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THE GETTY RESEARCH INSTITUTE LIBRARY

Halsted VanderPoel Campanian Collection

384 (Arte) MONACO Domenico. Nuova guida del Museo Nazionale di Napo- li, secondo i più recenti riordina- menti, con poche nozioni su Pompei. Napoli, 1901, in 16° leg. m.t. pp. 146.

* r- '75

NUOVA GUIDA GENERALE

DEL

MUSEO NAZIONALE

DI

NAPOLI

SECONDO I PIÙ RECENTI RIORDINA.MENTI CON POCHE NOZIONI SU POMPEI

PER

Domenico Monaco

Conservatore dei Musei di antichità Autore dell'opera illustrala « Les Monuments du Musée National de Naples»

NONA EDIZIONE

N A P O L. I

Santa Maria a Lanzati a Foria, 24 1001

Resta salvo il diritto riproduzione

STAB. TIPOGRAFICO LANCIANO E PINTO Cortile S. Sebastiano, 51

THE GETTY RESEARCH INSTITUTE LIBRARY

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Il Museo di Napoli gode meritata rinomanza in Italia e fuori.

Esso racchiude in gran copia splendidi e preziosi monumenti, in ispecie di arte antica, da giustifi- care appieno le assidue cure de' dotti, il palpito degli artisti e persino il risveglio degli spensierati.

La collezione delle statue in bronzo, quella degli affreschi e musaici di Pompei, senza tema di er- rare , possono reputarsi a giusto titolo uniche al mondo.

Il piccolo volume ci consiglia ad esser brevi, ma non dimentichi delle cose elette.

Con la presente nona edizione si è avuta cura di non trascurare nulla, e, con la più scrupolosa esattezza, si è seguita la novella numerazione degli oggetti giusta i recenti riordinamenti, per rendere la presente guida maggiormente accetta ai visita- tori nella escursione, che saranno per fare in que- sto maestoso santuario delle Arti.

Un'appendice dirà poche cose su Pompei.

AVVERTIMENTO

All'ingresso del Museo è a sinistra:

1. Sala di veudita dei cataloghi, fotografie e copie di dipinti ad olio di originali esistenti nel Museo a prezzi fissi.

Segue :

2. TJfiìcio di vendita dei biglietti d'ingresso, 1 lira. Di fronte:

3. Sala per depositare i bastoni e le ombrella.

Gli artisti e gli archeologi possono ottenere l'auto- rizzazione in iscritto per trarre copie, o fare altri studia presentando in Segreteria un certificato dell' Istituto di Belle Arti che attesti la qualità di artista del ri- chiedente.

Per gli stranieri occorre un attestato del Console che constati la propria qualità di artista, o di archeologo.

Le domande non si accettano che su carta bollata da 50 cent.

Nel visitare il Museo si segua il piccolo numero bianco con orlo bleu. Coli' avvertenza che tali numeri non sono costantemente in progressività per la immis- sione nel Museo di oggetti che di continuo provven-» gono dagli scavi, la qual cosa cagi(»ua uno spostamento.

Gli oggetti più interessanti sono contraddistinti da un asterisco ed illustrati nella grande opera in 4." col titolo «' / Monumenti del Museo di Napoli « per Da- menico Monaco.

OKARIO

e giorni in cui il Museo resta cliiuso

ORARIO ESTIVO

Dal 1." Maggio al 30 Ottobre Dalle 9 a. m. alle 3 p. m.

ORARIO D' INVKRNO

Dal 1." Novembre al 30 Aprile Dalle lOa. m.alle^p.m Prezzo d' entrata Per gli adulti L. 1,00 w w Per i fanciulli » 0,50

Nelle Domeniche entrata gratuita dalle 9 a. m, all'I p. m.

Giorni in cui II Museo è chiuso.

1 Gennaio La Circoncisione.

6 »» Epifania.

8 » Nascita di S. M. la Regina.

Epoca variabile La Pasqua.

L'Ascensione.

»» Il Corpuis-Doraini.

1." Domenica di Giugno La festa dello Statuto.

29 Giugno

SS. Apostoli Pietro e Paolo.

15 Agosto

L'Assunzione.

8 Settembre

La Natività della Vergine.

20

L'entrata delle truppe Ita-

liane a Roma.

19

S. Gennaro, Pfltft'ono di Nap,

1 Novembre

Tutti i Santi.

11

Nascita di S. M. il Re.

8 Dicembre

La Concezione.

25

S. Natale.

INDICE

DELLE MATERIE CONTENUTE NEL PRESENTE LIBRO

Avvertimento pag. vi

Orario e giorni in cui il Museo resta chiuso. , » Vii

Cenno storico. » xi

Vestibolo » 1

Pianterreno (Lato destro).

i. Dipinti antichi o affreschi di Pompei ...» 2

2. Sala dei Musaici » 21

3. Graffiti Iscrizioni, Toro, Ercole Farnese . » 26

4. Sala di Canova » 32

Sottosuolo

5. Monumenti orientali » 34

6. Raccolta Egiziana. .* » 35

Piantemelo {Continuazione del lato destro).

7. Altri affreschi Pompejanì » 39

Pianterreno {Lato sinistro).

8. Statue in marmo . . , » 40

9. Basso-rilievi in marmo » 64

10. Statue in bronzo » 68

11. Armi antiche » 76

X IlfDfCB

Piano Intermedio [Lato destro).

12. Ultimi affreschi Pompejani » 77

13. Terrecotte di Pompei » 8t

Piano Intermedio {Lato sinistro).

14. Raccolta Cumana > S4

15. Oggetti di mezzi tempi » S6-

K). Raccolta delle stampe » 8^

Piano Superiore.

17. Vetri antichi )> 89

18. Medagliere {7nonete) •» 1)1

19. Raccolta Santangelo » 92*

20. Vasi italo-greci » 97

21 . Oggetti preziosi » 107

22. Piccoli bronzi » 121

APPENDICE Pompei prima e dopo Teruzione che

la distrusse. ......... ^) 141

CENNO STORICO.

Le vicissitudini del nostro Museo non sono state poche lievi, e la sua storia è scolpita, più che com- pendiata , nelle dodici bellissime iscrizioni in marmo attaccate alle pareti del vestibolo. Esse sono:

I. D. Pietro Giron Duca di Ossuni qui tra- sportava nel MDLXXXvi la Regia Cavallerizza:- per difetto di acqua la restituiva presso il Sebeto. D. Pietro Fernandez di Castro, Conte di Lemos. lo abbandonato edifizio mutava in R. Università degli Studi_, e splendidamente ampliato, lo inaugurava con pompa solenne il xiv Giugno MDCXV.

II. La R. Università devastata nei tumulti popolari nel mdcxlvii, cadente pel tremuoto del MCDLXXxviii, qui restava sino al mdccj, quando per la congiura di Macchia, discac- ciati gli studiosi , vi albergarono i soldati. Carlo III Borbone, fatti riparare i danni, ne riapriva le scuole nel mcccxxxvi.

III. Ferdinando iv Borbone, espulsi i Ge- suiti nel MDCGLXvii, ordinava si trasportasse nel Gesù Vecchio la R. Università desìi Stu-

XII CENNO STORICO

di, fossero qui splendidamente allogati il Mu- seo Ercolanese, la Quadreria, la Biblioteca, il Medagliere, i Vasi antichi. Ordinò vi aves- sero stanza le scuole delle arti del disegno, il laboratorio delle pietre dure, la Stamperia Reale, le officine delle Incisioni e dei Re- stauri-

IV. Diressero la costruzione ed i restauri di questo edifizio dal mdcxi al mdcccxxxv Giulio Cesare Fontana, Ferd. Sanfelice,Ferd. Fuga, Pompeo Schiantarelli, Frane Mare- sca, Antonio Bonucci. Gli ultimi dei quali vi trasferirono per regale comando i monumenti pervenuti di Roma, il Museo di Capodimon- te, le opere di arte del R. Palagio di Por- tici , e quelle prima depositate nelle case Francavilla e Caramanico.

V. Ferdinando iv Borbone fuggendo di Napoli il XXI dicembre mdccxcvih. e nel xxiii Gennaio mdcccvi traeva seco in Palermo i più insigni monumenti in questo luogo raccolti: altri ne involava in nome della libertà il vin- citore straniero nel mdccic, ma quei tesori qui facevano avventurosamente ritorno nei MDCCCi e nel mdcccxvii.

VI. Giuseppe Napoleone Bonaparte, ordi- nato ed aperto il Museo , ne costituiva il governo ; vi aggregava la sopraintendenza generale degli scavi, dava sede nello stesso

CENKO STORICO XIII

edifizio alla sopraintendenza dei Papiri Er- colanesi, e alia R- Accademia di Storia e di Antichità, che mutato nome per nuovi Sta- tuti promulgati nel mdcccxviii venne quindi appellata Società Reale Borbonica.

VII. Gioacchino Murat, per gli scavi ala- cremente condotti in Pompei ed altrove, fece maggiori le dovizie del Museo: scopri il greco sepolcreto clie lo rasenta dal lato di Setten- trione: vi aggiunse i monumenti Borgiani di Velletri, e la testa equina di bronzo, antica insegna della città di Napoli.

Vili. Ferdinando I_, Francesco I^ Ferdinan- do II Borbone_, che ampliarono il Museo con le raccolte Noia, Vivenzio, Daniele, Ficco, Cervone, Falconet^ Lamberti, Rispoli, Pic^ chianti. Di Gennaro, Genua, Forcella, Gar- giulo, e con i doni del Poli, dello Arditi, del Sangiorgio , io dichiararono loro proprietà allodiale, indipendente dai beni della Coro- na^ intitolandolo Reale Museo Borbonico.

IX. Giuseppe Garibaldi , Dittatore , pro- clamando proprietà Nazionale il Museo e gli Scavi, questi dotava di più largo assegna- mento, perchè procedesse non interrotta e spedita la scoperta di Pompei, ordinava si riaprissero le ribadite porte delle sale riser- vate, salvando da inevitabile rovina monu- menti preziosi di pittura e di plastica.

MV CENNO STOKICO

X. Vittorio Emanuele li decretava il rior- dinamento del Museo Nazionale, ne modifi- cava il governo, statuiva vi si custodissero ]a raccolta Cumana del Conte di Siracusa, donata dal Principe di Carignano, il Museo Santangelo acquistato per pubblico uso dal Municipio di Napoli, gli arazzi legati dal Mar- chese del Vasto, la collezione Palatina delle Stampe, il Medagliere della Zecca, la sup- pellettile storica delle officine monetarie.

XI. A rendere più splendida la collezione degli antichi monumenti furono in tempi di- versi allogate altrove la Società Reale, le of- ficine, le scuole delle arti del disegno. Qui si mantenne soltanto per la sua originaria im- portanza e per la insigne collezione di co- dici e manoscritti la Biblioteca Nazionale, che vi ha sede con separato governo.

XII- Queste leggende poste nel mdccclxix a ricordare le origini e le mutazioni avvenute nello Storico Edifizio che le contiene, atte- i?tano i nuovi ordinamenti ed i restauri ini- ziati nel MDCCCLXi, la grandiosa aggregazione fatta al Museo Nazionale, dopo aboliti i so- dalizii monastici del Cenobio di S. Teresa degli Scalzi e della monumentale Certosa di S- Martino.

>i^OB'

GUIDA

DEL

MUSEO NAZIONALE DI NAPOLI

VESTIBOLO

Ventiquattro colonne di verde antico, di giallo e di granito ornano questo maestoso vestibolo, la maggior parte rinvenute a Sant' Agata dei Goti. A destra^

*5993. Alessandro Severo. Statua colossale in mar- mo. {Roma).

5983-4-7-8. Consoli romani. Quattro statue in marmo. {Ercolano).

5978. Flora. Statua colossale. La testa è moderna. {Farnese). A sinistra,

*5975. Genio dell'esercito romano. Bella statua. La mano e la gamba sinistra ed il braccio destro sono mo- derni. {Roma).

5965-6-9-70. Quattro statue di Consoli romani. {E.)

5960. Urania. Statua colossale che adornava il teatro di Pompeo a Roma. {Farnese).

SULLA SCALA

5976-7. Due statue sedenti di Fiumi, cioè il Tigri e r Eufrate , V uno sedente e V altro con due corna sulla fronte.

.... Leone in maestosa attitudine, {Farnese).

.... Due Veneri. Una di esse porta un lagrimatoio. {E.)

Monaco Guida del Museo Nazionale. 1

2 PIANTERRENO

PIANTERRENO lato destro DIPINTI ANTICHI O AFFRESCHI POMPEIANI.

Questa interessante raccolta racchiude oltre mille di- pinti, ricavati tutti dalle pareti delle abitazioni delle dis- sepolte città di Pompei, Ercolano e Stabia. Essi formano, tanto pel curioso quanto per l'artista, una delle princi- pali branche del nostro prezioso Museo, presentando nella maggior parte fatti mitologici ed istorici, non che scene domestiche le quali danno molta luce sulla vita dei pompeiani e su i loro costumi.

Taluna volta questi dipinti mancano di una giusta pro- spettiva, ma ciò non pertanto si rendono estremamente interessanti, e per l'armonia dei gruppi, e per la fran- chezza dell'esecuzione, e per la forza dell'espressione da rivaleggiare i più rinomati artisti dell'era nostra.

Allorquando essi vengono scoverti sono di una viva- cità di colorito come se fossero stati eseguiti ieri, ma dopo alcun tempo si alterano più o meno a seconda dei colori che vi furono impiegati, o a seconda della mag- giore 0 minore umidità con la quale furono in contatto della terra mescolata alla cenere e alle materie bitumi- nose del Vulcano.

Vitruvio ci fa conoscere che tali pitture furono ese- guite sull'intonaco fresco, la qual cosa conserva per sempre il colorito, poiché la calce per la sua ebollizione perde la umidità e diviene porosa e secca, di talché si impossessa dei colori liquidi e la pittura indurendosi e seccandosi compone con l'intonaco un corpo compatto, formandone una sola sostanza.

A voler illustrare tutti questi dipinti vi sarebbe d'uopo

AFFBESCHI POMPEIANI 3

di una opera a parte; contentiamoci perciò dei più im- portanti, e su di essi volgeremo la nostra attenzione.

N. B. Seguire i numeri a cifra romana in testa a ciascun compartimento.

PRIMA SALA (o corridoio).

In questa sala veggonsi collocate molte pitture pom- peiane, la maggior parte sciupate dal tempo, del tutto prive di rappresentazioni mitologiche, vedendovisi solo interno di abitazioni, paesaggi, arabeschi, animali, ecc.

COMPARTIMENTO I a VII.

8552 e seg. Dei magnifici arabeschi ed antiche ga- lere i quali adornavano il tempio d'Iside a Pompei.

COMPARTIMENTO Vili.

8594. Una gran pittura per sala da pranzo con pesci e mascheroni, e nel mezzo tempietto a colonne. {Casa dell'Edile Cuspio Pausa a Pompei). COMPARTIMENTO IX.

8598. Grande pittura rinvenuta nella casa di M. Ar- rio Diomede, il capo del sobborgo Augusto-Felice, a Pompei. Nel mezzo vedesi su fondo rossastro un fauno che avvicina la mano di una bacohante alla sua bocca. Superiormente, frutta, pesci, cacciagione, un papiro, un calamaio, una penna ecc.

SECONDA SALA DECORAZIONE PER SALE DA PRANZO.

Questa sala racchiude pitture con cacciagione, frutta

in piatti e canestri, eseguiti maestrevolmente al vero.

COMPARTIMENTO XIII.

8750. Due quaglie che beccano spighe di grano. (P.)

8760. Bel pavone in riposo in un giardino. {Pompei).

4 PIANTERRENO

COMPARTIMENTO XIV.

*8791. La caricatura diseneca. Un pappagallo aggio- gato ad un piccolo carro guidato da un grillo, avente le redini in bocca. Alcuni riconoscono in questo simpatico dipinto una satira, alludendo ad uomini politici di quei tempi; altri pretendono persino riconoscere nel pappa- gallo Nerone e nel grillo Seneca. (Pompei).

8795. Pantera in lotta con una serpe per gara di guadagnarsi la palma. (Pompei). Ritornando sui propri passi si va nelle sale interne.

TERZA SALA

COMPARTIMENTO XV.

DIVINITÀ OLIMPICHE E MITI DIVERSI.

8834. Flora veduta di dietro. Bella figurina su fondo bleu. (Stabia).

*8846. Apollo, Chirone ed Esculapio. L'artista ha voluto riunire nei tre personaggi i tre inventori della medicina: Apollo come il Dio della medicina: Chirone, , l'inventore della chirurgia ed Esculapio il suo scolare. (P.)

8847. Melpomene con testa cinta di allora e maschera tragica nella sinistra mano. (Pompei).

Altri dipinti con miti di Apollo.

COMPARTO! ET;JTO XVI. 8850 a 8855. Tritoni, mostri marini, ecc. (Stabia). COMPARTIMENTO XVII.

•8859. Nereide sopra un cavallo marino. (Stabia).

8864. Ila rapito dalle Ninfe. Questo giovane amato da Ercole, lo era pure dalle Ninfe del fiume Ascanio, le quali lo rapirono mentre elio attingev.a acqua nel detto fiume. (Ercolanó).

AFFBESCHI POMPEIANI 5

*8870. Nereide sopra pantera marina. Essa da un prefericolo versa il liquore alla pantera, per inebbriarla spingerla veloce sulle onde. {Stabid),

Lo scultore Dannecker (Vedi Guide-Joannes) sembra es- sersi ispirato su questa graziosa figurina per la sua ce- lebre statua d'Arianiik a Francoforte.

COLORI.

{^Presso la finestra in tre tavolini). Colori di cui si servivano gli antichi per dipingere gli affreschi, rinvenuti nella bottega detta del colorista a Pompei. Vi si osserva il cinabro, il verde, l'azzurro. Il celebre chimico inglese M."" Davy ci fa conoscere che gli antichi avevano i me- desimi colori di quelli usati oggidì— Timanto, Zeusis e loro contemporanei dipingevano i loro capolavori con quattro colori, cioè colla terra di Melos pel bianco; l'ocre antico per il giallo, la sinopide o terra di ponte pel rosso e pel nero, e talune volte si servivano di una certa colla detta sarcacolle. (Vedi Mystagogue, Quaranta).

COMPARTIMENTO XVIII e XIX.

8889 e 8896. Elle clie innalza le braccia per esser soccorsa dal proprio fratello Frisso e salvarsi dalle on- de. {Pompei).

*8898. Le tre parti del mondo antico. Europa, Asia ed Africa. ÌJ Europa è in trono sotto baldacchino, per dinotare che essa è la parte pifi nobile del mondo co- nosciuto. V Africa è sotto l'aspetto di Negra, e VAsia con la testa coperta da pelle di elefante. In lontananza è una nave a vele spiegate per indicare forse il com- mercio esistente fra le varie parti del globo e forse fa- cendo allusione al nuovo mondo, l'America. {Casa di Meleagro, Pompei).

6 PIANTERRENO

COMPARTIMENTO XX.

8905. Cerimonia religiosa in onore di Cerere. Un cin- ghiale vien condotto al sacrifìcio, mentre un sacerdote fa una libazione presso un altare acceso. (Pompei).

8919. Cerimonie religiose in onore di Iside e di Osi- ride. Divinità egiziane. (Pompei).

8924. Sacerdoti egiziani in atto di celebrare i mi- steri divini. Quadro ricco di moltissime figure. (P.)

COMPARTIMENTO XXIV.

Nel passaggio alla quarta sala,

8968, SoFONiSBA, assistita da Massinissa, prende la tazza del veleno onde sottrarsi all'ignominia di essere condotta schiava in Roma. Scipione attonito e pensie- roso assiste alla scena insieme a due ancelle della Prin- cipessa. (Pompei).

Al disopra, altro dipinto(109751), rappresentante Ulisse che invola il Palladio di Minerva dal tempio sacro di Vesta. Composizione di sei personaggi con nomi in greco poco discernibili. (Pompei).

COMPARTIMENTI XXVI e XXVII.

Nell'altro passaggio alla quarta sala,

8976. Medea che medita l'uccisione dei proprii figli. Essa è in atto di disperato abbandono con le braccia distese, e le dita incrociate che reggono il pugnale. Più sentita espressione non si potrebbe darò ad una madre che sta per commettere un terribile misfatto, al quale è spinta da inesorabile fato. (Pompei).

*8977. Medea mesta e pensierosa armata di pugnale si arresta un momento pria di uccidere i suoi innocenti figliuoli, i quali sono intenti a giocare agli astragali. (P.)

8980. Atalanta e Meleagro. Questi , ritornato vit- torioso dalla caccia del cignale Caledonio, racconta la

AFFRESCHI POMPEIANI 7

avventura alla sua amante. A poca distanza vedonsi due personaggi, probabilmente i fratelli di Altea madre di Meleagro. (Pompei).

QUARTA SALA.

COMPARTIMENTO XXV III.

EROI E LORO GESTA.

8984. Il Ciclope Polifemo. Assiso in riva al mare stende la mano per afferrare il biglietto amoroso della sua Galatea, che un Amorino su delfino gli porge. (JS.)

8990. Giudizio di Paride. Minerva , Giunone e Ve- nere si presentano a Paride, assiso, per domandargli il suo giudizio.

8991. Cerimonie funebri. Alcuni vogliono che il morto il quale vien trasportato su di una bara fosse Calo, in- ventore del compasso, ucciso per gelosia, con lo stesso istrumento dallo zio Dedalo. (Pompei).

8992. Ercole ed Onfalé. Grande dipinto. Ercole ub- briaco, si appoggia ad un vecchio barbato. Nella sini- stra porta una conocchia; alcune Baccanti suonano di- versi strumenti, mentre un Amorino beffandosi di lui gli suona nelle orecchia la doppia tibia. Onfale seguita da tre ancelle tiene in mano la poderosa clava di Er- cole. (Pompei).

COMPARTIMENTI XXIX 6 XXX.

8997 e 8998. Perseo e Andromeda. Costei in piedi su d'una roccia è sorretta da Perseo armato di daga, alla quale è sospesa la testa di Medusa: poco lungi ve- desi il mostro marino con fauci spalancate. Belle pit- ture per disegno, espressione e colorito. (Pompei).

9000. Ercole sdrajato per terra e quattro amorini oc- cupati a segare la sua clava. {Pompei).

8 PIANTERRENO

9001. Ercole che libera Dejanira dal Centauro Nesso. Deianira su biga afferra pel corpo il fanciullo Ila ag- grappato alle spalle di Ercole, mentre il Centauro Nesso è tutto umile e dimesso. (Pompei).

COMPARTIMENTO XXXI.

9006. Ercole che trasporta sulle spalle il cinghiale ad Euristeo. (Pompei).

*9008. Telefo che succhia il latte dalla cerva. Er- cole, avente di presso l'aquila ed il leone, contempla il suo piccolo Telefo. Su di una rupe sta Egèa, o forse la Dea tutelare del fanciullo abbandonato. In ultimo si vede Pane e la Fortuna , quest' ultima espressa dalla donna alata coronata di ulivo. Grandiosa pittura rinve- nuta nel tempio di Ercole. (Ercolano).

9009. Enea ferito. Questo dipinto di una conserva- zione perfetta ritraccia un episodio della guerra di Troia cosi ben descritta da Virgilio (Eneide XII, 383).

' Enea, all'aria triste, appoggiandosi ad un'asta abbrac- cia il suo piccolo lulo piangente. Macaone col forcipe in mano cura la ferita alla coscia di Enea. Altri guer- rieri assistono l'eroe, nientre Venere scende dall'Olimpo portando in mano l'erba di Crete, \\ dictamnum. (Terme stabiane a Pompei nel triclinium di una casa.

9010. Il cavallo troiano. Questa pittura sebbene non di disegno corretto, interessa pel soggetto. Rappresenta l'entrata del famoso cavallo di Troia, descritta da Vir- gilio nel dell' Eneide. Doppia fila di uomini ebbri e superstiziosi, dopo aver rotto le mura, si affaticano con corde a tirarlo dentro la città, credendo salvare la pa- tria. Tutti sono invasi da religioso furore in onoranza del fatale cavallo, il quale procede lento e maestoso. Lao- coonte seduto guarda la scena, e Cassandra, in ginocchio presso la statua di Minerva vedendo la distruzione della

AFFEESCHI POMPEIANI 9

patria cerca calmare il corruccio della Dea. Sulla vetta della collina, Elena con fiaccola in mano è nel punto di dare il segnale convenuto ai greci. (Pompei).

COMPAKTIME-NTO XXXII. Nel passaggio alla sala seguente,

9011. Ercole che combatte il leone. (Brcolano).

9012. Ercole fanciullo, che strozza due serpenti. Giove as«iso in trono assiste alle prime prodezze del fi- gliuolo, pronto a corrergli in aiuto, se gli fallisse la pruova. Alcmena e Anfitrione, questi avente nelle braccia Ificle, spaventati, guardano la scena. [Brcolano).

COMPARTIMENTO XXXIII.

SCENE DELLA VITA E CONCERTI D\ MUSICA.

9015 e 9016. Due tricliniums. Dipinti maltrattati dal tempo, ma interessanti pel soggetto. Su di uno di essi veggonsi due coppie di amanti sdraiati, fra cui bellis- sima quella che si scocca baci ferventi e amorosi. (P.)

9018. La dama pittrice. Una giovane pittrice seduta contempla un'erma di Bacco, di cui ha incominciato la copia, come scorgesi dal quadro poggiato da un fanciullo a pie della statua. Due donzelle, fra le quali una è in- volta strettamente nel manto, ammirano inosservate la valente pittrice. (Pompei).

9021. Concerto di musica. Questa pittura è una delle più perfette per colorito e disegno. Una matrona coro- nata di edera porta la battuta su di un papiro musi- cale. Una giovane donna suona la lira, ed un vecchio la doppia tibia; questi regola il tempo col piede. (P.)

9022. Sala da toletta. Un' ancella pettina la lunga chioma ad una graziosa giovanotta in piedi vestita di ricco peplo e tunica. Dinanzi ad essa vi è un tavolino circolare, sparso qua e di olii ed essenze odorose.

10 PIANTERRENO

In secondo piano, due simpatiche giovanotte già pet- tinate, di cui quella in piedi poggia la mano sotto il mento, mentre l'altra poggiandole la destra sulla spalla allarga sul petto il manto verde che le pende dal capo. (Ercolano).

9023. SuoNATRiCE. Una matrona superbamente pan- neggiata trae accordi armoniosi dalla sua lira, mentre altre donne intente e attonite ascoltano il dolce suono che le rapisce. {Ercolanó).

9024. Symposium. Vedonsi sdraiate sul triclinium due ben designate figure, di cui la prima con un rhyton fa zampillare il vino nella bocca. L'altra col peplo abban- donato è ricoperta da un velo, che lascia trasparire le belle forme del corpo. I suoi capelli sone frenati da re- ticella, dalla quale scappano due lunghe trecce, che si spandono sulle spalle. {Ercolanó).

COMPARTIMENTO XXXIV. 9026 e 9027. Alceste. I due quadri rappresentano l'amorosissima Alceste quando volenterosa si offerse di morire per salvare la vita a Admeto suo consorte. Al- tri vogliono riconoscervi Oreste che presenta ad Ifige- nia la lettera sotto il pretesto di far conoscere Oreste alla propria sorella Ifigenia. {Ercolanó).

COMPARTIMENTI XXXV e XXXVI. Nel passaggio alla sala seguente,

9034 e seg. Diversi quadri rappresentanti scene dram- matiche di un effetto singolare. {Pompei.)

*9040. La carità greca. Peronéa allatta suo padre Cimone condannato a morir di fame nelle carceri. (P.)

Plinio racconta che questo fatto avvenne l'anno di Roma DCIII Botto il consolato di Tito Quintinio Flaminio ediM. A, Balbo. 9041. Ippolito e Fedra. Ippolito in piedi si dispone

a partire dopo aver resistito con orrore alle calorose in-

AFFRESCHI POMPEIANI 11

sinuazioni della nutrice, che gli consigliava gl'incestuosi amori di Fedra. Le perfida e umiliata noverca, pensie- rosa, già medita la vendetta per l'inatteso rifiuto. (P.) 9042. Supplizio di Dirce. Riscotitro del gruppo del Toro Farnese^ che esamineremo piìt innanzi. [!*.)

COMPARTIMENTO XXXVII. MITI DI TESEO.

*9043 e 9049. Teseo vincitore del Minotauro. L'e- roe con la formidabile clava è presso il Minotauro steso a terra: un fanciullo riconoscente per essere stato li- berato dal mostro bacia la mano al valoroso. Altre sette figure, la maggior parte donne, ammirano il generoso liberatore. {Ercolano).

9044. Il Centauro Nesso. Il malizioso Centauro bacia la mano a Deianira off'rendole un paniere di frutta. {E.)

9046. e 9047. Arianna abbandonata, Dessa siede se- minuda sulla sponda del mare contemplando la nave già lontana, su cui fugge l'infido Teseo. {Pompei).

9051. Arianna abbandonata da Teseo, L'infelice prin- cipessa, assisa su di uno scoglio, piangente contempla la nave, che un genio alato le mostra, sulla quale fugge l'infedele suo amante. Amore è ugualmente piangente per l'onta ricevuta. {Pompei).

COMPARTIMENTO XXXVIII.

SCENE DEL FORD.

Le pitture di questo compartimento, sebbene grosso- lanamente eseguite, sono di un grande interesse. Esse mostrano molte scene del Foro, rappresentanti botteghe di mercanti di commestibili, di frutti etc.

9058. Paquio Proculo e sua moglie a mezzi busti in un medesimo quadro. Due ritratti di grande espres- sione. In seguito ad una iscrizione rinvenuta nella casa

12 PIANTEEBENO

ove erano questi ritratti si sa che Paquio era un sem- plice panettiere e che per la sua popolarità venne inal- zato alla dignità di duumviro. (Pompei).

9066. Il maestro di scuola. Uno scolare, sulle spalle di un altro, dal maestro è messo a dovere con una dose di legnate in presenza di tutta la studentesca. (P.)

9071. La bottega del fornaio. Molti pani di forma circolare si vedono piazzati su di un banco davanti ad un uomo che li vende. (Pompei).

9084. Saffo? Questa simpatica figura è un ritratto, che si è voluto battezzare per Saffo. Pare che con lo stile poggiato sul labbro inferiore ella riflettesse a ciò che deve scrivere sulla tavoletta cerata, che tiene in mano. Porta cerchietti d'oro alle orecchie, e al capo una re- ticella, da cui scappano abbondanti ricci. (Ercolano),

9089. Caricatura di Enea. Questi avente sulle spalle suo padre Aiìchise è seguito da Ascauio. Tutti e tre hanno la testa di cane. (Stabia).

9098. Nani e Pigmei. Queste figure grottesche erano adibite dai romani per divertimento noi banclietti, fa- cendole financo danzare sulla tavola e versare a bere. « Nanos et nanas et moriones populo donavit ». Vedi Propertius IV, 8, 41. (Pompei).

COMPARTIMENTO XXXIX.

9104. Achille. L' eroe snuda la spada contro Aga- mennone, e Minerva gli trattiene il braccio. Frammento. (Pompei).

9105. Achille siede presso la sua tenda armato di lancia, e spada. Dal suo sguardo traspare la fierezza e l'impeto rafl'renato per vedersi strappata la cara fan- ciulla, a cui ha consacrato il cuore e la speranza. Pa- troclo intanto conforta Briseide la quale involta in velo bianco, abbandona la tenda di Achille. Due araldi l'at-

AFFRESCHI POMPEIANI 13

tendono per renderla all'affetto paterno. In fondo, sol- dati ed un vecchio aggrotta il ciglio nel guardare l'in- dispettito figlio di Pelèo, quasi presago del danno e della ruina, che la suscitata discordia apporterà nel campo dei Greci. {Casa del poeta tragico. Pompei).

