nba tai ce profeti Pan mt ir Lasa HARVARD UNIVERSITY LIBRARY OF THE Museum of Comparative Zoology PEMPNLIO È: fx (ELIO #45 AGRAMA lit SALO ì DE FIRENZE CS der PER CURA DELLA DIREZIONE Serie Prima — N. 3. FIRENZE RPPOGRAFIA Mo RICCI Via San Gallo, N. 31 1900. - ; Rua VI CA Re RSA IUS E SAN AUT E o Se Pacis nile % È i r; a co pid "Pi vl $ N Ò À; x GORI o NUOVE RELAZIONI INTORNO AI LAVORI R. STAZIONE DI ENTOMOLOGIA AGRARIA DI FIRENZE PER.CURAÀ DELLA DIREZIONE Serie Prima — N. 3. FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI Via San Gallo, N. 31 1900 DI x 8a ri ie i DAS — RAPPORTO DELLA R. STAZIONE A Sun EcceLenza IL MINISTRO DI AGRICOLTURA ECCELLENZA, Il terzo fascicolo delle Nuove Relazioni succede al secondo, per continuare l’opera intrapresa e bene ac- cetta al pubblico degli interessati e al superiore Mi- nistero di Agricoltura, alla munificenza del quale la R. Stazione va debitrice di dotazioni ordinarie ed incoraggiamenti, per i quali il laboratorio è sempre a servizio gratuito dell’agricoltura e delle industrie che ne dipendono. Le comunicazioni dirette, intanto, e le richieste continue, sempre crescenti, di notizie, di lavori e di suggerimenti pratici, per la difesa delle piante e dei prodotti loro, dalle molestie degli animali nocivi, ci son parse incoraggiamento, che è sufficiente a con- fermarci nel proposito annunziato, di tentare per que- sta via a rendere note e popolari le nozioni pratiche di Entomologia agraria, fondate, come sempre, sull’os- servazione e l’esperienza diretta, esplicate con norme scientifiche, che danno, per quanto è possibile, norma IV e stabilità di carattere alle ricerche e alle Mo 7 gazioni medesime. Per questo, più d’una volta le con- N clusioni nostre non hanno confermato quelle degli. i i altri, e con l’opera nostra abbiamo dovnto attraver- A sare risolutamente interessi, che avremmo lasciato dato parte se il sottrarsi all'obbligo della difesa dell’agri- coltura dalle male intese speculazioni non fosse stata, più che una mancanza, una grave colpa per noi. Le osservazioni e le esperienze relative alla Mosca delle olive; quelle ripetute in ‘ordine alla ditesa delle piante dalle Cocciniglie; le ulteriori pubblicazioni relative agli insetti del formentone, a diversi A fidi, alle Arvicole, agli insetti delle Barbabietole e alla Nicotina; e le altre sui nuovi nemici della Vite, e per la difesa del bestiame dalle molestie delle Mosche e dei Tafani formano la sostanza della quale si com- pone il terzo fascicolo, oltre il lavoro di una lunga. cronaca entomologica, che sarà completata e chia- mata altrove alla costituzione di enunciati pratici, così come altra volta si è fatto per le notizie prece- denti, se, come si spera, le forze non verranno meno, e Vostra Eccellenza troverà sempre meritevole il con- cetto dell’opera iniziata. Col più profondo rispetto LA DIREZIONE. | OSSERVAZIONI INTORNO AD UNA NUOVA COCCINIGLIA NOCIVA AGLI AGRUMI IN ITALIA ED AL MODO DI IMMUNIZZARE LA PARTE LEGNOSA DELLE PIANTE contro la puntura delle Cocciniglie in generale e di distruggerle NOTE ED OSSERVAZIONI del Dott. Gracowo DeL Guercio della R. Stazione Entomologica di Firenze La cocciniglia in parola è una Ceroplastes, prossima ma | non identica alla Ceroplastes cirripediformis Comst., di Ame- rica; gli agrumi infetti, per ora, sono quelli della riviera Li- gure, e le piante attaccate sono, in special modo, quelle di Chi- notto (Citrus sinensis), largamente coltivato, ed i cui frutti sono Ivi l’oggetto di un’esportazione, che gli agricoltori interessati hanno reso attivissima, fiorente e rimuneratrice. Ecco i caratteri e le altre indicazioni interessanti relative a questo nuovo nemico dell’agrumicoltura italiana, per cono- scerlo, impedire che si diffonda maggiormente, e combatterlo dove ormai si è tanto diffuso da rendersi dannoso. In occasione di questi rilievi, Signori, ne ho fatti altri, | per la difesa contro le Cocciniglie, che ad essi si connettono, e di tutto, permettano, che dia qui un piccolo cenno, riser- bandomi di estendere altrove le ricerche e le osservazioni che ho fatto da cinque anni in diverse parti della penisola nostra, e delle isole. Della Ceroplastes, che presento, non si conosce che la fem- «| mina, e questa proviene da un uovo allungato, di color casta- | gna chiara. RAI Appena nata, la larva, dalla quale la femmina proviene, è obovata-allungata, presso a poco del colore dell'uovo, con an n° E tenne più chiare e zampe molto allungate del colore delle an- E tenne. Queste sono formate come nella fig: E, con i primi due articoli cortissimi, il terzo cilindrico, allungato, più lungo del quarto, ed il quinto con vari peli, più lungo dell'articolo pre- cedente. Le setole precaudali sono lunghissime, e quelle dei lobi caudali sono cortissime, appena visibili. 5: Dopo alcune ore la larva si fissa, ritira le antenne e le zampe sotto il corpo, e senza mutamento sensibile nel colore, — in 24 a 36 ore circa, presenta sul dorso due linee di punti di una efflorescenza cerosa, bianca, che aumenta, e le due linee lon- | gitudinali, al terzo giorno si trovano sostituite con delle strie trasverse, prima limitate agli anelli del torace, poi estese al capo e sugli anelli dell'addome. Intanto mentre la cera au- menta nel disco dorsale, sui margini compariscono altre forma-' zioni consimili, come tanti pennelli cerosi, per le quali e per l’altra, tutto il dorso dell'animale sembra come spruzzato di bianco. I pennelli cerosi marginali, prima piccoli e numerosi, | sì riducono ad otto soltanto più tardi: sei, tre per parte, sui. 3 lati, e due, uno per parte, alle estremità. Quello della estremità anale dell’insetto è bifido, e sembra chiaramente come formato da due pennelli collaterali. La lunghezza di questi pennelli si riduce successivamente di poi, e l’animale coprendosi di uno strato di cera, compatta, raccorciandosi si arrotonda, e si pre- | senta discoidale, rossiccio-scuro, con una macchia cerosa bianca, nel mezzo, ed altre non meno candide sul contorno, ma più piccole di quella centrale. Questo è quello che si vede nell'agosto, nel settembre e nell’ottobre; nel novembre e nel dicembre le cocciniglie ingros- sano e divengono distintamente convesse, mentre il colore della cera che le ricopre si fa di un bianco latteo untuoso, e lo strato ceroso ispessito si mostra diviso in tante placche di- | stinte, una centrale, e sei laterali, ciascuna con un nucleo rosso bruno ed un pennello di cera bianca nel mezzo. La placca sa SRI | anale è più grande delle altre, e siccome presenta due nuclei, appare come formata da due placche unite insieme. Le placche e le linee divisorie che le fanno distinguere sono visibili tanto nelle femmine giovani che nelle adulte, ma in quelle sono meglio evidenti e meno arrotondate che nelle altre. Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo gli insetti conti- mnuano a crescere, ma con processo lentissimo, che si accelera nei mesi di aprile, di maggio e di giugno, ed allora le fem- mine più precoci si dispongono per la deposizione delle nova. In questo momento la base aderente delle cocciniglie sulle piante segna gia il massimo delle sue dimensioni, mentre quella dell'altezza è ancora a due terzi del suo sviluppo e la zona superiore centrale del guscio ceroso dell’insetto, sollevandosi sensibilmente da un estremo, quasi nasconde la bianca efflore- | scenza cerosa che porta nel mezzo: la cocciniglia, in una pa- . rola, ha la forma apparente allora di un elmo, o di tronco di piramide con la base superiore inclinata, e per una parte con- formata a cappuccio. Ai primi di luglio però, mano a mano che le cocciniglie si sgravano delle loro uova, la parte centrale si solleva e si di- stende sensibilmente, si arrotonda uniformemente, e prende una tinta roseo-vinosa, che per quanto leggiera, resta ben distinta ; da quella della parte basilare del guscio, che si presenta di i color bianco-latteo. ; Il colore dell'animale sottostante, dal momento che è rico- | perto di cera, non è più giallo legno, come nella larva ap- pena nata, ma è di color rosso laccato intenso, tanto più in- tenso quanto più la larva si avvicina allo stato di adulto. Questo colore si può vedere facilmente staccando le coccini- glie dalla pianta e guardandole dalla parte con la quale stanno aderenti su quella. Così però non si vede che la parte ven- trale dell'animale; ma chi volesse vedere di più, rompa il | guscio con un temperino o con uno spillo, o lo sciolga nei solventi ordinarî della cera, e vedrà che tutto il corpo è del colore indicato; che le antenne e le zampe sono giallo rossa- gna ticolarmente le antenne (fig. D.), si vede che queste hanno il terzo articolo più corto del quarto, che è il più lungo di tutti; che il quinto è uguale al sesto, e che il settimo, fornito di varî peli, è più lungo di uno dei due precedenti. D E Fig. A. Ceroplastes sinensis 9, vista di sopra, e molto ingrandita. — B. Id. vista di lato. — C. placca centrale al suo massimo di distenzione. — D. antenna dell’ani- male adulto. — E. antenna della larva, con la setola più lunga, spuntata. Verso la metà di luglio, dalle uova numerose nascoste sotto il corpo della madre, comincia la nascita delle larve, che si protrae fino ai primi di settembre. Le larve si fissano per tutto, tanto sui rami che sulle fo- glie, ma da queste poco per volta ritornano sui rami, e quasi su questi soltanto passano l’inverno, crescono e ripetono la infezione nell’anno seguente. I chinotti non sono le sole piante sulle quali l’insetto si trova, giacchè l’ho visto e raccolto sull’Arancio (Citrus auran- tium), sul limone (Citrus limonum) e sul mandarino (Citrus. deliciosa); ma quelle del chinotto devono essere le preferite giacchè sulle altre, per quanto coltivate con queste, finora al meno, l’ho trovata molto rara, da noi. La Ceroplastes descritta oltre che sugli agrumi però si trova I i - su altre piante fra le quali è una poligonacea australiana, cono-. . sciuta col nome di Muhlendeckia platyclados Meissner, ora . comunissima ed inselvatichita perfino nella Liguria, dove i giardinieri l’hanno introdotta. Gli agrumicultori Liguri da me interrogati non m'hanno saputo dire da quanto tempo questa pianta vi è stata impor- tata. Essi anzi non hanno nemmeno dubitato che la infezione sugli agrumi sia venuta da questo nuovo vegetale, e riten- gono invece che la Cocciniglia sia quella stessa del Fico, e che sia passata da questa pianta sui Chinotti, in seguito ad una | grande infezione avvenuta verso il 1890-91. Le due specie di Ceroplastes, quella del Fico e quella del Chinotto sono nel fatto, molto vicine, ma non sono identiche. Dal punto di vista anatomico la Ceroplastes del Fico (Ce- roplastes rusci) ha la placca mediana o centrale, molto più grande di quelle circostanti, la sporgenza anale rivolta in su ed il terzo articolo delle antenne lunghissimo, come non si trova nella Ceroplastes del Chinotto. Malgrado queste ed altre differenze notevoli, e nel dubbio che non fossero va- riazioni (molto profonde del resto) dipendenti dal cambiamento della stazione indicata, ho fatto due serie di allevamenti, por- tando le uova e le larve della Ceroplastes del Fico sul Chi- notto, e quelle della Ceroplastes del Chinotto sulla pianta del Fico; ed ho visto che la Cocciniglia del Chinotto muore sul Fico, che quella del Fico muore sul Chinotto, e che tutte e due allevate sulle loro piante rispettive vivono entrambe e vi st moltiplicano. La distinzione anatomica per tanto segue quella biologica, almeno per l’affinità diversa rispetto alle piante sulle quali vi- Vono, per quanto non tutte le piante della stessa specie si com- portino egualmente rispetto allo stesso ospite, a quella guisa . che ospiti congeneri diversi possono, spesso, stazionare insieme, sulla stessa pianta, come ha luogo della Ceroplastes rusci, che vive sul Fico e su altre piante, come quella del Auscus, dal quale ha preso nome. a II “D'altronde non mancano le contradizioni a questo riguardo, giacchè mentre l’Ashmead, nell’ Orange Insects, parla della Ce- roplastes rusci come cocciniglia degli agrumi, il Comstock DA Ca tribuisce ad errore la determinazione dell’Ashmead e del È Riley, 1 quali, secondo lui, avrebbero confuso la Ceroplastes del Fico con l’altra, che egli ha descritto col nome di Ceroplastes flori- densis. Targioni-Tozzetti parla anche lui della presenza della Ceroplastes rusci sugli agrumi; ma l’Hubbard non la ricorda, e mentre Penzig la figura come rarissima negli agrumi della Liguria, il Gossard sottroscrivendo ai rilievi del Comstoch non ne tiene conto veruno (1). Nelle mie escursioni in Liguria, Cet DIR, ie vi nelle provincie di Napoli, Caserta, Salerno, nelle Calabrie e nella Sicilia nor ho mai trovato la Ceroplastes del Fico sugli agrumi, e poichè in tutte le località indicate le piante del Fico sono per tutto infette, e l’insetto non si è visto che due volte e per eccezione rarissima sugli agrumi, vuol dire che la Ceroplastes rusci non è propria alla famiglia delle Auranziacee, come è certo d’altronde che la nuova stazione non fa perdere all’insetto nessuno dei caratteri per i quali si distingue dai congeneri viventi sugli agrumi. Per notizie dello stesso Comstock, dell’Hubbard e del Gos- sard, intanto, si sa che sugli agrumi della Florida, della Volusia Comty e di Iacksonville si trovano due Ceroplastes dannose, indicate dal Sig. Comstock con i nomi di C. florè- densis e di C. cirripediformis, e delle quali, quest’ultima ha quasi tutte le apparenze della specie, che nella Liguria dan- neggia i Chinotti. Un esame attento della descrizione delle due specie però mostra che le antenne della C. cirripediformis sono di sei articoli, col terzo più lungo di tutti e presso a poco eguale (1) Comstock, Departement of Agriculture Report for 1878, pag. 208. — TARGIONI- TozzettI, Relaz. Reg. Staz. Entom. Agr., Firenze, 1879-1882, pag. 78. — HussarD, Zn- sects affecting the Orange, pag. 57, 68, an. 1885. — Penzie, Studî botanici sugli agrumi 1887, pag. 519, tav. ", fig. 8-14. — Gossarp, Some common Florida Scales. « Florida Agricul. Esp. Stat. Bull. 51 » Jan 1900. LAS alla somma della lunghezza dei seguenti; mentre nella Cero- plastes del Chinotto gli articoli sono sette, ed il terzo arti- colo è più corto del quarto, che è il più lungo di tutti, e questo stesso è sempre, e distintamente più corto dei tre ri- manenti. Per questo, e per gli altri caratteri surricordati, la specie, ch’10 sappia, non si può riferire ad alcuna di. quelle descritte, e la indico col nome di Ceroplastes sinensis (1). Chi desiderasse ora di sapere come, la specie, dalle piante della Muhlenbeckia platyclados sia venuta sui Chinotti della Liguria e sugli altri agrumi della riviera, a modo di spiega- zione dirò che le MuAl/enbeckia importate da noi, forse verso il 1880, vi si sono diffuse e naturalizzate così che anche dove ora non si coltivano, si trovano spontanee; e poichè le piante ornamentali e quelle degli agrumi, nell'esposizione soleggiata, favorevolissima all’insetto, sono ivi una cosa sola, il passaggio è stato relativamente facile, la infezione col tempo si è diffusa, e gli effetti ultimi sono quelli che tutti sul posto si sanno. Ma se questo, con la distruzione della MuAlendeckia, può ‘giovare e giova ad evitare il danno di una maggiore diffu- sione, a nulla vale contro il male già fatto, e all’altro che l’insetto va facendo, ed è opportuno il passare ad un’altra serie di considerazioni non meno importanti per la pratica. Alludo ai resultati delle esperienze da me fatte sulla riviera ed al. trove, per le indicazioni che è lecito dedurre in ordine alla distruzione dell’insetto sui Chinotti, e le altre cocciniglie su- gli agrumi. La cocciniglia cerifera dei Chinotti, al pari di quella del Fico, ha una sola generazione, e come ho visto, questa gene- razione in Liguria principia nel mese di luglio, con la nascita (2) Questa specie ha. delle somiglianze anche con la Ceroplastes depressus Cocke- rell, della quale, fra l’altro, non ha le linee purpuree radianti sui lati e ad una delle estremità: con la C. Plumbagini Cockr., con la C. denudatus Cockr., e, fino ad un certo punto anche con la €. utilis dello stesso A, descritte nell’ « Entomologist » vo- lume XXVI, n. 858, pag. 81-33. An. 1893. ga delle larve, e che la nascita di queste si protrae fino al mese di settembre. Ho pure notato che i gusci delle femmine, sotto i quali restano nascoste le uova fino alla nascita delle larve, si sollevano sen-. sibilmente dalla parte corrispondente alla estremità anale del- l’insetto, e che, senza di questo, le larve nate resterebbero pri- | gioniere sotto il guscio della madre. Ora il sollevamento parziale dei gusci, che precede di una diecina di giorni il momento della nascita delle larve, e che segna la fine della deposizione delle uova, è pure il momento nel quale bisogna prepararsi alla difesa contro l’insetto; e per combatterlo, come per ogni altra cocciniglia, due vie vi sono: immunizzare le piante dalle punture sue, e distruggerlo con trattamenti meccanici ed insetticidi, invernali ed estivi. Per impedire alle larve della Ceroplastes, e di tutte le altre cocciniglie, di fissarsi sulle parti legnose delle piante, ho visto che basta aspergere su di queste un miscuglio catramoso di olio di catrame alcalinizzato secondo la formola Olio di catrame . ... . litri 10. a 15 Carbonato neutro di soda. kg. 7a 10 Acqua 0, RA ira S0 Questo miscuglio non danneggia i rami induriti dei Chi- notti e di tutte le piante legnose a foglia persistente, come gli agrumi, gli olivi, etc., e su quelle a foglia caduca, come il pero, il melo, il susino, ecc., si può aumentare fino al 20 ‘| la dose dell’olio di catrame senza danno veruno per esse; men- tre viceversa vi distrugge sicuramente tutte le cocciniglie e per ciò non i Dactylupius, le Ceroplastes soltanto, ed i Le- cantum, che sono i più vulnerabili, anche allo stato di adulto, ma uccide indubbiamente le Diaspîs e gli Aspidiotus, le Ao- nidia e le Aonidiella, i Mytilaspis e le Chionaspis, le Pinnaspis e le diverse Parlatoria, senza eccezione .di sorta. Della esattezza di questi rilievi posso essere garante; ma ognuno se ne può assicurare di scienza propria, spennellando x và — 11-. . le piante infette con la miscela indicata, la quale nel caso delle Ceroplastes e dei Lecanium, penetra per il margine col quale il guscio dell’insetto aderisce sulla pianta; nell’altro, degli Aspidiotus, delle Diaspis, dei Mytilaspis, ecc., penetra per lo stesso margine, attraversa (imbeve certamente) per fino il guscio, ed necide l’animale che vi si trova nascosto. Quando la spennellatura è ben fatta, e l’olio di catrame è della qualità voluta, per fino le uova vengono in breve tempo attaccate e distrutte, e nel caso dei Diaspini la distruzione è totale, mentre nel caso dei Lecanini, quella si limita allo strato delle uova che aderiscono sul vegetale. A questi, che sono gli effetti indiscutibili, diretti, dell’azione delle miscele catramose alcaline sulle cocciniglie delle foglie .e del fusto della pianta, altri ne corrispondono, di ragione mediata, che non sono meno attendibili dei precedenti, e cioè che le larve provenienti dalle uova delle femmine delle cocci- niglie scampate alla morte, non si fissano sulle parti legnose delle piante bagnate dalle miscele indicate; di guisachè se la loro stazione è quella dei rami e del fusto soltanto, esse sono condannate a morire, e muoiono, nel fatto, egualmente, per fame. | Non si può sempre dire fino a che tempo l’azione di un trattamento all’olio di catrame serve per impedire alle larve di fissarsi, e trarre nutrimento dalle parti legnose delle piante, . ma dalle esperienze fatte dal 1896 al 1899 so che nel più forte . della infezione, tratti di rami e rami interi di piante possono restare e restano immuni da tre mesi ad un semestre circa, se non di più, e la immunità è tale che, in fine, le parti difese restano le sole parti sane in una chioma di seccume. Le piante che presento, e che ho serbato come ricordo delle esperienze fatte, attestano in tutta la loro pienezza la verità enunciata, a quella guisa che l’esame, alle lenti ed al microscopio, dei gu- sci, del corpo, e delle uova delle cocciniglie in esperimento, mostra che tutto è impregnato di catrame, annerito o imbru- nito, aggrinzato sempre, e morto, negli insetti combattuti, men- Ci tre negli altri, lasciati per confronto, si trovano con tutti i caratteri della vita prospera e fiorente: gusci bianchi, femmine turgide e gialle, ed uova in perfetto stato di conservazione. Queste esperienze che tante volte ho ripetuto in laborato- rio, e altrettante volte ho confermate, le ho ripetute pure di- verse volte nel campo, sopra piante attaccate da cocciniglie, come peri, meli, susini, ciliegi, peschi, e simili, ed ho sempre visto che i resultati, meno poche differenze, sono in fondo gli stessi, e sono affatto identici quando le applicazioni catramose si ripetono. L’acqua, l’aria, e la polvere, sono le cause della modificazione degli effetti indicati nel campo, ma la modifica- zione, 0, in altri termini, la riduzione della virtù immunizzante delle miscele di catrame sulle parti legnose delle piante, non ha luogo che a lungo andare, e la ripetizione della difesa, op- portunamente fatta, la ripristina così da includere nel nuovo | periodo i termini delle nuove nascite dei pidocchi, che si vo- gliono compromettere. Delle miscele catramose, quella indicata è la più economica, ad un tempo, e la più attiva; le altre, preparate con lo stesso catrame, nelle quali, questo, per la profonda modificazione su- bita, è reso meno untuoso e diffusibile, sono meno efficaci come insetticidi, e meno durature, come immunizzanti, essendo meno diffusibili e più soggette alla rapina delle acque piovane, che dilavano la chioma ed il fusto della pianta. Esse però, se sono meno pronte sulle cocciniglie, sono anche molto più tol- lerate dalle piante, sulle quali, grazie al nuovo modo di pre- parazione, st possono adoprare fino alla dose dell’ 8 al 10 %, senza danni gravi per le stesse foglie della pianta. È questo che mi ha permesso di portare contro le cocciniglie, di estate, una difesa potente, senza gravi danni per i vegetali; ed il se- greto sta tutto nei rapporti fra sapone, catrame ed acqua, come altrove sarà indicato. Questo a parte, per ora, gli effetti della incatramatura sulle parti legnose delle piante, fatta con olii grassi di catrame o di petrolio, non si limita, come si potrebbe credere, alle coccini- io ‘glie viventi sopra di esse soltanto, od a queste, ed a quelle, che, per costume loro, dopo una stazione più o meno prolungata sulle foglie e sui frutti, fanno ritorno sul fusto e sulle sue ramifi- cazioni; giacchè la difesa di queste parti, limitando indubbia- mente il campo di azione delle altre cocciniglie, che stazio- nano su tutte le parti della pianta, alle foglie ed ai frutti so- . lamente, riesce per sè una grave limitazione ed una riduzione non meno certa degli insetti, e mette 1 superstiti nella condi- zione di lasciare la pianta per subire la sorte delle foglie e dei frutti sui quali si trovano. Questo, che io ho visto accadere sulle piante di Nerium con l’ Aspidiotus hederae, sulle piante di Evonimo attaccate dalla Chionaspis, sulle piante di Limone e di Chinotto, attac- cate largamente dal Lecanium hesperidum Burm., in labora- torio, e sulle piante di Olivo attaccate dal Lecanium oleae Bern., nel campo, la pratica l’ha potuto notare nelle coltiva- zioni agrumarie delle Calabrie, della Sardegna e della Sicilia, dove ha spennellato le parti legnose delle piante, infette di Aspidiotus e di Mytilaspiîs, con l’olio di catrame, e col catrame del gas. Uno poco pratico della vita degli agrumi potrebbe obiettare che questi avendo fogliame persistente si scaricano soltanto delle cocciniglie, che l’agricoltore porta via con i frutti; ma, chi conosce queste coltivazioni sa che nei mesi di gennaio, di febbraio, e di marzo specialmente, con l’imperversare dei venti, cade ogni anno quasi tutto il fogliame che deve lasciar posto alle formazioni di rinnovo, e con esso cade anche l’al- tro che si trova maltrattato dalla infezione, e ne cade tanto talvolta, che, per gli insetti perduti, le piante acquistano nuova ragione di tregua e di vita, la quale sarebbe anche più dura- tura se, malgrado lo squilibrio del momento, il fogliame ca- desse tutto, per lasciare la pianta pulita da ogni sorta di cocciniglia. Quanto ora al momento ed al modo più opportuno di pro- cedere, contemporaneamente, alla distruzione delle cocciniglie Pa AREE sulle foglie e sul fusto, e alla immunizzazione di questo con i suoi rami contro le punture di quelle, le indicazioni variano evidentemente con gli insetti, la natura delle piante, la loro resistenza agli insetticidi, il periodo di fogliazione, di fiori- ; tura, etc., nel quale si trovano, il momento e gli usi ai quali sono adibiti i frutti raccolti, ed i rapporti colturali esistenti fra esse e le altre piante con le quali spesso si trovano con- sociate. i Lascio da parte la difesa delle piante erbacee dalle cocci- niglie, perchè, quelle dei campi e degli orti ne sono quasi sempre immuni, e sarebbe rimedio sufficiente bruciare gli steli con le foglie infette, dopo il raccolto, per mettere argine va- lido alla diffusione degl’ insetti su di esse; mentre le piante ornamentali trovano larga considerazione in un’ altra parte di questo lavoro. Per le piante a foglie caduche, come il pero, il melo, il pesco, il susino, il ciliegio, il gelso, il fico, e simili, i momenti ed i mezzi opportuni della difesa sono diversi; uno cadrebbe bene nei mesi di novembre e di dicembre, ove si volesse ri- petere il trattamento dalla fine di marzo ai primi di aprile; oppure uno si potrebbe effettuare in questo tempo, se l’altro sì volesse dirigere contro la generazione delle larve nascenti o da poco nate, delle femmine sfuggite alla morte nelle ope- razioni precedenti. Operando dalla fine dell'autunno alla fine dell’inverno vi è il benefizio di colpire tutti gli stadî nei quali l’insetto si trova, e di operare in un periodo di tempo, nel quale, tutto essendo in riposo, non vi è da preoccuparsi menomamente delle piante che si vogliono difendere: le operazioni (spennellature, od aspersioni) sono più facili in assenza del fogliame, e la spesa è anche relativamente minore. D'inverno l’unica preoccupa- zione è quella di titolare in modo le soluzioni, da uccidere indubbiamente gli insetti, che si vogliono distruggere, e di- struggerli là dove, quelli, formando strati, è più facile che sfuggano all’azione degli insetticidi. Se a questo scopo i mezzi RI di applicazione, spazzole, pennelli, etc., aiutano con l’ azione meccanica, alla penetrazione sotto gli scudi degli insetti, tanto meglio, ma si guadagna di più affidandosi all’azione degli in- setticidi, per non correre rischio di lasciare tante cocciniglie vive sulla pianta, da dover ripetere ogni anno la difesa con ag- gravio continuo del bilancio economico della coltivazione. Ed è per questo che ho tenuta piuttosto elevata la proporzione dell'olio di catrame e della soda rispetto all'acqua, nella for- mola sopra indicata, mentre si sa che per alcune cocciniglie come i Dactylopius, il 4 al 5 °/, di olio di catrame basta; per altre, Chionaspis, il 6 all’ 8°, è sufficiente; 1’ 8 al 10 serve contro gli Aspidiotus, le Diaspis, e le Mytilaspis; e il 10 al 15 °|, contro le Pol/linia che sono le più resistenti di tutte. Nella primavera e nell’estate, quando la chioma delle piante è ricoperta di foglie, di fiori e di frutti, le miscele catramose così concentrate riuscirebbero nocive alle nuove vegetazioni, e sarebbero eccessivamente concentrate per ottenere la morte delle larve appena nate, che sono perfettamente nude, e per ciò molto più vulnerabili delle madri, che sono ricoperte di grossi ammassi di cera, di gusci o di scudi. Sicchè ove le ‘operazioni invernali, con miscele molto concentrate si effet- tuino dalla fine di marzo ai primi di aprile, contro le cocci- niglie adulte, quelle contro le larve, da farsi nella primavera e nella estate, possono effettuarsi con miscele più diluite, ripetendo tante volte le operazioni, successivamente, da por- tare sulle parti legnose della pianta la stessa quantità di ca- trame, che occorre, per immunizzarle, contro le punture delle larve, che sfuggissero all’azione dell’insetticida. La quantità necessaria di catrame solubile per ottenere, nella primavera e nell’estate, la morte delle larve appena nate, sarebbe uguale a quella di un litro in cento litri di acqua; e que- sta è la proporzione, 1°/,, che è stata indicata anche in Italia, allo scopo sopraindicato; ma.all’atto pratico, non basta perchè essendo eccessivamente diluita, con la polvere che trova sulle piante, e con gli strati di fumagine che spesso accompagnano CADI EDI di RR Ueini STD ia ATI agita ia vee la infezione delle cocciniglie, più di una volta non colpisce, spesso perde del suo valore, e finisce col mostrarsi poco effi- cace. Il barone. Quintani di Messina, dal quale e da altri, nel 1897, sono stato per prendere notizie dirette sugli effetti ottenuti, con liquidi simili, nella difesa degli agrumi, mi fa- ceva vedere che 4000 piante curate avevano tante cocciniglie quante ne avevano le altre lasciate per confronto, ed affer- mava che egli, esplorando le foglie delle piante bagnate con gli insetticidi così concentrati vedeva che le larve contro le quali erano stati diretti, non morivano. Il barone Quintani è un distinto agricoltore, al quale, non difettano gli ordinarî mezzi di osservazione, nè le macchine perfezionate per compiere un accurato lavoro. L'altra ragione di questi e di resultati simili, constatati ad Acireale, a Catania, ed altrove, sta nel fatto che ove an- che le soluzioni all’1°/, sì mostrassero efficaci contro le larve appena nate, esse riescono indubbiamente inefficaci nella di- fesa contro le altre che si sono fissate. Ond’è che con un’asper- sione insetticida praticata di primavera, di estate, o di au- tunno, non si può colpire che il 70°/, circa delle larve che sono nate negli ultimi tre giorni. Per chi volesse sapere a che cosa poi corrisponde quel 70°, di insetti colpiti fra le larve, che nascono sopra una pianta, dirò che bisogna mettere a calcolo due cose: la quantità di uova che ogni cocciniglia depone, ed il tempo che quelle impie- gano a nascere. La quantità di uova che ogni cocciniglia depone varia molto: da una diecina, come nelle Parlatoria (Parlatoria zizyphi, o Pidocchio nero degli Agrumi), ad una sessantina circa, come nelle Mytilaspis (Mytilaspis citricola Pack., o Pidocchio virgola degli Agrumi), fino a diverse centinaia, come nei Lecantum (Lecanium citri Inz.), nelle Ceroplastes (Ceroplastes rusci o cocci- niglia cerifera del Fico) e nei Kermes (Kermes variegatus, ecc.). Così varia pure il tempo che le uova mettono a dare le larve, le quali, se nelle Par/atoria vengono alla luce in quattro | SERE — 17 a cinque giorni, nelle Mytilaspîis, negli Aspidiotus e nelle Dia- spîis, che hanno più uova delle Mytilaspis, il tempo è di una . diecina ad una quindicina di giorni, e nei Lecanium la nascita delle larve, dalle uova di ogni femmina, non dura meno di 15 © 20 giorni. Ma qui bisogna osservare che la durata della nascita delle larve provenienti dalle uova di una sola femmina, non è la durata complessiva delle nascite delle larve di tutte le femmine di una generazione di cocciniglie, che vivono a milioni sulle piante e formano camicia intorno ai rami del fusto, e larghe eroste di esse sulle foglie e sui frutti. Questo considerato, come di una cosa che non viene mai meno, si capisce di leg- gieri che quel 70°), di larve distrutte fra i nati di tre giorni consecutivi, nella migliore ipotesi, posto eguale a 30 il numero dei giorni nei quali le larve nascono numerose, le larve di- strutte con un prelato DEEENCHio: estivo sarebbero in me- - delle larve, che in 30 giorni nascono da tutte le cocciniglie, che si trovano sulle dia rappresentate da 5 X 35: cioè dai ‘piante. Ora posto eguale ad 1, 10, 100 milioni il numero delle larve che nascono sopra una pianta, SS dopo la difesa, ver- 1.000.007 10.000.000, DI N / ro diminuite aaramzae di — X asi 7 io X MA, e cioè di 70.000, nel primo caso, di 700.000 nel Lt e di 7.000.000 nel terzo: cifre, le quali, stanno a dire che gli effetti di una difesa simile non possono influire e non influiscono sensibilmente, tanto sulle sorti degli insetti, da una parte, quanto su quelle delle piante, dall’altra, perchè la diminuzione di una tale somma di cocciniglie, anche se fosse duplicata e triplicata, sparisce completamente sotto il nugolo delle larve, che la miriade degli insetti superstiti, in 40 a ‘60 giorni, dà alla luce, nella generazione seguente. D'altra parte il consiglio di ripetere la difesa primaverile- estiva contro le larve delle cocciniglie non è mancato, ma la indicazione non ha sortito gli effetti voluti, perchè i momenti nei quali le operazioni furono consigliate non sono quelli utili, sia perchè non hanno ragione di continuità, sia perchè, re- stando ferma la dose del catrame solubile, indicata, 1°/, le 2 a NOE cocciniglie già fissate sfuggono, e quelle non ancora nate si trovano bene al coperto dalle ingiurie delle azioni presenti, e sono sempre in tempo per fissarsi. e sfuggire alle altre dei trattamenti successivi, consigliati, il primo, in giugno, il se- condo ed il terzo in luglio, ed il quarto in agosto. Per conseguire resultati più convenienti, con i trattamenti estivi, bisogna coordinarli tutti alla distruzione delle larve di una generazione sola, qualunque essa sia, e dosare il liquido così, che l’azione sua valga, senza dubbio, a soffocare, e soffochi le larve libere e quelle nate e fissatesi dopo la difesa prece- dente, e contribuisca, quanto più è possibile, ad immunizzare le parti legnose della pianta dalle punture delle altre che. si sottraggono alla morte. Ora dalle mie osservazioni, resulta che le miscele di olio di catrame alla dose del 2 °/, (tra catrame ed eccipiente emulsivo) uccidono le larve fissatesi da una set- timana circa, e che le dosi del 2'/, al 3°/, colpiscono anche le altre, che, dopo una quindicina ad una ventina di giorni, sì preparano o stiano per subire la prima muta. In campagna ho visto che le soluzioni, per le cause già ricordate, si dovrebbero concentrare di !/, all’ 1°/, di più, ma gli effetti distruttivi sugli insetti non sono più dubbî e le larve da poco fissatesi non sfuggono per questo alla morte. In queste esperienze ho potuto veder pure che giova alla difesa adoprare liquidi sempre più concentrati, cominciando con quelli alla dose del 2 °/, e seguitando con gli altri al 2|, al 3 ed al 3//, °/,, con l'intervallo di una diecina di giorni uno dall’altro, per coprire un periodo di tempo, eguale o quasi, a quello, che, in generale, le uova di una intera generazione di cocciniglie impiega, a dare le larve. Chi, d’altra parte, ha frequentato agrumeti, oliveti e pometi infetti di cocciniglie, ed ha seguito l’allevamento delle specie che molestano le piante ornamentali, sa che le larve non na- scono nella primavera, nell’estate e nell'autunno soltanto, ma queste sono le stagioni nelle quali, tratto tratto, le nascite sono eccessivamente numerose e continue, e quasi collegate SAI: Spe fra loro dai prodotti dei ritardatarî di un anno, che poi do- ventano i più precoci dell’altro, e per i quali appunto, (che evoluzionano dall’autunno alla primavera), nella bella stagione sì hanno di continuo: uova deposte, larve nascenti, che guar- dano ancora la stazione della madre, larve in giro per la pianta, larve fissate e in muta, larve mutate e femmine gio- vani ed adulte, che si preparano alla deposizione delle altre uova. Ora con la difesa primaverile-estiva condotta col primi- tivo criterio, non si colpiscono, direttamente, che le massi delle grandi generazioni delle larve in giro e da poco fissate, e sfuggono invece, pel momento, le uova coperte dal corpo della madre, e le madri giovani ed adulte che non possono essere uccise dai liquidi indicati, e che in breve volgere di tempo ripristinano la infezione primitiva sulle piante. Questo però non può accadere e non accade col sistema di difesa ora proposto: 1.° perchè con la difesa invernale, fine marzo, primi aprile, a forte dose di insetticida, si taglia corto tanto alla diffu- sione degli ibernanti normali quanto e, con più forte ra- gione, agli altri che sono in anticipo o in ritardo, per- chè sono peggio difesi; 2.° per la difficoltà naturale che la massa dei superstiti incon- tra nell’evitare la catena fitta degli anelli della difesa, con la quale si investono i nuovi nati; 3.