gici — A ci . o FLORA FOSSILIS > FORMATIONIS OOLITHICAR LE PIANTE FOSSILI DELL'OOLITE DESCRITTE ED ILLUSTRATE DAL BARONE ACHILLE DE ZIGNO COMMENDATORE DELL'ORDINE DELLA CORONA D’ITALIA, CAVALIERE DEL R. ORDINE MAURI- ZIANO, DELL’I. R. ORDINE AUSTRIACO DELLA CORONA FERREA, DEL R. ORDINE PORTOGHESE DELLA CONCEZIONE, UFFICIALE D’ACCADEMIA DI FRANCIA ECC. UNO DEI XL DELLA SOCIETÀ ITALIANA DELLE SCIENZE, MEMBRO EFFETTIVO DEL R. ISTITUTO VENETO, DELLA R. ACCADEMIA DI SCIENZE LETTERE ED ARTI DI PADOVA, DELLA R. ACCADEMIA DI SCIENZE FI- SICHE E MATEMATICHE DI NAPOLI, DELL'ACCADEMIA IMPERIALE LEOPOLD. CAROL. D’ALEMA- GNA, DELLA SOCIETÀ IMPERIALE DEI NATURALISTI DI MOSCA, DELLA SOCIETÀ GRANDUCALE DI MINERALOGIA E GEOLOGIA DI JENA, DELLA SOCIETÀ GEOLOGICA DI FRANCIA, SOCIO DELLA R. ACCADEMIA DEI LINCEI, DELLA R. ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI TORINO, DELL'ISTITUTO DI BOLOGNA, DELLA SOCIETÀ GEOLOGICA DI LONDRA, DELL’I. R. ISTITUTO GEOLOGICO DI VIENNA, DELLA R. ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI LISBONA, DELLA R. SOCIETÀ BOTANICA DI RATISBONA, ECC. Vor4h - Colle Tavole XXVI-XLII PADOVA DALLA TIPOGRAFIA DEL SEMINARIO 1873-1885 2 pei Mo.Bor-. uaar. Ù \ 7 >. jb I iesto volume contiene le Aroidee, le Pandanee, le Gigliacee, le Za- miee e le Cicadee fin qui osservate nei varii piani dell’Oolite, e vi si tro- vano descritti ventisei generi e cento e sessanta otto specie delle quali qua- ranta affatto nuove. Le Aroidee vi sono rappresentale da una sola specie, le Pandanee da due e le Gigliacee da quattro. Il numero maggiore appartiene alle Zamiee che comprendono undici Pterofilli, venticinque Zamiti, quattro Ptilofilli, trentatre Otozamiti, nove Sfenozamiti, e diciasette Podozamiti, mentre le Cicadee non ci svelano che sole otto specie di Gicadili. In fine ho collocato le specie di quei gruppi generici, che furono tem- poraneamente stabiliti per designare quelle parti dell’Infiorescenza, della Frut- tificazione, delle Rachidi, dei Tronchi e quelle squame isolate od aggruppate insieme delle Gicadeacee, che per trovarsi disgiunte dalle altre parti della pianta non si possono per ora riferire a tipi conosciuti, ma che però pale- sano una decisa analogia con organi consimili delle Gicadinee viventi, Appartengono queste ai generi: Androstrobus Scu. Zamiostrobus, EnpL. Beania, GarruTA. Cycadospadix, Scump. Cycadeospermum, Sap. Cy- cadolepis, Sap. Blastolepis, Ziano, Cycadorachis, Sap. Bolbopodium, Sar. Cylindropodium, Sap. Bucklandia, Presi, Fittonia, CarRuTH. Yatesia, CAR- — IV — RUTH. Bennettites, Carrutn. Mantellia, Bronc. che recano alla Flora dell’Oo- lite un contingente di cinquanta quattro specie ripartite in quindici generi. Le recenti pubblicazioni dell’ Heer, del Saporta, del Garruthers, del Ge- yler, del Feistmantel, dello Schmalhausen e d'altri, hanno grandemente con- tribuito ad aumentare il numero delle specie rinvenute nella formazione Oo- litica e rivelarono la grande estensione geografica della Flora di quest'epoca geologica e la sua contemporanea apparizione solto diverse lalitudini, consta- tandone la presenza oltrechè nelle regioni di Europa già note, anche in Por- togallo, in Russia e fuori di Europa, nella Siberia, allo Spitzberg, al Giap- pone ed alle Indie. Si citarono pure delle piante fossili nei terreni giurassici dell’Africa e del- l'America; ma ancora non è bene accertato se questi terreni spettino all’Oo- lite od al Lias. AI qual proposito mi piace qui rammentare come da alcuni geologi sia posta in dubbio l'appartenenza all’Oolite, degli strati grigi e giallastri conte— nenti nelle Alpi Venete le piante da me annoverate nella presente Opera, come spettanti all’Oolite. I Questi chiarissimi geologi basandosi sulla presenza in questa serie di strati della Zerebratula Rotzoana di Schauroth e della Terebratula Remieri del Catullo, di cui asseriscono esservi qualche esemplare nel Lias superiore d'altre contrade, e sul fatto che le stratificazioni contenenti le piante, sono soltoposte a quelle in cui trovasi l' Ammonites Murchisone Sow., sostengono che gli strati a piante, del giura Veneto-Tirolese, debbano ritenersi ap- partenenti al Lias superiore. Sempre pronto ad arrendermi all'evidenza dei fatti qualora siano bene comprovati, non trovo nel caso presente che gli argomenti esposti bastino ad infirmare la mia classificazione delle roccie contenenti la Flora di Rotzo e di Roverè di Velo, e ciò per le seguenti ragioni. Tanto la Zerebratula Rotzoana, che la Terebratula Remieri, variano as- sai di forma e gli esemplari trovati nelle Alpi Venete non furono per anco accuratamente studiati e descritti, per cui non può dirsi ancora provata la Lui v a loro identità con quelli che si trovarono nel Lias d'altri paesi. D'altronde la presenza di specie molto affini, negli strati concordanti di due formazioni che si succedono immediatamente, non è caso raro e si riscontra anche tra noi, fra gli ultimi strati giuresi ed i primi del sistema cretaceo; non potendosi negare la grande anologia che hanno le Terebratule diphya e triangulus, del nostro giura superiore, colle Terebratule diphyoides ed Euganeensis, del Biancone neocomiano. Ed in vero alcune forme della 7erebratula Rotzoana e della Zerebratula Renieri, palesano una grande somiglianza colle Terebra- tule spheroidalis e fimbria dell’Oolite d'Inghilterra, così da poterle consi- derare quali specie affini e rappresentanti di quest'ultime, nei terreni Oolitici © delle Alpi Veneto-Tirolesi. L'essere poi la Flora di Rotzo e Roverè di Velo, soggiacente alla zona od Ammontites Murchisone, non vale a provare la sua appartenenza al Lias; essendovi altre due zone sottostanti a quella ad Ammonites Murchisone, che spettano all’Oolite inferiore; cioè quella della 7rigonia navis e quella del- l’Ammonites torulosus '), corrispondenti ai terreni Aalénien e Opalinien del Reénevier, ritenuti formare le zone più basse della serie Oolitica inferiore. Nessuna specie delle suddette Flore si trova anche nel lias, ma all’in- contro contengono varie specie che si ripetono nei depositi Oolitici d° altri paesi. Finalmente evvi la Zithiotis problematica di Gimbel che non solo si trova sotto e sopra le piante, ma sale fino agli strati ad Ammonites Murchi- SOne. I Per ultimo ricorderò, come non tutti i geologi siano d'accordo sul limite preciso che separa il Lias dall’Oolite. Tra gli ammoniti che il Dumortier *) 1) Vedi OppeL e Waaan, Der Jura in Franken, Schwaben und der Schweiz. Munchen 1864 pag. 55. i 2) DumorTIER, Etudes pateontologiques sur les dépots jurassiques du bossin du Rhòne IV Lias superieur. DGEARI 1 RATE cita nella zona ad 4. opalinus, da lui ritenuta spettare al lias superiore, quattro sole specie sono decisamente liassiche e sei appartengono all’Oolite inferiore. Secondo il Buckman ') ed altri geologi Inglesi, le specie denominate 4m- montites insignis, Scnugi. 4. variabilis, OrB. 4. discoides, Zrer. A. jurensis, Zur. A. cornucopie, Youn, 4. Germaini, Or. che dall’Orbigny si colloca— vano nel Lias, ora si riconobbero esistere nell’Oolite inferiore insieme all Am- monites torulosus ed all’Ammonites Murchisone. Il che prova non essere ancora bene delimitato il confine fra il Tias e l’Oolite; e ciò viene avvalorato da quanto espose il Chiarissimo Sig. Etheridge nel suo stupendo discorso, tenuto alla Società Geologica di Londra assumen- done la Presidenza nel 1884 *) in cui dichiara di aver riscontrato che gli Ammonili insignis ScHUBL, radians, ScHLoTA. e concavus, Sow. passano dal Lias superiore all’Oolite inferiore e che egualmente si osserva questo passag- gio in cinque generi ed otto specie di Brachiopodi, in tredici specie di Lamel- libranchi, ed in sei generi ed otto specie di Gasteropodi. Per cui anche concedendo che gli esemplari della Terebratula Rotzoana e della 7erebratula Remieri, possano esser identici a quelli trovati altrove nel Lias, la presenza di due soli Brachiopodi, non è sufticiente per collocare nel Lias-una serie di strati che non contiene altre specie liassiche, e va ricca di una Flora che non solo presenta i caratteri generali della Flora dell’Oolite, ma che contiene, oltre varie forme nuove, parecchie specie di piante comuni ai depositi Oolitici bene constatati d’altre regioni. Per tutti li suesposti motivi, credo di non allontanarmi dal vero, col man- tenere la collocazione nell’Oolite inferiore, dei depositi di piante che giac- 1) Bvuekman, On the termination of some Ammonites. Quart. Journ. 500. Geol. Lond. Vol. 37. n. 145. February 1881. 2) ErHERIDGE, The n aspect of Jurassic Geology. în Quart. Journ. Soc. Geol. Lond. Vol. XXXVIII n. 150 Part. 2 pag. 76 e seguenti. — VII — ciono nei calcari grigi e gialli, immediatamente sottoposti, e concordanti co- gli strati Calloviani ed Oxfordiani delle Alpi Venete ’). Padova 31 Dicembre 1884. 1) Dopo che fino dal 1850 nel mio: Coup d’oeil sur les terrains stratifies des Alpes Ve- niliennes. Vienne 1850 pag. 7, io aveva proclamato, che il nostro calcare ammonitico apparte- neva al gruppo Oxfordiano, il Professore Benecke nella sua Opera intitolata Ueder Trias und Jura în der Sidalpen. Minchen 1866, poneva tutta questa serie nel Kimmeridiano e dichia- rava mancare nel Veneto e nel Tirolo i piani Oxfordiano e Calloviano. Recentemente però, le osservazioni di parecchi valenti geologi confermarono la mia classifi- cazione, e constatarono che la zona inferiore caratterizzata dalla presenza dell’Ammonztes, transversarius Quenst, (A. Toucasianus, OrB.) doveva ritenersi Oxfordiana e che il calcare ammonitico incarnato che vi succede abbraccia le zone ad Ammonites acanthies e ad Am- monites tenuilobatus, e contiene esso pure delle specie Oxfordiane che lo collegano alla pre- cedente. Dal che ne consegue, non esser vero, che manchi l’Oxfordiano nelle alpi Veneto- Tirolesi. I Lo stesso dicasi del sottoposto terreno Calloviano, di cui pure il Benecke nega l’esistenza nelle nostre Alpi, sebbene abbia annoverato i fossili degli strati Posidonomya, i quali costitui- scono quella lumachella sereziata di rosso e di bianco, che da gran tempo segnalai preludere all'ammonitico rosso e che contiene in così grande abbondanza la Posidonomya alpina di Gras, caratteristica del piano Calloviano della Francia. 1 - FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE —_—_3-9-0-9--00000—-—— MONOCOTYLEDONES DSSNICO 928 Classis VI. SPADICIFLORAE. Nessa resto fossile, riferibile a ‘specie di questa Classe, si è potuto finora disco- prire nelle formazioni anteriori all’epoca Giurassica; giacchè il Pothocites Grantoni di Paterson (Transact. of the Botan. Soc. Lond. Vol. I. P. I. pag. 45), trovato in Inghil- terra nel terreno carbonifero di Granton e che era stato posto fra le Aroidee, palesa invece maggiori analogie colle Najadee (Uncen, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 325). In quanto poi ai generi Aethophyllum ed Echinostachys rinvenuti nei terreni Triassici e che veggiamo dall’ Unger annoverati fra le Tifacee; Brongniart (Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 87) e Schimper (Paleont. Véegét. Vol. II. P.I. pag. 520) hanno chiaramente dimo- | strato, come sieno forme problematiche che non presentano caratteri sufficienti a giusti- ficare -la loro collocazione in alcuna delle famiglie che compongono la. Classe delle Spa- diciflore.. i Nella formazione dell’oolite una sola forma spettante a questa Classe, ci aveva sve- lato la Podocarya Bucklandi Una., di cui sembra sia ora smarrito l’ esemplare scoperto molti anni fa in Inghilterra nella oolite inferiore di Charmouth, nella Contea di Dorset. Recentemente però a merito del chiarissimo Sig. Carruthers, la Flora dell’oolite fu ar- ricchita di altre due specie; una di queste appartiene alle Aroidee ed è l’Aroides Stut- ‘ ferdi Cirrura. dell’oolite di Stonesfield ; l’altra alle Pandanee ed è il Kaidacarpum ooli- thicum Cannon. della Grande Oolite di Kingsthorpe presso Northampton. S Nella Lethaea Rossica dell’ Eichwald (Vol. II. pag. 70. tab. III fig: 24) troviamo de- scritto, sotto il nome di Pandanus problematicus, un frutto, che l’autore riferisce con qualche dubbio alle Pandanee, e che egli indica provenire dal terreno giurassico della Crimea, senza precisare a qual piano appartenga la roccia in cui fu scoperto. A dir vero non saprei scorgere alcuna analogia fra la figura data dall’ Eichwald ed il frutto d'una Pandanea, e d'altra parte non essendovi indicazioni sufficienti ad assicu- rarci che questo saggio sia stato rinvenuto nell’oolite, ho creduto bene di non annove- rarlo fra le piante di questa formazione. Una Aroidea e due Pandanee sono adunque le sole piante che rappresentino nella formazione oolitica la Classe delle Spadiciflore. Nelle epoche posteriori vediamo i terreni cretacei svelarci i resti di sei Pandanee ed i terreni terziarii manifestarci traccie assai dubbie di un’Aroidea, unitamente ad altre cinque specie di Pandanee, mentre assai più numerose si palesano per la prima volta in quest'epoca le spoglie fossili delle Tifacee e delle Nipacee. Da così scarsi elementi non si possono dedurre conseguenze generali di qualche im- portanza. Ci limiteremo quindi ad osservare, come finora i primi indizj delle Aroidee e delle Pandanee si avvertirono nei terreni oolitici e come nelle epoche cretacea e terzia- ria si sia mantenuto quasi stazionario lo svolgimento delle Pandanee, le cui specie nel- l'epoca attuale sono sparse pei littorali dell’Asia, delle isole del Pacifico, dell’Africa oc- cidentale e dell’Australia settentrionale. All'incontro durante l’ epoca terziaria si svolsero in maggior numero le Tifacee, tuttora rappresentate in Europa dai generi 7ypha e Spar- ganium, e le Nipacee che ora vegetano lungo gli estuari dei grandi fiumi delle Indie e delle Molacche. Ordo XIX. Arorprar. Gen. XLEX. Aromrs Autorga. Flores, spadice solitario numerosissimi, aggregati, diclines. Spa- dix apice nudus, medio stamineus, inferne pistilligerus. Stamina apice peltata, antherarum cellulis, connectivo crassissimo, im- mersis. Kurorca, Beitr. e. Kennt. organ. reste Kupfersand. west. Urals. pag. 24. — Carrutners, On an Aroid. fruit from the Stonesfieldslate, in Geol. Mugaz. Vol. V. N. 4. April, 1867. Palaeospathe. Una. Gen. Spec. Plant. foss. pag. 333. (ex parte). Aronites. Hecr, FI. tert. Helv. I. pag. 98.? 1. Aroides Stutterdi Carruth. A. spadice subeylindrico, utriculis hexagonis elongatis, confertis, verti- cHlatim conflato; utriculorum apicibus externis peltatis, subquadratis; pelta- rum marginibus irregulariter undulato-dentatis. Aroides Stutterdi, Carrurners, Loc. cit. in Geol. Magaz. Vol. IV. n. 4. tab. VIII fig. 2. In saxo calcareo seriei oolithicae inferioris; ad Stonesfield in Comitatu Oxfordiensi Angliae. IRETREI, SERA Il saggio figurato e descritto dal Sig. Carruthers, ci presenta un frammento cilin- drico la cui superficie è composta per intero di scudetti peltati di forma inegualmente quadrangolare, disposti in serie lineari, e coi loro margini crenato-dentati, che s'ingra- nano reciprocamente formando delle suture irregolarmente ondulate. La sezione trasversale del fossile mostra come ognuno degli esterni scudetti, formi la chiusura terminale di un breve tubo, che nel taglio verticale si palesa esagono. Que- sti tubi che disposti a raggio intorno all’asse del cilindro e fittamente stipati ne com- pongono la sostanza, sono riempiuti di una materia più oscura, in cui non sì potè scor- gere alcuna traccia di organizzazione. Perciò il Carruthers dovette appoggiarsi alla sola forma esterna ed alla disposizione dei tubilli e degli scudetti peltati, per ricercare le affinità che potevano sussistere fra questa forma ed alcuna delle piante attualmente vi- venti. Ed in vero le sue diligenti investigazioni, il condussero a riconoscere la grande somiglianza che presenta il fossile in discorso collo spadice del vivente genere Xantho- soma, che appartiene all'ordine delle Aroidee. Per tal motivo annoverollo nel genere Aroides fondato da Kutorga osservando, assai giustamente, come meglio convenga ab- bracciare con un nome generico complessivo, riflettente ai caratteri generali dell’ordine, que’ resti fossili, di cui non si hanno che frammenti isolati, dai quali non possono ri- cavarsi dati sufficienti, per istabilire con precisione le reali affinità dell'intera pianta cui hanno appartenuto. Di questo fossile, che proviene dall’oolite di Stonesfield, due saggi si conservano nella Collezione del Sig. Stutterd e due frammenti nel Museo di Oxford. Ordo XX. PANDANACEAE. Gen. L. Panpanocarpum Brong. Fructus aggregatus ovato-oblongus subsessilis, drupis mono- spermiis pyramidali-rhombeis axi incrassato insertis, compositus. Semina obovata compressa. Bross. Prodrom. pag. 138; Tabl. Gen. Plant. foss. pag. 88. Kaidacarpum. Carrumners, Brit. foss. Pand. in Geol. Magaz. Vol. V. N. 4. pag. 159. 1. Pandanocarpum oolithicum (Carruth.) Zigno. P. fructa ovato-oblongo subsessili; drupis basi subrbombeis, apice dila- tatis compressis transversim elongato-rhombeis, axi crassissimo insertis. Kaidacarpum oolithicum. Carruri, Brit. foss. Pand. in Geol. side Val. V. N. 4. pag. 153. tab. IX, fig. 1.-6. In saxo calcareo albo seriei oolithicae inferioris (Great Oolite) ad Kingsthorpe pro- pe Northampton in Anglia. Questo fossile ci si presenta sotto l’aspetto di un frutto di forma ovata allungata, munito di brevissimo peduncolo e composto di uno spadice assai grosso fittamente inve- stito di drupe a piramide inversa, inserite orizzontalmente nella parte mediana del frut- to, ma disposte in senso obliquo ascendente nella porzione che si avvicina all'apice ed in senso opposto nella parte inferiore del frutto. Queste drupe sono romboidee alla base e poscia allungandosi sì dilatano lateralmente verso il loro apice, ove la sezione trasver- sale di questo, palesa una forma romboedra allungata. Nella base di ogni drupa è posta la capsula che rinserra un solo seme, il quale scorgesi attaccato mediante una placenta laterale per tutta la lunghezza della capsula. Il seme ha una forma obovata ed è al- quanto compresso, e sovente vi si può riconoscere inferiormente la cicatrice che segna il punto ove era infisso alla’ placenta. Jl Sig. Carruthers paragonando questo saggio coi disegni della Sussea conoidea di Gaudichaud (Voyage sur la Bonite. Tav. 14) vi riconobbe tali affinità da non lasciar dubbio cl esso debba esser considerato un vero frutto di una Pandanea, e come tale il descrisse nella sua Memoria sulle Pandanee fossili dell’ Inghilterra, sotto il nome di Kai- dacarpum oolithicum Canrura. loc. cit. Le ragioni poi che indussero il Chiarissimo Sig. Carruthers a fondare il genere Kuiducarpum, non mi sembrarono sufficienti a giustifi- care tale nuova denominazione. È bensì vero che il nome Kaida sia anteriore a quello di Pandanus, ma egualmente è vero che Kaida è il nome dato a queste piante dagli indigeni e che fu adoperato dal solo RueepE nell’Hortus Malabaricus, prima assai che fosse usata la nomenclatura Linneana. All'incontro il nome di Pandanus impiegato pri- ma dal Rumfio e poscia dal Linneo fu d’allora in poi generalmente ammesso, ed essendo comprovata l'analogia del frutto descritto dal Carruthers, con quelli delle Pandanee della Flora attuale, non iscorgo motivo di creare un nuovo nome; tanto più che abbiamo il genere Pandanocarpum fondato dal Brongniart, denominazione generica che accenna con maggiore chiarezza, alle affinità che si riscontrano in queste forme vegetali fossili paragonate colle viventi. L'esemplare descritto e figurato dal Sig. Carruthers, fu trovato in Inghilterra nelle cave di pietra di Moulton Park a Kingsthorpe presso Northampton, i in una calcarea bian- ca che spetta n della Grande Oolite. Gen. LI. Ponoecintà Buekl. Fructus aggregatus subglobosus, epicarpio stellato. Semina plurima superficialia, cellulis monospermis, inclusa et strato fi- broso e presets congestis, suffulta. * Receptaiculum conicum areo- latum. Bvoxranp, Geol. Mineral. I. pag. 442. — Uxarr, Gen. Spec. Plant. foss. pag. 327. — Brosa. Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 87. — Bronx, :Lethaea Geogn. Vol. II. pag. 59. — Carrurmers, Brit. foss. Pand. in Geol. Magaz. pag. 153. — Scmuper, Paleont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 477. 1. Podocarya Bucklandi Ung. P. fructu aggregato subgloboso, 9 centim. circiter lato, 7! centim. longo, seminibus oblongis angulatis, singulis, loculo hexagono immersis. Podocarya Bueklandi, Uxarr, Gen. Spec. Plant. foss. pag. 327. — Ertisasn. Foss. Pandan. Siteungsberich. K. K. Acad. Wien. Vol. VIII. pag: 489. — Broxs, Lethaea Geogn. Vol. II. pag. 59. fig. 1.a,b,c,d. — Carnumers, Brit. foss. Pand. in Geol. Magaz. pag: 153. — Scurr, Paleont. Vegét. Vol. II. Pars I. pag. 477. pre BucxLaxp, Geol. PACI I. pag. 442. tab. 63, fig. 2.-10. In stratis inferioribus, seriei oolithicae inferioris, prope Charmouth in Comitatu Dorset Angliae. Nel 1836 l'illustre Prof. Buckland descrisse e figurò questo fossile nella parte che risguarda Ja Geologia e la Mineralogia dell’opera intitolata Bridgewater Treatise. È un frutto composto, di forma irregolarmente sferoidale e della grandezza di un arancio, avente un diametro di nove centimetri e mezzo ed una lunghezza di sette cen- timetri e sette millimetri, il cui asse centrale o spadice ha tre centimetri e mezzo di diametro. L’involucro esterno ha la superficie composta di tubercoli esagoni, cadauno dei. quali forma l'estremità di una celletta allungata, che contiene un solo seme della gran- dezza di un riso. Queste cellette monosperme che costituiscono lo strato esteriore del frutto, sono fornite di lunghi pedicelli fibrosi che escono a raggio dall’ asse centrale e fittamente fra loro stipati, formano un grosso strato fibroso fra la zona seminifera ester- na e lo spadice. L’esemplare fu rinvenuto nel 1836 dal Sig. Page di Bishport, negli strati più bassi dell’oolite inferiore presso Charmouth nella Contea di Dorset in Inghilterra, e fu il ce- A TA lebre Roberto Brown, che accennando alle analogie che presenta coi frutti delle Panda- nee, suggeriva al Prof Buckland di apporvi il nome generico di Podocarya. Confermava queste affinità il Chiarissimo Sig. Carruthers, nella recente sua operetta sulle Pandanee fossili dell'Inghilterra, deplorando in pari tempo, come il Saggio che si conservava nel Museo di Oxford, fosse andato perduto. Classis VII. LIRIOIDEAE.. Questa Classe che comprende nella Flora ‘attuale, un sì ragguardevole numero di piante rimarchevoli per la vaghezza dei variopinti lor fiori, è assai scarsamente rap- presentata nelle Flore fossili dei periodi geologici. Nei terreni mesozoici, comincia per la prima volta a farsi vedere, nell’arenaria va- riegata di Epinal e di Soultz les bains colla presenza di quella Gigliacea, che î Signori Schimpers e Mongeot descrissero sotto il nome di Yuccites vogesiacus. Scurmp.- Move. Monogr. d. pl. foss. Gres bigar. d. Vosges. pag. 42-43. tav. XXI, XXIX. fig. 4. L’arenaria infraliassica di Hettange ci svelava un’altra specie, che il Saporta sta il- lustrando ed a cui diede il nome di Yuccites hettangensis Sar. PI. jur. ms. Vedi Scam. Paléont. Végét. Vol. II. Parte I. pag. 427, e quattro sole specie di questo medesimo ge- nere, rappresentano nella serie oolitica la stessa famiglia. Nelle sferosideriti del terreno Urgoniano di Grodischt nei Carpazj, fu trovata un’al- tra forma che lo Schenk descrisse col nome di Eolirion primigenium, Scnesx, Foss. Pfl. d. Wernsdorf. Schicht. d. Nordkarp. pag. 20. tav. VII. fig. 4, le cui foglie parrebbero avere molta analogia con quelle riferite al genere Yuccites. I resti fossili, che con maggior sicurezza possono collocarsi in questa Classe, sono quelli rinvenuti nei terreni cenozoici, ove tre Giuncacee, tre Gigliacee, tre Asparagee e trenta otto Smilacee, ne segnano il progressivo maggiore svolgimento, mano mano che si va avvicinandosi all’ epoca presente. A dir vero gli scarsi resti attribuiti alle Gigliacee nei terreni mesozoici, lasciano du- bitare di molto sulla reale loro appartenenza a piante di questa Classe, e persino quelle forme dell’oolite che si credette di poter adeguare al genere Yucca della Flora attuale, devonsi ritener collocate temporaneamente nel genere Yuccites, potendo future scoperte di più completi esemplari, chiarirle appartenenti ad altre piante del tutto diverse, im- perciocchè i saggi finor conosciuti, si limitano a soli frammenti del caule ed a semplici foglie isolate. Nell’oolite le foglie da gran tempo trovate in Francia a Mamers, e che il Brongniart descrisse col nome di Poacites Yuccaefolia Bnoxc. PI. d. l'Ool. de Mamers in Ann. sc. Nat. Vol. IV. pag. 423. sono dal Conte di Saporta riferite al genere Yuccites, e ver- ranno illustrate nell’Opera che sta compiendo sulle piante giurassiche della Francia, uni- tamente ad altre due forme, il Yuccites vittatus ed il Yuccites Burgundicus, che il detto Conte di Saporta scoperse recentemente nei terreni oolitici superiori della Francia. Nelle roccie di cui si compone la serie colitica inferiore delle Alpi Venete, ebbi già, da più anni l'opportunità di scoprire numerosi e ben conservati esemplari di foglie li- neari più o meno allungate, coll’ apice acuminato e la base amplessicaule, percorse da nervi longitudinali semplici e paralleli, le quali hanno, nè lo si può negare, tutta l’ ap- parenza delle foglie di Yucca; ond’io m' indussi a collocarle nel genere Yuccites di Schimper e Mongeot. Però ciò faccio con ogni dovuto riserbo e solo affinchè abbiano un nome con cui distinguerle, essendo ovvio come riuscirebbe per avventura molto ar- rischiato lo affermare, sopra queste sole foglie, in modo decisivo, che la pianta cui han- no appartenuto possa realmente essere stata una Yucca. Ordo XXI. LiLracrar. Gen. LIE. Yuccrres Schimp. Moug. Folia elongata, late lineari-lanceolata vel ensiformia, integer- rima subcoriacea, basi coarctata axplexicaulia, subvaginautia, plana vel subconcava. Nervi longitudinales aequales vel subae- quales, simplices, aequidistantes, paralleli, usque ad apicem ex- currentes. Caulis cylindricus, subsimplex, cicatricibus parum pro- minulis e nervis foliorum oriundis, ac in lineis spirali-circulari- bus dispositis, notatus. Scamper et Movaror, Monogr. Plant. foss. d. Grés bigarrè d. Vosges. pag. 42. — Broxa, Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 91. — Usser, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 315. — Scamerr, Paltont. Vegét. Vol. II. Pars I. pag. 426. 1. Yuccites Schimperianus Zigno. Tab. XXVI. fig. 1. 2.8. 4. Y. foliis subcoriaceis, late lincari-lanceolatis, elongatis, apice sensim acu- 19 minatis, basi leviter coarctatis, centim. 12-50 et ultra longis, centim. 2-5 8 — latis, basi semilunari excavata, semi-amplexicauli, levi; nervis longitudinali- bus valde conspicuis, remotiusculis, ara apicem versus sensim appro- ximatis. ; Yuccites Schimperianus, Zioyxo, MS. Scu, Paléont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 427. ‘Frequenter occurrit in formatione oolithica ad Roverè di Velo, Scandolara, Squa- rantòn et Bienterle in Provincia Veronensi; nec non dd Rotzo et in Val d’Assa in Pro- vincia Vicentina. Queste foglie di consistenza rigida e quasi coriacea; che sovente raggiungono una lunghezza di oltre trenta centimetri :sopra ‘una larghezza di cinque, presentano a dir vero tutto l'aspetto delle foglie di Yucca. La loro forma allungata è ampiamente lineare- lanceolata, e gradatamente si attenua verso l’apice, ove finisce assai acuminata. La base si mostra concava, semiamplessicaule e leggermente contratta nel punto ove congiunge- vasi al caule. I nervi da cui sono percorse nel senso longitudinale, sono semplici, eguali, molto marcati, per lo più distanti un millimetro: l'uno dall’altro e paralleli, ma proce- ‘dendo verso l'estremità, mano mano che la foglia va stringendosi per terminare in punta, sì vanno pure lentamente approssimando tra di loro. Si trovano queste foglie assai di frequente nelle roccie della serie oolitica, nella Valle Zuliani presso Roverè di Velo, a Scandolara, nel luogo detto Squaranton, ed a Bienterle, nelle montagne dell’alto Veronese, come pure a Rotzo e nella Val d’Assa nei Sette Comuni del Vicentino. Da lungo tempo lo aveva posto queste forme vegetali nel genere Yuccites, dedican- done la specie al fondatore del genere, l'illustre Professore Schimper di Strasburgo. Tale determinazione fu posteriormente sancita dallo stesso Prof. Schimper, che annoverò il Yuccites Schimperianus fra le. specie di questo genere, nel secondo Volume della sua ns — Vegetale. Parte I, pag. 427. 2. Yuccites Brongniarti Sap. Y. foliis late linearibus, decim. 2-5 longis, centim. 3 circiter latis, basi concava coarctalta; nervis inaequalibus, 3-6 validioribus remotiusculis aequi- distantibus, ieiquia => vix conspicuis, omnibus parallelis, basi sub- convergentibus. Yuccites Brongniarti, Sarorta, MS. Scameer, Paléont. Véegét. Vol. II. Pars I. pag. 428. 0 pa Poacites Yuccaefolia, Broxo. Végét. foss. Oo. Mamers, in Ann. Se. Nat. 1825. Vol. IV. pag. 423. tab. XIX. fig. 7. In formatione oolithica ad Mamers in Gallia. La forma di questa foglia è pure largamente lineare allungata. Essa misura secondo il Brongniart, dai venti ai trenta centimetri in lunghezza e circa tre in larghezza. L’estre- mità ne è lacerata, ma è assai verosimile che fosse acuminata. La base sì palesa concava ed alcun poco ristretta al punto d’inserzione. I nervi che la percorrono per lo lungo non sono tutti eguali essendovene cinque o sei più rilevati, che scorrono paralleli e piut- tosto discosti l’uno dall’altro. Fra mezzo a questi lannovi altri nervi minori, assai sot- tili e poco visibili, paralleli ai primi. Tutti poi verso la base mostransi più avvicinati ed alquanto convergenti. L’illustre Brongniart nel 1825, descrisse e figurò questo fossile trovato in Francia nell’oolite di Mamers, e vi appose il nome di Poacites Yuccaefolia così accennando fin d’allora alla sua somiglianza colle foglie di Yucca. Ora il Conte Gastone di Saporta nell’Opera che sta per pubblicare sulle piante giurassiche della Francia, pone questa forma nel genere Yuccites, sotto il nome di Yuccites Brongniarti; nel che convengo pienamente, tanto più che ritengo solo apparente l’avvertita ineguaglianza dei nervi, e dovuta probabilmente allo stato imperfetto dell'esemplare , giacchè verso la base ove i nervi sono meglio visibili, compariscono eguali, nè si osserva che alcuno sia più rile- vato degli altri. 3. Ymcecites vittatus Sap. Y. foliis late linearibus, apice breviter acuminatis, nervis longitudinali- bus creberrimis, interstitialibus nullis vel obsoletis. Yuccites vittatus. Saporra, P7. jur. MS. Scurup. Paltont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 427. In formatione coralliana seriei oolithicae mediae prope lacum d’Armaille (Ain) in Gallia. Sembra che questa specie si distinguesse per avere le foglie più rapidamente acu- minate ed i nervi più numerosi e di due sorta. Nella frase specifica dello Schimper non ne sono accennate le dimensioni. Fu trovato in Francia nel piano superiore della serie oolitica media presso il lago d’Armaille nel dipartimento dell’Ain. FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE. -— MONCOOTYLEDONES. 2 40 4. Wuccites burgundianus Sap. Y. foliis late linearibus firmis, probabiliter crassis, nervis longitudinali- bus plane immersis. Yuccites burgundianus. SaportA, PI. jur. MS. Scie. Paléont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 428. In formatione coralliana, seriei oolithicae mediae, ad Etrochey prope Chatillon Galliae. Anche di questa specie abbiamo una descrizione assai succinta nell’ Opera dello Schimper, dalla quale si rileva soltanto che le foglie ne erano piuttosto consistenti e probabilmente crasse coi nervi immersi. Conviene quindi attendere la pubblicazione del- l'Opera sulle Piante giurassiche della Francia, cui sta lavorando il Chiarissimo Co. Ga- stone di Saporta, per avere più particolareggiata illustrazione di queste due ultime specie. Questa pure fu rinvenuta in Francia, ad Etrochey presso Chatillon, in una roccia spettante al piano superiore dell’ Oolite media. ital DICOTYLEDONES Classis VII CYCADEACEAE. Le singolari forme vegetali comprese in questa Classe, abitano ora entro una larga zona che percorre le regioni poste fra i Tropici nell'Asia, nell’Australia, nell’Africa me- ridionale e nell’America centrale. Questa zona che in Asia si stende in larghezza, dal 10.° al 40.° grado di latitudine settentrionale, balza poscia di là dall’ Equatore ed occupa in Australia un’eguale esten- sione. Nell’Africa si riduce più stretta e limitata fra il 15.° ed il 35.° grado di latitu- dine meridionale. All'incontro nelle due Americhe spazia fra il 30.° grado di latitudine settentrionale ed il 30.° di latitudine meridionale. Però l'apparente minore ampiezza di questa zona, che si rimarca nell’ Africa, è probabilmente dovuta all'essere tuttora poco nota la Flora della parte centrale di quel vasto continente. Variano le forme che rappresentano questa Classe nelle diverse regioni. Nell’ Asia vediamo comparire solo il Genere Cycas, che s'incontra pure nella Nuova Olanda e nel- l'isola di Madagascar, ma ivi distinto per ispecie diverse. Nell’Australia a questo Genere sono compagne le Macrozamie ed il nuovo genere Bowenia. Nell’Africa vi si aggiungono la Stangeria e gli Encefalarti del Capo di Buona Speranza. Nell’ America manca onnina- mente il genere Cycas, e vi dominano invece con numerose specie i generi Zamia, Ge- ratozamia, Lepidozamia e Dioon. Più fecondo di specie si mostra il nuovo continente, al cui confronto veggiamo nel- l’Africa le Cicadeacee diminuite di due terzi e decrescerne ancor più le specie in Au- stralia, limitandosi ad un numero assai ristretto nella zona Asiatica. Nelle epoche geologiche gli avanzi fossili vegetali che si riferirono alle Cicadeacee ci porgono pochi ed assai dubbi indizj della loro presenza nei terreni Paleozoici. Forme ben diverse dalle attuali, ma però spettanti alle Cicadee ed alle Zamiee, si svolsero nei terreni dell’epoca Mesozoica, durante la quale giunsero ad un numero considerevole che però verso la fine di quell’epoca andò diminuendo, riducendosi a pochissime specie nella Cenozoica. Nei terreni di Transizione alcuni frutti che manifestano qualche analogia con quelli delle Cicadee parrebbero segnarne la prima comparsa, che si farebbe più palese nel terreno Carbonifero, ove le Noeggerattie e le Cordaiti potessero con certezza essere col- locate fra le piante di questa Classe. Di forme analoghe veggiamo le traccie nella for- mazione Permiana però coll’aggiunta di una Cicadea e di uno Pterofillo. Nel piano in- feriore del Trias cominciano a meglio disegnarsi coll’ apparire dei generi Otozamites e Pierozamites ai quali nel Keuper si associano le Cicaditi ed altre Zamiee. Nell’ Infralias e nel Lias scemano le Cicaditi, ma aumenta il numero delle Zamiee. Nella formazione Oolitica poi, i numerosi resti di quest’ ultime segnano quest’ epoca come quella che fu più favorevole al loro svolgimento. Diminuisce d’assai il numero delle Cicadeacee nei terreni Weldiano e Cretaceo; e finora cinque sole specie ne indi- cano la presenza nei terreni terziarii. La frequenza delle Cicadeacee che si osserva nei depositi fitolitiferi della Oolite co- stituisce il principale carattere della Flora fossile di questa formazione. Carattere che si fa palese ne’ vari depositi della Germania, dell’Italia settentrionale, della Svizzera, della Francia e dell’ Inghilterra, non tanto pel numero delle specie, quanto pell’ abbondanza dei resti di ogni singola forma. Fra questi, rarissimi i resti che possano adeguarsi alle Cicadee propriamente dette, ed all’incontro assai numerosi quelli che ricordano le Za- miee dell’epoca presente. Il qual fatto accennerebbe ad una maggiore analogia della Flora Oolitica, coll’attuale delle regioni tropicali dell’ America, piuttostochè con quelle dell’Asia, dell’Africa e dell'Australia; e il rinvenimento di non pochi saggi di queste piante nei terreni oolitici della Scozia, ci svelerebbe eziandio come durante l’epoca 00- litica queste piante tropicali si protendessero verso il Polo Nord 18 gradi più in là che nell’ epoca attuale. De’ quali due fatti giova tener conto si quelle conseguenze ge- nerali che se ne potessero dedurre in seguito. Le scoperte, che si fecero negli ultimi trent'anni, confermarono senipre più la pre- valenza delle Cicadeacee nella Flora dell’epoca oolitica. Le specie, che nelle Opere del Prof. Phillips, dei Signori Lindley e Hutton, e del Conte di Sternberg, non oltrepassa- vano le venti, si veggono di già raddoppiate nel Tableau des Genres des Végétaux fos- siles del Brongniart, e nel Genera et species Plantarum fossilium dell’ Unger, che si stamparono nel 1850. A queste si aggiunsero di poi non poche altre specie illustrate in varie loro pubblicazioni dal Morris, dal Bunbury, dal Miller, dal Williamson, dal Bean, dal Leckenby, dal Carruthers, dall’ Eichwald, dal Prof. Heer, dal Co. di Saporta e dal- l’autore della presente Opera; per guisa che nel Traité de Paléontologie Vegetale del Prof. Schimper, ne troviamo ora annoverate ben sessanta specie. Numero che vedremo rironinde: quando sarà compiuta l'Opera del Co. di Saporta sulle piante giurassiche della Francia. I terreni oolitici dell Inghilterra e della Scozia sono quelli che finora ne svelarono le specie più belle ed il numero maggiore. Dopo questi, tengono il primo luogo pel- l’abbondanza e varietà delle forme i depositi fitolitiferi scoperti nell’Oolite delle Alpi Venete. Egualmente importanti, ma meno numerosi, sono i resti delle Cicadeacee rinve- nuti in questa formazione in varii punti della Francia. Assai più poveri di tali forme si riscontrano i terreni oolitici della Germania e della Russia meridionale. Colle spoglie fossili delle Cicadeacee si creò buon numero di Generi, fondati per lo più sulla diversa forma delle pinnule, carattere che non è certo sufficiente a delimitare un gruppo generico. Io preferii dare maggiore importanza al loro modo d’inserzione, ed a quello con cui sono in esse distribuiti i nervetti che le percorrono. Fra le forme fossili delle Zamiee ve ne hanno alcune che da principio si credettero appartenere alle Felci. Tali sono le Otozamiti di Braun, che gli autori della Flora fos- sile della Gran Brettagna avevano collocate parte nel loro genere Otopteris e parte fra le Cyclopteris del Bronguiart, e che Sternberg, Goeppert ed Unger avevano poste nel genere Odontopteris. Recentemente il chiarissimo Professore Schenk nella sua bell’ Opera intitolata: Flora der Grenzschichten des Keupers und Lias Frankens, tornava a porre innanzi il dub- bio che le Otozamiti fossero Felci e dovessero ricollocarsi nel genere Otopteris dei Si- gnori Lindley e Hutton. Fondava egli la sua opinione principalmente sulla forma delle cellule dell'epidermide e sopra un orlo marginale rilevato che aveva scorto tutto all’in- torno le pinnule di un saggio rinvenuto a Volano nel Tirolo meridionale, orlo che aveva in lui desto il sospetto ch'ivi si ascondesse un modo di fruttificazione analogo a quello di alcune Felci della Flora vivente. A dir vero da che mi sto occupando della Flora dell’ oolite io ebbi occasione di esa- minare più centinaja di queste forme, nè giammai m’imbattei in alcuna traccia di frut- tificazione che rammentasse quella delle Felci. All’incontro più saggi ne raccolsi nei quali era visibile il modo con cui germogliavano e si svolgevano le foglie, e lo ravvisai eguale a quello con cui si svolgono le Cicadeacee dell’epoca presente. In quanto alla struttura dell'epidermide delle Otozamiti, essa è affatto analoga a quanto si osserva nelle Zamiti e nei Pterofilli, avendo egualmente le cellule colle pareti flessuose e ondeggiate. Che se ci facciamo ad investigare quella specie di orlo marginale che simula una fruttificazione disposta a guisa di quella delle Pteris, lo scorgeremo dovuto ad una apparenza dalla quale io pure fui più volte nel punto d'esser tratto in errore, ma che non tardai a ri- conoscere doversi alla consistenza crassa delle foglie e ad una certa convessità delle pin- nule, il cui contorno essendosi perciò maggiormente profondato nella fanghiglia in cui si trovò rappresa la pianta, vi resta di sovente imprigionato quando se ne estrae l’esem- plare, mentre la parte mediana e convessa delle pinnule, essendo più sporgente, quasi sempre si stacca e resta infissa nella controparte del saggio. Dal che ne consegue che nell’infossatura marginale, rimane tutto all’i intorno delle pinnule un ‘piccolo rimasuglio 4 — di sostanza vegetale che le fa sembrare munite di un orlo, il quale però esaminato col microscopio, non palesa alcun vestigio di organi della fruttificazione. La figura dell'esemplare di Volano esaminato dal Professore Schenk, corrisponde per- fettamente a vari saggi che io posseggo in cui si osservano queste medesime apparenze, dalle quali non si può dedurre alcuna prova a conferma di questa supposizione. Io quindi non posso ammettere che le Otozamiti debbano prender posto fra le Felci, essendomi convinto, mercè una serie di accurate indagini prolungate per varii anni ed istituite sopra un gran numero di esemplari, che nessun indizio di una fruttificazione analoga a quella delle Felci si riscontra sulle loro pinnule o lungo il margine delle me- desime, e che pel modo di svolgersi e pella struttura del loro tessuto devono essere an- noverate fra quelle forme vegetali, che si considerano avere rappresentato nelle spente Flore, le Cicadeacee della Flora attuale. Con queste osservazioni io dimostrava fino dal 1868 (Atti del £t. Istituto Veneto) l'insussistenza del parere avanzato dal Prof. Schenk, e mi gode l'animo di trovarmi su questo proposito in perfetto accordo coll’ illustre Prof. Schimper, il quale nel suo: Traité de Paléontologie Végétale, Tomo II. Parte I. stampato nel 1870, parlando del genere Oto- zamites si esprime nel modo seguente: « M. Schenk, se fondant sur un échantillon è » margo épaissi, dans lequel il voit l’analogue du sore marginal des Lindsaya, et sur » l’organisation de l’épiderme, qui montre une grande ressemblance avec celle des Fou- » gères, réunit ce genre a cette dernière classe. Il est a remarquer cependant que les » folioles ourlées se rencontrent tout aussi bien parmi les Cycadinées vivantes que dans »les fossiles; je citerai seulement parmi celles-ci le Pierophyllum marginatum Usc., et vle Zamites Meneghini Zioxo. On sait aussi que les cellules épidermales offrent sou- » vent les mémes formes dans des familles très-hétérogènes. Mais ce qui prouve à toute » evidence que les Otozamites sont des veritables Cycadinées, c'est la découverte faite » par M. de Zigno de plusieurs échantillons à la base desquels on reimarque encore les » écailles qui accompagnaient les feuilles vertes de ces plantes ». Ordo XX. Zamrar. Gen. LI. PrrrorayuLuu Brony. Folia pinnata, saepius profunde pinnatisecta, late lineari-elon- gata, basim versus et apicem sensim angustata. Pinnae vel laci- niae inlegerrimae, lineares, tota base interdum dilatata rachi perpendiculariter insertae, liberae aut confluentes, plus minusve do, e elongatae, apice acutae, obtusae vel falcatae; aut latiores ovato - oblongae, basi truncata rachi adnatae, apice rotundatae; vel re- ctangulares basi confluentes, apice rotundato-truncatae. Nervi simplices, recti, aequidistantes, vel basi divergentes, dein usque ad apicem pinnarum paralleli. Broxoe. Prodrom. pag. 95; Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 63. — Morris, Recent aud foss. Cy- cad. in Magaz. aud Ann. Nat. Hist. Vol. VII. pag. 118; Cat. Brit. foss. Edit. II: pag. 19. — Miouer, Monogr. Cycad. pag. 73. — Exp. Gen. Plant. pag. 72. — Gorpp. Foss. Cycad. in Uebers. d. Arb. Schles. Gesellsch. pag. 129. — Doxxer, Monogr. Norddeutsch. Wealdbild. pag. 13. — Uxaer, Synops. pag. 159; Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 286. — Broxx, Lethaea Geogn. II. pag. 37. — Borxemayxn, Lettenk. Thiiring. pag. 57. — Morris in Oupnaw, Foss. FI. of The Rajmahal Hills. pag. 15. — Scuevx, oss. FI. Keup. und Lias Frank. pag. 163. — Scumprr, Paléont. Végét. II Pars I. pag. 133. Algacites, Scurorizim: Osmundites, Jarorr. Aspleniopteris, Srerwms. Vers. Fl. Porw. I. pag. xxt (ex parte). Zamites, Presr. in Srerns. Loc. cit. II. pag. 195. (ex parte). Ptilophyllum, Morris: Foss. Cycad. in Mag. Ann. Hist. Nat. Vol. VII. pag. 116 (ex parte). Palaeozamia, ExpLicuer, Morris: Cat. Brit. foss. pag. 15. (ex parte). Ctenis. Braun in Miinst. Beiîtr. VI. pag. 33. Nilssonia, Gorrpert, UxaeR. (ex parte). Pterozamites, Braun, Mrover, BorxemanN, Scurr. (ex parte). Dioonites, Miquer, Borxemaxx, Scurmper. (ex parte). Williamsonia, Carrumtners. (ex parte). Anomozamites, Ctenophyllum, Scuaneer. Loc. cit. pag. 140, 143. 1. Pterophyllum pecten Lindl. Hutt. Tab. XXIX. fig. 1. a, d. fig. 2. P. foliis petiolatis lanceolato-linearibus valde elongatis, impari -pinnatis basim versus et apicem sensim acuminatis; rachide striata, recta, crassiu- scula, subalata ; pinnis alternis, patulis, linearibus, obtusis, aeque distanti- bus remotiusculis, tota base decurrente rachi insertis, basi confluentibus , imis oblique triangularibus, terminali obovato - oblonga, proximis latiore ; nervis tenuibus, crebris, parallelis. Pterophyllum pecten, Lixpr. Hurt. Foss. Fl. Gr. Brit. pag. 61. tab. 102. — Gorpp. Foss. Cy- cad. in Ueber. Schles. Gesellsch. pag. 51. — Unaer. Synops. pag. 156; Gen. et spec. Plant. foss. pag. 289. Cycadites pecten, Pinnrirs: Geol. Yorksh. I. pag. 153. tab. T. fig. 22. si Ptilophyllum pecten, Morris: ‘recent. aud foss. Cycad. in 1 Magaz. aud Ann. Nat. Hist. 1841. Vol. VII. pag. 117. Zamites pecten. Brona. Tabdl. Gen. Vegét. foss. pag. 106. Palaeozamia pecten. Morris: Cat. Brit. foss. (Edit. II.) 1854. pag. 15. — Lrcgensy: Foss. PI. Scarb. in Quart. Journ. Geol. Soc. Lond. Vol. XX. P. I. pag. 77. tab. IX. fig. 4. a, 5. Dioonites pecten. Mrovurr: Prodr. Syst. Cycad. pag. 31. Williamsonia pecten. Corrurmers: oss. Cycad. in Trans, Linn. Soc. Lond. Vol. XXVI. pag. 694. (excl. Synon. Sterns et Prest.). Ctenophyllum pecten. Scimieer: Paltont. Végét. I. P. I. pag. 144. In formatione oolithica ad Gristhorpe et ad Cloughton prope Scarborough in An- glia. Juxta Glar. Unger, occurrit etiam ad Waidhofen Austriae. Dall’esemplare figurato nella Foss. Fl. of Gr. Brit. dei Signori Lindley e Hutton e da quello che io posseggo, nel quale si svela la vera forma della parte inferiore della foglia, si può arguire che in questa specie le foglie raggiungessero una lunghezza di trenta centimetri sopra una larghezza di quindici a venti millimetri. Nel mio saggio si scorge alla base come la rachide priva di pinne per un tratto di venticinque millimetri ne formi il picciuolo, ed ivi, munita longitudinalmente di una breve espansione laterale, che la fa sembrare alata, misuri una larghezza di tre millimetri che diminuisce poscia gradatamente procedendo verso l’ estremità della foglia. Le foglie sono impari pinnate ed, in più saggi, mancanti della base e dell’ estremità, appariscono di forma lineare, mentre in altri il graduato decrescere delle pinne verso questi due punti ci palesa invece una forma lanceolata molto allungata. Le pinne maggiori sono lunghe dagli otto ai dodici millimetri e larghe due. Esse sono disposte alternamente, un poco fra loro discoste, patenti, lineari, bruscamente ot- tuse all'apice, inserite con tutta la base e decorrenti sulla rachide, e fra di loro in quel punto confluenti in guisa che la foglia potrebbe dirsi piuttosto pinnatifida che pin- nala. I Verso la base della foglia le pinne gradatamente scemano nelle loro dimensioni, fino a che, presso il picciuolo, misurano soltanto un millimetro e mezzo tanto in lunghezza che in larghezza, ed assumono una forma triangolare obliqua ad angoli ottusi. All’in- contro verso la estremità della foglia, nel decrescere conservano la forma lineare, diven- tando più sottili, e la pinna terminale, alquanto più larga di quelle che le sono vicine, prende una forma obovata un poco bislunga. I nervetti di cui sono fornite, si mostrano assai sottili e numerosi, e corrono paral- leli fra di loro fino all’apice delle pinne. Gli esemplari di questa specie, si trovano con frequenza nei depositi fitolitiferi della serie oolitica inferiore, tanto a Gristhorpe che a Cloughton presso Scarborough, nell’ Inghil- terra. Secondo |’ ita trovasi pure la stessa specie nei terreni giurassici di Waidhofen “in Austria. Io non saprei per qual ragione il Sig. Carruthers, tanto benemerito della Scienza pei suoi eccellenti lavori sulle Cicadee fossili, abbia collocata la presente specie nel suo genere Zilliamsonia, in cui comprende quelle Cicadeacee, che hanno le pinne infisse. sulla rachide, pella sola parte centrale della base, coi margini laterali di questa, liberi ; e ‘coi nervetti che le percorrono, divergenti dal punto d’inserzione verso gli orli della base. Nulla di tutto ciò si osserva negli esemplari del Pterophyllum pecien, sui quali, come dicemmo, si scorgono le pinne attaccate con tutta la base sulla rachide, ed ivi confluenti fra di loro formando un seno piuttosto ottuso, e coi nervi non divergenti, ma bensì ritti e paralleli dal punto d’inserzione fino all’ apice della pinna. In quanto al Zamites Bucklandi, Presi, (Odontopteris Bucklandi, Srerns. non Broxc.) ‘ Stern. Vers. FI. Vorw, Il. pag. 79 e pag. 197. tab. XXIII. fig. 2., trovato nel lias di Axminster nella Contea di Devon, e che dal Sig. Carruthers è riunito a questa specie, esso se ne distingue, per avere le foglie assai meno acuminate, e le pinne molto più approssimate, confluenti alla base ad angolo acuto, e verso l'estremità attenuate ed al- cun poco falcate. 2. Pterophylium taxinum (Lind. Hutt.) Goepp. P. foliis pinnatis apicem versus sensim angustatis; rachide crassa, stria- ta; pinnis alternis, patentibus, linearibus, acutiusculis , approximatis, tota base non constricta, rachi insertis, inferioribus subfalcatis, superioribus re- cls; nervis crebris, parallelis, crassiusculis. Pterophyllum taxinum, Gorpr, Foss. Cycad. in Uebersich. Arb. Schles. Gesellsch. pag. 51. — Unser, Synops. pag. 156; Gen. et Spec. PI. foss. pag. 289. Zamia taxina, LinpL. Hurt. Foss. Fl. Gr. Brit. III tab. 175. Ptilophyllum taxinum, Morris, Recent aud foss. Cycad. in Mag. aud Ann. Nat. Hist. Vol. VII. pag. 118. Encephalartos taxinus, MiqueL, Monogr. Cycad. pag. 61. Palaeozamia taxina, Morris, Cat. Brit. foss. pag. 15. Dioonites taxinus, Borxemanw, Lettenk. ianina pag. 56. — Miquer, Prodr. Syst. Cycad. pag. 31. In saxo calcareo scissili formationis Oolithicae ad Stonesfield Angliae. FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAB. == DICOTILEDONIS, -3 Le foglie in questa specie si scorgono decisamente pinnate, larghe venticinque mil- limetri e gradatamente attenuate verso l’estremità, munite di una rachide piuttosto grossa avente il diametro di due millimetri crescenti, e che è percorsa da lievi solchi longitudinali. Le pinne sono alterne, patenti, lineari, un poco acuminate all’apice, lar- ghe un millimetro e mezzo e lunghe fino a quindici millimetri. Esse sono inserite con tutta la base sulla rachide, e quantunque ivi sì mostrino assai avvicinate, tuttavia man- tengonsi divise fra di loro. Le pinne inferiori hanno una leggiera curva, che le fa ap- parire falcate; le superiori si mantengono ritte. I nervetti che le percorrono sono egua- li, paralleli dalla base all'apice e piuttosto rilevati. Della presente specie non conosco che i due esemplari mancanti della parte inferiore che sono figurati nella Fossil Flora of Great Britain deì Signori Lindley e Hutton. Quei saggi furono rinvenuti dal Dott. Buckland nella calcarea scissile dell’ oolite a Stonesfield in Inghilterra. 3. Pterophylilum platyrachis Zigno. Tab. XXVII, XXVIII. P. foliis petiolatis late linearibus elongatis, basim versus et apicem sen- sim angustatis,. obtusis, profunde pinnatisectis ; rachide crassa, striata, latis- sima; laciniis crassis, linearibus, suboppositis, apice rotundatis, basi dilatata confluentibus, sinu obtuse lanceolato vel subrotundo discretis, inferioribus patentbus, rectis, remotiusculis, reliquis approximatis obliquis, longioribus sursum curvatis subfalcatis; nervis tenuissimis, basi divergentibus parenchy- mati crasso immersis, saepe inconspicuis. Pterophyllum platyrachis. Ziexo, Cicad. foss. Ool. Alp. Ven. in Act. R. Instit. Venet. XIII. pag. 5. tab. I. fig. 5. — Scmwesr, Paléont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 138. Cycadites platyrachis. Ziano, Mem. ter. giur. Alp. Ven. pag. 10; Cycad. foss. Ool. in Riv. Accad. Patav. 1852, pag. 348. In formatione oolithica prope Rotzo ac in Val d'Assa provinciae Vicentinae; nec non ad M. Pernigotti et ad Vallem Zuliani prope Roverè di Velo in Provincia Vero- nensi. Le foglie hanno una forma largamente lineare allungata, che lentamente si attenua verso le estremità inferiore e superiore, terminando coll’ apice assai ottuso e rotondato. Esse giungono a una lunghezza di ben quaranta centimetri, sopra una larghezza che va- ria dai tre ai sei. La rachide solcata per lo lungo e spoglia al basso di lacinie per un tratto di circa sette centimetri forma il picciuolo della foglia, e ivi misura in larghezza circa dodici millimetri, diametro che conserva fin verso la metà della sua lunghezza : indi gradatamente decresce procedendo verso l’apice della foglia, che però non raggiun- ge, essendo questo formato dalle ultime brevissime lacinie della cima che girano intorno il punto estremo della rachide. Le lacinie sono lineari, quasi opposte, rotondate all’apice e patenti. Le inferiori brevissime ed orizzontali, le superiori allungate, obblique, e lie- vemente curvate all'insù a guisa di falce, assai avvicinate negli individui giovani, disco- ste negli adulti. Esse non si ristringono punto verso l'apice, ma invece si dilatano nel punto estremo della base ove confluiscono colle vicine decorrendo nella rachide e for- mando tra loro un seno ora semicircolare, ora ottusamente lanceolato che le separa. Mi- surano tre millimetri in larghezza, ed in alcuni saggi giungono ai tre centimetri di lun- ghezza. La loro consistenza è piuttosto crassa ed appariscono alquanto rigide e conves- se. Alla base di esse si scorge sovente un lieve solco mediano che di poco si prolunga e poi svanisce. Coll’ajuto della lente si possono talvolta distinguere dei minutissimi ner- vetti divergenti verso la base delle lacinie, ma spesso rimangono nascosti nello spessore del tessuto. Gli esemplari di questa specie sono frequenti nella calcarea giallo-bruna e grigia del Monte Pernigotti e di Roverè di Velo nel Veronese, e nella calcarea grigia di Rotzo e della Val d’Assa nei Sette Comuni del Vicentino. Il solco mediano delle lacinie mi aveva da prima fatto sospettare l’esistenza di un nervo che le percorresse nel mezzo, e perciò aveva posto questa forma nel genere Cy- cadites; ma l'esame di molti saggi avendomi poscia convinto che tale apparenza era do- vuta ad una semplice ripiegatura e che nessuna traccia vi era di un nervo mediano , collocai questa specie nel genere Prerophyllum con cui ha maggiori affinità. 