9106. Ulisse e Penelope. Ulisse nella reggia d'Itaca parla a Penelope, la quale sforza di richiamare alla mente le sembianze dello sconosciuto, che le sta dinanzi. (P.)

9108. Briseide in atto d'imbarcarsi per la Grecia scor- tata da Ulisse. {Pompei).

*9109. Il Centauro Chirone. Esso insegna a suonare la lira ad Achille. Pittura di corretto disegno di stile greco il piti puro. {Ercolano).

*9110. Achille riconosciuto. Sapendosi che senza Achille non si sarebbe potuto rovesciar Troia e la po- tenza dei Troiani, i re greci, collegati, mandarono l'a- stuto Ulisse a capo di un'ambasceria alla corte del re Licomede, dove Achille vestito da donna viveva in mezzo alle figlie del re, sotto il nome di Pirra.

Nel vestibolo della reggia Achille è riconosciuto da Ulisse, il quale mette a sua disposizione molti e ricchi oggetti. Achille sceglie una spada e si accinge a pren- dere uno scudo, quando Ulisse aiutato da un compagno stringe pel braccio il giovane, e lo induce a seguirlo. La graziosa Deidamia, che era fuggita spaventata in sulle prime, ritorna, ed è sorpresa di sapere Achille ricono- sciuto. Nello scompiglio si scioglie ed allarga le vesti, e lascia vedere le belle forme del corpo. Licomede in- volto nel real paludamento guarda severamente sua fi- glia , come per rimproverarle la segreta intelligenza avuta con Achille. {Casa detta del questore, Pompei).

9111. Oreste e Pilade. I due inseparabili amici sono condotti dalle guardie innanzi ad Egisto e a Clitemne- stra per essere interrogati. Oreste si conturba alla pre-

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senza degli usurpatori , ed è sul punto di irrompere e manifestarsi, ma Pilade lo riconduce a più mite con- siglio. Egisto poggiato allo scettro interroga i prigionieri Clitemnestra lo spinge a sacrificarli. {Ercolano).

COMPARTIMENTO XL. *9112. Sacrifizio di Ifigenia. Questa bella e sven- turata giovinetta a viva forza è portata al sacrificio. Essa, supplichevole, leva le mani al cielo implorandone la pietà. Calcante sacerdote, pria di dare il colpo fatale, si ar- resta un momento pensieroso. Diana mossa a compas- sione, comparisce, e ordina che sia salva l'innocente, sagri ficandosi in sua vece la cerva che mostra. Belle le figure del quadro, ma bellissima ed espressiva quella di Agamennone, il quale tutto involto nel suo mantello si copre con la destra il viso per non contemplare la morte della sua ambizione. {Pompei).

Tralasciamo pel momento la sala seguente ove sono riuniti i mosaici, e, tornando indietro, andiamo nelle altre due stanze a sinistra di chi entra in questa rac- <:olta. Ciò per seijuire l'ordine dei compartimenti.

COMPARTIMENTO XLI. FIGURE BACCHICHE E SATIRI.

Nel passaggio alla quinta sala.

Sileni, Satiri, Baccanti, Pane, Centauri. , *9118 a 9121. Fauni funambluli, i quali con grande Agilità eseguono diffìcili movimenti snlla corda. (Pompei). 9124. Sileno presente alla pugna di Amore e di Pane.P.

COMPARTIMENTO XLII.

9133. Quattro gruppi di Centauri e Centauresse riu- niti in un sol quadro.

9134 a 9137, Fauni danzanti e Baccanti. In uno

AFFRESCHI POMPEIANI 15

di essi, Fauno coronato di edera, con occhi sfolgoranti di lascivia, abbraccia la Baccante , e le offre una quan- tità di frutti in una pelle di capretto. (Pompei).

COMPARTIMENTO XLIV.

Nell'altro pxssaggio alla quinta sala, 9162-4. Danzatori sulla corda. (Pompei). 9165. Sacrificio a Bacco: un Fauno trascina a stento

presso l'ara un caprone restio per essere sgozzato. (P.)

QUINTA SALA. COMPARTIMENTO XLV.

*9176 a 9179. Amorini. Nelle quattro cornici si veg- gono Amorini in diversi atteggiamenti, intenti tutti a giuochi puerili, o a parodiare le operazioni degli adulti. Meritano attenzione quelli che giuocano a rimpiattarello, i due seduti con serietà occupati al lavoro presso il banco di un calzolaio : e quelli affaccendati a manipolare il vino. {Ercolano).

*9180. La Mercantessa di Amori. Essa tiene per le ali un grazioso Amorino su di una gabbia, dentro della quale ve n'è un altro ancora vispo e furbo. Il primo è mostrato ad una matrona seduta con la testa coverta di velo bianco, che nasconde in parte la sua bionda chio- ma. Fra i suoi ginocchi è un altra Amorino , il quale la guarda sorridente. Alle spalle della matrona, altra donna in piedi con capelli biondi bene annodati pog- giandole familiarmente la mano suli' omero, contempla con interesse i graziosi amorini, di cui sembra deside- rosa possedere. Alcuni archeologi arrivano fino a defi- nire questi Amorini, simboleggiandoli per il Desiderio dell' Amore, Y Appetito , il Possesso. Senza tener conto delle tante svariate interpretazioni date a questo sin-

16 PIANTERRENO

gelare dipinto, diremo che è ispirazione poetica e molto felice di un valente pittore. {Stabia).

9181. Venere a mezza figura. Porta braccialetti e monili al collo, e i biondi capelli son frenati da doppia benda. Un bel colorito spicco maggiore alla sua bella fisonomia. {Pompei).

COMPARTIMENTO XLVI.

9202. Zeffiro e Glori. Mentre Glori è in preda al dolce sonno. Amore la discopre per mostrarne le belle forme di Zefiìro che le si appressa poggiato a due Amo- rini. Egli con aria di soddisfazione contempla la cara compagna, che gli Dei gli hanno destinata. In alto Ve- nere e Amore assistono alla scena.

Questa pittura interessa pel soggetto e pel colorito^ ed è ammirevole ancora per i pregi decorativi. {Pompei).

9207. Amore danzante. Mentre un amorino suona la lira. Psiche è larga di baci ad un altro. {Pompei).

9210. Amore a guardia di due sedie. I simboli , che portano nelle mani gli amorini, l'elmo e la bianca co- lomba sulle sedie, indicano abbastanza che queste erano- destinate a Marte e a Venere. {Pompei). COMPARTIMENTO XLVII.

9231 e 9236. Le Grazie. Tre bellissime giovanette ignude formano un gruppo bene intrecciato. Portano co- rona di fiori sul capo, e un mazzolino tra le mani. Il di- segno e il colorito sono meravigliosi. Rimirandole non si può restaro indlfi'erente alle loro ingenue e dolci fiso- nomie, e non è possibile non ammirarne la venustà delle perfette forme. {Pompei).

COMPARTIMENTO XLIIX. MITI DI DIANA E ENDIMIONE.

9240-1. Diana e Atteone. {Pompei).

9246. Diana e Endimione. La Dea guidata da Amore

AFFRESCHI POMPEIANI 17

involta in un velo svolazzante, che lascia vedere parte della sua divina bellezza, si avanza con piede leggiero per contemplare Endimione immerso nel sonno. (F.)

COMPARTIMENTO XLIX.

MITI 01 MARTE E VENERE.

9248. Venere e Marte. Vedesi la Dea sdraiata se- minuda, e Marte per contemplarne le occulte bellezze solleva il velo, che la ricopre. Venere si è impossessata della lancia del Dio della guerra per dinotare che nes- sun uomo forte e valoroso può resistere ai tiranni vo- leri della bellezza. Due Amorini sonosi impadroniti della restante armatura, e se l'adattano per pruova. Pittura bellissima per forma e colorito. (Pompei).

9257. Venere punisce Amore. La Dea all'ombra di un albero richiama al dovere un Amorino piangente, ricoveratosi per protezione presso un'ancella. Quanto è spontaneo il suo atteggiamento nello asciugarsi col dorso della mano le lagrime! Venere con guardo severo, e con l'indice imperiosa, gli accenna di avvicinarsele. Al- tro Amorino è in piedi. (Pompei).

COMPARTIMENTI L e LI. MITI DI BACCO.

9270. Bacco fanciullo. Il vecchio Sileno solleva in aria il nudo bambino premuroso di fargli cogliere uno dei grappoli di uva, che abbondanti pendono dalle viti. Mercurio, Pane sorridente, e figure muliebri assistono alla prova. A terra vedesi sdraiato il celebre asinelio di Sileno ed una pantera. (Ercolano).

9271 e 9278. Bacco e Arianna. Amore solleva il velo che ricopre Arianna addormentata , e invita Bacco a contemplarne le forme. (Ercolano).

Monaco Guida del Museo Nazionale. 2

18 PIANTEBBENO

COMPARTIMENTO LII.

9286. Grande dipinto di una ricca composizione di dodici personaggi. Bacco che guarda un Amorino, il quale sta sollevando il velo che ricopre Venere addormentata.

COMPARTIMENTO LUI.

BACCANTI.

*9295 e seg. Baccanti danzatrici. A mostrare tutte quante le bellezze di queste tredici danzatrici ci vor- rebbe il genio del valente artista , che le dipinse. Di- remo solo che ogni loro atto è simpatico , ogni piega delle loro vesti un'armonia. I loro veli succinti o svo- lazzanti, i loro movimenti misurati o vertiginosi ci ri- velano un'arte sublime accompagnata da viva e gentile ispirazione. {Pompei).

COMPARTIMENTI LIV, LV e LVII.

Diane, Niobidi, Amorini, Stagioni, Psiche, Imeneo.

SESTA SALA.

COMPARTIMENTO LVIII.

9350. Mercurio accompagna un'anima al Tartaro, ri- cevendone il tributo Voholus acherontis. {Pompei). 9352 a 9357. Sei pitture Sannitiche rappresentanti

una DANZA FUNEBRE. {Ruvo).

COMPARTIMENTO LIX.

9359 a 9364. Altre pitture Sannitiche della tomba di un guerriero. {Pompei).

COMPARTIMENTO LX.

9382 e seg. Narcisi. Si rappresentano quasi sempre nudi, specchiantisi nella fonte, da cui trasparo l'imma- gine, e spesso assistiti da Venere e Amore. {Pompei).

AFFRESCHI POMPEIANI 19

COMPARTIMENTI LXI, LXII LXIII. Paesaggi, edifici e marine. {Pompei).

COMPARTIMENTO LXIV. 9450 e 9452. Mercurio. {Pompei). 9456-7. Due dipinti. In uno è Bacco, nell'altro è Ce- rere assisi in trono. {Pompei).

COMPARTIMENTI LXV, LXVI e LXVII. Paesaggi, marine ecc. {Pompei ed Ercolano).

COMPARTIMENTO LXVIII. Miti di Minerva, Vulcano, Divinità diverse. 9519 e 0521. Due cornici con quattordici mezzi busti rappresentanti le sette Divinità, che presiedevano ai giorni della settimana, cioè Saturno, Apollo, Diana, Marte, Mercurio, Giove e Venere, ciascuno col proprio attributo. {Pompei).

9529. Teti e Vulcano: questi lavora le armi di Achille cesellando un elmo. Teti seduta attentamente guarda lo scudo, il quale è tanto terso e lucido da riflettere le di lei sembianze. {Pompei).

COMPARTIMENTO LXIX. 9535. Apollo e Dafne. II Dio cerca abbracciare Dafne che si sforza di svincolarsi dalle sue mani, avvicinan- dosi al fiume Penèo suo padre. {Pompei).

9539. Apollo e M arsi a. Il Dio coronato di alloro è trionfante per la vittoria riportata su Marsia, il quale avvilito e pensieroso abbassa gli occhi. Un sacerdote di Apollo con coltello alla mano si avanza per eseguire l'ingiusta sentenza. {Pompei).

*9546. Leda e Giove trasformato in cigno, {Pompei). COMPARTIMENTO LXX.

9548. Danae e Perseo. {Pompei).

9549. Danae e la pioggia d'oro. {Pompei).

20 PIANTERRENO

9551. Giove seduto, e Venere che gli lascia la vene- randa chioma.

COMPARTIMENTO LXXI.

9553. Giove nell'arco baleno. {Ercolanó). 8556. Io ed Epafo.

9558. Gran dipinto. Io condotta in Egitto. Io porta due piccole corna sulla fronte, e un Tritone l'abbraccia adagiandosela sulle spalle. Essa intanto porge la destra a una simpatica figura che poggia i piedi su di un coc- codrillo, simbolo dell'Egitto. {Pompei).

9559. Le nozze di Giove e Giunone. I due potenti numi dell'Olimpo par che sieno in colloquio di tene- rezza, assistiti da un genio e dalle tre Grazie coronate di fiori. {Pompei).

COMPARTIMENTO LXXII. MONOCROMI.

Le pitture su marmo di questo compartimento sono chiamate monocromi, cioè dipinte a un colore. Esse sono preziosissime, e le sole conosciute sinora.

♦9560. Teseo libera Ippodamia dal entauro Euryto. {Ercolano).

*9561. Cerere che stringe fra le braccia un fanciullo piangente. {Ercolano).

*9562. Latona medita la distruzione delle figlie di Niobe. Questo quadro, come vedesi scritto, è opera del- l'ateniese Alessandro, e rappresenta Latona in mezzo alle figlie di Niobe. Esse spensierate sono ignare della vendetta che la Dea intende fare, di ammazzarle ad una ad una a colpi di freccia. Ciascuna figura porta scritto il nome in greco. {Ercolano).

9563. Tre personaggi con maschera che giuocano una scena tragica. {Ercolano).

9564. Achille in guadriga guidata da Automedonte.(^.)

MUSAICI 21

Senza uscire dalla sala degli affreschi si passa in fondo alla

SALA DEI MUSAICI. Nel mezzo.

.... Trionfo di Bacco. Gran musaico circolare, nel cui mezzo una bellissima pantera. Baccanti coronate di «dera, Amorini con fiaccole e fiori formano corteo alla statua di Bacco su di un piedistallo. Molti fregi variopinti e capricciosi ornano all'interno questo musaico. (Capua). A sinistra contro le p)areti^

9977. Fauno e baccante che danzano. Marmo gialla- stro su nero.

9978. Scheletro umano in musaico avente in ciascuna mano un vaso da bere, trovato in una sala da pranzo in Ercolano.

9979. Sacrifizio ad un'erma di Priapo. Marmo a due colori. {Pompei).

109679. Maschera comica. {Pompei).

*9980. Pernice che è riuscita a scoperchiare un bel cestino contenente gioielli, e col becco ne prende qual- cuno. {Pompei).

9981. Sirena. Essa è metà donna e metà uccello a lunghe ali, sostenendo colla destra una cesta che porta sulla testa. Un amorino ed una colomba le svolazzano intorno. {Ercolano).

109982. Teschio umano. Soggetto allegorico, ed im- portantissimo. Esso pare volesse accennare all' immor- talità dell' anima. In effètti la variopinta farfalla , la ruota, lo squadro, l' archipenzolo, i drappi di porpora legati ad una lancia ed i cenci attaccati ad un ramo di albero, mostrano ad evidenza che i beni della terra sono caduchi, e che la morte inesorata picchia egualmente

22 PIANTERRENO

la capanna del povero e la magione del ricco. L'anima sola è immortale, e sarà assunta nelle celesti regioni, se avrà operato rettamente nel mondo, come l'indicano lo squadro e l'archi penzolo. (Pompei).

*9982. Combattimento di galli. I due padroni assi- stono alla lotta accanita cui sono impegnati i vispi ani- mali, mentre un fanciullo reca la palma della vittoria al gallo vincitore.

Una legge di Atene decretava che in ciascun anno avesse luogo un combattimento di galli sul teatro, in commemo- razione della vittoria riportata sui Porsi da Temistocle , il quale aveva animato l' ardore dei soldati coli' esempio dei galli, il cui combattimento altro scopo non ha che la vit- toria. {Vedi Rodigino). {Pompei).

109687. Maschera silenica. (Pompei).

9983. Quattro belle pernici, una delle quali tiene un fior di loto nel becco. (Pompei).

9984. Divinità di montagna seduta su di una rupe poggiando la destra su di un vaso , da cui scaturisce acqua. Fra le altre figure è bellissima quella poggiata ad uno scoglio per la visibile commozione e per gli oc- chi umidi di pianto. (Pompei).

*9985. Scena comica. Tre attori con maschera e in atteggiamento grottesco suonano il tamburello e i cro- tali. Essi sono in sulle mosso di ballare, accompagnan- dosi coi loro strumenti. Questo musaico, opera di Dio- scoride di Samo, come vi si legge a caratteri greci, è veramente un gioiello. (Pompei Casa di M. Grasso Frugi).

9986. CoRAGiuM. Cosi chiamavasi il luogo dove si pre- parava quello ch'era indispensabile alla buona riuscita di un'opera comica. Il corago, o maestro concertatore, è il vecchio con lungo bastone fra le gambe , e da un papiro che tiene in mano legge le parti a due giovani

MUSAICI 23

quasi nudi , di cui uno ha la maschera in testa. Altra figura con papiro musicale insegna le cadenze al tibi- cino. Lavoro eseguito con arte squisita. (Pompei).

9987. Scena comica. Questo quadro prezioso pel co- lorito, per le sfumature e mezze tinte, sembra piutto- sto un dipinto, che un musaico a piccolissime pietruzze. È opera pregiata di Dioscoride di Samo, come in caratteri greci vi sta scritto. Rappresenta quattro personaggi a tavola in atto di cantare a coro e un vecchio dal manto giallastro, che legge un papiro, su cui sono segnate le parti. (Pompei).

9988. Licurgo, re di Tracia, in atto di uccidere una Baccante, che schiva il colpo inclinando leggermente il corpo, mentre la pantera sacra a Bacco addenta la gamba al re forsennato. Bacco sembra minacciare Licurgo. (P.)

. . . Anitre e fiori. (Pompei). . . . Sei anitre, grandezza naturale. Alcune sono in atto di bere in una coppa. (Pompei).

. . . Quadriga. Bei frammento in musaico. (1892, P .)

9989. Bacco coronato di edera offre il liquore con- tenuto in una coppa ad una pantera. (Pompei).

9990. (Sotto la finestra) Il Nilo. Un coccodrillo con bocca spalancata è in atto di azzuffarsi con animale an- fibio, e un grosso serpe s'erge per attaccare un istrice. Il fiume è sparso di piante acquatiche e di uccelli, come Ibis, anitre, queste portanti ognuna un fior di loto nel becco. (Pompei).

. . . Leone che avventasi sur una pantera. (Pompei). 109371. Tre oche e quattro pesci. (Pompei).

9991. Genio di Bacco sulla pantera. Gran musaico di pietruzze finissime, in cui vedesi una pantera covert a di un drappo. Le pende dal collo una goliera di pam- pini e grappoli , ed ha sul dorso grazioso genio alato coronato di edera , che accosta alle labbra una coppa.

24 PIANTERRENO

Questo bel lavoro é rinchiuso in cornice, parimenti di musaico, con festoni di fiori e frutta, ed otto maschere tragiche, l'una differente dall'altra. Senza tema di er- rare, questo è il più bel musaico della collezione per disegno, colore e composizione. {Casa del Fauno, P.)

9992. Due Pappagalli in atto di bere in un vaso con manichi; un altro uccello vi stende pure il becco, men- tre un gatto è in attitudine di slanciarsi sugli incauti.

. . . Altro musaico con pesci ed anitre. (Pompei).

*9993. Gatto che uccide una quaglia e dei pesci presso una riva verso la quale svolazzano uccelli. (P.)

*9994. Festone, che ornava la soglia della casa del Fauno a Pompei. Questo festone , è composto di fiori, foglie, frutta graziosamente intrecciati , e di due ma- schere tragiche, il tutto eseguito con rara maestria.

9995, 9996. Due colonne di stucco ricoverte di mu- saici e di pasta vitrea. (Pompei).

9997. Riviera. Due quadri con pesci, fra cui un grosso polipo involve ne' suoi insidiosi tentacoli una locusta , mentre sur uno scoglio una pica di mare allunga il collo per acchiappare pesciolini. Amorini in varii atteggia- menti, frutti, fiori, uccelletti , vasellami , formano tale concerto di decorazione, da rimanerne l'occhio intera- mente soddisfatto. (Casa del Fauno, Pompei).

.... L'accademia di Platone. Il grande filosofo è assiso discutendo fra diversi filosofi, anche essi seduti. Prege- vole musaico rinvenuto ultimamente nella possessione del signor d'Aquino in vicinanza di Pompei ed aqui- stato dal Museo per 50,000 lire.

9998 e 9999. Due uccelli acquatici. (Pompei).

. , . Musaico di disegno circolare. D'intorno fanno da cornice quattro anitre ad ali spiegate. (Ultimi scavi di Pompei).

MUSAICI 25

10000-1. Altre due colonne in musaico. Riscontro ai numeri 9995-6. (Pompei).

10003. Un uomo e bue galli. L'uomo ravvolto nel mantello tutto guardigno e sospettoso allo scopo di ru- barseli, dà a beccare ai galli alcuni baccelli. (Pompei).

10004. Le tre Grazie. (Bajà).

10005. Frisso ed Elle. Il primo assiso in groppa al montone, si afferra con la destra alle sue corna, men- tre Elle dal mare cerca aggrapparglisi ai piedi, invo- cando l'aiuto di Frisso, prima di essere travolta dalle onde. Qui tutto è naturalezza: l'acqua del mare turchina tempestosa , gli scogli taglienti e di sinistro colore, un cielo oscuro e nebuloso, formano un quadro ricco per gradazione di tinte e molto espressivo. (Ercolano).

10006. Giovine con daga che inveisce contro altro uo- mo che gli siede accanto. Frammento. (Pompei).

10007. Nozze bi Nettuno ed Anfitrite. Entrambi su di una biga, a cui sono aggiogati Tritoni. Amore in piedi poggia il gomito sulle ginocchia di Anfitrite. Due altri Tritoni precedono una donna mesta ravvolta nella sue vestimenti, che siede sul drago marino assistita da due putti alati. Il quadro è di larga composizione, ed ornato da una cornice a fogliami. (Pompei).

9037. Cane alla catena. Mosaico rinvenuto nella casa di Vesonio Primo nel 1874 a Pompei.

10008. Grande Nicchia per fontana ornata di belli arabeschi e conchiglie. (Pompei).

112284. Musaico con testa di Medusa nel centro. (Ul- timi scavi di Pompei.

10009 e 10011. Due sirene. (Pompei).

10010. PuGiLLATORE nudo armato del cesto. (Ere.)

10012 e 10013. Due candelabri ornati di graziosi arabeschi e di un Amorino, che scaglia dardi da un daino. (Pom^ìei).

2G PIÀMTBBEENO

100014, Nicchia con graziosi ornati alla superficie e nell'interno di musaico turchino. (Pompei). Contro l'ultima parete,

10015. Due oche. (Pompei).

10016 e seg. Teseo e il Minotauro: Tre quadri in cui vedasi Teseo in atto di stramazzare il Minotauro mentre una eletta schiera di giovanette, condannate ad essere, per ordine successivo, pasto del mostro, ammi- rano riconoscenti il loro valoroso liberatore. (Pompei).

119678. Donna presso un pilastro in giallo antico. P.

Uscendo da queste sale si volge a destra nelle sale

GRAFFITI, ISCRIZIONI, TORO ED ERCOLE FARNESE.

Il voler parlare del contenuto delle iscrizioni sarebbe opera ardua e voluminosa, ed uscirebbe dai modesti li- miti di una guida.

Gli archeologi qui troveranno materia abbondante ai loro studi: a noi basta cennare alcune di queste iscrizioni e specialmente quelle, che hanno raggiunto una celebrità mondiale. Esse dall'abbate Raimondo Guarini nel 1823 furono classificate in iscrizioni Sacre, Onorarie, Pubbli- che, Sepolcrali, Greche, Etrusche, Osche, Arabe.

Al presente sono divise in Greche, dei paesi della Magna Grecia, in Italiche cioè Etrusche, Volsche, Sa- belliche, ed in Latine secondo le regioni, come si legge al sommo di ogni parete.

VESTIBOLO

CHE PRECEDE LA SALA DEL TORO

GRAFFITI {Contro le 'pareti).

Iscrizioni dipinte e graflìte (bianco su nero) rinve- nute contro le pareti delle case pompeiane.

ISCRIZIONI 27

Nel mezzo.

2400 e 2401. Due grandi colonne di marmo cipollino con iscrizioni greco-arcaiche. Erode Attico, personaggio celebre ai tempi degli Antonini, le fece innalzare nella sua casa di campagna detta Triopio, lungo la via Ap- pia. Gli epigrafisti hanno dato a queste colonne il nome di iscrizioni Triopee. Esse furono rinvenute nella via Ap- pia a tre miglia da Roma presso la tomba di Cecilia Me- iella. Nel principio del secolo XVI vennero trasportati negli Orti Farnesiani.

124325. Grande sarcofago in marmo rappresentante in basso-rilievo nella faccia principale Achille in Sciro con l'iscrizione a parte superiore METILIA TORQUATO. All'opposta faccia è ornato di festoni con Aquila tra due grifi.

Ne' due lati stretti vedesi figurato Achille ed il suo maestro Chirone, e Achille in abito muliebre tra le fi- glie di Diomede. Rinvenuto in Atella od esisteva in Barili nel palazzo Cittadini. Contro l'arcata all'ingresso della sala del toro,

Neottolemo che porta sul dorso Astianatte. Al- cuni lo dicono Atreo. Statua sulla quale mancava la testa che si pensò di surrogare con quella che ora vedesi. (F.)

Tiberio. Statua. Il feroce e cupo imperatore im- pugna il parazonium e calpesta un elmo chiomato. {F.)

GRANDE SALA. ERCOLE FARNESE.

*6001. Questa statua colossale di gran merito fu ese- guita in Atene dallo scultore sorto dalla scuola diPoIicleto a nome Glycone^ giusta il nome in greco inciso sotto la clava. Sebbene questo celebre scultore non lavorasse opere originali, giusta la opinione del Muller, pure non è a porsi

28 PIANTERRENO

in dubbio che la statua che ci sta dinanzi è una imi- tazione assai celebrata che effigiasse un semideo. Ed in fatti nelle membra atletiche di Ercole tutto è propor- zionato, e lo sviluppo dei muscoli è di una verità in- contestata. La figura dell'eroe è grave e tranquilla, pog- giando la spalla sinistra sulla clava involta dalla pelle del leone. Egli è in atto di riposarsi, mentre con la de- stra rovesciata sul dorso tiene i tre pomi d'oro del giar- dino delle Esperidi.

Questa statua fu rinvenuta nel 1540 nelle Terme di Caracalla a Roma. Le gambe e la mano sinistra man- cavano ed il Cardinale Alessandro Farnese le fece scol- pire da Guglielmo della Porta sul modello in terra cotta eseguito da Michelangelo. Nel 1560 vi furono so- stituite le gambe primitive che furono riavenute in se- guito in un pozzo di Villa Borghese a tre miglia di- stante dal luogo ove la statua era stata ritrovata.

Nel 1786 coU'eredità farnesiana fu trasportata a Napoli.

A destra ed a sinistra entrando^ contro la prima arcata,

2480 e 248L Tavole di Eraclea, di bronzo rinve- nute nel 1735 presso il fiume Acalandro.

La L' a destra è opistog^afa, in latino da una parte e in greco dall'altra. La parte latina contiene un fram- mento di una legge romana lex Julia Municipalis, la parte greca contiene alcuni decreti dell' antica città di Eraclea per la misura legale di un terreno consacrato a Bacco, una porzione del quale era stata usurpata dai pro- prietari vicini. L' Ab. Mazzocchi che le ha pubblicate nel 1754 pensa che la parte greca risale all' anno 430 di Roma (324 av. C.) e la latina a 43 anni circa av. C.

La 2.* a sinistra è in caratteri greci e contiene la misura di un campo consacrato a Minerva.

ISCRIZIONI 29

A destra dell' Ercole^ contro le pareti,

*2541. Orologio solare in marmo a forma di semi- cerchio convesso con iscrizione osca. {Pompei).

2542. Iscrizione osca dalla quale si rivela che un tal Venicio figlio di Mario, questore pompeiano, decretò che si edificasse una palestra col denaro legato per testa- mento da V. Adirano al Municipio pompeiano. {Pom- pei, terme stabiane).

2514 a 2518. Colonne votive a forma di fallo con iscrizioni a caratteri oschi.

Contro Varcata a destra ed a sinistra^

2637 e 2638. Lamine di bronzo, di cui quella che comincia C. Antonius etc. è la lex Antonia, cioè un ple- biscito confermante ai Tesmiesi della Calabria ed ai Pi- sidiesi dell'Asia il possesso dei loro beni (683 di Roma). L'altra, che comincia Principium etc. è un frammento della lex Cornelia, De viginti quaestoribus , cioè una legge riguardante le attribuzioni e gli assegni dei Que- stori. (673 di Roma).

4064-7-8. Colonne Miliari per determinare la lun- ghezza delle vie. t^Via Appia, Roma).

4680. Iscrizione latina infissa sulla colonna miliare, 4066. Questa iscrizione è molto singolare pel suo con- tenuto: in essa si legge che uno sposo nel parlare della propria moglie diceva di non aver a rimproverarle di alcuna cosa se non della sua morte.

Nel mezzo, a ridosso delV Ercole,

2659. Bellissima colonna in marmo cipollino trovata a Pompei. Contro la medesima sono attaccati tre decreti municipali romani due accordanti un dritto di patro- nato ed il 3* un diritto di ospitalità rinvenuta nel 1861 presso il monte Celio a Roma.

30 FIÀNTEBRENO

Presso Vultima finestra, in cornice girante,

2636. Lamina di bronzo {opistografa). Da una faccia è la lex repetundarum, cioè la legge per le ricompense ai magistrati ed agli avvocati e all'opposto la lex agra- ria di un epoca posteriore ai Gracchi, riguardante la di- visione ai cittadini di certi campi.

*2632. Calendario di marmo di forma gradrangolare. Ciascuna superficie contiene tre mesi, e nella superiore porta scolpiti i segni dello Zodiaco, cioè Toro, Vergine, Oemelli ecc. Ogni mese indica quanti giorni contiene, la durata del giorno e della notte, i lavori da eseguirsi nel mese dall' agricoltore, le diverse Divinità da invo- carsi per aver prospero il ricolto, ed in ultimo le feste religiose riconosciute dal Senato. (Roma).

Presso la finestra, nel centro della sala,

3615. Misure di travertino per gli aridi con iscrizione indicante il decreto dei decurioni, che le avea fatte co- struire per uso pubblico. {Minturno).

Contro le pareti.

Iscrizioni su marmo relative alla flotta di Miseno.

Lunga vetrina di marmo, a destra,

2554. Tavola Bantina. Frammento di plebiscito osco « latino che tratta de re macellaria e de re vestiaria, 0 lo statuto dei diritti civili tra i cittadini di Bantia e di Roma, rinvenuto ad Oppido nella Lucania. Bronzo.

3706 e seg. Congedi di soldati [honestae missiones). Lamine in bronzo incise in latino dei tempi di Vespa- siano e di Claudio. Vi si legge il nome del soldato e la «uà proclamazione a cittadino romano, accordandogli il diritto di maritarsi sol dopo di aver servito per lo spazio di venti anni nella 2/ legione chiamata adiutrix. {Sta- àia e Pompei).

