447. pixr6o0: » id.- Sassi, Catalipesci-L:sutiaMpanros: 1832 id. Bonaparte, Iconogr. Faun. Ital. In- | 1847 id. Nardo, Sinon. moderna pesci Chiere- trod:. HRescimipa o sIVAi PO hini pi A123) Spore » id. ? Bory S* Vincent, Exped. scientif. Mo- | 1850 id. Guichenot, Expl. scient. Algerie, p. 53. ree. Zoolop pl NIE ssi id. Desvaux, Icht. Còtes Ocean. France, (Cantharus brama). PiRS2 Sp ARIZS 1836 id. Valenciennes in Webb. et Berthelot, | 1852 id. Van der Hoeven, Handb. d. Zoolog., Poiss. Canaries, p. 38. IT, p.. 184 1840 id. Schinz, Europ. Fauna, MERA, 1857 id, Machado, Peces Cadiz, p. 14. ——#i—/«—&—<—£—. ESSE === 1861 1862 1866 1870 1871 » 1875 1876 1873 1879 1883 1833 1835 b)) 1840 1846 1852 i 1855 bi i 1859 ml | 1866 ero BO 1870 ma v I 884 ina, Di Hi SQ | 1845 _MWU| 1856 SAMI 1851 066, ki I 8 59 1867 0%, » CE RNTEHARUS MWUL GA RIS 1860 Cantharus vulgaris, Nardo, Prosp. Pesc. Ve- id. id. id. id. id. id. id. id. 1777 Sarde grise, Duhamel, Dict. Pechés, part. II, 1830 Cantharus griseus, Cuv. Val., id. id. 1828 Cantharus lineatus (Pagrus), Fleming, Brit. id. 2 nezia, p. 70: Gulia, Tentam. Icht. Melit., p. 22, sp. ‘ Canestrini, Catal, Pesci Genova, p. 263. Perugia; Catal. Pesc.Adriat5; P.953:Speg eine ed. Gmielîn, p. 1274, Sp. 13 Bloch, ed. Schne.d,, Ord: Ip: 12745 1 SIYo Lacepede IV; pr98, sp..2. 20, |É c., | | 196 FAM. SPARIDI 3 I OT CANTHARUS VULGARIS GANG HARÙ:SEIVUTIGASATIS 1810 Sparus Zipolus , Rafinesque, Carat., p.. So, spi13y; (id. ind p- 2607 5pt0: 1810 Sparus cantharus (tanuda), Risso, Icht. Nice, P.02420 SPIE 1824 id. Martins, ‘Reise--Menedis,p. 425° 1826 id. Risso, Hist. Nat., IV, p. 366, (Cantha- rus tanuda). 1836 id -Swainson;«Fishes: 11, 4p 2237 1846 id. “Pilucar, Bisch-Platzizusbiniest, ep; Sp. 100. 1848 id. Gemmellaro(Carlo),Breve Catal.Pesc. Gatan.; in Atti Soc Gioens Serslio sex No 92.60. 1861 id. Trapani, Fish.) Malta-ip.1022; 1864 id. Gemmellaro, Saggio Icht. Catan., in Atti ‘Soc: Gioen.,; Ser lea IR P.CIA7: ISPA 1866 id. Le:Marie,Poiss-Charente, piir3, 5.35; 1812 Sparus sciandra, Rosenthal, Icht. tafel XIV, fi o3Sr 1815 Sparus lineatus, Montag., Mem. Wern., soc., Ipse pla823: 1822 Sparus vetula, Couch, Trans. Lin. .soc., XIV, 1859 The Bluth Sa BreamYarcell®BrieWFish I p.150etMipnetta sp. 158; 1868 Old Wife Black sea Bream, Couch, Fish. Brit., [PR 22 OL 1877 Cantharus Linnei, Malm, Goteborgs och Bo- huslandsFaun, p.r97, pi 04,0Spi312! Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In Pelle: Es::-0;20:10,24;70,27:50, 32-00: In:alcool3* Est: CIO:MO L50920! Prep. osteol.: 2 Schel.; 0, 24; 0, 40; I tesch. scomp. Prep. splanc. a secco: 1 App. branc.; 1 Tubo diger. Ta. in alcool:'2:App.dig.; LApp.\d;2 Appio Proporzioni riscontrate negli Esemp. del Museo. Lungh..tot. ‘’ 0,620;0, 300;10;/270; 9240; 0,290. Alt. del corpo 0, 130; 0, 120; 0, 090; 0, 080; 0, 070. Lungh. testa 0,070; 0, 062; 0, 060; 0, 055; 0, 045. Altezitesta L00720 00510000: CO 00210000: Diam. occhi 0, 020; 0, 015; 0, 014; 0, 012; 0, OI0. Spaz. preorb. 0,022; 0, 021; 0, 020; O, 015; 0, 012. Spaz. interorb. 0, 023; 0, 022; 0, 025; 0, 020; 0, OI 5. Lungh. pettor. 0, 080: 0, 065; 0, 062; 0, 060; 0, 050. Lungh. ventr. 0, 048; 0, 042; 0, 040; 0, 030; 0, 025. Lungh. codale 0, 062; 0, 060; 0, 058; 0, 045; 0, 040. i | S SA ozio NOMI VOLGARI Italiani. Canterella comune. Cantaro, Canterella. Tanuda, Canterena, Canterella (Venez.). Canterena de aspreo (Venez.). Cantaro comune (Triest.) Schianto (Napoli). Tanna, Tanuta (Napol.). Zipolu, Tanuda, Ciuciastra (Sicil.). Zippula (Pal.). - Esteri. Le Canthere commun (France). Le Canthene gris (Fr.). Cantheno (Marsigl., Nizza), il giovine. Tanudo, Tanuda (ibid.), l'adulto Moreau. Burlot, Brelot (Isle Rè), Le Marie. Mange-gouemon (Isle de Yeu), Le Marié. Pilonneau, Dorade, Bouchon (Bajona). Sarde grise (Normand.), Moreau, Bréme des Rochers, Sarde (Cherbourg), Jouan. Brèéme commune (Boulogne), Moreau. Cantheno (Langued). Gallet (Port Vendres), Moreau. Cantarella (Cette). Canthena, Tanudo (Provence). Brown-Bull (Ingl. a Malta). The Black sea bream (Ingl.), Yarrell. The Old Wife black sea bream (Ingl.), Couch. Der gemeine Cantharus (Ted.), Schinz. Brauner, Brassen-Canthar (Ted.), Plucar. Gra Hafsruda (Scandin.), Nilson. Chupa (Canaria), Valenc. La Chopa, o Choupa (Spagnol.), Brito, Steindach. Ollaca (Guipuzcoa) Graells. Cantara (Baleari, Valenza, Saragozza). Chatara y sardo (Catalog.) Graells. Roncador, Beut (Castiglia) id. Kontar Sargasti (Hlir.) Kolomb. Kontor Kentar id. id. Faber. onadapos acnataoog vavtapns (greco moderno). CANTHARUS VULGARIS Distribuzione geografica. Il Cantharus vulgaris è molto diffuso nei mari Europei; esso vive più o meno abbondantemente in tutto il Mediterraneo , nell’ Oceano Atlantico oltre le coste Britanniche, non meno che nelle ac- que delle Canarie e delle Isole Azorre. Nel set- tentrione però riesce alquanto meno frequente che nei mari meridionali. — Venendo al particolare, lo troviamo citato dagli Autori nelle seguenti lo- calità : in Scandinavia, Norvegia (p. fr.) (Nilsson, Malm, Malmgreen, Collet, Day). Danimarca, Baltico. (p. fr.) (Winther). Gran Bretagna, Scozia (fr.) (Yarrell, Couch, Day). Plimouth, Polpero, Frith of Forth (Gunther, Day). Coste del Devonshire (ff.) (Montagu, Yarrell). Cornovaglia (fr.) (Couch, Yarrell). Irlanda (Thompson). Canale della Manica, Coste Atlantiche della Fran- cia (fr.) (Gunther, Moreau). Bretagna (m. f.) (Moreau). Boulogne, Havre, Cherbourg, Charente (fr.) (Mo- reau, Desvaux, Jouan). Concarneau, Lorient (ff.) dito Golfo di Guascogna, La Rochelle, Bajonne (Mor.). Portogalle, Lisbona (fr.) (Brito, Steindachnar). Spagna, Cadice, Barcellona, Vigo, Valenza (Steind.). Provenza, Marsiglia, Cette, Nizza (ff.) (Moreau, Risso). Canarie, Madèra, Teneriffa, Lanzarotta, Azorre (Lowe, Valenc., Steindachner, Hilgendorf). Liguria, Genova, Maddalena, Cagliari ({r.) (Sassi, Canestrini, Giglioli). Livorno, Roma (Cuvier, Giglioli, Bonap.). Algeri (p. fr.) (Guichenot). Isole Baleari, Iviza, Ferrol(ff.) (Bourgot, Graells). Malta (Trapani, Gulia). Napoli (fr.) (Costa, Giglioli). Sicilia, Palermo, Messina, Catania (ff.) (Cocco, Rafinesque, Gemmellaro, Nobis). Adriatico, Venezia (fr.) (Stossich, Trois, Ninni, Pe- rugia). Trieste, Fiume (f.) (Graeffe, Faber). Spalato, Lesina, Ragusa fr ) Kolombatovic, Bot- teri, Nobis). Morea? (Bory). Grecia, (Heldreich). FAM. SPARIDI CANTHARUS VULGARIS Il Cantharus vulgaris nei mari della Sicilia ap- pare tutto l’anno, ma più frequentemente in tempo d’inverno. — Prolifica in primavera, poichè gli esem- plari 9 da noi veduti in marzo ed aprile avevano il ventre tumido, e le ovaje piene di uova ben con- formate, e prossime ad essere emesse, Viceversa nell'Atlantico, la specie è più abbondante in estate e nei mesi di luglio ed agosto, e scarsa d’ inver- no, secondo Day. Eccezionalmente sembra essere molto rara presso Algeri secondo Guichenot. Questa specie abita per lo più i litorali algosi irti di scogli, fra i quali s’agira in cerca di preda.— Essa è cafmivora: tuttavia, come nota il Cuvier, nel suo stomaco si rinvengono talora anche avanzi di Fuchi. Voracissima d°’ altronde, essa si lascia age- volmente pescare anche colla lenza e col parangale. L’anatomia del Cantharus vulgaris è consimile a quella degli altri Sparidi. Il DIF Gunther ne ha de- scritto egregiamente la parte osteologica nel suo Catal: Ip. 415, ‘che differisce: poco da ‘quella degli altri Sparidi. — In quanto agli organi interni questo pesce ha uno stomaco semplice, di media dimea- sione, guarnito di 4 appendici piloriche; intestino breve, disposto in 2 anse; Fessure branchiali ampie cons: raggi branchiostegi; Vescica natato]ja sem- plice, srande, terminata posteriormente da 2 pro- lungamenti conici; ovario largo, tubercoloso, con breve ovidutto, aperto nella sottostante cloaca. Pregio alimentare. Le carni del Cantbarus vulgaris sono bianche, di sapore mediocre; per lo che anche in Sicilia vengono meno apprezzate di quelle delle maggiori specie del Genere Sargus. — In alcuni paesi del Nord i pe- scatori se ne valgono per inescarne le lenze ed i palangari, Il Cantharus vulgaris ha abitudini generalmente gregarie, scorre lungo i litorali in branchi poco numerosi, lasciandosi “agevolmente prendere in più soggetti dagli abili pescatori delle coste. N] 198 FAM. SPARIDI TR cme ee La CANTHARUS BRAMA _ CANTHARUS BRAMA 50° Sp. (2* del Gen.) Cantharus brama, Cuv. Val., VI, p. 328. (Cantarella brama). Car. specifici—È specie molto simile al Cantharus vulgaris; da cui differisce soltanto per il margine del 1° | sottorbitale che non è scanellato. Il suo corpo inoltre è ovoidale-allungato, un pò meno elevato che nella specie precedente, e coperto di scaglie più ruvide; L'altezza del tronco si trova compresa 3 2/3 volte nella lunghezza totale del corpo; La lunghezza del capo lo è 4 1/3 volte circa nella stessa misura; La testa è proporzionalmente breve, un pò più alta che lunga, colla fronte appianata, e colla nuca alquanto depressa; in guisa che la linea superiore del profilo non riesce continua con quella del dorso; L'occhio è grande, il suo diametro è pari ad 1/4 della lunghezza del capo, ai 3/4 dello spazio preorbitale ed un pò minore dello spazio interorbitale; Il soitor- bitale ha il margine inferiore ondulato, ma non scanellato; La bocca è breve, la mascella superiore è un pò più sporgente dell’ inferiore, Entrambe sono guarnite di denti fini, a scardasso, più esili, e più eguali che nel Cantharus vulgaris; L’angolo posteriore dell'Opercolo è più acuto che nella specie precedente; La linea laterale è pressochè rettilinea come nel Canth. vulgaris; essa descrive una curva allungata lungo il terzo superiore dei lati del corpo, e si compone di una serie di 60, a 62 scaglie, marcate di pori; La natatoja dorsale è di forma regolare come nel Cant_hÌ vulgaris, colla parte spinosa più alta della molle; Essa porta 1I raggi ossei, il 4° dei quali più alto degli altri, e 12 raggi molli, la iunghezza dei quali è quasi pari ad 1/3 dell’altezza del corpo; L’anale ha 3 raggi ossei e 10 molli, ed è 1/3 meno alta della dorsale; Le pettorali portano 15 raggi, ed hanno una lunghezza pari all'altezza del tronco, attalchè distese raggiungono coll’apice le prime spine dell’anale; Le ventrali sono 1/3 più corte delle Pettorali; La codale è forcuta, novera 17 raggi, cd è pari ad 1/4 della il /unghezza totale del corpo; Il colore del corpo è grigio-argentino chiaro, con riflessi cuprei, e con linee lon- || gitudinali dorate, i fianchi sono ammantati da alquante nebulosità brunastre. D. gia: Arno Cera: Vist c-allane ho s | Annotazione. Ritengo assai dubbia codesta specie; poichè, al pari del D." Steindachner, non credo carattere sufficiente- mente valido la mancanza di una intaccatura nel margine inferiore del suo sottorbitale per distinguerla dall'affine Cantharus vulgaris; molto più che, come io stessc potei verificare in questo Museo, codesta intaccatura è più o meno appariscente in parecchi esemplari di quest’ultima specie a seconda dell’età, e quasi nulla negli individui giovanili; laddove nella figura del Cantharus brama disegnata dal Bory nell’E- splorazione scientifica della Morea (I. cit.) essa vi appare ben marcata. D'altronde per quanti esemplari di Cantharus ho potuto esaminare sin ora in Sicilia, non mi fu dato di avvertire un perfetto individuo del Cantharus brama, perlochè non mi trovo in grado di affermare che esso viva nelle acque di quest’Isola. Tuttavia siccome veggo codesta specie citata da molti Ittiologi nei diversi paraggi del Mediterraneo, così ho creduto bene di registrarla anche in codesto Manuale, ed indicare i caratteri quali le vengono attribuiti dal Cuvier, dal D." Moreau, e dai recenti Autori, e ciò affinchè gli ittiologi possano giustamente apprezzare le differenze e le affinità che intercedono fra queste 2 forme di Cantharus. ZIE ENTI TT 1830 Cantharus brama, Cuv., Val., VI, p. 328. 1870 Cantharus brama, Burgot, List. Poiss. Marché 1332 id. Bory S* Vincent, Expel. scientif. Mo- Alger, p. 57, (non veduta). > Teo Hoiss, piaz, fig. » id. Ninni, Pesci Lagun. Venez., p.8, sp.100. 1840 id. Schinz, Europ. Fauna II, p. 142. » id. Graells,Expl.scient.Ferrol.,p.345,SP.39. 1845 id. Cocco, Ind. Pesc. Messina, ed. Facciolà, 1872 id. Canestrini, Faun. Ital. Pesci, p. $9, ., Sp. 86. ° (in nota). 1846 id. Bonapart., Catal. Pesci Europ ip 953, 001875 id. Trois, Prosp. Pesc. Adriat., p.18,n° 100. ORE Lo 1878 id. Doderlein, Prosp. Pesc. Sicilia, p. 38, 1850 id. Guichenot, Expl. scient. Algerie, p. 53. n.° 135, (non trovata). 1851 id. Desvaux, Essai Icht. Cétes Ocean. » id. Heldreich, Faune Gréce, p. 85. ; France, p: 83;ispi 176 1879 id. Stossich, Prosp. Faun. Adriat., p. 36. 1859 id Gunther, Catal. I, P.r410, Sp. 2. 1880 id. Giglioli, Elenco Pesci Ital., p.2!,sp.44? 1860 id. Nardo,Prosp. Animal.Venez. Append., | 1881 id. Moreau, Hist. Poiss. France, III, p. 52. .. P: 88, (non veduta). 1882 id. Reguis, hist. nat. verteb. Provence, | 1866 id. Perugia, Catal. Pesc. Adriat., p. 12, p. 216, sp. 2. RO PELO, 1883 id. Faber, Fisheries Adriat, p. 191, sp. 77. n) id. Le Marié, Poiss. Charente, p. 14, Sp.37. | 1884 id. Beltremieux, Faun, viv. charente, p.95. Mon Dtot= è nel rale Orma f dii orpo; dino » le della Lon: Mente linea | | I 4 Di pò e dei | | Spaz. interorb. o, i Lungh. ventr. 0, i Lungh. codale o, i ì 4 i | Î | | | | | | | CANTHARUS BRAMA Sinonimie. 1777 Bréme de Mer, Duhamel, Dict. Peches, II Part., SCAN 220 pl 4 e T. 1782 Sparus Brama, Bloch, V, p. 77 (non fig.). 1801 Cichla Brama, Bloch, Ediz, Schneid., p.337, sp. 3. Di Sparus Brama, Laceped., IV, p.115,:117, pl.37. 1866 id. Le Marie, Poiss. Chafent., p. 14, Sp. 37. NOMI VOLGARI lalbdoi Cuntarella brama. Cantena brama (Trieste). Cantarina (Fium.). Sarigo bustardo, Moretone (Roma), Vincig. Scantaru (Messina). Zippula (Sicilia). Esteri. Canthére breme, Breme de mer (Fr.), Cuv., Moreau. Carpe de mer (Angers), Si Arain-goria (Landes), i Casse-brigau, RAI (Roccella, Le Marié. Isle: Re), lì Der seebrassen (Ted.), Schinz. Jarqueta, Anillo (Spagna, Santander, Laredo) Graells Proporzioni sec. Moreau. Eungh. tot. .-0, 330. Al. corpo O, 090. Grossezza O, 035. Lungh. testa 0, 075. Alt. testa 0, 080, Diam. occh. 0, 019 Spaz. preorb. o, Lungh. pettor. o FAM. SPARIDI 199 CANTHARUS BRAMA Abitazione. Il Cantharus brama è stato segnalato fin’ora nelle seguenti località: Nell’Oceano Atlantico. Canale della Manica (Moreau). Cherbourg, Arcachon (Moreau). Charevte inferiore (Le Marié, Moreau). Vandea, Dipartimento Landes (Desvaux). Angers (Desvaux). Rocella, Isola Rè (Le Marié). In Spagna (GI); S.à Andrè, Laredo (Graells). Ferroll (Graells). Nel Mediterraneo (rr.) (Moreau). Algeria (rr.) (Le Marié, Guichenot). Sicilia, Messina (Cocco). Adriatico (p. fr.) (Trois, Perugia, Stossich, Giglioli). Venezia (Ninn.). iPrieste: Fiume (Faber). Dalmazia (Faber). Morea (Bory S. Vincent). Grecia (Heldreich). Giova però dubitare se tutte le predette indica- zioni sieno realmente esatte. -—— In genere però si può ritenere che codesta forma di Cantharus. rara altrove, possa essere più comune e forse indigena dell'Adriatico. Alcuni Autori, e principalmente il D." Vinciguerra, aggiungono a sinonimo del C. vu/garis, e del C. brama, anche il C. senegalensis, C. Vi + dinotandolo come forma intermedia fra queste due specie ed il C. orbicularis. Ciò può esser vero per quanto ri- guarda l’identità del C, vulgaris col C. senegalensis, stante la vasta area geografica occupata dalla prima di queste specie e le poco, notevoli differenze spe- cifiche che intercedono fra essa ed il suddetto C. senegalensis; e ciò tanto più che lo stesso Cuvier dichiara il C. senegalensis molto affine alle specie europee (Cuv.,; Val. IV, -p. 337); ma questa affi- nità non mi sembra troppo evidente in rapporto al C. orbicularis, che è specia abbastanza distinta. | | | | | | i 1889 id. Vinciguerra, Guida Mus. Zool, Roma, | Lungh. ventr. 0, 080; 0, 075; 0,072; 0, 065. Pal 200 FAM. SPARIDI «$ = GIA NIFACASR*S#"0/RIB HG INA ZRAS CANTHARUS ORBICULARIS 51 Sp. (3° del Gen.) Cantharus orbicularis, Cuv. Val., VI, p. 321. (Cantarella orbiculare). Car. specifici. — Corpo ovale molto elevato, mediocremente compresso, coperto di squame larghe, ctenoidi; L'altezza del tronco è contenuta 2 1/2 a 3 volte nella lunghezza totale del corpo; La lunghezza del capo lo | è 4a 4 1/2 volte nella stessa misura; La testa é più alta che lunga, col profilo superiore obliquo; La fronte. è lurga alquanto rigonfia, Il dorso notevolmente arcuato; IL profilo superiore difatti sale in linea retta sino alla nuca, ove comincia la curvatura del dorso, la cui maggiore convessita cade all origine della pinna dorsale (Bonp.), Il profilo inferiore del corpo è del pari molto arcuato, il che concorre ad impartire una forma ovale al corpo di codesto pesce; Il muso è corto, un pò sporgente ma ottuso; La bocca è breve, le labbra grosse; Le mascelle subesuali, l’inferiore un pò più rigonfia della superiore; Entrambe sono armate di denti conici, forti, disposti a scardasso ed addensati in una stretta fascia, la serie esterna dei quali porta denti più lunghi e più grossi degli interni; Il sottorbitale è grande col margine inferiore ondulato, anzi leggermente sinuoso, ma non. | scanellato; IZ Preopercolo è larghissimo, angoloso; L’Opercolo del pari ampio, col margine posteriore terminato | in un angolo inozzo; Le guance sono tapezzate di 7 serie di scaglie; La Natatoja dorsale è regolare, alta, fornita di 11 raggi ossei, (il 6° de’ quali più alto sec. Bonap.), e di 12:raggi molli; L’Anale è ampia, porta 3 spine (la 3° più lunga ma meno robusta della 2°) e 10 raggi molli; Le Pettorali sono lunghe, ma non rag- giungono l'origine dell’anale; La pinna caudale è forcuta e rivestita alla base di scaglie; La linea laterale procede | lungo il terzo superiore dei fianchi con lieve curvatura parallela alla curva dorsale e porta una serie di 66 a 70 scaglie; Il corpo del Cantharus orbicularis è ammantato di un colore cinereo-argentino molto splendente; i fianchi sono percossi da numerose linee longitudinali più scure a riflessi dorati; Le sue natatoje offrono in genere una tinta grigio-violacea, che riesce più pallida sulle petigrali, e più bruna sulle ventrali. D. 11/12 a 13; A. 3/10;-P. 13; C. 17; V. 1/6; Lungh. 0, 30; 0; 50; Lin. -lat.-66;Ein-traswiPea 1830 Cantharus orbicularis, Cuv., Val., VI, p. 331. NOMI VOLGARI 1832 id: : Bonapart., IJconogr. ‘Faun. Ital. DIE Italiani. punLiuS, lav. 190. Cantaro orbiculare. 1835 id. ‘Schinz, (Eur. \Raun,VIWpo6r43: Cantarella, Tenuda, Tanuda. 1845 id. Cocco, Ind. Pesc. Messina, Gen. 23, | Tanua, Canterella (Venez.). sp.85; id. ediz. 1886 Facciolà,p.19,sp.85. | Ociada (abusiv.) (Venez.). 1846 id. Bonap., Cat. Pesci Europ., p.53,sp-449. | Cantara (Triest. Fiume). » id, Sassi Gatal-Posci Lisa pay, Scorsone (Roma). 1859 id “Gunth:, Catali pr 4 16,Sps3 Scaggiun (Genova). 1860 id." Nardo, Prosp.-Pesc=Venezzi pago: Schianto (Napoli). 1861 id. Gulia, Tentam.Icht, Melit., p.22,sp.101. | Zippula imperiali (Palermo). 1862 id. Canestrini, Catal. Pesci Genova, p.263. | Scantaru, Cantaru (Messina). 1866 id. Perugia; Catal. (Resci Adriatii p.i12;) Laniia (Malta) Guilia: Sp. 09: Esteri._ 1870 id. Ninni, Pesci, Ven. Lagune, p.8,sp.Io1. | Canthére orbiculaire (France). » id. Bourgot,List.Poiss.Marchè d’Alg.,p.58. | Parzzoso (Spagn.). 1871 td5 Costa (chili {La \Pcscantp: 1805 Der rundliche Cantharus (Ted.), Schinz. » id. id., Pesci Golfo Napoli in Ann. Min, | Kantar (Illir.) (Spalato) Kolom., Faber. Acne: i poidA40; Preparazioni » id; Aradas; Cat. Pesci Catanibid, pi60r. del Museo Zoologico di Palermo. 1872 id Canestri, \Faun:bltal WPeschap=#97: In Pelle 5 «Es. 0, 49; 0; 48; ‘0; 465 0045; oa 1875 ld. roisyProsp.PesciAdnat, pato, spino. di ia/000) es oe 1876 id. Gervais et Boulart, Poiss. France, p.97. | Prep. osfeol.: 2 Schel.; 0, 60; 0, 40 incompleto. 1878 id. Doderl., Prosp.Pesc. Sic., p. 38,sp.134. | Prep. splanc. a secco: 1 App. branc.; 1 Tubo diger. » id. Heidreich,vFaune Gréce: po85 Id. in alcool: 1 App. branch.; 1 tubo dig.; 1 App. è; 1379 + id.‘ Stossich; Prosp, Faun. Adriat., p.36. E, 1880 id. Giglioli, Elenco Pesc. Ital., p.21,5p.43. Proporzioni. 1881 id. Moreau, Hist. nat. Poiss. France)p. 54. | Lungh. tot. (0,490; 0460; 0, 50,091? » id. Perugia, Elenc.Pesc.'Adriat.,p.6;sp.20. |\Alt-del:corpo 0,190; 10; 182-0180470 Ripa » id. Kolombatovic, Pesciacque Spalato, p.7. | Lungh. testa 0,112; 0, 110; 0, 108; 0, 100. 1882 id.. ‘id., Fische gewassern v. Spalato, p.i14. |-Altez. testa (0,124; \0-122:0,120- Mo Msi » id, ‘Reguis, hist. nat. Prov. p.216; sp. 3. Diam. occhi: 0,022; 07020; NO 010: MO 101 1983 id. Faber, Fisheries Adriat., p. 191, sp. 78. | Spaz. preorb. 0,046; 0,045; 0,042; 0,040. 1888 id. Kolombat., Cat. vert. Dalm., p.20,sp.21. | Spaz. interorb. 0, 050; 0, 046; 0, 044; 0, 042. » id. Graeffe,Seethier.Faun.Goif.Triest.,p.16. | Lungh. pettor. 0, 120} 0, 110} 0, 090; 0, 080. In Spallanz.,, XII; p. 561} sp. 67. Lungh. codale 0, 115} 0, 110; 0, 100; 0, 095. © 2. = °° vr =” mm ua o Annotazione. Questa bella specie di Cantharus, è caratteristica e ben distinta dalle precedenti, ad onta che lo pon- gano in dubbio alcuni ittiologi che non la cono- scono. Essa è stata descritta per primo dal Cuvier, sopra un individuo inviatogli dalla Corsica, traen- done il nome specifico dalla forma assai dilatata e quasi arrotondata del suo corpo. Più tardi, il Bo- naparte ne tessè una splendida descrizione, nella sua Iconografia della Fauna Italica, accompagnandola con una ottima figura, descrizione che servi di base ai successivi ittiologi per riconoscere la specie sud- detta, e registrarla nei loro cataloghi. Il Cantharus orbicularis differisce principalmente dal vulgaris per la forma del corpo e per le pro- porzioni delle parti. Di fatto il suo corpo ha una forma ovale e pressochè orbicolare, come lo indica il nome, prodotta da una forte curvatura del dorso e del ventre. In esso il profilo superiore sale obli- quamente in linea continua sino alla nuca, ove in- comincia la curvatura del dorso, la cui massima convessità cade all’origine della dorsale; il profilo inferiore del corpo è del pari arcuato, locchè con- corre ad impartire al pesce la sua forma arroton- data. Venendo al particolare, si trova che la mas- sima. altezza del suo tronco è contenuta 2 1/2 a 2 3/4 volte nella lunghezza del corpo, e che la lun- ghezza del capo attinge circa ad 1/4 della stessa misura. La sua fronte è larga ed alquanto rigonfia; il muso è prominente ed arrotondato; la bocca pic- cola, le labbra grosse, le mascelle subeguali, 1° in- feriore soltanto un pò più rigonfia della superiore. Esse, a differenza del C. vulgaris, sono armate d’una serie di denti conici, piuttosto robusti, addensati in ‘una stretta zona a scardasso, gli esterni dei quali più lunghi e più grossi degli interni. L’ occhio è me- diocre, e proporzionatamente meno grande che nella specie precedente, poichè il suo diametro si trova compreso 4 1/2 volte nella lunghezza del capo ed è 1/3 meno grande dello spazio preorbitale. Il sot- torbitale non è molto alto, il suo orlo inferiore è ondulato e fornito di un leggero seno al confine dei 2 pezzi, ma non scanellato come nella specie precedente. L' opercolo è anch’esso largo e ter- minato posteriotmente da un angolo mozzo. Si con- tano 5 a 6 serie di squame sulle sue gote. La na- tatoja dorsale è ben sviluppata, essa incomincia al di sopra dell’angolo posteriore dell’opercolo, porta II raggi ossei, e 12 molli, disposti in modo che il loro margine libero, forma una curva pressochè uni- forme, regolare e parallela, colla curva del dorso, di questi raggi però il 6° sarebbe più alto degli altri, secondo Bonaparte, il 3°, secondo Moreau; cosa che nei nostri esemplari non mi riuscì di constatare. L’anale è ampia, massimamente nella parte molle, e porta 3 raggi ossei validissimi, il 3° dei quali più lungo ma meno robusto del 2°,e 10 molli. Le pettorali sono lunghe come nelle specie congeneri, ma non at- tingono coll'apice l'origine dell’anale. Le ventrali sono FAM. SPARIDI 201 brevi. La caudale è smarginata ed attinge in lun- ghezza quasi ad 1/4 della lunghezza totale del corpo. La linea laterale ha ciò di particolare, di essere larga e costituita di una 60° di scaglie attraversate da 3 pori. Il corpo è pure coperto di scaglie, ognuna delle quali è marcata di un larzo tratto verticale di color d’oro, contornato da un margine grigio-argentino. Il Cantharus orbicularis è ammantato di un co- lore grigio-argentino splendidissimo, e molto più vivace che nelle specie congeneri, e porta sui fianchi 15, 16 linee longitudinali più scure a riflessi gial- lastri assai spiccati. Le pinne sono di una tinta tur- chiniccio-violacea cupa. La stessa tinta ma più intensa domina sulla dorsale, e sull’anale, essa è più pallida sulle pettorali, più bruna sulle ventrali. Abitazione. Il Cantbarus orbicularis venne segnalato in tutto il bacino del Mediterraneo, ma più raramente della spe- cie precedente; sembra che esso si estenda poco o nulla lungo le coste dell'Oceano Atlantico, e ciò solo su quelle della Spagna e del Portogallo più vicine all'imboccatura del Mediterraneo. — Giusta le indi- cazioni degli Ittiologi, esso venne trovato nelle se- guenti località: Coste di Spagna (Cuvier, Gervais). Coste di Portogallo (Gervais). Nizza, Cette, Marsiglia (Doumet, Moreau). Sardegna, Corsica (Cuvier, Carruccio, Gunther). Maddalena (Giglioli). Algeri (rr.) (Guichenot, Burgot). Malta (Gulia). Livorno (Giglioli). Roma, Lazio (Bonap., Vinciguerra). Napoli (Costa). Sicilia (Cocco). Messina, Palermo, Catania (Aradas, nob.). Venezia (Nardo, Ninni). Trieste (Trois, Graeffe, Faber). Adriatico (Trois, Perugia, Stossich). Dalmazia, Spalato (Kolombatovic). Grecia (Heldreich). In Sicilia il C. orbicularis non è punto raro, Ri- corre di tratto in tratto, in particolare nei mesi caldi, e per lo più con individui adulti di 40, 50 c.*" di lunghezza. Questo pesce ama agirarsi presso le coste in bande numerose nelle quali le 9 sembrano essere più copiose dei &. Pregio alimentare. Senza essere un mangiare squisitissimo , nota il Bonaparte, questo pesce ha un sapore delicato che può stare a paragone di quello del Sargo, e del- l’Orata, ed è superiore a quello degli altri pesci del suo genere, ond’è che a Roma ed anche in Sicilia viene annoverato fra i pesci di prima qualità. 4 î 202 i FAM. SPARIDI Fam. SPARIDI (Seguito). 4° Sotto Fam. Sargini (Sargine, Auct.). Car. — Mascelle armate anteriormente di denti larghi, taglienti (incisivi), e postell! (i riormente di denti arrotondati e mozzi (molari). I) Questa sottofamiglia, come egregiamente notava il Cuvier, è abbastanza naturale e circoscritta, essendili. fondata sopra caratteri validi, costanti, e di facile apprezzamento. — Essa fa parte, unitamente alla sottofamiglifi! degli Obladini, di una sezione della fam. degli Sparidi, contradistinta dalla presenza nella parte anteriore delli mascelle di denti incisivi larghi, taglienti, più o meno analoghi a quelli dell’uomo, a contraposto della affine sezionfl degli Sparidi, le cui sottofamiglie hanno anteriormente denti conici e puntuti.—I Sargini però si distinguono dagli Obladini,in quanto che portano nella parte posteriore delle mascelle denti arrotondati e mozzi (molari), come quelijii dei Pagri, laddove gli Obladini non presentano dietro gli incisivi che denti piccoli, granellosi, o denti esili scardasso. — A lato di queste due sottofamiglie, trova naturale posto la piccola sottofamiglia dei Pimeletterimilll caratterizzata dalla presenza di denti incisivi tanto nella parte anteriore che posteriore delle mascelle, denti chi per soprappiù sono fortemente inclinati e convoluti fra loro e susseguiti da alquanti denti villiformi. La sottofamiglia dei Sargini comprende due Generi, distinti come segue: i Denti molari in parecchie fila, ci. o. n Gen Sai id. id. in umica-filazio. Sa e REC rane Gen. Sargus, Cuv., Val., VI, p. 9. Car.— Corpo ovale, più o meno allungato, piuttosto alto, mediocremente compresso, coperto d scaglie generalmente grandi; Testa robusta, breve; Muso più o meno sporgente; Bocci piccola; Guance scagliose; ‘Pezzi opercolari privi di dentature e di spine; Mascelle guardi nite sul davanti di denti incisivi taglienti, ed all'indietro di denti arrotondati molari, dill* sposti in più serie. Vomere e Palatini sdentati; Dorsale unica, con 10-13 raggi ossei chi. possono essere accolti in una scanellatura dorsale del corpo, e di 12-15 raggi molli Anale con 3 spine, e 12-13 raggi molli; Fessure branchiali ampie; 5, 6 raggi branchiolli stegi; Vescica natatoja semplice, sovente bilobata; Appendici piloriche poche. { Cinque specie mediterranee, distinte come segue: Co nlarohesfascie brune verticali sui egli spazi ner] SOT ee IO, 12 incisivi stretti, allungati, procum- Sar t benti; 2 serie di mo- °#!8US Cervinus. | degli SPE eo lari per mascella. I posti chiari. Una zona nerastra | î sultroncone del-| S incisivi stretti, obliqui, i la coda, estesa I 2 serie di molari per Sargus Salviani. sui raggi molli mascella, della dorsale. 3 incisivi larghi, qua- I IN E GAMEeE re) drangolari, obliqui | Nes oo UL. L. 003 e) S Rondeletiilf' verticale sui fian- RIE ae sE AES US OS CI cn chi. mascella superiore, 2 | o. serie nell’inferiore. ventrali MELE: MOR. $ serie di incisivi larghi, | Non estesa sui rag- Nessuna linea ver. obliqui, 4 serie di mo- | | gi molli della ticalenerastrasuit lari grossi nella ma- Sargus vetula. I \\{{ (dorsale! fianchi. scella superiore, 3 nell’inferiore. | o I 8 incisivi larghi, verti- "| \ ventrali ) dar: Dego Mi Mai SISTER cali, 3, 4 serie di mo- Sargus annularis. | SR laniliperimascellor I Indipendentemente dalle suddette 5 specie, il Valenciennes aggiunge ‘ra le Mediterranee anche il Sarguj noct (Ehrenb.), che è specie Eritrea; e ch’egli ha forse scambiato col Sargus annularis, cui realmente somigliz di resi RNA a 0 LAO fi w TRE “Edy » fa < PAL Lite da he fi FAM. SPARIDI 203 SARGUS CERVINUS SARGUS CERVINUS Pot TIE Î 52° Sp. (1° del Gen.) Sargus cervinus, Cuv., Val., p. 59 ex Lowe. sen (Saraco cervino o fasciato). Lamia “big Car. specifici — Corpo ovale, alto, mediocremente compresso, coperto di scaglie grandi; L’ altezza del cd tronco sta 2 1/2 a 3 volte nella lunghezza totale del corpo; La lunghezza del capo sta circa 4 volte nella 0 stessa misura; Muso molto sporgente, puntuto, proboscidiforme; Labbra molto grosse, carnose, rigonfie; Mascelle Po dae subeguali, guarnite sul dinanzi di incisivi stretti, allungati, procumbenti, 10-12 nella mascella superiore, 8 nel- tuelli inferiore, seguiti posteriormente da 2 fila di piccoli molari rotondati; Occhi mediocri, col diametro pari sui alla 1/2 dello spazio preorbitale, e ad 1/4 della lunghezza della testa; Dorsale piuttosto bassa, costituita da ‘Mit a 13 raggi spinosi mollo robusti e da 13, 14 molli; «Anale breve, con 3 raggi spinosi e 11, 12 molli; Mld Pettorali lunghe, appuntite, oltrepassanti col’apice il principio dell’anale; Codale molto forcuta; Corpo di co- lore grigio-argentino, attraversato da 6,7 larghe fascie nero-brune più larghe degli spazii interposti chiari; Capo, pettorali, ventrali, anale, neri; Una grossa macchia semilunare argentina fra gli occhi. legni: or fadol. pT0-FrTr-12 giov, Ax 3/11-12; P. 15; C. 17; V. 1/5; Lungh. o, 50. ! L. lat. 58-60; L. trasv. 9/16, 6, 8 base codale. | to dd 1333 Charax cervinus, Lowe, Fish, of Madeira, Trans. Italiani. | Du ZoolxiSoceLond Il spr077. | Ul 1844 id. Synops. of the Fish. of Madeira. Saraco cervino o fasciato. | Sult 1336 Sargus cervinus, Valenc., Icht. Canaries, p. 29. | Suraco trifasciato, Rafin. (Sic.). | ri, 1344 id. Lowe, History Fish. Canaries, p. 29. | Saraco Faraone. vi 1859 id. Giinther, Catal. Fish. I, p. 448, sp. 15. | Saracu Farauni (Sic., Pal.). E. | 1867 id. Brito Capello, Catal. Peces Portug., in | Id. fanfaru, Imperiali (Pal.). voll i . Jornal sc.. Math. E p. 252, Sp. 29. Id. purceddu (Girg.). noti 1871 id. id., Peces de Ilha Madera Jornal XI, fi p. 109. Esteri. i CAI Forma giovanile. Le sargue rubané, Le sargue cervin (Franc.). Le sargue fascie. {1830 Sargus fasciatus, Cuv., Val., VI, p. 59. Majorra, Zapatero (Spagna). | 1836 1d.,. Valencienn:, Icht. Canaries in Webb. | Sparal! (Catalog.). Mus eesBerthel.. pi '29.stavi ‘0, fig. 2. Sargo reado, Olho de boi (Lisbona). | 1850 id. Guichenot, Explor.scient. Alger. Poiss., | Sargo breado (Teneriffa, Canarie il giov.). | p. 48. Sargo molinero l’adulto. 1859 dioiGumeher, Catal. ‘Lp; 448, isp. ra. 1567 id. ‘Steindachner, lcht. Bericht., Span. u. Abitazione. ta Portug. Reise, in Sitzb, K. Akad. Wiss. | Wien, Bd. LVI, 1° Abth., p..43, sp. 34! Le Canarie, Lanzarote (Lowe, ‘Val., «Gunther). 1870 id. Graells, Expl. cient. Ferrol, p.351,sp.49. Coste orientali Teneriffa (Steind.). 1878 id. Doderl., Prosp. Pesc. Sic.,p.38,sp. 131. La costa occid. dell’Africa (Valen.). | 1880 i liGioholiElenc. Pesce. Ital...p.22, sp.54. Coste meridionali dell’Africa (sec. Smith.). set 1883 id. Vinciguerra, Crociera Yacth Corsaro, Portogallo (Brito). I PS AGESPOOLI: Lisbona, Spagna (Graells). » id. id., Crocier. Yacth Violante, p.46, sp. 3. Cadice, «Gibilterra ; ‘Tangeri. (Steind.). Algeri (Guichenot). Sinonimie. Sicilia, Palermo, Messina (Cocco, Rafin., Nob.). | 1810 Sargus trifasciatus, Rafinesque, Carat., p. 50, Questa specie di Sargo che è ovunque rara e che i SP. t3S. non ricorre che in poche località del Mar Tirreno, idiutindie. p. 20,6sp. 175. è per lo contrario abbastanza frequente nei mari 1838 Sargus Hotentothus, Smith, Illus. Zool. Sud | della Sicilia. Nel corso di pochi anni noi avemmo i in Mrishes; Daf. 23, fig. p. 233; | la_fortuba.di raccogliere per-il Museo Zoologico n (nec Kner Fisches exped. Novara, p.78). | una decina di esemplari di varia dimensione ed età; | 1870? Sargus labiosus, Burgot List. Poiss. Alger., | € tuttavia ne vediamo sempre portare di tratto in p. 43. tratto altri soggetti sui Mercati di Palermo. E que- sf sta una novella prova della notevole ricchezza ittio- Forma adulta. NOMI VOLGARI logica posseduta dai mari della Sicilia. SARGUS CERVINUS Questa leggiadra specie di Saraco è stata per primo inscritta in iscienza da Cuvier et Valencien- nes, nel tomo VI della loro storia naturale dei pesci p. 59 (1830), sotto il nome di Sargus fasciatus, Cuv., Val.; nome tratto dalla presenza delle larghe fascie verticali brune, onde ne è ornato ìl corpo. Pochi anni più tardi, il sig. Lowe, durante il suo viaggio alle Canarie, vi rinveniva parecchi esem- plari adulti di codesta specie e li descriveva nelle sue opere sotto il nome di Carax (Sargus) cervi- nus). Quasi contemporaneamente il Valenciennes, nell’ illustrare le raccolte ittiologiche fatte dai si- gnori Webb e Berthelot alle Canarie, ebbe occasione di esaminare numerosi individui di varia età e dimen- sioni della suddetta specie, e ritenendo che questi costituissero 2 specie distinte, li registrò nella corri- spondente sua Opera (I. c.) sotto i nomi di Sargus Fa- sciatus, C. V. e di Sargus Cervinus, Lowe, —Chiunque però si prenda la cura di leggere le descrizioni date dal Valenciennes di queste due forme di pesci, potrà facilmente convincersi, che esse appartengono ad u- nica specie, tanto ne sono somiglianti i relativi carat- teri. Questo fatto che era già sospettato dallo stesso Valenciennes nella sua opera, venne di recente pie- namente addimostrato dal D." Steindachner, nel suo viaggio in Ispagna, dietro molteplici confronti ed esami di questa sorta di pesci. Attalchè oggidi è universalmente riconosciuto che il S. fasciatus rap- presenta l’età giovanile ed il S. cervinus l’età adulta di questa unica specie, alla quale spetta più parti- colarmente il nome di S.cervinus, che ne raffigura lo stato più perfetto. Il Sargo cervino essendo generalmente raro non presenta che poche citazioni e sinonimie. Fra que- ste ultime, oltre il Sargus Hottentothus ricordato dallo Smith, per le corrispondenti forme dell’Africa me- ridionale, si potrà forse aggiungere anche un Sar- gus labiosus che il D." Burgot cita fra le specie di Saraci proprie delle acque d’Algeri, e che egli ri- ferisce dubbiosamente al Sargus vetula, C., V.— Il D. Vinciguerra nel suo opuscolo della Crociera del Violante p. 46, suppone giustamente che il Burgot con tal nome, anzichè il S. vetula, abbia voluto accennare il S. fasciatus, C., V.— Sono anch'io dello stesso parere, visto che il Burgot adduce come ca- rattere principale del suo S. Zabiosus la presenza di 4 larghe fascie brune verticali sui fianchi di questo pesce, carattere che non si verifica in veruna altra forma di Saraco del Mare Mediterraneo. Annotazione. FAM. SPARIDI dg. TRIO ET ER "-‘‘RR‘EÀÈ@À@P sr CC rc è ’c_@+@t_t.m@@.@@1.16_r@t1@1@1@—@—@@—_@—1——@—@11@—@—@—@—@—@—@—@177%7—@ttÈ@<@66QOQN‘n Descrizione. Il Sargus cervinus, Cuv., Val., ha effettivamente un corpo ovale, alto, un pò più un pò meno allun- gato, nei vari individui, secondo l’ età, mediocre- mente compresso; coperto di scaglie grandi, guarnite di parecchie serie di esilissime spine al margine. L’al-. tezza del suo tronco è contenuta 2 1/2 a 3 volte nella lunghezza totale del corpo. La testa è alquanto più alta che lunga, ed è contenuta 4 a 4-22 volte nella lunghezza totale del corpo. La fronte è leggermente incavata; la nuca modellata in una forte curva, che si estende sino alla prima dorsale. Il profilo superiore di fatto sale dapprima obliqua- mente in linea retta sino alla fronte, ove si de- prime per breve tratto; ma giunto presso la nuca, S'erge repentinamente in un notevole arco, che si, prolunga sino ai primi raggi della dorsale, custi- tuendovi il punto della massima altezza del corpo; Il profilo inferiore del corpo segue una mediocre curvatura sino alla base dell’anale, con una conves- sità meno pronuaciata della superiore; Il muso è. molto sporgente, ottusamente appuntito, proboscidi- forme; le labbra sono molto grosse, carnose, rigonfie; la bocca mediocre, il suo squarcio si estende sino al margine anteriore dell’ orbita. Le mascelle sono.! subeguali, l’inferiore alquanto più rigonfia della su- | periore; entrambe sono guarnite di una fila di denti incisivi stretti, allungati, taglienti al margine, ed in- clinati molto obliquamente all’avanti; di questi denti negli individui adulti se ne contano 72-13 nella ma: | scella superiore, e 10, II negli individui più giovani, restando sempre in n.° di 8 i denti della mascella inferiore (1); ai denti incisivi fanno seguito nella re- trobocca 2 fila di denti molari piccoli e rolondati în n. di s a 8 per fila. Gli occhi sono mediocri, rotondi, sorgono un pò più all’indietro del mezzo della faccia, {l e variano in dimensione coll’età, poichè il Zoro dia- metro si trova compreso 3 volte nei giovani, e 4 a | 4 1/2 volte negli adulti nella lunghezza del capo, 1, ad 1 1/2 volte nello spazio preorbitale, ed altrettanto | nello spazio interorbitale; i/ sottorbitale è alto, nudo, | segnato di alquante leggere rugosità presso il suo margine inferiore, che è leggerissimamente arro- | tondato, I pezzi opercolari sono tutti rivestiti di | squame; di queste se ne contano 4 a 5 serte sulle guance; } opercolo è molto alto, piuttosto stretto e | terminato posteriormente in un angolo sporgente ma | ottuso. — La natatoja dorsale è proporzionatamente | bassa; essa è fornita di 12 raggi ossei molto-ro4 busti, e di 12 a 13 raggi molli negli individui adulti (S. Cervinus), di 10 raggi ossei e di 11, 12 molli: negli eseniplari giovani (5. fasciatus);il primo raggio osseo è breve, il 2° un terzo più lungo del 1°, i suc- | = gag == = e TL TIA TOZZI 5 (1) Negli esemplari giovani di Sicilia, però abbiamo costantemente |l ritrovato 1o-11 denti incisivi nella mascella superiore; ri-12 negli | adulti; anzi in alcuni dei nostri esemplari di media età, di mezzo ai | ro incisivi della mascella superiore, si vedono spuntare I, o 2 denti | più piccoli che concorrono a completare il numero normale degli | incisivi proprio dei soggetti adulti. SARGUS CERVINUS cessivi gradatamente più alti fino al 5° che offre la massima altezza, e> pareggia il 1/4 dell’ altezza del corpo; la porzione molle della dorsale si mo- stra alquanto più elevata della ossea col margine — complessivamente rotondato, L’ara/le ha 3 raggi ossei, il 2° dei quali un pò più lungo ma meno grosso del 3°, e tr a 12 molli, che superano alquanto in lunghezza i raggi molli della dorsale. Le pettorali sono lunghe, appuntite, oltrepassanti coll’ apice il | principio dell’anale, e fornite di 15 raggi, che pa- reggiano in lunghezza il 1/3 dell'altezza del corpo. . Le ventrali sono ampie e pari in lunghezza oltre la metà delle pettorali. La caudale è mediocremente forcuta, porta 17 raggi, tapezzati alla base di esili “squame, ed uguaglia in lunghezza la 4* parte circa della lunghezza del corpo. La linea laterale prende origine a livello della base delle pettorali, corre lungo il 1/3 superiore dei fianchi, con una curva ‘parallela alla curva dorsale, e s’inserisce alla metà della base della caudale; essa è costituita da 55-60 Uil scaglie, mentre se ne contano 14-15 in una linea Sf trasversale del corpo; una grossa scaglia allungata | sporge daila ascella della pettorale. “Sl Il colore generale di questo pesce è un grigio-ar- “ill gentino oscuro; su questo fondo generale si stendono it} sui fianchi 5, 6 fascie verticali nero-brune, più larghe | degli interspazii chiari, che conservano certa costanza tit di disposizione nei varii individui. La prima di co- deste fascie si stacca dal dorso presso la prima ‘spina dorsale e restringendosi gradatamente, scende in punta sino alla base delle pettorali; la 2° fascia più larga della precedente, prende origine alla metà della porzione spinosa della dorsale, e restringen- il dosi lievemente, procede fino al punto della massima sdill curva dell'addome; La 3° fascia sorge alla base dei :40f) tre ultimi raggi ossei e dei 4 primi molli della dor- », i] sale, e si stende sino ai primi raggi ossei e molli {tg dell’anale; la 4° fascia più stretta delle altre, si di- wii parte dagli ultimi raggi molli della dorsale e rag- giunge gli ultimi raggi molli dell’anale; la 5* fascia el occupa trasversalmente il mezzo del troncone della i Sl coda, senza estendersi sulla base della caudale; la lil dorsale, e la caudale sono grigie; quest’ ultima più it €fj o meno marginata di bruno. Le pettorali, le ven- enilli frali, e l’anale sono brune. Sono coloriti pure di 28] bruno la sommità del capo, l’opercolo, ed il sottor- ).r0:fl bitale. Una larga macchia semilunare argentina, do- dI mina nello spazio interoculare. moli 50) i Sucî = =] i FAM. SPARIDI SARGUS CERVINUS La struttura dello scheletro del Sargus cervinus nelle sue generalità è quasi perfettamente simile a quella delle altre specie congeneri, Vi si riscontrano come in quelle 10/24 vertebre, vi si trova Ja stessa disposizione nelle apofisi vertebrali, le stesse asprezze e sinuosità sulle ossa del capo. Tutto al più si po- trebbe notare, che la prominenza nucale di questo pesce è sostenuta da un’ alta cresta triangolare del sottostante osso sovraoccipitale, assai più alta che nelle specie congeneri, e che l’osso frontale è più allargato, e fornito di una notevole incavatura nella sua parte anteriore, Lo stomaco, le appendici pilo- riche, la vescica natatoja, sono come negli altri Sa- raci indigeni, Il Sargus Cervinus neiie Canarie è specie gregaria; vive in bande numerose lungo i litorali rocciosi e per lo più in acque chiare; e secondo quanto narra il Valenciennes, scende talvolta a grandissima profon- dità nel mare. Per lo contrario nei Mari della Sicilia vive isolatamente, e con maggiore frequenza lungo le spiagge meridionali dell’Isola. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. InPelle=aEs10,054:K0, 6480047: 0,345 000? In ‘alcool: 2>Es. 0 920:0;120: Prep,osteola 2Schel:: vot 47;0:034. Prep. splanc. a secco: 1 Tubo diger.; App. branc. Id. in alcool: App. diger.; 1 App. è; I App. 9, occhi. Proporzioni. Luneh,stot #0,:540;/0; 490: 0, /490:19 3703 013150 ‘Alt. del corpo 0; 200: 0, 190: 0, 180; 0, 140; 0, 130. Lungh.-«testa: 0,130: 0,120; 0, ;110;/0,.090; 0,090. Altezitestaz: ‘0,:132:;/0;,125/10,,120: 0, 095; 0,090. Diam. (oGchi;. ‘0, 030; 0030;;/0, 02230,:020, 0,010, Spaz. preorb. 0, 070; 0, 060; 0, 050; 0, 042; 0, 040. Spaz. interorb. 0, 055; 0, 050; 0, 045; 0, 035; 0, 030. Lume: pettor.'0;:130;\0,1123;0, 125: 0,{100; 0,095" Lunghi.ventr.0,'090;:0;.085; 0}.080;10, 055; 0,5 052 Lungh. codale 0, 125; 0, 120; 0, 100; 0, 090; 0, 070. Pregio alimentare. Questa specie di Saraco è uno dei pesci più squi- siti dei mari nostrani. Esso è molto apprezzato in Sicilia e venduto a caro prezzo, dai pescatozi in- digeni. Il sapore delle sue carni venne pure som- mamente vantato anche dal Valenciennes per gli individui dei mari delle Canarie. 206 | FAM. SPARIDI SARGUS VULGARIS 53° Sp. (2° del Gen.) Sargus vulgaris, Geoffroy S. Hilaire, Descript. Egypte Poiss., | pl: 18, fig. 2; id. in 81. AI pigro (Saraco volgare o del Salviani). Car. specifici. — Corpo ovale, mediocremente compresso, coperto di scaglie grandi, guarnite sul margine | di parecchie serie di piccole spine; — L'altezza del tronco è compresa 2 1/2 a 2 3/4 volte nella lunghezza totale \ del corpo; la lunghezza del capo lo è 4 a 4 1/2 volte nella stessa misura; e questo è un pò più alto che lungo; — Muso prominente, rigonfio ; fronte rilevata, nuca alta; Profilo superiore convesso, più obliquo che nella specie seguente; con una breve prominenza sulla ragione frontale presso l'angolo anteriore dell'orbita; Bocca | iccola, lo squarcio non raggiunge il margine anteriore dell’orbita; labbra sottili, il superiore pieghettato come (>) (e) ’ ’ FS nei Labbri; Mascelle subeguali, guarnite anteriormente di 8 denti incisivi taglienti, piuttosto stretti, diretti | obliquamente all’avanti, seguiti nella retrobocca, in ambo le mascelle, da un gruppo di piccoli denti granellost, e dietro questi, da 2 serie distinte di molari rotondi più grossi; Occhi mediocri col diametro pari ad 1/4 od 1/5 della lunghezza del capo, ed ai 2/3 dello spazio preorbitale. Narici ovali; Sotto-orbitale largo, ricuoprente interamente il mascellare superiore. Dorsale piuttosto bassa, portante 11 raggi ossei, il 4° ed il 5° dei quali più alti, e 14 a 15 raggi molli, Anale fornita di 3 raggi ossei, il 2° dei quali più lungo e più grosso del 3°, e di 14 raggi molli. Pettorali lunghe, arrivano fino al principio della porzione molle dell’ anale; e constano | di 14 a 15 raggi, pari in lunghezza ad 1/3 della lunghezza totale del corpo. Ventrali la metà circa più brevi | delle pettorali, raggiungono coll’apice lano. Caudale forcuta, fornita di 17 raggi lunghi e di 3 raggi minori | basilari per parte. Linea laterale ben marcata; essa corre lungo il 1/3 superiore dei lati, parallelamente alla {ll curva dorsale e porta so a 53 scaglie, mentre se ne contano 17 a 18 in una linea trasversale del corpo. Co- | lore grigio-argentino con riflessi dorati, e con 15 a 16 linee longitudinali giallo-dorate lungo i fianchi. Una | larga macchia nera stà sul troncone della coda, estendentesi sui raggi molli della dorsale e dell’anale. Un'altra macchia verticale nerastra sorge sulla spalla, dipartendosi dai primi raggi della dorsale, ed estendendosi sullo scapolare; margine posteriore dell’ opercolo nero. Ventrali ed Anale nerastre; Pettorali grigie. Caudale grigia non marginata di nero. Una larga zona dorata appare sullo spazio interoculare della fronte. Evvi una scaglia ben sviluppata nella ascella della pettorale. — La vescica natatoja è grande, arrotondata in avanti, appuntita I all'indietro. Lo stomaco è breve, fornito di 4 appendici piloriche. i D. t1/14-15;A. 3/14; P.14; C. 3/17/3; Vi 1/5; Vertebre ‘0-10/14;) Lunghfo222afel 6: 1809 Sargus vulgaris, Geoffr. S.° Hilaire, Descript. | 1883 Sargus vulgaris, Faber, Fisheries Adriatic.,p.191, | De ttEsypte,Poiss.plisfoli8-st1245: Spiis2. 1859 id | Gunther, /Catal.vI,p-437 spot » id. Marion, Esquiss. Topograf. G. Mar- 1860 id, Nardo, Prosp. pesci Venez., p. 94. seille in Ann. Musée d’Hist. Nat. de | 1867 id. Brito Capello, Peixes de Portugal; Marseil. II, p. 62. Journal sc. mathem. I, p. 252, sp. 26. » id. Vincig., Crociera Corsaro, p. 4, sp. 9. fi » id. Steindachn., Bericht Spanien u. Portug. id. ‘id., Crociera Violante, p. 45/5278 ») Reise in Sitzb. K. Akad. Wiss. Wien | 1886 id. Kolombat., Imenik. Kraljesniaka Dal- IVI SA Dt. ip. Zio; spa36: macie; Sribe, ip. fa, Sp.20) 1868 id. Brito Capello, Peixes colligidos na | 1888 id. id., Catalogus Vertebrat. Dalmaticor., | Bahia de Lagos (Algarve) Jornal VII, pi 20; 0Sp.0277 RP.8220: » id. Hilgendorf, Azzoren-Fauna, Fisches, 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesc. Ital., p. 21 sp.49: in Wiegmann Archiv. Naturg., 54 1881 id. Moreau, Hist. nat. Poiss. France III, p.2. Tahrg. p. 206, sp. 11. » id. Steindachn.,Beitràge z. Kentniss Fisch- | 1889 id. Vinciguerra, Pesci d. Provinc. Roma, Afrika’s in XLIV Bd. Denkscrift: K. in Spallanzani Fasc. VII, VIII, p. 352, Akad. Wiss. Wien, p. 12, sp. 16. 361, isp.it798 1882 id. Kolombatov., Fisch. gewàssern, v. | 1890 id. id., in Bollet. Mus. Zool. Roma, vol. I, | Spalato; P:016. pi 0135 » id. Reguis, Hist. nat. Vertebrès Provence, 1212; SP.p42. ie BORA 1830 Sargus Salviani, Cuv., Val., VI, p. 28. 1836 id. Valencien., in Weeb et Berthel. Icht. È (1) Il So OO che Cor A specie è quello di Canaries, P. 28. vargus vulgaris, Geoflroy, perchè anteriore di data; ma siccome essa ] Schi 3 è più generalmente conosciuta in iscienza sotto quello di Sargus 0 id. Schinz, Ron: Fauna Il, Po Salviani, Cuv., Val.. così ho riportato anche quello fra i nomi scien | 1845 id. Cocco, Indic. Pesc. Messina mus. n.132; tifici principali, indicando gli Autori che glielo hanno dato. id. ediz. Facciolà (1886) p. 18, sp. 80. $ ’ 4 À SARGUS VULGARIS.: Ì TRI FAM. SPARIDI 207 SARGUS VULGARIS SARGUS VULGARIS | NOMI VOLGARI 1846 Sargus Salviani, Bonapart., Catal. Pesci Europ., p. 54, sp. 469. Di) id:Sassi, Gatal. Pesc. Liguria, p.. 128. 1850 id. Guichenot, Expl. scient. Algeries, p. 47. 1857 wd.Machado, PecestdevCadiz:, ps. 1861 id. Canestrini, Catal. Pesci Genova, p. 263. » ig 01d,7Gula,, L'entam: leht. Melitens., D22.0S por. 1870 id. Burgot, List. Pois. Marché d’ Alger, DaAn, sp. 2. » id. Ninni,PesciVenet.Lagune,p.70,sp.110. » ld ‘Graells, Expl. crentif. Depart. Ferroll} P. 352. 1871 id. Costa(Achil), La Pesca n.R. Nap.,p.83. » id. (id.,, Pesci G.. Napoli in ‘Ann: Min. Rici po 440. » id. Carruccio; Pesci raccolti Viag. Tar- DIOR, 1D1d:, P., 254: 1872 id, Canestrin., Fauna Ital. Pesci, p. 88. 1875 Idi, Trois, Prosp.Pesc-Adriat.,p.20,$p.113; 1876 id. Gervais et Boulart, Poiss. France II, p. $0. 1878 id... «Dederlein, Prosp.: Pesc. Sicilia, p. 38, Sp. 129. » id\Heldreich,; Faune Grèce; p. ‘84. 1879 id. Stossich, Prosp. Faun. Adriat. Pesci, P. 35. 1882 id. Kolombat., Pesci Acque Spalato, p. 7. 1888 id: \Graefte; Seethiere Golf Triest., (1c.), Dr. Sinonimie. 1553 Sargus, Bellon., De Aquat., p. 244, fig. (mala). mo Sparus, Rondelet, ‘Lib V., C, 3, p. 118, fol. (De Sparo). » Sargus, Salviani, De Piscib., p. 178, fig. 64. 1558 id “Gesnler,«Aquat.ed.-folio, p. 64, fig. 1*. 1613 id. Aldrovandi, De Pisc., p. 176. (Sargus Gesneri), 1686 Sparus, Willugby, Icht. 26 II, p. 309. (Sparus Gesnert). 1809 Sparus Sargus, Brunnich, Icht, Massil., p. 38, Sposo: » id. De la Roche, Poiss. Isles Baleares, Ixiza; p. 31. 1864 id. Gemmellaro (Carlo), Saggio Ittiolog. G. Catania, in Atti Soc. Gioenia ser. 2°, TIP Npi 47, Sp 06. » id. Dela Blanchére, Diction, Péches,p.699, fig. 930. 1810 Sparus varatulus, Rafinesqg, Caratt., p. 48, Sp.128, id. Indic. pesc. Sicil, p.26,5p.174. id. Sargus puntazzo, Risso, Icht. Nice, p.237, Sp. 4. 