J. NOVI COMMENTARII iL^illDIBllIIIilS ^'B]lIS:^tIIii]ltW INSTITUTI BONONIENSIS TOMIIS DECIMUS NOVI COMMENTARII ACADEMIAE SCIENTIARUM \ INSTITUTI BONONIEINSIS TOMUS DECIMUS. -^^tuiAr^ J - ET TYPOGRAPHAEO EMYGDII AB ULMO SUPERIORUM PERMISSV. <^ A M •!\ -A DEL PROFESSOR GEMINIANO GRIMELLl PREltllATA DILI,' leClDEIIU DEUE SCIESZE DEIX' ISIlrtTO Dl BOLOGJA A ^ORMA DEL SUO PROOBiMMA 6 SETTEMERE 1 81 ) E DEL RELATIVO GIUDIZIO ACCADEMICO 30 APRILE 1818. AL CHIARISSIMO ILLUSTRISSIMO SILVESTRO GHERARDI y. PRESIDENT! DELL' ACCADEffllA DELLE SCIESZE DELL* ISTITUTO DI BOLOGNA MEMBHO DEL COLLEGIO FILOSOFICO MATEMATKO ECC. ECC. ECC, CIIIARISSIMO ILLUSTRISSIMO in&nii aawiz^i^ irti aw/S-»'o ccmaoUo a At'c^oi'ye tauMZ au/fOio t*i ormne a^ de^ iucti^h'CMXoni acMM> i/ia/narta 'x/od^'a a/tAoaie a£- di iruian^ca bo^ttone aeue (Meye au Otdixim, duUcwoOa non v-Ofttie atoTTuncu. m 7ne 9n6noCct tt-imia tt-cncerdS^i/ma vetifo .S^et, aei cui Jcukere 6a/)iio M Areaia i lS?uve^tta e c tyvccaaenica tSuoCo' (1,1 tote- G Aoicne a^tedia Jie/^ j^ coc acuaefw cu Aaiere oa/nor Auc aaaMtioJ^^<'0 GRDIELLI Oiiae in natura fundala sunt crescwit et augeniur^ quae in opinione k'ci- riantur non augentur. PREFAZIOiNE 1.M. Lenlre ogni Isilluto Accademico vanta i suoi mcrili di favoi ilo progresso o scienlifico o lelierario o arllslico , 1' Ac- cadetnia delle Scienzo dell' Istitiuo di Bologna, fra le varie sue foriune , va gloriosa di avere cresciuto nel proprio seno il ccleberiimo discopritore del Galvanismo, e il piii fervido promotore dell' ElcUricisiiio Galvanico-Fisiologico. Cos'i e clie fra r emiilazioDe generosa e progressiva scientifica dell' Isti- liito Bolognese, in sulla melh del secolo prossimo passato, il Galvani niediiava e rimcditava prodncendo alia perfine le sem- pre memorabili ed originali sue osservazioni ed esperienze eleltro-fi^iologiclie, clic poi il degno nipote di liii 1' Aldini si faceva sagacenicnte avanli a protnuovere, inlendendo ognora ad illustrare il novello addiialo elellriclsmo di origine e d' in- dole organica o Csiologica. Ed anzi nel maggior fervore del- la sernpre memoralnle discussione , e per ogni parte gloriosa, tra il Galvani e il Volta^ venulo meno il prinio alia scicnza e ai suoi progressi, l' Aldini adopero ognor piii ad illustrare le osservazioni e le esperienze galvaniclie e fisiologiche come uoa inlte riducibili al grande principio fisico e vohaico del con- talto elotlromotore . Di tal guisa egli, sovra ogni altro, per- severu a sostenere I'elettricit^ Galvanica o Anirnale, producea- done gli argonicnti di fatto presso le piu illuslri Scuole ed Accademie d' Eiiropa, die nc ammiravano ed applaudivano le belle prove non ecclissate dai maggiori Irionli del Volta (y^«- nali di C/iiinica e Sloria Nalurale cc. conipi/nti dal Pro- fess. I . Brtignntein toino XXI, jmi;. 284, 293, Pnvia 1802. — Opuscoli scclti ec. ioino XXI J, Parte Scconda, libri jyuoi'i T. X. i. 2 Gemini\no Grimeli.i pag. id, liJildiiO. — flistoirc die Gfih-anisnic par Sue etc, QuiJtricme Par tic pat;. 42 , 100, 249 , 279 , /W/s IHO'i). Laoiule poi la Soclota llaliana delle Scienze si faccva premurosa (H invitare i ciiltori del Galvanismo a stahilire rcltamonlc f|iial fosse in lale materia la senlcnza da ahbrncriarsi fra l' Aldiiii e il Volta, c qiiindi promiilgava apposito quesito, che a giudi/.io della Socicth inedesima riinase senza convenienle soluzione nelle varie scriiture concorse (^Mcmorie ec. delta Sociela Itn- tiann dcllc Scienze ec. Toino XII , Parte I. pag. Xn/I, XXIII; Tomo XI r, Part. I. pag. 2, cc. 1805, -1807, 1809). IMa r.MdIni, che pure in tale circostanza piodusse ulteriori cspcricnze di Galvanismo Fisiolngico , regislrale fra le Memorio della predella Sociela, insistelle in un con altri esin)) Itnliaiii ncir amore dei primiiivi origiiiaii studj galvanici, intendenflo eziandio a promuoverli con geneiosa inslituzione affidata alia Accademla delle Scienze dell' Isiituto di Bologna . 2. In lale slato di cose egregio ed ulilissimo divisamenlo fa appunto quello dell' Accademia Bologncse che, nel 1838, re- dala dair Aldini l)uona parte dei manoscrilii del sommo Gal- vaui , ed altra pane dei medesimi oltenuta da altri nipoti di Jni, si fece ollreniodo sollecila di procnrare e di pubblicare la Collezione delle Opere Edite ed Incdite dcirimmortale di- scopriiore del Galvanismo ( Opere Edite ed Inedite del Pro- f'cssorc Iiiigi Calvani Raccolte e puhblicaie per ciira dcl- l' Accademia delle Scienze dell' Istitnlo di Bologna, pag. 3, 55, 5G, Bologna 1841). Per tal guisa le osservazioni e le csperienze galvaniche rimaste, dalle prime veraci loro ori- gin! fino a quaranla e pin anni dopo la morte del loro Autore, disperse e mal note, anouime e plagiate, sono sta- te alia pcrfine ofTerle al pubblico in tulla qnella loro ori- ginale esiensione clie ne soccorre a convenienlemcnle medi- tarle e comprenderlc in ordine cosi Eletlro-Fisiologico co- me Elellro-Fisico. Lavoro preziosisaimo die pnr necessitava di buon' ora premcttere alia generosa proposla del quesilo con premio inslitnito dall' Aldini snl Galvanismo, e che ne richia- ma aUres'i tulle le relaiiTe produzioni dell' Aldini siesso intor- no a simile materia, oltremodo ulili esse pure a conoscer- si per Ic convcnienll illusirazioni del Galvanismo Fisiologicq DlSAMlNA SUL GalVANISMO 3 {^/lloysii Galvani etc. De T'iribns Electrlcitatis In Motu Musculari Cointncntnrius cum Joannis Jldini Dissertntione et Notts etc. JMutinae 1 792. — Joannis /Jldini de //niinali Electricitate Dissertationes Dune, Bononiae 1794. — Mc- morin intorno all' Elcttricita y/nimale del signor Dolt. Gio. Aldini P. Prof, di Fisica nella Universita di Bologna ec. direlta al signor jlb. /linoretli ec. , inserita ncgli Opnsculi scelti sidle Scienze e siille ^Jrti ec. Torn. Xf^JI, jMilano I 794. — Letlera intorno all' Eletlricita /Inimale del Dottor Gio. Aldini ec. direlta al ch. Dollar Piclro DIoscali ec. inserita negli Opuscoli ec. Tonio XIX, Milano 179G. — ]Me- vioria del Prof. Aldini al Lac^plde ec. aggiunla allc Me- inorie suW Eletlricita Animale di Luigi Galvani ec. Bolo- gna 1797. — Saggio di Esperienze siil Galvanismo di Gio- vanni Aldini ec. Bologna 1802. — • Precis Succint des Princi- paiix Phenonienes du Galvanisme siiivi de la traduction d' un Coinnientaire de J. Aldini etc. Paris 18U3. — Precis des Experiences Galvaniques faitcs receinment a Londres et a Calai par J. Aldini, Paris 1803. — Essai theorique et ex- perimental sur le Galvanisme etc. par Jean Aldini etc. , Paris 1S04. — Aldini 3Iemoria sul potere del solo Area ani- inalc iielle conlrazioni iMusculari degli Jnimali a sangue caldo ec. Societa Ilalinna delle Scienze tome XIF", Parte II i rerona 1809). 3. Egli e infatli dai lavori originali del Galvani e dai con- simili illiisliativi dell' Aldini, e degli esimj italiani e slraiiieri i qiiali no segiiirono le traccie, che si raccolgono e risulta- no i piimi e niaggiori argomenti del Galvanismo Fisiologico e Fisico . Maniere di argomenti per li quali il Galvani e I'Al- dini e i seguaci lore riconoscevano un elettricismo originario in- trinseco e liillo proprio dei tessuli nerveo-muscnlari^ maiiilestan- tesi in ispecie sulla rana con iscariche e correnii occasionate dai famoiii metodi di indnzione eleltrica , e dei circuiii elellro-fisio- logici . b oggie di circuiii che siante i loro complicati feno- meni fisici e fisioloirici condussero di buon' ora il Volta e il Fabbroni alle celeberrime doUrine elellro-fisiche ed elet- tro-chimiche, poi culte ed onorate, cresciute e discusse, da una novella geuerazione di sapieali cosi italiani come stranieri . In 4 Cemi.mano Grimei.t.i fra i nii.iH [Miigrcssi scienlind, fecoiulaii o^nor piu .lalle grH\l (liscussioui risguirJanli 1' elollricismo voliaico C(Misi.ler;ito ori- ginaiiainoiite promosso dal soinplise conlatio di matcriali ete- ro^enei , ovvero da simile contatio con azione rhimica, sor- o se pure in Italia il Nobili die, modilamlo e speriniontando iii- torno alio diverse scatiirigiui eletlriche nalmali c ai tifu i;ili, no ricliianiava , con belle e semplici prove , alio conclnsioni gal- vaniclic di una parlicolare correnle cleilrica svolta dai lessu- ti ncrveo-nuisculari della rana . Dielro le qnali cose comincio a risiionarne allorno e di nuovo , e con varia forluna, il Ga!- vani-in)o I'isiolo^ico risorto cosi siilla corrcnte clottro-iniiscii- larc insegnala dal Galvani negli arli delle rane e degli anirnali in gcncrc, dall' Aldini svolta egregiamente eziandio nd muscoli dogli aniniali a sangne caldo , quindi poi dal Nobili ricon- fennata liingo tulto il corpo , ossia dai piedl alia testa delle rane mcdesiine, e dal Matteucci variamenle discorsa negli ar- ti dogli anirnali tanto a sangiie freddo quanlo a sangne caldo ( Collczione delle Opere del Galvani ec. — Dell' Uso e della alliv'ita dell' Jrco condiillore ec. — Memorie alio Spnllanzani cc. — Saggio di Esperienze sul Gnlvanismo di Giovanni Al- dini cc. Parte terza Bologna 1802. — Essai Tlieorique et Experimental sur le Galvanismc etc. par Jean /lldini etc. Tome premier J premiere partie etc. Paris 1804. — Aldini Memoria sul Potere del solo Arco Jnimale nelle Contra- zioTii i}riisculari degli Anirnali a sangue caldo ec. 1809. — Memorie cd Osservazioni edite ed inedite ec. del Cavalie- re Leopoldo Nobili ec. pag. 68, 75, 1.')1 Firenze 1834. — Etsai sur les P/ienoincnes Electriques des Jnimaux par M. Ch. Matteucci seconde partie, chapitre VJ, Paris 1r.40. — Traili' dcs Ptienomenes Electro- Physiologicjues des Animaiix par Ch. Matteucci, Paris 1844). 4. Per tal gnisa I'Accademia delle Scienze dell' Istituto di Bologna visli riprodolli in variate forme li primilivi originali risultamenli del Galvanismo Fisiologico , e fedele alia missione confidatale dall' Aldini proponeva con siio Programma 31. Gen- najo 1841 . di indagare nuovamente le Icggi o proprie- ta , e I' origine di quella corrente elettrica cui il rinomato Cav. Nobili voile c/iiamare Corrente propria della liana , DiSAMiNA srr, Gat,tamssio 5 scrullnando cd illustraudo gli esperiiuenti relalivi (U csso Nulnli , del cli. signor Prof. Dlattciicci , e di nltri ancora. Qiiimli r Accadcmia Bolognese sagacemente racconiandava in piiino hiogo cli sottopporrc ad accurata poJiderazione il so- spctlo chc coTitro la rcalta della mcdesima corrente rignar- data come verainente propria dell' ani/nale, poiesse insor- gerc per la cofisiderazione delle azioni fisiche o clii/nic/ie in- trodotte dagli ariijizi slessi coi qiiali si e inteso di esplo- rnrla, di renderla maggiorinente sciisibile e di misurarla; sospelto taiito piu merilevole di essere soltoposto ad accura - tissitna disainina f|iiaino piu si avverte die ad ollenere e a scandagliare la corrente in discorso , niediante il Galvanomc- iro del Nohili od altro consimlle, si interpongono per 1' nna parte i ncrvi per Faltra i inuscoli in contallo imtnediato o incdiato di soslanzc iiinide c di lamine nieialliclic, le quali comunqne omogenee addivengono di leggieri, in siflatli cimcn- ti , ctcrogcnce o clettromotrici. E I'Accadeniia slessa in se- condo liiogo ainmoni%'a bene di accertare se una tale cor- rente ahbia assolutanicnte la slessa origiiie di qiiclla per cui si ctlengono le contrazioni della rana nelle famose espe- rienze del Galvani , escluso ogni eslerno artifizio, e solo col metlcre in arco iinincdiatamenle tra loro certe parli dcW a- nimale, ma singolarinente i ncrvi coi corrispondenti inusco- li del medesiino ; ammonimento saviissimo, direlto eziandio a riohianiare c ad esaminare consimili osseivazioni cd csporien- ze del Galvani e dellAldini, del Valli e dell' Humboldt, e di ahri non poclii, raggnagliandole e disatninandole con le ana- loghe del non ha guari riprodotto e redivivo Galvanismo Fi- siologico. 11 pcrche ben a ragione 1' Accadcmia esprimeva al- tresi il desiderio fossero tenute in vista le ori"inali ricordate esperienzc del Gahani dcscrille nelT Opuscolo intitolalo Del- V Uso e dell' ylltivitd dell' yJrco Condiittore nelle Con- trazioni dei fl/uscoli, e nel suo Supplemento, chc uscirono anonimi in Bologna nel 1 794 , ma die appartengono in- duhitatamcnle al Galvani; consultando ancora le Memo- rie dello stesso Galvaiii alio Spallanzani , onde i Con- correnti possano rendere sull' csiensione , sul modo , e siil mcrito di simili esperienze pieiia c^imtizia al loro yJiitore. 6 Geminiano Grimelli Se non die trascorso I'assejjaato termine cleU'Agosto '1842 alia prtJilii/iiJiie dollu Meinoiie (.lirelte yllo scioglimenlo dci proposii qiiesiti, l' Accatlenila , visli i qaesili stessi riniasli posiergati o iiulisciolli, si fece a riproporli con ultcrioii dichla- razioni. 5 Laomle la stcssa Accadeiuia delle Scienze dell' Isliuilo di Bologna con novello Prograinma 8 Lnglio 1843 espcrtameii- te licliiainiiva od ainmonlva i Concononli al Tenia e Pieniio Aldini sul Galvaiiisnio colle segucnli parole. Pare a que- sla /Iccailcinia die Ic varie eperienze e doUrine uscilc dat 1827 in poi intorno quel Fcnomeno Elettro-llsioloL^ico cni r illustrc Nobili fin d' allora voile cliinmnre Cor rente delta nana si a no discordi in punti essenziali ; le pare altresi ehe nello spo/iiinento di tali esperienze e i.otlrine non i^eriga falta la dcbita ragione dei lavori di que' heneineriti che , nella prima cpoca del Galvanismo j in&tituirono le Jamose esperienze da cni si otiengono le contrazioni della raua per mezzo di archi metallici oinogenei, o pnrainente nnimali, od umidi, le quali contrazioni insieme col fcnomeno della corren- te della rana dalla generalita de' Fisici si reputano dipcn- denti da una sola e medesima cagione. Qidndi la stessa Jc- cademia avvisa di poter giovare mirahilmente cost a stnhilire, come a procacciare V avanzamento di questa parte della scicn- za col fare obbietlo deW annunciato Concorso il segucnte Te- ma\ =" Trallare storicamente e dare giudizio di tutli gli espe- rimenti e lavori conosciuti fino a questo giorno su la cosi delta Corrcnte della rana c sui fenomcni altenenti stretta- inente ad essa, in mode die si vegga diiaro cib die ai piii anlichi cultori di questo studio Gahani, T'olla, Aldini , T'^al- li, Tfumboldt ecc. s' appartiene , e cib die ai piii recenti, e in niodo die col raziocinio e piii ancora col lame di nuove esperienze si •tolgano di mezzo possibilmente le principali discrepnnze die sotto il rapporto sperimentalc non nieno die solto il rapporto teorico sono tuttnvia intorno questo difJiLilG e dclicato argoir\fnto, e venga per tal guisa risdiiarata qunn- to si pill) la quistione' sopra la origine di una elettricilu o intrinseca e propria cjleW animale , od estrinscca -= . Libe- ri i concorrcnli di to^fare di quei fenomcni d' altri animali DlSAHI^'A svi. Gai.vanismo 7 die cnii per nvvcnUira gindicassero analogJii a qiiello del- la corrente delta rttna, e cosi pure di allri fenomcni elet- tro-fisiologici , I' yJccndcmia nondimeno nvra solamenle riguardo a ciu die dirittnmcnle si perliene n/la cotu'eriiente soluzione del prcfisso Teina. Slanti le qnali cose e manifesto che r lUustie Accademla, bene avvisando come ogni sapcre cli osservazione c cli espeiicnza si lisolve alia pcrfine in una sin- cera cd csalta storia di falli direlti c ordinali a plaiisil)ile dot- liina^ cosi intende per siflalla giiisa a segnare la via oppnitu- na a riconoscere daddovero le osservazioni e le esperienzc re- lative alia corrente cleltro-mnsculare gia insegn;ita dal Gal- vani negli arti in ispecie dclla rana , dall' Aldini svolta e- ziandio nei mnscoli degli aniniali a sangne caldo , quindi poi dal ]Nol)ili riconfermata Inngo tiuio il corpo dalle rane me- desime, e dal Malleiicci ridiscorsa variamente or nell'assiemc dci muscoli proprj dcgli arti, or nei muscoll stcssi isolati de- gli animali cosi a sangue freddo come a sangue caldo. Ma- uiere diverse di proporre ed esporre le stesse osservazioni ed esperienze che lanto piu neccessita disaminare acciiratamente qnanto piu 5 facile risconlrare simili fatti galvanici or per r una parte irasandali o travolti , or per I'altra riprodotli e risuscitali fra pagine le piu diflormi, e per le quali viccnde ii proposto Tenia sul Galvanismo resto indisciolto anche :d- I'assegiiato termine del Dicembre 1844 ( Essai sur Ics Plie- noinhnes Elcclriqnes des yJniinaux par ]S1. Ch. IMattcucd, seconde pnrlie, c/iapitre f^I, Paris 1840. — • Traite des P/ie- nomhnes Electro- P/iysiologiques des Animaux par Ch. Mat- tcucci etc. pag. 51 j 1 2G. etc. Paris 1844. — Osservazioni al- ia Mcinoria del Prof. A. Ciina di C. Malteucci ecc. II Ci- ipento Giornale ecc. JVovenibre Dicembre 184G. Pisa). 6. II percho I'accortissimo Isiituto Bolognese con aliro suo Programraa 6 Settembre 1845 reiterava le sue fervide istan- ze e giusle esigenze di quesio tenore. Dolente V Jccademia di non avere potato per anco conjerire il premio Aldini sul Galvanismo, avvegnacchh I' ahbia due volte proposto coi suoi Programmi di Gcnnaro 1841^ c di Liiglio 1843, spirati cpll' Agosto 1842 J c col Dicembre 1844, e venuta nella ^eliberazione di riproporre il T'ema del secondo dei predetti 8 Gemimano GniMELLr Progrnm/ni, aUaincnte persiiasa dcUa sonimn. utilild di es- so,c dclliL sua Qpp)i'lunild ncllo slato attuale della scien- zi . E di woTO chiiiro apparisce da quanto viene esposto e dinianddsi iie.l dctlo Prograinina la coni>enienle solazione del riprjp)it') Tenia iinportarc per lo nieno la speriinenUi/e c razionalo ricjgiiizione e coordinazione dci pin veri e costan- ti falti Elellro-Fisiologici che sotto il pr'unitivo pretlo Gaha- iiisiiiJ p)aiio tiillora giustamente coinprondersi ; onde verrcb- hcro i niedesiini sceverati da quelli ("11011 pochi par troppo in qucsto inlricalo rami di scienzaj che seinhrano padre gravi cccczioni 0 per incertezza di esperiineiilo , 0 per preoc- ciipazionc di teorie. II perclih non vi sard c/ii sponlanea- mcntc non concorra nel pensiero e nella J'lducia dell' /Jccn- deinia die c di proinuovera per tal guisa e di scorgere a piii sicuri progressi I' Bletlrofisiologia , secondo la mente del hene/ico Istitutore del Prcinio. Perb I' ylccademia , anc/ie per r esito dci precedenti Concorsi , riconoscendo vie piii I' ainpiezza e gravitd del Tenia vi assegna il maggiore preniio di cni le e data disporre , che e il Iriplo dei soliti Prenij Mdini , e inette al presenle Concorso il piii rcmoto terinine che pub , cioe di un hiennio . Dieiro le esposle di- chIar;izioni accacleiniche risalta quindi manifesto la conve- nicnic solazione del riproposlo Teina importare per lo ine- no la speriinentale e razionale ricognizione e coordinazione dei pile veri e coslantijcitli eleitro-fisiologici, che solto il pri- initivo prello Galvanisino ponno tuttora comprendersi , ag- giugnendo aW uopo relative osservazioni cd espcrienze ac- concie ed ahili a rischiarare quanto si pub la quistione so- pra V origine di una eletlricitd 0 intrinseca e propria dell' a- niinale , od estrinseca, ossia daW esterno procedente sul me- desiino. Laonde a volere adegaatamcnte risponderc in ordi- ne a simile materia nccessita attcnersi agli originali e sempre memorabili sludj galvanici sorli luminosamente sui fenomeni elellio-fisiologicl della rana, disamiuandoli in ogni possibile eslensione speriinentale, e in accordo colle odierne cognizioni fisiche e fisiologiche piu dimosirate e certc, e risguardanii la cleitricli'i co->i estrinseca c coudolla, conic intrinseca e SYolia sui tessuli uerveo-musculan . DiSAMlNA SUL GaLVAMSMO 9 7. Clic per veiiih sebhene la rana ga'vanica e I tessuti ner- veo-jiuisculari in "^oiicro siaiio stali dalla fine del secolu pros- siiDO passato fino al presente dijcoisi e raj;i(jnali a dihmgo in via elcUro-fisica ed elellro-fibiologica, tuuavolta si de^iderano anoora osscrva/ioui ed espciieii/,e confornii alle piiiDitive ori- ginali vi.te galvaniche, e ai relalivi progressi scicnlidci. Ncl quale proposilo allenemlosi agli esempj e alle preiniue, alLe in- dicazioiii e alle islanze sagacissime dell'illustre Accademia Bo- lognose, ne seinhra quindi opportutio il richiamare fin dalle veraci loro origini li luagiblrali siiidj del Galvani rivoltl sii- gli animali preparati alia sua maniera, e die lo condussero ai iniiabJli dl lui scopriuieuii eletlro-fisiologici , stati poi cosi di leggieri trasandali e tiavolti. Di lal guisa ne consegue imme- diatainente la sperimentale e razionale ricogiiizione e coordi- naziune delle azioni eleitiiclie condolte, e indotte sui tessuli nerveo-muscularl dclla rana galvanica, avviandosi cosi a licer- care e a scanilagliare una eleltricila Intrinseca e propria dei lessuli stessi. Sperimentale e razionale ricognizione e coordi- uazione di falii che poi necessila nroseiruire in ordine acli p.,..,'-'.... o 11 e ai circuili eieltro-lisiologici galvanici i piu acconci a raggiungeie an' eleltricisnio inirinseco muscidare, quale si ap- palesa a foggia di scariche e correnli con parlicolari viceude di contrazione e rilassamcnlo dei inuscoli. Per tali vie, e seni- pre colla scorta luminosa del sommo discopritore del Galva- nismo e doi suoi piu degni seguaci, ne fia dato alia perfine di riconoscere e raffermare , in ogni possibile estensione, le a- zioni eleltriche prodoiie e svolie dai lessuli musculari dellu rana, riguardandole allresi comparalivamenle a quelle propric degli organi elellrici della lorpedine. Procedimenti tulli che menlre addltano al Fisiologo le pid arcane scaturigini eleltri- che dairinliino dei tessuli nerveo- musculari, disvelano all' un tempo al Fisico altre noa meno recondite scaturigini di elet- tricismo per influsso del semplice contatio o coesione super- ficiale, ovvero dell' intimo addentramento molccolare sino an- che al processo chimico fra materiali dissimili o eterogenei, co- me gik ne addimostro il sommo Volta; maniere di ricerche tanlo piu diflicili, quanto piu arduo fia lo sceverare daddove- ro il verace magistero fisioiogico-vitale dall' ordinario fisico- T. X. 2. "10 Geminiano Grimelli chimico, di sovenii rannodati e commisti or in complicanzc ine- stricabili, or in lolie indclinibili; quindi poi Ic i'acili e fre- qnonii diibblczze cd anibagi fisiologiche e fisiche intorno a siniili materie, die possono cssere corretle soltanto dietro il pill accuialo stiuiio dell' clcttricismo galvanico liguardato nelle sue origiiii, allincnzo, viccndo coirazione nerveo-sanguigna , reggente ogni feiiomcno fisiologicOj e dcU'eleitricismo voltaico riguardato nolle sue origin! j aliinenze, vicende coll' azione fi- sico-cliinilca, roggenie i I'enomcni dei corpi scevri d'ogni carat- lerc fisiologicOj ossia inorgaiiici o minerali. 8. Foggie di sludj e di ricerche, di osservazioni e di espe- lion/.e proposte e riprnposte con gran senno dull' Accademia 13oIognesc a novella disamina del Galvanismo Fisiologico, e inlorno alle quali essendoini io occupato con particolare de- ferenza e fcrvoie dal 1837 al 1847, mi lusingo almeno a- verne liconosciuta e scandagliala tutta l' eslensione e l' iin- porlanza . Cho anzi peicio mi ritenni dall' avvenlurarmi ia silVallo arrlngo dischinso coi primi Programrai del 1841, e 1843^ ripiitaudo clie altii, assal piu di me valenle e ver- saio in siniili malcne, avrobbe saputo alTrontarne le spine mol- leplici e coglierne i plii eleiii fiori di plauso e di premio. In- fraltanto auendendo ognora a quesli suulj medesirni, e reite- randone le varie prove, ed eccilato dal Programma del 1845 osai discorrcrne alia perdne le assegnale vie, guardando ai ten- tali cimeiiti ahrui come ad argomento or di trepidazione pe- rilosa, or di cmulazione fcrvidissima. Nel quale inlrapreso cam- mino mi fu immedialamente d' uopo cercar modo , fra la sva- riata e difl'^jrmc farra"ine di asserle otl addotie osservazioni eJ espeiienze, di sceverare le piii discordi ed iuiussistenti dal- le megllo coiiscntite e comprovate, e da me stesso ripelnto e riconferme. Laonde poi el)!)i di tal giiisa a sostenere I'o- pra ingralissima di vagliare a dilungo, per rigellare il nidllo logllo e raccogliere poca buonacerere, adoperandomi an/.ic- clie ail esiendcre quesle pagine col lavoio delle scorie riget- lale, piiitlosio a ristiingeile ron qncllo delle ragginnte piu ve- raci conclusioni. Ed io saro abbastanza pago se in qneste po- che pa_i le llano rioonosciuli i fatii cleltro-fisiolo^ici, ricliia- inali ci.l-o i piiuiuvi moJesli cauccUi segnaii dall' immoilale DlSAMINA. SUL GaLVANISMO 1 1 Galvaui, e ricondolli alle piu giuste conclusion! del Galva- nismo Fisiologico , con tanto varia fortutia accolto e valuta- to dalla Sioria e dalla Scienza Fisica e Medica (I/istoire du Gal^anisine etc. par P. Sue /iine etc. premiere partie, deu- xicrne partie, Paris 1802; troisierne partie , quatrienie partie, Paris 1805. — Breve Storia del Galvanismo di C. Amo- retti ec. OpuscoU Scelti ec. tonio XXII, pag. 357 , Milano 1803. — Storia del Galvanismo di G. Carradori , Firenze 1817. — Traite de V Electriciti. et du Magnetisme etc. par M. Becquerel etc. tome premier Paris 1 834, tome quatriime Paris 1836, tome cinquieme Paris 1837, tome sixieme Pa- ris 1840. — Osservazioni ed Esperienze Elettro-Fisiolo^iche dirette ad instituire la Elettricita Medica, Modena 1 839. — Storia Scientifica ed Jrtistica dell' Elettrometallurgia Ori' ginale Italiana ec. del Pr. G. Grimelli , Modena 1844). ARTIGOLO PRIHO Originali Studj e Discopriinenti Elettro-Fisiologici del Galvani, e relativi progressi scientifici applicabili in ispecie all' Elettricisino Fisiologico delta rana. 9. ll Galvani nato In Bologna nel 1737 e fornilo del ve- race genio d' osservazione e d' esperienza crebbe in un' epo- ra meniorabile per la direzione degli sludj fisici intorno ai fenomeni elettrici, e degli studj eletlro-fisiologici iniorno al- le funzioni nroprie degli esseri organizzati e vivenli, in ispe- cie animall, Egliappunto, in sulla metk del secolo prossimo passato, cresceva e si avanzava fra i progressi luminosi del- la scienza dell' elellricismo cosi natiirale come arliliciale ; che suscilato il fervore piii operoso dei maggiori sapienli d'ogni colta nazione, ovun(|iic addilava gli arcani suoi e la sua po- lenza nel iriplice ordinamento di natura niinerale , vegetabile , animale, e dall' uno isH'altro polo, e dalla terra al cielo. Cosi fe die dietro le varie fondamenia poste e le diverse traccie segnate dai Dufay e dai Syrnmer^ dai Franklin e dagli Epi- no sorgevano in Italia altri somini Elettricisli, qnali il Beccaria e il Volta, a ricomporre la scienza eleltrica e ad avanzarla a progressi mirabilissimi (Beccaria, DcW L'lettricismo ortificia- h e nnturale Torino 1753; DelVehltricismo yitmos/'crico Vologna 1738; DeW Ehtlricisino artijiciale Torino 1772. — r'olla , De vi attractiva Ignis Electrici ad J. D. Becca- riain etc. 1769; Lettere e memorie sail' Tlcttroforo , sul Condensatorc, siilla Dlctcorologia Ehtlrica 1775, 1782, ec.J. Parimenti dietro il Nollct, e il Jallabert ed allri non pochi esinij Eisici e Medici, IVa noi, il Pivali, il Verallij il Gandini^ il Gardini, il Galdani, inlendevano aU'applica/ione dell' elettrico 14 GeMINIANO GntMELLI sugli esscn vlvenli, e ne riferivano le piu singolari osserva- zloiii etl cspciieiize, con varia forliina accolle e meditate a diieziono tli siinili stiulj elcttro-dbiologici (Delia Elettricila Mcdica, Lcttcra Hi Gio. Fracesco Pivati a Francesco Ma- ria Zanotti Lucca 1747. — Ossemrazioni Fisico-l\Jcdiche in- torno all' Flctlrkita ec. di Gio. Giuseppe J''eratU Bologna 1 748. — Tear, delle convulsioni di C. Gandini, Lucca 1 764. — /ipplicazione delle nuove scoperle del Fluido Elettrico agli usi dclla ragionevolc Bledicina di F. G. Gardini ec. Ge- neva 1774. — Sulla Insensivita ed irritahilila di alcune par- ti deiili animali Lettera ec. di M. A. Caldani ec. nella Raccolta del Fahhri ec. Parte Prima pag. 321 , 332, Bo- logna iiaij. E inentre il Walsh e il Cavendish aveano ad- diinostralo uelle torpedini il magislcro elettrico dei portento- si loro oigaui, fino a raggnagliaili alle bottiglie di Leyden o ai coibenti armali a niassiina capaciiii e minima tensione e- leltrica , presso noi lo Spallanzani e il Girardi illiistravano la strutlura e la tunzione di qacgli organi stessi oltiemodo ana- loghi ai tessuti nerveo-mnsculari ( Opuscoli Scclti sulle Scien- ze, ec. toino 6, pag. 80 ec. Milano 1783, tomo 7, pag.2>%(} Milano 1784. — Meinorie della Societa Ilaliana delle Scien- ze tomo secondo , parte second a pag. 648, tomo terzo pag.. 553, Fcrona 1784, 1786). S'aggiunge altresi che, fra noij il Colugno, il TonsOj e il Vassalli liferivano osservazioni ed esperienze per le (jiiali intendevano riconoscere eziandio ne- gli animali a sangne caldo una particolare elaborazione e condensazione di eleltricismo, svolto poi mediante particolari irritamenli nervei, o confricazioni cutanee fino a provocare scosse e a inanifestare scintille (^Lettera del Cotugno al Cav, Vivenzio., 2 Oltobre 1784. — Teoria e Pratica dell' Elettrici- la 3Iedica di T. Cavallo ec. tradotta daW Inglese ec, da Gio. Vivenzio JSapoli 1784. — Lettera di A. Tonso al FassalU ec. DIeniorie Fisiche ec. del Prof. FassalU ec. Torino 1789). 10. Fratianto il Galvanl rifulgeva, prima come discepolo c ben presto quale maestro eslinio, ad una scuola dottissima, presso la quale erano in grande onore i veraci argnmenti elet- tro-fisici C(l eleilro-fisiologici, per li quail, dietro I'llaller , al- r Isliiuio Bolognese il Caldani addimostrava 1' elellrico come DlSAMINA SUL GaLVANISMO i 5 lo slimolo pill potenle e ropiclo^ piu penetrativo ed cfficace sui tessmi nerveo-miiscularl ; e, diclro al Saiivages, il Laghi inten- deva inoltre a dimoslrare sifTallo agente quale elemenlo allivis- siino nella cosiiluzione c neU' esercizio della sensibiliiu nervea e della irriiabilita imisculare ( Sulla Inseiisibilita ed Irrita- hilild Halleriana , Opuscoli di varj Jutori raccolti da G. U. Fahri Fisico C/tiriirgo , Parte Prima pn^. 327, Parte Seconda pn"^. 338 ec. Bologna 1757). E appunto in mez- zo al fervore operoso di siinili studj il genio del Galvani di buon'ora s' apparecchiava e s' addestrava alia applicazione dei priucipj eletlrici alia Fisiologiaj come ne olTriva bel saggio in una sua Disscrlazione rivolla a indicare una comune qualita e- lettrica ira la fiamma e la respirazione , e nelle sue Disquisizio- ni scolasiiclie intorno alia elcllricila animale, nervea, muscu- lare fCollezione Dellc Opere del Galvani ec, liapporto sui Manoscritti ec. pag. 23, 100 ec. ). Di tal guisa col presagio del vero e con modeslo ardimcnto s'addirizzava per quelle vie d' osservazione e d' esperienza suUe qnali poi seppe affer- rare e svolgere (jaella serie progressiva di falti maravigliosi clie a meinoria gloriosa di Lui ebbero nome di Galvani ci e di Galvanismo. Qiiindi esaminando daddovero le occasioni fe- lici e i procedimenli sagacissimi di s'l magistrali scoperle ri- scontrasi ognora rlfulgcre il genio del celcberrimo bolognese nel discliiudere le plu nuove ed intenlate vie di osservazione e di esperienza J di belle applicazloni e di uiili praliclie alle scienze ed alle arli. Tale fa propriamente la car.icra scien- tifica di un tanto uomo, che non fia niai obbastanza medita- ta e discorsa a lume e direzione di consimili siudj, e degli ulterlori progressi in un campo s'l fcrace di risullanienli elct- tro-fisiologici, elettro-fisici , elettro-chimici (^Elogio Storico di Luigi Galvani composto da G. L. ^libert ec. Bologna 1802. — Osservazioni ed Esperienze Elettro-Fisiologic/ie dirette ad instiluire la Elcltricita Mcdica pag. 59, 58, 228^ 229, 244, 245, Modena 1839. — Collczione delle Opere del Galvani ec. liapporto ec. pag. 7 , 1 8 , 23 , 28 , 42 , 52 , 1 00 ec. Bologna 1841. — Stor'ia Scienlifica ed /Jriistica del- r Eletirometallurgia Originnle Jlaliana ec. del Grimclli, Mo- dena 1834. — Elogio di Luigi Galvani detto da JMichele Medici ec. Bologna 1845). 16 Geminiano Grimelli II. Gi;i aiU1i)ttiinalo fisico eil esiinio (isiologo il Galvani aloperava a*l un'iniont.ita alleaiiza ili parlicoliii studj eloUro- fisici cd elletlro-fisiologicl, inlorno ai quali fu anche plu sa- j)ieiUo ili ijiiello si curasse atlilimostrarlo nei pul)hlicau suoi lavori ( Collczionc delle Opcre del Galvani ec. liapporto ec. pa^. 78. 4bG cc). Egli gia, dietro le Opcre del Fraukliu e del Beccaria, medilati e riconoscliiii aveva i due arcani priu- cipj di a/.iono cletlro-posiliva ed elellro-negativa , e discorse e sporiinentatc le miiahili loro vicenJe di eqiiilibrio piu o ineno lalenle, c disenuiiibrio piu o meno manifesto sui corpl niinerali o iiioiganici j e siigli organizzaii e viveiui. Au/a IVa le dispulate doUiine relative ai corpi eletuizzali e foriiiti di una parlicolare atrnosfera o sfera d'azione elellrica infliiente, attra- verso i mezzi coibonli, suU'eleltricisino dei corpi circostanti egli addusse sue proprie osservazioui ed espeiicnze, risguardanti ap- puiUo siflalta iulluenza operosa suUa boiiiglia leidense muiiita deir ordinario riparUmento elettricOj e sui tessuti ncrveo niu- sculari doUa rana capaci di coulrazioni, ravvisaiido la piu siu- golare corrispondenza ira i fenoiueui eleltro-fisici o(Torii dall' u- iia, e gli eleliro-fisiologici prosentati dalTallra. Cos! e infatli die solloposta parimenli alia medesima almosfera di una oidina- lia luaccliiria eletlrica la botliglia e la rana , all' atlo di estrar- re la sciulilla osservava ed avvertiva prodursi e manifcsiarsi ua fiocco luminoso suU' asta di quella, e all' ua tempo le cou- lrazioni deir animale. Foggie di osservazioni e di csperienze clie , iiiauimandolo ognor piu a disaniinare 1' influsso dell' e- Ictlricismo cos'i arlillciale come naturale sui tessuti nerveo-mu- sculari per riconoscere quello intrinsecamenle proprio dei tes- suti stossi, lo guidarono poi ai maravigliosi discoprimenli dei circuili cleltro-fisiologici, per li quali inlese ridurre a sperimea- lale dimostrazione il concetto lamoso di un principio etereo o iuiponderabile, elettrico o magnelico, con^iderato come a- venle gran parte nella costituzione e nell' esercizio della for- za nerveo-inusculare ( Collczione dclla Opere del Galvani ec.Jiapporto ec. pag. 1, 18, 2G, 74, 88, 102, 106, Opere cc.pag. 100, 103, 143, 14G, 148, 274, 387, 476, ec. ). Laonde il somnio Eletiro-Fisiologisla Bolognese si faceva a- vanti a riguardare varie raaoiere di produzioni e di scaturigioi DlSAMlNA SVL GaLVANISMO 1 7 elciuiclie cosi fisiche come fisiologiche; tra le fisiche, olire la comunale dell' altrito specialmenie dei corpi vitrei e resi- nosi, e la singolare dello scaldainenio di vaij corpi, in ispe- cic della toniialina, adtlilava c^ialltlio la cliiinica, fine a inUave- derla nei proccssi doUa combuslloiie c dcUa ferinentazione, (jua- li invocava ahresi a rischiarinienlo dolla respirazione e della assiinilazioiie organica. Peru in ordine alle produzioni e sca- turigini elellro-lisiologiche addirizzava ognora le sue visle ai tessuli nerveo-muscidari delle rane, e agli organi eleltrici del- le torpcdini, siii qiiall poi ergeva 1' edifizio piu splendido e fe- race di tante belle applicazioni ed utili pratiche alle scienze ed alle arti. Quiodi in suUe prime riguardo, per magistero or- ganico-vilalc , svolto dal sangue nell' encefalo ^ condolto dai nervi, accumnlaio nei muscoli^ riparlilo tra libra e fibra ete- rogcnea quell' elourico isiesso, die or accoho or respinlo dalla Fisiologia , or signoreggiatore or vassallo della Fisica ognor s'accampafra I'una c I'ailra quale proieo portenloso del Gal- vanisnio Fisiologico e Fisico ( Collezionc delle Opere del Gal- vaiii ec. Jtopporto ec. png. 23, 102, 106, Opere ec. pag. 85, 102, 107, 108, 232, 387, 388, 4G2, 471, 474, ec). 12. E poiche a quei tempi li maggiori e piu manifesli ris- contri di ripanimenio e di accumulamento, di corso e di circolo elellrico venivano ofTerti dai coibenti armali e spe- cialmente dalla boltiglia di Leida, cosi^ dietro il Cavendish e il Dar^vin, il Galvani s' altcnne ognora a simile magistero di elettricismo lisico artificiale , comparandoio a quelle die egli adoperava a dimostrare tuito di origine e d' indole fisiologi- ca naturale . 11 Cavendish avea gia intrapreso e lentato di ad- diraosirarc e persuaderc die ciascuno dei numerosi prisraet- ti o tubetti degli organi elettrid delle torpcdini fosse a ri- guardarsi quale una boccetta eleltrica in carica a minima te- nsione con gran capacila complessiva. 11 Darwin poi crasi avanzato lino ad odiire la piu ingegnosa analogia della fibra ninsculare con una serie di piccole bottiglie cariche 1' una air interno la prossima all' esterno posilivamente, e sospcse ciascuna a piccola distanza, cosiccho alio slabilire comuni- cazione tra 1' interno delfuna e 1' esterno dell' altra lutte si avvicinano , raccorciandosi la linea da esse occupata. D' altra T. X. 3. 18 GeMINIANO GniMELLI parte il Galvani intosc a tlicliiarare simile mngistcro elelliico eiitro il tessuto neivco-imisculaie, riguarJando nell' imima so- sianza nervea c nella prossima musculare il ripariitncnto clet- tro-fisiologico , c liingo le dirainazioni fino ai maggiori tronrhi (lei ncrvi , c liingo le fibre dei niusculi lino alia loro siiperficie esicrna le nalurali aimalure , e i naturali archi e circuili con- diuiori dcir elelliico a circolo piu o nieno e([uabile o accele- rato, con elVello del lilassainenlo e della contrazione muscuhi' re ( CoUezioue dellc O/htc del Gahani ec. Jiapporlo ec, pag. 91 ec, Opcre pag. 345. — Experiences sur le Galvani- sme ec. par F. A. JIuinboldt ec. pag. 3;")9, Paris 1799). E nicnlrc le proposle del (cavendish e del Darwin rin)aneva- 110 infeconde e slerili per la Elellro-Fisiologia , qaelle del Gal- vani invcce giiidavano alle piu feraci ed uiili osservazioni ed csperienze risguardanli riiifliisso dell'csterno elellricismo sui Icssuli uerveo-muscularl , la ellicacia dcUe armaliire melalli- che applicaie sul nervi e sui jmiscoli, la comparazione fra i tcssuti ncrveo-nuiscnlari , e gli organi elellrici delle torpedini . Di tal guisa appuiuo il Galvani snllaccennalo nauirale circuilo organico rannodava quelle arnialure c quegli arclii arlificiali che dopo avcre arricchilo 1' Elellro-Fsiologia dei fenomeni pia porlenlosi , trapassarouo poi nel canipi dell' Eleltro-Fisica a promuoverc i discopriincnli piu maravigliosi e fecondi di lan- ti progressi scienlilici ed ariistici. 13. I'er le accennale vie di osservazione e di esperienza , che a se slesso dischiuse, il Galvaui, persevcrante seinpre a di- svelare e a riconoscere 1' elcUrico enlro la piu inliuia corn- page organicn, ne aggiro i capilali argomenti: 1°. pel conflil- 10 elettro-li-,iologico, ossia per la niuliia azione e reazione fra r elelliico applicato agli esseri vivenli e le forzc fisiologiclie proprie dei mede.simi, come osservasi in ispecie ira le vicende deiratmosfera clellrica operosa sni tessnli ncrveo-musculari ed ioducnte a proniaovcrc i piu singolari e non mai abbaslan- za medilali fenomeni di contrazioni; 2". pei circuili elcUro-fi- siologici insliuiiti sugli slessi tessiui con eHollI di scariclie e correnli cleiuiclie manifestate da relative vicende di contrazione e rilassamenio musculare; 3°. per la comparazione eletlro-fisiolo- gica fra gli acceanali icssuti neiveo-nuisculari e gli organi DiSAMlNA SUL GaLVANISMO 19 elellrici JcUc torpediui. Staiili li (juali i'alti ed argomenli, dovu- li umi al geiiio osservalore e speiiincntale del Galvani, egli inlese a dimostrare un particolare elt;llricismo fisiologico ca- rattcri/.zalo per un'origine organico-vitale, per capacita^ ca- rica, lensioiie, analoghe a quelle del coihenii arniati, con re- lative scariche, corrcnli , circoli , per vicende attenenlisi a quel- le della vila sana, o morbosa, o residua nel cadavere e ma- uifeslanlcsi in ispecic sui nervi c sui muscoli delle rane, e su- gli orgaui eleltrici delle torpediui. Rlaniera di Galvanismo fi- siologico gih accollo ed illusirato da esimj osscrvatori e spe- rimentatori cosi italiani come stranieri; fra'quali rifulguno ognor piu I'Aldiui, per le belle sue prove dei prelli circuili ner- veo-musculari esiesi dagU aniiuali a sangue f'reddo a quelli a sangue caldo , e U Humboldt, per siinili prove sagatissime, e per le vaste e profoude sue viste di chimismo organico-vilale riguardato qual foiite fisiologica di uu particolare iluido galva- nico-tleilrico. Foggie di osservazioni c di esperienze^ di dot- Irioe c di teorie clie , dietro varie fortune e vicende , tornate souo pure non lia guari a base di simili studj elellro-fisiolo- gici, ripresi appunto sulle rane e suUe torpcdini e sugli stessi animali a sangue caldo. Di tal guisa le originali osservazioni ed esperienzcj conclusioni e doiuine del Galvani^ e dei suoi pill degni seguaci, si riscontrano al giorno d' oggi liprodolte 6 riproposte variamenle coi falli e coi nomi or di corrcute propria della rana, or di correnle musculare degli animali in geuere, e con simili dirczioni e praliche intorno agli organi e alle funzioni delle torpediui: inoltre si richiamano in propo- sito or le teorie dei piocessi cliimico-vitali, aflidando ai nie- desimi I'elaborazione dell' eleltricismo nmscularc, or le dot- trine deir azinne nervea metamorfosata in elellrlca. Quindi poi il Galvanismo Fisiologico per tal modo disaminalo no ofl're la pill singolarc corrispondenza dei primilivi suoi fatti e dot- irinamenli cogli odierui f\illi c proccdimenli elellro-fisiologici (^Experiences sur le Galvnnisme et en general sur T irrita- tion ties fibres musciilaires et ncrveuses cle Fr6deric-Jle- xandre Jliunhohlt, traduction de l' /lllemand , puhliee avec des additions, par J. Fr. N. Jndelot, Mededn, Paris i 799. — Traitd des Ptienoni'enes Electro- Physiologiques des Ani- maux par Ch. Matteucci etc. Paris, 184-1). 20 Geminiano Grimelli 14. D'allra parte le stesse originali osscrvnzioni ed espe- vlenze del Galvani, mcditaie pure in Italia dall' uoino di ge- nio^ mentrc condiisscro ai piu splendidi progrcssi scienlifici elettro-fisici, reslarono poi tra ferrei ceppi avvinie in ordine a"li elcttro-fisiologici. 11 Volla il soninio Volta sebbene nei prinii suoi studj iiuorno all' elotlricismo galvanico fosse esso pure tratto a ricouoscere sillallo elctiricisino come di origine o d' indole organica o fisiologica , e sebbene, dopo raggiunto in fra tali studj il maraviglioso principio fisico del contallo clcltromotore, intendesse per buona pezza a coordinare l' uno aH'aitro, tutiavolta passo passo surrogo al primo il secondo, fino ad imuiolare risdlutaniente il principio fisiologico galvanico al fallo fisico voltaico . E per verilii , dalosi egli al piu pro- fondo studio dei circuili eleltro-fisiologici , perveune a disco- prire e a diniostrarc i mirabili procedinienti del contatlo e- lettromotore fra metallo e niclallo, fra nielallo e corpo u- iiiido , fra corpo uniido e corpo umldo, Quiudi poi , ricono- sciuto e fatto palese lo svilnppo e il corso elettrico nel con- talto c circnito di soli maleriali eterogenei inorganici e scevri di vita, intese a tidurre lutu i I'atd galvanici al grande prin- cipio del contatlo elettromotore , suboiclinanilo ezlaudio al me- desiino i fenomeni elettro-fisiologici dei pretii circuiti nerveo- miiscnlari, e degli organi elettrici delle torpedini. Se non che lo slesso \ olta nel ragionare siOalli organi , e le vicende del loro eleilricismo invocava pure a sussidio 1' azione organico- vitale, ossia la forza arcana die regge e govcrna la materia organizzata e vivente. Laonde per tal modo ne risulta OKini- fe.slo che il grande principio fisico-voliaico quanta csso stes- so si oflVe lungi dall' addinioslrarsi il principio della vita e deir azion organica fiMologica , allreltanto resta insufficiente c consretiurale a frontc delle scaluri^ini elettriclie die si rav- visano nelle piu strettp aliinenze coU'csercizio della vita stes- sa e delle funzioni fisiologicbe, cpiali sono appunto ({uellc dei prelli circuili nerveo-musculari galvanici, e degli organi elet- trici delle torpedini; arcane scaturigini elettriclie die si rico- noscono pure tal volla in ogni loro sdiieiiezza lisiologica scevra d' ogni complicanza (i->ica, e die lal'aitra volta si rav- visauo complicate dalle azioui fisidie o chiuiidie coniuuque DlSJ^MINA SUL GaLVANISMO 2i avvcniizie, od anche introdolie dagli arilfizj niedesioii coi quali si iniende esplorare rdeilricismo ia dlscorso : complicanze di eleltricismo fisiologico e lisico giix preseniite dal Galvani stes- so ncl ragionarc la spociale aUivitii ed efficacia opcrosi-jsima deir arco condiitiore nei siioi circuili eleltro-Usiologici , ed e- ziandio discorse dal Volla nelle sua Iransizione dall' eletlri- cismo fisiologico al lisico, ed alia pcrfine disaminalc e scan- dagliate dull' Aldiiii e dal Bcilingeri^ d.d INoljili e dal Gri- melli nelle loro osservazioui ed esperieuze risguardanti i cir- ciiiti composii per I'una parte di tessuti nerveo-nmscidaii per r altia di esirinseci materiali eleltroiuotoii (^Collczione delle Opere del Galvani pn^. 138, -142, 155, 324, 232, 339, 462, 473, ec. — Co/lezione delle Opere del Volla ec. tomo II, parte I, pag. 3 , 1 1 8 , 1 65 , 173, Firenze 1 81 6. — Jl- dini sa'jigio di esperieuze sal Gahanismo ec. parte prima, e terza, Bologna 1 H02. — Jlcllingeri Osscrvazioni ed csperienze Elellriche: Memorie dclla li. Accadeinia delle Scicnze di Torino torn. XXUI, XXI F, XXF, XXXI, XXXI II. — ISohdi iMcinorie ed Osservazioui ec. F'clume I, pag. 73, ec. Firenze 1834. ■ — Crime Hi Lettere Elettro-Fisiologiche air yimici , e al IJiifa/ini ec. Xuovi Jnnali delle scienze na- turali etc. tomo X , Do/ogna 1843 J. 15.1 discoprimenli del Galvani iurono qnindi talmente fe- condi da conduire a riconoscere nou solo nn parlicolare e- Icllricisnio organico-fisiologicoj ossia neiveo-nniscnlaie, ma e- ziandio iiiio lisico-cliiinico, ossia per semplice conlallo o coe- sione siipcrficiale fra materiali dissiiiiili o eterogenei, avvalora- to allresi thigli aggregamcnti e disgregamenti dei loro princi- pj pondcrabili. Cos\ c clie mcntie il Galvani e il Voita ri- conoscevano, alia loro maniera , nei circniii composii di les- snti nerveo-miisculari e di archj idromelallici una speciale ef- ficacia dei mestriii ninidr opporluna alio svolgimento e al cor- so elcltrico, il labbroni e il Creve si facevano avanli a di- mostrare in simili circuili le piii singolari vioende di scompo- sizione accpiea e di salificuzione melallica, inlendendo all' un tempo di addiiare in simili proccssi la sralnrigiiie dclf clet- tricisino galvanico, d'ondc poi il concetto deirirrllamcnto me- tallico (^ irritamentum melallorum) nei fenonieni galvanici. 22 GeMINIANO GniMCLLI S' arrogc clic tlal Galvani isiesso, flail' Aldiiii , cLil Valli , dal Vassalli, e loro seguaci, il prcclcllo elcUricisino fa riguar- dato non solo di origine flsiologica, ma allresi comblnato a parlicolari iniiicipj ponJorabili ; nientrc che lo stcsso agentc , dictio il Fabbioni c il Grove, riguartlavasi piiiUoslo di oii- gine niineiale o idroiiietallica , c coiisocialo a siinili priiicipj pondcrabili alieiiiiaiissimi (^Fabbroni G. Aleinoria intorno al- ia causa (h'lla- icrinossidazioiie del diversi inelalU inedian- te il loro omtnttu, letla alia Socicta dci Geoi'gojili di Fircaza ^793_ — Carradori ylriicolo di Lcttera al sii^nor Drw^na- tclli sulla Elcttricitd /Iniinale e sopra alcuni nnovi sali ine- tallici indicnti da 0. Fahbroni: Jiinali di Chimica e Slo- ria Naluralc. cc.toino V. Pavia 1794. — Fabbroni G. del- V azione chimica dci metalU nuovainente avvertita; Jlti dclla 11. Socielu Fcouoinica di Fircnzc ossia dci Georgojili vol. IF, pag. 349j Firenze 1801. — ■ Jlisluire da Galvani- sine ec. par P. Sue etc. priiniere partie pag. 227, 229, Paris 1802, truisicme partie pag. 43, Paris 1805). Foggie di leorio por tal giiisa e di buon' era posle e riproproste in campo dal Faljljioni, e dal Grove, dal INicholson, e ilal Wollastoaj e quindi poi tanlo pii^i di leggieri accolte c favoreggiate qiian- to pill uei circiiiti galvanici e voltaici fiuono ricoiiosciiUe le piu singolari propriela e vicende di proccosi clotlro-chimicL con trasporli, a scnso dclle coirenli eleltiiclie, doi rclalivi pria- cipj maleriali ponderabili . Che aniA siiuili osservazioni ed e- spciienze proniosse ed ilUislrate, in llalia, dal Volla, dal Pac- cliiani, dal Brugnatelli, dal Marlanini, e, aU'ostcrOj dal Grouhiis dal Davy, dal Berzelius , e da aliii non pochi , condussero a ([nella dolliina elelto-chimica che liconosce le azioni elet- triche pos^cnli aulrici dollc chimiche^ con magistcrj applicali ed appllcabili ai piu vanlaggiosi progressi scicnlilici ed arti- slici. D' alira pane consiniili osservazioni ed csperienze ricoa- diissero il De la Rive, il Faraday, il Bcccpierel, e loro segua- ci a ([uoUa icoiia cbimico-clcltnca che riguarda le azioni chi- mithe quali aulrici dellc elettriclie, intendendo anche per 'al modo alle piu nlili appllcazioni alle scienze e alle arli (^Trai- te Fxpcrimcnlal de t Eleclricite etc. par 31. Ijccr/ncrcl etc. Paris 1834, 1840. — Storia Scieiilifica ed /Jrlistica dclla DlSAMlNA SUI. GaLTANISMO 23 L'lcllroineUiIlurgia Origlnale Jlaliana cc. Modcna 1844). Peru le accemiate doltrine e teoric mentre nc guidano a li- conoscere le piu slreltc altuienzc, e i piii mirabili avvicenda- menli fra le cagioni olcUiiclie c le chimiclie, all' uii iciiipo s' ai rcslano a fronic del sciuplice conlaito ekitroiiiotore vol- taico , e del verace elcltricismo fisiologico galvanico. Cos'i e che nei circiiili insegnati dal Volla riscontrasi scnipre il con- latto dci malciiali etcrogcnei , cjiialunf|iio ne siano le conlin- genze chiiniclie , c[ual condi/.Ione essciizialc e rcgolalrice dei priniiiivi feiiomeni elettro-statici o di lensionc , risultando piul- tosto le conlingenti azioni cliiiiiiche abili a proinuovcrc i se- condarj feiiomeni tletiro-dinamici ossia dl conenti. E d' alira parte nei circuiti nerveo-inusculaii del Galvanic e negli orga- ni eleitrici delle lorpedini, si ravvisa ognora lo sviliippo di lo- ro cleltricismo legolato dalla forza or^anico-vilalc , ed or fa- vorito nei mio corso or coinplicato nolle sue viceiulc median- te i mezzi fisici o chimici usati a raccoglierlo o scandagliarlo. 16. Portal guisa, dictro i discopriinciiti Galvanicij liirono riconoscitite le piu variate oni;iiii e foggie di elcllricisnio in un coUe relative corrcnti, qiiali appunlo le fisiazioni ed espe- rienze intorno al metodo dell' jdssopiinento Aniinale ed Uina- no ec. pag. XXX, Modena 1847). 18. E le correnli elellriche di qualsiasi origine si manife- stano pure con parlicolari caratteri ed elTelli (isico-clii:nici nci corpi cosi organizzali e vivenlij come negU inorganici o nii- nerali. Gia releilrico coDiunque eccitaio o mosso a correnie 28 GeMIMANO GlUMELLl icnile ognora ad openue pinlicolari cliscjrcg.inicnti od oggre- gamenii iiiati-iiali, seco trasciiiaiulo i rclalivi priiicipj moleco- laii ponilcrabilij e per run verso gll acidi o I'acienli uflicio di acidi o eletlro-negalivi, e per I'allro gli aloali o facienli 1' uf- ficlo di alcalini o eleltro-positivi : qiiindi poi da cio le nornie o le leggi eleliro-chiiniche per le quali si riconosce, negli opporUiiii mezzij a senso della correnle eleltro-positiva il tru- sporlo e il deposilo dei priiicipj eleliro negalivi , e viceversa a senso della correnle eletiro-negaliva il trasporto e il depo- silo de' principj eleltro-positivi; rairabilissimi magisteij stanti i quali r elellrico si appalesa liingo le vie idro-metalliche o unndo-orgaiiiclic, die percorre, coUe traccie degli indicali pro- ceiiinienti eletlro-cliiiiiici, e dcUe polarila secondarie. Coriiun- (lue poi ne piaccia rigaardare le allenenze e i rapporti fra gli accennali procedinienli e le delta polariia, falto e die cosi gli uni come le allre si preslano quali opportuni riscontri e con- trassegni del corso elellrico. Quindi il Brugnalelli, il IN'obili, il Rlarianini, dopo avere studiati simili fenomeni sui metalli ia conlalio dei liqnidi ed allraversali dalle correnli elettriche, ad- ditarono negli scomposli elemenli elettro-positivi ed eleltro- ne£;aiivi del liqnido, e nella loro dislinla associazione o deposilo sulle superficie metalliclie il fondamenio essenziale delle pola- riia secondarie. Che se in queslo slesso ordine di falti il Kil- ler vide piiilloslo un particolare accumulamento di eleitricismo, il De La Rive una facolta coerciliva dell' elellrico slesso con poiere elellro-dinauiico , il Faraday uno slalo elellro-tonico delle molecule inveslile o inllnenzate dal corso elellrico, irat- tasi ognora di dicliiarare , con varie leorie, quella ellicacia delle correnli stesse per la quale lasciano lungo le vie die per^ corrono particolari riscontri e contrassegnij fino alia produzio- ne delle polariia secondarie , e di relative correnli inverse. E per verita anclie la rana galvanica posla a convenienle cir- cuito con materiali i piu acconci a manifeslare simili azioni ed influssi dell' elellrico , addiviene essa pure capace di svol- gcre, niediante la propria correnle, i relalivi procedirnonti clet- iro-cliiniici , e di ingeaerare allresi le polariia secondarie. In- falli coiigiungendo pareccliie rane longiludinalmcnte per la sommita delle coscie e 1' eslremila delle ganibe, e dispouendole DiSAMlN.V SUL Galvamsmo 29 a cliciiilo con due lainincite otnogenee dl platino infisse mjjU esticmi di laic clrcuilo , c pogijiaie a breve dislauza sur uoa carta bagnata con soluzione aapiosa di cloruro sodico, e lin- la dalla laccamiifl'a , olliensi una correnle la quale proce- dendo eleltro-posiilva dall' cstremilii dellc coscie lungo la ri- spetliva lamina niclallica alia carta^ ivi tramuta la materia co- loranle dal ceruleo al rosso. Clie se tale circuito chiudesi coUe lamina di platino poste ad immodialo coniallo , in lal caso la stessa correnle eleltiica si appalesa, slante le polariia secondarie che le accennale laminetle ben presto assuniono, risconlrandosi cosi capaci di una corrente in versa al galvano metro. Nel quale proposito loroa altresi in acconcio ravverlire che la stessa rana galvanica soUoposta a una corrente voltaica di una o poche coppie di rame e zinco manifesla nei proprj lessuti muscula- ri gl indicati procediinenii eletlro-cliimici e le accennate po- larita secondarie. Basta a lal iiopo modiante la carta liiita colla laccamufla esplorare i tessuti percorsi dalla correnle eiet- Irica , subiio dopo interrola , per riscontrarli capaci di arros- sare lal carta pro!)atoria ove la corrente elellropo^iliva en- Irava , e di riprisiinare al ceruleo la carta stessa ove la cor- renle esciva dai tessuti medesimi. Inollre si verilicano sulle sles- se vie le polarita secondarie fino al punto che la corrente vollaica diretta dalle gambe alle coscie della rana^ ossia cel- 1<) slesso verso di quelia propria dell' animalej rie->ce ben pre- sto a manifesiare una correnle inversa al galvanometro . Per le qnali cose ne consegue che nei circuiti niusculari chinsi la corrente loro propria rapidamente s' indebolisce, stunte le po- larith secondarie dei tessuti organici e dei melalli applicali , come fia palese nel segnito di simili argonieuli. Frattanto pero giovi r avvertire che mentre il Peltier liconobbe sni tessuti iruisculaii coinj)resi fra 1' elcttroniotore voltaico i procedinienti elellro-chimici in un colle polarita sccontlaiie^ fino a derivare da quesle le conlrazioni all' ntto di apt ire il circuito, il Maiiani- ni riguardo piutlosto in sui tessuti niedcMn)i leleinico iraltenulo ed accumulaio in guisa da promuovore una inversa correnle secondaria, capace di occasionare, all' alto dcU' aprimento del circuito, le contrazioni niusculari. ManuMe di argnmcnti e di falli gal^auici e voliaici il cui esame lia ^ come piii avanli, 30 Geminiano Grijielli ollremodo iuiporlanlc all' uopo di riconoscere e scand.igliuie taiilo lo coneiili pioprlu dul tossuii nLTVeo-niiisciilari, ([iiaiUa le YoUalLlic a[)plioale sui lessuli ineJesimi, in un colic loio vi- rondo ( Mariaitini Lettera all' Jccacleniin lieah dclle Scien- zc di Parl'^i sopra la causa alia (juale il sif;iior Pcllier allrihuisce le contrazioni cite proi'ono i;/i annnali quando s' intciroinpc il circuito vollaico: ^Jnnali dclle Scienze del Heqno Loinbardo-T'enctOt lomo V, 1835. — Matteucci Es- sai sitr les Pliiinoinhncs Llcclriqncs des ytnimnux etc. pai^. 14 etc. Paris 18-10. — Id. Trailc des Pheiioui'enes Lle- clro-P/ifiioloi^ifjues des Jnimaiix etc. pag. 65, 89, 211, Paris 1844. — Id. I\Icinorie Delia Socield Italiana Delle Scienze lomo XXIII, Parte Maleinatica, Modena 1845). 19. I'ra i varj caratleri poi o conlrassei;ni fisici proprj delle correnti eleltiiclie, qucUo chc, sovra ogiii aluo, lisulia opportu- nissimo a riconosceile e scamlaj^liarle ii\ ogni ustensione e pre- cisione riducesi al loro conllillo eleUro-inagnolico; pel cjiialcj scorrendo a lato dell' ago calamiialo, ne iiuliicoiio iloclinazioiii con norme e leggi le piu dclermin:ile e cosianli . E per verila dopo die le correnti cleitriclie addiiale dal Galvani , insegnalo dal A'oUa, ricercale e tentato dali' Aldinl c dal Roinagnosi in rela/.iont' all' inllusso niagnetico, fiirono viste , dietro gli stii- dj e le osservazioni dell' Oersted, dell' Ampere, dello Schweig- gcr^ del Nobili , del Marianlni, del Gherardi , e di altri noa pochi COS! ituliani come slranieri, fornite di una parlicolare azione sugli aglii calamilali, Ic conseguenli dcclinazioni oricn- lali e occidenlali degli aglii slcssi si oflerscro ollremodo op- portune a riconoscere e a scandagliare in un colla inlenbilk la direzione delle corrcnli niedesime. Quindi poi, dopo clie lo. Schweigger e il Marianinl ehbero additalo chc si molliplicava r azione della correnle eleltrica suU' ago calamitalo col ripie- gare il fdo percorso dalla corrente stessa e col rivolgcrlo al di sopra e al dl solto dell" ago , risultandone cosi il galva- nomeiro molt![ilicatore , il Nobili produssc mcdianle ccntupli- cali ripiegamciui del fdo fra dne aglii astalici il siio galvano- mclro sqnisiiissimn per indicare le piii lievi e fuggcvoli cor- renti clcliriclic. iMercc il quale prcziosissimo congcgno, inunilo agli estretni del suo filo con due lamine melalliclie omogenee» DlSASIINA SUL GaLVAKISMO 31 (Vnelic a raccoglierc le riccrcalc correiiti, rcslo pure licnn- fernialo 1' intendiinenlo galvanico, egregiamente illuslrato dnl- r Aldinij (II adLliinosiraro sui tessiiti iierveo-musciilari esclu- sa o c(]iiilibrata la loiza cletlromoliice metallica, e all' un tem- po appalesala una correule elellrica procedcnle dai lessuti stes- si {^(kilvani Collezione ecc. png. 332). Infalli raggiungen- do daddovero in jiroposito In i')ndainenlali osservaziuni galva- niche relaliv; ai circiiiii insiiuiiii sui icssvili nervco-musculari con annaliire omogenec riuniic inedianle acconcio arco di me- tallo , e le {"ondainenudi osservazioni galvanoinolriclie insiitniie sui lessuii inedosiini, si riscoiura clio le armature oinogenee e I'arco metallico del Galvani corrispondono appunlo alio ap- pendici estreme e al (llo congiunlivo del galvanometro; quiri- di poi nel prinio caso la correule eleitrica risulia manifestata dalle coiura/.ioiii imisculari , inenire nel secoiulo lo e invece dalle declinazioni dell' ago cal.unilaio: foggie di indicazioni die lornano tanlo plu concludenti a dimosirare la corrente pro- pria dei tessuli nerveo-iniisculari, rjuanio piu omogenee si u- sano e si uianlengono le arniaiure galvaiiiche , e le appendi- ci galvanomelriclic . Laonde a serbare omogenee le accenna- te armature metalliche e le appendici gaivanometriclie giova applicare cos'i le une come le allre a condultori uniidi, essi pure omogenei, comnnicanli coi nervi e coi muscoli , in gui- sa da escludere o e al Nohili , oueneva risultamoiili conionni a qiicslo , risguar- danli racccnnata corrente della rana ; e d'altra parte raccoglien- do egli simile corrcnle dagli slessi tessuti musculari , posti nel circuito galvanomclrico per varj estromi o sezioni, argomcnta- va allrc risiillanzej da lui poi comprese solto il nome di cor- rcnle musculare. Ma il (Into e che dalle siesse originali os- servazioni ed esperienze del Galvani risulla traltarsi in ogni caso doir eletlricismo medesimo procedeute dalla compage or- ganica nerveo-miisculare, e al quale i tronclii nervosi si pre- stano quali conduuori atli a compiere il circuito eleltrico . S' aggiunge che simile circuito, coinpluto medianle il galva- nomelro applicato alle stcsse masse musculari, comunque esclusi o compresi i circostanti nervi o tendini, manifesta pure quel- r eletlricismo rivollo a correnti di varla inlensita e direzione, a seconda di varie condizioni , relative in ispecie alia diversa preparazione dei tessuti organici. Maniere di osservazioni e di esperienze, die, a riconferma e dichiarazione dell' eleltricismo nervco-musculare galvanico, fiano esposle e debitamenle svolte nel seguito di queste pagine . ARTICOLO SECO:VDO Aniinali preparati alia gahanica, ed in ispecie raue clisposte all' iiopo di riconoscere I' elettricisrno del loro tessuti nerveo-musculari . 20. vXli animali sono fornili di parlicolari tessuti nervco- nmsculari, conlraddistinti per uno speciale complesso di carat- leri anatomic!, di atlributi fisiologici, di ullicj psicologici; in guisa die le loro n/.ioni e funzioni promosse ed occasionaie o per ma- gistero e coniingenza naturale, o per opra e tenlalivo d' arte of- frono le piii nurablii viceude di sensazioni e conirazioni, con nor- ine non inai abbastanza stiidiate a vanta|^'gio della scienza e del- I'arte salulare. Iq ordine ai quali argomenli fia pur degno I'av- vertire die, tra le famose discussioni degli Hallerianl intorno ai lessuli senbibili ed insensibili, irrilabili ed inirrilabili, il Galvani intcndeva piultoslo a ridnrre a sperimentale dimoslrazione il concetto fiMoIogico di un particolare principio etereo o imponde- rabile considorato come avente gran parte nella cosliluzione e neir esercizio della forza nerveo-musculare ( Galvani Opere pag. 52, 253, 502 ec). E addirizzale in proposilo le sue viste al- r elettrico faccvasi avanli a ricercare i piu adalli metodi di preparazionc degli animali per riconoscere, in ogni possibile eslensione, le azioni e gli elFetii di quell' agente o dall' eslerno condotto ed apnlicalo sui medesimi, ovvero snscitaio e svollo dair inlimo dei loro lessuli vivenli, ed allrcsi ridolli ad esa- lare le estreme aure di vita . Anzi di lal guisa ridolto 1' ani- male al solo eserctzio e sforzo nerveo-nmsculare proniosso e suscilato dair elettrico, coUe piu singolari e mirabili viccnde di conirazioni e di moli analoglii ai volonlarj, ne e conseguito il concetto e il norne di vita galvanica. Maniere di preparazioni T. X. 5. 3 1 GeMIMANO CniMELM c ili esperietizc galvanichc che rcslano piuc lullota (|iiali piu accoiicie vie per lioonoscere e scanil;iijli;irc, siii tossuli iicrvco- nnisciilari, il liccrcalo aijonle clerco o iinponderalule , mo- diaiuo It! sue azioni c i siioi riscoutri elcUio-lisioloj^icij clettro- cliimici , cletlro-lialci . 21. Laoiitlo ilii'iro le inagistrali osscrvazioni del Galvani fu riconosciulo the gli aiiiinali picparali e disposii in modo da av- viarc siii loro neivi e iiinscoli l' clettrico di qiialbiasi origine, a correiilc e ii circolo, oflVoiio II piu inirabili Iciiorncni e le piu sincolari viconde di conlra/.ioiii c lilassaincnti niiiscidari. Gli in- voitebiali, scbbcne forniti di tessuti contratliii ni genere tanlo aU'cletuicuj quaiito ad ogui allro sliuiolo fisico-ineccanico o fi- sico-cliiniifo, e lalora aticlic piu a qucsli die a quello, lullavoba preparali alia galvaiiica, in gui^a da avviare le conciili elettii- che lungo gli isolali loro rami nervosi e coriispondenli fibre iiiu-sciiliui, prcscntano le piu manifestc contrazioiii delle mode- sime. Paiinienll gli aiiiiuali verlcbrati, sebbene ofliono noi lo- ro lessuli nerveo-musculari iuvolouiarj una consiuiile indole irrilabile lanlo all' eleUrico quanlo ad ognl altro .stiinojo, pure iiistitueiido sn quci tessuii i circuili galvanici o voliaici ne addiuioslrano prouiosse e provocate le coulra/.ioui alia loro ma- niera. Gli stessi animali veitebrali si addimostrano poi fornili di tessuii nervco-muscnlari vc^lonlarj di siffaila indole iriitabile per la quale reagiscono agll accennali circuid elellrici con si vivaci e reiicrale conirazioiii e moviinenli, che nessun allio sli- niolo o fisico-ineccanico o fisico-cliiuiico e capace di suscita- rc 0 riproduire . Per le quali foggie di osservazioiii e di espe- ricuze fu pure riconosciula , diclro il Galvani, la speciale elli- cacia de' suoi clrcnili insiiuiili siii tessuii nerveo-uuisculari invo- lontarj di proniuoverne le contrazioni, anzicbe negli alti del chiuderc o dell' api ire, piutloslo ncl tempo del manlenere chiu- sl li circuiti stessi; menUe die applioali sui tessuii nerveo-mu- sculari volonlarj ne producouo e riproducouo le contrazioni piullosto negli atti e momeuii del chiudere o del aprire, die in quclli del manlenere cliiusi i circuili stessi ( Galvani Mem. f^.allo Spnllanzani). Che se la miraliile eflicacia delle correnti elcttriche di piomuovere sui nervi e sui muscnli gli efl'etti lo- ro proprj cziandio uell' atto o momcnlo di loro ccssaziooc o DlSAMlKA SL'L GaLVANISMO 35 sollrazionc dui neivi o muscoli stessi e stala rawisala ila taliino, coiiie (lal Malleucci ( L'ssai etc. />. 33 ), solo propria ed as- solulainentc distiniiva delle azioiii clcllriche, a dillerenza d' o- gtii akro hliinolo, nocessila avvcrtiic clie silTallo caratlere si veiifica pure in ordiiie ad allri stiinuli,iii ispecie per a|^enli imponderabili. Cos\ e infalli che laiilo l.i applicazione quanlo la soltia/.ioiie del caiorico alle fibre scnsihili cd inllabili suo- le proimioverc parlicolaii ed'elli di seiiso o di molo; e die la luce applioala sulla rclina, e lepenliiiamenle soUratta alia me- desima occasioiia parlicolaii sensazioiii di colori conosciiili dai Flsici soilo no'iie di colori accideiiudi , e pnrlicolari corri- spoiidcDii inoti dcir iride variameiite dai Ti^iologi ragioiiali . Che anzi, a hen riguardare in proposito le cose, si risconlra co- imine agli agcnu iin()oiideraljili piu iiitiiiisecaii coll' esercizio di alcune funzioni viiali il carallere di connnuiovere, lanlo per I'applicazione quanlo per la sollrazionej specialmenle repenlina, di qnegll agenii, I'csercizio delle funzioni sensorie e motrici . 22. II Galvani poi rivolsc le sue preparazioni ed osserva- zioni clellro-fisiologiclie sngli animali verlebrali lanlo a sangue freddo, quanlo a sangue caldo fiuo airuomo stesso. Egli quindi avverliva clie negli animali a sangue caldo alia dilTicolia del- la prcparazione con isolainenlo dei nervi e niusculi s' aggiun- ge il rapido infralire e scadere delle loro forze organieo-vi- tali e d'ogni relaliva facolla elellro-nsinlogica ; pero all' un tem- po avvisava clie, finclie in essi sussiste in un colla vita^ o nci primi island dopo morle, il nalur;de vigore di loro forza ner- veo-musculare, si riesce a promuovere cogli adalli arlilizj i maggiori fenomeni elettro-fisiulogici di conlrazioni musculaii. Del die gia I'Aldini ne olVerse ripetule ed cgrogie prove, Cuo a dimostrare in varie specie di quadruped! , conigli, caoi, vi- IcUi, e di nccelli, polli ed anilre, cosi vivi come di recente spends che isolando uno dei nervi crurali fino alia rcgione del poplile^ quindi ripiegandolo ad arco verso di un punlo qua- lunque dei muscoli gastrocnemj ne risultano all' alio del com- piere silTatlo circuilo le conlrazioni loro e dell' arlo inlero (Dle- inorie Delia Societd Italinnn (Idle Stienzc, toino XIF, Parle II , pag. 330, Feroiia 1809). D'allra pane risulta dalle slesse osservazloni del Galvaui che gli animali verlebrali 36 Geminuno Grimelli a sangue frctlJo si odVono, non solo ncUo stato dl vita, ma eziamlio ilopo inoilc ollreniodo opportiini a simili espctieu- ze slanle lo raclli propara/joni dei loro norvi e muscoli volon- tarj,ela lenacita della relaliva forza ncrveo-musculare. 1*01- cio fiirono gencriiliiunite rivolle sovia gli accennati animali le osservazioui c Ic cspciienzc galvaniclie risguardauii rclclliico operoso sui nervi e siii iniiscoli volontarj , e svolio col iiia- gislcro dei mirabili circiiiti eleltro-fisiologici . Per tal gnisa fra simili animali fiirono risconlrale le rane taiito |)iu oppor- tune aU'nopo, ciuanlo piu agevoli a linvciiirsi in ogni liiogo e in ogni tempo, e quanto meglio acconcie alle accennatc pie- parazioni ctl espeiicnze . Qiiliuli or lia opportuiio il livolgcie particolari considcra/.ioni intorno a siHalli argomenli liguardati a maniera galvanica, specialmente in ordine alle preparazioni rivolte a riconosceiue relelliicismo fisiologico, e le relative cor- renii eleiuiche. 23. Dietro consimili osservazioni ed esperienze galvaniche il Volia, sovra ogni altro, si fece avanti ad estenderle agli ani- mali cos'i a sangue frcddo come a sangue caldo, tanlo vivi quan- to spenli e preparali di varie guise fColleziotie dc.lle Opere del Folta vol. II , parte I , pag. 55^ i04, 118 ec), Laon- de ricoufermo c svolse con bella maestria, clie applicati media- tanicnte o immediaiamente sui tessuli ncrveo-musculari gli ar- clii galvanici, se ne piomuovono le conlrazioni, con vicende va- rie a seconda della varia indole di que' tessuti^ e degli applicali arclii. Cosl ei rironfermo e dimostro simili cirruiti quanto leraci di eirelli elettro-fisiologici sui nervi e sui muscoli volontarj, al- treitanto inclficaci sui nervi e sui muscoli involontarj : c inoltre svolse e lenne a calcolo snpremo la parlicolare ellicacia degli archi ijalvanici composti di metalli etcrogenei o dissimili, fino ad ergervi sopra la splcudida dotlrina del contatto elettromoto- re. Battendo le quali vie di osservazione e di espeiienza awerti, che mentre in molti animali convicne appllcare quegli archi sui loro le?suli tanto piu svesiili della cute quanto mcno qucsta e conduttrice dell' elettrico, in altii invcce, come in varj pesci, le armature e gli archi applicati snila cute loro presentano i mag- giori risconlri eleltro-fisiologici di contrazioni. Foggie di osser- vazioni che giova fin d' ora richiamare come altineuti allres'i DiSAMINA SUL GaLVANISMO 37 atl una pariicolai'e efficacia delF iiiteguincnio ciilanco ncl rite- ncrc air inlcrno, o rivolgere aU'estenio il citcolo elcttrico ner- veo-miisculare. Di tal guisa appunto ie lorpuilini riscoiitransi dotalc di una ciile clie ue favorcggia oltremodo i loio circoli e le loro scaiiclie eslraciUanee. Singolaii procedimeiui die s'at- tcngono alia conducibdiia elelirica, e alle comunicazioni orga- riclic deir intcgumciilo ciilaneo coi soitoposti tessiilij ai qiiali si rivolgono le conenti esuinseclie, o dai quali muovono le in- Iriiiscche ( Collezione clclle Opcre del Galvoni ec. pag. 221, 2'50 cc). II perche negli animali forniti di cute mucosa, ben dcfcrenle deU'elelliico e ben ronnessa ai solloposti tessuti cellu- lari e vascolari , nervei e musculari^ l' eletlrico tragiita e scor- re di leggieri cos'i tlall' esterno come daU'interno, fino al pnnto die le maiigiori scosse e correnli si otlcngono dagli organi delle lorpedifii piiutosio altraverso la loro cule die li rico- pre, an/.iclie dagli slessi organi svesiili delta cute medesi- ma:'per l' opposite negli animali fornili di invohi(^io cnta- neo meno mucoso e meno connesso ai sottonosti tessnii, co- me nci roilili e balraciani, e nelle rane stessc, giova toglieie sifTailo involucre per 1' effello dei piii efficaci cirmiii eleltro- fisiologiiij e negli animali a sanguo caldo fino all' nemo la cu- te quanto piu arida o coperta di invcducri coibonti, tanto piu necessita unicttarla con biioni deferenti, o svcstiila dcgli ac- cennali coibenti per gli efVctii elellro fisiologici in discor^o. Die- tro le qnali cose giova pure ravveilire die in qnalsiasi ani- male togliendone la cule per melterne a discoperto i niuscoli re- stano lacerati i vasi e i nervi comunicanti tra quella e que- sti, cerrispondende tale lacerazione come al mettere a disco- perto r inlcrno tessuto musculare mediante la sua sczione; per- cio ogni punto di quelle lacerazioni cgli e propria niente a ri- guardarsi a maniera deli' inlerno tessuto sezionalo, e ben ca- pace di dar corso e circolo all'eleltrico lungo gli intimi tes- suti nerveo-musculari : di tal guisa riscontrasi cbe, adducendo il tronco nervoso crurale della rana al coulatto della superfi- cie musculare sezionata ove maggiore e la copia dei rami ner- vosi, come nelle paiti inferiori della gamba, ne risulla il piu allivo circuito elellro-lisiologico galvanico. Stanii le quali co- se ne cousegue die 1' usato liiiguaggio di iuierno, e di csicrno 38 Geminiano Grimeli.i del nmscolo, in seaso di riparlimeolo e corso eleltiico, c a coiisidciaisi relallvo al Ironclu c ai rami ncivosi, anziclio al- le parli se/.ionale o iiilogre dei tcssuli imisciil.ui. Cos! c clie il inuscolo sia iiUeij;ro o sciionalo suole oflVire verso i ironclii iiervo>i le sue proi)riela elellio-fisiologiche coiiispoiuleiill al- Tinlerno, e verso i rami le iaveiso proprioia coirispoiidenli air esterno. Maniere di coiisiderazioni clie yiovi ora I'aveie ac- ccnnate, occorreiido poi applicaile daddovero alle esperienze i^alvaniclie specialmcule fclaUve all' elcUricismo nervco-tnuscu- lare ilelle laiic . 24. Fra la classe degli animali verlebrati, dell'ordiiie ba- traciani , del gciieie rane , la specie rnnn escvf/en/rt, allignan- ic ov(iiK(iie sidle sponde dei torremi e nei fondi paludosi, rl- csce oliiemotlo op[)orUina alle preparazioni ed esperienze elet- tro-fisiologiche galvaniche. Simili animali sogliono eziandio rin- venirsi comiincmenlo iiello slalo piii sano ed acconcio alle uormall o-uli muscularl lungo il Galvanoniclro ( Collczione delle O- pere del GaU-ani pag. 75, 87, 98, 201, 287, 291, 202, 311 , 312, 472. — • Hisloire da Gnlvauisine etc. par Sue etc. Premiere partie png. 218, Paris 18U2. — Traile des P/iciioincnes Electro- P/iysiologiqiws des atiiinaux par Ch. Malteacci etc. pag. 109, 110, Paris 1844). 2). Fallo e poi che dalle piii universali c confermate os- servazioni risidla che nelle rane, ezi;indio dope la soppressio- ne del circolo sanjruii'no, e il niiiriii"re dissany;uamerilo del lo- ro tes>iiti neiveo-musr.idari, slanie la recisione del cnore e dei vasi in:ig;iori, sii^sisie piTi o meno a lungo tnlia la opporiuna capaclia elellro-fisiologica ai relilivi fononieni, come lo atldi- mostrano le varie foggie di preparazioni e di esperienze gal- vaniclie. E priinieramente le rane sjiogliale della cute c dei visceri, e ri.l'Hie, col capo e la colonna vertebrale o spinale, agH arii, ai relitivi nervi e muscoli , restano a dilungo con Umo il vigi)i-e (islologico di sin)ili lessuli, fiiio a sallollare at- torni), e a riluggire alle minime impressioni di slinioli e spe- cialniente di azioni eleltriche. Quindi si reseca e si asporta il tralto inferiore di colonna vertebrale corrispondente ai plessi ossia fisci o cordoni nervosi lombari, cosicchi; tali cordoni re- Slino (pial nesso tra gli arli toracici ed addominali; e per tal modo sono impedili gli accennali sallellainenti delTanimale, ri- manendo all' un tempo gli isolali cordoni nervosi disposli ad accoglicre ogni corso eletlrico, e a nienifestarlo colic rnaggio- ri contrazioni musculari. Che se si apre il cranio e la colon- na vertebrale, ponendo a discoperto il cersello in un col mi- dollo, si prej.ara in tal gnisa I'asse cerebro-spinale agl' imme- diaii cimenti galvanici ( Collezione delle Opcre del Galvani ec. pag. 87, 114). In secondo luogo le rane, spogliate della cute e dei visceri , ed inoltre prive del capo e degli arli to- racici, si riducono, per la resecazione del tralto iuleriore di DlSAMlNA. SUL GalVANISMO 41 colonna vertebrale, al Ironco siipciiore della colonna siessa , ai corcloni nervosi lomhari o criirali, agli arii atiJominali, favo- rentlo cobi 1' clettiico a sconeie liinyo il ironco spinalc e i nervi e i inuscoli ; gll slessi aili adiloiiiinali poi divisi pel som- mo (Idle coscie, e allinenlisi pel solo iis[)ellivo neivo loiiiba- re al Ironco spinale, oiriono la opportunila del corso clcltrico or, disliiilo sii ciascun arlo or dall'iino all' altro: foggia di pre- parazioiie galvanica per la quale iiiohre si osserva la stes5a correnle eleurica procedere all'iin tempo nell' no arto liingo i nervi verso i nuisculi , e nell' altro viceversa da qnesli a qncl- li (Coliezione clclle Opere del Grtli'ajii ec. pnij^. 63, 91,223, 359, 364). Ill terzo liiogo ridoite le rane ai plessi o fasci o cordoni nervosi lombari o crurali recisi in prossimiia della spi- na, e allinenlisi ai soli arti addoniinali nudati o vestili dclla loro cule, servono alle piii delicate espeilenze galvanicliej cost e che la sezione trasversale di qiiei nervi riesce capace di ac- cogliere e di avviare efficacemeiilo entro i tessuli mnsculari le minime c piu fuggevuli correnii elettricho : s' agginnge die i corrispondenti miisciili lasciati vclili della cute loro propria serbano la piu squisila e durevole forza nerveo-musculare {Col- lezione delle Opcre del Gahani ec. png. 280, 297, cc). La rana poi divisa longitudinalniente e diniidiata pel sonimo del- le coscie, riducendola ad un solo arto addomiiiale rinuiito del rispettivo cordone nervoso lorabare, risiilta opporLi:;:issima essa pure a riconoscere e a scandagliare le ininime e piu fugge- voli correnti elcllridic. Auzi a tal uopo giova allresi separare dall'interno ddia coscia, ed isolare dai circostanti tessuli mu- sculari il nervo crurale fino presso il ginocc'.iio, resecando e- ziandio tutta la coscia, e restando cosi il lunyo tratio nervo- so connesso alia garnba nudata o vestita di sua cute : di tal guisa avviata e rivolta la correnle elettrica^ di qualsiasi origi- ne, lungo il nervo, e all' uopo niantenuta isolala la gandia, que- sta si presta coUe sue contrazioni al piu squisilo galvanosco- pio (^Collczione delle Opere del Gnlvani ec. pag. 2S0^ 2H\ , ec. — Caldani liicerclie suU'Eleltricild Jniiiinle ec. png.Oi), Padova 1794. — /fldini ec. 3/cinorie della Socield Italiana, tomo XI F parte II , pag. 330, Verona 1809. — Mattenc- ci Traite ec. pag. 28. ec. Paris 1844). Anche ua muscolo T. X. 6. 42 GfiMrNliVNO Grimelli resecalo e dlstaccaio dalle membra animall, e tailor fresco e vivace, loriia iti acconcio a diverse osservazioni ed espericnze ynlvauichc: per lal guisa il muscolo siesso, sia muniio, sia spo- glialo dei suoi Ironchi nervosi , applicandolo sui nervi della rana, compie parlioolari circuili eletlro-fisiologioi gi;i proposli e svolli dal Galvani , daU'Aldini, daM'alli, dalT llumbuldl , e da allri noa pochi; loggia di circuili che iiisiiluiii eziaa- dio coi miiscoli degli animali a sanguc caKlo sui nervi del- la rana condussero a dimosirare le correnli elciuiche uinscu- lari galvauiche eslese ad ogni ordine di animali (^Cullczionc delle Opcrc del Galvani ec. pag. 151, 184^ 360, 475 ec. — Jldini Saggio di espericnze sui Gah'anisino ec. pag. G9, 70, Bologna 1802. • — Id. Essai ec. sur Ic Calvanisine ec. pag. 3 , 27 ec. Paris 1 804. — Humboldt Experiences sur le Gah'anisme ec. pag. 33, 34 ec. Paris 1799. — Mat- teiicci 2'raite etc. pag. 51 , ec. Paris 1844). E in ordine a quesla slessa materia lorna in acconcio 1' avveriire ancora che pill rane preparate alia galvanica furono disposle a convenien* te circuilo, all'uopo di osservarne avvalorali e rinvigorili i re- lalivi fcuomeni galvauici; di lal guisa si combinarono piu ra- ne r una a fiance o addossata all' altra, intendendo cosi col- r unire nervi a nervi , muscoli a muscoli di eslcndere e som- mare il rispettivo loro elellricismo a foggia delle ordinarie bal- terie leidensi ( T^alli Lettera seconda e oltava sull' Elettrici- td Aniniale, Torino 1 792. — yJldini Saggio di esperienze sui Galvanismo pag. 81, Bologna 1802). D' altra parte si intcse piuiiosto a combinare le rane in serie longimdinale, co- sicche i nervi dell' una seguano ai muscoli dell' altra prossi- ma , esleudendo in siffatta guisa il circuilo (^Caldani Osser- vazioni ec. fiicerclie sull' Elettricitd Jniinale ec. pag. 1 06, Padova 1 794. — JSohili Memorie ed Osservazioni ec, vo- lume /, pag. 75, Firenze 1834). Torno pure in acconcio ridurre le rane ai soli arti inferiori e unirle in serie longim- dinale, congiungendo la sommiia delle coscie coll' eslremitii delle gambe, ovvero anche insiituire simili catene di tessuti muscular! cogli aili divisi alia sommiia delle coscie^ o col- le sole coscie, o colic sole garabc, o colle melii superiori o iaferiori delle coscie e delle gambc stesse ( Lcltcra del DlSAlHNA SUL GaLVANISMO 43 GriincUl all' yimici ec. Nuovi /Innali dclle Scienze Nntii- rati ec. toino X , Bologna 1813. — Matlcuci Traile etc. pag. fJS, 94 ec. Paris 1844). 2G. Comunqnc le rane siniio prepniMlc , la loro forza ner- veo-musculare c i rclalivi feiioiiieni galvariici si proclucono e manlCDgono con assai varlabile imcnsila e durala , sca- (Icnclo e dileguanJosi piu o mono presto , a seconda di va- rio circoslanze ed iafluenze operose sui tessmi organic). E pri- mieramcnle il vario gencie di inorte delle rane coopcra a rcn- derne i fenomeni in discorso vaiianienle intensi e durevoli; cosi e che uccise per pronta resecazione ed asporlazione tlei visceri risullano capaci dei piu intensi e durevoli fenomeni galvanic! , mentre che spente mediante sostanze velenose o tos- siche onVono simili fenomeni meno intensi e durevoli; spen- te perfino colie sostanze nervine piu capaci di esaltarc, nello stalo di vita, la forza nerveo-musculare^ anziche riescire me- glio capaci, piultoslo addivengono meno atle ai fenomeni ri- sguardanti f elellricismo loro proprio; cimenli sperimentali gia di buon'ora instituiii dal Caldanij dal Valli^ dal Brugnatel- li , dal Reinhold , dall' Hundjoldl e da allri, con risultamenti tanlo pill variati, quanto meno fu adoperalo a ben sceverare, nei circuiti galvanici, 1' elcttricismo proprio dei tessuti nerveo- miisculari da quoUo insorto per azione eletlromolrice degli ap- plicali archi nietallici o idrometallici ( Caldani lii/lessioni ec. ed Espericnze sulla Elcllricila Aniinoh pag. 173, Pado\>a 1792. — yJnnali di C/iiinica e Storia JSalnrale ec. tomo Vll, Pavia 1 795. — Ilistoire du Galvanisine etc. par Sue etc. prirniere parlie pag. A2 , G1 , 168, 174, 220, Paris 1802). Comunque poi uccise e preperate le rane, i loro tes- suti organici posti a discoperto e al contatto dell' aria soggia- ciono alia piii nociva evaporazione con dispersione dell' umi- do naturalmente loro proprio; no rumettarli con acqua o ac- quosa solnzione quals'asi vale a resliluire loro quel parlicola- re ammoUimenio fisiologico che tanto coopera ai fenomeni galvanici: s' arroge che per 1' azione ossigenante dell' aria e- sorciiala direttamente sui tessuti nerveo-musculari, questi resta- no alterati con notevole deperimento di loro ficolla elettro- fisiologica, coine awicne altresi eutro 1' ossigene puroj pa- •11 Geminiano Grimelli rimciui iiei gaz non ossigcnanii, qnali I'azoto, il gas acido car- l)()nico J il cloro , lidrogene, i tes^iiti nervco-inuscnlarl csa- l;!iio gaz acido carbonico ognora con dcporiincnto di loro i"a- coltii elultro-fisiologiihc: foggie di osscrvazioni e di esperien- ze iulorno alio qiiali rcslano peio aiicora a dosiderarsi con- clu-'iorH !)cn accerlatc e concordi ( Jonnnis Jhlini cle /Ini- iimli £ Ice trici late Disserlatiom's chiae etc. Diss. II, pag. XIX, Uononiae 1794. — Jliiinholdt Experiences sur le Cah'cmismc etc. pag. 72, 75, 82, 244, 381, Paris 1799. — Mattcucci Iiicerche Elettro-ftsiohgiche ec. J^Iemorie del- la Societa Italia na, toino XXIII, Modcna 1815). Per lul- te le (luali cose necessita valiilare daddovero la diversa ca- pacita di forza nervco-musculare c dci relativi fcnouieni elet- iro-fisiologici. 11 Galvani in proposilo stal)ilis'a lie slati : il priiiio nel quale la forza nerveo-musciilare e massima e va- Icvole ad oflVire , inerce il prctto circuilo ncrveo-miiscula- re o 1" arco omogeneo, le piii complete coulrazioni; il se- coudo nel qnale e media , ed occone il circuilo composto con arco etcrogenco metallico per le conlrazioni siesse ; il ter- zo nel quale e minima, in guisa clie mediante gli arclii ezian- liio i pill cteiogenci or sorgono or mancano le conlrazioni, a seconda di varie circostanze, come la variata applicazione del- I'arco siessOj o il riposo conccduto ai tessuli nerveo-muscula- li: maniere di conclusioni galvaniche die restano pure uillo- ra norme acconcissime per riconoscere e scandagliare il va- rio slato della foiza ncrveo-miisculare e i relativi f'enomeni cletiro-llsiologici (^Collezione delle Opere del Galvani ec pag. 159. ct\). E appunlo dietro tali osservazioni del Galvani il Volia si fece a discernere e a precisare la diversa sensibililii cloitrica dolla rana, a seconda della varia sua preparazione e (lei peiio'Ii della medesima: quindi assegno i vari gradi di for- za elellrica apj)licabili alia rana Integra, o decapilala , o li- dolta coi nervi lombari a undo, o armula, per oitcneine le conlrazioni musculari ( Collezione delle Opere del V^olla ec. tonio II, parte Ij pag. 3, 38, 5G, G8, 79, 126, 2G3 ec.}j. Pero in tale proposilo giovi 1' avverlire clie il Volla, nel di- siingncre esso stesso i varj period! di forza organico-vitale, o , come disse, di vilalilii elctlrica, accordo tale estcusione al pii- DiSAMlNA SUL GaLVANISMO 45 nil) c massimo di que' peiiodi, Ja liarne tleduzioni non rifo ribili al medesimo, come meglio fia palese in seguiio (^Co//e- zione dclle 0/)ere del T'olla ec. vol. If, parte /, pcig. 43, 77, 125, 188, 200, parte II, pag. 36, 30). 27. Le accennale varie preparazioni dclle rane riscon- transi giJi dal Galvani rivolte a riconoscere releltricismo pro- piio dei tessiiti ncrvco-niusculari, e a scandagliarlo niwliunle i liscontri clellro-fisiologlci dclle conlrazioni. Per tal guisa gli originali di Itii sludj si avviarono sulle rane medesime espo- sle air alinosfera di una ordiiuuia macchiaa elcltrica iufiuea- Ic , con pai'ticolare magisiero elcllro-fisiologico , a promuove- re le piu nurabili vicende di conlrazioni: nianicre di faili che or torna lanlo piu in acconcio il licliiamare, qnanlo piu fu- rono di leiiiiicri Irasandali e ridoui al solo alio del discioslier- si r accennaia almosfcra clcUiica con ridusso c scarica dai corpi circostanli sui prossimi tessuti neiveo-niusculari, e quin- di con efiollo elcUro-fisiologico dclle conlrazioni; niodo di pro- cedinienlo die fu pure indicalo ed accolto dal Galvani sies- so , insihlendo pero nel riguardare in simile magiatero, e nel dislinguere le azioni eleltriche conuuique dall' esterno condone sui tessuli organicij e quelle indolle per enlro i lessuli me- desinii, coo|)eranli le une e le allre agli stessi efi'eui cleilro fi- siologici delle conlrazioni ( CoUezione delle Opere del Gal- vani ec. Jinpporto cc. pag. 74, 88 j Opere ec. pag. 1H, 121, 20G, 238. — CoUezione delle Opere del I'olln ec. volume II , parte I, pag. 5G, G5 , 122). E per siniili vie d' osservazione e d'esperienza pervenulo il Galvani a discopri- le snlle rane medesime i mirahili circulli insliluiii sui tessuti ncrveo-nuisculari con arclii nieUiUiti, o elerogenei , o omoge- nei, ed eziandio uniidi inorganici o organici condutlori del- r elettrico, iniese ognor piu a dimosirare in que' tessuli la fa- colta di svolgcre un parlicolare eleiuicismo lisiologico , e la proprieia di iiianifesuulo mediante le nolaie vicende delle con- lrazioni. Per tal guisa oflriva all' un tempo in sugli stessi tes- .siili del medesimo animale una parlicolare foggia di cleltro- molore fisiologioo, e di squisilissimo clettrciicopio, \ nno e r altro allinentisi ognora alle facolla e proprieia organico-vi- tali: maniera di elellricisnio fisiologico galvanico che ucccssi- 4G GeMIISI.VINO GuiMEl.LI ta pi)i scevcrare ila ogni sua complic,uv/.;» col fisico voliaico per contallo cleltromotore. Alia pcrCine II Galvani si faccva Rvanti ail illiislrare \ elcltricismo nervoo-imisculare dellc rone meillinio la comparazione cogli organ! clcurici delle torpcdi- ni. Qiiiiuli sagaconienle avveviis'a in proposito le piu noicvo- 11 analogic analomiclie e fisiologiclie, qn ili sono pnre al gioc- no d' oggi discorse intorno a simile malaria. Cos\ rignarda- va nci nervi cerebro-spinali c nei mnscoli coni^pondonii jl circolo cloltrico manifeslato dalle conU-az,ii)ni ; e in consimilj nervi, e in un orgnno speciale le scariche elellriche proprie del- le lorpedini. Dietro poi le stesse osscrvazioni cd espeiienze del Galvani si raccoglie che gli accennali risconlri elellro-fisiolo- gici, nicdlanle le conlrazioni ninsculaii, si prodncono e nianl- feslano in varie guise e con diverse vltende. Invcro le minime correnii eletlriche rivoUe sni cordoni nervosi esiesi fuori del re- lalivi muscoli ne suscitano le conlrazioni sinipaliche, venendo ineno l' azionc motrice di qnei nervi successivamenle dalle lo- re origini cerebro-spioaU verso i icssnli mnscnlari: d'allra par- te occorrono le maggiori correnii cleltriclie rivohe inimedia- tamcnle sni mnscoli onde promnoverne le conliazioni idiopa- ticha, che si pro incono senipre piii inlense e dnrevoli verso i lendini. E le foi me di tali comrazioni si ravvisano era do- niche, ossia snssegnite da pronto rilassamoiilo, ora toniche, os- sia vie pid dnrevoli con tardo rilassanienlo : le vicende do- niche di contrazione e rilassanienlo cosiitniscono negli ar- li i loro moli aliernali di flessione e di eslensionc , qnali si osservano in ispecie promossi dalle correnii elellriche di ori- gine intrinseca organica, come risconlrasi nel pretlo circuilo ner- vco-mnsciilare, carailerizzalo da conlrazioni pinllosto di fles- sione; le conlrazioni loniche invece cosliuilscono le perma- ncnli pid o meno dnrevoli .flessioni, o eslensioni degli arli, fi- no anclie alia forma tetanica, come avviene ognora per I'azio- ne delle correnii elellriche esirinseche, le cpiali comanqne con- done sugli aril addominali delle rane ne provocano ognora li moli di eslensione , anziche di flessione. 28. Fatlo e poi che dielro il Gdvani reslo comprovalo che fra i niez/,i pin acconci ed agcvoli^ piu delicali e squisili, per ricoQOSccrc e scaadagliare le scariche e le correnii elellriche Dis.VMiN.v suL Galvamsmo 47 (li qiKiKi.isi origiiie, piiiiiog^iano seinpre la rana galvanica, e la rana galvanoscopica, cjuali giova l>cn disliuguere pel cllbiiii- to loro ullicio . La rana galvanica, stanle la sua pieparazio- ne, risulta capace di maiiifoslare colle proprle contrazioni le inininie scariche e correnli eleilriclie siano svolte dairinliino del siioi tessuli nerveo-inuscuiari, siano dall cstrinseco proce- denli sui tessuli stessi , siano combinale o composle dell' una e deir ultra oiigine. Ma la rana galvanoscopica conviene sia disposta in gnisa da luanifoslare colle sue contrazioni le sca- liihe e cortenii eletlriche procedenii dall' estrinseco del suoi tessuli, e non complicate con quelle proprie dei tessuli istes- si . Egli infatli avviene di leggieri die nella ordinaria rana galvanica, spoglia di cute, coi nervi e muscoli lutli a disco- perlo , si complichi 1' eleltrico loro proprio con quello ap- plicalo sugli stessi lessuli nerveo-niusculari: cosi e die nella rana spoglia di cute, e fresca, e vigorosa, i soli veli uuiidi al- lorno la niedesima bastano a costiluire ira nervi e musculi ar- chi i pill favorevoli al corso e alia compllcanza deir clcUri- co inlrinseco coll' estrinseco applicalo ; quindi poi dietro si- iiiili conlingcnze furono riscontrali e riferiti i piu varj risul- tamenli, relativi alle vicende elettro-flsiologithe delle contra- zioni niusculari . Ma d' ultra parte la rana ridotla agli aiii ad- dominali veslili della loro cute ^ fino alia sommiia della co- scia, coi rispetlivi nervi crurali isolati, si presla davvero come galvanoscopica J ossia a ben riconoscere e scandagliare qual- siasi estrinscca correnle, evilanclone ogni complicanza col- r inlrinscca organica: infatli siuiili aril muniti del loro inte- gnmenlo cnlaneo quanto valgano a ritenero in essi infrenato r inlimo elellricismo loro proprio, altrettanlo riescono a- datli e pronii a rcagire alle niinime correnli eletlriche di- relle sui loro ironclii nervosi. Quimli il Galvaui nell' usare ia consimil modo la rana veslita di cule, adducendone o percuo- tendone le esircmita recise e pensili dei nervi crurali sui mu- sculi, eziundio isoluti, o su allri lessuli organici, ne oflerse pro- priamente in quella la verace rana galvanoscopica per iscan- dagliare le correnli proprie di simili lessuli , o d' allri male- riali eleiiromoiori ( Colic zione dclle Opcre del Cahrini ec. pag. 282 J cc). Che se pure alia raua spogliala della sua cii- 48 G£JlI^lA^o Gnniri.t,! to , e coi miiscoll a discopcrlo comunqnc isolail , si applica l;i corrento olelliica sal solo nervo crural e, alia niaiiiora del Nobili c del Maltcuccij uon rcsla porcio evii.ua la complicaii- za dcir eslrinsoco applicalo clellricismo colT iiilrinseco orga- nico, scoirente di legyieii liingo lo disconerlc supcrficio rmi- sculaii , e da qiicsle dorivaule fmo al ironco neivoso . Iiifalii per tal gnisa disposta la rana risconlrasi rhc qnaiilo piii c fre- sca e vigorosa, lanlo maggiori anornalic odie alia estrinseca cuiTcnte applicata ai suoi tronclii nervosi , a scconda dei cir- coslanli vcU ed archi umidi che nc occasionano la compiican- za, o per lo siesso versOj o pel verso opposto, coll' inuinseco elcUiic!sino nervco-imisculare: foggic tli anomalie per le qiia- li si prodiicono in ogni caso i plii irregolari risconlii di con- trazioni , rclativi cosi all' intensiia , coire alia dirczione del- la applicata corrente. iMa la stessa rana miinita de' suoi in- tcgmneiui ciUanei si presta al piii esalto ufficio galvanosco- pico, appalesando i risconlii delle sue conlrazioni coUe nor- me piu costanli. Per lal guisa ncUo stato del maggiore suo vl£;ore nerveo-musculare, e d'ocfui inerenle sua canacila eleltro- fibiologica, risponde dessa coUe maggiori conlrazioni alle mini- 1116 correnti clcUriclie, coniunque sul nervo diiette, o verso I'e- streinila encefalica, o verso i muscoli; e scaduta da lale vigore e capacita eleltroTis'.oIogica cominci^ a rispondere colle niag- gioii conlrazioni alia corrente diretta verso i muscoli, e coo niinori o nulla conlrazioni alia stessa avviaia verso 1' eslre- niila encefalica: s' aggiungono poi nel maggiore infralimento nerveo-musculare le vicende delle conlrazioni or solo al chiu- dere, or solo all'aprire del circuilo elettroinotore. anche die- iro le maggiori correnti eletlriclie ^ quali poi si riconoscono e scandagliano pure niediante varj risconlri elellro-chimici, ed eleltro-fisici. 29. Fra i fenomeni e I contrassegnl elettro-chimici raa- nifestantisi sui tessull nerveo-musculari il Calvani acceuno la pronta decomposizione dei materiali, organici, carallerizzata da sollecita pulrefazione, quale riconobbe appunto nelle rane assog- gellale ai cimenli elellrici ( Collezione delle Opere del Gal- vani ec. Rapporto ec. png, 31 j Opere ec. png- 75). E nel seguito di consimili osservazioai ed esperienze fu ancora rico- DlSASIINA SUL GaLVANISMO 49 noscluta , per 1' az'ioae dolle correnli eleltriche sui tessuli or- ganici, la decomposizione dei sali loro proprj, e dell' ac([ua stessa, e per I'una parte la dissoluzione per I'allra la coagu- lazionc degli umori albuminosi. JMa in ordine alle correnli e- leltriclic somiiiinislrale dalle rane 1 conlrassegni piu nolevoli si ravvisano suUe sostanze piu capaci di decomposizione elet- Iro-chiniica , e sui melalli piu abili ad assumere le polariia secondarie: fia quiiuli opportune il qui accennare le precipue condizioni valevoli a ridurre quesie c.orrrenti a svolgere gli accennati efl'etii. La rana preparala alia galvanica e disposta col tronco spinale immerso nell'acqua di un bicchiere e col- le estreniita delle zampe immerse in aliro simile bicchiere, of- fre, chiudendo il circuito, una corrente, che, transitando lungo gli isolati nervi loinbari o crurali, quanio riesce opportunissi- ma ai fenomeni elettro-fisiologici ilcile contrazioni musculari , allrettanto risnlta inofficace ai fenomeni elettro-chimici suU' arco che compie il circuito. Clie se la rana stessa si dispone in gui- sa che la gamba di un suo arte si immerga in un biccliiere, e la coscia deU'altro arto^ avendone resecata, al ginoccliio, la gaui- ba^ si immerga in un col tronco spinale nell' allro biccliiere, in lal modo chiudendo il circuito si otliene la corrente elct- trica che, transitando per le piu ampie vie musculari, quanio riesce inopporluna ai fenomeni delle contrazioni , allrellanlo torna ellicace agli eflelti elettro-chimici : infalli di tal guisa si otliene una corrente eletlroposiiiva diretta dalla coscia priva- ta della sua gamba, e proccdente, attraverso 1' arco che com- pie il circuito, all' estremita dell' altra gamba , e capace di par- licolari fenomeni elettro-chimici. A tale oeeetlo ciova rinfor- zare silTalto circuito con piu rane (tre o quattro) disposle o loa- gitudinalmenlc, congiungendo metliante laccio eslremiia di co- scia ad esiremlta di gamba j ovvero riunite parallelamente, e strelle a fascio con coscia a coscia, gamba a gamba. Per tal modo la corrente propria dei tessuli nerveo-muscnlari si rin- forza, e addiviene intensa fino al punto che, raccolta agli estre- mi delle coscie e delle gambe con due conduttori metalli- ci omogenei di plalino o d'argento, ed avviata attraverso una soluzione acquosa di laccamulla, di ioduro potassico, di sol- fato di rame, riesce agli ell'clii chiuiici deU'arrossamealo della T. X. 7. 50l'^ GeMINIANO GniMELLt laccamuffa^ della scomposi/jone del iodiiro potassicO, della pre- oinitazlone del raine. Clic se il ciicnito niedcsimo si chiiule con arco nielallico omogeneo, applicalo per 1' un siio estrcino snlle coscie, e per rallio sulle gambe, in tal caso risconlrasi bea preslo che la correnle nell' allraversuie simile arco gli imparte le polarita sccondarie, addiveiiondo elollro-posilivo in suU'estre- ino applicalo alle coscie^ ed eleltro-negativo in suH' eslremo ap- plicalo alle ganibe. Le qiiali foggie di polarita secondarie si veridc.ano lanlo piu intense e pronle, rpianlo piu e rinforzata la correnle cK'llrica mcrcc; le rane congiunte e st'fcile, o lon- giiiidinalinenle, o parallelainente : singolari procedimcnti del- J' elettrlcismo proprio doi tessnli nervco-mnscniaii dvlle rane, che si riconoscono e scandagliano appunlino medianlc il sus- sidio del galvanomelro . 30. Le rane infatti preparate alia gnlvanica si sottopongo- no al calvanonielro niolliiilicatore, riconoscendone e scanda- gliandone in ogni eslensioue e con ogni precisione le cor- renli proprie dei loro les^nli nerveo-miiscuLui. 11 galvanome- lro a tal nopo neccssita sia costrnilo e composto diciro gli insegnamenli del INobili e del Melloni, e le praticlie del Goii- rjon e del Rnmkoif, qnalo appunlo mi procurai dalT esiinio Fisico-Meccanir.o sign. Jest di Torino^ avendolo i isronlrato sqni- sito c seusibilissimo per le esperienze in tliscorso ( fyiemorie ed Oiservazioni ec. del Cav. L. Nobili ec. png. 7, 67, 135, Firenze i834. — I'ssai stir Ics Phdnomenes Electriques par j\j. Cli. Mumucci pag. 43, 75, Par'n 1840. — Traite des Phenntnhnes lUctro-Pliysiologiques des /inimaux ec. par Ch. MaUeucci ec. pag. 20, 32, Paris 1844). Dietro poi gli insegnamenli del JNobili si dispone la rana col sno Uonco spinale immerso cntro nn piccolo adatto vase di ve- tro, e colle zampe Uifl'ale in allro simile vase o bicciiierc, con- tencnli una sokizione acquosa salina, come di clornro sodico, o allra solnzione abile a condurre V eletlrico, scrbando i tes- suli organici il pid possibilmonte illesi ; qnindi compicsi il cir- cnito introdnccndo nei Liccliierini i capi del fdo galvanomc- irico muniti di laminclle mctalliclic omogenee, alquanlo estc- se per raccogliere T eletlrico dilTuso ncl iitpiido , e resislcnti air azione chirnica del liqnido slcsso, quali usansi percio lo DlSAMINA SUL GaLVANISMO 51 lumine tli plaliiio. Iii tal iiiodo si av\ia pel circiiilo una cor- reiUe elellrica procodeutc dai tcssuli iiorvoo-iniiiiculaii, ossia (Jal tronco verlebrale, Imigo il filo galvanoinelrico, af^li arti , manif'oslata in suUe prime dalle coiilrazioni miisculari, e al- r nil tempo da una mdicazione galvanomclrica di alcnni gia- di, in ragione della vivacila dclla lana, e della conduciljill- la del li(|nido , della omogeueila cd eslensione dcUe laminel- ic ineUiUii he: fogi^ia di correule cliCj sebbeue risulii presto, an- zi dopo poclii minuii della preparazione , inetta a scuotere la ra- ua, lullavolta coniinua ancora per qualche tempo a mauifeaiai- si al galvanomelro, gradalamenle dileguando-ji col dileguaisi ia foiza neiveo-musculare ed ogni lelaliva capacila elotlio- fisiologiea; conente ognor dirella dal tronco veitebrale, lungo il filo galvanomctric'o J agli arli dell'animale, e che si avvalo- ra estendeudo il circuito coiralliuigailo niedianle piu rane disposte successivameute a corona di tuzze, come fu giu li- sconlralo ed avveriito dal Kobili ( Meinorie ed Osservazioiii ec. del Cav. L. JSohili ec. Vol. I , png. 6S, 75, 151 ^ /-/- renze 1834J. SilFaito melodo di esplorare 1' accenuaia corren- te della raua, adoltato poi ed esleso dal Matteacci, condusse ijuest'iaduslre fisico a riconfermare gli esposli lisultamenti del J^■.ubili, e a riconosceie coatante la dirczione di qnella conen- te, (|ualnnf|ue sia il licjnido o salino, o alcallno, o aciilo usalo a compiere il ciicuito, Se non che il Matteucci stesso rifeii che I'indicato ciicnilo esteso col disporre le lauej anziche suc- cessivauienle a corona di tazze o catena, invece lateralmen- le r una a fianco o addossata all' altra pel vei'so medesimo , non addimostia avvalorata o cresciuta la corrente elettrica; anzi ei dichlaio che tal corrente della rana serba una pari in- tensita tauto in un solo suo arto divijo dull' altro, quanto in am- bedue gli arti deU'animale intero , e che noa cresce, qualun- que sia il numero delle rane disposte I'una a fianco delf al- tra, intra vedendo cosi uu reciproco scaricarsi deirua arto col- r altro , deir uua coll' altra raua ( Traite de<: Phcnomenes Electro- Physiologiqucs des /Iniinaux par Ch. Matteucci etc. pag. 94-97, Paris 1844). Laoude si scorge che quanto fu agevole al Nobili il raggiungere la corrente elettrica dclla ra- na cresciuta e rinforzala , eslea Jendoae il circuito con piii 52 Ceuini.vno GnniEu.i int-liviJuI disposil a corona ill lazz.e ^ allreltanto rlesci dirtlcilc anzi inescguibilo al IMallciicri il ravvisare simile iiicremeiuo c riiifmv.o olotlrioo-clinaniico, coll' estcndere il circuito delle ra- no stes-;e clisponcinlole o acUlossandole 1' una a fianco o a la- to dcir altra per lo stesso verso . Ma falto e die si verifica pure accresciula e riiiforzata la conoiile ncrvco-musculare in lagione del nuinero degli individui ritinili lulli parallelamente pel mcdesinio verso, ove si socldisfaccia alle condizioni scguen- ti, relalive alle rane slesse e alia applicazione del galvano- melro : 1.° giova clie tiiUe le rane in tal gnisa dispone sia- no possibihnenle di pari corporalura e frescliezza, di pari vi- f^ore norveo-musculare e facoltii eleliro-fisiologica ; ahrimenti le pill piccole e meno fresclie, le pin deboli^ e mcno capaci della corrente loro propria, iinportano grave difetto a rinnire ed avviare in corso e direzione comune ed aflorzata le sin- gole corrcnti di ciascuna; inollre torna in acconcio che le ra- ne prcparale, nienlre restano fuori del circuito galvanometrico siano coi loro estremi isolali o su piano coibente, od a caval- cione dcll'orlo di una tazza di vetro ascinUa , ovviando cosi ogni loro circuito avvenlizio su piano uniido o metallico, pel quale si attenua di leggieri la corrente propria dei loro tes- suti nerveo-mnsciilari ; 2." conviene slringere ed allacciare as- sjeme i tronchi verlebrali, immergendoli cosi riuniii e streiti nell'un bicchiere o vase, e all' un tempo stiingere ed allac- ciare eirualnienle con filo di tessuto inuniidilo lulti cli arti at- torno le articolazioni dei ginocclii e dei piedi, in guisa che ben allacciali e congiunti si immcrgano le eslremitk loro nell' altro vase 0 bicchiere; ovvcro anche, preparata la rana alia galva- nica, resecarne al ginocchio dell'un arlo la gamba, applicando sulla residua coscia i nervi lombari col tronco vertebrale, e la dislaccata gamba unirla parallelamente p>er lo slesso verso a quella dell' ahro arto rimasto intern, rafl'orzando ed agcvolando cosi il corso elettrico lungo tutto il suo cammino : di tal gui- sa preparate piu rane e riunite assieme pel yerso inedesimo, allacciandole attorno le articolazioni a maniera di fascio costi- luenle come un muscolo solo, e tull'andone gli estremi entro i vasi G bicchieri, si riscontra ognora ^ in ragione del numero de- gli arti riuniii, accresciuta la corrente^ direlta dall' estremila delle DisAJiiNA suL Galvanismo 53 coscie , liingo il filo galvanomclrlco , all' estremiia flcllc gam- be; 3.° al quale oggelto giuva oltrcnjoilo die il li(|uIilo en- Jro cui si iniinergono gli eslrcnii dell' accennato fascio di les- snti norvco-musciilaii sia hiion condullore deirelellrico, e coa- veniente a scibare i tessnli stessi il [liu possibilmenie inalle- rali ed illesi: cos'i e chc le acfjuosc solnzioni di cloruro so- dico o calcico, di acido ossalico o di solfalo di rame, mea- tre per I'lina parte oflVono la coiiducibilila eleltrica opportunis- sima ad osservaie, nelle prime immeibioni, tulla la correnle che si ricerca, per altra parte ledono e indiirano ben presto i lessuli organici, riducendoli disacconci alle piu lipeluie e pro- lungate osservazioni ; pero, all' iiopo di siinili reiterate e com- parative osservazioni ed esperienze sugli stessi tessuli, riesce be- ne adatto lo siero di latte vaccino chiarificato, il quale sia o neatro , o alcalino , o acido , e, all' occorrenza, attivato allresi sciogliendovi entro qualclie ceniesimo di cloruro sodico, uni- $ce air apportuna conducibilita eleltrica la propriela di serba- re li tessuti uerveo-musculari illesi , e nel naturale ammolli- mento , favorevole ad ogni loro proprieta eleuro-risiologica; 4.° air uopo poi di raccogliere da simile li(|uitlo condutlore, o da altro qualsiasi, tutto il possibile elettrico difl'uso in esse dalle estremita delle coscie e delle gambe delle rane, riesce oltremodo efficace il surrogare ai bicchieri di vetro due simi- li rccipienti o vasetti di iiielallo^ all' esterno munili di adatto manico, esso pure meiallico, attorno cui siringere o fissare le estremita del lilo galvanomclrico : siffuti iccipienli o capsu- le, eve nianchino dei metalli meno ossidabili, come di pla- tino o d' oro o d'argento, valgono altres'i o di stagno o di rame o di piombo, che, ben isolati e asciutti all' esieino, ri- sce agevolc, empili all' un tempo in pari misura dello slesso liqiiido, come appunlo 1' accennato siero di latte, di ottcne- re omogenei, correggendosene ben presto Ic avventizie loro eterogencila medianle arco di tessuto inumidito, o di una ra- na posta col suoi arti ad^ominali a cavalcione di simili va- scllij c cosi serbando cliiuso il circuito fmo all' equilibrio gal- vanomclrico; quiudi, in tale stato di cose^ immediatamente so- stiluendo all' indicate arco (posto all' uopo dell' equilibrio galva- nometrico) i preparali lessuli nerveo musculari, eziandio veslili 5-i GeMIKIAISO GniMELLI di Icla iininiii.llia nelle loro paili di coiiiaito coUe pareli me- lalliflio dei vasctli, nc consci^iic una iiidIcaz,ione galvaiioinotrl- ca clio, ove irallisi di una sola rana, riosco scinpre siipoiioie di alcnni gradi a qiiclla oUcnula col nieiodo del Nobili se- guilo dal Malteucci, ed ove HallisI di piu ranc rluuile e con- giiinlc parallelainenlc a fascio^ cresce sonipie In ragione del numero lore con verace progrcssione arilincUca. Tn ordine al- le quali cose vuolsi pure avveilire die le condizioni pieci- pue per ollcnere dalle rane galvaniclie, disposlc e riunite paral- lelanienlc, la indicata sonima progressiva di loro cqrreule, si riducono all' acceiinata loro rinnione a fascio allacciato, come cosliiiiissero iin mnscolo solo, c all' acceunala eslensione altor- no le eslrcniila di simile fascio delle estremila galvanometri- che. La prima di lali condizioni, die addimoslra sliLlta disposi- zione parallela degli assembrati m.usculi favorevole a rinnire in corso comnne le loro correnti eleltriche, non avverlita Gnoia da alcuiio, sfiigg'i cpiiiuli anclie al cliiarissiino IMalleucci. Ma d' ul- tra parte que^to illuslre Fisico di Pisa doveva pure couosce- re ed applicare all'uopo in discorso il principio di ordinaiia galvanouielria : die cioe in ogni appareccliio eleUromotore, spe- cialinenle di materiali umidi e di lessuli organid, qiiarilo niag- giore 6 I'ampiezza dell' appaiecchio, e minore la lensione e- letlrlca, laiito piu eslese occorrono le appendici del filo gal- vanoiiieirico per raccogliere tulta la possiuile quanlita di e- leilrioo ed avviarlo a correnle, e cosi ottenerne i iiiaggioji risconlri all' ago calamitato; principio eleltro-fisico die risulia pure dalle osservazioni ed esperienze sii l' andameiiio e gli efleui delle correnU eleiuiche neU'lnterno dei condutlori ine- tallici cd umidi, egregiamente insliluite dal Nobili in Firenze, e die fu altresi calcolalo dagli illustri Professor! Puccinotli e Pacinotii in Pisaj quando intesero , con belle viste per que- sta parte, a raccogliere le correnti eleltriche proprie dei tes- suti nerveo-musculari degli animali a sangue caldo (Meino- moria su I' andatnenlo e gli ej/ctli delle correnti eleUriche deutro le masse conduttrici del Cav. L. JSohili ec. Firen- ze 183. J. — Esperienze sulla esistenza ec. delle correnti e- lettro-fisiologic/ie ec. eseguite dai Prof. F. Puccinotti e L. Pacinotii ec. Pisa ^839). ARTICOLO TERZO ydzioni elettriche condoUe e indotto sui tessuti nerveo- musculari delta rana galvanica, e rclativi argomenti fisiologici d'unostranti V elettricisino propria di quel tessuti e del la rana stessa . '3\. JLja mntua azione e reazione fra I'elettrico estnnseco Jipplicalo agli esseri vivenll e le forze fisiologicliCj loro pro- piicj simile conflilto elellio-fisiologico non mai abbastanza inetliialo , fu dal Galvani sagacissiinamente rivolto a ricercare e a riconoscere 1' elfttrico inliinseco dcgli esseri vivi, in ispe- cie animali, ed anzi proprio dei loio lessiili nerveo-musciilari. Nei qnali propositi il soinmo cHscopiilore del Galvanisnio iu- lendeva con tanto maggior fervore,qiianto piii era gia stato con- doUo da siioi stiidj a ravvisare nelT elellrico il pieciptio agcnte eslrinseco ed inliinseco delle forze e lunzioni dei nervi e dei rnuscoli. Laonde poi seppe, con impareggiabiie sagacia, trarre bcUissimo profmo dalle conlingenze e dalle vicende delle azioni e delle iiifliicnze eleUriclie^ aliive ed operose sui tessuti nerveo- nuiscidari coi piii singolarifenomehi di contrazioni e rilassanien- ti. Quindi ie famose osservazioni forluiie occorse al Galvani nierce ratniosfera di una ordinaria maccliina eletliica inflnen- te ed operosa siilla rana, e rnerce li condiittori nietallici ap- pHcati ai nervi e ai rnuscoli della rana stessa esposta all' in- flusso dell'elcttricisnio atmosferico, addivennero pel genio di lui seme feracissimo delle piu magistrali osservazioni ed espcriea- ze, hignoreggiate poi dal Volta con inimenso vantoggio della Fisica , anzi che della Fisiologia. Maniere di studj galvanici e voltaici die gnidano a disaminare le azioni elettriche con- dotle eindolte sui tessuti ncrvco-musculari, coi relativi feaomeni 56 Geminiano Grimelli eleltro-fisiologici, alilnentisi in ispecie all' eletlricismo proprlo dolla rana . 32. Le lacolta elellriche proprie dei nervi e dei rauscoli riscoiitransi variaineiue riguardate dal Galvani e dal Volta in via (Isiologica e fisica. 11 Galvani acccnno in simili tessuti , come inerenti alia particolare loro strnltura e forza organica, spcciali facolta dl conduzione e di produzione elelirica in- Uuenli a promuovere e a compiere le funzioni nervee e mu- sculari. Quindi ravviso una parlicolare conduzione dell' elet- lricismo nelle vie nervee e muscularl interne ed esterne^ ia- dicandone il piu agevole corso per 1' intima sostanza nervea, o nevrina, e meno agevole per 1' eslerno suo involucro , o nevrilcina. Tnollie rignardo uno speciale magislero fisiologico di produzione eleltrica tra la sostanza sanguigna e la nervea, con ripartimento dell' elettrico slesso nei tessuii muscidari, e con vicende di scariche islantanee rapidissimc, d' onde le con- irazioni, e di correnli continue allentate, d' onde il rilassaiaen- to degli accennaii tessuti ( Collezione delle Opere del Gal- vani ec. Rapporto ec. pag. 64, 100, Opere ec. pag. 85, 250, 346, AlA, ec). Ma il Volta, sebbene nelle sue prime Meinorie in or line a simili materie riconoscesse ed ammiras- se le prefate dollrine galvaniche, tuttavoha, dietro la sua tran- sizione da siflatto Galvanismo Fisiologico al Fisico del con- tallo oletlromolore, trapasso a riguardare li tessuti uerveo-mii- scularl quali corpi a maniera dcgli ordinarj ed umidi, coiidultori 6 motori dell' elettrico; quindi, poste simili facolla aU'intatto fisi- cho, discorse quel tessuti come semplici deforenti dell'eleltrico, il quale tiapassando sui nervi, o su qualclie tratto dei medosi- mi, ivi localmente opera a foggia di stimoloj eccitandone T a- zione fibiologica in un colle coiitrazioni dei corrispondenti muscoli: di pari guisa ridusse i tessuti stessi a materiali dotati della comune facolta elellromotrice per contalto o accoppia- mento fra parti e parti eterogenee , riconoscendo pero tale fa- colla iusilii ai tessuti vivenii in un modo e In una misura tut- ta loro propria e parlicolare ( Collezione delle Opere del Vol- ta ec. vol. II, parte I , png. 56, 65, 122, parte II, pag. 193 , 194. — LeLtere del Folia all' Jldini e al Carra- dori, nou comprese nella Collezione ec. . Annali di Chiinica DlSAMlNA SUL GalYAMS.MO 57 e Fisica ec. toino XVI , Pavia 1 798. — Meinorie per ser- vire olla Sloria Letleraria e Civile: anno 1798, Sellcin- hre e OUobre , Vcnezia. — IMcmoria sull' icleniUa del Jlui- clo elettrico col cosi detto Jluido gahanico ec. pag. 8,9, Pavia 1814). 33. Pero nello stato alluale dell' Eleliro-Fisiologia, accu- ratanieme disamlnatulo simili nialeiie, si riscoulra die ai tes- siili nerveo-rmisculari appartengono special! facolta di condu- xioue ( condiicibilila), e di ioduzione (inducibiliia) eleltrica , at- linenlisi slreltamente alia loro slruUiira organica o forza fisio- logica vilale. Cosl e inf'aili die quei lessiiti qiianlo nieglio co- sliliiiu nello sialo ddla naturale loio inlegiila orgauica , lan- to pill si addimoslrano capad di accogliere e dar corso al- r eleilrico dai tronchi alle diramazioni nervose, o da qiiesle u quelli, e a seiiso piultosto dei fascj fibrosi musculari, di (jiiel- lo die altraverso i fascj slessi. Di tal guisa si riconosce liin- go i nervi una speciale condiici!)ilIta eletuica ( a seconda del- la loro forza fisiologica) variabilissima da qiiclla propria de- gli ordinarj coodijltori umidi fiuo a qiiella die e proporzionale alia velocita della azione nervea; quindi poi le fibre imisciilari esse stesse variameuie compartecipano a siflaita foggia di condii- dliillla eleUrica. Al quale procedimenlo eleltrico_, acconcio alle conlrazioni, qnanto si addimoslrano preslarsi le libre uervee o inusculari, altrellanlo ne sembrano estranei i vasi e i loro umori, come gia ne avverll il Galvani. Conclusione che dielro il Gal- vani appunto si olTre tanto piu fondata, quanto piu si ravvisa nel- la compage nerveo-musculare, comunque di^sanguala, oltremo- do vivace e dnrevole ogui niagistero elettro-fisiologico delle con- lrazioni. 11 Volta stcsso, sebbene abbandonasse simili principj galvanici relativi al circolo eleUrico rivollo dai nervi ai mn- scoli, da qiiesli a quelli, tultavolta riconobbe ognora la inva- sione eletuica luiigo i tronchi o i rami nervosi come condi- zioiie essenziale al magislero elcltro-fisiologico delle conlrazio- ni (Collczio/ie dcl/e Opere del Galvani ec. pag. 238, 246, 266 ec. . -== Collezione delle Opere del Volta ec, toino JI, par- te I J pag. 152, 165, 178, 210 ec). D' altra pane nei tes- siiti nervco-musmlari si rlconferma una parlicolare maniera di iuduzione dell' eleltricismo loro proprio intervealeule nelle T. X. 8. 58 GejiIMano Crimelli xicciulo clcllro-fibiulogichc dcUe conirazioni nnisculari. Aiizi fin ilallo niiiniiive osserva/.ioiii od cspeiicn/.c del Galvani, risi^uar- dauli i rciioiiicni e le vicende dclle cariche e scarlclie elet- Iriche inlluenti ed opeiosCj allraveiso i mezzi coibcnii, sni iicrvi e siii mnscoli a promuovcrne le contra/.ioni, reslavano tracdato le vie a rannodare airinduzionc olellio-slalica ezian- dio la clellro-diiiainica^ rosi fisica, come fisiologica. S'aggiun- ge altresi che gli analoghi risultamemi galvaiiici e voliaici, re- lati\i ai circuili cleltro-fisiologici occasionanti, all' alio doll' a- jirirli, le conirazioni ^ gnidavano essl pure a liconosccre in sil- failo magislero 1' eleltiicismo d' induzione proprio d' ogni cir- niilo clcllrico. I\Ia liingi qui dal lamenlare il deslino corso da tali osservazioni ed espeiionze, rimasle n dilnngo inferonde e sterlli. in ordiue cosi fisiologico, come fisico , oia giovi piullo- sto larsi avanti a disaminare c svolgere simile malcria, liguar- •lala , dictro i lumi atluali dcU' elellro-risiologia , in ogni pos- sibile relazione coi fenomeni e le vicende delle azioni e del- le correnti elcUtiche condoite e indoUe sni lessuli nerveo-mii- sculari, specialmente della rana. Per tal raodo ne fi:i dale i'or- se addiinoslrare siinili fenomeni e vicende nel pin miialjile ac- roido coUe osservazioni cd esperienze galvaniche ri'^gnardanti 1' elcilricismo proprio ed intrinseco di qnei lessuli . S' arroge die le relalive osservazioni ed esperienze vollaiche fiano esse pure rannodale al principio medesimo di un parlicolare elci- lricismo fisiologico , manifeslato a correnti dalle conirazioni nnisculari. e dalle indicazioni galvanometriclic, 34. Le azioni elellriche applicale e condoite sni tessuli nerveo-musculari necessila scorrano lungo i nervi oiide pro- niuovano le contrazioni dei rispetlivi muscoli. A cjuesto mode avviene che una semplice scarica tralta dalla maccliina a di- sco rolalorio, o dall' elellroforo , dall' un' arnialura dclla bntti- glia di Leida, o del quadro Frankliniano, e applicata ad un ani- male qualsiasi, ove e piii dirella sui tronchi nervosi, in guisa che ne sia agevolato il trascorrimcnto lungo i rami loro, ivi meglio riesce a promuovere le conirazioni dei corrispondenli musco- li. Cosi e che giova oUremodo il munire o armare il tronco ncrvoso di buon conduUorc metallico sul quale diiigcre la sca- rica, n)uneado all' un tempo ed arinando anche i muscoli di DiSAMIXA SL'L GaLVANISMO 59 siniili condultori, in motlo die agevoliuo il coiso eleltrico liin- go i nervi e le loro raiiiificazioni: quindi poi la stessa bot- tiglia di Leida, ed allresi 1' elcuiomolore vollaico quanto me- glio applicali per Tuna carica o polo sui tronchi nervosi^ e per I'altra carica o opposio polo ailoriio le estrcme loro di- rainazioni musciilari, lanlo maggiori ne promiiovono le con- trazioni. Che se una semplice scarica o eleltro-positiva o clet- tro-negaliva si dirige sul nervo cruralc della rana isolata,, in lal case releiuico quauto maggiore resisienza inconlra a scor- rerne le diramazioni, lanlo minori ne risultano i moii di coii- trazione miisciilare ; s' agginnge die ripelendo tali scariche con rapida successione, siiUo slesso apparalo nerveo, l' eleltrico an- zidie scorrerne le vie condullrici s' accumula mano mano in esse, venendone di pari passo mono i snoi eHelii fisiologici, fi- ne a soppriinorsi le conlrazioni; nel quale slato di cose ba- sta applicare siil nervo una punta di nielallo impugnalo, per dar corso all' eleltrico traltenuto, e riprodurre le conlrazioni nnisculari. E qnalora pure la scarica elellrica trapassa nor- riialmenle, ossia in direzione Irasversale, ai nervi, anclie in tal casOj ove riesca a diraniarsi lungo i nervi stessi, lorna effica- ce a commuoverue i nniscoli corrispondenli. Infatii allraver- sando i tronclii nervosi lonibaii di una rana con lllo nietal- licOj e dirigendo Inngo lal file una scarica elettrica, si osser- va die quanto piu e comunicanle la rana col suolo, e il filo isolate, in guisa die da esso l' eleltrico possa avviarsi lungo i nervi, lanlo piii f.icili si producuno le conlrazioni dell' anima- le; die se la ran-i slessa irovusi isolala, e il filo predetto in comnnicazione col suolo, in lal caso 1' eleltrico traversando i trondii nervosi senza avviarsi per le loro diramazioni, ne di- feltano e niancano li relativi feuonieni eleltro-fisiologici : lo die fu pure osservalo dal Galvaui dirigendo la correnle de- gli archi nietallici normalnicnte al nervo crurale dolla rana (Collez. ec. /mg. 422). E le siesse correnti elettrichc, ri- volie inerce, gli archi accennati, sui soli nervi lombari o cru- rali di qualsiasi animale, si diflbndono e dilungano nelle dira- mazioni dei corrispondenli nnisculi, occasionandonc di tal gui- sa le conlrazioni. Giii il Galvani di buon' ora addiniosuo cho CO Gemimano Guimet.t.i applicalo iin arco mclallico, spcci.ilinentc eterogeneo, su due (li.silnii puiili del nervo f-iiiralc dcUa laiui, ne lisulia uii ci; - ciilio pel (|uale l' elelirico si dilVoiule e si disicade per ogni verso , si allarga c si dilunga pei tessuli nerveo-imisculari^ ri- escendo cosi a promiioverne le contrazioni. Quindi ei ragiono con original! e piofonde visle gli acceiiiiali archi arlillciali pa- lesemente ristrelli sui soli nervi, e cooperanti^ per occulle vie umide o organiche, a dillbndere e dilunf;;\re 1' cletlrico dai ner- vi ai imisculi, da qncsti a quelli^ come e slato poi rioonn- sciulo e ricoiiferinato allresi in ordine a siinili circuiti vol- taici applicali sui soli nervi, coUe relative vicende delle con- trazioni inii^cidari ( CoUezione dellc Opere del Galvani ec. pag. 114, ■184^ 347^350. -^= Marian ini Memoria sopra le cnnlrazioni cd alcune sensazioni prodotle dalle correnti vol- tnicfie , Padnva 1834. ■== Grimelli Jnnotnzione intomo a nil fcnnmeno elcUro-fisiolngico ec. Foglio di Modena, 5 Gen- ua jo 1843). Laonde si riscontra che quanto niaggiore e la copia deir eleUrico coniunque rivolto a circuito sui nervo fre- sco ed isolalo , tanto piu agcvole addiviene il penetrare e il dilungarsi dell' elcUrico stesso, per le raniificnzioni nervosCj al tessuto muscidare, cogli efletti delle piu vigorose contrazioni. I'ercio gli eletlroniolori voltaici , a pari estensione e lensione delle holtiglic di Leida^ somministrando assai maggior copia elcllrica di esse, com questa rivolla a circuito sui trouchi nervosi riesce meglio a dlflbndersi per le loro diramazioni, e ad occa- sionare le contrazioni dei corrispondenti muscoli ; anzi per tal tnodo riscontrasi appunto che gli accennati olettromotori, co- niunque di minima tcnsione, riescono piu eflicaci delle botli- glie di Lei la^ conuinque a massima tensione, nel promnovere le contrazioni al cliiutlernc e all' aprirne il circuiio, ossia al- r avviarsi e al cessare della relativa corrcnte . Inolire in si- mili foggie di esperienze riscontrasi die, applicato l' eleitrico al tronco nervoso o allacciato^ o reciso presso la colonna vcr- tebrale, le contrazioni riescono piu vigorose che qualora la stes- sa ap[ilicazione si faccia sui nervo medesimo lasciato in co- municazione integra coll' asse cerebro spinale: cosi e che per la delta allaccialura , c specialmente per la recisione praticata nel nervo crurale della rana, o ncU' ischiatico del coniglio , ben Dl5AMINA SL'L GalVANISMO 6'! isolato , r clcttiico resta in tutta la sua copia sirelto a rivnl- gersi liingo Ic diramazioni nervose, coi mogcioii cfletti delle contiazioni imiscnlari; luonlre che, lasciali gli stessi nervi in o- giii coimiiiicazioiic coll' asse cerebro-spinale, lo slcsso clcliri- co dillondcsi oziandio verso l' asse cerebro-spinale, e'quindi in minor copia lungo le diramazioni nervose, e percio con C'fTetlo coinposio di seiisazione piii o meno intcnsa, e di con- trazione piu o meno Innguida ( CoUczione delle Opcre del F''otla ec. torn. //, juirlc /, pa'^. HS^ ec). Stanti le qnali cose riscontrasi nltresi , in simili circuit! cleltriri livolii siil so- lo ironco nervoso, che i miiscoli corrispondenti qiianto pin fre- sclii ed isolali, in gnisa da ollrire le iiitime vie delle loro di- ramazioni nervose all' eleltrico, evilandone ogni cstrinseca di- versione, tnnto piu vigorose e dnrevoli produconsi le conlra- zioni. II pcrcho avviene die i lessuli nervco-musculari \'\\c- stiti delia cute loro propria, cooperante a serbarne la interna frescbezza , e a ritenere ogni circolo eleltrico nelle intimo di- ramazioni nervoso, risnltano oltromodo acconci agli accennnti fenon)cni e vicende di contrazioni mnsoulari: singolari proce- dimenti elettro-fisiologici, analoghi a qnelli per li quali la cor- rcnte di un eleitronioiore voltaico, coinposto di bnon nnnicro di coppie, transitando ilalluno aU'allro diio, dal polllce all'indi- ce di una mano, ovvero dalTuna all' altra mano, nel primo caso dilnngasi sui nervi del braccio, fino a riseoiirsene la scos- sa al goinilo , e nel s.^condo caso diOondesi anche a tulta la persona, fino a scuoterla dal capo ai piedi. Per tutte le qna- li cose si riconosce clie la conducibilith elettrica del tcssuti nerveo-mnsculari si attiene propiiamente alle diramazioni ner- vose, e ili tal guisa concorrc al magistero elettro-fi->iologic6 delle contrazioni muscnlari: foggia di condncibillta, e di ma- gisicro clie, quanlo piu trattasi di animali vivaci e vigorosi, o di recenle prcparati alia i;alvanica, ricliiedono tanto minor co- pia e intcnsita di eleltrico in corso per occasionare gli accen- nali fenomeni ; quindi nelle rane galvaniche si osservano le mlnime e piu fnggcvnli correnli di qualsiasi origine dirette sui loro nervi manifestarsi colle contrazioni del corrispondenti mu- scoli . 11 \ olia slcsso mentre perl' una parte adoperava a so- sienere che 1' eletlrico applicato ai soli troncbi nervosi basta 62 Geminuno Ci\1M£LLI ne scorra iin miniino tralto , aiiclie scnza trasfondcrsi alio lo- ro diianiazioni iiuisciilaii , per occasionanie le conlrazioni, d'al- Ira parte ricoiiosccva iioccssario il corso elciulco imniodiatainou- le direilo aliravcrso i tessuli nerveo-inuscidari iiivolontarj , per rcfl'c'tlo di'lle coiitiazioiii lom pioprie; inollre nei casi degli arclil uiclallici applicali allc eUenic parli dell' occliio riguar- Hava pure il susritalo elellricisiiio irasfuso o derivalo fino al- ia retina con elVello del lampicello galvauico; e in lal niodo ne oliViva argomeiili a riconosccrc il magisluro pel quale le correiui elettiiclic, coiminque applicate sur un solo trailo ner- vosOj restano rivollc o derivale dai tronclii ai rami, da quesii a qiielli , riescendo cosi a proiimovere ed occasionare le cou- Ira/.ioni^ e le sensazioni ( Collczione delle Opere del J^olta ec. toino JI, parte I, pag. 152, 1G4j 178, 210, 211, parte se- couda pag. 41, ec). 35. L' eletlrico poi s' avvia entro i tessuli nerveo-muscu- lari, scorrendo lungo i nervi cos'i per rinlima loro soslauza , os- sia la nevrina, come per 1' involucre della medesima, ossia il nevrilcma, ed influcndo di lal guisa sulla fibra niusculare ad occasionare e promuoverne le vicende delle conlrazioni. Nel quale proposilo giova anzi 1' avverlire che quanlo meglio e dischiusa la via all' eletlrico per insinuarsi lungo 1' inlima so- sianza ncrvea, dispiega tanto maggiore eflicacia di conlrazioni nuiscularij com e die avviando minime scariche o correnli e- leilriche per la sezione Irasversale dei trouchi nervosi , ove e posla a nudo la neviina, ne conseguono i maggiori efletli del- le conlrazioni, quali difellano di leggicri, o mancano all'inlut- to, ove il nevrilema cliiuda per ogni parte la slessa inlima sostanza nervea. lofatti se al nerve crurale della rana reciso presso la colonna veitebrale si applica una minima scarica, o eleltro-posiliva, o elellro-negaliva, ne risultano le maggiori con- lrazioni musculari; menire clie il nerve stesso chiuso uel sue nevrilema, medianle allacciaiura pralicata alia sua estremila con filo eziandio piii condiutore dell'cleltrico, ovvero lascialo nel- le sue naiurali comunicazioni coU' apparalo cerebro-spinale, e ciraenlato colle suddelle minime scariche, difetlane o manca- no le indicate conlrazioni. Laonde poi la rana ([uanto meglio prepaiata, rcsecandone l' asse cerebre spiuale, ed isolandone i DijAMINA SUL GaLVAMSMO G3 ncrvi rm -nli fino iilla loio sczionc trasvcrsale prcsso la colon- na vcrlehrajp, taiUo piu ricsre aclatla e pronia ai feiionicni olcttro-lisiologioi galvanic'i; lo die fii gili avvertiio clal Gal- vaiii slcsso e dall' Aldiiii, tlal Valli e tial Calfianij e dielio loio ilai piu accuiali osservalori e spciimcntalori : i qiiali no- tarono inollre la particolarc resistenza contiapposla dalle al- l.tcciaturc nervose al corso clellrico abile a snscilarc le con- tra/.ioni dei Vi'litivi miiscnii. Invero allacciato il nervo con i- slrcilo iiodo ili fil,)- qu dsiasi|, e coniprcso il nervo slcsso in tin circiiiio olettrico, avvienc cbe, se l' allacciatura liovasifuor li del circiiito verso I'asse cendiro spiiinle, le conlraziiini pro- tlnconsi con notevole vigore ; se trovasi entro il circniio, risnlr tano alqnanlo attenuate; se trovasi fra il circuilo c i musco- 11, scorgonsi minime o nullc: s' aggiiinge die il nervo crura- le dolla rana galvanica allacciito, e percio reso impotenle al- rescfcizjo niolore, a fronte dcll'applicazione tra I'allacciatnta e r estreniil.'i cefalica di correnli elcttriche, o di aliii siimoli fi- sico-nieccanici o fisico-chimici, scioho poi dal laccio ritnr- na capace di qnalche sua azione molriccj dielro cnnsimile ap- plicazione delle stesse correnti elcllriclie, reslando scmpre inelto ad ogni reazione in onta ai parinienti reiierati altri sti- inoli fisico-nieccanici o fisico-chimici ( Collezione delle Ope- ra del Galvani ec. Jinpporto ec. pog. 10 ^ G4 , 77, 103. Opere ec. peg. 234, 244. •= Ahlini Note al Coinmcularin cc. pag. 37, Modena 1792. = Id. Saggio di Esperien7e ec. png. 84, ec. Dologna 1802. •= T'^nlli Prime Letlere sul- r Jiletlicild ylniinale, Torino 1 792. «= Cnldani Espcrienze cc. Padova 1792. •= Id. Niiovc liicerche ec. Padoi'a M9i. = Grimclli Annotazione intorno a un fenomeno elettro- fisiologico ec. Foglio di Modeiin, 5 (lennajo 1843. ^= Mat- teitcci Traile des P/ienomcnes Electro- Pysiologiques des y1- nimaux, pag. 235). Clie poi l' elllrico s' avvii e scorra piu agcvolmente Inngo Tintima sostanza nervea di quello che per r esterno involucro della sostanza stessa, come fu senlenza del Galvani, ne guidano ognora a riconoscerlo le stesse osservazio- ni ed esperienze che addimoslrauo la somnia acconcezza del- le applicazioni eletlriche alia sczionc trasvcrsale dei tronclii nervosi, e viceversa la rcsistenza coniropposia dalle allacciature G-1 CeMINIANO GnllJELLI dci tionchl ineJoslmi, ncll' occasionare e piomuovere le con- trazioni doi coni-ipoiiLloiui masculi. Maniere cli argomenii e- lettro-liiioloyici die ricovono laiilo inaijgiar valoie, qiiaiito ])iii si coiisiilora neU'elctlrico 1' agente piii penelrativo e dii- l(i;>il)ilc eiilro il sistoma nerveo-nmsculaio, a siini^^liaiiza puro dej^li ageiili ncrviiii, che quanlo piu insiiuiali ncll' inlimo del pai-oiioliiina nervoso, lanto moglio valgono a dispiegaic gll ef- folli loro proprii. Argoinenli plausibilissimi a coiilorto delia senlenza galvanica, nel difcllo di poier precisare (Isicainente o comparativainenlc la conducibililu eleiuica deU'iiuiina soslanzu nervea^ ossia nevriiia, e dell'eslcrno suo involucro, ossia uevrile- nia ( Osservazioni ed Esperienze dirctte ad insliiuire la E- leltricita lUcdica, prti;. 23G, 237, Modcria 1839). 36. La discoisa condnclbiliui elellrica relaliva alia specia- le sli iillura e disposizione dci nervi riscontrasi attenersi ezian- dlo alia parlicolare stulUira e disposizione dclle (li)re nniscu- lari . La strnltnra a iasci di fibre parallele, quale e propria del ninsculi soggetli ai nervi cercbro-spinali, e ai inoti volonlarj, risulla piu acconcia al corso elellrico lungo quei fascj, di quello che la strullnra propria dci muscoli a fibre intrecciale, come nei lessuli nuiscukiri soggetli ai nervi gangliouari, e ai moli invo- lonlarj. Infatli risconlrasi in uno slesso pezzo musculare del- r apparato volontario piu facile il transilo delle correnli elel- U'iche nella direzione lonniludinale anzicbc nclla Irasversale delle sue fibre; nienlre uii egual pezzo di muscolo involon- tariOj come del cuore, colle fibre varianiente incrocciaie e in- tessule, conlrappone per ogni verso una consiinile reslslenza airandamento dclle slesse correnli eleltriche: maniera di os- servaziooi e di esperienze che e facile verificare interponen- do gli accennati lessuli niusculari nei circuili di niininie cor- renli elelirirhe, ed osscrvandone i proporzionati risconlri elet- tro-fisiologici dclle conlrazioni galvaniche^ ed clellro-fisici del- le indicazioni galvanoraetriche . Per lal raodo conipiendo il circuiio tra il uervo crurale e le gambe di una rana fresca e vigorosa con un pezzo cubico di sostanza musculare, Irat- to dagli arli di animale, come il coniglio, si ravvisa che quan- to piu il dello pezzo di came si inlerpone ed applica colle fibre la direzione normale al nerve e alle coscie, lanlo piii di Dis.vm:na sul Galvamsmo G5 leggieri sorgono le contrazioui della raua. Che se compiesi ta- le ciicuilo con eguale pezzo di inuscolo cardiaco, parimenil fio- sco , sogliono difeltaic o niaiicare le contrazioni in discorso. Lo slesso pretlo circiiiio neiveo musculaie della raua, qualoia si insiitiiisce adducendone il nervo crutale sulla coscia o sul- la gamba in direzione longiludinale anzicbe trasversale delle fibre nmsculari, riesce piu cflicace alia jirodnzione delle con- Irazioiii. Clie se si introduce in siOatii circuill il Galvanomc- tro, si oUengono i riscontri delle relative correnti ognor piu uotevoli qualora attraversino riiUerposlo pezzo di carne mu- sculaie in direzionc longiludinale delle sue fibre. Cosi e clie, inlcrponcndo sitnilc pezzo di muscolo fni la soinmita delle co- scie di una rana e le eslremiia dei piedi di un" altra, la ri- sullanle correnlo si risconlra assai meglio indicata qnalora il predetlo pezzo musculare abbia le sue fibre disposle ncUadi- rezione mcdesinia di tale circuito: il perche si riconferma clie in ordine alle fibre niusculari il piu agevole corso eleltrico si compic lungo i lacerti o fascj di tali fibre. 