ISCKIZIONI 31

4130 e seg. Tubi di piombo con iscrizioni indicanti il nome della fabbrica.

111623. Quattro laminette di oro con caratteri greci, rinvenute in Sibari nelle Calabrie, in Luglio 1879 presso di una tomba ove erano rinchiusi degli scheletri. Trat- tano di iniziazioni ai misteri di Bacco, Cerere e Divinità Infernali. (Dono del Barone Compagni). Altra lunga vetrina di marmo, a sinistra,

4735 e seg. Suggelli di bronzo. (Pompei).

Contro l'arcata.

In cornice. 124320. Su fondo rosso. Iscrizione latina in cinque pezzi, avente un brano di una legge romana. (Taranto).

TORO FARNESE.

*6002. Questo celebre gruppo monolito è opera dei due rinomati scultori Apollonio e Taurisco, i quali fiorirono molto tempo prima di Augusto. Da Roà\,(PlinioXXXVI,5) ove questa opera meravigliosa venne eseguita, fu tra- sportato a Roma da Asinio Pollione, ricco patrizio ro- mano. Nel 1540 il Papa Paolo III Farnese lo rinvenne nelle terme di Caracalla a Roma e nel 1786 fu trasportato a Napoli. Por lungo tempo decorava i giardini pubblici nella Villa Nazionale, e di poi si trasportò nel Museo Nazionale.

La favola e storia eroica che questo gruppo rappre- senta è interpetrata dagli eruditi in due modi.

Chi pretende che dinoti Dirce, seconda donna di Lieo, re di Tebe sorpresa in un baccanale sul monte Citerone da Antiope, prima moglie del medesimo re, e quindi dai figli di Antiope legata per i capelli alle corna del toro furioso per vendicare così la offesa materna.

Chi suppone che nel gruppo si esprime una generosità di Antiope che facesse liberare la rivale della prossima morte.

32 PIANTERRENO

Comunque siasi é una scena commovente e terribile, e nella quale vedonsi impresse sul volto degli attori le vive passioni da cui sono agitati.

La discrepanza delle due versioni probabilmente de- riva dal fatto che la statua di Antiope, cioè della donna in piedi, non pervenne nella sua integrità e si come venne primitivamente concepita dall'autore del presente gruppo, essendo invece la medesima quasi del tutto un lavoro di ricostruzione. La base è ornata di figure a bassorilievo di squisito lavoro.

3828. Misure di travertino per gli aridi con iscrizione latina. (Foro di Pompei).

A ridosso del Toro^

3954. Calendario in marmo delle feste florali. (Aw- fìteatro di Capua).

Ritornando nel Vestibolo di questa raccolta^ vol- gendo a destra , s' incontra nella sua estremità una sala avente nel mezzo una scala, per la quale si di- scende al sotto-suolo, e nel dintorno, contro le pareti^ sono esposte delle riproduzioni in gesso rappresentanti dei miti assirii, i di cui originali sono al Britisk Museum.

A sinistra si va nella

SALA CANOVA. Nel mezzo.

Ferdinando iv di Borbone. Statua colossale in marma sotto le sembianze di Minerva. Opera insigne del Canova^

Napoleone i. Statua colossale in gesso del Canoiia' L'originale in bronzo vodesi nel palazzo Brera a Milano.

Letizia Ramolino, madre di Napoleone \. Bellissima statua sedente, in gesso, del Canova,

SALA CANOVA 83

A sinistra entrando,

10824. Carlo v. Busto in marmo bianco.

10518. Gian Gastone dei Medici. Il settimo e l'ultimo dei granduchi di Toscana. Busto in marmo Carrara del Bernini.

10519. Ferdinando dei Medici. Busto in marmo Car- rara del Bernini.

10823. Canova. Busto in marmo eseguito in Roma per ordine di Gioacchino Murat nel 1810 da Antonio d'aste da Ferrara.

10517. Paolo ih Farnese. Busto. Bozzo attribuito a Michelangelo.

10514. Paolo hi Farnese. Busto in marmo con ricco piviale, cosparso di figure (a rilievo) simboliche, nude o poco panneggiate: opera eccellente di Michelangelo.

10521. Busto simile, opera di Guglielmo della Porta.

... Le quattro stagioni. Busti in alabastro. {Far.)

10811. S. Francesco d'Assisi e la modestia. Due belle statue di Giuseppe Sammartino.

. . . Il Redentore. Busto in marmo, detto por^asawto.

10820. La testa di Medusa eseguita nel 1809 da Festa di Torino, dall'originale di Canova esistente a Monaco.

10525-6. Due tazze in alabastro.

10810. Tazza in rosso antico.

Dodici busti in marmo colorato rappresentanti altret- tanti Cesari.

Si discenda ora nelle sale sottoposte.

Monaco Guida del Museo Nazionale.

34 SOTTO-SUOLO

SOTTO-SUOLO

PRIMA SALA.

Contro le pareti^

Copie in gesso di miti fenici ed arabi, dagli originali esistenti a Torino.

SECONDA SALA. MONUMENTI ORIENTALI.

Presso la finestra^ su colonna,

10916. Paniere cinese in avorio di forma ovale, diviso in ventiquattro compartimenti, nei quali è superbamente trattata in fine intaglio la vita campestre dei Cinesi. La- voro di gran pazienza.

Iscrizioni arabiche e cufiche su marmo e travertino. (1000 D. C.) In un armadio,

Idoli del Messico, della Cina, del Giappone.

111267. Collana cinese adorna di monete, e due grandi orecchini.

11518. Un osso di pesce a guisa di sega.

112109. Una conca ed altri vasi di bronzo.

.... Globo celeste in bronzo detto Astrolabio per misurare il giro degli astri presso gli Arabi.

TERZA SALA.

In questa sala sono riuniti varii oggetti in terra cotta degli scavi di Locri. Meritano speciale attenzione. Presso la finestra,

1 due DioscuRi a cavallo in terracotta, provenienti dal tempio dedicato a Castore e Polluce a Locri.

RACCOLTA EGIZIANA 35

QUARTA SALA.

ISCRIZIONI CRISTIANE.

Lapidi giudaiche e cristiane con iscrizioni, provve- nienti dalle catacombe di Roma, Capua, Pozzuoli, Capri, Napoli e paesi circonvicini.

QUINTA SALA.

RACCOLTA EGIZIANA.

Quasi tutti i monumenti della presente raccolta ci per- vennero dai Museo Borgia, e furono accuratamente illu- strati dallo Zoégt, dal Kicher e dall'Avellino. Noi non pertanto daremo alcuni schiarimenti sulla difficile in- terpetrazione di alcuni geroglifici, a noi gentilmente co- municati dall' eminente egiptologo Docteur Valdemar Schmidt di Danimarca, al quale facciamo vive grazie.

A sinistra entrando,

176. Rospo di nero antico di stupendo lavoro. (Museo Borgia).

Presso la finestra,

978. Due colonne di breccia di Egitto: breccia silicea, assai rara. Ha un miscuglio di selci, di porfido e di gra- nito con base di alabastro di Gesualda.

999. Altare in granito dedicato ad Iside. I gerogli- fici incisi al dintorno indicano che era una tavola per le offerte ad Iside, votata alla Dea dal Re Ranouterka della XXVII dinastia, per scongiurare ogni malanno alla città di Makeran.

... Due coverchi di casse di mummie in legno si- comoro.

36 SOTTO-SUOLO

Nel mezzo.

*976. Iside. Statuetta in marmo di scultura romana, rinvenuta a Pompei nel tempio del suo nome. Mirabile ne è la chioma disposta a bellissimi lunghi e simme- trici ricci, che le cadono abbondanti sulle spalle, e quelli sovrapposti sulla fronte sono fissati da una benda cosparsa di stelle. Nei capelli e nelle vesti menta porta tracce di dorature, più visibili ora al petto e al braccio in forma di monile e di braccialetto. Il cinto , che le preme la vita, è fermato nel davanti con due teste di coccodrillo. Nella sinistra mano porta il dado, segno della stabilità, e nella destra un manico di sistro, istrumento che si suonava in onore della dea.

975. Serapide. Mediocre statua sedente, che appoggia la destra sul Cerbero. {Tempio di Serapide, Pozzuoli), A ridosso di Serapide,

981. Anubi, il dio conduttore delle anime. Statua in marmo a testa di Sciacallo. Il naso è mutilato. {Pozz.)

Negli armadi.

Oro il dio della luce, Osiride, ammesso al grado dei grandi numi, Eluro o il dio gatto, Iside, Anubi ed altri idoli di bronzo, di terracotta e di legno.

Testa e collo di cavallo schiacciato su cui è espressa un occhio che i greci dicevano flANJbiFKUS, l'occhio che vede tutto, o della Divinità, il simbolo della giustizia e della provvidenza.

1069. Monumento sepolcrale appartenente a cospicua famiglia dei tempi di Ramesse II. (Epoca 1400 anni avanti C).

980 e 982. Personaggi incogniti. Busti in marmo.

Coverchi di casse di sicomoro istoriate di geroglifici, nelle quali erano rinchiuse le mummie egiziane che ve- donsi nella sala seguente.

EACCOLTA EGIZIANA 37

Presso l'ingresso della sala seguente,

765 e 766. Due uccelli, detti Ibis. Questo volatile, uno ■dei purificatori dell'Egitto, era messo sotto la protezione delle leggi. Anche oggi i Turchi non permettono a chic- chessia uccidere gli Ibis. {Pompei).

SESTA SALA. Nel mezzo (presso la finestra).

1068. Sacerdote egiziano, in basalto, in ginocchio por- tante un Naos con l'effìgie di Osiride, ed al collo gli pende un amuleto. Contro il pilastro che serve d'appog- gio a questa statua vedonsi dei geroglifici indicanti il suo nome Ouah-ab-Rà-mer-Nit, gran Signore incaricato della custodia dei suggelli e gran consigliere del Re.

1070. Frammento di sarcofago in granito con gero- glifici. Divinità e sacerdoti pregano pel defunto che oravi rinchiuso. Giusta i geroglifici si legge il nome del de- funto Peiri-Shop. Data 350 anni av. C. Contro la parete, presso la finestra, a sinistra,

2318. Papiro a carattere greco corsivo, rinvenuto in un sotteraneo della città di Gizza, antica Memfi, presso la pi- ramide di Faraone, con altri 40 volumi riposti in una cassa di sicomoro. Tratta dagli operai adibiti nel costruire le di- ghe e gli acquedotti per impedire le inondazioni del Nilo. Presso la finestra a destra,

2322. Frammento di papiro con geroglifici in 24 co- lonnette rinvenuto a Donkola al collo della mummia più alta che vedesi esposta in questa stanza nell'alcova

MUMMIE.

Sei mummie racchiuse in casse di sicomoro. La mi- gliore in istato di conservazione è quella (la 2.* a de- stra la più antica tra queste) di donna trovata in un sepolcro a Donkola nella Nubia. La sua bocca aperta fa

38 SOTTO-SUOLO

vedere ancora i denti. Ha le mani incrociate sul petto con le unghie e i capelli conservati. Esse datano per lo meno tremila anni a. C.

La mummia 3.* provviene da Akimon , antica Pana- poli alto Egitto. Dono di M. Stevens.

Coccodrillo imbalsamato con molti piccoli suoi nati. Sul tavolino circolare.

Teste , di cui una dorata , capellature , mani e piedi di mummie. Presso l'alcova, nel mezzo,

Obelisco frammentato, in granito rosso, rinvenuto in Palestina nel 1791. {Museo Borgia). Fuori l'alcova a destra, in giro alla sala,

1037. Tolomeo v. Testa in marmo bianco.

1048 e seg. Vasi detti canopi in alabastro. Questi vasi erano destinati a conservare le viscere dei defunti, come r indicano le iscrizioni in geroglifici incise su di essi. Spesso vi era indicato il nome del defunto. In una vetrina,

Vari busti e statuette in marmo. Osserva il n. 365 un piccolo busto di Iside e il n. 881 un Arpocrate. Contro Vultima parete, a destra,

1061. Iside. Statuetta portante sulla testa un Ibis ac- covacciato. Pietra calcarea.

1076. Statuetta assisa di granito, molto interessante per l'epoca (4000 a. C.)

1035. Tavola isiaca sparsa di geroglifici: vi sono in- cise quattordici figure, in piedi, che fanno offerte ad Osi- ride. Pietra alabastrina. {Tempio d'Iside, Pompei).

1036. Tavola di geroglifici in commemorazione di Oro ed altre Divinità. Pietra calcarea.

Risalendo la scala di questa raccolta, s'incontra a destra un lungo corridoio ove sono riuniti

PITTURE DECORATIVE 30

ALTRI AFFRESCHI POMPEIANI. (Pitture decorative).

Intorno la sala,

Venticinque medaglioni in gesso figuranti Baccanti, Centauri, e Centauresse in rilievo, in atteggiamenti leg- gieri ed espressivi. {Ercolano e Pompei).

Affreschi rappresentanti a vivi colori pareti con ben disegnata architettura, abbondanti di Amorini, figure, animali, paesaggi, frutti, fiori ed arabeschi.

In una nicchia.

*9774. Pilastro che fiancheggiava la fontana dei tin- tori presso la casa di Eumachia a Pompei: sullo stesso sono rappresentate le diverse operazioni, che si esegui- vano nella Fullonica (tintoria). Nei suoi lati si veggono diverse figure intente al lavoro della lana, specialmente un cardatore, che con uno strumento a spazzola ricaccia il pelo ad una pezza di stoffa. Quattro giovani operai coi piedi nudi pestano nei tini a mo' di gualchiera al- tre pezze tessute. Infine una donna seduta, forse la pa- drona dell' industria, osserva con attenzione un drappo tinto in giallo fra le mani di un suo operaio, mentre un altro le si avvicina con trabiccolo su cui è un pappagalllo.

Attraversando il vestibolo, alVopposto lato, si passa nelle sale in cui sono:

40 PfANTERRENO

PIANTERRENO - lato sinistko STATUE E BASSO-RILIEVI IN MARMO.

La collezione dei marmi si compone di otto sale in- terne e di tre portici, in cui sono distribuite le statue, i busti, e i bassorilievi.

Le statue e i busti vennero classificati nel modo se- guente: Dei, eroi, uomini illustri di Grecia e di Roma, imperatori, personaggi municipali, figure generiche ed animali; in bassorilievi, in basi, sarcofagi, steli funebri, tavole votive e decorative , puteali , maschere e clipei per gl'interlocumnii. Nel portico detto dei capolavori son contenute le più belle opere dell'arte greca e romana.

È inutile aggiungere che la più parte di questi mo- numenti sia stata, per le vicende del tempo, soggetta a restauri, ma ciò riguarda l'artista e lo scienziato; ai visitatori è bene che si lasci la illusione.

PRIMO PORTICO. (Capolavori).

6005. Giunone. Testa imitata dall'originale di Poli- cleto, nella quale si è mirato più allo effetto che al ri- cercato. (Farnese).

6006. Oreste e Elettra. Gruppo di scultura greca. Gli sventurati germani sono in colloquio tra loro. (Ercolano).

6007. Pallade. Statua arcaica di scultura greca. La Dea della sapienza è in atto di vibrare un colpo. Sul braccio sinistro porta l'egida contornata da serpenti, nel cui mezzo vedesi la fatale testa di Medusa. (Ercolano).

*6008. Diana. Statuetta arcaica di scultura greca. La Dea sorridente è sulle mosse di camminare. Le sue vesti ai lembi erano dorate, e dipinte in rosso. (Pom- pei, tra Torre Annunziata e Torre del Greco).

STATUE-CAPOLAVORI 41

6009 e 6010. (Nel mezzo). Armodio e Aristogitone, due Ateniesi celebri per aver liberata Atene dalla ti- rannia di Pisistrato (510 av. C.) Queste due statue gre- che derivano dagli originali di Cicilia e Nesiote, e en- trambe mostrano sviluppo di muscoli specialmente nel petto. (Farnese).

6011. Doriforo. Statua di stile greco-arcaico dall'ori- ginale di Policlete. Lavoro di grande interesse artistico pei muscoli quasi mobili delle costole, e per le vene del braccio. (Ercolanó).

I Dorifori erano dei soldati scelti che facevano la guardia di onore ai Re di Persia.

Dal 6012 al 6015. {Nel mezzo). Quattro figure di GUERRIERI morti 0 morenti, fra cui un'amazzone. Esse sono copiate dai gruppi, che Attalo Re di Pergamo inviò in dono al tempio di Delo e ricordano le quattro grandi vittorie riportate dai Greci sui barbari, cioè: . 6010. Un amazzone morta, vinta dai Greci sul fiume Termador nella Cappadocia. (V. Virg. En. V, 2ll).

6013. Il gigante Tifeo. {Metamorfosi d'Ovidio, pa- gina 550).

6014. Un PERSO conquistato alla battaglia di Mara- tona, quando Milziade scacciò i Persi dalla Grecia.

6015. Un gallo vinto dallo stesso Attalo. Esso è nel- l'attitudine del gladiatore morente del Campidoglio, ma in una posizione inversa.

6016. Adone. Statua d'imitazione arcaica. L'amante di Venere ha corpo proporzionato e ben disegnato. {Capua).

*6017. Venere vincitrice. Statua seminuda di sin- golare bellezza e di cui Vinkelmann fa grande elogio. Essa calpesta un elmo, per significare che i più forti debbono sottostare al suo volere. Col braccio destro ac- cenna forse d'ingiungere ad un Amore, ora mancante

42 PIANTERRENO

di ubbidirla. Fra le tante statue di Venere, questa serba tratti di rara bellezza e dignità maestosa. Tutte le parti del corpo raggiungono una morbidezza squisita, e ser- bano le proporzioni più austere dell'estetica. (Capua).

*6018. Eschine, da alcuni detto pure Aristide. (342 av. C.) È questa senza dubbio una delle più belle statue che si conoscano. L'abbigliamento semplice, il portamento maestoso, la soavità del volto hanno fatto dare a que- sto capolavoro dell'arte greca il primo posto. In effetti, 1 tratti di un uomo savio e giusto non avrebbero potuto essere impressi con più sentita verità. (Ercclano).

*6019. Psiche. Torso greco appartenente all'epoca più fiorente della Grecia, in cui l'artista da alcuni creduto Prassitele, ha voluto, darci sotto l'aspetto di semplice fanciulla, l'idea dell'anima immortale. (Capua).

Ai lati di Psiche vedesi una bellissima testa di Apollo n. 6369 di puro stile greco. (Capua).

*6020. (Nel mezzo). Venere Calupige. Statua greca. Anche i profani dell'arte rimarranno meravigliati nel ve- dere un marmo quasi agitato dal soffio della vita. Ben composta è la chioma, di cui alcuni cirri le scondono sul petto e sugli omeri. La lunga veste, frenata solo da un cingolo, lascia scoverta una parte del suo seno divino. La Dea con ambo le mani alza la tunica e contempla soddi- sfatta le parti posteriori del suo corpo. È Venere insom- ma, vana e licenziosa, che si compiace essa stessa di pos- sedere forme cosi pure ed elette. Questa vaga donzella è sul tipo di quella Venere a cui i Siracusani innalzarono un tempio, in ricordanza della disfida di due fanciulle per quale di loro fosse la più bella. (Vedi Ateneo). (Casa aurea di Nerone sotto le rovine del palazzo dei Ce^ sari, Roma).

*6033. Caeacalla. Busto di bel lavoro romano. (R.)

119917. PuGiLLATORK armato del cesto. (Sorrento). .

STATUE-CAPOLAVORI 43

6202. SiLLA, 0 supposto Celio Caldo, Busto. {Ere.)

6021. {Nella nicchia). Gran vasca di porfido i cui ma- nici sono formati da quattro serpenti. {Terme di Ca- racalla, Roma).

Vari torsi di statue, fra i quali è da osservarsi al nu- mero 6224 il celebre torso di Laocoonte, copia romana di originale greco del secondo o terzo secolo. {Farn,)

*6022. {Nel ìnezzo). Fauno e Bacco. Gruppo di buona scultura romana. Bacco nudo e sorridente sotto la figura di grazioso fanciullo è sulle spalle di un fauno, il quale sorridente esso pure guarda e vezzeggia il piccolo nume. {Farnese).

*6023. Omero. Busto. Il vecchio cieco e divino cantore ha la barba e le chiome incolte; mostra visibile rughe sulla fronte e sul volto , ed ha la bocca semiaperta in atto di parlare. È una delle immagini più belle del sommo poeta.

Secondo alcuni Omero viveva a' tempi del re Salomone, 100 anni av. C. Le città menzionate nell'elegiaca seguente disputano la gloria di avergli dati i natali. Smyi-ne, Chios, Colophon, Salamis, Rhodos, Argos, Athenae, Orbis de pa- tria certat, Homere tua.

6024. Minerva. Statua di stile greco. La Dea della sapienza ci si mostra con imponente maestà. Il suo elmo è istoriato, a rilievo, di Sfinge ed Ippogrifi. Lunghi ricci le scendono sulle spalle, e sul petto vedesi la formidabile corazza, nel cui mezzo la testa di Medusa con irti ca- pelli. {Farfyiese).

. . . {Nel mezzo). Torso del Dio Marte in riposo, dal- l' originale della Villa Ludovisi a Roma. Copia di un originale greco del 1," secolo av. C. ed eseguita nel IV sec. av. C.

6025. Bruto Secondo. Busto. Ha la faccia emaciata

44 PIANTERRENO

e dalla fronte gli traspare il tenebroso pensiero del co- spiratore. (Casa di Popidio, detto del Citarista, Pompei).

6027. Giunone. Statua, La Dea ben panneggiata è in atteggiamento maestoso e veramente divino. Il suo volto è di una bellezza maschia e severa. Con la mano regge uno scettro, indizio della sua possanza. {Farnese).

6028. Pompeo Magno. Busto. (Casa di Popidio, Pompei).

6029. {Nel mezzo). Agrippina Maggiore moglie di Oermanico. Essa siede severamente pensierosa con le gambe incrociate, con la chioma accuratamente inanel- lata. Le braccia abbandonate stringono l'una mano nel- l'altra. L'occhio immobile, la faccia solcata da rughe e le labbra chiuse ci danno il ritratto fedele di questa donna in preda a dolori vivi e profondi che sopporta con animo rassegnato. Statua di buona scultura romana. {Farnese).

*6030. {Nel mezzo). Antinoo. Il suo corpo è ben pro- porzionato, e la carnagione tiene del muliebre. Il volto è simpatico, e lo sguardo lascivo e sentimentale. {Farnese).

Questo imperatore, che fu assassinato nell' anno 217 D. C, vien rappresentato in tutta la fierezza della sua persona con ciglia aggrinzite. {F.)

6031. Antonino Pio. {Vedi Sala degl'Imperatori al corridoio). Busto bellissimo. La espressione del volto rivela il carattere buono di (questo imperatore. {Baia).

6032. Faustina {Vedi Sala degl'Imperatori) moglie di Antonino Pio. Imperatrice di costumi equivoci. Bel busto. {Baia).

*6034. Torso di Bacco. Scultura greca. {ì^arnese).

6369. Testa greca ideale del V sec, supposta Venere. (E.)

*6035. Torso di Venere. Scultura greca. {Roma).

Per seguire la progressività della numerazione^ si passi nel 2." portico, e si cominci dal busto colossale che resta presso la i.* porta d^ ingresso dei marmi. Qui sono riuniti gV imperatori romani.

IMPEBATOEI 45

SECONDO PORTICO (Imperatori).

/ busti e le statue degV Imperatori romani sono collo- cati per ordine cronologico.

*6038. Giulio Cesare. Busto colossale ed è forse uno dei tanti ritratti conosciuti che più risponde alle fattezze del gran guerriero storico e legislatore. (Farnese). A sinistra,

6039. Giulio Cesare. Statua. {Farnese).

6040. Cesare Augusto. Statua colossale sedente. {E.)

6041. Ottavia moglie di Marcello, fin' oggi creduta Livia. Statua. {Tempio d'Augusto, Pompei).

6042. Marcello. Busto. {Farnese).

6043. Tiberio. Busto. {Farnese).

6044. Marcello, una volta supposto Druso. Statua. {Pompei).

6045. Agrippina madre di Nerone. Busto. {Farnese).

6046. Caligola. Questa statua è molto pregiata, perchè quelle di Caligola furono tutte distrutte dal popolo, ap- pena avvenuta la sua morte. È interessante ancora per la bella corazza che indossa, in cui vedesi un cavallo in corsa, sopraffatto da un ippogrifo, mentre un soldato cerca frenarlo. Questo imperatore all'età di 28 anni, 4 mesi e 21 giorni fu assassinato dai congiurati con 30 colpi di pugnale. {Minturno).

A destra,

6047. Livia sacerdotessa di Augusto. Statua. {Pozz.)

6048. Augusto giovine. Testa. {Farnese).

6049. Tiberio. Statuetta. {Farnese).

109516. Augusto giovine. Testa. (Agosto 1872, P.)

6050. Tiberio giovine. Busto. {Ercolano).

6051. Tiberio. Busto colossale. {Pozzuoli).

6052. Tiberio. Busto. {Farnese).

■46 PIANTERRENO

6053. Tiberio. Statuetta. (Farnese).

6054. Agrippina. Busto. {Farnese).

6055. Druso figlio di Tiberio. Statua. {Farnese).

A sinistra,

6056. Claudio. Statua colossale sedente. {Ercolano).

6057. Antonia la giovine, sposa di Druso. Statua. {F.)

6058. Nerone. Busto. {Farnese).

6059. ViTELLio. Statua. {Ercolano).

6060. Galea? Busto. {Farnese).

6061. Ottone. Busto. {Farnese).

*1 10892. Tito il giovine. Busto colossale. {Farnese).

6062. Giulia di Tito, con bella acconciatura di ca- pelli disposti sulla fronte a guisa di diadema a nume- rose anella, acconciatura detta ud occhio di Argo. Busto. {Farnese).

6063. Nerva? Busto. {Farnese).

A destra,

6064. Britannico? Statuetta. {Farnese).

6065. Britannico. Busto greco. {Faì-nese).

6066. Vespasiano. Testa. {Farnese).

6067. Adriano. Busto. {Farnese).

6068. Vespasiano. Busto colossale. {Farnese).

6069. Adriano. Busto. {Farnese).

6070. Marco Aurelio. Busto. {Farnese).

6071. Antonino Pio. Busto. {Farnese). A sinistra,

6072. Traiano. Statua. {Minturno). A destra,

6073. Traiano. Statua. {Farnese). A sinistra,

6074. Plotina moglie di Traiano. Busto. {Farnese).

6075. Adriano. Busto. {Farnese).

IMPERATORI 47

6076. ViBiA Sabina moglie di Adriano. (Farnese). A destra,

6077. Domiziano. Statua. (Farnese). A sinistra,

6078. Antonino Pio. Busto colossale. (Farnese). *6079. Marco Aurelio. Busto colossale. (Farnese). 6080. Faustina la giovane, moglie di Marco Aurelio.

Testa su busto di giallo antico. (Farnese). *()081. Lucio Vero. Statua con bella corazza a due or- dini di squame tutti istoriati di teste barbute e di ani- mali. (Farnese).

6082. Annio Vero. Testa su busto di giallo antico. (F.)

6083. Lucilla. Statua. Donna avvenente, e per la quale Lucio Vero nutriva fervente passione. (Farnese).

6084. Commodo. Busto. (Farnese).

6085. Manlia Scantilla. Testa su busto di marmo cotognino. (Farnese).

6086. Settimio Severo, padre di Caracalla. Busto. (F.)

6087. Giulia Pia moglie di Severo. Testa su busto di alabastro cotognino. (Farnese).

6088. Caracalla. Busto. (Farnese).

6089. Plautilla, moglie di Caracalla, donna altiera e superba, ed una delle più rinomate bellezze di Roma. Fu vittima del tristo marito, dopo averle delapidate le immense ricchezze portategli in dote. Busto. (Farnese),

A destra,

6090. Marco Aurelio giovine. Testa su busto di marmo giallo. (Farnese).

6091. Marco Aurelio, Busto di buona scuola. (F.)

6092. Marco Aurelio. Statua. (Farnese).

6093. Marco Aurelio. Busto. (Farnese).

6094. Marco Aurelio. Busto. (Farnese).

6095. Lucio Vero. Statua. (Farnese).

48 PIANTERRENO

6096. Lucio Vero. Busto. (Farnese).

6097. Lucio Vero. (Farnese).

A destra,

6098. Eliogabalo. Busto. (Farnese).

6099. PuPiENO. Busto. (Farnese).

6100. Probo. Busto. (Farnese).

A sinistra,

610L Incognito. Testa su busto di porfido. (Farnese),

6102. Massimino. Statua. (Farnese).

6103. Giulia Mesa sorella di Giulia Domna. Busto. F,

TFRZO PORTICO (dei Balbi).

Nel mezzo.

*6104. Marco Nonio Balbo figlio. Statua equestre, in cui il Proconsole, appartenente ad una famiglia beneme- rita di Ercolano, inforca un focoso destriero, 1' espres-' sione del quale, secondo la tensione della briglia è sul punto di fermarsi. Il cavaliere vedesi vestito di corta tunica, e di una breve corazza stretta nel mezzo da fa- scia. Porta ai piedi belli calzari, e mentre con le redini modera gli slanci del cavallo, ha il braccio destro al- zato in atto di sostenere una lancia. Questa statua or- nava la Basilica di Ercolano.

A sinistra,

Sebbene i numeri di questo portico non si seguona Vun dopo l'altro, pure noi li noteremo qui progres- sivamente, la qual cosa renderà al visitatore più age- vole la ricerca di ciascuna scultura.

6105. Giovinetto. Statuetta. (Ercolano).

6106. Re Dace. Busto colossale. (Farnese).

6107. Sacerdotessa. Statuetta. (Pompei).

PORTICO DEI BALBI 49

6108 a 6114. Statuette di fanciulli in vario atteggia- mento ad uso di fontana. (Pompei).

6115 e 6117. Due barbari in ginocchio. Marmo pao- nazzetto. Le estremità sono di pietra di paragone, ba- sanites, voce greca. (Farnese).

6116. Re Dace prigioniero. Statua. (Farnese).

6118. Giovine frigio in ginocchio. Statuetta in marmo colorato. (Farnese).

6119. Cacciatore con largo cappello e veste vellosa. Sulla spalla porta una lepre legata e dal cinto gli pen- dono due colombi. Statua di molta verità ed espressione (Farnese).

6120. Giovine frigio. (Pompei).

6121. Sacerdotessa. Statuetta. (Pompei).

6122. Re Dace prigioniero. Statua. (Roma).

6123. Sacerdotessa. Statua. (Pompei).

6124. Pirro. Tutto armato poggia la sinistra su di uno scudo e porta una splendida corazza a due ordini di squame, sulla quale due Coribanti battono 1 loro scudi, per sal- vare col forte rumore il piccolo Giove seduto fra essi. (jE'.)

6125. Sibilla. Bella statua. (Farnese).

6126. Omero. Il cieco cantore è involto da una tunica senza maniche e da un mantello. Egli si appoggia a lungo e nodoso bastone, le braccia ripiegate quasi in abban- dono verso il petto. (Ercolano).

BUSTI.

Filosofi greci e oratori romani.