4. Pterophyllium Bloedeanum Eichw. P. foliis pinnatis late linearibus elongatis, pinnis valde approximatis li- nearibus, alternis, obliquis, lateri anteriori rachis, tota base, insertis, sub angulo acuto decurrentibus, subcontiguis; nervis 10-12 rectis, parallelis. = Pterophyllum Bloedeanum. Ercawaup, Lethaea Ross. Vol. II. pag. 37. tab. IM fig. 5. Dioonites Bloedeanus. Scumueer, Paléont. Végét. Vol. II Pars I. pag. 149. In arenaria ferruminosa formationis jurassicae superioris ad Petrowskaya prope Izoume in Russia. Il frammento descritto e figurato dall’ Eichwald è lungo sei centimetri e largo ven- ticinque millimetri, e sebbene accenni ad una forma ampiamente lineare, manca però della base, dell’estremità e dei margini della foglia. Tuttavia in esso si ravvisa porzione di una foglia pinnata, delle cui pinne si scorge soltanto un tratto lungo circa quindici millimetri. Di queste se ne possono numerare quindici per parte, di forma lineare dis- poste alternamente in senso obbliquo ed inserite con tutta la loro base sulla faccia an- teriore della rachide, che apparisce assai sottile e lievemente flessuosa. La larghezza delle pinne è di tre millimetri, e si mantiene costante per tutto il tratto visibile, lungo il quale si mostrano così avvicinate che quasi si toccano, mentre alla base si fanno contigue e decorrenti. Ogni pinna è percorsa da dieci o dodici nervetti semplici, eguali, ritti e paralleli. Questo frammento fu rinvenuto nei terreni. giurassici superiori della Russia a Pe- trowskaya nel Distretto d’' Izoume. 5. Pterophyllum comptum Lindl. Hutt. P. foliis petiolatis, elongato-oblongis, obtusis, profunde pinnalisectis ; ra- chide crassiuscula canaliculata ; laciniis coriaceis, inaequalibus, integris, pa- tentissimis, alternis interdum oppositis, approximatis, contiguis, mediis ma- ximis, late linearibus, apice oblique subfalcatis obtusis, summis obtusissimis, terminali minima oblonga; inferioribus sensim decrescentibus dilatatis de- mum subquadratis, infimis brevissimis oblique triangularibus, apice rotunda- tis; nervis aequalibus crebris, parallelis crassiusculis. Piepopliyilmai comptum. Lispi. Hurr. Foss. FI. Gr. Brit. LL pag. 189. tab. 66. —. Morrss, Re- cent. aud foss. Cycad. in Magaz. aud Ann. Nat. Hist. Vol. VII. pag. 118; Cat. Brit. foss. pag. 19. — Lrcxensy, Foss. PI. Scarb. in Quart. Journ. Geol. Soc. Lond. pag. 77. tab. IX. fig. 3. . Cycadites comptus. Purcris, Geol. Y orksh. I. pag. 148. tab. VII. fig. 20. Pterophyllum Williamsonis. Brona. Prodrom. pag. 95. Nilssonia compta. Gorpp. oss. Cycad. in Uebers. Arb. Schles. Gesellsch. pag. 139. — UnGER, Synops. pag. 159; Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 295. — Broxe. Tabl. Gen. Vegét. foss. pag. 63, 106. — Miquer, Prodrom. Syst. Cycad. pag. 31. I Pterozamites comptus. Scurr, Paléont. Végét. Il. Pars I. pag. 147. a | Se In formatione oolithica ad Gristhorpe et ad Cloughton prope Scarborough in An- glia frequenter occurrit. Le foglie sono molto allungate, giungendo talvolta ad una lunghezza di venti centi- metri, e dir si potrebbero di forma obovata-bislunga pella maggiore ampiezza del loro terzo superiore, ove spesse volte misurano quattro centimetri e mezzo di larghezza, mentre nel terzo inferiore vanno gradatamente stringendosi e spariscono nel picciuolo formato dal prolungamento della rachide scanalata che le percorre. In alcuni esemplari sopra una lunghezza di poco minore, non oltrepassano in larghezza i due centimetri, ma probabilmente que’ saggi devono avere appartenuto a foglie non ancora giunte al pieno loro sviluppo. Non è esatto il dirle pinnate, come fecero vari autori, poichè si dividono con for- ma profondamente pinnatifida, in lacinie di irregolare larghezza congiunte fra di loro alla base prima di giungere alla rachide. i Le lacinie sono di consistenza coriacea, interissime, per lo più alterne, ma in qual- che punto opposte, assai patenti e quasi orizzontali, contigue alla base, e molto fra loro avvicinate, di forma largamente lineare, che si curva all'insù verso l estremità che ter- mina obbliquamente, un poco falcata e più o meno ottusa. Le superiori hanno l'apice quasi rotondato e la terminale è più piccola ed oblunga. Le inferiori nel decrescere si abbreviano senza scemare gran fatto di larghezza, € quindi acquistano una forma qua- drata obbliqua cogli angoli rotondati, mentre le ultime poste verso la base della foglia sono brevissime ed assumono una forma obbliquamente triangolare coll’apice assai ot- tuso. Le più lunghe misurano dalla base all’ estremità due ed anche tre centimetri, e variano in larghezza dai cinque ai dodici millimetri. Nelle foglie più anguste, la lar- ghezza di alcune lacinie supera qualche volta la loro lunghezza. I nervicciuoli che percorrono le lacinie sono semplici, eguali, paralleli ed un po' di scosti fra di loro. Questa specie è fra le comuni dei depositi fitolitiferi della serie oolitica di Gristhorpe e di Cloughton in Inghilterra. Unger e Goeppert citano la presenza di questa specie nei terreni liassici della Germania, ma sono d’avviso che gli esemplari trovati nel lias spettino invece ad alcuna delle varie forme della Nilssonia speciosa del Minster. Neues. Jahrb. f. Min. 1836, pag. 517. Il Goeppert (Foss. Cycad. in Uebers. Arb. Schles. Gesellsch. pag. 539) collocò la presente specie nel genere Iilssonia, essendogli sembrato vedere una ineguaglianza nella rispettiva grossezza dei nervicciuoli, e perciò nella frase specifica li descriveva colle se- guenti parole: laciniis.... nervis pluribus validis, singulis cum tenui unico alternan- tibus. Ma quest alternanza non si ravvisa nè sulle figure pubblicate da Phillips, Lindley e Hutton, nè sugli esemplari che posseggo nella mia collezione, nei quali i nervetti si palesano tutti equidistanti e di un’eguale grossezza. Anche il Prof. Schenk, che ebbe l'opportunità di esaminare molti saggi del Prterophyllum comptum Lispi. Hvrr., dichiara che i detti nervicciuoli sono tutti eguali, e doversi questa specie conservare nel genere Pterophyllum (Vedi Scwenx, Foss. Fl. Keup. Lias Frauk. pag. 124). 6. Pterophyllum Nilssonî Lindl. Hutt. Tab. XXIX. fig. 3. a, d. P. foliis lanceolato-ellipticis elongatis, profunde pinnatifidis; rachide sul- co medio longitudinali instructa; lacintis horizontalibus, alternis, rectangulis subregularibus parallelis, apice truncatis, angulis externis rotundatis, basi confluentibus, sinu rotundato, angusto, discretis, infimis oppositis, decurren- libus, subquadratis; nervis crebris, tenuissimis, aequalibus, remotiusculis, pa- rallelis, simplicibus, quandoque (4-2 in singula lacinia) una vice furcatis. Pterophyllum Nilssoni. Lixpr. Hurt. Foss. Ft. Gr. Brit. — Morris, Recent aud foss. Cycad. in Magaz. aud Ann. Nat. Hist. Vol. VII. pag. 118; Cat. Brit. foss. pag. 19. — Broxa. Tabl. Gen. Plant. foss. pag. 106. Aspleniopteris Nilssoni? Purnies, Geol. York. tab. VIII. fig. 4. (Non Sterss.). In arenaria seriei Oolithicae inferioris ad Gristhorpe et ad Cloughton prope Scar- borough in Anglia. I saggi di questa specie che posseggo nella mia Collezione e di cui porgo le figure, mi giovarono a meglio precisare i caratteri che la distinguono dalle altre con cui fu con- fusa da alcuni autori. Le foglie hanno una forma lanceolato-ellitica allungata, e sono per- corse da una rachide segnata per lo lungo da un solco ben marcato. Sono profonda- mente pinnatifide e mostrano maggiore regolarità di quello sia indicato nella figura data dal Prof. Phillips, che deve considerarsi la rappresentazione di un’esemplare assai im- perfetto, mentre molto più completa è la figura pubblicata dai Signori Lindley e Hutton. Solamente le dimensioni di quest’ultima, confrontate con quelle de’ miei esemplari, ac- cennerebbero ad una foglia ancor giovane. In uno dei miei saggi la larghezza della fo- glia giunge a tre centimetri, e sebbene manchi delle estremità, si può calcolare proba- bile che abbia raggiunta una lunghezza di dieciotto centimetri all'incirca. Tanto più che in qualche foglia più giovane, di cui si hanno saggi completi, vediamo la larghezza stare alla lunghezza, presso a poco come uno a sei. Le lacinie in cui è divisa la foglia si mostrano rettangolari, allungate e tronche all'estremità, ma cogli angoli esterni roton- dati. Sono orizzontali, parallele ed alterne, confluenti alla base ove nelle foglie più cre- sciute sono disgiunte da un seno alquanto rotondato od ottusamente lanceolato; invece nelle foglie giovani il punto di congiunzione forma un angolo acuto. Nei saggi piena- mente sviluppati le lacinie si palesano abbastanza regolari e giungono ad una lunghezza di quindici millimetri. Però la loro larghezza varia dai cinque ai nove millimetri. Esse diventano più brevi procedendo verso l’apice e verso la base delle foglie, e presso que- st ultima si fanno opposte e finiscono decorrendo sulla rachide mantenendosi ciò nulla ostante di una ragguardevole larghezza, il che fa loro acquistare una forma quasi qua- drata. Sono percorse da finissimi nervicciuoli, semplici, eguali, paralleli ed alquanto fra loro discosti. Tuttavia in qualche lacinia ebbi ad osservare qua e là, un nervetto o due, dividersi in forma forcuta. Questa specie si rinviene nell’arenaria superiore della serie Oolitica inferiore tanto a Gristhorpe che a Cloughton presso Scarborough nell’ Inghilterra. Lo stato giovine di questa specie la fece confondere col Pterophylium minus del Brongniart, che il Goeppert ritiene semplice varietà del Pterophyllum majus dello stes- so autore. 7. Pterophyllum minus Lindl. Hutt. P. foliis pinnatisectis petiolatis, linearibus, elongatis, basim versus et apicem sensim angustalis; rachide subtereti ; laciniis brevibus, irregulariter latis, apice truncatis, inverse obliquis, interdum horizontalibus, alternis, op- positisve, angulo acuto confluentibus, approximatis; nervis tenuibus, recls, parallelis. Pterophyllum minus. Lispr. Hurr. Gr. Brit. pag. 191. tab. 67. fig. I. (exclus. synon. Broxa.) — Morris, Foss. Cycad. in Magaz. aud Ann. Nat. Hist. Vol. VII. pag. 118; Cat. Brit. foss. pag. 19. (exclus. synon. Browa.) — Lroxensy, Foss. PI. Scarb. in Quart. Journ. Geol. Soc. Lond. XX. pag. 78. tab. IX. fig. 2. Anomozamites Lindleyanus. Scumper, Paléont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 141. (exclus. sy- non. Puitt.). In formatione Oolithica ad Cloughton in Comitatu York Angliae. Le foglie profondamente pinnatifide, lineari, allungate, larghe dai dodici ai sedici millimetri si vanno lentamente stringendo verso la base e verso l’ estremità, e sono per- corse da una rachide sottile e rotondetta che si prolunga al basso a guisa di picciuolo. Le lacinie sono brevissime, per lo più alterne, in qualche punto opposte, e ciò special- mente verso la base della foglia. Sono tronche all'estremità, assai vicine ed alla base confluenti tra loro ad angolo acuto. Esse variano di larghezza dai sei ai sedici milli- metri sullo stesso esemplare, mentre la loro lunghezza si mantiene fra i sei e gli otto millimetri. I nervicciuoli che le percorrono sono sottili, dritti e paralleli. Ciò che par- ticolarmente distingue questa specie si è la singolare direzione delle lacinie che sono’ per lo più inversamente obblique, coll’ estremità rivolta verso la base della foglia, men- tre solo in qualche punto della foglia si mostrano talvolta orizzontali. — Questa specie, piuttosto rara, fu trovata nelle roccie della formazione oolitica’ di Cloughton in Inghilterra. Conservo a questa specie il nome che le fu dato dai Signori Lindley e Hutton, esclu- dendo dalla sinonimia il Pterophylium minus del Brongniart, rinvenuto in altra forma- zione ad Hoer nella Svezia, poichè ritengo che la forma descritta e figurata dal Bron- gniart (Ann. Sciences Naturelles; 4. 1825. tab. 12. fig. 7.), sia lo stato giovane del Pte- rophyllum majus, Broxc. (Loc. cit. tab. 12. fig. 8.), dal quale il Prerophyllum minus, Broxc. differisce soltanto per avere le lacinie più brevi, e quindi le foglie più anguste, come appunto avviene quando quest’ ultime non sono ancor giunte al pieno loro sviluppo. All’incontro, paragonando la specie Brongniartiana, con quella dei Signori Lindley e Hutton, noi veggiamo che la prima ha le frastagliature più eguali, le lacinie di forma più regolarmente quadrangolare, assai più avvicinate, ed a contatto l'una dell'altra in tutta la loro lunghezza, e disposte sulla rachide in senso orizzontale; mentre nella spe- cie dell’oolite d'Inghilterra, le lacinie variano assai nella larghezza, verso il loro apice sono alquanto discoste 1’ una dall’altra, e generalmente hanno unà direzione, come dicem- mo, inversamente obbliqua, coll’estremità rivolta verso la base della foglia. 8. Pterophylilum medianum Bean. Tab. XXIX. fig. 4. a, d. P. foliis pinnatis, basim versus sensim, ad apicem vero, abrupte angu- statis; rachide crassiuscula sulco longitudinali instructa; pinnis subaequali- bus, elongatis, patulis suboppositis alternisve, linearibus, subfalcatis, tota pre vix dilatata, rachi insertis, apicibus, inferne rotundatis, superne acu- Us; mervis crassiusculis, parallelis. Pterophyllum medianum, Bras, MS. in Lecgeysy, Foss. PI. Scard. in Quart. Journ. Geol. Soc. Lond. XX. pag. 77. tab. VIII. fig. 3. (non fig. 2.) Dioonites medianus. Scurr, Paléont. Végét. II. Pars I. pag. 148. In arenaria formationis Oolithicae ad Gristhorpe in Anglia. Le foglie di questa specie devono essere state piuttosto ampie, misurando in. qualche esemplare sei centimetri e mezzo di larghezza. In quanto alla lunghezza si può calco- lare: approssimativamente sui frammenti che si conoscono, che giungesse all'incirca a cinque volte la loro larghezza. Esse si dividono in forma pinnata e poco a poco verso la base vanno gradatamente attenuandosi; mentre verso l’apice ciò avviene più rapida- mente. La rachide che le percorre è alquanto grossa e consistente, e segnata nel mezzo da un solco longitudinale. Le pinne sono assai allungate, e nella parte larga delle foglie adulte, giungono ai tre centimetri e mezzo di lunghezza sopra una larghezza di quattro o cinque millimetri. Però non sono tutte eguali, essendovene qua e là sulla stessa fo- glia alcune, in cui la larghezza ‘arriva talvolta ai dieci millimetri. Sono desse in gene- rale patenti, ma un poco obblique al punto d’inserzione sulla rachide, ove leggermente si dilatano ed appena si toccano fra di loro. Hanno l’estremità, che rapidamente sì stringe con larga curva nel lato inferiore, e termina superiormente in punta, coll’ apice rivolto all'insù, in guisa che ivi acquistano forma falcata. La loro disposizione lungo la rachide è piuttosto opposta, che alterna; derivando l'alternanza, che si osserva in qual- che punto della foglia, dall’esservi alcune pinne più larghe, di quelle che le prospet- tano. I nervicciuoli scorrono fino all’apice, paralleli ai margini delle pinne terminando nella curva dell’estremità, senza convergere. Questa specie si rinvenne finora soltanto nell’arenaria grigia marnosa dell’oolite di Gristhorpe, presso Scarborough nell’ Inghilterra. Il Sig. Leckenby fu il primo che descrisse e figurò questa specie, conservandole il nome con cui fu distinta da Bean, ed il Prof. Schimper la collocò invece nel genere Dioonites. Io non trovo alcun motivo per separarla dai Pterofilli con cui ha comune la distribuzione dei nervi, non che la forma ed il modo con cui le pinne s'inseriscono sulla rachide. Mancando una buona figura di questa specie, io porgo quella di uno fra gli esemplari della mia Collezione, in cui meglio si distinguono le forme e la disposi- zione delle pinne. Nell’ Opuscolo del Leckenby è sbagliata la citazione delle figure tanto di questa che della seguente specie, dovendosi riferire al Pterophyllum medianum la fig. 3. della Tav. VIII., e non la fig. 2. come è detto ‘nel testo, poichè la figura 2. di quella tavola rappresenta invece il Pterophyllum angustifolium. FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE, — DICOTYLEDONES. 4 06 9. Pterophyllum angustifolium Sean. P. foliis pinnatis, basi apiceque aequaliter angustatis ; pinnis liberis, al- ternis, elongatis, rectis patentissimis, tota base, non constricta, rachi per- pendiculariter insertis, dein sensim angustatis, apice acuminatis, nervis te- nuibus aequalibus, parallelis. Pterophyllum angustifolium. Bran, MS. in Lrogeysr: Foss. PI. Scarb. in Quart. Journ. Geol. Soc. Lond. XX. pag. 77. tab. VIII fig. 2. (non fig. 3.) Dioonites angustifolius. Scumper, Paléont. Vegét. II. Pars I. pag. 148. In serie oolithica ad Gristhorpe prope Scarborough Angliae. Secondo la descrizione del Sig. Leckenby le foglie pinnate di questa specie si strin- gono con eguale gradazione tanto verso la base, che verso l'estremità, per cui deve avere avuto una forma ampiamente ellitica giungendo la sua maggiore larghezza ai sei centimetri e mezzo. Le pinne si mostrano irregolarmente alterne, allungate, dritte, ed assai patenti, inserite con tutta la base perpendicolarmente sulle rachide, ed ivi larghe dai tre ai quattro millimetri, ma distaccate l’una dall’altra. Dalla base cominciano tosto ad attenuarsi procedendo verso l’apice, ove terminano acuminate. Le più lunghe misu- rano dalla base all’estremità poco più di tre centimetri. I nervetti che le percorrono sono sottili, eguali e paralleli. Questa specie piuttosto rara, si trova colla precedente nell’arenaria dell’ Oolite di Gristhorpe presso Scarborough in Inghilterra. 10. Pterophyllum tenuicaule (Phill.) Morris. P. foliis pinnatis, latis, oblongo-elongatis; rachide tenui striata; pinnis al- ternis, elongatis, patentissimis approximatis, contiguis, sed basi discretis, in- terdum remotiusculis inaequalibus, lanceolatis vel late linearibus, obtusis, aut apicem versus leviter angustatis, obtuseque subfalcatis vel oblique rotun- datis; nervis crebris, parallelis. Pterophyllum tenuicaule. Morris, Recent aud foss. Cycad. in Magaz. aud Ann. Nat. Hist. Vol. VII, pag. 119; Cat. Brit. foss. pag. 19. — Gorpp. Foss. Cycad. in Uebers. Arb. Schles. Ge- sellsch. 1844. pag. 135. — Unaer, Syn. PI. foss. pag. 157; Gen. et Spec. PI. foss. pag. 294. Cycadites tenuicaulis. PurLies, Geol. Yorksh. tab. VII. fig. 19. Dioonites tenuicaulis. Miouer, Prodr. Syst. Cycad. pag. 31. Eodem in loco cum praecedentibus. Le foglie, piuttosto larghe e bislunghe, si dividono in forma pinnata e misurano, secondo i vari esemplari che potei esaminare, dai cinque agli otto centimetri in larghez- za. In quanto alla lunghezza, non ho dati suflicienti per determinarla con precisione; però dall’andamento del contorno si può calcolare probabile che fosse all'incirca quat- tro volte la larghezza. La rachide striata che le percorre, sebbene assai sottile, non mi sembra giustificare il nome imposto a questa specie; tanto più che in alcuna delle precedenti la rachide non si mostra gran fatto diversa. Le pinne sono allungate, assai patenti e generalmente alterne, sebbene in qualche pajo appariscano quasi opposte. Esse sono per lo più avvicinate e contigue, talvolta un poco discoste, inserite con tutta la base sulla rachide, ma fra loro separate anche in quel punto. La loro forma è assai varia. Ora sono lanceolate coll’ estremità molto ottusa, e misurano dai cinque ai sei mil- limetri di larghezza, sopra una lunghezza di tre o quattro centimetri. Ora sono larga- mente lineari e lievemente si attenuano procedendo verso l'apice, ove terminano assai ottusamente in forma un poco falcata od obbliquamente rotondata, nel qual caso mante- nendo presso a poco la lunghezza di quattro centimetri misurano alla base dai quattor- dici ai venti millimetri, larghezza che all’apice si trova ridotta a poco meno della metà. I nervicciuoli delle pinne sono numerosi, sottili, semplici e paralleli come in altre specie. Questa specie si trova a Gristhorpe negli stessi strati in cui si rinvennero le pre- cedenti. 11. Pterophyllum Venetum Zigno. Tab. XXX. fig. 1-3. P. foliis petiolatis impari pinnatis, late linearibus valde elongatis, obtu- sis; rachide crassissima, sulcis longitudinalibus instructa; pinnis ovato-oblon- gis, apice rotundatis, tota base truncata, non constricta, subdecurrenti rachi adnatis, patulis, suboppositis, approximatis sed usque ad basim discretis ; nervis crassis, prominentibus, remotiusculis , parallelis, simplicibus, inter- dum (sed rarissime), una vice furcatis. In formatione oolithica ad Rotzo in Provincia Vicentina, nec non ad Vallem Zu- liani prope Roverè di Velo, et ad Scandolara in Provincia Veronensi. — 28 — Questa bella specie ha le foglie impari pinnate, di forma lineare molto allargata per gran parte della loro lunghezza, alquanto ristrette verso la base e verso l’apice, ove terminano assai ottuse. La larghezza varia dai quattro ai sei centimetri, e la lunghezza dai quaranta ai sessanta, per cui sembrerebbe costante che quest ultima corrispondesse a dieci volte la larghezza. La rachide assai crassa e consistente e segnata da solchi longitudinali, è al basso spoglia di foglioline per un tratto di circa quattro centimetri, e forma picciuolo alla foglia, giungendo, nell’estremità inferiore di alcuni saggi, ad un diametro di dieci millimetri, che poi gradatamente si fa sempre minore procedendo verso l’apice della foglia e finisce alquanto bruscamente nell’ ultima fogliolina dell’ estre- mità. Le foglioline o pinne che la fiancheggiano sono ovato-bislunghe coll’apice roton- dato ed inserite con tutta la base sulla rachide in modo che ivi la forma ovata riesce tronca alla base, nè minimamente si stringe in quel punto, chè anzi col margine inferio- re decorre alcun poco lungo la rachide. Le pinne sono opposte ‘o quasi opposte; molto patenti, e nelle foglie giovani così avvicinate, che lateralmente si toccano in tutta la loro lunghezza. Però giammai sono confluenti alla base, anzi sempre libere e divise fino alla rachide. Nelle foglie poi, giunte al completo loro accrescimento, si scorgono al- cun poco discoste e divergenti verso il loro apice. Si distingue particolarmente questa specie pella ragguardevole. grossezza dei nervi, che rilevati e paralleli, percorrono le pinne dalla base alla estremità, in numero di otto o dieci. Sono dessi generalmente semplici, ma talvolta se ne osserva alcuno for- cuto, i cui ramoscelli disponendosi ad eguale distanza dai vicini, cagionano una lieve ‘ed appena sensibile divergenza di quest’ ultimi, verso la parte esterna delle pinne. Gli esemplari più grandi di questa specie provengono dalla calcarea grigia della Valle Zuliani presso Roverè di Velo e dalla calcarea bionda di Scandolara al Nord di Badia Calavena nella Provincia di Verona. Altri saggi meno perfetti trovai nella calca- rea grigia di Rotzo nei Sette Comuni del Vicentino. L'aspetto generale di questo Pterofillo rammenta alcuna delle forme comprese nel ge- nere Nilssonia, i Gen. LIV. Zamites Brong. Folia ovato-oblonga vel late lineari oblonga, elongata, apicem versus angustata vel acuminata, regulariter pinnata. Pinnae co- riaceae, patentes, lineari-lanceolatae vel lineari-oblongae, inte- gerrimae, basi abrupte contracta subcallosa, racheos lateri ante- riori insertae, apice acuminatae vel obtusae aut rotundatae. Nervi simplices, interdum sed rarissime, una vice furcati, basi subcon- vergentes, dein recti, 2 Asprglet et usque ad apicem pinna- rum excurrentes. Broxa. Prodrom. 1825. pag. 94. — Tabl. Gen. Végét. Foss. pag. 61. — Prest. in Srerss. Vers. FI. Vorw. II. pag. 195. (ex parte). — Mornis, Recent. aud Foss. Cycad. in Magaz. Ann. Nat. Hist. 1841. Vol. VII. pag. 115. (ex parte). — Gorrp. Foss. Cycad. in Ueder. Arb. Schles. Gesellsch. 1844. pag. 122. — Usarr, Gen. et Spec. Plant. foss. 1850. pag. 281. (ex parte ) — Brown, Lethaea Geogn. 1853. Vol. II. pag. 63. — Bonxemanw, Lettenk. Thiring. 1856. pag. 56. (ex parte). — Scuruper, Paléont. Végét. Vol. II. Pars I. 1870. pag. 151. Zamia. Brova. Prodrom. pag. 94. (ex parte). Odontopteris. Srerys. Vers. Fl. Vorw. II. pag. 78. (ex parte). Palacozamia. ExpLicner, Gen. Plant, 1837. pag. 72. — Morris in OLpnaw, Foss. F7. of Rai- mahal. 1862. pag. 26. (ex parte). Crossozamia. Power, Plant. Jurass. de la tri in Amt. Bericht Deutsch. Naturf. in Aa- chen. 1847. pag. 343. 1. Zamites Feneonis Brong. Z. foliis amplis pinnatis, elongato - oblongis ; rachide crassiuscula leviter striata ; pinnis integerrimis, alternis, approximatis, lineari-lanceolatis, apicem versus sensim acuminatis, basi callosa obtuse subcordatis, inferioribus et mediis patentissimis, superioribus erectiusculis, confertis, angustioribus; ner- vis tenuibus crebris, simplicibus, usque ad apicem pinnarum parallelis, ae- quedistantibus, rectis, basi convergentibus. Zamites Feneonis. Broxa. Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 106. — Uxarr, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 286. — Ermsosn. Lias und Oolit. FI. in Abhandl. Geol. Reichsanst. I. 3. pag. 9. tab. III fig. 1. — Scnwerr. Paléont. Vegét. Vol. II. Pars I. pag. 152. Zamia Feneonis. Broxe. Prodrom. pag. 94. — Gorreert, Cycad. Foss. in. Uebers. Arbeit. Schles. Gesells. 1843. pag. 44. Crossozamia Feneonis. Poxet, Plantes jur. de la France, in Amt. Bericht Deutsch. Na turf. in Aachen. 1847. pag. 344. Pterozamites Feneonis. Broxa..Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 62. Dioonites Feneonis. Mrouer, Prodrom. Syst. Cycad. pag. 31. — Borxemanx, Lettenk. Thiring. . pag. 56. In formatione coralliana superiori, seriei oolithicae mediae, frequenter occurrit pluribus in locis Galliae, et praecipue ad Morestel, Cirin, Orbagnoux prope Lugudu- num, nec non ad Lacum Armaille, Chateauroux, Montagne - Noire. Justa Cl. Schimper invenitur quoque in Helvetia et in Germania. Questa bella specie che può dirsi tipo del Genere, ha le sue foglie pinnate, di for- ma largamente oblunga ed assai allungata, giungendo talvolta ad una lunghezza di ven- ticinque centimetri sopra tredici di larghezza. La rachide che le percorre è di mediocre grossezza, ed è nascosta nella faccia anteriore dalla base delle pinne. Al basso della foglia ove è spoglia di pinne e forma picciuolo, si scorge striata per lo lungo e palesa un diametro di cinque millimetri appena. Le pinne interissime nel loro margine, alter- ne, assai patenti, generalmente molto avvicinate, ma in alcuni punti discoste l'una dal- l’altra due millimetri, hanno forma lineare lanceolata che gradatamente s' attenua verso l'apice facendosi acuminata. Al punto d’inserzione poco o nulla si stringono ed hanno la base alquanto ingrossata o callosa ed un poco rientrante nel mezzo, per cui ivi ap- pariscono di forma ottusamente cordata. Esse misurano dai sei ai sette centimetri in lunghezza, ed ove sono più ampie hanno sei millimetri di larghezza. Le pinne collocate verso l’estremità della foglia sono così avvicinate che alla loro base si toccano, e più anguste delle altre non oltrepassano i tre o quattro millimetri di larghezza. Quest’ ulti- me anzichè essere patenti come le medie ed inferiori, sono piuttosto erette ed inserite più obbliquamente sulla rachide. I nervicciuoli sottili, numerosi e costantemente sem- plici, convergono verso il punto calloso della base, e poscia ritti e paralleli corrono fino all'estremità delle pinne. Numerosi esemplari di questa specie si rinvennero nel terreno coralliano superiore della formazione oolitica media della Francia, specialmente nei contorni di Lione a Mo- restel, Cirin, Orbagnoux, come pure nel Dipartimento dell’ Ain, a Chateauroux e nel luogo chiamato Montagne-Noire presso Narbona. Il Chiarissimo Prof. Schimper ne cita la presenza anche nei terreni oolitici della Svizzera e del Wirtembersg. Molti bei saggi di questa specie esistono nelle Collezioni di Francia ed uno ne pos- seggo che mi fu cortesemente regalato dall’ illustre Brongniart. Nel Museo dell’I. R. Istituto Geologico di Vienna ve ne ha un bellissimo esemplare proveniente pure dalla Francia, e che il Chiarissimo Cav. di Ettingshausen descrisse e fisurò fino dal 1852. (Vedi Errixes. Neu. Art. Lias. und Oolithflora in Abhandl. K. K. Geol. Reichsanst. I. Band. 3. Abt. N. 3. pag. 9. tab. III. fig. 1.). L’Ettingshausen fu il primo che abbia convenientemente illustrata questa specie così rimarchevole. 2. Zamites Goepperti Zigno. Tab. XXXI. fig. 1. 2. Z. foliis elongato-lanceolatis, obtusis, impari-pinnatis; rachide crassiuscula longitudinaliter striata; pinnis alternis, patulis, linearibus, oblongis, obtusis, apicem versus paullulum angustatis, basi subcallosa vix constrieta, obtuse subcordatis, obliquis, terminali breviore ovato-lanceolata, basi atienuata; ner- vis tenuibus, simplicibus, interdum una vice furcatis, basi convergentibus . dein rectis, usque ad apicem excurrentibus, parallelis. Zamites Goepperti. Ziaxo, Sulle Cicad. foss. dell’ Ool. in Riv. Period. Accadem. Pad. 1853. pag. 348; Descrie. Cicad. foss: Alp. Ven. in Atti Istit. Ven. Vol. XIII. Ser. III. 1868. pag. 1219. tav. IV. fig. 3. — Scurr, Paleont. Végét. II. Pars I. pag. 155. Zamites pulchellus. Ziano, Loc. cit. In saxo calcareo lutescente seriei oolithicae inferioris ad M. Pernigotti prope S. Bortolomio in Provincia Veronensi. Le foglie di questa specie sono impari-pinnate, ed hanno una forma lanceolata al- lungata coll’apice ottuso. La loro lunghezza raggiunge all'incirca i quindici centimetri, e la larghezza non oltrepassa i quarantaquattro millimetri. La rachide piuttosto rilevata è irregolarmente segnata «da strie e da solchi longitudinali ed ha un diametro di tre millimetri. Le pinne sono interissime, alterne, un poco distanti fra di loro e patenti. La loro forma è lineare, bislunga, lievemente attenuata verso l’estremità che è molto ottusa. La base delle pinne è ottusamente cordata, e stringendosi alquanto al punto d’inserzione si fissa in senso obliquo sopra una specie d’ingrossamento calloso della ra- chide. Le pinne misurano dai tre ai quattro millimetri di larghezza sopra una lunghezza di venti millimetri. La pinna terminale è molto più breve delle altre, ed ha forma ovata che si attenua alla base fondendosi nella rachide. La sua lunghezza non oltrepassa i cinque millimetri, e la larghezza i tre. Queste dimensioni però variano a seconda del- l'età. I nervetti che percorrono le pinne sono sottili, per lo più tutti semplici, fra i quali assai rado se ne trova alcuno una sol volta forcuto; sono convergenti alla base, e poscia proseguono ritti, paralleli, ed equidistanti fra di loro fino all’ estremità della pinna. Finora questa specie si è trovata soltanto nella calcarea giallastra della serie oolitica inferiore sul Monte Pernigotti presso S. Bortolomio nel Veronese, e fino dal 1853 fu da me dedicata all’illustre Prof. Goeppert di Breslavia. La forma cui îo avea dato il nome di Zamites pulchellus, non è che lo stato gio- vane di questa medesima specie. Vedi Tav. XXXI. fig. 2. La sola specie che nell’aspetto generale si avvicini alla presente è il Zamates for- mosus Hrer. trovato in Isvizzera nel terreno giurese del Mont Risoux. Vedi Herr, Ur- dd welt der Schweiz pag. 144. fig. 94. Quest'ultima però ha le foglie più larghe e più brevi, e le pinne inferiori e medie di forma lanceolata e gradatamente acuminate verso l'apice, mentre le superiori, sebbene lineari, sono molto più anguste che nella nostra specie. 3. Zamites Ribeiroanus Zigno. Tab. XXXI. fig. 3. a, d. Z. foliis pinnatis, late linearibus elongatis, apicem versus sensim alte- nuatis; rachide crassa prominente, irregulariter striato-sulcata ; pinnis aequa- libus, integerrimis, alternis, patentibus, late linearibus oblongis, ad basim abrupte angustatis, ‘apice rotundatis; nervis tenuibus, crebris, interdum fur- calis, basi approximatis, apicem versus sensim levissime divergentibus. Cum priore ad M. Pernigotti in Provincia Veronensi. La forma generale delle foglié è lineare e gradatamente si va stringendo verso l’ estre- mità. L'unico esemplare da me posseduto misura in larghezza trentaotto millimetri, ma non permette di calcolarne la lunghezza, mancando della base e dell’ estremità. Bensì dalla grossezza della rachide si può arguire che le foglie in questa specie fossero assai più lunghe che nella precedente. La rachide molto grossa e sporgente ha un diametro di oltre quattro millimetri, ed è percorsa da solchi irregolari. Le pinne sono eguali, col margine intero, larghe sei millimetri e lunghe appena due centimetri. Esse sono alterne, patenti, di forma lineare bislunga colla base che bruscamente si stringe al punto d'inser- zione sulla rachide e coll’apice rotondato. I nervicciuoli sono più sottili e più numerosi che nella specie precedente ed in gran parte semplici, però qua e là intermezzati da nervetti forcuti. Alla base delle pinne i nervetti sono tra loro assai avvicinati, ma po- scia gradatamente si scostano l’ uno dall’ altro, ed insensibilmente divergendo pervengono all’estremità rotondata delle pinne, quasi paralleli. Questa specie fu trovata colla precedente nella medesima roccia sul M. Pernigotti nel Veronese. È palesemente diversa la presente specie dal Zamites Goepperti, non solo per le differenti sue proporzioni, ma eziandio per avere la rachide assai più grossa, le pinne che non si attenuano all’ apice, ma terminano ivi rotondandosi, ed i nervicciuoli più nu- Merosi, più sottili e divergenti verso l'estremità delle pinne. sue sn intitolata all’illustre naturalista Cavaliere Carlo Ribeiro, Direttore meri- x La specie è tissimo della Commissione geologica del Portogallo. 4. Zamites Meneghinii Zigno. Tab. XXXI. fig. 4. a, d. Z. foliis laxe pinnatis; rachide crassa longitudinaliter striata ; pinnis crassis, oppositis, obliquis, latissime lineari-oblongis, apice rotundatis, base abrupte angustata, inferne in rachidem sub decurrente; nervis simplicibus , crassiusculis basi approximatis, dein remotiusculis rectis et usque ad api- cem pinnarum parallelis. Zamites Meneghinii. Ziano. Descrie. Cicad. foss. Alp. Venet. in Atti Istit. Venet. Vol. XIII. Ser. III. 1868. pag. 1220. tav. IV. fig. 3. Podozamites Meneghinii, Z. Scarmper. Paléont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 166. In saxo calcareo formationis oolithicae una vice mihi tantum occurrit ad M. Raut prope Selva di Progno in Provincia Veronensi. L'unico frammento esistente di questa specie manca della parte inferiore della fo- glia, per cui nulla può dirsi della sua lunghezza, ma dalla larghezza che oltrepassa i sei centimetri e mezzo, si può ritenere che fosse ragguardevole e sorpassasse d’ assai quella delle specie precedenti. La foglia largamente pinnata, è percorsa da una rachide striata per lo lungo, che nella parte inferiore del saggio ha un diametro di sei milli- metri. Le pinne sono di consistenza crassa, opposte, ed inserite obbliquamente sulla ra- chide. La loro forma è assai ampiamente lineare oblunga, coll’apice rotondato e colla base bruscamente ristretta al punto d’inserzione, ove col margine inferiore decorrono alcun poco lungo la rachide. Sull’ esemplare se ne scorgono alcune che misurano quattro centimetri in lunghezza sopra quindici millimetri di larghezza: ma siccome il saggio non ci presenta che una porzione della foglia, e forse il solo terzo superiore della me- desima, ove le pinne minuiscono di grandezza accostandosi all'estremità, così dobbiamo considerare molto probabile che nelle parti inferiore e media, le pinne avessero dimen- sioni maggiori. Il che viene avvalorato dallo scorgere al basso del saggio un frammento staccato di una pinna, che ha una larghezza di dieciotto millimetri. I nervicciuoli delle pinne sono piuttosto marcati € generalmente semplici. Tuttavia alcuno ne scorsi bipar- tito fin dalla base, ove sono un cotal poco convergenti, e poscia scostandosi alquanto fra di loro, corrono ritti e paralleli fino al termine della pinna. FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE. —- DICOTYLEDONES, È 5 Questa bella specie, affatto diversa da tutte le conosciute, si rinvenne una sol volta nella calcarea giallognola della formazione oolitica di M. Raut presso Selva di Progno nella Provincia di Verona. Fino dal 1868, io la descrissi negli Atti del R. Istituto Ve- neto dedicandola all’illustre naturalista e carissimo mio amico Cav. Prof. Giuseppe Me- neghini. Il Chiarissimo Professore Schimper nella sua Paléontologie Végétale, pone la pre- sente specie nel genere Podozamites, che si distingue per avere le pinne gradatamente attenuate verso la base, ove terminano in una specie di picciuolo; oltre di che i ner- vetti che percorrono le pinne delle Podozamiti convergono verso l’apice delle pinne. Nulla di tutto ciò si osserva nella nostra specie, che per tale ragione mantengo nel ge- nere Zamites, di cui ha tutti i caratteri. 5. Zamites formosus Heer. Z. foliis ovato-oblongis, pinnatis; pinnis patentibus, alternis, lanceolatis, apicem versus sensim angustatis, submulicis, basi incrassatis, leviterque con- strictis, superioribus linearibus, angustioribus; nervis tenuibus, simplicibus, rectis, parallelis. Zamites formosus. Hrer, Urw. d. Schweiz. pag. 144. fig. 94. — Scumprr, Paléont. Vigét. Vol. II. Pars I. pag. 153. In formatione oolithica media ad Mont-Risoux in Helvetia. L’esemplare illustrato dal Professore 0. Heer nella sua Opera intitolata: Urwelt der Schweiz, è mancante della rachide, ma ciò non pertanto lascia conoscere la forma della foglia e delle pinne e la disposizione di quest’ ultime, che in numero di trentuna fian- cheggiano i lati dello spazio in cui doveva correre la rachide, e mostrano come la fo- glia nel generale contorno fosse di forma ovato-bislunga ed avesse dai dieci ai dodici centimetri di lunghezza sopra sei di larghezza. Le pinne sono alterne, patenti, lanceo- late e lentamente acuminate verso l'estremità, ove terminano in punta. Alla base leg- germente sì stringono verso il punto d’inserzione, ove palesano una specie d’ingrossa- mento. Le maggiori misurano cinque millimetri nella parte loro più larga, e sono lun- ghe all’incirca tre centimetri. Quelle collocate nel terzo superiore della foglia sono al- quanto obblique, di forma lineare e molto più stretta, non oltrepassando i due milli- metri di larghezza, sopra una lunghezza di quindici millimetri, e procedendo verso l'apice della foglia, vanno sempre più decrescendo. I nervicciuoli assai sottili, semplici, ritti e paralleli fino all'estremità delle pinne, sono alquanto approssimati fra loro nel punto ove la base delle pinne s'ingrossa. Questa specie fu rinvenuta nel piano superiore della serie oolitica media a Mont- Risoux nella valle di Joux in Isvizzera. 6. Zamites Reglei (Brong.) Zigno. Z. foliis pinnatis, late linearibus, apicem versus attenuatis; rachide cras- siuscula; pinnis integerrimis brevibus, aequalibus, alternis, patulis, late li- nearibus oblongis, tota base obtuse subcordata rachi insertis, apice rolun- datis, nervis inconspicuis. Filicites Reglei. Browne. Ann. Se. Nat. IV. pag. 421. tab. 19. fig. 2. — Srerns. Vers. FI. Vorw. II. pag. 174. Pecopteris Reglei. Browa. Hist. Végét. foss. I. pag. 365. tab. 130. fig. 2. — Unerr, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 178. Otozamites Reglei. Sarorta in Scumprer, Paléont. Végét. IL. Part. I. pag. 175. In formatione coralliana superiore ad Mamers, necnon ad Pont-les-Moulins, prope Baume-les-Dames in Gallia. Le foglie pinnate, ampiamente lineari hanno una larghezza di venticinque millimetri che minuisce gradatamente verso l'estremità. Non ho veduto alcun esemplare abbastanza completo da cui possa dedursi la lunghezza cui giungevano. La rachide che le percorre è alquanto robusta e rilevata ed ha un diametro di due millimetri all’ incirca. Le pinne lunghe dodici millimetri e larghe quattro hanno il margine intero, e sono piuttosto brevi, di forma lineare oblunga e coll’apice rotondato. Sono alterne, patenti ed inserite un poco obliquamente sulla rachide con tutta la base, che ivi si mostra di forma legger- mente cordato-ottusa o per meglio dire schiacciata ed alquanto ingrossata al punto d’ in- serzione. Quantunque molto avvicinate non giungono però mai a toccarsi ed alla base conservano fra di loro una distanza di un millimetro. Dei nervetti che le percorrevano non rimane traccia alcuna. I saggi di questa specie furono rinvenuti negli strati superiori del piano coralliano a Mamers ed a Pont-les-Moulins presso Baume-les-Dames in Francia. Revan descrisse e fisurò pel primo questa specie nel 1845. Più tardi la anno- verò fra le Pecopteris nella sua Histoire des Végétaux fossiles, loc. cit. quantunque sul- l'esemplare non fossero riconoscibili i nervicciuoli delle pinne. Sternberg ed Unger la ritennero pure fra le Felci. Recentemente poi il Co. di Sa- porta ed il Prof. Schimper la collocarono fra le Zamiee nel genere Otozamites. La forma generale della foglia, quella delle pinne ed il modo d’inserzione di quest’ ultime sulla rachide m’inducono a considerare questa forma appartenente ad una Zamiea, ma non saprei ammettere che spettasse al genere Otozamites mancando alla base delle pinne, quelle orecchiette che distinguono quest’ ultimo genere. Invece, tanto pei sopra accennati caratteri, quanto pell’aspetto generale, le sue analogie colle forme comprese nel genere Zamites mi sembrano evidenti. Questa specie si avvicina a quella che descrissi col nome di Zamites Ribeiroanus alla pag. 32. da cui però si distingue pella sottigliezza della rachide, pelle dimensioni minori delle pinne e per la loro forma che al punto d’inserzione non si stringe, ma rimane espansa per tutta la sua larghezza. 7. Zamites Renevieri Heer. Z. foliis pinnatis, magnis, bipedalibus; rachide crassa, longitudinaliter mulu-striata; pinnis rachi confertim insertis, alternis, patulis, late linearibus elongatis, marginibus parallelis, apicem versus sensim angustatis, basi ob- tusa, late emarginato-cordata subimbricatis; nervis simplicibus, a, parallelis basi non convergentibus. Zamites Renevieri. Heer;} Urw. der Schweiz. pag. 144. fig. 95. — SaPORTA, Pl. Jur. Fr. MS. — Scurr, Paltont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 153. In formatione oolithica superiore prope Vouargnez (Vaud) in Helvetia. L'esemplare trovato dal Professore Renevier e descritto dal Professore Heer, pre- senta una foglia pinnata assai ampia e lunga due piedi, munita di una rachide grossa, percorsa per lo lungo da. numerose strie parallele e colle pinne fittamente inserite sulla rachide, alterne, patenti, di forma lineare allungata coi margini paralleli, ma che grada- tamente si attenua verso l’estremità. La base delle pinne, larga circa quindici milli- metri è ottusa e largamente smarginato - cordata ed in quel punto sono le pinne al- quanto embricate e colle loro basi ricoprono la rachide. I nervicciuoli sono semplici, eguali, paralleli, nè minimamente convergono al punto d’ inserzione. Questa specie si rinvenne in Isvizzera, negli strati superiori della formazione oolitica a Vouargnez nella via che conduce a Sepey nel Cantone di Vaud. Il Prof. Schimper in- dica che fu pure trovata in Francia nella medesima formazione a Vonnaz nel Diparti- mento dell’ Ain. 8. Zamites pectinatus Brong. Z. foliis impari pinnatis, lineari-lanceolatis elongatis basim versus et api- cem sensim attenuatis, obtusis ; rachide tenui ; pinnis linearibus, integerrimis, approximatis, alternis, patulis, tota base non constrieta racheos lateri ante- riori insertis, subimbricatis, apicem versus sensim angustatis subfalcatis obtu- siusculis; nervis tenuibus aequalibus parallelis. Zamites pectinatus. Broxa. Tadl. Gen. Végét. foss. pag. 62. et pag. 106. Zamia pectinata. Broxa. Prodrom. pag. 94. — Lixpr. Hurt. Foss. Fl. Gr. Brit. Vol. II. pag. 61. tab. 172. Filicites dubius. Srerws. Vers. FI. Vorw. I. pag. xxn. tab. 33. fig. 1. Polippodiolites pectiniformis. Srerxs. ibid. I. pag. 39. tab. 33. fig. 1. Cycadites plumula. Presr in Srerns. Loc. cit. Vol. II. pag. 195. Ptilophyllum dubium. Morris Recent and foss. Cycad. in Ann. Nat. Hist. VII. 1841. pag. 117. Ptilophyllum pectinatum. Morris, Loc. cit. (erclus. synon.). Dioonites plumula. Mriqver Prodrom. Syst. Cycad. pag. 31. Palaeozamia dubia. Morris Cat. Brit. foss. pag. 15. Pterophyllum Preslianum. Gorrp. Foss. Cycad. in Uebers. d. Arb. Schles. Gerellsch. 1844. pag. 133. — Uncer, Syn. pag. 155.; Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 288. Palacozamia pectinata. Morris, Cat. Brit. foss. (Edit. II.) pag. 15. (exclus. synom.) — Pmt- Lies Geol. of Oxford, pag. 171. Diag. XXX. fig. 2. Encephalartos pectinatus. Mrquer, Monogr. Cycad. pag. 61. In calcarea scissili seriei oolithicae inferioris (Bath oolite period) ad Stonesfield in Comitatu Oxford, Angliae. Le foglie impari pinnate di questa specie hanno una forma lineare lanceolata molto allungata che si attenua lentamente verso la base e verso l’apice ove termina ottusa- mente. Esse hanno una lunghezza di ‘ventiquattro centimetri sopra quattro di larghezza e sono percorse da una rachide sottile. Le pinne sono interissime, piuttosto patenti, di forma lineare che gradatamente si va stringendo verso l’ estremità ove terminano in punta ottusa ed un poco falcate. Esse sono molto avvicinate tra loro, e con tutta la base s' in- seriscono sulla faccia anteriore della rachide così fittamente stipate che pajono ivi embri- cate. La loro lunghezza raggiunge i due centimetri e misurano dai tre ai quattro milli- metri di larghezza verso la base. I nervicciuoli che le percorrono equidistanti fra di loro dalla base all'apice, sono minuti, ritti e paralleli. Questa specie varia talvolta nella larghezza delle pinne, e per ciò alcuni autori riten- nero spettanti ad una varietà gli esemplari forniti di pinne più anguste. Io calcolo invece che tali variazioni sieno dovute a differenze di età. In quanto poi al Filicites scolopen- drioides dei Sigi Lindley e Hutton (oss. FI. Gr. Brit. III. tab. 229.) che il Morris avrebbe riunito a questa specie, non saprei trovarvi alcun carattere che giustificasse tale riunione. Basta confrontare le figure che diedero di queste due forme i Sig Lindley e Hutton per iscorgere che il Filicites scolopendrioides aveva le foglie profondamente pin- natifide, colle pinne molto più obblique, e rotondate all’estremità. Oltre di che il Ali cites scolopendrioides fu rinvenuto dal Bowerbank nell’arenaria del Trias presso Whit- by, ed i Sig-' Lindley e Hutton la identificano coll’ esemplare descritto e figurato sotto questo nome dal Brongniart, (Ann. Sc. Nat. XVI. pag. 443. tab. 18. fig. 2.), esemplare proveniente dall’arenaria variegata di Soultz-les-Bains. All’ incontro il Zamites pectinatus si rinvenne nei calcari schistosi di Stonesfield nella contea di Oxford in Inghilterra, cal- cari che appartengono alla zona superiore, o Batoniana, della serie oolitica inferiore. 9. Zamites insignis Schimp. Z. foliis conferte pinnatis, amplis; rachide crassissima ; pinnis approxi- matis, patentissimis, inferne contiguis, apicem versus leviter sursum arcuatis ac sensim altenuatis, obtusiusculis; nervis crebris, simplicibus, crassiusculis, pinnarum marginibus parallelis. Zamites insignis. Somme. Paléontol. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 155 Zamites Bechei. Broxa. aff. Eronwarp, Lethaea Rossica. Vol. II. pag. 38. tab. II. fig. 9. Invenit Cl. Eichwald in saxo calcareo ferruminoso formationis Oxfordianae infe- rioris ad Kamenka prope Izoume in Russia. L’esemplare descritto e figurato dall’ Eichwald, ci presenta solo cinque pinne e por- zione della rachide, per cui non si può riconoscere qual fosse la forma e grandezza delle foglie. Possiamo tuttavia arguire, dalle dimensioni delle pinne e dalla grossezza della robu- sta rachide, che avessero una larghezza non minore di dodici centimetri ed in propor- zione la loro lunghezza fosse assai rilevante. Le pinne si palesano inserite sulla rachide con tutta la loro base, molto patenti ed avvicinate, toccandosi reciprocamente nel terzo inferiore ove misurano un centimetro di larghezza. La loro forma è lineare-lanciolata e va lentamente stringendosi e curvandosi all’ iusù procedendo verso l'estremità ove ter- mina coll’apice piuttosto ottuso. La lunghezza è uguale in ognuna delle cinque pinne visibili e non oltrepassa i cinque centimetri e mezzo. I nervetti che le percorrono sor- gono numerosi, rilevati ed equidistanti, da tutta la base delle pinne, e procedono paral- leli ai margini delle medesime, fino all'apice, avvicinandosi fra di loro mano mano che le pinne vanno gradatamente facendosi più anguste. Questa specie, rinvenuta nella parte inferiore del terreno Oxfordiano della Russia, a Kamenka presso Izoume, fu dall’ Eichwald ritenuta affine al Zamites Bechei del Bron- gniart. Però egli vi nota alcune differenze che indussero lo Schimper a considerarla quale specie diversa. Osserva rettamente quest’ ultimo che le dimensioni delle pinne e la loro forma non permettono di confonderla colla specie Brongniartiana che apppartiene invece al genere Otozamites. 10. Zamites Rotzoanus Zigno. Tab. XXX. fig. 4. 5. Z. foliis pinnatis elongato-lanceolatis basim versus sensim angustalis ; rachide valida inferne incrassata ; pinnis crassiusculis, suboppositis , patulis, approximatis, lineari-lanceolatis tota base vix dilatata rachi insertis, dein sensim usque ad apicem attenuatis, acuminatis; nervis tenuibus fere omnibus simplicibus, interdum una vice furcatis, aeque distantibus basi non conver- gentibus et usque ad apicem parallelis excurrentibus. In saxo calcareo griseo seriei oolithicae inferioris, una vice mihi tantum occurrit ad Rotzo, in Septem Communibus Provinciae Vicentinae. L’unico esemplare finora esistente manca dell’ estremità, e misura ventisette centimetri in lunghezza sopra sei di larghezza nella parte più ampia. Questa foglia pinnata ha una forma lanceolata molto allungata, che va lentamente stringendosi verso la base ed è per- corsa da una rachide robusta, avente il diametro di tre millimetri, ma che nel punto estremo della sua base s'ingrossa rapidamente fino ai cinque. Le pinne lineari-lanceolate, quasi opposte e patenti, sono di consistenza piuttosto crassa e s’ inseriscono un po’ obblii- quamente sulla rachide, con tutta la loro base lievemente dilatata ed in quel punto sono così avvicinate che quasi si toccano. Fin dalla base cominciano a stringersi gradatamente procedendo verso l'estremità e finiscono acuminate, però, con l'apice non molto acuto. La maggiore loro lunghezza giunge a poco oltre i quattro cenumetri ed alla base hanno | una larghezza di soli quattro o cinque millimetri, che poscia va decrescendo, come fu detto. I nervicciuoli delle pinne sono sottilissimi ma bene marcati; per lo più sono tutti semplici , però talvolta se ne osserva alcuno che si parte in due rami. Alla base delle pinne i nervetti non sono nè convergenti, nè approssimati, ma seguono l'andamento dei margini delle pinne, mantenendosi paralleli fra di loro e così poscia scorrendo fino al- l’apice delle medesime. Questa forma si rinvenne una sol volta nella calcarea grigia spettante alla serie ooli- tica inferiore, a Rotzo nei Sette Comnni del Vicentino. A prima giunta questa specie offri- rebbe qualche somiglianza col Zamites Feneonis Brona, ma il modo diverso con cui le pinne si attaccano alla rachide, la minor loro acutezza all’apice, e la loro brevità, che per la lunghezza della foglia e per la grossezza della rachide non può attribuirsi all’età, ci autorizzano a considerarla quale specie diversa. 11. Zamites Milleri Zigno. Tab. XXX. fig. 6. Z. foliis latis, pinnatis, rachide crassiuscula longitudinaliter argute striata ; pinnis obliquis alternis, distantibus, linearibus elongatissimis, paullulum ar- cuatis rachi oblique insertis, basim versus sensim attenuatis; nervis tenuibus, simplicibus, creberrimis, parallelis. Zamiae spec. Minrer, Testimony of the Rocks pag. 434. fig. 136. Invenit CI. Hugo Miller in formatione oolithica inferiori apud Helmsdale in Scotia. Il frammento di cui riporto qui la figura, mostra porzione di una foglia pinnata che doveva essere stata piuttosto ampia. Essa si scorge munita di una rachide segnata da nu- merose e finissime strie longitudinali, e fornita di pinne obblique alterne, e separate luna dall’altra da uno spazio corrispondente al doppio della loro larghezza. Le pinne appariscono leggermente arcuate e s’ inseriscono con tutta la base sulla rachide. La loro forma lineare allungata va facendosi gradatamente più angusta procedendo all’ingiù verso il punto d’inserzione. Mancando nel saggio tutte le estremità non si può conoscere come terminassero le pinne. Questa specie si vede figurata, ma non descritta nell’Opera del Sig Ugo Miller inti- tolata; Testimony of the Rocks (pag. 434. fig. 136.), nella quale annoverò parecchie forme vegetali da lui scoperte nei terreni oolitici di Helms-dale nella Scozia. Siccome poi non è accennato nell’Opera suddetta, se le figure dei saggi li rappresentino di grandezza natu- rale oppure ridotti, così non puossi determinare quali fossero le dimensioni reali delle specie figurate. L’immatura morte dell'autore di quell’ Opera rimarchevole, ponendo nell’ impossibilità di raccogliere dati più precisi sulle specie da lui indicate, conviene attenersi alle sole figure intercalate nel testo: e'per quanto risguarda la presente specie, la figura citata che stimai opportuno di riprodurre, palesa abbastanza chiaramente le differenze esistenti fra questa forma e le altre congeneri. 12. Zamites Gigas (Lindl. Hutt.) Morris. Z. foliis magnis pinnatis, lanceolatis vel ovato-acuminatis basim versus attenuatis; rachide basi incrassata; pinnis alternis, approximatis, patulis, ovato-linearibus elongatis, acuminatis, apice subfalcatis, basi obtuse subcor- data, leviterque constrieta, racheos lateri anteriori oblique insertis; nervis cre- bris, aequalibus simplicibus, basi approximatis subconvergentibus, dein remo- tiusculis, rectis, parallelis, et e ad margines exlremos apicemque pinna- rum excurrentibus. Zamites Gigas. Morris, Ann. Nat. Hist. VII. pag. 116.; Cat. Brit. foss. pag. 25. — Gorr- rert, Foss. Cycad. in Arbeit. Schless. Gesell. 1843. pag. 43. — Broxa. Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 106. — Usxcer, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 283. — Lrcxensy, Foss. PI. oolit. Scarb. in Quart. Journ. Soc. Geol. Lond. pag. 77. — Scurr, Paléont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 155. Zamia Gigas. Lisi. Hvrr. Foss. Fl. Gr. Brit. IMI. tab. 165. — WicLramson, Contrib. Hist. of. Zamia Gigas, in Trans. Soc. Linn. Lond. Vol. XXVI. pag. 663. Zamia Mantelli. Broxa. Prodrom. pag. 94. Encephalartos Gigas. Mrourr, Monogr. Cycad. pag. 61. dea Gigas. Brona. Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 62. — Miur, Prodrom. Syst. Cycad. pag. ia: falcata. Sterns. Vers. FI. Vorw. II. pag. 78. tab. 23. fig. 1. Zamites falcatus. Pres, in Srerxs. Loc. cit. pag. 197. tab. 23. fig. 1. — Gorpp. Foss. Cycad. in Arbeit. Schles. Gesell. 1843. pag. 42. — Broxo. Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 106. — Usarr, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 283. — Scaneer, Paléont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 154. Ptilophyllum falcatum. Morris, Ann. Nat. Hist. VII: pag. 118. Palacozamia falcata. Morris, Cat. Brit. foss. pag. 15. Podozamites falcatus. Browne. Tabl. Gen. Vigét. foss. pag. 62. — MiqveL, Prodrom. Syst. Cycad. pag. 31. Williamsonia Gigas. Carrutmers, Foss. Cycad. in Trans. Linn. Soc. Lond. 1870, Vol. XXV k pag. 675. FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE. — DICOTYLEDONES. 