1826 id. id., Europ. Meridion.,III,p.352,sp.264. (nec Lin.). Italiani. Sargo, Sarago. Sargo del Salviani. Id. volgare. Sparo (Venezia). Spizzo (Trieste, Fiume, Cattaro). Sargon (Roma). Saraco variale (Napoli). Saracu varatulu, varatulu (Sicil.). Saracu veru (Palermo) Nob. Saracu monacu (Messina). Sarigu (Cagliari), Esteri. Le Sargue ordinaire. Sargue de Salviani. Sarquet négré (Cette, Linquadoca) Doumet. Sargueto, Sar, pataclet (Provence) Reguis. Sargou-rascas (Provenza). Chargouch, Sargou (Algeri). Sargo (Cadice, Spagna). Sarg Esperrall (Catalogna). Mojarra Cisternas). Esparrallo, Spar (Spagna). Patena (il giovine) (Spagna). Scifia (Canarie, Madéra) Val. ‘Base (Inglese). Der gemeine Geissbrassen'(Tedesco). Salvian Geissbrassen (id.) Plucar. Spar (Dalmazia). Fratric oluz (Spalato). Pic (litorale Croazia). Zrxpos, xxpaxida (greco moderno). Annotazione. Il Sargo del Salviani è molto somigliante e fa- cile a confondersi col Sargo del Rondelezio. Esso però se ne distingue mercè i seguenti prin- cipali caratteri. Dimensione generale del corpo minore. Forma un pò meno alta. Scaglie un pò più grandi, cigliate. Muso più sporgente ed allungato. Nuca più rialzata. Profilo superiore più obliquo, con una bozza fron- tale fra gli occhi. Occhi più grandi, collocati più basso sulla faccia. Labbra più sottili, il superiore pieghettato. Denti incisivi più stretti e più inclinati, Molari disposti generalmente in 2 fila. Natatoja dorsale più bassa, con raggi più esili e meno numerosi. Pettorali con soli 14 raggi. Caudale più profondamente forcuta. Linea laterale più marcata, con 50 a 53 scaglie. Colori del corpo più vivaci con riflessi dorati, e con molte linee longitudinali dorate sui lati. Nessuna stria o zona verticale bruna sul corpo. Macchia nera sul troncone della coda estesa sui raggi molli della dorsale, un’altra macchia nera sulla spalla, e sull'orlo dell’opercolo. Caudale grigia non marginata di nero. e — 208 FAM. SPARIDI FOGA SARGUS VULGARIS Istorico. Il Sargus vulgaris, come lo ha dimostrato il Cuvier nella sua storia dei pesci, era abbastanza noto agli ittiologi del secolo passato, ma general- mente confuso colla specie seguente. Salviani fu il | | Francia, e solo appare più raramente lungo quelle | primo a darne una particolareggiata descrizione e figura, seguito più tardi dal Viviani per i soggetti di Genova, dal Brunnich per quelli di Marsiglia, e dal Rafinesque per quelli dei mari della Sicilia, ai quali l'Autore appose il nome di S. varatulus, tratto dalla denominazione volgare, con cui questa specie viene contradistinta dai pescatori locali. Anche il Risso ri- conobbe questa specie nelle acque di Nizza, sebbene, attesa la sporgenza del muso e dei denti, la con- fondesse nella prima edizione col Carax puntazzo C., V., che è specie totalmente distinta. Ma già ancor prima di questi ultimi autori, il S. vulgaris era stato avvertito dai membri della grande spedi- zione scientifica in Egitto nelle acque d’Alessandria, ove è molto frequente, e fatto disegnare da Geoffroy | S. Hilaire nelle belle tavole che rammentano quella celebre spedizione. . . . | Il Surgus vulgaris al pari delle altre specie con- ! generi s'agira in piccoli branchi nelle acque chiare lungo le coste rocciose, facendosi agevolmente ri- conoscere mercè i vivaci riflessi aurati onde il corpo ne è ammantato, Essa è specie vorace che insidia sempre i piccoli animali litorali, ed appetisce particolarmente 1 mol- luschi gasteropodi, le cui conchiglie essa riesce age- volmente a frangere coi potenti suoi denti molari; ghiotta come è di questo genere di cibo, abbocca | facilmente ai parangali ed alle lenze inescati di co- i desti animali; locchè dà luogo ad una piacevole pesca colla canna, nei porti, durante le placide notti d’estate. Pregio alimentare. Questa specie di Saraco passa ovunque co me pesce di pregiato sapore, massime, come nota il Cuvier, ri- guardo agli individui che dimorarono durante l’au- tunno e l'inverno nei littorali rocciosi. SARGUS VULGARIS Abitazione. Questa specie è sparsa ed abbastanza frequente in tutto il bacino del Mediterraneo, tuttochè meno copiosa della specie precedente. Essa però non si estende lungo le Coste occidentali Atlantiche della della Spagna e del Portogallo. Dal D.' Steindachner il Sargo del Salviani venne segnalato nel Mar delle Canarie ed in particolare a Lanzarotta ed a S. Cruz di Teneriffa, e dal DS Hilgendorf fra i pesci del Mare delle Azzorre. Sem- bra altresì che questa specie sia alquanto più dif- | fusa nelle acque dell'Adriatico in confronto del Mar Tirreno. i Fra Je località ove venne riscontrata, si citano dagli Autori le seguenti: Cadice, Lisbona, Bilbao, Setubal (Brito, Steind.). Malaga, Alicante, Valencia, Barcellona (Steind.). Marsiglia, Tolone, Cette, Nizza (Moreau, Marion). Genova, Sardegna, Livorno, Roma, Provenza (Reguis.). Algeri, Tunisi, Isole Baleari, Malta (Guichen.). Alessandria, Grecia (Heldreich). Napoli, Sicilia, Palermo, Messina, Catania (Cocco, Costa, Nob.). Nell’Adriatico (Trois). Venezia, Trieste, Fiume (Ninni, Faber). Dalmazia, Spalato, Ragusa, Cattaro (Kolomb.). Lissa, Curzola, Meleda, Lagosta (Gigliol.). Canarie, Lanzarotta, Teneriffa (Steind., Valenc.). Azzorre (Hilgend.). Preparazioni. del Museo Zoologico di Palermo. In Pelle 4 Es.: 0, 40; 0, 39; 0, 3£/00GR In calcool'i2°Es-to, 2x0 Prep. osteol.: 1 Schel.; 0, 32. Prep. splanc. a secco: br. Id. in alcool: App. dig.; br. Proporzioni. Lungh. tot. 0, 400; 0, 390; 0, 370; 0, 330. Al: corpo O, ‘170; 0, -145; 0, 1330, Lungh. testa 0, 100; 0, 095; 0, 090; 0, 080. Alt. testa O, ‘120; 0, 105;0, 100; 03095? Diam. occh. 0, 012; 0, OII; 0, 010; 0, 012. Spaz. preorb. 0, 050; 0, 040; 0, 040; 0, 030. Spaz. interorb. 0, 040; 0, 038; 0, 036; 0, 03 Lungh. pettor. 0, 115; v, 110; 0, 100; 0, 095. Lungh. ventr. 0, 060; 0, 058; 0, 050; 0, 050. Lungh. codale 0, 085; 0, 080; 0, 075; 0, 070. antro | della coda, non estesa sui raggi molli della dorsale. La dorsale è grigio-giallastra ; Le ventrali sono nere; FAM. SPARIDI 209 SARGUS RONDELETII SARGUS RONDELETII | 54° Sp. (3* del Gen.) Sargus Rondeletii, Cuv., Val., VI, p. 14, pl. 141. (Saraco rigato). - Car. specifici. — Corpo ovale, piuttosto alto, coperto di scaglie mediocri, a margine liscio; L'altezza del tronco é contenuta 2 1/2 a 2 3/5 volte nella lunghezza totale del corpo. Testa tanto alta quanto lunga, contenuta 4a 4 1/2 volte nella predetta misura; Profilo superiore più arcuato che nella specie precedente; Muso grosso, rotondo; Fronte convessa, priva di prominenza interoculare; Bocca piccola, le»germente protrattile, raggiunge appena il margine anteriore dell'orbita; Labbra grosse; Mascelle subeguali, la superiore un pò meno sporgente dell’inferiore, guarnite sul davanti di 8 denti incisivi piuttosto larghi, quadrangolari, inclinati obliquamente all’ innanzi, seguiti all’ indietro, nella mascella superiore, da 3 serie di molari rotondi, gradatamente più grossi, e di 2 serie di molari consimili nella mascella inferiore; talvolta, eccezionaimente, secondo Moreau, da 2 serie di molari da un lato, e da 3 dall'altro; Occhi mediocri, posti in alto sulla faccia. Il loro diametro è pari ad 1/4 della lunghezza del capo, ai 2/3 dello spazio preorbitale, ed è un pò maggiore dello spazio in- terorbitale. Sottorbitale grande, nudo, assottigliato e leggermente scanellato nel suo orlo inferiore, ricuoprente în parte l'osso mascellare. ‘Preopercolo grande, alquanto obliquo; Opercolo stretto, arrotondato nel suo margine posteriore; Guance tapezzate da 4, $ serie di piccole scaglie. La Natatoja dorsule è ben sviluppata, piuttosto bassa, costituita da II a 12 raggi spinosi robusti, il 4° dei quali più alto, e pari ad 1[s circa dell’ altezza del corpo, e da 12 a 14 raggi molli, più bassi degli spinosi. Anale con 3 raygi ossei, il 2° dei quali un pò più lungo, ma non più grosso del 3°. ‘Pettorali allungate, falciformi, raggiungono coll’apice il principio del- lanale, e portano 16 raggi che pareggiano in lunghezza pressochè il 1/3 della lunghezza totale del corpo. Ven- trali triangolari, brevi, pari in lunghezza ad 1|6 delia lunghezza del corpo; Caudale molto forcuta , col lobo superiore un pò più lungo dell’inferiore; poria 17 raggi, oltre 3, 4 basilari piccoli per parte, e pareggia in lunghezza 1/4 della lunghezza totale del corpo. Linea laterale ben marcata, corre lungo il 3° superiore dci fianchi, secondando la curvatura del dorso; porta 65 a 66 scaglie, mentre se ne contano 22 a 25 in una linea verticale del corpo. Il colore di questo pesce è un grigio-argentino con riflessi aurati, più bruno sul dorso e sui fianchi, più chiaro sul ventre. Su questo fondo, si stendono longitudinalmente sui lati 20 a 25 linee grigio-dorate, e scendono verticalmente 7,83 strette zone di color bruno cupo. Una macchia nera appare sul troncone le pettorali grigie, con riflessi verdastri; la caudale è del pari grigio-verdastra, marginata di larga fascia nera. Una macchia nera appare nella ascella della pettorale. Dina (2:14: A3/13-14; P. 16; Ci 17; V. 1/5; L. dat. 65; L. trasv. 8/16. 1830 Sargus Roudeletii, Cuv., Val., VI, p.14, plLi4i. | 1869 Sargus Rondeletii, Brito Capello, Lista peces 1836 id. Valencien., in Webb. et Berthel. Icht. de bahia de Lagos, (Algarve) Jornal Canaries, p. 28. lic VIT p1:230. 1840 id. Schinz, Europ. Fauna II, p. 129. 1870 id. «Ninni, Pesci. VeneterLagune,kp(770, 1845 id. Cocco, Indic, Pesci Messina mrs. n.110; Sp. 109. idediz.Facciola (1886); p. 19, sp..79.. | 1871 ide Costa. [((Ach.) sla Pesca: wp.063. 1846 id. Bonapart., Catal. Pesc. Europ., p. 54, » id. id., Pesci del. Golfo. Napot. In Ann. sp. 468. i Min. Asgric, I, p. 440; » id: Sass); Catal. Pesci Liguria, p. 127. » id. Aradas, Pesci del Golfo Catania, ibid., 1850 id. Guichenot, Explorat. Scient. Algerie, p. 601, Poiss., p. 46. » id. Carruccio, Pesci raccolti Viaggio Tar- 1857 id; Machado; Peces de Cadiz, p..15. gioni, ibid., p. 254. 1859 ‘dGuntherCatali I. p. 440). sp.. 2. 1872 id: “Canestgini, Faunasiftal. Pesci, passi 1860 idiMiNardo*Prosp: Pesci Venez.; p.70,97. ‘| 1875 id... ’Trois, Prosp.pesci Adriat.,p.20, Sp.112. 1861 id. Canestrini, Pesci G. Genova, p. 263. | 1876 id. Gervais et Boulart, Poiss. France II, » id, Gulia, tentam. Icht. Melitens.,'p. 22, p:/9, DI 132: sp. 88. 1878 id. .Doderlein, Prosp. pesc. Sicil.,, pe 39; 1866 ldippbesuoia,Prosp. Pesce: Adriat., p. 12, Sp:..128. Spi It. » id. Heldreich, Faune Gréce Poiss., p. 84. » id. Le Marié, Poiss. Charente, p. 13, sp.27. | 1879 id. Stossich, Prosp. Faun. Adriat., p. 35. 1867 id. Brito Capello, Peces dePortugal, Jornal | 1880 id. \Giolioli; Elenco Resci. Ita] p_22,8ps50: sclimarliem.Lisbonal],\p.252; sp. 27. .|_1SSI idMPerugta, Elenet Pesci \Adriat,;pi75Sp:258 » id Stondacho, Bericht Spanu. Portug. » id. Moreau, Hist. nat. Poiss. France III, , Reise, in Sitzb. K. Akad. Wiss. Wien, possi IVA A2;spi033) » id. Kolombatovic, Pesci acque Spalato, p.7. 6 I 2I0 1882 Sargus Rondeletii, Kolombatovic, Fisches Ge- wdassern v. Spalato, p. 15. Reguis, Hist.. nat. Provence Poiss., pi 212, SP. 143% Vincig., Crociera Corsaro, p. 4, Sp. I0. id., ‘Crociera’ Violante, p. 45, sp. 28. Marion, Esquis. Topograf. Golf. Mar- seille. In Ann. Mus. hist. nat. Mar- Selllepdlizzip.N03: Faber, Fisheries Adriat., p. 191, sp. 83. Vinciguerra, Fauna Tunisina, p. 27, Sp. 122, Kolombatov., Imenik. Kraljesniak. Dal- MAC. p,:8, Sp. 25,00 id., Catalog. Vertebr. Dalmatic., p. 21, Spi 20. Hilgendorf, Fisches d. Azorren. In Wiegmaan Archiv., naturg. 54 Bd., p. :206; Sp. 12. » id. 1383 id. » id. ‘Graeffe, Seethiere Golf Triest. (I. c.), pi 7. 1889 id, Vinciguerra, Pesci della Prov. Roma; in Spallanzani, fasc. VII-VIII, p. 352, $.023 (Sp 72 1890 id. id., Guida Mus, Zool. Roma in Bullet. Mus. Zool. Roma, vol. I, p. 13. Sinonimie. Dapyog, Arist. Vi, C. (0. XI:VIIIE: GS Cosa id. Elan; 1, 23 006: XI CC 2. id. Oppiano, Haleut., Lib. 1;-p..19,1V vers. 599, 303-403. id. Atheneus, VII p. 3139321. Sargus, Ovidius, Hal. V, p. 106. id. Plimius, L.A Chrg3 51059: id. Bellon., Aquat., p. 242 (mala). id. | Rondelet,, (VM. C./5, p..122. » id. Salviani, de Aquat, Piscib.,p.176,6ig.63. 1558 id. Gesner, Aquat. p. 328 (mala). 1613 id. Aldrovandi, Pisc. Lib. II, C. 18, p. 192. 1686 id. Willughby, Icht. Lib. IV, C. 7, p. 309, tab. Vi, dip. 20° 1760 id. Duhamel, ;Peches part ‘2, sect.4; p. 15, pl. 3, fig. 1 (Sarde Toulon). 1763 id. Gronovius, Zoophil., p. 63, sp. 219. 1768 id. Brunnich, Icht. Massil., p. 39, Sp. 58 (Sparus). 1774 id. Cetti, Anim. Sardegna, T. III, p. 11. 1788 Sparus Sargus, Linn, ed. Gmelin, p. 1270. 1785 id. Bloch, taf. 264. 1801 id. Bloch ed. Schneid., p.270,sp.6 (Sargus). 1789 Sparus, Artedi, Gen. 37, Syn. 58. 1801 Sparus Sargus, Lacepède, Hist. Poiss. IV, e 1810 id, - Risso, Icht; Nice) p. 236, sp. 3. » id. (errore Sargiu) Rafinesq., Ind. Sic., PZA SPA FAM. SPARIDI «& rd SARGUS RONDELETII | SARGUS RONDELETII i 1822 Sparus Sargus, Naccari, Ittiolog. Adriat., p.12, Sp. 33. 1824 id. Martenz, Reise Venedig, p. 424. 1826 id. (Sargus Sargus). 1827 id. 1838 id. 1846 id. 18SI id. Trapani, Fish. Malta, p. 20. France, p:i91, sp. Gemmellaro (Carlo), Catan..(1..c.), p. 147, Spi 1864 id. 1868 id. fig. 596. Sargus variegatus, Bonnat, Encvycl., p. 98. id. Lacepède, Hist. Poiss..t, IV, p.itog 108, Sp. 4. 1809 Sargus Raucus, Geoffr. S.* Hil., Descript. E- 1788 180I gypte; Poiss. (a p. 340, pl. XXIV), | 16; (fio. I pi do, fig. i 1867 Sargus vetula, Cuv. (Adult.), sec. Steindachn. | Berich.'.(. ;\c4. p.142;SPi03502 Mouchara, Duhamel, Peches II part., sect. s piste. NOMI VOLGARI Italiani. Saraco rigato 0 maggiore. Saraco volgare. Sargo del Rondelezio. Sarago (Roma). Sargo, Girola (Venezia). Sparo, Sparotto (Venez., Triest.) Ninni, Canestr. Svaro, Sargo rigido (Venezia). Sparetto (Trieste, Adriat.) Perugia. Sargo veaxo (Genova) Sassi. Sargou (Genova, Nizza). Sargou testa niegra (Genov.). Sario, Sarago (Napoli). Saraco verace (Napoli). Capi-gnuoro (Bari). Zucaro (Gaeta). Saracu, Saragu (Sicil.). Saracu tunnu (Sicil, Pal.). Saracu rigatu. Sarigu Saring (Cagliari). Sargu (Malta) Gulia. Esteri. Le Sargue (Franc.). Le Sar, Sargue prop. dit. Sarquet, Sargaille (Isle de Re). Mouillon (Bajonna). Sarquet (Cette). Sargue Bigarré (Lacep.). Risso, Europ. Merid., p. 352, sp. 263 | Ta Ca tr a tua Nardo, Prodr. Venet.Icht.,p.14,sp.115. ll Plucar, Fisch. Platz z. Triest, p.53,sp.96. — Desvaux , Essai Icht. Còtes Ocean. |i Saggio Ittiol., .|j eee == De la Blanchére, Dict. Peches, p. 699, Il i TER SARGUS RONDELETII || Sarget, Sauchet, Sarguet (Provenza) Reguis. il Base (Ingl.). Der Grosser Geissbrassen. | Der Geissbrassen (Ted., Schinz). Sargo burdo (Spagna, Cadice) Machado. Sargo piccudo (Portog.) Madèra. Sargo blanco (Teneriffa, Canarie) Valenc., Steind. Sargo (Spagna, Vortogal.) Steind. Sargo bicudo (Portog.) Brito. i Sarac (Illir) Dalmaz, Saray Fratar (Spalato). Sarag xulo prugasti (Spalato) Kolomb. Ghenyné (Arab. in Alessand.) Geoffr. Zapyos, Zapytos, Kpvredî (greco moderno). Abitazione. II Sargo del Rondelezio è più comune nel mare Mediterraneo della specie precedente; ed anche più facile a distinguere, essendo caratterizzato da un muso più rigonfio, da denti incisivi più larghi e quadrango- lari, e da numerose righe brune verticali, attraversanti il corpo. A differenza del Sargus vulgaris, esso abita anche le coste Atlantiche della Francia, poichè si rinviene abbondantemente a Bujona e nel Golfo «di Guascogna, sebbene non oltrepassi l’imboccatura della Gironda. Geoffroy S.* Hilaire ha osservato pure questa specie nei pressi di Alessandria in Egitto, e l’ha fatta rappresentare nelle corrispondenti tavole, sotto il nome di Sargus raucus, ritenendola specie novella. Valenciennes e Steindachner, dal canto loro, l’ hanno riscontrata nel Mar delle Canarie, a Ma- dèra, a Lanzarotta, ed il D." Hilgendorf l’ha regi- strata fra i pesci del Mare delle Azzorre. In Sicilia il Sargus Rondeletii, è abbastanza fre- quente lungo le coste rocciose, e viene di sovente portato dai pescatori litorali, nei mercati di pesci, con soggetti talvolta di notevole dimensione. Stando alle indicazioni degli Ittiologi, questa specie venne segnalata nelle seguenti località: Coste occidentali della Francia. Golfo di Guascogna, Bajona, Arcachon (ffr.) (Moreau). Isola Re, Ishla Yeu?? (Le Marié). Cadice, Bilbao, Vigo, Lisbona, Barcellona (Steind., Brito). Provenza, Cette, Nizza (Moreau, Reguis). Marsigiia (Brunnich, Marion). Nizza, Genova (Risso, Sassi, Canestrini). Sardegna, Cagliari (Carruccio, Giglioli). Algeri (Guichenot, Burgot). Tunisi, Lago di Biserta (Cuvier, Vinciguerra). Isole Baleari, Malta (Cuvier, Gulia, Trapani). Livorno, Coste Romagna (Vinciguerra). Napoli, Taranto (Costa, Giglioli). Sicilia, Messina, Catania, Palermo (Cocco, Ara- das, Nob.). Venezia (Nardo, Ninni). Trieste (Stossich, Faber, Graeffe). FAM. SPARIDI SARGUS RONDELETII Dalmazia, Spalato (Kolomb.). Grecia (Heldreich). Egitto, Alessandria (Geoffr., Cuvier). Canarie, Madera (Valenc.). Lanzarotta (Steind., Vinciguer.). SCruz, Veneriffa (Steimdi). Azzorre (Hilgendorf). del Museo Zoologico di Palermo. Preparazioni In Pelle 3:Es.: 0, 39.0, 34:00; 20. In‘alcool3iEss 0g 15,0, II,10,05, Prep. osteol.: 2 Schel. : App. branch. . App..®, Ò- Prep. splanc. a secco dd. ‘in alcool: T. dig Lungh. tot... 0; Alt. corpo O, Lungh. testa 0, Alt. testa O, Diam. occh. 0, Spaz. preorb. 0, Spaz. interorb. 0, Lungh. pettor. 0, Lungh. ventr. 0, Lungh. codale 0, Proporzioni. 390; 0, 340; O, T50; O; 115; O; 1.00; 0; :090; ‘O; I00; 0; 082; 0; 020; 0, 016; O, 045; O, 040; 0, 040:..0; 030: 0; IT0;::),:.090; ‘0; 055300, 045; 0, 090; 0, 080; 0, O; 40:10, 2Di 260. 150. 070. 075 OI2. 020. 020. 085. 040. 070. Pregio alimentare. Il Sargo rigato viene pure annoverato fra i pesci più delicati del Mediterraneo, specialmente se adulto, e pescato di fresco, In Sicilia esso è pregiato molto più del S. vulgaris, e certamente più del S. an- nularis. 212 i ; FAM. SPARIDI SARGUS VETULA SARGUS VETULA 55° Sp. (4 del Gen.) Sargus vetula, Cuv. Val., VI p. 48. (Sparo o Sargo vecchio). Car. specifici. — Corpo ovale, mediocremente compresso, molto alto, coperto di squame grandi finamente ci- gliate, e strettamente imbricate fra loro. L'altezza del tronco è contenuta 2 1/2 volte nella lunghezza totale del corpo; La lunghezza della testa lo è 4 volte circa nella stessa misura, e questa è più alta che lunga. IL Sargus vetula ha fronte larga, spazio interoculare convesso, senza essere modellato in una prominenza spe- ciale; Profilo superiore arrotondato; Dorso molto ricurvo; Muso ottuso, grosso; Bocca piccola, il suo squarcio non raggiunge il margine anteriore dell’ orbita. Le mascelle sono subeguali, rigonfie, la superiore un pò più avanzata della inferiore. Entrambe sono guarnite nella parte anteriore di 8 denti incisivi, piatti, taglienti, larghi, come gli incisivi umani, seguiti nella retrobocca da alquanti grossi denti molari arrotondati, dei quali se ne contano 4 serie nella mascella superiore, e 3 serie nella inferiore. Occhi mediocri; il loro diametro pareggia il 1/4 della lunghezza del capo, e i 3/5 dello spazio preorbitale. Il preopercolo è alto, arrotondato posteriormente; l’opercolo grande col margine posteriore convesso, e terminato in una brevissima punta ottusa. s a 6 serie di scaglie si stendono sulla superficie delle gote. La Natatoja dorsale è ben sviluppata ed alta; fornita di 11 raggi ossei, il 4° o s° più lunghi, e di 14 raggi molli. L’ anale ha 3 raggi ossei, il 2° dei quali più lungo ma meno robusto del 3°, e 13 raggi molli. Le Pettorali sono lunghe, puntute, estese fino ai primi raggi molli dell’anale, e fornite di 17 raggi, che pareggiano in lunghezza pressoché il 1/3 della lunghezza totale del corpo. Le Ventrali sono brevi, pari in lunghezza al 1/3 della lunghezza delle pettorali. La caudale è forcuta, e munita di 17 raggi, oltre 3 minori basilari per parte. La linea laterale è ben marcata disposta, lungo il 1/4 superiore dei fianchi, parallelamente alla curva dorsale; Essa porta 75, a 80 scaglie; mentre se ne contano 15, 16 in una linea trasversale del corpo. Il colore di questo pesce è gricio-argentino, con riflessi dorati, più scuro sul dorso, più chiaro sui fianchi, che sono attraversati da 18, 20 linee longitudinali di tinta oscura. Una macchia nero-bruna, poco marcata stà sulla parte superiore del troncone della coda. Un' altra macchia nera sorge sulla spalla, estendentesi fino allo scapolare, ed al margine posteriore dell’ opercolo. La dorsale e l’anale sono brune. Nera è l'ascella della pettorale; grigie sono le pettorali, e la caudale; ma questa non è mai marginata di bruno. Una macchia semilunare argentina splende fra gli occhi. Di 11/14; -Axg/135 P. 17; Cor7i Vo 1/55 Llat. 175,780; Lunghiitotto (19000 1830 Sargus vetula, Cuv., Val., VI, p. 48. NOMI VOLGARI 1836 id. Valencien. in Webb, Berthel. Icht. Ca- narie, p. 29 (non pL 9, fig. 2). Italiani. 1840 id. \Schinz; Europ. Fauna dSparor 1846 id, Bonap., Cat. Pesc.Europ..p. 54,5p.471. | Sparo, Sargo, o svaro vecchio. 1850 id. Guichenot, Expl. scientif, Algerie, p.47. | Sparo varatolo (Rafin.). 1859 idmniGunthereGatalWlitp) 444994043 Orada veccia (Ven.) Nardo, 1868 id.. De ‘Ja Blanchere Dict. Peches, p. 700. | Varatulu. Guaraiulul(Sicil PPalbi 1867 id. Brito Capello, Catal. Peixes Portugal | Saricu (Cagliari). Jornalisc.-Mathem.<1,-p.0252,spi128. 1869 id. i1d., Lista Peixes colligidos na bahia Esteri. de Lagos (Algarve) Ibid. VII, p. 230. 1870 id. ?Burgot, List. Poiss. Marché d’alger., | Le Sargue vieille (Franci). pii48; spizi (nec (Cuv Valdi Sargo (Portog., Lisb.) 1871 id. Carruccio, Pesci raccolti viaggio Tar- | Das alte Weib. (Ted.) Schinz. gioni. In Ann. Min. Agric. T. I, p. 254. 1877 id. Gervais et Boulart, Poiss. France, p.81. Abitazione. 1878 id, Doderlein,-ProspWPescWSialapNX 38: Spi0129; Il Sargus vetula è stato citato nelle seguenti lo- » id: Heldreich,Y)FaunedGreceper8d: callità: 1881 id. Moreaù, Hist.nat. Poiss! France Dpr: Coste Portogallo, Lisbona (Brito). 1882 id. Reguis, Hist.nat.Provence ,p.212,sp.44. Bahia de Lagos (id.). Le Martigues (Francia) Moreau. Sinonimie. Mediterraneo, Coste Provenza (Reguis). sg 9carus, Rondel:& DES 220 : FAM. SPARIDI. Fam. SPARIDI (Seguito). 5.2 Sotto Fam. Oblatini. Car.— Mascelle armate anteriormente di una serie di denti incisivi taglienti | lanceolati, e posteriormente di denti granellosi, o puntuti, o a scardassil o nulli. 3 Generi Mediterranei distinti come segue: Dietro gli incisivi altri denti, granellosi, pun- e E tuti 0 a scardasso. Incisivi taglienti e scanellati. . :. Gen. Box, Cuv. Dietro gli incisivi nessuna sorta di denti. i Incisivi lanceolati, non scanellati. . Gen. Scatharus, Cuv. Annotazione. Una delle famiglie che si mostrò più ricca di forme specifiche nella vasta serie di pesci Acantotterigi él certamente la famiglia degli Sparidi. E questa famiglia costituita da alquante specie litorali che più frequente: mente delle altre s’accostano ai lidi, s’agirano fra gli scogli, e somministrano con sè un usuale vitto alle popo:fi lazioni marittime del Mediterraneo. Codesta famiglia di pesci, comunque fondata sopra caratteri comuni, com prende non pertanto alquante forme differenti, dotate di particolarità distintive che agevolmente si prestano : ripartirla in ulteriori suddivisioni metodiche. Il Cuvier, uno dei primi ittiologi che siensi accinti ‘alla sistemazion della famiglia degli Sparidi, si valse a tal’uopo della forma presentata dai denti di codesti pesci, quale caratteri che ne indicava altresì il regime alimentare. (T. VI, p. 8) — Difatto tenendo dietro alle orme del Cuvier, noi po tiamo facilmente riconoscere, che fra gli Sparidi sonovi delle specie che hanno la parte anteriore delle mascellif! guarnita di denti conici.puntuti, ed altre specie che portano anteriormente denti larghi, taglienti, più o mend@i simili agli incisivi umani. Procedendo ulteriormente nello esame delle loro forme dentarie, potiamo altresi av vertire, che fra gli Sparidi a denti conici, alcune specie portano dietro i denti anteriori nella retrobocca, alquanti grossi denti arrotondati o molari, mentre altre hanno solo denti granellosi, o denti esili a scardasso. Queste parti |M colarità diedero agio a Cuvier, ad istituire nella famiglia suddetta Ie due tribù o sottofamiglie dei Denticini per li specie prive di denti molari, e dei Pagrini per le specie fornite di grossi denti molari.—Applicando gli stessi cri terii alla ripartizione degli Sparidi a denti incisivi taglienti, si giunge agevolmente ad istituire la sottofamigli: dei Sargini, per le specie munite nella retrobocca di denti molari, quella dei Cantarini per le specie fornite d denti conici simili agli anteriori, e quella degli Oblatini per le specie la cui retrobocca ha piccoli denti graneli losi, od è priva di qualsiasi sorta di denti. Ciò si può rilevare meglio dal qui annesso prospetto , che ripro duco. a comodo del lettore, e che giustifica la creazione della sottofamiglia degli ObJ/atini. senza ‘denti posteriori molari}... RD 1° Sez. Pesci a denti anteriori conici con‘denti posteriori molari... RE a ee con denti;posteriori.molari. (rr Sa 2% ‘Sez, Pesci a denti anteriori taglienti ‘ con denti posteriori puntuti.—. 0 RA ani con denti posteriori piccoli granellosi o nulli . . . Oblatini. . Il DS Gunther però, adottando gli stessi dati di partizione degli Sparidi proposti da Cuvier, ha creduto beni di serbare intatto il 2° gruppo dei pesci a denti taglienti privi di molari posteriori, riunendo nella sottofamigliz dei Cantarini tutte le altre specie affini, a denti variformi, sia che queste presentassero o no, qualche forma den taria nella loro retrobocca. — Come abbiamo già accennato alla pag. 193 dell’ attuale fascicolo , noi abbiame preferito, sull’esempio di altri illustri ittiologi, di tener separate queste 3 famiglie e di conservare distinta la sot tofamiglia degli Obladini, nella convinzione che questa distinzione delle sottofamiglie renderebbe più circoscritti ed omogenea la relativa loro costituzione. ini | o bel mici) na del pbian li 50 oscritta FAM. SPARIDI 2241 pi iiaen. Oblata; "Cav Rea. Coe, Val, VI, p. 366, (©) . piloriche poche. Una sola specie. Oblata melanura, Cuv. OBLATA MELANURA OBLATA MELANURA 58° Sp. Oblata melanura, Cuv., Val., VI p. 366, pl. 102 Dis. (Occhiata, Occhiatella). Car. specifici. — Quelli del Genere. — Corpo ellittico-allungato, compresso, rivestito di scaglie mediocri; v L'altezza del tronco è contenuta 3 1/2, quasi 4 volte, nella lunghezza totale del corpo, ed è il doppio del suo spessore. Testa breve, essa è compresa 4 I/4 a 4 1/2 volte nella stessa misura, ed è un pò più alta che lunga. i Il profilo superiore sale obliquamente con lieve curva sino alla nuca, ove si continua direttamente cella curva del dorso. Muso corto, arrotondato, un bo’ rigonfiato superiormente. “Bocca piccola, leggermente pro- trattile ed obliqua. Labbra piuttosto sottili, inferiore esteso sui lati. Mascelle subeguali, guarnite sul davinti di denti incisivi più o meno appianati e taglienti, col margine scanellato, in numero variabile secondo l'età, ma generalmente in numero di 7 nella mascella superiore, e di 8 nell’inferiore per parle, seguiti da ciascun lato da una serie di robusti denti conici leggermente uncinati, e dietro questi da un’altra serie di piccoli denti granellosi strettamente disposti a scardasso. Quelli della mascella inferiore, che d'altronde è nuda, sono esilissimi nei gio- vani soggetti. Gli occhi sono crandi, arrotondati, col diametro eguale ad 1/3 circa della lunghezza del capo, ui pò fi maggiore della lunghezza del muso, e pari allo spazio interorbitale. Il sottorditale è grande, allungato , di- sposto obliquamente sul davanti dell'occhio, ed esteso fino ail'apice del muso. Esso è nudo, marcato di piccoli pori, col margine inferiore un pò ondulato, ed interamente addossato sul mascellare superiore a bocca chiusa. I Pezzi opercolari sono tutti eminentemente scagliosi. Il preopercolo è ben sviluppato, col margine posteriore arrotondato e marcato di numerose strie perpendicolari. L’opercolo è arcuato posteriormente e terminato in un angolo molto oltuso, e strettamente riunito al sottopercolo. Le guance sono rivestite da 7 ad 8 serie di larghe scaglie. Le narici si schiudono più vicino all’occhio che all’apice del muso, l'anteriore è piccola e tubulosa, la posteriore ovale. — La natatoja dorsale è bassa, specialmente all'indietro, e costituita da 1I raggi ossei piuttosto deboli, e da 14 raggi molli; L’anale ha 3 raggi ossei, e 13 raggi molli, che ponno essere accolti in una doccia cinta da piccole scaglie. Le pettorali sono mediocremente lunghe, falciformi, e pari al 1/6 della lunghezza totale del corpo. Le ven- trali sono piccole ed eguali circa alla metà delle pettorali. La caudale è forcuta, costituita da 17 raggi principali oltre î basilari e pari in lunghezza ad 1/4 della lunghezza totale del corpo. La linea laterale è larza, e ben marcata, disposta lungo il 1/4 superiore dei lati, parallelamente alla curva dorsale, e coperta da 64 a 67 scaglie nerastre; contandosene 22 a 23 in una linea verticale del corpo. Le scaglie del corpo di questo pesce sono piccole | nella regione dorsule e grandi sui fianchi , generalmente sottili, col margine posteriore guarnito di esilissime | spinule—Il colore del corpo delle Occhiate è un grigio plumbeo argentino sul dorso, più chiaro sui fianchi, e bianco-arsentino sul ventre. I fianchi sono attraversati da 20 a 24 lince longitudinali parallele nero-bhù, più larghe al di sopra che al di sotto della linea laterale. Una larga zona nerastra circonda il troncone della coda, e si stende alquanto sui raggi molli della dorsale e sulla caudale, Un'altra macchia nera occupa il margine posteriore dell’opercolo. Lo spazio interorbitale ba pure una tinta nerastra; Le guance, il sottorbitale, i pezzi opercolari splendono per un leggiadro colore roseo a riflessi argentini. Griyia è la dorsale, biancastre le altre nalatoje. pera P. 15; C. 3/17/3; Vi. 1/53 Longh.c0, 20, 0, 30; Inrest. lungo; L. lat. 64-67; L. transv, 22-23; V. Nat. bilobata posteriormente. Par. — Corpo ellittico, compresso, rivestito di scaglie mediocri; Testa breve; Guance scagliose; Bocca piccola; Mascelle guarnite sul davanti di denti incisivi taglienti, col margine superiore scanellato, ai lati di una serie di piccoli denti puntuti, ed all’indietro di una zona di piccoli denti granellosi a scardasso; Dorsale unica , fornita di reggi spin si in numero minore dei raggi molli; cioè di 11 raggi ossei, atti ad essere accolti in una scanellatura dorsale del corpo, e di 14 raggi molli; Anale con 3 raggi ossei,e 13 a 14 molli; Pet- torali lunghe; 6 raggi ‘Branchiostegi; Vescica natatoja bilobata posteriormente ; Appendici I 222 FAM. OBLATA MELANURA SPARIDI 1830 Oblata melanura, Cuv.,Val.,VI,p.366, pl.162 dis. 1840 1845 id. id. Schinz, Europ. Fauna II, p. 146. Cocco, Ind. pesci Messina msc. n. 118, id. ed. Facciolà. (1886), p. 18, sp. 78. Bonapatt, Cata: PescaBurop=8p.492, Sp. 444. Sassi, (Catal Pesche urp r2 0: pare Cuvier Re an Alu plein Guichenot, Expl. Scient. Algerie, p. 54. Van der Hoeven, Handbuch d. Zoo- logie IT, p. 134° Machado, #PecessdeyGadiz png Gunther sCatal sd p.422:#Sprot Nardo, Prosp, “Pesci VenetesErov,, Pi 7,0; 100; Canestrini, Pesci G. di Genova, p. 263. GuliapiNent. dicht-Melit:p23;sp. 102° Perugia, Prosp. PescirAdr, p.EFrsp.103; Steindachner, Bericht Span. u. Portu- pal'Reise, cin »Sitzb; Ri \Akadi Wiss! Wien, lV Abth., vp. 5.1; Sp. 39° Doumet, Fcht.cores Languedoc., p. 7. Graells, Expl. cientif. Depart. Ferrol, P. 344, Sp. 37. Ninni, Pesci” Venete LaguneSp. 70, Sp. (96, (str. p:38). Costa:(Achi),>La Pesca, p.#93% id. Pesci G. Napoli, in Ann, Min. Agric. TE, 4p744701 Aradas, Pesci Golf. Catan. ibid., p, 6or. Carruccio, Pesci raccolt. viaggio Tar- gioni, ibid., p. 254. Canéstrini, Faun. Ital, Pesci pi88: Trois, Prosp. Pesci Adriat., p.18,sp.96. Gervais et Boulart, Poiss. France II, Par0%, pl 423060 Doderl.,Prosp,Pesc.Sic1p4085prr 30) Heldreich, Faune Gréce Poiss., p. 85. Stossich, Prosp. Faun. Adriat., p. 35. Gielioli}Pescltalkspoxssp 248? Perugia, Elenc. Pesc. Adriat., p.7,sp.23. Moreau, Hist. n. Poiss. France II, p.19. Kolombatov., Pesci Acque Spalato, p.7. 1d., Fisch. gewàssern v. Spalato, p. 15. Reguis, Hist. nat. Provence Poiss., D. 214; Spi-49. Vinciguerra, Crociera Corsaro, p.4,sp.8. | id., Crociera. Violante, pi 45: sp. 26. Marion, Esquisse Topog. Golf, Mar- sellle;*p; 637 Faber, Fisheries Adriat., p. r9r, sp. SI. Kolombatovic, Imenik Kraljesnijaka Dalmacije, pa278) Ill ( id. La Roche, Poiss. Isles Baleares, p. 31. {| C id. Rafinesq., Indic. P. Sicil., p.24, sp. 155. {I\ id. Risso, Jcht. Nicexp-2237, spa i\C id.. Naccari, Icht Adrit,, pata;ssp 8898 / id. Martens, Reise Wenedig JI pruo0% ‘ id. Risso, Eur. merid., p. 349, sp. 260. @A|( (Boops melanurus). IC id. Nardo, Prodr. -Adriat.. Icht., p. 14, QNM Sp. n0. Ì jd. Trapani, Fish, Malta pAia: Il! id. Plucar, Fisch-Platz z.Triest. p.53,sp.95. Wi! id. (Sp. oblada), Deswaux, Essai, Icht. Co- {ll | tes Oceaniques France, p. 90, sp. 191. {Ill id. Gemmellaro, Saggio Ittiol, G. Catania; II l In Atti Accad, Gioen, Ser. 2, T. XIX, JIII( p. 147, Sp. 5. iL id. De la Blanchére, Dicht. Peches, p.553, (N BLATA MELANURA Sinonimie. Zelian., Lib. I, C.t pas eee pl. 748. OBLATA MELANURA NOMI VOLGARI Italiani. Occhiata, Occhiatella. Sparo cocchiatello. Obiata codanera. Occia, Occiada (Venezia). «Albero bastardo (Trieste). Oia, Ouggiàa (Genova). Blada (Nizza, Ventimiglia). Occhinera, Occhiata, Jata, Sperone (Napoli). Occhiata, Occhita, Occhiuzza (Nap.). «Ajata, Fiata (Fusaro). Occhio-nero (Taranto, Lecce). Papazzo (Scilla). Ucchiata, Occhiata, Biata, Usata (Sic., Mess., Pal.). Orbata, Orbuta (Cagliari). Kahlia (Malta, Algeri). Esteri. Oblade commune, Oblata ordinaîire. Neblade, Negroune (Linguadoca). Blade, Oblado (Marsiglia). Blada, (Cette, Nizza). Il Aublado, Iblado, Nebludo, Negrouno , Nigroil, Spa- raillon, Nigrouil (Provenza) Reguis. Oblada, Doblada, Dobliada (Cadice) (Spagna). Oblada, Doblada (Andal.). Dorata (Bilbao). fi Arada (Guipuzcoa). Zapatero (Algarve). «Aurada plategeada (Catalogna). Cuopa, Chopa (Galicia). Curata (Portogallo). | Galena (Teneriffa) Steind. . Black-Tail (Inghil.). Brand-brassen (Ted.). Swartz-Schwantzige (id.). Suwartz-Schwanz, Seebrassen (id.). Usata mrkuja (illir.) (Spalato) Kolomb. Ukliatta (Ragusa) Nob. Crnorep. (Fiume) Faber. MeXavovpos, Meyavovpì (Greco moderno). FAM. SPARIDI TT -/ T_T. Ir oi e sc 0t xx 223 OBLATA MELANURA Annotazione e Abitazione. È specie comune e ben nota ai pescatori ed al volgo delle città marittime del Mediterraneo; facile a riconoscere, alla tinta bruno-argentina del corpo, alla larga macchia nera che sorge sul dorso della coda, non meno che ai denti incisivi scanellati che ne ricingono le mascelle, seguiti posteriormente da una zona di denti villiformi a scardasso per parte. — Vive abbondantemente in tutto il Mediter- raneo, e nel Mar Nero; si estende alquanto più ra- ramente lungo le coste Atlantiche della Spagna e del Portogallo, ove in tempo d’estate se ne fa ge- neralmente la pesca. Non sembra però che abiti le coste oceaniche della Francia, non venendo ricor- data da verun Ittiologo recente di quei litorali. Vi- ceversa, secondo Gunther e Steindachner, incontrasi abbastanza copiosamente nel mare delle Canarie, a Teneriffa, a Madera. In Sicilia l’occhiatella appare tutto l’anno, prin- cipalniente in tempo d’inverno ed in primavera. Si riproduce in Estate nei mesi di Maggio e Giugno. — Abita generalmente le coste rocciose ed algose a poca profondità, e presso la superficie del mare. — Suolsi pescare piacevolmente in tempo d’ autunno nelle notti serene del plenilunio, adaggiati in bar- chette a qualche distanza dalla spiaggia, con risul- tati talora assai notevoli. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In Pellet20Es::t0, 12771023. IntalcooPrEs:0, T6:50, 15 'Brep:rosicol.2: Scheli; \0;31. Prep. splanc. a secco: App. Branch. Stom. Id. in alcool: Tubo diger. Branch. App. è, 9. Proporzioni. Lunghiktotta 0270; 0,230; Alt. corpo 0, 080; 0, 060. Lungh. testa 0, 060; 0, 052. Alt, testa 0; 005: 0; 0:59 Diam.-occh... 0, 016;.0, OI4. Spaz:preorb. 0, 015; 0,012 Spaz. interorb. 0, 016; 0, 015 Lungh. pettor. w}'050;-0; (049. Lungh. ventr;0, 020; 0, 018 Lungh. codale 0, 060; 0, 050 Pregio alimentare. È specie di mediocre sapore, che non può cer- tamente competere colla squisitezza delle grandi specie di Saraci. Car.— Corpo ovale, più o meno allungato , mediocremente compresso , rivestito di scaglie ill media grandezza; Testa grossa; Muso corto; Guance scagliose; Bocca piccola; Mascelle nol protrattili, armate di una sola fila di denti incisivi taglienti, col margine superiore ge | neralmente scanellato, non seguiti nella retrobocca, da veruna altra sorta di denti. - Nella mascella inferiore essi sono generalmente puntuti con, o senza tallone basale. — La dorsale è unica, con II a I1$ raggi ossei, atti ad essere accolti in una doccia ddl dorso. L’anale ha 3 raggi ossei. Fessure branchiali ampie, limitate da 6 raggi branchic]i stegi. Tubo digerente lungo; Vescica natatoja bilobata posteriormente; Appendici pilc] a al dae delli \ corpo ovale, elittico.. - \. ... 2. Boxisalpa dea delia pettorale. A i corpo allungato, subcilindrico . . . . . Box vulgaris, Cuv., Val, | BIO X-S'AL PA B'OX SALRA 224 i s glo “ Sotto Fam. Oblatini (seguito). 22° Gen. Box, Cuv. riche poche. Due specie Mediterranee distinte come segue: i ben marcata 59° Sp. Box salpa, Cuv., Val., VI, p. 357, pl. 162. (Salpa 0 Sopa). Car. specifici — Corpo ovale, (elittico allungato), mediocremente compresso, più elevato e compresso della specie seguente, colla curva dorsale e ventrale prominente; Rivestito di scaglie piccole, sottili, aventi il mar- gine posleriore leggermente pettinato. — L'altezza del tronco è contenuta 3 1/3 a 3 1/2 volte nella lunghezza totale del corpo; Lo spessore lo è 2 1/2 volte nella predetta altezza; Testa breve, uguale ad 1/5 della lun- ghezza totale del corpo, quasi attrettanto alta quanto è lunga; Fronte rotondata, vuda; Muso corto, grosso, ot- tuso; Bocca piccola, non protrattile; il suo squarcio raggiunge appena il margine anteriore dell'orbita; Labbra un pò rigonfie, ed estese sui lati; Mascelle subeguali, nude; la superiore un poco sporgente oltre l’inferiore; Essa è guarnita di una sola serie di denti incisivi appianati, larghi, taglienti, col margine superiore sca- neilato, La mascella inferiore è fornita di una serie di denti piccoli, triangolari, larghi, dentellati suì lati.Veruna sorta di denti tiene dietro agli incisivi nella retrobocca delle due mascelle. — Occhi mediocri, rotondi, col- locati un pò sopra la metà detle guance; il loro diametro è pari ad 1/4 della lunghezza delta testa ed ai 2/3 dello spazio preorbitale ed interorbitale; Il sottorbitale è piccolo, non esteso fino all’ apice del muso. Il suo margine inferiore che è leggermente scanellato e punteggiato, copre a bocca chiusa interamente il mascellare superiore. L’opercolo è grande, alto, arrotondato nel margine posteriore e fornito di un largo contorno mem- branoso. — Sulle guance si stendono 4 serie di piccole scaglie. — Al di sopra ed un pò dietro l'orbita si schiude un gran poro, il cui condotto si prolunga posteriormente nel cranio. Le Narici sono piccole, svecialmente l'an- teriore, e poste nel punto di mezzo fra l'apice del muso ed il margine dell'occhio. — La Nalatoja dorsale è bassa, essa prende origine oltre la verticale della base delle pettorali. ad 1/3 circa della lunghezza del corpo. Porta per lo più II raggi ossei e 14 molli. Il suo 1° raggio spinoso pareggia in lunghezza i 2/3 del raggio secondo, i successivi si mostrano gradatamente più lunghi sino al 4° ed al 5° che sono i raggi più alti; misurando. essi 11 1/4 dell'altezza del corpo. — L’Anale porta 3 raggi ossei, il 2° dei quali è meno lungo e grosso del 3°, e I4 a Is raggi molli, Le pettorali hanno una forma triangolare appuntita, ed una lunghezza mediocre, e sono forniti di 15 a 16 raggi. Le ventrali sono corte, inserite un pò dietro le pettorali e munite alla base di una larga scaglia triangolare. La caudale è forcuta e costituita di 18 raggi principali, oltre a 3 basilari per parte, colla base tapezzata di piccole scaglie. Essa ha il lobo superiore un pò più lungo dell’inferriore. La litiea laterale è larga, ben marcata, quasi rettilinea. Essa scorre ad 1/4 dell’altezza del corpo parallelamente alla curva dorsale, porta 70 a 80 scaglie, contradistinte da una tinta grigio-giallastra con riflessi azzurrognoli; laddove se ne contano circa 22 in una linea verticale del corpo. Il colore del corpo di questo pesce è grigio- azzurrognolo sul dorso, volgente ad una tinta bianco-argentina sui fianchi e sul ventre. Dieci ad undici linee lon- gitudinali parallele di un vivace colore giallo-croceo ne attraversano per lungo i fianchi, estendendosi anche sugli opercoli. Il margine dell'opercolo, ed il sottorbitale splendono per una vivace tinta bianco-argentina. Una macchia nera caratteristica e ben marcata domina nella ascella della pettorale; Le natatoje verticali tendono ad un co- lore rosso-bruno, mentre le scaglie tutte del dorso e della nuca spiccano per una intensa marginatura giallo-dorata. Di. 11-12/12-14 A 93/4 Paro 3 cn App: pilor. 4; L. lat. 74-80; L. transv. 5/14, Vert, 10/14; Lungh, tot. 0, 20, a 0, 40. 1836 1840 1845 1846 ) 1850 1857 1859 1860 1861 » 1866 1867 » 1369 1870 Wi 1371 » FAM, SPARIDI BOX SALPA Si | io30 Box salpa, Cuv.y Val., VI, p. 357; pi 162. id. Valenc., in Webb et Berthel. Icht. Canaries, p. 36. Schinz, Europ. Fauna II, p. 145, (Gold- strich). Cocco, Indic. Pesc. Messina mrs. n.119; id. ediz. Facciolà (1886), p. 19, Sp. 88. Bonapart., Catal. Pesci Europ., p. 52, Sp. 445. Sassi, Catal. Pesci Liguria, p. 126, Guichenot, Explor. scient. Algerie, Eoiss tp. 54 Machado, Peces de Cadiz, p. .13. Gunther, Catal. I, p. 420, sp. 2. Nardo, Prosp. pesci Venezia, p. 76. Canestr., Catal. Pesci G. Genova, p.263. ... Gulia, Tentam. Icht. Melitens., p, 22, Sp. 100. Perugia, Prosp. pesc. Adriatic. p. 12, Sp. 104. Brito Capello, Peces de Portugal, in Jornal Sc. Math. Lisbona I, p.252,5p.25. Steindachn., Bericht. Span. u. Portug. Reiser c.), P.150; SPa 38. Brito Capello, Lista peces colligid. ao Bahia de Lagos (Algarve) Jornal (l.c.), VII, p. 229 (Salema). Ninni, Pesci Venet. Lagune, p. 70, sp.roz; (id. estr..pi 8). Gosta:fach.), La Pesca-.(l.-c.); p. 83. id., Pesci Golf, Napoli in Ann, Min. Agric. T. I, p. 440. Aradas, Pesci G. Catania ibid., p. 601, Sp. 42. Carruccio, Pesci raccolt. viagg. Tar- gioni, ibid., p. 254. Canestrin., Fauna Italica Pesci, p. 87. Trois, Prosp. pesci Adriat., p. 18, Sp.97. Gervais et Boulart, Poiss. France II, Pi 100; Doderl., Prosp.pesc. Sicil., p.40,Sp.137. Heldreich, Faune Grèce, p. 83. Stossich, Prosp. Faun. Adriat., p. 35. Giglioli, Elenco Pesc. Ital., p.21, sp. 46. Perugia, Elenc. Pesc. Adriat., p.7,sp.22. Moreau, Hist. nat. Poiss. France INI, p. 17, fig.-147. Kolombatov., Pesci Acque Spalato, p.7. id., Fisches Gewass. v. Spalato, p. 15. Resuis, Hist,, nat. Provence Poiss., (213, Sp. 48; Vinciguerra, Crociera Violante, p. 44, Sp. 25. Marion, Esquis. Topogr. G. Marseille (e p63. Faber, Fisheries Adriat., p. 191, sp. 80. Vinciguerra, Mater. Faun, Tunisin,, P27/sp.21. Kolombatovic, Imenik. Kraljesnjaka ID bmpagije; pi7: sp.i22. DIS BOX .SALPA 1888 Box salpa, Kolombatovic, Catal. Vertebr. Dal- » 1553 1554 D)) 1558 1560 1613 1649 1686 1713 1738 1743 1766 1768 1769 1774 1788 1788 1798 180I 1820 » 1822 1824 1827 1838 1846 1848. 1864 1866 Sp. 39. | 1828 Boops Salpa, Risso, Europ. meri d., p. 349, sp.259. i id, id. id. id. ZaXTn, id. id. id. Salpa, 1 id. id. Sparus, Mate, pi 20,.Sp. 23. Hilgendorf, Fisch. d.Azzorre.In Wiegm. Archiv. Naturg. Bd. 54, p. 206, sp. 10. Graeffe, Seèthiere v. Golf. Triest, (c)Rprto: Vinciguer., Pesci Prov. Roma; in Spal- lanzani Fasc. VIL' VIII, p..352, 500 Sp100: id., Guida Mus. Zool. Roma, in Bullet. Mus: Zool. Roma) WI perg: ipaloo sp. 69. Sinonimie. Arist. Lib, IV, C. 8; Lib. V, C. 9, 10; Ip. Vi Chi Lib VICO be GU 3 dela (ben pistro! Oppian. Lib. I, ps 6. Athen, (Lib; VIT: p.0320, Ovidius, Haleut. V, 121. Plinius, Lib. IXXFC: 57: Bellon, Aquat., p. 187, 189, fig. ibid. RondeletyLib:\V, Ci 23, /p.srsgi Salviani, De Pisc. Fol., p. I.I9, ‘I20. Gesner,i Pisc., p.:932,7970: Jovius, De Pisc@e5400p,079: Aldrovand., Bisc.'Lib..II,.C. 21, p..189) Jonston, De Pisc..Lib:I,.tit.3, C.1.a 2, tab.52: NM. XT0, «eh tab; 19,000: Wallaghby, Lib. IV, EX pigro Ray, Synops. piscium, p. 134. n. 7, Artedi Gen., p. 38, Synon' p. 6o. Salpa, Mongitore, Sicil, ricerc. II, p. 90. Sparus id. id. id. id. id. id. id. id. id. id. id. id. id. id. Salpa, Linn., Sist. nat. I, p. 470, sp. 15. Brunnich, Pisc. Massil., p. 40. Duhamel., Peches. Sect. IV, pl. 5, fig-3. Cetti, Anim. Sardegna IH pi. (rs: Bonnater., Encycl. meth., p. 87, n. 18, tab. 49, fig. 188. Linn. ed Gmelin, p. 5275, sp. 15. Lacepède, IV,..pi 07,\sp:4, etp; Lor. Bloch ed, Schneid.,; p. 270, spa. Risso.Ieht.‘Nice,.p. 243; sp. 12: Rafinesg.,.Indic..p..Sic., p..24, sp..160: Naccari, Ittiol. Adriat., p. 13, sp. 40. Martens, Reise Venedig. II, p. 424. Nardo, Prodr. Adriat.Icht., p.14,sp.120. Trapani, Fish. Malta, p. 24, (Scilpa). Flucar, Fisch-Platz:z: T'riest) p.is2; sp. 94. (Goldstriemen). Gemmellaro, Breve Catal. G. Catania, im Atti, Soc, Gioen.. Ser. 2, €: V,;pi200; id., Saggio Ittiol. G. Catania, ibid, I piTA7ZIISDI A: EerMarie, Porss.-Charenr Ong pts 1863 Cynedus, Gronovius, Zoophil. n. 216, id. Syst. ed. fGray,p.055- 10 | ) i i 226 FAM. SPARIDI ici BiONCaStAMSPIA BO SANE NOMI VOLGARI Italiani. Salpa, Sarpa, Sopa. Sarba. Salpa (Venez., Trieste). Vergatella (giov.). Sarpa (Genov., Spez., Nizza). Salpa (Napoli). Sarpa, Saupa, Salpa (Sicil.). Mancia racina (Palermo). Ciuciastra (giov.) (Catan., Pal.). Sarpa (Cagliari). Scilpa (Malta). Esteri. La Saupe, Sopi. Vergatelle (giov.). Saupe (Marsigl., Cette). Saoupiî, Sopi, Saopi, Vergatelle (Provenza). Barioulada (Angers) Desvaux. Goldlin (Ingl.). Goldstrim, Goldstriemen (Ted.). Goldstrome (Oland.). Pampano (Cadice). Sopas salpa, Pampano (Spagna). Salema (Lisbona, Portog., Cadice). Salpa, Sarpa (Spagna). Talema (Canarie). Salema (Teneriffa) Steindach. Chelba (Tunisi, Algeri). Sopa (Illir.) Dalmaz. Xaipa, Scilpa (Malta). caÀTN (greco moderno). ZaXma, Zapra (Greco). Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In WPelle 3 Est: 0 A4:40/2:N0,032, Inalcool pl. Es:x(0320;(0;/ 15. Prep.'osteol.: ‘1 Schel. 0,38. Prep. splanc. a secco: App. Branch.; Stom. Id. in alcool: App. diger.; App. $, 9; Occhi Proporzioni. Lunghi. tot. “0, 440,0, 420) Alt del Corpo: 0, ;130: 0,120. Lungh. testa 0, 080; 0, 075. Alrezifesta Mio, (085:0,080. Diam. occhi 0, 020; 0, 018. Spaz. preorb. 0, 030; 0, 026. Spaz. interorb. 0, 035; 0, 030. Lungh. pettor. 0, 070; 0, 060. Lungh. ventr. 0, 040; 0, 038. Lungh. codale 0, 075; 0, 070. Annotazione e Abitazione. La Salpa è una delle specie più comuni del mare Mediterraneo; facile a distinguere per la forma elit- tica del corpo, pel muso corto, ottuso, per la grossa macchia nera che sorge nella ascella della sua pet- torale e per le splendide righe longitudinali giallo dorate onde ne è ammantato il corpo; ed ancor più particolarmente per la presenza nella parte an- teriore delle mascelle di una sola serie di denti in- cisivi larghi, taglienti, col margine superiore scanel- lato, senza essere seguiti nella retrobocca da veruna altra sorta di denti. Questo pesce era ben noto agli ittiologi sino dalla più alta antichità, trovandosi sovente ricordato sotto il nome di Sa/pa, Sopa da pressochè tutti gli anti- chi scrittori Greci, non meno che dagli ittiologi del XVI, XVII secolo, i quali ultimi ne diedero in par- ticolare delle buone figure e descrizioni (Cuvier). Le Sa/pe vivono abitualmente tutto l’anno nei fondi melmosi, nutrendosi a preferenza di piante marine e di meduse, e prolificano generalmente in tempo d’autunno; ma penetrano altresì negli estuarii e nei laghi salati del litorale, poichè si rinvengono in abbondanza nel Lago di Biserta, nelle adiacenze di Alessandria, di Antibes ecc. Sembra però che esse si estendano raramente lungo le coste Atlan- tiche dell'Europa, ma che viceversa avanzino verso le regioni intertropicali calde di questo mare, essendo state riscontrare dal D. Steindachner nelle acque delle Canarie, a Teneriffa, a Madera, e perfino dal DI Simroth, secondo Hilgendorf, nel Mare delle Azorre. La Salpa è uno dei pesci più avvenenti dei mari nostrani, ove spicca pel fulgido splendore delle sue scaglie, e delle linee longitudinali giallo dorate dei fianchi. — Alla sua beltà però non corrisponde il sapore delle carni, che sono stoppose, scipite, e solo alquanto migliori in autunno al tempo della frega. Perlochè vengono generalmente disprezzate dalle classi più agiate, anche per essere dotate di un odore nauseoso, che a quanto dicesi viene loro trasmesso da alcune specie di Ascidie delle quali questi pesci fanno loro abituale nutrimento. In Sicilia le Sa/pe sono maggiormente pregiate in tempo d’autunno, quando hanno le ovaja piene di uova. Esse prosperano in particolare nelle acque della provincia di Trapani, ove talvolta s'incontrano esemplari della dimensione di oltre, 0, 40, come lo comprovano quelli del nostro Museo. FAM. SPARIDI BOX VULGARIS | i BIDONI ANAS 60° Sp. Box vulgaris, Cuv., Val., VI, p. 348, pl. 161. (Boga, Boba). Car. specifici. — Corpo oblungo, subcilindrico, coperto di scaglie sottili, larghe, col margine posteriore fi- namente pettinato, disposte in serie longitudinali. — L'altezza del suo tronco è compresa 4 1/2 a 5 volte nella lunghezza totale del corpo; lo spessore del corpo è eguale alla 1/2 dell’altezza. — Testa breve, grossa, appianata superiormente, la sua lunghezza è un pò minore dell'altezza del corpo. IL profilo del dorso, e quello del ventre, i dall’apice del muso fino alla cstremità della coda, descrive una curvatura pressochè eguale di poca elevazione. — Il muso è corto, grosso, arrolondato, frivo di scaglie, ma tempestato di ficcoli pori; la bocca è piccola, fessa un pò obliquamente, e leggermente protrattile; Le mascelle sono eguali e guarnite di una sola serie di denti incisivi, non seguiti da verun’altra sorta di denti nella retrobocca. Gli incisivi della masceliu supe- riore in n.* circa di 80, sono stretti, compressi, co] margine tagliente leggermente crenellato; Quelli della mascella inferiore sono triangolari, puntuti, dentellati sui margini ed allungati alla base in forma di doppio tallone. — Occhi molto grandi, rotondi, il loro diametro è pari al 1/3 circa della lunghezza del capo, supera alquanto lo spazio preorbitale, ed è pressochè eguale allo spazio interorbitale. II primo sott’orbitale è stretto, allungato, e disposto obliquamente sotto l’orbita; a bocca chiusa esso ricuopre interamente tanto l'osso mascel- lare che l’intermascellare. Gli altri pezzi sottorbitali formano un largo cerchio intorno l'occhio, e sono tutti crivellati di piccoli pori. —Il preopercolo è larso, scaglioso, col lembo posteriore@rettilineo, e coll’ inferiore leggermente curvato; L’opercolo è piuttosto stretto; ha il margine posteriore scanellato, e terminato in una breve ma larga punta; — 3 0 4 serie di scaglie tapezzano le guance di questo pesce.— Le narici sono piccole, strette, un pò arrotondate, ed aperte sulla metà deila faccia, in un punto intermedio fra occhio e l'apice del muso. — La natatoja dorsale è lunga, piuttosto bassa, fornita di 14 a 15 raggi spinosi, alquanto deboli, il 4° dei quali più lungo degli altri, e di 15 a 16 raggi molli, più alti degli spinosi; sicchè la dorsale sembra scanellata nel suo mezzo. L’ anale prende origine sotto il 2° o 3° raggio molle della dorsale, porta 3 raggi spinosi, (il 2° dei quali meno lungo e grosso del 3°), e 15, 16 raggi molli; Le pettorali sono strette, mediocri, pari in lun de Portuz.vin Tourn.iNscs Math Sp. 252,1sp.h24 (Box vulcaris). Steindachn., Bericht. Span. u. Portugal Reise (I. c.), p. 49, sp. 37 (Box vulgaris). Brito/Gapello.PecesiCollio-fin Bahia de Lagos (Algarve), Jornal. sc. math. Vip. 220 (id). Couch, ‘Fish. Britan. Island. p::225; pl. 1° (Box boops). De. la. Blanchere, Dict. Pechés, pi. 92, fig. 61 (Box vulgaris). Ninni, Pesc. Venet. ‘Lagune, \p. ‘70, (estr. p. 8), sp. 98 (Box doops). Grael!s, Explor. Cientif, Ferrol, p. 345 (Box boops). Graells, Explor. Cientif, Dept. Ferroll, p. 345, Sp. 38 (Box boops). Costa (Achil.), La Pesca, p. 83 (Boops vulgaris). id,, Pesci G. Napoli, in Ann. Min. Agric. T. I, p. 440 (Boops vulgaris). Aradas; Pesci di G. Catania, ibid., p.. 601, .sp. 41, (Id.) Carruccio, Pesci raccolt. viaggio Tar- gioni, 1bid., p. 254 (Box boops). Cavestrini, Faun. Ital, Pesci, p.87 (id.). Trois, Prosp.Pesc..i Adriat., pi 18, sp. 98 (id.). Gervais et Boulart, Poiss. France II, p. 98 ( Box vulgaris). Doderlein, :Prosp. Pesc.. Sicil.,. pi: 407 sp. 138 (Box boops). Heldreich, Faune: Grece,‘p.185 (id). Stossich, Prosp. Faun. Adriat., p. 36 (id.). Gigiioli., \Elene.*Pesc. Vtali; ‘pi21 sp. 45 (Box vulgaris). Day, Fish. Great. Britain.1p/28; Sports ploX. fig. dd) Perugia, Elenc.Pese, Adriat, p.'6, Sp. 21 (id.). Moreau, Hist. nat. Poiss. France III, p. 14 (Box boops). Kolombatov., Pesci Acque Spalato, p.7 (Box vulgaris). id.y Fisch. ‘Gewassernm vi pi IA. (1d5), Regnis, Hist: (mat. Provenceltp.(l2n0} sp. 47 (Box bocps). Viinciguerta, Crociera (Corsaro, p.(3, Spazi (Gdo: id., Crociera Violante, p.44.sp.24 (id.). Faber, Fisher. Adriat., p. 191, sp. 179, (Box vulgaris). Spalato, BOX VULGARIS 1884 Box vulgaris, Vinciguer., Mater. Faune Tu- 1553 1554 1558 1560 1613 1649 1686 1713 1743 1769 1774 1737 1766 1768 1788 1798 180I I8I0 » 1822 1824 1827 1826 1829 1838 » 1846 1848 nisina, p. 26, sp. 20 (Box boops). Beltremieux, Faune vivant. Charente || infer.. p. 95 (Box vulgaris). Kolombatovic, Imenik. Kraljesn. Dal- mMac., p. 7, Sp. 21. (Box valerio id., Catalog. Vertebr. Calmatic., p. 20, Spi 2.20) Hilgendorf, Fisch. d. Azzorre; in Arch. Wiegm. (lc), \p. 200,Sp. 9 00: Graeffe, Seethiere v. Golf. Triest., p. 16 (Box boop:). Vinciguer., Pesc. Provinc. Roman. in Spallanzani Fasc. VII, VIII, p. 352, 561, sp. 68 (Box boops). id., Guida Mus, Zool. Roma, in Bullet, Mus. Zool., p. 13, 35, sp. 68 (id.). Sinonimie. BwE Bowy, Aristol., Lib. IX, C. 3. id:{©ppiano; Lib 858 id; < Atheneo, (Lib. VIE pio286: Box, “Plinius, Lib: VXYXIT ne id. Bellon, Aquat. Lib. I, C.41,p.228-230. Boops, Rondel.; Lib. VC. cinepaazo id, Gesner, Pisc., p..127, 2147 (td Gern:0a88P fol:32:5bO: I Box, Jovius de Pisc. Romanis, C. 21, p. 89. Boops, Aldrovand., Pisc. Lib. II, C. 41, p. 231. id. id. id. id. id. Jonston ;-Pisc.. Lib. ESSA Art. 23, p. 84, tab. 20M 06: Willughby, Icht. Lib.IV, C. XX, p. 317, | tab. Mi ofia tr Ray; Sinops..Pisc., p. 135% Mongitore, Sic. ricercata II, p.97(Vopi). Bogue, Duhamel Peches, part. 2, sect. 4, p.40,an.7, pl. 6, fig. 1; id. /s€0£ pisani Boga, Cetti, Anim. di Sardegna III; p. 117. Sparus, n. 8, Artedì, Gen. p. 36, Syndo br Sparus boops, Lin., Syst. nat. I, p. 469, sp. 12. 1d, Brunnich. Icht. Massil., p. 44, n. 59. Linu., ediz. Gmelin, p. 1274 Sparroi Bonnaterre, Enc.) Meth., piso: Lacepède, Hist. Poiss. IV, p. 97, 99. Bloch., Edit. Schneider,ip: 2y3*ispiano: Risso,. Ichti Nice, p. 242, spooro; Rafinesq., Ind. Pesc. Sicil., p.24,sp. 169. Naccari, Ittiol. Adriat., p.-13; sp:30: Martens, Reise Wenedig II, p. 424. Nardo, Prodr.Adriat.Icht., p.14, sp.125. Risso, Europ. Merid. III, p. 350, sp. 261. (Box boops). Swainson, Fishes II, p. 223. Trapani, Fish Maltas"p.022, Le Marié, Poiss. Charente, p. 14, sp. 38. Plucar, Fisch-Platz. z. Triest.,p.52p.93. Gemmellaro (Carlo), Breve Catal. Pesc. Catania, in Atti Accad. Gioen, Ser, II, Ma Vip. 3260! e E5="=> > e == t— e E Ss >= > EZ.5= = d | | dal: ÎlVopa, Vuopa, Opa (Mess., BIONTWEbEerAATtS 1851 Sparus boops, Desvaux , Essai Icht. Cotes O- ceaniq. France, PASOLSPHAI9O) 1864 = id. Gemmellaro, Saggio Ittiol. G. Cata- nial(deco) in NR ipii46sspoò, 1866 id. Le Marié, Poiss. Charente, p314,:5p.39: 1836 Box Canariensis, Valencien. in Webb Bertol., ll | | i | | Icht. Canaries, paio pre Ni fio I (Varietà). \1810 ? Sparus minutus, Rafin., Ind., p. 26, sp. 178, | (juven.). NOMI VOLGARI Italiani. Lui {Boga, Boba. \Boba comune. \Bohba (Venez., Triest.). | Buga, Bacello (Genov.). \Buga (Nizza). \Vopa (Napoli). \Vuopa de ‘Portu, Vopa de corsa (Taranto). \Opa (Lecce. Pal.). IBoga, Boba (Sic., Pa iZopa (Girg.). {Ba/ajola (Catan. giov.). \Boga (Cagliari). |Fopa (Malta). 