6127. Incognito. (Farnese).

6128. Zenone, nome in greco. (Farnese).

6129. Socrate. (Farnese).

6130. Lisia, precettore di Epaminonda ; nome in gre- co. (Farnese).

Monaco Guida del Museo Nazionale. 4

50 PIANTERRENO

6131. Carneade? filosofo greco di Cirene. (Farnese).

6132. Licurgo. (Collezione di Vivenzio).

6133. Incognito. (Farnese).

6134. Sofocle. (Farnese).

6135. Euripide, nome in greco. (Farnese).

6136. Licurgo. (Farnese).

6137. Annibale? (Capua).

6138. Incognito, supposto Virgilio. (Farnese).

6139. Sofocle. (Farnese).

6140. Apollonio di Tyane. (Farnese).

6141. Arato. Poeta ed astronomo di Cilicia. (Ercolano).

6142. PosiDOMo. Celebre filosofo stoico di Rodi. Scrisse un trattato sull'arte militare. Nome in greco. (Farnese).

6143. Solone. (Farnese).

6144. Periandro. Tiranno di Corinto, uno dei sette sapienti della Grecia. (Farnese).

6145. Incognito. (Farnese).

6146. Erodoto ; nome in greco. (Farnese).

6147. Lisia. (Farnese).

6148. Attilio Regolo. (Ercolano).

6149. Alessandro giovane. (Ercolano). 6150-1. Guerrieri coronati. (Ercolano).

6152. Zenone Ciziaco. (Ercolano).

6153. Demostene, Bella testa. {Ercolano).

6154. Giuba, re di Mauritania. (Ercolano).

6155. Antistene? (Ercolano).

6156. Archimede. (Ercolano).

6157. Temistocle. (Ercolano).

6158. Tolomeo Sotere. (Ercolano).

6159. Antistenb, fondatore della setta cinica. (F.) 6160-1. Euripide. (Farnese).

6162. Anacreonte, celebre poeta di poesie erotiche.CJ?.)

6163. Incogniti. (Ercolano).

6164. Agatocle? (Farnese).

POETICO DEI BALBI Tìl

6165. Sesto Empirico? (Farnese).

6166. Incognito. (Farnese).

(D'intorno al portico).

6167. Marco Nonio Balbo padre. Statua. (Ereolanoy

6168. ViciRiA moglie di Balbo. Bella donna in età avanzata. Statua. (Teatro di Ercolano).

6169 a 6172. Incogniti. (Farnese).

6173. Giovanetto avente al collo la bulla patrizia, gran distintivo dei Senatori e dei nobili. (Pompei).

111386. Fratello di Bruto. (Pompei).

6174. Tito Vespasiano giovane? (Farnese).

6175. Incognito. (Pompei).

6176. Gallieno. Questi ebbe in istima i Cristiani e fece cessare contro di essi ogni persecuzione. (jE'.)

*6177. Cicerone. È notevole il piccolo cece che ap- pare sulla guancia sinistra. (Farnese).

6178. Giunio Bruto P, in marmo colorato. (F.)

6179. Incognito. (Farnese).

6180. Caio Mario. [Farnese).

6181 . Bruto. (Farnese).

6182. Incognito. (Farnese).

6183. Marco Arrio Secondo. (Farnese).

6184. Claudio Marcello. Celebre generale chiamato * la spada del popolo romano ». (Farnese).

6185-6-7. Seneca. Tre busti fra loro somiglianti. F. 111385. Pompeo il Grande. (1870, Pompei).

6188. Vestale. [Ercolano).

6189. Cleopatra. (Ercolano). 6190 a 6193. Incogniti. (Pompei).

6194. Vestale, chiamata « la Zingarella ». (F.) 6195 a 6201. Incogniti. (Pompei e Farnese).

6203. Incognito. (Farnese).

6204. Lucio Cornelio Lentulo. (Farnese).

52 PIANTERRENO

6205-6. Incogniti. (Farnese).

6207. PosTUMio Albino? (Farnese).

()208-9. Incogniti. (Farnese).

6210. L. Valerio Publicola, oratore. (Ercolano).

Nel mezzo

*6211. Marco Nonio Balbo padre. Statua equestre di gran merito, compagna al n.° 6104, che ornava essa pure la Basilica di Ercolano.

(U intorno al portico)

6212. Sacerdotessa. Bella statua. (Pompei).

6213 al 6217. Torsi di statue e cani. (Farnese).

6218. Gruppo di due uomini, che, dopo di aver im- merso un porco in una caldaia, si accingono a nettarlo dalle setole. Naturale è l' atteggiamento di colui che soffia nel fuoco per ravvivarne la fiamma. (Farnese).

6219 a 6228. Cane, pantera e torsi vari di statue, tra cui è il n" 6224 del celebre torso di Laocoonte che abbiamo visto innanzi. (Farnese).

6229. Britannico. Piccola statua. (Telese).

6230. Giovanetto portante la bulla patrizia. Statuetta. (Telese).

6231. Cicerone. Statuetta. (Pompei).

6232. EuMACHiA, sacerdotessa. Statua innalzata in sua onore dai tintori di Pompei, giusta la iscrizione trovata a pie della statua. (Pompei).

6233. Marco Olconio Rufo con corazza riccamente decorata. Statua. (Pompei).

6234. Oratore. Statua. (Pompei).

6235. SvEDio Clemente. Statuetta. (Ercolano).

PORTICO DEI BALBI 53

(Nel mezzo del portico).

6236. Erma bicipite di Terenzio ed Aristofane, ce- lebri commediografi, l'uno romano, l'altro greco. {F.)

6237. SiMONiDE? poeta greco elegiaco. Statuetta se- dente. {Pompei).

6238. MoscHioNE, poeta greco: nome in greco. Sta- tuetta sedente con papiro in mano. {Farnese).

6239. Erodoto e Tucidide. Erma bicipite: nomi in greco. {Farnese).

(D'intorno al portico).

6240. Il Pudore. Statua. {Ercolano).

6241-3. Incogniti. Due busti ad erma. {Ercolano). 6242-4-8-9. Le quattro figlie di Balbo. {Ercolano).

6245. Terenzio. Busto. {Ercolano).

6246. M. Nonio Balbo figlio. Statua. {Ercolano).

6247. Terenzio. Busto. {Ercolano).

6250. Donna romana graziosamente ammantata. Sta- tua. {Ercolano).

6251. Incognito. Busto ad erma. {Ercolano).

6252. Console, preteso Silla. {Ercolano).

54 PIANTERRENO

SALE INTERNE.

PRIMA SALA (divinità).

A sinistra,

6253. Apollo che suona la lira. Statua. {Farnese^.

6254. Apollo. Statua sedente. {Farnese).

6255. Apollo Musagete. Statua. {Farìiese).

6256. 6257 e 6258. Tre erme di Apollo. {Farnese).

6259. Cerere. Statuetta. (Pompei).

6260. Giove. Testa, {l arnese).

6261. Apollo seduto sul tripode. Statua. (FJrcolano).

6262. Apollo Musagete. Statua in basalto verde, pre- giatissima anche per la dittìcoltA di lavorare simile qua- lità di marmo. (Farnese).

6263. Cerere. Statua sedente con fiaccola nelle mani a teste di papaveri. (Farnese).

6264. Venere. Maschera. (Farnese).

6265. Giove tonante. Statua. (Farnese).

6266. Giove. Eccellente scultura greca rinvenuta nel 1818 a Pompei.

6267. Giove. Mezza figura colossale rinvenuta nel se- colo XVI nella nicchia di un tempio a Cuma.

6268. Giunone. Busto di stile greco severo. (^F.).

6269. Cerere. Statua ben panneggiata a capricciose pieghe. Ha diadema sulla fronte tempestato di stelle, e nella sinistra alcuni fiori (Farnese).

6270. Bacco. Busto. (Farnese).

6271. Nettuno. Reggeva il tridente , che manca , e poggia la destra su di un delfino. Statua. (Pesto).

6272. Bacco. Busto barbato a erma, (Farnese).

6273. Cerere. Statua ben panneggiata, portante fra le mani una fiaccola a teste di papaveri. (Farnese).

6274. Giove Ammone. Testa. (Ercolano).

SALA DELLE VENERI 5'»

6275. Nettuno. Busto. {Farnese). *6276. Diana Cacciatrice. Statua in atto di scoccare un dardo; dalle spalle le pende la feretra. (Roma).

6277. Apolline. Statuetta. (Pompei).

6278. Diana d'Efeso. Statua di alabastro orientale con testa, mani e piedi di bronzo di Corinto. È turrita. Ha tre ordini di mammelle per mostrare che rappresenta la terra,e nutrisce tutti gli esseri viventi. Ricca collana, a guisa di festone le orna il collo, e la sua veste ade- rente, sempre più restringendosi verso i piedi, è isto- riata di animali e di figure simboliche. (Farnese).

*6279. Diana cacciatrice. Statuetta in su le mosse di scoccare un dardo. (Farnese).

6280. Diana Lucifera. Porta nella destra una fiaccola per dinotare che essa è la Luna. (Capua).

Nel mezzo.

628L Apollo. Statua colossale di un sol pezzo di por- fido, materiale difiìcile a scolpire. È coronato di alloro, e lunghi cirri di capelli gli scendono sulle spalle. La testa, i piedi, le mani e la lira in marmo bianco sono di lavoro moderno. (Farnese).

SECONDA SALA (Veneri).

La maggior parte delle Veneri, che andiamo a descri- vere non sono che dei ritratti d'imperatrici. Verso gli ultimi tempi dell'impero romano la testa di Venere altro non era che un pretesto a ritratto, poiché le donne celebri godevano del privilegio di essere rappresentate sotto le sembianze di questa dea. A sinistra,

6282. Pallade. Busto. (Farnese).

6283. Venere anadyomene. (Farnese). 6284-5. Due teste di Venere. (Pompei).

56 PIANTEBRENO

6286. Venere anadyomene che esce dal bagno. {F.)

6287. Venere. Statuetta. {Pompei).

6288. Venere anadyomene. Ha le ciocche della ciiio- ma bene annodate sulla fronte, e l'atteggiamento di voler nascondere alcune parti del corpo è oltremodo naturale. I suoi abiti ricchi di frangie veggonsi depositati su di un vaso scanalato. (Roma).

6289 e 6290. Venere. Teste. (Pompei).

6291. Venere e Delfino, Statua. (Farnese).

6292. Venere allo specchio. Essa con ambo le mani afferra i lunghi capelli tinti in rosso per disporseli sulla testa. (Pompei).

109608. Venere con peplo colorato in rosso, rinvenuta in Pompei nel Gennaio 1879.

*6293. Venere accovacciata e Amore. Bel gruppo in cui la Dea si carezza compiacente la morbida chio- ma, e col sorriso sulle labbra guarda un Amore alato, il quale a sua volta mostra col dito le divine forme di Venere, sua madre. (Farnese).

6294. Venere. Statuetta. (Farnese).

6295. Venere e Amore. Statua bellissima , e per le pieghe raggruppate nella mano, e per la chioma ben di- sposta, frenata da una benda sulla fronte, mentre lunghi cirri le scendono sulle spalle. (Pozzuoli).

6296. Venere e Amore. Piccolo gruppo in cui vedesi l'Amorino a cavalcioni di un Delfino; e questo è in atto d'ingoiarsi un polipo. (Farnese).

6297. Venere accovacciata. Statua. (Farnese).

6298. Venere. Statuetta. (Pompei).

6299. Venere Marciana. Statua. (Farnese).

6300. Venere e Amore. L'Amorino mostra una con- chiglia per dinotare come da essa sia uscita la Dea della bellezza. Statuetta. (Farnese).

6301. Venere con Delfino. Statua. (Farnese).

SALA DELLE VENERI 57

111387. Venere. Statua. {Ercolano).

6302. Mercurio con borsa in mano. {Farnese).

6303-4. Minerva. Due busti. {Pompei).

6305. Bacco con pantera. Statuetta. {Farnese).

6306. Bacco Indiano. Bel busto di scultura greca. (F.)

6307. Bacco e Amore. Bel gruppo. Il Dio del vino co- ronato di edera si appoggia ad Amore, il quale guarda Bacco in aria di compiacenza. Da un tronco di albero ricoverto di pampini e di grappoli, ai quali sembra aspi- rare un serpente, pende la nebride, o pelle di capretto. {Farnese).

6308. Bacco Indiano. Erma. {Farnese).

6309. Bacco. Statuetta. {Farnese).

6310. Bacco Indiano. Erma. {Pozzuoli).

6311. Bacco con pantera. {Farnese).

6312. Bacco. Bella statuetta (Tempio d'Iside, Pompei).

6313. Arianna. Busto. {Farnese).

6314. Antinoo, sotto le sembianze di Bacco. Questo im- morale favorito di Adriano, e pel quale si innalzarono templi e colonne in suo onore , è in piedi coronato di edera frammista a pampini e grappoli. Una pelle di pan- tera , che non arriva a coprirgli la nudità, gli scende dall' omero , e stringe nelle mani dei grappoli ed una coppa. {Roma).

6315. Arianna. Testa bellissima per espressione e per la chioma spessa e lunga. {Pompei).

6316. Bacco con pantera. Statua. {Farnese).

6317. Bacco Indiano. Busto a erma. {Ercolano).

6318. Bacco coronato di edera e pampini, da cui pen- dono grappoli di uva, reggendo con la sinistra una coppa. È conosciuto col nome di « Bacco Farnese ». {Farnese).

6319. Minerva. Statua colossale con elmo chiomato e istoriato, avente sul petto le Gorgoni e la testa di Me- dusa a rilievo. {Farnese).

58 PIANTERRENO

6320. Minerva. Busto. (Farnese).

6321. Minerva. Statua. (i'a mese).

6322. Minerva. Busto ad erma. (Ercolano).

Nel mezzo.

6223. Marte in riposo. Statua. (Farnese). TERZA SALA (Sala di Atlante). A sinistra,

6324. Bacco indiano. Erma. (Stahìà).

6325. P'auno sotto le furme di Bacco. Nella nebride raccorciata porta grappoli di uva ed altri irxxilì. (Pompei).

6326. Sileno. Testa piena di espressione. (Pompei).

6327. Bacco. Statua. (Pompei).

6328. Fauno che ride. Busto. (Pompei).

6329. Pane e Olimpo. Ambedue siedono su di una pelle di pantera. Pane con occhi lascivi si appoggia in atto di confidenza alle spalle di Olimpo. Questi intanto, ignaro del sentimento, da cui è ispirato il licenzioso maestro, avvicina alle sue labbra la siringa. Questo gruppo è di bella e felice espressione. (Farnese).

6330. Fauno che ride. Busto. (Pompei).

6331. Bacco, da alcuni creduto piuttosto un Fauno. Statua. (Farnese).

6332. Bacco. Busto. (Farnese).

6333. Bacco. Busto. (Farnese).

6334 a 6349. Statuette in diverso atteggiamento senza importanza artistica, che formavano ornamento di fon- tane. (Pompei).

6350. Bacco. Busto, (Farnese).

6351. Ganimede e Giove trasformato in aquila. (F.)

6352. Bacco ermafrodita. Statua. (Farnese).

6353. Amore. Statua. (Farnese).

6354. Bacco ermafrodita. Statua. (Farnese).

6355. Ganimede. Gruppo molto espressivo. Scultura ro- mana. (Farnese).

SALA DI ATLANTE 59

6356 e 6357. Arianna. Due erme. (Stabi'a).

6358. Dioscuro. Statua. {Farnese).

6359. EscuLAPio? Busto. (Farnese).

6360. EscuLAPio. Statua. {Farnese).

6361. Venere o Libera. Busto. {Farnese).

6362. L'Abbondanza. Statua. {Pompei).

6363 e 6364. Maschere colossali rappresentanti fiumi con la bocca semiaperta donde sgorgava l'acqua. {F.)

6365. Nereide assisa su di una roccia, poggiando la mano su di un'urna. {Farnese).

6366 e 6367. Altre due maschere colossali rappresen- tanti fiumi. {Farnese).

6368. Cerere. Statua in marmo grigio imponente e simpatica. {Farnese).

109621. Busto di donna con un acconciatura bizzar- ra. {Pompei).

6370. Iside avente in mano il sistro. Statua. {Napoli).

6371. CiBELE assisa in trono. Statuetta turrita. Ai lati sono due pantere con bocca spalancata. L'iscrizione la- tina ci fa conoscere che Virio Marcariano innalzò que- sta statua a proprie spese. {Farnese).

6372. Iside. Statua in marmo grigio con le estremità in marmo bianco, con sistro e prefericolo nelle mani. R.

6473. Bacco indiano. Erma. {Farnese).

Nel mezzo.

6374. Atlante. Egli è curvato da toccare col ginoc- chio al suolo, e geme sotto il peso del globo, sul quale veggonsi a rilievo solo quarantadue costellazioni. Statua. {Farnese).

*6375. Amore e Delfino. Questo gruppo di stile greco è di un'esecuzione perfetta, rappresenta un Amorino con lunga e spessa chioma, in posizione verticale, poggiando il capo su quello di un Delfino , il quale con la bocca spalancata attorciglia la coda intorno al corpo dell'A- morino. {Capua).

60 PIANTEBBENO

QUARTA SALA (Muse). A sinistra,

6376. Urania musa dell'astrologia. Statua. (Ere.) 114597. PoLiMNiA. (Pompei).

6377. Calliope musa della poesia eroica. Statua. (E.)

6378. MxEMOsiNA, madre delle muse. Statua. (E.)

6379. Ercole giovane. Testa colossale. (Farnese).

6380 a 6389. Varie statuette ad erma, tra le quali no- tasi una statuetta di Meleagro (6385) in marmo rosso antico. (Pompei e Farnese).

6390. Ajace Telamonio. Busto su colonna, (Farn.)

6391. Una Niobide. Statua. (Farnese).

6392. Ercole. Grande erma. (Farnese).

6393. Grande erma muliebre priva di testa e di bella scultura greca. (Farnese).

6394. Clio. Statua. (Ercolano).

6395. 6396 e 6397. Euterpe. Statue. (Ercolano).

6398. Euterpe, musa della musica. Statua. (Ere).

6399. Talia, musa della commedia, avente fra le mani una maschera comica. (Ercolano).

6400. Melpomene, musa della tragedia con maschera tragica nella mano. Statua. (Ercolano).

6401. Clio. Statua. (Farnese).

6402. Erato, musa delle poesie amorose. Statua. (E.)

6403. Calliope. Statua assisa. (Farnese).

6404. PoLiMNiA, musa dell'eloquenza. È tutta amman- tata e coronata di fiori. (Farnese).

6405. (Nel mezzo). Amazzone. Statuetta equestre, in cui un cavallo slanciato a tutta corsa è cavalcato da un'A- mazzone ben panneggiata e con la mammella destra nuda imbroccando uno scudo. Essa, per ferita riportata, si ab- bandona sul lato destro. È impossibile trasfondere mag- giore verità ed espressione di quella che si ammira nel presente gruppo. (Farnese).

SALA DEli GBAN MUSAICO 61

6406. Ercole ed Onpale. Vedesi nel gruppo Ercole in abito da donna con conocchia e fuso nelle mani, mentre Onfale, ricoverta della pelle del leone, reggo con la de- stra la poderosa clava dello eroe divenuto giuoco di lei. {Farnese).

6407. {Nel mezzo). Guerriero a cavallo. {Farnese). *6026 {Nel mezzo). Nereide su pistrice. Gruppo di

scultura greca. L'avvenente ninfa in estasi deliziosa è as- sisa su di una Pistrice, la quale rapidamente corre sulle acque agitate dalle onde. {Villa Lucullo, Posìlipo).

QUINTA SALA (Sala del Gran Musaico).

Nel mezzo.

*10020. La Battaglia di Alessandro e Dario nel mo- mento decisivo della vittoria. Musaico rinvenuto in un tablino di cui decorava il suolo nel sito centrale della casa detta del Fauno a Pompei.

Questo monumento delle arti , pregevolissimo per la grandezza della composizione e per la considerabile di- mensione, è rinchiuso in una fascia a mo' di cornice e tutto il lavoro è di pezzetti minuscoli di marmi naturalmente colorati, che nello spazio di un pollice se ne contano sino a 90, cosicché essendo l'intero musaico di metri q. 52,47, i pezzetti di marmo che lo compongono ascendono ad un milione ottocento ottantanovemila novecentoventi circa.

Ventisei guerrieri in atteggiamento diverso combat- tono disperatamente. È tanta la verità dei personaggi impegnati nella mischia, che pare di assistere ad una battaglia reale. Vedesi da un lato Alessandro a cavallo senza elmo, avente la chioma scompigliata per aver as- sestato un colpo di lancia ad un cavaliere persiano già caduto a terra. Dall'altra, Dario in quadriga, con la de- stra alzata incoraggia i suoi alla pugna, e gli si legge negli occhi l'ansia della vittoria.

62 PIANTERRENO

Musaico unico per grandezza, por ricca ed animata composizione, per varietà di colori e perfezione di dise- gno. (24 Ottobre 1831, Casa del Fauno, Pompei).

6408. Gladiatore. Statua. {Farnese).

*6409, Flora Farnese. Questa statua di proporzioni colossali è uno dei più bei capolavori greci.

Le sue vesti leggere e trasparenti lasciano vedere le elette forme del corpo. Il portamento è nobile e mae- stoso; e ti par di vederla muovere il passo. Gl'intelli- genti da per stessi giudicheranno tutti i pregi di que- sto miracolo dell'arte scultoria. La testa ed il braccio sinistro coi fiori sono di restaura moderno, eseguito da Guglielmo della Porta. (T^rme di Caracalla, Roma).

6410. Gladiatore. Statua. (Roma).

6411. Protesilao. Statua bellissima per espressione o movimento. (Roma).

6412. Doriforo di policlete. Erma. (Farnese).

6413. Omero. Erma. (Farnese).

6414. Euripide. Erma. (Farnese).

6415. Socrate, portante in greco una iscrizione cosi tradotta dal Visconti. « Non solamente ora, ina sempre mi sono comportato in modo di non dare ascolto a chic- chessia fuorché alla ragione, la quale sempre possentis- sima è stata nei miei pensamenti ». Busto ad erma. (F.)

6416. Gladiatore. Questa statua di puro stile greco è conosciuta col nome di Gladiatore Farnese. Egli è in piedi con le braccia che gli cadono abbandonate. Regge la vagina del parazonio, di cui la lama giace al suolo. Dalle larghe e profonde ferite scorre ancora sangue ab- bondante, e gli occhi sono ottenebrati e quasi spenti. Le labbra rilasciate e la bocca semiaperta mostrano che egli è sul punto di esalare l'ultimo respiro. Pur non- dimeno vuol morire con grazia per meritarsi il plauso delle belle matrone intervenute al Circo. (Farnese).

BASSORILIEVI IN MARMO 63

BASSORILIEVI IN MARMO SESTA SALA. (Sala del Vaso di Gaeta).

A sinistra,

6550 a 6553. (Contro la parete). Clipei, pelte lunate e MEDAGLIONI giranti con figure in ambo le parti. Ser- vivano d'ornamento agli intercolumnii. (Pompei). Contro la parete, l'ultimo a sinistra,

6556. Stele funebre. Altorilievo rappresentante un uomo presso del suo cane. Scultura arcaica. (Farnese).

6600. Triremi con guerrieri. (Pozzuoli).

6603. Altorilievo rappresentante uno sponsalizio con molte figure; una di esse adatta una corona di fiori sul capo della sposa, della quale è ammirevole il contegno melanconico e riservato. (Farnese).

6605. Sarcofago. Tre Amorini sostengono bellissimi festoni di fiori e di frutta e nel mezzo i busti dei fedeli sposi, che vollero essere uniti in vita ed anche in morte.

110565. Antiche galere con soldati. (Cuma).

.... Due Sarcofagi. (Farnese).

1 1 1070.Sarcofago. Diana visita Endìmione.(S. Antimo}-

GRANDE ARMADIO.

Busti, baccanti, puttini, faunetti per fontine. Al tì." 110602 va notato una bellissima statuetta di Venere con braccialetti di oro di recente scavo. (Pompei).

Nel mezzo.

6670. Puteale con intreccio di pampini, grappoli di uva ed uccelli. (Pompei).

6671. Puteale ad alto rilievo, in cui Minerva, Apollo, Esculapio ed Ercole fanno corona a Giove. (Pompei).

6672. Puteale con festone e quattro bucranii. (Roma).

64 PIANTERRENO

6673. Gran vaso rappresentante Teducazione di Bacco. Mercurio consegna il fanciullo a una delle Ninfe di Nisa.

Questo bel monumento dell'arte greca è in parte dan- neggiato; i marinari di Formia vi legavano le loro bar- che, come osservasi dai solchi lasciativi dalle gomene. In seguito servì di battistero alla cattedrale di Gaeta, donde fu trasportato al Museo di Napoli. Vi si legge il nome dell'autore ateniese Salpione.

6674. Sarcofago con basso rilievo rappresentante un combattimento di Greci e Amazzoni. {Miletoin Calabria).

6675. PuTEALE. Lavoro greco di molta espressione. Di- versi Fauni ad alto rilievo si occupano dei lavori della vendemmia. [Farnese).

6676. Centauro e Scilla. Piede di tavola in cui un Amorino portando con bel garbo la destra al fianco si appoggia al centauro che ride, e Scilla metà donna e metà cane, con la sua lunga coda ha strangolato due incauti attratti al dolce suono dei suoi canti. {Farn.)

SETTIMA SALA.

BASSO-RILIEVI.

A sinistra,

6677. Amorini che portano una ghirlanda. Altorilievo. {Farnese).

6678. Sacrifizio ad Ercole con iscrizione latina. {Col- lezione Borgia).

6679. Sacrifizio. Un sacerdote versa il liquore su di un'ara ardente , assistito da una sacerdotessa con due fiaccole capovolte. La figura velata attende 1' esito del sacrifizio. {Farnese).

6680. Ercole giovine. {Ercolano).

6681. Diana. {Pompei).

*6682. Venere persuade Elena ad amare Paride. Su

BASSORILIEVI IN MARMO 65

di una colonna vedesi la Dea Persuasione chiamata in aiuto da Venere. (Collezione dei Buchi di Noj'a).

6683. Ercole ed Onfale. Voto di Cassia Priscilla, giusta si legge nella iscrizione. Dintorno si vedono le dodici fatighe di Ercole. (Collezione Borgia).

6684. Baccanale. {Farnese).

6685. Sileno ubriaco su di un asino. Piccolo, ma espres- sivo bassorilievo, specialmente pel Satiro, che imita gli atteggiamenti di Ercole. (Pompei).

6686. Perseo che libera Andromeda dal mostro ma- rino. (Farnese).

6687. Scena comica. (Pompei).

6688. Apollo e le tre grazie. Questo grazioso basso- rilievo è di tale perfezione per composizione e disegno, che si stima uno dei più pregiati della raccolta. (Farnese).

6689. Oreste consulta l'oracolo di Apollo, dopo avere jieciso sua madre Clitemnestra. (Ercolano).

6690. Donna seduta che si diverte con un uccello. Di- nanzi altra donna si appoggia all'erma del Dio Priapo. (Pompei).

6691. Tiberio e la sua donna, entrambi sul medesimo cavallo si avvicinano ad un' erma presso un platano. La donna porta una face accesa simbolo dei loro dsaoTÌ.i Capri).

6692. Moro che conduce un carro preceduto da un guerriero. (Ercolano).

6693. Sarcofago. Bacco su carro tirato da un Cen- tauro. È preceduto da Sileno, e da Baccanti e Satiri. (F.) Presso la finestra,

6701. Sarcofago. Vi sono scolpiti due Centauri che reggono uno scudo su cui è inciso il nome dell'estinto. (R.)

6704. Frontone di sarcofago, rappresentante in tre piani le gesta di un guerriero. (Pompei).

6705. Sarcofago. Prometeo forma l'uomo in presenza

Monaco Gtùda del Museo Nazionale. ó

(i6 PIANTERRENO

dei Numi dell'Olimpo, Giove, Giunone, Mercurio e Net- tuno. Sui lati il carro del Sole e della Notte. (Pozzuoli).

6711. Sarcofago. Vi è scolpita la corsa di Enomao. (Pozzuoli).

6712. Corsa m Amorini su bighe. Piccolo frontone di sarcofago indicante la morte di un fanciullo avvenuta nell'esercizio della corsa. Tutte le figure son designate a meraviglia, e oltremodo simpatico è il putto, che si copre con la mano il viso. (Farnese).

6713. Bacco Indiano è invitato da Icario a riposarsi sul triclinium che gli accenna. (Capì'iJ.

6715. Due Cariatidi , sostengono un Frontone di edifizio , su cui leggesi a caratteri greci: « La Grecia elevò un trofeo dopo la vittoria da essa riportata sui Cariiy i quali ahbandorharono l'amicizia dei Greci per quella dei Peisiani ». A pie di un albero è personifi- cata la Caria vestita alla dorica. (Avellino).

6717 e 6729. Due grandi medaglioni con ritratti di due Consoli. (Farnese).

6718. Due Amorini, ciascuno in atto di ammazzare un bue. Bassorilievo votivo al Dio Mitra. (Farnese).

6723. Voto al Dio Mitra. Giovine su toro. (Capri).

6724. Fauno che cerca far violenza ad una Baccante la quale afl'erra l'indiscreto per la barba. (Ercolano).

6725. Sette giovinette che si danno la mano indi- canti le tre Grazie e le Ninfe del loro seguito, come, si legge nei nomi in greco. (Ercolano).

6726. Bacco preceduto da Fauno e Baccante. (F.)

6727. Orfeo, Euridice e Mercurio. Altorilievo. (Mu- seo Noja).

6728. Bacco giovane seduto. (Ercolano).

6753, 6757, 6763. Tre piedistalli rappresentanti Pro- vincie dome. (Farnese).

6776. Sarcofago rappresentante il trionfo di Bacco. F.

BASSORILIEVI IN MARMO 67

Nel mezzo.

6778. Vaso a campana. Al dintorno si vede, in bas-' sorilievo, il ritorno di Proserpina dall'inferno. Precede Bacco Indiano e Proserpina che gli si attacca ad un lembo del manto. (Farnese).

6779. Vaso a girelle in cui un satiro imita gli atti e lo incedere di Ercole. Tre Baccanti lo spingono e lo deridono. [Stabia).

6780. Piedistallo elevato in onore di Tiberio da quat- tordici città dell'Asia Minore, che egli avea fatto rico- struire dopo un terribile tremuoto. Portano scritti i loro nomi Efeso, Myrina, Filadelfia ecc. {Pozzuoli).

6781 6782. Due grandi candelabri con colonne ara- bescate di foglie e di frutta. {Farnese).

OTTAVA SALA. Nel mezzo.

6862. Fonte lustrale di rosso antico.

Fonti lustrali, acquaminaria, piedi di tavole con teste di leoni, d' ippogrifi, di chimere ecc.

Meritano attenzione i bellissimi fregi coi numeri

6788 e seguenti, infissi contro la parete a sinistra. Essi ornavano la porta della casa di Eumachia a Pompei e sono formati da belli arabeschi a rilievo, sparsi largamente di uccelli, animalucci, frutti, fiori, rosoni ecc., il tutto eseguito con ammirevole precisione.

Ritornando nel 2." portico ove sono i Balbo si passa nella raccolta delle

68 PIANTEKKENO

STATUE IN BRONZO.

Questa numerosa raccolta di statue, busti ed armi in bronzo è unica al mondo. In fatti tjual Museo può van- tare tanti capolavori dell' arte antica ? Il Mercurio in riposo, il Fauno ebbro, il Narciso, la testa di Seneca, il busto di Platone sono tali opere che non hanno ri- scontro ad alle quali venti secoli dopo s' inchinano ri- verenti gli uomini animati dal soffio divino del Genio, per trarne esempio e guida nella loro nobile carriera.