6 In arenaria micacea formationis oolithicae inferioris prope Scarborough, in Comi- tatu York, Angliae. Le foglie di questa bella specie variano d’assai nelle loro dimensioni, e giungono talvolta ad un metro di lunghezza, sopra venticinque centimetri di larghezza. Il loro gene- rale contorno presenta una forma ovato-lanceolata, assai allungata ed alquanto acuminata, che nella parte inferiore pel rapido accorciarsi delle pinne si va stringendo verso la base, ove poscia per un tratto di circa dodici millimetri la rachide rimane spoglia e forma un picciuolo che s’ingrossa nel punto ove s'attacca al tronco. Le pinne sono alterne, patenti, avvicinate tra loro, e di forma ovato-lineare molto allungata, acuminate ed un poco fal- cate all’apice. La base ne è ottusamente cordata, e leggermente ristretta ove s° inseri- scono in senso obbliquo sulla faccia anteriore della rachide. È da osservarsi che le pinne sono più larghe nel terzo inferiore a lieve distanza dal loro punto d’inserzione, ove hanno circa dodici millimetri di larghezza. La lunghezza poi raggiunge sovente i dodici centi- metri. Queste dimensioni però si riferiscono a quegli esemplari che ci presentano le foglie più grandi e giunte al pieno loro accrescimento, mentre assai spesso se ne incontrano dei saggi forniti di foglie molto più piccole. Nella mia Collezione posseggo un esemplare che mi fu regalato dall’illustre Brongniart e che è accompagnato da un cartellino sul quale sta scritto di suo pugno il nome di Zamites Gigas. L. H. con appostovi quale sino- nimo il Zamites Mantelli Broxc. Prodrom. pag. 94. In questo esemplare la foglia non è così ampia come lo è in quelli descritti dal Williamson, e le pinne hanno soltanto sei millimetri di larghezza sopra sei centimetri di lunghezza; dal che si può dedurre che le proporzioni relative fra la lunghezza e la larghezza delle pinne si mantengano quasi eguali anche nelle foglie di dimensioni minori. I nervicciuoli che percorrono le pinne sono numerosi, semplici, eguali ed alquanto avvicinati fra loro al punto d’ inserzione; indi divergendo alcun poco si dirigono equidistanti verso la parte estrema delle pinne, parecchie mettendo ivi capo nel margine superiore, alcuni raggiungendone l’apice, altri terminando nel margine inferiore; il che avviene perchè procedendo quasi paralleli in linea retta, vengono tagliati obbliquamente dai margini delle pinne mano mano che queste ultime si fanno gradatamente più anguste ed acuminate. Questa magnifica Cicadeacea che abbella i depositi fitolitiferi dell’Oolite inferiore dei contorni di Scarborough nell’Inghilterra, richiamò da gran tempo l’attenzione dei cultori della Paleofitologia. Nel 1822 i Sig' Young e Bird (Geology of the Yorkshire coast tab. II. fig. 2.) ne diedero una rozza figura, a cui associarono un’altra forma (Loc. cit. fig. 6.), che para- gonarono all’ infiorescenza del Carciofo. Vate © NRpre Nel 1834 il Sig Williamson, in una Memoria letta alla Società Geologica di Londra, accennò alla probabilità, che tanto l’esemplare delineato alla fig. 6. dai Sig.' Young e Bird, quanto altri consimili scoperti di poi a Hawsker, potessero rappresentare gli or- gani della fruttificazione di una qualche Cicadea. Nel 1837 i Sig. Lindley e Hutton descrissero sotto il nome di Zamia Gigas una foglia di questa specie, di cui il Sig" W. C. Williamson aveva loro comunicato un e- satto disegno (Foss. Flora of Gr. Brit. Vol. III. tab. 165). Finalmente nel 1838 vediamo nell’opera dello Sternberg (Vers. FI. Vorw. I. pag. 197. tab. 23. fig. 1) figurata e descritta da Presl una foglia analoga sotto il nome di Zamites falcatus, che lo Sternberg aveva prima collocato erroneamente fra le Odontopteris. Dopo quell'epoca le Collezioni delle Società Filosofiche di York e di Whitby e le raccolte private dei Sig.' Murray, Williamson, Bean, Ripley si arricchirono di splendidi esemplari, che negli ultimi tempi fornirono ampia materia di studio al Prof. W. C. Wil- liamson ed al Sig." W. Carruthers. Il Prof. Williamson dopo accurate indagini eseguite sopra buon numero di saggi, riuscì a stenderne una monografia assai istruttiva, nella quale mercè la riunione di tutti que’ frammenti che gli sembravano avere attenenza con questa specie, giunse a ricosti- tuirla e a darcene la figura munita del tronco, delle foglie e degli organi della frut- tificazione. A dir vero io non oserei dichiarare sufficientemente provato, che que’ diversi resti abbiano tutti appartenuto alla specie in discorso, nulla concludendo lo averli trovati vicini ‘e nel medesimo strato; poichè sono d’avviso che in fatto di fossili vegetali, non si possa assicurare che un organo staccato abbia appartenuto ad un dato esemplare, qualora non si abbia avuta la ventura di trovarvelo per lo meno aderente. Tuttavia la memoria del Williamson, ha il sommo pregio di porgere una estesa € particolareggiata analisi di que- sta specie e di tutte quelle forme che il chiarissimo Autore considera doversi ad essa collegare. Il Sig." Carruthers toglie invece argomento dalle proprie osservazioni e da quelle del Williamson, per ritenere che questa Cicadeacea fosse provveduta di una fruttificazione di- versa da quella delle Zamiee e delle Cicadee propriamente dette, e perciò la colloca nella sua Tribù delle Williamsoniee, fondando per essa il Genere Williamsonia, che pe- gli stessi dubbi da me testè accennati, non troverei per anco basato sopra criterii ab- bastanza sicuri. In quanto poi alla foglia descritta da Presì sotto il nome di Zamites falcatus, essa proviene dal medesimo deposito fitolitifero dell’Oolite di Scarborough e fu comunicata allo Sternberg dalla stessa Società Filosofica di York, nè se ne trova alcuna ma ggiore illustrazione negli autori che trattarono delle piante di quel deposito. Brongniart, Goep- pert, Unger, Morris e Schimper, i quali nelle loro opere mantengono il Zamites falcatus separato dallo Zamites Gigas, si limitano a riportare la descrizione del Presl, nè accen- nano di avere esaminato alcun esemplare del primo. Ma paragonando la figura del Za- mites falcatus, col saggio del Zamites Gigas esistente nella mia collezione, non si trova alcun carattere differenziale atto a contrastare la identità di queste due specie; la cui riunione, proposta dal Carruthers e basata sull’accurato studio dei numerosi materiali che erano alla sua portata, devesi ammettere con tanto maggior sicurezza, che quel Chia- rissimo osservatore, già provetto nella investigazione delle Cicadeacee ed occupato da più tempo in queste ricerche, trovasi d’altronde fornito di tutti i mezzi necessari per ogni più serupoloso confronto. Diversamente dobbiamo dire del Cycadites gramineus di Phillips (Geol. of the York- shire Coast, tab. 10. fig. 2.) che da qualche autore viene riunito al Zamites Gigas. Giacchè per quanto si voglia considerare poco esatta la figura del Phillips, essa presenta però differenze tali da escludere ricisamente ogni possibilità di un tale ravvicinamento. Il Gycadites gramineus, Pair. ha le pinne molto più strette, e curvate all'insù o falcate fin dalla base. Il punto della maggiore loro larghezza è precisamente alla base, e soltanto colla parte inferiore di questa s'inseriscono sulla rachide, mentre il lato superiore della base stessa si espande in un’orecchietta libera. I nervicciuoli partono dal punto d’inser- zione e divergendo a guisa di ventaglio si volgono verso il margine superiore della pinna, gl’inferiori prolungandosi fino all'apice. Questi caratteri dimostrano ad evidenza che non si tratta di una forma che abbia alcuna analogia coi generi Cycadites e Zamites, ma bensì di una specie senza dubbio appartenente al genere Otozamites. All’incontro non è a dubitarsi che la Zamia Mantelli, nominata (ma non descritta) - dal Brongniart, fino dal 1828 nel suo Prodrome d'une Histoire des Végétaux fossiles, sia tutt'uno col Zamites Gigas, avendolo dichiarato lo stesso Brongniart che nel Tabl. des Genres des Végét. fossiles, pag. 62 e pag. 106, pose il Zamites Mantelli, quale si- nonimo di quest ultimo, e se roogonra ciò ripetuto sul cartellino dell'esemplare che m’in- viò in dono. 13. Zamites angustifolius. Zichw. Z. Foliis pinnatis, amplis, elongatis; rachide tereti crassiuscula; pinnis suboppositis, erecto-patulis, lanceolato-linearibus elongatis, apicem versus sen- sim altenuatis, tota base, inferne abrupte augustata, rachi oblique insertis ac decurrentibus ; nervis tenuibus, simplicibus, rectis, parallelis, basi approxima- tis, obliquis. Le. Zamites angustifolius. ErcawaLp, Lethaea Rossica Vol. II. pag. 39, tab. II. fig. 7. fi SI è Podozamites angustifolius. Sommrer, Paleont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 160. In argilla scissili micacea, formationis Oolithicae mediae, inter Rasbine et Rischt in Persia, invenit Cl. Eichwald. Quantunque l’esemplare illustrato dal Chiarissimo Cons. Eichwald nella Lethaea Rossica manchi di tutto il contorno, tuttavia dalla porzione che ne rimane visibile si può rico- noscere che questa Zamiea doveva essere fornita di foglie piuttosto ampie ed allungate. La rachide che percorre la foglia è di forma cilindrica e di mediocre grossezza misu- rando appena un millimetro e mezzo di diametro, nè osservasi segnata da alcuna traccia di strie longitudinali. Le pinne sono quasi opposte eretto-patenti di forma lanceolato-li- neare assai allungata, che va attenuandosi gradatamente verso |’ estremità, mentre il mar- gine inferiore della base, rientrando la ristringe rapidamente verso il punto d’inserzione, ove la pinna decorrendo alcun poco s’attacca con tutta la base obbliquamente sulla ra- chide. La maggiore larghezza delle pinne si rimarca a breve distanza dalla base ed ivi giunge a cinque millimetri. Da quel punto procedendo verso l’apice si fanno gradatamente più anguste. In quanto alla lunghezza delle pinne si può calcolare che non oltrepassasse i cinque o i sei centimetri. I nervetti che le percorrono sono assai sottili, semplici, ritti e paralleli; e soltanto al punto d’inserzione ove la pinna è più stretta, si avvicinano tra di loro e decorrono obliquamente, seguendo l'andamento della base della pinna. Questa specie fu scoperta dal Cons. Eichwald nel terreno Oxfordiano inferiore, fra Lasbine e Rischt nella Persia. Ritorno questa forma nel Genere Zamites, ove era stata posta dal Chiarissimo Cons. Fichwald, non trovando in essa caratteri sufficienti per lasciarla nel genere Podozamutes, nel quale fu recentemente collocata dall’illustre Professore Schimper (Traité de Paléon- tologie Végétale. Vol. II. Parte I. pag. 160). È bensì vero che al primo aspetto, questa specie mostra qualche somiglianza colle forme comprese nel Genere Podozamites, e ciò, pello stringimento basale delle pinne e per la loro decorrenza sulla rachide; ma osservando come quest’ ultime non formino picciuolo al punto d’inserzione e invece aderiscano con tutta la loro base sulla rachide, dobbiamo riconoscere che le foglie di questa specie presentano maggiori analogie con quelle del genere Zamites. Tuttavia la decorrenza delle pinne a base ristretta accennerebbe ad una forma intermedia fra l'uno e l’altro genere: forma, i cui caratteri non sarebbero però sufficienti a fondare un nuovo gruppo generico. o — 14. Zamites Phillipsii. Zigno. Tab. XXXII. fig. 1. 2. Z. foliis pinnatis, petiolatis, lineari-lanceolatis, elongatis, basim versus et apicem sensim attenuatis; rachide canaliculata, basi incrassata; pinnis, linearibus, alternis, patulis, basi approximatis, tota base subdilatata racheos lateri anteriori Insertis, apicem versus angustatis, falcatis, acutis; nervis prominulis crebris, simplicibus, usque ad pinnarum apicem parallelis. Cycadites pectinoides. Puruirs, INlust. Geol. Yorksh. Vol. I. pag. 125. tab. X. fig. 4. (excl. Synon. Sternb). Pterophyllum pectinoides. Gorrert, ms. — Browx, Index Palacont. pag. 1056. Zamia hastula. Braw, ms. Palaeozamia hastula Lroxexpr, Ool. Plants of Scarb. în Quart. Journ. Soc. Geol. Lond. Vol. XX. pag. 77. Williamsonia hastula. Carrutners, oss. Cycad. in Trans. Soc. Linn. Lond. Vol. XXVI pag. 693. In formatione Oolithica inferiori ad Cloughton et Saltwick prope Scarborough in Co- mitatu York, Angliae. Le foglie pinnate di forma lineare lanceolata molto allungata, che si attenua gradata- mente tanto verso l’apice che verso la base, giungono talvolta ad una lunghezza di circa trenta centimetri sopra una larghezza di cinque e sono percorse da un robusta che ha un diametro di due millimetri ed è Seg solco ottuso che la rende scanalata. a rachide alquanto nata longitudinalmente da un Alla base della foglia, ove terminano le pinne, la rachide si prolunga per un iratto di cinque centimetri, così formando picciuolo alla foglia, e gradatamente ingrossandosi giunge ad avere un diametro di sei millimetri nel punto ove si unisce al tronco. Le pinne sono alterne, lineari, molto avvicinate alla loro base, che lievemente dilatata, s'inserisce per tutta la sua larghezza sulla faccia anteriore della rachide. Verso l’apice, le pinne si fanno più anguste e leggermente falcate terminano in La loro larghezza ordinaria è di quattro millimetri, e la loro mag- giore lunghezza non oltrepassa i tre centimetri. Numerosi nervicciuoli semplici ed alquanto rilevati corrono paralleli verso 1’ punta piuttosto acuta. estremità delle pinne mettendo capo, equidistanti fra di loro, nel margine terminale delle medesime. SE Rinviensi questa specie nelle statificazioni della zona Oolitica inferiore a Cloughton ed a Saltwick presso Scarborough nell’ Inghilterra. Il primo che, senza descrivere questa specie, le diede il nome e ne pubblicò la figura fa il Chiarissimo Signor Giovanni Phillips, Professore di Geologia nell’ Università di Oxford, nella sua bell’opera intitolata: IlMlustrations of the Geology of Yorkshire, Vol. I. pag. 125. tav. X. fig. 4. Però dobbiamo far rilevare che la citata figura presenta l’a- pice delle pinne molto ottuso ed anzi rotondato, il che non si riscontra sugli esemplari, i quali tutti hanno invece l’estremità delle pinne acuta e leggermente falcata. Il Signor Bean, tanto benemerito della Scienza pelle sue raccolte di piante fossili di Scarborough, ravvisando molto giustamente fin questa forma l'aspetto generale ed i caratteri di una vera Zamiea, ne distinse i saggi esistenti nella sua Collezione col nome di Zamia hastula. Il Chiarissimo Signor Leckenby (On the Sandstones and Shales of the Oolites of Scarborough, with Descriptions of some New Species of Fossil Plants. Vedi il Quart. Journ. Geol. Soc. Lond. Vol. XX. P. I. pag. 77) la annovera semplicemente fra le piante proprie dei depositi dell’oolite di Cloughton, col nome di Palaeozamia hastula Bran, ms. apponendovi quale sinonimo il Cycadites pectinoides di Philips. Finalmente la troviamo descritta per la prima volta dal Carruthers, sotto il nome di Williamsonia hastula, nella sua memoria sulle Cicadeacee fossili delle roccie secondarie d'Inghilterra, inserita nel Vol. XX. delle Transazioni della Società Linneana di Londra. Non avendo il Signor Bean fatto di pubblico diritto il nome con cui distinse questa forma, non si sa comprendere come i Signori Leckenby e Carruthers abbiano dato la preferenza a tale denominazione specifica in confronto di quella adoperata dal Phillips, il quale sebbene non abbia descritto questa specie, fu però certo il primo a darle un nome ed a pubblicarne la figura. Nè a ciò saprei vedere altra ragione all’infuori di quella che il nome di Palaeozamia 0 Williamsonia pectinoides potesse recar confusione essendovi di già due Zamiee, luna col nome di Pterophyllum pecten e l’altra con quello di Zamites pectinatus, che senza dubbio sono diverse dalla presente specie. Per ovviare quindi a tale inconveniente ed accennare in pari tempo a chi pel primo ne diede la figu- ra, ho creduto ben fatto lo intitolare questa specie all’ Mustre Professore di Oxford. Non esistendo alcuna altra figura di questa Zamiea e d'altronde quella data dal Phil- lips non rappresentandone che un frammento, insufficiente a porgere un'idea della sua forma generale e dei caratteri che la distinguono, ho stimato opportuno di aggiungere alla particolareggiata descrizione della specie, una migliore figura, valendomi degli esem- plari ehe conservo nella mia Collezione generale delle piante fossili dell’Oolite e che provengono dai depositi fitolitiferi dei contorni di Scarborough. 2° arr LAIABIAi 15 Zamites oblongus. (Pomel) Zigno. Z. foliis pinnatis, linearibus, oblongis, rachide compressa; pinnis oblongis approximatis, patentibus, basi subattenuata ac contracta, racheos lateri ante- riori insertis, apice subattenuato, obtuso, rotundato; nervis validis, simplicibus, subparallelis, raro furcatis. Crossozamia (Palaeozamia) oblonga, Power, Materiaux p. Z@ Flore d. ter. jurass. d. la l'rance, in Amt. Bericht d. Gesellsch. Deuts. Naturf. in Aachen. 1847-48. pag. 344. In formatione Coralliana seriei Ooliticae mediae ad S. Mihiel in Gallia. Questa specie si trova descritta dal Pomel nella memoria sulle piante giurassiche dalla Francia, ch'egli presentava alla Riunione dei Naturalisti ch’ ebbe luogo in Aquisgrana nel Settembre del 1847. Da quella descrizione si rileva che le foglie pinnate di questa Zamiea erano di forma lineare oblunga e percorse da una rachide compressa. La quale compressione non saprei ammettere come carattere attendibile, potendo essere dovuta allo schiacciamento dell'esemplare. Le pinne pure oblunghe, molto vicine luna all'altra e patenti, sono inserite colla base leggermente attenuata e ristretta, sulla faccia anteriore della rachide, e la loro estremità, anch'essa alquanto attenuata, termina coll’ apice ottuso e rotondato. I nervetti che le percorrono sono piuttosto robusti, quasi paralleli fra di loro, per lo più semplici e rade volte forcuti. L’esemplare descritto dal Pomel fu rinvenuto in Francia a S. Mibhiel, nel Diparti- mento della Mosa, in una roccia spettante al piano Coralliano dell’ Oolite media. Questa forma collocata dal Pomel nel suo Genere Crossozamia, presenta, in quanto risguarda le foglie, tutti i caratteri propri del Genere Zamites, nè veggiamo che quel chiarissimo autore accenni, di avere con essa rinvenuto alcuno di quegli organi della fruttificazione che gli servirono per fondare il Genere Crossozamia. D'altronde, come ho di già osservato, il rinvenimento di altri organi sulla stessa roccia su cui giacciono le foglie non è argomento sufliciente per ritenerli appartenenti alla stessa specie cui si riferiscono quest’ ultime. Una più sbicalareggiali illustrazione delle piante brevemente descritte dal Pomel, dobbiamo cosa dall Opera, sulle piante giurassiche della Francia, del Chiarissimo Conte Mi tel q, “e nfii Pu » Ept, Wed È - » x * 2 È di wi È DI è ® Pa Riace "a n: — 49 —. Gastone di Saporta, opera che oltre alla illustrazione delle specie scoperte dall'autore, contiene eziandio l'esame critico di quelle citate da altri, come esistenti nei varii. piani dei terreni giuresi della Francia; coll’aggiunta di importanti osservazioni comparative colle specie analoghe d'altri paesi. ; 16. Zamites pedoni is bn Z. foliis pinnatis, rachide tereti costati pinnis suboppositis patulis, elongato-lanceolatis, subellipticis, apice obtusiuseulis, base leviter constricta, oblique inserlis, apicalibus basi confertis, subimbricatis, dein divergentibus ; nervis tenuibus, parallelis, Mrapicon ad basim pn Vedo leviter approximatis. Zamites Whitbyensis. Pres, in Srerxs. Vers. Fl. Vorw, Vol. II pag. 197. Tab. XXIII, fig. 3. — Gorpr, Foss. Cycad. in Ueb. Arb. Schles. Gesell. 1843, pag. 42. — Uxosr, Gen. Spec. Plant. foss. pag. 283. — Scunweex, Paléont. Végét. Vol. II. Pars. I. pag. 155. | Odontopteris digitata. Srenns, Vers. Fl Vorw. Vol. IL pag. 77. Tab. XXUI. fig. 8. — Gorepp. Foss. Farrnkr. pag. 209. 384. i : te." In formatione Oolithica ad Whitby in Comitatu York, Anglio. i Il solo esemplare esistente, che è quello figurato nell'opera dello Sternberg, ci pre- senta soltanto la porzione terminale di una foglia. Si scorge però ad evidenza che la foglia era pinnata e non digitata come sembrò al Presl. Essa è percorsa da una ra- . chida dritta, cilindrica ed abbastanza robusta, munita di foglioline o pinne quasi oppo- | ste ed alquanto patenti, di forma lanceolata allungata che si avvicina all’ellittica, col- l'apice che termina in punta un po’ ottusa, e colla base ristretta nel punto ove la pinna - s'inserisce obbliquamente sulla rachide. Le pinne sono piuttosto anguste, misurando nel mezzo, ove sono più ampie, soli otto millimetri sopra una lunghezza di quarantasette.. Quelle che formano l'estremità della foglia, hanno le basi così avvicinate che ivi si toc- cano e si ricoprono vicendevolmente, e divergono poscia ‘Puma dall altra in modo che il Presl credette erroneamente avessero una disposizione digitata. I sottilissimi nervetti che. le percorrono longitudinalmente, sono semplici e paralleli, però i laterali seguono in parte l andamento «dei margini delle pinne e quindi verso la base e verso l'apice di ne sì avvicinano insensibilmente a quelli del centro. i L esemplare destrittà e figurato di Presì, proviene dai depositi tolti dell’oolite inferiore di Whitby nella Contea di York nell’ Inghilterra. * FLORA FOSSILIS n OOLITHICAE. — DICOTYLEDONES. 7 Di ha PP 06, ee Mo.Botuarce ì TR È i di È È de i di gin se È j pai mi 3 xi nda PRI i % Ni a ù i e Mera io e C) sigg ibn 7 e RE Ai > e Pio vg nor A Meri a db + Pao I} È er; ua di dp P cet Ag ici fa s e DA io È. GE RC, î dl agli ddl Re SPE Me. pe, a CA DICA Questa specie di cui gli autori Inglesi non fanno alcuna menzione, può considerarsi ‘come assai problematica, perchè basata sopra una semplice estremità di una foglia e po- tendo le pinne avere avuto una forma alquanto diversa e forse analoga a quella d’al- tre specie conosciute, in tutta quella parte della foglia che manca nell’esemplare. 17. Zamites Moreaui Brong. Z. -foliis pinnatis late lanceolatis oblongis, breviter petiolatis, petiolo basi inerassato; rachide crassa striata; pinnis coriaceis, alternis, patentissimis, sub- ‘®qualibus, elongato-lanceolatis, apice obtusiusculo, base vix constricta cordato- ‘emarginata, puncto calloso rachidis lateri anteriori insertis, inferioribus decre- scentibus, imis brevibus subtriangularibus, supremis linearibus _angustioribus obtusis ; nervis tenuissimis simplicibus, basi leviter convergentibus, dein rectis, parallelis, apicem versus sensim paullulum divergentibus. Zamites Moreaui. Broxe. Tad. Gen. Végét. Foss. pag. 62. et pag. 102. — Sarorta, Plantes Jurass. de la France. Vol. IL pag. 92. Tab. 84. fig. 1, 2. ‘ Crossozamia Moreana. Power, Plant. Jurass. de la France in Amtl. Ber. Versamm. Deutsch. Naturf. in Aachen 1849. pag. 343 (ex parte), Crossozamia Moresui. n On Foss, Cycad. in Transact. Soc. Linn. Lond. Vol. XXVI. pag. 691. Crossozamia Buvignieri. Powrt, loc. cit. (Synon. juxta CI. Com. do Saporta). Zamites Moraeanus. Scummper, Paléont. Végét. Vol. II. Pars, I. pag. 154. Var. a, foliis longe petiolatis, pinnis ensiformibus, falcatis, obtusis. Zamites Moreaui. Saporta, Loc. cit. pag. 92. Tab. 84. fig. 3. Via: B; foliis longe petiolatis, pinnis, apicem versus, sensim attenuatis, subfalcatis acutiusculis, »_nervis validioribus A Zamites Moreaui. Saporra, loc. cit. pag: 92. Tab. 85. fig. 2. In Jorpgitoni coralliana, seriei oolithice mali ad Gibbomeix, S. Mimel, et Burey- -en-Vaux. Varietas @ ad Urufle et varietas £ ad Verdunin Gallia. Le foglie pinnate, fornite di breve e largo picciuolo e percorse da una grossa ra- chide, striata. longitudinalmente, hanno una forma ampiamente lanceolata oblunga, che raggiunge talvolta una larghezza di dodici centimetri sopra una lunghezza di trenta. Le pinne hanno una consistenza coriacea, sono alterne ed assai patenti, anzi talvolta. ‘oriz- | zontali e per lo più eguali fra di loro, nella porzione mediana della foglia, ove hanno una forma lanceolata nni coll’apice u un po ottuso e colla base che al. punto d'i in- si da serzione, bruscamente convergendo, prende una forma ottusamente cordata e s'inserisce col seno mediano sopra un ingrossamento calloso, sulla faccia anteriore della rachide. La lunghezza delle pinne varia dai cinque ai sei centimetri e la larghezza daì sei ai nove millimetri. Procedendo verso la base della foglia minuiscono di lunghezza per modo che le ultime sono lunghe soltanto il doppio della loro base, misurata presso al: punto d’in-,” serzione, ed acquistano una forma triangolare allungata. Verso l'estremità della foglia le pinne si fanno molto più anguste ed hanno forma lineare coll’apice molto ottuso. I nervetti che le percorrono longitudinalmente sono sottilissimi, semplici, alquanto con- vergenti alla base della pinna, poscia ritti e paralleli, indi lievemente ritto cor- rono verso i margini laterali e l'estremità della pinna. La varietà 2, sì distingue sopra tutto per avere le. pinne ampiamente lineari, ensi- formi e falcate coll’apice molto ottuso, e la varietà £, perchè le pinne dalla metà. della loro lunghezza procedendo verso l'apice, gradatamente vanno attenuandosi e terminano in punta alquanto acuta, ma non già così finamente acuminata come nella Savi che segue, colla quale però questa forma ha molta affinità. Queste due ultime forme sono così diverse dalla prima, con cui furchò riunite dal Co. di Saporta, che a parer mio meriterebbero di essere considerate quali appartenenti a specie diverse. Non avendo però l'opportunità di esaminarne gli esemplari, credo mi- glior consiglio limitarmi per ora a distinguerle come semplici varietà. La specie iostrata dal Co. di Saporta si è trovata in Francia nel piano coralliano superiore dell’ colite media a S. Michiel, Burey -en- - Vaux, e Gibbomeix. ‘La varietà <, si rinvenne nella stessa formazione ad Urufle è la varietà £ presso Verdun. Fra le figure di questa specie, pubblicate dal Co. di Saporta, ho tralasciato di cita- re la fig. 1 della tavola 85, (Plantes jurassiques. de la France Vol. II.) perchè, quantunque dall’autore riferita ad un individuo giovane, presenta però tali differenze. nella forma delle pinne, da risvegliare il dubbio che possa appartenere ad altra specie. La detta figura mostrerebbe invece molta affinità con quella specie che descrissi e fi- gurai alla pag. 30, Tav. 34. fig. 1-2 di questo volume. 18. Zamites acerosus Sap. Z. foliis pinnatis, late linearibus elongatis, rachide crassa; pinnis horizon- talibus, alternis, lineari-lanceolatis, sensim acuminatis, ac in apicem acerosum longe attenuatis, base rotundata vel obtuse emarginato-cordata, rachidis pun- cto calloso, lateri anteriori insertis, nervis simplicibus, interdum furcatis, basi convergentibus, dein rectis, parallelis, apicem versus leviter divergentibus. Zamites acerosus. S«rorta. Plantes Jurass. de la France, Vol. IL pag. 97. Tab. 86. In formatione coralliana nia sertei Qolithice medie apud Chateauroux 77 - Gallia. Le foglie pinnate sono di forma ampiamente lineare e percorse da una rachide ro- | busta alcun poco rilevata Jongitudinalmente nella faccia anteriore. Le pinne sono al- terne, piuttosto fra di loro discoste, orizzontali, di forma lineare lanceolata che grada- tamente si attenua e termina in punta molto acuminata. La base ne è rotondata od ottusamente cordato-smarginata e s'inserisce con un ingrossamento calloso sulla faccia anteriore della rachide. La lunghezza delle pinne giunge fino ai sei centimetri e la maggiore larghezza misurata nel punto più ampio, cioè prima che i margini comincino. a convergere verso la base, varia dai sei ai nove millimetri. I nervetti che percorrono longitudinalmente le pinne convergono al punto d’inserzione, indi i mediani, che tal- volta sono forcuti, corrono paralleli fino. all'estremità della pinna, mentre i laterali di- . vergono lievemente in guisa da metter eapo successivamente nei ; MER della parte attenuata della pena Questa specie presione, dal piano coralliano superiore dell’oolite di Chateauroux in Francia. 49. Zamites pummilio Sap. - foliis impari-pinnatis, SAL petiolatis, late linearibus, basi attenua- lis, rachide crassiuscula ; pinnis erectiusculis, alternis, linearibus angustis , valde approximatis, apice obtuse acutis, rachidis lateribus oblique insertis, me- diis et superioribus equalibus, inferioribus i abruple decrescentibus, mervis in- . conspicuis. Zamites pumilio. Sarorta, Végét. Jurass. de la France Vol. II pag. 109. Tab. 92. fg: 4. -. In stratis inferioribus formationis Kimi ad Cirin in Gallia. La foglia impari-pinnata ha una forma largamente lineare. necordista che si attenua verso la base. Essa è percorsa da una rachide alquanto | robusta che inferiormente si prolunga in un picciuolo che gradatamente s’ ingrossa.. Dall’ estremità della pinna ter- minale misura in aan cinque. centimetri e: mezzo, compreso il peso; ed è pe e le due centimetri. Le pinne sono alterne, piuttosto erette, molto avvicinate tra di loro e quasi contigue, ed inserite obbliquamente con tutta la base sui Jati della rachi-. de. Sono anguste, lineari e terminano in punta ottusa. Le medie e le superiori, com- presa la terminale, raggiungono una lunghezza di quindici millimetri, sopra una lar- | ghezza che non supera i due. Le pinne inserite verso la base decrescono rapidamente. Dei nervetti non si riscontra traccia alcuna sull’ esemplare illustrato dal Co. di Saporta, La brevità della foglia e la forma lineare ed assai angusta delle pinne sono i ca- ratteri principali che distinguono questa specie dalle altre. Essa proviene dal piano inferiore del terreno Kimmeridiano e fu rinvenuta a Cirin nel Dipartimento dell’Ain, in Francia. 20. Zamites claravallensis Sap. Z. foliis pinnatis petiolatis, late oblongis; rachide erassa compressa; pinnis lineari-lanceolatis, elongatis alternis, approximatis, patentibus vel subhorizonta- libus, basi obtusa ac constricta, leviterque emarginata, puncto calloso rachidis lateri anteriori insertis, apicem versus sensim attenuatis, obtusis; nervis tenui- bus, parallelis, furcatis seriatim ad pinnarum margines apicemque excurrentibus. Zamites claravallensis. Sarorta, Plantes Jurass. de la France. Vol. II. pag. 108. Tab. 983, fig. 1. In formatione Kimmeridiana inferiori ad Clairvaux in Gallia. ; Le foglie pinnate di forma largamente bislunga sono percorse da una rachide com- | pressa che si prolunga in un pieciuolo egualmente appianato. Nell’esemplare descritto dal Co. di Saporta manca la parte terminale della foglia e quasi tutte le pinne sono prive della loro estremità, ma. da quelle poche che rimangono si può arguire la forma delle altre. Le pinne sono piuttosto avvicinate, alterne, molto patenti, di forma lineare lanceolata, attenuata alla base, che è ristretta, ottusa, aleun poco smarginata ed inse- rita mediante un ingrossamento calloso, sulla faccia anteriore della rachide. Verso l'e- stremità le pinne vanno gradatamente ‘attenuandosi, e diventando lineari, terminano col- l’apice ottuso. La lunghezza delle pinne maggiori deve aver raggiunto se non superato i cinque centimetri e la larghezza i sette millimetri. I nervetti che le percorrono lon- gitudinalmente, sono sottili paralleli, da prima semplici e poscia foreuti, corrono a metter | capo successivamente nel margine della parte attenuata e dell’apice delle pinne. | Questa specie si rinvenne nel pan \afenigte del terreno Kimmeridiano a Clervaux in è Francia: 21. Zamites procerus Sap. Z. foliis magnis, pinnatis, petiolatis, rachide valida crassissima; pinnis basi | contiguis, elongatis alternis, patentissimis, e basi lata ad inserlionis punctum emarginata, sursum late linearibus ac apicem versus attenuatis, obtusis ; nervis | tenuibus, parallelis, VIX conspicuis. Zamites procerus, (Sar.) Scanner, Paléont. Végét. Vol. Il Par. I. pag. 153. — Saporta, °. Plantes Jurass. de la France Vol. II. pag. 111. Tab. 92. fig. 2. In formatione Kimmeridiana inferiore ad Cirin in Galla. L’esemplare illustrato dal Co. di Saporta non presenta che un frammento della fo- glià lungo nove centimetri e largo ‘dodici, in cui si scorge porzione della rachide mu- nita di isole tre pinne per parte. Dalle dimensioni però di questo frammento si può de- durre che le foglie di questa specie fossero di una grandezza considerevole. La rachide sì mostra robusta e grossa ed ha un centimetro di diametro. Essa si prolunga inferior- ‘mente in un picciuolo della lunghezza di tre centimetri, di cui non si seorge-la fine a cagione della rottura dell'esemplare. Le pinne alterne, molto patenti, contingue alla ‘ base ‘ed ampiamente lineari, sono smarginate al punto d’inserzione sulla rachide. Alla base misurano quindici millimetri di larghezza, e poscia gradatamente attenuandosi e rag- _ giungendo una lunghezza di sette centimetri terminano in punta molto ottusa. Dei ner- . vetti longitudinali sì scorgono appena le traccie, dalle quali si può inferire che fossero sottili. e corressero paralleli fino alla parte estrema delle pinne. Anche questa forma si rinvenne nel piano inferiore del terreno Kimmeridiano a Ci- rin in Francia. 99. Zamites fallax Sap. + da foliis pinnatis -late linearibus longe petiolatis, rachide crassa Jongitudi- . naliter striata, striis parallelis ; pinnis fere contiguis lanceolatis, acutis, apice subfalcatis ; nervis tenuibus, crebris, simplicibus, parallelis ad margines pinna- rum, apicem versus, serialim desinentibus. Zamilee falla, Sarorra, Plantes Jurass. de la France Vol. — pag. 114. Tab. 93. fig. 3. In stratis inferioribus Jormationis Kimmeridiane prope dario Armatille i: spet in Gallia. sai Der Nell’ esemplare figurato e descritto dal Co. di Saporta si scorge soltanto una. por- zione della ‘rachide lunga dodici centimetri e mezzo, rotta in ambe le estremità. Da ‘un lato si veggono superiormente quattro pinne, mancanti della base, delle quali due - mancano eziandio dell’estremità. La rachide ha il diametro di sei millimetri e si pro- lunga inferiormente in un lungo picciuolo. Essa è longitudinalmente segnata da minute strie parallele, discoste fra di loro circa un millimetro. Dalle porzioni che rimangono - delle pinne si può riconoscere che la loro forma era lanceolata, coll’ apice molto acuto ed un poco falcato. La loro larghezza raggiunge gli otto millimetri e la lunghezza non deve essere stata minore di tre centimetri. Le pinne sono munite di nervicciuoli sem- plici, sottili e numerosi che, paralleli, corrono a metter capo successivamente lungo i margini delle pinne nella porzione attenuata che ne forma l' estremità. Anche questo frammento proviene dal piano inferiore della formazione Kimmeridiana e fu trovato presso il lago d’Armaille nel dipartimento dell’Ain in Francia. 23. Zamites distractus Sap.» Z. foliis laxe pinnatis, late linéaribus. valde elongatis, rachide levi; pinnis ‘ patenlibus, remotis, ovato-lanceolatis sursum attenualis, obtusis, base rotundata medio obtuse emarginata, rachidis lateribus insertis ; mervis simplicibus basi ap- | proximalis, dein sensim divergentibus ac secus margines pinnarum abrupte de- sinentibus. Zamites distractus. Sarorra, Plantes Jurass. de la Francé. Vol. II, pag. 115. Tab. 93. fig. 4.-5. Cum precedente eodem în loco. Anche di questa bella specie, non esiste che un frammento lungo tredici centime- tri, munito da un lato di sei sole pinne. Le foglie largamente ‘pinnate e di forma am- piamente lineare devono avere avuto una lunghezza considerevole ‘e proporzionata” alla: larghezza che dal frammento illustrato dal Co. di Saporta puossi calcolare raggiungesse i dodici centimetri. La rachide è liscia ed ha un'diametro di cinque millimetri. Le pinne sono discoste fra di loro dai dodici ai venti millimetri, la maggiore distanza essendo fra le inferiori. Esse sono molto patenti e di forma ovato-lanceolata che si attenua verso l'estremità e termina coll’apice ottuso. Alla base sono rotondate e lievemente smargi- nate nel punto ove s'attaccano ai lati della rachide. La loro lunghezza giunge ai sei centimetri e la larghezza nel punto più ampio,. misura sedici millimetri. I nervetti sot- I — 90 — tili e semplici partono tutti dal punto d’inserzione, ove sono molto avvicinati fra di loro, indi gradatamente si scostano l'uno dall’ altro, e leggermente divergendo, vanno a metter nd nei Margini laterali delle pene; i medii giungendo fino all'apice. Questa specie fu pure trovata. in Francia nella stessa formazione e nello stesso luogo in cui si rinvenne la specie precedente. | 24, Zamites confusi Sap. Z. foliis pinnatis petiolatis, elongato-oblongis, rachide crassiuscula striata; | pinnis alternis, approximatis, patulis, late linearibus, . apice lanceolatis obtusis, basi obtuse cordato-emarginatis, puneto calloso rachidis' lateri anteriori inser- lis, imis decrescentibus, mediis et superioribus subequalibus, extremis angu- - stioribus; nervis simplicibus basi approximatis, dein vix Frergentibue subpa- |. ; rallelis usque ad apicem pinnarum excurrentibus. Zàmites confusus, Saporta, Plantes Jurass. de la oa Vol. II. pag. 117. Tab. 94. fig. 1-2. da formatione coralliana seriei oolithice medie, ad Gibbomeix prope S. Ma- chel, in Gallia. o . Le foglie pinnate di forma bislunga allungata e munite di breve picciuolo sono per- corse da una rachide, segnata da strie longitudinali, un poco appianata ed avente un | diametro di” cinque millimetri, che si scorge soltanto nella porzione che si prolunga in n forma di pieciuolo, mentre superiormente è nascosta dalle basi fittamente stipate delle pinne. Le pinne sono alterne, patenti ed avvicinate in modo -che quasi si toccano. La loro forma largamente lineare, verso l'estremità si fa lanccolata e termina in punta ot- tusa. La base è ottusamente cordato-smarginata e con un “ingrossamento calloso, sì at- tacca sulla faccia anteriore della rachide coprendola interamente. e toccando le. basi delle pinne del lato opposto. Le pinne della parte inferiore della foglia decrescono ra- pidanfente procedendo verso il picciuolo, le altre si mantengono quasi tutte eguali e della lunghezza di quattro centimetri sopra otto 0 dieci millimetri di larghezza, e solo - ? verso l'apice della” foglia diventano più angustamente lineari e si’ riducono a quattro ° millimetri di larghezza. I nervetti assai fra loro avvicinati alla. base, ‘poscia insensibil- mente si scostano l'uno dall'altro e corrono quindi ue Liana fino al margine della oonone sonale ‘della foglia. n Questa speeie fa trovata’ nel piano coralliano della colite vai a Gibbomeix presso Si Michel, nella st td» ua I Zaia parsitottue Gr, + fois... ;» piunis Abindi obloagrglaziocolitis;. basò parum i orggianl, callosa;.; late ae obluse, emarginata, adfixis , apice abrupte ‘angustatis , ‘obtuse acuminatis ; nervis tenuibus, cerebris. basi approximatis, dein reclis el pia a ad apicem pane: parallelis, nee convergentibus. fai Sorini ” Vamtitée parvifolios; Grrtse, Foss. + Pflanz. d. Juraforin. Japans; in' Paleontogrphici N "A IV. 3. (XXIV.). pag. 227, Tab, XXXII. fig. 2, a. In schisto nigrescente seriei ‘dolithicce inferioris. ‘ad ‘Vallem superiorem spo nis Tetorigava, in oa Kaga, Insule Honshiù;: in Sis cero Di RESA specie in solo” due , piccole foglioline o piane, descritte. e ‘figurate. ‘dal Dott. H. F. Geyler nell’ Opera «sopra citata. Queste pinne sono di forma lanceolata un poco ‘allungata, pochissimo ristrette alla base, ove terminano ironche, con ùna smar- ginalura larga ed ottusa nel ‘punto d’inserzione. Alla loro estremità si attenuano bru- scamente e. terminano coll’apice ottusamente acuminato. Esse: ‘misurano in lunghezza cen- tim. 2-2 '/, sopra 5—6 millim. di lurgliezza, Î nervetti che le percorrono sono semplici, sottili, è numerosi; lievemente avvicinati e quasi convergenti alla base, poscia alquanto ; più distaccati. ‘frà di loro, corrono ritti e paralleli fino Algico della piana, senza alcun‘ indizio di convergenza. LI : \ “Quéato due foglioline s sono la solà traccia di’ una specie del genere Zataites; che finora | sia stala scoperta negli strati giuresi, della valle del Tetorigava, che fa Mes. della: Pro- vineia dì Kaga, nell Isola dì Honschiù nel | Gepegne % ; L'sseniflità fa parto di‘ ‘una piccola serie a Fiante; fossili del Giappone, scoperta dal Prof. J. J. Rein ed illustrata dal Chiarissimo Dott. H. Th. Geyler. Questa serie comprende . da selte ad otto specie di Felci ed altrettante Cicadeacee, la più parte identiche a quelle che l’illustre Prof: 0. Heer descrisse. e figurò nella sua Flora giurese della Siberia orien- tale e del territorio di Amur. In quest'opera | Heer dimostra le analogie di questa. i ultima Flora con quella dél Dogger e specialmente. con quella del piano Batoniano. . Diciasette specie dell oolite d'Inghilterra, sono. parte identiche e. parte strettamente affini, #r quelle del terreno, giurese. della Siberia Orientale e del paese d'Amur, eda. , * questa Flora si collega per ‘promiscuità di spesa sane: da sa “Flora Une del.‘ ‘Giappone, illustrata, da Geyler. aa oe ; | Li FLORA ciare FORMATIONIS OOLITHICA&. pe ibra: EDONES. ' . nl: "G; > Pa Maui "OA SII RR adi Roi" gen Hr n LV. Priornycium, Morris. ji Polia peliolata, lineari lanceolata, elongatà, conferte pinnata, vel -pennaeformia (unde nomen), apicem et basim versus sensim angustata; petiolo rachideque teretibus. Pinnae inter se aequales, xv subalternae, confertae rachidis lateri anteriori adfixae, patulae, coriaceae, lineares, apice oblique sursum acuminatae vel obtusae; basis, angulo superiore rotundato, subauriculato, libero, inferiore adfixo, acuto, retro basim pinnae infra positae, breviter decurren- te. Nervi plurés, lenues, subparalleli vel e basi, plus minusve, le- viter divergentes, carretta interdum nata versus furcati. | Morris în Grant, Geol, of Reg in Trans. Soc. Geol. Lond. 1840. Vol. V. Ser. II — On recent and Foss. Cycad. in Ann. and Magaz. of Nat. Hist. 1844 Vol, VII, Ser. I. pag. 116-117. — Scmxrer, Paléont. Vegét. Vol. IH, Pars I. pag. 165. — Fristuanter, Jur. Flora of Kach in Mem. Geol. Survey of India 1876. Ser. XI. 1. pag. 59.” | Zamites, Browne. Tabl. Gen. Veget. foss. 1849 pag. 61 A pri -- — Uxorr, Gen. et Spec. Plant. foss. 1850 (ex parte). Pterophyllum, Uxagr, Zoc. cit. (o parte). Paleeozamia, OLpnAM et MorgIs. Flora of Rajmahal in e Geol. Surve; Yy gd India. Il fi SEE fondato da Morris nel 1840 non fu liihmsesso da Un- ger ‘che ne ripartì le specie. nei generi Zamites e Pterophyllum, ma venne rite- nuto da Schimper e poscia da Feistmantel che si occupò, recentemente con molto fervore delle’ Flore fossili delle Indie. Nella sua bell’opera ‘sulla Flora oolitica di. Kach, dopo-avere enumerate le varie opinioni dei Paleofitologi su questo genere, porge un esame critico dei caratteri che lo distinguono e descrive con somma accuratezza. le = e le varietà che, ‘si trovano nei terreni oolitici. di Kach nelle Indie. | Questo genere si può considerare inter medio fra le Zamiti e le Otozamiti, avvici- nandosi alle prime pel modo con cui sono distribuiti i nervetti delle pinne, e mostrando qualche affinità colle seconde per l’orecchietta (a dir véro appena percettibile) in cui si , protende il lato superiore. «della base delle pinne. Quest’ ultimo carattere lo distingue ri- cisamente dal genere Zamites, mentre la disposizione dei nervetti e la decorrenza della parte basilare inferiore delle pinne !o allontanano egualmenle dalle Otozamiti. i Il Dott. 0. Feistmantel si è reso particolarmente benemerito della scienza pe’ suoi pro- è aaa Imi dini fondi studi sulle Flore mesozoiche delle Indie e giunse a delle impiorfanitisdimo conelu- sioni circa all epoca geologica a cui appartengono i depositi sr di ni parte dell'Asia. 008 depositi, che egli ritiene decisamente appartenere all’epoca oolitica, sono 6 quelli di Kach e Jabalpur. Egli nota, come alcune specie sono identiche ed altre molto affini a . quelle ‘che in altre ragioni si rinvennero nell’oolite inferiore e come, anche nell'aspetto generale, la Flora di Kach corrisponda a quella dell’oolite. Non ommette però il' chiaris- simo Autore di rammentare come le piante di Kach provengono da terreni, in cui i dotti paleontologi, Stoliezka e Waagen, riscontrarono degli strati con cefalopodi proprii del- l’oolite superiore, mentre le piante e gli altri molluschi fossili accennano al piano Batonia- no. Al qual proposito soggiunge, potersi facilmente supporre che questa Flora abbia vissuto lungo i litorali del mare giurassico, mientre animali marini di un’ epoca successiva si svolgevano. nell'oceano circostante ; egualmente come si hanno esempi, in cui una fau- na, propria di depositi marini più antichi, continuò a vivere, mentre sul suolo emerso, vegetavano oramai le piante di un’epoca più recente. : Sia però che la Flora: di Kach appartenga all’ oolite superiore o all’epoca Batonia- na, credo ‘non si possa muover dubbio sulla sua spettanza all’Oolite e per tal motivo deve essere compresa nell’Opera presente. Ì 1. Piilophyllum cutchense Morris. Pt. foliis pinnatis,. lideribai elongatis, basim versus et apicem sensim am- gustatis, rachide -tereti; pinnis crassiusculis, linearibus, subalternis, patulis, plus > - minusve imbricatis vel contiguis, oblique insertis,leviterque sursum curvalis, | obtuse acuminatis, base superne vix auriculata; nervis tenuibus distinctis, basi approximatis, apicem versus sensim divergentibus, furcatis. Ptilophyllum cutchense, Morzrs, a Soc: Geol.. Lond. 1840. Vol. V. Ser, 2. Tab, XXI. fig. 4,; Rec. aud foss. Cycad. in Ann. and Magaz. Nat. Hist. Vol; VII, pag. 117. di dr due Paléont. Vegét. Vol. II. Pars, I. pag. 167. Ptilophyllum cutchense verum, Fersruanter, Jur. Flor. of Kach in Mem. Geol. Surv. of In-o ‘dia. Ser. XI, 1. pag. 42. Tab. IV. fig. 6, 7. Tab. V. fig. 1, 13, 3. Tab. VII. fig. 3. Zamia Indica, M’ CLeLsanp, Rep. Geol.. Surv. Ind, Tab. XII. fig. 4. Palm®ozamia cutchensis, OLpnin, Men, Geol. Surv. Ind. lI. pag. 313. — Oibax, et Morzts, Flor. of Rajm. pag. 30. Tab. XXI. fig. 1, 5, 6.; Pali XXTT Braxrorp, Geol, of Cutch, in Mem. Geol. Surov. Ind. VI. pag. 9, 16. — Wrsx, Geol. of Cutch, ibidem Ser. IX. pag. 173, . ° Invenitur în formatione oolithica ad Boojooree e ad Kukurbit in Provincia ° Cutohense Tad, Sri * Li: E Ro aa "Le foglie più ‘a meno fittamente: pinnate, nel loro generale contorno sono di forma lineare allungata e vanno: lenfamente attenuandosi tanto verso Vapice che verso la base. ‘. Nel punto della loro maggiore ‘ampiezza variano (probabilmente a seconda dell'età), + dai 10 ai 45 millimetri di larghezza. Dai, frammenti, abbastanza considerevoli, che si . conoscono, si può ‘arguire, che la loro lunghezza variasse pure dai 13 ai 25 centi- metri. La rachide che le pereorre è piuttosto robusia, cilindrica ed ha appena il diametro di 2 millimetri. Le, pinne sono più o meno approssimate fra di loro e spesso contigue e quasi embricate. alla base, però. talvolta sono alquanto tra loro discoste, variazioni che so- gliono. di spesso osservarsi: anche in ‘altre specie di Zamiee, Le pinne sono di consistenza ‘ coriacea, lineari, patenti, larghe. da. millim. 4‘, ai tre, e e lunghe dai 5 ai 12 millime: ‘ tri. Sono lievemente curvate all'insù, ed attenuate verso v apice ove terminano ottu- | samente. La, loro base nel lato superiore si espande in un’orecchietta , appena per cet- tibile, che sappoggia. silla faccia. anteriore ‘della rachide, la quale rimane ivi coperta - pel ' - x - dall alternare delle oreèchiette, basilari delle pinne, negli esemplari in cui quest ultime è sono - «contigue od embricate. I ‘nervicciuoli che percorrono Je pinne sono pet lo più sem- plici, sottili, ma beri marcati ed alquanto ‘avvicinati fra di loro nel punto- d’inserzione ; | poscia. divergono, lievemente nell’avanzarsi verso ada della pinna, alcuni anche biforeandosi ve?so l'apice. n alan pina LI Gli esemplari di IO specie si trovano negli strati della formiazione oolitica a Bio-. Lara ed à | Kukurbit, nella Provincia di Cuteh nelle Indie. “n Chiarissimio. Dott. Feistmantel annovera nai sua Flora ‘è Kach, tre varietà di questa “nen » Luntl, gli Seo nel: modo seguente: . ‘a, Patophyiiom PERE var. distane; ; Soliolis grevioritua separatis. Farsi Loc. cit pag: 43. Tab. V, fig. 2'b.; Tab. VI fig. Db.’ i . bi PE cutchense, var. curvifolium; Solido bredibua tota longitudine, distincte, Sursuinm cuT- vatis. ‘Frist. Loc. cit.- Pag. 44. Tab. VI. fig; c, d. È Pt. cutchense, var. minimum; ; fronde teneriima, ‘angustissima ; Foliolis brevibus, angu- , | vy' "e habitu filivis instar. — Le. cit. pag. 44. Tab; MII ig. L Di queste tre varietà, da seconda ci soltanto mi denti ammissibile, porch ba- co sata sulla curva continua delle” brevissime pinne; mentre la prima (a) fondata. sulla di- © Stanza che vi ha fra una “pinna e Valtra, presenta, una diversità puramente accidentale ‘€ che, come. accennai più sopra, sì riscontra anché in altre specie di questa famiglia . nelle quali non. di rado sì osserva, la stessa specie presentare. delle foglie a pinne con-o i “o ed altre a ion Ita loro disooste. In est n terza varietà @ le sue dimen- Fai 4 s È dg ” ni ia LO $ -g # Wi Be . 4 # = ta É a ‘ e ci pe sioni assai minori, e la’ doosisticni tenerissima, delle pinne, spinti dall'autore, mi sembrano porre or di po che tali «Spteranne siano Devale alla giovane età del das iduo. O 3; ; ‘ar. 2 PoIsphyltam acutifoliam Morris. > Pi. ‘fine linearibus pinnatis, rachide crassiuscula; pinnis contiguis, subop- posilis, linearibus ‘elongatis sensim angustalis,. apice falcatis ac acuminatis; basi > paulo latioribus, angulo superiore obtusissime auriculato, inferiore dècurrènte; - nervis basi subparalllis” siniplitibne, apicem Versus sensim. dating in-. : terdum furcalis. Lu. e a Prilopliyllum cimritotitia: Morris, Trans. Spe, Geol. Loira. Wol..FT.: Ser. 2. Tab. XXI 8g. =; 2, 3.; Recent. and Foss. .Cycad. in Ann. and Magaz. of. Nat. Hist. Vol» VII. pag. 117. — © Sèutxera, Palétont, Végét. Vol. II Pars. 1., pag. 166, — FaistuiyteL, Jur, "Fl. of Kach, în Mem. Geol. Suro. Ind. Ser. XI, 1. pag. 44, Tab. V. fig. 4, 4,* (exclus. synon. Oak. Fl. of. Fapegha)) Zamia Theobaldi, M' CcrLLaNp, Rep. Geol. Suro. Ind. Tab. XII. fig. 1 * Palseczamia acutifolium, Branrorn, Geol, of Cutch, in Mem, Geol, Buro: Ind. Vi: pag. 9, 16. | Paleodzamia airiso Wrxss, Geol. of Cutch, in Mem. Geol Suro. Ind. IX pag. 173, ‘In argilla cinereo- ‘ubra ‘formalionis oolittice ad hoajooree: n Provincia Cut go Indie. Prali speeiò. ha Je foglie pianate di forma linéare allungata, chi non. ‘oltrepassa | millim. di lunghezza , e. non sorpassano i.3 millim. di larghezza, nella + porzione prossi- nia alla base, ove sono. più larglie. Da' quest ultimo punto procedono attenuandosi. gra- datamente verso l'apice, ‘ove si corvano lievemente ‘a guisa di falce e terminano coll’ e- stremità acuminata. ‘L'angolo superiore della base è assai leggermente ‘auricolato, l’in- . ferioré è decorrente. 3 nervetti partono dalla basè semplici e ieri “poscia divengono ; alquanto e verso l'apice ajbeni si fanno foreuti. . I carattere principale di que sla specie si è la maggiore ‘Lipali delle ‘pi Îe loro forma assai acuminata e faleata verso all’ apice. Essa è più comune ‘a ‘ Rajmabal ove fu ‘trovata per la prima volta e fu descritta dal Morris e poscia da ‘Oldham. Però gli, sò esemplari: provenienti da Rajmahal hanno le, fog glie più ‘ampie e che raggiungono una E larghezza di ben quattrò. ‘centimetri. ‘Nella provincia di Kach il Feistmantel rinvenne ‘ un solo framimento della fronda ‘lungo 5 centimetri, che presenta, im. ‘ dimensioni minori » » ì i caratteri Sade a de i d Morris. i LI ce in larghezza i ventidue ‘millimetri. Le” pinne ‘sono lineari acuminate, assai ‘appros- © > == — Simate alla base e quasi embricate. Nel ‘punto ove la foglia è più lariga misurano 10 . - patri 62 - cit po: csemplare fu trovato nell’argilla grigio. «rossastra dell'oolite di* Bhoojooree nella Provincia di Cutch nell’Indie. a fichi Brachyphylium, Fstm. PI. foliis cohferte pinnatis, linearibus, elongatis, angustis; pinnis contiguis, patulis, alternis, brevibus, leviter incurvis, latiusculis, longitudine vix ter lati- tudinem superantibus, basi angulo superiore libero obtuse auriculato, inferiore. ‘breviter decurrente, apice falcato-rotundatis, obtusis; nervis fenuibus. subpa- rallelis, Vix conspicuis. SI Ptilophyllum brachyphyllum, PRPRIGENE Jurassic Flora of Kach. pag; 45: Tab. VIL di .,3,8, a. in Mem. Geol. nic q India Ser. XI. 1. Calcutta 1876. f “I a arenacea grisea ad Kukurbil simul cum Pt. Outchense Morris. La. foglia. blutiuato strelta corre ritta e SE attenuandosi gradatamente verso la Da base ove ha una larghezza di sette millimetri, mentre ad. otto centimetri di distanza dalla base la sua larghezza giunge ai quattordici millimetri. Nell’ esemplare illustrato dal + Feistmantel manca tutta la parte superiore e terminale della foglia, ma è presumibile 3 che anche verso l'apice procedesse attenuandosi come avviene nella più parte delle Za- miee. Le. pinne sono piuttosto patenti, alterne, un poco curve all'insù e contigue per quasi ‘. tutta la loro lunghezza. Le maggiori misurano appena tre millimetri in larghezza sopra otto di lunghezza. La base ha l’angolo superiore libero, ottusamente auricolato, o per meglio dire, rotondato, mentre l’angolo inferiore è alcun poco decorrente. La larghezza delle piane non varia gran fatto dalla base. fino a poco” prima dell’ estremità, ove si cur- ‘vano a guisa di falce, rotondata coll’estremità ottusa. I nervetti gare e poco vi- “sibili sembra corressero paitalleli. 2% È ati à è) Questa specie. bene caratterizzata dal Feistmantel e affatto diversa dalle altre, fa: rinvenuta nell argilla arenacea grigia di Kukurbit i in compagnia del Ptilophyllum cut- > * chense Mor. do 5. POlophyllum grandifottam Zigno. | Casse Tab. XXXII. A 4, di Pi. foliis ie conferte sioni elongato lanceolatis, basim versus et apicem, sensim | angustatià; rachide crassa, longitudinaliter obtuse Sulcato-costata; ‘ ia 1° | «4 rio _pinnis sota patulis, allernis, linearibus, parallelis, tota longitudine arcle contiguis, ad apicem abrupte rotundatis, base complanata, angulo. superiore ob- tuso ac rotundato, inferiore acutiusculo, subdecurrente, rachidis lateri anteriori | insertis, et rachidem fere totam tegentibus; nervis crebrise tenuissimis,- simplici- ‘bus vel una vice furcatis, basi approximatis subconvergentibus, dein rectis ad L pinnarum margines et apicem sensim leviter divergentibus, Una vice mihi tantum occurrit in saxo calcareo cinerei coloris, seriei oolithice inferioris ad Vallem Zuliani, prope Roverè di Velo, in Provincia Veronensi. Le foglie di questa bella specie raggiungono trentadue centimetri di lunghezza, so- pra una larghezza di cinque, misurata nel punto più ampio. Esse sono regolarmente e fittamente pinnate e di forma lanceolata molto allungata*che gradatamente .s attenua . verso l'apice e verso Tavbase. La. rachide che Je percorre è grossa e robusta ed ha un diametro di sette millimetri, che diminuisce lentamente verso | estremità della foglia, e procede ingrossandosi verso la base, ove si prolunga per dieci millimetri, affatto spo- | glia di pinne, e giunge ad undiei millimetri di diametro. La sua superficie è irrego- ‘. larmente segnata per lo lungo, da solchi poco profondi alternanti con delle costicine ap- | pianate. Le pinne sono alterne, patenti, di forma lineare è contigue per tutta la loro lun- ghezza, che giunge a ventidue millimetri, sopra sei di larghezza. Esse corrono ritte, coi “margini paralleli, dalla lore base fino all’apice, ove terminano bruscamente rotondate. La base, al punto d’inserzione, ha ‘un contorno appianato, coll’angolo superiore ottuso e ro- ‘ . tondato, e coll’inferiore alquanto acuto ed un: poco decorrente. Le pinne sono inserte sulla faccia, anteriore della rachide, ricoprendola quasi per intero; perciò, sul rovescio della foglia, (V. fig. 4) si scorge la grossa rachide’ nascondere tutte le basi delle pinne. Verso l'estremità e la base della foglia, sebbene le pinne scemino gradatamente di lun- ghezza, pure conservano la medesima larghezza, che diminuisce soltanto nelle ‘ultime. pinne dell’apice. I nervetti che le percorrono sono numerosi e sottilissimi (V. fig. 5), avvi-. » cinati e lievemente convergenti alla base, semplici ma intercalati da nervetti una'sol volta forcuti. Sopra la base si scostano fra loro facendosi: paralleli, indi corrono, lievemente si i gendo, a metter dosi nei margini dei lati, e re della pinna. Li esemplare si rinvenne nella AT grigia dell’oolite inferiore nella Valle Zuliani presso Roveré di Velo nella Provincia di Verona. L'appartenenza di ARE forma al genere Piilophyllum mi sembra chiaramente dimo- strata dal ‘modo d’inserzione delle pinne, che la distingue annata {anto dalle vere Oto- x zamiti che dalle damit. Con ecc a prima. giunta tibetrerohbe qualche ‘affinità nel- l'aspetto.generale, 1 ma ‘qualora si rifletta che le Zamiti hanno le-pinne inserite, sopra una _ callosità della rachide 6 che alla base si stringono bruscamente:c ‘coi margini convergenti ‘ verso il punto d'inserzigne, mentre nella nostra specie, le pinné sonò inseritè. sulla’ rachide > con la base non ristretta, ma ‘appianata, coll’angolo ‘superiore ottusò e rotondato e l’in- — feriore alquanto acuto ed avviato. a, ‘ breve decorrenzà; si scorgerà ‘di leggieri come ‘que. - sta forma riunisca i caratteri propri: del. genere Prilpphyllum le cui. specie illustrate da Mors da Oldham e ‘da Feistmantel non si trovarono finora che soltanto nel terreni - glu- - rassici delle Indie. Perciò. Al ritrovamento; ‘nei terreni oolitici del veneto di questo Hipper: | | sentante europeo di un. genere fin qui ritenuto Pr della du .giurese dell’ India, riesce , di qualthe px ps SE sa i ni 5 I vera * PA Ù . » Gen A Orozanines F. Brun E #0 ata regulariter ‘pinnata, ‘petiolata, fate ‘Jinearia, basim versus ., . CÈ apicem sensim angustala, vel, lanceolato— elongata,: vernatione." ; erecto- imbricata. Pinnae, puneto calloso, rachidis lateri: anteriori | oblique inseride, alternae, integerrimae; tuni lineari lanceolatae, plus minusve ‘elongatae, vel falgatae: apice, obtusae vel acumina- tae; tum. ovato- -oblongae vel orbiculares; base. ‘roturidata vel cor- ‘dato-emarginata, inaequilatera, angulo inferiore minore, Superiore. . “libero, dilatato. ac rotundato, et im auriculam producto. Nérvi 4a, pùneto ' ‘insertionis flabellatim radiantes, pluriés dichotomi, ad pin. pù ‘narum margine» excurrentés. ae ica minusve divergentes.. A A Fi ‘ Brava, in Manat Beitr. VI. pag. dA dr ‘ Badia, abi. Gin: Vigit. foss. ‘pag. 6i. - $ : BorsrMAus, Lettent. Thiringi, pag: -51, — Miqurt; ‘Prod. Syst. Quiad: pag. 28. — Zioxo, Cicad. ‘Posa, Alp. Venete: in Atti Istit; Ven. vd: XÎII. Ser. IM. 1868. — Scntwrrr, Pubbont. Végét « Vol II. Pars I pag. Mez. Sxbonra, Plant, Jurass. de la Frane Vol. Il page 119. — Tir ta MANTEL, Jurassie, (Oolitie) Flora of Kach. pag. 46... ‘i i ;. Filicitos,. Bro. Ann. Se. Nat. Ser. E Vol. na pag. 491.5. Fin, DL foss. Val. st pàg. 365, i , Otopteris, Lindl,. et Hutt. Foss.. FI. of. Gr. Brit. Vol. H. III. 1832-37. — - Morris, Cat. Brit. Foss. (ed. in pag. 14. (ex parte) — Sctieng,, Foss: Fi. sal Greniesch. 