0, |] Ù \Chelba (Tunisi). Îi. | Esteri. \La boque vulgaire. La boque commune. \ |Gros-Yeux (Franc.). |\Boga, Bogas, Bo \Bogua, Bague (Ceti tte). [Red-gold- -head, The Bogue, Ox-eye (agi) Paber Roth-Brassen, Gelbstriemen (Ted.) Faber. . Boga, Besaga (Spagn., Portog., Erice) Valenc., Baleari. |Pampano (Andalus.). iBogarro (Giov.) Valenc. |\Bukva, Buqua (Illir. Spalato). \Buba (Fiume). Bova o Mrotta, Kovra (Greco) Heldr. i peo Bowp (Greco Antico). Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. Oi 30:,0.(I0_.O; 15. In Pelle 4 Es.: 0, 31; 0, 040; 0, 085. Mi: a/c00) 1 Es.: 0,27; 7 Es.: Mmerep. osteol.: 1 Schel. o, 28. Prep. splanc. a secco: App. Branch.; Stom. Id. in alcool: App. diger.; App. di O Occhi. FAM. SPARIDI BEOFXEVEUtEGrAZRNS Proporzioni. Funghitort 0.310; 0, 3007 0) 100) Alt*del'corpo 0, 070; 0; 065; 0; 032, Lungh. testa 0, 060; 0, 050; 0, 030. Nltez testa 0, 045; .0,:04070; 028; Diam.occhi' 0,025; 0,/022: 0, 018. Spaz. Preorb: l'o, ;019;/0, 015 0” OTO: Spaz. interorb. 0, 020; 0, 018; 0, oI10. Lungh. pettor. 0, 050; 0, 048; 0, 018. Lungh. MENTr.tox 1022: 020° 0) OI0, Lungh. codale 0, 045; 0, 048; 0, 020. Annotazioni. La voce Box o Boops con cui viene dinotata l’at- tuale specie, è di antica origine. Secondo Cuvier essa venne usata dai Greci per raffigurare animali o pesci che vivono in masse, nel qual senso si trova effettivamente riportata da Aristotile (Lib. IX, C. 3), da Oppiano, da Ateneo ed anche più tardi da "Plinio, Giusta altri Autori questa voce serviva più verisi- milmente ad indicare animali a grandi occhi, de- rivandolo dalla radicale Box (Bue), Ops (Occhio) (Occhi di Bue), nel quale senso sembra che sia stata applicata alle Boghe che si distinguono per co- tale particolarità. — Cuvier invece incitato dalia voce volgare pressochè uniforme di Boba, Boga || (Boque), con cui i Pescatori di tutto il Mediter- raneo dinotano la specie attuale, se ne valse per informare una tribù o sottofamiglia, che compren- desse tutte quelle specie di Sparidi, "le cui mascelle sono guarnite di una sola fila di denti incisivi ta- glienti, col margine superiore scanellato, senza es- sere seguiti nella retrobocca da verun ‘altra sorta di denti. Nella quale sottofamiglia egli accluse dap- prima i Generi Box, Oblata, Scathar us, Crenidens, e restringendola successivamente, alle sole due specie Box salpa e Box vulgaris. Le Bobe sono pesci i universalmente noti alle popo- lazioni litorali del Mediterraneo, alle quali, nella loro notevole copia, nella agevole pesca, nella sana e buona qualità delle carni, apprestano un ottimo ed economico cibo, ed una risorsa preziosa nelle an- nate in cui la pesca d’altre specie (ed in particolare quella degli sgomberoidi e delle sardelle) andò fal- lita (1). Le Boge di fatto incontransi in tutte le stagioni nel Mediterraneo; esse occupano un’arca geografica nei mari circonvicini molto più estesa di quella pre- sentata dall’affine Box salpa; essendochè non solo si rinvengono lungo le coste occidentali Atlantiche della Spagna, del Portogallo, della Francia, ma pe- netrando al di là del Canale della Manica Sila (1) Alla quale provvida sostituzione allude il noto proverbio si- ciliano comunicatomi dal dotto Prof. Pitrè : C.i dissi lu patruni a lu criatu quannu autru nun c'é iu pigghi Vopi. II 230 BOX VULGARIS sciano vedere anche lungo le coste meridionali del- l'Inghilterra, mentre dall’altro lato si estendono assai più copiosamente nelle acque delle Canarie, delle Isole del Capo Verde, delle Azzorre, del litorale occi- dentale dell’Africa e persino, secondo Day a S. Vin- cenzo nelle Indie orientali. Le Bobe nel Mediterraneo prolificano. due volte l’anno, in marzo, e nell’ agosto, e nella prodigiosa loro fecondità, riescono alle volte straordinariamente abbondanti in certe località particolari delle stesse coste comuni, quali sarebbero ad es. le coste Can- tabriche in Ispagna sec. Graells, le spiagge di Cette, di Nizza nel Tirreno, i Laghi salati di Biserta, ecc. Questi pesci favoriti da uno stato speciale dei fondi marini che abitano, acquistano talora dimen- sioni straordinarie. Cuvier riporta che a Nizza ta- lora si colgono Bobe della dimensione di un piede, e nel lago di Biserta individui di 15 pollici di lun- ghezza. Anche in Sicilia, comunque le Bobe non raggiungano codeste straordinarie dimensioni, tut- tavia, vi si incontrano non di raro soggetti, di oltre a o, 30 di lunghezza, come sono quelli che fanno parte della collezione ittiologica del Museo di Pa- lermo. Le Bobe sono dotate di un regime esclusivamente fitogeno, e si cibano unicamente di fuchi e di piante marine, ciò che d’altronde lo lascia anatomica- mente a divedere il lungo intestino ad anse, che compone il loro apparato digerente, Questi pesci, atteso la loro abbondanza lungo le spiagge del Mediterraneo, si trovano frequentemente citati nei cataloghi degli ittiologi indigeni e perciò presentano un lungo elenco sinonimico,variando solo nell’accettazione del relativo nome specifico di Box vulgaris e di Box boops, a seconda che gli Autori ritennero più giusto il nome primitivo di Linneo, od il sistematico di Cuvier, come ho accenato nel- l’ annesso catalogo. A tale proposito devo far notare che il Cuvier ha erroneamente inscritto a sinonimo di questa specie lo Sparus polynimus del Rafinesque, (Cuv., Val. VI, p. 556). Con tale denominazione l'illustre ittiologo americano ha voluto indicare una specie di Smaris delle acque di Sicilia, e precisamente lo Smaris vul- garis, che conta fra i suoi nomi volgari tutte le ap- pellazioni ricordate in proposito dal Cuvier; mentre inscrisse le Bobe nel suo Indice col nome regolare Linneano di Sparus Boops, come si può vedere nella lista sinonimica di questo articolo. FAM. SPARIDI | pi i... BOX VULGARIS Il sig. Valenciennes, nella sua « Ittiologia delle Canarie », oltre la specie attuale, ha creduto bene di distinguere, come specie propria di quei mari, un’altra forma affine di Box, intitolandola Box Ca-. nariensis, (Ved. 1. c. p. 36, pl. X, fig. 1), per ciò solo che questa forma di pesce presentava una testa un pò più larga, occhi più grandi, denti più sca- nellati. Posta a confronto però questa forma novella cogli individui adulti della specie comune, si rico- nobbe ad evidenza che essa ne possedeva tutti i precisi caratteri. Ond’è che la specie novella, non potè essere adottata dagli Ittiologi, ma venne tutto al più considerata quale semplicissima varietà lo- cale di età. - La pesca delle Bobe si fa in varie maniere. Alle i Canarie, a Teneriffa là si esercita in tempo di notte, attirando i pesci con fiaccole entro reti opportuna- mente tese a qualche distanza dal lido. A_Nizza e nella Provenza usasi una rete particolare detta Bo- ghera, alla quale i pescatori sogliono appendere, sec. Cuvier, delle piccole forme o modelli di Boge cesellate in argento, nella speranza che queste at- tirino maggior copia di pesci nelle reti. I pescatori Napoletani colgono le Bobe, sec. Costa, colle reti quadre dette Zeva-/eva, od anche con particolari lenze |} dette Chiapatelle formate di crini, neri a fascetti, e di 2 più lunghi crini bianchi muniti all’estremità di pel di seta (pel di verme) che portano un piccolo amo inescato di gambarelli, o di piccole nereidi (tre- muline). Nei mari della Sicilia non si adoperano reti. speciali, ma si prendono in abbondanza le Bobe tanto colle paranze, o con reti ordinarie, quanto | colle lenze inescate di tremuline. Oggidi alcuni ingordi pescatori, eludendo le leggi |f' proibitive ed inconsci del. danno che recano a se || stessi, pescano le Bobe colla mela terragna ed anche | colla dinamite, senza che le Autorità preposte rie- | scano a porre un freno a questa vandalica distru- | zione dei pesci. È inutile ch'io ricordi fra i pregi alimentari delle fl Bobe la bontà delle carni onde sono fornite, nell’e- {f° poca della fregola, essendo cosa troppo ben nota jf° al volgo delle città maritime del Mediterraneo. Alle I Notte tell za è | 2Bo-] Idere | Bore | | | I GIRI catori le reti lenze scetti mit iccolo (ire 0 rette Bold vanto O Fi (( legot*, EE) (6 snché è rie] istrue delle” elle notti © pi FAM. SPARIDI Sri Sotto Fam. Oblatini (seguito). 30° Gen. Scatharus, Cuv. -.— Corpo ovale, rivestito di scaglie di media grandezza ; Testa grossa; Muso ottuso; Occhio grande; Guance scagliose; Bocca piccola; Mascelle subeguali, poco protrattili, armate di una sola serie di denti incisivi, lisci, lanceolati, non scanellati nel margine, ne seguiti nella retrobocca da altra sorta di denti. Dorsale unica, fornita di 11 raggi spinosi, atti ad essere accolti in una doccia dorsale; Anale con 3 raggi spinosi; fessure branchiali larghe; 6 raggi branchiostegi; Tubo intestinale corto; Appendici piloriche poche ; Vescica natatoja semplice, bilobata posteriormente. Una sola specie Mediterranea. Scatbarus.graecus, Cuv., Val. SCATHARUS GRACUS S'CSAMIEHAB:U:S° GRU GURS 61° Sp. Scatharus grascus, Cuv., Val., VI, p. 376, pl. 162. (Scaltaro greco). Car. specifici.— Quelli del Genere.— Corpo ovale un pò allungato, poco elevato, mediocremente compresso, co- perto di scaglie di media grandezza. L’altezza del tronco è contenuta 3 volte circa nella lunghezza totale del corpo, ed è doppia del relativo spessore; Testa grossa, breve, la sua lunghezza si trova contenuta 4 volte nella stessa misura, ed è altrettanto alta quanto lunga; Muso corto ottuso; Guance scagliose; Bocca piccola, poco fessa; Mascelle subeguali, guarnite entrambe di una sola fila di piccoli denti appianati, lisci, a punta lanceolata, non scanellati nel margine superiore, me seguiti posteriormente da altra sorta di denti; —denti faringet vellutati.— Occhio grande, il suo diametro è pari allo spazio preorbitale. Sottorbitale grande, scanellato nel suo lembo ante- | riore ed esteso fino all'estremità del snuso. Preopercolo ampio, col margine ascendente rettelineo un pò obliquo, e coll’angolo inferiore arrotondato. Opercolo molto lurgo, scanellato nel suo margine posteriore, guarnito nella sua superficie di uno rialzo obliquo che termina posteriormente in una punta acuta; Interopercolo largo, arcuato;—6/7 serie di scaglie rivestono le guance. — Natatoja dorsale formata da 11 raggi ossei piuttosto deboli, e di 11 raggi molli. Anale con 3 raggi ossei e 10 raggi molli. Pettorali lunghe contenenti 15 razgi. Ventrali corte, pari ad 1/2 o 1/3 della lunghezza delle pettorali. Caudale forcuta, costituita di 17 raggi principali. Linea la- terale ben marcata, decorrente în forma di larga fascia lungo il 1/4 superiore dei lati, parallelamente alla curva dorsale. Una scaglia lunga e puntuta sorge nell’ ascella della Ventrale. IL colore di questo pesce, se- condo gli autori che lo viddero, è grigio-argentino uniforme, con una serie di linee longitudinali dorate pa- rallele lungo i fianchi. D. 11/11; A. 3/10; P. 15; C. 17; V. 1/5; Lungh. tot. 7 poll.; 6 Raggi branchiostegi; 4 Appendici pilo- riche; Vescica natatoja rotondata in avanti, terminata all’indietro in due iunghi lobi. ir020 Scatharus grecus, -Cuv., Val., VI, p. 3734 pli162,. ter. . 1832 id, Bory S.* Vincent, Expedit. scient. en NOMI VOLGARI Notee, Zoolog: Poiss.. II, p. 17, fig. 2 a D. Scattaro. 1840 id. Schinz, Europ. faun. I0L D- 147. Scattaro greco. 1848 id. Bonap., Catal. Pesc. Europ., p. 52, | Scatnare (Francia). Sp. 443. i < 1852 id. Van der Hoeven, Handbuch d., Zool. The grechesche scatharus (Ted.). Il, p.-184. onadapos, xoxatapos (Greco). 1859 id. Gunther, Catal. I, p. 422, sp. 1. Av®pwwt (Greco moderno) Heldr. 1878 id. Heldreich, Faune Gréce, p. 85. 1880 id. «Giglioli, Elenc. Pesc. Ital, p. 21, Sp. 47. Annotazione. Questa specie è stata scoperta da Bory S. Vincent nelle acque del Peloponeso, durante la spedizione Francese in Morea, e fatta rappresentare nelle ta - vole della relativa opera scientifica. Cuvier successi- vamente la registrò nella sua storia naturale dei Pesci, dietro l’esame di note, e di esemplari tra- smessigli dallo stesso Bory. Lo Scatharus grecus è però specie assai rara non constando finora che essa sia stata avvertita in altre località del Mediterraneo. È bensi vero che taluni autori affermarono, ch’ essa vive nelle acque della Sicilia, ma questa asserzione non è stata confermata fin'ora da verun Ittiologo dell’Isola, ne da me, per- lochè la specie fa tuttora difetto alla ricca colle- zione ittiologica di questo Museo. Più generalmente si ritiene oggidi che il Scatharo sia una specie af- fatto locale, propria delle coste della Grecia. Il nome generico di Scatharus apposto all’attuale specie, è una traduzione letterale dell’antico nome Greco oxadtapos o Acxadapn. Questa voce però di recente si ebbe vario significato. Forskal nei suoi manoscritti riferisce che a Smirne essa viene data al Sparus Sargus (Sargus vulguris). Viceversa Hel- dreich e Bikelas la ascrivono a sinonimo volgare del Cantharus vulgaris; mentre lo stesso Heldreich e Cuvier sostengono che essa venga data colletti- vamente nei mari dell’Arcipelago a parecchie specie di Sparidi. Approfittando della incerta definizione Cuvier se ne valse per caratterizzare il genere Sca- tharus che accoglie gli Sparidi ad incisivi taglienti lisci. Quest’ ultimo carattere viene quindi opportuna- mente a distinguere i pesci del genere Scatharus da tutte le altre specie di Sparidi con denti incisivi ta- glienti, ma scanellati nel loro margine esterno, coi quali però gli Scatharus concorrono a comporre la sottofamiglia degli Oblatini; distinguendosi altresì per la mancanza di grossi denti molari nella retrobocca dalle specie di Sparidi che costituiscono la sotto- famiglia dei Sargini. FAM. SPARIDI SCATHA ROS CRAS Ben poco si conosce fin’ora sulle abitudini e sul- l’organizzazione di questa specie. Cuvier nota sol- tanto, ch’essa è fornita di uno stomaco conico pun- tuto, colla branca ascendente cortissima, e con 4 lunghe e grosse appendici cecali al piloro. L'inte- stino suo, ei dice, è corto e modellato in due sole anse. Il retto si schiude in una notevole dilatazione. La vescica natatoja è semplice, arrotondata sul da- vanti e terminata all’indietro in 2 piccole corna che si prolungano un pò oltre il primo raggio inter- spinoso dell’Anale. La lunghezza dell’individuo che si conserva nella collezione ittiologica del Jardin des plantes a Parigi misura 7 pollici (CGaraValo VI, p. 377). Il D' Gonther così diligente nell’ illustrare le specie di pesci dei Mari Europei, non ne porge che i soli caratteri specifici. Il D." Moreau non fa ne manco menzione della specie nella sua Storia Na- turale dei ‘Pesci. Noi non siamo in grado di ag- giungere cosa alcuna, non avendola incontrata nel mare della Sicilia e mancando essa, come si disse, al Museo Zoologico di questa Università. A giudicare dalla forma del corpo e della strut- tura dei denti e del tubo digerente, potiamo infe- rire per analogia che gli Scatharus hanno istinte ed abitudini consimili a quelli delle Boge e delle Salpe; che abitino come quelli i fondi melmosi ricchi di fuchi e di piante marine, delle quali esse fanno esclusivamente il loro pasto. | I FAM. SPARIDI_ 233 Fam. SPARIDI (Seguito). 6.* Sotto Fam. Pimelepterini. | lv. — Mascelle armate anteriormente di denti incisivi taglienti, la cui parte po- steriore si trova ripiegata ed impiantata nella bocca in direzione orizzon- | Î tale, seguiti nella retrobocca da denti villiformi. ì | I | La tribù o sottofamiglia dei Pimelepterini venne stabilita da Cuvier per comprendervi i pesci che, coll’abito - Ifinerale di Sparidi, possedevano denti incisivi taglienti, colla parte anteriore (o corona) in direzione verticale, îe frolla posteriore ripiegata ad angolo retto, ed impiantata orizzontalmente nell'interno della bocca. — Questa r figolare forma di dentizione cra stata già avvertita da -Jacepede sino dal 1798, e0laspecie tipicwtinscerittaiida le fo nella sua Storia naturale dei ‘Pesci T. IV, p. 429-30, pl. 9, fig. 2, sotto :1 nome di Pimelepterus Boscii, stro l'esame di un individuo comunicatogli da Bosc. — Senonchè il Lacepède, come lo ha rilevato il Cuvier, .. (Mo aveva avvertito che il suo Genere Pimelepterus era identico non solo col Gen. Xisterus da esso inscritto MT. V, p. 484-5 della stessa Opera, ma altresì col Gen. Dorsuario o Kyphosis che il Lacepède, traendolo k Meli scritti posteriori di Commerson, aveva registrato nel T. V, p.482-3 e T. III, p. 114-115 dell'Opera pre- e fitta. — Il Cuvier rettificando queste varie indicaziuni, stabili su caratteri regolari, metodici, il Genere attuale, : [Male venne accolto dagli Ittiologi, e che noi riportiamo nelle I°nee seguenti: 81° Gen. (unico della sottofam.) Pimelepterus, Cuv., Val., VII, p. 254. Testa mediocre; Bocca piccola, orizzontale; Mascelle armate anteriormente di una sola serie di denti incisivi taglienti, aventi la parte anteriore appuntita e verticale, e /a posteriore ripiegata ad angolo retto, ed inserita in direzione orizzontale nella bocca, seguiti nella UE retrobocca da una zona di denti esili, villiformi; Vomere, Palatini, Lingua, rivestiti di Do esili denti; Dorsale unica, formata da II raggi spinosi, e da 13 molli; Anale con 3 raggi I spinosi e IT molli; Le porzioni molli della Dorsale, dell’Anale e della Codale rivestite | tutte di minute scaglie. Appendici piloriche numerose. Vescica natatoja biforcata poste- I riormente. | | | ! | lar. — Corpo ovale, compresso, coperto di squame ctenoidi robuste, elittiche, di media dimensione; i Una sola specie Meditertanea Pimelepterus Boscii, Lacep. I Pesci del Gen. Pimelepterus abitano ambo gli Oceani, ed in particolare le re gioni tropicali di questi mari, inoverano parecchie specie caratteristiche sparse nei varii paraggi. Di queste una sola, il Pimelepterus ‘Boscit è internata finora nel Mediterraneo, ed ha raggiunto le coste della Sicilia, come abbiamo potuto constatare i 1883, rinvenendovi un individuo, che descrivemmo nel Naturalista Siciliano Anno II, fasc. 2° Dicembre e he ora riportiamo nell’attuale scritto. 12 I TRA nt TR 234 FAM. SPARIDI i pros plansze | PAPMIESE PATSESR USB SAC PiIMSELE EPTO ERI STB SAO Il --U 62° Sp. (1° del Gen.) Pimelepterus Boscii, Lacep. IV, p. 429-30; Cuv., Val., VII, || (Pimelettero del Bosc.). iI Car. specifici. — Corpo ovale, alquanto allungato, medliocremente compresso, rivestito di scaglie regolari, ctenoidi, mediocri, col margine posteriore esilissimamente crenellato. La maggiore altezza del tronco è conte- nuta 2 1/2 a 3 volte nella lunghezza totale del pesce; La lunghezza del capo, che è proporzionatamente breve, lo è 4 3/4 a s volte nella stessa misura.— Il profilo del corpo tanto superiore, che inferiore è molto arcuato; | il superiore ascende gradatamente con curva regolare sino all’ 8 raggio spinoso della Dorsale , che segna il ‘\} punto di massima altezza, d’onde discende ‘con declivio un pò più rapido sino alla base della coda; il profilo. inferiore segue una curva inversa pressochè eguale alla superiore sino alla base della codale.—Il muso è. una parte spinosa e di una molle di pressochè eguale lunghezza; Essa prende origine al 1/4 anteriore della lun- breve ed ottuso; la bocca piccola, orizzontale, lievemente protrattile; lo squarcio ovale non arriva sino al mar- gine anteriore dell'orbita; Le labbra sono larghe; le mascelle subeguali; il mascellare superiore è coperto di NIE 5 . È ; G c È | ghezza totale del corpo, un pò dietro l'inserzione delle ventrali, e termina a livello della 60° scaglia della linea | laterale; la sua porzione spinosa è mediocremente robusta, porta 11 raggi ossei, il 1° dei quali breve ed eguale |. | | | minute squame, l’intermascellare è liscio; la mascella inferiore non è visibilmente scagliosa; — Entrambe le ma- scelle sono guarnite anteriormente di uua sola fila di denti incisivi, aventi la parte anteriore (0 corona) sa- liente, appianata, col margine tagliente, e diretta verticalmente, e la parte posteriore (o talone) assottigliata, ritorta ad angolo retto, ed impiantata în direzione orizzontale e convergente nell'interno della bocca. Nella specie attuale le 2 porzioni anteriore e posteriore dei denti sono pressochè di eguale lunghezza. I/ numero di questi denti varia da 25 a 30 per mascella, mostrandosi i mediuni o centrali un pò più lunghi dei laterali; secondo Cuvier sarebbero in numero di 22-24, forse in individui giovanili. Dietro gli incisivi sorge nella retrobocca una unica zona di denti esili, villiformi. — Gli occhi hanno una mediocre dimensione ; restano collocati nel mezzo delia faccia, un pò più vicini all'apice del muso che all’apertura branchiale. Il loro diametro è pari ad 1/3 della lunghezza del capo, uguale allo spazio preorbitale, ed 1/4 minore dello spazio interorbitale. — Il sottorbitale è stretto, allungato posteriormente, grossolanamente solcato, addossato in parte sul mascellare, col margine inferiore convesso, ed esilissimamente crenellato. I fori nasali sono situati avanti l'angolo supe- riore dell'orbita, alquanto distanti fra loro; la narice posteriore è in forma di fessura allungata, l'anteriore rotondata. I pezzi opercolari sono inermi, ma tutti coperti di scaglie; il preopercolo però presenta un piccolo spazio marginale nudo, e l'angolo posteriore arrotondato e leggermente striato. L’opercolo è piuttosto grande, 2 volte più alto che lungo, col margine posteriore terminato in un breve angolo inolto ottuso. — Le guance sono rivestite di 10, 12 serie di piccole scaglie esilmente dentellate. — Le fessure branchiali sono ampie, li- mitate inferiormente da 7 raggi branchiostegi, appianati e taglienti. La dorsale è piuttosto bassa, formata di circa alla 1/2 del 2°, ed alla 4 parte del 7° e 8° raggio, che sono i più lunghi, e pari in lunghezza alli 3/4 | parte della lunghezza del capo; La porzione molle novera 13 raggi, che, come quelli dell’anale, sono tutti tapez- zati di squame. L’anale è di pari estensione della molle dorsale; essa porta 3 robusti raggi spinosi, e 1t molli; la 1° sua spina è circa la 1/2 più breve della 2°; questa è più robusta ma meno lunga della 3*. Le pettorali sono Drevissime, ovali, e pari in lunghezza ad 1/6 della lunghezza del corpo; Le ventrali sono pure brevi; la loro radice cale di fronte al 1/3 anteriore delle pettorali, mentre l’ apice resta notevolmente discosto dal- l’orificio anale. La codale è mediocremente sinuosa, con lobi leggermente appuntiti, e pareggia in lunghezza Za 1/4 parte della lunghezza del corpo. La linea laterale è rappresentata da una stretta zona che dipartendosi dalla regione sovrascapolare, segue dapprima la curva dorsale, lungo il 1/3 superiore dei fianchi, poi inflettendosi | all’imbasso a livello della parte molle della natatoja dorsale, procede rettilinea nel mezzo del troncone della | coda e si inserisce nel centro della codale. Le scaglie che la compongono, in numero circa di 80, a 90, sono contrasegnate da un leggero rialzo del canale mucoso.—Il colore di questo pesce è grigio oscuro uniforme, più bruno sul dorso, più chiaro al ventre, con riflessi argentini, e traccie di 20, a 25 strie longitudinali parallele più scure, lungo î fianchi. Le natatoje sono grigiastre uniformi. D.-t1/12-13;A:33/11;Gor7; Piro: Nioris SLansh 0307 FAM. RARMIE MER ASE RUS BOS EI il 1798 Pimelepierus Boscii; Lacep., IV, p. 429-30, (fig. mala). CovStVal5 WI p.256, pls 187. Valenc. in Webb, Berthel., Icht. Ca- naries, pl. 19. De Kay, New-York Faun. Fish., p. 100, pl.20,. fig. Sé. (GunthesCaial:#1 9,497, Sp.oI. jd; Repolt.on the Shore: Fishes in voyage of H. Ms. Challenger. Zoology Part. VI, p. 10 (Bermuda). Jordan et Gilbert, Synops. Fishes Nord- America, p. $61, sp. 887. Doderlein, In Naturalista Siciliano, Ann. II, fasc. 2° (Dicembre). 1831 id. 1836 i 1842 id, 1359 id. 1880 id. (1882 id. 1883 id. Sinonimie. 1831 Pimelepterus oblongus, Cuv., Val., VII, p, 264. 1836 Pimelepterus incisor, Valenc., l. c., p. 47 (nec Cuvier). 1865 Pimelepterus flavolineatus, Poey, Report I,p.319. 1868 id. Poey, Synops. Pisc. Cubentium, p.324. NOMI VOLGARI Pimelettero del “Bosc. Zippulu imperiali (Palermo, Sic.). Le Pimeleptère de Bosc (Fr.). The Razor-Fish (Ingl. a New-York). Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. Im :Pelle-1 Es. 0,30. Prep. osteol.: Parte dello scheletro. Prep. splanc. a secco: App. Branchiale. Id. in alcool: App. diger.; App. 9. Proporzioni. Lungh. totale compresa la codale . 0, 300. Palfezzafmassima:del' corpo. . . -.- O, IIS. Brmobedelicapo i... 0... 0, 060, o) Biamedell'occhio.-.\.-... ..., (0; 0I4. Wbistanzalira:glitocchi. .-. . . «x 0 020. La Lunghezza della 6°, 7° spina dorsale. 0, 030. ddeliaS2=”spinatanale >... 0, 017. Lunghezza della natatoja dorsale. . 0, 125. Isrdellatpettorale».\. 0.0... 0, 040, forsdellesventrali- 00... 0, 034 Micdellaticodale.. ©... 0. 0, 064. Iriffdellefscaglie in media: ... . ‘. 0,008. SPARIDI — Fr ——————__—tt_—@214c=c_ ———————————————————<€<€< ____ .<.Y——— d.w lmlmscr 235 Annotazione. Il Pimelettero del Bosc è specie Atlantica, che vive nel mare delle Canarie (Madera), delle Antille (Giamaica, Cuba) e si estende fino alle coste del- l'America settentrionale (N.York). Essa, al pari delle specie congeneri, fa parte dei pesci viaggiatori che si agirano pel grande Oceano, portandosi talvolta a grandi distanze dai continenti; e tenendo dietro, a quanto narrano gli ittiologi, alle navi in corso, onde approfittare, sebbene di regime piuttosto er- bivoro, degli avanzi di pasto che si rigettano da bordo. — Questa costumanza del Pimelettero del Bosc spiega con verisimiglianza il fatto che, gui- dati da cotale istinto, alcuni soggetti abbiano po- tuto raggiungere le coste Atlantiche europee, ol- trepassare lo stretto di Gibilterra, ed inoltrarsi sino ai mari della Sicilia, al seguito delle numerose navi che oggidi vi pervengono dalle più remote latitu- dini dell'Oceano. Di fatto, come lo abbiamo già accennato in pre- cedenza, nel giorno 10 novembre 1883 i pescatori di Palermo, colsero nelle adiacenze dell’ Arenella presso la città, l'esemplare che ora si conserva nel Museo Zoologico , portandocelo come una rarità ittiologica, sotto il nome di Pisci mai più vistu e di Zippula imperiali. — Esso è un soggetto adulio di sesso 2 della lunghezza di o, 30, che nei suoi carat- teri corrisponde perfettamente a quelli indicati dagli Autori nella specie tipica. Questo esemplare di- fatti unitamente alle indicazioni date da Cuvier, da Gunther, da De Kay, ci permise di tessere l’attuale ‘ descrizione del Pesce, e segnalare anche alcune par- ticolarità della sua organizzazione interna (1). La presenza di questa specie di pesce nel Medi- terraneo è una novella prova della notevole cor- rispondenza che vigge fra la fauna ittiologica del mare delle Canarie e quella delle regioni meridio- nali del Mediterraneo. — Il numero delle specie co- muni ai due mari è oltremodo elevato, comunque misto oggidi ad altre specie proprie e locali; e fa credere che nei tempi preistorici i due mari non formassero che un unico bacino d’ acque, in guisa che le specie che ora vi si trovano in comune, sarebbero i residui incompleti di una antica fauna che popolava già tempo quei mari. A queste forme originarie, per le mutate condizioni topografiche dei continenti, si vennero gradatamente aggiungendo altre forme indigene e locali, il cui complesso tro- viamo tuttora riconcentrato e predominante nelle regioni settentrionali del Mediterraneo, e dell’Oceano Atlantico. (1) V. Doderlein, Memoria in Naturalista siciliano (l. c.). ai di SS ASI teagita i dii RR MERE = n pa #7 23 6 ; FAM. MENIDI 6° Fam. MENIDI (Maenidae, Cuv.). (Pristipomili pro parte Gunther). i | Car.— Corpo oblungo, più o meno compresso, attenuato all’estremità, coperto dl scaglie ctenoidi mediocri; Testa ben sviluppata; Bocca terminale molto prol trattile, munita di labbra grosse; Processi posteriori dell’ intermascellarili lunghi ed estesi sino all’occipite; Occhi laterali mediocri; Guance scagliosefi Pezzi opercolari scagliosi ma privi di dentature e di spine Denti villiformi a scardasso in ambo le mascelle, talora tramazzati da alcuni più forti sulle] sinfisi della mascella inferiore; Vomere or dentato, or nudo; Dorsale unicef chiostegi. Vescica natatoja grande, semplice, biforcata posteriormenteli Appendici piloriche poche. o ® . ° è ° ° La famiglia dei Menidi si compone di 2 Generi Mediterranei (1), distinti come segue: dentato: Lun sg gna I RA GEN ona Vomere nudo: tel sla e a ene mas Annotazione. Cuvier, dopo aver sistemato, nella sua storia naturale dei Pesci, le specie della famiglia degli Sparidi chalfi presentavano nel loro apparato dentario caratteri abbastanza validi da poter essere distribuite in tribù o sotto:lf famiglie distinte e facili a riconoscere, si trovò in presenza di altre specie più o meno affini, le quali offrenddfi tuttavia molta somiglianza cogli Sparidi tipici, ne restavano però distinti per altri caratteri secondarii, in guis:lfi da non poter essere compresi in veruna delle tribù o sottofamiglie precedenti. Epperò onde regolarizzare la classa; zione anche di questi ultimi pesci, il Cuvier stabili di informarne una famiglia novella, cui dal nome della specifi più caratteristica, impose la denominazione di famiglia delle Menidi. — Questa famiglia, sebbene nata dietro l guida di caratteri artificiali, è però riuscita una famiglia quanto altra mai omogenea e naturale; restando di stinti i pesci che vi sono compresi in particolare per la bocca oltremodo protrattile, per i rami salienti deliff l’intermascellare lunghissimi, per la presenza di denti finissimi a scardasso più o meno rasati in ambo le ma scelle, pel palato sovente dentato, pel corpo bislungo, squamoso, più o meno compresso ed attenuato alle estreifl mità, per la Dorsale unica fornita di raggi piuttosto deboli e riuniti da una delicata membrana coperta talor: di minutissime squame, concordando altresi a questi caratteri esterni, altri caratteri profferti dagli organi interni in guisa da rendere questa famiglia perfettamente distinta ed evidente. Perlochè essa potè essere nei primi temp] adottata dalla generalità degli scienziati. si Più di recente in D. Gunther, ed alcuni altri illustri Ittiologi, credettero bene di modificare la predetti sistemazione, riconcentrando in forma di sezione il gruppo dei Menidi nella vasta famiglia dei Pristipomidi (Gùnth., Cat. I, p. 272); famiglia già costituita da sezioni e da generi di pesci a caratteri molto diversi. Come ho avuto già occasione di esporre alla pag. 117 del IV fascicolo di questo Manwale, nell’ articoli dei Pristipomidi, sebbene questa disposizione tassonomica sia stata ideata da uno dei più distinti ittiologi de secolo, io non ho creduto opportuno di adottarla, ritenendo la famiglia dei Pristipomidi del Gùnther costituiti da elementi troppo diversi per essere compresi in una famiglia naturale, in quantochè, come dissi allora: noi potrò giammai persuadermi, che per la presenza di alcuni pochi caratteri generali comuni, si possano associari in un medesimo gruppo i Deutici, le Menole, i Zerri, i Diagrammi, i Lobotes, ed alcune altre specie eccezionalifi! quali figurano nella famiglia dei Pristipomidi del D." Gunther. — Perlochè seguendo i dettami del sommo Cul vier, e l’esempio di altri pure illustri ittiologi recenti, ho creduto meglio di tener distinta la famiglia dei Menia in un gruppo speciale, ritenendo che così essa risponda meglio al concetto di famiglia e che riesca più conformi] al carattere ed all’estensione degli altri gruppi, già registrati in questo Manuale, nella vasta serie di pesci Acam totterigt. / | i MI (1) Alcuni Autori recenti non distinguono fra loro questi 2 generi, ed accludono tutte le specie Mediterranee dei Mensidi nell’unico Gen. Smari] ritenendo il carattere dei denti sul vomere troppo poco importante ed incerto per formar la base di un genere reale. i La famizii dei Menidi comprende, oltre gli indicati, anche i Gen. Ceesio, Gerres, Aprion, Apharens, tutti esotici, che si distinguono principalmentil dai Mediterranei per avere le natatoje verticali tapezzate alla base di scaglie. È Var. — FAM. MENIDI 237 32° Gen. Moena, Cuv. R. A., Cuv. Val, I, p. 386. Corpo oblungo, compresso; coperto di scaglie cigliate di media dimensione; Testa allungata; Occhi mediocri ; Bocca molto protrattile, tubulosa; î processi posteriori dell’ intermascellare estesi sino all’ Occipite; Labbra grosse ; Denti villiformi a scardasso in ambo le mascelle. Alcuni denti caniniformi sulla sinfisi della mascella inferiore, or più or meno sviluppati; Vomere coperto di denti minuti. Preopercolo inerme. Dorsale unica, formata di 11 raggi ossei, e di 11 molli, colla base non coperta da scaglie. Anale con 3 raggi spinosi e 9 molli. Caudale forcuta. 6 raggi branchiostegi. Vescica natatoja semplice, biforcata posterior- mente. Appendici piloriche poche. 4 Specie Mediterranee distinte come segue: (1) squama ascellare delle ven- Denti caniniformi della trali piccola . . . . Moena vulgaris, Cuv. mandibola grandicelli < disposti in una zona (RANA ascellare delle ven- longitudinale trali molto lunga. . . Moena Osbeckii, Lacep. Denti caniniformi della Denti mandibola nulli © fomerici molrogcorti: eil ee e Moena cJascalam, Cav i disposti in un gruppo OA RR e e ana ee n Mena Vomerica, Guy (1) Parecchi Autori recenti non ammettono che una sola specie di Mena nel Mediterraneo, e rifondono tutte le altre specie testè indicate nel- ridi di finica forma Mana vulgaris. tub V ) sottHiia treoi 0 gui i cla 2 Spe ietrol ndo AIN nti dé Î le midi € esttiit italo interd utero i re detti poni I, artico di stitul 11-00 socia zionali 0 CI Mend foro Aci È , Sad palo MENA VULGARIS MENA VULGARIS 63° Sp. (1° del Gen.) Mcena vulgaris, Cuv. Val., VI, p. 390. (Mendola comune). Car. specifici — Corpo oblungo, mediocremente compresso, rivestito di scaglie mediocri, cigliate. L’altezza del tronco è contenuta 3 1/2 volte nella lunghezza totale del corpo ; lo spessore è 2 I/4 volte minore del- «D’altezza. La lunghezza della testa è compresa 4 1/4 a 4 1/5 volte nella stessa misura, e questa è un pò più alta che lunga. Il Profilo superiore del corpo, dall’ apice del muso sino alla fine della ‘Dorsale segue una curva poco arcuata, leggermente inflessa alla nuca; il Profilo inferiore è inversamente consimile al superiore. Muso alquanto allungato. Bocca piccola, molto protrattile, lo squarcio orale non raggiunge perfettamente il margine dell’orbita. Labbra grosse; Mascelle subeguali. Denti incisivi vellutati, esili in ambo le mascelle, quelli della fila esterna un pò più robusti. Denti caniniformi della mascella inferiore ben sviluppati. Denti vo- merici minutissimi, disposti in una zona longitudinale; Palatini lisci. Occhi mediocri, il loro diametro è part ad 1/4 della lunghezza del capo. Preopercolo grande, col lembo posteriore rotondato, liscio, e finamente striato. Opercolo grande, arrotondato posteriormente, terminato da un ottusissimo angolo mediano.—s serie di squame tapezzano le guance. — Dorsale bassa, costituita di una porzione spinosa con 11 raggi ossei, e di una molle | con IIraggi; la primadi queste porzioni più lunga di 2/3 della seconda e con una altezza pari ad 1/4 dell'altezza del cgrpo. Caudale molto forcuta. La scaglia ascellare esterna delle ventrali è molto corta ed attinge appena ad 1/3 della lunghezza della stessa natatoja. La linea Zaterale è ben marcata e disposta lungo il 1/3 superiore dei fianchi, parallelamente alla curva dorsale, e guarnita di 74 a 76 squame; essendo le trasversali in numero di 20. Il colore del corpo è grigio azzurrognolo sul dorso, con 5, 6 linee longitudinali brune, indistinte, lungo i fianchi. I Lati sono grigio argentini sparsi di macchie azzurre, il ventre è bianco argentino. Una grande macchia nerastra sorge sotto la linea laterale a livello del 1/3 posteriore delle Pettorali. Dorsale grigio-plumbeo; Pettorali, Ventrali, Anale e Codale rossigni. Di i1tri; A. 3/9: P.)15;-C.:5f17=18/4; V. 1/5; Vertebre 22:9/13; Lungh. 0, 15» a 0,20. 53 238 FAM. MENIDI Fi MENA VULGARIS MENA VULGARIS Annotazione. Una notevole questione vigge oggidi in iscienza relativamente alle specie indigene del Gen. Mena. — Fino dall'epoca in cui Giorgio Cuvier dava alle stampe la sua Storia naturale dei Pesci, ritenevasi ge- neralmente in ittiologia che le specie del Gen. Mana, proprie del Mediterraneo, fossero in numero di 4, cioè : la Mena vulgaris, VOsbeckii, la Jusculum, e la Vomerica, tutte distinte e fondate su caratteri speciali; per modo che esse poterono essere accolte e registrate nei Cataloghi dalla maggior parte degli Ittiologi | recenti, — Ad onta di codesta generale accettazione, dapoichè mi trovo avvalorato da recenti osservazioni, io mi faccio lecito di domandare tuttavia: Queste 4 forme di Mena costituiscono esse realmente 4 di- stinte specie del Genere predetto, oppure, per una condizione di dimorfismo sessuale, consimile a quella che verificasi nell’affine Gen. Smaris, talune di esse sono state istituite con individui disformi di sesso di- verso di una medesima specie? — Questa mia domanda ha per base una osservazione il cui merito prin- cipale spetta al sig. D.' Riggio, assistente in questo Museo Zoologico. — Questo distinto allievo del nostro Istituto, nel visitare giornalmente i mercati di pesci di Palermo, per provvedere alle collezioni ed alle pre- parazioni ittiologiche del Museo, ogniqualvolta si faceva a domandare ai pescatori indigeni un Maschio della Mana vulgaris, essi glî presentavano un esemplare della Mana Osbeckii, e quando chiedeva loro | la Femmina della Mana Osbeckii, i pescatori gli porgevano un soggetto della Mana vulgaris; d'onde egli venne ben presto nella convinzione, che, mancando i sessi corrispondenti in queste due forme di Mena, esse non costituissero che una unica specie! — Su questo proposito si potrebbe ancora opporre che la sin- golare teoria dei pescatori palermitani potesse esser frutto di un inveterato pregiudizio della loro classe, basato sopra antiche ed inesatte osservazioni dei loro predecessori. — Ma persistendo essi ostinatamente nelle loro osservazioni, e trovando queste confermate dai pescatori napoletani, la cosa cangiò d’aspetto e richiese da parte nostra un più serio esame. Prima però di accettare definitivamente l’osservazione del D." Riggio, io volli indagare se qualche au- torevole ittiologo avesse già adombrata la questione, e fornita qualche particolarità relativa al fatto. — Ed invero per quante opere e cataloghi d’Ittiologia io abbia passato in rivista, non mi venne fatto di notare qualsiasi cosa che potesse alludere alla questione. Unicamente trovai che il D." Gulia, dotto ittiologo Maltese, nel suo Tentamen ittiol. Melitensis (V. Syn. L c.), all’articolo della Mena Osbeckii aggiunse le seguenti parole: « Dimorphismi sexualis, clarissimum proebent exemplum species Men; Auctores, quamvis « eximii, decepti sunt valde, in describendis pro species proprias M@ne sexis; nam Faminas Menadearum « pro speciebus propriis habuerunt. » — Il D." Gulia adunque, colla precedente nota, veniva in certo modo ad ammettere la possibilità che alcune specie di Mene fossero state stabilite su individui di sesso diverso.— Siccome però queste poche parole non troncavano definitivamente la questione, così noi ci proponemmo di approfondire le osservazioni del D." Riggio, onde risolvere praticamente il problema. Perlocchè avendo noi fatto provvista nello scorso mese di luglio, epoca in cui vanno in fregola le specie nostrane di Mene, di un buon numero di soggetti, tanto della Mena vulgaris, che della Mena Osbeckii, potemmo notare che nella prima di queste forme, esistevano ovaja ben conformate, cariche di numerose piccole uova; e viceversa che nella Mana Osbeckii l'apparato sessuale era evidentemente maschile, colle glandole testi- .colari turgide ed i condotti deferenti perfettamente distinti — Questo primo esperimento non avendoci per anco soddisfatto, lo ripetemmo nel corrente mese di agosto, e dopo aver sezionato una 50* e più di esemplari diversi, potemmo accertarci, che i soggetti della forma Vu/garis sono sempre di sesso fem- minile, e che quelli della forma Osbeckii si trovano unicamente forniti di organi maschili. -— Che anzi in alcuni esemplari della vulgaris più progrediti nello sviluppo organico, trovammo le ovaja notevolmente inturgidite per numerosa quantità di ben conformate uova, ed in quelli della M. Osbeckii vedemmo i /attî grossi, biancheggianti, e pieni di zoospermi: — Perlochè dovemmo convenire che i pescatori palermitani avevano ragione. — Ad onta di ciò, noi riteniamo ancora impregiudicata la questione; ed anzi la sottopo- | niamo al criterio di coloro fra i colleghi che si trovano nell’occasione di esperimentarla. — E fra tanto, per comodo degli osservatori, esponiamo qui i caratteri distintivi che vengono attribuiti alle singole 4 | specie di Mena indigene, non dissimulando però, come già notammo in precedenza, che per taluni Autori . | esse non rappresentano che una unica specie polimorfa, la sola cioè Mena vulgaris. | | FAM. MENIDI MENA VULGARIS 1830 Mena vulgaris, Cuv. Val., VI, p. 390. 1840 id. “Schinz, Europ. Fauna Il, p. 148. 1845 id. Cocco, Ind. Pesc. Messina ms. n. 121; id. ed: Facciolà 1886, p. 17, sp. 74. 1846 id. Bonapart., Catal. Pesc. Europ., p. 52, Sp. 442. » id; Sassi, Catal: Pesc. Liguria, p. 124. » id Plgcar,Fisch-Platz 7. Triest, p. s1, Sp. (gl: 1850 id. Guichenot, Expl. scient. Alger. Pois., p. 55. 1857 id, Machado, Peces de Cadiz, p. 13. 1359 id, Goùnther, Catal. I, p. 336;.sp. I. 1860 id. ‘Nardo, Prosp. Pesc. Venez., p.75, 94. 1861 id, Gulia, tentam. Icht. Melit., p. 23. 1862 id. Canestrini, Catal. Pesc. Genova, p. 263. 1866 id. Perugia, Cat. Pesc. Adriat., p.II,sp.Iot. 1867 id. Brito Capello, Peces de Portug. (1.c.), pi 25,15. Sp. 56 » id. Steindachn., Bericht.(l.c.), p.28,sp.22. 1868 id. De la Blanchére, Dict. Pèches, p. 499, fig. 670. 1870 id. Ninni, Pesc. Venet. Laguna, p.8, sp. 95 (Smaris mana). » id. Carruccio, Pesc. Raccolt. viagg. Tar- gion. in Ann. Soc, Ital. Milano, vol. XII, P. 573, SP. 43. » id. Bourgot, List. Poiss. Marché d’Alger, pi (61; Sp 1. : 1871 id: 'Costar(Ach.), La Pesca, p. 83. » id. id., Pesc. Golf. Napoli in Ann. Min. Agricolt. I; p. 440. » id. Aradas, Pesci G. Catania, ibid., p. 601. 1872 di Canestrini, ‘Fauna: Ital: Pesce... p._83. 1875 id. Trois,Prosp.Pesc. Adriat., p.18, sp.94. 1877 id., \Gervais et Boulart ,, Pois. France Il, pi Ios, pi. 42, (cal. 1878 id... Doderleia, :Prosp. Pesc. Sicil.,, pi 40, Sp..120. ber tid. : -Heldreich, Faune Gréce; p. 85. 1879 id. Stossich, Prosp. Faun. Adriat. p. 37. 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesc. Jtal., p.20, sp:31. 1881 id. Moreau, Hist, nat. Poiss. France III, p. 64. » id. Kolomb., Pesc. Acque Spalato, p. 6. » ld. Perugia,Elenc. Pesc. Adriat., p.4;3p.I1. 1382 id. Kolombat., Fische gewassern v. Spa- lato: Ap:.(12. » id. Reguis, Hist. nat. Provence, p. 219, Sp. 63. » id:... Faber, Fisheries'Adrit.,p. 139, sp. 67. 1883 id. Marion, Esquis. Topograph. G. Mar- seilles, Prairies a Zostéres, Ann. Mus. Hist.nat.\Marseille,.F: I,.p. 101. » id. Vinciguerra, Risult. Crociera Violante, i paidio, isp.rito; 1884 id. Beltremieux, Faune vivente Charent. infer., p. 94. MENA VULGARIS 1886 Mana vulgaris, Kolombatov. , Imenick Kra- ljesnjaka, p. 7, sp,015, 1888 id. Graeffe, Seethiere G. Triest (I. c.), pasto: » id. 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Method. ;'p. 85, Db. 7; pl. 49, figy 193. Lacepede, ‘IV,.pr.35. Bloch, taf. 270. Bloch, edit. Schneider p.:272, Sp. LI Risso, ‘Icht., Nice, p:*23,95 Spatz: Rafinesque; Indic. Pesc. Sic-,.jpa 24; Sp. 154. Naccari, Ichthiol. Adriat., p. 12, sp. 36. Martens, Reise Wenedig, p. 413. Nardo, Prodr.Venet. Icht., p.15,5p.126. ‘Trapani, Fish. Malta, p...14. Desvanx};». Essai Achti Cotes: Ocean. France; sp. 198, (sp. 196, mena, Risso, Eur. Merid. III, p. 344, Sp. 253. id. Ninni, Pesc. Venet, Lagune, p.70,sp.95. 1798 1782 1801 1810 » id. 1822 1824 1827 1838 1851 1826 Smaris 1870 È mora 1558 Minula, Fazzellus (Tom.), De Rebus Siculis Ab Chirefoli4. id.. Cirino (Andr.), de nat. Piscium C. 38, fig. 452. 1 id. <«Mongitore, Sic. Ricerc. II, .p. (83. id. Cetti,. Anim. Sardegna IM, p. 117. 1663 1743 1774 oo— TC" rr LZ: I; Rw e «= — \l 240 M GNA VULGARIS NOMI VOLGARI Italiani. Menola, Mendola, Meldola. Menola comune. Menola bianca (Venez.). Menola schiava, Cagarella (Trieste, Fiume). Ponzio, Garizzo (giov.) (Venez.) Menoa, Menua (Genov., Spez.). Amendola, Mendoula (Nizza). «Amenola, Menola (Nap.). Minula, Menella (femmina) (Nap.). Minuli, Minolicchio (Bari). Minula (Taranto). Minula, Minusa (fem.) (Sic., Pal.). Biada (Messina). Ciaula (maschio in ab. di nozze (Pal.). Menula (Malta). Esteri. La Mendole commune. Id. vulgaire (Franc.). Grosse pinarelle, (Desv). Gerle (Provenza). Mendole, Cackerel, Cockrell (Ing.). Larirfisch, Loxifisch, Laxierfisch (Ted.). Gemeine, Mendola (Ted). Zee Schyter (Oland.). Chuela (Spagna). Madré-Souldat (Iviz.). Gira oblica (111.) (Spal.). Gira modrulja, Gira ostrulia (Il1.). FAM. MENIDI Modrak, Modrass, Trog, Gira (Croat.) Faber. Matvora, MeXXwva (Greco) Heldr. Matvis (Greco antico). Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In Pelle 3» Es::-0;3.20;.0; (18:10; (14. IntalcoolENpl “Es. 0/0 118) Prep. osteol.: .1-Schel.; 0; 16. Prep. splanc. a secco: App. branch. Id. in alcool: Tubo diger. App. 9. Proporzioni. Lunsh: tot. -.(0,;200;/0; 180; 0,40. Alt. del corpo 0, 052; 0, 050; 0, 035. Lungh. testa 0, 050; 0, 040; 0, 025 Alrezzatesta io, (035;70, 030; (0102000 8 Diam. occhi 0, 013; 0, 012; 0, OI0 Paz) (pricorb. 0, 015; 0, 012; VO UOTI Spaz. interorb. 0, 020; 0, 015; 0, 016 Lungh. pettor. 0, 042; 0, 040; 0, 030 Lungh. ventr. 0, 032; 0, 030; 0, 028. Lungh. codale 0, 040; 0, 035; 0, 030 MENA VULGARIS Abitazione. La Mana vulgaris è una specie di pesce litorale comunissima, che vive generalmente in fondi mal- mosi, ricchi d’Alghe, nutrendosi per lo più di pic- coli pesci, e di molluschi nudi che trova appiccicati su quelle piante. — Essa è abbondantemente sparsa in tutto il Mediterraneo, appare tutto l’ anno, ma si raccoglie talora in numero straordinario in tempo d’ estate e d’ autunno in alcune particolari località dell’Adriatico, e del Mar Tirreno; viceversa sembra che non si estenda lungo le coste Atlantiche, o per lo meno che ricorra accidentalmente presso Cadice (Steindachner) e lungo le spiagge del Portogallo. Brito Capello la indica come rarissima presso Li- sbona. Anche Couch fa menzione di una Mena pre- data nel porto di Falmouth in Inghilterra (T. I, p.206) ma siccome nella descrizione le attribuisce 34 raggi nella dorsale, si comprende agevolmente che: il suo pesce non era certamente una Mena. Le Menole erano ben note anche agli Ittiologi antichi, che traendolo dal greco Motwtg loro davano pure il nome di Mera, Mendole, sebbene non sa- , pessero distinguerle dalle affini specie del Gen.Smarts. Le Mendole non godono pregio veruno di buon sapore, e vengono ancor più deprezzate per un acuto odore d’alga che emanano quando sono ma- . neggiate.Tuttavia colla loro abbondanza compensano le mediocri loro qualità gustative, somministrando con se un sano ed economico cibo al ceto basso delle popolazioni marittime del Mediterraneo. — In Sicilia quando i pescatori ne prendono in grande abbondanza essi le salano e le rivendono col nome generico di pisci cu l’ova. Nel Mediterraneo si pescano le Mendole in gran copia lungo le coste della Provenza e secondo Gui- chenot anche lungo quelle di Algeri. Nell’Adriatico a Venezia e sulle coste dell’Istria, In Sicilia la pesca delle Mendole è attivissima presso le Isole Lipari; ove il mare, come scrive il Faàzello: Pisces omnis generis et Manas presertim laudatissimas abunde prebet (Dec. I, Lib. I, C. 1, f. 4). = = —a === LA e n SE rca = —a a Ret È È LE SA , Fao 3 3 r FAM. MENIDI I i 24I MENA OSBECKII MENA OSBECKII | 64° Sp. (2° del Gen. o è della 1° sp.) Moena Osbeckii, Cuv. Val., VI, p. 397. (Mendola dell’ Osbeck). Car. specifici. — Corpo ovale, un pò allungato, proporzionatamente più alto della M. vulgaris, colla nuca rialzata; mediocremente compresso; coperto dt scaglie larghe, alquanto maggiori che nella specie precedente; L’al- texza del suo tronco è contenuta 3 1/3 a 4 volle nella lunghezza totale del corpo. La lunghezza della testa, che è proporzionatamente più corta, lo è 4 1/2 volte nella stessa misura, e questa è un pò più altu che lunga. — Il profilo superiore del corpo, dopo breve depressicne nella regione frontale, si rialza subitamente alla nuca in una notevole curva che si estende fino alla dorsale, d'onde, abbassandosi, lentamente prosegue quasi rettilineo sino alla radice della codale. Il profilo inferiore, descrive inversamente una curva molto più ampia della curva dorsale. — Il muso è allungato, la bocca è breve, il suo squarcio però raggiunze il margine an- teriore dell’orbita.— Le mascelle sono subeguali, la superiore è notevolmente protrattile, entrambe sono guar- nite di una zona di denti esili a scardasso, un pò riù grandicelli che nella M. vulgaris; La mascella infe- riore inoltre porta sulla sivfisi alcuni denti caniniformi leggermente volti all’ innanzi. I denti sul Vomere sono disposti in una serie longitudinale, — L’Occhio é mediocre, il suo diametro si trova compreso 4 a 4 1/3 volte nella lunghezza del capo, ed è pari ai 2/3 dello spazio preorbitale. Il preopercolo è un pò più largo, Popercolo più alto, che nella M. vulgaris. La natatoja dorsale è consimile ma molto più alta che nella M. ‘vulgaris; porta II raggi ossei ed II molli, al s°, 6°, 7°, dei quali più alti degli altri; L’anale è pari in lun- ghezza alla' porzione molie dorsale; ha 3 raggi spinosi, il 2° dei quali meno robusto e meno alto del 3°; e 9 raggi molli. Le pettorali sano triangolari e ben sviluppate. Le ventrali 1/3 più corte delle pettorali. La scaglia ascellare delle ventrali è grande, appuntita, e lunga oltre la 1/2 della stessa pinna. — La linea laterale è larga e diretta parallelamente alla curva dorsale lungo il 1/4 superiore dei lali; porta circa 70 scaglie, es- sendo le scaglie trasversali in num. 20, 21. — La Moena Osbeckii sé distingue agevolmente, oltre i caratteri precedenti, per un colorito più vivace. Il suo corpo è ammantato di un colore grigio-azzurrognolo o grigio- verdognolo con riflessi argentini; su questo fondo spiccano alquarte macchie axzurre chiare , le quali sulle guance si trovano disposte in 3 o 4 strie radiate. Le pinne verticali sono grigie-olivastre, attraversate da macchie celesti. Una macchia oscura appare sui fianchi, sotto la linea laterale, a livello degli ultimi raggi spi- nosi della dorsale. bebe Rei Von lato; 70; Vertebr. 10/13. 1830 Mena Osbeckii, Cuv. Val., VI, p. 397. 1872 Mana Osbeckii, Canestrini, Fauna Ital. . esc., 1340 ido. -Schinz, Europ.-Fauna II, p. 149. D. 94: 1845 id. ‘ Cocco, Indic. Pesci Messina wsc. n.122; | 1875 id. - Trois, Prosp.Pesc.Adriat.; p18; sp.95. ld.ediz; Facciolà 1896,.p.:17, sp. 73. | 1877 id, Gervais et Boulart, Poiss. France III, 1846 id. Bonapart., Catal, Pesc. Europ., p. 52, p.-106. Sp. 440. 1878 id. ‘.Doderlein; Prosp=-Pesc. ‘Sicili, p..40, » id.=‘Sassi, Catal.. Pesci Liguria, p. 124; 5p...140, :» id&ebicekel- Pesci Dalmazia,.in "Carrara » id. - Heldreich,. Faun. -Gréce, p. ‘85. descr. Dalmaz., p. 90. 1879 id. -Stossich, Prosp. Faun. Adriat,,-P. 37 1850 id. Guichenot, Explor. scient, Alger. Pois., | 1881 id.» Moreau; Hist. nat. Poiss. France III, Pisa p. 66. 1860 id: o Nardo, Prosp. Pesci Venezi, p.-75. 1882 id, Reguis; Hist, nat. ‘Provence. (p:7219; 1861 id. Gulia, Tentam. Icht. Melitensis, p. 25, sp. 64. sp. 106. 1888 id -Graeffe, Seethiere ‘Golf. Iniesta(ific)): 1862 id. Canestrini, Catal. Pesci Genova, p.263. p..r0; 1866 eee A Caarabesce Adnats ipsa, +. Sp. 102. 1859 Mena zebra, (Brunn.), Gunther, Cat. I, p. 387, 1870 id. Bourgot, List. Poiss. Marchè d’Aiger, SP. 3; PiSOl:NSp.:3. 1878 id: Doderlein,: Prosp. Pesc;$Sicil. pago? 1871 aiCestaz(Ach.), Ja-Desca, pi 83. Sp. 140. i v id. id., Pesci Golf. Napoli, in Ann. Minist. | 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesc.-Ital., pyZT,.Sp: 34. Agricolt. I, p. 440. 1881 id. Perugia, Elenc. Pesc.Adriat., p.4, Sp.13. 14 n —- 242 MENA OSBECKII Sinonimie. 1768 Sparus Zebra, Brunn., Icht. Mass., p.47, sp. 63. 1770 Sparus lineatus, Osbeck, In Act. Nov. Nat, Curios. IV,..p..T00. 1788 Spare rayé et zebra, Bonnater., Enc. Meth.,p.101. 1798 Sparus Massiliensis, Lacepèd., IV, p. 33, Sp.27; DIRTOS, Spi. 1807 Sparus tricuspidatus, Spinola, Lettre a M\ Faujas, in Ann. Mus, X, p. 367, pl. 20, fio a D. 1810 Labrus ciavolus, Rafin., Carat., p. 40, Sp.109; id. LId.-ps:22 Sp. i124, » Sparus Osbeckii, Risso, Icht. Nice, p. 246, sp. 8. 1826 Sparus Gora, Risso, Eur. mer. III, p.347,5p.258. 1845 Mena speciosa, Cocco, Ind. Pesc. Mess. msc. ni, 123:.id. Ediz:Pacciolà 1900, p..17, sp. 79. 1864 Labrus ciavolus, Gemmell,Carlo, Sagg. Itt. Cat.; In Atti Soc. Gioen. T. XIX, ser. 2, PoAl9 SPror2. Aradas, Pesc. G. Catan.; In Atti Min, Agricol. I, p. 600. Smaris Zebra, Ninni, Cat. Pesc. Venet. Lagun. PIA SPA93, NOMI VOLGARI Mendola d’ Osbeck. Mendola Zebra. Menola schiava (Venez., Triest.). Bufalo de aspreo, Sparo bastardo (Venez.) Faber. Menoa (Genova). Gora (Nizza). Menella masculu, Ciaulo (Nap.). Minula masculu, Minula di Messina ? (Palerm.). Ciavolu, Sciaulu, Ciavulu, Ciaulo (Pal., Sic.). La Mendole d’ Osbeck, Le Spare Marseillais, Le Spare Zevra (Franc.): Le Picarel Gore (Nizza). Le Spare a trois aiquillon. Osbeckiesche Mendole (Ted.). Paizan (Malta). 1871 id. 1870 Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. InPelle'3*Es.0, 25:50, 24:10:21, In alcool: pl. Es.: 0, 20; 0, 24. Prep. osteol.: 1°Schel.; 0, 24. Prep. splanc. a secco: App. branch. Id. în alcool: App. diger.; App. &; Encefalo. Proporzioni. Junoh..tot i 0,.240;10; 210, Alt. corpo 0, 060; 0, 050. Lùngh. testa 0, 050; 0, 040. Alt. testa O, 052; 0, 042. Diam: occh. 0, 010; 0, Oto. Spaz. preorb. 0, 015; 0, 012. Spaz. interorb. 