PRIMA SALA.

Nel mezzo.

*4904. Cavallo. È il solo rimasto della quadriga di Nerone, rinvenuto in moltissimi pezzi nel 1749 a poca distanza dal Teatro di Ercolano. Abilmente ricomposti ci hanno dato un'opera di arte pregevolissima. La iscri- zione latina, che trascriviamo, esprime assai bene quanto si è detto in proposito:

EX QUADRIGA AENEA SPLENDIDISSIMA

CUM SUIS lUGALIBUS

COMMINUTA AC DISSIPATA

SUPERSTES ECCE EGO UNUS RESTO

NONNISI REGIA CURA

RKPOSITIS AFTE SEXCENTIS

IN QUAE VESUVIUS ME ABSYRTI INSTAR

DISCERPSERAT MEMBRIS.

A sinistra,

*4886 e 4888. Due cerbiatti bellissimi e di forme svelte. {Ercolano).

*4887. Testa di cavallo colossale , antica insegna della città di Napoli. Importante scultura greca appar- tenuta al cavallo che decorava la Piazza di Nettuno, oggi piazza del Duomo, in Napoli.

STATUE IN BRONZO 69

Come leggesi in Celano (Notizie di Napoli p. 16). Dap- prima aveasi la superstizione credere che i cavalli gua- rissero della loro infermità facendoli girare dintorno ad esso per tre volte. Il Cardinale Filomarino per to- gliere una simile superstizione nel 1522 fece fondere il cavallo. Il corpo venne comprato per le campane della Cattedrale, e la testa ed il collo furono felice- mente conservati.

. . . Due teste di cavallo. Quella a destra proviene da Ercolano, l'altra è dei mezzi tempi.

4989. (Su colonna). Incognito. Busto. (Pompei).

4890 a 4893. Toro. Corvo. Mercurio sedente. Porco ; tutti ad uso di fontane. (Pompei).

. . . Due amorini ad uso di fontana, l'uno che stringe un'oca e l'altro portante un delfino sulla spalla destra. Statuette pregevoli per la grande espressione. (P,)

111063. (Su colonna). Lucio Cecilio Giocondo. Bel- lissimo busto rinvenuto nel 1874 a Pompei insieme alle tavolette pugillari con contratti di mutuo. (V. Sala dei papiri). È un uomo sulla cinquantina, ed é il ritratto fedele del petulante usuraio, il quale rivela la sua ma- lizia pel movimento contorto delle labbra.

4895. (Su piedistallo). Diana. Mezza figura. Nella parte posteriore del capo vedesi un foro pel quale, vuoisi, i sacerdoti davano il responso. La bocca semiaperta della Dea aggiunge valore a questa opinione. {Pompei). Armadio presso la finestra,

. . . Animali di ogni specie come tori, capre, cavalli, asini ed una piccola scimmia di mirabile fattezza. 4908. Due ali, probabilmente della dea Vittoria.(P.e^.)

4896. (Su piedistallo). Saffo? Busto, (ercolano). 5584. (Su colonna). Incognito. Busto mancante del

bulbo degli occhi. (Pompei).

4897 a 4902. Leone rampante. Serpe. Cignale at-

70 PIANTEEEENO

laccato da due cani. Cervo. Tutti ornavano una fon- tana di Pompei.

4903. Becco per fontana. {Nocera).

4990. [Su colonna). Agrippina. Busto. {Pompei).

SECONDA SALA

Nei quattro angoli della sala,

4991. Cajo Nobbano Sorice , magistrato di Pompei» come si legge sul piedistallo su cui posa questo ritrat- to. {Pompei, Tempio d'Iside).

4992. Bruto. Busto molto danneggiato dall'ossido. (P.) 4885. {Presso la finestra) Doriforo di Policleto. Bu- sto ad erma, finoggi erroneamente chiamato Augusto. Vi si legge il nome in greco dell' artista Apollonio, la qualcosa da a questo bronzo somma importanza. {E.)

4889. {All'opposto angolo) Amazzone, dapprima cre- duta Livia. Busto di gran pregio. (Ercolano).

Jjel mezzo

Presso la finestra , su colonne di giallo antico.

Efebo. Statuetta in bronzo argentato, un terzo dal vero. Esso potrebbe chiamarsi meglio un lychnoforo^ poiché, allorquando nel 25 Novembre 1900 venne sco- verto portava nella sinistra mano , a metà protesa un arnese per sospendervi due lampade, 'quale arnese ora è esposto nell'armadio qui presso la finestra.

Questo magnifico bronzo rivaleggia col celebre Molino delle Gallerie degli Uffizi a Firenze, ed è senza dubbio r opera eccellente di un artista attico forse della metà del V sec, come lo accenna, pure il trattamento dei ca- pelli. Gli occhi in smalto accrescono vita ed espressione viva a questo splendido bronzo. Ai due lati veggonsi in simili colonne in giallo antico,

*5608. Apollo di stile arcaico. Questo busto fu dotto Speusippo, successore di Platone. {Ercolano).

STATUE IN BRONZO 71

5633. Testa ideale con capelli ricciuti, una volta chia- mata Apollo. (Pompei).

Armadio nel mezzo.

*4993. Candelabro formato da un Amorino che porta sospesa ad una catenuzza una lucerna in mano. A lato dell'Amorino sta una colonnetta sormontata da una ma- schera comica che faceva pure da lampada. (Ere.)

4994. Pescatore sedente su di un sasso ad uso di fon- tana. (Pompei).

*4995. Gruppo di Bacco ed Ampelo, prezioso per l'arte. Stile arcaico. (Casa di Pausa, Pompei).

*4996 e 4999. Due bellissime statuette equestri, l'una di Alessandro a cavallo al suo Bucefalo e l'altra di un Amazzone che sta per vibrare un colpo della sua lan- cia. Sculture di gran pregio, (Ercolano).

*4997. Vittoria. Graziosa statuetta alata con braccia- letto di oro al sinistro braccio. (Pompei).

4998. Venere alla sua teletta. Statuetta pregevole di Nocera.

*5010. La Fortuna sul globo. Al petto le pende una collana di argento. (Ercolano).

*5024. Diana nell'atto di scoccare un dardo. (Pompei).

5025. Guerriero, a mezzo disteso per terra, in atto di chieder la vita. (Pompei).

5026. Un UOMO con mantello che poggia il piede de- stro su di uno scoglio. (Pompei).

5132. Piccola Venere che esce dal bagno. (Pompei),

5133. Venere Anadyomene con braccialetti in oro alle braccia ed alle gambe. Piccola scultura di gran pregio. E.

5292. Fauno danzante con tirso in mano. (Ere.) 5296. Fauno nell'attitudine di suonare la tibia. È da notarsi il movimento delle labbra. (Ercolano).

*5313. L'Abbondanza con cornucopia nella mano. E.

72 PIANTERRENO

4894. Cavallo bellissimo con briglia intarsiata in ar- gento. (JSrcolano).

113257. Apollo con lira in mano le cui corda sono di argento. Un tìletto di argento rattiene i suoi capelli. Piccola statuetta. (Pompei).

Armadio di rincontro alla finestra^

Genii alati, Giove, Minerva ed altre divinità.

Queste piccole figure erano poste all'ordinario in una edicola della casa, in luogo molto riservato, detto lararium^ ove si metteva loro dinanti una lampada, simbolo della vigi- lanza, e. spesso immolando in loro onore degli animali do- mestici.

L' Abbondanza assisa su di una sedia tenendo nella destra un piatto di argento ed il corno dell'abbondanza nella sinistra, rinvenuta nel 1880 a Pompei.

Arpocrate coll'indice presso la bocca per indicare che coloro che avevano imperfetta cognizione della divinità non doveano parlarne senza rispetto. Armidio laterale a sinistra,

Meritano di essere osservati i busti seguenti: (5465) Epicuro— (5466) Ermarco— (5467) Demostene— (5468) Zenone. Nomi in greco. (Ercolano).

Statuette di divinità, figure comiche e grottesclie. Armadio laterale a destra,

Specchi e patere di stile etrusco. Armadio sotto la finestra,

Putti in atteggiamento diverso ad uso di fontana. Si- leni seduti e a cavalcioni di un otre per fontana.

Amorino in atto di correre avendo un lungo codino alla foggia cinese. (Pompei),

110127. Galea. Busto in argento molto danneggiato dall'ossido, rinvenuto in Settembre 1874 in Ercolano.

STATUE IN BRONZO 73

TERZA SALA.

Entrando per la porta di sinistra,

5588. Incognito. Busto. (Pompei).

5589. ViciRiA madre dei Balbi. Statua sotto le sem- bianze della Pietà. {Ercolano)

5590. Tolomeo Sotere 1." Busto. {Ercolano).

5591. Mammio Massimo, magistrato romano che per la sua onestà fu onorato della presente statua, giusta l'iscrizione rinvenuta a piedi della statua. {Ercolano).

5592. Berenice. Busto di rara bellezza per la espres- sione del volto, e per la sua chioma ben disposta a spina di pesce. (Ercolano).

5593. Tiberio Claudio Druso. Statua colossale fatta erigere da Messio, figlio di L. Seneca, soldato della 12* coorte, giusta la iscrizione. {Ercolano).

5594. Tolomeo Filadelfo. Busto. {Ercolano).

5595. Augusto sotto le sembianze di Giove. Statua colossale. {Ercolano).

5596. Tolomeo Alessandro. Busto. {Ercolano).

*5597. Marco Calatorio. Fu integro magistrato ro- mano, perciò i cittadini lo onorarono della presente sta- tua, giusta la iscrizione. {Ercolano).

5598. Aulo Gabinio, una volta creduto Tolomeo Apio- ne. Busto. {Ercolano).

5599. Antonia moglie di Druso. {Ercolano),

5600. Tolomeo Lathyro? Busto. {Ercolano).

5601. Incognito. {Su mensola). {Farnese).

5602. Democrito? Busto. {Ercolano),

5603 a 5605. Tre attrici in diverso atteggiamento. Queste tre statuette, colle altre tre di rincontro, deco- ravano il teatro di Ercolano.

5603. Incognito {Su mensola). (Busto). Pompei). *5607. Archita, filosofo di Taranto. {Ercolano). 5609. Antonia, moglie di Druse. Statua colossale. {E.)

PIANTEERENO

5611. Camillo, (assistente ai sacrifizii). Statua. (Nap.J

5612. Faustina? Statua. {Ercolano). *5613. Apollo. Statuetta. {Pompei).

*5614. Efeuo, 0 testa ideale, una volta creduto M. Claudio Marcello. Busto. {Ercolano).

5615. Nerone Druso. Statua. {Ercolano).

*5616. L. Calpurnio Pisone, e secondo altri Seneca. Bella testa di grande espressione con rada barba, e il cui viso è solcato da profonde rughe. {Ercolano).

5617. Tiberio. Busto. {Ercolano).

*5618. Dionisio, sebbene da alcuni fosse stato ritenuto per Platone. Ha chioma e barba, folte e simmetriche. Bellissimo busto. {Ercolano).

*56iy a 5621. Tre danzatrici in atteggiamento diverso e più belle delle altre innanzi descritte. [Ercolano).

5622. Incognito. {Su mensola). Busto. {Pompei).

5623. Eraclito, filosofo di Efeso, querulo e inconten- tabile, che ogni fatto della vita attribuiva al caso. Bu- sto. {Ercolano).

Nel mezzo.

*5624. Fauno, dormiente. Al guardarlo ti par di sen- tire il respiro lieve e misurato di chi cerca rinfrancare le forze col sonno. {Ercolano).

*5625. Mercurio in riposo. Questa statua è una delle più perfette creazioni dell'antichità. Il messaggi ero de- gli Dei sembra non già fredda scultura di bronzo, ma un essere vivente, che con gli occhi quasi immobili e le labbra chiuse, da altro pensiero non sia preso se non da quello di rinfrancare le forze perdute. Il suo petto ben proporzionato pare ancora ansante per la corsa du- rata. {Ercolano).

*5626. e 5627. Due discoboli in atto di aver lanciato il disco, e col guardo ne seguono il corso. {Ercolano).

*5628. Fauno ubbriaco. Egli ha lo sguardo malizio-

STATUE IN BRONZO 75

samente languido e, bocca sorridente, dalla quale man- cano alcuni denti. Con una certa aria di effeminatezza imita il suono delle castagnette. Statua di gran merito per espressione e per verità. {Ercolano). *5629.ApoLLO.Statua di ben proporzionate membra.(P.) *5630. Apollo inatto di scoccare un dardo. Statua. (P.)

QUARTA SALA.

Presso la finestra.

Quattro capo-lavori su colonne in giallo antico.

*5001. Sileno. Statuetta esprimente al vivo lo stato di ubbriacbezza del vecchio Sileno che sorregge un cerchio con foglie di acanto, al quale forse era adattato un tino 0 un canestro. I suoi muscoli sviluppati e la carne flo- scia sono di una naturalezza senza pari. {Pompei).

*5002. Fauno danzante. Egli, maliziosamente sorri- dente, danza con movimenti leggieri, innalzando le brac- cia con grazia. Questa statuetta per l'espressione del volto e per lo sviluppo dei muscoli può dirsi veramente un gioiello. (Casa del Fauno, Pompei).

*1 1 1495. Fauno in attitudine bizzarra, con otre in mano. Statuetta di molto pregio ad uso di fontana. (1880, P.)

*5003. Narciso. Il vanitoso giovinetto, pazzo innamo- rato delle sue belle forme, non si sarebbe potuto scol- pire con maggiore espressione. Porta i calzari simmetri- camente allacciati, e sull'omero una pelle di capretto. La testa, inclinata alquanto, pare che accenni ad ascoltare un suono o rumore lontano. Il volto intelligente, lo sguardo immobile ed ogni altro atteggiamento rendono questa statuetta un' opera veramente degna dell' arte greca. {Pompei).

76 PIANTERRENO

Nel mezzo.

5635. Nerone e secondo alcuni Caligola. Statua eque- stre ricomposta quasi interamente. Essa ornava la som- mità del castello Aquario a guisa di arco trionfale che sorge accanto al tempio della Fortuna a Pompei. Nei quattro angoli della sala,

Busti d'incogniti Nota il r.« 5634 in prossimità della finestra. È il ritratto del sommo capitano Scipione l'A- fricano eseguito ammirevolmente. {Ercolano). Nell'intervallo delle vetrine presso la finestra,

5586. SiLLA? Busto. (Ercolano).

5587. Busto galeato d'incognito. (Ercolano). Vetrina presso la finestra,

5844 e seg. Ghiande dette missili in piombo con iscri- zioni. Esse venivano lanciate con forza e vuoisi che sieno state adibite per mettere in rotta i soldati di Azio Varo.

ARMI GRECHE.

( !,'■ grande vetrina). Cuspidi di bronzo, elmi, loriche ocree, frontali e baltei per eavalli. (Pesto e RuvoJ.

ARMI GLADIATORIE.

Trombe servite per segnale nello pugne.

Ocree, galee, elmi istoriati, tra cui si noterà il n" .5673 avente a rilievi gli ultimi fatti dalla guerra di Troja ed il 5674 rappresentante provi ncie alleate prostrate di- nanzi a Roma personificata. {Pompei ed Ercolano).

ARMI ROMANE ED ITALICHE.

(3.^ grande vetrina). Galee, ocree, gladii.

5746. Insegna militare figurante un gallo. Tre trombe rinvenute negli ultimi scavi di Pompei.

ULTIMI AFFRESCHI POMPEIANI 77

PIANO INTERMEDIO— A destra.

PRIMA SALA. Nel mezzo.

Vetrina con svariato numero di lampade, coppe in terra cotta e maschere ad uso di fontana. (Pompei).

ULTIMI AFFRESCHI POMPEIANI.

Entrando a sinistra,

N. B. Si segua la progi-essività della numerazione e no» Tordine dei dipinti come si veggono collocati.

111209. Banchetto {symposium). {Pompei).

111210. La morte di Laocoonte. Frammento. (/*.)

111211. Enea coi suoi compagni (III .^n. di Virg.) Alcuni vi riconoscono Polifemo ed Ulisse. {Pompei).

111212. Danae a Scrife. {Pompei).

111213. Bacco e Sileno. {Pompei).

111214. Venere e Marte? {Pompei).

111436. Giasone si presenta a suo zio Peleo, ad An- tinoe e ad Asteropia figliuole di Peleo. {Pompei).

111437. Venere e Adone seduti contemplano un nido contenente due amorini alati.

Vuoisi riconoscere in questo soggetto Enea che pre- senta a Bidone, Regina di Cartagine, il creduto suo figlio Ascanio, o lulio, avendo Amore preso le sue sembianze d'ordine di Venere, per accendere il cuore di Bidone per Enea (Eneide di Virgilio Lib. L"). {Pompei).

111439. Tempio con colonne doriche dai cui scalini ve- desi scendere Ifigenia con sguardo incerto e pietoso se- guita da quattro donzelle. {Pompei).

111440. Guerriero sedente con gladio in mano. (P.).

78 PIANO JNTEBMEDIO

111441. Mito di Diana. La dea è seduta avendo a lato la lancia e la faretra. Amoro è fra le sue ginocchia. Più indietro tre donne. Dinanzi è un giovine cacciatore forse Orione. {Pompei).

111442. Tritone che regge un'anfora e trasporta a nuoto una Nereide. Nettuno li segue. {Pompei).

111471. Grande dipinto sconservato e di soggetto ignoto: forse Fedra che accusa Ippolito a Teseo. {Pompei).

111472. Gran padiglione sotto del quale, fra le varie figure, si può riconoscere Ciro re della Persia. {Pompei).

111474. Concerto di musica. Bacco suona la siringa ed una baccante la lira. Bel dipinto ben conservato. {P.).

111474. Ercole debella il centauro Nesso per liberare Dejanira. {Pompei).

111475. Europa trasportata sulla groppa del toro. Ac- canto vi sono tre donzelle. {Pompei).

111476. Cassandra alla presenza di Ettore predice a Priamo la ruina di Troia causata dal fanciullo Paride. Questi si poggia alle ginocchia del re. {Pompei).

111477. Dinanzi ad un tempio si veggono varie pic- cole figure muliebri. A sinistra del quadro avvi un'ara accesa, su cui, in una caldaja, vien sacrificato un ani- male pecorino. {Pompei).

111478. Torre in riva del mare. Dieci piccolissime fi- gure sono sparse sulla riva. {Pompei).

111479. I NiOBiDi saettati da Apollo. La scena si com- pone di tredici figure d'ambo i sossi a piedi ed a cavallo. Nella parte inferiore veggonsi sedenti due divinità col corno dell'abbondanza. {Pompei).

111480. Donna assisa con scettro in mano. Dietro sono tre ancelle e dinanzi due uomini. {Pompei).

111481. Bacco ed Arianna. Composizione di più per- sonaggi. {Pompei).

i 111482. Scene di tavernaio quattro scompartimenti.

ULTIMI AFFRESCHI POMPEIANI 79

Sono da osservarsi, i due giuocatori alla mora e le due persone (a destra) che si rissano, mentre il padrone del- l'osteria tira pel lembo del soprabito una di esse. Ac- canto si legge: ite foras rìxatis. {Pompei).

111483. La morte di un eroe alla cui vista una gio- vine donna si trapassa il petto colla spada di lui. Questo soggetto ricorda la favola di Pi ramo e Tisbe. {Pompei).

111484. Sileno e Bacco scovrono Arianna che dorme sollevandole il velo. {Pompei).

112221. Graziosi arabeschi e festoni. {Pompei).

112222. L'anfiteatro di Pompei. In esso è rappre- sentata la rissa avvenuta tra i Pompeiani ed i Nocerini a causa di una donna insultata dai primi. Affresco mal disegnato, ma pregevole dal lato storico ed anche perchè mostra che l'anfiteatro era ricoverto del velarium. {P.)

112282. Venere e Marte seduti su di un sasso. Grande dipinto. {Pompei).

112283. Baccante che dormi a pie di una cascata di acqua. {Pompei).

112285. Uomo nudo in attitudine singolare, a mezzo accasciato, mentre due serpenti gli si avventano. Vi si legge : « Cacatoi* cave malu ». A sinistra vedesi la Fortuna col corno dell'abbondanza in mano. {Pompei).

112286. Bacco a pie di un monte il quale, secondo Pal- mieri, sarebbe il Vesuvio che allora avea un cono solo sul monte Somma. Il Nume è vestito di una foggia sin- golare, presentando un grosso grappolo d'uva da cui sor- gono la testa, le braccia e i piedi. {Pompei).

113195. Veduta del Nilo con la caccia al coccodrillo. Dei nani tirano un coccodrillo : altri sono assaliti da ip- popotami. {Pompei).

113197. Il giudizio di Salomone in caricatura. Sog- getto incerto con figure sotto forma di nani. {Pompei).

114320. Elena e Paride. Presso una porta Amore.

80 PIANO IKTEBMEDIO

114321. Medea medita la morte dei propri figli che sono poco lungi giocando agli astragali. (Pompei).

114322. Fedra seduta accanto ad altra donna in piedi. Un'ancella porta un cestino, (Pompei).

115396. Teseo che abbandona Arianna. (Pompei).

115397. Ercole ed Auge. (Pompei).

115398. La carità romana. (Pompei).

115399. Bellerofonte presenta a Giobate la voluta lettera di raccomandazione. (Pompei).

116085. Achille riconosciuto da Ulisse nella reggia di Licomede. Bellissimo dipinto. (Pompei.)

116086. Guerriero armato. (Pompei).

119689. Figura muliebre presso di un ara in atto di prostrarsi, supplichevole, ad un uomo che trae fuori dal suo gladio la lama. Dietro, altra donna. (Pompei).

119690. La partenza di Criseide. Dessa è sorretta per le braccia da due ancelle, ed avanzandosi pone il piede sulla scala di un battello nel quale sta un uomo che pare indirizzarle la parola. (Pompei).

119691. Il giudizio di Paride. (Pompei).

SECONDA SALA. I PIÙ RECENTI AFFRESCHI POMPEIANI.

120029-30-31. Symposium. 1 convitati sdraiati su tri- clini sono a geniale banchetto serviti da' loro schiavi. Notisi colui che è divenuto ebro ed è sorretto da una schiavo, mentre un altro sta mettendo le scarpe ad uno dei convitati. (Pompei).

120033. Il giudizio di Paride. (Medesima Casa).

120034. Leda ed ilCignoai suoi piedi. (Medesima Casa), 120085. Pentesilea a cavallo attaccata da Achille. In

distanza, le mura di Troja. (Casa del Citarista, Pompei).

TEBRE-COTTE 81

120086. Soggetto dubbio. Si vuole sia la purificazione di Oreste. (Pompei).

.... Il cavallo trojano. Ripetizione del n. 9010 ( Vedi affreschi pompejani al pianterreno). (Pompei).

.... Paesaggio presso un fiume con Venere sorpresa da Atteone. (Pompei).

120615. Due ritratti di poeti coronati colla iscrizione HOMHPtdS e ri^O ... Due medaglioni. (Pompei).

TERZA SALA.

Questa sala è riservata a contenere gli altri affreschi che potrebbero successivamente immettersi dagli scavi pompeiani.

TERRE-COTTE.

PRIMA SALA.

Questa raccolta mancando ancora di un numero progressivo ci accontentei-emo di accennare i soggetti più interessanti suc- cessivamente come vedono collocati.

Nel passaggio alla sala delle terre-cotte, contro le pareti, Frammenti in terra-cotta con la marca di fabbrica, ed il nome del fabbricante.

Nel mezzo.

Statuetta sedente di filosofo con papiro avvolto in mano. In un tavolino presso la finestra.

Frammenti in terra-cotta con marca di fabbrica. Fuori gli armadi presso la finestra,

Cinque grandi vasi detti a mascherone. (Canosa).

Anfore con forma conica a punta acuminata. Gli an- tichi se ne servivano per immetterle nella sabbia nei

Monaco Guida del Museo Nazionale. 6

82 PIANO INTERMEDIO

sotterranei per conservarvi il vino. Molte di esse furono dissepolte nella cava della casa di Diomede a Pompei. Due statuette di attori comici con maschera.

Negli ariiiadìi.

Pentole contenenti frutta carbonizzate, coppe, piatti ec.

SECONDA SALA.

Nel mezzo grande armadio chiuso contenente delle terre-cotte non visibili al pubblico.

I Armadio.

A sinistra entrando,

Salvadanari presso i quali sono delle monete di bronzo che erano racchiuse negli stessi. Vasetti da pomata.

Presso la finestra^

Colombaio a forma di anfiteatro. (Pompei).

Due vasi a forma di olla di cui gli antichi si servi- vano per ingrassare i ghiri. Nell'interno di essi vedesi il luogo ove ponevasi il cibo che era di ghiande, di noce e di castagne.

Due puteali, uno dei quali ha al d'intorno a basso- rilievo le avventure di Ercole. {Pompei).

Quattro coperchi in terra-cotta di tombe etrusche con ligure sdraiate. (Vulci, presso Firenze). Contilo la parete,

Bassorilievi in frammenti riuniti assieme, dipinti in bleu pallido e in rosso, rappresentanti dei cavalieri vol- sci e dei guerrieri su bighe che fugano il nemico dopo la vittoria ed il Senato che decreta loro il trionfo. Mo- numenti di grande importanza per l'epoca molta remota rinvenuti a Velletri nel 1784, e pubblicati a Roma nel 1785 da Monsignor Becchetti.

TERRE-COTTE 83

II Armadio.

Teste, mani e piedi votivi.

Ili, ly, V e Armadio.

Gran numero di lampade in terra-cotta.(P. ed Ere.) Nell'intermezzo degli armadi^

Due grandi statue in terracotta rappresentanti Giove e Giunone. {Pompei).

Nell'ultimo armadio.

Animali di specie varia.

Statuette muliebri e grondaie per edifici. {Pompei).

ULTIMA SALA.

Negli armadi.

A destra^

Frutta in terracotta e maschere per fontane.

Lampade con bellissimo smalto. {Pompei).

Il gruppo della Carità romana, rappresentante Cimone che succhia il latte della propria figlia Perone.

Gran numero di statuette rappresentanti dei Lari e delle figure grottesche. {Pompei).

Negli armadi.

Presso la finestra,

Urne cinerarie.

Antefisse, frammenti di bassorilievi e forme di statuette di cui a lato vedonsi le impronte in cera. Presso la finestra, su colonna,

Cerere? poggiante su due cavalli marini. Statuetta dipinta in rosso, che ha servito da coperchio di un vaso. (Canosa).

84 PIANO INTERMEDIO

PIANO INTERMEDIO A sinistra.

RACCOLTA CUMANA.

PRIMA SALA.

Nel mezzo.

Busto di S. A. R. il Principe di Carignano , opera dello scultore cav. Vito Angelini, posto qui a ricordo e onoranza, per aver il lodato Principe comperata la pre- ziosa raccolta cumana dagli eredi del Conte di Siracusa^ facendone nel Maggio 1861 dono al Museo di Napoli.

Presso la finestra,

85885. Cassetta rettangolare di legno moderno contor- nata di avorio, la più parte figurata agli angoli e sul coverchio. Questa si chiudea con un meccanismo speciale, e rinchiude molti oggetti e frammenti trovati nella stessa, cioè agocrinali, anella d'oro ecc.

Su colonna,

55873. Vaso a campana rappresentante due triclinii, sui quali stanno dei giovani sdraiati, assistiti da suonatrici, ed altre figure. Presso ciascun triclinio vedesi imbandita una mensa con vivande, frutta, coppe e corno potorio.

Negli armadi.

Vasi italo-greci di varia forma e grandezza, piatti di vetro, prefericoli, coppe, patere, bottiglie, lacrimatoi, an- forette, piccole lagene, uccelli, testuggini o lucerne sem- plici e istoriate in terracotta.

RACCOLTA CUMANA 85

SECONDA SALA. Nel mezzo.

Maschera in cera , impronta di viso umano , rinve- nuta in una tomba a Cuma nel 1853. Quattro scheletri privi della testa erano in questa tomba, di cui due ave- vano invece della vera testa le maschere in cera. Vuoisi che questi corpi fossero di martiri cristiani. Presso la finestra su colonna,

*86496. Vaso italo-greco (balsamario) rappresentante la battaglia fra Greci ed Amazzoni. Le figure sono in animata azione ben disegnate: quella sopratutto del guer- riero ferito è insuperabile per la felice espressione che l'artista ha saputo darvi. Nomi in greco. In due piccole vetrine a tavola.

Fibule, anella di argento con scarabei, cerchietti d'oro a filagrana, balsamari, anforette, piattello di vetro greco.

Negli armadii.

Vasi bellissimi etrusco-siculi e italo-greci, balsamarii, rhytons, prefericoli, coppe di varia forma. Armadio di mezzo,

Varii oggetti in bronzo, come strigili ad uso di ba- gni, coppe, specchi metallici, lacrimatoi, dadi in osso per giuocare e delle monete in bronzo.

TERZA SALA.

Presso la finestra, sotto cristallo,

Teschio con un dente e un osso dell'avambraccio cre- duti di una giovine donna, rinvenuti nella casa di Marco Arrio Diomede a Pompei. I massi di cenere vesuviana raccolti qui lasciano vedere ancora la impronta di una mammella di questa disgraziata colpita dalla catastrofe, non che la impronta delle dita, delle mani e dei piedi.

86 PIANO INTERBIEDIO

OGGETTI DI MEZZI TEMPI. Nel mezzo.

Tavolino contenente medaglioni in bronzo ed in piombo con rappresentanze religiose serviti per bozzetti di mo- numenti. Contro la parete a sinistra^

10813. Amorini che scherzano attorno alla testa di un'erma barbuto. Bel bassorilievo in marmo.

I Armadio.

Riproduzioni di statuette in bronzo. 10568 Copia dell'Ercole Farnese in bronzo. 10538. Alessandro Farnese. Statuetta equestre in bronzo.

10528. (Su piedistallo). Amore in atto di spingersi al volo. Statuetta in bronzo.

10529. Antinoo? Testa in bronzo.

II Armadio.

Piatti ed una conca in pietra nerastra simile al co- lore dell'ardesia. Al disopra del II armadio, a d.

11195. Macchina da orologio con cassa di legno d'e- bano eseguita in Roma nel 1062. Sul quadrante è di- pinto Alessandro Farnese a cavallo. In alto vi è uno spiraglio a guisa di tabella ansata e due putti ai lati. Su detta tabella veggonsi segnate le ore con numero mobile. Contro la parete,

10816. Trittico in alabastro dorato in cui ad alto- rilievo è rappresentata la Passione di Nostro Signore. Giovanna II lo depositò presso la tomba di Ladislao nella chiesa di S. Giovanni a Carbonara. Vi si legge in an- tico gotico « Hic captus est etc. ».

10793. Medaglione con l'allegoria del Cristianesimo. Una donna assisa su di un tempio con le chiavi della

OGGETTI DI MEZZI TEMPI 87

chiesa si volge verso altra donna prostrata che le pre- senta il vangelo. Bassorilievo su bronzo.

10794. Altro bassorilievo rettangolare su bronzo in cui vedesi Romolo e Remo. Uno di essi è fra le brac- cia di Rea Silvia, l'altro è fra le braccia di altra donna in ginocchio dinanzi ad una conca in atto di lavarlo. Un vecchio ed una giovine assistono alla scena.