° per la necessità fatta alle rare larve che sfuggono di ridursi sulle foglie e sui frutti, e sparire con essi. Se questo risolve il problema della difesa per quello che riguarda gli effetti degli insetticidi sugli insetti ed il modo di graduare la materia attiva di quelli per gli effetti migliori contro di questi, lascia indiscusso l'argomento dal punto di vista della economia vegetale, e della convenienza o meno, di combattere la generazione primaverile meglio che quella esti- va, e magari quella autunnale delle larve sopraindicate. Non è indifferente prendere di mira una piuttosto che un’ al- 0) ps tra di esse, anzi tutto, perchè non può essere indifferente per il sistema e l’unità delle operazioni, dalla opportunità delle quali dipendono gli effetti ultimi della difesa; poi perchè que- sta difesa si deve svolgere così da giovarci più che può con- tro gli insetti, ma col menomo danno possibile, e meglio an- cora se con nessun danno per la vita delle piante, ed il minimo necessario della spesa per conseguire gli effetti desiderati. Per distruggere le cocciniglie ed impedire che le superstiti si fissino e vivano a spese delle parti legnose delle piante, la di- fesa primaverile è preferibile a ciascuna delle due altre, (l’estiva . | e l’autunnale) ed è preferibile anche, perchè, soppressa o quasi la prima generazione, vengono a mancare necessariamente, 0 restano di molto diminuite le altre, che da quella provengono, e le foglie stesse, e i frutti, più tardi, si troverebbero comple- tamente mondi, o quasi, dagli insetti. Prendendo a combattere le larve della generazione estiva, e peggio ancora, quella autun- nale, si lascia maggior ragione di pace agli insetti, che nel frattempo ne approfittano; l’azione immunizzatrice dell’olio di | catrame dopo i tre mesi potrebbe essere insufficiente; e le coc- ciniglie da combattere, le troveremmo moltiplicate e diffuse, anche sulle parti legnose, che sono i veri centri, ed i centri più temibili della infezione delle piante; senza dire che questo sa- rebbe un grave errore tecnico ed economico, ove la infezione delle cocciniglie fosse di quelle che si accontentano delle parti legnose soltanto delle piante coltivate. In un caso solo, per ora, potrebbe essere giustificato il derogare da questa linea di difesa, ed è quello della infezione delle cocciniglie sui gelsi, che si coltivano per l’ allevamento dei bachi da seta. Quanto alle altre piante a foglia caduca, come il pero, il melo, il susino, ecc., la opportunità di operare contro le larve della generazione primaverile non potrebbe ora essere messa in dubbio da ragioni di fisiologia vegetale, pel rischio di com- promettere la fecondazione, l’allegamento dei frutti e le gio-. vani vegetazioni, perchè la fioritura e l’allegagione dei frutti hanno luogo prima dell’avvenimento della nascita, in grande, | et” NR) : ) si \ Ii della prima generazione delle cocciniglie, e la dose per %, di materia attiva del primo trattamento insetticida è tale da non portare danno molto sensibile sui vegetali. Quanto ora alla difesa delle piante a fogliame sempre verde, sì può praticare su di esse l’uso delle miscele catramose molto concentrate, raccomandate per la difesa autunno-invernale delle piante a foglia caduca ? Certamente l’uso delle miscele indicate sulle piante a foglie persistenti, come l’olivo, gli agrumi, ecc., porta con sè la di- struzione di una gran parte del fogliame, e le piante per ri- fornirsene, nei primi due anni, scarseggiano nel frutto. Questo certo, non è l'ideale della difesa, per gli effetti sui vegetali; ma un tale trattamento libera così bene le piante dagli insetti, da valere insieme le migliori operazioni estive sopraindicate, e tutte le cause naturali di distruzione, che colpiscono le coc- ciniglie e lasciano quasi immuni le piante, che ne sono infette. Ritengo perciò fermamente che, anche nel caso delle piante a foglia persistente, non si possa far senza della difesa au- tunno-invernale nelle infezioni gravi, e che quanto meno essa sarà da estendersi al castello della chioma, per togliere di mezzo i più grossi focolari della infezione, e lasciare quella delle foglie e dei rami minori all’azione della cura primave- rile-estiva, ed alla caduta naturale del fogliame stesso, che libera la pianta da un considerevole numero di cocciniglie. Nel caso delle cocciniglie poi che hanno una sola genera- zione annuale, come la Ceroplastes del fico, almeno, (Ceroplastes rusci), la difesa invernale con gli insetticidi può essere sosti- tuita utilmente con un'azione meccanica diretta, per far ca- dere le femmine dell'insetto; e l’operazione si riduce al passag- gio vigoroso di uno straccio, diretto dal basso all’alto dei rami. Dopo questa operazione, nella quale si possono utilmente occupare dei ragazzi, di luglio si procede ai lavori della difesa estiva con gli insetticidi, operando nel modo che sopra ho in- dicato. Gli insetticidi più adatti alla difesa contro le cocciniglie, IR T9 ga nella primavera, nell’estate e nell’autunno, in ordine ai resul- tati delle osservazioni sopraindicate, sono due: il sapone di catrame, formola Del Guercio, e l’olio di catrame emulsionabile (formola Berlese) presi nelle dosi graduali a suo luogo indi- cate (1). Il sapone al catrame indicato si ottiene nel seguente modo. Si fa bollire una parte di sapone in tre parti di acqua fino a soluzione completa. Nella soluzione saponosa bollente si ver- sano poco per volta e si mescola, da una a tre parti di olio pesante di catrame. Si leva la pasta saponosa al catrame, dal fuoco, si lascia raffreddare, e poi si scioglie nelle proporzioni volute nell'acqua, per versare il liquido nelle pompe e applicarlo sulle piante. La formola concentrata pertanto di questo insetticida, per il primo trattamento, è la seguente : 4 Sapone molle . . Kg. 1 a L. 0,85 il Ka. L. 0,39 ACQUISIRE OT » 0,00 Olio di catrame . DIGA! a L. 0,12 il Kg. >» 0,12 L. 0,47 Nel secondo trattamento questo stesso liquido conterrà il 2 °/, di olio di catrame; e nel terzo il 3, portando ad 1! la quantità del sapone, per non danneggiare le piante. Le pompe migliori sono quelle a getto vigoroso; le altre, qualunque esse siano, sono da scartarsi. Per la difesa dei Chinotti bastano da noi le comuni pompe, ben pulite, da solfato di rame. Per le piante più alte occorrono le pompe montate su car- retti e con tubi di gomma forniti di lunghe canne polverizzanti, per bagnare comodamente, da terra, e dal carretto stesso, le parti basse e quelle più elevate della chioma. Quanto ora alla pratica delle operazioni, l’aspersione degli (1) Il catrame preparato dal prof. Berlese, alla dose del 2 e del 30/,, riesce ad effetti abbastanza sensibili sulle formazioni più tenere della pianta; ma non vedo in questo un ostacolo tale da non farlo consigliare nella pratica. PRE insetticidi d'inverno può farsi in qualunque momento; di pri- mavera, di estate e di autunno, bisogna ben determinare con saggi ed osservazioni preliminari la generazione che si vuol combattere e sorvegliare la nascita delle larve, che vanno ri- cercate per tutto, ma specialmente lungo le nervature delle foglie, alle estremità tenere dei rami e sui frutti, e sotto i gusci delle madri. L'esame, anzi, dei gusci delle femmine, per le uova che contengono non ancora schiuse, deve servire di guida nel determinare il numero e la condotta delle opera- zioni, delle quali, la prima si farà quando i nuovi nati sono già numerosi sulla pianta, e questo accade dopo una diecina di giorni dal momento delle prime loro apparizioni. Le operazioni successive potranno essere due o tre, ed in tutte si avra l'avvertenza di colpire largamente, col getto li- quido polverizzante, il fusto, i rami e le foglie, procedendo dall'interno all’esterno, e dall’alto al basso della chioma. Chiudono le operazioni della difesa quelle della concima- zione e della lavorazione del terreno, perchè le piante si pos- sano rimettere al più presto dall’esaurimento patito e dar pro- dotti, come prima, più abbondanti e rimunerativi. Se ora la presidenza e gli egregi colleghi me lo consentono, con l'esposizione dei fatti accennati avrei da sottoporre e sottopongo alla osservazione di tutti alcune delle piante infette, che ho messo in esperimento. Qui, come vedono, sono pure tutti 1 mezzi occorrenti per assicurarsi effettivamente: 1.° Che questa e le altre piante trattate con le miscele di olio pesante di catrame alla dose del 10 al 15 °/,, non muoiono, neanche quando sono piccole come quelle che presento. 2.° Che sui rami di esse, spennellati con l’insetticida, gli insetti sono morti, e le uova deposte sono morte al pari degli insetti. 5.° Che sui rami e sulle foglie non curate, gli insetti sono vivi. 4.° Che i gusci degli insetti ( Aspidiotus e Mitylaspis) sono stati completamente penetrati dall’insetticida e sono divenuti OAGATZOA bruni, come il corpo degli insetti sottostanti, e le uova sono È aggrinzite. 5.° Che sui rami spennellati con le sostanze catramose indicate non si sono fissate altre cocciniglie. 6.° Che, viceversa, questi insetti si sono fissati ovunque, dove i rami non sono stati incatramati. Per ciò mi si consenta di ritenere che l’uso delle miscele all’olio di catrame immunizzano le parti legnose delle piante contro le punture delle cocciniglie. Ciò posto, ecco le indicazioni con le quali mi pare di ri- spondere ai quesiti che la pratica economica italiana’ mi ha fino ad ora proposti. Cocciniglia cerifera del Fico (Ceroplastes rusci). Dal mese di dicembre al mese di marzo asportare il see- cume ed i rami intristiti della chioma e bruciarli, e passare sul rami restanti dal basso all’alto, uno straccio per schiac- ciare e far cadere le femmine dell’ insetto, che vi si trovano fissate. Dalla metà di luglio alla metà di agosto colpire le larve con gli insetticidi, operando due o tre volte, con liquidi con- tenenti, in questo caso, al massimo il 2 al 2‘; di materia attiva. Cocciniglia cerifera dei Chinotti (Ceroplastes sinensis). Distruzione della MuAlembeckia platiclados. Riduzione della chioma della pianta d’inverno, come si è detto per il Fico. Di estate, dal 15 luglio ai primi di settembre tre applicazioni insetticide con dose dal 2 al 2//; °/|, di mate- ria attiva. dh If bed STO Altre cocciniglie (Aspidiotus, Mytilaspis, Diaspis, etc.). Per infezioni incipienti, difesa primaverile con gli insetti- cidi dalla dose del 2 al 3 '/, °/|,, dal mese di giugno alla se- conda decade di luglio. Per la pianta del Gelso che serve per la foglia, la difesa va fatta contro la generazione delle larve, che vengono alla luce dopo la raccolta di quella. Quando la infezione è grave, bisogna ridurre più che è possibile la chioma della pianta, con la potatura, per facilitare il passaggio e l’uso degli insetticidi, e praticare la difesa in- vernale con soluzioni concentrate in ordine alle specie che si devono distruggere. La difesa invernale si completa con quella cmeN BALE in- dicata contro le infezioni ancora incipienti. Per le piante a fogliame verde, la difesa invernale si può ridurre al castello della chioma. Gli aranci che si vogliono innestrare a limoni, sì disinfet- tano a questo modo e poi si opera il capitozzamento della pianta per procedere all’innesto indicato, avendo cura di sce- gliere marze immuni, o sulle quali gli insetti siano stati di- strutti con le soluzioni estive ricordate. La lavorazione e la concimazione del terreno sono il com- plemento della difesa contro le cocciniglie, e sono un comple- mento utilissimo, perchè aiutano a far uscire le piante dallo stato di spossamento nel quale le cocciniglie le riducono. SPIEGAZIONE DELLA ‘TAVOLA Fig. A. — Ramo di Chirnotto con le femmine della Ceroplastes sinensîs, a gran- dezza naturale, dal vero. Fig. A;. A;. — Rami della stessa pianta egualmente infettati. Fig. B. — Ramo di Muhlembeckia platyclados quasi interamente coperto dalla Ce- roplastes sinensis. Anche questa figura è al naturale ed ottenuta sviluppando una fotografia, che devo alla cortesia del chiarissimo Prof. E. Beccari. N. Rel. R. St. ent. Firenze Isa JIIES a Fr as Dos è. LI si È CSR) SS 4 SULLA DOMINANTE INFEZIONE DELLA MOSCA DELLE OLIVE e sui provvedimenti con i mezzi più adatti per limitarne la diffusione Note ed osservazioni del Dott. Giacomo DeL GueRcIO lette all'Accademia dei Georgofili nell’Adunanza ordinaria del 18 Marzo 1900 Rassegna entomologica. Finchè l’olivo restò selvatico ed i frutti suoi non furono utilizzati dall'uomo, questi non ebbe speciale interesse per quello, e la mosca, che con le larve ne rovinava i frutti, re- stò completamente sconosciuta. Coltivata e diffusa la pianta, invece, le larve dell'insetto, col nome di vermi, furono messe in vista; gli effetti della loro presenza furono rilevati, e la specie, col nome volgare indicato, divenne una specie nociva diversi secoli prima che la scienza sulla vera natura sua lu- meggiasse e fosse secondo questa più largamente conosciuta e considerata. | Le notizie che gli antichi scrittori georgici hanno sull’in- setto si riducono a poche frasi, fra le quali ho riportato in- tegralmente altrove quella di Teofrasto (1) che addita al greco i gravi guasti ai quali vanno incontro le olive abitate dai vermi. Plinio (2) dice meno, e meno chiaramente di Teofrasto, (1) Hist. plant. libro III. — « Agricoltura Italiana » anno XXV, fasc. 422-423, 1899 (La mosca olearia ed il premio della provincia di Bari al miglior rimedio per combat- terla). (2) Hist. Mundi, libro XVII, cap. XXIV, pag. 448-450. Ed. Lugduni, 1548. SCORTE al quale attinse senza ricordarlo, per quanto nella vermicu- - latio dell'olivo distingua anch’ egli assai bene due sorta di vermi: uno che vive sotto la buccia del frutto e lo fa mar- cire, (e si riferisce naturalmente alla larva della mosca delle olive), e l’altro, che trovasi nel nocciuolo, e corrisponde, senza dubbio, alla larva della terza generazione della Prays oleellus Fab. o tignuola dell’ olivo. Plinio però ignorava gli effetti fu- nesti che dalla presenza di questi ultimi insetti derivano ai frutti, 1 quali, secondo lui, crescono, ma non cadono. Columella (1) dove tratta direttamente della coltivazione dell’olivo, non si occupa della mosca; ma dove parla delle norme per la produzione dell’olio, dice chiaro che talvolta le olive cadono per la infezione di piccoli vermiciattoli, i quali non possono essere quelli della tignuola, perchè questa, seb- bene faccia anch’ essa cadere i frutti, i bruci suoi non ne interessano la polpa più di quello che occorre, per entrare ed uscire dal nocciolo, nel quale stanno ricoverati. I rilievi di Teofrasto, di Plinio e di Columella sono stati variamente ripetuti più tardi, e fedelmente riportati da Gio Batta Della Porta (2), secondo.il quale, per avversare la in- fezione dei vermi, bisogna coltivare il Lentisco, o l’Erda squilla al piede degli alberi, perchè con l’odore e i prodotti della loro fermentazione, più tardi, allontanano da quelli le infezioni temute. Sl arriva così al 1769, quando apparve il primo lavoro che l'argomento seguitasse nei suoi particolari. E il lavoro si deve al Sieuve (3), di Marsiglia, il quale ha detto che la mo- sca depone le uova nella scorza dell’olivo; che questa depo- sizione ha luogo di autunno; e che le larve nascono in maggio e restano fino al luglio nel luogo natio. Allora passano nei (1) De Re Rustica, libro XII, cap. L, pag. 458. Ed. Lugduni, 1548. @) Memoire sur les moyens de garantir les olives de la piqure des insectes (« Journal des connaissances utiles », an. 3, pag. 137, 1869, Parigi). (3) Suae villae, olivetum. Neapoli, ed. 1584, cap. XXV, pag. 50-51; — id., Pomarium, 1583, cap. XXVI. RTRT TI RIT NOGARO Se PNT, PET AR 227 SPICCO I ggnse frutti, si trasformano in pupe, e danno le mosche, che appari- scono al 15 di dicembre; si accoppiano e depongono nella scorza le uova, dalle quali ricomincia la nuova infezione, nella primavera seguente. Non so come, nè dove precisamente il Sieuve abbia attinto queste notizie, ma ho il dubbio che egli abbia tutto fondato sopra un'affermazione vaga di Plinio, il quale, al solito, co- piando da Teofrasto, dice che « vi sono pure certe specie di moscerini, i quali sono nocivi ad alcuni alberi, come alle querci, al fico, e sembra che quelli nascano dal liquido dolce, che allora scorre sotto la scorza di questi ». È certo però che tali errori sì trovano spesso ripetuti, e la ripetizione, come si vedrà, vien oltre il tempo di quell’Ewnciclopedia metodica e del Dizionario: delle scienze di Parigi, che qui meno che altrove, si trovano assal spesso ricordati. Tre anni dopo però, nel 1772, il lavoro del Sieuve fu se- guito dall'altro dell’Isnard (1), di Grasse, il quale in certo modo revocò in dubbio i rilievi del primo, ma non ne dette la dimostrazione, e parmi che non solo abbia fatto confusione fra mosca e tignuola dell’olivo (dove afferma che questa de- pone pure nel nocciuolo) ma che abbia conosciuto assai male le due specie indicate, imperocchè le uova della prima si tro- vano poco al disotto dell’epicarpio, e quelle della seconda sono affatto estranee ai tessuti e alle parti interne del frutto. Nel 1782, vennero alla luce le osservazioni dell'Ing. Ber- nard (2), che esce dai dubbî e dalle fantasticherie dei suoi pre- decessori; dà all’insetto il nome di mosca a dardo, e traccia per esso una storia naturale, che è lungi dall’essere completa, ma che, per la serietà dei rilievi, non si sbaglia affermando essere quello il primo lavoro scientifico che sia stato scritto sulla mosca delle olive. Bernard però non ricavò nessuna con- clusione pratica dalla sua nota, nella qual cosa non fu più (1) Observations sur les insectes qui se nourissent des diverses substances de l’olivier. (2) Memoire sur la culture de Volivier. felice l’Amoureux (1), che sottoscrisse alle osservazioni del ‘ Sieuve; ma vi pervenne bene il Penchienati (2), di Torino, il quale, pur passando per gli stessi errori, fra le altre cose, av- verte il variare notevole dei momenti evolutivi della mosca, e consiglia di raccogliere precocemente le olive, per combatterla. Tre anni dopo questa pubblicazione, la specie fu conside- rata anche dal punto di vista della sistematica, nella quale figurò prima come Mwusca oleae Rossi (3), ma come Dacus oleae Meig. (4) il suo nome è prevalso, ed è restato anche di fronte alle istituzioni di Fabricius (5) e di Latreille (6), che l’hanno nei generi Musca ed Oscinis. Con le notizie sistematiche, diffuso il nome della specie, crebbero considerevolmente le osservazioni biologiche, fra le quali, oltre quelle del Rev. D. Giudice, di Genova (7), e del Canonico Giovene (8), di Molfetta, che per la difesa sotto- scrissero al suggerimenti del Penchienati, vi sono le altre del. Pollini (9), il quale ritiene che la mosca deponga di luglio e di agosto nelle olive, ed il decembre nelle screpolature e nelle escrescenze morbose della scorza della pianta. Abbiamo così un parziale ritorno alle teorie del Sieuve, alle quali non si associa il Briganti (10), che in una nota erudita, traccia, con mano maestra, il costume della mosca e la rovina delle olive, per opera della larva, in quelle località stesse di Vietri (Sa- lerno), dove molto più tardi allo stesso oggetto mi sono spesse volte recato. (1) Traite de Volivier, pag. 245. (2) Acta Taurinensia, an, 1786, 1787, pag. 595. (3) Fauna Etrusca, vol. II, pag. 317. (4) Syst. Beschr., VI, 22. Tab. 56, fig. 11-13. . (5) Entom. Syst. IV, 349-12. — Syst. Antl., 215-3 (6) Gen. Ins., IV, 841. (7) La maniera di preservare gli ulivi dal male del verme. 1792. (8) Suî mezzi di spegnere intieramente la razza dei bachi delle olive. 1792. (9) Catechismo agrario, pag. 317. Verona, 1819. (10) Descrizione della struttura, mutazioni, vitto, etc. della Mosca che fora i frutti «dell'Olivo, ecc. Reale Ist. d’ Incorag. Napoli. Settembre. 1820. RS Fanno seguito i rilievi opportuni dell’Andreuccetti (1), il quale mostra come le larve dei frutti non vengano dalla scorza del fusto, secondo il Sieuve, o dai rami, ma dalle uova che l’in- setto direttamente vi depone. KRisso (2) partecipa dell’idea degli ultimi autori citati, ma nota che ogni mosca depone più di un uovo per frutto, due o tre, mentre l’Andreuccetti ne ha visto deporre uno solamente. Bayle-Barelle (3), in mancanza di osservazioni proprie, ri- pete quelle del Sieuve, mostrando una completa ignoranza di quanto in Francia ed in Italia era stato scritto e si scri- veva sulla importante questione. Gene (4) riporta le note del Bayle-Barelle; mentre Passe- rini Carlo, di Firenze (5), si riferisce alle esperienze dell’ An- dreuccetti, alle quali non sottoscrive O. Costa (6), di Napoli, che ripete le idee del Pollini, e quanto alla difesa, (dopo aver consigliato di purgare il terreno dalle frutta marcite; di to- gliere 1 rami secchi e di appianare i crepacci della cortec- cia e del legno, sotterrando tutto con le zappature), si spa- venta della spesa enorme occorrente per difendere tante oli- vete, nel Regno, e senza badare al disastro che l’ insetto porta nell’ economia agraria nazionale, finisce col piangere gli effetti delle genie desolanti degli insetti e lasciarli padroni e signori dei frutti fra i quali e nei quali la provvida natura li ha fatti crescere e moltiplicare. Non la pensa allo stesso modo però Boyer de Fonscolombe (7), le notizie del quale, per quanto si riferiscano a cose già note, hanno il pregio di met- tere la pratica per una via diversa da quella di una già troppo colpevole rassegnazione. (1) Ragionamenti accademici sopra gli insetti degli ulivi, pag.81-83. Lucca, 1525. (2) Hist. natur. des prod. méridionales. Nizza, 1826. (3) Degli insetti nocivi all’agricoltura ecc. pag. ‘0. Milano 1824. (4) Intorno agli insetti nocivi, pag. 194. (5) Osservazioni sul baco danneggiatore delle olive e sulla mosca in cui sì tra- sforma (« Giornale agrario toscano », n. 10. Firenze, 1829). (6) Monografia degl’ insetti ospitanti sull’olivo e nelle olive. Ed. II, pag. 36. Na- poli, 1840. (7) « Annales Soc. Entom. de France ». 1840. gg ea Dopo tre anni, nel 1843, abbiamo le osservazioni del Rou- È baudi (1), che ha indicato il numero delle generazioni dell’in- setto, dal mese d’agosto al mese di decembre; ha limitato ili termine della ninfosi a 15 giorni ed ha detto che i frutti precoci di certe piante sono attaccati prima di certi altri, e che le poche olive che restano nell'autunno, sull’albero, ba- stano perchè nella primavera si ripeta la infezione; mentre se alla fine di marzo non si trovano più frutti sugli ulivi, non vi sarà più mosca nell’anno. Contemporaneamente al Roubaudi ha scritto il Couvin (2), il quale fa interessanti rilievi biologici sulla mosca, e riferi. sce che questa si mostra nel mese di luglio e depone le uova soltanto nelle olive a buccia poco resistente; che le larve du- rano in questo stato una quindicina di giorni, e che dalle pupe vengono ben presto fuori gli insetti perfetti, i quali finiscono di mettere uova nel novembre. Quanto alla maniera di offesa contro l’insetto, lA. raccomanda la raccolta dei frutti e con- siglia di farla quando in essi sono già nate le larve per po- terle distruggere. Quasi nello stesso tempo cadevano in Sicilia, da noi, le osservazioni di Baldassarre Romano (8), ma esse, per quanto assennate, quelle in proprio sono assai scarse e note, e le al- tre alle quali ha sottoscritto, sono del Sieuve, del Bayle-Barelle, del Dizionario classico di storia naturale di Parigi, e del pro- fessore O. Costa, di Napoli, già indicate. I mezzi di difesa, sono anche per lui, quelli additati da quest’ultimo, ma con una filosofia che dall’impossibilità di capovolgere l’ordine na- turale delle cose, va all'affermazione recisa del dovere della 4 difesa, con quella solerzia che è data all'attività umana per | diminuire i mali, se non dissiparli del tutto. Fanno seguito le osservazioni di Guerin-Menneville (4), (1) Environs de Nice. Paris-Turin, 1843. (2) Observations sur le Tephrite. Nice, 1840, 1842. (8) Degli insetti che danneggiano gli ulivi in Sicilia, pag. 36. Palermo, 1845. (4) « Annales de la Soc. Entom. de France ». 1845, 1847. i È, Iv: RSA I LL che corregge un errore di Laure (1), relativo alla stazione della mosca, sull’olivo e sul srano, e raccomanda la raccolta precoce delle olive, negli anni della invasione, per combat- terla. L'A. non ricorda che questo suggerimento era stato già fatto dal Penchienati, ma ciò non toglie l’utilità del consi- glio dato, seguendo il quale, nel fatto, per lo meno, si ha una mezza raccolta d’olio; mentre aspettando il momento della raccolta abituale, sì perde quasi ogni cosa. In quella che il distinto naturalista di Francia faceva co- municazioni simili alla Società di Agricoltura di Parigi, a Ge- nova aveva luogo l’ottavo congresso degli scienziati italiani, nel quale prese parte anche il Gené, che fu chiamato a giudi- care i lavori presentati sulla Mosca (2); ma quelli, e la discus- sione alla quale diedero luogo, non raggiunsero lo scopo desi- derato. i Nel 1857, invece, vide la luce, col premio della Reale Accademia delle scienze, di Napoli, un prezioso volume sugli insetti nocivi all’albero ed al frutto dell’ Olivo, del Ciliegio, del Pero, del Melo ecc., nel quale, l’A., prof. Achille Costa (3) ha pagine di osservazioni utilissime sulla mosca delle olive. Il compianto maestro ha fatto anzitutto rilevare che, quando Sieuve e gli autori degli articoli dell’Enciclopedia metodica e . del Dizionario delle scienze di Parigi pubblicavano i noti spro- , [x br positi sul costume dell’insetto, 1 contadini calabresi, come assicura il Gagliardi, conoscevano già che il verme dell’oliva nasce da un uovo, che vi depone una mosca, pungendone la polpa. Fa poi la rassegna delle note che erano a sua conoscenza sull'argomento; descrive l’insetto, ne dà una biologia accurata, per quanto incompleta, e raccomanda la raccolta precoce dei frutti e la lavorazione del terreno, per seppellirvi le pupe ed impedire alle mosche che fossero per trasformarsi, di venir fuori e volare sulle piante per infettarle. (1) « Societe d’agricolture du Var ». 1834. (2) « Gazzetta dell’Associazione Agraria di Torino », n. 20. 1546. (3) Degli insetti che attaccano Valbero e il frutto dell’olivo, ecc. [a] aa Dopo quelli del Costa, che io sappia, vi sono i rilievi del Peragallo (1), di Nizza, il lavoro del quale, per quanto somma- rio, è uno dei più completi e ben fatti ch’io conosca, non tanto per le notizie proprie, quanto per quelle degli altri. Sono in- teressanti assai d’altronde le osservazioni che l'A. ha fatto sul- l'allevamento delle larve della mosca, che ho dovuto quasi sempre riconfermare. Alle notizie del Peragallo corrispondono da noi quelle del Molfino (2), che si è occupato varie volte della Mosca olearia; ma qui noto soltanto la terza ed ultima delle sue relazioni, fatta al Congresso dei Comizî agrari della zona ligure, nella quale l’A. raccomanda l’avvelenamento delle mosche con l’uso delle carte muscicide; il diradamento degli alberi. e della chioma per meglio esporli all’azione del sole e favorire Ja carbonizzazione (?!) del verme; il debbio del terreno, e l’uso delle sostanze vischiose ed avvelenate da applicarsi ai fusti della pianta. Raccomanda inoltre che i locali per la conserva- zione siano asciutti, e con finestre a tela metallica provvista di materia attaccaticcia, ed insiste perchè le olive siano collo- cate sui graticci, e sottoposte all’azione delle vampate (2), per distruggere le mosche. Consiglia l’uso dei secchi con acqua, . invece dei cestelli, nella raccolta delle olive; mette in vista l'utilità di sorvegliare i depositi delle sanse (!?); fa voti per la distruzione obbligatoria delle olive infette; e raccomanda al Ministero di Agricoltura di ordinare agli stabilimenti dello Stato di mettere a prova gli espedienti indicati. Viene poi una monografia dell’agronomo signor Vitale, ricca di note e di confronti; un’altra del prof. Comes, che proponeva la scalzatura delle piante, per sottrarre i frutti al- l'invasione dell'insetto; una mia nota in ordine all’azione utile o nociva, che il terreno, l’aria e le cure di coltivazione, in cir- costanze speciali di luogo e di tempo, spiegano sulla vita e sulla (1) Zrnsectes nuisibles à Vagricolture, pag. 88 e 157. Nizza, 1882. (2) Terza relaziore sulla Mosca olearia. Spezia, 1887. RO diffusione della mosca sopraindicata; e finalmente una serie di comunicazioni sui giornali politici ed agrarî, delle quali, quelle più assennate, si limitano a rilevare i danni che la specie ha portato da noi e la necessità di una pronta e ge- nerale raccolta dei frutti, per limitarne la diffusione; le altre hanno mostrato tanta ingenuità da far dimenticare gli errori del Sieuve, e da raccomandare vivamente da noi: ai dotti di seguire la scienza, e agli ottusi, l'esempio e l’esito. Caratteri della Mosca olearia. INSETTI PERFETTI. Antennae articulo tertio secundum triplo subaequante episto- matis marginem inferiorem excedente; torax cinereus lineis tribus longitudinalibus nigris; abdomen rufum migromaculatum, alae Jalinae in foemina puneto apicali et apice vena anali in macu- lam fuscam terminato. ; DaAcus oLeAE Rossi. (a D. oleae thorace nigro haud trilineato, in medio linea longi- tudinali fulva ornato; abdomine fulvo varie maculato. Var. FUNESTA NOV. b) D. oleae thorace ut in praecedentibus; abdomine toto flavo, haud maculato. Var. FLAVIVENTRIS NOV. Le femmine della Mosca olearia sono di color giallo fulvo variamente macchiato di bruno-nerastro. Il capo è del colore del corpo, poco più largo nel margine anteriore del primo anello del torace. Le antenne sono fulve, bruno-fulve, o nerastre, col secondo articolo alquanto più lungo del primo, inversamente conico, e due volte e mezzo circa più corto del terzo, l'apice del quale oltrepassa il margine in- feriore dell’epistoma. Gli occhi sono di color blu metallico, brillanti, molto discosti fra loro; la fronte ha la parte supe- riore più colorita del rimamente, che è giallo paglierino, come LO l’epistoma, che ha una macchia nera verticale ellittica sui lati. La zona ocellare è lievemente brunastra, ed il margine supe- riore ha quattro setole distinte, delle quali le mediane sono più lunghe delle laterali. Torace della Mosca olearia molto ingrandito. Il torace è del colore del corpo col primo anello fornito di una macchia testacea negli angoli anteriori tergali, ed il tergo nero; il secondo anello ha lo scudo nero con tre linee longi- tudinali più scure, che si estendono dal dorso del primo anello a quello del terzo, che porta lo scutello, il quale è paglierino- chiaro, con due setole, una per parte negli angoli posteriori. Il disotto del torace è fulviccio, macchiato di nero nel me- sosterno. L’addome è orbicolare, di cinque anelli distinti, fulvo-pa- glierini di sotto, di sopra di color fulvo più intenso maculato di nero. L'ultimo anello addominale porta di sotto la trivella con l’astuccio nero e lo stilo fulvo, la quale nella sua mas- sima proiezione eguaglia o quasi la lunghezza dell’addome. La vulva si apre in prossimità dello stilo, alla estremità inferiore dell’astuccio della trivella, ai lati del quale sono due fossette, una per parte, nelle quali fanno presa gli uncini del- l'armatura genitale del maschio, al momento della copula. LILLE LOITNE A Le ali sono vitree, con la estremità della cellula costale, bruna, ed una macchia fuliginosa all'estremità del terzo nervo longitudinale, all’apice dell’ala. I bilancieri sono bianco-pallidi, e le zampe sono fulve, al- quanto più chiare del corpo, con la estremità dei tarsi poste- riori quasi infoscati. Il maschio è più piccolo della femmina, dalla quale si dif- ferisce per la mancanza dell’ovopositore, e per la presenza di alcune setole distinte ai lati del terzo anello addominale. Un altro carattere sessuale, secondario, sta nelle ali, le quali, nei maschi hanno la vena anale doppia racchiudente uno spazio fusiforme, macchiato di bruno nei lati. Varietà della Mosca olearia. La mosca olearia allo stato perfetto varia sensibilmente nei colori e talvolta anche nella forma. Per le variazioni dei co- lori che hanno luogo nel torace, non mi consta che altri abbia Torace, molto ingrandito, del Dacus oleae var. funesta. notato che il dorso di quello, in alcune forme, si trova senza . le linee nere indicate, e che queste sono sostituite da una stri- STADI ec scia mediana, unica, fulva, che si estende dallo scudo del meso- noto al margine anteriore, o quasi, del pronoto. A questa forma ben distinta, molto comune l’anno decorso nel barese, con l'addome variamente macchiato di nero, ho posto il nome di Dacus oleae var. funesta. Un'altra varietà, trovata nella stessa provincia, e in Cala- bria, d’onde l’ho avuta per cortese comunicazione dell’ egre- gio prof. Bracci, di Cosenza, ha l’addome interamente fulvo, senza macchie nere, ed ho assegnato per essa il nome di Dacus oleae var. flaviventris. Quanto poi alle modificazioni della forma, negli allevamenti del 1894, fatti con olive raccolte nella maremma pisana, al- l’isola dell'Elba ed a Piombino, ho ottenuto maschi, che hanno l'addome orbicolore, come le femmine, e non lineare; ed altri che pure avendo l’addome lineare, hanno dimensioni della metà più piccole delle forme ordinarie della specie esaminata. PuPE. Queste sono quasi perfettamente ovali, nelle femmine, e cilindriche, con le estremità arrotondate, nei maschi. Tutte sono leggiermente più rastremate dalla parte anteriore cefa- lica, col primo anello semicircolare con l’apertura orale nel mezzo. Alla estremità opposta si rinviene l'apertura anale. Il colore delle pupe varia dal bianco sporco al giallognolo più o meno scuro. Gli anelli appena distinti fra loro sono finamente striati. La lunghezza delle pupe varia dai 3 mm. ai 4 mm. e. mezzo, circa. LARVE. Le larve della mosca delle olive sono di color bianco sale, vermiformi, conico-allungate e senza piedi. L'anello cefalico è retrattile, coll’apertura orale nel mezzo, e nella quale, fanno il va e vieni due uncini neri, messi in movimento da muscoli AOICTO robustissimi; il secondo anello porta due papille caliciformi, a margine smerlato, nelle quali si aprono la via le trachee; il tredicesimo porta tre altre papille reniformi per lato; e l’ul- timo ha l’apertura anale con due sporgenze. Uovo. A. Costa dice che quest’uovo è cilindrico, ristretto e arro- tondato quasi egualmente alle due estremità; ma nel fatto è di forma ellittica allungata, a guscio levigato, bianco-latteo, e lungo mm. 0,3-0,4, e non 0,6. Biologia, costumi e metamorfosi della Mosca delle olive. Dal mese di marzo in poi, ma nel giugno, nel luglio e nell'agosto più specialmente, visitando le olivete infette non è difficile scorgere le mosche dell'insetto, che si raccolgono quasi tutte sugli alberi delle olive conosciute comunemente coni nomi di Ascolane, di Gaeta, di Spagna, e con una espres- sione generale di olzvoni od olive agostane, per il tempo nel quale ingrossano e maturano. Su queste o sopra altre i due sessi sì accoppiano restando per diverso tempo uniti, la fem- mina di sotto, come suole avvenire nelle comuni mosche do- mestiche, ed il maschio di sopra, il quale per fare che quella non sì allontani e disturbi la importante funzione, ne avvince strettamente le parti laterali della vulva con gli uncini e la feconda. Gli accoppiamenti sono per lo più di lunga durata: vi è chi parla di un’ora e due mentre a me consta che i due sessi restano uniti, talvolta, per mattinate intiere; la mattina essendo la parte del giorno più propizia, per quel che io sap- pia, agli accoppiamenti di questi animali. La deposizione delle uova comincia per lo più dopo alcune ore, nelle quali le femmine provano spesso a vuoto la trivella nelle foglie, la nettano con le zampe, e volano sui frutti, la- RA A sciando le foglie, i rami, ed i tronchi che sono i ritrovi abi-. tuali dei loro amori. Per forare la polpa la mosca si situa con l'addome in alto e col capo in basso, piega l’addome fra le gambe, e spinge la trivella, protratta, vigorosamente contro l’oliva. L’atto della puntura è accompagnato da quello della deposizione dell’uovo, che viene spinto per un millimetro circa nella polpa lesa, e con tanta maggior cura, per quanto più critiche sono le con- dizioni dei frutti sui quali le mosche operano, e più consi- stente è ancora la polpa, che deve, poco dopo, fornire ali- mento ai nuovi nati. Assicurato a questo modo il primo o le prime due uova (perchè ne può deporre anche due la volta) l’insetto ripulisce nuovamente la trivella, con le zampe poste- riori, e passa sopra un secondo frutto; prova di nuovo l’ovo- positore a vuoto, nell’oliva, vi lascia un altro uovo; e conti- nua a deporre così fino a che ne ha. Comunemente si crede che le mosche, che vengono dipoi, scartino le olive visitate dalle precedenti; ma non è vero, per- chè vi depongono anch'esse, e per questo appunto si vede spesso che nella drupa, più tardi, si trovano due, tre, e fino a sel larve, a diverso grado di accrescimento. Di tanto mi sono assicurato, esponendo le Ascolane infette all’azione delle mo- sche provenienti dalle pupe situate fra le olive, dalle quali poi venivano fuori gli adulti della specie, mentre contenevano ancora larve giovanissime e pupe in trasformazione. Non è risaputo con esattezza il numero delle uova che la; mosca depone, e quelle delle quali, nella giornata, si sgrava, dopo la fecondazione. Cauvin, già ricordato, nella seconda me- moria sulla Tephritis oleae o Keiron, asserisce che l’insetto ne depone fino a dieci per giorno, e che può continuare così per diversi giorni di seguito. Dalle mie osservazioni resulta che in alcuni giorni ne può deporre molto di più, ed in altri la mosca non ne depone affatto. Per chi dovesse riprendere e controllare questi rilievi, sarà bene ch'io ricordi di aver chiuso una coppia di pupe o e di mosche, maschi e femmine, alla estremità di un ramo di ‘ olivo, in un sacchetto di garza, o in una scatola di rete metal- lica, e che ho visitato volta a volta i frutti in esperimento, ricercando i punti vulnerati dall’insetto. Siccome questo, però, punge spesso a vuoto, l’esame di controllo va continuato anche dopo la morte delle mosche, per vedere le larve, che nelle olive si trovano. Moltiplicando le prove, col passare la mosca ‘da un ramo all’altro, fra olive non ancora contaminate, ho visto, nel fatto, che i frutti lesi e le lesioni sui frutti varia- vano da 8 a 30 per giorno. Le larve trovate più tardi nelle olive punte furono da 7 a 18, e in 12 giorni da 70 a 180. In un’altra serie di allevamenti il numero minimo delle larve tro- vate fu di 32 e quello massimo di 50. In una terza serie di esperienze trovai una volta 15 larve; 22 in un’altra, ed in un quinto allevamento 46. Di fronte a cifre così disparate una cosa sola parmi se ne debba dedurre, ed è che il potere prolifico della specie varia di molto, e che le cause di tali variazioni risiedono, alcune, nella natura stessa dell’insetto, altre nelle condizioni dell’ am- biente nel quale piante ed animali si trovano. Lo sviluppo. stentato degli insetti, che restano, spesso, anche senz’ accop- piarsi, è fra le prime cause; l'umidità e la freschezza insuffi- cienti, la mancanza dei frutti sulla pianta, e la natura dei frutti nei quali le larve devono vivere, sono fra le seconde, e tutte insieme influiscono sensibilmente nello sviluppo e nella diffusione della specie. Di questo si dirà meglio altrove; qui basta ricordare che appena deposto l'uovo nella polpa del frutto, il tessuto leso per il liquido sebaceo che circonda l’uovo, in breve tempo muta di colore e il cambiamento si comunica fino all’epidermide, sulla quale appare come una macchiolina rossastra. Dopo una settimana circa, dalle uova nascono le larve, che mangiano e si approfondano più che è possibile nella polpa, facendosi strada con gli uncini boccali, che esse hanno per lacerare e trascinare nel tubo dirigente il tessuto parenchi- Sa Age matico, che le circonda. Così esse allungano ed allargano sen- sibilmente la via che si aprono nella polpa del frutto, lascian- dosi dietro, sotto forma di escrementi, la parte consumata, che, poco a poco, occupa, come un ammasso nerastro, il vario sen- tiero scavato fra quella sana, che si altera anch'essa, e si gua- sta, mentre la superficie del frutto si deprime sensibilmente in corrispondenza della galleria scavata dall’insetto. Dopo un giro più o meno tortuoso, talvolta breve ed a gomito, l’animale ritorna dalla parte d’onde era entrato ed ar- riva fin sotto la buccia del frutto. Quivi si ferma, si libera al- l’intorno della polpa, che lo circonda, ed ammassando altrove gli escrementi, che emette, si forma, spesso, una camera di trasformazione, e vi doventa pupa. Prima però essa mette per- fettamente a nudo la buccia dell’oliva; la intacca, talvolta, circolarmente nel mezzo, e si immobilizza. Tal’altra la trasfor- mazione ha luogo in un tratto di cunicolo scavato nel mezzo della polpa, e allora la