0, 020; 0, 020. Lungh. pettor. +», 050; 0, 045. Lungh. ventr, 0, 045; 0, 040. i Lungh. codale 0, 055; 0, 050. FAM. MENIDI & «fo MENA OSBECKII Annotazione. Cuvier istituì l’attuale specie di Mera nella sua Storia naturale dei Pesci, traendone le indicazioni il dalle Opere di Osbeck, di Bonnaterre, di Lacepède, di Risso (1. c., p. 397). — Essa di fatto si distingue dalla Mena vulgaris, per un corpo più alto, rial- zato alla nuca, per la dorsale più elevata, per le scaglie più grandi, per i denti incisivi e caniniformi più robusti, e più particolarmente per le numerose e vaghe macchie azzurre onde ne è ammantato il corpo. — E per vero nulla si potrebbe opporre re- lativamente alla differenza morfologica che intercede fra la Mena Osbeckii e la Mana vulgaris, che sem- brano effettivamente costituire due specie distinte. — Senonchè, come abbiamo notato nel precedente ar- ticolo a pag. 238, tutti i soggetti aventi caratteri della Mana Osbeckii che ci pervennero nelle mani a Palermo, li trovammo forniti di organi maschili; mentre in quelli appartenenti alla Mana vulgaris riscontrammo costantemente sessi femminini. Valu- tando quindi certa correlazione od affinità che esiste fra queste due forme di Mera, siamo venuti nel sospetto che gli individui della Mana Osbeckii sieno i Maschi della Mana vulgaris e che queste | due forme di pesci non costituiscano che una unica. specie. —- Ad avvalorare questo concetto, concorre, come dicemmo, la pratica esperienza dei pescatori Siciliani e Napoletani che contradistinguono addi- rittura col nome di Minula o Menella mascuiu la Mana Osbeckii, e con quello di Minula o Me- nelle femmena la Mana vulgaris. Si aggiunga a questi dati, l'osservazione di Cuvier e degli Ittiologi in genere, che la Mana Osbeckii ricorre quasi con altrettanta abbondanza in tutte le località del Medi- terraneo ove abbonda la Mana vulgaris; e che per taluni Autori tutte le specie di Maze che vivono nel Mediterraneo, si riducono ad una unica specie la Mena vulgaris. —A risolvere definitivamente l’attuale questione, io mi appello volentieri a tutti gli ittiologi che si trovano in condizione di esperimentare pra- ticamente il fatto, non senza notare che gli impor- tanti argomenti che testè ho addotti, giustificano abbastanza i miei dubbii sulla validità specifica della Mana Osbeckii. L’abitazione della Mana Osbeckii è limitata al solo bacino del Mediterraneo, Verun Autore l’an- novera fra i pesci dell’Oceano Atlantico. In quanto al pregio alimentare, i pescatori la di- cono di sapore migliore della Mana vulgaris, forse all’epoca della riproduzione. dl l Y | Ì I | I | È | i Lf A FAM. MENIDI 243 1 65° Sp. Moena jusculum, Cuv. Val., VI, p. 395. (Menola stretta). Car. specifici. — Corpo allungato fusiforme, meno elevato che nelle specie precedenti ; coperto di scaglie piccole, finamente cigliate; L’altezza del tronco è contenuta 4 a 4 1/2 volte nella lunghezza totale. La lun- ghezza del Capo /o è 4 1/2a 4 3/4 volte nella stessa misura. Il profilo superiore del corpo segue una linca curva regolare dall’apice del muso sino alla fine della natatoja dorsale, proseguendo quasi rettilineo sino alla | base della codale. Il profilo inferiore del ventre, è pressoché orizzontale. Il Muso è appuntito, la bocca breve, foco fessa; Ie mascelle subeguali , fornite entrambe di piccolissimi denti a scardasso ; la mascella inferiore porta sulla sinfisi alcuni piccoli e rari denti caniniformi. /Z vomere è munito di denti esili, vellutati, disposti in serie longitudinale. — L’Occhio è proporzionatamente più grande, i/ suo diametro è compreso 3 a 3 1/2 volte nella lunghezza della testa, ed è pressochè eguale allo spazio preorbitale. Il Preopercolo è allargato po- \steriormente , e terminato da un angolo solcato da strie marcate. — Sulle guance corrono $ serie di scaglie | ben distinte. — La natatoja dorsale in questo pesce è molto bassa, essa prende origine sopra la base delle pet- torali, porta, come le specie precedinti, 11 raggi essei piuttosto deboli, e 11 molli. «Anche l Anale è bassa e fornita di 3 raggi spinosi e di 9 molli. Le pettorali sono appuntite, mediocri; Le ventrali molto corte e pari ad 1/6 della lunghezza del corpo. La scaglia ascellare di questa natatoja è viceversa molto lunga ed eguale alla 1]2 circa delta lunghezza della stessa pinna, La linea laterale è Jarga, diretta parallelamente alla curva dorsale, e fornita di 70 a 75 scaglie perforate da due esilissimi pori; Le scaglie verticali del corpo sono in numero di 24-25.— Il colore della Mcena jusculum volge ad un bruno chiaro uniforme sul dorso e sui fianchi, z che passa gradatamente ad una tinta argentina al ventre, con 14, 15 linee longitudinali brune sui lati. Le Natatoje tutte sono grigie scolorate, cioè prive di qualsiasi macchia varicolore; Sotto la linea laterale, a li- vello della 6%, 7° spina dorsale spunta una piccola macchia bruna, poco apparente. Ae Aa os; Vi sf Lunghi0, 15, a 0) 20. #W1330 Mena jusculum, Cuv. Val., VI, p. 395. NOMI VOLGARI il 1840 id. Schinz, Eur. Faùna II, p. 149. Mendola stretta. 1846 id. Bonap., Catal. pesc. Eur., p.52, sp-441. | Id. schiava o slava (Venez.). B° » dla Sassi,Gatal-Peser Liguria; p, 124. Minula (Sic., Nap.). || 1859 id, Gunther, Catal. I, p. 386 (in nota de- | Le Mendole Juscle. bi: siderata). x 1862 id. Canestrini, Catal. Pesci Genova, p. 263. Annotazioni. 1868 id. Lella Blanchére; Dict.-Peches, p., 413. ff 1870 id. Bourgot, List. Poiss. Marché d’Alger, Non conosco l’attuale specie, ne posso affermare Mpotos,ospo 2. che essa viva nei mari della Sicilia, quantunque Cu- » id. Ninni, Pesc. Venet. Lagun., p.70,sp. 94. vier ve l’abbia indicata. Stando ai caratteri che le ven- If 1877 id. Gervais et Boulart, Poiss. Franc. II, | gono attribuiti dagli Ittiologi, essa si distingue dalle T PROT: Si 2. altre specie congeneri, per il corpo allungato fusifor- 1878 id. Doderlein, Prosp. Pesc, Sicil., p.40, | me, rivestito di piccole squame cigliate, pel profilo SportA2: dorsale e ventrale quasi rettilineo, per i denti mascel- » idSiHeldroch: Faune Gréce, p. 85. lari molto esili, per i denti caniniformi della man- mii879 . id. Stossich, Prusp. Faun. Adriat., p. 37. dibola piccoli, rari, o mancanti, per le natatoje ver- ‘1880 id. Giglioli, Elenc. Pesc. Ital., p.21,sp.32. | ticali molto basse, per la scagiia ascellare delle ven- I8SI id. Moreau, Hist. nat. Poiss. France HI, | trali lunga ed appuntita, e finalmente per il colore p. 67. grigio uniforme del corpo, e le natatoje scolorate. » id. Perugia, Elenc.Pesc. Adriat.,p.4,sp.12. | Questa specie venne citata dagli Autori in varie loca- 1 1882 id. Canestrini, Faun. Ital. Pesc., p. 84. lità del Mediterraneo, ma dal maggior numero di essi » id. Reguis, Hist. nat. Provence, p. 219, | omessa, e rilegata fra le specie dubbie. In quanto sp. 65. alla sua esistenza nelle acque della Sicilia, dirò, che 1883 id. Faber, Fisheries Adriat. p. 189, sp. 68. | fra un centinajo e più di Merdole che passarono » id. Marion, Esquis, Topogr. G. Marseille | per le mie mani, un solo soggetto mi oftrìi alcuni (cp TOI, caratteri della Mana jusculun; tuttavia non oserei asserire che essa vi sia comune, ed anzi invito gli Sinonimie. ittiologi a chiarire 1’ argomento, ritenendo che la specie abbia d'uopo d'essere meglio studiata. 1554 Juscle (Narbonensis) Mena, Rondelet, Lib. V, CapWixilip.138, fe. L MENA JUSCULUM MENA JUSCULUM | = feet. dui 244 FAM. MENIDI | i ! | MENA VOMERINA MENA VOMERINA 66° Sp. Mona vomerina, Cuv. Val., VL p. 400, pl. 164. (Mendola vomerina). Car. specifici. — Corpo ovato-allungato, coperto di scaglie cigliate piuttosto larghe. L'altezza del tronco è compresa 3 2/3 a 4 volte nella lunghezza totale del corpe; La lunghezza del cupo lo è 4.1/2 volte nella stessa misura; e questo è largo, più massiccio, e meno allungato, che neile specie precedenti; l'altezza sua è pari alla sua lunghezza. Il Profilo superiore del corpo sale con una curva regolare e mediocre sino alla metà della dorsale, d’onde discende un pò più rapidamente sino alla base della codale. Il profilo inferiore è inversamente consimile al superiore. Il muso è grosso, la bocca breve, le labbra sono grosse, massimamente il superiore. - Sulla mascella superiore sorge una zona di denti robusti a scardasso, sull inferiore spuntano inoltre 4 a 6 denti caniniformi, uncinati, e più robusti che nelle altre specie congeneri. Il Vomere è ricoperto di piccoli. denti puntuti, disposti in un gruppo ovale a cavalcione della parte anteriore dell’ osso. — L'occhio è me- diocre, il suo diametro è compreso 3 A 3 1/2 volte nella lunghezza della testa, ed è eguale allo spazio preor- bitale. Il Sottorbitale è più allungato all’indietro ed il suo margine inferiore più scanellato. Anche il Preo- percolo è /argo, disposto obliquamente, e leggermente intaccato alla metà della sua altezza. — Sulle guance corrono $ serie di scaglie. — La dorsale ha una forma regolare curvilinea, è fornita di 11 raggi ossei, e di 11 molli, che complessivamente misurano in altezza la 1/2 dell'altezza del corpo. Le Pettorali sono piuttosto corte; brevi e triangolari le Ventrali. La scaglia ascellare di queste natatoje é molto corta ed attinge appena alla 1/2 della lunghezza di esse. — La caudale è mediocremernte forcuta, col lobo superiore un pò più lungo dell’inferiore. La linea laterale è larga e disposta lungo il 1/4 superiore dei lati parallelamente alla curva dorsale, porta 60 a 65 squame attraversate da 2 piccoli fori; mentre le squame verticali del corpo sommano a 20-23. Il colore generale del pesce è più chiaro e più uniforme che nelle specie precedenti. Il dorso ha una tinta giallastra uniforme, i fianchi sono grigi, del pari che le pettorali; le altre pinne volgono ad una tinta grigio-giallastra. La macchia laterale, e le linee longitudinali dei fianchi sono poco apparenti. D. tr/1I;-A.3/95 P. 1550.4173; Vi 1/5; Eu ehotor 02, oa. 1830 Mena vomerina, Cuv. Val., VI, p. 400, pl. 164. Proporzioni. 1840 id.: = ce FAM. MENIDI , 249 SMARIS CHRYSELIS SMARIS CHBYSELIS I 68° Specie (2° del Gen.) Smaris chryselis, Cuv. Val., VI, p. 419, pl. 165, è. Smaris gagarella, Cuv. Val., ib., p. 420, 9. (Zerro coronato largo). Car. specifici, — Corpo ovale-allungato, mediocremente compresso, rivestito di scaglie piccole, cigliate. L’al- tezza del tronco è compresa 3 1]2 a 4 volte nella lunghezza totale del corpo. La lunghezza del capo é contenuta 4 volte nella stessa misura, e questo è un pò meno alto delli propria lunghezza. Il profilo supe- riore del corpo segue una curva regolare ma più alta di quella dello Smaris vulgaris fino alla metà della | dorsale, discendendo con una linea più blanda sino alla base della codale. Il profilo inferiore è alquanto più convesso al ventre del sup.riore. Il muso è breve, piuttosto ottuso; La bocca obliqua, molto protrattile; il suo squarcio non altinge il margine anteriore dell'orbita. Le mascelle sono subeguali, la superiore appena ur: pò sporgente oltre Di fcriore. Entrambe sono guarnite di una zona di denti esili a scardasso, di mezzo ai quali spuntano alcuni denti più forti caniniformi, leggermente uncinati. Il Vomere è perfettamente liscio; —L’O :chio é piuttosto grande, rotondato, il suo diametro è compreso 3 1/4 a 3 1]2 volte nella lunghezza del capo, ed è quasi eguale all» spazio preorbitale. Il sottorbitale è allungato, disposto obliquamente avanti l'orbita, e lesger- mente scanellato nel suo margine inferiore. Il Preopercolo é alto, col lembo posteriore rotondato e distintamente striato; L’Overcolo convesso, tutto squamoso e terminato posteriormente in una lievissima punta ottusa.—Sulle guance corrono 4 serie principali di squame, oltre ad una piccola presso il lembo inferiore del preopercolo. — La Dorsale é revolare, arcuata, continua, ma più alta che nello Smaris vulgaris; essa è fornita di 11 raggi osset e di 11 mo:li; il 5°, 6°, 7° dei primi più alti, eccedono un poco în lunghezza la 1/2 dell'altezza del corpo. L’ ultimo raggio molle è minore della lunghezza del troncone della coda. La disposizione dii raggi del- l'Anale è consimile ma più bassa della porzione molle dvrsale, Le pettorali sono adimate, piuttosto strette; Le Ventrali 1/3 minori delle pettorali, e munite alla base di una breve squama lanceolata. La caudale è forcuta, coi 2 lobi simmetrici, e pari ad 1/5 della lunghezza del corpo. La linea laterale anche in questa specie è larga, parallela alla curva dorsale, e guernita di circa 70 squame piccole, imbricate—I! Colore del corpo dillo Smaris chryselis è bianco-argentino in genere, volgente al giallastro, e varicgato di azzurro. Il dorso presenta un colore cinereo-argentino con riflessi violetti, il ventre una tinta giallognola a riflessi argentini, i lati hanno unu tinta più chiara con r.flessi giallastri, e sono percorsi da 5, 6 strette zone longitudinali di un bell’az- qurro d'oltremare. La pinna dorsale è ammantata di una tinta ceruleo pallida, con macchie verdastre od az- qurrognole più intense, disposte in doppio ordine sulla parte posteriore, cui si aggiunge talora una lieve mar- \ ginatura periferica d. Ilo stesso colore, Le Pettrali, e le Ventrali sono giallastre e sparse di macchie azzurre; L’anale ha lo stesso fondo giallo, ed è fasciata da tre bande cerulee. La caudale è gialla, rosseggia un poco sulla punta e sui margini e porta due sole bande cerulee (Bonap.). — Giova però notare che i Maschi dello Smaris chryselis non vestono le loro belle tinte azzurre che in primavera al tempo della fregola, mentre in altre epoche essi, del pari che le femmine, appalesano bensì le stesse tinte, ma più sbiadite ed evanescenti. Det: A3/0Pir4i a Coo17; Vi 1/55 Vert.10/153; Ciechi;pil4. 1830 Smaris chryselis, Cuv.Val., VI, p. 419, pl. 165. | 1867 Smaris chryselis, Steindachner, Icht. Bericht. 1836 idsBonapi Icon. Faun.. Ital. tab. ‘90, (1. c.), p. 29, sp. 1°. (sinon. Sm. vulgaris). HO), 1870 id. Ninni, Pesci Venete Lagune, p.,70; 1840 idaNochmnz: Bur. Fauna IH, p. 152. Spi.0(; (Esuriprò). » id. Nordmann, in Cemidofi, Voyage III, » id. Lolee List. Poiss. Marché d’Alger, pis 309: p. 62° 1845 id. ci Ind. Pesc. Messina wmsc. n.124; | 1871 idi. Costa: (Achi);LaURescay:p: 183; id: ediz.Facciola 1886, p. 17, Sp. 70. » id. id., Pesci Golf, Napol.; in Ann. Min. 1940 cid Bonaparte, Catal. Pesc., Europ., p. SI, Agricolt. I, p. 440. sp. 436. » id, vidi, rAradas, Pesce. G. Catania:libidi » idi@W5.sst Catal Pesci Ligur., p. 120: po 00nxSP,33% 1859 id. Gunther, Catal, I, p. 388, sp. 2. (sinon. » id. Carruccio, Pescorage. Viapgio Dar Sm. alcedo). gioni; 1bid., p. 253. (Gerretu). 1860 idgNacdo i Prospi Venete Icht., pi 75. 11872 id. 'Canestrini, Faun. Ital. Pesci, p. 84. (Mena chrvselis). 1877 id. Gervaiset Boulart,Pois.Franc, II, p.198. 1861. -_ id. Gulia, Tentam. Icht. Melitens, p. 23, | 1878 id. Doderl ,prosp.Pesc.Sic.,p.40,sp.144 bis. Sp. 104). » id;.- Heldreich} Faun.. Gréce; p. ss 1862 id. Canestri, Catal. Pesc. Genova, p. 362. 1880 id. Moreau, Hist.nat. Pois. Franc. III, p.75. 1366 ide croci Caral Pesce vAdriaty p. 11, |».1862 id, Reguis, Hist. nat. Provence (Poiss., Sp. 99. pi. 220,/Sp. 69): I 16 | | 250 FAM. MENIDI O SRG SMARIS CHRYSELIS Sinonimie. 1713 Spicara, Cupani, Panphyton, V. 3, Tab. 7. 1743 id. Mongitore, Sicilia Ricerc. II, p. 93. 1777 Pitre ou petite. Picarel blanche, Duham., Péches, Part: Seti pig plesso 1810 Spicara flexuosa, Raf., Carat., p. 51, Sp. 140; 1864 1871 id: ilmdice "Ri Sic! p.#24,0/Spo 148. id. (Raf.) Gemmellaro (Carlo), Saggio Ittiol,. d. G. Catania; Atti Soc. Gioen., WR paz id. : Atadas, 'Pesc, G./Catan.;inAnniMin. Agric. p. 601, sp. 36. 1811 Sciena gymnodon, Pallas, Zoograph. Rosso- Asiatic. III, p. 252 (sec. *Nordman). 1826 ? Smaris smaris mas, Risso, Eur. merid., p. 345. (pars). N. B. Lo Smaris chryselis è stato considerato già tempo come var. dello Sm. A/cedo da Gunther, Ninni, Canestrini, Gervais, Doderlein. Id. come Sinon. dello Sm. vulgaris da Steindachner Id. come specie distinta e & del Sm. gagarella da Moreau, da Bonap. ed ora da noi, NOMI VOLGARI DELLO SM. CHRYSELIS Italiani. Zerro coronato largo. Zerro dalla Corona largo. Zerolo di fango, Zerolo chiaro. Spigolo (Toscana). Spino Garizzo, Menola bianca, Pontio (Venez.). Menolata, Amendola (Marche). Spigo (Genova). Gerlessa (Nizza). Spicaro (Nap.). Spigara vera (Sic., Pal.). Spicara masculu (Pal.). Sgarù (Messina). Giaretto (Sardegna). Gerrettu (Cagliari). Mucara (Malta). Esteri. Le Picarel chryséle {Franc.). Picarel grise. Picarel d’Italie. Vernieira (Cette). Der Goldene Picarel (Ted.) Schinz, SMARIS CHRYSELIS Smaris sagarella, Cuv. R. AL Cuv. Val, || VI, p. 420, 9 dello Smaris chryselis. (Zerolo chiaretto, Fem. del coronato largo). Differisce dallo Smaris chryselis per il corpo un pò meno alto (11/4 della lunghezza totale); per la testa {Il un pò più lunga; per la Dorsale più bassa, non at- tingente alla 1/2 dell'altezza del corpo; per gli ultimi raggi molli della dorsale e dell’anale più corti, e per il colore generale del corpo e le macchie azzurre sbiadite. 1830 Smaris gagarella, Cuv. Val., VI, p. 420. 1836 id. Bonap., Iconogr.Faun.Ital.,tab.g1,fig.1. 1840 id. Schinz, Eur. Faun., p.153 (der gagarel). | ; 1845 id. Cocco, Ind. Pesc. Messina ms. n.125; ll id, ed. Facciolà (1886) p. 17, Sp. 77. 1846 id, Bonapart., Cat. Pesc} Eur pe spe a (fem. del Sm. chryselis). 1859 id. Gunth.,Cat.1,p.388. (sin. Sm. vulgaris). 1867 id. Steindachn., Icht. Berich. (1. c.). (Sinon. _ Sm. vulgaris). 1868 id. De La Blanchère, Dicht. Péches, p.625. 1869 id. Brito Capell., Append. ao Catal. Peixes Portug. Journal sc. math.n. VII, p. 223, sp. 228. (Trompeiro). » id. id., Peixes colligidos Bahia de Lagos Wl Algarve, ib., p. 229. 1870 id. Burgot, List. Pois. March. Alger., p. 62? . | » id. Grael!s, Esplor. cient. Departm. Ferrol, p. 344, sp. 38. (Trompero lirio). 1871 id. «Costa, -La Pesca; pî 183. (Spiaaro) » id. ‘id., Pesc, G. Nap.; in Ann. Min; Agc. (I. c.), ;p: 440. (Spicazo). 1872 id. Canestrin,, Faun.Jtal*Rescsspsnni (Sinon. Sm. vulgaris). 1877 id. Gervais et Boulart, Pois. Franc., p. 108. | 1878 id. Doderl., Prosp.Pesc. Sic.,p.40,sp.145. {ll 1881 id. Moreau, Stor. nat. ‘Poiss.Wrrane sul p. 75. (Fem. Sm. chryselis). 1882 id. Reguis, Hist. nat. Provenc. Pois. p. 220, sp. 69. (Fem. Chryselis). NOMI VOLGARI DELLO SM. GAGARELLA Italiani. Zerolo, Zerro coronato chiaro. Zerolo, Lerro chiaretto. Zamarella. Marida, Maridola bianca (Venez.). Spicaro (Nap.). Spicara, Spicareddu (Sic., Pal.). Spicara femmina. Smidiru (Messina). Mucara, Musciana (Malta). Esteri. Le Picarel Gagarel, Picarel blanche. Gerret (Baleari). Xucla (Catalogna, Spagn.). Tromrero lirio (Porto S.* Maria, Spagn:). Trombeiro, Trombeta (Portog.) Brita. Der Gagarel (Ted.), Schinz. f Annotazione. Evvi tanta somiglianza di forma e di caratteri, i dice il DI Moreau nella sua Storia naturale dei pesci di Francia T. III, p. 75, fra lo Smaris chry- selis e lo Smaris gagarella, che è impossibile non riconoscere che queste due forme di pesci costitui- ‘ scano una unica specie, Le piccole differenze che vi intercedono sono così insignificanti da non do- verle attribuire altrimenti che a differenza di sessi; e ciò vieppiù giustamente che, tanto il Cuvier quanto il Bonaparte, allorchè instituirono codeste forme, sospettavano già che lo Smaris gagarella potesse . essere la femmina dello Smaris chryselis. Noi non potiamo che assentire pienamente alle dotte osservazioni dell'illustre Ittiologo francese, in quanto che consta a noi pure che gli individui a- | venti caratteri dello Smaris pagarellu sono forniti di . organi femminili, a differenza dei soggetti dello Smaris chryselis che presentano costantemente or- gani maschili. — Nei mari della Sicilia di fatto ri- scontransi frequentemente queste due forme di Smaris; “ed anche di recente no: abbiamo avuto per le mani . molti soggetti, sì dell’una che dell’altra forma. Essi erano somigliantissimi; }’ unica differenza che pre- ‘“sentavano consisteva in una maggiore o minore elevazione della dorsale ed una maggiore o minore vivacità delle caratteristiche loro tinte azzurre, par- ticolarità che dipendono evidentemente da una di- versa condizione sessuale o dall’epoca in cui questi pesci venivano esaminati, Dapoichè, come abb amo gia notato, lo Smaris ckryselis non veste lo splen- dido suo abito di nozze che in primavera all’epoca della fregola. Questo fatto ci fa nascere il dubbio che quelli ittiologi che hanno osservato questi pesci in pri- mavera, abbiano potuto credere che essi costitui- scano due specie distinte, laddove vedendoli in ogni | altra stagione, si sarebbero convinti che essi for- mano una sola ed identica specie. A contraposto della suddetta opinione, altri illu- stri Autori hanno supposto che lo Smaris chryselis possa essere identico o sinonimo dello Smaris al- cedo, giudicandolo dalla tinta azzurrognola che pre- . domina in queste 2 forme di Smaris. Anche questa ‘Opinione non è esatta. La forma speciale, e parti- colarmente le tinte cerulee che adornano lo Smaris alcedo, anche in tempo di nozze, sono ben diverse di quelle dello Smaris chryselis. Basta confrontare i le descrizioni registrate in tutte le opere classiche ‘ di ittiologia per restarne convinti. — D'altronde nel modo stesso che abbiamo potuto constatare nei mari della Sicilia Ja presenza dei d e delle 9 dello Smaris chryselis, così ci fu facile, di aver le prove della esi- stenza dei & e delle 9 dello Smaris alcedo. Prove che il Museo Zoologico possiede ad esuberanza. A a FAM. MENIDI Abitazione. Lo Smaris chryselis vive in abbondanza in tutto il Mediterraneo, forse un pò meno copiosamente dello Smaris vulgaris. In Provenza, a Nizza, a Cette è comunissimo; si pesca pure con frequenza lungo le spiagge della Liguria, della Sardegna, della Cor- sica, della Toscana, delle provincie Romane, a Na- poli, in Sicilia, nel Veneto, in Istria; forse più ra- ramente lungo le coste Dalmate, non essendo stato segnalato dai valenti naturalisti locali. Il Prof. Nord- mann lo cita nel Mar Nero, presso le spiagge della Crimea. Viceversa non pare che esso si avventuri oltre lo stretto di Gibilterra, quantunque la fem. sotto il nome di Gagarella sia stata segnalata da Brito Capello nei pressi di Lagos in Portogallo. Nei mari della Sicilia lo Smaris chryselis è ab- bastanza frequente; in tempo d’autunno veste la di- messa sua livrea invernale, in Primavera si ammanta dello splendido abito di nozze, nel qual stato, dai pescatori locali, unitamente allo Smaris alcedo $, 9, viene designato col nome di Asineddu du varu o meglio di Asineddu ovaru, cioè gerente uova. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. tn Pelle: 40Es.:d01:20:0, 19:10, 218: E12: In Wlcool'*plitEsi:t0, 18:40; 14° Prep. osteol.: 1 Schel. Prep. splanc. a secco. Id. in alcool: App. è, 9. Proporzioni. Lungh-'tot.. | 0,200; 0, 80, Alt. corpo O} 105210) (045: Lungh. testa 0, 050; 0, 040. Alt. testa 0; 042; 0,035: Diam:..occh. 0, 012; (0, Oto. Spaz; preorb.:.0, 012;/0,.OHI. Spaz. interorb. 0, 015; 0, OI2. Lungh. pettor. 0, 032; 0, 030. Lungh. ventr. 0, 026; 0, 024. Lungh. codale 0, 034; 0, 032. Pregio alimentare. Le carni di questa specie non godono verun pre- gio di buon sapore al pari delle specie precedenti. pure i TRI NTE AETVE ORSI pes 252 FAM. MENIDI è A SMARIS ALCEDO SMARIS ALCEDO 69* Sp. (3% del Gen.) Smaris alcedo, Cuv. Val., VI, p. 416, è ®. (Zerro coronato sottile). Car. specifici — Corpo oblungo, fusiforme, ristretto alla coda, coperto di scaglie piccole cigliate. — L’al- i tezza del tronco è contenuta 4 1/2 a 4 3/4 volte nella lunghezza totale, la grossezza è la 1/2 dell’ altezza. La | lunghezza del cabo è compresa 4 1/2 a 4 2/3 volte nella stessa misura, e questo è 1/3 meno alto della pro- . pria lunghezza. Il Profilo del corpo è regolare ed uniformeme:te rilevato tanto superiormente che inferior- mente, descrivendo una elisse allungata, ristretta al tronco.ie della coda. Il Muso é molto affilato; la Bocca mediocre, molto protrattile; le Mascelle subeguali, fornite per ciascuna di una zona di denti minuti a scar- dasso, di mezzo ai quali spuntano nella parte anteriore alquanti denti più forti, caniniformi; Il Vomere è liscio; L’Occhio è mediocre, il suo diametro si trova compreso 3 1/2 a 4 volte nella lungh:zza del capo, ed | I 1/2 volta nello spazio preorbitale; Il Sottorbitale é meno allungato che nella specie precedente, e privo della scanellatura inferiore; Il Preopercolo è alto, fornito di un margine posteriore liscio; L’Opercolo ben sviluppato, | scaglioso, terminato posteriormente in una breve punta, cui sovrasta una piccola scanellatura marginale. —4 serie principali di scaglie tapezzano le guance del pesce, oltre una piccola serie limitante il lembo inferiore del preopercolo. — La Natatoja dorsale è continua, regolarmente arcuata, e molto più alta, proporzionatamente che nelio Smaris chryselis; poiché oltrepassa in lunghezza la 1/2, dell'altezza del corpo. Porta IT raggi ossei, e II molli, gli ultimi dei quali, riescono più allungati che vello Sm. Spallanzani, fasc. XI, XII, p. 561, sp.60. . Sinonimie. 1686 Smaris Rondeletiù, Willugby, Icht. Lib. IV, pesionpl. Vi 8..fiz.:s 1810 Sparus alcedo, Risso, Icht. Nice, p. 258, sp. 28. (partim.); (nec Risso), Europ. merid.III, Poz Onisp, 1250. » Sparus bilobatus? Risso, Icht. Nice, p. 252, sp. 21. (nec Lacepede). 1826 Smaris smaris mas, id., Eur, merid. III, p. 345, Sp. 254, (nec Lin.) (pars). » Smaris îtalicus,? id., Hist. nat. III, p.346, Sp.257, pl. XII, fig. 30. (Gerlessa). 1829 Picarel Martin Pecheur, Cuv. R.A., 2.* ed. II, D0137. 1832 Sparus ornatus, Roux, Lettre adressé a ML Farusac ? 1743 Spicara, Mongitore, Sic. Ricerc. II, p. 93. NOMI VOLGARI Italiani. ì Zerro coronato sottile, Zerro dalla corona. Zerro alcedine. Zerolo di fondale (Roma). Menola alcedine, Gavizo, Menola bianca (Venez.). Gerlessa, Gerlé blavié (Genova, Nizza). Rotunno, Ciaulo, Ciurlo (Napoli). Menolata (Marche). Zammarella (Taranto). Spicara masculu (Sic.). Spicara femmina (Sic.) Mongit. Id. imperiali (Sic., Pal.). Mammaluccu (giov.). «Asineddu du varu (ab. nozze). Ciuccara o Ciucarra (Cagliari). Esteri. Ie Picarel martin Pecheur. Le Picarel alcyon. Martin Pecheur. Gerl: blaviè (Nizza). Varit de Ville (Marsiglia). i Der eisvagel (Ted.) Schinz. FAM. MENIDI SMARIS ALCEDO Annotazione. Le belle tinte azzurre che adornano l’attuale specie nel suo abito di nozze, e che riflettono in certa guisa quelle dell’uccello Piombino ( Alcedo ispida,Lin.) hanno ispirato l’idea a Risso di darle 1 elegante nome di A/cedo (Itt. Nice. p. 258), e ciò tanto più che dagli stessi pescatori Nizzardi essa veniva di- notata col corrispondente nome volgare di Martin- pécheur. E bensi vero che il Risso nella 2.* ediz. della sua Opera, dietro l’erronea supposizione che il suo Sparus alcedo fosse il & dello Smaris vul- garis, omise questa denominazione e la sostituì con quella di Smaris smaris mas; tuttavia il suo nome primitivo le rimase in iscienza, e fu addottato dalla maggioranza dei successivi ittiologi. Questa specie di Smaris, come risulta dalle ana- loghe descrizioni, è molto affine allo Smaris chryselis, a tanto che da molti ittiologi essa vi venne annessa a sinonimo. — Non per tanto, è d’uopo dirlo, essa è specie distinta, che differisce dal chryselis per parecchi caratteri; primieramente per la forma più snella del corpo, per la minore altezza relativa del tronco, per il muso più affilato, per la dorsale più alta, per il notevole prolungamento degli ultimi raggi molli del'a dorsale e dell’anale, che, distesi, raggiungono la base della codale, e finalmente per la forma e distribuzione delle macchie colorite, le quali, quantunque di tinta cerulea, hanno disposizione diversa; non ultima differenza presentando la mac- chia nera che nell’A/cedo sorge nello interspazio fra il 1° e 2° raggio osseo della dorsale. Lo Smaris alcedo, al pari delle specie congeri, abita in tutto il Mediterraneo, in copia però minore, in quanto che prediligendo esso i fondi melmosi più remoti, meno frequentemeite si lascia cogliere dai pescatori locali. — Del resto ricorre ovunque tutto l’anno, e va in frega nei mesi di Maggio e di Giu- gno. — In Sicilia non è raro, e noi abbiamo avuto agio di provvederne molti soggetti è @); tanto in istato semplice che in abito di nozze. È a questa specie che più particolarmente i pescatori di Palermo appongono il nome di Asineddu du varu, massime in primavera, quando le 9 si trovano piene di uova. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. lnebelle3:(Es2do} 18:T0;\17;\0, 10. In alcoolplu Es.- 0, 1870, 15. Prep. osteo! 1 schel. 0, 18. Prep. splunc. in alcool: è 9. Proporzioni. 180; 0, 160. OSO: O, (04s: 045; C, 042. 032; 0, 030. OI0: 0; OTO. OS: 10, OI2. 0$$; 0, 032. 040; 0, 038. Lungh. tot. Alt. del corpo Lungh. testa Altez. testa Diam. occhi Spaz. preorb. Lungh. pettor. o, Lungh. codale o, O, O, O, O, O, O, 17 > x N \ pe “ J 254 FAM. MENIDI | SMARIS MAURI SMARIS MAURI 70° Sp. (4° del Gen.) Smaris Mauri, Bonap., Icon. Faun.Ital.Pesc.,p.66, tab.90 dis, fig.3 9. | i i Car. specifici — Corpo allungato, fusiforme, coperto di scaglie piccole, robuste, cigliate; L’altezza del tronco | è contenuta $ volte nella lunghezza totale, ed è doppia della relativa sua giossezza; La lunghezza del capo lo Ii é 4 1]2 volte circa nella stessa misura, e questo è 1/3 più basso che lungo. Il Profilo del dorso presenta una |l curvatura più uniforme e meno elevata che nelle specie precedenti, mentre quello del ventre è alquanto più | convesso del superiore, Muso sottile; Bocca mediocre, molto protrattile; Mascelle subeguali, guarnite entrambe | di una zona di denti esili, puntuti a scardasso, oltre ad altri 2 più grandicelli caniniformi che sorgono al- | l'estremità della mascella ivferiore. Occhi mediocri, il loro diametro resta compreso 3 a 3 1/4 volte nella i lunghezza del capo ed 1 volta nello spazio preorbitale. Il Sottorbitale è breve, scanellato inferiormente; il i| Preopercolo ristretto , liscio posteriormente; L’ Opercolo grande, arrotondato e scaglioso — 3 soli ordini di | scaglie corrono sulle guance. — La Dorsale é regolare, lunga, alta più della 1/2 dell'altezza del corpo. Essa porta 11 raggi ossei, e II a 12 molli, gli ultimi dei quali prolungati oltre la 1|2 del troncone della coda. è L’Anale è consimile alla porzione molle della dorsale, e porta 3 raggi ossei, e 9 molli, gli ultimi molli prolun- | gati come quelli della dorsale. Le Pettorali sono grandi, triangolari; Le Ventrali 1/3 circa più corte delle petto- | rali; La Caudale forcuta coi lobi eguali e meno appuntati che nella specie precedente. La Linea laterale è pres- sochè rettilinea, fornita di circa 80 scaglie attraversate da 2 pori, contandosene 16 in una linea trasversale del Smaris gracilis, Bonap., ibid., p. 67, tab. 90, fig. 1. (juv. vel. 9). (Zerro del Mauri è), (Zerrolo sottile 2). corpo. — Il Colore di questo pesce è un grigio fosco, o meglio un grigio rossigno uniforme, molto affine a quello dello Sm. vulgaris. Le Natatoje sono rossigne, prive di macchie particolari. Veruna macchia nera appare sui lati di questo pesce. DI. TIE; A.3/00P_01so Cry; Vans: Lun hf 408) 1836 Smaris Mauri, Bonap., Icon. Faun, Ital. Pesc., | 1875 Smaris Mauri, Trois, Prosp. Pesc. Adriat., tab. 90 dis, fig. 3. p. (185, Sp. (95% 1840 id. Schinz: Eur Faunsl ip fe3" 1877 id. Gervais et Boulart, Poiss. France II, Ill 1846 id,. Bonapart:, Catal. -Pesci Europ:, p. 5.1; pini! : sp. 433 & 9. 1878 id. Doderl., Prosp. Pesc. Sic., p. 40,sp.146. Il! 1859 id; (Gunther, (Gatal. I} p3397 spo: 1879 id. Stossich, Prosp. Faun, AdGarsMpag0) 1860 id: > Nardo, -Rrosp- pesci Menez: p.670), (Mena Mauri). (Mana Maurt). 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesc. Ital., p.21,sp. 37. 1866 id. Perugia, Catali Pesca rAdratiop. LIE, Sl FISSI id. Moreau, Hist. nat. Poiss. Franc. III, Sp. IOO. P:77, Mo: (034: 1867 id. Steindachn.,.Icht. Bericht(d.4c.)p. 132: » id. Kolombatov., Pesc.Acque Spalato, p.6. ill (Var. dello Sm. alcedo). » id. Perugia, Elenc. Pesci Adriat.,p.5, sp.16. | 1870 id. Ninni, Pesc. Venet. Lagun., p.70,sp.92. | 1882 id. Kolombat., Fische gew4assern v. Spa: 1871 id. . Costa: (Ach.); La-Besca, pirog, lato. pMgi » id: “id: Pesc../G.Napoli: ‘in Ann Mn » id. Reguis, Hist. nat. Prov., p. 220, sp. 70. Apric., P. 440; 1883 id. Vinciguer., Croc. Violant., p.41,sp.21? 1872 id.. Canestrini,.Faun."Ital Pesc,, p.95.1| 1880 id, id., Pesc. Prov..Romane; in Spallanz. | (Mena Mauri). Fasc. XI-XII, sp. 62. Sinonimie. NOMI VOLGARI DELLO SMARIS MAURI Lo Smaris Mauri da qualche ittiologo è stato ri- Italiani. tenuto un adulto dello Sm. vulgaris. Zerolo del Mauri. Id. come & del Sm. alcedo da Steindachner. Menola del Mauri. Id. come specie distinta, da Gunther e da Cane- | Menola (Trieste). strini, Giarretto maschio. Id. come $ dello Sw. gracilis, da Bonap., da Mo- | Rotunno (Napoli). reau, da Gervais e da noi. Spicara (Pal., Sic.). Esteri. Le Picarel de Mauri. Gerlè (Cette). TT, TE OE IE SMARIS MAURI. . Dl esi Smaris gracilis, Bomap. Iconograph.Faun. Ital., tab. 90, fig. 1. 9 o giov. della specie precedente. (Zerro sottile). Differisce dallo Smaris Mauri per il corpo più sot- tile ed allungato (1° altezza essendo 1/6 è più della lunghezza totale), per la testa un pò più lunga, per la dorsale alquanto più bassa, per gli ultimi raggi molli di questa più corti, e per il colore generale del corpo fosco argentino chiaro, degradantesi al ventre în un argenteo lucido, colle pinne generalmente sco- lorate o di colore olivastro chiaro, e per la presenza il di una grande macchia scura sut lati. barn 53/0; Prg C. 17; V. 01/6; Euneh:0;t12, ‘0,14 1836 Smaris gracilis, Bonap., (I. c.), tab. 90, fig. 1, | 1846 1840 idspiSchinzé Europ. Fang. Itp. 153. id/“Bonap,, Gatal. Pesci. Europ. p; SI, sp. 438, (prec. foem.). » id. Sassi, Catal. Pesci:Liguria, p. 120. 1859 id. -Gunther, Catal. I, p. 380, sp. 4. 1860 id. Nardo, Prosp. Pesci Venez., p. 75. 1861 stiCanest i Catali“Pesc. Genov., p. 163. 1867 id.WSteindaeh.. ‘Ichi, Bericht (1. c.), p.31, sp. 24. (Fem. Smaris Alcedo). 1841 ida das: #Catali Pesce; G- Catania; in Ann. Min. Agric. T, p. 601, sp. 54. 1872 idgfCanestrin. ,-Paun. Ital. Pesci, p. 48. (Mena gracilis). 1877 id. Gervais et Boulart, Poiss. France II, p. 110. (Fem. Smaris Mauri). 1878 uo derlem,-Prosp. Pesc. Sicil.; ‘p. 40; sp. 146. (Fem. Sm. Mauri). » id. Heldreich, Faune Grèce, p. 85. 1880 iduli Giglioli, Elenc. Pesc. Ital, p.27, sp. 28. 1881 id. Moreau, Hist. nat. Poiss. France III, pi 77. (Fem. :Sm. Mauri). 1883 id. Vinciguerra, Risult. Crociera Violante, pie lO, Sp.i21. 1889 id. id., Pesc. Prov. Romane; in Spallanz. Fasc. XI-XI, p. 561, sp. 61. Sinonimie. Sparus smarîis, De la Roche, Ann. Mus, XIII, P. 344. NOMI VOLGARI DELLO SM. GRACILIS Zerrolo sottile. Giarretto femmina. Zerro, Gerre o Smaride. «Agon, o Agone d'Istria (Venez.). Spicareddu (Pal., Sic.). Picarel gréle (Franc.). Jarret (Franc., Iviza, Baleari). Caramel (Spagna). Der Schlanke Pikarel (Ted.). FAM. MENIDI Annotazione. Torna difficile il formarsi un esatto criterio di ciò che sia lo Smaris Mauri, e quale sia la formola specifica che realmente lo contradistingua dalle altre specie congeneri, in quanto che i caratteri che gli vengono attribuiti si trovano ripetuti in tutte le altre specie collaterali. Lo stesso Bonaparte diceva già, che lo Sm. Mauri rassomiglia nella forma e nei colori allo Smaris vulgaris, e che differisce sol- tanto per diversità di tinte dallo Smaris chryselis.— Noi pure, qualora non lo vietasse la maggior lun- ghezza del corpo, lo avremmo volentieri giudicato un sinonimo, od una varietà sessuale dello Smaris vulgaris. D'altronde come distinguerlo dall’affinissimo Smaris gracilis, che, toltone la minor dimensione del corpo e dei raggi, gli si attaglia per tutte le altre particolarità. — Questa complicata correlazione di caratteri è stata causa che lo Sm. Mauri, più delle altre specie, è stato ballotato dagli Ittiologi a sino- nimo fra le forme congeneri, e contemporaneamente da altri illustri scienziati radiato dalla serie ittiolo- gica del Mediterraneo. Di mezzo a queste difficoltà, noi abbiamo creduto più conveniente conservare lo Smaris Mauri a specie distinta, come lo intesero il Bonaparte, il Gùnther, il Moreau, prendendo a base di distinzione la mag- gior lunghezza relativa del suo corpo, che non si verifica in veruna altra specie congenere, annetten- dovi a sinonimo o a varietà sessuale lo Smaris gra- cilis, che lo avvicina per una corrispondente mag- giore lunghezza del corpo. Abitazione. Sembra che lo Smaris Mauri sia alquanto raro nel Mediterraneo, sia per esservi realmente più scar- so, o perchè non ben distinto dai pescatori, Tuttavia venne in particolare avvertito a Cette, in Sarde- gna, a Messina. Secondo Bonaparte, abita a prefe- renza i litorali rocciosi, e si riproduce come le al- tre specie in tempo d’estate. — Nei mari di Palermo non ci fu dato fin’ora di rinvenirlo. Proporzioni sec. Moreau. Lungh. tot. Al: corpo Spessore Lungh. testa Alt, testa Diam. occh. Spaz. preorb. Spaz. interorb. 0, Lungh. pettor. 0, Lungh. ventr. 0, Lungh. codale o, 3130: 0021, OI4. 020; SUOLO 71009; » 0095. 0085. 024. 018. 024. LI O (0) O (0) (0) O (o) FAM. MENIDI TOMO SMARIS INSIDIATOR SMARIS INSIDIATOR m* Sp. (5? del Gen.) Smaris insidiator, Cuv. Val., VI, p. 414. Smaris cirrus, (Raf.) Doderl. (Zerro insidiatore, 0 senza macchie). Car. specifici. — Corpo cilindrico allungato, coperto di scaglie piccole, pentagone, subimbricate. L’altezza | massima del tronco è contenuta 5 a 5 1/2 volte nella lunghezza totale del corpo; La grossezza è 2/3 dell’al- tezza. La parte assottigliata del corpo 1/7 della lunghezza (Bonap.). Il Capo è lungo la 4° parte del pesce, ed alto 2/3 della propria lunghezza. Il Profilo del corpo è poco elevato , uniforme e quasi rettilineo tanto al dorso che al venire; Il Muso è acuto; La bocca mediocre, eccessivamente protrattile. La Fronte appia- nata larga; Le Mascelle subeguali, fornite di una zona di piccoli denti acuti a scardasso, tramezzati da denti © più lunghi. L’Occhio è grandicello, il suo diametro è compreso solo 3 volte nellu lunghezza del capo; esso è 1/4 maggiore dello spazio preorbitale, e pari allo spazio infraorbitale. Il Sottorbitale è largo e privo della sca- nellatura marginale inferiore. Il Preopercolo alto, arrotondato posteriormente. L’Opercolo grande, ben svi- luppato, squamoso, e terminato all’ indietro in un breve angolo ottuso. La Dorsale incomincia a livello del 1/3 posteriore delle pettorali, è lunga, scanellata nel mezzo, talchèé sembra doppia, cioè formata da 2 curve che si riuniscono ffa loro nel mezzo ad angolo rientrante. Essa si compone di 13 raggi ossei, il 3° dei quali, che è îl più alto, pareggia i 2/3 dell'altezza del corpo; e.9 raggi molli, gli ultimi dei quali non prolun- gati come nelle specie precedenti. L’Anale è breve, ha 3 raggi spinosi corti, piuttosto deboli, e 10 molli. Le Ventrali sono triquetre con raggi che diminuiscono più sensibilmente che nelle altre specie. Le Pettorali lunghe, appuntite, La Caudale molto forcuta a lobi pari. La Linea laterale corre piuttosto retta al 1/4 superiore dei lati, «d è fornita di circa 90 scaglie. — Il Colore di questo Smaride è bruno , tendente al rossigno sulla schiena, bianco giallastro ai lati, argenteo al ventre. Le pinne sono di una tinta rossastra frammista di giallo, tinta che riesce più intensa e tendente al rosso nella Caudale. Veruna macchia nera appare sui lati del pesce. D.i 13/9; A..3/10) Pi tg Cig. lana 0.76,200,20. Append. piloriche 3; Vescica natatoja semplice, non forcuta posteriormente. 1830 Smaris insidiator, Cuv. Val., VI, p. 414. Sinonimie. 1836 id. Bonapart., Icon. Faun. Ital., tab. 90, fiv.i2. 1810 Centracanthus cirrus, Rafin., Caratt., pi 43: 1840 id Schinz\Eur Panna bip.2rsdi gen., XXXII, sp. 118; 14 Indie Mit 1845 id. Cocco, Ind, Pesc. Messina msc. n. 126, Sic. Pa 19; Sp. 9IS(Cirr) id. ediz, Facciolà 1886, p. 17, sp. 74. | 1830 Smarîs angustatus, Solander, (Cuv. Val. VI, (Cirru, Asineddu). . D. 421). Madera. | 1846 id. Bonap,, Catal. Pesc. Eur., p.51,5p.433. » Smaris Royeri, Bowdich,(Cuv. Val., VI, p. 421). 1859 id... Gunther, (Catal. mera 7° Fam. MULLIDI (Mullide, Auct.). il | Car.— Corpo ovale più o meno allungato, leggermente compresso, coperto di sci. glie grandi, caduche, ora liscie ora fornite di finissime dentature marginalli Testa corta, scagliosa, compressa, col profilo superiore arcuato; Bocca tell! minale, piccola, poco o punto protrattile; Mascelle subeguali, fornite genil ralmente di piccoli denti deboli, caduchi. Due lunghi cirri conici annesifi all’ osso joide, pendono dalla sinfisi della mascella inferiore. Occhi laterali mediocri; Pezzi opercolari inermi, guance non corrazzate. Due dorsali breyif' fra loro molto discoste; Anale simile alla 2.° dorsale. Ventrali toraciclii con 1/5 raggi. Linea laterale continua. Vescica natatoja, se presente, seilli plice. Appendici piloriche numerose. RP Annotazione. La famiglia dei Mullidi comprende le specie dei pesci perciformi che presso gli antichi ebbero un singlf' lare pregio per la squisitezza delle carni e per la leggiadria delle loro tinte. Esse venivano generalmente d signate dai Greci col nome di Yyriglie, dietro la erronea credenza che figliassero tre volte l’anno. Questo not dai latini venne successivamente cangiato in quello generico di Mu//us o Mulleus tratto dal colore rosso di cf esse sono generalmente ammantate; nome che loro venne conservato anche dagli odierni Ittiologi. La famiglia dei Mullidi è abbastanza naturale, e distinta per caratteri propri dalle altre famiglie dei pefff Perciformi. Le sue specie occupano una estesa area nei mari temperati e tropicali Europei, penetrando talune pill sino negli estremi mari settentrionali, mentre si trovano estesamente rappresentate nei mari Indiani da corrispii” denti specie del Gen. Upeneus, unicamente distinte per caratteri di dentizione. f. Nel Mare Mediterrunco questa famiglia non comprende che il solo genere Mu//us, Lin. 34° Gen. Mullus, Lin., Cuv. Car.— Corpo ovale allungato, leggermente compresso, coperto di scaglie grandi, caduche, ctenoîfl fornite cioè di numerose spinule marginali; Testa mediocre, scagliosa, compressa, col pro) superiore arcuato e proclive anteriormente. Muso arrotondato , breve, bocca piccola, terni nale, orizzontale, leggermente protrattile. Mascella superiore sdentata, l’inferiore fornita W' una stretta zona di esili denticini, e di due appendici o Barbigli lunghi nella sua estremi inferiore; Vomere, palatini, largamente dentati. — Occhi piuttosto grandi, ravvicinati WL' profilo superiore del capo; Preorbitale ben sviluppato. Due orifici nasali, il posteriore strel) ravvicinato all’orbite, l'anteriore leggermente rigonfio. Fessure branchiali ampie; Pezzi Opi) colari ben sviluppati coi margini interi. Opercolo grande, terminato posteriormente in piccole punte spinose. — Due dorsali brevi, discoste fra loro, la 1% sorgente a livello dell base delle pettorali e fornita di 7, 8 raggi ossei sottili ; la 2° inserita poco oltre la mì della lunghezza del corpo, portante 1 raggio osseo e 8 molli; Anale pari alla 2° dorsale, ci}; due raggi ossei e 6 molli. Pettorali larghe. Caudale forcuta. Linea laterale ben marca formata da scaglie larghe, con canale guarnito di piccoli condotti laterali. Vescica patate! assente, stomaco semplice, appuntito posteriormente; Appendici piloriche numerose, 4 ragli branchiostegi. i FAM. MULLIDI 259 Annotazione. |. Riesce alquanto difficile fissare il numero ed i caratteri distintivi delle specie o forme di MuZ/us che vi- &ono nei mari Europei; difficoltà resa ancor maggiore, per la notevole discrepanza di opinioni che vigge in Broposito fra gli Autori che ebbero ad occuparsene. Mi Generalmente gli Ittiologi del secolo passato, a cominciare dal Salviani, Willughby, Bonnaterre, Ray, Linneo, anno constantemente ammessa l’ esistenza di due specie distinte di Mu//us nelle acque del Mediterraneo ,: il “iullus surmuletus, Lin. cioè, ed il Mullus barbatus, Lin.; distinzione che troviamo affermata da Cuvier R. A., @Puvier, Valenc., Bonaparte, Catal.; Gunther, Catal.; Canestrini, Fauna; Gervais, e da pressochè tutti gli Ittio- poi Mediterranei, — Questa distinzione venne poco stante messa in dubbio da Gronovius (Ediz. Gray, p. 108) «fihe credette riconoscere nel Mu/l/us surmuletus la 9 del Mullus barbatus. — A questa opinione - accedette più *fardi il D." Steindachner, che ammettendo tuttavia la riunione delle 2 specie, le ritenne, indipendentemente dalle ifferenze sessuali, forme estreme di una medesima specie. — A questa idea parteciparono più recentemente il D Day nell’opera dei Pesci d'Inghilterra p. 22, il Gùnther dubbiosamente nello Study of Fishes, p. 404, e la haggior parte degli Ittiuvlogi Scandinavi, i quali non trovando nell’Atlantico che 1l solo Mullus surmuletus cre- lettero ‘che questa fosse la sola specie esistente nei mari Europei. L A contraposto di cotali opinioni, altri Autori accrebbero il numero delie specie nostrane del Gen. Mu//us. “al fu il Rafinesque che aggiunse un Mu/lus fuscatus dei Mari -della Sicilia, specie accettata dal Risso, ed il- rilbstrata recentemente dal Moreau; tale fu pure il Malm che inscrisse un MuVlus dubius nei mari Settentrionali, fihe egli poi riconobbe essere un sinonimo del M. surmuletus. fl Sovvenuto da molteplici osservazioni e da esami di confronto, ho potuto avere la convinzione che «el Mediterraneo esistono realmente due specie o forme distinte del Gen. Mu/lus, quelle stesse già segnalate lai precedenti Autori; specie caratterizzate non già da una sola, ma da un complesso di particolarità proprie e : listintive. Ognuna di queste forme, come lo ha già notato il Canestrini (Faun. It., p. 80), comprende parecchie Marietà, che i pescatori delle coste Mediterranee contrasegnano con nomi volgari diversi a seconda del colore, del lesso e della località ove le specie dimorano; oltre queste varietà sonovi forme intermedie (partecipanti in parte dei taratteri delle specie principali) ed altre ancora, che non esiterei a riconoscere per individui ibridi. La maggiore con- Vinzione della esistenza deile predette due specie io l’ho potuta desumere dalla esistenza e dal possesso in questo useo di individui di ciascuna delle 2 specie sumentovate forniti di sessi & diversi. i Dietro a che presento qui i caratteri principali che possono servire di guida al riconoscimento delle pre- Mette due specie: {l Profilo superiore del Capo discende molto chì obliquamente verso l’apice del Muso. Î Colore del Corpo rosso ranciato o pr L’ Estremità postersore della mascella supe- con 4 fascie longitudinali giallo è Mullus surmuletus, Lin. | riore non raggiunge la verticale del mar- | dorate sui fianchi. ] 2 . ] I, a gine anteriore dell’Occhio. | ' treni. Profilo superiore del Capo discende quasi sinati verticalmente verso l’ apice del Muso. Colore rosso di rubino, più o meno carico, senza fascie longitudinali è Mullus barbatus, Lin. , dr L’Estremità posteriore della mascella supe- 0) riore oltrepassa la verticale del margine ciallo-dorate sui fianchi. sl ® p 5 5 2 0 anteriore dell’Occhio. ALL lb di Aggiungo qui in appendice, a titolo di confronto, la 3° forma segnalata dal Rafinesque, giusta i caratteri in- I idicati dal Moreau; forma che potrebbe forse rientrare fra le varietà delle specie precedenti: 1 Profilo superiore del Capo discende meno nare obliquamente verso l’apice del Muso. viutE Estremità posteriore della mascella supe- «riore raggiunge appena la verticale del mar- 4" gine anteriore dell’Occhio. Colore del corpo giallo-rossigno , scaglie punteggiate di bruno, 3 0 ( Mullus fuscatus. Rafin \ 4 larghe zone gialle si stendono ? : sui fianchi. FAM. MULLIDI ib 4 r————_————11_______——————_——————+—+———— —_TLLJ MULE US =SURMUEETIS MULLUS SUR MUTE :TUS | 72* Sp. (1? del Gen.) Mullus surmuletus, Lin. Car. specifici. — Corpo ovale allungato, rotondato al dorso, compresso al ventre, coperto di scaglie larghe, ctenoidi, piuttosto aderenti, e fornite di numerosissime spinole marginali, L’Altezza del tronco è contenuta 4 a 41/2 volte nella lunghezza totale del corpo, e lo spessore di questo è pari ai 2/3 dell’altezza. — La Testa è breve, col profilo superiore arrotondato, e decrescente in linea molto obliqua verso Papice del muso. — La lunghezza del capo è compresa 4 a 4 1/2 volte nella lunghezza totale, e la sua altezza è 1/3 minore della | relativa sua lunghezza. Il Muso è ottuso, la Bocca piccola, poco fessa, le Labbra carnose, le Mascelle sono pari, poco protrattili; La mascella superiore è generalmente sdentata, ma talora, come nota il Moreau, vi si ravvisano alcuni esilissimi denticini caduchi; l'estremità sua posteriore non raggiunge la verticale del mar- gine anteriore dell’orbita. La Mascella inferiore, è fornita al margine di una stretta zona di piccoli denti velutati. Essa porta alla sua sinfisi inferiore 2 cirri lunghi, conici, robusti, articolati col corpo dell’ osso joide; Le branche di questa mascella lasciano framezzo un solco longitudinale, entro il quale ponno allogarsi i predetti 2 cirri.— Il Palato è rivestito di un largo disco ovale di piccoli denti, diviso nel mezzo da un solco longitudinale prodotto dalla dilatazione del vomere. La Lingua è liscia. L’Occhio è grande, super- ficiale ed annesso al profilo superiore del capo. Il suo diametro, sebbene variante coll’ età, è contenuto in genere 3 1]2 a 4 volte nella lunghezza del capo ; esso è eguale ai 2/3 dello spazio preorbitale, e pari allo | spazio infraorbitale; che è appianato. II sottorbitale è alto, troncato posteriormente, e diretto obliquamente .| sul davanti dell'orbita. L’Opercolo è ampio, nudo, desinente in 2 punte mozze nel suo margine posteriore. - La prima dorsale è breve, triangolare, fornita di 8 raggi ossei piuttosto deboli, il primo dei quali eccessiva- mente corto, gli altri decrescenti gradatamente all’ indietro. La seconda dorsale, è più lunga ma più bassa della prima, di forma quadrilatera e provveduta di 1 raggio osseo, e di 8 molli. L’anale è consimile ed opposta alla seconda dorsale e fornita di due raggi ossei e 6 molli. — Le Pettorali sono leggermente appuntite, portano 17 raggi molli pari in lunghezza adw1/6 della lunghezza totale del corpo. Le Ventrali, che sorgono un pò dietro le pettorali, hanno forma triangolare ed una lunghezza quasi pari a quella delle pettorali.—La Caudale è forcuta, e lunga circa 1/5 della lunghezza del corpo. La Linea laterale sî spicca dalla regione soprascapolare, e corre quasi rettilinea in prossimità al margine dorsale, portando 39 a 40 scaglie, ognuna delle quali è percorsa da un lungo canale, che si dirama ai lati in una decina di piccoli tubi, — 10, 12 altre scaglie si stendono in una linea verticale sul corpo. — Il corpo di questo pesce presenta un caratteristico colore rosso ranciato, più carico sul dorso, tendente al roseo sui fianchi, ed ad un bianco rosato al ventre; 3 o 4 strette fascie giallo-dorate ne percorrono longitudinalmente i fianchi. La testa superiormente è ammantata di un colore rosso-roseo, vicppiù vivace e tendente al violu sut pezzi opercolari; La 1° dorsale è rosea ed attraversata obliquamente da 2, 3 striscie gialle, tutte le altre pinne sono ranciate, colore che si mostra più sbiadito sulle pettorali e sulle ven- trali, e più carico nella caudale. ID. 8=2D.1/8; A. 2/6; P. 17; C. 18; V. 1/5; Lungh. :0,,20;/a 0,35; ancheto@;0) 1766 Mullus surmuletus, Linn., Syst. nat., p. 496, | 1822 Mullus surmuletus, Naccari, Icht. Adriat., p. 16, (Triglia maggiore o di scoglio). Spi 2. | Sp. (59. 1768 id. Brunnich, Pisc. Massil., p. 71 (pars). | 1824 ide Mis Reise Wenedig, II, p. 427. 1769 id; Pennant, Brit. Zool. (1° ed.) III, \p. 274. | 1826 id Risso, Europ. Merid., p. 284, sp. 299. pisa, 23 popo 1827 id. Nardo, Prodr. Adriat, Icht.,p.12,sp.83. 1782 id. Biocht Bis Dentschi Ilie 1328 id. Flemming, Brit., Anim., p. 216, sp. 158. ta Ds 1829 id. Cuvier Valenc., Hist. Poiss. III, p.433. 1788 id. Linn., Ed. Gmelin. p. 1339, sp. 2. 1832 id. Nilsson., Prodr.Icht. Scandinav., p. 39. » id. Bonnaterre, Encycl. method., p. 124, 1835 id. ‘Yarrell, Brit. Fish, (124ed5) pren tab. Sorin 908 fig.; (2* ed.) I} p..31; (ted 1798 id. Lacèpède, III, p.+382 et 394. » id. Jenyns, Manuel Brit, Vertebr., p. 337, 1800 id. Linn., Faun. Svecica ed. 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Hamilton, British Fish, in Jardine Li- brery, Vol. XXXVI, Parts I, pi 149; spomozad-ePart. Il ps 350, sp. TO. Nilsson, Scandinavisk Fauna Fiskarna, Dì 47. Thompson, Nat. hist. Ireland IV, p. 70. Machado.WPeces.de Cadiz, p. 16. Gunther, Catal. I, p. 401, sp. 2. Nardo, Prosp. pesc. Venez., p. 78. Gulia, Tentam. Icht. Melitens., p. 21, Cétes Ocean. sp. 74. Couch, Fish. British. Island, T.I, p.209, DIC4T: Canestrini, Catal. Pesci Genova (I. c.), pe 262. Companyo, Hist. nat. Dep.° SIEPE Orient. NI, Poiss,; p. 399, Sp. 2 Gemmellaro, Saggio Icht. Golf. Catan., Att. Soc. Gioen. T. XIX, p. 149, Sp. 2. Le Mariè, Poiss. Charente, p. è, sp. 6. Brito Capello, Peces De Jornal SciMath:,1,;p:251, sp. SI. Perugia, Icht. Adriat., p. 14, sp. 146. De la Blanchère, Dict. Pèches, p. 751. Brito Capello, Peces Collig. Bahia de Lagos, Jornal VII, p. 229. Graells;- Explor. cientift. Dep.° Ferrol, P.. 3602, Sp: «64. Ninni, Ittiol. Venet. Sposgs) (este. 1. PE PRA MOLLUS SURMUE:E TS NOMI VOLGARI Italiani. Triglia maggiore. Triglia di scoglio, di arena. Mulletto arancione. Barbon, Tria, Triglia (Ven., Triola (giov.) (Mean Barbon de nassa (Fiume) Faber. Triglia di scoglio (Livorno). Treogia veaxa de Cheuggio (Genov.). Steglia de roca (Niz.). Treglia saponara o de aurito (Nap.).. TmoltaXde sola (Sic3, Pal). Trigghia d’arca (Pal.). Triglia di gramigna (Messina) Cocco, Gemmell. IriesrogEiumie): Esteri. Mulle rouget, Barbeau, Barbarin, Gran Mulle rajé de jaune (Cuv., ‘Rouget gros o d’Yport. Rouget (Cette). Roujet de roco, Striolio de roco, Estreio de roco (Pro- venza) Reguis. Barberin (Guascogna). Stripet surmullet, Red mullet (Ingl.). Grosser Rothbart (Ted.). ‘Die gestreifte Meerbarbe (Ted.) Barbo (Santander, Loredo, Spagna). Salmonete rayado o de Arzel (Cartagena). Moll de roca 0 roquer (Catalogne, Baleari). Moll red, Moll barantjo (Val encia). Barbadine (Guipuzcoa). Trlja, Bradazicic (Dalm., Spalato). Irlja batoglaviza (Spal.) Kolomb. Mal: Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. Intclle0Es:to, “40:10, 32210118) In ‘alcool pl. Es.: 0,26; 0, 18; Ol 0:c0) Prep. osteol. 