10795. Bassorilievo di pietra di paragone, rappre- sentante sei putti innanzi al simulacro di Priapo. Uno di essi giace su carro tirato a mano da un altro putto. Su piedistalli,

10522. Caino uccide Abele. Gruppo in bronzo.

10523. Toro Farnese. Mediocre copia in bronzo dorato. 10527. Ferdinando I d'Aragona. Al collo gli pende

l'Ordine dell' Ermellino da lui istituito. Busto in bronzo.

Ili Armadio.

Vari busti in bronzo e vari oggetti di poca importanza. 10515. (Su colonna). Caracalla. Busto in bronzo.

IV Armadio.

Busti in marmo rappresentanti imperatori romani.

10809. Figura muliebre che ha il lato sinistro ana- tomizzato. Marmo.

10807. Ermafrodito giacente. Copia dell'ermafrodito Borghese esistente in Roma. Marmo.

10826. (Su colonna). Dante. Busto in marmo. Contro la parete,

10815. Medaglione in marmo a bassorilievo rappre- sentante la notte di Thorwaldsen con nome dell'autore inciso, a sinistra. Su piedistalli,

10817. Porco che viene compresso da un tacchino che gli è sulla schiena. Un allegoria. Marmo.

88 PIANO INTEKMEDIO

10818. La poetessa Saffo? Statuetta sedente. Marmo.

10827. Amore che dorme. Marmo.

10828. Uomo dormente ad uso di fontana. Marmo.

QUARTA SALA. RACCOLTA DELLE STAMPE.

Questa celebre raccolta fu opera lunga e dispendiosa fatta a Milano dal conte Firmian, mite Governatore della Lombardia al tempo della dominazione austriaca. Dopo la morte del Conte divenne proprietà dellaCorte di Vienna, e l'Imperatrice Maria Teresa ne fece un presente alla sua figliuola Maria Carolina, Regina di Napoli.

Il Re Vittorio Emanuele nel 1864 ne fece un dono al Museo, aggiungendovi molte incisioni di epoca più re- cente, ma pure di valenti artisti.

GRANDE ARMADIO.

Duecentoventicinque volumi con 19328 stampe, oltre 208 stampe sciolte, e 985 disegni a matita ed a penna d'illu- stri autori e le bellissime carte da giuoco del Mantegna.

Tre incisioni di argento, del XVI secolo: Due sono di Annibal Carracci ed una di Francesco Villaniena suo scolare. Essi sono:

416. Sileno sdrajato all' ombra di tralci di viti con grappoli, avente nella sinistra una coppa, mentre un Fauno ai piedi gli fa zampillare in gola il vino pre- muto da un'otre sostenuto sugli omeri di un Satiro. Quadro ricchissimo di ornati e fogliami.

416. Incisione in forma circolare rappresentante il ro- vescio del n." 416 di Francesco Villamena di Assisi, sco- lare del Carracci.

417. Deposizione della Croce. Ottima ed espressiva in- cisione del Carracci. Vi è inciso il suo nome e la data 1598. Lavoro espressamente fatto pel Cardinale Antonio Maria Salviati.

VETRI ANTICHI 89

PIANO SUPERIOEE LATO sinistro

VETRI ANTICHI.

L'uso del vetro rimonta ad un'epoca molto remota. Plinio (XXXVI, 27). e Tacito (Ann. V, 7) ci fanno co- scere, che se ne deve la scoperta al caso; imperciocché alcuni mercanti Fenici, fermatisi presso la riva del fiume Belo, avendo gittato dei pezzetti di nitro, di cui «ssi facevano commercio, sotto i vasi nei quali cuoce- vano i loro alimenti, restarono sorpresi dall' osservare che il nitro combinato colla sabbia della riva aveva pro- dotto il vetro.

In seguito a ciò vennero su degli artisti che del me- stiere di vetraio fecero un arte, dando al vetro ogni forma e colore fino a creare delle teste in smalto e ad imitare le pietre preziose con bellissime combinazioni di colori.

Essi pervennero financo a contraffare i più bei camei le più fini incisioni coll'impressione della pasta vitrea.

Gli antichi scrittori ci fanno sapere che l'imperatore Oallieno fece condannare ad essere divorato da un leone un mercante , che aveva venduto all' Imperatrice degli oggetti di vetro per gioie, ma al momento della condanna, invece di un leone, l' Imperatore fece venir fuori dalla gabbia un cappone, non volendo punire l'impostore che con falso apparato di un supplizio.

Allorquando si pensa che qualunque ceto di persona, non esclusa la classe povera, si ornava le dita di anella con incastri di vetro, non è a stupirsi se ancora oggi vien fuori dal suolo una si grande e ricca varietà di questo sottile e fragile oggetto che ci attesta la mera- vigliosa abilità degli antichi in simile industria.

90 PIANO SUPERIORE

Presso la finestra^

*13521. Anfora di vetro turchino. Questa preziosa anfora ha uno smalto bianco, sul quale sono ricacciati quasi a rilievo molti Amorini, uccelli e viti intrecciate sfarzosamente e cariche di grappoli. Insomma è un gio- iello di cui non si conosce il simile, rinvenuto presso la via delle tombe a Pompei.

Armadio nel mezzo.

Ricca raccolta di vetri colorati greci e romani. Nota:

13522. Gran piatto di vetro frammisto a pezzettini di oro e lapislazuli. (Ruvo).

13688. Patera in vetro bleu con manico terminante a testa di Ariete. Il mezzo della patera è decorato di maschera silenica in smalto bianco e circondata da una ghirlanda di edera. (Pompei).

43593. Piccola coppa contenente il teschio di un uccello.

Svariato numero di vasi colorati di forme graziose.

T. Armadio.

A sinistra entrando, Piatti presso che simili a quelli usati oggidì. Si noti al n. 11575 un bacile restaurato.

II Armadio.

Bellissima raccolta di bicchieri di forma varia. Al- cuni sono scanalati, altri striati, e quello segnato al n. 111414 è ornato di pampini d' uva fra cui vi sono degli uccelletti saltellanti.

11959 e seg. Mortai. (Pompei ed Ercolano).

Ili Armadio.

Coppe. Nota ai numeri:

12008-10. Due lattiere dette a petto d'oca di forma graziosa.

VETBI ANTICHI 91

110488-9. Due casseruole. Delle anforette. (P.)

IV e V Armadio. Bottiglie simili a quelle usate da noi oggidì. Imbuti. (Pompei).

TI Armadio.

Lacrimatoi, o vasetti di forma oblunga, destinati, da gli antichi a raccogliere lo lagrime che si spargevano nei funerali ed essere collocati nelle tombe dei loro cari.

Anforette di forma conica terminanti a punta. Yll Armadio.

Urne cinerarie. Alcune conservano ancora degli os- sami e ceneri dei defunti.

Nei tre armadii seguenti.

12918 e seg. Guttatoi per deporvi gli unguenti.

11744 e seg. Vetri usati per le finestre che conser- vano ancora la trasparenza, e più spessi di quelli di oggi.

11781 e seg. Pezzetti di talco pure ad uso di finestra.

Tutti di Pompei ed Ercolano.

MEDAGLIERE.

Questa ricca raccolta contiene circa 50,000 monete, oltre le tante medaglie, ripartite nelle categorie: Gre- che, Romane^ Medioevali e Moderne.

Delle carte geografiche indicano le diverse epoche in cui esse furono coniate.

Racchiudonsi pure in armadii dei conii, delle matrici e dei punzoni dell'abolita Zecca di Napoli. Una Biblio- teca esclusivamente numismatica è a vantaggio degli studiosi. Nel mezzo è il busto in marmo del chiarissimo Fiorelli del Solari, e sugli armadii sono collocati busti e medaglioni in gesso dei più distinti archeologi e nu- mismatici.

92 PIANO SUPERIORE

RACCOLTA SANTANGELO.

N. B. Questa raccolta non avendo ìin numero progressivo in- dicheremo gli oggetti nel modo come sono collocati.

Questa collezione fu così nominata perchè era di per- tinenza della famiglia Santangelo. Divenuta proprietà del Municipio di Napoli che la comprò per L. 15,000, venne depositata noi Museo Nazionale di Napoli, affinchè i visitatori potessero ammirarne gli scelti e preziosi mo- numenti, di cui, i più importanti sono i vasi greco-sì- culi e italo-greci.

È ricca pure la medesima di circa 42,000 monete, le più importanti delle quali sono le monete greche, che raggiungono la bella cifra di 11336, cosi distinte: 7236 italiche, 1586 di Sicilia e 2515 delle altre regioni del mondo antico. Ma il più interessante è che questa rac- colta abbonda di monete italiche, la maggiore di quante ne esistono nei pubblici e privati Musei.

PRIMA SALA.

Il pavimento di questa sala è in musaico di Pompei come quelli delle altre consecutive.

Nel mezzo della sala.

Grande vetrina contenente dei vasi italo-greci e greco- siculi di belle e svariate forme. Notansi al secondo ordine:

Gran patera. Scena baccanale in cui vedesi Bacco indiano in mezzo a Baccanti , che scherzano con serpi alla mano. {Ruvo).

Vaso a mascheroni. {Italo-greco). Atteone tramutato in cervo da Diana per aver osato sorprendala ignuda nel bagno. [Ruvo).

RACCOLTA SANTANGELO 93

Dinanzi al balcone.

Armadio contenente una preziosa raccolta di rhyton di varia forma e grandezza a testa di Giove, di ariete di Sileno, di mulo eoe. Essi sono tutti interessanti, e meritano l'attenzione del visitatore.

VASI A FIGURE NERE.

A sinistra entrando,

I. Armadio.

Ili Ordine,

Due bellissimi balsamarii con figure nere su fondo bianco, l'uno rappresentante Apollo, l'altro Minerva com- battente. IV Ordine,

5. Langella. Ercole che libera Dejanira dal Cen- tauro Nesso.

II Armadio.

I. Ordine,

Due langelle. L'una rappresenta Ercole che combatte j1 leone Nemèo assistito da Minerva e da Mercurio, l'al- tra Teseo che uccide il Minotauro.

VASI A FIGURE ROSSE.

Ili Armadio.

Langelle, patere, unguentari, urne di vernice nolana quasi tutti della grande epoca dell'arte.

IV Armadio.

I. Ordine,

Altri vasi di minora importanza.

Olla. Apollo Musagete fra due personaggi.

94 PIANTEBRENO

V Armadio.

II Ordine,

Vaso a campana. Symposium. Quattro personaggi sono adagiati su di un triclinium e un tibicino. Vaso a campana. La nascita di Bacco.

TI Armadio.

Ili Ordine,

Vaso (guttus), Unico per la forma, rappresentante due Sileni che danzano dinanzi ad una donna sedente.

Urna cineraria sormontata da altra umetta rappre- sentante un genio che incorona Bacco, e varie baccanti.

VII Armadio.

IV Ordine,

Prefericolo ornato di bassorilievi , rappresentanti Bacco indiano preceduto da vari personaggi.

V Ordine,

Urna cineraria sormontata da vasettino rappresen- tante Apollo presso Ercole ed altre figure. Negli armadi seguenti.

Vasi a campana, lagene, patere di poca importanza della Puglia e Basilicata.

SECONDA SALA.

Nei mezzo su tavola circolare a musaico di Pompei, Vaso scanalato a mascheroni in terracotta. Rappre- senta ad altorilievo donne ignude uscenti dal bagno, di cui alcune in atto di rassettarsi la chioma. Su colonna a sinistra,

Vaso a mascheroni. Vedesi Giove seduto coi suoi sim- boli, e Venere con largo ventaglio. (Ruvo). Su colonna.

Vaso a mascheroni. Psntesilea, ed altra eroina a ca- vallo in combattimento coi Greci. (Canosa^.

BACCOLTA SANTANGELO 95

A sinistra entrando,

I, II e III Armadio.

Statuette di terra cotta rappresentanti diverse divi- nità. Alcune sono colorate.

Statuette di bronzo rappresentanti Dei Penati.

Teste in terracotta ed in bronzo, elmi, corazze, daghe, cinturoni, gambali, fibule, lucerne, specchi ed utensili da cucina. Questi oggetti hanno laprovvenienza di Capua, Nola, Ruvo, Pietr abbondante, Aquino, Sessa e di al- tre città della Magna Grecia.

lY Armadio.

I. Ordine,

Lacrimatoi in vetro.

II. Ordine,

Vetri greci, fra cui meritano attenzione la bellissima coppa, i due prefericoli di cui uno più piccolo, la fiasca, ed il vaso lagrimale. Ili Ordine,

Falli, piedi votivi, un barile in terracotta e tre urne cinerario di vetro.

Armadi! seguenti.

Diversi oggetti in terracotta, cioè coppe, lagrimatoi, rhytons, lucerne, patere ecc.

TERZA SALA.

Nel messo su tavola circolare a musaico di Pompei,

Vaso a girella. Proserpina e Plutone. All' un dei lati vedesi Orfeo che va ad impetrare la restituzione di Euridice. (Ruvo).

(In due tavolini a vetro). Medaglioni di pontefici, sovrani ed uomini illustri. Assi romani e relativi sot- tomultipli.

96 PIANO SUPERIORE

Su colonne a destra ed a sinistra entrando,

Langella. Andromeda legata a due tronchi di albero per esser divorata dal mostro marino. {F.).

Langella. Apollo su di un ricco tricliniwn. Egli è coronato di alloro e un genio scende dall'alto per pre- sentargli un cinto. {Ruvo). Contro le pareti,

Testa muliebre in terracotta a rilievo. È un'opera di squisita belezza.

Frammento di piccolo sarcofago in marmo, ad alto rilievo. Nella parte superiore vedesi un'ara accesa. Nella inferiore, quadriga commemorante i fatti di guerra del valoroso estinto.

Ma quello che veramente è interessante in questa sala sono i musaici fissati alle pareti, specialmente quelli a rilievo, di cui senza tema di errare possono considerarsi i soli, anzi gli unici in simil genere. L'uno rappresenta una baccante ed un sacrificatore. L' altro una pantera, sotto un albero che guarda la fune, alla quale sono appesi due crotali ed una coppa. Contro V altra parete è da notarsi il musaico del

Combattimento di due galli. Vedesi disposto su di una tavola il premio pel fortunato vincitore consistente in un caduceo, in una palma ed in una borsa.

Musaico rappresentante una maschera scenica. {Me- taponto).

Musaico a rilievo su fondo nero. Frisso in piedi af- ferra le corna di un ariete.

Musaico a rilievo. Sacerdotessa su fondo nero sorreg- gendo con la destra un lembo della sua veste. Sulle maniche veggonsi sparsi dei globetti d' oro intarsiati i quali fanno acquistare maggior valore a questo singo- lare monumento.

Nell'intorno della sala veggonsi gli armadi che rac- chiudono le monete di cui si è parlato innanzi.

VASI ITALO-GRECI 97

VASI ITALO-GRECI.

Questa raccolta racchiude circa 3700 vasi di ogni forma e grandezza, collocati in sette sale, tutte con pavimento a musaico antico di Pompei, di Ercolano e di Capri.

I vasi sono quasi tutti figurati, e moltissimi di bella composizione e corretto disegno. Rappresentano la storia e la religione dei tempi lontani, e per l'epigrafe che al- cuni di essi portano scritta, ci sono svelati i significati di certe figure, che ancora oggi sarebbero per noi mistero.

La fabbricazione di questi vasi cominciò circa 600 anni av. C. e terminò 200 anni av. C. I più antichi vasi sono gli arcaici corintii o assirii.

Di poi sopravvennero gli etruschi che sono dei vasi senza colore e senza vernice, oggi assai rari.

Ed infine i vasi greci occuparono il primo posto, avendo questi una bellissima vernice bronzastra con figure rosse. Essi si lavoravano nelle città della Magna Grecia, cioè a Nola, Ruvo, Capua, Pesto, Cuma etc. Ma a quale uso questi vasi servirono? I dotti li dicono destinati ad uso funerario; talvolta a ricordanza di avvenimenti lieti della vita, rinchiudendosi poi nelle tombe assieme agli estinti a cui erano appartenuti, nelle tombe dei quali si sono rinvenuti.

Noi intanto parleremo dei piti interessanti pel disegno e pel soggetto, seguendo la numerazione, giusta il nuovo inventario testé redatto, adottando i nomi noti in com- mercio, cioè calice il cratere, vaso a tre manichi l'idria, langella la diota ecc.

Monaco Guida del Museo Nazionale.

98 PrANO SUPERIORE

PRIMA SALA. NEGLI ARMADI.

Nei primi due armadii a sinistra sono collocati i vasi arcaici assirii che ricordano il nascimento dell'arte. Essi sono ornati di volatili, quadrupedi ed arabeschi di un di- segno monotono. (700 anni av. C.)

Nel terzo e quarto armadio sono i vasi detti comu- nemente etruschi in terra nera, senza essere artificial- mente colorati. Questi sono di un'epoca meno remota dei primi.

Negli altri armadi sono i vasi greci senza figure, ric- chi di ornati e di arabeschi, appartenenti alla più bril- lante epoca dell'arte in Italia. Su colonne, cominciando a destra,

2149, Anfora a mascheroni. Oreste e Pilade presso Elettra la quale è seduta su di un monumento funebre.

2733. Anfora con manichi a voluta. Sacrifizio di un caprio a Bacco. All'opposto, combattimento di Centauri e Lapiti.

2150. Anfora a mascheroni. Donna che fa una liba- zione. (Altamura nelle Calabrie).

2734. Anfora a mascheroni. Aiace immola Cassan- dra a pie del Palladio di Minerva. (Ruvo).

2732. Anfora a mascheroni. Achille che trascina il corpo di Ettore attaccato al carro intorno la tomba di Patroclo. (Ruvo).

SECONDA SALA.

Il pavimento di questa sala è uno dei più belli di questa raccolta, della casa di Diomede a Pompei.

VASI DI CUMA, DI S. AGATA DEI GOTI ecc. Su colonne a destra,

2079. Anfora a incensiere con coperchio. Tereo a ca- vallo e di sotto Progne e Filomele in due carri.

VASI ITALO-GRECI 99

2181. Idria a tre manichi. Combattimento tra Greci ed Amazzoni.

2735. Cratere. Scene amorose. All' opposto, Perseo mostra a Minerva la testa di Medusa.

1759. Anfora. Dedalo che attacca le ali di cera a suo figlio Icaro. Inferiormente, Proteo trasformato in mostro marino e Medusa metamorfosata in Pegaso, indi Perseo inseguito da due furie. {Basilicata).

2731. Cratere. Il vaso di Enomao. Pelope accom- pagnato da Ippodomia spia Mirtillo, mentre Enomao è è per offrire un sacrificio. All'opposto, Bacco ed Arian- na. {Pompei).

2514. Idria. Donna seduta presso una colonna sepol- crale: lateralmente, Mercurio e due personaggi.

2161. Vaso ad incensiere senza, manichi. Quattro donne presso un'edicola. Su colonne a sinistra,,

2080, Vaso ad incensiere. Scene domestiche.

1764. Anfora. Il carro del Sole seguito da due Ore. All'opposto, Licurgo s'avventa alla baccante Ambrosia, la quale abbraccia la statua di Diana. Ai lati , Bacco, Libera e quattro baccanti. {Ruvo).

1763. Anfora. 11 ratto d'Europa. Giove trasformato in toro rapisce Europa, la quale è sul punto di affer- rare lo come del fiero animale. All' opposto, quadriga condotta da Amore. Precede Mercurio. Completa la scena un Satiro e il dio Pane. {Ruvo).

1765. Anfora. Medea su biga tirata da' serpenti, e preceduta dalla Luna a cavallo. A terra , giace morto, uno dei figli di Medea. Ippolito a cavallo insegue il carro, Giasone ed altri. All'opposto, pugna tra Greci ed Amazzoni, ed Ippolito che combatte Teseo. {Ruvo).

1762. Anfora. Bacco ed Arianna in biga tirata dar

100 PIANO SUPEBIOBE

due pantere. All'opposto, quadriga con due personaggi inseguiti da guerriero a cavallo. (Ruvo).

2077. Vaso a incensiere. Donna legata fra due al- beri. Presso è una donna piena di dolore; a sinistra ve- desi Cassiope seduta su di un vaso. Inferiormente, Per- seo, che sta per inveire contro del dragone. All'opposto^ Arianna che incorona Bacco.

1204. Grande anfora a tripode. Il vaso di Patroclo, Yedesi Achille che sta per sacrificare sul rogo un pri- gioniero trojano, mentre altri tre prigionieri aspettano la medesima sorte colle mani legate a tergo. A destra Agamennone in atto di fare la libazione sul rogo, men- tre Automedonte trascina il cadavere di Ettore legato dietro il suo carro. Superiormente Nestore, Minerva^ Mercurio, il Dio Pane, Eriseide ed altri.

1205. Grande anfora su tripode. La morte di Ar- chemoro. Superiormente, edicola in tre compartimenti ove vedesi Euridice, Anfiaro e Issipile.

All'intorno varii personaggi. All'opposto l'albero delle Esperidi e le figlie di Espero. Atlante che sostiene la volta celeste, Fosforo a cavallo e la Luna in biga. Nelle vetrine,

Gran numero di vasi, lagene ed anfore, del periodo, della decadenza, con soggetti di poca importanza, prov- venienti dalla Campania, da Cuma e da S. Agata dei Goti.

A sinistra, vasi con figure nere su fondo rosso cono- sciuti nel commercio col nome di vasi etruschi, cosi denominati, perchè furono rinvenuti nella Etruria, suolo della Toscana e di cui può attribuirsi la loro fabbri- cazione agli antichi popoli della Etruria. Questi vasi sono del pari italo-greci, non ostante che le figure sieno nere invece di essere rosse, come lo sono la maggior, parte dei vasi, e sono da attribuirsi ad un epoca più remota.

VASI ITALO-GRECI iOl

TERZA SALA.

Pavimento in musaico con bei rosoni e fogliami. (P.) VASr DELLA LUCANIA, E Di PESTO.

Su colonne a destra^

2076. Vaso ad incensiere. Bacco ed Arianna assisi su triclinio. Elena, Paride, un Satiro ed altri perso- naggi completano la composiziono. Inferiormente, com- battimenti fra Greci ed Amazzoni.

1929. Vaso a quattro manichi. Ercole e sui lati Apollo e Minerva. All'opposto, colonna sepolcrale presso la quale due personaggi solennizzano la memoria del defunto.

1757. Cratere. Trittolemo su carro tirato da due ser- penti e Cerere che gli presenta un fascio di spighe. Se- gue Mercurio, ed un Satiro, il Dio Pane e tre donne. All'opposto, Pane ed Amore. Inferiormente, Ami mone seduta, Nettuno a cavallo alato.

2064. Vaso a due manichi. Ercole e la Vittoria. Al- l'opposto, soggetto non conosciuto.

2078. Vaso ad incensiere con coperchio sormontato da fiori di loto. Il vecchio Tantalo guarda una donna che sta in una edicola. Sui lati, Giove, Mercurio Nomio Apollo, Diana e Latona.

2081. Anfora con coperchio. Il vaso di Oreste. Oreste dopo di aver ucciso la madre Clitemnestra, invaso dalle Furie, fugge nel tempio di Apollo. Le Erinni con serpe alla mano lo inseguono. All'opposto, Bacco seduto e Amore. {Ruvó).

1937. Anfora. Giasone alla conquista del Vello d'oro. (Sicilia).

2070. Cratere. Combattimento tra guerrieri, di cui uno giace morto al suolo. All'opposto, Arianna incorona Bacco. - ... Cratere. Frisse ed Elle sull'ariete. Inferiormente, Nereide, Nettuno a coda di delfino; e cavallo marino.

102 PIANO SUPERIORE

2069. Anfora. U vaso di Cadmo. Cadmo s'avventa con- tro il drago sacro a Marte. Presso la ghirlanda che fregia l'orlo del vaso si legge il nome dell'artista Astea. {Bari).

2193. Anfora. Edicola funehre: all'opposto, scene do- mestiche,

1477 {sxi trepiedé). Anfora. Vaso colossale. La reg- gia di Plutone. Proserpina siede accanto al Dio dell'in- ferno. A destra, Mirtillo, Pelope ed Ippodamia. Si noti, sospesa, la ruota traditrice. Inferiormente, i tre giudici dell'inferno Trittolemo, Eaco e Radamonte. A sinistra Megara e due dei suoi figliuoli. Inferiormente, Orfeo che suona la citerà e due Furie. Sotto l'edicola il fiume Lete ed Ercole che rattieno il Cerbero. Vedonsi poi le Danaidi e Mercurio. All'opposto in tre ordini, Apollo e molti personaggi.

1478 {su trepiedé). Anfora. Vaso colossale con 69 per- sonaggi, e 35 cavalli in vari ordini. Combattimento fra Amazzoni e Greci. Pantesilea, la regina delle Amazzoni, in accanito combattimento contro Achille, Ajace ed altri guerrieri. All'opposto, quadriga col Sole e Cerere Giove, Giunone, Ganimede, A destra, Nettuno e la Luna a cavallo.

QUARTA SALA.

Bel pavimento in musaico con Nettuno nel mezzo circondato da pesci. {Ercolano).

VASI DELLE PUGLIE,

Su colonna a destra,

2195. Anfora. Guerriero in un edicola funebre.

2113. Anfora. Apollo su triclinio. A destra, Latona, Apollo, Amore ed altri. A sinistra, Venere su carro ti- rato da due Amorini.

2117. Anfora. Diana presso una fonte e quadriga preceduta da Mercurio. Sui lati, Apollo e Pane. Infe- riormente, un triclinio. {Basilicata).

VASI ITALO-GRECI 103

2194. Anfora. Edicola con entro doni preziosi. Al- Topposto, monumento funebre.

2119. Anfora. Edicola funebre.

2122. Anfora. Quadriga. Dinanzi è il vecchio peda- gogo e Amore.

1942. Anfora. Apollo fra una donna ed un uomo.

1943. Anfora. Colonna funebre. Sui lati quattro per- sonaggi solennizzano la memoria del defunto.

1753. Anfora. Laio e Crisippo in quadriga seguiti da Venere e dal Pedagogo. All'opposto, Bacco seduto accanto ad Arianna, Satiro e Pane. (Ruoo).

2196. Anfora. Guerriero in un edicola funebre, che prende per la briglia il suo cavallo , sui lati quattro personaggi. Dinanzi al balcone,

2223. Anfora. Due uomini in un edicola. Su' lati, sei personaggi. All'opposto, altra edicola con Mercurio ed un guerriero.

1758. (Su trepiede). Vaso a mascheroni. Dario re Persia medita soggiogare la Grecia. Questo stupendo vaso è uno dei più grandi e dei più interessanti della colle- zione. Rappresenta varii soggetti disposti in più ordini. Vedesi Dario assiso in trono in atto di ascoltare il suo primo ministro, il quale forse gli dice che due cose es- senziali bisognano per fare la guerra ai Gvecì— soldati e denaro. Intanto l'avito tesoriere raccoglie già il frutto delle tasse pagate spontaneamente dai contribuenti; uno tra questi gli presenta il suo tributo in un sacco ripieno, mentre altri inginocchiati, a mani giunte, lo supplicano perocché di quanto possedevano tutto hanno versato nelle casse dello Stato. {Canosa).

2219. Anfora. Due uomini in un edicola funebre.

QUINTA SALA. Pavimento in mosaico, bellissimo per la vivacità dei colori e per il disegno. (Stabia).

104 PIANO SUPERIORE

VASI DELLA PUGLIA.

Su colonne a destra,

1754. Anfora. Bacco ed Arianna in un carro tirato da due pantere, baccanti e satiri.

816. Cratere senza figure ornato di foglie di edera. 2230. Idria. Il giudizio di Paride. {Ruvo). 814. Cratere decorato di fogliame. 1756. Anfora. Monumento funebre. All'opposto, Pa- ride seguito da Mercurio.

2120. Anfora. Monumento funebre.

2071. Idria con scene domestiche. 2187. Idria. Monumento funebre. 2185. Idria simile.

2068. Idria. Scene domestiche. (Pesto).

1755. Anfora. Scene domestiche. All'opposto, Anfiaro e I/icurgo, a sinistra Euripide, Issipile ed altri personaggi. Davanti al balcone,

2072. (Su trepiede). Anfora. Vaso colossale. Diana su carro tirato da cervi , rovescia un guerriero. Altro carro con entro due personaggi. Inferiormente, Giasone che combatte il toro e Medea. Collo del vaso, Scilla e Cariddi a testa di cane ed il carro del Sole preceduto dall'Aurora. All'opposto, corsa di due quadrighe. (Ruvo).

2073. (Su trepiede). Anfora. Vaso colossale con 54 personaggi e 23 animali in cinque ordini di figure. Qua- driga condotta da Atena ed altri personaggi fra cui Marte, ed Ercole. Inferiormente, un montone condotto al sacrifizio. All'opposto, Ercole depone una corona su di un altare. Nel mezzo, Giove seduto fra altri per- sonaggi, indi Cerere, Zeus, Ercole ed altri. (Canosa).

SESTA SALA.

Il pavimento di questa sala presenta sei quadrati e proviene da altrettante stanze pompeiane.

VASI ITALO-GRECI 105

TRE CAPO-LAVORI.

Armadio presso il balcone,

1209. Idria (Naso bruciato). Lottatrici eseguenti dei giuochi sulla spada, detto il giuoco della Cibistesi. Vaso di disegno purissimo. (Nola).

1480. {Su colonna). Vaso a tre manichi. L'ultima notte di Troia. A chi guarda questo prezioso giojello, non può non ricorrere alla mente il secondo libro dell'Eneide di Virgilio e il racconto patetico e doloroso che Enea fa a Bidone dell'ultima notte della sua patria infelice. Enea fuggente col suo piccolo. Ascanio, Ajace trascinante Cassandra che indarno cerca abbracciarsi al Palladio.Pirro presso a immolare Priamo che si nasconde il viso per non vedere lo scempio della sua patria, Filottete disteso sulle ginocchia è già stato trafitto dal crudele e dege- nere figliuolo di Achille. Guerrieri giacenti e insangui- nati, donne seminude e piangenti che pregano, formano un quadro che desta nel tempo stesso compassione pei vinti e rancore per i vincitori inesorati e feroci.

Questo vaso è un capolavoro di arte per forma e di- segno, per soggetto e per i tanti episodii che descrive. L'artista stesso che lo fece, compiaciuto della bella opera vi scrisse due volte « xaXoc, » « bellissimo ». Per le sue tinte fresche e per la lucida vernice sembra essere uscito appena dalle rinomate fabbriche di Nola ove fu rinvenuto in un vaso di terra molto grezza.

1485. Urna a due manichi con coperchio. La bac- cante Dione è neirq,tto di fare una libazione a Bacco versando del liquido in onore del Dio, del quale vedesi il simulacro presso una tavola con frutta. Dintorno al vaso varie baccanti in atteggiamento diverso danzano festeggiando il Dio. Il cucchiaio di bronzo a lungo ma- nico che vedesi presso il vaso e che fu trovato entro

106 PIANO SUPERIORE

lo stesso, mostra chiaramente che questo vaso era de- stinato al culto bacchico. {Nocera dei Pagani).

Negli armadi XLII, XLIII sono a notarsi i vasi pa- natenaici e i vasi attici (figure nere su fondo rosso). Le anfore panatenaiche (500 anni av. C.) erano date in premio nei giuochi delle feste panatenaiche e vi si rap- presentava air intorno la Minerva Promacos, la testa armata di casco, con l'egida sul petto e lo scudo al brac- cio. Accanto era una coh)nna designante la meta del circo greco e l'iscrizione greca « Premio dato a Atena ». ( Taranto).

SETTIMA SALA {Capo-lavori).

VASI DELLA GRANDE EPOCA.