37. E r eleltrico stesso , nell' awiarsi lungo i lacerti o fascj musculari, ne scorre le fibre cosi per T inlima loro so- slanza ( sarcolina ), rome per 1' involucro loro (sarcolema). Che se si considera il coniponimento della sarcolinaj tpiale ri- snlta da una speciale aggregazione di materiali albuniinoidi fibrinosi, e salini ferruginosi,, si riconoscono in essa le condizio- ni di una paiiicolare conducibilita eleltrica analoga a quella del sangue^ clie^fra i varj umoii auiniali , e il piii deferente deir eleltrico. Inoltre a ravvisare lungo i' intima sostanza mu- sculare agevole il corso accennato ne soccorre ancora Y osser- vare, che le scariche o correnti eleltriche direlle per la sezio- ne trasversale dei nmscoli, speciabnente recisi presso i tendi- ni, riescono a suscitarne le maggiori contrazioni; s' aggiungc che in tal luogo cinli da stretlo laccio i muscoli stessi, difel- tano subllo e vengono meno le conlrazioni proprie . D' al- tra parte 11 sarcolema, che f[ual meml)rana cellulare piu o me- no esile involge le fibre musculari, quiodi piu fitta ne fascia i lacerti, fino a prodursi siipata nelle aponenrosi e nei tendi- nis oflre le condizioni di una niinorc conducibila eleltrica. Tu- vero le scariche e le correnti direlle sui teadini soglionn T> X. 9. GG GeMIMANO CRlMEf,;! nroniuovere le niliiori contiazioni doi relalivi rauscoH. Che sp iVa tondinc c nervo dl iin iiuiscolo si rivolge lui circiiilo e- Iciliico, ill tal caso la S([uisila coiuliicihilila nervea inleivieoe air clVollo elelito-lisiologico delle maggiori contrazioni. Laon- de avvienc cho il prclto circuito nerveo-imiscidare dclla ra- na, iiisiimilo adducendnne il nervo ciurale a conlallo dci tcn- dini dclla gairdja, suolo risullare ahbastanza eflicace per oc- casioaaie le conlrazioiii all' alto del coinpicre siOallo circu- ito. Peio ove il nervo stosso si porii al coniaUo invere dcl- la sczione irasvcrsalc dei iiiuscoli rccisi presso qnei iciidini, le contrazionnl risullano piii vigorose e coslanii. Adducendo poi a contatlo la se/.ione Irasveisale del nervo coUa sc/ione tia- sversale dei muscoli, le contrazioni si oltcngono taiito all' al- io del chiudere^ quanto all' atto di aprire simile circuilo, come fu addiinostralo dal Grimclli (^A'lun'i Jnnall delle Science JSaliirnli ec. ioino X, Bologna 1843). 38. Slanli le quali cose iie conscgue che 1' eleltrico scor- re enlro li tessiui nerveo-muscularl lungo i nervi in dire/io- ni ramificate, e kuigo le fibre miisculaii in direzioni p;u-alle- le, con vicende atlineulisi ognora alia forza organico-viiale pro- pria dci tessuti slessi . Quesii in falli ove piii viv;ici e vigo- rosi, nieglio si prestano al corso elettrico; come risconlrasi nel- la rana galvanica sniloposta a minime corrcnli , le rjnali al- r un tempo introdolte uel circuito galvanometrico olirono le niaggiori contrazioni musculari , e le maggiori indicazioui del- r ago calamitato . Mano mano poi nella rana medesima vien meno la sua forza organico-viiale ^ necessitano correnli elellri- che di cresciuta intensita pel loro irascorrimento lungo gli stes- si tessuti nerveo-niusculari, onde riproducansi li primilivi efl'elti elettro-fisiologici delle contrazioni. ed eleltro-lisici delle indica- zioni galvanonietriche . Nel quale stdto di cose coniunque si adoperi , mediante materiali uniidi o salini o alcalini o acidi i pill conduitori dell' elettrico, ad umellare n animollire i nervi e i muscoli , non e dalo reslituire loro quella conducibilila in- Irinscca , per la quale le minime correnli li attraversano coi massimi efl'etli di contrazioni musculari , e di indicazioni gal- vanomclriche . Le fibre nervee poi si ravvisano piu delle musculari dotale di conducibilila elettrica , riscontrandosi di DiSAMlNA SUL GaLVAMS.MO 67 leggieii chc un tionco iicrvoso liesce assai megllo deferentc, di fjiicllo clie nil p;iii tratlo di tessiilo musculare. E invero il tronco nervoso loinl)aro di una rana distnccalo di reccnte d;il- la medcsima, e po->lo ad arco ira i nervi e i musculi ciuia- li d'allra rana, ricsce , in sillatlo circiiilo, ad esercitare tale ufllcio condnltore da risultarne le contrazioni musculari. Clm se in liiogo dell' accennato tionco nervoso si dispone nn pa- ri irallo di tessuto iiuiscidare, queslo non vale a SMffifieiile mezzo di condnciinenlo pel ciicolo eleilrico ahile a proiimo- vere le contrazioni; anzi a tal uopo necessita un tralto mn- scnlare di assii piu ampia sezione Irasversale, onde riesca airindicnto uflicio condiittore con efficare circolo eleltro-fisiolo- gico {Collezione delle Opere del Galvani png. 322, 323, 420, 421^ 423, cc). Inoltre scandagliando nella raedesiina rii- na galvanica la conducibiliia elciulca , ilal ironco vertehrale Inngo gli isolati nervi lombari agli arli addominali, si riicon- tra o prosso che pari, o di poco inferiore a qnella die otlien- si dair nno aU'allro arto per le anipie loro vio mnscnlaii. Co- si e infatti che la correnle di una cop[)ia voliaica, avsiala lun- go il Ironco veitebrale li nervi lombari e gli arli addominali di una rana , e all' un tempo inlrodolta pel circuito galvano- niPlrico, odVc una ciccliMazione dull' ago niagnetico o presso- rliu pari^ o ben poco minore di ica : qiiiiidi i- die la inilicala conchisioiic di qucslo csiniio fi- sico resia maiichevole di fondamento fisiologico. S' agginnge clie lo stosso fisico , dopo avere anniinziato rhe una correnle allelic forte, come cpiolla di una pila di di'jci eleinenti, iutro- ilil;i dci tessnti orijanici ncrvei e muscu- lari: nia se , dielro le conlrapposte osservazioni ed csperien- ze del ]Nol)ili, il Malleucci riconobbe die cziandio le luinime correnti, avvialc Inngo conduUori umidi ed organici, restano pure derivale lungo il circnilo galvanonietrico con indicazioni notevolissinic, non percio siniili indicazioni risultano crilerj le- deli della condncibilita din'erenziale tra i tessnii ncrvei e i mu- sculari, senza aver riguardo alio stato fisiologico joro proprio; slalo pel quale si e condotli a riconoscere che quanto son pin \ivaci e vigorosi i tessuli nervel ed i museulari, tanto maggiore lisnlla la conducibilila elcttrica dei primi sni second! (^DJcino- rie ed Osservazioni ec. del Cav. L. JSohili ec. l\>l. /, pat^- 12, Firenze "1834. = Memoria suW andamento e gli ej- fetli delle correnti cletlriche dentro le masse conduttrici del Cav. L. JSohili ec. pag. 50, 51, Firenze 1835. ■= 7rr//- te des Phenomenes Electro- Physiologiques des Jniinaux par Cfi. Matteucci etc. pag. 46, 51, Paris 1844.). 39. La conducibilila eletlrica in discorso si riconosce inol- tre atlenersi a parlicnlari nornie relative alia di^lrihuzione e I'amificazione dei nervi lungo i rauscoli. E per verita sill'alti tessuti quanto piii costitnili nella picnezza dej loio vigore vi- lale, e delle corrispondenti loro facolla elellro-fisiologiche, tan- to pill offrono alle correnti eleltro-positive uno spedilo corso dalle diramazioni ai troncbi nervo-.i, di quello che inversamen- te; infalli riscontrasi che la rana fresca e vigorosa, attraver- sata da una minima corrente che proceda eleltropositiva dai piedi alia testa, presenla maggiori contrazioni e indicazioni gal- vanometiiche di quelle oflerle da simile correnle dirella in sen- so iiiverso. Ma nella rana stcssa, al primo scadere del sno DiSAMINA SCL GaLVAMSMO G9 vigore organico-vitale, scorgesi ben presto addivenir pari la sua facolia condutlrice ed eleiiro-fisiologica alle accennaie cor- reiili coniiinquc rivolte siii muscoli, o dalle diraniazioni ai Iron- (hi nervosi, o da (piesli a quelle; nel quale slalo di cose si ravvisano cosl noil' uuo couie nell' aliro caso pari enelii di conlrazioni musculari, e di iudicazioni galvanomelriche. Scaden- do poi cd iufridcudosi ognor piu i tessuti nerveo-niusculari rominciasi a risconlrare il coiso eleitrico piu agevole ed el- licace dai trondii alie diramaziojii nervosa, con analoghi ef- I'otti elellro fisiologici: rosi e the a tale fralezza le correuli elet- tio-posilive dirette dai tronchi dei nervi alle loro diraniazio- ni promuovono, all' atto di loro invasione, le conlrazioni muscu- lari; mentre per I'inverso corso ne consegue piultoslo il Iral- tcniincnto elcUrico , fino al suo riflusso all' atto dtd sospen- dere la coirentPj con cll'etto dellc conlrazioni. Singolari fonomc- ni o vicende di conducibilita, e di facolik eleltro-fi-^iologiche, clie si riconfermano eziandio niediante le maegioii correnti e- Icttiiclie direlle liin»o i sistemi nerveo-mnscuhui de"li anima- 11 supeiioii, e ila (pic'iti derivate nicrco il galvanometro : per tal guisa sul coniglio posto nel circuilo voltaico occorre di osservare una corretite derivata di varia intensila, a seconda del diverse vigore ncrvco-musculare, e della direzione elet- iro-posjiiva dai rami nervosi ai centri encefalici , o vicevor- sa; fcnomeni gia accennati dai INlatleucci, e meritevoli del piu alionto studio, per riferirli daddovero alia indicata singo- lare ronducihilitii e facolia elotlro-fisiologica dei tessuli nerveo- niusculari ( Traite des P/ienomenes Electro- Physiologiqucs (Ics yJniinaiix etc. pag. 48, 51, Paris 1844), 40. Pero i nervi e i musculi qtianlo risultano^ nell' acccn- nata guisa, ahili coudutlori, nei primi momenli, dell' elettrico, altretlanto si riconoscono trattenere cd infrenare, nei succes- sivi istanti , il corso dell' elctlricisuio stesso , con particola- re accumulainenlo del medesimo lungo le diraniazioni nervose, e con isviluppo di polarita secondarie sui tessuti musculari . Singolaii facolia per le quali i nervi valgono a tratienere e ad accumulare in se l' elettrico di corrente, fino a svolgerlo con rillusso^ o corso invcrso : e in frattanto i musculi sog- giaciono alio sviluppo delle polarita secondaries favoreggianli 70 GeMINIANO CniMELLI il corso e 1' efTli-acia delle inverse concnli eleltriclio. Argo- mcnli prcclarissiini gia avviali (In tlai piimi pass! del Galva- nisino Fisiologico o Fisico, ctl aiKlivenmi ognor piu mcritevoli ili parlicolari considcrazioni e liconfeime . 41. Varie osscrvazioni ed espcrieiize addimostrano nei ner- vi la parlicnlare facoltli, UiUa loro propria, di rapidamenle ac- cogliere e derivarc, traUeneiido ben presto e condensando lun- go le loro diramazioni V elcllrico di qnalsiasi origine o pro- Ycuienza , fino a svolgerlo a maniera di scaiic.a inversa, coi relalivi efleui eleltro-fisiologici. Gia il Galvani, che inlravedu- to avea nei nervi la facolla di accogliere dal cervello I'elel- tricismo separate dal sangne , e di ritenerlo eziandio dopo la soppressione del circolo sanguigno^ riconohbe di buon' ora nei suoi circuiti elettro-fisiologici le contrazioni, all' atlo di aprir- li, per un rifliisso eielirico procedente dal lessnli nerveo inu- scnlari. E il Volia ricoiifermo, niediante il siio eleltromolore, si- inili vicende di contrazioni per riflusso di elellricisino , quale ri- ronobbe invece neir eleltromolore stesso. Ma il Marianini alia perfinc, con nna serie delle piu sagaci e cnncladenti osscrvazio- ni ed es[)eiieiize instiuiiie intorno a siniili nialerio, addiniostro racccnnato rillusso eielirico tutto proprio dei tessuti nerveo-mn- sculari, e, a giiisa delle correnli inveriiie sni tessnli slessi, ef- flcacissinio alT uopo delle contrazioni: singolare procedimento rlellro-fisiologico il quale si verifica allresi^ come addimoslro il Grimelli, nei prclto circuiio nerveo-musculare, insliluito ad- dncendo ad immediato conlatlo la sezione trasversale dei nervi crurali con la sezione trasversale de' coiiispondenli muscoli, oHencndosi in siffitio modo , all' atto di aprire tale circuito , le contrazioni del inedesimo ( Collezione delle Opere del Cah'oni ec. pa[;. 17j, 250, 262, 400, ec. == Collezione delle Opere del Volia, torn. II, parte II, pag. 119, 219, ec. . -= Mciiioria sopra la Scossa c/ie pro^ano gli aniinoli nei inomcnto che ccssano di fare arco di comuni- cazione fra i poli di un eletlroniotore ec. del Prof. Ste- Jano Marianini, Venezia 1828. =• Grimelli Lettcra di- rctta al Pr. Cav. G. B. Jinici intorno alle contrazioni che si prodiicono nell' atto di chindcre non che in quello di a- prire il circuiio pretlainenle ncr^eo-tnusculare della rana: Dl6A.^:l^\ sui. Cai-VAmsmo 71 JVuci'i Jiiiiali dellc Si^ietixe JS'nlurali ec. toino X, Do- loi^/ui 18^3). E quanlo iiieglio applicalo e direlto 1' clct- Irico Imigo i tronclii e le diiamazioni nervose, tamo piu si maiiifosta la irulicala loro propiietu cH accn^lierlo e ritenerlo, fuiu a svolgoilo a inaiiiora di scaiica imcija. Infalli operan- do sui soli isolati nervi lombari o crurali si prodiicono al- r atlo deir apiire il circiiilo, le conlrazioiii nuisculari, con lul- li i riscontii di un verace rifUisso eloUrico manifesialo dalle vicendc delle conlrazioiii slesse. Ari/.i per tal niodo si osser- va die le rninime corrciiti applicale a due putiti comunque prossimi del ironco nerveo , e spccialiiioiite conipresavi la sua sezione Irasvcrsale, risullano ollremodu abili a tali procedliiien- llj a guisa delle conenli inverlile sui pnnti medosimi . Ove poi si comprendatio nel circuito slesso i tronclii nervosi in un coi suoi uiuscoli, necessita eslendcre la applicazlone elellrica sui tcssnlo nuisculare, all' uopo di favoiirne la invasione e il riflusso lunj;o i rami nervosi, coi^li efTeili delle conlrazioni: iu- vero scorgesi clie quanto piu si dirige il corso dell' eleltricismo per Tuna pane sui tronclii iiervosi^pcr 1 ultra su eslesa superficie musculare, tanto maggiori se ne otiengono^ all' atlo di aprire il circuito, le conlrazioni; maniere di procedifuenti clie percio si ravvisano altenersi ognora al corso e riflusso eloltrico lun- go i tronclii e i rami nervosi proprj dui musculi. E dirigen- do la corrcnte voltaica altraverso le masse musculari ri- sconlrasi pure, che quanlo piu diretta lungo quelle masse a senso delle diramaziiuii nervose, tanto nieglio riesce a pro- inuovcrne, noil' atlo di aprirne il circuito, le conlrazioni. Clie se il lessulo musculare si spoglia d' ogni accessibile tronco e ramo nervoso, le slcsse correnii, nienlre rcstano ancor capa- ci di promuoverc le conlrazioni all' a'to del cliiudere il cir- cuit© , addivengono oUremodo incite a siinili conlrazioni neir atlo di aprire il circuito medcsinio : risullamenti di fallo^ che viepiu addimostrano il riflusso elcttrico altenersi in gra- de eniinenie ai Ironclii e alle diraniazioni nervose, nella sua efficacia prnniovitrice delle conlrazioni musculari. Inollre si risconira die i circuiti elettroiiiolori cliiusi sui lessuli nervco- musculari, mcdianle eslesi condullori nictallici di qualsiasi for- ma, valgouo a promuovere le maggiori conlrazioni uell' alto 72 Ge.miniano Grimelli tlcir apiire slinili ciicuiii . Invero gli acconnali coiuluUoii , ;i pari siipcrflcie, applicali sui tcssiiti orgaiiici eil eslesi oltio i mcilcsiiiii, siano brevi ed ainpj come grossi cilindri, siano lunglii c soltili como tcnui fili, giovanu parimenli all' ellcuto dclle contrazioni e scnsazioni, ncll' atto di aprirne il circuito : cosl tj clio iiiterponendo, o i condutloii di una ordinaria niac- cliina eleltrica, o altri consiinili, in uii cnlla rana, fra i po- ll di un seniplico eletlromotore vollaico, si ottcngono, all' apii- re il circiiito^ Ic stc.ssc contrazioni 5 pariincntc iiiierponetido fra racccnnalo apparecchio il labbro siipcriore c ini'eriore, si spcri- meniano le sensazioni di gusto e lampicello galvanico nel- I'atto di aprire simile circuito. Per le quali cose si rico- nosce che l' elottrico acciuiiulato nei icssiiti nerveo-muscu- laiij e dai medesimi rifluenle, trova agevolalo sui predelti condiiltorl il suo riflasso ed istaotaneo discaricaraento, coi re- lativi fcnomeni elettro-fisiologici . Nei qiiali casi a tale ridiis- so elctliico, procedente dai icssnti nerveo-musculari, s'aggiiin- ge altres'i la corrente volta-elettrica indotta su que' condulto- ri, tanto piii intensa ed efRcace, quanlo piii i condultori stessi siano ili lungo filo ed avvolto a stretta spirale. Clie se la spi- rale niedesiina s' avvolge atlorno cilindro di ferro, s'aggiun- ge eziandio la corrente indotla magnelo-eleltrica, coi maggio- ri elTetti clettro-fisiologici, quali appunlo si oUcngono median- te il nolo appareccluo del Masson. Maniere di complicanze clie si verilicano ancora coi ben noli apparecchi magneto- elettrici a rotazione, per li quali le corrcnti direlle at- Iraverso i tossuli nerveo-musculari rifluiscono dai medesimi , coi piu singolari effetii cotnposii di conlrazloui e di sensa- zioni . 42. Pero fra i varj mezzi di applicazione elettrica ai tes- sutl nerveo-musculari, gli arclii golvaniclj e gli eleltromotori voltalcl risuUano 1 piu capaci per rivolgere iungo i nervll'e- leltrico in tale copla, che d' nn tratto riesca ad accumularsi nei medesimi, lino al riflusso con iscarica inversa e momenlanea, e di tal guisa efiicace ad occaslouare e promuovere II relati- vi fenomeni elettro-fisiologici delle contrazioni e delle sensa? zioni. E per vcrilh le correnli galvaniclie o vollaichcj morce la copia i^tanianca dell' eleltrico loro proprio, invadono d' ua DlSAMlNA SUL Gai.VAMSMO 73 tiallo ogni cliramazione nervosa motrice e sensona, awolgendo- si e acciimuIanclosi,qiiin(li svolgendosi e riQuendo lungo le tlir;i. mazioni slesse, d' oiule il magislcro^ cosi all' avviarc, conic ;il sollrarre quelle correnli, delle conlrazii)ni e Jelle sensazioni: per tal guisa da un arco nielallico eleiogeneo applicato sul nervo ciurale della rana ne precede 1' elettricisnio ad avvol- gersi e cuinularsi lungo le diramazioni nervose, in inodo clie, air aprire simile ciicuilo, 1' elellrico stcsso svolge.si e scorre a foggia di corrente inversa , occasionando e liproducendo le contrazioni; di pari guisa 1' arco nacdesiino, speciulnieiue d'ar- gcnlo e zinco, applicato all' uomo per 1' un eslrcmo fra il lab- bro e la gengiva superiore^ per V allro fra il labbro e la gen- giva inferiorc, dirama e accuniula il proprio elellricismo fine ai nervi otlici, con sensazione di luce o lampicello, cziandio al- r alto di aprire siilatlo circuilo . Singolari procedimenll elct- iro-fisiologici die quanto pid si riscontrano altenersi alia copia, anziche alia tensione dell' eletlrico applicato, t^mto piii ne addimosliano l' intiino niagistero riposto uell' accennata facol- la lutta propria dei nervi di accoglicre e derivare, di tratte- iiere e accumulate 1' elellrico di corrente, fiao a SYoI"erlo con inverso corso , e coi rclativi efietti di contrazioni e di sensa- zioni. MirabilisMuia lacoliii, In grado eminente caraltcristica del- le fibre nervee, e della quale pure si ottengano alcuni riscou- tri al galvanometro. Infaiii osservasi che la corrente di un pic- colo arco metallico eterogeneo avviata lungo il nervo crura- le della rana, c all' un tempo pel circuilo galvanomctrico, quan- to in sul piiino islante presenla la maggiore declinazione del- r ago calamitato, altrellanto ben presto ne offre oltremodo de- crescenli le oscillazioni. Che se in tale circuilo si surroga un tronco di tessuto qualsiasi^ imbevuto di soluzione buona con- duttrice dell' elellrico, come di solfalo di rame, ottiensi una presso che pari indicazione gnlvanometrica con successive nie- no decrescenli oscillazioni. S' aggiunge che le correnli nerveo- musculari riscontransl esse slesse della pit! rapida declinazio- ne, e della minor durata, a fronle di quelle che otlengonsi da elettroinotori umidi inorganic! o idronietallici. Infalti inlrodu- cendo nel circuilo galvanometrico la rana ne risulla una de- clinazione dcir ago, decrescenie assai piu presto che nel casi T. X. 10. 74 GeMINIANO GniMELLI ill qualsiasl altro eletlroinolore inorganico ; fiigaciia delle rorreml nervco-imisculaii, (jiialo vorificasi eziamlio suUe torpc- (lini, c rileiibile specialmcnte al corso eleiuico ben preslo trat- tenuto lungo i nervi medesimi . Quindi si riconosce ognor piu la discorsa singolare facolih propria dei nervi di trattenere r clettvico, fino a svolgerlo per riflusso a maniera di sca- lica islantanea; foggia di scarica die quanto viene appa- lesata dai relalivi fenomeni elettro-fisiolog'ci di molo e di sen- so , altrettanlo rifugge dal manifestarsi cogli ordinarj risconiri al galvanonietro, specialnienle Iratlandosi dei lessuli nerveo- miisculari di s'l piccolo aniniale come fe la rana. Pero il Reelet- trometro del Marianini ridoiio alia niaggiore sqnisitczza op- portuna a raccogliere ed indicare le mininie e piu fiiggevoli scarlche o correnti istantanee, applicato agli aniinali maggio- li, forse riescir polrebbe quale mezzo il piu acconcio all' uo- po di riconoscere il corso dell' elelt.rico comunque accuraula- to, e rifkicDte lungo i nervi. 43. INIentre poi i nervi presentano gli accennali contrasse- gni di elellrico accumulate, e rifluente lungo le loro dirama- '/ioni, invece i muscoli oflrono i risconiri piu accerlati delle polarita sccondarie . E invero le correnti voltiane , comunque dirette attraverso i tessuti musculari, valgono ad indurre in es- si le condizioni abili alio sviluppo di un inverse circolo elet- trico, come lo appalesano le indicazloni galvanometriche: singo- lari procedimenli di polarita secondarie tanto maggiori e piu cospicui, quanto piu trattasi di muscidi fresclii e vigorosi e di intense correnti voltaiclie, condolte sui tessuti siessi mediante acquose soluzioni o saline^ o alcaline, o acide ; maniere di feno- meni appalesati dalle relative inverse coirenti elellriche, quali si laccolgono immediatamente dai tessuti inuscidari^ e si scanda- gliano appuntino merce il galv^mometro , coile appendici in ispecie a vaselli metallici. E primamente una rana viva asso- pita coir alcoole, ovvero di recente preparata alia galvanica, posta colle sue gambe a cavalcione di due lazze o biccliieri di vetro o maiolica riempiti di soluzione acquosa di cloruro sodico, e all' un tempo immersi nelle tazze stesse gli estremi di ima ordinaria coppia voltaica di rame e zinco, assume in po- chi isianli la polarita elcitro-posiiiva neU'arlo tull'ato cello zinco, DiSAMINA SUL GaLVANTS.MO 75 e la clcllro-negatlva in quello Uill'alo col rame. Cos! e infal- li che lolla da siffalto circiiiio, eel IiUrodoita subito colle e- stremita dei suoi arli nel circuilo ijalvauoinetricOj oflre una concnte elettrica inversa a ([uclla appllcatale, e segtiata da aiii- pia declinaziono dai 20 ai 30 gradi dell' ago magnelicoj ma- niere di polariia e di correnli che quanto rapidamenle si pro- diicono e manifestano nci tcssuli miisculaii fresclii e vigorosi, altretlanlo sollocitaineatc si dllegiiano e svaniscono dai tessu- ti stessi. Che se la rana si prepara lasciandolc la colonna ver- lebralc inlegra, ed unita , medianle i nervi e i muscoli loni- barij agli arti addominali, e si diiige la corrcute elettrica dal- le estreinita delle gambe all' csUetaitk della colonna vertebra- le, odic anche per tal verso le polariia secondaric, con rela- tiva corrente varian>cnte coraolicantesi a qnella propria dei tessiui nerveo-musculari. Quiudi la rana nel delto modo prc- paraia^ e immersa coll' estremita delle garabe entro T un bic- chiere, coll' eslremilk della colonna vertebrale entro 1' allro^ poi compiuto il circuito merce la copia di rame e zinco, as- sume ai dctti eslremi le polariia scconilarie; in guisa che, a se- conda che la corrente da esse originaia e quella propria dei lessuii musculari o vanno per lo slesso verso o per versi op- posti si risconuano al galvanomelro or sommate or equili- brate, or r una prevalente suU'altra; il perche ([ualora la ap- plicata corrente voUaica procede eletlro -posiliva dai muscoli della colonna vertebrale a quelli delle gambe, ne conseguono polariia cospiranti a crescere la corrente propria della rana, come si verifica esattamente al galvanomelro. Ove poi la ra- na preparata alia galvanica si collochi col tronco spinalc tuf- fato ncir una tazza, e colle estremita delle gambi.! neU'altra, standone i soli nervi lombari a cavalcione delle tazze, in tal caso la corrente della copia voltaica, all' alto del chiudurc il circuito, iiivadendo i nervi, promuove le contrazioni dei cor- rispondenti muscoli ; nel tempo del chiuso circuito resta trat- tcnuta, accumulandosene 1' eleltrico lango i nervi stessi; nel momenlo dell' aprire il circuito si svolge 1' accuraulalo elei- iricismo, con efietto di contrazionij e senza risconlri di snper- stiti polariia secondaric . rariinenli applicando e rivolgeo- do sui soli nervi lombari o crurali una correnle clellriea si 7G Geminiano Grimelli prodaconOj nU'atto di chiiulerne c di aprirnc il circiiito, le coii- trazioiii musculari, per aflhisso c rillusso elcltrico senza con- corso (li polaiilu socoadaiie, alnicno rioonoscibili e uianifeste. S' a""iiini^c che la correule vollaica condolta sui lessuti mu- sculari iiidipcndonlcmeiue da mczzi liqiiidi, nia invece con condiillori nietallici applicali iiiiniediataiiionte sui lessuti me- desiini, risulta oltremodo inefficace alia prodiizione delle po- larita sccondarie. Pcrcio se con un arco di rame e zinco si couipicndono immcdiatamente fra i suoi cslremi iin aito del- la raiia, o un iralto nuiscularCj ne lisullano ognora niinime o nulla le polariia sccondarie . Che se nieice un elettromolore composio si rinforza la conente sugli stessi lessuti musculari, anche in tal caso le polarita riescono assai minori di quelle s voile soUo pari influsso eletuico condotlovi raedianle liquid! o salini , o alcalini, o acidi . Combinando poi piu rane in se- rie rlunite, o laieralmente a fascio, o longiiudiualmente a ca- tena, c soUoponcndole a una corronte vollaica che le atlra- versi luite, si verificano in ognuna le siesse polariia seconda- rie, con pari vicende: riunile laieralmente giova stringeile a fascio, immergendone gli eslremi nell' opportuno liquldo con- diitlore^ ollenendo cosi dalle assume polariia la maggior somma delle rispeilive loro correnli , quale risconlrasi crescere col numero delle rane in proporzione aritmeiica; disposle poi a co- rona di lazze, giova oltremodo il liquido piu condullore per- che ciascuna rana meglio concorra colle rispeltive polarita al- ia complessiva corrente, la quale in tal caso si rawisa rin- forzarsi con addizioni decresccnti in ragione del numero del- le rane: foggie di osservazioni che raeritano pure lanlo mag- gior studioj f|uanto piu si riscontrano per 1' una parte contro- verse, per 1' altra discorse scnza acconcie direzioni elcltro-fi- siologiche ( Marianini Lcitera all' /Jccademia delle Scienze di Parigi sopra la causa alia quale il signor Peltier attri- huisce le coiilrnzioni che provnno gli aniinali quando s' in- terrowpe il circolo vollaico del quale J anno parte: /Innali delle Scienze del Jiegno Lombardo-J^eneto , tonio T-^, 1835. — 3Iatleucci Essai sur les Phenomhnes Electriques des Jnimaux pug. 14 etc. Paris 1840). 44. Tornaquindi in acconcio il notare fin d'ora che le polarita DisAMiN.v suL Galvanismo 77 seoondaric rcalmcnlc assume dai lessuli muscnlari, comiinone Ibniiii o spogliali possibilincnle d' ogni loro tronco e ranio nervoso , qnanlo si riconoscono lungi dal promuovere, come prelese il Peltier, lo contiazioni proprie dell' atlo di aprire il circolo eleUrico , allreltanto si ravvisano iiilervenicnli e cno- peranti ai fenomeni elellro-fisiologici propij delle correnti in- verse conosciuli soUo il noine di allernalive vohiane. Cosi e, come giu ne fccc conoscere il Volta , die le correnti elettriche direlte Inngo i mnscoli, e conlinuale sui medesimi per lo stes- so verso, decrescono ben presto nclla loro efficacia elet- tro-fisiologica , lino a diveiiire itnpolenti a promuoverne le contrazioni , le quali si rinvigoriscono e si ripioducono im- mediatamenie coll' inverlire le siesse correnti sui musculi me- desimi j rinvigorimento e riproduzione di contrazioni die si ravvisano procedere di pari passo colle precipue condizioni per le quali si ingenoranu nei tcssuti musculari le polarita se- condaries ossia coUa freschezza fisiologica di tali tessuli, e col passaggio dolla corrcnie voltnica altraverso condultori unii- di posti in contatto dci tessnii stessi . Per tal gnisa risulta , nel modo piu manifesto , die la corrente occasionata dalle insorte polarita, e la voltaica invertita, cospirano ambedue per lo stesso verso a rinvigorire e ripiodurre le allenuale o so- spese contrazioni. Dilatli in simili casi il concorso simultaneo delle accennate correnti si riconosce eziandio ai riscontri cal- vanomctrici; invero scandagliando separatamente al galvauo- metro 1' una e 1' altra corrente, poi scandagliandole all' un tempo avviate per lo stesso verso, si riconoscono in realta as- sociate in misura corrispondente pressoche alia loro somma : inanicra di associazione e di ninluo rinforzo rcso cos'i mani- festo dalle rinvigorite contrazioni musculari e dalle relative indicazioni galvanometriclie . 45. D' altra parte come ogni azione eleltrica, stante la sua influenza sa qnalsiasi corpo, svolge, pel niagistero dell' indu- zione, 1' elettricisnio proprio del corpo stesso, cosi esercita ana- logo influsso e promuove consimile magistero sui lessuli ner- veo-nnisculari, inducendone il loro elettricisnio a comparteci- pare ai fenomeni e alle vicende delle relative conlrazioni . Giu una almosfera eleiirica qualsiasi, nell' atlo del suo rapido 78 GtMINIANO GuiMELLl siabillrsi, nal tempo dol continiiato siio siisslstero , nell'istaii- te del pronto disciogliersi , sii la rana galvanica Induce ed occasiona li piu siugolari fenoineui , e le piu mirabili vicen- de eloltro-fisiologlcho; ed allresi le correnli voltaiclie all' at- to del loro avviarsi, nel tempo del loro siissistere , noU' i- stante del pronto ccssare sui lessuli nerveo-musculari , occa- sionano e promuovono, nei medesimi, consimili fenomeni ed ef- fetli flsiologici. Nei ([uali cimenti 1' elellricismo estrinsecv) di qnalunqne piovenienza ed iuvadente i tessiui organici, si coni- plica coir inliinseco indotto nei nervi e nei musculi, prodncen- dobi in fra tale complicanza le contraziuni, dal Galvani rico- nosciutc come promosse dull' eletlrico nervco-musculare, e dal Volta invece ragionatc mediante lo slimolo elettrico proccden- te dai corpi circostanli. Ma vero h che qualsiasi eleitricismo esteiiore influente sui tessuti organici, o comuncpie avviato sui medesimi, comniuove e sospinge l elettrico nerveo-musculare, in guisa che questo riesce primo a scorrere i nervi e i muscu- II stessi, e a dispiegare la sua efficacia elettro-fisiologlca per le contrazioni . Che se 1' estrinseco elettrico induceute scorre subito , per le medesime vie organiche, dietro 1' luirinscco in Jot- to, ne consegue che le contrazioni suscitate da questo vengono da quelle o accresciute, ove fievoll, fioo a tramutarle da clo- niche in toniche , ovvero, se vigorose, restano attenuate fino al rilassamento, come e proprio del corso elettrico continuato per lo stesso verso . Foggie di vicende che si ravvisano appunto negli indicati cimenti galvanici; per li quali si riscontra che, a seconda del minore o maggiore prodominio di intensita del- r estrinseco elettrico inducente siiU' intrinseco organico indot- to, le contrazioni si producono colic relative accennate vicen- de cloniche e toniche, e di tardo o pronto rilassamento mii- sculare . Laonde poi si e guidati a riconoscere nei tessuti ner- veo-musculari una particolare inducibillta elettro-fisiologica, at- linentesi alia loro forza organico-vitale, e capace di svolgere dal seno di que' tessuti siffiitto eleitricismo indotto, che di leg- gieri compartecipa ai fenomeni e alle vicende delle contrazio- ni e dei rilassamenri musculari . 4G. Fra i diversi nietodi galvanici opportuni a sperimcn- lare le cariche elettriche, per lo loro aimosleie, influenti sulla DlSAMINA SUL GaLVANISMO 79 rana , il piu semplicc ed efficace si e quello di dii igcre simile influenza, attiaverso acconci niezzi coibeuti , sopra gli iso- lati tessiiii uerveo-musculaii . E primieraniente ad osservare sifTalta influenza elellrica, nell' alio del suo rapido investire gli accennali tessuli, si adoperi un vase, o bicchiere di velro sot- tile, ed ampio quanto occorre a disleudere nel suo fondo gli iirti addoniinali di una rana allesiita coi suoi neivi lonil)aii uniti al tronco veiiebraloj quindi si disponga la rana stessa in guisa che, menlre i suoi arli giaciouo sul fondo interno del bicchiero, il tronco vertebrale, alzato flno a tutta la lunghezza (lei suoi norvi^resli, per la naturale vischiosila dei suoi umo- ri, aderente alia interna superlicie della pareie vitrea; poi^ ca- ricata una piccola boiliglia di Leida, si avvicini la sua arraa- tura, o cleltro-positiva o elettro-negativa, isolata, all' esterna su- perficie del bicchiere ove corrisponde il tronco vertebrale; e per lal gulsa all' atto dell' avvicinamento fino alia prossirnit.\ ficl contatto, o al contallo dell' armainra col velro^ si osserva- no prodursi le conlrazioni della interna rana, quali ad ogni simile avvicinamento o applicazione si reiterauo, fino a che i tes- suti nervco-musculari si serbano abbastanza vivaci e vigoro- ^\. In tal modo scorgesi che il tronco vertebrale della rana compie, sul tratto dell' interna parete vitrea al quale e appli- calo, V ufHcio di una parlicolare armalura, il cui elettrico in- dotto scorre lungo i nervi a proniuovere le contrazioni, che si ripetono, tanto se i ninscoli restano isolati enlro il bicchie- re, quanto se comniunicano niedianle filo metallico col sao- lo . E a rompiere simile loggia di bottiglia, ad armature ner- veo-niusculari , si usi lo stesso vase con entro la rana dl- posta neir accennato modo , cui s' aggiunga all' esterno altra simile rana sostenuta sn un piano isolanle, in guisa che le e- stremita musculari delle sue gambe, recise presso 1' artico- lazionc del piede, reslino applicate contro 1' esteriore superfi- cie vitrea ove corrisponde l' interno tronco vertebrale; in ta- le disposizione di cose, avviciuando l' armatura carica ed iso- lata della bottiglia leidense al tronco spinale dell' esterna ra- na, ne conseguono le contrazioni di qnesla , e all' un tempo di quella disposta uell' interno del bicchiere : per siflatta ma- uicra le due rane compiono 1' ufficio, Y ana di esterna, l' altra 80 Gemimano Grimelli <]i interna armatnra del trallo Ji parete vitrca cui sono ap- plicato, vencMulo 1' una eccitala alio coiitrazioiii dall' eletliico condollOj e 1' a lira dall' indollo sui rispellivi tronclii spinali, e lungo i corrispondenli nervi c masculi. I'enonieni cd elTcl- ti che fia opporluno il rav\ii.aro dictro I principj dei coibon- ti arniali; per li quail si riconoscc clic quaiiio piu e lieve la eslrinseca carica eleurica applicala all' ua' annatura, tanto piu la conscguente carica indotta procode dall' eleiuico propria deir altra annatura j e invcce quanlo maggiore la inteusila del- la carica inducentc, tanto piu la carica indotta emana dal- r eleltrico proprio dell' inlcrposto colbcnte . Quiudi poi giova considcrare che, nel caso dellc due rane applicate a loggia di armature alio opposte superficie della parete vitrea del hic- cbiere, basta una lieve carica segnata da pochi gradi dell' e- lettronietro dl Henley ^ e diretta sul Ironco vertebrale doll' e- sterna rana ^ percbe atlraverso il vetro si compia istanlanea- mente la induaione eleitrica suU' interna rana, coU' elTello del- le sue conlrazioni: s' aggiunge cbe, mentre in anihedue le ra- ne si manifesta all' elettronietro del Volta 1' elettricismOj con- dotto sidl'una, indotlo suU'allra, la esterna rana, dielro siinili ripetule applicazioni eleltriche, cessa dalle sue conlrazioni, pro- seguendo ancora 1' interna per ogni consimile applicazione a nianifestare le conlrazioni sue proprie . 47. E le slesse cariche inducenli 1' eleltricismo del tessuii nerveo-muscnlari, finche sussislono ad inveslire tali tcssuti, li inantengono pure in uno stalo eloltiico capace di promuove- re le conlrazioni . Si prenda un coibenle adallo, come un ve- tro 0 quadro frankliuiano, munilo in una sola superficie di la- mina metallica lunga e larga quanlo una rana , e si dispon- ga lal vetro orizzontalmente coUa indicata sua armatura in basso, caricata o eleltro-posilivamenie o eleilro-negulivamen- te , mentre suUa nuda superficie vitrea superiore si distenda uua rana alleslita alia galvauica cogli arli addominali , nervi crurali , ironco vertebrale . In lal modo serbando conlinua- mente carica 1' armatura inferiore, medianie adalla comu- nicazlono colla boltiglia di Leida, si osserva clie i sovrap- posli lessuii nerveo-muscnlari irappassano dallo stalo di ri- lassaraento a quello di coQlrasdoae, ad ogni locco sui loro nervi DlSAMINA SUL GaLVaMSMO 81 con punta di corpo mclallico iinpugnalo: per t;il guisa avvie* uo cdo la carica clettiica dell' armalura inctallica inforio- re, fiiicho sussisie, dispiega , aliravcrso il vetro, la sua influ- enza sui nervi e musculi svolgendone il loro elcllricismOj il quale air alio d'ogni suo scorriineulo lungo i nervi siessi pro- muovc le coniia/.ioni musculari . Maniere di fenomeni e- leilro-lisiologici die s.i producono eziandio dirigendo simile in- fluenza elelliica sui soli nervi locnbari della rana, passali per- cio a cavalcione di un piccolo lubello di veiro nuinilo lungo il suo inlerno di un fllo metallico comunicanlc colla armalu- ra carica ed isolata della bolliglia di leida : cosi slando la rana pendente dall' indicalo lubello, basla, finclie sussisie la carica deir inlerno fllo, toccare con punta meiallica i nervi della ra- na slessa per occasionarne le conlrazioni dei corrispondenti niuscoli; di tal guisa scorgesi die la tenuissima carica di ua fllo iiieiallico, grosso circa quanio i cordoni nervosi lorabari, lungo circa quanto l' animale, riesce, altras'erso le pared di ua adallo lubello di vetro , a tale induzione eletlrica su que' ner- vi, da produrre ad ogni corso di siilulto elellricisiiio lungo I me- desiini le contrazioni musculari. 48. Le discorse cariche eletlriche quindi, direite a svolgere r eleltricismo dei lessuii nerveo-rausculari, ne occasionano al- Talto del loro disciolgliersi, allorno i tessuli acceunali, le piu ma- uifcsie contrazioni. Al quale oggello giova oltremodo die la in- fluenza o elellro-posiliva o elellro negativa sia dirella, special- luenle e di preferenza, sui nervi^ restando cosi inveslili e cor^i dull' indoUo elellrico opporluno alle contrazioni dei corrispon- denli muscoli; inoltre giova die tale sviluppo e corso elellrico sia favorilo da abiti condullori posli in comunicazione coi ner- vi, alia iiianiera insegnata dal Galvani, fisiologioamenle calco- lando r eleliricismo inlrinscco nerveo-musculare, e dollrlnata dal Volla , fisicamente compuiando Y eleltricismo eslrinseco e proprio dei circoslantl condultori. Pero la rana galvanica, e- ziandio isolata , o enlro vase di velro, o su piano coibente, o appesa a fllo di seta^ senza comunicazione alcuna con qual- siasi corpo condutlore, e investita lutta allorno dalla alniosfe- ra di una ordiiiaria maccliina eletlrica ^ odVe noi moracnli del massirao vigore fisiologico, e all' alio della scarica scinlillantc , T. X. 11. 82 Gemimiano Grimelu le pill singolan conlrazioni cloniche; foggie dl contrazioni die si ravvisano ordinarie e caratteiisilche dell' inlima azione elettrica nervco-ninsculare ; riscontrandosi invece che le eslrinseche scari- che o conenll nell' iovadere i nervi o i muscoli stessi val- goiio piiitlosto a provocare contrazioni tetaniche . Anche il naturalc eleltricismo atmosferico sehbcne a minime tensio- ni tiituivolta si ravvisa dispiegare siflalla influenza intrinseca elellro-nervea, fino a promuovere le pid singolan auitndini e viccnde di contrazioni nuiscnlari galvaniclie. Cosi e che^ in o- gni stagione e in ogni giornala o serena o nuvolosa^ uelle ore del niatlino e del vespro, nelle quali suole occorrere massimo r ordioario eleltricismo atmosferico, e il suo ioflusso, a coni- parazione delle ore meridiane onotlurne, i circuili eleitro-fi- siologici galvanic! offrono sempre gli elTetti loro proprj piu vivaci e durevoli. Sulla slessa rana poi Integra e viva ed as- sopita, mediante liqnore alcaolico o eiereo^ nei momend teni- poralesclii estivi o aulunnali, si osserva, tra simili vicissitudini a- tmosforico-eleitridie, un freqnente Iremilo convulsive clonico, in tulla la muscnlatura , con ricorrenti moti di flessione e di e- slensione dei siioi arii: maniere di fenomeni eletlro-fisiologici die esaminati eziandio in ordine agli animali a sangue caldo ne sern- brano opportuai per guidare a riconoscere la speciale influenza dcir eleltricismo atmosferico anche suU' uomo . E per verila egli e nolo che gli individui quanlo piu sensibili ed irri- labili , tanto piu riseulono e raanifestano le vicissitudini tern- poralcsche_, con particolare senso di malessere o di siaio coa- vulsivo salluario o ricorrente : vicende valetudinarie j e fe- nomeni niorbosi che ne sembrano pure ricevere la piu plau- sibile spiegazione riferendoli all' influsso dell' elettrico atmo- sferico lemporalesco, pel quale resta piu o nieno commosso ed agitato relettricismo nerveo-musculare; s' aggiunge che le scaiiche fulminee, pel solo trascorrere in vicinanza del corpo umanOj riescono talora a promuoverne siffatta commozione e distrazione elettrica , attraendo da un lato , e ripulsando dal- r altro r eleltricismo necessario alia vita, fino a disperderlo e spegnerlo con subila morte, senza la minima traccia di imrae- diata invaslone del fulmine sull' uomo reso cosi cadavere. 49. E gia come le carlche eleltrjche mediante le lore DiSAMINA SUL GaLVANISMO 83 attnosfere operose, altraverso i mezzi coibenti^ riescono sni tcssuii nerveo-tnusculari ad iiulurne e cominuoverne 1' elet- tricisino^ fiiio alia piodu-^ioiie delle contrazioni , cosi le re- lative scaiiche svolgono altorno le vie che percorrono un'at- niosfera loio propria , die quanto piu prossima al nervi , tanlo piu vale a suscitare le conlraziooi dei corrispondenli musco- li . InfaUl un coudiitlore niclallico del dia metro di alcune li- nee si disponga in giiisa che per I'un siio estremo sia in vi- cinanza di una ordinaria raacchina elettrica, e , prolungato ed isolato ahjuanle braccia lungi dalla macchina stcssa , resti per Taltro estremo in comunicazione col suolo; qnindi una rana galvanica isolata su piano coibente si colloclii prossima, e in direzione normale o parallela, col sue tronco vertebrale e i suoi arti, air estremo del condiittore comunicante col suolo; nel qua- le sialo di cose, tratta una scarica dalla macchina sul condut- lore predetto, 1' elettrico trascorrendo a lato della rana ne in- duce r eleltricismo, fino alia produzione delle conlrazioni. Per lal modo si riscontra che la scarica quanto piu intensa^ tan- to piu svolge, lungo e attorno il suo cammino, ua' atraosfera cleilrica influeute sui tessuti nerveo-musculari a commuover- ne il loro eleltricismo, e cosi a suscitarne le contrazioni: fog- gia di elettricismo indotlo, su quel tessuti, ed altresi nei circo- stanti mezzi coibenti, coopcrante 1' uno e 1' altro alio stesso efletto elettro-fisiologico; pero fra tale cooperazione 1' elet- trico proprio dei nervi e dei musculi inlerviene sempre, qua- lunque sieno, e comunque disposti i mezzi coibenti j a pro- muovere gli stessi efl'etti eleltro-fisiologici delle coutrazioni. 50. Dietro simill procedimenti anche la scarica della bot- tiglia di Leida^ nel percorrere un conduttore disposto a fianco della rana galvanica isolata, riesce a indurne le contrazioni. A tale oggeito necessita che lo scaricatore della bottiglia of- fra siflatto corse all' elettrico da risultarne attorno il medesi- mo una lensione, coUa relativa atmosfera, capace di investire i prossimi nervi, fino a suscitare le contrazioni dei corrispon- denti musculi: cosi e che, ove lo scaricatore sia per 1' un suo estremo ristretto quale sottile filo di metallo, e per 1' altro anipio quale ciliudro parimenti metallico di alcune linee di dla- metro, comunque isolalo ossia cinto da tubo di vetro, poggiando 84 Gemikiano Grimeli.i suUa eslcrna snpcificie di simile lubo il tronco vcrlc];rale cli una raiia fiesca e vigorosa ^ all' alto tleila scaiica i iniiscoli (loUa raiia inoilesima restano provocali a contrazione; ove poi lo scaiiculore ineiallico sia luiio di pari diamctro si risconlra (lie, vestendone un Iratto con Icssuto inuiiiidito, e simile par- te cliiiisa entro tubo di velro , qiiimli ap[>licando all" esiei na superficie tlel labo il Uonco vertcbrale della rana, anclie la lal modo air alio della scarica restano indotte le cotitrazioni deH'animale; inollre adalinndo entro un tratio del lubo di velro un rololo di icssulo iuumidito o di muscoloj e salla esterna su- perficie vilrea corrispondenle all' inlerno ripieno coUocando il tronco vertcbrale doUa rana, si pronmovono ncll'atto della sca- rica eletlrica direlta con due (Hi rnetallici entro il lubo, alli aver- so il rotolo uniido o organico , le contrazioni della rana slessa. Per le quali cose scorgesi che la scarica della boltiglia di Leida iiel percorrcre siffalli (,onduttori, che^ o per la forma o per I'in- riini apriaienli del circolo , decli- nando poi gradatainenie dielro gli slessi ilerali e reiterati a- primenli di circiiilo. Pero risconlrasi all' un tempo die la cor- rente elettro-posiiiva direila dai nervi ai muscoli quanto ra- pidamente ne spossa e infralisce la loro forza fisiologica, al- trettanlo presto, mediante la sospensione o il riposo del cor- 80 elellrico, risorgc la capacila alle contrazioni; a diflerenza della stessa correnle inversa^ la qnale^ come assai meno rapi- damente spossa e infralisce, cosi richiede piii lunga la sua sos- spensione e il riposo concednlo ai tessuti nerveo-musculari per ritornare efficace alle contrazioni . Vicende tulte le qiiali ognor piu ne guidano a riconoscere nci tessiui in liiscoiso un eleltricismo loro proprio, e procedenle posilivamenle dai mu- scoli ai nervi. Cosi 6 che la correnle voltaica diretta eletlro- positiva dai nervi ai muscoli, ossia a ritroso dell'inlrinseco e- letiricismo loro proprio^ addiviene presto inefiicace a suscita- re le contrazioni al chiudere il circuito, e clie la stessa cor- renle diretta dai juusculi ai nervi, ossia pel vet so slesso del loro eleltricismOj persevera piu a lungo ad occasionare le con- trazioni air aprire il circuito . Stante il quale conflilto o coo- perazicne Ira 1' eletiricismo organico inlrinseco, e 1' estrioseco applicato , ne consegue pure die nel caso della corrente di- retta dai nervi ai musculi lo spossamcnto o infralimento ner- veo-musculare risorge , pel riposo, asjai piii presto che nel caso inverso . 55. E in ordine alia discorsa efficacla delle scariche e del- la correnii eleliriche sui tessuti nerveo-musculari , si risconlra eziaudio che , stanti parlicolari disposizioni dei tessuti slessi , e dei corpi condultoii loro applicali, no conseguono speciali vi- cende di couirazionJjappuulo meritevoli di essere ([ui avverlitc. DlSAMINA SUL GaI.VANISMO 91 ]'] per verilii qualora la rana sia preparata in guisa clie la sua coloiiiia vertebralo resli coi ncrvi e i muscoli loinbari nella ualurale conliimita coijli arli addominali, avviene che le a/.ioui cleltro-ncgalive appllcate a ([uei nervi , nietliante conclullore liietallico, riescono piu elficaci delle eleltro-positlve, nell' occa- sioaare e promuovere le contrazioni dei conispondenii musco- li. Infalli suUa rana per tal modo preparata ed isolata appli- cando, mcdiante striscia di piombo ripiogata atloruo li nervi lombari, la arraalura elellro-negativa della bouiglia di Lei la, si producouo contrazioni assai piu vigorose di quelle die si oUengono con simile applicazione dell' arraalura eleiiro-posi- liva. Anzi conlinuando in simili prove si ravvisaiio le contra- zioni venir raeno gradalamente, svolgendosi pero all' azione della carica eleltro-negativa, mentre difetlano aU'intullo a (juel- la deir elcUro-positiva : singolari fenomeni riferiblli all' elet- tricismo indolto sul condullore meiallico, e per esso siil con- liguo lessuto niusculare , cosicche all' avvicinare la carica e- Ittltro-negaliva della botliglia al metallo svolgesi l' eleitrico po- sitive di questo, e del prossimo tessuto organico, clie invaden- do immediatamente i nervi crurali promuove le contrazioni dei corrispondenti muscoli. E nella rana pure similmente pre- parata, ciou coUa colonna vertebrale, i nervij e i muscoli lom- bari coulinuali cogli arli addominali, le correnli voltdiclie di- iclie eletiro-posilive dai musculi dcgli aiii ai rispeltivi nervi riescono a promuovere le maggiori contrazioni lanto nell' al- to del cliiudere, quanlo in qucllo dell' aprire il circuito elel- iromoiore; anzi in tale stato di cose le correnli siesse dispie- gano simili efietti, anche quando, rivolie inversaraente dai ner- vi crurali ai muscoli degli arti^ producono le conlrnzioni piut- tosto ncir alto del chiudere, die in quello dell' aprire il cir- colo eleitrico: maniere di vicende in proposito delle quali il Maiianini avverliva il facile rivolgersi delle correnli eleltri- cIiCj per acconcie vie condullrici tra nervi e muscoli, nel ver- so piu favorevole agli eO'elti elctlro-fisiologici delle contra- zioni , c il V. Pianciani inoltre era guidalo a riconoscere in sifVatti fenomeni uno speciale procedimenlo di induzione eleltro-fisiulogica (^ I\Inrianini , Memoria sopra le contrazio- ni iniisculari , ed alcune sensazioni prodotte dalle correnli 92 Geminiano Grimelli ehttriche, Padova 1834. = Piancinni , Saggio d' npplica- zione del principio dell' mduzione elcttro-dinamica ai J'eno- tneni clettro-fisiologici , iMeinorie della Socieid Italiana, to- mo XXII, Parle Fisica, Modena 1839). 56. Per tune le quali cose si conchiude che i tessuti ner- veo-niusculari, stanle la loro strultura organica e forza fisio- logica, invcslili da eslcriori azioni elellriche di scarica o di cor- renie, le prestano un pariicolare corso, con induzione specials deir cleUricismo loro proprio, compiendosi all' un tempo siii nervi I' accumulamenlo sino al riQusso elcltiico, e sni mnscoli le polarita secondario fino alia corrente inversa. E le siesse azioni elellriche disaniinate in ogni possibile estensione, riguar- do alia loro cfficacia nell' occasionare e proranoverc le contra- zioni, ne condncono ognora a riconosceie le discorse tlue leggi eletlro-fisiologiclie, cioo la primaria, per la quale le scariche o correnii operose sui tessuti organici costiuiiti nel naturale lo- ro vigore flsiologico^ comunque dirctte sui nervi, valgono a promuovcre le contrazioni dei corrispondenti muscoli, e la secondaria, per la quale i tessuti medesimi scaduti o infraliti da quel naturale loro vigore ciigono uno speciale corso elet- trico per gli efl'elli delle contrazioni. Leggi e vicende che si riconoscono altenersi a un particolare eleitricismo dei tessuti nerveo-musculari , atiivissimo in concorso della azione fisiolo- gica propria dei nervi e dei musculij e rannodato arcanamente a quclla azione tulla propria degli esseri organizzali e vi- venti . Mirabilissimo magistcro elettro-fisiologico nel quale resta qnindi ignota 1' inlima attinenza fra 1" azione eletlrica condolta e indolta, accuniulata e svolla nella compage dei nervi 0 dei muscoli, e la proniossa azione organico-viiale dei ner- vi e dei muscoli slessi, reggitrice suprema dcgli cfieili e del- le vicende delle contrazioni. II perche, in simile funzione, 1' elet- tricisnio (juanto si riconosce il piu allivo e valido agenle e- strinseco e intrinseco dei tessuti nerveo-musculari, per occasio- narnc c promuoverne le contrazioni, allrctianto si appresen- ta lungi ancora dall' oflVire in esso il prime elemcnlo e la moUa intiina dell' azione nervea, c della contrazione nmsculare . Laonde , nello stato attuale dell' Elettro-dsiologia , i' elellr!- co stesso resta caratterizzuto come potentissimo mezzo ani ec. Rapporto DlSAMINA SUL GaLVAWISMO 97 ec. prig. 66 ec. —= Of)ere ec. png. 79, 1G7, 17a, 228, 295, 347). E in fatli se suUa rana di recenle prcparala, e capa- ce di offiire, medianle il prelto suo circuito oerveo-musciiLire, le conlrazioni, si applica una mite corrente, che appetia scgna- ta dal galvanomelro proceda eleUroposiliva dai niiiscoli ai nervi, si riscontrano occasionate, specialinente all' alio del suo avviarsi, le conlrazioni assai maggiori di quelle proniosse dal- I'inverso proceditnento dolla corrente medesima ; rna la rana cominciando subito a scodere dalla sua forza nerveo-uinscu- lare, e cosi dalla relativa facolla elettro-fisiologica, ed ap- pena addivenuta impassibile al prelto suo circuito, in tale sta- to la sudtlolta corrente^ all' uopo anclie rintorzata , conmn- que proceda elettro-positiva o dai muscoli ai nervi, o da que- sti a quelli, occasiona e promuove le conlrazioni con pari vigore e vicende: per le quali osservazioni scorgcsi che li tessuli nerveo-miisculari quanlo piu capaci, al prelto loro cir- cuito organico, dei fenomeni coniratlivi, tanto piti appalesa- no la edicacia combinata del loro intrinseco elettricismo col- Testiinseco applicato nel promuoverne le conlrazioni. Alio sca- dere poi e infrallrsi vie piii la forza nerveo-musculare, occor- reiido eziandio maggiori correnli eletlriche a indurla a rea- zione, si osserva una speciale edicacia di simili correnli, le quali, procedendo elettro-positive luugo i nervi verso i musco- li, promuovono le conlrazioni solo all' atto del chludere il cir- cuito elellromotore, e viceversa, procedendo dai muscoli ver- so i nervi, occasionano le conlrazioni stesse solo all' atto del- Taprire il circuito medesimoj nel quale slato di cose si ravvisa inoltre che le correnli elcllro-posilive direlte dai muscoli ai ner- vi riescono piu a huigo efficaci, di quello che nell' inversa di- rezione, a promuovere le corrlspondenli conlrazioni muscula- ri: lo che pure addimostra che i tessuti organici, anclie infraliti, serbano a dilungo la capacila ad un pardcolare elettricismo in- trinseco, rilenendo percio quello applicato loro, medianle I'estria- seca corrente, fino al riflusso, con eflelto delle conlrazioni. Intria- seco elettricismo nerveo-musculare che si riconosce con proce- dimento elettro-positivo dai muscoli verso i tronchi nervosi, come lo riconfermano appunto le or notate vicende elcltro-fi- siologiche , cosi e in fatli che, nel caso della maggiore vigoria t: X. 13. 98 Gemini ANO Grimelli del nervi e dei muscoli, il loro eletlricismo inlrinseco si ap- palesa rinforzalo , mcrce l' eslrinseco diretto a corso eleltio- positivo dai muscoli ai nervi , coi maggiori effelli delle con- trazioni; d' allra pane, nel caso della scadula forza nerveo- niusciilare , si scorge clie il residue inlrinseco eletlricismo si giova pure dell' eslrinseco elettro-positivo dirello dai muscoli ai uervi, rinforzandosi e comulandosi fino al riflusso^ con ef- fetlo delle conlrazioni, al rapido cessare dell' applicata cor- renie. 60. Pero il Volla, fin dalle prime osservazioni ed esperien- ze galvaniche, fallosi a scandagliare le minime azioni elellri- che valevoli a promuovere le conlrazioni musculari,, avverliva che le scariche , a corso elellro-positivo dirello dai nervi ai muscoli, riescono piu efRcaci delle scariche slesse inverse, os- sia eleltro-posiiive dai muscoli ai nervi, nel promuovere le coo- trazioni musculari: quindi assicurava che caricata una bottiglia di Leydeu, e scaricaia sul nervo e corrispondenie inuscolo della rana, se la parte della boccelta che loccava il nervo e- ra r elellro-posiiiva, bastava a produrre le convulsioni una ca- rica di 5 o G centesimi di grado dtl suo eletlro metro a pa- glielte soltili , e che, aU'inconiro, se loccava il muscolo colla parte elettro-positiva della boccelta^ e al nervo corrisponde- va la elettro-negaliva, non bastavano 20, 25, 30 centesi- mi di grado, dello stesso elettrometro, a produrre le delte con- vulsioni; percio dichiarava che, esistendo pure un eletlricismo inlrinseco nerveo-musculare^ egli era a riguardarsi elettro-po- sitivo dalla pane dei muscoli , ed elellro-negativo da quella dei nervi ( CoUezione delle Opere del Volla tomo II , par- te I, pag. 9, 40, 78, 221, ec). Se non che il Volla siesso, nel seguito delle sue esperienze, riconobbe che suUa rana fre- sca e vigorosa comuncpie applicali, e disposti gli archi me- tallic! elettromotori, essi valgono, in ogni caso del loro e- letlrico rivollo o dai nervi ai muscoli , o da quesli a quel- li , a provocarne le conlrazioni; e che solo nella rana nie- no fresca e vigorosa si riscontra la accennala speciale effica- cia del corso elettro-positivo, proprio degli archi metallici^ e dirello d.ii nervi ai muscoli, per eccilarne le convulsioni . An- zi avverti che sulla rana, dopo avere per I'azione d' un arco di DisAMiNA sui. Galvanismo 99 argeuto o stagno oltenule Ic contrazioni d'ogni maniera , sino a rinianere intValila, ne consegue cho applicando pol lo stagno elcltro-positivo al tioiico spinale o ai netvi cnirali^ e Taigen- to eleltro-negalivo ai nuisculi, si producono^ al cliiiulere, non all'aprire il circiiilo^ Ic couUazioni j e che viceversa appiicaii- (lo lo stagno ai nervi, 1' argeato ai muscoli, produconsi, piiii- losto air apriie, che al chiudere, lo convulsioni stesse; s' ag- giunge che egli inteso a delcfininare , meice siinili elTeiti delle conirazioni, il corso elettio-posiiivo negli archi metallici inier- j)OSli fra i nervi molori e i musculi corrispondenti , e nierce il senso del gusto acidulo, promosso sulla punta delLi lingua^ la corienie eleilio-positiva rivolta dalle estrcmita ai rami ner- vosi ( Collezione delle Opere del Volta , toino II, par. /, pag. 94, 115, 158, 1G3, 182, 193, 108, 207, parte II, pag. 5, 18, 31, 42, 43, 47, 84 121. Lettera all' Jldini ec. Jn- nali di C/uinica ec. tomo Xf^I pag. 65 fnotaj , Pavia 1798). Laonde dalle stesse osservazioni ed esperienze del Volta si riconosce che i tessuli nerveo-musculari quanlo piii fieschi e vigorosij tanto meglio producono, qualun<:|ue sia il corso elettrico, le contrazionij e che, alio scadere o iDfrallre della naturale loro freschezza o vigoria lisiologica, coniinciano a manifcslare la spcciale efficacia delle correnii elettro -positi- ve diietle dai nervi ai muscoli, e viceversa: speciale effica- cia che e poi singolare il rinvenire avvertita dal Volta merce le tenui scariche o correnti della bottiglia di Leida , e degli archi galvanici, e non medianle il suo elcttromolore compo- sto, che di tante guise applico alia osservazione dei relalivi fenomeni eleltro-fisiologlci. Cosi e infatli che, dietro simili ap- plicazioni alle rane, agli animali, all' uorao, non accenno pia la dilTerenza nella produzione delle contrazioni a norma del vario andamento della scarica o corrente elettro-posiiiva, ri- marcando piuttoslo la sensazione maggiore tattile alia par- te ove si applica il conduttore negative ( Collezione del- le Opere del F'olta ec, tomo II, parte II, pag. 120, 213 ). Rla alia pcrfine il Nobili, nello scandaghare le vicende elet- iro-fisiologiche , e galvanometriche della rana , addusse va- rj risuliamenti di fatto , per li quali addiraostro , nella rana siessa, la corrente sua propria direita dai musculi ai nervi, 1 00 Geminiano Grimelli die si rinforza o elide^ combinandosi per lo slesso verso o pel verso opposio, con uii' alira corrente di eguale intensiia. Per tal giiisa ricoaobbe cbe nclla rana IVesca e vigorosa facendo passare una corrente debolissima dai muscoli ai nervi, cospi- rante coUa propria dci lessuli organici, ne risuliano le con- Irazioni piii vigorose di quelle die occorrono per la inversa direzione, nel quale caso tornano deboli o nuUe: anzi ei propo- se tale meiodo sperimenUile, o saggio probatorio, per dclernii- nare la direzione delle mininie correnti elellriche non iscorgil)ili mediante il galvanometro (^Meinorie ed Osservaziotii ec. del Cav. L. Nobili ec. Vol. I, pag. 73, 74, Firenze 1834). E il Nobili stesso, provando ad estendere 1' indicato metodo su due rane conlrapposte fra loro, riconobbe die in tal caso non so- lo si equilibrano le correnli loro propria , ma cbe eziandio resla elisa 1' azione eleltro-fisiologica delle correnli debolissi- nic avviale luiigo le niedcsime: risultamenlo di fatto riferibile non tanto alia raddoppiata estensione del circuiio, e alia relati- va conducibilila venuta meno , quanto al principio galvano- inelrico, diniostrato dal Marianini, pel quale due correnti, co- munque discguali per copia elttuica, ma di pari tensioni, con- lrapposte fra loro, si bilanciano ed equilibrano. 11 perche ri- sulta manifesto die i tessuti nerveo-musculari della rana, co- sliiuiti in tutto il vigore organico vitale loro proprio^ offrono una tensione e relaiiva corrente elettrica die si riconosce e scandaglia mediante la contrapposizione d' altra qualsiasi cor- rente a pari tensione . Maniere di cpntrapposizioni die quan- to si risconlrano palesi lungo gli accenniiti tessuti , ahret- tanto risultano di leggieri inavvertibili lungo i soli cordoiii nervosi . A tal guisa il Nobili dirigendo sul solo nervo del- la rana ealvanica debollssirae correnti eletlriche intese cosi di scandagliarle, evilandone ogni complicanza con quelle tulle pro- prie dei tessuti nerveo-musculari. Peru necessita in proposilo avvertire die, nello stato del maggior vigore organico-viiale, 6 d' ogni relativa capacila elollro-risiologica, simile complicanza interviene tanto di leggieri, quanto meno isolata sia la rana; e die, eziandio nello stato d' ogni possibile isolamento dei nervi dai musculi, le minime correnti eleltro-positive diretle lungo i nervi verso la loro eslremilh encefalica dispiegano la maggiore DlsAMlNA SUL GaLTANISMO lOi cfficacia eletlro-fisiologica nel prorauovere le conlraicioni niu- sculari: loggia di osscivazione die si verifica tanlo meglioj quarilo piu si aljhia rigiiardo di operare suUa rana ben I'rc- sca e vigorosa^ avviHiido, niedianle due flli conduilori umidi o nielallici, per un nervo crurale la corieiile eleltro-posiliva ver- so r estremiia encefalica^ e per I'allro nervo la slessa correa- le air opposlo verso i muscoli, evitando cosi sui nervi me- desinii le inversion! delle accennate correnii^ clie allerano ol- Iremodo siinili osservazioni comparative. Slanli tulte le quail cose si riconosce nei lessuli nerveo niusculari un elettricisnio lore proprio, die si appalesa per la sua coniplicanza con qucl- lo estrinseco applicato ai tessuli siessi, come lo riconferniauo e/.iandio i riscoutri galvanometrici : anzi egli e appunto nie- diante il galvanometro die si riscontra la correnle propria della rana; la quale, a seconda die procede o per lo stesso verso, o pel veiso opposio d' allra corrente di pari intensita, si ravvisa o addoppiala, o equilibrata: merce il quale equililiriu si e poi guidali a deleriuinare la inlcnsila della correnle pro- pria dolla rana, come ue fia dalo djcliiaiare nel seguilo di simili argomenli . 61. E gli accennati circuit! galvanlci, stante appunto la com- binata intensita dell' eleltricisnio nerveo-musculare , e dello idromelallico, riescono, non solo pel conlalto immedialo, ma eziandio alia prossimilli del coiuatto Ira le parti organidie e gli eslremi nietallici, o fra metallo e metallo, al circolo elet- trico, coi relalivi fenomeni delle contrazioni niusculari. 11 Gal- vanic bendie osservasse in tali circuit!, e raccomandasse ! con^ tatti immediat! fra le varie loro parti, pure ragiono ! sottili strati coibenli d' aria o d' olio interpost! fra tessuto e tessuto organico , fra tessulo e metallo , fia metallo e metallo , riguar- dando simili veli, purche esilissimi, di leggier! vincibil! dal cor? so elettrico nerveo-musculare. Anzi in proposito avverli che sebbene 1' eleltricisnio animale, tanto delle rane, quanto delle torpcdlni, sia di si lieve tensione per la quale le Interruzioni anche minima dei conduilori ne arresiino il corso , tultavol- la ove le delta interruzioni siano vincibili, iv! V elettrico stesso manifeslas! rinvigorito fino alia scintilla, come di lal guisa la ottenero dal ginnoto, e dalla lorpedine il Walsh, e il Gardiui, 102 GeMINIANO GiVlJlELLI Qnincl! poi fu Irallo a dcrivare da sifl'iilto rinvigoriincnlo dol- r eleUrico , nel trapassare o trabal/aio tlai lessiili orgini- ci ai melalll, da niolallo a inctallo , la eHicacia dei suoi ar- ch! metallici (Colh'zione delle Opere del Galvani ec. png. 372, 375, 380, 382, 387, 396). E menlre lo Spallan^a- ni aveva gia notato chc iin velo d' olio d' oliva il quale ciio- pra e vesia altorno gli organi eletirici della loipedine, iion iinpedisce la scarica eletlrica, e la scossa all' uoino , T Hum- boldt riferi clie nolle raue fresclie e vigoiose Y aico uie- lallico elerogeneo applicato per 1' un suo esiremo o sui rnu- scoli o sui nervi , e coll' altro estremo addotto ia prossimith fino alia dislanza dl 1 a 6 uiillimeui, od anco di mezza li nea , o dei nervi o dei muscoli, ne conseguono pure Ic con- trazioui: il perche egli ammlse altorno i tessuti nerveo-muscu- lari una parlicolaro atmosfera, o iuiponderabile o vapoiosa, per la quale si compiano gli indicaii feaomeui ( /l/emori'e ec. t/e^- la Societd Ilaliana ec. toino II ., parte II , png. 652, f^e- rona \ 784. — Experiences sur le Galvanisme etc. par F. A. Humholdt etc. png. XXI F, 79, 211, 216, Paris 1799). Tn fra le quali maniere di osservazioni si raccoglie alia per- fine che nei circuili galvanici le tninime interruzioni di con- ducibilil^ frai tessuti orgauici e i metalli, o fra metalli e metal- li, resiano tanto meglio superate , quauto meglio si conibl- nano per lo stesso verso 1' eletiricismo nerveo-musculare e ridro-metallico. Invero quanto plu trattasi di rana fresca e vi- gorosa, e d'arco attivaniente eleitroraotore, e di applicazione del suo estremo elettro-positivo ai muscoli, e dell' elettro-negativo ai nervi, tanto piu facile riesce eziandio alia prossimita del contatlo , o anche fra un velo d' olio , di compiere il circo- lo elettrico colle contrazionl musculari. Cosi e che le gambe e le coscie della rana nudate o vestite della lore cute, oppu- re spalmate d' olio d' olivo, ove siano disposte sur una lamina di zinco , portando un arco d' argento coll' un estremo su tal lamina , e coll' altro sui nervi crurali , si combinano per lo stesso verso il corsb dell' elettrico nerveo-musculare coll' idro- melallico, lino ad ottenere le contrazioni anche alia prossimi- la del contaito. Maniere di procedimenli che si oltengono ben palesi interponendo fra i nervi e i muscoli ua elellroraolore DlSAMlNA Sf L GaLVANISMO 1 03 composto, cd applicalo pel suo estrcmo eletlro-posillvo ai mii- scoli, per 1' aluo ai nervi nioioii, risullandone gli cfletti dclle conlrazioni a tanlo piu dislinta prossimita del conlatto, quanto piii vigorosi li tessuii organ'ci, e maggiore la tensione dell' e- leltiicisino idrometallico. Di tal guisa avviene pure, come gih ne avverli il Volla, che applicaudo il suo elellromotore con- venienlemente per Tuna sua esiremita adunamano, menlre 1' altro eslremo si avvicina alia punla della lingua, risentesi anche prima del conlalto la sensazione elellro-fisiologica, e spe- cialmente quella promossa dal corso eleltro-posilivo direito contro le papillc nervose linguali, ossia la acidula (^Collezio- ne delle Opere del Volta, toino II, parte II,paij;. 124 ec). Per tulle le quali cose si conchiude che gli indicati circuili instituiii, con arclii metallici i piu eierogenei, sui tessuti orga- iiici ben irrilabili e sensibili, dispiegano eziandio alia prossi- niilh del contatto, ossia atlraverso uiinime inierruzioni di con- dncibiliia eleilrica, la loro eflScacia elellro-fisiologica: al qua- le efletlo si riconosce cooperare all' un tempo la iniensilk e la direzione per lo siesso verso dell' applicato eleltricismo vol- taico, e di (juello proprio dei tessuti organici, specialmenle co- stiluili in tutta la freschezza e vigoria fisiologica; dietro la qua- le maniera di rinforzo dell' eleltricismo nerveo musculare si e alia perline insperanziti di poter oUenere, fra le discorse inier- ruzioni dei sucii conduitori, la scintilla dalla rana galvanica, o dalle catene o fasci di piu rane, o dagli animali maggiori. 62. In oltre 1' eleltricismo inirinseco e proprio dei tessuti organici, e l' allro procedenle dall' arco nielallico eterogeneo , a seconda del lore corso per lo siesso verso, o per versi op- posli, si sommano o si elidono , ovvero^ a norma della varia relaliva loro inlensita^ l' uno prevale all' allro, come si ricon- ferma e precisa niedianle i riscontri galvanomelrici. Giova a tal uopo disporre la rana preparata in guisa che resti coll' una coscia priva della gamba lufTata in una lazza , e colle due ^am- be allacciaie eulro allra lazza, nuuiite le lazze di conveniente liquido conduttore, come accjua salsa; quindi si applichino agli estremi del filo galvanometrico due laminelle metalliche di mo- dica forza eleliromoirice, come 1' una di platino e l' allra di argealo , ovverp di rame e stagno , e compiasj il circuilo i04 Cemimano GniMEixt liiflandole nclle predisposie tazze: per tal modo a sccoiula clic la coneiite ilella lana , e quella dell' arco metallico, procedo- no 0 per lo stesso verso , o per verso opposio, osservasi note- volineiite niaggiore, o minore la indicazione dell' ago calami- tato. Che se la rana medesiina si introduce nel cirouilo gal- vanomctrico merc6 i vasclli di uno slesso melallo con av- ventizie loro eterogeneita segnate dai 10 ai 20 gradi dell' ago, avvieue parinienli die, Uiflando I' eslremila della coscia en- tro il vaselto elcttro-positivo, e 1' eslreiniia delle ganibe eiUro r allro vasetto elellro-negativo, la corrente della rana e quella dei vasotti metallici si addiuioslrano per versi opposii, come lo indica la diniinnita, od equilibraia, o inverlila decliaazione deir ago galvanonielrico. Anzi giovi richiiinare in proposlto il principio di galvanometria tanlo illuslrato dal Marianini, che cioe due eleltromotori idrometallici i qa;di per ampiezze disuiruall ofTrono corrcnli differenlissime , ma essendo all' un tempo di pari tensioni, conlrapposli fra loro in modo che si- niili correnti e tensioni siano rivolle e procedano in direzioni inverse, si elidono all' inluUo_, cosi nellc correnti, come nelle tensioni J priucipio il quale ove suss'sta anche a fronte degli eletlromolori umidi ed organici, ne conseguirebbe che, ricono- nosciuta la lensioae dei metalli eterogenei, la cui correnle con- trapposta a quella della rana riesce all' equilibrio galvanome- Irico, resierebbe conosciuta eziandio la tensione dell' eletlrici- smo proprio della rana siessa : quindi per tal via si sarebbe condotti a determinare la verace tensione dell' elettricismo pro- prio dei tessull nerveo-inusculari della rana, riconfermandola air uopo medianle i riscontri dell' elettrometro, con risultamenti meglio precisati di quelli addolti finora dal Grimelli e dal Matteucci ( Grimelli Lettera all' J mid ec. Nuovi Jnnali delle Scienze Nnturali ec. to mo X, Bologna 1843. -= Mat- teucci liicerc/ie Elettro-Fisiologic/ie ec. Meinorie della Societd Italiana tomo XXIII, Modena 1845. -=• Marianini Me- moria sulla facolta elettroinotrice relativa dei metalli ec. Modena 1838). 63. Sebbene poi il Galvani riconoscesse nell'arco metalli- co elerogeneo una particolare attivita ed elficacia per oc- casionare e promuovere le contrazioni, tullayolta si fece a DiSAMiNA sur, Galyanismo 105 ilimoslraie simile oflicacia iinclie nell' arco metallico omoge- neo , parimc n\ applicato sui tessuti nerveo-niuscularj, con si- mili vicende ili coalrazioni. Egli tjiiiiuli ne avvert'i che com- preiKleudo fra gli eslrcnii d' un arco. o d'oro o d' argcnto o di rame o di sUj^no o dl altro melailo buon conduttore del- r elettrico , im trallo del solo neivo crurale, specialmeiile col suo eslremo reciso, o lo siesso nerve in un coi inuscoli cor- rispondenli, sane olteuj^ono di leggieri le contrazioni solile: specie di osservazioui e di esperienze che , menlre venl- vano riconferniale dall' Aldini con ogni possibile omogeneiia di maleriali meiallici, lino al mercurio puii>simo, e con al- tri siiiiili arciii conduUori dell' elelliico lino al carbone ben preparato, condiicevano il Volta a riconoscere il contatlo elel- iromolore allres'i fra le parti di uno stesso pezzo metallico, per avvenlizie condizioni meccaniche o cliimiche, addivcnule dissimilij ed eziandio fra i corpi metallici o carlionosi, e i ma- teriali uinidi o i tessuli organic! ( Collczione dclle Opere del Galvani ec. pag. 164, 165, 18G, 187, 288, 328, 330, 331 J 337, 340 ec. . = Joannis Jlc/ini De Jnimali Eleclri' citate Dissertationes Diiac, Dissert. /, Bononiae 1 794. -=» Id. Fssai Theorique et ExperiinenLal sur le Gnlvanisme etc. tome seconde , Meinoire IV, Paris 1804. -= CoUeuone del- le Opcre del Volta ec. toino secondo , parte I, Firenze 1814). Peru anche nei circuiti iiistiluiti sui tessuti nerveo-mu- sculari con arco metallico omogeneo si s'erificano i riscontrl di un elettricisino intrinseco e proprio dei tessuti stessi, e di un altro avveniizio o accidentale dell' arco metallico : il primo si liconosce lauto moglio, quanto piu la rana sia di rccenie preparata e ancor capace d' ogni sua proprieta elettro-fisiolo- gica_, c delle relative contrazioni; il secondo si ravvisa qualo- ra r arco metallirc abbia assunto, ai suoi due estremi , diver- sa facolta o forza elettromotrice, ovvero eserciti simile forza pel suo contatto con varj materiall uniidi . 64. Nella rana di recente preparata , e ancor capace di of- frire , merce il prelto suo circuiio organico , le contrazioni , r arco metallico il piu omogeneo , il piu resistente alle azio- ni chimicliej il piu conduttore dell' elettrico , come quello o d'oro 0 d' argcnto o di mercurio p'lrissimo, applicato e diretlo T. X. 14. i06 GeMINIANO GniMELLI sui tessuti nerveo-musculari, risuka adalto ed eflficace a com- pierc il circuilo eleltro-fisiologico rnauifoslalo dalle coatrazio- ni . Basta disteiideie per 1' una parte gli aid addominali del- la rana galvanica sulla supeilicie del suddelti metalli, e per r altra lasciar cadeie il troiico vertebiale sulla supeilicie nie- desiiua, oude osservarae al mouiento le contiazioni. Clie se il tronco vertebiale serbasi foruilo dei suoi inuscoli, in ua co- gli arli loracici, per parificarue il contalto sulla superlicie me- lillica con quello degli arli addominali, anclie in tal giii'>a si producouo lo contrazioni niedesiuie. Iiioltre, all' uopo di ren- dere il piu possibilmente eguali le condizioni del coiUatto dei tessuti organici per anibe le parti sopra il metallo slesso, cou- giungasi il tronco spinale di una rana galvanica colla soui- initii degli arti addominali d' altra rana, cosicche quesli resti- no disposli in direzione invcrsa a quelli della prima, e disten- dendo paiimenti gli iini e gli allri aili sulla superficie me- tallica si ottengono pure le contrazioni della rana , lasciata col tronco veitebrale, e in virtu del suo circolo elettrico ner- veo-musculare . Clie se i.ninergesi il tronco vertebrale della solita rana galvanica enlro un bicchiere, iinmergendo altresi le estremlta delle gambe in altro biccliiere, ambidne munili (li opportuno liquido condullore, e si comple il circuito con arco nielallico omogeneo tuflato pei suoi estrcmi nei vasi me- dosimi, si producono ognoia le contrazioni niusculari : specie di circuilo eleltro-lisiologico cbe riesce efficace alle contrazio- ni, qualunque sia il liquido usato, o salino, o alcalino, o aci- do , ed anzi tanto piu atlivo, quanto piu il liquido slesso e abi- le condullore dell' eletlrico; maniera di circuito che risulla pure efficace, qualunque sia 1' arco metallicOj o non ossidabi- Ic'j o ossidabile, e comunque gli eslremi dell' arco siano parimenli iniraersi , cioe nello slesso istante e con eguale su- perficie. Ove poi il metallo , o per avvenlizia sua elerogene- iia, o pel vario suo contatto coi materiali organici od umidi, esercili esso slesso facolla elettromotrice, ne seguono le con- irazioni colle norme di quelle occasionate dall' arco nielal- lico eterogeneo. Quindi ove la estremlta elettro-positiva ne aa applicata ni muSvuli, e la elcsltro-negativa ai nervi, si pro- dacono al chiudere simile circuilo, staote la coraune direzione DisAiiNA suL Galvanisjio 107 deir eleltrlco nervo-inusculare, e di qiiello sviluppato duH'arco tnelallico , Ic mag^iori conlrazioni. Di pari guisa qualora il me- tallo (lispieglii forza eletlro-moiiice, dielio I'lin suo eslreino piu estesaiueiile applicalo, o di alciin tempo premesso sui miisco- li , addiveneiido ([uivi elellro-posiiivo, a fronle dell' altro estie- mo nieno esteso, o posposlo sui nervi, promuove le conlra- zioni piu pronte e vigorose. Fenomcni e vicende elcltro-fl- siologiclie die risullano pure dalle analoghe osservazioni ed esperienze del Galvani, del Caltiani, e d' allri, cl)e notarono, relalivamenle ai tessuli organici costiluiti nel maggior vigo.e fi- feiologico, la singolare cllicacia delle armature omogenee piu esle-jc, o premcsse sui musculi, uieno esiese^ o posposie sui nervi J nel promuoverne il circolo elettrico, cogli efl'etti delle contrazioni ( Collezioric delle Opere del Galvani ec. poi;;. 1G3, 169, 170, 254, ec). E per verita disposta la rana col tronco vertebrale iuiraerso in un biccliiere, e coUe gambe luf- fate in altro bicchiere, si risconira che 1' arco omoseneo dl qualsiasi metallo se venga coU'uu suo estremo piu immerso, o preuiesso nel vase ove corrispoudouo gli arli, a froute dell' al- tro estremo meno lullalo per qualche Iralto di superficie, o posposto alcun iblanle di tempo, nell' altro vase ove corrispon- donoi nervi, ne conscgue di tal guisa il circuito piu eflicacc per le contrazioni galvaniche; mentre die, nello slesso apparec- chio, I'arco metallico omogeueo ove sia plii immerso, o premes- so nel bicchiere ove corrispondono i nervi , e meno o dopo nol- I'allro biccliiere, difettano o mancano le convulsioni: dietro le quali prove, ben accerlate, scorgesi che 1' estremo dell' arco me- lallico piu immerso, o premesso nel liquido, addivenendo elet- iro-positivo, a fronte dell altro estremo meno immerso, o po- sposlo nel liquido slesso , e che Irovandosi quello posidvo dal- la parte dei muscoli, procedono cosi nella medesima direzio- ne r elettrico idrometallico , e il nerveo-musculare, coi maggiori eflelti delle contrazioni. 65. Ove poi r arco metallico omogeneo si applichi sui solo apparato nerveo della rana galvanica, ben fresca e vigorosa, an- che in tal caso si compie il circuito elettro-fisiologico produltore delle contrazioni musculari ( Collezione delle Opcrc del Gal- vani pag. iG4, 165, 186, 187). Si inlroduca la estremit.'t 1 08 Geminiano GniMELi.i tli iiti filo inetallico eniro il canale veriebrole^ nicntre 1' altra e^lreiniiii dello stesso (llo si utliliice a un contatto paiiinenli esieso siii nervi criuali doll' aniimile ; ovvero lali norvi reci- si presso la colonaa vertebrale si lascino caclcre siir una la- luina nielallica omogenea, o sur un pezzo di carbone, o di piiiiej 0 in ognuno degli accennali casi si producono le contra- zioni dei corrispondenli niuscoli: per tal modo risuka palese che il iilo o la lamina nielallica , o il pezzo di carbone o di pirite o d' allro simile conduttore eletlrico , il piu omogenco, e il pill resislenle alle azioni cliimiclie, lormando arco dal niidollo spinale al nervo , o da punlo a punto di qnesto, rie- sce a delerminare il circolo elellio-fisiologico galvanico; ai quale circolo sono pure a riferirsi le conlrazioni ollenute , di varie guise, mediante il conlatto dei soli nervi sur un solo pez- zo di melallo omogeneo, e da alcuni inlravedule come indi- cmli un particolare procedimenio elellro-fisiologico diverso dal galvanico gia accennato (^Collczlone deUe Opere del Gal- vani pag. 98, 99 ^ 186^ 187. ■== Experiences sur le Gal- vanisine par F, A. IJumboldt, pag. XXIII, 38 ^ 56, 358, Paris 1799). Che se l' arco melallico omogeneo, per 1' un suo estremo piu esicso, o premesso, e per l' altro piu ristret- to, o posposlo suUo slesso apparalo nervoso, addiviene etero- geneo, svolgendo la relaliva forza elcttromotrice, gia ne scguono le coutiazioni colle vicendo carallerizzate dalla complicanza deir elettricismo svolto dall' arco melallico eterogeneo , e di quello proprio dei tessuli uerveo-nniscalari. Invero si prepa- ri la rana galvanica ridoUa al tronco vertebrale, a un sol ner- vo lombaiej al corrispondente ario aildoininale , e iiilrodot- to per la sommila della coscia l' estremo di un filo melal- lico lungo il ncrvo (Ino al ginocchio , se ne ripieglii l' altro estremo sul nervo slesso verso il ironco vertebrale; e a tal modo osservasi che quanto piu la rana e fresca e vigorosa, tanto maggiori si producono le conlrazioni muscnlari; nel qnal caso avviene appunlo che I' estremo dell' arco melallico piu esteso e premesso lungo il nervo, addiviene eleltro-posilivo, combinandosi di lal guisa silTallo elettricismo per lo slesso verso di quello proprio dei tessuli nervco musculari, e consc- guendosene percio le maggiori conlrazioni. In ordine alle quali DiS.VMlNA, SUL GaIVANISMO "109 prove galvaniche, relative all' applicazione dell' arco metuUico omogeneo al solo apparato nervoso, giova ognora avveriire che i nervi siano ben freschi con tuilo il vigore fisiologico loro proprio, e i mnscoli svesliii della loro cule, per lasciar canipo ail ogni rivoigiinetilo e circolo eleiuico Jalle superll- cie nuisculari ai tronchi nervosi. Inoltre giovano, alio stesso circolo, i piu strelli conlalti, e all' iiopo anche per appiilso degli cstremi dcU' arco melallico sui cordoiii nervci, ben disposli cd eziandio aUpianlo lesi, ottenendosi cosl di leggieri gli accen- nati riscontii eletlro-fisiologici dclle contrazioni. Mauiere di risconlri che oltcngonsi nou solo nolle rane , ma allresl negli aniinali niaggiori a sangne caldo, i quali o ancor vivi, o su- bito spend, oflrono anzi simili lenonieni oltremodo cospicui e manifest!, stante la maggior copia eleilrica derivante dalle loio masse ninscolose, e diretta ai conispondenti nervi. 66. E nei circuili islitiiili sui tessuti nerveo-nniscidari con arco metallico omogeneo, per le suddetie conlingenze ad- divenuto elerogeneo, si e pure guidati a riconoscere, merce il galvanometro J la corrente fisiologica galvanica, or semplice, or avventiziamente combinata colla fisica voliaica. Qualoia si raccomanda a ciascun capo del fdo galvanometrico una lamina o lancetta di uno stesso metallo omogeneo, pari per anibe le parli, e si applica o infigge con egnale superficicj e in pa- ri tempo, r una lamina o lancetta nei muscoli della coscia , r altra nei muscoli della gamba di una rana, si otliene di leg- gieri una corrente eleltrica diretta dalla coscia , attraverso il (ilo galvanometrico^ alia gamba dell' animale. Cosi pure im- mergendo le indicate estremita galvauonietriclie nei biccliieri ove sono tuflati per 1' una parte il tronco verlebrale^ per 1' al- tra le eslremila delle gambe della rana, ottiensi una simile corrente diretta da quello a queste: foggia di circolo eleitri- co die risulta ognora piu manifesto compiendo il circuilo me- diante i vasetli metallici raccomandali ai capi del fdo galvano- metrico per introdiirvi le estremita dei tessuti nerveo-rnusculnri, ed avviarne a maggior corrente il relativo elettricismo. Che se le appcudici del galvanomctro, qu;dun(|ue siano, dispiegano esse stesse o per avventizia loro eterogeneiia, o pel vario lo- ro contatlo idromelallico^ facolta o forza eleltroniotrice, in lal 1 1 0 Gemimako Crimelli caso si ravvisani) i lisconlri e i contrassegni della relativa correa- te elettrica combiiiata con qiiella propria dei tessuli organici . Cosi c iiiliilti clio ([iialora le dispostc appeiulici o a lamiiie, o a vaselti presentano una eterogeneiia segnata da parecchi gradi del galvanonielro, inlroducendovi la rana in circuito si ijscontra die lale indicazione cresce , o diniimiisce, si ecjiiilibra, o si io- vertc, a seconda die si comhinano per lo stesso verso, o pel verso opposto la corrente idrometallica e quella dei tessu- ti nerveo-iniisculari . Qiiindi le esporienze e le osservazioni svarialissime per le qn.di si olieniiero correnli eletlriclie nie- dianle laniine o lancette nielallidie omogenee raccomandate ai capi del filo galvanoniclrico, ed appllcate od infisse nei tessuli org inici, si riducono alio risuUanze : I .° o di una cor- rente tulia propria dei tessuli organici , qualora resii escluso ogni sviluppo e corso eletlrico idro-nieiallico, tauto agevole e pronto a svolgersi in circolo ove le esireniita galvanoinelri- che piCi omogenee siano poste in contatto di tessuU organici dissitnili , ovvero applicate con ineguale superficie, o in diver- si inomeiui sui tessuli piii omogenei; 2.° o di una corrente in- Irusa a circolo dagli nsali scandagli metallici, per diverse lo- ro condizioni fisico-meccanichc, come la varia scabiosila, o le- vigalezza di superficie, la ineguale tempra,o temperalura, ovve- ro per diverse condizioni fisico-cliimiclie, come la variala lega o amalgama, 1' ossidadione o combinazione ([ualsiasi, sfiiggile a non riconosciule al saggio delF equilibrio galvanometrico , per- che instiluilo entro liquido meno condultore dei tessuli o ii- mori organici sui quali si sperimenla; 3.° o di una corrente combinata e composla di quella propria dei tessuli nerveo- musculari, e della promossa dai metalli loro applicatij die a se- conda procedono ambedue per lo slesso verso , o per versi opposli si appalesano , con addizione, o soUrazione dell' una suU'altra: d' onde poi le svarialissime e difTormi risultanze in or- dine a simili raaterie ( Esperienze sulla Esislenza e le Leg- gi dclle Correnti Elollro-Fisiologiche ec. dei Pro/essori F. Puccinotti e L. Pacinotti ec. Pisa 1 839. = Esperienze in- torno alle Correnti Elettro-Fisiologiche ec. del Dottor L. P. Fario e del Professor F. Zantedeschi ec : Memoria- le della Medicina Contemporanea F'oluine 111^ Venezia DiSA.MIMA SUL GaLVANISMO 1 1 1 1840. — Osservazioni intorno alle Espcrienze relative alle Correnti Efettro-Fisiologic/ie del Professor S. Berruti cc. Torino 1841. ■= Ulyssis Brcvenlani De Experimentis Elc- ctro-Physiologicis ec. Bononiae 1843). 67. E nei circuiii disposii convenieiileinente sui lessull ner- veo-muscul;iri, mediante arco inetallico omogeneo, iiileivengo- no eziandio le piii inanifeste polarha secondarie siiU' arco stes- so ad appalesare T eletlricisino propiio di que' lessiul. Per tal guisa avviene die, nel tempo di simili circuiii cliiiisi, la cor- renle eleltiica dei lessnli organici^ allraversando 1' arco me- lallico, svolge su V un suo eslremo la polaiiia ehutio-posiiiva, sii r allro la eleltro-negallva . Infalli se collocasi una rana , o rneglio un fascio di due o tre o quallro raue^ a cavalcio- ne di due bicchieri inuniii di acqua salsa, compiendo il cir- cuilo con un lllo o una li.'jiarella ad arco^ o di platino, o d'oro, o d'argenlo, o di rame^ si risconlra, dopo parecclii minuii, che tale arco ha assunto nel suo estrenio immerse coUe co- scie la polarita eleiiro-positiva , e nell' altro eslremo immer- so colle gambe la clellro-negaliva, manifeslando cosi al gal- vanometro una corrente inversa a quella propria dei tessuti nerveo-inusculari ; foiriiia di correnle inversa die risconlrasi tanto piu costume, e ili inlensitii prossima a quella dei tessu- ti organic!, qnanto piu Iraitasi di archi ad estremita o appen- dici die invesiiie dal liquido condutlore resiino meno sogget- te a process! cliiinici o di ossidazione, come verificasi sul pla- tino o I'oro, suir argento, o anclie il rame, in contatto d' acqua Salsa. Inollre si ravvisa che, stanie la correnle in discorso pro- pria dei tessuti nerveo-musculari , 1' arco nietallico assume le polarith secondarie tanto piu facili e pronte, qnanto piu le e- stremita o appendici dell' arco siesso sono di forma angolare o appuntila, anziche cilindrica tondeggianle. Com e infatli clie i vasetti metallici dis[)0sli ad appendici galvanomctiiche, per iscan- dagliare la correnle eleltiica della rana^ oflrono minime o nulla le polarita secondarie, c percio in simili circuit! sussiste a di- Inngo la manifestazione della correnle stessa: qiiindi poi ne- gli accennati vasetti^ inverteiulo la disposizione dell' animale, se ne otticnc la correnle senza nolevole complicanza per parte dellc polarita secondarie assume da! metulli. Laoude nieuire 112 Gemimano Gkimelli r cleitricismo della rana In cii cuko si riconosce, mercc gV in- dicali conirasscgtii, all' un tempo si scorge clecliiiare piu o men presto , a secoaila delle polarilh secondaiie svolte piu o meiio presto suir arco molallico, eJ anche siigli stessi tessuli ma- sculari, e a seconda dell' accumiilainenio elettrico noi nervi , e dcllo scadere succcssivo d' ogiii facoha eleitro-fisiologica : complicato magistcio di decliiiazione della corrente animale die quiiuli s' altieiie in parte alle facolla eletlro-fisiclie degli archi metallici, e in parte alle facolta elellro-ilsiologiche dei tessuti organici; in frn le qnali vicende risulta ognor piu ma- nifesta simile correule eletnica come tutla propria dei tessuli nerveo-musculari. G8. Inoltre dalle esperienze e dalle osservazioni del Gal- vani si raccoglie die, anche senza 1' intervenio di alcun me- tallo , ma invece con soli materiali umidi applicati ai lessuti nerveo-musculari, ne risultano archi e circuti abili al circolo e- loUro-fisiologico^pel quale si occaslonano e prorauovono le con- trazioni ( Collezione dclle Opere del Galvani ec. pag. Ill, 115, 210, 2G0, 286, 332. ec). Che se il Voha per avere, in sui primordi di sua splendida doltrlna, riconoscluto il con- lalto eleltromolore sollauto Ira mciallo e meiallo , inlendeva a rifiulare 1' efficacia degli accennati archi e circuiii galvanici,fu poi davvero persuaso anche di quesli , fino ad eslcndere il gran- de principio del contuito elellromotore eziandio fra i materia- li umidi dissimili {^Collezione delle Opere del Volta , tamo Jf, parte I, pag. 221, 222, 227, 230, 241, 250; parte II J pag. 38. ec). Singolari prove di susciiato eleltricisrao gal- vanico ben presio, e sovra ogni altro riconfermate ed esiese dal Valli, contrapponendole al Volta , coll' addimostrare diversi e molliplici materiali umidi che ove meglio inlerposti fra i nervi e i muscoli, e quanlo piu conduilori dell' eleltricOj tanto meglio 6 vieppiii riescivano a compiere il circuito elettro-fisiologico, cogli elVetli delle contrazioni {Lettres de M. Eiisehe Kalli Doctcur en Medecine etc. sur I' Electricile Jniinale: Lettre I, II, III, IF, V, VI, VII, VIII, Journal de Physique etc. volume XLl , Paris 1792; Lettre IX, Journal de Physique etc. volume XLII, 1 793 ; Lettera X, XI, XII, Jn- nali di Chimica ec, tomo VII, Pavici 1 795. — Experiments DiSAMINA SUL GaIVANISMO 113 OH /iniinal Electricity irith their application to Physiology onde some Pathological and medical observations tSy Eu- schiiis I'^alli M. D. 1794, London). Argomenti galvanici lisguardanli appunlo gli archi c i circuiti, falli e compiti coa niateriali tiitii imiidi, oltreinodo allivi per occasionare o pro- muovere gli elVt'tli eleltio-fisiologici dclle contrazioni , svolti poi e ragionali vaiiariiente (lairfliimbolilt, e dal Ffafl", dall'Al- dini, e dal Bellingeii , dal Nobili, e dal Mallcucci, e da al- tii non pochi. G9. Kelle applicazioni del rnaleriali in discorso, che, investen- do li tronclii ncrvosi^ rioscono a promuovere le contrazioni dei corrispondcnli muscoli, il Galvani rignardo la sostanza umida intervenienie, a maniera d'arco condiuiore deU'eleltrico, su va- rj punti del tessuto nerveo coUa eflicacia dell' ordinario cir- colo eleltro-fisiologico produtlore delle contrazioni tnusculari (Collezione delle Upcre del Galvani ec. pag. 2G5, 2GG,qc.). Egli quiadi notava che bagnando il tronco vertebrale della rana con acqiia salsa, non solo si svolgono immediaiamen- te parlicolari convulsioni , ma che, cessate queste, si rende eziandio oltreraodo efticace il circuito institiiito, addiicendo il tronco medesimo, o i suoi nervi lombari, a coatalto dei coi- rispondenti muscoli delle coscie o delle garabe: specials a- zione ed efficacia che ragiono merce gli occulti archi sta- bilili dulla soluzione saliua fra varj punti del tessuto ner- veo, e merce T agevolato corso dell' elettrico fra i nervi e i muscoli. Anzi,riscontrando egli una tale azione o efficacia avva- lorata per la sezione dei nervi lombari in prossiniita della co- lonna vertebrale, indico in simile caso il circuito e il corso deU'elettricismo , all' eslremila recisa del nervo , fra 1' esterno involucro nevrilematico e 1' intiina nevrina, come il piii op- portuno ed efficace agli cft'etti elettro fisiologici dclle contra- zioni. Nel quale proposito sagacemente avvertiva che il mi- dollo spinale, cstratto dalla sua teca ossea e dal suo involu- cro membranoio analogo al nevrilematico. coraunque investi- to od immerso nella soluzione di sale marino, o di potassa, non riesce ad occasionare che pochc o languidissiinc convul- sioni. Laonde ne dichiaro che ove principj sicrosi conduttori doir elettrico invadano, come in alcuoi stati morbosi, o i nervij T. X. 15. 114 Gej EMINIANO URIMELLI o 1,1 miiloUa spinale, o il cervello, specialmenle fra le mem- brane loro, ivi esercitano 1' officio di siiaordinarj arclii defe- reiui iloir inliinseco elclU'icismo, occasionaodone iin circolo piii o mcno vloleiito, cogli ePcui e le sequele di piii o meno gra- vi convulsioiii . E viceversa egli argotnenlava die, ove altii principj d' indole piuUoslo oleosa o coibentc prcdoniinassero sni tossuti nerveo-niuscniaii, essi ne conlrariavano il circolo eleilrico , fino ad occasionarne lo stato paialilico : foggie di osservazioni chc piir scmbrano mcrilcvoli di qualclie liguai- do in ordine allresi a quelle soslanze farmaceuliche , che so- no poco o nulla condultrlci doll' eleltrico , come appunto gli eteri, e che insinuate nel sislema nerveo-musculare lo iuduco- no a quella forma di anestesia o di paralisi momenlanea, che e lanlo opporuina alle vivesezioni c alle operazioni cliirurgicbc. 70. Che so si applicano i maieriali umidi direltamenie siii muscoli , ne consegne che , a seconda dei vari modi di tall applicazioni J il circolo clellro-fisiologico galvanico viene or piiij ed or meno favorito, con relalivi corrispondenli eiTclli di contrazioni. Invero quanto piu i maieriali umidi si appongono di preferenza atlorno le eslreme diramazioni nerveo-muscula- li, ossia verso i tendini, lanto meglio resla agevolato atlraver- so sifTalti estremi il circolo elettrico per I'inlerno dei muscoli, iino ai tronchi nervosi , e da questi rivoUo eslernamenle a quelle estremita umeilate. Cosi e che, bagnando con qualche soluzione, o salina, o alcalina, o acida, buona conduiuice del- r elettrico , li tessuti musculari presso le loro parli teudiuee, si pronuiovono di leggieri le convulsioni galvaniche d'ognima- niera: quindi avviene che, dietro siflalle iimellazioni carneo- teudinee^ adducendo il nervo crurale a contaiio delle estre- mita bagnate, produconsi 1 maggiori effetti eleltro-fisiologici di contrazioni. Ma, d' allra parte, umeltando tutta la superficie musculare, dagli esiremi tendinei ilno ai tronchi nervosi, si of- fiono le pill esiese vie al corso e rivolgimento elettrico eslcrno, con sua deviazione dall' interno , e percio con difelto delle convulsioni; il perche riscontrasi che, immergendo ncU' acqua salala li musculi fino ai tronchi nervosi, od anche coi tronchi slessi, risultano poche, o nullc le contrazioni; ed occorse pure di osservare al Galvani che, dietro tale immersionc, portando a DlSiVMINA SUL GalVANISMO 1 1 5 rnuliio contatto il nervo cnirale e i corrispomleiili iniiscoli, restano allenuali gli eflelli elellro-fisioloyici convulsivi: risiil- tamenli tli failo in proposito dei <[uali, oltre la deviazione del- rdeltrico iKiH' inlerno all' esteino dci muscoli, viiolsi pure av- veilire, col Galvani stcsso, una cerlu allerazione o'^sia ri"i(lila che acqnisl^no i musculi inveslili dall'accennala soluzione, per la quale piu difTuili occorrono i procediinenli delle conlra- zioni loro propiie ( Co/lcziono dellc Opere del Galvani, por^. 212, 21 J). E qui ben anclie si addice il richiainare die i tessuli musculari, comuuque inlrisi o bagnati tutio altorno di acquose soluzioni, o saline, o alcallne, o acide, o di uinori sierosj , o sanguinei, ovvero compresi da ingorgo o flussione sanguigna slraordinaria, mentre addivengono in niassa piu con- dullori deir cletlrico, e piu clellromotori al contalto di archi eieiogenei , resta poi in essi agevolmenle devialo , per siraili vie urnide, od umorali, relelliico intiinseco dal suo corso lungo le fibre sensibili irritabili, con difelto delle relative con- irazioni. Infalti riscontrasi clie la rana galvanica quanto piu inlrisa dai predetli uniori, o compresa da flussione sangui- gna, ove sia introdoua nel circuilo galvanometrico , tanio niag- giori presenta le indicazioni dell' ago calamiiato, e rainori le contrazioni musculari. Ma simile rana, parimenii di fresco al- Icsiita , pero asciuttaia attorno i suoi muscoli con pezzelto di spugna, quindi introdoUa ncllo stesso circuilo galvanome- trico, ofl're le maggiori contrazioni, e le miuori indicazioni al galvanomctro : ai quali cfl'etli giova pure che , per 1' una banda, il tronco vertebrale sia immerso nel liquido, restandone fuori i nervi, e che, per Tallra banda, le gambe siano im- merse solo pei piedi, con lulto il resto ben asciulto ed isola- to, affinche la correnie elettrica scorra e circoli davvero lun- go ed entro le fibre sensibili ed irritabili . 71. Dielro quindi le acccnnate norme interponcndo, fra i nervi e i musculi, ([ualsiasi matcriale umido, o salino, o alca- lino , o acido j si risconlra che esso quanto piu sia conduttore deU'eletlrico, tanto piu vale a favorirne il circolo, coUa eflica- cia delle contrazioni. K tal modo il Galvani dimostrava che su qualunque piano def'erente, ed anche su la superficie di seniplice acqua conlenuia in un vase , poggiando per Tuna 1 1 G GeMINIANO GniMELU parte il Ironco veitcbrale o i nervl lombari, e per l' altra parte restremiiu dellc gambc tU una rana fresca e vigorosa, ne con- seguono le contrazioiii dcUa medesinia ( CoUczione delle O- pere del Galvani cc. pag. 180, 211, ec.) . Foggie di circui- ti cletlro-fisiologici, variati poi ed estesi tlal Valli, e dal Volta, dair Humboldt , e dal PfalT, coll' iiilerpone fia i nervi e i mu- sculi della rana galvanica diversi materiali uinidi e salini, con- duttoii deir cleltrico, ed ognora con efl'elto delle contrazioni. II Valli, sovra ogni allro, si fece a diuioslrare che, applicando su adattc paili dei tessuli nervei e musculaii varj umori, come latte, o nrina, ovvero anche aspergendo le parti stesse di cer- ti sali, come nitrato di zinco, o muriato di raaganese, ed ivi addolte al contalto, ne risullava un circuilo eleltro-fisiologico capace delle nuggiori contrazioni. Quindi il Volta, accoglicndo e riconfermando tali risultamenti di fatlo, ognor piu procla- mava le accennate sostanze, introdotie fra nervi e muscoli, co- me opportunisslme al piii esleso e efficace contatlo eleitronio- tore, e al piii spediio corso del relaiivo sviluppato elettiico, efficacissimo alle contrazioni {^f-^alli Lettera XII sulV Elet- tricila Jnimah: Jnuali di Chimica ec. tomo VII, Pavia 1795. -^Collezione delle Opere del Volta ec. torn. II, parte /, pag. 1\\ , parte II, pag. 231, ec.) . Frattanto l' Humboldt risconlrava ed estendeva la efficacia delle soluzioni acquose acide , come d' acido idroclorico , ed alcaline, come di potas- sa, specialmeute applicate ai nervi, per favorire sui nmsculi i circuit! elettro-fisiologici, coi niaggiori efleili delle contrazioni . Se non che menlre et;li , diretto da particolari sue viste di cliimismo e galvanismo flsiologico, reputava gl' indicati agou- ti abili ad esaltare la eccitabilila degli organi animali , il Pfafl', conformemente al Volta indicava tali mezzi capaci piiitlosio ad atlivare i conlatti eterogenei j e la conducibillla elettiita dei prelali circuiti galvanici. i\Ianiere di osservazioni e di e- spcrienze riassunte poi dal Malteucci, col dicliiarare di avere riconosciulo il circuito nerveo-musculare galvanico avvalora- to nei suoi efl'etli , frammettcndo tra i nervi e i musculi al- cuni meslrui, qnali appunto le soluzioni d' acido idroclorico, o di poiassaj e coll' asseverare die qualora una rana o di recente preparata, o alquanto indebolila, non offie, o cessa di offiire^ al DiSAMINA SUL GaLVANJSMO 1 1 7 preito suo circiiilo nerveo-musculare, le contrazioni, hasia pas- sare sulla g:iinl)a un pennelliiio iuliiso nella soluzione aequo- sa o idroclorica, o potassica , per oilenere subiio , al contat- to della garnba stcssa col ncrvo crurale o lombare, le piii vigorose conlrn/.ioni {^Experiences sur le Gahanisme etc. c/e F. /J. Ilumaoldt etc. pag. 2, 22, 75, 352, etc. Paris 1799. ■=«i llistoire dii Galvnnisme par Sue etc. Deux. Partie, pag. 98, Paris 1802. -= Essai sur les Phenoniencs Electriques des Jnimaux pur M. Ch. Malteucci pag. 81, 84, Paris 1840: "^ /r/. Ricerche Elcttro-Fisiologiche ec. Memorie del- la Socicta Ttaliana toino XXIII, Modena iS4^). AU'uopo poi di oltenere, medianle arco lutlo umido, o di accoucia so- Inzione salina, la corrente elellrica dai tessuti nerveo-muscu- iari della rana, il Nobili ripropose un semplicissimo metodo, quale ridiicesi pure alle originali prove galvaniche relative a sifl'atla materia . Egli quindi si fece ad insliluire il circuito immergendo , per 1' una parte, il tronco spinale di una rana eniro I'acqua salsa di un bicchiere, e, per I'altra parte, le gam- be della rana stessa entro simile litjuido d' altro bicchiere; poi con fascio di tessuto imbcvuio del liquido medesimo com- piendo il circolo, adilimostrava la corrente elellrica dei tes- suti nerveo-musculari appalesata dalle otlenute contrazioni, ri- confermanilola all' im tempo , nell' apparecchio stesso , mer- ce il suo galvanometro . Se non cbe per tal modo , sianie la resi'^lenza contrapposta dall' arco del tessuto, comunqiie inumidilo^ al corso elettrico , difetlano di leggier! , o presta- mente mancano i riscontri delle contrazioni nella rana, ezian- dio la piii fresca e vigorosa. Laonde all' uopo di oltenere, nel- la maggiore compilezza, simili riscontri elettro-fisiologici , me- dianle arco lulto umido, o di mcstruo salino, o alcalino, o a- cido, interposio fra i nervi e i niuscoli, giova cbe la rana sia preparala co' suoi nervi lombari recisi presso la colonna vertebralc, ed allresi colle ganibe sezionate presso l' articola- zione del piede , inlerponendo , fra tali esirenii nervei e mu- sculari, abilissimi al corso elettrico, un breve tralto di arco u- niido; quindi entro piccolo vase, contenente una soluzione o salina, o alcalina, o acida, applicando sulla superficie del li- quido, per Tuna parte, gli eslrcmi nervosi recisi, e, per 1' allra 1 I 8 CeMINIANO GniMELLI pane, le eslreniitii se/.ionate delle gambe, si ottcngono, cosl al chiiuleie, come all' aprire siffalto circiiiio, Ic coiiliazioni nuiscu- lari. Che se tali prove si eseguiscono con un solo arto addomi- nale ridotto alia sua gamba niunita del nervo cruralc sepaialo dalla coscia , ne risultano ognor piu manifesti e cospicui si- inili fonomeni elettro-dsiologici, nianifestaii dalle acoeniiaie con- vulsioni. Specie di fenomeni riferibili al circolo di un paiticolare clettricismo di origine fisiologica nervco-musculare , an/.ichc provenientc dal conlatlo elellromolorc fra inateriali ninidi ed or- gauici dissimili. Invero per simile coniatto fisico tra la soslanza nervea o la musculare e lesoluzioni o saline, o alcalinej o aci- de, si ravvisa uno svilnppo e coiso eleltrico tanto indotermina- 10 e incostanle^ da uon potersi mai rifeiire ad esso le accen- nate costand norma eletlro-fisiologiche. Perfino le pile com- poste di pill strati nervei e muscnlari, allernaii da sostanze uniide qualsiansi, risullano oltremodo incite ed inefficaci ad un dcterminalo e coslanle corso eleltrico; come fu gia riscon- traio fin dai primi tempi del Galvanismo, e come si ricon- ferma medianle la rana galvanoscopica , ed il galvanomelro nioltiplicalore ( Uistoire du Galvanisine etc. per Sue etc. Trois. Part., pag. 167, Paris 1805. — Traite des Phi- nx^menes £lectro- P/iisiologicjues etc. par Ch. Matteiicci pag. 40, 52^ 61, Paris 1844). E f.iiio e pure che, quakinque siano le reazioni saline, alcaline, acide , inlervenienli nei pre- delli circuili , alia siiperficie o allraverso cle' tessuti nerveo -mu- scnlari^ r eleltrico di cpielli proceile ognora per lo slesso verso, coraunque pin o meno agevolato nel suo corso, cogli efi'elli e li riscontri delle conlrazioni nmsculari e delle indicazioni galva- nomelriclie. Per tal gnisa simile eleltricismo svolio , in ogni caso, posilivamente dai rami verso i tronchi nervosi, e da que- sli, o dalle sommita delle cosciej rinviaio, altiaverso i mestrui o neulri, o acidi, o alcalini, alle eslremila delle gambe, riesce sempre ad occasionare le siesse vicende di conlrazioni muscn- lari. Cosi pure inlroducendo la rana nel circuito del galvano- melro, qnalunqne sia il liquido condultore nel quale si immer- gono gli esiremi della medesima, e qualunque sia il metallo delle appendici galvanomelriche parimenli immerse a racco- gliere ed avviare 1' eleltricismo circostante, se ne ravvisa, in DiSAMiNA st;L Gai.vamsmo 1 I 'J ogni casOj la corroiilo (.IiieU:i per T accennato verso invaria' bile, coinuiKjiie ne risulli vaii.ihile la iiilensila, a seconda di circostanze molieplici. Anzi in (iroposilo lorna in acconcio I'av- verliie che la disposi/.ione dMx rana nol circuito del galva- nomelro, coi vaselli di (jualsiasi melalio , mnnili di qiialsiasi liquidoj sebbene presenii ogni varieta di a/.ione e reazione chi- niica, fra i liqiiidi o i mesiiui e i lessuti oryanici o i inelal- li , liillavolta oliVe senipie la coneale diretla dai nervi, o dal- la soinnuta delle coscie, allra verso 1' apparecchlo yalvanome- Irico . alle esiremilk delle gambe. INel quale apparecchio si risconlra innltre che i vaselli nietallici, ovc, per a/.ione su essi iueguale del liqiiido ossidanle, non si Irovino all" equjli- brio galvanomeirico, otiengoiisi anche, in fra simili viceude di ossidazione , i riscontri della correnle della rana direlta sempre pel medeslmo verso, e cost o sonimata, o soiiraita con quella di origine idrometallica o elcUro-cliiniica. 11 licjui- do poi disposto enlro gli accennaii vaselli, sia di acquosa so- luzione alcalina^ come di carbonato polassico, o neuira, come di cloruro sodico , o acida, come di acido idroclorico; sia lo siero di lalle o ben recenle , o alcalinizzalo dalla polassa , o acidiGcalo dallo sviluppalosi acido lallico, serve in ogni caso, e in onla ad ogni azione cliimica , ad avviare pel galvano- mclro la conente UUla propria della rana , e direlta ognora pel raedesimo verso. Laondc tale corrcnte manifestasi proce- dcre dalle condizioni organico-vilali propric dei tessuli nerveo- musculari , anziclie da estrinseche od iutrinseclie azioni o rea- zioni fisiclie o cliimiclie, almeno riconosciute ed assegnabili. 72. A compimento de' suoi circiiiti eleltro-lisiologici il Gal- vani produsse eziandio e addimoslro die il solo e semplice contaito immediato dei nervi lonibari o crurali coi loro cor- lispondeuti muscoli , escluso ogni esterno mezzo od agente metallico od umido, risulla pure abile ed efficace all' inirin- seco circolo elettrico occasionanle le contrazioni . Simile circuito J eminentemenle galvanico , discoperlo sulla rana dul celeberrimo bolognese, e da lui stesso dimoslrato a varj suoi colleghi od amici in Bologna nel 1793, e pubblicalo sulla meia del i 794 , venne ben presto riconfermalo e proaiulgalo dall' Aldiui , e dal Valli , dall" Humboldt, e dai ■\ 20 GeMINIANO GniMELLI Pfafl', e da altri non pochi ilaliani e stranieri . In fraltanlo il Volla, sorpreso da siflallo risultamenlo, si avvenluro in sulle prime a riguardarc come originate da cerlo U\l quale appiil- so meccanico dei nervi addoiii contro i mnsculi , anzl die da sviluppo e corso eleltrico , le risullanli contrazioni. Ma strelto viepiu dagli argomenti galvanici, per li quail, evitando ogni urto o pressione, e conducendo lievisbimamente il nervo sul niiiscolo, ne sorgono li suni moli cotitrallivi, fii necessitate ad invocare anclie in cio il principio ilel contalto elettromoto- re, ripulandolo fra i tessull organic! dissiniili , fra i nervi e i mnsculi, colla sequela degli accennati effetii elettro-fisiolo- gici ( CoUezione delle Opere del F'olta tomo II , parte I, png. 22G, 241, parte II, pag. 33: Leilere del Volta al Carradori, e all' ^Idini). Per le quali cose necessita disami- nare parlitamente le varie maniere di circuili, instiluiti addu- cendo i nervi lombari o crurali e i mnsculi della cuscia o della gamba a mutuo contalto, con gli siessi efl'eiii delle con- trazioni galvanlche: foggie diverse di cirnenti clie ue guida- no poi a definire se in essi realmenle si vcriflchino le con- dizioni del cuntatto eleltromotore fVa materiali organici dissi- milij e se da cio procedano le relative contrazioni musculari , e le corrispondenll indicazioni galvanometriche; tale almeno nc sembra la verace via d' osservazione e d' espeiienza , per conchiudere se il pretto circujto organic© della rana offra, nel sno magistero, i riscontri o i conlrassegni di un elettricismo iutrinseco (isiologico , e manifestantesi qual correnle propria della rana . 73. Due prccipui sono gli originali metodi galvanici, tanto il- lustrati poi dal Valli, e dall'Aldini, per li quali si institnisce il pretto circuito nerveo-musculare della rana, otlenendo i rela- tivi fenomeni elettro-fisiologici delle contrazioni. L' uno coa- siste nel preparare l' animale, in guisa da ridnrlo agli arti »d- dominali muniti del rispettivo tronco nervoso reciso in pros- slmita della colonna vertebrale, e nel ripiegare il tronco stesso ad arco, in modo che tocchi col sno estreino i musculi della coscia e, specialmenle li laterali esterni. L'altro consiste nel pre- parare la rana lasciandone i nervi lombari congiunti al tronco vertebrale, e ripiegandone la gamba fiao a portarla a contatto DiSAMINA SUL GaLVAKISMO 1 2 1 dl tali ncrvi, ma specialmente col suo muscolo maggiore posle- liore, ossia gasirocneniio. Cosi nell'iina come nell' alira guisa, a pari vigore nerveo-imisculare, sogliono pioJuisi le coiiirazioni air alio tli chiiulero silValli ciicuiti elcltro-fisiologici (Collezione dclk O/Jcre ddCulvaui ec.,Jiappurto ec. pag.4S,91jOpere ec, pag.lU, 254, 280, 287, 293, 308, 311, 314, 429, 491, ec). In ognuno poi di siinili circuiii,piettamento nerveo-jnasculari, le condiiiioni piu accoucie all' uopo del circolo clcltiico elFicace a promuoveine le convulsioni, si riducono a cio, che I'animule sia ben fresco e vigoroso, in gnisa da serbare la capacitu elettro- (isiologica alle sue contrazioni per infliisso della corrcnle pro- pria, e che ne sia recisa e lolia la cule, lasciando scoperta la superficie carnea o muscularc, suUa quale il tronco verte- brale o nervoso si adduce al contalto. Pero siccome la cute at- torno i muscoli conferisce a scrbarne vigorosa la loro irrita- bilila, cos"! nel circuilo insiiluilo ripiegando li nervi lombari sulla coscia, quanlo neccssila la accennala asportazione cutanea fra quclli e qnesta, altrelianio giova lasciarne veslilo il reslo degli arti, come fu gia usalo dal Galvani, a maggiore efietto di convulsioni. Ma, d' altra parte, nel circuito formalo addu- eendo la gamba a contalto dei nervi predetii, necessita la re- cisionc dolla pelle hingo almeno la gamba stessa, od anche nieglio la complcta asportazione cutanea da tutto 1' arto, rl- sultandonc cosi il piu altivo circolo eletlro-libiologico, manife- stalo dalle contrazioni musculari. E a viepiu riconoscere si- mile acconcozza dell' asportazione cutanea: si prepari la rana alia galvanica sveslendone un arto solo della cute sua pro- pria, e lasciando 1' altro mnnito del corrispondente suo inte- gumenlo cuianeo; nel quale stato di cose riscontrasi die, ad- duccudo il tronco vertebrale o il nervoso al conlatio della co- scia o della gamba svestita di cute, si promuovono le piu vi- gorose e ripctnte contrazioni j mentre per lo stesso tronco ad- dotto al contatto dell' altra coscia o gamba lasciata coperta della sua cute, comunque umettata, ne risultano o minimi o nul- li i moli contrattivi. Cho se si toglie nell' un membro la cute lungo la gamba dal picde fino al ginocchio, lasciandone vesti- ta la coscia , anche in tal modo il contatto del tronco verte- brate o nervoso coUa snudala gamba riesce a promuovere le T. X. 16. 122 Gejuniano Grimelli accennate convulsioni; mentre nell' allio arlo , lasciata la g;imba munita, e svcstila la coscia del rispeltivo inlcgumenlo cutaneo, si risconlra die il contalto del tronco vertcbrale o nervoso col!a coscia o colla gamba non liesce a simili ei- felli clcllro-fisiologici di contrazioni. Per le quali maniere di osservazioni e di espcrleoze avviene jnir di risconlrare in sif- faiii circuili die, dieiro il conlatto del troiico vertebrale o nervoso col membro spoglio di cute, si contrae qaesto, in uti coir altro arlo vesiito del siio integumento culaneo; ed anzi a simili ciiiicnli roitcrali il primo addiviene impassibile , conli- nuando il secondo a manlfcstare le proprie contrazioni. Di tal giiisa si scorge die il ciicolo elettrico dell' arto sveslito di cutCj seiibene addivenuto impolcnte a occasionare le contra- zioni dei proprj niuscoli , tuttavolla riesce , nell' invadere i nervi del membro veslilo di cute, a promuoverne i nioli muscu- lari. Quindi risulta ognor piu manifesto die 1' asportuzione della pclle quaiito conferisce alio sviluppo e drcolo dell'eleitri- cismo galvanico,altrellanlo la cute siessa lasciata attorno gli arii giova a serbarue la forza nerveo-muscidare capace di reagire alle mini me scaridie o correnli elcllridie. 1 qiiali procedimeuli di elellricismo galvanico si riconfermano altres'i colla rana in- trodolta nel circuito galvanometrico , la quale, eve piu spoglia dei suoi integumenli cutanei^ ivi piu ofTre i risconlri della pro- pria corrente eleltrica , merce le indicazioni dell' ago calanii- tato; e viceversa lasciata vestita degli intcgumenti stessi, risul- ta minima o nulla simile correnie agli iiulicati conlrasscgni: lo die si verifica qualunque sia la preparazione della rana, e qualunque il niodo di inlrodurla nel circuito, oziaudio median- le i liquidi piii condultori e le piu estese appendid galvaiio- metriclie. Air/.i le rane vcslile della loro pelle, e riunile a fa- scio , o congiunte longiiudinalmeutej pel medesimo verso, non valgono ad ollrire corrente riuforzata al galvanometro ; pe- r6 basta spogliarle della cute luugo la gauiba , dal piede fi- ne al ginocdiio , lasciandone pure tulta la coscia vestita , per otteiiere subito gli ordinarj riscontri galvanometrici di loro corrente elettrica; incntre clie, viceversa, la gamba munita, e spogliata la coscia degli intcgumenti culanci^ difettano e maacano li qui accenaati riscontri della corieute medesima . DiSAMINA SVL GaLVANISMO 123 In oitlinc alia (jiiale cooperazione dello svestimenlo ilci mti- scoH dalla cule loro sopraslante, per 1' ellicacia degli accen- nati circuiii elcltro-fislologici, coi riscontri delle contrazioni inu- sculari, e dclle indicazioni galvanoineuiche , si b ognor piu guiilati a riconoscere nella pelle slessa nn mezzo valevole a lilonere enlro i tcssuli niusculari 1' elcUiicismo loro pruprio, o a rivolgerlo tra le siiperficie dei tessiiti meilcsiini e il sovrap- poslo iiuogumenlo cutaneo. Nel quale proposilo meritano di essere richiamale le prove del Fario e del Zanledcsclii , ris- gnardanli appunto una correnle eleltrica di procedenza in- dicata fia i muscoli e la cute, e che, mediante aghi metal- lic! irilissi tra quelli e ([uesta, otiennero di avviare lungo il cir- cuito galvanoinctrico; prove die, sebbene eseguite con aghi di feiro o di acciajo altcrabilissimi al contatto del tessuli organici, tutlavolta infissi sotlo varie parti della cute diode- ro al galvauometro rimltali notevolissimi per la loro costanza: come pure riscontrasi avvertilo nella Relazione del Dottor Ulisse Ureventani di esperienze elettro-fisiologichc instifuite assieme col prof. S. Gfierardi, e coi dottori Al. Paolini , e L. Benfenali nel Gabinetto di Fisica della Pontijicia Uni- versitd di Bologna nel 1840. Per tutte le quali cose si rac- coglic che li tessuti nerveo musculari ofliono un proprio elet- tricismo , il cui sviluppo e corso attiensi a particolari con- dizioni organico-vitali, ben lungi dal riscontrarsi subordina- te al principio voUaico del contralto elettromotore. Inve- ro se tale contatto vuolsi considerare riposto nel naturale in- timo inlreccio della sostanza nervea colla musculare, ne con- seguirebbe, al compiere il circuito^ mediante Y ariificiale ester- no contatto dei nervi coi muscoli, una contrapposizione od c- quilibrio , anziche un incitamento e corso elettrico. Che se pure neir intimo dei tessuto organici in discorso vuolsi riguar- dare l' associazione della sostanza nervea e musculare, in un colla sanguigna, quale scaturigine elettromotricCj si contrap- pone air un tempo la medesima associazione esterna, nel compiere il circuit©, mediante il contatto di nervo e muscolo inlrisi di sangue , ed ognora con efletto di corso elettrico manifestato dalle contrazioni. E se richiamasi in proposito la efficacia del contatto dei tronchi nervosi cogli eslremi i 24 Geminiano Grimelm lendinei, riscoiilrasi pure die, adJucenilo i inuscoli delle gam be della rana, ben vivace e vigoiosa, a conlalto di qiiclli del suo ironco spinalc, ne risidta il circolo elotliico proiiiolore delle contrazioni. S' aggiunge die i due arli dellu naia siessa divisi, e dUcosli fra loro, in giiisa che dasciino coinnuidii solo pel rispellivo nervo lonibare col ironco spinalc ^ ed isolali e ad- doui a contalto in parti assimctridie, coslccho i muscoli dci- r una ganiba compiuno il circnilo sni nuiscoli dell' altra co- scia, nu siiole consegnire anche in tal moflo il circolo eletlri- co, con elletlo dolle contrazioni ; come giii fu avvcrtito da al- cnni sc^naci del Galvani, cd uliinianienle allresi dal INIaHenc- ci. rSo giova, dictro siinili falli, ricorrcrc, col Volta, al contallo elellioiiiotore di nuiscoli dissimili, fra loro, per varia strnltura o consisienza; imperocchc se minima ed iiiefFicace risnlla la facolta eleltromolrice pel conlallo della soslanza nervca colla musculare , tanlo meno poi fia a valutarsi una tale efficacia pel conlalto di tessulo musculare con tessulo musculare^ co- inunqne l' uno dall' altro dissimile (^CoUezioiie delle Opere del T'olta to/no //, parte 7, pni:;. 257). Non in proposilo meglio SDCCorre la leoria del cliimismo fisiologico galva- nico proposta gia dall' Humboldt , e riproposta, non ha gnari, dal Matieucci, a spiegazione dell' eleitrico nerveo-muscnlare . Se r Humboldt, con vaste e prolonde viste, e dietro le pe- regrine sue osservazioni ed esperienze , fu condotto a riguar- darc i procedimenli e gli awicendamenti chimico-organici, pro- prj dcgli esseri vivi, cpiali scaturigini e fonli di parlicolari llui- di imponderabili , e di nno speciale eleltricismo galvanico, fu poi lungi dal vedcre silVatlo agente oiiginalo per la apposi- zione immcdiata o azione mulua tra nervo e muscolo , rico- noscendo anzi, in tale semplice conlalto, uno dcgli arlificiaii mezzi di avviare a circolo il preesisiente eleltricismo fisiolo- gico, cogli elTeui delle contrazioni. Che se pure il Malleucci, <|U3l fautore della leoria chimico-eleltrica, applicata ai matc- riali cterogenei per conlallo clellromolorij intende ilerivare dair azione chimico-organica dcU' umore sanguigno sulla fibra musculare lo svolgimcnto dell' eleltricismo galvanico, egli e pur desso lungi dalT arnmellcre nel contallo di nervo con mu- scolo una azione o rcazione capace ed abile ad originare DlS\MIN\ SLX GaI-VANUMO 1 2 J r eletlrico in dlscorso, rigiiar(lan;lol() invece detcrminaio, per simile contatlo, al siio coiso c circolo protliittore dellc con- tiazioni (^/experiences stir le Gnlvdnistne etc. de F. J. IJuin- holdt, Paris 1799. =• Traile des P/ienomenes Electro- Pliy- sio/oi^ifjiies des ■'J/iiinaiix par C/i. AJatteucci , Paris 1844). Per le quali cose si e ognor piu giiid.ai a ravvisuie nel piet- 10 ciiciiito nerveo-innsculare g;ilvanico il manifeslanlesi clel- trif.ismo di origine liilta fisiologica, con circolo occasionalo dal coiUatto immcdiatamcnle slahililo fra nervo e innscolo; eiet- liicismo fisiologico analogo a qiicUo die si ollieiie pure, con simili correnti e circoli, dagli oigani singolari dei posci e- leltrici, ma in un modo e in una niisura straordinaria; analogia mirabilissima gia dal Galvani dirhiarala quale argomenio e- stremo dell' aildllala elellricila organica e vilale, fisiologica ed animale . 74. Or qui vnolsi pure aggiungere che il prelto circulto ncrveo-niusculare galvunico si prostu al contalto del nervo col muscoio in si varie gnise, e sempre con tali efletti eleitro-fi- siologici, die addimostrano il corso e circolo di un' elcUricis- uio di verace origine organica e animale, non fisica o chi- mica. E primieraniente nella rana muniia del tronco vcrte- brr.l. il conlallo dell' esierna superficie dei nervi lombari col- r esterna superficie dei niusculi , in qualsiasi loro p; rle della coscia 0 della gainba, suole prodnrre le contrazioni al cliiu- dere, ma assai di rado all' aprire sifl'auo circuilo, Parimenli nel- la rana stessa col tronco vertebrale e i relativi connessi nervi lombari e colle coscie private delle gambe, ripiegando i nervi fjno al conlatio della coscia, ne risuliano le contrazioni piutto- slo al cliiudere che all' aprire tale circuito. Ma se si distacca la coscia dalla gamba, serbando unito alia ganiba stessa tutto il nervo crurale, e queslo ripiegasi sul muscoio gastrocnemio, sogliono prodursi le contrazioni anclic nil' aprire simile cir- cuito . In secondo luogo nella rana , coi nervi recisi presso la colonna vertebrale, instiuiendo il conlalto dell' estremita e sezione trasversale del nervo crurale coUa esterna superficie dei muscoli, o della coscia, o della gamba, si oltengono le con- trazioni costanti c reiterate, pinttoslo al cliiudere il circuito, di quello che all' apvirlo. Cosi pure lasciati i nervi unili al tronco i 26 Gemini ANO GniMELU vcrtobrale, e Invece rccisa la gamba presso 1' arlicolazione del pietle, quinili porlando la sezione irasversiilo della gamba stessa al contatto dcU' eslerno dei ncrvi, nc lisnltano le con- trazioni piu vivaci e vigorose specialincnte al cliiiulcre il cir- cuito. In lerzo luogo il contalio immediato della estremila e sezione trasversale del nervo loinbare o cruralc colla estre- mith e sezione trasversale dei corrispondenii muscoli special- menle della gamba, riesce a promuoverne le contrazioni tan- lo neir alto del chiudere, quanto in qiiello dell' a price sid'atto rircuilo , e colla m.iggiore efficacia e costanza. Dietro poi si- inili ripetiiti atli si osservano le contrazioni proprie del mo- inento di chiudere venir meno , menlre all' un tempo quelle del momcnto di aprire il circnito si rinforzano, declinando piu tardi, flno a manifestarsi le ullime: raaniere di vicen- de gia proprie della corrente eloitro positiva diretta dai mu- scoli ai nervi , quale appunto di tal gnisa si riconferma la cor- rente nerveo-miisculare galvanica . Giusta le qnali cose, esami- nando il contatto tra nervo e muscolo piu opportuno e meglio eflicace ai piu compiti efTetti elettro-fisiologici delle contrazioui, -- si riscontra propria meiito riescir talc il contatto fra la sezione trasversale del nervo crurale e quella dei corrispondonti muscoli: maniera di combaciamenlo si esiguo e ristretto,che quanto riesce adatto al corso e circolo del preesistente elettrico nerveo-muscu- lare, altrettanto si ravvisa inelto alia produzione di tale elettrici- smo , coir immediato eftetto delle contrazioni galvaniche; infatti mentre si riconosce la piu spedita conducibililh elettrica per le sezioni trasversali, comunque minime, dei nervi e del mu- scnli, d' altra parte e pur note che , fra i materiali umidi ele- rogenei di qualsiasi specie, il contatto svolge in ragione di- retta di sua estensione 1' elettrico per forza eleitromotrice, o , vo"-liasi, per azione fisico-chimica : quindi ne consegue che il predetto contatto oltremodo esiguo e ristreltlssimo Ira nervo e muscolo, tanto acconcio ed efficace ai piu compiti efielti delle contrazioni, cos\ al chiudere, come all' aprirne il cir- cuilo, ben si presta al corso del relativo elellricismo , anzi- che ofTrirc campo adatto ad una azione e reazione elettromo- trice od eleltro-chimica , valevole ed abile ai dichiarati effelli elettro-fisiologici. Per le quali risuUanze di falto conchiudesi DiSAMINA SVL GaLVAMSUO 127 die 11 preito ciicuito nerveo-miisculare ofTre, nei varj suoi pro- cedinientij le piu dirclle ed immediate prove e riprove del- 1' elotlricismo li-siologico, e tiilto proprio dei tessuti organic): prove manifeslate dalle conlrazioni die, pel miiiimo conlaito tra nervo e muscolo , si ollcngoiio nell' atto del chiudere sif- lallo circuilo, come gia fii noialo dal Galvani , e dal Vallij dair Aldiiii, e dall' Humljoldt; riprove manifestate dalle con- lrazioni siesse quali si ripioducono nell' alto di aprire ii cir- cuito nicdesimo , gia aciilamenle notate e rinotate, ma quasi in via cccezionale, d^il Galvani, irasandale dai suoi scguaci, ed ullimamenle svolte dal Grimelli in via galvanica, e leorizzate dal Cima con doltrina Malteucciana , peio sempre in ordine a J un clellricismo intrinseco e tulto proprio dei tessuti organici (^Collczione clclle Opere del Galvcmi , pag. 292, 318. — Jl- (lini Saggio di Esperienze sul Galvanismo ec. png. 69, Bolo- gna 18U2. Id. Essai Theoriqae et Experimental sur le Gal- vani srn.e etc. png. 19, Paris 1804. — Huuxholdt Experien- ces sur le Galvanisme etc. pag. 27, 465, Paris 1799. — - Grimelli Lettera sulle conlrazioni die si ottengono negli atti del chiudere e dell' aprire il circuito ec. JSuovi ^Jnnali del- le Scienze Natnrali ec. tomo A', Bologna 1843. — Ciina Saggio storico critico e sperimenlale sulle contrazioni galva- nic/ie ec, parte terza j capo I, Cagliari 1846). 75. Applicando poi il galvanometro al circuito dei pretti tessuti nerveo-musculari , se ne riconferma la correnle, quale otliensi derivata dai tessuti stessi lungo il filo galvanometiico. A tale oggetlo, rido'-ii omogenei gli estremi di (jueslo filo col nian- teiierli quaiito basli inijiianlali a breve dislanza eniro uu pez- zo fresco di carne musculare, o di recente crassamento san- guiguo, o nel siero del sangue, se ne inlroduca Y uno attra- verso la coscia, I' altro attraverso la gamba di un ario di ra- na munilo del suo nervo lombare c del relativo tronco ver- lebrale, rimasli cos'i fuori di circuito; per tal gui>a si riscou- tra subito la correnle elctlro-posiliva rivolla dalla coscia , pel filo melallico, alia gamba, e se^nata da alcuni gradi di de- clinazione dcU' ago niagnetico : nel quale stato di cose, addol- lo il tronco vertebrale o il suo nervo a conlatto della e- streiuita della gamba, o mcglio della sua sezione trasversale, 1 28 Geminiano Grimei.li compicndo cos'i il prcito circuito nerveo-muscularc , si osscr- va che la predella coi rente resta derivata da sid'allo ciiciiilu, sndduidcndosij col procedere dalla gamba ^ lun;^o il fllo gaivii- noniclrico, alia coscia, come lo imlica la iinmediuta inversa de- clina/.ione dell' ago calamitalo. Maniere di vicende clic si ot- tengono c/iandio piii cospicue e manifeste coiigiungendo aiidji gli aril dcUa rana in guisa clic reslrcmita della gamha del- r uno resli allacciala colla soinmita dcUa coscia deH'altro; qnindi, per tal modo, impiantato 1' nn capo del fdo galvano- im'liico alltaverso la coscia snpcriore , 1' allro altraverso ia gand)a inioriorej ne consegue rinforzala la relaliva corrente, c, air atto del compiere il circuito tulto organico, coiraddmie la somniila dclla prima coscia a coiitatto dell' esiremil^ della seconda gamha, ne risnita una corrispondunte inversa docli- nazione doll' ago magnelico. Stanli le quali cose si riconosce che in siniil caso dei due ard interpostl fra i capi del file galvanometrico la corrente procedo dall' estremita d' una co- scia air estremita dell' altra gamba, e clie nel raomento di addurre al contalto Ic accennate estremita compieado cosi il circuito luito organico^ lo slesso eletiricismo in corso si liparle, a foggia di corrente derivata, pel fdo del galvanomctro con direzione inversa alia primitiva. Qiiindi avviene che togliendo il contalto dell' estremita della coscia coll' estremita, della gam- ba, ossia aprendo il circuito lulto organico , il galvanomctro torna a segnare la corrente nclla dirczionc primitiva^ con una declinazioiie dell' ago piii o meno ampia e dnrevole, a secon- da della freschezza e del vigore dei tessuli predeiu. Singo- lari procedimenti che addimostrano ognor piii nei tessuli ner- veo-musculari 1' eletiricismo galvanico direlto positivamenle dall' estremita dellc gambe alia sommila delle coscic, ossia dai rami ai ironchi nervosi , come e il suo ordinario corso intrinseco. 11 pcrche tali tessuli, interposli ad arco o a catena fra i capi del fdo galvanometrico^ manifestano la loro corren- te rivolta dalle eslremilh delle coscie, pel filo stesso^ alia e- slremita delle gambe; nientre che chiusi col circuito loro un- to organico appalesuno la corrente medesima derivata dalle gaml)e, lungo il fdo galvanometrico, alle coscic; dietro le quali maniere di prove e di riprove scorgesi che sillatto eletiricismo DliA^IINA SUL GaLVAMSMO 1 29 fislolofjicb si appalesa al galvanomelro in clue inverse clire- zioni , a secontia cliu c aperto o chiiiso il prello circiiito ner- veo-musculare . S' aggiungo die (piilora nei tessiili medesinii si infiggono lo appeiidici galvanoiiielriche a forma di lancelte, con ferilo alqiianlo cstese, ne consegiie di ieggieri che la cor- reule eleltro-posiliva proccda, Iiingo il (ilo del galvanomelro^ or dalle coscie alle gambe, or da qiiesle a quelle: inversi procedimenli eleltriei tanto piii facili ail occorrere^ qiianlo piu eslese lu lerile dei tcssuti organici, specialmenle in direzione irasversale alle loro fibre; cosi e che nei muscoli feiiti o sezionati si riscontrano simili inversioni di correnti, verificanlisi mcdianlo la lana galvanoscopica e il galvanomelro mollipli- calore. Nei quali casi si riconoscc pure 1' elellriclsmo galva- nico procedonle ognora lungo le fibre nervee e musculari , ma soggelto a inversione inlrinseca , ossia rivolto o dai rami verso i tronchi nervosi , o da quesli a quelli , a seconda del- le varie lesionl dell' apparalo nerveo-musculare. II perclic sif- falli tessuii f[uanlo piu lesi o ferili attraverso le loro fibre, tan- to piu di Ieggieri oflVono altorno la parte ferita o sezionata i piu singolari inverlimenti eleltiici; come gli slessi organi ilelle torpedini, di pari guisa mallrattati , prescnlano le piu singolari inversioni delle correnti loro proprie: mirabile efficacia delle feriie e lesioni nerveo-musculari, di iravolgere e invertere le po- larita e il corso del relalivo elellricismo , ben raeritevole di acconcie dilucidazioni galvaniche. 76. Invero il Galvani produsse le singolari esperienze ed osservazionl per le quali fece conoscere che uu muscolo , sia inlegro o uniio al corpo animale, sia reciso o separato dal corpo stcsso,, addivenendo a uno stretto contatto coi ner- vi lombari o criirali di una rana , ne risnlla no pariicolare circuito elcllro-fisiologico manifesialo dalle conlrazioni di qnesta . Quindi addimostro che su tale muscolo discoperio , o stir un pezzo musculare, eziandio isolato, lasciando cade- re i nervi crurali d' una rana, si producono ^ al momento di simile conlalto , le conlrazioni della medesima^ stante uno speciale circuito analogo a quello insiiiuilo con due o pill pezzetli musculari disposti ad arco su due distin- li punii dei nervi predetti: foggie di esperienze estese poi T. X. 17. 130 Gejhniano Crimeixi dair AlJini anche sui muscoli degli animali a sangue caldo , addimostrando chcj coll' appllcare sii tali muscoli discoperli, o lecisi, 0 suUe ferile lore, il nervo criirale di una rana, si oc- casiona un circuilo o circolo eletlro-fisiologico determinanle le contrazioni della rana modesima {^CoUczione dclle Opere del Gahani pag. 281, 282, 284, 287, 2K8, 289, 294, 317, 322, 343. — Saggio di Esperienze sul Gahanismo di Giovanni Aldini ec. pag. 69, 70, 77, ec. Bologna 1802. Id. Essai ec. pa^. 