1 schel. 0, 26. Prep. splanc. a secco App. branch. Id. in alcool: App. dig. App. $& 9. IO. Proporzioni. Lungh. tot 0; 400: 0; 1320; 107 180. Alt. corpo (PRC) OMOIONOL Lungh. testa 0, 090; 0, 070; 0, 042. Alt. testa 0, 080; (0) 0if'5; 0, 040: Diam. occh. 0,020; 0, 015; 0, OI0, Lungh. cirri 0, 065; 0, 050; 0, 040, Lungh. preorb./0, 060; 0; 040: 0, 020. Lungh. interor. 0, 040; 0, 020: 0, 015. Lungh. pettor. 0, 070; 0, 055; 0, 035. Lungh. ventr. 0, 060; 0, 045; 0, 030. Lungh. codale 0, 070; 0, 050; 0, 040. MULLÙS SURMU LES Annotazione. Il Mullus surmuletus è la specie maggiore deli Gen. Mullus che abita i Mari Europei, Essa è re mente una specie o forn:a distinta, essendo costi- tuita di individui è, 9 e di giovani, che io stesso ho Fi potuto riscontrare in numero notevole nei mari della Sicilia, R. Università. Oltre i caratteri indicati nella predetta frase spe- cifica, questa specie si distingue dall’ affine Mu/lus barbatus, per una dimensione relativa maggiore del corpo, pel corpo notevolmente più alto, per le sca- glie più grandi, più aderenti al tronco,,e fornite di un maggior numero di spinole marginali; per le testa più lunga e più bassa, per l'occhio proporzio- natamente minore, per i cirri più robusti e più lunghi, oltrepassanti in estensione l’ angolo inferiore del- l’opercolo, e finalmente per il colore generale rosso- ranciato e le zone longitudinali giallo-dorate onde ne è ornato il corpo e le natatoje. Tuttavia, è d’uopo avvertire che le proporzioni del suo corpo variano alquanto negli individui in corrispondenza del sesso e dell’età, in guisa che nei giovani il muso riesce | più allungato di quello degli adulti. È Il Mullus surmuletus è pesce gregario che vive isolatamente in grosse colonie nei fondi rocciosi di alcune determinate località dei litorali Mediter- ranei, senza trovarvisi rimescolato con individui di altre forme congeneri; particolarità ben nota ai pe- scatori Siciliani, scare a colpo sicuro questa qualità di pesci. Il Mullus surmuletus occupa nei Mari Europei un’area assai più vasta delle altre forme congeneri. Poichè oltre ad essere abbastanza comune in pres- sochè tutti i paraggi del Mediterraneo, esso abita altresi Je acque delle Coste Occidentali atlantiche Europee, estendendosi sino alle latitudini remote del Mar del Nord. Comunque egli divenga vieppiù scarso | tuttavia lo si pesca. verso je regioni settentrionali, nel Canale della Manica, nel Mar Baltico, sulle Co- ste dell'Holstein, del Devonshire, della Cornovaglia in Inghilterra, e persino lungo i litorali della Svezia. Pregio alimentare. Questa specie quantunque venga altamente ap: prezzata per la bontà delle sue carni, tuiiavia non | raggiunge la squisitezza della specie minore, resa | celebre per le stravaganti cure cui si davano gli antichi romani per cibarsene e vederla spirare nei | Tuttavia è ancor dubbioso, se | sontuosi loro conviti. i grandi individui che i Romani ricercavano, e paga- vano a prezzi favolosi appartenessero a questa spe- cie, anzichè alla più modesta e più comune del Mu/- | lus barbatus. Plinio però riferisce che i grandi in- | dividui di oltre 2 libre si traevano unicamente dal- | l'Oceano settentrionale (Lib. IX, C. 17). e riporre nel Museo Zoologico di questa che ne traggono profitto per pe- , dl FAM. MULLIDI 263 MULLUS BARBATUS | | 73° Sp. (2? del Gen.) Mullus barbatus, Lin. (Iriglia minore o di fango). Car. specifici. — Corpo ovale allungato, rialzato anteriormente, depresso all'indietro, meno allungato della | specie precedcute; coperto di scaglie poco uderenti, decidue, più piccole di quelle del Mullus surmuletus, guar- | mite di un numero minore di spinole marginali. — L’altezza del tronco è contenuta circa 5 volte nella lun- ghezza totale del corpo, ed è 3 volte maggiore della propria grossezza. La Testa è breve, col profilo superiore arrotogglato e diretto quasi verticalmente verso l'apice del muso, lo che imparte un aspetto come troncato ai- | l'estremità anteriore del capo. IZ Muso è corto, la Bocca piccola, mediocremente fessa; le Labbra sono car- | mose, le Mascelle eguali, poco protrattili; la Mascella superiore è sdentata, l'estremità sua posteriore oltre- i passa la verticale del margine anteriore dell'orbita; l’ inferiore è fornita di una stretta zona marginale di | denti come nel M. su:muletus, e porta alla sua sinfisi inferiore due cirri o barbigli proporzionatamente più | corti e piu esili di quelli della specie preceder:te; dapoiché raggiungono appena in estensione l’angolo inferiore | dell’opercolo. L’Occhio è più grande che nel M. surmuletus; il suo diametro pareggia la 1/4 parte della lun- | ghezza della testa, la 1/2 dello spazio preorbitale, e supera alquanto la larghezza dello spazio interorbitale, che è . concavo. I! Preorbitale è troncato all'indietro, ma meno esteso che nel surmuletus e fornito di pori più larghi. L’Opercolo è ampio, nudo, ed arrotondato nel suo margine posteriore e terminato da un breve aculeo. Le Nata- il toje sono disposte come nella specie precedente. La prima dorsale però sorge un pò più anteriormente sul corpo il che nel surmuletus, porta, 7 od 8 raggi ossei, il 1° dei quali brevissimo; La seconda dorsale è quadrilatera, più bassa della prima e fornita di I raggio osseo e di 8 molli. L’Anale é opposta e consimile alla 2° dorsale, il con 2 raggi ossei è 6 molli. Le Pettorali sono discoste dall'opercolo, ben sviluppate e fornite di 15 raggi. La . Caudale è forcuta e pari in lunghezza ad 1/5 della lunghezza totale del pesce. La Linea laterale corre alquanto | ll flessuosa in prossimità della curva dorsale, portando 38 a 40 scaglie, in ognuna delle quali il canale centrale | “il si dirama ai lati in 5 soli tubi minori. II Colore di questo pesce è rosso di rubino più o meno carico al Utet dorso, argentino rosato ai fianchi, e roseo-pallido al ventre, ed è sempre privo di zone giallo-dorate lonzitu- dI d | dinali ai lati; La Dorsale è uniformemente bianco-rosata, ed è priva di zone gialle e di macchie nerastre; ‘pì RI Ze altre pinne sono ammantate di un color giallo-roseo pallido. C pei n | e Der €. 17; Va 1/5; Lungh. (0): 15; 4.0, 20, pi Il 1766 Mullus barbatus, Linv., Syst. nat., p. 495, sp. 1. | 1835 Mullus barbatus, Yarrell, Brit. Fish. (1° ed.) siii 1708 id. Brunnich, Pisc. Massil., p. 7! (pars). I, pi. 32, fig.; (2° ed.) I, p. 36; (33 ed>) sche! 1769 id (Pennant, Brit, Zoolog. (1* ed.), III, IL p. 102 (The plain surmullet). si piera (eredi) TILL p. 365. » id, Jenyns, Manuel Brit, Vertebr., p. 338, rail 1782 id. Bloch, Fisch. Deutschl.II,pl. 348, fig. 2. spione Si) all 1788 ida, (ediz) Gmelia, pi 1339, sp.rt. 1338 id. Vrapant, Fish.) 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Risso, Europ. merid, III, p. 385, sp. 309 tab. IX, fig. 2 (Mullus minor). | (Mullus ruber). 18SI id. White, Catal. Brit. Fish., p. 108 (pars). | 1827 i We NardoProdr. Adriat. Icht.., p.. 16, » id. Desvavx, Essai, -Icht, Cotes: ©ceang sp. 58. France, p. 68, sp. 142. 1828 id. Flemmivg, Brit.animal., p.216,sp.157. | 1854 id. Hamilton, Brit. Fish. in Jardive Library, 1829 id. Cuvier Valenc., Hist. Poiss. III, p. 442, vol. XXXVI, Part. I, p. 139, sp.9; pÎ. 3; , pi. ‘76: ide PartioI]; -Syuops:, Spi 3:g0, 0 spit0 4804 FAM. MULLIDI xe o MULLUS BARBATUS 1857 Mullus barbatus, Machado , Peces de Cadiz., I 1859 1860 1861 id. id. id. PARTO: GuntherggCatalep.40r,isps Nardo, Prosp, Pesci Nenez:imp. 78: Canestrin:,, Cat Pesce. E. Genova Paf2.027 Gulia, Tentam. Icht. Melitens., p. 215 Sp. 73. Couch,« Fish. But.dip 217 fpl043: Companyo, Hist. nat. Pirenées Orient., III, P. 399, SP. I. Gemmellaro (carlo), Saggio Icht. Gol. Catania (RC) PAS 0 ie Mari, Poissi Charente sini, 8: Sp. 7. Brito Capello, Peces Portug, Journal Scomaton pi 251, Spor220 Steindachner, Icht. Bericht; in Sitz; k. Akad. Wissens. Wien, V. 56, p. 33 (pro parte). Perugia, Icht. Adriat.;p. 14, Sp. (147. De la Blanchére, Diction. Pèches, p_1083, Hip,ecol: Ninni, Pesci Venete Lagun.., p;.72, Spi 136: Bourjot, List. Poiss. Marchè d’Alger, ps 19. Graells, Explor. cientif. Depart. Fer- rol, (p. 302, Sp. 09. Costa :((Ach.); La Pesca, p. 83, id., Pesci G. Napoli, in Atti Minist. AO pa 4401 Aradas, Pesci G. Catania ibid., p. 602, Sp. 49. Carruccio, Pesci raccolt. Viagg. Tar- gioni, ibid., p. 255. Canestrini, Faun, Ital. Pesci, p. 80. TroisrBlenco:PescitAdrianp.f24 Sp. 139. Gervais et Boulart, Poiss. France II, Pi. 97 pistoni Doderle in, Prosp. Pesc. Sicil., p. 38 sp. IIO. Heldreich, Faune Grèce, p.;31, Stossich, Prosp. Faun. Adriat. Pesci, 2 p.36. Giglioli, Elenc. Pesc.Ital., p.21, sp. 40. Moreau, Hist. nat. -Poiss. France HI, P. 249. Perugia, Elenc.Pese,l Adriat} pio SPiCaz. Faber, Fisheries Adriat., p. 190, Sp. 74. Kolombatovic, Pesci Acque Spalato, id., Fische gewassern v. Spalato, p. 13. Vinciguerra , Ris. Crociera Violante, p. 42-3. Reguis, Hist. nat. Prov., p. 192, Sp. 15. 1883 1884 1886 1888 ») 1889 # MULLUS=BA RBATUSS Mullus barbatus, Marion, Esquis. Topogr. G. Marseille; in Annal. Musée d’Hist. nat. «Marseille 1, p: For. id. Beltremieux, Faun. Vivant Charente, |Jf Ui90Ì id. oa Imenick Kraliesk. Dalmac., PS S Pasto: id. id., Catal. Vertebr. Dalmat., p.20, sp.19. id, Graeffe, Seethiere (Gres pena) id. Vinciguerra, Pesci Prov. Romane. In |Ifl Spalianzani fasc. XI, XII, p. 561, sp. 65. Sinonimie. Toy, Ariost,, Lib. II, C. 17, Lib. IV, C. 11,0 Lib..V, C.. 9, Lib VI AC a: cid. ..Aelian, Lib; II, C. 41; Ateo D. 324-325. Mullus, Ovid, v. 123. id. Plinius.L. TX Gorraia gt id. ‘Martial;; Ep. Lib. X, Ep 30,610 CpISSO; id. ‘Giovenale, Satyr., Lib ce id. Cicerone,Epist.Lib.Il, Ep.adAtticum.i. id. Varronio de re rustica Lib. II], C. 17. id | Seneca; Epist., Lib, ISSECo: id. Svetonio, -Fib.-Ces, €34 aa Cini Mullus cive Trigla, Belon., Aquat., p. 173-6, fig. Mullus barbatus, Rondel., Pisc. Lib. IX, C. 4; p. 290, fig. | ti Trigla, Salviani, Aquat. Fol., p. 236, tab. 5; fig. 96 fig. 96. Mullus, Cc A quat, PI Mullus minor, Jonston, Pisc. Lib.I, tit. III, C. 1, art. 1, p. 162; ‘tab, 2A nt Mullus barbatus, Charlet, Onom. Zoic. Pisc., P:17- 46; 2: Mullus ‘Belonii, Willugby, p. 285, tab. 5-7, fio) Mullus i, Ray, Syn. Piscium, p. 90. id. Gronovius, Zoophil., p.286 (pro parte). Mullus Ruber, Lacepèd. III, p. 385. id, Shaw., Brin Zool. IM porone id. Rafinesg.; Ind., p. 275 Spiao: idi.. Risso, Tehti Nice; Spor: id. id., Eur. Merid. III, p. 385, sp. 303. || Mullus barbatus, Gronov., ed. Gray, p. 108 || (pars) Mullus minor, Costa (Oronz.), Faun. Nap., p- 3; — tab TX, fior: Il dI | I] i} } if | '| sco —q e a fe deg n rn MULLUS BARBATUS i i | NOMI VOLGARI 3 Italiani. 6 ut, È | Triglia minore, Triglia di fango, Triglia d’alga(Ital). Mulletto rosso. Barbon (Venez.). Barboncini Cavazioi (giov.) (Venez). Triglia di rena (Tosc.). Treggia de fango, Treggia de fundo, Treggia cavun en. Tregghia de fangu o de limo (Genova). Tregghia morsellina, Tregghia de morsa (Nap.) Costa. Tregghia de morsu verace, Tregghia del granatello (Napol.). Tregghia de Capitello (Taranto). Iregghia (Bari). Trigghia di fangu (Pal., Sic.). . Tregghia de gramigna (Catan.) Aradas. Trilia Gamora (Malta) Trapani. 0.10, 6 bi Esteri. Le Rouget. PLe Rouget barbet. Mulle rouget. Barbatin. Barbarin (Guascogna). | Petit barbarin (Poitou). SE Vrai rouget, Roujet de Tartano (Prov.). ir; plain surmulett, The Red Mullet (Ingl.). il Meer-barbe, Noth- merbar be, Noth-bart, Gemeine see barbe, Gestrecfter Rothbars (Ted.). sul | | Salmonete (Spag., Portog.). I i Moll (Barcell.). Estreio de fango, Imbriaco (Spagna). . Barbun (I}lir.). | Trlja prava, Bradascic pravi (Spall.). Trlja pusoglavica, Trlja berkavica (Croat.). Î «Trigla (Greco Antico). Il LÌ | Hi i | di fi; | | Mvapprovpi, (Greco Moderno). 1 Preparazioni | del Museo Zoologico di Palermo. tà) i Un:-Pelle 3 Es. 0, LO; O 200,22) \\ In alcool: pl. Es.: 0, 14; 0, 16. fl Prep.osteol.: 1 Schel, 03822: ll Prep. splanc. a secco. Branch. Il i Id. în alcool: Tubo dig., App. è, 9. | Proporzioni. MU/Lungh. tot. 0, 160; 0, 220. .} I Alt. corpo O, 040; O, 050. MW Tungh. testa 0, 035; 0, 050. | Alt. testa 0, 030; 0, 040. i. Diam. occhi 0, 018; 0, 020. Îl Spaz. preorb. 0, 020; 0, 028. Spaz. interorb. 0, OI10; O, OLII. | Lungh. pettor. 0, 025; 0, 040. o Lungh. ventr. 0, 020; 0, 030. i Lungh. codale 0, 030; 0, 050. FAM. MULLIDI MULLUS BARBATUS Annotazione. Anche il Mullus barbalus è specie distinta, io ne ho le prove, avendo rinvenuto individui &, 9 e giovani nelle acque della Sicilia, che depositai nel Museo zoologico di questa R. Università di Paler- mo. — Ed invero, se si pongono a confronto esem- plari tipici del Mu/lus barbatus con quelli del Mu/- lus surmuletus, si potrà agevolmente riconoscere che i primi si distinguono dai secondi, per la forma più tozza e meno allungata del corpo; per il profilo superiore del capo diretto quasi verticalmente verso l’apice del muso; per il muso più breve, rigonfio, e quasi troncato; per l’ occhio proporzionatamente minore; per l’ estremità posteriore della mascella superiore oltrepassante l’ appiombo dell’ orlo ante- riore dell’orbita; per i cirri della mascella inferiore più grossi e più lunghi; per 1’ aculeo del margine posteriore dell’opercolo più robusto e più marcato; per la prima Dorsale più anteposta sul corpo e for- nita per lo più di 7 soli raggi ossei, e le ventrali più discoste dalla base delle” pettorali: per le scaglie del corpo e principalmente per quelle della linea laterale più strette, e guarnite di minor numero di spinole marginali; e finalmente per il colore rosso carmino ond’è generalmente ammantato il corpo, reso più marcato e vivace sul capo, sul sottorbitale, e sui pezzi opercolari. Particolarità tutte, che prese in complesso, distinguono assai bene fra loro co- deste due forme di Mullus. — E D’uopo però av- vertire che parecchi Autori recenti non sono di questo parere. Ho già accennato il fatto che Gro- novio ritiene il MuZ/us barbatus quale 77 del Mul- lus surmuletus. Anche il D." Steindachner ebbe ad affermare che fra 75° esemplari di Mu//us che egli ha raccolto nel suo viaggio in Spagna e Portogallo, non è riuscito a distinguere specificamente le due forme fra loro (1. c. p. 33). Il Day considera pure il Mullus surmuletus quale varietà del M. barbatus (lic. p..:22) e persino? il Di" Gunther, che nellsuòo Catalogo del Museo Britannico aveva tenuto distinte queste due specie, nella più recente sua opera Study of Fishes dichiara essere il M. surmuletus probabil- mente una 9 del M. darbatus (I. c. p. 404). io non posso dividere 1’ opinione di questi dot- tissimi Ittiologi, in quantochè sovvenuto da diligenti osservazioni personali, mi sono convinto che le for- me del Genere Mullus proprie del Mediterraneo, costituiscano due tipi perfettamente distinti, aventi per ciascuno individui di sessi diversi e caratteri complessivamente speciali; ma che ognuno di essi si trova contornato da parecchie varietà morfologiche determinate, dall’età, dalla località, e dall’influenza dei fondi sottomarini in cui essi hanno stanza; varietà che colmano la lacuna interposta fra le due forme, senza tuttavia riunirle in una unica specie. * Queste varietà, già segnalate dal prof, Oronzio Costa, da Canestrini, e contradistinte dai pescatori con nomi volgari speciali, sarebbero le seguenti: 20 266 MULLUS BARBATUS La Triglia di rena, (Triglia saponara dei Pesca- tori) vivente nei fondi arenosi lungi dagli scogli. Di color giallo-rossigno pallido, di carne molle, facile a decomporsi, di sapor alcalino disgustoso. Triglia di fango, (Trigghia di fangu) dimorante nei fondi melmosi, contradistinta da un colore rosso-carnicino più carico di quello della triglia di rena, in cui il capo è più vivacemente colorito del corpo. 1riglia di aurito di color rosso-aranciato col ventre argentino, con traccie di linee gialle sui lati, e col Muso più obliquo del Mu/!lus barbatus, abitante i luoghi a fondo algoso. Triglia fosca, (Trigghia d’arca o di niuri) di color bruno-rossastro o giallastro, a corpo più largo, pun- teggiato di bruno e guarnito di larghe zone gial- lastre. (Probabilmente Mu/lus fuscatus, Raf.). In quanto agli organi interni essi sono consimili in entrambe le specie. Il D." Gunther ne ha mae- strevolmente delineato lo scheletro (Cat., p. 402), mevtre Oronzio Costa ne ha splendidamente de- scritto la forma e la disposizione dei visceri interni (1. c.). E qui colgo l’opportunità per notare, che la mancanza di una vescica natatoja nelle specie indi- gene del Gen. Mullus quale è stata ammessa da alcuni Autori, è un errore, in quanto che il Prof, Oronzio Costa ha esattamente rilevato e fatto di- segnare quest’ organo dei Mu//us, nella predetta Tav. IX A ‘'B della Fauna napoletana, notando solo che la vescica aerea del M. surmuletus è alquanto maggiore e più consistente di quella de! M. barbatus. Pregio alimentare. Il Mullus barbatus è la tanto decantata triglia che i Romani encomiavano e cambiavano con ugual peso d’argento. Ed in vero essa fu apprezzatissima in ogni tempo presso gli Egizii, i Greci ed altri popoli dell’antichità, ma in verun luogo raggiunse quella celebrità e fanatismo che godè presso le genti dell’antica Roma. Dalle cronache di quei tempi ri- sulta, che i Romani ne facevano incetta anche nei mari più lontani, non risparmiando cure e spese per procurarsene in copia; che ottenutele, le riponevano ed allevavano in vivai e piscine speciali; che le im- bandivano nei loro conviti più sontuosi, esponen- dole nel tempo stesso sulle tavole entro vasi di vetro, onde godere gli svariati cangiamenti di colore che l’agonia della morte faceva subire a questi pesci.— Il prezzo cui ragguagliavasi il possesso di una triglia ai tempi della repubblica romana, cresceva in ragione del maggior volume e peso del pesce. Una triglia di 2 libre di peso, secondo Plinio, consideravasi già come un pesce sontuoso ; Le triglie di 3 libre erano ri- tenute, secondo Orazio, un oggetto di ammirazione. (Hor. Sat. Lib. II, Sat. 2, v. 3), mentre si stimava rovinosa pel prezzo una triglia che superasse le 4 libre di peso, onde i celebri versi con cui Marziale stimatizzava un Epulone che ne aveva fatto acquisto. FAM. MULLIDI MULLUS BARBATUS . + + + + Mullus tibi quatuor emptus Librarum, cena pompa, caputque fuit. Exclamare libet non est hic improbe, non est Piscis; Homo est, Hominem Calliadore voras. (Marz.; LibYX3E 300 * Ne qui si arrestava la smania dei Romani sotto l’impero per procurarsi a qualunque prezzo soggetti grossi di Triglie. — Seneca narra, che Tiberio per sordida avarizia aveva mandato a vendere sul mer- cato una triglia di 4 libre che gli era stata offerta in dono, Ja quale venne acquistata da Apicio ed Ot- tavio al prezzo di 5000 sesterzi; più tardi, al tempo di Caligola, sec. Svetonio, si vendettero 3 grosse tri- glie per 3omila sesterzi (5849 fr.), fatto che indusse Tiberio ad imporre una tassa sui viveri nel mercato, per porre freno a codeste eccessive liberalità. In tempi posteriori, a detta di Macrobio, (Saturn. Lib.II, p. 12), questa passione dei Romani per le Triglie andò gradatamente scemando, in guisa che potevasi avere una Triglia di 2 libre a prezzi abbastanza miti. Oggidi l’apprezzamento per questo genere di pe- sci, senza essere cosi esagerato come al tempo dei Romani, si mantiene tuttora abbastanza alto in pa- recchie città marittime del Mediterraneo, onde è che una Triglia di qualche grossezza si ritiene possa fare sempre onore ad una lauta mensa, Il Mullus barbatus abita tutti i paraggi del Me- diterraneo, esso diviene abbondantissimo nell’Adria- tico, nelle regioni Orientali e persino nel Mar Nero; viceversa si mostra alquanto raro nell'Oceano Atlan- tico, lungo le spiagge della Guascogna e del Poitou e quasi eccezionale nel Canale della Manica e sulle coste della Gran Bretagna, però secondo Steindach- ner non poche triglie si pescano a Cadice, Lisbona, a Gibilterra e persino a Teneriffa nelle acque delle Canarie. Sonovi però località ove a preferenza questi pesci acquistano miglior sapore, e maggior pregio. A_ Napoli ad es. sono in particolare stimate le triglie di Granatello perchè in quella località esse trovano alimenti più confacenti, ed acquistano pinguedine e sapore. Così nel Mar di Taranto questi pesci, sec. Costa, tanto s’impinguano che sulle brage si sciolgono quasi del tutto, onde fa d’ uopo rostirle involte in carta. I pescatori delle Coste della Francia vantano la squisitezza delle triglie della Provenza e particolar- mente quelle di Yport e di Bell'Isle. In Sicilia le triglie si tengono in certo pregio, ma non certamente quanto altri pesci più squisiti di questi mari. Il Mullus barbatus è di regime omnivoro, si nutre di piccoli crostacei, di molluschi, di pesci, e partico- larmente di vermi e di anellidi, che sa egregiamente scavare col muso dal fango in cui sono appiattati. Esso generalmente s’agira tutto l’anno in bande nu- merose nei bassi fondi, ma appare più copioso nei mesi di Agosto e Settembre, sempre però in minor quantità del M. surmuletus. Negli altri mesi molti soggetti rimangono nei fondi marini, ricomparendo numerosi in Maggio, per riprodursi lungo i litorali, e presso l’imboccatura dei fiumi. FAM. MULLIDI 267 MULLUS FUSCATUS MULLUS FUSCATUS | mi Lo Di Appendice. | | il (32? del Gen.) Mullus fuscatus, Rafin. ° } A A (Triglia bruna). Car. specifici. — Corpo ovale allungato, più Zargo di quello delle specie precedenti, coperto di grandi scaglie, || fornite di spinole marginali più piccole, ma più numerose che nelle specie congeneri; L'altezza del tronco è | contenuta 4 a 4 1/4 volte nella lunghezza totale del corpo; Ia lunghezza del capo è pari all’altezza del tronco, | e proporzionatamente più lunga che nel M. surmuletus. /! Profilo superiore del capo è un pò più avanzato | È che nel M. surmuletus; i! Muso è ottuso, più lungo che nel M. barbatus, più corto che nel M. surmuletus; | fl Ze mascelle sono pressochè eguali , l inferiore forse un pò più corta della superiore; l° estremità posteriore | della mascella superiore raggiunge appena la verticale del margine anteriore dell'orbita. Ibarbigli della ma- | scella inferiore sono intermedii in lunghezza fra quelli delle due forme precedenti. Il diametro dell’Occhio, | comunque variabile secondo l'età, è contenuto 3 1/2 a 4 volte nella lunghezza del capo, esso pareggia la 1/2 | | circa dello spazio preorbitale, ed è minore dello spazio interorbitale, che è appianato. — La 1% Dorsale porta 17 ad 8 raggi ossei, il primo dei quali cortissimo; la 2° dorsale è fornita di I raggio osseo, e di 8 moili; ll Anale è consimile ed opposta alla 2% dorsale. La Caudale è forcuta, ed 1/3 meno lunga dell’ altezza del corpo. La Linea laterale corre quasi parallela alla curva dorsale, porta 38, 39 scaglie, che differiscono no- tevolmente da quelle delle due specie precedenti, poichè il canale centrale che le attraversa è meno largo, e | ferminato da diramazioni meno numerose di quelle delle specie predette, 9 a 10 scaglie si contano lungo una i Linea verticale del corpo. — Il Colore di questo pesce è bruno-rossastro sul dorso, rosso-argentino sui fia:ichi, i e giallo-rossastro o giallastro al ventre; 3 0 4 zone longitudinali gialie assai larghe si stendono sui suoi fianchi; le scaglie del corpo inoître sono contrasegnate da una punteggiatura bruna più o meno marcata. La 1° dor- hi k che Nt (I sale presenta un colore generale violaceo, interrotto da una zona giallastra e da macchie brune o nerastre Î verso la sua estremità. L’anale, le pettorali, e le ventrali banno una tinta giallo-rossisna, la caudale è pure "© (fl di colore giallastro, con una zona sovente nerastra sul margine. (Moreau |, c.). rl O e; I ie 20/8 2/6; P.17C. 18; Vi 1/5; Lungh 0, 018; 0, 20. lo- (MN : toa | 1810 Mullus fuscatus, Rafin., Carat., p. 35, Ind. p. 27, Annotazione. ul JR sp. 188. sh. N ) i i i ul- ge - ich (N sd. ra EE CEE Rafinesque ha stabilito codesta specie nella sua O- ona, or RR era Caratteri di animali nuovi della Sicilia, p. | .JQ\ 1826 id. id., Eur. Merid, IH, p. 212, sp. 1. p > Rpg “i BR 1850 i CORI EN sp. 9I, Ind. p. 27, sp. 188, dicendo che ha un colore ; fosco anzichè rosso, il Capo più ottuso e meno tron- 20. (BT i ., ticolo, p. 7. } cato che nel M.barbatus,i barbigli bianchi e più corti, ole f} 1881 id. Moreau, Hist. nat. Poiss. France IH, | 1a codale fosca alla base, rossiccia all’estremità, ie 200 BY: p. 247, fig. 108; id. scaglie, fig. 109. alette pettorali e toraciche di un colore arancino; e CT NOMI VOLGARI aggiungendo che a Palermo porta il nome volgare sec] CA di Triglia d'arca o di niuri, e quello di Sparaga- 000 || Italiani. laci a Messina e Catania. ‘DMI Triglia bruna o fosca. Questa specie è stata accettata anche dal Risso, in0 | Yriglia foschiccia Rafin. che dapprima la considerava quale varietà del M. Jar | Triglia d’arca o di niuri (Pal.) Rafin. ‘Barbatus. L° Autore di fatto conferma che questo gie | Triglia sparagalaci (Cat., Mess.) Rafin. pesce presenta un color bruno più o meno carico, | no | Streglia di fangu (Nizza) Risso. con riflessi verdastri e con raggi longitudinali gia]- | Zrelia di fangu (Nap.) Costa. lastri sbiaditi ai lati, ed una tinta biancastra al ventre, utré ? Barbon di porto (Venez.). Il Muso, egli dice, è ottuso quasi troncato , colla co 4 . mascella inferiore un pò più corta della superiore; ente (D6) ; Esteri. ha barbigli piccoli ed ineguali, linea laterale poco tti ale run. apparente, natatoja dorsale bruna, pettorali, ventrali, nu- | Propbrzioni sec. Moreau. gialle, codale marginata di rossigno. riff Lungh. tot. 0, 205. A dir vero non conosco veruna triglia del mare not Alt. tronco. 0, 048. di Sicilia fornita di codesti RS caratteri, e giudico | vtifj Lungh. testa 0, 048. che molto probabilmente il Mu//us fuscatus, Raf. | ndo Diam. occhi 0, OII, possa essere una varietà intermedia fra le due forme | al II Spaz. preorb. 0, 022. principali, abitante fondi algosi o melmosi; dapoi- | Spaz. interorb. 0, 012. chè se per una parte la tinta rosso-bruna lo rav- b rr Tcen Corser 268 FAM. MULLIDI MULLUS FUSCATUS vicina al M, barbatus, per l’altra, la forma del corpo e del muso, come nota il Moreau, lo conguaglia maggiormente al M. surmuletus.— I nomi stessi vol- gari che gli vengono attribuiti, non chiariscono punto la questione; poichè dai pescatori Siciliani e Napo- letani quelle stesse denominazioni vengono apposte anche al Mullus barbatus. — Noto ancora che, se si eccettui il Risso, ed il DI" Moreau che recentemente descrisse ed illustrò codesta specie, da verun altro autore essa è stata ricordata finora. Lo stesso Prof. Oronzio Costa, la inscrisse in continuazione sino- nimica col Mu/lus barbatus (1). i Dal canto mio, devo confessare che sin’ ora non mi è riuscito di riconoscere codesta forma fra i Mul- lus delle acque di Sicilia, ne vi incontrai mai Triglie di color bruno, che perciò mancano effettivamente al Museo Zoologico di questa Università. A meno che non si tratti di certe varietà del M. surmuletus, il cui dorso è adombrato di una leggiera tinta gri- gio-verdastra, varietà che di tanto in tanto viene importata sul mercato di Palermo di mezzo a sog- getti del vero Mu/lus surmuletus, e cui i pescatori locali danno il nome di trigghia d’arca come al tipo principale. Per le quali cose io non mi credo autorizzato ad inscrivere il Mullus fuscatus come specie distinta fra le congeneri del Mediterraneo, od almeno fra quelle del Mare della Sicilia, e mi confermo sempre più nell’idea, che essa possa essere stata formolata sopra individui intermedii alle due specie precedenti. Ad onta di ciò registro qui il Mw/us fuscatus in una Appendice fuor numero, alla fine di questo ar- ticolo, riportandone la descrizione quale venne data dall’illustre D." Moreau, e sulla quale ho modellato, la frase specifica posta a capo dell’attuale articolo, affinchè il lettore possa giudicare da sè, il valore spe- cifico che conviene attribuire ad essa. Il D." Moreau però nota che il Mullus fuscatus è abbastanza comune presso Nizza e Cette in Pro- venza, ma che lo bha indarno cercato nel Golfo di Guascogna ove per lo contrario il M. surmuletus è abbondante (Mor. l. c. p. 249). Pesca. La pesca delle triglie si fa in vario modo colle reti, coll’amo, colle nasse, a seconda della stagione e dell’età degli individui. —— Nel Mediterraneo, come è noto, i Mu//us vanno generalmente in frega nel mese di Aprile e di Maggio; in tale occasione le Q emettono una grande quantità di uova, che, fecon- date dai $, galleggiano nel mare a poca distanza dalle spiagge. — Lo sviluppo di cotali uova, a detta (1) Credo però che a codesta varietà possano appartenere le tri- glic che il Kolombatovic denomina in Slavo sgreenice perchè sog- gette a contorcersi, Kolomb., Pesci acque Spalato, p. 6. î MEU:L'EUTSt FUSI del D." Raffaele (1) dura 3, 4 giorni, e ne escono delle Zarve in uno stato poco avvanzato di sviluppo; nel qual stadio sfuggono ad ogni tentativo di pesca. — Nei mesi successivi di Giugno, Luglio, Agosto, quando le triglie hanno già acquistato certa forma ed una lunghezza di 2, 3 centimetri, esse stanziano nei bassi fondi presso le coste, insieme ai giovani di diverse altre specie, e si pescano sotto il nome di Fragaglie colie reti a mano, o con reti a strascico. E di fatto in tale stagione noi vediamo comune- mente portate sui mercati di Sicilia una quantità di piccole triglie di color bianco roseo, che non pre- sentano ancora il caratteristico loro color rosso, occultato anche in parte dalle iarghe squame che ne rivestono il corpo. Giunto l’autunno, allorquando le triglie hanno raggiunto il completo loro sviluppo e si agirano al largo, o nei Golfi, la pesca si fa colle reti Sciabiche, o Sciabichelle, e meglio colle pa- ranze, che danno prodotti migliori. — In pari tempo le triglie adulte si colgono anche all’ amo, 0 coi palangheri, inescati di code di gambarelli , oppure colle nasse. i Codeste pesche in date località riescono alle volte molto abbondanti, e costituiscono una preziosa ri- sorsa pel ceto dei pescatori. Tali sono ad esempio le pesch= che si compiono presso Gaeta e nel Golfo di Napoli, ed in quello di Taranto, ed in Sicilia nelle acque di Trapani. Avviene talvolta che anche nelle regioni Atlan- tiche codesta sorta di pesca riesca oltremodo ab- bondante e lucrosa. Tale appunto sarebbe quella che si pratica nel Golfo di Guascogna ove la pesca della Triglia costituisce la principale ricchezza del bacino di Arcachon. (Dict. classique, T. XI, p. 294). Ne ciò avviene soltanto nelle regioni meridionali del- Atlantico, ma anche nelle latitudini settentrionali. Narra il Day che nel Maggio 1831 dalla cala di Yar- mouth si pescavano e si spedivano in ogni settimana a Londra 10,000 soggetti di Mu//us (Day I. c. p. 24). Così pure troviamo in Yarrell che fra le pesche straordinarie di Mullus che ebbero luogo nelle re- gioni orientali deil’ Inghilterra, va ricordata quella avvenuta agli 8 agosto del 1819 nella baja di Wey- mouth, ove nel corso di una notte vennero cattu- rati 5000 individui di triglie e tosto spedite al mer- cato di Londra (Yarrell II, p. 100), (Day I. c, ibid.). (1) D. Fed. Raffaele. Le uova galleggianti e le larve dei Teleo- stel nel Golfo di Napoli. Mittheill. aus der Zoologisch, Station z. Neapel 8° Bd. 1 Helz. p. 20, tav. 1, 2. ’ e * a Va RA Era appena terminata la stampa del precedente articolo, che mi pervenne (quest'oggi 25/7bre),'gen= tilmente inviatami dal D." Kolombatovic, una me- | moria ittiologica, inserita da esso negli Atti della | Societas Historico-naturalis croatica, anno V, Za- gabria 1890, nella quale 1l solerte Autore, oltre ad | altri argomenti ittiologi, si propose di studiare e di- | scutere la questione specifica dei Mu//us indigeni fi | del Mediterraneo. — L’attualità della questione, emle iti | dotte indagini fatte in proposito dal D." Kolomba- | .tovic, mi impongono il dovere di ritornare sull’ar- i gomento, e di aprire una 2° Appendice, onde non il privare il lettore dagli ultime osservazioni fatte | sull’attuale questione. In codesta memoria, di fatto, 1A ED: Kolombatovic, colla consueta sua esattezza, si fa ad esaminare i caratteri dei Mu//us indigeni, in- cominciando dagli individui giovani e proseguendolo i negli adulti; e dopo varie argomentazioni e prove | tratte dalla ‘forma del muso, ‘dal corpo, dal colore, | dalla natura delle scaglie, dai costumi, dall’abitato, e ‘dal modo di pescare i singoli soggetti, viene a con- Il cludere, che esistono realmente due specie abbastanza | distinte di Mu//us' nelle acque dell’Adriatico, carat- | terizzate nel modo seguente: Lc Mullus surmuletus, Giovani: muso allungato, uc itcio della bocca quasi orizzontale, profilo del | « dorso ben elevato su quello del capo, squame | « grosse a margine distinto, tinta bruna più chiara | « sul ventre, fascia scura longitudinale sempre di- il « stinta dal muso alla coda. Adulti: muso lungo, ‘« con profilo convesso, non rapidamente discenden- lc te, profilo del dorso molto elevato su quello del ‘« Capo, squame grosse, persistenti, fascie gialle longi- | « tudinali vistose; negli individui senza squame, corpo | « rosso intenso. Raggiunge il peso di oltre un Kilo; il « molto pregiato; giovani ed adulti vivono nei mari | «poco profondi su fondi rocciosi o arenosi. i « Mullus barbatus, Giovani: profilo del dorso il « poco elevato su quello del capo, squarcio della o i È Il | AI I il « bocca volto all’iusù, che col crescere dell’ indi- « viduo si fa meno obliquo, fino a divenire quasi « orizzontale, squame sottili col margine poco di- « stinto, per esscre il corpo come spalmato di una « vernice, per cui il margine delle squame è poco i « discernibile, ed il corpo che è di un bleu d’ac- | « ciajo sul dorso ed argenteo sul ventre, riluce di « splendore metallico ; fascia scura longitudinale, «poco distinta o mancante. Adulti: muso corto, « con profilo molto pendente, profilo del dorso poco «elevato su quello del capo; squame sottili, decidue, « fascie gialle longitudinali poco vistose; senza squa- « me, color rubino chiaro ; non raggiunge le di- « mensioni della precedente specie, ed è meno pro- « lungata; giovani e adulti vivono a preferenza nei « mari profondi dove il fondo è fangoso, » Proseguendo nella disamina della questione il FAM. MULLIDI . 269 MEOMSESYnS FEO" ASTRUSS |; 2.° Appendice. D. Kolombatovic si fa a confutare l’opinione di quei naturalisti che credettero essere le predette 2 forme i rappresentanti di sessi distinti, e particolarmente che il M. barbatus fosse il £ del surmuletus, poichè egli pure rinvenne soggetti del barbatus pieni di uova. Oltre le differenze reali che esistono fra le 2 specie, dice il Kolombatovic, sonovi altre differenze dovute alla diversa colorazione, al vario diametro dell’oc- chio, alla lunghezza dei barbigli, al profilo del capo, differenze che potrebbero rappresentare i due sessi diversi, o singole varietà intermedie. Vedo con piacere che le dotte osservazioni del Kolombatovic concordano in certa guisa con quanto ho esposto negli articoli precedenti, e che egli pure riconosce oltre le 2 forme principali, l’ esistenza di parecchie varietà intermedie che ne coimano gli in- tervalli, senza realmente appartenere nè all’una nè all'altra; fra le quali varietà potrebbe forse esser compreso anche il Mu/lus fuscatus, Raf, La descrizione delle due specie è oltremodo pre- cisa ed interessante, e se vi è qualche differenza nel colore presentato degli individui dell’Adriatico in confronto di quelli dei mari della Sicilia e del Mediterraneo, lo si deve certamente attribuire all’in- fluenza della località, e delle diverse condizioni vi- tali cui sono sottoposti pesci nelle singole regioni, Oltre a questo argomento il D." Kolombatovic prende a discutere quale delle 2 forme principali costituisse la friglia cotanto decantata dai Romani, e si pronuncia in favore del M. surmuletus, che egli dice di sapore migliore della seguente. Su tale pro- posito io credo che i Romani dassero minore im- portanza alla diversità della specie ed al sapor delle triglie, che condivano col Garum, e con salse piz- zicanti, in confronto della dimensione del corpo, ed in specialità del cangiamento del colore che su- bivano questi pesci al momento della morte. Tutta- via se si tiene conto del prezzo, è certo che gli in- dividui più grossi cui i Romani attribuivano maggior valore, appartenevano al M. surmuletus, che ritrae- vano dai mari Occidentali ed Atlantici d’ Europa. — Del resto non posso convenire col D." Kolombatovic che i Mullus surmuletus abbiano un preggio alimen- tare superiore ai barbatus, perchè, almeno in Sicilia, noi tutti siamo convinti del contrario. 2I 270 FAM. TRIGLIDI 8° Fam. TRIGLIDI (Iriglide, Bonap.). Syn. Guance-corazzate o Goto-loricati, (Cataphracti, Cuv. pro parte). lor Car. - Corpo oblungo, più o meno compresso, o subcilindrico; Testa grossa, | forma varia, coperta di squame ctenoidi, o corazzata da varie ossa, sj vente irta di spine e di lembi cutanei; Sottorbitale articolato col preopi colo e steso a mo di lorica sopra una parte delle guance; Squarcio de o! bocca orizzontale o subverticale; Dentizione debole; Denti mascellari gerf ralmente disposti in fasci villiformi, per lo più senza canini; Occhi piùj meno verticali; Pezzi opercolari sovente armati di spine. Una o due di sali fornite di raggi ossei e di raggi molli. La dorsale, quando unica, è | visa in 2 porzioni contigue. Pettorali grandi, anche grandissime, talora || vise in una porzione a raggi ramificati, ed in porzione a raggi semplil isolati, tattili. Ventrali toraciche, soventi con meno di 5 raggi molli. Anel consimile alla dorsale molle; 5 a 7 raggi branchiostegi; Pseudobranclj presenti; Vescica natatoja generalmente assente. | NI Annotazione. ! Sono così marcati i caratteri che contradistinguono l’attuale famiglia da non aver bisogno di i Difatto essa si distingue dalle altre famiglie dei pesci Acantotterigi perciochè la grande lamina del maggil sottorbitale ne ricuopre le guance, e va ad articolarsi col suo lembo posteriore col preopercolo. Questo car tere, congiunto colla singolare dimensione ed asperità del capo, dà a codesti pesci un aspetto tutto particol e facile a riconoscere, cui l'’Uramnoscopo soltanto della sezione degli Acantotterigi jugulari, offre qualche ana gia; distinguendosi tuttavia. rerchè il sottorbitale dell’Uranoscopo, benchè larghissimo, connettesi colle ossa 'Él capo, ne già col preopercolo, come nel gruppo attuale. 7 La famiglia dei Yriglidi dividesi naturalmente in 3 sottofamiglie, distinte nel modo seguente: Una: sola .dotsale, Pettorali ‘indivise an RR Rea Pettorali indivise;; Capo arrotondato ‘0 mozzo... Cori Due dorsali Pettorali divise; Capo parallelopipedo. .<.. e i ne I° Sotto Fam. SCORPENINI (Scorpenine) (Gùnth. Auct.). Dorsale unica, Pettorali non divise Car. — Corpo oblungo, compresso, coperto di squame più o meno cigliate, di forif: e grandezza varia; Testa spinosa, non corazzata; Occhi piuttosto supericl Bocca orizzontale, estesa; Pezzi opercolari armati di spine; Denti masdili lari disposti in fasci villiformi, senza canini; Vomere, Palatini, dentati. D | sale unica, divisa in una porzione spinosa ed in una porzione a raggi moli! la prima eguale o più sviluppata della seconda; Anale consimile ma meffl' sviluppata della parte dorsale molle, guarnita di 3 raggi ossei e di un if mero minore di raggi molli; Pettorali fornite di raggi inferiori semplici nil ramificati; Codale rotondata o quadrangolare; 7 raggi branchiostegi; 4! pendici piloriche poche; Vescica natatoja generalmente presente. I Due generi Mediterranei: 3; scagliosa, senza lembi cutanei (1); Veruna fossa quadrata sull’occipite . . Gen. Sebastes. esta non scagliosa, guarnita di lembi cutanei; Una fossa quadrata occipitale . Gen. Scorpena. (1) Questo carattere è molto incerto, perchè parecchie specie di Sebastes sono provveduti di piccoli lembi cutanei. lorad emolil fi comme miccia 10010) partial che anali è OSSA i | Î | nini, EStO cari: FAM. TRIGLIDI © 271 35° Gen. Sebastes, Cuv. Val., IV, p. 326. branchiostegi; Appendici piloriche poche; Vescica natatoja presente. Sebastes dactyloplerus, De la Roche, comune; ed il Sebastes maderensis, Cuv. Val., accidentale. SEA E:S- BAG PY LO PT E RUS Seti RES DATE 08PASE RAUSS | 74° Sp. (1° del Gen.) Sebastes dactylopterus, La Roche. (Scrofano bastardo). Car. specifici. — Quelli del Genere. — Corpo oblungo, compresso, elevato anteriormente, col profilo supe- riore arcuato; rivestito di scaglie mediocri, ruvidissime, e guarnite di due o più serie marginali di spine. — L’ Altezza del tronco è contenuta 3 1/2 a 3 3/4 volte nella lunghezza totale del corpo ; la lunghezza del capo lo è 3 a 3 1/4 volte nella stessa misura. Il Capo é grosso, irto di parecchie spine poco prominenti. La Nuca é sormontata da due creste longitudinali affilate, disgiunte da un profondo solco. Il Muso è breve, ot- tuso; la Bocca obliqua, grande; la Mascella superiore si stende all’indietro fino alla verticale del centro del- l'occhio; essa presenta nella sua estremità anteriore, una doccia in cui, a bocca chiusa, s'insinua un rialzo anteriore della mascella inferiore; entrambe le mascelle sono guarnite di una zona di piccoli denti puntuti a scardasso. Consimili denti si stendono anche a cavalcione del vomere. La Lingua é libera e grossa; la Gola tinta di nero. L’Occhio è grande, ovale, contiguo al profilo superiore del capo; il suo diametro misura quasi 1/3 della lunghezza del capo, supera di 1/4 lo spazio preorbitale, ed è doppio dello spazio interorbitale. Que- st'ultimo è nudo, stretto, concavo e percorso da una cresta longitudinale marcatissima, fornita di dentature, e terminata in una punta acuta. — Sull'orlo sopracigliare dell’orbita s'erge anteriormente una spina, e 2, 3 ll altre nel suo orlo posteriore. Sotto l'orbita sorge pure un’altra cresta orizzontale marcatissima, che dal mar- l gine posteriore del sottorbitale si prolunga sino al preopercolo; il margine inferiore del sottorbitale è del pari | guarnito di 2 dentature. Due aperture nasali si schiudono innanzi all'orbita, la posteriore delle quali larga, ovale, l’anteriore rotondata, quasi tubulare; l’osso Nasale che loro sovrasta, è ornato di una spina acutissima diretta in alto ed all’indietro, che si rende vieppiù sporgente nel prolungamento dell'osso intermascellare. Le Guance ed î Pezzi opercolari sono scagliosi. II Preopercolo porta nel suo margine posteriore 5 valide spine, Il e l’Opercolo due simili, molto appuntite. — La Dorsale prende origine sopra la spina scapolare e si stende per tutto il dorso sino a poca distanza dalla codale. Essa è divisa in due porzioni da una scanellatura mediana, | în una porzione spinosa con 12 raggi ossei (il 3° ed il 4° più alti degli altri), ed in una porzione molle più alta con 12, a 13 raggi articolati, tapezzata alla base da piccole scaglie. L’Anale è più breve della dorsale i molle, fornita di 3 spine, (la 2° delle quali meno robusta della terza), e di 5, 6 raggi molli. Le Pettorali sono ben sviluppate, larghe, a base scagliosa; esse portano 19 raggi molli, dei quali il 7°, 8° inferiori sono semplici ve liberi dal terzo della loro lunghezza; le Ventrali, che sorgono dietro le pettorali, st stendono sino all’ano, e portano una lunga spina alla loro base; la Codale è larga, quadrangolare, lunga 1/5 circa della lunghezza totale del corpo. Il Colore di questo pesce è rosso più o meno vivace, volgente alquanto al carmino roseo, ed anche bianco-rosato ai lati ed al ventre. Su questo fondo, in alcuni soggetti si stendono 4 a 5 larghe fascie i verticali, brune o di color rosso carico, che non raggiungono il margine ventrale; in altri individui, queste si trovano sostituite da macchie irregolari brune variamente sparse sul corpo. Le natatoje sono tutte ammantate I di un colore rosso carmino, più carico alla base, più sbiadito all'estremità. Una macchia bruna sfumata oc- cupa l’opercolo e si' estende talvolta anche alla base delle pettorali. — Il Sebastes dactylopterus è privo dî ve- il scica natatoja, e fornito di s appendici piloriche. f Teo: farro. 16. 1/5; Lungh. 0) 20, 0, 30. lar. — Corpo oblungo, compresso, coperto di scaglie piccole, ciliate, per lo più senza lembi cutanei interspinosi; Testa grossa, scagliosa, compressa, e più o meno armata di spine; Occipite senza scanellatura o fossa quadrangolare; Occhi grandi contigui al profilo superiore del capo; Bocca orizzontale, grande; Denti villiformi alle mascelle, al vomere, e generalmente ai pa- latini; Fessure branchiali ampie; Preopercolo ed Opercolo spinosi ; Natatoje mon pro- lungate; Dorsale unica divisa da una intaccatura in porzione spinosa , sostenuta da 12 raggi ossei, ed in una porzione molle con 12, a 13 raggi molli; Avale con 3 raggi ossei, esa 6 raggi molli; Pettorali coi raggi inferiori in parte liberi, in parle ramificati; 7 raggi Fra una trentina di specie che vivono nei mari esteri, due sole vennero fin’ora riscontrate nel Mediterraneo : SIERBIANSAINErS DACTYLOPTERUS FAM, TRIGLIDI SEB ASTE SDAI OR | RAEE D 1809 Sebastes (Scorpena) dactylopterus, De la Roche, | Ann. Museum T..XiII, p. 337. pI. 22, fie. 9; id. Memoires, p. 51, fig. 9. 1810 id; Risso, Icht. Nice, p. r86,.sp. 2. 1826 id. id., Europ. Merid, II, p. 369, sp. 283. 1840 id. Schinz, Europ. Fauna II, p. 120. 1851 id. Desvaux, Essai Icht. Còtes Oceaniq. Eiramniee Ep SOA CS ARI: 1855 id. Nilsson, Skandin.Faun. Fiskarna, p.100. 1859 Sebastes dactylopterus, Gunther, Catal. LI, p. 99, SP. ol 1867 id. Gi [ChCSSBerichtslEWReBd: 1 Abrh., p. 67, sp. 46. 1868 id. De la Blanchére, Dict. Péches, p. 722. 1875 id. Collet, Norges Fiske, p. 19, Sp. 14. 1877 id. Gervais et Boulart, Poiss. France II, ALA 1880 Td: 'Giolioli, Elenes Pescia af, sp. 69. 1881 id. Moreau, Hist. nat. Poiss. France IlI, ZII » id. pi Eilenco ‘Pesce. Adriat,, p.. 10; Spi 34: 1882 id. Kolombatov., Fische gewass. v. Spa- lato}=p= 307. » id Regis, Hist. nat Provence; p.1207 Sp. 37. 1883 id. Marion, Esquiss. Topogr. Golf. Mar- seille; in Ann. Mus, H:st. nat. Mar- l selle pron Il 1888. id. Lilljeborg; Sveriges och. Norges Fi- skarpas gi Sip iro7 spo. 1839 id. Vinciguerra, Pesci ‘Prov. Romane; ia Spallanz,, Fasc. >VIT,Ser#E,p:502; Spa92: 1899 id. ld., in Bollet. Mus. Zool. Roma, p. 14. 1829 Sebastes imperialis, Cuv. Val., IV, p. 336. 1836 id. Valenc. in Webb., Bertol, Icht. Cana- fiesso) 1840 id. Lowe, Synops. Fish. Madeira; in Tran- sact. Zool Soc. London pars. 1843 id fd, Fishe sof Madelra porro aspe Coli 1844 id, Kroyer, Naturhist, T'idlfskr., I, p. 281. 1845 id. Cocco, Indic, Pesc. Messina 125. p. 74; id. Ediz, Facciolà (1885), p. 22, sp. 104. 1346 id. “Bonap.Catal:PescrEury p024spi597 » ld: Sassi Catall Pescina Kip 81027) 1850 id. Guichenot, explor. scient. Algerie, p. 42. 1860 id. . Canestrini,. Catal.-pesci Genova (.ic.), p. 262. » id. Gulia, Tentam. Icht. Mel'tens., p. 225, Spi-83; id. Discorso, p. 58. 1867 id. Brito Capello, Peix Portugal; in Iorn. Sc. Mathiem. "I pi 255, spi40: 1868 id SPerU gia SR rOspa Che Adria span Sp. as7: 1870 id. Ninni, Pesc.Venet.Lagune, p.72,sp.146. » id. Bourjot, Poiss. Marchè d’Alger., p. 29. 1871 ida Costat(Achil)HamPesca Mps! 1871 Sebastes imperialis, Costa (Achil.), Pesci Golfo Napoli; in Ann. Min. Agric. I, p. 440. 1872 id. ‘Canestrini,, Faun.. Ital Pesctspiioni 1876 id, Trois, Prosp: Pesc.Adriat:pia4sspino! 1878 id. Doderlein, Prosp. Pesc. Sic., p.36, Sp.97. 1879 id. Stossich, Prosp. Faun. Adrara, 1882 id. Faber, Fisheries Adriat., p. 193, Sp. 92. | 1888 id. Kolombat., Catal Vertebr@MMDalnan Pi 21:Spi037% i Sinonimie. 1801 Scorpena malabarica, Bloch, ed.Schned., p.194, sp. 8 1810 Scorpena Massiliensis, (Lac.) Rafinesque, In- dice PestSic.xp. 27,5). LOS, Mecca) 1836 Scorpena, Valenc., Ittiol, Canaries, pl.2, fig.1. NOMI VOLGARI Italiani. Scrofano bastardo, Id. imperiale, Sebaste imperiale. Scorpena Marsigliese, Rafin. (non Lacep.). Scarpenin de fundo (Genov.). Cardouniera (Gen., Nizza). Scrofanu de Funale (Nap., Tarant.). Scrofanu imperiali (Pal. Sic.). Occhiu beddu (Paler.). Chiriddi (Messina) Cocco. Cipudda (Messina) Targ. Esteri. Le Sebaste de la Mediterranée, Le Sebaste imperial. Le Serran imperial (Iviza). Le Sebaste Dactyloptére, he Bergult (Ingl.). Der Drackenkopf (Tedesc.). Gallina do Mar (Portog., Lisbon.). Gallinetta (Cadice). Boca negra (Teneriffa). Cipulluzza tal Fond, o fa gheina (Malta). Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo. In Pellet Esso ono lin alcool=pl; >Es:orPoA-R0.20) Prep. osteol. 1 schel. 0, 26. Prep. splanc. a secco: App. branch. Ja. vincalcoolvYApp.Cdio Appart Proporzioni. Lungh. tot: #0)260% 0,20; to 0708 All icorpo 0, 090; 0, 080; 0, 060. Lungh. testa 0, 085; 0, 080; 0, 060. Alt, testa 0, 070; 0, 060; 0, 040. Diam. occh. 0, 020; 0, 020; 0, 018. Spaz. preorb. 0,020; ‘0,020; (0, GIS: Spaz. Interor. ‘0; 0150, (OI0: 0, OTO: Lungh. pettor. 0, 060; 0, 050; 0, 045. Lungh. ventr. 0, 050; 0, 040; 0, 030. Lungh. codale 0, 065; 0, 055; 0, 040. | | 440, A | | ni SERASRES DASLTYLOP TER Annotazione. Il Sebastes dactylopterus è una specie di Acanto- | teriggio molto interessante, perchè segna il passaggio | fra 1 pesci della famiglia dei Percidi, e quella dei fisc Corazzati, in guisa che se si togliessero le | asperità e le lacinie cutanee che ornano il corpo | di questi ultimi, essi offrirebbero i precisi caratteri | dei Percidi ad unica dorsale. | li Sebastes dactylopterus vive generalmente nelle | profondità del mare; ed è poco frequente nel Me- ppirerraneo , se si eccettuino le acque della Sicilia, | ove al certo, non fa difetto, tanto in primavera che | in autunno. — L’ area però della sua abitazione è molto estesa, poichè, oltre le varie plaghe del Me- diterraneo , lo si rinviene nell’ Atlantico lungo le coste del Portogallo (Brito), nel Golfo di Guasco- gna (Moreau), e benchè più raramente nei mari del Nord (Nilsson, Collet, Lilljeborg), e contemporanea- mente anche nelle acque delle Canarie, a Madera, a Teneriffa (Lowe, Steindach., Gunther). Il Sebastes dactylopterus, ha gli stessi costumi delle I Scorpene; sta per lo più in agguato dietro gli scogli, pronto a slanciarsi sui piccoli pesci e sui crostacei che gli passano vicino, e dei quali fa esclusivo suo pasto. In quanto al pregio alimentare esso non è i molto apprezzato in Sicilia, e si cuoce in genere come gli scrofani a brodetto alla marinara. diterraneo, sonovi parecchie altre specie affini, pro- prie dei Mari circonvicini, già registrate negli an- nali della scienza, fra le quali giova ricordare: Il Sebastes Kuhli, Lowe (delle Coste del Porto- gallo e delle Canarie). Il Sebastes filifer, Valenc., (delle Canarie). Il Sebastes Norvegicus, (delle Coste della Norvegia e della Groenlandia) preziosa specie per le popo- lazioni Nordiche e per gli Esquimodi. Il Sebastes Maderensis, (che entra raramente an- che nel Mediterraneo). Siccome le prime di queste specie non perven- gono nel Mediterraneo, ritengo inopportuno tenerne qui parola; non così del Sebastes Madurensis che | è realmente Mediterraneo, e di un’altra specie o var. riscontrata da Bibron nelle acque della Sicilia, e descritta dai D." Sauvage sotto il nome di Seba- i sfes Bibronti, delle quali forme ho indicato più oltre 1 caratteri principali. A lato di codesta specie che é indigena del Me- FAM. TRIGLIDI ; —_—____—_——r—rr-rrrrrr-rr--.,r,YllllceWJji...,};;r.roYTTTadTtdtdtt ht} i ___—@————.—+*+*—*—*r << dTtT+ + >TIiIII_’:_—»;jÒÎÒÙ©o«eÒe©—| |‘ ”llleE -| |‘ Aa.-|« / /[/[_—-r—_—_—r_ °° | SEBAASTES DACTYLOPTERUS Var? Sebastes Bibronii, Sauvage. (Sebaste del Bibron). Carat. — Corpo di forma e dimensione come nel Se- bastes dactylopterus, coperto di scaglie col margine posteriore guarnito di numerose serie di spinole; estre- mità posteriore della Mascella superiore non attingente la verticale del centro dell’occhio; Sottorbitale ante- riore, guarnito di 2 robuste spine dirette all’indietro; Preopercolo fornito di 4 sole spine. Cresta della guan- cia armata di 3 spine; Faringe non colorita di nero; S fessure interbranchiali (?); 4° Arco branchiale munito di una doppia serie di lam: le respiratorie; Peritoneo di colore bianco; Vescica natatoja presente. (Moreau). «A lato dei precedenti caratteri differenziali il DF Sauvage aggiunge i seguenti : Profilo del Capo meno inclinato; Nuca più rigonfia; fossa occipitale di forma quadrata; Muso più ottuso; Occhio più piccolo; Spazio interorbitale più appianato e più stretto, contenuto fra due creste sporgenti. Denti mediani della mascella supe- riore più lunghi(?), denti vomerici disposti a cavalcione più stretto; Linea laterale più retta; colore rosso con numerose macchie nere, distribuite in 3 serie lungo il dorso ed î fianchi, sopra e sotto la linea laterale. Diver 93, Piran o: E trasvi in: Lungh. 0, 20. 1878 Sebastes Bibronii, Sauvage, Nouv. Arch. Mu- seumait. I.p. 116, pl 1, fie:3 scaglie Moreau, Hist. nat. Poiss. France III, po321. Annotazione. I8$SI id. Fra i ‘pesci che .il sig. Bibron riportò dulla Si cilia (nota: DE Moreau, 1'c.), al'Erot Sauvage ha distinto una specie novella di Sebastes ch'egli giu- stamente intitolò al nome dell’illustre scopritore, — Sebastes Bibronti. Comunque io abbia preso in esame un notevolis- simo numero di esemplari di Sebastes del Mare della Sicilia, nel corso di 20 e più anni dacchè mi trovo a Palermo, non mi è riuscito di riconoscervi la forma deseritta dall D°"Sauvasze; Io non oso contestare al sig. Bbron il rinveni- mento di questo Pesce; unicamente mi fa senso che fra i dotti naturalisti indigeni ed esteri che in sì lungo spazio di tempo illustrarono l’ittiologia Sicula, veruno abbia potuto avvertire la forma suddetta.Questo fatto mi indurebbe quasi a credere che il Sebastes Bibronii possa rappresentare una varietà eccezionale della spe- cie precedente, tanto più che i caratteri differenziali che la contradistinguono, non sono molto diversi da quelli del Sebastes dactlopterus. Il D.' Moreau che ha riportato l’articolo del prof. Sauvage, oltre i preaccennati pochi caratteri, non offre verun altro dato ad illustrazione di questa forma di pesce, e constata unicamente che essa fin'ora non è stata riscontrata in verun altra regione del Medi- terraneo. 