2. Koup. u. Liar. pae: 195, : 2 ceca Scirea, Paléont. Vegit. Vol. I. pag. 493. SS . : * Crelopttria: ‘Presi «in Srenxe.. Vers. FI. Voriw. vol: tn 198 i cat _ Agia tom. y 2 oo. cit. Vol..I. (ex parte) - - - Usor, Gen. et. Spec.. Pluît. foss. dég: 94. (ex. parte). da ja ca Gori ta der Sor: pag. 208 o ini _ La ‘166; cit, p9g ‘88, (ex. 5 pet) eta — 65° i i Zamites, E Prodr. pag. 94. — ba in Srensp, Vers. FI. Vers. pag. 195. — Gorrr, Foss. Cycad. in. Uebers. d. Arb. d. Schles. Gesellsch. pag. 121. (ex parte). — Uxarr, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 281. (ex parte). Bnoxx, Lethea Geognos, Vol, II. Pats IV. Period. 8. pag. 63. Palwozamia, Espitonze, Gen. Plant. 1843- — Poust, Plant. Jurass. de la France, in Amtl. Ber. Deutsch. Naturforsch. in Auchen. 1849. pag. 344. i e, Cat. Brit. der pag. 15. — Otpian, Foss. Fl. of Rajmahal. pag. 26. i Cyelozamites, (sub-gen.) ScuPrR, Paléont. Veget. Vol. II. Pars I, pag. 174. , Rhombozamites, VeP90a) Scunper, loe. cit, Vol. Il Pars I. pag: (k1- PRRAPE, | Fra le forme vegetali fossili che erano state per lo ì innanzi data nei Generi Cy- ‘cadites, Zamites è Otapteris, il Chiarissimo Dott. F. Braun fino dal 1844 (Minst. Beitr. VI. pag. 36) separava tutte quelle clie avevano le pinne fornite di nervetti dicotomi fla- bellati e di un’ espansione dell'angolo superiore della base, prolungata - ‘in forma di orec- chietta, riùnendolein un genere che per quest’ ultimo carattere denominò Ofozamites. | Però nel 1850, l'illustre Brongniart, avendo osservato che alcune specie di Otozamiti man- cavano dell’orecchietta basilare ed avevano le pinne, verso la base, foggiate a guisa di cu- neo, proponeva per esse il genere Sphenozamites; che fu esa ammesso, da’ UA e © da Saporta e del quale favelleremo più innanzi. Tuttavia, anche nelle altre specie, rimaste nel genere Otozamites, come fa circoscritto ‘dal Brongniart, la forma delle foglioline o pinne varia d’assai; e ciò diede luogo a pro- porre i sottogeneri, Cyclozamites per le Otozamiti a pinne orbicolari e Rhombozamites per quelle a pinne romboidali :(V: Scurr, Paléont. Végét. Vol. Il. Pars I. pag. 174-175). ma non poche altre specie presentano nelle loro pinne delle varietà di forma non meno ri- | marchevoli; essendovene di lineari, di. falcate, di lanceolaje, ora ottuse ed ora ‘acuminate, alcune assai allungate, altre brevissime, parecchie di forma ovato-bislunga, altre finalmente i ovato-cordiformi. Le quali diverse forme, non sono certo bastevoli a giustificarne la ripar- tizione in generi o sotto generi; imperciocchè la varia forma delle foglie non può, da sola, costituire un carattere: generico di alcun valore. Perciò mi sono limitato a distribuire le specie propriè dell’oolite in altrettanti gruppi a seconda delle variazioni principali presen-. + tate dalla forma delle loro pinne, senza dare a sia gruppi aleuna denominazione pr sacolinne;: i _* 0, pinnis iii falodiia; vel lenceolatia, obtusis aut acuminatis. i . 1 n » Vo: * FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE. — DICOTYLEDONES. ‘ un | 9.1 1. Otozamites Goldizei Brong. O. foliis ‘pinnatis, amplis; rachide stricta; pinnis valde elongatis, patentis- simis, diseretis, anguste linearibus, sensim versus apicem attenuatis, acutiusculis, - base constricta dein pauliulum dilatata, angulo superiore in auriculam oblu- sam parum producto; ‘nervis tenuibus a base drientibus, superioribus versus marginem auricule radiantibus, reliquis basi approximatis, dein remotiusculis, parallelis et usque ad Lia pinne excurrentibus. : Otozamites Goldizi, a Tabl. dae. Veégét, foss. pag. 106. — Sarorta, Plant. Jurass. de, la France, Vol. II. pag. 195. Tab. 95. fig. 1. be >: Otozamites conf. Soldizi, FrISTMANTEL, Jurass, FI. w Kach. pag. 49. Tab. XI. fig. sa 4. Zamia Goldi®i, Broxa. Prodrom. pag. 94. Zamites Goldiai, Usarr, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. . 286, Cycadites gramineus, Pinctrs, Geol. of. Yorkshire, Pats. I. pag. 125. Tab. X. fig. 2. Zamites gramineus, “Morris, Quart. Journ. Geol. Soc. Lond. Vol. VI. pag. 199. Tab. 26. fig. 7. Zamia elegans, Gorppert, Ued. foss. Cycad. in Arb. d. Schlesisch. Gesellsch. 1843. pag. 45. Paleozamia elegans, Morris, Cat. Brit. foss. Ed. II. pag. 15. Otozamites gramineus, Scurueer, Paléont. Vegét. Vol. IL Pars. I pag. 172. In arenaria scissili seriei oolithice inferioris ad Saltwick in Comitatu York, ‘Agla; nec non în Serenza oolithica ad Caput Mondego ?n Lusitania, et ad Kukurbit în India. ui Nes sono sorrette da una rachide sottile ma dritta e robusta, e de- vono aver avute dimensioni ragguardevoli, poichè sui frammenti che se ne conoscono, si scorgono giungere.ad una larghezza di dieci centimetri. Le pinne sono alterne, as- sai patenti ed inserite sui lati della’ rachide, e quantunque vicine, sono però seprste. fra loro da uno spazio non minore di un millimetro. , Nella parte-inferiore della foglia le. pinne si fiato quasi opposte. ta: forma ge- ‘ nerale delle pinne è angustamente lanceolato-lineare colla basè ristretta al punto d’in-. serzione e poscia ottusamente dilatata in una breve Ladino superiore che non ri copre la faccia anteriore della rachide. 5 Attraverso l’orecchietta, cioè nel punto più largo, le pinne misurano dai quo ai cinque millimetri, ma a circa sei millimetri di distanza dal on d’inserzione, comin- ciano ad Sena sora e proseguono: a farsi = i sante ‘procedendo a —@ — verso all'estremità, che termina bruscamente in pùnta ed ivi, poco , prima dell’ apice, misurano soli dué millimetri in larghezza. .. I nervetti procedono tutti dal punto d’inserzione delle pinne, alcuni spiegandosi a. ventaglio verso il margine superiore dell’orecchietta, gli altri scorrendo quasi paralleli fino all'estremità della pinna. Essi sono sottilissimi, parte semplici parte forcuti. La specie fu trovata da prima nell’arenaria scissile della serie oolitica a Saltwick ‘nella Contea di York nell’Inghilterra e poscia fu scoperta anche nei terreni oolitici del Capo Mondego in Portogallo, e nell’argilla arenacea di Kukurbit nelle Indie. — L'Illustre Brongniart riferisce a questa specie il Cycadites gramineus figurato, ma non descritto da Phillips, nè-da altri autori, all'infuori dello Schimper che ne diede una - breve deserizione nel suo Traité de Paltontologie Vegetale Vol. I. Pàrs I. pag. 172. Fu ottimo divisamento quello del Co. di Saporta di publicarne una buona figura, tolta da un disegno inedito del Brongniart che porta la data del 1825 e e si accorda ‘ perfettamente colla figura data da Phillips. Il Dott. Feistmantel nella sua bella Flora oolitica di Kach ul Indie, riferisce con qualche dubbio a questa specie un esemplare trovato nell’oolite di Kukurbit nella Pro- vincia di Kach nelle Indie: ma la forma ed il modo d'i inserzione delle pinne corrispon- dono perfettamente alla specie Brongniartiana alla quale mi sembra doversi riferire | senza esilanza. 2. Otozamites Hieerii Zigno. Tab. XXXIII. fig. 1, 2. (0. folits laxe pinnatis, late» linearibus, apicem versus leviter angustatis; rachide tenui, flexuosa, longitudinaliter striata; pinnis crassiusculis, suboppo- sitis, patulis, remote per juga insertis, lineari lanceolatis, angustissimis, apice. abrupte acuminatis, base. vix. dilatata, cum illa pinne opposite imbricata, ra- ‘chidem ibi tantum tegentibus; nervis crassiusculis, furcatis, a puncto insertio- — nis Atabellati radiantibus, dein ad apicem pinne excurrentibus, subparallelis. In saxo Sf ME scissili lutescente seriei oolithicw inferioris, ad M. Perngotii în Provincia Serina una vice. mihi tantum occurrit. - L’esemplare prisenta un frammento usi 5. dilaga di una foglia pinnata di 4} i 6 — forme Divi laiga: 43 millimetri, e gradatamente attenuata Verso Tui La rachide | striata. sottile, avente il diametro di un millimetro, è un poco arcuala € sembra fosse flessibile. ‘Le pinne sono di consisténza crassa, quasi opposte, patenti ‘ed appajate, e di- ‘ sposte sulla. rachide ad. intervalli di due o tre millimetri; la loto ‘forma è. lineare lan- ceolata, molto angusta; coll’apice che bruscamente termina in puntà, colla base appena -leggermente dilatata e che imendosi in forma embricata, colla base della pinna opposta, nasconde in quel solo punto la rachide, che invece apparisce séoperta negli intervalli interposti alle paja formate cadauna. dall'unione di due pinne quasi opposte. Le pinne ‘misurano due centimetri, in lunghezza, tre millimetri di larghezza alla base, che poi si riducono a due, fin verso l'estremità, ove la piona terminà in punta. rapidamente acu- ‘minata. I nervetti sono pochi, piùttosto rilevati, foreuti” e partono dal punto d’inser- zione in forma fabellata, poscia scorrendo ‘fino ai margini laterali ed all apice della pinna. Rinvenni “una Coi volta Fosepplare di nor specie LL calcarea cia llanla” de schistosa della serie oolitica al M. sua presso. S. Bortolomo nel Veronese. Questa specie sa la sottigliezza delle pinne ha qualche somiglianza coll’Otozamites Goldiei e specialmente coll’esemplare trovato dallo Shar pe nei terreni giurassici del Portogallo, e ‘che Morris riferì all’Otozamites graminers Part. specie che come vedem-. mo è sinonimo dell’Otozamites ‘Goldiei. Però nella nostra specie la brevità delle pinne, la lieve sporgenza dell’orecchietta, e sopra tutto la disposizione quasi opposta delle pinne | sulla rachide in paia distaccate luna dall'altra nel senso ‘verticale, mì sembra poter giu- stificare la sua appartenenza. ad «una - sposto diversa che mi onoro dedicare all’Ilustre Prof. Oswaldo Her. . .. .. 5 Otozamites Veronensis Ziyno. Tab. cor Fig. 5, 6, Te A 0. foliis ‘pionatis, lineari lanceolatis, elongatis, ebtezi rachide valida, ba- sim versus valde inerassala ; | pinnis crassis allernis, patulis, discretis, lanceo- Iatis, obtusis, basim versus sensim paullulum dilatatis, basis angulo superiore libero, subrecto, abrupte rotundato, inferiore lateri anteriori rachidis, puneto ... calloso insertis, imis minoribus subtriangularibus; nervis pube. dichotomis, a puedo insertonis fabellatim radiantibus. at “ : PS ra Otozamites Veronensis Ziaxo, Mem. ter. pra Alp. Ven. pag. 16 in Riv. Lo Accad. Sc, , Lett. ed Arti di Padova 1852. In satò calcareo latsromie seriei oòlithica inferioris ad. Motitem Pernigotti prosa S. Bortolomeo in Provincia’ Veronensi. i hg specie ha le foglie pinnate bll i lol allungate, coll’estremità ottusa e munite di una rachide robusta .che si prolunga inferiormente a guisa di picciuolo» ingrossandosi fino a raggiungere il diametro di sei millimetri. Esse misurano 35 milli- ‘metri di larghezza ed in alcuni esemplari raggiungono 2} centimetri di lunghezza. Le “pinne sono di consistenza crassa, alterne, alquanto patenti e quantunque vicine però nettamente disgiunte fra di loro fin dalla base: La loro forma è lineare lanceolata coll’apice che bruscamente termina .in, punta ottusa. La loro lunghezza è di due cen- timetri ed a quattro millimetri di distanza dall’apice misurano in larghezza quattro mil- ‘limetri; indi procedendo verso la base, lievemente si espandono fino a raggiungere gra- datamente dai cinque al sei millimetri di larghezza. Le pinne sono inserite obliqua- ‘ mente colla metà inferiore della base sopra una protuberanza ‘callosa sui lati della faccia anteriore della rachide. L’altra metà della base è libera e coll’ angolo superiore quasi retto e bruscamente rotondato si protende sulla rachide, coprendola solo parzial- .. . mente. La forma delle pinne presenta l'aspetto di una lama di coltello col taglio rivolto alli insù. Procedendo verso la base delle foglie, le pinne si fanno gradatamente più piccole e passano ad una forma triangolare allungata Dali ‘apice acuto. (Vedi Tav. XXXIII, fg. 7). I | CA Questa specie proviene dal calcare giallognolo dell’oolite ‘inferiore del Monte Perni- gotti presso S. Bortolomeo nella Provincia di Verona. d 4, Otozamites Vicetinus Zigno. | + Tab. XXXIII, fig..3. 4. O. foliis cn late linearibus eps: oblongis; rachide erassa in pe- tiolum producta; pinnis obliquis, alternis, discretis, basim versus approxima- Us: subimbricatis, linearibus, subfalcalis, apicem versus sensim anguslatis acu- tiusculis, ad basim, superne in auriculam rotundatam dilatatis et‘rachidem te- gentibus; nervis tenuibus crebris pluries dichotomis, a n: insertionis fla-, bellatim divergentibus,. el undique radiantibus. sv» In saxo calcareo nigrescente serii oolithice inferioris, ad ‘vallem, Val d'Assa muncupatam ‘prope Rotzo e Septem Commuribus Sese Vicetino. ‘ Le foglie pinnate di forma lineare ii misurano nel punto più ampio quattro | "centimetri di larghezza e. devono aver raggiunti circa trenta centimetri in lunghezza. La rachide che le sorregge ha un diametro di tré millimetri e si prolunga al basso in un picciuolo che di poco supera la grossezza della rachide. Le pinne sono oblique, al- ‘terne, disgiunte fra loro, ma verso la base approssimate e quasi embricate. Sono di forma lineare un poco falcata e verso l’apice vanno gradatamente assottigliandosi ter- minando coll’estremità piuttosto acuta. Colla porzione inferiore della base sono in- serite obliquamente sulla faccia anteriore della rachide, mentre l’angolo superiore si di- lata ed- espande i in un ‘orecchietta. ‘rotondata e ben distinta che ricopre per intero la rachide. I nervetti numerosi, sottili e più volte forcuti ‘partòno a ventaglio dal punto . | d’inserzione e’ divergono a raggio verso i ada e l'estremità delle pinne. I saggi di questa specie SE dalla calcarea nericcia della serie oolitica infe- riore, intercalata agli strati fitoliferi della Val d’Assa al sud di Rotzo; nei sette comuni “del Vicentino, d. Otofamites Mattiellianus Zigno. Tab. XXXIV. fig. 9. 10, 0. foliis late linearibus, conferie pinnatis, elongatis obtusis; rachide va- ida, basi sensim incrassata; pinnis alternis, obliquis, imbricatis lineari-oblon- ‘gis, parum sursum curvalis subfalcatis, obtusis, apice submucronulatis, ba- se superne ‘auriculata rachidem tegentibus; nervis crebris crassiusculis, fur- calis, a puncto insertionis flabellatim oblique radiantibus. di sursum curvatis. > Mattiellianus: Zrono. Mem. i. Giurass. Alp. Ven. pag. 10. Padova 1852; Cicad. foss. Alp. Ven. pag. 12. fig. 7. Venezia 1868 in Att. R. Instit. Ven. Vol. XII, Ser. DI, — Scan ‘ reg, Paléont. Vigit. Vol. II Paste I. pag. 173. — Sarorra. PI. Jurass. Vol. II. pag. 12. 9. Tab. XXVI. fig. 8. In saxo Hi cinerei coloris seriei oolithice: inferioris apud Rotzo in Se piem Communibus Provincie Vicetino una vice tantum occurrit, Clarissimo Doct. di i | È x ‘ n, 14 * 3 La . Questa specie ha le foglie ampiamente lineari ‘che misurano in larghezza 28 milli- metri sopra una lunghezza di 18 centimetri e terminano coll’estremità ottusa ed un po’ rotondata. La’ rachide che le sorregge è piuttosto robusta e s'ingrossa gradatamente verso la base ove ha un diametro di 5 millimetri. Le pinne ‘sono alterne, di consi stenza piuttosto crassa, inserite obliquamente sulla faccia anteriore della rachide, con- tigue fra loro ed imbricate per guisa che il margine posteriore di cadauna è ricoperto dal lembo anteriore di quella che la precede. La forma delle pinne è lineare oblunga; lievemente curva all'insù a guisa di falce ed ottusa all’ apice, ove nel punto mediano È rapidamente si stringe in una brevissima punta quasi mucronata. La base delle pinne si palesa inferiormente dimidiata e aio superiore dilatato in modo da formare un ’orecchietta' che si accavalea su quella della pinna collocata sul lato opposto e ‘da questo intreccio delle orecchiette basali rimane nascosta ‘tutta la fac- cia anteriore della rachide. Le pinne maggiori hanno una lunghezza di 18 millimetri sopra una larghezza di 5 millimetri, che giunge fino ai sette nel punto òve l'angolo superiore della base si espande in forma di orecchietta. I neryetti che le percorrono sono piuttosto consistenti e si dipartono tutti dal punto d’inserzione divergendo in for- ma flabellata verso il margine nigra e l'estremità della pinna, curvandosi aleun poco all'insù e biforcandosi. - 4 Questa specie fu trovata una sol volta nella calcarea grigia dell’oolite di Rotzo nei ° Sette Comuni del Vicentino dal Chiarissimo dott. J. Mattielli, che gentilmente me ne fece un dono ed a cui l'ho intitolata fino dal ‘1852. 6. Otozamites imbricatus Fusm. \ O. foliis validis late linearibus, elongatis, conferte pinnatis, rachide crassa; pinnis alternis, patulis confertis, basi approximatis ac imbricatis, lineari-lan- ceolatis, apicem versus . sensim anguslalis, incurvis, falcatis, acutis, base - angulo superiore dilatato in auriculam. obtuse rotundatam producto et rachi- dem vix tegente; nervis lenuibus Aarcatis e puncto insertionis flabellatim di- VEBEANA. Otozamites aa RR, Jurass. lst Flora of Kach, in Mem. Geol. Surov. of India 1876, pag. 48. Tab. 8, fig. 1-1. 57 arenaria Ferriginosa ad Lobaria, Indie. Le foglie robuste, pinnate, aio Miani di questa specie devono | aver rag giunta una lunghezza non minore di venti centimetri, essendosene trovati dei frammenti che misurano 47 centimetri e mancano tuttavia dell’ estremità “superiore. La loro larghezza misura quattro centimetri e la rachide verso” la base della foglia, ove s’ ingr ossa, ha un'io diametro di quattro. millimetri ; le ‘pinne sono alterne, contigue e verso la base ‘embri- i cate, patenti. e lievemente oblique. Hanno una forma lineare lanceolata, che lentamente si attenua procedendo verso l'estremità, curvandosi in forma di falce. Sono. inserite col- l'angolo inferiore della base, mentre il superiore si espande in altezza e poscia ottusa-. mente rotondandosi forma un’orecchiettà appoggiata ai lati della faccia anteriore ‘della rachide senza coprirla per intero. La lunghezza delle pinne maggiori. è di yenticinque millimetri ed alla base ove si svolge l’orecchietta sono larghe all’incirca cinqué milli- metri. I nervetti sottili.e forcuti partono a ventaglio dal .punto d’ inserzione e pi | divergendo verso 1 margini della pinna. iutas Gli csemplati. di questa. specie SALE trovati dal Dott. 0. Feismantel in an’ arena- ria ferruginosa presso Lohatia “n strati giuresi di Kach nelle Indie. . Questa specie i, terreni doligici delle Indie mostra molta affinità edll’ Otozamites ; graphicus di Scarborough e. coll’Otozamites Brongniartii di Mamers e. sembra costi- tuire una forma intermedia fra queste due specie: Però si distingue. dalla prima per. avere le pinne assai più anguste ed acuminate e coll’ orecchietta più ottusa, e dalla se- conda non solo per le pinne più strette e più acumiziate; ma eziandio per la maggiore. a verticale dell’orecchietta. ao a » . . I deli levis can fe 0. olii conferte siigati elongatis; rachide: eràssa, Finis Psa, conti guis, patulis, late lineari-lanceolatis subfalcatis, base superne. in auriculam la- tam, rachidem vix tegentem, produeta; nervis paucis, farcatis ‘A puncto inser- tionis flabellatim orientibus, dein' radiatim, versus AA Prec diver-. gentibus. n Otogansiten levis, Baone: Tabl. Sri. Vigl Fn peg. 108, _ SarortA, piane. n de la » | France Vol. IL pag. 127. Tab, 94, fig. 3 2 Lamites lewis. Brosa, Lrodrom. pag. di. — Uxcrr, Geni et poi. “Plant. Soss. pag. 286. In stratis superioribus seriei colithica inferioris Path ad î Whitby n Co. mitatu York, . 3 Ca | inserlionis radiantibus. Pilati: tas _vifolius F. Braun). up i LIA ale L ii nia di ‘un frammento mancante della base e dell'estremità e colle . pinne tutte troncate e prive dellà porzione. teritìinale. Questo frammento misura nove centimetri in lunghezza e quattro in latghezza e mostra di ‘avere appartenuto ad una. foglia fittamente pinnata, piuttosto ampia ed allungata, munita di una rachide robusta e — fornita di pinne alterne, patenti, contigue, di forma largamente lineare, lanceolata, foggiata alquarito a guisa di falce. Fisse sono” inserite sui lati della faccia anteriore della rachide, “o mediante l’a angolo inferiore della loro base, mentre l'angolo superiore si dilatà in una orec- chietta piuttosto ampia ed ottusamente rotondata, che non a pre per intero larachide. i Poco dopo l'espansione basilare, si fanno assai lentamente più anguste fino al punto, in cui sono troncate per modo che in nessuna si può scorgere la porzione terminale, La loro lar- | ghezza alla base, presa a traverso l’orecchietta; è di dieci millimetri ed ove sono rotte | cioè a, venticinque millimetri dal. punto d’inserzione, si trova di già ridotta a cinque. I ner- ‘vetti sono poco numerosi, otto o nove per pinna e ‘partono a ventaglio dal punto d’inser- «zione e si dirigono verso i margini sempre più divergendo fra di loro, per guisa ‘ ‘che giunti all'orlo” della pinna, riescono distanti l'uno, dall’ altro, dai due ai tre milli- metri. r . Questo esemplare fu trovato molti anni or sono, nel piano Batoniano a Whitby nella Contea di York .in Inghilterra e si conserva nel museo della Società Filosofica di York. ‘ Il Brongniart lo annoverò sotto il nome di Zamia lUevis nel suo Prodrome d'une. Hist. des Veget. fossiles, stampato nel 1828 € poscia nel suo, Tabl. des Genres des.’ Vegetaux fossiles pubblicato 1849, lo pose nel Genere Otozamites. Il Co, de Saporta nella sua’ opera sulle piante ginrassiche della Francia ne porge la figura di grandezza naturale, tolta da un disegno comunicatogli dallo stesso e ma nessun autore $ aveva finora descritto seo specie.. 8. Otozamites rrpoazionia Sap. 0. foliis pinnalia oblongo-lanceolatis, basim versus atlenualis; rachide te- :° pinnis alternis, obliquis, approximatis, base superne auriculata, rachidem i Li tegentibus, sensim apicem versus angustatis, ‘incurvis subfalcatis; apice e abrupte acuminatis; ‘nervis an, erebris, diciotomis Fihellafim a pungto: x 3 x n Rol ‘ -Otozamites recurrens. te Plant. Jur."de la Prenai Vol. II. pag. 146. Tab, 101. fig. 2-3. Otozamites brevifolius, Broxoxiarr, MS. , juota. a Com. de Saporta, Loc. cit. (non O. bre- FLORA FOSSILIS FORMATIONIS DOLITRICAE. — "ncorttaDoNze. Pi iL uu I 10 In arenaria superiore seriei Oolithice inferioris (Bathomen), apud Valognes et Croix în Gallia. Le foglie fittamente pinnate hanno una forma lanceolata oblunga e misurano, nel ‘punto più ampio, trenta millimetri di larghezza sopra una lunghezza che non sembra x abbia sorpassato i dieci centimetri. La rachide che le sorregge è sottile e sulla faccia, anteriore di essa sono obliquamente inserite le pinne, alterne, molto avvicinate, colla base snparginata al punto d’inserzione e dilatata superiormente in un'’orecchietta roton- data ch. ricopre la rachide. Le pinne misurano dai quattro ai sei millimetri di lar- ghezza nel punto-più dilatato della base e poscia si fanno più anguste e procedono gradatamente stringendosi e curvandosi a guisa di falce fino alla estremità, ove termi- nano bruscamente in punta più o meno acuminata. La lunghezza delle pinne maggiori supera di poco i due centimetri. I nervetti sono sottili e numerosi e partono tutti dal punto d’inserzione, d'onde sì spiegano a ventaglio dicotomizzandosi e corrono a metter capo nei margini ed all'estremità sl E: Questa: specie fu stabilita dal Co. di Saporta, sopra due esemplari rinvenuti nell' are- naria del piano Batoniano presso Valognes, e Croîx nella Francia. ‘A primo aspetto iu specie sembra molto affine all’ Otozamites graphicus. di Bean, e parrebbe si. potesse riferire.a qualche. individuo giovane di quest’ultima. specie. Questa analogia fu pure avvertita dal Co. di Saporta che però osserva giustamente co- me nell’O. graphicus le pinne sieno. più curve, più ottuse € ‘molto più attenuate; ol- | tre di che l’orecchietta in esse è molto più pronunciata. 9. Otozamites Brongniartii Schimper. O. foliis pinnatis late-lanceolatis; rachide crassa, striata, pinnis valde ap- proximatis basi. contiguis, inferioribus alternis, superioribus suboppositis, linea- ri-lanceolatis, obliquis, sursum arcuatis, apicem versus sensim angustatis ac ob- tuse acuminatis, base obtuse emarginato-cordata, rachidis lateribus adfixis; ner-. VIS tenuissimis vix i o resialioo Brongniartii. Scamper, Paléont. Végét. Vol. II. Pars, I. pag: 172. — Saporta, Plant. Jur. de la France, Vol. II. pag. 155. Tab. 103. fig. 4. Otozamites Bechei, Broxc. Tabl. Gen. Vegtt. Foss. pag. 105. (non 0. Bechei ibid. pag. PISA Filicites eni suo Ann. Sec. Not. L Ser. Vol. IV. ‘pag. 422. Tab. 19, fig. 4. 10m PORTO Bechei, Srenxs. Vers. FI. Vorw. Vol. II pag. 78 (ex parte). Zamites Bechei, Prest, in Srerxs. Vers. FI. Vor. Vol. II. pag. 197 (ex parte). — — Broxa, Prodrom. pag. 94 (ex parte), — Uxcer, Gen. et Spec. Plant. fosì. pag. 283 (ex adi —_Palceozamia TESA, Morsrs, Cat. Brit, foss, pag. 15 (ex parte)Pf_ In stratis 'tuperioribue seriei oolithica adrizsiai ad Mamers în Gallia. Questa specie, per quanto si può vili dal PARRA illustrato da Brongniart, Schimper e Saporta, aveva le foglie pinnate di forma ampiamente lanceolata, larghe cin-. quanta cinque millimetri e percorse da una grossa rachide striata per lo lungo, del dia- +. metro di quattro millimetri e che procedeva attenuandosi verso l'estremità superiore della foglia. Le pinne più basse sono alterne, le superiori quasi opposte. Tutte si toccano, - specialmente alla base ove al punto d’inserzione sui lati della rachide sono ottusamente smarginato-cordate. La loro forma è lineare lanceolata che curvandosi lentamente s’at- tenua procedendo verso l'apice, che termina ottusamente acuminato. Misurano alla base sei millimetri di larghezza e raggiungono in lunghezza trentacinque millimetri. I ner- vetti sono tenuissimi ed appena visibili sull’unico esemplare di questa specie trovato | dal Desnoyers, descritto e figurato dal ira pn e.che poscia andò smarrito. ‘Il detto dii fu sii vinio dal Desnoyers a Mamers nel Dipartimento della Sar- ' the in Francia in una roccia dell’epoca oolitica riferita al piano Batoniano.. Il Prof, Schimper nel suo Traité de Paléontologie Vegetale diede a questa specie ‘il nome di Otozamites Brongniartii onde distinguerla dalla Otozamites Bechei del lias d'Inghilterra colla quale era stata confusa, ed il Conte di Saporta nella recente sua Opera. sulle piante giurassiche della Francia, approvando la separazione di queste due + forme, mantenne la denominazione di Otozamites Brongniartii pe: la specie proveniente dall’oolite di Mamers. ‘ 10. Otozamites graphicus Bchimper. | O. foliis late linearibus valde elongatis, conferte pinnatis; rachîde crassa; pinnis obliquis, alternis, patulis, confertis, base rotundata ac superne late au- riculata. rachidis superficiem antice tegentibus, dein augustatis, falcatis, sursum curvalis, apice obtusiusculo ; nervis tenuibus dichotomis e puncto asertionia radiantibus. a x - 16 — “dienliine graphicus. Some, Paltorit. V gét. Vol. II. Pars, I. pag. 170. — SaroRta, Plant. ‘ Jur. de là France, Vol. II. pag. 153. Tab. 3 «pa 2-3. - Otopteris graphica (Beau MS.) Lina. Ool. Plant. from Scarborough, in Proceed. Geol. Soc. Lond. Vol. XX. pag. 78. Tab. VII, fig. 5. — Morris, Cat. Brit. foss. Edit. II. pag. 14.‘ Filicites Bucklandi var. at Broyd. Ann. Sc: Nat. 19 Ser. Vol. IV. pag. 422. Tab. 19. fig, 3. An stratis mporioribio seriei colithiea inferioris. (Ter. Bathonien) lu Mamers et Valognes. in' ‘Gallia; 1 nec non ad gie Cn gen — ‘in Comitatu York Anghe. ° Le ‘foglie pinnate sono di forma ampiamente lineare e misurano quasi otto” centi-- ‘ metri nel punto della maggiore larghezza èd in lunghezza raggiungono talvolta i cin: «quanta centimetri, La rachide. che le sorregge è grossa ,ed è fornita fittamente di pinne i Li alterne patenti, contigue, la cui base rotondata sì prolunga superiormente in un lobo e ampiamente ‘auricolato ‘che ricopre la superficie anteriore della rachide. Poscià stringen- . dosi assumono una forma lanceolato-falcata che curvandosi gradatamente: si attenua pro- cedendo Verso l'apice ove termina in. punta alquantò ottusa. La larghezza delle pinne maggiori, misurata a traverso l'espansione dell’orecchietta, è di dodici millimetri e la loro ‘ lunghezza giunge fino ai quarantacinque. I nervetti si dipartono a raggio dal. puinto va inserzione € ego xolgono verso i marginî delle pe Un uu di ud specie rinvenuto dal Sig, Leckenby all'odlito di Clonghtò 5 presso Scarborough nella Contea. di York nell Inghilterra, giunge alla lunghezza. di due piedi Inglesi. Altri saggi riferiti dai Signori Schimper e Saporta a questa specie, si tro- varono nel’ iano Batoniano presso scneaggi e Valognes, nella Francia, I Prof. a pel primo, e poscia il Conte di Saporta ii alla specie d’In- ghilterra i i frammenti trovati a Mamers dal Demoyers e che Brongniart. aveva, distinti. .col nome di Pilicites Bucklandì var. gallica. Sebbene questi ultimi non siano così bene conservati come i ‘saggi dell Otozamites graphicus trovati in Inghilterra, déscritti e fisurati ‘dal Sig. Leckenby, tuttavia presen-- : tano caratteri sufficienti a suini la riunione proposta dai Signori polupper e Sa- porta. s A : PUDOE 00 nl - — TM — IL Discsabiea dicccrta’ Sap. 0. foliis pinnatis, late oblongis, petiolatis; rachide erassa eylindrica longitu- dinaliter striata, petiolo elongato crassissimo ; pinnis deciduis alternis patulis, s approximatis, ‘rachidis facie anteriori insertis, ovato lanceolatis apicem versus breviter sensim acuminatis, basi confertis,” obtuse auriculatis, rachidem antice tegentibus; nervis tenuibus, crebris e puncto insertionis flabellatim radiantibus et ad margines ‘man excurrentibus, interdum furcatis. Otozamites decorus, Sar. Plant. Tag de la France Vol: IL. pag. 177. tab. 111. fig. 1,2. Otozamites elegaris. Saròrta (noù mitra Plant. vien MS. — Scuse, Aplenni DE Vol. I Pasa, Ti-pap dl 200023: : ‘ In stratis vapadicribe seriei oolithice orta ad Btrochey prope Chatillon«sur- sei visi d'Or) in dati Bella'\specie la cui foglia pinnata di forma ovata oblunga sembra raggiungesse i 20 centimetri di lunghezza sopra sette di larghezza. Essa è sorretta da una grossa rachide cilindrica striata per lo lungo e che si protende inferiormente in un grosso. picciuolo spoglio, di pinne per un. tratto di quattro o sei centimetri ed avente un diametro di quattro millimetri. Le pinne sono molto patenti, decidue, alterne ed inserite sulla fac- cia anteriore della - rachide che ricoprono interamente colle loro basi contigue e quasi embricate. Hanno ‘una’ forma. ovato-lanceolata, che alla metà della pinna si attenua gra- datamente e con qualclie rapidità ne rende l'estremità acuminata. Le pinne'maggiori ,mi- surano in: lunghezza 42 millimetri, e nel punto ove sono più ampié, hanno una lar- . ghezza di 44 millimetri. ‘Alla base sono ottusamente cordate col lobo superiore alquanto più prolungato dell’inferiore. I nervetti che le percorrono sono sottili e numerosi, non di rado foreuti .ed uscenti dal punto’ d’inserzione si bepanino a ventaglio scorrendo verso i margini delle pinne. veni. L sssiaplire fu trovato in Francia nel piano superiore del terreno Batoriiano e che viéne riferito al Cornbrash, pes Cissitiorone Bi) nel ea della Cote d Or. , Il chiarissimo, Conte 6. di Saporta aveva ‘comunicata la descrizione di questa specie val Prof. Seine nel Cornbrash e nel piano Oxfordiano inferiore a Lourdines presso Poitiers. Secondo il Chiarissimo Co. di Saporta è a ritenersi che questa specie raggiungesse di- mensioni ragguardevoli, poichè dall'esame dei numerosi esemplari che gli fu dato osservare egli opina che le foglie di questa Otozamites abbiano potuto, toccare i quaranta centimetri i . di lunghezza. Le variazioni che si osservano nella forma delle pinne nei diversi esemplari di cui il Co. di Saporta ha publicato le figure, farebbero sospettare che sotto questa deno-” minazione specifica fosse compresa più di una specie. Ma gli studi eseguiti da quell’ acuto osservatore sopra buon numero di saggi pongono fuor di dubbio la loro appartenenza ad un'unica specie, ‘alla quale fu pure indotto dalle sue osservazioni di riunire quella forma che aveva prima distinta col nome di Leona coi icaunensis. n 13. Otozamites Youngii 2r0rg. ‘0. foliis amplis, laxe pinnatis; rachide valida, strieta; puneto insertionis ‘ pinnarum alterne incrassata; pinnis alternis, patulis, remotiusculis, lateribus ra- chidis oblique adfixis, ovato-lanceolatis elongatis, sensim acuminatis apice acu- tissimo, base rotundata rachidem non tegentibus; nervis crebris tenuissimis e basi radiantibus. Otozamites Youngii Brova. Tabl. Gen. Vigét. foss. pag. 106. — Saronta, Plant. Jur. de la: France Vol. IL pag. 128. Tab. 96. fig. li —’. Zamia Youngii, Brova. Prodrom, pag. 94. Zamites Youngii. Gorprert, Ueder: foss. Cycad in Arbeit. Sehlesch. Gesellsch, 1843, pag. 45. a — Uxorr, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 286. |.» Cyeadites lanceolatus Pmrres, Geol. of Yorksh. Pars I. pag. 182. Tab. X. fig.3 In arenaria seriei oolithicce inferioris ad Saltwick in Comitatu = Aagno. Bella Zamiea a ‘foglio grandi pinnate STE dodici colitiimetei! munite di una grossa | rachide striata per lo lungo ed avente un diametro di tre millimetri che si aumenta fino ai cinque, formando una protuberanza; al punto d’inserzione di cadauna pinna. Le. pinne. sono patenti, alterne, alquanto discoste, di forma ovato-lanceolata allungata colla :- base rotondata, larghe. due centimetri, attenuate verso’ l'estremità che termina, in punta | acutissima. ©. lunghe 65 millimetri. Al punto d’inserzione sono distanti luna dall’ altra quindici millimetri in senso verticale. I nervetti sono numerosi, sottilissimi, diéotomi, e ‘ partono a ventaglio dalla ‘base; scorrendo verso i margini delle pinne. Questa ‘bella specie fu trovata in un ‘arenaria appartenente al piano superiore della serie oolitica inferiore, a Saltwick nella Contea di. York nell’Inghilterta. Il Brongniart la distinse da prima col nome di Zamia Youngii e poscia di Ofozamites Youngii senza però darne la descrizione. Nessun altrò autore illustrò. di ‘poi questa specie che cono- ‘sciamo’ soltarito dalla figura che ne porge il Co..di Saporta, sopra un disegno comuni- catogli dal Brongniart, che a questa specie riferisce il Cycadites latifolius di Phillips. 1 ‘Ma la figura pubblicata dal Co. di Saporta, tratta dal disegno originale dal Brongniart, = è così diversa da quella del Cycadites latifolius di dr che non è E lla lo am- mettere rappresenti quest’ultima specie. _ o Ceo Allo invece la figura del: Cycadites lariceolabus di Phillips, s'avvicinà piuttosto alla. présente specie per la ‘grossezza della rachide e per la forma delle pinne: Però nella | figura, data dal Phillips, la rachide è a — grossa e lè pinne sono più anguste ‘e più lungamente acuminate. _ AA asta . TÀ PE 44. Otozamites acuminatus (L. H.) UA 0. folîis siii late lanceolatis elongatis, apicem versus sensîim “attenua tisi rachide erassiuscula ; pinnis ‘alternis approximalis, late. linearibus lanceola= dis, base dimidiata, superne auriculata, rachidis facie. anteriori. lateraliter inser-. N is, Lusia sini apicem. versus sue acuminalis, superioribus e erectivisculis fal- È. i calis acutis; : nervis lenuibus crebris dichotomis, STA a pe insertionis — sursum radiantibus. — sr }o 0,5! Otozamites actatinzias. Broxo. Tab, Gen. Veget. Foss. peg: 106. ariani Traité de Pa: léont. Végét. Vol. II Pars I. ‘pag. 176, ». Otopteris acuminata. Lispi. Hora. Fons. Fi. Gr. Brit. Vol, II. pag. 141. ‘Pab. 182. — sa, * Cat. Brit. foss. Edit. II pag. 14. — Lroxexty, Foss. Plant. from Scarb. in Proceed. Geol. Soc. Lond. pag. 77. — Scuwrer, Traité de Paltont. Végét. Vol.-I. pag. 484. 7 citi Cyclopteris acuminata, var. B latifolia. Srerss, Versi Fl. Vorw. II. pag. 184." va Odontopteris acuminata, Gorrr. Syst. Filie. Foss. Pe NE _ = Cee Gen. «tfipoc. Plant, » foss. pag. 88, si cn ia ; Ci Adiantites acuminatus, Ermnéen. ARE d. Jetzw. pag. di 4 aa E — In serie oolithica inferiore, ad Cloughton prope Scargorgagi, in Comitatu + York, » Sage ga: Cu, (an i è » A, i Questa bella ‘specie ha le foglie: pinnate RE CRE lanceolate éd ‘allungate, che si attentiano lentamente verso l'estremità e sono percorse da sa rachide pinttbalo robu- sta, il cui diametro rag giunge i tre millimetri. 9A Ai lati della faccia anteriore della ‘rachide sono sierica inserite le TR mé- * diante la parte inferiore della loro base, mentre superiormente quest’ ultima si prolunga © in forma di oreechietta e ricopre la rachide. La ‘forma delle pinne che compongono la ‘metà inferiore | della foglia, è largamente lineare lanceolatae va gradatamente facendosi acuminata ‘verso. l'apice, cominciando ‘a scemare di larghezza a venti millimetri circa di * distanza dal punto d’ inserzione. Le pinne più grandi misurano cinque centimetri in lunghezza e sonò larghe otto millimetri, lungo i primi due centimetri, cioè nella parte posta fra la biise ed il punto, in cui cominciano a farsi più anguste. Esse vanno a poco a poco accorciandosi procedendo ‘ verso “Pestremità della foglia, ove si riducono a quindici millimetri di lunghezza sopra tre di larghezza. Le pinne sono per la maggior parte pa- ‘tenti e quasi orizzontali, ma quelle che. formano il terzo superiore della foglia sono al- l’invece oblique ed alquanto erette ed assumono una forma ea che termina rapida- ‘mente in punta acuta. se I nervetti che le percorrono sono finissimi, e numerosi e partono tutti dal punto dii in- serzione della pinna sulla rachide; si dicotomizzano più volte e si dirigono a ventaglio | verso i margini della pinna, ma in maggior numero verso il margine superiore. I due frammenti figurati nella loro grandezza naturale dai Signori Lindley e Hutton . (Pos FI. Gr. Brit. Vol, IL tab. 132) raggiungono insieme una lunghezza di dicia- nove centimétri. to. 4° ; FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAB. — vestire Y s u . “ ci — 82 — Non sembrano però avere appartenuto alla stessa foglia, sebbene non possa esservi ‘dubbio che spettino tutti e due alla medesima specie, come lo dimostra la forma delle pinne inferiori della parte superiore, paragonata a te della porzione sottoposta. Queste specie, trovata nell’Arenaria inferiore dell’oolite di Cloughton presso Scarbo- rough nell’ Inghilterra; fu figurata dai Signori Lindley e Hutton sotto il nome di Oto- pteris acuminata e dal Brongniart fu collocata a buon dritto nel genere Otozamites ‘di Fr. Braun; nessuno però l’aveva descritta prima del Chiarissimo Prof. Schimper, che giustamente ne separò la var. brevifolius, (Lispr. ‘Hurrox Loc. cit. Vol. III. tab. 208) . perchè fornita di càratteri sufficienti ad istabilirla quale specie diversa, che denominò Otozamites intermedius (Scurr. Paltont. Végét. Vol. ILL pars. I. pag. 476). ‘45. Otozamites intermedius Schimper. | O. foliis impari-pinnatis, amplis, lanceolato-elongatis, apicem versus longe angustatis ; pinnis remoliusculis, obliquis, alternis, lanceolato-rhombeis, muticis, base angustata angulo inferiore decurrente, superiore late producto rotunda- to, libero; nervis tenuibus, plurimis, dichotomis, a puncto inserlionis flabella- tim sursum radiantibus. Otozamites intermedius, ScumPrR, Paltont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 176. Otopteris acuminata var. brevifolia. Lupi. et Hurr. Fossi FI. of Gr. Brit. Vol. III. tab. 208, In arenaria inferiori ad Haiburn Wyke prope Scarborough im Anglia. Foglie piuttosto grandi, impari-pinnate di forma ‘lanecolata allungata che, molto pri- ma dell’apice, cominciano ad attenuarsi. La loro lunghezza si può calcolare fosse dai 20 ai 25 centimetri e la larghezza nel punto ove sono più ampie, cioè a dodici centime- tri dall’estremità, giunge ai sei centimetri. Le pinne sono fra loro alquanto distanti, al-. terne, inserite obliquamente sui lati della faccia anteriore della rachide. La loro forma è ampiamente lanceolato rombea, attenuata verso | apice, che termina smussato. La, base che è angustàta, ha l'angolo. inferiore che decorre alcun poco sulla rachide, mentre il superiore si espande rotondandosi, senza però nascondere la rachide. Questa espansione diminuisce nelle pinne più vicine alla estremità della foglia, te quali per tal modo pren- dono una forma più decisamente lanceolata. Nella parte più ampia della foglia esse mi- . — surano” trentacinque millimetri in lunghezza, sopra quattordici di larghezza. poco sopra alla base, ager begle della foglia le pinne si na a venti millimetri: di SER I = i sopra cinque di larghezza. I nervetti sottili, numerosi, dicotomi, partono tutti dal punto ove la base della pinna, stringendosi, si inserisce sulla rachide e poscia si espandono a get. scorrendo con lieve curva verso il margine superiore della pinna. Qualità specie, trovata nell’arenaria inferiore dei terreni oolitici di Haiburn Wyke presso Scarborough nell’ Inghilterra, è figurata ma non descritta nella Fossil Flora of Great Britain dei Signori Lindley e Hutton, che- la considerarono quale una semplice varietà dell'O. anninalne Il Prof. Schimper nella sua Paleontologie Végétale osservando che questo esem- plare si distingue dall’O. acuminatus per avere le pinne più larghe, più corte e smus- sate all'apice, la ritenne appartenente ad una specie diversa che deserisse pel primo sotto il nome di O. intermedius. Oltre alle differenze accennate dall’illustre Paleonto- logo di Strasburgo, è da aggiungersi che nell’O. acuminatus le pinne, specialmente nella metà superiore delle foglie, sono di forma falcata e tutte poi hanno la base semicor- data coll’orecchietta che ne forma l’angolo superiore, più circoscritta e sporgente ed apro poggiata sulla rachide, mentre nell’Otozamites intermedius Scu. le pinne, verso la base s’assomigliano, anche pel modo d’ inserzione, piuttosto a quelle del genere SpReno- zamites. 16. Otozamites Hislopi Feistm. ‘0. foliis conferte pinnatis, late linearibus, apicem versus et basim attenua- ‘tis; rachide stricla tenui; pinnis alternis, patulis, approximalis, lineari-lanceo- latis obtu-iusculis, base latiore obtuse auriculata, rachidem anlice tegentibus, dein sensim versus apicem angustalis, leviterque sursum incurvis; nervis te- nuibus e basi flabellalim radiantibus, sonsleag dichotomis, et ad margines api- sii rd pinne divergentibus. Otozamites Hislopi, FersrmanteL, Rec. Geol. Suro. India, 1876. IX. 4, pag. 130; Flora of + the Jabalpur Group, in Mem. Geol. Suro. India, Ser. XI. 2, 1877. pag. 12—92. Tab. VI. fig. - ‘8, 4,33 43 Tab. XI. fig. 1,13 Zamites Hislopi. OLvnaxw, MS. In argilla scissili micacea, formationis jurassice superioris ad Sher River, | fuxta Sàtpura, prope Jabalpur in India. Questa specie ha le foglie pinnate, di forma ampiamente lineare allungata, che si attenua -verso l'apice e verso la base. La loro maggiore larghezza raggiunge i tre cen- timetri. Nulla può dirsi della' loro lunghezza, poichè i frammenti fin qui trovati non ‘superano .i dieci centimetri e mancano delle estremità. La rachide è sottile e dritta. Le pinne sono alterne, patenti, assai avvicinate e per buon tratto quasi contigue. La loro forma è lineare lanceolata, che gradatamente sì stringe, curvandosi lievemente all’ insù, e terminando coll’apice’ attenuato ed alquanto .ottuso. Alla base si dilatano formando - un’orecchietta ottusamente rotondata. che ricopre la faccia anteriore della | rachide, su cui sono inserite colla parte mediana della base, che per. tal modo, ha tutti e due gli angoli liberi. Le pinne sono lunghe dai quattordici al venti millimetri, ed alla base non oltrepassano i tre millimetri in larghezza. I mervetti sottili e dicotomi. partono, dal punto d’inserzione divergendo a ventaglio. n Questa specie fu rinvenuta nell’argilla schistosa micacea, del terreno ‘ giurassico su- periore del bacino di Sàtpura, presso. Jabalpur nelle Indie. 17. Otozamites distans Feistm. 0. foliis, pinnatis, petiolatis, late linearibus, lanceolatis ? basi: sensim an- gustatis;. rachide tenui, tereti, basi in petiolum' producta et sensim' leviter in- crassata ; pinnis remoliusculis, subalternis, base dilatata, ac puneto. insertionis leviter constricta, lateribus rachidis oblique insertis, nec rachidèm tegentibus, | dein apicem versus, angustatis, margine inferiore sursum curvato, apice acu- minatis, subfalcatis ; nervis fi e puneto insertionis operino di- chotomis. Otozamites distans FEISTMANTEL, Rec. Geol. Suro. India 1876. IX. 4, pag. 130; Flora of the Jabalpur Group, in Mem. Geol. Surv. India, Ser. XI, 3, IST. pag. 13-93, Tab. VII. fig. 3, 33 LI . Eodem în loco cum precedente. | da foglie pinnate di forma ampiamente lineare sembra tsianro i li im- i perciocchè si attenuano verso la base e probabilmente lo stesso avveniva verso l’apice, che però non si scorge nell’esemplare, mancandone tiitta la parte terminale. La loro ‘.. maggiore larghezza raggiunge i tre centimetri. e soho percorse da una rachide dritta e sottile che si prolunga inferiormente oltre la foglia, per quindici millimetri,, a' guisa di sun affatto aa di pinne e facendosi lievemente E° grossa a al basso. ’ "I — 86 — Le pinne sono. distanti l'una dall'altra circa un millimetro, quasi opposte o appena un po alternanti colla base dilatata e poscia lievemente ristretta al punto d’inserzione sui lati della rachide, che non è ricoperta dalle basi delle pinne. Poco sopra il punto ove’ da base è dilatata si stringono e procedono più anguste fino» all'apice, mentre il mar- | gine inferiore della pinna curvandosi gradatamente all'insù e congiungendosi ad angolo acuto col. superiore, ne forma l'estremità acuminata e lievemente falciforme. Le pinne | più lunghe misurano diciotto ‘millimetri e nella parte dilatata della base sono larghe tre millimetri che poscia sì riducono a due fino al punto ove l’apice comincia a farsi acuminato, I nervi sottili e dicotomi si dipartono dal punto d’ inserzione e divergono a. ventaglio verso i margini e l'apice della pinna: . °. L'esemplare fu trovato nello stesso luogo colla precedente. 18. Otozamites Jabalpurensis Signo... O. foliis. impari-pinnatis, linéaridos, elongatis, basim versus et spicem sen- sim, ingustatis; rachide strieta tenui; pinnis alternis, patulis, dense confertis, subcontiguis, linearibus, base dilatata, obtusissime subcordata, totam rachidem antice tegentibus, apicem versus sénsim attenuatis, ac parum sursum incur- VIS apice leviter angustatis,. obtusis ; nervis diehotomis flabellatim e puneto inserlionis ‘radiantibus, ad margines apicemque pinnarum divergentibus. A Otosamitee gracilis, FeisruantEL, Rec. Geol. Suro. India IX, 4, pag. 130; Flora of the Ja- balpur Group, in Mem. Geol. Surv. India, Ser, XI, 2, pag. 13-93, Tab. VI. fig. 5—7; Tab. VII. fig. 2, 2% dara Synon, urr et pa Eodem A 1900 sn precndentibi. i .Le foglie di te specie sono impari pinnàte, lineari, allungate, leggermente at- , tenuate tanto verso l’apice che verso la base, larghe dai quindici ai venti millimetri e - che dal frammenti raccolti si può calcolare giungessero a quindici centimetri di lun- ghezza. La rachide sembra fosse sottile e ritta. Le pinne sono alterne, patenti, assai avvicinate e contigue per quasi tutta Ja loro lunghezza, di forma lineare, colla base un ‘poco dilatata ed ottusamente cordata, e ricoprente la faccia anteriore della rachide. Procedendo verso l’apice le pinne vanno lentamente ‘attenuandosi e si curvano all'insù. Esse misurano dai nove ai dodici millimetri in lunghezza e nel Sr dilatato della | “è I base hanno dai due ai tre- millimetri di larghezza. I nervetti sottili e più volte foreuti partono tutti dal punto d’inserzione e divergono verso il contorno delle pinne. Questa specie proviene dallo stesso luogo da cui provengono le precedenti. Confrontando questa specie col Zamites gracilis di. Kurr (Otozamites gracilis Scurr) cui fu riferita dal Feistmantel, vi si scorgono delle notabili differenze che m’indussero a separarnela. Ed infatti il Zamites gracilis di Kurr realmente appartiene al genere Zamites e non al genere Otozamites come fu ritenuto da Schimper. Esso ha le pinne coi margini paralleli, e che conservano eguale larghezza dalla base, all a- pice ove terminano bruscamente rotondate. Inoltre secondo la descrizione del Kurr il Zamites gracilis ha le pinne percorse da nervi paralleli simili a quelli delle pinne dei Pterofilli. La forma ed il modo d’inserzione delle pinne, e sopra tutto la disposizione ‘ flabellata dei nervi, dicotomi e divergenti verso il contorno delle pinne, dimostrano chia- ramente che la specie di Jabalpur appartiene al genere Otozamites ed è affatto diversa dalla Zamites gracilis, che deve conservarsi nel genere in cui fu posta da Kurr. ** O. pinnis parvis brevissimis, sursum.curvatis. | 49. Otozamites Massalongianus Zigno. Tab, XXXIV. fig. 1, 2, 3, 4, 5. 0. foliis gracilibus impari-pinnatis, linearibus, angustis, elongatis obtusis, basim versus et apicem sensim attenuatis; rachide stricta tereti, crassiuscula; pinnis parvis, alternis, patulis remoliusculis brevissimis, ovato lanceolatis, pa- rum sursum curvatis, apice obtuso submucronulato, base obtuse semicordatis, angulo superiore laliore rotundato, alterne rachidem vix tegentibus; pinnis inferioribus cordato-triangularibus acutis, brevissimis; nervis dichotomis rigi- diusculis a puneto insertionis flabellatim radiantibus, leviter incurvis. Otozamites Massalongianus, Ziaro, Mem. Ter. Giur. Alp. Venet. pag. 10 in Riv. Acad. Fad. 1852. pi In sazo calcareo scissili, lutescente seriei volithico inferioris ad Montem Per- migotti prope S. Bortolamio în Provincia Veronensi. | ,— Saronra, Végét. Jurass. de la France. Vol. II. pag. 166. Tab. 108, fig. 2. Si può calcolare che le foglie di questa specie toccassero i sedici deniimitri di Jon- ghezza mantenendosi di una larghezza non maggiore di dieci millimetri. La loro forma, . regolarmente impari-pinnata, lineare allungata, si attenua lentamente procedendo verso la base ed alquanto più bruscamente verso l'apice che termina ottuso. La rachide corre ritta e cilindrica ed ha due millimetri di diametro, per cui avuto riguardo alla strettezza della foglia è relativamente abbastanza robusta. Le pinne. sono assai piccole, alterne, patenti, brevissime ed un poco discoste fra di loro. La loro forma è ovato-lanceolata ottusa, leggermente curvata all'insù, colla base ottusamente cordiforme inserita sui lati della rachide coll’angolo inferiore, mentre l'angolo superiore; più ampio e rotondato, ricopre appena il lato della faccia anteriore della rachide. Verso l'apice sono pochis- simo attenuate ed il loro margine inferiore volgendo all'insù, si congiunge brusca- mente col margine superiore: formando l’estremità che termina ottusamente in un brevissimo muerone. Esse hanno sei soli- millimetri di lunghezza sopra appena tre di. larghezza, misurata alla base della pinna. Le pinne collocate verso la base della foglia sono molto più brevi delle altre e di forma cordato-triangolare coll’apice acuto (Tab. XXXIV. fig. 4). I nèrvetti sono piuttosto consistenti e partono a ventaglio dal punto d’inserzione, divergendo verso i margini e curvandosi alcun poco seguendo l’an- damento del margine inferiore della pinna. Gli esemplari di questa specie sono piuttosto frequenti nella calcarea scissile giallo- gnola, della serie’ oolitica inferiore del M. Pernigotti sin S. Bortolamio nel Vero- nese, nè finora la trovai in altri luoghi 20. Otozamites microphyllus Brong. O. foliis gracilibus, linearibus, elongatis, laxe pinnatis, basim versus sen- sim angustatis; rachide stricta, tereti; pinnis brevibus, alternis, remotis, obli- quis, inferioribus ovatis, reliquis longioribus, ovato-lanceolatis incurvis, base rotundato-cordata, superne obtusissime vix auriculata rachidem alterne tegen- tibus, apicem versus sensim angustatis leviterque sursum curvalis, obtusis : ‘nervis tenuissimis furcatis, flabellatim a puncto insertionis radiantibus. Otoramites microphyllus, Broma. Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 61 et pag. 106 (sine descript.). — 88 — In serie +Oolithica inferiori (Bathonien) ad Saint-Pater, piope Alencon (Orn) } in Gallia. Le foglie pinnate di forma lineare che si attenua lentamente procedendo verso la base sono fornite di pinne piuttosto piccole e distanti l'una dall’ altra‘e sono sorrette da una rachide cilindrica e dritta. Nel punto ove là foglia è più larga, misura due cen- | * timetri, e_ la lunghezza deve aver superato Ì venti centimetri, poichè , l'esemplare . fi- gurato dal Saporta è lungo sedici centimetri, ed - ‘ove è superiormente troncato non presenta alcun indizio dell’incominciamento della porzione terminale che probabil- mente era attenuata. Le pinne sono brevi, alterne,, inserite obliquamente. sulla fac- cia anteriore della rachide ad una distanza ‘di cinque millimetri luna dall’ altra. Le inferiori: hanno una forma regolarmente ovata e sono lunghe ‘dai sette agli otto , millimetri sopra quattro o cinque di larghezza, diminuendo gradatamente nelle dimen: sioni, verso la base della. foglia. Le pinne super iori ‘che rivestono la parte mediana della foglia, prendono una forma ovato lanceolata leggermente falcata, per la curva dell’estremità | attenuata che termina coll’apice angustamente rotondato. Alla base le pinne sono rotondato-cordate, col' lobo superiore che si espande appena in un’orec- chietta assai ottusa ricoprente la faccia anteriore della rachide. Le pinne maggiori mi- surano quindici millimetri di lunghezza e nel punto più largo della base, hanno sette millimetri di larghezza che, poco na dell’apice, si ‘trova ridotta a tre soli millimetri. I nervetti sono sottilissimi, dicotomi e partendo dal punto. d’inserzione si dispongono a ventaglio irradiando ‘verso i. margini delle pinne, +» pr proviene dagli strati del piano. Batoniano di scisti presso Alengon a | nel Dipartimento dell'Orne in Francia. - Questa specie annoverata, ma non descrittà, dal Brongniart nel: suo Tableau des Genres des Vegetaua fossiles, fu poscia ‘accuratamente illustrata dal Conte di Saporta, che nella sua bell Opera sulle Piante fossili della Francia, ne publicò la figura eseguita sopra un disegno comunicatogli dallo stesso Brongniart e PIRASENA coll’ esemplare esì- stente nel museo steli città di Mai: (Si fd a SY 21. Otozamites contiguus Feistm. O, ‘foliis gracilibus, conferte pinnatis, strictis, linearibus elomigatia, basim — versus sensim attenuatis; rachide tenui; pinnis brevibus, alternis, patulis, con- tiguis, ovatis incurvis, apicem versus angustatis ac sursum obtuse acuminatis, base obtusissime subcordatis, angulo superiore in auriculam rotundatam pal rum producto, rachidis lateribus adfixis nec rachidem omnino tegentibus ; ner- vis tenuissimis flabellatis dichotomis, vix conspicuis. Otosamiteò PRATT FpistuanteL, Jurass, (oolitie) Fl. of Kach, in Mem. Geol. Surv. of India | 1876. pag: 48. Tab; 7. fig. 4, 4°. va ul PI; at x In argilla arendoea, grista, formationià ea, a ad Kukurbik in India. Le foglie fittamente pinnate e dritte, sono anguste, ingl 4 PR e n IE si attenuano verso la base, Probabilmente ciò avveniva anche verso l'estremità, che manca nell’ esemplare illustrato dal Dott. 0. Feistmantel, e che ci presenta solo un frammento lungo einque centimetri e largo undici millimetri. La rachide è sottile e fornita di pinne brevi, alterne, contigue, patenti, di forma ovata, dilatata alla base che è ottusamente cor- diforme e lievemente smarginata, e di cui l'angolo superiore si espande in un’orecchietta rotondata che lambe ed appena ricopre i lati della faccia anteriore della rachide che per tal modo rimane scoperta nel mezzo. Poco sopra l’orecchietta basilare le pinne procedono attenuandosi verso l’ apice e curvandosi, all'insù, terminano in punta ottusa. La lunghezza ‘maggiore delle pinne è di sei millimetri e la larghezza alla base misura quattro millimetri. J nervetti, dicotomi, soltilissimi, e poco Ma partono dal punto d’inserzione. "Upea verso i margini delle pinne. Questo esemplare fu trovato dal Chiarissimo Dott. O. Feistmantel nell'argilla arenacea grigia dell’oolite di Kukurbit nell’India. è * “x 7 . : a i N - FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE. — DICOTYLEDONES. ” 12 y r “ » ; Ù # 22 Otozamites Feistmantelii î Zigno. ti. SIA Tab XXXIV. fig. 6.7. 8. si ot i % È wi 0. fois conferte. impari-pinnatis, linéaribus valde clongatis; basim: versus et apicem sensim attenualis ; ‘ rachide erassiuscula pinnis brevibus, altérnis, contiguis, ovatis, incurvis, base inequilalera oblique lunato semi-cordata, rà- chidis lateribus. insertis, angulo superiore in “auriculam rotundatam droducto, ° totam' rachidem antice fegentibus, dein sensim - paullulum ‘angustatis, .sursum eurvalis, apice rotundatò; ‘pinna termiriali minore; oboyata;. neryis : SEA od to. dichotomis e pri insertionis flabellatim radiantibus. + In calcarea qrisea da Iutescente. seriei vobibiione “inforitiio ad Roverè di Velo in Provincia Veronensi; nec non. ad Mi; -Scaidolora i in Provincia Vicentina. “è x Da e \ * LU Le foglie sono fittaniento sint pirata ed fano “una. dota lineare Linceolata | molto stretta ed. allungata; che si attenua tanto verso all'apice” che alla base. La Ta- ‘ chide che» le percorre è ‘ piuttosto” srossa, ‘relativamente alle dimensioni. delle foglie ed ha un diametro di due millimetri. Dagli ‘esemplari, ‘che si. trovarono finora, sì può; de-. i sumere, che giungessero. a diciasette centimetri ‘di lufighezza sopra quindici millimetri. di larghezza, presa. alla metà ove la foglia è più ampia. Le pinne. sono brevi, alterne, coritigue per tutta: la loro” lurighezza ed hanno una forma ovata-semnicordata che lieve- mente s’ attenua procedendo‘ verso l'apice curvandosi all'insù è. terminando coll’estre- - «mità alquanto più. ‘angusta ma rotondatà. La base delle pinne , ha una forma lunato» semicordata col lobo superiore. espariso. in un’ *orecchietta piuttosto ampia e rotondata che | ricopre la faccia anteriore della rachide. AI incontro il lobo inferiore. non offre alcuna sporgenza e forma: semplicemente un anigolo ‘unendosi al lato inferiore della smargina- tura semimulare. che costituisce il punto d’inserzione. La lunghezza delle pinne ‘mag- giori ‘giunge. appena aì sette millimetri e la larghezza misurata * “alla © base a «traverso È orecchiétta, è di ‘cinque millimetri. La. “pinna terminale formiante V'apice della foglia è assai ‘piccola. di- forma obovata;: lunga quattro. millimetri. e lafga tre. I nervetti finissimi e numerosi partono* tutti dat punto d’i inserzione: e: biforcandosi ‘ si sgitano divergendo $i. Verso 19 contorno della as ve o In a i 5; Coli hi cronici di quoila specie provengono dalla calcarea grigia e gialoggola del- Toolite iene di Rovetè DA Velo nel Veronese e di M. Scandolara nel ee: CR, Preela specie ‘ha molta affinità coll’ Otasatnites sulirosi plus 1 Bronx. e » coll'Otoea-" — mites contiguus. Fersru. Però si distingue dal primo. per avere le pinne meno attenuate ‘all'apice; più. dilatate alla base e coll’ ‘orecchietta più: circoscritta. Come pure per essere costantemente contigue fra di loro anche nelle foglie che per le loro' dimensioni aceen- . nano di essere adulte ; “mentre nell'Otozamites microphyllus Broxa., le pinne non solo nòn si toccano, ma sono, sempre per un bel tratto distaccate l'una, dall'altra. > A dir vero la nostra” specie si avvicina ‘di più all'Otozamites contiguus Feist, con . cui ha comuni le proporzioni delle foglie e la contiguità delle pinne. Tuttavia .osser- vando' quest'ultima specie minutamente si riconosce che ha .la rachide più sottile, le. pinne più attenuate all'apice, che termina anzichè rotondato, ‘i in punta alquanto. oltusa, € l’orecchietta basilare assai meno pronunciata per _ modo che la smarginatura del punto. | d'inserzione è ar marcata, ‘ mentre oapÙ nostra specie, ma base è ivi fortemente intavata. ; i DL Otozamites anguetatue Parona ‘o. foliis incaribus, angùstis, elovigatis. - conferte piniatis; pinnis parvulis, . - alternis, patùlis, conliguis, sùbimbricatis base obtusissime subeordata, superficiem s : anteriorem rachidis. omnino tegentibus, oblique insertis; sapicem versus sursum . i incurvatis leyiterque altenuatis, obtusis; mervis dichotomis Mabelibtima a ‘x inci sE : insertionis: radiantibus.. 2, | fi Otozamites snguatatne, Parerua seta, Flora, of the Jabalpur Group, in Mem. GAL. Dr dns. dia; gior XI. 2. pag. 13—98. Tab. sa; fig. 8 8° Tab. VIL fig. 1. - nn argilla. asissili micacea , seriei jurdssicto stiperioris ad Sher River, fata a 5 Siplur, pope. Flip, I Indiw. a. 3 di PE. i foglié di p“a graziosa specie’ “sonò iii pionate, libenr allungate e ‘ molto- ‘anguste, misurando ‘soltanto dai sette ai dieci: millimetri di larghezza. Il fram- «mento maggiore figurato dal Feistmantel raggiunge ì ‘dieci centimetri di lunghezza è non. porge alcun indizio dell’incominciamento della base e della parte ‘terminale. della’ foglia. La rachide non è visibile per essere nascosta dalle cur delle Ne Le dr fi —_— 922 — | sono piccole, alterne patenti, contigue per tutta Ja loro lunghezza, che è di cinque mil- - limetri, mentre la larghezza .non oltrepassa il millimetro e mezzo. La base ne è ottu- , samente cordata, col lobo superiore un poco più rotondato. Esse sono inserite obliqua- mente sulla faccia anteriore della rachide che dle basi delle pinne ricoprono per intero. ‘Verso l'estremità si curvano lievemente all'insù, e solo poco prima dell’apice, si alte- nuano alquanto e terminano rotondate. I nervetti sono finissimi dicotomi e partono in forma flabellata dal punto d'inserzione divergendo verso i margini delle ‘pinne. Questa specie proviene dagli strati di argilla schistosa micacea appartenente alla. serie giurassica superiore di Sàtpura presso. Jabalpur nelle Indie. *** O. pinnis oblongis, obtusis vel linguiformibus ?). 21. Otozamites Molinianus Zigno. Tab. XXXY. fig. 1-3. Tab. XXXVI, fig. 1-5. x O. follis conferteimpari-pinnatis, tte RASTA elongatis, basim versus et apicem. sensim angustatis; rachide crassa striata; pinnis alternis, patulis, contiguis subimbricatis, late linearibus oblongis, apice abrupte vix angustalis, obtusis, rotundatis, basi ‘oblique subeordatis, angulo superiore libero, obtuse rotundato, totam faciem anteriorem rachidis imbricatim tegentibus; angulo in- feriore basis angustiore, pinna terminali obovata ; nervis tenuissimis, creberri- mis, dichotomis, a punceto. insertionis ad margines va pinnarum flabel- latim a e * iù Molinianus, Ziexo, Mem. ter. Giuras. Alp. Ven. 1852, pag. 10; Descriz. Cicad. foss. Ool. Alp. Ven. in Atti R. Istit, Veneto Vol. XIII. Ser. III. 1868 pag. 13. fig. 8. — Son bic Paléont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 173, — Sarorta, Plantes Juras, de la France Vol. II. pag. 123. Tab. 76. fig. 3. 4. — et Cours de Botan. foss. 1881, Tab, 6. fig. 7. ‘In saxo calcareo cnr seridi oolithice inferioris apud Rotzo et in Val d'Assa în Septem Communibus Provincie Vicentina ; nec non ad Vallem Zuliani PIE Roverè di Velo. in Lroviica Veronensi. | + PI pre ) 1) A questo gruppo appartengono le forme comprese nel sottogenere Glossozamites di Schimper, ‘ Questa bella specie ha le foglie fittamente impari pinnate di forma iiiienita li- neare, che raggiungono trenta centimetri di lunghezza e per lungo tratto misurano dai . quattro ai cinque centimetri di larghezza, cominciando ad attenuarsi soltanto a sei cen- . timetri di distanza tanto dall’apice che dalla base. La rachide è robusta, striata per lo lungo ed ha un diametro di quattro millimetri che s'ingrossa alla base ove è nascosta da due ampie foglioline germinali di forma ovato-lanceolata, tronche alla base, opposte, ed abbraccianti il pieciuolo, che misurano circa trentacinque 1 millimetri di lunghezza su quindici di larghezza” e mostrano una compage diversa da quella delle pinne che ador- nano la foglia. Le pinne alterne, patenti, contigue coi margini lievemente embricati fra - loro, sono di forma ovato lineare allungata, un poco attenuate, soltanto presso l'apice, che è ottuso e nelle foglie adulte, rotondato. La base è obliquamente ed assai ottusa- mente alquanto cordiforme, coll’angolo superiore libero, rotondato e lievemente espanso, mentre l’inferiore è cortissimo, ed ottuso. Le pinne sono inserite mediante lieve smar- ginatura sulla faccia anteriore della rachide che ricoprono per intero, intrecciandosi per là base con quelle del lato opposto. I nervetti che le percorrono numerosi e sottilissi. mi, sono dicotomi e partono a. yentaglio dal punto d’inserzione divergendo alcun poco ‘ lentamente verso i margini e Vapice delle pinne. ‘ Questa specie è piuttosto frequente nel calcare grigio dell’ oolite di. Rotzo e della Valle d’Assa nei Sette Comuni del Vicentino; ma rinviensi eziandio nei calcari grigi e giallognoli della Valle Zuliani pae Roverè di Velo nel Veronese, -- Gli Wiediplasi figurati nella Tav. XXXV. fig. 2 e nella Tav. XXXVI. fig. 3. mostrano ‘inferiormente le foglioline germinali squammiformi che abbracciano la base del picciuolo. Di questi due saggi interessantissimi, che mi svelarono îl modo di svolgersi di queste Za- . miee, comunicai i disegni al Chiarissimo Conte di Saporta che li riprodusse nella sua bel- l’opera sulle Piante giurassiche della Francia. 25. Otozamites Nathorstii Zigno. Tab. XXXVII. Fig. 1. 2 0. foliis regulariter pinnatis elongatis, late liosszibns lanceolatis, basi api- ceque attenuatis, rachide crassa striata; pinnis alternis, patulis, lateri anteriori rachidis, angulo recto, insertis, base dilatata aequilatera rotundata, contiguis, | puncto inserlionis vix emarginato, rachidem fere totam tegentibus, dein angu- - n panni Veronensi. RS ‘97 stati diresti parallelis, lota - longitudine discretis, apice rotundatis; nervis crassiusculis dichotomis ‘a -puneto. ‘insertionis pesanti el den: arcuatim versus ridi divergentibus. si pa siga Po sa” T] » ud “In saro ‘caloreo cineréi colori ad Vallom zaliani prope Rover di Velò in l dla specie ci presenta | una foglia regolarmente pinnata e "ai "a ampia- mente lineare lanceolata; lungi venticinque centimetri. e larga nel’ mezzo quattro cen- do limetri L. cinque, ‘millimetri; lentamenté attenuata verso. l'apice e più rapidamente verso e; al nei margini di tutto il «contorno della e, i stratore e Flore gta della Svezia. ai la base; munita di una: rachide striata . per lò lingo e piuttosto grossa che all’estre- mità: ‘inferiore ha un diametro “di cinque millimetri; ma che però, l’arcuazione dell’esem: plare, dimostra essere stata flessibile. Le pinne alterne” £ patenti sono inserite ad an- golo retto sulla faccia anteriore della, rachide che ricoprono quasi per intero. La loro base è rotondata. e si espande alcun poco, “egialmente’ da ‘ambo i lati, stringendosi ap- ‘pena al punto d'inserzione,, ove co. una smarginatura assai ottusa s’attaccano alla. ra- ‘ chide. Per questa espansione della base . riestono in. quel: punto contigùe, ma poco sO- > pra ‘stringendosi, si fanno lineati é staccandosi luma dall altra corrono parallele e ter- minano coll’ apice rofondato; la loro lunghezza ‘misura ventiquattro millimetri e la lar- ghezza cinque millimetri ‘che si ‘aumenta di vin ‘millimetro nella ‘porzione dilatata della base, I nervelti sono piuttosto. rigidi, numeròri "e- -dicotomi,’ e. partono dal punto. d’in- serzione a ventaglio facendosi arcuati. e divergendo egualmente da: ambo i nen meltono . n LI Y % . "% . vo di esdtplare proviene, “dalla calcarea grigia dell'o della Valle msc Be ‘Ro- ver di Velo nella Provincia di’ Verona. area n i . ‘ ; ,* . LI ” . : Pia ; : E 041 i La oa delle pirine, * dilatato ‘egublogeote:: al; lati della ‘base é poscia ristrette ere. golarmente lineari, fino all’ apice, el arcuazione dei nervetti, costituiscono i caratteri. che co atinguono Le specie dalle filtro, * SEA: ‘la: specie è' dedica al Cuidiiuttno Pro. A. 6, Nations di Stockolma bencteria ila vw Li fas ; n ‘ , È :95 4 di. - : 5 ” SR : DI | : — » n A À "TEA n x » Vi 5 . : DO . DI à i ci , - x ST » » bd LI » . v_& . » . . . . - 96, Otozamites Canossie Zigno. i dra Nb; Ti XXKVII rig. 3; 4. | 0% foliis pinnats, late. linearibus elomgitis' ‘radice: valida, crassa. irregu- : lariter striata; pinnis alternis approximatis, basi. subimbricatis, ovato oblon- ‘gis, apicem Versus sensim angustatis, apice obtuso rotundato, ‘base. in&equaliter . obtuse cordata, lobo superiore. Tatiore producto, rotundato, rachidem. alterne legentibus, simu lato obtusoque in: rachidem insertis; nervis aqualibus tenuis- simis furcatis a punetò: insertionis radiantibus, Aeg? ad perineo sensim paul Jufumi e ta e Bode i in loco cun n provlente. fr vai , Le fogli niente lied Wiungala sono piuttosto fittamente . pinnate, ed hanno una larghezza di cinque centimetri e mezzo. L’esemplare. ne porge: un frammento della | lunghezza di ‘quattordici centimetri, al quale mancano le due. estremità, per: cui non sì può conoscere. la reale lunghezza” della foglia. La rachide è robusta, irregolarmente striata ; — per lo lungo ed ha un diametro. di cinque millimetri. ie pinne sono molto patenti e quasi orizzontali, alterne, inserite sui lati della faccia anteriore della” rachide, molto. avvicinate” e. — Quasi embricate alla base, di forma ovato-bislunga che va gradatamente altenuandosi. verso } Li apice che è molto più angusto, ottuso; e termina ‘ rotondato. La base è obliquamente cor- dalo- ottusa,. col lobo inferiore smussato‘ ed.il superiore più largo, più sporgente e ‘roton- © dato, che alternando con quello della pinna. ‘opposta . ricopre per intero la rachide. Ove Je pinne s° inseriscono sulla raclirde formano una. ‘smarginatura ottusa o per meglio dire un seno niolto aperto e pochissimo incavato. Le pinne: misurano appena tre- centimetri in lun» © ghezza e sono larghe, alla base, ove sono più espansè, ‘tredici millimetri che si riducono: a poco meno della ‘metà verso l' apice della pinna. I nervetti da cui. ‘sono peteoise, sono nu merosi; dicoloni, sottilissimi. ‘e partono . a raggio dal ‘punto d'inserzione,,correndo ritti con : Bed pigra a mettòt capo su tutto il dontornò della pionà, Aa + ST ‘ dae PI È % +4 . "a ' Sla Qua specie. invesola e essa a ‘puie nella alpe grigia della Valle Znlieni. pr esso Ro- verè di Velo. nelle montagne del- Veronese, è da' me” * dedicata a_Sua Eminenza il. Cardinale a V Canossa, V Vescovo snai di Verona ed al. di lui. fratello pri Quai I0, che DI: De sessori di una ‘cospicua Collezione di piante e di pesci” fossili del Veronese, ne curano colla maggior sollecitudine |’ ingrandimento, promovendo la ricerca di nuovi oggetti, e pre- stando ogni maniera d’incoraggiamento agli studiosi della patria Paleontologia. **#* 0, pinnis ovatis obtusis. i ; 27. Otozamites Saportanus Zigno. Tab. XXXVII, Fig. 5. 6. O. foliis petiolatis, impari-pinnatis, lanceolatis, obtusis; rachide teretiuscula, flexuosa, striato areolata ; pinnis liberis alternis, obliquis, discretis, ovatis, ver- sus apicem rolundatum vix angustalis, rachidis lateribus adfixis nec rachidem - legentibus, base ineequilatera obtusissime subcordata; angulo superiore latiore rotundato, inferiore angustissimo, puncto insertionis nn emarginato, pinna terminali. oblonga angusliore ;. nervis tenuibus dichotomis, a puncto insertionis eaRenizio, flabellatim radiantibus. In saxo calcareo scissili lutescente seriei oolithica inferioris ad M. Pernigotti prope S. Bortolomio in Provincia Veronensi una vice mihi perni icone ‘Questa specie: è fondata sopra una foglia di forma ischia ottusa, impari-pinnata “munita di una rachide rotondetta, flessuosa, striato areolata, che si prolunga alla base in un picciolo lungo dodici millimetri. La lunghezza della foglia non oltrepassà i /b mil- limetri e la Jarghezza nel punto ove è maggiore, cioé alla metà della lunghezza mi- sura 48 millimetri, d'onde poi va decrescendo verso l’apice.e verso la base. Le pinne libere, staccate l’una dall’altra, alterne, patenti, di forma ovata bislunga, lievemente attenuate verso l'apice che è ottuso e rotondato, sono infisse ai lati della rachide che toccano senza ricoprirla. La base delle pinne è ottusamente cordiforme coi | lobi ineguali, il superiore più largo nel senso verticale e ottusamente rotondato, l’ in- feriore dimezzato, ed. ‘angusto, per' cui la interposta smarginatura «con cui la pinna s'inserisce sulla rachide riesce fuori di centro nel terzo. inferiore della base. La lun- ghezza delle pinne maggiori è di dieci millimetri. e fm larghezza nel Sn più ampio | verso la base raggiunge i 6. millimetri. li prima terminale di. forma Habie bislunga, rotondata tanto all'apice che alla ba- Li I a + I | se, conserva Lala venia lunghezza, ma è assai più stretta delle altre ‘non alii che ai tre millimetri di larghezza. I, nervetti esilissimì e forcuti che percorrono le: pinne partendo dal punto. d’i inserzione, sì ig obliquamente: a ventaglio verso il con- torno Lar 506 i Un o esemplare di questa specie mi fu data; rinvenire, nella calcarea scissile gial- ognola della serie ‘oolitiea inferiore sul M. Pernigotti, presso S. Bortolamio nella Provin- cela di Verona, I caratteri - ‘che ricisamente la distinguono dalle altre specie, m’ indussero a ritenerla per nuova e ad intitolarla all illustre mio amico, — Gastone di Saporta di fama puseggiaa: x sie dov di È D, ° ‘9g, Otozamites vvétisor Sep j i si foliîs linearibùs, petiolatis, ein piùmiatisi basi apiceque attenua- lis, rachide stricta longitudinaliter striata, petiolo Yalde incrassato ; pinnis al- ‘ternis, patulis, plus: minusve approximatis, ovato oblongis' obtusis, basi obtuse . ‘ subeordatis, apice vix angustatis ac ‘rotundalis; nervis tenuissimis ab’ inserlione ralisfiae pluries Corre, ad Lansing pinnarum Gase) di vetgualibua. Otozamites FRE oa in "Bolarii. Palloni. Végét. Vol. II. Pars I, pag. 1755 — Sa- PORTA, Plant. Jur. de la France, ‘Vol. IL pag. 170. Tab. 109. fig. 2—7. i Filicites Reglei, Baoxaxrart, Ann. “Sc, Nat. Vol. IV. pag, 421, Tab. 19. fig. 2. — Srexy- ° BERO; Vers. FI.. Vorw. Vol, II. ‘pag. 174. | 9 Pecopteris Regléi, Brosa, Hist. Veglt. foss. Vol. I, pag. 865. Tab. 130, fig; 2.i Sdi. pag. 59. Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 105, — Uxora, Gen. et Spec. Plant. foss.. pag: 178. fast, Regloi, Zioxo, Fl. foss. bn Oolith. Vol. IL nai 35. " saro calcareo seribi oolithice inferioris (Bathonien) prose Alencon, et ad Pont-Les:Moulins apud Baume-les-Danies in Gallia. Le foglie pinnate, A questa specie sono di forma lineare che si altenia verso oasi e verso la base ed hanno una larghezza che raggiunge di spesso i venticinque milli- ‘metri. La rachide è dritta robusta, striata per lo. lugo e si prolunga inferiormente in, . ‘un, grosso picciuolo ‘spoglio di pinne lungo circa tre centimetri, che alla base ha un ha tro di cinque. millimetri. Le pinne sono alterne e patenti, spesso contigue, talvolta distanti “due millimetri l'una dall'altra: Esse sono un po’ obliquamente insérite sui lati della faccia anteriore della . rachide che lambiscono senzà ricoprirla. La loro forma è ovato-bislunga FLORA sca FORMATIONIS doLITRICAR, -_ DICOTTIRDONES. i "> e, i BI appena Micia attenuata verso l'apice ove termina rotondata. La base ne è ottusa- - mente cordata. Le pinne maggiori sono lunghe dai dieci ai quindici millimetri ed alla base hanno sei millimetri di larghezza. Il primo esemplare-di questa specie, che fu trovato presso Aléncon, consisteva in un frammento assai imperfetto, che fu descritto dal Brongniart nel 1824 e da lui ritenuto spettare a qualche genere di Felce. Più tardi, nella Histoire des Vegetaur fossiles, lo collocò nel genere Pecopteris. Alla pagina 35 del 1° lascieolo unu nel 1873) di questo volume, io descrissi que- - . Sta specie ponendola, nel genere Zamifes, avendò riconosciuto che non era una 7910, ma bensì una Zamiea. La mia descrizione, essendo basata sull’esemplare figurato dal Brongpiart, in cui man- ‘ cava ogni traccia dei nervicciuoli ed il punto d’inserzione dellé pinne era nascosto sotto. la rachide, per essere visibile solo il rovescio della foglia, io mi attenni allora al complesso degli altri caratteri per ritenerla una Zamiea e non una Felce, come era stata creduta da Brongniart, Sternberg ed Unger; e fra le Zamiee fossili il solo Co con cui mostrava - dell’analogia era il genere Zamites. . La scoperta di varii esemplari bene conservati, rinvenuti dopo quell'epoca nelle vici- nanze di Baume-Les-Dames ed esaminati dall’Illustre Conte di Saporta, lo posero in grado di chiarire l'appartenenza’ di questa specie al genere Otozamites € di pubblicarne una completa descrizione . accompagnata da ‘bellissime figure nel Vol. IH della sua to sulle Piante giurassiche della = che vide la luce nel 1875. > Sonia, Ueb. e Cicad. in Uebere, Arbeit. Schles. Gessellsch, 1843, pag. 44. 29. Otozamites lagotis den 0 foliis ‘amplis validis remote pinnatis; rachide ati, ptriata, subflexuo- sa; pinnis alternis, patentibus, late oblongo-ovatis, apice vix angustato rotun- datis, basim versus. paullulum dilatatis, dein .puncto insertionis constrictis, lunato-cordalis; nervis erebris, a - undique divergentibus, fere incon- | - Spicuis.. Gicmimitei lagotis, da, Tabi. Gen. Vegét. Joss pag. 106. — Ssront, Plant. Jur. de la . France Vol. II. pag. 179. Tab. Ti I Filicites lagotis, Broxa, Ann. Sc. Nat. Vol. IV. pag. 422. Tab. 19. di 5. .Zamites lagotis, Brone. Prodrom. pag. 94. — Uxcer, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 284, — Pt | —_ 9 — I | Una vice tantum inventa est haec spicia a CI. Desnoyers, in stratis ssa b; ribus seriei i oolithicd vaforionie ad Mamers mirra in Gallia. Dall unico > esemplare esistente si rileva che k foglia deve ‘essere ‘stata piuttosto grande e robusta e larga per lo meno nove centimetri. La rachide si palesa assai gros- sa, misurando otto millimetri di diametro all'estremità inferiore del frammento che è Tungo soli settantacinque. millimetri; questa grossa rachide va attenuandosi verso la parte superiore ove nell mera è troncata, ed ivi misura rod quattro pren di grossezza. a Le pinne, delle quali ve ne sono tre per parte, sono alterne, patenti e distaccate luna dall'altra. Una sola è ben conservata e presenta una forma ovata alquanto allun- gata ed appena attenuata nella metà superiore verso l'apice ove termina rotondata. Essa misura quattro centimetri in lunghezza, e nel punto più ampio due di larghezza. La metà inferiore della pinna è più larga, coi lati ottusamente rotondati, e col su- periore più convesso; poscia si stringe bruscamente e s' inserisce sulla rachide mediante una smarginatura lunato cordiforme, dalla quale partono a raggio numerosi nervicciuoli -. sottilissimi ed appena visibili cche si dirigono verso il contorno della pinna. Questa specie brevemente noia e figareta dal bcspini fino dal 1825, fu rin- venuta una sola volta in Francia dal Desnoyers nell’oolite di Mamers, nel Dipartimento ; della Sarte.. Il Co. di Saporta nella sua bul'opii sulle Piante giurassiche della Francia, ripro- _ ducendo la figura data dal Brongniart, vi aggiunge una particolareggiata descrizione ed accenna alle analogie di questa specie con quella cui diede il nome di Otozamites de: © corus. Però la smarginatura semilunare delle pinne. al punto d’inserzione ‘e ‘la. roton- dità dell’apice, la distinguono ricisamente da quest’ultima specie. **#** 0, pinnis cordato-ovatis vel plus minusve orbicularibus. 30. Otozamites Trevisani Zigno. Tab: XXXVII Fig. 7. 8 0, foliis linearibus cloegtis. Divani basim versus et apicem sen- sim angustalis; rachide teretiuscula, flexuosa, striato-areolata ; pinnis: alternis, 1 patulis, valde, approximatis, inequilateris, oblique cordato-ovatis, apice obtuso ac qs base subreniformi, lobis inaqualibus, rotundatis, sinu angusto ac \ ai Legni, delle. ‘pinne. « dpi - profando discretis, lobo superiore produeto,. latioré; rachidem obtegente, inferlbie. angustato,, breviore;; nervis cequalibus . tenuissimis pluries' lurcalis e basi: ex-". centrica panni | Otozamites Trevisani, Zioyo, Mém. ter. Giuras. dig tai :1852 pag. 10; Descriz.. Soa san 0ol. Alp. Ven. pag. 11. fig. 6. — Sciura, Paléont. Vegét. Vol. II. Pars I. pag: 115. e \—' Reroera) Plant. vatas, de la France Vol. II. pag. 129, Tab. 96, fig, 4. chi saxo calcareò soissili lutescente ai MU. Pernigotti nec Nor ad Vallet Lu- 1 — bian preve Roverè di Mela n Provinoìa Veronensi. 1 . . . » . “Questa specie. hi le foglie lineari allungate, ì impari” shit e | piuttosto an guster misurando, solo venti. millimetri in larghezza e, gradataniente” stringendosi ‘Verso ; l'apice e_ verso: la base. In lunghezza sembra raggiungessero i venti ' cénlimetri. La ra- > chide è rotondetta sottile © flessibile ed ha la superficie mar cata da strie réticolate. Le pinne sono alterne, patenti, avvicinate, iriequilatere, obliquamente cordato-ovate coll’apice, ottuso e rotondato, lunghe. dodici ‘millimetri. e larghe otto. La base: è inegualmente re. niforme, divisa i in due lobi rotondati separati da un seno. riebtrante profondamente i in- cavato ed adgusto. con cui si. inseriscono sulla rachide, ll lobo superiore della. base - è più grande é sporgente. e ‘ricopre tulta la faccia anteriore della” rachide, l'inferiore, è i più breve e, più anguisto.. Per. la disposizione obliqua delle pinne cagionata dalla mag . giore grandezza del lobo : superiore, il punto d’inserzione riesce fuori di centro e. più: ©. vicino al margine inferiore della pinna. I. nervetti tutti eguali e. tenuissimi sorgono a ventaglio dal punto eccentrico d'inserzione e bforcandosi si profeniono - ‘a raggio dino - Questa rina rinviensi nella A aciocie del M. Pernigotti, ma più frequente- mente nel calcare grigio della Valle Zuliani presso Roverò di Velo nella Provincia. di 10: i Verona. Fino. vasi 1852 la ho dedicata al | Chiarissimo Botanico Conte. Vittore Trevisan: FAC Il piece esemplare, a prima Pr sa risvegliare il dubbio im fosse una < foglia ooo della specie che deserissi sotto il nome di Otozaniites Canosso; ma solo che si ‘ponga menle, come |’ 'Otozamites Trevisani abbia le pinne, oltrechè più - brevi, assai più ‘rotondate nel loro contorno e più. ‘ampia. e pronuneiata la curva del ‘margine superiore ‘e. la base quasi reniforme col lobo superiore. incurvo ‘64, ‘assai più “teorgnale Sei iaferione e e col pente. si inserzione che forma un. ‘seno ang gustissimo na i Pe" —_ © profoiisisene sti, io. credo VA la sua ‘separazione. dall Otcedmites Cosieso | possa ritenersi ‘abbastanza . giustificati, almeno finchè la scoperta di nuovi esta, non provasse per avventura il graduato passaggio dell'uno nell'altro. Pegli stessi caratteri, pe specié sl distingue. del pa dalle due specie che Ì SM g° i pet “ 3. plenina marginatuo Sip 0. foliis lineairiius imbricale’ pinnats; basim versùs sensim angustatis ; rachide stricla.. tereti; pinnis coriaceis, erecto-obliquis, alternis, imbricatis, sinu lato, obtuso, insertis el achideni antice tegeitibus, ‘cordato—ovalis vel oblique i rotundatis, marginibns subtus revolulis ; nervis plurimis dichotomis, una a Tano inserlionis flabellatim, radiantibus. Otozamite marinato», IRE Plant. Jurass. de la SON Vol, II pag. 168. Tab. 109. fig Lo ; ; . la arenaria seriei oolithicee inferioris ati ?) apud, Orne in. Gallic: I frammento illustrato dal Conte di Saportà non eccede i in lunghezza i i cinque cen- timetri e mezzo ‘e presenta la, parte inferiore di una foglia fittamente pinnata chè ap-. parisce ‘avesse una forma ampiamente lineare, che all’ estremità superiore del frammento misura due centimetri in larghezza. Mancando la parte mediana e. la terminale, della foglia, nulla può dirsi circa alla sua lunghezza ed alla forma dell'apice. AIl incoritro si | scorge come essa. vada rapidamente. striigendosi verso la estremità inferiore. La' ràchi- de è robusta, liscia e corre dritta. Le pinne sono “alterne piuttosto erette - ‘ed inserite obliquamente: sulla” faccia anteriore della rachide che, strettamente contigue ed embri- cate; ricoprono per. intero. Le inferiori hanno una forma, oyata, e le superiori obliqua- mente rotondata. .La base in tutte è oltusamente cordata, è s'inseriscono sulla rachide mediante una smarginatura o seno assai ottuso, che occupa un terzo della larghezza ‘maggiore della pinna. La lunghezza delle pinne. varia dai, dodici ai quattordici milli- DI metri. e ‘la ‘larghezza dai dieci digli ‘undici. Sono di consistenza coriacea ed hanno il i margine che. sî ripiega per di sotto. in guisa, ‘da formare un celo rilevato, tutto all’in- torno la pagina inferiore della pinna. I nervetti sono sottili, mumerosi, eguali, dicoto- ‘ mi, 6 partono dal punto d’ inserzione della ‘pinna, spiegandosi a ventaglio e - scor- rendo on. lieve bm ‘find: ‘all’orlo: marginale. è ty * . | Questa bella specie fu rinvenuta in Francia presso ad Orne in un’arenaria dell’epo- ca giurese che sembra aaa al piano Batoniano. Questa forma si approssima ‘d’assai a quella dell Otozamites Beani, quantunque in dimensioni assai minori, ed ancor più alla specie che denominai Otozamites Bun- buryanus, cioè al gruppo delle Otozomiti a pinne rotonde che lo Schimper colloca nel sottogenere Cyclozamates ; ma la ripiegatura del margine la distingue abbastanza dalle suddette specie. Ciò nulla ostante io propenderei a ritenerla molto. affine alla specie delle Alpi Venete, cui diedi il nome di Otozamites Bunburyanus, della quale, sareb- ‘be la rappresentante nei terreni oolitici della Francia. 32. Otozamites Bunburyanus Zigno. Tab. XXXVIII..fig. 1, — 8. . 0. follis angustis linearibus, elongalis, impari-pinnatis, basim versus. et apicem sensim attenuatis; rachide recta vel subflexuosa, argute siriata basi — incrassata; pinnis parvis, crassis, alternis, rotundatis suborbicularibus, longitu- dine latitudinem vix superantibus, basi aquilatera subcordatis, oblique punto calloso rachidis lateri anteriori insertis, valde approximatis sed diserétis; in foliis junioribus arcte’confertis vel imbricatis; nervis plurimis. crassiusculis | ineequalibus, furcatis, a puneto. ipsertionis radiantibus et ad margines flabella- _ tim divergentibus. Otozamites Bunburyanus, Zioxo, Mem. ter. Giuras. Alp. Ven. pag. 11. 1852.; Sulle Cicad. foss. dell’Ool. in Riv. Period, Acad. Pad, 1853 pag. 348.; Cicad. foss. Ool. Alp. Ven. pag. 9 fig. 4,5, in Atti R. Inst. Ven. Vol. XIII. Ser. III. 1868. — Scurr, Paltont, Végét., Vol. II. Pars. I, pag, 174. — Saporta, Plant. Jur, de la France Vol. II pag. 128, Tab. 95. fig, 4. 5. Otozamites Parolinianus, Ziano, Mem. ter. Giur. Alp. Ven. pag: 11; sulle Cicad. foss. del- l'Ool. in Riv. Period, Acad. Pad. 1853, pag: 348. Otopteris tenuata, Braw in Lecxensr, Oolit. Plants from Scarboroig. in ea Sousn, Geol. Soc. Lond. XX. 1864. Proceed. pag. 79. e IX. fg: 3. rg sazo calcareo. ciriores, seriei oolithica inferiori ad M. Spitz et în Val d'Assa apud Rotzo in Septem Communibus Provincie Vicentina; nec non ad Val- lem Zuliani prope Roverè di Velo, et in saxo calcareo scissili oo ad M. Per- nigolti prope $. Bortolomio in Provincia Veronensi. Invenitur quoque in arena ria inferiori isf saranra oolithice ad Clonghien propo Sisti in o _ - 103 REA Le foglie di questa graziosa ‘specie sono anguste, lineari allungate, impari-pinnate appena ‘attenuate all'apice ed assai più verso la base. Esse raggiungono la lunghezza. di ventiquattro centimetri e la maggiore loro larghezza non oltrepassa i quindici milli- metri. La rachide finamente striata, ora corre ritta, ora si mostra lievemente flessuosa e s'ingrossa considerevolmente alla base ove forma. un breve pieciuolo del diametro di quattro millimetri. Le. pinne sono piccole, alterne, contigue ed embricate, nelle foglie giovani, (Tav. XXXVIII. fig. 2, 5, 6, 7) nettamente disgiunte l’una dall’altra, quantun- que vicine, nelle foglie adulte (Tav. XXXVIII fig. 4, 3, 4, 8). Sono di forma cordato- rotondata, quasi orbicolare, coll’apice che. forma un angolo ottusissimo che appena » »si rimarca; la loro lunghezza è di sette millimetri ed all'incirca eguale è la loro lar- ghezza. La base è equilaterale, ottusamente cordata, e nel mezzo formando un seno semicircolare, che occupa un terzo della larghezza, s'inserisce sopra una prominenza callosa sulla faccia-anteriore della rachide, che nelle foglie giovani rimane totalmente nascosta dalle pinne. I nervetti sono numerosi, forcuti, d’ineguale grossezza e partono a raggio dal seno che forma il punto ciaianzi palin ia tutt'all’intorno verso il margine delle pinne. Di questa specie rinvenni varii esemplari, prima nella calearea grigia di M, Spilz e della. Val d’Assa presso Rotzo nei Sette Comuni “del Vicentino e poscia in quella della Valle Zuliani presso Roverè di Velo ‘nel Veronese e nella calcarea scissile giallognola» del M. Pernigolti presso S. Bortolamio, pure nel Veronese. Si trova eziandio nell’arena- ria, inferiore allo strato a ipa dell’oolite di Cloughton, presso Scarborough, nel- l’ Inghilterra. Non vha dubbio che la presente specie abbia qualche somiglianza colla precedente, da cui però si distingue per la maggiore regolarità delle, pinne che tutte mantengono la forma rotondata, quasî orbicolare, e per la mancanza di quella ripiegatura margina- le, che forma un orlo tutt’all intorno la pagina inferiore delle oo nella specie illu- strata dal Conte di Saporta. L’Otozamites Bunburyanus vidi poi pito alla specie descritta e figurata ‘da Leckenby sotto il nome di Otopteris tenuata Bran, e quindi fa parte di ‘ quelle specie che sono promiscue ai sia oolitici di Scarborough nell’ Inghilterra ed ‘ a quelli delle Alpi Venete. i | In quanto all’ Otozomites Parolinianus, che per avere le pinne fittamente embri» | cate, aveva ritenuto per una specie diversa, l'esame di buon numero di esemplari di ‘varie età e dimensioni, mi convinse che» era soltanto lo stato eso dell’ Otozamites Bunburyanris.. PETRA cgil spocio fa dee me dedicata al chiarissimo Paleoritologo, il Baronetto C, I; Fox Bunbury, membro: della Società Reale di lunch ‘ che pubiblicò Ludaa lavori sulle | “piante. dell’oolite.- i SRI si iu: i 33. Otozamites Reani Brong È È : sd 0. folîis. confelte pinati lato. nica Vallio elongatis apicem versus sensim parum ‘angustatis ; rachide crassa, Jongitudinaliter quadrisulcata; .pin- nis coriaceis, alternis, patulis, , confertis, subimbricatis, rachidis Jateri anteriori oblique insertis, rhombeo-ovato-oblongis,; basis’ angulo inferiore ‘dimidiato, obiu- SO, abrupte constricto, adfixis,. dehine liberis, ‘angulo superiore lato, producto, he rotundato totam' faciem anteriorem ‘rachidis, alterne, {egentibus ; nervis crassit- ‘ sculis, inequalibus, ‘ereberrimis, pluries dichgtomis, ‘a puncto insertionis egre-. dientibus ad pinnarum margines ‘radiatim RIA mitata York, e 8% ha i 9 di | Otozamites Beani, Brosa.. Tull. Gens « Vegét. foss. pag: 106, — ‘Somurre, Paléont, 3Vagi ae Vol, II. Pars I. pag. 175. — Baronta, Plant. Turas: de la Prance Vol: IL ‘pag. 128. "Fab. 95. fig. Sphenozamitis Beani, Broxo. Tabl. Gen. Vegit. e pag. sl. Mico, ci; Syst. Cri pag. SI. Oyèlopteris Beani,. lan Hours: Fin. (Fl, Gr. Brit. Vol. t pag. "197. Tab. 44. — PATO Vers. FI Vorw. Vol.. Il pag. 67. — . Unser, Synopsis, pag. 55.; Gen. e Vione Plant, Fois. pag. 98. _ Morr:s, Cat. Brit. foss. s(edit. II.) pag. 7. Adiantites Beani. Gosrrert, Syst. Filic. foss.. pag. 223. Didymochleena Beani, Errixosa,. Farrenkr, & Tetzw, pag. 216,. . Otopteris Ras cangia È Paléont. mis Vol, 3 pag. 484, e | c* nr arenaria seriei oolithicre inferiori ad / loughton piopi Scarborough i in Co ld - é ” n . Questa bella specie e aver ragg luaiò.« una 2: consideresole dimensioge’ poiché: la fi- gura pubblicata dai Signori Lindlees e Hutton rappresenfa 1 un frammento della lunghez- za di dieciotto: pollici inglesi e non porge ancora’ alenn indizio pd porzione terminale. della. foglia. Un altro esemplare fa figurato i in grandezza naturale dal Conte di Saporta e consiste pure in un ‘frammento della porzione mediana della foglia lungo. nove centimetri e ‘| mezzo e largo circa sei centimetri, che stperiormente ssi attenua alcun poco, riducéndosi DES sun centimetri e mezzo di larghezza. ‘In tatti È due questi scova ps si scorge . ‘chela Ù CR » x È gf Ls ‘ . , 4 . . " é x Pi Pi de È Se di a i a: 108:—. | cit N) delle foglie è è ampiamente lineare ‘molto allungata e che assai lentamente wa stringendosi verso l'estremità, superiore, che però manca in tutti e due. Esse sorio fittamente pinnate e sorrette da una rachide ‘ grossa il cui diametro misura quattro millimetri e che è | percorsa longitudinalmente. da' quattro solchi paralleli. Le piane coriacee, alterne, molto pa- | tenti, assai avvicinate e quasi embricate, sono inserite alquanto obliquamente sulla faccia anteriore della' rachide, e raggiurgono una lunghezza di tre centimetri sopra due di lar- ghezza. Esse sono di forma ‘obliquamente ovato-rotondata tendente alla romboidale, dimez- zate inferiotmente e bruscamente ristrette al punto d’inserzione e coll’angolo superiore della base ‘ampiamente rotondato e sporgente ricoprono alternamente la rachide. I nervetti sono assai numerosi, sottilissimi, ‘intermezzati da alcuni più - ‘marcati degli altri, e più ‘ volte dicotomi. Essi partono tutti dal punto d’inserzione spiegandosi a ventaglio, ma curvandosi alcun poco, verso il Qrargine lacsgni della pinte. “ Duni spice rimarchevole fu trovata nell'areniria dell’ oolit inferiore, a Cloughton presso. Scarborough nell’ Inghilterra. n ‘chiarissimo Professore Schimper considera quale sinonimo di questa specie l'Oto- pteris mediana di Leckenby (Oolit. Plants of Scarb. Quart. Iourn, Soc. Geol. Lond. Vol. XX, pag. 78. tab. X. fig. 2) ritenendo quest'ultima rappresentare la por- zione terminale di una foglia dell Otozamites Beani; ma la semplice ispezione della figura data dal Leckenby, fa chiaramente conoscere che l’ Otopteris mediana, non ha : alcuna sinatogia colla suddetta specie e presenta invece tutti. i caratteri del genere 2 Sphenozamites, come vedremo trattando delle specie di quest’ultimo genere. i i In quanto all’Otozamites Beani, ‘non si saprebbe comprendere perchè l illustre Brongniart, creando il genere Sphenozamites per le specie del genere Otozamites, che hannò le pinne mancanti dell’orècchietta e che sono invece cuneiformi verso la base, ‘vi ‘avesse, compresa questa specie, che. sebbene abbia le' pinne colla base che si stringe © inferiormente ove s ‘attaccato alla rachide, però tosto si espandono coll’ angolo superio- . re della base formando unorecchietta rotondata e sporgente che ricopre la rachide co- ine avviene: pelle specie del . genere Otozamites. Per questi motivi, seguendo lo Bonino tr. ed îl pori, ‘ho mantenuto in questo genere l' Otozamites Beani. Gen riva Inibragaemao Brong. (emend.). ‘Folia laxe piisiata, rachide valida subtereti instructa. Pinna i majuscule, alterne, ‘remote, .ovate vel oblonge, aut alii rhom- FLORÀ FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE. _ DICOTTLEDONES. . 14 — 406 — boidales, integerrime, vel marginibus repando sinuatis, aut spinu- , loso-dentatis, apice obtuse vel acuminate, base cuneiformi vel ro- tundata plus minusve anguslata, subpedicellata, lateribus rachidis adfixa, nec rachidem unquam tegentes. Nervi tenues, creberrimi, pluries nia a puncto insertionis flabellatim radiantes. PANIRRSETIO Broxa, Tadl. Gen. Vega. Sa pag. 61. (ex parte). — Mriourr, Prodrom. Syst. Cycad. pag..31. — Ziano Cicad. foss. Alp. Ven. pag. 14. in Atti Istit. Ven. Vol. XIII. Ser. III. 1863. — Scuneer, Paltont. Végét. Vol. II. Pars. I. pag. 162. — Sarorra, Plant. Tu- rass. de la France, Vol. II. pag. 181. Odontopteris, ‘ Svern. Vers. Fl. Vorw Vol. II. pag.-78. (ex. parte) — GorPreRT, Syst. ’ilic. foss. pag. 208. (ex parte). Otopteris, Scamerr, Paléont. Végét.. Vol. I. ed 484, (ex parte). Zamites, Prest, in Srerns. loc. cit. pag. 197. ‘(ex parte), — Uxarr, Gen. et spec. Plant. foss. | pag. 282. (ex parte) — Morris, Cat. Brit. ‘foss. pag. 25. (ex parte). | Sphenozamia et Cyclozamia. Pomec, Mater. pour la Flore Jurass. de'la France in Anîl. Ber, Deutsch. Gesellsch. Naturforsch; in Aachen. pag. 345. (ex parte). Fino dal 1849, l'illustre Brongniart separava dalle Otozamiti tutte quelle specie, le cui pinne mancanti di una orecchietta basilare bene pronunciata, si attenuano verso la base in forma di cuneo, stringendosi al punto. d’inserzione per guisa da sembrare pedicellate, e perciò le riuniva in un genere separato che appellò Sphenozamites, e che poscia fu ritenuto dallo Schimper e dal Saporta. Però questi ultimi precisandone meglio i caratteri distintivi, trovarono di escluderne |’ Otozamites Beani, che il Bron- gniart aveva indicato quale tipo del genere Sphenozamites. Ho già esposto più sopra i motivi per cui, seguendo lo root ed il Saporlta, ho conservato quella specie nel genere Otozamites. Il genere Sphenozamites, come fu circoscritto da’ suddetti Colbrisaiioi Paleontologi, comprende ora nove specie; delle quali quattro appartengono ai terreni oolitici delle Alpi Venete, tre a quelli dell’ Inghilterra e due a quelli della Francia. _ Questo genere si è mostrato finora esclusivamente proprio dell’ oolite, spaziando colle sue poche specie nei varii piani di essa, ad eccezione del piano 'coralliano, © ‘| presentandoci, come giustamente osserva il Conte di Saporta, il grado più elevato di see ed il ua più completo fra le Cicadinee dell’ epoca mesozoica. — 107 — i. Sphenozamites Geylerianus. Zigno. Tab. XXXIX. Fig. 1. 2. Sph. foliis petiolatis laxe pinnatis, late linearibus, oblongis, basi abrupte an- gustatis; rachide crassa, longitudinaliter obtuse sulcato-costata; pinnis alternis, erectiusculis; remotis, oblique oblongo-ellipticis, apicem versus parum sursum ineurvis, leviterque attenuatis, obtusis, base angustata cuneiformi, lateribus rachidis adfixis; nervis tenuibus, crebris, pluries furcatis, a puncto insertio- nis flabellatim radiantibus, et ad margines, sensim undique divergentibus. - la saro calcareo griseo seriei oolithice inferiori ad Vallem Zuliani, prope Roverè di Velo în Provincia Veronensi. | Questa specie ci presenta una foglia pianata di forma ampiamente lineare oblunga, . la cui larghezza misura tre centimetri. Mancando la parte terminale della foglia, non sì può che calcolarne approssimativamente la lunghezza, deducendola dall’ andamento delle ultime pinne visibili e dall’assottigliamento della parte superiore della rachide, per cui sembra ‘che non dovesse oltrepassare i tredici centimetri. La rachide è piuttosto robusta ed irregolarmente segnata per lo lungo da solchi alternanti con delle costici- ne ottuse. Essa si prolunga a guisa di picciuolo, per sedici millimetri oltre le ultime pinne della base ed: ivi ha un diametro di quattro millimetri. Le pinne sono alquanto | erette, alterne, distanti fra loro, alla base, circa quattro millimetri, di forma obliqua- mente bislungo-ellittica; verso l'apice un poco attenuate e curvate all'insù, coll’ estre- mità ottusa; verso la.base pure attenuate e foggiate a guisa di cuneo, ed inserite sui lati della rachide la cui faccia anteriore rimane scoperta. I nervetti che Ie percorrono sono numerosi, sottili, più volte foreuti, e partono in modo flabellato dal punto d'in- serzione, divergendo lentamente verso tutto il contorno di cadauna pinna. L’esemplare proviene dagli strati della calcarea grigia di Valle Zuliani, presso Ro- verè di Velo nel Veronese. | : A primo aspetto la forma ellittica delle pinne indurrebbe a collocare questa specie nel genere Podozamites, ma la disposizione flabellata dei nervicciuoli, che biforcando- sisi palesano divergenti verso Ì DerGI e l’apice delle pinne, non permette questa riunione ad un genote che si i distingue pei nervi semplici e FE tanto alla base che all’ apice. La mancanza dell’orecchietta basilare, l’attenuarsi della: base in foria ‘di cuneo, edil modo di inserzione delle pinne sulla rachide presentano. | invece ‘ tutti i i ? caratteri assegnati dal Brongniart al genere si La specie è ii al Chiarissimo Dott. I: Th. Geyler autore della Flora .giuras- sica. del Giappone; e di altre Leni pancia: RE la Paleontologia Ve- ue. 8 2, Sphenozamites. “Inadileitaa Brong. Sph. fohiis Jaxe pinnatis late linearibus elongatis 5 rachide stricta, agi: tudinaliter striala ; pinnis alternis, remolis,. patentissimis, oblongo-lanceolatis. i semirhombeis, latere inferiore dimidiato, integerrimo, margine ‘superiore, ob- tuse ‘erenato-repandis, liase constricta cuneiformi lateri anteriori rachidis obli- - que insertis, apicem versus plus minusve. acuminalis ; nervis erebris dichoto- mis, ic a dia inserlionis exeuntibus; dein n | aa A plenchamisi adolia , Broxa, Tabl, Gen. Végtt. foss. pas. 6i. — Mio, Pioilrori Syst. Cycad. pag. 31. — Somieer, Paléont. Végét. Vol..II. Pars I. pag. 162. n Odontopteris undulata, Srenso. Vers. Fh Vorw. de II. pag. 78 — (ione; Syst Fili foi. op. 209. 884. oa a O | Zamites undulatus, Pasi in Sternb. Vel Il: Vori. Vol. IL pag. 197. Tab. ‘95, he. 1. — Sia: Synops. pag. 151; Gen. DI Spec. Plant. foss, pag. 999, — Brose. Tabl. Gen. Vé égit, Soss. pag. 106. — Morris, Cat. Brit. Foss. pag. 25. — Giorrp, Fosé Le in Arb. ‘Schles. Gesellsch.. 1843, pag. 42. ente andilata, ScuruPes} Paléont. Pig Vol. I. pag: ss4: In stratis calcareis.seriei i ir al Hellion (Wake prope Scarbo- rough mm ia York, ; Aol; T] PS n La foglia pinnata presenta una forma largamente sani allungata chè. misura in larghezza cinquantasette millimetri. L’ esemplare. è lungo dieciotto centimetri e manca di tutta la parte + terminale della foglia, per cui. deve aver raggiunto ‘una lunghezza” considerevole. La rachide corre critta e cilindrica colla. superficie segnata regolarmente’ da minute strie longitudinali ed il suo diametro non oltrepassa i i tre millimetri, Le pinne ins «Btterne, assai pelati f quasi orizzontali, , distanti l'una dall'altra dodici millimetri, pe 409 — lunghe tre centimetri e larghe dodici millimetri nel punto ove sono più ampie. Sono di © forma oblungo Jlanceolata ‘semi romboidale, inferiormente dimezzate col margine integer- rimoò ; superiormente alquanto dilatate e col margine ottusamente crenato-sinuato, Verso — il punto d’inserzione sono attenuate e cuneiformi é la .Joro base è obliquamente inse- — rita sui lati della faccia anteriore della : rachide; verso |’ apice terminano più o-meno ,acuminate, I nervelti sono numerosi dicotomi e. partono a ventaglio dal dee d'in- serzione divergendo lentamente verso Ì margini della pinna, Questa specie fu pesa ail calcaria schistosa dell’ oolite inferiore: ad Maibura Wyke presso Sourhetà nella Contea di York: nell’ Inghilterra. | Dubito assai della realtà’ dei caraticri assegnati dal Pres alla presente specie ; imper- ‘ ’eiocchè bene esaminando. la figura ‘esistente alla Tav. 25. fig. 4. nel secondo Volume della Flora der Vorwelt ‘dello Sternberg, è facile il sospettare come l’ondulazione del margine. superiore possa. esser dovula piuttosto ad. una lacerazione del lembo superiore, delle pinne. Ad ogni modo la mancanza dell’ espansione basilare e l'attenuarsi delle pinne ._ - verso la base, è sufficiente ad indicare la spettanza di questa specie al genere Sphe- nozamite, nel di La fu collocata dallo stesso algo e recentemente dallo Schimper. 3, Sphenozamites medianus Leckenby, (oe) Sph. folile laxe. ,pinnatis, late linearibus elongatis; rachide denui?; pinnis alternis, diseretis, erectiuscillis, oblonge ovato-rhombeis, apice lanceolatis .ob- ; tusis, base anguste. cuneiformi: valde acuminatà, super faciem anteriorem ra- ‘ 'chidis oblique adfixis ; nervis tenuibus, creberrimis, a puneto insertionis flabel- uni ad margiaes et apicem pinnarhimo excurrentibus.. E — Otopteris mediana, Lroxexny,' Ool. «Plants of aisi in Quart. "OR Geol. Soc. . Lond. Vol. XX. Pars I. 1864 pag. 78 Tab. X. fig. 2. f luglio gere dn MS. i arenaria seriei Oolithice inferiori, a Scarborough in - Comitatu York, ‘Angle. © La foglia figurata. dal Leckenby è lina e di forma largamente lineare allungata, ‘e misura in lunghezza nové centimentri e mezzo. L’ esemplare manca della base, ed ‘inferiormente ove' è trovicato appia unà larghezza di ven licingne millimetri, che si | riduce a quindici millimetri ove finisce superiormente, mancando ivi dell'ultima pinna terminale. Della rachide non vi è traccia, ma la curva della foglia fa supporre che fosse sottile e flessibile. Le pinne sono alterne, obliquamente erette, inserite a qualche di- stanza luna dall’ altra per modo, che non si toccano. La loro forma è lanceolata ob- lunga tendente alla romboidale, coll’apice bruscamente attenuato in punta ottusa, e colla base: angustamente ‘cuneiforme che s’assottiglia e diventa acuminata terminando in punta ove s' inserisce obliquamente sulla. faccia anteriore della rachide. Le pinne mag» giori che vestono la parte inferiore del saggio, misurano due centimentri in lunghezza e nove millimetri in larghezza nel punto ove sono più ampie, cioè ad otto millimetri all'incirca di distanza dal punto d’inserzione. Le pinne poste presso all'apice sono della metà più piccole. I nervetti sono sottilissimi, assai numerosi e partono in guisa flabel- lata dal punto ea divergendo a ventaglio verso il inargine e l'estremità della pinna. Questo esemplare fu rinvenuto nell’arenaria appartenente all’ oolite di Scarborough nella Contea di York, nell’ Inghilterra. Il Sig. Leckenby pubblicò una breve deserizione ed una mediocre figura di questa specie dandole ‘il nome di Otopteris mediana, avvertendo come erroneamente il Sig. Bean l’avesse collocata nel genere Pachypteris. Però la figura che si vede nella me- moria sopra citata del Leckenby, è sufficiente a far riconoscere che questa foglia deve aver appartenuto ad una Zamiea, e la forma angusta. ed acuminata della base le asse- gna il posto nel genere enna 4. Sphonezzinites Phillipsii. Zigno. Sph. foliis magnis laxe pinnatis: ‘rachide stricta tenui; pinnis amplis, obli- quis, remotis, late falciformibus, margine inferiore, apicem versus, sursum con- verso, basi, abrupte angustata, rachidis Jateribus inser lis, apice acuminatis ; ner- vis ftenuibus, flabellatis, versus margines sensim valde divaricatis. ; Cycadites latifolius, Puiutes Geol. of Yorksh. Pars I. pag. 125. Tab. X. fig. 1. In formatione oolithica ad Saltwick, in Comitatu York, Anghie. . Le foglie pinnate di questa specie sono piultosto ampie e raggiungono una larghezza — HI — di tredici centimetri calcolata sulla metà visibile nell’esemplare figurato, ma non de- scritto, dal Phillips. La rachide corre ritta e sottile misurando appena due millimetri ‘di diametro. Le pinne sono ampie ed alquanto oblique, e discoste due centimetri l'una dall’ altra al punto d’inserzione. Esse hanno la forma di una larga falce col taglio ri- volto ‘all'insù e misurano in lunghezza dai 7 agli 8 centimetri. Alla base si stringono rapidamente verso il punto d’inserzione collocato sui lati della rachide. Il margine su- periore delle pinne, partendo dalla base, descrive un’ampia curva sporgente, per cui ad un centimetro di distanza dal punto d’inserzione, hanno una ‘larghezza di duè cen- timetri, poi lievemente si stringono in guisa che a cinque centimetri di distanza dalla base si riducono a sedici. millimetri di larghezza. Ivi il margine inferiore della pinna che corre ritto dalla base, si curva rapidamente verso l'estremità e va a congiungersi col margine superiore, formando un apice acuminato e rivolto all'insù, che completa la forma falcata della pinna. I nervi sono sottili e disposti a ventaglio partendo dal- . l'angustissimo punto d’inserzione, indi gradatamente divergono verso il margine supe- riore e l'estremità della pinna. L’ 3 dglare fu coli in un’arenaria ipotiani alla pei cr oolilica presso Salt- ‘ wick. nella Contea di York in a esista La figura pubblicata dal Phillips, sebbene a solo contorno, ci presenta però netta- mente delineata la forma della rachide ‘e delle pinne e fa rilevare le differenze che di- stinguono questa specie dall’Otozamites Youngti, a cui fu riferita dal Brongniart e dal — Goeppert. Consistono queste differenze nella sottigliezza ed uniformità del diametro della rachide e nella forma ampiamente falcata coll’apice rivolto all'insù delle pinne stesse. Mentre nell’Otozamites Youngii, quale fu figurato dal Saporta sopra un disegno co- municatogli dal Brongniart, la rachide ha tre millimetri di diametro e s’ingrossa presso al punto d’inserzione di ogni pinna. La forma poi delle pinne è ovato lanceolata colla | base rotondata e coll’apice assai acuminato e procedente in linea retta senza alcuna curva. Questa forma non può in alcuna guisa essere equiparata al Cycadites latifolius Phillips e credo che il Brongniart abbia preso uno sbaglio nel citare la figura data dal Phillips ed abbia inteso di riferirvi il Cycadites lanceolatus Pun. ibid. Tab. X. fig. 3, che effettivamente ba molla somiglianza colla figura dell’ Otozamtites Yogi pubbli- cata dal Co. di Saporta. Solo nella figura testè citata del Phillips, le pinne sono alquanto più strette, ma per la forma e l'inserzione somigliano di molto a quelle dell’ Otozamites Youngit Bronc. La forma della base delle pinne ed il modo d’inserzione sulla rachide m'inducono a collocare questa specie nel genere Sphenozamites e di cangiarne il nome » i TT glio. essendovi altra specie descritta e figurata sotto il nome, ‘di Sphinn la- tifolius. Perciò ho creduto bene d’intitolarla al primo autore che ne diede la figura e ne RENT la presenza nei terreni oolitici dell'Inghilterra. 