Su colonne nel mezzo della sala,

1483. Vaso a girelle. Combattimento tra Greci ed Amazzoni. L'azione animata della scena non potrebbe esser espressa in miglior modo, più evidente. Tutte le figure sono egualmente interessate nella mischia, in- citate al combattimento da Minerva; sono spettatrici le stesse nove Muse, pronte a celebrare le gesta dei più valorosi. Vaso unico per la grandezza delle figure e per disegno. (Ruvo).

1482. Anfora. Delle Amazzoni e degli Sciti in abbi- gliamento asiatico con berretto frigio e anassaridi com- battono un cinghiale ed una cerva. (Ruvo).

(Sotto campana di vetro) 1206-1207-1208. Tre bal- samari con avanzi di doratura. Il migliore fra essi, il più grande, rappresenta a basso-rilievo Mai*sia, che le- gato ad un albero, sta per esser decorticato vivo per aver osato sfidare Apollo nella musica. (Canosa).

1484. Anfora. Bacco ed Arianna nel mezzo, circon- dati da numero di persone che li festeggiano. All'op- posto, gli stessi Dei che danzano. (Ruvo).

OGGETTI PREZIOSI E CAMMEI 107

OGGETTI PREZIOSI E CAMMEI.

Questa raccolta racchiude gli oggetti di Pompei in oro e argento, e pochi di diversa provenienza. Contiene inoltre la celebre collezione dei cammei e pietre incise di Lo- renzo dei Medici, la maggior parte di essi della migliore epoca del XV secolo. Alcuni di rara perfezione sono di arte greca ed altri (ultimo tavolino) sono di Pompei.

I cammei e le pietre incise dei primi cinque tavolini sono quasi tutti della raccolta Farnese. I cammei sono al numero di 1279: le pietre ad intaglio sono -^98. L'ul- timo tavolino quello che resta il più prossimo alla lam- pada in oro racchiude delle pietre preziose esclusiva- mente di Pompei.

TAZZA FARNESE.

Su colonna presso il balcone y

*27611. Questo prezioso cammeo è conosciuto col nome di Tazza Farnese. Esso è in agata orientale, unico per la grandezza della pietra e perfezione di lavoro. Nel cavo della tazza sette figure umane ed una sfìnge for- mano la composizione.

Varie sono state le interpretazioni date al soggetto, e la più accreditata è quella del Comm. B. Quaranta il quale pensò scorgervi Tolomeo Filadelfo che consacra la festa della mietitura in Egitto, istituita da Alessandro Magno nella fondazione della città che porta il suo nome.

Iside è assisa sulla Sfinge con spighe alla mano, ed il vecchio venerando, che vedesi al piano superiore, sa- rebbe il Nilo personificato, avente nella sinistra un corno di abbondanza, simbolo dei grandi fiumi. I due giova- netti che si veggono volare, fra i quali uno che soffia nella conca marina, indicano probabilmente quei venti,

108 PIANO SUPERIORE

i quali col loro soffio periodico tanto contribuiscono alla fertilità dell'Egitto. Le figure a destra seminude possono considerarsi come Divinità protettrici, e quella che oc- cupa il centro, appoggiandosi sulla chiave del Nilo, sa- rebbe Oro figlio di Iside.

All'opposta superficie vedasi la terribile egida di Mi- nerva, nel cui mezzo è intagliata la testa di Medusa di un meraviglioso lavoro. Il buco nel centro della tazza fu opera di mano sacrilega. Vuoisi che questo buco fu fatto per adattarvi un piede allorché questa tazza fu presentata a Paolo III da un soldato del Contestabile di Borbone all'assedio di Roma del 1527, trovala in una fossata che facevasi nell'area della Villa dell'Impera- tore Adriano.

CAMMEI

PRIMO TAVOLINO (I compartimento).

1. Niccolo. L'educazione di Bacco. Vedesi Bacco fan- ciullo coronato di pampini su di una pantera e prece- duto da una baccante.

2. Niccolo. Altea madre di Meleagro che ruba alle Parche un tizzone alla cui durata è congiunta la vita del figlio.

4. Sardonica. Venere al bagno con le tre Grazie sorpresa da Adone e da un Fauno.

5. Niccolo. Minerva e Nettuno che disputano quale di essi debba dare il nome ad Atene.

6. Sardonica. Dedalo che ha attaccato le ali ad Icaro su di un piedistallo, assistito da Minerva, e da due donne forse Pasifea e Diana Dyctina che personifica la città di Creta.

7. Sardonica. Venere su leone guidato da Amore.

8. Sardonica. Bacco e Arianna su di una biga tirata da due Psiche.

CAMMEI 109

9. Agata. Cavaliere in atto di atterrare un orso.

10. Sardonica. Due teste muliebri, di cui una dia- demata.

11. Sardonica. Venere, Adone e Amore.

12. Agata. Biga, a cui sono aggiogati due focosi de- strieri, guidati dalla Vittoria. Vi si legge in greco « So- straton ». Lavoro assai fino.

13. Agata. Nereide su di un caprone marino,

14. Niccolo. Centauro e Centauressa.

*16. Niccolo. Giove che fulmina i Titani. Vedesi l'i- rato Nume su di una quadriga, alla quale sono aggio- gati focosi destrieri, colla destra armata di fulmine. I Titani colpiti dal suo furore veggonsi tramutati metà del corpo in serpenti. V'è inciso a caratteri greci il nome dell'autore; « Atenione ».

17. Agata. Pugna di galli. L'Amorino vincitore con palma alla mano è accanto al gallo , 1' altro Amorino dispiaciuto e piangente si strappa i capelli accanto al- l'altro gallo vinto ed avvilito.

18. Sardonica. Ercole ed Onfale che si abbracciano.

19" Agata. Onfale. Bella testa con capelli superba- mente arricciati e con manto nero capricciosamente di- sposto sul capo.

20. Sardonica. Bacco accompagnato da Sileno e A- rianna seduta.

21. Sardonica. Tre graziosi Amorini, i quali sono in- tenti a lavorare frecce.

24. Sardonica. Testa muliebre frammentata con ricca capellatura a riccioli.

25. Niccolo. Omero. Porta scritto in greco sul col- letto, a lato destro, OMEWG.

26. Sardonica. Le tre Grazie, che scherzano con de- gli Amorini su di un albero, da cui cercano farli scendere.

27. Agata. Nereide su di un Ippocampo.

110 PIANO SUPERIORE

29. Sardonica. Onfalk. Bellissimo frammento, *30. Agata. Giove Serapide. Grandioso alto rilievo.

31. Agata. Amore sulle spalle di Ercole.

32. Agata. Testa di Medusa {frammento).

35, Sardonica. Suonatrice di tibia.

36. Agata. Testa di filosofo barbato.

38. Sardonica. Gladiatore ferito.

39. Sardonica. Testa di Medusa. •40. Sardonica. Testa coronata.

*41. Agata. Fauno ubbriaco con tirso e coppa (framm.).

42. Agata. Minerva. Testa.

43. Sardonica. Minerva. Bellissima testa.

44. Sardonica. Testa di Augusto. Reputato lavoro at- tribuito a Dioscoride.

41. Agata orientale. L'Aurora su di una biga.

48. Niccolo. Bacco fanciullo sulle spalio di un Fauno, il quale con una mano lo regge pel braccio.

49. Agata. Testa muliebre con chioma colorata.

50. Agata. Bacco su di un caprone con tirso e coppa alla mano.

52. Niccolo. Testa supposta di Cicerone.

53. Agata. Psiche su di una biga.

54. Agata. Tre Amorini che guidano un caprone.

55. Agata. Venere ed Amore.

57. Agata orientale. Centauro che r»'gge sulle spalle un vaso. Intaglio finissimo.

58. Sardonica. Bellorofonte che uccide la Chimera.

59. Sardonica. Venere sulle cui ginocchia vedesi un grazioso Amorino. Accanto altra donna.

61. Niccolo orientale. l^ERKiDE gisicente su di un Ip- pocampo.

62. Agata. Diana con la faretra. Testa bellissima. *63. Niccolo orientale. Marsia seduto, e pensieroso

per essere stato vinto da Apollo nella gara musicale.

CAMMEI 1 1 1

65. Agata. Supplizio di Dirce (frammento). Ripeti- zione del famoso gruppo del Toro Farnese.

(TI compartimento).

67. Niccolo. Sileno innanzi l'orma di Bacco indiano.

70. Niccolo. Minerva. Testa.

72. Sardonica. Biga con Vittoria.

77. Sardonica. Domiziano. Testa laureata.

78. Agata. Testa muliebre velata. L'acconciatura ed i lineamenti ricordano Faustina juaiore.

79. Onice. Amore e Psiche.

82. Niccolo. Ninfa seminuda giacente sotto un albero e sollecitata da un satiro.

86. Niccolo. Ercole che strangola i serpenti.

87. Agata. Cassandra presso il Palladio. 90. Zaffiro. Testa muliebre velata.

93. Smeraldo. Busto d'Iside. Bel rilievo.

94. Agata. Trittolbmo con spighe alla mano. 99. Lapislazuli. Nerone, Testa laureata. 101. Agata. Baccante.

105. Smeraldo. Giove Serapide. Busto.

107. Agata. Tre graziosi Amorini alla pesca.

108. Crisolito. Arpocrate. 114. Ametista. Testa infantile.

122. Agata. Venere sorpresa da Vulcano.

123. Giacinto. Cleopatra con 1' aspide avviticchiato alle mani.

124. Niccolo. M ARSI A legato ad un albero.

125. Agata. Testa d'imperatore. 134. Niccolo. Leda e il Cigno.

138. Sardonica. Sileno ed una Baccante che saori- ilcano ad un'erma di Priapo.

139. Agaia. Gara musicale di due Amorini, l'uno suo- nante la lira, l'altro la siringa.

112 riANO SUPERIORE

147. Niccolo. Ercole che uccide il leone.

152. Niccolo. Amore su di una biga tirata da due ca- proni a lunghe corna.

154. Niccolo. Giove tramutato in aquila , che beve nella coppa di Ganimede.

157. Agata. Amore in piedi cl»e si diletta a colpire con freccia Venere addormentata.

160. Agata orientale. Venere e Marte.

104 bis. Niccolo, Bacco ed Arianna.

165. Giacinto. Busto con clamide.

167. Giacinto. Sansone. Vi si legge in caratteri greci « Samson ».

188. Agata. La Notte in quadriga con cavalli di di- verso colore secondo lo strato della pietra. Questi co- lori, giusta la interpetrazione del Winkelmann indicano il crepuscolo, il giorno, la notte e l'aurora. Bel cammeo.

196. Giacinto. Busto d'imperatore.

197. Niccolo. Mano che col pollice e l'indice stringe un orecchio. Dintorno vi è l' iscrizione « mnemoneye > ricoì'dati.

201, Agata orientale. 11 ratto di Ganimede. 203. Sardonica orientale. Nereide su delfino.

PIETRE INCISE.

SECONDA VETRINA (I Compartimento)

206. Rubino. Testa muliebre velata. 269. Corniola. Ajace rapisce Cassandra. 210. Opale. Testa di Ercole giovine.

213. Corniola. Marsia legato che attende il supplì zio^ ed Apollo.

214. Crisolito. Testa di Minerva.

215. Opale. Antonino pio. Testa imperialo.

226. Corniola. Sileno legato ad un tronco d'albero.

PIETRE INCISE 113

Arianna giacente su di una pelle di leone, e Bacco con profericolo alla mano.

231. Corniola. Testa imperiale, forse Marco Aurelio.

232. Ametista. Diana cacciatrice con la feretra dietro le spalle. Vi si legge in greco il nome dell'autore « Apol- lonio ». Eccellente opera.

234. Opale. Ritratto di bella donna, avente nelle mani una testa barbata. 244, Acqua marina. Sergio Galea. Testa laureata.

247. Ametista. Due guerrieri a cavallo.

248. Corniola. Biga, su cui è Apollo.

249. Opale. Tre ritratti , due virili laureati ed uno muliebre,

250. Ametista. Testa di vecchio barbato, forse Anto- nino Pie.

251. Agata orientale. Quattro ritratti , cioè Traiano e Plotina sua moglie, Marciana sua sorella, e Matidia sua nipote.

253. Ametista. Nereide su due Ippocampi, preceduta da un Amorino.

254. Corniola. Perseo con in mano la testa di Medusa. 256, Corniola. Testa laureata d'imperatore.

266. Corniola. Teseo attacca il Toro di Creta. 271. Corniola. Testa d'imperatore. 279. Ametista. Arpocrate poggiato ad un tronco con corno d'abbondanza.

287. Rubino. Testa laureata sorridente. 297. Agata. Marsia legato ad un albero.

328. Agata. Testa laureata d'imperatore.

329. Agata. Marte seduto su di un sasso con elmo in testa. Venere gli presenta una palma ed una corona di alloro. Bel cammeo.

Monaco Guida del Museo Nazionale. 8

114 PIANO SUPERIORE

{IT Compartimento)

390. Corniola. Bellissima composizione di diciotto fi- gure rappresentanti il tempio di Cerere. Vedesi la Dea su di un piedistallo, a cui i devoti portano le offerte in canestri ripieni di fiori e frutti.

392. Corniola. Baccante ignuda che scherza coi serpi È in grazioso e spigliato atteggiamento, con un ginoc- chio spiegato e con la testa spinta in dietro.

413. Corniola. Pescennio; vi è scritto il suo nome.

416. Agata. Baccante ben panneggiata che tiene un serpe intorno al braccio.

473. Opale. Figura dello Zodiaco con globo alle mani Nella parte superiore vedesi uno scorpione. Vi si leg- gono caratteri greci.

ALTRE PIETRE INCISE.

TERZA VETRINA (I Compartimento).

Le pietre incise contenute nel I compartimento di questa vetrina sono di poca importanza.

ALTRI CAMMEI.

(II Compartimento).

Notansi fra questi :

923. Agata. Bella testa laureata d'imperatore.

926. Agata. Venere in piedi su di un delfino.

925. Agata. Meleagro e compagni alla caccia del Cignale Caledonio.

927. Agata. Cleopatra. L'aspide che è attorcigliato al suo nudo braccio, le morde lo mammelle.

929. Agata. Venere ermafrodita ed Amoro poggiati ad un tronco di colonna.

930. Agata. Busto di Cerere con spighe alla mano.

CAMMEI 115

934. Agata. Orazio Coclite che ha rotto il ponte. Egli nuota e combatte nel fiume Tevere.

941. Agata. Ninfe marine ed Amorini a cavalcioni di Delfini.

942. Agata. Teseo che uccide il mostro marino. 948. Orfeo che al suono del violino la accorrere le

belve attratte dalla dolce melodia,

963. Agata. Mare in tempesta , su cui ninfe marine in pericolo.

964. Agata. Testa barbata con cappello a falde, e con lunga capellatura. Somiglia moltissimo al Gen. Garibaldi.

966. Agata. 11 ratto di Ganimede.

967. Agata. L'Aurora su biga.

986. Agata. Quinto Curzio, si precipita nella voragine. 988. Agata. Le tre Grazie.

993. Agata rosea. Bel ritratto d'una donna velata. 1000. Agata. Bella testa di donna.

1007. Agata. Testa d'imperatore.

1008. Niccolo. Onfale coperta della pelle del leone.

1015. Agata. Nettuno, Teti ed altre deità.

1016. Niccolo. Pallade. Testa.

1017. Diaspro sanguigno. Testa laureata d'imperatore. 1021. Niccolo. Alessandro il Grande.

1031. Lapislazuli. Minerva. Testa. 1045. Diaspro sanguigno. Testa laureata d'imperatore. 1047. Agata. Fenice in atto di bruciarsi, guardando il Sole.

CAMMEI E PIETRE INCISE.

QUARTA VETRINA (I e II Compartimento).

Questa vetrina contiene delle pietre incise e cammei di poco interesse e scarabei per collane. Nota: 1126. Agata. Il Ratto di Europa.

116 PIANO SUPERIORE

1127. Agata. Venere ermafrodita sdraiata, che con una mano sorregge un lembo di velo.

1131. Agata. Venere circondata da tre Amorini.

1132. Sardonica. Leda ed il Cigno.

1162. Agata. Testa di Cicerone, con la iscrizione in greco : ki-ke-po.

1274. Agata. Biga su cui una Vittoria.

1452. Corniola della forma d'un panierino con ma- nico d'oro per sospenderla al collo. Rappresenta due ri- tratti, forse di due sposi.

QUINTA VETRINA.

Collane di scarabei ^ due grossi anelli cardinalizii, tre piccoli flacons in agata, un astragalo, pure in agata, corniole ecc.

1540. Agata. Orto con casa colonica ed un pozzo da cui tre putti con specioso congegno estraggono l'acqua con una secchia.

1520. Giove. Bel busto in agata.

SESTA VETRINA.

Cammei e poche paste vitree, tutti degli ultimi scavi di Pompei. Sono da osservarsi un'agata (114562) rap- presentante una baccante che danza, dei bellissimi to- pazi, delle ametiste ed una pasta vitrea ^109579) su cui è scolpita una Minerva.

ARGENTI (armadio di centro).

Non potendo seguire la progressività dei numeri degli ar- genti e degli ori^ preghiamo il visitatore di seguire l'ordine loro assegnato.

25289, Secchia che rappresenta ad alto rilievo Ve- nere nel bagno. (Ercolano).

*25376 e 77. Due coppe a due manichi cesellate ad

OGGETTI d'oro 117

alto rilievo, rappresentanti Centauri e Centauresse che portano sulle loro groppe graziosi Amori. {Pompei).

*25367. Coppa. D'intorno è rappresentata Minerva su biga. {Pompei).

25301. Mortaio con bassorilievi esprimenti l'Apoteosi di Omero, Un' aquila trasporta il poeta in cielo. Due figure, l'una armata di spada e lancia, l'altra di spada e timone, personificano l'Iliade e l'Odissea. {Ercolano)^

25284 e seg. Tre piccoli altari a quattro piedi cesel- lati a meraviglia e sparsi di festoni e fiori. (Roma).

25796 e 110841. Due vasi a forma di bottiglia per contenere olio, di cui i romani si servivano al bagno. (P.)

111768 e 69. Due grandi lagene di argento del peso, l'una di k. 4,097 e l'altra di k. 3,923, ed altri vasi ad un manico. {E r colano).

OGGETTI D'ORO.

{Epoca greca ed etrusca). Prima vetrina,

24893. Diadema, pregiato lavoro greco, ricco di fiori foglie, farfalle e piccolissimi rubini. {Fasana).

*24883. Collana formata da grazioso intreccio di te- ste di Sileno e ghiande unite da sottilissime catenelle. ( Venosa).

*24858. Collana formata da un gallone bene intrec- ciato a cui sono sospesi dei globetti allungati.

24894. Collana formata da diversi grani vuoti fram- mezzata da teste silenesche. {Armento).

24887. Collana di granata e maglie di oro, termi- nante in una colonnetta pure di granata. {Sani' Agata de' Goti).

25157. Anello con pietra di plasma di smeraldo. Vuoisi che al disotto della pietra si conservasse il ve- leno. (Ruvo).

118 PIANO SUPERIORE

24865 e seg. Bellissime fibule lavorate a filigrana. Stile etrusco. {Chiusi).

25235 e seg. Due grandi orecchini greci, i cui larjjhi bottoni figurano la testa di Medusa, un anello, ed una moneta. Questi oggetti furono regalati al Museo nel 1874 dal Barone d'Arbou Castillon. {Taranto).

24852. Toro in oro massiccio. {Siracusa).

24826. Caprone in oro massiccio, rinvenuto in Edessa nella Mesopotamia.

24876-78. Due basi di oro, su cui piccole urne di ve- tro turchino a smalto bianco.

{Epoca romana).

25000. Lampada votiva di oro a due becchi con ma- nico sormontato da foglia. Pesa grammi 896, com'è scritto nell'interno a caratteri graffiti. {Pompei).

ORECCHINI ED ANELLA.

Seconda e terza vetrina.

Orecchini al numero di dugentocinquantadue di forma varia. Alcuni hanno perle pendenti, altri figurino degli Amorini ed altri hanno smeraldi. {Pompei ed Ercolano),

25215. {In coppa di vetro moderno). Ammasso di ma- teria bituminosa aderente ad orecchini e ad altri pez- zettini di oro. {Pompei).

Anella al numero di trecentoventisei. Nota:

24732-3-4. Tre anella in cui vedonsi tuttora le dita dei pompeiani che le portavano.

25085. Grande anello colla testa di Bruto che serviva da suggello, rinvenuto a S. Maria di Capua. Vi si legge il nome dell'artista < Anaxilas. »

Anelli doppii detti matrimoniali.

OGGETTI D' OEO 1 19

24092. Anello nel cui scudo sono due figure in atto di stringersi la mano. (Isola di Ponza).

COLLANE.

Quarta vetrina,

Collane al numero di dieci di forma varia. Si noti quella (113576) avente grosse perle e smeraldi incastrati in essa, rinvenuta negli ultimi scavi di Pompei.

*I11114. Due COLLANE a foglie di edera. Ultimi scavi

24206 e 24650. Bullae patritiae. Esse sono di forma sferoidale, e si portavano al collo dei Patrizi fino alla età di 17 anni. {Ercolano).

25260. Laccio d'oro, lungo millim: 1210. {Pompei).

BRACCIALETTI.

Quinta e sesta vetrina,

Braccialetti ed armille al numero di settantanove. Sono da osservarsi:

24824-5. Due grandi armille a serpenti del peso di due libbre.

110834. Retina in oro per i capelli. (Pompei).

24663 e seg. Galloni ed altri ornamenti in oro.

Cristalli di rocca Collana Anforetta di cristallo

26813. Putto di ambra con lungo codino e parrucca alla Voltaire. (Pompei).

ALTRI OGGETTI D'ARGENTO.

Vetrina in angolo presso il balcone a s, e a d.,

Anella, armille, collane, e varii frammenti di argento con ossido. (Pompei).

Specchi circolari, piatti, coppe e sottocoppe. (P. ed E.

120 PIANO SUPERIORE

Ultime vetrine, angolo a sinistra di chi entra,

25496. CoLAviNARiUM pazientemente traforato e a belli disegni. (Ercolano).

25494. (Sospeso ad un anelletto). Quadrante solare in forma di prosciutto la di cui coda fa da gnomone. {E.)

Coppe, forme di pasticceria, cucchiai, casseruole.

25287. Coppe con bellissimi fogliami. {Pompei).

109688. Piccolo scheletro umano di argento. (P.)

25490. La morte di Cleopatra. Quadro circolare ad alto rilievo. AH' opposta superficie serviva da specchio. {Ercolano).

25489. L'Abbondanza. Ornamento circolare. {Pompei),

25492-3. Diana ed Apollo. Due medaglioni ad alto rilievo. {Ercolano).

25382. Camillo. Piccolissima statua. {Pompei).

25498. Ago crinale. Venere, assistita da Amore che si aggiusta la chioma. {Ercolano).

PICCOLI BRONZI 121

PICCOLI BRONZI (utensili domestici).

Questa raccolta forma l'ammirazione universale. Con- tiene circa quattordicimilaseicentotrenta oggetti provve- nienti dagli scavi, segnatamente di Pompei e di Erco- lano, e collocati in due vastissime sale. Sono gli uten- sili della vita privata dei Pompeiani.

Qui vi è veramente tutto; dalle stoviglie piii umili a quelle di lusso, dai ferri dell'arte e del mestiere agli strumenti dello scienziato, e molti importanti ne ve- dremo di cui i moderni si dissero i felici inventori !

/ quadri , che ornano le pareti di queste due sah non hanno interesse artistico. Nota il ijiudizio di Sa~ lomone, e fatti storici della casa Farnese.

PRIMA SALA.

Nel mezzo, su marmo antico,

*72983. Caldano ingegnosissimo a forma di fortezza merlata a quattro torri, serviva in pari tempo a scaldare stanza ed acqua , non che ad arrostire carne con gli spiedi che adattavansi negli intervalli dei finti merli delle muraglie. {Ercolano).

78673: Vaso a forma di olla per riscaldare l'acqua. Ha doppio fondo. Il carbone acceso introducevasi nel vaso stesso, lateralmente.

72991. Braciere rettangolare decorato sulla faccia principale di due maschere di Genii e di una testa di Medusa. I laterali con maschere leonine. I piedi presen- tano dei Grifi. (Pompei).

73146. {Su colonna). Vaso semi-ovale ornato d'incru- stazioni di argento. I due manici rappresentano, ciascuao due gladiatori che si battono.

122 PIANO SUPERIORE

*73018. Fornello meraviglioso pel suo meccanismo. Poggia su di un tavolino circolare in marmo, il quale era destinato ad uso di fontana , cadendo giù 1' aequa dai mascheroni a testa leonina che ne circondano l'orlo. Il fornello provviene da Pompei ed il tavolino da Et- colano.

109697. Vaso detto cratere con manichi a voluta^ gra- ziosi pel loro intreccio e per la testa di Medusa con oc- chi di argento. (Pompei).

72894. Braciere rettangolare avente quattro piccole ruote per trasportarlo da un sito all' altro. {Pompei).

68854. {Su colonna). Una secchia (liydria) a due manichi con ricche decorazioni di arabeschi e di ani- mali, tutto incrustato in argento e rame. Sui manichi che fanno in pari tempo da cornice dell'orlo del vaso vi è inciso il nome Cornelia Chelidonis. {Ercolano).

73145. (Su colonna). Bellissimo vaso a quattro ma- nici, superiormente decorali di un busto di donna con intarsio di argento. {Ercolano).

*72986. Su tavola di marmo. Caldano {calidarium). All'estremità laterale in forma cilindrica vedesi il reci- piente dell'acqua, e questa s'intrometteva per un canale rettangolare in altro stretto recipiente emisferico, alla cui estremità sono tre pogginoli in forma di cigni per collocarvi altro utensile. Un tubo con chiavetta l'u- scita al liquido. {Stabia).

111047. Tavolino a piegatoio con quattro piedi a te- sta di cavallo. {Pompei).

72993. Piccolo tripode per sacrifici a piedi di leo- ne, {Ercolano).

*72988. Bisellio , o sedia d'onore per i proconsoli. {Ercolano).

72989. Braciere rettangolare con superbo intarsio in rame. {Pompei).

PICCOLI BRONZI 1C3

*72992. BiSELLio a quattro piedi lavorati al tornio, con listella di graziosi meandri in argento e rame. In mezzo al fregio, che presenta due teste di cavallo, è effi- giata una testa silenesca, mancandone un'altra. {Ere.)

72994. Tavolino mobile di campagna, la cui super- ficie in marmo è retta da piedi, da cui sorgono nei due terzi superiori, quattro giovani satiri, ognuno dei quali tiene nella sinistra un coniglio. {Pompei).

78613. Tavolino circolare di bronzo. I suoi tre piedi figurano tre levrieri in atto di arrampicarsi sul piano del tavolino. {Pompei).

Nel mezzo

*73020-l-2. Tre casse di ferro con borchie di bronzo. La più ben conservata, per chiudersi, porta un mecca- nismo invisibile nella parte superiore. È ornata di cin- que puttini di sorprendente bellezza.

Queste casse furono rinvenute completamente vuote nel 1864 e nel 1869 a Pompei.

Su tavolino in musaico di Pompei,

*72995. Tripode di puro stile greco retto da tre piedi di pantera, congiunti al centro da graziosi ornati e ara- beschi. La parte superiore di ciascun piede presenta una sfinge a larghe ali, e di sotto la testa di Giove Ammone. I lati del disco presentano a rilievo festoni di fiori e bu- cranii. {Ercolano).

73115. {Su colonna). Vaso a larga pancia, il cui ma- nico figura un personaggio alato che poggia i piedi sulla testa di un amorino. {Pompei).

Tre altari circolari portatili e due bracieri. (P.)

. . . Piccolissima cassa forte in ferro con decorazione di bronzo. {Pompei).

124 PIANO SUPERIORE

Su tavola di marmo a musaico di Pompei,

72987. Piede di tavola di bronzo sulla base del quale elevasi una Vittoria alata con trofeo d'armi. (Pompei).

73Ì44. (Su colonna) Bellissimo vaso ad un manico, rinvenuto in una tomba greca a Locri.

111050. Piccola sedia a spalliera, la sola di tale forma finora scoveita. Il legno è moderno e fu eseguito sul modello del legno carbonizzato che faceva parte di que- sta sedia. (Pompei).

*73000. (Su tavola in musaico di Pompei), Lampa- DARO a forma di pilastro corintio, ornato da una ma- schera tragica, e da un bucranio Dagli angoli del me- desimo spiccano quattro stelle, che sostengono altrettante lampade. Sul piano della base, tutta intarsiata a fogliami di argento, vedesi Aerato su di una pantera, ed un'ara accesa. (Casa di Diomede a Pompei).

*73003 e 73007. Due bagni di bronzo. (Pompei).

73005. Gran braciere per i bagni pubblici. Secondo vi si legge, questo braciere fu donato da Marco Nicidio alle terme di Pompei.

Accanto è un lungo banco di bronzo (73017) per as- sidersi dopo il bagno. {Pompei).

73016. Fornello in ferro ricoperto di lapilli per adat- tarvi duo pentole. Presso i balconi in due vetrine a tavolini,

Gran numero di manichi di vasi e di porte, di squisito lavoro, tutti di Ercolano e di Pompei.

Piedi di tavole. Fra questi tavolini si vedono:

72990. Fonte lustrale (aquaminarium), cisellata nell'orlo, ed avente nel mezzo belli rosoni in argento. (Pompei).

73152-3. Due sedie curuli a piegatolo. (Pompei).

A sinistra entrando,

PICCOLI BRONZI 125

I Armadio.

68747 e seg. Vasi a forma di cesta ovale, i cui due manici sono elastici; servivano per riporvi frutta o altro. (Pompei ed Ercolano).

II Armadio.

68808 e seg. Oggetti cilindrici con manichi fissi, ad uso di sedili nei giardini. Pompei).

68808 e seg. Coppe per prendere o versare liquidi. {Pompei ed Ercolano).

Ili Armadio.

Secchie {hydriae) ricche di arabeschi e d'intarsio di argento, {Ercolano).

IV Armadio.

68935 e seg. Oleari. {Pompei ed Ercolano).

V Armadio.

*69040 e seg. Vasi ad uso domestico e per libazioni, detti nasiterni e prefericoli. Nota i numeri

69086 e 68087, l'uno raffigurante una testa muliebre con diadema sulla fronte e collana di argento di Pom- pei, l'altro di Nocera, avente per manico un'aquila ad ali spiegate e sull'orlo del vaso un cigno. Fuori del V armadio^ su colonna,

69089. Puefericolo a lungo collo, unico per la forma, e con manico rappresentante quattro cavalli. (Ruvo).

VI Armadio.

*69191 e seg. Lattiere. La più bella è quella (69167) avente sull'orlo due piccole capre. {Pompici ed Ere.)

69174. Rhyton, o vaso a libazione, a testa di cervo e di bellissimo lavoro. {Ercolano).

12Ò PIANO SUPERIORE

Dal VII al XIV Armadio.

Gran quantità di vasi per liquidi (lagenae), di ogni forma e grandezza, alcuni dei quali hanno i manichi con graziosi busti a rilievo e delle urne cinerarie in piom- bo. {Pompei ed Ercolano).

XV e XVI Armadio. (5° angolo della sala). OGGETTI DA FONTANA.

69762 e seg. Grondaie a testa di tigre. (Ercolano).

69784 a 69799. Getti d'acqua a foggia di paone, di pina, di serpe, di delfini e di graziosi vasetti a due ma- nichi, tutti ad uso di fontana. (Pompei).