22 i ’ 274 FAM. TRIGLIDI * 3 SIRIO SIE STE :B'A*SAICE SMIANDIURIENISIS SEBASTES MADURENSIS 75° Sp. (2* del Gen.) Sebastes madurensis, Cuv. Val., T. IX, p. 463. (Sebaste di Madera). Car. specif.— Corpo ovato-allungato, compresso, di forma e dimensione consimile al Sebastes dactylopterus, col profilo superiore inarcato al dorso; coperto di scaglie grandi ctenoidi, e guarnito di piccole appendici cutanee intorno alle orbite e sotto la mascella inferiore. — L'altezza del tronco è compresa 3 3/4 a 4 volte nella lun- | | ghezza totale del corpo; la lunghezza della testa lo è quasi 3 1/4 nella stessa misura. — Il Capo è grosso, | coperto di squame, irto di numerose spine molto puntute, e di creste più alle che nella specie precedente. La Nuca è sormontata da due creste elevate, che limitano fra mezzo un largo e profondo solco concavo. Veruna fossa quadrangolare esiste sull’occipite. Il Muso è largo, breve ed ottuso, la Bocca obliqua come nella specie pre- | cedente. — La Mascella inferiore é un pò più corta della superiore; quest’ultima sti estende colla sua estremità | posteriore fino alla verticale del centro dell'occhio. — Le Guance ed i pezzi opercolari soro eminentemente | coperti di squame. — L’Occhio è mediocre; il suo diametro, sebbene variabile coll’età, pareggia 1/4 circa della lunghezza del capo e si mostra quasi eguale allo spazio preorbitale, restando alquanto minore dello spazio in- fraorbitale, che è molto largo. — L'orlo sopracigliare dell’ orbita è molto prominente e guarnito di molte pic- cole bende cutanee. Il Preorbitale porta anteriormente una spina molto acuta, il Sottorbitale termina poste- riormente in un lungo pungolo scanellato nel mezzo. — Il Prenpercolo è guarnito nel suo margine poste- riore di 6 spine, le superiori delle quali più lunghe delle inferiori. L’Opercolo ne ha due posteriori molto spor- genti; sull’Osso coracoideo stanno 2 spine. — La Dorsale, anche in questa specie, è suddivisa come nelle con-. generi in 2 porzioni; in una parte spinosa più estesa e fornita di 11 raggi ossei, il 4° dei quali più alto degli | altri, ed in una porzione a raggi molli, contenente I raggio osseo e 9, 10 molli, allungati, e tapezzati alla | base di scaglie. L’Anale movera tre raggi ossei (il 2° dei quali più forte e più lungo del 3°) e 5 a 6 raggi i molli, ricinti alta base di scaglie. — Le Pettorali sono umpie, flabelliformi, e rotondate all'estremità; hanno | 1s, a 16, raggi, de’ quali i 10 inferiori semplici, ed una lunga spina acuta nel’ascella. Anche le Ventrali sono | grandi, arrotondate, e quasi eguali in lunghezza alle pettorali. La Caudale è semplice, flabelliforme, arroton- data al margine, fornita di 16, 17 raggi e lunga circa 1/s della lunghezza totale del corpo. Il Colore ge- nerale di questo pesce è un giallo olivaceo pallido, più oscuro al dorso, più chiaro ai lati ed al ventre; su | questo fondo si stendono verticalmente sui lati 4, S piccole fasce piuttosto irregolari di color bruno oscuro; | mentre tutto il corpo si trova pomellato e marmorato da piccole macchie o punti di color rosso, roseo, 0 bianco. Tutte le natatoje sono generalmente colorite in giallo-olivaceo, ed attraversate obliquamente da linee o fascie brune, colle estremit tinte in rosso 0 roseo, e nel tempo stesso più o meno pomellate di punti e macchie vari- colori come il corpo; la bocca, la lingua, le fauci non sono tinte di nero come nella specie precedente. Esiste | una vescica natatoja. Di uir/9-10; A, 3/5=6; Pia; Caz;; Vist); Lung nto, 20.0 a | 1833 Scorpena madurensis, Cuv. Val., IX, p. 463. Le principali differenze che presenta questa specie if. | 1840 Sebastes maderensis, Lowe, Synops.Pisc. Madeir. | in confronto del S. dactylopterus, consistono nella SI Trans Zool. Soc: Lond.. IH, :p. 176. presenza di piccole bende cutanee sul capo e sulle fi 1843 id. Lowe, History of Fish. of Madeira, | mascelle, nell’Occhio minore, nel Preopercolo con {fi PSA za ploa25; 6 spine, nella Dorsale e pettorali con minor nu- | 1859 id.‘ Gunther, yCatal'WHM*pS102;Spi(15; mero di raggi, e nel colore del corpo e delle na- {f. 1867 id. Brito Capello, Peix Portug. (I. c.), | tatoje olivaceo, anzichè rosso, punteggiato da pic- Ù pil 250,/sp. 043. cole macchie varicolori. Ii! » id. Steindachner, Sitzb. K. Akad. Wis. Wien; Bd. LVI, p.673,sp. 48 (estr.p.71). Abitazione. 1881 id. ‘Vinciguerra, Crociera" Corsaro; pi 15; Spi (15. Madera (/r.) (Lowe, Cuvier). S& Cruz. HenenfiaN(Steindy: NOMI VOLGARI Cadice, Malaga (Lowe). Il: Lisbona (Lowe, Brito). 19 Sebaste di Madera. Costa di Beiruth in Siria (Steind.). | Le Sebaste de Madere. | Rocaz (a Madera) Steind. Fin’ ora questa specie non è stata avvertita nei | Mari della Sicilia, e ne manco lungo le coste del- | l'Adriatico. 2 i FAM. TRIGLIDI 275 | 36° Gen. Scorpeana, Artedi, Cuv. Val., IV, p. 286. È Car. — Corpo grossolano, oblungo, rivestito di scaglie ciliate, ed ornato di lembi cutanei più o meno sviluppati e numerosi; Testa grossa, leggermente compressa, tubercolosa, non scagliosa, | ma armata di spine, e guarnita di appendici cutanee, con una profonda fossa quadrangolare | all’ occipite. Bocca grande, obliqua; mascelle nude, l inferiore un pò più corta della su- | periore; guarnite entrambe di una zona di denti vellutati a scardasso; Vomere, e general- | mente Palatini, dentati ; Lingua liscia. Occhi grandi, ravvicinati fra loro, e contigui al mi profilo superiore del capo; Sottorbitale ricuoprente in parte le guance; Fessure branchiali gi ampie; 4° arco branchiale fornito di una sola serie di lamelle respiratorie; Preopercolo mu- e Lal nito posteriormente di s spine; Opercolo con due lunghe spine molto appuntite e divergenti Perna posteriormente. — Una sola Dorsale più 0 meno profondamente incisa, e divisa în una por- bal zione spinosa con II a I2 raggi ossei, ed in una porzione molle con I raggio osseo, e 9-10 bis raggi molli (1/9). Anale con 3 spine e s raggi molli ; Pettorali grandi, rotondate, coi raggi superiori ramificati, e cogli inferiori, bensi articolati, ma semplici. Ventrali toraciche Ila Co in con 1/5; 7 raggi branchiostegi; Vescica natatoja assente. Appendici piloriche poche. It pic (f Doste- }l dute ° tl Annotazione. L (0N= o degli î alal! Le Scorpene sono un genere di pesci, ai quali gli Antichi, a cagione del loro aspetto minaccioso, diedero pu (i RAR i a DAge i i l ‘mp il. nome di diavoli, di scorpioni, di rospi di mare; nomi che nel linguaggio volgare di non pochi paesi marit- i molitimi, anche esteri, loro vennero conservati nell’ epoca attuale, Ed invero la forma grossolana di questi pesci, il total fvoluminoso capo, i grandi occhi, ravvicinati fra loro, e sporgenti a fior di testa, l'enorme bocca, i numerosi aculei Hi ‘ le multiformi lacinie cutanee DELG ne è guarnito i corpo, giustificano abbastanza questi appellativi, ricordanti, va certa guisa, i mostri inimaginari che ai tempi mitologici popolavano il tartaro. Hianco, A rendere ancor più temibili questi pesci, s'aggiunge il fatto, che le ferite prodotte dai loro pungoli sono fl dolorosissime, quasi avvelenate, e generalmente susseguite da infiammazione e da sintomi allarmanti; ond’è che fi i pescatori, edotti dall’esperienza, ogni qualvolta scorgono nelle reti delle Scorpene ancor vive, le separano dagli Esislt | È A : n " altri pesci e le uccidono a colpi di mazza. | Codeste prave qualità delle Scorpere, non impediscono però che le loro carni vengano altament: apprez- izate quali alimenti delicati ed adatti ad ammalati, e persino di rinomanza medicamentosa, «| Le Scorpene abitano generalmente fondi rocciosi in prossimità ai litorali. Voraci qual sono, esse si tengono un igeneralmente appiattate fra scogii, o nelle cavernosità delle coste, pronte a lanciarsi ed abbrancare gli anima- bn letti che loro passano a lato; ed invero reca meraviglia if vedere con quanto coraggio, e forza muscolare le ) iffScorpene assalgono pesci più grandi di loro, e trafiggendoli colle spine, se ne rendano facilmente padroni. ri: =—Pressochè tutti i mari della zona torrida e temperata noverano qualche specie di Scorpena, il cui numero n già accertato, sale ad una ventina e più (Gunther). Il Mediterraneo, così ricco di pesci di famiglie diverse, non i è privo di Scorpene, poichè ne accoglie 3 Specie principali, distinte come segue: più o meno numerosi; Colore del corpo generalmente rosso. Scorpana scrofa, Lin. iLembi cutanei sotto Guancie ed opercoli lisci; Colore generalmente bruno. Scorpana porcus, Lin. la mascella infe- riore nulli cet : i Guancie ed opercoli coperti di pustule e di granuli a nel È | carnosi; Colore variegato . . . +. . +. . .Scorpeena ustulata, Lowe. 276 SA | FAM. TRIGLIDI "t O Duc: CIN | CCORPIENNISO RO SCORPZNA SCROFA | | i 76° Sp. (1° del Gen.) Scorpeena scrofa, Lin. di scaglie grandi ciliate, di forma quadrata con poche e brevi spinule marginali, e guarnito di numerosi lembi cutanei sul capo e lungo il tragitto della linea laterale. — L’Altezza del tronco è contenuta 3 1/2 a 4 volte nella lunghezza totale del corpo, il suo spessore è pari alla metà dell'altezza. —La lunghezza della testa é compresa oltre 1/3 nelia lunghezza del corpo; essa è interamente nuda, più lunga che alta, e guarnita di numerosi pungoli e di lembi cutanei frangiati, di varia dimensione. L’occipite è fornito di una caratteristica affossatura quadrata. Il Profilo superiore de/ corpo è leggermente convesso al dorso, l’inferiore più arcuato del superiore. — Il Muso è breve, or- nato di lembi cutanei; la Bocca obliqua, grande; la mascella superiore un pò piu corta dell'inferiore, incisa nel suo apice anteriore, colla estremità posteriore allargata ed estesa oltre la verticale del centro dell'occhio. La Ma- scella inferiore è fornita all’apice di un tubercolo sporgente, e neila sua faccia inferiore di parecchi lembi cutanei in numero da 10, a 18, Entrambe le Mascelle portazo una “lar ga Zona di denti vellutati a scardasso.—Il Vomere ed i Palatini sono del pari dentati; con denticini disposti in serie ondosa (Sauvage); Za Lingua è liscia; gli Occhi sono grandi, ovali, avvicinati fra "loro, ed a contatto col profilo superiore del capo. IL loro” diametro, sebbene va- riante coll’ età, è pari in genere ad 1/6 della lunghezza del capo negli individui adulti, e ad 1|s nei giovani; ed è parimenti uguale ad 1/3 dello spazio preorbitale, ed alquanto maggiore dello spazio interorbitale; quest ultimo è stretto, incavato, e limitato da due spigoli divergenti all’indietro, che terminano per ciascuno in 3 spine. L’orlo sovracigliare è del pari molto sporgente ed armato di 3 spine ricinte da altrettanti lembi cutanei di varia di- mensione. Fra il margine posteriore dell’Orbita, ed il principio della Fessura branchiale, sorgono d’ordinario altri 3 tubercoli appuntiti, disposti in serie, e sormontati da lacinie cutanee. —Il 1° Sottorbitale è ineguale, denticolato nel suo margine inferiore e sormontato da una lacinia cutanea ben sviluppata. Il 2° Sottorbitale, che copre in parte le guance, è attraversato nel suo mezzo da una doppia cresta, guarnita di 2 o 3 spine. Il Preopercolo È arrotondato, ed armato nel margine posteriore di 3.0 4 forti spine, la superiore delle quali più lunga e pun- tuta delle altre; L’Opercolo è fornito di 2 creste elvate, che si dipartono della sua articolazione anteriore, e divergendo all’indictro, vanno a terminare in 2 punte acute, che oltrepassano il corrispondente suo prolun- gamento membranaceo, Gli Orifici nasali sono due; l’anteriore è tubuloso e sormontato da un lembo cutaneo; tl posteriore maggiore, rotondato, e prossimo al contorno dell occhio. L’ osso nasale che loro sovrasta , è armato di una forte spina, diretta in alto. — La Natatoja dorsale, é lunga; essa prende origine dalla spina so- vrascapolare e termina a poca distanza dalla radice della codale. Essendo scanellata nel mezzo, essa si divide în una porzione spinosa più estesa, con 11 raggi ossei di lunghezza disuguale, ed in una SOA molle costituita da I raggio osseo e da 9-10 molli. Dei raggi spinosi il 1° e DPII° sono î più comi, 13° eduli più lunghi, e pari ad E dell'altezza del corpo; i seguenti diminuiscono gradatamente in lunghezza fino all’11° che è 1/3 meno alto del susseguente 12° spinoso; la porzione molle è è quasi il doppio più alta della spinosa, col margine superiore rotondato. La membrana interradiale è notevolmente incisa dietro ciascun raggio spinoso. — L'Anale è collo- cata sotto t 2/3 anteriori della ‘Dorsale molle, e sostenuta da 3 raggi ossei molto corti, e da 5 molli, 13 più lunghi degli spinosi. Le Pettorali sono larghissime, arrotondate, e fornite di 19 raggi di questi 1 9 superiori sono ramificati (ad eccezione dei primi 2 sottili) ed i Io inferiori semplici, e liberi nel terzo inferiore della loro lunghezza. Le Ventrali sorgono un pò dietro la base delle peltorali, sono abbastanza lunghe, costituite di I/s e munite di una lunga spina ascellare. La Codale è larga, arrotondata, pari ad 1/5 della lunghezza to- tale del corpo, e fornita “di IO, a II raggi ramosi, e di 4 raggi semplici più corti e marginali. La Linea laterale si mostra alquanto ricurva nel principio, più retta nell’ ulteriore tragitto, costituita da 40, a 45 scaglie attraversate da un largo tubo centrale, e ricinta da numerosi lembi cutanei. Il Colore generale di questo pesce è per lo più rosso di minio, più o meno intersecato da macchie nere, grigie, o brunastre oscure. Le natatoje impari e le pettorali, sono del pari rosse e marmorate di macchie brune o giallastre. Le ventrali hanno una tinta rosea, 0 giallastra con macchie oscure. La dorsale porta sovente una “macchia nera che si estende dal Oali9% 0 100 raggio spinoso; L’iride è giallo-rossastra. È però raro di trovare due individui che presentino tinte perfettamente” eguali. D. «r2/o; VA. 3/5; Riv Cz Veda: une ho o a0 0; (Scrofano rosso 0 maggiore) Car. specifici. — Corpo grossolano, oblungo, col capo e la parte anteriore enormemente sviluppati, coperto | 0 «rr = —-—è- | | | | 1782 1788 1798 1801 1309 1781 1810 » 1812 1824 1826 1827 1829 1840 1843 1845 1846 f 1766 Ue scrofa, Lin., 1763 FAM. SCORPZANA SCROFA Sist. nat. Brunnich, Icht. Massil., Gronovius , Zoophil. Spi 297. Bloch, Fisch. Deutschl., p. 182. ipo, ced. Gmelnp I, p--1215, spo 2. Lacepede ILIWp=259, sp.rierp. 2901 Bloch, edit. Schneider, p. 192. De la Roche, Baleares; un Museum XITE-p. 316. Risso, Tehit:-Nice, pi 188, sp. 4. Rafinesque, Inidic. Pese. Sicil.,. p. 27; sp. 192. Rosenthal, Icht. Taf. 17, fig. 2. Martens, Reise Wenedig, Il, p. 426. Risso, Eur. merid., p. 370, sp. 284. Nardo, Prodr. ‘Adriat. Icht..,..p. 12, > P. 453, Sp. 2. P. 32, Sp. 45. Fol, Irporoze Sp. 74. Cuvier Val., Hist. Poiss. IV, p. 288. Schinz, Europ. Faun, II, p. 118. Lowe, Fish. Madeira, p. 105, pl. 6. Cocco, Ind. Pesc. Messina, n. 75; id. edit. Facciolà (1886), p. 21, sp. 103. Bonapart., Catal. Pesc. Europ., p. 62, Sp. 539. Sassi, Catal. Pesc. Ligur., Plucar, Sp. 67. Costa(Oronz.), Faun. Napolet., pag. 2, Cav. 2. Guichenot, Expl. Scient. Alger., p. 41. p. 129. Fisch-Platz z. Triest Epi 239, Desvaux, Essai Icht. Còtes Ocean. France, PL 64 Van der Hoeven, Handbuch Zoolog., II, p. 196. Machado, Peces de Cadiz, p. 17. Guner,Catali Il; pi 108; spî E. Nardo, Prosp. Pesci Adriat., p.78, 100. Gulia, Tentam. Icht. Melitens., p. 21, sp. di; id. Discorso, p. 58. Canestrini, Catal, Pesc. Genova, p. 262. Companyo, Hist. nat. Pyrenées Orient., II, p. 397. Gemmellaro, Saggio Ittiol. G. Catania (lc) p188;. Sp. 12. Le Marié, Poiss, Charente infer., sp. 18. Brito Capello, Peix Portugal (I. c.), p. 236, sp. 45. Steindach,, Icht, Bericht Span. u. Por- tugal Reise (1: pi 75, SPi 50. Perugia, Icht. Adriat., p. 15, Sp. 159. De la Blanchère, Dict. Pèches, p. 361, p. 10, fio. 425. Ninni, Pesci Venet. Lagune, p. 72, sp. 148. Graells, Explor. cient. Dep. Ferrol, p. 367, sp. 76. TRIGLIDI SCORPANA SCROFA 1870 Scorpena scrofa, Bourjot, List. Poiss. Marché 1553 id. id. id. id. id. id. id. Alger p. 027; Spi 2 Costa '(Achi), Ea "Pesca, p. 32: id., Pesci Golfo Napoli. In Ann. Min. Agric. I, Pi 440, Aradas, Pesci Golf. Catan. , ibid., p. 601, Carruccio, Pesci raccolt. viagg. Tar- gioni, ibid., piszsse Canestrini, Faun. Ital, Pesci, P. 93. Trois, Eleric. Pesc. Adriat., p.2478p.152- 4 Gervais et Boulart, Poiss. France II, pi 40, più 14, °p. 41, fig. s (den: Sauvage, Monogr. Trigl. in Nouvel. ATtchiv. Museum Lp. (#22: Doderl., Prosp. pesc. Sicil., p. 36, sp. 98. Heldreich, Faune=Grèce; p. 86. Stossich; Prosp. Faun.Aidriat., pi 33: + Giglioli, Elenc. Pesc. Ital,, p.23, sp.71. Moreau, Hist. nat. Pois. France II, p.310. Perugia; Elenc. Pesc. Adr., p. 10;sp.36. Kolombatov., Pesc., Acque Spalato, p. 3. id., Fische gewass. v. Spalato, p. 17. Reguis, Hist. nat.Provence, p.206,sp.35. Marion, Exquis Topogr. G. Marseille; in Ann. Mus. Zool. Marseille, I, p. 101. Faber, Fisheries Adriat., p. 193, sp. 95. Vinciguerra, Croc.Violante,p.49,sp.34. Beltremieux, Faun. vivant. Charente, p. 100. Kolombatovic, Imenik. Kraljesnjaka Dalm., p. 8, sp. 36. id., Catal.Vertebr., Dalmat.. p.21, sp.33. Hilgendorf, Fische der Azoren; in Ar- chivio Wiegman Jarh. 45,p-207, sp.19. Graeffe, Seethter. Fauna:G. Triest(1,:03), SRNS. ica Pesci Prov. Roman.; in Spallanzani -Fasc.. VII VIE, p:e3535 id. in: Fasc. XI, XH, p. 562; sp. S4 Sinonimie., Zxoprtog Greco; Arist.; Lib. V,. Cig; Lib.-VEL fol. 160. Scorpio, Scorpius, Ovid., Plinius. Scorpena seu Scorpius marinus, Belon. Aquat., p« 248 fig. 1554 Scorpena, ROndelee® Icht. Lib. VI, €. 19, p.201. Scorpius, Salviani, fol. p. 199 fig.; id. Scorpena, 1594 1640 1664 1686 1713 1738 1777 P.: 201, tab. 73. Scorpius major, Gesner, fol. p. 446. id. Jonston, De Pisc. ; P. 74; tab. 19; figo. Charleton, p. 142. Willughby, Bibi: FW, €38: p. 33. FE E tab. X 12. Ray, Sinon. Pisc., p. 142, n. 2. Artedì, Gen. 47, Syn. 76. Duhamel, Péches II, Sect. VI, p. 94, pl. 4 (Crabe de Biarritz). 23 SCORPANA SCROFA NOMI VOLGARI Italiani. Scorpena rossa o maggiore, Scrofano, 0 Scorfano rosso. Scarpena rossa, Scarpena d'Istria (Venez.). Scarupolt (giovine) (Menez): Scarpena di Sasso (Fiume). Pesce capone (Tosc.). Bexzugo, Pesce cappoun (Genov., Capoun (Nizza). Scorpena troja, sii russu (Napoli). Scrofana, Scorfena (Tarant.). Scrafanu, Scrofanu russu (Sic., Pal.). Gaddarana, Cipudda, Scaropoli (Mess., Cat., Girg.). Pisci, Capponi, Scropula (Cagliari). Capullazza (Malta). Liguria). Esteri. La Grande Scorpene. Scorpéne rouge ou rascasse, Scorpéne truie (Franc.). Grande rascasse, Capoun (Marsigl., Nice, Cette). Escorpit (Pirentes orient.). Saccaraille, Sacoide (Biarritz.), Rascasse (Arcachon). Sabourelle, Cabra roquera (Spagna). Badasco, Escourpeno, Escourpion. Rascasso grande ou roujo (Provenz). Cabruco (Bilbao). Escarpote, Escorpion (Spagn., Galicia). Escorpora vermello, Boia y polla (Catal.). Co»roig Roje (Is. Baleari), Gallerate (Barcell.). Escorpa, Rotja (Valenz.). Rascazo, Rascasso, Rocaz, Rasco (Portog.). Poissonet, Grooper (Ingl.). Groschuppiger drackenkopf, Khwein Drachsbars(Ted.). Grosser Drachenkopf. Cerljena skarpina, Skarpina Velika , veni (Illir.). Bodeljka crljena (Spalato). Scorpidi (Greco). Zyxoprtos, Bxoprwva (Greco). Kaesppns (Greco volg.). Skarpoc Cer- Annotazione. La Scorpena rossa è abbastanza conosciuta negli annali pescherecci. Essa vive abbondantemente in tutto il Mediterraneo, aggirandosi in piccoli branchi in alto mare, e frequentando più particolarmente, i litorali rocciosi, ove si pone in agguato fra scogli o fra le arene delle spiagge. Essa è molto più rara nell'Oceano Atlantico, tuttavia non manca lungo le coste della Spagna, del Portogallo , nel Golfo di Guascogna, fino alla Roccella, a S. Giovanni Luz, ad Arcachon, al di là dei quali non si lascia più ve- dere, —- Viceversa, essa è stata pescata non di rado nelle acque delle Canarie a Madera, a Teneriffa (Steindach.) ed anche presso le Azzorre, e la costa occidentale dell’ Africa (Gùnther, Hilgendorf). Non fu avvertita fin’ora nel Mar Nero, ove per lo con- trario la Scorpena nera è abbastanza frequente. FAM. TRIGLIDI ‘1 IRCSPERICR SCORPANA SCROFA Varietà. Scorpeena lutea, Risso, p. 190. 1810 Scorpaena lutea, Risso,,Icht. Nice, p. 190, sp. 5. 1826 id ido Europ. Merid., p. 371, sp. 286. Scorpena gialla. Capoun gaune (Nice). Capoun tjouné (Aiger.). Fra le_molte varietà. di colorelfche presenta la Scorpena rossa, una delle più notevoli è quella ri- portata dal Risso sotto il nome di Scorpena Iutea. Come dice il Risso, essa ha un bel colore giallo di zafferano, la testa con molte lacinie, il muso puntuto, 2 bende sovraoculari, le scaglie larghe, striate; le natatoje giallastre variegate da marmorature brune, | ed una piccola macchia nera verso la metà della base della Dorsale. Senonchè gli Autori successivi che riscontrarono questa varietà, avendola confrontata con individui di pari dimensione della Scorpena Scrofi, poterono convincersi, che la Scorpcena gialla, non differisce per verun carattere essenziale, sia esterno che interno, dalla precedente, per lo che la ritennero qual sem- plice varietà di coloramento, corrispondente alle al- tre belle varietà di tinta, rosse carmino, variegate, brune ecc., profferte da questo pesce. Di questo pa- rere furono per lo passato, il Cuvier, il Ginther, il Cocco, il Costa, è più recentemente 1lMorean: opinioni che noi non possiamo che confermare. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo dello Scrofano rosso. In -Pelle-3 ES: o Sos 0 9421 Invalcoo! plioEs:i0 rs) Prep. osteol. 1 schel. vertebre cefaliche. Prep. splunc. a secco: App. branch. Id. in alcool: App. dig. App. 6 9. Proporzioni. Lungh..tot. No, 60:20, 1530:R0101 20) Alt. corpo O; SITO: LO; I CO: LO NRN20: Lungh. testa .-0, T80;-0, 165; 0, 140. Alt, testa O, MORO IVO ONE Diam. \ocche0,f030;70,202: 0, 7020: Spaz. preorb. 0,‘070; 0, 060; 0, 050: Spdz: interor. 00, 1030:00, (028:N0 020. Lungh.-dorsal.:0, 250; 0, 240; 0,200 Lungh. pettor. 0, 120; 0, 100; 0, 080. Lungh. ventr..0;7080:i0,7070; 0, (050! Lungh. codale 0;130; 0, 120:t0; 100! o, 48. Teschio preparato a == == >= SD. s, ala 2 ti utea, Uto, 4 | | | | | | | | Il i | | N FAM. TRIGLIDI 279 Care ire das sn ian lia cossa nima re enver ——————_r———__T————_—_—________ GG SCORPZANA PORCUS SCORPAZNA PORCUS 77° Sp. (23 del Gen.) Scorpana porcus, Lin. (Scrofano bruno). Car. specifici. — Corpo ovale-allungato, di dimensione minore della specie precedente; col profilo dorsale î | ID | e ventrale più convessi; coperto di scaglie piccole, allungate, ruvide, imbricate, col margine posteriore lezger- mente appuntito e terminato da 9, 10 lunghe spinule radianti, che oltrepassato il margine stesso della scaglia. \ L'altezza del tronco è contenuta 3 1/4 a 3 1/2 volte nella lunghezza totale del corpo; il Capo è grosso, più | | breve che nella specie precedente. privo di scaglie, guarnito di spine più puntate e di un numero minore di lembi cutanei. La sua lunghezza è compresa 3 1/5 nella lunghezza totale del corpo; sul suo Occipite sta una affossatura quadrata più larsa che lunga; la Bocca è grande, meno obliqua; la Masceila superiore appena più corta dell’inferiore, colla estremità posteriore estesa oltre la verticale del ceniro dell'occhio; la Mascella inferiore é priva nella sua faccia inferiore di lembi cutanei; entrambe le mascelle sono guarnite di una larga zona di o dif piccoli denti vellutati a scardasso; il Vomere ed i Palatini sono similmente dentati e presentano, secondo Sau- lo, vage, una zona rettilinea di denticini che attraversa il vomere, molto allargato. L’Occhio è proporzionatamente più grande che nella Sc. scrofa, col diametro pari ad 1/4 della lunghezza del capo, esso supera in lunghezza lo spa- zi0 preorbitale, ed è doppio dello spazio interorbitale; quest’ultimo è stretto, profondamente incavato e cinto da 2 ‘ spigoli divergenti elevati, privi di spine posteriormente. L’Orlo sovraorbitale è sporgente e guarn to di due bende cutanee ben sviluppate. Un’altra benda consimile sorge presso l’orificio anteriore delle narici, Il Sotto- orbitale che riveste in parte le guance è attraversato nel suo mezzo da una costa elevata che termina poste- riormente in punta presso il preopercolo. Il Preopercolo è arrotondato nel suo margine posteriore e limitato da 4 0 5 forti spine. L’Opercolo porta, come nella specie precedente, 2 lunghe spine divergenti volte posterior- mente. Una zona di piccoli denti attraversa in disposizione rettilinea, il Vomere, che è molto allunguto. Le Guance sono perfettamente liscie. Le Fessure branchiali amplissime. La Natatoja dorsale è fornita di raggi | golarmente sino all’11°, che è un po’ più breve del 12° spinoso; l’Anale porta 3 raggi ossei il 2° dei quali di pari lunghezza e robustezza del 3° e s raggi molli; le Ventrali sono ben sviluppate e quasi altrettanto lunghe quanto le pettorali; la Codale è larga, arrotondata, con 18 raggi, e pari ad 1/5 della lunghezza totale del | corpo; la Linea laterale corre parallelamente alla curva dorsale, è ornata di parecchi piccoli lembi cutanei, e | | Il | costiluita da 60, 65 scaglie. Il Colore di questo pesce è “bruno, sparso di numerose macchie e punti nerastri, col venire di color giallastro o bianco rosato. Una macchia nera domina sovenie fra il 7° e il 10° raggio spinoso della dorsale. Le Natatoje verticali, codale, sono dotati di un colore giallastro, con fascia trasversale oscura. «| Le modificazioni però di queste tinte sono sì numerose che sarebbe lungo il precisare. bapi-uio-no;0A.03/53 Pi 19,0C. 1735: Lungh) 0,20, 2-0; 130 fl 1766 Scorpena porcus, Lin., Sist. nat., p. 451, sp. 1. | 1846 Scorpena porcus, Bonap., Catal. Pesc. Eur., 04 ] 1768 id. Brunnich, Icht. Massil., p. 44. pi(6245p. 590. 1782 idibvibloch;isch. Deutsch]. p.."161. » id. - Sassi, Caral. Pesc, Ligur., p.1128,;sp. 1788 [dino ed. .Gmehn, p. 1214, Sp. I. » id. Plucar, Fisch-Platz.z. Triest,p.30,Sp. 1798 idiMellacepede HI, p. 259, 275,.sp. (Scor-_|,1350 id. «Costa (Oronz.), Faun.-Napol., Part12%5 pena rascassa). pl 3. 1801 idfizloch.fedit. Schneid, pi. 192. » id. Agassiz, Poiss. Fossil, IV, p. 199, pl. I, 1304 id, La Roche, Baleares, Ann. Mus. .XIIL, fio. 02. pio » id. Guichenot, Expior. scient. Alger., p.41. fl 1810 ide issorslche-Nice;- p. (187. I8SI id Desvaux, Essai lchix /Cores. cet bo» id Rafa dedite Sic, p. 127, Sp. 190. | France, pi i (S. rascassa). 1852 id. Van der Hoeven, Handb, Zoolog. II, 01322 idi@iNaccari; Ittio]. S 610° RP NSA UST IUSIESANIZA SCORPANA USTULATA Î | | | \ il | | | i | | 78° Sp. (3? del Gen.) Scorpeana ustulata, Lowe. (Scrofano macchiato). Car. specifici—Corpo grossolano, ovale-allungato, di forma e dimensione intermedia fra la Sc. scrofa e ia | Sc. porcus; coperto da scaglie grandi, rotondate, guarnite di parecchie serie di piccole spinole marginali, le esterne più lunghe delle interne. L'altezza del tronco è contenuta 3 2/5 volte nella lunghezza totale del corpo; la lun- ghezza del Capo /o è 3 voite nella stessa misura. — La Testa è grossa, nuda, più lunga che alta, guarnita di molti pungoli di mediocre lunghezza, e di un piccolo numero di bende cutanee frangiate. Sull’Occipite evvi una profonda fossa quadrangolare. Il Profilo dorsale è molto convesso, il ventrale meno arcuato del superiore. — Il | Muso è assai breve, largo, ottuso, pari ad 1/4 della lunghezza del Capo, ed ornato all'estremità di piccole bende cutanee. Bocca obliqua, grande ;.Mascelle pressochè eguali; la Mascella superiore è incisa nella sua estremità anteriore, allargata nella posteriore, ed estesa sino alla verticale del centro dell'occhio; la Mascella inferiore è fornita di un tubercolo nel suo apice, e priva di cigli nella sua faccia inferiore; entrambe le ma- scelle sono guernite di una stretta zona di piccoli denti fitti a scardasso. Il Vomere ed i Palatini portano una zona di denticini minuti e fitti, disposti a forma di semicerchio. Gli Occhi sono molto grandi, prominenti, appressati fra loro, ed a contatto col profilo superiore del capo ; il loro diametro è pari ad 1/3 circa della lunghezza del capo; supera 1 1/2 volta lo spazio preorbitale, e due volte lo spazio interorbitale, che è stretto, affondato, e limitato da 2 coste laterali salienti. L’ Orlo sopracigliare è pure sporgente e guarnito di 3, 4 forti spine, volte posteriormente, e coronato di 2 cigli palmati e laciniati, lunghi quanto la 1/2 del diametro orizzontale dell'occhio, (Bellotti), (cigli eccezionalmente maricanti o piccoli, secondo il D." Gunther). — Il 1° i Sottorbitale è di forma irregolare, col margine inferiore denticolato; il 2° Sottorbitaie, che riveste in parte le guance, porta nel suo mezzo una doppia cresta dentellata, guarnita di spine, ed è coperto sulla sua su- perficie esterna, al pari dell’Opercolo, di asperità, di pustule carnose. IZ Preopercolo ha una forma rotondata ed è ricinto da 4 forti spine puntute; ? Opercolo porta, come nelle altre specie congeneri, 2 lunghe creste divergenti, che terminano per ciascuna posteriormente in una forte spina acuta; gli Orifici nasali non dif- feriscono per forma e posizione da quelli della Sc. porcus; Osso nasale che loro sovrasta, è sormontato da una forte spina diretta in alto e da un piccolo cirro cutaneo. — La Natatoja dorsale prende origine molto in avanti, anteriormente alla base della pettorale; è sostenuta nella porzione spinosa da 12 raggi ossei, e nella parte molle da 1 raggio osseo e da 9 molli. — Nella parte sbinosa il 1° raggio è 1/3 più piccolo del 2°, il 3° e 4° sono più lunghi degli altri, i successivi decrescenti in lunghezza sino all’1T° che è più corto di tutti; la porzione molle ha i propri raggi 1/3 più alti degli ossei. L’Anale ha 3 spine (la 2* più lunga e forte della 3°) e s raggi molli. Le Pettorali sono molto grandi, allargate, e fornite di 18 raggi, 10 dei quali inferiori sono semplici; le Ventrali sono flabelliforme, quasi lunghe quanto la Pettorale; la Caudale é /arga, arrotondata e pari in lunghezza ad 1[4 della lunghezza del corpo. La Linea laterale corre parallelamente alla curva dorsale, porta 46 scaglie, guarnite di una piccola serie di spinule marginali. — Il Colore di questo pesce è generalmente rosso vermiglio, o rosso di minio, irregolarmente macchiato di bruno, massime lungo la linea laterale, sugli |} opercoli e sul muso; colore che passa ed una tinta rosea sulla parte inferiore della testa, e del ventre. Le Natato]e sono screziate di roseo e di giallo su fondo rosso. Le Ventrali e !’ Anale sono per lo più immaco- late. Ma Ia più notevole particolarità colorante di questa specie, consiste nella presenza di una irregolare mac- || chia di color castanino-bruno o nerastro dietro gli occhi, estendentesi sugli opercoli (Lowe). Una macchia nera sorge d’ordinario fra il 9°, 10° raggio spinoso della dorsale. D. 11:19; Ax3/5; Pi 18: Co 17: tt una ho Moni 1840 Scorpena ustulata, Lowe, Proceed. Zool. Soc. Sinonimie. TFond.-:pi.30: 1859 id; Gunther, Catal..II, p. 110, sp. 3. 1810 Scorpena notata, Rafinesq., Caratt., p.33,sp-83; 1888 id. Bellotti, Note ittiolog., VIII, in Atti id.-Indic- Ittiol:cSic., P.27Aspaone Soc. Ital. sc. nat., vol XXXI, p.213; | 1350 Scorpena porcus, (L.), Costa (Oronz.), Faun. RAV. 4 o Napol.; 2° Parte, Gen. Scorpemna, p. 2, » id. Kolombatov,, Catalog. Vertebr. Dal- Tabs (ecelini: maticor., p. 21. 1589 id. Vinciguerra, Pesc. Prov. Romane; in NOMI VOLGARI i Spallanzani, fasc. VII, VIII, p. 350 1890 id. id., Guida al Museo Zoologico Roma, Scorpena macchiata, Raf, in Spallanz. fasc. XI, XII, p. 14. Scrofanello (Napoli) Lo Bianco. Scrofaneddu (Sic.) Raf. Nob. par jnc ==; —— © = —er=""€ —der =} = SIREeTre=_i ; ch FAM. SCORPZANA USTULATA Annotazione. La Scorpena ustulata differisce a prima vista, an- che per consenso del D." Vinciguerra (1. c.), dalle due forme precedenti, per la piccola statura, pel considerevole diametro dell’ occhio, per la brevità del muso, per le guance pomellate e la mancanza dei cirri sotto la mascella inferiore; e secondo le nostre osservazioni nel Museo, anche per la forma delle scaglie che sono larghe, rotondate, con nu- merose serie di spinule marginali, le esterne delle quali più puntute e grandicelle ‘delle interne. In quanto al colorito, essa rassomiglia più alla Scor- pena scrofa che alla porcus , tuttavia varia come quella, per tinte rosso-vive, giallastre, rosee, brune, ‘e variegate. La Scorpena ustulata, è stata per primo ricono- sciuta e descritta dal Rev. Lowe nella sua Ittiologia delle Canarie (Proceed. Zool. Soc. of London 1840) (1. c.), e successivamente riportata ed illustrata dal D.® a nel suo pregevole Catalogo (II, p.110, l. c.), dietro note manoscritte comunicategli dallo stesso Lowe. Nel 1888 il D." Cristoforo Bellotti, trovandosi a Nizza, ebbe agio di osservare in quelle acque una forma speciale di Scorpena, che confrontata colla de- scrizione della S. ustuZata di Lowe, lo convinse della loro perfetta identità. Questo fatto diede occasione all’ egregio Ittiologo di fare una comunicazione in proposito alla Società Ital, delle Scienze naturali di Milano, nella seduta del 29 aprile, e quindi redigere ed inserire una relativa Memoria nel vol. XXXI degli Atti della predetta illustre Società, dimostrando che la specie era abbastanza comune nelle acque di Nizza, di Genova, di Napoli, di Malta, di Lagosta in Dal- mazia, ove parecchi esemplari erano stati già pescati | dal Capitano Alberti, nella sua Crociera del Violante, Senonchè dietro le inchieste fatte dai recenti It- | tiologi, si potè constatare che la Scorpena ustulata, | che ritenevasi di recente scoperta, era stata già fatta soggetto di studio dai cultori della scienza, in quan- ‘tochè il prof. Oronzio Costa l'aveva già descritta e fatta effigiare nella sua Fauna Napoletana, alla tav. III, sotto l’improprio nome di Sc. porcus. Lo stesso avvenne in Dalmazia. Il DI Kolom- batovic, come egli stesso narra nel suo Catalogus || Vertebrat. Dalmat,, p. 21 (1. c.), era da lungo tempo in possesso di una specie ignota di Scorpena” che egli, per difetto di Libri, non aveva potuto identificare con veruna altra forma conosciuta; ma che leggendo l’opuscolo del D." Bellotti, riconobbe essere preci- samente la Scorpena ustulata. Nè ciò basta; sembrerebbe altresì che questa Scor- pena sia stata veduta sino dal 1810 dal Rafinesque . nei Mari di Sicilia, e registrata sotto lo special nome nella sua. di Scorpena notata dallo stesso Autore, Memoria Caratteri di alcuni nuovi asti della Si- cilia, p. 33, qualora si potesse dedurlo dalla scarsa descrizione che vi è annessa. TRIGLIDI 233 SC ORPOE NA U:SATU:ESA TA Non sarebbe improbabile che a questa specie possa corrispondere anche la varietà 1* della Scorpena porcus citata dal Risso, nell'Europ. Mer. III, p. 370; varietà di color rosso carmino, con muso puntuto, che vive nella regione coralligena del mare di Nizza. Abitazione. La Scorpana ustulata, a differenza delle specie precedenti, abita generalmente a certa profondità nel mare, che varia da 60 a 100 metri. Il che con- tribuisce a renderne più rara la pesca e poco note le sue abitudini. Essa d’altronde non si trova equa- bilmente distribuita nei vari paraggi del Mediterra- neo, poichè in alcune località appare assai rara od anche mancante, e viceversa abbastanza copiosa in altre regioni. — Giusta le indagini fatte in propo- posito dal D." Bellotti, risulta che questo pesce : a Madera è rarissimo (Lowe). a Nizza abbastanza comune (Bellotti). a Genova mediocremente frequente (Doria, Bellotti). a Malta pescato a 80 metri di profondità (Crociera Violante). Napoli frequente (Costa, Lo Bianco). Nell’Adriatico: a Lagosta non raro (Vinciguerra). a Palermo in Sicilia poco frequente (Nob.). D Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo In Pelle ‘x ‘Es.::-0;-12. Jantalcool 30ES:00, 13:;x0,2/F2, 0; LI. Prep. osteol. 1 schel. Prep. splanc. a secco: App. branch. Id. in alcool: App. dig. Proporzioni. Lungh. tot... (0,:130;.0; 120; 0, TTo. Alt, corpo O, 040; 0, 032; O, 030 Lungh. testa 0, 040; 0, 03$; 0, 032. Alt, testa 0, 030; 0, 028; 0, 026 Diam. occh. 0, 010; 0, 010; 0, 008. Spaz. preorb. 0, 010; 0, 010; 0, 009. Spaz: interot. 0, 006;,0, 005; 0, 004. Lungh. pettor. 0, 032; 0, 030; O, 025. Lungh. yentr. 00, 026; 0; 025; 0; 020 Lungh. codale 0, 030; 0, 028; 0, 026 hs Ale SA DL «4 ’ 284 FAM. TRIGLIDI | ce 2* Sotto Fam. COTTINI (Cottine) (Bonap., Gunther). Due dorsaii, Pettorali non divise, Capo arrotondato 0 mozzo. | Car.— Corpo più o meno allungato, fusiforme o compresso, ingrossato in avantill attenuato all’indietro; per lo più nudo, o coperto di scaglie piccole, incom||y plete (subulate); Testa larga, appianata, non scagliosa, nè corazzata, mel armata per lo più di spine; Occhi mediocri, piuttosto verticali; Bocca orizil torbitale grande, munito posteriormente di una lunga cresta che attraversa] le guance, e si prolunga e connette col preopercolo. — Due dorsali sepall rate, o ravvicinate alquanto per la base; colla porzione spinosa meno svil luppata della molle e dell’ Anale. — Anale opposta alla 2° dorsale; Pettoll rali grandi, non divise; costituite in tutto od in parte di raggi articolati semplici, non ramificati; Ventrali brevi, fornite di una spina anteriore, € branchiostegi; Appendici piloriche poche; Vescica natatoja generalmente assente. I Cottini costituiscono un gruppo molto vasto di pesci nella famiglia dei Yrig/idi, che per caratteri organic] si mostrano affini agli Scorpenidi, mentre per la forma si approssimano ai Gobidi, ed agli Esocidi. In essa sj trovano comprese alcune specie che vivono nell’acqua dolce, ma il maggior numero abita il mare. | Il DI Moreau, attenendosi alle osservazioni del Prof. Sauvage, da esso esposte nella Memoria Clussificatio des Poissons de la famille des Triglides, (Acad. Scienc. 1873, T. LXXXVII, p. 723), divide restrittivamente li sottofam. dei Cottini in 2 generi caratterizzati come segue: nudo ‘0 coperto di pezzi'stagliosi isolati. i. ctr En COnLasi Corpo rivestito di grandi scaglie carenate. 0... 0 0. +0 Gen, Aspidophonii Di questi, il Gen. Cottus è il solo che comprenda specie appartenenti all'Europa meridionale, e che, giusti Yo . . l'indole di questo scritto, possano essere accolte nell’attuale Manuale. 37° Gen. Cottus, Artedi. Car.— Corpo allungato subcilindrico, ingrossato all’innanzi, assottigliato e un pò compresso all’infl dietro, coperto di una cute completamente nuda, o guarnita talora di qualche scagli tubercolosa isolata. Testa grossa, larga, depressa, rotondata sul davanti. Preopercolo arl mato di spine semplici o complesse. Denti vellutati sulle mascelle e sul vomere; Palatini | Lingua lisci. Due dorsali distinte o debolmente riunite per la base; Pettorali larghe, rotoni date, con tutti 0 colla massima parte dei raggi semplici. Ventrali strette, costituite di . raggio osseo anteriore e di un piccol numero (4) di raggi articolati; Anale consimile alli 2° dorsale, e costituita del pari di raggi articolati; Linea laterale completa, quasi rettilinea] 6 raggi branchiostegi; Vescica natatoja assente. Pseudobranchie presenti. | Codesto Genere comprende pure alcune specie che vivono nelle acque dolci d'Europa, mentre il maggio numero abita le acque del Mare, per lo più delle regioni settentrionali dell'Oceano. Complessivamente le specil Europee vengono distinte nel modo seguente: | { armato di spine semplici + +. +. Cottus Gobio, Lin. (specie d’acqua dolce) Preopercolo Scorpius, Lin. armato di processi spinosi complessi. . . Cottus (Acantocottus) è bubalis, Euphras. (specie marine) quadricornis, Lin. vanti aComip| i, mai ci Ù FAM. TRIGLIDI COTTUS 600 COTTUS GOBILO 79% Sp. Cottus gobio, Lin. (Ghiozzo 0 Scazzone comune). Car. specifici. — Corpo allungato, conico, leggermente appianato ai lati, assottigliato all’ indietro, rive- || stito di una cute pressochè nuda, che però presenta qualche piccola scaglia spinosa nella regione ventrale; L’altezza del tronco è contenuta s 1/2 a 6 volte circa nella lunghezza totale del corpo; la lunghezza del capo lo è 4a 4 1/4 volte nella stessa misura; Testa grossa, larga, depressa, tanto alta quanto lunga, non spinosa, ma coperti di una cute molle, perfettamente liscia. Muso largo, breve, arrotondato sul davanti negli individui adulti, subconico nei giovani; Bocca grande, collo squarcio prolunyato sino alla verticale del centro dell’oc- chio, Labbra grosse; Mascelle evuali, la superiore alquanto protrattile, l’inferiore munita di pori nella faccia inferiore; entrambe sono guarnite di una larga zona di piccoli denti vellutati; una consimile zona di denti- cini tapezza 11 Vomere: i Palatini e /a Lingua sono lisci. — L’Occhio è mediocre; esso occupa i lati della faccia presso la sommità del capo, un pò più vicino all'apice del muso che alla nuca; esso è abbustanza mo- bile per poter spostarsi in vari sensi a seconda dei bisogni dell’animale; il suo diametro è pari ad 1/3 della lunghezza del capo, ai 315 dello spazio preorbitale, ed è alquanto minore dello spazio interorbitale; ?’ arcata sottorbitale è. formata da 4 pezzi disposti a semicerchio, il 3° dei quali più grande, è fornilo posteriormente di una lunga appendice o cresta che attraversa le guance e raggiunge il preopercolo verso l’ angolo spinoso di esso; il Preopercolo è armato nell'angolo posteriore di una sola spina appianata, e ricurva, diretta po- steriormente ed în alto; questa spostandosi ai lali riesce una potente arma offensiva per l’animale; al di sotto di essa sorge un’altra piccola spina, volta in senso contrario. L'Opercolo è piuttosto piccolo, triangolare e terminato posteriormente in punta mozza, ricoperta dalla cute. Le Dorsali sono due, distinte, ma riunite fra loro alla base mercé la membrana che ne interseca î raggi; la prima od ossea, che è più bassa della 2°, consta di 6 ad 8 razgi spinosi deboli, (il 3° e 4° dei quali sono i più lunghi); La 2° dorsale o molle è più alta e più lunga della prima, e fornita di 16 a 18 raggi molli. L’Anale prende origine sotto il 2°, 0 3° raggio della 2° dorsale, e si compone di 12 a 13 raggi ramificati. Le Pettorali sono larghe, arrotondate, estese fino all’ano, e costituite di 14-16 raggi articolati (i superiori dei quali ramosi, i 5 0 6 inferiori semplici); Je Ven- | trali sono strette, brevi, prive di fascia, e costituite di un raggio osseo e di 4 molli, (il 2° ed il 4° dei quali di eguale lunghezza); la Caudale è leggermente convessa, pari ad 1/5 a 1/6 della lunghezza del corpo, e for- ‘i nita di 8, 9 raggi brancati, oltre a 2, 3 marginali corti e semplici; la Linea laterale dipartendosi dall’'an- i. golo superiore dell’Opercolo si estende quasi rettilinea lungo la metà del corpo e mette capo nel mezzo della base della codale; essa porta, da 26 a 33 piccole scaglie semimembranose, modellate in forma di doccia. Il Colore ‘generale del Cottus gobio, tuttoché variabile a seconda della stagione, del sesso, dell’ età e della località, è DLE sug LO AR sin , Polti per lo più di un grizio-bruno o verdastro, tramezzato da larghe macchie o zone irregolari brune o nerastre, più marcate sul dorso e sui lati; colore che volse ad un grigio chiaro, o ad un bianco sporco, 0 bianco roseo nelle parti inferiori del corpo. Le Natatoje sono per lo più grigiastre o giallastre, con macchie brune o ne- rastre, disposte a linee o a zone concentriche; talora la 1% dorsale e l’anale sono bianche, immacolate, Una mac- chia oscura occupa la gola dei maschi in abito di nozze. Dio: D 6-18: A. 12-13: P. 13-14; C. 13; V. 1/4; VNertebr, 32-33; Lungh. 0, 10, a 0, I. Questa specie presenta molte varietà, tanto in rapporto al colore, che può essere più o meno rossigno, verdastro, biancastro, nerastro, con macchie irregolarissiniamente distribuite, quanto in ordine al numero ‘dei raggi appartenenti alle singole natatoje ; varietà che da taluni Autori sono state considerate quali specie distinte, ma che in realtà si collegano tutte per graduati passaggi. Sebbene il Ghiozzo non appartenga alla zona propriamente detta meridionale, tuttavia siccome vive in pressochè tutte le acque dolci d’Europa, io ne registro qui le indicazioni e le sinonimie principali, nella .lusinga di far cosa grata ai lettori del Manwa/e, risparmiando loro lunghe e penose ricerche e perditempi. In quanto alle specie marine del Gen. Cottus, siccome queste non entrano mai nel Mediterraneo, credo inutile tenerne qui parola. 25 286 [res 1766 Cottus gobio, Linn., 1776 id. FAM. TRIGLIDI GIO.TTUS GOBO Sp. i6. Prodrs SyStMat. ip a4545 Muller Ot., Zoolog. Danic. p. 44, n. 368. Pennant, Brit. Zool. (1° ed.) III, p. 216, pli32; id. (ed. 1812) III, p. 291, sp. 43 a Ort. Faun. Groenland. , P.159, I1$. Bin Fisch Deutsch]. II, p. 12, pl. 39, fono: Gronovius, Mus. Icht. II, p. 14. Bonnater., Encycl. Method., piri00. pl. 37, fig. 149: Linn., edi Gmelin, p. 1211, sp. 6. Razoumowsky, Hist. nat. du Jorat I, pi 326. Lacépède, Hist. nat. II, p. 252. Retzius, Fauna Svecica. Pars I, p. 329. Donovan, Brit: Fishes, IV ps so. Shaw, Li Zool. IV, Part. 2 2 PISCes; p. 254, pl. Turton, Brit. Fauna, p. 94. Rafinesque, Indic. Pesci Sicilip::30, SP. (017, Risso,.Icht. Nice, p. 182; sp. Pallas, Zoograph. Rosso- iù pi 125. Steinmùller, in Neue Alpina, Bd. II, P. 334. Martens, Reise Wenedig, p. 431. Jurine, Poiss. Lac Leman. Soc. phys. Ipo tn pl Risso, Europ. Merid, III, p. 4AOSNSP.3 221 Holandre, Faune de la Moselle, p. 237. Hartmann, Helverodlchtol:p.s7. Nardo, Prodr. Adriat, Icht. aper 82, Spi 72. Flemming, Brit. Anim., p. 216. Cuv. Valenc., Hist. Poiss. 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Cottus microslomus, Heckel ibid., taf, 8, fig. 3. 1358 id. Heckel u. Knerr, Susswass. Fische, pio az) » Cottus ferrugineus, id., ibid., p. 34. 1839 Cottus pacilopus, Heckel, Ann. Mus. Wien. IS itab2t35 fig 200). 1840 id. Nordmann, in Demid. Voyage (1. c.), P. 377. id Gunther Cate HI \perts7: NOMI VOLGARI Italiani. Ghiozzo, Ghiozzo comune, Ghiozzo di fiume (Ital.). Magnarone, Marsion (Venez.). Munaro, Gò de Brenta, Teston (Venez.). Marsion, Marson (Treviso). Scatzot, Bot (Milano). Scazzone, Gò, Ghiozzo, Rotella (Lombard.). Marson, Cavedon (‘Tiroio). Chiavedon (Gorizia). Carnuola, Capigrosso (Svizzera). Bottu (Nizza), Risso. Go;zu (Sicil.). 1859 Esteri. Le Chabot de Riviere, Goujon, Testard, Tetard. Chabot, Chapsot, Grosse-Téte. Chaboissean, Meunier (Francia). Chamsot, Chapson (Normand.). Gravelot, Bavard (Lorena). Bane, Jacquard, Gan, Cafard (Còtes dor). Chaboiseau, Godet, Escabot (Anjou), Moreau. Meunier, Mouné (Poitou), ld. Testard Meunier (Charente), Id. Chasot, Chasso (Savoja), Id. Tete d’ane (Languedoc), Id. Godet, Chapsot, Sassot, Bourgot (Annesy). Tetu (Savoja). Chassot, Sassot (Neuchatel), Fatio. Sechot (Lac Leman, Svizzera). Bull-head, The river Bulhbead, (Ingl.), Davy. Bull-knob. or Bull-jub. (Ingl.), Id. Cod pole (Berkshire), Id. Millers, Thumb (Yarrell). Noggle-head (S. Hampshire), Id. Korbeau, Tom-cull, Tommy logge, ld. Pentarw, Bawd y melinydd (Walshs), Id. Gemeiner Groppfisch, Kaulkopf, Kaul quappe (Ted.). Hautzenkopf, Hoppe u. Hoppen (Ted.). Stensinfiskar, Steinsoke, Stensimpa (Svedes.). De river Donderpad (Oland.). Menkisek, K’apc (Carniola), Faber, Balavac, ‘Pes. Pesa (Croaz.), Faber. | (1) Da molti Autori si riticne specie distinta. ss 288 FAM. TRIGLIDI SR C:O4MUIS 0470 Annotazione. I) Cottus Gobio è un piccolo pesce che non ec- cede in lunghezza i 0, 12, a 0, 14, proprio delle acque. dolci, tanto lacustri che correnti dell’ Europa, ove si tiene per lo più ascoso sotto i sassi, od in piccole tane che egli stesso si scava, sia per sottrarsi ai suoi ne- mici, sia per tendere ins: :die ed aggredire le prede che gli fanno bisogno. — Questo ° pesciolino è carni voro e voracissimo; esso si nutre in particolare di vermi, di larve, di insetti acquatici ed anche di pic- coli pesci talora grandi quanto esso, che aggredisce con uno slancio, ed una agilità sorprendente; e quan- do gli manca tale alimento, si getta sul fregolo e sulle uova d'altri abitatori delle acque; voracità che talora gli riesce funesta, poichè a sua volta diviene preda d’altri più grossi e potenti animali. Epperò questo pesciolino ad onta della sua piccolezza, riesce all’occasione abbastanza temibile. Trovandosi in peri- colo, suole allargare le guancie, sollevare gli opercoli, facendo emergere l’acuta spina ‘che vi è annessa, colla quale cerca trafig gere i suoi persecutori. (Blanchard). Il Ghiozzo va in frega in primavera nei mesi di Marzo, di Aprile, a seconda della temperatura delle acque e della stagione. In tale incontro il & suole scavare sotto i sassi una piccola cavità, entro la quale le Femmine vanno a Lr le uova, aggrup- pate in piccole masse, e queste il $ custodisce con rara perseveranza finchè ne sieno sbucciati i novelli, ed anche dopo la nascita, scorta e difende i neonati per alcun tempo, finchè sieno divenuti grandicelli. Abitazione. Il Cottus gobio abita non solo le acque dolci di pressochè l’intera Europa, ma si trova anche in pa- recchi fiumi e laghi dell’Asia e dell'America setten- trionale, fino presso il polo artico. Pallas di fatto lo cita fra i pesci della Siberia e del Jago di Baikal; Fabricio lo descrive fra quelli della Groenlandia; e parecchi Autori lo registrano fra i pesci del Canadà, e dell'America Settentrionale. Considerata in particolare la distribuzione geogra- fica del Cottus Gobio, nelle singole Regioni dell’ (Eu- il ropa, risulta, giusta le indicazioni dei più dotti Au- tori, che questo pesce è piuttosto abbondante nelle acque dolci della Scandinavia, tanto nella Norvegia, che nella Svezia, d’onde raltolta scende nel Ballico I (Collet, Malm, Nilsson, Lilljeborg).—-Nella Gran Bre- tagna lo si trova vivente nelle contee di Derbshire, di | Gloucestershire, di Berkshire, di Hampshire meridio- nale (sec. Yarrell, Pennant, Gray). In Irlanda Thomp- son lo cita piuttosto raro a Belfast nel Londondery. Comunissimo è il Cottus Gobio nelle acque dolci della maggior parte della Germania settentrionale, e principalmente nei fiumi Weser, Elba, Reno, Inn, Danubio, e nel lago di Costanza; non meno che nei vari fiumi c laghi “della Boemia, della Baviera, della Lorena, dell’ EE (Heckel, Knerr , Jaeckel, Jeitteles). H D Nordmann lo segnala pure nelle acque della : Ungheria, dei Carpatti, “della Russia meridionale, e nei Fiumi Don, Dnieper, Dniester, che si sca- COTTI 0tS 7603540 ricano nel Mar Nero, senza che perciò si trovi in quest'ultimo Mare. Lo stesso può dirsi della maggior parte delle Ac- que dolci della Francia, essendo stato trovato nei Corsi d’acqua della Normandia , del Poitou, delle Ardenne, dei Volsgi, della Costa d’oro, deli Alverma, della Savoja, non menochè nella Linguadoca e nella Provenza, e persino presso Gard e Nizza (Blanchard, Moreau). Forse più che altrove il Cottus Godio è comune nei laghi e fiumi della Svizzera; dapoichè lo si ri- scontra comunemente nei laghi di Neufchatel, di Lucerna, di Zug, di Thun, di Gincvra, di Zurigo, di Lugano, non menochè nei fiumi uber che ne escono 0 che vi mettono capo. Ed è poi notevole che questo pesce abita non solo le acque dei bacini inferiori dell’Elvezia, ma che, giusta le diligenti in- dagini del Fatio, esso vive ad altezze notabili nel cuore stesso delle Alpi. Così per citare alcuni esempi lo si.trova, sec. Fazio, nell Lago di AtnoataMt5#! Nella valle di Reuss, nel Canton d’Uri a 1500 m. Nel Loemersee a 1600 m., nel Lago di Lucedon sul S. Gottardo a 2080 m., e finalmente nel Lago di Sellava 2231 m. sopra il livello del mare, In Italia i laghi ed i fiumi della Lombardia ne sono più particolarmente ricchi; Esso vive più o meno abbondantemente, secondo Pavesi, nel Lago maggiore, in quello di Como, d’Iseo, di Garda (De Betta), non meno che nei Fiumi Verbino, Tanaro, Chiassone, Adige, cui rispondono nell’Italia centrale ed orientale l’Isonzo,il Tagliamento, la Piave, la Bren- tra, il Pò. A contraposto delle località precedenti, questo pesce non è stato finora avvertito nelle acque dolci della Toscana, della Romagna, del Napoletano, e nemmeno della Sicilia ove manca assolutamente. Pesce. Si pesca il Ghiozzo in vari modi; colla lenza, colle nasse, colle reti a mano. Vivendo esso sotto i sassi, per prenderlo, fa d’uopo smuovere o battere le pietre che gli servono di ricovero, onde obbligarlo ad escirne, ed incappare negli ordigni pescherecci, che gli vengono tesi in prossimità. In alcuni paesi della Francia, i ragazzi sogliono cogliere i Ghiozzi infil- zandoii con una forcina inestata ad un lungo ba- stone, appena li veggono sbucciare dai Joro nascon- digli. I Pescatori d’altri paesi sogliono anche pren- derli colla guada o col guadino, per poi servirsene ad esca nella pesca d’altri pesci. (Pavesi). Pregio alimentare. Il Ghiozzo è generalmente poco ricercato per ali- mento, atteso la sua piccola mole; tuttavia essendo di carni delicatissime e molli, esso viene -abbastanza pregiato in alcuni paesi di montagna ove sonvi acque chiare e perenni, quali sarebbero ad esempio, secondo Risso, le Alpi marittime. A tal proposito il Conte Ninni ricorda come squisitissimi i Marsioni del Sile, Fiume del Trevigiano, ben noto per le sue lin:pide acque. FAM. TRIGLIDI 289 3° Sotto Fam. TRIGLINI (Irigline) (Bonap., Auct.). Due dorsali; Pettorali divise în più parti, Capo parallelopipedo, corazzato. Var. — Corpo oblungo, fusiforme, o piramidale; assottigliato posteriormente; co- ) .| è». perto di larghi pezzi ossei, o di scaglie di varia dimensione, più o meno i) ruvide; Testa grossa di forma parallelopipeda, o cuboide, corazzata, ricinta cioè da parecchi pezzi ossei striati od armati di spine; Muso sporgente; Sottorbitale grandissimo; esso riveste la maggior parte delle guance e del muso, e si articola posteriormente col preopercolo ; il Margine posteriore del cranio prolungasi all’indietro in due punte acute; Occhi generalmente verticali; Bocca terminale o subinferiore; Mascelle ora fornite di denti pic- colissimi, pavimentati, disposti in zone, ora prive di denti. Due Dorsali, più o meno separate; la Dorsale anteriore è meno sviluppata della poste- riore, o molle; Anale simile alla Dorsale molle; Pettorali grandi, suddivise in due parti distinte, l’una delle quali anteriore con raggi semplici, isolati, ora perfettamente liberi, ora riuniti da una membrana; l’altra posteriore maggiore, talora grandissima in forma di ala, fornita di raggi articolati e ramosi. Raggi branchiostegi in n.