buccia non si trova mai incisa nel modo indicato, ma si trova sempre egualmente sgombra, da- gli escrementi, la via, che deve lasciar libero il passo alla mo- sca, verso l’esterno. Comunque sia, l'accrescimento della larva di luglio e di agosto è piuttosto rapido: bastano una trentina di giorni. Così che quelle nate alla metà di luglio, alla seconda decade di ago- sto sono divenute pupe, e da queste dopo 8 o 10 giorni ven- gono fuori le mosche della prima generazione, che si protrae fino alla seconda metà di settembre. i Queste mosche, seguendo il costume delle madri, si raccol- gono anch'esse sulle piante a frutto precoce, e in mancanza di meglio, cercati i frutti migliori delle piante sulle quali vi- dero la luce, si adattano alla polpa residuale di quelli che hanno lasciato. In queste olive, mentre continua la prima, dagli ultimi di agosto agli ultimi di settembre principia la’ seconda. generazione, della quale, una parte si perde nella raccolta de- gli olivoni, e l’altra si salva sulle piante a frutto oleifero, ed è quella che si completa fra gli ultimi di ottobre ed i primi RO E I di novembre, e da la terza grande generazione, che nei frutti e anche fuori di questi, passa l'inverno allo stato di pupa, e dà le mosche nella primavera seguente. Nelle dipendenze apenniniche continentali, e nelle località più elevate di esse in particolare, questa, che dà le pupe nel dicembre e nel gennaio, è l’ultima generazione dell’anno. Le cose procedono alquanto diversamente nelle olivete delle dipendenze apenniniche, che degradano nel mare, dove i ritar- datari della seconda generazione compariscono perfino nel mese di gennaio e di febbraio, ma sempre in marzo, e sono le mo- sche più specialmente che si vedono svolazzare, col tempo calmo, dalla parte della chioma illuminata e riscaldata dal sole. Da quanto ho visto e vedo ancora, scrivendo, queste mo- sche però, se la stagione non decorre mite, non si accoppiano e muoiono, e quando decorre mite, se non trovano i frutti ne- cessarî, per deporre le uova, vanno egualmente perdute. Sic- chè in via abituale, per me, la infezione dei nuovi frutti è data dalle mosche restate allo stato di pupe, per la massima parte nei frutti, anche d’inverno, dentro e fuori terra, sui pe- dali, nelle inforcature degli alberi, e nelle schegge dei vuoti non ripuliti degli alberi, o sugli alberi stessi, ai loro rami, dove i frutti non sono ancora caduti, e dove la pratica li con- serva, spesso, per tutto l'inverno, fino al mese di maggio, per aver gli olii bianchi od olii decolorati. E in quest’ultimo caso, e nell’altro della presenza e della formazione dei frutti tar- divi, che, oltre alla mosche, alle pupe e alle larve ritardatarie, talvolta, si incontrano anche le uova, d’inverno. Un altro fatto non osservato, e del quale la pratica deve tener conto, sta nei rapporti fra la mosca, le olive ed i topi campagnuoli (Arvicola Savî, A. arvalis, A. nebronensis, Mus sylvaticus, ecc.) i quali, con le olive, nell’autunno, portano nei loro nascondigli anche le larve e le pupe dell’insetto; e siccome nell’ autunno stesso e nell'inverno questi topi sono largamente decimati dalle tifoidee, i depositi di quei frutti, non consu- mati, sono altrettanti focolari d’infezione, dai quali le mo- sche, nella primavera seguente, passano sulle piante per in- fettarle. Si comprende e si spiega così anche l'investimento più re- pentino ed esteso delle olive nei luoghi più incolti, investi. mento, che è tanto più grave, per quanto maggiori sono le vie per le quali l’insetto arriva a salvarsi ed a raggiungere lo stato perfetto, per continuare la riproduzione della specie. La quale, in base alle mie osservazioni, si succede nelle senera- zioni, e nelle sue diverse fasi perdura, presso a poco, come nel quadro seguente: ‘ettorze@t0uos »°e e1jop odnd eq[op opeuriou oddu] -IAS O] BIQUTUIOO 9 ‘OQROTPUI OLIBIVPIBILI QUILIOJ e][op © 1009e1d euro; e][op euorzitedde,;] enuruog ‘OTOTZEIOUOS »°Z CI]Op OLIVI -@piegri o][onb ep o + èpop 100001d nid adnd ®][ep iquortoA0Td oqosoTI epop eqerzied euorziteddy atea “OGI è 06 Gp RESSE nr > 08 © ST SI è I GE è 08 OT € L Su MREEAAL CHeaas 06 è SE SAU i TU.IOIS TUIOTS TUIOTS TUIO19 VOSOUI VT]Pp ednd @[[9p VAI] BITOp OAON ITOp eqeIng VICINA eqeIn( IRINA Kc - n ial _ —=zs==""""" A ii me n TUOIZVIOUIS OSIGATP ons ogpou essed 0990SUL.T Iqgenb o] 10d ISVH USTHAIC HTTHT VIVIAA (01303) QUOTZBIOUOS »°G QUOIZBIQUOS n° OUOTZBIQUOS n°] * * © 0uSnDy-01S8epy-o]1ady ° ** >. © ‘OZI@Q-0I8I]gqo;-0teuTe” OTeUt). Tp TutId TR ‘oI1quIooI(-0IqUIeAON QIquioAON Tp TutId 18 ‘01093 0-91qw09JOg ESTA CRNIENE QIqUI9ZJOG-09S0SYW-01].GN'T et Ria Le diverse varietà delle olive ed i progressi della Mosca olearia. Cauvin ricorda che il Daco non danneggia l’Oliva condi- tiva, che ha la buccia dura, e Roubaudi aggiunge che quello risparmia la Pignola e la Turbie, delle quali, la prima è mezzo selvatica, ed attacca invece le olive primaticce di certi alberi, - che ne hanno in piccolo numero. Peragallo conferma questi rilievi e ricorda la Blanquetier d’Antibe, la Cayonna o l’Olea- stro, fra le meno colpite, e l’oliva Cailletier, la Turbie e la Nirana, a causa della loro grossezza, fra le preferite dell’in- setto. Da noi, ch’'10 mi sappia, Molfino soltanto ricorda che l’uliva a ghianda di cerro, è meno*guasta della Rossese, della Tag- giasca e della Tondolina; ma nè lui, nè gli altri surricordati escono dalla notizia del fatto isolato, sul quale altra volta ri- cercando, misi in vista il passaggio, quasi graduale, della mosca, dalle olive più grosse a quelle più piccole, che la pianta mette a sua disposizione. Nelle ispezioni particolari da me fatte nel 1889, e dal 1392 in poi alle olivete infette della Sicilia, della Calabria, della Basilicata, della Provincia di Avellino, di Salerno, Napoli, Caserta, in Toscana, e nelia riviera Ligure, ho potuto assicurarmi anzi tutto che delle olive, di luglio, quelle da indolcire e le varietà grosse da seccare soltanto, sono capaci di ricevere le uova e dar alimento alle larve, e quelle, nel fatto, sono le sole varietà che allora si trovino realmente infette. Le altre, ch'io m’abbia visto e mi sappia, sono appena al- legate, ed i frutti piccolissimi li ho trovati completamente immuni. Coloro che hanno scritto della Mosca olearia non pare che abbiano tenuto nel dovuto conto questo rilievo, ed altri con diverse parole, o con interpretazione di fatti diversi l’ha uti- ENO: Vra le lizzato senza ricordarlo; ma ricordato o no, esso è di peculiare importanza nella conoscenza dei costumi della mosca, e vi insisto perchè la notizia offre larga base di applicazioni più tardi nella pratica. Ricordo, in oltre, che, ad evitare cause di errore, ho esa- minato ad interi chilogrammi, le diverse varietà di olive col- tivate da noi, e noto che i primi resultati ottenuti furono quelli . che si trovano riportati nel quadro seguente: E RSA MOMENTO VARIETÀ ESS per 100 i 25 della infezione delle osservazioni delle olive. esaminate SEGG riscontrata Se i rAscola nappi ae l Da. 0. ‘decade di Lu-: S ; Lita) Sio! > Oliva di Gaeta... 1 10 a 25 per 100 3 3 Bella di Spagna. .| 1 / | LAS COlana Nera DINO 1.3, 2.9, 3.° decade di |*=\ Oliva di Gaeta ao Agosto — 1.2 de- A) Losa > cade di Settembre. S| Bella di Spagna. . 2 VR oto 2 60 all’ S0 » Olifere grosse. . . 2 10 a 25 » Bi Oliva di Gaeta . . ZIO » > S.WRotondellat Gee 2 |100 » 2.2 decade Settembre- | Quote È Varietà grosse. . . A 2050 » 2 { Varietà mezzane. . Oa » o 2 / Varietà grosse. . . doi 50 a 50 » Novembre - Dicembre- 5\ Mezzane . 2 13 a 28 2 Gennaio, | Piccole 2 Ik ee 25) » \ Salvatiche . . 2 bora? » OE Ora dall'esame successivo di queste olive e dalle cifre del quadro sopraindicato si vede chiaro; 1.° Che la mosca passa successivamente da certe varietà di olive a certe altre, dal suo primo apparire (luglio, agosto) al massimo di sua diffusione (novembre, dicembre). 2.° Che le prime varietà infette sono le più grosse e da indolcire. 3.° Che in questo tempo (luglio ed agosto) salvo condi- zioni speciali di terreno, di clima e di vegetazione, le olive da olio sono immuni. 4.° Che la infezione loro comincia ad aver luogo nel set- tembre e nell'ottobre, quando le altre sono già rovinate, e si manifesta nelle varietà più grosse, come la morchiaia, e simili. 5.° Che il numero dei vermi nelle olive di questa va- rietà aumenta nell’ottobre e nel novembre e le olive si tro- vano già rovinate nel dicembre; quando appunto la infezione devasta i frutti dell’olivastro, che sono gli ultimi ad infettarsi, e quelli, che, per la loro piccolezza, più repentinamente mar- ciscono. La diffusione della Mosca procede in ordine alla posizione e all’esposizione del terreno. Nelle visite fatte alle olivete, che dal litorale si estendono, _ senza interruzione, alle sommità minori del sub Appennino Sa- lernitano, ho potuto constatare che i frutti contengono già le larve sugli alberi delle spiagge marine quando sulle colline ancora non si avvertono i primi segni dell’ infezione, e che, quando nelle olivete della marina i danni sono manifesti e messi in vista, sulle colline l’insetto si mostra appena, e dei coloni, mentre i primi lamentano i danni del raccolto, gli altri sperano sempre che il verme risparmi il prodotto. Questo, che io ho visto, e che ognuno, volendo, può rive- dere, come dissi altra volta, si nota anche nelle olivete delle PR PVI NIE ERI SETT PI sibili MRO IT! O ST POTE, LTT ITA AVE SR LETI UE CATA dora colline stesse, nelle quali quelle delle pendici e-delle valli in- terposte, a parità di altre condizioni, presentano i frutti in- | fetti prima delle altre che si trovano alla sommità, e fra que- ste le più elevate sono meno colpite delle altre, che tendono al piani, a quella guisa, che, le olivete situate a mezzogiorno e ad oriente si trovano compromesse prima e più largamente delle altre, che si trovano rivolte all’ovest ed al nord. A questo riguardo altrove ho detto pure che, i frutti delle zone olivetate, più esposte all’azione del vento e del freddo, «sono meno soggetti degli altri agli attacchi della mosca, ed aggiunsi che il vento non uccide l’insetto, ma certo lo co- stringe all’inazione, e che quando è unito al freddo forte, può ritardarne sensibilmente gli accoppiamenti e la deposi- zione delle uova, con grande vantaggio della produzione. Si | capisce per tanto che gli olivi riparati dai venti, nei pressi degli abitati, anche per la ricchezza naturale dei terreni, che da quelli dipendono, rientrano perfettamente. nelle condizioni sopraindicate, e che i rilievi del sig. Bellone, Segretario Co- munale di Borgo di Oneglia, e del Parroco M. Calvi (1), della . stessa località, riescono una buona riconferma di quanto, sei anni prima, avevo ricordato. La natura del terreno e la Mosca olearia. Oltre che colla posizione e l’esposizione più o meno favo- revoli, il terreno influisce anche più direttamente per la na- tura sua alla conservazione della mosca. Esaminando i frutti . degli olivi che nella valle dell’Ofanto, nella valle del Basento - e del Crati; nella valle del Sele e del Sarno, si trovano lungo il fiume, nel piano e sulle aride pendici sovrastanti, prima e dopo del 1894, ho notato che, nei terreni superficiali ed aridi, (1) Una modesta proposta facilmente attuabile per combattere la Mosca olearia, anno 1889. Let dove le piante stentano di estate, ed i frutti sono piccoli e quasi aggrinziti, la mosca vi danneggia più tardi che nel piano, dove la pianta è la stessa, ma i frutti, per le migliori condi- zioni del terreno, sono più grossi ed evoluti. Lo stesso rilievo, ho potuto fare in Toscana, ai Bagni di S. Giuliano di Pisa, lungo la Greve, e nel Val d'Arno supe- riore, in provincia di Firenze. In tutte queste località, poi, e nelle altre, non è difficile scorgere che nelle pendici più scoscese, dovunque l’agricol- tore cerca di aumentare la quantità della terra al piede delle piante, queste prosperano di preferenza, ed i loro frutti, più grossi e primaticci, vengono colpiti prima. Il naturalista e l’agronomo, tenendo ogni volta esatto conto delle varietà delle piante sulle quali osservano, potranno assi- curarsi dell’esattezza di questi rilievi, che mi è parso di vedere anche sui frutti delle piante in terreni profondi, e sugli altri, delle piante in terreni superficiali, sopraindicati. Il terreno però può favorire, ed ostacolare anche diretta- mente lo sviluppo della Mosca olearia. Sia che le larve restino nelle olive (ed è il caso ordinario) sia che escano da quelle, quando non restino nei vuoti del fusto e nelle inforcature guaste del castello della chioma, esse cadono sul terreno, e su questo due cose, per opera dell’uomo o dell’acqua, possono verificarsi: che restino alla superficie, o che restino seppellite nella terra, in seguito agli alluvioni o alle ordinarie lavorazioni del suolo, terminando ad una pro- fondità maggiore di quella alla quale, generalmente, si tro- vano allo stato di pupa. Ora, in queste condizioni, è facile intendere che le mosche, se il terreno è sciolto, vengono fuori al momento dello svi- luppo e volano sugli olivi per riprodurvi la infezione. Se il terreno è compatto, o tendente al compatto, le mosche restano nel terreno, e il frutto sarà libero da quella. Non parmi necessario di riportare qui quello che ho già — ripetuto altrove, nè ho bisogno di dire che ho guardato atten- i ee tamente negli interramenti alluvionali, per cercarvi la ricon- ferma del fatto enunciato. Riporto invece il resultato delle esperienze, che ho fatto per uscire dai dubbî e dare i capisaldi delle notizie dalle quali poi la pratica dovrebbe farsi guidare nei provvedimenti necessari contro l’insetto. Per vedere se un terreno è capace di trattenere e non fare uscire da esso le mosche, era naturale servirsi delle pupe, quelle che per la condizione loro di vita non si possono muo- vere e non possono variare le condizioni dell'esperienza, allon- tanando i termini di essa da quelli che sogliono verificarsi in natura. La prima prova di seppellimento delle pupe della mosca olearia l’ho fatta il 25 settembre del 1893, a Portici, in cinque grandi vasi di terra non verniciata, adoprando la terra presa nelle stesse olivete vesuviane, e tanta da ottenere uno strato di 15 a 20 centimetri. Nel fondo di ciascuno di questi vasi prima di porvi la terra, misi 100 drupe di oliva Rotondella con 2 insetti in media cia- scuna, più 20 pupe isolate, fra pupe di maschi e pupe di fem- mine, prese da altre olive ed ottenute per trasformazione, dalle larve uscite da quelle. Sopra ogni vaso misi una campana di vetro, per raccogliere le mosche, che fossero per uscire, e lasciai il tutto in osser- vazione. Dopo una diecina di ore, le prime mosche sviluppatesi ave- vano gia attraversata la terra e passeggiavano lentamente sulle pareti della campana e del vaso. Nella seconda esperienza, fatta il giorno di poi, in alcuni vasi mantenni le condizioni fatte per il primo esperimento, ed in altri compressi più che mi fu possibile la terra; ma dopo sette ore le mosche si videro egualmente alla superficie. Inumidii allora il terreno leggermente, con acqua, per ve- dere se a questo modo avrei potuto impedire agli insetti di venir fuori, ma ve li trovai anche più presto di prima; men- tre non vennero più fuori, sommergendo con l’acqua la terra, PELI MES per la durata di una diecina di ore. Asciugata la terra, però, le mosche, che si svolsero di poi, uscirono al pari delle pre- cedenti, come se la terra non l’avessi sommersa. Invece della terra sciolta vesuviana, feci uso poi del ter- reno argilloso, compatto, e con questo terreno le mosche non sì presentarono alla superficie: restavano sempre nel fondo del vaso e vi morivano soffocate. Adoprai pure più tardi il terreno argillo-calcareo delle col- line di Contursi (Salerno), di Valva (Salerno) e degli altri co- muni dell’ alta valle del Sele, ed i resultati furono quelli stessi dell'esperienza precedente. Osservazioni simili poi ho ripetute in Toscana, l’anno de- corso, con terra presa dai poderi del Poggio Imperiale; e an- | che qui ho dovuto notare ciò che avevo visto a Portici, in provincia di Salerno e di Avellino con i terreni argillosi e argillo-calcarei sopraindicati. Queste esperienze le ho molte volte ripetute anche con altre specie di Ortalidini, ai Cecidomidi e di Micetofilidi, con resultati identici a quelli indicati. Riassumendo da queste esperienze si ha: Profondità alla | Per 100 delle mosche quale le pupe NATURA DEL TERRENO e queste nelle e olive furono uscite soffocate seppellite. | ì cm. | SCOLLO Mon Compresso: ar eno 19 2055 0) — | PESSCOMPLESSO MI e » | 100 — SODA LIMA LO SEDIE enetis i 100 a DPU-SOMMErSO i ie » Co 100 (1) Compatto compressot rain 14 a 15 = 100 . » SOMIMENSO = SG » — 100 » NONFICONTPEOSSO SIE » pe 100 » SPRNONSSOMINCISOLZERE E » = 100 (1) Di quelle sviluppatesi durante la sommersione. ir e de E RE I ne : 4 ETRE Va | RIONI VI TRATOO, OLII UR Ant I a Si vede così: 1.° che nei terreni sciolti il seppellimento delle pupe, seguito o no dalla compressione e dall’infradiciamento, non è sufficiente per impedire alla mosca di uscirne, e soffocarla; 2.° che negli stessi terreni sciolti la sommersione non uccide che gli insetti che si sviluppano mentre quella dura; 3.° che nei terreni compatti, con o senza compressione o sommersione, gli insetti non ne escono e non possono più molestare i frutti sulla pianta. Quello che ancora non ho visto, e che gli agricoltori intel- ligenti potranno vedere da sè stessi, è il comportamento delle terre tendenti allo sciolto, rispetto alla mosca, perchè, ove non potessero uscire nemmeno da quelle, sarebbe un fatto bene importante nella pratica per la difesa contro l’ insetto. È stato in queste ed in esperienze consimili che ho messo in vista gli sforzi ed il modo col quale le mosche sviluppa- tesi sotto terra cercano di venire alla superficie e guadagnare la chioma della pianta. Appena uscito dalla pupa, infatti, il piccolo dittero co- mincia ad avanzare obliquamente, nel terreno, con direzione dal basso in alto (non ho mai visto che una di queste mosche abbia preso una direzione diversa), e per farsi strada usa delle zampe e della testa. Questa parte del corpo, che, quando la mosca ha spiegato le ali, è trasversa, globulare, depressa, quando l’insetto è appena nato sporge davanti, e per tale spor- genza la testa ha tutto l’aspetto di un largo cuneo, e l’ani- male si serve egregiamente di essa per insinuarsi fra i mi- nuzzoli terrosi, la rigonfia al momento voluto, per allonta- narli, con le insistenti contrazioni del corpo, e mano a mano che quella fa spazio, tutto l’animale, assottigliandosi, si avanza. Non è a dire se e come quello profitti degli interstizi che trova nel terreno, nè se sappia perlustrarli per scegliere le insena- ture che fanno meglio al caso suo: noto solo che arrivato alla superficie libera del suolo, si riposa, muove a passi lenti, senza direzione determinata, e se è possibile si ferma contro un RA ostacolo qualunque e si riscalda ai raggi del sole. Dopo un paio d’ore, le ali che prima aveva attorcigliate e parallele sul dorso, sì spiegano; l’animale lo sente, e si muove più sicuro, ma non vola; le solleva di continuo, come per prepararle ad un movimento, che dovrà poi essergli abituale, e dopo queste prove tante volte ripetute, sale sopra uno dei punti più ele- vati della nuova stazione, si libra nell’aria, e vola sulla pianta preferita, dove l’aspettano i suoi amori e le cure della con- tinuazione della specie. ; Durante queste osservazioni e nelle altre compiute in quel di Casolla, Casapulla e S. Leucio, presso Caserta, ho visto che le mosche delle olive lasciate a se stesse, tendono quasi sempre in alto, molto di rado in basso, quando il vento impetuoso non le costringa a radere il terreno, e allora i pedali degli alberi e le piante erbacee sono la loro stazione abituale. Il calore e la mosca olearia. Seguendo da vicino il fenomeno ed i costumi che la mo- sca delle olive ha nelle olivete, a varie riprese ho potuto ac- corgermi che gli insetti perfetti, tanto nell'autunno avanzato, quanto al principio della primavera, svolazzano in gran nu- mero, e con certa agilità, nella parte della chioma, che si trova esposta all’azione del sole. Di estate avviene il contrario, perchè le mosche cercano di sottrarsi all’azione di quello, e serbano un certo orario nelle loro apparizioni. Per rilievi fatti dopo il 1894, poi, mi consta che l’insetto fa le sue dimostrazioni più numerose nelle ore del mattino ed in quelle della sera, al momento del tramonto. Questo però senza dipendenze di condizioni artificiali, che potrebbero ri- chiamare le mosche anche nelle ore più calde del giorno, come avviene nelle piante più aduggiate e nelle altre col fusto spalmato di sostanze zuccherine. ù : DI Secondo il grado di calore, varia pure la durata della vita delle mosche, le quali, mentre in piena estate non oltre- passano sempre ì 15 ai 20 giorni; di primavera e di autunno, con una temperatura più mite, restano in vita molto di più. In un allevamento fatto alla R. Stazione il 1893 alcuni degli insetti perfetti si conservarono dall’11 ottobre al 29 dicembre, e la morte sopraggiunse repentinamente, in seguito ad un for- tissimo freddo, al quale si trovarono esposti sulla terrazza an- nessa al laboratorio della R. Stazione. Le stesse osservazioni ho fatto negli anni successivi @ quello indicato, e le mosche agli ultimi di dicembre e ai primi di gennaio, in Firenze, sono sempre morte. Incomincia così, il periodo di riposo, che dura fino agli ultimi di marzo e ai primi di luglio, più o meno, secondo che i Juoghi godono di un clima più o meno temperato e caldo. Questo, che si è detto per gli insetti perfetti si verifica pure per le pupe, le quali impiegano un tempo molto diverso nel dare le mosche, che, come si è detto, vengono fuori, in 10 o 12 giorni, di estate, in 15 di autunno, e dopo 1 a sei mesì circa più tardi. Quanto alle larve, esse in una ventina di giorni raggiun- gono il massimo accrescimento e si trasformano, nei mesi di luglio e di agosto; durano da 20 a 30 giorni, di settembre ai primi di ottobre, 30 a 35 giorni circa nel novembre e nel di- cembre. Nel gennaio si arrestano nello sviluppo e danno pupe più piccole e meno resistenti delle altre ai rigori invernali. Sulle uova ho meno osservazioni, ed osservazioni assai più saltuarie che sugli altri stati dell'insetto; non ostante quello che con certa approssimazione mi fu dato di vedere sta tutto nella tavola a pag. 45. Quanto poi all’azione del freddo, o della temperatura sotto zero, sugli insetti, già il Cauvin ha notato che occorre un ab- bassamento di temperatura eguale a — 12° R. per uccidere le uova, ed un freddo di — 8° R. per uccidere le larve. Per le larve almeno, le mie esperienze avrebbero in certo aaa modo confermato quelle del dotto medico francese, avendo vi- sto che le larve esposte alla temperatura fra 0°, — 5° e — 6° periscono in buon numero; molte si inorisalidano più presto del solito, e non tutte quelle passate nel nuovo stato danno gli insetti perfetti. Questi rilievi li ho fatti a Firenze ed ai Bagni di S. Giuliano. Da quest’ultima località poi, agli ultimi di dicembre ed ai primi di gennaio del 1892, in seguito a freddi, riportati, per la temperatura nei limiti indicati, ho ri- cevuto olive, entro le quali erano larve al loro massimo di accrescimento, vive, e larve piccole, morte, che restarono per diversi giorni del loro colore naturale e non mostrarono trac- cia di parassiti, a cui attribuire la distruzione. D'altra parte in quell’anno stesso, e negli anni di poi ho visto che le larve messe nel ghiaccio non cominciano veramente ad intorpidirsi prima di una diecina di ore, e che dopo 16 o 20 ore larve piccole e grosse non danno più segni apparenti di vita, ma che le grosse almeno si rimettono di nuovo e danno ancora le pupe esponendole ad una temperatura fra i 5 ed i 20°. Di queste pupe però dalla metà ai tre quarti contrae la pelle di poi, e manifesta all’evidenza lo stato di morte. Le stesse esperienze furono ripetute con le larve e con le pupe contenute nelle olive, ma le une e le altre, meno poche, sì conservarono perfettamente e dettero poi le mosche. La pioggia, le cure di coltivazione e la mosca olearia. Qualunque sia la condizione nella quale ordinariamente si trovano le piante dell’olivo, con la pioggia estiva vegetano meglio e ingrossano prima i loro frutti. Allo stesso punto, o quasi, si perviene con le buone lavo- razioni del terreno, la razionale potatura della chioma; e vi sì perviene anche prima quando una cosa e l’altra si riscon- trino nello stesso anno. Parmi costche tutto ciò che favorisce la vita ela fruttificazione della pianta, favorisce anche la mo- nm sca, che vive dei suoi frutti. E come questo si avveri passo passo, si può vedere dalle notizie seguenti. Di marzo e di aprile, mano a mano che la temperatura supera gli 8 ai 10°, gli olivi cominciano a mostrare i loro ra- cemoli fiorali, e le pupe della mosca danno alla luce gli insetti perfetti. I bocci dell’ olivo cominciano ad aprirsi per la fe- cordazione e l’allesamento dei frutti, e le mosche vengono fuori più numerose del solito, si accoppiano, e quando le olive di luglio sono alquanto ingrossate le infettano. I frutti crescono e maturano, e la infezione progredisce anch’essa e li rovina. I frutti maturati completamente, nel dicembre e nel gen- naio, cominciano a cadere, e le mosche entrano in riposo, per la maggior parte senza uscire dalle olive nelle quali passano l'inverno e si mostrano nella primavera seguente. Contemporaneamente però, delle cure di coltivazione, la zappatura e la vangatura del terreno contrariano la diffusione della mosca, perchè questa, dove quello ha la consistenza vo- luta, non la lascia uscire, per infettare le piante. Le operazioni della raccolta, sono sempre un disastro per la infezione, ed un disastro tanto più grave per quanto più accorte e diligenti sono la direzione, l'esecuzione cal lavoro, e la conservazione dei frutti in magazzino. I costumi della mosca olearia in ordine alle sostanze delle quali si nutre e dei frutti nei quali affida le uova. Occupandomi altrove della natura delle sostanze delle quali la specie si nutre allo stato di adulto ho detto che quella ac- corre volentieri su molte di esse, ma di preferenza sulle più dolci, ed odorose, come il miele, la melassa, le materie zuc- ‘ cherine, le sostanze gommose, quelle escrementizie, ecc. Nel miele e nella melassa le mosche vi restano spesso im- Cool Sie CETO paniate, e non ostante, anche quelle che poi se ne liberano, vi ritornano. In queste esperienze ho visto che le mosche impaniate ser- vono quasi come di richiamo per le altre, e che tutte restano vittima nello stesso agguato quando il miele, o la melassa si trovano mescolati alla trementina. Nell'autunno del 1894, ed in quelli degli anni successivi, ripetendo le osservazioni indicate mi sono a varie riprese ri- chiesto se 1’ accorrere delle mosche al miele, ed alle sostanze odorose specialmente, come lo sterco, l’orina e simili, sì dovesse all'influenza dell’odore di questi corpi sull’olfatto di quelle, o se si dovesse invece ad una causa accidentale qualunque. Non risposi allora e non voglio ner:meno ora rispondere a quella domanda. Dirò soltanto che le mosche delle olive, a simiglianza delle mosche comuni, accorrono, tanto sullo zucchero, che non odora, quanto sul miele, che ha un grato profumo, quanto sullo sterco e sulle orine, le emanazioni delle quali non hanno bi- sogno di essere ricordate. Ho visto pure che, a parità di altre circostanze, la mosca olearia si porta sulle sostanze liquide più che sulle altre solide ed asciutte. Questa differenza si nota anche nello stesso zucchero, ma più ancora nelle materie escre- mentizie, a quella guisa che i sali di ammonio non hanno la virtù di attrarre le mosche come le attraggono le orine con i loro vapori ammoniacali. Le sostanze escrementizie dolciastre delle cocciniglie (Le- calum) e degli afidi, sono molto ricercate dalle mosche, le quali, per questo si trovano anche sulle piante diverse dagli olivi, come gli agrumi ed il fico, che sono quasi sempre visi- tati dal pidocchi. D'altra parte a me consta pure che le aspersioni di acqua pura, in certe ore del giorno, richiamano spesso l’attenzione delle mosche sui fusti dell’olivo, a quella guisa, d’ altronde, che le api, le vespe, ed i calabroni, accorrono alle sponde dei limpidi ruscelli, e ai fiori, o ai frutti succolenti delle piante, senza distinzione evidente. E allora? Ho detto che ancora non RT e, SR nn ine te PR O o" ORO è il momento di dare una risposta; ma quasi quasi sarei per credere che, dipendentemente dalla necessità di cercare per vivere, l’accorrere delle mosche alle sostanze indicate, si debba vedere per buona parte nel costume che questi insetti hanno di seguirsi a vicenda, ciascuno guidato dal rumore dell’altro. Quanto poi ai frutti nei quali le mosche dell’oliva affidano le uova, negli allevamenti e nelle osservazioni ripetute fin ora, ho visto che l’insetto non si è mai adattato a frutti di- versi da quelli della pianta indicata; e che è un errore soltanto il pensare che quello possa adattarsi alla morchia d'olio e alle sanse, che nella riviera Ligure e nelle Puglie si considerano come vero e proprio focolare della infezione della mosca. I vapori di Solfuro di Carbonio e di Formalina contro la mosca delle olive. In presenza dei vapori di solfuro di carbonio le larve della mosca olearia dopo 5 o 10 minuti si muovono in modo più vivace del solito, le più giovani avanzando rapidamente in direzioni diverse, e quelle prossime ad incrisalidare, ruzzo- lando a cilindro sopra se stesse. Dopo una ventina di minuti gli effetti dell’insetticida sono anche più evidenti, perchè le larve si piegano ad arco, e scat- tano, mostrando che il loro non è un ambiente più possibile per esse. A capo di una cinquantina di minuti, l’agilità dei movi- menti diminuisce, e dopo due ore ed un quarto circa le larve restano distese ed immobili dove si trovano. Lo stato di morte, non ostante, è apparente, perchè, esponendole all'aria, ripren- dono, sebbene le pupe nelle quali si trasformano si mostrino di poi evidentemente compromesse e non diano le mosche, nelle quali, quelle per confronto si trasformano. La morte sopravviene di certo, invece, quando l’esposizione E BOE delle larve all’azione asfissiante del solfuro si protrae per circa tre ore. i La quantità di liquido occorrente per produrre gli effetti sopraindicati è di 800 cme. per ogni metro cubo d’aria; la qual cosa dice assai chiaro della resistenza notevole di queste larve all’azione del più micidiale fra gli insetticidi. Queste stesse esperienze furono ripetute due volte di poi sulle larve e sulle pupe ancora chiuse nei frutti, e fu visto che la mortalità completa degli insetti ha luogo egualmente, ma mentre per le larve l'esposizione ai vapori del solfuro non deve essere minore di cinque a sei ore, per le pupe occorrono da dodici a quindici ore. Dopo questo tempo, aprendo le olive sì può vedere che le pupe anneriscono e si disseccano indi- stintamente al pari delle larve. Degli altri insetticidi adoperati, ricordo la formalina, il cloroformio, la nitrobenzina, i vapori dei quali sono meno efficaci di quelli del solfuro, sulle larve e sulle pupe del- l’insetto. Sulle mosche quasi tutte le sostanze asfissianti sono buone; ma per preservare contemporaneamente anche i frutti dalle muffe, la più conveniente sarà certo l’aldeide formica da ado- prare nella quantità e nel modo indicato dal chiarissimo prof. N. Passerini per la difesa delle uve dallo sviluppo delle muffe, in magazzino. Cause naturali di distruzione. PREDATORI. Oltre i ragni cacciatori di mosche, che non risparmiano la mosca olearia, non conosco altri predatori fra gli artropodi che meritino di essere, di preferenza, considerati. Fino dal tempo di Sieuve, però, e per notizia di Sieuve medesimo, è stato spesso messa in vista l’opera delle formi- REA a Sd #90 ia na so i ; x P. dr, STE che, le quali, anche secondo altri, cercano le larve e le pupe della mosca, nelle olive, e le distruggono. Fra le formiche, che frequentano gli olivi, conosco abba- stanza bene la Crematogaster scutellaris, che il contadino to- scano, per il portamento speciale dell'animale, conosce vol- garmente col nome di rizzaculo. Or bene, occupandomi dei rap- porti di questa specie con gli altri insetti, che hanno più in- time relazioni con l’olivo, l’ho spesso seguita sui tronchi e sulla chioma della pianta, ed ho visto che vi cerca delle Psille e delle Cocciniglie, per raccogliere e nutrirsi degli escre- menti dolciastri, che quelle spandono sul vegetale. i Gli uccelli e la Mosca Olearia. Ma quello che in ogni tempo, ed ora specialmente, ha più messo il campo a rumore, è l’argomento relativo alla impor- tanza degli uccelli nella distruzione degli animali, e degli in- setti nocivi, e della necessità della moltiplicazione di quelli per la diminuzione di questi e la distruzione della mosca olearia. Per venir fuori con una idea o con l’altra, per affermare o negare la importanza degli uccelli come utili o come no- civi all'agricoltura, e guidare per una via piuttosto che per un’ altra, il pubblico degli agricoltori, bisogna aver fatto un lungo ed accurato esame del materiale contenuto nel tubo di- gerente degli uccelli, perchè da quest’esame solo può scatu- rire un giudizio meno avventato sulla difficile quistione. È ritengo fermamente che quella non si possa e non si debba discutere altrimenti, a meno che non si voglia discutere sulla falsa via delle ipotesi e dei calcoli, che fuori delle condizioni naturali, non sono mai abbastanza ben fatti per arrivare alle conseguenze che da essi poi, a furia di rettorica, si vorreb- bero dedurre. Che gli uccelli siano elemento moderatore nella diffusione SA ORTA ge di molti altri animali, dai Roditori ai Vermi, in generale, è un fatto assodato. Quello che non si sa e che bisogna speri. mentalmente accertare, è di vedere coi fatti, se ed in quale misura l’azione loro (indipendentemente dai danni diretti che derivano per essi alle coltivazioni), possa spiegarsi e si spie- ghi a danno degli animali nocivi, e a favore o a torto degli animali utili alle piante coltivate. Ora, mentre l’agronomo, l’entomologo e l’ornitologo attendone, insieme, alla soluzione di questo compito difficilissimo, devo affermare di non aver mai visto che una infezione nelle piante, per causa di insetti, sia sparita per dato e fatto degli uccelli; mentre ho sempre visto che quella è sparita a causa dei funghi patogeni e degli animali parassiti. E poichè per l'intervento di questi soltanto i danni non si prolungano di molto sulle piante, e spesso, non si aggravano fino alla morte dei vegetali, gli agricoltori faranno bene per me, a difendere le coltivazioni dalla ingiu- ria degli insetti, senza riporre mal fondate speranze di difesa nell'aiuto degli uccelli (1). Parassiti della mosca olearia. Dopo la raccolta ordinaria delle olive, con la quale si distruggono ogni anno a miliardi gli insetti per ogni oliveta, in mancanza d’altro, l’azione dei parassiti è la più salutare, ad un dato momento, per la salvezza del raccolto. I parassiti della mosca delle olive sono diversi, e fra essi quelli che ho trovato più utili in Italia sono i seguenti. (1) Malgrado le affermazioni in contrario, la quistione dei rapporti fra gli ne- celli, le piante e gli insetti nocivi, non poteva essere messa meglio di quello che ha fatto recentemente il cav. conte Passerini, di Scandicci, all'Accademia dei Geor- gofili; ed è bene che gli agronomi e gli agricoltori ne tengano conto, per non per- dere nella protezione degli uccelli, il tempo necessario per difendere le piante dagli attacchi degli insetti nocivi. RP TE SN PE O Te E MSTRO e rbt "E NT STILI TA TRE Eurytoma rosae Nees. La femmina di questo parassita è nera, lunga mm. 3. Ha le antenne del colore del corpo, pelose, col funicolo te- staceo-brunastro, il primo articolo della clava quasi della metà più corto, e poco più sottile del secondo, che è anch'esso obco- nico, ma diritto, obliquamente troncato alla sommità, e stroz- zato alla base così da formare come un piccolo anello interme- dio che lo separava nettamente dall’ articolo precedente. Il terzo ed il quarto articolo della clava sono ovali, eguali fra loro, di un quarto circa più corti del secondo, e ben distinti. Il quinto articolo ha la forma dei due precedenti, ma è per un sesto circa più corto. Dopo questi seguono tre articoli a basi sovrapposte, formanti in apparenza un articolo ovale-al- lungato, col primo segmento a vaso, raccorciato, il secondo cilindrico, discoidale, ed il terzo conico-depresso, con l’estremo libero ricoperto di piccole spine radianti, talvolta incurvate, ma sempre di color pallido-giallognolo. Gli occhi sono grandi e di color rosa-pallido-vellutato, as- sai distinti nel fondo nero del capo, che è peloso e punteg- giato. L’apparato boccale è bruno-testaceo, o testaceo-brunastro, con l’ultimo articolo dei palpi mascellari fusiforme, terminato in una setola quasi eguale alla sua lunghezza, e quello labiale con varî peli setolosi, allungati, sparsi sopra di esso. Il torace è nero, gibbulo, all'aspetto quasi untuoso, e pun- teggiato anche più del capo. Le zampe del primo paio sono nere, con la estremità dei femori, le tibie ed i tarsi testacei, a luce trasversa, straminei a luce diretta. Nelle zampe medie, i femori sono testaco-bru- nastri all’apice e alla base, e le tibie infoscate nel mezzo. Le zampe posteriori hanno le tibie nerastre, testacee all’estremo basale e alla estremità. CERATO Le ali sono ialine, col nervo sottocostale testaceo-infoscato, pallido-stramineo alla base. Addome nero, con la guaina della trivella nero-picea alla estremità. In altre femmine le antenne hanno gli ultimi tre articoli formanti un corpo rastremato dalla base all’apice. Il maschio ha le antenne con i cinque articoli mediani di- stintamente peduncolati, e tutti forniti di peli numerosi più lunghi, o per lo meno eguali in lunghezza agli articoli che li portano. Eurytoma rosae var. oleae. Fra le forme della specie descritta ne apparisce una as- sal numerosa da noi, che, le appartiene, e che è quasi metà più piccola, col primo articolo della clava, nella femmina, quasi eguale al secondo, ed il funicolo nero. Questa varietà e la specie alla quale si riferisce, si ve- dono nel mese di aprile e di maggio, quando le ho raccolte; ma si trovano anche di giugno, e più specialmente alla fine di agosto e ai primi di ottobre. Allora ho visto che vagano continuamente sui frutti del- l’olivo, e le femmine introducono la trivella nelle gallerie del frutto, ben manifeste all’esterno, scavate dalle larve della mosca. i Ho trovato spesso la larva bianchiccia di questo