12, 20, 28 ec. Paris 1804). I quali fe- nomeni venncro gi;i dal Galvani riconoscluii procedere da parlicolai'i circuili eleltro-fisiologici tra il nervo e il niusco- lo, avvalorali anche per 1' irapulso dell' uno contro 1' al- tro, fino alia produzione delle convnlsioui. Se non che in sif- falli cinienti occorreva di leggieri la complicanza dell' eletlri- co procedenle dal muscolo con quello proprio dell' usata ra- na galvanica; d' onde le piii svariate risullanze nelle contrazio- ni di questa- Pero il Galvani in sitnili prove avendo indicata la rana coi nervi recisi in prossimila della colonna vertebra- le, e cosi, proUingati oltre la sommita delle coscie, applicabili pel loro estrenio sul muscolo , ed inollre cogli arli lasciali niunili della cute loro propria, acconcia a serbare la piii sqni- sita sensibilila nerveo-musculare , ne offriva in cio la rana me- glio galvanoscopica , ed indicante davvero T elettricismo del muscolo sul quale cadevano i nervi. Dietro i quali falli, ri- masti mal noti , o trasandati fino aJl' epoca della pubblicata Collezione delle Opere Galvaniane, il Malteucci, a quest' epo- ca appunlo, principio, colla ordinaria sua industria, a ricercare sui muscoli discoperli e feriti, o recisi degli animali in gene- re, r elettricismo flsiologico , e le relative correuti, mediante la rana galvanica, e il galvanomelro moltiplicatore. Nel qua- le proposito torna pure in acconcio l' avverlire cbe la rana ridotta agli arti addominali vestiti della loro cute, come ne iasegno il Galvani, oltre la piii squisita e durevole eccitabilita alle minime correnti eleltriche, applicate ai snoi nervi lombaii o crurali, resta all' un tempo soitratta alia complicanza di qucste colla correntc propria, che diflicilmente trascorre lungo o attra- vcrso r integumento cutaneo, in ispecie asciuttato all' eaterno. Ma la rana stessa spoglia della sua ctite, ossia coi rauscoli a DiSAMtNA SDL GaLVANISMO 131 (Jlscopeito, e riJotli alb sola gainba, comimqiie isolata cnlro lu- bo di velrOj fuori dal quale penda il ncrvo crurale, come propone il Malteiicci , non resta immune dalla complicanza acccnnala; trascorrendo di leggicri V eleliricismo del tronco ner- voso elellro-posilivo alia contigua superficie musculare eleiiro- negaliva, e di lal guisa complicandosi coU' esterua corrente ap- plicata alio siesso tronco nervoso. Pero combinando davvero i risconlri e i contrassegni della rana galvanoscopica e del galva- nomclro, aggiustato all' uopo, si ravvisa die i miiscoli feriti o sezionali ollrono sulla ferita^ e ailorno la sezione loro, un parlicolare circolo e rivolgimento eleltrico, con relative corren- ti variamente dirette . E per tal modo riscontrasi appunlo che i tessiui musciilari, specialmente feriti in direzione trasversale alle loro fibre, presentano simili correnli eletlriche rivolte dall' e- sterno all" inlerno ^ e dall' uno all' altro labbro della ferita . Com e che, menlre si otlieue una corrente elettro-positiva ri- volla da ogni parte della superficie esterna del muscolo^ lun- go il nervo galvanoscopico o il filo galvanometrico , ad ogui punto della interna sezione del muscolo siesso , olliensi pure una simile corrente diretta, attraverso la ferita, dal labbro su- periore pbsto verso i tronchi nervosi, all' inferiore poslo ver- so le parli teudineej con facile inversione della medesima. Fe- nomeni eleltro-fisiologici in ordine ai quali il Malleucci, a- vendo afl'errato piuttosto quelli risguardanti la corrente rivol- ta dalla esterna superficie alia interna sezione del muscolo , considero sifTatla corrente musculare come distinta, per origi- ne e procedimento , dalla galvanica batraciana . Se non che il INIatteucci stesso, e il Cima pure, avvertirono le facili inver- sioni della dichiarata corrente musculare, rivolgentesi ora dal- r esterno aU'internOj ora, viceversa, daH'interno aU'esterno del- la ferita^ nel muscolo medesinio: foggie di inversioni tan- 10 piu notevoli e valutabili , quanto piii ne guidano a rico- noscere per esse e in esse lo stesso elettricismo fisiologico pro- cedente lungo il tcssuio fibroso , e a senso ognora delle ra- mificazioni nervose confluenti o divergenti; vale a dire trat- larsi sempre dello siesso elettricismo fisiologico, rivolto o dai rami ai tronchi nervosi, o da questi a queUi, a norma del va- rio stato di integrita , o di sezione dci lessuti nerveo-musculari 132 Geminiako Crimei.m In vcro sKTatti tessuli quanlo meglio sono preparati alia galvani- ca , ossia allesiiti con ogni possibile loro integriia , tanlo piCi oiTiono il propiio eleiuicismo dirtUo positivamente, neU'inlerna trama organica , dalle diramazioni ai ironclii nervosi, e da (luesii, per esteini aicbi , all' arnbilo miiscalare: maniere di procedimenti, e di circoli elellrici ben paiesi, nella ordina- lia rana galvanica, nei suoi arli, nei suoi muscoli, prepa- rati in guisa da serbarne il piu possibiimenle iiitegri il loro corpo e i loro estremi. Qnindi avviene die gli arti addominali, disgiunli dal tronco con sezioni superiori mnsculari, soinmi- nistrano una correnle eleltro-posiliva diroila dalla sommita del- la coscia air esucniiia della gamba, presso che pari a quella che otiiensi dagli arli stessi ridoiti alle sole gambe disardco- lale d.dle coscie, cogli estremi mnsculari del poplite integri. Eziandio i muscoli gastrocnemj^ comunque esigui , ma i pii I'acili ad essere separati dalle pard circostanli colle loro fibre carnose e tendinee iniegre o illese , somministrano una con- simile palese corrente eletlrica . JY altra parte gli stessi tes- suti nerveo-musculari quanto piii ferili , o sezionati atlorno, tanto pill ofTrouo il loro elellricismo trarautato o travolto, cosi in intensita, come in direzione. Quindi avviene die la co- scia distaccata dall' anca, e disarticolala al poplite^ con sezio- ni musculari e tendinee, presenla una minima corrente, e ri- volta or dair estremo superiore all' inferiore, or, viceversa, da questo a quello Ove poi i muscoli siano feriti o sezionati attraverso i loro ventri presenlano, nella parte corrispondente ai troncbi nervosi, 1' ordinario corso eleltro-posilivo declinato o tendenle all' inversione , ottenendosi i risconlri di una mi- nima correnle direlia dalla superficie esterna all' inlerna se- zionata, e talor anche, inversamcnte, da questa a cjuella. Al- r un tempo la parte musculare, corrispondente agli eslre- ini tcndinoi , olTre il suo elellricismo inverlilo con assai mag- giore intensilli e costanza, presentandone la correnle elet- tro-positiva rivolta dalla superficie eslerna , o aponeurotica , o tendinea, alia interna, ferila o sezionataj conic verifioasi me- diante la rana galvanoscopica, e il galvanometro molliplicato- re. Vicende di corso e di corrente, di declinazioni e di rivol- gimend dell' elellricismo fisiologico altorno le ferite, o allraverso DiSAMINA SCL GaLVANISMO i 33 le sezioni miisculari, per le quali avviene clic gli animal! i ciil nuiscoli si prcstano meglio alle preparazioni galvaniclie, ossia coUa maggiore possibile inlegriia d' ogni lore parte nervea , carnosa, luiulinea , come appmUo nelle rane, presentano i piii regolari e costanti riscontri del ioro procedimenlo e corso c- lellro-posilivo, 7, GO, 69, 84, 99, 104, lOG, 113, 136 ec. Paris 1844. Id. Ricerche Elettro-Fisiologkhe ec. Memorie dclla Societa 136 Geuumano Ghimelli Italiana ec. tomo XXII I ^ Modena 1845. — Saggio Sto- rico Critico Speriincntale su le Contrazioui Galvaniche e su le Correnti Llcttro-Fisiologic/ie di A. Ciina, parte ter- za , capo secondo, e terzo ec. Cagliari 184G). 78. Da ulliino, in ordine ai prelti circuiti nerveo-musculari, 11 Galvani, dopo avere diinoslralo clic la semplicc apposizione lievUsima del ncrvo sul imiscolo baslava al circolo clctlrico prodiiuoie delle contrazioni, fece allres'i conoscere die la pei'- cossa 0 r urlo del nervo crurale sui cotrispondenll suoi imi- scoH , o su quelli d' altra rana , conferiva meglio a coinpiere e a rendore piii eflicacl siiiiili clrculli eleltro-fisiologici. Nei quale proposito anzi avverii che^ mentre il solo leggierissimo coiitauo del nervo sui rauscoli conispondenli dollo slesso ani- male e auivissinio a risvegliarne le cunlrazioni, invece nel ca- so dell' appllcazione del nervo niedesimo su slaccate carni giova oUreniodo la percossa contro queste all' eflelto galvano- scopico; argonienli svolti poi , in via storico-crilica ed eleltro- fisiologicaj dal Grimelli e d;d Gherardi con parlicolari lore ehi- cubrazioni polemiche ( Giornale Letlernrio Scientifico I\Jo- dencse lomo F, AJodena 1842. — Jggiiaiia alia Collcziune delle Opcre del Galvani ec. Bologna 1842. — Storia Stien- tifica ed Jrlislica dell' Elettrometallurgia ec. pag. 171, Mo- dena 1844.). £ mentre simili esperienze galvaniche risguar- davano la percossa o l' urto del nervo crurale di una rana su qualslasi lessuto nnisculare , comunque rilasciato , il Mal- leucci si J'ece avanli a dimoslrare die, nell' alio delle contra- zioni dei uiuscoli di una coscia d^animale, a sangue freddo o caldo, su' quaii riposi il nervo di una rana galvanoscopica, ne conscguono li nioli musculari di questa. Per tal guisa egli al fatlo del nervo percuotentesi contro il muscolo rilasciato, con efTetto elettro-fisiologico , aggiunse quest' altro fatto del nervo percosso dal muscolo cociraentesi, con simile efletto della rana galvanoscopica: foggie di prove e di risullauze speri.Tienlali variamente tentate dal IMalteucci slesso , e da lui promulgate alia perline solto nome di contrazioui indot- te , o di induzione niusculare ( Essai sur les Phenoincnes Electriques des /Iniinaux par M. Cli. Matteucci, pag. 69j Paris 1 840. Id. Ricerche Elctliv-Fisiologic/te sulla conlrazione DisAMiNA sxjh Galyanismo 137 inclotta ec, Mcinorie dclla Sociteta Italiana Tomo XXIIT, Modena 1845). Ad esarne dollc c|uali inateiie giova prirnie- ramenle riguardare ii caso dclla conliazione inducente pro- mossa medi.mle sc:irica o corrcnte eleiirica applicata ai rela- tivi tessuli nerveo musculari; nel quale pioposito s'addice pu- re il riflettere che la scarica o correnle, comiinqiie diretla e rlsiietta su un breve tratlo nervoso o muscularc, si disicnde e dirama ai continui nervi e muscoli, combinata all' eleliricisrno loro proprio, coUe relative vicende delle contrazioiii; gih il Val- li riferi clie prcparata una rana galvanica ed enlro la sua te- ca verlebrale introdolti i nervi crurali d' allra simile rana, ambediie isolate su conveniente piano , quindi comprendendo i nervi c i muscoli dolla prima Ira un elllcace arco melalli- co eterogeneo osservasi conirarre anche la seconda ranajl'Al- dini pure noto nell' animale a sangue caldo , anzi sul corpo di un tnalfattore decapitalo , che facendo arco mediante la pi- la voltaica , e applicando all' un tempo una rana galvanica lungi dalle parti ove dolerminasi 1' azione della pila, suscila- vansi lo conlrazioni piu energiche sulla applicata rana; diclro analoglii risultamenti di fatto l' lIumboMl ragiono consioiili fenomeni galvaiiici indicaiulolij e denolandoli contrazioni per adduzinne coUe parole scguenli del suo tradultore Jadelot, les plienoinhnes galvnniques peuvent se inanifester aii mO' yen d' une chaine dtablie entrc deux points d' un nteme Tier/, et par adduction j dans des organes mis en contact avec quelque partie de la chaine; foggie di osservazioni che si atlengono pure a quelle promulgate dal JNIalteucci e rela- tive alle contrazioni ollenute in una rana galvanoscopica il cui norvo sia disteso sui muscoli di un' animale provocati a contrazione mediante una corrente elettrica diretta sui nervi degli accennali muscoli ( Phalli Lcttera XII suW Eletlricita Animale: Annali di Chiniica ec. tomo I^II, png- 232, Pavia 1 795 — Saggio di Esperienze sul Galvanismo di G. Aldini pag. 28, Bologna 1802 — Experiences sur le Galvanisme etc. par F. J. Humboldt etc. pag. XXXI , XXXVIII, 203 , 514, 518, Paris 1 799 — Intorno a un Fenomeno Elettro-Fisiologico etc. Foglio di jModena 28 Di- cembre 1842). Peru ia proposito di queste stesse materie T. X. 18. 138 Geminiano Grimelli importa davvcro rignardare il caso della contrazlone Induccn* le, oliemita dal Malleucci, senza interveiUo di estiinseco elellricisnio , ma invece diclro iriitazione meccanica esercitala sui ncrvi crurali fino a promuovore le contrazioni del corri- spondenti imiscoli , con eH'elto della predetta indiizionc nelia rana galvanoscopica; singolare procediraenlo che nc gaida a liconoscere, col Galvani, 1' elettiico nerveo-musculaie ^ nei moiiienli dellc contrazioni, suscltalo e svolto altorno con vie- leaza repentina ossia a scarica istantanea; cosl e cbe 1' elet- Irico galvanico, negli atti convnlsivi come avvicne nella rana tetanica, si risconlra altenualo dal siio corso conlinuo, quale scor- gesi pel galvanometro , e invece si ravvisa spinto a scarica moineniaaea indicata appunto dalla rana galvanoscopica merce le indolte sue contiazioni; qiiindi i tessuti nerveo-musculari in altualita contrauiva quanlo mal si prestano a manifestare la loro corrente elelirica alle indicazioni galvanometriche , altrettanlo nei momenti iniziali delle contrazioni addimostrano il loro elet- tricismo a scarica coi riscontri galvanoscopici. S'aggiiinge che, come ne avveiU lo slcsso iMatteucci, la eflicacja dell' induzione musculare compiesi piultoslo atiraverso ua sottile strato di ma- teria coibente liquida, anzicche atiraverso un pari strato condut- lore inetallico, esseiido gia proprio delle azioni elettriche, co- niunque miniine, il venire rinforzate da competenli interruzio- ni od ostacoli al loro corso, e I'andare disperse dai migliori con- dultori; cosi c clie mentre un esile velo liquido d' olio d' o- liva o di tremenlina , interposto fra il muscolo in convulsio- ne e il nervo soprastante, lascia pur compiere il magisiero del- la contrazione indotta , invece se tra il muscolo e il nervo stesso trovasi un' esilissima foglia d' oro viene raeno sifiatto magistero di induzione convulsiva 5 gia e nolo die 1' eletlri- cismo della rana e della torpedine, attra verso adatte interruzio- Di di conduitoii, si manifestano operosi ed attivissimi, fino al- le coritrazioni e alia scintilla. Stanli le quali cose scorgesi che i predciii fenomeni delle convulsioni indotte , reputati dal Matteucci quanto important! altrettanto oscuri, si riducono ai pill ovvj e plausibili principj galvanici; cioe 1." ai principii pei quali le azioni elettriche o di scarica o dl corrente, co- munque direltc e ristrelte su breve iratto di un tronco nervoso, DlSAMIMA SLL GaLVANISMO 139 SI (JifTonclono e propagano ai corrispondeoii rami muscnlari , cooperando, in un coll' eletlricisrno proprio del tessuto organi- co, alle relative vicende delle contrazioni inducenli e indolle , 2.° ai principii pei quali T elettricismo nerveo-musculare, nei momenti delle convulsioni, si tramiita dal suo corso conliniio manifeslato dal galvanometro , rlvolgendosi pinltosto a scari- ca istantanea die, invesiendo il nervo della rana galvanosco- pica, ne induce le contrazioni , 3.° ai principj pei quali T elel- trico nerveo-musculare dispiega la sua ellicacia rinforzala al- traverso niiiiime inlerruzioni di conduttorij in cio coadjuvato altresi dalla percossa o dall' urio del muscolo coiitraentesi ver- so il sovrapposlo nervo della rana galvanoscopica indoua a contrazione . 79. I discorsi circuiti galvanici , In uu coi fenomeni delle contrazioni indolte , guidano quindi a riconoscere 1' elettri- cismo nerveo-mnsculare, nello siato di rilassameuto , costiluito a correnie continua manifeslata piuttosto dalle indicazioni del galvanometro niolliplicalore, anzi clie dai riscontri della ra- na galvanoscopica , e l' eletlricisrno stesso nello stato di con- trazione svolto a scarica istantanea anpalesata piuttosto dalla rana galvanoscopica, di qucllo che dal galvanometro moltipli- catore. Infatli riscontrasi che la rana galvanica quanto meglio rilasciata in tuita la sua musculatura, e cosi introdotta nel cir- cuito galvanometrico , tauto piu offre le indicazioni della sua corrente eletlrica all' ago calamilato , e invece quanto piu con- tratta, o convulsa, o clonica, o letanica , tanto meno presen- ta simili indicazioni; sebbene poi l' elettricismo lisiologico, nei muscoli rilasciati, trovisi costiluito nell'accennata correnie con- tinua, pronta ad avviarsi per archi o conduttori eslerni lun- glii o brevi, tultavolta l' applicazione del nervo della rana sui muscoli rilasciati giova sia allivata dalla percossa o striscia- mento dol nervo stesso contro la esterna superficie muscula- re, air eUclto elettro-fisiologico delle contrazioni galvanosco- piche; pel quale urto o strisciamenlo avvengono i piu stret- ti imraediati contatli, opporiuni e favorcvoli al corso e al circolo eletlrico, tra il muscolo percosso o strisciato, e il ner- vo percotente o strisciante, con 1' eflfeito delle contrazioni del- la rana galvanoscopica . D' altra parte la rana galvanica , 1 40 Geminuno Grimelli comunc[ue coutratta oconvulsa, o per lo strazio di sua prepa- razione, o per apposili initamenii ai suoi nervi, introdolta nel circiiito g.ilvanoinetrico , olFre niiiiime o nulle le iinHcazioni della sua correnlc all' ago calamilalo; anzi disponendo , nel- r accennalo circuilo , la rana coll' eslremo dell' una coscia pri- vata della gamha cntro 1' nn vaseito galvanomeltico, e col- r estrcmith dell' altra gainlia enlro 1' allro simile vaseito, e col Ironco vertebrale pendente all' esterno fra i due vasi , si risconlra chc, applicando ai nervi del tronco stesso una sca- rica di bolliglia di leida, o una corrente voltaica , ovvero ir- rilando mcccanicamente il midoUo spinale fino a pionmovere le contrazioni degli aru , all' alio di tali convulsioni viene meno la iadicazione galvanometrica, quale al cessare delle contra- zioni si riinctte alio stato di prima; viccnde della corrente e- letlrica in discorso luanifcslate dal galvanomelro , tanto pii notevoli, quanto meno riferibili alle agitazioni de|;li estre- mi degli arti tuflati nei vasetli^ le qnali agitazioni senza in- terveuto di contrazione, sogliono piuitosto rinforzare la indi- cata corrente. E come appunto , nello siato di contrazio- ne niusculare, T eleltricisnio galvanico si riscontra venuto meno nel suo corso conlinuato , cosi si ravvisa rivolto a rna- uicra di scarica islantanea appalesata dalla rana galvanosco- pica ; il perche il nervo di questa^ semplicemente applicato sui muscoli di animale qnalsiasi, e quesli comunque provoca- ti a convulsione, inducono le contrazioni della predetta rana galvanoscopica; singolaie procedimento di scarica elettro-fisiolo- gica che risulta eziandio eflicace attraverso sottili strati coibenti, come attraverso simili strati le piu lievi scariche della botii- glia di leida risultano efficaci, sui nervi della rana galvano- scopica, a provocarne le convulsioni. Stanli le quali cose per istudiare daddovero le vicende dell' eletlricismo nerveo-mu- sculare, negli atti delle contrazioni, necessita attenersi non solo al galvanometro acconcio a indicarne le correnli con- tinue, i loro incrementi e decrementi , raa eziandio alia ra- na galvanoscopica opporlunissima per manifestarne le scari- che istantanee comun(|ue fuggevolissime ; s' aggiungono altre- si, a riconfermare la scarica elettrica musculare, i mezzi ree- leltromelrici o magnetoscopici , quali appunto gli indizj di DiSAMINA SUL GaI-VANISMO '141 mngnetizzazione dcgli aglii di ferro o d' acciajo infissi o sov- rapjiosti sui iniiscoli in alliialilu di conlrazioni; se non cheil IMalloucci avcrulo confulato piiittoslo sui riscoulri galvanorne- trici, aiizi clie sui galvanoscopici J per riconoscere In s\iluppo elettiico nei muscoli in alio di coutrnzione, lascio fpiindi i fe- nonicui elcUio fisiologici dullo iudii/.ioiii norveo inusculaii av- volti fra le niaggiorl oscurita ed ambagi ( Traite des Phe- noinenes ElclLro-PliysioIogiques etc. png. 135^ 141, Paris 1844. Jel. liiccrchv Eletlro-Fisiologiche ec. JMcinorie della Socicta Italinria ec. toino XXIII, IModeua 1845). 80. II dicliiaralo eleliticismo galvanico si produce ed agi- sce, mediante diverse parli orgaiiiche ed inorganiclie connatu- rate e disposic a niutuo inireccio , e qiiindi si commuove e svolge ad azione, non solo negli atli del cliiuderne e dell' a- prirne i circuili, ma eziandio nei momenli dello stringeine e cresccrne, dell' altcnuarne e diminuirne i contatii, ovvero an- clie del variare o traniutare coniunque 1' apposizione o gia- cilura di una o piii di quelle parli. E gia i circuili conipiti sui tossuti nerveo-nnisculari, con archi melaliici, addimoslrano la elficacia elettro-fisiologica loro propria , non solo ncgli aiti e nei momenti del chiuderli e dcH'aprirli, ma aliresi in quel- li delle semplici riniutazioni di contallo fra le parli organiche e le metalliche, o fra le metalliche e le melalliclie, special- menle di arco elerogeneo; infalii qualora , dietro I'applicazio- ne ai nervi o ai niusculi di sifl'allo arco^ sono cessate le con- trazioni , basta sniuovere o agltare alcun poco il circuilo in guisa die striscino i tessuti organici contro i metallij o 1' un pezzo melallico cootro I'allro, per occasionare e riprodurre air istanle le conlrazioni; anzi egli e notevole che , ove pur restino fermi gli eslremi irelallici elerogenei sui lessuli or- ganici, e si facciano sirisciare fra loro gli altri estrenii^ ne conseguano gli ordinarj eflelli eleitro-fisiologici. Simile effica- cia dei tramulamenli dei contallij nei circuili galvanici, si rico- nosce altresi nell'arco melallico omogeneo slrisciante contro i nervi o i muscoli ; cosi e clie gli egregi Professori Puccinolti e Pacinotli, nei rinlracciare sugli animali le correnii elellriche, coir infiggere gli eslremi del Galvauomelro l' uno enlro il cranio, l' allro nella coscia deU'animale vivo, osservarono non i 42 Geminiano Grimelli di rado che, mantencndo il circuito chiiiso, si faccvano nei mo- menli di convulsione dell' aniin.ile maggiori le declinazioni deir ago calamitato; maniere di rinforzi laiuo piu rlferibili al- le agitazioni o slrisciamenli dei tessiili organici siigli iiifissivi estreini galvanoinetrici , qnanto piii si veiifica che i tessuti nerveo-miisciilari, nello stato di contraziotie, sottraggono la loro conente al circuito del galvanometro , riducendola pinlloslo a ima scarica appalesata dalla rana galvanosco[)ica. Anche i ma- terlali umidi, facendo arco specialmente sui nervi, e slriscian- do contro i mcdesimi, valgono a promuovere il circolo elet- tro-(isiologico manifestato dalle contrazioni dei corrispondenii muscolij infalli applicando e smovendo il nervo crurale del- ia rana galvanica su qualsiasi corpo umido, acconcio condut- lore eleUiico, si oltengono di Icggieri le conlrazioni de suoi niuscoli; anzi basta distendere la rana ben fresca e vigo- rosa su piano inuniidito , e agilare il piano stesso , cosi che siriscino alcnn poco conlro esso i lessuli nervo-musculari, per osseivarne le conlrazioni . Per tali modi occorre di leggieri che nella rana galvanica gU archi piii omogenei, interve- nienli fra nervi e muscoli, ed anche sui soli neivi, in ispe- cie con slrisciamenli sui lessuli organici , riescano ad occa- sionare il circolo elellro-fisiologico j quindi dielro simili con- lingenze , non bene avverlile , fu pur credulo che al so- lo toccare i nervi, medianle corpo coudultore senza deterrai- nato arco, si commuovesse 1' eleltrico galvanico fino alia produzione delle conlrazioni; ma in proposilo vuolsi piulto- sto dichiarare la acconcezza di qualsiasi arco omogeneo av- valoralo dagli slrisciamenli, conlro anche i soli nervi, per oc- casionare e promuovere i circuili elettro-flsiologici galvanici ( Collezione delle Opere del Galvani ec. pag. 187, 286, 288, 427). Che se si considera il pretto circuito organico instituito adduceudo il nervo crurale a contalto im mediate dei muscoli corrispondenii, si risconlrano eziandio in siffatto circuito i semplici tramutamenti di contalto valevoli ai rela- tivi efielti elettro-flsiologici; invero tali effetli, ove manchino nel porlare i musculi della gamba a un contatto fermo sui nervo crurale, si producono di soventi strisciando contro il nervo stesso il rauscolo gastrocnemio, o dal suo ventre verso DiSAMINA, SCL GaI.VANISMO i 43 il tendine, o da qneslo a queilo; inollre porlando la sezione irasvers.'ile dt-lla gamba rccisn piesso il pie(lo,al contallo del ncrvo e slrisciandola liingo il inedesiino, ne risultano le piii vigorose e reiterate contrazioni. La quale efficacia eleiiro-fi- siologiia propria degli slrisciamenti o riiriutamcnli di contatto, tra nervo e muscolo, nierita ognora di cssere rigiiardata in ordine alle contrazioni die si prodncono nella rana galvanica e galvanoscopica il cui nervo crurale si fa cadere sopra carnl staccate ed altresi isolate ^ ed in ordine agli stcssi eflolii in- dotti dai muscoli in alto di conlrazione sulla rana medesima; egli e infatti palese^ in siinili casi, il contatto per appidso e sirisciainento del nervo conlro il nuisculo oltreniodo accon- cio ai pill rccondiil ed occulti circnili galvanici, e al piu spe- dito corso del relativo elettrico; s' aggiunge clie nel caso del nervo percuotentesi ccnlro il muscolo rilasciato 1' eleitricismo di (pieslo trovasi disposlo al suo corso a maniera di corren- te pronta ad avviarsi per archi esterni , e die nell' altro ca- se, del nervo medesimo percosso dal muscolo coniraenlisi , I'eleltiico di questo svolgesi piullosto a foggia di scarica mo- raenlanea , la quale, investendo i nervi della rana galvano- scopica , riesce a indurla a contrazione . Stante la discor- sa efficacia dei rimutanienti di contallo, fra pari i e parti ner- veo-niuscidari , il Galvani fu cor.dotlo ad addiiare negli a- genti nieccanici per urto o pressione, per distendiinento o di- visione, sui nervi e sui musculi, un corrispondcnle repeulino tranuitalo circolo cletlro -fisiologico colla sequela delle con- trazioni musculari; maniera di circolo die riscontrasi pur fa- vorilo sui tessuii nerveo-niuscuLiri alquanto assodali o irrigi- diti, o per evaporazione o per freddo, restando cosi piu ca- paci di rilenere le impressioni meccaniclie, o i relativi tramu- tamenti di contatto; quindi avviene die la rana galvanica , per evaporazione de' suoi lessuti alquanto assodata ne suoi muscoli, percossa o urlata in qualdie parte dei medesimi, of- fre i piu singolari lenti moti coniraltivi; nel freddo jeraale poi si riscontra farsi di leggeri, soiio lo slrazio di sua prepa- razione, oltremodo convulsiva fino a serbarsi straordinariamen- le e a dilungo tetonica. Pero vuolsi confidare ai futuri pro- gressi della Fisiologia sperimentale il riconoscere, in ogni 1 14 Geminiano Givijielli possibilc esicnsionc, si mirablle magislero meccanico pel quale i circulii iierveo-mnscalari ed eleiiro-fisiologici risLihano capaci -dalle cosilrazioni; foggie di circiiiti lanto piii inirabili qiianto pill si coii>idera, che i piu piccoli uili o le piii lievi pressia- n\j rnoineiUaticameiUe escrcilate sui cordoni ncrvosi , con cor- pi siano coudutloii , siaao coibeiiti dell' cleUiico, riescono a proinuovore nci corrispondenli imiscoU le conlrazioni loro propric ; argomenli in proposilo dei quali fia scmpre utile il ripoitarsi alle originali osservazioni del Galvani tanto di leg- gieri trasandate o iravolte ( Colleziojie delle Opere del Gal- vani ec. pag. 239, 242, 264, 2G6, 380 ^ Becquerct Trnile dc r Electricity etc. tome J T. pag. 2S2, 292, Paris 1834). 81. L' eleltricismo galvanico allivissimo, nei suddelti cir- cuiti di parli diverse organizzate c disposte a mutuo contat- to, come si addiinostra eflicace alia sua maniera pei semplici mutamenli di contatlo, cos'i adilivienc operosissimo dietro I'azio- ne o r inlmsione fra quelle paid di mateiiali abili ad insinuarsi fra le medesiuie, quali appunto i mcstrui chimici. Gih fa ri- conosciuta la poleute eOlcacia degli acceunati meslrui sui cir- cuiti idromelallici per iramutare le facolta eleltromotrici delle varie lore parli, or con auuiento or con decremento delle re- lative correnli eleltriche; quiudi gli agenti chimici iuvestendo i tcssnti nerveo-niusculari, e Ivainulandone di leggieri le facol- lli eletlro-fiMcIie o elettro-fisiologiche, occasionano all'un tem- po un corrispoudente circolo galvanico produtlore delle con- trazioni; lo che interviene tanto piu qnanto piii trattasi di me- strui capaci di modificare variamente le diverse parli organi- che nervee^ operando in tal modo suUe medesime coUa sequela delle conlrazioni nei corrispondenli muscoli. E per verita riscon- trasl che nell' azione di simili agenti sui nervi intervengono particolari tramutamenti fisico-chimici prevalenii or piutiosto sii r una or piuttoslo su 1' altra parte nervea esterna o inter- na , e per tal guisa acconci a speciali mutamenu del circolo elettro-fisiologico ; infatti verificasi che gli agenti fisico-chimici quanto piu operosi di preferenza suU' esterno nevrilema an- zicche suir intiina nevrina , o viceversa piutiosto su questa che su quello, lanto piu riescono ad indurre gli accennati tramu- tamenti cogli eflelii delle conlrazioni muscularij cosi e chela DiSAMINA SOL GaLVAMSMO i 45 soluzioni di acldo idroclorico operose dl preferenza suU' invo- lucro nevrileinatico lino a discio"lierlo assodandone invece la nevrina, e viceversu le soluzioni di polassa operose di prefe- reaza sulla nevrina die sciolgono, indurandone invece il ne- Vrilema, valgono applicate ai nervi ad occasionare e prornuo- vere le piu insistenii contrazioni dei rispeltivi muscoli; fra I varj agenli in discorso , e^iiandio alio stato solido applicali sui nervi, e piu capaci di simili foggle di contrazioni, si ri- scontra pure il cloruro sodico, che iinmedi itamente sovrap- posto ai cordonl nervosi, si insinua ad indurarne il nevrile- raa, e ad ammoUirne la nevrina , provocando le piu conti- nuate contrazioni degli arti addominali a forma clonica, peri- staluca, vennicolare. E quesli stessi agenti chiinici i quali ap- plicati, in minima estensione, sui nervi dispiegano gli accennati effetli^ sovrappostl in maggiore estensione sui miiicoli, riescono a suscitare pari elFiitli di contrazioni; cosi e che 1' acido idro- clorico, la potassa causlica, il cloruro sodico, diretti ed appli- cati immediatamente sui muscoli, ne eccitano le indicate forme di contrazioni; maniera di eflicacia elettro-fisiologica che si rav- visa poi favorila, almeno negli anlmali a sangue fteddo come le rane, da una temperatura piultosto elevata, riscontrandosi i loro tessuti nerveo-musculari meglio eccitabili ai predetti siimoli d' estate , anzicche d' inverno. I piu attivi agenti fisico-chimici quali gli acidi forti solforico o nitrico, alterando e scompo- nendo tanto il nevrilema quanto la nevrina, comunque ap- plicati ai nervi o ai muscoli, invece di provocare a reazlone piultosto estinguono la facoltk motrice nervea-musculare; il perche scorgesi che i mestrui piu abili a tramutare inegual- mente le varie parti organiche, e specialmente il nevrilema e la nevrina, risultano edicaci a guisa di stimoli, provocatori del- le contrazioni, nei corrispondenti muscoli; pero, dietro le accen- nate viste galvaniche, vuolsi lasciare ai futuri progressi della fisiologia il riconoscere fino a qual punto gli agenti fisico-chi- mici dispieghino, medianle parlicolari circuiti eletlro-fislologi- ci, la loro azione irritativa o siiniolante. 82. I discorsi circuiti nerveo-musculari , ed elettro-fisiolo- gici addimostrati dal Galvani, e da suoi seguaci, sugli animali T. X. 19, 1 4G Gemiriano GnniELLi a sangue freddo ed in ispecie sulle rane, quali prove e rl- prove di un parlicolare elettricisnio originario ed intrinseco dei tessuli organici, sono pure siali riconosciuti negli animali a sangue caklo , coa sontiglievoli risultati ed analoghe conseguen- zc di elcllricita organico-vitalc ( Collezione delle Opcre del Gah'mii ec. pag. 74, 97, 151, 1G5, 167, 200, 202, 237, 294, 305, 365). Ncl quale proposito^ ripigliando gli argoincnti dagli arclii metallici eterogenei, il Galvani avver- tiva che, due pezzi di foglia metaUica f uno di stagno j d' ottone l' altro , amhi quadrati ciascuno di una sola linea di Pariqi , cioe contenenti una minima elettricitd, eccitano le contra zioni J e queste gagliardissime , egualmentc in una gamha di una rana , che in quclla di un polio , di un' a- gnello, di un vitcllo , di un covallo , di un'uomo; quiodi egli argomento che, come le suddelte foglie applicale ad arco sul nervo crurale riescono a promuovere in ognuno degli accennali animali simili eflelli, cosi necessita riguardariie il magistero elettro-fisiologico, occasionato dall' efTicacia dell' arco metallico, per elellrico procedente dai lessuli nerveo-niuscula- ri; inoltrc dichiarava consimili effeui assai intensi, applicaudo, negli stessi animali vivi o di recente sgozzati, la foglielta di slagno air eslremo rcciso del nervo , e qnella di otlone ad un rauscolo della gamba, compiendo il circuilo col ripiegare il nervo in guisa che la applicatagli foglia venga a contatlo con r ahra di otlone; per le quali maniere di osservazioni ed espericnze si e poi avviati a riconoscere che, nei niag- giori animali a sangue caldo , coslituili nello stato del mas- simo vigore fisiolngico , stante la copia dell' eleltricismo lo- ro proprio , qualora si combinano per lo slesso veiso il cor- so elcltrico nerveo-musculare galvanico, e 1' idromelallico vol- tiano, oltengonsi le maggiori contrazloni musculari e indica- zioni galvanometriche, colla opportunita di un circolo elel- lrico eflicace a vinccre le adalle inierruzioni di circuilo li- no ad ottenere all' uopo anche la scintilla . E gli archi me- tallici piu omogenei applicati, o sui soli nervi , o su ner- vo e nuiscolo degli sicssi animali a sangue caldo , ben vi- vaci e vigorosi , e all' un tempo cosliluiti in islaio di rilas- samenlo rausculare , riescono essi pure a prorauoverne il DiSAMINA SUL GaLVANISMO 147 circolo elettro-fisiologicOj manifestato dalle relative contrazio- ni; cosi c infatti die il nervo crurale di un coniglio , isola- te dai tessuti circostaiiti e reciso suUa soinmita della coscia, poggiandolo lievemcntej o lasciandolo cadere, su una lamioa metallica omogenea ed asciutta, sia dclle meno ossidabiii co- me di plalino, sia delle piu ossidabiii come di zinco , coni- pie di leggierij fia i varj suoi punti di contatto, il circuito del- f elettrico nerveo-musculare, appalesato dalle contrazioni della gambaj che se la stessa lamina metallica, col soprastante ner- vo, portasi a contatto di altra simile lamina applicata sui pros- simi muscoli se ne oitengono le contrazioni tanto piu vigoro- se quanto piu estesa la lamina sui muscoli , cooperando essa efBcacemenie al corso e circolo elettro-positivo dai muscoli ai nervi, e da questi, attra verso I'arco metallico, a quelli. Anche i materiali umidi o agenli cliimici, applicati immediatamente sui nervi, o interposti fra nervi e muscoli degli animali in discorso, riescono a provocarue lo piii manilesle contrazioni; invero il clo- ruro sodico posto sui soli nervi, ovvero disposta la soluzione del medesimo fra l' estremita del tronco crurale e il muscolo ga- strocnemio, se ne provocano le piu energiche contrazioni; inol- tre distaccati, l' estremo superiore del nervo crurale, e 1' inferio- re del muscolo gaslrocnemiOj e lasciati pendere dalla gamba in guisa che si appressino alia superficie di pura acqua tepi- da, air atto del compiere il contatto ne consegue il circolo elettro-fisiologico colle solite contrazioni. Eziandio il pretto circuito nerveo-musculare, instituito sugli animali a sangue cal- do, ne ofl're gli stessi riscontri di circolo elettro-fisiologico gal- vanico ; giii l' Aldini, dopo avere sperimentato nelle rane le varie foggie di contatto immediate dei nervi coi muscoli cru- rali, si fece avanti ad instituire simili circuiu, negli uccelli e nei quadrupedi, con pari elTetti elettro-fisiologici di contrazio- ni musculari; quindi riferi di avei-e riscontrato, fra gli uccel- li, le aniirc, e fra i quadrupedi i coniglj, come i piu adat- ti alia conveniente prcparazione del nervo ischialico e suo ri- piegamento ad arco sui muscoli della coscia o della gamba ^ colla sequela degli accennati efletti; di tal guisa rlscontro che, staccato 1' arto dall' animate, e separatone il tronco nerVoso crurale fino al poplilCj e ripiegato il tionco stesso ad arco, ■J 48 Geminuno Grimtlli porlandone il suo estremo a contalto immecliato dei discoper- ti inuscoli della coscia o della gamba, si producono immaa- tinenli le piii vigorose conlrazioni ; all' un tempo avverli che disieso il pieparalo nervo sopra una lamina di vetro, ed appli- cato alia sua estremila un pezzello di muscolo addoiio altresi in comunicazione coi niuscoli della coscia, ottengonsi pure ga- gliarde le contrazioni; s' aggiunge a tali risullamenli dell' Al- dini che la slessa estremila nervosa ripiegata, fine a portarla al contalto della sezione trasversale del muscolo gastrocnemio presso il maggior suo tendine, riesce al circolo eleltrico con effelto delle contrazioni, tanto al chiudere quanio all' aprire slf- fatlo circuito (Lettre de M. Jldini au Prof. Siie etc. dans I' Histoire du Galvanisme etc. Quatrieme partie , pag. 219, Paris 1805 -= Sid Potere del solo arco animale nelle con- trazioni miisculari : Esperienze Galvaniche fatte dal Signor Giovanni Jldini ec. Nelle Memorie della Societa Italiana ec. Tomo XIV, parte II. pag. 329, Verona 1809). Gli accennaii tessuli musculari degli animali a sangue caldo di- spie'-ano pure, tanto nello stato di rilasciamento, e special- mente altraverso le loro ferile, quanto nell' alio di loro co- munque promossa contrazione, e suir esterna integra superfi- cie , dispiegano una particolare efficacia elettro-fisiologica gal- vanica; cosi e infatti che, discoperta e ferita una parte mu- sculare della coscia di polio o di conlglio , ed applicalo al- traverso la ferita il oervo della rana galvanoscopica, si otteu- gono le conirazioni di questa; d' a lira parte, sulla superficie integra degli accennaii inuscoli, applicando il nervo della ra- na, e comunque eccilando a contrazione i muscoli slessi, si induce a contrazione la rana galvanoscopica; maniere di fe- oomeni che addimoslrano nei tessuli in discorso, o rilascia- ti e feriti , o integri e in contrazione , lo sviluppo dell' e- letlricismo loro proprio, a corrente o scarica, die, invadendo i prossimi nervi della rana, ne suscila le contrazioni. E in proposilo di simile induzione nerveo-musculare, quale com- piesi eziandio altraverso strati coibenii abili a rinforzarne l,elellricismo, si raccolgono pure osseryazioni le quali ne gui- dano a ravvisare gli organi di un animale a sangue freddo o caldo, negli atti di loro contrazioni , valevoli a comunicare, DiSAMlNA SUL GaI-VANISMO 1 49 alle parli irrhablH e sensibill d' altro anunale, partlcolari com- niozioni e scnsazioni , stale gii avverlite fino a riguardar- le analoghe a quelle promosse dalle torpedini o dai pesci e- leltrici; cosi e che^ soito lo strazio delle vivesezioni animali, toccando immediataniente o mediatamente i muscoli piu agi- tali 6 convulsi, ovvcro stringcndo fra le mani 1' arto animale in rnagglor fremilo convulsionario , od anche impugnando un inteio animalcUo, come avvenne al CoUunio nel sezionare un sorcio vivo, si risente di leggieri nella niano nna paiiico- lare coinmozione e sensazione, piu o meno eslendentesi lun- ge il braccio , e piu o nieno niolesta e fasiidiosa ; foggia di comniozione e sensazione, reputata di origine elettiica, die suole pure investire le braccia allorche una bestiuola rattenu- ta Ira le manij ed irritata, sfugge dalle medesime con salto re- penlino , come occorse al Vassalli e al Todso, nel cimentare gli animali doniesiici cani e gatti ^ con intendimento di rice- noscere un eleltricismo loro pioprio: di pari giiisa le anguil- le vive, stiette fra le mani e divincolantesi tra le medesime, occasionano tale commozione o intorpidimenlo alle braccia, in- dicate esse pure annlogo a quelle promosse dal ginnoto elet- trico ; stand le quali cose Ca oltremodo interessante al Fisio- logisia il ricercare e precisare , in ogni pessibile realta ed e- stensione, simili fenomeni per li quali si ravvisa che il magi- stero nerveo niusculare di contrazione di un animale risulta , in alcuue circostanze^ capace di occasionare o indurre simile magibtero in altre animale ( Teoria e Pratica dell' Elettri' citd Medica ec. iradotle dalV Jnglese ec. da Gio. J^iven- do, pag. 157, JSapoli 1784 -= Memorie Fisiche di Jnton- Maria Vassalli ec. pag. 140, Torino 1789 -= Biblioteca To- rinesCj tomo JI, p.ig. 162, Torino 1792). 83. Ad ogni mode conchindesi, dietro le raagistrali sco- perle del Galvani, che i tessuti nerveo-musculaii degli ani- mali in genere , per ogni guisa disaminati, risultano ferniti di un eleltricismo lore proprie, manifestantesi nelle state cosi di rilassamente come di contrazione. Eleltricismo clie si rico- nosce mediante i circuiii galvanici d' ogni guisa , instituili sui nervi e sui niusculi, cei riscontri di un parlicolare circelo e- Icltre-lisiologico . Laonde poi ne rimane a raggiungere, e a 1 50 Geuiniano Grimelli disvclare , per quanto fia possibile , le intime ed estreme corauiianzc ed analogie fra le ifzioni, le correati, i circoli elet- trici , e le azioni , le correnti , i circoli dell' azione nervea . Estreme ricerche taato piii ardue, quanto maggiore e 1' arca- no fisico deir azione elettricaj e quanto plu recondilo 1' arca- no fisiologico dell' azione nervea, reggitrice suprema delle fun- zioni organico-animali . Argomenti gravissimi che il Galvanl stesso voile confidali ai futuri progressi dell'Elettro-Fisiologia , ed ognora bisogaosi e meritevoU dei piu accurati e diligenii stud] . ARTICOLO QUI\TO Elettricismo nerveo-musculare , in ispecie della rana gahanica , esaminato nella sua origine ed indole , procedimento e tensione, vicende e durata. 84. J_J elettricismo organico-vitale discoperto e dimostraio dal Galvani, nei tessuli nerveo-iuusciilari degli animali in ge- nera, si produce e ruanifesta, enli o i tessuti stessi , dirello po- silivamente dalle diiamazioni verso i tronchi nervosi, e rivol- to da questi , per archi £sterni , a quelle . Procedimenti e cir- coli elettro-fisiologici che risultano all' un tempo confermati, niedianle i riscontri delle contrazioni, e le indicazioni galvano- metriche, negli animali cosi a sangue freddo come a sangue caldo . Di lal guisa il Psobili intesOj pel primo, a ricercare col suo galvanometro le varie sorgenti elettro-dinamiclie^ e lenta- tene quindi le prove anche sulla rana galvarica , ne distinse e denote il raggiunto elettricismo, in via fisica, col concetto e col noma di corrente propria della rana, diretta dai piedi, lungo gli artij verso la testa dell' animale. Dielro le quali nor- me di osservazione e di esperienza il Matteucci, fattosi ad inda- gare simile elettricismo , con piu estcse prove , riferi di aver- lo risconlrato nel solo retiile galvanico , adottando cosi , in via fisiologica , il concetto e il nome di corrente propria del- la rana, ossia tutta caratteristica di qiiesto animale; se non che il MattcHicci stesso annunci6, in seguito, di avere pure ri- conosciuto negli animali in genere, anzi in ogni tessuto mu- sculare , 1' indicato elettricismo procedente , nell' interno dei uiuscoli, dalla estremiia apoucurolica o tendiuea alia carnosa <52 Geminiano Grimelli o nervea , e rivolto da questa , per archi esterni , a quella , deaotanilolo ognora col nome vaghissimo di corrente propria ( Fenoineiii lusico-C/iimici del Corpi Viveati , Lezioni di Carlo Matteuccl , Lezione X, pag. 142, Pisa 1844. -=• Id. Ricerche Elettro-Fisiologiche ec. Meinorie della So- cietu Italiana, tonio XXI II , Modena 1845). Inoltie lo Speriinentatore medesimo si fece ad annunciare di avere altresi riscontrato io ogni rauscolo , ferito o se^ionato, ua al- tro corso elettrico dirello positivaraenle, enlro il tessato or- ganico, dalla supeiTicie recisa o interna, all' opposta Inte- gra o csterna , e da questa rivolto, mediante esieriori ar- clii, aUa predetta superficie sezionata; per tal guisa dichiaro assoliUarneiite distinte 1' una corrente, dctta propria, manife- stata ddlla rana e dagli animali In genere, nei loro niuscoli integri preparati alia galvanica , e I' altra corrente delta inu' sculare appalesata dai muscoli stessi fcriti o sezionali , divisi o spezzati, attraverso; ma alia perfine lo stesso Malteucci coavenne nel riconoscere gli accennati due corsi elettrici sog- getti alle medesiine leggi e vicenJe, abbandonando la as- soluta distinzioue delle prefate due correnti, e riJucendo- le piultosto a modi diversi, 1' una dell' altra ( Traite des P/ienoinenes Electro- Physiologiques des Anirnaiix par Cli. Matteuccl, Paris 1844. — ■ Id. Ricerche Elettro-Fisiolo- giche ec. Meinorie della Societd Italiana , tomo XXIII , Modena 1845). In fra 1 quali notevoli discorrimenti elettro- fisiologici, con varia forluna promulgali ed accolti , necessita ognor piii il farsi ad esarainare l' elettricismo nerveo-inuscu- lare galvanico in tutta la possibile estensioue , cioe nella sua origine ed indole^ procediraento e tensioae, viceade e dura- la; argomenti tracciati gia^ con grande solerzia , dallo stesso discopritore del Galvanismo Fisiologico, segnando anche in cio le vie agli ulteriori progress! scienlifici ; quindi, dietro si lu- minose traccie, giova farsi avanti nell' esame e nello studio di simlli materie gravissime, attenendosi alle piu sicure norrae di osservazione e di esperienza ( Collezione delle Opere del Galvani ec. pag. 110, 111, 143^ 146, 160, 184, 201, 272, 273, 284, 303, 304, 308, 333, 345, 384, 387, 402, c). DlSAMlN^ SUL GaLVANISMO 153 85. Ln origine dell' elettricismo nerveo-miisculare fu lipo- sta dul Gulvaiii in uno speciale magistero fisiologico tanto ar- cano, nella sua inlrinscchezza, qiiaiito lo rcsla finora ogni al- tro magistero organico vitale . Peru, fino dalle prime sue ri- cerche, si foco ad argomenlare nella funzione e conditio ira la sostanza sanguigna e la ncrvea dei cculri enccfalici , la probabile scaturigine di un particolare elellricismOj difiuso ed irradiate liingo i nervi in ogni lessiito musculare; per tul gui- sa riguardo, nei nervi stcssi, la facoltli di accogliere (pieU' elet- tricismo e ili rilcnerlo entro i mnscoli, eziandio dopo la loro separazione dei ccniii cncefalici. Ma il Galvani medesimOj nel spgnito delle sue os~>ervazioni ed espericnze, accenno pure nei Icssuti in discorso, come inerenle alia loro struttura or- ganica, un particolare magistero di produzione eleltrica tra la sostanza nervea e la carnea; anzi per silTalto magistero^ con ripariimcnto e corso di elettricismo analogo a qnello dei coibeiiti arniati, ragiuno nei suoi circuili elttlro-fisiologici i fenomeni e le vicende delle contrazloni e dei rilassamenti mu- scui.iri; quindi dichiaro lo slato elellro-poiiiivo procedente dal- la sostanza nervea o dai cordoni nervosi, e 1' elellro-negati- vo pro|)rio dalla sostanza carnea, accennando una correiite continua nel rilassamento ^ e una scarica istantanca nella con - irazione dei muscoli. Laomle srorgesi che il Galvani intese o- gnora a dorivare dallo slalo orgimico-vilale il ragionato elettrici- smo , ligiiardaiidolo aliresi procedente di pari passo coUa forza nerven-mnscidare; in falli egli ne addiiavii, quali riscontri comu- ni di tale forza e o i venlri musculari , prescnlano lo slesso loro elcltri- tisino tramiitato nella sua direzione , fino al corso inverso , con norme meritevoli di acconcie dilucldazioni elellro-fisiolo- giclie; il perche giovi ora 1' esaminare i tessiui in discorso, per r una parte allestiti alia galvanica nella niaggiore possi- bile loro integrila, e per 1' altra ferili o sczionaii, raggiun- gcndo cosl, neir uno e nell' altro stato, il corso e la direzio- ne, la corrcnle e il circolo dell' cletlricismo loro propiio. 95. Egli h appunto , dietro le osservazioui e le esperienze galvaniche, che si liconosce svolgersi dall' iiilima compage uervco-niusculare un parlicolare elettricibmo il quale ^ nello stato d' inlegrith di sifialli lessuti, proccdc posillv.'imenle dalle intrinseche loro diramazioni verso i rispetlivi tronthi nervo- si, e da qnesli rivolgesi alle circostanti parti condutlrici, tcn- dendo a rientrare lungo le originaric \ie nervee. Laonde av- viene che gli apparati organici provveduti di cospicui tron- chi nervosi, ramificantisi lungo i fasci musculari, ben alle- stiti e preparati alia galvanica, colla niaggiore possibile in- tegrita di sifl'atta strutlura , ofl'rono manifestissimo 1' accenna- lo circolo elcltro-fisiologico, quale vcrificasi mediante i ri- scontri, i contrassegni, le indicazioni, della rana galvanica, della galvanoscopica, del galvanometro : per tal giiisa la ra- na galvanica^ nicglio d' ogni aliro auimale, ofTrendo i suoi ironclii nervosi lombari^ e i corrispondenti muscoli crurali, ca- paci di cssere disposti e ripiegati ad arco, fino al compito cir- cuito tutlo organico, appalesa il predetto circolo clettrico, coi riscontri dulle proprie contrazioui; che se invece lo stesso aninude galvanico si dispone ad arco, in forma da compierne il circuito, inlerponcndo fra la sommita delle coscic e 1' esire- mith delle gambe il nervo della rana galvanoscopica ^ anche in lal modo si verifica il raedesinio circolo elettro-fisiologico, manifestato dai contrassegni convulsivi galvanoscopici; ove poi si collochino gli stessi tessuti organici, iiel circuito del gal- vanometro , se ne riscontra ognora la corrente elettro-posili- va, dirctta dai nervi lombari o dalla sommita delle coscie, lungo il file galvanometrico, alia estrcmita delle gambe. Stan- ti le quali cose e manifesto^ che 1' eletlriciMuo galvanico 166 GeMINIANO GniHELLI procede positlvamente dall' intirna compage norveo-musculare verso i tionclii nervosi , ritornaiido da quesli, per ogni acconcia via conduUiice, sla natiiralc organioa o nmida, sia ariificiale idroinetalllca o prella niel.illica, all' cslorrio del muscoli, ver- so le loro diramazioiii nervose; procediineiilo e circolo elel- tro-fisiologico, die si riscoiUra, tanto nell' asslcme dei musco- li degli arli preparati alia galvanica , qiianio in ogni muscolo capace di essere isolalameiile alleslilo , nello slato di sua iii- legrlta nervea , carnosa , teiidiiica ; cos\ e die la gainlxi di- sarticolala dalla coscia , die il imiscolo gaslrocuemio distac- cato dalla gamba , od altri tali imiscoli separati dalle parli circostanii , olTrono simile drcolo elettrico^ inirinsccarnente e positivameate, dirolto dall' iiiferiore estreiiio tendiiieo conispotv deiite alle diramazioni nervose, verso il snperiore estrenio car- neo corrispondeale ai trondii nervei, e da qiiesti rlvollo , merce ardii esterni , a rientrare in quelle. Per le quali ina- niere di osservazionl e di esperienze si riscontra che gli arsi addominali della rana , quauto niegllo preparali iulegri , col- le rainori sezioni musculari alia sommii'a dis^iunta dal iron- CO, tanto piu soraniinistrano la loro corrente di intensila sn- periore a quella dalla gamba disarticolata dalla cosda , e die la gamlia stessa, quanto nieglio riinasla illcsa in ogni sno estre- nio, tanto maggiore offre la sua corrente, a fronte di qiiellu del mnscolo gastrocnemio; siniili parti muscalari riunite poi r una a lato dell' altra, ossia a fasdo , ovvero disposie in se- rie longitudinale l' una dietro 1' alira , a catena, soniministrano la loro corrente rinforzata in ragione del nuniero , e posiii- varaente dirella dagli escrenii carnosi o nervei, lungo il filo g;d- vanometrico, agli estremi aponeurotici o tendinei: il per- die ravvisando i naturali elenienll dell' elettricismo galvaui- co, disposti essl pure a fasci fibrosi, e in serie longiludina- X\ , si e per tal guisa condotti a riconoscerne le loro corren- ti associate, e rinforzate, mediante simile ordinamento organi- 00, gia palese nei tessuti nerveo-musculari e negli organi dei pesci eletlrici. 96. Ove poi i tessuti nerveo-musculari siano resecati o di- visi, lungo le loro fibre o longitudinalmente ai fascj fibrosi, se ne ravvisano i coasueli fenoineai eleltro-fisiologici, con variato DiSAMINA SUL GaLVAUISMO 16 7 vigore , ossia coll' ordinario corso eletuico pin o mcno atle- uuato. La rana galvanica divisa per niela^ Sfparancio I'un'ar- to HaU'aliro, colla sczione mediana longitudinale alia sommilii delle coscie , serba in ciascnn niembro le stesse facolii elet- tro-fisiologiclie^ e pari corrente eleltro-positiva diretta, ncU'in- teriio, dairoslrcmita dci piedi alia sommiia dolie coscie, e ri- volta da queste, per archi esterni, a quelle; che se si sepa- raiio ed asporlano alcuni filamenti o fascetti del tronco ner» voso lombare, riducendolo alia mela od anche incno , riscon- Irasi che i circuili galvanici d'ogni guisa insliluiti, sul nervo cosi diiniilialo, e sui corrispondcnti muscoli crurali, risultano ef- licaci come all' ordinario ^ e lalora con maggiore energia di contrazioni ; pcro disponeodo siflalto eslremo nervoso, in un con qiiello del piede, ncl circiiito galvanometrico, rilevasi venuta meno , in ragione del fascelli nervosi sotlratti, I'ordinaria in- dicazione dell' ago calamitato. E resecando longitudinalmente i muscoli dcUa coscia o della gamba , coU'asportarne una par- te ^ osscrvasi che difellano^ in ragione dci fascj musculari a- sportali^ lanto i riscontri eleltro-fisiologici delle contrazioni, quanto le indicazioni galvanonielriche; nel quale stato di co- se pero^ risconlrasi la residua corrente, ognor dirella per 1' or- dinario verso ^ comunque alienuata o venuta meno; che se, Ira la interna superficie sezionata e la esterna integra degli stessi lessuti musculari , si fa arco^ mediante il nervo della ra- na galvanoscopica o gli esiremi del filo galvanometrico , ne risuhano minimi o nulli i riscontri di corrente, ravvisandosi solo qualche indizio dell' ordinario corso eleltrico, dalle parti superiori alle inferior!. Inolire divise le coscie longitudinalmen- te, e disposie a pila , mantenendo a contatto la superficie in- terna dell'una mezza coscia colla superficie esterna deirahra, non otliensi da simili opposti estremi di pila musculare cor- rente rinforzaia; ma piuilosto, ove tali mezze coscie siano di- sposte a fascio lulte pel medesimo verso, si hanno riscontri di corrente rinforzaia, dall'estrcmo superiore all'inferiore; pari- menli le gambe o i muscoli gaslrocncmj , sezionaii longitudi- nalmente, preseniano nelle parti divise, isolate o associate, consimili riscontri dell' ordinario loro corso eleltiico, dalle e- slremilii superiori alle inferiori^ e non dall' esierna supeificia 1G8 Gemimano GniMELLi Integra all' interna sezionata; glJi il Galvani, nel fare arco irJ» restroniita del nervo crurale c la somniilu della coscia, suUa rana, colie due metJi del musculo gastrocnemio diviso longi- luJiaalmente, e con disposixione inversa longitudinale di si- mili parti nuisculari (equilibrante il rispcttivo loro elellricismo) dichiaio aU'un tempo iadififercnte cliitidere il circuito, merc^ il contatto doUe loro superficie, o ambedue esterno, o l' una eslerna o Tallra interna fCollezione delle Opere del Galva- ni ec. pag. 317, 318 ec.J . 97. Che se si passa a considerare i tessuil nerveo-niuscu- lari allestili alia galvanica , ma Icsi o feiiti o sezionali, altra- verso le loro fibre , se ue riscontra il corso elettrico di leg- gieri tramutato o iravollo, fino all' iaversione dell' ordinari'> circolo . Pero le recisioni trasvcrsali dei tronchi ncrvosi, o pres- so la colonna veriebrale, o verso la somraitu dei muscoli, quali sogliono occorrere nelle consuete preparazioni galvaniche, non rimutano no travolgono il procediraento elettro-positivo, direl- to dai rami ai tronchi stessi, ed anzi ue favoriscono il corsa per la sezione irasversale nervosa; die se resiano anche tolti i nervi, fiao al lore ingresso nei muscoli, proseguono i super- stlti rami interni a compierne 1' ufficio, dirigendo l' intrinseco elettricismo alia parte musculare superiore, e da questa rivolgen- dosi, r elettrico stesso per esterni archi, alia parte inferiore, co- me verificasi nella garaba della rana disarlicolata dalla coscia , e nel muscolo gastrocnemio distaccato dalla garaba; se non che, spogliaado i tessuti musculari d'ogni accessibile trouco o ramo nervoso, viea mcno di pari passo ogai loro facolta eletlro- fisiologica, in guisa che, assoggettali alle correnti elettriche, mai si prestano alle conlrazioni propria del chiudere e doll' apri- re il circuito elettromolore, risultano inetti alle alternative vol- liane , ed offrono la corrente loro propria oltremodo atte- uuata , ma sempre diretta dal estremo piii carnoso, pel filo galvanomctrico, all' estremo piu tendineo. D' altronde gli stessi tessuti musculari feriii o sezionati , attraverso le fibre , pre- sentano il corso elettro-fisiologico lord proprio , infrenato , o travolto fino alia inversione del medesimo; cosi e che sezio- nati ai loro estremi, o presso l' ingresso dei tronchi nervosi^ o presso le produzioui tendinee, come alia sommiih della DiSAMINA SUL GaLVAMSMO 1 G9 coscia o aU'estremilii dclla gamba , ne consegne Taccennalo Iq- frenainonlo dl loro correnle, con tendenza all' inversione, coine si rileva inediante i liscontri doUe conlrazioni musculari e dcl- le indicuzionl galvanomelriche; in fatii osservasi che , dieiro le predclle sezioni , instiluendo il prctto ciiciiilo organico, col- r addurre reslromita del nervo cnirale sulla superficie mu- sculare recisa , si oltengono di leggieri all' aprlre sid'alto cir- cuilo le conlrazioni, slanle appunto l' agevolato rillusso elet- trico; inoltre i imiscoli, di tal giiisa sezlonali , inlrodotli nel circuilo del galvauomelro , addimoslrano I ordinaria loio cor- renle infralita, in ragione di tali sezioni piii avviciuale ai lo- ro venlrij lino anche al corso inverso della conente slessa . E qiialora appunto i tcssuti musculaii si tagliano e dividono, attraveiso ai ventri loro, ne consegue 11 maggiore rivolgimen- to deir elettrico loro proprio, tanto nella parte corrispon- dentc all'eslremo carneo o nervoso , qiianto nell' altra corri- spondente all' esireino aponcurolico o lendineo ; quindi sezio- nando a mcla le coscie, o le ganilje, o i mnscoli gaslro- cnemj della raua , ne risulta in siaiili paru il loro elet- trico travolto in giiisa da risconlrarne il corso elettro-posi- livo dirello interuaniente dalla superficie sezionata all' e- stremo nervoso o lendineo , e da (juesto , per esterni archi , a quella , con facili vicende altres\ inverse di lale corso elet- trico; vicende oltreinodo agevoli nella parte musculare corri- spondenie all' estremo nervoso , menlre nell' altra parte corri- spondente all' estrenio tendineo, suole riscontrarsi piu costan- 16 riuterno corso eleliro-posiiivo rivollo dalla superficie se- zionata verso i tendini, e da ([uesti , per archi esterni, a quel- la. Maniere di risuhanze sperimentali, in siniili pezzi di nni- scoli^ tanto isolali quanto congiunti a catena, verificantisi o- gnora mercu i riscontri della raua galvanoscopica e del gal- vanonietro molliplicatore; cosi e infalli che applicando , fra gli estremi dello accenoate parti o catene musculari^ il nervo gal- vanoscopico, ad arco,si riconosce la corrcnte elellro-positiva ri- Tolia, pel nervo stesso^ dall' estremo carneo alia superficie se- zionata, con minore intensiia e costanza di quella che riscon- trasi diretta daU'estremo tendineo alia superficie di sezione, come scorgesi, per le contrazioni della rana galvanoscopica. al T. X. 22. 170 Geminiano Geimeli.i cluuderc , e all' apiire siflalii circniii; inollre compieiulendo «;li siessi pczzi inusculaii, o le corrispondenti loro pile, IVa le appcndici del galvanoinetio , se ne riconfcrma la con cute elot- tiica dlreita dall' eslronio ncrvoso o dal lendineo, pel filo gal- vanoincuico . alia rcLuiva superficie sezionala, coll' accennato pill intonso e coslante corso elellro-posiiivo rivollo dalT es- Ireiiiila lendinea alia superficie di sezionc. Pero merila di csbOie avveililo che noi pczzi iniisculari or discorsi , in outa alle accennate viccnde, 1' eleilrico loro proprio , tende ogno- ra a riprenderc il natiirale suo corso, medianle opporluni cir- cniii; cosi 0 infalli clie le coscie e Ic gambe dclla raiia^ co- miinque sezioiiato attorno i ventri dei loro muscoli, fino alle ossa lasciate iiitegre come nesso fra Ic divise parti muscula- ri , e in tale stato la rana stessa iiurodotta nel circuilo del galvanomctro , ofl're il suo corso eleltrico ordinario, ossia di- rello positivamente, cniro gli arli, dalla eslremila delle gam- be alia soniiuila delle coscie, e da qiiesle , liingo il filo gal - vanonicuico J a qiiclle; il perclie risiilla manifesto die, in ta- li casi , seljbene i tessiiti nuisculari sc/.ionati, altiaverso i loro ventri, siano iicUe condizioni del rivolginienlo eleltrico suddet- to , tuttavolta la stabilita comuuicazione fra gli estrenii ner- Yoso e tcndineo, nicrce il filo del galvanomctro, vale a com- piere sillalto circuilo coif ordinario circolo elettiico. Per tut- te le quali cose si concliiudc che i tessuii musculari, quanlo j'iii si'zionati altraverso i loro ventri, lanlo piu oflVono 1' e- lettricismo loro proprio Iravolto dal naturale suo corso, spe- cialinente fra la superficie di sezione e I'estremo aponeuroti- co o tendineo; ma all' un tempo scoigesi che, in onta alle predclle sezioui , e ai relalivi travolgimenlij quell' eletlricismo tende ognora a ri[)rendere , medianle opporluni circuiti, 1' or- dinario suo corso, inlrinsecamente diretto dalle dirarnazioni verso i tronclii ncrvosi , ed eslrinsecamenle da questi a quel- le; argomeiui meritevoli pure dei piu accurali sludj elettro- fisiologici, con applicazioni eziandio chirurgiche alle ferite dei niusculi , e alle amputazioni eseguite attraverso le masse mu- sculari . 98. L' eletlricismo uerveo-musculare fu poi riguardato di Hua lensione inapprezzabile ai coalrassegui dei piu delicati DlSAWINA SUL GaLVAWISMO 171 cletlromeln arlificiali, e solo valiitabilc , nci circuili eleltro- fisiologici, nicdiantc i rlscontri delle conlrazioni loro pro- prie . In online ai qnali argonienli si raccoglicj tialle ossei- vazioni e dalle esperienze delGalvani, come rnussiina la in- tensila elcttrica nel semplice circnito in^liiuiio adducendo il nerve crnrale a inunediato contailo dei proprj niuscoli , con eflelto delle conlrazioni; media noi tessiui stessi addivcnull incapaci di siflattc conlrazioni, e all' uopo delle rpiili occor- rono le armalmc c gli archi di molalli omogenei , avvalo- randosi cos'i 1' inlensiiu doll' eleltrico nol trapnssare dal ncr- vo al melalloj da qiie&lo al nuiscolo; mrnitna nei tessnli rae- desimi bisognosi di armaUire o archi nietallici elerogcneij per r en'otlo delle conlrazioni, risultandone di lal guisa nn cir- cnito con avvalorata inlensiiu dell' elctirico nel trapassarc dai tessuli organici ai melalli, e da meiallo a melallo eierogeneo fCollczionc delle Opcre del Galvani , pag. 143, 1 j9, 249, 2G1 , 272, 273, 328, 336, 339, 347, 331, 368, ec.J . INIaniere di considerazioni galvanichc die, se non valsero ad oflVire la piu completa ed csalla spiegazlone dell' efTicacIa del- le armaliire e degli archi di melallo,, negli accennali rircnili elellro-fisiologici , pero si rannodano alle osservazloni ed espe- rienze eleltro-fisiche realmenle cnnfermanli V accresciuta ia- tensilu deirelellrico nel iransitare fra 1' nno e 1' allro condiit- tore, conuinque conligui; anzi il Volla calcolo, lia i nie- talli coniigui omogcnei o eterogenci , siCCjUa resislenta al pas- saggio del (liiido elellrico dall' uno all' allro, fino a precisaria quale colhenza di jJg^ di grailo; se non che, menlre il Gal- vani riguardava inollrc I' elellrico altrailo variamenle dai di- versi melalli cosliuicnli I'arco, agevolandone cosi il corso, il Volla fondava su lali falti la magnifica dotlrina del contalto eleltromolorc (CoUezione delle Opcre del Galvani pag. 3 17, 353 ec. CoUezione delle Opere del T^olta ec. ioino secon- do , parte II, pag. SI, 58, 77, 155, ec.J. INIa vo- Icndo pure esaminare e riconoscere la tensione dcU' eleilri- cismo proprio dei tessuli nerveo-mnsculari, necessila avere ri- guardo appunto ai diversi loro pcriodi designati dal Galvani, e in ispecie a quello della capaciiu alle conlrazioni nicrce il semplice circuito di nervo e muscolo, scnza concorso di 172 Gemimano Grimelli mctalli; egli 6 manifcslamente, in tale periodo del maggior vigo- re lisiologico di que' tcssuli, che ne e dato raggiungere la in- icnsitli dcir eletlrico loro proprio; Intensiia eleltro-flsiologica valutabile medianle la contrapposizione d' allra comparahile in- tensity clcltro-fisica propria di un adatto arco meiallico. 99. Cosi e che la rana galvanica quanto piii fresca e vi- £;orosa, ossia capacc e pronla alia contrazioni d' ogni manieraj tanto meglio oflre la intensiui del suo eleltricismo nerveo-mu- sculare riconoscibile, mcrce il galvanometro , in contrapposi- zione alia corrcnte comparahile di un' arco metallico etero- gcnco . Gia il principio galvanomelrico nianifestato dagli elet- tromotori idromctallici i quali , comunque per varia estensio- ue, offrano correnli diverse, luttavolta ove siano di pari ten- sioni , contrapposd fraloro,si eqnilibrano , cosi nelle tensio- ri come nelle correnti stesse , tale principio si verifica ezlan- dio fra 1' eleltricismo di un' adatta coppia metallica e quelle proprio della rana; infatti riscontrasi, che ove una coppia formata con lamine, estcse alcune linee, di nietalli scelli fra quelli do- tati di minore forza elottromotrice, sia contrapposla alia rana, nel circuilo galvanometrico , ne risulta di leggieri 1' equilibrio fra la correnle voltaica dell' una, e la fisiologica dell' akra. A tal modo rinviensi che la coppia di platino e d' argento sta, coUa sua forza elellromotrice^ in equilibrio a fronie del- la facoltii elettrica propria della rana fresca e vigorosa ; fog- gia di equipoUenza , tra 1' uno e l' altro eleltricismo ^ per la quale uecessita che il platino e 1' argento siano nella ordina- ria loro forza elettromotrice , e che i tessuli nerveo-muscula- ri siano nelle maggiori loro facolla eleiiro-fisiologiche; con- dizioni che si veriflcano , per alcuui island, immergendo pari- menli e conlemporaiieamenle la lamina di platino , racco man- data air un capo del filo galvanomelrico, eutro il vase mnni- to di soluzione acqnosa di cloruro sodico , ove sono tuffale le gambe della rana. e la lamina d' argento, raccomandata air altro capo del filo , entro 1' altro simile vase ove e tuCfata la coscia deir arto privato della gamlia . Di tal guisa , stan- te la tensione elellro-posiliva della lamina d' argento, rivolta conlro r eletlro-negaliva delle unite gambe della rana, e la icasioae elettro-ncgaiiva della lamina di platino , rivolta conlro DiSAMiNA SUL Galvanismo 1 73 r elettro-posiilva {lella coscia, ne consegue Vequllibrlo elettrico e galvanomelricoj menlre che, nella inversa disposizionCj si ot- ticne il corso elettrico idrometallico, e quello dei tessuli ner- vco-musculari, per lo stesso verso, colle relative indicazioni gal- vanometriche; quindi raccogliesi che la accennata tensione del- la coppia vollaica di plalino e d' argento . conosciuta fra le minori apprezzabill, rappresenta quella deli' eleitricismo pro- prio della rana galvauicaj dietro infatli le osservazioni e le esperienze, le cornparazioni e i compuli, intorno alia facolth elettromolrice relativa dei metallic risidta che, nella coppia di platino e d' argento, la tensione elettrica riducesi a circa im millesinio di grado dell' elettrometro piu senslbile , e che per- cio a simile tensione lievissima riducesi anche qucUa dell' elet- tricismo proprio dei tessuti nerveo-niusculari della rana. 1 00. Pero quesla tensione elettrica nerveo-musculare , si riesce a rinforzarla, e a rcnderla meglio sensihile, medianle piu rane galvaniche riuniie a fascio, o congiunle a catena. Cosi e infatti che dispostc, pel medesimo verso, parecchie rane stret- te a fascio, allacciandole attorno i piedi, i ginocchi, le coscie, si riscontrano presentare un'elettricismo tanto piu intense, quan- to maggiore il numero loro, tlno ad equilibrare la contrappo- stavi forza elettromotrice di un'arco d' argento e rame; raa- niera di contrapposizione che si verifica merce il galvanome- tro colle appendici, o a lamine o a vasetli , per 1' una par- te d' argento o di rame argcntato , per I'altra di rame beu lerso , disponendo fra le appendici stesse , in un col liquido condultore, il fascio di rane preparate coll'un'arto privalo del- la gand)a e colle due gainbe riunite; nel quale circuito, in- trodiicendo il prcdetto fascio, riscontrasi che quanlo maggio- re ne t- il nuiiicro dcgli arli^ tanto piu si riesce ad equilibra- re^ coll' elettricismo loro, quello della coppia d' argento e di rame, fino anche a soperchiarlo, come rilevasi dalle indicazioni galvanometriche. Che se le rane medesime si congiungono a ca- tena allacciandole successivamente, sommiia di coscio ad estre- miih di gaiiibe, anche in tal guisa ottiensi rinforzata, in ra- gione del numero j la tensione del loro elettricismo, fino ad equilibrare e anche soperchiare la contrappostavi forza elet- tromolrice di un arco di rame e di zinco; nelle quali pile 1 74 Geminiano Grimelli di arli si liscoatra nnforzata^ tanlo la tcnsione^ quanto la cor- rente, ma la prima assai piii della seconda , in ragione del numero; per vcrita, in simili catene, mcnire la tonsionc si rav- visa crescere in ragione del numero dei lore elementi , la cor- rente si riiiforza tanto mono qnanlo piu lunghi gli elemenli siessi, aumentaiidosi colla liinglieiza del circiiito la resistenza al corso clettrico. Laondc, cpii appnnto, s'addire il dichiarare die, nclle catene o pile ariiiiclali di tcssnii nerveo-muscula- ri , la corrente cresce in ragione diretla del numero, ed in- versa della liinghezza degli elemenli coi quali si compongo- no siflattc pile; in falli le rane disposle a corona di tazzc, cioe col Uouco vcrlchrale dcU' una e I'estreiniia delle gambe ileU'aUra piossima, immerse entro la stessa tazza, e cosi di seguilo^ odVono la corrente loro cresciuta entro ai piu ristret- ti limili delerminali dalT eslensione del circuito; invero men- Ire una rana posta a cavalcione di duetazze, presenta al chiii- dere il circuilo mediante il galvanometro , la indicaziono del- I'ago calamitato di lOgradi, due F offrono di i5. Ire di 18, quattro di 20 , e dlelro simili adJIzioni, ognor decrescenti, lo aggiunte di allre rane non imporlano ulteriori rinforzi di cor- renli, ossorvandosi piultosto declinare e venir meno ogui ri- scontro di circolo eleliiico. Anche nelle catene o pile, fatte allacciando la sommita delle coscie coll' eslremila delle gam- be successlvamentej si riscantra die 1' clettrico quanto aumen- ta , per inlensita di circolo , entro i limiti di sei o otto di ta- li elemenli, ahrettanto si alFievolisce il corso stesso , alhin- ganiir Sue etc. premiere partie ^ png. 23 etc. -=• Coltezione delle Opere del T^olla toino J I, parte I, pag. 45 ecc. ■= J. /Jldini De Aniinali Electricilate Diss, tl, peg- XIX etc. — JIuinholdt Experiences sur le Galvani- sinc etc. pag. 72, 75, 82 ^ 244, 381 etc. = Matteucci Hi- cerche Elcttro-Fisiologiche ecc; Mcinorie della Societd I- talinna , toino XXIII., IModena 1845^. Tnvero le rane pre- parale alia galvauica, e sottoposie alia iuflueiiza di vari gazj (juali ossigeaOj o&sido nilroso, azoto, idrogeno, acido carbo- nico, acido solforosoj acido idrosolfbrico, o solfidoidrico, man- tenendole cliiuse , iu uii con tali gaz, enlro opporluni vasi, perdono in breve, e tanlo piu preslo, ogni loro facolla eletlro- (isiologicaj quanto piu i tessuli organici soggiacciono, per a- zione del circoslante gaz, a parlicolari Iranjutamenli organico- chimici, siano di ossigenazione, come nel gaz ossigeno , os- sido nitrosoec. , o di disossigenazione come nell'azoto, idro- gene, acido carbonico, siano aniiseltici come nel gaz acido solforoso , 0 settici come nel gaz acido idrosolforico ; di tal guisa riscontrasi che i tessuti nerveo-musculari, soltoposti al- r influsso e all'azione dell'idrogene solforato inducenle, in es- si , con gran rapiditii ii processo selticOj ossia dissolutivo pu- trido , restano con pari rapiditJi, e in pochi minuti primij in- fralite e spoglie d'ogni loro facolta eleltro-fisiologica, tanto al- ia conlrazioni musculari, cpianio alle indicazioni galvanome- triclie; vicende rapidissime di infralimento e distruzione or- ganico-vitale, ed elellro-fisiologica, che si manifestano subilo, col venir meno le conlrazioni simpatiche, appresso anche le idiopaiiche, in un con ogni traccia di indicazione galvano- melrica. E gli stessi tessuti organici, comunque investili da soluzioni di sostanze ossigcnanli o disossigenanti , antiselti- che 0 seltiche, od operose per qualsiasi azione fisico-chimi- ca , restano ben presto infralili e spoglj d' ogni lore facolli 180 GeMINUNO Gr.IMF.LLI elellro-lisiologica; quiiuli avviene clie la rana galvanica, asper- sa con soluzioni acqiiose, coraunque diluile, di acido nitrico o solforico 0 idroclorico , di cloruro niercurico o sodico , di inateriali organici piiliidlti , addiviene piu o men presto inct- »a agli ordinarj siioi fenomeni eletlro-fisiologici delle con- trazioni, sinipatiche e idiopatiche, e delle indicazioni galvano- mctiiclie; la rana stessa aspcrsa pure di soluzioni le piu con- duurici dell' eleitrico , come quelle di acido ossalico o di sol- l;Uo di rame, se nei primi istanii presenta le maggiori con- trazioni musculari, e imlicazioni galvanonielriche , resta pre- stissimo nei suoi icssiiti irrigidita , in guisa da mancare in un colle sue f'acolta organico-vilali, allresi ogni capacita eleltro- lisiologica, irritativa e galvanometrica. A ben riguardare poi i tessuti nerveo-musculaii preparali alia galvanica, e sottoposii a qualsiasi influsso od azione eslrinseca od intriuseca, scorgesi conseguirne , in ogni caso , la soppressione prima dell' azione uervea sensoria, diretta dalle estremita ai centri encefalici, ap- presso deir azione nervea motrice^ diretta dai centri encefalici alle estremita J per ultimo d'ogni forza iiei^'eo-rnusculare, e al- I'un tempo d' ogni relaliva capacita elettro-fisiologica , cosi di contrazioni come di indicazioui galvanonielriche; per tal guisa cessato , in un colla vita , il magistero sosteuitore e riparotore delle condizioni organico-vitali, d' onde procede la forza ner- veo-musculare, e il relalivo elettricisrao fisiologico galvanico, quclla e questo scadono e precipitano , piu o meno rapida- tnente, a seconda delle varie influenze estrinseche, o intrinse- che; ne , in tale stato, si conosce alcun agenie capace di so- stenere o riparare, di crescere o rinforzare, la scadente e pre- cipitante forza nerveo-musculare e facolta elettro-fisiologica. l04. E comunquc sperimentati i tessuti organici in discorso si ravvisano le vicende del loro elettricisrao procedere, sera- pre di pari passo , coi riscontri delle contrazioni musculari ^ e doUe indicazioni galvanometriche . Nei semplici circuiti, o prelti organici, ovvero compiti mediante arco lutto umido o metallico omogeneo , la corrente loro propria si manifesla in sulle prime, tanto cogli eftelti delle contrazioni, quanto colle indicazioni galvanometriche; ma in tali circuiti, dietro il pri- mo scadere della forza nerveo-musculare, la relativa corrente DiSAMINA. SUL GaLVANISUO 181 clettrica addlvlenc inabilc a promuoverne Ic contrazlonij restan- do ancora capace di appalcsarsi mercc la costante sensibilita del galvaiiomclro nioltiplicatore ; pero^ in sifl'atio stato di co- se, veriula mono la eflicacia dolla correnle della rana a pro- muovere i siioi iiioli musculari, resta eziandio capace , fin- cIju seiisibile al gMlvanomelro, di siisritare le contrazioni in ahra rana, preparala di fresco, alia g;dvanoscopica- Ea ben riguardare in proposito le cose liscontrasi pure, nei leasuli organici gih discorsi , procedere di pari passo, la facolta alle loro contrazioni per influsso di eletlrico estrinseco applicato- gli , e la loio capacila alle indicazioni galvanometiiclie; cosi e infalti che la rana , quanto piii si addimoslra irrilabile per r influsso degli arclii mclallici ctcrogcnei , tanto maggiore ad- dimoslra air un tempo la sua correnle al galvanomeiro j vi- ceversa, quanto piu intense e forli occorrono le correnti o sea- riclie di estrinseco elettricisnio snlla rana medesima, all' uopo di suscilarne Ic contrazioni, tanto ininori addimoslra le indi- cazioni galvanometriche. Anzi (ia sempre noievolissimo il ri- scontrare, cosi nell' animale a sangue freddo quale la rana, come neir animale a sangue caldo quale il coniglio, che di pari passo vengono meno la loro capacila alle contrazioni promosse cogli eletlromotori voltaici^ e le loro correnti elet- triclie nerveo-musculari addimostrate dal galvanometro; quindi, come neir animale a sangue freddo, simili facolta dileguansi lentamenle, scrbandosi a dilungo dal massimo al minimo, co- si neir animale a sangue caldo, le facoltk medesime declinan- do rapidamente, si ravvisano le contrazioni galva niche e le in- dicazioni galvanometriche, all' un tempo, evanitle e fuggevo- lissime; manieie di osservazioni e di esperienze che ne addi- inosirano ognor piu procedere di pari passo, e con vicende comunij le contrazioni musculari ^ e le indicazioni galvanome- Iriche. In propo->ito delle quali materie torna pure in accon- cio r avvertire, che le correnti elettriche diretle lungo i mu- scoli , onde ollencrne i riscontri delle contrazioni, quanto piu si manicngono continuate per lo siesso verso, tanto piii ne svolgono le polaritu secondaric e la relativa correnle, com- plicantesi variameote alia galvanica; il perche nell' esamina- re i preJetli riscontri delle coulrazioni musculari, in confronto 182 Gemini ANo GrviMELLr tlelle imlicazioni galvanometriche, necessita aver n'guardo al- r accennata complicanza, per la quale la insoria corrente sc- condaria , c la naUirale galvanica, a seconda che proccdono per lo stesso verso o per versi opposti, si ravvisano al gal- vanoineiro or sommate or e(|uilil)iale , or Tuna prevalcnte sulPaltia; se non che egli e pur vcro, che i tessuli muscula- ri soitoposli alio corretili elotliiclic, (pianto presto assiimono le polarila secondaries allrellaiUa proiitainentc ne restano scevri, al cessar delle correnli estrinseche , rimanendo cosi ben pa- lesi i risconlri delle conlrazioui per I'azione dell' applicato clet- tricismo , e le indicazioiii al galvanomciro del prello eleltri- cismo ncrveo-imisculare. 105. Qaindi la diirala dell' eletlrico , fisiold'gico galvanico, risuUa altenersi a qiiella della forza organico-vilale, in guisa che r eleUricisino stesso si riconosce sussisiere, dilegiiarsi , cessare, di pari passo^ col sussistere, dileguarsi^ cessare della forza nerveo-inusciUare; infatti i procediinenti delle contrazio- ni musculari e delle indicazioni galvanometriche , esaminali in tiHta la estensione dol principio alia fine loro , ne gnidano a riconfermare siinili concliisioni, che non fiano inai abbastan- za svolte e dichiarate in ogni loro eslrenio. Laonde giova al- ia pcrfine riconfern>arle merce le comparative risultanze, fra le contrazioni musculari e le indicazioni galvanometriche, del- la rana considerata dai primi momenii di sua preparazione galvanica, fiao agli ultimi estremi d' ogni sua facolla elettro- fisiologica . 10G. La rana appena alleslita alia galvanica, fin che resta dielro il modo e lo strazio della preparazione , saltellanle o couvulsionaria, non ofTre al preito circuito nerveo-niusculare, nh a quello compito con arco liHto umida o metallico omo- geneo, i riscontri del suo elettricisnio manifeslato colle pro- prie contrazioni; pero sciolto, in pochi istanli, ogni stato con- vulsivo, e speclalmente dietro la distruzione del midoUo spi- nale ben rilasciatisi gli arti , si oltengono subito , niediante i detti circuili, i riscontri elettro-fisiologici delle contrazioni musculari; parimenti la rana stessa , introdotta nel circuito galvanomelrico, quanto piii convulsa o irrigidita , lanto me- no oflre la sua corrente , manifesta alle indicazioni dell' ago DlSAHlNA SUL CaLVANISMO 1 83 calamitato; cosi e infalii che, solo alcnni istaml dope la sua pre- parazione, ridolla a totale rllassametuo , suolu presenlare il pill inlcnso circolo eleltrico, colle niassime tleclinazioni del- 1 ago magnetico . I'ValtantOj a seconda delle varie condizioni relative ai lessuli nerveo-musculari , e alle influeiize esterioii piu o meno lavorevoli ai fenomeni galvanici , i predetii cir- cuili si osservano, or per brevi istanli o pochi minuli, or da un quarto alia niezza ora , abili agli cll'etii eleltro-fisio- logici delle conlrazioni pioprie; dl pari guisa la rana stessa , couuinqiie serbaia Ira le condizioni piii favorevoli alia sua corrente, la nianifesla declinaute fiiio a segnare, entro raez- za ora circa , la meta della accennala massima indicazio- ne deir ago calamitato ; quindi , dielro tale primilivo infra- limcnto uerveo-musculare , e scadiinento elellroTisiologico ^ si risconlrano al circuito galvanometrico venule meno le con- trazioni, proseguendo ancora le indicazloiii della residua cor- rente all" ago calamitato. Ma, trascorse quesie vicende, si scorge che la rana resta a dilungo irritabile, merce gli archi metallici eterogenei di intensiia elettrica superiore a quella delTintrinse- CO eletlricismo organico appalcsato dal galvanomelro; residue facolia nerveo-musculari, ed eleltro fisiologiche, stanli le quali I'arco di rame e zinco vale a promuovere le contrazioni, per ore di scguito , e in pari tempo si oliengono presso che co- stanti o miniraamente dccrescenti le iudicazioni galvanomelri- che; procedimenti simultanei oliremodo favoriti, nella lore du- rata, dalle condizioni di media temperatura, e del serbato na- turale ammollimento dci tcssuti organici. Da ultimo que- st! tessuti iiilialilij e scaduli ognor piu nella loro forza ner- veo-muscularej e nella relativa facolta elettro-fisiologica, esi- gono le niaggiori correnti, o starithe eletlriche, a provocarne le contrazioni , e in egiial tempo olViono al galvauometro le minor! indicazioni della corrente elettrica loro propria; in sif- falli eslremi riscontrasi poi, che la intcnsita elettricaj quale di pill coppie di rame e zinco, necessaria a promuovere le con- trazioni musculari , o ad otteuerne qualche risconlro, soper- chia a dismisura quella propria e residua dei lessuli organici, ed appena riconoscibile pel galvanometro ; quiudi, alia per- (ine, ne cousegue che raenlie le massimc corrcnli o scaiiche 184 Gemimano Grimelli eletlriche, coinnnque direlte c ri volte sui lessuti muscular i, non valgono a pioinuoverne in alcnn inodo le conlrazioni, in pa- ri leinpo siinili nuiscoli iioii olVioiio piu al galvanomeiro al- cDtia iraccia doU' elellricismo galvanico . Per ie quali cose si coiicliludc: die i tessuli nerveo-niusculari cosliluili in lulta la l"rejcUezA.» e vigoria Usiologica, naluralniente loio propria j ri- sultano abili alle coatrazioni pel circolo del semplice loro e- loltricisnio , nianifoslanlesi al galvanoinetro , con intensiia coni- spondenle a qiiella di un arco di platino e d' argento; che i les- 8Uli ste^si , al primo infralire e scadere della accennata loro Irescliezza c vigoria (isiologica , reslano capaci delle conlrazio- ni, mcdianie gli arclii nielallici elerogenei di una inlensiia elet- Irica superiore a quella della nalurale correnle nerveo-muscu- lare, ed anzi lanlo piu neccssilando superiore quanlo piu venu- ta meno simile correnle organica ; die i lessuli niedesinii ridoui air esiremo infraliinenlo e scadimento di freschezza e vigoria fisiologica, siccome rimangono nial alii o inetti al- le conlrazioni, in oula alle piu iniense e forli correnli o scariclie clellridie, cos'i cessano dal manifeslare ogni irac- cia del loro eleilricismo al galvanomeiro . Dielro le quali maniere di osservazioui e di esperienze, rilevasi eziandio clie iiei predelli lessuli organid^ all' infralire e alio scadere la lo- ro freschezza e vigoria fisiologica, vien meno di pari passo la loro speciale conducibilila e inducibilila elellrica, neccssilan- do percio correnli e scariclie ognor piu iniense , sui medesi- iiii, per occasionarne e promuoverne le conlrazioni, o qualche risconiro di contrazione; conducibilila e inducibilila eleiirica dei lessuli nerveo-musculari che, agevolaudone lo sviluppo dell" iulrinseco eleilricismo, risulta pure favorevole al circolo galvanoraelrico e alle iudicazloni dell' ago calamilato; quindi i lessuli organici in discorso quanlo piu. infralili e scaduli , in ogni loro facolla fisiologica , lanlo maggiore resislenza con- irappongono al corso dell' elellrico condotlo e indollo, venen- do meno cosl, di pari passo^ le loro facollk eleltro-fisiologiche alle conlrazioni muscular!, e alle indicazioni galvanomelriche. 107. Per luile le quali cose si conchiude, die i lessuli ner- veo-musculari conipiono una funzione eleiirica , la quale si manifesla, all'ua tempo, coi riscontri fisiologici delle conlrazioni^ DiSAMIWA SLL GaI.VAKISMO 185 e colle indicazloni fisiclie del galvanoinelro. [*' sebhenc talc fiinzione resli olircmodo arcana nella sua inliiDsechczza , iiii- tavolia ne fia lecito compaiarla , almeno in ordine del risul- tanle moto muscnlare, al inoviinenlo occasioiialo dalle coi- reiui elellriche siii corpi inorganic!, spccialmente magnelici o calaniitali; per simil guisa 1' elellrico di qualsiasi origine puo considerarsi scorrere lungo le fibre nervee, e a lato delle car- nee, suscilando una quanlilh di inoto comparabile alia coni- plessiva di un numero indefinito d^aghi magnelici, o calamila- Ji, disposii successivaniente a lalo di un condutiore della cor- renle stessa; di tal modo il conflilto elettro-fisiologico, occasio- nante le contrazioni, ne sembra comparabile al conflitto elel- iro-magnelico o elellro-magnelizzante . D altra parte l' elet- Iricisrao nerveo-musculare, avviato pel circuito galvanometri- co, scorrendo e circolando iteratamenle e reiteratamente a lato, e allorno, 1' ago calarailato si appalesa , per conflitto elet- tro-inagneiico J colle declinazioni delT ago medesinio; foggie di declinazioni ognora proporzionaie all' estensione dei tessu- li nerveo-mnsciilari , e alia condncibiliia del liqiiido ove se ne immergono gli eslremi, alia estensione delle appendici gal- vanomeiriche, e alia tenuita dello strato litjuido inlerposto fra siflatte appendici e gli estremi dei tessuti organici; quindi egli i dair assieme di simili condizioni e circostanze , che ne e dato valutare daddovero , mediante le indicazioni del galvano- metro, 1' eleliricismo dei tessuli nerveo-musculari, in ognl rao- mento del loro vigore fisiologico, dal massimo al minimo. K nella pienezza di tal vigore nianifestasi, all' atlo del chiudere il circuito galvanometrico , la corrente colla maggiore escur- sione dcU' ago calaniitato, e con immediate decrescent! sue o- scillazioni, fino a che in brevi istanti si fissa al terzo circa di quella primiliva escursione; nel quale stato suolsi manle- nere a dilungo, retrocedendo lentissimamente fino alio zero, ove pervicne dopo alcune ore; procedimento che ne addimo- stra la corrente nerveo-musculare^ in sulle prime, quanto in- fralita con gran rapidiia, altreitanto in seguiio sostenula e con- tinuata. M.ino mano poi declina e vien meno, nei lessuti or- ganic!, la loro forza fisiologica si riscontrano , al chiudere il circuito galvanometrico, ognor minori le escursioni dell' ago T. X. 24. 18f"> Cemini.vno Crimf.i.t.i calaniiialo, c ognor piii breve il tempo enlro il quale 1' ago siesso si rlmeile alio zero; per tal guisa, nei massirni estremi (li infralimenlo fisiologico, no risiill.ino imlicazioni galvanome- Iriclie quanto piccole allrettanlo I'liggcvoli ; coiUrasscgni estre- mi della verace morte dell' eleltricisino galvanico. 108. Alia pcrfiiic il Galvani oiule dilucidarc vicppiu 1' plet- tricismo nerveo-innsculare , da Lui taiito magislraltnenle addi- mostralo nolle rane, si fece cziandio promuroso di csaniinarlo in comparazione a quello proprio degli organi elellricl delle torpedini; di tal rnodn prodiissc, anclic in ordine a simili ar- gonienli , lo piu sagaci comparative osservazioni ed esperionze anatomiclie, fisiologiche , eletlrologiclic , risgnardanli appunto le allinciize e le relazioni pin singolarl e notevolissime , fra la sinillnra , la fun/,ionc , l' eleltricismo doi tessiui nerveo- musculari e degli organi lorpcdiiiel; qnindi accenno la lo- ro comuuc composizione ed indole, eminentemente nervea ce- rebro-spinalo e sensoriu molrice , la loro funzione elettrica raunodata alio stesso genere di azione nervea, anche dopo sop- pressa la circolazione sangnigna, il loro eleltrico di consimi- le origine ed indole, proccdimento eintensila, vicende e du- rata ( Collczione delle Opere del Galvani pag. 387, 388. ec. ■=- Lssai 2'hcAirique et Erperiinental siir le Golvanisme etc. par J. /ildini etc., tome second elc.png. 74, 2 15, Pa- ris 1804J. E gia risullano di comimc origine cerebro-spina- le i nervi che, a gran predominio sui corrispondonti vasi san- {!;uignij si poitano ad intrinsecarsi tanto nei tessnti muscula- ri delle rane , quanto negli organi eleltrici delle torpedini ; cosi e die speciali nervi, moioii e sensor] all' un tempo, si dif- fondono tanto nei lacerti delle rd)re nuiscnlari, quanto nei fascj dei prismi torpedinei, producendo le cslreme loro diraniazio- ni , 0 ad anse o a ril'itsione, attorno o entro le cellule o ve- scicole che appajono come organi elementari di quelle fibre e di quel prismi^ anzi stanic fillatta slrullura organica ne seni- bra die, pel magisiero dell' azione nervea, sia in quelle cel- lule indollo o versalo 1' eleltricismo fisiologico, come il ca- lorico induce o versa, nei vapore vescicolarc, il piu copioso e potente eleltricismo . Per tal rnodo le accennate cellide o vescicole organiclie risulterebbero cosiiluite, all' interno e DlS.VMINA SLL GaI.VAM.SMO 187 air eslerno , in opposto slalo elcurico^ a nianiera nppunlo di ahrellante piccolo botliglie di leida, coll' inlimo elellricisino posilivo rivollo verso le conQucaze o i itonchi dei nervi , c coir estrinseco negaiivo rivollo verso le divergcuze o le diramazioni dei ncrvi stessi^ fino ai piu eslerni iiivolucri inusculari; die se per lal guisa col Galvaul si conlida di soverchio in un simulacro di analogia, fra 1' accennata coslitu/.inne oiganica eleiuica e qiiclla propria della boui- glia di leida, il Volta pure iralto dalle seinbianze piu appari- scenli degli organi delle lorpedini, coi tli lui clellrouiolori a pi- la, non confido nieno in simile comparazione e raggnaglio; pero mentie il Galvani riponeva la I'orza organico-vilale a loiKlanieiito primo deli' elollriclsino nerveo-muscnlare e lor- pedineo, il Volla disconosceva fisiologicarneulc la corrente della rana , invocando solo la forza predella in sussidio del- la corrente lorpediiiea. Ma a riconoscere ognor piu le ve- raci comiHianze organico-vitali dell' eletiricisino della rana e della lorpedine , valga eziandio il considerarne nell'una e nel- I'allra la stessa direzione e consimile circulo eleltro-fisiolo"!- CO J cosi e infatli che nella rana il procediinento eletlro-poii- tivo si compie, enlro i muscoli , dai rami verso i tronclii ner- vosi e da quesli, per esierni archi, a quelli, e parimenli nella lorpedine il corso elctlro-positivo avvicne, enlro i suoi organi, dalle diramazioni ai loro ironclii nervosi e da questi, per eslerni arclii, a quelli; il perclie come nella rana la cor- rente elellroposiiiva procede dalla sommiia delle coscic , pel filo galvanomeuico , alia esliemila delle gambe, cos'i nella lorpedine la stessa corrente s' avvia dalle parti snperiori del dorso, corrispondenli ai tronchi nervosi , procedendo lungo il fdo galvanomelrico , alio parli inferiori o del ventre, corrispon- li alle ramilicazioui nervee dell'organo torpedineo. S'aggiun- ge che la tensione originaria dell' eleltrico, tanto della rana, qnanio della torpcdiue, si ravvisa inconspicua ai piu delicali eleltromelri , e piultosto valulabile mcdiante la contrapposi- zione d' allro eletiricismo, a tensione nota, e con etjuilibrio vi- cendevole; qnindi come, per lal guisn, si riconosce l' elellri- co della rana di una tensione adeguabile a qnella della cop- pia di plalino e d' argeclo, coii si e avviali a determinare i 88 Gemimaso Grimei.h pavimenti la tensione deU'elellrico della lorpedlne, osservandolo in conlrapposizionc a qiielio di una adatta coppia di meialli ete- ro"enei;pero indifcito di simili osservazioni,non ancorabenese- guile, vuolsi avvertirc die so la rana ailraversata per ogni verso dalla corrente dolla torpedine, in ogni caso si scuote, ne conse- "ue che la tensione eleltrica della prima resta inferioie a quella •iella seconda coinunque lievissima . Anchc le vicende dell' e- lellricismo dolla rana o di quello della torpedine s'attengono ad analoghe norme^ a fronie delle stesse inlluenze intrinseche ed eslrinsechc; infatli come le rane cos'i le toipedini uccise per la resecazione del cuore, in onla al inassimo dissanguamento, olTiono a dilungo i loro fenomeni eleltro-fisiologici^ ed inve- ce spente con lossici nervini cessano rapidamentej nelle une e nelle allrc , simili fenomeni; inolire i tessuii nerveo-rnusculari c gll organi torpedinei sottraili al migistero della vita scado- no e precipitano, piii o meno rapidamente, da ogni loro fa- colta eleltro-fisiologica^ a seconda delle varie influenze esterio- ri di gaz o dissoUizioni ossigeuanli o disossigenauti j antisetliche o setliclie. Da ultimo, nelle rane e nelle torpediui uccise, la du- rala delle correnli loro proprie si riscontra alienersi alia azione iicrvea superstite nei rispetlivi tessuti organici; invero la ra- na preparala alia galvanica finche serba la azione nervea, nei suoi tessuti muscular!, offre i riscontri del proprio eleitri- cismo, e la torpedine comunque dissanguala finclie serba^ col- rinlegrita del sistema nervosoj la sua azione scusoria e motri- CQj presenta i maggiori riscontri di scariche eleltriche; ma- no raano poi si sopprime la azione nervea sensoria, restando un avanzo della moiricCj rimangono in un con questa le estre- ine reliquie dell' eleltrico torpedineo; anzi in proposito fia pur meritevole di essere avverdto che, nelle torpedini dis- san^uate, sussistono, si dileguano, e cessano^ di pari passo, la forza nerveo-musculare abile ai risconlri delle contrazioni, e la facolla degli organi eleltrici alle scariche e correnti lo- rn proprie. E vuolsi da ultimo accennare eziandio una estre- nia analogia di funzione, fra i tessuii nerveo-musculari e cli organi dei pesci eleltrici; cosi e che, menire que' tessuti scrvono al mod volontarj , o instinuvi di preda, gli organi Dis.vMi.xA siL Galyanismo 189 elctlrici intcrvengono a sussidio dl siniili moll^ fiilminaTido i pe- bci minoii aj^ilissimi alia luga^ e s\ predandoli. lOy. Fraltanto, dietro le originali osservazioni ed esper'ea- ze del Galvanij raccogliesi die il sisiema nervoso cerebro-spi- nale presenta una parlicolare lunzione eleltiica manifestata, ia ispecie, dai tcssuli ncrveo-musculari e dagli organi particolari dei pesci elclliici.E poiclio i nervi cerebro-spinali risultano com- posli ossia inisli di fiiarncnll o tibie mouici o sensorie , cpiindi lie consegue la riccrca se ad ambediie le origini e le azioai nervose molrici e sensorie ^ o se piuttosto all' una die all' al- ira, appartenga la accennata funzione nerveo-elcUrica. In or- iline alle qiiali ricerdie necessita imrnediatamente l' avverli- re che , nei tessuti nerveo-musculari preparali alia galvanica, si ravvisano 1' una e 1' altra azione nervea assiemc corabinate soltanio nel periodo del massimo vigore fisiologicOj riscon- trandosi venir meno pronianienle e sopprimersi all' intutto la azione nervea sensoria, perduraudo ancora piii o meno la sola molrice, e in un con questa ogni facolta eletiro-fisiologica ; cosi e die la rana di recenle allestila ed irritata, alle sue e- slremiiaj oflre i risconui dell' azione nervea sensoria direlta da tali esiremila al superslite iratto di niidolla spinale, e da que- sta iiflessa,lungo i nervi motori, ai corrispondenli muscoli, tralti percio a convulsioni, presenlando all'un tempo i niaggiori con- Irassegni eleltro-llsiologici di contrazioni musculari e di indi- cazioni galvanomelriche; ma presiamente venuta meno e ces- sata r azione nervea sensoria, come rilevasi pel mancare l' ac- cennalo magistero di sua correnle fiuo al niidollo spinale con rlQessione convulsiva , scorgesi conlinuare ancora la a- zione nervea molrice, provocata immedialamente sul midollo siesso e sui relativi trondii nervosi, con efletli conlrallivi al corrispondenti muscoli, i quali, in simile stato, presentano in- fraliti e dimidiali i contrassegni elellro-fisiologici delle contra- zioni musculari e delle indicazioni galvanomelriche ; mano mano poi la azione nervea molrice scade e precipita^ ognor pill, si risconlrano di pari passo scadere e precipitare gli in- dicaii contrassegni e risconlri dell' eletlricismo nerveo-mu- sculare . Parimenii ncUa torpedine nccisa , colla resecazione del cuore, e colla soppressioue del circolo sanguigno, fmche 190 Geminiano Grimelu sei-basi I'azione nervea seiisoria e molricej si oltengono i mag- giori riscoiUii e conirassegni di correnli e scariclie elellri- che; il percliej in lale sialOj rimaneudo inlegro il sistema ncrvoso ccrel)ro-spiiiale , alineno fiiio a Uilto il midollo al- lungato o al quarlo lobo cerebralc, la lorpediiie initala nol- le piu sensibili parli culanoe rispondc, meJianle reflessione sensoiia motricc del prcdcllo midollo e lobo, con violent! scariclie elcuriclie analoglie alle volonlarie o islintive da lei iidminale nello stato di vita 5 quindl scorgcsi che il midol- lo allungalo, in nn coU'annesso lobo cercbrale, compic 1' ufli- cio della riilessione iicrvea, condiicndo in sill'itlo ccnlro encefa- lico da ogni estremilh le correnti dell' azione nervea sensoria , e qnesle pel cenlro stcsso rilleltendosl liingo i nervl niotori degli organi eletirici, fino a provocarne le loro scariclie; di- strutto poi il midollo allungalo in un cogli accennati lobi , delti elettrici dal Malteucci, o comunqne soppressa 1' azione nervea sensoria, conliiiua a snssistere ancora per fjualche tem- po la molrice, e di pari passo con essa conlinuano a niani- festarsi le ultinie traccie dell' elellricismo lorpedineo . Stan- ti le quali atlinenze e relazioni, fra l' azione nervea sen- soria 6 molrice e i riscontri elettro-flsiologici , lanto nella ra- na quanto nella lorpedine, si e gnitlati a concliiudere che, pel concorso siinnllanoo dell' una e dell' allra azione nervea, si produce e inanifeslasi il maggiore eletlricismo nmsculare e lorpedineo; pero sicconie , anclie dopo cessata la azione ner- vea sensoiia, e superstile la molrice, si produce e manife- sla un residno deiraccennato elellricismo, cos'i la produzio- ne e manifestazione di queslo scorgesi in attinenza e in rap- porio piii deir azione nervea molrice di qnello che del- la sensoria; quindi concliiudesi che la azione nervea molrice, procedenle dai tronchi ai rami nervosi , risulta efiicace a in- durre e svolgere un' elellricismo positivamenle dirello dai ra- mi ai Ironchi dei nervi slessi. S' aggiunge che i nervi cimen- tali eziandio nella maggiore vigoria tisiologica, ossia invasi dalle correnli eleltriche, rispoudono coll' azione sensoria assai nieno eflicacemenle della motrice; inoltre la facolia di accogliere e ritenere 1 elellrico, fino a svolgerlo per riflusso o corrente in- versj , air alto di apriie il circuito elcuromotore, si ravvisa Dls^MI^A SLL Gamanisjio 191 minima nei nervi o lilamcnti sensorj , con inloimi elTelli di sensazioni, e massirna noi muturi, con inassinii eflelti cll con- Irazioni; maniere di procediinenli e di vicende clie concorro- no a dimosliare le aliinenze e relazioni tra la azione nervea scnsoria e rdclliica, scmpre ininori di quelle sussistenii fra la niolrice c 1' clellricismo intrinsoco od eslrinseco ; qiiindi poi avviene cho le cure eletiriclic conlio le allezioni nervose sen- sorie, risullano meuo felici dclle cure slesse conlro le afl'ezioni neivosc inotrici. 110. D" alua parte il sisiema ncrvoso ganglionare o Iri- splaucnico pi escula esso pure , ne suoi tessuli ed organi , ca- ralteri pariicolari eleltro-flsiologici . Se noa die i lessuli ed organi trisplancnici , stanle la lenuila del loro nervi e la di.sposizione del loro lacerli musculari , leslano nial" alii al- le preparazioni galvaniche, e ai relaiivi circiiili, coi riscontri delle conlrazioni e delle indicazioni gaivanorncuichc ; pero il Galvani nolo die, menlre sngli organi musculari involonta- rj della rana, come sul cuore, gli arclii melalllci elerogenei non riescono eflicaci alle contrazioui , F elellricismo della lorpedi- ne inveslendo il cuore medesiino risulia eflicace a suscilarne i suoi moli sibtolici e diaslolici ; inolirc avverli clie tale eflicacia eletlro-fiMologica dispiega gli eU'etii delle contrazioui cardiacbej non nel momenlo dolla prima cscursione eletuica sul tessuto mn- scularc, ma invece alcuni island dopo, a diflercnza dei muscoli volonlarj contraenllsl all' atto primo della siessa invasione elet- trica . (^Collezione delle Opere del Galvaiii cc. (Jog. 414, 420 "== Essai Thcorique cl Eocperimenlal siir le Galvanis- me etc. par J. yJldini etc. tome second, pag. 14 j 215, Pa- ris 1804). Gli organi parenchimatosi trisplancnici poi, quali ii poliiione^ il fcgato , i reni^ esplorali al galvanometro ap- plicantlone 1' una append ce sul viscere ove entiano i Ironchi nervosi , c 1' allra appentlice snlla parte opposla del viacere stesso , sogliono olTrire notevoli indicazioni di corrente elettro- positiva dirctta^ ncirinterno organico, dai rami ai tronclii ner- vosi c da questi J pel filo galvanomelrico, a quelli; clie se i vi- sceri medesiini si sezionano, specialmeutc atlraverso i precipui lore rami nervosi procedenli coi vasi , oltengonsi di leggieri correcti eleltro-posiiive dirctte daU'esierna superficie viscprale , 192 GeMINIANO GniMELLl pel filo galvanoinetrico , alia supeiTicie sezionata , con facili e sollecile inversioni; procedimenli conforini e analoglii a quel- li die si riconoscono siii miiscoli cerebro-spinali integri o sezionali. Maniere di osservazioni e di espcricnzc die, dad- dovero ricoiilcriuate ed csteso , ne condmrebboro a ravvi- sare , eziandio nel sistema nervoso trisplancnico , una fiinzio- ne cleltrica consimile a quella del sistema nervoso cerebro-spi- nale; vale a dire una produzione di clellricisino a correnti positive direlte, nell' inlerno icssuto organico, dai rami ai Iron- chi nervosi, e da quesli rivoUe esteniameute a queili ; Tog- gle di lessuli che, siante poi la ridondanza del sangue e de- gli uinori loro pioprj , imbarazzano e difficullano ollremodo ogui maniera di preparazioni galvanidie , e di riscontri elel- tro-fisiologici . S' aggiunge die gli umori siessi offrono nn elet- tricisino loro proprio a tensione , o eletiio-positiva come nel sangue, o elettro-negaiiva come nell'urina; tensione eletlrica che, in siffaili umori di recente estraiti e raccoUi , suolsi riscon- trare, mediante il condensatore eleltromelro, minima e I'ug- gevolissinia nol sangue, massima e permanente alquanlo nel- Turina; laonde resla all' eleltro-fisiologia il definire se con- simile tensione elettro-positiva sia propria, in genere, degll umori recremenlizj , e la opposta elettro-negativa degll escre- menlizj . 1 i 1 . Per ultimo a riconoscere vieppiu la parte e la in- fluenza del sistema nervoso, nella produzione eletlrica anima- le, valga il considerare nei vegetabili, awegnache sfornid di nervi o di efficace azione nervea, manchevole una verace produzione di elettricismo organico fisiologico. Gia in ordi- ne agli esseri vivenli vegetabill poco piu e noto die il pro- cesso di vegetazione, nello sviluppare gaz acido carbonico e vapore acquoso, sviluppa un corrispondente elettricismo, e che le alternative o vicissiludini ordinarie e straordinarie dello stato elettrico atmosferico , or positive or negativo, favoregglano la vegetazione. E le correnti elettridie che pur si otlengono, com- prendendo varie parti di un vegetabile fra gli estremi del fi- lo galvanometrico, si riscontrano ognora relative ai contatti dis- simili di tali parti colle a[)pendici del galvanometro stesso. 112. Fraltanlo, dielro le originali osservazioni ed esperienze DisAjjiKA SLL Galvamsmo 193 del Galvani , conchludesi cbe, fra i varj magisteri dj produ- zione animale imponderabile, oltre la calorificazione e la fo- sforescenza , si verifica eziandio la eleltrificazione ncrveo-mu- sculare , quale resla ancora a conoscere se assiima talora i ca- ratleri di magnelismo . E dalle preclari ilaliane doitrine di Galvanisino I'Isiologico si raccoglie pure clie 1' eleltrico, co- me e evidenle finoraj qaanto si oHie connaturalo e intrin- secato, a principio e ad eleiueiito mirabilissiino, nella coslilu- zione e nell' esercizio della forza nerveo-musculare, altretlan- to ancora si c Iiingi dal poleilo liconoscere ed asseverare ha- se e tnoUa assoluta e pi imiliva , unica ed esclusiva dell" a- zione organico-vitale. Ternperanza saggissima di italica dot- trina che giova conlrapporre alle pretensioni trascendentali delle teoi'ie nebulose di Laniagna, per le quali le stesse dot- trine galvaniclie e voltaiclie sono Irascinale agli ideamenti di una eletlro-fisiologia tuiia congetturale ed ipolelica , immagi- nosa e fantaslica . Laonde, in siffatlo campo di osservazio- ne e di esperienza^ necessila procedere ognora nell' accordo ineglio inteso , e nell' alleanza progressiva delle originali e splcndide osservazioni galvaniche e voltaiche. E glii 1' eleitrl- cismo organico-vitale, originalmenie dimostrato dal Galvani, luiniuosainente discusso dal Volta , ridoito a luita la sempli- cilk galvanicaj scevrato da ogni coniplicanza voltaica, resta monumento parimenti glorioso fra quesli due inimort^li disco - pritori del GalvanLsnio Fislologico e Fisico . T. X. 2,") DOMINICI MAGISTRINI ANALYSIS Superficici , ijuae locum geotnetricuin est projectionurn ort/iogoniaruni puncti cujusUbet super plana sphaeram tangenlia ; nee non curvae , quae locuin geoinetricum est projectionurn orlhogoniariuin puncti super rectas cir- culum tangentes . ( Sermo haLilus in convcnlu Acadcmiae Scientiarum Instituti Bononiensii (lis 19 NovcmbrU 1846. el die 18 Maiiii 1847.) VJlarlssimus Professor Barnalia Tortoliniiis hujus Acade- miae Socius varlis articulis in Romano Diario Arcadico, et nupcr in Berolinensi illiistris Crellcj analysi snbjecit lineas, quae loca sunt geometrica projeclionum orlhogoniarum centri Elli- psis, el Hyperboles super ejus lineas rectas tungenies, nee noii superficies, quae loca geometrica pariter sunt projectionurn centri EJlipsoiclis, et Hyperboloidis super barum superficierum plana tangenlia. Haruni praeterea, f[uae inde oriuntur, line- arum el superficierum , earumque corporum solidorum men- suram assignavit calculo pereleganti formularum ope trascen- denlium ellipticarum.Egregiam vero hanc investigalionem prae- clarus Auctor in centri solius projectionibus continuit Ellipsoi- diSj et Hyperboloidis, et praeiermisit similes projectiones pun- cti ad (btam quamlibet a centre distantiam posili; cujus pro- jeclionitm loca geometrica invenire obviara illi magis quam alii nemini fuisset. Praeterea, quod magis desideratur in pro- blematis Tortoliniani solulione, nulla in ea ratio liabctur par- tis lotius , quam circulus et spliaera jure sibi vindicant, ge- neralionis liujiismodi linearum el superficierum . Hac dnplici de causa , Sapientissimi Academici, nee vobis injucundum fo- re, nee attcntione vestra indignuni e.tisiimavi, complemenlum •|9G DOMINICI Magistrini iblud, quod hreviter vobis exponani, pulcherriinae , de qua senno est, gcomeiricae (iisquisilloiiis . 1. Diclis X, Y,Z; x,y,z dislanliis a planis iribus orthogo- nils superficiei sphaericae diainetri 2R, et planoruin earn lan- gentiuin in ipsis puoclis orclinatarurn X , Y, Z , usitata aequalio. I. Z'^sziR^ — X^ — V sphaeram repraeseutat , el pariter noia aequalio . II. Z;=R^— Xx — Yj plana sphaeram tangentia. Tertiurn designent punctum analogae ordinatae a,b,c ad ea- dem iria plana ordiogonia praeter duo ordinatarum X,Y^Z; x,y,z. Hujus puncti distaniia a puncto quovis planorum tan- gentiuni si dicatur P, exprimitur I'ormula quae in aUeram fotmulam contrahilur, quam denoniino N, so- lus exprimenleni rectus normales a dicto terlio puncio ad plana sphaerae tangenlia ductas, si ordinatae x,y,z, ejus sint va- lores , qui notas condiliones aditnpleant pro minimo valore variabilis funclionis P, condiliones niniiruuj inter binas ex iri- bus ordinalas , uli (,/i)=»' (-.)=»■ varianle in symbolo differendali I- — I sola variabile x, in synabolo ( ) sola y, juxta receptani notaiionem difieren- \dxf tialeni . Quoniam vero aequaliones I, el II eosdem praebent valores funcuonum \dx)~\dx)~~ z' \77/"~vyJ z"' aequaliones conditionis formam sumunt X X — a ( z — c ) = 0 III. ' 2 r-b-~{z-c)=0 Ilae postremae aequaliones cum primis I , el II determinant Aw.VLTSlS SLT'ERFICIEI, EfC. I 97 longitudincs N singularurn reclarum noiinaliuni , quibiis pun- cia (juaevis data ordinatis ajb,c projciunlur in plana singula sphaerarn tangenlia in punclis ordinalaruni X,Y, Z „ IV—aX—hY — cZ IV. N= K Si in superficie proposltae sphaerae puncium quaeralur con- tactus, cujus piano tangenli maxima, vel minima peitineat harum lincarum norinalium , illud reperies ex formula hac ipsa respondere ordinatis all bR l/(«^-+-i--f'C-)' quibus maxima vel minima normalis resultat V. N = RH=l/(«'-+-*'-t-c'). Aequationes III, et V definiunt longitudines rectarum nor- malium N, quae a puncto quovis dato ordinatis a,bjC ad pla- na ([uaevis datam sphaerani tangenlia duci possunt, tam ea- rum situm , earumque directionem. Sola remanet assignanda aequatio generalis projcctionum , quas normales istae efficiunt, eorumdein punctoruni super plana sphaeram tangenlia. Jam vero banc reliqunm aecjualionem suppedilant superiores ipsae I. et II. facili eliminalione ordinatarum conlactus X,Y, Z banc scilicet algebricain ralionalem quart! gradus VI. ]xix^a)-^-j(r-b)^z{z-c:\' = Projectiones ergo punctorum quorumvis in plana datam spbaeram tangenlia, sive horum inteisectiones cum rectis nor- malibus curvas consliluunt snpcrllcies quarli ordinis, quae ad genus pertinent Trajecloriarum Orlhogoniarum, quatenus nem- pe trajciunt normals systema continuarum rectarum prove- nieniium ex punclis ordinatarum a,b, c. Et quandoquidem aequaiio VI aequevalet pro singulis valorlbus infinilis inde- lerminatarum quantitatum a,b,c, aequatio ipsa systema 198 Dojimici Magisiiuni repraesental lotiJeni snperficierum trajectoriarum qnot sunt valores illi, sen projecliones punclorum iis respondenlium su- per sphacrae dalae plana langcntia . Qiioniam puncta ista infinilaj quorum projectionuin sua pro- pria est parlicularis trajectoria superficies, in datas punclorum series infinite diversas dividi semper possunt, singulas adhuc acquatio VI lotidem conslruclionibus delerniinabit hujus sysle- malis composili trajectorias superficies . Si denique infinilis punclorum, quae projciuntur in plana sphaeram tangenlia, so' riebus constat simpliciler lincaribus, hoc casu systema diciam composilum pailiculariuni superlicierum irajcctoriarnm non so- 1am habot geueralem aoqualionem VI _, sed alia gaudet parti- culari omnino detcrminata acfpialione, Ilia scilicet, cujus lo- cum geonietricum est superficies iavolvens sic dicta systema superficierum aequationis VI, sive superficies quae eas omnes ampleclitur atque coniingil. Primo casu, quum inler ordinatas a ,h, c nulla praestilula consideretur relalio parlicularis , tola repraesenialur universa- litas superficierum trajectoriarum aeqaatione VI . Secundo casu una ex tribus ordinaiis a,b,c data est functio reliquarum duarum , uli c=f(a,h), indeterminatis adhuc ma- ueniibus duabus «,^j et nuUatur aequaiio VI in banc minus generalero VII. \x{x-.a)^j(^f-~b)^z{z-./(a,b))l' = = iv-\{x-ay'-i.{j-by-^{z-./{a,b)y-\. Terlio casu binae ex tribus ordinatis aj,h,c exprimuntur dua- bus datis functionibus solius tertiae, uti c=J'(^a), b=J'' (^a); et aequaiio universalis evadit VIII. \x(x-a) ^r{y -f(a) ) -t- s ( z _/(«)) ^ = =R-^ I. (X - af^ (j-fXa)r-^^z^/ (a) y j. Ex duabus arbitrariis onlinalis «,^ alterutram repraesentare licet per arbitrariani funciiouem alterius , proinde assumere f{^a,(p(^a)) loco f(a,b) . El quoniam daUir forma functio- num /,/, aerprationcs VII, et VIII, assuinplo syinbolo F pro data fimclione jx(x— a)-+-7(/ — i)-t-z(z —c)\''^ Analysis supehficieIj etc. i 99 simpliciorem forinam recipient secundo casu Vir Y{a:,r,z,a,qiia))=.0 el terlio casu Vlir. F{x,r,z.a) = 0. Sic sphaerica disqiiisilio nostra rectaruni normalium in pla- na langenlia adamussim convenit cum calculo iheoriae perele- ganiis Celebris G. Mongc snpeiTicierum alias infinitas datas su- perficies involvenliutn , ieuillcs d' analyse appliquee a la Geoineiric n. 7. et 8. Aeqaalio VII' pro unaquaqne I'orma fun- clionis indcterminatac ^(«) tolidcni repraesentat superficies trajeclorias normalium nostrarum quot valores suscipere po- test in ipsa funclione (p(a) ordinata iiem arbitraria a, sive superficies trajectorias toiidem ereclas super bases horizonta- les aequationis b^(p(^a) quot puncta delerminat in unaqua- que basi ordinata arbitraria a . Quod est verum sysiema no- strum supradictum compositum superficjerum trajectoriarum , novum scilicet peculiare systema superficierum involutarum , in quo proinde obviam se offerunt analiiicae et geometricae proprietates superficierum involvenlinm , quibus Auctor lauda- tus, de Sublimiori Geometria, et Calculo Integrali adeo pro- incruit. Aequatio auiem VllI' repraesentabit systema simplex superficierum trajectoriarum, seriem nempe simplicem illarum, quae solae constiiuunt projectiones punctorum respondentium unicae curvae simplici in piano liorizontali . 2. Praemissae annotaliones quoad superficies trajectorias, quae loca sunt geometrica projectionum orthogoniarum puncti super plana datam Sphaeram tangentia, vel ipsum super aliam datam superficiem sit positnm, vel super datam curvam, pro cunis pariter valent trajectoriis, quae allerius curvae datae puncti eorundein projectionum super rectas circulum tangen- les loca geometrica pariter sunt: qua casu ex inlinilis hujus- anodi curvis trajectoriis, peculiaiein omnino trajectoriam, quae- que earum involvens nuncupalurj inquirere similiter potueii- nius . Illarum vero superficierum et curvarum trajectoriarum iingularis exislit familia omnium simplicior, quae mihi atten- tione digna visa est, ideoque earum analysis, pro primo an- teUictae generalis disquisilionis speciminCj baud supervacancum hujusce dissertationis argumenlum constituere. 200 DoMiNici Magistrihi Peculiares superficies trajectoriae , de quihus loquor , el hoc valeat elLiin pro ciirvis irajecloriis , illae sunt in qnibus pro- jeclionis puuclum aliae dalae superficiei vel curvae minime speclat, sed ouinino iiisululum est; quare si ipsuni, propter calculi brevilaloin, super ahscissiruui axis directionem fingi- mus; crit b^O, c = (J, el quanlilas a, quaui poiius 2a po- nimus, ipsiusmcl puncti a dalae spliaerae ccnlro dislantiam re- pracscnlabil: cl Iranslala etiam ordinalarum x,yj,z origine a suo ccnlro ad dicliun projeclionis puncluui, aequatio VI in lianc mulatur IX ( -J -+-/ H- x^ — 2 a j: )^ = R^ s- -^r -H .r' ) , quae cujusvis superficiei irajectoriae perlinel, quae locum est geometricum projeciiouuni orlhogoniarum puncti insulati su- per plana dalatn sphaeram tangenlia , cujusque distanlia ab ejus cenlro est 2a: quae superficies varia est, uli ex se pa- tet, pro varia distanlia 2a, scilicet vel majori vel aequall vel niinori quam radius R Sphaerae . Posilo nunc in aequatione IX. z = 0 vel^ = 0, ejusdem cur- vae super planum ordinalarum x ,y aut x,z sitae, duae ob- linenlur similes aequaliones inde sumpta pro x quantitate constanli h, ipsa aequatio IX evadit _R''— 2/i^-H4/i«-4-Rp/^(R--4-8;/fl) z _ - r quae circulam radii _ p£jR*_-2A5_j_4^ _f. R ^ ( R2 _^. 8 ^ a ) J ~" 2 exprimit . Quare superficies quaesita hujusmodi est naturae, ut ipsius quaeque interseclio cum piano abscissarum axi perpen- dicular! circumferenlia sit, ergo superficies revolutlonis circa eumdem axem . Planum ordinalarum Xjy aut j;, a quod superficiera secun- dum curvam aequaiionis X intersecat, in sphaerae superficiem secundum ejus circulum maximum incidil; unde clare patet, dum quaesita superficies projectionum orlhogoniarum puncli Analysis superficiei, e;c. 201 super plana spliaeraiu langeniia locum est geometricuin, ejus seciioncin cum piano ordinatarum x,y aut x,z, projeclio- niim oilliogoiiiaium ejusilein puucli super reclas circulum lan- gentes locum esse geomclricum , quod ctiam calculo apposito ostendi poterii. l\rgo Locum geometricuin projectioiim ort/io- goninrian pnricti super plana sp/iaerain tarigenlia est su- perjicies rcvolulionis circa axem , illud punctiiin cum sp/iae- rae centro jungentem , a loco geometrico projectionum ort/io- goniarum ipsiusniet pun^ti super rectas circulum maximum tarigcntes genita . Ilaque ut superficiei inventae naturam ncc non conforma- tionem dignoscamus, ejus lineam genitricem analysi submil- lere opporiet . 3. Ope diflerentialionis primi et secundi ordinis curvae ae- qualionis {f -I- X-— 2 axY-=:K- (/- H- x"- ) habemus XII. 4//-^'H-a:— ^V— (R2_2(>'-Hx2_2axy,/'lV— -H)-'^) = 0 . \ dx I \ (Ix- (IX f Ex prima aequalione XI oblinelur dr ]V-.T — 2{x—a)(f--i-x''-—2a.r) el posiio ilx j{l{-—.2{/'-i-x' — 2ax)) dy 0 7?~ o"' sive R-x — 2(x — fl)(r'-(-x'— 2a.r)=0 j(ir_O2H-x--2«x)) = 0 valores tanuim x=^0 ,y:=.0 hisce, et simul curvae ^aequalio- ni satisfaciunt, quique punctum singnlare sic dictum multipli- cem curvae praeberi polerint . At ut pro certo lial)eanius hos puncii niohipUcis valores esse, quo genere inulliplicilateui, et ut y ^y . . . . v • valor — — sive rectae curvam in jpso puncto langenlis dircciio pateat, ipsos in aequaiionem diflercntialcm secundi ordinis XII substiiuamus, et cvadit T. X. 26. 207 DOMINICI MaGISTRINI dx ' 11 (|i)i valor realis csl donee 2/i>R et tunc curva 1." piiiicio (liipliri sive jSodo pracdita est, 2." Cum tninor fit dislanlla 2a, tnimiil Nodiun, usque dum evuncscii oiiuiiiio. ncmpc cum 2rt = R, sese convertens in pun* ctum regressuSj aiit Cuspidein. 3.° Cum 2a — . Unde colligilur , si projeclionis punctuni extra circulum est, in ipso curvam praedilam esse puncto duplid sive IVodo , quod niiniiil iinminuenle dislanlia 2 d , donee incidens in circumferen- liam omnino evanescil, in Cuspidein sese converlcns: postac si punclum ipsnm ex circumforenlia ciiculum iiilns transit, Cu' spidcin deinitleie, et d;iplici Flejcii ab abscissarum axe ae- quedistante sese inducrc; qtii pauladm evauens fit, quo nia- gis projectiouis punclum ad circuli centrum accedit, donee incivlens in ipsuin , curva in eamdem clrcumfcrentiam abit. Tab. I. fig. 1, 2, 3 tres disiinctas curvae conl'ormationes ostendnnt . Resoluta nunc pracy curvae aequationc^ erit ^ (R" — 4rt.r— x'==LRi/'(R--H8fl.r;)') 7 =^/ [ 2 i ' Analysis slperficiei, eic. 203 ill hac abscissis x positive stimpiis , el sigoo -H vcl — , pnncta a C usque ad b , ubi dy a aut a B usque ad A , ubi dy _p/(4rt' — R^) 77 "■ R ' et abscissis negative sumptis , puncta ha k obiineiUur . Posito autem vel dy , d y -l. = 0, vel -f- = ^ d X dx niaximae ab abscissarnm _, aut ordinatarum axe dislanliae pun- cta deteriTiiuautur, scilicet pro F, F' et D, D' X=: 1Grt |/i2(48«^RV128a'— n'-t-RVi32,<''H-R')->-32a-'R|X[32aV2R-^H-R|/(32<<^-«-R^;j( pro punctis B, C a- = 2a_R, ;c = 2rt-t-R, j=0 et pro punctis a, a R2 _Ri/(1Ga2_R5 Cum postea in Geoinetiiae traclatibus investigatus sim- utruiii haec curva Mathematicis nolesceret, Eulerum in suam Intiodu- ctionern in Infinitorum Analysini ejus descriplioneni lau- tum pracbuisse inveni . Pariler si projeciionis puiicti a cii- culi ceutro distanlia ejus diametro aeqimrH capialur, idest 2rt=:2R, curvam Clarissiuii Ambrosil Fusinieiii Trisecalri- cein esse; ( hiijus Auctoris Menimia nuper In Tomo XX.I1I. Societalis Ilalicae Scienliarum edita pcipendatur) , qua eliam in fainosi angulorum trisectionis probleinalis geonielrica con- slructione eximius Loiterius usus est. Similiter si ab eodem puncto F, Tab. I. (ig. I , duas rc- ctas F A , F B perduclmus, inter angulos A F B , F A B liaec sin- gularis relatiu oblinetur 204 DoMi.MCi ^LvGiSTniM tang \FB:tang.|FAB::2(: — R:R cl siiinplo 2a = 2l\, ut iti Triescatrice supponilur, evadit 2AFB = FAB Quare haec curva est simul locum gcometticum vertlcis va- riabilis F trianguli basis conslaiilis AB = U, ciijiisqiie latus AF cum ea basi anguhiin lUiplicetu quain lalus ipse cum ler- tio FB constiluit. Insignis eliam Maltiematicus Mainardius, ex bac descedens piopiielate in ipsain curvam Trisecntricem in- cidit, uli constat in sno exiniio Geomeliiae Analylicae tractatu. 4. Ad nosirae curvae descriplionem nunc veniam, earn prae- teriiiiitens ex se obviam, cujus ope ad ejus aefiualionem de- venimus, scilicet per variani posiilonem verlicis anguli recti JSonnae aut Jiectangu/i , cujus latcrnm alter conlinno per pro- jectiotiis panolnm transit^ alter circuli circumfeientiam tangit : quo modo paiiter, variis curvis adbibilis, cnrvas dissimiles eadem constructionc obtinebimus: ex. gr.^ si Hyperbolem ae- quilalerani , el pnnctuin fixum in ejus centre sceligimus , Ber- noulli Lemniscatam , si Parabolem ApoUonianam , et punctum fixum in ipsius vertice, Cissoidem Dioclis habebimus. Ituqiic in aequatione Q-V x'— 2 a X y-= r- if- -+- x"' ) sumpto x--t-j- = m", ubi in quantitas est arbitraria , et mu- tato .rin^'-Hrt, duae simul subsistent aequadones quae expriinunt tliios circulos , quorum radii arbitrarii sunt in el ^/{a'--+-l\ln), eorumrpie centra, ob praemissam per- mutationem x in x-^a, quantitate a inter ipsos distant. Quare duorum circulorum continuae intersectiones toiideni curvae puncta , ideoque prelegantem nee non simpliceni ejus de5cri[>lionem pracbent . Aequalio ipsa curvae in aliani commutetur acquationem in- ter ordinatas polares r et «, qnarum polus sit origo prefixa. Ope notac relationis x = rcoio, ciy -—rsena, haec curvae no- va et maxime simplex aequalio prodil r =: 2 rt cos o -4- R. Ex qua snonlG colligitar,si ab eodem puncto circumferentiae, Analysis scperficiei etc. 205 ciijiis fliameteriis sit 2a, toliclem cordae in circulo quan- tittue conslaiite =l\ , auctae clucantur, eanim extremiiates in ipsa curva silas esse, ei itloneaiii ejus coristruclioncni praebe- lij quae cum omnino similis sit Nicomedis Concojdis descri- piioiii, Concojdaleiu el adjimgani circularem jure vocari po- tciii. liaec nova curvae delineatio, curvas eliam sub aspectu ge- iieialioii j)erspcctas, idesl non tantuin quicuniqae sit proje- liionis puncti siuis, sed eliani quaccmnrpie liiiea directrix, ei- ck-ni anal) si submlttere sponte inducit, at luiic pulclierriinae iiivesiigaiioni, liic polius extraneae , nunc Praestantissimus So- dalis mens Professor Doniinicus Pianius incidit, dum de qua- rundarn-curvatuni natura el elegantibus proprielalibuS;, cnjus ji)il)i comiter parlicipem vohiil, attente elucubrabat. Ab eodein polo A, Tab. I. fig. 1, ad quodcumque pun- ctum g circuiiiferenliae B^^C, cujus dianictrus B C = 2 R re- cta langente gin ducta , quae usque ad curvae occursum ia /prolracta, cuiu radio vectore A/ anguluni rectum consti- tuil; et pariter ad /" recta langente /« : inde radio vectore Ag- per r' expresso, angulo g A m per o'; angulo Agin per g- et AJn per /, prodil r (I «' r d o Inns D O ,/ ..' •' ' o'-' .1 .. dr- ' °-^ dr el substitulis pro d r el dr valoribus ab aequalionibus polari- bus curvae el circuli desumplis, cum circunispectione existen- Uae relaliODis '■' sen o' sen o : W ' consequilur quae acqualio speciosam et eleganlem curvae proprielaiem de- clarat . Simplex autem acquaiionis polaris curvae forma mihi su- spicionem intulit, ut ad curvarum familiam copiosarum ulruni jpsa pcriineret, sedulo inquirerem: et revera quamplurimis laboriosis comparationibus peractis, quod est attentione dienum percepi 206 DoMtsici Magistrini i .' earn Epicydoidein esse circiilarem piiiui oidiiils 2." cum rt = R, quae (il Fusinierii Trisecalrix, Epicyclo- j lein esse peculiaieni in qua circiili mabilis et fixi radii ae- (|uales sunt , et piincliun eain (lesciil)eiis ipso liiamelro a rir- cnli mobilis cenlro liisint. 3.° cum 2a = l\, EpicycloiJeni esse singiilarem Tab. I. fig. 2., qnain Gcoinclrae in deliciis babuerunt^ ab eisdeiu Canljoidein nu nciipiila in Inter qiiamplmimos tractaliis recenlioros, in quibiis Geo- melrae de Epicyclojliljiis dissernerunl, qiiiqne inilii in hac di- sqnisitiono auxiliiiin praehuernnl , piacsiantissimi Geometrae Marchionis Aloysii RidoHii Coninientariolnni Florenlia edituin est maxime coinmendalione dignnm, el piaecipue ob inge- niosi Epicyclogi-ari inventionem. Pminde nunc carvae, de qua sermo est, Ejncydoidis-Coiicojdalis noinen jure suo oonvenit. 5. Ordinatis circnlorani curvae obsculanlium per x ,f\ et per R' eoruni radiis indiclis, extant formulae Idr- d'r\ dri dr\ rcosoj r — I — sen « — \r--{ 1 . \d o- diJ'l da\ do'-f ~~ Tr' d^ jjr"- d' r\ dr( „ d r^ /•sen "(t-, — ''7— )-+-cos«-- r--H— -J ., \do- do I do\ do-/ /•■- IV = do' — d'r (- d d ^ dr'- d'-r ~^(7^' do"- dr d-r el ob siibstilulionem valorum I'j — , — — , ab aequalionc dodo- '■ r = '2 a coso-t-R desumptoruin ,_2a(4 rt"-!- R'-t- GrtRcoso — 2flR cos o') 8 a'-t- U'-+- G a 11 cos o Analysis slterficiei etc. 207 4 a- R sen o ■^ 8 a'^-H-U'-i-G a R cos o (4 «'-+- R'-+- 4 rt R cos o ) ^ ~ 8 a--l- UM^G"all cos o in quibus posilo cos«=1 aut cos o = 0 vel cos « = — — , rirculi obsculantis radius nee non ejus centri ordinalae eiunt, pro puHClo C , 2«(2aH-R)'' {2a^V.f_ *''""8«^-hR--+-C)«R'-^ ' ~8a-^H-R'-l-GrtR pro puncto B 2ai2a — V.) „ „, (2a — R)3 X : ,jr'=0, R'= •8a'-f-R''— GaR' ' 8«'-i-R-— G«R pro punclo b vel b' 2rt(4rt''-HR-) 4«'R (4rt'-HR2)l x' — 5^ - r'= R'=- - 8 « '_(_ Tx- '■' 8 « -h R^ ' 8 «^H- R^ pro punclo A 4a'— IV- R|/(4^2_R2) i/(4rt?_R2) 4 a 4 a Ad oI)linendatn nunc curvae evolutae aequalioncni, ope va- loruni x',y' angnlum o eliminare oppoilet, sed liaec climi- natio, donee quaeciiinque inter a el R relalio reiincuir^ efli- ci nequaquam potest: sumplo vero 2 r/ = U , cum sit R ( 2 -H cos o ( 1 — cos o 'O R sen « ( 1 — cos o ) x'= , r = elitnluatio tunc anguli o locum habel, el Evolutae luijus pe- culiaris eurvae, nempe Cnrcljoidis aequatio est ^.._ ./2 { 3(GK.r'— G.r'^— R') j^R|/ 3R(3K — 4.r- \ Formula pro curvae recli6calioiie praebet 208 DoMiMci Magistrini , I 4 rt R COS. o \ cl snmpio 4rtRcoso „ 4 fi- — R- 1 H = a- et =/t 4«^-hR- 4u'^\V evadit ubl quanlitas sub signum inlegrale y est diflereulialis arcus El- lipsis , ciijus axes m et n sunt _ 2«H-R _ 2« — R '"'^l/(4a^-HR-)' "~|/(4a-'-(-R-y si autem eril 2rt=R, etiileo A = 0, habebimus Z' u (I u peracla integraiione, ct restitulo valore ;i^=1-f-coso S = 2|/2 .Rl/(1 — cos«)-4-Const. (jiiae quantilas est algcbrica . Extensa vero rectiticatione ab o = 0, ad «=—, ab «= a 2 _ 2 TT ad 0 = -:^, ab ©=-7- ad « = .t, ab « = 0 ad o = ;t, erit , Fig. II, Ci=2Ri/2, Z.rt=2R|/3— 2Ri/2, A.a=4R— 2Ri/3 et reclificaiio totius Cardioidis =8R = 4AC. Ope formulae pro quadraturis hubemus S' = ^ f d o (R- -)- 4 rt R cos « -t- 4 a- cos 0'= ) el intecfratione perfuncta 2a2H-R^ ^ S'=rt sen o (2 \\-\-a cos o) h — o H- Const. , inde ratione habita ad lirnltes R 0 = 0, 6>=.\rc. cos — — — , 2rt V el S'= 3 R p/ ( 4 a' _ R2 ) -(-( 2 a'-t- R2) Arc COS — — 2a AnALTSIS SDPERFICIEI, ETC. 209 R o=nr, 4> ^ 5r -4- Arc COS r— &a pro tollus areae a curva inlerceptae quadratura comperimus S'=3Rp/(4a'_R2)-(-(2a'. ei pro area ab ejus nodo interclusa S'=3Ri/(4rt' — R2)H-(2rt2-HR^)Arc cos^ . 2 a Tres formae dissimiles curvae ad secernendum perducunt lo- tidem formas siiperficici superius deproraptae, quae locum est gconielricum projectionum orlhogoniarum puncti super plana sphaeram tangculia : prout nempc ipsuni punctum a sphaerae cenlro quantitate niyjore, aequali vel radio minore distet. In primo casn superficies eliam nodo, ia secundo regressu, in ter- tio duplici flexu praedita est. Similiter cum repertum sit cur- vam, quae eam gignil, Concojdalem esse, pariter et ipsa Con- roidalibus Superriciel)us pertinere obvium erat suspicere . Re- quidem vera Analysis ostcndil, ipsam simul esse locum geo- melricum exlreinilalis lineae reclae variabilis per idem super- ficiei spliaericae atl quodcum(|ue ipsiusmet punclum ductae et quantitate conslante auclae . Propter quam proprietatem , ut inter cacteras et tot superficies concoidales baud indistincte ap pareat. Coricoida/cin-Sp/taericnin vocari poterit. Nunc deni- que hie est vidcre qiiomodo, duni Clarissimus Tortolinius pro- pter naturam supci ficieruni , et solidorum quae ipse analysi subjccit , earum quadraturani , et borum cubaturam exprimi lion potuil nisi per transcendentia ellipiica; nobis vero per nu- meruin terminoium perfoclum fiis est obiineri. Revera ope ordinatarum polarium , et peractis integratio- iiibus, fornnilae Z = 2xfjrds, 7.'=:x/j-dx pro superficierum quadratura , nee non revolutionis corporuni cubatura, in piaesenti ap[)licatione praebeni ^_2;r(2«^ — 2R^— 3«Ucoso)(4«^-4-R^-H4aR)2 - - is^TrI +Const. T. X. 27. 210 DOMINICI MaGISTRIM 57 / R3 COS o( 2 -f- sen o'^) — 4a^seuo'(1 -+-2coso) \ (H-4a'R COS o (2 -t- sen o' — 3 sen o^) — 6a R'sen o'-f-ConslJ ci lalione liabita ad prefixos iiitegralionis limiteSj ea quae e- xoplotuf siiporficiei aui volumiais pars praefinita facile pro- dibit . 6. Si pro spliaerae superficic, Ellipsoidis siiperficiem sccli- gimus , loci gcoinctrici projcciionum orlhogoniaruni puncli su- per ejus plana tangentia aequaiio esset ubi a,h,c repraeseniaiit seiniaxes trium ellipsiuin, quae sunt praeclpuae Ellipsoidis seciiones, et a',b'c' projeclionis puncli ab iisdeni seclionibus distanliae . Quare quocum retenlo pun- cli projeclionis situ, nee non Ellipsoidis superficie adliibiia, et hoc valcat pro duobus Hyperboloidibus, dare et perspecie apparent graves calculi dillicultates , quae obiicienturj dum rC' spondenlia loca geomelrica ejdeni analysi submitlere velimns , quae autem minoris momenti fiunt 1.0 cum A'r=0, c'z=0, d=zc; tunc Ellipsoidis fit revoluiionis , et respondens locum geome- tricuni est superficies rotalionis ex curva genita , quae a pro- jeclionibus orlhogoniis puncli cujnsvis axis majoris Ellipsis su- per ejus rectas tangenies conslitula est . 2.0 cum a'=0, b' = 0 , c' = c vcl a' = 0, c'=0, b' = b vel A' = 0, c' — O, a'=a, et locum geometricum a projeclionibus efformalum est orlho- goniis unius ex verlicibus Ellipsoidis super ejus plana tan- gentia. 3.0 cum a=zh=:c, c' =:0 , i'=0, a' = 2a, el superficies prodit de qua disseruimus 4.0 Tandem cum a' = 0, A' = 0, c'=0, et superficies oritur de qua Glarissimus Toriolinius specula- tus est. Ilisce invesiigalionibus majorera exlensionem tribuere po- luerimus, si projeclioues ncquaquam orlhogonias sed obliquas AWALYSIS SL'PERFICIEr, ETC. 211 el pariter constantes, et projcctionis punclum liaud Bxuin sed super datam siiperficiem vel lineam positum finxerinnis : at nunc stalis paiiemia vestra Acaderaici Praestanlissimi abusiis sum, quarc liuic meac lucubraiiunculae finern iinponam , lan- lum animadverlcns: Sumptis duobus circulis , quorum radii sint R et R', et eorum centra quantitate 2 a inter ipsos distent , curvae, quae fit locum geometricum projcctionum obliquarum constanlium puncli contaclus reclarum circulum tangenlium super recias al- lerum circulum pariter tangentes , aequaiionem prodire r'aenm — iar^sen.m.sen(o-*-m)-¥-r-(4a'^seii{o-t-m )-<-2RR'cosm — R' — R'-) -t-4aR'r(R'cosTO — Rcos(4>-H/n)) = 4a-R'2: in qua tn est angulus conslans duarnm rectarura circolos tan- gentium; r et o sunt ordinatae polares curvae, quarum po- lus in cenuo circuli , cujus radius =R', est posilus . Si uutem finginius R'=0, liabemus R -4- 2 a sen ( o -+- »» ) r= ; sen m quae loco special geometrico projeclionum obliquarum con- stanlium puncli super recias circulum langentes; quaeque po- stremo , sunapto m = — , in nostrae Epycicloidis Concoida- lis aequaiionem /■=:R-+- 2 a cos o convertiiur. N: Com in: Toiii.X Tav.l. lit lidhni IAS ^ AM I DI MATTED BAZZA1\[I DA MICHELE MEDICI E LETTO ALL' ACCADEMIA DELLE SCIENZE NELL' ISTITUTO DI DOLOGNA NcW adunanza del 13 Nov&mhre 1845. X^ ra gli Anatomici , e Medici Bolognesi di chiara fama contenuii oello spazio di tempo, intonio il quale inipresi a scrivere, e cerlamente da annoverare Matleo Bazzani. Nac- que egli in Bologna li 16. Aprile 1G74. Delia vita del quale se scrivere volessi tulte le parlicolariia, narrarne dovrei, ed i geniiori, e la fanciuUezza, e la gioveniu, ed i maestri, chc lo instruirono; e venirlo seguitando nel corso do' varii studj , cui Egli, prima di giugnere a meritata fama, si con- sacro. Ma, per non cscire del niio proposilo, verro brevemen- te esponendo quanlo egli, arrivato agli anni inaluri, operoj non die come medico, ed anatomico, ma come filosofo, e come scrittore : cbe tanla estensione , e varielu ebbe la sapien- za di Lui. Non sono da ascrivere all' ordine de' filosoG solamente i cohivalori di eerie parti dello scibile umano, la Logica, la Fi- sica, la Metafisica , e la Morale, siccorae molti selcredono; ma e meritevole eziandio di quel bel nome ( ed e per av- Ventura piu degli altri ) clii dallo studio delle scienze ora det- le tragge concetti alti, e coniposti; ed incorporandoli, per cosi dire, con le altre discipline, le nobilita, e perfeziona , sia poi o la Modicina , o la Giurisprudenza, o la Poesia , o la Musica, o la Pitiura, o la Scultura , o 1' Archiiteturaj T. X. 28. 