° di 6, o 7. Vescica natatoja di forma va- riabile, priva di dotto pneumatoforo. Appendici piloriche in vario numero. | | | La Sottofamiglia dei Triglini, in rapporto alle specie Mediterranee si suddivide in 3 generi, distinti nel | | lodo seguente: io fd Corpo fusiforme, coperto 100 |Î di scaglie piccole, ade- (De | renti. Raggi della porzione anteriore delle Pet- | Raggi della parte anteriore delle Pettorali . . Gen. Dactylopterus. riuniti da una membrana. i Gen. Trigla. I toxali\ liberi, ed in0n.®di13, Corpo piramidale ottago-{ Raggi della porzione anteriore delle Pet- Gen. Peristedion. dos; nale, interamente co- razzato da pezzi ossei. toraliclibertedieinin.idi; 2) 38° Gen. Dactylopterus, Lacép. :e Nar. — Corpo allungato, fusiforme, coperto di piccole squame ruvide, carenate, aderenti; Testa sd BR. grossa, parallelopipeda o cuboide, interamente rivestita di pezzi ossei; Soprascapolare ed nei angolo posteriore del Preopercolo prodotti in una lunga spina diretta posteriormente; Muso breve; mascella superiore più avanzata dell’ inferiore. Entrambe le mascelle guarnite di to: |D piccoli denti granellosi; Palatini e Vomere sdentati; Opercolo piccolo, scaglioso, privo di spine. o Due Dorsali; /a prima breve, portante pochi raggi ossei deboli, riuniti da una membrana, i i due primi isolati ; la seconda 0 molle, lunga e fornita di molti raggi molli. — Pettorali divise in due parti, in una parte anteriore staccata, costituita da raggi poco numerosi, riuniti da una membrana, ed in una parte posteriore principale, con raggi numerosi e lunghi, la quale negli adulti si trova modellata in forma di ala ad ampia superficie. Ven- so N trali brevi, con I raggio osseo e 4 molli; Linea laterale poco manifesta. Vescica natatoja pic- n sola, bipartita; Appendici piloriche numerose. gi Una sola specie Mediterranea: Dactylopterus volitans, C. V. mé Pa) | 26 —___ÉÉi.—@1—111212x21€@66&cp ott vs 290 i FAM. TRIGLIDI D'AS:TYL'0,P. TERIOS VIOREISA ANS D'ASGET NEO TPATERR0S VOLITANS 80° Sp. Dactylopterus volitans, Cuv. Val., IV, p. 117. (Pesce rondine o volante). Car, specifici. — Stato adulto— Quelli del genere—Corpo allungato fusiforme, attenuato verso la coda, È appianato al ventre, coperto ai lati di scaglie carenate, disposte in serie longitudinali, ed al ventre di scaglie romboidali. L'altezza del tronco, negli adulti e contenuta 7 ad 8 volte nella lunghezza totale del corpo; nei | giovani lo è 4 1/2 a 5 volte nella stessa misura; Testa grossa di forma parallelopipeda, interamente coraz- Zata da larghe piastre, appianata superiormente, incavata nella regione interorbitale, connessa posteriormente > col soprascapolare che termina all'indietro in una lunga e forte spina triangolare. La lunghezza del capo negli adulti è contenuta s a 5 1/2 volte nella lunghezza totale del corpo. — Muso breve, coll’ apice fesso; Bocca ‘ piccola; Mascella superiore più sporgente dell'inferiore, ed oltrepassante colla sua estremità posteriore la ver- ricale del margine anteriore dell’ orbita ; entrambe le mascelle sono fornite di una larga zona di piccoli. denti mozzi, pavimentati; colla mucosa orale di un vivace colore giallo-rossigno. — Occhi grandi, laterali, a contatto col profilo superiore del capo» Il loro diametro ‘(tuttochè variabile coll’ età) è compreso nello stato |} adulto 3 1|2 volte nella lunghezza del capo, ed è pari ai 2/3 dello spazio preorbitale; Palato sdentato; Lingua breve, liscia. Il sottorbitale anteriore è molto sviluppato ed allungato; esso è fornito di una ampia scanellatura nel suo margine posteriore e sebarato da un largo spazio vuoto dal margine anteriore del preopercolo. Il preo- | percolo è breve, stretto, a forma di cerchio di carro, e munito posteriormente di una lunga e robusta spina triangolare, la cui dimensione riesce proporzionatamenle minore negli individui adulti. —Due dorsali separate. La prima dorsale è breve, mediocremente elevata, e formata di 7 raggi semplici, flessibili, riuniti da una mem- brana, ad eccezione dei primi due che sono filamentosi e liberi. La 2° dorsale, più alta della prima, porta 8 raggi molli, articolati, ma non ramosi, tranne gli ultimi due; l’Anale è consimile ma più corta della dor- sale molle, con soli 6 raggi flessibili; la Codale è scanellata e lunga circa 1/5 della lunghezza totale del corpo, col lobo superiore più esteso. — Le Pettorali sono divise in due porzioni; la porzione anteriore, pari in lunghezza ad 1/5 della lunghezza totale del corpo, porta 6 raggi flessibili, riuniti da una membrana. La 2* porzione, negli individui adulti, assume la forma di un’ampia ala, sostenuta da 29 a 30 raggi flessibili, e raggiunge una di- mensione pari ai 2/3 0 3/5 della lunghezza totale del corpo, estendendosi fino oltre l’ultimo raggio della dorsale. La linea laterale non è manifesta; però si contano da 60 a 62 scaglie in una serie longitudinale del corpo, e 25 a 26 scaglie in una serie trasversale. Il colore del Dactylopterus volitans, tuttoche variabile, è generalmente bruno chiaro 0 bruno rossigno sul dorso, con riflessi violacei negli individui adulti, bruno cupo net soggetti gio- vani, sparso di macchie rotondate azzurrognole più o meno frequenti. Sui lati domina un colore rossigno chiaro, che passa ad una tinta rosea sul ventre. II capo è variato di roseo e di giallo, le pettorali sono verdastre pomellate di azzurro, le dorsali hanno una tinta grigio verdastra; la caudale è leggermente azzurrognola, attraversata da fascie brune. ID. 752 D..8; A. 6; P.64 29-30; /C.2/8-9;V. 1/4; Lungh.t0, gono: Stato giovanile: Cephalacanthus spinarella, Lacép. Car. specifici. — Corpo ovato-allungato , tutto coperto di piccole scaglie carenate; l altezza del tronco è contenuta 4 1/2 a 5 volte nella lunghezza totale del corpo. Testa parallelopipeda coi Zati e la superficie în- teramente corazzata di ossa, convessa superiormente, e più allargata che nel Dactylopterus. volitans. La sua lunghezza è contenuta s, a 6 volte nella lunghezza totale del corpo. Occipite connesso posteriormente col so- prascapolare che termina all’indietro in una lunga spina triangolare seghettata ai lati e proporzionatamente più lunga che la corrispondente spina del Dactylopterus volitans. Muso brevissimo, ottuso; Bocca inferiore; Mascelle fornite di una sola serie di piccoli denti pavimentati. Vomere e palatini sdentati. Occhi grandi, col diametro pari ad 1/3 della lunghezza del capo; Preopercolo prodotto posteriormente în una lunga spina trian- golare. Due dorsali separate, la prima breve con 4, 5 raggi spinosi, flessibili, la seconda poco estesa con 8, a 9 raggi molli, sottili, riuniti da membrana; un piccolo raggio osseo isolato sta fra le 2 dorsali. Pettorali rela- tivamente brevi, divise in 2 porzioni da profonda intaccatura. La porzione anteriore corta con 6 raggi riuniti, da membrana, la posteriore poco più lunga pari ad 1/3 della lunghezza del corpo, con 19, 20 raggi sottili riuniti da membrane, non mai estesi in forma di ala. Anale consimile ma più corta della dorsale molle, con 6 raggi molli. Ventrali con 1/5 raggi. Caudale poco scanellata con 18 raggi e 1 disco basale. Il Colore del corpo è superiormente verde oliva, o verde oscuro più o meno ombreggiato di bruno; inferiormente il colore è giallo pallido, variato da macchie irregolari fosche o bruno-rossastre. Pettorali a tinta bruno azzurrognola, pex- zate da macchie rotonde, azzurrognole. | I D. 6; 2 D. 8-9; A. 6-7; V. 1/5; Lungh. 0, 05,0, 06. _ "SOIPE Jura DECO» HIT ara mete orta) IL SO FAM PRG o 29I DACTYLOPTERUS VOLITANS DACTYLOPTERUS VOLITANS Annotazione. Il Genere Dacty/opterus comprende i celebri pesci così detti Volanti, che colla loro presenza e colle singolari loro evoluzioni, impressionarono cotanto i navigatori nei loro avventurosi viaggi attraverso l’Oceano.—Codesti pesci, per certa somiglianza che offrono colle Yriglie e colle Scorpene si ebbero co- munemente il nome volgare di Triglie, o di Scorpene volanti, onde distinguerli da altre specie di pesci volanti, più snelli, che appartengono al Genere Exocetus ed hanno analoghe abitudini. —E noto di fatto che i Dactylopterus allorchè si veggono inseguiti nel mare da altre specie di pesci più voraci e più forti, per isfuggire alle loro aggressioni, si slanciano oltre la superficie delle acque, e mercè le ampie pettorali onde sono provveduti, imprendono un volo più o meno elevato nell’aria, che perdura finchè, disseccatasi la membrana interradiale che sostiene le loro ali, essi si trovano costretti a ripiombare nel mare. — Ep- però è tale la dolorosa condizione di questi pesci, che mentre cercano sottrarsi ai pericoli che loro so- vrastano nel mare, essi ne incontrano di molto maggiori nell’aria, cagionati dell’inseguimento di nume- rosi uccelli acquatici, gran volatori, che li aggrediscono e ne fanno una incessante strage. — Avviene però talvolta che i Dacty/opterus anche senza essere perseguitati da pesci voraci, imprendano sponta- neamente, in stuoli grandissimi, il volo oltre la superficie del mare. Ciò ha luogo in particolare nei Mari intertropicali, nelle cui notti tempestose, si veggono questi pesci, alquanto fosforescenti, sorgere dalle concitate onde, ed attraversare veloci, a guisa di lingue di fuoco, l’aere bruno, promovendo nell’Oceano uno dei più stupendi spettacoli della natura. I Dactylopterus però non presentano in tutte le età una identica conformazione del corpo. Nel loro stato giovanile essi subiscono una specie di metamorfosi, per la quale vengono ad acquistare successiva- mente le grandi ali che li caratterizzano nello stato adulto. Questo fatto fece sì che i naturalisti che per i primi incontrarono le forme giovanili dei Dacty/opterus, ritenendole specie differenti, le contradistinsero col nome generico di Cephalacanthus, includendoli tuttavia cogli individui adulti nella stessa famiglia dei Corazzati. Il primo a riconoscere che le predette due forme di Dacty/opterus appartenevano ad una identica specie, fu il Prof, Canestrini in una memoria da esso pubblicata nel I volume del suo Archivio per la Zoologia e l’Anatomia, 1861; nella quale, tenendo conto dei successivi cangiamenti che i Cephalacanthus subiscono col crescere dell’età, potè addimostrare, che questi ultimi non altro sono che soggetti incompleti o giovanili dei pesci Dacty/opterus. A questa medesima conclusione addivenne più tardi anche il D." Moreau, come egli stesso io attesta nella sua Storia Naturale dei Pesci di Francia, T. II, p. 258. Eppure, ad onta della somma verisimiglianza che presentavano le osservazioni dei predetti illustri Ittiologi, esse vennero oppugnate dal D. Steindachner, il quale, avendo incontrato nel suo viaggio in Portogallo degli esemplari molto grandi di Cephalacanthus con pettorali poco sviluppate, e contemporaneamente altri soggetti piccoli di Dacty/opterus forniti di grandi ali, ritenendoli specie diverse, ne ristabili la distinzione generica quale era stata ideata dai primi osservatori (Steindach., Icht. Bericht einer nach Spanien un Portugal unternomene Reise, 1867, bd. 9I, sp. 59). La questione rimase così indecisa per alcun tempo, finchè venne risolta più recentemente dal DI Lutken di Copenaghen, il quale, studiando contemporaneamente in moltissimi soggetti di Cepha- lacanthus le successive fasi del loro sviluppo embrionale, potè provare, che la metamorfosi di questi pesci non avviene sempre quando essi hanno raggiunto determinate dimensioni, ma che questo processo organico può compiersi or più presto, or più tardi in uno stesso individuo, a seconda che questo sì trova esposto in-condizioni or più or meno favorevole di vita; da qui ne viene che nei mari temperati e caldi | possono riscontrarsi dei Cephalacanthus di piccola dimensione già forniti di ali, per aver subita la meta- morfosi nei primordi della loro vita, e viceversa in altri paraggi meno favorevoli, parecchi soggetti di Cephalacanthus di notevole dimensione, che conservano tuttavia i caratteri del Joro stato giovanile, non avendo peranco potuto compiere le fasi della loro organica evoluzione. Apprezzando profondamente le dotte opinioni professate dai suddetti illustri scienziati, io oso tuttavia credere che l’ultima parola su questo argomento non sia stata peranco detta; potrebbero benissimo esistere dei fatti, tuttora ignoti, che valgano a conciliare le due diversi ipotesi; fatti sia inerenti al sesso degli in- dividui, od alle condizioni esterne in cui questi vivono, per cui taluni di essi riescono normalmente a compiere le loro fasi evolutive, mentre altri soggetti, come i neutri di taluni insetti, conservano per tutta | la vita i caratteri incompleti del loro stato giovanile. == "Ydt@à_m_ reo our. _eE:1Tm—FÀ8;5sScSce—=e= 292 Co tiebe die iene FAM. TRIGLIDI D'A'GIYLOP.RE RUS AO 1829 Da 1840 1842 1845 1846 » 1850 1851 1355 1857 1859 1860 1861 » 1867 1368 » 1870 » id. id. ctylopterus volitans, Cuv. Val. IV, p. 117. id. Schihz; Europ. Faun. il, p. 113. De Kay, Faun. N.-York, Fishes, p. 49, pl. 17, fig. 46. Cocco, “Indie. PesciwMessina,p.728; sp. 85 mns.;id. ediz. (1886) Facciolà, p. 23, Sp. 114 (Dactylopt. pirabebe). Bonapatt.,, Catali-Pesc-Europ., p.i01. sp. 535. i Sassi, «Catal:«Pesci Liguria, *p.128: Guichenot, Explorat. scientif. Algerie, DEAT: i Desvaux, Essai Ichthyol. còtes Ocea- nig.i France, p. 68, sp. 140. Castelnau, Poiss.: nouveaux; et ‘rares, SZ | Machado,-Peceside Cadiz: ip.i17. Guather,sCatalaHl-p-220sp.tr. Nardo; Rrosp. Pesci Menet.&Provine.: 170. ear Catal. Pesci Genova, p. 262. Gulia, Tentam. Icht.-Melitens.,p. 21, sp. $0. Steindachner, Icht. Bericht. Span. u. Portugal Reise; in Sitzb. K. Akad. Vis- sens. Wien, p: 91, sp.i5; piIVotfio.io: Peggia;MitriolvAdrati ipsa ispiino. De. la -Blanchere,. Diction, ‘Péches, pi 226, pl. 200. Ninni Resci®-Venet: *Lagun:,pi972, Sp. 145. Bourgot, Liste Poiss. Marchè d’Alger, peosi Graells, Explor. Cientif, Ferrol, p. 366. Costa. (Achil.), La Pesca; pi 32. id., Pesci Golf. Napoli. In Ann. Min. A gricolt., «IL p:-440. Canestrini,. Fauna Italic., Pesci, p. 97. Trois, Elenc. Pesci Adriat., p.24,5p.149. Gervais et Boulart, Poiss. de France BE epa64 piaz: Doderlein, Prosp. pesci Sicil., p. 36, Sp. 109. He!dreich, Faune Gréce, Poiss. p. 86. Stossich, Prosp. Faun. Adriat. Pesci, Par Giinther, Study of Fishes, p.481, fig.216. Giglioli, Elenco; Pesci. Italianinip.123; sp. 83. Lutken, Spolia Atlantica, p. 417, 590, tab. 1, fig. 1-5. Vinciguerra, Emimetamorfosi dei Pe- SCI, p. 4. Kolombatov., Pesci acque Spalato, p.8. Moreau, Hist. natur. Poiss. France, E poss ne nr Perugia, Elenco Pesci Adriatic., p. 12, Sp. 45. ——_1111llluu—.’—6 T _ rrrrr—————-—----rr_—r—r——r—1k_——r__———__—_==—_ DACTYLOPTERUS VOLITANS 1882 Dactylopterus volitans, Kolombatovic, Fische | 1 » 1826 1855 1854 Y GN bel : 7 S = >» 1a * n è 4 gewass. v. Spalato, p. 18. id. id, Pesci rari in Dalmazia, p. 29. id. Reguis, Hist. natur. Provence, p. 203, Spi133. id. Faber, Fisheries Adriat., p, 201, sp. 147. id. Vinciguerra, Materiali p. Faun, Tu- nisin. p. 33, Spsr4s- id. Kolombatovic, Imenich Kraljesn. Dal- macije, p. 9. id. id., Catalog. Vertebrat, #Dakmaticorns p.ll2i, spia: Stato giovanile. Cephalacanthus spinarella, Lacép. III, p. 323. id. ©“ Cuvier ValencstIV; pago: id, ,Cuvier R,.A., Illustr.,. pl. 20, He id. Gunther, Catal.Iip224 id, Lutken, Spolia Atlant., Tab. 1, fig. 1-5. Sinonimie. XeXtdov, \Aristot., Lib, IV, C..9, Lib-1ICtis0; Iepag vel Ixduvos, Oppian., Lib. II, p. 46. id Aclian lab XIII) Milvago, Plinius, Lib. IX, C. 26-7 et C. 43. Milvus, Belon, Aquat., Lib. 1, p.sd955107 ON IIa Hirundo, Rondelet, Pisc.,Lib.X,C.I, p.284-5, fig. Milvus, Salviani, Histol. 63, p. 188, fig. p. 187. id. Gesner, Hist., p. 5145 (Pirabebe) Ger- man fol. 17 d. i id. Aldrovand.,PRisc., Lib. IIXC5 pino: fig. I4I-2. id, Willughby, Lib. IV, C. VII, p. 283, Tab AN 00: id. Margrav., Jter Brasilia, Lib. IV, (Cr, p. 163 (Pirabebe, Miliripira). id. Ray, Synops. Piscium, p. 89. id. Klein, Missus, IV, p.44, pi. 14, fig.1,2. id. «Seba, Museum Tp: (2300402 Trigla, Artedi, Genera, p. 44,©Sy00nspigygi id. Gronovius, Zoophilac., p. 285. id. id., Museum Ichthyol. I, p. 102. Trigla volitans, Lin., Syst. nat., p. 498, sp. 9. id. ‘Bloch, Fisch.. Deutschl-Mtabi re Trigla pirapede, Bonnaterre, Encycl. Meth., pli61,111 072309! id. volitans,Livn., ed. Gmelin, p.1346, Sp.9. id. Bloch, edit: ‘Schneid.;/ip.Ri2,sprasna Daciylopterus pirapeda, Lacèpéd., III, p. 326. id. Risso,i Icht. Nice; jp20rspee id. ‘Rafinesq.., Indic. Pesc.Sicilap:925; SPE OSt pi Vico E id. Risso, Europ. Merid. III, p. 404, Sp. 301. Dactylopterus communis, Owen, Osteolog. Cat. .2051 Gonocephal us macrocephalus, Gronovius, System. edit. Gray, p. 196. BACTYEOPTERÙS VOLIT.ANS NOMI VOLGARI Italiani. > ll Pesce falcone, Pesce Rondine. — Triglia o Scorpena volante. | Pesce barbastello, Pesce barbastrillo (Venez.). | Rondele, Rondela (Adriatico). i Triglia volatica (Genov.). | Nibbio (Roma), Gallina volatica (Spezia). | Renenella de mare (Napoli). | Reneniedda, Pesce chiatta (Molfetta). | Testa, civettola di mare (Napoli). | Pisci corbu, o cuorvu (Sicil.). | Pisci falcuni (Sicil., Catan.). i Gallinedda di mari, Rinninuni di mari (Sicil., Girg.). | Pisci arrunduni, Pisci boladori (Cagliari). Esteri. | Dactyloptére volant, II, commun (Franc.). | Le Rouget volant (Id.). | L’hirondelle de la Mediterranee (Id.). | Scorpene Dactyloptére, Trigle pirabebe (Id.). | Arcundelz, Gallina, Roundoulo, Rouadino (Provenz). | Rate-penado (Id.). 4. 0 | Aronde, Arondelle (Montpellier). Ì Pei voulan, Ratepenade, Gallina (Cette, Nizza). 3. È | Landole, Rondole (Ma:siglia, Linguadoca). RT Aylendra de mar (Roussillon). | Dactyloptére pirabebe. | Flying Gurnard, The Flying Fish (Ingl.). | Europeicher Flughahn, Swallour Fisch (Ted.). | Pei volador, o Volante (Spagn.). Roncador, Xarriguer (Catalogna). (| Volendina de mar, Oreneta, Soliguer (Valenza). ij Xorich (Baleari, Malorca). (| Dies Falkun (Malta). (| FYygande (Svedese). i | Lastorizza morska (Illir.). i | ZLackoriki i detit (Alban.). : || XeAdoy, Iepxs, Bapov (Greco). Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo | Zu Pelle 2 Es.: 0, 46; 0, 40. Mii In alcool 1 Es. adult.: v, 26; 3 es. giov.: 0, 10; 0,08. | Prep. osteol. 2 Schel.: 0, 48; 0, 46, | | Prep. splanc. a secco: T. dig., Branch., Vesc. natat. || Id. in alcool: App. dig.; App. 9; Vesc. natat. ie |. FAM, TRIGLIDI 293 DACTYLOPTERUS VOLITANS Storia, Abitazione. Il Dactyloplerus volitans, C. V., è pesce noto in ittiologia da tempi antichissimi. Esso si trova men- zionato da Aristotile nella sua Hist. Anim., Lib. IV, C. 9, e successivamente da Eliano, da Oppiano eMeutic., Lib. II, v. 457-461, che lo ripose fra le Scorpene, ed i Dragoni, (ricordando le perniciose fe- rite che questo pesce inflige coi suoi potenti aculei), (Cuvier). Eguali nozioni si avevano pure nel Medio Evo, poichè Vallot nota, che Vincenzo Beauvais nel suo Speculum Nature, T. I, Lib. XVII, ne diede una descrizione molto esatta sotto il nome di Ca- pitalus, nome che gii venne conservato anche da Alberto Magno. Più tardi esso ebbe il nome vol- gare di Rondine del Mare (Hirundo maris e di Mil- vus) sotto le quali denominazioni lo troviamo regi- strato e descritto da Belonio, da Rondelezio, da Salviani, da Aldrovandi, da Willughby, ecc. (I. c.), i quali ne diedero una benchè rozza ma abbastanza riconoscibile figura. Lacèpéde gli impose più tardi il nome generico di Dactylopterus, nome che gli venne conservato dai recenti Ittiologi. Fin tanto che la scienza non possedeva che rozze figure di questo pesce, si potè credere che non esistesse nei Mari attuali che una sola specie co- smopolita di DactyIopterus; e fu solo dopo le pub- blicazioni di Margraf, e dei naturalisti che accom- pagnarono, od illustrarono le grandi spedizioni Ocea- niche, che si potè conoscere l’esistenza di un’ altra specie affine, propria dei Mari Indiani e Giappo- nesi, cui venne assegnato il nome di Ductylopterus ortentalis (Cuvier). Il Dactylopterus volitans è abbastanza comune nel Mediterraneo; quasi tutti gli Autori che descris- sero i pesci di questo mare, ne hanno parlato con certa estensione. Con non minore frequenza esso esiste pure nell’Adriatico. Non così avviene nell’O- ceano Atlantico, ove sembra che manchi in gran parte, poichè non si trova menzionato da Cornide, da Pennant, da Donovan, da Yarrell, ne dagli altri ittiologi Inglesi. A contra posto delle quali loca- lità, il Dactylopterus volitans figura fra i pesci delle Coste Americane Orientali, del Brasile, delle Antille, d’onde seguendo la Grande corrente del Gou/fstream, potè pervenire lungo le coste di New-York, e per- sino lungo quelle di Terranova. SRI Il Dactylopterus adunque, giusta i recenti dati, abita: Nel Mediterraneo, in tutta l'estensione del Mare Nell’Adriatico idem (p. fr.). (med. fr.). Nelle Isole del Capo Verde (Ginther). Nei mari della Giammaica della Isola Trinità (Par- nell, Richardson, Plée). Della Martinica dell’Avana (Id.). Nel Brasile (De la Lande, Duperey). Lungo le Coste di New-York (Mitchil, Dekay). Lungo la Costa di Terranova (De la Pilay, Cuv.). 27 294 FAM. TRIGLIDI 3* Sotto Fam. TRIGLINI. Due dorsali; Pettorali divise con 3 raggi liberi; Capo parallelopipedo. (V. divisione indietro p. 289). Gen. Trigla, Arted. Car.— Corpo allungato-fusiforme, più stretto lungo la regione dorsale che lungc ventrale, coperto di scaglie aderenti, di forma e dimensione variabile. Teia grossa, parallelopipeda, quasi quadrata, appianata di sopra ed ai lati, Ml profilo anteriore declive; coperta di dischi ossei cesellati, striati o granulc armata di spine più o meno robuste. Muso ottuso, d’ordinario scanellato ; suo mezzo. Bocca mediocre, inferiore; Mascella superiore più prolunga dell’inferiore; guarnite entrambe di piccoli denti vellutati. Vomere fornja di una zona di piccoli denti pavimentati; Palatini inermi; Lingua grosf liscia. Occhi verticali. Primo sottorbitaie ben sviluppato, ricuoprente in ramente le guancie, articolato posteriormente col preopercolo. Pezzi opjî colari spinosi, non scagliosi; Preopercolo allargato nel suo margine ink riore; Opercolo mediocre; fessure branchiali ampie. Due dorsali, la priigi breve ma più alta della seconda; Anale consimile alla 2° dorsale; Più torali grandi, divise in più parti; la porzione anteriore è formata del raggi liberi, flessibili, tattili; la posteriore più o meno ampia, è sostenuta B raggi numerosi; Ventrali con 1/5; Caudale poco scanellata.Linea laterale pri sochè rettilinea, fornita di larghe scaglie ruvide, od anche spinose; Vescil natatoja muscolosa, generalmente divisa in due parti. Appendici piloricle in numero mediocre. Il Genere Triglu componesi di 7, 8 specie Mediterranee, distinte nel modo seguente: Corpo rosso; Pet- Linea Sdaterale torali grandi, az- inerme zurre, Muso poco scanellato Trigla corax, Bonapl | con squame pic- | Linea laterale ar- Color rosso; una cole, liscie mata di spine macchia nera sul- Trigla milvus, Lacè piccole la 1* dorsale (DI Linealaterale con Corpo non cerchiato squame larghe da strie trasverse e striate raggio della 1° Dorsale filanien- toso, lunghissimo Trigla obscura, Lin Color grigio verda- Stro: 2° Faggio della 1° dorsale un poco più alto del 1° / Linea laterale ar- mata di grosse squame denti- colate [es] Colore cinereo;, 2° | Trigla gurnardus, con squame pic- cole, ciliate i Color rosso; Muso molto forcuto, corpo assottiglia- to posteriormente Linea laterale i- nerme Trigla lyra, Art. Corpo parzialmente cerchiato da strie rilevate tersecata da li- nee rilevate tra- sversali con squame pic- cole, ovali, liscie rali gialle, me- Trigla Pini, Bloch. |P diocri ‘Cal Linea laterale con squame fornite di cresta lon- gitudinale con squame mi- nute, ciliate Color rosso molto strie rilevate tra- * carico Trigla lineata, Lin. sverse ! con squame gran- di, aspre, qua- drangolari Color rossigno; die- tro l’orbita un pro- fondo solco Corpo cinto di squame aspre Linea laterale inerme Color rosso; Petto- | Corpo cerchiato i) Trigla aspera, Cuv. \ | — Li (| | | FAM. TRIGLIDI 295 TRIGLA-CORAX TERACGLVA RO OLBEATX (Capone Gallinella). Y i Car. specifici. — Corpo non cerchiato da strie traverse, coperto di scaglie minute, liscie; con linea la- ‘i terale inerme; Tronco di color rosso; Pettorali grandi oscure. Corpo fusiforme allungato, grande, ingrossato anteriormente, attenuato all’indietro, coperto di scaglie pic- «cole, liscie; l'altezza del tronco è contenuta 5 1]2 a 6 volte nella lunghezza totale del corpo; Testa grossa, [ angolosa, appianata superiormente, col profilo anteriore declive, allungato; la sua lunghezza si trova compresa 4 volte circa nella lunghezza del corpo; Muso allungato, depresso, subquadrato, arrotondato all’innanzi, leg- ‘\germente scanellato nel mezzo, e guarnito ai lati di piccole spinule; Bocca infera, larga, aperta oltre la ver- W ticale della narice posteriore; Mascelle fornite di una larga zona di piccoli denti a scardasso; Occhi grandi, f\ravvicinati fra loro ed a contatto col profilo superiore del capo, separati da una profonda insenatura dello af spazio interorbitale; il loro diametro pareggia il 1/5 della lunghezza del capo, i 2/3 dello spazio preorbitale, fed è uguale allo spazio interorbitale. Sull’orlo sopraciliare spuntano 2, 3 piccole spine acute. Primo Sottorbi- f tale molto sviluppato, largo, ricuoprente le guance, armato di spine pressochè eguali, tapezzato da granula- di zioni marcate; Preopercolo molto alto, scabrosissimo, terminato posteriormente in 2 brevi punte ottuse; Opercolo | largo, tetragono, scabroso, munito all'indietro di 2 punte acute, —1*% Dorsale breve, alta con 8,9 raggi ossei i sottili; il 1° raggio di questi è affilato, appena granuloso anteriormente, il 2° raggio è un poco più alto del 1° e del 3°. — La 2* Dorsale é lunga, fornita di 16, a 17 raggi molli; una serie di piccole spitte contorna solco in cui stanno inserite le natatoje dorsali; le Pettorali sono molto grandi, più larghe che lunghe, estese asi ad 1/3 della lunghezza totale dl corpo, raggiungono il 7° raggio dorsale; i 3 raggi liberi anteriori sono grossi e pari in lunghezza all’ altezza del corpo; le Ventrali misurano 1/s della lunghezza totale del corpo. — La Linea laterale è quasi rettilinea, inerme, coperta di squame larghe poco rialzate. Il Colore del corpo di questo pesce è rosso-bruno o rosso-giallastro al dorso; rosso-dorato ai fianchi e bianco-rossastro al entre; una lunga zona giallastra s’interpone sui fianchi fra queste due tinte. Le pettorali presentano una tinta cura nella faccia interna, marginata di axzurro, ed un deciso colore azzurro nella faccia esterna; Talora una arga macchia azzurro cupa appare nel centro della faccia interna. Le Dorsali sono di color roseo, la prima \ con tinta più carica della seconda. La Caudale è rossigna; l’Anale pallida, macchiata di rosso. T5D-8-0,02° Di .16-17; A. 14-15; C. 12-14; V. 1/5; Lungh: tot. 0, 40, a 0, 70. Di834 Trigla Corax, Bonap., Icon. Faun. Ital., Tab.94, | 1878 Trigla Corax, Doderlein, Prosp. Pesci Sicil., ; fig. 1 ex Rondelet. p. 36, sp. 100. id; Schinz, Europ. Faun, II, p. 108. » id. : Heldreich; Faune Gréce, p. 86. id, Cocco, Indic. Pesci Messina, mxs.,p.27. | 1379 id. Stossich, Prosp.Faun.Adriat.Pesci, p.32. Spa:2,; id. Ediz. Facciolà (1886), p. 22, | 1981 id.. Moreau: Hist. nat. Poiss.. France?II, Spi, 107. ._ PD. 284. i È d---Bonapart,, Catal. Pesci Europ., p. 61, » id, Kolombatov., Pesci acque Spalato, p. 8. dus, Di Sp. 527. 1882 id. id., Fische gewasser v. Spalato, p. 17. ide Sassi, Catal. Pesci Liguria, p.. 127. 1886 id. id., Imenik Kraljesnjaka Dalmacje, id, Canestrin., Catal. Pesci Genova, p. 262. pe iS (SPoAT id. Gulia, Tentamen Icht. Melitens., p.21, | 1888 id. id., Catalogus Vertebr. Dalmatic., p. 21, Spi 70. Sp. 44. ) Ù cem ene] Pesc Sdraio, polpi. a+ #XTT7TT6a Sp. LS0: 1766 Trigla hirundo, Lin., Sist. n., p. 497, sp. 6. id: Ninni, Pesci Venet. Lagune, p. 72, |] #746 id; Ling, Faun.'Svecica, pù 340. sp. 139 (estr. p. 10). | 1754 id. Lin., Mus. Adolph Frieder., 2, p. 93. ch ndgraelis; Explor, cient. Dép. Ferrol, | 1782 id. «Bloch, Fisch Deutschl.II;p.:126;n:° 3, p. 363, sp. 69. tab. 60. id. Costa (Achil.), La Pesca, p. 82. 1788 id. Lin., edit. Gmelin, p. 1344, sp. 6. | id, id., Catal. Pesci Napoli, in Ann, Min. » id. Bonnaterre, Encycl. Method., p. 146, 5 Agric; E. I, p. 439. pi. 60, fig. 238. Lin IRNIE » id. Carruccio, Pesci raccolti viagg. Tar- | 1798 id. Lacèpéde, Hist. Poiss. III, p. 353- (3 gioni, ibid., p. 255. ISox «id. Bloch, edit. Schneid:, p- 15, Sp. 11: MN 1372 id. Canestrini, Fauna Ital. Pesci, p. 95. » «id. Donovan, Brit. -Fish.-I, pl° I. | | 1875 ida Irois, Prosp: Pesci Adriat., p. 24,.| 1803 id. Shaw,Gener.Zoolog.IV, part. 2,p.621. sli vo Sp. 143. 1807 id. Turton, British Fauna, Fish., p. 102. FAM. TRIGLIDI + SCIE TRUG ITA ECO IRTAX 1810 Yrigla hirundo, Risso, Icht. Nice, p. 205, Sp. 3. id. id. Rafinesg., Ind. Pesci Sicil.;\p.(23;sp.197: Naccari, Ittiol. Afdinat. posi sp303; Martens, Reise Venedig, P. 430. Fleming, Hist. British Anim., p. 214. Swainson, Nat. hist. Fish. IL, DN2027 Cuvier Val., Hist. Poiss- IV; p. 40. Jenyns, British Viertebr., p. 340. Thompson, In Zool. Societ., p670! Parnell:, Fish SFrithtof Forth, PISfuò; N20; vii Hist Both: sed p. 41 c fig. (2* ed.) I, p. 47, (3% ed.) HIESP.I21 (Trigla Blochiî). Guichenot, Explor. Scient, Alger, p. 39. White, Catal: Brit. -Fishes;p938 Desvaux, Essai Icht. Cotes Ocean. France; p.66; sp. 13%: Hamilton, Brit. Fish. in Jardine Nat. Librery, T KXXVI pi (6, isp. 13; ld, Sy nops;ep. 391: sp. 13% Thompson, Nat, hist. Ireland IV, p. 73. Machado, Peces. Cadiz, p. 17. Gunther, "Catal. I p-2202: Sposi Schlegel, De Dieren van Nederland, p. 43, pl. IV, fig. 2. Steindachner, Ichit. Bericht. Span. u. Portugal Reise LVI Bd. Sitzb. K, Akad Wiss. Wien 1° ADth:,- par0 13 Sp. Ss: De ia Blanchére, Dicht, Péches, p.789, pl. color. Bourgot, List. Poiss. Marché d’Alger, 3: le Catal. Pesc. Golf, Catania; In Ann. Min. Agric.. I, p. 603. Collet, Norges Fiske, D377 Brito Capell o, Peces Portugal i in Jornal SCENA VIIp270; Gervais et Boulart, Poiss.:Prance<1I, Pi 53; pl 21; col Day, Fishes Great Britain, p. 59, SP. 3, plat 24: Ginther, Study of Fishes, p. 480. Giglioli, Elenc. Pesci Ital., p. 23, sp. 76. Perugia, Elene,vPesc. Adriat., podi, Sp. 40. pais Fisheries Adriat., p.200,sp.142. Vinciguerra, Materiali Faun, Tunisina, P. 32, Sp. 43. Graeffe, seabicio Golf Triest, p. 18. Vinciguerra, Pesci Prov. Roma (Guida Museo Zoolog.), in Spallanz. fasc, XI, XII, p. 1560; sp. (FIT TRIGLA CORAX Sinonimie. Kopxx, Athen,, LibL solo Corvus, Plinius, Lib. 32, Canio Corax, ‘Rondelet, Pisc. Lib. XGC473p 200 sd id.“ Gesner, Aquarslab: IV, p. 299. id. Aldrovand., Pisc. IL Csgp: 3 Corax, Willughby, Tcht. IV; pi 2808 id, Ray, Synops. Pisc., psp asl Corvus, Salviani, Hist. Aquat,, p. Gb so ey id. Willughby, Icht, Tab. Hirundo, A Pisc; Lib: iL IG. 35 pra933 fig. p. 135. id, Willughby, Icht. IV, p.1200WBisca p. 88, sp. 5. Lucerna Venetorum, id., ibid. INSap 2512 id. > Ray, Synop. Pisc.,-p. 89, sspoto: Trigla, sp. Artedi, Gen. 44. Synop., P-073: Trigla” Cuculus, Brunuich, Pisc. Mass., (nec Lin.). Rouget grondin, Duham., Pèches Part. 2, Sect. 5, p. 114, pl. 7, fig. Trigla Lavis, Montagu, In Mem. Wern, Soc. ID p. 155, ph 2. id. Fleming, Brit. Anim., p. 214, sp. 148. id. Swainson, Hist. Pisc. II, p..420. id. Machado, Peces Cadiz, p.-17. Trigla Corvus, Risso, Europ. Merid., p. 398. Triola microlepidota, id iDidoAp 399. Trigla Lucerna, Nardo, Prodr. Adriat. Icht., DO 70 (non Lin.). id. id., Prosp. Pesc: Aduiat apo: id. Plucar, Fisch-Platz Triest, p. 34, sp. 62. id. Tubfish, Couch, Fish. Brit. PoRzi DI. 65. NOMI VOLGARI Italiani. Capone imperiale, Capone gallinella. Gallinella imperiale, Triglia rondinella. Capone panaricolo (Roma). Anzoleto, Anzoleto grosso (Venez.). Luserna (Venez., Triest.). Maziola, Mazzocca (giov.) (Venez.). Cheusano (Genov.). Gallinetta (Liguria, Nizza). Cuocciolo, Cuoccio reale (Napoli). Angeleltto (Molfetta), Angiliedu, Angiolello (Taranto). Angiolino (Bari). Fasciana, Farana, Fagiana imperiale (Sic., Palo: Fasciana (Girgenti). Gallinella (Malta). Boladora, Rundini de mar (Cagliari), Esteri. Trigle hirondelle, Trigle corbeau, Perlon (Eranc. D Andoureto, Galincio (Provenza). Cabota voulanta, o Boularda (Cette). Cabote, Galline (Provenza, Languedoc). Perlon (Bordeaux, Vendée). tt RT << C=° pe gg n >< pi vr Island II, | >< 3. ci «i PS] si 19 | | Pil Î | | | f I L | ti L | Il AD i dT | D'ordinario vive in acque poco profonde, ove guizza | con grandissima celerità, per lanciarsi tratto tratto Ponso r U IMI TRIGLA CORAX Perlon, Rouget (Normandia). Tub- fish, Saphirine gurnard, The Gurnard (Ingl.). See-Schwalbe, Die Meerschwalbe, Sce-Rabe, Der Pi grosse, Knurr-bahno (Ted.). Koor hahn, See hahn (Oland). | Golandrina, Alfondega (Spagn., Cadice). Garnedo (Porto S.Maria). | Jidiola Oriola, Chuliola, Rafech (Spagna). . Rafet de la verga negra (Valenc.). Lluerna verde, Ruivo, Cabazo (Barcell, Portog., Lisb.). - Schehbaan (Danese). i Lucenka, Lucerna (Croat.), Faber. | Luzerna (Slavo). | Kopox (Greco). I Annotazione. | La Tvrigla corax, fra le specie indigene del Medi- terraneo, è quella che raggiunge le maggiori dimen- ‘sioni del corpo. Nei mari della Sic: lia si veggono | sovente individui che raggiungoio NO, 08, a o, 70 di si pescano soggetti di oltre ÎV, p. 43). caratterizzata dalle grandi pet- torali oscure, venne dato da Linneo il nome di fi: hirundo, confondendola forse colla Trigla milvus, che a confronto dell’attuale ha la linea la- terale armata di spine; mentre il Bonaparte, attenen- . dosi alle denominazioni più aatiche, le diede quello «di Yrigla corax. — Siccome oggidi ‘entrambe queste | denominazioni vengono alternativamente usate dai | più illustri Ittiologi, ho creduto opportuno di re- r, five piedi di lunghezza (Cuv. Val., A codesta specie, c ] gistrarle entrambe colle relative citazioni in questo _ den indipendentemente dalle sinonimie. degli Î| Autori precedenti, il Le Yrigla corax abbonda tanto nel Mediterraneo quanto nell'Oceano Atlantico. Appare in tutto l’anno, ma più particolarmente in tempo d'estate e d’ au- tunno, abbondanza che consigliò i Pescatori di al- f cune città litorali di seccarne e salarne le carni, per fl ismerciarle a tempo più propizio. Abitazione. | © L'area dell’Abitazione di questo pesce è abbastanza estesa ; oltre il Mediterraneo, essa comprende le i coste Oceaniche della Spagna, della Francia, del- | l'Olanda, dell’ Inghilterra ed in parte anche quelle | della Svezia e della Norvegia. Non pare però che | questa Trigla si inoltri nei mari delle Canarie, e |igo le coste Orientali dell'America; viceversa essa | penetra nel Mar Nero, trovandovisi citata dal Nord- Ii mann in istato giovanile, sotto il nome di 7rigla | Pectegera — Nelle acque indigene questa 7rigla | prolifica nei mesi di Dicembre e di Gennajo, “ed anche in Febbrajo, secondo Ninni, nel Veneto. — | fuori dell’acqua. In quanto a pregio alimentare essa ha fama di | pesce e carni buone. FAM, TRIGLIDI y TRIGLA CORAKX Stato giovanile. Trigla pacciloptera, Cuv. Val. È questa una piccola forma di Trigla che alcuni illustri ittiologi Francesi rinvennero nel litorale sab- bionoso della Normandia (Dieppe), e constatarono essere una forma giovanile della Trigla corax, Bonap. Essa offre di fatto tutti i caratteri essenziali della forma adulta, tuttavia ne differisce per alcune par- ticolarità che le sovo proprie.—In essa per esempio, la testa ed il dorso sono più potentemente armate di spine, che nella Yrig/a corax. I lobi anteriori del muso portano un numero maggiore di spinule terminali. La linea ascendente che si diparte dal- l'estremità del Muso, sino ali’occhio, e tutta irta di spine acute; la cresta sovracigliare, oltre Je spine anteriori, proprie dell’adulto, ne porta altre poste- riori; altre spine sorgono sulla nuca, sui lati del cra- nio, e al di sopra delle pettorali. 1 sottorbitali hanno i margini finamente dentellati. La serie di spine che limitano il solco in cui si inseriscono le Dorsali, è formata da spine molto acute . — Altre particola- rità differenziali si rimarcano nel coloramento della Trigla pecilopiera, così sulla faccia interna delle pet- torali, di mezzo alla tinta oscura, sorge una macchia rotonda di colore intensamente azzurro, punteggiata di bianco, la quale col crescere deli’età sbiadisce, e sì dilegua del tutto, conformandosi come nello stato adulto. Il colore del corpo è grigio rossigno sul dorso e sui fianchi, biancastro al ventre, una zona giallastra longitudinale interponendosi fra queste due tinte. Le natatoje hanno un colore rossigno, fre- giato di macchie oscure. Queste piccole trig/e, che non oltrepassano in lun- ghezza i 0, 10, a 0, 20, vivono comunemente nei bassi fondi litorali, ed anche nelle pozze d'acqua che la marea bassa abbandona sulle spiagge marine nel ritirarsi. In taluni litorali della Francia codeste pic- cole triglie sogliono essere pescate per diporto dai ragazzi, e dai bagnanti (Cuvier). 1829 dia peciloptera Cuv. Val., IV, p. 47. » id. Swainson, Hist. Fishes Il, pra202) 1837 id. Thompson, Proceed. Zooi. Soc.(1837), paio 1840 id. Nordmann in Demidof, Voyage III, P. 375» 1841 id.” Yarrell,. Brit. Fish. (ed, 25) I; p.749; (ed53)IB p. 24. 1846 id. Bonap., Cat. Pesci Europ., p.61,sp. 528. 1850 id. Guichenot, Explor. Alger. Pois:., p. 39. 1856 id. Thompson, Nat. Hist. Ireland, Fish. IV, p. 79. 1859 id. Giinther, Catal. (I :p7203: » id: “Walker, Zoolog., p. 654. 1859 id. Jouvan, "Poiss. observés a Cherbourg, MEDE Sy pro 1862 id “Couchi Brit. Fish. Il, pi 3:60, plo7o) DO SE2, 1877. . ‘id. Gervais, Poiss. France II, p. 39,:pl-24; fig.02; 28 298 FAM. TRIGLIDI er. n= _______@mmeII_&— T'urton, Brit. Fauna,-p.-102; 1846 id. Bonapart., Catal. Pesc. Europ., p. 61, Oto id, Risso), [cht. ‘Nice; pi 207, spois. Sp. 532: Dterali il cfeso. RIN ti Da: | ip} che è | è fon | fort runele | Serle | i com | Vesti è rima; | | ia N | il il Ut | | il 7a, LK1 î | s lette | rima. RI agio, DI pstra, NRE i.) | | ruoli dI eguali (IRE dodo TRIGLA GURNARDUS | 1861 Irigla gurnardus, Canestrini, Catal. Pesci Ge- nova, p. 262. » id {Gulia, Lentam: lcht. Melit.. p.21. 1862 id. Schlegel, De Dieren van Nederland, p- 46; pl. IV; fig. 1. » id. Gouch, Fish. Brit. Islands II ,; p. 27, pl. 68 (Gurnard). 1867 id. Steindachner, Icht. Bericht Span. u. Portug. Reise (Il. c.) p. 81, sp. » id. Brito Capello, Peces Portug. In Jornal do Ì Sc. Math. I, p. 257; sp. 46. | 1868 id. “De la Blanchére, Dict. Péches, p. 789. » ld. Perugia, Catgl. Pesci Adtiat., p. 14; Sp. 152. 1870 del. Ninni; Pesci" Venet. ‘Lazune, p. 72, sp. 142. i id. Malm, Oefv. Svec, Akad. 1870, p. 829. 1871 id. (Costa (Achil.), La Pesca, ‘p. 82. » id. . id., Pesci G. Napoli, in Ann, Minist, Aenie. I; p, 439: » id. Aradas, Pesci G. Catania, ibid., p. 620. 1872 id. Canestrini, Faun. Ital. Pesci, p. 95. 1875 id. /Collet, Norges Fiske, p. 37. » id. Trois, Prosp. Pesci Adriat., p. 24, sp. 1877 id. Gervais et Boulart, Poiss. France II, . PESS7, pl.c23, col. » id. Malm, Goteborgs och Bohuslans Fau- ma, p. 405. 1878 id. Doderlein, Prosp. Pesc. Sicil., p. 36, , SP. 107. RE) id-*rteldreich, Faune Gréce, p. 85. 1880 id: Day, Fish, Great Britain, p..62, sp.4, pli. 25; È » id. Giglioli, Elenco Pesci Ital., p.23,sp. 78. | I8SI ld. PeruosarElenco esc, ‘Adriat., p. 11, È Sp. 41. | 1883 id. Faber, Fisheries Adriat., p.200,sp.143. | 1889 id. Lilljeborg, Sveriges oc Norges Fiskar, pir192; Sp. 1. | 1890 id. Vinciguerra, Pesci Prov. Roma; in i Bullet. Mus. Zoolog. (Guida), p. 36, Spell; i Sinonimie. 553 (Loecyx alter, Belon, Pisc., p. 207. Mie 1554 Milvus, Rondel., Pisc. Lib. X, C. 8, p. 297, tesse. .(nec-Lin,), 1613 id. Aldrovandi, Pisc., Lib. II, C. 58, p. 279. 1686 Gurnardus griseus, Willughby, Lib. IV, C. 7. p. 279. » Corystion, Klein, Missus IV, pl. 14, fig. 2. 1713 Gurnardus, Ray, Synops. pisc., p. 88, sp. 4. ugo: drigla, 0° 8 Artedi, p. 46, syn. 74. 1754 id. Gronovius, Mus. Icht., p. 44. » id. Lid., Zoophitol., p. 84; sp. 283. » id. Dyhameb Lib, V, pl, 9, fig. I. FAM. TRIGLIDI 393 TERIAGISA 6'USBANCAR DU NOMI VOLGARI Italiani. Capone gorno, Trigla gorno (Roma). Anzoletto (Venez., Triest.). Grugnau (Nizza, Genova). Cuocciu (Napoli). Cocciu (Mess., Sic.). Tigieca, Tieca (Sic.). Esteri. Le Gornaud, Gournard, Gurnard (Franc.). Le grondin gris, Le grondin pr. dit (Id.). Belugan e Cabiouna (Cette). Gronau (Nizza). The Gurnard-Fish, The Grey Gurnard (Ingl.). Der Grouer Sechann (Ted.). Korhann (Oland.). Knoud (Irland.). Knot (Sved.). Cuehillo, Esceacho (Spaga.). . Emperador (Portog.). Annotazione. È questa la forma genuina di Trigla cui Linneo assegnò il nome di Trigla gurnardus, nome accet- tato dalla lunga serie degli Ittiologi successivi, a differenza di alcuni pochi Autori, che credettero inopportunamente applicarlo alla Triga Mi/vus, Lin., dalla quale la Gurnardus si distingue pel colore grigio del corpo, per la linea laterale aculeata, e Il per le creste dorsali basse, crenate e mutiche an- zichè alte, integre ed uncinate, come nella vera Trigla Milvus.— Questa Trigla porta comunemente in Italia il nome volgare di Capone gorno e quello di Gurnard, o grondin in Fraucia, a cagione di un forte murmure o grugnito che essa più frequente- mente delle altre fa intendere, lorchè viene catturata, La Trigla gurnardus giunge sovente a dimen- sioni notevoli, poichè se ne conoscono individui persino di due piedi e più di lunghezza. Essa vive come le altre specie in quasi tutti i mari d'Europa, ma abbonda più che nel Mediterraneo, nell'Oceano Atlantico lungo le coste della Francia e dell’ In- ghilterra, d'onde penetra nel Mar Baltico, e lungo. i litorali della Svezia e della Norvegia, mentre si mostra piuttosto rara lungo le spiagge dell’Italia e della Dalmazia. La sua carne è stopposa e di qualità inferiore. 304 FAM. TRIGLIDI <& 2 i TORSISGIECARIEYARTA TR:I6 CA ILYSRA 85° Sp. (5* del Gen.) Trigla Lyra, Lin. (Capone organo, o coccio). Car. specifici. — Corpo non cerchiato da strie trasverse, coperto di squame piccole, cigliate; con linea laterale inerme. Tronco di color rosso, assottigliato posteriormente; Muso molto forcuto. Corpo allungato , alto anteriormente, decrescente a grado a grado in grossezza sino alla base della co- dale, ove è proporzionatamente molto sottile. L’ altezza del tronco è compresa 6 a 6 1/2 volte nella lun- ghezza totale del pesce. Testa molto grossa, armata di spine grandi, pari in lunghezza ad 1/4 della lun- ghezza totale del pesce, ed in altezza a 6/5 della stessa misura; col profilo anteriore molto declive e con- cavo. Muso allungato, forcuto, profondamente scanellato. nel mezzo, coi lobi laterali, formati dui sottorbitali, sporgenti e guerniti di 12, a 15 spinule marginali, più o meno acute. Bocca grande, collo squarcio esteso sino alla verticale della narice posteriore. Mascelle larghe, guarnite di una esile zona di minutissimi denti mozzi. Occhi grandi, laterali, ed a contatto col profilo superiore del capo. Il loro diametro misura 3 a 3 1/4 volte la lunghezza del capo, i 2/3 dello spazio preorbitale ed è pressoché doppio dello spazio interorbitale, che è leggermente concavo. Sul cercine sovracigliare spunta anteriormente una acuta spina, ed un’altra po- steriormente; un’ altra forte punta spinosa si prolunga dal margine posteriore dell’ occipite. Il Preopercolo è attraversato, nella sua parte inferiore, da una cresta sporgente che termina all'indietro in una punta acuta. È L’Opercolo è armato posteriormente di 2 punte spinose, linferiore od orizzontale delle quali, è acutissima e sporgente. Ma ciò che rende più caratteristica l’armatura del capo di questo pesce, è la presenza di una lunga spina trigona, puntuta, che si spicca all'indietro dal suo osso omerale o coracoide. Fra tutte le altre specie affini di trigle, l’attuale inoltre presenta il solco dorsale più potentemente armato e ricinto da spine acutissime, taglienti, uncinate e dirette posteriormente.—Le Natatoje dorsali sono ben sviluppate; l'anteriore, che è aita, si compone di 9 raggi ossei robusti ed appuntiti, il primo dei quali è dentellato e granelloso nel suo lembo anteriore; il 3° più elevato degli altri, e susseguito da altri gradatamente decrescenti in lunghezza; la se- conda dorsale, che pareggia i 2/3 dell'altezza della prima, porta 16 a 17 raggi molli; l’Anale somiglia alla 2° dorsale ed offre un egual numero di raggi molli. Le Pettorali sono molto grandi, e lunghe quanto il 1/3 dellu lunghezza totale del corpo; contano 11 raggi collegati, e 3 liberi. Le Ventrali misurano il 1/3 della lunghezza delle pettorali; la Codale è scanellata, e fornita di 11, 12 raggi. —Le scaglie di questo pesce sono piuttosto mediocri, etlitiche, cigliose all’apice, con 3, 0 4 intaccature alla base. La linea laterale è poco pro- minente, sottile ed inerme, coperta cioè di scaglie tubulose, strette, e leggermente rialzate. La Trigla Lyra è generalmente ammantata di un leggiadro colore rosso, volgente al roseo sul dorso e sui lati; di una tinta rossa più intensa sul capo, e di un colore bianco-arsentino al ventre ed alla gola. Tutte le sue pinne sono rossastre ad eccezione delle ventrali, e dell’ anale che hanno un colore biancastro. Le pinne pettorali sono rosee, ma la membrana che ne colleza i raggi ramosi, è cinereo-fosca nel lato esterno, e tur- chino-nerastro, e spruzzata di latteo nel lato interno. Talora la dorsale anteriore è sfumata di nerastro, lungo il margine superiore della membrana. La caudale è di un bel rosso nella parte centrale, pallida nel contorno, e segnata di una macchia nera irregolare verso Vapice, presso il raggio di mezzo (Bonap.). I*.D, 0;-2% D. 16,17; A. 16217; Pg Cora N15: un slo: 1766 Trigla lyra, Lin., S. n., p. 496, sp. 2. 1827 Trigla Iyra, Nardo, Prodr. Adriat. Icht., p. 12, 1768 id. Pennant, Brit. Zool, III, p. 280, pl, 55; sp. 80. Edd pot li 1828 id.. Flemming, Brit. Animals 1782 id. Bloch, Fisch. Deutschl., tab. 350. 1829 id. Cuvier R. (A.,' (2% ed.) IW}p ao: 1788 id: Linn, ed. (Gmclim;-p 1342,isp.2, » id. Cuvier Val., Hist. Poiss. IV, p. 55. 1798 Td. + Lacopede;=III pi 1330; 345. » id. Swainson, Fishes II, p. 262. 1801 id. Bloch, edit. Schneider, p. 14, sp. 8. 1834 id. Bonapart., Iconogr. Faun, ital., tab. 94, » id. Donovan, Brit. Fishs. V, pl. 118, foi2) » id. Shaw, General Zool. IV, p. 620. 1835 id. White, Catal. Brit. Fish., p. 4. 1807 jd. Lurton, Brit {raunitp. 102; » id. Jenyns, Brit. Vertebr., p. 341, Sp. 13. I8I0 id. Risso, Icht. Nice, p. 203, Spose 1836 id. Yarreil, Brith. Fish. (1° ed.) p. 44 fig. » id. Rafinesq., Indic. Pesc. Sicil., p. 28, (2% ed.) L p.3i, (3064) po 3 PR OPaS 10008 1840 id. Schinz, Europ. Faun. II, p. 109. 1822 id. Naccari, Ittiol, Adriat., p. 17, sp. 61. | 1845 id. Cocco, Indic. Pesc. Messina, p. 78; 1824 id. Martins, Reise Wenedig, p. 430. id. ed. Facciolà 1886, p. 22, sp. 106. 1826 id. Risso, Eur. merid. III, p. 393, sp. 309. | 1846 id. Bonapart., Cat, Pesci Eur., p.61,Sp. 533. ii: > 10, pe o (NT i, |M 8; O 6, (NT | 1852 | 1856 {| 1857 | 1859 » ff 1860 1 1882 id. id. id. id. id. id. sc Steindachp., TRES L'ASENSRAA || 1846 Trigla lyra, Sassi, Catal. Pesci Liguria, p. 127. 18SI id. Desvaux, Essai Icht. Còtes Ocean. France, p. 66, sp. 135. Hamilton, Brit. Fish. in Jardine natur. Library, Ti 30, p.0147 ; id. Syaon, P. 352, Sp. IS. Thompson, Natur. Hist. Ireland IV, P. 74. Machado, Peces Cadiz, p. 17. Gunther, Catal. II, p. "208, SP:013% Jouan, Poiss. observés a Cherbourg, P.s, sp... Nardo, Prosp. Pesci Prov. Venete, P.i70, Guichenot, Explor. Scientif, Algerie, P=039 Canestrini, Catal. Pesci G. Genova, pii202% Gulia, Tentam. Icht. Melitens., p. 21, Spazio. Couch, Fish. 'Brit, Islands Il; p. 23, pl. 66. Companyo, Hist. nat. IS orien- tales, III, p. 402, sp. Le Marié, Poiss. Charente infer.,.p.9, Sp. II lcht/Bericht: ‘Span.: u. Portugal Reise (d-:c.), p. 83, Sp. 55. Brito Capello, Peix Portugal; Jornal Sc. Mathem. ‘I, p. 257; Sp- 47. Pelzian Catal. Pesc. Adriat,, p. 14, Sp. 154. De la Blanchére, Dicht. Pèches, p.739. Ninni Pesci Venet, Lagune, p. 72, Sp. I40O (est. p. 10). Bourgot, i Poiss. Marché d’Alger, 23, SP} 2; Costa (Achil), [Pal pescastp. 32. id., Pesci Golf. Napoli; in Ann. Min, Agricolt. {p.0430. Canestrini, Faun. Ital. Pesci, p. 96. Trois, Prosp. pesc. Adriat, Ipa24, Sp. 145. Gervais et Boulart, Paisonpli 225 coli Doderlein, Prosp. Pesci Sicil., Sp. IOI. Heldreich, Faune Gréce, p. 86. Stossich, Prosp. Faun. Adriat., p. 32, Giglioli, Elenco Pesci Ital. p. 23, sp.80. Day, Fishes Great Britain, p. 364, Sp. 5, pÎ. 26. Moreau, Hist. p. 230. Perugia, Elenco Pesci Adriat., p. Sp. 42. Kolombatov., Pesci acque Spalato, p. 8. id., Fisch. Gewassern v. Spalato, p.17. Poiss. France II, p. 36, mati Poiss. France IT, 11, 1882 Trigla 1833 1554 Lyra, Rondel., id. 1558 1613 1686 1649 1713 1776 1777 1788 1554 1684. 173$ 1758 "1764 1766 1800 1829 1842 1859 1871 1875 1877 ‘,° FAM, TRIGLIDI id. id. Mid. id. id. idi id. id. id. id. Cuculus, Salviani, Aquat., id. 395 TRIGLA LYRA Ira, Reguis, Hist. nat. Provence, p. 202, Sp. 30. Faber, “Fisheries. Adriat.,. pi 2075 SPoRtds. Marion, Faune profonde Mediterr., in Annal. Mus. Hist. (Gravier, vaseau), p. BADE Marseille Beltremieux, Faune Ae Charente, P. 99. Vinciguerra, Risult. Crociera Violante, P. 55. Kolombatov., Imenik Kraljesn. Dal- macije, p. 8, sp. 40. id, Catali Vertebr. Dalmati, p.29, Sp. 45. Graeffe, Seethiere Golf, Triest, p. 19. Vinciguerra, Pesci Prov. Roma, in Bullet. Mus. Zool, Roma (Guida), p. 136, Sp. II4. Sinonimie. Pisc. Lib. X, G. 95 poi 298 fig, Gesner, Aquat. IV, p. 516. Aldrovandi, Pusci ini C..7,. pi. 146, Willughby, Esc: IV, Pi, 282: Jonston, Pisc. Lib.1, Tit, 3, Cri, Aaty20 pi 6s, tab. (17; Hp. TO) Ray, Synop. Pisc., p. 89. (Red Gurnard), Pennant, Brit. Zool. (eda Hb». 278, pl. 57; (2* ed); p300, Ps: Dai PéchesiSect,V; tab Spot Bonnaterre, Encycl. Method., p. 145, Sp..:3, tab. (00, fig. 235. p. 191, fig. 60, Willughby, tab. S-2 2110025 Trigla a OA GEN p: 40. Syn. 74, 9. Trigla du Ema id. Sisti. Cd, Xx, pe 301 (nec Auct.). Lin., Museum Adolph Fried., T. II, p. 93. TLiy..*Sist: nat. (edo XI1 p.0407: Lin., Faun. Svecica, Edit. Retzius I, P. 341. Cuvier Valenc., Hist, Poiss. IV, p. 26. 0 New-York Faun. Fish. 5 Dè 43; 70. Patel Brit. Fishes I, p. 38, (id. 3? ed.) I posro: Malm, sl af K. Vet..Akad. For miepi 920° Collet, Norges Fiske, p. 37. Malm, Goterborgs ‘och Bohuslands Fauna, p. 397. 30 TRIGLA LYRA FAM. TRIGLIDI IR ICARO NOMI VOLGARI Italiani. Capone Organo (Tosc.). Capone coccio (Roma). Trigla lira. Turchetto, Sucinetto (Venez.). Anzoletto (Triest,). Pesce Capon (Istria). Organo (Genov., Spezia). Gallina (Nizza), Cuoccio (Napoli). Capone (Nap. Puglie). Furcata, Fulcata (Sicil.). Fascianu (Messina). Xadma, Ghadona, Gallinetta (Malta). Esteri. La lyre, Grondin, La Trigle Lyre, Le Perlon a grandes épines (Franc.). Sperculaires, Gallina (Marsigl.). Pinaou (Linguad., Cette). Grougnat (Linguad.). Boureau (S. Giov. Luz.). Cardinal (Poitou). The piper (Ingl.). Garnea, Pelut (Cadice, Barcellona, Spagna) Cabra, Cabrinha (Portog., Lisbona). Sce-han (Oland.). Sceleyer (Ted.). Rodknoten (Svedes.). Kokot (Gallo) (Hlir.). Annotazione. Frasitutterle specie ©deliéGen W/r:0/0; A Piattualete quella che più agevolmente si lascia riconoscere e distinguere dagli ittiologi, e ciò tanto per la partico- lare forma del suo corpo, quanto per le robuste e lun- ghe spine onde ne è armato il capo, l'osso omerale e l’opercolo, per le squame spinose che ne contornano la fossa dorsale e per il muso anteriormente forcuto. E di fatti in grazia di cotali caratteri la Trigla Lyra potè essere avvertita e descritta da buon numero di Autori del secolo passato e specialmente dal Rondelet, che pel primo le appose il nome di Lyra; e ciò in quanto che gli sembrò che le prominenze del suo muso offrissero qualche somiglianza colle corna di una lira. Alcuni Autori però hanno dato all’attuale specie il nome di Trigla cuculus; nome troppo vago, incerto, perchè apposto a parecchie specie differenti e quindi inadatto a segnalare una forma specifica (1). (1) Difatti la Trigla cuculus Bloch, corrisponde alla Trigla mil- vus Lacèpéd. — La Trigla cucwus Brunnich è la Trigla corax Ron- delet. — La Trigla cuculus Rondelet e Risso è la Trigla obscura Lin. —La Trigla cuculus Salviani è la Trigla Lyra Lin. , e finalmente la Trigla cuculus Lin. è la Trigla Pini Bloch. Abitazione. La Irigla Lyra abita tanto l’ Oceano Atlantico quanto il Mare Mediterraneo, ma a differenza della specie precedente, essa riesce assai più abbondante nell’ultimo di questi mari, anzichè nel primo. Venendo al particolare, essa si trova citata nelle coste marine seguenti: Svezia e Norvegia (Collet, Malm, Lilljeborg). Inghilterra (Yarrell, Gunther, Couch, Hamilton, Day). Irlanda, (Thompson Dav). Coste Ocean. Francia, (Desvaux, Jouan, Moreau). «Coste Merid. Francia (Cuvier, Gervais, Moreau, Reguis). Portogallo, (Brito Capello, Steindachner). Spagna (Machado, Steindachner). Algeri (Guichenot, Bourgot). Liguria (Sassi, Canestrini). Lazio (Vinciguerra). Napoli (Costa, Cuvier). Sicilia (Rafinesque, Cocco, Nob.). Adriatico (Ninni, Trois, Perugia, Faber, Graeffe). Dalmazia (Kolombatovich). Grecia (Heldreich). In Sicilia essa è abbastanza comune in partico- lare nella stagione primaverile ed estiva; tempo in cui prolifica. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo In Pelle > Es.lo, 450 Mrionno In°alcool® Est: 0822! Prep, osteol:iT'Schel.to, 40. Prep. splanc. a secco. vesc. nat., App. diger. Id. in alcool: App. è, S. Proporzioni. Lungh. tot. 0, 450;%0, \410;10,43 905 Al: corpo 0; (030; 0; (070; (OOO: Lungh. testa: 0, 120;0; IIS 1ORN005 Alt, testa 0070, 0 000:10 MOSSE Dian. occhi c0; (020:V0O 02010 SONE Spaz. preorb. 0, 050; 0, 050; 0, 040. Spaz. interor. -0, 025; 0,0202000: Lungh. pettor. 0,.150; 0, 140; 0, 130. Lungh. ventr. 0, 090; 0, 070; 0, 060. Lungh. codale 0, 080; 0, 060; 0, 055. Pregio alimentare. In quanto a sapore, essa è una delle specie meno pregiate. FAM. TRIGLIDI 307 TRIGE AOPINI TRAGICA PAIN | 86° Sp. (6° del Gen.) Trigla Pini, Bloch. Trigla cuculus, Lin. (non Auct.). (Capone coccio, od imperiale). Car. specif.