paras- sita, presso la sua vittima, ed ho visto pure che molte ne vanno a male quando invece delle larve trovano le pupe. . Quando trovano le larve della mosca, questa non si svi- luppa, e lo scopo della limitazione, al quale è destinato il pa- rassita, è bello e raggiunto. È così diffusa la Eurytoma rosae da noi, che dalle olive infette di Bari; delle Calabrie, della Basilicata e della Ma- remma Toscana, più di una volta il suo numero è riuscito su periore a quello della mosca, e questa in certi allevamenti è stata appena rappresentata. HAT PESSTT RGRI RI SETA ri; e 3 i Tricomalus spiracularis Thomas. Si riferisce a questa specie un parassita che ha la fem- mina con le antenne testaceo-brunastre, specialmente verso la base; gli occhi di color rubino, assai distinti nel fondo del capo, che è blu-cupo, puberulo, punteggiato, appena lucente, e con l'apparato boccale brunastro. Torace gibboso, nero-bluastro, con riflessi quasi rameodo- rati, nel mezzo. Addome olivaceo-brunastro, con la guaina della trivella nera alla sommità, testaceo-brunastra alla base. Ali ialine. Zampe con i femori del colore dell'addome, le tibie ed i tarsi straminei, e quelle infoscate distintamente nel mezzo. Prossimo a questo parassita, e come questo egualmente raro, in Toscana, se ne trova un altro, che da quello si diffe- risce, per la forma delle antenne, che sono meno rigonfie e più appuntite, e non ottuse alla estremità; il secondo articolo della clava con tre rilievi annulari invece che con due alla base. Eulophus pectinicornis? Latr. Questo calcidide, del quale ho raccolte le femmine sola- mente, si approssima abbastanza a quello della specie indicata. I suoi caratteri in ogni modo sono i seguenti. Corpo verde-rameo brillante, antenne nerastre col funicolo .ed il primo articolo della clava più chiari; il secondo articolo cilindrico, più lungo di tutti; il terzo appena più lungo e più . sottile del quarto; il quinto due volte più lungo che grosso; il sesto poco più corto e più sottile del precedente, ed il set- timo conico terminato con un’ appendice speciale. Gli occhi sono rubini. Le zampe hanno la coscia nera, il trocantere, le estremità basali ed apicali dei femori, le tibie 5 MA ed i primi tre articoli tarsiali straminei, il resto dei femori neri, e gli ultimi articoli dei tarsi bruni. Le ali sono ialine, ed il margine anale ed esterno delle posteriori è spinuloso. Utilità relativa del parassitismo e dei parassiti contro la mosca.olearia. Per giudicare ragionevolmente della utilità degli insetti descritti contro la mosca olearia, bisogna riconoscere che la vita degli insetti predatori e parassiti è legata a quella delle loro vittime (gli insetti nocivi, nel caso attuale nostro), come la vita di questi a quella delle piante delle quali si nutrono. Bisogna considerare in oltre che i predatori ed i parassiti, a volta loro, hanno predatori e parassiti proprî (parassiti secon- darî), che cercano di limitarne il numero a favore degli insetti nocivi e a danno delle piante. Vale a dire che le diminuzioni e gli aumenti dei vegetali, e degli insetti nocivi, importano una diminuzione ed un aumento corrispondente di parassiti, e di predatori e parassiti secondarî; così che, a furia di com- pensi, l’equilibrio rotto, si ristabilisce, per rompersi e ricom- porsi di nuovo, ogni volta fra le cose create. Ora la scienza e la pratica di queste cose insegnano che, più grave è la causa di perturbazione e più lungo è il tempo che gli elementi per- turbati impiegano a rimettersi in equilibrio, e questo tempo, per me, è quello che ho indicato, ed indico col nome di tempo di preparazione, o periodo di ritorno delle infezioni, per causa degli insetti sulle piante, e della loro sparizione successiva, per opera dei parassiti, che si perdono anch’essi poi nella loro massa per effetto delle vittime consumate e dell’attività dei parassiti secondarî, dai quali a volta loro sono decimati. La filosofia antica, consigliava all’agricoltore di inchinare la fronte dinanzi allo spettacolo della moria delle piante di aspettare, pazienti, la scomparsa o la morte degli insetti, e AGI accontentarsi degli avanzi, che questi, per grazia divina, si degnavano di lasciare. La scienza moderna ammira anch’ essa, ma come seguito dell’ammirazione sua, a un dato momento, consiglia di agire, con la risoluzione, che è necessaria, per equilibrare quanto meglio, e prima che è possibile, le economie nostre a spese di quelle degli animali, che le molestano. Di queste due scuole, la prima è quella della maggioranza degli interessati attuali che non fanno nulla e lasciano al tempo, agli uccelli e ai parassiti l’opera della reintegrazione. La seconda, del pensiero moderno, è quella degli interessati più avveduti, che trovano la salute loro nella difesa illumi- nata delle loro piante, e ne difendono come possono il rac- colto contro gli animali e gli insetti che lo molestano. I danni che la mosca olearia fa alle olive e alla economia agraria nazionale. Teofrasto parlando degli effetti del baco nella polpa delle olive, ci ha lasciato detto che quelle marciscono e cadono. Questo rilievo dell’antico scrittore geoponico non poteva essere più conciso ed esatto; ma è l’espressione altresi del danno considerato al massimo grado della sua intensità; quel grado al quale è stato abituata da diverso tempo una parte considerevole della pratica oleifera italiana e straniera. Non ha luogo però sempre lo stesso, e la differenza, anche nelle annate verminose, ed in queste specialmente, è notevolissima, secondo il tempo delle osservazioni, il luogo nel quale cadono, e le varietà delle olive che si considerano. Quanto al tempo delle osservazioni, parlando della biolo- gia dell'insetto e della sua evoluzione in rapporto a quella della pianta nutrice, ho detto che esse vanno di pari passo e che la diffusione della mosca, e 1 danni che ne derivano alle olive aumentano e si intensificano mano a mano che quelle ABI e crescono e maturano. Sicchè il danno, che è nullo, o trascu- rabile, al principio di agosto, di settembre e di ottobre, se- condo le varietà delle olive che si considerano, riescono sen- sibili più tardi, nell’ottobre, nel novembre e nel dicembre, e riescono una vera devastazione, quasi per tutto, nel gennaio. Applicando questi rilievi alle varietà delle olive conside- rate, infatti, fra esse, quelle da indolcire, per. quanto infette nella seconda metà di luglio e ai primi di agosto, non sono ancora realmente compromesse, per l’uso al quale son desti- nate. E non sono compromesse, perchè la polpa, all'occhio vol- gare del consumatore, non appare malmenata, ed il frutto fino alla prima decade di settembre, infetto o no, non ha perduto del suo aspetto, e conserva con questo tutto il suo pregio, che è il suo valore commerciale. Nella seconda e nella terza decade di settembre però, dalle macchie livide e tumefatte vengono fuori le mosche, ed i fori che queste vi lasciano, deprezzano il raccolto, ed il deprezza- mento è più grave, più tardi, quando il numero di questi fori aumenta e le tumefazioni del frutto, o non lo rendono più commerciabile, od il commercio si effettua ad un prezzo molto inferiore a quello reale desiderato. Non ha luogo altrimenti per le varietà grosse delle olive da seccare, e per quelle più grosse oleifere, che sono colpite prima, e son prima danneggiate dal baco (ottobre, novembre), mentre per le varietà mezzane e più piccole, la distruzione vera comincia in dicembre. Ho detto pure che questi danni, nei limiti dello stesso tempo, si verificano in momenti diversi, anche nelle olive delle varietà identiche e prossime, secondo l’altitudine, l'esposizione e la posizione del terreno, e delle olivete, che in quelle con- dizioni si trovano. L'entità dei danni, per tanto, è relativa ai momenti nei quali si considerano, dipendentemente dalle condizioni sopra indicate, dalle quali poi, e dall’attività relativa degli olivi- cultori interessati, dipende l’effetto ultimo, che ne risente ea EN O Mon l'economia nazionale; effetto che può riuscire insensibile, sen- sibilmente grave e gravissimo, secondo che la infezione de- cima soltanto, o annienta quasi intieramente il raccolto. Non credo che vi sia bisogno di spiegare come questo danno sia diretto, per il consumo di una parte variabile della polpa del frutto, ed indiretto per la cattiva qualità dell'olio che si ricava dalle olive bacate, olio che spesso non trova facile collocamento sul mercato. Dico solo, che, anche quando la infezione non colpisca, come ha fatto lo scorso anno, com- pletamente e al massimo grado di intensità, il raccolto di una O più vaste regioni olivetate, il danno, fra una cosa e l’al- tra, si può calcolare sempre di diversi milioni di lire, e que- sti milioni, secondo gli anni, rappresentano un ventesimo, un decimo, un terzo, o la metà della rendita annuale nelle rac- colte più disgraziate. Quando si consideri che le 53 provincie oleifere d’Italia, non dovrebbero produrre meno, insieme, di 3 milioni di ettolitri di olio, che a circa L. 80 in media, im- portano un reddito lordo di 240 milioni, non è difficile com- prendere che la difesa del raccolto dell’olivo, è la difesa di una grande parte della ricchezza e del benessere nazionale (1). Notizie volgari sulla mosca ed i rimedî richiesti per combatterla. L’Andreuccetti di Lucca ha lasciato scritto che nel 1823 le mosche delle olive gli apparvero come sciame d’api e da questo dedusse che quelle si moltiplicano per l’eccessivo ca- lore estivo. (1) I dati statistici in ordine alla produzione olearia italiana riferiscono che nel 1884-85 si ebbe un rendimento in olio pari ad ettolitri 3,323,120; nel 1896-47, et- tolitri 1,912,009; nel 1897-98, ettolitri 1,600,000; nel 1898-99, ettolitri 2,800,009, mentre nell’ultimo raccolto 1899-900 il rendimento è stato in tutto di 920,000 ettolitri, cioè per 1,380,000 ettolitri inferiore al raccolto precedente; diminuzione che se anche fosse dovuta per metà soltanto, e non tutta, alla mosca olearia, questa avrebbe distrutto, in un anno solo, un capitale di 50 a 55 milioni di lire. RESCIZ ZIA Il prof. Carlo Passerini di Firenze, nel 1828, attribuì alla stessa causa l'eccessiva propagazione delle mosche, e la pratica, che di tutto questo ha ritenuto qualche cosa, afferma addirit- tura che la siccità è la vera causa della comparsa del verme, nelle olive. Haliday, Bicchi, Baroni e Carrara, che, nel 1868, scrissero per incarico del Comizio Agrario di Lucca, riferiscono d’al- tra parte, che le piogge dirotte e a brevi intervalli, cadute nei mesi di luglio e di agosto, è verosimile che conferissero ad impedire la comparsa delle mosche sul finire dell’agosto predetto, e a far sì che la quantità dei frutti attaccati dal baco riuscisse insignificante. Da questo rilievo, per quanto riservato, alla credenza che la pioggia fa morire il baco delle olive, poco manca per la pratica, la quale pigliando quasi sempre per vero quello che è più semplice per essa, trova pur naturale, in alcuni luoghi che il vento di favonio lo distrugga, ed il raggio cocente del sole lo carbonizzi nelle olivete meglio esposte delle riviere e delle terre soleggiate del mezzogiorno d’Italia. L'esposizione sommaria dei fatti già ricordati sulla biolo- gia della mosca, mi risparmia di rilevare la contradizione stridente fra queste credenze e lo stato reale delle cose alle quali si riferiscono; e mi risparmiano altresì dall’aggiungere che gli effetti benefici della pioggia e del vento contro la mosca si riferiscano all’azione naturale dei parassiti, che vi- vono ai danni della mosca, alle lavorazioni del terreno, e alla raccolta, nelle quali periscono quasi tutte le larve e le pupe non ancora trasformate. Ma che cosa è questa mosca olearia per la pratica? Essa è di tutto un poco: è un verme, è un baco, è una farfallina, è un afide, ed è anche tutte queste cose insieme; così che ef- fettivamente, nel maggior numero dei casi, gli interessati non. ne sanno ora di più, se non ne sanno meno di quello che ne sapevano Plinio e Teofrasto; e per gli effetti stessi ne sanno anche meno di quello che ne ha scritto Columella. Un esem- RAZR pio recentissimo si ha nel numero 10 (8 marzo corrente) del giornale d’ Agriculture pratique, il quale afferma che « la mo: sca olearia, allo stato perfetto, è lunga un millimetro e mezzo; che comparisce di aprile, penetra nelle escavazioni praticate da altri insetti, nell'albero, e vi affida le uova, dalle quali dopo otto o dieci giorni nascono le larve, che in un mese diven- gono ninfe, e dopo altri otto giorni si trasformano in mosche. « Questa prima generazione, si completa fra il mese di aprile ed il mese di giugno, e danneggia le foglie (!) ed i primi fiori (!) i « Seguono tre altre generazioni: quella di estate sulle fo- glie, sui fiori e sui frutti, e la generazione autunno-invernale, sulle foglie (!) | i « Gli insetti perfetti corrono rapidamente e volano a breve distanza, propagando la infezione da una pianta all’altra. < Questa mosca fa disseccare le foglie, che si deformano e cadono; i fiori disseccano, ed i frutti restano piccoli e de- formati (!) < Le cause della diffusione dell’ insetto sono ancora mal conosciute, per quanto la conoscenza della mosca sia cosa vecchia. « La sua apparizione straordinaria sì deve ad una serie di invernate miti, la qual cosa ha fatto pensare che il caldo abbia avuto una influenza considerevole sulla diffusione del- l’insetto ». La immaginazione non avrebbe potuto lavorare di più. Sieuve e Amoureax ne hanno detto di meno. Taglio corto nella rassegna di queste notizie per dire che il giornale le ha prese dalla Sewille d'informations del Mini- stero dell’agricoltura; che esse sono di origine italiana, e che la confusione fra il Dacus oleae o mosca oiearia, ed il Phloeo- thrips oleae o Fleotripide dell’olivo, è stata fatta in Italia. Il grave della questione, come si vede, non è di nomi soltanto, ma è di interi ordini di insetti, e di fatti biologici diversi; e poichè le indicazioni che se ne danno non possono LI SIOE essere più serie, dal momento che si fanno deporre le uova nella scorza dell’olivo, invece che nelle olive, e si attribui- scono alla mosca costumi, che non ha mai avuto e non ha; che cosa bisogna dire della serietà dei rimedî, che hanno per fino la virtù di penetrare nel legno e uccidervi gli insetti? Signori, questi ed errori simili sarebbero molto divertenti per una pratica economica formata di agricoltori. Disgrazia- tamente però quella è ancora composta di proprietarî; e sic- come ci è differenza fra proprietarî ed agricoltori, le eresie che si pubblicano in questo ramo difficilissimo della scienza, la deviano facilmente dal compito suo, e la deviano spesso così, che, mentre la mosca rovina una gran parte del rac- colto, essa, nella Liguria, aspetta il responso dei Comizî, nella . Toscana, elegge i Consoli per la protezione degli uccelli, e nelle Puglie aspetta gli antisettici adesivi, le sostanze vi- schiose, le acque avvelenate e le vampate di polvere pirica e di bitume, per subire nuovamente l’effetto terribile della in-. fezione della mosca. Una pratica economica di agricoltori, all’altezza della dif- ficile missione, comprenderebbe facilmente che la difesa fon- damentale delle piante contro i mali di indole generica sta precisamente nelle norme più elementari della razionale colti- vazione; e che nelle pratiche agrarie si trovano spesso i rimedî più ovvî a non pochi mali, anche di indole specifica. E poichè quello proveniente dalla mosca delle olive, per l'appunto, è del numero, ragionevolmente, per combatterlo non conviene andare in cerca di altri rimedî, allo infuori di quelle; e d’al- tra parte non sarebbe possibile 1’ uscirne senza compromet- tere, per un utile molto problematico, una parte considerevole certa del raccolto. Altrove ho detto che « è nodo della quistione, qui, più che nella ricerca di un rimedio, sta nel coordinare per modo le di- verse pratiche agrarie locali, da limitare dovunque la infezione, in qualunque stato si trovi, senza decimare il raccolto 0 la pro- duzione dell’olio, e senza gravare, o gravando il meno possibile, pera) SEE di spese, i bilancio della coltivazione ». Ma la pratica econo- mica della provincia di Bari la pensa diversamente, e vorrei che in fine avesse ragione; ma temo molto che essa, per cer- care il meglio, si allontani dal bene, e si trovi nuovamente esposta ai danni della mosca. I rimedî preconizzati contro questo dittero malefico sono diversi e cominciano con quelli relativi alla. coltivazione e al sotterramento delle piante puzzolenti o fetidi, ai piedi degli olivi, pe» liberarli dai verrai. Gli altri si possono dividere e riassumere come nei capitoli seguenti. Sostanze musceicide contro gli insetti perfetti. Data la relativa facilità con la quale le mosche si raccol- gono sulle foglie delle piante bagnate con materie zuccherine, e sostanze odorose diverse, era naturale il trarne partito per avvelenarle; e le proposte non sono mancate a questo riguardo. La prima venne da parte del sig. G. B. Ricca, di Civezza (1), che sottopose al giudizio dell’ VIII Congresso dei Comizî agrarî Liguri, un liquido composto di materie fecali, che sparso sulle pietre attirava le mosche comuni, ed una specie molto vicina a quella delle olive, il Dacus hortalis. Ma questo liquido non avvelenava gli insetti, che vi lambivano, ed il prof. Mol- fino, al Congresso di Spezia, propose l’uso delle carte musci- cide fatte con carta bianca avvolta ai rami alti dell'olivo, e al mattino bagnata con una soluzione di zucchero ‘avvelenata. L’operazione secondo l’A., andava fatta dalla fine di luglio ai primi di agosto, quando le mosche escono dalle pupe e volano sulle piante, per accoppiarsi e deporre nei frutti i germi della nuova infezione. Recentemente il chiarissimo prof. O. Comes della Scuola Superiore di Portici, ha proposto l’ uso dei coiattoli bagnati (1), Vedasi la nota del Molfino e del sig. Vitale, a suo luogo ricordati. Long ripa ita ptt in una soluzione di arsenito di potassio, con una piccola quantità di miele; ed il prof. Soldani osserva che a questo modo si possono catturare e far morire buon numero di mo- sche, ma che il metodo non può riuscire efficace, perchè è implicita in esso la necessità che tutti lo mettano in pratica per averne l’ utile voluto. L’obiezione, a vero dire, più che questa sarebbe un’ altra per me, e non tutta d’ indole economica (1). Il prof. Comes, infatti, potrebbe sempre rispondete a quel rilievo che, finchè vi sono coiattoli avvelenati sulle piante e vi sono mosche, vengano queste dai frutti della stessa pianta, vengano da quelli caduti dalle piante vicine o lontane, poco importa; se i mezzi di agguato servono allo scopo pel quale furono indicati, le mosche, le une dopo le altre e tutte in- sieme vi devono restare egualmente avvelenate, e nelle oli- vete difese, poche o molte, e molte, meglio che mai, il raccolto non verrebbe, per questo, o sarebbe poco molestato dall’insetto. Il peggio invece è che le mosche, arrivando da ogni parte sulla pianta, sfuggono spesso, in gran numero, alle sostanze avvelenate, e quando vi si imbattono, siccome non muoiono subito, hanno sempre tempo ad infettare un certo numero di frutti. D'altra parte a me consta ugualmente che le mosche. accorrono di preferenza soltanto nelle parti della pianta ba- gnate o cosparse di sostanze sciroppose, per lambirvi. Sicché l’uso della soluzione di arsenito potassico e di qualunque al- tro veleno, indolcito con poco miele, asciugandosi presto, più non attira le mosche, e costringe a ripetere la bagnatura, con una spesa che non può essere sostenibile, quando si pensi che il periodo della difesa si estende, non dagli ultimi di luglio (1) Queste e le altre osservazioni, per me, hanno, qui ed altrove, tutte uno scopa finale unico: richiamare maggiormente e meglio che è possibile 1’ attenzione degli studiosi alla ricerca del vero; certo, in questo caso specialmente, che, ove l’ insigne patologo e mio amato maestro O. Comes si interessasse più a lungo alla non nuova quistione, per lui, la scienza e la pratica ne trarrebbero sicuro vantaggio. O AerE al primi di agosto, secondo il professor Molfino, ma dal mese di giugno al mese di ottobre. Per rimediare a questi inconvenienti, consiglierei anzitutto, di far uso, contemporaneamente dei fogli di carta sui grossi rami del fusto, e delle tavolette di legno, invece dei coiattoli, per la difesa della parte più esterna della chioma, ricoprendo il tutto con uno strato di trementina e melassa avvelenata, perchè, a questo mòdo, il numero delle mosche, che sfugge al- l’azione dei mezzi di agguato, è molto minore; le mosche che Vi posano, quasi sempre, vi restano impaniate con le ali, con le zampe e con la proboscide; e non vi è più bisogno di ri- petere ogni giorno l’applicazione della sostanza vischiosa, av- velenata, per farvi accorrere gli insetti e distruggerli. La spesa per l'applicazione di questo mezzo di difesa va- ria naturalmente con le dimensioni delle piante e per conse- guenza con il frutto che queste producono. Ma, posta eguale a un terzo di chilo, in media, la quantità di trementina e di melassa avvelenata, occorrente per ogni albero, in tre opera- zioni successive; e messa uguale a L. 0,20 la spesa per l’acqui- sto delle tavolette e della carta necessaria per ogni pianta, si ha: (L. 0,80 -- 0,20) X 200, che è il numero medio delle piante che compongono un ettaro di oliveta, eguale a L. 200 (1). Sicchè anche senza computare la mano d’opera, e la pro- babilità di ripetere qualche volta di più le operazioni della difesa, per rovesci d’acqua e venti forti con polvere, che po- trebbero neutralizzare e mettere in dubbio l’azione dei mezzi di agguato, la spesa comprometterebbe un terzo circa del pro- dotto netto (2). (1) La trementina costa L.2 al kg. e la melassa L. 0,40. Il risparmio possibile su questi prezzi, acquistando in grande, comprende la spesa dell’arsenito, che non è stata computata a parte. (2) Il sig. Vitale di Messina, più volte ricordato, rinunzia a questi rimedî e pro- pone l’uso dell’anidride solforosa, per uccidere le mosche; mentre altri ha proposto le vampate di polvere pirica, di catrame, di pece greca, etc. Sg Aequa indolcita. Acqua saponata. Infusione di quassio, etc. La pratica, in questi ultimi anni, è venuta fuori, più d’una volta, sulla utilità dell’uso di queste sostanze, raccolte in re- cipienti e poste in diverse parti delle olivete. Le osservazioni fatte a questo riguardo hanno mostrato pure che le proposte avanzate non mancano di fondamento, perchè un certo numero di mosche a quei recipienti vi accorre e vi resta preso. Il male è che con questo mezzo, per quanto molto più economico di quelli precedenti, con qualunque numero di vasi si operi, la difesa non è mai sufficiente perchè le mosche delle olive, quando escono dalla pupa, più che in basso, tendono, abitual- mente, in alto, e col volo si portano volentieri sulle piante, e, parmi, che non vadano ai mezzi di agguato, o vi accorrano in minor numero quando quelli non si trovino situati al co- perto dal sole. Meglio che da solo, l’ uso delle acque sopraindicate si po- trebbe consociare all’ altro delle carte e delle tavolette avve- lenate, che avrebbero -posto allora nella parte bassa della chioma della pianta, per restringere anche più la rete degli agguati test ai danni della mosca ‘olearia. o Contro le uova, le larve e ie pupe dell’insetto. Il primo a proporre dei mezzi diretti di difesa contro que- sti stadî della specie fu Sieuve, il quale, imaginando che la deposizione delle uova avesse luogo nel fusto e nei rami, e che da questi poi le larve passassero nei frutti, propose di spal- mare di catrame le parti legnose della pianta, per opporsi al passaggio delle larve, e probabilmente, per uccidere ogni cosa, nella scorza, nella quale, per lui, si trovavano (1). (1) Risso ha consigliato l’uso dei suffumigi di ginepro per soffocare le larve rac- colte nei frutti. Pi Bayle-Barelle sottoscrisse a questo grave errore, che ulti- mamente è stato rimesso in onore dal Cav. Ambroso, di Asti, che ha proposto l’aspersione delle piante con la soluzione del suo Insetticida universale, per distruggere il baco delle olive. È venuto nello stesso ordine di idee anche il chimico prof. Pa- pasogli, di Firenze, il quale ha scoperto un liquido che penetra per fino nel legname delle piante, e vi uccide i parassiti, senza il menomo danno di quelle. Dopo il prof. Papasogli, che col suo antiparassitico vuol uccidere tutto, è venuto fuori il chimico Cav. Rognoni, di Torino, che ha scoperto un sa- pone insetticida adesivo (!) ed insettifugo, affatto speciale con- tro la mosca delle olive; e mentre scrivo, leggo nella Tre buna del 15 aprile, n. 105, che il chimico Cav. Feliciangeli, di Roma, ha trovato modo di distruggere la Peronospora, l Oidio, la Fillossera e la Mosca olearia. L'A. propone con- tro quest’ ultima una soluzione al 4 per 1000 di iposolfisol- furo di potassio e di sodio, per distruggere le uova ed impe- dire alle larve nate di trasformarsi in pupe, e la impolvera- tura delle parti cariate dell’ albero, con l’ossiclo ro-carburo di calcio, per uccidervi le pupe che vi si trovano ricoverate. Queste e proposte simili non mancano di base scentifica soltanto, ma sono la negazione delle conoscenze più elemen- tari della fisiologia vegetale ed animale, e per ciò non meri- tano di essere discusse; e non meriterebbero nemmeno di es- sere ricordate, se il rammentarle non dovesse servire come avviso agli agricoltori, perchè si guardino di sciupare i loro scarsi guadagni sopra i facili suggerimenti, che la nota scienza dei focca e sana mette avanti ogni volta che gli effetti della presenza degli insetti pesano gravemente sull’ agricoltura e sulle condizioni economiche degli agricoltori. Disinfezione del terreno col debbio e con gli insetticidi. Le acque catramose e al solfuro di carbonio servirebbero per combattere la infezione se le pupe cadute sul terreno si URI trovassero fuor di quello e indifese; ma la maggior parte di esse essendo nascoste nelle olive, si trovano completamente al coperto dall'azione insetticida, e le altre esposte sono così poche, che non vale la pena di preoccuparsi di esse diversa- mente da quello che si può fare con la lavorazione del terreno. Il debbio sarebbe certo più efficace degli insetticidi, ma non è sempre possibile, ed in ogni caso costa più delle ope- razioni della vangatura sopraindicata. Iniezioni velenose nelle piante. Intendo dire delle iniezioni al cianuro di potassio propo- ste dall’ egregio Dott. Perosino di Torino, e trovate utili, si dice, contro la Fillossera della vite, a Taggia, ed in altri luoghi della Liguria. I resultati da me ottenuti nei tentativi di difesa contro la mosca, però, non sono stati coronati da esito felice, e per ciò, fino a prova in contrario, ritengo che questo metodo, d’altronde non poco costoso, non sia sufficiente per la distru- zione dell'insetto indicato. Sostanze muscifughe. Revocando in dubbio la necessità espressa dalla provincia di Bari, di ricercare un nuovo rimedio contro la mosca olea- ria, dissi che nella migliore ipotesi, questo rimedio dovrebbe avere la virtù di allontanare le mosche dai frutti, e impedire che quelle mettano in questi i germi della nuova generazione; ed avverti che non sarebbe stato facile trovarlo, giacchè le note sostanze empireumatiche, nelle esperienze da me fatte. non hanno mai impedito alle mosche di infettare i frutti, e questi, in qualunque modo difesi con esse, sono sempre mar- citi come gli altri lasciati per confronto. Palio 52 Recentemente (1) il prof. Reale ha messo in vista l’uso, non nuovo, degli emetici, a base dei quali ha preparato e messo in commercio una sostanza polverulenta, detta Emeto- sto, la quale, secondo lui, avrebbe la virtù di allontanare la Mosca olearia e la Tignuola dai frutti dell’ Olivo. Un sacchetto di 5 kg. di Emetosio, sufficiente per 50 piante, costa L. 3. La spesa non sarebbe molto elevata. Bisogna solo assicu- rarsi che la sostanza abbia la proprietà indicata. E di questo diremo alla fine della prossima stagione autunnale. Primo sistema pratico di difesa contro la mosca olearia. Raccolta graduale, frazionata, e pronta trasformazione delle olive in olio. — Lavo- razione del terreno. — Scattivatura dei fusti e rincalzatura dei pedali. Non potendo fare assegnamento sull'intervento utile degli uccelli, e non potendo aspettare che i ragni cacciatori d’in- setti e gli insetti parassiti della mosca si diffondano straor- dinariamente per distruggerla, l’agricoltore deve intervenire direttamente a difesa del suo raccolto, per non averlo ava- riato dagli insetti ed economicamente distrutto. Come, poi, in qual modo, e quando l’agricoltore debba in- tervenire a difesa delle sue piante, sono cose che si devono desumere dalla vita e dai costumi dell’insetto in rapporto alle piante, e all'ambiente nel quale la vita di queste e di quello si svolge. Ora dalle notizie della coltivazione dell’olivo si sa che delle varietà sue, quelle a frutto più grosso soltanto possono, nel mese di luglio, ospitare la larva della mosca, e che delle altre, quelle oleifere, non possono essere colpite dall’ insetto (1) Giornale La Tribuna, 10 Luglio 1900. NSOE che nell’agosto e nel settembre. D'altra parte le conoscenze sulla biologia dell’insetto insegnano: 7 1.° che le mosche cominciano a mostrarsi nelle olivete dal mese di aprile in poi, e le comparse si mantengono rare fino agli ultimi di giugno; 2.° che ai primi di luglio le mosche delle olive si mo- strano più numerose, si accoppiano e depongono nelle grosse olive da indolcire o da seccare; 3.° che la comparsa delle forme perfette continua nel- l'agosto, ed ha luogo la infezione anche delle varietà oleifere più grosse; 4.° che nel settembre, le larve nate negli olivoni, danno le mosche, che da quelli (che in questo mese si cominciano a raccogliere) passano alle olive da olio, grosse e mezzane. Si sa pure che nel settembre gli olivoni, od olive da indol- cire sono mature e sì raccolgono, e che dai primi di ottobre al primi di novembre, secondo i luoghi, delle altre olive, quelle più grosse almeno contengono già tanto olio da potersi util- mente raccogliere e trasformare. Ora se il mese di agosto è quello nel quale, quasi tutta la infezione si trova raccolta sopra un numero relativamente ristretto di piante, e che da queste, nel settembre, si diffonde rapidamente dintorno; dal momento che coincide coll’inizio della maturazione dei frutti, è chiaro che per liberare il rac- colto dai danni della mosca bisogna: 1.° raccogliere alla fine di agosto e ai primi di settem- bre gli olivoni infetti, prima che dai frutti vengano fuori le mosche, che in quel tempo stanno per uscire, e metterli sott'acqua, perchè gli insetti non escano; 2.° dai primi di ottobre, alla fine di novembre o di decembre, secondo i luoghi, le varietà, e le minacce della in- fezione, bisogna, col mezzo della raccolta graduale, frazionata, togliere le altre olive, mano a mano che maturano, dalla pianta, e portarle subito al trappetto, per averne l’olio. LIPARI VR E PAR 1° RETTE Ù À i O PED EI, MORA I ie aia dadini I STEIN E 1 RU TI LE RA Quando e dove si può, la raccolta va fatta a mano. Dove lo sviluppo delle piante non lo permette, si ricorra all’ uso delle scale per scuotere i rami, a mano, o con dei mazzetti, rivestiti di stracci, per colpire i rami, e far cadere le olive mature. Queste operazioni servono a salvare la maggior parte del prodotto dai guasti della infezione, ma non sono sufficienti ad impedire che quella si riproduca nell’anno avvenire. Per tagliar la via, più che è possibile, alla reinvasione si dovrebbero poter levare dalla pianta e dal terreno tutti i frutti che quella porta, e che su questo poi si trovano; la qual cosa è, per vero, più facile a dirsi che a farsi. Si può rimediare scattivando il tronco ed i pedali degli alberi, e zappando profondamente il terreno, per sotterrare i frutti con gli insetti, o quelli e le pupe, che per caso si tro- ‘vassero riparate nei licheni, che crescono sulle piante. La pulizia dei locali, dove si conservano per qualche giorno le olive, e la distruzione, col fuoco, delle spazzature, che contengono a migliaia le pupe della mosca, completano, nei li- miti del possibile, questo piano di difesa, che è pratico perchè con esso i 1.° l’insetto non arriva a rovinare le olive (1), e queste pel tempo nel quale le operazioni cadono, le une sono buone al consumo diretto, e le altre contengono quasi tutto l’olio, che esse devono avere al momento abituale della raccolta. 2.° L'olio è di qualità più fine, e la quantità, in pre- senza degli attacchi dell’insetto è sempre, e di molto superiore a quella che si ottiene lasciando i frutti a disposizione della «mosca e degli uccelli, e al pericolo dei geli. (1) Ho detto che l’insetto non arriva a rovinare le olive, perchè quello impiega al meno 7 giorni per uscire dall’ uovo, e per consumare una parte della polpa vi deve restare per lo meno una ventina di giorni. Ripassando, invece, ogni otto o dieci giorni le piante, per togliere da esse i frutti più maturi, l’insetto non vi arriva nemmeno a nascere, e quando vi nasce non ha modo di crescere, perchè vien portato con i frutti nel frantoio. Per questo al metodo della raccolta graduale, frazionata, non si può obiettare la necessità che tutti facciano, per averne l’utile voluto. LE NQ 5.° La spesa è quella stessa, o quasi, che occorre per la raccolta ordinaria. Non è così dove la pratica aspetta che il vento faccia cadere le olive, per raccattarle; ma una tale pra- tica, checchè mi si dica, è riprovevole, e spiega abbastanza bene il disastro che l’insetto, per essa, produce dove è in uso. Quanto poi alla seconda parte delle operazioni, per quelle dirette a diminuire la reinfezione nel nuovo anno, Caruso, della Scuola Superiore di Pisa, Passerini, dell’ Istituto Agrario di Scandicci, il sig. Pecori, ed altri, hanno insegnato ed in- segnano che la scattivatura del fusto e dei pedali, la scalza- tura e la rincalzatura delle piante, ed un lavoro profondo del terreno, entrano a far parte delle cure di coltivazione, e non gravano le spese della difesa, alla quale queste operazioni sono messe a far parte. In quale annata poi va praticata la difesa, in quella piena, o in quella scarsa? Dovendo mirare alla salvezza del raccolto, bisogna operare in un anno e nell’altro. Quando l'annata è scarsa però l'agricoltore ha più tempo, e deve profittarne per agire con maggior rigore nella rac- colta delle olive, perchè questo, mentre porta ad un aumento naturale del prodotto, contribuisce pure ad una decimazione più larga delle mosche. L’altro sistema di difesa contro la mosea olearia. L'egregio sig. Petrone di Viesti, basandosi sulla facilità con la quale la mosca si sofferma e si può prendere sulle fo- glie della pianta, bagnate con sostanze zuccherine e odorose diverse; e messo a calcolo il numero, assai limitato, delle piante sulle quali l’insetto, in certi luoghi, si trova raccolto, al principio della infezione, consiglia di darle la caccia per distruggerla. o L'A. riconosce d’altra parte che, nelle olivete estese, è LESITRON difficile scoprire tutti i focolari della infezione, e riconosce pure gp una parte delle mosche sfugge alle operazioni della di- . fesa, e perciò consiglia, dal mese di luglio in poi, la raccolta CO ‘e la distruzione delle olive infette, raccomandata dal Costa, continuando la caccia alle mosche, che mano a mano si pre- | sentano. ‘i A questo modo, il sig. Petrone afferma che, malgrado le | interruzioni nel lavoro e l’azione retriva dei possidenti, che | impedivano l’accesso agli operai nelle loro olivete, a Viesti, è nel 1898, fu sottratto all’azione della mosca quasi l’intero pro- ; dotto, mentre nei comuni di Vico e di Peschiri il raccolto fu È assai molestato da quella. Questo sistema di difesa, come si vede, rientra con la sua «| seconda fase, la fase più importante per me, nel sistema pre- cedente, perchè, pur troppo, lo sviluppo delle mosche di un | anno si protrae tanto che le ultime di esse almeno vengono alla luce, di settembre, insieme a quelle della prima genera- “zione dell’anno seguente; delle mosche che appariscono, e che «si raccolgono di giugno e di luglio, non tutte arrivano a de- porre le uova, e di quelle che si prendono più tardi, una parte almeno bisogna ammettere che abbia già compiuta la impor- | tante funzione, mentre quelle che si salvano, tutte d’altronde si devono ritrovare e si ritrovano, allo stato di larva e di pupa, nei frutti da indolcire, e con la raccolta dei quali si possono i facilmente distruggere. Sta pure in fatto che dove questi oli- ‘ voni non si trovano, le operazioni della raccolta si dovrebbero estendere ad olivete intere, spesso illimitate, con una spesa, che va a gravare sensibilmente il bilancio della produzione. Questa spesa (che si evita col sistema della raccolta graduale, . frazionata) varia naturalmente da un luogo all’altro, secondo le differenze più o meno notevoli delle varietà delle olive, che si coltivano, e le condizioni che ne rendono più o meno uni- i forme la vegetazione; ma non costituisce meno per questo una « delle cause per le quali, molti non possono fare, ed altri non fanno. SAOZAMERE Questi rilievi a parte, dove si voglia e si possa, la pratica italiana si affermi pure sul primo dei suggerimenti del sig. Pe- trone, che consiglia la raccolta della mosca; la spesa sarà dop- pia, ma la difesa sarà anche più completa, e non meno certa, per tanto, la salvezza quasi totale del raccolto. Ho detto poi dove si voglia e si possa, perchè, ove non tutti, o la mag- gior parte degli olivicultori non si accordasse nella raccolta delle mosche sopraindicata, gli effetti della prima parte della difesa sarebbero quasi nulli, e le spese incontrate interamente perdute. Il sistema di difesa sarebbe così ridotto: caccia alle mosche. col mezzo delle sostanze odorose, di giugno, luglio, agosto, settembre (indicazione Petroni) e raccolta graduale, frazionata degli olivoni e delle olive da frantoio (proposta Del Guercio) dal settembre in poi, al mese di dicembre. Necessità di estendere la difesa a larghe zone olivetate. La mosca olearia è insetto volatore e può facilmente por- tarsi da una oliveta all’ altra. Estendendo per ciò le opera zioni della difesa a molte olivete limitrofe, la ragione non sarà più facile, ma sarà più stabile contro di esso, perchè allora non può ripristinare facilmente il numero, che è necessario per invadere largamente le piante, e non si hanno più a te- mere i danni ai quali, troppo spesso, da un tempo a questa parte, ci ha abituati. La istituzione dei sindacati agrarî per la generalizzazione della difesa, contro l’insetto, sarebbe cosa utilissima, per me, specialmente se rafforzata da un articolo di legge, che ordinasse il da farsi, neutralizzando l’azione dei retrivi, col renderli re- sponsabili dei danni, che dall’inerzia loro derivano al raccolto dei proprietarî limitrofi. D) Ove questo trovasse ostacolo nelle proteste di coloro, che confondono l’uso con l’abuso di proprietà, bisogna piegare la Pal EI SII sE MUIDI. Rfgandet Me aci \ a È ) PILL J gia fronte, e accontentarsi di piangere gli effetti delle genie deso- lanti degli insetti, lasciandoli padroni e signori dei frutti, fra i quali e nei quali la provvida natura li ha fatti na- scere e moltiplicare! Per buona sorte, però, raccogliendo le olive, nel modo in- dicato, il baco non arriva a comprometterle, e perciò, i pro- prietarî e gli agricoltori, attivi ed intelligenti, che si trove- ranno nella triste necessità di provvedere da soli ai casi proprî, non sì perdano di speranza: saranno più gravi per essi il lavoro e la spesa; ma questa e quello troveranno equo compenso nella certa salvezza della maggior parte del raccolto, e nel prezzo elevato del collocamento di questo. “2 SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA 1. — Drupe di Oliva racema attaccate dalla Mosca olearia. 