214 MiCHELE Medici esscndo lo spliiio filosofico un elemento , od un fuoco , clie pe- netra per UUtOj e tuiio ravvivaj e feconda. E dico parermi cosloro forse migliori iilosofi degli altri. Perciocche allc allre doli dcir anirno accoppiano le piu subliini , e rare facolta del- la inenle, per le qiiali si giiigne alio applicazioni sinleliclie, le qiiali sogliono essere le piu difTicili ad un tempo , e le piu utili . E dove die eglino s' impossessano de' mczzi per con- durli al conscguimenlo d' un fine, gli altri, contenti ai inezzi, non cercano d' avvantaggio. E qui di bnon grado verrei com- pitando e medlci, e giureconsiiltij e poeti, e musici^ e pit- tori, e sciillorij ed arrliitctli, le opere de' quali sono piu filosofiche di quelle , clic lasciale ci abbiano mollissimi di co- lore , die professarouo quella die comunalmente appellasi Eilosofia. Ma voi , o Accademici, tali cose sapete assai niegllo di me . Laondc al Bazznni ritornando , non temo di cadere in errore se afl'erino , in tutle le scriiiure di lui, coniecho va- rie, chlari segni apparire di filosofico Ingegno . Pra le quail ricordo ora solamenle le consultazioni medico-forensi , di cui terro Ira poco alcun discorso : le piu belle, a mio avviso, di che vantisi la Medicina , e campo opportunissimo ad eserci- lare una mente vasta , e sublime^ che trovi pascolo non pu- re nelle Scienze fisiche, e mediche, ma nelle morali, e po- litiche . Se uoa che ii Bazzani fu Filosofo anclie nel senso ordi- nariamenle ricevuto , poiche senli mollo innanzi nella fisica . Del che porse testimonianza nella relazione, cui pubblico, d' una strana meteora ignea apparsa in Bologna. La nolle dei 22 Fehbrajo deW anno 1719 (sono di lui le parole) su le due ore incirca cost all' irnprowiso res to ill/i- minala , che agli occhi de' risguardanli parve per breve tem- po cangiata in chiaro giorno. Jinperochc come se di fresco il sole risorto fosse sull' orizzonte , diimiqiie allora trovossi alf aperlo, vide chiaramcnte gli oggetti posli all' intorno , e pote comodamente legger libri , e scritlure, e conoscere ezian- dio piccoli corpi , e da lungi dislinguerli. Nacque I' improv- visa mntazionc da una gran fiamma di subito accesa nel- I' aria fra il setlentrione , e I'orienlc, rappreseniante un glo- be luininoso strisciantesi dietro una lunga coda composta Elogio a Bazzani 215 come di tante fila di fcrro in/oca te. II quale a prima vista da nri tanCo inulo ^uidato alcjuanto , e soil evato in alto , po- scia vcloccmente rapito, e per cost dire, lanciato da Orieri- te ad Occidente, cagionb in tiitto il sua luminoso viaggio r antidetla insigne illuminazione neW aria ^ la quale pero in hreve nulla precedente sua oscuritd fu riinessa, poichk il globo, poco dopo piegando verso I' Orizzonte , prima di scen- dcre J dileguossi affatto , e spari, e appresso spari pure la lunga coda, die dietro traevasi. Poscia giovandosi delle osservazioni falle nella Cilia di Vi- cenza, e di Venezia , nelle quali parimenli qiiella straodinaria apparenza celeste in veduta , ne discorre le varie seguenli par- licolatita . JVclla Jiamma due parti , e cioe un globo simile al cor po lunare pienamente cresciuto , di un color fiainmeggiante al pari della canfora accesa , e risplendente a guisa di sole, die, poco prima nato, spunti daW Orizzonte ; una prolissa co- da pur fiammcggiante , e di consimil colore , ma smontante a passo a passo, e sernpre men lucido nelle parti piii rimo- te dal globo, e finalinente oscuro , e sfumato nella parte ultima della coda: e nel globo come quattro voragini esw lanti vembi di fu\no. .Ne piii di venti miglia, ne mcno di sedici lontana dalla terra . La grandezza reale del globo intorno a ire quarli di miglio . iMaggiore di sei miglia la lunghezza della coda . La velocita in ragione d' un miglio, e un tcrzo in una seconda di tempo. E la nntura della Jiam- ma. in buona parte, se non in tutto , suljuren (i) — Ma venianio a' lavori di medico argonienlo; ed i primi sieno le sue consullazioni fisico-mediche , o medico -forensi, clie dire vogliamo. Delle qiiali pero non e agevole , e forse non e possibile dare brevemente chiara, e proporzionaia idea. Perocclie in operc di tal nalura i falti accadutij le lore soven- te mulliplici circostanze, le autorila degli Sciiuori, le loro in- lerpretazioni, le varie considerazioui criliche , le quali all' uopo (1) V. Giornale de' Lellerati d' Ilalia T. XXXII. An. 1719. p. 375- e seg. 216 MicuELE Medici si vanno aggiiignendo , sono Insieme collegali medlanle con* tiiml ragionameati per modo, die scparare non se ne ponno le parti senza guastare la bonlh, e bellezza del loro complesso. Per la qual cosa irovomi nella necessilii di fare solamente alcun cenno degli argomenli, e de' punli principali in esse irat- laii, accittCQcndo Tesito delle cause, ossia le sentenze da' Tri- bunuli proferite , Tre sono le consuUazIoni. Delia prima, scritla in lingua volgare, e composia o pubblicata I'anno 1712 quest' u I'ar- gomcnto . Una donna maritata ( cosi il Bazzani,) di fresca eta, essendo gravida , e caminando a piedi , cadde disnventura- tainente in terra su le scale di S. Petronio , hatlcndo in fjuelle il fianco destro. Di li ad otto giorjii partori un put- to maschio , che per esscrsi a caso trovato seppcllito, e mor- to dentro un mucchio di rottami di fabhriche,fu Ella col inarito fatta prigione. Costantemente entrambi nelle loro de- posizioni affermano , che la creatura nacque morta , ascri- vcndone la cagione alia suddetta caduta. I periti del Tri- hunale portatisi d' ordine del giudice alia visita del cada- vere , dicono di averlo trovato di Jutta perfezione senza ve- runa viacchia o lividura, ma col hellico non legato. Le ma- drine pure attestano di aver osservato nelle rnaminelle del- la madre copioso , e bianco latle. Quindi il giudice ha ri' cevuto occasione di dubitare , che il bambino sia nato vivo, e che di poi sia morto per maliziosa trascuragine , e per mancanza del dovuto nutrimento ...... Si cerca a- dunque , se debba dirsi, che il bambino sia nato morto, oppur vivo. E qm il Bazzani ( considerato , che la donna appcUata in giiidlzio , quanto che maritata , e moglie onesta avere non potea temenza veruna d' offesa recata alia vergi« nale onesta, ne veruno motivo di nascondere, e perdere il frullo di un leclto , e santo araore ) il Bazzani, dissi, come esponc le prove dimostranti, che le percosse ripor- •tate dalle gravide, massime sopra i fianchi, producono facil- menle le sconciatiire, e la morte del feto, cosi manifesia V in- sufficienza di quelle , che dagli avversarj poste furono in cam- po quali altreiiantl segni, quel feto essere nato vivo. E a lutto ElOgio a Bazzaki 2il cio nJoperossi cgll con tale, e tanta valldila di fatii , e di ragionamenti , che •= il giiidice dopo di averc csaminata la causa, c gustate le ragioni J'avorevoli i siipposti rei.fcce de- creto , che i medesimi fossero scarcerati con sicurta -= (1 ). La seconda, scrilla in lingua latina , c dell' Anno 1736., e risgiiarda essa pure ad un' infanlicidio . E ben c a credere , che quella causa iiiolta clamorosa fosse j e conlro 1' accusata slesscro indizj gravissimi di reila, quando, oltre questa bel- lissinia , e robustissinia difesa del Uazzani , alira ne compose r Illustre Giuseppe di Jncopo Pozzi . Ma limilandomi per o- ra a quella del Bazzani ^ voglio anche qui rapporlarne l' ar- eomenlo colle stcsse parole di lui , tanto piu voloniieri, quanlo che sono , a inio avviso , tali , che senibrano serine dalla pen- na aureamente laconica di Tacilo , o di Sallustio. => la- viula quaedom, cui jiomen Maria p^anti, ab aniaiore com- priinitur. Pracgnaiis fit. Cum jam appropinquasset partus, doloribusque maximis vexaretur , prosternitur prona in pa- vimentum cuhiculi ivferioris domus . JSox erat: saeviehat hyems : carehat omni auxilio , et lumine: sola in tenebris versabatur. Post magnos labores , proni corporis motu peri' culosissimo , Joetum cxprimit in pavimentum. 3Jarcm anfoe- minam nescit. Manibus foetum pertentans , motus nescio quos obscure pcrcipit. J\e vagiat timens , cingulo i'cstis avulso ,in- fantis collum circumplicat, et in proximam latrinom dejcit; quo etiam secundas separatim afoetu editas deturpat. Quae- sitores occurrunt cum testibus . Cadavere eruto , abstersis sordibus , foemellam agnoscunt suis cxpletam numeris , par- tibus , unguiculis , capillis. Umbilicum pendulum ^ et solutum vidcnt: collum sub laqueo sulcatum, lividum, in crepidine sulci tumidum: labia lii>entia , ct tumida: opiccm linguae pariter lividum, tumidumque , iransi'crsi scmidigiti crassitu- dine extra os. yiperto thorace , cor integrum cernunt, pul- mones incorruptos , et puros , factoque aquae periculo , na- tantcs in aqua. Dejiliolae suae nece mater accusatur -= (2). (1) Y. De ambiguc prolatis in judicium criininalionibus Consulla- lioncs physico — meclicae nonnullae. Eononiac I'^lZ. p. G8 , et seq. (2) V. Op. cit. pag. 7. 218 INIiCHELE Medici Dopo di che anemia il Bazzani, 1' amoie a' ligll essere cosi profoudaincnte scolpito da nalura nel cuore de' geniiori, clie , ove quesli arrivino pure ad odiar quelli,, ed auco ad uc- ciderli , assai piii presto a disperata immaginazione della men- te che ad iniquiiLi di consiglio , e di volonla debbesi iribiii- re: quasi (cred' io) come 1' amore di se, iniorno il quale uno de' pill sapienli ronlefici , che seduto abbiano nella Caitcdra di Pielro (BeajdoUo XIV P. O. ]M.) seiilenzioj i sulcidi do- versi teneie uomini fuori del sentio. Vicne poscia -il Dazzani dichiaiando T iosuniclenza di talli gli argomenti esposli dagli accusalori, preiendenli, quclla banibina essere nata viva, c la madre, la madre no, la sceleiata matrigna col cingolo del- la propria vesle averla slrangolata , e ad essi affaccia lutte le ragioni comprovanii, che mori prima di nascere , inassima- nientc per la sli ozzalura cagioaaia dal funicolo ombellicale , jl quale si slretlamente circondavane il coUo , che, per lo trai- mento da esso palito, erasi lacerate. E parlicolarmente con- tro la COS! delta Dociinasia pulinonare , la quale, indicando che i polmoni galleggiuvano sopra 1' acqua , facea i'orte chi sostenea , quella bambina avere respirato , ed essere nata vi- va, dimostra, come una tale maniera di prove (la quale per verila dovrebbe omai bandirsi per sempre dalle questioni me- dico-forensi) non rechi verun certo lume per discoprire, se un felo sia nato vivo, oppur n)orto^ parecchi fatti essendo^ ue' quali i pulmoni d' un feto nato vivo souosi veduti calare al fondo dell' acqua ^ e quelli di un nato morto galleggiare . JVascitiir infans vivus (esclama il Bazzani^ , descendit in aqua pulmo ; inendax est. jynacitiir infans m.ortuus, asceii' dit in aquis pulmo; interutn mendax est. Nascitur rursus mortuus , ohstetrix anccps , et dnbia intra illius os inspirat aerein , si forte sopitns exdtetur , et vigilet : pulmo plenus acre aquae supernatat : denuo mendax est. Bespiravit aerern proxiine ad partuin foetus : morilur in partu : supernatat pulmo; rursus mentitur. Quae signa putanda sunt haec , quae in apertis rebus sunt falsa , in ohscuris amhigua? (1). (1) V. Op. cit. p. 29, EtOGIO A BxZZAM 2 I 9 E fla uliimo nel segnenle niodo riepiloga i varj motivi, che diedergU persuasionej qiiella bambina essere morla per colpa di naiura , e non della madie . IMatrem dcfcndit in suininn reritin necessitate inopia omnis auxilii , vingnitu- do laborum , importunitns hyetnis , alienissimus corporis ad terrain positus , nulla ruboris in collo , nulla in cadavere fdiae Ic^itima nota necis a rnatre. ^ccedit tristissiini tirno* ris sensiis , solitudo loci, caligo noctis , et oculorum, men- tisquae coecitas . In hoc enim genere nimis veruin est, et id, quod offeudit, semper niiniiun esse, et id, quod a Sa- na ntcrite delurpat, nuinquani parurri videri . JSaturain ac- cusat umhellicalis Juniculus dilaceratus , quern ah netnine disccrptum f'uisse constat: accusat circa colluin puellae li' vidi coloris cinulus: accusat accerhitas Jrigoris membra, et viscera matris , et foetus convellentis: accusant con/rarii mo- tus , et impetus colluctantiwn inter se , et conjligentium in, partu virium: viohnta foetus in partu mora; slrangulatus vasoruni: suhlatus sanguinis circuitus : silentium denique in- fantis accusat =- (1). E conchiude che, presupposlo ancora, che la niadre avcsse avnto in animo di slrozzare la figlia, strozzata \ avrebbe morta , e non mai viva . Per la qual cosa se Maria f^anti muio I'infamia del pa- libolo, da cui era gravemenle minacciata^ nel carcere perpe- tiio, no ando olla dehilrice alia dotlrlna , all' eloqnenza , ed al icrvorc di animo , con che fece 1' eccellente dil'csa di lei il Bazzani: meriio, e lode, cui egli divise col suo coUega Pozzi, il quale , come superiormenle c delto , la stessa accusata pa- Irocino. La terza consultazione apparliene all' anno 1 739, e concer- ne un veneficio, di cui fu accusalo certo Pier Paolo Poggi, il quale preso dinsano amore per altra femmina , porse un veleno acre^ e corrodcnte (supposto arsenlco, o sollimato) ad Agata donna sua. Difesa pero, cui diede opera il Bazzani piii coir animo di libcrarc il suo clienle dall' ultimo supplizio , di quello che di salvarlo da qualsivoglia casligo . E se non (1) V. Op. cit. pag. 29, 30. 220 MiCHELE Medici fosse la luiigliozza doll' argomeiuo dal Bazzani prcmesso a quc- sta sua scriitiira , di buoii grado lo esporrei, essendo esso pu- re hellissimo. Non omettero per altro la conchlusione, la qua- le locca de' punll principali in essa discuss! . yjgat/iani uxorein suain vita spoliare voliiit Petrits /intoniiis Poggi , de se ultro ipse confessus , pntefacto cnrioso consilio vencni quacsiti, vcnditi , einpti , dati: quae tamen confe&sio nihil cogniti J ct comperti attidit in judicium praeter serrno- nem , nlque Jainam. Etsi enim angoribus coinpre/iensa u- xor calamitose jacuit aliquanidiii , dubitare tainen non irn- jnerito licuit , num mariti cufpa , an ullius nocentioris cibi, ac naturae errore aliquo in eain calnmitatem incident. Per- commoJe vero ad opinionem delicti, et penae gravitntein extenuandani illud accessit , quod , onini sedata perlurbatio- ne , vitam sibi illam, qua antea fruebatur , uxor pacatam, et quietam redemit. Ex quo intelleotuin est, peccandi vo- luntate deliquisse virum, a malitiae autein consiliis deser- tutn revera uxori suae vitae , ac valetudinis liberum jus , usumque liberum reliquisse : quam ob rem quod ego ab i- nitio dixi , nunc repeto , personam defensoris a me susceptam esse in hac causa, non ut culpae defensionem reo quaererem nb aequitate judicum,sed ut ejus confessioni poenam depreca- rer , quae delicti naturae respondeat, ne qui interficere u- xorem voluerit , aeque ac qui interfecerit pari judiciorwn se- veritate puniatur. -=« Per la quale difesa venne al Poggi risparmiala la pena capitale , ed ebbe a castigo i irire- mi -. (I). Talc 5 la sostanza delle opere medico-forensi del Bazzani. Intorno a che reca meraviglia, come il douissimo Portal nel- la sua storia dell' Anntoniia , e della Chirurgia citi nudamen- te il titolo di questi insuperabili lavori , e non aggiunga motto, chc invogli a gnstarnc la bellezza , e T importanza , siccome sovente pur fa di cose di queste per avveniura nieno lauda- bili . E la meraviglia cresce, considerando , che il brevissi- mo ccnao bibliografico, cui egli ne porge, pccca contro la (1) V. Op. cit. pag. 49, c scg. Elogio a Bazz.\ni 221 veriih. Conciossiacht parlanclo del lll^ro, clielicontiene, dice, tro- varsi in esso rjualtro ([uostioni Medico legali sopra infanlicidj, le qiiali il Uozzcmi pubblico insienie col Puzzi (1): quasi una noil risguardasse un veiieficio , e nou iiiai un infanlicidio , e tre nou fossero del Bazzani, cd una sola del Pozzi. E coa si falta leggerezza sogliono i francesi passarsela dcllc cose di noi Italiaiii , o per dir meglio , die non son loio. Del rimanenle quanto dobbiamo invidiare que' lenipi, nei quali ({uesie mauiero di scriuure poleano faisi, e faceansi, altrettanto non possiamo a meno di non contlolcrci de' pre- senti, in cui ne si fanno , no fare si ponno. AUora, se agita- vasi nel I'oro una causa medico legale, invilavasi un dotto , e repulato medico a trailarla a favore dell' accusato; per due oitiine ragioni, e santissime : loglca 1' una, e cioe clic la par- te medica di quesli negozj ricbiedendo sludj anatomici, fisio- logici , patologici, terapeulici, igieuici, chiailci, fisici, e bo- tanici, ed anzi consislendo luUa in una applicaiiione loro ai diversl special! casi, non pu6 non esseie di sola speltauza al medico, nella stessa guisa che la parte legale apparliene so- lamente al giurcconsulio : Talira e di equita, e giusiizia. Pe- rocclie se dall' un lalo i medici, ed i chiiurghi fiscali colle lo- ro visile, e perizie nocciono agli accusali, cliiamando sovra essi il ligore delle leggi ^ dall' allro lalo esscre dec, clii ad essi giovi, chiarendo bene i falli, ed alleviandoli dalle coL- pe , che realmenle non hanno^ siccome lispello alia parte le- gale avvi e Taccusatore, od il (isco , ed il difensore. Per tal modo il medico, una volta, ndoperava il suo ingcgno, c spie- gasa le sue dottiine , e nasceano consultazioni medico-foren- si degnissime d' esseie sludiate, ed irniuite . Ora , e da non breve tempo, che si fa? E sara cerlamente avvenulo anche a Yoi, o Accademici, e pii\ a voi , clie a me, cio che oni- rai lalflata avvenulo. Ora un dil'ensorc legale, bramoso pu- re in tali conlingenze di allcgare nella sua diceria tutlo che conforlar possa il suo clicnle, ricoire ad un medico suo (1 ) V. Portal. Ilisloire de 1' Analomie , et de la Chirurcrie torn. V. pag. 281-282. T. X. 29. 222 MiCHEtE Medici inico , raccontayll in brevi parole il faUo> e cliiedclo del pa- rer suo : dopo di cUe lo inserisce Delia sua scriuura, e questa al cospello de' Giudici declaina. E laic operato piio esso mai basiare all'uopo? Eppure il medico, colto aU'improvviso, seu- 7.a conoscer bene liiue le ciicosianze della questione, non puo fare di piu : (e fovtana , clie dl lui tacciasi il nome !) no piii farsi puote dal difeusore, siccorne non medico. La colpa e nel mclodo . E come chc vengono alcune volte consultati so- praccib i coUegi medici^ pine molte altre questa pratica non si osserva : ed allora si condanna non avendo innanzi cerca- to J se la medicina avnlo avesse argomcnti in favore dell'ac- cusato . E qnand'anche fossero consaliali sempie , i voli , cui essi pronunciano , potendo convalidare egualmenle o le denun- zie (iscali, o quelle, chc vengono ad esse conirapposle, non ponno aversi in conto di difese . Per la qual cosa b deside- rabile^ che ogni volta clie abbia luogo una oausa medico -fo- rense di cerla entitJi, la difesa della parte fisico-medica ven- ga aflidata a chi e doUo della Medicina . E volesse pur Dio, che Ic parole mie avesscro lanto credilo , e tanla aulorita da salire agli orecchi di colore , che reggono il timoue degli stall ! Imperciocche se dall' ordinario pacifico esercizio della Rledicina al letlo degli infermi nellecase, e negli spedali di- peude la vita , e la morle degli uomini , 1' esito delle cause medico-forensi decide in oltre di due altre cose, una delle quali essi amano quauto la vita, e se e possibile, piu della vita, r altra quanlo la morle, e piu che la morle abborrisco- no; I'onore, e I'infamia. Ma qui non consistono lutti i travagli medici del Bazzani. E gia, scrivendo io dello Slancari, dissi, quesli essere sia- to il primo fra i medici bolognesij il quale prendesse pane nella disputa, fra i medici delle piu doite nazioni allora fer- venle, inlorno l' anlinecrotica virtu della china-china inlerna- menle presa, e medianle T esperienza se ne sincerasse, sic- come praticarono dopo lui il Bazzani:, e Pier Paolo Dloli- iiclli: e soggiunsi pur anco, che lo Slancari ncl suo tenta- tivo non fu cosi felice da poter essere icstimonio della de- canlata efTicacia di quella scorza famosa. Perocche o fosse Te- la senile dell' iufermo ^ o la non loUeranza del rimedio sommi- Elogio a Bazzani 223 nistralo alia dose siiinata neccssaria , il fallo e , che lo Stan- cari veilere noii polo no vintaj nu corretta la malallia . Rie- sci ineglio la prova al Dazzani. Una giovinelta triiiistre j^ia- ceasi con pericolo di vita opprcssu da fehbic , allora chia- mata lualigna , o nervosa , c clie ora nomas! sinoco grave , ed anclie lilo . Ncl corso della quale infennitii i vcscican- li, gia applicali alio coscie , coniinciarono a cangrenare: mac- chie cangrcnose Venivano quli , e iJi per la cute , lu ([uali in pill ampia nianiora dihuandosi, c riimcndosi, ([ualtro luoghi del corpo infoslavano: 1' osso sacro insieme col coccige: le due regioni corrispondenli a capi de' due femori , e 1' osso ileo vicino alia sinistra anguinaglia. E come che il Dazzani al- ia cura s' accingosse mosso piii presto da coraggio,, che da speranza di guariglone , pure, ciinenlati iudarno diversi me- dici presidj , fece inghiotlire all' inferraa una dramma della scorza polverlzzata del Peru ogui giorno, divisa in piccole presc, e nello sciloppo invoke di ccdro, onde meglio alio siomaco accomodarle: e per tal modo ollenne 1' insperala sa- nazionc. E merila pur anco considerazione , che , oltre le siul- delle cangrene, poco innanzl che il lualato si sottopouesse al- r uso della china-china, cominciavaao a spunlare sopra le gi- nocchia varie turgcnze livide della cute, le qnali dopo le pri- me dosi del rimedio fermaronsi , e poscia lotalmente svani- rono. (I). Nu questo e il fatto solo comprovanle la virtu della china coutro le cangrene. Allri ne abbiamo, de' quali vi rendero conlo parlando del JMoUnclli: i quali poi coufortati da ana- loghc osservazioni falte da' nosiri maggiori sopra l' efficacia di quella droga nelle cachessie, nello scorbuto , nolle cloro- si, ed in altrcttali nialori, pajonnii bastcvoli a condurre i me- dici a' pill riposali , e piu giusti pensamenti. Tralasciata I'an- tiperiodica virtu della peruviana cortcccia (la quale non pu6 negarsi , o in dubbio porsi se non da chi e cieco dagli oc- chi della fronte , e deU'iutelletto) certc medicinali virtu di (1) V. De Bonon. Scicnt. et Art. Instit. atcjue Acad. Commentarii. Tom. 1. P. 1. pag. 20G; 207. 22 1 MiCHELE Med-.ci quel f;irinaco furono derisc. Grularono i Browiiiani , essere la china uno slimolante permancnte. Opposte grida mandano i llasoriani volendola im conlrostimolo , nello slesso tempo poi, die il Rasori la prnmulga giovcvole nelle rnalallie, quanto die uccule non so quali aniiiialeili, <;iu egli s'inimagina esserne la cagione. I quali rovesciamend d' idee ben lungi dal contri- bnire al progresso dclla IModicinaj come taliini vonebbono dare ad inlcndorc, la inviliscoiio^ e condannano a retroccdeie. Progresso e giovarsi della sapienza do' Maggiori , reitiflcarla, ove occorra, e vcnirle aggiiignendo i nuovi veri , che nella successione de' tempi s' accpiistano. So die, qiiando un edifi- cio sia senza fondainenla , o Ic al^bia vacIUanti, necessario e da diiia a fondo rlcoslrnido. Ma siamo noi forse in cosi du- ra necessila? Forse die le mediiazioni , le espcrionze da nu- mero innumcrevole d'ingegni poieniissimi, pel corso di tanti^ V tanti SGColi sostcnutc, sono diimcre, esogni? Eslremo ob- brobrioso d'incrodulita, o d'ingiustizia, ciii strasdnare non puo se non che od ignoranza , o pervcrlimento profondo di men- te, e di ciiore. In quanto a me lo spirito umano progredi- sce, ma progredisce perdic aggiugne veriia nuove alle anti- die: nella giiisa medesima, die per ascendere a somrni gra- di d'una scala poggiar decsi innanzi sopra gl'inferiori. Rispetto poi particolarmente alia china, per me credo non diparlirmi dalle dotlrine le piu verosimili, se, olire la virtu sua antipe- riodica, ed una facoltk gcnerale dinamica moderatamcnte ec- citante, ravviso in essa la proprieta di correggere ccrli ma- teriali vizj de' solidi, e degli umori. Concetto terapeutico , il quale, a mio avviso, estender si dee ad altri rimedi, agli a- maricanti, per esempio, ed a marziali, e che accordasi col patologico , pel quale nelle cangrene provenienli da interne cagioni, .e nelle cachessie, c nello scorbuto, e nelle clorosi, ed in altri morbi consimili piii che I'eccitamento , o moto vl- tale, o dinamismo, merita ratteuziono del medico la viziata plasiicila, o riproduzione , o tempera, o crasi, che dire vo- gliamo, delle parti e solide , e fluide del corpo animale. Prima pcro di favellare del Dazzani come Anatomico vo- glio tnccare brevemente di certi saoi scrilti di Mcdicina noa pubblicali. Tralascio i consulti, dicendo solamente, che utile Elogio a Bazzam 225 opera sarebbe, so essi, e gli allri molti lasciallci da illustri rnedici noslri prcdecessori , ed i qiiali glaccionsi poco meno cho polvcrosi, cd obbliali negli scafl'ali della nostra Biblioleca, vciiissero esaminaii , se ne scegliesscro i piu iinportanli, ed alle siampe si conscgnassero . E faro piu tosto breve motto d' una disscrtazione del Uazzani , mono conosciuta dc' snoi con- sulii, e forse ora sconosciuta , avcndola io trovata fra antiche carte, ed autografi , apparlenenti un tempo a questa Accade- mia , e di presenie da me posscduti . K questa una disserlazione , die porta per litolo De hal- saino Tolutano, a lergo della quale di mano di Francesco Maria Zanotti allora Scgretario sono scritte qucstepaiole lieci- lata li 23. Fehbraro 1747. dal Siiinor liazzani. Invoglio il Uazzani a queste ricerche lo avere incontrata la predetta soavissinia sostanza fra le molie del regno vege- labile, delle quali falto avea dono nobilissimo al nostro Insti- tuto il beneflrUor massimo del medesimo Benedetto XIF, Pon- tefice di sempre grata, e gloriosa ricordanza, e lo avere po- tato faro di essa un confronto con altra d' anlichissima prove- nienza , cui rinvennc presso la patrizia, e senaloria famiglia Campegp;i. Delia ([uale dissertazione la prima parte e dilet- tevolisiimaj cd istorica, non solamente rispetio al balsamo to- lutano, ma cziandio risguardo agli altri balsami: ove discor- re, e di gindiziose considerazioni vieue illusirando le cose det- le sopra cio da TcoJ'rasIn, da Plinio , da Dioacoride , da Pro- spero ^/pino , e da allri scrittori. Piu grave e la seconda, iu cui esamina ([uel balsamo chimicamente , e suggerisce le forme pin acconce a somniinislrarlo come rimedio: lavori, ne ([uali cbbe a compngni due uomini dotlissimi di quel tem- po, Giuseppe I\Jonti, e Jacopo Zanoni . Le analisi cliimiche fecersi con tiitio le induslrie, e con tutli gli ingcgni , chela scienza coniportava a que' d"i : con chc (per tacer delle altre particolarita) oltcnnero, e parmi i primi, dal balsamo tolu- tano quella stessa materia olezzante^ la quale , poiche dappri- ma dal benzoino ricavossi, del nome di fiori di benzoiuo fu appcUata , ed ora nomasi acido benzoico , e si sa essere co- muue a tulle le resine balsamiche . Le forme poi piu oppor- tune ad csibirlo agli infermi sono la lintura, lo sciloppo, e 226 MlCIIELE Medicl la consciva, preparali o coll' acqua, o collo spirito del vino per averli tli varia forzaj e proporzlooali alle diverse condi- zioni de' inalaii. E lo coininenda c/,iaiidio nello stato suo na- luralc, polondo cosi recare inaggior luiliiu di qucllo che per- mutalo dair arte. Sopra di che, ricordcvole egli forse di Plan- to , giusta il ([uale uon e vieiato dire la verita anche scher- zando^ e rideiulo , aggiiigne . Fructuosiora eniin auxilia fe- re ministrat nger, (/unni ojjldna^ ct majorc snepe cwnfoe- norc. Quia cum ilia capiantur a natura non invita, pa/vo vcncujit: /lacc ah arlc , pretio adjccto , emunlur magno, sae- pius(/uc inarsupiuin quciin ah'uin expurgant. La quale dis- scrtazloiie del Dazzani , se io valcssi a pronunclare gliidizj , dirci , niano niancarle dc' pregi, che qnella nianiera di scrit- ture coinpiula rendono , c perfelta . Ora , passando alio cose anaiomiche , tocchcro Innanzi di una Leitera, cui egli nel 1719, a nonie della nostra Acca- demiaj della quale era allora Segrelario^ indirizzo al dollissimo yintonio Pacchiotii , clie aveala richlesta di gludizio intoruo le sue doltrioc anaiomiche , e fisiologiche sopra la dura menin- ge. II merilo della c[uale LelLera non sono verameate csser- vazioui nuove sopra quell' argonienlo. Perciocche allro egli non fece se non che manifcstaro al prelodalo analomico il parere del J^ahalva, e dello Stancari ( o piuttosio del solo Slan- cari , come dissi alirove (I) ) dall' Accademia deputati all'e- same di quelle dotlrine: parere, cui 1' Accademia medesima approvo, e lodo, e dichiaro come suo. IMa il pregio di quel- la Lcttera e, che, rispetlo alia parte delle doliriue del Pac- c/iioni, dall' Accademia non appro vata^ sapesse il Bazzani combinare fellcementc due cose cli malagevolissima combiua- zione: inlimare sentenza conlrariaj ed inliniarla in modo , non diro, che non oflenda colui , conlro il quale o proferita , ma non gli displaccia , anzi gli placcia , e se ne moslri contento, e sodislalto, e baci, per cos'i dire, la niano , che lo percuute , siccome il Pacchioni medesimo dichiaro, ricevuta che eb- be la Lcttera del Bazzani. Studio, cui non fia mai che pongasi (1) V. Elogio dello Slancari . Elogio X Bazz.vni 227 troppaaltenzione. Conciossi;icliu mentrc c lestimonio di civiliii cli cosluini, gll animi non conturba , ne alicnali dalla mediuizio- ne, chu viiole cnor quiclo, c mente serena , e liljeia dagli anantii, come per 1' opposito le guerre scienlifiche , e le let- terarie sono all' avanzanicnlo dclle scicnze, e delle leltere j)iii die perniclosissiinamcntc pcslc pcnnciose (1). Ed io manclierei all' iiilicio mio , se tacessi come il Dazza- ni oltenne un tanto fine. Prima di che ricordero, che la par- te , nella qnalc la nostra Accadeinia convenire non polo col Paccliioni , risguarda alle ghiandole poste da hil nella dura meninge, foiili d' una linfa assorbila da' vasi, e da rjuesti spar- sa , come rugiada , sopra la pia , e la parte corlicale del cer- vello , onde hibricaile, ed ammollirle. 11 Bazzani adunque scrisse cos'i. Ilacc profecto lis (disse egli lite perche il Fan,' toni a' pensamenti del Paccliioni cvasi opposto ) non at ejus generis, iit Scepticorum more distrain cogitatione libcre in partes conlrarias poisit. Quae si essct , non dcfuturos fa- cile constat ex Pyrrhonniorum grege argutos homines ambi- gendo, disserendoque dc rebus omnibus studiosissime dedi- tos , qui ea moderatione uterentur , ut conquisilis utrinque rntionibus , vestrarum opinionum neutram amplecterentur , neuiram rejicerentj vestrisque adeo inter vos dissensionibus modum aliquem de/inirent. Sed in qua modo versamur, ea non opinionum est, sed rerum, et Jacti controversia. Haec autem , si conjectura , et ingenio , non indaginis labore , et sensuum acie res penditur, non judicatur. Ex umbra, et recessu, fatenduin est, aliquantum ista emersit res , caligi- nem tamen omnem nondum abjccit. J\'ec dmn enim fortas- se circulus ille dicrum divino nutu consti tutus , antequam perspecta penitus haheatur, expletus est. Exploratione itaque tentanda iteruin, ac saepius , nee prius investigandi solertia, nee invcniendi spe supersedendum est quam tola praccla- rius constet , suisque e latebris omnino in aspectum , lucem- que proferatur. Nam uti ex Clieremone Stobaeus asserit (1) V. Ant. Paccliioni Dissertationes physico-medicae elc. Romae 1721. pag. 52, e scg. 228 MicHELE Medici Nil commiaisci ia rebus est mortaliiini, Quod nou aperial longa quaerendi dies. Quainobmm inirari te miniine decet , incerlos hie sodaliurn nostroruin anitnos ac de rei veritate solicilos , majorisque de te ill hanc pnrtetn industriae , cxercitalionisquc cxpecta- tioiie suspcnsos a fcreiido jndicio abstiuuisse. A quo illos e- tiaiii coercuit, repressilquc ca cogitalio , quod cnin de sin- gulnri , aptissiinaque itigenii tui ralionc in naturae arcniiis, quae intcriori siut clausa sacraiio , ut loquitur Seneca, resc- randis , tuni de virlnlis, doctrinaeque tuae excellentia , quain iua ahunde testantur scripta , prnelerea de egregia volun- tale , qua huic pracsertiin glandularum , et lymphae du- ctuum durae matris historiae ( quam tu certe jure opliino, lit constat, tibi vindicas, tuainque esse /acis ) novis obser- vationuin luininibus exornandae ,qui etiani adjectis figura- rum ornarnentis clarius expriinendae daturutn te operant af- finnas ; siquidetn sic sentiunt , ut nihil sc facere congruen- tius arbitrati sint , quam tibi ipsi quid ea de re tandem senlire maxime deceat, ut tui esset judicii, resen^are. D' iinporlanza magglore c il lavoro del Dazzani inlorno la pi'oprielii siugolarissima dellu radice di Robbia di Urigere le ossa degli anunali di colore rosso. II primo ad accorgersene sembra sia stato Antonio lUizzaud, o Alizzaldo, medico pa- riglno , che vissa nel 1 G." secolo. II quale pero annunzio nu- damente il falto in queste poche parole . Erylhrodanuin, vul- go rubia iinctorum, ossa pccuduin rubcnli , et sandjcino co- lore imbuitj si per dies aliquot dcpastae sint Oi^es , ctiam Intacta radice, quae rutila existit (1): fatto, il quale per es- sere solameute come di sfaggiia nominaio , cadde totalinente in obblio . Dopo due secoli circa, ricoinparve esso acciden- talinenle agli occhj del Bclchicr , chirurgo di Loudra, il qua- le , desiaando ua giorno appo un linlore di tele , vide (1) V. Ant. Mizaldi Mcniorabiliura , sive Arcanorum oranis gene- ris etc. Ccnturiae pag. 1G1. Elogio a Bazzani 229 colorate in rosso le ossa d' im majale pasciuto di scmola ma- cerala uell' infusionc di robbia impiegala a tingere le tele. II caso parvegli degno d' allenzione . Comunicollo al Presidenie della Socielii Reale di Londra, e nel medesiino tempo voile chiarirsene egli stesso, nudrendo un gallo con cibo , cui era mista la ladice di robbia polverizzataj e dopo 1G giorni vi- de tutle le ossa deir animale anossate, mentre le cariilagini, le membrane, e tulle le ahre parti del corpo il naiurale co- lorilo conservavano : osservazione inserita da liii wA Vol. 39.° delle Transazioni Anglicane pubblicate l' anno 173G. Voile quel Presidente renderne consapcvole il Geoffroy di Parigi j ed il Duhamel collega di quest* ultimo imprese a ripetere le esperienze. Del che Sninuele Sharp fe partecipe il nostro Pier Paolo MoIineUi , inviandogli alcuni saggi di quelle ossa. 11 quale nostro Accademico poi parte per mancanza di tempo , e parte per incomodi di saniiJi soddisfare non potendo la bra- ma , che pur avea grandissima , d" osservare co' proprj occhi gli eventi, al suo amico, e compagno Bazzani il negozio rac- comando. Per tal raodo il Duhamel in Parigi, ed il Bazza- ni in Bologna furono i primi a trattare scientificamente quella materia, senza che Tuno dell' altro sapesse . E dico i primi. Conciosiacchfe 1' osservazione del Belchier non valea piu di sem- plice curiosita: e le belle indagini dell' /^n//er, del Deihleff', deir Hunter, c di altri furono posteriori. Intorno a che nobi- li, e ricchi d' utili ritrovamenti riescirono i travagli del Du- hamel, massimamente per cio, che riguarda la genesi , e la struttura delle ossa , avendo egli co' suoi cimenti potuto cono- scerne piu chiaramente la tessitura laminosa, avvcgnache a tem- pi nostri impugnafa, e non per poco derisa da un anatomico valentissimo, ed illustre , Jntonio Scarpa j le preieusioni del quale pero io spero d' avere , secondo il modo di mia pos- sibihtu mostrate insussistenti (i). Ma del Bazzani, e non del (1) V. Medici. Esp. intorno la tessitura organica delle ossa- O- pusculi Scientifici di Bologna T. 2. pag. 93 e seg. Bologna 1818. Considerazioni intorno la tessitura organica delle ossa. Op. cif T. 3. p. 134, e seg. Bologna 1819. — Observationum Anatomicarum de ossium slruclura specimen. V. Novi Comment. Acad. Scient. In- stil. Bonon. T. 1. pag. 152, e seg, 1834. T. I. 30. 230 MicnELE Medici Duhnmel io debho parlare. Laoiulc soggiungo, clie il noslro accademico intraprese cimcnli in parecchi poll! , pe' quali non solo veritico qiianlo alTermavasi, ma ezianilio scopri , quel co- lore noil cssere durevolG , e le ossa dispogliarsene, e ricupe- rare la loro naluralo apparenza , ova 1' uso della robbia si tra- lasci. Fatto importantissimo , il quale disvela a' sensi un'ope- razione inlima, e segreta della vila^ indicata solo da osser- vazioni intlirelte, e dal ragionamenlo suggerita , la coniinua perinutazione, vo' dire, ed il circolo continuo della materia enlro il corpo de viveuli. E conobbe pur anco, nel lavoro del- la digestioiie la materia coloranle della robbia nascondersi , e perdersi: altro fallo assai curioso , die ricbiede molti studj per conoscere come quel colore fuccia poi novella mostra di se, c si revifichi nelle ossa: indagine difiicilej di cui lodevolmen- le occnppossl 1' egregio nostro collega Dottor Paolo Mura- tori , del quale a ragione deploriamo la recente immatura mor- to, c Ic cui ricerclie furonci r anno 1840 comunicate dall' al- tro valeniissimo collega nostro Dottor Marco Paolini in una sua dotlissinia, ed ingegnosissima disscrtazione , ne' nostri nuo- vi Commcntarj gia pubblicata , nclla quale, traltando estesa- mente dell' azione della robbia sopra le ossa, espose del pro- prio giudlziose considerazioni, e nuovi csperimenti ^ pe' quali scopri J lingcrsi parimenli in rosso il guscio deUe uova di gal- lina, (1). E come che il Duhamel vedesse, quella radice recare a' polli consunzione^ e inorte, pure al Bazzani noa tocco mai d' osservare alcun nocumeuto . Onde che, ricono- sciuta r azione specifica , od eleltiva di quella sosianza sbpra le ossa, proponea di somministrarla nelle raalattie di quegli organi. Per la quale diversita poi di risultamenti fra le espcrien- ze deir accademico parigino , e quelle del bolognese la dotlis' sima , e leggiadra penna di F. M. Zanotti scrisse. Nobis au- tern gaudenclum , qui vel riibiarn. minus noxiam, vel pul- los liahemus valentiores (2) . Del resto il rinomatissimo Flou' (1) V. Novi Comment. Acad. Scient. Inst. Bon. Tom. VI. pag. 4G9, e seg. (2) V. Comment. Inst. Bonon. T. 2. T. 1. pag. 129. T. 2. P. 2. pag. 124. Elogio a Bazz-wm 231 rens ha rccentcmenle iraltalo 1' argomento medesinio in ire disserlazioni insorile negli Annali clelle Scienze naturali irn- pressi in Parigi (1). Ma noi Ilaliani , noi Bolognesi nou possiamo cos'i t'acilniente perdonargH , come citaiitlo egli in que' siioi sciilli i nomi di coloro, che in questa palestra scieu- tifica sudarono, ne un mono pure faccia del noslro Dazzani: come se non avesse questi uliimemej e nohilmente operate, e slato non fosse de' primi ad operare. E tanto meno possia- mo qiKinto die se qnelio scrittore parigino avca a schifo di consultare i Conimcntarj della nostra Accademia ( celebri pe- ro in tiitta Earopa ) ^ ed altre Opere d' iliuslri autori non fran- cesi , bastar gli dovea la Storia della JVotoinia , e della Chi- rurgia del doitissimo suo conclladino ylntonio Portal. (2) . E qui, o Accademicij permettetemi una breve digressio- ne sopi'a un fiJtlo analogo al precedente , e di esso piu gra- ve: la quale nou vi riescira^ spero , in tulto discara ; perchfe se esso pure mauifesta, alia sapienza de' nostil maggiori noa aver sempre gli stranieri rendulo la debita giusiizia, ricorda ad un tempo J e dimostra, che i nostri Maggiori in molti sco* primenti di belle, ed ulili verita ebbero sopra gli stranieri il primalo. Le doltrine fisico-geomelrlche intorno la cristallizzazione so- no scnza dubbio parte nobilissima della Mineralog'ia , a tem- pi nostri mirabilmente illusirata dall' Ilaiiy. E a buon diritto Giorgio Cuvier nell' elogio bellissimo di lui letto li 2 Giugno 1823 in una adunanza pubblica dell' Accademia Reale delle Scienze di Parigi , e poscia dato fuori con le stampe nel 1827, delle mcritate lotli quel suo illuslre concittadino ricolma. Liii- minosa scoperta e, dice il Cuvier, che ii naluralista france- se ( non polendo persuadersi come le parti de' corpi organiz- zati abbiano forme regolari , c costanii, ed alia medesima legge non obbediscano i minerali) in un pezzo di spato cal- care pisn>atico, accidentalmente cadulogli dalle mani, ed in- frantosi, e lumLnosa scoperta, che osservasse nella frattura un (1) V. Annales des sciences naturelles etc. T. 13. Fevrier 1840. (2) V. Portal Op. e I. c. 232 MicnELE Medici crislallo romboiJalc, cui poscia vide siaiilmcnte ncgli altrl spall calcari, qualuaqiie fosse la loro esterna configurazione : per lo che esclamo, lulto e trovalo; le parlicelle dollo spato calcare hanno sempre una sola, e niedesiraa forma, la rom* boidale. Luniinosa scoperta e ( prosegiie il Ciivicr), che Egli le sue rlcerche estendesse a crislalli di diversa natura, ed in ciascuno di essi parlicelle d' una diversa, specinle, e costan- te figura rinvcnsse: per la qual cosa la seconda volla , e con niaggiore sicurezza ripett;, tuUo e trovato. Luminosissima sco- perla e , che egli , appropriando acuianiente i geometrici slu- dj alia crisiallograiia , diuioslrasse, come dal nocciuolo pri- niiiivo d' una data forma , per certe leggi di decremenlo , na- scano le varie forme secondarie: del che ebbe tanta conten- Iczza, che senza esitazlone veruna per la lerza volla grido , ho Irovalo lulto. E per provare, che lulla 1' originalila, e tulto il merilo di lanti scoprimeali sono appieno dovuii al solo in- gegno deir Haiiy , avvisa il Cuvier , le pochissime indagini falte alquanti anni innanzi dal Gcihn , e dal Bergrnann, e quel- le circa lo stesso tempo pralicate dal Rome de Lisle ( tut- toche molte , e pregevoU) intorno le forme primitive, e se- condarie de' minerali non valere a contrastargli , non che a logliergli la palma dell' invenzione, e del perfezionamento di questa parte delle Scienze naturali. (1). Rla dove lascio egli il nostro Domenico Guglielmini? lo in Giorgio Cuvier ho sempre riverito , e riverisco una raente d' ordine superiore^ la quale ha saputo penelrare ne' segreti di natura , e molli e molti di essi non tanto per se medesimij quanto per le loro conseguenze grandiosi, e sublimit felice- nienie disvelare. Ed io a coliivatori delle naturali scienze rac- comanderei di meditare sopra le opere di lui, come Orazio agli sludiosi delle leltere inculco d' avere giorno , e nolle per le mani gli esempj della greca poesia. Riverenza in me dive- nuta maggiore , dappoiche nella Regale Parigi , sono 26 an- ni, ebbi da lui oneste, e liete accoglienze, e giovar mi potei , ed instruirmi delle sue private conversazioni: non dico lezioni pubbliche , perchc; da due anni le brighe , e la servitu di (1) V. Cuvier. Eloge de M. Hauy. Elogio a Bazz.vwi 233 consigliere governaiivo gV impedivano , pur troppo! dl salire quelle cattedre , dalle qiiali deltaie solea come legislatore, e come Re. Con Uitlo cio 1' amore alia veriih , alia giusiizia , ed alia pallia gloria csige da me , che io domandi. Poichfe par- 16 egli e del Gahn , e del Bergmann , e del liornd de Li- sle, come mai tacque di Domenico Cnglielmini? L mai cre- dibile, e mai possibile, die ua uomo d' immensa dottrina , e d' erudizione smisurata ( siccome senra un meno dubbio ^w il Cuvicr ) ignorasse le opere scritte intorno questo argotnen- lo da quel bolognese cosl celebre da meritare d' essere saluta- 10 del bellissimo norae di principe degli Idrostatici? E data ancora questa possibility, e mai credibile, h mai possibile ch'egli letto non avesse gli elogi degli Accademici francesi con tan- ta eleganza scritii dal suo predccessore nel posto di Segreta- rio perpetuo deli' Accademia delle Scienze, il Fontenelle ? E non e forse vero ch' egli, il Cuvicr, li cita piu volte onore- volmente ne' suoi ? Orsti il Fontenelle, dopo avere narrato , come il Gu^lieltnini (ascritto egli pure a quell' Accademia) abbia disgombrato la Chimica dalle misteriose ipotesi , e va- nila , che la deturpavano, sosiituendovi le regole d' una fisica esatta , e chiara , ed i principj della geometriaj aggiugne, tut- to il fondamenlo della citaia opera del Giiglielmini essere questo, che i primordi del sale comunej del vetriuolo , del- r alume, e del nitro nella loro primitiva formazione hanno figure fisse, ed inalterabili, e sono indivisibili rispetto alia for- za determinata che e nella materia. II sale comune primitive e un piccolo cubo: il sale del vetriuolo un parallelipipedo rom- boidale ; quello del nitro un prisma avenie per base un tri- angolo cquilatero ; quello dell' alume una piramide quadran- golare. Dalle quali figure primitive ( si noli bene cio) nasco- no quelle , cui i sudtictti sali costaniemenle preseniaiio nelle lo- ro crislallizzazioni , purchu stieno lonlane le inescolanze di stra- nieri principj, disiurhatrici di si bell'opera di Natura. In som- nia, ripiglia il Fontenelle , nel trattalo del Cnglielmini non e tanto la Chimica che domini, quanto la Geometria, e, cio che vale anche meglio , lo spirito geometrico (1). (1) V. Fontenelle. Lloge de M. Guglielniini. 234 MiCHELE Medici Scojieile, che il noslro Gugliehnini coniiacio ad annun- ziare al pubblico 94 anni innanzi le prime mcmorie del- 1 Ilaiiy. Imperocchi! la prima Opera di qaello fu impressa in Bologna r anno 1 GB8 col titolo R'ljlessioni fdosofichc dedot- te dalle figure de' Snli del Dottor Domenieo Gugliehnini ec: e la scconda inlilolata De Salibus disserlatio physico-medico- mcccnnica, in cui iratta piu esiesamenle la slessa materia, venne stampata in Venezia 1' Anno 1703; mentre le prime Memorie delT Ilaiiy furono inserite nel Giornale di Fisica di Parigi per I'aano 1782. L'intero suo trattato poi di INlineralo- gia non si siampa so non che nel 1801 , vale a dire cenlo tre- dici anni dopo la prima opera del Cuglielinini . E se non ad una ignoranza impossibile, a qual cagioue iribuire il silenzio del Cuvier? E bastera forse a ginslificarlo quello , di che si h Diacchiato lo stesso Haiiy? Ah no! Che quegli e come storico, e come crllico avea 1' obbligo di porre in chiara luce la veritJj. Se non che la cagione di queste, e d'altrellali ingiuslizie , anzi che da invidicj o da livori personali, nasce da vizio o dilel- to a niolli individui di qiiella nazione illuminata comune, la qaale contenta , e sazia delle ricchezze scientifiche proprie , non si cura gran faiio delle allrui; e dico vizio, o difetto co- mune a mohi, e non di tubti. Conciossiache siccome il Por- tal le menzione delle ricerche del Bazzani sopra I'azione del- la robbia nel coloramento delle ossa, tengo per fermo, che se a' tempi dell' Haiiy fosse slalo ancora fra vivenli^ il Fon- tcnelle , avrebbe certamenie rivcndicata la parte originale del- la classica doltrina d' applicare i priucipj geometrici alio sco- primento delle forme primilive, e seco-ndarie del minerali al Filasofo Bologuese. Ma, ritornando cola d' onde avea alquanto deviate il mio scrivere^ il lerzo, ed ultimo lavoro del Bazzani spettante al- ia Notomia e la descrizione d' un mostro singolarissimo : una bambina venuta alia luce mancante di tutto il braccio sini- stro, ed avente, invece del destro, un breve moncone ter» minanle in un apice alia foggia d' un cobo: ed il suo piede destro , un p6 sollevato , e converso all' indietro a motivo di certa lieve piegatura della gamba, e del ginocchio dallo stesso laio , SI che era obbligata a zoppicare alquanto , camminando. Elogio a Bazz.vm 235 E ricetlando 11 Bazzani dalle cause di lanla deformita una nialaliia neU'utero materno palila, ed il semplice, e cieco ca- se ^ la tiibulsce all' immaginazionc della madie. Perocchi; , inlerrogata la figlia^ quesla gli disse d' avere piu d' uua vol- ta dalla bocca dclla propria niadre udito , cho qiiando la poilava nel suo grenibo ^ luolto spesso fissava lo sguardo ad un'immagine di S, Anlonio da Padova, lavorato in terra colta,e cosi nialconcio dclla persona , che nulla piu riinaneaglj del sinistro braccio, e del destro solamente un pezzo pendente dairomero: figura in picdi , colla sinistra gamba distesa fino al talone, ed alcpianto piegata colla desira. Esempio stranis^ simo , e soniiglievole a cert'allri riferili da anticlii scrittori: de' quali e niemorabile quello , di cui parla il Dlalchrauche ne' suoi famosi libii intorno la ricerca della verita. Nello spe- dale degli incurabili di Parigi viv.ea un giovane di 20 anni, nato deniente, colle ossa delle braccia , e delle ganibe spez- zate, e rotle in que' luoghi, ed in quel modo con die vea- gono peste, ed infranie dal carnefice nel supplizio della riiota: e la niadre, gravida di lui, spinta da insana curiosita, avea assi- slilo a qucir orrendo e crndele spettacolo. Fatli i quali diede- ro origine , e fama all'opinione che dei moslri la cagione sia rimniaginazione sconvoUa delle gravide: opinione , cui alcuni rcccnti scrittori della dotta Laniagna , e specialmete il Krausse ( il quale potrebbe quasi appellarsi il Malehrcinche de' tempi nostri ) cercano di presente ritornare in onore. In quanto a me,non so dare ad iniendere a me medesimoj che l' esler- na cosa agitatrice della fantasia slampisi, per cos'i dire, nel cervello della madrc: cos'i stampata tlifFondasi pel sistema ner- veo di lei: cosl stampata trapassi e l' utero, e la placenta, e r ombellicale funicolo: cosj stampata arrivi al corpo del foto, e di questo muti com profondameute piu parli da rcnderle, qua- lunque essa sia, eguale a se stessa. E sono d' avviso, che le cause di tali fenomeni debbono ricercarsi altrovej del che non h ora tempo di favellare. Dice per6, che eve 1' opinione, det- ta degli immaginarj, sosiener si potesse, avrebbe il Bazzani adolto le migliori prove , che valere potessero a confortarla. Terniina poi egli la sua narrazione annoverando le cose da quclla giovane operate co' suoi piedi, per le quali, mediante 23G jNIichele JMedici la sua efllcace volonia, ed industria trovar seppe certi com- peosi air ingraliludine di nalura , o sieno le operazioni al so- stentamcnto del corpo necessaiie, mangiare, e bere; o sieno (|uellc^ clie danno all' aninio una dicevole occupazione , ed un certo ornamenlo , politamcntc sciivere, piegar leilere, cliiii- dcrle, suggeliarlej cucirc^ e non solo cucire , ma trattar gU aghi, i dilali, Ic forbici, le fila , ed infdzar 1' ago nella crii- na con una deslrezza , ed un garbo, che parca non poiersi far nieglio colle mani. Delle quali tulle cose fu testimonio il Bazzani , quando quella giovane sforlunata, ma non del tut- to infelice, vivca conlando il Irigesiino lerzo anno di vita (1). Rimauc, o Accademici, che io parli del Bazzani come scrit- lore: ove inlendo paiiicolarmenle considerare il valore di lui in quel genere di coniponimenii, die sono di spettanza all'a- mena leileratura. Perciocche di quanta abilila fosse egli nello scrivere purgalo, ed elegante nelle materie scientifiche , le co- se sopradette dimostranlo abbaslanza. Scrisse egli adunque due Orazioni latine in due memorabili circostanze , lieta Y una , funesta l' altra alia cilia di Bologna. Alia prima porse occa- sione la laureazione dell' illusire verginc Laura Maria Cat- terina Bassi con inusitata pompa celebrata li 12 Maggio 1732 nella sala appellala di Ercolc nel palazzo pubblico al- ia presenza , olire che del Collegio de' Filosofi , di tre por- porati , Girolaino Griinaldi Legato a latere , Prospero Lo- renzo Lambertini Arcivescovo, che poi nel soglio di Pietro fu Benedetto quarto decimo , e Melc/iiorre di Polignac che litornante da Roma, trovavasi a que' di in Bologna: di Dion- signor Jlberico Simonetti Prolegato, del Conte Filippo Al- drovandi Gonfaloniero della Giuslizia, degli Anziani Consoli, di nobili uomini, di mairone, e di popolo frequenlissimo. Nella quale solenniti ben convenivasi alzare la voce al BaZ' za/ii , e la fronte di quella vergine cingere del meritato alloro, (1) Qucsta dissertaziono del Bazzani corredata della tavola rappre- sentante il mostro porta il titolo Hamani monstri Bononiae nati, et ad/iuc vigentis historia, ed e posta in fine dell' Opuscolo di Gaeta- no Tacconi intitolato Cajetani Tacconi De nonnuUis cranii , os- siuinque fracturis Dissertationes etc. Bononiae 1751. Elogio a Bazzawi 237 e come Priore del Collcgio , e come facile, copioso , splen- dido dicilore. Delia quale Orazlone peru siimo piu acconcio lener parole quando favelleru di Gaetano Tacconi , e perche in quoUa il Bazzani fa speciale onorevole menzione di lui , clie co' suoi consigli, ed aminaeslramenli invoglio, ed educo la Uassi alia sapieuza , e alia virtu , e perchu mi scnto <{uasi per forza iratlo all' allra^ cui il Bazzani compose in occasione, che io dissi funesta , ma che dir dovea funeslissima alia Cit- ta nostra; in morle di colui, senza il quale queslo Institute , e questa Accadeuiia non sarebberOj in morte di Luigi Fer- clinanclo MarsigU. 11 Bazzani allora Presidente dell' Instiluto fu elello a pagare a nome degli altri un tribute di venerazione, e dl gratitudinc al fondatore del medesimoj e pronunciarlo dovea nel tempo delle escquie celebrate 1' anno 1730 nel tempio di Santa Maria Macldalena : parrocchia degna di que- slo Institute perche vi riposano , aspeltando di risorgere ad eter- na vita, le ceneri de Manfredi , degli Zanotli , tW Monti, f de' Casali , di cpieslo Institute, e di quest' Accademia illu- 6tri ernamenti. Ma un grave morbo seppraggiunto al Bazza- ni, vielogll di compiere si nobile , ed auguste ministero. Po- co dope pero la sua Orazione funebre venne pubblicala col- le stampe ad onore di lui, e del Marsigli: di lui, die sep- pe dcgnamente rammcmorarne i beneficj : del Marsigli , pcr- cho se le magnaniiiie imprese ricevono sempre lustre^ e splen- dere dalle pubbliclie lodi, ne accjuistano vieppiu lodate da uemini egregi, e sapienti. E tra per T une , e per I'alire mo- tive io non posse a meno , e Accademici, di ripetervi il co- me imponga fine il Bazzani all' elogio del Aiarsigli , tanto pill die bene sta, che tratto tratlo queste stanze risnonino del nome di colui, pel quale nobilitarensi al segno di formare il prime Insiitulo di scienze, e d' arti, che sorgesse in Europa, e che s'apri sulennemente la prima volla li 13 Maggie 1714, e meritare, che sopra 1' esterior porta delle medesime si leg- gessero le seguenii memorande parole. •= Bononiensc Scien- tiaruni , at artinni Instituturn ad publicum totius orbis a- suni : mouumento gloriosissimo di quanlo operate abbia Bo- logna ad accrescere 1' universale sapienza , e civilta. 11 quale prime esempio di riunire in un solo corpo i materiali, e T. X. 31. 238 MtciiELE Medici gritiscgnamenti delle scienee, e delle arii , e di agevolarne, e lavorirue 1' aggrandimento nacque fra noi in seno della iran- Hiiillitu, e della pace, menirc il secoiido non ebbe origiiie in Paiigi so non che verso il fine dello stesso secolo , essen- do poi una uovilii scaUiriia da' livolgimenii d' una atioce , sanguioosa , deplorabile rivoluzione , e solamenle dopo che que' sapient! , i (|uali per grande loro vcnlura aveano potmo solirarsi alle niaui de' carnefici, od eransi, per quallr' anni , gelosamente nascosli agli occlij altrui, od aveano erralo disper- si, e lapini mendicanda asilo , e pane. Perciocche allora so- lo quella stcssa funestamcnte famosa Convenzioiie, la quale consumaio avea lunii doliiii , libeiaia in fine da suoi oppres- sori, e liranni, abjuro le proprie barbaric f cd uno degfi ul- limi alii del poter suo fa di richianiare in Parigi i dotli per- sei;uilati , di riordinare le Accademie gia desolate e dislrulte , e di forraarne un corpo solo col nonie d' Instituto JVaziona- Ic. Miracolo della Providenza divina ! . La quale decreiato a- vcndo , che a tanle, e si furiose tempesle poliiiche succedes- se la calnia , voile , che dall' opera di chi avea operalo il male, uascesse il bene, e 1' adiio si riaprisse al coltivamento delle scienze , delle aril, e delle leilere , senza il quale la ci- vile SDcieia non puo essere ne prospera ne durevole. Ma ecco , o Accadeinici, come il Bazzani nel fine della sua Orazione parla del jMarsigli: parole, che a me pajono scrit- le dalla penna medesima che enumero le lodi di C. Ce&are neir orazione Pro Marcello j e di Cneo Pompeo in quella Fro lege Manilla. Qui fe cioe il MarsigU) qui et a prima aetate Utleris notnen dcditj et adinodum adolescens cuiti litteris ad belluin processit miles: qui pro lilicrarwn gloria- in canipo , in castris , in armis fait: qui ad Utterariain di- sciplinain traduxit inilitarcin scientiani: qui silicet, invicta manu veteranorum laililuni , monies pcrvasit , alpes traseen- dit, Jluniina, lacus , maria percurrit, ut de exploratis UU' dique rebus infinitain industriae praedain reportaret : quain quidem hie, taniquain in aerario naturae ut posset conde- re , discrimina vitae neglexit, aetatem pcregrinando contri- vit , pntriinoniuin eff'udit (scd eo , quo decet , utainur verho) in litteraruni splendorem, artiumque utilissiinarum deciis , Elogio a Bazz.vni 239 et incrementum. pro Patriae, civiumque siionim felicitate coUocavil. Quae jain Orationis vis, ct J'acultas, quae copia dicencli, quod genus laudis , et grntiaruin oj/iciuiii tanta virtute dignurn possit afferri? Infmita, nova, inauriita sunt, quae pro corninuni Patriae bono Marsilius pessit. JVolite c- nini existiinare /nine virum ob eas solum virlutes egregia laude dignum , (juac , dum etiain singulae in aliis occur- runt, non sine adiniratione spcctantur, in agendo industriam, in laboribus tolcrantiain , in periculis rohur, in providendo solertiam , in con/icicndo ccleritatem. lllustria /laec ,. el sum- ma in tanto viro J'ucrunt omnia ; sed ea incredibililer su- peravit magnitudo animi, ct amoris sui. Omnia enim se facere ajehat Marsilius magnitudine voluntatis in patriam, et c/iaritatis suae. Quorsum igitur hi? (Sic ille jam me, multisque vestrum saepe praesentibus, audientibusque J quor- sum hi tandem lahores mei? Quid ego cogito? Quid spec-- to? J\'isi ut ne intereat praeclara haec civitas,mihi charis- sima patria , sed ut stet, quin etiam exsurgat , et cjjlore- scat magis , novoque cum lilteris , studiisque humanioribus in patriam reditu , pristinam illam dignitatis speciem con- sequatur. Dum bene occupati sunt cives mei, dum Jloren- tes virtute, honoribus , Jcmta , dum /lonettissimae vitae Jru- ctibus perfruentes , ego cedam libenter, et ibo ex hac vita, quoniam laborum omnium fructum uberrimum me retulisse videbo. 0 virum, Superi,c Civem vere<]ue Civem nobis quam diulissime conservandum ! Haec tu jam quidem no- biscum , Ludovice humanissime, loquebare dum viveres. Haec modo de nobis accipe. Quod eo in nos J'ueris animo , te nul- la profecto laude prosequi satis possumus , nulla gratiarum actione complecti. Sed quo tua virtus fuii ilia praestaniior, hoc sane ardcntius ad te laudandum accendimur. JSihil te obscurum decet, niliil taciturn , niliil mulitm, nihil deni- que hujusmodi quod tegere memoriam gratam de te ingra- to silentio videri possit. Sed virtus, virtus, inquam, quae testi- monio gravissimo consecravit in his locis memoriam nomi- nis tui , eodem aeterno praeconio a-mplissima tuarum lau' dum iruerita celebrabit. Hie te oculis Jiostris, non nobis eri- puit mors, animis quippe numquam non videndum reliq.uit. 240 MiCHEtE Medici Dum tun vigehunt inunera, et heneficia, quae qiiidem per te licebit seinpiterna fore , dum lilterarum studia pennane- bunt, semper itobiscuin liabitabit in his sedibus memoria no- minis tui , alque in perpetnae recordationis fide vcrsnbitur. JScque nniini tui moderatio ilia, quae nulla constitui tibi in his sedibus monumenta laudis , et gloriae voluisset , im- pedire jam poterit quominus expressam in tuis maxiniis be- ncfiais tuarum nobis virtutuni e/Jigiem statuamus ad im- inortalia gratiarum , et laudum ojjicia tibi persol\>enda con- stitutam, qui tibi ctiam atque ctinm ftdentius enmdem pol- licemur ad infiniti praedicationem temporis in omni posteri- tatc perinansuram (1). Se non che, o Accademici, con tulto questo niio parla- mento altro io non ho falto se non che stemperare In pro- lisse parole , ed illangiiidlre c\b, che in brevi sugosi detti strinse F. M. Zanotti circa // Bazzani . Erat enim philoso- phus doctus , medicus probatus , anntomicus non vulgaris , sic vero disertus , ut verborum , sententiarumque copia ne- mo ei par videretur . (2) Alle qnali prerogative aggiuuse il Bazzani una chie vale per lulte , e piu di tone, bonla di costunii, la quale fu in lui tanta , che non si trovo chi nuo- cere gli volesse, non avendo egli mai nocciuto a nessuno. Giu- sliziaj che J purlroppo ! non sempre vedesi pralicata fra gli uomini. Ebbe mertati onori, ed in patria, e fuori. In patria Prof. P. neir Universita, ascritto al CoUegio de' Medici, e a quel- lo de' Filosofi: tre volte destinato alia cattedra di Notonila ; Ire volte Magistrato de' Tribnni della plebe : e piu volte con- forlato con aumento di stipendio in contrasegno d' aggradi- mento , e di premio alle sue dolte fatliche. Fu uno de' piu (1) Quests Orazione del Bazzani intitolatn In obitu Comitis Lri- dovici Ferdinandi Marsilii etc. fa stampata 1' anno 17.32 per Lelio della Volpc, c trovasi ezi;indio inscrita nellc Orazioni di Accademi- ci gelati di Bologna dedicata alia Saiitita di N. S. Benedetto XIV in Bologna nclla Stamperia di Lelio della Volpe 1735 pag. 229 , e seg. (2) V. De Bonon. Scient. et Art. Inst. Atque Acad. etc. Com- ment. T. 1 . pag. 1.4 ElOGIO A Bazzam 241 illustri componenti 1' Jccndemia degU Inquietl prima che lormasse parte dell' Institiito^ ed il nome d' yJccademia delle Scienze ac([uisiasse . Dopo la quale reslaurazione ne diven- ne, pel primo , Segretario, sir.come era dell' Instiimo. E fii anclie innalzato alia dignita di Prcsidente dell' Inslllu- to medcsimo, nella quale successe a Lelio Trionfctti , che nc fu il primo. Al Uazzani poi nell' uflicio di Segreturio fu suc- cessore /*'. 31. Zanotti. Quai nomi io nomino! Intorno a che u a ricordare , clie 1' Insiituto Bologncsc componeisi non so- lo de' Musei di fisica , di chimica , di storia natiirale, d' Astro- nom'ia, d' Archill etura militare, diNautica, di Notomia , del- r armameiitarlo Chirurgico, degli orti botanici, e del corpo de' Professori ad essi attenenti (corpo dis'erso, e distinto da quelle de' Professori dell' Universita) ma eziandio dell' /tcca- ctemia dellc Scienze, e di quella degli scultorij de'Pittori, e degli Architetli appellata Clementina. 11 quale Insiituto cost composlo avea iin prcsidente perpeluo , meuire le due suddet- te Accademie aveano ciascuna il siio , il quale era annuo. E quando trent' un anno dopo 1' inaugurazione dell' Inslitulo Be- nedetto XIV li 22 Giugno del 1745 segno il famoso Mo- toproprio , col quale sopprimea il tralignato , ed infrutluoso col- legio fondato dal benemerito Pannolini , assegnandone Ic ren- dite al nostro Insiituto, e voile egli stesso nominare per la prima volla i 24 Accademici, cui beneficava di pensione, e dal suo illustre nome qualificava , il primo , che egli stimo degno d' essere onorato da lui, fu Matteo Uazzani, il secon- do F. 3J. Zanotti. Ne meraviglia e che anco la scelta di tuui gli altri cadesse sopra uomini di specchiala, virtu, e dot- Irina , se colui che II eleggea era per dottrina , e per virtu specchialissimo (1). Fuori di patria poi ebbe il Uazzani plausOj (1) Ecco i 24 AccaJemici come vcnnero nominali da Benedetto XI f^ nel suo Moluproprio dei 22 Giugno 1745. // Dotlor flfatten Buzznni Presldente dell' Insiituto. II Dottor Francesco Zanotti Scgretario. II Dotlor Deccari otiierno Professore di Chimica. II Dottor Eraclito Manfredi suo sostituto . Il Dottor Galeazzi Professore nella stanza di Fisica. 242 MiCHELE Medici e cclebrilk. Scriliori italiani, e slraniori consegnarono il no- me di lui alle opere loro , e ne rarninentarono con onore le // Dot (or Balhi sno sostituto. Il Dottor Eustachio Zanotti Filosofo Professore per I' Astronomia. L Abhalc Mattetizzi sun sostitiUo. 11 Dottor Mmt'i Filosofo Professore per la Storia Naturale . II di lui fi^lin sostituto. II Padre Jbbondio Colllna Professore di Geografia, e Nautica. II Dottor randclli Professore d' Jrchitettura militare . II Dottor Laurenti f^ih professore di C/iimica , ed uno de' pri- mi fondatorl dell' ylccadcmia . // Canonico Pes^gi nostro Camcriere Segreto . II Dottor Gabrielle Manfrcdi Mateniatico . Li due Dottori Giuseppe Jiitonio , e Giuseppe Jacopo amki Poz- zi medici , il secondo de' tjuali nostra Cameriere Segreto. II Dottor Fogli Medico. II Dottor P. P. Molinelli , che dopo cssere stato a Parigi , e flionpellier per apprendere V arte Chirurgica profitto coCanto in tal projessione , ondc merdamente fu ascritio all" Accademia Re ale Chi- rurgica di Parigi , e da A^i fu ultimamcnte destinato per dimo- strarc le Operazioni chirurgiche nelli due Spedali della Vita , e Morte , quale , per rendere piu completo il corpo de' Professori delV Institute , in cui manca il Professore di Chirurgia , facolta essa pure che s' apprende per via d' osservazioni , e di esperimen- ti J come tutte le altre , che s' insegnano neW Institute , Ordinia- mo che sia considerato , ed anesso agli altri Professori dell' Insti- tuto , e goda gli onori _, e prerogative, che godono altri Professori del medesimo , mentre sebbene non v' e nelV Instituto camera fornita di Jerri , ed instrumcnti di Chirurgia, questi perb non mancano in cotesta nostra Citth per il dono da noi fattone tre anni sono ; il quale sebbene collocato in altro luogo per maggior comodo dclle operazioni da dimostrarsi , vogliamo sia risguardato come una ag- giunta , e supplemenlo a quanta per questa parte non si vede veil' Instituto . Il Dottor Menghini \ II Dottor Lcighi \ ^^^.^. // Dottor Ferattt I Il Dottor Bonzi ' // Dottor Gain Medico Chirurgo . Alii quali tutti ancora aggiugnamo sopra numero La Dottoressa Laura Dassi pubblica Lettrico , ed Accademica delV Instituto . Elogio a Bazzam 243 faliche; ne gli manco chi ne scrivesse la viia, e ne tianian- dasse a' posieii la niemoria. Mori li 29 dicembre del 1749 nell' ela dj auiii 76. I.a sua morlale spoylia ebbe sepollura nell' area , che nel 1G77 il padre di lui , Carlo , prepaio per se . e per quelli del suo cas.ilo nel leinpio de' PP. Carmelitani fuori di Porta iMaggiore dello degli Scal/i. La morte sua fu cagione cV iiiiivursale do- lore, e di lacriine universali: iribulo di liverenza, e d\'inio- re giusiissiiiianienio doviito ad un uonio dellc scienze, e del- le leltcrc oUremodo benemerito. I MEMORIA DEL PROFESSORE Intorno un nuovo metodo per togliere la claudicazione , deri- vante dull' accavallamento , e reciproca unione dei frnmmenti d' una frallura del /emore.(i) Nc on vi ha certnmente uomo di delicato seniire, il quale non sia mosso a pieta nell' osservare le molle e strane guise con cui la macchina umana si presenta spesso deforme, e non v' ha pure uomo al bene inclinato, che non faccia plauso al- ia Chirurgia , la quale in mold modi si adopra per togliere simili deformita, e ridonare al corpo la naturale forza, e bel- lezza . Che se pero la Ortopedia puo oggi giorno andare sii- pcrba pei risullati briilanli che ouiene in mokissime circostan- 7.e, non poche lacune per altro sono ancora a riempirsi , e (|uindi altamente comanda ai di lei cuhori di non ommeltere slorzo alcuno che valga a togliere quel difletli i quali (inora insanabili, od incorreggibili , rendano la vita di chi vi sog- giace , compassionevole e trisle. Era i quali difletli puossi in special modo annoverare la rlaudicazione derivanie dall' accorciamento di uno degli arti inferiori in seguito
  • J di Bologna. In simil jjiiisa operando, 1' apparccchio si prcscn- to del tiillo solulillcalo dopo poclie ore. E qui A. S. per non perdermi in iroppo minnlij ed inu- tili dellagli sollanto dirovvi, che dal momenlo in cui fii ese- guila r aperaisionc , (ino a quello nel quale venne levato I'apparecchio, e ciou 20 giorni dopo la di lui applicazione, I'o- perata non soflVi il piil die piccolo dolore , od incomodo , limase le intcrc giornale seduta a giocolar sul lelto , le nolli lo passu colla maggiore trauqnilliiu. II giorno 17. Maggie, levato rappaiecchio, la fraltura si trovo pienamenle consolida- ta , una supeificiale e ristrella echimosi si mostro ncl punto , dove r arco , cbe e insci ito nella testa inferiore della vile a- %'ea fluta pressionc , nell' atto in cui diede Inogo alia rollura deir osso, ed il giorno 22.° pote la fanciulla scendcre dal let- to. Da quell' epoca in poi coll' ajuto dellc slampelle cornincio a caniminare e dopo un mcse le abbandono. La nalura per altro non si arresio a largheggiare i suoi doni. Notabile era la giossezza superslite nel punto in cui i due frammenli eran- si consolidali, ma la natura prevalenJosi delle di lei risorse favoriva I'interstiziale assorbimeulo di quella massa , e in guisa tale la niodificava , da renderla pochissimo apparente . E cio die ancora maggioruiente interessa si e, che I'arto in antico fralluralo, il quale a molivo della di lui poca azione, e della conlinua prcssione su di esso esercitata dal tronco, mo- Stravasi debole, scarno, e mal reggendo la fiinciulla, le im- pediva il lungo camniinare, e la lacea frequenlementc cadcre, era nel modo norniale c ingrossato , e i di lui musculi han- no acquist;ita tale forza , e robustezza da avede perfino per- messo di lare alcune luiiilia di inontasna : forza e robustezza cho io rilengo sara per divenire scmpre maggiore^ e varra a toglierle que' poclii avanzi delle viziose contralte ainludini che in lei ancora appariscono , purche conlinui nella ginaslica, o neir uso del buUo in cui con rnollo proliito oggi giorao si addestra , La bambina liela e contenta del suo stato , abbandonata r antica tiistezza, si mostra vieppiu aniabile e vivace, assai bene si nutre , e percio tulto il di lei corpo con niolta ga- gliardia si sviluppa. In seguilo di che sebbene dal momento 256 Francesco Rizzoli in cm vcnnc oporata a iiiti' oggi , sia crcsciiita in altezza per pill cli un pollice e idcaZO , lultavia come potra rilevare chiiinque ami verificarlo , gli arti iiiferiori si mostrano semprc lunglii cgualmente , il che rende certi die i lavori di riproduzio- ne in ambidue gli arti procedono di pari passo, e che colla regolarilii mcdesima saranno per conlinuare. II risiiltato perlanto otienulo in questo caso , pare a me possa indiirre i Chiriirghi a ripetere simile operazione, allora- quando il zoppicamenlo derivi dalla cagione per me indica- ta , o da aUre consimili cause, purche nel paziente si verifi- chi bonla, docilila, ubbidienza, e quell' inlendimenlo , o cri- terio, che lo renda capace di conoscere in gran parte alme- no r imporlanza di quanlo su Uii si vuole imprendere , ed o- perare. Ed fe necessario che 1' individuo sia giovine ed immune da qualsivoglia labe, od umorale discrasia, essendo il lavoro plasiico di rinnione piii alacre e perfelto nei giovani che nei vecchi, languido, e viziato presso i soggelti mal sani, nei qaali accade tal volta che manchi interamente. Alloraquando tali condizioni si verifichino, io penso, che se 1' individuo nel quale le medesime si risconlrano brami di assoggettar- si alia descrilta operazione, il Chirurgo non debba rifiutarsi dair eseguirla, purche usi di quei modi, e si attenga a quel- le norme che dissi necessarie al buon esito della operazione istessa. Del che mi persuado maggiormente consideraudo , che se insigni Chirurghi pel solo scopo di togliere brutlure^ a deformiia del corpo si decidono a pralicare operazioni ortope- diche qualche volta anco gravi e pericolose , tanto piu con- venga nel caso nostro riccorrere a quella di cui vi ho parla- to, giacche colla medesima senza esporre l' infermo ad alcun rischioj o pericolo non solo si puo togliere il diffetto del zop- picare ( che e di sommo rilievo per le classi povere e labo- riose, e lo e pure per le elevate, ed in ispecial modo per gli iudiviJui femminei di esse) ma si otliene inoltre di prevenire il pericolo che la pelvi forraata nei bambini di ossa soitili e pieghcvoli, pel continuo zoppicare , rimanendo irregolarmenle compressa si alteri o si vizj, con che nggiungonsi deformitk^ le quali espongano a pericoli il sesso muliebre, particolarmente CaSO D1 CLAVniCAZlONE 257 neir alto del paito , lianno luogo conlorsioni della spina , e del tronco , donde emergono dislurbi fiinzionali dipendenti da innormale posizione, e sviluppo dei visceri, ed il corpo ri- mane debole, e incomplciamcnte si accresce per la inancan- za di inoto non eflelluabile , a niotivo del poco sviluppo , e delle deboli lorzo del membro accorciato. 258 Francesco Rizzoli Descrizione del modo di servirsi dclla macchina. La macchina si applica nella rnaniera segnente. L' anello maggiore viene inlrodollo pel primo nell' arlo daoperarsi, e collocato nella regione piu aha della coscia. Tav. IV. A, Po- scia e pure iiitroiiotto il iniiiore , e collocato nella regione in- feriore della coscia corrispondente. Tav. IV. B Dopo di clie mcdianle le finestre esistenli in ciascun anello, Tav. IV. C, D vengono fermati i medcsimi con le viii Tav. IV. E,F al ira- verso d'acciajoj Tav. IV. G G il quale e posto all' interno, e parallellarneiile alia coscia. DlfTese le parti siillc qiiali gli anelli, devono far pressione con dei cuscinetli , un cuscinctto pure od una compressa h siiuata all' interno della coscia nel pnnto ove r arco Tav. IV. H, die e mobile suUa vite a tre elici, deve eserciiare la pressione necessaria per rompere in qnel punto mcdesimo 1' osso. Cio fatlo dopo avere adossalo il mezzo anel- lo sul cuscinctto in modo da porre qnesto a stretto contatto colla cute_, il Chiiurgo; die trovasi collocato all' esterno della coscia da operarsi, alFerra con ambo le mani ai lati dell' arco le parti molli interne che rivestono il femore , e le stira in basso, e all'Infuori, onde allontanare cosi maggiormente i vasi femorali dal punto nel quale 1' arco stesso deve eserciiare la necessaria pressione. Dopo di die il Cliirurgo ordlna ad un Assisiente di girare il manubrio della vite^ la quale con due 1 tre giri si allunga in modo da rompere in un istante 1' os- so. Fratturato il femore, si sraouta la macchina , e cosi si le- va dair arte. SPIEGAZIOrVE DELLE TAVOLE T A VOL A II. Fig. 1. R.tpprcscnta una anlica fraltura di feiiiorc male consolidata , il puiilo A iiiJica un esteso callo di durczza ehurnca. Fig. 2. II medcsimo femore inciso per la sua lunghczza. TAVOLA III. Le figure rappresentate in qucsta tavola sono la mela della grandez- za naturale. Fig. 1. Vile d' oUone a tre clici cbe s' insinua nel punto a dul tra- verso d' accinjo rapprcsenUilo ijclla iig. 2. Vedi anche la (ig. 14 A — La prccletla vite ha una testa che s' inncsla nel punto b del braccio orizzonlale Ibrmalo d' acciajo, e delineato nella fig. 3. Vedi anclic la Iig. 14 B — la qu.nlc testa e fcrmata niedianle un dado pure d' acciajo di forma quadrata. Vedi tig. 4,c fig. 14 C^ Air eslrcmila del descritto braccio opposta a qucija in cui s' innesta la testa della predclta vite trovasi il nianubrio di legno fig. 5 e fig. 14 D passante per la spina stabilmente fissa all' eslremita del brac- cio orizzontale fig. 3. d , il quale manico e fermalo in testa ad essa spina niediante il dado fig. G. sovrapposto ad una piccola pia- strina forata d' acciajo fig. 7. e fig. 14 E F in modo die il det- lo nianubrio riniane mobile altorno di essa spina. II traverse d' acciajo poi rappresentato dalla figiira 2. — lia nel mezzo una vite feniniina cc, Vedi antlie la fig. 14 (} entro cui gira la descrit- ta vile fig. 1. — Nello slesso Iraverso vengono fermate le due anclle fig. 8. fig. 9. e fig. 14,11, I per luezzo di due vili d' acciajo fig. 10. fig. 9,y e fig. 14 L,M. Fig. 11. Arco d' acciajo in cui trovasi un' impostatura cilindrica g- nella quale e inlrodotia la testa iiiferiore della vite fig. 1 . //, fig- 14 N — Sulla eslremita inferiore di quesla vile nel piinlo / e pralicato un solco circolare corrispondenle ai 4 fori esislenli iiell' arco suddelto i due anteriori dei quali sono segnati A,/, Vedi anclie fig. 14. 0,V, entro cui si introducono. c si fissano due .spine passanli fig. 12, e fig. 13. le quali si insinuano per la meta della loro grossezza nel solco in guisa cbe, nel tempo slesso clic tcngono adercntc 1' ar- co air eslremita della vite , lasciano libcrameulc agire la vile in moto circolare . Fig. 14. Rappreseuta la maccliina montata. N: Co in 111 .Toin: X Tab: II. .u, \, ife \ ^^ ^ 'St0t '* '.#' ;.Betbni ad Tvn.^;e^ inl«.p:3d. Lit.Gaspar' Tab: III. lil G»»pavi Tab: III, .^, t B»thni inikt li|,Gii»pai> N: Coin 111 : 'Pom : X Tab: IV. ( .BcHini *niip Lit Gatuari INTORNO LA GALVANOPLASTICA IIEMORIA POSTUMA (*) DEL DOTTORE GIOVANNI BATTISTA BIANCONI Prcceduta Du un ccnno sopra i varj lavori dcllo stcsso. GENNO SUI LAVORI DEL BLVNCONI u 'na delle piu belle scoperte del nostro secolo, e incon- traslabilmenlc quella della galvano-plaslica ; e dopo la pubbli- cazione del processo , col quale il celebre Piofessore Jacobi di Pieiroburgo , suo invenlore, oitenue que' bassi rjlievi in ra- me, che riscossero 1' ammirazione, e lo stupore Umiversale. uiolli si accinsero a porlo in opera , alio scopo principalmen- te di renderne facile, ed immancabilo la riuscita. La difTicollh, che per la prima si prescnlo agli esperimeii- tatori , fu la resistenza , che opponeva il deposito metallico ad essere staccato dall' oggello soltoposto al processo galvanico, onde averne una fedele riproduzione. A togliere una tale re- sistenza prodoita unicamcnie da una forte aderenza del depo- sito alia forma , molti rivolsero ogni loro pensiero alia ri- cerca di sosianze la cui iuterposizione rendesse nulla tale a- desione . Mohi trattali pertanto furono pubblicatl di galvano-plasiica, ne' quali appunlo risconlransi acccnnate varie sostanze, com- mendandone 1' uso in forza di felici risultali oitenuti in via di esperimenti . (*) Letta nella Accadcmia Jell'Istitulo dellc Scienze il 28 Gennaio 1847. T. X. 31. 262 Gio. Battista Bianconi Fra quelH, die s' interessarono di readorc vantaggiosa per tal modo sillatta invenzioiie , merita parlicolare menzione il Dottore Giovanni Bauisla Bianconi, rapilo nel fiore degl' aa- ni , c ncl monicnto , clie avcva dalo cainpo di luiuire lante belle speranze di giovamento , e di luslro alle scienze fisicbe, per le moltc , e profonde sue cognizioni, quali vengono ri- sconlrale nolle varie sue meinorie; quantunque in queste, le invenzioni , od osservazloni sue scicnlificlie , siano da esso e- sposte semplicemcnle, concisamente, c nudamenie , e cio in grazia della grande umilla e delicatezza dell' aninAO suo. Sia- ini perlanto conccsso di recarc alia uiemotia dcU' oiiinio mio Collega un csircmo tiibulo di amicizia^ c sia grato a' suoi concilladini , ed ai cultori dclle scienze fisiclie di avcre in brc- vi ccnni i varj snoi lavori; lo die varra al doppio scopo , e di scrvir dl prcambolo per I'intelligenza della Memoria postnma che qui si pubblica , e di saggio doll' amore con cui egli si era consacrato sin da' piimi anni a quesii studj. Era ancora studenie il Bianconi allor qiiando nel Maggie del 1834, presoulo all' Accadeniia delle Scienze in Bologna, la prima sua memoria risguardanle la descrizione dl un niio- vo Microscopio da esso inventato , c coslruito . Questo microscopio consiste in un prisma triangolare , e retlangolare di crislallo, avenle convesse le due superficic ad ingolo retto, e plana la lerza; e cosl in un sol pezzo di cri- itallo si ha un microscopio fallo di lente , e di spccchio. L'og- ^etlo viene collocato su di un piano orizzontale di voirOj che puo essere rimpiazzalo da un allro piano di materia non dia- fana, onde rivolgere a lalenlo l' osservazione su corpi tras- paronli ed opachi coUo slrnmento stesso . Tale microscopio ha il coiiiiJerevolo vanlaggio sopra li scmplici, gia conosciuli, di poter unire ad una somma chia- rezza un forte ingrandimento , e 1' Autore ne presenlu alcu- ni , da esso stesso costruiti, che possedevano con chiarezza un ingrandimento di 46 diamctri, ossia 2116 volte in super- iicie. La forma prlsmatica del cristallo da inoltre all' istrum onto Galvanopi.astica ecc. 2G3 il prcgio ill servire da camera lucida per copiare li oggelti gia ingraditi Tale mcmoria b inseriia nel liiiUctliiio delle scienze mcdi- che di Bologna fascicolo di dicciiil)re 1834. Ncl 183*J il Bianconi gia frcgiato dcU' onorevole titolo di Alunno doll' Accademia scieniilica di Bologna, lesse una me- moria nella sessione doll' II. Aprile, nella quale viene falta la descrizione di un nuovo islrumenlo per livellare^ di sua iu- venzione. La poca esaltczza coUa quale 1' Antore vide eseguirsl tan- li lavori murarj, e ritenendo csserne di cio cagione 1' inipos- sibilila di potere i capi maestri muratori^ laslricatori , ed al- tri artisli , provvedcrsi di isirumenti , il prezzo de' ([uali sor- passa i loro mczzi, lo indusscro a proporre un' islromento , clie alia sensibilila d;iila delicalezza di simili operazioni ricliie- sta, unisso ancora la propriela di essere alia portata di lulli li Arlisti di val genere^ e per la tenuiia del costo, e per la sua semplicila tale da essere da essi usato con sicurezza. La co.striizione del nuovo livello , fu all' Aulore suggerita dalla proprieta delle superficie d' acqua stagnante j di disporsi perfettamonte orizzontale, unilamenie all' alira proprieta co- mune a tutle le superficie levigate^ di riflettere i raggi di lu- ce seguendo la nota legge d' eguaglianza fra 1' angolo d' iu- cidenza ^ e 1' angolo di rillessione . Un vaso quadra ngolare le cui pareli e copcrchio sono di vetro per osservare, e difl'endcre al tempo stesso dall' impul- se del v^nto, il liquido cbe ne cuoprc il fondo, collocate nel mezzo di un' alidada di Icgno , e due dioptre, sono il lutto del nuovo livello, come si legge nella mcmoria regi- strata ne' nuovi annali delle scionzc naturali (Bologna fasci- colo di Marze IB-JU.) Una lerza raemoria fa pubblicaia sepra une sirumento sce/- nografice. Questo 6 consimilc a quelle del Padre Bettini, ma fornito di tali caralteri di precisione, da essere ben distinto da quello , gik caduto in dimcnlicanza . La memoria e cor- redata di una tavola rappresentante lo sirumento del Bianco- ni; da essa puo senza dublMO arguirsl dolla somma precisione, die rendc pregevole lo slrumeuto, che serv'i a dissegnarlo . 2G1 Gio. Battista Bianconi (V. Annali delle scienze naiurali di Bologna anno '(840^pag. 4G2.) La qnarla memoria pubblicata dall' Autore trovasi inlilola- ta -= Ccnni iiilorno all' OriginCj cd ai process! dell' arte gal- vano-plastica del Donor Gio. Baliista Bianconi ■= ( Nuovi annali delle scienze naiurali di Bologna Tomo VI. ) In quesla memoria dopo una concisa ennarazione storica risguardanle la scopcria del lacobi , passa l' Aulore a descri- vere gli Apparali coi quali si ouengono le impronle galvano- plasiiche , ed in particolaro metle son' occhio i metodi de' Si- gnori lacobi, Mariaiiiiii, Pulili, Spencer, Eisner, e Kobell. Descrive il processo elellro-plaslico , per ottenere li bassi rilievi , e qui trovansi riiinite tutte le migliori avverlenze dei divcrsi Antori, che lianno scrilto su tale soggelto^ e fa os- servare il vantaggio grande , cbe la galvano-plaslica puo rice- vere dalla csatta esecuzione della legge elettrometrica, per I'au- nienlo di eCfelto della coppia Voltaica , ritrovata , ed inserila dal chiarissimo Signor Prof'essore Marianini nel suo •= Saggio di esperienze eleltrometriche . =— Parla de' bassi rilievi galvano-plasiici otlenud mediante for- me secondaries enumerando qnesle con quell' ordine col qua- le furono assoggetiale ad espcrimenlo dai rispettivi inventori, e quindi descrive quelle di piombo, di cera plastica rico- perta di foglia d'oro, o d'argento_, o di ottonella secoudo il Marianini; quelle framniisle a polveri metalliche; quelle di gesso, aumentandone la facoUa condultrice per 1' Elellrico se- condo il Solly , mediante l' immersione di queste in una so- luzione di nitrato d'Argento, e di cloruro d'oro, lasciando scccare, ed annerire ogui strato successivo alia luce come leg- gesi nella ^ Biblioteque de Geneve Tom. 26 pag. 398 <=. Descrive le forme secondarie , che venncro suggerite dalli Si- gnori Spencer, Eisner, Pulili, e lacobi , e qnella per ultimo di S. A. Massimillano Duca di Leuclbenberg formata con siearina spalmata di grafite ridolta in fiuissima polve, col qual niclodo in quella guisa , che si oliennero de' conj di rame, si poirebbcro ottenere ancora dc' Busti delle Statue ed altro . (Bulleilin de S. Petersburg T. 8. N. 9. 1841.) Di qui passa a Irallare della moltiplicazione de' rami incisi G.VLVANOPLASTICA ECC 2G5 da stanipa, per via jjalvanica , descrivendonc i metodi ritro- vati e iiulicando le cause presume della adesione invincibile die lalvolta s' incontra Ira il rauie inciso, e il deposilo , non die i mezzi pioposli per eviiarla ; come pure espone li cspe- rimenli iustiluiii da' Aulori diversi^ per ouenere colla massi- nia perfezione le laslre galvano-plasiidie per la luoltiplicazio- ne de' dissegni, Dopo tutto cio si fa a parlare della doralura dell' argento , deU'oUone, e del rame, cojne pure della plalinaiura , e ra- iiiatura per via galvanica , cilando i nietodi difierenti rilro- vati, cd iisali fino al 1841. Due aggiuiUe danno fine a questa memoria. La prima ver- te sopra alcune modlficazioni della pila elellrica , ed e un articolo esiratto dal •= Phiios. Magaz. Febru. 1840 nellalii- Ll. iiniv. de Gen<5ve T. 2G. ~ La seconda conliene nove esperienze dal Bianconi inslilui- te^ e che egli distingue ia tre generi. 1°. quelle faile suUa pre- cipitazione galvanica del rame operata sopra 1' ordinarie for- me metalliche; 2°. suU' impiego in galvanoplaslica delle forme di stearina cosperse di polveri melallicbe; 3°. osservazioni so- 2>ra alcune modificazioni , e nuove applicazioni del traltameo- to dei melalli col presidio dell' elettricila. Li dellagli e nuove osservazioni di cui sono fornite le pri- me sei , non che 1' atlinenza del lore argomenlo colla INIem. postnma ci persuadono che sia opportuno di inserirle qui per intero Osservazioni fatte sulla precipitazione galvanica del rame , operata sopra forme metalliche E sperienza prima Usando 1' apparato semplice per oltenere rimpronla di questa medaglia (1)vi impiegai (dice il Bianconi) una soluzione di solfaio (1) Medaglia di Argento quasi nuova 2GG do. Battista Bianconi tli rame purissima composta nulla proporzlone di una parte tli cristalli Ji solfalo cli rame, c citiquc di acqua; una sohizione aciila foriniua dl una d' acido solforico e 1 SO d' acqna ; zinco ainalgamato del dianictro di 0.™ 07 cioo circa O," 0.^ di piu dl quello della mcdaglia , c lullo vonne condoUo alia maniera iiella quale ahrc volte ebbi buon csito iinpiegando invece nie- daglio di rame. INIa qui il deposilo al primo suo apparire si inostro di color rosso cupo , e disuibuilo irrcgolarmenlc sul- la supcrficie della medaglia, lasciando spazii lolalmenle sco- perli per non poco tempo. II galvanonietro scgnava circa co- me nelle altre cspericn/.e, che erano a pari circoslanze con me- daglia di rame. In seguito l' esperimenlo preso un andamen- to regolare , ma riconobbi lo sconcerlo accaduto quando se- parate il deposilo dalla raedaglia trovai porzioni di quello da lui staccato infisse su rpicsla e viceversa. AUora la perdita della medaglia , e la possibile perdita di altri oggclli pregcvoli mi impegnarono a sludiare la causa deir accaduto caso. Insliluii al tal uopo alcuni esperimcnti pei quali pcro non la saprei ferraamente assegnare , tuttavia mi pare di poter dire die una superficie d'argento (metallo elet- tro-uegativo rispelto al rame) nel ricevere il deposito di ra- rue si trova in circoslanze ben proprie a disturbare l' unifor- me distribuzione del lorrente elettrico die assorbe; poiche co- minciando il deposito in un luogo piuUosto che in un altro , come ordinariamente accadc nelle medaglie di rame per pic- cole dilTerenze dello stato, o forma della superficie la pre- senza di due meialli etcrogenei , argento e rame^ immersi nel- la soluzione di solfalo di rame coslituiscono una vera pila, la quale bonche debole mi sembra che possa basiare per pro- durrc uuo sbilancio^ notabile nella predetta distribuzione. Im- perocchu dietro le osservazioni del ch. De la Rive il rame , come clemenlo posilivo di queste pile parzialij essendo intac- catOj oflVe alia corrente principale un ingresso piu facile ia confronto ad altro rame non intaccato , e molto piu facile poi in confronto ad una superficie d' argento forbita. Cosi ho cre- dulo di poter ravvisare un allluenza straordlnaria di corrente eleltrica in que' prinii depositi^ e di poter altribuire alia sua energia T alterazione provala dalla superficie dell' argento , Ga.lt ANOPLASTICA ECC. 2G7 cssendo slato appunlo soluinto soUo cli essi die si e verifl- calo il sinistro Icuonicuo . L' elemeiito ncgalivo poi riguardalo come catode, ofTre di spccialitii pel nostro caso,che il grado di pulimcnio nelle diverse paili dflla lormaj come modcra la sua atliludine in ricevere la corrcntc elolliica, rallenta rispellivamenlc il piogresso dolla precipilazione. Dediizione cavata dall' aver vcdiuc alcune for- me hen forbile rcsiare ([ualcho tempo solto il processo gal- vanoplaslico senza coprirsi di rame. •= Elemenlo posiiivo = Se lo zinco con ciii ordinaria- nicnle si forma 1' elemenlo positive delle pilc^ non e distilla- to ma di commercio, per le sue impurita esige di essere a- malgamato alia sua superficie per polersi avvicinare, coi suoi elTciii a quelli dello zinco dislillalo. Per breviia ommclto di esporre i moiivi die indussero i fisici ad adoltare cpiesta pra- tica J e gli cflctli die essa produce: sollauto diro dell' influen- za (lie mi e sembrala aveie sul nostro esperimenio. Da alcune esperienze inslituite al fine esposlo risulta , die due esperimonti condolti alia stessa maniera , pero essendo lo zinco deir uno apparalo anialgamalo , e quello dell" altro no , quando si opera in certi limili di aciditi del liquido ec- citatorCj e quaniio si considera il processo in un certo perio- do di tempo si trovano concordi s'l neU' indicazione del gal- yanometro die uella quaniiia del prodottp. Esperienza secondpi Essendo il liquido eccitatore composto di acido solfo- rico par. 1 Acqua i 1 50 Diametro della medaglia 0." 044 Diameiro dello zinco , . . . 0.™ 070 In 24 ore si e ripristinato di rame sia coUo zinco anialga- malo o no Grammi 3,83; il galvanometro ha dato appros- simativamcnle le stcsse indicazioni . Modificando in vece 1' esperimenio , coll' impicgare per H- quido ecciiaiorc una soLuzione piu aclda di quella adoperata 2G8 Gio. Battista Biancoki nel precedenie , lo zinco amalganiato resiste UUtavia a com- pire il suo ufllcio^ anzi con piu energia, e l' allro da luogo ad uno sviluppo tumuluioso di gas idiogene riprovabile per molii llioli . 11 confronlo degli clletli, dello zinco amalganiaio qiiando si trova in qtiesla condizione, fallo con quello del I'altro zinco parinicnli amalganiaio dell' espeiimenlo prece- dente , nianlcnendo costanli uuie lo diraensioni ivi adoiiate, si puo rilevare daU'esperienza 3. Fraltanto osservo che rdemento posilLvo riguardato come anode, per la presenza del mcrcurio alia sua superficic ^ per- clie COS! si maniiene sgombra e puliia, sembra che ofl'ra al- ia corrente elellrica un egiesso in un modo suo particolare; poiche in questo caso il deposito mostra nel suo rovcscio le parli cave sempre profonde egualmcute an che piu di quello che lo sono nella forma stessa. Nel menlre che impiegando lo zinco non amalgamato, la di cui superficie e presto co- pcrla di ossido , il deposito di rarae al rovescio va appianan- do le sue irregolariiu di mano in mano che cresce. Da quests osservazioni, e da altre che tralascio per non esser prolisso , ml sembra di poler dedurre che la pratica di amalga- mare lo zinco economizza il tempo nel quale si compie il processo , rende questo regolare, e che riesce mile quando si modera in parte la sua azione con quel compensi chel'in- jfluenza delle altre parll dell' apparecchio puo prestare, indi- pendentcmente dal diminuire 1' acidita del liquido eccitatore. Tali sono le proporzLonalila della sezione delT anode a quel- la del catode , ed alle resislenze offerte dai liquidi e dai so- lidi , per conseguenza alia sezione del lamburello , ed alia di- stanza dei due elettrodi . Ma ecco una esperienza che ho ri- pelulo raolte volte con felice successo e coa costanli risultati. Esperienza terza L' apparato era composto di un vaso cilindrico del diame- di Oj" 1 1 contenente grammi 305 di acqua acidulata nella prO' porzione di j^g Dlametro dello zinco . . . . . . O^O? GALVANOrLASTlCA ECC. 2G9 Diamctro dcUa forma 0,04 Dislaiiza dello zlnco dal fondo del vaso. 0,05 Distanza fra gli elettrodi 0,05 Diametro del tamburcUo . , . . . 0,08 In 24 ore Rame riprislinato Gram. 5^53 Iinpiegando Zinco « 7,14 Mercurio per amtilgama ► . . . « 1,02 Acido solforico « 2,76 Solfato di rame « 17,28 (1) Durante 1' esperimento , la superficie dello zinco amalgamalo si manlenne puliia, pero coperla da alcunc bolle di gas^ le qiiali non separandosi non permeltevano alcun vero svikippo di gas idrogeue; altravcrso del liquido sotto lo zinco si poteva vedere il progresso della sua dissoluzione mediante lo scolo del sol- falo di zinco che andava ad occupare la parte inferiore del vaso; nel lamburello atiraverso la soluzione metallica appa- riva la rinnovazione del Hquido il quale essendo in conlallo coUa forma veniva spogliato del rame, resa sensihile a guisa di una esalazione vaporosa per ud' asceusione del liquido piii (1) Dair esame di queslo calcolo si comprcnJera cliel' esperimento non elo di zinco sull' immagiue fo' togcnica , o su di una sua riproiluzione in rame, e poi se I' ai^es- siino assoggetlato all' argentatura j indi ad un ingrossamento col rame avremmo ottenuto un placchc di rame cd argento coll' imma- gine snfjici entemente distinta . Nel qual caso si vede che nello scambio chimico che qui a^'vicne delle mnlecole di argento con quel- le di zinco , le prime ontrano nelle stesse condizioni = suUa stpiada forrata eleilro-pneumaiica, del Signor Jobard, di- rellore del mnseo d'indusiria a Biusselles. Li due ariicoli trovansi nel fascicolo di Gennaro 1847 dei nuovi Aunali siinnominali. Nel giorno 28 geanajo 1847 lesse il Bianconi un' altra sua RIernoria suUa galvano plaslica all' Accademia dcUe Scienze di Bologna. La Memoria e quella che ora viene qui lelteral- nicnle liporiata e die 1' Auloie (se poclii mesi dopo (1) non fosse stalo rapito in seguito di brevissiina malattia) avreb- be pubblicalo unilamenle ad un tratlato elemenlare di elettri- cilh, eh' egli aveva incominciato appositaraente per gli Artistic e cio per seguire I'ardenle suo desiderio, di istruire 1' Artista e melieilo alia poriaia di porre in opera il processo galvano- plaslico , e vedere cosi coliivata e messa a profuio uella sua Palria uua si bella iuvenzione . DoTTOR AciiiixE Makchisio MEMORIA POSTUMA SULLA GALVANO-PLASTICA DEL DOTTOR GIO. BATTISTA BIANCONI NeU'alira mia memoria, che ebbi l' onore di presentare a quesla Accademia, nella sessione del 1 .T Maggio 1845, sopra un punto arduo deU'arte di servirsi dell' eloUrico , per model- larc oggclli in metallo , esposi le mie congeiture, sulla cau- sa deir adesione invincibile, che qualche voUa contrae un de- posito galvano-plaslico coUa propria forma , qiiando e metallica, (1) Manco I'll Agosto 1847 in eta di anui 33. Galvakopi.astica ecc. 289 c non sollanlo niclallizzata , c fia quelle piii fiequcnlemonte (jiiaucV h levigala , e brunila . Aildiissi le ragioiii lendeiui a di- inoblrare T iiiiporlaoza del soggello , ed il biaogiio di studia- ve quesio punlo teoiico praiico, tanlo piu die il caso specla- le dcUa mohiplicazioiie galvaiio-plaslica degll oggclli levigali e quello , clie come per iiii lato e il piu lacile ad inconlrare quesio accidenle , daU'allio e il caso in cui 6 niolto dannosa la perdita di tali oggelll esposli al processo elellrico , come di inollo vanlaggio riesce la folice nioltiplicazione di essi. In oggi lorno sii quesio argomenlo con nuove ossei vazioni, e pro- ve in appoggio di quello, che esposi, e terminero colla tlcter- iiiinazione del limile della maggiore intensila della correnle^ che puo impiegarsi in tal caso, cio che oinmisi T alua volia essendomi arrestalo alia deteruiinazione della niinore inlensiia. Ridussi lulla I'arle per la buona coiidolla del processo^ quan- do trallasi di oggclli levigali di melallo , a regolare, e pro- porzionare la correnle elellrica iu modo , che questa invesU uniformemente Uitia la forma, o modello nel primo momen- to , in cui e abbandonato al processo elellrico , non sollanlo coir osservare il parallelismo fra I'anodoj ed il calodo , nia Lcn' auche , e priacipalmente inipiegando una correnle abba- sianza iuiensa , per vincere ad un trallo la resislenza, che odre la levigalezza della superficie da cuoprire , all' ingres- so del torreule elellrico . Slabilii per limile della minor in- tensila della correnle elellrica , the si puo adoperare con riuscila 1G,r)8 d' inlensiia assolula per ogni decimetro qua- dralo di superficie da cuoprire di rame. E dissi , che se si fosse impiegala una correnle in proporzione niinore a que- sta, ollre al compromellere l' oggello da riprodnrre, sareb- bero seguili anche i seguenli fonomeni; cioe I' oggeito non sarcbbe slalo riveslilo ad un tratlo del velo di rame, e si sarebbe veduta la sua superficie cuoprirsi irregolarmente di rame nella pcriferia, e nei punli , che ofiiissero qnalche sca- brosila, reslando il rimanente scoperio per lungo tempo sol- to la soluzione di rame, e sollo f iiiOuenza di una furiosa riduzione galvanica del melallo . E finalmenle feci pure os- servare , che quelle parii dell' oggeito , che resistettcro fin da principio senza veslirsi di rame , erano quelle le sole, che 290 GlO. BatTISTA BlANCONI avevano aderito al coinpleto deposito . RigcUai 1' opinione co- niune^ che quell' adcsione provenisse da una semplice azione tlel li(piido, sulla parlo scopcrla della forma , clie vi ha sog- iiiorii.ilo imiULMsa per (pialclie lompo, e iiiisi innanzi die I'ia- sienie dei falll mi condiicevano a credere, che l' aUeraziono, che riscoiilravasi oella forma per la quale aderiva al suo de- posito, puo riguardarsi piultoslo qiiaU elTolto del trovarsi essa scopcrla in prosenza della elcUrolizzazionc doUa soluziono me- lallica. jMa ecco, o chiarissimi Accademici, i nnovi argomcnli, che porto ill appoggio di quosl' asscrzioue , gli uni dei quali ho tralli dair esame analilico dello scamhio, che si suppone ac- caderc dcUe molecole del corpi , che hanno parte nel giiioco clettrico della ritliizione del rame, gli altri poi dai risultati di espericnze inslituile cou qiiesti priucipj . Primierameute osservo, che la parte scoperta di una forma neU'apparalo galvanoplastico soggiace all' azione della decompo- sizione deiracqna, qual' efletlo primario della correnle eleltrica^ e quiudi all' azione dell' Idrogeno , che deve combinarsi col- V ossigeno dell' ossido di rame, per promuovere la dccomposi- zione del sale slesso. 2.° All' azione dell' ossigeno che deve portarsi suU' anodo, o sullo zinco per ossidarli. 3.° Alio svol- gimento dell' acido solforico libero, che deve portarsi sull' al- tro eleltrodo per scioglierne 1' ossido , e ftirne un solfato ; dun- que tal parte scoperta della forma e presente ad un giuoco di afTiniia assai complicato, che la melte in una condizionCj che non e la piu folice per conservarsi inalterata. Di piu se ha luogo una furiosa ridnzione del rame , in guisa , che si precipili 1' ossido del mctallo, come appunto ho dello, che si osserva accadere al principio dell' operazione, la parte sco- perta deir oggetto e esposla anche maggiormente agli elemen- li deir acqua , che viene decomposta piu di quello , che por- ta la riunovazione della soliizione . Ed e appunto vicino ai pri- ini deposili, che si osserva la massima altorazione della for- ma, poicho se si riesce slaccare con forza un deposito aderitO' per esempio ad una medagila, e si esamina l' uno , e 1' al- tra, si rileva, che vi e un bordo in cui il metallo e rimasto inaUeralo (che e forinato dai primi deposili) susseguilo da una- Gai.vanoplastica ecc. 29 i xona, chc ha i caratteri dclla massima alicrazionc la quale di- ininuisce gradalameiite fino al ccntro. Osscrvazione, clie b in opposizione all'opinione, die 1' al- tcrazione dclla parte scoperia della forma, sia dovuia ad un'a- zione dol li(pudo seiDpliccinente , pcrchl' la tiene iinmcrsa liin- gamcnle; poichc qnclla parte, clie piu a liiiigo rimase sco- pcrta dopo i primi deposit! , e quella die e mono allerata. Veniairio ad una lerza causa, die io riguatdo andie di inaggior peso dellc prcccdenii, e clie e dipendente da una a/ione deile correuti elcuridie dissiniile da quelle considera- te fin' ora. Ognuno sa^ die in un apparalo di riduzione composto con anodo di rame, di lanio si scioglie queslo , di quanto si ve- ste il catodo. Ognuno sa panmenti clic un pezzo di rame sospeso nella solu/ione i'ra 1' anodo ed il catodo di tanto si veste di rame dalla parte, clie guarda l' anodo, di (juanto si spoglia dalla parte, die guarda il catodo , nia nessuno lia osservalo die cosa succe- tla , se qiiesto pezzo di rame iosse oltremodo forbito. Ecco il caso della porzione della forma levigata, die rimane sco- peria in presenza di una sua parte , die riceve il deposito. Questa e quelle sono sempliceniente lambili dalla corrente e non attravcrsrai. In tal caso questi corpi risentono un' azio- nc della corrente eleltrica, riconoscibile all' alterazione , die produce alia loro superficie , ma cbe e pero di genere diver- so da quella prodotta dall' azione ordinaria deconiponenie ^ e ricomponenle. I futii perianto , die ho osservati di questa nuova azione, che per brcvita, e chiarezza in appresso chianiero azione la- terale della corrente eleltrica , sono i seguenti. Se si dispone un disco di rame orizzontalmcnte al fondo di un lamburcUo in un' apparato senjplice di riduzione soilo la solnzione di solfato di rame, e si port! la punta del filo di rame^ che per altro cstrcnio tocca lo zinco , a qnalclie di- stanza sul ccntro del disco, ognuno prevede, die il disco si corrodera incooiro a questa punla , e si vestira di rame alia periferia. L' espericuza e prouta a confermare, quando piac- eia , lutto cio appuulino , ma se il disco era assai forbito , contro 292 Gio. Battista Biakconi ogni aspeilativa succcdc dlversamenle . 11 disco non mostra di cuopriisl di rame in alcun luogo , e rinconiro alia punla ap- jiariscono doj^l' anclli colorati. Sc il disco fia d' argcnlo forbilo il fcnomeno ha luogo piii facilmcnle, ma divcrso , il disco non si cuopie di rame, e qui sarebbe facile vedcrne le piu piccolo liaccie, e rincontro alia piinta diviene laniiginoso , e sembra, per una materia so- vrapposta, bianchiccia. Qiiesla areola inconiincia a comparire dopo poclil minuii dacche e insliluita Y csperienza , e lascia- tala aiuncnlare per 12, o 15 ore, non fa die dilalarsi senza cambiarc d'aspcUo. Se il disco era d'argento dorato, il fenomo- no appariva come quest' ultimo, ma se non dopo moke ore. Qtiesti fall! hanno analogia forse coir esperienza dei coiii eleltrici dinaniici di mercurio del Davy, in (juanto che la corrente mostra una tendenza di tenere la via della superfi- cie piultosloche atlraversare i mez/.i , benchc buoni condulto- ri, ed hanno analogia coi risultati dell' eleltrografia del Ma- rianini, e coi deposiu spontanei di rame nel tamburello de- gli apparati semplici galvano-piaslici in quanto che sono ef- felti della corrente^ die produce dietro al suo camino, e noa ncir ingresso J o sorlita dai corpi come si erano studiati fino ad ora. Falii in ultimo, che hanno pure analogia con uu' al- tro osservato dallo stesso Davy, che io riporlero qui quale appoggio imporlanle della mia proposizione . Ei dice , che clettrollzzaado dell' acqna entro un vaso di vetro , si allerano le sue pareli, e col progresso dell' espe- rienza non tardasi a riconoscere sugli eletirodi di platino I'a- cido idroclorico nell' uno , e la soda ncll' aliro provenienti dal sale marino , che servl qual fondente nclla fabbricazione del vetro. Egli ammetle, che si manifesli un' azione chimica pel contalto dei solidi , e dei liquid! la quale e si tenue , che i suoi prodotti sfuggono ai reattivi i piii sensibili di cui la chltnlca puo disporre , ma che se qucsti reatiivi sono insuffi- denti 1' elettricila puo suppUre in ragione della sua velocity e della sua azione continna, Questo modo di spiegare il fenomeno , forse potrebbe es- scre ammesso , per dar ragione degl' altri da me riportali ,. stt di che io non vogllo eutrare, ma qnalsiansi dessi, se per Galvanoplastica ecc. 293 la loro oscuriia fin ora non valyono a cornprovare, cl)e I'e- leUricilii agisca per qiiesta giiisa ad alierare la siiperficie ile- gl' oggolli , die si conscgnano all' apparalo galvano-plaslico , alrneiio spero , die proveranno, die 1' eleltridlh in correnle puo agire in un motlo, quasi del tutlo nuovo , o alraeno non preso a calcolo fin' ora in quesio fenoineno; e die la condi- zione delle forme , di essere levigate , le fa soggclte a que- sto diverso modo di agiie della correnle. Passando qiiindi al secondo punto propostomi vengo ad oc- cupartni di;lle indagini iniorno al liinile inaggiore della iolen- sila della correnle elettrica, ivtilrnenle impiegabile, per la ri- produzione galvano-plaslica degroggetll di melallo levigate. La sola espeiienza nii ha guidato in qiiesta ricerca dopo la semplice nozione ^ die eccedendo neU'inlensila della cor- renle, put) rinianer libero, e idrogeno, ed ossigeno, 1' ultimo de' quali puo inlaccare la superficie della forma, e quiudi niandare a male ogni lavoro di lal genere. In poche parole il risultato e , die di poco si puo scosta- re daU'intensita minima superiormente accennata ; oltre di ch5 lio osservalo, die questo limite e un p6 varlabile anche a se- contla della qualila della soluzione metallica impiegata; poi- che r intensita della correnle 1 6,08 assegnala per cuoprire una superficie di un decimclro quadrato , e adaltala quando si impieglii una soluzione di solfalo di ranie, nella proporzione di una di side, e quailro di acqua. Ma se si adopera questa soluzione un poco piu satura, la correnle dovrh essere piu in- lensa, e meno quando si impiegasse una soluzione un poco aci- da , ed allungata. Se si eccede coll' intensita della correnle, in tulti qnesii cosi , il deposilo incontra adesione colla forma con caratteri distinli da quelli di cui abbiamo parlato fin' ora, die accompagnano l' ailesionc fra deposilo e forma , prove- nienlc dal non avere impiegata una correnle elettrica sufli- cieniemente intensa. In tal proposiio si disse , die il deposi- lo non compari rcgolarmente , e die aderirono solamenie quel- le parti della forma , die riraasero scoperte , durante ua T. X. 38. 294 Gio. Battista Bia>co!si peviodo del processor in quest' allro caso invcce il dcposilo e uniforme sul suo modello , e conirae scco un' adesionc gene- rale . Poco adunqiie di lallludine viene accordala nel liniite deir inlensit;i dclla corrctUc rclalivamente alia concenUazione della soluzione melallica. Qaeslo peio mi ha permesso di tro- vaie per quanto mi setnbra , la spiegazioue di una anomalia, che incontrasi ncH'csercizio pratico. Nel tratlatc piii volte la riproduzione galvano-plastica del- le immagini fotogcnichc, ini souo accorlo, che fra le buone copie avevano luogo due successi diOerenlissimi . Impcrocche alcune di esse si ossidavano dopo un'ora, o due dacche era- no state felicemente separate dalla sua forma, ed era utile il solleciiare di porle subitamente nel portafoglio , come viene suggorilo da chi ha traltato di tali malerie, ed altre per r opposlo potevano conservarsi per alcuni mesi senza di- fesa alcuna ; servivano esse pure di forma, e couservavansi nel loio bnono slalo . Cercai di preseivare le prime dalla spontanea ossidazione, vestendolc di una leggiera argentalura , per via eleltrica , la quale quanlunque ben riuscita non valeva a difenderla . Ho variato qucsta pratica in varie guise da cui sono emer- se altre considcrazioui speciose, die era onietto per breviia, e lerminero coll' esporre cio, che mi condusse ad avere co- stantemente le prove in rame conserval)ili . Superiormente ho delto, chela riproduzione di oggetli le- vigati u felice, purcho si adoperi una conente elettiica di ii- na intensita proporzionata all' ampiezza della supeilieie da ve- stire (li rame, e proporzionata alia concentrazione della solu- zione di solfato di rame, ma si risconlra una sola dillerenza, che quando la soluzione di rame e molio intcnsa , il depo- sito e generale, ma non conlinuato, ha la strultura ciistalli- na , e lascia cosi una infinita di spazielti scopcrli della forma , rapprescntando una guisa di fiiiissima rcte di rame. Percio le prove fotogeniche provenienti da un primo deposito reticola- lo sono appunto quelle, che hanno la massima tendenza al- r ossidazionc . Forse la loro supcrficie conterra de' pori ben- che impercetiibili alia vista armata anche di microscopio, nei quali si nasconda il principio ossidanle. Le altre prove ottenutc, G\l,VANOrLASTlC.\ ECC. 205 con una soluzione di ranie facile alia decoinposizione, clie protliiccvano un deposito coiilinuato^ sono idonlii'lie a quelle per r appatcnza , ma piii diirevoli colla loro dipiiitu e li:ii- pida siiperlicie. Faccio voli acciocche la honlii vostra o chiaiisbiini Arca- deniici voglia al solito compalire (jiiesli mici delxdi sindj ^ i qiiali se troveranno nel favor voslro un incoraggianiento , a- vro in qucsto nuovo impiilso a conliniiare qnosii lavori. DE FEBIU LYMPIIATICA O DISCEPTATIO VINCENTII VALORANI i;y ARcniGYMrf. bonon. medicin. tiieorico-pract. PROFESSOR. Ni isl valeturlo mea hoc anno se pessime habuisset , So- dales academici perillustres, atque ex nervorum vitio , ne di- cam pectoris , tanlum cepissem incommodum, ul saepe sae- pins ab ipsa meditatione deterrerer, miiiime hucusque addu- ctus essera ut coram vobis ofEcium jamdiu debiluni solverem ex inslituto loquencli. Sed quandoquidem me aliter gerere ne- fas fuii, humanitati vestrae confisus spero futurum ut me ex- cusatione excipiendum putetis, eademque de causa sat vobis factum arbitremini si pro elucubratione majoris momenti sim- plicibus nudisque animadversionibus medicinae iheorico-pracli- <"ae apud vos agam circa clynicum processum febris , quam appellant lymphnticain. Hac evectus spe , brevibus ago, ratio- nemque sermonis aggredior. Kotae diagnosiicae quibus lentae febres ab acutis discernun- tur: nosograpliia febris lyniphalicae : obscurilas ralionis ejus pa- lliologicae: argumcnta ad conjecturam ejus tum etiam cum nul- la indicia externa sufTragentur : quo pacto fieri possit, ut occul- te interdum magnas degenerationes paliamur texturae organicae^ {') Sermo habitus in convenlu. Acad. Scient. Instil. Bonon die 4. Mali 1848. 298 NiNCENrii Valoiwni quill ullatn exhibeanl siii tlirectaiu aiit apcrlam significalionem : quo piaecipue refcralur pliaenomenon vesperlinaruin exacerba- tionum, cl inaliuiuarum rcmissionum in uiorbis chrouicis : quae ratioues prae cclciis conferanl ad giguondam febriui lyinpliati- cani: cUibia ad scccrucndam banc lebrim ab fcbii elliica ^ ubi praecipue raiioncm habeamus descripliouuin utriusque apudscri- plores iberapiae spcciabs : qnam senlcntiam (niea (juidein opi- nione)lencre dt-beamus de febri lymphalica: dynauHcae et ma- teiialos circa organa iuuniilaliones, quae comilanlur cl conse- quuntur condiiioncni essenlialeui morbosam sysdieniatis his praecipue casil^us acgriuidine alVecii: quomodo status Lie mor- Losus lalius propriuui sit quoad nonuullas discrasias humorales : in quo generalim consisiaut bae di&crasiae , et quomodo sumen- dac siut a fautoribus docliiuarum solidislicaruiu : deui([ue ani- niadversiones aUquot speciales quae respiciunt ad lueihoduui rationalcin curationis, magis diieetam, et idoneani febri lym- phalicae : ecce vobis quaecumque singillaliin ex ibemate meo at- tigero, ea praecipua inei , qualiscumque sit, sermonis assumpta. Acutac febies ex quacuuique cenlralitate luorbosa peudeant, quaecuuique sit palhologica conditio unde foniitcm sumant et abmentuuj, per seriem successivain sinlhomatuui partini ad sub- slanliani paruna ad formam moibi spectanliuni, processu plus vel minus rapido , ad suum fmem adpropeiant , fausto aut infausto ad extremum exitu. Lentae febres e contra, plerum- que fallaces adspectu , saepius, inio fere jugiter efi'ectibus fu- nestae , spatio plus vol miuus longo^ et gradatim per phases et phacnomena , fernie dicerem, magis organica quaiii dyna- rnica, lente ad exilum procedunt^ quern saepe praecurrunt non niodo majus dispendium reactionis vitalis, quarn totius machi- nae absoluta dissolutio . Quae pauca , quiu alias atlingani qualitales per se sufficerent ad indicanduni quod et quantum discrimeu intercedat ad alterutrum ex niodis febriliuni al- terationum . In eis cernere est propensiouem plus vel minus nianlfestam , plus vel minus praecipitem , plus vel minus ap- lam et eflicacem ad gignendas materiales immulationes a mi- Tiima ad maximam in lextura partium , et in organismo, eo- dcmque tempore quodcumque operosum obstaculum, validam- que et apertam opposllionem quam objicere uovit facuhas De febri tYNrruxTicv 299 physiologica consetvairix, juxta varios giadtis ejus naiivae ca- pacitaiis . In his ex adverso perspiciimis , aiil nisi peispicere ialercluin liceat , fas esl conjecliirain iiiire iininuialiuiiuin or- yanicarurrij quae jam locum habueiint, laesionum aut exiguo aut inagno dainno in rnateiiali textorum coinpagc, decompo- sitionum el labuni plus vcl minus adliaereniiuni , plus vel minus inconigihiliuin j plus vel minus adlnic facienllum a J aiiipiot vitae reliquias: eodemquc paclo nalurain fermc omni- iio passivam, omnibusqiie suis conaliljus pleruuique succura- benlcm quibus, ul ul valeat, reficero lendal el ad ordlnem re- Yocaie, quotiescumque fas esset , ea omnia quae in macliina jam peiiuibala , disjeclnquc sunt. In eis morbus est actus ipse perluibalionis quae aut Gpcratur,aut in opere est in mixlio- ne organica : in his eO'ectus perlurbalionis jam in orgauismo consummalae. IlJuc numquam aberrando ab syslhemate nervo- rum, oporiel praecipue speclare condiiioncs dynamico-organi-, cas ordiiiis vasorum rubescenlium , impclumque fiaeuare et oflicia moderari . Hue ralionem pariter habendo ponderis ner- vosi respicere opus est polissimum organico-dynamicum statum vasorum alhesceniium ^ et juxla res el opus absorbentes facul- lales aul impellere aui exlenuare. Iliac special ad medicum, quanliun in eo est, vehemenler studere ul impedial exiurni qui accidere posset: hue exilum sarcire (|ui jam locum habuil et ejus efleclus reparare quoadusque fieri potest per facullates artis. Ilae, juxta opinionem nieam_, sunt notae praecipuae origi- nales quibus acumen ab chronicilale dislinguitur, alque has jugiter prae mente habere debet (piicumquc acicm intendal ia palhulogiam febrium conlinuarum processus turn aculi, turn chronici. His brevibus animadversionibus praemissis, quae prae- cipuo maximoque esse posscnt fundamento ad novam doclri- nam circa geucsirn et curalioncm morborum chronicorum (ab- sirusum el diflicilc argumentum quod exposcil adhuc a n)edi- cis optatam a!)solutionem) propius ipse accedam ad discussio- nem subject! theorico-praclici, de quo superius attigi. Febrcs Icnli processus varie ab anliquis ordinalae et in clas^ ses digcslae fuerunt; el juxta varias causas quae propius fa»- ciunt ad eas gignendasj et respectu liabilo ad synlhomala ma- joris momeuti quibus se produnt , varie subdi\"isac el disiinclae 300 VlNCENTIl VaLOUANI sunt. Si tamen factum clynicum ex ofTicio consulamus, quae est fortassis norma unica et potlssima ad distinclionem, et or- (linnniciitiitn morboruiii aptissimnm , non nisi tres earnm spe- cies aihuiinerandae esse videieiitur : idesl febris clhica , lyiii- phatica, el clorolica: cam facile ad iinam vel alteram ex his refcrri possiot species aliae omnes febrium lentarum quas scri- ptores recensent . Febris igiiiir lymphatica, de qua nunc sermo est, ipsa ea- tlem conslituii genus lentarum adfeclionum progresbivarum : et dum salis diblincias exiiibct accidenlales febris qualiiates (idest aUoraliunem ali([uam in proccssibus calorificis, simulque in ri- llunis arieriosis) depieliendiiur plane carens quocumque indi- cio partialis adfeclionis circa partes turn externas, turn inlimas machiiiae: adeo ut conditio pathologica, unde exorta est ^ ali- tur, et sustentatur, sedulioris invesiigatoris diligcntes inqui- siiioues obscura et occulta fallat. Cii;uacieres diagnostici qui de ea exbil)entur in scholis praeter febriles levissimos^ quos iiiodo indicavimus^ sunt aliquot treniitus , aut quaedam oiipi- latlo recurrens ad aliquas diei boras, instabilis aliqua accensio vespertioa caloris, frequenlia gliscens pulsadonumj genarum rubor, ariditas cutis, macies corporis advertenda. Quae phae> nomcna progressu temporis magis magisque invalescunt : et nuiriiionls angustia , et lotius corporis deterior status illuc at- lingit, ut ad extrema pulset consumpiionis. Interea nullum ap- parel indicium quod perducat ad morbosam aliquam centrali- tatem conslitueudam in machina, cui ratio tribuenda sit essen- tialis tantae physicae destructionis . Cui o-bscuritati succurrit mens enutrila scitis re-centioris doctrinae; et argumenlis ana- logiae e soxcentis aliis facds desumptae, pro certo hubet ra- ro deficere posse centrum unde morbus allmentum capiat. Statuere ilia nequaquam sciet an in pectore, an in alvo se recipiat, an pulmonis pars, an glandulae mesenthericae, aut pancreas scdes ejus sint: an allerutrum e systhematibus con- feral ad gignendum coraplexum phaenomenorum quae sche- mati nosologico febris lympliaticae tribuuntur: verumtamen se- cum ipse dnbitando baerebil , num hujusniodi visibilis perlur- halio fieri possil tanlummodo per poleiitias exteriores, influxu causarum fortuitarum, ila ut his modificuilis, aul abactis sperare I)e lEnni LVMPii.viicv 301 fiis esset reco[-lionoiii vitaliiun pcilmbalMrmn faciiliatinn , et reparalionem , aiil sarcimcn iion taiUum viriiiin corporis fra- clariim , qiiam iiiiileiialis ojiis orj^anici ncl cxircmnm dcpenli- ti el absumpli . Et no aiiimo Icviter hiiic sunVagcmur spei , nee fidaimis spcciebus sae|)iiis fallacihns, nos coliihet inemoria casiiuiiij quos prae ociilis liahiiiintis; lilsloiia occultaruiii iti- flammaiionuin , praecipue in visceribus imae alvi; casus occul- taruiii siipptiralionum in organo pubnonalij nuHis imlioiis mon- Slraiuibiis, qiins narral De-IIaen; monita celobraliisimi Mor- ca^nii : mininic saiis esse doloris absentiam ant febris. ut armi- nieMlcniur phlogosi, eailenique non levi carentem tubuin inte- sliiialem ; lalissiina snppuratio cerebralis abstpic iillo capitis do- lorCj et iiiiaclis funclionibus inentallbus, qnam Porlalins refert: degencrationes ovariornm, omenti, meseniherii disjunctae ab o- mni genere respectus syniliomalici proprii rclataeab Lierjlandio, ilcinqnc sexcenli hiijusce generis aclns, qneis redundant archivia anatonies palbologicae . Et si per expericntiani meam aliquid adcrescere posset exemplis supeiius adduclis, ipse narrare pos- seni baud soniel prae oculis habuisse vomicas et congestio- nes tuborculares , altas dirupliones cnjnsliljet modi, graves nee credibilcs alterationcs organi respiratorii, quin licuisset uilutn coliigere indicium in eo , qui easdeni celabat intus , aut ad fi- ncin vergcbat diversa penilns acgrotatioiie. Quae aniniadver- siones dccei)at equidein ut bono artis proferrent niodum mi- nus incertum ccrnendi, et conjiciendi in cihiologia morborum hujusmodi ; decebat ut aliquando filum quoddani suppediiare deberent turn ratiocinii cum analogiae in quibuslibct circum- slantiis alVeclionuni chronicarum , quibus per nndiiplirein et diversum complexum phacnomenorum exirinsecorum univer- salium , ne unuin (piiilem se prodit ex inillciis directis et pa- lliognomoiiicis , quae iluccs sunt hand fallaccs atl praesagien- das et relevandas recondiliores internas niateiiales alleraliones. Atque hie innascilur quacslio in palliologia maximi momen- ti , ([uia valet ad cx[)lauandas magis arduas dilficultates pra- xcos niedicae, et ad explicanda et patefacienda magis obscu- ra et involuia phaenomena . -= Unde fit, quaerilurj quod in morbis aculis Icviores immutationcs , qnae gignuntur in corn- page organica , superlicialissiniae alterationcs quae eveuiunt in T. X. 3'J. 302 V'iNCENTII VaLOBASI secrciioiiljiis machiiiae parlibiis^ uncle fit ul illico sui proporr tionatuin nee dcficiens praebeant indicium ? Unde fit ut per scricin svnlhomatuni propriorum inlegre conslitnalur aclspectus ille exterior nosologicus, qui dillert a scxccnlis aliis formis inorbosis, qui nnice compelens est illi specjali internae per- tiirbalioni ? Et quod magis admirandum est, baud fallax et proniptum exislat indicium ejus incrementi et decrcrncnti , valetudinis et invalitudinis, ipsiusque qualilalis exiluurn ad quos vergit? Ex adverso cum agatur de morbis cbronicis, quo pacto fit ut in- terdum in occuho locum babcant decomposilioues et degene- raiiones omniinodae in interioribus corporum noslrorum per- niutationes et deslrucliones potiorum e noslris visceribus, ve- gotaliones et succrcsccnliae cxtraordinariae, abnormes et vix crediliiles, quin complcxus luaclionum indicium praebcat re- speclivae perturbationis, quin organa quae adsignantur sensui ct consensui omnium parlium inter se directe ostendant earn pcrcipcre; quin appareal unde suspicio afiqua innasci possit vel levitcr aul in aegrotanle aut in medico ? Quaestioni baud qua- quam satisfacere leve est: nibilo tamen secius inspiciendo ge- nesim utriusque modi aegrotalionis iUuccscere videtur ratio inmensurabilis intervalli inter varios gradus respondcntiae phae- nomeuologicae respectivac ad geminos status morbosos supra- dictos . Transilus is irruens a salute ad aegrotationem , uti fit in morbis acutis , originem ducere nequit nisi ab violenlia et rapiditate causarum : actio sul)itanea et immoderata earumdera illico inferrc debet alterationem maximam in complexu facul- tatuni vitaliiuii . Yitales actiones sic subilo sic maxime disje- ciae et perturbalae, naturae consentaneum est ut assumant a- spectum et characlerem sibl proprium , et sensibus objicianlur immediate per productionem phaenomenorum quae antea mi- nlmc existebant. Orlgo morborum cbronicorum e contra pla- ne diversa proccilii ralione. I'rimae immutaliones quae ope- rantur in fibra a viribus nocuis sunt Icvis-simi momenli: ipsae gradatim eveniunt, et facta secundaria, quae eas necessario consequuntur , adeo minima sunt , ut scnsorium non sit iia exquisilum , quod eadem advcrlcre possit: inlerea ceutralibns morbosis mutationibus , quae identidem operantur, adeo De FEnni LYMPiuricv 303 assuescmil filnae, ei eae singillalitn quae sensiLilitall iiist'r\iiml talein irKluiiiit luiMiiiiu, ill i>oviis seso cxseral niotlus luaclii- iialis exisienliae, orgauica compago clislurljetiir , cl oonsuma- lur vila, aiUcqiiaiii unqnain accoinoclcntiir ad revelaiidara qua- litalem el qiiaiililalem inlimarum pcrUn butionuin . El si na- lura pUyslca alliiienliain uUaiii servcl aaalogiac cum natura morali , el si sluclium el cognilio phaenoineuoi uin uriius or- (linameiiti rxplauaie unquani polueiit penetraiioiicin pliacno- menoruMi alierius, sal piofulurum iiiihi videlur aliquanlo im- inorari in factis noiuiullis auinjadvoilendis , quae respiciunl lioniinoin moralem. Nulla esi vitae conditio ut ut misera , penurlosa et labo- riosa sit, cui per gradus homo non assiiescal, ct in qua gu- slus cil)i , recpiies somni , amoris obleclaliones ammillant ea- rum efficaciam , et blandimenla . Quot liomincs nali , adole- sceiiles , aul senstm coiruentes ad eam,q«am speclanlium a- nimi perhorrescunt, infelicem in sociclalc conditioncm, laeli vr- dcnlur pascere panem cui insudarunt inter laboriosas corporis exercilationus, alque omnimode osiendere , quanti sit apud eos- dein vita ipsa dilecta et percupital Exempla hujiismodi ante o- culos noslros quolidie obversantur, dum praecipill lapsu ab lait- ta forluna ad miserias desilire, cl quod majus est et mirabiliirs ipse improvisus iransilus a pauperlale ad copiam diviliarnm, ab dolore ad laetiiiam baud facile toleratur a naluraliumana absque gravibus circa valeludinem perturbationibuSj absque magno di- scrimine noslrorum animorum et corporum. Conditio ilia subje- clionis el pene servilii , unde beatilatem capit caterva piarum feminarum quae claustro concludi elegcrunl, el u?que a le- iieris unguiculis illic inslitulae et adultae, prorsus inlollerabi- lis efficilur illi quae inter domestica solatia jam adolevitj et peraraantos inatcrnas soUiciludines , dum ei ali([uanda conli- gil ratione aliqua ibidem includi. Dictum est supcrius, cum sermo essel de svnibomatibus fe- biis lymphaticae, prout ipsa progreditur , niagis magisque pa- tescere , et allolli exacerbaliones vesperlinas^ et multo melius proinde observabiles effici raaiutinas remissiooes. Quorum du- pHciurn pliaenomenorum quis est vel leviler animo occnpalus ad circumstauiias ejus expeudendas^ qui sibimelipsi aliquam 304 VhNCENTii Valorani Tion iinprobabilein sufficial explicalionem ? EfTusio cl defi- cieiuia liicis, siiimili scilicet illius vulidissimi , qui viuim na- tmae iiifort universao , cerlo, mai;is quain viilgo piilciur, con- ferre tlebobit ad altei iitniin ex edeclibus gigiicndiiiii. Soninus vero , is est iiUermi'^sio oinniqiit exercilioriiin animalis exci- tamenti , iioa minus qnani cxscreliones adauclac luin cutis, tuin reniuin, quae sacpe cousequiinlm., unde expelliinlur a corpore tot sliimili nalmales, conlcroQl ex reliqiio ad phae- noinenon rcniissionls anlemeridianae, pcrinde ac aliud quoti- dianae exaccibalionis vcspere videlur jure tribuendiim esse ei qualicum((ue aclioni vitae , quae est ipsonim acgrotantium, durante die, exercitatio scnsimin, niotiis musculoiuin, potus, alimentuni , calor diei potior qiiam noctis^ aliaqiie biiiasmodi. In proccssu mininie omillenduin est qnain conferat nalurali- ter ad gemiaa phaenonicna progignenda repetiiio njorbosa , sic appellata , idest propensio ilia nervorum ad repetendum hodie, absque ulla causa impellentc , quod machinaliter fa- ctum fnit beri , et die ante acta exoitalum est per actionem polentiaCj quae amplius uon existit. Kibil modo immorabor in causis remotis et proximis, quae conspirare possum ad febiim lympathicam progignendam. Ni- hil do stutliis iutensioribus , de vigiliis diulurnis, de abusioiii- bus omnimodis vitae, deque omni alia faragine potestatura maleficaruin , f[uue ut progiguere possuut omnem aliam fe- brilem alterationem , possuut pariter plus vol minus direcle conferre ad gigneudam febriin, de qua agiinus. Tantummo- do non piaetermiltam animadvertere , (juo pacio alta , gravia- que pa'dieinata, et magis deprimentia ut ajuut, praecipuo qiuui- do actionem exercoanl permanentem el protraclain , loca lui- mefacta , et demissa , aer insalubris , nutritio prava , et quot- quol cetera pulare possumus esse iu eo ut physiologicas im- ininuant polestates, et quoinodocuui pic perturbenl opus mi- rabdius post piiaenunienon concepiionis prorsus siupendum , idest rcparationis aniinalis , adnotare scilicet nou |)raetermit- tam bas oumes esse validas et efllcaces cansas lyuiphaticae febrilis alleratiouis . Verumtamcn ista bucnsque pcrlusirata licet ferme relaliva siui ad senleutiam febris lymphaiicae , et maxima ex parte Dr. FKni'.i i,v.\ipiim;c\ 305 digna , quoiiim ratio habealiir a ineJicu , isUi , in juatu , aiuuue iialiiia sua luijusinodi, ul coiislituant cliaiaclerein iinicum et esscnlialcin talis aegrolalionis? Atlhaeiescuulne ista acleo iinmo- «,Iialc I'ehri lymjihalicau, iil ipsa eadciii coiiimunia noii haljeat cutn aliis ejus generis aJiecliouibus? F,c|uii.Icin iiiilii iiielipsi dissiuuilare nou possum, ncc laccre vohis , (jul (uile niihi praecurrilis in eadeui ipsa aniniadversionc , eas oinncs i cs a suiniiia ad extrcniain ^ eiiam in ipsa ejus descripiionc syulho- inatica, conveniie similiter fehri eiliicae. Maxima ilia obscu- litate excepta, quam lerqiU velare, et recondere conlrum moi- Li in lymphatica , nescio sane quod aliud discrimoii hauriii possit ox eo quod hucusque sennone digessimus ut diagnosii- cis tractibus scparemus et disjungamus hasce geminas aegro- laliones. Quinimo si lactis vis liibuenda sit, quae i|)sis debe- lur, adeo unilorines , et similes milii videiilur lypi inorbosi qui aderuului- ad nolionem nosologicam ulrarunu[iie memoia- larum aegrolalionum , ut a veiilate aberraie viderei- ipse mi- lii, si rebus insisteutlo hactenus exposilis, satis snpei([ue im- jnoiarer eo assumptu, ut piobaiem febrini lympliaticam ab clliica diversam esse. Sed si febris lymphatica sit unum idem- qtie cum ethica, quanam raiione efficere ex lymphatica en- tem miuime neccssaiium , alia scilicet vana et inutili distiu- clipne involvendo jam adeo complicatas nosologias ? E contra fii quaelibet ex duabus febribus , de quibus res est, unaquae- que sibi adserat rationes reales sibi proprias, ut subsistant, et alia ab alia valido separctur ac disjungalur, curnam in a- perluin rationes liae miuime proieruntur, ut juste expenda- tur earum pondus, ci inomcnlum? Lt verum dicam, iiuiuje ^crulaudo factum tbcoiico-praclirum quod illas respicil, neces- se est iuieri , (]nid exislcre iiiirinsecus diversum in ulroque ex modis febrilis alieralionis, quid proprium ct speciale uni- cuique quod eas jure merilo sejungal et dislinguat. Sed quid- dam islud non includitur nolis oiiginalibus bactcnus adnume- latis , quiddam istud non est in partem vulgatioium iioicra- phiarum . Quapropler si velimus, juxia senlentiam medicorum actatis cnjuslibctj et secundum rationcm clynicam , quae id jubere vidctur, servare, ut las est, in scliemale nosoloi;ico iebiim lympliaticam ab elliica disiinclam, ego milii videor , 30G ViNCEMii Valohani nisi ir.e falLil opinio, posse cxlrema slaliiere seqaeiul railone. Piofenem prime, in liac ibrinu Ichris iinpelaiii inorbi prae- ripuc clirecuim et spcciuliier videii ad sysdiuma albescens; sy- sllienui ipsuni albescens esse ex insolito , et inunoderale ex- cilaliim , et valJe confeiie in qnaliiate causae primariae, aiit, wl dicilur, causae proxiniae slalni machinae febiili: syste- ma albescens ad banc exliaordinariain acliviialcm adaclurn, ex omnibus punclis animalis aeconomiae absoibere multo plus ex eo quod las essel in statu valeludinisj quidquid absorbe- ini- infeni per leges comunes physicae anin^alis syslemali va- sorum rubesceniiiuii : haec super infaiia novis malerialibus oi- ania copia aflluenlibus opprimi debeie , ideoque lurbata eoruna vitali facullate , crasim ipsam sanguinis debeie notabillter al- lerari, et secum ipsa omnes successivas secretiones fluidorum auimalium , ex quibus immediate pcndel rcparalio texlorum , et corporis instauralio . Nee solummodo exlremitates exhalan- tes arieriosae elaborabunt nulriciam maleriem mala qnaliia- te aflectam, sed initio emiltentj sub specie iusensibilis tran- spiraiionis , deinde sub forma sudoris, multo magis quam ex- halari , et in dispendium esse deberet . Hae phases, et hae imnuUaliones dynaniico-organicae , quae comitantur et conse- quunlur coudiclionem essenlialem syslematis specialiler his ca- iibus aegrolanlis, evidenier patent, nee uUam admiltuat- ex- ceptionem . Imo slatuunl factum scienlificum dignnm omni at- tenlione, et reputandum in praxi inedica^ lanquam uota prao- cipua nosologica, unde per banc solaui capiatur quaevis nor- ma potioris momenli lum quoad diagnosim^ tum quoad pro- gaosim , tum quoad indicatiouem curativam quam sequi fas sit. Secundo loco adderem , moilum febrile m , de quo hie ser- mo habetur, videri specialim proprium nonnullarum prava- rum consiiuilionum, aul bumorum degeneralionum , quae vul- go andiunt crudilatcs, acriinojiiae, discrasiae. Circa quas hoc obiter observare libet, quod quamvts crasis ^ ant temperies quaevis noslrorum humornm sit conslanter elTeclus acliviiatnm nostrorum solidorum , a quibus ipsi elaborantur (ita nt quid- quid vocalur acriinonia aul discrasia nunquam baberi de- Leat nisi ut efleclus secuudarius uonnullarum conllugenlium De rriini ltmphvtica 307 comVuiontim solidormii ipsoruni ) nihilominos ponderc noo raid circunistaiitia , quod si solida nostra sunt instrumen- ta producliva fluulorimi nostrorum, liaec vicisbim non dcsiint quin exerceanl pcculiareiu induxiim super specialibus modifi- rnlionlljiis solidoruni eoriuiiduin, fpiae a fliiidis proprinni rc- ri['iuiU aliiiientiiiu una cum niodis respectivis cornin densila- tisj capacitalis, lemperauirac , qui diversi sum in vaiiis indi- viduis, el in variis parlibus ad qnas referunlur. Itacjue non- luiUi singularcs modi nultilionis solidum nostrum inclinanl ad ilatam produclionem , el ad spccificani liumorum qualilatem , quae liaud leviter immulaUir, mutantibus substanliis quibus enutrimur: quod veram scalel illuslribus exemplis in elalu lum yaletuilinis tuin acgrotaiionis. Praelcreo memorare quasdam peculiares infecliones non- nulK.rum myasmalum , quae per cursnm fluidorum ad lolunj solidorum systema imperlita in bis sensim indurnnl talem niodilicationcm ; ex qua aul aliqui pecuUarcs loci animalis ae- conomiae, aul complexus ipse 5oliilorum inipiimunt postea constanler massae hiunorum secundariorum cbaracterem diver- sum ab eoj qui ipsos respicerel in sialu eorum naturali. Qua- rum degeneralionum argumenla habentur extra omnem oppo- silioncm posita in quibusdam localitalibus cancerosis, in lue iinivcrsali, in scorbnto , in racbitiimo, ceterigque niorbis, quos bic niodo memorare nibil accidit. Teriio loco sul)jicerem , « acliviias uniuscujusqae c sensoriis noslris lanlum progredi possol quanlura opus essel , impossibile fprtasse non fore in circnmslanliis tot cacbexiarurn bumoralium dignoscere fcbrim propriam ct ;>pccialem vasorum albescenlinm, qqam in omnibus casibus ideo non licet inlrospicere, cum sem- per nc(|ueat extendi us(|ue ad syslema vasorum luljcscentium, quorum unice impelum, ct modum reactionis solcmns expcndere, ^dderem , non deesse in muhis ex bis siatibus degenera- lionum bumorabiim praecipuas species quae solenl abunde es- se prodromes ant comiles corporabs laxitudinis per lebiim, debibtamenli viiium, irrcquieUidinis , el implacidilaiis, dolo- rum gravantium capui ct membra, insomniorum, fasiidii, irpppetentiae J sccrctionum niinime rcgnbirium , el male con- vcnicnlium , vices caloris cl frigoiis^ anlielitus^ alque bacc omnia statuiis inlcrvallis el periodorum succcssionibus. 