5 Sphenozamites lanceciatua Here: i a 2 Ta XXXIX, 0959 d Sph: folîis pinnatis, landeolato- Coleiipa fi: rachide” crassa, longitudinaliter striata; pinnis alternis, obliquis, remoliusculis, inferioribus parvis subrotundatis, 5marginibus denticulatis ; mediis et superioribus, maioribus, patulis lanceolatis, aculis, integerrimis; ‘apicalibus erectiusculis, angustioribus subfalcatis, ommibus base ‘conslrieta, scuneiformi,, lateribus rachidis oblique insertis; nervis tenuis- simis, dichotomis; Mlabellatim e puncto inserlionis Si Sphelfoninitos lanceolate, Zuoxo, 1 pa fer. jurass. Alp. Ven. in Riv. R. Accad. di Padova. us pag. 10. di sr” | In saxo calcareo cinereo seriei oolithicce inferioris ad 0° Spite apud Rotzo, in septem Commumibus, sian Vicentino. Le ie Hanoi su cui è fondata la «e specie, No una forma anicaoiaa allungata e misurano quindici centimetri di lunghezza, sopra ‘una larghezza, ché misu: rata alla metà della foglia, ove è più ampia, risulta di quaranta cinque millimetri. La rachide striata per lo lungo e piuttosto robusta, 5’ ingrossa gradatamente verso la base ove giunge a cinque millimetri di diametro. Le, pinne. sono alternè, oblique, piuttosto discoste fra di loro, correndo all'incirca un centimetro di distanza dal - ‘punto d' inser- zione dell’una, a quello dell’ altra che segue nello. stesso lato. Esse ‘sono inserite ai lati della rachide sopra una lieve sporgenza della medesima nel punto d’ inserzione. Le due o tre pinne della base, collocate ove la rachide forma picciolo, sono piccole ed sg quanto rotondate coi margini denticolati. Le medie e superiori, molto più grandi, hanno “una forma lanceolata coll’apice acuto e coi margini interissimi, Quelle poste all’ estre- mità superiore della foglia sono più anguste, alquanto erette ed un: poco falciformi, Tutte poi è inseriscono obliquamente sui lati della rachide con ‘unà hase cuneiforme de ‘lievemente attenuata. veni EE Le Pe ‘maggiori, che sono 0 quelle poste a alla metà della longhiiza della foglia rag — 113 — giungono tre centimetri di lunghezza ed hanno dodici millimetri di larghézza. Quelle collocate Verso Pe della ‘oglia,sono lunghe due conlinietei e larghe sette millimetri. Gli isemplari di ar specie provengono dalla calcarea grigia del Monte Spitz, presso Rotzo, nei Sette Comuni del Vicentino, i Questà specie e una forma che dir si potrebbe intermedia fra quella che de- scrissi sotto il nome di Sphenozamites Ger yleri sanus, e quella di cui segue la descrizione col nome di Sphenozamites adiantifolius. Si distingue però dalla prima per avere le | pinne più ampie, di forma lanceolata e coll’apice acuto, e dalla seconda, oltre che per la diversa. forma ‘delle pinne, per la mancanza delle denticolazioni del margine, che for- è "mano uno dei caratteri privicipali di quest’ ultima. 6. Sphenozamites adiantifolius Z.gno. Tab. XL, fig. 1. 2. d 4 Sph. foliis conferte pinnatis, late linearibus elongatis, basi apiceque parum angustalis; rachide crassa longiludinaliter obtuse costato-sulcata ; pinnis patulis alternis. approximatis ; inferioribus minoribus obtuse sordsioovila marginibus ‘undique spinuloso-dentatis, apice mucronatis; mediis duplo majoribus elonga- tis, oblique parallelogrammo-rhombeis, inequaliter remote inciso-serratis, apice “longe acuminato sursum converso, apicalibus lanceolato-falcalis integerrimis, omnibus base - abrupte . constricta subcuneiformi lateribus rachidis, mediis an- gulo subrecto, reliquis oblique, inser tis; nervis tenuissimis, dichotomis flabel- latim ad margines apicemque pinnarum sensim divergentibus. Eodem în loco cum precedente. Le foglie fittamente pinnate di questa bella specie; harino una forma ampiamente lineare allungata che lievemente si attenua all'apice ed alla base. Gli esemplari fin qui raccolti raggiungono dodici centimetri di lunghezza, quantunque mancanti della porzione terminale. In quanto. alla larghezza si può calcolare che stesse fra i sei ed i sette cen-. limetri. La rachide è grossa, robusta e segnata da lievi solchi longitudinali separati da costicine ottuse. Il diametro della rachide nel punto più basso visibile, appena tocca i cinque millimetri. Le pinne patenti | e. disposte alternamente, sono assai approssimate e quasi si toccano. Le inferiori assai più piccole delle altre hanno una forma ovata colla FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE. — DICOTYLEDONES. 15. » . — M44 — base ottusamente cordiforme, col margine munito tutto all’intorno di denticelli acuti che rassembrano minute spine e coll’apice mueronato. Quelle che costituiscono la parte prin- cipale della foglia sono grandi più del doppio delle inferiori, allungate e di forma obli- quamente parallelogrammo -rombea, coi margini inegualmente seghettati, e coll’ apice che si attenua in una lunga punta acuminata rivolta all'insù. Le pinne collocate verso ‘l'estremità prendono una forma lanceolato-falcata ed hanno i margini interissimi. Le pinne della base sono lunghe circa sedici millimetri e larghe dieci, Quelle che occupano quasi tutta l’ estensione della foglia sono lunghe dai tre ai quattro centimetri e larghe quindici millimetri. Le ultime collocate nel punto ove negli esemplari manca l' estremità, oltre all’avere i margini privi di alcun indizio di quelle denticolazioni che distinguono le altre, presentano dimensioni minori che fanno arguire la vicinanza del termine della | foglia. Le pinne sono inserite colla loro/base cuneiforme sui lati della rachide quasi ad angolo retto, meno quelle vicino all'apice che hanno una disposizione più obliqua. 1 ner- vetti sottili numerosissimi e dicotomi partono dal punto d’inserzione e con lieve di- vergenza si dirigono a ventaglio verso i margini e | estremità delle pinne. Di questa specie ho rinvenuto alcuni esemplari, nello stesso luogo colla precedente. La forma delle pinne ricorda quella che si osserva nelle foglioline dell’Adianthum tra- peziforme ed a questa somiglianza allude il nome specifico. . 7 Sphenozamites Etossii Zigno. Tab. XL. Fig. 5. 6. Sph.. foliis ble lanceolatis cofti laxe pinnalis, basi apiceque abrupte . angustatis ; rachide crassa, tereli, irregulariter striata; pinnis alternis, remotis, inferioribus parvis, obluse cordato-triangularibus undique denticulatis, apice acu- tiusculo; mediis patulis, valle majoribus, late lanceolato-rhombeis, leviter sur- sum curvatis, apice acutis, marginibus, preserlim apicem. versus, irregulariter inciso—dentatis; pinnis superioribus obliquis angustioribus, apicalibus erectius- culis marginibus integerrimis; omnibus base cuneiformi rachidis lateribus in- sertis; nervis cequalibus, dichotomis, tenuissimis a puneto insertionis versus marginem superiorem flabellatim SIN Sphenozamites Rossiî, Ziano, Mem. ter. Jur. Alp. Ven. in Riv. R. Acad. Pad. 1852, pag. 10; Cicad. foss. dell’Ool. Alp. Ven. in Atti R. Istit. Venet. Vol. XIII. Ser. III. pag. 14. fig. 9. — Scummper, Paléont. Vegit. Vol. II. Pars. I. pag. 162. Tab. LXX. — Sarorrta, e: Jurass. de la France Vol. 1I. pag. 191. ’ 114-Fig. 1,2. In saxo calcareo griseo apud Rotzo:cum precedentibus nec non, juxta Cl. «Com. de Saporta, ad Morestel în Gallia în stratis Kimmeridianis inferioribus seriei oolithice superioris. Aldi dec Le foglie pinnate di questa specie sono di forma ampiamente lanceolata e giungono ad una larghezza di sette centimetri. L’esemplare di cui do la figura è lungo quindici centimetri e manca dell’estremità, ma dagli altri frammenti raccolti si può dedurre che le foglie raggiungessero talvolta ventiotto centimetri di lunghezza. La rachide è piuttosto grossa e irregolarmente striata per lo lungo, e nel punto ove inferiormente si scorge troncata ha un diametro di sei millimetri. Le pinne sono alterne, e distaccate l'una dal- l’altra. Le inferiori sono piccole, lunghe e larghe circa dieci millimetri, di forma ottusa- mente cordato-triangolare coi margini denticolati tutto all’intorno e coll’apice alquanto acuto; le medie sono patenti, di dimensioni assai maggiori, misurando trentacinque mil- limetti in lunghezza e venti di larghezza. La loro forma è lanceolata romboidea lieve- mente curvata all'insù coll’ apice acuto e coi margini, specialmente verso l’ estremità, più o meno profondamente incisi e forniti di denticelli obliqui acuti ed irregolari. Le pinne superiori a quest’ ultime, sono più anguste ed oblique e quelle collocate verso l'a- pice della foglia sono alquanto erette e coi margini interi ed affatto spogli di denticelli. Tutte le pinne s' inseriscono obliquamente sui lati della rachide colla loro base cuneiforme. I nervetti sono sottilissimi, numerosi, dicotomi, e partendo dal punto d’inserzione si spiegano a ventaglio verso i margini e l’apice delle pinne divergendo specialmente verso il margine superiore. Questa specie, di cui rinvenni non pochi frammenti nella calcarea grigia di Rotzo, che riferisco. alla serie oolitica inferiore, è pure citata dal Chiarissimo Conte di Saporta negli strati inferiori del terreno Kimmeridiano di Morestel nella Francia. Però | esem- plare dal Co. di Saporta riferito a questa specie ‘eonsiste in un semplice frammento di una pinna che, sebbene mostri qualche denticolazione nel margine, pure per essere mu- *tilata da un lato e mancante dell’estremità, lascia incerti se la forma fosse realmente simile a quella delle pinne della nostra specie, Lo stesso: Co. di Saporta osserva che l'esemplare trovato a Morestel, sebbene presenti qualche analogia colla specie delle Alpi Venete, tuttavia non può essere con certezza considerato come appartenente alla stessa specie. n — 4146 — 8. Sphenozamites Brongniartii Sap. I Sph. foliis ..... sta ‘| pinnis late-ovatis oblongis basi subrotundatis pun- cto-insertionis leviter constrictis, marginibus sursum irregulariter repando-si- nuatis; nervis tenuibus crebris, basi ae ‘undigue divergentibus. Sphenozamites Brongniartii Sarnn, Plant. Jmpeast, de la France, Vol, IT, pag. 186. Tab, 112. fig. 24. ‘| Filicites hastatus Browne. Ann. Se. Nat. Vol. IV. pag. 422. Tab. 19. fig, 6, pe Zamites hastatus Brona, Prodrom: pag. di UxaER, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 285. Otozamites hastatus Broxa, Tabl, Gen. Plant. Josh pag. 106, — Miquet, Prodrom. Syst. + Cycad. pag. 31. ca RCS seriei ‘colithiéto inferioris (Bathonien) ad Mamers (Sarthe), nec non ad Btrochey “pad Chatillon- Sur-Seine 2% Galla. “ Dalla grandezza delle pinne e dalla larghezza del pinto d’inserzione si può arguire che le foglie di questa specie avessero dimensioni piuttosto grandi e fossero munite di una rachide alquanto grossa. Le pinne sono di forma ampiamente ovata oblunga ed un poco rotondate verso la base che poscia lievemente si stringe ed al punto d’ inserzione | forma un seno rientrante assai ottuso ed appena accentuato. Nella fogliolina o pinnà di cui il Conte di Saporta dà la figura, si scorge che verso l'apice si attenua alcun poco e finisce coll’ estremità rotondata, e che i margini laterali della. pinna sono ottu- ‘samente sinuali o per meglio dire irregolarmente. ondulati. Le dimensioni delle pinne misurate su questo esemplare risultano in sei centimetri di lunghezza e trentaquattro millimetri di larghezza. I nervelti sono numerosi, sottili . e partendo dal punto a perzione divergono in forma flabellata. verso i margini e pinne. i In quanto ai lobi laterali che si veggono poco sopra la POR aloe figurato dal Brongniart (Ann. Se. Nat. Vol. IV. tab. 49. fig. 6) e che lo indussero a distin-. guere questa specie. col mome di Otozamites Hastatus , il Co. di Saporta esterna il pa- rere che sia un’apparenza ‘dovuta ad una specie di contrazione della parte superiore. della pinna, nè doversi a tale irregolarità accordare l’importanza di un carattere spe- | cifico; tanto più che per la forma della base ed il prolungamento della pinna .si rico- ‘nasce una stretta affinità fra gun de’ Mamers e quelli trovati ad Etrochey, i — HT — quali mancano dell'espansione laterale che trasse in errore il Brongniart. Perciò do vendosi cangiare un nome che accenna ad un carattere che non esiste, il Co.. di Sa. porta intitolò questa specie all’illustre Brongniart che fu il primo a farne menzione. Il primo e quasi informe esemplare di questa specie fu trovato, molti anni.or sono, in Francia nell’oolite di Mamers spettante al piano Batoniano. Altre due pinne meglio conservate e che servirono al Conte di Saporta per illustrare questa specie, .si rinven- nero ad Etrochey, negli strati superiori dello stesso piano, riferiti al Cornbrash dei Geologi Inglesi. 9. Sphenozamites latifolius (Brong.) Sap. ‘ Sph. foliis amplis, remote pinnatis ; rachide valida erassissima, longitudi- naliter argute striata, cylindrica vel leviter antice compressa; pinnis patulis, alternis, remotis, brevissime pedicellatis, subsessilibus,, late . ovatis suborbicu- latis, ad basim ‘obtusissime in cuneum breviter altenuatis, margine superiori plus minusve obluse undulato-sinuatis. interdum corrugatis; nervis erebris, te- nuibus, dichotomis e basi flabellatim orientibùs ad 5margines ; undique usa tor ‘divergentibus. . Sphenozamites latifolius Sarorra, in Scurmere, Paléont. Végét. Vol. II. Pars, I. pag. 162. — rici Plant. Jurass. de la France Vol. II. pag. 188. Tab. 112. fig. 1. et Tab. 143. fig. 14. . Otozamites latifolius. aa Tabl. Gen. Végét. foss. Pag: 106. 1 giratis Kimmeridianis inferioribus seriei oolithice superioris ad ban «(Ain) in Gallia invenit Clarissimus L Itier. La foglia di questa specie palesa nel frammento figurato dal Co. di Saporta alla tavola 112 fig. 4, dimensioni piuttosto ragguardevoli, poichè questo frammento munito di tre sole pinne è-lungo undici centimetri e largo sette, quantunque manchino le estre- mita delle pinne. La rachide è ‘grossa, cilindrica e solo un poco compressa nella faccia anteriore ed ha la superficie fittamente. segnata. da minutissime strie longitudinali. Tre sole pinne si veggono ‘sulla rachide collocate lateralmente, a quattro centimetri di ‘distanza l’una dall’altra. Sono disposte alternamente sui lati della rachide, però le due più basse sembrano quasi opposte. La loro forma è ampiamente ovata e quasi orbicolare colla base ottusamente attenuata ‘a guisa di cuneo ed incavata al punto d’inserzione., Il margine superiore è più ‘o meno sinuato e talvolta apparisce increspato. I nervetti sono finis- 148 — simi ed assai numerosi, più volte foreuti e partono dalla base, divergendo egualmente verso tutto il contorno della pinna. . Questo esemplare fu scoperto dal Signor Giulio Itier,, nel piano Kimmeridiano infe- riore ad Orbagnoux nel Dipartimento dell’ Ain în Francia ed il Conte di digpia ta fu il primo che ne diede la descrizione e la figura. Gen. LVIII. Popnozamtes /. Braum (emend.). Folia laxe pinnata, rachide stricta, tenui. Pinne remote, alterne, paten- les, lineari-lanceolate vel oblongo- -ovate, sessiles, vel pedicello brevissimo, subdecurrente, articulato, instructe, decidue, basim versus et apicem angu- state, apice acuminate, vel obtuse, aut rotundate. Nervi simplices, vel ex ima basi una vice furcati, dein recti paralleli, basim versus et apicem con- vergentes. Podozamites. Fr. Bravw in Miixsr. Beitr. VI. pag. 36, — Broxa. Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 62. (ex parte). — Miquer, Prodrom. Syst. Cycad. pag. 28. — Borxwemanw, Lettenk. Thiring. ‘pag. 55. (ex parte). — Scurmerr, Paléont. Vegét. Vol. II, Pars, I. pag. 158. — Sarorta, Plant. Jurass. de la France Vol. IL pag. 79. — Hner Beitr. 2. foss. PA. Spiteb. pag. 34; Jura - Flora Ostsibir u. d. Amurland. pag. 106. — FrisrwanteL, Flora of ‘Jabolpur, pag. 11. — GevLER, | Foss. Pftanz. d. Jura-form. Japans, in Paleontographica N. F. IV. 5. (XXIV.) pag. 227. ‘ Zamites (ex parte) Pres in Srerns. Vers. FI. Vorw. Vol. II. pag. 196. — Gorppeet, oss. Cycad. in Ueb. d. Arb. d. Schles. Gesellsch. pag. 122. — Scuesx, Foss. FI. d. Grenzch. pag. 159. - — Morrrs, Cat. Brit. foss. pag. 25. — Uxaer, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 281. Zamia, Livo. Hurr. Foss. FI. Gr. Brit, Vol. III. pag. 121. Le forme comprese in questo Genere, fondato da Fr. Braum nel 1844 e ritenuto poscia da Miquel, Bornemann, Heer, Schimper, Saporta, Feistmantel e Geyler, si appros- simano d'assai a quelle del Genere Zamites. Il solo carattere, che realmente le distin- gue da quest'ultime, si ‘è, la convergenza dei nervetti all’apice delle pinne; poichè il “modo d’ inserzione delle pinne, nelle tpanto in cui sono sessili, di poco diversifica da quello delle Zamiti, . Le Podozamiti comparvero da prima nell’Infralias e si spensero nell’epoca cretacea ; mos randosi però predominanti nell’ oolite inferiore (Dogger) e nel terreno neocomiano. seggiano queste eleganti pianticelle nei terreni oolitici, dell’ Inghilterra, della Francia — 4149 — e della Germania, e mancano finora in quelli delle Alpi Venete. Imperciocchè le due forme in cui le pinne presentano qualche analogia con quelle delle Podozamiti, (Zami- tes Meneghini, nos. Sphenozamites Geylerianus nob.) non possono essere riferite a questo genere, mancando del carattere principale, cioè della convergenza dei nervetti all'apice delle pinne. Abbondano invece le Podozamiti nei terreni giurassici, equiparati al Dogger, della Russia, dello Spitzberg, della Siberia Orientale e del Giappone. 1. Podozamites lanceolatus L. H. (Sp.) P. foliis laxe pinnatis; rachide stricla tenui, teretiuscula; pinnis remotis, patulis, alternis lanceolalis vel lineari-lanceolatis elongatis, basi sensim angu- statis brevissime subpedicellatis, deciduis, apice plus minusve acuminatis, su- perioribus elongato-ellipticis, interdum suboppositis; nervis crebris tenuibus. eequalibus supra basim dichotomis, dein simplicibus. parallelis, basim versus . a }. 3° et apicem sensim convergentibus. Podozamites lanceolatus, Broxo. Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 62. — Miquet, Prodrom. Syst. | Cycad. pag. 31, — Scumerr, Paltont. Végét. Vol. II. Pars. I. pag. 160. — Herr, Beitr. 2. Foss. Flora Spitzb. pag. 35. Tab. VII. fig. 1—T; Beitr, 2. Jura-Flora Ost-Sibir. w. d. Amurland, pag. 45 et 106. Tab. I. fig. 3, a. Tab. XXIII. fig. 1, c. fig. 4. a, b, c, Tab. XXVI, fig. 210. Tab. XXVII. fig. 1—8. — Geyusr, Foss. Pane. d. Juraform. Japans, in Paleontogr. pag. 228. Tab. XXXIV. fig. 3, a. — Frisrwantet, Flora of the Jabalpur group, in Mem. Geol. Suro. of ° India, Ser. XI. 2. pag. 91. Tab. III fig. 714, Tab, IV. fig. 1-10. Zamia lanceolata. Lisp. Horr. Foss. FI. of. Gr. Britain, Vol. III, Tab, 194. Zamites lanceolatus. ‘Morris, Recent and foss. Cycad. in Magaz. and Ann. of Nat. Hist. Vol. VII. pag. 116; Cat. Brit. foss. pag. 25. — Broxa. Tabl. Gen. Plant. foss. pag. 106. — Gorrrert, Foss. Cycad. in Bericht. Schles. Gesellsch pag. 42. — Uxoer, Synops. pag. 151; Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 282. | Invenitur in formatione oolithica ad Haiburn Wyke, prope Scarborough in Co- mitatu York, Anglie; ac in eadem formatione ad Aponino et Meretskaja, in Valle Kusnézk in Russia; ad Cap. Boheman in Insula Spitzberg; in Amur superiore Sibirie Orientalis, nec non in Valle Tetorigava in Insula Honschiù in Iaponia. L’esemplare che devesi considerare quale tipo della specie, si è quello figurato dai Signori Lindley e Hutton nella Flora fossile della Gran Bretagna Vol. III. Tav. 194. — 120 — Esso presenta una foglia pinnata, di aspetto piuttosto gracile e larga circa quattor- dici centimetri. L'esemplare manca dell’apice e della base, e la lunghezza della porzione rimasta non oltrepassa i quindici centimetri. La rachide è rotonda liscia, e corre ritta, senza piegarsi, dalla base dell’ esemplare, ove essa ha un diametro di due millimetri, al- l'estremità ove'si riduce ad un millimetro solo. Le pinne sono per la maggior parte patenti, inserite obliquamente sulla tania distanze ' ineguali, che variano dal dieci ai venti millimetri. Sembra fossero caduche e che perciò ove la distanza è maggiore ciò possa dipendere dal!a caduta di alcuna delle pinne intermedie. Sono per lo più inserite alternamente sui lati della rachide, ma verso l'estremità della foglia se ne scorgono alcune quasi opposte. La loro forma è lineare, lanceolato-ellittica, gradatamente ristretta alla base, in guisa che le pinne sembrano brevemente picciuolate ed alcun poco decorrenti. Verso l’apice vanno assai più lenta- mente attenuandosi e terminano acuminate. In alcune, la lunghezza raggiunge 1 sette centimetri e mezzo ed il loro diametro, nel pini) ove sono più larghe, risulta costan- temente di otto millimetri. I nervetti che percorrono longitudinalmente le pinne o foglioline, sono eguali, per lo più semplici od una sol volta forcuti verso la base, ove sono convergenti. Poscia procedono paralleli e seguendo |’ andamento dei margini delle pinne, vanno a conver- gere verso l’apice delle medesime. Gli esemplari rinvenuti in diverse regioni e che furono. riferiti alla specie di Haiburn Wyke presentano delle variazioni nella forma delle pinne che diedero occasione a cor- siderarli appartenenti ad alcune varietà della specie. Ma queste variazioni non mi sembrano meritevoli di essere prese in seria considerazione, riscontrandosi di spesso nelle Zamiee ‘fossili, non solo in una stessa specie, ma’ eziandio sulla medesima foglia, delle pinne di forma assai diversa, che ove si trovassero isolate si crederebbero apparte- nenti ad altre specie. Questa specie da prima scoperta, or sono molti anni, dal Sig, Williamson nella for- ‘mazione oolitica ad Hayburn Wyke, presso Scarborough, nella Contea di York, nel- l'Inghilterra, fu poi rinvenuta in rocce riferite alla stessa epoca geologica, presso l’Altai ad Aponino e Meretskaja nel bacino di Kusnek in Russia (Schmalbausen); come pure | presso il Capo Boheman allo Spitzberg, e nel territorio dell’Amur superiore nella Si- beria Orientale ‘(Heer); e finalmente nella Valle di Tetorigava nell’ Isola Honschiù al Giappone (Geyler). — La forma tipica di questa specie, deve ritenersi quella dell'esemplare trovato nel- l’oolite di Haiburn Wyke, presso Scarborough, di cui i Signori Lindley e Hutton, die- dero pei primi un’esatta figura, che rappresenta buona parte di una foglia giunta al suo pieno accrescimento. Gli esemplari riferiti a questa specie da vari autori, non sempre si mostrano iden- tici a quello figurato da Lindley e Hutton, e presentano di spesso delle minime diffe- renze che possono attribuirsi, o all’età, o ad un diverso grado di svolgimento, cagio- nato dalle circostanze più o meno favorevoli in cui vissero gli individui cui appar- tennero. Devesi eziandio osservare, che assai poche sono le specie, di cui si potè trovare qualche ramoscello o qualche foglia completa, e che il maggior numero di esse è fon- dato sulla diversa forma di semplici pinne o foglioline isolate. Non è quindi difficile, che future scoperte di esemplari completi, facciano sparire la maggior parte di queste specie; imperciocchè foglioline di forme diverse possono avere appartenuto alla mede- sima specie. AI quale proposito giova rammentare quanto scrisse l'illustre Alfonso Decandolle, accennando all’incertezza dei caratteri distintivi delle specie vegetali fossili, e facendo rimarcare, come un solo ramo di Eucalyptus, pella varietà delle sue foglie, porge- rebbe l’adito ad un paleontologo di fondare cinque o sei specie diverse ed un ramo di Broussonetia, dalle dieci alle quindici. L'osservazione giustissima del Decandolle, contribuisce a rendere assai dubbia la va- lidità delle specie, stabilite soltanto sulla varia forma di pinne o foglioline isolate, co- me è avvenuto per molte specie di Podozamiti; ma fino a che la scoperta di esem- plari meglio sviluppati, ci abbia rivelato 1 veri caratteri con cui distinguere queste spe- cie, conviene per ora attenersi alle distinzioni specifiche loro attribuite dagli autori. Non mancherò peraltro di segnalare quelle forme, che, secondo il mio parere, non me- ritano di essere considerate quali specie distinte, ma devono piuttosto essere riunite a specie con cui mostrano una decisa affinità. 2. Podozamites Eiechwaldi Schimp. P. foliis lalis, impari-pinnalis; rachide stricta; pinnis conferlis alternis, erecliusculis elongato-lanceolatis, 8 millim. latis, 6 cenlim. longis, apice obtu- sis, basi in pedicellum brevem decurrentem constrictis, summis angustioribus, ‘elongato-ellipticis ; nervis 20-23, simplicibus, parallelis, basi apiceque con- vergentibus. * “ 1 FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE. — DICOTYLEDONES. 6 — 122 — Podozamites Eichwaldi. Scumper, Paléont. Veget. Vol. II pag. 160. — Herr, Bettr. zur foss. Flora Spitzberg. in Mem. Accad, È. SICEONIA, 1856, pag. 36. Tab. VI fig. 22, c, Tab. VII fig. 7, e. Podozamites lanceolatus var. c, Eichwaldi, Herr, Bedtr. zur Jura Flora Ostsibir. und d. Amurland, in Memoires de .l’Acad. Imp. des Sciences de S. Petersbourg Vol. XXII pag. 109. | Tab. XXII. Fig. 1, b, c. Fig. 4, c, d. Tab. XXIII, Fig. 4, a, b, c. Tab. XXVI. Fig. 9. Tab. XXVII. Fig. 1. — Smarmausen. Bestr. zur Jura-Flora Russlands pag. 29, Tab. V. Fig. 3, 4,5 GerLer, oss, Pflanz. Juraform. Japans. pag. 2290. Tab. XXXIII. Fig. 1, 2, 3, 4, 6. Tab. XXXIV. Fig. 3.2 Fig. 5. Zamites lanceolatus, ErcawaLp, Leti. Rossica, Vol. II pag. 40. Tab. III Fig. 1. Var {, pinnis latioribus, ovato- -oblongis, Her Beitr. zur Jura-Flora Spitzberg. pag. 37. Tab, VIIL Fig. 1-4. j Var 7, pinnis latioribus’ ovato- sellipticis, apice subacuminatis, Her, So ZUr Jura-Flora ‘ Spitzberg, pag. 38. In saxo calcareo jurassico ad Iletz Kaya-Zaschtschita prope Orenburg et ad Kusnek in Russia, nec non ad Tscheherdech, in Provincia Astrabad, in Amur . superiore Stibiriae Orientalis ac in arenaria carbonifera formationis oolithicae prope Cap. Boheman ad Spiteberg, atque in Valle o in Insula Hon- schiu ESS Questa specie ha le foglie impari pinnate, che nell’esemplare figurato dall’ Eichwald, misurano in larghezza circa nove centimetri e devono avere raggiunta una considere- vole lunghezza, veduto che la porzione figurata, non contempla che l'estremità della foglia e ciò nulla ostante, ha una lunghezza di dieci centimetri. La rachide che la i sorregge, è sottile e dritta, e misura alla base del saggio, due soli millimetri di dia- metro. Le foglioline o pinne sono alterne, avvicinate, inserite obliquamente sui lati . della rachide ed alquanto erette. Esse hanno una forma angustamente lanceolata, che si prolunga circa sei centimetri e misura, nella parte più ampia, otto millimetri’ di lar- ghezza. Verso l’apice, si attenuano leggermente e terminano coll’estremità ottusa, men- tre alla base si stringono rapidamente, fondendosi in un breve pieciuolo decorrente nella rachide. I nervetti da cui sono longitudinalmente percorse le pinne, sono nume- | ‘ rosì e giungono a venticinque per pinna; sono sottili, semplici, paralleli, e convergenti all'apice ed alla base delle pinne. La varietà , ha le pinne più larghe e ù forma benzinai. che misurano cin- quanta un millimetro in lunghezza, sopra una larghezza di quindici, e terminano col- l'apice rotondato e pochissimo attenuato. La varietà y ha le pinne più grandi, cardi ag rulli e larghe di- — 123 — ciotto, di forma lanceolato-ellittica, verso l’apice assai più attinuate e terminanti in punta ottusa, ed alla base ristrette in un breve picciuolo. Gli esemplari illustrati dall’Eichwald, dall’ Heer, e dallo Schmalhausen furono rinve- nuti nei calcari della serie oolitica ad Iletz Kaya-Zaschtschita presso Orenburgo e nel bacino di Kusnek nella Russia, come pure a Tscheherdech nella Provincia di Astrabad nell’Amur superiore della Siberia Orientale, e nell’arenaria carbonifera dell’oolite infe- riore al Capo Boheman nello Spitzberg. Le due varietà distinte dall’Heer, provengono da quest ultima regione, e sembrano segnare un passaggio al Podozamites Reinti di Gayler, degli schisti neri dell’epoca giurese della valle di ‘Tetorigava, nella Provincia di Kaga nel Giappone, nei quali schisti si trovarono pure esemplari del Podozamites Eichwaldi di Heer. 3. Podozamites gramineus //eer. P. foliis plus minusve dense pinnatis; rachide stricta tenui; pinnis an- gulo acuto insertis, obliquis, alternis, interdum suboppositis, linearibus, elon- galis, 1-3 millim. latis, 5-12 centim. longis, basi breviter in petiolum atte- nuatis, apicem versus, sensim angustato-acuminatis; nervis 3-5, simplicibus; parallelis, basi apiceque convergentibus. Podozamites gramineus, Herr, Beslrdge zur Jura-Flora Ost. Sibiriens und d. Amurland. pag. 46. Tab. IV. Fig. 13; Beilrdge sur Foss. FI. Sibir. u. d. Amurl, pag, 21. Tab. VI. Fig. 1-3; Nachtrige zur Jura-Flora Sibiriens, pag. 10. Tab. I, fig. 8.* in Mémoires de l’Académie Imp. des Sciences des Saint Petersbourg Vol. XXII. n. 12; Vol. XXV, n. 6; Vol. XXVII. n, 10 1876—1880. In formatione oolithica inferiore, Sibiriae Orientalis , ad Ust-Balei et Ajakit. È una delle poche specie, di cui si sieno trovate porzioni abbastanza ragguardevoli delle foglie. Esse si palesano più o meno fittamente pinnate e sorrette da una rachide ritta e sottile, del diametro di un millimetro, sulla quale sono inserite ad angolo acu- to, le pinne che per tal guisa riescono disposte assai obbliquamente. Esse — ne: anguste, di forma lineare, larghe da un millimetro e mezzo a tre, e raggiungono In . lunghezza dai cinque ai dodici centimetri. Sebbene sieno in generale disposte alternamente ai — sui lati della rachide, tuttavia se ne scorgono alcune quasi opposte. Alla base, le pinne si attenuano rapidamente in un breve picciuolo e verso l’apice si fanno lentamente sempre più anguste e terminano per lo più acuminate. I nervicciuoli semplici, che paralleli le percorrono per lo lungo, variano in numero dai tre ai cinque, a seconda della larghezza delle pinne, e convergono alla base ed al- l'apice come nelle altre specie. La sottigliezza e lunghezza delle pinne infisse obliquamente sopra una rachide an- ch’essa assai sottile, dà a questa specie l'aspetto di una Gramineacea, d’onde il nome specifico che le fu imposto dall’illustre Prof. Osvald Heer. Gli esemplari fin ora rinvenuti provengono tutti dalle roccie ritenute del periodo oolitico inferiore di Ust-Balei e di Ajakit nella Siberia Orientale. 4. Podozamites parvulus Sqp. P. foliis pinnalis; pinnis parvulis, rigidiusculis, lineari-ellipticis, oblongis, basi apiceque obtuse attenualis, brevissime tenuiterque pedicellatis: nervulis ’ [ p 9 racillimis, plurimis, basi fureatis, dein simplicibus, aqualibus, parallelis, ad » b) b) 2 E, b) apicem convergentibus. Podozamites parvulus. Saporta, Plant. Jurass, de la France, Vol. II, pag. 82. Tab. LXKXXIII. Fig. 8, Fig. 84 | In stratis inferioribus seriei oolithicae superioris (Kimmeridien) prope lacum Armaille «n Gallia. Questa specie fu fondata dal Marchese di Saporta, sopra un esemplare che presenta una piona di assai piccole dimensioni, la quale deve avere appartenuto ad una foglia pinnata. Questa piccolissima pinna non oltrepassa i due centimetri di lunghezza, sopra tre millimetri di larghezza. La sua forma è oblunga, lineare-ellittica, un poco obliqua ed ottusamente attenuata tanto all’apice che alla base, ove si prolunga in un brevissimo e sottilissimo, ma ben distinto pedicello. I nervetti longitudinali, da cui è percorsa, sono finissimi ed eguali. Poco sopra la base si dividono per dicotomia, indi proseguono semplici e paralleli fra di loro, fino all’estremità della pinna, ove si fanno convergenti. — 125 — La consistenza delle pinne sembra fosse coriacea. L’esemplare illustrato dal Marchese di Saporta proviene dagli strati inferiori del piano Kimmeridiano e fu trovato presso il Lago d’Armaille nella Francia. Più che la forma, sono le dimensioni ed il pedicello della base della pinna che di- stinguono questa specie dalle altre. 5. Podozamites cuspidatus Sap. P. foliis..... ; pinnis coriaceis integerrimis lineari lanceolatis 7 centim. longis, 412 millim. latis, basi aquali callosa parum constricta, apice breviter attenuato argute mucronatis:; nervulis longitudinalibus, tenuibus, numerosis, immersis, ad apicem attenuatis convergentibus. Podozamites cuspidatus. Saporta, Plant. Jurass. de la France Vol. II, pag. 83. Tab. LXLII. Fig. 3. Eodem in loco cum praecedente. Anche questa specie è stabilita sopra una pinna isolata di consistenza coriacea di forma ampiamente lineare coll’apice lanceolato. Al punto d’inserzione è appena lieve- mente ristretta e mostra che la base era munita di un ingrossamento calloso. Essa mi- sura sette centimetri in lunghezza e dodici millim. in larghezza. All'estremità rapida- mente si attenua e prende una forma lanceolata coll’apice che termina in un acuto mucrone. I nervi sono numerosi, finissimi, immersi nel parenchima e corrono semplici e paralleli fino all’ estremità della pinna ove attenuandosi convergono. Questa pinna trovata negli strati inferiori del piano Kimmerdiano della Francia nello stesso luogo colla precedente, non presenta a dir vero, nella sua base quella convergenza dei nervetti che caratterizza le Podozamiti, ma vi corrisponde però per la loro con- vergenza all'apice ed in attesa che un qualche esemplare ne sveli le reali affinità, non si può che approvare il suo collocamento temporaneo fra quest ultime. 0 6. Podozamites cuspiformis /eer. P. foliis....; pinnis parvulis, anguste lanceolatis, ad basim vix constrictis, apicem versus acuminatis, 4-5 millim. latis, 25-millim. longis; mervulis 5-6 remotiusculis, simplicibus, parallelis, basi apiceque approximatis. Podozamites cuspiformis, Herr, Bectr. zur Flora Ost-Sibiriens, und d. Amurland. in Mem. Acad. Imp. des Sc. de. Saint Petersbourg. Ser. VII. Vol, XXII. Mem. n. 12. pag. 46. Tab. IV. fig. 11, 12. In formatione Oolithica inferiori ad Ust-Balei in Sibiria.. Le foglioline o pinne sono di piccole dimensioni non eccedendo i quattro o cinque millimetri di larghezza ed i venticinque di lunghezza. La loro forma è angustamente lanceolata ed assai acuminata verso l’apice, colla base appena ristretta ed un poco schiacciata al punto d’inserzione. I nervetti longitudinali sono piuttosto marcati; in nu- mero di cinque o sei, alquanto convergenti alla base e gradatamente approssimati, pro- cedendo verso l’apice. . Questa specie, rappresentata da due sole pinne o foglioline descritte e figurate dal- l’Heer, ha la più grande analogia col Podozamites ensiformis del medesimo autore, e credo non sarebbe fuor di luogo riunire queste due specie, tanto sono poco rilevanti le differenze poste innanzi per distinguerle. . Secondo l’'Heer, il numero minore dei nervetti longitudinali e l'essere più fra loro discosti sono i caratteri che distinguono questa specie dal Podozamites ensiformis, ca- ratteri che a dir vero mi sembrano insufficienti a giustificare questa. separazione. Queste foglioline provengono da Ust-Balei nella Siberia orientale e furono trovate in un terreno ritenuto appartenente alla serie oolitica inferiore, perchè contiene delle spe- - cie che si rinvengono anche nell’oolite di Scarborough nell’ Inghilterra. i 7. Podozamites ensiformis Heer. P. foliis. .....: pinnis lineari-lanceolatis apicem versus sensim attenuatis ac longe acuminatis, basi obtuse rotundatis, 30-46, millim. longis, ac paulo su- pra basim 4-6 millim. lalis; mervis tenuibus, simplicibus, parallelis, basi api- ceque leviter convergentibus. Podozamites ensiformis Hrer, Jura Flora Ost-Sibiriens und d. Amurland. in Mém. Aca- dèm. Imp. de S. Petersburg loc. cit. pag. 46. Tab. IV. Fig. 8, Tab. XX. Fig. 6. Tab. XXVIII. Fig. 5.* 6. — Geycer, Foss. P//. d. Juraform. Japans in Paleontographica N. F. [V. 5 (XXIV) pag. 227, Tab. XXXII. Fig. 1. — In formatione Oolitica inferiori ad Ust-Balei in Sibiria, ac in Amurland supe- riore, nec non în arenaria scissili ejusdem formationis ad vallem Tetorigava in Insula Honschiù în Japonia. | Di questa specie pure non si trovarono foglie complete, ma solo delle foglioline o pinne sparse sulla superficie della roccia. Esse sono di forma lineare-lanceolata che gra- datamente si attenua procedendo verso l’estremità, e termina coll’apice molto acumina- to. Alla base sono rotondate, ma formano un angolo ottuso al punto d'inserzione; poco sopra il quale, sono larghe dai quattro ai sei millimetri, mentre la loro lunghezza giun- ge dai tre ai quattro centimetri e mezzo. I nervetti in numero di dieci o quattordici sono sottili, semplici e paralleli e solo lievemente convergono alla base ed all'apice. Questa specie illustrata da Heer e da Geyler e che appena si può distinguere dalla precedente, fu rinvenuta tanto a Ust-Balei nella Siberia, che nel territorio dell'Amur e nella valle del Tetorigava nell'Isola Honschiù nel Giappone, in alcuni strati che se- ‘condo gli studi comparativi delle rispettive Flore, istituiti dai sopra accennati autori, ‘corrisponderebbero al Giura bruno o Dogger dei geologi Alemanni, od al piano Bato- niano dell’Orbigny preso in largo senso. come la parte superiore della serie oolitica in- . feriore. Fra gli esemplari provenienti dal Giappone e figurati da Geyler, ve ne ha uno, in cui la base è meno rotondata e munita di una smarginatura angusta ed alquanto obli- qua, dalla quale si potrebbe arguire che le pinne fossero inserite obliquamente nella rachide. — 128 — 8. Podozamites tenuistriatus Geyler. P. foliis...... pinnis lanceolatis, basi angustatis, apicem versus sensim at- tenuatis, acuminatis, 10-millim. latis, 45-millim. longis, nervulis 14-16 sim- plicibus, tenuissimis, strieformibus, parallelis, basi apiceque leviter approxi- matis. Podozamites tenuistriatus GeyLER, Foss. P/2. d. Juraform, Jopans, in Paleontographica N. F. IV, 5 (XXIV) pag. 228. Tab. XXX. Fig. 2 In stratis supertoribus seriei oolithic@e inferioris (Bathonien) ad vallem Teto- rigava, in Insula Honschiù Japonic. L'esemplare figurato e descritto da Geyler, rappresenta una pinna di forma lanceo- lata, larga un centimetro e lunga quattro centimetri e mezzo. AI dire del Geyler l'esemplare non ha la base e l’estremità perfettamente intatte: però dalla figura che egli ne porge si vede chiaramente che termina in punta acuta. La maggior sua larghezza si riscontra nel terzo inferiore, da dove va stringendosi assai len- tamente procedendo verso l’apice, che riesce per tal modo acuminato; mentre verso la base si attenua più bruscamente formando al punto d’inserzione, un angolo ottuso. I nervetti che la percorrono in numero di quattordici a sedici, sono sottilissimi, semplici e paralleli, ma lievemente convergenti alla base ed all’apice. Questa fogliolina proviene dagli strati del piano Batoniano, della Valle del Tetori- gava nell'Isola Honschiù del Giappone. Questa specie molto si avvicina al Podozamites ensiformis di Heer, e solo se ne distingue pella maggior sua larghezza nel terzo inferiore e pei nervetti più sottili e più fra loro discosti. Però le differenze fra quest ultime tre specie sono così poco rile- vanti, che sarebbe ben giustificata la loro riunione in una sola. 9. Podozamites? tricostatus /eer. P. foliis..... pinnis angustis, linearibus, elongatis, apice oblusis, tricostalis, 3-millim. latis, interstitiis sublilissime striatis. Podozamites? tricostatus, Herr, Nachtr. sur Jura-Flora Sibiriens, pag. 10. Tab. I, Fig. 7.: in Mem. Academ, Imp. des Sciences de Saint Petersbourg. Ser. VII. Vol. XXVII. In stratis seriei oolithica inferioris ad Ust-Balei in Sibiria. Questa specie è fondata sopra un unico esemplare che presenta una fogliolina o pinna, .di forma lineare allungata, larga tre millimetri e che si prolunga per un tratto di ottantatre millimetri, ma che essendo .troncata nella parte inferiore non permette, di misurarne la reale lunghezza. Essà termina coll’apice ottuso e rotondato ed è percorsa longitudinalmente da tre costicine ben distinte, che si prolungano fino all'estremità della foglia e fra le quali sono segnate due o tre minute strie pure longitudinali. Questa fogliolina per le dimensioni ricorda quelle del Podozamites gramineus Heer; ma se ne distingue per avere l'estremità ottusa, le tre coste longitudinali e le strie interposte a quest'ultime. I quali caratteri ne rendono assai dubbio il riferimento al genere Podozamites ed è per ciò che l'illustre Heer appose un punto interroga- tivo dopo il nome generico. Questo Colbie pravere dagli strati riferiti all oolite inferiore di Uot-Barsi nella Siberia. ‘40. Podozamites spathulatus Feistm. | P. foliis..... - pinnis oblongo. ‘attiniatis, 6- millim. lalis, 28-38-millim.. lon- gis, apice obtusis,, basim versus in petiolum attenuatis, nervulis: 8 conspi- Do cuis basi DL: gigi apice. Vix conf srgobiine. Podozamites spefiniato FristuanteL, Flora 0f Jabalpur pag. .13- 93, Tab; IV. Fig. 11,12. ‘in Mem. of the Geol. Survey of India. Calcutta 1877... FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE. — DICOTYLEDONES. ce la arenaria scissili serie? colithicaé See et South Rewah prope Jabal- pur in India. Il Chiarissimo Dott. Feistmantel ci porge du sole foglioline o pinne su cui fondo questa. ben distinta specie. La pinna delineata. alla figura {1, è la più grande, e mì- sura trentaotto millimetri di lunghezza sopra sei di larghezza. La forma. ne è lineare i oblunga e foggiata a spattola e termina coll’apice bruscamente rotondato. Verso la base si stringe fino a ridursi a tre millimetri di larghezza e si prolunga in un picciuolo di tre millimetri di lunghezza. La pinna più piccola, rappresentata dalla fig. 12, è lunga ventotto millimetri ed ha la stessa ‘larghezza della prima ed una forma eguale, ma più breve. L’una e l’altra sono percorse per lo lungo da otto nervetti ben marcati, sem- plici e paralleli, assai fra loro: approssimati ove si fondono nel padnoo, ed appena con- vergenti siepi delle pinne. | Questi due esemplari provengono da South Rewa} e.si trovarono in uno schisto ‘arenaceo di color bruno, spettante alla serie oolitica inferiore ed al gruppo di Jabalpur del Gondwanas superiore nella regione di Son-Narbada nelle Indie. AM. Podozamites Zeillerianus Zigno. dt = Pab; XLI, Figo 1a. P. foliis amplis..... . pinnis late linearibus elongatis, tel obovato :spathula- lis, 8-20 centim. longis, 10-45. millim. latis, basim versus attenualis apice obtu- sis subrotundatis; nervis 15 simplicibus , crassiusculis , a2qualibus , rectis , eo, basi approximatis, E attenualis tO, dito In. saxo calcareo. cinerei coloris, seriet. oolithicae infferioris ad Vallem Zuliani, prope Roverè di Velo in Pr ‘ovincia Veronensi. Anche di questa speri n non si trovarono ‘finora che delle pinne! isolate, per cui nulla, può dirsi cirea alla forma delle foglie che probabilmente erano pinnate e piutto- sto grandi. Le pinne variano in ‘lunghezza, secondo .gli esemplari, dagli. otto ai venti centimetri ed hanno una forma ampiamente lineare oblunga, talvolta obovata e fog giata a spattola allungata. A seconda di queste varie forme, misurano dai dieci ai quin-. dici millimetri in larghezza. Verso la base si fanno più anguste ed al punto d’ inser- zione sì riducono a cinque o- sei millimetri. La superficie della pagina, che ritengo . su- - t “ .— 481. — periore è minutamente striala per lo lungo e l’inferiore lascia vedere quindici nervetti rilevati, semplici, verso la base approssimati fra loro e che poscia corrono ritti, paral- leli, equidistanti fino all’estremità della pinna, ove poco prima si ‘assottigliano e s'in- . curvano convergendo bruscamente verso la linea mediana dell’apice il quale termina ad angolo ottuso ed un poco rotondato (Vedi, Tav. XLI fig. 5). Gli esemplari di questa specie, provengono tutti dalla calcarea. grigia dell’oolite in- feriore di Valle Zuliani, presso Roverè di Velo, nella Provincia di Verona. Riferisco questa forma con qualche incertezza al Genere Podozamites, principal mente a ciò indotto dalla forma dei nervetti che convergono all'apice: mentre la base delle pinne, meno angustata di quello suol essere. nelle vere Podozamiti, mi lascia qualche dubbio sulla sua reale appartenenza a questo genere. Ad ogni modo, essendo il solo. a cui maggiormente si avvicini per la forma generale e la convergenza dei nervi all’ apice, ho creduto di collocarla per ora fra le Podozamiti, a ciò confortato anche dal parere dell’iltustre Prof. Osvaldo Heer. i Devo qui rettificare quanto esposi alla pagina 419 di questo volume, ove parlando "di questo genere, asseriva che nessun indizio se n ’era finora trovato fra le piante della Flora Giurese delle Alpi Venete. Allo invece dopo quell'epoca m’imbattei nella presente specie ‘ed in alcune altre foglioline che constatano la ‘presenza del genere Podozamites ‘anche negli strati oolitici delle nostre prealpi. 12. Podozamites plicatus Her. P. foliis..... pinnis elongato oblongis, subellipticis, 44 seillita: latis, 46-50 millim. longis, basi in pedicellum brevem angustatis, 2-4 plicis Jongitu- dinalibus instructis, apice obtusis vel abrupte rotundatis; nervis circiter 30 ‘ simplicibus, basi PARLA .convergentibus. Podozamites plicatus, Hina. Jura Nora “Ost-Sibir, und d. Amurland. in Mém. Acad. Imp. , des Sciences de Saint Petersburg. Ser. VII. Vol, XXII: n. 12, pag. 111. Tab. seit E 9.11; * Beitr. sur FI. foss. sini peg: 38. Tab. VII. Fig: 6° Fig. 7° I stratis ssrigi oolithicae inferiori is in Amurlandia ac ur Cap. Boheman in Spitzberg. | Di — 4132 — . Le pinne di questa specie ‘hanno una forma oblunga, allungata, tendente all’ellittica, che si attenua alla base in un breve ed angusto pedicello, e coll’apice pure attenuato ma ottuso e bruscamente rotondato: Esse sono segnate nel mezzo da due, tre o quat- tro pieghe longitudinali che seguono l'andamento dei margini e sono percorse da circa ‘trenta nervetti longitudinali semplici € e convergenti tanto alla base che all'apice. La pinna completa” figurata nell’opera dell’Heer alla Tav; XXVII, fig. 10-è lunga quarantasei mil- .. limetri e larga undici ed è fornita di due sole pieghe longitudinali e di ventitrè ner- vetti. Il frammento rappresentato nella stessa tavola dalla. fig. DE: > ha 18. nervelti e tre pieghe longitudinali, oltre di che ha i margini per buon. tratto paralleli e Vapice. più acuto; finalmente la fig. 9 presenta una pinna mancante dalla base e fornita di due pieghe e di ‘soli dieci nervetti. Nell'opera dell’Heer che. tratta della F lorà Giurese dello Spitzberg le fig. 6. e 7° della Tav. VII. ci. i presentano una pena con due pie- ghe ed un ‘altra con quattro. dala, varie foglioline ‘provengono dal torfeni giurassici sara del teritoro dicnot e del Capo Boheman nello Spitaberg.. 3a con ogni dicato n à questa specie ‘una fogliolina, trovata nel cal- | care giallognolo scissile del M Pernigotti nel Veronese, della. quale. do da figura alla. Tavola XLI, fig. 7. Essa ha una forma ellittica allungata; è mancante della base e del- l'estremità e misura cinque millimetri nel punto ove è più larga. Vi si scorg ono ben . marcale tre pieghe. longitudinali, ma essenilo rotta l'estremità «dalla pinna non sì può ‘conoscere se l’apice fosse ottuso e rotondato, come nella specie descritta dall’ Her, 0, | terminasse acuminalo come farebbe rc sine nostro ce il suo lento atte- muarsi. verso quel unt SAR 7 13, Podozamites Macketi, Fristm. P. foliis piva io rachide SASA subflexuosà, pinnis linea- = aribus patulis, oblongo - lanceolatis obtusis, approximatis, suboppositis, basi. le- ‘viter angustatis, puneto calloso rachidis oblique .insertis, costa media subdi- stineta usque ad apicem. excurrente instructis, 3 millim. latis, 4 cenlim. lon- 984 nervis o erebris,. ut videtur simplicibus, ad basim el anita: convergenti- Ci bus. i L Podozamites Hacketi, FeisranTEL, Flora 0f the Jabalpur group (upper Gondwanas) pag: 92-12. Tab. VII. Fig 4; 4;,4° 6; 5,° in Mem. Geol, Suroeni pr India. Calcuth 1877. Ad Sher River prope Satpura et da batser: Indiac. Ls bali illustrato dal Dott. Feistmantel “a di una porzione ‘di foglia, man- cante dell’apice e della base, in cui si scorge un frammento della rachide lungo tre centimetri, fornito di cinque pinne da un lato e di una sola dall’altro. La rachide piut- tosto robusta, ha un diametro di due millimetri e sì mostrà. alquanto flessuosa. Le pinne inserite obliquamente con tutta la base sopra una prominenza callosa della rachide ed un poco decorrenti, sebbene assai avvicinate, sono però separate alla» base da uno spa- zio di tre millimetri. Esse hanno una forma lineare lanceolata, che termina coll’apice ‘ottuso ed alla base si stringe alcun poco al punto d’inserzione. Sono larghe nel mezzo cinque millimetri .ed hanno una lunghezza di quattro centimetri. Nel ‘mezzo sono for- nite di una costa poco appariscente che le percorre dalla base all’apice. I nervetti sono numerosi, e a quanto sembra ‘semplici e paralleli convergendo come nelle altre specie. ‘tanto alla base che all'estremità. Da quanto si può dedurre da “questo frammento sem-. ‘bra che la foglia raggiungesse i sei centimetri di larghezza. | Anche questa specie dina dagli strati giuresi di Sher Rivée, m n bacino di oe ‘ presso Jabalpur nelle Indie. “Il Chiarissimo dott. Feistmantel paragona questa ‘Seole al Podozamitès Barklyi, del M'Coy, ed al Podozamites plicatus dell’Heer. Io all’i invece, per il modo d’inser- ‘ zione delle pinne sulla rachide e per la costa mediana che le percoree, troverei in essa qualche analogia colle forme collocate nel genere (è; Iyeadit dà a ” bi: quat specie riferisco con Custo esitanza, le due foglioline figurate nella Tav... XII fis. 8 rinvenute nella calcarea giallognola dell’ ovlite, nel M. Pernigotti nel Vero- nese. Esse misurano dai venti ai ventitre millimetri in lunghezza e dai tre ai quattro di larghezza e sono di forma lineare lanceolata allungata, percorsa longitudinalmente nel mezzo da una larga costa mediana appianata. Questo carattere che non si riscontra che nel Podozamites Hacketî, Fristm., congiunto alla. piccolezza delle loro. dimensioni po trebbe. giustificare il sospetto, che abbiano RT, nni foglia ni di que: . sta medesima specie: di DA ai, ai LI A Il. Podozamites rigidus Zigno. & Tab. XLI Fig. 10, a, Db. ip foliis..... pinnis crassis, r -figidis nmadibue elongatis, basi. sensim, apice . abrupte angustatis, acutiusculis, 3-4 millim. latis, 35-80 millim. longis; ner-'. vis plurimis immersis, 3-4 COnspicuis, simplicibus, parallels, basi approxima- lis, apice FOnTareeaUlus: o St, i In saxo. calcareo cinerei golorie: seriei. oolithicae inferi ris, ad Vallem Zuliani, prope Roverè di Velo în Provincia Veronensi. Non si saprebbe a quale altro genere riferire queste foglioline isolate, di consistenza. | piuttosto crassa e rigida, di forma lineare allungata, che si attenua verso alla base e | che termina bruscamente all'estremità coll’apice alquanto acuto. Esse misurano nel punto più ampio dai tre ai quattro millimetri di larghezza che si riducono appena a due al punto d’inserzione. La loro, lunghezza varia dai cinquantacinque agli ottanta millimetri. ba più parte dei nervicciuoli longitudinali da cui sono percorse, si palesano immersi | nel parenchima, però tre o quattro. sono più salienti degli altri. Essi sono semplici ap- xi prossimati alla base, paralleli per gran. tratto della fogliolina ‘e conver genti ia apice. ld è Queste loglioline si rinvengono i $rigia di Valle Zuliani presso Roverè di: Velo nella Provincia di Verona. Però si trovano assai di rado ed io stesso ne pos- seggo pochissimi ssereplari de’ don figurai due de’ migliori. ‘a Podozainties pulchellus, Heer. P. foliis pinnatis, rachide tereti. longitudinaliter tenuistriata ; pinnis sessili- ‘bus patulis, 24-30 millim. longis, 9-10 millim. latis, ovato-ellipticis, interdum lanceolatis, apice acutis, confertim minute punetalatis ; nervis crassiusculis, le- 3 nuioribus nen a RED basi. gite ona Podozamites blielii Herr, Beit zur | Foss. Flora - Spilsbergens pag. 38. Tab. IX Fig 10-14. i — 4135 — Im schisto PU seriei oolithicae inferioris ad GR Donertali in ont Jo sai edi di questa bella specie, si scorgono lievi porzioni della rachide che si palesa del diametro di due soli millimetri ed è minutamente striata per lo lun- go. Le pinne hanno una forma ovato-ellittica, che. talvolta passa alla lanceolata e ter- mina, coll’apice acuto. La base lievemente rotondata è appeha sporgente al punto d’in-. serzione, nè sì stringe in. forma di picciuolo come nella maggior parte dell’altre specie, per cui le pinne compariscono sessili. Esse variano in lunghezza dai ventiquattro ai — trenta millimetri, e misurano in larghezza dai nove ai dodici nel punto ove sono più | ampie, cioè alla metà della lunghezza della pinna. La loro superficie esaminata _ colla lente, si mostra minutamente punteggiata. I nervetti che le percorrono in numero di dieci o dodici sono piuttosto marcati, semplici ed eguali, ma fra l'uno e l’altro è inter- posto un nervetto assai più sottile. Tutti partono a ventaglio. dal punto .d’inserzione; poi si fanno paralleli e seguendo l'andamento dei margini della . pinna vanno a con- vergere all’apice. Gli esemplari di questa specie provengono dal Capo Boheman nello Spitzberg e fanno parte delle piante fossili che i Barone di Nordenskiold ed il Dott. Oberg raccolsero,. i ‘ parte in un arenaria bruna e parte in uno schisto nero carbonifero, che contengono delle specie comuni con quelle dell’oolite, di Redelif Bay, di Gr pugni so. e x Hay- burn Wyke neli” Inghilterra. 16. Podozamites Reinii Geyler.. P. foliis laxe. pinnatis: tachide crassiuscula subfleiuosi; pinnis alternis, re-, motis, late ovatis, apice obtusis, basi rotundata, inaequali, in pedicellum bre- vem abrupte ‘constricta, 3-4 centim. longis 15-25 millim. latis; nervis tenui-. bus simplicibus ereberrimis (circiter 38- -50), € penso Saia sapo eci egredientibus ad spes cri converg {ibus, ; » | Podozamites Reinii, GeyLER Foss. ‘PA. d. Jura Fon. ‘Firgme. in Palacontographica N. F. IV. 5 DE pag. 229. Tab. XXXIII. Fig. 4.° Tab. XXXIV. hi 1, 25 De: Podozamites Reinii var. ‘angustifolia da loc. cit. pag. 239 Tab. XXXIV Pig 30,4 | __piw 136 — In Vaeilione oolithica; probabiliter Bathoniala, Vallis Tutorigava: in o Provin- cia "06, e Honshaì | in Japonia. EA forma Fao è pod Na bile foglie più-larghe. L’esemplare figurato dal Gey- | # Jer Tav. XXXIV. Fig. 4, ci. presenta porzione di una: foglia pinnata, in cui si scorgono quattro pinne sorrette da una rachide, avente il diametro di. due millimetri, lievemerite ‘> flessuosa e. che 8° ingrossa- pel punto ove sono inserite le pinne. Quest’ ultime sono. al- i terne, distaniti alla base l'una. dall altra due centimetri. Esse hanno una forma ampia- . mente ovata, coll apice ottuso ed'un. ;poco rotondato, e colla base pure rotondata; ine- - # quilatera,. che bruscamente si stringe in un brevissimo: ed angristo pedicello, che .s°in- serisce obliquamente: sopra ‘un ingrossamento della rachide. Esse misurano in lunghezza ‘dai tre ai quattro ‘centimetri, - sopra una larghezza di ‘quindiei a venticinque millimetri, | sd mervetti che, partono a ventaglio dal punto d'inserzione sono semplici e seguono 6, l'andamento dei margini della pinna ‘convergendo alate: Essi sono sottilissimi vw, in . numero di trentaotto a uni ; : Nello var. Lai le pinne noie una forma tendente. all'ellitica; però. otfusà. is \ tanto all’apice ‘che ‘alla base. ed egualmente | fornita di breve pedicello. La lunghezza. ! delle } pinne. ‘uguaglia quella: della forma: tipica, ma in larghezza non oltrepassano. i die-.. Di ciotto millimetri. F nervetti hanno pure un eguale andamento, ma non sorpasmaito “il numero. di trentasei. | i ‘ Tutte ne Gitto” fot provengono. hai Valle superiore del Teorigava bella Pro- di “. vincia di Raga dell'Isola. Honschiù niel Satpnt a di una TAG varietà non mi Soliti meritenali di. essere distinte, essendo assai i probabile, che. la loro diversità dipenda da differenze d’ età, o forse anco dalla diversa” “posizione. delle pinne sulla foglia, potendo la varietà angustifolia rappresentare lé pin: - ne superiori, ela varietà latifolia, che riteniamo. tipica, le pinne inferiori di una me- desima foglia; come’ ‘abbiamo osservato av venire in altre Zamiee.. » am Podozamites GIehnianus Heer. Mi È Va p or piunis, ‘oblong go-obovatis, basim Versus sensim paultalum. angu- (PP 35 millim longis, 15-millim. latis, apice ‘obtusis ; nervis. 