— Corpo cerchiato in parte da strie trasverse, coperto di squame piccole, ovali, cigliate, con | linea laterale iutersecata da strie lineari rilevate verticali; Tronco di color rosso, pettorali mediocri, rosse. Corpo allungato, mediocremente alto, decrescente grado a grado in grossezza sino alla base della caudale; rivestito di scaglie piccolissime, ovali, cigliate, © ricinto in parte da numerose strie trasverse parallele costi- tuite da ripiegamenti della cute, L’altezza massima del tronco è compresa 6 a 6 1/2 velte nella lunghezza totale del pesce; Testa angolosa, grossa, alla, leggermente compressa nella regione superiore, colla fronte de- clive, avvallata, larga; pari in lunghezza ad 1/4 della lunghezza totale del corpo; Muso allungato, concavo anteriormente, scanellato nel mezzo, coi lobi laterali rotondati, e guarniti di 6,7 spine marginali poco pro- minenti. Bocca piccola , il suo squarcio raggiunge appena la verticale della narice posteriore; la Mascella superiore sporge alquanto oltre l’inferiore; entrambe le mascelle sono guarnite di una zona di piccoli denti vellutati. — Occhi grandi, verticali, a contatto col profilo superiore del capo; il loro diametro è pari ad 1/3 circa della lunghezza del capo, ai 2/3 dello spazio preorbitale, ed è doppio dello spazio interorbitale, che è profondamente incavato a doccia. I pezzi opercolari sono mediocremente armati. IL Preopercolo porta nel suo angolo posteriore-inferiore 2 punte spinose puntute; l’ Opercolo è fornito all'indietro di 2 spine che ge- neralmente non oltrepassano in iunghezza la membrana branchiostega (Moreau). I Solco dorsale è ricinto ai lati da una serie di 26, a 27 spine triangolari adunche, volte all’indietro. — Le Natatoje dorsali sono ben sviluppate. La 1* dorsale si compone di 8 o 9 raggi spinosi, robusti; il primo dei quali è generalmente se- ghettato nel suo margine anteriore; mentre il secondo, che è più lungo degli altri, uguaglia un po” meno l’al- tezza del tronco sottostante, La 2* dorsale, alta circa 1/3 della prima, ha 18 raggi molli; l’Anale che somi- glia alla 2° dorsale, ne ha 16. Le Pettorali sono arrotondate, lunghe, e pari ad 1/4 della lunghezza totale del pesce; esse si compongono di 7 raggi ramosi, e di 3 semplici nella parte collegata dalla membrana, e di 3 raggi liberi. Le Ventrali pareggiano quasi in lunghezze le pettorali; la Caudale porta II raggi e misura quasi il 1/6 della lunghezza totale del corpo. — La Linea laterale è poco sporgente, sottile, inerme, interse- cata ad angolo retto da numerose strie parallele rilevate, equidistanti, e simili a foglie di pino, che non rag- giungono in alto la cresta dorsale né al basso la mettà dei fianchi. — Il Dorso di questo pesce è rosso di minio tendente al cinereo-perlato sui fianchi, ed al bianco latleo nelle regioni inferiori; il capo ha una tinta rosso lurida; le pinne pettorali sono rosse di minio, colla parte centrale della membrana cinereo lurida sulla faccia anteriore, e fosco-turchina sulla posteriore; le dorsali hanno tinta rosea volgente al minio; la poste- riore però è più pallida; le ventrali sono carnee o rosee; la caudale rossa di minio, con base pallida. IR DTA TC. DI Pa 10/3: Va 15; Lonsh.0,:30; 0, 40. 1782 Trigla Pini, Bloch, Fisch. Deutschl., pl. 355. | 1883 Trigla Pini, Moreau, Hist. nat. Poiss. France, 180I ida ud, edit. Schneider, pi 14. pri200, » id. «Lacepéde, Hist. Poiss. VI, p: 43. » id. Faber, Fisheries Adriat., p. 200, sp.140. 1810 id. Risso Icht. Nice, p. 206, sp. 4. 1884 id. Beltremieux, Faune vivante de la Cha- 1829 id. ‘'Swainson, Fishes II, p. 262. rente inf.,. p. 99. 1835 IdS0senyaso But..Vertebt,; p. 338. 1838 id. Johnston, Berwick Nat. Club (1838) | 1553. Cucu/us, Belon, Aquat.. p. 204. IRPp.#ii70: 1764 Trigla cuculus, Lin., Mus. Adolplh Fried, II, 1856 id. Thompson, Nat. hist. Ireland IV, p.71. p. 93 (non Bloch). 1857 id: Machado, Peces de Cadiz., p. 16. 1766 id (Lin. Syst. nat..ed. XII. 497. 1859 id. Gunther, Catal. II, p. 199, sp.t. 1803 id «Shaw, Gener.. Zoolog, \IV,. (pi 620) » id ]jouan-Poiss., observia Cherbourg, pl. Go; lotti P. 4; Sp. '6. 1810 id. Rafinesque, Ind.Pesc. Sicil.,p.28, sp.199. 1866 ide Maris; Roiss. Charente ‘inf.,.p.-9; | 1829 id. Flemming, British Anim., p. 215. O sp. 8. » idià Cuvier:Valenc.,. Hist. Poiss 1V-:pa26: | 1868 id. ‘Dea Blanchére, Dict. Péches, p. 682, » id. Swainson, Fishes II, p. 262. i 70809 col 1834 id. ‘’Bonapart., Iconogr. Faun, Ital. Pesci 1880 id. Giglioli, Elenc. Pesci Itall'p. 23, sp.74. TURstabilo6. ot 1832 id. Kolombatovic, Fische gewassern v. | 1836 id vVarrell, Brit. Fish (tie) pe Spalato, p. 17. (2*ed)) I pr38(GRed II pierro 1840 1842 1845 id. id. FAM. TRIGLIDI ag OO ORTA TR, NCAA PAINT 1838 Trigla cuculus, Parnell, Fishes Frith of Forth, PAIA Apler,5) Schinz, Europ. Fauna II, p. 106. De Kay, New-York Faun. Fishes, p. 43, pl. ‘70. Cocco, Indic, Pesci Messina mms. sp. 79; id. ediz. Facciolà (1886), p. 22, sp. 108. RA Cataljpesc-# Europ, pol Sp. da Da pesci ‘Liguria, p.-128. White, GataliiBriteRishfpo2, Machado, Peces de Cadiz, pito: Nardo, Prosp. Pesci A'driat., p. 78. Canestrini, Catal. Pesci Genov, p. 265. Gulia, Testam. Icht.. Melitens;, p.,21, Sp. 77. Couch, Fish. Britain Islands II, p. 19, pl. 64. Steindachn., Icht. Bericht Span. u. Portug. “Reise ‘(1 e.) p-.178. Perugia: ‘Catal.\Pesei Admat.; pi 14; Sp. 149. Ninni,,Pesci Vienet. Lagun.. p. (10, Sp. 133. Graells; Explor. cientif. Ferroll, p.363, Sp: 07. Costa ch)& la Pesca ip:82: id., Catal. Pesci Napoli, in Ann, Min. Aric p. 430; Aradas, Pesci Golf, Catan. ibid., p.603, sp. 68. Malm, Oefr. Sv. Akad. (1870), p. 825. Canestrini, Faun.cltali Pesci poi34. Collet, Norges Riske, "P. 137. Brois,, Prosp. Pesce. VAdrlat., (p.24, Sp. 142. Gervais et Boulart, Poiss. France II, p. SI, pl. 19. Malm, Goteborgh och Bohuslaad Fau- nas D-997: Doderlein, Prosp. Pesc. Sicil. Sp.UIop: Stossich, P. 33. Kolombatov., Cat. Vertebr. Dalmatic., p:}21,.Sp. 40. Lilljeborg, Sveriges och Norges Fiskar, Piz 0I79 sp 02) Graeffe, Seethiere Golf, Triest, p, 16. 3 Pia30, Prosp. Faun. Adriat. Pesci, TRIGLA PINI NOMI VOLGARI Italiani. Capone imperiale, Coccio, Trigla cucolo (Roma). Gallinella imperiale (Toscana). «Anzoleto grande (Venez.). eAnzoleto comune (Trieste). Pesce Capon (Istria). Gallinetta (Genov., Nizza). Cocciuolo, Cuorcio (Napoli). Capone (Puglie, Napoli). Capune (Lecce). Cuccu, Cocciddu (Sic., Pal.). Cocciu (Mess.). Esteri. Le trigle grondin, Le Mz pin. Grondin rouge. Grondin Rouget, Grondin commun. Grondeur Gronau. Caraman, Gallinetta (Nizza). Cuco (Spagn.). Bobo, Roigel (Valenz.). Peix de San Rafel (Catal.). Eseccho y Liverna (Galicia). Arigorri (Santander, Bilbao). Bebo, Bebedo (Portog). Red Gurnard, The Ellec (Ingl.). Cuckoo, Gurnari, Soldier (Ingl.). Der See Kukuk (Tedesc.). Ankulete, Anzuleta (Fiume, Croaz.). Abitazione. Questa specie abita tutti i mari d’ Europa, e si spinge persino nell’ Atlantico Americano. Nel Me- diterraneo, però, è meno comune delle specie pre- cedenti. Pregio alimentare. In quanto al pregio alimentare, essa è una delle specie più pregiate del genere. (Bonap.). esi | d | 1788 Tripla lineata, Lin., edit, Gmelin I, p. 1345, | 1835 Zrigla lineata, Parnell, Fish. Frith of Forth, delle de aa (CS TORI, RAM, @RIGLIDÌ 309 TRIGLA LINEATA TRIGLA LINEATA È È 87° Sp. (7° del Gen.) Trigla lineata, Lin. l) i | (Capone ubbriaco 0 lineato). | | | Car. specifici. — Corpo interamente cerchiato da linee trasverse rilevate, coperto di squame minute, ci- | gliate; con linea laterale aculeata, cioè fornita di scaglie con carena dentellata; Tronco di color rosso, molto carico. Corpo allungato, conico, mediocremente elevato, attenuato all’indielro, rivestito di piccolissime scaglie cigliate, cerchiato da linee trasverse parallele, rilevate. — L’ altezza del tronco è compresa 6 volte circa nella lun- ghezza totale del pesce, la larghezza lo è 7, a 8 volte nella stessa misura. — La Testa è grossa, angolosa, Ru Il breve, compressa ai lati, col profilo superiore rapidamente declive all’innanzi, e collo spazio interorbitale pro- fondamente scavato, La sua lunghezza è contenuta 4 a 4 1/2 volte nella lunghezza del corpo, V altezza lo è 16 volte nella stessa misura. — Il Muso è breve, pressochè verticale, concavo, tendeggianle all’innanzi, un poco scanellato nel mezzo, coi lobi laterali semplicemente rugosi all’orlo. La Bocca è semicircolare, larga, con squarcio 4 È A | breve. Mascelle fornite di piccoli denti pavimentati.—Occhi mediocri, verticali, a contatto col profilo superiore del capo. Il loro diametro misura la 1/2 circa dello spazio preorbitale, il 1j4 della lunghezza del capo, ed è 2 volte maggiore dello spazio interorbitale. Il Cercine sovraorbitale é armato anteriormente di 6 a 7 esili dentature, mentre il margine anteriore del sottorbitale è mozzo ed inerme negli individui adulti, alquanto dentellato nei giovani. I Pezzi orbitali sono debolmente armati; il Preorbitale è granelloso e sfornito di spine, l’Opercolo une porta due all’indietro poco sporgenti. La cresta temporale superiore è scabrosa. Il Solco dorsale è guar- nito per parte di 25 spine trianzolari, adunche, colla punta volta all’ indietro. — La 1° dorsale, molto alta, \ è formata da 10, II raggi ossei, il 1° dei quali crenellato nell’orlo anteriore, il 2° ed il 3° usuali, alti I/4 | i : | | | | | | | | { | \ meno della porzione sottostante del tronco. La 2° dorsale é alta 1/4 meno dell’anteriore, pari in lunghezza Led 1/3 della lunghezza totale del corpo, e fornita di 16 a 17 raggi molli. L’Anale, consimile alla 2° dorsale, {wa 15 a 16 raggi molli. — Le Pettorali sono larghe e pari ad 1/3 della lunghezza totale del corpo, esse sono {costituite di 7 rasgi ramosi, e di 3 semplici, oltre a 3 liberi, poco estesi. Le Ventrali sono lunghe 1/5 della | lunghezza totale del corpo. La Codale è ampia, triangolare, pochissimo scanellata. — Le scaglie che rivestono | el corpo sono piccolissime, rettangolari, cigliose, con 3 intaccature profonde alla base. Quelle che tapezzano la i linea laterale, sono grandi, aderenti, scabrose e fornite di una cresta o carena sporgente dentellata. — Il Co- | lore di questo pesce è rosso vivace di minio sul dorso, tramezzato da macchie brune e da fascie bruno-azzur- | rognole, e bianco latteo nella parte ventrale; questa tinta assume un colore rosso di minio acceso sotto il i muso, ed ai lati del petto, ed un bel color roseo sui fianchi. Le dorsali hanno un colore rosso di minio in- i terrotto da spazi chiari e da fascie scure. Le pettorali presentano una tinta cinereo-turchina nella faccia | esterna con macchie irregolari rosso-brune, ed un colore azzurro-nerastro tramezzato da larghe fascie rosso- \\brune nella faccia interna; le ventrali sono rosse con striscie brune; l’anale è rosea; la codale rossa di minio. IND: 10=F1,28:D marz: A, 15-16,,C.+:12: P. 104 3; V. 1/5; Langh. 0,25; a 0, 30. 9 Sped, pirss tab 10 i” id. Bloch, Fisch. Deutschl., BI i354: » id, Jenyns, Brit. Vertebr., p. 339. 1768 id. Pennant, Brit. Zool. (1° ed.) III, p. 281, | 1836 id. Yarrell, Brit. Fish (1° ed.), p. 46, fig. ] pis7,(2°@4,YIIT) pi 377. SH .5, pl. 68, (25 ‘ed.);I, p, 45, GRedd1I, p.r19, He: fio. 2. 1839 id. Lowe, Proceed. Zool. Soc.(1839), p.77. >» id. Brunnich, Icht. Massil., p. 99, sp. 15. | 1840 id. Bonapart., Catal. Pesci Europ., p. 60, | 1801 id. Bloch, ed. Schneid., p. 13, sp. 4. Sp. 524. i» id. Donovan, Brit. Fish, I, pl. IV. » id. Schinz, Europ. Faun. II, p. 107. 807 id. Turton, Brit. Faun., p. 102. 184I id. Gené, Osserv. in Bonap., Icon. Faun. 327 . id. Nardo, Prodr. Adriat. Icht., p. 12, Bibl. Ital., vol. 92, p. 184. A Sp.i79.> 1842 id. De Kay, Fishs New-York, p. 45, pl. 4, 1828 id. Flemming, Brit. Anim,, p. 215. fig. 12. 1829 - id. Cuvier R. A,, 2° ed. I}, p. 159. 1845 id. Cocco, Indice Pesci Messina, mns., N» id. Cuvier Val., Hist. nat. Poiss. IV, p. 34. p. 30, (id. ed. Facciolà 1886), p. 22, i” id. Swainson, Fishes II, p. 262. Sp. 109. | 1834 id, Bonapart., Icon. -Faun. Ital. Pesci, | 1846 id. Sassi, Catal. Pesci Ligur., p. 128. «d tab. 96, fig. 2. » id. Plucar, Fisch-Platz zu Triest, p. 35; [1835 id. Thompson, Proceed. Zool. Soc. (1835), Sp. 55. Diigo... 1850 id. Guichenot,Explor. Scient. Alger., p.38. 3I FAM. TRIGLIDI — RITI TRIGLA LINEATA 1851 Yrigla lineata, Desvaux, Essai Icht. Cotes 1852 id. id. id. id. id. id. id. id. Ocean. France; -p. 67, sp. 139. Hamiltooa, Brit. Fish. in Jardine nat. Library I, p. 145 sp. 12; II, Synops., pi 351, "Spa 0l2: Thompson, Natur.Hist.Ireland IV, p.72. Gunther, Gatal.MI[. p:2200; spiar. Jouan, Poiss. Observ. Cherbourg, p.4, SPoaze Nardo; Prosp.Pesci)Venez., pi 78. Canestrini, Catal. Pesc, Genova, p. 265. Coucb;Bish. eBrits Islands.Jlp25; tab. 67. LeiMané, Poiss: Charente; p:0,sp. 12; Brito Capello, Peix Portugal; in Jornal SceMathy1}\p.1257, Sp 40: Steindachner, Icht. Bericht Span. u. Portug. ‘Reise (lc), p:79, Sp. 152. Perbgia, Catal.-RescivAdriat. 5 p.td, Spoa143. De la Blanchére, Dict. Péches, p. 788. Ninni % Pesci Venet; Lagune, p. 24, Sp. I4I, Bourgot, Poiss. Marché d’Alger, p. 23, SP.iIr Graells, Explor. cientif, Ferrol, p. 361, sp. 60. Costa \(Achil), La=Pesca; ip.182,7 id., Catal. Pesci Napoli; in Ann. Min, Agric.sl;upi:439: Canestrini, Faun. Ital., Pesci, p. 95. l}rois:;, Prosp. Pesci Adriat:,/po24; SUN Gervais et Boulart, Poiss. France II, p. 53, ple:20,fi9. col I Doderlein, Prosp. Pesci Sicil., p. 36, Sp. 103. Heldreich, Faune, Grece,: pi 83; Cornish, Zool. p. 423. : Giglioli, Elenc. pesci Ital., p. 23, sp.75. Day, Fish. Great Britain, p. 56,Sp.1, fig. Moreau, Flist.vnat. Poiss, France Il pi 2609: Perugia; Elene-Pesc. Adriat.; pieri Sp.30. Kolombatov., Pesci acque Spalato, p. 8. id.,, Fische.Gewas. v. Spalato, p..17, Reguis;, Fist, nat. Provence; p.. 201 SP. 25: Faber, Fisheries Adriat., p.200,Sp.I14I. Vinciguerra, Croc. Cors., p.10, Sp. 23. id., Risult..Crociera Viol.,.p.‘5$,Sp.41. id., Materiali Faun. Tunis., p.32,Sp. 42. Kolombatovic, Imenick Kraljesn. Dal- macje, p. 8, sp. 40. id.. Catalog. Vertebr. Dalmatic., p.2.t Sp. 43: Graeffe, Sceth. Golf Triest (1.c.), p.18. Vinciguerra, Pesci Prov. Roma (in Bullet. Mus. Zool., Guida), p.36, sp.110. LL, e reo locoo—_—_1_1____ÉÉm1nm—_—_——_————m——mr___—__—_—__m____——_—_—r_—_—_—_—_——————‘9‘mgr@gurruptco ‘1777 Ronget tassard, Duhamel, Pèches, Part. II, & ‘ Capone, Fagiana (Puglie, Reggio). TRIGLA LINEATA Sinonimie. 1554 Mullus imberbis, Rondelet, Pisc. Lib. X, C. 5, Wf DI 205 ca, 1558 id. Gesner, Aquat. Lib. IV, p. 567. | 1613 id. Aldrovand., Pisc. Lib. II, C.2, p. 13148 1686 id. Willughby, Icht. Lib..IV, C.7, p.278, Wi tab 9-1 sfiori 1713 id. Ray, Synops. Piscium, p. 87, sp. I. o Cuculus Lineatus, Ray, ibid., p. 165, Sp._II, Tab 2 0 8 i 1767 Milvus, Jonston, de Pisc. Lib. I, tit. III, C. 1, pi (65; tab. (0107, Monaize 1768 Trigla lastoviza, Brunnich, Pisc. Massil., p. 99. Sect..5, pi IT, pio geo 1788 Lastoviza, Bonnaterr., Encycl. Meth.Icht., p.147, Spe El. 1798 Trigla lastoviza, Lacèpéd., Ill, p. 340, 351. 1810 id. Rafinesq., Ind. Pesc. Sicil., p.28,sp.200. 1788 Trigla adriatica, Lin., ed. Gmelin, I p. 1346, Sp. 14. 1801 id.‘ Bloch, ed. Schneider, \p.015; Spara 1810 id. - Risso, Icht. Nice, p. 204, Spazi 1822 id. Naccari, Icht. Adriat., p. 17, Sp. 64. 1824 id. Martins, Reise Wenedig II, p. 430,, î tab. II. 1826 id. Risso, Eur. Merid., III p. 394, sp. 310. 1828 id. Flen:ming, Brit. Anim., p. 215. NOMI VOLGARI Italiani. Trigla lineata, Capone ubriaco, Lineato. Capone rapa (Tosc.). Capone corre-corre (Roma). Anzoleto muso duro (Venez.). «Anzoleto, Ubriago, Muso duro (Triest.). Testa grossa, Testa dura (Fiume). Imbriago, Rubin (Genov.). Ubriagon (Liguria). «Anzoletto turco (Romagna). Belugan (Nizza). Ballerina, Saciccia, Saciccio (Nap.). Pisci papa, Pisci rapa, Martidduzzu ’mperiale (Sic.). Turrarici (Palerm.). Cocciu (Messina). Esteri. Le Rouget Carnard, Trigle Carnard. Trigle a corp cerclé, Le Camard. Sbrougno, Surogne (Linguad., Cette). Imbriaco, Imbriago (Linguad.). Bregoto, Bresnoto (Provenza). The sireaked Gurnard (Ingl.). | Fische weiche, Der lineirfe, Seehabn (Ted.). Der gestreifter See-hahn (Ted.). Borracha, Lluerna (Spagn.). Rafet, Rafelet (Mallorca, Baleari). Rubio (Cadice, Andalusia, Malaga, Teneriffa). Bebo, Bebedo, Ruivo (Portog., Lisbon.). Kokot (Illir.). Lastoviza, Glavuje (Dabrn.). FAM. TRIGLA LINEATA Annotazione. La Trigla lineata è una specie di Triglide di me- dia dimensione, agevole a riconoscere per il corpo presenta qua e là alcune varietà che si possono hi i interamente accerchiato di strie rilevate trasverse, | pel muso corto, ottuso, col profilo anteriore quasi "Lil verticale, e per l’intenso colore rosso, pomellato di II II scuro, onde ne è ammantato il corpo. — Essa vive ( «|| in tutti i mari d’ Europa estendendosi nell’ Oceano "| Atlantico fino alle Isole Canarie. Non per tanto chiamare semplicemente locali; consistendo esse in una maggior dimensione delle spine del capo ed in una maggiore estensione delle macchie e delle marmorature oscure che ne adornano il corpo. Tale sarebbe appunto una varietà che s'incontra comu- memente nei mari della Sicilia, Codesta specie venne per primo fatta conoscere in iscienza del Rondelet, il quale supponendola, pel vivace color rosso del corpo, specie appartenente al genere Mu/lus, le imparti il nome di Mu//us im- berbis, nome conservatole da parecchi ittiologi del ‘secolo passato, — Qualche anno più tardi il natu- ralista inglese Giov. Ray, avendo incontrato questa specie nei mari indigeni, la registrò nel suo cata- i Jogo dei pesci rari d’Inghilterra; e sebbene ricono- scesse la sua identica colla specie descritta dal Ron- i delet, tuttavia credè più conveniente di mutarne il | nome in quello di Cuculus lineatus (V. Synopsis Hc, pl;2, fig..I1), denominazione che rettificata da Gmelin, da Bloch, da Pennant, in quella di Trigla lineala, le rimase definitivamente in iscienza. Suc- ‘cessivamente il Brunnich, reduce dal suo viaggio in | Dalmazia, ignaro forse delle precedenti denominazio- | ni, le assegnò il nome di 7yigla lastoviza, traendolo i dalla voce volgare /astoviza che essa porta a Spa- lato; nel tempo stesso che il Gmelin, il Bloch, il | Risso, per la stessa ragione ie apponevano l’appella- i zione di Triela adriatica. . Fu merito di Bonaparte, l’aver potuto ricono- if. scere nella sua Iconografia della Fauna Italica che tutte queste varie denominazioni si riferivano ad una ‘unica specie, cioè alla Trigla lineata. La Trigla lineata è abbastanza comune nei mari della Sicilia. Vi appare tutto l’anno, ma più fre- | quentemente sul finire dell’inverno. Prolifica in pri- NM mavera ed in estate, e si lascia vedere, sebbene in ll minor copia, ii tempo d’autunno. Pregio alimentare. LL, Le sue carni hanno poco pregio in Sicilia, co- i munque sieno state lodate dal Cuvier, e dal Risso. TRIGLIDI 301 TARE EA ENEA SIA Preparaziofii del Museo Zoologico di Palermo a Pelle3) Es.1:0,:35;10,,26; 0, 20. In'alcooi* vpi Est:-0,720% 0,12. Prep. osteol.: 1 Schel. 0, 24. Prep. splanc. a secco. App. Branch.; Vesc. nat. Id. in alcool: Tubo diger., App. è, &; cervello. Proporzioni. 260; 040; 070; 050; 020; 030; 010; 060; 040; 050; Lungh.stor. 0, Alt. corpo O; Lungh. testa o, Alt. testa O, Diam. occhi ©, Spaz. preorb. 0, Spaz. interorb. o, Lungh. pettor. 0, Lungh. ventr. o, Lungh. codale o, ©) » 200. 035. 040. 030. 015. 020. 005. 050. 030. 040. O SELES He MoezeMo) » 312 FAM. TRIGLIDI ag TRIGLA ASPERA TREGLA ASPERA: 88° Sp. (8? del Gen.) Trigla aspera, (Viviani), Cuv. Val. (Lepidotrigla, Gunther). (Capone caviglione). Car. specifici. — Corpo rivestito di squame larghe, dentellate, aspre. Linea laterale inerme. Colore ros- sastro. Un profondo incavo sorge fra le tempie ed il margine superiore dell’orbita. Corpo allungato, pressoché conico, attenuato all'indietro; coperto di scaglie grandi, larghe, quadrangolari, $ imbricate, oblique, fortemente cigliate, e guarnite di una serie di spinole marginali, che rendono aspra al tatto intera superficie del tronco. L'altezza del tronco è compresa s a 5s 1/2 volte nella lunghezza totale del pesce. La Testa é grossa, quadrangolare, compressa ai lati, col profilo anteriore breve, declive, e pressochè verticale, e colla fronte profondamente avvallata. La sua lunghezza è contenuta 41/2 a 5 volte nella lunghezza totale del corpo; la sua altezza lo è 4 volte nella stessa misura. Il Muso è breve, allargato, troncato anteriormente, e munito di una mediocre scanellatura mediana, coi lobi laterali sporgenti e orlati di una forte punta sbinosa laterale, seguita da esili dentature, per parte. La Bocca è grande, collo squarcio che oltrepassa la ver- ticale della narice posteriore. Le mascelle sono ovali, guarnite di una zona di esilissimi denti vellutati. L’Occhio è grande, verticale, e contiguo al profilo superiore del capo. Il suo diametro è contenuto 3 1/2 a 4 volte nella lunghezza del capo, è pari ai 2/3 dello spazio preorbitale e pressochè uguale allo spazio inte- rorbitale che è largo ed avvallato. Il Cercine sovraorbitale sî mostra molto sporgente; esso è guarnito di 2 spine anteriori, e di una posteriore, seguita da altri denticini spinosi. Anche la Cresta temporale si trova ricinta di parecchi dentelli spinosi. — Un profondo solco trasversale appare sul cranio, fra l’orlo posteriore- superiore dell’orbita e la regione occipitale, che a sua volta porta all'indietro due robuste punte triangolari spinose. — Il Preopercolo ha nel suo angolo infero-posteriore due punte spinose; l’Opercolo è guarnito al- l’indietro di una acutissima punta triangolare. Ai lati del solco dorsale sorgono per parte, 23 a 25 spine uncinate ed acute, volte posteriormente. — La 1% Dorsale è triangolare, alta, e formata da 9 raggi ossei sot- tilt ma rigidi, i primi due dei quali dentellati anteriormente, gli altri lisci; il 2° ed il 3° più alti degli | altri. — La 2* Dorsale è lunga, più bassa della precedente, e costituita di 15 a 16 raggi molli. L’Anale è consimile alla 2° dorsale e fornita di 15 raggi molli. Le Pettorali sono grandi, estese sino al principio della 2° dorsale e sostenute da Io, II raggi ramosi, oltre i 3 liberi, digitiformi. Le Ventrali raggiungono in lunghezza i 2/3 delle Pettorali. La Caudale è triangolare, leggermente scanellata nel mezzo, e pari -in lun- ghezza a 1/3 della funghezza totale del corpo. La Linea laterale emerge alquanto sulle parti circostanti, e porta o) scaglie grandi, non cigliate.— Il Colore generale di questo pesce è rosso-cinerino, sfumato qua e là di unaTinta rossa di minio, mentre le parti inferiori spiccano per un color biunco-latteo, lucente. Il capo presenta un colore più intenso del dorso. Le dorsali sono biancastre, tendenti al roseo, con macchie irregolari rosse. Le Peltorali hanno una tinta rossa di minio alla base, e nerastra all’apice e nella faccia posteriore. Le Ventrali sono carnee e sparse di macchie rosee irregolari. L’ Anale è lattea. 1* D..9; 2% De 15-16; A. 15; Pro, 1143: V..1/5; Lungh. 0, 10/50 1829 Trigla aspera, Cuv. Val., IV, p. 77. 1859 Trigla aspera, Gùuther, Catal. II, p. 196, sp.1 » id. Cuvier R. A., (2* ed.) II, p. 160, (Lepidotrigla). ! 1834 id, >Bonaparti, Iconog. Faun. Ital. Pesci, | 1860 id: Nardo, Prosp, pesci Adriat.; p. (76: 1 tab. 04, fig 4. 1861 id. Canestrini, Catal. Pesci Genova, p. 265. » id. Viviani, in Apn. Museum, T. VIII. 1866 id. Le Marié, Poiss. Charente mit,.p. ro; 1838 id. Gené, Annot. in Bonap,, Iconogr. in Sp. 14. Biblioteca Ital., vol. 92,1p,. 20. 1867 id. Steindachner, Icht. Bericht Spanien u. 1840 id, Schinz, Europ. Faun. II, D_QII ‘ Portug. Reise (1. c.), p. 88, Sp. 57. 1845 id. Cocco, Indice Pesci Messina m75,sp.82; | 1868 id. Perugia, Catal.:Pescî Adriatà, poor ibid. in Ediz. Facciolà (1886) p. 22, SOI ; SPESLISIO 1870 id. Ninni, Pesci. Vent. Lasun:apsa72) 1846 id. Bonapart., Catal. Pesci Europ., p. 61, Sp. 144. i Sp. 520. AR, id. Bourgot, List. Poiss. Marché d’Alger, » id. Sassi, Catal. Pesci Liguria, po12.01 p. 24, Sp. 5. » id. Hechel, Pesci di Dalmazia, in Carrara, » id. Graells, Explor. cientif, Ferrol, p. 364, ; MDalmat,ip.80) sp. 70. sar? id. Cuvier, R- VA illustré, (pl. vo, fo. tn 1871 id. Aradas, Catal. Pesci G. Catania; In 1650 id. Guichenot, Explor. scientif, Algerie, Ann. Minist. Agricolt. I, p. 603, sp.69. P. 40. 1872 id. Canestrini, Faun. Ital, Pesci, p. 94. a rr III III] TRUEGLA AS PERA Il 1875 Trigla aspera, Trois, Prosp. Pesci Adriat., fl p. 24, Sp. 144. || 1878 id Doderlein, Prosp. Pesci Sicili-p.30; IN Sp. 104. î0$ ! » la Heldrcich,y Faune:Grece.py 95. | Î » id. Sauvage, in Nouvel Archiv. Museum, I Ò T.1, p.154, pl.2, fig.11 (Lepidotrigla). cl 1879 id‘’’Stossicit, Prosp.iFaun: Adriats Pesci, latto I° “Ml 1880. id Giglioli, Elenco Pesci Ital, p. 23, cale, I Sp. 37 (Lepidotrigla). dle 1881 id. Moreau, Hist. nat. Poiss.. France II, ente p. 290, fio, IT3. unta » id: Perugia, ‘Elenco. pesci Adriat., p..10 Ur: sp. 37 (Lepidotrigla). fai, » id. Kolombatovic, Pesci acque Spalato, 2a p. 8 (Lepidotrigla). in IR 1882 iWetido Pisehe!oewass. v. Spalato; p..17 di2 (Lepidotrigla). rota (I 1883 id. Faber, Fisheries Adriat., p. 200, sp.139 ore: (Lepidotrigla). lari » id. Vinciguerra, Ris. Crociera Violante, val. p. 54, Sp. 40 (Lepidotrigla). spine 8 1884 id. id., Materiali Faun, Tunis., p. 32, Sp.4I o] (Lepidotrigla). dali 1886 id. Koulombatov., Kraljesniaka Dalmacje, Dadi po24, Sp. 39. dl E 1888 Id. id., Catalog; vertebr: Dalmatic., p. 2), o | sp. 42 (Lepidotrigla). I 5 id Grace ‘Secimere G.»Iriest, p. 36 li, e (Lepidotr igla). eli 1889 id, Vinciguerra, Pesci Prov... Roma, in cio O Bullett. Mus. Zool. Roma (Guida), p. 18, olari (RE sp. 109 (Lepidotrigla). riore, È Sinonimie. o 1554 Mullus asper, Rondelet, Pisc., Lib. X, C. Mi:;58 id. Gesner, Acquat., IV, p. 0a pilmm6:3 © id. Aldrovandi, Pisc. II, C.. 2, p..133. i 5 id. IoRPy ich EVE; C. Td: 27 RSI 78, JI 2 26; |MT71 3 id. Ray, Synops. Piscium, p.:87, sp. 2. 10, iN1798 Trigla Cavillone, Lacèpéde, III, p. 341, 366. | 1810 id Rafinesg: ,, Indic.. Pesc. Sicil,, pi ‘28; ea U, i Di SP=:201: j. M326 . id. Risso, Hist. nat. Mer., III, p. 396. 14 E” id. Gervais et Boulart, Poiss. France II, 3 p. 59. , mr 1810 Trigla gonotus, Rafinesq., Caratt., p. 32, sp. 82; | ‘id Indic. Pesc. Sic. s (Pi 2®, SP. 204, leer, È tab VI: fa 3. 1847 Trigla Turchellus, Chiereg., Pesci Venez. mns., ,36h | fig. 169. Nardo, Sinon, moderna Pesci | Chiereghini, ;; lol 009.1 4 8 FAM. TRIGLIDI 313 TRIGLA ASPERA NOMI VOLGARI Italiani. Triglaaspera, Capone cavillone, Capone chiodo(Roma). Turchello insanguinà (Venez.). «Anzoletto (Venez., Triest.). Cavillone, Gaviggione (Lieneoi Cavilloum (Genov., Nizza). Galletto (Genov.). Pregnetto (Piceno). Capone (Napoli). Scavaglione (Napoli, Gaeta). Capune rognoso, Capune spinuso (Napoli). Capune stannale (Bari). Martidduzzu, Martiluzzu (Sic., Mess.). Esteri. Le Trigle cavillone, Le Trigle rude. Cavilloun (Nice). Rascassoun, Rascoun (Cette). Cabete, Cabite, Capet (Spagn.). Capet (Mallorca). Cabet de escarta (Valenc.). Der Rauche see-hahn (Ted.). Cucina, Anzoleto (Ilir.). Annotazione. La Trigia aspera è la specie più piccola del ge- | nere Trigla che abita nei mari d’Europa, dapoichè non eccede in massima i 0, 10, a 0, 12 di lunghezza totale. Essa si lascia agevolmente distinguere per avere il corpo rivestito di scaglie grandi, ruvide, dentellate, che ne rendono aspra la superficie. Que- sta speciéè preferisce per istanziare i fondi melmosi ed algosi, perlochè la si trova sovente portata in vendita nei mercati fra mezzo ai pesci minuti (fra- vaglie) che si pescano sui litorali colle reti a ma- glie strette. Vive abbastanza copiosa in tutto il Me- diterraneo; ed anche nei mari della Sicilia viene fre- quentemente pescata nei mesi di estate, e d’autunno. Preparazioni del Museo Zoologico di Palermo Tn: Pellev2 Es.sof-Ksy o}.13; 0, TO Ta alcool pl*Es:: 0,082 0 IT. Prep. osteol. 1 Schel.x 0, 14. Prep. splanc. a secco: Branch. Id. in alcool: App. dig.; Branch. 32 3I4 FAM. TRIGLIDI v 40° Gen. Peristedion, Lacép. (Peristethus, Kaup.). Corpo allungato, piramidale, di forma ottagonale; interamente corazzato da grandi disclf scagliosi, forniti di carena spinosa; Testa grande, parallelopipeda, rivestita di larghe piast ossee; Muso depresso, protratto anteriormente in un lungo processo piano, profondamenbii biforcato; Bocca inferiore; Mascelle, Vomere, Ossa palatine, sdentati. Mascella inferiolì guarnita inferiormente di barbigli. Due dorsali ravvicinate, la 2% più sviluppata delli prima. Pettorali divise in una porzione anteriore libera, formata da 2 soli raggi carno.)} ed in una porzione posteriore con parecchi raggi ramosi; Vescica natatoja semplice; AV pendici piloriche poco numerose. | Car. È questo un singolare genere di Pesci, che pur conservando i caratteri generali dei Triglidi, ricorda certa guisa ie specie corazzate che vivevano nei mari dei tempi geologici, è Una sola specie mediterranea Peristedion cataphractum, Cuv. Val. P'ERIISTEDION GATTA RHR AGM PERISTEDIO N CATA PHRA: 80° Sp. (1° del Gen.) Peristedion cataphractum, Cuv. Val., IV, p. 1oI, pl. 75. (Pesce forcola). Car. specifici — Quelli del Genere. — Processi preorbitali del Muso lunghi; 3 piccole spine sulla faccia superiore del Muso. Corpo allungato, in forma di piramide ottagonale, interamente rivestito di grandi dischi scagliosi, cogli angoli armati di spine. L'altezza del corpo è contenuta 7 a 7 1/4 volte, circa, nella lunghezza totale del pesce; Testa Junga, di forma parallelopipeda, interamente coperta di grandi scaglie ossee, rugose; la sua lun- ghezza è eguale ad 1/4 della lunghezza totale del corpo. Muso, appianato molto sporgente, terminato anterior- mente in 2 lunghe lamir:e ossee costituite dal sotto orbitale anteriore, che gli danno un aspetto biforcato; 2 piccole spine sorgono lateralmente sulle ossa nasali della parte superiore del Muso, ed una centrale sull’osso etmoide. Bocca grande, semicircolare, infera; Mascelle sdentate; sotto la mascella inferiore spuntano alquanti barbigli car- nosi, ramificati, gli esterni dei quali più lunghi degli interni. Vomere, Palatini privi di denti. Occhi grandi, verticali, contigui al profilo superiore del capo. Il loro diametro è eguale ad 1/3 della lunghezza del capo, ad 1/4 dello spazio preorbitale, ed è pari allo spazio interorbitale, che è concavo e marginato lateralmente, coi margini sormontati da piccole punte spinose. Pezzi opercolari spinosi; Preopercolo grande, scanellato e ricurvo posteriormente, attraversato da una lunga cresta orizzontale saliente, che termina all'indietro in una larga. e forte punta spinosa; Opercolo breve, scanellato posteriormente, e munito di 2 piccole punte spinose. Due dorsali ravvicinate fra loro. La prima dorsale é breve, alta, e costituita da 7 a 8 raggi allungati, sottili; i 6 raggi mediani dei quali sono filiformi e più lunghi degli altri; la 2% dorsale è lunga, eguale in altezza ai 2/3 dell’altexza del corpo, e costituita di 19,raggi. L’anale è consimile alla 2% dorsale, e formata di 18 raggi molli. Le Pettorali sono mediocri e divise in 2 porzioni come nelle Trigle; Ja porzione anteriore è costituita da 2 soli raggi carnosi liberi, la posteriore porta 12 raggi ramosi. Le Ventrali sono alquanto più piccole delle pettorali. La caudale è breve e scanellata nel mezzo. — La Linea laterale non è apparente in questo pesce. Le fessure branchiali sono ampie, e limitate inferiormente da 7 raggi branchiostegi. — Il corpo di questo pesce è ammantato di un leogiadro colore roseo 0 carnicino nelle parti ‘superiori e laterali, che passa gradata- mente ai lati in una splendente tinta giallo-dorata, e che diviene bianco-argentina nella regione ventrale. Le dor- sali e la caudale hanno una tinta rossa. Le pettorali sono brune o violacee. Le ventrali e V’anale biancastre, | 1%: D. 7 a»8;02°% D. 109; Ax18; Pie ro Cnr: Nan, Luansh 020,090) i i | + DI id i du || Conall | Dierioli Ù {| 1810 astre. RIE 1826 1327 1836 » 1840 1845 1846 id. id. id. id. id. id. id. id. id. id. jd. id. id. FAM, PERISTEDION CATAPHRACTUM ill 18209 Peristidion cataphractum, Cuv. Val., IV, p. 101, PI. 75. Risso, {che Nice) p..211; sp. I; id., Europ. merid., III, p. 402, sp. 319. Nardo, Prodr, Adriat. Icht., DINIO, sp. SI. Memnefl BritFFish.t Q84d) Vi por, Bo ed) IL p. 43. CuviercR.. A. illustr. pl:‘20, fig. 3. Sthinz, Europ. Faun., IMp..112. Cocco, Ind. Pesc. Messina, mns. sp. 84; id. edit. Facciolà (1886), p. 22, sp. 113. Bonapart, Catal. Pesc. Europ., p. 6:, Sp. 534 Sassi, Catal. Pesci Liguria, p. 122, Heckel, Pesci di Dalmazia, in Carrara St. nat. Dalmaz., p. 89. Guichenot, Expl. scient. Algerie, p.40. White, List. Brit. Fishes, p. 5. Hamilton, Brit. Fish. in Jardine natur. Liprecw ME 33 6,0. 150, sp. 1954) Swmops.i.037, p.1352 sp. 10. Machado, Peces Cadiz, p. 17. Gunther, Catal. II, p. 217, sp. 1 (Pe- ristethus). Kaup, Proceed. Zool. Soc. Lond. 1859, pu 105, pl, (8; fig. I. Nardo, Prosp.» Pesci Venez., p. 78. Canestrini, Catal. Pesci Genov., p. 262. Gulia, Tentam. Icht. Melitens., p. 21, Sp. 24. Companyo, Hist. nat. Pirenées Orient. Iil, p. 408, sp. 8. Brito Capello, Peix Portugal; in Jornal Mathi, dip. 258, Spor 53: Steindachner, Tcht. Bericht Spanien u. Portug. Reise (1. :c.), p..90, sp. 58 (Peristethus). Perugia, Catal. Pesci Adriat., p. 14, Sp. 155 (Peristethus). De la ‘Blanchére, Diction. Péches, p. 474, fig. 613. Couch. Fish. Britain Islands, II, p. 38, pl. 71 (Armed Gurnard). Nim. PesciiVenet. \Lagun.; D. 72; Sp. 144 (estr. p. 10). Bourgot, List. Poiss. Marché d'Alger,, pi 24: Graells, Explor. cientif. Ferroll., p. 263, Sp. 73. MiGostav(Ach.); La: Pescà, p. 82. id., Pesci Golf, Napoli; in Ann. Minist. Nernic#lp, 440. Aradas, Pesci Golf. Catan., ibid., p. 603. Ganestuni, Fauna Ital. Pesci. pi 97 ( Peristethus). Trois, Elenc. ;Pesc. Adriat., p. 24, Sp. 149. TRIGLIDI PERISTEDION CATAPHRACTUM 1877 Peristedion cataphractum, Gervais et Boulart, 1878 » 1379 1850 id. Poiss,Pirance, Ilp.C60, ‘pi. 25) Doderlein, Prosp. Pesci Sicilia, p. 36, sp. 108. Heldreich, Faune»Gréce, p. 86. id. id. id. id. Cataphr Stossich, Prosp. Faun. Adriat., p. 32. Ginther, Study of Fishes, p. 481 (Peristethus). Giglioli, Elenc. Pesci Ital., p. 23, sp. 82 (Peristethus). Moreau, Hist. nat. Poiss. France, II, pi0201, ia: 112: Kolombatovic, Pesci Acque Spalato, p. 8 (Peristelhus). Day, Fishes Great Britain, p. 70 (Pe- ristelhus). Perugia, Elenco pesci Adriat., p. 12, sp. 14 (Peristethus). Kolombatovic, Fische gewassern v. Spalato, p. 18 (Peristethus). Resufsy Hist., nat., Provence ip. 202, Spazi Faber, Fisheniest VA driatiga, ip.2207) sp. 146 (Peristethus). Vinciguerra, Mater. p. Faun. Tunisin., pi 132) spiidde dd Emery, Contribuz. d’Ittiolog. in Mit- tellung Zool. Stat. Neapel, VI, Bd,, p. 149, tab. 9 (Peristethus). Kolombatov., Imenick Kraljesnjaka Dalmacje, p. 9, sp. 44 (Peristethus). id. © Catalog: Vertebrat. ' Dalmaticg p: 25, sp. 47 (‘Peristethus). Graeffe, Seethiere Golf, Triest, p. 19. Vinciguerra, Pesci Prov. Roma; in Bullet. Mus. Zool. Roma (Guida), p. 37, sp. 116 (Peristethus). Sinonimie. , Belon, Lib. I, p. 200 fig. (Ma/armat). altera, Roudel.,Pisc., Lib. Xx, C. o, p. 299 (Cornuda). Salviani, Lib IV; ‘p.. 193,0fig. 70. Willaghby:; «Pisc., Lib. AV), p:-263, pl. (5-3. O Gesner, Aquat., p. 517 bis. Aldrovandi, Pisc., Lib. II, C. 7, p. 147. Ray, iSynops- pisa II, p. 89; Spo; actus, sp. Klein mss. IV, p. 43, Sp. 4. Trigla, spec. 10, Artedi, Gen., p. 46, syn. p. 75. id. id. Gronovius, Zoophil., p. 84, sp. 282. Duhamel, Pesch., II, Sect. V, p. t13, pio o etioa:2, Trigla cataphracta, Lin., Syst. nat., I, p. 490. id. id. Brunnich, Pisc. Massil., p. 72, sp. 89. Bloch, Fisch. Deutschl., tab. 349. 1788 Trigla cataphracta, Bonnaterre, Encycl. Meth., ps7126, Itabi soli. 234: 180I ld: seLin, Sed GmelmipS13A7%. » id eBbloch, ed isenneldsp! sro-nspoity. 1812 id. Rosenthal, Icht. Taffels, pl. 18, fig. 4 (Caput). 1822 Id. “Naccari; IttioliAdriat, pi 17) Sp. 60) 1824 id. Martens, Reise Wenedig, p. 431. ago adinPlucare Eish=Platziz. riesi ipa) sp. 64. 1864 id, Gemmellaro (Carlo), Saggio Ittiol. G. Catania; in Atti Soc.-Gioen., T. XIX, Post Spe VAL 1798 Peristedion Malarmat, Lacèp., III, p. 369. 1810 1798 1810 ld VRissoLcht Nice; pi 2,61, Peristedion Chabrontera, Lacèp., III, p. 373. ld. (Rafinesque, ‘Indie: Pesce Sicil;,(p.128, Spi 205: 1810 Octonus olosteus, Rafin., Append, Gen. 7 (Trigla cataphracta) Ind. Pesc. Sicil., p. 29, sp. 206. NOMI VOLGARI Italiani. Pesce forcola, o forca, Pesce forcuto, (Ital.). Peristodione, Cornetta (Ital.(. Pesce forca, Anzoleto della Madonna (Ven., Triest.). Pey fuorca, Scala foune (Ligur., Nizza). Pescio furca (Genov., Spez.). Pesce forca, Curri-curri (Napol.). Tubeca, Tuba (Molfet). Pisci Furca, Furcata imperiali (Sic., Pisci trafinu (Pal., Sicil.), Trafinu imperiali (Sicil.). Raspa-rogna (Pal.). Pixi cornutu (Malta). Mess.). Esteri. Le Malarmat, Marco-temps (Franci). Pei-Furca (Marsigl., Nice). Peis fourca, Pougnard (Provenza). Malarmado, Armado (Spagn.). Malarmat (Catal., Iviza) Arneés, Armad (Baleari). Ape (Barcell.). EI Armadillo (Spagn.). Cabripha da moirama, Bargela (Poitog.). The sea-Rocket, The mailed. Gurnard (Ingl.) Rocket (Ingl.). ni Roode ‘Duyvel Fish (Oland.). Gabel-Fisch (Ted.). Gabeliger Knurrbahn, Gabeliver Scehahn Turcin (Dalm., Spalato). Karwyn, OXogteov, Xnpa (Greco). (Ted.). FAM. TRIGLIDI — o a Li A 75 PERISTEDION CATAPHRACTUM Forma giovanile. Il prof. Emery in una sua dotta memoria a ti- tolo: Contribuzioni all’ Ittiologia, inserita nel Mit theilungen aus dem Zoologischen station zu Neapel VI, Bd. 2° Helf,ha esposto alcune interessanti sue os- ||}, servazioni intorno lo sviluppo larvale del Peristethus cataprractus, distinguendo in cotale processo un primo stadio Scorpencide (o Pelagico) ed un se- condo stadio Trigloide (o litorale) di questo pesce; e indicando con relative figure le particolarità diffe- renziali, che lo scheletro cutaneo di esso presentò. in codesti diversi stadi. Sulla fine però della sua memoria l’egregio Professore soggiunge, non essere peranco note tutte le forme corrispondenti alla serie pelagica che precedono nel Peristethus la sua com- pleta evoluzione. Per una fortunata occasione io venni in possesso recentemente di 6 piccoli esemplari del Peristethus cataphractus della lunghezza di 0, 060, 0, 070, pe- scati nei bassi fondi del Golfo di Palermo, i quali, siccome rappresentano la forma frigloide di questo pesce, ponno in certo modo concorrere a colmare la lacuna segnalata dall’Emery nel predetto stadio lar- vale del peristedion. Approfitto quindi dell’ occa- sione che mi presta l’ attuale articolo per esporre le poche cose che ho potuto notare sul corpo di questi singolari pesci. Premetto innanzi tutto che lo stadio presentato da tutti i suddetti esemplari di Peristethus è preci- samente quello in'cui i raggi inferiori liberi delle pettorali si trovano già separati (differenziati) dal rimanente della natatoja, vale a dire che essi sono già passati allo stadio Trig/oide o litorale. Ecco le osservazioni: La forma presentata in questo stadio da questi pesciolini, è eminentemente piramidale ottagonale; gli angoli del tronco sono affilatissimi, notevolmente sporgenti ed armati di una serie re- golare di spine uncinate, uniformi, molto più pro- nunciate che nello stato adulto del pesce, —Il capo ha la forma precisa di un parallelopipede, come negli adulti, ma proporzionatamente essa è più lunga poichè misura appena 1/3 della lunghezza totale del corpo. Il capo è irto di parecchie punte spi- nose, simili ma più acute e sporgenti, che negli in- dividui adulti. Marcatissime sono fra queste le punte spinose che sorgono sugli occipitali esterni, aventi la forma di un triangolo irregolare, simile a quello indicato dall’Emery nella tavola 9g fig. 4, 5 lett. oe. La cresta sovraorbitale è sormontata anteriormeute da 2 forti spine come nelle principali specie di Irigle; spine che negli esemplari adulti del Peri- stethus sono indistinte ed appianate. A queste spine tengono dietro altre 2 punte spinose, uncinate, una delle quali sull’alto della cresta sovraorbitale e l’al- tro sulla parte declive posteriore di essa. Altre due punte spinose stanno su quella parte del temporale che raffigura l’osso squamoso, le quali sono appena DI i Me pvozzate negli esemplari adulti. La cresta, che at- traversa orizzontalmente il Preopercolo , in questi «If pesciolini è molto sporgente, ed imparte al loro ij capo una forma moito più allargata che nello stato il adulto; anche l’Opercolo è svasato posteriormente, Ù ha | | | | | | | MI | e terminato in una forte punta spinosa, Il Muso hu Ì è allungato e depresso come negli adulti, e sulla sua n) | faccia superiore si distinguono già le 3 piccole spine sf sovrastanti alle ossa nasali e all’etmoide. Le lamelle ce ]fh- preorali, formate dal sotto orbitale sono lunghe e fr | proporzionatamente estese come nell’adulto. Le na- b fi tatoje dorsali sono ben sviluppate, specialmente la dl | anteriore, che è alta e formata da raggi filiformi; i Da Îl raggi liberi delle pettorali si mostrano oltremodo I allungati, ed anche ja loro parte ramosa è propor- n | zionatamente più estesa che nello stato adulto. | L’idea che porge l'insieme del corpo di questi «ap pesciolini, è che le appendici del loro scheletro cu- 0° IR taneo sono assai più erte e sviluppate che nello Si È stato adulto del pesce; ma chieti corpo nel suo in- i} | sieme non differisce gran fatto da quello del suo | stato adulto, o a meglio dire che esso rappresenta ii i un individuo in miniatura del Peristetbus adulto. < ME i i i Preparazioni ni | del Museo Zoologico di Palermo dI In Pelle 3 Es.: 0, 27; 0, 23; 0, 20. Ir alcool: 6 Es.: 0, 26; 0, 24. “ MRPrep. osteol.: 1 Schel, 0, 27. al i Prep. splanc. a secco. App. Branch.; Vesc. nat. il Id. iwalcool: App. .diger.; App. è, 2. pr IE «Proporzioni. do (Lungh. tot. 0, 270; 0, 230. dle WW AIt. corpo 0, 050; 0, 040. "tl Lungh. testa 0, 090; 0, o$o. TEMA It. testa OSO: 0 035% Po: Diam. occhi 0, 015; 0, oro. 400 (Lungh. pettor. 0, 050; 0, 040. at Cungh. ventr. 0, 045; 0, 035. Pr: f Lungh. codale 0, 030; 0, 020. xa |W SN Pregio alimentare. Line unt: (In Italia non è tenuto in conto di specie come- ro \stibile.—Il D. Moreau, nella sua plauditissima Storia ilo |Muaturale dei pesci di Francia, narra che a Cette stanze, onde valersene a mò di barometro per rilevare Lt |fvigge l’uso di far seccare il corpo di questo pesce da: | se di sospenderlo mediante un laccio al soffitto delle edi Uri \Ril grado di umidità che esiste nell'ambiente. Da que- pitt {sto fatto trasse appunto il nome volgare di marc- un | femps che viene dato a questo pesce in talune città pe ‘della Linguadoca (Moreau, Hist. nat. Poiss. France, De VII, p. 264). FAM. TRIGLIDI Abitazione. Il Peristedion cataphractum, è abbastanza comune nel Mediterraneo, in particolare nelle sue coste oc- cidentali; più raro, ma non mancante, nell'Adriatico e nelle coste Orientali. Esso è accidentale nell’At- lantico lungo i litorali della Francia, e nel Canale della Manica, mentre nelle regioni tropicali dell’At- lantico , e nell’ Oceano indiano si trova surrogato da altre specie congeneri ed affini, Questo pesce abita generalmente le profondità l’epoca della frega, che cade al tempo degli equi- nozi. Esso è pesce inoffensivo, di costumi miti, che si nutre per lo più di meduse, di molluschi e di zoofiti gelatinosi, che sa opportunamente scavare dalla melma, mercè le produzioni lamellari bitor- cate onde ne è armato il muso. Indipendentemente da ciò esso è pesce dotato di movimenti attivi, che guizza celeramente nelle onde, allorchè si trova in- seguito, In Sicilia non è raro, lo si prende comunemente in tempo d’inverno e di primavera. Principali località ove venne riscontrato il Perz- stedion cataphractum. Nel Mediterraneo: Nizza, Cette, Provenza (Risso, Moreau, Reguis). Liguria, Genova (Sassi, Canestrini). Algeri (Guichenot, Bourgot). Tunisi (Vinciguerra) Malta (Gulia, Gunther). Elba (Giglioli). Napoli (Costa). Sicilia (Rafinesq., Cocco, Aradas, Doderl.). Nell’Adriatico: Venezia, Trieste (Naccari, Nardo, Ninni, Trois, Graeffe). | Dalmazia (Stossich, Heckel, Kolomb., Perug., Faber). Nell’ Oceano Atlantico: Cadice (Machado). Malaga (Steindachner). Portogallo, Lisbona (Brito Capello, Graells). Inghilterra (White, Hamilton, Yarrell, Gùnther, Day). Canale della Manica (Gunther). del mare, e si appressa soltanto ai litorali al- | | ZI I 3) PERISTEDION CATAPHRACSTUM PERISTEDION CATAPHRACTUM | _—-—r_——————"——_— quit Gaunt Aggiunte. I Durante la stampa del presente volume (V del Manuale), sono state pubblicate parecchie importanti ope ittiologiche, nelle quali si fece parola di talune specie di pesci registrate nell’ attuale libro. Questo fatto nl porge ora occasione di ritornare sull’argomento, ed agg nel testo precedente, onde completarne la storia. Pag. 256 (Smaris insidiator agg. syn.) 1 col. lin. ult. — 1891 Moreau, Supplem. a 1’ Hist. nat. “Poissy France, pi 49.CLAxian: nunzia la cattura di alcuni soggetti di questa specie a Nizza e sulle coste della Provenza. 263 (Mullus barbatus agg. citaz.) 1882 id, Jordan et Gilbert, Synops. Fishes North-America, p. 565, sp. Sgr. Cita un esemplare preso presso New-York. Pag. 273 (Sebastes dactylopterus agg. syn.) 1° col. lin. 18 — 1787 Wiville Thompson, Report Vo- yage of Challenger; Zoolog., p. 17. Cita il rinvenimento di questa spe- cie a Madera e sulle Coste della Norvegia. Pag. 279 (Scorpena porcus agg. citaz.) 1882 id. Jordan et Gilbert, Synops. Fish. North-America:, pp. :6081, sp. 1058. — Cita un esemplare preso presso New-York. FinE DELL'ORDINE DEI Pescr ACANTOTTERIGI PERCIFORMI. iungere altre particolarità e citazioni a quelle già indicaf Pag. 282 (Scorpana ustulata agg. syn.) 1* col. lin. ult. — 1827 Scorpena bicolor, Nardo, Pro Adriat. Ichthyolog., p. 12, sp.? (Scorpena de Sasso e de nova if venzione). si | id. 1882 id. Giglioli, New and very ra Fishes From the Mediterranean, || Nature, London t. XXV, p. 5368 id. 1890 id. Moreau, Supplem. a lhi Poiss. France, p.26—Descriz. e fill L’Aut. dimostra che il carattere dif ferenziale di questa specie è W posto nella forma del sottorbita ff il quale è fornito anteriormente || 3 spine, mentre quello della SJ scrofa porta 4 spine, e quello def Sc. porcus ne porta 2 sole. | 312 (7vigla aspera agg. citaz.) col. — 1878 Sauvage, Illust. Famil. cli Scorpenoides et des Triglides. Nouveau Archives du Museum, TW p. 154 (Lepidotrigla). È | | | 6 | il l /| Il INDICE DELLE MATERIF CONTENCIE NEL PRESENTE FASCICOLO; Fam. SPARIDI (Sparida) seguito. 3* Sottofam. Canthbarini, Carat., Gen Cantbarus,:C,Vi,, Carat. Divis, 49° Sp. Cantharus vulgaris, Cuv, Val., Divis. 5 Carat., Descr, ; Annotaz,, (citazi., id. Sinon., Preparaz. del Mus., Proporz., Nomi volgari id. Distribuz. geograf., Pregio ‘alim. - : : so? Sp. Cantharus brama, Cuv. Val, Carat., Descriz., \Annataz.; Citaz:‘ | È id. Sinon., Nomi volg., Proporz., Abitaz. s1° Sp. Cantharus orbicularis, Cuv. Val., Carat., Descr., Citaz., id. Annot., Abitaz., Pregio alim. 1 7 6 4° Sottofam. Sargini (Sargina), Carat. Divis. 52° Sp. Sargus 54° Sp. Sargus SE Sp: Sargus id id, id. 53* Sp. Sargus Gen :S2,0us, Cuv. Val. Carat., cervinus, Cuv. Val., Forma adult, Annotaz., Preparazi, vulgaris, Geoft., Car., Sinon., Nomi volg., Divis. Carato De Forma giovan., Descriz. Proporz., Desertzy Cinaz: Annotaz. Pregio alim. Preparaz., id. Istorico;.Pres.alimy vAbitaz,, Rondeletii, Cuv. Val., Carat., Descr., Citaz., Sinon., ì Annotaz., Preparaz., Proporz, vetula, Cuv. Val., Carat., Descriz., Citaz., Sinoni: id. Annotaz., Preparaz., Proporz. : 56° Sp. Sargus annularis, Geoff. S. Hi, Carat., Descriz. : id. Sinon., Preparaz., Proporz. o id. Nomi volg., Abitaz., Preg. alim. 3 Gen. Charax, Risso, Carat. ; sue: Sp; Charax puntazzo, Cuv, Val; id. Annotaz., ‘Preparazi; 5° Sottofam. Obladini (Obladine), Carat., Gen. Oblata, Cuv., Carat. 8° Sp. Oblata melanura, Cuv. Val., Nomi volg., Annotaz., Gen. Box, 60° Sp. Box vulgaris, Cuv. Val., Carat., Nomi volg., ‘Preparaz., 61° id. Cuv., id. id. Carati, Diyis. s9* Sp. Box salpa, Cuv. Val; Gone Scabarus, Cuv., Carati... Sp. Scatharus gracus, Cuv. Ual a Nomi v olg., Preparaz., Descriz., Descr, Carat, ® ‘Carat., Destriz.. Gitag. Hi Descriz., 6* Sottofam. Pimelepterini (Pimelepterine), Carat. . Gen. Pimelepterus, Cuv. Val., Carat. Citazi. Proporz., 602° Sp. rus cniciue Boscii, Lacèp., Carat. Descriz. id. Divis. Citaz., VI Fam. un (Menida), Carati: Divis., Gen. Mena, Carat., 63° Sp. Mona vulgaris, Cuv. Val., id. Nomi volg., Preparaz., Sinon,, Carat., Descriz. Annotaz., Citaz., Sinon. D Neinzi Propor Za Digi AnDotaz o Sinon. Proporz., Annotaz. Sinon. Citaz., Nomi vole., Annot. 64* Sp. Mceena Osbeckii, Cuv. Val., Carat., Descriz,, Citaz. id. Sinon., Nomi volg., Preparaz., Sinon., Nomi volg., O Sinon., Carat., Descriz., Citaz., Sinon. Preparaz., Proporzi, Preg: alim. Annotaz. Proporz., Abitaz. 66° Sp. Meena ‘vomerica, Cuv, Val, Carat,, Descr., Citaz., Nomi volg. 68° Sp. Smaris chryselis, Cuv. Val SA gagarella, Cuv. Val.), id. . Gen. Smaris Cuv,., 675 Sp; Smaris vulgaris, Cuv. Val., id. Carat., Annotaz., Divis. Carate Descriz., Citaz., Sinon., Nomi volg. Annotaz,, Abitaz., Prepar., Proporz. Sinon.,, Nomi volg. * Carat., Descriz., Citaz., Citaz., Nomi volg., Annot., Abit., Prepar., Prop., Pregio alim. bl . Proporz. Nomi volg. Nomi volg. Nomi volg., Preparaz., Proporz., Annotaz. Annotaz. 2 . ° Proporz., Annotaz. . 65° Sp. Meena jusculum, Cuv. Val. Carati Descriz. , Citaz., Sinon., Nomi volg., Annotaz, Prep., Prop., Annotaz. Abitaz. Nomi vole. Abitaz. Nomi volg., Prep., Proporz. 193 ») » 194 195, 196 197 198 199 200 201 202 )) 203 » 204, 205 205 206 207 208 269,210 211 2002. 213 214 205 216 217 0 (o) 219 220 DI.1 234 235 236 237 238, 239 240 241 242 243 244 245 246, 247 248 249, 250 251 dei È i È I A, be. di SR Pg TORA AA 3 } , "4% i O per Fi Ria % SA ve. Ca ni Ò da a i va È 4 î o, Pa i 3 S È ti 3 je n 37 È iS 320 Se TRDICR RSO 69° Sp. Smaris alcedo, Cuv. Val, Carati Deseriz,, Cilaz. 3 RT Oa e id. Sinon., Nomi ‘volg., Annotaz., Preparaz., Propore. ‘ oa 70° Sp. Smaris Mauri, Bonap., Car, Descr, Cit., Sinon., Nomi volg., Annot., Abit., Pro». (Smaris gracilis, Bonap.), 71° Sp. Smaris ‘insidiator, Cuv. Val,, Carat., Descriz. Citaz., Sinon., Nomi vols. (Smaris cirrus, Rafin.), 7 2 ’ S id. Annotaz., Abitaz., Pregio alim., Preparaz., Proporz. ; VII. Fam. Muttipi (Mullide), Carat., Annotaz. è : : ° i ; CRETA Gen. Mullus Lin., Carat., Annotaz., Divis. ; 5 } - 3 ; ; 72° Sp. Mullus surmuletus, Lin., Carat.; Descr: de Sion, > ERE id. Nomi volg., Preparaz., Proporz., Annotaz., Pregio alim. 73° Sp. Mullus barbatus, Lin., Carat., Diescriz, Citazione . . : id. Nomi volg., Prepar., Proporz., Annotaz., ‘Pregio aim. 1? Appendice Mullus fuscatus, Rafin., Carat.; Descr, Nomi: vole, Annotaz., Dicsca QANAPPedice =" È S i È n ; t; Ù z a VIII, Fam. TRIGLIDI (Triglide), Gn Annotaz. Diviso : : : ; 3 ù 1° Sottofam. Scorpenini (Scorvenina), Carat., Divis. ; * i i È È ? Gen. Sebastes, Cuv. Val., Carat. . 3 5 è . ; . : 74°. Sp. Sebastes dactylopterus, Ta Roche, Carau.Desch S 3 ; d / id. Citaz., ‘Sinon., Nomi volg., Prepar., Proporz., Annotaz. . Sebastes Bibronii, Sauvage, Des Annot ; Di È 75% Sp. Sebastes madurensis, Cuv. Val., Carat., Pesces Citaz., Nomi Volg., Abitaz. Gen. Scorpena, Arted.,, Carat., Annot., Divis. i; i 7 ) | ; 3 È 76° Sp. Scorpena scrofa, Lio; Carat., Dèscriz.; -Citaz.,Sinon, è i 5 ° id. Nomi volg., Ato Prepar.,: Proporz. i ; ” Var? Scorpana lutea, Riss., Caratt. . : ; - _ . 7° Sp. Scorpzena porcus, Lin., Carat., Descriz., Citaz,, Sinon., Nomi volg. . 5 id. Annot., Ai Pesca: Prepar,, Properzi e. ; ; o 78° Sp. Scorpana ustulata, Lowe, Gian. Descr., Citaz., Sinon., Nomi volg. , id. Annot,, Abitaz., Prepas., Proporz. .. 5 ; o «È pel'Sottofan. Cotti: (Cortin@), Garat., Divis. 4 $ ; È : 3 : Gen Cotti Arted,i Crati Diviso + ° ; : , . ) i 5 : i 79° Sp. Cottus gobio, Lin., Carat., Descr., Citaz. ) : . ; 3 ; S id. Sinon., Var., Nomi volg. DR È È : 6 id. Annotaz., Abitaz., Pesca, Pregio alim. 0; : ; . a Sottofam. SL (Friglina), Carat,, Digi ; 3 È ) È . ; a Gen. Dachlopterus.l.acep., Garat.. ; 5 . - ; : . . È ; $0* Sp. peclopienie volitans, Cuvi Vale Carati Descr. x : è ì : Stato giovanile: Cephalacanthus spinarella. Lacep, Carat,, Descr; Annotaz. _ id. Citaz.+Sinon. id: ; ; ; 5 5 id, Nomi volg., Prepar., Storia, Abitaz. . ; SME Gen. Tri2/0; Arted., -Garat Divis.. ; ; - : ; ; ; S } i È È dI° Sp. (HER “do Di Carat., Descr., Citaz.; Sinon., Nomi volg. . ; : pg id. 5 Annotaz., Abitaz., Stato. giovanile. . ; È È : 2° Sp. Trigla milvus, Lacèp. Gi do (Irigla cuculus, BIOoR Son Lia ds Carat, Deseriz., Citaz. S î ; ] iii id. 7 Sinon., Nomi volg., Annotaz., Abitaz. . . ; . 3% rigla obscura, Lin., i d (Triola cuculus, Rond. non Lin.), CET. i ì i ; id. Sinon., Nomi volg., Annotaz., Abitaz., Prepar., Pregio alim. 84° Sp. Trigla gurnardus, Lin., Carat., Descr., Citaz: i È ; 5 $ : id. Sinon., Nomi volg., Annot. ; È ; : . . 85* Sp. Trigla Lyra, Lin., Carat., Descriz., Citaz., Simon. . ; i, 3 id. Nomi volg., Annotaz., Abitaz., Prepar., Proporz. i Ù 86° Sp. Trigla Pini, Bloch, ( Trigla cuculus, Lin. non Auct.), STEISD, Trigla lineata, Lin., Carat., Descriz., Citaz., Sinon., Nomi volg. i î Annotaz., Pregio. alim.*Prep.Proparz:. \ 88° Sp. Trigla aspera, Cuv, Val. , Carat,, Descr., Citaz., Sinon., Nomi volg., Annot., Prep. Gen. Peristedion, Lacèp., Carat. È 5 P . $9* Sp. Peristedion cataphractum, Cuv. Val., Carat., Descr., Citaz., Sinon, } id. Nomi volg., Forma giovanile” ; : 4 s : È id. Prep., Prop., Preg.alim.\Abitaz. . 3 5 5 5 Carat., Descr., Citaz., Nomi volg., Abitaz. . Aggiunte . ® ° ° DI . ° C) LI ® LI pr Fyn e RE ini ARR NE n ‘) p. de e Sa 1) un DEC run IVaR Na ni nS Mae vÎe IVI Lt PAGARE sienan Tra nta (i RIEN - ii i. Dl: ti dae } st SRLIRI Di A Muster (1424 7 RI ARE ROD, o [SCCI SATIN) 7 5 di it RIST Gta Repto a Lia, Pet DERE TIA H i Il ble ri ii; vi DRIgori 4 e ho Pig ta: da PITT Mogol di Di ste DIEURIRO este TAIL n pura ai copi si 4 Ha mi Lei i HIER PI Ni Nin | o ' ca BI RPO } Ri n 7 Di pi n aa i Hi RIA Nt PIERRO È tO INI HH di Lr 4 via SILA PI d Î si pit n TETTI ‘ibn ; Uroro RIDIA: FL MANe bea VAT] Ron co FuaApra OUG Mai vel 139 Ù Diti ' TRATTI. 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