308 ViMCENTii Valorani AcUlcrcm , hascc feliriles species, quae saepe caclLiiil ia per- sonis cognitae labis liereditariae, aut acquisitae^ scorbuio , ant clandiilis alTeclis, racliiticis , syphililicis, psoricis , se male nii- tiienlil)us, loca iHiinescoulia iiicoleiitibiis , cum indic.iis plus vel minus maiiifcslis iiifirmitaium localitiin in viscciibus iufe- rioiis alvi , species bas I'obriles inqiiamj quae raro a pulsa- tione coinprobantur nunc plane pemleie a viiio, (juod ilicimus, liumoraH ^ quod jam domlulnm si!)i usurpavit : el tunc pleruin- quc typnm cxbibeic vesperlinarun) , irregularium , anomalarum; nunc oninino snmcre habiluin fobriuui inlercurrcnlium , en- domicaruinj aul sporadicarnn>, juxta potlorem conslilulioncni, formani inducules periodicainui ciiju'ilibel modi. Adjicerem , earum curam dierapeulicam , iil nl aliqno modo proporlionanda sit basi essentiali aegrolalionis, ct circumsian- liaruni complcxui quae aclionem babuere aut babent in ma- ch'na acgrolorum, esse debere semper intra niensuram el pnidenlein, praecipue quo ad sublractiones sanguinis, quuui eas baud leviler ferat status physiologicus aegrotantium bujus- modi^ nalura propria sat deficicns . Adderem, ambobus casibus supra dictis (scilicet et qnan- do febris lympbatica speciebus sui generis videtur, ut dixi- mus , uiiice procedere ab aTHfua discrasia bumorali, et quan- do videtur sumere modos peregrines , et proprios alius for- mae inorborum) raro, ne dicam nunquam omnino superari , nisi in ejus curatione insistamus ei classi remedioriim, quae magis idonea vindentur ad debellandum vitium specilicae ca- cbexiae. Sic in cacbexiis celthicis cum ferat opus ex iisderu proflcere, nunquam disjungetur usus prudens antisyphilitico- rum ab ali!s comunibns pbarmacis quae processus esseniialis et forma peculiaris febris lympbaticae praecipue exposcant. Sic cum agalur de cachexia scorbutica, de acrimonia psorica, aut de quacu(n(jue alia discrasia, necessaria semper erit ad- ditio regiminis apti et facientis adversus vitium individuate prae- dominans. Postremo addere non desinam , inter modos curatlonisj a quibus eflectns manare potest verae utilititis, non ultimum certe esse nee minoris mon)enti quam celeri sint, usum fri- ctionum, quas dicunt siccns , ad dorsum et artus snpcriores^ De rcuRi LVMrii.vuc.v 300 et inferlores, aiil scopa ({nam dicunt snititis , aiit panno, aut chirolecis lancis , et etiani inelius nudis ulnis. Qu;im praxiiu iinnieiito recentiores obliti snnl, earnqiie oplinii practeiili tein- poris (loclores nia^ni adeo faciebanl: qui liac ralione id pro- posilnni bahebaiil, partim conferre (piantuni in cis eral, ut I'acullas nervosa, (jiiao in casihiis Imjiisniodi onmino ad in- lernas partes roriii|,il, difl'underclur, et distiibuerotur aequabili- ter ad peiipheilani j ct faveret processibus chiiiiico animalibns cntaneae caloiiflcationis. Kx alia parte, nt exciuirctur et adju- varetnr cursiis lymphue in vasis albescenlli)ns quae hujusino- di casibus semper vergunt ad stasim et ad infarciiiones. Ita corporis exercitalioj equilaiio, deambulalio , et quibbet mo- lus niuscularis specilicae ut ita dicam utilitali sunt, dununo- do tameo quies et motus adeo alternenlur, ut nee bine iner- tia, nee inde lassitado irrepat. Sic eliam itinera marilima, coeli mnlatio, polenli pathenialis in animum inducli rationi, quoad fieri potest, indulgere, aut ex advcrso blundis et op- positis diversionibus obluctari curis molcslis, quibus mens et cor afHigimtur at(|ue pi emunlur , quaeque obbmant, et rodunt radicitus vitae facullates. El quia nexus respondentiae et sympathiae inter organa centralia vitae turn sensitivae, turn ve- getativae manifesti sunt, et maximi, hoc erit potissimum me- dici, ut aegrotantibus hujusmodi suadeat absoiutam necessi- talem absiinendi a (piovis, licet miniino, conatu praeter natii- rara nee machinaliter , nee intellectualiter; proportionandi, us- quequo fieri potest, omnes actus morales ct physicos faculta- libus automaticis et animalibus; abstrahendi nientem ab omni seria et fixa conteniplatione , et si dici potest, eandem sopi- re, et ad quietem redigere, et ubi id non acridat, hue illuc consullo pervagantem adducere, velut papilioncm irrequietum. INeglectis hisce diligentibus animailversionibus , omissis his accuratis respectibus, praecludilur omnis via in casibus hu- jusmodi ad colligendum aliquid boni f'acientis ad artem salu- tis dispensatricem. Sed quonam sermone progredior? Observantia debita ex- celsis mentibus vestris vetat nie ad minima descendere: et forlasse inconsulto jiistos limites sum praetergressus. Hoc ipsum, nisi judicio I'allor, sat est, ut putem, implevisse quae mihi initio r. X. 40. 310 ViNCENTlI VaLORANI proposui, et parller ostenJisse qiiomodo jure meillo possit in scliemate nosologico locum servari I'ebii lympliaticae di- vcrsnm a febri elhioa, et quae sontentia debeat esse medico- rum , ne alio modo inveniant se diflormes ab eo^ quod actus clynicus videlur doccre ad cubile aegrotantium. GAETAIXO SGARZI SULLA TORBA Dl LONGASTRIlNO McDioiia lelta all' Accad. cUlle Scicnze dcll' htiluto di Bologa? 1,1 3. Aprile lfH3.. xxllorcho il nostro Reno, ahbandonalo dal Po grande^ venne condolto dalla Panfilia al Mare; atl accorciargll la lun- gliissima via, fu raddrizzato in piu luogliij speclaliiiente lun- go la livieia di Filo soUo la Bastia , il corso lortuoso ilcl Po di Primaro clie lo raccolse , Quivi era la grande lunala oc- cidentale fra lo Zaniolo, e Fossa d' Albeio oggi la Gazzana. Nel 1782 gli fu Iraccialo da quesli due esiiemi un nuovo alvco liingo tredici Chilomelri lullo diillo aUraverso alle Val- li di Longasti'ino . Le Valli di Filo, e di Longastrino al tempo di Polibio, ed anche del veccliio Plinio crano assai prossime al inare sul- reslremo borcale dellaPadusa; oia ne sono lontane 23 clii- lomelri; profonde al certo non meno di 12 a 14 Melri, ora ricolme dalle alluvioni del Po antichissimo , del Santerno , c del nuovo Reno; prodncevano allora Gluuclii, Ciperi, (]au- ne cd alire erbe paluslri, oggi sono leilili di Biade, e di \en- demmia . Sopra due teizi della delta lungUezza s' incontrarono nel- l' aprire il nuovo drizzagno aminassi enormi detii Cuore, se- parali da gorglii d'acqua, le (|uali Cuore risorgendo o mo- slrando di risorgere, di lanto in tanlo furono riiaglialej e si vanno tullavia ritagliando affiache noo facciano irnpedimento al corso del liume. 312 Gaetano SoARzr In tiuto ii nostro Polcsine, ed in qiiello di Povigo viene addotlata la deiiominazione di Cuore per indicaie consimili nmmassi siu che si riscontrano galleggiaiui e slaccati alia gui- sa d' isolette in balla delle correnlij dei venti, e dell' Uomo che puo sospingeiie cd urtarlc a volonlii, sia che apparten- gano a grandi strati piii o meno piofondi , e dci quali cosii- tiiiscano specie di promonloij o rial/.i. Gli eriiditi poi voglio- no dcrivarc lale p;irola d.d latino coriuni , o da cunjo , coten- iia pcrclie 11 piii delle volte stanno questi ammassi alia su- perficie delle Valli , e de' liioghi hassi , e formano quasi una crosta o craterea sopra I'accjiia (I). Pel ritenersi le Cuore snsceiiibili di accrescimento , e per le eventnalita di inondazioni del Reno frequenli e snccessivej rella didicile indagine di mile le cause , e dei dilTetti idrauli- ci che possono darvi hiogo , furono accagionate le Cuore stes- se di molla pane a tanti deplorati danni , cosicche fatlasi ge- ncrale la voce di rinasccnli ostacoli per esse al libero corso delle acque nol diizzagno di Loiigastiino , dopo varj dispen- diosi ed inefTicaci scavi, surse 1' idea e 1' ordinainenlo della dl loro toiale dislruzione . In questo la Conferenza Agraria, non ultima delle Isiitu- zioni che onorano la Cilta nostra, preso in esame 1' interes- sante argomento delle Cuore , e vanlando fra i suoi Membri coniponenti r esiuiio lugegnere Prof. Maurizio Brighenti Ispet- tore , Meinbro del Consiglio d' Arti residente nelle Legazio- ni, nominava una Cunnnissione incaricata di assuniere, sotio la Presidenza del sullorlato soggelto , le possibili informazioni in proposilo, e di redigerne circostanzialo Rapporto. E per- che ebbi la conipiacenza d' essere del bel nuiiiero uno, ebbi pnranco la foitunaia occasione di portarini in luogo, e di os- servare con ogni inaniera di commodila rinsieine di tali am- massi, nonche di conoscerne lo stalo , La giacilura, le appa- renze csierne ed interne . (1) Giornale d' Italia spcttante alle Scicnzc Natarali ec. Tom. VII. — Momoria siilla Toiba scoperta nel Polcsine di Rovigo del Can. Conle Silveslri . TonC\ DI lONGASTRINO 313 Conseguentenicnle lisconliaio chc irallavasi in fatto di uaa specie di Torba d' anlica foiinazioncj vcrificalo qucslo me- diaiite r analisi di niulti saggi levati da divcrsi punti ed a pinfondita diverse; e nianift'stalasi la susreitiviia della mede- siina di qualchc utile applicazione indiistriale od agricola, venni siibito ncl pensieio, die inentre dovcvo conlriliiiire alcun ma- tcriale alia compilazione dell' indicato Kappotto, potevo ap- profittarc del mollo clie ne veniva soniininisirato onde coin- ponie una Memoria da jiresenlare a Voi, Accademici Prestan- lissinii, la quale Ira pcrche versa su di un argomeiito quasi inlalto fra noi, tra pcrclio tocca da vicino la puljblica curio- sita ; tra perclie puo dirsi cosa palria stanle l' altinenza che lia oolla nostra Idraulica, e cho e per acqnistare colT agricol- tura , e colle manilalture noslrCj mi da fondata speranza clie sia per intcressare la vostra alten/ione, che valga ad incon- trare benigna 1' accogliouza vostra, e che possa meiitare il generoso vostro comiuilimento . Se non che, prima d' incamminarnii all' assunto convengo dirvi, o Signoii, che onde procedere meno imperfettameiUe a farvi conoscere la Torba di Longastiioo stimo opporluno il prenietlerne naturalniente la descrizione , e quanlo concerne la sua cbimica cosiituzione; poscia passare alia di lei probabile forniazione, e scgnatauienle a vedernc la possibijiia o no di cre- scere , e di rigenoiarsi; in due venire accciuiamio cpiali cs- ser possano le applicazioni da essa attendibili in sense ecoao- niico od' industriale J oppure in senso di concimazione o di iniglioria di terieni. Inolire egli e deblo niio di manifestare innanzi tempo e dichiarare I' cstrema riconoscenza die mi ol)- hliga agli amicissimi, e chiarissiini Colleghi Biighenii, Ghe- rardi , Bertoloui, Alessandrini j e Muratori, essendoche mi fu- rouo cortesi delle mappe, delle notizic , dei lumi , degli ajuli, e delle cooperazioni che mi neccessilavano e mano a mano s' oflrivano all' uopo , per cuj conlesso die senza tale sussidio, nulla avrei potiito raccapezzare intoino sifatto argoinenlo, e con tale conforio sollanlo giunsi a porlata d esibirvi cio che passo ad'esporre. Qucgli che al cessare delle piene, e al diseccarsi, per cosi dire, del cavo di Longaslrino percorre gli alii ed'imponenli 3 1 i Gaet\no Sg.vrzi argini die ne formano Ic sponde, non si ilniane dall' csscr sor- preso di vcderne il lello aii/.ichL' mollcmciilo ondeggiato dai tranquilU deposili dello nieline e delte sabbio , oppure aspra- iiicntc inei!iiale o coU' iiiinronla dell' csscrvisl tali denositi m- iniiltuosainoiUe forniati , lo nova itivcce nella piu gran parte ingombro da rialzi che qua e la in istrana gnisa interolli la- sciano e doi go''j;hi profondi d'acqiia stagnante , e delle bii- che di inolle langhiglia da dove arduo sarebbe rilrarre il pie- de che incantamente vi si fosse poslo sopra. In altre parii si- rnili rialzi si prolangano quasi ncl centro del lelto del fiiinie per iralti piii o mono continnali foniiaiido ora di qna^ era di la doUe savenelle, nelle quali scorrc Tacqna qnando e in tale qnanlita da non coprire tuUo il fondo del fiume mede- simo. Cosicche I'osscrvato leUo oflVe come una mohiplicila di i- solelte , quali meglio di qualsiasi ullerlore descrizione , scor- gerele dalla Tav. V. che vi pougo sott' occhio, e che appun- to la pianla dell'Alveo di Longastrino in un coif aspello dei delli rialii , o delle Cuore vi presenla , e manifesta . Che se poi, discesi gli argini, si moiui sopra queste iso- lette, desta pur rnaraviglia il senlirle elasliche quasi fossero natanti, sonore alia percossa del piede, e tramanclanli l' odor fetido delle paludi; siccome ancora il vederle luride di aspet- to , facili a fendersi irregolanncnie e pel lungo alia guisa del- ta bellelta , e che staccatine dei pezzi dalla superficie, dai la- ti, o in qualche modo dalla profondila^ e gellali nei vicini gorghij era galleggiauo nell' acqua . ora ricercano subilo il fondo dei gorghi medesimi . E notasi dello slupore e detla rnaraviglia in osservanJo ta- li ammassi; imperocche gli acccnuali caratteri, beuchc super- ficial!, coincidono pero con qucUi della Torba, la quale co- in' e conmne ritrovarla in fondo alii Stagnij e nei terreni che furono paludi, dove esiste dell' acqua stagnante , egli e raro che si dia alio scoperlo, nei letto di un fiuine, e dove avvi deir acqua corrente. Ma che si tralli reahnente di Torba in favellando delle Cuore di Longastrino, meglio se n'ebbe cer- tezza medianle lo scavarne dalli strali su|)eriori, e 1' averne colla perforazione dei saggl a diverse profondila . Anzi una (liligentissima ricerca ordinala dallo siesso Ispeltore Brighenti Tonr,\ DI LONGASTRINO 315 cJ eseguita colla luasbiiiKi preciMone clall' Ingegncre Signor Antonio Pasquali no ilicde la Seiiu die vi si oHie , o Signo- ri , la quale seiie ollreclie indica la vaiielu dei Saggi prali- cali, la did'erenle Cuora ^ la loculila della perforazione, e la profondita da cui fiirono tralti^ vi prcsenla la quulila, il ge- iiere , e la specie della Torba della cpiale ci occii[)iamo. (l) II ]'ro(ilo di quel Drizzagno in un colla delineazione dei livel- li degli aniinassi in discorso, e degli scandagli die ne indicano la spessezza , rilevali dalla diligente ispezione degli Ingogneri adilelli dinioslrano clie non sono altrimenli isolali sicconie ap- pariscono, ina clie appartengono ad un medesimo banco o deposilo torboso, il quale pu6 scavarsi fine a 14 Meliij.ela cui estensione senza dubbio proliingasi a UUta ranlica Padu- sa, dappoiclie parecclii saggi di Trivella ne hanno assicuralo. Esaminata quiijdi la raateria avuta dagli scavi , e portata I'indagiiie sulla generaliiu dei saggi, presto fu risconlrata di due ([ualiia dilleienii clie formano due strati . II supeiioie e un coulestQ di Piante paluslri quali V Arundo Pliragmiles , la Typha lalij'olia, Qiunchi , Ciperi , Carici ec. confusamenle accatastate , in parte scoinposte, ed in parte nella primitiva forma, e tali die indicano avere avuta una vegetazione rigo- gliosu ed aduJta , II gecondo e fornialo egualmente di vege- labili , che perdettero airalio le di loro forme native, ridolti in una specie di pulte qu.isl nera, di spezzatura terrosa, e di impasto pressoclie eguale ed uniforme. L'una di tali materia e spjignosa e leggera, per cui galleggia sulTacqua; 1' altra e compalta e pesaute, a taldie subilo s'aflbiida. Anibedue lea- tameule s' iuzuppano e riiengono tcnacementc I' acqua^ con- tengono delle parti terrose sebbene in proporzione diversa , e sono egualmente fetide , quando pero sono molli, frcsche , e di rccento esir;itte. Dunque e ovvio il riconoscervi della Tor- ba in qualiia di maleria , del pari che in genere la Torba Foliosa di AVallerius, la Turf a Paliistris di Linneo, la Torba (1) La nomin.nta Seri.e del Saggi di Torba e slata dcposilala nel M«r sec di Slorja Nalurale di cjuesta PontiGcia Universita, 316 Caeiano Sgahzi delle Paludi di Brogiiiart , ed in ispecie la Fibbrosa nello sirato primo, la Coinpalta nel secondo ed inferiore strato. Iiil'iui ulteriori esperienze e Ic sussegdcnli analisi non fecero chs conform irc tiiUo quesio , sicco ne la Bolanici Inspezione, e le in ligini Microscopiolie; awognachu inondali alcnni saggi dalla melma per mezzo di lozioni nulla di piu of- fersero dall' nna parte ;, clio l' invilnppo inlricalissimo di radi- ci, di fnsli , e di avvan/.i delle sndletle piantCj maiUenen- dovisi serapre grande varieia di proporzione nel conservato , e nel decomposto; e dall' altra pirle nnlla di piu moslraro- no die un' insieme di niolecole organiche slaccate, di resti di organismi vegclabili, di fibbre (lacide e rotle, e di so- stanze terrose^ non essendovi traccie di malerie avenli forme ed' apparenze animali a riserva di qualclie avvanzo di con- chiglia flnvialile in pocchissimi dei saggi piu profondi (I). I- nollre diiseccate tali materie, si viddero l)ruciare facilniente con fiammella faggevole, ed' anclie contiuvata, con calore pill o meno inteuso, con fumo denso e con odor forte di le- gno impulridilo, e col lasciar non poca cenere bruno-rossic- cia die non di rado conserva la forma primitiva dei pez- zi . In line trallate le siesse materie colla Potassa canstica vi si sciolsero interamente non riaianendovi die le parti terrose quando prevenlivamente, colle lo/.ioni, non erano state levate. In quanto alia chimica composizione di questa Torba, cam- minando snlla pedale di Ar.hard di Berlino , e di Lampadius che fra i primi fecero le Torbe soggetto di lavoro, e di a- nalisi; di Buchok, di Tliaer, e di iiinboOf che ne distinsero le propriela, la vera natura , ed il modo di formazione; di Doebereiner, di Springel, e di Proust che vi Indicarono I'Jci- do deir hainus , che le posero al confronto col Carbon Fos- sile , che vi confermarono la solubiliik nella potassa causlica, e che vi aggiunsero la dissolnzione al calore, e la trasformazione (1) Non vi si e verificnta 1' eslstenzn delle piccolo capsule in fascj , e disposte prossimnlivaniente come grappoli d' Uva , ed' attaccate alle radiclielte delle Piante clie vegclavano alia supcrficie della torhicra , siccome Adamas annunci6 avere osservalo in molte varieta di Torbe. ToRBA Di LO^•G\s•rIll^o 3 I 7 in Acido Ossalico, ed in sostanza amara per opera dell' Aci- do Nilrico conccntrato; di Cliarnisso, di Hoffmann, e di Pog- gendorf, clie lianiio dalo siille Torbe dei trallaii assai inslnii- tivi, studiandole segnatamenle in rapporto alle pianie che con- corrono alia di loro fortnazionc, ed in rapporto allc di loio fisiche e cliiniiclie propiiela; di RIaprodi, di Braconnot , di Oberlin, e di Buchner i cjiiali ne anali/.zarono di difTerenti qua- lith, luoghi, e specie; e conscgnenlenienlc segnendo il nieto- lodo della distlllazionc a secco , indi della calcinazione del residno , poscia del parziale esame delle ceneri, doi prodoui liqiiidi e gasosi otlenuli, sono stato in caso di verificare de- gli analoghi ristdtamenti nella nostra Torba , qiiali ebbero da varieta consimili i suUodati Antori; di comprovare in essa I'i- dentica nalura della Torba delle paliidi; e di asserire che pre- sa in certo modo la media di varj saggi esaminali, si dimo- stra composta sopra cento parti di: 41 318 Gaetano Sgarzi AVANZI ORGANICI che sL risolvono in Prodolti liquidi cioe Acqua Acido Piro-legnoso Acetato d' Amnioniaca ^ 31,20 Olio Empireumalico bruno Calramc > Prodolti gasosi cioe Ossido di Carbonio Acido Carbonico Idrogeno Carbonalo I 5,00 46,20 PARTI TERROSE che si separano in : Silice AUumina Ossido di Ferro Solfato di Calce Carbonato di Calce Fosfato di Soda 53,80 100,00 E perche al fine Jell' analisi di questa Toi ba di Longa- sliino aggiugnesi l' iuieresse delle applicazioni agricole ed' in- dustriali di che possa esserne giudicata capace, slimai luiie il Tl)I\B\ Dl LO>G\SrRI-NO 319 formare iino Speccliio (1) dei medesimi anuliiici risultaii , in jiiodo genciico bensi ^ ma cosliliiilo di qucUi d\ lulli i sagi^'i della seiie avula, e piii ancora il cercaie d' uniivi la corii- spondenza in ciascun saggio ilel quanlilalivo dellAzoio, e del Carbone cho conlengono e possono somminislrare ^ aliesa la lelazione die ba il priino colla cone inazione , il secondo colle manifallure. Percio ripeliUa dapprima 1' analisi sopra o- gnuno dei saggi della serie indicala, passai a determinarvi al- ia nieglio r Azoto coll' iiuiodiirre data quaniita della rispelii- va materia in un lubo d' assaggio lutaio , del diametro di cin- que cenlimetil, e unite ad' altro tubo ricurvo che mettevaia piccola bolliglia contenente dell' Aciilo Idroclorico diluiio- co- s'l operatane la scomposiiione col calorej e ridotti li gas e le cornbinazioni amraoniacali, in altrettanto Idrocloralo d' Am- moiiiaca per essere questo inibrattato dagli altri prodotli della dislillazione , mi convenne unirvi della Potassa causlica in ec- cesso , onde liberare la sola Ammoniaca , la quale, col mez- zo sempre del calore, ed' adoperando sempre il medesimo ap- parecchio, procurai fissarla di nuovo coll' Acido IdrocloricOj e poscia dal Sale Ammoniaco liavuto , ed' in isiato di purez- za oltenni di potere desumere , per ogni saggioj la propor- zione dell' Azoto che mi bisognava conoscere. Ma pel Carbone molto piii malagevole si rimaneva tale deteruiinazione sia volendola estendere a tutli li saggi, sia volendola compiere con qualche esattezza. Non possedevo la necessaria (juanlita di materia, non andavami a garbo il me- todo di carbonizzazione comune del legno, non era dato ser- virmi degli Apparati di Thillaye o di Blavier! Pero rifletten- do ch' egli e impossibile eviiare della dispersione appresso qualsiasi diligenza nel ridurre a carbone la Torba; riflettendo che i varj metodi ed artificj suggeriti non molto did'eriscono fra lore, e di non molto vantaggiano o facililano 1' operazio- ne; rifleltendo che posto a calcolo il Carbonio che si dissi- pa in gas volalili nella distillazione della Torba in vasi chiu- 61 non e gran cosa per se, non e meno perduto in altre (1) Vedilo in foado della inem uaito alia citata lavola. 320 Gaefano Sgarzi circostanze^ non cosiiiuisce grave difleito di risnUamenti, aozi- che proceiler a pailicoliir iutlagine m' ap[>igli;ii a qiieslo par- lito , e valiitai la piobaliile qnantila di Cail)onc, in cadaun saggio di Torlia IU)^ll■a , traendola dal peso del residuo della distillazione , e dal sno decresciiuenlo dopo essere slato cal- cinato a conlatlo doll' aria . A coniprendere qiiindi tutto cio in una specie di prospeltOj siccome era mio inlendiinenlo , ed' all' oggello clie ahbiate riu- nito r insieine dei chimici rapporii clie risguardano le Cuore o la Torba di Longaslrino, eccovi o Signori compilato il ci- tato Specc/no Jna/ilico dclle niatcrie di cUo coiislano , nel quale ad' un tempo vi si moslra dislinlo ua numero per le Cuore cs|)lorato, e pei snggi ricevuli, indicata in ognuno di qucsli la localila della perforazione, e la profondiia delleslra- zione di quelle, nolalo in liUla la serle il proporzionale de- gli avvanzi organici e delle parti terrose nel totale soltopo- sto all'esamej vi si nola come, all' infuori di pochi casi , la quanliia delle materie organicbe e snperiore a quella delle sostanze rninerali , come eccclliiato un saggio j vi sia sempre deir Azoto quanlun((ae in dose a vero dire minima e me- schina , come nolabils a sufficlenza abbia a dirsi il Carbouc die preiuinibibiiente se ne puo ricavare; vi si travede in ul- timo chii quruido fosse esplorala questa Torba in piu luoghi del circonilaiio nei quali di certo esiste , quando venisse sco- perto e determinalo lo stralo dove si trova compalta ed in niiglior condizlone di quella in cui I'ebbimo nel cavo di Lon- gaslrino , quando ne i isnllasse ottima la qualila per analisi ed esperienze assai piu perfelte ed esalto, di non piccolo inte- resse polrebbe dicliiararsene lescavazionej e di rilevante van- taggio r applicazione industriale od agricola, lo che discorre- remmo dopo avere data un' occhiata al modo probabile di sua formazione, e se sia susceltibiie di crescere e rigenerarsi. Tre iinportaniissime cjuislioni senibrano (jui proscnlarsi ^ e le quali nuUameno si ricongiungono insiemc per raodo da co- slituirne inia sola, e cioe = Come si forma in generale la Torba? L tlessa d'anlica o di tnoderna formazione? Puo essa realmenle formarsi di conlinuo in qnalche luogo , o circostan- za ? II rispoadere a tali quistioai uou e iovero a portata delle Touba di i.ongas!BINo 321 nile forze, tra pcrtliii i Geolojji, cui ilcorrere, non mol- 10 si sono occiipali dclla Toiba, e solameiitc in appendice alia forinazione del Cailjon Fossile, e dclla Lignite; Ira per- clie non lio vedute clie le Toibieie dell' Irlanda, ed'anche su- pcrficialtnenle e fpiasi di passaggio; lia perclio occorrerebbero studj e cogni/.ioiu di cliL- assolntamento nianco. Tutlavolta sa- pendo a quali Persone diiiggo le mie parole, sforzandomi I'ar- gomeiilo prcso a soggclio di trallalo , e lusingandomi di be- iiigiio conipalimcnto azzaideio alcuiie idee intorno al modo di Ibiinaibi della Toiba, die e «[uanlo dire intorno alia prima quisiionc, e le qnali idee forse egualmente alle allre due qui- blioni possono toniare in risnosta . Convengono i Geologi aflercnare die la Torba trovasi nei lerreni d'alhivione, e piu recenti; che deriva dalla scompo- sizione di Piante Erbacee, e d'ordinario paluslri; die si ope- ra sollo I'acqna slagnante, ed a rilento; die diversifica di qua- lita a secoiida della variela di lali piante^ e deU'epoca della scomposizione. Ma non concordano appieno nella causa efli- cienle della di lei forniazione; vedenelovi gli nni con Van-Ma- rum , Vauclicr, Adams la necessiia di certe piante, quali il Li- no Acquaiico, il Millefillo , le Brugliiere etc. le qnali si am- massano intorno alle altre suaccennate, le aflaslellano , e le tra- scinano soti'acqua ad'aflbndare nel limo , dove stipale e se- polte si allerano, e si cangiano in torba; ammettendovi gli allri con Brogniart , De la Bedie , D'Aubuisson un'alluvione i- slantanea ed'andie ripetutaj die sulle Piante Erbacee deposi- ta jnolma e sabbia in giiisa da sdiiacciarle, ed' intcrrarle, quin- di ridurle in torba. Alcuno, siccome Dumas, pensa die la di lei produzione esigga o vegetabili parlicolari , o particolari cir- costanze, le quali di presente non si conosce se si possono ri- gcontraie, e conseguentemente cbe la Torba si e formata sot- to delle coudizioni che non esistono piu. Altri invece, sicco- me Dcluc, e Roland de la Platicr, sono d'avviso che ogni qual volta awenga la snmniersione di Graminacee, di Can- ne , di Giundii , di Carici , di ConA-rve e die vi periscano , ne cadono gli avvanzi al londo , ivi si ammassano, e nel pe- riodo di trcnta a cenio anni ingoncrano dclla Torba. Del pa- ri, da tiitii i Chiniici si paila di speciale Irasnnuameulo di 322 Gaetano Sgarzi simili corpi orj^anici in questa formazionc senza preclsarne pos- sil)ilmenle la nalura^ e sollanlo da pochi si Jeiiola il soppravve- nirvi di un Ac'ulo , del (joiiciiio, di uii Apoieina, di Terric- ci>i iieir alio che si ciea la T()il)a , e dalle esporienze di Bii- cholz si hii che possa trattarsi del passaggio in Acido Gallico egualmeiue die in Ulmina per quelle di Klaprodi, oppure in Ulinlnalo di Calce per le piu recenli di Braconnot. Ora dai varj falti cht; imliissero tali opinioni spigolando le verila die risalgoua al peiisiero , e dalla moUiplicita degli ef- folti traeiidone se non allro tiilta la probabilila delle cause , mi sembra in I ." Inogo, che come e provato speltare la forma- zione della Toiba alia forinazione Garbonosa , nientre la Tor- ba non diOerisce d ilia Lignite,, dal Garbon Fossile, dall' Antra- cite che per la qual'.la delle Flante da cni deriva , e dei Ter- reiii in cui lia luogo , essendoche I'nna e prodotta , come si disse , da piante Erbacee perite in terreni d' Allitvione e pid recenli, le ahre da Alberi d' alto fnsto inabissati in qnan- to alia Lignite nei terreni cosi detti Terziarj , e negli stra- ti supcrlori dei terreni Secondarj , nei cui strati inferiori vi ha il Garbon Fossile, e in quanto all' Antracite nei ter- reni detli Interinediarj j cosi pare che non vi occorrano e- sclusis'amenle eerie specie di piante e delle conferve, snbito- che abbiamo la Torba Piciforine che deriva daGonifere, la 3I(irina che proviene da Alghe e da Fuehi, la Papirncect di Tondi e la Plritosa che si originano da foglie, da fasti dis'ersissimi , e da avvauzi d' ogni specie di vegetabili; quin- di essere presumibilissimo che se le antiche catastrofi per le quali sprofondarono intere foresle d' Alberi adnlti si ripetes- sero di nuovo , e sopra questi fussero ravesciati i terreni che prima stavano sotto, di nuovo si av'rebbe della Lignite, e del (jarbon Fossile concorrendovi un cerlo grado di temperalu- ra; tanto piu facilmente rinnovandosi, per semplice straripa- mento di Fiurni o d'altro,se non per subisso o sollevamen- to, le alluvioni antiche, e coprendosi di sabbie e di limo in- tere vegetazioni di Piante Erbacee qualunqne , coll' esservi la condizione dell' acqua stagnante in contatto , e col irascorre- re di un lasso di tempo , vi sarebbero nuove formazioni di Torbe; uvve^nucche le stesse Torbiere dell' Olanda , della TdHH.V D1 l.ONGASTHINO 323 Gerrnania J dell' Ingliilieiia , della rrancia, e (klV Italia tale otigine e non allra pnssono ellono scn/a diibhio avere avuta a seiiiinienlo quasi universale dei geoloj^i ^ ed avvcgnacclie , in raj^ione della capilalc cspciicnza di Van-Marum, e dell' esem- pio di ([iialclie lorhiera arlifu-iale, Piante acqualiihe ed avvan- zi vegclahili animsssandosi iu foiido a slagni , o queili slipan- dosi producono non di rado della lorha . In 2°. iuogo parnii inolto verosimile che interrate in co- la! manicra delle Piante Erbacee , deggiono morire per man- canza delle principali condizioni della vita; nia per non a- vervi I'aUa lempeiaiura , siccome nel case del Carbon Fos- sile , r impernieabilita assokua all' aria e forse all' ac((ua , co- me in quello della Lignite, e invece pel trovarvisi la pre- senza di quest' ultima e pernianente , almeno per lungo tempo, subiscono un cambiamento od alteraziotae aflalto dif- ferenle; quindi di lulli i principj solubili ne vengono dappri- ma spogliali i di loro te?sulij poscia rilasciate per macerazio- ne le fibbrc che li compongono , 1' acqua ne esporta li sies- si maleriali insolubilij per cui non vi riniane che nudo lo schelelro . Prolungandosi ollre 1' azione dell' acqua, si dissol- Yono alia perfine li tessuti medesimi, e si riducono a fibbre siaccale ed a molecole, quali si osservano; e perche poi I'a- cqua a poco a poco scola , e perche tanto i principj solLd)iIi che i niateriali insolubili e le fibbre legnose , non piu influ- enzate dalla forza organica , risentono quella degli agenti che \'i souo a contatio, ne vjene che quesii agenti, per essere in gran parte di natura basica , quale particolarmente rAUunii- na, vi deleruiinano la formazione di corpi acidi, ed ecco I'o- riginc deir Acido Llmico , e dell'Acido Gallico che sono stali dai Chimici rinvenuti nella Torba . L' Acido Ulmico poi io porlo opiiiionc che s' allacchi all' Alhimina anziche alia Calce formando un Llminalo di AUumina , il quale deposila e cosi si separa egualmenie dagli schelelri, e iibbie cha vi rimau- gono sopra, e dalle sabbie ed alirc parti terrose che j)assano dissoilo. Per tale modo operando , vedesi la ragione del co- Slitnirsi la Torba pel Irasmutamento delle Pianle Erbacee in quasi piira fibbra legnosa , ed Llminato d' Allumina, e del iormarsjne le due quahta di Fibbrosa , e di Compalta in duu 324 Gaet\no Sgarzi strati (llsiHiti, 1' una itipcriore stante 1' esser la Fibbrosa leg- gera , l' altro iuferiorc per esser pesaiiie la Compatta . E sic- come vi soao iooltre dei principj, quali gli Oleosi, ed' i Re- siiioii edotti pure per l' acqiia d.ille inedesiiiie piante alierate, e die diUlciliueatc possoiio venire cainbiall nolle condi/iioni sotlo cui si separono, cosi si arguisce che di essi alcuni, ta- li i resiiiosi, perchj acili debbano precipilare an ch' essi ia combinaiiane coll' Allamina , e coiicorrere a formare la spe- cie dijlla torba compatta, gli allri si rimingona frammisti al- Tuna e all' altra specie, insieme agli avvaazi carbonosi pro- dolti dalle indicate reazioni e form i/.ioni , e portano alia tor- ba il coloraniento che la distinernc. Nfe totalmente un volo di faata<;ia polrJi apparire questo opiaamento suUa formizione della Torba qualora si voglia riftettere; che e un falto I'ingenerarsi della medesima sotio I'ac- qua e pel deposito di meline allnvionidi sopra generazioni di piaate riconosciute erbacee, ed' avvenuto sia in paludi , sia in laghi , sia in bacini, e perfino nelle piu alte montagne (1);e un falto die la Torba qiiando e fibbrosa quando e compatta -= se 6 (ibbrosa mostra 1' intralcio di schelctri, di fibbre , di avaazi vegetabili or maceraii solamente e dilavati, or scon- nessi e staccati per gnisa d.i mantenere appena la forma or- gaoica, ora laceri ed' isolati in modo da riconoscerli colla massima difficolta = se e compatta indica un' impasto molle 6 terroso die s' imbeve e tratiiene 1' umidita (2), che diseccato si ritira e screpola come il fango_, e che abbonda in propor- zione delle altre materie piu di Silice e di Allumina , e mol- 10 piu di questa che di quellaj e un falto che H strati e (1) Le Torbiere sono frequent! ma di poca estensione nelle alle mon- tagne e perfino alia di loro sommila. Ne rinvennero di fitllo e ne Irovarono Le Qainio nel suo viiiqqio al lura ; Delue in cima al Bo- lesberg ( montagiia la piu alta deli" Hartz ); alouno nelle Al|)i e nclla Catena del centro della Francia ; altri in molli siti , e iocalila. (2) Dalla propriela della Torba di assorbire l' ac 331 Sllvestri(1}, Pinl(2), Scipione Bieishik (3), i DuUori Grandoiii e Balardiiii (4) hanno ilesciilte cd illusliale, comune esseiidone senza dubbio la porlala dcgU slraii , e l' epoca , e la causa di I'orinazioDe. Peicio non saia disconvenienle od assiirdo se io la prenuncio suscellibile di piestarsi c quale combusiibile ^ o (ju.de injjrasso che merila d' esseie bene accollo e pre^Ialo. Che la torba serva da coinbusiibile se ue hanno dali a re- niotl tempi , e vivente Plinio si deplorava in Batavia la ne- ccssila di dovere riscaldaisi colla torba; che tale uso si segua dapeilullo ove dessa e scavata nelle diverse sue qualita, e notissimo per relazioni pressoche universalis e segnataniente per le noli/je intorno eerie nianifallure de' Paesi sellenlrionali die piu abbondano di torbiere , e clie ne posseggono della mi- gliore; che I'adoprarla nelle Fornaci da Calce, Malloni, Te- golc , Stoviglie^ nelle Filande da Scia , nelle Evaporazioni siasi esteso in Italia 1' abbianio dai suaccennali Aulori, e piu dal- I'esperienza passala e giornaliera nci rispeltivi sill e localila. Si nolano degl' incouvenienli in questo , e quanlunque la buona torba dia lo siesso calore della legna a peso uguale , o la mcla ineno del Carbon Fossile, e secondo Peclet il ca- lore prodolto dalla buona torba sia maggiore di quello che ottiensi dalla legna; la torba catliva deve certamente riscalda- re assai nieno; e inottre variano assai queste di lei qualila, che non si possono distinguere dall' aspello esterno; esigge dei grandi focolari pel suo volume; e la cenere che produce so- vente in troppa qnantilh, afioga il fuoco e la reude meuo u- lile. Prescindendo pero da simili inconvenienti , siccome dallo tramandare denso fumo di disgustosissimo odore , che toglie d'impicgarla agli usi domestic! , resta fermo lultavia, che la tor- ba e siimata fra i combijslibili che producono una temperalura e limitrofi » Nuova scelta d' Opuscoli interessanli sullo Scienze, e suU le Arti. Tom. 2. (1) Menioria citala (2) Istruzione suHa maniera di preparare la Torba. (3) Descrizionc Gcologica della Provincia di Mdaoo pubblicata pef ordine lUll' I. R. Governo di Lombardia. (4) SuUa Torba delle Provjncie Bresciane. 332 Gaetako Sgarzi eguale e costante, e licercaiissiina nell' Olanda , nella Fran- cia , nella Svizzera, nel Nord per diverse fabbiiche, e adope- rala con mollo vantaggio nella Loml^arcria ancoia e nel Hre- sciano. Delia di cui (jualila dovcndo repiUarsi la nostra Tor- La di Longaslrino, vuoisi con una prova dl fatio diiaostrare la sna forza calorifica per T oggelto di comprovarla suscellibile delle medesinie applicazioni. Fra li inezzi siiggcriii dalla Fisica , o prescelli dai varj e- sperimenlatori oiide calcolare il calore irradialo da un corpo in combiislione, qnello dell' evaporazione dell' acqua parvemi facile e preciso abbastanza da pnterlo addottare; quindi ia due vasi eguali di raine posta eguale quaniita d' ac(jua dislil- lala, li sopraposi a due fornelli parimenli eguali e rierapilL r uno di Carbouedi legna ordinario, l' akro della Torba no- stra , non alia slessa misura , ma al peso istesso. Osservai clie r acqua riscalduta dalla Torba giunse sollecita all' ebullizione, c alquanlo prima dell' altr' acqua , ma nou si manlenne co- slaute a quel grado , e dopo alcuu tempo discese a -t-76R. restandovi a luogo stazionaria ed invariabile. Consumali li corabuslibili , e ralTredati li vasi, col ripesare I'acqua rimasta conobbi, die menlre il Carbone ne aveva evaporato cento parti, la Torba non giunse ad evaporarne che cinquanta. Pe- ru se rideUasi che la cenere residua del carbone fu di cinque ceniesimi del peso primiiivo^ e invece della meta del peso primitivo si trovo la cenere della torba , risulta che nella me- desiraa quaniita di materia la parte combusiibile sia in ra- gion media nella nostra lorba di quulla ch& e nel carbone di legna comune piu ua ventesimo proporzionale, quindi ne fa di essa un materiale da fuoco adalto a suflicienza per le svariale fabbriclie, e manifature cui sono le lorbe congene- ri applicaie. In quanio poi al valutarla per ingrasso , generalmente la torba sembra averne lutli i requisiti , sia se si riguada la di lei analogia col lerriccio, e coiico dei prati , sia se contem- plansi le belle vegetazioni di die fanno pompa cerll terreni sovrastanli alle lorbiere, sia se si consideri che fra li suoi e- lementi vi ha pure dell'Azoto; ma particolarmente esamina- U come coucinie, manifesia il bisogpo d' ajuio e di q^ualche- I ToRB\ Di I.o^GASTI^•o 333 ailiflcio perche possa tale dirsi e tale cosllliilisi, non tanlo per la piccola pioporzione deU' Azoto, quanlo per la resislen- za clie oppone al dissolversi iie' suoi elemenii, e cornmutarsi in inateriali niUrilivi, quanlo per la soverdiia qnantiia di ter- ra clie IVammisla coaiicne. Iiifatii la litengono alcuni perfi- no inetta alia collivazione perche e secca cd umida non ali- menla tint al piii che Canne, Ginnchi, Graminacee, e Ciper- oidi da cui dcriva, e la slessa nostra torha si dice invano ten- lala a conciinare terreni da canepa ; tuttavolta non vorrcmmo certamente sollevarla alia classe dejjli ollinii ingrassi, e ne an- co ritiutarla oniiinamento; anzi ad esenipio del Conle Dando- lo che conlribui ad accreditar 1' uso di qnella della Lombar- dia , e massime di qnella del Varese, ammetteremmo un pos- sibile niozzo che pare proprio a converlire la Torba di Lon- gastrino anche in conciine. Ne qui sta il pensieio di fare cia che fanno gli Ollandesi alio stesso fine, vale a dire, d' ince- uerirla e spargerne le ceneri nei campi e massime nei prati, cio che non polrebbc tcnere che in ceilo niodo alia miglio- ria dei terreni, e ciii sarebbero ad opporvi le ragioni di Bosc per la cenere della torba pirllosa proposta all' uso medesimo in Francia; piuttosto indicheremmo di formarne degli ammas- si non alii pero ma estesi, e di iroraie qnesti ammassi con Urina(l), o mescolarvi piccola qnanuia di conclme animale per indiirre la necessaria fermentazione aumenlandovi li prin- cipj azotali di cni scarseggia , e cosi e indubitalo che li ma- terial! organic! che vi sono si alleggiano , nei niovimento di dissoluzione, a divenire luili sostanza niitriiiva, siccome senza ulteriori parole e provato cosi che la J'orba di Longaslrino e a dIrsi nn ingrasso cgualinente che un combusiibile . Qnindi riassumendo le cose esposte, daro termine col con- chiudere in hrcve •=- Che le Cuore di Longastrino non sono akrimenii ammassi (1) Lo slesso Adnms citato sopra suggerisce d" irornre la Torba con Acido Solforico allungato per converliVe l Acido Gallico ne^'li e- lemcnli coslitulivi I'Apozcma o 1" humus. Lo che non sembra poter- si adoltare per moUe ragioni. T. X. 43. 3 31 Gaetano Sgakzi staccati e iiatauii o specie d' agallaii , beiisi sono riaizi ill un iiieJcsiino foiulo di tnaleria in certo mod't elaslica , e la quale noii essciulo quivi compressa dal soprastanle lerreno , sicoome la e fuori del drizzagiio, si soUeva in diversi punti nel niodo clie si vede . Che queste Cuore pei caratteii fisici, e per le cliimiche proprietii si sono maiiilestale iiaa Torba d' antica formazione del geiiere dolla Torba Palustre , e delle due specie di Fib- brosa , e di Coinpnlta , fonnanli la prima uno stialo supe- riore, e la secoiula linfeiioie e piu grande stiato . Clie questa Torba e naturalineiue coinposia di avvanzi or- gauici, e di malerie terrose ; queslc della qualita ordinaria dei terreni d' Alluvioiie; quclli consllluili parte in fusii, in radici, iu libbre staccaie di pianle palustri ^ e parte in organismi e- guali diatrutti pero affalto e converlili segnatamente in Acido Llmico , e con molia probabilita in islato di Ulrnalo d' Al- luniina . Clie tale varieia di Torba perche non contiene esseri vi- venli, perche soggetla ad acqua corrente , perche in localiia profonda e Aose non vi si possono dare ulterlori vegelazio- ni, clie col periro successivamenle ne aunientino il deposito, non e suscetiibile di accrescimento reale e positivo. Che stanle la qualita di qnesta Torba ; l' essere congenere a qucUa del Bresciano, della Lombard'ia, e di altri luoghi^ e il trovarsi in un banco dell' altezza di 12 a 14 metri ed' e- stesa a tutta la padusa , puo benissimo prestarsi ed esser im- piegata quale conclme e segnatamente quale corabustibile. Che in line nell' uno , e nell' altro di questi rapporli non s' innalza a grado superiore^ forse per quello che lo ne ho sa- pulo e potuto dire, e fare; ma altri di me piu valenti senza forse daranno alia metlesima il posto che le conviene, e che le spetta in senso geologic©, chimico, e tecnologlco. Questo e nn volo che consacro alia Torba di Longastrino neir aprire il campo alia sua illustrazione, e nel preludere ai lavori the dessa richiainera; i quali lavori , siccome i passi • li piu fermo pieJe, cancelleranno io spero le orme vacillan- ti che in questa carriera io ho debolmente impresse. SPIEGAZIOIVE DELLA TAVOLA TAVOLA F. Rnpprcsenta un tralto nolabile tlella superticie ilel liunie sulla qua- le vcdonsi sporgere nelle localila 1. al 22 lu cuore sollo Ibrme di i- solcUe a conlorni irregolari . Le allre particolarita die si riferiscono a qiiesto tratto del Reno sono dcscritle nella lavola slcssa . N : C omni . To ni : X . , c^^yy/Y/' f///y^- XZ/rr- I'/i' c^. (Jiu'c .>t»n o JctMii\rc 111 (Tc u cui>i« c| ri^ T- r Brttiut trulu IK 11 Lit (Ml I lUiX-Ottiio it rt>ui't>- ^ Tal) : V. I " tn.Hv i\ ( luati'i D 3: (ivXv t'l ( I II a\ I'l iv \l t*\ Lf *\-. V tX H i\ jP^eiooo Lit. Ga>pari '<-:^. H,S^^ U O o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o C3 o o ^ ^ ^ c/) C/1 c o o H o a; o 1) o C3 0) o o o" o o o o 05 CO o cc" CO o cvT o o o CO O o o o o + + + + + + + + + + + + + + + o o < c O I o ' o I -T- I -^ I »n I Tj* •S -2 COO o 00 § •§ o cm" in o o o CO CO en O o" CO o •^ in o o o o o CM o o CO o 1-n o o o o o CO CM CO ■^ o T •o Oi ,.« -?< l^ «c CO c^ o o o o o 00 -r o OC" o o 5 -C o -2 :^ o c o u "3 -= o c« o > -i "S 00 3 /-J o H o P o 3 o ra 1) 03 c s 2 « 2 -a < O a — .2 S -^ o o s o o e 3 o s o s s s s s s s n II I! II II II II II ^? ■= = « e.| •- fo ■w t^" • -" o> — _ , . _ t. * •'■> ro fo fo ^ CI e^ 3 e o o o 5 <5 "T o» S O O 3 s » 3. ■T. — "!•. p* « -r ei c.« c«. -T- O ». m § » c (5 S ?• ? 3 S * M Z^ 2 S IS ."^ ^ '^ 3" t" o" 00 "o («» «.«' — to" o' e>r o» — «» t~ s" o « o>~ x" S S S ? 5. j;;j g 00' in ^ + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + |t + + + |||'J ***^"lrl2S9S?*5?!*??'*2'^"^ao'w>«^ r*^ •:i:^ •3. ■3 •s. 5 : ?. 8 i S ? :s \ ? e S S * 0 ?. $ :^ 8 e • fi • * 1 ri S ri ^■5 .S •r ~ S S.f^ ^1 ri S S ' • PI ; ^• s n • 3 •3 •■■s 1 S? S r." • s X » s 4n ?:? ■J 5 5 s 0 § :§ 5n • s s s • i ;*:^ fe 8 s 8 ; S 8 8 s 8 ;8 g- S 8 8 s s 8 8 ;8 8 8 • 5. : ^ : s i : !i : s : «. •• »* o ^^ 8.8 S 5. : ? : 8 ?:!:|:i=i il 9 .a . ? :r. .8 8 •8 ; 0000033003S OS 3, « « o, '•. "^ "o S ^, o> 1^ 'T, S S ▼. « M 3 T^ 5_ M (-. o * p* • T 8 * ■o t- M Q to 0 i> o o» cT oT ^ 1-^ o" oT irt" oT — * m ^~ i ..' ac" ^ e> 1 ^ 3* c>~ c« r*' o' Ck 3* •- — |.^ 11' -r o" ?> — V flc" irt 1..^ o< o o in o e '1 o o o Q ^ CO o_ G)^ ^.. * ■; .^ c^ ^ 3 "^ 3_^ ^ m" vs" o T" "^ 00 cT »- r^ «- c" ^" ~'" 00" o" 03<^t^033333t^ GJ^M^r^o ^O rno 3W^ T-" '^ ® O" ^~ in no" s" >r" V 00" QOmQQPQOmoOO m »n inowi-; ^ 3 1*3 ▼' t-" o" t^ *!•" -c -zi c oo" -r s s • = » e c fl a ■ O U S o C ■i -5 s o a d ~- CO i I •3 a -r -ri -i s ^ "2 t2 ■^ (S :^ :^ 3 :^ 3 1 • ^ n m 1) Q > ^ > ANTONII SANTAGATA DE NONNULLIS PLANTIS ABNORMIBUS E T PECULIARI PAULLI VERONENSIS PIGMENTO \Jutn de qulbusdam planlarum monstris hie loci sermonem olira habuerim, mulla retuli , quae a consuetis naturae legi- bus digressa nedum conspicienda sedulo, sed peculiari etiam admiratione digna videbanlur . Caricae Ficus niirum in mo- dum simul consitae , et aurea Mala insuetis, sed naluralibus juncla vinculis nova sua forma et oculos , et nientem ad se omnium prima allexere . Mirabilis junctionis inde niodum et causam perqiiirens, grandiorum arborum insitiones, quae prom- ptius palebant, sic notas reddidij ut quarumdam populorum truncos alia rum aliis impositos et nexos exposuerim. Ilisce ex- pensis addiia fuerunt alia , quae generis et speciei licet dissi- milis, summae tamen conjunclionis compaclione insimul de- vinciebanlur : sic vulgare , et abjeclum graincn in solani tubc- rosi radicem ita defigebalur ut neduni in earn se immitleret, sed etiam in ea transverse incederet^ in centrum penelraret, recte totam pervaderei . Alios insuper naturae lusos descri- psissem , ni^i me longioribus, ([uain par erat , narrationibus vos laedio confecturum extimuissom. Quae cum ita sint, quid modo opportunius quam ea referre , quae tuin prudciuer libuit praelermiltere? Praescrlim cum in liac vcris suavitate ipsa ru- ris amoenitas ad ea lam quam ad delectalionem nos revocei? T. X. 44. 338 AwrOMl SA^TAGATA Prills quam vero nova recenscaiiij baud sileam luijusmodl gra- niiiiis et solani tuberosi coiijiigia ollendi saepiiis , cujus fre- (jiienliae ul apparcret causa, quomodo illorum unio conlinge- icl, libuii peiscrmaii. Hoc autom ul tulo assequerer diligen- ler expendi , et Clarissimi losephi Beriolonii doclriua adju- tus ruilii visus suui obliuuisse. Duui cnim aiiinii causa per- peiulercm , ot menioria rcpolerem ([uod rei licrbariae iradunt cultores, Plantarum ncmpe radices^ cum evolvuntur, deorsum semper feni, et summa vi direclim desccmlere , poiius quam ad l;>tcra efluiidi, idqiie ab illaruin struclura et nalurali con- sequi propensionc; hnjusrnodi aciioni, ac motui totiini fortas- se sic iiibuendum esse censebam , ul idcirco superiores in su- bjectas deligerentur , easque omnino perfodercnt. Quod cum saepe coniiiigal, saepe eiiain illarum oritur uiiio. Quam opi- iiionem vel eliam si libeat conjecturam ul ad praeclarum deluli viruu) , tani niulia hie addidil, ul neduni melio- rem , scd eliam meo judicio tulam imo reddiderit. Praeclaru cshibuii documenla , ([uibus nou mollia, non levia ^ non laxa, sed dura, spissa, ac summe densa a radicibus dum ado- lescuul, pervadanlur. Pheuicis Dactyliferae seniina commissa lerrae fuerej dum jam enata ad ])ares angulos radices pro- ducebaniur, deorsum hae ligneis impegere laminis, quas eo- dem transgressae suul mode , quo abjeclum gramen solanum tuberosum transfouderat. Ex hoc nova accessit, et facia est iii([uisiiio , an scilicet paria haec osieula ab una eademque causa exeaul omnia ^ an vero aliis sinl tribuenda. Plures el ileralae obscrvaliones ad haec manslra conversae variam illorum originem el molilionem commouslrare videntur. Alque ut causarum varicias emineat el appareal, baud vos pigeat plantarum complcxum intueri (juem praeler ordinem natura obtulil . at([ue sic paravit nt illarum una solum cum jilures, ei inter se dissimiles ampleclaiiu- , horlulunj fere di- cam vel silvulani in ea quodammodo repraesentare voluerit. Boletus lucidus ex numerosa fungorum familia unus,quifre- (juens in agris nostris et praecipue in montium jugis el clivis uriuni habet et viget, e quercus trunco ut jam solet propa icrrani eruperat et adoleverat late aulumno proximo superiori . Cam large patulus explicaretur, et pro illius peculiari forma, s Dr. NONNULLIS PLANTtS ETC. 339 el vario colorum splcndore enitercl facile transcunlium ociilos sic perstringebat , ul facile ellain quisque ex arboie enni avel- leie posset, et ahsliahere . Eiun reveia ahripuil quidam al) arbote, sod cum iruie seciim vellet abdiiceie, a subjecio solo, ciii fortiler iiiliaercbat ^ friisira removere est conatns, el solum pluribiis igiiolisfjiie exiirpalis radicibiis eiim una cum ipsis po- lls fuit detniim exlrahere . Ex inopiiiato observandum fuit ab avulsis radicibus proj^igni plantas, quae sursuru elatac ad su- pciiora prodibant, el cum boletiim lolum trajicerentab eo obvo- hitac ouines in uiuim tamqnam florum fasciculum colligabantur. Age vero in hoc fortuito, ut ita dicam, Planlaium concuisu il- larum insiliones alio riiodo edilae fuisse videnlur <|uam quae siiperius peipensae repeitaeque fuere , et proinde illarum prin- cipia a causis ducenda longe aliis . Hoc ul appareal melius quae a Tab. VI. exponilur nunc innotescant. Exiiibct fig. 1 . in- tegram superiorem Fungi partem una cum verticibus planta- rum, quae ab illins superficie ad auras evadunt, el numeris 1. 2. 3. 4. signalis respondent, interim dum alteram inferio- rem , el subjectam fungi partem ostendit llg. II., e (jua plan- tarum exeunt, el foras projiciuntur radices, quae numeiis1.2. 3. designantur. Ut autem iter a plantis initum el confectnm pa- teal, Boletus bifariam sectus sic late aperitur, ut quomodo in illo inrcdant paleficiat. Figura igitur III. uuam ex parlibus con- spiciendam praebet, in qua plantam in propaiulo pouit, (|uae cum tola inspiciatur oculis cam facile insecjueris el proprio suoque nomine earn poles appellare. A fig. Ill, vix diflort fig. IV. idqne liabel discrimiiiis ul in ea quam exliil)el parte aliani nauciscamur plantam a priori omnitio dissimileu'. Cum niliili vel saltcm parvi inleressel singulas persequi plantas, nulla alia facta est sectio 5 facile enim erat ab explo- ratis agnoscere eumilem , qui iis fueral cursus, fuisso reli(piis. Quod cum ita se babeat si in hac stirpium collectione illarura perpendatur mollilies, si flexilitiS, si languor, si situs, nulluj quidem in iis insidere vim susplcabitur, qua ad inita connu- bia fere dicam arripienda, sibi viam aperuerint. Quonam er- go hac in re perfunctac sum munere, et quanam via alienae, nl passim dicunt, se insevere provinciae? Omnem profecto inu- silalae hujus rei raiionem altulisse videtur fortuilus Boleti 340 AwioMi Samagata onus, ipsiusqiie increnieatam, el explicalio. Ilic ciiiin iil a quer- ms tninco propc icriain se exeriiit et exolevit, in (Inilinias incklit plantas, quae cum in viclnia vigerent ei sic obslilerunt, lit tumere ad lalera coaclus eas amplecli ot circuni ire tlebiierit, adauctoque voliiinine eas irreiiverit, ei taniquani in carcerem conjecorit, ipsaeque dein conslrictae in ejus pnlpa velnti cap- tivae renianserinl. Quae vigent igitur non uno solum jungun- tur modo , sod tam diverse copulari videntur ut innumera liu- jusmodi naturae opera cam deprehendantur, illarum singula pro oppoilunitate sint enucleanda, novisque ol)lalis novae pro- ])terea aplandae, quas babemus reruni insitae et quasi in a- iiiniis ul ajebat Tulllus consignaiae notiones. Ilac de causa re- ferre plura, eademque expendere mihi nunc proposuerara , id- que susceptus dicendi ordo re vera vobis poUicebatur j sed dum baec jam scripsissem^ aliaque essem vobis, ut dixeram, nunc lelaturuSj inopinalus mihi conligil casus quo ad Cliymica pe- licula adeunda cum revocarer , eaque Pictorum hisloriam, qua niliil jucundius , respicerent , meum baud censui vos improba- turos consilium, si perturbato eliam ordine Imnc milii vo- l)is referendum susciperem, et ab argumenlo quod alias per- sequar defugerem . En casus quern vobis innui. Inter co- lores, quibus in elaborandis picturis utebatur Paulus Caliari, queni nomine Paul! V'eronensis desiguant omnes, extitit cro- ceus quidam color, quern imitari nuUus hucusque poluit. Om- nes sive veleres sive recenliores^ qui ex admirandis illius ta- bulis alias obtinere sibi sluduerunt, frustra colorem ilium co- iiaii sunt exprimere, elsi tam saepe illuslrium virorum et mu- lierum vesies eo invenireut obductas. Pigmentum illud sic com- ponebalur, ut quamvis croceum baberi el dici posset, ad cae- iiileum lamen et herbidum aliquantispcr vergeret. Difficile est diclu quam multa periclitati siut ad illud detegendum. Varias ad boc colorum mixturas experli sunt, omniaque exploravere corpora, e quibus id hauriri posse spes erat, sed irrita eva- sere tentamiua , quamvis nihil inexpertum reliquerint. Qui ex Cromo conficiebatur color a conquisiio distare minus videba- lur. Ilaec cum se haberent, nuper Venetiis contigit ut cum in anliquis aedibus plura asservarentur, quae oblita penitus sum- mis delapsae diu aelalis Pictoribus inservierant, observaliooi, De NONNL'LI is PLAMIS E!C. 341 et inquiMlionibus suhjiccientur . In iis pigmentoniin reliquiis corpus quoddam in conspeciurn venit, quod gravis erat pon- deris, et in crislallos conipaclum croceum referebal colorem adinstar paleae. Quid ah illius usu exiturum esset noscere cu- pido incessit, et proplerea pictori traiiiium , ut nulla mora in- terposita expcrirelur. Miraudum quideiii f'uit singulis penicilli tiuclibus illud micare, el respondere colorem quern frustra per longam annorum serieni conquisiverant, et quem unus ad haec usque tempora Paulus Veronensis noverat el adliibuerat . Lt vix de hoc fania percrebuil,Piclores onuies hujus experiundi fla- grarunt desiderio , quod illorura explore quisquam poluit. Mul- lis peroptali corporis fractae paries distribulae fuere^ quos in- ter Aloisio Venlurae Bononiensi , qui piclarura regionuni sat illuslris est auclor^ et qui illius pigmenii cum teneat frustuni illud nisi quam parcissime in tabulas impendit , vehemeuterque dulet ac moeret quod paullatim in nihilum denuo redigatur, et summa bonarum arlium jaclura iierum evanescat . Prius quam vero tola illius delerelur memoria, an chimicis arlificiis illius detcgi natura posset, obvolvebat animo_, dum usque ad hiuic finem id niihi tradere ipsi libuit, el ad optatam explora- lionera me omni studio adurgcre. Me itaque ab omnibus, qui- Lus tunc delinebar studiis et exercifationibus sine recusatio- iie avocari jussil, et ad ea solum pcrquirendam quae rela- tum respicerent efficienler adegit. De hoc interea nulla nobis erat cognilio , quod ad ejus originem, nunquid scilicet a na- tura suppeditatum , vel artificio confectum; quodnam insuper ipsi esset ut ita dicam natale solum , hoc est vel ortum Ve- netiis vel a dissila regione illuc transvectum. Gigni enim po- tuisset turn in hac ipsa urbe arlium cuitu praeclara, turn ad banc e louginquo perduci , cum ab Oricntis lerris cujuscumque generis merces, et praecipuae colorum ad cam veluli ad di- viiiarum emporium sine iniermissione transmiiterentur. Quo me- lius igilur potcram, ruranda erat haec procuratio, et analysis pro- plerea action! el viribus coramissum mihi corpus subjiciendum. Quae illius exterior esset species el forma jam dictum . Pondus vero grave quod habet potius quam inter bipides, recensen- dum esse suadcbat inter metalla , quod aliae poslmodum ob- servalioues et experimenla muliis conilrmavere ralionibus 342 Antonii Santagata et arsjiiinantis . SeJ quae inlimim nosaendi corporis natii- ram ei elemarjta declarare visa suiil, iniiolescaiit, et conqiii- sitiiin detectuni pigmentiim non sine ([uodain noslrae voliipta- lis seiisu eviilgetur. Explorandae substanliae parlcin ut in pul- verem coniriviinus, eani in phialam vitream irainisimiis , ipsi- que acidtini nitricnm aquaexiiUiin adjecinms: admoti ignis actio- ne pulveris omnino facta est soUilio, quin acidi nitrosi quidquain evolveielnr, niultoque minus ia auras abiret. In lianc soluiio- nem distillata aqua superfusa in quatuor pertnixiio divisa est qnantitates . H iruni uni adtlitus est Cromis potassae , cujus actione subsedit corpus, quod croceuiu praeselulit colorem; alteri loduretiim Potassae, ex quo apparuit corpus, quod fla- vo et ipsuin induebatur colore, sed qualein nobis fringillae ostendnnt canariae: cum autein tertiae qnani dicunt epalicaiu cominisceretur aqua, corpus slatim se obtulit quod nigrescens vasis fundurn appulit: postremae tandem cum sulphatis So- dae infudiinus solulionemj albescens corpus iu imam delapsuni est vasis partem . Ex bis omnibus quis iu pigmenlo illo et metaili naturam non advertat, el quod raagis interest ipsuni a plurabo confioi non percipial? Quamvis haec noscere lucem aliquam altulisse videretur, progrediendum tamen erat ulterius et cujusnam tandem iilud esset ingenii et indolis opus erat conquirere. Ad hunc fmern illius frustum in vilreutn cylin- drum immissum fait, et in aperto , liberoque aere leni igni traditum. Caloris hujus aclioni sic obtemperavit ut cilissime li- querit, idque nobis conspiciendum oblulerit quod Plumbi exhi- bent Oxida, et hoc modo exploraia patefaciuut oslenduntque constaoter. Sic ab igne remoium et frigefactuna amissam re- cuperavit formam et eodem indutum colore in prislinas se compegit Crislallos . Ut autem illius natura inspiceretur pe- nitius, ipsius plumbi restitutionem ab eo arripere et extorque- re curavimns, quam hoc modo obtinuimus. Coiifractis frustii- lis coinmixtus fuit carbo , et vehementi igni illorum concre- dita apto modo mixtura: habita fusione prodiit globulus, quern licet ex puro perfectoque pluinbo confectum sola o- culorum inspeciio judicavisset , libuit tamen id etiam chymicis demonslrare, el conUrmare arlificiis. Acidi Nitrici ope illius facta est soluiio: ailrosum acidum evolutum se prolulit, et in auras I De ko!ikuh.is planus e:c. 343 al)iil. SolutiOj qiiam dibiilLua aqua abliiinius, iistlem tenlata sub- stanliis^ quus in explorall Pigmenli soluiionem conjeciinus, eos- dem efleclus oblulit, quos alia praesliiit. Qiiis eijj,o colorem il- ium a Plimibi Oxido coalescere non afllrmabil? Seel magni ad- huc nionienli inqiiibiliones supereranl insliluentlae. lUius nempe oxidalionis gradus decerriendus, cl via qua nobis coniparaii pos- set, aperienda. Duplex est modus quoad prima asse<:[uenda cona- ti sunius accedcre . In Cilyudrum viireum in piiniis aliquan- lulam Pignienti copiam una cum carbone coujccimus: Cilyn- tlro adnectebalur ductus, qui curvus ad vas aqua calcis re- pletuni cum adveniret in ipsum exlremilate sua demergeba- tur. Iluic apparauii admotus ignis eo usque exarsitj donee ah iinmissa mixUira quidquam eiui posse viderelur. Scaluil reipsa corpus quod albicans et floccis plenum in aqua calcis subse- dit , et poslniodum Acidi Idroclorici actione eflerbnit, et om- nino dcliquit. Hoc Carbonalis natura cum donarelur^ eamque ab acido carbonico hausissei cujus elemenla el illorum pro- porlioues jam patent. Dnm baec suppeditala fuerint, quod est cerlissimum, el a mixtura in cilyndruni immissa et a solo Pig- menli Oxigenio , facile fuit a Carbonalis pondere quod novi- inus, slatuere Pigmenlum illud ad Plurabi Proloxida esse re- ferendum ipsisque adnumerandum . Hucusque autem dicta de- darabunt clarius quae scquunlur . Notum exploralumque est apud Cliymicos Lilargirium esse Plumbi Protoxidunj : quod cum ila se habeat aequalis cum Pigmenli tum Litargirii porlio car- bonum pulveri seorsim mixta , iisdem quibus antea usi fui- mus el apparatu , el melho Jo , velicmenlem ardenlis ignis ac- lionem persensit . Liiraque eandem praebuit PInmbi quantita- lem , el propterea aequalis in iis oxigenii copia deliluerat. la illorum igilur unoquoque par Plumbi Proloxidum pronum, imo necessum est receosere . Hie aulem inquirenda multa se praebenl quae naturales respiciunt externas nolas et characle- ros, quibus illorum singula inter se dislinguuntur ^ licet iis- dem elemenlis, el elcmenlorum proporlione eHormentur omniaj sic Pigmentum Lilargirium, el Massicot dilTcrunt extrinsecus, quamvis, fere dicam, unum, el idem ihymicorum ea decla- lei, el demonstrel analysis. Paucis aulem id omne perstrin- geus quod crui poluil ab exploralionibus corporum, quae a 344 Antosii Santa>ga,ta. rUimbo elTonnantar, ea jam cognovisse et obliimisse ceose- mus , quae ad optata penitus atlingenda nos ducant . El re qiildem vera praeler qualitales quibas reccnsita corpora Pi- gineiilum Paiili Vcroiiensis sibi redJuat simile, aliae in aliis aeque plumbeis sed secus comparalis deprcliensae fiiere quae voti compotes nos tandem se facturas esse polliccntur. Si Mi- nium, hoc est Plumbi Deutoxidum, ignis aclloni exponatur , ignis autem augeatur gradaiim, in proioxidem converlitur, no- vumque hoc corpus quod prodit, iis proprietalibus, externisque notis sic insignilur, ut poiius quam Pigmenlo finitimum, u- num idemque cum ipso esse videalur. Id eliam contingit si Carbonas Plumbi opiime sciteque tentelur, et ([uauivis Plum- bi Nitras allata corpora in hoc quod quaerimus acmulari ne- queat, colorem tamen croceum satis venuslum suppeditare po- test et ipsuin. Quae cum ita sint non dubilo, quin Pauli Ve- ronensis color , croceus oempe et ad caeruleum viridemque vergeus vel a Minio , vel a Carbonate Plumbi comparari pos- sit, idque uuum modo sit inquirendum quonam caioris gra- du ea torqueri debeant, ut perfectus et oplimus progignatur,, quod ab expeiliiis ac iieratis experimenlis niliil est cur facile non obtineatur. Gum tempus et spalium hue usque datum non fuerit, hoc innotescet in posterum. Haec interea dum perpen- derem, et maxima admiratione alBcerer quod praestans eximius- que color, ({uo egregii praeclarique viri in summa arlium am- pHtudine et perfeclione uleliantur, ex omnium animo et memo- ria excidisset, tristis obUvionis causae perquirendae me tenuit desiderium , et propterea assequendae ralionis cur veteres cu- jusdam aniiquitatis pictores non solum graphidis scienlia , in qua vera inest Picturae dignitas et magniludo, sed eliam mi- rabili colorum diuturnilate et splendore adeo recentioribus praeirenl, el excellerent. Quod nedum eruditionis amore mi- hi sumpsi, sed multo magis ut paterent artis defeclus qua com- ponuntur modo et parantur colores, eaque omnia iUucerent. quae iis tuto possenl consulere . Ex antiquioribus libris , quos adire juvat ut de dictis meliora discanturj is esse meo judicio videlur qui tractalum de Piclura exhibel, et a Genninio Gen- nini scriptum iierum iu lucem edidit Joseph Eques Tambro- nius anno millesimo ociingentcsimo vigesimo primo ( 1821. ) De NONKULI.IS PI.ANTIS ETC. 34;'l Cenniiiiiis egregiiiiuiilijiclor, el apud Giolum, cui Bd[)llsmi fiie- rat, III vnlgo diciliir, filiii'^ viginti (|naUior annonim spalio se t'xoiciill. Libniin confocil anno millesimo qiiadrlngeiitesiino lii- gesimo seplimo (1437) dum aetalis erat annorum ocioginla : niiseriae el aenimnae omnes cum sic premebant , lU Tloren- tiae ill caicerein oh aes alienum onjeclus ibi mortem oppe- liveril licel singnlari virliile el summa religione fidgerct. Ilii- jiis operis ea fiiil dediictio , ut illorum teinporuni Picturae sta- tus et conditio claroret, ul colonim naliira , el composllio pa- tefierel, et modus tandem, el arlificium paterct,qiio vclcres I'ictores ipsi eos contreclarcnt, inducerent, manibusqne coniice- rent. Ex his permulta manaiunl, quae sciiu digna ostenderunt (ut innuanmr ali(pia) quo pacto labuliSjCl codicibus glulinaieUu- aurum, (juanam vi ipsa donarentnr glutina, quanam quae a Cliy- micis dicunlur -=> Mordentes: hoc est principia quibus corpora colorem apprehendunt, niorsu veluti arripiuntj firinumquc re- tinenl. Ilujusmodi praecepliones summae esse ulililalis quis in- ficiabitur? Sed quod caput est, el ad rem nostram maxima opporiunum, noiationes sunt, et animadversiones quas nobis re- liqiiit ut facile inteUigi posset, qua de causa nobilissinia Picto- rum ars oorrumpi el depravari potuissel, et idoo nedum a vete- ri pnlctitudinc, et perfeclione colores desciscerent, sed Majorum virluti eliam Pictores ipsi non responderent. Patefactis illorum temporum praeclaris monunienlis, Pictorum Ilisloriam tradit eo- rumcjue imagines tanquani in speculo lepracsentat tum ([uo ad mores tum . Neque hie praeslat multa refeire a Mannio dicta atque au- cloritalcs ab eo prolatas ul ostenderel iisuiii lentinni viirea- ruin ad visum reficiendum numiendunique esse repeilum quod ad recenliores perlinel. Mihi suflicial commemorare Fratrem .loidanum a Rivallo concionalorem qui anno 1311 elllore- l)at, quiqiie lestabatur nondum liiginta esse annos ex quo » si " trovo r arte di fare gli occhiuh che fanno veder bene , « che e una delle migliori arii e delle piu necessarie che il • inondo abbia » quae quidem ars, uti demonslrat Mannius, reperla luii a Salviuo de Armatis, qui Floreuliae anno 1317 niortuus est . In quibus rationibus omnibus, atque in verbis praedicli Se- necae inlerprelis qui animadverlit veteres quum hive nollent, sive nequirent suisraelipsis oculis uli ad legeudum, aut ad scri- bendum , lectorum , atque amanuensium oculos adhibuisse; in- nililur sententia quae vuh veteres nullo modo lenies vitreas cognovisse ad visum reficiendum , muniendumque . At si quod ad lecliouem atque scripturam veteres ilH eo adjuracnto oculorum defectui niederi polerant; quod ad ^ub- liba artis opera nullo modo potcrant. Ast ut cerli modi tiadanlur quibus ad usum praediclum apte conf'ormentur vitra ^ requiritur cognilio turn formae o- culi , tum posiiionis, atque ejus parliumj neque credo nemi- nem ante Herojihilum medicum Alexandrinum noiiliam hanc satis accuratam possedisse, qui humana corpora eorumque par- tium sciie dissecare valuii . Et quamvis isle medicus atque philosophus floreret280 annis ante Christum nalum; non tamen ea est velustate , ut jure quis inde arbiirari possit Theodorum (1) Lib. II. 93. T. X. 46. 354 Ma^imiliani Akgelelli Samium, de quo xneulio supra facta est, sibi lentes vltreas in artis operibus adjuineula fecisse. Quare cum reinoliora lernpo- ra scrutarer, cjuutnque in libro dc geiieratione animaliuin A- ristotelis quklain locus tnilii occuriisset eliain a Duleuso coin- luemoralus, qui locus muUum confeire ad propositum raeutn videbalur; ei impeuse sludere incaepi, ut , quoad ejus fie- ri posset, llloruin verboruui sensum pcnetrarein . Quae qui- dein verba utpote diguissim i consideialionlbus veslris laliue versa hie subjiciaui: « diciuius, inquit philosophus , quemdani « acute videre, aut quuui longius vidore potest, aut quuin « corporum subjecloruui diflereulias vel minimas iatrospicere « valet. At ista duo simul omnibus noa dantur : ille enim qui « niauum apponit ante oculos voluli uuibraculum, vel qui per « tubiim iniuetiir, quamvis longius videat, non ideo coloruni « diircrenlias ma"is acute discernit. Sic interdum acciilit ut imaj e coU'a- go istesso trapassai per due lerzi la spessezza di quel labbro, evilando cosl di ferire coUa punla il solloposto aderente inle- slino, la quale allorche fu escila impiantai nel labbro op- poato parimeoti a due tcrzi della di lui spessozza poco sopra T. X. 47. 3G2 Francesco Rizzoli r angolo iiiferiore della formalu ferila , e la feci sorlire dalla conispoiulole cute a Ire lince di dislanza dal bordo del ine- desiino labbro. Al disopra di quest' ago ne iiiipianlai colle siesse regole allri due ad eguale dislanza fia loro , dopo di che li sirinsi fortemcnle con dei fili cerati . Scbbene peto io avessi 1' avverieiiza di slringere in modo i (ili ila meitere slrellameiUe a conlatlo le labbra cruoiUaie, cio millanieno le- vali gli aghi dopo quatlro giorni ni' accorsi di aveie otlcnula sollaulo in molta pane radesione di quelle, per cui fii d' uo- po ravvivare pareccbie voile col nilrato d' argenlo la piccoia porzione non per anco rimiita, e di usare della compressione oude oitonere una complela e rolnista cicatrice. L' infeniio fu preso a quest' epoca da dianea, dalla quale sanato assai pre- slainentCj pole per queslo uou mollo dopo escire lielissimo dallo Spedale . II felice risultato oltenulo coUa predetta operazione mi in- voglio a tentarla in un aluo caso non meno imporlante. Checcbi Lucia, di mezza eta, portava da oltrc qualtro anni un'arapia apertura nella vagina commuuicante col reito inle- siino, la quale erasi presentata in seguito di un parlo labo- rioso . Passavano attraverso quel ioro non solo le feci piu li- (]uide , ma ben anco a motivo della di lui ampiezza le piu dure e ligurate. Decisa quindi di libera rsi da un tale incomo- do die olue al teneria serapre imbraltaia le areccava tale rno- lestia da iinpedirle di procurarsi il pane colle propiie faliche, oltenae di essere animessa iu Ricovero per assoggettarsi a quel- la cura che potesse servire a guarirla. Ivi enlrala nel Marzo del 1839 rilevai che quell' ampio foro tiovavasi alia distanza di tre quarli ili pollice dalla bocca della vagina, che avea una llgura elillica il cui diametro maggiore era trasversale, e della luughezza di un pollice e un quarto, il niiuore invece longitudi- nale e dell' esleusione di mezzo pollice. I bordi di quell' apertu- ra osservavansi duri , e ricoperti da un lessuto mucoso che con- linuavasi coUa interna membraua delta vagina, e del relto . Riconosciula quindi anche in tale caso la necessita di cruenla- re quel bordi onde poterli riunire per adcbione, ne aflerrai il superiore con piccolo uncino , e mcdiante un bibluri curvo ncl piallo ne asportai il bordo stesso per la grossczza di poco Inter, u' Twtf.sti:lo Spe- dale Piovinciale e Ricovero onde guarire ancora della su- perslile fisiola . Era in allora questa donna notabilmenle eniaciata, acusava generale languore e spossatezza, evacuava le loci di IVetiucnle, e queste erano di sostanze poco , o nul- la digerile, il colore di sua cule era quello delle cLroliche, nulla appeliiva, e cerii cibi gli promuovevano nausea, o vo- mllo. Si penso quindi immedialaniente a migliorare le nior- bose condizioni del lubo gaslro enlerico che rinianevano super- blill air ultima sollerla malaltia il che otlenutcsimediante adal- lali prcsidii , le cure furono in allora direlie a favorire la chiu- sura di quella fistola, che da qnanlo ho indicato^ gia esi- steva da ollre un anno. L' esame aitento della mcdesima fe- ce conoscere , che un piccolo lembo di cule ripipgalosi al- lindenlro leneva disgiunii i Lordi dell'ulcera, e loro impedi- va per queslo di chiudersi. Dunque era facile il riconosce- re la neccssita di reciderlo il che venue falto . Dopo di che niedicata Y ulcera con alcune fda , e tenutala compressa con una fascialura circolare^ le malerie che dall' ulcera escivano diininuirono a gradi a gradi in modo da permellere 1' obli- lerazi(me compleia del seno fisioloso in meno di 1 5 giorni, per cui munita la donna di un cinto pole essere diinessa dallo Spedale. Kella primavera deH'anno 18-^3 j e cioe dopo 7.an- ni da che la suddclta infernia era guarila dalla fistola essendo slata di nuovo inviata alio Spedale onde essere curata di una carie all' osso sacro ebbi la coujpiacenza di scniire che quel loro uon erasi mai piu riaperio, e di irovarlo aucora perlel- lanienle cicatrizzalo . Nell' Agosio dell'anno 1 841. fu mandato dal Signor Dot- lor Quinlo IMacchiavelli alio Spedale da me dirello un gio- vaue e robuslo contadino uativo di Casalecchio onde fosse cu- rato d'un' ernia scrotale sinistra ^ la quale erasi da tre i^iorni slrozzata . Tali erano !e condizioni dell' iufermo da obligare 3G3 Francesco Rizzoli a passarc senza in*.Ki<^io alia chelotomia . FuUa peilanlo esc- giiiie alia mia prescnza qiiesta operozione al Signer Assisten- te Dollor Alfonso Malaguti, appena fii scopcrto reinioso in- teslino, venne qiiesto rinvcnuto nota!)ilinenle infiamnialo. Shri- gliato quiiuli nel niodo oppoiluno il canale inguinale fii im- jiiedialamente riposlo riateslino slesso entro la cavilk dell'ad- doinCj e medicata la ferita di seconda inlenzione. IVcscrino poco dopo un salasso dal braccio onde domare i gia csislen- ti gravissimi inlesliuali flogisiici fenonieni, soiiiminislralo pure air ini'enno I'oliodi rioiiio si oltonnoro bcnsi abbondanli sca- riclii alviiii , ma i lonotneni inriatninalori non facendosi per questo piii mili, si dovelte a divcrsi intervalli ripe- lere per ben olio voile la sangiugna , cil usare quel regime anlifloe;isiico clie era dalle circoslan/.e addiinandalo . Nnlladi- meiio dopo olio giorni si vide escire dalla piaga abl)ondanlo copia di malerie fecali , il die mi feoe conoscere, che ad on- la della encrgica ciua adoperata non erasi potiita eviiaieTe- sulcerazione, o la cancrena nell' ansa inlestinale che in anle- cedenza era rimasla slrozzata . Da quel moraenio pero in a- vanli i sintomi di enlerlte andarono a mano a mano scemaii- doj ed erano del lulio cessali alia 15. giornala di malallia, al- ia quale epoca nel medicare che io facea I'liifermo mi accor- si che una piccola porzione di membrana moriificala si im- pegnava nell' alto della piaga in corrispondeaza all' esterno Ibro inguinale. Aflferrata quella colle pinzette , lirandola dolcemente verso di me potei con facilita eslrarre 1' ansa inlestinale sfacel- lata che qui vi presento, Vedl ancheTav. Vll. fig. 4. e che appar- teneva cerlamenle a quella che avea per lo innanzi sofferta la slrozzalura. L'esteosione della medesima era tale da non lasciar- mi lusinga di evilare la formazione di un permanente ano con- tro natura . Cio nulla ostante col passare del giorni io vedea la piaga a poco a poco rimpicolirsi e nel tempo istesso di- minuire 1' ampiezza dell' esterno foro inguinale, e quindi di quella bocca dalla quale le feci scalurivano, ed invece co- minciar queste a pcrcorrere la via nalurale , che avcano del tulto abbandonata, ed emmettersi qnin-Ji per 1' ano, nel qual modo procedendo le cose, scorsi appeoa due mesi la piaga mosiravasi quasi del lulto cicatrizzata , e nulla aliro rimanea Inter. D'I^TESTl^o 3G9 se non che un piccoHssimo perliigio da cui esclvano di quau- do in qnando alciine goccie di sciolie materie giallastre. II ([uale loro cauteiizzato col nilrato d' argento e compresso con adallata fasciatnra conipletamcritc in breve tempo obli- teravasi . Dopo di che l' inlermo niuno incomodo soffiendo nella digcslione, evacuando gioinalinente le feci, con molta preslezza liprese la perduta ent-rgia . Ed avrebhe egli certa- mente conunnato per le ragioni che or ora diro in cosi pro- spero stato se ad onta del datogll prccello di non abusare di cibo, e di vino non si fosse da qiicUo allontanato . Erano in- faui gia scorsi due mesi dall' oltenuta gnarigione allorchu ap- punto quest' individuo dispregiando il suo bene stare fece u- so di abbondanle copia di cibi d' assai difficile digeslione, e di vino, in segnito di che venne prestamente assalilo dai sinto- ini di gravissiina enteritCi Le evacnazioni alvine per altro non si soppressero J che anzi ripetevansi piii volte quanlunque sciol- te 6 sanguigne nella giornata , il che mi assicuro non trovar- si alcuno ostacolo capace di arrestarne il corso nel piinto o- ve avea aviuo luogo la completa interruzione di conlinuita del- I'inteslino. Fii vano II piii energico metodo antiflogisiico a- doperato , che in men di sei giorni l' infemio rimase viliima di questa acuta infiammazione . L' autopsia cadaverica fu ve- raniente niolto intcressanle giacche per mezzo della medesi- raa potei conoscere il niodo con cui la natura avea adopera- to onde ristabilire la perduta conlinuita intestinale. Ispeziona- to infalti I'addome ben presto vidi doversi attribuire la mor- te di <|uesio disgraziato alia cancrena d'estesa porzione di ca- nale alimentare, e facilmente mi confermai che se I'informo avesse dato ascolto ai miei consigli con tanto opportune la- voro la natura benefica avea rimedialo al gili sod'erto guasto intestinale, da potergli permettcve di godete d' una salu- te perfella . Scoperta infatii in vicinanza del canale inguina- le sinistro quella porzione di inteslino ( che era un tralto deirileo) in cui era avvenuta la desciitta interruzione di continuo , vidi i due estremi di questo inteslino troncato non gia come avrebbe potuto supporsi mollo lontani, ma inve- ce fra loro vicinissinnV, e appena distant! l' uno dall' al- Ifo di mezzo poUice . 11 superiore diretto dall' alto in basso T. X. 48. 370 I'riANCESCO Rizzou guardava colla sua bocca ad angolo mollo otniso quella del- I'inferiore. Motivo per cui le sostanze che dall' eslreino sii- periore jslesso derivavano poieano con molla facilita dirigger- si, ed insinuarsi ueU' estremo inleriore. Che se pero a cio so- lo la nalnra si fosse limilata non trovaodosi i due estremi del- rintestino fra loro ad immediato contallo non si sarebbe cer- tamente potuto evitare io spandimeuto di una parte degli u- mori inlestinali entro la cavita dell' addome j la sortita di essi dair inguinale apeitura, e quindi la formazione di un perma- nenie ano contro nalura. Ma faceano barriera posteriormenle e superiormente agli umori, che per quella via avrebbero polulo versarsi nel cavo addoininale , gli adiacenti inteslini , i qnali colla lore eslerna superficie sierosa aveano presa in quel pun- li stretla aderenza colla superficie parimenli eslerna del Iron- calo inteslino, inferiormenle a cio serviva il periloneo , ante- riornienle il coUo del sacco erniario che mostravasi in quel punlo obliteralo. Ed era pure assai bello il vedere che a rendere anche piu completo questo saUuare lavoro , la nalu- ra entro quel vano avea dalo origine alia formazione di uno stralo mucosOj il quale Irovavasi in conlinuazione colla vil- losa inlestinale , e metle%'a cos'i le due circonferenze del Iron- cato inleslino anche all' interno perfeilaniente in conlinuiia fra loroj non restringendone nienomamente il calibro , e lascian- do in tal luodo libero campo alle inlestinali malerie di per- correre la via normale. Finalmenle un caso molto singolare e quello di cui vengo ora a lenervi parola. La Signora Zagoni donna di molto spi- rilo , di complessione piuttoslo robusta dell' eta d'oltreSOan- ni , fu soggetta in varii periodi della di lei vita , senza poter- iie accennare la causa , a dislurbi addomiuali, a dolori ford , e violenli alia regione del fegalo , di non molto durala, sot- to i quali la di lei cute acquislava d'ordinario un illerico co- lore. Da tali incomodi la medesima fu molto opporlunamente curata dall' ora defunio signor Donor Bolis medico pralico^ come UUli ben sanno esperiissimo , di quesia citta , dopo di che ella si trovo in abbasianza lodevole stato di salute . Non fu che sul finire del Novembre 1844, ch'essa venne presa in seguito di un errore dietetic© da violent!, e conlinui dolori IWTER. o'lNTESIINO 371 airipoconl far del giorno^ e lasciasse quasi libera T inferma in tuita la gior- nata, ma verso sera ricomparve il freddo, quindi il calo- re febbrile , poscia la diminuzione di questo , fenomeui che ripeieronsi pure nella susseguente giornata. In tale stato di cose il dottissimo coUega amo, che altro Medico a lui si as- sociasse onde curare la raalata , al quale uopo fu scelto il Signer Dottor Ubaldo Daveri . Convenne questi trattarsi di malaltia flogistica del fegato , e di qualche tratto del canale alimentare, approve quindi pienamente il metodo di cura a- doperatOj e consiglio di ricorrere al solfato di chinina , onde prevenire quella febbre , che per ben tre volte erasi presentata coi sintomi della intermittente quotidiana. Non trovando il Prof. Bellelti moiivo che si potesse opporre all' amministra- zione del consigliato farmaco , venne il medesiino sommini- strato air inferma in dosi opportune. Dopo di che non ricomparvero piu ne il freddo^ ne quei morbosi universali fenomeni , che al medesimo susseguivano. Ad onta pero di cio continuava il dolore nella suindicata re- gione j ripetevasi il vomito, frequent! , e violenti ne erano i eonali, la fisionornia si faceva sempre piu abbattuta , le 370 I'nANCEsco Rizzou guardava colla sua bocca ad angolo molio oiuiso quella del- I'inferiore. Motivo per cui le sostanze clie dull' eslieino su- peiiore islesso detivavano poteano con molia faciliia dirigger- si , ed insinuarsi nell' esliemo inl'erioie. Glic se pero a cio so- lo la naliira si fosse limitata non liovandosi i due eslreuii del- Tintestino fra loro ad immedialo contallo non si sarebbe cer- tamente potuto evitarc lo spandimenlo di una parte degli u- nioii inlcstinali eritro la cavita dell' addome ^ la sorlila di essi dair inguinale apeitura , e quindi la formazione di un perma- nenie ano contro natura. Ma faceano barriera posleriormenle c siipeiiormente agli umori, die per cpiella via avrebbero polulo versarsi nel cavo addoininale, gli adiacenti inteslini , i quali colla loro eslerna supeiTicie sierosa aveano presa in quel pun- ti stretla aderenza colla supcrficie parimenli esterna del tron- calo iateslino , inferiormenle a cio scrviva II periioneo , ante- riormenle il coUo del sacco erniario che mostravasi in quel punlo oblit«ralo. Ed era pure assai bello il vedere che a lendere anche piu complelo queslo salulare lavoro^ la natu- ra entro quel vano avea dato origine alia formazione di uno strato niucosOj il quale trovavasi in continuazione colla vil- losa intestinale , e meiteva cos'i le due circonferenze del tron- cato inteslino anche aU'interno perfettamente in continulla fra lorOj non restringendone menoinamente il calibre, e lascian- do in tal niodo libero cauipo alia intestinali materia di per- correre la via normale. Finalniente un caso molto singolare e quello di cui vengo ora a lenervi parola. La Signora Zagoni donna di molto spi- rit© , di coniplessione piultoslo robusta deU'ela d'oltre 50 an- ni , fu soggetla in varii period! della di lei vita , senza poiar- iie accennare la causa , a disturbi addomiuali, a dolori forli , e violenti alia regione del fegato , di non molto durata, sot- to i quali la di lei cute acquistava d'ordinario un itterico co- lore. Da tali incomodi la medesima fu molto opportunamente curata dall'ora defunto signor Dottor Bolls medico pratico, come tutti ben sanno espertissimo , di questa citta , dopo di che ella si trovo in abbastanza lodevole stato di salute . Non fu che sul finire del Novembre 1844, ch'essa vcnne presa in seguito di un errore dietetico da violenti, e conlinui dolori IwTEH. dIntestino 371 all'ipocondno dosiro , ed alia rcgione epigastilca accompagnati da vomllo. Uicliiese per qnesio il socorso del douissimo no- stro coUega il Piofessore G. B. Belielii il quale in allora e- saininata I'inferma rilevo preseniare i seguenii morbosi fetio- meni: dolore lorte aH'ipocondrio deslro ed alia regione epi- gastrica , la quale era Uimida , ed intolleranle al taito , vo- mllo frequenle di bile , e di succhi gaslrici , mancanza di al- vine evacuazioni , fisionomia abbatuiia , liogua sporca , cute ed albuginea alquanto giallastra , urine scarse , e di color giallo scuro, polso febbrile. Qnesti fenomeni gli fecero giudicare trat- tarsi di nialauia flogisiica del fegato , e probabilinente anco- ra di qualche tratlo del canale alimenlare, per cui non rispar- mio quell' energieo^, e regolare metodo anliflogistico , che era opportuno alia circostanza . Cio nullaosiante le condizioni dell'inferma non miglioravano, sembrava anzi la nialauia in* fierire . Giunla la decima giornaia di decubilo la signora ac- cuso verso sera intense IVeddo, il quale fu susseguito da violenta reazione febbrile, che parve si amrnansasse sul far del giornOj e lasciasse quasi libera 1' inferma in luita la gior- naia, nia verso sera ricomparve il freddo, quindi il calo- re febbrile, poscia la diminuzione di questo, fenomeni che ripeteronsi pure nella susseguente giornata. In tale stato di cose il douissimo collega amoj che altro Medico a lui si as- sociasse onde curare la malala , al quale uopo fu scelto il Signor Dottor Ubaldo Daveri . Convenne questi traltarsi di malattia flogisiica del fegato, e di qualche traito del canale alimenlare, approvo quindi pienamente il metodo di cura a- doperato , e consiglio di ricorrere al solfato di chinina , onde prevenire quella febbre , che per ben ire volte erasi presentata coi sintomi della intermitlente quoiidiana . Non trovando il Prof. Bellelti moiivo che si potesse opporre all' amniinisira- zione del consigliato farmaco , venne il medesimo sommini- strato air inferma in dosi opportune . Dopo di che non ricomparvero piu ne il freddo ^ ne quei morbosi universali fenomeni, che al medesimo snsseguivano. Ad onta pero di cio continuava il dolore nella suindicata re- gione j ripetevasi il vomito , frcquenti , e violenli ne erano i conali, la fisionomia si faceva sempre piu abbattuia , le 37 2 l''BA^CEsco RizzoLi cvacuazioni alvine iion si oiiencvano clic scarsameiUe, c col- I'uso di replicati clisteri, eil erano dure, e del colore del ges- so^ il polso dcpresso , grande era ravvilimento della niala- ta. Accusava in allora rinferiiia im dolore disiensivo alia re- gione epigastrica^ la qiial regione mostravasi inollo piu lu- inida, che per lo addielro iiol fosse. Tale luinidczza andava a mano^ a mano e soUeciiameiue crescendo, e lasciava nel dubbio , se ad uu lembo del fegaio failosi piii voluminoso per la insorta infiammazione, o ad inteslinale lumidezza dovesse la medesima altribuirsi. Non riscontrando pero in qiiella il I'rof. liellelli tiuii cpiei segni, che ricliiedeansi , onde poter- la alle sole predelle cagioni altribuire , esiernato cio ai pa- renli dell' inl'erma si voile, die io pure 1' osservassi . Quan- do io la visilai erano gi;i 22. giorni die Li signora irovava- si inalala , ed erano scorse 8. giornate , da che si era pre- sentalo quel morboso luinore . 11 Professore Belleuij ed il Douor Daveri si compiacquero di farnii la narrazione del- la malallia colla maggiore chiarezza e precisione, per la qua- le mi lu facile rilevare quanio in succinto ho di sopra uar- rato. Dalonii in allora ad osservare T addome risconlrai dif- alto nella di Uii parte pin alia una tumidezza molto rialza- ta , la quale aveva la figura di un Iriangolo , il di cui an- golo superiore corrispondeva alia carlilagiae ensiforuie dello sterno, i inargini erano forniali dal bordo libero dalle carli- lagini dello ullirne coste , la base iraeva origine dalla eslre- niila di uno di quesli bordi , e andava a finire nell' allro , passando cosi orizzonlabnente al di sopra deU'ombelllco. II colore degli inleguinenli die ricuoprivano quella regione era ualurale, il calore alquanlo piu del normale. La gonfiezza era maggiore dal lato destro , la cute, il tessuto subcutaneo, i solloposli muscoli , e le adiacenti aponeurosi mostravansi tese, e resistenli. Praticata la percussione con discreta forza su quel rilevanle tumore, si fece senlire profoodamente sonora ^ il che akjuanto mi allontanava dal credere che gli inteslini^ o lo sioinaco il tumore stesso formassero. Conveniva dunque in- dagare se piullosio dal fegaio dovesse la lumidezza ripe- tersi, ma la figura di questo tuiuore, il modo rapido con cui si era sviluppalo mi Icnevano lontano da cio peusare, e Ikter. dIntestino 373 mi pouea in maggior dubl/io ancora la percussionc , giacclie ([ualloia il fegalo od una esiesa di lui porzione avcsse quella Uimidezza prodotlo , la presenza di un corpo solido tanto vo- luminoso al disotlo delle robnstc addominali pareli mi avreb- he ohligato ad eseguirc una forlissima , non gik discreta per- cnssione , onde senliila cosi prolondamenle sonora. Dnnque parea piuUoslo potesse sospciiarsi , che ivi un li(juitlo si fosse raccollo. Feci percio le piu diligcnti indagini, onde sentirne coUe diia atlraverso qiiellc lolnisle pareli 1' ondeggiamento , cd a dir vero dopo inolli csanii mi parve, quanlunque oscu- lamente, di riscontrarlo. In seguito di die falto aUenlo rifles- so a tulto cio che in antccedenza era accadutOj e specialmen- te al freddo iuienso , die nella maggiore gravezza del male crasi replicaiamente presentalo , e che suole precedere la for- mazione delle gravis o mortali interne siippurazioni , o can- crene , inclinavo a supporre che quel liquido fosse probabjl- menie derivalo da una di queste due sorgenii , e cioe , o da un ascesso formatosi nel lessuio cellulose che livesie all' ester- no il peritoneo o da una raccolta circosciitta entro il peiito- ueo medesimo di materie intestinal! , o di qualsiasi altro umo- re, formatasi per cancrena , ulcerazione , o roliura di qualche viscere nella cavita addominale contenuto. Ma menlre alquan- to mi allonlanava dall'ammettere la prima ipolesi consideran- do che i siniomi infiammatori avevano incominciato ed in- lieriio principalmenle nel fegato e negli intestini e non gia alia superficie del peiitoneo, mi senliva percio inclinato a ri- tonere piu probabile la seconda. Questi miei pcnsamenti esler- nava ai Medici curanti^ li accarrezzava il Belletti appoggian- dosi specialmente al modo improvviso, e rapido con cui erasi formato , e cresciuto il tuniore^ non persuadevano pienanien- te il Daveri, ed a cio rindncevano il non rilevare cgli quel- la flulluazione che a me quantunque profonda scn)brava di riscontraro. Pelrhe il mezzo che io in tanto pcricolo della signo- ra credeva potesse ricscire soltunto proficno onde scamparla almeno da iraminente morte^ I'apertura ciofe sollecila del lu- more, non potea essere addotata , invece dclla quale si con- sigliava la continuazione del risolvcnli presidii. E siccome io ben coaoscca die anche ad uomini quanto puo mai dirsi esperli 374 I'RANCESCO RlZZOLI nell'arte e accadiUo non infrequentemente di non riscontrare ne niarcia ne liquido alcuno in parli, ove senibravano inanife- siarnenlc laccolti, si fu percio che in un caso come qiiest-o taiilo dubbloso , e gravissimo , non osai insistere ulierionnen- te onde venisse abbracciaio il mio progetto. Pero non ne abban- donai del tutlo il pensiero, ed anzi pregai I doui Colleglii a Irovarsi nuovaniente nieco iiisieine il giorno appresso daU'ainr malata. Furono in allora ripeiuli gli esami, fnroiio ripeuite le esplorazioni , la flulUiazione fu da me meglio sentiia, non si rese del luito oscura al Daveri , il quale come coscienziosa- n>eale non avendola rilevata la sera anlecedenle non incline") aUa apertura del tumore , in allora convenne perche si ese- guisse. Acconsentendolo pure I'inferma ed appro vandola pie- namente il Prolcssore Belletli , io incisi con quelle regole^ che tulti i Chirurghi bene imraaginano doversi tenere in simili cir- costanze, con un bisturi panciuto gli integumenti nel punto in cui dissi essere piu sporgenle il tumore, e direttolo convenien- lemenle atiraverso le addominali pared, penetrai in un cavo da cui spruzzo con gran forza ed a molta altezza un grosso getto d'umore assai felido. Allungata immediatamente col bisluri boltonato , e colla scorta del dito tale apertura e ridoltala co- si all'estensione di circa tre pollici onde dare piu facile e li- bera escita agll umori raccolti poterono dalla medesima sgor- gare oltre ad otto libbre di liquido. Scomparve immediatamen- te la tumidezza , si avvallarono le addominali pareii . Esa- minato intanlo I'umore raccoko, \o trovaramo fetido di colo- re giallo nerastro, e format© in gran parte di materie bilio- se e fecali , e rilevammo nel medesimo non poca quaniita d'o- lio. Cose tutte le quali mi confermarono , che nella prece- duta addominale infiammazione avea almeno avuto luogo cer- tamente per ulcerazione , o per cancrena la perforazione di qualche intestino, aitraverso la quale si erano fatta strada le feci, ed una parte di quell' olio, che somministrato replicata- mente negli antecedenti giorni all' inferma , percorso il canale alimentare e giunto al luogo ove esisteva I'iotestinalemorbosa a- pertiira I'avea attraversata, cd erasi in un colle feci raccollo neV- la regioae superiore^ edanteriore dell' addome. Eseguita I'opera- ;fione T inferma provo sublto ua immenso solUevo. Le labbpa» Inter. d'Intestino 37 S dclla feriia fatla fiirono tenute allontanatc per mezzo dl sliicllidi TiIbj e furono suUa nicdcsiina applicatc alcune pezze, e delle spu- gne da cambiarsi a seconda che rinianevano imbcvuie degli u- mori che da quel vasio ascesso scatiirivano. Da quel mo- mento in poi le moihose condizioni dclla Signora andava- no niiglioraudo, dalla falla apeiUira uscivano larglil e gros- si pezzi di omento sfacelato , di giorno in giorno rimpico- livasi r ampiezza deli' ascesso , e dopo due setliinane sgor- gavano da questo malcrie soltanto biliose niiste a poche fe- ci, le quali invece sebbenc dare, e di gipseo colore, in mol- la maggior copia die per lo addielro venivano emcssc per le vie natiiraii, ai che favorire non si ommetteva ben di frequen- le I'liso di replicati clisteri. Dopo 40 giorni dall' eseguiia o- perazione la ferita falta all' addome era quasi del tulto cica- trizzaia, e non rimaneva clie un'apertura del diamelro dl po- clie linee. E qui giova, che io vi faccia nolare un' importan- le circostanza , che a quest' epoca malerie fecali non si vide- ro pill escire dalla superstite piccola piaga, dalla quale pero veniva cspulsa in non poca copia pura bile di cui riniane- vano piive le feci , che erano enimesse dall' ano. II qua- le faito , menire mi facea conoscere la morbosa inteslinale a- pertura essersi gia obblilerata, e mi spiegava perche mancan- do di bile le feci venivano percio le medesinie emesse dure e scolorale, mi facea ancora palese essersi in queslo caso al- ia perforazione di un crasso inteslino complicata quella di u- no dei condoui , o recipienli che servono a conlenere o ad espellere la bile . La quale roUura potea probabilmente deri- varsi dall'impedita discesa della bile nel colledoco^ cagionata forse dair essersi la medesima in quel punto innorraalmenie addcnsata , o mollo meglio ancora dall'arresto di un calcolo. In seguilo di che non aveudo la bile islcssa potuto discen- dere nel duodeno , raccollasi enorraemenie in quel recipienli, che servono a conieneria, avea percio dato on'gine a tanta disiensione da indurre qucgli infiammatori fenonieni di fega- to, che ben presto propagaronsi agli adiacenli inteslini, con- seguenza dei (juali fu quell' ulcerazione o cancrena , che per- niise il versamento della bile^ e delle materie iniestiDali 37G FRA^CESCO FuZZOLI enuo la caviiJi addominale . Niilhidimeno le condizionl del- r iafeima conlinuarono a migliorare . Accjuislava essa di for- zCj si miuiva e polea cosi dopo 60 giorni di decubito , al- zarsi dal letlo da cui sarebbo disccsa aiicora ahjuanto prima se uaa molesla tosse , non l' avesse travagliala . A quest' epo- ca il colore itlerico andava pure scemando, e le feci comin- ciavano a presenlarsi giallaslre, il che fiicea supporre che essen- do lolto il flogistico tiugore la bile polesse in segu'uo di cio superare in parte quell' oslacolo die si opponeva alia di lei discesa. Al terniinare del Marzo il piccolo pertugio, che era ritnasio lino allora supersiiie mostravasi complelemente chiu- so^ ma dopo 10. giorni si riapriva lasciando sfugi^ire soltanto al- cune goccie di siero j e di non mollo densa bile in ogni gior- nata. Cio non recando alcuno incomodo alia infernia pole per- meiterle di recarsi ai primi di Giugno a villegiare , onde riac- quistare conipletamenle la priiniera robustezza . Era essa lle- tissima del suo stalo , e sperava iin completo ristabiliiuento , quaudo sul finire dello stesso mese di Giugno fu presa im- provvisamenle da forte dolore di capo, che venne susscgnito ben presto da appoplessia in seguito della quale dopo poche ore morl. Chieslo ai parenti il permesso di sezionare il cada- vere , ed essendomi cio stato accordato, rilevai, che per ver- samento sanguigno al capo era perita I'inferma. La sezione cadaverica istessa poi mi mosiro, che io non avea errato nel- la diagnosi della pregressa malallia. Portate infalli le anoto- miche indagini ai visceri addominali , osservai che il condot- lo coUedoco enorniemente disleso conleneva quell' assai gros- so calcolo biliare che or vi presento , Vedi anche la Tav. VII. fig. 1 , notabilmenle allargato trovai il condotto epatico, e rilevai che alia sommila della cislifellea e verso la di lei parte anteriore esisteva un piccolo pertugio, il quale meltea foce in nn breve, e strelto canale fistoloso formatosi attraverso le addominali pareli, ove le medesime erano slate divise dal tagho, il qual canale ter- minava in quel piccolo pertugio , che rimaneva ancora superstite alia esterna superGcie dell' addome. K cosl pure esaminau gli iniesiini osservai , che qiiella porzione di colon irasverso , che fianclieggiava la cistifelea , moslrava una aperlura ellltica lar- ga pill di un pollicc, perfollamentc cliiusu da un soulle e Inter. d'Intestino 377 delicato tessulo celluloso di nnova formazione. Per le qiuili co- se lutte senibra ora climosiralo che i doloii forli aU'ipocon- diio destro ciil fii soggelta riiifeiuia in vaiie epochc fosscro dipeudenli dal difncile passnggio della hile indotlo di tratto ia tialio, ed in seguito di non bene detern)inal)ili circostanze, da quel calcolo clie erasi soflermalo ncl colledoco , e che pel vo- lume acquistato dal calcolo slesso e pel lurgore flogi-.lico dal medesimo indolto nel canale in cui era contenuto , essendosi resa impossibile la discesa della bile nel duodeno sia slata ob- bligaia quesla a ristagnare nel condotto epatico, nel cisiico, e nella cisiifelea , in mode da distendeila, da violentemente infiamniarla , e quindi da ronipeila od csulcerarla. Infiamma- zione la quale essendosi propagata ancora alle vicine parli e specialnienie aU'adiacente porzione d'lntesiino colon, qnivi pas- su pure 0 alTulcerazione, o alia cancrena. Formatasi in se- guito di cio tanto nella cisiifelea , quanto nel colon uu' aper- tura escirono dall'una la bile, daU'alira le materie fecali sciol- te , che in gran copia versatesl nella regione superiore del ca- vo addoniinale diedero luogo alia formazione del vaslo asces- so di cui vi lenni parola. Svuoiatosi poi quell' ampio cavo , e slaccalesi ancora quelle porzioni di omenlo che in seguito probabilmente delT irritazione ed infiamrnazione indoita dal contatlo dei predctti umori erano passate in cancrena , il cavo dcU'ascesso ando di niano in mano rinipicolendo e nel tempo istesso dai niargiul dcU'aperlura ulcerosa formatasi nel colon comincio ad ordirsi quella pellicola che a gradi a gra- di aumentando servl ad obliterare oiganicamente 1' apertura medesima, in seguito di che le materie fecali a poco a poco ripresero la via normale . Contemporaneamente si ando re- stringcndo V apertura formatasi nella cisiifcllea, dalla quale a- perlura trasse origine quel canale fistoloso , che pel contem- poraneo rimpicolirsi della ferila filta nelle pareli addominali, sboccava con piccolo pertugio al di fuori delle medesime, e dal quale escivano giornalmcnte poche goccie di siero e di umore bilioso. Quesie cose tuiie che poiete a vostro bell' agio rilevare dalle figure appositamente disegnale, (Tav.VII. ) e dai pezzi patologici , che io mi faccio un doveve di presentarvi^ Yarranno a convincervi della reaha di quanto inlorno a questo T. X. 49. 378 Francesco Rizzoli caso ho narrate, e nel tempo istesso serviranno ad aggiungere alia storia dell' arte un faito, di cui io credo sarau per es- sere ben rari gli esenipi. SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA VII. «»6>«f»4 Figura 1. Forma e grandezza del calcolo biliare . Figura 2. a. Porzione del colon trasverso in cui ebbe luogo la morbosa nper- lura b. b. forma cd ampiezza dcUa nicdesima la quale si osserva cliiusa dalla niembrana cellulosa di nuova formazione. Figura 3. a. comuni inlegumenti dclla reqione epigastrica . b. cicatrice rimasta nei medesimi in seguito della praticata opcrazione. c. pertugio rimasto superstite e comunicante col canale fistoleso d il quale traeva origine dall' aperlura formalasi nella cistifellea nel punlo e . f. Specillo con cui e state altraversato tulto il Iragillo listoloso. g. cistifellea aperla. h. condolto epatico enoroiemente allargato . /. porzione di coliedoco aperto in cui rincbiudevasi il calcolo. k. sbocco del coliedoco entro 1' intestino duodeno . I, ed m specilli introdolti nel coliedoco , uno dci quali e insinuate nel condolto epatico , 1' aitro nella cistifellea. n. porzione d' intestino duodeno ^ ooo porzione di fegato . I [ N: Com. Tom.X ^ ^ -^z -^ "^ ,/ t r. Bellini d. T.VII y/f. 4 1 nx 1 il (in>j»uri ■ JOSE1M1I BEUTOLOXII M. D. Ik Archigymn. Bonon. Botan. Prof. Illuslratio reriun naluraUwn Mozanihicl DISSERTITIO I. DE COLEOPTERIS >rj/>:; caiididus et o-u.o-^i macululus. Tola nigra, vix splendens, capite, ihorace, pedibusque pun- ctis minimis dlversimode crebris, lente visibillbus inscul- ptis; sajierGcies superior capitis inaequali->; laljium supe- rius productum, rotundatum , supra depressionibus latis longiuulinalibus parallelis; mandibulae patentes, extra la- bium superius protuberant, et dimidiam capitis longitudi- nem ae(|uant; palpi mandibulares , et linguales sunt pro- portloualos aliis ()artibus oris; antennae poiius longae ar- liculis coinpressis; oculi ferruginei , opaci, e laleribus ca- pitis protuberautes; thorax cordato-oblongus supra linea longitudiuidi mediana parum insculptus , margine elato , subtus pectore et articulationibus pedum primi paris prae- ditis pilis raris , adpressis, albo-lutescentibus . Abdomen ovatum , in parte postica plusquam in anlica latum ; biuae (1) Rcpcrilur rjuoque in viciniis di Porto Nntalc; nam paulo post- quain leger.nin banc disertntionem in Conventu Acadcmiae noslrae Iiabito die dccimofjuinto Kalendas Majas anni 1845. inveni dcscri- plaui in ,\iinal. dc la Societti Entomol. dc Franc, anni 1844. p. 293. PI. 7. fig. 5. a Mellyo nomine Jnthiae alvcolatae , quare Termophila Ronzani fit synoninaon Antliiae alvcolatae Melly. De Coleopteris 389 elylrae simul sumptae sunt ejiisdem formae ac abdo- men, marj^ine suo exlerno alnloinen amplecluntnr ; iina- i quoque eadem hirsutie rubro-ferrnginea tecti; unguiculae acuiissi- niae,parum incurvalae, tenues, nigrae, splendentes . '. MoLL'Ris fiirtiis. niger , hirtus; capite, ihoraceque crebre reticulato-veno- sis, punclatis; scutello minimoj elytris tuberculaiis , lu- berculis inaequalibus, postice recurvis . Long. cent. 4.; lat.cent. 1. el mill. 7. Tab. VIII. fig. 7. Tolas nigrcscens splcndens, pilis raris ferrugineis tectus , qui desunt tantum in superficie inferiore abdominis. Caput su- pra parum convexum, tolum crebre reticulato-venosum, aKjue punctatum . In centro superficiei superioris est pun- ctum , a quo nascuntur venae, aut in quo venae con- fluunt; in facie inferiore vero habel spalium longiiudi- nalc circitcr lineam latum, niiidissimum el laeve^ aut venis notatum ut paries proximae; oculi vix piomi- nenies et scabri; clypeus trilobus inter illos protuberat lobo mediano lato et trnnsversali ; lobi latcrales insei tio- ni antennarum superimpositi habent marginem vix elatum; antennae longitudine thoracis , articulis punclalis hispidis. Labium su[)erius extuberat a margine clvpci sub forma fere quadrihitera , in centro faciei superioris fere laeve, margine puncialo et hispidoj mandibulae vix prominei^ 400 JOSEPHI BeBTOLONII sub hoc labio; palpi casianco-fusci; lahium inferiiis ni- lidissiinum, in angulis anterioribiis [mnctatum, margine anteriore vix concavo. Thorax supra vix convexus, margi- ne anteriore superficiei siiperioris fere recto, angulis an- lice promincniibus , niargo in laleribus et postice conve- xus et rotundatus, sed anlice et in laleribus elatior quam postice ; fades superior thoracis tola tcola reie venoso , dense; puncta venis interposita , ex (juo superficies ap- parel striata, splendens, minus hirsula caeteris parlibus. Latera thoracis punctato-hirta; pectus anlice fere laeve, postice inter pedes anteriores punctato-veuosum; inargine cavitatuni, in quibus pedes inserti, elato et splendente . Sculellum parvum transversum, postice rotundatum , pun- ctalo-striatura ut facies superior thoracis . Elylrae sum- mopere convcxae, margine superficiei siiperioris parum revoluto, et margine inferiore^ quod abdomen ampleciitur, punctato , totae tectae tuberculis inaequalibus hispidis, quo- rum apex limae inslar, posteriora versus refleciilur; abdo- men postice extra elytras protuberat, sublus nilidissimum, totum punctatum , et inter inserlionem pedum paulisper striatum. Cavitales inserlionum pedum margine parum ela- lae. Pedes anteriores habent irochanteres globosos, et to- mentosos , femora crassa^ brevia, punctata, et in latere po- steriore fere tuberculato-hispida; tibiae sunt compressae, a basl ad apicera sensira sensimque latiores; in angulo inter- no apicis spinae duae longitudine inaequales, oblusaeque; facies libiarum anterior convexa , punctata, unicostata; inferior concava, et prope basim punctata, et scabra; tarsi proporlionales tibiis, femoribusque, et tecii piHs hir- sutis fulvis. Pedes median! ostendunt trochanleres globo- sos ^ vix tomentosos, femora et tibias punclato-hirsulas; novissimae in apice dilatatae, et spatium parvum exhiben- tes, quod pilis caret, et splendet; in latere junctionum larsorum sunt spinae duae inaequalesj longior aculissima, brevior oblusa ; femora et tibiae pedum posteriorum pun- ctato hirtae; tibiae potius longae, et in apice expansae forma dimidii infundibuli , longior harum spinarum acu- tissima, brevior oblusa; tarsi brviores illis pedum De Coleoimehis 40 f niediorum. Ungiiiciilae omnium tarsorum graciles ot acu- tae, praec'pue in pedilnis abdominis. Species haec rarissima; nullae collecliones eiiropaeae, quod ego sciam, cam possidenl; individunui unum accepi an- no 1842. missum ex provincia Iiihambanen»i. 18. I'raciucerus sneer Lalrel. scabrosus; thorace spinoso , criice impressa , elytiis ma» culis serialis laleritio-rubris, tiiberculis elatis complanaiis ahcrnantibus, pedibus imniaculaiis. Dejcao Catalog, des Coleop. 3. 6dit. p. 2G7. Inseclum frequcns in provinciis intertropicalibus Africae. Ani- mal sacrum apud incolas hujus regionisj quare qui e provinciis internis ad oras mariliinas commercii causa ac- cedunl, inonile ex iisdem inseclis vivis circa collum ge- stant, putanies se ita cavere ab inforumiis. Individuum, quod cernilis, mihi datum fuit Bononi;ie a Fornasinio, qui a coUo hominis tribus CaflVae Laridin appelhitae ma- nibus suis abslulitj quae tribus quolannis iMozambicum petit ad commutandum ebur, et pulverem auri cum mer- cibus Europaeis, et Asiaticis. Haec animalia per menses nuiltos nullo egenl nutrimento, et tamen vivunt^ quae res forte a nomadibus Africae pro miraculo habetur, et insectum put;itur sacrum. Fornasinius mihi asseruit ma- culas rubro-ferrugineas elytrarum evanescere in Uracliy- cero , qui collum ornat^ cum Caffri obiiniunt corpus pin- guedine elephantorum , ut se se defendant a muscis, at- que tabanis . Brachycerus sacer rarus in collectionibus europaeis. Alia species Drachyceri ad me missa fuit ab eodem Fornasinio , quae est indigena provinciae Inham- banensis , et appellatur a Caffris 72/iian JOSEPIII BEUTOLOXII M- D. In. Arcuigymn. Bonon. Botan. Pnor. Illustralio reriun natiiraUiini Mozamhici DISSERTITIO II, DE COLEOPTEUIS A nnis siiperioribus lociuilus sum de qnibusdam coleopteiis Inhambancnsibiis expediiionis Fornasinianae primae, hodie lo(juar de reliquis a me nondum descriptis, necnon de coleo- plcris secundae expediiionis, quae full longe dilior, et qiiam accepi anno 1 84vS decedente Julio. Nonnnllae species hujus expediiionis Enlomologis ignotae; ha- rum qualuor in consessu Italico Genuensi anni praeterlapsi 1846. per compendium tanium declaravi; nunc plenam de- scripiionem el figuias vobis exliibeo. Favele, CoUegae liu- manissimi, iis . quae dictmus sum j et quae, quanta potero diligenlia , exponam . I.CiciNDEiLA octogiitiata Dej. Spec. g^n. des Coleop. t. 1. p. 99. subc} lindrica , fusco-oenea; elyti is lunula marginal! api- calique subinlerrupta , punctisque qualuor albis. C. maesia Schoenher. Individuum unicum accepi ex Inliambane, Dejeanius 1. c. palriam cerlam liujus specici non sistit^ allamen suspica- lur esse Africani in Sierra Leova, quamvis Palissolius ad- noiaverii profectam e Santo Domingo. 2. CiciNDELLA j7t'jri/oia Fabr. Syst, El. 1. p. 237. n. 2C. supra \iiidi-obscuia ; eljiris lunula humerali apicalique, fascia media recurva , punclis qualuor albis. 408 JosEPHi Blrtoloinii Varletas [ohambaaensis . maculis posterioiibus elytraruin luiiulaiii perfeciani efli- cienlibus . Haec species incolit Europani meridionaletn , reperitnr in oris marilirnis Hispaniae , Galliae et Rossiae niericlionalls. Duo tanUini intliviiliia varielalis nostiae a Fornasiiiio rc- perta in pla^is Inhaiubauensibus ultra 10. gr. lat. austr. 3. Graphipterus Snlinae . niger ; disco thoracis tonientoso, fermgineo , margine al- bo; elytris margine, viliaqne albo-toinentosis; antenna- rum basij libiis, abdomineque rul'o-castaneis . Longus miilim. 8 et ^; latus millim. fere 6. Tab. IX. Dixi in honorem Comitis Camilli Salinae, mineralogiae et geologiae cultoris exiniii, qui stndiam return naturalium enixe promovet, qnique excivit Eqnitem Fornasiniam, lit uberrimam animalium, et plantarnm Mozambicensinni co- piani ad nos mitteret . Caput in thorace paruni immersum; labium superius no- tice rotunilatnm rostri anseris instar, nigrum, splendens , serie punctorum et pilorum marginalium praeditum ; man- dibulae et palpi labiates nigri, splendentes; antennaruni arliculi tres primi rufi , reliqui nigri , omnes paulo com- planati ; oculi magni, parum protuberantes , tenuiter sca- bri, ochracei , maculis nigris; facies superior capitis pun- ctata , infra oculos pilis ferrngineis adpressis tecta; tho- rax late cordiformisj largior capita, supra totus pilosus, pilis prope margines laterales albesceniibus adpressis , in disco tectus tomento ferrugineo seu pilis ferrugineis cre- brioribus; subtus niger, semisplendens , vix pilosus; ab- domen latissimum,roiundato-oblongum;elytris poslice non ex integro tegentibus; hae coniplanatae, nigrae, puncta- to-rugosae, marginibus externis , suturaque media albo- pilosis, item vitta alba pilosa longitudinali, fere media- na , parallela margini suturali; abdomen subtus semi- splendens, castaneo-piceuni , setis paucis rufis hirlum, pe- des parum hirli, castaneo-picci, femoribus, tarsisque om- nibus saluratius fuscis. IMas vix minor foeniina. Dli CoLEOPrERIS 409 Duo tantum individua hiijus specie! ex InliamljaDe obiluui. 4. OmnoGONius brevit/iorax Sclioenherr. Digro-brunneus; elylris profunde strialis^ inlerstitiis puii- ctalis; anicnnis, pedil)iis<|iie ferriigineis. Dt'jcan Species g6ner. des Colt-op. Tom. 1. p. 282. n. 4. et Catalog, des Coieop. 6d. 3. p. 12. Fabr. Sys. el. i. p. 196. n. 142. Carabus abdominalis. Pauca individua ad me missa ex Inhambane. Reperilur quo([ue in Sierra Lcona Africae . 5. Anihia Spinulae Bert. Diario dell' 8. Congresso Scient. Ital p. 90. elytris villoso-setosis, striaiiSj striis flexuosis confluenlibus. Longa centim. 2.; lata millim. 7. Tab. IX. Fig. 2. In honorem summi Entomologi Ilalici E([uilis Maximiliani Spinulae . Tota nigra, fere opaca , capite supra crebre punciato; man- dibulae parum labium superius excedentes, acutae, su- pra striato-rugosae; labium superius amice truncalo-ro- lundatum, punclis impressis marginalibus, antennae lon- gitudine dimidii corporis, dentato-crenatae, articulis com- planatis , iuter se similibus , primo , secundo , et terlio exceptis, qui graciliores; tertius omnium valde longior, extremus obtusus; nonnullae setae breves slant in anten- nis; oculi picei, protuberantes, scabritie densa , et ma- culis magnis, obscurioribus , rotundatis , inaequalibus ad- spersi; pars infeiior capitis punctis dislaniibus; thorax la- titudine capitis ;, eodem modo punctatus, poslice con- tractus, vix cordiformis; superficies ejus superior sul- co longitudinali mediano , marginibus omnibus visibili- ter extuberanlibus; inferior vix punctata, pilis sordide albis sparsis tecta prope inserlionem pedum; abdomea latum , ovato-ellipticum , supra complanatumj elytris po- slice latioribus iruncatis, complanatis non omnino te- gentibus , ad latera vix amplexantibus ; elytrae villoso- -setosae, striataej striis antice parallelis, postice flexuosis, confluenlibus; setae crebriores apparent fere in medieta- te elytrae J et efliciunt raaculam sordide albam; nonnul- lae maculae e pilis plus minusve visibilibus sunt quoque T. X. 53. 410 JobEPIll BeRTOLOMI inbasielytrac prope siUiiram;pars inferior abdominis splen- dens, amice tanuim prope inserlionem seciincii pans pe- dnm tecta pilis sordide albis; paucae setae nigrae seria- tac extollunuir ab angulis abdominidibus; pedes onines nigri, femoribus, tibiis, tarsisque aculealis. Ilacc species hacieuus ignota; sod cum plura individna ejns acccpcrim ex Inliambane, pulo ibi non esse raram. G. Amhia scrobiciilata Bert. Diario dell 8." Congr. Sciont. Iial. p. 90. elylris costalis, inlersliliis laevibus profunde scro- biculatis , sciobiculis oblongatis . Longa cenlini 2.; lata millim. 4-6. Tab. IX. fig. 3. Tola nigra , seniisplendens ; corpus quam in praecedente gracilius; caput punctatuni; labium antcrius laeve, con- vexum, rolundalum, punciis marginalibus inscriplum, to- gens mandd^ulas clausas; antennae longiludine dimidii corporis, arliculis couiplanatis aequalibus, infeiioribus tri- bus exceptisj quorum primus ciassior, secundus brevior, terlius longior el gracillor caeleris, extremus obtusus; se- tae parvulae nee non lomentum aliquod in articidis an- lennarum; oculi parum extuberantes, picei, scabri ; co - sta prominens longiludinalis excurril infra oculos e labio sopcriorc usque ad partem posticam capitis, ex quo duo sulci longitudinales observantur in facie superiore capitis, haec crebre punctata, dum inferior minus; labium infe- rius convexiun , splendens; thorax vix longitudine capitis, crebre punctatus, ovato-cylindricus ^ extremitale antica et poslica aequaliter altenuatis, quare pars media apparet in- flata ; facies superior sulco longitudinali depresso subin- sculpta , margine elevalo lateraliter limitata , facies infe- rior ad insertionem pedum antice lomentosnla ; abdomen ellipticum , ab elytris latcraliler amplectenlibus fere to- lum tectum; elytrae convexae , posiice parum laliores, praeditae costis septem parallelis elevatis, interslitiis lae- vibus^ profunde scrobriculatis , scrobiculis oblongis , in- aequalibus, cosla seplima imperfecta stat prope margi- nem externum elytrarum, el inter banc ct coslam ina- jorem est spauum inscuiptum iribus seriebus punclorum oblongorum ; pars inferior abdominis punctata , antice ad Dt COLEOPIERIS 41 1 iDSCitionem pedum vix pilosa; femora qnoqiie punctat;i , el vix aciileaiaj tibiae, laibicjue aculeati . Mas ali<[uantu- lum minor locmina . A lornia corporis milii videlur agi- lior caeleiis Aiitliiis. Sjiecies ignola sed frequeniissima ia pioviiicia lnhambanen>i^ mule oblinui rjuamplura iiidi- vidiia . Antldae omnes hucus([tie cognitae inhabitant loca arenosa praeserlim AlVicae, nee non illius Asiae pailis, (jiiae a mari rnbio Bengalam usque exlendilur . A sola Mo- zambici provjncia ego accepi septem species Anlhiarain, quarum quinque erant ignolae, Anthiam Foniasini , leu- cospilolam J S/)inulae , scrobiciilatarn , ct Ilajizani, quae novissima reperia qno(pie liiil ad Portum Nalalemjet inen- sibus paucis anlequam a me describcrelur , dicla fuit a Mellyo Anthia akeoUita in Annales de la Soci(3le Ento- mologique de France Tom. second, p. 29.3. I'l. 7. lig. 5. ann. 1844.,ideo hoc novissimum nomen praeferendum. Anthiae , monente Fornasinio, id pecuiiare habentj ut in- sequulae explodant humorem acrera , ut se defendant, Brachinoruin inslar. 7. ScARiTEs perplcxiis Dej. Species g^n^r. des Coleopt. Tom. 1. p. 387 n. 21. iiiger; tibiis anlicis Iridcnlatis, poslice bidenliculalis; elv- tris elongalis, subparallelis, slriuiis, puncioque poslico ini- presso. Longus lin. 10 ^; lalus lin. 3. Individuum unicurn accepi ex provincia Inhambanensi. Alia individua hujus specie! ex Senegallia observavi Genuae in colleclione Eq. Spinulae . 8. BRADYBAE^us pscudo-scalaris tesiaceus; oculis nigris splerKleniibus , thorace aniice et postice macula nigro-violacea, elytris villa lata subsulu- rali nigro-violacea subinlerrupta . Longus cent. 1.; lalus mill. 5. Tab. IX. fig. 4. Species simillima Z/rrt^/. scalari T)^]-{Carnbus scalaris Oliv.) Senegalliae indigene, sed propriis characleribus diversa. Testaceus. Caput ovale, supra convexum , labio superiore vix villoso , maudibulisquc fuscis, palpis, antennisque 412 JoSEHIl BeRTOI.ONII testaceis, oculis nigris, splen(lcnlil)ns, protuberamibus, sca- hris . Thorax lalior capiie, transversus , vix conve- xns, punclatHS, fere rectangularis, angiilis anleiioribus proluberanlibus, rotundatis, inter quos ad margiiiem an- leriorcm est viita vjolaceo-aenea , transversalis, ad margi- nem vero posticum est macula pariter violaceo-aenea , magna, centralis, antice siihlrirurcata , quae pervenit ad lonqiludincm niediam thoracis. Sculclluiu parvum , trian- gulare. Elytrae parallelo-striatae, simul sumpiae vix tho- race longiores, pauhiUim oblongatae, vix ovales, fere parallelae, poslice vix rotundalae , vixque convexae^ vitta magna, subsuluralis, longitudinalis, violaceo-aenea a basi pertingens fere ad apiceni elytrae interruptione aliqua in margine suo exsterno , in maxima laliludine ejus exten- (lilur supra slrias quatuor. Pars inferior corporis obscurius testacea superiore; abdomen pilosum; pedes pallide te- slacei , semidiaphani; femora subinflata , setoso-pilosa; ti- biae, tarsi, arliculaliones omnes pedum, nee non spinae eorum fuscae . Individuura nnura ex Inhambane vobis exhibeo . 9. Graphoderus hivittaius Dej. Catal. des Col^opt. 6d. tenia p. G1. niger splendens, capite antice macula fere parallelogram- mica flava; thorace supra et ad latera flavo; elytrarum viitis duabus, externa marginali laliore, duobus paribus pedum anticis flavis. Ex Inhambane . Reperitur quoque in Insulis Madagascariae et Franciae . 10. SxERPiocERA Orissa Buquet Annal. de la Society Ent. de Franc, t. 6. pi. 76. viridi-obscnra , thorace profunde punciato, maculis dua- bus albis; elylris sublilissime punctads , quinque maculis albis; corporc subius pedibusque punciatis. Long. 16. lin.; lat. 7. Ho. Communissima in Inhambane, unde plura individua obtinui a Fornasinio; reperitur quoque in Capiie Bonae Spei. W. Steraspis squamosa Klug. et Ehremberg, S-ymb. physic, dec. prima Buprest. n. 10. pi. 1. fig. 10. De CoLEOrTEBIS 4 I 3 viridi-splcndons, liiieo pilosa , elytrarum margine rubro- -aiireo . Long. 13. lin.; lat. 5. lin. iJupreslis Boyeri Solicr . Ann. tie la Soc. Enlom. t. 2. p. 2G9. n. 1. Ilaec pulcherrima species repcriinr quoqiie in Nubia el Egy- pto; duo tanuim indivickia ad me missa ex Inlianibane . 12. ]3ELIO^OTA lincatopeniiis Solier. Annal. de la Soc. Entom. de Franc, t. 2. p. 308. n. 1 . cupro-aenea, valde punctata 5 thorace baud impresso. Long. 18. lin. 5 lat. 7. lin. Dejciin Calal. des Colcopt. 6d. 3. p. 90. Reperitur quoque in Senegallia, ul refert Dejeanius; pauca individua accepi ex Inhambane. 1 3. Tetralobus flahelliconiis Ddjean. Catal. des Colcopt. ed. 3. p. 96. fusco-griscuSj antennarum fasciculo maris flabeliiformi , an- tennis feminae tantum serralis. Elaier flabellicornis Linn. Syst. Nat. 2. p. 651. n. 1 . Fabr. Syst. Eleuih. T. 2. p. 22^ n. 2. Oliv. Ins. 2. 31. Tab. 3. fig. 28. Species grandis de familia Sternoora; individuum unicum foeniininum maximum obtinui ex Inhambane; reperitur quoque in Senegallia, et juxta Fabricium in India. 14. Lycc'S dissimilis longitudine thoracis mcdiana tola nigra (focm.), lateribus alaiis , flavis; elytris tricostatis flavis, postice tantum late nigris. Foeni. long. cent, fere 2.; lata cent. 1. Mas. long. cent. 1.; lat. mill. 4. Tab. IX. Fig. 5. A (foera.) Fig. 5. B (mas) Species simillima Lyco prohoscideo , ei Ljco rostrato Fabr. ; a quibus dili'ei t notis propriis praecipue thoracis. Focmi- na duplo longior mare, duplo et ultra hitior^ coloribus inlensioribus (vide figuras). Animal nigrum , flavumque. Caput nigrum parvum, roslro porrccto micante ; palpi mandibulares tiuncati protube- rant iu lateribus apicis rostri; antennae duplo longiores 414 JOSEPHI BeATOLOMII thorace, nigrae, opacae. complaiiatae ^ serratae; oculi nigri niiuulbsiine scabri; thorax anllce rotunclatiis^ poslce secius ad aiiguliiin rccUim , cl latior, angulis (livci'genlibus, parum produclis; tolas margo ejus supra elauis; in lon- giludinc sua mediana superficies esl inaequalis , lota ni- gra, semisplondens ; a basi ad apiceui thoracis latera alala, tlava ; pars nigra formae triangularis repraesentalur a pua- cto uigro cenlrali in Lyco j)roboscideo , et a macula ava- la infra apicem thoracis desinenle in Lyco roslrata ; la- lera alala el flava thoracis supra et subtus dense tomen- losa; thorax sublus nigcr; abdomen complanatum, oblon- go-ovaluni^ brevius elytris, nigrum, lateribus tantuni supra et subtus llavis; elytrae longlores, latiorescpie abdo- mine, forma fere elliptica, anticae ad basim parum con- slrictae , et iustructae margine duplici; margo superior producitur in costam externa m elytrae, inferior in basl tantum tegitur a margine superiore, unaquaerpie elytra supra tricostata , costis longitudinalibus , parallelis , posti^ ce incurvatis juxta rotuuditatem marginis; spatia inter co- stas, et margines comprehensa reticulato-venosa j pun- ctata, et pubescentia ; pars plus quam dimidia et ante- rior elytrarum supra et subtus flava , sicuti latera alata thoracis, pars poslica vero nigra et opacaj alae longi- tudine elytrarum, fere nigrae , semidiaphanae, costa ex- terna basilari tantum lutescente; pedes omnes nigri se- misplendentes , femoribusj tibiisque complanatis. Mas mullo minor foemina , coloribus pallidioribus ^ sed ea- dem distribntione ; elytrae vero angusiiores, marginibus longitudinalibus subparallelis. Exemplaria tantum biaa obtinui a Fornasinio ex Inham- bane. 15. Lampyris Capicola D^j. Catal. des Col^opt. 6d. 3. p. 115. oblonga; capite nigro^, clypei margine late hyalino , ely- tris, marginibus excepiis, pedibustpie fuscesceniibus, Indlviduum unicum accepi ex Inhambane. Haec species re- peritur ([uoque in Capite Bonae Spei. 1G. CoPRis Anterior Fabr. Syst. Eleuiher. T. 1. p. 36. thorace truncato, mullideutato j capitis corau elevato , tri- deniato. De Coleoiteris 4i 5 Oliv. Insect. 1. 3. 97. 111. tab. 6. (ig. 42. Pauca individua accepi ex Inliambane ; reperilur quoqne in Senegallia. 17. CopRis P/iidias Oliv. Ent. T. 1 . p. 184. N. 3. Vl 27. fig. 237. e.xculcllalus, thoracis cornibus duobus brevibus arcualis, capitis erecto , recurvo , longiori , basi unidentato. Ilalnii individuum unicuiii foemininum ex Inliambane. Dejea- niiis Catal. des Colcopt. ed. 3. p. 154. asserit reperiri in Senegallia, Olivierius contra in America meridionali. 18. CoPRis Sinori I'abr. Syst. Eleiilh. T. 1 . p. 38. n. 35. thorace qiiadridentalo ^ capitis cornu recurvo subulalo. Oliv. Ins. 1. 3. p. 128. 144. Tab. 9. fig. 79. Individuum unicura foemininum obtinui ex Inhambane, re- peritnr quoque, ul asserit Fabricius , in insula Gorea A- Iricae . 19. Ojvthopiiagus Gazella Fabr. Syst. Eleuth. Tom. 1. p. 47. n. 76. tliorace submutico, aeneo, occipite cornibus duobus ar- cualis, elytris leslaceis. Individuum unicum foemineum accepi ex Inhambane. Juxla Fabricium reperilur quoque in Guinea. 20. Rhisotrogus truncatifrons Bert. Diario dell' 8." Congress. Scient. Ital p. 90. capite anlice truncalo, facie clypeoque verticalibus. Foem. long. cent. 1 . el mill. 8.j lat. mill. 9. Tab. 9. fig. G A. foem., iig. G. B. mas. Castaneus, piloso-liirsulus. Caput parvum , clypeo verlicali splendente, antice rotundato, margine clato, in disco tan- turn piloso , poslice conjuncto rum facie superiore capitis ad anguluni fere rectum; palpi labiales splendenles, exlre- mo articulo caeteris longiore, fere acuto; lingualcs arti- culo cxtremo incrassalo, acuto , obscuriore; antennae api- ce trilamellalae , lamellis oblongis, fere glabris , articu- lis inferioribiis hirsutis, colore qnara in lamellis dilutio- re; oculi magni, parum cxtuberantes, splendenles , pilis aut setis circumdali ; pars superior atque inferior capitis pilis hiitaj thorax supra convexus, foveola aut depressione 416 JosEPUi Bertolonii niediana longltudinali , aiigiilis omalhm rotnncLitis, to- las hirtus pilis fiilvis reirollexis ; pili superficiei int'etio- ris item fulvi , seel longiores; thorax maris viriiii-aeiieus, obscurior quam iii foomina,in qua est castaneus: scutel- lum triangulare, semisplenclens, crebre piuictatum, mar- gine exceplo, qui laevis; in mare obscurius siculi thorax; elytrae ntriusque sexus castaneae, convcxae^ semisplen- deotes, vix tomentosae, totae punctatac, coslis tribus lon- gitutlinahbus subinconspicuis, marginibus parum eiatis ; alae semidiaphanae ferrugineae; corpus siibtus punctatum, pilis loiigioribus tectum , pariter castaneumj extreme anu- lo abdominis maris lanlum obscuriore ; pedes quo(jue ca- stanei in foemina, obscuriores in mare, omnes pilosi; fe- mora compressa J oblongo-ovalia, posteriora latiora; ti- biae breves; tarsi longi , graciles , articulis omnibus fu- scescentibns; tibiae posteriores in apice valde dilatatae, fe- re infundibuliformes; tarsi longi , graciles, articulis omni- bus fuscescentibus , et spinosis. Mas minor foemina. Species entomologis ignota ; individua tantum duo obtinui ex Inhambane anno 1 842. 21 . Plaesiorrhina cincta Burraeisier Handbuck der Entomo- logie 111. Band. p. 213. n. 2. supra viridi-aenea, thoracis margins incrassalo, elytrarum fascia iransversali fulvis ; subtus rufo-fulva , segmentorum marginibus , genubns , tibiis , tarsisque atro-aeneis . Gory et Percheron Monogr. des CtJtoines p. 138. n. 16. PI. 21. fig. 4. Gnathocera Taenia . Palissot de Beau- vois p. 27. pi. 5. fig. 3. Cetonia toenia. Olivier Ent. 1. 6. p. 87. 112. pi. 12. fig. 127. Accepi nonnuUa individua ejus ex Inhambane; reperitur quoque in aUis provinciis Africae intertropicalis . 22. Pachnoda Marginella Gory et Perch. Mon. des Cotoin. p. 239. n. 100. PI. 45. fig. 3. Pach. marginella. viridisj supra opaca, thoracis elylrarumque margine ex- terno flavo , subtus nitida , albo-maculata . Fabr. Svs. Eleuth. 11. p. 14j. n. 52. Cetonia marginel- la. Olivier Ent. T. 1 . G. Cetoine p. 87. n. 113 pi. 12. fig. 119. Burmeister Handbuch der Entom. 1 1 1 . Band, p. 513. n. 2. De Coleopteris 417 Individuiim unicum obiinui ex Inhambanc . Rcperliur quo- ({ue in Scnei^allia , et in provincia Sierrae Leonae. 23. pACirNODA Cannelita Gory et Perch. Mod. des Cuioin. p. 238. n. 99. PI. 45. iig. 2. nigro-viridis, thorace elyirisque cinnamomeis, margine ab- dominis, anoque aibo-iiiaculalis . Burmeister Ilandbucli der Enlom. HI. Band. p. 515. n. 4. Fabr. Syst. Eleudi. T. 2. p. 140. n. 2G. Cetonia Carmelita . Individuum unicum habui ex Inhambanc; reperilur quo- que in aliis provinciis meridionalibus Africae, et in Ca- pile Bonae Spci. 24. Pachnoda sinuata Gory el Perch. Mon. des C^toin. p. 182 n. 2 J. PI. 32. fig. 5. fusca, antennis pedibusque rufo-castaneis, thorace^ ely- irisque margine^ maculisque flavis^ subtus testa ceo - m a - culata . Burmeister Handbuch der Ent. HI. Band. p. 522. n. II. Fabr. Sys. Eleut. T. 11. p. 147. n. 57. Cetonia sinuata. Varielas Inhambanensis . dorso niaculis uo\ em flavis , corpore subtus toto testaceo. Individuum unicum varietatis nostrae Inhambanensis obtinui ex hihambane a Fornasinio . Haec varielas proxima est varietati a Burmeisteri I. c, sed ab hac diflert notis pro- priis, ut in phrasi dictum est. 25. DiPLOGNATHA Cagatcs Gory et Percher. Monog. des Ce- toines p. 123. n. 3. PI. 18. fig. 1. atra niiida , clypeo truncato^ reilexo , sterno obtuso. Burmeister Handbuch der Entomol. 111 Band. p. 621 n. 2. OHv. Entom. T. 1 G. C(5toine. p. 25. n. 25. Ceto- nia Gagates pi. 4. fig. 20. et pi. 11. fig. 20. B. Fabr. Syst. F.leudi. T. 11. p. 151. n. 79. Habui individua nonnulla ex Inhanibane, reperitur quoque, ut asserunt auctores, in Scnegallia , et in provincia Sier- rae Leonae. 26. Ano»M.\ pallicin Fabr. Syst. Eleuth. T. 11. p. 168, n. 46. ovalis, in niedio paulo lalior; teslacea, artuuni margini- bus iuscis, vel nigricantibus; tibiis anlicis bidcnlads. T. X. 54. 418 JosEPni Bf.rtolonii Burnieisler Hantlbiich der Entomol. Til. Band. p. 235. n. 5. D^j. Caial. des Col6op. ^d. HI. p. 1 73. Olivier. Ent. 1. 5. 26. 25. pi. 9. f. 108. Mclol. unicolor. Accepi individiia nonnuUa ex Inhanibane grandiora illis Capitis Bonae Spei. 27. MoLURis laevigata Olivier, (non Fabr.) Entom. Tom. 3. p. 15. n. 59. n. 4. fig. 4. Pimelia laevigata, nigra, ihorace punclulalOj clylrisfpie convexis, laevibus. Foemina duplo grandior mare . Panca individua utriusque sexus accepi ex Inliambane. Reperitur quoque in Capite Bonae Spei. 28. GoNOPOs ventricosus Ddj. Catal. des Coleop. (5d. III. p. 208. ater , elytris striatis, tibiis anticis dllalato-lriangularibus , aut potius subquadrangularibus. Fabr. Syst. Eleuth. T. 1. p. 1 43.'' d. 13. Blaps tibialis. Individua tantum duo habiii ex Inharabane. Habitat cjuo- que in Capite Bonae Spei. 29. IsiATisMus Patruclis Dej. Catal. des Col6op. cd. III. p. 224. fuscus, snpra alomis ex pilis ferrugineis irroratuSj anlen- narum apice fulvo. Pauca individua niissa ex Inhambane. Reperitur quoque in Capite Bonae Spei. 30. Oilontopns Passerinii Bert. Diario del VIII Congress. Scientf. Ital. p. 90. violaceo-niger , femoribus spinosis, subtus canaliculatis, libiis armaiis. Long, centlm. 3.; lat. cent. Let mill. 1. Tab. IX. Fig. 7. In honorem Caroli Passerinii Florentini Entomologi in- signis . Niger, tendons ad violaceum, splendens; caput supra com- planatum, antice punctalum , postice transverse rugosum, disco central! parum elato, protuberantia subglobosa ad insertionem antennarum, margine anlcriore lato , antice iruncalo, convexulo; labium superius fere quadrilaterum, antice extuberans^ emarginatum, margine pilis confer- lis , ferrugineis praeditunij palpi maxillares apice nigro- Dc COLEOPTERIS 4 \ 9 -fcriu^iiiei; aiUenDae longiuuline tlioracis^ vix clavoJac, ar- ticulis subequalibus, nioiiiliforuiibus, punciiilalis, exiremo niajore, in apice vix toiiicnloso , et piloso; oculi parvi, in lola siiperHcie aequalilcr lubeiculati; coUiim in super- ficie infcriore jiixla niargines punclaluni, niarginc iiosiico *t'Cto a fimbria piloruin I'oriiigineorum marginis iboracisj thorax quadrilaterosubroiundiis, supra convexus, pun- ctauis, margine vix clalo^ subtus tiiberculato-rugosus prae- cipue in lateribus; eljirae parallelae, convci^ae, abdo- men lateraliter anjplccicnles , strialo-sulcatae^ sulcis pun- ctalis, slriis prope extremitatem posticani inter se con- fluonlibusj abdomen subtus diversimode punctato-rugosum, excoplo annulo poslremo , qui lantum punctulalusj pe- des validi, punclulaii; femora pedum anteriorura brevio- ra, crassiora, lurgida , subius vix canaliculata , in inar- ginibus latcris inferioris armata dentibus tribus, obllquis, aculis, anticis duobus longioribus; tibiae arcuatae , latere infcriore excavate, scu canaliculato, denie unico in mar- gine postico hujus canaHculi prope articulalionem femo- ris; tarsi ex articulis aeqnalibus, moniliformibus, extre- me excepto, qui longiiudine sua aequai rebquos simul sumptos, omnes subtus pauco toraenio ferrugineo prae- dilij unguiculae arcuatae, aduncae, validae; femora pa- ns secundi pedum longiora , graciliora , subtus instructa dentibus duobus exiguis prope articulalionem tibiae j ti- biae minus arcuatae, inermes, subtus minus excavatae , aul sulcataej tarsi a taisis paris primi non diflerunt; fe- mora uliimi paris longiora omnibus, crassitie et fo'rma tarsoruui paris secundi; tibiae vix longiores, subtus sul- co excavatae, marginibus dentcllato-sotosis. Species Enioinologis ignota , individua nonnulla ejus liabui a Foruasinio ex provincia Inhambanensi. 31. Mylabris dicincla Klu". nigra, opaca, piloso-loraenlosa , antennis, viiiis trasversa- libus duobus elytrae luteo-aurantiacis. Vidi in colle. tione periUustiis Eq. Maximiliani Spinulae in- dividuum bujus spctiei ex Arabia missum,quod tertiam lamum magnitudinis partem iudividuorum nostrorum 420 losErin Bertolonii Inhainbanensium aequiparabat.Haec species reperi'.ur quo- qiie in Egypto . Forsan in plagis calidioiibus fit gran- dior. Ilaclenus rara in coUcciIonibus Eutopacis. Plura individiia ad me niissa facrc ex Inhanibane. Animal hoc pro Litha vesicatoria adhiberi potest in usu medico. 32. EpicAUTA Mclanocepliala U6j. Catal. des Cokopt. «5d. 3. p. 247. cincreo-villosa , capite magno atro, ihorace rufo. Fabr. Sys. Eleuth. T. II. p. 77. n. 9. Pauca individua accepi ex Inhambane , reperitur quoque in Guinea. 33. Decatoma Burmeisteri. fiisca , pilis cinereo-virescentibiis tecta ; antennis ferrugi- neis ; elytris obscuiis, fulvo-niaculalis; larsis nigris , un- guiculis rufis. Long. cent. 1. et mill. 3.; lat. mill. 5. Tab. IX 6g. 8. In honorem illiisiris Burmeisteri Borussi, cujus operibus en- tomologia quolidie augelur. Caput nigrum, subrotundum, depressum, in parte supe- riore tomento virescenti, setisqne nigris tectum; labium superius porrectum, antice angulis rotundaUs, nigrum, splendens , punctatum , setis aut pilis raris^ nigris adsper- sum ; palpi omnes uigiij splendenteSj pilosi; antennae ca- pite parum longiores , clavatae, vix recurvalae, ferrugi- neac , duobus primis arliculis exceplis , qui nigri , et pi- losi; oculi nigri, magni, splendentes, regulariter scabrosi ; caput in facie sua inferiore inaequali nitidissimum , et vix pilosum; thorax conicus, subrotundo-compressus, hirsu- tia viridi-cinerascente totus tectus, nee non adspersus se- tis nigris in facie superiore; elytrae fuscae, hirsutae, po- siice sensim semsiuKjue laiiores , rotundatae , flavoque ma- culatae; unaquaeque fert maculas quinque; macula prima basilaris subrotunda, sita prope suturam, huic altera val- de proxima est, (juae gaudet forma peculiari oblonga extremitatibus sphathulatis , centro in orbem rotundaio^ eadem oblique excurrit in superficiem elytrae fere ab angulo exlerno basis usque ad suturam; tertia est om- nium longior, angusta, et occupat margincm externum De Coi.EOPlERIS 421 elytrae; quarla inflexa snturam versus ohservatur in par- te inferiore marginis extern!; qiiinta vero siibioiiindn- -angiilosa valdc proxima extremitali siiperiori maculae quaitae, sita inter hanc extremitatenn et suturam elyirae in tenia parte postica elytrae; alae pellucido-fuscescentes , non miiltuni longiores elytris; corpus et pedes tecti pilis crebris, adpressis, cinereo-virescentibus; tarsi tantum ni- gri, et adspersi pilis nigris, unguiculis rubro-ferriigineis. Species ignota entomologis. Accepi individuum unicum ex Inhambane a Fornasinio. EXPLICATIO TABULAE IX. Fig. 1. GranViipterus Salinae Fig. 2. Antnia Spinulac Fig. 3. Am' ia scrobiculata Fig. 4. Bradybaeus pseudo-scalaris Fig. 5. A Lycus dissimilis foem. Fig. 5. B Lycus dissimilis mas. Fig. 6. A Rliisotrogus truncatifrons foem. Fig. 6. B Rliisotrogus truncatifrons mas. Fig. 7. Odontopus Passerinii. Fig. 8. Decatoma Burmeisteri. A:(.