2, 3. 4. — Drupe diverse di olive mezzane, da olio, attaccate ugual- mente dalla Mosca olearia. 5, 6, 7. — Olive da indolcire. 8. — Due uova della Mosca olearia così come si trovano nell’ovoposi- tore al momento della deposizione (melto ingrandite). Sa, 8b. — Le stesse uova appena deposte nella polpa del frutto (molto ingrandite). 8c. — Uovo dopo tre giorni dalla deposizione (molto ingrandito). 9. — Larva della Mosca olearia, verme o haco dell’ oliva, a grandezza naturale — 9, estremità anteriore — 9a, estremità anale. 10. — Pupa della Mosca olearia a grandezza naturale. 100, 100 — Pupe relativamente della femmina e del maschio, molto ingrandite. ll. — Mosca olearia a grandezza naturale. llm. — Maschio. ingrandito — 11'm, 11m? varietà di maschi — llmg, estremità addominale. 11f. — Femmina — 11fr, estremità posteriore dell’ addome — 11jf, tri- vella con le uova, molto ingrandita. i 12. — Drupa di olivo con l’insetto nell’atto della deposizione dell’uovo. 13. — Drupa di olivo con la larva nella polpa. 14. — Aspetto della drupa contenente le crisalidi. 15. — Frutto con la crisalide messa allo scoperto. 16, 16a, 16!. 16'a. — Euritoma rosae e la sua antenna (molto ingrandite). 17. — Maschio di E. rosae. 18, 18a. — Euritoma rosae var. oleae e l’antenna (molto ingrandite). 19. — Tricomalus spiracularis. 20. — Tricomalus Sp. 21. — Eulophus pectinicornis? Latreille. 0.Del Guercio ad nat. del i È C.Gierrmi ine.elit. LitP Giusti Firenze IL PIDOCCHIO RADICICOLO DEL GRANO ED IL MODO DI COMBATTERLO Osservazioni del Dott. G. DEL GUERGCIO. Col nome indicato intendo dire della nota Pertaphis tri- vialis Horvath (1), o Z'ychea trivialis Passerini (2), Buckton (3), talvolta molto nociva alla coltivazione del grano. La specie si presenta all'osservazione con forme attere ‘agame, agame alate e con forme gametiche attere, con i ca- ratteri che per ciascuna sono appresso indicati. FORME AGAME. ; ì: i | d: ; \ | ; \ 70! ì - DO È Sul ZA È = a | Fig. 1. — Femmina agama attera della Pentaphis trivialis, molto ingrandita. La femmina vivipara attera della Pentaphis trivialis è di color giallo intenso quasi aranciato. La sua forma è ovato rac- (1) Wien. Entom. Zeit., XV, 1, 1895. (2) Aphididae, pag. 82. (3) British Aphides, Vol. IV, pag. 86. POI ILA corciata, quasi globosa, opaca, glabra, con gli anelli del corpo abbastanza distinti e gli ultimi, a maturità inoltrata, forte- mente retratti. La testa è trapezoidale, di sopra, tre volte più larga che lunga, col margine anteriore convesso, eguale alla metà di quello posteriore trasverso, e di colore assai più opaco del re- stante del corpo. Le antenne sono composte di cinque articoli (fig. 1, fig. 4 5) ed appena più lunghe delle tibie posteriori: col primo articolo vescicoloso, poco più lungo che largo, subeguale al secondo, che è più sottile, e due volte e mezzo circa più corto del terzo, che è pelosetto, ma meno infoscato dei rimanenti, dei quali, il quarto è subclavato, poco più lungo del secondo, ed il quinto claviforme, compresa l’appendice conica, è uguale alla lun- ) p p ) ghezza del primo e del secondo presi insieme. Gli occhi sono neri, distinti; ed il rostro ha la punta bruna arrivante sul margine posteriore del metasterno. Il torace è vescicoloso alla base, al pari dell'addome, che 4 presenta i soli tre ultimi anelli distinti di sopra. ni Le zampe sono del colore del capo, con pochi peli corti setulosi ed i tarsi biarticolati brunastri (fig. 4 0). I sifoni sono nulli; la codicola è verruciforme e guarnita di peluria biancastra. Lunghezza mm. 2.75; larghezza mm. 2.08; lungh. della an- tenne mm. 0,67. Le larve provenienti dalla femmina vivipara attera, appena nate sono di color giallo arancio, con capo trapezoidale, di sopra, fornito di un solco mediano bianco pallido (fig. 5 a) che si estende fin oltre il primo terzo dell'addome; antenne di quattro articoli quasi eguali fra loro, di un terzo ad un quarto circa della lunghezza del corpo; occhi neri promi- nenti; rostro arrivante con la punta alla base del terzo paio È di zampe; tarsi delle zampe terminati in due unghie puntute e divaricate; sifoni nulli; codicola indistinta o nulla. Appena nate queste larve hanno i lati del corpo quasi pa- a IS ralleli; ma dopo una muta divengono ovato-ellittiche, con l’ul- timo anello del corpo ovale, e la codicola corta, larga e distinta. Con la seconda muta le antenne presentano cinque articoli (fio. 5 5), il terzo dei quali più lungo di tutti; il rostro con la punta sull'ultimo articolo dell'addome; le zampe molto più lunghe; la codicola più lunga che larga, e gli anelli del corpo, prima separati da solchi trasversi, son ora distinti per divisioni radianti all’esterno, specialmente nell’addome. Lunghezza dell’animale, appena nato, mm. 0.55 Ilarohezza e ee 0.92 ANNE IET | Fig. 2. i Fis. 3. Fig. 2. — Ninfa della Pentaphis trivialis, molto ingrandita. Fig. 3. — Femmina agama alata, molto ingrandita. Le ninfe (fig.2) sono ovato allungate con testa giallognola; margine frontale indiviso; antenne della lunghezza del capo e del torace insieme, col terzo articolo più lungo degli altri che sono quasi della stessa lunghezza; occhi grandi, neri, circon- dati di verdognolo; estremità del rostro presso il terzo paio di zampe; addome verde olivastro; sifoni nulli; codicola gial- lognola come l’anello dell'addome che la porta. punobhezz ea me [archezza greto ee 50 Ambenne eo e OO Feronnesi Le Femmine alate ovato-allungate, nere, con capo trasverso due volte più largo che lungo, margine frontale fortemente inciso nel mezzo, e la incisione contornata in un solco molto distinto, di sopra, fino al margine posteriore del capo; antenne verrucose di cinque articoli, con lieve riflesso verdastro, della lunghezza del torace: il primo articolo globulare appena più ristretto alla base sopra una lieve sporgenza frontale di color verde distinto; il secondo poco più lungo del primo, piriforme, con la parte ristretta alla base; il terzo cilindrico due volte e mezzo più lungo del quarto, che è clavato, munito di grossa verruca circolare all’apice, ed eguale al quinto, fornito della solita appendice conica pelosetta come nei tre ultimi articoli delle antenne; occhi neri, grandi, con distinto tubercolo acces- sorio dalla parte posteriore; rostro bruno nerastro, col labbro inferiore giallognolo alla base, arrivante con l’apice sul mar- gine posteriore del torace. Il protorace è di color bruno olivastro; il meso ed il me- tatorace hanno le prominenze dorsali di color nero-piceo al pari del capo. i L’addome è obovato, distintamente segmentato, nero-piceo disopra con qualche riflesso olivastro nelle divisioni degli anelli, e di color bruno olivastro di sotto. Le zampe sono bruno nerastre, quasi affatto glabre. Fig. 4. ESIIO IZ UANIAIIRIZIIA) O pl Van gr eo* Das na Oda Fig. 4. — a, antenna della femmina alata — 5, antenna della femmina attera — c, estremità della tibia col tarso della femmina attera. Le ali, relativamente piccole, sono disposte a tetto nel ri- poso. Le anteriori hanno la vena sottocostale grossa; lo stimma corto e largo, grigio brunastro all’ intorno e nel mezzo, nel resto bianco grigiastro; le vene oblique indivise, le due prime Salo pete leggiermente sinuose, unite alla base, la terza per un terzo circa quasi nulla all'origine, e la quarta, stimmale, lievemente incurvata verso la base, eguale alla metà della precedente; le ali posteriori hanno due vene oblique discoste alla base, quasi uguali e parallele. Sifoni nulli; codicola verruciforme, con peluria bianco pallida. Lunohezza nin. ZIE Farshezza e TÉ LION Aliantsluneheo o See RS » lacches Hemiteles melanarius Grav. » socialis Ratz. » vicinus Grav. — 102 — Microgaster glomeratus Latr. » pieridis Ratz. » perspicuus Nees. » subcompletus Nees. Pimpla examinator Fab. » instigator Grav. » varicornis Grav. Polinema ovulorum Hal. Pteromalus larvarum Nees. » puparum Linnè. Di tutte queste specie però, quelle che maggiormente si son distinte, ora, da noi, nei danni contro le cavolaie, sono lo Pteromalus larvarum Nees, ed in via secondaria il Micro- gaster glomeratus Latr., la Doria concinnata e l'Exorista vul- garis sopraindicate. Ì Le mie osservazioni sull’azione benefica dei parassiti con- tro la cavolaia rimontano al 1880, quardo i bruci di quella, conosciuti volgarmente col nome di campe, devastarono inte- ramente, in varî luoghi del Santangiolese, le coltivazioni dei cavoli; ed allora, mi ricordo, che, sui muri degli orti, sui tron- chi dei gelsi, sulle pietre, e sulle siepi morte, dal corpo delle campe che vi affluivano, venivano fuori dei vermi, che la fede di quelle laboriose popolazioni indicava ai giovani come l’ef- fetto degli scongiuri fatti per richiamare sui bruchi la maledi- zione del cielo. Quelle larve che il volgo additava ed indica ancora col nome di vermi, si rivestivano presto di un bellissimo bozzolo giallo, caratteristico dell’elegante imenottero, che ho indicato, e che è noto alla scienza col nome di Microgaster glomeratus, Latr. Nel Santangiolese la comparsa dei bozzoletti gialli sul corpo dei bruchi segnava la fine certa dell'ulteriore sviluppo della cavolaia, e le piante nell’anno di poi si trovavano in- fatti quasi immuni da quegli ospiti molesti e disgustosi. Dopo quel tempo non mi è più occorso di vedere infezioni simili di Microgaster, che qui nel Fiorentino ho trovato quasi — 103 — del tutto sostituito dallo Pteromalus, sul quale sono per cin- que anni cadute le mie osservazioni. Nella primavera del 1890, infatti, visitando per la prima volta le coltivazioni dell’Isolotto, non trovai quasi traccia di Microgaster; le larve compivano regolarmente il loro sviluppo ed incrisalidavano; però dalle crisalidi più tardi, invece delle farfalle, venivano spesso fuori le immagini dello Pteromalo sopraindicato. Fin d’allora cercai di seguire, e seguil come me- glio mi fu possibile, il doppio fenomeno della infezione, quello dei bruchi della cavolaia sui cavoli, e l’altro dello Pteromalo sui bruchi della cavolaia, e rotai che per ogni 100 crisalidi x 10 o 15 almeno erano infette. Nell’ agosto dello stesso anno le farfalle comparvero più numerose che nella primavera, i bruchi e le crisalidi crebbero in proporzione e i parassiti loro nel mese di novembre a di- cembre avevano colpito il 30 al 35 °|, delle crisalidi raccolte ed esaminate. Nella primavera del 1891 il numero dei bruchi comparsi sui cavoli fu immenso e delle piccole piante non restarono che gli steli nudi e le foglie ridotte alle sole nervature mediane. Chi di quel tempo si fosse fatto a visitare i campi dell’Isolotto avrebbe visto masse di bruchi muovere compatte da un luogo all’altro, e solchi con acqua divenuti veri trasporti di larve, che annegavano, quando non guadagnavano la terra per diri- gersi sui cavoli. Con la quantità enorme dei bruchi crebbe anche quella dei parassiti però, e così che nell’agosto seguente, su 100 crisa- lidi ve n’ erano da 60 a 70 infette di Pferomalo e parassiti muscaril. L’anno seguente, 1892, sia, nella primavera che nell’au- tunno, il numero dei bruchi fu relativamente più scarso, e paragonato, dagli orticoltori, a quello del 1889-90, mentre la percentuale delle crisalidi infette tendeva piuttosto ad aumen- tare che a diminuire; di maniera che nel 1893, 94, 95 e 96 la. coltivazione delle diverse qualità di cavoli, meno eccezioni rare — 104 — e di poco rilievo, non sono state più oltre molestate dai bruchi. Fu nei primi momenti di queste osservazioni che pensai | di aiutare lo sviluppo degli imenotteri e dei muscarii paras- | siti per ostacolare la infezione delle cavolaie. Ed a questo scopo, tanto nella primavera, quanto nell'autunno del 1890. (sopra un muro, che per un chilometro e mezzo circa fiancheg; | gia la strada delle Campora) cominciai a sopprimere tutte le crisalidi che mi riesciva trovare immuni, ed a lasciare sul po- sto tutte le altre, che, secondo certi caratteri acquisiti, potevo % giudicare certamente infette. Così potei constatare che le cri- | salidi infette, dal 5 al 7, che erano nella primavera, nell’agosto | ascendevano al 18, e nel dicembre dal 27 al 34 °/,. Nella primavera dell’anno seguente, 1891, i bruchi non. aumentarono sensibilmente di numero; ma più dei bruchi au- mentarono i parassiti, che, ne infettarono oltre 1’80 °/,, cosic- chè le farfalle non furono molte nell’ agosto, ed i bruchi, assai ridotti nell’ autunno, non si videro quasi affatto nella primavera seguente. Visitai allora di nuovo il luogo nel quale caddero gli esperimenti e vidi che sui muri le crisalidi della cavolaia, meno eccezioni, erano state tutte colpite dai parassiti. Questo, sul muro, e per trecento a quattrocento metri circa. da quello; mentre più oltre, il numero delle crisalidi parassi- tizzate diminuiva e variava di molto anche da un punto al- l’altro. Il resultato, per sè, assai notevole di questa esperienza; si rende sensibilmente maggiore quando si pensi che in un qua- drato di oltre 100 ettare la selezione delle crisalidi fu operata sul muro di un lato soltanto, mentre gli effetti benefici di essa si estesero al campo intero o quasi; e che sul meglio del. l’esperienza una gran parte dei parassiti fu raccolta e portata via con le crisalidi infette, da due miei alunni, i sigg. G. Pons ed O. Marandino, che di quel tempo si aggiravano spesso per. quella località, la quale in ogni modo, non ebbe i suoi ca- voli devastati come nell’Isolotto. Per quest’ultima località poi «ARR i | Cile en) le RR AERAZIONE A tr AMIN STATS RIP a SE Pare A ttt — 105 — è bene rilevare che avrebbe certo patito più a lungo gli ef- fetti della presenza della cavolaia, se come dissi, le farfalle di questa a migliaia non si fossero, sul più forte della infezione, trasportate nei campi opposti delle Cascine, operando quella riduzione, che lungo le Campora si deve attribuire allo svol- gersi rapido ed eccessivo del parassita, aiutato dalla selezione sopraindicata. IV. — Importanza parassitaria e rapporti biologici fra gli Pteromalus, l’Exorista e la Doria rispetto alla Cavolaia. Il °/, diverso delle crisalidi parassitizzate, indicato volta a volta nella primavera, nell’estate e nell'autunno degli anni e per le diverse località sopraindicate, si riferisce complessi- vamente a tutte e tre le specie di parassiti, per ciascuna delle quali si hanno le indicazioni riassunte nel quadro seguente: pe cia ni e w — iraniche AI Pa ea — Ge eu GIRLE Z Îl REA EReSIG IO] Ra) si sa; 9ÙU6 GABTE (AUSGIl GUI 0 ** IDOTpugog Tp oUgIg | * "SIN ‘e7ewunouoo gog È "E. = Leg FRES v BUG G rene eso QI 1L0T0ST = gg be L 89 — — SORA TO TUIR) SL Su | CE 9 e G pee geI IO **TO0IPUROg Ip UBI] \ *’**S ‘S1ueS/jna v3SLIOXI | e) = GI 8 L OBCaS GEE CEST ‘ ‘OQROTOST / i 3 =D 18 è T8 06 8 68 GL 8 OL GG è SI L8 G ATO dULE N i | | | PS | Gp GF 9G è 0G ,G 8 GF eg è za D ‘*IO0IPUBOG IP _OUBIT di ‘500 |] ‘WNAVASE] SN/EWOSO]A Gy TG è GF GI 8 66 09 8 GG GG E 06 8 (ONTO: BATSO 03 UVUIOGI BATYSO 09UgUIOI VATISO 0guBguaIOI OUOIZBIOUO.L) |OUOIZBIOUOL) | OTOIZR10UOL) | OUOIZEBI9U9+) | ouoIzBI10UOY)) |dUOIZBIOUA 1) _ — e di _ ——_ _or2— — INOIZVAHHSSO OL'TIUT c681I T68T 0681 En I ME SD, B)IsseaRd |Op_ BIMPN uue I]39u O90NT misseted 1I[o5uIs Tep 99]01)SIP IpiTgesTta1o a[[op Ipumb o IHOANIUA ING Ae — 107 — I rapporti percentuali surricordati variavano però sensibil- «mente da un luogo all’altro, e talvolta anco in punti diversi della stessa località, come è variabile d’altronde lo stesso rap- porto esistente da una specie all’altra di parassita. I paras- siti Muscarii, per esempio, che nell’Isolotto infestavano una a due larve su 100, lungo la via delle Campora, Marignolle ed oltre, verso le ville del Marchese Ridolfi e del Cav. Almansi ne infestavano fino a 12 °/,; sicchè mentre nell’Isolotto di 100 cri- salidi infette due sole contenevano mosche, e 98 lo Pteromalus, a Marignolle 12 erano attaccate da quelle ed 88 da questo. Nel corpo di ogni crisalide infetta poi non si trovano che una e al massimo due mosche, mentre di Pteromalus ciascuna ne contiene da trenta a quaranta; sicchè da 100 crisalidi di Pierés infette, vengono fuori sicuramente da tre a quattromila ime- notteri parassiti.-Il numero degli individui di Microgaster che | possono trovar posto nel corpo di ogni bruco di cavolaia è molto variabile; le larve attaccate troppo presto non ne fanno svi- luppare che un numero assai scarso (8 a 10), mentre le altre ne contengono 18 a 20, e talvolta fino a 25. Lo Pteromalo quindi è il parassita più importante contro lo sviluppo della Cavolaia. Venendo ora al modo di utilizzare tutti questi parassiti allo scopo ricordato, è bene rilevare che le larve infette di : Microgaster e le crisalidi contenenti lo Pteromalus, i Muscarti, ‘e simili, si distinguono facilmente da quelle sane. Le crisalidi attaccate dallo Pteromalus, infatti, secondo i momenti nei quali sl osservano, sono di color grigio pallido, grigio più chiaro, o di color foglia-secca; e quelle infette di Muscard restano brune, con le giunture degli anelli addominali di color rosso vinoso, la regione addominale, specialmente nei lati, molto molle e forata, dalla parte donde uscì la larva della mosca, per trasformarsi in pupa; cosicchè la vittima si trova presso «la pupa del parassita. I bruci della Cavolaia attaccati dal Microgaster, ad un certo momento cessano di mangiare, si dirigono sui muri, sulle — 103 — piante ecc., come per incrisalidare, e d’un tratto si coprono di. bozzoletti giallognoli, e muoiono senza incrisalidire. i Le crisalidi della Cavolaia immuni dai parassiti sopraindi- cati, invece, sono di color verde glauco, leggermente grigiastre, | e compresse nel mezzo del corpo, agitano in modo sensibile i l'estremità dell'addome. Ora per trarre profitto dalle indicazioni date bisogna rac- | cogliere le crisalidi immuni e lasciare le altre per procurare l'aumento relativo del numero dei parassiti. Quanto poi al momento di operare, quello più opportuno per la distruzione in posto delle crisalidi sane, è compreso fra | il mese di gennaio e gli ultimi di febbraio, perchè allora si di- stinguono meglio da quelle infette. L'operazione però non si deve rimandare più oltre del febbraio, perchè comincerebbe lo sviluppo delle farfalle e passerebbe così il momento più oppor- tuno al conseguimento dello scopo desiderato. Per la scelta | degli insetticidi dirò che essa cade sul Sapone, il quale si può adoprar sempre e sulla Pitteleina e sulla Creolina, che si | possono adoprare utilmente nella difesa delle piante piccole, bo e tali da essere ancora lontano per esse il momento di por- i tarle al mercato. Le altre sostanze, per quanto efficaci, sono 6 meno economiche e perciò lasciandole in seconda linea non le | ho fatte segno di una speciale raccomandazione. Signori, questa, è, come vedono, una nota di entomologia, | la quale, per quanto umile, è, in compenso, abbastanza utile per la pratica, così, che se questo fosse, anche per loro, me- | rito sufficiente, per diffonderne le notizie, pregherei la Pre- | sidenza di trovarle posto fra le altre, che verranno pubbli- | cate negli annali della nostra Accademia. LA INFEZIONE DELLE ARVICOLE IN ITALIA ED I MEZZI PER DISTRUGGERLE Osservazioni del Dott. GIACOMO DEL GUERCIO La infezione sempre crescente delle Arvicole in diverse parti d’Italia ed i suggerimenti richiesti dagli interessati sul modo di liberarsene, consigliano di ripetere la pubblicazione della parte essenziale delle esperienze che ho fatto nel Ferra- rese per distruggerle. Fig. A. Fig. A. — Microtus terrestris Ser. o Arvicola arvalis Pall. a metà della sua gran» dezza naturale (Da Bonaparte). Le Arvicole, conosciute ‘volgarmente col nome di Topi campagnoli, hanno muso ed orecchi, corti ed arrotondati; «coda molto più corta del corpo, e tre denti molari per tutto senza radice distinta, profondamente solcati dai lati. Per questi caratteri le Arvicole si distinguono agevolmente dai comuni topi delle fogne, da quelli delle case, e dagli altri che si trovano con esse negli orti, nei campi e nei prati. Le arvicole della Fauna italiana sono diverse; ma la più importante per i malefizi, che ha commesso e commette, è — 110 — quella che presento, e che i naturalisti conoscono col nome di Microtus terrestris Schr. Arvicola arvalis o Mus arvalis Pallas (1). Il Microtus terrestris Schr., od Arvicola arvalis Pall. (Fig. A). è un topolino grigio brunastro, col ventre quasi chiaro, di- stinto nel genere per aver capo grosso, muso corto e, ottuso, È occhi scoperti, orecchie quasi interamente nascoste nel pelo; terzo molare superiore con 6 spazi cementari ed 8 angoli spor-. genti, primo molare inferiore con 11 angoli e 9 spazi, 6 tu- bercoli plantari, e coda corta, bicolore, poco più lunga del: terzo del corpo, che varia da 14 a 15 cm. circa. Questa è l’Arvicola più diffusa di Europa, e che da noi, con nomi diversi, e forme non del tutto identiche, nel giro di mezzo secolo circa, ha messo diverse volte a soqquadro le coltivazioni erbacee di varî comuni delle Calabrie, della Terra d’Otranto, della Terra di Bari, della Capitanata, della Cam pagna Romana, degli Abruzzi, del Veneto e di altre parti. d’Italia. | Nel 1897 venne il turno della provincia di Ferrara, dove negli ultimi due mesi dell’anno fui mandato con l’incarico di. osservare e mostrare praticamente, sul posto, i mezzi migliori. ai quali conveniva ricorrere per sterminarle. È bene avvertire pertanto che, se questa non era la prima. delle dimostrazioni fatte dalle Arvicole anche nel Ferrarese, dove le prime avvisaglie della infezione risalgono alla prima- vera del 1838; questa era la prima volta che il Governo. desse mandato di combatterle, e però mi indugiai abbastanza. nell’aggredirlo, non solo, ma dubitando assai delle poche forze mie, avvertì più che mai il bisogno della larghezza dei mezzi e del tempo necessarî, per corrispondere il meno peggio alla . fiducia che l’illustre mio Direttore e il Ministero insieme mi avevano accordata. (1) Vedasi Prof. E. CorwaLia, Fauna d’Italia, p. 45. L’A., riunisce VA. Saviz Selys — all’A. arvalis Pallas, e ne forma una specie sola; mentre Fatio, Targioni, ed altri, le considerano come due specie distinte. Il costume dei due roditori però essendo lo stesso, questa discordanza d’idee non ha conseguenze notevoli nella pratica. — 11 — Il tempo nel quale caddero le osservazioni fu quasi sempre cattivo, e qualche volta pessimo; ma con tutto questo, i rilievi furono continuati e con le escursioni dal 23 novembre al 29 dello stesso mese vidi che l’infezione delle Arvicole, nella pro- vincia di Ferrara, comprendeva buona parte delle bonifiche ‘Argentane e si estendeva saltuariamente verso Portomaggiore, San Vito, Ostellato, Migliarino, Migliaro e Massafiscaglia alla destra del Po di Volano, e alla sinistra, per Cornacervina, Rero, Tresigallo, Copparo, Coccaniie e Cologna, scendeva nelle valli estesissime dell’Ambrogio, e per Ariano, Mezzogoro e Co- digoro, si estendeva fino ai territorî delle Comuni e del Bosco. I focolari più forti della grave infezione però si limitavano nel momento e-per ordine d'importanza ai territorî delle Gal- lare e della Valle Volta, a quelli di Tresigallo, appartenenti alla nota Banca di Torino, ed alla Val d’Albero, presso Bando, nelle bonifiche Argentane, per una estensione complessiva di tremila ettari circa. | Esperienze di laboratorio. Presa notizia dell’identità reale della infezione, iniziai una serie di osservazioni di laboratorio per conoscere ancora me- glio i costumi delle Arvicole ed esperimentare su di esse i migliori mezzi per distruggerle. Da queste osservazioni e dalle altre di campagna fatte in diversi luoghi del Ferrarese, vidi che quelle si trovano raccolte in famiglie. variabili per nu- mero, da 4 a 16; che il nido sferico di erbe nel quale stanno insieme si trova alla profondità di 10 a 50 cm. nel terreno; e che le gallerie tortuose che“servono a metterlo in comuni- cazione con l’esterno, spesso confluiscono, si attraversano e mettono capo con altrettante aperture alla superficie del ter- reno. Le Arvicole escono quasi sempre, tanto di giorno che di notte, ma di notte più specialmente, passando per una qua- — 112 — lunque delle gallerie indicate, alle quali esternamente corri-. spondono delle reti stradali, superficiali, che collegano per la via breve le aperture dei diversi cunicoli fra loro. Le Arvicole sono animali sospettosi e guardinghi, i quali. prima di sporgere col capo fuori della terra origliano, ed uscite, al menomo rumore si sollevano diritte sulle zampe po- steriori, tenendo le altre piegate sul petto; e quando avver- tono che il pericolo si fa prossimo, senza mai sbagliare di . un millimetro, per la rete stradale indicata saltano e si ap- profondono rapidamente nei cunicoli. Non insudiciano mai il loro nido; mangiano discosto da quello, e depongono gli escre- menti invariabilmente fuori delle loro gallerie. Hanno in ug- gia l'umidità, e per questo d’ inverno, si ritirano volentieri nei cigli dei fossi, negli argini e nelle terre più elevate delle capezzane, delle strade di campagna e dei prati. Dovunque pci, nella rigida stagione, si affiancano strettamente, col capo nel centro, e nascondono il muso di sotto, per difenderlo dal freddo. Mangiano d’ ogni cosa, e in mancanza d’altro si ad- dentano anche fra loro; ma ciò ha luogo più specialmente ‘ quando sono molestate da infezioni di acari, di pulci e di microbi, le quali cose le rendono più del solito turbolenti e riottose. ia Le Arvicole sono animali voraci che rodono e guastano volentieri più di quanto realmente consumino, ed a me consta i | ì 3 dv vi eee 73 del pari che nel termine di 10 a 24 ore ingeriscono spesso | tant'erba da uguagliare il loro peso del corpo; ma non ne prendono che quattro a cinque foglioline per volta e le man- giano successivamente, senza tagliuzzarle, reggendole con le zampe anteriori. Fra le diverse sostanze con le quali le ho alimentate, come pezzi di patate, pastinache, carote, rape, ravanelli, frutti, semi, pane e polenta, ho visto che preferiscono le foglioline del grano, anto RAMOS MT a del trifoglio, dell'erba medica, e quelle più specialmente delle 4 graminacee spontanee conosciute col nome di erba grassa, e | delle quali mi servî a preferenza, per avvelenarle. iti pon detti — 113 — Veleni. Dei veleni messi a prova ricordo l’Acido arsenioso, lAr- shnito e l’Arseniato di potassa, l’Arsenito e l’Arseniato di rane, il Solfuro di arsenico, l’Acetato rameico e rameoso, il So)fato di rame ed il Sublimato corrosivo. Tutte le esperienze furono condotte nelle condizioni più vime alle naturali e perciò dopo l’unica somministrazione di eiba avvelenata, seguivano regolarmente le altre con erba. sana come proveniva dai campi fra i quali mi trovavo. Per la sicurezza delle operazioni usai delle casse di latta, ‘e per determinare la potenza venefica delle sostanze indicate, cinque famiglie eguali, di 10 Arvicole ciascuna, furono ali- mentate, la prima con una fogliolina di grano, la seconda con due, la terza con tre, la quarta con quattro, e la quinta con cinque foglioline. E così potei assicurarmi: 1.° che l’Arsenito di potassa in soluzione al 3 per cento, somministrato con una a tre foglioline soltanto, avvelena le Arvicole nel termine di cinque ore circa; 2.° che le soluzioni all’1 e al 2 per cento dello stesso ve- leno sono meno violenti di quelle al 3, e la morte per tanto non sopravviene che dopo un numero di ore cinque o dieci volte maggiore; 5.° che l’ Acido arsentoso è meno pronto del suo composto ‘con il potassio, ma è più attivo dell’Arseniato e del Sublimato corrosivo, il quale sta quasi alla pari con gli altri sali di ar- senico sopraindicati; 4.° delle altre sostanze, l’Acetato di rame è insufficiente, ed il Solfato potrebbe essere un buon ricostituente per la sa- lute delle Arvicole. L’Arsenito di potassa, pertanto, e l’acido arsenioso sono 8 — 114 — n quelli fra i veleni che conveniva adoprare nella distruzione delle Arvicole (1). i Di questi due corpi, il secondo è stato da lungo tempo. consigliato per distruggere gli animali nocivi (2), ma è meno pronto, e non si scioglie a freddo nell’acqua come l’altro, al fronte del quale pertanto, non mi sembra che si possa più , specialmente raccomandare. | Vapori e Gassi deleterii. Oltre i veleni indicati provai pure l’azione delle sostanze. soffocanti od asfissianti, come l’ Anidride solforosa, l Acido sol- fidrico ed il solfuro di carbonio, e vidi che esse arrestano quasi + istantaneamente i movimenti dei topi con i quali si portano È a contatto. | E molto più lenta, ma non è meno sicura, infine, l’azione dei vapori di nicotina, mentre quella dei vapori del famoso Carburo di calcio, come in altri esperimenti, stava a dimo- strare che questo corpo, decomponendosi, non dà un buon va- | pore insetticida, nè vapori deleterî potenti. Germi patogeni. Nelle numerose osservazioni di laboratorio e di campo, fatte nei luoghi stessi occupati dalle Arvicole, avendo notato che varie di queste si rannicchiavano con sintomi non dubbi di paralisi alle gambe posteriori e dissenteria fortissima se- guita da morte, pensai alla identità degli effetti che si otten- gono sovr’esse col virus Danysz, e ne sperimentai l’uso. (1)-L’Arsenito di sodio costa un terzo circa più di quello di potassio, e per ciò non è sembrato utile l’occuparcene. L’Arseniato di potassa costa 5 lire meno, ma è. anche meno efficace, e per questo non abbiamo creduto di preferirlo. (2) Vedasi; GauTIER, Cours de Chimie, p. 296, etc. SEE O AE Il Coccobacillus murium Danysz, preparato all'Istituto Pa- steur di Parigi, l’ebbi per mezzo della Casa Zezi di Milano al costo di lire 2,00 il tubo, e feci diverse serie di esperienze. In una seguii scrupolosamente le indicazioni dell’A., pub- blicate nel giugno del 1897; nelle altre ridussi da '!/ litro a 250 cme., la quantità di acqua fissata per ogni tubo di virus, e invece del pane usai l’erba asciugata come mezzo di sommi- nistrazione. I resultati di queste osservazioni furono i seguenti: Dopo due giorni nella cassetta delle Arvicole alle quali i bacilli furono somministrati col pane, i topi erano tutti vivi come quelli lasciati per confronto, mentre dove i bacilli fu- rono somministrati con le erbe, due topi erano di già morti. Al terzo giorno le condizioni di vita degli altri topi re- stavano invariate, mentre di quelli alimentati con erba co- sparsa di bacilli, ne erano morti altri tre ed uno era stato ucciso dai compagni. Al settimo giorno morirono due topi nella cassetta col pane ed uno nell’altra con l’erba. Il decimo giorno le Arvicole della cassetta con l’erba, erano tutte morte, mentre in quella col pane ne erano morte altre quattro, e nella terza di confronto erano tutte vive. Le arvicole infettate, adoprando un tubo di cultura per ogni |, litro di acqua, secondo le indicazioni del Danysz, co- minciano a perire dopo il decimo al quindicesimo giorno da quello della somministrazione, ciò che nel caso pratico va a tutto danno delle piante che si vogliono difendere. Le esperienze furono riprese e. ripetute con eguale rigore sopra un altro centinaio di Arvicole, e anche in queste acqui- stai la convinzione che i virus indicati, adoprati opportuna- mente, in laboratorio almeno, corrispondono bene allo scopo desiderato. Esperienze di campagna. Il giorno 11 dicembre intanto, mi parve tempo di traspor- tare le esperienze dal laboratorio in campagna, adoperando principalmente: Acido arsenioso, Arsenito di potassa, Solfuro di carbonio e Virus Danysz. La prima esperienza cadde su 2000 m. q. di superficie con l’Acido arsenioso, su 1500 con l’Arsenito, e sopra 200 circa con il Solfuro di carbonio. Nel pomeriggio del giorno 12 in presenza dell’Agente Sig. Cesari e dieci agricoltori invitati da lui, esplorando nel terreno si vide dovunque che i topi erano tutti morti. Il giorno 14 le esperienze con i veleni furono estese alla superficie di 40,000 m. q. e a 400 circa quelle col solfuro di carbonio. Il giorno 15 si vide che i resultati erano stati utili al pari dei precedenti. Lo stesso giorno fu somministrato il virus Danysz con l'erba e col pane ai topi numerosi, esistenti in un prato di 10,000 metri quadrati. I tubi di virus adoprati furono 5 per esperienza. Il giorno 24 dicembre e in quelli successivi sul prato non vi erano più topi, nè vivi nè morti, mentre ve n'erano sempre nelle terre dintorno. L’Agente delle coltiva- zioni, Sig. Cesari, incaricato della verifica indicata, ritiene che le Arvicole, intorpidite dal male, siano state mangiate di notte dai Gufi, dalle Civette, e dagli altri animali, che ne sono ghiotti. Economia dei trattamenti. La spesa alla quale si va incontro con l’uso degli Arseniti, Arsenito di potassa, che credo di preferire, e che costa L. 0,95 il kg., si può desumere dalle cifre seguenti. 3 ATI E — 110 — Ogni ettolitro di acqua avvelenata con Arsenito di po- tassa al tre per cento importa una spesa di L. 2,85. Con un ettolitro di acqua avvelenata si può bagnare ed avvelenare tant’erba da bastare per difendere in media 5 et- tari di terreno gravemente infetto. Per chiudere i fori dei topi in 5 ettari di terreno, con l’uso dei mazzetti, e introdurre le erbe avvelenate negli altri, che si trovano aperti nel giorno di poi, occorrono 15 o 20 opere e quindi L. 11,25 a 15, che unite a quelle per l’acqui- sto dell’Arsenito, fanno in tutto L. 14,10 a L. 17,85, con una spesa pertanto di 3 lire a 3 lire e mezzo per ettaro. Per infezioni meno gravi, e dove all’uso dei mazzetti, per chiudere i fori, si può sostituire quello degli erpici a catena e degli spianatoi, la spesa può anche ridursi ad un terzo e alla metà di quella indicata. La spesa della cura col virus Danysz per ettaro, è la se- guente: Mano d’opera, eguale a quella indicata per l’uso deu veleni e e Rana N. 10 tubi di Virus Danysz, a L. 2,00 l’uno . » 20 Totale L. 22a 23 L'impiego del Solfuro di carbonio, con iniezioni di 50 cem. c. per metro quadrato, porterebbe, col solfuro solo alla spesa di 180 lire; e siccome con l’acquisto dei pali e dei carri solfuratori, per somministrarlo si verrebbe a spendere più di quanto può produrre un ettaro di terreno coltivato a grano o a prato, la scelta cade sui veleni e sui virus. Bisogna notare però che la spesa è quella‘di un anno solo e in vista di ciò, nei luoghi dove non sarebbe facile l’uso dei microbi e dei ve- leni, come nei margini dei fossi, sarebbe utile l’uso del Solfuro a favore del quale è pure il fatto di essere l’unico degli in- setticidi economici che agisca istantaneamente e non lasci trac- cie di sè nel terreno. UT VAT — 118 — Quanto poi alla scelta fra i veleni ed i microbi, quantun- que gli uni e gli altri adoprati opportunamente producano gli effetti desiderati, la preferenza, di primavera e di estate, va data ai veleni, che agiscono immediatamente e non lasciano alle Arvicole il tempo di recar nuovi danni. I veleni si rac- comandano anche per l’economia che da loro ne viene agli agricoltori, ai quali però non saranno mai abbastanza racco- mandate la prudenza, e le cautele necessarie per evitare di- sgrazie con essi; mentre per i virus, è a favor loro il rilevare che sono affatto innocui all'uomo e a tutti gli animali dome- stici, secondo il prof. Danysz, e che, probabilmente, una volta diffusi nel terreno, con la prima cura, la malattia e la mor- talità dei topi, continuando negli anni successivi, contribui- scano per qualche tempo ancora a mantenere le Arvicole in più stretti limiti di diffusione. Per queste ragioni, ove le con- dizioni economiche non vi si opponessero, d’autunno e. d’iu- verno specialmente, non avrei nessuna difficoltà a raccomandare l’uso dei virus invece dei veleni, seguendo per gli uni e per gli altri le istruzioni seguenti. Istruzioni pratiche per l’uso dei veleni. Prima di procedere alla distruzione delle Arvicole con l’uso dei veleni, la persona preposta alla direzione della difesa con numerosi saggi nel terreno, e dai danni sulle piante, deve acqui-. stare la certezza che quelle vi siano realmente e sono sempre vive e non molestate da malattie infettive. Ciò fatto, proce- dere attentamente alle operazioni appresso indicate: 1.° Chiudere tutti i fori che i topi campagnoli hanno aperto alla superficie del terreno, a colpi di mazzapicchio o di mazzetto. Vi è chi consiglia di fare questa operazione con i piedi, ma dalle osservazioni risulta che così sì perde tempo e si ha lavoro mal fatto. 2.° Nelle ore pomeridiane del giorno nel quale si chiu- dono i fori delle topaie, raccogliere le foglie di quelle grami- E e nacee che nel ferrarese i pratici conoscono col nome di erba grassa, e distenderle sul pavimento pulito di una stanza, per lasciarle asciugare. 3.° Il giorno seguente, per tempo, sciogliere con acqua bollente in una tinella di legno pulita, tre Chili di Arsenito in 100 litri di acqua, e immergervi completamente l’erba, e rivoltarla, perchè tutta resti avvelenata. 4.° Ogni operaio riempia una pentola di creta, di erba avvelenata e soluzione velenosa, e poi tutti insieme, in riga, gomito a gomito, procedano alla distribuzione dell’erba nei fori riaperti dai topi durante la notte. Per prendere l’erba avvelenata dalle pentole gli operai pos- sono servirsi delle pinzette di legno o di ferro, per non ado- prare le dita, e per meglio introdurla nei fori dei cunicoli. Intanto, siccome per spingere l’erba nei fori di quelli, le pinzette si lordano di terra, l'operaio deve pulirle ogni volta contro un fascettino di erba posto nella mano, alla quale è af- | fidata la pentola. La quantità di erba da introdurre nei fori dei cunicoli non deve esser mai scarsa, e tanta da bastare per l’avvelenamento degli otto ai dieci topi, o meno, che compongono la famiglia. K per questo ho visto che due a tre grammi di foglioline sono sufficienti. i 5.