12-18: sime ; ì plicibus basim Versus ‘sensim inerassatis, approximatis, dein. divergenlibus, at- fenvatis ad | Piceni pinnae medio Pane i ABI: — Podozamites Glehnianus Hrer, Bewtrage zur Jura-Flora Ostsibiriens und des Amurtandes, pag. 111. Tab. XXVI. Fig. 1 in Mém. Acad. Imp. des Sciences de S. Petersbourg, Ser. VII. n Vok XXI. 1516, In formatione oolithica ad ‘Amur superiore, in Sibiria orientali. LÀ Questa fogliolina manca della base, ma però in tutta la parte rimasta, palesa mar- catissime differenze che la distinguono dalle altre specie. Essa ha una forma obovata, che . verso la parte ‘inferiore si prolunga alquanto, stringendosi verso il punto ove l'esem- . plare è troncato inferiormente. La porzione rimasta è lunga trentacinque millimetri. Ove la base riesce tronca ha una larghezza di sei millimetri, e nella parte superiore, a quin dici millimetri di distanza dall’apice, si dilata fino ad avere una larghezza di quindici millimetri, indi sì attenua procedendo verso l'estremità, che termina ottusa. I nervetti in numero di dodici, verso la base sono robusti, piuttosto grossi e molto avvicinati; po- scia si attenuano gradatamente e divergono verso i lati seguendo l'andamento dei mar- gini della pinna, mentre fra loro sorgono nel centro, altri nervetti sottili che ne por- tano il numero a dieciotto. Oltrepassata la porzione più larga della pinna, i nervetti CONVErgonO casta verso una linea mediana che mette capo all’apice. Quest'unico agli illustrato dall’ Heer, sesta dai terreni oolitici dellAmur ps nella Siberia orientale. Ordo XXIII. CycAprar. Gen. LIX. Crcapites Brong. , Folia pinnata vel profunde pinnatifida; rachide valida. Pinnae coriaceae lineares, vel lanceolato- lineares, integer- rimae, saepe juxla nervum medium longitudinaliter plica- tae, tota base, abrupte dilatata, rachidis lateribus adfixae, decurrentes, supra basim paullulum angustatae. Nervus me- dius unicus crassiusculus, usque ad a ping ea _) Sal currens. | Cyeaditos, Brone. Prodrom. 1825, pag. 98. —_ Tabi. Gén, Végét. foss. pag. 60. — Srense.. Vers. Fl. Vorw. Vol. I. pag. XXII. Vol. II. pag. 194. (ex parte) _ - Enpi. » Plant. + pag. lid FLORA rain PORMATIONIS OOLITHICAE. — DICOTYLEDON SES. 18° rd GorpP. Foss. "Cycad. in Veber. Arb. Schles. Gesellsch. 1844 pag. 119. — Hisina. Lethwea. Svec. pag. 108, — Miquer, Monog. Cycad. pag. 34. — Une. Syn. Plant. foss. pag. 149: Gen. ei spec. Plant. foss. 1850 pag. 279. — Bronn, Lethea Vol. II. pag. 63. — BornEMm. Lettenk. Thring. pag. 51. — OtpHam, F/. Rajm. pag. 15. — Dunger. Monog. Nordd. Weald. pag. 16. — ScHENK, Fi. Grenz. pag. 157; FI. Nord- W. Wealdf. pag. 27. — Frisrw, FI. Vol. 0f Kach. pag. 50. ‘ Scurr, Paléont. Végét. Vol. II. Pars I. pag. 170. — SaPortA, Piani. Jurass. Vol. II. pag. 65. — Renaurt, Cours de Botan. foss. Vol. I pag. 44, Le foglie fossili pinnate, che sol ippliino nervo médiano ehe ne percorre da cima a fondo le pinne, furono considerate quali rappresentanti del vivente genere Cycas, si trovano in numero assai ristretto. 3 Due specie ne descrive il Goeppert come provenienti dal terreno antracitifero della Slesia, cioè il Cycadites taxodinus, Gorrr, ed il Cycadites gyrosus Goxpp, Bertr. zur Kenntnis. foss. Cycad. nel Neu, Jahrb, fiir Min. Geol. Paleont, di Leonhard e Geinitz. 1866, pag. 129. Si vedono poscia ricomparire nel Keuper col C ycadites Rumpfi | di Scnenx, Beitr. eur Flora d. Keup. tab. 6 fig. 1, e continuare nell’infralias col Cycadites rectangularis Brauss, Palceontograph. IX pag. 56. Tab. XIV Fig. 7 — Scnexk Vers. FI. d. Grenzsch. pag. 255, Tab. XXXV Fig. 14. — SAPORTA, Plant. Jurass: Vol. II. pag. 69 Tab. LXXXII fig. 1-4 e col Cycadites pectinatiis di Bercer, Ver- stein. d. Coburg Geg. pag. 23, e 29. Tab. HI. fig. 4. Anche nel Lias delle Indie se ne trovarono tre specie assai belle, in cui sono ben marcati i caratteri di questo genere. Sono desse il Cycadites confertus di Morris, il Cycadites Rajmahalensis ed il Cycadites Blanfordianus di Oldham (- tutte ‘e tre da Bindrabun sui Colli di Rajmahal, nel Bengala. Nei terreni che si deposero durante l'epoca oolitica, ne troviamo una specie in In- ghilterra (Leckenby), due in Francia (Saporta), due alle Indie (Feistmantel), due nella 3 Siberia orientale ed una allo Spitzberg (Heer). - Nel terreno Wealdiano della Germania se ne rinvennero due specie, (Roemer e Schenk) e nel terreno cretaceo altre due, nel neocomiano della Russia, (Rouiller e Eichwald) ed un’ altra nel terreno urgoniano dei Carpazi (Schenk ed Ettingshausen). | Nei terreni cenozoici, i resti di questo genere sono ancora più scarsi e finora ne conosciamo una sola specie, nel terreno mioceno, il Cycadites Escheri di Heer. RI numero maggiore delle specie fondate sulle foglie più o meno complete, si ris- contra quindi. nella serie oolitica e specialmente nell’Inghilterra, nella Francia, nelle terre artiche e nelle Indie, mentre finora non si rinvenne alcuna traccia di queste fo- glie nei terreni oolitici dell'Europa meridionale. — 4139 — I. Cycadites zamioides Leckenby. hi foliis pinnatis, apice diva angustatis, ò-centim. lalis pinnis lineari- bus, anguslis, obtusiusculis, alternis, patentissimis, basi contractis , 29 millim. longis, 1) millim. latis; nervo medio unico crassiusculo, usque ad apicem pin- nae: excurrente. Cycadites zamioides. Lecgenpy, Oolit. Plants 0f Scarborough in Quart. Journ. Geol. Soc. Lond. XX Pars I. 1864 pag. 77. Tab. VIII. fig. 1. Cycadites. gramineus. Bean MS (non Phillips, nec Heer). In arenaria, serici oolithice inferioris ad Gristhorpe prope Sidia ie An ° gliae. La foglia pinnata, è piuttosto ampia, misurando oltre i cinque centimetri in larghez- za. L’esemplare non presenta che un frammento dell’estremità, lungo trentacinque mil- limetri, perciò nulla possiamo dire circa alla lunghezza che. può avere avuto questa fo- glia. Essa si stringe assai rapidamente all'apice ed è munita di una rachide ritta di cui non si. può conoscere la grossezza per lo stato infelice dell'esemplare. Le pinne, lun- ghe due centimetri e mezzo, sono alterne, lineari ed assai anguste, non misurando che un millimetro e mezzo di larghezza poco prima della base e stringendosi lentamente verso l'apice ove terminano alquanto ottusamente. AI punto d’inserzione sono contratte in guisa che sembrano attaccate sul solo nervo mediano. Quest’ ultimo ben distinto e rilevato corre ritto nel mezzo, dalla base all’apice della pinna. Quest'unico esemplare fu trovato nell’arenaria scissile della serie oolitica inferiore - a Gristhorpe, presso Scarborough nell’Inghilterra e si conserva nel museo del Sig. Bean. Secondo il Sig. Leckenby loc. cit. questa specie sarebbe intermedia fra le Zamiti e le Cicaditi e perciò vi appose un nome specifico che accenna a questa sua idea; io però non troverei di ammettere questa analogia parendomi abbastanza distinti 1 earat- ‘teri che autorizzano a considerarla una Cicadite. i Ottimo poi fa il divisamento del Leckenby di cangiare il nome. >. datole dal Bean, che ‘poteva far confondere questa specie con quelle ben diverse, che ia nome di Cycadi- tes gramineus furono distinte da Phillips e dall’Heer. x +% (SAN O 0. | IRE 2. Cycadites gramineus Heer. C. falli. pinnis linearibus, arcuatis, angustis, elongalis apicem ver- ‘ SUS sensim angustatis, acuminatis, 3-4 millim. latis, 6-centim. et. ultra lon- gis; nervo medio tenui. Oyoaditos gîaminous, , Hun, dia Philipe) Beitr. zur. Foss. Flora Spits derg. ‘pag. 34. Tab. VII, Fig. 7, 8:;-Beitr. 2. Juraflor. Ostsibir: und d. Amurland. pag. 100. Tab. XXIII Fig. «bo Tab XXVI. fig. 4, c.,in Mem. Acad. Imp. Sciences de S. ‘Petersbourg Ser. VII. Vol. XXII, In arenaria seriei oolithicae ènferioris ad promontorium Boheman, în Spitzberg nec non in Amurland nia tn Sibiriae Orientalis. x Questa specie non ‘è nola che per Sh pinne isolate abbastanza incomplete, 7 forma. lineare angusta, un poco ‘arcuata ed allung ata che gradatamente si attenua verso l’apice e si fa acuminata. Esse, sono appianate e misurano dai tre ai quattro millimetri “di larghezza e dai frammenti più grandi, ‘sembra avessero’ una lunghezza maggiore di sei centimetri. Il nervo medianò da cui sono’ percorse longitudinalmente è assai sottile e verso l'apice. della pinna. diventa ancora i più esile e svanisce. dii scarsi ‘esemplari descritti e figurati dall Heer, si rinvennero nell’arenaria ritenuta della serie oolitica inferiore .al Capo Bohemann ins Spitzberg, e nel territorio del-' lAmur dee nella Siberia Or n Questa a nulla ha 3 de fare col Ci ycadites gramineus. di, Philips Geol. of ci DD Yorkshire Pars I. pag. 125 Tab. X fig: 2 che alla pag. 66 di questo Volume abbiamo dimostrato essere sinonimo dell’Otozamites Goldioei del vet | A 3. : Cyeuitioa planitesia Heer. G: Voli... pinnis linearibus 5-millim latis, 6-millim. et ultra longis, api- ‘ee obtusiusculis.; nervo medio. lato, deplanato, nervulis duobus, lateralibus, simplicibus, parallelis, tenuissimis, apice convergentibus. | — MA — Cycadites? planicosta; Herr, Beitr. sur Jura Fl. Ostsibiriens und des Amurlandes, pag. 44. Tab. IV. Fig. 16, in lego de lAcad Imp. des Sciences de Saint Petersbourg Ser VII. Vol. XXII In arnana scissili serzéi catiode Vverione ad Ust-Balei, Sibiriae o ppi Questa” pinna troncata alla. base è di e ma lineare allungata, uh poco ristretta verso l’apice che è ottuso. Essa misura sei centimetri in lunghezza, ma è mancante. della base, ed ha cinque millimetri di larghezza. Nel mezzo è percorsa da un grosso nervo appianato, che scorre fino all'apice. ‘accompagnato da due sottilissimi nervieciuoli per parte | semplici e paralleli che convergono, E estremità della pinna.’ i Taio fa è trovato nell’a arenaria adi ritenuta della. serie colica inferiore, | ad Ust-Balei nella Siberia Orientale. — Balza oil all'occhio la “grande aflinità che presenta questa pinna con quelle del Po- dozamites -Hacketi di Feistmantel, specie a cui, se non fosse la riverenza che i ispira ui — nome del celebre botanico di Zurigo, 1 ‘avrei senza dubbio riferita, tanto più so lo stesso . Heer la pone con dubbio nel cata C Iycadites. DEE È Cycadites Cutchensis Feistm. C. foliis pinnatis, 4-cenlim. latis, apice altenuatis, rachide tereti; pinnis — gracilibus, alternis, valde approximatis, linearibus, angustissimis 2-millim. latis, I . 25-millim. longis, apicem versus subfalcatis, attenuatis, tota base oblique rachidi ns nervo unico medio, rea percursis. i Craaiditoa Cutchensis, FuistuANTEL Jurass. Sez Flora of Kach pag: 50 De XL Fig.5, 5. in. Mem. Geol. Surd. of India 1876. | In arenaria seriei colithicaò - ad Kukurbit, n Provincia Kach dieta, mediano. Un solo danilo. di sua ei fu rinvenuto dal chiarissimo Dott. Feistmantel nell’argilla schistosa. della formazione oolitica, a Vemavaram nel Distretto di Nellore- \ “da specie ha la base delle pinne ‘anguislata;. come la si osserva in quelle del Cycadites Zamioides di Leckenby, ma non può tultavia conforidersi con quest: ulti- ‘ma; che ha le pia e strette, coll’apice acuto e. percorse da un nervo mediano assai sottile. Cycadeacedrum Genera, Fi +uotificationis; Trumei et Rachidis DATI superstructa. \ - Seguendo lla dello Schithper e del Saporta,. si in fine celle: Cicadinee, s? pa generi che ‘furono fondati sopra organi isolti della - uttificazione 0 ft porzioni LO * b, Egli è evidente che questi generi ano semplicémente per iscopo di dare un no | «me a, certe forme che. non si possono ‘per ora, rannodare con certezza a tipi conosciu-'. . “ti; e ciò fino a che fature scoperte ci svelino, con maggior precisione, quali siano, le > reali loro affinità con alcuno -di questi tipi,, oppure quali i caratteri differenziali, che. per avventura valessero a | farci. riconoscere in essi Li eeustenza di altri. pi non prima osservati. ag ii | ai b: SIL 1 CO ag i FLORA POSSILIS FORMATIONIS OOLITEICAE: — DICOTYLEDONES. DI x SSA | RT Cycadeacearum Flores et Eructus Gen. LX Axprosrronus Schimp. “Amenta antherifera cylindrica, Squamae rhombeae, ‘imbricatae, latere infe- riori, sacculos: polliniferos sessiles, confertos, gerenles, secus axim ‘spiraliter insertae, plus minusve sursum. appendiculatae. Androstrobus, Scamper, Trazté de Paléont. Vegét. Vol. IL pag. 199. — Saporta, Plant. Ju- + rass. de la France Vol. Il pag. 204. Con questa denominazione generica, . furono distinti alcuni strobili od amenti sta- miniferi, composti di squame romboidali, embricate, disposte a spira. intorno ad un asse centrale, e munite superiormente di un “appendice più o meno pronunciata, sotto della " quale si mostrano in tutto il lato inferiore Lu otricelli polliniferi sessili e densamente i agglomerati. 1. Androstrobus Balduinî Sup. A. amento antherifero, 20-centim. longo, 3-centim. circiter lalo; squamis ‘ polliniferis (androphyllis) axi valido spiraliter adfixis, coriaceis, crassis, pelta | transverse rhombea 40-412-millim. lata, 5-6-millim. alta, antice terminalis; loculis, infra peltam,, totam squamarum faciem subtus tegentibus, breviter tu- Viani compressione laterali, hexagono- Roe: ‘‘ Androstrobus Balduini, Saronza, Plant. Jurass. de la France Vol. II. pag. 209 Tab. CXV. Fig:.t, 2. Androstrobis zamioides SCHIMPER, Traité de Paltont, Vol. II. Pars, I. pag; 109, Tab. LXXIL 1 Fig. ) EE a formatione Bathoniana superiore Giinbrsili ad Grangeau- Ger circa Etrochey prope Chatillon-sur-Seine in Gallia. L esemplare illustrato dal Prof. Schimper e dal Maiichele di a ci presenta uno se o per meglio dire un amento staminifero di forma cilindrica, lungo all’incirca DS x \ ‘tali. vesti: centimetri ed avente il diametro di poco più di tre. Le squame pollinifere (an- drofilli) disposte a spira intorno ad un asse robusto, sono di consistenza coriacea e sul dinnanzi terminano in un appendice peltata romboidale brevemente ricurva, la quale al di sotto è tutta coperta dagli otricelli polliniferi brevemente tubulati e così fittamente addensati da acquistare, mercè la reciproca loro compressione, una forma ergono; pris- matica. gf cono. mascolino di ‘una Cicadeacea tuttora ignota, fu rinvenuto in una. roc- cia degli strati superiori del piano Batoniano, equiparata al Cornbrash dei geologi In- glesi, la cui giacitura si osserva nel luogo chiamato cdogo denri -Clere presso Etrochey vicino a Chatillon-sur-Seine nella Francia. Negli stessi strati si trovano dei resti di Otozamiti e qualche fogliolina isolata dello Sphenozamites latifolius, per cui il Marchese di Saporta ritiene probabile che questa infiorescenza possa aver appartenuto ad alcuno di questi generi. Il Prof, Schimper quan- | tunque riconosca l'analogia che questo fossile palesa coi coni maschi dei generi Dion e Zamia, vi rimarca però alcune differenze, che lò inducono a. ritenere che possa spet- tare a qualche altro tipo, ora scomparso. 2. Androstrobus? sibiricus Heer. x » A. amento strobilaceo cylindrico, 35-millim. longo, 15-millim. circiter la- to; squamis peltatis discretis, caducis, ‘poligonis, coriaceis, medio, puneto de- ‘presso umbilicatis, axi tenui adfixis. Androstrobus sibiricus Hrer. Bestr. sur Jura-Flora Ost-Sibir. und des Amurland. pag. 47. Tab. IV Fig. 14, 15, in Mém. Acad. te; des Sc. de S. Petersbourg. Ser. VII, Vol. XXI. pi In argilla scissi, seriei oolithicae inferioris, ad Ust-Balei in Sibiria Orien- Questo dali consta di uno strobilo (ritenuto dall’Heer un amento, maschio) di ‘forma cilindrica, lungo trenta cinque. millimetri ed avente il diametro di poco più di | quindici, sorretto da una ‘rachide piuttosto sottile, sulla quale. sono infisse delle squame peltate di color bruno, di consistenza coriacea, poligone, ma per lo più di forma ot- iusamente esagona, distanti l'una dall’ altrà. ed in Pi: manici segnate nel loro cen- DS ; squama all asse centrale. mei: |. - vv tro da ‘una piccola depressione circolare che le fa apparire ‘ombelicate. Secondo l’ Heer ‘ ‘questa depressione corrisponderebbe al posto del «peduncolo che per di sotto unisce la Li ‘ Proviene dall'agilia schistosa, ritenuta spettante alla serie oolitica inferiore di Ust- "a Balei, nella Siberia orientale. “Ho pasto ‘un puòto SETA dopo il nome' genérico; imperciocchè . eredo © assai i: che: questa forma appartenga realmente al genere Androstrobus, in cui fu ci collocata dall’Heer.' La' mancanza di ogni traccia. delle loggie polliniferé, la forma pel tata ed esagona delle squame ed il modo con cui sono disposte intornò all'asse, -ren- dono invece, a parer. mio, assal probabile ul sua ‘appartenenza al genere Lamiostro, #) è buis. SR 7 do Androstrobus italicus Ziynò: li 9 x Tab. XLII I Fig DÌ , n. amento ut muio, apicem versus sensim arigustito; 29-cen- tim. longo; basi 6-centim. apicè 3-centim. tantum lato, squamis coriaceis rhom- Li - " beis antice. ‘acuminatis, axi. crasso | spiraliter adfixis, congestis, subimbricatis; loculis, Volta compressione deforinatie, cda conspictis. ua saxo n utente, seriei | olilhicao inferiris, ad Monte Raut în 3 Provincia Voronons». Mint amento strobilaceo e muoia si asooiglia al cono fnaschio del Dion edule sì | figurato dal Miquer alla Tav. HI della sua Memoria intitolata Cycadeae quaedam Ame: | ricanae, Amsterdami 1881, è di forma cilindrica, che pa alla conica, “nnotglibontoni; È Biatanente verso l'apice. La sua lunghezza ragg iunge i SSA cetimieti; di - il “dlanistec che al basso on misura cinque centimetri e mezzo, all’ apice sì riduce a tre. Esso è composto di squa- i me embricate disposte a spira intorno ad un asse. piuttosto grosso. La loro consistenza ui » è coriacea e là forma. romboidale; acuminata sul dinnanzi, Le loggie pollinifere, in causa della compressione subita dall esemplare, sono deformate in modo dal essere Susan “-- . ‘solo i in qualche punto, assai i confusamente discernibili. È - Fra Varii esemplari, trovati nel calcare giallognalo delloolit interiore, sul: Monte "i AA; n ; i PI) SE Raut nella. Provincia di Verona, quello che ho figurato e > descritto è il meno informe, e probabilmante appartenne. ‘ad alcuna delle Zamiee, di.cuì si rinvengono i resti in ° ve località. i Eri Gen. LXI. ZamrostroBus. Endl. Strobili ovali, vel oblongi, axi crasso .suffulti; squamae apice in peltam dilatatae, pedicello axi ‘perpendiculari spiraliter insertae;, peltis polygonis im- br icatis vel conliguis, maturitate plus minusve discretis, infra VA semina inversa, ex ve latere, si... i a ARA Paibà pag. 72. — GorPP, Uebers d. Arbeit, Schles. Ge- sellsch. 1844 pag.-46. — Bronen. Tabl. Gen. Végét. foss. pag. 63. — Unarr, Gen, et Spec. Plant. foss. pag. 298. —_ Scumerh, Traitè de Paléont. Végèt. Vol. II. Pars, I. pag: 201. — — SAPORTA, Plant. Jurass. de la France Vol. II. pag. 225. Zamia; Lispr et: Horr, Foss. FI. of Gr. Brit. Vol. IL pag. 117 pag. 153, Vol. IN, pag. 189. — ManTELL, Trans. Soc. Geol. Lond. 1843. . Zamites, Corpa in Reuss, Versteinerung, pag. 86 (ex parte) Montis, Cat. Brit. foss. pag. 25. Cyeadeostrobus, CARRUTHERÀ, DE of SIE Jan. 1867, pag. è; Geol. Magaz. Vol. IV. March. 1869. Le loro fossili, a cuî fu dato il nome di Lovanio, pipi uno strobilo ovato ò bislango, provveduto di un asse piuttosto robusto e fornito di squame disposte a spira. e di forma peltata, ciascuna delle quali è sorretta da un pedicello inserito per- n° ;pendicolarimente sulla rachide che forma l’asse. Queste squame sono per ‘lo più embricate o per lo meno contigue, ma col maturarsi si separano e si scostano l’ una dall altra. Ognuna di esse porta, ‘inferiormente due semi rovesciati disposti uno per parte del pedicello. » — Quantunque queste fruttificazioni non si possano identificare con alcuna di quelle. che spettano alle Zaùnie viventi; pur tuttavia presentano tali analogie coi coni frutti- i feri di quest ’altime, da giustificare il nome generico con cui furono distinte, ritenen- ‘ dole però. ‘appartenenti a qualche Zamico, vissuta nelle passate ir geologiche. e non' > re esistente nell’ attuale. 450 — i. Zamiostrobus index Sap. è Z. strobilo; oblongo cylindrico? squamis peltatis, arete conliguis spiraliter dispositis, pellis pressione mutua rhombeis vel hexagonis, convexiusculis, le- viterque radiatim Rsa medio puncto depresso umbilicatis. id index, SAPORTA, Plant. Jurass. dè la France Vol, II. pag. 233. Tab. CXVII. Fig. 8. — ScHIMPER, Traité de Paltont. Véget. Vol. IT Pars I. pag. 202, Tab. LXXII Fig. 12. In perno coralliana cpr ad pa prope Saint-Mihiol e Gallia. Questo esemplare ci presenta un frammento di uno strobilo che apparisce fosse bis- lungo e cilindrico, e fittamente "composto di squame peltate disposte a spira, e così, addensate e reciprocamente compresse da riuscire di forma esagono-romboidale. Ogni - pelta si mostra convessa, lievemente segnata da strie raggianti verso il margine e ‘marcata nel mezzo da una depressione in forma d’'ombelico. Questo fossile nell'aspetto esterno corrisponde assai bene a quello de coni femminei no Zamie. Il saggio ilustrito dal Marchese di Saportà proviene dal piano coralliano superiore. dell’oolite media e fu trovato dal Sig. SA a Creue, presso Saint-Mihiel nel dipar- timento. della Mosa, in Francia. 2. Zamiostrobus orientalis Meer. ra. ‘’ . \ * a I È » = si 2° ù EI: . 3 Z. squamis magnis, obovato obcordatis, basi apiceque obtusissimis, medio leviter emarginatis, basi foveis duabus, rotundatis, seminum insertionem indi- gua notalis. Zamiostrobus orientalis Heer, Beitr. «. Jura-Flora Ostsibir. n. d. Amurlandi in Mém: o Acad. Imp. de Saint. riti Ser. VII vol. XXII pag. 47. Tab. XI DE 10 d. e. SA formatione Jurassica (colithica).ad. Ust-Ralei Stibiriae SS Di questa specie si è trovata solo una squama, che fu descritta e figurala dall’Heer- e da lui collocata provvisoriamente nel genere Zamiostrobus, non senza rilevare le dif- _ 154 —- ferenze che possono indurre nel sospetto, che abbia appartenuto ad un me genere ‘particolare .non ancor noto. Questa squama di forma ampiamente ed ottusamente ob- ovala-obcordata, misura venticinque millimetri in lunghezza ed all'apice è larga egual- mente, -indi scende coi margini ondulati verso l’estremità inferiore e si riduce a dieci ‘ millimetri di larghezza. Il centro delle due estremità è ottusamente smarginato e gli angoli laterali sono alquanto rotondati. Verso l’estremità inferiore si scorgono due ca- vità rotonde, lunghe dieci millimetri e larghe otto, che segnano il punto ove erano inseriti i semi. | Questo saggio fu trovato nelle roccie riferite all’oolite inferiore, ad Ust-Balei nella Siberia ‘orientale. | 3. Zamiostrobus sphaericus (Carr.) Schimper. Z: strobilo ovato-sphaerico, subgloboso, 53-millim. alto, 50-millim. lato ; squamis peltatis congestis, peltis transverse rhombeis, paullulum latioribus quam alts. Zamiostrobus sphaericus (Carruth.) ScmmpeRr, Traité de Paléont. Véget. Vol. II. Pars I. pag. 00 lac Ve RA TRO Cycadeostrobus sphaerica, CarrutHERrs, Geol. Magaz. Vol. IV. pag. 101 nec non in Journ. of Botany Jan. 1867 on Gynor ‘fruits from. second. rocks of Brit. pag. 7. Tab, LVII Fig. 8. = gta Jr cana seriei volithicae mediae, in -Dosilton Wilts, An- | E Questo cono, che molto s "assomiglia. a quelli delle Arancarie, ha una forma ovato- sferica quasi globosa. Esso è lungo cinque centimetri e mezzo e misura cinque centi- metri di diametro trasversale. Le squame fittamente addensate, sono peltate in forma trasversalmente rombea, alcun pico più larga che lunga. = L esemplare illustrato dal Lanvin si rinvenne nell’argilla direzioni della serie oolitica media nella contea di Wilts nell’Inghilterra. - si — ca e Zamiostrobus primacvus Sehimper. ZL strobilo aviforii, 25-nillim. longo, 15-millim. crasso ; squamarum pel- ‘ tis convexis, rugosis, spiraliter. vaide oblique PARONA a; quodenio:raombale, 5-millimi. circiter latis.. “Zamiostrobus primibevas, Somuesn. Traité de Pattoni. | Vigii. Vol. II, Pars, bi pag. 202. | Cycadeostrobus primaeva, ' CarRuTHERS, ara Frùits. from second. | Rocks of Brit. in - Journ. of Salani y Jan. 1867, pig. Pinus primaeva; ‘Limp, Hurt, 088, FI. of Gr. Brit. Vol. II. pag. 149. Tab. 135. | Pinites primaevus, ExpL, Synops. Conif. pag. 285. — GoreP, Monegr. pigri foss. pag. 222; — . Unora Gen. et Spec. Hant. foss. pag. 360. -Pithys primaeva, on in pag. 198. - formatione oolithica infrior, ad Burcott oe ceca in. Anglia. lo atictlo ha la forma di un e paoli” uovo, ue due centimetri e mezzo e lago quindici millimetri. Le squame, fittamente addensate, e disposte a spire molto cobblique, 1 hanno estremità che si espande in forma peltata quadrato-rombea, colla superficie esterna convessa e rugosa avente un diametro trasversale e longitudinale di soli cinque milli- metri. | Gli iù di da specie si rinvennero, di. strati. dell’ oolite al ") Bur- colt Wood eda an nell’ Inghilterra. "dio grazioso cono, da Lindley" e “Falton, Endlicher, Goopprt, ed Unger riferito cal genere Pinus, fu dal Carruthers dimostrato appartenere. invece ad una Cicadeacea n (vedi Geol. Magaz. Vol. IV. pag. 101) e comé tale fu pure ritenuto. dallo Schimper che lo-annoverò nel suo genere Zamiostrobus, parendogli che. E intima struttura di “questi. coni li avvicini alle Zamie. Anche l'illustre Marchese di Saporta è di parere: che per questi fossili sia da ‘manteuersi la denominazione generica di Zamiostrobus. In. | quanto poi alla presente specie ed a quelle descritte dal Carruthers sotto il nome di ‘ > Crjcadeostrobus ovatus, tumidus, elegans, Wallieri e sphericus, il detto, marchese -’ di Saporta trova assai dubia la loro affinità colle Cieadeacee, e scorge nel loro aspetto ; maggior - somiglianza coi coni ‘delle Dammare e delle Araucarie che spogli: strobili delle Zamie” e sa ce _ 3. - e I - Gen. LXI. Brama Carrulers. Sirobilas fertilis laxe racemosus. Squame Guilia: 13 remote, peltata, longe pedicellate, seminibus s geminis, pen- dulis, singulo ad MITUMane i latus pedicelli; infra peltam. adfixo. - | Beania. CarkvTmERS, On Beania a new. genus 0f Cc oli Fruil, in ; Geological Magaz. Vol. VI. March 1869, pag. 1. — Somurer, Traité de Paléont. Vigét. Vol. II, è val 1 pag..206. Questo genere fu fondato dal Ghinrissimio Prof. Cansiilicta sopra uno strobil femi- neo, le cui squame peltate e munite di un lungo pedicello, sono “molto” fra loro di- scoste e formano una specie di: grappolo. assai rilasciato. Le. squame peltate portano - per di sotto due grossi semi ovoidi collocati uno per parte del pedicello e rivolti al- «di ingiù. ti Bosnia 3 ee 1 ida strobilo laxe. racemiformi; squamis peltatis 18-millim, cireiter latis, medio umbonatis ; pedicellis 13-millim. longis, axi lereti 4-millim. crasso, per- — pendiculariter insertis; seminibus duobus, nia apice obtuse mucronatis, 4° AZmillim. Tongis, 10-millim. crassis. Beania Giacili: Ciaavrinss, On Beania a new gen. w Cond. Fruil. po Geol. Magaz. » ‘Vol. VI. Marchi. 1869, bag. 1. Tab. IV. fig. 1, fig. 4. — ScnimPer, Traitè de Paléont. Végét, . Vol. II. Pars I. pag. 206. Tab. LXXI. Fig. 8. — SaronmA, pare Jurass. de. la did Vol. IL pag. 59, 63. 77. Tab. LXXVII, Fig. 3. In arenaria I ar scissili Sab puliti ad tire prope Scar- “dato, in Comitatu York, cede aasto: nigi ‘misura otto centimetri è ‘inezito in lunghezza. e ‘quattro e mezzo in larghezza, e rappresenta un racemo composto di squame peltate. munite di un lungo pedicello, inserito ad ‘angolo retto sopra una rachide rotonda, «i quattro millimetri di È spessore. I pedicelli sono lontani l'uno dall’altro dai dieci ai quindici millimetri, sono FLORA FOSSILIS stra ionani OOLITHICAE. -_ DICOTYLEDONES. ‘ ; ù; 20 — 454 — langhi l'incina dodici e grossi appena due, ma si. allargano tanto verso il loro punto d’i inserzione sulla rachide, quanto verso l'apice ove sorreggono la squama peltata. Ogni squama sulla faccia superiore, è umbonata nel mezzo e nella inferiore, porta due semi | ovati, lunghi dodici millimetri e grossi dieci che verso l'estremità, rivolta in basso, si attenuano lievemente e finiscono coll’apite che termina nel mezzo, in un piccolo mu- crone smussato: Questa curiosa fruttificazione ehe rammenta assai bene quella di alcune Zamiee, fu rinvenuta nell’argilla calcarifera schistosa dell’ oolite inferiore a Gristhorpe presso. Scar- borough nella Contea di York nell’ Inghilterra. Il Chiarissimo Prof. Carruthers, fa il primo a scoprire la vera natura di questo fos-. sile, a cui devesi riferire anche la fig. 2 della Tavola 159 della Fossil Flora of Great Britain dei Signori Lindley e Hutton. Non devo però. ommettere di far osservare, come i° caratteri generici assegnati a questa forma vegetale dal Carruthers, non mi sembrino sufficienti a stabilirla diversa da quelle comprese nel: genere Zamiostrobus ; colle quali la avrei volontieri riunita, ove non mi fosse parso troppo arrischiato il pronunciare un giudizio, sulla sola Mpnno cdi Mero figure. Gen. LXIII, Croapospapix Schimper. “Squame coriacea, longe pedicellata, q uandoque basi Iruncata sessiles, in laminam vel discum ovato-lanceo- latum vel triangularem plus minusve irregulariter expan- se, marginibus disci inciso-dentatis aut profunde lacinia- tis, laciniis rigidis vel flexuosis: ad basim disci ac secus la- tera pedicelli, cicacitribus, seminum insertiones indicanti- bus, notata. I Cy sio lena: Traité de Paléont. . Végét. Vol. II Pars, I. pag. 207. — SAPORTA, Plantes Jurass. de la France, Vol. II. pag, 214. Crossozamia, Poxtet, Mat. pour servir à la FI. Jurass. de la France, A Amtl. Berich. d. Versam. deutsch. Naturf, in Aachen 1849, pag. 342, 343 (ex parte). Guaio forme furono giustamente riunite - dall’ illustre Professore. Schimper sotto la denominazione generica di Cycadospadix. Il Chiarissimo marchese di Saporta ha di già. ampiamente dimostrato come la denominazione di Crossozamia dala ad esse dal Pomel ai ee. basandosi sopra una creduta loro affinità collè Zamiee, non poteva più ammettersi dopo > che lo Schimper, dietro l'esame di numerosi esemplari, ebbe a chiarire la loro analogia coi carpofilli del genere Cycas. i I. Cyeadospadix Moreanus Schimp. C. squamis, lamina irregulariter ovato-lanceolata vel flabellatim expansa, 18-20-millim. lata, 20-millim. longa, marginibus inciso-laciniatis, laciniis linea- ribus inequalibus arrectis; pedicello sursum dilatato, basim versus sensim an- gustato, cicatricibus seminum inserlionis, secus latera notato. Cycadospadix Moreanus, Scamra, Traité de Paléont Végét Vol. II. Pars I. pag. 207. — Saporta Plantes jurass. de la France. Vol. Il. pag. 223. Tab. CXVI. Fig. 7-8. Crossozamia Morcana, Pomer, Mat. p. servir à la FI. Jurass. de la France loc, cit. p. 343. In saxo calcareo albo; formationis coralliane superioris, seriei oolithicwe medie ad Sommedieue prope Saint-Mihiel, in Gallia. Questo fossile ci presenta un carpofillo della lunghezza di sette centimetri, però | tronco nell’estremità inferiore. Il peduncolo assai sottile, misura alla base poco più di un millimetro, indi assai lentamente va allargandosi per un tratto di quattro centimetri ed ivi comincia ad espandersi, fondendosi nella lamina dell’estremità superiore che ora si allarga a ventaglio, ora prende una forma ovato-lanceolata. I margini di questa lamina o disco che si voglia chiamarla, sono profondamente incisi, frastagliandosi in lacinie li- neari alquanto rigide ed erette che terminano talvolta ottuse e talvolta acuminate, e che variano in lunghezza dai cinque ai dieci millimetri. I lati del peduncolo sono segnati da numerose cicatrici indicanti il punto ove erano inseriti î semi. "Gli esemplari deseritti e figurati dal Saporta si rinvennero a Sommedzeue presso Saint-Mihiel nella Francia, in un calcare bianco spettante al piano coralliano della serie oolitita’ media. - - cc _T-s 2. Cycadospadix Pasinianus Ziyno. Tab. XLIL Fig. 2-3. CI ui squamis. lamina crassa, late triangulari, angulis obtusis, 3- 4-centim. longa, 4-3 ‘centim. lata, marginibus fimbriato-laciniatis; laciniis linearibus, sub- ù equalibus, conliguis apice attenuatis, 42-millim. longis, 4); millim. Jatis, me- . -” diîs erectis, ‘lateralibus patulis; Sbgaga 5-millim. lato, 35-millim. longo . sursum abrupte. dilatato. «In saxo arteria” cinerei coloris, formationis oolithice inferiori 28, 1) Rotzo in. Septem communibus Provincie Vicentino, nec non in arenaria calcarifera lute- > scente erusdem formationis ad n in Provincia Veronensi. babi trovato a duo (tab. XLI. di? rise sei sentimet è mezzo in lunghezza, dei quali tre e mezzo sono occupati dal peduncolo e tre dalla lamina ter- minale. Il peduncolo, al basso ove si scorge troncato, ha un diametro di cinque mil- limetri' che superiormente, ove si congiunge alla base della lamina; sì espande fino ai dieci. millimetri. La lamina ha una forma triangolare cogli angoli rotondati e misura quattro, centimetri di larghezza. da un’ estremità all’altra degli angoli laterali. In ‘quello proveniente da Scandolara (Tab. XLII, fig. 3) manca il. peduncolo e la lamina pure di forma triang golare ottusa, ha unà larghezza di Snare, an sopra: quattro di lunghezza. I margini. in tutti due gli esemplari si sono Cali in lacinie lineari; attentate at SEI l'apice quasi eguali. e contigue fra di-loro, aventi un diametro di circa un millimetro e mezzo ed una lunghezza di dodici millimetri. Quelle collocate nella parte centrale cor- rono ritte fino all'apice e quelle che vanno a formare gli angoli laterali, si fanno gra- Tree 9blique, e PER: MIAO Da” IT primo di (3 dia fu rinvenuto nella. ‘calcarea grigia di Hate di de risco all’oolite inferiore dei Setti Comuni e. mi fu favorito . dal, defunto Senatore . Lodovico Pasini Jalla cui memoria dedico questa specie. Il secondo proviene dalla Cal- caria giallognola di Scandolara in Provincia di Verona, roccia appartenente allo stesso orizzonte. I disegni di questi due carpofilli ‘o spadici feminei furono da me comanicati. È al chiarissimo: marchese. di S usa che li iagrata alla Tav. TI. fig { e 2 ‘del II vol. , = | a 1. | RE | I della sua bell opera sulle Piante e giurassiche della Francia (vedi pag: 63 del Vol. I: La forina uigagplito assai “sthialolati e titeralmente espansa, € la mancanza i una . costa mediana, distinguono questa specie dal Cyéadospadix Hennocquei Scu. ed egual- mente la forma, congiunta, alla regolarità delle go we P uniforme loro e, cla poleitd diversa dalla precedente. 3 cuni semina. Gen. LXIV. Crcrprosrenmen Saporta. Sentina subgiobosa, 6vala vel Saranri levia vel inter-, dum angulosa, aut striato-costala, quandoque tuberculis ornata, quoad . magnitudinem valde variantia, basi, inser- lionis cicatrice molata; apice. ‘obtusa vel] plus minusve atte- o nuata aut minute apiculata. - - - Gia, SAPORTA; Plant. Jarass. de tà Frane. Vol. ù pag, 225 Cycadinocarpus, ScimPer, Traitè de Paléont. Végùi. Vol, II. Pars I. pag. ‘200. Carpolithes, Sterns., Vers. Fl. Vorw. Vol. II, pag. 208. — Morsrs, Cat. Brit. foss. pag. dii - UnoERr, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 511. — Scuenk, Fl d. Grenzsch. pag. 151. (SEA Ulospermum, PomEb, Mat. pour. servir a la FL Jurass. de la siti in Amtl. Berich. Ver- samml. deutsch. Naturf: in. Aachen. 1849 pag. 346, e _Hrer, Flora Foss. nin pag. 138, Con molta ragione il Fo di Saporta, "podio alla dioniinasi0à generica. di DL 6, ycadinocarpus, adoperata dallo Schimper, quella di €7 ycadeospermum. Imperciocchè sotto il nome di, C ycadinocarpus, p oteva, intendersi. che fossero compresi gli strobili fruttiferi delle. Gola, invece dei semi trovati sparsi sulla roccia ed isolati dai loro carpofilli. Questo genere Th pen appunto uno quest semi, di varia pn e di forma — ovata oblunga, talvolta globosa, colla superficie ora ‘liscia, ora angolosa; o striato-costata talvolta sparsa di tubertoli, colla base segnata dal una » cicatrice che ‘indien il punto. d'in- "> ‘serzione e e-coll'apico più o meno attennato. pesa — 158 — I. Cycadeospermum Willimense Saporta. G. semine ovali, compresso, longitudinaliter tenui-striato, carina laterali cireumdato, 17-millim. circiter longo, 42-13-millim. lato, 7-8-millim. crasso, basi obtuso, “Paneto. insertionis Vix o apice breviter altenuato. Cycadeospermum Willimense. SAPORTA, Plant. Jurass. de la Fr ance. Vol. II pag: 240. Tab. CXVII. Fig. 10. . In stratis inferioribus CORTA Portlandiane, ad Maninghen prope Wimille (Pas-de-Calais) in Gallia. Questo seme ha la forma di una mandorla ovale e compressa. Esso misura circa diciassette millimetri ‘in lunghezza e tredici di larghezza nel suo diametro maggiore, mentre la grossezza non supera gli otto millimetri. La superficie ne è percorsa per lo lungo da minutissime strie appena pronunciate. Il contorno è lateralmente munito di “una carena. L’estremità si attenua brevemente in punta e la base, assai dar mostra - appena al traccia del puntò d’inserzione. : Fa sio venato negli strati inferiori del piano Portiendiaiio a al an Wi mille, non lungi dal passo di stag nella Francia. 2. Cycadeospermum Pomelii Saporta. .G. semine ovoideo 55-millim. longo, 35 circiter lato, superficie levi vel tenuistriata, facie anteriori convexo, posteriori autem, fossilisalionis causa, se- cundum aream ellipsoideam cane truncato, basi rotundata; apice ob- tuse SR subearinato. Crendcospiramii Pomelii, Sarorta, Plant. Jurass. na la France. Vol. II. pag. 242. Tab. CXVIL Fig. 9. Ulospermum lucumeforme, Power, Mat. p. la FI. jurass. de la France in Amtl. Berich.” Deutsch. Hirst È in Aachen. 1849 pag. 346. | In formatione Coralliana superiori serici oolithice medie, ad Chateauroux 27 Gallia. x Questo seme che pel suo contorno ovoide, si avvicina a quelli di Cycas e di Dion, è lungo cinque centimetri e mezzo ed ha un diametro trasversale di tre e mezzo. La superficie della faccia anteriore è convessa, liscia 0 leggermente segnata . da finissime strie Aongitudinali. La base è rotondata e l'estremità superiore è ottusamente altenuata e sembra lievemente carenata. La faccia opposta, che poggiava sulla roccia, è tronca, ellittica nel contorno e rilevata in forma di disco e sparsa di tubercoletti granuliformi. ‘ Questa struttura singolare della faccia posteriore, cui il Pomel aveva data soverchia 1m- portanza, secondo il Saporta, sarebbe probabilmente dovuta ad un effetto prodotto dalla fosnilizzazione:. . - Questo Lui su cui il Pomel richiamò pel primo l’attenzione, sembrandogli pre- sentare una certa rassomiglianza coi frutti di Lucuma, fu rinvenuto nel piano coral- liano a Chateauroux in Francia, 3, Cyeadeospermum Schlumbergeri Saporta. G. putamine ovato-conoideo, intus semine unico fareto, extus 4-carinato, carinis costulatis ad’ apicem conniventibus, sulcis longitudinalibus plurimis, co- stulas totidem delineantibus ; basi truncata, insertionis puncto cicatrice conspi- cua notato, apice attenualo acutiusculo. Cycadeospermum Schlumbergeri, Sarorta, Plant. Jurass., de la France. Vol, II. pag. 244. Tab. CXVII. Fig. 11-12, i In stratis mediis Oxfordianis, ad Villiers-sur-Mer 7n Gallia. Questo seme è di forma ovale conica, colla base larga, rotondata e tronca, che mo- stra la cicatrice del punto d’inserzione segnata in modo assai visibile , coll’apice atte- nuato in una punta leggermente sporgente e formata dalla riunione di quattro carene smussate sul dorso ed alquanto flessuose. Numerosi solchi sorio interposti ad altrettante costicine, ben marcate ma irregolarmente salienti e rotondate sul loro dorso, che par- tono dalla base e corrono verso l'estremità fondendosi tra loro in modo da non lasciar ‘ giungere all'apice, che le. quattro carene sopra indicate. Il chiarissimo marchese di Sa- porta, da cui tolgo la presente descrizione, potè esaminare l’interno di questo seme, e vi scoprì un seme centrale che ne riempie solo tutta la cavità. Questa struttura pone fuor di dubbio la sua appartenenza alle Cicadee. i — Questo. TASSE esemplare proviene dagli strati medii del piano Oxfordiano w. fu trovato in Francia a WilZers-sur-Mer, nel Dipartimento del Calvados. 4. Cycadeospermum conicum (L. Il.) Zigno. ‘ C. semine ovato -conico subtrigono, 30-millim. Ilongo, basi truncata, millim. lata, triedro-pyramidata depressa, margine, IAUecenio cincta; pre atte- < muato, pose breviterque en ‘Carpolithes conica, lia Bini: Foss: Fl Gr Brit. Vol. IL pag. 101. Tab. CLXXXIX. Fig. 1-2-4. — Morris; Cat.' Brit. f088» pag. ‘4, — Unoer, Ger: et Spec. Plant. foss. pag. 309. | Cycadinocarpus conicus, ‘ScampeR, Traitò de, Paléont. Végéti Vol. II. Pars I ‘pag. 210. Ulospermum conicum, Pomet, Mat. p. la PI. jurass. de la France. in Armtl. Berich. Deutsch. ‘Natur i in rita 1849, pag: 346. i ha oolithe Ldliioda ad itltn, nec non în o formatione Galia inforiore ad visi Sonrbdrongh n .. Questo seme ha una forma ovato-coniea, di passa alla” trigona edi è a tre cen- ; 95 timetri. La base cha un diametro di ‘venticinque millimetri, ed una forma triedro-pira-. midale depressa, c oi margini forniti: di una serie di tubercoletti ; verso Tipo si atte. «nua € termina coll’estremità brevemente acuminata. , ‘gli pt di ni bella specie ‘provengono an piano. stili dell'oolite di : a e “dog li strati dell 'oolite. inferiore ‘di © ‘Searborough nell'Inghilterra. pd > Crcadeospermuni Bueklandi da n) a 0 semine ovato-rotunitalo; 28. 30-millim. longo, 22- 28-millim. lato, tota + | superficie tuberculis irregularibus plus minusve remotis ornata; base constrictà.. * 45-millim. tantum. lata, osi tuberculis da tricostata va in ‘centro tu Dereulo ea instructa. — Carpoithos Guekiandi.: Liwpi. Hurt. Foss. “FL Gr. Bri. Vol, IIL pas. 103. Tab. CLXXXIX. - Fig. 3-0, — - MorRIS, Cat. Brit. foss. pag. 4. — Umane, Gen. et Spec Plant.. foss. pag. 309. - Cycadinocarpus Bueklandi, Scamiteea, Traité de Paléont. Veégét. Vol. II: Pars I. pag. 210.. urna ornatuz, Posi, Mat. pi la FL jurass. de la > loc. cit, pag. 346. w RO, x — 4161 — Ex formatione coralliana ad Malton in Anglia. La forma di questo seme, anzichè esser conica, come nella specie precedente, è ovato- rotondata. Esso misura, a seconda degli. esemplari, dai ventiotto ai trenta millimetri di lunghezza ed il suo diametro maggiore, che è alla metà del seme, oscilla fra i ventidue ed i ventiotto millimetri. Tutta la superficie del seme è sparsa di tubercoletti irregolari collocati a distanze pure irregolari. La base è ristretta e non oltrepassa i quindici mil- limetri di diametro e nel margine è cinta essa pure da una serie di tubercoletti. Essa è inoltre fornita di tre costicine, che, partendo dal margine, si uniscono nel centro della base, formando come tre raggi divergenti. L'esemplare rappresentato nella fig. 3 della Tay. 189, della sopra citata Opera dei Signori Lindley e Hutton, invece di queste costicine, ha nel centro della sua base, un piccolo tubercolo in forma di papilla. li. Cycadeospermum Lindleyanum (Gutb.) Zigno. G. putamine ovato, basi rotundato, apice attenuato, truncato ae emarginato, 2-3 cenlim. longo, 13- 24-millim. lato, 3-millim. circiter erasso ; intus semine conico, obsolete longitudinaliter striato, 15-millim. longo, basim versus 7T-millim. circiter lato, subtruncato, apice sensim angustato. Carpolithes Linpi. et Hurt. Foss. Fl. Gr. Brit, Vol. IIL pag. 115. Tab. CLXXXIX, Fig. A, 1, Fig. A, 3. (semen) Fig. A, 4. (semen pulamine instructum). Carpolithes Lindleyanus, Gurs. in Uncer, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 310. — Morris, Cat. \ © Brit. foss. pag. 5. — Puurs, Geol. of Oxford pag. 175. Fig. 1. Carpolithes diospyriformis, Sterns. Vers. Fl d. Vorw. I, Tab. XXXVII, Fig. 6. —_ fio, ‘ Cat. Brit. foss, pag. 5. — Piicuirs, Geol. of Oxford pag. 173. Fig. 2, 3. In saxo calcareo scissili seriei oolithice inferioris, prope Stonesfield én Comitatu i ia Anghe. i . Questo seme rivestito del suo nocciolo ha una forma ovata colla base rotondata, che verso l’apice si attenua e termina coll’estremità tronca e smarginata. Esso è lungo due centimetri sopra una larghezza di tredici millimetri e lo spessore del nocciolo rag- giunge ì tre millimetri. Il seme incluso nel nocciolo è di forma conica ed apparisce lie- ‘ vemente striato per lo lungo. Esso è, lungo. quindici millimetri e poco prima della base FLORA FOSSILIS FORMATIONIS OOLITHICAE. — DICOTYLEDONES. el — 7468 —- misura sette millimetri. di larghezza ; la base è tronca e l'apice è gradatàmenté alte- a nnato, Sai dalla calcaria scissile della formazione oolitica, di Stonesfield. nell’Inghilterra. Riunisco' setto questa denominazione i tre esemplari figurati nell’Opera. dei Signori Lindfey e Hutton, imperciocchè la forma dei. due semi isolati (loc. cit., tab. 193, fig. A,1.; Fig. A, 3) corrisponde Lacssiana a quella del seme contenuto nel nucleo. Vedi Fig. À, 4 della stessa Tavola. % Du s Cyeadeospermum Da corn Zigno. ‘Tab. XLII. Fig. CA 6. semine nio, inequilatero, apicem "versus ‘abrupte angustato, è 35-millim. longo, 15-millim. lato, uno latere. complanato, altero. valde con- vexo semicirculari, carina. angusta circumdato; Dasi lata, ; Aruncafa, medio anguste La apice breviter lina i ‘ In saxo salario griseo- rea seriei lia inferiori ‘all Hontm Per- I nigolti prope 8. Bortolamio, in Provincia Veronensi. Questo seme, SRO spettante ad alcuna delle molte Zamioè che giacciono : nella calcaria del: M. Pernigotti, ha una forma ovato-conica coi lati ineguali, uno. ap- ; pianato ed appena leggermente convesso, l’altro che descrive dalla base all'apice uma curva molto convessa e contornata da una carena sporgente due millimetri. ‘La lan “. ghezza del seme, giunge. al ventidue. millimetri e verso la base ha «una larghezza. di . - quindici. La base è tronca e larga circa dieci millimetri e nel, mezzo mostra un lieve indizio di un sottile pedicello. RI si e Uriuscamento e finisce in una pes fpunta acuta. 31 | n ‘ Proviene dalla” dl BASI del M. Perbigolti nella Provindia f Verona, - roccia da me considerata ssi god seriè rari ARI «e — 8. Upldclegoimin dissectum Zigno Tab. XLII. Fig. d. A piitaniinie plain 10-14-millim. longo et -lato, e slutibos seg- mentis, inter se coalitis, conflato ; segmentis contiguis” apice dinocola; super=. ficie sulcato-costata, costìs basi niscegno convergentibus. In. saxo dilata cinereo seriei oolithicae inferioris, a ad. Vallem rum prope | Roverè di. cdl in Provincia Veronensi. ‘Questo seme o per meglio dire nocciolo, che ha una forma ovato:glabòsa, tanto alta che larga, molto s’assomiglia a: quello dell’Encephalartos horridus, figurato da Miquer nella «sua Monographia Cycadearumà alla Fig. JI, della Tav. I. Esso è composto di varii segmenti fin dalla base tra. loro intimamente connati, che presso l'apice si stac-. cano l'uno dall’a ltro. Tutta la superficie è segnata da solchi longitudinali, Dog a — delle costicine, convergenti tanto alla base = all’apice. Gli esemplari di questo, fossile si rinvengono nella calearia grigia dell’ cele inferiore, . ‘della Valle Zuliani pre: Roverè di Velo, nel Veronesè, i ‘Sebbene possa rimaner dubbio; se la separazione dei segmenti verso l’estremità, av- | venga per naturale deiscenza 0 per effetto della compressione subita dal fossile, tuttavia, ‘essendo questo l'aspetto sotto .il quale si presentano i varii esemplari da me. raccolti, ho creduto bene distinguere per ora questa. an coo ‘un nome e specifico che accenni |. a } questa particolarità. ‘Questi specie pei solchi e le costicine longitudinali da cui è percorsa si avvicina alcun poco al. Cycadeospermum Schlumbergeri del Saporta. > ot Da Cycadcospermum Carruthersi Zigno. | Tab. scova Fig: 6 G. semine arpiglalefocii; ovato, ‘apice - obtuse lanceolato , 43-millim. circiter longo ; basi Neniicala 9-millim - lata ; e) areolis siti a leviter notata. n In saxo labbro: cinereo, serie oolithicae peo ad Vallem Zuliani prope Lover di Velo, in Provincia Veronensi. Questo seme di una Gicadinea e molto probabilmente di una Zamiea, ha la forma ovata simile a quella di una mandorla, coll'apice che ter mina ottusamente lanceolato. Esso è lungo tredici millimetri ed alla base, che è tronca, ma cogli angoli laterali ro- tondati, ha un diametro di nove millimetri. Dall’impronta rimasta sulla roccia apparisce. che la superficie fosse leggermente segnata da areole irregolari. Proviene dalla stessa roccia e dallo stesso luogo della precedente. 10. Cycadeospermum Kotzoanum Zigno. Tab. XLII Fig. 7. .G. semine oblongo, rotundato, basi breviter pedicellata, 18-millim. longo, 44-millim. crasso, superficie levigata. In saxo calcareo cinereo seriei oolithicae inferioris, ad Rotzum în Septem Com- munibus Provinciae Vicetinae. Questo seme di.forma oblunga e rotondata, munitò nella base di breve pedicello, è lungo dieciotto millimetri ed ha un diametro di quattordici. La sua superficie è liscia nè mostra alcun indizio di qualsiasi rugosità. Gli esemplari, più o meno compressi e deformati giacciono nella inlranià grigia del- ‘l’oolite di Rotzo, nei Sette Comuni del Vicentinò. 11. Cyceadeospermum Boehmianum Zigno. Tab. XLII Fig. 8. C. semine ovali-eliptico, 15--millim. longo, 9-millim. lato, base. constri— cla laeviter produeta - ac truncata, 2-millim. lata; apice acutiusculo. fn argilla cinerei coloris, seriei oolithicae de pie ad Vaio del Paradiso, è Provincia Veronensi. Be 6 = I È un grazioso seme di Cicadinea, di forma ovale tendente all’ellittica, lungo quin- dici millimetri e largo nove, che alla base si attenua ed all'apice termina ad angolo alquanto acuto. La base, appena lievemente proipagate, è è tronca e misura due milli- metri di Cineto trasversale. È “ Questa specie è dedicata al Chiarissimo Dott. Giorgio Boehm di Berlino, che la rin- venne nell’argilla grigia dell’oolite, al Vajo del Paradiso nella Provincia di Verona. 12. Cyeadeospermum striolatum (Heer) Zigno. C. seminibus ovalibus breviter apiculatis, 3-4-millim. latis, 4-5-millim. longis: pedicellis 3-5-millim, longis, lateribus rachidis validiusculae alterne in- sertis, patulis: superficie longitudinaliter striata,. striis apice convergentibus. Carpolithes striolatus, Hrer, Foss. Fl. Spitzb. pag. 47 Tab. IX. Fig. 17 a, b. In argilla scissili nigrescente formationis oolithieae ad promontorium Bohe- man, în Spiteberg. I due frammenti illustrati dall’Heer ci presentano una rachide piuttosto robusta e ritta del diametro di due centimetri, fornita lateralmente di sottili pedicelli, lunghi dai ‘tre ai quattro millimetri, un poco dilatati alla base e decorrenti, disposti alterna- mente; alcuni dei quali portano un piccolo seme ovale lievemente apiculato, lungo dai quattro ai cinque millimetri e largo dai tre ai quattro. La superficie di questi semi è segnata fittamente da minute strie convergenti all'apice del, seme. Questi due cipisiglai si rinvennero in un argilla scistosa nericcia della formazione oolitica, al Capo Boheman nello AE Il Prof. Heer fa rilevare la soli che questa specie ha col Zamzostrobus. Ponceletii del Saporta, dal quale però si distingue per la sottigliezza della rachide e per le strie della superficie dei semi. Accenna poi che questi due frammenti, trovati insieme agli esemplari del Podozamites pulchellus Herr, dic per avventura ine la fruttificazione di questa Zamiea. 4 v al 00 Lo 13. 0; pagata Ra LISI (Heer) Zigno. G. RR nu ablusîs; nilo subpyriformibus, icamentaceîs, | laevigatis 6-7-miflim, latis,. 10-11-millim. longis. Campli A Ha, Fose PI. Spichorg. Dad 46, Tab. IX Fig. 15, 16. ‘ Eodeni n loco cum 1 precedente dona: semi ‘di ‘fo val, ivi de’ quali coll’ apice ottuso, “altri quasi pittori, prov- veduti di una corteccia piuttosto consistente che ‘li riveste a guisa di nocciolo. Essi . sono lunghi. dai dieci agli undici millimetri ed hanno un o di sei o sette. La loro superficie è liscia. ‘O levigata. “Furono rinvenuti nellà stessa' roccia e nello stesso luogo colla precedente, ed anche per questi semi il Bol, Heer espone il dubbio che possano ai a qualche Po- i | dozamite.. SETTA da Mi ponga petra Lera {leer} sua Gi seminibus parvuliss Janceolato-ellpics, apice acriis, apicutatis, 3-3- millim. longis, A-millim, Jatis, pedicello ‘exiguo incurvo, d 5-millim longo fachi. lan opposttis 5. rachide tentissima seno: medio pereursa. -’Catpolittiea Bulunensis ‘Here, Beitr. «..Foss. FI. Sibir. u: di Amuirland: pag. 20,Tab. mV. a 17, in Mem. Arad. Imp. d, S. Peteratonrg. Ser. IL. Vol. XXV, 1878. “Far arenaria; lutesreno formation oolithicae ad Bulud, prope fmen Lena, in | Sibiria. Questo saggio | ci presenta una dozzina è PRA semi, alcuni staccati e sparsi PRA | roccia, ed alcuni attaccati, ciascheduno ad. un sottilissimo pedicello che curvandosi in sf sigmoide, s'inserisce, sopra una rachide pure sottile e percorsa da un lieve solco ì mediano longitadinale. La loro forma è è ovale fendentè all’ ellittica el estremità. termina ‘in un acuto muerone in > alcuni dritto, i in altri incurvo: Essi misuranò dai. tre ai cinque, "% millimetri in NOESA e sono grossi tre millimetri. Il pedicello ra; DESA i cinque i apporto: Ù, A millimetri. @ lunghezza ed è Infisso, sulla rachide, rimpetto alla base di quello del lato. ? % rovina dalla arenaria ialiogioe dell’ colite di Puiùù: vicino al fiume 10000, nella fi Siberia. «D illstre Froleivabre Heer, riferisèe: con ius dubbio quieti semi ad una Cica- i "dna ed accenna alla loro somiglianza col suo Carpolithes. striolatus, del Giura bru-. no dello ele . dò. Cycadeospermum Japonicum Sisal C. semine amplo ovato-rotundalo, 3-centim. lafo, 5 5-centim. circiter Flags: i superficie striis longitudinalibus, ‘crebris tenuissimis, ac venulis sparsis, dichoto-. me e ramosis, ornata. SIE RE I ba vi a Japonicum, Griaza, ‘7 ‘eb. f0ss, Pian aus der Juraform. Japans pag. 281 di Tab. XXXII Fig. 1. in n Palwontographica N. F. ai 5. (XXIV). È ta PIE orra (oolithica) in Vall Tetorigiva, Provincia Kaga, In stlae vaio in iii De AS, , ‘E 'esemplare consiste in un Bri tamento di un seme, che per da grandezza sembra Miimna le dimensioni del C; ycadeospermum Pomelii del Saporta. La porzione ri- masta ha un contorno rotondato, e sebbene manchi tutta la parte superiore del saggio, . ‘tuttavia: dalla direzione dei margini laterali si può arguire che avesse una forma ova- E La superficie è tutta ‘segnata da numerose e minutissime strie longitudinali e buo é là. si scorgono delle venuzze ramificate in. forma dicotoma. né rinvenuto in mezzo alle Podozamiti in uno. scisto argilloso nerastro, apparte: pr alla serie oolitica della Valle RECITA, nella Provincia. di Kaga dell’ isola Hon- r schiu ; nel dirci ini FG 16. Cycadeospermum Thurmanni (Heer) Zigno. I. semine subgloboso, 16-millim. longo, 4 5-millim. lato, basi truncata de- | pressa, circulari, tuberculis cineta; tota superficie tuberculis minutis, irregula- ribus instructo. dine Thurmanni, Hesa, Flora Foss. Helvet. pag. 133. Tab. LVI.. Fig. 14. 