()iM : Tom: X. T:IX. f%^ y. J. J.. /- * A.i. -y. o y.i. I y. ^y w ,A 1. (W) (' nrlim, ;.a u.tl a.l ,! m lap >r.ili>: Lil-Caspah N: Com: Tom : X. T : \. • Yy ./ ■ArJI. ■JT^, rJ,/. f (.HrMini tul iial tltl rl m lip vr»l|V LilG/ispari ©.i.ffosai JOSEPIII BEUTOLOI\II M. D. Ik Archigymn. Bonon. Botan. Prof. Illustralio rermn natiivaUiun Mozambici DISSERTilTIO III. DE COLEOPTERIS 1. X ETRALOBCS Roud GTli : nigro-piceus, ihoiace convexo punctatOj angulis anierio- ribus rotundatis non dilaialis, elylris parallelis lenuiter punctulalis, unguicnlis rufo-piceis apice nigro. Foem. long, ceulim. 3. et mill. 4.; lat. cenlim. 1. et mill. 1. Tab. X. Fig. 1. In honorem Camilli R6ndani praeclari Entomologi Par- mensis. Animal nigro-piceum , splendens. Antennae senatae, ariiculo posiremo obliiso et sublobaio. Caput parvum^ tectum clypco punclato , anticc rotundato, vix reflcxo ; oculi rufi , splendenles; mandibulae nigiae spleiidcntes; palpi apice Iruncato, flavo. Thorax supra valde convexus, punctatus, ut clypeus, angulis anteiioiihus rolundaiis non dilatatis, pos- terioiibus acutis, produclis, vix divaricatis, margine latera- li vix elato et poslice tanlum diiplicalo; pars poslica thora- cis prope marginem tomcuto ferrugineo-flavescente tecia ; thorax sublus punctato-villosus^ parte media longitudinali elata splendidiori , anlice desincnte in labium vix relusum. Scutellurn triangulare apice oblusOj tectum hirsulla fer- rugineo-flavescente. Elytrae oblongae, parallclae, parum convexae , basi slriatae, oculo lento arn)ato apparent mi- nulissime puuciulaiae^ oculo nudo laeves . Abdomen 424 losEPHi Bertolonii punclis minulissirnis ope tantum vitri visibllibns impres- siim , el villosuin praecipuc in parte anlica, in qua pedes sunt articulati. Podes quoquc minutissime punclulali et vil- losuli; pili taisoiuni renuj^incl ul lamellae^ per quas arti- culi exlenduutur in parte inleriori; unguiculae in basi ru- faCj in apice nigiac. Individuum unicuin hajus speciei habui ex Inhanibane Mo- zanibici ab Equlle Fornasinio anno 1845. Ceratobhina Ihirkei var. llopei. casianoo-rufa, limbo exlerno thoracis late luteo^ puncto nigro signalo , elylris abdoniineque luleo-inaculalis. Mas. long, ceutiin. 2 ^. j lat. cent. 1. et mill. 2. Tab. X. Fig. 2. In honorem Clariss. Ilopei entomologi Angli perinsignis. Varielas singularis ob colores diveisos , caelerisque pulchrior. Caput castaneo-iufunij sub vitro punctatum J et selis raris adspersunij clypeo niaculis duabus luteis longitudinalibus linea mediana castaneo-rufa diremplisj apophisi antica biG- da, in extremitate nigra, splendente, apicibus angulorum anticoriuii clypei, qui spinaruni inslar producuntur, nigris; antennae totae castaneo-rufae^ punclato-villosae; cornicula, quae sunt in basi anlennarum, nigra, ad anteriora conversa, punctis majoribus inipressa, apice fere bifida, et inter se vix divaricata; oculi protuberantes , nigri , non splen- dentes; in parte postica capitis ad latera prope oculos est macula lutea , pilosa. Margo clypei antice niger , vix un- dulatus; pars inferior capitis in centro convexo tantum nigra; labium inferius, palpi, et mandibulae rufae api- cibus nigiis; pili fulvo-rufi circumdant partem inferiorcm arliculationis capitis. Thorax triangularis;, antice rolunda- lus, supra tricolor, vitta mediana longitudinali castaneo- rufa , sila inter maculas duas nigras triangulares longi- tudinales, quae prope apicem anguli externi osteudunt maculam castaneo-rufam rotundatam; spaiium, quod com- prclienditur inter margincm externum macularum nigrarum el marginem thoracis, lolum occupatur a macula lutea, quae in singulo latere exiendilur ab apice ad basim tho- racis forma cruris human! ; punclum nigrum observalur De Coleopteris 425 fere in niedictatc hiijus maculae liiteae; niargo tlioracis vix elalus, niger , splciidcns , ad lalcra vix excavalus; thorax siibtns touis castaii'30-riifus. Sciitelluiii liiangidare magnum, macula lul'a in basi , laieribus nigris. thtrae caslaneo-riifae , punclatae, unaquaeqne quadrimaculata , macula paiva loiundata in medio elyirae prope basim ; jnacula altera magna amorpba , quae excunit ad margi- nem exlernum elytrae, ei iransversim dilalatur in parte poslica fere ad marginem inlernum ; aliae maculae duae rouindatae sunt prope marginem posieriorem elytrae, in- terna majore. Abdomen caslaneo-rufum, sterno brevi, api- ee BOtimdato; maculae trcs kiteae magnae sunt inter pa- ria pedun> abdoininalium , interna maxima, latere intcrno lunato; roliqiii annuli abdominis utrinquc fernnt macu- 1am lutcam subrotundam seriatam cum maculis similibus. In extremilale superiori abilominis, cjuae ab elvtris non tegitur, sunt maculae duae Uiteae subrotundo-triani^ulares disjunctac. Femora omnia sunt castaneo-rufa splendentia, sicuti superficies totius corporis, anteriora in extremilale Literis inlerni tomenlo croceo tecla. Tibiae pedum anli- Gorum nigrae, barbatae villis densis croceis in latere in- terno. Ariiculi larsorimi crocei, apicibus vix nigrescenti- bus; articulus extremus aliis longior , in latere interno te- ctus barba crocea ; unguiculae castaneo-nigrescentes. Par secundum pedum gracilius anleriore et posleriore. Tibiae pedum al)dominalium partialiter nigrae in latere externo, in latere vero interno posteriores lanlum barba crocea indutae. Tarsi et unguiculae siculi in pedibus anterioril)us, Individuum unicum masculinum liabui ex Inambane. Spe- cies adliuc rarissima^ 3. TfiPHRAEA. mozainbica. nigra, splendens, punctata; antennarum lamellis ferrugi- neis; marginibus extcrnis thoracis villa alba intcrrupta , atomis albis internis quadriscrialis impressis; elytris sub- Gostatis, atomis albis, impressis, subcqualibus, fere seriaiis; poslremo segmenio abdominis atomis quatuor albis . Long. cent. 1. el mill. 2.; lata mill. 5-6. Tab. X fig. 3. Species proxima Lcucoce/li adspersae F.richson ( Cetonia T. X. 55. 42G JobEriii Bertolonii achpersa Fabr.) Senegalliac indigenae, sccl difierl clinra- cicribus propiiis. Nostra nigra, splendens , supra omni- no glabra; clypcum quailrilateruin porreclum , margine anlcriore vix rellexo, ct in cenlro rcHiso, angulis rolun- dalis; anlennae nigrae lamellis lanlnm apice ferrugineis; oculi sploiulentes , ope vitri delcguiUur mimuissiine sca- hri; thorax supra convexo-complanatns , niarginibus exter- nis reflexis, vitia alba subeuute, atomis albisj imprcssis, quadriseriaiis , fere aequalibns, postcrioribus paruni ma- joribus, in lateribus tantuvn disposiiis; sculolluni triangu- lare, laeve , angiilo postico acute; elytrae qiiadratae. po- stice vix angusiiores , slriatae , striis punctis biserialis, altcrnantibus, et ad extremitatera posticam totam rugo- sam non pervenicntibus; praetcrea elylrae impressae ato- niis albis, subroiundis , subaequalibus, fere seriatis; di- scus analis sicuti elytrae rugosus , et in parte superiore atomis quatuor albis seriatis inscriptus; alae fuscescentes, vix violaccae. Corpus subtus splendens, et totum pun- clulatum , atomis albis in extreniitate laterali uniuscu- jusque annuli. Pedes quoque punctali , nigri, femoribus praecipue anterinribus tomento forrugineo parlim tectis , siculi coUum et organa oris; femora postica prope arti- culationem tibiae ferunt punctum album , ovale, inipres- sum . Indlvidua nonnulla hujus speciei bis liabui ex Inliambane a Fornasinio annis 1845-1847, . Pezodontus speciosus D^j. Catal. 6d 3. p. 335. supra rugosus, violaceo-purpurascens , subtus laevis, ni- gro-violaceus , tborace rotuudalo , convexo . Individuum uuicum liabui ex Inhambane. Species reperilur quoque in Senegallia . . Cleonus cylindrirostris Sturm. Cat. nigro tomentosus, nebulosus; tliorace excavato punctato , elytris striato-punctatis, depressionibus basilaribus prope suturam . Individuum iinicum accepi ex Inhambane . . Alcides clatliratus D6j. Catal. <5d. 3. p. 310. niger semisplendens; capite, colari thoracis, pedibusque De Coleopieris 427 minute punctalis; thorace grannlato-scabro; elylris pim- ctnlaiisj slriaiis, striis sciobiciilalis, maculis ulrinqiie al- bis , siiblus ciiierco-albicans . Oblinui incli vidua duo ex luhambane; reperilur quoquc in Insula Java . 7. RiiiN.v barbirostris Oliv. Ent. 5. p. 232. n. 83. n. 229. Pi. 4. fig. 37. a. b. nigra, rostro longo, pectoreque barba ferriiginea, libiis anlicis tri\\\ Jcrrni^inea Fabr. Syst. Eleut. T. 11. p. 433. n. 1G. - obscure-purpurascens, elytris abbrevialis, femoribus me- diis ciliails Oliv. Em. T. 8. n. 83. PI. 1 1 . fi-. 16. Ju^xla !• abricium habitat in Brasilia _, sed ego oblinui indi- vidua bina ex Inbambane. Vidi quoque llorentiae in col- leclione Caroli Passerinii alia excmplaria ex insula Java proGciscenlia , quae ostendebaul varialioncs nonnullas par- vi inomcnli; qua de causa staluere possumus speciem banc inhabitare zonas caUdiorcs Americanas, Africanas, et Asiaticas. 9. Ap.vte monac/ia Fabr. Sy5t. Eleut. T. 11. p. 379. n. 3. elylris ante apicem tridentatisj thorace gibbo, anticc mu- ricato , capito bidentato . Pauca individua oblinui ab Equite Fornasinio ex Inbambane. Habitat quo([ue in insnlis Americae calidioris ut asseritFa- bricius, el reperilur in Brasilia . 10. AcANTHOPHORXJS coTifiuis Dcj. Catal. (5d. 3. p. 341. grandis, castaneo-fuscus, tomentoso-varius, laleribus tho- racis trispinosis . 428 JosEPiu Beutolomi Foemiua iluplo grandior mare. Pauca individiia accepi ex. Iiiliambane. Reperiuir qijoqiie in Seiiegallia . II. Meli.odon spitiiharhis Fabr. Sysl. Eleut. T. 1). p. 263. n. 28. caslaneo-fuscus , cnpiie pnnclato, mandibulis tridentalls, iiitus teclis barba biila ferrugiueaj iborace inarginaio- -crenulalo. Mellodon Mehinopus D<5j. Catal. foein. Caycnnensis Doj. Calal. Cerarnbix spiiiibarbis Linn. S. N. 2. G24. Pauca individua liabui ex Inhaml)ane , sod nnperrime acce- pi quoqiie a Bazanio nostro ex Brasilia , et revera au- clores asseiunl banc speciem reperiri in America meri- dionaU . i2. ^\kcv,OTOs\k palniata Fabr. Syst. Eleut. T. 2. p. 263. n. 29. tboracis laleribas scabris , mullidenlalis, denle posteriori palmato; antennis brevibus . Oliv. Ins. 66. tab. 7. fig. 25. a. b. Misil es Inhambane Ec[. Fornasinius, sed reperilur quoque in aliis provinciis AlVicanis, el in Guinea. 13. XysTROCERA globosa D^j. Gat. dd 3. p. 353. antennis longis^ scabris, eastaneo-rubris , arliculationibus nigris; tliorace subgloboso , parum compresso, snpra di- sco rubro; margine exleruo , villaque longiludinali ely- trarum nigris . Proxima est Xyslr. vitlntae Fabr. quae reperilur in Gui- nea (vid. Oliv. EnL N. 67. PI. 2. fig. 10.) Pduca individua accepi ex Inhambane . Vi li Florentiae in coUeclione Passeiiniana missain ex Insula Franciae. 14. PiiRYNErA spinator Fabr. Syst. Eleut. T. 2. p. 293. fusca, lomenlo luteo adspersa; thorace spinoso, supra inaequaliler luberculaio •, elylris in basi profunde scrobicu- lalis , poslice nigro-maculalis. D^j. Cat. <5d. 3. p. 368. Pauca individua missa fuere ab equite Fornasinio ex In- bambane . Reperilur quoque in Capilc Bonae Spel et in Guinea. 15. ZoGRAPHUs aulicus . De CoLEOPrERIS ■429 nigerriimi6, splciulcns; macula jillja loincnlosa sub orii- lis; aiitennis longis; ihorace spinoso , rugis lransvers:ili- busjelytiis, ahdoniincque vitia alba transversa cinriis . Long. cent. 3. el mill. 3.; lat. cent. i. el mill. 3. Tab. X. (Ig. 4. Species liiiciisque Entomologis ignota . Caput breve, crassum, puuctatum ^ in thorace inimersum. I'roiis veiticalis (|ua(liata, luberculato-scabra ^ a margi- ne vix elalo limilaia, exccpto latere superiore sive sinci- pite conca\o, et dircmpta a linea mediana longiiudina- li vix elala . Antennae longae , scabrae^ articulo primo leliquis brcviore ct crassiore, poslremo gracillimo, ct longissimo. Oculi splendenles, amplecleutes in latere cx- terno et superiore basini aniennarum , convexi, sub vi- tro regulariter scabri, siii ad latera faciei infra basini an- iennarum ^ et maculam albam inferiorem subrotundara a pilis brevibus densis adpressis efformatam . Mandibulae crassae , robustae , in basi scabrae . Palpi articulo extre- mo subovato-oblongo, pilis albis adpressis, et raris prae- dili, praecipue in articu];ilionibus et in latere externo . Thorax crassus, latior quam longus , spinosus, spinis ob- tusis, punctato-tuberculatis, supra rugis transversalibus in- scriptusj margine anteriore albo, eilormante collare cir- ca caput, posieriore late undato , vix elate, lineolis dua- bus albis, subparallelis, proximis, quae circulariter am- plectuntur basim thoracis; latera thoracis antice tomcnto albo lecta , quod tomentum extenditur intra sulcum col- lari parallelum fere usque ad partem superiorem. Super- ficies inferior thoracis parva , prominens , ocupata ab in- serlione pedum anteriorum. Scuiellum parvum, triangulare, macula basilar! triangulari c tomcnto albo elVormata. Ely- trae striato-punclatae, siriis longitudinalibus , ad extremi- tatem elylrae non pervenienlibus, crebrioribus, el \isibilio- ribus prope marginem internum ; basis elvtrae rctusa, cum macula alba parva in emarginatiira , angulo externo basis elylrae rotundato , et splendenle j villa lata , Iransversalis, vix obliqua , latior in parte externa , ex lomento albo , spisso, adpiesso efformaia observaiur ad tertiam partem 430 JosErm Bertolonii anleiiorcm clyirac; praeterea nonnuUac maculae roluu- tlatae, atque punclula parva alba sunt in parte poslica ely- trae ad marginern externum. Alae diaphanae, nervis ferrugineis . Corpus subtus toiuin splcndens; abdomen ad lalera basis habet maculam ex to memo albo^ ct alia ma- cula alba minor est in utroque latere contra insertionom pedum mediorum; spatium abdominis imer paria pedum posticorum legilur villa lal;i ex tomcnto albo , quae videtur conlinualio viltae clytrarum , qua de causa cor- pus cinctum corporis cenlurionis instar; annuli abdo- minis posteriores laeves , at in lalerlbus tomenlosuli , Pedes robusii, anleriores vix longiores, posleiiores gra- datim minores; femora, et tibiae splendcntes, sub vitro scabrae; tibiae prope arliculationem tarsorum in latere interno barba fusca tectae; arliculi tarsorum lali , subtus complanali, tecti toniento denso , fusco , supra laeves, coovexi, splendentes; unguiculae aduncae. Haec species proxima est Zographo oculatori Fabr. qui iu- habitat Caput B. Spei ; sed ab bac nostra plurimum dilTert . Individuum unicum ex Inhambane accepl a Fornasinio an- no 1845. 16. Ceroplesis aethiops Fabr. Syst. Eleut. T. \\. p. 297. n. 87. ater; thorace spinoso ; elytris fasciis duabus, punctoque apicis rubro-laleritiis, antennis longitudine corporis. Oliv. Ent. T. 4. N. G7. p. 91. n. 119. et PI. 1. fig. 2. Pauca individua accepi ex Inhambane. Alia individna hujus speciei observavi Florentiae in colleclione Caroli Passerinii e Capite B, Spei proliciscentia , quae minora, et varialio- nes osiendebant. 17. Sternodont\ Ferretti Wecw.. Steniotomis Ferretd Hope . fusca , zonis niaculisque tomento ferrugineo tectis cincta, antennis corpore vix longioribus . Species omnes hujus generis sunt Africanae; nostram obti- nui ex provincia Inhambanensi ab Equite Fornasinio, sed reperilur quoque in Abyssinia , nam observavi individua De Colkopteais 43^ ejus abyssinica in colleclione Equiiis Maximiliani Sp.i- Dulae . 18. Crossotus terreiis. coloris teirci; supra scabro-Uiberculalus , lomenlosus lii- l)erciilis inaequalibus, subliis lorucnto riibio-feniij^inco teclus; anlennis vix corpore longioribus. Long. cent. 1. et mill. 9.; latus mill. 8. Tab. X. Fig. 5. FuscOj varioque lei reus. Caput immersum , fronle oblique terram versus respicienle , lecta pilis densis, ferrugineis, instar pilorum faciei pecudum disposilis , margine anie- riore nigro. Os contra arliculalionem pedum anteriorum posiium, pailes ejus fuscae, splendentes. Labium superius sub viiro minulissime punctulalum . iNIandibulae iucur- valacj basi partialiier pilis tecla. Ociili nigri, splenden- tes, scabri cutis scjuali insiar, amplectenlcs basim anlen- narum in parte inleriore , lalerali externa ^ et siiperiore. Pars superior , et lateralis capitis fusca , vix tomenlosa , sed quae inter oculos, et basim mandibularuru conten- ta tegilur pilis ferrugincis frontis insiar. Antennae pilis tlensis lerreis lectae, vix longiores corpore, arliculo pri- me brevissimo , secnndo relitpiis crassiore , inflato , ova- 10, lerlio omnium longiore; caeteri gradatim in longitu- dine decrescunl ad exlrennim usque. Thorax supra ter- reo-tomentosus, parum convexus, prominentiis longitu- dinalibus medianis ad anteriora inter se confluenlibus , lubercnlisque praedilus , ncc non prominentiis duabus oblusis in singido latere, snbtus laevis, lomento dense ferrugineo icctus. Scutellum quadrilalerum, tomentosum, marginibus griseis, cenuo fusco. Elytrae parallelae , to- menlosae , terreo_, luscocjue variae , convcxae, punclato-tu- berculalae, luberculis inaequalibus, fere longitudinaliter seriatis, anlerioribns majoribus, et quasi eflormanlibus crislam in dorso elylrae prope basim ; angulus basis ex- tcrnus rectus a tuberculo apicillari. ElMrae prope basim amplectunuir abdomen j margine earum exlerno parum revolulo, margine interno vix elato. Pars inferior corpo- ris lota tomcnlo ferrugineo dcnso adprcsso lecta. Pedes quoque toii tomenlosi , supra nigro , lerrccque varii , 432 losEPiii Bertolomi subuis ferruginoi ei nigii, praccipue in apice libiarum , onines robusli, anlcriores vix aliis robiisiiores; larsi oin- nes supra nigiij sablus feiriigiiieo-fuscescenles; margl- nes arliculalionum oiniiiuiu pilis aiU selis fiiiibtiati; uii- guiculae nigrae , parum aduncae^ jam basi divaricalae , splendenles. ladividuiiin unicura ex Inhambane missuni full ab Eq. For- nasinio anno 1845. Phrissoma crispum Oliv. Ent. T. 4. p. 112. a. 150. et n. 67. PI. 3. fig. 18. et PI. 12. fig. 87. ihorace aculc-spinoso^ luberculato; elylris lineis tribus ele- valis serrulalis; anlennis mediocribus; corpore cinereo. Cerambyx crispus Linn. Syst. nat. ed. Gniel. pag. 1833. n. 175. Lamia crispa Fabr. Gen. ins. Mant. pag. 230. Nonnuliu indivldua babui ex Inhambane. Species reperiuu' quoque in Capile B. Spei, sed minor . 20. Oberea senegalensis Dcj. Cat. id. 3. p. 377. rubra; oculis, antennis(j^ue nigris; elytris, excepta basi, fuscis . Individuum unicum habui ex Inhambane. Reperitur quo- que in Senegallia. 21. Lema arinata Fabr. Syst. Eleut. T. 1. p. 472. n. 5. atra; capitis veruce, thorace subspinoso, elytrisque pun- ctato-strialis ferrugineis. Individuum unicum oliiiniii ex Inhambane. Species reperi- tur quoque in Guinea, ut asserit Fabricius. 22. PoLiCLADA pectinicornis Oliv. Ent. Tom. 6. p. 849. n. 13. et. n. 96. PI. 1. fig. 10. testacea; thorace nigro-punctalo; elytris viius transver- salibus , seu punclis nigris .. D»§j. Cat. (-d. 3. p.. 399. NoonuUa individua habui ex Inhanibane, omnia elytris non punctalis, sed uigro-vittatis propter conlluentiara pun- ctorura nigrorum . Reperitur quoque in Senegallia ut plurimum cum elytris ni- gro-punctalis, punctis hand conQuentibus , ut asserit Olir vierius . 23. CoELOMERA Westermanni D6j. Cat. <5d 3. p. 400. Dl2 CoLEOriERIS 433 supra livido-teslacea, scutclloj antcnnisque nigris^ subtus nigra . InJividiia niulla liabui ex Inhambane; reperilur quonue in Guinea . 24. Plaiycoryrds Dejeanii Drege D(5j. Cat. (5J. 3. p. 437. aulcnnis, petlibusque violaceis ; capile, thoraceque viricii- -aiiratisj splendenlissimis; elylris rubro-aeneis, micanlibus. Individiium niiicum habui ex Inhambane. Species repcritur qnoque in Capile B. Spei. 25. CocciNELLA lunata Fabri Syst. Eleu. Tom. 1. p. 384. n. 146. coleoptris nigrisj maculis decern rubris , quatuor lunatis. Pauca individiia habui ex Inhambane. Species habitat qno- que in Insula St. Ilclenae ut asserit Fabricius, et in col- leclione Floreutina Eq. Passeriniv observavi exemplaria ab Insula Mauritii proficisceutia . 26. Epilacdna occellala. teslacca J toraentosa; elytra maculis quinque lutels nigro- -occellatis . Long. mill. 9.; lat. mill. 8. Tab. X. fig. 6. Tola testacea, tomentosa. Caput immersum in latere ante- rrore thoracis profunde excavato; oculi fusci , sub lente scabri , iribus articulis ultimis antennarum fuscescenlibus; postremo articulo palpoium fuscesceute, extremitate trunca- ta lutescenle. Thorax transversalis, vix convexus, reni- formis, vix splendens, teslaceo-rufus, raargine poslico ro- tundaio-convexo , antico profunde incavato, caput exci- pienie ; anguli ejus capiti laterales sunt rotundati. Ely- trae convexae, testaceae , tomentosac, semisplendentes, unaquaeque macuUs qninque luleis rotundalis^ aequalibus, occello nigro circumdatis, maculae anteriores biseriatae, macula posterior sola ad angulum posticum elytrac. Mar- go exterior elylrarum producilur, et ampleclitur abdomen. Alae latae, diaphauo-ferrugineae. Abdomen, ct pedes rubro-testacei. Individuum unicnm oblinui ex Inhambane ab Equite For. nasinio anno 1845. T. X.. 56. EXPLICATIO TABULAE X. Fig. 1. Tclralobus Romlani. Fig. 2. Ceralorhina Burckci var. Hopei. Fig. 3. Tcpliraca niozambica. Fig. 4. Zographiis aulicus. Fig. 5. Crossotus terreiis. Fig. G. Epilachna occellata. ELOGIO Dl GirSEPPE Dl JlCOPfl POZZI DA mCUELE MEDICI, E DETTO DA LLI NELL- ADUNANZA DELL' ACCADEMIA DELLE SCIENZE NELL' ISTITUTO Dl BOLOGNA Jct -ta, ,ywov«mo-re aecC anno ■*&^,6'. Di 'ifficile e 1' acqnislo della sapienza . Piu difficile aver menle cliiara , lucida , ed ordinala, e con elelli, ed efficaci modi comunicarc alirui i pensaraenli proprii , e le acquistale cognizioni . Conclossiache quello ouiensi per la massima par- te coUa volonta, c daH'arle: quesio e lutto dono di natura. Difficilisiimo possedere e I'unOj e T altro pregio , c riuuire i due esiremi tanto desideraii, e commendaii ncUo scriitore dal Venosino , insiniire , c dileltare. E come clie di tale singo- larissima prcrogaliva fornili andassero parecchi degli anatomi- cij e niedici bolognesi, intorno i qnali impresi a scrivere, nul- ladimeno , per qnanlo io comprendo, niiino ne fu pid ricca- menie ornato di quel hcllissimo ingcgno di Giuseppe di Ja- copo Pozzi , di cui, o Accademici uiiianissinii, vengo era a lenervi parole . Nacque egli in Bologna 11 G Marzo 1697 (1). Percorsi gli sludii elenienlavi, progrcili a' fdosolici, altendendo specialmen- le alia Geoinetria. Passo a quelli di Mediciua solto gli am- inaeslramenti di Pietro Nanni: mono il quale anzi tempo^ li compic nella scuola di Ginn ylntoiiio Staiicari: uomini e- gregi, e dollissimi, de' quali ho allrovo favellalo. JNella pron- lezza, ed aculezza dell' ingegoo , e nell' amore al travaglio 43G MiciiELE Medici lasfio Jiclro se moltl suol condisccpoli timoche peispicaci di mente, e volonterosi . Con sommo apphmso gli lii confe- lila la laurea Doltorale, appena scorsi i vent' anni : e poco (lopo venue aggregalo a qnesta nostra Accadeniia, e pronios- so ad una Leilura onoraria di Medicina , e di Notomia : ono- rificenza a que' tempi in uso, preniio ad iiu tempo delle pas- sate, e pegno di piii gravi luiiue fatiche . Cose, clie tocco solamente di volo per condurmi alia narrazione di cio^ ch' e- gli poscia operar seppe a vantaggio doUe scieoze, e delle kttere . INIa primamente e a dired'un sno scrilto filologico risguar- d.uite r anucliila del pubblico Studio bolognese. Noto e co- me il pill solenne testimonio della remotissima vetusta delle nostre scuole reputato venisse il famoso Diploma di Tcodo- sio II. segnato in Roma I'anno 430 dell' Era Crisliana , col quale quell' Imperatore dichiarava Bologna Studio pubblico, c d' amplissimi , e nobilissimi dirilli, e privilegi larganiente onoravalo. 11 Panciroll pero, il Lotteri , il Sard, ii Grai>i- nn , ed altri sloricij avvegnacche all' Universilu di Bologna origine niolto antica concedessero, Y esistenza del Teodosia- no diploma negavano, prelendendo che fosse, chi diceva di Carlo Magno , cbi di Lottario II. e chi d' altri , Tutti poi insisteano nel non trovarsi 1' originale di quella tanto vanta- ta pergamena , ed essere apocrifi gli esemplari di essa , che per le mani di molti circolavano. Noto e parimenti , come un Jlessandro Macchinvelli bolognese ( cui godeva I'animo intitolarsi il fdosofo plalonico) invitato dal Seoato bolognese, sorgesse a vendicare la realla del Teodosiano diploma , e ne jiubblicasse t Jpologia (2) , vegliandoj ed alTannandosi per isvenlare tutte le opposizioni^ e sostenendo , che, se quel di- ploma originale non esi^te , e perche , insieme con moltissi- me altre scrillure, fu esso viliima delle fiamme, che, pur- troppo! I'anno 1313 il pubblico archivio distrussero. La qua- le /y/;o/og-m sparse lant' alto rumore di se per tutta Enropa, che, dove essa non arrivo, ivi fece nascere desiderio d'aver- ne contezza. Per la qual cosa Giovanni Conrado Lo/iodeng- dow filosofo batavo l' anno 1727 dall' Aja scrisse al nostro Pozzi , pri'gandolo di rendeilo consapevole del contenuto in Elogio del Pozzi 437 qiiello scriuo famosoj c d' apiirgli il parer suo . II Pozzi a- tiuncjiie poco appiesso indiiizzogli colle stampe (siccome staxn- paia era la dimanda) la risposta. Nella rpiale espone dapri- ma Iwevemenie gli argornenti tiiiti dal Macchiavclli posti ia campo onde provare due cose: lorigiiie anlicliissiina dell' U- niversiia di Bologna , e del Teodosiano diploma 1' autenticitu. E percio clie spetta alia prima, uno de' piii singolari^ c cu- riosi argomcnli h , die un nipote a JSoh , noniinalo Gomero, ed esercilanle ccrimonie, e rili rcligiosi fu Professor e pubbli- co ill Bologna : argoniento , al quale confcssa il Pozzi, che al- tro aggiugnere non potria in fuori del monumento velustissi- nio da Ucssarione Cardinale Niceno instaurato , dal quale s'ap- prende avere i bolognesi conosciuto di persona, e udito in- segnare nelle loro scuole la Socratica filosofia il piu glorioso filosofo della Crecia , Platone: ed onora gli altri argomenli del lilolo di foriissimi, ed evidentissimi. ]\la particolarmente circa la verila del Teodosiano diploma il Pozzi aggiugne^ €ssere cosa estremamenie diflicilissima provare T esistenza di cose bruciate, o comunquc periie: al quale proposiio cita il passo di ]\J. Tullio {pro Jrchia poeta). Hie iu tnhulas desideras //era cli en si inn pub/icas, qiias italico hello, incen- so tahulario , iiiteriisse scimiis omnes. Est ridiculum ad ca, quae liahemus niliil dicere : quaercre quae habere non pos- suinus (3). Kon e mio iutcndimcnto , ne questo e il luogo di scanda- gliare la bonla deW ./fpologia del I\/acchiavelli. Diro solo, che se dall'una parte figurava egli come dotiissimo, ed eru- ditissimo nella leueraria repubblica, e se di tanta erudizione, e dotlrina die segno piodigioso in quella sna scrillura , per la compilazione della quale consullo novecento undici autori, avvegnache non v'impiegasse die diciotto giorni soli, dall'al- Ira scriltori suoi conlemporanei la laccia non perdonarongli di condisccndere fuor di modo alia propria fantasia, di sognare aulori, tesii, e nicdnglicj cui poscia veniva con giubilo ci- tando, ed illustrancio , c d' esse re gcloso della patria gloria a pregiudi/.io ddla slorira verila (4) . Al die senibra abbia vo- lulo con ccita moderazione, e con certo velo accennare ua uomo di gravissima autorlla , F. J\J. Zanotti: il quale, 438 IVFlCIIELE INIedici rispeito ad una disscrlazione sopra due piante mostruose, tin fungo , cd iin porno granato , dal filosofo platonico lelta alia nostra Accademia, lascio scillto. h (il Maccliiavelli) inlerchiin ad naturaliuin reruin sUicUa per otiiiin se rcj'ert , quibus , ut homo est Inboriosus, et doclrinae di/igens, valere potuisset phi- rimuin , nisi vel jurispntdenlin, qitcnn profitelur , vel anti- quitntihus , qiios plus nimio diligit , conlcxciidis clarescere ma- luisset (5). Ne manco clii credessc, quel nome di Giovan- ni Courado Lohoiidengdow essere finto , cd il (ilosofo plato- nico stcsso avere pregato il Pozzi a sciivere intorno quel compouiiuento , aizzato dalla brarna di riscuolerne laudazioni . Quanto sia vero cio , io per me dire nol posso. So bene , chc , se il MaccfiiavcUi a quel fine miiOj sarassi accorto di di non averlo appieno conseguito. Impercioclie il Pozzi, clii ben considera, a malgrado delle lodi, con le quali lo va incen- sando ^ usa eerie nianiere di dire sludiatc, ed ambigue, da cui nbbnstanza traluce , se non andare peisuaso , avere il fi- losofo platonico provato il suo assunio. Che anzi rispeito al- ia prova deir anticliita ( considorata in generale) dcllo studio bologuese, quell' aggiugnere ad una cosa strana , ed incerta siccome c, die un nipote a JSoe fosse Professor pubhlico neir Universilh di Bologna, quell' aggiugner, dico , a conforto di cio altra cosa incerta, e strana, die i bolognesi veduto abbiano la faccia , e udito la viva voce di Platone, e un mo- do , a mio avviso, sdierzevole , piu confacenle a menomare, die ad accrescere pcrsuasione. E circa la particolarita del di- ploma Tcodosiano, rjuando il Pozzi lo paragono coUe lavole d'Eraclea arse nella guerra italica, e ripete le parole di M. Tullio , essere ridevole cercare quello , che trovar non si puo- te , non e forse il medesimo che dicesse , essersi il Maccliia- velli accinto a dimoslrare una cosa d'impossibile dimostrazio- ne? Del resto,, o Accademici, io intendo ora solameute darvi alcun idea di questo scrillo del Pozzi, e non mai di senten- ziare sopra cotale disputa , tanto piu, che abbia o no verith il Teodosiano diploma, sia vero o no il racconlo sopra il ni- pote a No'e , lale e I'antichiti del noslro Studio, che niun al- tro cerlamcnte vanlarne potrebbe una maggiore. Ma veniamo all'opere di medico argomcnto; ove , innanzi EtOGIO DEL Pozzi 439 t!i parlare dellc anatomiche, faro inoilo di alcuni punli spel- laiili a varie parti della Medlcina. L'animale vivo e iin complcsso cV allc , e slupcnde niera- viglie. Natura pero lu voile d'un velo piii o men denso rico- pcile. Conciossiaclie dovo I'occhiOjC la menle del (Isiologo pori- iio pill addeiilro penelraro, ivi conosce solainente Tazione e- siiiiiseca degli orgaul , e Uill' al piii eerie condizioni , che vi contribuiscono. Ma i modi , e Ic ragioni di cpiesti fatli noa II conosci. Saij vorbi grazia^ lo slomaco digeiire , ed alia di- geslione richiedersi i siighi gaslrici. Ma coine,e perche eniro lo stomaco si generi un umore di lale nalura , clie, commi- slo col cibo, lo mini in una materia , la quale Irasformar si dee prima in chilo , e poscia in sangue^ nol sai. Eppure , a malgrado di lanta ignoranza , e questa la parte piii chiara della fislca aniinale, in cni i fisiologi di.spiegano la lore sa- pienza. Ma in allri luoglii il velo si raddoppia, e roscurlia cresce al segno, die ne manco rullimo, e sensibile falto di- scerni . Non dico la milza : non le gliiandole innumerevoli pel sistema linluiico disperse, avvegnaccho il vero loio ufficio non sia per anco bene aperlo , e manilesto. Dico molte parti nel- la niassa cerebrale locate: dico il timo: dico i reni succen- turiati: dico le ghiandole mammaricj ed i capezzoli nel sesso inascolino : organi tutii misteriosi, de' quali non si conosce il motivo , per cui natura formoUi, e pose nel corpo animale. Kulladinieno sebbene nelT universale degli esseri ani.iiali le mammclle mascbili a noi scmbiino oziose, ed inulili, non mancano fatli tesiificanti poter esse talvolla operare alia fog- gia delle feminili. E gia risgnardo a' bruli famoso e il capro dell'isola di Lenno da Jrislotele nclU immorlale sua isloria degli animali rammcnlato, e (piello a' giorni nostii veduio dal Dhimenhach nelle vicinanze alia citth di Gottinga. E note so- no allrellali narrazioni di tori, di galti ^ di cani , dalle pop- pe de' quali s e veduto escire uu umore di lania somigiian- za col luite da ricavarne cacciosa sostanza . Singolare appa- renza osservata anche nell' uomo. E scnza ricorrere al Bar- tolino , ne' libri del quale si legge , vivere nell' America un intera nazione, che la presenla , ed a' Commenlari dell' Ac- cadomia di Pietroburgo, ne' quali e registrato, esserc questo 440 INIiciiELE Medici fenomeno comunc ncUe parii dclla Russia, il Fantoni 1' ha afl'ermato di se medosiino, il f Fin slow d'un suo fratello nel- r ela di due anni circa , e rccenlemonte l' JIuniholdt d' un uoino di 32 anni , die per cinque nicsi coniinui un suo figlio nudn unicamente coll' umoic, die dalle proprie niammelle sca- luriva. Segrezione vedula anclie da me in un giovane brescia- no conipagno di mia giovenlu, e studenie legge in quesia Universita . Un fallo adunque a' predelti consiniile fu osservalo dal Poz- zi J e comunicalo da liii alia nostra Accademia. Un bambino, due giorni dopo la nascitaj viene assaiito da febbre. Inceilo il medico della cagione del morbo , volgendo lo sguardo al petto della creatura accorgesi della destra mammella oltre mO' do rilcvata. Lo crede un Uimore, causa della febbre. V ap- plica la mano , lo preme, e palpa dolcemente, ed incoulra una certa resistenza , e durezza . Ma grandemenle meraviglio' veggendo dal capezzolo zainpilare goccie d' umore candido siccome lalte. Pensa egli allora al figlio, pensa alia madre: ed in questa Irovando siniilmente e separazione di latte, e febbre J giudica enlrambi iufermi di febbre lallea. Vago di comunicare ad allri un evento cosi singolare, il giorno dopo conduce seco un araico, il quale parimenti ne fu sorpreso . Sc non die altre occupazioni avendo al Pozzi impedito di con- tinuare le debite diligenze , sepper o da' parenti , che , calala , ed avvizzlta la mammella destra , coraiucio a presentare la, medesiraa apparenza la sinistra (6). Nella stessa circostanza parted p6 il Pozzi alia nostra Ac- cademia altro falto di considerazione degnissimo, osservato da. un suo collega , il quale glielo avea comuoicato. A nobile donzella , pervenuta all' ela d' anni 2 i non era- no per ancora comparsi i mensuali ripurghi. Godeasi pero di buoua sanita, eccelto che a quando a quando lagnavasi del suo stomaco. Ando a marito , sebbene comune opiuione fossCj che ella avuto non avrebbe compiacenza di prole. Dopo due anni circa , correnle il mese di febbrajo , comincio ad essere travagliata da lassezza del corpo j con nausea , vomilo , e ca- lore insolito. Tull' a un iratlo insperatamenle vide gemer san- gue dal proprio utero : inlerpolatamente: per quatlro di . Nel El.OGIO DEL POZZI 441 segnente mese 11 sangiie menstruale ricomparve . Ma 11 venire divennc luinldo spccialmenlc circa l' ombelllco: la tumklezza ciebbc, e la donna credellesi incinta . Ke s'inganno. Pcro- che quanlunque la menstruazione prosegiiisse , die in luce iin maturoj e sano bambino. Colarono debiiamenle i lochii . I menstrui pcio, era gia corso im anno, e mezzo dacche era divennta madre, che non piu apparivano (7) Baslinii, o Accadeniici, avervi rammentaio un tal fatto^ per- che io mi creda dispensalo dal conimentarne l' imporlanza . Ma non taccro, clie, se o opinionc , non che volgaie, d' al- cuui scriitori , una donna abitualmenle piiva de' menstrui es- sere sterile, 1' osscrva/ione del Pozzi , dimoslra do non essere, o non essere sempre vcro^ c che, sc non e caso tanlo raro, che le donne gravide abbiano menstruazione, e continui quesia, ter- minate il pucrperio , e, per mio avviso, caso rarissimo , che essa abbia mancalo quando per Icgge ordinaria di nalura do- vea esserci , vale a dire ed innan/.i la gravidanza , e dopo il puerpcrio , mostrandosi poi allora solo che per Ic circostan- ze lisiologiche spcciali , in che trovasi il corpo suol manca- re , c cioe ncl tempo della gravidanza. E se a dar ragione del primo caso puo per avventura bastare, che se ne acca- gioui una certa abbondevole, ed abilual copia dell' umoresan- gnigno, non cosl di leggcri intendesi nel secondo come ad una poveria del medesimo, dnrata olio o nove anni conti- nui , succeduio abbia tanla abbondanza da provedere e alia nutrizionc del fcto, ed alia menstruazione. E, scguitando_, cade in acconcio rammemorare, come io , parlando di Malleo Dazzani, e per eccellcnle autore di scrit- ture medico-forensi encomiandolo , le medesimc lodi al Poz- zi tributassi, ed aggiugnessi, averne enlrambi composto una inlorBi9 quella stessa causa d' inl'anticidio j nella quale una Maria T^anti era gravissimamenle minacciala del capo: due scriilure, in cul non si sa ammirare pin, o la profondiia del- la doltrina , o la vaslila dcU' ermli/JonOj o l' cloganza , c Io splendore dell' elocuzione . Preienileano i chirurghi della Cu- ria, ( siccome allora dissi , ed ora deggio lipetere) la bam- bina essere nata viva, e la madre, la madre no, la snatu- rata matrigna averla sirangolaia . Ma il Pozzi solloponc a T. X. 57. 412 RIiciiELE Medici piofoiulaj eil aciila ponderazioiie le prove tutie dagli accusalori recalc in mezzo, c le line diiiioslra diibbiej cd incerle, falla- ci, ed insusbistenli le alue, e ad esse UUle conirappone aigo- menli scnsalissimi^ e valulissinii , pe' quali 1' amoro alia giu- slizia, ed alia verila lo guida a conchiudore, qucUa bauibi- na esser niorla nascendo, e la causa dovcrsi ricunoscer nel- la slrozzaUira prodoUa dal fuuicolo onibelllcale per ben duo giii ciicondante il coUo del felo con lanla forza^ che non po- lendo resistcre al Iraimenlo nel Iravaglio del parlo palilo, era- si laceralo , di guisa clie se la madre del cingolo della pro- pria vcste formo uu laccio^ con ciii slrinse il collo all' ame- nissimo frullo delle sue viscere, opero sopra un niorlo: ar- gonicnli, e concluslonij a' quali si condusse anclie il Dazzani. JMa souo degni infra gli alui d" esseie cilali i due seguenli luoglii di qucsla bellissinia consullazione. JNel primo riunisce il Pozzi il complesso delle circoslanze coniprovanll, che quel- la niadre infclicissima non islese la mano parriclda alia iiglia, e che quesia njorir dovea , e niori per la sopradella cagione. Nel che viene a coUoquio coll' accusala , e dice, lija ^ ^g^'- accede infelix inaLcr . Quo tempore, quo loco, quo posiiu, quibus auxiliis miserutn j)artuin edidisti? Edidi , respoudet, noclu , grai'i saeviente hieine , omni destituta auxilio, oinni orhata lumirie, omnium rerum igjiara, huinido, et J'rigido in lixiviario, piona jacens humi, perLc-rila, pudens, et ve- hemcnlissimis concussa doloribus . Cur aliquani ex f ami- Via in auxilium nun vocasti? Gernehundc dolebam, conlre- miscens clnmnbam , convuha ejulabam, cum venit ad me ydnna Ixaim.ondi Gasparis inei domini socrus , cui licet ex indicate dolore mnmmarum , renum, laterum non levia de- dissein signa instnntis partus, id sum assecuta, ut somni- culosa scse eripcret, mi/ii n_f)Uctae id tantuin consulens, ut prunis me calefav.erem. Cum foelula ex utero in terrain ce- cidit, ploravit ne ilia? Naturales edidit motus? Umbilicum scidisti tu? Timui ne vagiret: leves , et incongruos persensi motus: umbilicum non discidi . Perge , mulier infelix: tua de verbis iuis causa in into est, quoniam justorum morta- lium nemo nunc opinari potest te vivenli Jiliolae iniquam manum injecisse. yidete, quaeso, arte medica perili , obstestor El.OGIO DEL PoZZI 443 vos , Tiicm jusla inihi fiicrit occasio afjlrmandi foe tarn ^ cum enilebaliir, slrangulntnin ab iimbilicali fnniculo interilsse! L'altro luogo e dove egli rintuzza I'accusa de' medici , e de' chinirglii fiscal!, i quali da cerii nioli della bamliina ar- gomenlavano essere naia viva, yft movclur. JVon inficior. Sed id vobis peritis probandwn inaiinbit, tnotus eos de naturae conslanti lege J'uisse institulos. Oculos ne diducehat foetida? Digitos ad palnias cowponebat? Pulmones exercebant sese? Cor pulsuin , ct repuhutn moi'ebatur ? Os aperiebat nata? Crura, et brac/iia retrahebantur naturae lege? Partui nan ad/uirnus, respondent Curiae periti , et vel etsi adfuikseinus , nostrum non erat hnec singula animadvertere. Movebalur foelula , hoc ex confessis: ergo vivebat, hoc ex dialecticis. Movebalur , ergo vivebat! DJovetur aqua ^ aer, ignis, ne di- cam terra, molae molendinnri(ic,serpentes divisi, ranae exen- teratae , corda cadnverum , canes mortui , carnes macta to- rum vitulorum: ergo vivunt? Ubinain gentium hujusmodi vi- get praepostera dialecticorum sapientia? Jgite , agite, et meliora proj'erte. Ut vera probctis puellam hanc tnolu viven- tis verc naturalitcr se se movisse , respirationis ad minus, et pulsus indubitata habenda est scientia , quae si dejlciat , pro nuUis hahendos esse reliquos alios incongruos motus ar- bitror , qui ut morientis foetulae , contremiscentis , et convul- sae esse possunt , sic , in ipsa de caetero extincta, poterant de facili accidere. Nobis etenim vel morienlibus , vel adhuc mortuis restant in Jibris igniculi quidam coerciti , qui ali- quando levi de causa pennoti , evohitique elasticas fibras ad quosda/n retractionis motus sollicitant (H) . INIa veniamo alle cose d'anatomico argomonlo. Del passalo secolo era la quarta pane irascoisa , qnand' al- ia pubblica luce apparve la 2.^ edizione d'lin' opera del Dot- tor G. Battista Bianchi di Torino avenle per litolo Historia hepatica , cui era aggiunla una leilera del dottissimo nostro Gaetano Tacconi sopra i condotii cpalico-cistici ritrovaii nel cadavero d'una donna niorta d'idroiorace. Lo the die nel 1 72G occasione al Pozzi d'indirizzare colle stampe una let- tera latina al DoUor G. Battista Bianchi di Rimino, che a- vea lungainenle dimorato in Bologna. Nella qual kltera, 444 Miciicr.E Medici dopo essersi nianifeslato poco favorevole alia predella opera deir Analoinico Toriiicse, \ienc sogi^iiignendo , il caso dal Tac- colli nanalo sembrargli il inedebimo , di ciii ogll stesso , il Ki- niiiiesc Dianchi , avea niollo tempo innanzi parlalo ii) una nostra Accadeinia, o, se eranci diHorenze , essere poclie , e di lievissimo niomenlo : meiavigliare come cgli, clie osservo il me- desimo cadavero esamiiuilo dal Taccotii ^ di qiie'canali inuu niollo avesse fallo: duhitare della verila di cotale scoperia : e per eerie diligcnze dal Galcnzzi , e dal JMoUneUi pratica- le , lemere die il Tacconi caduto fosse in eirore, ed i creduii condotti epalico-cistici, e cislico-cpatici fosscro diramazioni del- I'arleria cisiica comunicanti co'vasi del* fegalo : parergli da ul- timo, chc il Tacconi nicdesimo fossesi in certo modo penli- to della sua asserzione, poscia die nella lavola analomica pubblicala da hii nolali non veggonsi i condolli nella leltera enunciati. E di lutlo cio il Pozzi chiede al Dianclu di Ri- jnino lisposla. lo per me amo credere , die il Pozzi quella lettera scrivesse auimalo solamente dal desiderio di chlarire la questione , e di conoscere la vcrita. Ma non nianco chi gli die colpa d'avere, se non per nializia, per imprudenza seminalo zizzania provo- caudo a rispondere un uonio , il quale , uuioche fornito di non comune sapere , ed erudizione, pure, confessare volendo il vero, era muiedico, arrogante , ambizioso , inimico a luui co- lorOj che per dotlrina, e probita gli sovraslavano: inimico parli- colarmente al l^acconi: al Bianchi di Torino poi inimicissi- UiO , e lanlo die nella sna risposla al Pozzi comincio a di- sconoscere pubblicamenle il suo baltesimal nome di 6^. Dat- tista, surrogandovi qudlo di lanus Plancus , oppure di la- 71US Paullus Sitno /'/a/^cns ^ per dislinguersi , dicea egli , dal- la lurba degli alui Bianchi, quando realinente nell'ordine de'medici, e degli scienziali non essendo allora noli se non che il Bianchi di Torino , e quelle di Kimino , era iroppo manifesto , che il vero motivo di quel nnilamento di nome nascea da lanlo livore, e da lanlo mal lalenlo del Riminese conlro il Toiincse da sdegnare per fino di portarne il nome. Ed infaiii la risposla di quello, scriiia nel medcsimo an- no 172G, era plena di accuse, e di ingiurie. Deiide in essa Elogio del Pozzi 445 r opera del Torincse, e grava il Tacconi di fiirlo scieiuilico , af- fuimando. die se (jiiesli non vi avessc inirodolio (jue iuoi irnmaginarii condoiii epalo-cislici , 1' osservazione sua, c (|iiol- la di lui (del l\iii)inese Ilianc/ii) saroljljcro siniili come un uovo ad alu'uovo, od un ape ad alti'apc. Kspoiic la sezio- ne del cadavero falta da Ini in (juella donna moita d'idro- pisia di pelto , nu la nioiio vcruno de' canali epalo-cislici • anzi li ncga. Ed aggingne d'avcre, dope la sezione , poitaio seco la cisiifellea unilanicnlc alia poizione di fegalo ad t-ssa corrispondcnie , e d'avcrla tenuia in propria casa oilo giorni, dopo i quali la riporlo all' Accadcrnia Magnani (cerla Ac- cadeniia privala di Medicina^ di cui non ho poliilo trova- re parlicoluri noiizie, eccello die riunivasi ogni vcncrdi nelle case d' un Dollor 3Iagnani). Laonde avvisa, cbe, dopo cio^ il Tacconi porlassc via quel pezzo , e rosservasse in conipa- gnia ilel JUnmfii di Torino , e la immaginassero que' condol- ti. Ed in fine condanna di nuovo e I'uno, e 1' aliro , ed ap- prova i dubbii del Pozzi drca le cause dell' errore , in cui il Tacconi inciampo: lite, die fu mal seme, dal quale ger- mogliarono umori di parli, e scrilti salirici , ne' quali si cre- detie avessero avulo pane uomini dollissimij e lispcltabilissi- mi vivenli allora in Bologna. (9) Ma passando a cose di maggiore sosianza, fu il Pozzi va- lente nella Notoniia delle pianle, valenle in quella degli a- nimali, valenle in quella del corpo umano. E dcUa prima I'avellando, con (juanla induslria, e diligenza non disvdo cgli le varie lessilure della niclagrana [mains pimica) , frullo bel- lissimo, il cui ineraviglioso regclare disponimento in tutle le varie, ed inierne sue parli regnante il famoso Bonfadio ras- somiglio a ben ordinalo governo ? Maniera di lavcro inlra- preso da lui con intendimcnlo di proseguiilo, notoniizzando, ogni anno , fruili diversi . E ben e a dolere , die quel suo divi- samenlo ad effello non conducesse . Imperocchc, se ( come non e a dubilare) illuslralo avesse I'organizzazione d' allri frul- ti come quella del pomo granato illuslro, arricchilo avrebbe cerlaineuie la lisica vegelabile d' un prezioso corredo d' os- servazioni, del quale ne manco oggidi puu cssa vanlarsi . E, lasciando lu parte slorica, ed erudita, con die alle sue 446 MiCHELE Medici ricerclie precede, comunicate alia nostra AccaJemia l' anno 1725, comincia clalTinvestigarne resterna culicola^ composta di fibre raggi;ite, prodiicimenii de'l'asceili fibrosi del picciuo- lo , e sparsa di mollissirai perlugi, alcuni mioimi, ed irrego- lari, altri di cerla grandezza , e rotondi: da' quali lutli , nel- la stagione esliva aperti^ siilla iin uiiiore viscoselto, nientre nel crudo verno conlraggonsi , e per poco, a malgrado del- r ajulo delle lend , non perdonsi di vedula. Alia quale ester- na ineinbrana altra soggiace^ piii densa^ e piu grossa^ e quasi legnosa , cui diresli la cute del fmtio, chiamata malicorio, lormata d' aggregali fibrosi insieme slivaiij parte longiludinali parte trasversali: onde nelT interna sua superficie nasce una eleganlissima rete guernila degli olricelli malpighiani, e di va- si . Ma innanzi di penetrare ncUa fabbrica del frutlo, osser- va egli come gli esterni legumenii, alia cima di quello per- venuti, spartansi in cinque, o sci punte, quasi altreiianie lan- cie, clie, regolannentc in calice disposte, forinano bella co- rona, nella cui interna faccia vede iiioumerevoli forami , p propagini vascolari: quelli dar passaggio a' filamenti che sor- gono neir interno piano della corona, e Inlto lo riempiono: quesle abbracciarli, ed avviticchiarvisi: i quali filamenti poi souo gli stnini. Ed oil! con quanta finezza non considero e- gli le parti generative mascoline di quel vaghissimo fiore! Di- co con quanta finezza, confrontando le sue ricerche con quel- le de' tempi nostri, no' quali le inspezioni microscopiclie ven- gono pratlcate con sempre nuovi, e migliori artificli^ e suc- cessi . Ma, riportandomi a' tempi del Pozzi , dire dovrei con quanta singolare, e mirabile finezza: circa la quale poi non venne egli meno a se stesso nello studiare la parte feminea, e gli organi tutli di quel frutto. Dal fondo adunque, e da' lati deir interno spazio giacente nel mezzo della corona innalzan- si i filamenti J nell' interno de' quali scopri una cavita , die per tutta quant' e la kinghezza loro distendesi, con legnose pareti , composte di fibre insieme intrecciate alia foggia di croci: dalla quale cavita, ove recldasi^ copioso umor verde scaturisce , di sapore auslero. Germogliano all' apice del fila- mento alquanti peluzzi , sopra i quali poggia una borsetta , f rto^cra, quaado ellilica, quaado semicircolare, quandorotonda : Elogio del Pozzi 447 la ciil cima prescnia Ire linee , o meglio cosloline , oia rclie, cd ora oblique , c sempre longitudinali , arrivanti verso il mez- zo (Iclla borseua . IMa quella , che ad occliio niulo senibra una borsetta sola da iin sol fihuiicnto sostemila , in jiiu , e pill si niolli])lica ; ciascuna delle quali con Iiisto proprio al fi- laniento si ricongiugne, dandogli la forma d' un ramoscello d' albero , da cui pendano i Iruui . E \oglioso pure di ccno- sccre i tcsori enlro quelle borselte da natiira nascosli^ livol- ge ratlenzioii sua a quelle tre linee , o cosloline, e s'accor- ge , che, divenule altreltanle fendiiure^ cd apertesi, la pare- te della borselta dividesi in tre poizioni, simigliunti a lie gen- lili I'ogliuzze: ne omeile di sludiare le membranelle, onde so- no vestitc, ccllulosa 1' interna ^ I'esterna vascolare. Kel centro poi le parti son lavorate di guisa , che paragonar le potresti cogli elegantissimi favi , opera, e domicilio dell' api caste^ed indusiriose. E come nel sanibuco la midolla , cosi enlro la borsetta in infinili piccoli spazii un' infinith annidasi di granel- li: la polveruzza fecondaliice , o ^7o///ne : uno de' cjuali granel- li con acute lenti scrutinato , divenue una congerie dinnume- revoli granellini minori : invesligamento col quale potrebbesi quasi dire, avere il Pozzi anliveduto la scoperla moderna, che un grano di poUine ne rinserra enlro se moltissinii altri mi- nori, a' ([uali vienc ora dalo il nome d'l /'oi'il/a. II quale spirilo indagatore nou gli venne meno nella con- templazione del sesso lemminco. Dal Lei mezzo della folia degli slami sorge un tubelto, che cgli appclla tuVa , la cui suprema estreii:iia , foggiata a modo d' un lungo , e d' una verde gentilissima lanugine aspersa, e lo stigma, dal quale di- scende lo sti/o iiiternamcnle tapezzato da una mcmbrana li- scia , densa , quasi cariilaginosa ^ e adercnte ad uno slralo di fibre legnose longitudinali , al quale soggiace altro di irasver- sali: entrambi saldezza della iiiba: la quale poi a misura che discende, e s' interna nel frutto, si \icne dilatando, ed acqui- sla ampia roiondila. Dopo di che spargesi talfiata in cinque, lal allra in sette, e sovenie in maggior numero di membra- ne , le quali con ordine bellissirao per lo interno del frutto s'aggirano, seco iraendo alcuni vasi relti^ ed altri spirali, fin- lanloche, alia guisa di retired omenti terminanii in frangie, 448 MiCHELE Medici appigliansi alia faccia interna del malicorio , nelle cellelte del quale piiintali sono, mcdiante altrellanli picciuolctll , i grani , o semi:, ciii esse stieltamcule circondano. Ed a pcifezionaniea- to de' suoi lavori volge lo sguardo a' grani, cinti alT ester- no d' una tonaca contenente iin succo , o , per dir meglio, una poipa ilelicaiissima , somiglievole a (incUa die vedi neU'uva, detralla chc ne sia l' epitlerniidc, od anchc alia pingiiedlne decli animali uelle cavcrnetle della cellulare racchiusa. Al di la della qual polpa incontri una membiana, circondanle e- sternamente il nocciiiolo Icgnoso , sparsa di pori, e di finis- simi vascllini. E, rolio il uocciuolo, h mostra di se una ca- vila coperta d' allra membiana analoga alia predclta; enlro cui giace un candido seme di forma iriegolare bensi , ma pur tale da avcrc ua esiremo rolondo , ed un aliro aciUo, in cui e un perlugio, pel quale enlrano le propagini do' vasi con- done dalle sopra menlovale membrane^, che ho detio aggirar- si con beir ordine per lo iiilerno del frullo : propagini , che per la sostanza del seme si distribuiscono. Investigamenti lut- ti delicalissimi, e difficilissimi , descrilti da lui con invidiabi- le chiarezza, cd eleganza , i risultamenli de' quali a quattro nilidissime tavole consegno. Per la qual cosa F. M. Zanotti ebbe a dire, che il Pozzi: mail punici anatoinen oratio- ne, ct figuris sic expressit , ut nec/ue Jigiiris oratio , neque orationc Jigurae indigerent ^ adeo omnia vel dicendo, vel de- Uneando sub oculis posiiit (1 0). E qui non posso a meno, o Accademici, non so se io mi dica di fare le meraviglie, o di pienderc sdcgno di qtianto ha recentemente pubblicato un douo francese , Michele Che- vallier. 11 quale rendeudo conto d' un corso di microscopia organica dalo da Alessandro Donne in Parigi^ e dell'uso del tnicroscopio parlando , non nomine che il Lciivenocck: e d'un gran salto valicando lo spazio longhissimo d' un secolo, e mez- zo circa, si sbalza fino al vivenle Baspail , e arriva a dire, che da venl^anni addietro, o poco piii il microscopio fu un giuocolino anzi che slrumento di scientifichc osservazioni(1 1). Quante omissioni gravissime, quante odiose ingiustizie , quan- iL errori in quelle sue parole abbia egli accumulato , e su- perfluOj che io lo venga dimostrando a voi, che in questo Elogio del Pozzi 449 ramo eziandio cli scieniifica istoiia side tlollissimi. Ma non mi comporta 1' aniino tli pretermetlcre due cose sole: la prima e com' egli abbia vergoguosameiile lacciiUo il nome di Mar- cello Ma/pig/ii , il quale o prima, o cerlissimamente assai meglio di ogni altro del siio leinpoj mediante il microscopic, e la bitolomia, e la Zootomia , e 1' Antropotomia d' innume- revoli rilrovali preziosissimi arricclVi : la seconda , che inde- pendcnlemente da mille, e mille allri falli, che depongono contro )e asserzioni del C/ieval/ier , le sole ricorche micro- scopiche tlcl Pozzi iiitorno la Notomia della Melagraiia baste- rcbbono a dargli una provatissima soleiine menlila . Ma non fu pago il Pozzi d' esercitare il suo ingegno come anatomico : lo adopero eziandio come fisiologo , spiegando II modo , col quale accade la fecondazione di quella piauta . Staccasi dalla sominita aperla degli stami la fecondatrice pol- veruzza : enlra nella superior parte della tiibn, ossia nello sti- gma: discende per lo stilo , ed iiinoltra'-i pe' vasi spirali con- dotli dalle membrane piu sopra ricordate,le quali , scostaie- si dalla tuba, e per la sosianza del frutto dislribuite, alle cellelte giungono dell' interne rnalicorio , ove annidano i se- mi: i ([uali vasi spirali sono spermatici, penelrano i semi me- desimi , e lifecondano: maniera di fecondazione singolare, e bellissiinaj intervcgnente in mille diversi punti, e sto per di- re, in ogni punlo del frutto. Non ignore, la cognizioue del sesso nelle piante essere cosi antica da rimontare a Teofra- sto . Ma per me tengo , che im secolo, ed un quarto circa addieiro , pocliissimi , se alcuno pure vi fu, abbianio s'l csai- tamentc conosciuto, e con altrettanta chiarezza spiegato no abbiano la funzione. E quel Carlo Linneo, aulore di taule, e s"i egregie, c si ingegnose scoperte in qucsta parte di fisio- logia vegetale, quando il Pozzi lessc alia nostra Accademia la sua dissertazione intorno la Melagrana , era un giovinetto d'annl 18 nel Collegio di Vexio nella provincia di Smolan- dia , ne altro sapeasi di lui fuorclio , a dispelto de' suoi mae- stri percorrea le convicine campagnc per raccoglier piante , bramoso di potere un giorno divenire cuslode dellunico giar- dino botanico un po' considerevole allora in Isvezia, apparle- nenle al liudbcch (1 2) . Lode, di cui slimo meritevole il Pozzi T. X. 58. 450 MiciiEiE Medici anche pel rimanenie Jel suo lavoro , col quale liitla 1' orga- iiizzazione di quel frutlo pose in bella , e chiara luce . Con- ciossiaclii; sebbene ed il D'lalpiglii , ed il Crew, cd il liiiisc/i, cd il Leeweiioeck , ed il Tournefort illustralo abbiano I'ana- tomia delle piante, (ed il primo di essi I'abbia, per cos'i di- re, cieata), e siansi occnpali eziandio d<.'lla slruitura di cerli Ihuti, d' alciine vaiieta di pera ^ delia nieliaca, della priigna CO. J pure ne esaminarono solamente , o specialmenle il sisie- ina vascolare: e d'un lavoro analomico cosi inlero , e compiu- lo come questo del Pozzi, credo, die sirio a quel tempo ci- tare non se ne possa un csempio. Giustissimamenie celebraia e r analomia della pera falta dal Duhamel: ma fu essa d'al- quanli anni posteriore a quella del Pozzi {\ '6) . E da ultimo cimenlo egli la melagraua chimicamenle, as- slslilo dair opera di Ginnantonio Marclii , chimico a que' tem- pi espertissimo J e ne ricavo sughi, eslratti, sail, ed alire ma- iiiere diprodollij alcuiii de' quali ad uso medicinale comen- d6(14). Ma se fu egll acuto indagalore dell' organizzazione delle piante, nol fu meno rispelio a quella degli animali. E gia tre anni innanzi die coraunicasse alia nostra Accademia la sopra discoisa notomia della nielagrana, lello a^vea le ricerche, le qua- li in compagnia del suo collega, ed amico Girolamo Lau- renli , uonio erudilissimo , pralicato avea iulorno le maggiori cicale . Nolo il Laurenti i caralteri, die il masdiio dalla fein- mina disliuguono, e particolarmente occupossi dello stmraen- to sonoro, di cui nalura il solo maschio voile fornito, ed ora io non favello , avendone particolarmente trattato nelle mie Osservazioni anntomic/ie, e fisiologiche intorno I' apparec- chio sonoro della cicala dt-slinale alia Sociela agraria di que- sta citta, e provincia. Studio ancora le parti generative della femmina, la nascita delle uova^ e la generazione delle lar- ve . Una delle quali nata sotto i suoi occlii non avendo egli il tempo di esaminare raccomando al Pozzi ^ il quale la de- scrisse con tutia la diligenza propria d' un osservatore, sicco- nie egli era, giudizlosissimo , e cosi minutamente, die quei medesimi scrupolosi, e faslidiosi zoologi, pe' quali non si de- scrive bene un serpe, od un pesce, se numerate non sono El.OGIO DEL POZZI 451 lulte le scaglie, ne un uccello sc non tutie le plume, desi- siJcrare non potrebbono tl' avvantyggio. Ed oltre le parli del naturalisla fece il Pozzi quelle deU'analomico , ed alcuni or- gan! inieini ilella cicala figuro in una lavola , che ngli occhi deir Accademia soiloposc . E porche 1' ora delta descrizione compendiare uon si puo, io la riferisco coUe slesse parole di \yn- f^itro , quod inicroscopiuin vacant , ad vermen apposilo, primitm illitis dorsum se se oblulit examinandiim : album, lucidum , nii^risque punctis , figuratn mitii re/ererttibus , un- digue conspcnum. , Lineolae quaedam distinctae , albae, et quasi osseae octo nuincrabantur , in quarum. intercapedini- hus 3 sicut ad totius dorsi lalera, pili varii , acuti , torluo- si, et nigri cruinpebant. Sicut in liomine cranium, atque os- sa omnia caput circumposita ab cxternis occurrentibus inja- fUs defcnduiit cerebrum , ila corpus lucidum , Jere osseum , nullis distincium laminis cicadae caput tuetur , quod corpus galea placet appellare. Jd guleae latera duo prominent pun- eta, lucida, nigra ^ rotunda, quae rite obscrvata , licet in- distinctam referant formam , oculos tamen esse, nee Jhrtas- se temere, putavimus . Video enim in per/'ectis cicadis o- culos in eu parte positos , in qua haec duo puncla animad- verto , et penes colorem tantum diffcrunt . Ubi caput ter- minatur , et ad fincm galeae , duo nonduin per/'ecte effor- mala corpora apparcbant, alba, quasi cartilaginea, pluribus lineolis intcf-texla, scmicircularem quasi re/'erentia figuram. Haec autein fortassis alae erant , quae ad quartam usque descriptarum linearum , sive ad infimi ventris fmrlciii me- diam extendebantur. Jlas hasce forjice elevavi: concavas autein in parte ventrem respiciente obserK'avi : quin imo duo- bus veluti ossiculis in parte superiori erant unitae: ossicula autem ea, vel cartilagines , licet terminum habeant immo- bilem , per eas tamen alae moveri possunt, et movenlur. Po- stremo a podice in/initi prodeunt pili turn longitudine, luni crassilie diversi , pictorium veluti penicillum clJingentes. Dor- si partibus altente consideratis , ad externum ventrem ob- servandum statim animum, atque oculos contuli . Occure- runt autem pedes m extremitate acuminati , et nondum in conj'ormatione perj'ecti , sex numero , tres ad corporis latus 4 "2 MiciiELE Medxi dexlcruin , tres ad siiiistriun versus supcriora positi. Totitis veulris color, pili , liiicae,et puncta eadcm ferine crcujt ac in dorso, nihilque aiiiinadi'ersione digniiin notaluin est prae- tor corpora duo ad priinain corporis lineatn , siiperiora, ver- sus, ex utraque parte apposita. Crassa, et rubra sunt ubi originein ducurit , cmidida vero , et tcnuia ubi extreiuuin habent, in quo spiiius niger aculissiinus iinplantatur. JS'e tnultis , coriiua videbantur , quae continenter deorsum ver- sus se se inovebant . Duobus /usee cornubus alia duo siini- lia, majora tatnen, in capitis sutnnio supra oculos proini- 7iebant, quorum color, durilies , et figura vel ni/iil , vel pa- rum a superius descriptis cornubus est diversa . JIaec satis de extcrno vermis corpore . Nunc de quibusdain ad inter- nmn corporis /abricam spectantibus disscrere oportct. Capita igitur secto , et abdomine per longum forjice aperto , exiit /minor partim aqueus , partim sanguineus : /iinc non minus sanguis cicadarum colore rubra inficitur , quani sanguis a- liorum auimalium , quod et negatum , et controversum a pluribus auctoribus video . 3Iihi attente consideranti perju- cundum quoddam, et dignum ante oculos positum est: ova scilicet Candida , rotunda , magnitudine granum milii ae- quantia circiter viginti , in materia mucosa, prima facie , dispersa videbantur: at, vitro apposito, nerveo filo ex u- traque parte erant appensa . Caeruleo tum picta erant co- lore, et in illorum medio punctum nigrum observabatur. Dis- ruplis trium ovorum membranis , exiit humor albumini si- milis : rcvera autcm albumen erat, cum igni appositum con- crevcrit J quatiuorqne ex reliquis ovulis in aqua calenti posi- tis, indurata sint , quod experti fuimus , ut minus in hac re haberemus vel obscuritatis , vet erroris . A thoracis par- te superiori ad podicem usque recta fistula nervea extende- batur, quam intestinalem esse judicavimus. Postrcmo in thoracis medio rubrum quoddam punctum observare licuit, quod quid sit, quidve inserviat , nee cognovimus , nee sta- tucre audemus (15). Ma cio, che dimostra il Pozzi profondamente esperlo nel- le varie parti e della Notomia , e della Fisiologia h il Com- mentario , cui egli nel 1732 intitolo al suo coUega, ed amico Elogio del Pozzi 453 Pier Paolo MolincUi poco prima clic qiiesli in patria rilor- nasse dal suo viaggio scicnliHco nelle Gallie (1C). Coinincia dall' esame de' peli, e dell' iigne tanlo neH'uomo, quanlo iii vaiie gonerazioni d' aniinali: e colla scoria delle osseivazioni ora indcbolili , ora corroborati i pensaincnii de- gli allii analoniici, si conduce a concliiudere , esseie i pcli dal bulljo loro fino all' apicc internamente cavi^ esleiiorraen- te porosi , con pori ordinatanienle disposli, maggiori verso il hulbo , niinori nel tronco , minimi nclla cima, ed apei ti nel- le maglie lascialc da tenuissimi vasi sauguiferi, che a foggia di reie linissima veslono i peli. Per le quali sirette allenenze organiche fra i peli, ed i sistemi compouenli 1' universale del corpo spiega egli perch^ per un forte lerrore non solo si rad- drizzino ipeli^e si arrulfino, ma di copioso , e denso umo- re s' irrorino : le ugne poi nascere da' lendini de'muscoli mo- lori dclle dita . Dopo di che esiende le sue ricerche ad organi piu co- spicui , argomcnli di piu alte , e difGcili fisiologiche cogitazio- iii. Quale lossc la vera slrullura del limo 114 anni addie- tro non si sapea . Nel timo de' vitelli la scopii il Pozzi. Se incidi le lonache , di cui son coperii i lobi , ne' quali quel- r organo e diviso, e per le incisioni (munlo che ne abbia r uuior biancheggiante , e somiglievole al lalte, di che e in- zuppalo) soflli mediante appropriata cannuccia, subiiamenle r acre sen corre per lulle le interne parti ^ e viene dispie- gando un aggregato elegantissimo di vescichette : lessiluia ccllulosaj 0 cavernosa, che rendesi a' sensi anco piu chiara , quando , chiusa l' apertura, se ne operi il prosciugamenio. E tanlo videro eziandio ed il Dcccari, ed il Coleazzi, cd il l^o- gli , ed il JMengliiiii, ed W Jacchiui , osservatori seusalissimi, e delle preparazioni fatte dal Pozzi oculari testimoni : e di tanto anche i piu recenti anatomici sen vanno pcrsuasi . Per la qua- le analogia di slrullura fra limo, ed organo puhnonare rav- visa in quello un pulmojie succenUiriato, a somiglianza, cred'e- gli, di cio, che sono i reni succenturiati rispello a' reni. E che aliro son cssi i reni succenturiati se non se certi orga- ni, ne' quali componesi un siero orinoso , che, alle vene e- mulgenli trasferiio , come rende piii scorrevole il sangue di 454 MicnEi.E Medici qucslc, COS! e che impedisce un afllusso d' orlna soverclwo at- 1 . vc^rica de' fed , la quale , inollo angusta essendo , non la poirebbe tuUa capiie? Opinionc, cui egli affidasl dal raglo- Danicnlo , e dall' osservazione confortalo . Poni, die' egli , che nel felo separisi ogni giorno una dramma sola d' orina. En- iio lo spazio di nove mesi se ne accumiilerebbono tre libbre circa . E potrebbono forse queslc adiinarsi entro un recipien- te capace di tie, o quallro once al piu? E non c forse ua fallo molio significante quello osscrvato dal Fantoni, d' u- ua fanciuUa J in cui, a motive di calcoli ne' reni impedita, o scemata la separazione dell' orina , i reni succentiiriati eran- si ampliati alia foggia di due menibranosi sacchelti? Ed e for- se meno, prosegui egli, 1' altro , del quale io medesimo , in compagnia del ch. Brusi soao slaio icsiimonio ? Mori da idro- torace consuuta una merelrice . Aperlo il cadavero , i reni succenturiali nella grandezza contendeano quasi coi veri reni. E pcnsando al genere di vita da quella fenimina menalo, cad- deci nel penslero la conghieliura d' un uomo degno d' eier- na ricordanza, J?ilon Maria /Valsalva , che i reni succenlu- riati abbiano attenenze cogU organi generativi . Se non che entro quelli trovammo una caviia plena tutta d' un siero gial- lagnolo, salso, e denso come I' orina. E, presupposto che r opera de' reni succenturiati quella sia d' impedire negli or- gani renali una soverchia separazione d' orina , perche non possiamo alcuna cosa di somigliante concedere al limo rispet- to a' pulmoni, si che riceva il chilo dal condolto toracico , lo permuli, ed alle vene subclavie trasmelta; oppure, quasi altra uiammella, separi un uinore lallicinoso per cederlo ai vasi assorbeuli? E per verita, conlinua egli, se dianio men- te a' pulmoni oziosi nel feto; se in esso il timo rigonfio veg- giamo: se le fibriile di carneo aspello sopra le celleite del ti- mo sparse ad esame sottoponiamo : se la moltiludine de'vasi sanguiferi, cui al timo le subclavie, i mediasiini, le jugulari, le niammarie, e talora la stessa aorta, e la cava distribuisco- no , valuiiamo : se alia memoria richiamiamo 1' esperimento del Cowper, nel quale cera colorita, nel canale toracico in- jeltata, entro il linio penetro, non possiamo a meno di non ragionare cosi. Quando i polmoni neU'uomo nato rimescolano, Elogio del Pozzi 455 chI nssouigliano il sangue, acciocclie ritardaniento non patisra nel nioio suo , credereino noi, (he niadre natura provveduto non ahbia a tanto danno nel felo ? E qual organo e a que- st' iiflicio pill acconcio del timo ? Non avrebhevi die la pla- centa (ed e sempre il Pozzi clie paria ) , o a dir meglio, non avrchbonvi , che gritifinili tenuissimi vasi della placenta, die recar potessero al sangne d;dla madre somniinistiato i niuta- nienti, di cni il corpicino del feto abbisogna . INla che tra niatlre, e feto sia conimercio di sangue, e forlcmcnte contiover- so . Cerco il Pozzi di sciogliere la difTicilissima quesiione, ed invocc) aU'uopo 1' opera d' nn disseltore anatomico espertissi- mo, e doliissimo , Lorenzo Bonazzoli. Ad una cagna pregnan- te injeltossi un liipiido colorato nelle iliache esteine, voiate innanzi di luito il sangue, die potea escirne : dopo di che, osservali i feti , vidersi i loro vasi pieni di natural sangue , e ad cssi dell'injettato liquido niun travalicanienlo , E del fat- lo medesinio s' accerlo il Pozzi, ripetendo in altri cani le in- jezioni di mercurio . E sembra , che osservasse reitaiiiente . Perciocche, sebbene il f'Vi lliam s , ed il Biancini abbiano te- nuto contraria senlenza, le piii recenti indagini del Higacci , del Cii'inini , e d' altri escludono la comunicazione diretta di vasi sanguiferi tra madre^ e feto. E o sia sangne, od altr'u- more, che passi da quella a quesio , procedere non puo se non con lentissinio moto, ne puo al sangue conciliare una te- iiuiia, 6 temperie, di che esso medesimo e privo. Rimane a- dunqne ( cos'i conchiude il Pozz/) rimane adunque il tirno, in cui si componga un nmore d' indole dolce e lallicinosa, il qua- le^ versatosi nel condolto loracico, ed entrato nel torrente del- la circolazione, renda il sangue abile alia nulrizione del feio. lo non nego, che qnesta sia un ipotesi : non ncgo , ch'egli cerchi di dare ad essa colore di verosimiglianza con allra ipo- tesij quale si e, che i reni succenturiati abbiano le sopra inen- lovate atlenenze colla separazione dell" orina . Ma quesie ben lungi deir esser ipotesi sprovvcdute d'ogni fondanicnto , hanno non lievi apjoggi sopra I'osservazione, ed il raziocinio. E quan- do di tali ipotesi , che meritano il nonie di scnsate , e gindi- ciose , parla la Storia e anlica , e moderna della Medicina (e narrasse pur solamente quelle che hanno si fatii pregi!) 436 MicnELE Medici perche tacere qiiesle del Pozzi ? Che se egli lant' ollre non anivo da aggiugnere la desiata meta, non fu perche tempo, studio, volonta anche fervida rispanniasse , ma perclie impre- se a traltare argoinenli , intorno i quali indarno finora sparso hanno stidori, e faliche ingegni nobilissimi, per forma clie (se locilo fosse usare un diversOj e distanle paragonc) dir si po- tna , che i cimenli del Pozzi, quasi come le imprese d' ^//t's- sanclro, non furono come quelle tW. IaicuUo intenoUe dall'in- contro deir oro, ma dalla naturale loro difficolla. E veramen- te che cosa insegnauci di meglio gli anatomici,ed i fisiologi de' nostri giorni? Nel che citero uno de' piu dolii , ed cruditi scrittori della dotlissinaa , ed eruih'lissima Lamagna , un Czirz/o Sprejigel. E che pensa egli de' reni succenturiati ? Crede ve- rosimile, che nel feto tengano le veci de'pulmoni, Orsu ! Que- sta opinlone ha forse maggior probabiliia di quella del Pozzi? Tralascio poi di considerare, che il medesimo Sprengel , do- po aver assegnato 1' ora dcUo ullicio a* reni succenturiati nel feto , uu incumbenza da quello disparatissima affida loro ne- gli adulll : somministrare a' vicini reni l' acquee particelle nel- 1' orina abbondantissime . Trasformazione di funzioni inconce- pibile! Contro la quale basti rammeutare, che, dopo la na- scita , sminuendo sempre piu la mole de' reni succenturiati, e prosciugandosi essi, ed anco appieno dileguandosi ^ la copia della parte acquea nelT orina dovrobbe proporzionalnienle sce- mare: crrore, che non merila ne nianco confutazione. Ora, proseguendo, dalle sue indagini sopra la fabbrica ghian- dolosa , e secernente del timo conducesi il Pozzi a loccare di quella d' altri organi , e parlicolarmente del fegalo, siccome per mc fu dello parlando di Pietro JVanni , ed estendc le sue osservazioni alia capsida glissoniana: non totalmente meni- branacea , ne circondante tulte le diramazioni ancho piu tenni della vena delle porte , ma fibrosa, dotata di qualche coiUrat- tilila, e limilata a'maggiori tronchi^ onde imprimere al san- gue da essi capito cerlo discreio movimento conciliabile col lento circolo sanguigno alia separazione della bile giudicato opportuno. E qm , come altrove , il Pozzi con isquisitezza non comti- ne d'ingegno 1' una osservazione coU'altra rannodando, si fa a Elogio del Pozzi 4j7 licercare 1' opera della niilza nclla composiz'one <]ella bile pialicando un insolila , e cuiiosa maniera cli prove. Giovasi del paragone fra un cane ordinario , ed aliroj cui il sopra- lodalo Bonnzzoli eslirpalo avea la milza; e dalle dilTerenze e nel fcgalo, e nclla bile come dell' uno j cos\ dell' altro ani- male rinvenute, conghieiiiira j la milza somminisirare un umo- re miliganle, e raddolccnte l' indole dclla bile: pensamento, che a me setnbra piu probabile dl (pudlo tenuto da due re- cenli scriltori di cose anatomiche , e fisiologiche peritissimi , un Tiedmann , ed un Gmelin , pe' quali 1' umore, di cui e fabbricalrice la milza, c versato nel condouo toracico , per- muta il chilo , e conlribuisce alia sangiiificazlone. Se non al- Iro la congettura del Pozzi e piu semplice, e naturale, c piu conforme all' immediate attenenze organiche da tulli ricono- sciule fra la milza , cil il legato. Entra poscia in altre materie, e con osservazioni analonii- clie, ed esperienze fisiologiche le viene illustrando. Non conce- de la forza gagliardissima alle llbre dello stomaco assegneita dal Pilcarne: nega , che ie ossa private del midnllo sieno da quel viscere smaltite, ed alia nutrizione proveggano: alimen- ta i cani senza bevande , e vede nascerne i sintomi della rab- bia: ed altre idee e proprie , ed altrui cspone circa rjtiella ler- ribile malatiia : ripele 1' esperimento dell' Jslriic: non lace di fjuello dello Slenone: ne inventa de'nuovi,pe' quali si fa aperto^ e manifesto, lafllusso del sanguc a' muscoli non essere la cau- sa prossima del loro moto, ed in confermazione di cio aggiugnc un fatto osservato ila Giuseppe I'erdinando Gug/ielinini fil^ me altrove ricordato): fra le esperienze, rlie non gli ricsci- rono annovera pur anche quelle del /)'nglix'i , e di Toinma- so BartoUno ; il primo de' qnali sciisse, nclle rane spogliiile di tutti i visceri la vita proseguire , e non moiire se non quan- do sieno troncate del capo: cd il serondoj sopra venire la mor- le loslo che il corpo loro spalmisi di pece : al quale propo- silo esamina alcnne leggi della circolazlone del sangue, e col- la doltrina ilel Newton, e del AJicfielotli le convalida : irop- po libera sembrogli , ed assoluta la sentenza del Bartolino , che ne' volalili e I'umor acqueo dell'occhio, ed il cristallino, ed il viireo si riproducano: lo concede dell' acqueo, lo concede eziandio T. X. 59. 438 MlCHELE MtDlCI del vitreo, purclie non sia appieno dislrutla la niembrana, che lo conliene: del crislallino lo iiega : diiU' unlvorsalila dis- senlc degll anatomici, pe' quail la mole del cervello dell' no- 1110 rispello a qiiella del suo corpo siipera quella degli allri animal! : pesa iin corpo iiniano, ed il suo cervello: il simi- gliante opera in an passero di Canaria , in nn galto , in iin cane, in nn peuirossoj in nn passero cornnne, in un galio . Eppure nella passera di Canaria (per esempio) dato die il corpo di lei eguagliasse il peso di qncllo dcH' uonio, il cer- vello di quel grazioso augcllino canoro sarebbe doppianiente maggiore dell" umano. Non nianco chi , meravigliando, dileg- giasse il Pozzi di qnesia nuova pratica di pesare i cervelli. (Ma lascialo cbe , dope alcun tempo, X Ariel in Fraucia a consimili iiulagini si dedico) nieriterebho oggidl , se non di- leggiamenlo, compassione chi ignorasse i mold sludi posli dai moderni, e principalinento da' frenologi nel paragonare la mole del cervello dun uomo^ o con quella dallr'uomo, o con (juella deir intero corpo, o con quella del sisteraa nervoso, oppure con la faccia , onde rilrovare la cngione della supe- riorila delle facolia intelleltuali, e morali pioprie delT nmana specie: la quale speranza , ogni voha clic s' adempla , io per me (e sia delto di passaggio) credo, alia quantita, o massa maggiore degli organi cerebrali la qualila di loro orgauizza- zionc vada congiunta . E finalmenle espone di volo altre sue iiivestigazioni risguar- danli e la pia meninge, ed un insolila raanieia d' escila dei nervi cerebrali dal cranio d' uno slolto , e I'organo dell'udi- lo, ed i vasi pulmonari mnggiori di nurnero al destro lato , che al manco, e le papille prominenti nell' urelra massiraa- menle delle femmine, e T iaserzione vera d' alcuni mii'icoli, e specialmenle del sopraspinato, del bicipile, del sarlorio , e del peroneo. E chiude il suo Coininentario ammonendo 1' illu- stre amico suo Mulinelli di possedere altre osservazioni, che si rijerba di comunicargli a voce appena che abbia ripatria- lo , acciucche ( dice il Pozzi ) lo poveroj c scarso mercalan- te, esilando ora tulta la mia merce, al voslro ritorno uoa mi irovl nella ncccisila di chledervi in prestanza la voslra . E poscia cbe, o Accadeinici, l' cvideaza parla , non aggiugnero Elocio del Pozzi 459 cliscorso orule piovaie, die per queslo solo lavoro al Pozzi e clovuta lode di espeilissiino aualoniico, e di fisiologo giu- diziosissimo (1 7). Al ([iiale Cominentario precedono due Orazioni anatomi- che, teilimoiiio amplissimo, die ( non coiisiderata la doiuina, die avvi pure abbondantissiina ) scrivendo di sdeulifidie ma- lerie, nella grazia, e nell' eloqiienza niuno per avventura lo supci'6, iiieiilre In egli ceilainenle supeiiore a tiiollibsimi, av- vegiiacdie al coiiipilamciUo d' enlrambc dedicar non poiesse che sei giorni soli. E se vero e, come io repulo veiissimo, chc colore, i qiiali educano, ed alia saplenza informano la glovcnlu inliallencrne doggiono soavenienle, e signoreggiare gli aniiiii , e asa , quihus jungcbatur: ibi erat calor , quo I'o- vebalur: crat materia, qua nulribatur: eratit liumores, qui- hus /lumeclabatur: erant tunicae, quibus coiiipleclebatur: e- ranl denique instrumenla omnia, quibus perftciebalur. Com- pleluin jam e matcrno greinio , iinpaticns iiiorae j prodii'it: sed ila prodii'it , ul illi undiquc propriae cousenalioiiis, ac- ternaeque Providcntiae opera tircumslelerint.Firmandum cor- pus tenellum , et suslenlaridum erat? Ossa concrcta ad stnbi- litatem accomodabantur. Ad varias acliones membra commo- veri cportebat? Ferebant opem carnosi laccrti . Suhivil aer, et pulinoncs expansi sunt. Invenit lux in oculo retinain , 460 MiciiEi.E Medici quam pcrcellerel . Treincnti aeri occurrere zomilac in au- ribiis. Pcrforatos in lingua nenndos pcnctrarnnt sniinae la- clis pjrticulae . In naribus expaiisa est tunica, quae ino- nuit animani de odoribus . lacel nunc inutile ponduSj no- stracque infirinitaiis exemplar: sed donee corpus illud im- tnortalis spiritus occupavit ^ fuit lex , fuit ordo , Jidt ratio in Jluidis , et solidis iinprcssa , ne inviceni laederentur , ct contabescercnt. T/ioracein aperite, caput secate, ventrem di- i'idite . T'eniunt in conspectuni organa excludentia pnrum ab impure, nccessariuin a redundante , nutritiuin a Joecu- lento . En cerebrum pro spiritibus , en pulmones pro acre, en cor pro sanguine j, en stomachus pro concoctione , en inte- stina pro chylo, en jecur pro bile, en renes pro sero: undi- que ligamenta J undique vasa , undiquc cryptae ad corporis indi"entiam accomodatae. Haec vera omnia non cemejito , aut calce sunt invitem alligata , et contexta, sed ab exilis- simis f dislraclibilibus flis , a membrnnosis fibrillis pcndet tantae machinae constructio , et artificium. Quod si /lorolo- gium cujus vectes , cujus rotae , cujus catenulae ex kalibe, aut solidiori materia sunt artefactae , vix ad annum flo- ras designate potest, quia suberret in motu , in actione, in mode , nonne ultra naturae vires effectum esse videbitur, ut /lumanum corpus ex pellibus , et canaliculis , ex fibris te- Tiuissiinis J exilissimis , Jlexibilibus ad saeculum usque, et ul- tra innocue moveri possit , et vivere ? Oh I Quam profunda, quam immensa abyssus est Providentiae, Sapientiaeque Divi- nae , quae ita est magna in magnisj ut minor non sit in par- vis: a qua J ut omnia cum Augustino complectar, a qua in- quamj est omuis modus, omnis species, omnis ordo: a qua est mensura , numerus , pondus : a qua est quidquid naturaliter est, cujuscumquc generis est, cujuscunique aestimationis est: a qua sunt semina formarum ,formae seminum, motus semi- num, atque formarum : quae dedit carni originem, pulchritu- dinem , valetudinem , propngationis foecunditntem, membro- runi disposiiioncm , salutem, concorctiam: quae et animae irrationali dedit memoriam , sensum , appetitum ; rationa- li autem insuper ntentem , intelligentiam , voluntatem: quae non solum coelum , et terram , nee solum angelum , ct Elogio del Pozzi 4C.i hoinincin , scd ncc exigiii , et conlemplihiVis animolis visce- ra , itec avis pcnnitlain , ncc crbae flosculum , nee arhoris Joliiim sine suariim partiiini convenientia c/erele(juit (i9). ]Ne nicno bolIe_, e siiblimi, e, se possibile e, jinclie jas ingegnose ita pictas, lit ad eas dcvolent aves. Lin- teuin aj/cret Parrhasius , quod manu reinovcri posse peri- tiores artifices arbiirabuntur. Suspendet Architas libratnen- tis columbani , quae spiritu intluso evolabit. Forinabit o- culos Daedalus, abditisque quibusdam nervis, e[ficiet, iit hue, et illuc moveanlur. JNulla tainen arte, nulla vi poterunt verain, et viventein membranulain, piliirn, ungiiem, squa- inulam cum nutritiis organis , cum vasis vehentibus , et revehentibus , cum instrumenlis motus , cum organis sensuSj cum secretoriis machinis constituere . E dopo avere aureamenle narrato altre opere dulla Crea- zione degli animali, esclama. _drdeo , mihi credite , yJudito- res , in parte tam ampla dicendi desiderio . Sed cum ope- ra Domini nos circuunt, quis investigabit magnalia ejus , virtutem autem magnitudinis ejus quis enunciabit, aut quis adjicict enarrare misericordiam ejus! Occurrunt brula, oc- currunt insecta , occurrunt aves , occurrunt pisces , occurrunt plantae , occurrunt venti ^ occurrunt coeli , occurrunt sidera, et clamant: quomodo in Deo vivimus , mOi>emur, et suinus nisi quia virtute Sua , et sapientia Universum constringit, et continet mundum (20) . Nella seconda Orazione poi scrisse cose non di si aha im- portanza , e nobilla , ma uiilissime all' educazione scientifica , e morale de' glovani dedicati agli siudi . Inculca egli a' siioi discepoli di sludiare nella sapiente an- tichitk , e dice . Non possum quominus in ipso Orationis Elogio del Pozzi 4G3 limine grnviler (lalcam , acerheque aliqiiihus irascar, qui vix facullatein nostram delibant, i'ix ultra analomica e/e- incrita progressi sunt, quod vctcruin sloinac/iaritur libros, il- lurumqne riares offcnciiuit auliqun anatomicorutn scriptn , quae, for ti'- numqunin olfeceriuit . ^udivi (e cio die luliva allora il Pozzi, io pure uclilo 1' ho, e i'orse non sono il so- lo fia voi, o Aocadcinici , die luliio V Aihvd) aiidivi aurihus liisce aclo/escentes aliqiios apcrte ciicentcs , non in /lisce nugis tcmpiis terenduni esse, et quidquid antiquitotein sapii, tain- qnani siihrancidnrn , et pnlidinn esse resccandiun . ^t di- eito, amaho, quid quod I\/a/pig/iii, Bellini, J\Jorgagni, lllasii , Fantoni, lleisteri, J.ancisii, Cowperi scripta tanta de veterum anatomicorutn doctrina , et eruditione sunt sparsa? Ergo ne illi impcrili, vos gnari : illi rudes, vos docti: illi inscientes , vos jirudenles : illi inexperli, vos exercitnti eslis dicendi? Quid quod per lantas actates,et saecula inajores nostri de analomi- ca repuhlicn henenierili magno in pretio,cl /lonore sunt hahiti? Quid quod mulli adliuc snpientcr quidem praedicant, vcruin decus, i'eramque gloriam esse in antiquorum virtute collocatam? JVon /irtaxerses, non Ptolomaeus , non Macedo , non Jtfien- ienses amhitione tantum ducti de naturalibus rebus scriptores aureis coronis ornarunt, et apud i/)sos cloves urbis deposue- runt: nequc monumenta ista, et sinitdacra ad ornamentum tlieatri Iiujus a Senatu sunt posila , sed ut anatomicorum illoruni rnemoria publico existimatione signata , immortali- tati mondaretur. JNtimera Ic scopcrle di die siamo airanti- diita debiloii. Papillnruni renum struciura cui nam debetur nisi Bercngfirio ? Canalicularem tcsliumfabricam non ne ad verbum describit T/icop/iilus? Ductus i/ioracicus Eusiachio est cognitus. De tunica arac/tnoidea mentionetn facit Va- rolius Salomon, et ^ilbcrtus valvulas hie, et illic venis in- terposilas notanl. .iristotilcm legite , Buphum Lplietium con- sulite: de tuba Eustac/iiana primus, da tubis Falloppianis alter non brrvein /labent sennonem. Mitto slructuram cordis heliceam T^esalio cognitam : nihil de Empcdocle , et Celso anns htbyrintliuui signantibus: nihil dc tympano , illiusquc tunica, de valvulis cordis , de vesiculis seminalibus ab Hippo- crate convnemoratis : nihil de vasis chyliferis ab Erasistrato 464 MicnELE Medici invcntis . Niinis longuin csset de salivaUbus ductihus dis- screrc , quos £upfnlus , Eudeinus,et Marinas invenerunt , de cnpsula venae portae a fVallaeo relata , de Ijinp/iaticis a Schneidero obsen>atis , de circulo sanguinis in pulinoni- bus a Serveto animadverso. Con che pero non inlende egH, ohe (lispregiare si debhono Ic opere de' modcrni. Che an- zi aggiugiie. Faleor quod plura , eaque maxima et praele- riti , et praesentis saeculi anatomicis debemus, sed cum hos Sumina laude dignissimos jiidico, veteres non aspernendos esse contendo. Doplora il malvagio costume di colore, che spargoao i loro scrilli del veleiio delle conlumeUe , e delle ingiurie, e caldamenle esorla i suoi discepoli a non mai ini- bialtarsi di tali sozzure. Ilein inisera quorumdam litterato- rum hoininniii conditio ! Hem caccilas non J'erenda ! Kix signalur pagina ^ ^>ix linea ducitur , quod haec, quasi for- ti propugnacido , contuinelia munitur. Undique injuriae, un- dique probra , undique tnorsus , undique maledicla. Nebu- lonuni , ignavorum , perditorum , stullorum , et si quae sunt pejora vocabula ab invidia , et perdilione inventa coUigunlur, atque his, quasi face lis salibus , librl criticorum quorundam insperguntur. Non est haec via , quae ad gloriam ducit , non quae ad veritalem , non quae ad virtutem. Irridentur merito ab insipienlibus , conleinnuntur a doctis , ab omnibus eji- ciuntur, el maledictio Domini ad tergus inslat, et insequi- tur, quoniam qui acuta nudis remiscent manibus arma, lac- dunlur saepe , el propria sanguine inficiuntur. JSolile ita- que , adolescentcs optitni , scripla vestra unquain amaro fel- le conspergere , el aliena peccata peccalo veslro corrigcre . E quando eglino venissero da alui con s'l falte aimi assaliii, raccomanda , ed insegua loro la vera, 1' uuica onorata manie- ra di combaltere , e di vincere. JJJerle , afferte arma. Dux era vobis in praclio . Pugnandum est, ulciscendum , vin- cendum . Conficiendi sunt hosles , alque armis suis confi- gendi. Non invidia magis , et rabie su/fundi possunt ad- versarii noslri , quain cum nos a se ipsis dissimilcs esse co- gnoscunt , et scripla sua cum sibilo , et irrisione , responsio- nes vera nostras cum plausu , et laude ab omnibus sen- tiunt acceptas . Hinc illorum maledicla vestra benevolentia Elogio DEI. Pozzi 40^i respondeat , contumeliae hiis, clexpicicntiac honor, injuriae viodcstia , scxH'iilati Icnitas. Scripta vestra defendal inte- ^ritas , dignitns , honestas , sapientia cum inoriim legibus conjuncia . Illi nh iniqtiis oincnlnr, vos a bonis: i/li acriter disserant, vos Icjiiter: illi suhdoli , vos aperti : illi pertiir- hali , vos conipositi : illi falsa, vos vera. Haec tiita via ultionis est, ct in line pro re nata nominis vestri restau- ratio, et omplijicatio est posita (11) . Cosi tloui , cosi nlili , com salutaii insegnamenti in quel- le due Orazioni (lava il Pozzi a' suoi rliscepoli cVAnatomia. Fin qui, o Accaileniici, de'Iavoii scientifici del Poz'i a mia notizia pubblicali^ a meno chc aggiugnere non si vogliano le cose, cui cgli andava esponendo in ccrte radunate settima- nali nelle case dcU'erudiiiisimo Conte Carlo Grassi , compo- sle del piu bel fioie dcgl'ingegni , che rendeano allora la cit- tk nostra supciiore a ume I'allre d' Italia ^ ed csempio di con- tinue reciproche prove come .di profondo sapere, cosi di sin- cera , e soave amistli. 1 qunli discorsi del Pozzi, unitamente a quelli d'altri interlocutori, inscri sotto forma di di;ilor«/ce , od acetabolo , ed inerendo a' corpi , s'ap- pianano : e similmenle opera 1' eslremo della coda, fallo co- me il fondo d' un bicchiere. Lo slrumenlo poi incidenie h Iri- angolare , coraposto cioe di ire linee raggiale , che riunisconsi in un cenlro : affermazione al Morand suggerita e dalla for- ma della ferita dall' animale lasciala , e dalle osservazioni del- Y Iltillou , pel quale csistono nel fondo della bocca tre den- tall seniiclrcoli , i quali elevati, ed applicaii alia cule non pon- no a meno di non produrre una triangolare raggiata ferita. E da uliimo la lingua suggenle h posla dal Morand in mez- zo la bocca alia guisa d'una peuJeute uvola : il sangue sullo Elogio del Pozzi 4G9 dlsccmle per lo esofago in iino stomaco abbasianza capace, prolraenlcsi in allro canale niinore sino alia coda, a'lali del quale appose slanno 24 vescichcile iobieme comuiiicanii , al- liellanli scrbatoi dell' aria, e del sangue; ne avvi nella coda foramc, per cui I'animale abbia evacuazioni, baslando la Ira- spirazione duna materia fnligginosa , e mucosa dalla super- ficie del corpo. Ma pel Pozzi le labbra credute dal Morand , labbra non sono, ne lianno delle labbra I'ufficio. Perche quell' rtcefrtZ;c//o, merce del quale le sanguisughe s'allaccano, e un certo col- lare concave, rugoso , musculare^ negli estremi suoi cartila- ginoso J per tullo perforalo; dagl' innumerevoli forellini del quale slilla mucoso umore ogni volia die 1' animale ad alcun corpo s'appicca. 11 quale acetabolo , o proboscide, siniiglian- lemenle all' alua cute^ di fibre spirali componesi , eccetluali i cariilagiuosi estremi da lonaca membranosa copcrli. E come la cute J cosi Y acetabolo si muove: e, corrugaio il corpo, o prolungato, quello pure, c|uando a qualche cosa non aderi- sca , o corrugasi, o si prolunga. Ne, altacandosi, s'appiana, ma alia forma de' corpi, co' quali conlrae aderimenio, si mo- della: per lo die non isiringesi in modo da formare tre li- nee triangolari, coH' angolo delle quali solamcnle alia cute s' apprenda . 11 corpicciuolo poi dal I\Jorajid giudicato lin- gua , e pel Pozzi la testa, avcnte una fessura nel mezzo, e supcriormeute ad essa tkie nereggianti punlinij gli occhi . 01- Ire die, quel corpicciuolo, sebbene di forma otlusa , diviene alquanlo prominente, se il corpo della sanguisuga pel con- gelamento irrigidisca. Che se, vivo I'animale^ anclie lieve- mente si punga ^ subitamcnle riliiasi, lasciando una fossetta : e discoslato I'ago, immaniinente si svolge , come nolle lu- mache , ed in altri animali consimili vcggiamo inlervenire. Tre poi sono, a giudizio del Pozzi c\c\Y acetabolo gli ufficl. E co- me mano esploralrice de' corpi ^ quanlo clic per la mulabilita di sua forma a luiti egualmente s'accomoila. Prolegge la te- sta dalle convicine cose mentre apronsi i vasi, ed esce il san- gue: e (juando questo zanqiilli in molia copia , procaccia mo- do die si possa lutto daU' animale raccogliere: ulfici pero , ;i quali, se io non cado in grave errore^ poticbbouo le labbra 470 RIiciiELE Medici ngiialmenlc satisfarc. Lo stiumento incidente vcderc nol pot6. K qnantiinqiie sangnisughc apponessc alia sua cute, cd^ ap- peua soniilo il dolore, le svellesse, non s' avvide mai se non die di quel corpicciuolo rostrato , prominenle, ed apcrlo, giu- dicaio testa da lui. Ne a verita somiglianli repulo le osserva- zioni dcM Hallo u , e del Morand , i quali descrissero uno slrumento dcnlato triangolare sporgentc dal fondo della pro- boscidcj alTermando eglino 1' aspcrith di quello senlirsi colle dita , e d' un sol colpo con tre piccoli dardi ferire la pelle . Esaniino la proboscide da ogni laio, la divise, la niacero, la gonfio, ne mai gli cadde soil' occhio quella stmltura. In- contrano bensl le diia esploralrici ceria asprezza: la cagione pero non o uno slrumento fatlo alia guisa di sega , ma la pre- senza di filxrc spiralis e d' anelli la proboscide circondanli. Nnlladimeno poiche le sanguisughe feriscoDO, e d'uno slrumento ferilore non e dubitare, il Pozzi dubila solamenle del luogo di esso : e per quanlo pare a me, polea anco dire della sua qua- litii . Al clie aggiugne egli , non semprc le ferite lasciate dal- le sanguisughe essere iriangolari: moslrare qnesla figura aU lora solo, die i vasi sieno profondi, o soliili, o callosa^ pe- losa , e scabra la cuticola: e se quesla e moUe, ed i vasi sii- perficiali, e manifesli (siccome nello braccia, e nelle mani) presenlare T incisione od una linea sola, oppure due unite ad angolo : cose, di cui si chiari sopra se stesso. Laonde con- chiudcj lo Slrumento ferilore della sanguisuga essere fornito. di tre punie : essa pero a norma delle circosianze ora d' una, ora di due^ ed ora di tulle prevalcrsi. Parea, die tame indagini fossero piii che bastevoli alio sco- po, die aveasi proposlo il Pozzi. NuUadimeno 1' atnore di lui alia noiomia lo spinse ad eslendere le sue ricerche a lulto il corpo di cpiel verme . Certamente il sangue sulto mediaule Y acetabolo arriva alle vesciclietie formanli presso che r intero corpo . Ma ne quesie dispongonsi solamenle in dop- pia serie, ne sono 2 4, ne serbano lo stesso ordine , e la forma slessa sino alia coda, come ad'erma il Morand. Peroche, in- cisa la proboscide, nn piccol forame apparisce, in cui se sof- fi aere , lutta la sanguisuga, quasi fino alia sua coda, rigonfia: e ben legaia la parte ^ per la quale 1' aere entro, cd aperto, Elogio del Pozzi 47 I e lascialo prosciugar raniinale, olio scrie vetli tli vesciclielle, LisluDfjlie , sparse di fibre caniee, di vasi Sanguiferi gnernile, ed insieme comunicanli, si die il corpo della sanguisiiga ras- somiglia ad un luvo di nielc: peiidcnli da un canalcUo , che seinhia trarre sua origiiic dalla iaiinge, e clie verso 1' eslre- ii)a coda le accompagna , fieqneiueinenle iulerrollo da ceili Iramez/.ij od orli , e da eerie proniinenze, partecipanli alia deusila, ed al colore dclle cariilagini , e rassoniigliaiile ad una trachea . Delle vescithclle il nunicro o quadruplo di qncllo delerminalo dal Morand . Le piii ample verso la coda 5 po- scia vcngono decrescendo sin tanto che presso la coda in una tissai iDaggiorc traslorniansi, noinala da hil cloaca, negli ani- mali digiuni di neiiccio inuco ripiena , ne' satolli di sangue, € di materia fecciosa . Se non che se tn apri un foro nella proboscide della coda , e vi soifii dentro medianle senile can- nuccia, la cloaca si disiende, ma U aria all' allre vescicheile «on passa: passaggio pero, che si compie facendo la siessa operazione dalla parte della testa, e cosi feliccmente si com- pie, che I'aria arriva alia coda. II qual fatlo, secondo che avvisa il Pozzi, dimostra vie aperte dalla faiinge alia coda, 111a non dalla cloaca agl'aUri riceltacoli del sangue. Che se il Morand chicdesse al Pozzi Tullicio della cloaca (poiche a giudizio deiranatomico francese non e veruna aperUira,per cui abbiano luogo le evacuazioni, ne la sauguisuga ne ba uo- po, nutrendosi di sangue, materia depurata, bastaudole la cu- tanea escre/.ione) Tanatomico bolognese gli risponderebbe , che circa 1" inferior margine della proboscide della coda avvi un forame cosi aperto da ricevere entro se , non che una se- lola 5 una tenia. E poi , leneudo per ahjuanlo tempo immer- sa nell'acqua una sauguisuga, e lievemenle premendone il cor- po, stilla dalla coda un sangue sieroso, E serbala finalmenle digiuna una sauguisuga nell'acqua limpida , e pura, infra uno , o due giorni non solo I'acqua e inlorbidala da maleiia glu- tinosa analoga all' albume dell' novo , e provegnenle dalla cule, ma al fondo del vaso vedi una posatura di colore scuro co- me quello della materia, ch" entro la cloaca ritrovi. E circa I'esserc il sangue sosianza pura , priva di feccia , considera il Pozzi, che un nuiiimento per cerii auimali pure, puote uou 472 MiCHEiE Medici esscre per cert'allrl. In prossimila poi alia cloaca in due san- guisiiglie scorsc egli due corpicciuoli , uno per pane, da'ri- cciiacoll del sangue appieno distinti , e divers! , trasparenii , somigUevoli a grosso seme di niiglio , alia cloaca adcrenti, bianclieggianli, di carlilaginoso aspetlo , ed aventi la forma duna cucLirbita a lungo coUo rilorla. Forali i quali con ago, e diligeniemenlc aperli, ed osservau, comparve neU'intorno lore una granellosa sostanza, disposla in grappoUcui, sparsa di vasellini sanguiferi , rossiccia, ed intessnla alia ioggia di ra- le. Dubiio egli d'uova: e il duhbio divcnne per Ini certezza, ed evidenza , dappoiche macerati neiracqua, e col microsco- pic scriilinali^ vide piu che 3U vessichelle, lenui bensl^ ma rigonfiate, con Uiui i caralteri delle uova. E, a malgrado del- la picciolezza delle parti, veder polo il coUo ritorto de' due suddclli corpicciuoli iuserirsi , ed aprirsi nella cloaca: cosa , la quale, per quante diligenze usasse, ne' maschi non vide. An- zi ne' maschi que' corpicciuoli non esislono , ed invece loro e neir esierna faccia dclla cloaca un aggregate di fibrille , con essa non comuuicanle, destinalo forse da nalura o ad ajutare Tevacuazione degli escremenii in quclla conteauli, o ad es- sere lo slrumenio generaiivo maschile. E qui ha lermine la parte anatomica di questo scrilto del Pozzi senza un mcnomo dubbio accuraiissima , ed elaboraiis- sima. Ne mi pento d'avervene favellato minutamente. Che an- zi essendo questo un lavoro , che non potea esservi nolo j io non dovea cosi superficialmente passarmene. E d'altra parte non e forse questo il luogo a cio il piu opportuno ? Non h questo il luogo , in cui sovente udiamo profondamente tratr. tale materie d'anatomico argomenlo ? Discende poscia il Pozzi alia parte chirurgica, in cui descri. ve lo slrumenio da se ideato per incidere i vasi emorroidali. Lo presento egli all' Accademia j e consisle in due piccole, ed olluse lancelle racchiuse in una specie di casseltina , alio quali si da moto, e regola all' incirca come nella notissima macchinetta chirurgica appellata Scocco , o Scatlo , e comu- nemente Scrocco . Ma, ponendolo in praiica , accortosi, che dair incibione scaluriva iroppo scarsa copia di sangue, a me- no che alio siuugnimenlo , od alia suzione non ricorresse, ad Elogio del Pozzi 477 salutala I'Ateneo cV Italia. Clii;, vivcnle liii^ vissero ed i Tri- vn/iiti , ed i Gu'^lichmin , ed i T'ahah'a , e gli Jlberlini , ed i Ikccnri , ed i Galcazzi , e gli Stancari , ed i Bazzani, ed i Molinelli, ed i LclU , ed i llalbi , ed i Monti. Viven- le lui vissero eti i Mori/rcc/i , e ^li Znjiotti , ed i Fnbri , e gli Oni . Vivenle lui, visse 1' cleilissinia coppia di Laura Moria Caiterina Dassi, e di Giuseppe J'eratli. E visse, vivenle lui, un uonio sapienllst-imo, e degno d'immoitale meraoiia Dene- ilcllo Quarto Decimo P. 0. M. , clie lo voile suo slraordi- nario, e scgrelo Arcliialro , e nell' Oidine degli Accademici Benedcuini di questo rorpo scienlifico di pioprio moio collo- c6. Ed in tanlo splendore e di scienze, e di lellere non ri- nianere ofliiscalo: in tanlo splendore biillare di viva luce: in tanto splendore chiamaie a se 1' allenzione allrui, e catlivar- si la benevolenza, e I'esiimazione universale, all! quesla, que- sta e la prova piu cbiara , e piu sicura di grande dotlrina, e virlu . Ne a spargere dubbii, e sospeltl sopra la vita morigerata, e religiosa del Pozzi alcuno addiil alle sue Rime piacci^oli , e venga morniorando, lui non essere slato sollecito di rispeltare la severii^ de' coslumi. Furon quegli scbcrzi fugaci di poeli- ca fantasia, che negare non sapea a chi imporlunavalo per a- verli, ed i quali alia solida retliludine , eil onesla dell animo suo punlo non nocquero . Del che e tesiimonianza bellissima limporre^ com' egli sempre facea^ agli inslanli I'obbligo d'e- lemo^iue ad ornamenio sempre inaggiore del tempio dedica- 10 alia gloriosissima conciliadina nostra ^ e proleltiice allora de' nobtri studii^ Santa Caiterina de' F^igri , cui singolar de- vozione professava . Nel che era egli cosi fermo , e risoluto, che que' suoi versi non cedca se non quando dalla Camer- linga delle Rev. monache di quel Sautuario custoditrici non ve- uiva innauzi certificato^ T elemosina essere fatta (25). Ed i bopracilati animoniinenii , e consigli dali da lui alia studiosa gioventii non sono forse salutari^ e santissimi ? Ed e forse possibile , che con tania effircacia di parole, e con tanlo fer- vore di animo senlimenti cost nobili agli altii inculcasse, e neH'inlerno suo non li nutrisse? Si puo forse chianiare il pian- 10 sopra gli occhi altrui, e non piangcre in cuor suo? Si puo 478 MicnELE Mebici. forse neir animo allrui accendcr lo sdegno , e non senlirsi den- tro il cuor palpitare? IMiraljile potere d' eloquenle persuasio- ne, la quale se or con soavi^ or con gngliardi , e seniprc iire- pugnabili modi comunica ad allri i pciisicri della niente, con maggior forza, e viilu sli risvegliare le commozioni deU'animo. INIa diamOj clie il Pozzi errasse. lo peio a que' troppo ri- gidi censor! , clie rinfacciarc gli volcssero il coniniesso fallo, ri- corderci i veiissimi delli , co^quali Luif^i Caccianeinici Pal^ cani impose fine alia sua laudazione di Lionardo Ximenes, matemalico illuslre, ma che dissimulare non seppe il molto suo dcsiderio di gloria . IMn quondo J a in alcun tempo, od e per essere negli uotnini un interissima , e per conseguen- za piu che ninana virtu. II sapiente degli Stoici c in cosi aha parte locato , che appena c conceduto a' inelafisici di vagheggiarlo. . JMa nel inondo fisico siccome jie hellezza, ne rohustezza , nh altra qiialitd del corpo fa inni tanto gran-- de , che non lasciasse luogo al desiderio d' una maggiore , cosi ne pure la virtti: nh questa somma, e divina perjezio- ne credettero i poeti veridinile Tie' figliuoli medesiini delli Dei. I'utto che sia forte , e magnanimo , e valoroso, e pio Enea , pur feme talvolta ne' pcricoli, e si duole , e d' amo- rosa flanima s' accende , e ^Ichdlc fervido , ed inipetuoso piit che una severa fdosofia non vorrebbe odio prende, e si sde- gna. Ma se 1' errore e inseparabile da fralezza d' umana na- tura J Temendarsi locca del divino . E s' emendo sinceramen- le il Pozzi innanzi sua morle, raccomandando al sno ami- cissimo Giainpietro Zanotti di correggere, e casligare le ri- me di lui: cosa, che egli medesimo avea in animo di fare, ove durata gli fosse la vita , ed agli eseculori di sua uliima voloula imponendo di pubblicarej siccome fec€ro , i sao'i Jt- ti di fede , di spcrnnza , di caritd, di contrizione: sublimi, commovenli, bellissimi , ed allre poesie di sacro argomcnlo, acciocho, se avesse mai dalo ad alcuno qnalche materia di scandalo, si conoscesse , che intendea rimediarvi porgendo e- sempi d' edificazione, e di virtu. Ed il siiniglianle opero ri- sguardo alia morale condoUa da tenersi da coloro, che pel cammino degli studi s' avvanzano . Conciossiaclie nella citaia sua seconda Orazione , dopo averc a suoi discepoli prodicato- E LOG to HF.L PoZZI 479 rastlnenz.1 da'viziij c la pratica ticlla virlii, siccome i per me cletlo: dopo averc ai^i^innto Quod si in libros iiimiam severiUitein , el acerbitatcin olentes iiwiderilis, ne vel lanlil- liiin qjjidein illoi peri'olulatis rogOj oijstestor(fue , nam si for- te semel a/ioruin exein/ilo aniimnn vcstrum nigra Jiac pice inihuatis , pcriculuni esl ne tolor tenax ad extremain us- quc seneclulcm perdurct, vicne a quesla confessione. Quod cum de aliorum scriptis dico , iuLcllcclum eliam velim de (jui- husdam nostris, in qiubus, ctsi Veritas eniinet , nimius tamcn juvenilis ardor re/ucet , et in fjuibus,ut Jton^stum homincin dccet, apertejaleor mi/ii melipsi placere non posse. Confessio- ne, ciii altri forse diranno Iroppo diinessa, ed ahjeltaj ma che io dico nobilisslma , e sublime, il sagrificio ricbiedendo d'una del- le pill polenti passioiii umane, il sagrificio dell' amor proprio: laontle rarissinia a vedere, avvegnacbe non lanio rari sieno i casi, ia ciii dovrebbe esser Ycdiita: e colla quale pare il Poz- zi accennar volesse alia sovercbia alacrita, con cui enlro nelle question! anatoiniclic da me ricordate. Ebbe tre mogli, delle quali la seconda nacque di celebie lel- teralo , e poeta bolognese , Pier Jacopo Martelli : ebbe piu , e pill figli, cui lascio piugue eredita: in due de'quuli irasmi- se cziandio I'ingegno, e Tamore alio studio: Cesareo W\no , jDonaco, cd abbalc liiulare OlivetanOj dollissimo delle lingue e morie, e vive, della illosolia, della teolog'ia , della fisica, della fisiologia, e massimamente delle matcmalicbe, delle quali fii Prolessore pubblico uell' Lniversita di Roma, ed autore di molle , 6 lodate opere: Vincenzo 1' altro, medico valentissimo , iJ quale rilornato in pallia da'suoi viaggi scienlifici in Francia, in Ingbilterra, ed in Lamagnaj mcrito d" essere aggregato al Collegio medico, ed aU'ordine degli Accadeniici Benedellini , ed elevate ad una cattedra di Medicina nell' Universita, ed a fpiella di Chiinica neU'lstitnlo dopo la moite del Celebraiis- simo Incopo Uarlolummeo Z/cctYfr/ , lasciando poi un pariico- lar documcnto del saper suo in una disserlazione inlorno 1' olio d' oliva , rispelto a que' tempi dollissima, ed inseiita nel To- mo G° degli anlicbi Con)mcntarI di qucsta nostra Accadcmia. De'ejuali due figli suoi cgli medesiuio coU" usatu sua leggia- dria scrisse 480 MiCHELE Medici L lino e tra chiostri ; c del gran Tebro in riva Stassi d' Euclide ad insegnar le carte, JSh sa se in toinba io giaccia , o pur sc io i'ii'a. Peregrin I' nitro in piii rcinota parte, E dal Gallo , e dalf Anglo , e dal Geniiano Tcnta trar gloria d' Esculapio air arte. A'qiiali trc anlcnall suoi Giuseppe d' Eugcnio Pozzi eres- se nel nosiro coinunc claiitoro tie' trapass;ili Jecoroso monumen- to, cui voile aggiiiiita X uriia, in che riposar dovessero le propnV cencn.Moniimento, il quale, sc nou raccliiude quelle diGiuseppe di lacopo Pozzi, ricoida almeno a' bolognesi^ ed agli estrauei , ch' egli lu nosiro : ed e a speiare , che sia d' eccilamento, e d' impulso a consacrargli condegno onorevole luogo, dove gli uomini insignl , e dell' uuiana lamlglia beneinerili, come in tenipio di propria gloria, riscuotono la graliiudine, e l' ossequio de' posleri. La sua mortale spoglia venne deposia nel sepol- cro comune a lulli i coni'ratelli ascrilli al pari di lui alia pia congregazione di S. Filippo Neri , diretla dagli otlimi noslri RR. PP. deir Oratorio; Santo, di cui con devote preci im- plorava sovente il patrocinio; in quel sepolcro medesimo, in cui giacciono le ossa di due celebri medici, ed anatomici, amici, e colleghi di lui, d' Ippolito Francesco Albertini, e tli Doinenico Maria Gusinano Galea zzi: di quelT /llbertini , la cui sapienza, e virtu, alquanli anni addietro languidamenle adombrai; di quel Galeazzi , intorno il quale, se non con dotlrina. e con ingegno , (pregi alia bassezza mia negali) con animo certamente volonteroso , e riverente terrovvi parole la prima volta che mi sarJi dato I'onore di favellarvi (26). Er.oGio DEI. Pczzi 47 J jdnlouio Pagnnuzzi , allor.i valcnte mcccanico dcU' I^iiiiito, coinmise d'l provvedere all' uopo coll' aggiiignervi una specie d'antiia, o di silone, die agevolasse l' eslrazione del sangue, e si avesse cosi , come il Pozzi lo cliiainn, nn flebototuo suf^- gcntc: correzione la quale, qiiando cgli recilo qiiesta sua dis- sertazione, non era per anchc falta . Promise pero di solto- porla agli occlii dell' Accadeniia con una tavola presentante r anatoniia della sangnisuga. Qnal terra, come suol dirsi, le tenga, Dio lo sa. Ben reca maraviglia, c cordoglio^ die tanii lavori scieniifici de' noslri predecessori , a questa Accademia conninicali, siano andali qua, e Ih dispersij ed alcuni si- ansi accitlentalmenle rinvennii in Itioghi, ed appo persone, cui non si sa intendere come abhiano potato pervenire. Ma piu die a' tempi del Pozzi, ne'([uali le sanguisuge per I' ordinario non applicavansi chc alle emorrdidi , alia gola , ed allc tem- pia, ed in discrclo niimero, sarel)l>o piii vantaggioso rispar- miarle ne' presenli, ne' quali e fia nni , ed altrove se ne fa tanto sperperamento, e coinprmsi a si c;;ro prezzo (23). Due fogli, a tergo de' quali di pugno di F. M. Zamili , allora Sciiretarlo della Accademia scriilo e Carte mr^iunle ol- la Dissertazione del Signor Giuseppe Pozzi recilala li 1 5 Marzo 1736, formano il terzo documento scicntifico del Poz- zi da me possedulo. II quale coniiene 1.° Quollro annlisi com- parative del sangue ircino napolitano, delnostralCj del hovl- nOj e deir umano , dimoslranti le rispettive proporzioni uni[uc era egli pill allempalo di loro; lo clio dcdur si puole cziandio da ccrla nialura espericn/.a dellc cose inediclic, la (juale moslra jiossede- re , c da ceiLe espiessioiii d' aulorevolc supciioiita^ con le qiiali li Iralla. E nondimanco , poiciie cjuella nialaugurata rissa scien- tifica eiiljc luogo nel 1726 (come appnriscc dalle dale piu sopra riferite delle Icttere del Pvzzi,e del lliminese Bianchi) , il Poz- zi conlava allora il vigcsinio nono anno di vita , ed il 7\iccniii il trcntesimo scltimo, nientre il Molinelli era un giovinetto di venti- qunltro annisoli, luUora assistente ncUo Spcdale di Santa Maria della Vila (ullicio in cui anciic 1' anno vcgnenle apj)rcsso conli- nu6)j e nel niedcsimo anno 172G laiircato in filosolia , cd in niedicina ( V. Faiituzzi agli articoli Tacconi , c Molinelli c ri- spetlo al Pozzi il principio di questo mio scritto). Seconda- menle il AJolinelli ( per quanto asserisce il Pozzi medcsinio nclla sua precilata letlcra ) fece^ come il Galeazzi j alcune osservazioni , iielle quali il Pozzi trovo appoggio alia sua opi- nione . Quale motivo adnnquc di rancorc i'ra essi ? Qual causa , che spingesse il Molinelli ( uomo , siccomc e detto , di costurai niili , e soavissinii) a vituperare amarissimamente il noma del Pozzi? E d'allra parte c pur ccrto, die 1' amicizia, e la stima, clie fra'que'duedolli uomini regnava, proscgui senza punlo rallVcd- dai'si, e scemare : cosa da stimai'e impossiLilc e rispetlo al vilupcra- to, e rispetto al viluperante dopo le voci , die per le bocclie di tutli correano . Conciossiacli^ , dopo non lungo tempo csscndo per ri- tornare in patria il Molinelli da un viaggio nella Francia , il Pozzi gl' intilolu pubblicamentc con le slampe il suo Epistolare A- natonticiim Commcntariolum , pel quale e palese non essere mai sta- ta fra loro discordia , non die iiimicizia veruna. Comincia csli cosi. • Iltnc post titain in Galliutn prnjeclionem ilccrcveram, jam, Mo- linelle ornatissime, niillo modo ad te scribere , turn quod nos a tencris, iit Graeci dicunt , ungtiiculis ila Jitimns familiari- tatis vinculo colligati , ut nulla inter nos de conglutinanda per literas amicitia videretur necessitas , turn quod a gravissi- mis studiis ne mnmento quidem temporis avertere te nolcbam , turn postremo quod nihil coinmnnicandurn Itabcbam quod tui posset esse pabulum ingcnii , atque doctrinae. Jccedebat quod non modo a doctissimis viris Marco Antonio Laurentio , et 486 MiciiELE Medici Uicronymo Doiuhitio {qui lit sapientes sunt, sic tecum neces- situdinc conjuiigunliir) sed a qiiocumque homiuum ordine cotr Gtillia Bononiam vcnicutc dc singitlari dillgciitia tua , erudi- tione , virtute suavissiinum twbis iinnciiim affcrchalur : quam- obrcm nisi ad te misisscm lit/eras dcbilis hmdihiis , ct gratu- lationibus plenissinias , quas animi modcratio tiii vix pati pos- set , jion vidcbam quid ad te scribendum esset praeter ea. Rc- apse siluissem adJiiic ct tunm cxpectds.sctn in Itcdiam reversio- neni , nisi mc pupugisscnt , atqite a diiilnrno cxcitasscnt si- lentio irrequieti quidam lioinines , et dijjiciles, qui quod nan scribo mirantur , objurgant , accusant, et non minus de meo ergo to officio , quam dc tua in me benc'olcntia non Icvitcr dubitare iiicipiunt : liinc cum non minus paci/icis , quam sedi- tiosis hominibus scrviendtim sit, ad tc scribo, et tecum ahscns per littcras id ago , quod verbis praesens agcre constitucrani. Ed al suo Commcntario inipone fine con le scguenli parole, yl te vehementer peto , ut non minus hacc nostra cum leges, pro humanitate tua , et sapientia , quae summa est , excipias, ca- stiges , corrigas , vcritni ctiam, ut de obscrvationibus tuts gra- vissimis aliquid per cpistolam tu nobiscum quoque communi- Ces . Interim quemadmodum tii amari a me certo scis , ita fac mc dubitare non posse quin tu milii in amorc respondeas: non dubitabo antem , si dillgentia , et assiduitate laboris pa- triae , et amicorum expcctationi , quae de te summa est, sa— tisfacies : satisjacies autcm diligcntissime. J^ale . Pel corpo poi della scrltlura trovansi sparse queste amichevoli ^ e care espres- sioni : Molinelle mi : Molinelle amicissime : Molinelle doctissi- me ec. E quando il Molinelli fosse slato il cliffamaLorc del Pozzi, e egli mai sopponibile , che questi avessc polulo manifestargli piibblicamente senlimenti chiarissimi di benevolcnza, d' osscquio, d' amore ? G non piuttosto e a credere, die avrebbe pazientc- raente tollerato 1' offesa , e si sarebbe tacciuto? E polea poi il Pozzi accoglierc in sua mcnte I'idea, che il Molinelli (daloehe fosse stato 1' aiitorc della salira ) avrebbe crcduto atio- nibus respondens , tanquam futilis proscribebatur . Quin immo Cum ex iisdcm plcriquc el in digitis maceralis, et coctis, et re- centibus ostendercnt mihi tendines ad internodium exlremum Elogio del Pozzi 489 habere finem, ungues vero in radice liberas , disjunctasque a revo/ula cute, ct cuticula q nasi per vaginulum fumari , et si quid producitur a tendine, naturam niutare , et cutis structu- ram acquirere , dubius statim hacsi , et prnpe Juit , ut senten- tiam mutarem : mutavissein autcm , nisi re iterum , ac melius speclata , oriri a tcndinibus pandlelas unguium theculas ab ar- cuatis pnpillis hie , atque illic protubcrantibus repletas vidcre visum essem. Nam perspicue si avium unguiculas species, infe- rior praesertim tendo ultra internodium radicem attingens pro- greditur , et licet circa ipsam quid culaneum acmuletur , ta- men ad apicem unguis in talcm vaginam cxtenditur , quae si microscopio iustretur , nan dissimilcm suhstantiam ab ilia ten- dinis servat: quod ipsum videri potest in coctis humanis digi- tis , sub unguibus quorum licet innumera producantur vasa sangulfera , tegumcntiim tamen , quod ilUco in conspectum ve- na pclluciduin, nullo modo cuticulae , aut cutis servat structu- ram , et orduiem. llaqiie arbitror tandincs ipsos , superato ex- tremo internndio , usque ad digiti apicem se se extendere , ibi- que aut revolulos , aut productos pro majori parte earn com- ponere substanliam , et tunicam , quae sub digitis exporrigi- tur : haec vero ad radicem usque protensam , ct circumambien- tcm thecam constiluit , et perforata^, format ipsius unguis va- ginulas ( V. Joseph. Pozzi lac. Fil. Prof. Bon. et Accnd. Scient. Inst. Sodalis Orationes duae etc. etc. Bon. 1732. p. 5G-57 ) . Per la qual cosa ciascuno di leggeii comprende , clie il Pozzi , non contcnto all' ;iiitorila di parocclii illustn an.ilomici , accolse in sua nicnle il dubbio niossogli da alcuni suoi doltissimi amici in- torno la verila di quell' opinione , c lanto lo collivo, e tanio pe- so gh di^ da e.ssere in prociiito d' aljliaiidonarla, se ilcrale, c piu minute, v pii^i diligent! osseivazioni incuorato non avesserlo a so- stcncrla. Se non che le sopra rilWrite parole, et si quid produ- Citur a tendine naluram mutare, ct cutis structuram acquirere, disyelano abbastanza come gli oppos tori al Pozzi non fossero poi cosi certi, e sicuri, che i lendini abbian lor terniine negl' inter- nodii da poter negare risolutanu-nte , che si prolun-hino, ed al- ia formazionc dell' ugne concorrano. Tutta la dillerenza adunque sarebbc , se le ugne sicno una soslanza tcndinosa perniulala , o modificata^ oppur no. E ridotta la qucstione a questi termini, non mi sembra contenere essa estremi cosl diversi , cd opposli' che, locata la verita da una parte, debbasi necessariamenlc porre miralira I'crrore: anchc pcrche il mcdcsimo Pozzi concede, che negli uccelli il tendine inCeriore spccialmcnte , arrivato alia radice dell' ugna, c/rcrt ipsam quid cutaneum aemulalur , quan- tunque poi aggiunga , che esaminato col inicrosscopio all' apicc di essa, gli apparve non dissimile dalla struttura tendinosa. T. X. 03. 490 MiciiELE Medici Accoslnmcnto ili pnreri, clie potrebbe forse aver luogo cziandiori- spello alle osserv.izioiii posleriorincnle pratictite dal Caldani , dal Soi'iiimering , dal Boyer , dal Meckel, dal fFeber, da\ Lattth , dair //('«/(! , e da allri inoderni aiialoiuici |)e' (juali 1' iigiie par- teuipaiio alia nalura dcU' cpiilerinide , e dt'/la cute. Iiilonio a die pt-r allro io sarei iiichinnto a credere clie 1' ugne sieno or- gan! d' una soslnnza cornea di S|)eciale nalura, provcgiicnlc, o se- paraln dal corpo papillare , e dulla niatricc dell' ugna , e dispo- nenlcsi in idlrotlaiile laiiiinc, cbe pongoiisi in isLrelle altencnze orgaiiiche coll' cpiilerinide , c colla cule ne' modi gia indiuati c de.scrilli da allri analoniici , c singolarmciile dal prelodalo fFe- ber. E presupposla e/Jandio falsa 1' opiiiione del l^ozzi , noii sa- rin per queslo lecilo , avulo riguardamenlo alle cose ora dichia- ralc , giudicaria una I'anlasla. Allrimenti gravare si dovrebbero del- la laccia niedesiuia osservaLori oculatissiini, e prolbndissimi , Ga- lena, pcresempio, il I'csalio, il Glisson, il Burlolino, il Mangclo, a giudizio de' (juali 1' ugna si congiugne colla falange eslreaia delle dila mediante speeiale ligamento, ed il Malpliighi , die stiino 1" ugne (oriiiale da soslanza nervca , ed il Ltuhvig , il quale agli strati nervosi aggiunsc i vaseolari , per iion parlare d' allri analo- niici. Taccia pero non merilata. ConciossiacUii gli uomini tutti (lion die gli analoniici) esser ponno colli, cd invilupali nei lacci delle lallacie , e negli agguati degli errori per molte, e va- rie cagioni , c indcpcndentcnicnte da Icggerezza di lor mente, e come dire , da loro cervellagine. Ancbe della gbiandola time dice il prelodalo Dc Renzi avcre il Pozzi scrillo consitltando piii I' iminnginazione , die la natura. Sopra di che e a dislinguere se analomicamente, o Gsiologica- niente. Nel primo modo tanto h lungi , clie abbia il Pozzi so- vercliiaiiienle condisceso alia propria immaginaliva , die anzi ha cgli camminato in (pieslo senliero con passi niisuralissimi, e pru- denlissinii , e sempre dielro la scoria tli ripetute osservazioni pra- ticale mediante diligcnte uso de' sensi . Imperochfe voile egli sin- cerarsi col fatlo, se erano vere le cose delle dagli analoniici ed anteriori , e conlemporanei a lui circa la slrullura di quell' or- gano niisterioso. E venendo dall' esperienza ainniaeslralo non essere conformi a verila, prosegui le sue ricercbe , e scoprl cose in pria sconosc'mle. y^d alcud ergo (cosiegli dopo aver parlalo dell' ugne) transifnm Jacio J quod spcciern aliquam rw^'itatis habet , quod- que nobis cognoscere datum est circa tliymi structuram , cujus cxcrclorius ductus ant perperam quacritiir, ant /also a Muni- kio dcscribitur. Cum enim thymus sit viscas quoddttm , quod in foelu suum habere usum videtur , non vera , aut saltern pa- rum in adulto j cognosCere volebam quid manifcstarct structu- ra. Unite primum quacsivi in thjmis vitulinis j atque agninis Elogio del Pozzi 40/ mim capax et manijesta cavitas essct in iUlus medio , ut de- prchcndissc se assent CI. Barlholinus ; num. ad glandulas ma- xiUarcs mittcret ductus in oris cavitate eruclantes laclcum atit Ijmphaticutn humorem , ut Uc/lingerus depingit; num vcro alia ralione aul lympham, aut cinium, autlac scccrncret, et tra- sportarct. Scd horum licet nihil certi invenerim , incidi (amen in altr/utd nonduin ( ,piod sciam ) ab anatomicis descriptum , c continua clicliiaiynclo 1' orgatiizz;izione del timo sco|)eit;i da Jui^ da me nel lesto rifcrila, e di.gli analoiiiici posleriori a lui con- lermala, cd approvala. Osservazioni jn-io, allc ^3 1— ( Q w )— < Oh CD CD Ni-ri -< z; wJ s CJ a "Si ^H Q W N-J UJ hJ '^ w O Q N CD O P^ S o o -si >-] >-] W Q i CO I— I rt > a 03 < _s 98 ^ .S ft^ c a P c B "a © B- ■< ;j ^■i( 0) o H 2 ^■4 C3 a n4 fen ^ -2 o ^ (15 -a ;^ -< o •^ -^ lU ^ O "u ;i* a *«! o H o S o Q O H P <: H a o Ph o u w o H i-J < P C H W .J w o O O C/2 O 'P^ C/3 CO ^ 00 00 o^ oi c^j fo •n" -^ CN M CN CN in o fN >n ^o >n OD t^ f^i o C-1 00 Oi ro CC iJ^ ^ '^ 00 o> ^O CO CO tD ro r^l tv-i (LO C^l Cv) CS CN (>t (M o in 00 r^ GO <£> rr> c^) 00 0:1 minir)»J^»n>r)»nro»r>>nai __ 0 Tf 00 to CO CD ro . O CN CO oT in~ ro" rf (^ o rr" io^ u*) oi ^ ;> -^ < 0 ;2 • en a; t/3 a Of n3 • 'ID ■s 0 O) n p s 0 « S 2 a 3 ►5 s -a 2 '3 00 '^ "^ o^ fO CO ■^ -^ N ?i C^l i>- *o fN CO t-- r-. fv^ Cl o\ C^l CO C-1 OJ CN c^i cv| cv| cs n 00 (v-i CO ^ C7> -T -:- ^ o „ ^_ ^!, °V irT o" trT 'rf r- t^ f^ 0 f-l >n CO 0 en t-t <-i t-) ro or m (M 0 •TT* C4 01 0 0 0 TT OD in m <-) o> (-■1 IM t-i rr. 01 to 00 >n C-. M m m t--- Oi ro to fO »n 0 ■--> 10 to to to to 00 to 00 00 CD co ■^ TT -. Oi CTi M •n r-« CO en t.5 to t^ Cr- to to to to 'tr c^ ■^ r-i M m i>~ TP ■-1 n *^ "^ "^ tn in ^n ijT, IT) ^^ ^n c. — in CO ^ 00 r- in in o o CO t-- 0 in in nl in 00 »n to tj> C-l ^ CO in m o> m m I-- 0 0 0 0 0 01 0 «n in in in m -^T- in C to M in en in c~._^ c^ to^ ro ^ cT -r^' -r^' in in in 10 in ■«T CO in c^ ^O oo~ = a a t-. u t a 3 -a ■5 — ^ ■ ; , , V 0 ',5 « u C3 !