° Terminato il lavoro, ogni operaio deve restituire l’erba e l’acqua avvelenata al capo-squadra, che serberà ogni cosa per il giorno seguente. Possibilmente bisogna fare in modo però da non lasciarne, o di lasciarne il meno possibile per il giorno dipoi. Istruzioni pratiche per l’uso dei virus. f Per l’uso del virus Danysz, occorrono le stesse cautele pre- liminari indicate per i veleni, e poi seguire con scrupolosa at- tenzione le norme seguenti: 1.° Raccogliere ed asciugare sopra una carta dell’erba fresca. SUE 2. Far bollire in una pentola pulita non meno di 10 mi- | nuti, due litri e mezzo di acqua con due cucchiaini di sale da | cucina, e lasciarla raffreddare. 3.° Aprire i tubi col Virus, riscaldando alla fiamma di ; una candela la estremità chiusa alla ceralacca, senza far riscal- | dare la gelatina. 4.° Tolta la ceralacca, o il turacciolo, se è chiuso solo ad | ovatta, si riempia il tubo a metà con l'acqua sterilizzata sa- | lata e raffreddata, e si agiti fino al distacco completo della . gelatina, che si passa in una mussola fine, e si spappola accu- ratamente con le dita nel liquido sopraindicato. 5.° Stemperato a questo modo il contenuto dei 10 tubi di cultura nei due litri e mezzo di acqua, vi si immerge l’erba, rivoltandola diverse volte perchè si bagni completamente. D î È 6.° Dopo una mezz'ora ad un'ora circa, si preleva volta a volta l’erba dalla pentola, e si introduce nei cunicoli dei topi nel modo indicato per i veleni. Invece dell’erba, dove le Arvicole non possono trovarne abbondantemente, si può adoprare benissimo il pane rassodato e tagliato a pezzi di un centimetro di lato, oppure il grano frantumato, bollito, raffreddato e inzuppato nel liquido viru- lento, secondo le accurate istruzioni del Sig. Danysz. Momento della difesa. Tutti i momenti sono buoni per combattere le Arvicole, | ma non in tutti il massimo possibile degli effetti corrisponde | al minimo della spesa desiderabile. A me pare che il momento | migliore debba coincidere o precedere di poco quello della | gravidanza, del minor numero dei topi, e del primo risveglio | vegetativo delle piante, che presso a poco decorre dagli ulti di febbraio ai primi di aprile. E insisto su questo: 1.° perchè, impedito l’avvenimento della prima sona zione dell’anno, si evitano i primi guasti e con essi le conse- 3 i È pie e LINE E RA Ae + tre patient a i Sa guenze disastrose, più tardi, derivanti da una invasione diverse volte maggiore; 2.° perchè attualmente, data la presenza del male e della morte che circolano fra le Arvicole, e la probabilità che anche questa volta, come in altre, le distruggano, una prudente aspettativa senza nulla compromettere, potrebbe risparmiare agli agricoltori tutto il lavoro e le spese rilevanti che occor- rono per una azione decisiva, come quella che si consiglia per distruggere questa genìa temibile di animali. Altri mezzi in uso per distruggere le Arvicole. A Cipro, si dice, che S. Elena vi fece introdurre i gatti per dar la caccia agli Aspidi pericolosi e temuti (1). Nelle bonifiche Argentane, facendo assegnamento sulla speciale sim- patia che quelli hanno per i topi, i Ferraresi ve li portarono per distruggervi le Arvicole; ma come a Cipro non ebbero vantaggio sugli Aspidi, ad Argenta ed altrove sono riusciti spesso a guadagnarsi la melattia, che mi sembra identica a quella che devasta i topi. Con i gatti però taluno vi ha introdotto anche l’uso degli archetti, adoprati dai sorciari, per combattere la stessa infe- zione nelle Puglie; ed ora si parla anche di Avena alla Stri- cnina, di buche da aprire passo passo sul terreno per farvi cadere e raccogliervi le Arvicole che vi capitano. Altra volta ho detto che questi sono mezzi buoni, al più, per limitare la infezione nei giardini e ancora non mi è dato di dover cam- biare di opinione. Lo farò quando dai conti economici delle operazioni avrò imparato che i trovati nuovi sono realmente preferibili a quelli che io stesso lavorando ho raccomandato (2). (1) Vedasi: Ap. TarcIionIi TozzerTI, Relaz. della R. Stazione di Entomologia agra- ria di Firenze, anni 1883-85. pag. 21. (2) La difesa contro i Topi campagnoli, diretta l’anno decorso in quel di Bologna, dal chiarissimo prof. Cavazza, della locale Cattedra provinciale per l'Agricoltura, da ragione di questi rilievi, che la pratica avveduta ha trovato giusti anche altrove. (La lotta contro le arvicole nel Bolognese). Oognna Pi n, La difesa va fatta nei luoghi incolti e nei coltivati. Una male intesa economia, e una assai scarsa conoscenza degli animali che si combattono fanno limitare le operazioni della difesa ai soli campi coltivati, lasciando da parte i prati, i pascoli, le viottole dei campi, gli argini dei fossi e le lun- ghe striscie di terreno occupato dalle siepi. Ora bisogna sapere che in questi terreni appunto, per solito ben forniti di erba, e sempre asciutti, la infezione delle arvicole si prepara, e da essi passa numerosa poi nei coltivati. Ciò posto è facile intendere la necessità di portare la difesa anche in questi luoghi, per evitare le naturali reinfezioni, le quali, male apprezzate e peggio spiegate, poi, fanno giudicar male dei migliori mezzi di difesa, e mettono i meno accorti nella via delle ricerche dei nuovi mezzi di distruzione, i quali, chiesti alla solita scienza di coloro, che fanno la voce grossa, hanno il pregio non dubbio di raccogliere gli agricoltori a con- gresso, e di lasciare i topi indisturbati al loro pascolo gradito. Se questo convenga, io non lo so, lo dovrebbero sapere assai meglio quegli agricoltori che si occupano veramente della produzione della terra. Io so che questi inconvenienti avven- gono e si ripetono tanto più facilmente, per quanto maggiore e cieca è la fiducia che spesso i Direttori delle Aziende met- tono nei loro dipendenti immediati, i quali viceversa vanno sorvegliati e sorpresi durante le operazioni, perchè non avvenga di wccidere i topi dove questi sono morti, e di lasciarli molti- plicare dove quelli sono vivi e rovinano le coltivazioni. Questo detto e osservato, un altro fatto mi par necessario di rilevare, ed è che gli agricoltori devono procedere contem- poraneamente alla distruzione dei Z’opî campagnoli, per avere di essi più lunga e più stabile ragione. Diversamente i topi dai campi e dagli incolti non difesi passeranno di nuovo nei terreni difesi e costringono a ripetere le operazioni, mentre — 123 —- almeno, la pace per le piante dovrebbe essere assicurata. Ad evitare questo inconveniente basta un decreto prefettizio il quale ingiunga e costringa gli indolenti ed i retrivi, piccoli e grandi, alla difesa, rendendoli responsabili dei danni, che per lessi, i roditori portano nei campi dei possidenti vicini, e delle ) D p È ] È spese alle quali questi ultimi vanno incontro, valutate per cia-. scuno, in ragione della superficie, che da essi fu lasciata indifesa. Per altre notizie, e per rimuovere gli ostacoli che per caso (zione, e che ha fatto e farà del suo meglio per aiutarli nella ‘impresa sopraindicata. | o | Il O o | SUL POTERE MORTIFERO DEI LIQUIDI ALLA NICOTINA E SULL’ USO DI ESSI NELLA DISTRUZIONE DEGLI INSETTI Note ed osservazioni del Dott. G. DEL GUERCIO li; $ (] $ | * Li È) Ò tI hs Hi Sotto questo titolo verranno pubblicate le osservazioni di | laboratorio e di campo, che sono state fatte e si fanno per de- terminare i limiti di tolleranza delle diverse piante ai liquidi. nicotinizzati, e il grado diverso di concentrazione nel quale i liquidi stessi, variamente composti, si possano adoprare, per da struggere gli insetti senza danno dei vegetali. La nicotina allo stato puro è un liquido oleaginoso, inco- | loro, che imbruna all'aria, ed è più denso dell’acqua, nella! quale è solubilissima, come nell’alcool d’altronde e nell’etere, | ma non nel solfuro di carbonio, al quale però può unirsi fa cilmente mercè l’uso delle sostanze intermediarie, come si dirà in altra parte del lavoro. i Qui va invece ricordato che la nicotina si estrae dal ta 4 bacco; che ha odore disagradevole, irrita le mucose, porta par ralisi nei muscoli volontarii e respiratori, eccita al vomito, e l’azione prolungata produce negli animali la morte per asfissia. ll Le esperienze normali con questa sostanza sono state con- | dotte e si fanno successivamente con la nicotina pura e conf l'estratto nicotinizzato od estratto fenicato delle Privative dei | tabacchi, adoprandoli da soli, con acidi, con alcali, e neutra- d lizzati, allo scopo evidente della scelta del liquido la reazione | del quale meglio convenga, per gli effetti sugli insetti, da una parte, e quelli sulle piante, dall’ altra. TPRZORIAO VE SSORASIIOIE, PE Ere — 125 — È Le esperienze di campagna, fin ora, sono state condotte con l’estratto fenicato di tabacco modificato nel modo sopraindi- i cato, facendo tentativi di prove comparate con prodotti simili non fenicati e con altri variamente preparati, vendibili nei ‘paesi più prossimi al nostro. In ogni caso con i liquidi sono stati sperimentati i vapori, in aria confinata ed in aria libera, posando gli animali sulle piante bagnate con essi. Gli insetti dovunque trovati e raccolti sono stati in prin- cipio l’oggetto di queste ricerche, che di poi sono state sempre ‘e saranno più specialmente dirette contro le larve di quelli «che brucono ed accartocciano le foglie, perforano dall’esterno le gemme, e devastano largamente i fiori ed 1 giovani frutti. Questi nemici delle piante, contro i quali gli Entomologi Ame- ricani consigliano l’uso delle sostanze velenose solide, in pol- ‘vere, e sciolte nell’acqua, io cerco di distruggere con una so- stanza organica, la nicotina, che volatilizza poco per volta nel ‘l’aria, e non lascia traccia di sè sui vegetali. Non è sfuggita alla pratica la importanza insetticida di que- st’ alcaloide, e la prova ne è l’uso che gli agricoltori e gli orticultori più spesso fanno dell’estratto di tabacco. Disgrazia- tamente però chi lo vende ora soltanto è stato avvertito del- l'utilità di correggerlo; chi l’adopra non s’accorge che ottiene poco o quasi niente, e la conseguenza è che, meno i soliti in- setti, che si uccidono col fiato, le prediche fatte per metterlo avanti, essendo prediche soltanto, non sono valse e non val- gono a far progredire di un passo l’uso di questo liquido, che potrebbe essere dei primi, ed è messo da parte nei casi più difficili di difesa contro gli insetti. Nel caso delle larve delle geometre, poi, e delle altre che non ho potuto mai combattere utilmente con tutti gli insetti- cidi fin’ ora conosciuti; i liquidi alla nicotina, da soli o con altri uniti, trovano, oltre alla ragione generale, anche la spe- cialità di essere, ed a suo tempo vedremo che essi sono non meno preziosi nella difesa contro le Piralidi, le Tortrici e le. — 126 — Tignuole; solo bisognerà correggerli mescolandoli con altri, ‘questo è ciò che cercherò di fare e dimostrare. Osservazioni normali sui bruchi della bombice del gelso (Bombyx mori L.). Dalla metà di maggio ai primi di giugno del 1895, 1896 ‘e 1397, presso una finestra della R. Stazione, con aria sempre in rinnovamento, ho preso dei bruchi della lunghezza di due a quattro centimetri circa e li ho spruzzati con acqua distil- lata alla temperatura ordinaria di 20° c. I bruchi si muove- vano appena, alzavano la testa e continuavano a mangiare. | La prova fu ripetuta su quelli e su altri bruchi anche com acqua ordinaria, ed i resultati furono gli stessi. | Spruzzai allora i bruchi con una soluzione di nicotina pura al 10°/,, ma dopo due o tre secondi li vidi inquieti: percorsero un tratto di una diecina di centimetri, contorcene dosi, e non appena venne meno, con la paralisi dei muscoli, la | forza nelle zampe e nelle false zampe anali, si contorsero | ancora per qualche secondo e si riversarono sopra un lato, | emettendo dalla bocca una sostanza gialla, che arrossa la ct di curcuma, come quella che essi emettono quando sono ecci- i tati al vomito. n Dopo il vomito i bruchi si muovono per qualche tempo. ‘ancora e poi restano quasi immobili, mentre il metatorace rigonfia sensibilmente. i Allora, fissando bene il corpo dell’animale, si vede chiaro. che le prime quattro paia di false zampe addominali si muo- vono più delle zampe toraciche e delle false zampe anali; si avverte distintamente il movimento respiratorio dei tronchi ‘tracheali, sulla linea degli stimmi, ed il corpo tutto dell’insetto. resta disteso e molle, mentre si sente teso ed elastico alla pressione quello delle larve bagnate con l’acqua e nelle altre lasciate per confronto. e He z A to — 127 — Ai liquidi più diluiti, col 7,5 al 3°/, di nicotina, i bachi resistono qualche minuto di più, per quanto la. soluzione nar- f cotica, attivissima anche alla dose del 3, del 2 e dell’ 1°/,: con le soluzioni del 7,5 al 3 °| bruchi inarcano il corpo sulla regione dorsale; con le solu- oo cadono in pochi secondi, però i zioni al 2 ed all’1 °/, l’animale alza il capo, tremando, lo porta dai lati per 8 a 10 minuti e resta disteso sulla faccia ven- trale. Alla dose dell’ 1 al 0,5°/, le soluzioni sono di color giallo aureo, gradatamente meno colorite, e meno violenti, in propor- zione, sui bruchi, che del resto, dopo un minuto, si contor- cono, dopo quattro a sei minuti vomitano, quando sono più piccoli, e cadono. Quelli grossi, resistono tre minuti di più al- l’azione della nicotina, ma poi tremano anch'essi e finiscono come i precedenti. Alla dose del 0,5 al 0,3 °/, le soluzioni sono meno pronte, ma non sono per questo meno deleterie nei loro effetti ultimi sugli insetti. La sera del 26 maggio, alle ore 7 e '/,, terminata la 44° esperienza, contrassegnai anche gli ultimi bruchi, con un nu- mero; sparsi fra essi delle foglie fresche di gelso, per quelli che avessero avuto la forza e la voglia di alimentarsi, e li lasciai a sè stessi. Prima di uscire dal laboratorio però notai che essi non si movevano, e che toccati soltanto davano se- gno di vita. Nessuno dei bruchi però mostrava di lasciare il suo posto. La mattina seguente vidi: 1.° che le foglie somministrate non erano state toccate; 2.° che i bruchi avevano quasi tutti emesso degli escrementi; 3.° che tutti avevano risentito e con- tinuavano a risentire della stessa azione deleteria della nico- tina, tanto con le soluzioni al 10 quanto con le altre al 0,3 °/;; 4.° e che nessuno aveva lasciato il suo posto. I bruchi serbati per confronto mangiavano avidamente la foglia somministrata. Dopo questi rilievi, ripresa e continuata la serie delle — 128 — esperienze interrotte, con le soluzioni al 0,3 °/|,,} vidi che con i liquidi al 0,25, al 0,2 ed al 0,1 ‘|, i bachi da seta spesso si muovono intorno a sè stessi, restano a testa per aria, tre- manti, per otto o dieci minuti, e si fermano dopo un quarto d’ora circa. Le numerose èsperienze fatte con liquidi contenenti il 0,1 al 0,075 °/, (‘l1500) di nicotina, mostrano che i bruchi dopo ba- gnati, camminano sulle foglie, e tendono fili di seta per cinque o sei minuti; sollevano poi la testa col torace, tremano, e dopo altri cinque minuti circa restano come immobili sui picciuoli di quelle. Con le soluzioni alla dose del 0,05 °/,, o con una parte di nicotina in 2000 parti di acqua, i bruchi si muovono quasi regolarmente fra le foglie, e tendono bave sericee come se non fossero disturbati. La mattina del giorno 28, visitando di nuovo i bachi delle esperienze precedenti e di ‘quelle successive, vidi che qua e là ve n’erano di quelli che continuavano a dar segni di vita, tanto fra quelli aspersi con le soluzioni più concentrate, quanto fra gli altri trattati con le soluzioni diluite, senza che alcuno però avesse lasciato il suo posto. Dopo due altri giorni, il 30 di maggio, i resultati definitivi delle 78 esperienze, più volte ripetute, furono i seguenti: 1.° Dall’esperienza 1.* alla 72.*, fatte con soluzioni dal 10 al 0,01 “|, di materia attiva, del bruchi in esperimento, rari erano quelli che davano segno di vita, e di essi tre soltanto avevano potuto scostarsi dal loro posto, ma nessuno aveva preso alimento, e tutti, erano in via di insecchimento, morti o presso a morire. 2.° Dei bruchi dell’esperienza 72.° alla 78.%, aspersi con | soluzioni al disotto del 0,01 °/, e però dell’ 1 per 1000 (’/,000 ® */2000) un terzo circa restarono vivi ed attivi, e al momento dell’osser- _ vazione mangiavano le foglie, o si aggiravano fra esse. Gli altri due terzi erano mezzo deperiti e non avevano potuto lasciare più oltre il loro posto. 7 — 129 — Dopo le esperienze per aspersione totale, servite a deter- minare i limiti normali di diluzione nei quali la nicotina rie- sce deleteria alla vita dell’insetto, era naturale vedere fino a qual punto le soluzioni efficaci, applicate ad una parte soltanto del corpo di quello ne producessero la morte. A questo scopo il 29 maggio bagnai con un pennello le aree stimmatiche, e non altro, di varii bruchi, e dopo quattro minuti circa vidi che ritrassero il capo, accigliandosi; dopo sel minuti vomitarono, ed a nove minuti caddero successiva- mente sul fianco. Le pulsazioni del vaso dorsale erano rego- lari anche dopo mezz'ora, e le vellicazioni dei muscoli sottocu- tanei erano distinte fra il metatorace ed il primo articolo addominale. I bachi di una seconda esperienza ebbero due a tre spen- nellate di liquido sulle linee degli stimmi, ed i resultati furono eguali a quelli precedenti. In una terza esperienza, servendomi delle stesse soluzioni spennellai la striscia dorsale dei bruchi, tenendomi ben disco- sto dalle linee degli stimmi; ed anche in questo caso la re- trazione del capo non si ebbe che dopo venticinque minuti, e dopo mezz'ora il vomito. Nell’esperienza quarta bagnai i primi otto stimmi ante- riori, e la retrazione del capo avvenne in tempo metà di quello necessario per l’esperienza precedente. Al ventitreesimo minuto ebbe luogo il vomito. Nella» quinta esperienza, invece degli stimmi anteriori, fu- rono bagnate le aperture degli otto stimmi posteriori; ma i bruchi continuarono a mangiare per altri diciannove minuti, e non cessarono che dopo mezz'ora. Dopo un’ora dettero segni evidenti di malessere, ed a capo di un’ora e mezzo vomitarono abbondantemente. Il mattino del giorno 30 maggio, i bachi della prima e 9 — 130 — della seconda esperienza davano appena segni di vita; quelli . dell’esperienza terza, per quanto ancora accigliati e senza pren- dere alimento, erano quasi tutti prossimi a rimettersi com- pletamente; quelli della quarta erano molto più accigliati di quelli della terza: avevano emesso quasi tutti sette ad otto cacherelli ciascuno, erano sensibilissimi al tatto e mostravano anch’essi di rimettersi, mentre quelli della quinta esperienza erano quasi del tutto rimessi, camminavano, si allungavano come quelli sani; cominciavano ad intaccare il margine delle foglie, e alla sera mangiarono avidamente. Da queste esperienze e dalle stesse ripetute, resulta chiaro che i bruchi spennellati su tutti gli stimmi restano mortifi- cati e muoiono come quelli aspersi completamente; quelli ba- gnati sugli otto stimmi anteriori soffrono di più e sì rimettono più tardi almeno di quelli bagnati sugli otto stimmi poste- riori; quelli bagnati sul dorso o sulla faccia ventrale, risentono anch'essi dell’azione venefica della nicotina, ma ne risentono più tardi e sì rimettono più presto di quelli stessi bagnati sugli stimmi posteriori. Dalle stesse esperienze resulta pure con sufficiente chia- rezza che gli stimmi toracici ed i primi addominali sono più attivi degli ultimi di questi, e l’ho accertato con altre osser- vazioni nelle quali gli stimmi sono stati aspersi a due ed a quattro per volta, ed ho potuto veder pure così che quelli del primo anello toracico ed i due del primo anello addomi- nale sono i più attivi di tutti; ma non bastano da soli, colpen- doli, quando le soluzioni sono molto diluite, a portare la morte dell'insetto. La morte sopravviene, o invece per lo meno i bru- chi restano egualmente danneggiati quando le soluzioni sono molto concentrate, come quelle dal 4 al 5 °, stimmi ne siano bagnati pochi o punti; ciò che mi ha fatto anche se degli pensare che le soluzioni acquose di nicotina non penetrano negli stimmi e nelle trachee degli insetti. Immobilizzati i bruchi, in fatti, con la soluzione di nicotina mescolata ad una certa quantità di liquido al prussiato giallo, li ho aperti, ne ho CIARA Ria Ca i 4 — 131 — disteso le trachee e li ho trattati con acido nitrico e cloruro ferrico; ma non ho avuta la formazione del solfocianato fer- rico, blu, che si sarebbe dovuto formare e si sarebbe formato se il liquido fosse penetrato. Questa conclusione è avvalorata anche dall'uso dell’acido picrico, dell’acqua di cloro, del’alcool acidulato con qualche goccia d’acido solforico e tintura di iodo acquosa, e dall’uso del cloruro platinico, con i quali avrei dovuto avere ed invece non ho avuto il precipitato in crespi cristallini, nè la colorazione solfo-sangue, nè il precipitato giallo, e nemmeno quello cristallino giallo-arancione. Sono così i vapori di nicotina, che si sprigionano dal li- quido, penetrano con l’aria nelle vie respiratorie dell'insetto e l’asfissiano. D'altra parte la prova diretta della morte dei bruchi nei vapori di nicotina, senza porli a contatto della sostanza li- quida, doveva essere la migliore di tutte. E a questo scopo in due grandi capsule di vetro misi dieci bruchi, e con essi del midollo di sambuco imbevuto di nicotina. Per una diecina di minuti i bruchi non parvero disturbati. Poi cominciarono a contorcersi ed a vomitare, e caddero come quelli bagnati con le soluzioni. Il tempo necessario perchè questo avvenga varia con la capacità del recipiente, la concentrazione della soluzione che si adopra, e la resistenza relativa dei bruchi alla nicotina, ma i resultati ultimi sono sempre gli stessi. Anche per variare l’esperienza, altri bruchi, invece che nel- l’aria confinata, furono messi sopra foglie di gelso bagnate in soluzione di nicotina all’ !/x, poi quasi asciugate all’aria, e poste in una paniera di vimini. L'operazione fu fatta alle 16 ‘|, del 29 maggio: la mattina del 30, alle 11, dei bruchi, alcuni avevano lasciato la paniera ed erano rimasti aggrinziti al suolo, sul quale erano caduti; altri usciti e caduti anch’ essi sul pavimento, giacevano sul fianco, ed altri che si movevano appena erano ancora nel fondo del paniere. da: CA — 132 — Delle foglie, meno una, rosa per breve tratto nel margine, nessuna fu intaccata. i L'esperienza fu ripetuta di nuovo sopra succhioni e su rami fogliati di gelso, lunghi fino a due metri, ma le larve che vi salirono, in meno di cinque minuti caddero una dopo l’al- tra per terra come fulminate. In un’altra esperienza sopra succhioni fogliati e su rami simili, misi prima altri bruchi, e poi operai l’aspersione del fogliame e dei bruchi con la soluzione all’ |» sopraindicata, e gli effetti, con mag giore anticipazione, furono identici a quelli sopra indicati. Ho potuto vedere ed assicurarmi così che realmente le so- luzioni di nicotina agiscono per i vapori venefici che da esse si sprigionano, e che questi vapori, anche in quantità minima irritano, fanno contorcere e causano la caduta dei bruchi dalla pianta, anche se il fogliame sul quale capitano, bagnato dal narcotico, è quasi asciutto. Questo è un fatto che io spero porterà alla pronta e certa liberazione degli alberi fruttiferi dalla maggior parte degli insetti che li molestano. Nicotina pura, nicotina alcalinizzata e nicotina acidulata. Le esperienze comparative con la nicotina pura © quella alcalinizzata fatte l’anno decorso hanno avuto luogo anche il 2 giugno di quest'anno. Le larve asperse con le due soluzioni alle ore 7.9, alle 7.11 cominciavano ad accigliarsi; alle 1.12 erano quasi tutte sofferenti ed alle 7.13 vomitavano. Le esperienze sono state ripetute sopra un’altra trentina di bruchi, ma si è visto sempre che non vi è differenza sen- sibile fra le soluzioni di nicotina pura e quella alcalinizzata, sugli insetti. E non poteva essere diversamente, perchè le so- luzioni di nicotina alcalinizzata, fra l’altro, non penetrano nem- meno esse negli stimmi dei bruchi, in esperimento. — 159 — Il giorno 4 giugno feci le esperienze comparative con la nicotina pura e quella acidulata. I bruchi bagnati alle ore 5,45 con le soluzioni di nicotina pura, alle 5,50 per metà erano accigliati e alle 5,58 si contor- cevano, mentre si accigliavano gli altri che fino allora non parevano molestati. Quasi contemporaneamente aspersi con le stesse soluzioni di nicotina, acidulata, però, altri otto bruchi, e questi dalle 5,50 alle 5,58 passeggiarono; alle ore 6,10 se ne accigliavano due; dalle 6,10 alle 6,13 cominciarono ad accigliarsene altri quattro, e gli ultimi due si accigliarono alle 6,13. Il giorno seguente, di essi, quelli bagnati con la nicotina pura li trovai a pancia all’ aria, e ‘meno sensibili degli altri aspersi con la nicotina acidulata, dei quali due si erano messi a filare e sei se ne stavano quieti e distesi per lungo. Nicotina all'acqua semplice ed all'acqua saponata. Nicotina e sapone sono due insetticidi dei quali il primo agisce allo stato di vapore, irrita ed asfissia, ed il secondo penetra allo stato liquido nelle vie respiratorie degli insetti, le occlude e li soffoca. Le due sostanze insieme, nell'acqua, formano un miscuglio che conserva tutte le buone qualità dei singoli componenti con questo in più, che la soluzione di nico- tina, prima non adesiva, spalma completamente ora la superficie del corpo e vi resta più a lungo aderente ed intrattiene più a lungo l’insetto in un ambiente asfitico. I vapori di nicotina poi che prima si svolgevano sul corpo soltanto e dovevano penetrare con l’aria nelle trachee dell’animale, ora si svolgono direttamente nelle vie respiratorie, e vi si diffondono con grande vantaggio contro l’ insetto come ognuno può vedere dall’azione più pronta del liquido venefico su di quello. Per dire ora quale e quanta parte prendano i due compo- nenti, sapone e nicotina insieme, ai danni dei bruchi, ri- 2 Pot PACI SITA DRAMA VONTI ANTAURO SATANA ENTE | Ù: — 134 — cordo che sotto l’azione delle soluzioni di nicotina contenenti meno del 0,01 °/, (cioè dall’ ’/,200 ® ‘/zo00) quelli spesso tendono bave setose e passeggiano, come sotto l’azione delle soluzioni di sapone dal 5 al 15 per 1000; ma a queste stesse dosi le due sostanze unite insieme danneggiano gravemente i bachi fino a farli morire. Basti ricordare che il 2 di giugno, dopo le aspersioni dirette sopra alcuni di essi, ne presi altri non toc- cati, e li misi sopra foglie di gelso lasciate quasi asciugare al sole, dopo averle bagnate con una soluzione composta di INICOLIDA el IRAN a) ESRI EI EIN il SEPOLTI N O e NEO SII {5225 SITO U E: MEP PIAN RE OR SA e ES i 2000 e dopo 16 minuti di stazione sulle foglie così trattate, co- minciarono a soffrire quasi tutti; vomitarono, e dopo 24 ore alcuni erano quasi morti e gli altri non mostravano ancora di rimettersi. (Continua). LA FOLGORELLA DEL GRANO (TETTIGOMETRA OBLIQUA Panz.) Note ed osservazioni del Dott. G. DEL GUERCIO Con i rilievi e le notizie dei danni che l’Aelia acuminata, l'Eurydema ornatum, il Blissus leucopterus, la Cicada septem- decem, il Graphosoma lineatum, la Delphax saccarivora, e le varie specfe di Idiocerus fanno alle piante coltivate, vanno ricordati ora quelli della Tettigometra obliqua Panz., che forma l'oggetto della presente comunicazione. Uovo. Fig. A. — Uovo della Tettigometra obliqua Panoz., molto ingrandito. L'uovo della folgorella del grano è perfettamente ovale, bianco, con una delle estremità, quella basilare, schiacciata, e l’altra ad un certo momento reticolata, terminata in una spor- genza eguale ad un quindicesimo della lunghezza dell’uovo. Diametro longitudinale mm. 0.752; diametro trasversale mm. 0.585. 243) Un AV MERA PRA — 136 — LARVA. ® Appena nata, la larva ha la forma di un mezzo ovale, ed è di color giallo ambra pallido, col margine frontale libero, trasverso d’ avanti, setoloso; gli occhi orbicolari di color ru- bino, distinti, sui lati; le antenne di due articoli sopra una base scutiforme, col primo articolo ovale un terzo più lungo e più grosso del secondo, che a due terzi della lunghezza, porta un’appendice uguale alla somma del primo e del secondo articolo, e una macchia visiva alla sommità. Fig. B. t=] D la Fig. B. — 1, Larva della Tettigometra obliqua appena nata e molto ingrandita — 2, la stessa dopo la prima muta, molto ingrandita. Il rostro, nell'insieme, è quasi della lunghezza del corpo, con clipeo triangolare molto allungato, la base della larghezza della fronte, che ricopre quasi interamente, e la sommità pro- tratta fra la base del primo e del secondo paio di zampe; labbro inferiore della lunghezza del clipeo, di tre articoli, uno cortissimo appena distinto, e due, successivamente più stretti, quasi della stessa lunghezza, con l’apice setoloso del secondo ar- rivante presso l’estremità dell'addome. Le zampe sono lunghe e grosse, con l’anca cortissima, scu- tiforme, il femore ingrossato della lunghezza della tibia, il — 1370 — primo articolo tarsiale rudimentale, gli altri due bene svilup. pati, e l’ultimo di essi armato di due grosse unghie. Il torace è molto sviluppato e fornito di qualche setola marginale, mentre l’addome è quasi interamente nascosto, dalla parte posteriore retratto e più lungamente ciliato. Tunsbhezzazdelkcorpo Rs see ran 06090 Larghezza della parte posteriore . . . » 0.551 » » anteriore e Mi 0:31 ANTENNE. BASE NO e o 0:99 ere e 001 Do arti sn 0A 00) Appendice ie eee n OTTO] RosTRO. Punehezzasi i dala 00235) Taro hezzagalla base Ne » 0.284 Labbropnferiore Ceo ONE ZAMPE. AMARE OR a o VO Rena e I 0203 IR e Vl Uno nitore nea RO 000 Dopo qualche giorno l’addome si distende, il colore si fa giallo, e la forma generale del corpo resta ovale raccor- ciata, con lati quasi paralleli nel mezzo, poi diventa ovale vera, le zampe si assottigliano, si raccorciano, e mentre il co- lore si fa scuro, l’animale perviene poco per volta allo stato di ninfa. NINFA. La ninfa è perfettamente ovale, ciliata, di color piceo opaco, con capo reniforme, trasverso, setoloso davanti, cinque volte più largo che lungo, traversato nel mezzo da una linea giallo — 133 — aranciata, che si estende fino alla estremità posteriore del corpo. Fig. C. — Ninfa della Tettigometra obliqua, molto ingrandita. Occhi distinti ai lati della base del capo, di color rubino scuro; antenne distinte giallo scure, col primo articolo cilin- drico due volte più corto del secondo che è ovato allungato, con lunga appendice a due terzi circa dalla base, e nume- rose macchie visive sparse alla sommità; rostro molto più corto che nella larva giovane, giallo scuro con setole robuste e l’apice del labbro inferiore nero arrivante alla base del terzo paio di zampe. Il protorace è stretto davanti, giallognolo di sotto, di sopra con linea dorsale gialla molto più larga che sul capo; il meso- torace è del colore del protorace, col dorso segnato da una V gialla avente il vertice sulla linea dorsale e le estremità dei lati divergenti in avanti sugli omeri del torace; il metato- race è quasi nascosto ed interamente giallo di sopra. L’addome è semiovale con gli anelli distinti, la linea dor- sale interrotta da una serie di triangoli gialli fra un anello e l’altro, e la faccia ventrale pallida nel mezzo, decisamente bruno scura nel contorno. L’elitra è un terzo circa della lunghezza del corpo, col margine costale, esterno ed estremo setolosi, e questo con l’apice ricoprente il lato del terzo anello addominale. Le ali sono ri- coperte quasi interamente dalle elitre, che ne lasciano scorgere il margine soltanto, dal dorso. — 159 — Le zampe sono del colore delle antenne e del labbro infe- riore, quasi tutte della stessa lunghezza, setolose, con le tibie poco più lunghe dei femori, e dei tarsi i due primi articoli sono appena visibili nelle due prime paia, distinti invece nel terzo. Tunehezzagdeltcorpo Roo Larchezza ZO Capo. lunco re 0212 varo ARA ANTENNE. forarticolo gl e AO 2.0 » 5 5 6 È 5 3 s : 5 " » 0. 225 Appendice sazia OO RosTRo. Clipeolunso e ei 0008 >larootallarbase gar Rn FAO Labbro inferiore IE ORO E » 0.668 Ajigsuperor lunette e e 902 > latohegg Sor eee 0302 ZAMPE. 1.° paio 3.0 paio FHM SONE mm. 0. 751 TDI » 0.585 >». 0.385 Tarso. lio aumnigollo a so sana 00 DONI] DO » AMIR »- 0 66 ri» 0. 100 3.0 » RADO » 0. 284 0 Unghie COMETE DUO NS3 di 0568 INSETTO PERFETTO. Allo stato perfetto questa specie, al pari delle congeneri, ha corpo ovale, allungato, alquanto convesso, e di colore variabile dal giallo pallido più o meno fulvo, o rossastro, al giallo gri- giastro. Nel caso presente si tratta di una varietà spiccata- — 140 — mente grigio cinerea, con capo triangolare pallido di sopra, cinque volte più corto che largo, alla base; gli otchi gialli brevemente infossati, alla metà dei lati; il margine anteriore Fig. D. — Adulto della Tettigometra obliqua Panz., molto ingrandito. contornato dalla parte interna da una serie di punti fulvi con un piccolo pelo nel mezzo, e due macchioline giallognole, poste, una per parte, dinanzi agli occhi, e poco discoste dalla linea mediana. Di sotto il capo è giallo pallido, col margine anteriore e una larga fascia alla base bianca, questa messa in evidenza maggiore dal rostro brunastro, di tre articoli distinti, l’ultimo dei quali nero con l’apice fra la base del secondo al terzo paio di zampe. Le setole del rostro sono quattro, tutte gialle, e riferibili, le superiori alle mandibole, e quelle infe- riori alle mascelle. Le setole mandibulari oltre che per la posi. zione si distinguono nettamente dalle setole mascelle per la base largamente triangolare, triloba ed eguale ad un terzo della sua lunghezza. Il vertice del triangolo termina in un canale che percorre gli altri due terzi, cilindrici, della setola mandi- bulare, terminata a punta denticolata. Le setole mascellari sono della lunghezza o quasi delle setole mandibulari, e come queste anch'esse in apparenza canaliculate, però la base è più ri- stretta, quasi conica semplice, e più allungata di quella della mandibola. — 141 — Il torace è bruno di sotto, di sopra col pronoto giallo for- niti di due impressioni lineari traverse sulla linea delle spor- genze del capo, e due macchioline più intensamente colorate, una per parte, dietro gli occhi; e lo scutello giallo testaceo, col vertice acuto. L’addome, di sopra è nero lucido come il resto del torace, con le giunture degli anelli gialle; di sotto è bruno scuro, con una linea od una fascia medio longitudinale giallognola. Le Elitre sono leggiermente coriacee, ricoprenti l'addome, e di color giallo o giallo pallido, talvolta con leggiera tinta . rossastra, giallo grigiastro o grigiastra soltanto, con punti neri nel margine e tre fasce ondulate che possono essere accen- nate dai punti laterali soltanto, col fondo giallo chiaro di- stinto nel fondo grigio dell’elitra. . Ali poco più corte, ma due volte circa più larghe delle elitre, e trasparenti. Lemelezza gn eo AMO AES ZZA RR e e pid La specie, comunissima sulle cereali dei prati, si trova, spesso, anche sugli steli del grano, dove si accoppia alla fine dell'inverno, e va poi a deporre le uova nel terreno, sulla parte nascosta del culmo e sulle radici che vengono fuori dalla base di quello. Le uova che depone ogni femmina sono numerose. Ne ho sempre contate da 150 a 200 circa. Dopo una diecina di giorni naseono le larve, che vengono fuori terra, conficcano le setole del rostro nei culmi e ne trag- gono il nutrimento voluto. Gli insetti in questa operazione non si muovono e non cambiano quasi mai di posto, fino al momento della trasfor- mazione in ninfa. Questo ha luogo in maggio, e in una set- timana circa dalle ninfe si hanno gli insetti perfetti, che si ac- coppiano e preparano una seconda generazione, la quale si completa pochi giorni prima della mietitura del grano. Al. lora passano di nuovo sulle graminacee spontanee, a spese — 1422 — delle quali vivono nell’ estate, e nell’autunno, dànno altri in- setti, che svernano e riproducono la specie nella primavera seguente. Come per solito, i danni che quest’insetto fa alle cereali e specialmente al grano, sono stati quasi sempre attribuiti ad altre specie. Essi però non sono sfuggiti nelle infezioni di Si- cilia e dell’Imolese. I danni si rendono più sensibili sulle piante tenere. Sulle altre passano quasi inavvertiti. Questi rilievi li ho fatti quando, per assicurarmi della no- cevolezza della specie, ne ho fatto l'allevamento in cassoni, ed in tali osservazioni ho potuto vedere che le piante più evo- lute ed indurite davano le spiche, le altre infettate presto, re- stavano nane, e non fruttificavano, mentre altre non arrivavano nemmeno a mettere fuori la spica dalle ultime foglie che le fanno da guaina. Da questo al suggerimento delle semine precoci la via è breve, e più breve, è la indicazione relativa alla fertilizzazione del terreno con sostanze di assimilazione pronta, perchè le piante possano anticipare nello sviluppo e risentire meno i danni de- rivanti dalla presenza dell’insetto. L'altro provvedimento da prendere è quello dell’abbrucia- mento delle stoppie ed il debbio del terreno, non appena si fa la mietitura, per compromettere, ad un tempo, le parti su- perficiali, almeno, delle graminacee spontanee, che dovrebbero nutrire gli insetti. L'operazione può esser fatta anche più opportunamente non appena avvenuta la deposizione delle uova, per rovinarle col fuoco e rovinare le larve che eventualmente potrebbero es- | sere nate. Per la ricerca delle uova, si seguano gli insetti perfetti, e _ oltre questi, le formiche, che le circondano nel terreno ed | aspettano che nascano le larve, per raccoglierne i liquidi escre- | mentizì. OSSERVAZIONI NATURALI ED ECONOMICHE sugli insetti che devastano le coltivazioni erbacee nella Valle del Bientina (1) Note ed osservazioni del Dott. GIACOMO DEL GUERCIO Nel precedente fascicolo mi sono occupato dell’Agrotis ypst- lon Rott., qui ed altrove darò le notizie relative all’ Helzothis armiger Hibn., alla Leucania zeae Dup. e alla Botys nubi Zalis Hibn, che con i loro bruchi rodono i semi della spica, lo stelo e la rachide fiorale dei fiori femminili del granturco. II. — Heliothis armiger Hibner. Fig. A. — Heliothis armiger Hib.: 1, 1®. bruchi al loro massimo di accrescimento — 2, crisalide — 3, farfalla vista di fianco. Natua armigera Hibn. Noct. T. 2, pag. 180, tav. 79, fig. 370. — Go- dart (Duponchel) Hist. natur. Lepid. ou. Papillons de France. TONI arto lt pia 10 tono Die; (1) Nuove Relazioni. n. 2, pag. 269-303. — 144 — Heliothis armigera Treitschke. Die Schmett. von Europa. Vol. III, pag. 230. — Boisduval et Guenée, Hist. natur des Insectes (Le- pidoptères). Vol. 6, pag. 181. — Boisduval. Chen. d’Europ. (Heliot.) t. 2, fig. 3. — Ghiliani. Elenco delle specie di Lepi- dotteri esistenti negli Stati Sardi pag. 43. — Heinemann Berg. Smetterl. Buch. pag. 135. — Hoffman E. Prauns’ Abbildung und Beschreibung europaischer Schmetterlingraupen. Noctuae, tav. 11, fig. 9, a, db. — Claypole E. W. Americ. Entom. T. III, pag. 278. — Packard. Report of the United States Entomologi- cal Commission on the Rochy Montain Locust, pag. 778. — Comstock Repor on Cott. Ins. Washingt, 1897, pag. 287; id., Re- port of the Commiss. of. Agricult., 1880, pag. 382, tav. 8. — — Riley et Walsh. Americ. entom. Commiss. Report. T. J, pag. 212. — Riley, op. cit. T. II, pag. 42; Third Report of Ins. of Mis- souri (1871) pag. 104; United Stat entom. Commiss. Rep., 1885, pag. 355, tav. 3, 4. — Zimmermann T. H. Am. Cott. Plant. 