OGGETTI DA BAGNO.

* Strigili con cui si toglieva il sudore od altro sudi- ciume della pelle pria d'immergersi nel bagno.

Unguentari. (Pompei ed Ercolano).

Dal XVII al XX Armadio. ORNAMENTI DI PORTE.

* Borchie. Cardini. Chiodi. Serrature e scudi per le stesse. Correnti da serrature con sette e più fori. Gangheri. Fra le chiavi si noti quella (71401) intar- siata in argento. (Pompei ed Ercolano).

XXI a XXIII Armadio.

STRUMENTI AGRARI E ARTIGIANESCHI IN FERRO.

Quattro vomeri per arare la terra. Zappe. Vanghe. Bipenni. Sarchielli. Tenaglie. Scarpelli. Compassi da le- gnai uoli. Spianatoi. Grappia molla. Pialle. Accette. In- cudini. (Pompei ed Ercolano).

PICCOLI BRONZI 127

XXIV Ariiiadìo. LANTERNE, LAMPADE, CANDELABRI.

Varie lanterne. Si noti :

*72067. Lanterna con coverchio retto da catenuzze e sul (|uale si legge Tiburti catus. Le foglie di talco fanno le veci di cristallo. {Ercolano).

72166. Lampada pensile a due lumi con iscrizione votiva « D. Inni Proculi ». (Pompei).

*72189 e 72181. Due bellissime lampade a sospen- sione a tre becchi ornate di festoni e maschere sceni- che. [Pompei ed Ercolano).

XXV Armadio.

72191 e 72195. Due bei lampadari a quattro ed a tre lucerne il V di Ercolano, il 2" di Pompei.

72192 e 72193. Due piccoli candelabri rappresentanti il fior di loto. {Pompei).

72251 . Lampada e due becchi il cui coperchio è sormon- tato da un Amorino che stringe al seno un cigno. {Ere.)

XXVI e XXXII Armadio.

72199. Candelabro, sulla base del quale vedesi un Si- leno. Tra 1 due rami che sostengono i dischi per le lam- pade scorgesi un pappagallo. {Ercolano).

72206. Candelabro formato da tronco d'albero: in- nanzi è seduto un Sileno ebro con otre in mano. (P.)

72209. Candelabro con simpatica statuetta di Sileno. Intorno alla base cilindrica si avvolge lunga catenella di bronzo per lo spegnitoio. {Pompei).

72279. Lampada a due becchi sormontata da un Fauno sedente. {Pompei).

72280. Lampada a due becchi. Fa da coverchio la, sta- tuetta di un Sileno. {Pompei).

72291. Piccolo candelabro {unilicne) con recipiente

128 PIANO SDPEBIOBE

ove s'innestava la lampada. È formato da Amorino ca- valcando un delfino che tranguggia un polipo avvitic- chiato ad una conchiglia che forma la base del lucer- niere. L'atteggiamento dell'Amorino esprimente sorpresa non potea mostrarsi con più naturalezza; sorpresa tanto maggiore in lui, perocché il polipo attentava alla vita della conchiglia in cui era sorta Venere sua genitrice. (P.)

72298. Lume da notte con sottocoppa. (Stabia).

72226. Lampadaro dal quale pendono tre lumi a forma di lumaca. {l*ompei).

72231. Lampadaro a tronco d'albero, a cinque lumi, {Ercolanó).

SECONDA SALA.

Nel mezzo.

Modello in sughero della città di Pompei alla cen- tesima parte del vero: lavoro pregiatissimo per la sua esattezza matematica. La città ha circa due miglia di circuito con una superficie di 661,826 metri quadrati. La porzione di già scavata è di 386,440 metri quadrati, sicché restano ancora 275,386 metri quadrati di terreno sepolto sotto di un masso di sette metri circa di cenere e di lapilli. L'Anfiteatro capace a contenere 12,800 spet- tatori era situato in una delle estremità della città (400 metri circa) ed al posto ove vedesi in questo modello,

. . . Sei vasi cilindrici di piombo destinati a racco- gliere r acqua negl' impluvii di Pompei.

♦62998. Ceppo pei soldati indisciplinati con quattor- dici anelli, nei quali si passava una sbarra di ferz'o, che ne vincolava i piedi. Allorquando questo terribile istru- mento fu rinvenuto eranvi ancora attaccati i piedi di quattro condannati. ( Caserma dei soldati a Pomjìei).

PICCOLI BRONZI 129

TAVOLINO PRESSO IL MODELLO

BIGLIETTI da TEATRO (Tesserae).

77087. Tessere teatrali in osso. Sono da osservarsi quelli raffiguranti dei piccioni accovacciati da servire probabilmente per la piccionaia, quelli a forma di vio- Tino ed altre tessere svariate. Dadi. Astragali. (P.)

IN ALTRO TAVOLINO

Oggetti da toletta per donne Specchi Aghi cri- nali. — Pettini. Vasi di pomata. Odorini. Un di- tale a cucire. Cura denti. Cura orecchi. Fibule. Anelli. A sinistra entrando , per la porta più lontana dal

balcone,

XXXII e XXXIII Armadio.

* . . . Casseruole. {Pompei ed Ercolano).

Forme di pasticceria Coltelli— Grattuggia, {Pompei)

XXXIV Armadio.

Disco per cuocere 29 uova ed altro per quattro.

* Spiedi Palette pel fuoco Pinzette Tripodi Gra- ticola in ferro. Capo-foconi. {Pompei ed Ercolano).

Dal XXXV a XXXXII Armadio.

Patere e grandissima quantità di conche di ogni di- mensione a due manichi. Cucchiai a lungo manico. {Pompei ed Ercolano).

XXXXIII a XLV Armadio {2° angolo della sala).

*73880. Vaso a forma di zuppiera per riscaldare l'ac- qua: il carbone introducevasi in un tubo cilindrico po- sto nello interno del vaso medesimo, {Ercolano).

. . . Varii FORNELLI, ed imbuti. (Pompei).

Monaco Guida del Museo Nazionale. 9

130 riANO SUPERIORE

XLVl Armadio.

OGGETTI PER SACRIFICII.

78945 a 73949. Tripodi mobili 63083 e seg. Incen- sieri {tlmribula) 74003 e seg. Are aruspicali. Nellsr superficie di queste si veggono i ferri (Itngulae), con cui i sacerdoti osservavano i visceri delle vittime. (Pom" pei ed Ercolano).

LETTI.

*78614 e seg. Tre letti di bronzo {cubiculo) intarsiati di argento, colle spalliere a laminette dello stesso me- tallo. Il legno dipinto in rosso è moderno, e la forma fu ricavata dall'impressione lasciata sulla cenere ammassata. Oltre le intarsiature, due di essi mostrano puttini con grappoli alla mano e conigli, {Pompei).

XLYII e XLVIII Armadio. BILANCE, PESI e MISURE.

*Diciotto BILANCE che veramente sono una rarità pel modo come sono eseguite. Merita speciale riguardo quella (74056, arm. IL) figurante col suo contrappeso un busto imperiale con magnifico elmo e corazza. L'estremità del- l'asta (juadrilatera è segnata da un lato da l a XII, e dall'altro da X a XXX e vi si legge in latino in let- tere punteggiate che detta bilancia fu verificata in Cam- pidoglio sotto l'imperatore Vespasiano. {Stabia).

. . . Piccole STADERE 6 BILANCE a due coppe. (P.).

74199 e seg. Pesi in pietra nefritica a sfera depressa e con puntini che segnano il loro valore. {Pompei).

64308 e seg. Sei pesi in bronzo a forma di capra coi loro segni d'indicazione di valore. {Pompei).

PICCOLI BRONZI 131

74314 e seg. Pesi a forma di mortaio, e loro sotto- multipli. {Pompei).

74394 e seg. Pesi di piombo con la iscrizione « eme » e sulla faccia opposta « habebis » compra ed avrai. (P.) ^,J'4577. Corda lunga quattro metri composta di quin- dici fili metallici attortigliati insieme, simili alle corde metalliche usate oggidì.

74599. Misura per liquidi, il Cangio, a forma di vaso a lungo collo, senza manici, rinvenuto nelle paludi Pon- tine, monumento molto prezioso. Vi si legge in latino: « Sotto il sesto Consolato dell' Imperatore Vespasiano, e «. sotto il quarto di Tito Cesare Augusto suo figlio, ■« questa misura del peso di dieci libbre fu verificata « nel Campidoglio » (Museo Borgia).

*74601. Misura di capacità per solidi il modius , di forma cilindri(;a con guida triangolare alla sommitù.(P.)

LI Armadio (3." angolo della sala). STRUMENTI DA PESCA.

Ami. Agocelli per lavorar le reti. Àncora in ferro, la sola che sia stata trovata nelle vicinanze di Pompei, e donata al Museo dal Barone Savarese.

STRUMENTI DA GEOMETRI.

76670 e seg. Compassi semplici e a riduzione. Ar- chipenzoli. Piedi romani per misura di lunghezza. Squadro in bronzo.

STRUMENTI DA CHIRURGIA.

TAVOLINO LXVI (bis)

77986. Coppe a vento. Due piccoli cucchiai con ma- nico d'osso. Lancetta.

78008 Forbici. Tre quarti per l'operazione della pa- racentesi.

132 PIANO SUPERIORE

78026. Catetere per uomini e per donna. Specilli. Ferro per cauterizzare.

78029. Forcipe, usato per i parti laboriosi.

78030. Speculum uteri trivalve. Altro quadrivalve. (Vedi la pubblicazione di Vulpes e B. Quaranta).

78031. Speculum ani. Astucci contenenti ferri chi' rurgici. Cassette con medicamenti.

78071. Ago da chirurgo, il solo clie noi possediamo.

TAVOLINO LXVI

Bilancia a due coppe per i medicamenti. Bistori. Pinzette. (Pompei).

Negli armadi addossati al muro. Gran numero di pen-^ tole come quelle usate oggidì. (P).

COLATOI

Armadio LXIV.

Colatoi di una rara perfezione di disegno e bellissimi, È da osservarsi il n" 77609 avente nel centro in bas- sorilievo una Veneretta assisa presso un Amorino, con braccialetti d'argento.

LVI Armadio (4" angolo della sala).

CALAMAI E PENNE.

♦Calamai, fra cui merita speciale attenzione quello- (75091) ettagonale con figurine intarsiate in argento, rappresentanti ciascuna le divinità che presiedevono ai giorni della settimana. Il dotto Martorelli ha scritto due volumi su tale calamaio {De regia theca calamaria). Egli crede che abbia servito ad un astronomo del tempo dell'imperatore Traiano. (Terlizzi, presso Ruvo).

*1 10672. Penna in bronzo ed altra in legno (canna). Esse poco differiscono da quelle usate al d'i d'oggi^ (^Pompei).

PICCOLI BEONZI 133

75112-13. Stiletti per scrivere sulle tavolette ince- rate. (Pompei). . . . Armille di bronzo. (Pompei). . . . Specchi metallici. (Pompei).

TAVOLINO VXII. STRUMENTI DA MUSICA.

76945. SiSTRi. Istrumenti adoperati nel culto religioso della Dea Iside. Essi davano un certo suono, agitandoli. (Pompei).

111055. La siringa, ovvero il flauto del Dio Pane. Rassomiglia ad un organino a nove canne. (Pompei).

*76939. Crotali, o piattini. Si suonavano nelle orgie di Priapo nelle danze lascive. (Pompei).

76890. Buccina, o cornamusa a sette canne di avorio ricoperte di bronzo. (Pompei).

76891. Quattro Tibie di argento. (Pompei).

TAVOLINO LXVIII presso la finestra.

OGGETTI DI AVORIO.

Statuette e testine per ornamenti, di mobili, di avo- rio, ed oggetti serviti per lo stesso uso. Cucchiaini di osso. LTIl Armadio (nell'angolo della sala)

FINIMENTI DA CAVALLI.

Barbazzali Briglie Cavezzoni Sproni di ferro. Finimenti per timone di carro esprimenti lottatori e pantere. Campanèlli per bestiame.

75537. Rosetta, volgarmente detta roida, per tagliare le unghie ai cavalli trovata a Velletri. Frontali. Campane per bestiame. (Pompei ed Ercolano). Contro le pareti,

78621-22. Due campane formate da un disco di bronzo, forato nel mezzo e con batocchio per percuotere il disco.

134 PIANO SUPERIORE

Vuoisi che questa specie di singolari campane fosse collocata alla imboccatura delle strade strette per dare' il segno nell'altra estremità, onde non s'intromettessero due veicoli al tempo stesso. (Pompei).

LYIII, LIX, LX Armadi

Candelabri per una sol lampada formati da uno stela sormontato da un calice che posa su di un treppiede.

Quelli dell'armadio di centro sono i più belli, ed al- cuni sono unici pel loro meccanismo. Essi possono alzarsi 0 abbassarsi a piacere, ed il loro piede può smontarsi di una maniera semplice per quanto ingegnosa. {Pompei ed Ei'colano).

BIBLIOTECA NAZIONALE 13'>

BIBLIOTECA NAZIONALE

L'entrata è provvisoriamente dalla porta sulla ter- razza che ingresso alla Direzione del Museo.

Benché la Biblioteca non formi parte integrale del Mu- seo, reggendosi con separato governo , pure è mestieri dirne qualche cosa. Questa gran sala (metri 56 su me- tri 21, alta metri 22), che è la più bella e la più ampia di tutto l'edifizio deve la sua origine a Paolo III Far- nese, ed il suo accrescimento ai Cardinali Alessandro e Ranuccio della stessa famiglia. È opera dell'architetto Fontana. Essa è ornata nelle pareti di quadri Farnesiani del Ricci e del Drago. La volta dipinta da Pietro Bar- dellini ha un gran quadro raffigurante la Virtù che corona il Re Ferdinando I e la Regina Maria Caro- lina. Il pavimento è fregiato di una meridiana dell' a- stronomo Caselli eseguita nel 1791. Nelle sale interne sono esposti due grandi globi del Coronelli. Infine un'eco sonora vi si ripercuote per ben 32 volte, il che forma l'ammirazione e la delizia dei curiosi.

Dir quanti preziosi autografi, quanti rari manoscritti, quante edizioni di lusso vi si raccolgono, sarebbe grave e difficile. Consigliamo invece a chi volesse questi minuti ragguagli di rivolgersi al succoso libro del Prefetto della stessa Biblioteca. {Notizia della Biblioteca Nazionale di Napoli, Pomari, 1874).

Tutto l'edifizio contiene circa 200 mila volumi com- presi i 10 mila manoscritti e 29 mila stampati di col- lezioni rare e preziose, 4000 della edizione del sec. XV.

« Vi ha libri in ogni genere di studi, e in ogni lin- « gua, e per ogni sorta di lettori. E sono manoscritti, e « libri stampati di ogni tempo, e di ogni paese » ( Vedi « opera citata).

136 PIANO SUPERIORE

AUTOGRAFI.

S. Tommaso d'Aquino. Commentariì sopra quattro opere di Dionigi, areopagita.

Torquato Tasso. Tre dialoglii, cioè il Minturno, ov- vero della bellezza, il Cutaneo, ovvero delle conclusioni amorose, il Ficino, ovvero dell'arte.

GiovAN Battista Vico. I principii d'una scienza nuova.

Bernardino Telesio. De usu respirationis. De soni- no. — Iris. De Cometis. De fulmine. De Mari.

GiovAN Battista della Porta. Libro di fisonomia na- turale. Il Georgia, tragedia.

Giano Barrasio, celebre chiosatore di codici classici, ed autore di studi fisiologici.

Girolamo Seripando. Autografi biblici, opuscoli, me- morie {inedite).

Bernardino Baldi da Urbino. Autografi in quattro volumi in 5.°, fra cui un poema inedito in versi sciolti, e V Artiglieria ».

Vi sono anche autografi di Galileo, degli storici An- gelo di Costanzo e Francesco Capocelatro, del Muratori, del Metastasio, di Antonio Genovesi, del Mazzocchi e del Vanvitelli, di Cristina di Svezia, e due autografi di Don Giovanni d'Austria.

Seguono i codici dei classici greci, latini e italiani, la maggior parte dell'XI, XII, XIV e XV secolo ed alcuni codici belli per ornato.

La Flora. È un ultìcio Divino, cosi nomato pel gran nu- mero dei fiori che l'abbelliscono.

Messale del Cardinale di Toledo. Codice apparte- nente alla scuola fiamminga del secolo XV, ricco di or- nati intrecciati a fiori ed uccelli.

Ufficio della Beata Vergine. Codice del XV secolo, cosparso di minuti ornamenti a foglie d'oro e piccoli fiori, dipinti al vivo con mirabile arte.

Libri Corau Olivetani. Codici miniati, e con ornati a penna dell'XI, XVI e XVII secolo.

PAPIRI 137

PAPIRI.

Come ognun comprende, i papiri sono i libri di quel- l'epoca, quando ancora v'era da percorrere lo spazio di molti secoli prima di vedere a mezzo delia stampa propa- gate le idee in un baleno. Ora eccoci alla breve istoria di questi papiri greci e latini.

Sono in numero di 1790, e furono rinvenuti in Erco- lano nel Gennaio 1752 in una casa di campagna, ad un centinaio di piedi sotto terra, situati in due camere di piccola dimensione, e scarse, anzi prive di luce, sulle pa- reti delle quali erano dipinti grossi serpenti.

Si credettero dapprima carboni, ma osservando il bel- r ordine con cui erano collocati e le tracce visibili di qualche carattere, si sospettò ciò che realmente fossero. I dotti accorsero numerosi, e la messe fu abbondante per tutti. Ognuno si accinse a dire la sua, circa il modo di svolgere, leggere e interpretare quei carboni dispettosi—- Tentarono tutte le prove, escogitarono tutti i mezzi, si avvalsero anche dei reagenti chimici, ma i papiri eran sempre, bruscamente carbonizzati, quasi per fare un dispetto alla scienza. Di 24 papiri mandati in Francia ed in Inghilterra niente si è giunto a decifrare.

La fortuna però volle coronare la perseveranza del P. Antonio Piaggi , delle scuole pie , il quale con un meccanismo semplice fece ciò che indarno aveano asse- verantemente tentato i più dotti.

Di questo meccanismo non terremo parola, perocché è più utile il vederlo, che descriverlo.

Trovato adunque il modo di svolgere i papiri, gli in- terpreti furono molti , fra cui il Mazzocchi , Carcani, Ignarra, Monsignor Resini, Genovesi, Javarone, Qua- dra ri, Lucignano od altri.

138 PIANO SUPERIORE

Essi ci svelarono i seguenti autori, e il contenuto dei loro trattati.

EIpicuro, della NaturA. Papiro in esametri latini at- tribuito a Rauirio. Tratta della guerra tra Ottaviano e Marco Antonio, della battaglia di Azio, e della conqui- sta di Egitto.

FiLODEMO. Della musica. Papiro svolto in tutta la sua lungliezza di metri 3,43 per dare una idea della forma del volume. Dei vizi e d-.lle virtù ad essi opposti. Della rettorica voi. 2". Djlla morte. Dei fenomeni. Della libertà delti elocuzione. Degli animali. Di ciò che è utile al popolo, secondo Omero.

Epicuro. Della natura.

PoLiSTRATO. Dello ingiusto disprezzo.

Crisippo. Della provvidenza.

Oltre alcuni frammenti d'ignoti autori.

Questi papiri sono scritti tutti da una faccia e certo appartenevano ad un letterato di Ercolano, il quale, ne- gli ozii beati della campagna, confortava lo spirito col cibo eletto del sapere , e per quanto ci pare , era an- che uomo di gusto, perchè possedeva bellissime statue e busti di bronzo, che oggi adornano le sale del Museo, come il Mercurio sedente, il Fauno ebbro, il Fauno dor- miente, i Lottatori o discoboli, ecc.

Per i minuziosi qualche altra particolarità. Il papiro ( Cyperus papyraceus) è pianta palustre, e cresce spon- tanea in Siracusa presso la tanto rinomata fontana Are- tusa. Per adibirsi all'uso destinato, vi era d'uopo di un processo particolare, onde togliere le minime scabrosità.

Nella biblioteca del benemerito Ercolanese si rinven- nero ancora calamai e stili, visibili tuttora nello sale stosse dei papiri.

PAPIRI 139

TAVOLETTE, 0 LIBELLI PU3ILLARI.

La collezione dei papiri, già di per tanto ricca ed importante si è resa di maggiore interesse per il tro- vamento fatto a Pompei nel 1875 delle tdivoìeite pugfi Ilari. Le stesse raggiungono circa il num. di 80 contenenti altrettanti contratti, ed ogni contratto è dittico [a due)^ 0 trittico (a tre tavolette), unite insieme, o per laccio, secondo i fori che si veggono, o per mezzo di speciale cerniera.

Le tavolette sono tutte incerate, e quindi incise collo stilo; alcune però portano tracce di caratteri eseguiti con l'inchiostro.

Alcune di esse sono contratti di mutuo, coi quali un tal Lucio Cecilio Giocondo prestava somme di sesterzi ai suoi clienti col modico interesse del ventiquattro per cento l'anno, e le altre sono note di tasse riscosse, per- chè questo egregio uomo faceva anche l'imprenditore {ap- paltatore) dei dazi municipali. Eppure avea i suoi am- miratori, e l'ammirazione andò tant'oltre, che gli ele- varono un busto, rinvenuto insieme alle tavolette stesse nel suo Uffizio. Questo busto è visibile nelle sale delle statue di bronzo al n. 111063.

FINE.

APPENDICE

POiV\^PEI PRIMA E DOPO L' ERUZIONE

CHE LA DISTRUSSE

Pompejos tenuerunt olim Osci deinde Pelasgi, post hoc Samnitae qui et ipsi inde sunt expulsi. Strab. lib. V.

Origine di Pompei. Gli Osclii furono i primi abi- tatori della Campania, vera terra promessa e per abbon- danza di prodotti e per dolcezza di clima Ma essi usi a viver spensierati negli agi e negli ozii, subirono l'in- vasione dei fenicii, popoli commercianti e laboriosi, i quali edificarono in uno dei migliori plinti la città chiamata Pompei^ equivalente ad Emporium Infatti questa no- vella città era l'emporio dei cereali e delle merci, che si destinavano alle vicine città di Nocera, Nola, Stabia.

Dopo sette secoli gli Etruschi e i Pelasgi, sconfitti i Fe- nici, s'impadronirono di Pompei, e più tardi quelli furono

142 APPEKDICE

sopraffatti dai Sanniti, che s'impossessarono di tutta la Campania e per conseguenza anche di Pompei.

Sanniti I Sanniti furono un popolo sobrio e bellicoso, spesso in guerra coi Romani, or vincitori or vinti, ma alteri e disdegnosi sempre.— Formarono il nerbo della coalizione cogli altri popoli italiani, organizzati dal Marso Silone per combattere le esorbitanze incresciose della grande Repubblica Ma anche questa coalizione andò a male e nella lotta ineguale, Pompei, perchè avea seguito le sorti dei Sanniti, fu investita da Siila, il quale poi a causa di più serie faccende, bisognandogli le milizie, tolse l'assedio, legandosi però al dito la resistenza dei Pompeiani, fermo nel cuor snodi vendicarsi appena se- date le turbolenze suscitategli da Mario. E mantenne la parola.

Pompei essendo stata eretta a Municipio; cioè atta a governarsi con leggi proprie, avente cosi anche diritto alla cittadinanza romana, Siila inesorato e violento fece cancellare il primo decreto del Senato, e ottenne invece che si inviasse una colonia militare comandata dal suo nipote P. Siila Questa colonia fu chiamata per ironia Felice^ e venne composta dai soldati emeriti, non al certo modello di sobrietà e costumatezza. Quale acerbo strazio facessero costoro della roba e dell'onore dei Pompeiani è facile immaginarlo.

I Pompeiani d'altra parte non si stettero con le mani in mano. Cercarono ed ebbero protettori molti e potenti, facendo ogni sforzo di far valere i propri diritti.

La causa fu dibattuta in Sonato, le ragioni furono tante così evidenti, che la giustizia questa volta vinse l'ar- bitrio, e Pompei novellamente divenne Municipio.

Augusto in seguito vi aggiunse una nuova colonia di Veterani, e Pompei prese il nome di Augusto- Felice )4i anni av. l'è. v.). Quattordici anni dopo, sotto Ne-

POMPEI PRIMA E DOPO L' ERUZIONE \ 13

rene, divenne effettiva colonia romana, e ciò per l'insi- stente opera di Rufo, al quale molte iscrizioni, per que- sto bel fatto, tributano le giuste lodi.

Cosi governavasi da 14 anni, quando sopraggiunse la terribile eruzione, della quale facciamo il breve cenno.

Il Vesuvio. Il Vesuvio, secondo l'attestato di insigni storici ha bruciato da tempo immemorabile. Ma da molti secoli non avea dato più segni- di vita, e si credette ge- neralmente che esso fosse già spento. Si pretese per sino che la feracità delle terre campane derivasse appunto dalle ceneri vomitate dall'igneo monte in epoche molto lontane.

Tremuoto dell'anno 63 (e. v.)— Spessi tremuoti però incominciarono ad affligger i popoli circostanti, ed il più calamitoso fu quello dell'anno 62 dell'era volgare, re- gnando Nerone Era appunto quell'ora in cui l'imbe- cille imperatore, sul teatro di Napoli, da effeminato istrione e citaredo, vestito alla Saffo, cantava accompa- gnandosi una sua lunga ed insulsa poesia, entusiasta agli applausi frenetici di spettatori compri ed impauriti!

Ercolano, Nocera, Stabia, Resina, Oplonti, Napoli ne risentirono danni. Molti edifìci crollarono , moltissimi furono sensibilmente maltrattati.

Pompei ebbe i maggiori danni. Gli abitanti cercarono ricovero altrove, ma presi dell'amore della terra natia, ritornarono dopo qualche tempo, e per quanto fu possi- bile ripararono le ingiurie del fenomeno distruttore Ricostruirono in parte la città più bella, più simmetrica, più sontuosa per pubblici e privati edifizii.

Trascorsero sedici anni. Era la calma appena rientrata negli spiriti, quando una maggiore sciagura generale, straziante, irreparabile, travolse inesorata uomini e cose.

Eruzione del 79 (e. v.)— Al 23 novembre del 79 (èra volgaì'e), un'ora dopo il mezzodì, in una giornata

144 APPENDICE

d'inverno innebbiata e pallida, il Vesuvio creduto inno- cuo si sveglia, si sconvolge, si scompiglia, annunziandosi prima con nubi e poi con torrenti di fuoco accompagnati da immensa pioggia di lapillo , cenere , pietre , scorie, acqua bellente, che come coltre di morte ricoprivano le ricche e fiorenti città di Stabia, Pompei, Ercolano, Re- sina e altri paesi vicini.

Pompei fu sepolta sotto la cenere ed il lapillo ammas- sati dall'acqua bollente.

È dei Pompeiani che parliamo la moltitudine chias- sosa e irrequieta si scuote, dimanda, si atterrisc e fug- ge— Molti rimasero incerti e avviliti a guardia delle loro masserizie e miseramente perirono, altri con precipitanza si allontanarono e furono salvi Ma quale salvezza!. Me- glio era se fossero periti anch' essi, perciocché quando vollero ritornare nella loro patria diletta, non seppero scorgere nemmeno il sito dove fosse: era deserta e so- litaria arena!

L'eruzione durò tre giorni- Le vicini e fertili coste disparvero -Il mare che lambiva le mura di Pompei, in- vaso nei suoi dominii, quasi impaurito, si fece indietro più miglia, e monti di lapillo e di cenere sorsero a testimoniare ai posteri la collera del formidabile Ve- suvio.

Plinio il giovane (di cui lo zio, comandante la flotta stanziata a Miseno e corso a Resina in aiuto dei soldati era già morto soffocato) in due commoventi lettere scritte allo storico Tacito (Epist. 10 e 20, lib. V), a vivi colori ci dipinge lo strazio di quella misera gente Si consul- tino da chi ama più particolari ragguagli su la desolante catastrofe.

Pompei prima dell'eruzione Pompei era una città di 25 mila abitanti circa, circondata di mura, su i cui larghi spalti passeggiavano le vigili scolte, e le mura venivano

POMPEI PRIMA E DOPO L'ERUZIONE 145

completate di tratto in tratto di piccole torri atte ad oftendere gli audaci aggressori, e buone inoltre a resi- stere alle Petriere o alle Testuggini, formidabili arti- glierie a quei tempi per rompere la breccia.

Vi si entrava per le porte di Ercolano e di Nola, méntre le altre la Stabiana, Vesuviana, Nocerina, del Sarno ecc. poteansi considerare piuttosto uscite strate- giche pei soldati in tempo di assedio.

Due strade traversavano la città: la Popidiana che menava a Nola, e la Domiziana a Nocera e a Salerno.

Il fiume Sarno la bagnava con le sue limpide e pure acque, alimentando le molte fonti, che abbellivano i giar- dini, le case, le vie pubbliche e i bagni Pompei era una città fornita abbastanza di belle e larghe strado con marciapiedi, di Tempii, se non imponenti almeno deco- rosi, di comodi edifizii privati, qualcuno tendente al lusso, e di un anfiteatro capace di contenere 12,800 spettatori.

Pompei era infine la delizia di molti patrizi romani, che venivano qui a rinfrancarsi delle lotte durate nelle sfrenate ambizioni della vita politica.

A queste aure odorose balsamiche traevano le beHe Q altere matrone a ringiovanire la salute afiìevolita per intemperanza di amori , di splendidi conviti , e per le emozioni provate nei ludi del circo Era qui che alla brezza vespertina folleggiavano leggere e spensierate le loro gaie fanciulle.

Pompei dissepolta Ora chi benevolo la riscosse per chiamarla a riveder le stelle ?

Fu il caso solo , il caso solo , quello che per tanta parte entra nelle umane faccende.

Si lavorava nel 1592 in quelle ter're incolte e squal- lide per iscavare un aquedotto per comando del Conte Sarno, onde condurre le acque a Torre, quando si av- vertirono degli ostacoli; erano le colonne degli eJifi-

146 APPENDICE

zii della sepolta città, ma non vi si fece caso Fuor- viarono i lavori, ricoprirono i vuoti già fatti, vi pen- sarono più mai , perciocché cure maggiori assorbivano le prezioso menti dei Reggitori: brigarsi delle macerie e degli ingombri dell' antica città , per essi non aveva nessuna forza e valore.

Ma, nel 1748, avvertito Carlo III Borbone, che dei coloni, lavorando in quelle terre, erano riusciti a tro- vare statue, colonne, ed altri preziosi monumenti, volle che gli scavi procedessero con ordine, e tutti gli oggetti venissero depositati nel Real Palazzo di Portici.

I successori di Carlo III tutti contribuirono alla grande opera, ed oggi Pompei può dirsi disseppellita per una buona metà.

Che cosa è ora Pompei È la città percorsa ed ammirata dai dotti , e dagli artisti Tutti spigolano nei suoi preziosi ricordi È la città risorta, che ci mo- stra a qual grado di civiltà fossero pervenuti i nostri maggiori E per noi, spogli dell'arte o della scienza, che cosa è mai Pompei? È la città che c'invita a ri- flettere— Percorrete le sue vie, fermatevi nel Foro, nei Tempii, nei Bagni , visitate le piccole allegre case , le cui pareti sono tante animate da pitture vivaci e ca- pricciose, leggete quante menzogne, quanti affetti, quanti dolori si chiudono nei freddi avelli del suo Cimitero, e dite se un pensiero mesto e pietoso non si affacci a turbare la serenità del vostro cuore!

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