-• a <5 CJ U LJ h-l 0 < rt 0 0 s « ■ 0 3 = 6 - , ;-. .2 s CJ ^ * 0 « 0 B 0 » s s » e; ^ U 0 - c O Ph o u S S Ph Pi GAETAIVO SGARZl milSI COlPiRiTlTi DI ALCUNl PEZZI SPETTANTI ALLO SCHELETRO OSSEO DELLE TRE CLASSI DI VERTERRATI MAMMIFERI, RETTILI5 PESCI E DI ALCUiNE PRODUZIO^a INTEGnMENTALI DI CERTE SPECIE SPETTANTI A CIASCUNA DELLE NOMINATE CLASSI Con Osservazioni , ed idee sui principali Elementi Orga- nici Animali J e Fegetabili ( Memoria Iclta nclla scduta dcUi 12 Marzo 1846.) I, I Cliiarissimo Collega Cavaliere Professore Anlonlo Ales- sandrini nello scorso anno Accademico fece dono d' una sua Memoria— SuIT mtiina tessitura clelle Scaglie dei Pesci , dei solidi Scudelti JntcguinentaU del Coccodrillo , e del- V Armadillo •= Intorno la quale memoria non islaio io qui a ripeiervi, Accadeniici PreslanlisMmi , sicconie il dotiissimo Autore con argomcnli di fallo , con profonde indagini anato- miche , con osservazioni microscopiche di grande eccellenza pervenne non pure a decidere magistralmente una comballu- ta opinione inlorno la siruUura dclle indicate parti, ma per- venne ad una scopeila interessanti-isima die riscliiara mirabil- mente il mode e I'andamento della di loro formazione. Ben dirovvi clie per I'amicizia e bonia di die mi onora voile as- sociare la mescliina niia cooperazione a tanlo suo lavoro^ in- vitandomi all' analisi compaiativa di quesie medesime parti, perche dai lisullati, quando riescissero conformi , ne veuisse pieno il convincimenlo delle veritu da esse annunziate e ma- nifestate . Ed a simile invito se arrideva pronla la mia volonth, non 502 Gaetako Sgarzi poco recavami sgomento la difficolta dell' impresa e per sor- lirne a dovere e pel conftonlo di iia lavoro coll' allro. Tiu- tavia niirando pin all' appoggio clic ne era ollerlo , di qncllo che calci)lando le mio propiie forzc , e racendomi UiUa T il- liisione il coiicorrere a si bellissimo inieniOj sormontai ogni opposi/.ionc di pnulcnza e mi diedi all' opera. Otlenutone poi r elToUo corrispondente ollre il niio desi.leiio, e vislo non so- lameiilc che I'analisi cliimica escguiia confcrma I'avviso, e la scoperta dell' Alessandrini , ma clie pur anco sommiuistra dei dali di vera analogia fra li principali elcmenti organici , che si rilengoiio diversi , per ciii si potrebhe riconoscerli quali sem- plici variela di im unica materia; nel fame prescelia d'argo- menlo per rodlcmo inlraueniinenlo di ([uesl' Illustre Coiises- so , ho pensato di olTiirlo in tre calcgorie . Parlero neHa pri- ma dell'analisi qiialitaiiva, quanlitaliva, ed elementare del Me- tatarso , c porzione d'Adante di Coccodrillo in confronto di quella dei Scucli Inlegumentali dello slesso ; dell' analisi di Verlebre Caudali del Chetodonle a fronle di quelhi dogli Scu- deili Intcgumentali di esse; dell' analisi di Vertebre Caudali di Armadillo in paragone di quella delle Lamine Ossec In- tegumentali, e Scudetli del medesiino . In secondo luogo passero a ragionarvi delle diderenze che si ammettono iVa r Albumina , la Fibrina, la Caseina ecc. e la Gelalina, la Condrina , il Glutinc ec. esaminandone li veri fondamenli di tali diderenze , e desumendone , per lo contrario , sufficienli ragioni per ritenere tuui quesli elemend , quali semplici va- riela, siccome diss! ^ di un' unica e sola materia si nel regno organico animale, che nel regno organico vegetabiie . E per ultimo vi esporro alcune mie idee particolari intorno quest' u- nica materia che sarebbe per me la Materia Protogona , cioe la Materia primitivaj o priinigenia inservienie alia forma- ziooe deir organismo , e che considerata nella guisa in che parmi la si possa considerare , semplifica il novero delle Ma- lerie Organiche particolari, dirada un'infinita d' incet tezzc d'a- nahsi oriranica , ed anpiana lucidamente le difficolia che s'in- 'O" contrano nello studio della formazioue, e della composizione dei corpi organizzali . Grave e l' assuuto, o Signori , arduo e difficile l' escirne AnALISI COMPABATIVA EC. 503 con vaniagj^io; ma conosccndo a riprova I'animo vostro cor- lose e geniile , e conroiiaiulonM Tama di benevolenza die mi circonda , non nggiungo parole di scusa o d'altro, e faccio passo a quelle dclle (jiuili avvanzai inlanlo resoidio e la pro- niessa . Verieva una qiiisiione fra Mandl e Agazis jnlorno al modo di forma/lone delle Scaglie dei Pesci, e degli Scudelli Ossei dei Rellili, c di certi animali mammiferi ; giacche rAgazisso- steneva essete tali parli nn semplice prodoito di trasudamento ciUaneo inoiganicOj laddove il Maudl con moke osservazio- ni ed esperienze ammcllcva avere tali parti una sirullura or- ganica parlicolare, cd vn modo di formazione analogo a quel- lo di molti tessuli molli in comunicazione coi comimi inte- gument!. Ripetendo il Cli. Alessandrini gli esperimenti , e le osservazioni dell' uno e dell' allio scriilore trovo argomenti per sostenere pinttosto I'opinione del IMandl^ anzi pote dimo- strare , si nelle scaglie di molti pesci, come pure e molto piu, negli Ossei Scudelli dei Rotiili. e di certi Mammiferi , una di- retta comunicazione vascolare coi molli inlegumenti soltopo- sti, e singolarmente poi negli Scudelli integumentali dei Mammi- feri una stiullura die rassomigliava altpianio a quella delle Os- sa stesse coslilueuti lo Schelclro interno degli animali vertebrati. A conferma della quale osservazione ciedelie giovar potes- se ancora 1" Ksame Chimico delle ridetle soslanze solide inte- gmnentali confionlate roU'esame parimcmi chimico dei pezzi dello Sdielelro di (juelli stessl animali dai quali erano stale lolle. Qiiindi mi consegno un MetatarsOj e porzione dAllan- le e degli Scudi Integumentali di Coccodrillo ; delle Verle- hreCaudali, e dei Scudelli Inlogumenlali di Cbetodontej del- le Veiiebre Candali , delle Lamine Ossee iniegumeniali, e Scu- delli di Armadillo , A procedere ulilmcnte in codcsl' analisi, inleressando cono- scere in lali parti sia la qualiiii della materia organica , e del- le soslanze inorganiche di die fossero cosliluite , sia di que- ste e di cpiella la rispetiiva proporzione, lie traltai un" eguale peso di ognuna coll' Acido Idioclorico allungalo lasciandove- le immerse per lungo tempo e fino a tanto die tjuesie par- ti si presenlarono perfeltamente ammollite ed elasliche. Seuza 504 Gaetawo Sg.vrzi -liniive fra la Tibrina, rAllnimina, la Gelatina, la Con- drina, il Muco ec. ec. non hanno quegli estremi che vi vor- rebbero; tra perclie variano li caratteri di solubilila o d' inso- luliilita fino nelle stesse materie al solo variare di stato, cd al variare di estiinseche ragioni; tra perche coUimano in essi principj, e vi si Irovano analoglii gli efletli deU'Alcool, del- r Etere, degli Acidij e degl'Alcali; tra perche il precipitare certe soUizioni saline metalliche egl' e proprio parimenti di quasi tutti^ e veramente manca in alcuno sollanto, che non e poi di natura bene dcterminata , ed in islretlo sense non sarebbe da cliiamarsi elementare. Da altra parte li dati che sono indubitalamente valevoli a fissare la distinzione di natura fra li corpi che csisiono siano 512 Gaetako Sgabzi desbi organici oppme apparlengano al regno inorganlco eon- sisiono iiella varieta del compoiiciui , e nella di loro propor- zione^ la quale deve in grado snperiore almeno distare in qiiel- li clie per avvenlura preseniando egiiale la composizione si hanno a porre in Uiogo dislinto e separate. Lo clie neppuie bi verifica nel noslio caso e fra li principj elementaii sopra nominal!, e Ira la Materia Organica dolle parli sotloposte al- ia nostra analisi. Infaiii esiste forse varieia di coniponeuti fra questc sostanze azotate, e che lulie in un coU'Azoto somnii- nislrano Carbonio , Ossigeno , ed Idrogeno ? E per conoscere ad un tempo clie non e grande la sproporzione fra questi di loro componeniij compiacetevi o Signori di osservare la se- conda Tavola che vi oflVo. In essa vedele in prospetto la Coinposizione L'/einentare delle Malerie Organiche inservien- ti principnlinente alia fortnazione dell' organisino vegetabile , ed aniinnle (1); vedete a fronte la rispeltiva proporzione dei siugoli compouenlij vedete che Fa maggior dilferenza sta fra il 47 ed il 59 per 100 nel Carbonio^ fra il 4 ed il 9 , per 1 00 neir Idrogeno , fra il 1 3 ed il 2 1 per cento nell' Azoto, fra I'll ed il 28 per cento nell' Ossigeno; vedete una tale dilferenza com'e per esempio fra la Gelatina e la Caseina pel Carbonio, fra la Gelatina e la nostra Materia esaminata, op- pure la Fibrina del Sangue Venoso per T Idrogeno , fra I'Al- bumina e la Caseina per l' Azoto, fra la Caseina e la Con- drina per 1' Ossigeno, cosi un eguale diflerenza o pressoche eguale la trovate nella proporzione degli stessi principj speltanti a diverse parti, e la cui analisi e stata appunto da me qui unita e registrata per un simile confrontoj vedete che differenza risul- la eziandio dal lavoro di nn Autore al lavoro di altro Autore sulla sostanza medesima; vedete in fine che a paragone cotanto esteso grande fondamento acquista I'asserto mio e dal lato della Materia Organica analizzata , ossia delle Ossa e delle Pro- duzioni Integumentali del Coccodrillo, del Chetodonte, del- r Armadillo, che dissi analoga egualmente alia Fibrina, al- r Albumina , alia Gelatina , ed al Muco , e dal lato di questi (1) Vedi la Tavola Sinnotica II. AnALISI CoMPARATIVA EC. 513 stessi principj elementari die siippongo tultl essere una so- la e inccleslrna sostaiua soUo foiino ed apparenzc diverse. Ne 6 mio totalmenle il pensiero avendoiic prima Mullor ragjjru- pali alciini e considerali quali modificazioni dclla Proieina, etl essendosi prima ammesso da Liebig « che lulli li piincipj II azotali doU'econoinia animale per qualsiasi dillorenza che « nioslrino nella di loro composizione derivano dalla Prolei- II na in segiiito deH'assorbimento , o disperdimenlo di Ossi- II gono , o degli elemenli deil'Acqua, o in seguilo di rad- ii doppiamenlo moleculare (1) Se non che I'uno di cpiesti Antori nella raodificazione del- la Proteina, onde cosliluire li piincipj elemenlari sopra ac- cennali, vi riiicne del camhianienlo di composizione per sol irazioni od aggiunte, che I'aliro poi spiega^ siccome si e det- 10, e nessiino uianifesla I'iiJea che possa trallarsi di una sola idenlica materia concorrenle alia formazione dell' organismo , per nienie allerata nella composizione, e solamente cangiata per forme e moleculare disposizione, siccome io penso^ ed opino per quanto hu superiormente esposto e nolato. E qui venenilo all' ultima dclle proposte calegorie, per- meiteleini o Signori quasi uno slancio di fantasia, e che m'in- nalzi per un rnonienlo al sublime lavoro della naliira neU'am- mirabile costruzione de'Corpi Organizzati. Semplicila d' ele- menli, e forme infinitamente varie sono i cardini su cui pog- gia e s'aggira il divino ariificio che rapisce ed incanta la nien- ie piu reslia. Ora fpicsli elemenli dall'Tjorno ai Zoofiti, dal Baobab alle Conferve; dalla parte di superlore fabbrica in un animale od in un vegelabile fino alia parte di piu infima sirut- tura in altro non consistono che in una Materia Organica e pochi principj che diconsi Inorganici perche comimi all'ini- menso regno minerale nelle di cui formazioni nicnte nieno spicca , in un colla pochezza degli elemenli , I'eslrenia varie- ta, un incanlevolc bellezza, dclla sorprendente regolarita di forme . Tale INIaleria Organica irallandosi della costituenle (1) Cliimie Organique nppliquee a la Physiologic Animnle, ct a la g. 113. _ T. X.. GG. Pathologic — Pag. 113. — 514 Gaetano Sgarzi rorganismo, e dl qnella puramente di composizione dclle diffe- renii parli di un animale, di un vogoiabile, fin qui venne riconosciiita per la massinia parle Albuiuina, I'ibrina , Gcla- lina, Coinlrinaj Caseinaj Gluline, Miico , poiche la Materia Cornea, Membranosa poi o Compatta, vuolsi della natura del IMiico. Ma se in siniili diversita an/iche fondata difl'erenza vi si trovano argonienli di analogla e quasi d'identilu; in quan- toche vengono da nno slesso grnppo di Carbonio , d'ldroge- no, d'Ossigeno e di Azolo, cd in proporzione clie non puo dirsi diversa; in quanlocbe ollVono proprieta chimiche presso- rlio eguab od in qnella parle varie die non e 1' essenziale j in quantoclie li caratleri fisici e le apparenze esterne dipcn- dono , siccome alcuna dclle delle chimiche propriela, dallo stalo nioleculare, dal niodo di aggregazione, non dalla nalu- ra, e dalla composizione che non risnlla percio dissimile o diversa, parmi conseguentemenle non errato il giudicare, che iiivece di cotante malerie, tralte poi dalla Proteina per ag- giunte o soitrazioni , e quesle d^Ossigeno, d'Acqua, d'Acido Carbonic© , non abbisogni ammetiere che una sola ed unica Materia, la quale appunto perche dcsiinata a prestarsi a sva- riate forme di organismi deve trovarsi nei diflerenti stall ed apparenze in che la vediamo nella Fibrina , nell' Albumioa , nella Gelatinaj nel Gluline , nel Muco ec. ec. Didalli dove la nalura voile diversita di corpi stabili di- versita di elementi, oppure tale una sproporzione fra questi da assumere veramente il caratlere di differente composizio- ne. E poiche non vi e diversita d' elementi , potra ascriversi qiieslo caratlere di diversita alia minima dillerenza proporzio- nale, risultante dalla seconda Tavola Analilica ofTerlavi negli slessi principj componenti le moltiplici materia di ciii parlia- nio? Uiflerenza che puo derivare ben anco dall' analisi, come vediamo nei dati pur differenti spesso dell' analisi di una ma- teria medesima? D' altronde Dumas, Boussingault , e molli nioderni Chimici confessano 1' ideniita degli elementi organic! neir animale e nel vegelabile; Fibrina, Albumina, Caseina , Ghitinc, Muco e Gclatina compongono qnalsiasi organismo conosciuto; conslano tuui questi egualmcnle d'Idrogeno, di Car- bonio, dj Ossigciio, di Azotoj la quanlila dl tali principj sia AnALISI CoMPAR.VTlVA EC Bio sempre in una media pioporzionale fpialsiasi di essi prendasi al paiagoiie; dal piii al iiieno, a fieiltio oppiire a caldo so- no solubili neir acqiia , insoluhili nell' Alcool e nell' Elere, at- laccati egualrnentc dagli Acidi diluiii o concentrali e dajjli Al- cali, prccipiiaii o non precipiiaii e solianto con niiiiime ec- cezioni dal Tannino , dal Sali Melallici ; che resla quiiidi al- r infiioii dello slato aggre^alivo della forma e delle apparen- ze per diili corpi divers! ? InoUre se si scompongono liiui per mezzo del calore, che e pure una delle piincipali vie con- ducenli alia cognizione della coinposizione e naiura dei cor- pi, non abbiamo noi prodotti perfellamente identici per guisa da confondere affallo insieme le soslanze di cui c' inlrallenia- mo? E se lo slesso si da^ siccome e slalo supeiiormenie de- scrillo , nella Materia Organica da noi estralta dalle parli di Animali diversi , e che per non essere perfeltamenle caralte- rizzata per Fibrina, Albuminaj Muco, o Gelalina bisogna no- marla iMateria Organica Particolare , egualmeiile che av- viene in niolte altre Malerie Organiohe pur delle parlicolari, o siii generis e die entrano a comporre organlsmi e parli animali o vegelabili; quando vi si veriftcano le due condi- zioni assolute di dementi eguali, di eguale proporzione^ seb- bene sianvi alcuni earalleri chimici , apparenze fisiche, stuto moleculare , forme dillerenti , non e del lullo ragionevole, a parer mio, il rilenerle per malerie diverse, e si possono tulle concenlrare in una sola ed identica materia. No poche allre ragioni convengono a corroborare qneslo opinamcnto, qiiali sono parlicolarmente : esempj consimili in naiura: uniformita di deslinazione : maiiiiiore sublimila di crea- zione che ne proviene. Ed in quanto agli esempj bastereb- bero pur soli il Carbonc ed il Diamante , lo Spato d' Islan- da r Arragonite il Carl)onalo Calcare comune , se non vi fos- sero in analog'ia di nainra organica la Canfora , diverse basi d' Olj Essenziali , mollissime specie d' Idrogeno Carbonato , e quel che e piu la slessa Albumina nell' Lovo e nello Sierro, la slessa Fibrina nel coagulo e nel muscolo^ gli stessi prin- cipj del pari che la Gelalina ed il Gluiinc nelle varieta de- gl' organici animali e vegelabili. Quali diflerenze di forme, di earalleri Gsici, e ben anco dl chimiche propriela, insieme ad 51 G Gaetano Sgabzi assoluta ed idenlica natural Non solamenle dal solldo al K- qiiido , dair aniorfo al crislallizzalo, dall' inforinc al regolare; ma dal soliihile, all' insolublle, dal stMisibilc all' indiOerenle pei reagenti , dair acido al basico abbiamo esempj nella nie- desitna sostanza ed in ambo i regni dolla naluia ! Si danno corpi insomnia che nessnno azzardorebbe neppure di somiglia- re, e die 1' analisi lia dimosiralo pcrfettamenie eguali per ele- inenli, e per coniposizione ! In quanlo all' uiiiformita di desti- nazione egl' e facile comprendcre clie tutte le materie iulorno lo quali aggiriamo le parole sia irattandosi delle giii stabilite e riconosciute , sia tiattandosi di quelle da noi esatninate, e delle niolte animesse col gcneiico nomc di Malerie Organi- che parlicolai'i, enlrano tutte nella formazione degli organismi, e delle parti clie concorrono alia stupenda fabbrica degl' Es- seri Organizzati , subitoclie egl' e da queste parti , e dagli or- ganismi clie noi le ricaviamo, oppure dagli umori recrenien- tiz) e riparatori, e subitoche ella e I' analisi di questi e di quelle soltanio clie ce le soniininistra. Dunque se nelle spe- cie supcriori della Scala Organica si e la Fibrina, 1' Albumi- ua , la Gelatina^ il Muco , il Glutine la materia die forni.i per cosi dire il cemento dell' organizzazione; se nelle Specie inferior! si e una Materia noa determiuataj organica pero ed azotata; se nel Coccodrillo nel Clietodonle nell' Armadillo tanto nelle Ossa quanto nelle Produzioni Integunientali que- sta materia fu riconosciuta per un'analogo delli suddetti prin- cipj; se in fine il risultato doll' analisi di tuite queste mate- rie le ravvicina assolutaniente e per la qualita e per la pro- porzione degli element!; bisognera convenire ad un tempo die siccome e csrtamente unico lo scopo della natura nell impie- go di tali Materie Organiclie, puo essere egualmente die trat- tisi di ua' unica e sola materia; raolto piii die non traspare una necessiia che fosse diversaraente, e cos'i trainee assai me- glio, siccome dissi , lo splendore della creairice potenza. Non traspare la necessiia del materiale diverso , poiclie per qucUo die spetta non gia al modo di tessitura j alia qualiia delle funzioni, all' insieme delle relazioni fisiologidie dell' or- ganisnio , bens'i per quello die spetta puraiiiente al di lui ma- teriale di fabbrica 5 lulta la diderenza polciiilo coiisitcre nella AnALISI CoMPAIWTlVA EC. 517 forma , il dello matcriale non occorre diverso. E che cio pre- siimil)ilmente sia,loaclclimoslra resaminare separate dagli orga- ni/.zati le diverse parti del di loro organismo, vale a dire , r esaminare partitamente negli organi le Membrane per es. li Vasi , le Cnlkdari, le Fihbre Mnscolari, od anco 1' esamina- re a se corli Visceri, le Glandole, le Ossa ec. avvegnacche scorgerassi immensa diflerenza di siruttura e di configurazione, di moUezza e di solidita^ di fermezza e di mobilita; vedrassi dill'erentc impasio di dctte parli egualmcntcchu d' dementi orga- uici e di soslanze inorganiche , ed internandosi nella qnalita degli element! organici ne risulterii ora Fibrina, ora All)umi- na , ora Gelalina , or Glutine, ora Materia Cornea, o Mate- ria analoga al IMiico ; ma queste per principj componenti, per la di loro proporzione, per caratteri e chimiche proprieta so- no pressoche idcntiche , e cio che varia in esse pub veramente dirsi la sola apparenza esterna , la disposizion moleculare, la nianicra di aggrcgazione ^ la cpiale pur sembra essere in cor- rispondenza cdla differente siruttura delle parti alia cui for- inazione concorrono; quindi come di forma soltanto dissomi- glia il materiale organico ricavalo da diversi organism! , cos\ a somministrare la forma puo facilmente ridursi tutto il suo uf- flcio in dctta formazione, e allora si rimane ovvio il cono- scere die non pub esservi necessity di materiale diverso^ e che pub occorrervi e bastare un unico , e solo materiale. E qui chi non ammetterh derivarne maggior splendore^ la manifestazione uiaggiore della potenza creatrice dcgli Esseri organizzati , e dogli Inorganici; di quella polcnza la (juale da poclii dementi fa risullarne 1' immensa varieta della natura , la quale con due sole forze attra. Che simile idea ed esislenza , anziche contradelta , trovasi appoggiata non pure dalla qualita dei caratteri essenziali della Materia stessa , e dall'anahsi comparativa di tulte le materie elementari generalmente aramesse, bensi dagli esempj non po- chi che si danno di apparenze diversissime in corpi di egua- le natura, siccome dall' uniformita della desiinazione , e del- I'opera alia quale e addetta , ed impiegata, e dalla iiianife- slazione cni presta della sublimita el infioila estensione della creatrice potenza. T. X. G7. GIULIO BEDETTI DELLE RETTE NORMALI ALLE SUPERFICIE CURVE . (Letta U 18 Aprile 1844 J m icolb Buti nella leltera , colla quale nell' anno 1692. dedico al Serenissimo Principe di Toscana Giovanni Gasto- ne H quallro primi libri delle Coniche d' Jpollonio Pergeo gia innanzi voltati dalla greca lingua nella latina^ e commen- tati c pubblicati da Federico Comandino ; altamente si que- relava, che i legulej di que' giorni per acquistar fama di giu- recou&ulti non iscrivessero senlenza , consiglio , o rispostaj che non meltesserla alle slampe^ e ne riempiessero le biblioleche; SI che , come disse egli slesso : jam fere nee pretium emeu- dis , nee aetas legendis satis esse possit . ( ^pollonii Per- gaei Conicoruni libri (juatuor. Pistorii 169G.) Le quali ul- timo parole quanto ne' noslri tempi convengano ad ogni ge- nere di libri, non v'ha per certo chi nol vegga: tanta e la copia di essi, che tutto di, da lutle le parii, e sopra tutle le materie esce alia pubblica luce. Di che possiamo a miglior dirillo col llnli ripelcre, che ne i pinguissimi tesori di Cre- 80 baslerebbono a compcrarli, ne la lunghissima elk di Ne- slore a leggerli . Onde frequenlemente avviene a chi studia qual che siasi disciplina, che ricerchi invano d' alcun libro le piu ricche Biblloteche, o che tempo ed agio gli manchi ad esamioare diligcnteraente, e interamente que' libri medesimi , 524 GlL'LIO Bedetti die egli puo consullare . Ed a me pure Intervenne e 1' uno , e I'altro, alloracclie , volto l' animo alia curvalura delle su- perficie, andava raccogliendo d' ogni libro veniuomi alle mani cio, die appartenesse a quell' argomento . Clie veramente nh unto raccolsi, ne mi fu dato raccoglier da tulti; tra perche non mi venne fatlo di rinveniie alcuni libri per ricercare, die io nc faccssi; e percho molii allri , die potcva avere alle ma- ni, od erano per ignoranza a me sconosdiui, o se pur co- nosduti, per difetto di tempo, e di comodiia non furono da me diligentemenle , e in ogni parte esaminati. Per le quali cose quel poco^ die altra voha toccai de' Malematici, che si escrcitarono nella curvalura delle superficie, e dell'opere lo- TO J rimase senza ch'io mel sapessi, incompiulo. Mi faro di presenle a compiere quello , die allora non potci, soggiu- gnendo in questo scrilio , quanlo ho potuto nuovamenie rac- corre ne' quallro anni, die omai son trascorsi, da qnando eb- l)i I'onore di leggere dinanzi a Yoi, Accademici onorandis- simi, il mio primo lavoro . Quanli dal celebre Eiilero sino al Cauchy traltarono del- la curvalura delle superfide curve, fecero tutli due generi di quelle superficie, le cui sezioni normal! infinite di numero, apparienenli ad uno stesso punlo di una superficie, avevano i raggi osculatori compresi, ovver lerminali da due limili fi- niti: posero la difl'erenza fra un genere , e I'altro^ ne' segni cguali, o contrarj di que' due limili^ o estremi raggi oscu- latori: chiamaron quesii li due raggi di curvntura della su- perficie in quel punto, pel quale furon falle le sezioni nor- niali; e volloro (inalmenle, che in ambidue li sopradelti ge- neri I'uno dei due raggi fosse massiino , e 1' altto miniino. Venne il Cauchy, e nelle sue Lezioni suit applicazione del Calcolo injinitesiinale alia Geoiiietria meglio interprelando le formole analiliche de' raggi osculatori, asseri essere vera- mente due minimi i raggi di curvalura di una superficie , al- loraquando abbiano segni tra di loro contrarj ( Cauchy. Le- mons. Paris 1826, pag. 338, e pag. 353). Nel che per cer- to si appose al veto; perocche le quantita geometriche, quan- to alia loro assoluta grandezza (siccome sono i raggi oscu- latori) debbano sempre aversi per positive allora ancora, che DeiLE r.ETTE ^OBMAT.I EC. 52 J il calcolo le ofTre negative: alia qual cosa pol imporia mol- tissimo rigiiardaie, quaniio il calcolo si riccrchi in masbimi , o minimi valori di quanlila gcomeliiclie . K veramenle ove r Analista litrovi un valor massimo di segno negative, il Geo- inetra se lo pigliera per un vcro valor minimo; e quel valor ne- gativo, che TAnalista direbbe minimo ^ si convene in un vero massimo pel Geomelra. Ora se i due raggi di curvalura , i due limili cioe, tra li quali sono comprcsi gli infiniti raggi osculalori delle sezioni normali falle tulte per un punlo d' una superficies sieno secondo il calcolo di segni conlrarj , cio puo accadore in due modi: o che i raggi osculalori variabili di sezionc in sezione andranno dal limile posilivo al negadvo Irapassando per lo zero, o per rinfinilo. Se i raggi osculalori passino per lo zero , i due raggi di curvalura saranno pel geonictra due massiuii; saranno (jucsii aU'incontro due minimi, se passando quelli da un liuiite aU'allro si facciano infinili, ella u agevo- le cosa provare, che il raggio osculalore variabile di sezio- ne in sezione va da valor positive a negalivo facendosi infi- nito ; resta dunque , che in qualunque siiperficie del secondo genere ambidue i laggi di curvalura siano minimi . rerlanto V Eulero , e i suoi seguaci piix badarono al calcolo che al- ia natura geomelrica della quesiione; dove il Cauchy conve- nevolmente interprelo le formole del calcolo in questa que- stion geomelrica. JNon voglio irapassare sotio silenzio^ che le sopradeite Lezioni del Cauchy da me indarno cercate nelle noslre biblioleche mi furono corlesemenle date a leggere per la piima volta dal chiarissimo Profess. Mossotti in que' brevi giorni, che mi trallcnni in Pisa nell' anno 1842; di che, sic- come di lulte r alt re corlesie, che a lui piacqoe usar meco , serbero scmpre gratissima memoria . Del 1832 il Poisson lesse all' Accademia delle scienzc di Parigi una sua Dissertazione sulla curvalura delle superficie; nella quale seguendo del reslo 1' Eulero aggiunse soltanto , che i due raggi di curvalura ^ ove avessero segni tra di loro conlrarj, polevano essere quanlo a grandezza assoluta , o due massimi, o due minimi: lasciandoci per queste parole dubbio- si, se in tulle quanle le superficie del secondo genere i due raggi di curvalura fossero o scmpre due massiuii ^ o sempre 526 GiuLio Bedetti due minimi; o finalmente se parte di quel genera di super- ficie avesse massimi li due raggi di curvatura, e parte li aves- se minimi. Onde pare, se non c' inganniamo , cosa di non poca maraviglia , c quasi diremmo incredibile, clie le Lczio- ni del Cauchy pubblicate in Parigi sei anni innanzi fossero ignote al Poisson nella stessa Parigi 5 meno poi ci sembra crcdibile, che il Poisson avendone nolizia non abbia mai po- slo mcnte a veruno dc' due luoghi di quelle Lezioni, ne' qua- li si ailerma i due raggi di curvatura esscre due minimi, quan- te volte siano i loro segni contrarj. Dae sono generalmente le linee di curvatura in ciascun punto d' ogni supcrficie curva , concorrenli in esso ad angoli retti. Hannovi pero alcuni punti speciali^ chiamati da' Fran- ces! onibilics , ne' quali il numero delle linee di curvatura e secondo Monge inllnito , secondo Diipin determinato. Cerco il Poisson nella detta DIssertazione (^ Journal de V Ecole, Po- 1} technique . Plngt-unidine ca/iier. Tome XIII. ^ di conci- liare cotesta discrepanza; mostrandoj che tutte le linee de- scrilte sopra una superficie per w\ di que' punli speciali lian- no bensi quanto fa di mestieri , perche giustamente possan dirsi linee di curvatura, ma che tra quelle infinite ne sono alcuue di numero determinato, che possono piii specialmen- te aversi per linee di curvatura, essendo in esse maggior, che neir altre, l' avvicinamento delle reite normali. Merita an- cora d' cssere ricordato , come il Poisson quanlunque segua il calcolo infiuitcsimale, nullameno per conciliare Monge con Dupin in efl'etto se ne allontani^ conlradicendo quasi a se stesso , ed a chi prende a meltere in accordo. Chiama egli col Monge linee di curvatura quelle, che per un punto di una superficie possono suUa superficie condursi per guisa,che le normali a due punti consecutivi s' incontrino; ma quando poi scende a que' punti speciali detti onibilics , mostra per lo contrario , che le normali alle linee di cnrvatura veramente non s' incontrano , e che havvi soltanto tra esse un grado d' avvicinamento maggiore di quello, che sarebbe fra altre due normali comunque diverse: tanto, che il calcolo inslitulto su quella definizione, che pone 1' iucontro di due normali con-> secutive nelle linee di curvatura , apertamente dimostra nel DeLLE REITE K0RMAI.1 EC. 527 suo progresso non avetvi Iq efTetlo tra quelle normali punio vcruiio di concorso . Che il piano langente una superficie potesse toccandola la- gliarla iiisieme in una linea traversante per )o stesso punlo di contalio , fu cosa preveduia , siccome abbiamo trovato, sin dal Monluda: il quale nella sua Storia dellc ]\Iateinatic/ie parlando dellc ordinate z massime, e minirne d'una superfi- cie lascio scrilto : non esscr sufficiente , che i due primi difle- renziall parziali si annuUassero , perclih il piano tangenle sa- rebhe si parallelo al piano coordinato (^x,y)., ma potrehhe tagliar la superficie nello stesso punto del contatto ; il che senza diihhio avverrd, quante volte alcuna delle sezioni nel punto di contatto s'injletta {^Montucla. Histoire des Mathd- matiques. Part. V. Liv. I. Tome troisieme. pag. 93, c 94.). Cosi leggesi nel Tomo III di quella Isloria pubblicato dope la morte dell'Aulore da Girolamo La Lande I'anno 1802. Dunque innanzi a Dupin vi fu chi non solo asseri, ma di- mostro quasi direl sensibilmenle , che possibilissima era la in- lerseziotie fra il piano tangente^ e la superficie toccata, ed indico quali condizioni geometriche esister dovessero, perche la intersezione di possibile si facesse esistente. Dopo il Du- pin tocco pure di questo argomento il Cauchy nelle sue Le- zioni. Distinte le tre manicre di contatto fra un piano , ed una superficie curva , passa quest! a mostrarci, come possia- nio determinare le linee^ nelle quali il piano tangenle o loc- ca per tulla la loro lunghezza una superficie j o fattraversa. Vuol egli senza piu , che poste comuni le coordinate generi- che del piano tangente con quelle della superficie toccata , si licerclii soltanto , se quelle due equazioni rappresenlan vera- inente una linea. Con questo semplice precettOj ollrecche non ha distinto il contalio in una linea dalla intersezione^ insieine confonde e le lince comuni (se v'hanno) al piano tangente ed alia superficie, le quali passano pel punto di contatto, e le linee (che pur possono esistere), le quali benche siano in- tersezioni del piano tangente colla superficie, si lengono pe- lo rimote dal punto di contatto ad una distanza finiia. La quale seconda specie di linee comuni, quand'anchc csistOj non loglie per carlo, che il piano, ove tocca la superficie, in uii 528 Giuuo Bedetti unico punto la tocchi ( Cauchy. Logons etc. Tome i . pag. 209.). Gli csempj ofl'erti dal Cauchy per confermare la in- icrse/.ione tra il piano tangente, e la supcrficie toccata, son presi lulli da quelle supcrficie, die i Francesi ciiiamarono gauc/ies-y nelle quali era giu conosciuto avervi una simiglian- tc intersezione. (1) Son esse due paraboloidi ipcrboliche , una iperboloide ipcrbolica , c la superficie elicoide; cjuella cioe, che genera una retta giacente in un piano mobile perpendicolare ad un asse, che tagli l' asse nel medesimo punto del pia- no, e si Volga iatorno a quesio punto in guisa , che descriva sul piano mobile angoli proporzionali alia distanza percorsa dal piano stesso . Qiiesti esempj non isminuiscono punto la verita di quelle nostre parole, che dalle superficie storte in fuori iiiun' allra superficie che fosse tagliata dal piano tan- gente, venne recata in esempio. Intorno alia superficie eli- coide giovi notare j come il Cauchy per quella sua regola conchiuda. Infinite di nuniero essere le linee, nelle quali il piano tangente I'attraversa; mentre di qnesto infinito numero di linee due sole sian quelle^ che passan pel punto del con- tatto; sicche debba a buon drilto aflermarsi, che il piano tan- gente nel punto ili contalto tocca la superficie , e la iraver- sa in due linee . Piu avanti poi ( LcQons etc. Tom. 1 . pag. 337) enumerando il Cauchy li tre generi di superficie per mezzo de' raggi di curvatura, soggiunge, che il pian tangen- te divide in due parti le superficie, che hanno quel due rag- gi contrarj di segno ; l' una parte abbraccia tutle le sezioni normali , i cui raggi osculatori son rivolli in certo senso; I'al- tra racchiude tutte 1' altre sezioni normali, i cui raggi si vol- gono in senso opposto a quel primo. Colle quali doltrine con- corda la prima Proposizione della Dissertazione da me letta a questo vostro onorandissimo consesso, A. S., sulla quadra- tura delle superficie curve ; voglio dire, che le superficie , (1) Lacroix. Traite du calcul ililTtTentiel, etilu calciil integral. Tom. III. pag. GG9. Seconde Edition. Biot. Essai de Geometric analytiquc. Cinquieme Edition. Paris 1813. pag. 342, E moltissimi altri , che per brevila si tralascia di uotare. DeLLE RETTE ^ORMALI EC. 529 nelle qiiali (s^ — rt) e quantita posiiiva , sono tagllate dal pian tangente in una litiea , che lia un punlo doppio nello slesso punto del contatto. Sc non die per tal Proposizione piu pro- priamenle si pare, che le detle superficie sono sparlile dal piano langente in qiialtro paili; delle quali due tra loro op- poste coiilcngono le sezioni coinancjue latte da un piano, che verso certo lato volgono la loro concaviia; e 1' alire due parti similnienle opposte tra loro racchiudono le sezioni pla- ne, che voltano la loro convessita da quello slesso lato. Poiche non puo sempre farsi, che una sfera sia osculatri- ce d'una superficie intorno intorno ad un punlo di essa,co- si il Meunier inimagino quella sua superficie generata da un arco di cerchio volgenlesi intorno ad uu asse ; la quale po- leva sempre coUocarsi in modo, che fosse osculalrice ad un'altra tuu'all' intorno di un punlo qualun([ue di essa. In que- sli ultimi tempi f Olivier (Journal de I' Ecolc Polylechn\(]He T. XV. Caliicr 25. p(iQ- 230.) ci dieJe non solo la sua Para- boloide del secondo grado, che puo sempre essere osculalrice d'una qualunque suj)erficie in un qualunque punto di essa; ma ci ollii ancora nelle Paraboloidi del terzo grado, del quar- to , del grado n le superficie , che potevano porsi a contat- to del terzo ordine, del quarto, dell'ordine n con altre qual- siansi inlorno intorno ad ogni punlo di esse. II punto pero di quelle Paraboloidi, die vienc a contatto, deve esser sem- pre secondo I' Olivier il verlice loro; quel punto cioe, al qua- le condotto il pian tangente , e la retta normale, e preso quel- lo per piano delle coordinate x, ed j^ ,, e questa retta per as- se delle z, I'equazioni delle Paraboloidi a colali assi riferite sono sollanto del primo grado in z. II siniigliante era gia sta- to fatto dal Lograiige nelle liuee; proponundo le curve pa- raboliche de' varj gradi, senza la condizioue, che il verlice dei dianietri principali fosse (picl punlo, col quale Ic para- bole venivano a contatto dcH'alire lince. ( La l; range Thco- rie des fonctions anal) tiqiics Nouvelle Edition. Paris. 1813. pag. 180. n\ 12.). Dalle Paraboloidi deriva X Olivier le linee indicalrici de'diversi gradi _, delle quali aveva tenu- to allra volla discorso (Ecole Polytechnique. Ca/iier 24. Pdg- 123.); Duova , e copiosissima materia; che i Maleniatici T. X. G8. 530 GiuLio Bedetti hanno sia qui inteso sollanto alia indicatrice del secondo grado proposta prima dal Dupin . Quesli chiamo linea indicatrice del secondo grado la intorsezione falla in una superlicie qualun- quc da un piano langenlc mosso pnrallclamenle a se slesso per un intervallo inlinitamente piccolo; o cio cho slando ai principj dcyl' infiuitosimali torna lo stesso , qnella intersezione falla da quel piano in una superficie del secondo grado os- culalrice a quella superficie qualunque nel pnnlo di contalto del pian langenie . Ma perclio le superficie del secondo gra- do sono tagliate da piani paralleli a loro piani langenli in li- nee simili, cosi la natnra della indicatrice di secondo grado non niutera, se 1' intervallo , di che si niuove il piano tan- gente parallelamenle a so stesso, di infinilesimale si faccia fi- nite . Per la qual cosa 1' indicatrice del secondo grado puo ancora definiibi, come la intersezione fatta nella superficie del secondo grado osculatrice ad una superficie qualsiasi da uq piano parallelo al comnn piano tangente nel punto medesi- mo del contatto . Non dissimilmente 1' Olivier defini le finee indicalrici degli ordini superiori; solo nolo, die li piani pa- ralleli lia di scj ed il piano tangente non taglian le parabo- loidi de' gradi superiori al secondo in linee simili; ma che esse saranno per ciascnna paraboloide d' uno stesso genere, e d' uno stesso grado . I contalti d'una superficie con altre lungo lull' una linea, che furono primieramente mollissimo promossi dal Dupin, non luancarono di al^ilissimi cultori. \J Olivier (E cole Polytechni- (jfiie. Caliier 24.) coUa sua Uissertazione sui coiitatii delle superficie, e il C/iasles co'suoi teorcmi (^Journal de Mathe- inatiques pares , et opplicjuees par Liouville. T. II. po^. 299 .^out iS31.pag. 304.) grandemente iliustrarono, ed amplia- rono le dollrine del Dupin. Pure dopo lante, e si bell ope- re sulla curvatura delle superficie, forse il Vene nel 1840, e air Accadeinia delle Scienze di Parigi notifico d' aver tro- vato in quelle opere molte Proposizioni false. Ma si stctte al- le parole, ne, che si sappia, e venulo allc prove; che forse si e ricreduto , siccome il suo lungo silenzio ce n' assicura (Cotnptes Rendus. Jnnee 1840. Premier semestre. IV. 9). Dehi perche non ni' c lecito chiudere questo cenno istorico DeLLE RETTE NORMALI EC. 53 i facendo onorevole menzione d' un nosiro Ilaliano^ die voile con trislo augnrio discenrler pure in f]nesla palestra? Impc- locclit; in qiiell' opiiscolo, eh' ei dictle in luce, cosi Iratta del- la curvalura delle superficies che per amore del nostro nome lui trovo coslrctto a dirvi col divine Poeta , che di esso « Piu c latere , che parlar oiiesto » . Fu niio proponimenlo nella Disserlazione del piano tangen- te, e nelle prime ire proposizioni, che esposi nell' altra del- la Quadralura delle superflcie curve, f u , dissi, mio proponi- mcnto di rendere piu agevole e piana la slrada alia piu per- felta cognizione del come s' incurvino le superficie intorno uu loro punlo qualunque. Alio siesso fine mira questo terzo mio scrilto sullc relie normali alle superficie. Imperocche in quel- la slessa guisa , che per me fu mostrato , lutta la teoria dei cerchi osculaiori conlenersi nelle massime e minima distauze di un punlo da una linea [liana ; cos'i ora Irallando delle mas- sime e rainime dislanze di un punlo dello spazio da una su- perficie curva , apriro ampia e libera slrada alia DoUrina del- le sfere tangenti, e delle osculatrici. Spero , che questo mio lenue lavoro sara benignamente accolto da Voi, Accademici umanissimi; perocchfe sogliono i precettori fare buon viso, non che alle cose de'discepoli degne di lode, ma a quelle ancora, che sebben lievi in se stesse^ come son certamente le mie, pur ne dimostrino in qualche parte il buon volere . 1 . JLie equazioui della normalc al piano nel punto Xjy,z, sono B 1 oppure (x'— a:)-i-A(2'_.z)=0, (/— 7) ^B (z'_z)=:0 . Essendo adunque 2 = (^(a:,j') la equazlone di una superficle qualunque, la equazlone del piano, che la tocca nel punto (x,y,z'), sara z'_ z =/) ( x' — X ) -f- 7 ( jr'_ j) ,• e quelle percio della relta normale al piano tangente^ od al" la siiperficie in quel punto saranno : ( (x'_x)-t-y5(z'_z) = 0 2. Che se la equazioae della siiperficie fosse della forma ip(x,y,z') = 0 indicando con P,Q, R, li lie diDferenziali par- ziali / d^\ I d^\ (djj\ \dx}' \dy}' \d.}' sarebbe P-l-^R = 0, Q-H'7R=0; donde P Q e le equazioni della normale diverrebl)cro R(x'~x) = P(z'-z)j R(7'_/) = Q(z'-z) Delle RETTE NORMALI EC. 533 dalle quali nasce la lerza 3. Non e da lacersi, clie quando il punlo della superficie fosse di tali coordinate x,y,z, die si annullasse R, le due prime e([uazioni non potrebbero servir piu a deierniinare com- pleiamenle la normale; perche ridiicendosi ambedue in qiie- sia sola z =z non ci mosirano aliro, se non se die la nor- male giace in un piano parallelo al coordinato xy , Allora fa di mestieri aver ricorso alia terza, la quale insieme az' = z stabilisce appieno la posizione dolla nonnale alia superfide in quel punto , dove R divien nullo. Aggiungero ancora , die il piano tangente la superfide in quei punli, le coordinate de' quali annullino R, e perpendi- colare al piano delle x, e delle y; diinoslrandosi questo e per la posizion della normale, e per la equazione del piano tangente J posiivi P Q 1 V V — -, e — - a luogo d\ p, e difj . Simili cose sono a dirsi e delle relte normali, e dei piani langenli in quei punti delta superficie ^ ove qualcuno dcgli al- iri due difierenziali P, e Q venissero a svanire : cioe die se nel punto di una superficie, pel quale si voglia condurre o nil piano tangente, od una rella normale, sia P=:0; il pia- no tangente e perpendicolare al piano zy e la normale non puo deterininarsi dalle due equazioni V.{x'-x) = -P{z'—z), Q(x'— x)=P(/— j). Finalmente diro, die alle stesse conclusioni sarenio stali condoltij se ritenuta la prima forma della equazione della su- perficie si fosse supposto die i difierenziali pigliassero come gencralmente awiene aspeiio di due frazio- ni avcnli uno slesso denominatore. 4. Se la normale alia superficie debba condurvisi da un punto dalo (rt ,ft,c); allora dovcndo c]i\ cmre y' = b , z'=c, quuudo x' = a, le equazioni (1) darauuo 534 GiuLio Bedetti (c — x)-^-p(c — z) = 0 (b—j)^q{c — z) = 0; ossia , aggiungendo ad esse la equazion della supeiflcie, zz=(p{x,f) (^x — rt )-»-/)( r — c)z=0 (7-^)-t-7( = -O = 0 sono le equazionl per le quali si dovranno determinare le coor- dinate x,y, z, del punlo della superficie, in cui questa e in- coutrata dalla norniale condotla dal punlo (^a,b,c). E qui se supporremoj come precedenlemeaie ^ che la equa- zione della superficie sia V'(j:,/,z) = 0, o che i differenziali p , q siano due frazioni die abbiano un niedesimo denominatore , le equazioni dei punti della super- ficie, ai quali dal punto (^a,b,c) possoao coadursl relte nor- malij saraono quella della superficie ip(x,r,z)=zO, e due delle tre della normale R(a: — rt)=:P(s — C) Q(z_c) = R(7_6) V{f-b)=q{x-a). Ma se i valori delle coordinate x,y,z si prendessero dalle tre equazioni ^{x,j,z) = 0, z = c, R = 0, quantunque si verificassero e la equazione della superficie, e le due prime della normale, cio non di meno le rette che congiungono il punto («, &, c) coi singoli punti della super- ficie da quelle tre equazioni determinali, non potrebbero sem- pre ritenersi normali alia superficie ip(x,j-,z) = 0. Imperocche le equazioni z:=Cj R = 0 non valendo per le cose sopra dette generalmente a stabilire corapletamente la posizione della normale, non possono sempre aversi per suf- ficienti a soddisfare alia condiiione essenziale , che il punlo (^x,y,z) sia su una delle normali alia superficie. Delle RETTE NORMALI EC. .IS 5 Allrcllanlo ripelasi , ove si delerminasse il punto cercaio (x,y, 2) o dalle tre che adempiono alle equazioni tlel nostro problema V'(T,j,z) = 0; R(j-6) = Q(2-c);P(7_^) = Q(x_«); ovvero dalle altre tie per le quali sono soddisfalte le V'(ar,jr,2) = 0; R (,r_a) = P(=-c); ?(;- _i)=Q(x_«) . Per le quali cose conchiudereino , che delle tre equazioni appartenenli alle normali qualunque siansi le due, che si pi- gliano compagne della equazione dclla supcrficie, sempre ac- cadra , che quelle tre equazioni coniengano alcuni valori del- le x,y,z, de' cjuali sia duhbio, se risolvano, o no la nostra questione : Da un punto date condurre una relta normale ad una data supeilicie . 5. Giovera dunque mostrare, come si possano scernere iia le risolnzioni le eerie dalle inccrte , e fra le incerte ( se pur sara necessario) le vere dalle false. Alia equazione della data superficie siansi a cagion d' esempio congiunte le due R(.r-a) = P( = -c), Q(z-c)=R(7-i) le quali appartengono alle relle nortnall; e per esse vogliansi deterniinare le coordinate x,y,z, di quei punli della delta superficie, ai quali terniinano le normali, che possano dal punto a,b,c, alia supcrficie medesima condursi . Cio posio se dalle ire supcriori equazioni si eliminano^', z la risultanle che indicherenio con S = 0, comprenderh si i valori certi , che gli incerli dclla incognita x . Ma poiche nella nostra ipolesi le tre equazioni contengono i valori incerli delle x,y,z, cosi eliniinan- dp ancora da quesle ire le due incoguiie y,Zj si avra quella 536 GlUMO Bedetti eriuaziono T=0 ia cui comprendonsi liiui i valori iacerti dcUa .r. Oiulc la risnitante S=0 come qiiella iti cui sono tiUti i valori tlella x e certi ed incerti ^ dovra cssere, e sara certa- nienle divisibile per Tj e dal quoto i=o T per lal divisione otteniilo rimairanno determinati que' valori della X J dei quali non possianio dubiuue che non risolvano il nosiro problema . E con un siniil processo scerremmo tra i valori iocerli li veii dai falsi; impcrocclii! i veri valori della x, e della ^• che potessero per avveulura cadere nelle equazioni ij{x,y,c) = 0, Rx,/,c=0 debbono soddisfare ancora aU'ahra P(7_6) = Q(x_«); e per conseguenza eliminate le j; z, dalle tre z=,c, V(^.r. = )==0. P(/ — 6) = Q(x-a), la risultanie V=:0 avrh per certo comuni le radici vere colla T = 0,se pur quesle ne contenga di tali. Per la qnal cosa porremo il raassimo comun divisore di V, e T eguale alio zero ; e cotesta equazione avra tali, e tan- te radici, quanti , e quali sono i veri valori della x, che si stavan confusi cogli incerli . Che se V, e T non avranno massimo comun divisore, tut- tl li valori incerli della :*: si dovranno tenere per flilsi. Ora io dico , che questa seconda scelta e superflua; ciofe che, se v' abbiano radici vere tra le incerte, e queste pure saranno nella equazione S in cui le certe son contenute. Si imagini che dal punto (a,b,c) siano giJi condolle tut- te le possibiU uormali alia data superficie , e die pel pun- to stesso sia guidato parallelamente al piano coordinate xy quel piano , sul quale come gih si dissc , possono solamcnie DeLLE RETTE NORMALI EC. 537 giacere le normal! , die si tieterruinerebbcro per le radicl iii- certe . Una di questc due cose avvena: o clie sul piano cada alcuna delle norinali, e pcrb chc fra le radici incertc ve n ab- bia alcuna dello veie, o che ncssuna vi cada, siccbe uuie le vore siauo couipresc nelle certe . Questa seconda ipoiesi coocliiude per se medesima cio stes- so, che noi ci proponemmo diniostrare; e dnncpie nclla so- la prima ipotesi^ die la nostra proposizione abbisogna dl prova. Poniamo pciciu , die limanendo ferma nello spazio la su- peificie, il punlo dato, e le normali da questo a qucUa con- done; si rimuovano gli assi x,y,z, dalla loro prima siuiazio- ne ; e si cangino in allii tre x'y',z' per guisa , che sul piano condoUo pel punlo (^a,b,c) paiallelamcute al piano coordiua- 10 x' y non giaccia piij. veruna rella normale; e che Infine le due cquazioni S = 0, T = 0 divengano per tal mutamento S'=0, T' = 0. Sara chiaro di nuovo , che la sola cquazione T' abbraccia tulti i certi e veri valori dclla x'; e che lulli quel- li i quali verrebbero dali dalla T = 0 saranno falsi . Ora dai valori veri di x',y,z, e dalla risultante si fa passaggio ai veri valori di x,y,z, ed alia risultante restituendo ad x,y'jZ quelle funzioni lineari di x,y,z che servirono a trasformare gli assi; dunque come in V avevano tulle le radici vere j e cosi tulle pure si avranno in X. X. 69. s 1=" 538 GlULIO Bedetti Qiiesio solo di difleienza sarh Ira T una e I' alua eqiiazio- ne: che qucUa non a via alcuna radice comuue con T' = 0, qiiesta cioo (eseguila la divisione) conserveia ancora in se le radici ve- re, die si conienessero tra le inccrle , vale a dire, die le radid veic, die fossero nclla T = U, dovranno essere radici doppie della S=:0, sicclie lolte da essa una volia coUa di- visione per T, vi persisleran InHavia . 6. Da lutto cio si deriva come corollario^ un Teorema del Signor Terquoin pubblicato nel fascicolo d' Aprile del 4 839 del Journal de Mathematicjues del Liouville . Si vuol dimostrare quivi, die il uumero delle uorniali die possono condursi da un dato punlo ad una superficie alge- brica del grade m e eguale ad (/n.'' — m'^-hin). La ditno- birazione die se ne da^ non precede con lulto il rigore; per- cho vi si nega seniplicemenle la esistenza possibile di rette uormali alia superficie , die cadano sul piano die passa pel punto dato parallelamente al coordinato (^xy): cio die noa puo con tulta cerlezza in ogni caso asserirsi . Ma vedianio, co- me quella proposizione scenda dalle cose superiormeute di- sperse. La equazione sia algebrica del grade in ; saranno le difTerenziali parziali P, Q, R funzioni delle variabili x, y, z, del grade (m — 1), e quindi del grade in le equazioni della norniale R(ar_a) = P(z_-c); Q(z _ c )= R ( j_i ) , e la risuhante S dalla eliniinazione della x da quelle Ire equa- zioni salira al grado in.in.m^m^. Per questa ipotesi il grade della equaziene T = 0;chena- sce eliiiiinaudo la y tra le due ^{x,r.c)z=0, R.,^,c = 0 V una del grado jn, Y altra del grado (in — 1)^ sara m (//j — 1 ). Per conseguenza il quote .f = 0 non polia contenere potenze deUa. X superior! ad DeLLE r.ETTE NOnMALI EC. 539 m^ — TO ( r» — 1 ) := to' — TO^-H TO . Tanto ailunque sara tiiito al piu 11 niimero delle radici vere, e tanto il numero delle normali, che possono da un punto dato guidarsi ad una supeificie algebraica dell' ordine m. 7. La perpendicolarc ncl punto di conlalto al piano tan- gente una supeificie e normale nccessariamente a luue le rctte langcnli le linee plane ^ od a doppia curvalura , die possou dlsegnarsl suUa supeificie atliaveiso del punto di conlalto. Que- Slo pero e da noiarsi , clie nclle linee plane Intendendosi per noiMuale qucUa spezial perpendicolare alia tangente che glace sul piano della curva , tale non polra essere la normale alia superfi.cle , se non se per quelle sezloni , 1 cui plan! passano per la normale niedeblma; menlre alle sezloni falle per tul- t' altro piano secanlej la normale alia supeificie ben sara per- pendicolare alia rella tangente la sezione nel punto dl con- lalto, ma cadra fuori del piano secanle. Laonde la normale ad una supeificie puo difinirsl quella reltaj in cui si intersecano tutli 11 piani normali alle Infinite linee piano, od a doppia cnrvatura, che possono dlsegnarsl nella superficie attraverso II punlo di conlalto. 11 che puo col calcolo facilmenle verlficarsl. La stessa equa- zlone della superficie z^(p(^x ,y) puo rappreseniare una qua- lunque delle infinite linee , che possono discriversi sopra di essa, purche la y di variabile assoluta si mutl In una fun- zlone qualsiasi della x, Cio poslo difierenzlando la z = -7^(B-y))n-BnB-yi , _(B-7)!«-f-B(/.-»-9«)S ^^-^^' ossia •y ^- __^^. ^^\\-^{p-^nqy-—n^{p-^qn)\ fi\. I ' ' \n-HB{p^qn)\ A> » A< — — ( X — X J * ' — ' — : , ^ \n-i-B{p-hqn)l (1) Novi Comm Tom. Y. pag. 496. 544 GiuLio Bedetti Per eliminare B, ondo oucnere la eqiiazione dellii siipcrficJe^ che coniiene inlte le noiinali alle sezioni falle coi piaui che passaiio per la medesima tangenie ./ —J = n{x' —x); z'—z-={p-^qn){x'—x) si niolliplichi la piima dellc(4) per «, la seconda per {p-^(jn), e SI sommiiio ; sar;i nir'—j)-h{p-^qn){z' — z) = (.r' — x)n^Ti(p-\-n y)'-— «-B (p-^fj ri) — n (p-t-q «)'--+-B(1 ■+-n-)(p-*-q n) _ {x'—x)\n-^M(p-\~qn)\_ . ,_^v /i-Hl3(/u-+-r/ « ) ossia (5) ; (p^q,i)(z'—z)-^ n {f'—j) H- i^'— x)=:0. La superflcie c adiinqiie un piano . Esso piano 6 normale alia tangente coinuue, per la quale altraversano i piani se- canli; infalli esso coincide con quello, die passa per la nor- male alia siiperficle, e per la noriaalo di una delle sezioni falto da uno qualunque dei piani socanli. E per vero la cqua- zione (3) die rappresenta il piano , die passa e per la nor- male della superlicie, e per la normale della sezione plana r'— z = A(.r'— x)-+-B(/— ;r) ^ apparterru ad uno di qnesti piani ^ se faremo A—p= — ?l{B—q); per cui /I {p^qn'^ {p^qny-^ equazione che coUiraa appunto coUa (5). Ed e ben evidenter che menlre il piano secanle riiota attorno ad una tangente> questa relta sara continuamente tangente a tnlte le sezioni, co- me si dinioslro al num. 9. dell' Opusculo De Piano tangenie (Novi Comm. T. V, pag. 498) cosicche le normali alle se- zioni mano mano formate sulla snperficie . essendo intte per- pendicolari alia mcdesima relta tangente nel medesimo punto, cosiiiuiranno un piano, il quale sara normale alia tangente medesima . DeLLE BETIE KOBMALI EC. 545 1 3. In sccondo liiogo cercliiamo il liiogo gcometrico del- le normali alle sczioni lalle con piani, die iraversano la z del pun 10 (jr,^,2) della superlicie. La equazione di uno ([ualunque di quesii piani e y —yz=:.n{x' — x) ossla y' — ;- — n i^x' — j:)=:0. Per ricondurre la equazione generale z' — z = A(x' — x)-t-B(7' — r) a questa forma particolare conviene supporre na a c ' c essendo a costantu, n una quantilu indeterminata ^ che tie- ne luogo di qucllo del pararaelii che riniane vaiiabile, e c una quaniiiu, die compiuta la sostiiuzione deve porsi =:0. Eseguendo adunque la sostituzione nelle equazioni (2), si avr;i c{a — ric) — na{qn rt-|- pa) — [n a -+-p c) c — a[t/ n a-i-pa) Tia{na^pc)-k-a{a — qc) , S — — Z (X — X ) — [n a -\-p c)c — a(qna-{-pa) nelle quali fallo c^Oj y —X = n(x' — x) z'-z=-^^-±^fx'^)- p^qn e tali saranno le equazioni della normale alia sezione r'—r—n{x'—x), che e perpendicolare al piano [xy). Eliminando n si ollerra la equazione della superficie cosli- tuiia dalle normali alle sezioni y—j — n{x-^x): dalla prima \x' — xf e la seconda T. X. 70. 546 GiuLio Bedf.tti (z' — r;)(/3-t-'7w) = — (1 -+-k')(j:'— x) diverra (C) ; (='-c) I p {x'-^x)^q{y-y ) \ -t- (,r'-x)^+(j'-/)'^=0 die e una supcrficie conica del secondo ordine . 14. Cerchianio una delle direUrici dcUe normali alle se- zioni; oiide meglio si maiiifesii la forma, e la posizioue di qiicsta superficie conica. Pcrcio si ponga s = 0; e la equa- zione (J- j)--t- {^'-ocf-p z {X'- x)-r}z(j'- r) = 0 rapprcsentera la inlersczione dclla supeiTicie conica col piano xy. Essa e un ccrchio, die passa pel punlo (>^, x) il ceatro del quale e delermioulo dalle coordinate pz q z E saranno evidentemente pur cerchi le sezioni falte sul cono con un piano parallelo al coordinato xy. 11 ccrchio giacente sul piano xy direltore del movimento delle rcUe , die partono dal punlo M ( Tav. XI. fig. "1.), sara delerminato , quando conoscansi due qualunque delle nor- mali alle sezioni y — y = n (x' — x) . E perdie certamente vi ha una sezione , die passa per la normale M N alia superficie , a cui sara normale quella relta medesinia MN, e perche il cenlro G del circolo direltore ca- de sulla rella, che conginnge il piede Q della Z col punlo N d' inconlro della normale MN col piano coordinato xy 5 cosi basta la cognizione del punlo N , perche si possa coslrui- re il cerch'o direltore della relta; che passando per M descri- ve il cono, sul quale si contengono Ic normali alle sezioni r' —7 z=.n{x' —x) . Che poi sulla relta NQ cada il cenlro del cerchio direltore, eccoue la dimostrazione . Le coordinate del punlo N si otleu- gono dalle equazioni (I) ponendo z = 0; per cui; — zp-^~{x' — x) = 0; x' — x=zzp. _=7-h(/— /) = 0; y—f=zq; e quindi la rella, che giace sul piano {^y)i e passa per Q DelLE REriE KORMALI EC. 547 avendo per equazione: /'— 7 = P(x" — a:) passera ancora per N dl coordinate x' ^', so sia e sosikuendo li valori di (^x — j:), ed {^y' ■ — y^ del punlo N, P dunque la relta QNha per equazione {f'—r)=±{x"-x). p Ma in qnesta poncndo pz qz X — x=. — , ed r" — y r= ' — trovasi adempiuta; dunque essa contiene il punto ( ?'- 7 = I 2 ' -^ 2 ossia il centre del cerchio direltore. Quindi: 1." La relta, die congiunge il piede Q della z, per la quale traversano i piani secanii col punto N, in cni la nor- male alia snpeificie incontra il piano (^J')j e il dianietro del circolo direltore del cono obli(juo, sul quale contengonsi tut- te le norniuli alle sezioni latte nella supcrficie dalli piani se- canti. 1° La grandezza del diamctro puo esprimcrsi per I'angolo B compreso IVa la norniale alia buperfitic , e la perpcndicola- re al piano {^xy^: esso ha generaluiente per espressione h la tangente dell' angolo , clie fa la norniale alia supcrficie coUa MQ; dunque il diametro del circolo direltore i; = z Tang B = M;Q Tai.g B 3.° Qualunquo sia la relta proposta, atlorno la quale dcb- ba aggirarsi il piano secante, il cerchio direltore del cono^ che contiene tulle lo norniali alle sezioni fatle dal piano ruotante, 548 GiuLio Bedetti si delerminera cbncluccndo per un punto qiialunquc della nor- niale alia siiperficic iiii piano perpeiidicolaie alia retta pro- posta , unendo il punto prcso sulla noimale col punto , In cui il piano condollo incontra la retta data , e nclla rctla per lal guisa coslruiia si avra il diametro del circolo direltorej in quel piano il piano del circolo. 4.° Se la retta coincida colla norrnale, allora B = 0, zero il raggio del circolo direltore , e quindi , come era da aspet- larsi, il cone si cangia nella stessa norrnale alia superficie. 1 5. Alcuni autori , e cerlamcnte gravissimi hanno definito la norrnale quclla retta, che 6 la massima, o la minima fra le dislanze di un punto dato da una data superficie; questa propriela della norrnale verra in questo luogo da noi sotto- posta ad esame. l^oponianioci percio la questioner Trovare la massima, o la minima distanza del punto (rt, &, c, ) dalla superficie Delta L la distanza; x,y,z le coordinate di un punto qua- lunque della superficie; l' espressione if- = {x—af^{r^by^{z—cf rapresenta il quadrato della distanza del punto (^a,b^c) dal punto generale (x,y,z) della superficie. Prendendone i difierenziali primi parziali avremo: essen do P={^h^ = {lij) Ma questi debbono esser zero , dunque sarh necessario , che fra le coordinate x,y,z del punto della superficie, la cui di- stanza dal punto (^a,b,c) puo essere massima, o minima ^ e- sistano le due equazioni . (7) (x-.a)-^.p(z—c) = 0, (7 — i)-t-<7(s — c) = 0. Ora qucste sono idenliche con quelle (num. 4)^ che deter- minano il punto, in cui la superficie e inconiraia dalla norrnale Delle nETTE ^onMALl ec. 549 condolla dal pnnto (^a,h,c); tlunque se puo esislere distan- za massima , o minima di un ptmio dalo da una daia super- llcie essa non potia essere , die la noimale guidaia dal dalo punlo alia superficie . La liinghezza della normale comprcsa enlro li due punli (a,b,c)j e (.r,y,z) si avia inlroducendo nella espiessione di L a luogo di (x — a), e di (y — Z») que"" valori, che loro compelono per le cquazioni (7). Sarh essa Del doppio segno J di cui si e fallo precedere il valore dl L, quello dovra sceglicrsi , clie renda L posiiivo , cioe il su- periore, se z maggiore di c, se minore, Tinferiore; posto che dal radicale si pigli la sola radice posiliva . 16. Veggasi era se la normale calata dal punlo (a,b,c) sur una superficie sia in verilii la massima , o la minima fra le distanze dl quel punio dalla superficie data. Si traggano percio li differenziali second! parziali dalla e- sprussione generale della distanza, e si avra /(r-'L\ /(iL\/cn.\ -l'!ll\ -l''''i'\ f-l'£l\ -\d x-j ' ' ~ \dx dji ' -\d /-) ■ essendo Ma perche cosi :1 -»-P^-h(z — C)r 550 GlULIO BeDETTI /(P L\ Quiiidi si calcoli la condizione Lagrangiana; e sara "-■ Kssp) -(j;.)(,7p)}= -V.<=-)-(=-)-,'(=-)-.(=--c)(.H^') ossia la qual quanlitu tleve costantemente , e generalmente essere negaliva , se la distanza, o la normale calata dal punlo («,/!', c) suUa superlicie sia una quanlita massiiiiaj o minima. 17. Ora si immagiui, che dal punio (a,Z>,c) sia guida- la una delle normali alia superficie nel punto (^x,y,z) di es- sa , e che sia prodolta da ambedue Ic parti indefinitamente. Vediamo da prima se la distanza d' ogni e qualunque punto di quella normale al punto (_x,y,z) della superficie possa es- sere la massima, o la minima Ira le dislanze di quel punto qualunque da quella superficie. Dal punto (a^&jc) della nor- male si fara passaggio ad allro qualsivoglia punto della nor- male medesima, lenendo per variabile assoluta la ordinata c, e per variabili relative le altre duo coordinate a, e b in colal modojclie gl' infiniii punli (rt,i,f) siano delerminuti dalle e- quazioni (7) fra le variabili a,b,c, e giacciano percio tutli so- pra una medesima normale. Cio poslo, la distanza d' ogni, e qualunque punto di una normale al punto della superficie, nel quale questa e inconlrata da quella, sarii sempre la massima, o sempre la minima fra le dislanze di quel punlo qualunque di quella normale dalla superficie; se , comunque varii la ordi- nata c, o la diderenza (s — c), la quanlita segnata (8) ac- quisti costantemente uu valor ncgalivo; cio, che coutieue in se una duplice condizione; clie cioe la quanlita (8) non mu- ti mai di segno, ne si annuUi, qualunque sia (z — c)jeche il segno , che essa perpeluamente conserva sia negalivo . La prima parte della doppia condizione sara adempiuta, se le ra- dici della equazione, che si otticnc ponendo la quanlita (8) Dellk RETTE NORMAU EC. 551 cgnale alio zero, siano ambctlue immaginarie, 11 die Importa la contlizioiic: (9) lr(1 ->r-q"-)—2spq^t{^ -4-;,=)} V4(*2— rO(1 -H/V V7') <0 • La quanllia che u prima parte cli qiiesta inegiiaglianzaj si in- dicliera brevenicnle colla Icltera (A). Svolgcndo ii qiiadraio , e raccogllenJo si avra _ ( rXt^qJ—Arspq{\ ^q'-)-^4syY--i-p-'-hq"-{-pY--^r \ ^ ^~'{^t\'\-^py—4stpq(1^p-)—2rt{^^p^--i.q^--pY) J ' nel luogo del Irinomio ( «•- (1 -H/^-)- — 4sep <7(1 -t-p') — 2rt{1 -t-y5'-<- q-^-^p"- q^)) sosliluiscasi la qiiamita cqiuvalente 0-hp'y e fatte le opportune ridnzioni si troverh { .0^P^.^.2spq-^±±fi^:r^zflf^) ossia (A) = I 1 -H/>- J 2 2 Trasformata cos'i la qiianliia A in una somma di termini es- senzialmente posilivi, e manifesto che non puo essere gcneral- menle soddisfaiio alia condizione (9), per la quale 1" alira quantila segnata (8) non inuierebbe di segno , comunque va- riasse la differenza (a — c); che consegnentemente variando (z — c) quella stessa quantilh non conscrvera costantemciUe il segno negatlvo , clie cioo la condizione Lagrangiana non sara sempre adempiuta per qualsivoglia iralto d" ogni norma- le terminaio al punto , in cui cssa incontra la superficie. 552 GlULIO Bedetti Per tiuto CIO la normale calala dal punto (a,h,c) sopra «• na snperficie quakmquc non h sempre la massinia, o la ini'ni- nia iVa Ic distanze di quel punto da qucUa snperficie entio ccrli teriiiini ; e solo nella disianza normale, die si ha ma non fe qualith essenziale di quella retta, 1' essere massima, o minima fra le distanze di uno qualunque de' suoi punti dal- la superficie, ma sibbcne di annuUare li due difl'erenziali par- ziali primi p , e q . 18. Pur se volessimo , die qualunque si fosse [z — c), o c , la condizione (8) Lagran^iana fosse adempiuta potremo far si, die essa rcndasi indipcndentc da c supponendo egua- li alio zero li coefficienii di (2 — c)'\ e di (z — c); ed al- lora si avranno suUa superficie quei punti , le cui normali so- no costantemente masslme, o minime in confronto dclle di- stanze di uno dei loro punti qualunque dagli altri circostanti al punto d'incontro di essa normale colla superficie. Questi punti particolarl saranno dati dalle equazioni ossia <=— ; ,•^(1-^-^2)_2^^/J7^-5^(1^-7^) = 0 r la quale seconda equazlone non puo adempirsi , ammenocche non sia r=0; 5 = 0; per cui e dall' una, e dalU una, si ot- tiene i^O. E perche essendo r = s:=f = 0 li difterenziali se- condi td'-Ju\ nr- L\ tej' \df) risullano > 0 , cosi le distanze sono minime. 1 9. Quella superficie poi , in ciascun punto della quale abbiasi r=.0 , s=iO, t=.0 , avra le normali calate sovr' essa da qualsivoglia punto dello spazio , die saranno le minime distanze di quel punto dcllo spazio da quella superficie. Le normali ho detto, sono costan- temente le minimcj ma non mai le massime distanze, percioc- che falto r=;0^ si ha DeLLE RETTE NORMALI EC. 5j3 quanlilh essenzialniente posiiiva . Colal superficie e cviilenle- mente il piano. In uute le altio superficie curves ripeteio tli nuovo, non sono scmpre massime, o minime le distanze nor- mali di un pnnlo qualsivoglia dalla superficie medosiina . 20. Posciacchu la (juanlita (8) non puo per qualsivoglia valore di c, o di (2 — c) conservare uno stesso segno, cer- chianio percioj entro quail limiii almeno sia negaliva . Si risolva la equazione, che risulta dal supporre quclla quan- lila = 0 , avremo e dividendo per donde (10); (z-c) = 4(5'_rO(1-Hf--t-7-) ^ :(i'— r<) I due valori di (s — c)^ o le due radici di quella suppo- sia equazione sono senza duLblo reali, nu ]iossono divcnire inimaginarie in verun punto di veruna superficie; che la quan- lilii posta sotto il vincolo radicale quadratico equivale sicco- me e state dimostrato al num. 17..., alia somma di due quan- tila essenzialniente positive, le quafi al piu possono annuUar- si, ma noD mai far passaggio alio stato negative. Ma prima, che io venga alle conclusioni, che dalla lormola precedenle (IO) discendono, piacemi mutar forma a quelle due radici per guisa , che piu coinode si presilno all'uopo nostro. Si ponga ossia ^■- — h t=z — r e faltano sosiituzione nella equazione (10) si trovera T. X. 71. 554 (11); (=-0 = -V GlULlO BeDETTI J I r-2_H.2-4-(r^_.p)'_A(lH-;,')i'2, : 2r7/; ( H-4/-V/(1-Hp'^-7^) Dl coiesta formola ci seiviremo comodamenle , ed ulilisslrna- niente, ove r sia , o dcbba aversi diverso dallo zero; qiialo- ra poi sia, o possa essere r = 0, ci varremo della (10): e finalniente nfe dell' una, ne deU'allra ci sara lecito usare, se sia //=0; ma ci converra risallrc alia ([uanlita (8). 21. Si traggano oinai e dalla formola (1 0) , e dalla (M) le consegnenze , che ne derivano. 1." Se la superlicie e coucava verso il piano (xj'),il che vuole , che sia /•<0, h , 0(1 {s^—rt)<^, la pane irrazionale della formola (A) sara minore della par- te razionale evidenlemente positiva; e per conseguenza posi- tivi essendo e numeratore , e denominalore della espressione di (;: — u); le due radici (s — c), die indicheremo con a, e /3j soiio di necessita positive. 2." Nclle supcrficie convesse verso il pinno {xy'), nelle qua- li si ha /'>0, /i<0, (1) il nameralore della formola (11) sara pur quanlila positiva ; ma il denominalore diverra nega- tive ^ ed ambedue le radici a, q ^ saraimo negative. Vano sa- rebbe poi il supporre che insieme ad A, o ad (5' — /•f)<0 fosse r = 0, poiche T uaa jpolesi manifeslamenie ripugna col- r altra. Essendo poi la superficic concavo-convessa , cioc /j>0, (2) la parte irrazionale del numeratore della formola (1 0) su- perera la razionale, e percio le due radici a,^ saranno di segno coaiiario fra loro. Qui abbiamo fatlo uso della formo- la (10), sulliccenlissima al noslro bisogno per abbracciare an- cora I'ipolesi r = 0; che piio benissimo congiungersi con l' al- tra (5* — /■0>o 22. Intorno poi alle radici a, e ^ e da nolarsi il caso, (1) Novi Coram. Acad. Instit, Boaoii. Tomus V. png. 491. num. 4. (2) Ibidem. DeLLE RETTE ^OBMAI.I EC. 555 che siano egtjali fra di se , il quale accadih ognl qual volla , che la ([uaniiiii solto il vincolo radicale sia nulla. Siccom'es- sa fu gia nel numcro 17. converlita in nella somma cioe di due quamiia essenzialmente positive^ che non puo essere nulla , se non se quando ognuna di quelle due (juanlita separaianiente si annuUij adunque in quel punti della superficie , ne'quali si abbia. 2 ed (,.,=^,.)(._^y=o. le due radici a,^ saranno tra di se eguali. Da quelle Jue equazioni si ha si'l-^p-)-rpq = 0; e dalla seconda rprf •$■= • i-i-p'^ per che la prima diviene r{'^'hp'-i-q■—p'q^)-^-2rp■^rJ^ — t(^-^-p'^y = 0 r ( 1 -4-/-''^ ) (1 -+- 7- ) - ' ( 1 -H/'-' )- = 0 ; (1H-7M t = r 1 cioe (^2) ; „-^ =: p q 1 -\-p- 1 H- y- Che se qnesta doppia equazione sussislera per tulli i punti del- la superficie, allora da qualunque punto dello spazio si cali la nomiale, le due radici a , e [i saranno eguali, e non vi Sara a vero dire che un unico valore di (r — -c), che renda nulla la coudiiione (8) del massinio, o del minimo. La qual 55G Gjulio Bedetti quanliih (8) a cagione dello annullarsi Jel radicale divlene e per le equazioni (1 2) date teste ossia A {(=_c).(l:^f:>j' 23. E si nducono realmente ad una sola le due radici di (s — 'c) quando si aunullasse ($' — rt) = h, che allora la quanlita (8) riducesi di prirao grado, diviene cioe _( = _c)lr(1-4-7'-)-2^/"7-+-^('>H-r)i-(lH-/''-+-'7^); ossia eliminato t per mezzo della supposta equazione 5" — rl=zO, — ^±=12 jr V ^--H ( r 7 — J p )2 1 _ ( 1 -t- p2-f- 92) . la quale posta eguale a zero da r--i-s^-i'(rtj/--spy ; e ([uindi il valore di (s — c) che annuUa la quantita (8) avra segno conlrario al segno della r, 24. L' argomento stesso mi avvisa a non rimanermi dalla deter.ninazione della equazione di quella supeificie, in ciascun punio della quale esistono le due equazioni r s s t Sosiiluiscasi nella prima / — | nel luogo di r, /— | nel luo- go di i; e nella seconda (-7-.) nel luogo di s, e I — | nel luof^o /; si separino in ambedue le equazioni le variabili /7,^ 5 avremo l-^p- 7 p I-+-7- DeLLE RETTE KORMAH EC. 557 intcgrando risuhera: dalle quali ,_ 1-HV/(.r) . ,_ 1-Hi//'(x) ^ -'V'(x).V(j)-1 ' '^' v'(^).V'(7)-1' Ma le due funzioni ip(/)^4''i^) °°" possono essere piena- inente arbilrarie ; die tali csser debbono , che p, q possano rapprcsentarc i due difTcicuziali parziali di una medesima fiin- zione z delle due variabili x,y. Converra adunque che si abbia ma da quelle due equazioni si ricava dip -o^ .f{x)\ 0= 2W{oc).^{j)-'i\2\\^^{y)\t posta adunque la eguagliauza^ che necessariamentc deve esi- sicre fra su ne trarra: E poichfe il primo rnembio varia soltanto col variare della v, ed il secondo sollanio col vaiiare della .r, sicche se il primo membro contenesse verarncntc la^, cd il secondo la x, variaa- do una solianto di quesle due variabili la eguaglianza non po- tiebbe essere salva; cos'i e forza, che nel primo membro non si conlenga in veruoa guisa la y , e nel secondo in veruna gui- sa la x; cioe clie ambcdue i membri siano una quanlita che pigliero dalla forma 558 GiuLio Bedetti c che si abbia separatamente: Quiadi integrando : V'(/)=- 2^ c ca 11 _— 2 onde (J (.r-)-C"r- ,G')-' V''(^) = ''■^ -j c^-( xH- c")-^- ( <7-+- c')-^ i ' '^' nc-^ -(^ -hC" y ■ ossia -(J-hC')H VjV iX 1 G^ - ( X -h C" )^- - (/ -4- C')2 1 E nuovamenle iotegrando , e 1' una , e Taltra equazioae 2 = - 1/ S G2- ( X -4- C")' - (/ -4- C? i -4- V'" ( J ) = = — 1/ i G^- — ( X -H G")^— (7 -H G')M -H t/^'" ( JC ) .. dalle quali consegue cioe di nuovo e finalmenle s = - 1/ 1 G'- ( ^ -H C")'- (J-H C')'i - C'". ossia ( s -t-c"')'-H( J -t- c')^-t- ( X -f- c")^ - c'= 0 ; chc e la equazion di una sfera . Adunqne la sola sfera e quel- la superlicle , su le cui normali luue havvi un unico punto , nel quale la quaniitli (8) si annuUi. Facilmente poi si dimo- stra, che quei parlicolari punli dclle normali non sonOj che un solo e mede^imo punio, il centio cioe della sfera, pel qua- le siccome e nolo passan tulle le reile ad essa normale. 25. Determinaii li segni delle radici a, e /? delle equazioni ahe si ha supponendo il irinoniio (8) =0, ed in esso trinoraic DeLLE RETTE NORMAU EC. 559 resuincndo il faliore (a- — /•/) lollo colla divisione da esso , gli si poiia dare la forma (13); {s-i— r t)\{z — c) — a\\{z — c] — ^\. Adunque 1 .° Se sia n<.0, cd /i]M C,>a: adunque i iralli dclla relta normale MN lorminati alia superficie, ctl ai punli m,m.' ,in"' , die sono en- tro i limiti teste presciilli, sono le massinic, o le niininie dcl- le dislanze dclli mcdesinii punti dalla supeificie: e ne massinie, ne niininie dislanzo saranno li Haiti della normale terrninali alia superficie, ed ai punli coinpresi fra B, ed A. 2° Essendor>0; /i0; e le radici di (s — c) siano percio di segno conlrario H-a, — ^ (num. 21. 3.*) la quanliia (13.) prende la forma h\(z-c)-a\\{z-c)^li\, e sara negaliva quando si abbia (z — c) positivo, e Fig. (IV^) siilla z inJoliiiita del punto M clella superficies uel quale (s* — rt) e >0, si prendji verso il basso MC=a, e verso I'allo 1MD = /?; e per C , e D si guidino due piani paralleli al piano coordiuato xy, die seghiuo in A , e B la norniale IMN. Egli e cliiaro che nel puulo in della normale compreso fra \S , od M, si lia a tule, clie risulta (s — ■c) ne- galivo, e di minore grandczza ilellaMD=;?; clie nel punlo.vi", clie cade fra JNI, ed A e la distanza {^z — -c) posiiiva, e minore di GiM=a: adunque sono sokanto massime, o minime le distanze condone enlro i termini B , ed A al punto M della superficie ; menlre le normali terminate al punto M, ed ai punli superiori a B , ed a quclli inferiori ad A non sono no le massime, ne le minime delle distanze del punti medesimi dalla superficie. 4.° Aggiungeremo ancora che se le due radici «, e (3 so- no eguali fra di loro, e percio del medesimo segno, li due punti A , B (Fig. II. III.) si confonderanno in un solo , e sva- nira il tratto BA, entro cui si avevano gl' infiniti tratli della normale ne massimi^ ne njiuimi, e solo il punto unico , in cui quel due si confondonOj sara quello la cui distanza nor- male dalla superficie noa sarh gencralmente nfe massima ne minima. Ed in vero le coordinate di quel punto annuUano la condizione Lagrangiana del massimo,e del minimo, e per- cio non avverra sempre^ che la normale calata da esso pun- to sia la massima, o la minima dclle distanze del punto nae- desimo dalla superficie. 5.° Finalmente se la (juautita (8) riduccsi al primo grado per lo svanire di /i=:(^s^ — rt) sark essa negativa tanto se r sia negativoj e (2 — c) negativo, od ancora se posiiivo, ma minore della grandezza di /•(1-4-/^^H-y^) ^_ r--+-/-H-(r7 — spy' quanto se sia r posltivo , e (z — 'c) posltivo qualunque , od anche negativo, ma minore per grandezza di /•(i^/^^-t-v-) le quail cose chiarissimamente si scorgono nella quantilh (8) posta solto la forma DeLLE BETTE KORMALI EC. 561 Cosi sulla MQ = s (Fig. V.) della superflcie che ha in M is^—rt) = 0 cd r<0, preso '■- -H i- -4- ( /• (^ — spy od eguale alia grandezza di r"- -if-si-if.{r q — $ p )">■ si guidi per C iin piano parallelo ad xy che incontri in A la normale MN alia superficie. E sicconie la c del piinio m del- la normale snperiore alia convessita della superficie rende A ivT"^^ negaiivo, e la c del piinto m' compreso nel uallo AM rende la {z — c) posiiiva e minore in grandezza della grandezza di ^(1-+-/P--4-7-) _ r-->r-s'~^{rq—spf' cosi li tratli dclla normale INl N terminati al punto M dall'un lato, e dall'altro, ai punli m,m\ che sono superiori ad A, saranno le massime, e le rainime fra le dislanze delli mede- simi punii dalla superficie: e tali non saranno quelle che par- tono da un punto m" inferiore ad A snila INl N. ^ Che se fosse r>0, il punto A (lig. VI. 1 giacera snpe- normente ad M, e le conclusioni finali rimarranno le stes- se, soloche si niodificheranno in qncsio, che sian massime, e minime le normali calate dalli punii della INI N infciioii ad A; ne massime, ne minime quelle, che si guidino dalli pun- ti superiori ad A medesimo . 2G. Distintl i punti dclle normali, che non sono massi- mi, no minimi, da quelli che il sono, dislinguiamo ora fra qnesii quelli, la cui dislanza e massima, dagli altri, la cui disianza e minima . A tal fine poniamo per brevila T. X. 72. 562 cosi die risultera Giuno Bedetti ^_A-+-|/A--h1? a— i/A^H-B e veggiamo quale segno si abbia il Si percorruno ad una ail una le circostanze , per le quail si lia la distaiiza massiina ^ o minima . 1.° Se h<0; r<0; c (:; — c) < 0 ; e /— J > 0 come a cagion cTesempio nel punli m (Fig- 11.) 2.° Sc h0; e<^; sark {z-c)< A — i/A'-hB 27a c raolliplicando per r uegalivo, ed aggiungendo comunemente 1-<-yy--t-'-(2— c)>(1 H-/^-)4- A — )/A2 -t- B 2A ossia irlliU2//^±^'**-'^'''-^''- 2A II numeratore di questo secondo membro e negativo , se necessariamenle negativo superi od eguagli A posltivo; e di- co poi che quel numcralore sara pur negativo , se abbia grandezza minore di A, cioo se ancora si avesse posiiivo . E per vero poslo jA-4-2A(1-+-p')j DeLLE RETTE NORMALI EC. 563 2 A ( 1 -H/j^ ) H- A — 1/ A--+- 13 < 0 , si Iia 2 /, ( 1 -H/j2 ) H- A < i/A-'-f-B ; nia poiche Ic due quaiuiia componenti questa inegnaglianza so* no nella nostra ipolesi positive, cos'i sussisteia la medesima ineguaglianza iia i lore quadrali; onde (14); A2-^-4AA(H-/J2)^-4/^2(1^-/J')2 r- ( 1 H-p'-t-V") ; e per A riponendo similiuOnte il valore, che esso rappresenla: s-2 ( 1 -Hp-) -+■ /•- r—2 rspq^ s'-p'- -+- (r <; — spY-.p' > r- 72 s-—2sp{rq—sp]-h-p\r(f—spy>0; ossia E adunque adempita la condizione^ o il criterion che doveva dimoslrarinl essere negativo il numeratoie delle espressioui di U^T anche quando 2A(1-hA=) abbia grandezza maggiore di A : adunque se quel numeralo- re e in ogni ipolesi negativo, e negative e pine il denominalo- re 2 h; sara (clx'l maggiore di una qnantita positiva , e pero positive come nei punli 7IL (Fig. II.). 3." Sia r<0; h<0 ; (z — c)>0,c>a: molliplicando fpiesta ultima condizione per r negativo , ed ag- giungendo (I -i-p') r(z_c)-+.(1-i.;,')<^-tl^^±£ ^_(1 ^p^) 564 GioLio Bedetti ovvero /^L\ A-4-2/;(1-)-;?^)-4-|/A^-hB [dx^j 2h 11 nuiueralore^d positive, se negalivo sia minorc di A^ od =A in grandezza, e sarebbe pur posilivo, quando essendo la grandezza di 2 /z ( 1 -^p' ) maggiore diA, la quanlita positiva t/A".+.B fosse maggiore della grandezza della quantita negaliva o di — (A^-2/i(1-Hp-)); cioe quando il quadralo della prima superasse il quadralo del- la seconda. Vediamo dunque se sia (l/ Fl^jy >1 - (A - 2 /* ( 1 -»-/'' ) ) }• , eseguendo sara ( 1 -f-p-i ) 4 A /j -1- 4 /i2 ( 1 ^-/)2) < B ; ma quesla condizione e quella medesima segnata (14), la quale si trovo in ogui ipotesi adempiuta; adunque il numeratore 2 ^ ( 1 ^-;y2 ) -+- A -t- |/aM-B e senipre quantita positiva . Essendo poi negativo il denbminatore , avremo \dx-i) mlnore di una quanlita negaliva, e percio Id- L\ \d xy siccome e nelli punll m" (Fig- H-) 4." Essendo Zt>0; r <0 ; e (z — c) negativo DeI.LE RETTE NORMAL! EC. 565 (sla superata o no la sua grandezza della grandezza di /? ne- gaiivo ) sara sempre ■l-4-y5'-t-r( = — c)>0; Cioh 1-) >0; come ne' punii in (F'g- IV). 5.° Essendo h>0; r<0; (z — c)>0 , c ') ,, ,, , , 2/i(1-t-p')-HA^-|XmrB" (i-t-p')-^r(z^c)> ^ f^^^ ^ ; e sostituendo ad A il suo volore /£L\ ;<(1-t-/)"-)-4-r''-^r.+-(r<7— ■rp/-t-p/A--HB (S)^ 2/» maggiore cioe di una quantila positiva : adunque ne' punli m" (Fig. IV.) si lia In qnesta slessa ipotesi di A > 0 consideriamo r> 0 . Alio- ra se sia (z — c) positivo , niinorej o mnggiore di a, ren- dera sempre (1_H^')H-r(z-c)>0, e perclo /d'L\ Ed e pur posilivo se (z — c) sia ncgalivo, e maggiore in grandezza di ^; perchfe posto ^ l/AM-B— A (^-c)>— -^— se ne irae 566 GlULIO Bedetti e siccome l/A'-t-B h> k, ed a fortiori p/A^H- B H- 2 /i ( 1 -f-/j' ) > A ; cosl e maggiore di una quaniita posiiiva, e quindi Pertaulo quando h h >0, e (s — c) e tale che reuda ii tri- nomio (8) negalivo, si avra sempre 6.° Se fossero le due radici eguali fra loro , a = ^ = — ^ — , cd r<.0; r e si prendesse (z — c) negativo, allora Id" LN (S)>''' dunque \d'xf sark posiiivo ne punli jn (Fig. VII). Invece assuineado (5 — c) posiiivo e 0, cioe ne punli m' (Fig. VII). Ma preso (;: — c) posiiivo e >a, sa- ra chiaro j che ne' punli m" si ha DeLLE RETTE NOBMALI EC. 567 (clxj 0, pcrciocclie clii geltera nn' occliiata sulla Fig. (Vlll), e la conferira coUa (VII) inlen- dera tosto , quali conseguenze se iic iraggano . 7.° Sia fiualmenle s' — rl=iO J ctl r < 0 : stabilito (c — c) negativOj sar.'i positive, siccome ne' punti m (Fig. V). Se (z — c) posllivo, e niinotc della quanlila poslliva — r(1 -i-/r-*-r/--) r"-hs-h{rf/ — spy' allora molliplicando amln i mcmbrl di questa ineguaglianza per /•<0, ed aggiungendo loio comunemente ( 1 -h/j') sara: \' ' r J . 1^-, ''' r'--\-s'-^{rq — s pf ^ j^-4_ 2 f 7^ — 2r sp q-Jr-p^irq — sp )"- /•-+-.?"(/• 7 -spy adunque /•'-+-J -!-(,/■0. (num. 23. 3.° num. 26. 4." 5.*) 4." Clie essendo la superficie del lerzo genere di curvatii- ra, cioe (j2— rO=0 DeLLE RETTE NORMALI EC. 569 havvi allora in ciascuna normale un punto unico A che se- para li punti che danno dislanze miiiime da qnelli , le cui di- stanze non sono no massiino, ne iiiiniiiic; minime Ic danno i punti , che sono enlro il concave dulle siiperficie fra A, ed INl , o che sono supeiiori al concavo della superficic rncdesi- ma ; ne massitne, ne minime sono le distanze dal punto M della superficie di que' punti di-lla normale, che posli entro il concavo della superficie ne sono a maggior dis'anza di qucl- la , che si abjjia il punto A (Fig. V) E valgono ancora le stesse conclusioni , ovc appartenga il punto M a qualsivogUu superficie , perche in esso si abbia (s- — rt) = 0; ma se la superficie sara concavo-convessa ncl punto M, non potrh dirsi allora , che il punto A' cade entro il concavo di essa (num. 25. 4.° num. 26. 7.°) 5." E discendcndo ad alcuni di que' casi particolari, che si sono da principio indicati, le normali calale sopra una su- perficie di qualtmque genere essa sia, ne' punti, le coordina- te de' quali rendono r=zs=:t = 0 sono distanze minime, da qualunque punto di quelle norma- li si prcndano a contare (num. 18). 6.° II piano e la sola superficie , le cui normali calate da un punto qualsivoglia dello spazio siano le minime (num. 19). 28. Resterebbe ancora a vedersi, se li tratti MA, MB delle normali ai punti M della superficie, ne' quali sia (5*^ — rt) diverso dallo zero, e se il Iralto MA delle normali a que' pun- ti Mj ne' quali si abbia (s' — r<) = 0, siano massime, o mi- nime, o se nfe massime, ne minime tra le distanze di quei punti delle normali da lutti i punti della superficie circostan- ti al punto M. Ma due cose mi persuasero a passarmene: Tuna e staia la facilith d'applicare alle singole superficie le regole de' massimi , e niininii risguardanli i dillorenziali par- ziali degli ordiiii superiori al sccondo; regole che formarono coroUario all'Opuscolo Dc Piano Tangcnte: I'altra si .-fu, che io temetti non forse questa materia , che oltre il mio av- viso si e allargata, e distesa, fosse per tornare a Voi , ben- che umanissimi, e discreti , fastidiosa , ed ingrata. T. X. 73. N.Coni: Tour.A T:XI. 1,1. C-"!'"" DOMENICO PIANI ESERCIZJ D' ALGEBRA PURA O APPLICATA {tctli il 5 Marzo 1816 c iM8 Marzo 1847. ) ARTICOLO I. Equazione delle superficie , in cui riescon simili tutte le sezioni parallele ad un medesimo piano . i. Lj autore dell' Aritmelica degl' infiniti tratto da geo- nietra originale de' solidi a sezioni parallele simili^ ch' cgli de- signo col uome di Piramidoidi , e de' quali son caso parti- colare i solidi a sezioni parallele circolari , delti da lui Co- noidi, comprendenli essi niedesimi i solidi di rivoluzione, sog- getlo giu di profonde meditazioni per Arcbimede, Replero, Cavalieri, Torricelli, De Angelis. Se Wallis non limilo la nalura delle sezioni , limiio pero non nieno de' suoi predecessori la legge dcUa lor variazione, facendone variar le relte omologhe come le ordinate d' una sezioQ conica , o tutto al piu di alcuna curva parabolica . E siccome resirinse la qneslione alia cubatura , non ebbe mai bisogno di trovar 1' equazione della superficie ; la quale pero si rende necessaria in molie ricerche d'imporlauza, rimanen- do comprese in questa classe di superficie non solo le coni- che, le ciliudriche e quelle di rivoluzione, ma aliri svariatis- simi gencri che incontriara ne' prodolli natnrali o dell' arte. Nello sialo attuale della Geometria Analitica ci sara facile d' assegnar tale equazione in tutta la sua generalilk. 572 DOMENICO PlANI Ma converrk premcltero alcune nozioni sulle curve simili , che atiingercmo in gran parte ad Eulero (Introd. Anal. In- fin. P. II, Cap. XVIH). 2. Se presi (Tav. XII. fig. I.) due sistemi d' assi coor- dinati OX ed 0Y_, o x ed oy d'angolo eguale, si possan si- tuaie fra loro le linee AB, ab per niodo che le coordinate deir una sieno proporzionali a qiiolle deiraltraj vale a dire ad ogni punto h della ah d\ coordinate op, hp ne corri- sponda uno H suUa AB di ccordinale essendo m invariahile da punto a punto ^ le linee «i, AB si diianno simili. Gli assi O X , O Y si diranno omologhi agli as- si ox, oy. I punii di coordinate proporzionali, come O ed 0, II ed h, si cliiameran punti omologhi, sieno essi sulle A B, ah o fuori. E si diranno omo^g'/ie le rette terminate a puu- ti omologhi, come Ol\,oh. 3. Sieno x',y', x" ,y" le coordinate di due punti rela- tivi alia ah; e posto xoy = a, sark l/ j {x"—x'f^ 2 {x"— x') (r"— /) cos a -f- (r"— /)' | il valor della reita terminata a que' punti. II valor della retta omologa sara |/j {mx"—mx'f~\-1{mx"—mx') {mf'—mf) cos a-^{my"—mfy j = mi/^\ (x"— x'y-h 2 (x"— x') (/"—/') cos a ■+- (/"— j')' \ i dunque le rette omologhe stanno fra loro come le coordina- te de' punti omologhi. 4. Possiamo ancora senza il soccorso dell' Analisi supe- riore conoscer le proporzioni fra I' altre grandezze omologhe. Difatlo, assunte due uniia di raisura lineare per le due figure simili ah, AB, che stieno fra loro come le omologhe coor- dinate, esse coordinate omologlic verranno espresse per gli stes- si numeri. Quindi 1' equazion della AB sara itlentica a quella della ah J ed ogni grandezza apparienente alia AB sarh espres- sa pel medesimo nuniero, che la grandezza omologa della ah: poiche esse grandezze non posson dipcndere che dalle jdentiche equazioni delle due curve, e d;dle coordinate dei punti omologhi espresso per ideolici numeri. Dunque gli archi avremo EsERCizj D Algebra 573 conipresi fia puuli omologhij e tutte le Hnee omologhe, ve- nendo esprcsse per gli siessi numeri , staran fra loio come le iiniili (Ji niisnra lineaie, ciou come le coordinate omologhe. E gli spazj omologhi , per esempio i segment! compresi fra gli archi omologhi e le corde lore, venendo anch' essi cspressi pe'medesimi numeri, siaran fra loro come le unitii di misura superficiale , cioe come i quadrali delle unila linear! , e quin- di come i quadrati delle omologhe coordinate, e degli archi omologhi e di tulle le linee omologhe. 5. Quando si assume una sola unila di misura, 1' equa- zion della AB non sara piii ideniica a quella della ai; ma pero se ne dedurrh con semplicissiraa sostituzionc. Sia (r — q)cos.o — {x — ^p)seno\ m ' HI I si potran dcterminare dietro la genesi , o cpialche proprieta ca- ratlerislica della superficie. Sia per esempio un' ellisse d' equazione i^H)'- 1 Si trasporti il piano della ciuva parallclamenle a se stesso, in modo che il ceniro percorra con moio uniforme 1' asse delle z , e la curva ruoii con moto uniforme atiorno il ccn- tro . Sarh m = i , p=^0, (j =0 , o = c z i\o\e c e una coslan- te; e T equazion della supeificie gcnerata sara (X cos c z-^r sen c z\- / r cos c : — .r sen c z\- — a — ) ^(: — I — )=' Se b = a, r equazione della superficie diverra x--^f= a- , idcnlica coll' equazione della generatiice; e difallo in qucsto T. X. 74. 578 DOMEMCO PlANl caso abbiarao una snpeiTicie cilindrica co' lali paralleli all' as- se delle z. E similniente se c = 0. 10. Un modo gcneralu di delerininar le fiinzioni m,p,q,o consiste nell' assegnar due locali di punli omologhi. Per inaggior iacilitu prcnderem la locale oOU de' pnnti omologhi al piinlo o, origine delle x,y, e la locale iBV de' punli omologlii al puiito b, dove la base incontra 1' asse delle X . AUora sc le projezioni dclla locale o O U sui piani delle x,z e delle /,5 son rappresenlale dall' equazioni oc=/(z), J = F(z)j per esser p,(} le coordinate del punlo c, avremo p=/(.). 7=F(z). E se le projezioni dell' altra locale & B V son rappresenta- te dair equazioni avremo poiche F_F /— / le _OB_OB o b a ' posta oh-=.a , sarli sen«_F'— F_F— F__ F'—F a cos a f — / i m (/'-/)-^-^(F'-F)-^ Soslituendo nell' equazion generale i irovati valorl di sen o cos o m m avremo / (a:-/0^/-/)->.(r-F)(F'-F) (.r-F)(/'-/)-(a-/)(F'-F)\_^ EsEBCizJ d' Algebra 579 11. Quando le relte omologhe sien parallele, sark F'=:F, pcrclie dovcndo la OB esser paiallcla alia ob, i pnnti 0,B avran la medcsima projezione sul piano dellc/,z. Allora r etjuazione diverra Sia per csemplo la base ua circolo d' equazione j:'-t- j'=: a'; ed avrenio .(•'-/■)' .(.r-F)' . ossia (^-/)^-+-(j-F)' = (/-/? per eqnazion generate de Conoidi di Wallis. Se i' asse delle z e la locale de'centri, alloray=0, F=:0^ e r eqiiazione divcrr^ e se inoltre quell' asse e normale al piano delle x,y, V e- quazione x--+-y'=:J'- rappiesenlera la superficie generala dal- la rivolu/.ione dclla linea d' eqiiazione x=J' (^z) allorno 1' as- se medcsimo delle z. In generalcj se I'asse delle z e locale di punti omologhi^ r equazione del Piramidoide a relle omologhe parallele sara (ax ar\ r altra locale giacera sul piano delle x, z, ed avrk per equa- zione x=f'(z); e data questa , /nulla rimarrk d'indetermina- to neir equazion della superficie. Per escmpio , sia la seconda locale una curva d' equazione x^-f- s'*= a* , e sia pur base una curva d' equazione ar^-+-/'*=rt'* j avremo Se anche la seconda locale e una linea reltaj (ax « r \ sarh 1' equazione delle superficie coniche o cilindriche, secon- doche Ic due locali &i taglieranno o saran parallele* )80 DOMEMCO PiANI ARTICOLO II. Sulla Genesi delle Cun>c per mezzo del nioto progressivo e rotatorio delta Linea Retia. 1. Una linea qiialunqiie pub esser generata da iin pan- to il quale scorra sopra una linea rella, mentre qiiesla si niuo- ve parallelamente a se slessa. Tale e la genesi che serve di base al uietodo newloniano delle flussioni . Ancora una linea qiialunque pub esser generata da un pun- to che scorra sopra una retta , nienlre questa ruota aliorno ad un punlo fisso. Al qual inodo Conone e Archiniede ot- tenner la celebre loro Spirale. E tralasciando allre nianiere piu complicate di movimen- to , una linea qualiinque pub venir generata dalla continua inlersezione delle successive posizioni d' una retla soltoposta ad un molo progressivo e roiatorio . Le quali successive po- sizioni della generalrice saranno evidenlemente le successive tangenti della I'nea generata . In queslo terzo modo consideriamo un solo elemento mo- bile , ma perb soggetlo ad un moto composto . II qual moio geomeirico composto e di facilissimo concetto, essendo iden- tlco col movimento naturale d'una retla maieriale^ su cui a- giscan forze non applicate al punto di mezzo . 2. E manifesto che la diversita della genesi dee fare, che a simili relazioni fra gli spazj percorsi corrispondan linee diverse. Cosi quando i due spazj si assumano proporzionali,, si otliene nel priino genere di movimento la Linea Retta , nel secondo la Spirale d' Archiniede, nel terzo poi dimoslre- remo ottenersi la Cicloide . 3. Sottopongasi la ({ueslione all' analisi algebrica . Una retta mobile NQ parte dalla posizione XAX'. Essa ruota attorno il suo punlo P nel senso X Y, mentre questo punto scorre suU' AY perpendicolare ad XX'. ESERCIZJ d' Algedra 58 f L'angolo pei'corso dalla rclta allonio il siio centro di ro- tazione ha una data costanle relatione collo spazio percorso da csso cciilro. Rapprcsenlcrcmo con f lo spazio percorso dal centre di rotazione, con o \ arco del circolo di raggio 1 , il qual misiira Tangolo percorso dalla rella allorno f[iiel cenlro, e con l'=zip{o') la data costante relazionc fra gli spazj. Si cerca 1' eqiiazione della linca gencrata dalla continua in- tersczione doUe successive posizioni della retla mobile . As- sumiamo AX, AY per assi delle coordinate, e conslderiam la rclta mobile in qualnnqne posizione NPQ. L' angolo clie fa la N PQ colla direzione A X ha evidente- menle la stessa langente dell' angolo percorso dalla retta mo- bile altorno il suo centro di rotazione dalla posizione X'AX fino alia posizione aitiiale, non dilTercndo questi due angoli, so non per un niidilplo di 180.° La relta NQ avra dunrjue per equazione (M) . . . . X=.x tang o->r-(p{o). Differenziandola rispello al parametro o , avremo (N) o = x— p -1--1. cos- o do I valori di x ed }', che si ricaveranno da queste due cqua- zioni, saranno le coordinate del punto d' intersezione dclla retta mobile nella posizione rappresentata dall' equazione colla sua posizione infinitamente vicina . Dalla (N) si ricava (Iqi (1 ) ... a: = — - — cos ^ o , do che soslitullo in (M) dara d(p (2) . . . r = -~ sen o cos o -+- a5 (o) . a o Eliniinando poi o fra Ic cquazioni (1) e (2), avremo un' e- quazione fra x ed ^, la quale esscndo indipendente da o, apparterra indistinlamentc a qnalunque intersezione d' una po- sizione della retta mobile colla posizione infinitamente vicina^ e quiuJi al luogo geometrico di lulte quesie intersezioni. 582 DoMENICO PuNI 4. Contempliamo il caso die lo spazio percorso dal cen- tre di rotazione sia propoizionale all' angolo percorso dalla ret la mobile allorno esso ceutro. Qui avremo essendo G uoa costante , onde , 1 -f-cos2 o 2 J- = — ^ C sen 2 o -+- G o . C=2r , 2 o = a , E ponendo saru x^ — r — rcosa, f= — rsena-^ra; e trasportando I'origiue in O alia distanza A0= — 2r, avremo X = r — r cos a; qiiindl la curva sarti rappresentata dal sistema d'equazioni Xrrsrsen. vers, a, y = ra — r sen a. Ora da siniili eqaazioni vien rappresentata la cicloide ODE generata dal circolo di raggio r, coUa base sull' asse dellej^, con un' estremila ncU'origine dcUc coordinate, e siluala dalla parte delle x positive: difatto prendendo 1' arco GF del cir- colo generalore simile all' arco a, sicche sia G F = ra, avre- mo X=:OK = GB = r sen. vers. a , j=MK = GO — FiM — BF = GFD — FD — BF==GF — BF = r a — r sen a , Dunque la curva formata dalle successive intersezioni , 6 in altri termini J toccata perpetuamente dalla retta mobile e una Cicloide generata dal circolo di raggio - , coUa base paral- lela air asse AY, con un' estremitk suU' A X', e col vertice suir AY. Gos\ in natura una retta materiale spinta unicamente da una forza istantanea , applicalavi fuor del punto di mezzo, si manterrci sempre tangente ad una cicloide indcQnilamente EsEncizj d' Ar.CEBn\ 583 conlinnala , o in ;ilii i teriDini , genercra una ciclolde colla conlinua intersczione doUe successive sue till c/ioni . 5. Per un altro csempio sia XAX' una rclla matcriale e grave , in siuiazione orizzontale, a cui venga applicata una forza isiantanea e verlicale, che non pass! pel ceniro A di gravilLi . La rctta conccpirii un nioio unifornie di rotazione altorno il ceniro di gravii;i, menu' esso scorreru lungo YY' con nn moto uniformemente accelerato o litardalo per la com- binazione dclla giaviiu colla forza istanlanea. In questo caso aduncpie, lapprcscntando con t il tempo contato dal princi- pio del moto J e con a, b, c ire quanlita costanli, avrenio o = bt, /=ui'--+-ct e quindi ... . n ^ c drp la c Sosiituendo nelle equazioni (I), (2), otlerremo (2a r\1-+-cos2o b- ^ b) 2 (2 rt C \sen 2 CI a c T-''^-b]-^-^i;^-^T°-^ o ponendo 2a=zf, J^ = — i ( p « -H ^ K 1 -+- cos «), /a c\ a ,^ c V = — 4 I "T. " H — I sen u -+- — n-~t u . •^ ^ \b' b) 4b' 2b Sarh quindi /rt c\ a a x=^\ I — "-*— r) s'^" "'^" — inC ■+"'^°^") ^^" > e fydx si ridurra agl'inlegrali di f<" ( sen a )" d u , ?^ ■» ( cos n y du irallali dall' illnslre Mascheroni nelle Annotazioni al Calcolo Integrale d' Eulero , e che si determinano per mezzo d' ar- clii circolari . Perianio la linea toccata perpcluaniente dalla rctta mobi- le e tale, che la sua quadratura dipcnde unicamente dalla rcttificazione del circolo ; onde per questo lato la proprieta della cicloide .s' estende alia curva generata dall' assunto mo- to vario dclla Linea Relta. 584 DoMEMCO PlANI ARTICOLO III. Riflessioni sull' Integrazione dell' Equazioni Lineari. 1. Oia ]a proposta ^sf/^T^^Ur=x. ax- a X Pongasi y=.e^'^(p, clove in costante, e base de' logariimi i- perbolici. Polchc iu generale J". uv={(l tc-ir-dvY , trasporiando gli esponenli alia caralterislica d; sara d" j=:(l'^.e""^ (p _ X E ponendo si avrh 1 .l.i...n\(lm"J dx" g"'* d' (p - — =zu ^'^ 1.2.3.../\(/m7""^1 .2.3...r(r-i-1)V fir+1 F \ du ^\du \^dm'-*-^ I dx 1 /r/- F\rf°-'M _ X 1 /r/- F\rf°-'M _ X .2.3 ...w\(/f«" / t/x"— •• ",» ' equazion lineare, il cui ordinc e di r unila inferiore alia pro- posta . L' ultimo lermine e sempre d'^-nt Id" F\ -H-; , poicbe (-— ]=zn{n—\ )...3.2.1 . Ottcnula u , sara i^f'udx^ ; integral completo, contenendo n costanli arbitrarie , n- — r delle qiiali poriato dall' iniegraziou della (C), ed r da f'udx'. 2. Cos! se fosse proposia d-r dr dove c costante , P ed X funziooi qualunquc di x, si avrebbe F = /7»2-i-Pto — c(P-i-c), OT,=c, r = 1, ra = 2, -A-d7nr-^rAd;n^Tx='~.' (2'^-^p)«-h-^=-, equazion lineare di 1.° ordinc. Ogni{[ualvolta TJ si presenli, come in questo esempio, soito la forma _(cn^Pc°-1-H- -hSc5-4-Tc), se ne inferira immediatamente ni, = c. In caso diversOj ordi nando per x , si avra J (m) -4-/ (m) xb -{-/" (m) x^^... = 0, T. X. 75. 586 Do.MENlCO Pjani la quale non potra siissislere per in=ni, cosianle , se non s'annullan separatamente Si olteira dunque in,, poiieodo =0 II massimo coraun divi- soie di Losi 1 equazione «»»— (3x-t-5)TO='-HG(3a--4-1 )m^—4{9x—^ )m-f-8(3x— 1 ) = 0 ordinata per x divena 7««_5/7»^_l-Gw--t-4w— 8— 3(«»5_G»r-t-1 2m— 8) .r = 0 , e si spezzera nelle due /;; » _ 5 w" -H G TO- -H 4 m — 8=0, w3 — 6m--+-12m — 8z=0 , delle quali e massimo comun divisore la secouda stessa, os- sia (?« — 2)^=0, di cui e radice iripla in = 2. Se ne concludera die l' equazione (/'r d^r d-y dy -/ _(3a:-i-5) ---h-G(3x-+-1) -^_4(9x-1)/ -+-8(3x_1)7=X dxi ^ dx^ dx- dx ^ -^ si abbassa al prioi' ordine colla posizione Y=.e~^ j^ u d x'^ . 3. Quando X = U, la (B) avru ad integral particolare d'ip = 0, ossia (p =a^-i-a, X-+- a, x'-+- -+-a ,— i x'—^ , dove le a son costanli arbitrarie; ed J =ze"'i^(a^-\-a,x-^-a,x'.+- -+-«r-i x'-i) saih un integral parlicolare della proposta. Se r=1 , vale a dire sc la coslante m, non e radice mul- tipla deir equazione F = U, sara (p = a^, ed/ = a„e'"i'' sara un integral parlicolare della proposta. Cosi T equazione d-r dr dx- dx dove c e costante, P funziou di x, avra ad integral partico- lare y^be", rappresentaudo b una cosianle arbitraria . E r equazione d*r d^r d-y dr JL _(3x^-5) -i -i-G,3x-Hl ) ,-4 -K^x-\ ;--h8(3x-1 };-=0 " 1 nr-j\d''f 1 /f/n-r-r/y/n-r-p^" X 1 . 2 . . . (« — r —p\dM"-'-vldx"-'-P e('»2-^>l> ' E poichfe 1 '^ ^ MP 1 . 2...pV<'cP / 1 .2...(/i— rj^^f —t / ] per/(M) = 0 sara 590 DOMENICO PlANI e ^/,-t-M sarh radlce deU'equazlone tp(^i)=0; ontle M = ^« — ^i,. Avrem dunqiie la radice cosianie M, =: ^. — /i. = W5 — "«. — ( '". — '», ) = nii — m, , die sarii miiltipla nello stesso grado di f<, ossia dl »??,; onde per INI = ]M, s' anauUeran le funzioni •^' (^1/ lino air ordiue R — 1, e T equazione \\\ - R£/"_ X 1.2. .(« — r— />) Vi'-^I"~'~P/'^-^"~'''~P~'' cras^'' equazloa lineare, il cui ordine e di t-h/j-hR unitli ioferiore a quel della proposla . Invece dunque della (A) avremo a ri- solvere la (C)", dove 1 1 ^= M; ^ ^^i"^ ^'^) —^"P^^H — rn^ -+-M) , 6 la forma della funzione ip h determiaata dall' equazione 1 V'(^)=-rF('»i-t-f^) , e a differenziazioni eseguite dee farsi M ::= fMj — W,j . Ollenula u", sara (p"z=J^u" dx^ , w'=e("j-'»2>i-'"t >dx'/Pei'°s~'°i>(lxP / « c(">4-ni ^^dx^ J^ u'" dx^ , essendo u'dotertniaata da un' equazion lineare dell'ordine n— (r-)-;>-HR-j-P); e cos'i dl sesruito . 9. Cosi , proposta dx^ ^ ^ dx^ ^ (Ix^ ^ Vx8 + 3(4x-3)g-3C3.H-4g-(l2«-11)g-^(,1x+4)g -H 4 (x-1 )-^ — 4xr = X , d X avrenio F (i») = (m— 1 )3 (m-i-1 )3 (m_2)» (m-f-x) , m,=l, m2=: — 1, TO3 = 2, K = 9, rr=3,;5 = 3, R = 2, rev J-/^A . ,, -> Wy/M"_x ^ ^ 1 . 2V/M7 " 1.2.3V/ M3/ dx ~ e2x ' E ponendo M = 7?/3 — m,=:3, vcrra dii" X : ":: (cy fx-t-2)M"-H- — =— ; '■ • dx e2s ' e risoluta quesla , avremo r = e'' Pe-^^d x'^P e5» d x^p u" d x"^ . 10. Quando i coefTicienti fosser costanli, allora sarebber costanti time le radici della F(//?) = 0, e si avrebbe a risol- vere un'efjiiazione deH'ordine zeiOj o dir vogliamo finita. E si perverrchbc alia formula di Binnacci. 1 1 . Siinili considerazioni occorroo nell' equazioni a dif- ferenze finite . 592 DOMENICO PlANl Veuga proposia HSA2j-f.TA7-(-Uj = X, esscnclo Ax = o costante . Pongasi y = rt''5^ dove a coslante . E differenziando colla formula Aa^ 'V:=a^ Y^a" — 1)t' ^-a^^A c \ , ricavereni dall' esarae de' cas'i pailicolari la formula generale A'/ = a'' {(a* — 1)-4-a<"Az|>-, intendendo trasporlati gli esponenli di az alia caratleristica A; la qual supposta vera per qnalche valore di r, si dimo- strera con una nuova diflerenziazione dover sussisiere anche per r-(-1 . E puo pur dedursi dalla formula generale per le diflerenze d' un prodouo (n.° 26). Sostitucndo nella proposta , e divideado per a* , e poslo per breviia a" — 1 =m , ed m" -H P TO"-..=.,43(^.),w„....... 1 /«/" F\ , X i_ - — li-4-w)" A"z= ^ ^1.2.3....k\'/'»V' - (1 -+-/») " Supponiam die F abbia nn fatlore (m — m,y, dove m, coslante. Eallo m = m, nella superiore equazione, per 1' an- uullarsi di F e delle sue derivate fino all' ordiae i 1, si ri- durrk a ...H 1- — -1(1 -+-TO,)"A°z= . "l .Z...n\dni"r Ponendo poi cJz = u, si avra 1 A^+tF 1 /^/^ F \ , 1 /rf^+' F \ (^) 1— W)^^-^""^' "-^ ix:^:;T)V7^;;:;TJ(i-'-.)-^ a«+ .... /(/n F\ 1.2 , . ^_ (1-Hw»i)m EsERCizj D Algebra 593 equazion Hneare , ma il cui ordine e tli r unilh inferiore a quello dolla proposta (A). Oltenula u, sara integral complcto della (A), contenendo n coslanti arbitra- rie, dellc qiiali ne son portale n — r dair integrazione della (C), ed r da £' Jt . 1 2. Cos'i r equazione Aij— (3x-f-5) A'7+G (3x-»-1 ) A^j— 4 (9;c— 1 ) A/-4-8(3a:-.1 ) j=X si abbassera al prim' ordine colla posizione per essere ;rt,= 2, r=3, n = 4j e la (C) sark 1 A/'F\ 1 A/'F\ X ^/^24.2_C(3x-k5))„^:^-2!_x,.2.3.4.„ = JL 3" 13. Quando X = 0, la (B) avra ad integral particolare A'z = 0, ossia ed X r =(1-4-m,)<"(rt„-+-ai j:-+-fl2a:---f-.... -J-flr-1 x'~'^) sark un integral particolare della proposta. Cosi r equazione A <^ _(3xH-5)A3/-4-6:'3t-i-1 )a2j_4^9x— 1 )A/-+-8(3x— 1 ))-=0 avra ad Integral particolare 7' = (1 -+-2)'" (flo-Hai^-+-«-2X- ) . 14. Se lutti i coelficienii P,Q,R...S,T,U son co- slanti, e quindi la F = 0 abbia costanli time le sue radici; T. X. 76. 594 DOMENMCO PlANl prendcndonc una qnalunque m = 7", , la (C) sarh pure a coef- ficienti costanli , e potni iratlarsi come la proposta. 1 f). Quando oltr' all' esser costanli i coeflicienli fosse an- che X = 0, allora si avrobbe T integral coniplelo, sommando gl' integrali parlicolari della forma X fornili dalle diverse radici della F = 0. 1G. In quasi' ultimo caso sosliiueiido i valori delle dif- ferenze dieiro la formula avremo ;-.t-.-n«-^(P— «l?x+ (n-1 ) « -<- Q — ( « — 1 ) PH 2 I J'^ +("-2} " H_ tR_(„_2)Q^.^ ^ .^P- 2^3 ■'jrx+(n-3>-+-....==0, (D) _7-x+n<.-t-/'7x-Hra^x->t-a^x''--\- -\- a,-\x^-'^) sara integral particolare della (D) . Ora se nella F=:0 poniamo /n. = M — 1, avremo M° -t- (P— «) M"-iH- Q — (h- 1 ) P -4- -^^— M°-2 f ov^ («— 1X«— 2)„ "("—■IX"— 2)),, , JR_(„_2)Q-t-^ ^ -^P- .L__A ^JM"-3_,-. ..=0, (f) IM"-Hy5M"--'-t-(7M'>-2-t. = 0, le radici della quale supereran dell' unita quelle della F = 0, e sara M.=7rt.-t-1, M,=m.-t- 1 ec.j onde se la F = 0 ha r radici =^7n,, r radici =/;z, ec; la (f) avra pure r radi- ci = M,= 7?7,H-1, r radici =M. =777. -1-1 ec; e quindi EsEncizj d' Algebra. 595 X saian tanli inlegrali particolari dolla (D). Dunque l' equazio- ne a coefficienli costanli ha per ialegral completo X X -l-M2«'(iu-+-i, j:-+-rtjjr--<-....H.6/_iJrf'-')H essendo M, radice r volie, M, r volte cc. dell' equazione M" H-/0 M-'-i-t-^ JMo-2-H H jM--h < M -+- « = 0 . E facendo 0 = 1 , T equazione ^■xH-D-+-pjx-t-n-1-+-7/x-Hn-2-t- -+-iJx+2-4-^Jx+1 -4-"/x = 0 avra ad integral completo s come trovasi in tulti i trattati . 17. Se fosser proposie le tie equazioni con eguali coef- ficienli costanli day d'^-^Y d^-'^y d-y ^dr „ A" j-t-PAn-ij -)- Q A"-2j- -+- -1- S A2j H- T A J -1- U/ = 0 , 7x+nar+- P/x+fn-l )o.-+- Q Jx-t-(ii-2V-+- ....-+- S Jx+2«-t-T7x-.-«,-»-U/x=0; i loro inlegrali si dedurrebbero dalla slcssa equazione n»° -+- P TO°-i -H Q n»"-2 h- -t-STO2-t-T/»-+-U = 0, • e sarebbe y=.e^\i'{a^x^-^ra^x^ ^a^x'^'\- -t- <7r-ia:'— 0 -+- e"j»(io x" -t- ^1 x' -t- i-o X- -f- -H^t -i-''^' "'^) -f- ?J9G DOMENICO PlANI r integral complelo della prima , -(-(I -Hm.j)»'(t„a:*'-1-Z», x' -Hijo:--!- -H^r — i^^' ~')' quel della seconda , /:= CTi" (ao j:" -J-a I x' -Hrr J a:- -+- -♦- rtr-ixf-') H- TOj" (^0 x" -t- i , x' -t- i> x' -+- -4- ir' -i.rf '-<) -+- , quel della terza. 1 8. Se nella (C) del n°. H . poniamo X ed 1.2...rV/'«^/ ^ 1.2...(/--t-1)Vm'+7 '^ '^ -^ 1-2777.017") ^^-^'"')''^"-' = ^('^)^ avrem pure 1 /(l"-^ip\ , •^1.2-(»-.)l^^^-^^^° X Abbia la ipQi) = 0 una radice costanie fi, , e il faltore fi — (.1,, si trovi p volte in i/y j allora prcso (.1 = ^,, I'equa- zion superiore diverra (By J- C^)ii^,,y ip zv^-l- (^^)(i*^.)p-' AP...'.... ^ M.2...pV^p /^ ^'^ l.2...r/j-Fl)V/^p^7 e ponendo A'pz = u', verra EsERCizj D Algebra 597 1 /d"-^\h\ ^ X (1-i-m,)«(1^-^U|)'' equazion lincare^ il cui ordino e di r-i-p uniia inferiore a quel della proposla . Otlenuia u', sara z'=:lPzi', X XX 19. Poiche per m-=:tn, s'annullano /\'i-'- ...M-— -(- -){^ -] An-r-r„- 1 2...[n—r) \d{i''-' /\\-i-nn/ X 1 5 (l-HWo) J 598 DOMENICO PlANI 1 dove ^ = -FJoti -(-(1 -f-mi)^| , e a (.IKTereazlazloai eseguite dee porsi W.I — nj, Trovala u'j sarh ,=(1+™,).--^'(^')-^n,. inlegral completo dolla (A). 20. E sc la F(/;i) = 0 avra Ire radici costanti m. , m., m, , e sia F=(nj— m,)'(m — nio)? (zre — n»5)^N; allora farem la nuova posizione ?/ = (1-(-M)"s". E faccndo pure 1 /'^"'Ayi-H^AV , ^ /^""^^UI+M^'m.-h 1.2.../jV/^p/\1 -»-/«,/ 1.2...(p-+-lA«f|«P-*-7V-H-'»»/ E poichfe 1 avrerao (1-Hffl2)'"(1-*-M> per/(M) = 0 sarA t/. |^, -(-(1 -i-^,)i^Ii =0 J e ^.+-^i_,_^,)M sark radice della i//(|tt) = Oj onde Avretn dunque la radice costante EsEBCizj d'Algebba 590 ■J -H^i TO, —TO, TO., W, m. — TO,, TO., TO, 1 -+- TO.^ 1 -t-w, che sark multipla nello slesso grado di ^i, ossia di m,; onde per M = M, s' annulleran le funzioni/, |— - 1 fmo al- I'ordine R — 1 , e 1' equazione in z" si ridurra a ^^ 1.2...RV/MR^ '^ l.2...(R-(-1)Vm''*'/^ ' ..-..H ( ^ )C1-K3r,)n-r-pAn-f-Pz"= — ^1.2...(n— r— n V/M"-'-P/^ '^ . " "^ ^ ' (1-^'W2);(1-+-M0T E ponendo a''2"=m"j avremo I 1 ( 1 \ a°-'-p-«m"=— I .2...(«_7'_0)V/M'>-'-P/ \1-KTO.;!/ (1-+-TO3)" equazion linearCj il cui ordine e di r-t-yc -4-R nnila inferiore a quel della pioposta. Inveco dunque della (A) avremo a ri- solvere la (C)", dove 1 , 1 /to., TO, l-f-TO., \ ■^ Mp r / s. Mp^\1-<-to, 1-(-TO| / e la forma della rp e delerminata dall' equazione 1 ^(^)= — ri'W,-f-(1-HTO,)^i . e a difierenziazioni eseguite dee farsi -, TO3 TO., 1M=: ~ . GOO DOMENICO PiANI Ollenuta u" , sara \ s" = 1Rm", «'=(; ^1 £R«". VI -+- in J Goutinuando , si vede die se fosse F =: (to — m i)"^ (/» — i m^P(m — mi)\m — to,)'' K , si olterrebbe ^ \1-+-TO,/ y,-i-rnj \\-\-mJ essendo u" deiermioata da un'equazion Uueare dell' ordine 7i_(r-f-/j-HR-HP) ; e cosi di seguito. 21. Sia pep esempio (A) A'7-f. (x — 1 0) \y _ 1 0 (x — 4) A*/ -+- 2(20 r — 41 )A 'j — (82 a: — 91 ) A'j -H (91 or — 52) A^j — 4 (1 3 ar — 3)A7-<- 1 2 j: J = X. Avremo F (/«) = (to — 1 )\to — 2)-(HJ — 3) {ni -4- a-) , TO,=:1, TO2 = 2, TO3 = 3^ 7iz=.l , r=.Z , p = 2, R=:1; { ossia (1 -I- '"s) " 1 4/r//\ „ 8/r/Y\ X V'(/A) = ~F(1-f-2,«) = 8(2^ — 1)2(2^ — 2X1 -4-2^ -Hx) , 1 /I -H 3 M\ /(M) = — .// (^-^— j==72(3M_1)(3 M-H2-f.ar) , (-)=3.72(GM^1-H.r), (g) = 3.G.72. E posio EsERcizj D Algebra 601 m. — w.> M= - avrcmo - WJ2 3.72 (3 ^- or), X (C") (x-h3)w"-<-4Aw" = E risoluta questa^ avremo _- J 3 ^=r...(i)-= (!)-.„" 22. Qiiando i coefficienli son costanti, la F=0 ha tulle le radici cosianli, e si perviene ad un' equazione dell' ordine zero , ciofe senza diflerenze . 23. Se in vece di porrcy = c'"'^(p , come al n.° 1, si pon- ga y = i>(p, si picseniera ancora, quanlunque in modo sim- bolico, la forma ^ ^ 1 \dm/ dx^\ .2 \dmy dx"- e si avran simili riduzioni . Poiche in virtu della formula ge- nerale del diflerenzial d'un prodotto (n.° 1), la (A) diverra ^ 1 KdmJ dx 1.2 \dm'-} dx^ ^ .2.3 \dmy dx~ ■ *■ ""^l . 2 . 3 . . . « ^7^7 (7^ ~^' inlendendo clic in F e nelle sue derivate alle potenze del- Tausiliaria in vengan surrogaie le derivate di v dello siess' or- dine delle potenze. L^ ultimo lermine sark d"a /d"F\ e la derivata zero di v, die dee surrogarsi alia potenza ze- ro dell'ausiliaria m, e la funzione v inalterata . Ogni integral parlicolare di F = 0 fa abbassar 1' ordine del- r equazionc (A), e di tantc unita , quanlo e il numero r del- r equazioni simboliche successive T. X. 77. G02 DoMENICO PlANI \ilin/ ' \diii'/ che resian sotldisfatte da quel valore della funzione v. Impe- rocche la (A) si ridurra a ^^^ 1.2.3... AcJ^'fiJ^'^ "*" 1 .2.3...(/--f-1)W/«'-*-' /(/x-'+'"^ ■ ■ ■ ■ -f e poncQdo 1.2.3 1 /^y_^_^ 3...n V/'»"/<'-^°'~^ ' ax si avrJi. (C) 1 1 .2.3 'J 1^ /d'-^^Fyiii f . .-4- '1.2.3...(^^-1)\JnJ'■^7^•^ 1 .2.3 (^■1 F\ da-Tii diii^l dx"—'' Ottenuia it, sarh / = X. Abbiam la formula generale delle diflerenze di un prodolto A' {v «) = (1 -4- a A uy , trasportando gli csponenti di Au alia caralterislica A, e ad ogni polenza /i'^'""=' dell' ausiliaria a surrogando (Av) (1H-Ar) J = A ^'-t'-A i,_,____A Soslituendo nella (A) , avremo Pn (1-t-aoAM)° -t- Pa_i (t^ai Ali)"-^ -»- ....-+- Pa (l-Httn-a A m)» -h .... = X , ossia 1 1 (A)' AO ;i . S(Paa"n-a)-H _ A-3KM-3A»-2,,^3A»-V-t-A>i') j 3 ^ 2.3 ( ^ '^ ^ ^ ') , ra(M_1)(ra_2)P„(A"-3i'H-3:.''-3^^3An-V-H^"i') = -|-H(/i— 1X«— 2Xr— 3)P„_i(An-4t,^3A"-3t'H-3A"-2i;-l-An-V) • -^ (H-(«_2)(n— 3)(«— 4)Po_2(-"°-5i'-f-3A'>-4t.H-3A—3v'H-A°-V)- 1 C n 7i(« — 1) „ \ Nn=5-— S rt(^a— 1)....(a— n-Hl)P3(A^-''i'H- _A»-"+U'-h---— — A^-n+V-*-....) «(n— 1 ) . . . . 1 P„ (A°VH- -^A'l; H- " "~" ^A't;-4- ) ] 1 . 2 . . . ra ' ' ' 1 1.2 =: Pn (v -H — A 1' H ^ : A-^' -I- -1- A" v ) . ^ 1 1 .2 30. Noto dunque coniechessia un integral particolare y=-v' della (A) col secondo menibro =0, si osservera se v=^v , ohre alia N„=0, soddisfaccia anche alia ]N,=:Oj e soddisfacendo a quesia , si osservera se soddisfaccia pure ad N.= 0; e cos'i di seguito. Onde conosceremo di quanle unilk si abbassi \ ordine della proposla . 31. Sia proposta XYr-4-o) „ X'o (A) A3r Ll!l_-'AV-i-X'Ar r=x, dove X,X' funzioni date e qualunque di x^ e A:r=:o; e per v^=iX sara ]N\=0, N.= 0, COG DoMENICO PlANI (C) — I C o'— X'(x4-o)(ar-H2 o)]t-h {x-hZ o) A <=X, onde yz=:xt* t . Per ua allro esempio riprcncliani T equazione del n.* 7. (A) Aij— (3x-h5)A3;-^G;3x-4-1 )A-^-— 4(9x— 1 )A;'-|-8(3x— 1 );^X Per v' = 3"^ N.= 0, N.= 0, N.= 0, X (C) 81 . 3<^(1— :r)«H-81 . 3«A;=X , {\-^x)t^M— T" , 3«** y=:3"^s'/, come al n.° 7. 32. QuanJo X = 0, la (B) ha ad integral pariicolare ^•■0 = 0, onde u = rtj -+- a , a? -+- fl 2 •''^' ■ • at—\x r— t ed J = V («„ x» -4- rt , a:' -»- rt., X- -4- -4- ar-ix'-i) sark iin integral pariicolare della proposta. Cosi la X'(xH-o) , ^,, X'o avra ad integral pariicolare y:=-x(^a^-\-a,x). 33. Anclie qai^ come a' paragrafi 1,11 e 23 , si pos- sono inlrodurre i diOerenziali per un' ausiliaria m , ponendo P„ wjn _t> P„_i mQ-1-f. -t- PaW''-t- -t- PuWj''= F (m) . Poiche si avrli 1 /f/F\ ^ 1 A/2pv (A)" F M i. » H. -(_) i. „ + _ (_) iW .... ^_i_/'iiru»* -'-r^r?-'')^—''. 1 .2.../^V/w''/ 1.2...«V/«"/ — I, compresa la derivala zero F, a qualunque polenza A"""" della in si sostitulsca [(A^,)^(1^-Av)^] . Difatlo per cocflicienle di A" u si h trovato EsERCizj d'Algebp.a 607 P„ A" V -f. Pa-,An-1 ^, _^ P„_2An-2 v -H che e appunlo P„ [ (Av)" (I^Avo] H- P„_, [(Aw)— '(1*Ai;)'']-»-P„_2[(^a')""\l-4-Ai')«lH-... Ogni altjo coefliciente Ni, = ~ — - S ( « (rt— 1 ) (a— Ah-I )Pa ah „-» | , ^ .£, . . .It { ,' esiendendo la somma dull' indice a = n fino ad a = h inclu- sive: ma estendendo pur la somma da a = n ad a:=h; dunque purchfe ad m.*"'' si sosiituisca a''n— aj e siccome a quesla dee poi sostituirsi potremo surrogar immediatamcnte la terza espressione alia prima . 34. Pel leorema di Taylor poi la (A)" sark F(»»-|-Am)=:X, trasportando gli esponenti di ^u alia caratteristica Aj come le equazioui del n.° 23 e del n.° 1 saranno f(„. + 1*) = X, FL*lf) = i, trasportando gli esponenti di c?^ alia caratteristica d . Le quali forme simboliche in miglior mani potrebber valere \ integra- zion compleia dell' equazioni liueari . I 0111. To 111: X. T:xn. Lil G-aapari r C. ULISSE BREYEIVTAAI SE E COME SIA GUARIBILE LA TISICHEZZA PLLMONARE DISCOnSI TRE LETTI NELLE ADUNAZE DELLI 30 MAGGIO 1844, ^0. E 17. DECEMBRE 1846. DISCORSO PRLHO R ra i Cullori della Medicina ferve oggidi un vivo desi- derio di conoscere se la lisichezza pulmonare sia o no real- menie susceliibile di guarigione, e come questa guarigione possa avvenire. Indifesse lipeiuie indagini di Analouiia Pato- logica avvalorate da una Clinica osservazione niiuula e pe"" no- stri predecessoii inusilata delle localiia moibose hanno, in mez- zo al conlinuo diibiiare ed al graluito asseiiie di niolli. fallo nascere in alcuni da prima la ferma persuasione che in po- chissirai casi detto malore sia in reallii guaiibile, e piu vici- no a noi in ahri eziandio e insoita la spcranza clie non lan- to di rare quanlo in antecedenza si credeva codeslo forluna' to evenlo soglia avvenire. Le quali persuasioni e speranze non sono poi lanto estcse ne teniile per cosi salde clie il .sopra indicate aigomeiUo non meriti oggidi nuove ilcerche e considerazioni j cd anzi a me ^ parso si grave e difficile, ed ancora cosi awiluppalo, ch'io rilengo sia cosa mile e necessaria il farlo ogi^elto di uno stu- dio attento ed imparziale onde viemcglio siabilire e dilucida- re le question! che lo risgnardano. E avvegnacche trovi qnesla iiiipresa di molto sproporzio- nala alio mie forze e meritevole di ben piu alto ingegno che T. X. 78. 610 UussE Breventani il mio a degnamente guidarla a fine, nulladimeno, approfit- tandoini di un non piccolo campo di osservazione, die alcune favorevoli ciicoslanze mi lianno apeilo a qiieslo rigiiarJo nol corso di ben piu di due lusiri, e pieno del dosiilerio di coo- perare per tullo quel poco cli' io so e posso ad iscopiirc il vero ed ad appovtare utilila, arilisco ora iutraprenderlaj con- fortalo in ispecie d:dla speranza chc , soiioponendo al giudi- zio vostro Accadeniici Prcstantissimi quanlo all' uopo impar- zialmente ho operato , allorquando per buona ventura in esso rinvenisle cose che fossero pure in qualche modo valevoli ad eftelluare il predeuo mio dcsiderio, qucsle polranno piu age- volmente e con piu di sicurezza fiuttificare. Ma avanli di dare principio al mio ragionamenlo, onde non avvenga confusione, sembrami necessario il dichiarare: inlen- dere io per tisichezza, o tahe od anche, seguendo Tuso co- mnne, per tisi pulmonare coi piu distinli INosologi d' oggidi soltanto queU'aflezione degli organi del respiro , per cui que- sli venendo in vario modo e tempo piii o meno occnpati da quelle parlicolari elerologlie produzioni che diconsi tubercoli, si vede nascere la consunzione con UUlo quel corredo di sin- tomi ad ognuno ben noti che pid d' ordinario la cosiituisco- noj ed in questo pensamento condurci i risultamenli delle e- stese ed atlente indagini anatomico-palologiche falte dai Mo- dern! a tale riguardo; risultamenti da ognuno che il voglia con facilila v"erificabili_, i quali chiaramente addiinostrano che le molte specie della Tisichezza pulmonare dagli Anliciii am- messe, staudo quasi esclusivamenle alia sola osservazione dei sintomi, non erano che la tubercolare con qualche compHca- zione di diverse altre labi o niorbosiia accidentali . Le quali compUcanze, se erano calcolabili rispetlo alia cura , non Io erano poi come condizione morbosa di una tale malullia; giac- che da se sole non I'ingeneravano, ovvero, se cio avvcniva, la consunzione da esse prodolta era rarissima , ed a bene esa- minarla non confondibile, niassime oggidi co' segni fisici da- tici dair Ascokazione , con quella prodotta dai tubercoli. Ed e poi mollo opporluno questa nel caso noslro con allri mor- bi non si confonda , peroccho e d' uopo riconoscere la per- Siiasione che non sia guaribile la lisi pulmonare essere nata Sulla Tjsi " Gii in particolar niodo pel procediinento faUile piu comune ed ap- pareiite die adclimosira in tale caso raflczione tubercolaie. (1) Laoiuie nello stato allnale della scienza alio scopo propo- stonii, e volendo pure scrbare ordine e cliiarezza trovo piu parlicolarmcnie oppoitiino di riceicare. I." L'Analoinia Patologica fa conoscere modificazioni na- te negli organi pulnionari che si possano ritenere dimoslranli i tubcrcoli in essi sviUippali potersi realmente risolvere, ed in qualche modo i detii ori^ani liberarsene? 11." Esistono falti che proviiio ad evidenza che pulmoni affelli da Uibercoli giunti a rpiello stato di accumulaniento e rammollimento che suole produrre la cosi delta lisichezza pul- monare dichiarala, od al terzo grado,siano suscettibili di tali modificazioni da apportare la guaiigione di queste? HI." Esistono fatii per dimosiiare che negli organi respi- ratori i tubercoli alio slaio di criuliia o nclla loro prima in- vasione, o meglio a quei gradi di loro anmento ed accnmu- lamenlo che producono secondo i piu moderni la tisichezza pulmonare incipiente, detla al 1 ." o 2.° grado, siano suscetti- bili di risolversij e nascere possa quindi la guarigione del pre- delto nialore anche ai gradi indicati? IV." Sonovi norine da stabilire onde bene determinare la esisienza e la validity degli auzidelli fatti ed estenderne il numero? Tali sono le ricerche che sembranmi oggi necessarie a por- tare la maggior luce possibile nello studio clie inlorno alia guarigione della tisichezza pulmonare mi sono ora proposto^ ed in pari tempo a melterci nella via la piu rctta e luminosa per la quale liherandoci dal buio della congeiture e dai devianien- ti delle false preoccupazioni ci sia dalo di mostrare su cio anche ncU'avvenire piu estesameiite ed in modo piu agevole e sicuro manifesta e chiara la verila . Ma della prima, al principal fine di non abusare di voslra attenzioue, mi fo un dovere nel presente mio Discorso soltan- to occuparmi . (1) Cio avvenne in ispecie dopo V Opera del Bayle pubblicata a Parigi nel 1810 intitolata Recherches sur la phthisie pulmonaire. 61 2 L'lisse Bbeventani 1.' RICERCA h' Aiiatomia Patologica fa conoscere inodijicazioni nate negli orgaiii puhnonari die si possano ritcnere diinostranti i tubercoli in essi sviluppati polersi realinente risolvere, ed in qualche modo i delli organi liberarsene? Not! e caso infrequente 1' osservare in persone morie con tuui i sinlomi della vera lisichezza pulmonare, mass! me se <{uosl' aflfzione abbia durato in esse Innga pezza e siasi mostrata con diversi attacchi a tempi I'un dall' altro dlslanli, che i lore pulinoni presenlino alia suoerficie delle ineguaglianze nei lobi superiori in ispecie , prodolle da solcature e depressioni piu o meno profonde ed estese nel tessuto pulmonare corrisponden- te,il quale talvolia vedesi ancora raggriazato. In vioinanza delle anzidelle depressioni e talfiata per entro le medesime Don e raro del pari il vedere trasiidamonli fibrinosi o pseudo- membranosi circuscrilli piu o meno grossi e consislenli, for- manli imbrigliamenli od aderenze die raanlengono piu o me- no fermi gli organi pulinonari alia cassa toracica e da cui per esse d' ordinario a grande falica si slaccano illesi. Ora se av- venga che diligentemente siano quesli pubnoni lagliali incon- tro la mela circa delle delle depressioni (1) si fanno palesi a noD molta profondila o degli scavi di discrela ampiezza ordi- nariamenle di forma non niollo regolare , coUe loro pared in alcuni punli rienlranli, spesso coperie da uno slralo di lessu- to cellulare fibroso solto foggia di membrana piu o meno (1) E pero d' uopo non confondere ecu tali depressioni quelle che iiascer posson pnr i rinlti die apporta 1" enfiscma iiregolare die si as- socia pure talvolia all' affezione tubcrcolarc dei pulmoni assai avan- sala , i quali distinguonsi e per i caralleri dell' enlisema , che all' in- torno vi si osserva , e d' ordinario nndie per l;i nnncanza dd raggrin- zamenlo alia loro siporficie, e fleile pseudo-membrane vicine. 5ULLA. TiSI CI 3 compatto ed anche semi-cartilaginco, che aU'iriterno Iia una specie di mucosa in continuazione di quella che naluralraenle vesle i hronchi co' cjuali il piii delle voile trovansi comunica- re , ed hanno tali apparenze die per analogia li diresti cavi lisiolosi di anlica data. Di quesli se ne rinvengono lalvolta con avanzi di soslanza tubercolare per enlro, od in conlinua- zione ad una specie di nocchio di un tessuto celluloso piu o meno conipallo frammislo a lamine di aspelto libroso . 11 qua- le tessuto poi irovasi qualche volta solo IVa la sostanza pul- monale in pill 0 men grande quanlita accumulalo ed avente lulte le apparenze di quelle che si osserva nelie cicalrici. Av- viene pure, e queslo n)i ha parso caso anche meno raro, che in corrispondenza alle dette depressioni trovinsi de' tubercoli o piccoli ammassi di materia tubercolare rhe quasi mai oltre- passano il volume di un grosso cece o lull' ai piu quello di una nocciuola , indurili, sotlo forme irregolari e moslranti lal- volta per enlro delle Iracce derise di malerie saline; ovveroj e cio e anihe piu facile a rinvcnirsi, de' piccoli ammassi che direbbersi nocchii di materia cretacea gessosa , o decisamente calcare . E tutli questi particolari prodotli morbosi soglionsi rinvenire conlornali tia una membrana cellulo-fibrosa piu o meno consislenle , e quasi sempre lull' all' inlorno di essi il parenchima pulmonare appare piu compatto^ dure, e tinlo in nero siccome lo e ancora alle volte in gran parte la delta membrana . E quello che all' uopo nostro a me scmbra de- gno di maggiore considerazione si e, che allorno gF indicali prodotli puossi lalvolta chiaramente vedere il parenchima pul- monare siccome siiraio e dimosirante lanli piccoli raggi ad essi concenlrici . Quesle sono le cose principali che nel parenchima de'pul- moni afteli da tubercoli in piu inconlri polei verificiire nelle non poche necroscopie a queslo riguardo da mc inslituite , od alle quali sono stalo presenlej e massime nello Spedale Mag- giore della Vita J nel quale ebbi molle Voile compagno, e come Assislente un di al detlo Spedale, e quale Collcga dap- poi II Donor Giovanni Bruijnoli, di cui non so lodare mai abbastanza lo zelo e I'aniore che ha pel coltivauienlo di nostra Scienza , ed in particolure deirAnatomia Palologica ; queste G 1 i Ulisse Bbeventani sono pure le varie cose che oggidi assai generaltnenle tr- teiigosi , siccome vetlremo nieglio anche piii oltre, sulle diverse inodificazioiii ciii va soggeita la sosiaiiza tnbercolare ne' pul- moni ^ od il parenchima pidinonare die la conlorna , indican- li varii modi con ciii la Nalura si adopera onde quella si ri- solvi, e qucsto se ne possa liberare; e sono pure le une o le altre di quesle niodificazioni die hanno condollo in piii tempi parecdii moderni Palologi fia i quoli Laennec (1) Au- dral (2), Louis (3) Hopkins Ramadge (4), Rog^e (5), Four- net (G) e recentemenie il Boudet (7) (') a credere possibi- le la gnarigione della lisichezza pulnionare. Ma qnanto ora ho delto rilrovarsi siii morti di decisa aC- fezione lubercolare di pulmoni con lulti i sintonii della tisi- cliezza, avcnli per cio conleinporaneamente ne'delli organi lubercoli o soslanza tubercolaie in moha estensione ed a vario grado e scavi di diverse grandezze di recente e di (1) Traile do 1' Auscultation Mediate et iles Maladies des poumons et du coeur 4. ed. Paris 1837. (2) Clinica medica. Livorno 1838. e Compendio di Anatomia Pa- tologica Livorno 1839. (3) Recherclics anatomiques , palhologiques et therapeuliques sur la phthisic 2. ed. Paris 1843. (4) V. Archives gcncrales de Medecine Ser. 2. T. IX p. 81. 1835 e Bullcttino delle Scicnze Mediche publicato per cura della Societa Me- dico-chirurgica di Bologna Ser 2. Vol. 1. p. 27. 183G. (5) V. Archives genei'ales de Medccine etc. 3. Ser. T. V. p. 191 , 289, 4G0, 1839. (G) Recherches Cliniques sur 1' Auscultation et sur la premiere pe- riode de la Phthisic pulmonaire Paris 1839 (Ouvrage couronne au concours des Ilopitaux dc Paris A. 1837.) (7) Revue Medic.de T. Ill p. 22. 1843. ed il gia citato Bullettino delle Scienze Mediche della Sociela Medico-Chirurgica di Bologna Se- rie 3. Vol. IV. p. 371. 1843. (*) A questi Autori puossi ora aggiugnere anche il Bennet , il qua- le in Edimhurgo pote verilicare estesamenle sul cadavere quanto dal Roge'e e Boudet in ispecie ^ stato dimostrato a Parigi rispetto alia frequenza delle tracce de' tubercoli o di questi modilicati ne' pulmoni The Edimb. Med. and. Surg. lourn. Ved. Gazzetta Toscana delle Scienze Mediche Vol. IV. p. 123 184G. ed il citato, nostro. Bullellino Ser. 3. Vol. X. p. 73. dello stesso anno. SoLLA TiSI 61 r nntica formazione, si e del pari linvenulo piii o meno isolata- mente in morti per qualche accidentalila , non avendo mo- strato da iiltinio sintomi proprii della tisi , o non avendone rnoslralo 1' assienie, o queslo allro che a' tempi piu o nieno Iod- lani. Ed in siiniglianli casi , die all'uopo nostro di leggieri ognun vede assai importanti^ essendomi io piu volte incon- Irato mi fo un dovcre de' piu valiitabili esporvi i parlicolari, avulo riguardo in ispecie, che di codesti falti assai pochi so- no oggid'i rpielli che si conoscono, ed avuto riguardo che dessi mentre contiibuiranno senza dubijio a mellervi soil' occhio con niaggiore chiarezza molte delle cose che poc'anzi in generale vi esposi ci somministreranno in pari tempo prove sempre piu valide al mio assunto, e per uno di essi in ispecie vi si ad- dimosircni ancora, se non erro , il piu probabile meccanismo di modificazioni che in tali casi nasce negli organi pulmona- ri finora non ben conosciulo. Osservazione I. Dopo la nietk di Seitembre del 1842. esaminai nella Ca- mera anatoniica dello Spedale della Vila due pulmoni di uno mono per pneumorragia che avea dali^ mi si disse , alcuni segni da prima di lieve flogosi pnlmonare. In essi eranvi decise marche di afl'ezione tubercolare avvenuta in piu tempi e che avea gia palile diverse saliitari modificazioni. II niaggior numero di queste era al lolx) medio del destro pul- rnone e net superiore del sinistro. Onde meglio darvi un idea Accademici Preslantissimi di cio che in tal caso osservai vi pre- senlo dissegnato il lobo superiore del sinistro pulmone come fu staccato dal torace Ved. Tav. XIII. fig. 1. e lo siesso lo- bo apurlo merce diversi tagli \ed. fig. 2. La prima Figura che rappresenta il lobo iniailo vi fa vedere alcuni infossamen- ti che piii volonlieri direi rientramenti del tessuto pulmonare a.b.c; di cui quello segnato I> e notevolmente raggrinzalo. In vicinanza degli infossamenii a. h. c veggonsi due pseu- do-membrane piulloslo grosse circoscrille a giiisa di piccole placente della grandezza circa di mezzo scudo , avenli amen- due nel mezzo una specie di funicoletto merabranoso^ che GIG UuSSE Bretentani non 6 allro che porzioni di pseii Jo-membrane che erano al- ia pleura parietale corrispomlonle , colla quale aderivano. Fu aperlo qiieslo lobo all'mconlro degli infossamenli e del- Ic pseudo-membrane anzidelte con ire lagli A. B. C Ved. Fig. 2. Nel taglio A. si e inesso a scoperlo lo scavo D. che irovossi pressoche vuolo, il quale potrebbe conienere una noce ed e a pareii iueguali. Esso e vesiito di una membra- iia di tessulo ccUulo-dbroso biancastro consistenle a, la qua- le vedesi staccala in b, e pare eziandio ricoperla da una spe- cie di mucosa in continuazione della membrana del bronco che per entro vi si aprc nel punto el. Alia letiera c, viene indicato I'apcrlura di an piccolo scavo che conleneva anche jnaieria lubercolosa rammollita, la quale aperlura moslrando gli orli ben roiondati concorre a dimoslrare con tutla pro- babilita lo scavo grande con cui comunica non essere di re- cenlo data. La lellera e inostra un lubercolo vicino a ram- mollirsi ed a farsi strada in qtieslo siesso scavo. All' E ma- iuscolo vedesi la maggior parte di un nocchio di sostanza tu- bercolare gialla tagliato pressocche nel suo mezzo di cnil'al- Ira porzione vedesi segnata dalla lettera /'. Codesta sostanza 6 gialla al taglio, compalta lucida levigata ed ha una figura trian- golare a lati curvilinei riciitranii nel mezzo concorrenti nei vorlici ad angoli oltusissimi ; figura molto nolevole anche per- che corrisponde al maggior infossamento della sostanza pul- monare segnato dalla lettera b uella Fig. 1 , e perche vi si vede adossare il lessuto pulmonare che trovasi all' intorno per un certo tratto piu stipato com' e indicato dalla lettera //. La sostanza tubercolare in discorso e poi contornata da una membrana biancastrayj Fig. 2. avente all' intorno uno strato ri- maichevolissimo di materia uera g, la quale tinge piu o me- no , indebolendo nell' allontanarsi , anche il parenchima pul- monare piu siipato che la coniorna . Ne' punti 1. 1, in. m. si veggono due piccoli nocchii biancastri duri quasi calcari tagliati nel mezzo, di figura bislunga e come fossero stati com- pressi , i quali sembrano del pari contornati da una mcmbra- nella . Ne' punti n. n. sonovi due leggieri scavi che direi da poco tempo formali per essere senza una ben decisa mem- brana ed anche sanguiuosi . -= Nel taglio B vedesi iu F la Sulla Tisi C I 7 porzione piu apparente di un ammasso di sostanza tabercolare giallastra^ granulosa, fiiabile^ tcndenle al calcaie, contoriiato da una mcuibranella sonile o, die dircbbesi in varii [lunli rien- irata e come adossata su di esso. Conispondcva pur cpiivi al- I'esterno un lieve abbassamenlo della supeiTicie del pulinone come vedesi in p. La leitera (j indica I'altra porzione di delto ammasso layliata. Al di souo di questo e mcssu a sco- perto uno scavo in r della grandezza di un'amandorla die diio al pari delli scavi piccoli «. n. di reccntc formazione, poiclie anche cpiesto era sanguinolento e senza una decisa membrana. Nel tuglio C si appalesa in G allro piccolo scavo cbe direi in alcuni punli a pareli rientranli , vuoto , contornalo da una membrana 5 della naUira di quclla che veste lo scavo D; e qui pure la superficie pulmonare corrispondente si abbassa in cerii punli e sembra assecondare randamenio delle pareti di detlo scavo, una porzione delle quali rimasta diiU'altro lalo del taglio si vede in ^ Qua e la poi sparsi nel parencbima pulmonare veggonsi de' piccoli tubercoli alio stato di criidita , parecclii de' quali trovansi segnali dalla lettera u , u , ii , u , I pulmoni, ne' quali esislevano le delle alterazioni che piu ri- marclievoli pel caso noslro abbiamo osservalo uel dello lobo superiore del sinislro, appartenevano ad un uomo di 30 auni circa J il quale era ben nutrilo, di discreta stalura e regolar coslruzionc, ma che lossicoloso da mollo tempo sputava assai di maleria grassa durante il matlino . Avea pure da piu an- ni una iistola al margine iuferiore sinislro della mandibola ia- feriore, che sembrava manienuia da un filiro purulento slan- zialo nel tessuto cellulare che conlorna la glandola solto-ma- scellare corrispondente. Beveva disordinatamente liquori; ed era suo mesliere (e ben facilmenie tulli \ oi ora lo rammen- terele) il dipingere figure sul selcialo de' porlici di Bologna con gesso e carbone, onde mercare il rcgalo di cpialche obo- lo. Dalla quale singolare occupazione ne veniva pur come ognun vede ch' egli fosse costreilo di rimanere quasi tutto il giorno sdraiato in terra ed incurvato sul petto , INuir altro potei sapere degli anamneslici, e nulla inloino la derivazioue di lui^ essendo slato assicurato essere egli soliio di asserire, trovarsi senza parenti , e non averne mai conosciuli . T. X. 79. CI 8 Ulisse Breventani Osservazione II. Fill invitato il giorno 20 Aprile 1843 ad cssere presente ad una sezione dl una lale Luigia Savini in Sarli , donna di 34 anni circa, niorta per una febbie piierperale di cni avean avuta la ciira i Signori Doitor Giovanni I'aijii come medico ordinario, ed il dislinto noslro Collega Piofessore G. B. Bel- lelli come consiiltato. Quesla sezione era insliuiila nella Ca- mera Anatomica dello Spedale della Vita dal su lodalo Dot- tor Gio. Bnignoli. Nell' andar in traccia de'divcrsi giiasli che nolle viscere di quesla donna si potessero pure rinvenire at- tribuibili all' affezione per cui era morta , esaminando gli or- gan! della respirazione mi accorsi che i loro lobi snperiori erano imbrigliali qna e ia , ed in alcuni punli anche mollo aderenli alia cassa toracica e mostravano alia loro superficie delle rimarchevoli disnguaglianze; per cui, entralo in sospelto die qui si trovassero avanzi di tubercoii^ desiderai farli sog- goUo di mia particolare osservazione . Cio concessomi li rac- colsi; e presi a minulo esame vidi non essermi ingannato. E onde porvi in chiaro alia meglio die posso quello che ho in essi rinvenulo dcgno della voslra attenzione, e slata niia cu- ra di rappreseniarvi al pari che feci nella precedenle Osser- vazione uno di qnesli lobi , il destro cioe , disegnato e colo- rito _, siccome quello che riuniva tutto cio ch' era di piu no- tevole ncl caso noslro , giacche gli altii due lobi del pulmone destro, ed il pulmone sinisiro meno alcune concrezioni al suo lobo superiore si potevano dire naturalissimi. Nella Tav.XlV.Fig. i., che ora vi pongo soll'occhio, vedete rappresentato il lobo desiro suddello che ha parecchi infossa- meoti o depressioni dl cui le principali sono segnate dalle let- terert.t. c. La lellera a in particolare moslra la piu notevole di quesle, a cui e unite anche un leggier raggrinzaniento con- cenlrico della superficie ^ la quale superficie pero non la vedi coperla che dalla pleura anche trasparentc. Sono sparsi qua e lii parecchi imbrigliamenti, alcuni de' quali sembrano di andca f'ormazione e presentansi solto foggia di piccoli lendinelli che la pleura cosiale alia pulinonare tenevano unita , e questi sono Sulla Tisi 619 segnali colle Icllere d.d.d.e.f.f^. •= La leltera e indica il piu grosso ed il piu forie di qiicsii . Se ne osservano anche di quelli solto foggia di membrane in h.h. che si direbbeio di foi- mazione piu recenie. E nolevole anche la supcilicle di questo piibiione pe' varii non comuni accumularacnli di materia nera che vedonsi ne' punti /././. La fig. 2. rappresenla poi lo slesso lobo puhnonare deslro ora indicate spoglio in gran parte dalle false membrane^ meno di quelle esistenli alia som- mila di cui si vedono le tracce ia d.d.e, che (jui si sono la- sciate onde meglio fare conoscere i rapporti di queste colle cose che vi si veggono all' inlerno . In questa figura si rap- preseata il lobo aperto mediante un esteso taglio trasversale obliquo all' incontio della piu grande depressione a fig. 1 . Con questo taglio solo si incontro la fortunata combinazione di poter niostiare ad un tempo la materia tubercolare che ha palito alcune delle principali fasi dei cambiamenli di cui cre- desi suscetlibile. Vedesi difatto in A maiuscolo, fig. 2.^ un pic- colo nucleo di materia gessosa solto foggia di polta, e che iu tal caso sembrommi avere piultoslo I'apparenza di calce bian- ca spenta . Questo e di forma elitlica contornato da una mem- branella a. Attorno ad essa vedesi accumulata dA\a. materia nera b, ed il tessuto pulmonare per poche linee tuti' all' in- torno si mostra un po piu stipato, e come stirato, di modo che attcntamente osservando , rappresentansi, siccome vedesi in c, tauli piccoli raggi concentrici. Alia lottera B maiuscolo ve- desi ripeluto un allro nucleo in eguali circoslanze del prece- dente . In C maiuscolo si osserva un globicino interamenle di sostanza calcare contornato da una membranella fibrosa J", e dal tessuto pulmonare piu stipato e tinto in nero come in g, il quale presenta all' intorno la disposizione a raggi snd- detta piu decisa che altrove h. •= In D maiuscolo avvi un altro globicino calcare presso a poco eguale ed in simiH cir- costanze dell' antecedente. In E osservasi una macchietta ne- ra la quale rappresenla un piccolissimo cavo nel mezzo ap- pena perceitibile j entro cui sembra probabilissinio vi fosse coa- tenuto un avanzo di tubercolo. In F maiuscolo si vedono pa- recchi tubercolelli che sembrano di recente data alio stalo cosi detto di crudila senza lessuto pulmonare stirato o piu denso G20 Ulisse Breventani air iiiioino , senza alcnna docisa meinbrana ; ed in I mauisco- lo un allio simile tiibercoletto , ma piu duro e coiisislente . La Icllera G maiuscolo ci addita poi, se non erro, colla mas- sima evidenza un noccliio di tessuto ccllulo-fibroso biancastro come di cicatrice qui avvcnuta. Esso corrisponde alia piu gian- de depressione di queslo lobo e lull' all' intorno liene stiralo il tessuto pulmonale che quivi pure e siipalo, e tinto in nero assai piu dcirordinario, e moko inegualmeule ;'. Alia leiiera / si osserva un vaso , probabilmente uu piccolo bronco, die h stato aperto nel mezzo ^ il quale lermina ad un tralto nel tes- suto biancastro anzidello. Alia lellera n vedesi una porzione del suddcllo tessuto di cicatrice slaccata dal taglio trasversale cho lia scoperlo le varie alterazioni su indicate. Alia superfi- cie di queslo lobo pulmonare tanto in /. fig. I.jche in H maiuscolo fig. 2. vedonsi diversi noccbii di sostanza calcare cnntornali dalla solita niembrana, e quello in H moko con- siderevole e per la sua forma e grandezza, e per trovarsi al- r incontro del maggiore dcgli accumuiameuii di sostanza ne- ra che veggonsi alia superficie di queslo lobo pulmonare se- goati colla lellera i fig. 1 . Su questo nucleo vedevansi pure moko adossale le fibre del parenchima pulmonare^ allorche s' inslilm il laglio onde melterlo a scoperlo . Dopo cio che fu osservalo in tale caso ricercai se questa donna avea mai sofTerio in antecedenza alcuna malatiia che a tali particolari alterazioni si potesse attribuire, ed il signor Doltor Giovanni Fabri in allora mi appaleso, essere stata e- mopioica due o ire anni prima ed avere avulo lossi ostinate, ed essersi temulo per un qualche tempo che avesse poiuto in- conlrare la tisi pulmonare 5 e cio non solo ho potuto quindi io slesso verificare per altre nuove ricerche fatte presso i di lei pa- renli, ma seppi ancora, che, quaiUunque nulla si potesse apporre intorno la sua derivazione, ebbe a soHVire pero nel 17." anno di sua vita una forte tosse con sputo purulento e rimarchevole magrezza in tulto il corpo , ed in questo stato duro per pa- recchi mesi. Si rimise in salute, prese marito e dopo due anni, nel qual tempo conlava il suo 23.°, torno a soflVire di losse ostinata con cspettorazione di brulia qualila, e cio pure era seguilo da moko dimagraraento . Rimase in queslo sialo Sulla Tisi 62 f per piu annl , e si cleperiva che da tulll lemevasl fosse per inorire etica . Ad onla peio di si infausli pronosiici ella si ri- ebbe anche qucsta volia in una saliile suflicientemcnle buo- na ; fii madre piu vollo e nel solo anno 31." di sua vila eb- be r emoploe e quella minaccia di tisi che fu vorificata dal- lo slesso Signer Dollor Fabri, siccome si disse superiormen- te, e dalla quale ancora seuibrava fosse liberaia. Osservazione HI. Fu porlato parimente nell' Aprile del 1843. alia Camera Analoniica dello SpedaJe Maggiore un Sergente delie truppe Svizzere al servizio del Santo Padre, il quale, siccome non e caso raro Ira quesla gente , si era ucciso sparando alia gola Hu fucile che egli avea caricato sovrapponcndo alia polvere una candela di sevo. Era uomo di 36 in 38 anni otiimamen- te coslrutto e nudrito , di bellissime forme massime al capo il quale sarebbe slato degno dcUo suulio di un Finelli o di nn Malatesti. Altro non poiei sapere di lui se non se che era ipocondriaco e che aveva avulo idtimnmcnte un palema tale per ofleso amor proprio che lo avea deteruiinato aU'alienazio- ne dello intelletlo che lo fece suicida . Instiinita la sezione di questo cadavero iosierae al su loda- to Doltor Brngnoli poche ore dopo Taccaduto, non trovammo di nolevole che all' apice del pulmone sinislro , il quale ap- pariva d' altronde sanissimo, una pseudo-membrana circoscrit- ta in alcuni punli piultosto grossa a guisa di piccola calolta non molto regolare, Ved. Tav. XV. fig. 1. a. a. Ai conlor- ni di qucsia esisteva ancora una sotiile pseudo-membrana che la univa alia parete foracica corrispondente, siccome pure se ne osservava un'alira alia sua sommiia b, h. h. Allorche ebbi cio osservato , previdi vi fosse probabihnente qualche scavo al di sotto in via di cicatrizazione o reliquie di tubercoli ma nou voUi tagliarlo , perocche in quel lorno di tempo tentavamo al- cuni saggi di conservazione a secco della sostanza pulmona- re , e quest! pulmoni sembravanmi a cio molio opportuni . Furono quesli da prima iniettali per larleria pulmonare con una soluzione arsenicale fatia coll'alcool^ e tinta col luinio 622 Ulisse Breventani nelle proporzioni prescrltte dal Trancliina ; e poscia si cercb il loro disseccamento arlificiale medianie 1' inlroduzione di aria calda in lutto 1' albero broncliiale. E mi sia penncsso di di- re cjiii incideniemcnie , a prova della valldiia del mclodo di conservazioiic del Cliirurgo Napolilano, averc iioi iniollato per la carolide sinistra medianie la delta solnzione arsenicale an- che la testa di qiiesto cadavere, e quantunque la eslesa feri- ta die aliraversava lu base del cranio I'accsse si che molio liqiii- do si disperdesse e 1' iniezione per cio nou venisse perfella; nul- la di meno si conserva pure fino al prescnie mnniniilicata tutl' iniera con eniro il suo cervcUoj senza che abbia dato se- gno alcuno di puircfazione, beuche esposta all' aria e noa a- vendovi alcun riguardo . Oitenulo il disseccamento de' pulmoni, che non rinscl del tullo come si desiderava , tagliai una porzione del lobo supc- riore sinisiro lasciando intatla la pseudo-niembrana che dicem- mo esisiere all' apice; e sul lato ov' era caduto il taglio del suddetlo lobo puhnonare instituii un'incisione longitudinale al- Tincontro della delta pseudo-raembrana , Ved. fig. 2. Tav.XV. A maiuscolo. Con questo si niise a scoperto un piccolo cavo della capacilu circa di un cece, siccome e indicalo dalla lel- tera i , vestllo questo di una membrana , e contornato da un tessulo pulmonarc piu slipato che in lal modo disseccato il pulmone resta mirabihnente distinto , ved. la lettera / . Ed e a parer mio degno di molta considerazioue il vedere come la diramazione in del bronco principale o, che qui e a sco- perto , vadi a terminare in n contro la membranella che ve- ste questo cavo, la quale in lal panto sperandola si scorge iin p6 trasparente . In p. si vede I'aperlura di un altra dira- mazione del bronco suddetlo o che qui attraversa la sostanza pulmonare. In h,/i. trovasi un piccolo nucleo di sostanza cal- care bianca che e siato diviso^ il quale rappresenta una figu- ra allungata. Insliluito un secondo taglio suUa porzione rima- sia a sinistra in B maiuscolo , si e messo a scoperto un al- txo cavo c, pressoche della grandezza del precedente un p6 piu. compresso dall'alto al basso, contornato pure regolarmenle da una membrana e tessulo piu slipato ben disunto d, mostran- te ia e annicchiate due piccole concrezioni calcari hianche Sulla Tisi G23 cVie si veggono ivi come inc.ollate . In y osservasi im allro piccolo nocchio della stessa sostanza calcare rolondo e co- me impiantalo nel parenchima piihnonare. K degno di non lievc considerazione come in Uilto quel poco di delto paren- chima che e sovrapposto , e per un piccol traito anche di quel- lo che irovasi al di solto di dclii scavi e conrrezioni calcari, non vi sia entrula aria nel disseccamenlo ariirid;de procurato in tale caso, nc vi si sia inlrodotto che poca materia inielta- ta, il che si era fatto liberamente in tutie I'allre parti de' pul- monic e quesio si vede in modo manifesto indicato \n g.f^.g. ove la sostanza pulmonare e piu scnra e niolto conipalta. Coa i predetli tagli inslituiii su questo pezzo di pulmone si e polu- to anche meglio conoscere e la natura della pseudo-membra- na che lo copriva al suo apice a a a, la quale e piuttosto adiposa, ed il suo andamento il quale e sinuoso massime al- linconiro degli scavi. In b poi vedesi porzione della pseudo- -membrana ch'era alia sua sommita (1). E quanlunque in tale caso non si possa vedere contempo- raneamcnte a queste allerazioni decisi tubercoli o qualsiasi al- tra traccia di sostanza tubercolare veramcnte anche tale, on- de meglio dimostrarc che quesie fossero di essi la conseguen- zaj nnlladimeno cio si appalesa abbaslanza chiaro e per la posizione in cui si trovano detti piccoli scavi , sede ordiuaria de' tubercoli , e per le sostanze calcari che enlro essi anni- dano o ne' loro contornij le quali oggi assai comunemente ritengonsi avanzi di tubercoli praesistenti, siccome pure diro anche per la frequenza che noi osserviamo di questa morbo- silu noi militari Svizzeri, la quale e la cagione comunissi- ma della loro niorle. Osservazione IF". Fu inslituita la sezione cadaverica alio Spedale INIaggiore , (1) Codesto imporlante pezzo palologico assieme agli altri che piu sopra lio duscrilto e quello pure clie sono per dcscrivere nella seguen- tc osservazione trovansi dcpositati nel nascciilc Gabiiiclto Anatomico- palologico della nostra Socicla Medico-Cliirurgica. 