1885. i — Edwards H. Biograph. Catal. of u. Amer. Lepidopt. pag. 95. _ — Bull. of the States nat. Museum, n. 35. — Moore. Lepi- | dopt. Ceyl. in Smithson. Inst, pag. 51, t. 150, f. 1, la. — Cootes E. C. et Swinhoe ©. Catal. of the Moth of India, 1887, pae: 200 Heliothis armiger Forfayet. Trans. entom. Soc. Lond. 1885, pag. 347. — Turati Faun. Lepid. Lombardia in Bullettino Soc. entomol. i ital. an. XI. — Targioni Tozzetti. Animali ed insetti del Ta- bacco, 1891, pag. 275. Heliothis umbrosus Grote. Proc. entom. Soc. Phil., T. I (1862). Phalaena zeae Boddie. Amer. Catt. Plant. 1850. Le notizie bibliografiche indicate parlano assai chiaro della grande diffusione della specie nel vecchio e nel nuovo conti- | nente, nel quale ultimo specialmente l’insetto è stato a varie | riprese battezzato dalla pratica con i nomi di Bo72 worm, Corn 1 worm, Tomato worm, ai quali, la pratica economica italiana, | in certi luoghi, contrappone quelli di Bacherozzolo, Aratura e | Vermi delle spiche con allusione evidente alle spiche del Gran-. turco sulle quali il bruco riesce assai dannoso. Malgrado tutto, Gene e Bayle-Barelle non ricordano la specie come nociva da | ni noì, e così hanno fatto gli altri che mancavano delle cono- scenze necessarie per discorrerne. Targioni Tozzetti soltanto, che io sappia, ultimamente ha figurato la farfalla e ha dato qualche notizia della crisalide e del bruco, e dopo aver rias- sunte le informazioni, che gli americani specialmente danno sui costumi della specie, ripete le indicazioni, che qui ed al- trove sono state fatte per combatterla, sulle piante di Tabacco. Non sarà male per ciò di ritornare sulla storia di questo ne- mico temibile delle piante coltivate e dare alla pratica le no- tizie necessarie per conoscerlo e combatterlo. Descrizione dell’ Heliothis armiger allo stato di uovo, larva, crisalide ed insetto perfetto. Uovo. L'uovo dell’Heliothis armiger (Fig. B 2) è prima bianco e poi bianco-giallognolo, conico-depresso, quasi emisferico, scol- pito, con 25 rilievi longitudinali e con gli spazî interposti striati di trasverso. Il suo asse è quasi eguale al suo maggiore dia- metro, che varia .da mm. 0,5 a 0,6. Quanto poi ai suoi rapporti con l’uovo delle altre nottue, esso ricorda abbastanza bene più che quello dell’ Agrotis ypst- lon, l’altro dell’Agrotis saucia, e dell’ Aletia argillacea con la quale la specie danneggia la coltivazione del cotone in America. LARVA. La larva (Fig. A 1, 1°, Fig. C, Fig. D 2) appena nata è lunga mm. 1,5 circa, e di colore pallido giallognolo uniforme, piuttosto infoscato; poco di poi è quasi di color legno con leggiera ten- denza e con riflesso color fulvo rossiccio, o quasi vinoso, alquanto più scuro sul dorso. Il capo d’altronde è trasverso ed alquanto 10 — 146 — più chiaro, quasi come il ventre ed i fianchi, nei quali gli anelli. sono provvisti di un distinto punto nero, mentre il dorso è. provvisto di punti piliferi con peli relativamente corti e grossi. . 4 Dopo la seconda muta, mano a mano che il bruco cresce, il co- lore si fa sempre più sbiadito e prende tinte diverse secondo le. piante sulle quali gli animali si trovano. Nella zona Vesuviana, presso Napoli, dove si trova ancora qualche campo coltivato @ } Cotone, ho trovato larve grigio-verdognole quasi come quelle. della nostra Cavolaia comune, e larve pallido-verdognole. Sult | formentone predomina la prima delle tinte indicate, come d'altronde nel Pomodoro, nel Peperone, e sulle foglie al pari che nelle capsule dal tabacco. Qualunque sia la stazione sua però, la larva, a metà quasi del suo sviluppo, presentasi già con diverse strie dorso-longitudinali scure, due, una per parte, più. grosse, sui lati, al di sopra delle aperture stigmatiche, gialle, e più sotto un’altra appena sensibile, che nelle varietà verdi. dei bruchi, quando sono adulti, limita iscai bene il campo | chiaro dei lati da quello verdognolo della faccia ventrale. La lunghezza massima alla quale il bruco perviene è di | CIALE LUAVO. $ CRISALIDE. La crisalide (Fig. A 2) è di color rossiccio-scuro, ed ovato- ellittico allungata, lucente, con la estremità dell'addome ter minata in due setole rigide, poco più corte dell’ articolo che. | le porta, ed alquanto ravvicinate all’apice. | La lunghezza della crisalide è uguale a mm. 20-22 circa. | Si trova chiusa in una cella terrosa ovale dello spessore di 1 a 2 mm. circa nelle pareti, e di una lunghezza di 25 a 30 mm. per una larghezza di 8 o 10. INSETTO PERFETTO. Il maschio della specie è di color legno scuro, con le ali anteriori fornite di una fascia basilare molto sinuosa, del co- er, Virle i; va Ra — 140 — . lore del fondo dell’ala, (nella quale si distingue per i due mar- gini scuri) con la macchia orbicolare, ed una fascia sottomar- ginale scura, fra la quale e la precedente si trova la macchia reniforme, anch’ essa, come l’altra, del colore dell’ala. Questo di sopra. Di sotto le ali anteriori portano due macchioline nere. Le ali posteriori sono quasi rosee con venatura scura come la metà esterna di esse, mentre la frangia è del colore indicato. Il capo e la parte anteriore del torace sono del co- lore delle ali anteriori; l'addome è alquanto sbiadito. Fig. B. ei 1? Fig. B. — 1, Heliothis armiger (ef 2 uova, deposte dalla femmina della Fig. A 3, molto ingrandite — 3, cella terrosa della crisa- lide Fig. 42, dalla quale è venuta fuori la farfalla. Il maschio talvolta si presenta anche di color giallo-verda- stro, nella parte superiore del corpo, e di color bianco-rosato, di sotto. i La femmina è per lo più del primo colore indicato per il maschio, o di color fondamentale grigio giallo legno, con la | fascia sottomarginale scura poco ben decisa. Biologia. Le prime farfalle da noi si mostrano nel mese di aprile, quando cominciano gli accoppiamenti, e dopo uno a due giorni segue anche la deposizione delle uova. Le uova che l’insetto depone variano considerevolmente nel numero, il quale è ora di una cinquantina circa, tal’altra su- — 143 — pera il centinaio, e più di una volta ho visto che non sono meno di 200 a 300, mentre gli entomologi americani portano questo numero a 500 circa. È certo in ogni modo che la de- posizione di queste uova ha luogo a piccoli gruppi di due, tre, cinque, sparsi sulla pagina superiore, in quella inferiore, sul picciuolo delle fogli: e sulle rachidi fiorali delle piante, a spese delle quali i bruchi dell’ insetto si nutrono. Fig. C. Fig. C. — Foglia di Tabacco rosa dalla larva dell’ Meliothis armigera. La nascita delle larve si effettua dopo cinque a sette giorni, e quelle mano a mano che nascono cominciano a rodere l’epi- dermide ed il parenchima delle lamine foliari sulle quali si trovano. Ed è così che queste ad un certo momento si vedono | crivellate, per fori piccoli per lo più lineari ed incurvati, che | col crescere dei bruchi si fanno sempre più grandi e le lamine, si presentano presso a poco come nella figura C. Dopo trenta a trentacinque giorni di vita attiva questi bru- chi scendono nel terreno, e quivi subiscono la trasformazione i in crisalide. La profondità alla quale i bruchi scendono per trasformarsi | varia con la natura del terreno: più questo è leggiero e sciolto, | — 149 — e più i bruchi si tengono profondi; più quello è compatto e più i bruchi si accostano alla superficie. La profondità media ad ogni modo varia dai 5 a 10 centimetri. | E inutile dire che la trasformazione ha luogo per lo più lungo i filari e al piede stesso delle piante sulle quali le larve vissero. Dirò invece che, se quelle in via ordinaria si fabbri- cano una cella (Fig. B.3) impastata di terra, mucco e materia serica, possono farne e ne fanno anche meno. Questo costume d’altronde è stato notato, anche per le larve delle Agrotis con particolare riguardo all’ Agrotis ypsi- Zon Rott., qui prima descritta e considerata. In qualunque modo è molto notevole nell’ HeZiothis la irre- golarità dello sviluppo, per la quale alla fine di maggio e ai primi di giugno si hanno già le crisalidi, mentre com- pariscono ancora, si può dire, le farfalle e nascono ancora le larve della prima generazione, la quale per tanto nella sua massa non si completa, o si ‘completa poco prima del mese di luglio. Dirò in seguito della causa di tanto divario, per continuare la storia dell'evoluzione dei bruchi della pri- ma generazione. Questi dopo otto a dieci giorni circa di nin- fosi danno le farfalle, che se ne stanno nascoste, di giorno, e spiccano voli considerevoli la sera e durante la notte; ma nelle ore della sera specialmente, quando si accoppiano ed ha luogo la fecondazione. È in questo momento degli amori che, a simi- glianza di altre nottue, le farfalle degli Eliotidi si levano più a lungo nell’aria e percorrono distanze notevolissime, quasi straordinarie. Una prova l’ho avuta esaminando gli insetti ac- corsi e raccolti nelle lampade della luce elettrica, del centro di Firenze, nei quali ho trovato un gran numero di Yelzotis ar- miger et peltiger provenienti dagli orti e dai campi dei din- torni della città, per un raggio di 2000 a 3000 metri. Un’ altra grande generazione, dopo la prima, evoluziona da noi nei mesi di luglio e di agosto, con uova, che non durano più di 5 giorni a dare le larve, le quali, a differenza di quelle primaverili, raggiungono l’accrescimento necessario nel termine DAR Pei, Sorge di 25 a 80 giorni, ed invece di attaccare le foglie soltanto, molestano le più tenere di queste, i fiori ed i frutti. Fig. D. Fig. D. — 1, Capsule di Tabacco — 2, piccole capsule di cotone perforate dalla larva: dell’ Heliothis. Ai primi di settembre, alla seconda tien dietro una terza generazione di bruchi, che molestano quasi i frutti esclusiva- mente, al primi di ottobre incrisalidano, e nel nuovo stato, in generale, passano l'inverno, per dare le farfalle nell’aprile e nel maggio della primavera seguente. Nel settembre, nell’ ot- tobre stesso poi e nel novembre continua lo sviluppo delle farfalle. In questo tempo però e nel novembre in specie il numero dei maschi è grande rispetto a quello delle femmine, non tanto nel settembre e nella prima metà di ottobre, quanto ai primi di novembre allorchè per ogni 10 individui ne ho trovato fin ad 8 maschi. Evidentemente queste ultime farfalle — 151 — | sono i rappresentanti della quarta generazione, che da noi almeno, all’aperto, vanno interamente perduti. Piante nutrici. Sarebbe assai difficile enumerare tutte le piante a spese delle quali vivono i bruchi dell’Helzotis armiger. Dirò delle principali, e fra esse di quelle che hanno maggiore importanza economica per l’utile diretto, che da esse ne viene all’agricol. tore, e per la facilità con la quale altre ci permettono di di- | struggere con esse la specie ed impedire che vada a diffon- dersi su quelle. Le piante coltivate infette sono anzitutto quelle di Formen- tone fra le graminacee, poi le altre di Tabacco, di Pomodoro, di Peperone, di Alchechenge, di Stramonio e di Belladonna, fra le Solanacee; quelle di Pisello, di Fagioli, di Dolicos, di Soia, di Erba medica, di Cece e di Gladiolo, fra le legumi- nose; quelle di Zucca, di Popone e di Cetriuoli fra le Cucur- bitacee; il Cotone, la Malva e l’Ibisco, fra le Malvacee, senza dire delle Eritrine, delle Resede, dei Gerani e delle altre che st trovano qua e là dappertutto un poco. Danni. Questi variano naturalmente da un luogo all’altro e col va- lore delle piante colpite. Essi da noi si possono considerare . come limitati alle sole coltivazioni del Formentone, in via prin- cipale, ed in ordine secondario alle altre del Tabacco, della Canapa, del Cotone, del Pomodoro, dei Peperoni. La coltiva- zione del Cotone, d’importanza notevole in America, è pochis- simo in uso ora da noi, e non può essere per questo fatta segno di speciale considerazione; ma giacchè non ne è del tutto smesso l’uso, non è male di ricordare come le foglie SATO della pianta e la capsule dalle quali si ricava la sostanza tes-. sile, siano spesso rovinate dall’insetto Sono certo più interessanti 1 danni che l’insetto fa nei Po- midori e nei Peperoni; ma fortunatamente la raccolta succes- siva, frazionata, che si fa dei frutti impedisce che questi va- dano a male in gran numero. La Canapa può soffrire e soffre anch’ essa talvolta della presenza dell’eZiotis, ma i danni riguardano le piante femmine soltanto, per le infiorescenze, così che si riducono alla sola perdita del seme. Sui Fagioli, sui Piselli, sulla Medica, sul Cece non si hanno veri esempî di danni da noi, a quella guisa che passano affatto inosservati gli altri che potrebbero riflettere la Malva, l’Altea, l’Ibisco, e le altre piante ricordate. Quelle invece sulle quali bisogna richiamare l’attenzione della pratica economica sono le piante di Tabacco, e quelle di Formentone più specialmente considerate. Il Tabacco è attaccato tanto sulle foglie quanto nei frutti con danni nel primo caso assai più notevoli che nell’evenienza della distruzione dei frutti, per quanto anche questi possano avere ed abbiano un valore talvolta non disprezzabile per l’agricoltore. Le condizioni nelle quali più spesso sono ridotte le foglie e le capsule delle piante di Tabacco sono come quelle indicate relativamente nelle figure C, D 1. La figura E 1,2, dà invece una idea degli effetti malefici della presenza dell’insetto nelle spiche di formentone, che pre- sentano gli acini corrosi e la corrosione estesa alla maggior paite o, ad una parte considerevole al meno della spica. Questa è talvolta attaccata e compromessa negli acini dell’ apice sol- tanto; altra volta è attaccata nel mezzo o alla base, e nelle annate di grande invasione essa è quasi interamente rovinata dai bruchi, che in numero di tre, quattro o cinque, vi pene- trano per il fascio del capillizio, quando non attraversano le brattee, per ridurle nelle condizioni indicate. Gli acini di for- mentone intaccati intanto, specie quando sono ancora teneri, Fig. E. — Spiche di Formentone attaccate dalle larve dell'IZeliothis armiger Hùbn. — 154 — fermentano insieme agli escrementi dell'insetto e questo fa sì che anche gli acini non contaminati acquistino un sapore sgradevole, che li rende inadatti tanto all’alimentazione del- l’uomo che a quella del bestiame. Dalle mie osservazioni resulta poi che nei formentoni di collina l’insetto alligna meno che in pianura, e quivi la diffu- sione maggiore sì ha lungo i fiumi, e dovunque la matura- zione è relativamente tardiva, i danni sono più gravi ancora che nelle pianure aperte, quasi che l’asciutto contrarî insieme la coltivazione e l’insetto che la molesta. In qualunque modo nella valle dell'Ofanto, in quella del Sele, ed in altre dell’Italia meridionale da me visitate, negli anni della infezione si perdono diversi decimi del raccolto. Basti dire che dove si raccoglievano 30, 60, 90 sacchi di for- mentone, se n’ebbero 20 o 80, in alcuni casi, ed in altri questo numero si trovò ridotto così da ritenere che nelle annate ver- minose viene a mancare quasi affatto il raccolto. Se questi dati non bastassero per convincere della grande nocevolezza dell’insetto, vi sono le indicazioni degli americani i quali riferiscono che dove si contava di raccogliere 436,000 misure di formentone, se ne ebbero 5000 soltanto! Contrasta singolarmente poi da noi il fatto che l’insetto, pur arrecando danni gravi al Granturco, non intacca i Fagioli; ed il contrasto è tanto più forte, dove le due piante sono consociate, da far pensare ad un comportamento diverso della specie secondo i luoghi e le varie coltivazioni fra le quali si trova. Nemici dell’ He/iothis armiger. Gli uccelli non risparmiano le farfalle che trovano, per quanto i costumi di queste siano tali da non esporle facilmente all’azione di quelli. Qualche larva, di quelle della prima e della seconda gene- o (3 — 155 — razione, può cadere anch’essa preda di questi volatili; ma gli effetti ultimi della infezione sulle piante non mutano certa» mente per questo. Un effetto meno trascurabile si può attendere dall'azione degli insetti predatori e dai parassiti. Degli insetti predatori, ai quali si devono unire i ragni, secondo Glover, il prof. Jones ricorda le larve dei Coccinellidi, l’Acanthocephala femorata, il Prionotus cristatus, il Podisus spinosus e le larve dei Cicindelidi. Senza togliere importanza al buoni uffici di questi animali e di altri, ritengo col Tre- ‘lease che fra essi emerga l’efficacia, spesso contradetta, delle Formiche, le quali attaccano in gran numero le piccole larve in vicinanza dei formicai e tutte le crisalidi situate presso di quelli. Come le larve delle Agrotis poi, anche quelle delle /elzoth:s, in date circostanze, esercitano la preda fra esse, scannandosi a vicenda, ma il danno maggiore viene loro più spesso dai pa- rassiti, fra i quali gli entomologi americani mettono in vista la Tachina anonyma Riley, la Tachina aletiae e la Tricho- gramma pretiosa Riley, che attacca le uova mentre i due pre- cedenti colpiscono le larve. Al numero di questi parassiti possiamo unirne due altri, la Tachina noctuarum Desv., fra i Ditteri, ed il Campoplex pugtlator Grav., fra i microimenotteri. Mezzi di difesa. Fra i provvedimenti di ordine colturale è notevole quello della rotazione agraria, sostituendo le piante più infette con le altre meno colpite o immuni dalla infezione. Consiglierei l’uso delle Fave, dei Fagioli e del Trifoglio, le quali, ch’io mi sappia, non sono state mai danneggiate da noi. Lo stesso grano nessuno ancora l’ha trovato qui infetto e l’indicherei vo- — 156 — lentieri se non fosse di uso troppo comune anche dove l’uso stesso dovrebbe essere assai castigato. Ove tale sostituzione per ragioni economiche non fosse pos- sibile e non si potesse effettuare, bisogna ricorrere necessaria- mente ai mezzi della difesa diretta contro l’insetto, del quale si possono prendere di mira le farfalle, le crisalidi e le larve. Contro le farfalle. Per la raccolta e la distruzione delle farfalle ha osserva- zioni interessanti, in America, il Sig. Schwarz, che descrisse e dietro esperimenti propose l’uso delle lanterne-trappola dalle quali ricavò benefizî notevoli il Sig. Crane. Resulta anche a me che questi apparecchi possono essere utili allo scopo desi- derato, però devono essere molti, la luce deve essere vivissima, come quella delle lampade elettriche, e le operazioni vanno anticipate, e protratte così, da non lasciar tempo agli insetti di deporre le uova, per non far opera inutile. Fanno seguito le osservazioni di Sorsby sull’uso dell’aceto con melassa, per attrarre e prendere le farfalle. A questo scopo VA. ha consigliato un miscuglio di aceto e melassa distribuito in tante scodelle e queste situate a certa altezza, fra le piante, sopra sostegni adattati e sparsi nel campo così da contenerne uno per ogni tre acri di coltivato. L’agguato si tende di sera poco prima che cominci la comparsa delle farfalle, e si lascia in posto tutta la notte, per visitare i recipienti il mattino suc- cessivo. Si è visto così che restavano da 18 a 35 farfalle nel liquido di ogni piatto, in principio; in prosieguo il numero fu anche maggiore, e poi diminuì di nuovo fino a prendere due o tre farfalle soltanto per recipiente. Come conseguenza della difesa fatta l’A. afferma che l’anno dopo i danni furono insi- gnificanti; ciò che è possibile giacchè ripetendo le esperienze nelle varie coltivazioni erbacee delle Cascine (Firenze) ho vi- sto che un numero considerevole di nottue si raccolgono nei vasi col miscuglio della sostanza indicata. — 150 — Contro le crisalidi. Molto più interessante è per me la raccolta e la distruzione delle crisalidi, e al quale oggetto mi sia permesso di affermare la poca utilità della compressione del terreno consigliata contro di esse, perchè non si perviene quasi mai allo scopo desiderato. Sono fautore invece della ripetuta lavorazione su- perficiale del terreno allo scopo di mettere in vista e raccogliere la maggior parte almeno delle crisalidi che devono dare poi le farfalle, ed impedire così che siano infettate le nuove col- tivazioni. Ove in queste operazioni si vedesse che gli insetti allo stato di crisalide non fossero numerosi nel campo, sì ricerchi nelle prode e nei cigli dei fossi, perchè le Meliothis non sfuggono in questo alla legge comune delle altre nottue, di allontanarsi talvolta dalle piante, dopo di averle rovinate, e allontanarsene quando non vi è più materiale abbondante per 1 bruchi delle successive generazioni. Se la specie poi avesse una sola generazione nell’ anno sarebbe inutile discutere sul momento opportuno di queste operazioni; ma essa ne ha di più, ed è qui bene di ricordare che i primi lavori van fatti nel tempo stesso della prepara- zione del terreno per la semina, o per il trapianto, secondo che si tratta di Formentone, di Canapa, o di Tabacco, e ciò, naturalmente, per impedire per quanto è possibile che la infe- zione si ripeta nel nuovo anno. Siccome poi, le generazioni si ripetono, e si ripetono pure i lavori di sarchiellatura e di rin- calzatura, si ripetano, contemporaneamente pure, la ricerca e la distruzione delle crisalidi, che si trovano al piede delle piante, lungo i filari stessi, o negli interfilari, fra esse. Contro le larve. La distruzione delle larve è una necessità determinata dalla mancanza dell'uso dei metodi precedentemente indicati, ed essa — 158 — si impone tanto più in quanto si tratta di eliminare la vera. causa diretta dei danni e questi stessi che con quella si ripe- tono nelle coltivazioni. L’azione spiegabile contro i bruchi può essere meccanica e chimica. La prima si riduce alla raccolta diretta dei bruchi e delle parti delle piante nelle quali ad un certo momento quelli si trovano nascosti; ed essa riesce certo ad effetti salutari tanto nelle coltivazioni di tabacco, quanto nella difesa del formen- tone, perseguitando gli insetti nelle infiorescenze e sulle foglie tenere di quelle. Nel caso speciale del formentone poi questo modo di difesa può sopprimere quasi tutta la infezione, ove sì operi, racco- gliendo anticipatamente, al momento della raccolta. A me con- sta infatti che nel settembre i bruchi dell’Heliothis sono tutti nelle spiche, e che queste allora sono anche mature. Ora rac- cogliendo subito ci è modo di rovinare quasi tutte le larve, schiacciandole mano a mano che si incontrano nello scartoc- ciamento delle spiche. La difesa con gli insetticidi non sarebbe possibile per ra- gioni biologiche ed economiche nei campi di Formentone, per-. chè le larve appena nate invece di rodere le foglie e le brat- tee esterne delle spiche si nascondono nelle inflorazioni non ancora sguainate della pianta, di primavera, come nell'autunno si nascondono nelle spiche. Questa difesa è possibile invece nelle coltivazioni di Ta-. bacco e di Cotone, quando le larve vivono delle foglie, e sulle piante della Canapa quando quelle ne rovinano le infiorescenze | ed i frutti. Per metterla ad effetto si può far uso delle sostanze | velenose e dei liquidi asfissianti, per uccidere, o Dai allonta- nare gli insetti dalle piante. n i Delle sostanze velenose gli Americani hanno indicato il $ Verde di Parigi e la Porpora di Londra, ma li ritengo poco 3 alla mano e molto pericolosi per noi. Il Piretro che in America è stato indicato per la difesa d — 159 — del Cotone, ecc. mi sembra troppo costoso. Darei la preferenza all’estratto non fenicato, neutralizzato, di Tabacco, unito al sapone. L'estratto di Tabacco agisce per la Nicotina e per gli altri alcoloidi che contiene, e va preso in misura tale da portare nel liquido una quantità di materia attiva non inferiore all’1 per 100 di liquido diluito, nel quale sciolto 1°1!/ al 2°, di sa- pone, si ottiene un insetticida efficacissimo anche contro le larve dell’HeZiothis. Quanto poi a tener lontane od a ridurre almeno la simpa- tia dei bruci per le foglie delle piante ritengo opportuno la soluzione di sapone alla naftalina, ripetendo l'applicazione due o tre volte di seguito con l’intervallo di 8 a 10 giorni fra un'operazione e l’altra. CAL SERE E SARI an La Cronaca della R. Stazione Rntomologica di Firenze DAL 1886 AL 1900 con note ed appunti del Dott. GIACOMO DEL GUERCIO Il nome di un animale, quello delle piante, degli animali, delle masserizie, o dei prodotti delle industrie, che ne pati- scono l’azione; il nome del luogo e quello degli interessati, che fanno rimostranza e chiedono notizie sulla natura del male e sul modo di combatterlo, sono gli elementi di questa cronaca, senza della quale non sarebbe possibile serbar ricordo delle varie dimostrazioni che gli animali e gli insetti ripetono nello stesso luogo ed in luoghi differenti; e mentre sarebbe difficile i farsi un esatto criterio delle infezioni più frequenti e più no- cive, sarebbe meno facile la ricerca e più malagevole la scelta del momento, per procedere alla limitazione degli animali ed assicurare alle piante, agli animali domestici ed alle cose in- dicate la pace necessaria per ricavarne l'utile voluto. La cronaca dei fatti e delle notizie delle apparizioni degli animali nocivi venuti a conoscenza della R. Stazione, e da essa esaminati e discussi, dal i886 al 1900, implica l’attività de- 3 gli ultimi 15 anni di questo Istituto, che, con essa, per 1 fatti compiuti, da nuova e più valida prova dell’utile crescendo, . che nello svolgimento dell’opera sua ha portato costantemente | e senza rumore nel campo della scienza ed in quello della pra- tica applicazione. Trattandosi d’una cronaca, non si discute l’ordine col quale le notizie sono state anno per anno registrate. ll ME a — 162 — L’iliustre mio Direttore, accennando, altrove, a questo stesso lavoro, con la cronaca degli scambî delle notizie e dei mate- riali di studio, con gli istituti congeneri ed affini, con gli agri- coltori e gli industriali interessati, ha fatto ravvicinamenti ed ha intercalato fra una notizia e l’altra delle osservazioni che qui non si possono riportare, per il gran numero delle comu- nicazioni, per lasciare a queste il pregio dell’ ordine col quale si sono successe nel tempo e nello spazio, senza interruzioni, e per aggruppare i diversi avvenimenti più tardi intorno alle varie coltivazioni, agli allevamenti degli animali e ai prodotti | naturali e trasformati, che dagli animali e dagli insetti più specialmente, volta a volta, in questo lungo periodo di anni, sono stati presi di mira. I. — Coltivazioni di piante erbacee. Cereali. Foraggi e prati. Baccelline da seme. Piante da tubero e da radice carnosa. Piante ortensi. Piante industriali. II. — Coltivazioni di piante legnose. Vite. Olivo. Aerumi. Alberi da frutto. Piante da foglia e da succo. Piante boschive ed ornamentali. III. — Allevamenti di animali. IV. — Derrate in natura e prodotti trasformati diversi, delle industrie e dell'economia domestica. V. — Macchine entomologiche e sostanze necessarie per la distruzione degli animali nocivi. — 163 — Ecco la sistemazione che sarà data più tardi ai fatti indi- cati, nè vedo che ve ne possa essere un’altra che meglio di essa metta insieme gli animali, le piante ed i prodotti loro con gli animali e gli insetti che ne hanno compromesso e ne compromettono la vita ed il valore. Ad ogni modo, seguendo il sistema indicato, la cronaca dei fatti relativi alle coltiva- zioni delle piante erbacee e a quella delle piante legnose, è come appresso indicata. ANNO 1886. I. Coltivazioni di piante erbacee. . Parma 17 Febbraio Comizio Agrario. Frumento. Zabrus tenebroides Goez., Bibio hortulanus L., Tetanocera ferruginosa Fall. . Milano 9 Aprile Pini Dott. Napoleone. Gramigna. Larve di Dittero (Lonchaealasiophthalma Macq.). . Firenze i 21 Maggio Comizio agrario. Grano ammalato. . Conegliano (Prov. di Treviso) 9 Giugno Stradaioli Prof. Giuseppe. Formentone. Larve d’insetti indeterminate. . Rufina (Prov. di Firenze) 16 Giugno Paoli Giovanni. Grano. Lopus lineolatus Brùl. . Conegliano (Prov. di Treviso) 29 Giugno Stradaioli Prof. Giuseppe. Formentone. Agriotes lineolatus Brùl. LO. HOlE — 164 — Sondrio 4 Luglio Gerini Prof. Carlo. Granturco. Afidi delle radici di granturco (Tychea Seta- riae Passerini). Sondrio 12 Luglio Gerini Prof. Carlo. Granturco. Tychea Setariae Passer. SnPalista 17 Luglio Comizio Agrario. Erba medica. Anghiari (Prov. di Arezzo) 16 Agosto Comizio Agrario. Podere sperimentale « La Palaia ». Tabacco. Agrotis exclamationis L. var. Rovigo 24 Novembre Scuola ambulante di agricoltura pratica della provincia di Ro- vigo. Formentone in erba. Agriotes lineatus L. (larve). II. Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ECC. . Roma i 25 Gennaio R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Agrumi. Pidocchio negli Agrumeti di Reggio Calabria. . Palermo 28 Gennaio Puglia Augusto. Agrumi attaccati da insetti. . Gallico (Prov. di Reggio Calabria) 3 Febbraio Municipio. i Agrumi attaccati da insetti. . Bologna 4 Febbraio. Bianconcini C. Vite. Malattie della vite. È i: Ò ba aL 7 4 = i Da Bi pi 9 Dr ne o Ù è PS à S # Li E 10. HE 12. 13. 14. 15. 16. — 165 — . Forano (Sabina Umbria) 7 Febbraio Polioni Pietro, Guardia campestre. Vite. Oecanthus pellucens Scop. .Roma 24 Febbraio R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Insetti nei vigneti di S. Giorgio Lucano. . Teramo 8 Marzo Comizio agrario. Insetti dannosi alle viti. . Piacenza 17 Marzo Comizio agrario. Insetti dannosi alle viti. . Roma 95 Marzo R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Esportazione di piante dai Comuni dichiarati infetti o sospetti. Rieti 9 Aprile Comizio Agrario. Malattia degli olivi. Roma 14 Aprile R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Malattia dei gelsi (Morus alba L.). Roma 17 Aprile R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Visita alle infezioni fillosseriche di Como e Milano. Proserpio (Prov. di Como) 23 Aprile Municipio. Malattia dei gelsi (Morus alba L.). Roma 24 Aprile R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Malattia dei gelsi (Morus Alba L.). Canzo (Prov. di Como). 23 Aprile Municipio. Malattia dei gelsi (Morus alba L.). Baronissi (Salerno) 50 Aprile Rocco Giovanni. Malattia nei frutti. TUT 13. 19. BRERA e eo n — 166 — Asso (Prov. di Como) 2 Maggio Municipio. Malattia dei gelsi (Morus alba L.). Livorno 3 Maggio R. Prefettura. Vite (Vitis vinifera L.) infetta. Salerno 4 Maggio R. Prefettura. Vigilanza dei vigneti., 20. Roma 4 Maggio R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Malattia delle viti. 21. Conegliano 6 Maggio Cuboni Giuseppe. Insetti-dannosi alle viti. 22. Roma 10 Maggio R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, da Ba- ronissi (Salerno). Insetti delle piante arboree (frutti di pero). Diplosîs nigra Mg. 23. Crema 12 Maggio Griffini L. Insetti dannosi ai Peri (Pirus communis L.). Carpocapsa pomonella L. 24. Roma 18 Maggio R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Vite. Comparsa d’insetti nocivi a Sala Consilina. RAyn- chites alni Mull. 25. Catania 19 Maggio Aloi Prof. A. Vite. Galle di Cecidomyia (C. oenophila Heim.). 26. Genova 20 Maggio Revel E., Delegato fillosserico. Viti ammalate 27. Sarzana (Circond. di Levante) 22 Maggio Comizio Agrario. Viti ammalate. 29. 30. Sl. 32. 39. Sd. 35. 36. 37. 98. — 167 — VialliIofld'ell'afbuca nia 22 Maggio R. Sotto-Prefettura. Malattia delle viti. Roma 22 Maggio R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Viti ammalate. Baronissi (Salerno) 24 Maggio Rocco Giovanni. Malattia nei frutti. Parma 24 Maggio Passerini Prof. G. Viti (Vitis vinifera L.) Ino ampelophaga Bagle. Rimini 28 Maggio Comizio Agrario. Viti ammalate. Mieriomia ; 28 Maggio Mariacher Prof. Giovanni. Vite. Coccidi (Pulvinaria Vitis Targ.). Siena 29 Maggio Dei Apelle. Gelso. Coccidi (Lecanium cymbiforme Targ.). Firenze 31 Maggio Alpe Prof. Vittorio, Segretario del Comizio Agrario. Viti ammalate. Ancona 31 Maggio Paolucci Prof. L. Viti (Vitis vinifera L.). Erinosi (Phytoptus Vitis Land.). Arezzo 2 Giugno R. Prefettura. Viti. Rhynchites Alni Mill., Rhinomacer Betulae L. o betu- leti Fabr. Roma 5 Giugno R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. (Spedizione non pervenuta). — 1683 — 39. EKirenze Comizio Agrario, Segretario Prot V. Alpe. Viti. Bombyx neustria L. 40. Altopascio (Prov. di Lucca) 6 Giugno Osservatorio bacologico Viti. Bruci dei grappoli. (Eudemis botrana Schiff. e Con- chylis ambiguella Hiùbn.). 41. Verona 7 Giugno Mariacher Prof. Giovanni. Viti. Pulvinaria Vitis Targ. 42. Valle (Dicomano, in Prov. di Firenze) 7 Giugno Focardi Lorenzo. Peri e Meli. Hyponomeuta sp. 43. Firenze 7 Giugno Comizio Agrario, Segretario Prof. V. Alpe. Viti. Osmia. 44. Cossato (Prov. di Novara) 7 Giugno Lanza ex Sindaco Viti. Glandule delle viti. 45. Rocca San Casciano (Prov. di Firenze) 8 Giugno Comizio Agrario. Viti. RAynchites Ami Mull., ? Rhinomacer betuleti Fabr. e Phytoptus Vitis Land. 46. Camposampiero (Prov. di Padova) 10 Giugno Comizio Agrario Viti (uva). Eudemis botrana Schiff, Conchylis ambi- quella Hibn 47. Pisa 11 Giugno | Salvini Ing. Giuseppe. | Viti (uva). Eudemis botrana Schiff, Conchylis ambi- | quella Hibn. | 48. Castel San Pietro (Prov. di Bologna) 16 Giugno | Tanari March. Luigi Pere. Larve d’insetti nelle giovani pere. Sciara PyriSchmd. | (ditteri e parassiti). 50. 51. D2. 53. 54. 55. 56. DI. 58. 59. — 169 — . Siena 16 Giugno Dei Apelle Viti. Lecanium cymbiforme Targ. — Olivi. Euphyllura Oleae Fòrst. Imola (Prov. di Bologna) 16 Giugno R. Scuola pratica di agricoltura per la provincia di Bologna in Imola. ì Viti. Antispila Rivillei Staint. Roma 16 Giugno Società generale dei viticultori italiani. > Viti. Otriorhynchus? Montefalcone (Poggibonsi) Prov. di Siena 18 Giugno Bargagli Cav. Piero. Viti (uva). Eudenris botrana Schiff. e Conchylis ambi- quella Hibn. Rocca San Casciano (Prov. di Firenze) 20 Giugno Comizio Agrario. Meli. Hyponomeuta cagnagellus Hiùbn. Massa (Prov. di Massa-Carrara) 21 Giugno Comizio Agrario Viti (uva). Eudemis botrana? Schiff. Comune di Mordano (Prov. di Bologna) 22 Giugno R. Prefettura. Viti. -Fitoptosi (Phytoptus Vitis Land.). Perugia 26 Giugno R. Prefettura. Viti. Roma 26 Giugno R. Ministero di Agricoltura, ecc. Distruzione della Melolontha (Processo adoprato in Bel- gio, indicato dal Sig. Alessio Fedele). Pavia 27 Giugno Istituto botanico della R. Università. Viti. Catania (Sicilia) 28 Giugno R. Scuola di viticoltura ed enologia. Viti. Antispila Rivillei? Staint. “ VI td iP Li; Un de tu COSA de — 170 — 60. Capraia (Liguria) Isola nella Prov. di Genova 30 Giugno Colonia penale agricola. Viti (uva). Eudemis botrana Schiff. 61. Catania 1.° Luglio Aloi Prof. A. Cecydomyia oenophila? Heim. 62. Fermo (Prov. di Ascoli Piceno) 2 Luglio Comizio Agrario. Viti. Erinosi o Fitoptosi. 63. Ascoli Piceno 2 Luglio R. Prefettura. Viti. Erinosi o Fitoptosi. Infezione crittogamica incerta spedita al R. Laboratorio crittogamico di Pavia. 64. Pavia 4 Luglio Istituto botanico della R. Università. Viti. Sospetto insussistente di Fillossera. 65. Firenze 6 Luglio Baroni Paolo. Viti. Fitoptosi o Erinosi (Phytoptus Vitis Land.) e Pe- ronospora principalmente sugli acini dell'uva. 66. Ascoli Piceno 6 Luglio R. Prefettura. Viti. RAynchytes Alni Mull., ? (R. betuleti F.). 67. Casalmaggiore (Prov. di Cremona) 7 Luglio Comizio Agrario. Viti. Antispila Rivillei Staint. 68. Roma 8 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. 69. Treviso 9 Luglio Comizio Agrario. i Viti. Anaspîs pulicaria Costa. 70. Roma 14 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. Eudemis botrana Schiff., Conchylis ambiguella Hùbn. TI. 12. 19. 14. 75. 76. ARE 78. 19. 80. 81. — 71 — Roma i 14 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Olivo. Rogna e alterazione non definita. Treviso 20 Luglio Comizio Agrario. Viti. Anaspis pulicaria Costa. Pitigliano (Prov. di Grosseto) 20 Luglio Associazione agricola pitiglianese. Viti. Malattia non definita. Vicenza 21 Luglio Comizio Agrario. Viti. Malattia non definita e spedita al R. Laboratorio crittogamico di Pavia, dal quale non si ebbe risposta. Petrella Salto (Prov. di Aquila) 22 Luglio Comune. Viti. Fitoptosi o Erinosi. Venezia 28 Luglio Ninni Conte A. P. Muri della Città. Lithosia caniola Hibn. Roma 28 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. Eudemis botrana Schiff., Conchylis ambiguella Hibn. Roma 28 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Meli. Schyzoneura lanigera Hausm. Capraia (Liguria), Isola nella Prov. di Genova 28 Luglio Colonia penale agricola. Meli. Schyzoneura lanigera Hausm. Pisa 5 Agosto Laboratorio di chimica agraria della R. Università. Viti (uva). Eudemis botrana Schiff. e Conchylis ambi- guella Hibn. Roma 5-7 Agosto Società generale dei viticultori italiani. Viti (uva). Eudemis botrana Schiff. e Conchylis ambi- quella Hùbn. 82 83. 84. 88. 89. 90. 91. sea de S. Ilario d'Enza presso Olmo (Prov. di Regio Emilia) 12 Agosto i Pattini Severino. Viti. Richiesta di un catalogo descrittivo dei danni e dei rimedi contro gli insetti che danneggiano la vite. Savona (Prov. di Genova) 12 Agosto Comizio Agrario. Viti. Haltica ampelophaga Guer. Men. Palermo 13 Agosto Società di acclimazione e agricoltura in Sicilia. Agrumi. Parlatoria Lucasii Targ. . Roma 14 Agosto R. Ministero di Agricoltura, ecc. i Viti. Erinosi nel Comune di Murazzano (Circondario di Mondovì. . Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 14 Agosto Direzione del giornale « Il Coltivatore ». Viti. Antispila Rivillei Staint. aluuicica 15 Agosto Mazzarosa March. Olivi. Dacus Oleae F. Bari 20 Agosto Fato Antonio. Viti. Oecanthus pellucens Scop. Cortona (Prov. di Arezzo) 21 Agosto | Gallai Ing. Antonio. ; Viti. Eudemis botrana Schiff., Conchylis ambiguella Hiùbn. Palermo 23 Agosto Puglia Augusto. Agrumi. Parlatoria Zizyphi Luc., o P. Lucasii Targ. Roma 24 Agosto . R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Provvedimenti fillosserici. . Roma 1.° Settembre R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Gelsi. Alterazioni indefinite. — 173 — 193. Atene (Grecia) 1.