4% to: stratis murgaceis formationis Callovianae, ad Dalsberg in Helvetia. Questo seme ha una da che tende alla globosa e misura in Chisigliona® sedici millimetri sopra un diametro ‘di quindici. Esso ha la base tronca, circolare e depressa munita tutt’all’intorno di una serie di tubercoletti; tutta la superficie poi è cospersa di tubercoli minuti ed irregolari. Fu rinvenuto si strati marnosi del piano Calloviano a - Delsberg in Isvizzera. Ta Uscasiibpormcai Kobianum (Heer) Zigno. C. semine sbelébosò 12-millim. longo, 10-millim. lato, basi lata circulari subtruncata tuberculis cincta, decussatim quadricostata ; superficie tuberculis raris, sparsis, ornata. Leprospermum Kobianum, Herr, Flora Foss. Helvet.. pag. 134 Tab. LVI Fig. 16, 16,6, :17.. Eodem in lio cum | praecedente. “ta pure una forma globosa, ed è Modo dodici millimetri e tango dai dieci agli un- . dici. La base circolare ed un po’ tronca 0 per meglio dire appianata è cinta da una corona di tubercoletti rotondi ed attraversata da quattro coste poste in croce, che alla loro estremità marginale finiscono in un tubercoletto. Gli. spazii della base, interposti alle coste, sono lisci. L’estremità del seme è ottusa e rotondata, ed i lati sono. pure . lisci ma seminati qua e là da qualche raro tubercoletto, Si trova nello stesso luogo ‘colla specie precedente. _ 169 —. L’illustre- Prof. 0. Heer nella sua Flora fossilis. Holvetioo pag. 133 riuniva queste due forme nel nuovo genere Leprospermum, volendole separare; unitamente al Cyca- deospermum. Bucklandi ed al C. conicum, dalle altre specie del genere Cycadeosper- - , mum, perchè sono munite di, tubercoletti sulla superficie. Questo solo carattere non mi sembra bastevole a giustificare questa separazione e sonde io le annoverai qui fra le altre specie del genere Cycadeospermum. 18. Cycadeospermum Sulcatum Heer. G. semine ovali 23-millim. longo, . 18-millim. lato, longitudinaliter profunde “sulcato, suleis. basi EE convergentibus. Oycadeospermum sulcatum, Herr; Flora Foss. Helvet. pag. 137, Tab. LVI. Fig. 18—20. In ibi formationis Dalida: ad Delsberg in Helvetia. .L’ esemplare alquanto deformato presenta però caratteri sufficienti per distinguere q que- sta specie ‘dalle ‘altre, come si può vedere nella' citata figura 20 che ce lo presenta ri- staurato. Esso ha una forma ovale, e sembra composto di quattro sezioni ara, divise l'una dall’altra da un solco. ‘ Questo seme che molto ‘s’assomiglia alla specie da me descritta sotto i nome di Cy- cadeospermum dissectum, s'avvicina pure dg come ai spara al Pprcesati spermum Schlumbergeri del Saporta. Fu rinvenuto negli strati del piano Calloviano a bilsberg i in Loi: 19. Cyeadeospermum dl Heer. C. semine ovato, 12-millim. longo, 10-millim. lato, nitido, levigato lenuis-- sime irregulariter striato, striis basi convergentibus. Cycadeospermum Choffatianum, HEER, Flora Foss. Helvet pag. ‘134, Tab. LVI Fig: RI-22, È Eodem in loco cum smanetente. Questo seme liscio e. levigato ha una forma ovata ed è lungo dodici millimetri ‘su dieci di larghezza, La superficie è è irregolarmente segnata da delle minute strie ‘appena marcate 6 pi rd alla base. Rogi stati Calloviani di Datbserg in Isvizzera. FLORA FOSSILIS aiar OOLITHICAE. — ne e — A 20. Cycadeospermum . squame composte di un tomento* peloso. Riporto qui la diagnosi del genere quale fu o. pubblicata dal Saporta, non potendosi in miglior guisa riassumerne i caratteri, ai in RI, 1. i encreni armata Sdp. i G. raghide dalia” 10-milfm ditta lata secus utrinque fatus aculeîs pra dita, aculeis, magnis. suboppositis,, remolis, per paria Tone: basi «dilatata sleale apice valde acominatis, retroflexis. ia; armata, RI Pian ipa ‘de ta: France Vol. II Peg: 196, Tab. CxVII. di l.. È | Di a x . ada siratia inferdorini formationis Kimmeridiani ad Havens: Armaille prope PERE i L) = - L'esempio illuso dal Chiarissimo marelse. di Ni ci bos porzione, “di oa fa di >. obliquamente troneata, undici millimetri, e nove soltanto all'apice, ove si scorge ie cata orizzontalmente. Essa: è fittamente. striata, pet lo lungo è fornita lateralmente di È aculci quasi opposti e distribuiti in paja distanti Luna dall'altra daî quattro ai cinque: ‘ centimetri. Gli aculei, sono assai robusti, .hanno ‘una base decorrente dilatata in senso |, longitudinale per. circa quindici millimetri e verso Tisana sì fanno assai acuminali, . e si 1 ‘curvano all indietro. # 2% ‘Queiito: frammento fu ridvelinto cagi strati inferiori del piano Kimmeridiano, | presso il Lago d'Armaille a Weleby nel Dinara dell 33, in biro I fi , Che dugito frammento abbia appartenuto alla palte inferiore della foglia di una ur qualche Cicadea, “sembra faor di dubbio, solo che si paragoni a quella parte della ra : + chide, della: C° cas revoluta, figurata dal Saporta alla tavola LXXV fig. A. L'unica dif ferenza consiste. nella» ma giore distanza: che; corre fra. l’uno e l'altro pajo degli aculei, ’ i a * Idle? = W_É4 x LR a . È e ii RI ‘ ì * i >. Creadorachi abscissa Sap + L + 5 G,- eylindrica, ò centim. fonga. apice ‘iruneato 6-millim: lato, basi via — scissa $8-millim.. -lata,:. tenmuissime longitudinaliter Striata, basim versus sensim vi: FLORA FOSSITIS FORMATIONIS OUT _ ICOTY LEDONES. e LI , è dilatata, secus margines utriusque lateris, tomento rigido iereglita fimbriato, hirta. Cycadorachis abscissa, Sarorta, ‘Plant. Jurass. de la France. Vol. Il: pag. 198. Tab. XIV. Fig, 3.» IRA i ha it. Lg Eodem in loco cum precedente. a Anche questo saggio è riferito dall’ illustre Marchese di Saporta alla parte inferiore - della rachide di una Cycadeacea. Esso è lungo cinque centimetri ‘e all'apice ove è tron- cato orizzontalmente si palesa di forma cilindrica. Procedendo all’ingiù si allarga len- tamente fino alla base ove raggiunge otto millimetri di larghezza ed è troncato obli- quamente presentando in quel punto una sezione più o meno romboidale. La superfi- cie è. percorsa per lo lungo da minutissime strie irregolari e rugose. I lati, special mente nella parte dilatata, sono muniti di appendici villose, rigide ed irregolarmente fimbriate. got Proviene dalla stessa roccia e dallo stesso luogo della specie precedente. Gen. LXVII. Borsoropiun Sap. Gaudices breves, crassi, ovato-sphaerici, bulbiformes petiolorum basibus, plus minusve adauctis, in appendi- ‘ cés, facie .ànteriori, transversim rhombeas evolutis,: den- | se congestis, undique tecli, Bolbopodium, SAPORTA, Plant. Jurass. de la France vol. II. pag. 256.. ‘ Echinostipes Pomet, Matér. p. la FI. Jurass. de la France. in Amii. Berichi. Deutsch. Na- i turf in Aach. 1849 pag: 346. HH dra Marchese di Saporta fondò questo genere, per designare dei. tronchi brevi e grossi, di forma ovato-sferica, simulanti un bulbo e che facilmente si scam- bierebbero per un cono o strobilo. Sopra di essi si notano le .basi dei picciuoli delle foglie, e queste basi fittamente addensate; ne ricoprono la superficie con delle appen- dici più o meno disposte: a Spi la cui faccia esterna ha una forma trasversalmente romboidale. DI I. Bolbopodium pictaviense Sap. R. caudice ovoideo-subconico, strobiliformi 70-millim. longo, apice obtu- - sissimo, basi 65-millim. crasso petiolorum basibus adauctis, arete contiguis, antiee truncato-rhombeis, obtecto. Bilbogottui pictaviense, Sarorta, Plant. Jurass. de la France Vol..II pag. 258 Tab. CX VIII Tae fg. 2°" | Cycadeoidea . pictaviensis, Saporta, in Scnimp. Traité de Paléont. Végit Vol. II Pars I. ‘pag. 188. Tab. LXXI fig. 12. ‘ Araucaria pictaviensis, Le Touzi pr- Loxcuemar, El. Gèol. et Agr. sur de Dep. de. la Vienne, I, pag. 491.0 In stratis seriei oolithice, fortasse Oxfordiane superioris, att Montanaise pro- pe Pictavium, Gallie. Questo tronco, di forma ovoide, tendente alla conica, nell'apparenza esterna. molto ‘si assomiglia ai coni delle Araucarie. Esso è. lungo circa sette centimetri ed ha l’apice assai ottuso. Alla base ha un diametro di sei centimetri e mezzo, nel cuì centro si scorge una piccola infossatura, che probabilmente corrisponde al punto ‘d’inserzione delle radici e che esclude ogni possibilità di riferirlo ad un cono. Le appendici prodotte dalle basi allargate dei picciuoli delle foglie, hanno una for- ma romboidale, cogli angoli laterali allungati e molto assottigliati in senso trasversale. Fu trovato a Montanaise presso Poitiers, nella Francia, in un tprronò appartenente alla oolite media € che si ritiene’ spettare alla parte superiore da piano Oxfordiano. 2. Balbopodium REI Sap. B. caudice parvo, strobiliformi e basi breviter cylindrica sursum dilatato, obovatò, apice obtuso, 3-cenlim. alto, 2-centim. crasso, appendicibus e petio- Jorum basibus ortis, parvis, crebris, spiraliter disposilis, conliguis, imbricatis, obscure antice rhombeis, undique echinato. Roia Fig. I Fig. ti Bolbopodium micromerum. -SaroRtA,, Pian Jura de tà, France Vol IT pag. 202; Tab. » e IRORT formationis oolithice Coralliane prope Tonnerre, in Gal- Ha: | | Ra | E un nta di assai piéepla dimensione che non + supera iu tre. centimetri di lun- : ghezza. Esso' ha una forma obovata molto oltusa all’apice e misura; nel punto più lar- ‘ go, due centimetri. “di diametro. Verso la base si. stringe, prende una forma cilindrica scabrà la none del tronco. si nel Dipartimento dell'Ain, in Francia "n° minusve. ‘provectis, ‘undique. obtecti:. appendicibus, facie..- » è ‘0 06 si riduce a tredici ‘millimetri di spessore.. Le appendici, prodotte, dalle basi - dei. pic- - ciuoli, ‘sono numerose; piccole, larghe trè. millimetri ‘ed alte due, disposte a spira, con- . . ‘ tigue ed embricate e colla faccia esterna irregolarmente Loren e ‘sporgente; rendono . . ‘Proviéne da un ai san det piano corlfano e fu. rinv enuto pr esso Tonnerre Gen LxIX: Crusanoropica Sap CBR A eylindrici, ‘erecti, Dias. minus ve > élon=. gati, basibus: petiolotum, in appendices, corticales, plus Rag antica plerumauè rhombéis , fumidisgie, arcete contiguis, NE Ò x i ft co + Bi) » Cpliadropodiuto, Sa Plant. i ‘ASS, ‘de da Prance Vol: IL pag. 265. Mantellia, Broxewrans, ‘Prodrom. pag. 96, lex parte). -— Pomet, Mater. Da ‘une FI. Juruss: de. la France; in ‘Arhtl. Bericht. Deuisch. Natirf. în Aachen 1849. pag.” Up, i, Bueklandia, Poxgt, i pi une ia Jur, de la' France. loc. cit. pag. 241, et 346 ni an “i Carruthers)... Cyeadeoidea;, Batnox,* Taùl. Gen. Plint. poss pag. 59. et. 101 (ex parte). - i Cycadites, STERNB., Vers. (FI Vorw, HI, pag. Di; — Gore. Peigachei d. ‘Arb. Scntos. Ge a sellsch. 1844, pag. 114 (non Bronghiart)... Li | Encephalartos, Miourr, Monoar. Cycad. qui 68 i parte). Jrrntirasia, Spini Liga ed Palboni, Vest. Vol. II Pars, pa pag. 182 x x pt ui dirai. generica, è > destinata” a dr dei trénchi ar borei; cilindrici, “ereti e ia 0 meno allungati, rivestiti fittamente; tutto. n° dalle eno rom- è boidali siii contigue e rigonfie Pea Gidcia. anteriore, formate dalle basi dei picciuoli delle foglie. La forma più slanciata e la interna struttura composta di una mi- dolla. centrale circondata da una zona legnosa divisa. in due, tre 0 quattro anelli con- centrici, sono i caralteri, che - unitamente ai depra indicati, concorrono a- a- distinguere questo Senate sE: pr i 4 Cylindropodium Deshayesi Sap. i trunco eylindrico, èlongato, 4--cenlim. circiter crasso, basibus ; peliolorum È magnis, incrassalis, in areas anliee convexas, éxacle rhombeas, nasa ac in 3 series ceri n Ls nonna Cylindrofiodiuia Deshayesi, Sarorta, Plant. Jurass. de ‘ld France. han 100 pag 274. Tab. * CXIX. Fig. 4 i i Mantellia ogiiaditca Bronaniarr, MS. in Coll. Musei Parisiensis (Saporta toc, ‘cil). Grondeghdba qplindtick, ‘Brone | MS. in Coll. Mus. Par. (Saporta loc. Le, 8 Rral seriei oglithica in Gallia Lira pre) Consiste La fossile, esistente ella Collasione del Masico di Parigi, in: un: fram- mento” di un tronco lungo ‘dieci centimetri € "largo all'incirca quattro. Il canale midol- lare ha un diametro: di due centimetri e le appendici che ricoprono la superficie esterna del tronco, sono assai ‘grandi; regolarmente’ romboidali e contigue; lunghe diéciotto mil. limetri e quasi ‘altrettanto «larghe, colla superficie piana o lievemente convessa, ora li- scia, ora fibrosa e 3 pale giata, cain regolarmente in serie spirali pbigea: ala Gai raccolto; siiolt anni or sono, dall’ Ùllustre Prof. Deshayes, in un ‘calcare dell’oolite superiore nel Dipartimento dell'Orne, fu pentola illustrato dal Mar i ‘ chese di Saporla © e. dedicato allo scopritore. Gen LXX. Isronsanoia A “Trunei tali elongati, alterne inerangati et constrie 5 da cli, interdum dichotomi. reticulati. Cicatrices petiolorumtri- ak angulares vel subrhombeae, ‘oblusae, spiraliter Maenosilao, ci imbricatae, maiores ‘seriatim’ cum minoribus alternantes. # LI la - 482 pad Bucklandia, PrEsL, in RR Vers. FI. Vorw. I. pag. XXXIII. — Broxe, Prodrom. pag. 198. — ExpLicaer, Gen. Plant. pag. 207. — Unanr, Gen. et Spec. Plant. foss. pag. 314. — CarrutHERs, oss. Cycad. Stems. in Trans. Linn. Soc. Vol. XXVI pag. 682. - 6 Clathraria, Bronan. Prodrom. pag. 128 (non Bronen. Mem. du Museum. Vol. VIII. pag. 209). — _ - Semper, Traitè de Paléont: Végét. Vol. II. Pars. LR 182 et Vol. III pag. 502. Questo genere, come fu circoserilto dal Carruthers, comprende dei tronchi cilindrici che raggiungono spesso quattro piedi di lunghezza e talvolta si dividono ‘in forma di- cotoma. CEssi alternativamente s’ingrossano e si ristringono e sono coperti dalle cica- . trici più 0 meno romboidali ottuse e disposte a spira, déi picciuoli delle foglie. Tutte queste cicatrici sono convesse ed embricate, le più grandi collocate sulla pre ri- “ gonfia del tronco e le più piccole sulla parte più ristretta. e Sk Bucklandia squamosa Brong. B. tranco cylindrico, 1, centim, lato, cicatricibus petiolorum amplis squa- meeformibus triangularibus vel ovalis obtusis, contiguis, imbricatis, ‘crassis ; ‘extus convexis, intus concavis spiraliter dispositis evlindro ligneo longitudina- liter striîs anamostomosantibus notato, Bucklandia squamosa, Bronan., Prodrom. pag. 128. — Uncer, Gen. ef spec. Piani. foss. pag. Slo. — ‘CaRRUTHERS, Foss. Cycad. Stems in Trans. Linn. Soc. Lond. Vol. XXVI page 686. ; Conites Bucklandi, Srerns. Vers. FI Vorw. I. pag. 39 Tab. XXX. Amentum Cycadeoidex, Bvexr, Geol. Trans. Ser. II Vol. II pag: 400. Cycadites Bucklandi. Presti, in Srezne., Vers. FI. Vorw. II. pag. 194. e savio, Brono. Tadl. Gen. Plant. foss. pag. 106. In schisto calcareo formationis oolithice, ad: ona in Comitatu Oxfordie, ha L'unico esemplare esistente, ci presenta Petit ù un tronco, in un frammento - lungo diciannove centimetri ed avente il diametro di sette centimetri e mezzo. Esso termina ottusamente ed è in gran parte rivestito da squame crasse triangolari ed ovate; . ottuse, contigue, embricate, convesse nella faccia esterna e concave nell’interna. Verso I il basso per un tratto di otto centimetri il cilindro legnoso centrale, largo circa tre cen- timetri, è spoglio di squame e lascia vedere una reticolazione a losanghe. allungate, «prodotte dall’inerociamento di. numerose strie longitudinali. | LS — #89 — Questo saggio che si conserva nel’ museo di Oxford, proviene dalla calcarde ra dell’oolite di NORRe, nell’Inghilterra. Il 3 e lUnger pongono a torto fra i sinonimi di questa specie l'Encepha- lartos, Bucklandi di Miquel Monograf. Cycad. pag. 68, mentre il Miquel diede questo nome alla C7 ycadevidea megalophylla di Buckland, come puossi di leggeri riscontrare dalla descrizione ch'egli ne dà, e dalla sinonimia che vi appose, non che dalle figure del Buekland e del Broun da lui. citate. 2. Bueklandia Milleriana Carr. _ B. trunco ceylindrico, 10-centim. lato, basim versus altenuato, incurvo; cicatricibus petiolorum,; inferioribus crassis, convexis oblusesubrhombeis, su- perioribus minoribus, transverse compresso-rhombeis, interdum sulco tenui. horizontaliter medio a, cylindro lignoso I interrupte striato. Bucklandia Milleriana, CARRUTHERS, Foss. Cycad. Stems from. the Second. Rock4. of DE: ‘in Trans. Linn. Soc. Lond: Vol. XXVI, pag. .687. Tab. LV, Fig. 1. Clathraria Milleriaua, Sonmeer, Traité de Paléont. Végét. Vol. Ill pag. 553. In formatione Coralliana, seriei Oolithice medie, ad Brora, in Comitatu Su- therlandie in Anglia. Questa bella specie illustrata dal Carruthers, è fondata sopra porzione di un tronco, della lunghezza di trentasetle centimetri, ehe superiormente per un tratto di dieciotto centimetri si mantiene di forma cilindrica col diametro di circa dieci centimetri. Indi procedendo in basso si attenua e descrive una curva fino alla estermità inferiore che è troncata. irre egolarmente. Le cicatr ici dei picciuoli, nei due terzi inferiori del frammento, sono piuttosto grandi e grosse, convesse, irregolari e tendenti alla forma romboidale ottusa. Le superiori sono più piccole di forma trasversalmente romboidale compressa . dall'alto in basso, ed alcune. sono segnate nel mezzo da un lieve solco orizzontale.. Tanto nell’estremità superiore di questo frammento, quanto inferiormente, si scorge allo | scoperto il cilindro legnoso centrale, che si palesa segnato da minute strie longitudinali ‘interrotte di tratto in tratto. Se frammento proviene dal piano coralliano dell’oolite media 3 Brora, nella contea di Sutherland, in cana — 4184 — Gen. LXXI. FirToMIA Carr. Trunci eylindrici, plus ‘minusve, elongati vel crassi ac. obovati, medulla. centrali ampla, SOI lignoso tenui su- perne incra ssato, zona corticali. crassa; Appendices pelio= lorum persistentes, inerass alae, iIncurvae, dein ahi a- piece paullulum reflexae, contiguae, imbricatae transvers e: i romboidales. Squamae gemmarum, appendicibus intermixtae, ‘inferiores tenuéès; superiores incrassatae petiolor um basibus bi truncatis conformes. Fittonia SOTA Foss. ) nol ie. # LTD Me, o. » ce PAAL De da è ma ea t Te an) DA # colari ed irregolarmente concentriche di punteg pibiana sine alle sezioni dei fasci vascolari. Gli esemplari di questa nuova specie, bellamente illustrata dal Marchese di Saporta, > si rinvennero nel calcare bianco argilloso più o meno compatto, che si scava. nelle petraie di Grand-Pont e della Valle des Lourdines situate al Nord di Poitiers, nella Francia, Questo calcare contiene gli Ammonites pc A. anceps, A. se ed altri fossili. del E Oxfordiano inferiore. 1 2. Fittonia Rigauxi Sap. . F. trunco crasso, cylindrico, 42-centim. circiter lato; :medulla centrali - ampla, o—centim. crassa, ductus numerosos in cylindrum lignosum, probabiliter tenuem, emittente; squamis gemmariis ac basibus petiolorum sensim incrassatis ac. spiraliter dispositis, undique dense obtecto: appendicibus basi transversim rhombea. cauli adfixis, reflexo-adscendentibus, imbricatis, plus minusve crassis, dorso convexis, facie interna concaviusculis, squamis gemmariis crebris, in- crassalis, margine superiore altenuatis ac rotundatis ; basibus. petiolorum, majo- ribus, late transversim rhombeis, margine in laminam cià due paullu- lum incrassalo,, lapsu frondis, cicatriee notato. ui, Fittonia, Lu Saporta, Plant. Jurass. de la France Vol. II pag. 322, Tab. CXXVII. hi 1-3. In formatione Portlandiana inferiori ad Chatillon prope Boulogne-sur-Mer, dn Gare, Questa specie ci presenta una porzione lunga circa tredici centimetri di un | tronco o caule cilindrico, che per la compressione subìta dall’ esemplare misura nel suo asse maggiore quattordici centimetri e nel minore cinque, per cui si può supporre che la ‘ sua grossezza normale non superasse i dodici centimetri. Anche questa. specie è fornita di un cilindro midollare piuttosto ampio ed avente ‘un diametro di cinque centimetri, Dell’ anello legnoso non è rimasto che. un lieve vano, ma nellà superficie esterna del cilindro midollare si scorge una reticolazione a maglie più brevi e più numerose di quelle, che si osservano nella Fi ittonia insignis, ma disposte regolar mente e corrispon- a NI i 3 . - \ . Ò "è * . DA " 5 ’ si vit. * - n . Li n È w Ma pi “ A N he 6 ’ " , , , 3: iu o AP i ù » ha s ‘ denti ai canali midollari ehe irradiando si prolungavano a traverso la zona legnosa. n, Nella zona parenchimatosa esterna relativamente piuttosto grossa, erano infisse le appen- — dici, sopra basi trasversalmente romboidali o per meglio, dire, in forma di losanghe "Ca SIE, disposte orizzontalmente. sulle quali si veggono sorgere le appendici, strettamente con- . tigue a sezione pure romboidale e prolungarsi convesse nella faccia dorsale e concave nell’ interna, assottigliate verso i margini del contorno superiore, embricate ed aceavalcate . l'una sull’ altra, pr esentando l'aspetto esterno di più serie di squame disposte a spira. In questa specie le appendici squamose derivanti ‘dalle gemme © sono facili. a distin- guersi da quelle prodotte dalle basi trasformate dei picciuoli. Sono le prime di dimensioni, minori, coll’estremità che si ‘attenua in punta, e mancano delle cicatrici che indicano iCal srt di in cui erano inserite Pr parti. cadute per disarticolazione, Ai Proviene dalla base del piano Portlandiano e fa rinvenuta a Chatillon, presso ha: - logne=sur-Mer, in Francia. . I ; ’ ba . a è 7 È 3. Fittonia. Irongniart siti Nap; SE F. trunco 5-6 cenlim. crasso, cylindrico; ‘medulla” ampla, annulo lignoso a lenui; appendicibus incrassatis, oblongis, erectis, dorso convexis, obluse sub- £ °. carinalis, confertis, laxe imbricatis, apicem versus leviter angustatis, truneatis, dea loco petiolorum, articulationis cicatrice, notato, spiraliter obliquissime ee — silis, undique. lecto. ‘Fittonia neri SapoRTA, Plant. Jurass. de la mod Vol. II pag. 328, Tab. CKXIII. Fig. 3-5. . y Zamia Brongniarti, Motta Note sur deux Veget. foss. in Mém. de la Soc. Linn. de Nor-. mand, Val. XIV. Tab. 1-3 (excl. fig. 4). SA cani Brongniarti, sora Traité de Paléoni. Végét. Vol.) IL Pars, IL pag: 184. coca va formatione Oxfordiano media, tater Villers-sur-Mer et Aubeville, (Calvados) n so dn. Galha. STA SA i Questo ATA di forma cilindrica, in confronto delle altre specie, ha un diametro Ù CSR Sr minore, misurando solo dai cinque ai sei centimetri. Il canale midollare, anche. in que- a specie è ampio, e sottile la zona legnosa, da quanto si può rilevare dal vano che | ha lasciato. Nell’aspetto esteriore il tronco si mostra rivestito totalmente di grosse ap- pendici, larghe, dai venti ai venticinque millimetri e lunghe circa trentacinque, disposte. ‘0 ; semi ovoidi rivolti in ‘basso. a 188 A in ser ie spirali molto oblique. Esse hanno una forma oblunga lievemente attenuata verso - l’apice, convessa nella faccia dorsale, che nel mezzo apparisce ottusamente carenata; ‘sono addensate ed. embricate nella parte inferiore ma lievemente distaccate verso l’apice ‘che termina: troncato, ed è è segnato dalla cicatrice che marca » punto, ‘ove si articolava ‘sil pieciuolo della. foglia coduta: | Questo bell’esemplare lo iso nel terreno Oxfordiano medio fra. Villers-sur=Mer,” e e Aubeville, in Francia nel Dipar limento del ‘Calvados, dal Professor Moriere, che ri- conobbe la sua spettanza alle Cicadeacee ‘e ne diede la descrizione e figura proponendo | | per esso il nome di Zamia Brongniarti. I Chiarissimo Marchese di Saporta ne pub- ‘ blicò una illustrazione. completa nella sua Opera sulle Piante giurassiche. della Francia . .a dimostrò come esso debba prender posto nel nuovo. genere Lattoma: fondato recen: temente: dal Carruthers, ) Gen. LI. YVATESIA Carr. I trani tylindrioi indivisi: vel dichotome: ramosi, “squamis et petiolorum basibus persistentibus convexis, obtuse. rhomboideis, ‘interdum hexagonis, dense conferlis, ‘obtecti. Strobili fruetiferi, MIapopA Yi ovulos duos retroflexis: ferentibus, instructi. ’ Valesi, Carnurmens, Foss. Cyead. stems from the scan. Rocks ol Brit. in oana: Fanti Soc. Lond. Vol. XXVI. pag. 679, et 687: doi oriana fu fondato. dal distinto Botanico di Carruthers «per designare, dei tronchi sempliei talvolta dichotomi, coperti da squame e dalle basi persistenti dei pic- ciuoli che presentano una forma ottusamente romboidale ed alle volte trasversalmente esagona, assai convesse nella faccia esteriore e ‘densamente stipale. Gli strobili fruttiferi che il Carruthers ebbe la ventura di e ga sono forniti di carpofilli che, (si «due 1; Vatesta crassa Carr. * trunco brevi odia 7-centim. longo, ad apicemì 45-mil- lim. crasso, basim Versus 35-millim. lato, basibus persistentibus petiolorum I lransverse ovali-rhombeis, vel elliplicis, ua spiraliter cengia dense c con- fertis, undique lecto. È, - po Brora nella Contea di Suthéi land, in Inghilterra. Pili $ tl così che ne varia dl diametro dai sel ai sette centimetri. CES Yatesia crassa; Cimtorinia Foss. Cycad. Stems from ine Sioond Rocks. of Brit. in Trans. Soe.: Linn. Lond. Vol. XXVI, pag. 689, Tab. LV. Koi — ‘ Scmueen, Traité de Paléont. .. Végét. Vol. IL «Pag: 555. In arenaria albescente formation Coralliano, Ra Brora in Comitata Suther- land, da A # - Questa. specie è rappresentata da' un tronco di forma cilindrica obovata, ‘alquanto x » tozza, ‘che non: supera ‘in lunghiezza i sette cenlimetri e clie all’apice, oye è più gros- . so, ha un diametro di quattro. centimetri e mezzo; mentre verso la ‘base si attenua lievemente e si ‘riduce a tre centimetri e mezzo di larghezza. Esso è fittamente co- perto in serie spirali dalle basi” persistenti ed assai, stipate dei picciuoli. Queste ultime - variano ‘alcun. , poco nella. forma” e nelle dimensioni, alcune avendo una forma trasver- salmente ovale tendente alla romboidale, altre una: ferma ellittica pure, nel senso tras- vario. Egualmente alcune sono altò. un centimetro | e larghe due nel senso orizzon- tale, altre invece sono alte dai quattro ai cinque. millimetri è prin dagli otto ai diò: > ‘cl. Tuite. por. hanno - faccia esterna molto convessa. fa” savino în “in arenaria na: spettante al piano Cotalliîno dell oolite media, è < Yatesia Joassiana Carr. CY. lr anco 0 eylindrico 7-centim. lato huc illuc constricto, dichotome ranioso; basibus persistentibus petiolorum transverse stbrhombeis, elliplicis aut exago- . nis, spiraliter disposilis, so dense oblecto;, snero, lignoso striis longi- sa tudinalibue, intezrapie notato. tà A Yatesia Joàssiana, Carpumtans, Foss. Cycad. sstems. from the S sais of Briî., in |. Trans. Linn. Soc. Lond. VOI. XXVI. pag. 6S9 Tab. LV. Clathraria Joassiana, ‘ScHIMPER, Traitò de Paliont. Tra. Vol. HI. pag. 558. Bodeni in loco cum prece Du. S 5 a “cati specie è è rappresentata da una polaiine di tronco cilindrico lunga: tafieltto ineguale Grossezza, essendo per alcun tratto rigonfia ed in qualche punto Dalle cicatrici lasciate ‘centimetri lied (al ì f dinali interrotte di tratto in tratto. © persistenti dei' picciùoli, disposte a spira e fittamente addensate. Queste variano di forma, | essendovene di trasversalmente romboidali od ellittiche e di esagone allungate nel senso, > orizzontale. Il cilindro legnoso interno di cui si vede una porzione scoperta alla base ‘ ‘ dell'esemplare, ha un diametro di tre centimetri ed è segnato da minute stri longitu-. “ 4 Fi Contea di Sutherland nell’ Inghilterra. Lo Gen. LX XIII. Be\nETTITES Carr. Lo, ‘'Trunci ovoidei, sectione transversa, elliptici, basibus. petiolo-, rum persistentibus elongatis, obtecti. Medulla omnino cellulis com» posita ac vasis gummiferis numerosis percursa. Cylindrus lignosus, tenuis, striatus, interruptus, undique radiis. medullaribus. ‘separatis perméatus. Fructificatio, axi secundario inserta, petiolorum hba=: sibus inclusa. ‘Beiienitaa CarruTHERS, 085. Cycad. stems from the second. Rocks of Brit. in Trans. So Soc. Lond. Vol. XXVI. pag. 694. Nella diagnosi di questo genere mi sono strettamente «attemito ai’ caratteri ladiva dal Carruthers. I tronchi riuniti sotto il nome generico di Bennettites hanno una forma. ovoidea ed una sezione trasversale ellittica. Le basi persistenti dei picciuoli, da cui sono rtiyestiti, sono alquanto allungate ‘e di forma trasversalmente romboidale. Il cilindro mi- dollare è tutto composto | di tessuto cellulare percorso da numerosi vasi gommiferi. La zona legnosa, piuttosto sottile, striata ed interrotta, è attraversata in ogni sua parte da raggi midollari. La fruttificazione è infissa sopra un asse ‘secondario, consistente in ‘un breve e sottile peduncolo che porta un numero di foglie semplici . lineari acuminate, em- | bricate e convergenti all’apice, Questo peduncolo termina con un ingrossamento carnoso Rus piriforme, che porta i semi, i quali, sono di forma i ‘ dai rami si rileva come si dividesse in forma dicotoma. Essa è tutta rivestita dalle basi . Hd questo’ luni - pravionà dagli strati del piano Coralliano di Bror a, nella . ile DM 1, Bennettites Portlandicus Carr. B. trunco ovato 32-centim. longo, 22-centim. crasso, apicem versus le- viter attenuato, seclione transversali elliplica; medulla angusta, cylindro li- gnoso tenui, interrupto; cortice; strato cellulari crasso, composila, fasciculis vasorum, versus bases ‘petiolorum adscendentibus, percursa; petiolorum» se- clione transversa rhombèa vel triangulari, angulo inferiore obtusissimo late- ralibus elongatis acutis, latere superiore trianguli, externe leviter reflexo. Bennettites Portlandicus, GARRUTHER, Foss. Cycad. stems from the Second. Rock. of Brit. in Trans. Linn. Soc. Lond. Vol. XXVI pag. 700. Tab. LXI. — Scnimper, Trazté de Paldoni. . Végét. Vol. III pag. 559. \ Ex stratis seriei oalithica* superioris, Dirt-bed ci im Insula Portland, An- glie. La forma del tronco è ovata e la sezione trasversale ellittica. Esso è lungo trenta due centimetri ed il suo diametro maggiore misura venticinque. centimetri, mentre il minore soli quindici. Verso l'apice il tronco alcun poco si stringe e così acquista la forma ovata. Il canale midollare è angusto. Il cilindro legnoso sottile ed interrotto. La ‘corteccia è composta di un grosso strato cellulare percorso da fascetti vascolari di- retti all'insù verso la base dei picciuoli. La sezione» trasversale della base ‘del pic- ciuolo è romboidale o triangolare coll’angolo inferiore assai ottuso, e gli angoli laterali prolungati «ed ‘acuti, e col lato superiore del triangolo lievemente inclinato all’in- -* fari > i | | Proviene dal Dirt-bed dell’Isola di Portland, strato appartenente alla serie oolithica superiore. I. 192 — ‘2. Bennetites Peachianus Carr. B. iraneo. valde “compress 17: centim. lato, sectione transversali ellipti- ca, ‘ diametro minori 18-cenlim. lato ; medulla ampla elliptica angulis -angu- stioribus. produetis; cy lindro lignoso subeontinuo* leviter huc illuc. interr apto PD reliculatione | fasciculis ‘vasorum | extrorsum. excurrentibus connexa ; beliol0- ‘rum seclione: lrausverse thombea comiressa, ‘angulis lateralibus acuminatis. Bennettites Poiche Cannvnnens, loss. Cycad. views from the second. Rocks .0f Brit. in Trans. Soc. Linn. Lord. pag. 700 Tab. LXIL an atte » de; Pationi. Ve eget. Vol. «Db: "pag: 559, d I Sormatin doliihica dd Helmsdale, nm Comitati Sutherland doglia ni qual tronco esiste solo un frammento i appena dieciotto ‘ centimetri che compresso ‘ lateralmente” presenta una sezione ellittica il ‘cui diametro maggiore misura quaranta quattro centimetri ed il minore dieciotto. La midolla è ampia. ed anch'essa di forma ellittica. cogli angoli. più angusti prolungati. Il cilindro legnoso è, quasi continuo e lievemente qua e la interrotto dalla reticolazione connessa di fascetti vascolari che corrono ritti all'infuori. La sezione ‘delle. basi «dei picciuoli, nel senso trasversale, si palesa » sromboidale compressa cogli. angoli laterali dicuminati.. i Qiresto pe fu rinv nuo Hallo formazione olitica a i Melmsdale nella Contea di Sutherland sint nio ra. Gen. LXXIV, Mirvrezua è Pron Trani eylindrici, erassi ‘plus minusve, elongali aul. ovalo-conici, ibn elongalis petiolorum, transversé rhombeis obtecti. Medulla plexu cellulari. omni-. no composita, vasis gummiferis percursa.: Cylindrus. lignosus striatus, radiis: medullaribus distinete pertusus. Fruclificatio axibus e Dai bases # pidiorum superans. ne osa LR % di "a DA ‘Mantellia | Baone; Prodrom. ‘pag: 9%. — Expu. Gen. Piani. sin 72. — CARRUTARR, Foss. Cycad. stems from the second. Rocks of Brit. în Trans. Linn Lond. Vol. XXVI. pag. 701. Cycadeoidea, BvorLawp; I’boceed.: Geol. Soc. Lond.' pagi, 80, et Trans. Gèol: Soc. Series 2 vol. I pag. 395. — , Uneer, Gen. et spec. plant, ‘fossi pag. 300, _ Morma, cal. Brit. foss, pag. 7 — -. SchIMPER, Paléoni. Végét. Val, IL Pars I. pag 186. ada. | Oycsdites. BvoxLaxp, Geol. et Miner. pag. 196. .° Zamites StERNE. Vers. fl. Vorw. IL.(ex parte). - è Echinostipes, Pour, Mat. pour | la Flore Murata. de la’ Fr ance in i Amii. Pe icht. Versaml. * : Deutsch. osi in Aachen. pag. 346. Questo genere comprende dei tcoiohi cilindrie più o meno allungati od ovato- conici, avvolti dalle basi trasversalmente romboidali dei picciupli, colla midolla piuttosto: ampia e tutta composta di tessuto cellulare percorso da vari gommiferi, Il cilindro legnoso è | striato ed in ogni parte attraversato da numerosi raggi midollari. La fruttificazione è collocata sopra a assi secondirie ed oltrepassa in Se le basi persistenti dei pe ci ciuoli.: ©. :. cea dI i Ai aio , I. Mantellia sprpadiolio Brong. “M. trunco. eytindrico, crasso, ‘30-entim. longo; ‘ medio 25-centim. et altra lato, ‘basibus petiolor um spiraliter dispositis, creberrimis, contiguis amplis trans-- “versim rhombeo — elliplicis, diametro minore 4-centim. altis, diametro latiore T-centim. latis, undique obtecto ; cylindro lignoso areolis parvis, crt notato. Mantillia nidiformis, Brona, Prodr om. pag. 96 et 199 — CarRUTHERS, Foss. Cycad. Stems etc. in Trans Soc. Linn. Lond, Vol. XXVI pag. ‘703. Tab. LVII. Fig. 1. Cycadeoidea megalophylla, Bvextanp, Proceed. Geol. Soc. Lond. Vol. I, pag. 80 et in Trans. nt Gevi. Soc. Ser. 2, Vol. I pag. 397. Tab. XLVII et XLVII — Brono. Tadl. Gen. Véget. has pag: 107. — Unarh, Gen. ei «Spec. Plant. foss. pag. 300. — MorRIs, Cat. Bril. foss. Pag. "n ScHIMPER, Paléont. Véget. Vol. II Pars. I pag. 187.. Tab. LXXL Fig. * Mantellia Megalophylla, Brony, Lethea I. pag. 227. Tab..XV. Pe. 2a, bi. c. — Mreve, > Prodrom. Cyst. Cycad. pag. 30. ‘ Cycadites megalophyllus, BuckLanp, Geol. et Mineral. in Bridgeso Treal. pag. 436, Tab. LX. ‘Zamites megalophyllus, Pres, in STeRNB. Vers. Fl. Vorw: IL pag. 196. i - Enoephalartos Bucklandi, Miquet, Monogr. Cycad. pag. 60. a Echinostipes ‘nidiformis, Pomet, Mat. pour une Flore Jurass. de la Fréao in Amil. Ber. Dea Na pesi in Aachen. pag. 346. rLosà rossi FORMATIONIS OOLITHICAE. — pICOTYLEDONES. n; o Ha — 494. _ Ex stratis seriet oolithicce superioris, salini Purbeckiane per tinentibus, dagli Dirt-Bed seitan in Insula Portland Anghe. I questa NES sotto diversi nomi fu descritta e figurata da varii autori il Carruthers restituendola al genere Mantellia adottava giustamente il nome che fino dal 1828 le fu dato dal Brongniart. Fssa si distingue per avere un troneo dla ico di rilevante grossezza, lungo trenta , centimetri e largo, alla metà ove è più ampio, circa venticinque centimetri. Verso la, base si stringe e poco prima del termine si riduce a dieci centimetri. Esso è-ricoperto dalle basi dei picciuoli disposte a spira, numerosissime, ‘contigue e di forma trasver- - salmente romboidale-ellittica, il cui diametro minore misura, in senso. verticale, quattro | centimetri, ed il maggiore o trasversale raggiunge i dieci. Il cilindro legnoso che nella parte superiore del saggio per un tratto di dodici centimetri è denudato dalle basi dei picciuoli, ha un diametro di tredici centimetri, è striato per lo lungo e segnato da delie areole minute ae sparse pure in senso cn Ì tronchi di questa specie provengono dall’ ltala di Portland ‘e giacciono in quello strato della serie oolitica superiore che dai. geologi Inglesi è chiamato Diri-Bed e dv al terreno Purbeckiano inferiore. 3: ente intermedia Carr. M. trunco cylindrico, basibus persistentibus peliolorum, contiguis equali- bus, transyerse rhombeis, diametro minore 18-millim. altis, diametro majore, 44-millim. latis, angulis Jateralibus aculis, undique. involuto; SO lignoso reticulato, areolis ovalibus crebris, notato. Mantellia intermedia, CarRUTHERS, Foss. Cycad. Stems from. the selon Rocks. of Brit mm. Trans. Soc. Linn. Lond. Vol. XXVI pag. 702. Tab: LXIII, Fig. 4, 5. : Cycadeoidea intermedia. ScampeR, Traitè de Paléont. Végéi. Vol. IIl pag. 556. Eodem în loco cum precedenti. S Il tronco è cilindrico e più sottile di quello delia Mantellia midiformis Baone da cui si distingue, per avere le basi dei picciuoli tutte eguali € più piccole, Son desse ù iran e di forma trasversalmente .rombea, cogli angoli laterali acuti e misurano si \ — 195 — circa ; Ja centimetri nel senso verticale e “quattro cent. nel senso orizzontale. Il clio: dro legnoso ha una «superficie reticolata a maglie piuttosto g grosse e colle areole alquanto spesse, di forma ovale. L Anche questo tronto proviene dallo stesso orizzonte geologico e dal unt luogo. 3. Mantellia microphyla Miquel. M. trunco ovato-eylindrico, apice truncato, basi 16-centim. circiter crasso‘ et: tolidem allo, basibus petiolorum spiraliter disposilis, contiguis, transversim acuminato-elliplicis, 10-millim. longis, 24-millim. latis, undique leclo; cica- tricibus, gemmarum plusminusve numerosis, basibus petiolorum interpositis; cylindro ligneo. reliculato, areolis parvis, erebris; medulla centrali De, s Mantellia microphylla, Miquec, Prodrom. S yst: Cycad. pag. 30. — CarRuTRERS, Foss. ‘Cvcad. Stems, from. the Second. sesso of Brit. in Trans. Soc. Linn: Lond. Vol, XXVI, pag. 703, Tab. LXII, Fig. 6. Cycadeoidea microphylla, Lsipina Proceed. Geol. Soc. Lond. Vol. I. pag. 80 et in Trans. Geol. Soc. Ser. II. Vol. II, page 397. Tab. XLIX, — Unaer, Gen. et Spec. lant. Foss: pag. 301. — Morris, Cat. Brit. foss. pag. 7. — Souimeer, Trailè Paléont. Végét, Vol. IL Pars I, pag. 187. Cycaditos microphyllus, Bvext, (iol, and Mover. in Bridg. Treat. pag. 436, Tab. LXI. Zamites microphyllus, PRESI, in STERNB. Vers. Fl. Vorw. II, pag. 196 (ewclus, Synon. Lindi et Hult.) — Goxrr, Ueher. d. Arb. Schles. Gesellsch. 1844, pag. 40. Echinostipes microphyllus. Pomer, Mat. p. une Flore hitass. de la France in Amil. Be- rich: Deutsch. Naturf. in Aachen pag. 346. Cum precedentibus. | Questa specie ha un tronco ovato- cilindroide, troncato all’apice, tanto lungo che lar- go circa quindici centimetri, tutto coperto dalle basi persistenti dei picciuoli, contigue e disposte a spira, di forma trasversalmente ellittica acuminala, alte dieci millimetri e larghe ventiquatto, fra le quali stanno interposte più o meno numerosè le cicatrici LS - delle gemme. Il cilindro legnoso è reticolato alla. superficie, colle areole piccole e nu- merose. ° La piccolezza delle basi dei Jin ed il rilevante numero delle cicatrici lasciate dalle gemme, che vi. si-.veggono 'frammiste, distinguono particolarmente questa specie .. dalle altre... . ie ea i S hi È i È ; : 1 i ; . 4 ti ; PA . ' A . La x x Proviene tagli stessi strati.e dallo stesso luògo in cui sì rinvennero le specie pre- cedenti. CER No0 UCI . ‘ ’ . jo è PA ATO i } pat : el Ha questa. specie, che la Mantellia nidiformis, Carr, furono già da gran o doséritte e figurate dal Bickland ,. si che. diede alla ‘ ‘prima il nome di Cycadeoidea ‘mi- crophyla, ed alla seconda quello, di Cycadeoidea megalophylla; mentre contempora- neamente .il Brongniart aveva fondato per questi medesimi resti il-genere Mantellia. ‘Recentemente però il Carruthers fece osservare, come la denominazione generica data “dal Buekland, fosse ‘stàta preferita a quella proposta dal Brongniart, perchè vi era uno Spongiale designato col nome di Mantellia, ma essendo di poi stato soppresso questo genere di Sporigiali, céssasse il motivo ‘che impediva. di adoperare il ‘nome di Mantellia per questi cauli di Cicadinee. Nello. stesso «parere convenendo anche lo Schimper, trovai "e conveniente, di dare la preferenza alla nomenclatura c- sei Carvuthers. ” ba e . nel Veronese. — f SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE ST Tav. XXVI. Fig. 1-2. "Yuccites Schimperianus Zianò, pag. vi ine della calcarea grigia di Rovéèrè di Velo nel Veroriese. — Fig. 3. Esemplare' della .calcaria grigia di Rotzo, nel Vicnbijuo. — Fig. 4. Ingrandi- mento dell’estremità per far vedere la a dei. nervi verso aio © Tav. XXVII. Fig. 1. Pterophjllum platyrachis ZiGNo, pag. 18. Esemplare della calcaria scissile di M. Pernigotti ig. 2. Ingrandimento di una por- ‘ zione prossima.» valla base della foglia. — “Fig. 3. La stessa specie proveniente dalla calcaria grigia di ‘“Rotzo nel Vicentino. — Fig. 4. na trovato nella valle Zuliani nel cc TAV. XXVII i io 3 di PierophyUum pianschii Ziano: Esemplari della, calcaria grigia di Rotzo, dug dei + quali roche come finisca oziare della foglia. ‘Pavi XXIX. “<> Pe 14. PterophyUuim Better iarodi HuTT. pag.” tà Esemplare dell’Oolite di Gristhorpe presso Scar-, borough in Inghilterra. — Fig. 1, a. Ingrandimento per far vedere la nervatùra dello pinne. — Fig. Metà ‘inferiore della. foglia che mostra ‘come si va- da attenuando verso la base. — Fig. 3, a. Pero phylum Nilsoni Linp1. HurT. pag. 22. ea, dell’Oolite. inferiore di Gristhorpe. — Fig. 3, è. In- i grandimento di una pinna. — Fig. 4, 4. Pterophyl» | luin medianum BEAU, pag. 2 È Esemblaro dell’0o-. lite di Gristhorpe.favoritomi dal Sig. nana di _ Da 4, di Ingrandimento delle pinne. Tav. XXX, oa + fa E Hisntojilaa Venetum Zeno, pag. 27. suli della Calcaria grigia di Valle Zuliani oe Roverò di Velo nel Veronese. — Fig: 3. In- | grandimento delle pinne per far vedere la nerva- ura. — Fig. 4. Zamites Rotzoanus Ziano, pag. 39. Esemplare doll calcaria grigia di' Rotzo nel Vice n- tino. : Ingrandimento. di 'una pinna che IRSA il ua d’inserzione e la disposizione dei ner- vetti. ‘— Fig. 6. Zamites Milleri Ziano, pag. 40. Esemplare deri 00HIe inferiore di Helmsdale nella Sc Tav. XXXI. 3 Fig. 1. Zamites Goepperti ZIeNO; pag. 30. Esem- ‘plare della Calcaria scissile del M. Pernigotti' nel Veronese. — Fig. 1., 6. Foglia giovane della'stessa specie. — Fig. l., c. Ingrandimento delle pinne me- diane. — Fig. Bo, fa Altro esemplare della stessa pro- venienza. — Fig. > b. Ingrandimento delle foglioline terminali. — Fig. 2., da. Zamites Ribeiroanus Ziano, pag. 32. Munpllee della calcaria scissile del M. Per- nigotti. — Fig. 3., 0. ci cai rachide e delle pinne inediane; «+ mites Mene- Qhini Ziano, pag. 33. Hail della. calcaria gial- lognola di M. Raut presso Selva di Progno nel Ve- ronese. — Fig. 4., d. Ingrandimento di una: pinna ‘ che mostra come î tia non convergano all’apice. noi Tav. XXXII Zamites Phillipsii Ziano, pag. 46. Esèm- ‘Fig. L plare dell’oolite mia di Cloughton presso Sear- borough - in, Inghilter — Fig. 2. Ingr randimento delle pinne. — Fig. 3. Papini grandifolium, Ziano, pag. 62. Esemplare della si e. di ° Valle Zuliani presso Roverè di Velo nel Veronese., Veduto dalla. parte anteriore. ona 4. Lo iso veduto-dalla parte posteriore i in cui si scorge la gros- ‘sezza della rachide. — Fig. 5. Ingrandimento di una pinna. n XXX_IL: | Otozamites Heerii ZIGNO, pag. 67. Esem- Fig plare “fell larga scissile di M. Pernigotti nel Ve- ronese. :— Fig. d’inserzione delle pinne. — Fig. 3. Otozamites .Vice- 2. Ingrandimento che mostra il modo Lei - - liani nel Veronese. — Fig. 4 SIR ‘tinus Ziano, pag. 69. Esemplare della Calcaria gri- gia della Val d’Assa presso Rotzo nel Vicentino. — Fig. 4. Ingrandimento che mostra la forma e dispo- sizione delle pinne. — Fig. 5. Otozamites Veronensis Ziono, pag. 68. Esemplare della Calcaria scissile del M. Pernigotti nel Veronese. — Fig. 6. Ingrandimento delle pinne. — Fig. 7: Altro esemplare in cui si scorge la base della rachide abbracciata dalle foglioline gef- ‘+ minali. *» Tav. XXXIV. Fig.1, 2.3.4. Otozamites Massalongianus Ziano, pag. 86. Esemplari della Calcaria scissile di M. Per- nigotti nel Veronese. — Fig. 5. Ingrandimento delle pinne. — Fig. 6.7. Otozamites Feistmantelii Ziano, ‘pag. 90. L’esemplare alla fig. 6. proviene dalla cal- caria grigia di Roverè di Velo, e quello alla fig. 7. dalla calcaria bionda di M. Scandolara. — Fig. 8. Ingrandimento che dimostra la forma e disposizione delle pinne sulla rachide. — Fig. 9. Otozamites Mat- tiellianus Ziono, pag. 70. Esemplare della Calcaria | grigia di Rotzo. — Fig. 10. Ingrandimento delle pinne e di porzione della rachide coperta per intiero dalle basi embricate delle pinne. - TAVESRRAV. Fig. 1. Otozamites Molinianus Ziano, pag. 92. Esemplare di tre foglie riunite alla base, proveniente dalla Calcaria grigia di Valle Zuliani presso Roverè di Velo nel Veronese. — Fig. 2. Esemplare che mo- stra alla base le squame o foglioline germinali che abbracciano la rachide. — Fig. 2. Ingrandimento delle pinne che colla loro base ricoprono la faccia ante- riore della rachide. Tav. XXXVI. Fig. 1. 2. Otozamites Molinianus Ziono, pag. 92. Porzioni di foglie adulte provenienti dalla calcaria grigia di Rotzo. — Fig. 3. Foglia munita alla base delle foglie germinali di cui se ne scorge una spie- gata. Esemplare della calcaria di Valle Zuliani nel Veronese. —- Fig. 4. Ingrandimento di una pinna che mostra la disposizione dei nervetti. — Fig. 5. Foglia giovane della stessa specie. Proviene dalla calcaria grigia di Rotzo. Tav. XXXVII. Fig. 1. Otozamites Nathorstii Ziano, pag. 93. Esemplare della calcaria grigia di Valle Zuliani presso Roverè di Velo nel Veronese. — Fig. 2. Ingrandi- mento delle pinne che dimostra come prima di giun- gere al punto d’inserzione sulla rachide, s s’allarghino rotondandosi da ambi i lati. — Fig. 3. Otozamites Canosse Ziano, pag. 95. crt della Valle Zu- . Ingrandimento di una pinna. — Fig. 5. Otozamites Saporianiii Ziano, pag. 96. Proviene dalla calcaria scissile giallognola del M. iron nel Veronese. — Fig. 6. Ingrandimento della rachide e delle pinne. — Fig. 7. Otozamites Trevisani Ziano, pag. 99. Esemplare della calcaria grigia di Valle Zuliani nél Veronese. -— Fig. 8. In- grandimento delle pinne. » i TAVS XAXVIN. Fig. 1. Olozamites Bunbu-yanus Ziano, pag. 102. Esemplare della calcaria grigia della Val d’Assa presso Rotzo nel Vicentino. — Fig. 2. Esemplare di foglia giovane proveniente dalla calcaria scissile del M. Pernigotti nel Veronese. — Fig. 3. Esemplare di foglia adulta, trovato nella calcaria grigia della Val d’Assa nel Vicentino. — Fig. 4. Esemplari della cal- caria grigia di Roverè di Velo nel Veronese. — Fig. 5. 6. Esemplari provenienti dalla calcaria grigia di Rotzo. — Fi . Ingrandimenti che mostrano la forma e disposizione delle pinne sulla rachide. "Tav. XXXIX. . Sphenozamites Geylerianus Ziano, pag. sui mea della calcaria grigia di Valle Zuliani nel Veronese. — Fig. 2. Ingrandimento che mostra la forma ed il modo d’inserzione delle pinne e la di- sposizione dei nervetti. — Fig. 3. Sphenozamites lan- ceolatus ZiGno, pag. 112. Esemplare del Monte Spitz di Rotzo nei Sette Comuni del Vicentino. — Fig Altro esemplare completo proveniente pure dalla i calcaria grigia di Rotzo. — Fig. 5. Ingrandimento ‘ che fa vedere il modo d’inserzione delle pinne sulla rachide e la distribuzione dei nervi. Tav. XL. Fig. 1. Sphenozamites adiantifolius Ziano, pag. 113. Esemplare trovato nella calcaria grigia del M. Spitz di Rotzo nei Sette Comuni. — Fig. 2. Ingran- dimento di una delle pinne mediane. — Fig. 3. In- grandimento delle ‘pinne più piccole poste alla base della foglia. — Fig. 4. Porzione mediana di una fo- glia adulta della medesima specie e proveniente pure > da Rotzo. — Fig. 5. Sphenozamites Rossii Ziano, ag. 114. Esemplare della calcaria grigia di Rotzo nel Vicentino. — Fig. 6. Ingrandimento di una delle pinne mediane che ne mostra la diversa forma in confronto di quelle dello Sphenozamites adiantifo- lius. 5 ea Tav. XLI. Y “Big Podozamites. Zeillerianus ZIiGNO, pag. 130. Esemplari della calcaria grigia di Valle Zuliani . presso Roverè di Velo.nel Veronese. — Fig. 3. Esem- plare della stessa specie che mostra la pagina in- feriore della foglia percorsa da e Sendai nali, rilevati ritti e paralleli. — Fig. 4. ozamites Zeillerianus Zino, pag. 130. Foglia | oa auaiati allungata in forma di spattola. — Fig. 5. Ingran- dimento dell’estremità che mostra la convergenza dei nervetti. — Fig. 6. Ingrandimento della parte mediana che fa vedere i nervi paralleli che percor-- rono \cagitulinalmonts la foglia. — Sa 7. Foglio- pe Tina percorsa da tre solchi longitudinali, trovata nel calcare del M. Pernigotti e pl riferisco con qualche dubbio (pag. 132) al Podo di Heer. — Fig. 8.9. Foglioline de potrebbero avere appar: tenuto a qualche foglia giovane del Podozamites Hacketi, FEIsTM. pag. 133. Provengono pure dal cal- care scissile del M. Pernigotti nel Veronese. — Fig. 10.; 10..a.; d. Podozamites rigidus Ziano, pag. 134. Esemplari della calcaria grigia di Valle Zaliani p presso | . Roverè di Velo nel Veronese. — Tav. XLI Fig. l. Androstrobus italicus, Ziaxo, pag. 148. E- semplare trovato nella calcaria giallastrà del M. Raut nel Veronese. — Fig. 2. Cycadospadir Pasi- nianus Zicno, pag. 156. Esemplare della calcaria grigia di Rotzo nel Vicentino. — Fig. 3. Esemplare | della calcaria giallognola gresiforme di Scandolara | nel Veronese. — Fig. 4. Cycadeospernum cuspida- tum Ziano, pas. 162, Proviene dalla calcaria scis- "te bo " M. Pernigotti nel Veronese. — Fig. 5. Cycadeospermu dissectum Ziano, pag. 163. Trovato, pra calcaria grigia della Valle Zuliani presso Roverè di Velo nel Veronese. — Fig. 6. Cyea- . deospermum Carruthersi Ziano, pag. 163. Proviene dalla-calcaria grigia di Valle Zuliani nel Veronese. . — Fig. 7. Cycadeospermum Rotzoanum Ziano, pag. 164. Esemplare della calcaria grigia di Rotzo nei Sette Comuni. — Fig. 8. Cycadeospermum Bahmia- num Ziono, pag. 164. son nella calcaria grigia. «del Vajo del Paradiso ne — Fig. 9. Bla- stolepis Otozamitis bro pag. 174. Esemplare tro- vato nella calearia grigia della Valle di Salaorno presso Roverè di Velo nel Veronese, — Fig. 10. Bla- stolepis acuminata Ziano, pag. 175. Esemplare della calcaria grigia dì Rotzo nei Sette Comuni. — Fig. 11. Blastolepis falcata Ziano, pag. 175. Proviene puro dalla calearia grigia di Rotzo. » Prefazione .al Il. vil i [ x i MONOCOTYLEDONES ct a Classis VI a dg Ordo XX Aroidea sea UA Gen. XLEX: AROIDES Kuto A ‘ 1. Aroides iezia Carruth. À Ordo XXI Pandanace:ze Gen. L. PANDANOCARPU si ron k FIDCGA COREA latita (Carf: sa e; Zigno Gen. LI PODODARTA “Puo I. : 1. Podocarya Bucklandi Ung. -Classis VII Lirioiderwe DI Ordo XXII Liliacex . Gen. LII JuccITES Schimp. PASO] 1. Pterophyllum pecten L. H. SS » ki Iutcites Schimperianus sa ‘ Sap. . burgu ndianus Sap. ‘ DICOTYLEDONES. Classis. VII Cyceadeacere Ordo XXIII Zamiesx , . i . Gen, LIMI PTEROPHYLLUM Brong. . taxinum (L. ‘H. ) Gep. platyrachis Zigno Blodeanum Eichw. comptum L. H. Nilsoni L. H. . minus L. H. medianum Bean. è angustifolium Bean. tenuicaule ( Phi.) Morris. . + Venetum Zigno » Gen. LIV ZamirEs Brong. 1. Zamites Feneonis Brong. A al sell del” .Goepperti Zigno . . + Ribeiroanus Zigno Meneghinii Zigno formosus He “..; Regley (Brong) 0) y ‘ Renevieri Heer. pectinatus Brong. insignis Schimp. . . Rotzoanus Zigno . Milleri Zigno è Gigas (L. H.) Morris angustifolius . Eichw. Phillipsii Zigno oblongus (Pome!.) Zigno Whitbyensis Presl. ; distractus Sap. confusus Sa di parvifolius Geyler. ua civ PTILOPHILLUM Morris. » » è dre ny cutchense Morris. acutifolium Morris. Brachyphyllum Fstm. grandifolium Zigno Gen. LVI OrozamitEs F. Braun. Otozamites Si Brong. l. RAR Tare erii Zigno.. . . . era Zigno . Vicetinus Zigno .’. Mattiellianus Zigno . imbricatus Feîstm recurrens Sap. » raphicus La Sap. e. » pterophylloides Brong. 13. » Youngii Brong. 14. » acuminatus(L.H. \Bròng. 15. » intermedius Schimp. 16. » Hislopi Feistm. 17. » distans Feistm. 18. » Jabalpurensis Zigno 19. » Massalongianus Zigno 20. » mierophyllus Brong. 21. » contiguus Feistm. PA » Feistmantelii Zigno A 23. » angustatus Feistm 24. » Molinianus Zigno 25. » Nathorstii Zigno 26. » Canosse Zigno 27. » Saportanus Zigno 28. » Reglei Sap. 29. » lagotis Bfong. 30. » Trevisani Zigno 3l » marginatus Sap 32. » da. » Bunburyanus Zigno » Wi. ni Bron Bea è Gen. LVII SPHENOZAMITES Brong.. . l. Sphenozamites Geylerianus Zigno 7. » È » 4. » du » 6. » » n 8. » 9. » adiantifolius Zigno Rossii Zigno Brongniarti Sap. “i ( Brong.) Geni LVIII Daan F. ina 1. Podozamites lancèolatus (L. H.) Sp. » Eichwaldi Schimp. tenuistriatus Geyler. tricostatus HMee spathulatus ia Zeillerianus Zigno plicatus Heer. . Hacketi Feistm. rigidus Zigno dia 5; ‘I » 4. » Si » 6. » M » 8. » 9. » 10. » 1h » i » 13. » 14. » 15. » 16. » FA Ordo XXIV Crensoni | pulchellus Zeer, . Reini Geyler. Glehnianus Heer. . . Gen, LiX Sia Br ong. 1. Cycadites Zamioidas Lechenb. LA » gramineus Meer. . 3 » planicosta Heer. 4. » Cutchensis Feistm 5. » sibiricus Meer. . . 6. » Lorteti Sap. . bas e 9. Otozamites Reni ‘ara e: 74 Schimp. 7. Cycadites Delessei Sap. wii DAR 75 8. » constrictus Feistm È » wi. 7 Gen. LX ANDROSTROBUS Schimp. . . » da 1. Androstrobus Balduini Sap. . . » 79 de » sibiricus Heer. . » » 80 de b italicus ° alia » we Gen. LXI ZaMIosTROBUS End!. ua » » 83 È ES index Sap. . ... » » 84 2 orientalis Heer PSR cf » spheericus (Carr. ) sibi. » 86 4. primaevus Schimp. . » » 87 Gen. LxII "Bian Carruthers. .. . » »< 89 1. Beania gracilis Carr. . + » » 90 Gen. LXIII SycADosPADIX Schiz n: Ù » » 9 Ù Seapucao Moreanus Schimp. » » 92 Pasinianus Zigno . » » 93 è LxIV CYCADEOSPERMUM Sap. . » »>. l. Denzel Willimense Sap. » 0 2. omelii Sap. » » dI 3. » Schlumbergeri Sap. » . 98 4. » conicum (L. H.)l ». 99 igno » 101 5. Cycadeospermum = L. H. ) » 102 Zign » 104 6 » Litoranea (Galli ) » 105 igno » 107 » » cuspidatum Zigno » 108 8 » dissectum Zigno ‘» » 109 9 » Carruthersi Zigno » » 110 10 » Rotzoanum Zigno » 112 11 » Boehmianum Zigno RI 12 » striolatum (Meer. n »i 114 Zigno » 116 13 » hvperboreum (tfeer. ) » vi 17 14 » Fan (Her. ) i: O Zigno » » 119 15 » Japonicum. Geyîer, » 121 16 » Thurmanni (Heer. i 423 Zigno ». 124 17 » Kobianum (Her) pc rio Zigno x di 126 18 » sulcatum Meer: » ee 19. » Choffatianum Herr. » 128. 20. » parvulum Meer. » » 129 Ci. Ivernoisi Heer. » do dvi Gen. LXV. REI SA » » 100 1. Cycadolepis villosa ae sz » »- 131 2. irta Sap. ipo a TE » 1398 3, siva a Sap. sori ci » » 134 Gen. LXVI Bait Ziano sr » ivi 1. Blastolepis Otozamitis Zigno. . » 155 2. > acuminata Zigno » >»: 196 3. ta Zigno » è 197 Gen. LVII. CrcaporacHis Sap. . . » »: 137 L Stra armata Sap. . . » 490 abscissa Sap. s » » 140 Ger. Làvili BoLBoPopIiuM Sap. . » » ivi 1. Bolbopodium vasca Sap. » pil 2; » micromerum Sap. . » » 142 Gen. LXIX CrLINDROPODIUM Sap. . » » 143 1. Cylindropodium Deshayesi Sap. . » ivi 167 Gen. LXX. BucKLANDIA Presi. . pag. ivi 1. Bucklandia squamosa n «>» 182 Bo Milleriana Carr. .. » 183 Gen. LXXI Frrronia Carr e det i I. Fittonia insignis Sap. . , . . » ivi 2. >» Rigauxi Sap. . » 186 do » Brongniarti (torière) Sap. » 187 n. LXXH YaTEs1a Carr. .. » 188 we Ii ras i pr o dona ù, agi Portlandicus Carr. 2. eachianus Carr. Gen. LxxIÙ MANTELLIA Brong. . 1. Mantellia nidiformis Brong. . 2. » intermedia Carr. . 3 » microphylia Miquetl. Spiegazione delle Tavole . . . FINE DELLA PARTE SECONDA PO Errata 16. Ordo XIX, 2. Vol. V 22. Ordo XX. 16. Ordo XXI 19. axplexicaulia 28. Ordo XXII 6. F. Braum 13. Braum 2. lin. 2. > 3. >» cadi % v 23. Braum 19. Ordo XXIII 19. Livingnetos 7. ovato — 16. Gegneb. 10. El i _ OTTENNE —_ | S GFUCICIYCVCYV yy È 20, MINTELLIA 17. Ovulos duos retroflexis Corrige Ordo XX Vol. IV Ordo XXI Ordo XXII amplexicaulia Ordo XXIII F. Braun g Braun Braun . Ordo XXIV Livingstone Sette Behmianum Bòhm ovata Gagneb. Et Ovula duo deorsum conversa MANTELLIA Se . PREM. LIT. KIRCHMAYR F. KIRCHMAYR DIS. TAB_XXVII. PREM. LIT. KIRCHMAYR F. KIRCHMAYR DIS. TAB.AXVIII. lia PREM. LIT. KHIRCHMAYR. F. KIRCHMAYR DIS. ; mf {Jitif} PETE F. KIRCHMAYR DIS. TAB. XXX di: 5 [i SE di dai Lego ie pri © tini ati a IE LIT.RIRCHIAAYE TAB. XXXI LIT. AIRCHMAYR TScozli DIS. TAB. XXXII AIAR RE LAT KIRCHIAAYR TECOzZzi DA TAB. XXXII LIT. KIRCHMAYR TSCOZLI Das vini ttazate o RE CRA e — [io F. KIRCHMAAYR SCOLZZI he. r i TAB. XXX V. ea i a lar” G o LIT. MIRCHMAYR T.SCILZI DUE. TAB. XXXVI LIT. KIRCHMAYR ULI De TAB_XXXVIT SCILLI DIE. IXAVI TAB LIT. KIRCHMAYR e SCOZZI | TAB. XXXIX LIT. KIRCHMAYR e SCOZZI TAB. XL LIT.KIRCHMAYR è SC 771 pui LIT. KIRCHMATR TAB. XLII LIT. KIRCHMAYR e SCOZZI