624 Ulisse Breventani pill di tre anni or souo^ ad un uoino di 8 luslri circa, sufll- cienlemeiite niUrilo e ben costriuio , niorto nel dello Spedale, ov' era stalo accolto eran poclii gioriii per una grande difll- colia di respiro da cui fii preso poco tempo prima e quasi air iinprovviso senza causa inanifesia. Avea anche tosse mo- lesta, ma poco risentimenlo del sisiema circolatorio. Non po- tei sapere aliro del suo stalo anamnesiico, ch'egli era da mol- to tempo tossicoloso. Presi ad esame i pulmoni di quest' uo- mo li trovai piultosio pesanti, e nella somniila di amendue i loro lobi superiori eravi una piastra di tessuto celUilare pseu- do-raemhranoso per la sua legolarita veramenle singolare; nella sua maggior larghezza estesa piu di sei cenlimetri, della gros- sezza in alcuni punti di tre o quaitro niillimetri, la quale non molto aderiva al torace, ma che a foggia di caloita retraiia in tutli i sens! sembrava abbracciare, comprimere la soslan- za pulmonare sotloposta, il che era specialmente diinoslraio da- gVincrespamenti che nel circosiante tessuto pulmonare siosserva- vano. La detta pseudo-membrana piu rimarchevole vcdesi nella Fig. 3. Tav. XV. la quale rappresenta il lobo supeiiore destro di quesii pulmoni , disseccato , dopo essere stato iniettaio di cera colorlla in rosso ne' bronchi e per ([ualche poco tempo tenu- to nel bagno di sublimato. Aperli i pulmoni prima di dissec- carli , videsi aU'intorno dei delli lobi corrispondentemente al- le pseudo-membrane indicate, e poi al di sotto di esse uno scavo per parte, amendue pieni della materia inieltata, i qua- li svuotati si mostrarono di forma non molto regolare che si estendevano trasversalmeute e si sarebber detti compressi dal- r alto al basso , della capacita di una buona amandorla , e quello del pulmone destro anzi quasi di due. Ved. la Tav. XV. Fig. 4. Z» , ove si rappresenta lo scavo dell'anzidetto lo- bo gia disseccato, come si disse, alia sua distanza naturale dalla calotta pseudo-membranosa a. a. Questi scavi erano vestiti di una membrana cellulo-fibrosa c.c, che all' inter- 110 avea lutte le apparenze di mucosa ed era in continua- zione di varii bronchi con essi comunicanti , Ved. detta Fig. 4. d.d.d.d, i quali mostrano tutlora per entro tracce della cera inietlata . Amendue i lobi superiori di dotlo pulmone, i quali erano assai iugorgali di sangue ed inzuppati di sierosilu Sulla Tisi G25 massime posieiiormciite, mostravansi sparsi qua e la di non poclii lubercoii mif^liari cruili die seiiibravauo di recen- le formazione e,e,e. Cli scavi die in tal caso mostravansi regolannenle uno per parte e per la organiz/ayjone della mem- brana die li vestiva e la coiitiiiuazioue con quella do' bron- dii, e per la natura della calotta di tessuto celliilarc psoudo- menibranoso, la quale tull'all iiilurno senibiava coiiipriiiiere il parenchima pulmouare, non credo si debba stare inolio in- cerlo nel dichiarar qiiesti di antica formazione; e per la se- de loro, e per trovarsi in individuo disposto alia lubercoliz- zazione credo polersi adermarli eziandio scavi ili natura lu- bercolare ; anche perclie ben si sa oggigiorno dall' Analo- mia patologica essere caso molto impiobabile per non dire impossibile il trovarne d'allra natura , massime come nel ca- so noslro due ad un tempo ed amendue quasi eguali alia sommita de" pnlmoni; e piu poi in questo caso senza die fosse detto niai avere quest' uorao, benche ammesso nello spedale come malato di petto j sofletto in aiitecedenza alcu- na inGammazione pulraonare che straordinariameote li avesse o per suppnrazione o cangrena potuto produrre. Diro inline ancora, non essere senza fondamento il credere che la tosse abituale ch'era in quest' uomo pe' detli scavi si manlenesse, e la nianifestazione de' lubercoii migliaii, che vedevausi sparsi nel parenchima pulmonale fatiiisi foise da poco tempo e ad un Iraito , iosse slala la cagione delTingorgo od iiizuppameu- to pulnionare che con tutta probabiliia apportaiono la mor- te di questo individuo . Dair esposizione de' quali falli Accademici Prestantissirai abbastanza chiaro apparisce, se non erro , come li parlicola- ri mutanienti che abbiamo veduti nati nei pulmoni sieno i piu a riferirsi in modo indubilatu all' afl'e/.ione tubcrcolare, massime se si consideri rinveniisi quesii pure negli organi respirator) di coloro che doveltero soccombere ad una lisi- chezza lenla per ripetuti attacchi cd a tempi 1' un dall' altro distanti di cui incominciando vi Icnni parola . 1 quali muta- menii poi, e per li graduati passaggi che fia cssi si osserva- no, e per le attinenze che co'tubercoli mantengono, c per i sintomi ancora che talvolla li precedouo ed accompagnano e T. X. 80. G2G Ui.TSSE Brevektani oggi in apcrto ilimosti'iUo cssere rifeiibili a varic maniere con cui la indicata .iflezione tuhercolare puo risolversi . Le quali cose in generale stabilite , parmi ad ilUistiare maggiormen- te i f;\lti da me esposli, a vicppiii convalidare le prove che servono al niio assunlo , ed a loglicre dubhiezze che insorse- lo od insorger ponno a questo riguardo , 1' atlualo slalo di nostre cognizioni lichiegga, iVa li delli peiinulamenli da noi si coHjidcrino ora piu in parlicolare e le concrezioni calcari rilennle quali avanzi di Uibcrcoli, e la materia nera che si accumnla allorno ad essi, e piu ancora quelle organiohe mu- tazioni indicanli cicatrice delli scavl che si di Icggieri produ- coiisi in conseguenza del ramrnollimenio tuhercolare, in fine le pseudo-membrane esterne che ne' preindicali casi non di rado s'inconlrano . E da prima a convalidare la credenza die le concrezioni calcari suddetle sieno avanzi di tubercoli diro questo essere di- mostrato non solo dai Varii passaggi, che 1' Anatomia Patologi- ca ci fa talvolla toccare con mano, dalla sostanza luberco- lare a quesle concrezioni ^ siccorae anche ne' due prinii casi da roe ora narraii in ispecie venne verificato , ma eziandio dai risullamenti dell' annlisi chimica e delT ispezione micro- scopica. E di vero il Thenard (1) ed il Felice Boudet (2) hanno fatto palese comporsi codeste concrezioni delle stesse sostanze inorganiche saline di cui trovasi composta in parte la materia lubercolare; ed Ernesto Boudet ha poluto piu volte osservare merco del microscopic granulazioni opache irrego- lari al centro di tubercoli ne' quali al tatlo ed aU'occhionu- i osscrvato ne' pulnioni di una donna morla lisica alio spedale del- Jn \ita, e cioe , che mentrc il sinistro pulmone era tullo degenera- te (la tubercoli cd impctlito pcrcio nella sua lunzione, il destro, che ■n' era allello solo all' apice dt'l lobo superiore , facendo le voci del rinianente dell' organo respiralorio nialalo, siccome in casi simiglian- ti accade d' ordinario , avoa acquislato niaggiore volume e tanlo da comprimere nolabibnciile la porzione superiore aftetla e produrre in essa raggrinzanicnti iion solo, ma nclla sua parte anicriore una de- cisa pifga trasvcrsale estesa di tre, quattro ccntinietri in varii tralli aderenfe e profoiida quasi di cinque niillinietri , e nella delta por- zione conjpr(\ssa trovavansi per 1 appunto i tubercoli piii o meno in- durili contoruali da nicmbrana iibrosa , da soslanza pulnionare coni- palta , nera , con pareccliio in somnia di (|i)ille niodificazioni che suporiornienle abbianio intlicate come scgni di risoluzione di tale ma- lorc , il ciie ncll' allro pulmone afl'ello in niun modo si osservava . La quale circoslanza, che trovo accennala in gencrale dal sii citato SuLiA Tisi G35 Laonile veclcbl in la I caso avvenire lull' altio meccanismo di fjuello cietia avvenga assai comunemente il roiirnct; pe- roccbe in vece che succeda il ricnlrainenlo nel mezzo delle p.sendo-ii)end)iaue c l' inai/ainenlo de' loro matgini fino tal- volla a riuniisi , questi rientraiio all' indeniro lull' all' inior- no , e le delie psetulo-menibiane mantengonsi convesse sic- come b la superllcio pulmonale chc licopiono, anzi auineu- tano di lore convesbiia. Dopo le qnali considerazioni cade molto in acconcio a nie- glio sempre rischiarare il noslro assunto cd agevolare la piii giu5la interprctazione de' falli che lo risguardano, e tanlo piii che da taluno oggidi nella risoluzione de' lubercoli si confun- dono, se non eno, i processi chc la natura adopera ad oUu- nerla co' loio prodolli(i), il dichiararvi pure da ultimo ( e cio da quanto ho supeiiormenle esposto mollo sponlaneo de- riva), doversi oggidi annneliere ne' lubercoli ad un ceiio pan- to di loro esislen-^a che avvenga quello che d' ordinaiio si vede ne' corpi eslranei accadere, e cioo , sieno quesii eliminali, ov- vero incrco della forza assorbente solloposli a diverse modi- ficazioni , ad una decisa riduzione e fors' anche scomparsa . E di cia chiare prove ci somininislrano e quaiilo d'ordioario si osserva dopo che i lubercoli si sono ranimolliu,e li sca- vi che ne seguono; siccome pure li varii graduaii mulamen- li che paiiscono e la nialeria tubercolare e le parti circosian- ti di cui abbianio sopra discorso. In somma da quel tanlo che sappiamo riiengo sia lecilo ri- spello a cio slabilire •= i tuberculi ne' puhnoni risolversi o niedianle eliminazione ^ o niedianle assorbiniento ; e la lorza plastica o di riproduzione concorrere poi a riparare i guasli da essi lasciali ed in pari tempo ad impedire che cio che a- vanza di loro possa essere ofiensivo all' organismo ; il che pure Hopkins Ramndge e cbc ncl caso noslro c tanlo nianifcsta creJo poi sia a stimarsi non senza (jualclie intercssc anche per le praSidie np- plicazioni ch' essa potrebbe suggerirci . (1) Qiiesto e riferibilc in isjiecie ai Boudet il (juale amnietle co- me altreltanti modi di risoluzione dc' lubercoli 1' indurimcnlo, il se- qucstraniento cc. G36 I i.isSE Brevektani vedianio in casi piii o meno simiglianii in qnalslasi allra par- te accadere. Alcune circostanze panicolail conconono pero a favorire i delti process! di lisolu/.ione e di riparazione negli organi pnlnionari, ovc, sicconie piu sopra dicemmo, sonovene delle contrarie . E la immobilita prodolta dalle diverse false membrane csierne e la conipressione esercilata da alcune di quesie od in allro modo ancora sul pulnione afl'etio , ed il potcre la membrana die generasi airinlerno, arrivare a chiu- dore lalvolta lo scavo che veste onde impedire 1' ingresso del- r aria che si respira, oltre i mutamenli nati all' inlorno nel tes- snlo pulmonare, sono tiuie cose che menire diinostrano a noi la veriia di quanto era dicevo, ci appalesano in pari tempo anche nel caso nostro lo stupendo ed ammirabile niagisiero con cui Torganismo tende a liberarsi enlro certi liniili dai ma- lori che lo infestano ed a prodiirre corapensi lanto maggiori, quanto piu grandi sono gli ostacoli che si frappongono. Ma tempo e ormai abbia fine questo rnio Discorso , il qua- le, essendo 1' ultimo che avete udito in quest' anno accade- inico, non vorrei vi lasciasse la brutta impressione dclla noia , la quale non vi polesse per ora essere da altri compensata. Dirovvi solo anche brevemente che dal fin qui esposto, quan- tnnque chiaro a me sembri dimostralo, l' Anatomia Patologica fornirci tali dati a credere senza dubita/.ione alcuna che i tuber- coli da cui oggigiorno ritiensi unicaraente dipendere la tisi- chezza pulmonare si possano in realta risolvere, e gli orga- ni respiratori eziandio denlro certi limiti liberarsene; da es- so non e per allro a parer mio in egual modo dimostrato , siccome sembrerebbe oggi aversene pretesa, la tubercolizzazio- ne giunta al grade da ingenerare la tisi pulmonare essere in realta suscettibile di guarigione. 11 che, quando pure piaccia a Dio Ottimo Massimo, e Voi, benevoli come siete , non isdegniate di ascoltarmi , non tar- dero mollo di fare subbietlo di altro mio Discorso. DISCORSO SECOi\DO D< 'opo le molie indaginl dell' andamento de' tubercoli nei pulmoni instiluhe oggigiorno al lume dell' Analomia Patolo- gica , iotorno le qiiali , confortato dalla mia propria osserva- zione, ebhi 1' onore di intrallenervi, Accademici prestanlissi- mi , sono piii di due auni, puossi, se non vado erraio, tene- le ora per fermo: i tubercoli, slimaii generalmente quale uni- CO processo inorboso generante la tisichezza pulmonare, mo- • lificaisi, circosciiversi , risolvcrsi e da (juesli percio polersi Jiberare eziandio dentro certi limiti gli orgatii respiralori; ma del pari e a credere , siccome in allora indicai , tale risulta- mento non poiersi avere quale prova che la tisichezza pul- monare sia per certo susceilibile di guarigione. E di questo ognun di leggieri poira persuadersi , allorquando sappia, le pro- ve di fatto da cui e nato il delto risullamento essersl raccol- te il pill delle volte o in chl niori gia per aflezione tuber- colare degli organi respirator), o per qualche accidentaliia,, o per lull'.altro morbo , senza avere la sicurezza che ad un da- le tempo delia vita avesse manifesialo quell' assieme di sin- tomi die vie meglio caratlcrizzano la delta tisichezza^ ovve- ro se osservaronsene noo furono quelli che piii sicuraraente ci addimostrano la morbosa condizione che la produce^ o non furono quesli con sufflciente esattezza raccolii e descriiti. On- d' e che essendo oggi addimostrato (e cio ho potuto bene verificare ) l' aflezione tubercolosa limitala a pochi punli del pulmone potere percorrere tutti i suoi period! senza die s'in- generi alcun fenomeno notevole , e piu poi quell' assieme di sintomi che qualifica la tisichezza; ed essendo oggi pure di- mostralo che i sintomi comuni di essa , massime di quelli G38 Ulisse Bueventani (leiii funzionali e general! possono esserc qualche rara volta iiigenerali da varii malori piii o meno siiscetiibili di guari- gioiio, siccome soqo le bronchili j e le plcurili cronichej II ascossi di piilinonej le i-acoolte puialciiie nclle lore viciiian/e, le iilccri silUiticlio della laringe ecc. , di necessita nc deriva con ragionevolezza polersi ne' casi sopiaddeui sospellare , o che i imitamenli naii ne' lubercoH de' pidtnoni , indicanli la loro ri- solii/.ione, si sieno opcrali senza iiianlfeslarsi siiitomi corri- spondenli; ovvero se sonosene verilicati sia avvenuio che qual- che morbosila simulante la tisichezza li abbia poi prodoui da questo lavoro di lubeicobzzazione limitato indipcndonli . Insomrna chiaro da cio appatisce , se non erro , che le dette prove di falto soniministrateci dall' Anatomia Palologica , allo- ra quando sieno sole non possono ne debbono avere valore a diinostrare, siccome si 6 pretoso da taluno, avvenire real- nienle la guarigioue della lisi pulinonare, senza che con esse concorra nn esatta clinica osservazione . Ma avulo riguanio alle incerlezze e dubbielh che per male prevenzioni , o per iiisuflicienza de' sintomi hanno regnato , e regnano tal volta ancora nel diagnoslico di codeslo morbo^ egli e neccessario il dichiarare, che onde la clinica osservazione a questo ri- spello si possa repulare veramente esatta abbisogna oggigior- uo de' segiii fisici che ci 6 dato raccogliere , niassime median- le r ascoUazione; che quesli coadiuvad dall' esame de' feno- meni anamnestici e de' sintomi comuni concomitanii sono i soli (e in cio e d' uopo pure convenga chlunque spassiona- tameule piaccia esaminare le cose) che possano fare, meglio conoscere la nalnra e I'esiensione della malattia e meitere Del- ia generalita de' casi in sicuro dall' errore. Dalla qual cosa na- luralmente quindi discendo;, che in indagini di lanta diflicol- la , siccome quelle che mi sono proposlo, volendo pur usa- re del debilo rigore, non si possano avere a calcolo che i fat- ti di guarigione di lisichezza dalici dopo l' epoca segnata in • Medicina dall' Aniesignano dell' Ascoltazione , il Laennec, ed in cui siasi valso di questo nuovo argomento di osser- vare; imperoccbe, senza il concorso di esso gli aiiimi i piu severi non ponno si facilmentc lil)erarsi da ogni perplessi- ta, niancaudo loro di que' segnl che vie meglio assicuranci y Suu,\ Tisi G30 sc la malntiia gnarila sia la vera lisichezza tuhercolare e ijuesta non siinulata . Laonde i fatii die ripiUare si den- Tio valevoli al caso nostro, non volcndo pure calcolare a (|ueslo rispelto le semplici e iroppo facili asserzioni , ne i casi ove la salnle ricuperala e cos'i imperf'ella e la sua dnra- ta cnsi poca da repnlarli esempi di sospcnsione di male, an- zi chc di vera guarij^ione (1), egli e ben facile a persua- ders!, che per quanta diligenza si abbia nel ricercarli , deb- bono esscrc assai poclii e dirovvi inoltre aI)l)isognare parec- clii di qnesti eziandio di cominento oiido riduili al loro giuslo valore. Ma quantunque pochi , egli fe per le ragioni anzidelte che di cssi debbo soprattulo valermi nel continiiare ora a ricer- care^ siccoine gia principaliiicnte mi proposi^sc si possa ant- ineltere come dimoslrala la guarigione della tisichezza piilmo- nare ed in quali circoslanze sia avvenula o possa quesla av- venire. A maggiore inlelligonza poi di quanlo saro per dire in sif- fatie mie ricerclie sembrami ancora opporUino anzi tulto , mas- sime per clii di Voi ha rivolti i suol sludii non direltamcDte alia Medicina, il dichiararvi che, seguendo 1' uso e risguar- dando il modo con cui e posta al presente la qucslione di cui ci occupavamo, ho credulo bene di adouare la disiin- zione che si fa della lisi pulmonare iu tre gradi , avvcrlcndo pero che siflalta dislinzione non e oggigiorno soltanto fonda- ta sulla inlensila de'sinlomi comuni si locali che generalij los- se , espettorazione, febbre , sudori, diarrea ec. ma eziandio, ed in ispecie anzi sul vario slalo de Uibercoli ncpulmoni. Llla c infalli opinione assai coinune che il l.'grado della lisi pul- monare si mostri allorcho i Uibercoli sieno alio slato cosi det- to di crudezza, d'ordinario piccoli, e qua e la piu o meno (1) E (li vero osservansi lalvolta de' malati prespntare allcrnative rii convalescenza e di ricndiile piu o mcno gravi e vivcrc in tale sfn- to per mollissimo tempo. E sono forse casi simiglianli clie lianno lalto dire al Hayle: die la tisi puo (pialdie volta diirare per fine 40 »nni (Ved. Rcelterches sur la pi'itisie. Trsd. dall' inylese. Edizionc di Tarigi 1810. p. 43.) G40 Ulisse Breventani sparsi; il 2.° grado allorcbo qiiesii accrescioti ^ accumulali iiio- slraao siccome infeltrato doUa loro materia il tessuto pulmo- nale; il 3.° grado cd ullirno, allorchc T accumulamento ^ dei lubercoU divenulo notevole inqaello si ingeneri ilrammollimen- lo in pid o meno grande esiensione, formandosi quindi i co- si delti scavi o caverne. Da cio e nalo clie presso il maggior numero de' Modern! il dire i tubercoli pulmonari alio siato di criidit^ sparsi od accumnlali vale il dire il 1 .° o 2° grado della lisichezza , siccome pure il rammollimenlo lubercolare va- le lo siesso che il 3.° grado di siffatto malore. Vedremo piu innanzi se giuslo ed esalto repiitare si debba un tale linguaggio. Dopo le quali dichiarazioni sento ora poiere vie piii libe- ramenle proseguire nelle niie ricerche melendo in esse I'or- dine e la forma che nel primo Discorso stabilii , onde meglio compiere il presenle mio lavoro , che grave quanto onorifico incarico improvvisamente addossatomi mi ha costrello a con- linnare solo in quest' anno (I), comeche da parecchi anche di Voi a cio fossi con molta benevolenza confortato , e comeclie la natura istessa dell' argomento ae fosse a me vivo sprone. (1) L' autore fu inaspettatamente chiamato a dettare Lezioni di Me- dicina Teorico-pratica nella nostra Universita sostituendo il Chiaris- simo Signer Professor Vincenzo Valorani che per lunga e grave infer- mita fe stato disgraziataniente costretto a non potere piu preslarsi per siifatta pubblica Istruzione. Sllla Tisi 641 2.^ RICERCA Esistono falti che provino ad eviflcnza die i puhnoni of- felli da tnbercoli giunli a cjuello sialo di acaimulamento c rainmolliinenln die mole prodiirre la cosi dctla dsichezza pulinonare didiiarata ed al tcrzo ^rndo , siano snsceltihili di tali modijicazioni da apportare la guarigione di fjucsta ? Lo stato attualc delle nostre cognizioni ci porta afl institui- re primaniente codesta ricerca risguardando essa qiiella ma- niera di guarire della tisichezza piilmonare, che prima d'ogni altra venne oggidi nieglio isiiidiata , e fondandosi su di essa piu gcneralinenle la credeoza che il delto raaloie sia in realiii gua- libile. E di vero 1' unica nianiera con cui non ha guaii stando al parere del Laennec si ammelleva siicceder la guaiigione del- la tisichezza pulmonare , era allorquando i tubeicoli in daio numero accumuiali, lulli si raminolliscaiio , si fondano e la materia loro cos'i fusa fattasi slrada pe' bronchi all' esterno si produca uno scavo , e queslo poscia si cicatrizzi forniandosi siccome nn seno fistoloso, ovvero ingencrandosi perfclla la ci- catrizzazione con chiudimento. 11 che era assai generalnionie ad- doltalo nella persuasione in cui era lo stcsso Laennec che iiati i tubercoli nei pulmoni di ncccssila debbano crescere , accurnularsi, ranimoUirsi , d'oude prima che in essi avvenisse il rammoliimenio i detii organi non se ne possano liberare . E siccome i tubercoli ramniollili o fusi die si vogliano dire formanli scavo credevansi ingenerarc la tisidiezza al com detlo lerzo grado , cosi si rileneva non ha giiari dal maggior nume- ro de' Cullori della Medicina c di codesta materia in ispecie, queslo morbo non potere guarire che allor([uando fo-se a sif- fatto grado pervenuto . In appoggio di tale maniera di guarire della tisi furono ri- ferili paiecclii I'alti da prima dal Laennec e poscia dall'Audral, T. X. 82. 642 UlISSE BuF.VENrANI il inaggior nninero de' quali bene iirovando, provano bensi la cicaliizzazione dcgli scavi Uibeicolosi, ma ben pochi sono a valutarsi siccome prove
  • Vcd. Journal des connaissances Medico-Chirurgicales Juin 1841 p. 234. (2) Ivi Juillet 1842. p. 22. Sulla Tisi 643 r avea assistita colle mediche sue cure 11 dotlo pralico an- zidcllo , una descriziono di malallia che avea liitle le appa- renze doUa lisicliezza piilnionare da lei sofleita quattordici an- ni avanli, e da ciii era giiarita conlro oj^iii aspetlazione. F.l- 'a infalti era ben riiuilrita , e gl' iticomodi che in allora sof- friva di quamlo in f[uando, ecceilo una lieve tosse rara cd appena sensibile, erano fenomeui puramcnte nervosi. Osservazione II. Trova qui luogo pure 1' esempio di tisi pulmonare guariia che il Laenuec ci da ncU' Osserv. XXV I II. della su citala Opera. Riguarda questo un Giovine iafermo di 22 anni, la storia del quale fu da lui comunicata al Cayle, cui piacque pubblicarla nelle sue Rec.'ierches sur la Phtisic pulnionnire Paris 1810. (osserv. 54. p. 41 I ). II soggelto di questa isto- ria , dopo avere presenlalo nel 1808 tutli i sinloini comuni di una tisichezza pulmonare pervenuta all' ultimo grado, com- prese ripetuie einotlisi, e profusissimi sudorl, siccome si puo vcrificare nolle dette Becherches , e perlettamente guarito in ispecie dopo essere andato ad abilare in viciuanza della riva del mare. Persuaso in allora il Laennec al pari del Eayle, che la guarigione della tisi fosse impossibile, penso la malal- lia di questo individuo essere stala un calarro cronico che la simulasse; e sotto questo titolo percio fu primamente pubbli- cata. INIa il Laennec poto quindi acccrtarsi che vi era stato in questo malato qualche cosa di piu che un semplice calarro. Eb- be egli occa:!.ione infatti di rivcderlo ncl 1818, vale a dire died anni dopo I'accaduto, ed esploralo il suo petto coUo stelo- scopio, rinvenne che la respirazione si facea sentire perfetta- mente ovunque, eccelto all' apice del puliiione destro, ova essa mancava interamente sino all' aliezza della seconda co- sta. Riguarda il Laennec per ooiiscguenza come cerlo che que- sta parte di pulmone (ove d' ordinario annidano i tubercoli) fosse slata la sede di uno scavo che dappoi si raccliiudesse merce una cicatrice piena e solida . Al momcnto della pul)- blicazione della sua Opera, pare anche della 2." ediz. Parigina 182Gj il Sig. D che cos\ ha disilulo il soggelto di questo fi-ll Ul-ISSE HnrVENTANI caso era sosiitiiito al riociiratore ilcl Ro nclla Corte Reale, per ciii di tVeqnenle avea ocoasione a parlare , e per ore in- lere, senz' averne aloiiii tlisairio. Eirli amlava solo soeeello tal- 111* OO oo volla ad una lieve losse secca , sopralulto ne' cangianienti del- la slagione . Osservazione III. E questa la XXVII. della sii cilata edi/.ione dell' Opera del Laenncc, la quale, seml)randomi all' uopo nostro tra quelle da lui riferite la piu vahua()ile, mi credo in dovere , onde fiir- ne conoscere meglio l' iinportanza , riporlarla ora piu estesa- mcnle . Risguarda questa un Inglese, il Signor G. di 36 aa- ni , di alta statura, di assai buona costiuizione, di tempera- ruento linfatico-sanguigno . Deteunto a Parigi come prigio- nicro di guerra^ ebbe sul principio del Setlembre del lbl3 una emollisi assai abondanle , seguita in prima da tosse sec- ca, e dopo alcune setlimane dall' espulsione di spuli gialli e puriformi. A quesli sintomi si aggiunse una fcbbre etica ben pronunziata, noievole dispnea c sudori noUurni abbondanli. 11 dimagrimento progrediva con rapidita, e le forzc di pari pas- so diininuivano . II petto alia percussione risuonava bene in lulta la sua estensione , all'infuori delle regioni sotto clavico- lare ed ascellare destre. Lo sputo sanguigno di tralto in irat- to si riunovava ma in discreta abbondanza. Nel corso del Di- ccmbre manifosiossi una diarrea la quale non si pote allro chc a mala pena frenare; ed al principio di Geunarodol 181 4 la proslrazione delle forze era grande siccome grande era pu- re il dimagrimento. II 1 ^ Gennajo il malato ebbe un insnl- to di tosse piu forte doll' ordinario , e dopo avere espnlsi al- cuni sputi di snngue quasi puro espettoro (c cio nel caso no- stro e bene notevole) un ammasso di sostanza piuttosto dura e della grossezza di una nocciuola; il quale lavato che fu, il Laennec riconobbe essere composto di due niaterie assai di- stinte: l' una gialla opaca della consistenza del formaggio, un p6 friabile , formante prcsso a poco tre (juarli del delio am- masso; era facile egli dice a riconoscerla a prima vista per un tubercolo die avea puliio un prime grado di rammollimenlo. Sui.L\ Tisi 04") L' allra niit'M-ia era grii^iastra , semi-trasparcnte , assai re piu sensibile , il malalo coiiiincio ad aizarsi ed a caiMiuin.irej lossiva tnollo nieno , gli spiiii erano menu abbou- dantij lagnavasi soltanio die le forze tardavano a ritornare . Altri due nicsi dopo il Poucliel rivide quest' uomo ben nu- trito cd avcnle intie le apparenze di una buona sakile^ se non che lossiva anche ad inlcrvalii ma mollo piu di rado. Cu- lioso di sapere quale fosse in allora lo slalo dcU' organo i'es[)iraloiio pole riconoscerc a'la percnssione non esservi che un poco di ollusila alia parte inferiore e posteriore del lalu destro del torace, nella parte la piu vicina alia regione ascel- lare; ed all' ascoltazione senti parinienti la respirazione nor- inale, mono nella parte anzidetta in cui si avea all' udiio il scuso di un lieve crepilio. Lo stato dell' iiifermo era de' piu soddisfacenli ed iocominciava a darsi ai lavori deila campa- gna. Lo rivide di poi parecchie voUe e sempre in buona sa- lute ^ la quale egli crede fosse per essere stabile, se il Bour- ret non liioruasse a' primieri disordini . Osservazione V. Apparliene questa al Signor hard Medico a M^es e trovasi l>ure ncl su citato Journal des Connaiss. Med-Chir. ncl Fa- scicolo di Laglio 1842. p. 22. Un Siguore abitante a Digne (Basse Alpi) dell' eth di 45 :inni , celibe, di alta statura lo venne a consollare il 25 Lu- glio 1840. Non so per quali rignardi l' Itard crede di non poler indicate ne manco le iniziali del nome del malalo ne li professione. Fa avvertilo per altro, che quest' ultima ri- chiedeva che abilualmente fosse egU sedulo e incurvaio nel fieilo . Al momenlo che da lui fu vedulo trovavasi nello sta- to seguenle: faccia pallida e magra, pomeli prominentia oc- chi incavati e brillanti , note vole difficolla di respiro^ tosse IVequenle . Era egli di derivazione piuitosto sospelta , essen- do suo padre e sua madre niorli in eia poco avan/.ata sen/.a sapere di quale iiialatliaj ed ua fralello mono lisico ncll' elii Sulla Tisi 649 dl 22 anni.Uispetto a lui avea godiUo sino all' invcrno ul- timo Iniona salute, ecceiio th'era facile a pigliare infredda- tuie, e da cui ogni anno nell' invernale siagione d'ordinario era aHetlo . J\Ia dal uiese di lNovend)re ultiuio , c cioe del 1839, colto dal solito rairreddore, queslo non avea diminuito d' iutensione inalgrado le cure prescrille . Da tale moinento in poi tliuiagn consideievolrnunte e le sue forzc diminuirono ogni giorno , respeltorazione si fece piii abbondanlc, detisa , grigiaslra, quiilrhe volta lendenle al giallo ed al bianco ed era fetida . Avea penlulo il sonno , sudava abbondanlemente nolla nolle, cd erauo quinditi giorni che avea diairea, e piu di un mese che non si dipartiva da lui la lebbre. Esaniinato il pelto si ebbero i segni seguenii: alia percussionc suono ot- tuso sotlo la clavicola destra, ohiaro e normale nelle altre parli; runiore di gorgogl'io (^linntuh) cavernosa) soilo la clavi- cola sinistra e nel cavo della ascella ; ranlolo crepilante die- tro le maminellc un po' al dissoiio; nella parte posteriore ru- more rcspiratorio piuUoslo oscuro . L'assieme di lulti i sintomi si generali che locali mostra- vano abbastanza essere la tisichezza in questo individuo giun- ta ad un grado da credeila conolamalaj nulladimeno voile ritard lenlare la cura seguente. Prescrisse lalte di somarcl- la ogni matiina a digiuno; tisana di Colombo edulcorata con sciroppo di china-china da prendersi a piccole tazze nel corso della giornata ; minestre grassose per inlera alimenlazione j tutte le sere prima di coricarsi in lello un quarlo di cliste- re con acetato di piombo e laudano . Vennero aperli cinque cauleri colla polvere di Vienna , qualtro de' quali sopra il la- to siniblro superiormente , ed uno solto la clavicola destra • L' hard vide di nuovo il malato il 1 Agosto, la diairea e- ra scomparsa, i sudori nollurni erano meno abbondanii^ i cau- leri cominciavano a suppurare , ma lo stato del petio era il medesimo . E siccome 1' appelilo cominciava a ravvivarsi ag- giunse al regime un po' di vino vecchio dopo Ic minestre. Quindioi giorni dopo lo stato di queslo Signore era an- cora migliore. Non era senza febbre, ma senlivasi le forze accresciute, passeggiava per la camera e leneva il corpo e- retto, il che prima gli era impossibile; il gorgoglio nel pulmone T. X. 83.. 650 Ulisse Bbeventani a sinistra era diniinuilo . Prescrisse l' applicazione cli un ce- rollo di pece di Borgogna polverizzaio di emelico alia sini- stra del petto nella sua parte postcriore; gli scaiiihio la tisa- na di coloinbo con ([uella di china-cliina ; vi aggiiinse I'liso di pillole composte di salmarino, di taiinino e di oppio; il regime si compose di carne di hue e di moiuone abbrusloliia al- ia gratella o arrosto ; il inalato non abhisogno piii dell" uso dei lavativi, jna gli fiirono prescrilli distrazione ed erercizio alia campagna. II 19. Agosto ([uesto Signore fecesi di nuovo ve- dere all'Iiard e pote in lui riconoscere un ben notcvole mi- glioramento. La sua faccia era ridente e colorita , la tosse e 1 espettorazione erano considerevolmente diniinuilCj dormiva bene, non vi era piii febbre, l' appeltito era buoiio, facili le digesiioni. Furono applicati quatlro nuovi cauteri suUa parte sinistra del petto, un quinto sotlo la clavicola destra e con- tinuossi in un regime restaurante. Ne' due mesi die seguiro- rono il malato spontaneamenle applicossi altri sei cauteri. Fu veduto di nuovo dall' Itard, e lo rinvenne mollo grasso ed aven- te lulte le impronte di buona salute, se non clie di quando ia quando tossiva. Pralicata Y ascoltazione sentl farsi la respirazio- ne nalurale al lato destro del petto; ma eravi anclie un p6 di crepit'io solto la clavicola sinistra e I'aria vi penetrava co- me per tubi grossi; T espansione pulmonare si elTcttuava ab- bastanza corapiutamente. Si applicarono nuovi cauterj. Da sif- fallo momento questo Signore riprese in parte le sue faccen- de , e non tossiva die qualclie volte niassinie quando trascu- rava di mettersi il corpetlo di flanella, siccome gli si era rac- coraandato . L' Itard avverte da ultimo di avere dappoi piii volte ricevute notizie intorno la salute di codesto malato , ed anclie recentemente, ed essere assicurato die egli continua a star sempre bene, per cui valutando il tempo die passo tra il momento della pubblicazione di questo fatto e ([uello in cui incomincio la giiarigioue si puo riteuere quest' ultima del- la durala di venti mesi circa . Osservazione VL Sono gill passati quattordicl anni , e duo alia meta del Sui.LA Tisi 651 Novembre del 1832, che la Francesca Bentivogli in Cinii don- na tli cliscrcia staluraj di cosiiiuzione delicata ma norniale, di lempra nervosa, di pelle bianca e sotlile con capelli lendenti al biondo, nel 27° anno circa di sua vita fu aflelia da emo- ptoCj la quale era susseguita ad una losse che da qualclie tempo la molestava con notevole dimagrimcnlo di tuUo il suo corpo. Chiamato io in allora a curarla verilicai lo sputo san- guigno essere in discieta abbondanza, talvolta prelto^ spumo- so , tal allra misto a materie fdanti che contencvano in buo- na copia altra materia di un bianco-giallognolo paliido ten- denle al ciuerco ed irregolarmente circoscrilia. Doleasi inolire di male al pctlo , ed in ispccie in fra le scapolc; avea feb- bre abbastanza pronunziata, e questa esacerbavasi nella sera. Credei opportuuo in allora di fare insliuiire alcuni salassi , pre- scrivere polveri di foglie di digiiale e nitro; e tab mezzi par- vero moderare ben presto lo sputo sanguigno. Ma seguitava la tosse e con espeliorazione di matcric della natura su de- scritta e piultosto abbondanli; notevole era la diflicolta del re- spiro, alterata la voce e la febbre faceasi vie piu vesperlina e le forze diminuivano; durante la notte comparivano sudori alia testa ed al petto in particolare; eravi un p6 di sciogli- mento di venire ed era gia qualclie tempo che la menslrua- zione piii non si effetluava. Esplorata pure mediante V ascol- tazione riconoblu al lobo superiore del pubnone destro i se- gni proprii della tubercolizzazione avanzata ed al grade di rani- mollimento. Runiori respiratorii disuguali , corli, bronchiali , rantoli della natura de' cavernosi, e nella rcgione sotto-clavi- colare destra eravi tale risuonanza della voce, e cosl circoscrit- ta da non dubitare di scavo gia formato. La sottoposi in al- lora alle bevande assai nitrate ed ai semi di fellandrio acqua- tico in polvere, e furono applicati i vescicanli. La dose del fellandiio si accrebbe in seguiio a una dramma e mezza e piu al giorno , ed in ogni mattlna prendeva una decozione di lichen islandico a cui veune piu tardi surrogata quella di poligola amara; nb trascuraronsi all' opportunilii i soliti lam- biiivi e becchici che comunemente iu tali casi soglionsi usare. Proseguendo costantemenle in sillatta cura e serbando una dieta ben moderala , che cosi pure la richiedeva la poca appetenza G52 Ulisse Br even tan I ch' ella avca de' cil)i , passarono piu di due mesi scnza al- cun notcvole niulamcnto nella sua saluie. Ohbligala era an- zi sempre al lelto , e per raumeiito della niagrezza e de' su- dor! notlurni in ispccie eravi fondaiiienlo a rilenere la tisi es- sere in lei giunta gia al punto da credcrsi confinnata od al terzo grado , e nali erano pure in me ra^ionevoli limori di dover perdere ([uesla malala fra non mollo irretnodiabilmen- te. — JMu dal finire di Febbrajo e parlicolarmente all'appros- simarsi delli primavcia silTalll limori a poco a poco con mia grande soddisfazione si allonlanarono. Perocche la dilRcolu'i del rcspiro si fece ininore^ la tosse e lo sputo diminuirono 5 al- r ascoltazione sentivasi enlrare I'aria nel 1oI)ij superiore de- stro pill liberanienie, il rantolo cavernoso diminuito,e non v'era di notevole che la pelloriloipiia nel luogo indicato. Al miglioramento de' sintonii locali corrisposo pure quello de' ge- neral!; la febbre era anpena riconoscibilcj i sudor! notlurni pochissimo pronunziau, I'appetilo si ravvivava , le forze ritor- navano. Si prosegm non di nieno anche per qualche tempo neU'uso del fellandrio e solo vi s'aggiunse da prendersi ogni mat- tina un'infusione di quassio da prima, poscia un decolto di chi- na-china. Allargai la diela, concessi un p6 di vino,ediI migliora- mento a poco a poco crebbe al punto che credei potere con- sigliarla di andare in campagna , perocche mi stava pure a cuore di allontanarla il piu soUecitatnente possibile dal luogo ove abitava , il quale era un pian-lerreno non molto sciutto, poco venlilato con pochissima luce, persuaso com' era che da tali circostanze non ne poiesse che a lei male deriva- re. Ai prim! del Ma"irio 1833 fu senz' alcun inconvenien- te trasportata in una delle nostre vicine campagne al piano, dove ben presto, abbandonalo ogni rimedio e seguendo solo un regime moderato di vita, pole! rivederla, un mese dopo circa, rinutrita discretamente, atta a sostenere non brevi pas- seggiate ^ ne avea piu ombra di febbre, ne sudori. L'appeti- to e le funzioni del ventre erano anch' esse regolari^ e solo lamentavasi di un p6 di losse con qualche cspettorazione, che di quando in quando la molestava. La mcnstruazione per altro non era ricomparsa, e su cio tenuto in allora parlicolare discorso , venni in coguizione che >LLL\ Tisi G^iS anche inferma non avea isdegnato gli amplessl maritali e che per alcuni indizj a lei proprii , ritenevasi di gia incinta. II die pill innanzi bene veriiicato mi vitli costrcllo , riconoscen- do , siccomc Voi pure credo riconosccrcte per (juanto sappia- mo oggigiorno, essere assai probahile che in tale caso (piesla nalnrale revulsione nata aH'ulero fosse stata e fosse per esse- re bcnefica, mi vidi cosirelio dico di porre qiiesta a calcolo fra gli elemenli che avessero conlribiiiio a favorire ed assicu- rare qucUinsperato miglioramento che si era gih oltenuto. Rilornaia in Ciitu nell' Agosio seguente e sempre in mi- glior slalo di salute ando ad abitare un secondo piano per aria e per luce abbastanza lodevole. La gravidanza s' innol- tro rcgolarmenle^ e nel 13 Febbraio 1834 dicde alia luce a terniine un bambino in apparenza bene sviluppalo, discre- lamente nniriio , il (jnale non visse che soli nove giorni , ad- dimoslrando un rcspiro corto incompiuio , ed altro che nia- lamente prestandosi alia suzione del latle che la madre gU preparava pero in sulliciente quanlila. Grande in me nacque il desiderio , come ben polcie ira- maginare, di conoscere come si irovassero le viscere di que- slo bambino clie veniva da una madre, la quale cosi da vi- cino avea veduta la morle per aflezione tubcrcolare di pul- moni al momenlo ch' egli fu concepito . Per lo che oltenuto il debito pcrmesso ne insiiluii la necroscopia nell' Elaborato- rio anatomico
  • i norme a stahilire onde bene detenninare la esi- steiiza e la vnliditd de laid coinpruvanti la guarigione del- la tisichezza pulinonare ed estenderne il niimcro? A dare compimento a questo mio qualsiasi lavoro ho cre- dulo ulile , anzi diro necessario di ricercare da ultimo se fos- servi pure norine a slabilire onde procedere da qui innanzl con maggiore oculaiezza nel campo dell' osservazione, al fine di accuniulare un numero maggiore di faui sicuri e piii per- suadenti all' uopo noslro, reputando questo il mezzo piu ef- ficace die servir possa ad avvalorare ed estendere la creden- za che la lisicliezza pulmonare sia susccltibile di guarigione . Nel che fare non avro che, preGggendomi la esaltezza e se- veritk sopra indicate, in breve ed ordinalamente assieme raccogliere quelle cose che da tuito quanio abbiamo discorso pill natuialnienle a questo rispelto derivano o vedemmo deri- vare, dilucidando viemaggiormente quelle che ne abbisognas- sero . I falii che concorrono oggigiorno a dimostrare la guarigio- ne della tisichezza pulmonare ci somminisirano, siccome ab- biamo veduio due specie di prove valutabili , le une analomi- che, le altre sintomatiche, Le prove auatomiche dimostrano quasi direi ad evidcnza che il processo tubercoloso , causa della malattia in discorso, puo essere limilato , circoscritto , e patirc tali modificazioni da liberarseue anche denlro certi limiii gll organi respiralori ; per cui se la queslione in vece di riguardare la guarigione della tisichezza de' pulmoni risguardasse quella della loro tuberco- lizzazione in generale , le prove anatomiche sono tali ed in si grande quantity da non potere piu alcuno, per severo che fosse, considerandole nel loro assieme, rainimaraente dubitare, si dovesse conchiudere per 1' afiermaliva . Ma le delte prove G80 Ulisse Breventani addimostrano poter slcuraraenle avvenire la rlsoluzrone de' tu- bcrcoli , noti sono pero mai sole a lenersi siccome dissi valevo- li a dimostrare in rcaltJi avvenuta la gnarigione della pulmona- le tisichezza, tult' al pid in gcnere di tale forliinato avvenimen- to la possibilila; e qiieslo eziandio qiiando esse si presenlino uelle pill favorevoli circostanze^ E (fi vero , si trovasse pure per esempio una decisa cicatrice di scavo sia (Istolosa, sia con perfello chlndimenlo alia sommiia di un pulmone (luogo in cui, come e ben nolo, osservansi a preferenza i mbercoli e le loro conseguenze, e rare volte gli elTelti della inliamma- zione), e contomporaneamente si rinvenissero qua e la sparsi ne' d'intorni di questa ci<;atrice tubercoli piii o meno modili- cali e circoscritti che rendessero anche assai probabile quello scavo cicatrizzato essere stato di nalura tubercolosa , e per cio da aversi quale traccia di tisichezza pulmonare gnariia , siccome si e iocontrato dal Laennec e dall' Andral in ispecie ed lio piu volte io stesso verificato; nuUadimeno, volendo u- sare di tutto quel rigore che e pur necessario nella ricerca del vero e massime nel caso aostro, codesto fatio anatoraico isolate senza alcuna prova sintomalica, non e mai a valutarsi siccome proprio a dimostrare la delta guarigione essere real- menle avvenuta; imperocche, quanlunque caso rarissirao po- irebbe quivi trattarsi di cicatrice di scavo prodotlo da ben diversa morbosa cagione che avesse agito alia sommiia de'pul- moni , e coniemporaneamenle di tubercoli sparsi che appor- tato non avessero alcun fenomeno di tisichezza. Perche inlero acquistino poi codesle prove anatomiche il loro valore a dimostrare la guarigione in discorso, d' uopo e che esse alle prove sintomatiche trovinsi riunite. Le prove sintomatiche per altro allorquando sieno delle co- muni e non derivanti dai segni fisici che oggidi si possono raccogliere merce il senso dell' udilo, quali c\oh rinvengonsi in parecchi falti riferili dagli Autori, e massime poi in quel- lo assai importante che feci soggetto dell' Osservazione II. e- spostavi nel prirao mio Discorsa, non possono mai, riunite ancora alle prove anatomiche le piii valulabili, somministrarci la delta dimostrazione certa e sicura; perocchcj siccome piii voUe abbiam detto, malori, diversi possono simularle ed il Sulla Tisi G81 processo tubercolare puo limitatamenle e senza sintomi pro- poizionali percorrere tulii i suoi stadj . Nulladimeno quesli falti che accoppiano e prove anatomiclie e sinlonialiche co- muni non sono a trascuraisi , e avere si dcbbonOj se non er- ro, in conlo di prove abbastanza valide a dimoslrare la pro- bahilUd che sia avvenuta la guarigione della lislchezza pul- monale massime poi se si fosse osservaia 1' emoptoe, e que- sta senza che vi coesisiesse alcun vizio precordiale, o fosser- V) slate precedcnti violenze esterne o soppressione de' mea- strui (1); ed inoltre se i sintomi coniuni di consunzione be- ne manifesti , e tulio cio, conio nel caso poc' anzi ricordato da me riferito, avvenisse a piu riprese e con quell' anda- mento che 1' aflezione tubercolare d'ordinario aver suole nei pulmoni. A diraostrare la realta della guarigione in discorso e d'uo- po che le prove sinlomatiche comuni sieno avvalorate dai se- gni fisici somministratici oggigiorno dal senso dell' udilo, co- me i soli che ogni imparziale Cultore della Medicina oggidi ritiene atti a dimostrare coUa maggiore sicurezza 1' esistenza de' tubercoli , la loro estensione , i loro permutamenli. Anzi diro le prove sinlomatiche di tal guisa avvalorate pos- sono avere anche sole quel valore che non hanno le anato- miche di per se, massime quando i tubercoli sieno ramniol- liti ( nel qual caso i fenomeni sonori morbosi sono piu sicu- ri), e siasi potato tener dietro eziandio a tutlo I'andamento del- la malattia. Ondecche se avviene, come nel caso della Ben- tivogli da me esposiovi nel Discorso secondo, che mostrinsi lutti i sintomi s'l generali che locali di tubercolizzazione di pulmo- ne, e poscia i segni di tubercoli passati a rammollimento, e di scavo, massime nella sede ordinaria di detto morboso (1) Una emcrrag'ia pulmonare senza die s' inconlri alcuna delle det- te circostanzc e quasi certo indizio di allezione tubercolare ne' pul- moni. E questo , che conforlalo da illuminala ed estesa esperienza ognuno polra di leggieri veriticare , Irovasi gia da' niigliori cultori del- la Medicina e da colore in ispccie die la lisicliczza pulmonare iian- 110 particolarmenle studiata, in genere piu o raeno riconosciulo ed abbracciato . T. X. 87. 682 Ulisse Bretestani lavorio , e qucslo fortunatamente limilandosi cessi tiitto I'ap- parato de' predetli fenomeni che carallerizzano la malattia , e non vi rimangano clie i segni del delto scavo, e quesli an- che talvolta da ultimo a poco a poco scompaiano; allorclie pure non concorrano le prove analoiniclie nc direlte no man- co indirelie, come si ebhero nel caso da me narrato , sem- biami che da chiunque iinpaiziale, voglia usare anclie di tut- to il debito rigore , si possa un tale latlo tenere in conto di prova vaUitabilissitna a dimostrare realmente la guaiigione del- la tisi de' pulmoni essere avveuuta. Egli 0 a I'itenere per altro che acquisterebbe un simiglian- te falto il grado massimo di evidenza desiderabile per una ta- le dimoslrazione (il quale grado pero sembrami non sia ad aversi siccouie necessario ) sc dopo un tempo piii o meno luuao dalla guarijiione 1' Anatomia Patolo<2ica col far vedere le iracce dell' aflezione tubercolare precedenlemenie riconosciu' ta , concorresse a confermarlo . Le quali cose tutle ora riepilogando parmi a maggiore chia- rezza potere piu precisamente slabiliic: esistere falli, e que- sti son molti, che mostrano la possil^ilitli della guarlgione del- la lisichezza pulmonare; = parecchi che ne mostrano la pro- babilita , = pochissimi la reaha . <= La possibilila e dimo- slrata dalle prove anatomiche; la probabilita dalle sintomati- che comuni in unione alle aoalomiche; la realta dalle sinto- matiche avvalorate da segni fisici che possiamo oggi raccoglie- re inerce il senso dcU'udito, e massime poi se confermaie a tempo piu o meno lontano dalle anatomiche. Egli e inoltre a dichiaiare, ( e cio sembrami dimoslrato da rigorosa osservazione ) essere noi confortati ad ammettere, che ogni qual volta i segni fihici locali indicanli i lubeicoli pul- nionari trovansi limitati ad un solo lobo od in pochi punii de' pulmoni, e si senta il rimanente dcgli organi respiratoii agire con liberia, si possi ragionevolmeute ed a qualsiasi pe- riodo esista la lubercolizzazioue, e massime riconoscendo na- to gik il rammollimento , e qualsiansi poi d'altronde i sinto- nii funzionali o generali che si addimosirano , si possa ragio- nevohnente , dico , allorche non esistano allre gravi compH- cazioni, tener I'aQimo confortato , e nutrire spcranza, che Sulla. Tisi 6S3 '(juello polesse essere il caso in cui per biiona veniura nasces- sero qiie'salutari perniutamcnli, che in inodo indubitalo lal- volla abhiamo vedulo polcr avvenire nel morboso processo pro- dultore della tisi di cui parliamo; d'onde poossi sospenderne il corso per piu o men liingo tempo , ed anclie slabibnenie guarirla. E cpiesto e per cio anche il caso in cui lulta I'at- lenzlone del Medico debbesi svegliare al fine di inslituire ogni piu ragionevole tentalivo clie in modo piu dirello serva ad olienere li detli risullamenli tanlo desidcrati. JNe e senza imporlanza di nolare quivi ancora che il fallo e la ragione ci conduce ad amineitere ( e che servira a vie Hicglio farci sicuri che la nata guarigione e di vera lisi tu- bercolosa ) che allorquando pure nascan que' permutamenli nel- I'organo pulinonare a cui segue la guarigione, egli e neces- sario che quesii avvcngano con lenloie e per la natura del- Taflezione in discoro, e per quella de' guasli ch'essa suole apportare, e diro anche dall'organo in cui sisviluppa; d'on- de nasce che una troppo pronta guarigione in tali casi deb- ba essere sospeita , massime allorquando non sia questa mer- ce i segni fisici bene venficata. E finalmenle pur e a dire non potersi avere in conlo di gua- ligione que' casi in cui non rilorni intera la primiliva salute, e cessino aflfiillo i sintomi locali, e per lungo tempo; pcroc- che e proprio dclla natura deU'airezione tuhercolosa de'pul- moni lasciare delle tregue piu o nieno lunghe per tornare quindi ad infierire; nel qual caso la salute e sempre incerta ed i sintomi locali , comeche chiari piu non si appalesino , tut- ti per allro non tacciono per intero. Queste sono le poche cose che naturalmente sembrami po- tersi stabilire quali norme atte a far meglio riconoscere I'esi- stenza ed il valore de' faiti che possono aversi a calcolo di prove efEcaci a dimostrare se, e come avvenga la guarigio- ne della tisichezza pulmonare; e che in pari tempo sono pu- re, se non erro, a reputarsi apporlatrici di lumi che servir possono ad aumentare piu facilmente di dette prove la po- itenza ed il numero . Le quali prove efBcaci, quantunque pur troppo non sic- oo che pochissime , messe in confronto in ispecie di quelle G84 XJlisse Breventani somininistrateci in contrario dalla morlalita strngranJe che del- ta atVozione apporta , nullatlimcno sono tali (e cio da ([uanlo fi- nora ho discorso sembianii abbastanza fatlo palese) che^ ad- dimostrando al certo insostenibile e dannosa la sconf'ortante dotlrina di coloro die coiisiderano come moito chiunque si presenti con sintonii di lisichezza pulmonale (1), aliamente deb- bonci confortare a proseguire nello suidio di sifVatta malatiia, avendo riguardo in ispecie alia naUira dell' alterazione mr-bosa che la produce, ai segni piu sicnri che ce la diinoslrano, al- le circostanze le quali possono concorrere a produrla a linii- tarla a sospenderla a risolveila. Ne da tale studio dcbbono disloglierci giammai, come in altri tempi pur iroppo e avvenuto, le grandi diflicolta che s'in- conirano a dcbellare codesto raicidialissimo malore; che an- zi per cio solo dovressimo vieppiii ravvivare gli sforzi onde meglio si mostrassero ed apprissero le vie per cui tale diffi- cile viltoria si puo otteaerej le quali comeche poche ed an- guste e non per anco bene palesi e praticabili, nulladimeno e oggidi dimostrato che esistono. Non esistessero pure queste, o Signori , potremmo noi esimerci per cio dallo sludiare ua morbo che miete da tanti secoli il piu bel fiore delle popo- lazioni, e che fra noij al pari che in molte delle principal! cilta di Europa , apporta la quiota parte circa delle morti per tante svariate malatlie ed eventualiia che I'uman genere ag- grava (2) ? Potremmo noi non raddoppiare di diligenza, di zelo^ (1) Tanta h in loro radicata codesta dotlrina clie se per avventura contro ogni loro aspeltativa veggono risorgere un raalato die presen- tato avea sintomi di delta tisidiezza (e queslo e case in cui quegli- no die lianno un p6 di estesa pratica non e diflicile siansi incontra- ti ) si persuadono a credere ed a far ad altri credere che non fosse realmente tale la malattia come si pensava. Laonde vedesi essere in loro tanta la persuasione della incurabilita di codesto malore, die il solo fatto della guarigione esclude 1' idea dell' esistenza di csso. Quan- to sia logico ed utile un simile procedinienlo, massime oggigiorno per cio die iio gia superiormente esposto da se ognuno lo vede assai chiaro . (2) Secondo i calcoli instiluiti ne' grandi Spcdali c dal Louis e d;il G. Frank si in Pai-igi che in Vienna si riliene anche la terza parte. Sulla Tisi C8j di pazlenza nell'osservare, di rigore e di imparzialita nel de- durre onde pure conoscere in tutla la sua ma^'giore limpidez- za la veriia? Quesio a nie senibra altainenle lo richieggauo il piu utile progresso della Scienza e dell' Arte nostra , la piu Sana fdantropia . E se a Voi Accademici Preslantissimi che vi piacque ono- rarmi di vostia altenzione crederete pure che su cio male non mi apponga^ acquistero lena; e coalinuando nella sperau- za di trarre conforto da vostri saggi consigli proseguiro col maggior possibile studio ed alacrita le indagini che da non poco tempo ho a questo riguardo in ispecie instiluite, come- che riconosca tale impresa assal grave ed alle mie deboli for- ze non proporzionata. Vedi Louis. Opera citata p. 190 c Dell' Itijlucnza del Clima per pre- venire e curare le malattie croniche di G. Clark. Traduzione di G. Girolanii p. 213. Firenze 1837. "^ : (,oi)):Toiii:X. U !.y T: Mli. // ^' ^-- .■^ "^^J I llHlilii ,1,1: -J to*li^'^ '.iK »atp«n < r .V:Com:Toni:X. f ' ^y,/,- /. T.XIV. <^.^_^' C.Bettiiii del: /r'- ^:'"'- / .f m- <:/ -oj^iF^L. >> c o 'v^ Kj y ^;^ Lit.6aftpan e I N:Coni:Toiii:X. T : \V. \ ^3. ///"" %- do \ Bellini del: L\t Gaap^ri t I r-J. ••>!. V. INDEX OPUSCULORUM GEiiiM-iyo GniMELir. Alemoria siil Galvanismo .... pag. 1 DostiNici MAGisTniM. Analysis sitperficiei , quae locum geome- tricum est projectiimum orthof^nniarum pujicti ciijnslihet super plana spltacram ian^entiu ; rue mm cuivae , quae locum geometricum est projectionum ort/iogoniarium pun- cti super rectus circulum taugentcs. Tab. I « 195 MiCHELB MEnici. Elogio di Matteo Bazzani « 213 Frmkcesco R17.7.0U. Nnovo mctoilo per toglierc la chiudicazio- ne , derivante dull' accavallamentu , e reciproca untune del frammenti d' una f rutin ra del femore. Tav. II. HI. 11^. « 245 Gio. B.iTTisTA Bi.ii\'cvNi. Intorno la Galvanoptastica. Memoria postuma c( 2G1 P^iACEyrii f^.iLORiAi. De fehri lymphatica « 297 GyiBT.i.vo Sgjrzi. Sulla Torha di Longastrino. Tav. V. . « 311 jlnrOMi S.iNT.iGJTA. De nonnullis planlis abnormibus ct pecu- liari Paulli veronensis pigmento. Tab. PI. . . . . « 337 MARCBionis M.ixitiiLUKi Akgelelli. Quod lentes vitreae etiam antiquilus adhiberentur ut corpora lis supposita majora apparerent « 349 Fbakcesco Rizzoli. Rehizione d' alcuni casi d' interruzione di continuith avvenuta in qualche tratto del canale inlcsti- nale , e di uno complicato colla apertura dellu cistifelea. Tav. VII « 359 JosEVHi BEHTOLortn M. n. Illustratio rerum naturalium Mozam- bici. Tab. Fill. IX. X « 381 MiCHELE Medici. Elogio di Giuseppe di Jacopo Pozzi. ■ « 435 Gmetjao ScjNDELLyim. Osservazioni intorno alia cura radicale delle varici esterne « 494 Gjetjao ScAiiY.i. Analisi comparati\ Seb. Pallavicino Vic. generalls S. O. $>>i3^: y IMPICES GEiXERALES IN NOVOS C03IMENTARI0S ACADEMIAE SCIENTIARIJI INSTITUTI BONONIENSIS V^ INDICES GENERALES IN KOVOS COMMENTARIOS ACADEMIAE SCIENTIARUM IINSTITVTI BOAOMENSIS "^3^^^^ BONONIAE EX TiTOGRAPIIEO S. THOMAE AQUINATIS 1855 INDEX AUCTORUM Lit (era T indicat Tomum; p pmjinam ALESSANDrxINI ANTONIUS. 1. De Testudinum lingua, atque osse hyoideo. T. I. p. 53. 2. De Testudinis caouanae larynge. T. I. p. 383. 3. Descriptio anatomica liumani fetus Ijicorporei-monoce- pliali, et cerebro caientis. T. II. p. 177. i. Descriptio veri pancreatis glandularis et parencliymatosi in Acipensere et in Esoce reperti. T. II. p. 335. 5. Ligatura utriusque carotidis primitivae in equo prospe- re adhibita. T. III. p. 19. 6. An quidquam nervi confcrant ad evoliitionem et incre- nientuni systematis musciilaris. T. III. p. 177. 7. De Piscinm apparatu respirationis, turn spcciatim Or- thragorisci = Orthragoriscus Alexandrini llanzani. = T. III. p. 359. 8. Observationes super intinia branchiarum structura pi- sciuin cartilagineorum. T. IV. p. 329. 9. De Anatome patologica comparata , turn speciatim de ejus ad ossea systciuata applicatione. T. V. p. 49. 10. Apparatus braiicbiaruni Heterobrancbi Auguillaris. T. V. p. U9. 11. Organuin olfactus Cetaceorum generatim , praesertiin vero Delpblni connniniis = Dclpliinus Dclph'is Lin- naei =, et Dolphiiii sulTlaiuis = Ddph'iiius Tursio Bonnaterre. = T. VI. p. 111. .12. De miris qniliusdam orgauicis degenerationilnis in cor- de bovis doinestici observatis. T. VI. p. -439. 13. Descriptio anatomica variaruni cordis degenerationum niaxime singulariuin in domesticis anitnalibus manimi- feris. Dissertatio II. T. VII. p. 311. 1 i. Bubula monstra sex ventre diflisso, sou monstra, ut vocant, CeK)somica. Causae probabiles hujusmodi or- panicae pertiubationis. T. VIII. p. 25. 15. Observationes Aiiatomico-Patholonicae ad inustrandum textum intimum pioprium nienibranis serosis genera- tim consideratis , et praesertim illins mcmbranae, cor- dis cavitatos iiubicntis, quae Endocardium appellata fiilt a DouiUaud. T. IX. p. 11. 16. De iiitiina sqiiamarum tcxtura piscinm, deque scutulls super corlo scateutibus crocodili, atque arniadilli. T. IX. p. 371. 17. Structura integunientorum Armadilli = Dasypus novem- cinctus Linn. = T. IX. p. 393. ANGELELLI MAXIMILIANUS. 1. De electro veterum, deque auro albo Herodoti. T. VIII. p. 435. 2. An vetercs Italiae pbilosopbi uullam do vi electrica ac de fubninum potlssimura proprietatibus scientiam te- nerent. T. IX. p. 3. 3. Quod Icntes vitreae etiara antiquitus adbiberentur , ut corpora iis supposita majora apparerent. T. X. p. 3i9. BARILLI JOACHIM. 1. Historia cujusdam singularis ac mirandi discriminis inter organ icum accrenientum partis dexterae et sinistrae corporis in muHere quadam, quae gravi etiani Ele- pbantiasi laborabat. Pars prior. T. VII. p. G3. 2. Historiae ejusdem Pars altera. T. VII. p. 77. BARONI PAULLUS. 1 . Historiae de gena , labio , et palpebra varie mutllis , atque deformibus Bononiae annis 1831, et seq. per cutis insitionem plane instauratis. T. III. p. 435. 2. De sanata qnadam bracliii fractnra cum lnxatione liu- mcio-scapulaii conjuncta, deque liixatioue jpsa novo quodam artlficio sublata. T. IV. p. 345. 3. De quibusdam ulcerihus cancrosis ad facicm , quae per arseriiciim sanata fucre jiixta Ilclniundi methoduni. T. VI. p. 1.59. 4. De eductione calculorum, qui in prostatica lu-ethrae re- gione concrev^ere , at dc bilatcralis methodi ad hos educcndos utilitate. T. VI. p. 279. BEDETTI JULIUS. 1. De Piano tangente. T. V. p. 48.5. 2. De supcrficieruin cuivarum quadratura Dissertatio. In qua nonnulla de earum curvatura, Archiniedlsque po- stulato tradnntur. T. VI. p. 311. 3. Dc rcvolutionibus duorum corporum se niutuo tialien- tium. T. VII. p. 399. 4-. De niaxiniis alquo minimis distantiis a dato puncto ad lineani datani; cum applicatione ad Sectiones Conicas, hoc est ad matcriain bbii V. de Conicis ApoUonii Pei- gaei. T. IX. p. 45.5. 5. Delle rette normali alle superficie curve. T. X. p. 523. BELLAVITIS JUSTUS. Observatlones de quibusdam solutionibus analyticis problc- matum ad bquidoruni motum pertinentium. T. \III. p. 445. BERTELLI FRANCISCUS. 1. De inflexione laterum in Micromctris Disqiiisitiones.T. IV. pag. 381. 2. Conjecturae de Anomalia , cui ex opticis quibusdam ex- perimcntis obnoxia esse videtur generalis lex refractio- nis. T. VI. p. 3. 8 3. De derivatione allisqne proprietatibus formiilarum, qnas Meclianica coelestis nsinpatur ad planetaium motus exhibendos, et ad perturbationes definiendas, qnibus eorumdem conversiones ea de caussa afficiuntur. T. VI. p. 123. 4. Evolutio Fiiiictionis Peiturbatricis, qnam involvunt aequa- tiones dilTeientiales niotus cnjiisciimque Planetae viri- bus tracti aliorum Planetarum, Solisque vi praevalen- ti : iiec noil Aniniadversiones in quaedam praecipua ejus cvolutionis loca , quae aliquam postulant emenda- tionem. T. VI. p. 239. 5. De rationibus quae intercedunt inter pluvias, et alveo- ruin aquas intutnescentes ab observationibus potiusquam ab experimentis aut aliqua bypotbesi deductis; deque solutione inde petita cujusdam bydrauHci problematis quod ad praxin maximi momenti. T. IX. p. 233. BERTOLONI ANTONIUS. 1. Mantissa plantarum Florae alpiuin Apuanarum. T. I. p. 65. 2. Disquisitio de quibusdam plantis novis, aliisque minus cognitis. T. I. p. 231. 3. De quibusdam novis plantarum speciebus, et de bysso antiquorum. T. II. p. 213. 4. Commentarius de Mandragoris. T. II. p. 382. 5. Continuatio liistoriae borti botanici et scbolae botani- cae Archigymnasii Bononiensis, adjectis descriptioni- bus trium novarum plantarum. T. III. p. 3. 6. Commentarius de Itinere Neapolitano aestate anni MDCGCXXXIV. suscepto. T. III. p. 155. 7. Plantae novae, vel minus cognitae borti botanici Bo- noniensis. Fasciculus I. T. III. p. 317. 8. Fasciculus secundus Plantarum rariorum , vel novarum borti botanici Bononiensis. T. IV. p. 11. 9. Florula Guatimalensis. T. IV. p. 4-03. 10. Miscellanea Botanica I. T. V. p. 413. 11. Miscellanea Botanica II. T. VI. p. 217. 12. Miscellanea Botanica III. T. VI. p. 419. 13. Miscellanea Botanica IV. T. VII. p. 193. l-i. Miscellanea Botanica V. T. VIII. p. 69. 15. Miscellanea Botanica VI. T. VIII. p. 303. 16. Miscellanea Botanica VII. T. IX. p. 185. 17. Sernio de Kobigine Tritici. T. IX. p. 229. 18. Miscellanea Botanica VIII. T. IX. p. 573. BERTOLONI JOSEPH. 1. Descriptio novae speciei e Coleopterorum ordine. T. III. p. 83. 2. Disscrtatio de insectis, qnae livemc et vera annoium 1832-1833 sata tritici vastainnt in arvis Italiae. T. III. p. 195. 3. Comnientailns de Biijircste Fabricii, deqne damnis ab eiuca ejus illatis. T. V. p. 89. 4. Iter in Apenninum Bononiensem. T. V. p. 207. 5. De Botyde silaceali , deque damno, quo afficit Canna- bim sat'ivam L. T. VI. p. 91. 6. De duobus insectis Ulnio campestri , et Pyro Malo in- fensis. T. VI. p. 459. 7. Historia Le[)idoptcrorum Agri Bononiensis. T. VII. p. 205. 8. Historiae ejusdem Continuatio. T. VIII. p. 105. 9. Historiae ejusdem Continuatio. T. IX. p. 97. 10. Illustratio rerum naturalinm Mosambici. Dissertatio T. De Coleopteris. T. X. p. 381. Diss. II. p. 407. Diss. HI. p. 423. BIANCONI JOANNES BAPTISTA. Intorno la Galvanoplastica. T. X. p. 261. BIANCONI JOANNES JOSEPH. 1. De origine caloris in aqnis thermalibus Considerationes quaedam. T. VI. p. 103. 2 10 2. Tentamen dlspositionis systematicae Lapidum ad con- stnictionem atcjne ornatnm inservientinm.T. VII. p. 383. 3. De Mali olim occuj)ante plaiiities et colics Italiae, Grae- ciae etc., et de aetate teneni quod Ceologi appellant Blames hleues. Dissertatio I. T. VIII. p. 199. h. De eodeni arpumento. Dissertatio II. T. VIII. p. 221. 5. De eodem arguniento. Dissertatio III. T. IX. p. 4-33. BREVENTANI ULYSSES. 1. De experimentis electro-physiologicis Anno MDCCCXL. peractis in Museo Pliysico Universitatis Bononiensis. T. VI. p. 167. 2. Se e come sia guaribile la tisichezza pulmonare. T. X. p. 609. CALLEGARI PETRUS. 1 . De nova solutione Problematis Fermatii , nee non alio- rnm , quae ex iisdem formulis dcducuntur. T. IV. p. 309. 2. De usu subtractionis et divisionis cxtendendo ad non- nullas praesertim propositiones demonstrandas Tenta- men. T. VI. p. 513. 3. Aliae nonnullae applicationes calculi symbolici, quo sub- tractionis, et divisionis usuin in doctrina numerorum, et aequationum iuvari, et extendi posse demonstra- tur. T. VII. p. .529. CALORI ALOYSIUS. 1. Quae significatio , qui usus, et quae probabilior destru- ctionis ratio membranae pupillari foetus liuniani. T. III. p. 325. 2. De foetu bumano monoculo. T. IV. p. 355. 3. Descriptio anatomica brancliiarum maxime internarum gyrini ranae esculentae , unaque praecipuum discri- men , quod inter brancbias adinvicem et batrachiorum urodelorum intercedit. T. V. p. 111. 11 4. De vasis pulmonum ophidiorum secundarlis Obscrvatio- nes novae. T. V. p. 395. 5. Noniuilla de nervo sympatliico ophidiorum indigenorum. Acccdit ejiisdem descriptio, ac demonstratio in angni- bus et lacertis. T. VII. p. 115. 6. De monstro humane anencephahco cum eventratione consociato. T. VII. p. 3i5. 7. De obtruncato funiculo umbiUcaU foetus human i in cursu vitae iiitrauterinac , deque istius obtruncationis causis. T. VII. p. 563. 8. Descriptio anatomica monstri humani Xiphopagl una cum animadvcrsionibus quibusdam de actione a CI. Senesio tributa duobus hepatibus ad organisationem turn internam, turn extenian\ monstiorum , quae is vocat hopato-dima , signandam. T. VIII. p. 253. 9. Aniniadversioncs Anatomicae de tergemina atresia, ni- mirum oris , ani, et vaginae, in humano loetu inspe- cta. T. IX. p. 29. 10. Anuotationes Anatomicae de origine et connexionibus nervi accessorii Willisii cum posticis nervorum cervi- caHum superiorum radicibus , et cum nervo vago. T. IX. p. 301. CASINELLI ALOYSIUS. 1 . Demonstratio qnorumdam theorematum ad polygona clr- culo inscripta, vel circumscripta pertinentiuiii. T. II. p. 2il. 2. Disquisitiones analyticae de numeris triangularibus. T. II. p. 415. 3. Observationes analvtlcae in forraulam /- . T. III. y log .c p. 97. 4. Disquisitio Analytica in functionem log(l-»-x) . T. IV. pag. 147. 5. Nova niethodus evehendi ad potentiam quamcumque quantitates polynomias. T. IV. p. 453. 12 6. De aeqnationnni alp;ebra!carum resolutione observationes aiialvticae. T. V. p. (ili. 7. Dc iiimimeris aequationibus algebraicis, quae peculiari artificio lesolvi possunt. T. V. p. 433. 8. Disquisitioiics variae sujier resolutionom nonmillarnm aequationnm algebiaicarum , piaescitiin quinti gradiis. T. VI. p. 391. 9. Disquisitiones analyticae super aequationibus trlnomia- libus formae x''±Ax±n = 0. T. VII. p. 331. 10. De aequationibus algebraicis quarum radices constant quatuor elementis. T. VII. p. 509. 1 1. De forniis radlcum aequationnm algebraicarum. T. VIII. p. 317. CAVARA ANTONIUS. 1 . De Tumoribus Aneurismaticis Varicosis Anastomosium in substantiam erectilem confluentibus. T. IV. p. 189. 2. Exostosis in antro Igniori enatae ope resecationis cura- tio. T. V. p. 299. 3. De cranii terebratione feliciter instituta t^.° idus Janna- rii anno 1840, et de metbodis aptioribus ad vulnus post operationem curandum. T. VI. p. 207. 4. De pblegrnasia alba dolorosa gravidarum. T. VII. p. 499. 5. De tumoribus elephantisiacis. T. IX. p. 67. CONTRI JOANNES FRANCISCUS. De cbymica terrarum , quae ad agrorum culturam pertinent, analysi. T. 1. p. 400. DE BRIGNOLI A BRUNNHOFF JOANNES. Descriptio novae speciei Portulacae. T. VII. p. 309. FAGNOLI JOSEPH. Specimen Criticae Analysis de Perspectiva Theoretica. T. IX. p. 553. 13 GADDI PAULUS. Descriptio anatomica Immani monstri exencepliall in quo multa alia a iiatura abhorrebant. T. VII. p. 261. CIIERARDI SILVESTER. 1. De visione, quae diiobus siinul oculis, vel alterutro tantum excrcetur; item de noniiullis praestantibus phae- nomenis visionis, quae fit ope vitrorum coloratorum , deque coloribus , qiios vocant accidentales, eorumque tbeoiia. T. I. p. 34!). 2. Dissertatio de aliquot experimentis recens physicum in- veutuni Faradayi spectautibus , ac de praecipuis non- nullis Voltiauoruui profluvioruin proprletatibus. T. II. p. 111. 3. Novi Apparatus pro experimentis IMagneto-electricis de- scriptio. T. II. p. 29i. A. De Magneto Electrico recentiori ad nsns cliemicos, et de Profluviis Magneto-Electricis ad iioc aptioribus. T. III. p. 39. 5. De quadam Appendice ad Calvanometrum multiplicans, et de ejus usu in profluviis electricis variis, ac praeci- pue Faradaycis expendendis. T. III. p. 115. 6. Expcrimenta tbermo-electrica. T. IV. p. 85. et 110. 7. De clectricitate et niagnetisnio animadversiones variae. T. V. p. 253. 8. Nova experimenta de speciosa attractione, quae per venam fluidam crumpentem ex foramine, norniali pia- no circumdato, fit in discuni illi dircctc nee ])rocul oppositum. T. V. p. 277. 9. De materia quadam ad ]\Iatbematicae Facultatis in ve- teri Arcbigymnasio Bouoniensi bistoriam proposita, at- que collecta quum opportunitas daretur notitias de P. Bonaventura Cavalierio iiiquirendi. T. VIII. p. 519. 10. Articulus necrologicus de Francisco Bertellio. T. VIII. p. 553. 14 CIACOMELLI IIENRICUS. De singulari cordis, vasorumque parietum ossificatione. T. IX. p. 57. GRIMELLI HIEMYNIANUS. Disamlna sul Galvanismo. T. X. p. 1. GUALANDI DOMINICUS. 1. Descriptio diiorum non communlum niorborum corporis hiimani cutem vexantinm. T. IV. p. 1C3. et \1A. 2. Specimen Statisticae medicae Manicomii Divae Ursulae Bononiae. T. VI. p. 19. 3. Speciminis statisticae medicae Manicomii Bononiensis Sanctae Ursulae alteriun decennium. T. VII. p. 1G5. MAGISTRINI DOMINICUS. 1. Investigatio figurarum geometrice quadrabiliura in super- ficie coni recti. T. VIII. p. 427. 2. Analysis siiperficiei , quae locum geometricum est proje- ctionum orthogoniarum puncti cujuslibet super plana sphaeram tangentia ; nee non curvae, quae locum geo- metricum est projectionum orthogoniarum puncti su- per rectas circulum tangentes. T. X. p. 195. MAGISTRINI JOANNES BAPTISTA. 1. De Aequationibus Algebraicis turn determinatis, turn indeterminatis geometrice construendis. T. 1. p. 194. 2. Exercitatio de motu spontaneo corporum fusiformium homogeneorum super aequales, et similes aequalium , et similium spondarum verticalium crepidines insiden- tium. T. III. p. 455. 3. Machinae novae aquis modice profundis magna copia, et celerrime vi animali evocandis accomodatae. T. V. p. 525. 15 MARCHISIO ACHILLES. Cenno sui lavorl di G. B. Biancoui. T. X. p. 261. MEDICI MICHAEL. 1. Observationum Anatomicarurn dc ossiiim structura Spe- cimen. T. I. p. 152. 2. Experimeiita et consideiatlones de motu cordis, et de sanguinis circuitu. T. I. p. 241. 3. De qiiadam cordis diruptione , vel potins rosione , de- que nonnullls considerationibus physiologico-pathologi- cis ad earn spectantihus. T. II. p. liG. 4. De inira qnadam costae reproductione observatio. T. II. p. 32.'). 5. Disquisitioncs anatomicae , et physiologicae de nervo intercostali. Pars prima. T. III. p. 271. 6. Disquisitioncs anatomicae, et physiologicae de nervo intercostali. Pars secunda. T. III. p. 405. 7. Disciuisitiones anatomicae, et physiologicae de nervo intcrcostaU. Pars tertia. T. IV. p. 223. 8. Disquisitioncs anatomicae , et physiologicae de nervo in- tercostali. Pars quarta. T. IV. p. 249. 9. Disijuisitiones anatomicae , et physiologicae de nervo intercostali. Pars quinta, et idtima. T. IV. p. 471. 10. De quibusdam insolitis, abnormibusque animalibus ve- getationibus. T. VI. p. 69. 11. De Anatomicis qui a XVIII seculi initio ad nostram usque actatem Bononiae floruerunt. T. VII. p. 3. Elo- gium H. F. Albcrtini. p. 41. 12. Elogium JosophI Fordinandi Gugliclmini. T. VIII. p. 45. 13. Elogium Joannis Antonii Stancarii. T. VIII. p. 281. 14. De vita, et scriptis Petri Nannii. T. IX. p. 411. 15. Elogio di Mattco Bazznni. T. X. p. 213. 16. Elogio di Giuseppe di Jacopo Pozzi. T. X. p. 435. 16 MONDINI FRANCISCUS. 1. De vesiculae umbllicalis situ in ovo liumano. T. I. p. 43. 2. Bicorporei humarii Monstri anatomica descriptio una cum animailversionibus , atque conjoctnris noiinullis, quae ad illiistrandani abnorniium partiuni forniationis rationem concurrunt. T. I. p. 255. 3. Uteri Immaiii biconiis anatomica descriptio , cui ani- madversioues noiiniillae adjectae sunt quae in univer- sum ad uteri evohitioneni spectant. T. II. p. 350. 4. Renum descriptio in unum corpus semiUmare coale- scentium, ciun additanientis de causa hujusmodi or- ganicae aberrationis. T. III. p. 251. 5. De bronchocele in foetu fere octo mensium. T. III. p. 3i3. 6. Observationes anatomicae, atque Animadversiones ad congenitam organorum muliebrium Atresiam spectan- tes. T. V. p. 165. 7. Virilium conformationis abnormis, quae hypospadia dl- citur , anatomica descriptio, cui nonniillae conjecturae sunt adjectae, quae ad dignoscendam hujusce anoma- liae forniationis rationem concurrunt T. VII. p. 89. 8. De virilium conformatione morbosa tumoris causa, ffiiae Hypospadia Posfgenita appellari potest. T. VII. p. 297. 9. Historia Catalepseos. T. VII. p. 463. 10. Descriptio anatomica Graviditatis extrauterinae intersti- tialis seu interparietalis , sic dictae , additis nonnullis animadversionibus , et conjectnris circa formationem hnjusmodi graviditatum. T. VIII. p. 85. 11. Abnormis conformatio singularis muliebrium partium ge- nitalium interiorum. T. VIII. p. 173. 12. Vitiata partium genitalium conformatio in puella infan- te, et considerationes clrra organicam banc formam abnormem. T. VIII. p. 183. 13. De quodam Codice Anatomiae Mundini , anno 1300. exarato, Commentarium , quibusdam instructum Con- siderationibus ad bistoriam spectantibus Anatomiae. T. VIII. p. 481. 17 MURATORI PAULLUS. 1. Analysis comparativa humanae bills sanae ejusque quae calculos biliares complectitur. T. III. j). 307. 2. De Lolio Temulento. T. IV. p. 279. 3. Chymica Analysis Baccarum Ramni Cathartici indigeiii ad varia ejus maturationis tempora. T. V. p. 189. PAOLINI MARCUS. 1. De Maniaco repentina moite correpto animadversiones nonnullae physiologico-pathologicae. T. IV. p. 203. 2. De casu quodam veneficii a fungo, qnem Agaricum pantherinum vocant, indiitti. T. V. p. 97. 3. Specimen quorundam experimcntorum de vi Rubiae ad ossa , ovorumque Gallinarum putarnina calcaria colo- randa. T. VI. p. 469. 4-. De singular! gravissimo morbo a bubone venereo exor- to, qui prosperum exitum sortitus est. T. VIII. p. 409. PIANI DOMINICUS. 1. De limitibus aequationum. T. III. p. 237. 2. Eseicizj d' Algebra pura o appbcata. T, X. p. 571. PISTORINI ALOYSIUS. De Febrl Metastatica, ejusque curandae methodo. T. IV. p. 23. RANZANI CAMILLUS. 1. De testudine coriacea marina. T. I. p. 143. 2. De Didelpliide Nudicaudata. T. I. p. 183. 3. De Serpente Monspessulano generis Coelopeltis Wagle- ri. T. II. p. 229. 4. De Tupinambidibus Daudini. T. II. p. 393. 3 18 5. Dispositio flimlliae Molarum in genera et in species. T. III. p. C3. 6. De Cliaiiiaeleontibus. T. III. p. 213. 7. De tribus vegetabilibns fossilibns. T. III. p. 383. 8. De novis Speciebus Piscium. Dissertatio Prima. T. IV. p. 65. 9. De novis speciebns piscium. Dissertatio secunrIa.T.V.p.3. 10. De noiiniiilis novis speciebus piscium. Opusculum ter- tium. T. V. p. 307. 11. De novis speciebus piscium. Dissertatio quarta. T. V. p. 339. 12. De maxilla in apro Bononiensi reperta a Josepho Mon- ti. T. VI. p. 295. RIZZOLI FRANCISCUS. 1. De methodo exequendi Kelotomiam in coeci intestini Hernia scrotali incarcerata. T. VI. p. 503. 2. De nova instituendae acupunctnrae methodo ad exter- nas varices radicitns sanandas. T. VIII. p. 575. 3. Intorno un nuovo metodo per togiiere la claudicazione , derivante dall' accavallamento, e reciproca unione dei frammenti d' una frattura del femore. T. X. p. 245. 4. Relazione d' alcuni casi d' interruziotie di continuJta av- venuta in qualche tratto del canale intestinaie, e di uno complicato coll' apertura della cistifelea. T. X. p. 359. RODATI ALOYSIUS. 1. De Foetu monstruoso. T. I. p. 32. 2. De quibusdam praeparatioiiibus Anatomico-Pathologicis. T. I. p. 176. SANTAGATA ANTONIUS. 1. De Aerolitis ad Renatium delapsis Anno MDCCCXXIV. T. II. p. 44. 2. Iter ad montem vulgo Delia Rocca. T. II. p. 371. 19 3. De nonnullis plantarum fructibiis abnormibus. T. III. p. 87. i. De occnltis aqiiis detegendis. T. III. p. 421. 5. De Araiieis. T. IV. p. 53. 6. De Bonihycibus, rioniiullisque ad eos pertinentibus. T IV p. 4i5. 7. De Hippopliae Ramnoide. T. V. p. 23. 8. De Hippopliaes llamiioidis vencno, et Mespili Plracan- tae natura sermo , ncc noti breves de (piibiisdani ve- terum detectis moniimentis, ac de peculiari Nuisiensi terra disquisitionos. T. VII. p. 491. 9. De vita et doctrina J. Igiiatii Molinae. T. VIII. p. 5. 10. De cpiibiisdam CiiuMLini difrcreiiliis. T. VIII. p. 165. 11. De Biturniiie Sul|.liurifcro. T. VIII. p. 5i3. 12. De nonuullis plaiitis abiionnibus , et peculiar! Paulli Veroneiisis pi^mciito. T. X. p. 337. SCANDELLARI CAJETANUS. Osservazioni intorno alia cura delle varici esterne. T. X p. 493. SCHIASSI PHILIPPUS. 1. De luce, ffuam corpora difTracta in tenebris emittunt. T. I. p. 1. 2. Ex doctrina Aloisii Tagliavini de Temperamento ad vo- cum consonantias in Organo sive lyrico , sive pneuma- tico asscrpieiidas. T. II. p. 20. 3. De Typo Ligneo Tlicatri Saguntini. T. II. p. 273. 4. De Diuturnitate Crepuscnlorum. T. III. p. 503. 5. De Monota Bononieiisi Dissertatio. T. IV. p. 33. 6. De Maladiita. T. IV. p. 137. 7. De ainplitudine cliinatum. T. V. p. 37. 8. De Moneta Bononiensi Dissertatio. Pars secunda. T. V. p. 367. 9. De origine Architecturae. T. VIII. p. 395. 20 SGARZI CAJETANUS. 1. Analysis Calciiloiiim Pulinonalium , adjectis animadver- sionibus quil)usdain de origiiie Calculorum in genere , et de Concretionibus Calciilosis. T. II. p. IGl. 2. Analyticae Iiivestigationes circa pulvores antiquis quibus- dani contenlas vasibns, Anno 1831. efFossis e Pyra- mide in peninsula Meroe. T. V. p. 231. 3. Specimen cliymicae analysis de aquis potabilibus civita- tis Bononiae. T. VI. p. 309. 4. Observationes de Lini fibriilarum, atqne Gossypii stami- num intima structura , quae etiam quaestioni de tae- tiiarum textu vetustonim cadaverum exsiccatorum Ae- gypti applicari possunt. T. IX. p. 255. 5. Sulla torba di Longastrino. T. X. p. 311. 6. Analisi coinpaiativa di alcuni pezzi spettanti alio sclie- letro osseo delle tie classi di vertebrati , Mammiferi, Rettili, Pesci , e di alcune prodnzioni integumentali di certe specie spettanti a ciascuna delle nominate classi. Con osservazioni e Idee sui principali Element! Organici Animali e Vegetabili. T. X. p. 501. SOVERINI CAROLUS. 1 . Descriptio anatomica cujnsdam sacci peritonaei abnor- mis, jejunum et intestinnm ileum a reliquis abdomi- nis visceribus sejunctum continentis. T. VIII. p. 299. 2. Degenerationum quarundam systematis cardiaci-arteriosi cujusdam senis fere octogenarii descriptio, et animad- versiones nonnullae^ quae ad dignoscendam earum na- turam et originem faciunt. T. IX. p. 77. TERMANINI CAJETANUS. De Monstro humano acephalo. T. I. p. 220. 21 TOMMASINI JACOBUS. De Naturae proprio in morbos nisu, et Medicinae supplen- di virtute. T. II. p. 1. TORTOLINI BARNABA. De formatione quarundam aequatiomim algebraicarum, qul- bus satisfaciant functiones algebraicae datae. T. IX. p. 283. VALORANI VINCENTIUS. 1. DIsceptatio circa puerperas minime lactantes. T. VIII. p. 333. 2. Dc febri lymphatica Disceptatio. T. X. p. 297. VENTUROLI JOSEPH. 1. De Aestuariis. T. I. p. 25. 2. Aestlmatio aciuac per Tiberis alveum Romam praeter- gressae ab anno 1822. ad totum annum 1829. T. II. p. 55. 3. Mensura aquae per Tiberis alveum lapsae annis 1830. 1831. T. II. p. 91. 4. Mensura aquae Tiberis pro anno 1832., ejnsque cum pliivia ejusdcm anni coinparatio. T. II. p. 102. .5. De arlificio ad canalium ostia deobstruenda idoneo.T.III. p. 293. 6. De portu CaesenatI ad Mauritium Brigbentium Epi- stola. T. III. p. 299. 7. Altitudiiies Tiberis ad hydrometrum Romanum quoti- die sub meridiem observatae a Kal. Januarii 1833, ad Kal. Januarii 1837. T. IV. p. 289. 8. De figura aquae per alveos defluentis. T. V. p. 199. 9. Epbemerides tiberinae ad annum 18il. continuatae. T. VII. p. 137. 10. Ad Epbemerides tiberinas Additaraentum.T.VIII.p. 347. 22 VENTUROLI MATTHAEUS. 1. De aneury'smate quodam singulari. T. III. p. 395. 2. Ventralis hernia in regione iliaca enata cum strangula- tione intestinoium inter musculos obliquos. T. IV. P- 3- . . . 3. Singularis anenrismatis casus quo patet valde dubiam spontaneam et citra chirurgiam Turaoris aneurismatici curationem. T. IV. p. 271. ^^?^^^ INDEX RERUM Littera T indicat Tomum; p paginam A ABNORMITATES. Vide ANOMALIAE. Acacia callosa, species nova, describitur, icone adjecta. T. III. p. 323. A. velutina IV. 21. A. farnesiana, et A. angidosa IV. 442. ACADEMIAE instauiatio et leges. T. I. p. XVII. Acanthophorus confinis T. X. p. 427. Acanthurus vulnerutor, species nova, describitur, icone adje- cta. T. V. p. 350. Acherontia Atropos T. VIII. p. 126. Achillea imbricata T. VI. p. 237. Acidalia Sylvata T. IX. p. 144. A. Filicata 144. A. Bili- neat a 145. ACIPENSERIS squamarum intima structura T. IX. p. 377.. Aconitum lycoctonum. T. I. p. 103. Acontia Solaris, et A. litctuosa T. IX. p. 12G. Acronicta Aceris T. IX. p. 98. A. Megacephala 98. A. Cu- spis 99. A. Rumicis 99. Actinomeris ahita T. IX. p. 220. AGUPUNCTURA. De nova instituendae Acupuncturae me- tliodo ad externas varices radicitus sanaiidas. T. VIII. p. 575., X. 493. Adela Latreillella T. IX. p. 179. A. Scabiosella 180. Adonis aestivalis T. VI. p. 224. AEGYPTI ac finitimarum regioiuim Antiquitates. Analyti- cae Investigationes circa pulveres antiquis quibusdani contentas vasibiis. Anno 1834. effosis e Pyramide in peninsula Meroe. T. V. p. 231. iMumianim fasciae qua materia constarent V. 241. IX. 255. 26 AEQUATIONES De aequationibus turn determinatis, turn iiideterininatis geoinetrice construendis. T. I. p. 194-. Do aequatioiuun icsohitione obseivatioiies analvticae. T. V. p. 65. Dc iniuiincris aecpiatiouibiis , quae pecn- liari artificio rcsolvi possuiit. T. V. p. 433. Discpiisi- tiones variae super resolutioucm nounuUarum acqua- tiouum , praescitim quinti gradus T. VI. p. 391. Dis- quisitiones analyticae super aequationibus triuorniali- bus forma x" =t Jx ± B = 0. T. VII. p. 331. De ae- quationibus quaruni radices constant quatuor demen- tis. T. VII. p. 509. De formis radicum. T. VIII. p. 317. De formatione quarundam aequationum, quibus satis- faciant functiones datae. T. IX. 283. Limites T. III. p. 237. et T. VI. p. 567. Aequationum , praesertim biuomiaruni, proprietates nonnullae. T. VII. p. 540. De radicibus reabbus atque imaginariis aequationum gradus quart! T. IX. p. 497. De Aequationibus Linea- ribus integrandis T. X. p. 584. AEROLITAE ad llenatium delapsl. T. II. p. 44. AeroHta- rum origo et compositio 49. AESTUARIOllUM tbeoria niatbematica. T. I. p. 25. AGARICUS PANTHERINUS. T. V. p. 100. Hujus fungi actio in animalem oeconomiam. p. 101. llemedia p. 102. Agaricus caesareus T. I. p. 139. Aglossa pingiiinalrs, et A. cuprcalis. T. IX. p. 152. Agios t is alp'tna T. I. p. 74. Agrofis Vitta T. IX. p. 102. A. TrHici 102. A. Segetum 102. .hllialina ^ species nova, describitur, icone adje- cta 320. Cniciis polyanthenms. T. I. p. 120. Coelomera fVestermanni. T. X. p. 432. Coelopcltis 31onspessulana , species nova, describitur, icone adjecta. T. II. p. 229. Coffaea corynibidosa. , species nova , describitur. T. IV. p. 410. COLEOPTERA MOSAiMBICANA. T. X. p. 381. 407. et 423. ( Continuatio in subsequent! serie Dissertationum Acadeiiiicarum T. IV. p. 3i3 ). Colias Edam. T. VII. p. 254. IJyale 254. Rliamni 255. COLORUM, quos vocant accidentales , tbeoria. T. I. p. 369. COLUMNAE templi Jnvis Serapidis qua de caussa perfo- ratae. T. III. p. 163. Columnca iimhcUnta^ species nova. T. IV. p. 426. COMBINATIONUM numerus nova quadani ratione deter- niiuatur. T. VI. p. 522. et 556. T. VII. p. 536. ComhretJtm argent cum ^ species nova, describitur. T. IV. p. 412. CONFORMATIONES ABNORMES. Vide ANOMALIAE. Conger opistophthahnas , C. brasdiensis , C. cylindruidais , et C. rubcscens , species novae , describuntur , adjectis iconibus. T. IV. p. 78-81. 36 CONOREOATIO OECONOMICA ACADEMIAE.T.I.p.XXI. CONOIDUM AEQUATIO. T. X. p. 575. CONUS. Iiivestig;itio figuraniin geoinrtiire qxiadrabilium in superficie coni recti. T. VIII. p. i27. Comallar'ia Polygonatum. T. I. p. 03. ('opris Antcnor. T. X. p. 414. C. Plihlias 415. C. Sinon 415. CORDIS motus, et sanguinis circultus quomodo a nervis pendent. T. I. p. 241. CORDIS DEGENERATIONES. De quadam cordis diruptio- iie, vol potins rosione, doqne nonnnllis consideratio- nibus physiologico-pathologiris ad cam spectaiitibns. T. IT. p. 146. De miris quibusdam organicis degene- rationibns in corde bovis doinestici observatis. T. VI. p. 4.39. Descriptio Anatomica varianini cordis degen^*- rationu?n niaxime singtdarium in doniesticis animali- bus mammifcris. T. VII. p. 31 1 . et T. IX. p. 1 1. De singnlari cordis, vasoruinque parietum ossificatione. T. IX. p. 57. Degenerationum quarundam systematis cardiaci-arteriosi cnjusdam senis fere octogenarii descri- ptio, et animadversiones nonnullao, quae ad dignoscen- dam earurn naturam et origineui faciunt. T. IX. p. 77. Coreopsis tiifoVata. T. IV. p. 436. C. Callosa ^ C. hetero- phylla , C. jasminifoUa , et C. cuspidata , species no- vae. T. IX. p. 224-226. Cosmia diffinis , et C. affinis. T. IX. p. 118. COSSUS aesculi, cujus eruca Pyro Malo infesta. T. VI. p. 459. T. VIII. p. 139. C. Ligniperda, et C. Arun- dinis. T. VIII. p. 139. Crambus B.oreUus , C. Chrysomichellus , C Selasellus , et C. Margaritelliis. T. IX. p. 169. CRANII TEREBRATIO febciter instituta; methodi aptio- res ad vulnus post operationem curandum. T. VI. p. 207. CREPUSCULORUM diuturnitas pro quavis latitudine. T. III. p. 503. CROCODILI integnmentorum structura. T. IX. p. 384. Analysis cbyniica X. 501. f Tocus vermis. T. I. p. 72. Crossotus terreus , species nova, describitur, icone adjecta. T. X. p. 431. 37 Cucullia Tanaceti^ C. Verbasci , et C, Scrophuluriae. T. IX. p. 121. Cunila glabella accuratlus, qiiam an tea , describitur , icone a.ljncta. T. VI. p. 426. CURVA,qnae locum est projectionum orthogoniarum pun- cti ciijuslibet super rectus circulum taiigentes. T. X. p. 19.5. GURVARUM genesis ex inotu progressive et volntorio Li- neae Rectae. T. X. p. .580. GURVARUM SIMILIUM proprletates. T. X. p. .572. GURVATURA SUPERFIGIERUM. T. V. p. 491 j VI. 432; X. 531. < iixcuta Epithymum. T. I. p. 76, GYCLOIDIS nova genesis. T. X. p. 582. Cyperus Pes avium , species nova , C. filiciwis et C, Fon- tanesii describuntur , adjectis iconibus. T. IX. p. 600- -602. GYPRINI sqnamarum intima structura. T. IX. p. 390. Cystea alpina. T. I. p. 133. Cytisus sessilifoUus. T. I. p. 116. D Dahlia variabilis. T. IV. p. 435. Danaa aquilegifolia. T. I. p. 85. DANTIS ALIGHIERI cum Monacho Ilario colloquium. T. IX. p. 188. Daphne Laureola. T. I. p. 95. Dasycera Oliviella. T. IX. p. 180. Decatoma Biirmeisteri , species nova , describitur , icone adje- cta. T. X. p. 420. DEFENSIO reoruni in causis medico-forensibus Medico de- mandanda , more majoruni. T. X. p. 221. Deilephila Nerii. T. VIII. p. 121. Elpenor 122. Porcellus 123. Lineata 123. Enphorbiae 124. DELPHINORUM organum olfactus. T. VI. p. 1-41. Diantus carthusianorum. T. I. p. 97. 38 DIAPTERUS, Genus zoologicum idem ac ENOPLOSUS Cuv. Dhijitenis aural us. T. V. p. 340. DIDELPHIS NUDICAUDATA Musei Bononiensis. T. I. p. 183. Digitalis liitea. T. I. p. 110. et 237. D. media 240. D'lplognatha Gagates T. X. p. 4-17. Diplotaxls liirsuta , species nova. T. VI. p. 228. DISCRIIMEN minim inter oiganicum accrenientum partis dexterae et sinistiae corporis in mnliere quadam, quae gravi etiain Elepliantlasi laborabat. T. VII. p. C3. et 77. Diurnea Fagclla T. IX. p. 175. DIVISIONIS ALGEBRAICAE iisus ad nonnullas proposi- tiones demonstrandas. T. VI. p. 513. Dontis Apollo. T. VII. p. 247. Dracocephalitm aristatiim., species nova. T. VI. p. 225. DUDAIM Sacrarum Litrerarum cum Mandraguris nostris minirae conveniunt. T. II. p. 383. E EBENUS antiquorum in Aethiopia gignebatur, ibique hac- tetms reperitur. T. IX. p. 586. Echium longijlonim ., species nova. T. V. p. 425. ELECTRICITAS ANIMALIS. Vide GALVANISMUS. ELECTRICA PROFLUVIA per attritum metallorum T. IV. p. 132. ELEGTRO-PHYSIOLOGICA EXPERIMENTA Anno 1840. peracta in Museo Physico Archigymnasii Bononiensis. T. VI. p. 167. ELECTRUM veterum quid esset. T. VIII. p. 435. ELEMENTA ORGANICA praecipua Animantum et Vege- tabiliuni : Matefies protogona. T. X. p. 501. ELEPHANTIASIS cum niiro discrimine inter accrementum orgaiiicum diiorum corporis laterum conjuncta. T. VII. p. 63. et 77. ELOGIA HISTORICA. Vide HISTOR. SCIENT. ENDOCARDII textus intimus illustratur. T. IX. p. 11. 39 Ennomos Amataria. T. IX. p. 135. E. strig'ilatn 13."). E. cratacgata 13.5. E. prunaria 136. E. Liinuria 136. E. Angularia 136. EnnycJiia ortomaculuTis T. IX. 161. Epic aula Melanocephala T. X. p. 420. Epilaclina occeUata^ species nova, describitur, icone adje- cta. T. X. p. 433. Epilobium angiistissimnin. T. I. p. 95. Epi/Mirtis rtihra. T. I. p. 13(). Episema caeruleocepliala T. IX. p. 101. Er.istria sitlpliiirca , et E. Cyiiihalnrlae T. IX. p. 127. iLrigcion infcgrifolium describitur, icone adjocta. T. VIII. p. 388. ERIOCARPAEA , genus botanicum novum. Eriocarpaea pinnuta T. VI. p. 23i. Erodiiim hrevicaiile, species nova, describitur, icone adje- . eta. T. VI. p. 229. E. cicutarium y 230. ErythroniuTti Dens canis T. I. p. 92. EucVulia Clyphica T. IX. p. 13i. Euclidium syriacum T. VI. p. 227. Eugenia micrantha^ species nova, describitur T. IV. p. 422. Eupatorium stigmatosiun , E. glastifoUiim , E. cassinaefoliiirn, E. racemosiun , species novae , describuntur , adje- ctis iconibus. T. VIII. p. 81-83 et 386. Euphorbia eriocarpa , species nova , describitur , icone adjc- cta. T. III. p. 175. erithrophylla. T. IV. p. 419. cmpi- data species nova. T. VI. p. 223. et 433. helioscopia 223. hypericifolia 432. Berteriana 434. bicepliala 435. trichomona 436. adciioptera 436. Etiplocanms ParasitcUus T. IX. p. 177. Euthamia tenuifolia T. IX. p. 219. EVOLUTAE Sectiouum Conicarum T. IX. p. 474. Exocaetiis bahicnsis ^ species nova, describitur, icone adje- cta. T. V. p. 362. EXOSTOSIS in antro Igmori enatae ope resecationis cu- ratio. T. V. p. 299. Eyprepia Candida. T. VIII. p. 157. puUhra 158. grarnrni- ca 158. russula 158. plantaginis 159. dominula 160. hera 160. curialis 161. villica 161. pudica 162. Caja 162. fu/iginosa 162. ciliaris 163. rnendica 163. /wen- thastrl 164. F FABRIUS HYACINTHUS laudatus. T. VII. p. 24. FARADAYANA PROFLUVIA. T. II. p. 111. T. III. p. 128. FATIl DE UBERTIS versus in omnibus editiunibus cor- ruptus restituitur. T. IX. p. 186. FEBRIS LYMPH ATICAE cbaracteres diagnostici , caussae, cura. T. X. p. 297. FEBRIS METASTATICA, ejusque curandae methodus. T. IV. p. 23. FERMATII PROBLEMA , Torricellio proposituin, denuo solvitur. T. IV. p. 309. Fidonia Plnetarla T. IX. p. 141. F. Glarearia 142. F. Cla- thrala 142. F. conspersaria 142. Finibristylis aiitinunalis T. IX. p. 602. FLORAE ALPIUM APUANARUM MANTISSA. T. I. p. 65. FLORULA GUATIMALENSIS. T. IV. p. 403. FOETUS HUMANUS coniformis, seu cuspidatus. T.I. p. 32. FORNaSINI CAROLUS de Museis Bononiensibus optinie nieritus T. VI. p. 423. X. 381. FORNASINIA, Genus botanicum novum. T. IX. p. 588. Fornasinia ebenifera 589. FOSSILIA. Vide LITHOXYLA , CARPOLITHI, MAXILLA RHINOCEROTIS , TORBA DI LONGASTRINO. FILICTURA ARTIFICIALIS ad claudicationem tollendam quibus in casibus et quo pacto institui possit. T. X. p. 245. (Vide etiam subsequentem seriem Disseitatio- num Academicarum, Mem. T. V. p. 41.) FRACTURAE BRACHII cum luxatione humero-scapulari conjunctae sanalio. T. IV. p. 345. Fragaria i'rsca. T. L p. 100. FRANKLIiNIANA PRAESIDIA. De punctis consequentibus , ut ajunt , quibus pollere deprebensum est feireos 41 condnctorps duorurn apparatuum vulgo parafulm'ini. T. V. p. 2(5(5. FRUCTUS LAPIDEFACTI lapidefacto ramo adliuc liae- reiitos. T. III. p. 391. FRUCTUS plantanim abnormes. T. III. p. 87. FRUCTUS in fnictii coiitciitns. T. III. p. 92. Fuirena sqitarrosa. T. IX. p. GOIJ. FULGUR. De ciassa macula ferriiglnea qiiarn doprehende- re fiiit in cuspidc argeiitca percussa fnlguie ejnsinodi apparatus, cpiem parafnlmlne vocant. T. V. p. 200. FUNCTIONIS c" valor vero proximus. T. III. p. lOi. FUNCTIONIS log. (1 ^ .r)" evolutio in seriein. T. IV. p. 147. FUNCTIO log. (1 -+- c") in seriem evolvitur. T. III. p. 1 10. FUNCORUM esum quae funesta accidentia consequi pos- sint, quaeque sit apta medela. T. V. p. 102. FUNICULUS UMBILICALIS foetus Immaui (piil.us de cans- sis obtruncari possit in cursu vitae intrauterinae. T. VII. p. 563. G GALEATIUS DOMINICUS laudatus T. VII. p. 12. (Ejus Vita edita in subsequent! Collectione Dissertationum , Mem. T. I.). Galeiis maculatusy species nova, describitnr, icone adjecta. T. IV. p. 68. Gallerla Cerella. T. IX. p. 172. GALLIUS JOANNES ANTONIUS laudatus. T. VII. p. 23. GALVANUS ALOISIUS laudatus. T. VII. p. 29. Ejus Ope- ra onuiia ab Academia cdita et ilhistrata T. X. p. 2. GALVANISMUS expcnditur , tbemate ab Academia propo- sito. T. X. p. 1-193. GALVANOMETRUM. Vide APPENDIX. GALVANOPLASTICA. T. X. p. 261. GANDULPHIUS CAJETANUS laudatus. T. VII. p. 37. 6 42 Gastropacha popiili folia. T. VIII. p. 152. qiicrci folia 152. Pruni 153. frifolii 153. ()«erc?w 154. Rubi 154. Ta- rnxaci 155. Processioiira 155. ISriistria 156. GATESIA, gemis bolniiicuiu novum. T. IX. p. 212. Gaife- j/a Alabaiticnsis describitur, icone adjccta 212. Genista tinctoria S olpcsiris. T. p. 115. Geiitiana crnciata. T. I. p. 82. Geometra vernaria, G. Putataria, G. Bupleiiraria^ et G. (y- thisaria. T. IX. p. 137. Geranium sylvaticiim, et G. nodosum. T. I. p. 115. G. tu- berosum VI. 230. Gerardia fdifoUa /?, et G. aphylla. T. IX. p. 596. Gladiolus triphyllus. T. I. p. 73. Glaucinm mesopotamicum. T. VI. p. 223. Giuiphalium Stoechas. T. I. p. 123. G. galllcum 124. G. polycepJialum VIII. 387. Gnoplios Furvata. T. IX. p. 139. Gottopus ventricosus. T. X. p. 418. GOSSYPII historia utiiversa. T. II. p. 217. Observationes de GOSSYPII staminum intima structura, quae etiam quaestioni de taeniarum textu Blumiarum applicari pos- sunt IX. 255. Gossypiuin suffn/ticosurn, species nova, describitur, icone adjecta II. 216. Graphitenis Salinae , species nova^ describitur, icone adje- cta. T. X. p. 408. Graphoderus bi\:ittatus. T. X. p. 412. GRAVIDITATIS extrauterinae interstitialis , sen interparle- talis, sic dictae , descriptio anatomica, additis quibus- dam animadversionibus, et coiijccturis circa formatio- neni bujustnodi graviditatuni. T. VIII. p. 85. GREGORIOXVI. P." M. Tomus I. borum Commentario- rum dedicatur. T. I. p. I. Grewia micropetala, species nova, describitur, icone adje- cta. T. IV. p. 20. GUATIMALENSES PLANTAE nonnullae recensentur. T. IV. p. 403. GUGLIELMINUS DOMINICUS primitivam salium structu. rain detosit. T. VII. p. 46. et X. 232. An veneno ■e pereintus VlII. 67. P 43 GUCLIELMINI FERDINANDI EIo^m,,,,!. T. VIII n 4 5 Gymnopleurus splendhlns. T. X. p. 3!)3. Gymnothorax funebris , species nova, descriLitur , iconc a.l- jecta. T. IV. p. 77. GYPSI vaiietates in luonte Delia Rocca collcctac. T II p. 371. Cypsnphyla Vaccarin. T. VI. p. 2=>0 GYllINI IIANARUM. Descriptio anatomica l.rnncl.inmm ^^v- nni rauae esculentae, uiia.pie piaccipm.m discrinuMi quod inter b.ancliias adinvicem et batrachiorum uro- deloruin intercedit. T. V. p. 111. II Hadena capsmcola. T. IX. p. 107. //. adiista 107. // Ge- nistae 108. Haemnlon melanopterum, et //. Morkandi, species novae, descnbuntur , adjectis iconlbus. T. V. p 313-315 Halias Clorana. T. JX. p. 161. Harpyia Vinnla. T. VIII. p. 13.i." Erminea 135. Furcida 135. Hecerge Celtis. T. VII. p. 255. Helianihemum guttatinn. T. I. p. 102. //. salidfoHum et //. Lippii VI. 224. lidianthus lorigiradiatus , species nova. T. IV. p. i36. //. gracilis, species nova, describitur, iconc adjecta IX 223. Helichrysum salicifoUum , species nova. T. IV. p. 433. Heliotis Dipsacea, et //. peltigera. T. IX. p. 125. Hellehorus Ikidiis. T. VI. p. 422 HELMUNDI METHODUS novis ulcerum curationibus con- firmata. T. VI. p. 159. Hemiramphns iinifasciatus , species nova, describitur, icone adjecta. T. V. p. 326. Hepiolus Sylvinus. T. VIII. p. 141, Heradeum pyrenaicum. T. I. p. 85 HEIICULANI situs. T. III. p. 158. HERNIA ventralis in roi;iono iliara enata cum strangula- tione intestinoruni inter musculos oblicpios. T. IV. p. 3. HERNIA scrotalis incarcerata Coeci intestitii qua methodo incidenJa. T. VI. p. 503. HERPES circinatus protopatliicus, et Herpes plingedaeni- cus deulcropatliiciis a strnmis. T. IV. p. 1G3. et 17^. Uesperia Malvarum. T. VII. p. 257. Lavaterae 257. Fritil- lum 257. Alveolus 257. Tages 258. Comma 258. 5//- vanus 258. Linea 259. Ucsperis angust'i folia. T. VI. p. 227. HETEROBRANCHI ANGUILLARIS apparatus branchia- ruin. T. V. p. U9. Hibiscus critentus et H. pernam.hucensis , species novae , describuntur, adjectis iconibus. T. IV. p. 428; VII. 198. Hieracium aiircum. T. I. p. 118. 77. caulophyllnm ., species nova VII. 202. Hipparchia Proserpina. T. VIT. p. 221. Ilermione 225. M- cyoiie 225. AWonia 226. Phaedra 226. Semcle 226. Tithomis 227. Janira 227. Maera 228. Megera 229. Aegeria 229. Galathea 229. Galathea var. 230. /Jfe- J//5fl 230. Ligea 231. ^//r/rt/e 231. Gorge 231. 7>«- darus 231. Pamphilus 232. Arcaiiia, 232. Jlippoglossus brasiliensis , et 77. intermedins, species novae, describuntur, adjectis iconibus. T. V. p. 10-12. HISTORIA SCIENTIARUM. De ANATOMICIS qui a XVIII secuH initio ad nostram usque aetatem Bononiae flo- ruerunt. T. VII. p. 3. Eiogium H. F. ALBERTINI 41. Elogium J. F. GUOLIELMINI VIII. 45. Eiogium J. A. STANCARII 281. Elogiuin P. NANNII IX. 411. Eiogium M. BAZZANI X. 213. Eiogium JOSEPHI J. F. POZZI 435. ( Elogia Anatomicorum Bononiensiurn continuantiir in suhsequenti serie Dissei tationum Acade- micarum). Considerationes quaedam ad Historiam ANA- TOMIAE spectantes VIII. 481. De materia quadam ad MATHEMATICAE FACULTATIS in veteri Arcbi- gymnasio Bonoiiieusi liistoriam proposita VIII. 519. Eiogium F. CERTELLI 553. AMADEI A. et BE- DETTI J. laudes. T. VIII. p. 561. et 571. BIANCO- NI J. B. laudes. T. X. p. 261. Eiogium IGNATII MOLTNAE VIII. 5. An veteres Ttaliae pliilosoplii nul- 1am do vi elcctrica ac de rulminutn potissiiiuun pro- prietatihiis scientiam tenerent IX. 3. Gniitiiuiatio hi- storiae HORTI BOTANICI et SCHOLAE BOTANI- CAE Aroliifiymnasii Boiionii^nsis. T. III. p. 3. AL- DROVANDI et CAESALPINI in n-ni lioil.nrintn me- rila. T. VI. p. 217. VII. 193. GUGLIELMINI DO- MINICI in Crystallograpliiani merita. T. VII. p. -iB ; X. 232. Holnsteuni glanclulosum, species nova. T. V. p. 421. llordeum hirsutum^ species nova, describitur, icone adjecta. T. V. p. i21. Ilorrnjnitm pyrcnaiciim. T. I. p. 107. HORTI BOTANICI Arcliigymnasii Bononiensis historia con- tinualnr. T. III. p. 3. HUMORISMUS PURUS utrnm veritati consonus, nee ne. T. VIII. p. 283. Hyac'mthus patulus , et //. nervosus , species novae , descri- hiintm-. T. V. p. 430. et -431. llydrocampa Potamogalis. T. IX. p. 158. HYDRODYNAMICA. Observationes de quibusdam solutio- nibus analyticis problematum ad liquidorum motum pertinentium T. VIII. p. iiS. HYDROMETRIA. Rationes , quae intercedunt inter pUi- vias, et alveorum aquas intumescentes, ab observatio- nibus potius quam ab experlnientis aut aliqua livpo- thesi dcducendae. Tutiores iude norinac pro praxi ad novoruin alveorum inclinationem atque capacitatem sta- tuendam, nee non dimensiones omnium operum quae cum apta vasti territorii bvdrauHca dispositione con- nectuntur. T. IX. p. 233. Epbemerides Tiberiuae T. II. p. 55., 91. et 102., IV. 289., VII. 137., VIII. 3i7. Hymenaca Conrbaril. T. IV. p. l\i. Jlypecoum tetragonum, species nova. T. V. p. -422. Ifypena Obsitalis. T. IX. p. 151. Hyperanthera 3Tor/nga. T. IV. p. 415. Hypericum Androsaemiim. T. I. p. 117. 11. pseudoperfora- tum describitur , icone adjecta. VI. 430. .i6 livpochaeris scrioloicles , species nova. T. VI. p. 236. HYPOPHAES RAIMNOIDIS analysis chymica, usus in arti- bus , actio in oeconomiam animalcin T. V. p. 23. VII. i92. HYPOSPADIAE anatomica descriptio. T. VII. p. 89. Ra- tio formationis hujusce anomaliae. 99. Hypospadia postgenita. 297. Hypostowus hrevitentnculatus. T. V. p. 329. Ilyptis radiata. T. IX. p. 595. I Iberis acutiloba, species nova, describitur, icone adjecta. T. VI. p. 226. Idea Calabraria, Vibicaria et Ornata T. IX. p. 149. Ilythia Carnella T. IX. p. 170. Imatismus Patruelis. T. X. p. 4-18. Impcratoria Ostruth'mm. T. I. p. 87. IMPERFORATIO. V. ATRESIAM. INDETERailNATORUM COEFFICIENTIUM principium demonstratur. T. VI. p. 520. Indigofera settdosa, et /. laferitia, species novae, descri- bnntur , icone adjecta. T. II. p. 214. INFLEXIONIS laterum in Micrometris tlieorica matbema- tica. T. IV. p. 381. Ini^a semicordata, species nova. T. IV. p. 441. INNORMALITATES. Vide ANOMALIAE. INSECTA quaedam rei agrariae infesta. T. III. p. 195. V. 89. VI. 91. et 459. INTEGRATIO. Animadveisiones quaedam in aeqnationum bnearium integrationem, sive illae sint inter diffcrentia- lia, sive inter diffeientias finitas. T. X. p. 584. INTEGRALE /V- — i" "ovas series evolvitur.T. III. p. 107. J log. X INTEGUMENTORUM PRODUCTIONES. Productiones , quae in vertebratis animalibus squamae, vel scutula nuncupantur, etiam postquam ultimum evolutionis, et 47 duritlci gradiim attljjeinnt , uiiionorn soivant diiectam vasculareiii cum iiii)llil)iis texliltiis ;, qiiihiis iii(Jiiiiiitur. T. IX. p. 388. Analysis Comparativa noiiniillariim pro- ductioniiiu integnmciitalium et paitiuin sreleti in qui- busdam animalilnis vertebratis T. X. p. 501. Inula odora T. I. p. 125. Ipomaea fuha , et /. peduncidaris , species novae , descri- buntur, icone adjecta. T. III. p. 319., IV. 408. Isotypits onoseroides. T. IV. p. 433. ISRAELITARUM ITER in exitu de Aegypto. T. IX. p. 439. ITER NEAPOLITANUM anno 1834. susceptum. T. III. p. 155. ITER IN APENNINUM BONONIENSEM. T. V. p. 207. Ixiolirion montanum. T. V. p. 432. J Jiinciis lampocarpiis . T. I. p. 93. Justicia corymhidosa , /. barbata , /. tiibaeformls , /. rostra- ta , et /. Vellasqiiezii ^ species novae, describuntur. T. IV. p. 404-406. K KELOTOMIAM exequendi metbodus in Coeci intestini Her- nia scrotali incarcerata T. VI. p. 503. Koelpinia linearis T. VI. p. 236. Kuhnia Critonia. T. VIII. p. 74. LABRACIS LUPI squamarum intima structuia.T.IX. p. 390. Lactuca perennis. T. I. p. 117. L. Alabaniensis -, species nova. VII. 200. LAGHIUS THOMAS laudatus. T. VII. p. 24. LAMBRUSCHINIO CARDINALI Tomus II. horum Com- nientaiiorum dedicatiu'. T. II. p. I. 48 Lampyris Capicola. T. X. p. 414. Lantana aculeata. T. IV. p. 426. LAPIDUIM ad coiistructioncm at(|iie ornatnm inservientlum Dispositio Systematica. T. VII. p. 38.3. Larentia BIcnsurata T. IX. p. 145. L. Flagiata 145. L. Bipunctata 146. Laserpifium nsperum. T. I. p. 8i. LAURENTUS MARCUS ANTONIUS laudatus. T. VII.p. 16. (Ejus Vita edita in subsequenti Collectione Disserta- tiouum, Mern. T. III). Lecanora crassa. T. I. p. 136. LELLIIIS HERCULES laiulatus. T. VII. p. 18. LENTES VITREAE an etiani antiquitus adhiberentur , ut corpora iis supposita majora ap[)arorent. T. X. p. 349. LEO XII. P. M. Academiae instaurationem decernit. T. I. p. XVII. et XXVIII. Lepidiwn Draba T. VI. p. 226. LEPIDOPTERA AGRI BONONIENSIS. T. VII. p. 205. T. VIII. p. 105. T. IX. p. 97. Lepraria cldorina. T. I. p. 138. Leucania pallens T. IX. p. 115. Liatris radians, L. sessi/Iora , L. lanceolata , L. umhellata , species novae, describuntur, adjectis iconibus. T. VIII. p. 75-79. Ligusticum apioides. T. I. p. 86. Lilium Martagon. T. I. p. 91. Limenitis Camilla. T. VII. p. 222. Li/nonia trifoliata. T. IV. p. 415. Linaria purpurea. T. I. p. 109. LINI cultiua apud veteres T. VIII. p. 363. Observationes de Lini fibiillarum structura , quae etiani quaestioni de taeniaiuni textu Muiniaruin applicari possunt IX. 255. Linum gallicum I. 89. Linum mucronatum ^ spe- cies nova V. 428. Linos/ris nudata describitur, icone adjecta. T. VIII. p. 387. Liparis Dispar. T. VIII. p. 146. L. Salicis 147. L. V. ni- grum 147. L. Chrysorrhoea 148. L. Auriflua 148. 41) Lisianthus ciisp'ulntiis , species nova, describitur, icone adje- cta. T. IV. p. 108. Lita Proximella. T. IX. p. 178. LITHOGRAPH I AE idoneiim lapidem Mons DeUa Rocca sup- peditat. T. II. p. 379. Lithosia Quadra. T. VIII. p. 143. Caniola 143. lacobeae 143. Ancilla 144. Lithospermum purpuro-caenileum. T. I. p. 77. L. fulvidulum., L. hirsutissimurn , L. bicolor, et L. tuhatuin , species novae, desciihuntur. T. V. p. 423-424. LITHOXYLUM salicis albi , aut alius speciei huic valde proximae. T. III. p. 384. LITHOXYLUM cycadeoideae cujusdam intermediae mega- lophyllam inter at microphyliani. T. III. p. 388. LITHOXYLUM ficus, quod adhuc gerit aliquot carpolithos. T. III. p. 391. Lobelia calcarata , species nova , describitur. T. IV. p. 409. LOLII TEMULENTI analysis cliymica. T. IV. p. 281. LUCIS, quam corpora difFracta in tenebris eniittunt, pliae- nomenum et causa. T. I. p. 1 . LUCIS refractio. Conjecturae de anomalia , cui ex optieis ([uibusdam experimentis obnoxia esse videtur lex re- fractionis. T. VI. p. 3. Lupinus flabellaris ., species nova. T. IV. p. 430. LUXATIO liuniero-scapularis cum bracbii fractura conjuncta novo artificio reducitur. T. IV. p. 345. Lycaenia Circe. T. VII. p. 239. Thersamon 240. Virgaurea 240. Phlaeas 241. Rubi 241. Lycoperdon pyramidulatum. T. I. p. 141. Lycopodium Selago. T. I. p. 133. Lycopsis microphylla ., species nova. T. V. p. 425. Lyciis paUiatus. T. X. p. 390. L. dissimilis , species nova, describitur, icone adjecta 413. Lythruni verticillatum /?, Varietas nova , describitur, icone adjecta. T. VI. p. 429. 50 M MACCHIUS CARDINALIS Academiam fovet. T. III. p. 11. MACHINA ELECTRICA. De aptiori pectinum dispositione in condiictoribus communium machinarum electrica- nim. T. V. p. 253. MACHINAE novae aquis modlce profundis magna copia, et celerrime vi animali evocandis accomodatae.T. V. p. 525. Macroglossa fiiciformis. T. VIII. p. \ 1 9. Bo?nhyliformis \ 20. Stellatarum 120. Macrotoma palmata. T. X. p. 428. JMACISTRATUS BONONIENSIS vota de Academiae instaii- ratione. T. I. p. XVII. -AIAGNES ELECTRICUS ad usus cliemicos. T. III. p. 35). MAGNETISMI distributlo in parallelepipedum ex feno mol- liori, et magnetis polo adjectnm. T. V. p. 268. MAGNETISMUS. Dubium de viribus componentibus actio- nem reciprocam inter duas acus magneticas recte sibi oppositas, et crassitiem unius elementi magnetici ba- bentes. T. V. p. 273. IMAGNETO-ELECTRICA PROFLUVIA ad usus cbemicos aptiora. T. III. p. 39. MAGNETO-ELECTRICA PROFLUVIA cum profluviis al- terius originis coniparantnr, et inter se. T. III. p. 135. MALACHITARUM SIBERIAE analysis cbymica. T. IV. p. 137. MALPIGHIUS incredibilem injuriam perpessus. T.VII. p. 53. Defenditur contra Muellerum IX. 417. Mal-a aegyptia. T. VI. p. 230. Mamestra nigricans. T. IX. p. 112. MANDRAGORAE. Mandragorae Sacrarum Litterarum , et 31. TJieophrasti a nostris diversae. T. II. p. 383. M. vernalis 388. M. officinarum 389. M. microcarpa 391. MANFREDINUS JOANNES BAPTISTA laudatus. T. VIL p. 20. MANFREDI GABRIELIS problema geometricum denuo so- lutum. T. IV. p. 325. 51 MANFREDIUS HERACLITUS laudatus. T. VII. p. 17. MANICOMII BONONIENSIS STATISTICA MEDICA.T. VI. p. 19. et T. VII. p. 165. Manticora lat'ipennis. T. X. p. 383. MANZOLINIA ANNA laudata. T. VII. p. 20. MANZOLINIUS JOANNES laudatus. T. VII. p. 19. MARE. Utiuni occuparit et (juaudo planities et colles Ita- liae, Graeciae , Asiae Minoris etc. T. VIII. p. 199. et 221 ; T. IX. p. 433. ( Coutinuatio in suljsequeiiti se- rie Dissertationuni Academicaiuin ). An Mare Tynlie- nuni lente se se attollat. T. VIII. p. 69. Mariscus aureus^ species nova, desciibitur, icone adjecta. T. IX. p. 599. MARNES BLEUES. Hujus terrcni aetas. T. VIII. p. 199. et 221. T. IX. p. 433. ( Continuatio in subsequenti serie Dissertationuni Acadeniicaruni ). MARSILII ALOYSII laudes. T. I. p. IX; T. X. p. 238. MATERIES PROTOGONA , quae organorum formationi iii- servit. T. X. p. 502. MATTEUCCIUS PETRONIUS bene de Academia meritus. T. IV. p. 229. MAXILLA FOSSILIS a Josepho Montio reperta illustrator. T. VI. p. 295. MAXIMORUM, MINLAIORUMVE DOCTRINA in functio- nihus duaruin variabilium e piano tangente excer- pta. T. V. p. 521. MECHANICA COELESTIS. De derivatione aliisque pro- prietatil)us forinularum , quas Mechanica Coelestis usur- patur ad plaiietarum niotus exhibendos , et ad pertur- bationes detiniendas, quil)us eorundem conversiones ea de caussa afficiuntur. T. VI. p. 123. Evolutio Fun- ctionis perturl)atricis, quain involvunt aequatioues dif- lerentiales niotus cujuscumque Planetae viribus tracti aliorum Planetarum , Solisque vi praevalenti : nee non animadversiones in quaedam praecipua ejus evolutio- nis loca, quae aliquani postulant emendationem. T. VI. p. 239. MECKELIANA VARIATIONIS LEX admittenda. T. IV. 373. 52 MEDICA NATURAE VIS. T. 11. p. 6. MEDULLAE OBLONGATAE laesione repente vita extin- cta. T. IV. p. 221. Melampynim nemorosuin S. T, I. p. 109. I\Ielastoma umbilicata, 31. granulosa et M. rostrata, ({ua- ruin prior et postrema sunt species novae, describun- tur. T. IV. p. 416. Melitaea Cinxia. T. VII. p. 206. Didyma 207. Phoebe 208. Atlialia 208. Lucina 209. Blellodoii spinibarhis. T. X. p. 4-28. Melocactus rufispinus, species nova, describitur, icone ad- jecta. T. III. p. 322. MEMBRANAE. Observationes Anatomico-pathologicae ad illustrandum textum intinium proprium iiienibranis se- rosis geneiatim consideratis , et praesertim illius mem- branae, cordis cavitates induentis, quae Endocardium appellata fuit a BouiUaud. T. IX. p. 11. MEMBRANAE PUPILLARI foetus bumani quae significa- tio, qui usus, et quae probabilior destructionis ratio. T. III. p. 325. MENGHINIUS VINCENTIUS laudatus. T. VII. p. 23. Mesoprion bahiensis, et 31. argyreus ^ species novae , descri- Innitur, adjectis iconibus. T. V. p. 352-354. MESPILI PIRACANTAE baccarum analysis chyraica. T. VII. p. 493. MICROMETRUM lamellis metallicis exstructum illi e filis eiformato anteferendum. T. IV. p. 402. 3IiUum multiflorum. T. I. p. 75. 3'Lmosa monilifera, species nova. T. IV. p. 441. 3Tirabdis procera , species nova, describitur, icone adjecta. T. III. p. 15. Miselia Oxyacanthae. T. IX. p. 109. MOLARUM FAMILIA in genera et in species disponitur. T. III. p. 63. MOLINAE JO. IGNATII Elogium bistoricum. T. VIII. p. 5. MOLINELLIUS PETRUS PAULLUS laudatus. T. VII. p. 1 1 . ( Ejus Vita edita in subsequenti Coilectione Disserta- tionum, Mem. T. V. ). 53 Moluris Dertoloni. T. X. p. 397. M. hirtus ^ species nova 399. M. laevigata Olhner. h\%. Monacanthus pidlusj at M. variiis, species novae, descri- Inintur, adjectis iconihus. T. V. p. h-(S. Monarda punctata. T. IX. p. 592. MONETA quandonam Bononiae signari coepta sit. T. IV. p. 35. Monetae Bononienscs recensentur. V. 367. Monitor niloticus , et Monitor Teguixinus , descrihuntur , icone adjecta. T. II. p. -413. MONSTRA. Vide ANOMALIAE. MONTIS DELLA ROCCA histoiia natnralis. T. II. p. 371. MONTIUS CAJETANUS laudatus. T. VII. p. 22. MORBI duo non coninuines corporis humani ciitem vexan- tes. T. IV. p. 163. et Hi. Morinda sessili/Iora , species nova, describltur , Icone adje- cta. T. IV. p. 19. MORUS ALBA aitl tinctoriae , nee non picturae aptain materiam praebet. T. IV. p. 447. MOTUS sporitaneus corporum fuslformlum homogeneorum super aequales , et similes aecjualluni et slmllluni spon- dariuTi verticalium crepidinem insldentium. T. III. p. 455. MOZAMBICI res naturales illustrantur. T. X. p. 381. 407. et 423. ( Continuatio in subsequenti serie Dissertatio- nnm Academicanim ). MUNDINIUS CAROLUS laudatus. T. VII. p. 32. MUNDINI ANATOMIA. Ejus codex anno 1300. exaratus T. VIII. p. 481. Editiones Seculi XV. p. 485. Editio- nes Seculi XVI. p. 486. A Cardauo illustrata p. 507. Muscari acntilobum, species nova. T. V. p. 431. MUSTELA Plinil an differat a Lampetra niajore. T. V. p. 311. Mylahris dicincta- T. X. p. 419. Myosotis pygmaea , species nova. T. V. p. 423. Blythimna Lithargyria. T. IX. p. 113. 5i N Nabalus quercifoUus , species nova. T. VII. p. 201. NANNII PETRI Elogium. T. IX. p. 411. NATURAE propiius in niorbos iiisus, et Meclicinae supplen- di virtus. T. II. p. 1. Nebria fulvwentris , species nova, descrlbitur, icone adjecta. T. III. p. 83. NERVI. An cjuidquam conferant ad evoliitioneni et incre- mentum svstematis muscularis. T. III. p. 177. NER- VI INTERCOSTALIS origo, afTectiones , muiiia. T. III. p. 271. et i05. IV. 223. 2i9. et 471. Nonnulia de NERVO SYMPATICO Opliidiorum indigenorum. Ac- cedit ejusdem desciiptio, ac demonstiatio in angiiibus, et laceitis. T. VII. p. 115. Annotationes Aiiatomirae de origine et connexionibus NERVI ACCESSORII WILLISII cum posticis nervorum cervicaliuin superio- rum radicibus, et cum nervo vago. T. IX. p. 301. Nonagria Cannae. T. IX. p. 116. NORMALES RECTAE. Normalium numerus quae a quo- dam puncto ad Sectiones Conicas duci possunt. T. IX. p. 516. Norniales ad superficies curvas X. 523. Notobasis syr'iaca. T. VI. p. 236. Notodonta Ziczac. T. VIII. p. 136. Palpina 137. Phimige- m 137. NUMERORUM figuratorum proprietates nonnullae. T. II. p. 415. T. VI. p. 526-554. primorum. T. V. p. 562. NURSIENSIS TERRAE analysis cbymica. T. VII. p. 497. Nymphaea caenilea. T. VI. p. 423. N. pubescens 424. Nympliula interpunctalis. T. IX. p. 157. 0 Oberea senegalensis. T. X. p. 432. Odontopus Passerinii , species nova , describitur , icone ad- jecta. T. X. p. 418. 55 OLFACTUS ORGANUM CETACEORUM gcneratiin , prae- sertim vero Delphini communis, et Dclpliiiii sufllan- tis. T. VI. p. 141. Oncocera Prodoniella^ et 0. Etiella. T. IX. p. 171. O/iobr/chis Crista galli. T. VI. p. 230. Ononis MasquilUerii , species nova, describitar, icone adje- cta. T. IV. p. 19. Onthopliagus Gazella. T. X. p. 415. OPHHl Sacraruin Litteiarum ubiiiam sita. T. IX. p. 577. Ophiusa l/isoria, et O. lunaris. T. IX. p. 129. Oj'tlirys aranifera. T. I. p. 1 30. Opnnna laciniata ^ species nova. T. VI. p. 235. OPPIZZONII Cardinalis Arcliiepiscopi intercessione Acade- niia iiistauratnr. T. I. p. XVI. T. II. p. II. ORCHESTES ALNI dcstrnit folia ulmi. T. VI. p. 463. Orchis iistiilata , et O. glohosa. T. I. p. 129. ORGANOGENESIS. T. III. p. 177, IV. 232. Orr^yia PiKlibnnda. T. VIII. p. 149. O. Gonostigma 150. OrnitJiogaliiin riispi datum ^ species nova, desciibitur , icone adjecta. T. V. p. 429. Orolianclie variegata. T. I. p. 110. Orthogonius brevitliorax. T. X. p. 409. Orthosia pistacina. T. IX. p. 114. ORTHRAGORISCUS ALEXANDRINI zoologice et anato- mice desciil)itnr. T. III. p. 78. et 362. Oryctes Boas. T. X. p. 393. Osinimda spectahilis accuratius, qiiam antea, describitur. T. VI. p. 431. OSSIUM STRUCTURA expenditur. T. I. p. 152. OSTRACIONIS scutulorum et ossiiim intiaia structura.T. IX. p. 381. Ozodura Orsini, species nova, describitur, icone adjecta. T. III. p. 80. PACCHIONI opiniones de dura meninge a STANCARIO expensae. T. VIII. p. 286. 5G Pachnoda 3Iarginella. T. X. p. 416. P. Carmelita 417. P. s'muata 417. Pachyloments fc/noralis. T. X. p. 390. Paedisca PorpJiyrana. T. IX. p. 165. Paeonia corall'ma. T. I. p. 102. Pugriis qiiadrituberculatus , species nova , describitur , icone adjecta. T. V. p. 348. PALA "PENSILIS ad aquam evehendam. T. V. p. 527. PALCANUS ALOYSIUS de Academia optima meritus. T. IV. p. 229. Ejus dissertatio de visione. T. I. p. 352. Palpula Ditrahicella. T. IX. p. 177. PANCREAS verum glandulare et parenchymatosurn in Aci- pensere et in Esoce repertuni. T. II. p. 335. Papilio Podalirhis. T. VII. p. 245. Machaon 245. Paris qnadrifolia. T. I. p. 96. Passiflora normalis , et P. hastata, species nova. T. IV. p. 427. Paullinia glabra^ species nova, describitur, icone adjecta. T. IV. p. 413. Peranum Harmala. T. VI. p. 223. PERITONAEI abnormis conformatio. T. VIII. p. 299. PERSPECTIVA. Specimen Criticae Analysis de Prospectiva Tiieoretica. T. IX. p. 553. Pezodontus speciosus. T. X. p. 426. PlidadelpJius niyrtoides^ species nova, describitur, icone ad- jecta. T. IV. p. 421. PHLEGMASIA alba dolorosa gravidarum qua ratione cu- randa. T. VII. p. 499. Phlogophca meticulosa. T. IX. p. 108. Phrissoma crispum. T. X. p. 432. Phijneta spinator. T. X. p. 428. PHTHISIS PULMONARIS an et quomodo sanabilis. T. X. p. 609. Phycis Boleti. T. VIII. p. 142. Phyteuma Ilalleri. T. I. p. 79. PIGMENTUM PECULIARS Paulli Veronensis analysi chy- mica exploratum. T. X. p. 340. Pimelodus pusUlus^ species nova, describitur, icone adjecta. T. V. p. 332. 57 Pimpinella magna. T. I. p. 88. Pinguiciila vulgaris. T. I. jj. 71. PIO IX. P. M. Tomns octavus dicatiir. T. VIII. p. \\\. Piper patulum^ species nova, describitur , icone adjecta. T. IV. p. 407. PISCIUM species novae. T. IV. p. 65, V. 3. 307. et 339. PISCIUM APPARATUS RESPIRATIONIS. T. III. p. 3:»9. PIUS VIII. P. M. Acadcnnani instauiat. T. I. p. XVIII. et XXVIII. PIXII APPARATUS MAGNETO-ELECTRICUS perficitnr. T. III. p. 39. Plaesiorrliina cincta. T. X. p. 416. PLANI TANGENTIS tlieoria analytica, et usus in ciir\a- tura snperficierum defniienda , et in maximis niiiii- misve valoribus functionum detei minandis. T. V. p. ibo. T. VI. p. 343. Plantago setosa, et P. nana, species novae, describuntur. T. V. p. 421. et 422. PLANTAE ALABAMENSES. T. VII. p. 199; VIII. 74. et 385; IX. 212. et 591. ( Continuatio in subsequen- ti serie Dissert ationnm Acaclemicarum ). PLANTAE ALPIUiM APUANARUM. T. I. p. 65. PLANTAE APENNINI BONONIENSIS. T. V. p. 207. PLANTAE GUATIMALENSES. T. IV. p. 403. PLANTxVE novae vel niinns cojrnitae liorti botanici Bono- niensis. T. III. p. 3. et 317; IV. 11. PLANTARUM species nonnullae exponuntur ex iis, quae in oris Eupbratis detectae sunt in expeditione Cbes- nevana. T. V. p. 418; T. VI. p. 217. PLANTARUM PALUSTRIUM AGGESTUS FOSSILIS. Vi- de TORBA. PLANTARUM duarum in medio caudice conjunctio. T. III. p. 91. Platycorynus Dejeanii. T. X. p. 4 33. Plusia Triplasia. T. IX. p. 122. P. Chrysitis , et P. cir- cuwjlexa 123. P. Gamma 12i. Poa nemoralis. T. I. p. 76. /'. gracilis /9, varietas nova, desciibitnr, icone adjecta. T. V. p. 420. 8 58 PoUa flavlcincta. T. IX. p. 110. PoUcluda pectinicornis. T. X. p. -432. Polycarpaea candidissima , species minus cognita , describi- tur , icone adjecta. T. VI. p. 4-25. POLYCLATHRA, Genus botanicum novum. P. cucumerina. T. IV. p. 438. Pol/gala variabilis a, /?. T. IV. p. 429. POLYGONORUM ciiculo inscriptorum vel circumscriptoruni proprietates nonnullae. T. II. p. 241. Polygonum grand ijlonmi ^ species nova, describitur. T. IV. p. 412. POLYNO^MIA ad potestatem quamcumque evehuntur nova mcthodo. T. IV. p. 453. Pontia Crataegi. T. VII. p. 249. Brassicae 250. Rapae 251. Napi 2.5L Daplidice 251. Bella 252. Ausonia 252. Cardamincs 252. Sinapis 253. PORCULUS MONSTROSUS = CYCLOPS MEGALOSTO- MUS — T. III. p. 179. Portulaca rostellata, species nova, describitur, adjecta ico- ne. T. VII. p. 309. PORTUS CAESENATIUM quo pacto commodior effici pos- sit. T. III. p. 299. PORTUS VENERIS. Quaedam ad iUius historian! spectan- tia. T. IX. p. 194. POZZI JOSEPHI JAC. F. Elogium. T. X. p. 435. PRAEPARATIONES QUAEDAM MUSEI PATHOLOGICI BONONIENSIS. Osteo-pathologicae. T. I. p. 1T6. Splanchno-pathologicae 179. PRAEPARATIONES MUSEI BONONIENSIS ad vitia sy- stematis osseo-cartilaginei in brutis pertinentes. T. V. p. 52. PROFLUVIA ELECTRICA per attritum metallorum. T. IV. p. 132. PROFLUVIA FARADAYANA. T. II. p. 111. T. III. p. 128. PROFLUVIA THERMO-ELECTRIGA. T. III. p. 120. PROFLUVIA VOLTIANA. T. II. p. 111. T. III. p. 126. PROTECTOR ACADEMIAE Archiepiscopus Bononiensis pro tempore. T. I. p. XXL 59 Prunella vulgaris. T. I. p. 108. Psidiuin molle, species nova, describitur, icone adjecta. T. IV. p. 422. Psoralen alt'issima , et P. conferta , species novae , descii- })uiitnr, icone adjecta. T. III. p. 16. Psyche Pectiiiella ^ P. Fillosella, P. Gram'inella. T. VIII. p. U5. Pteris aqiiUina. T. I. p. 13.5. Pterophorus Rododactylus. T. IX. p. 181. P. Pentadacty- lus 182. PUERPERIS minime lactantibus quomodo prospiciendum : damna quae ad organismum promanant , quoties cma lactis retroageiidi ad vires Naturae omniuu referatur. T. VIII. p. 333. PULMONUM OPHIDIORUM VASA SECUNDARIA. T. V. p. 395. Purpuricenus Medici , species nova , describitur , icone ad- jecta. T. X. p. 401. Pycnanthemum Loomisii. T. IX. p. 594. Pygaera Biicephnla. T. VIII. p. 151. PYRAMIDOIDUM AEQUATIO. T. X. p. 571. Pyrausta Piirpuralis. T. IX. p. 160. Pyrethr-um ceratophylloides. T. I. p. 120. Pyrola ohovata , et P. corymhosa , describuntur , adjectis iconibus. T. VI. p. 427 et 428. Q Quercus Cerris. T. I. p. 132. R RAMUS LAPIDEFACTUS lapidefactos fructus adbuc ge- rens. T. III. p. 391. RANA quo pacto possit convulsionc afiici continua , donee per earn Voltianum excurrat profluvium. T. II. p. 143. f)0 Ranunculus Amarillo^ species nova. T. IV. p. M'i. R. mu- cronatus , species nova , describitur , icone adjecta. VI. 221. Rnj>lianus Landra i?. T. I. p. 113. REGTAE MAXIMAE AG MINIMAE quae a puncto dato ad rpiamdam cuivani duci possunt. T. IX. p. 462. RENUM descriptio in iiniitn corpus scinilunare coalcscen- tium. T. III. p. 251. Gausa hujusmodi organicae aber- rationis. 2.59. REPRODUCTIO costae in ove. T. II. p. 325. RESPIRATIONIS APPARATUS in Piscibus. T. III. p. 359. RETINAE oppidi situs. T. III. p. 159. REVOLUTIONES duorum corporum se mutuo trahentium detorminantur. T. VII. p. 399. RHAMNI CATHARTICI indigeni baccarum analysis chymi- ca. T. V. p. 190. Rhexia glanclulosa , et R. fragilis^ species novae, descri- buntur. T. IV. p. 415. Rhina barbirostris. T. X. p. 4^27. RJiinchospora longirostris. T. IX. p. 598. R. ciUata 599. RHINOCEROTIS maxilla fossilis in Museo Bononiensi. T. VI. p. 295. Rhisotrogus tnincatifrons , species nova, describitur, icone adjecta. T. X. p. 415. RIVERIUS TARSITIUS laudatus. T. VII. p. 34. Rohertia taraxacoides. T. I. p. 119. ROBIGO TRITIGI an. 1846. a fungo Gaeomate. T. IX. p. 229. RODATI ALOYSIUS historiam scribit horti botanici Bono- niensis, cni praefectus fuerat. T. III. p. 4. Rosa alpma. T. I. p. 100. R. Montezumae /?. IV. 423. ROTA HYDROPHORA, macbina nova aquis modice pro- fundis magna copia, et celerrime vi animali evocandis accomodata. T. V. p. 540. ( Vide etiam subsequentem seriem dissertationum academicaruni, Mem. T. IV. RottboUia puhescens, species nova, describitur, icone adje- cta. T. V. p. 420. 61 RUBIAE vis ad ossa, ovorumqiie Gallinariun putamina caU caria coloranda iiovis experimentis exploratur. T. VI. p. 469. Rudbeckia nudiflora^ species nova, (lescrihitiir , icone adje- cta. T. IX. p. 221. R. lanceolata ., species nova. 222. Rumex Aceto sella. T. I. p. 94. S Sagra amethyst'ina^ T. X. p. 40.5. SALINA CAMILLUS laudatns T. X. p. 408. SALIUM STRUCTURA PRIMITIVA a Dominico Gugliel- mino detecta. T. VII. p. 46. X. 232. Salvia azurca T. IX. p. 592. SANDRIUS JACOBUS laudatns. T. VII. p. 14. Satureja coccinea T. IX. p. 593. Saturiua Pyri. T. VIII. p. 131. Carplni 132. Saxifraga cimeifoUa |3 apennina. T. V. p. 223. S. tridacty- lites VI. 220. Scandix hlspidula., species nova. T. V. p. 427. SGANNAGATTA JOSUE de horto botanico Bononiensi opti- ma nieritus. T. III. p. 13. Scarites perplexiis. T. X. p. 411. Scarus ampins^ species nova, describitur , icone adjecta. T. V. p. 32 i. SCHOLAE BOTANIGAE Archigymnasii Bononiensis histo- ria contiuuatur. T. III. p. 3. Scilla bifoUa. T. I. p. 92. Scopnla fnunentalis. T. IX. p. 153. Scorzonera vaginata , species nova , et 5. lanata. T. VI. p. 235. Scutellaria tomentosa , species nova. T. VI. p. 225. SGUTULA super corio scatentia crocodili atque ai'madilli. An continnitatem servant, necne cum vivis textibus, a quibus nutriinentum accipiant atque incremcntum. T. IX. p. 371. et 393. Analysis cbymica X. 501. Sedum albescens. T. I. p. 98. 62 Selinum Oreoseliniim. T. I. p. 83. Senecio erraticus. T. I. p. 124^. S. Doromcnm 125. Serraniis luridus , species nova , describitur , icone adjecta. T. V. p. 356. Seseli tomentosum. T. I. p. 236. Sesia a]>ifonnis. T. VIII. p. 116. Asiliformis 116. Rh'mgiaefor- mis 117. Chrysidiformis 117. Prosopiforniis 117. Idmeu- moniformis 117. Cynipiformis 118. Melliniformis 118. I\hitillaeformis 118. Nomedaeformis 118. Sida /libisciformis , species nova. T. IV. p. 428. Silene cylindrijlora , et S. puberula, species nova. T. VI. p. 221. S'mapis alba , et 5. mesopotamica. T. VI. p. 229. Sisymbrium curvisiliqiium , species nova , describitur , icone adjecta. T. VI. p. 227. Smerinthus Tiliae. T. VIII. p. 128. Ocellata 128. Populi 129. Qiiercus 129. Smilacina flcxuosa , species nova , describitur , icone adje- cta. T. IV. p. 411. SOLDANELLAE quot species dentur. T. VI. p. 419. S. alpina. I. 77. et VI. 420. Solea vulgaris deformis in Museo Bononiensi asservata. T. V. p. i'9. Solidago pygmaea, species nova. T. V. p. 215. S. pyrami- data. T. IX. p. 216. S. odora 217. 5. obovata, spe- cies nova. 218. S. genistoides ^ species nova 219. SOLIDISMUS PURUS utrum veritati consonus , necne. T. VIII. p. 283. SPECULA VETERUM quibusnam metallis constarent.T.VII. p. 497. Sphagmtm latifolium. T. I. p. 135. Sphinx Comolvuli T. VIII. p. 125. SPINAE CARDINALIS in Academiam promerita. T. I. p. XVI. SPINULA CARDINALIS Academiam fovet. T. V. p. I. Spiraea Aruncns. T. I. p. 99. SQUx\MARUM piscium intima textura. An continuitatem ser- vent, necne cum vivis textibus, a quibus nutrimentum 63 acciplant atqne incrementum. T. IX. p. 371. Analysis chymica X. .501. STABILII FRyVNCISCI (CECCO D' ASCOLI ) Elogium. T. VIII. p. .532. STANCAllII JOANNIS ANTONII Elogium. T. VIII. p. 281. Stat ice plantaginea. T. I. p. 88. STATISTICA MEDICA MANICOMII BONONIENSIS. T. VI. p. 19; VII. 1G5. Stellaria media T. VI. p. 221. Stcraspis squamosa. T. X. p. il2. Steriiocera Orissa. T. X. p. 412. Sternodonta Ferrctti. T. X. p. 430. Stevia jyotycep/uda , species nova. T. IV. p. 432. St i eta sylvatica. T. I. p. 137. SUBTRACTIONIS, et DIVISIONIS ALGEBRAICAE usus ad nonniillas propositiones demonstianJas. T. VI. p. 5 13. SULPHATES CALCIS in Monte Delia Rocca collecti. Fi- lamentosus idoneus monilibus , aliiscjue ornamentis. T. II. p. 375. SUPERFICIERUM CURVARUM QUADRATURA. T. VI. p. 311. SUPERFICIERUM genera, quae per osculi radios adhuc condebantur, piano tangente eruta. T. V. p. 491. T. VI. p. 342. SUPERFICIES, quarum sectiones cunctae cuidam piano parallelae evadunt similes inter se. T. X. p. 571. SUPERFICIES, quae locum geometricum est projectionum orthogoniaruni puncti cujuslibet super plana sphaeram tangentia. T. X. p. 195. Syaciiim micrunim., species nova, et 5. ocellatnm var., de- scribuntur, adjectis iconibus. T. V. p. 16-19. Synbranchus f/diginosus , species nova , describitui" , icone adjecta. T. IV. p. 76. Syntomis Phegea. T. VIII. p. 113. SYSTEMATIS OSSEO-CARTILAGINEI VITIA. T.I. p. 176. T. V. p. 52. SYSTEMATIS PHILOSOPHICI, quo vegetabilia ordinaren- tin-, inventum primum ALDROVANDO et CAESAL- PINO debetur. T. VII. p. 195. 64 TACCONUS CAJETANUS laiulatus. T. VII. p. 15. (Ejus Vita edita in subsequenti CoUectione Dissertationura , Mem. T. II ). TAGLIAVINII ALOISII doctrina de Temperamento ad vo- cum consonaiitias in Oif^ano, sive lyrico sive pneu- matico assequendas. T. II. p. 20. TANIS Hebraicae Historiae ubi sita fuerit. T. VIII. p. 223; IX. 434. Tecoma rosea ^ species nova. T. IV. p. 425. Tefflus BIcgcrlei. T. X. p. 389. Telephium glanclulosnm , species nova. T. V. p. 428. TEMPERAMENTUM ad vocum consonantias in Organo si- ve lyrico, sive pneumatico assequendas. T. II. p. 20. Tephraea mozambica , species nova , describitur , icone ad- jecta. T. X. p. 425. TERRARUM, quae ad agrorum culturani pertinent, chy- niica analysis. T. I. p. 400. TESTUDINUM lingua et os byoideum describitur. T. I. p. 53. Testudinis caonanae larynx 383. TESTUDO CORIAGEA MARINA Musei Bononiensis. T. I. p. 143. Tetralolms flabcllicornis. T. X. p. 413. T. Rondani, species nova, describitur, icone adjecta. 423. Tetrapteris eriocarpa^ et T. argentea, species novae, de- scribuntur. T. IV. p. 419. Tetrodon marmoratus , et T. pachycephalus ., species novae, describuntur , icone adjecta. T. IV. p. 73. Teucrhan Scorodonia. T. I. p. 106. Thalictnim aqmlegifoUum. T. I. p. 105. THEATRI SAGUNTINI pervetusti illustratio. T. II. p. 273. Thecla Quercus. T. VII. p. 242. Telicanus 243. llicis 243. Pritni 243. Betidae 244. THERMALES AQUAE unde calorem accipiant. T. VI. p. 103. 6 K THERMO-ELECTRIC A PROFLTIVIA. T. III. p. 120. THERMO-ELECTRICA EXPERLMENTA unico metnllo in- stituta. T. IV. p. 86. Inter metalla duo. 110. Expe- rinieiita pcciiliaria. 122. Termophila Jlanzanii , et 7. lencosprlota^ specios novae, describuritiir , adjectis iconilius. T. X. p. 380-388. Thyr'is fcnestr'ina. T. VIII. p. 1 1 i. TIBERIS EPHEMERIDES ah anno 1822. ad totiim an- mun 18ii. T. II. p. 55. T. IV. p. 289. T. VII. p. 137. T. VIII. p. 3i7. TORBA DI LONGASTRINO. Descriptio, analysis chymi- ca , forniationis caussae , usus in oeconomia domestica et in re agraria. T. X. p. 311. Tortrix Viridana. T. IX. p. 162. Tra^ocephala variegata , species nova, describitur, icone ad- jecta. T. X. p. 403. Trigonella fasciculata , species nova. T. VI. p. 233. Trijjhaena suhseqiia. T. IX. p. 104. pronuba 10-4. Fimbria 105. Jantina 105. Tulipa sylvestris. T. I. p. 92. TUMORIS ANEURISMATICI spontanea et citra Chirurgiani curatio valde duhia. T. IV. p. 271. TUMORES ANEURISMATICI VARICOSI anastomosium in suhstantiam erectilem confluentes. T. IV. p. 1 89. TUMORI ELEPHANTISIACO qnae niethodus curae ronve- iiiat , lit ipsins progressus inipcdiantur , et ut etiam, si fieri qneat, penitus tollatur. T. IX. p. 67. TUPINAMBIDES Daudini expenduntur. T. II. p. 303. Turner a ulm'i folia. T. IV. p. 411. Tussilago oblungiJJora , species nova , describitur , icone ad- jecta. T. VIII. p. 388. U ULCERA CANCROSA ad faciem metliodo Helmundi sana- ta. T. VI. p. 159. Urtica hispida. T. I. p. 131. U.stipn/acea, species nova. VI. 238. 9 66 UTERI EVOLUTIO. T. II. p. 350. UTErxUS HUJMANUS BICORNIS. T. II. p. 350. UTERVERIA. Generis ( botanici novi ) characteres, et syl- loge specierum. T. IV. p. 15. Utricular'ia persouata. T. IX. p. 591. UTTINIUS CAJETANUS CASPAR laudatus. T. VII. p. 32. V Vacciniwn uViginosmn. T. I. p. 95. I'aleriana rubra. T. I. p. 72. VALLISNERII litterae vigintiquatuor nondum typis editae. T. III. p. ^21. VANDERMONDII theorenia de potentiis secundi ordinis, et factoiialibns denao demonstratnr. T. VII. p. 531. Vanessa Cardiii. T. VII. p. 215. Atnlanta 216. lo. 217. Ant 10 pa 217. Polychloros 218. Urticae 219. Triangu- lum 220. C. album 220. VARICES extornae acnpunctura curandae, et qua metho- do. T. VIII. p. .575; X. 493. VEGETABILIA FOSSILIA rariora Musei Bononiensis. T. III. p. 383. VEGETATIONES ANIMALES quaedam insolitae et abiior- mes. T. VI. p. 69. VELLASQUEZIA, Genus botanicum novum. T. IV. p. -i39. J' ell. Melaenodendron 4-40. VENA FLUIDA. Nova experimenta de speciosa attractio- ne, quae per venam fluldam erumpentem ex forami- ne, normali plane circumdato, fit in discum illi dire- cte Tiec procul oppositum. T. V. p. 277. Verhascum nigrum. T. I. p. 80. Verbesina argentea, species nova. T. IV. p. 435. Veronica officinalis. T. I. p. (i9. prostrata 70. Chamaedrys 70. VESICULAE UMBILICALIS situs in ovo huniano. T. I. p. 43. VESUVII flagrantis descriptio. T. III. p. 161. Vicia seplum S. T. I. p. 116. 67 Vigulera glandulosa , species nova. T. IX. p. 227. Vinca rosea /? ulbiflora, vaiietas nova, describitur. T. IV. p. 411. Viola palustris. T. T. p. 19. bijlora 81. micrantha, species nova. T. V. p. i2.5. VIRILIUM conformatio moibosa tumoris caussa , quae Ily- pospadicL Postgenita appcllari potest. T. VII. p. 207. VISIO. De Visione, quae duobus simul oculis, vel alteru- ti'o tautum exercetur. T. I. p. 3i9. Visiouis , quae fit ope vitroruni coloratorum, nonnulla praestantia phae- nomena 362. VITULUS monstrosus spinalis meduUae portione caiens. T. III. p. 177. VOGLII JOSEPHI experimenta et doctrina de luce , quam corpora diffiacta in tenebris emittunt. T. I. p. 8-18. VOGLIUS JOANNES HYACINTHUS laudatus. T. VII. p. IG. ( Ejus Vita edita in subsequenti CoUectione Disserta- tiouum, Metn. T. Ill ). VOLTIANA PROFLUVIA. T. II. p. Ill; T. III. p. 126. X Xanthia echii. T. IX. p. 116. vitellina 117. Cilvago 117. Xylitia hepatica, et A. Pinastri. T. IX. p. 120. Xylopoda Pariana. T. IX. p. 167. Ncviorana 168. Xyris torta. T. IX. p. 597. Xystrocera globosa. T. X. p. 428. Yponomeuta Cognatella. T. IX. p. 174-. Znbnis gibbus, describitur, icone adjecta. T. III. p. 197. ZECCHINIUS PETRONIUS laudatus. T. VII. p. 32. 68 Zerene Fluctimta. T. TX. p. 147. Z. Adustata 117. Z. Ma- citlata U8. Z. Pantaria 118. Zerynthia Polyxema, T. VII. p. 246. Zographiis aulicus , species nova, describitur, icone adje- cta. T. X. p. 428. Zygaena Minos. T. VIII. p. 108. Scabiosae 108. Achil- leae 109. FiUpendulae 109. Transalpina 110. Bfed'icn- ginis 110. Ephialtes 111. Ephialtes var. 111. Stoecha- dis 112. Oxytropis 112. Onobrychis 112. APPENDIX Lege cautum est ne qiiae Dissertationes Academicae jam alibi., Auctoribus curantibus vel annucntibus, pro- dienint , eae in Collectionibus nostris rursum edantur. Quo tamen facile inveniri possint , ELENCTIUM suh- jungimus. 70 ELENCIIUS DISSERTATIOAIJM EXTRA ACTA EDITARUM ALESSANDRINI ANTONII. Sermonum de praecipnis praeparationibus in Museo Anato- miae Compaiatae asservatis, quos liabuit in conventi- bus Academiae dierum 14. Aprilis et 2. Junii 1842, ac 16. ]\Iartii 1843, materia omnis continetur in opere absoUitissinio , cui titulus = Catalogo degli Og- getti e Preparati piii interessanti del Gahinetto d'Ana- tomia Comparata della Pontificia Universita di Bologna dalla sua fondazione all' Ottohre 1852. Bologna 1854. Tip. Sassi. = ANGELELLI MAXIMILIANI. 1. Di un frammento di Dicearco di Messina die tratta del IMonte Pelio ( Nuovi Annali delle Scienze Naturali , pnhblicati in Bologna. Ser. I. T. VIII. p. 382 ). 2. Dell' Idroscopio di Sinesio descritto nella Lettera XV. a Ipazia ( N. Ann. delle Scienze Nat. Ser. II. T. I. p. 5 ). 3. Del Planisferio donato a Peonio da Sinesio Vescovo di Tolemmaide ( N. Ann. delle Scienze Nat. Ser. I. T. X. p. 192). BARONI PAULL 1. Stoiia di una operazione di pletra eseguita con esito felice mediante la litotrizia , e cenni sopra altre litotiizie 71 e litotoinie ( OpuscoU della Societa Medlco-C/ururgica di Bologna. Vol. IX. p. 1 80 ). 2. Di una falsa articolazione dell' otnero , risiiltato di frat- tura lion consolidata, guarita col sotone { Bullet tine delle Scienze Medic/ie, ptihblicato prr ciira della So- cieta Medico-Chirurgica di Bologna. Ser. 3.* Vol. I." 3. Intorno ad una nnova matiicra di supplire all' operazio- ue della pupilla artificiale colla recisioue dei muscoli deir occliio ( Giornale della Medicina Contemporanea ). 4. Sull' amputazione della gainba al terzo itiferiore, e so- pra uii appareccliio seinplice e poco costoso, col qua- le far camininare quelli clie la suhirono ( Giornale per scnire ai progressi della Patologia. Fasc. io. p. 397 ). 5. Di alcune operazioni di anaplastica ( Corrispondenza Scicntifica in Roma, Ann. II. N.° 18 ). 6. Di una operazione di stafdoiafia ( Corrispondenza Scien- tifica in Roma, An. II. N." 22 ). BERTELLI FRANCISCI. 1. Saggio di una teoria sull' cquilibrio delle Volte applica- bile con generalita alia piatica ( Bologna Tipi della Volpe al Sassi 183G ). 2. Discorso sull' attuale occorrenza di osservazioni onde per- feziouare le lonnole e le tavole del nio\ iinento de' cor- pi celesti, e necessity di accomodare a tale scopo i calcoli delle EfTenieridi Astronomiche ( Bologna Tipi della Volpe al Sassi 1836 ). 3. Rapporto suU' Idiometro del Dottor Barilll Filopanti ( Niioifi Annali delle Scienze Naturali. Serie I. T. V. p. 236 ). BERTOLONI JOSEPHI. 1. Modo facile di distrujcffere 1' insetto divoratore dcUe fo- glie deir Olnio nella Provincia Bologuese [Niiod An- nali delle Scienze Naturali. Ser. I. T. II. p. 218 ). 72 2. Considerazioni fisiologiche contro 1' importanza, clie si di\ o