° Settembre. Gennadius Prof. A. Viti. Eudemis botrana Schiff, Conchylis ambiquella Hiùbn, 94 Roma (Lecce) 16 Settembre R. Scuola pratica di agricoltura Cavoli ? 95. Arezzo | 20 Settembre R. Prefettura. Fitoptosi o Erinosi (Phitoptus Vitis Land.). | 96. Foggia 21 Settembre. R. Prefettura. Viti. Marciume 97. Roma 21 Settebre. R. Scuola pratica di agricoltura. Viti. Othiorrhynchus? 98. Firenze i 20 Ottobre Kuhfus E., Reggente il Consolato di Germania in Firenze. Richiesta di pubblicazioni sopra la fillossera. 99. Firenze 20 Ottobre Console di Russia in Firenze. Richiesta delle conclusioni delle conferenze sulla fillossera. 100. Roma 2 Novembre R. Ministero di Agricoltura ecc. Viti. Richiesta di un programma di studi sulla biologia della Fillossera. 101. Firenze 3 Novembre Bulizza C. A. Viti. ‘Coltivazione di viti americane. 102. Catania (Sicilia) 38 Novembre. R. Scuola di Viticultura ed enologia. Viti. Antispila Rivillei Staint. 103. Catania 3 Novembre R. Scuola di viticultura ed enologia. Ciliegi e Meli. Lyonetia Klerkella L. — 174 — 104. Roma I 17 Novembre 105. 106. 107. 103. 109. 110. Hol 112. R. Ministero di Agricoltura ecc. Olivi. (Il R. Ministero invitava a richiedere alla R. Pre- fettura di Porto Maurizio saggi in alcool d’ insetti che si dicevano di aver danneggiato l’anno prece- I dente e danneggiare in questo gli olivi. Fu fatta la richiesta, ma non si è avuta risposta nè la spedi- zione desiderata. Roma 19 Novembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (da Sassari, Sardegna). Olive (frutto). Dacus Oleae F. Reggio Calabria 2 Dicembre Commissione ampelografica. Viti. Erinosi. Roma 2 Dicembre R. Ministero di Agricoltura ecc. Olive. Dacus Oleae ? Rossi. Cagliari 6 Dicembre Meloni-Piras avv. Sisinnio. Agrumi. Mytilaspis fulva Targ. i Reggio Calabria 18 Dicembre Commissione ampelografica. Agrumi. Mytilaspis fulva Targ. Cagliari 3 50 Dicembre Meloni-Piras avv. Sisinnio. Agrumi. Mytilaspis fulva Targ. PIANTE BOSCHIVE ED ORNAMENTALI. Torino 14 Gennaio Ripartimento Forestale. Pini. Chnethocampa pityocampa Schiff. , Paisia 22 Marzo Caruso Prof. Girolamo, Direttore della R. Scuola Superiore d’ Agraria. Pini. Insetti dannosi ai Pini nel Butese. — 175 — 113. Conegliano 21 Maggio Stradaioli G. Querce. Lasiocampa quercifolia L. 114. Firenze. 30 Maggio Marrucchi Ing. Dott. Luigi. Pioppi. Bruci dannosi. 115. Lago di Bientina (Prov. di Pisa) 1.° Giugno Marrucchi Ing. Dott. Luigi. Pioppi ed altre piante. Larve di coleotteri: nel terreno. 116. Aosta (Prov. di Torino). 8 Giugno Comizio agrario. Spino bianco. Hyponomeuta sp. 117. Firenze 9 Giugno Cavanna Dott. Guelfo. Euonymus latifolius. Follicoli e spoglie di Porthesia chry- sorrohea L. 118. Imola (Prov. di Bologna) 12 Giugno R. Scuola pratica di Agricoltura. Ulmi e Salici. Galeruca calmariensis Fab. e Lina Populi L. 119, Camposampiero (Prov. di Padova) 16 Giugno Comizio agrario. Ontani. Agelastica Alni L. (Larve). 120. Savona (Prov. di Genova) 16 Giugno Municipio. Lecci. Kermes Bauhinii PI. 121. Pisa 18 Giugno i Comizio agrario. Pini. Myelophilus piniperda L. 122. Moncioni presso Montevarchi (Prov. di Arezzo) 18 Giugno Gaeta avv. Giuseppe. Abies nobilis. Dioryctria Abietella S. V. -123. Firenze 22 Giugno Alpe Prof. Vittorio. Olmi. Tetraneura Ulmi Deg. 124. Roma 14 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Querci. Ocneria dispar L. 125. 130. 131. 132. 155. — 176 — Pisa 17 Luglio Comizio Agrario. Pini. Myelophylus piniperda L. . Moncioni presso Montevarchi (Prov. di Arezzo) 21 Luglio | Gaeta Cav. Avv. Giuseppe. Cipressi. Phloeosinus Thujae? Perr. . Roma 24 Luglio | R. Ministero di Agricoltura, ecc. Querci. Ocneria dispar L. . Bagni di Lucca 15 Agosto | Targioni-Tozzetti Prof. AGOIES Platani. Lithocolletis Platani Staud. . Rocca San Casciano (Prov. di Firenze) 30 Agosto Tassinari Alessandro. Bossolo. Cecidomyia (Diplosis) Buxi Laboulb. Pisa 50 Agosto | Amministrazione della Casa di S. M. | Pini. Myelophilus piniperda L. Pisa 23 Settembre | Comizio Agrario. Pini. Myelophylus piniperda L. Venezia 6 Novembre Ninni Conte A. P. Thuja (siepi). Oxycarenus Lavaterae F. Firenze 25 Novembre Bargagli Cav. Piero. Siepi. Oxycarenus Lavaterae F. ANNO 188”. Je Coltivazioni di piante erbacee. 1. Osoppo (Prov. di Udine) 30 Gennaio Leoncini Dott. Domenico. Formentone. Agriotes lineatus L. 2. Rovigo 10 Febbraio Scuola ambulante di agricoltura pratica della provincia di Rovigo. Frumento. Cecidomyia destructor Say., C. frumentaria Rond. _3. Rettinella di Loreo (Prov. di Rovigo) 24 Febbraio Bisinotto Carlo, Agente dei Conti Papadopoli. Frumento. Cecidomyia destructor Say., C. frumentaria Rond. 4 Modena 5-7 Aprile Massa Camillo. | Canapa. Bibio hortulanus L. (larve). 5. Rettinella di Loreo (Prov. di Rovigo) 18 Aprile Bisinotto Carlo, Agente dei Conti Papadopoli. Grano. Cecidomyia ed Ayriotes lineatus L. (larve). 6. Rovigo 21 Aprile Casalini Gio. Batta. presidente della Scuola ambulante di agri- coltura pratica della provincia di Rovigo. Grano. Agriotes lineatus L. 7. Rovigo 21 Aprile Casalini Gio. Batta. presidente della Scuola ambulante di agri- coltura pratica della provincia di Rovigo. Formentone. Agriotes lineatus L. 12 — 178 — 8. Rovigo Doni Prof. Pietro Grano. Agriotes lineatus L. 9. Rovigo Doni Prof. Pietro Formentone. Agriotes lineatus L. 10. Brescia R. Scuola pratica di Agricoltura, ecc. Piselli. Agriotes sp. (larve). ll. Roma R. Ministero di agricoltura, ecc. Grano. Agriotes lineatus L. nel Polesine. 12. Firenze. Bargagli Nobile Piero Fave. Muffe e larve di Lixus Algirus L. 13. Casalmonferrato (Prov. di Alessandria) Direzione del Giornale « Il Coltivatore » Grano. Agriotes lineatus L. 14. Casalmonferrato (Prov. di Alessandria) Direzione del Giornale « Il Coltivatore » Formentone. Infezione di terreni nel Polesine. 15. Modena Massa Camillo Canapa. Bibio hortulanus L. (larve). 16. Rovigo Doni Prof. P. Grano. Agriotes lineatus L., nel Polesine. 17. Rovigo Doni Prof. P. Formentone. Agriotes lineatus L., nel Polesine. i 18. Milano Franceschini Felice Grano. Agriotes lineatus L., nel Polesine. 19. Milano Franceschini Felice 3 Formentone. Elater o Agriotes lineatus L., nel Polesine. 22 Aprile 22 Aprile 29 Aprile, Ì i | 29 Aprile hi DI I 14 Maggio | |$ È 16 Maggio. 16 Maggio 16 Maggio î — 1799 — 20. Rovigo 27 Maggio Scuola ambulante di agricoltura pratica della provincia di Rovigo. Grano. Agriotes lineatus L, nel Polesine. 21. Rovigo 27 Maggio Scuola ambulante di agricoltura pratica della provincia di Rovigo. Formentone. Agriotes lineatus L., nel Polesine. 22. Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) L Giugno Direzione del giornale « Il Coltivatore ». Formentone. Larve di Agriotes lineatus? L. 23. Parma. 3 Giugno Rigacci Carlo. i Frumento. Cecidomyia destructor Say. 24. Tolmezzo (Prov. di Udine) | 4 Giugno Distretto forestale. Praterie. Larve d’insetti dannose alle piante dei prati. 25. Adria (Prov. di Rovigo) i 6-7 Giugno Municipio. Formentone. Agriotes lineatus L. (larve). 26. Gioia dal Colle (Prov. di Bari) 9 Giugno Scuola consorziale di Viticultura ed enologia. Viti. Insetti xilofagi indeterminati (larve). i 27. Taggia (Prov. di Porto Maurizio) 10 Giugno Spigno, Delegato fillosserico. (Spedizione di pali iniettori e di solfuro di carbonio ad Adria per esperienze contro le larve di Agriotes lineatus L.). 28. Adria (Prov. di Rovigo) 15 Giugno Municipio. Formentone. Agriotes lineatus L. 29. Cremona 22 Giugno Comizio agrario. i Avena. Siphonophora cerealis Kalt. o 8. granariae Kirb. 30 Anghiari (Prov. di Arezzo) fre Tualio Podere sperimentale « La Palaia » addetto al Comizio agrario. Tabacco (Nicotiana Tabacum L.). Agrotis sp. (larve). — 180 — 31. Adria (Prov. di Rovigo) 19 Luglio i; Municipio. i Formentone. Agriotes lineatus L. | 32. Anghiari (Prov. di Arezzo) 26 Luglio ij Podere sperimentale « La Palaia » addetto al Consorzio agrario. | Tabacco. Agrotis lutulenta Schiff. (Larve). sl 33. Capraia (Liguria), Isola nella Prov. di Genova 27 Luglio i Colonia penale agraria Pomodori. Agrotis sp. 84, Modena 97 Luglio Massa Carlo. (Notizie comunicate). i Frumento. Zabrus gibbus L. a Modena. i 35. Roma 28-29 Luglio. R. Ministero di Agricoltura, ecc. È Esperienze di distruzione nel Polesine contro l'Agricte i lineatus L. î 36. Adria (Prov. di Rovigo) 25 Agosto Municipio. i Formentone. Agriotes lineatus L. Trattamenti diversi di medicazione. 37. Schio (Prov. di Vicenza) 31 Agosto. Moermann Prof. Enrico. i Prati. Afidi sp. 38, Villabartolomea 6 Ottobre. Passuello Luigi. Formentone (Zea Mais L.). Insetti varî fra le radici: Calathus fuscipes Goez., o cisteloides Panz., Pristo- nychus tauricus Dei, o inaequalis Fisch., Agriotes. lineatus L. (larve). i 39. Roma 28 Ottobre. R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. | Cereali. Rapporto del Direttore della Stazione sulle infe- zioni di Agriotes lineatus L., Cecidomyia, ecc. nel Polesine. Za 4l. 42. 43. 44. 45. 46. 4°. 48. — 181 — Adria 3 Novembre Malavolti, Sindaco. Cereali. Agriotes lineatus L., notizie sulle infezioni nel formentone. Rovigo 14 Novembre Doni Prof. Pergentino, Scuola Ambulante di Agricoltura pra- tica. i Cereali. Notizie sulle infezioni nel formentone e richieste di provvedimenti. Chioggia 19 Novembre Comello A., Presidente del Comizio Agrario e di Piscicoltura del Distretto di Chioggia. Patate (Solanum tuberosum). Peronospora? Roma 28 Novembre R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Cereali. Elater lineatus (proposte di esperimenti sul ter- reno). Pisa 4 Dicembre Caruso Prof. Girolamo, Presidente del Comizio Agrario. Grano (Triticum sativum). Agriotes lineatus L. (larve). Stagno Lombardo (Prov. di Cremona) 7 Dicembre Rossi Dott. Giovanni Grano (Triticum sativum). Zabrus gibbus Fab., o Z. tene- brioides Goèz. Pisa 17 Dicembre Caruso Prof. Girolamo. Grano. Zabrus gibbus Fab., o Z. tenebrioides Goèz. (larve). Tolosa 27 Dicembre Neumann G. Domanda di notizie. Modena 28 Dicembre Massa Cammillo. Grani. Zabrus gibbus Fab. nei comuni di Modena, Castel- nuovo Rongone e Formigine. # [i9) n. e e tt ner TA Miani A — 182 — e Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ECC. “Roi as 24 Gennaio R. Ministero di Agricoltura ecc. Agrumi. Informazioni sopra insetti nocivi agli agrumi. . Reggio Calabria 29 Gennaio Commissione ampelografica Agrumi. Mytilaspis fulva Targ. o M. Citricola Pak. . Alba (Prov. di Cuneo) 30 Gennaio R. Scuola di viticoltura ed enologia. : Vitis vinifera (sarmenti). Oecanthus pellucens Scop. . Roma 3 Febbraio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Agrumi. (Invio di ramoscelli) . Pellaro (Prov. di Reggio di Calabria) 16 Febbraio Comune. Agrumi. Mytilaspis fulva Targ., o M. Citricola Pak. . Lentini (Sicilia) Prov. di Siracusa 17 Febbraio Cati Vincenzo Viti. Phylloxera vastatrix PI., morta sulle radici in se- guito alla sommersione. . Firenze 19 Febbraio R. Orto botanico fiorentino Piper Betle L., Sejus Zercon sp. n., Tenuipalpus cuneatus C. Fanz. . Perugia 25 Febbraio Vannuccini Ing. C. Viti. Podura sp. (sotto le scorze e sul terreno). . Cagliari (Sardegna) 28 Marzo Meloni Piras Avv. Sisinnio Agrumi. Mytilaspis fulva Targ. o M. Citricola Pak. Ho. Vi. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 3. 19. — 183 — Como 6 Aprile Comizio agrario Gelsi. Diaspis pentagona Targ. Genova 20 Aprile R. Prefettura. Viti. Hysteropterum apterum F. (uova aggregate sulle scorze). Ì Gioia dal Colle (Prov. di Bari) 25 Aprile Scuola consorziale di viticoltura ed enologia. Viti. Ino ampelophaga Bayle Barelle (larve). Roma 26 Aprile R. Ministero di Agricoltura, ecc Ficus carica L. Ceroplastes Rusci Signoret. Proposta di un rimedio e informazioni sopra di esso. Nepi (Prov. di Roma) 29 Aprile Municipio. Viti. Erinosi o Fitoptosi. Nepi (Prov. di Roma) 29 Aprile Municipio. Viti (foglie e gemme). Phytoptus Vitis Land. Como 29 Aprile Comizio Agrario. Gelsi. Diaspis pentagona Targ. Potenza 6 Maggio R. Prefettura. Viti. RAynchites Betulae L. o Rh Alni Mill.; Rhinomacer Betulae L. o R. betuleti F. Parma 6 Maggio Comizio Agrario. Viti. Helops striatus Fourcr. Citerna (Prov. di Perugia) 9 Maggio Municipio. Viti. Erinosi o Fitoptosi (Phytoptus Vitis Land.). . Monte Argentario (Prov. di Grosseto) 10 Maggio Municipio. Viti. Phytoptus Vitis Land. — 134 — Foligno (Prov. di Perugia) 11 Maggio | 21. Comizio Agrario. Viti. Phytoptus Vitis Land. i 22. Roma 12 Maggio Direzione del giornale « La Settimana vinicola ». Viti (gemme). RAynchites Betulae L. o Rh. Alni Mall. 23. Milano 2 13 Maggio Franceschini Felice. Viti. Questione fillosserica. 24, Milano 13 Maggio Franceschini Felice. Gelsi. Diaspis pentagona Targ.. i 25. Lavello (Prov. di Potenza) | 14 Maggio — Municipio. Viti. Alterazione indefinita del legno e dei tralci nuovi. 26. Forlì 22 Maggio | Marconi Cav. Prof. Francesco. Viti. Pulvinaria Vitis Targ. | 27. Cadevilla (Prov. di Udine) - 28 Maggio Celotti G. Viti. Erinosi ed alterazioni sui giovani rami. 28. Caserta 23 Maggio Stazione agraria sperimentale. Piante da frutto. Larve xilofaghe, ecc. 29.6Brari 27 Maggio 30. SI. 32. Fato Antonio. Viti. Alterazione indefinita dei nuovi tralci. Buda-Pest (Ungheria) 1.° Giugno Fuche Enrico. Viti. Fillossera. Disinfezioni. Gravina in Puglia (Prov. di Bari) - 2 Giugno Municipio. Viti. RAynchites Betulae L. o Rh. Alni Mùll.; Ino Ampe- i lophaga Bayle Barelle. Forlì 2 Giugno Comizio Agrario. Viti. Othiorrhynchus sp. SIIT AA 99. S4. 35. 36. 38. 39. 40. 4l. 42. 43. — 1385 — Città di Castello (Prov.-di Perugia) 6 Giugno Lapi C. Viti. Rhynchites Betulae L. o Rh. Alni Mull. Roma 12 Giugno R. Ministero di . ecc. Olivi. Malattia degli olivi in Soldano (edizione non ricevuta). Roma. 14 Giugno Società generale dei viticultori italiani. Viti. Malattia delle viti (ordine e modo di spedizione dei campioni). Cremona 22 Giugno Comizio Agrario. - Peri. Phytoptus Pyri Nal. Si Cioneiobiano(Prov.idiIreviso) fan 0 :25 Giugno R. Scuola di viticultura ad enologia. Peri. Eriocampa limacina Retz. o Teniredo Cerasi L. Porto Maurizio 25 Giugno , R. Prefettura. Olivi. Malattia degli Olivi in Soldano. Richiesta di car- teggio precedente. Cagliari (Sardegna) . 25 Giugno Meloni-Piras Avv. Sisinnio. Agrumi. Lecanium Oleae Bern. var.? Udine 2 Luglio kR. Prefettura. Viti. Giallume e Rossore delle foglie. Porto Maurizio 4 Luglio R. Prefettura. Olivi. Phloeothrips Oleae Costa. Firenze 6 Luglio Ridolfi March. Luigi. Agrumi (frutto). Alterazione DrOStoa della scorza per causa sconosciuta. Lugo (Prov. di Ravenna) 8 Luglio Comizio Agrario. Viti. Antispila Rivillei Staint. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. DI. 54, — 156 — Conegliano (Prov. di Treviso) 10 Luglio Stradaioli G. Piante da frutto. Lyda Pyri o L. flaviventris Retz. Udine 10 Luglio R. Prefettura. Viti. Giallume, Rossore. Pavia 11 e 14 Luglio Direzione del R. Istituto botanico dell’Università. Agrumi. Chrysopa sp. Pozzuolo del Friuli (Prov. di Udine) 14 Luglio Scuola pratica di agricoltura. Viti. Podura sp., Thrips sp. Rimini (Prov. di Forlì) 16 Luglio Sernagiotto Prof. Raffaello. Viti. Antispila Rivillei Staint. Roma 16 Luglio Colonia penale agraria. Meli. Schizoneura lanigera Hausm. Società generale dei viticoltori italiani. Viti. Anomala odlonga Scop. var. nigrita Fabr. e A. aenea Deg. od A. Julii Payk. Grottammare (Prov. di Ascoli Piceno) 17 Luglio Anelli Antonio. Mandarini (foglie). Chrysopa sp. Solarussa, Sardegna (Prov. di Cagliari) 18 Luglio Crobu-Sechi Avv. Carlo. Agrumi. Dactylopius Ciitri Sign. . Grottammare (Prov. di Ascoli Piceno) 19-20 Luglio | Anelli Antonio. i Mandarini (foglie). Chrysopa sp. .Roma 25 Luglio Direzione del Giornale « La Settimana vinicola. ». Viti. Anomala oblonga Er. var. nigrita Fabr. e A. aenea —. Deg. o A. Julii Payk. Capraia, Liguria (Isola nella Prov. di Genova) 27 Luglio . vio: — 187 — . Modena 27 Luglio Massa Camillo. Notizie comunicate. Viti. Antispila Rivillei Staint. a Modena. . Modena 2% Luglio Massa Camillo. Notizie comunicate. Viti (radici). Oryctes nasicornis L. (larve) a Pavullo. . Modena O 27 Luglio Massa Camillo. Notizie comunicate. Viti (radici). Melolontha vulgaris Fab. (larve) a Sassuolo, Montegibbio, Fiorano e San. Michele. . Neive (Prov. di Cuneo) — IO 1.° Agosto Commissione ampelografica. Viti. T'ortrice dell’uva (Conchyflis ambiguella Hula) . Aosta (Prov. di Torino) 14 Agosto Comizio Agrario. Viti. Alterazione indefinita. -. Navacchio (Prov. di Pisa) 17 Agosto Formichi Giuseppe. Peri e Meli. Tingis Pyri Fabr. . Loreo (Prov. di Rovigo) 18 Agosto Associazione agraria del basso Polesine. Viti. Antispila Rivillei Staint. .San Severo di Capitanata (Prov. di Foggia) 18 Agosto Municipio. Viti. Eudemis botrana Schiff. 63. Citerna (Prov. di Perugia) 20 Agosto Municipio... Viti. Rossore. 64. Imola (Prov. di Bologna) . 25 Agosto R. Scuola pratica di Agricoltura per la Provincia di Bologna. Viti. Gamasus repallidus Koch. (innocuo alle piante). 65. Agordo (Prov. di Belluno) 26 Agosto Comizio agrario. Alberi da frutto. Eriocampa limacina GL o Tenthredo Cerasi L. 66. 67. 68. 69. 73. 74. — 188 — Ridolti March. Niccolò Viti (Uva). Eudemis botrana Schiff. ed Antracnosi. Cuneo 26 Agosto R. Prefettura. Viti. Supposta fillossera nei vigneti di Busca. (Bianco dei tronchi e delle radici). Castelfalfi (Prov. di Firenze) 27 Agosto Biondi Antonio. Peri e Meli. Tingis Pyri Fabr. Verona 27 Agosto Mariacher Dott. Giovanni. Fico. Simaethis nemorana Hibn. Impruneta presso Firenze (Prov. di Firenze) 27 Agosto Mancini Oreste Fico. Simaethis nemorana Hibn. . Bagni di Lucca (Prov. di Lucca) Strette di Cocile 27 Agosto. Targioni-Tozzetti Prof. Adolfo Fico. Simaethis nemorana Hibn. veduta ‘anche nel 1886. . Nizza 1.° Settembre Peragallo A. Limoni (Citrus sp.). Acrolepia Citri Mill. (larve). . Novara 2 Settembre | (Servizio fillosserico della Provincia di Novara). R. Ministero |. di Agricoltura. i: i Viti americane di Isabella (Vitis Labrusca L.). Prima | scoperta di galle fillosseriche in Italia. Milano «6 Settembre Franceschini Cav. Felice, R. Commissario per le osservazioni È contro la fillossera. î Gelso (Morus alba L.). Diaspis pensati Targ. Comuni- cazioni di materiali e di osservazioni. Verona 9 Settembre | Mariacher Prof. Gio. Fico (Ficus Carica L.). Simaethis nemorana Hibn. . Firenze (Bibbiani) 12 Settembil DIRE nt ict i I MLA E zii RAT mne a, "AMRRLO 7-0 "SAR i Ù DA 76. (UE 73. 19: 80. 81. 82. 83. 84. — 1859 — Campiglione (Pinerolo) 17 Settembre Di Pollone V. - Viti. Procidenza di acini. Adoxus Vitis L., e? Larve in- determinate di Cecidomide (1). Pavia 19 Settembre Briosi Prof. Gio. Direttore dell’Istituto botanico della R. Uni- versità. . Viti. Procidenza di acini. Larve indeterminate di Ceci- domide (vedi Adoxus Vitis). Odessa (Russia) — 19 Settembre Kowalesky Prof. Alessandro. - Viti. Domanda di notizie intorno alle cure contro la Fil- lossera. Cam piglione (Pinerolo) 25 Settembre Morelli Giovanni. Viti. Procidenza di acini senza insetti (Adoxus Vitis L.). Pavia 380 Settembre Istituto botanico della R. Università. Viti. Procidenza di acini senza insetti (Adoxus Vitis L.). Palermo 27 Ottobre Danesi G. Direttore della Stazione agraria. Viti. Cecidomyia oenophila Heim. e parassiti. Piperno 28 Ottobre . Società di mutuo soccorso « Margherita di Savoia ». Olivo. Diplosis oleisuga Targ. e crittogame. Roma 5 Novembre _ R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Olivo. Dacus Oleae Rossi, provvedimenti. Golfo Juaa (Alpi marittime) 19 Novembre Costant A. Corbezzolo (Arbutus Unedo). Eupithecia pumilata Hùbn. (1) Di queste larve come causa della procidenza degli acini e anco dei grappoli, riferendole a quelle di un microlepidottero parla il Sig. Cavara Dott. Fridiano in una lettera al prof. G. Briosi pubblicata a Milano il 5 Settembre 1887. 85. 86. ST. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. — 190 — Pallanza (Prov. di Novara) 27 Novembre | Spigno, R. Delegato Fillosserico. Vite Isabella (Vitis Labrusca). Galle fillosseriche. Firenze 9 Dicembre Rey Alessandro Viti (Vitis vinifera L.) Domande di pareri sulla cura contro la Fillossera. Ferrara ME CFROLI 10 Dicembre Comizio Agrario (R. Ministero di Agricoltura). Barbatelle. Melolontha vulgaris Fab. (larve). Domanda di parere. i Roma (Velietri) 11 Dicembre Mengarini F., Segretario della Società dei viticultori italiani. Viti. Domanda sopra insetti divoratori di gemme. Montpellier (Francia) 19 Dicembre Valery Mayet Viti. Domande di informazioni sugli insetti delle viti. Atene (Grecia) 27 Dicembre Gennadius Prof. P. Olivo (Olea europaea L.). Lecanium Oleae Bern. PIANTE BOSCHIVE ED ORNAMENTALI. I Firenze 16 Febbraio. Ridolfi March. Niccolò. Pino Laricio (Pinus Laricio Poir.). Cnethocampa pithyo- campa Schiff. { Perugia 25 Febbraio Vannuccini Ing. C. j Querci. Lachnus Quercus (Uova). i Forlì È; Marconi Cav. Prof. Francesco. 22 Maggio o. Olmo. Scolytus scolytus Fab. o S. destructor Oliv. RI Siena 31 | Maggio. Dei Apelle. % Camellia Pulvinaria linearis Targ. i villi » LS Satta Le E Ei Sami CISTESZATO — 191 — 95. Vallombrosa (Prov. di Firenze) 22 Luglio Direzione del R. Istituto forestale. Pini. Myelophilus piniperda L. 96. Modena I 27 Luglio Massa Camillo. (Notizie comunicate). ’ Siepi. Cnethocampa processionea L. (larve), a Pievepe- lago e Barigazzo. 97. Modena 27 Luglio Massa Camillo. (Notizie comunicate). Olmi. Galerucella luteola Mill. o G. Xanthomeleana Schrank, a Sassuolo. 98. Pavia 28 Luglio Direzione dell’Istituto botanico della R. Università. Rose. (Hylotoma sp.). 99. Massa (Prov. di Massa Carrara) 5 Agosto Comizio agrario. Querci (foglie). Chrysomela sp. (larve). 100. Pavia 18 Agosto Direzione del R. Istituto botanico della Università. Rose. Hylotoma pagana Panz. (larve). 101. Massa 12 Settembre Pellegrini Luigi, Presidente del Comizio agrario. Querci (Quercus pedunculata W.). Fillossera delle querci (Phylloxera Quercus Boyer.). 102. Atene (Grecia) 21 Settembre Gennadius Prof. P., Direttore dell’ « Agricoltura ». Castagno (Castanea sativa). — Tingis Pyri var. Casta- neae Targ. 103. Beaume (Còte d’Or) Francia. 3 Ottobre Andrè Ed. Querce (Quercus sp.). Psylla? (larve). 104,.Firenze 8 Ottobre Grilli Sig. Marcello. Evonymus. Chionaspis Euonymi. Comst. 106. 107. 108. 109. — 192 — . Novi Ligure i 12 Ottobre Pinelli Giuseppe, Presidente del Comizio agrario. i Salci (Salix sp.). Chrysomela sp. Rocca S. Casciano 31 Ottobre Tassinari A., Presidente del Comizio agrario. Gelsomini (.Jasminum officinale). Aspidiotus sp. Pavia 3 Dicembre Istituto botanico della R. Università. Querce (Quercus pedunculata). Cynips lenticularis Oliv., Cynips Malpighii Hartig. Varallo Sesia (Torino) 7 Dicembre Guarinoni, Sotto Ispettore forestale. Larice (Larix europaea). Coleophora Laricella Hubn. o Tinea laricinella Retz? Atene (Grecia) 22 Dicembre Gennadius Prof. P. Castagno. Tingis Pyri var. Castaneae Targ. (DI ANNO 1888. ib Coltivazioni di piante erbacee. .Roma 1 20 Gennaio R. Ministero d’Agricoltura, ecc. Infezione degli Elateridi nel Polesine. . Atene (Grecia) 22 Gennaio Gennadius Prof. P. Insetti. . Roma 3 Febbraio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Esperienze contro le larve degli Elateridi nel Polesine. .- Rovigo o 6 Febbraio Doni Prof. Pergentino. Esperienze contro le larve degli Elateridi nel Polesine. JeRioimia | 10, 22, 28 Febbraio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Esperienze contro le larve degli Elateridi nel Polesine. soRfonmia 2,3, 9 Marzo R. Ministero di Agricoltura, ecc. Esperienze contro le larve degli Elateridi. . Roma 12 Marzo R. Ministero di Agricoltura, ecc. Elenco dei Comuni infetti dalle larve degli Elateridi. ; . Adria (Prov. di Rovigo) 16 Marzo Malavolta Domenico. Esperienze contro l’ Elateride. . Adria (Prov. di Rovigo) 16 Marzo Zen Cav. Ferrante. Esperienze contro l’ Elateride. 10. ING Jie 13. 14. 15. 13. 19. 21 — 194 — Roma R. Ministero di Agricoltura, ecc. Esperienze contro le larve degli Elateridi. Rovigo Scuola Ambulante di Agricoltura pratica. Esperienze contro l’ Elateride. Adria (Prov. di Rovigo) Municipio. Esperienze contro l’ Elateride. Adria (Prov. di Rovigo) Municipio. 'Cerreni da seminare Agrictes, (larve). Adria (Prov. di Rovigo) Ispezione locale. Terreno da seminare. Agriotes sp. (larve). Adria (Prov. di Rovigo) Ispezione locale. Terreno da seminare. Agriotes lineatus L. . Adria (Prov. di Rovigo) Ispezione locale. Terreno da seminare. Agriotes obscurus L. . Adria (Prov. di Rovigo) Ispezione locale. 17 Marzo. 19 Marzo 19 Marzo 9 Aprile 19 Aprile 19 Aprile 19 Aprile 19 Aprile Terreno da seminare. €©€ryptohypnus pulchellus L. (iber- o nanti). Adria (Prov. di Rovigo) Ispezione locale. Grano. Cecidomyia destructor Say. (pupe). Adria (Prov. di Rovigo) Ispezione locale. Grano. Cephus pygmaeus? L. (larve). NAPSIEsiA Caruso Prof. Girolamo, Terreni a grano. Agriotes sp. (larve). Govone, Alba (Prov. di Cuneo) Lissone Sebastiano. i Grano in erba. Zabrus tenebrioides Goez. 19 Aprile 19 Aprile _ 19 Aprile 25 Aprile | | | di FANS rh LeR AI n 23. 26. 29. 28. 29. 30. Sl. 52. dI. — 195 — . Lecce 25 Aprile R. Scuola pratica di agricoltura. Grano in erba. Agrotis Tritici var. aquilina Hibn. Firenze 27 Aprile Ridolfi March. Luigi. Legumi. Tipula oleracea L. . Teramo 30 Aprile R. Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia. Lupinella. (Hedysarum coronarium L.). Insetti (larve giovani). . Capestrano (Prov. di Aquila) 2 Maggio R. Prefettura di Abruzzo ulteriore 2.° Cereali. Agrotis Tritici var. aquilina Hiùbn. Capestrano (Prov. di Aquila) 2 Maggio R. Prefettura di Abruzzo ulteriore 2.° Zafferano. Agrotis Tritici var. aquilina Hiibn. Catania 14 Maggio R. Scuola di viticoltura ed enologia. Fave (fusti). Lixus Algirus L. Lecce 15 Maggio Pasanisi di Galatane Nicola. Piante erbacee. Afidi indeterminabili. Roma 15 Maggio R. Stazione di patologia vegetale. Piante erbacee. Afidi indeterminabili. Rionero in Vulture (Prov. di Potenza). 18 Maggio Cattedra ambulante governativa di viticultura ed enologia in Basilicata. Piante erbacee. Melithaea sp. (larva, crisalide). Casalmonferrato (Prov. di Alessandria) 25 Maggio Direzione del giornale « Il Coltivatore ». Formentone. Agriotes linealus L. Verona 27 Maggio De Betta Comm. Edoardo. Formentone. Elateridi, (larve nel Veronese). Casalmonferrato (Prov. di Alessandria) 7 Giugno Direzione del giornale « Il Ooltivatore ». Grano in erba. Agriotes lineatus L. (larve). Sd. dI. 38. 39. 40. 41. 43. dd. — 196 — Roma R. Stazione di patologia vegetale. Direttore Prof. Cuboni. Fave (baccelli, semi). Larve da definire. . Roma 11 Giugno R. Ministero-di Agricoltura, ecc. Fave (baccelli, semi). Larve da definire. MeVaemioin'a 12 Giugno | De Betta Comm. Edoardo. Formentone. Agriotes sp. (larve). Biella (Prov. di Novara) 13 Giugno i Guelpa Sig. Cammillo, Notaio. Giglio (steli, fiori). Crioceris merdigera L. Sassari (Sardegna) 14 Giugno Cardinali Dott. Luigi. Tabacco. Agrotis exclamationis L. -3 Biella (Prov. di Novara) 14 Giugno — Guelpa Cav. Cammillo. Giglio. Crioceris merdigera L. (larve, insetti perfetti). Pavia 18 Giugno Istituto botanico della R. Università, Prof. Briosi direttore. | Frumento. Cephus pygmaeus L. i Venezia 21 Giugno Ninni Conte A. P. Ortensie. Lecanium cymbiforme Targ. . Venezia 21 Giugno Ninni Conte A. P. Frumento (spighe). Siphonophora cerealis Kalt. Venezia 21 Giugno. Ninni Conte A. P. Frumento (spighe). Diplosis Tritici Wagn. Sassari (Sardegna) 25 Giugno Cardinali Dott. Luigi. 4 Tabacco. Agrotis exclamationis L. . Sassari (Sardegna) 25 Giugno . Cardinali Dott. Luigi. Tabacco. Hister inaequalis L. 46. 49. 48. 49. 50. DI 52. 53. 54. 55. 56. DI. — 197 — Badia Polesine (Prov. di Rovigo) 26 Giugno Comizio agrario, Presidente Picinali Domenico. Seminati di grani ed altri. PhyMoperta campestris Latr. Adria (Prov. di Rovigo) 29 Giugno Municipio. Formentone. Agriotes sp. (larve). Castel Maggiore (Prov. di Bologna) 4 Luglio Marescalchi Arturo. Agenzia Principe Ercolani. Erba medica. Afidi. Roma 6 Luglio R. Stazione di patologia vegetale. Trifoglio. Afidi, Roma 6 Luglio R. Stazione di patologia vegetale. Frumento. Trips rufa Halid. Reggio Emilia “ Luglio Ferrari Dott. Prospero, professore d’agraria nel R. Istituto Tecnico. Frumento. Cephus pygmaeus L. Sassari (Sardegna) 8 Luglio Cardinali Dott. Luigi. Tabacco. Agrotis exclamationis L. Modena 9 Luglio Massa Dott. Camillo Formentone. Botys silacealis? Hibn. (larve). Chiaravalle (Prov. di Ancona) 11 Luglio Agenzia di coltivazione dei tabacchi. Tabacco. Agriotes, (larve). Chiaravalle (Prov. di Ancona) 11 Luglio Agenzia di coltivazione dei Tabacchi. Tabacco. Pentodon punctatus Villers. Benevento 12 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Caloptenus italicus Burm. Benevento 12 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis exclamationis L. — 1935 — 58. Benevento Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pentodon punctatus Vill. 59. Benevento Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Locusta viridissima L. 60. Benevento Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Acrotylus patruelis Sturm, 61. Benevento Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Oedipoda coerulescens L. 62. Benevento Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Phaneroptera falcata Scop. 63. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Nezara prasina L. 64. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Carpocoris Verbasci De Geer. 65. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pentodon punctatus Vill. 66. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Gryllotalpa vulgaris Latr. 67. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pentodon, (larve). 68. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Locusta viridissima LU. 69. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Acridium lineola L. 12 Luglio 12 Luglio i 12 Luglio : 12 Luglio — 12 Luglio j 14 Deco 14 Luglio 14 Luglio 14 Luglio 14 Luglio | 14 Luglio i 14 Luglio |, dl | [is®) 73. 4 75. Ta 73. 80. 81. — 199 — . Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Oecanthus pellucens Scop. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Harpactor iracundus Poda. . Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agriotes sp. Carpanè ‘Prov. di Vicenza) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis exclamationis Lin. Carpanòè (Prov. di Vicenza) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. E/ateridi (larve). Carpanè (Prov. di Vicenza) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi Tabacco. Forficula auricularia L. . Carpanè (Prov. di Vicenza) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. GryMotalpa vulgaris Latr. 14 Luglio 14 Luglio 14 Luglio 16 Luglio 16 Luglio 16 Luglio 16 Luglio. San Giorgio La Montagna (Prov. di Benevento) 17 Luglio Agenzia per le coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. GryMotalpa vulgaris Latr. San Giorgio La Montagna (Prov. di Benevento) Agenzia per le coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis exclamationis L., (larve). . San Giorgio La Montagna (Prov. di Benevento) Agenzia per le coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pentodon punctatus Vill. San Giorgio La Montagna (Prov. di Benevento) Agenzia per le coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Coleotteri tenebrionidei. Cingoli (Prov. di Macerata) R. Prefettura. Viti. Guerinia Serratulae Fabr. 17 Luglio 17 Luglio 17 Luglio 18 Luglio 82. 83. 84. 85. 87. 88. 89. 90. 91. 93. — 200 — Benevento 19 Luglio | Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi Tabacco. Caloptenus italicus Burm. Bene vento 19 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Decticus albifrons Serv. Benevento 19 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Ephippigera perforata Rossi. Benevento 19 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Locusta viridissima L. . Chiaravalle (Prov. di Ancona) 23 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis exclamationis? L. Chiaravalle (Prov. di Ancona) "23 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Elateridi (larve). Sansepolcro (Prov. di Arezzo) 24 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pentodon punctatus Vill. (adulti). Sansepolcro (Prov. di Arezzo). 24 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi Tabacco. Gryliotalpa vulgaris Latr. (larve e ninfe). Carpanè (Prov. di Vicenza) 24 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Melanotus castanipes? Payk. Sansepolcro (Prov. di Arezzo) 27 Luglio. Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. 1 Tabacco. Agrotis exclamationis? L. . Roma 31 Luglio. R. Stazione patologica vegetale. Granturco. Aphis Zeae Duf. (!). 3 Gubbio (Prov. di Perugia) 31 Luglio Amministrazione forestale. Granturco. Aphis Zeae Douf. — 201 — 94. Verzegnis (Prov. di Udine) 3 Agosto R. Prefettura. Prati. Melolontha vulgaris Fab. (larve). 95. Sansepolcro (Prov. di Arezzo) 4 Agosto Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi Tabacco. Limax sp. 96. Sansepolcro (Prov. di Arezzo) 4 Agosto Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Locusta viridissima L. 97. San Giorgio La Montagna (Prov. di Benevento) 5 Agosto Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis exclamationis L. 98. San Giorgio la Montagna (Prov. di Beneyento) 5 Agosto Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco Decticus albifrons Serv. 99. San Giorgio La Montagna (Frov. di Benevento) 5 Agosto Agenzia delle coltivazioni di Tabacchi. Tabacco. Caloptenus italicus Burm. 100. San Giorgio La Montagna (Prov. di Benevento) 5 Agosto Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pachytilus nigrofasciatus Fisch. 101. San Giorgio La Montagna (Prov. di Benevento) 5 Agosto Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Acridium cinerascens Fieb. 102. Nulvi (Prov. di Sassari) Sardegna 9 Agosto 9 Granturco. Leucania Zeae Dup. 103. Pontecorvo (Prov. di Caserta) 12 Agosto Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis exclamationis L. 104. Pontecorvo (Prov. di Caserta) 12 Agosto | Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Locusta viridissima L. 105. Sanse polcro (Prov. di Arezzo) 17 Agosto Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Limnx griseus Drap. 106. 108. 199. 110. Tie 114. 116. 119. — 202 — | Adria (Prov. di Rovigo) . 19 Agosto | Municipio. Formentone. Esperienze contro le larve di Agriotes. . Pontecorvo (Prov. di Caserta) 21 Agosto | Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pentodon punctatus Villers. Cavadei Tirreni (Prov. di Salerno) 23 Agosto | Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Ni Tabacco. MHeliothis peltigera Schiff. s Torino 29 Agosto i Segrè Camillo. pi Grano (spighe). Calundra granaria L. i Atene (Grecia) 29 Agosto i Gennadius Prof. P. i Tabacco (foglie). A/eurodes Tabaci Gennd. A Eirenze 23 Settembre ; Ridolfi March. Luigi. $ Garofani (Dianthus caryophyUus). Thrips sp. di . Carpanè (Prov. di Vicenza) to Ottobe il Agenzia per le coltivazioni dei Tabacchi. 3 Tabacco. Insetti diversi dannosi. A . Atene (Grecia) 16 Ottobre 4 Gennadius Prof. P. È Tabacco (foglie). Aleurodes Tabaci Gennd. Adria (Prov. di Rovigo) 16 Ottobre. Municipio. i » Formentone (steli). Botys silacealis Hb. (larve). & 5. Adria (Prov. di Rovigo) 16 Ottobre. Municipio. É Pannocchie di formentone. Leucania Zeae Dup. (larve). | Sansepolcro (Prov. di Arezzo) - 18 Ottobre È Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. HI Tabacco. Geophilus Gabrielis P. Gerv. nel terreno. Milazzo (Prov. di Messina) 19 Ottobre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. - Tabacco. Insetti del Tabacco. 118 — 203 — . Pontecorvo (Prov. di Caserta) i 19 Ottobre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Insetti diversi del Tabacco. 119. Cava dei Tirreni (Prov. di Salerno). 25 Ottobre di Tabacco. 120. Adria (Prov. di Rovigo) 2 Novembre Municipio. Formentone. Notizie sugli esperimenti contro le larve degli Elateridi. 121. Adria (Prov. di Rovigo) 6 Novembre Mecenati Giuseppe. Formentone. Notizie sugli esperimenti contro le larve degli Elateridi. mI22. Lecce 10 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Relazione sugli insetti che danneggiano, e sulle malattie che colpiscono le piante di tabacco. 123. Cava dei Tirreni (Prov. di Salerno). 14 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Insetti comparsi fra le coltivazioni del Tabacco. 124, Carpanè (Prov. di Vicenza) 15 Novembre Agenzia per le coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Procerus gigas Creutz. Notizie sul rinnova- mento della specie. 125. San Sepolero (Prov. di Arezzo) 18 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Geophilus Gabrielis P. Gerv., nel terreno. 126. Cava dei Tirreni (Prov. di Salerno) 16 Dicembre Agenzia delle Coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Insetti diversi (schiarimenti). 127. San Giorgio La Montagna (Prov. di Benevento) 16 Dicembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Collezioni d’insetti comparsi fra le coltivazioni Agenzia delle Coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco, Insetti diversi (schiarimenti). ere a 3 128. Roma 921 Dicembre > R. Ministero delle Finanze (Direzione generale delle gabelle). Tabacco indigeno, secco, invaso dal tarlo. 129. Lecce 31 Dicembre. Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Xyletinus serricornis Fabr. (larve). OR Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ecc. 1. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 16 Gennaio | R. Scuola pratica d’Agricoltura « Gaetano Cantoni ». Peschi ammalati. 2. Pietracatella (Prov. di Molise) 1.° Febbraio. Amministrazione De La Feld. Î Viti. Vitis vinifera L. Olivi (Olea europaea L.) Melolontha, Cetonia, Anoma- la, ecc. (larve). È 3. Cascina (Prov. di Pisa) 9 Aprile | Guelfi Gaetano. I Peschi. Lepisma myrmecophila Luc. 4. Cascina (Prov. di Pisa) 9 Aprile. Guelfi Gaetano. Peschi. Platyartron Hoffmanseggi Brandt. 5. Cascina (Prov. di Pisa) 9 Aprile Guelfi Gaetano. i j Peschi. Camponotus sp. 3 6. Bari 19 Aprile. R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. Agrotis Tritici var. aquilina? L. (larve). . Rionero in Vulture (Prov. di Potenza) 24 Aprile Bianchi Prof. C. Viti. Agrotis Tritici var. aquilina Hiùbn. CS 8. Catania (Sicilia) i 25 Aprile Aloi Prof. Antonio. ì Peri. Cecidomyia Pyri Bouchè (larve). 9 Etrenze 27 Aprile Ridolfi March. Luigi. Pero. Cecidomyia Pyri Bouchè (larve). 10. Cosenza 80 Aprile oli 12. 13. 14. 16. 17. 13. 19. Comizio Agrario. Peri (gemme). Agrotis sp. Cosenza 30 Aprile Comizio Agrario. i Peri (germe). Anthaxia sp. Teramo 30 Aprile R. Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia. Viti (gemme). Liparis sp. Teramo ie prile R. Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia. Viti (gemme). Ino ampelophaga Bayle Bar. Lucca 1.° Maggio Baroni Bernardino, Presidente del Comizio agrario. Pero. Phytoptus Pyri Nal. Sue i 1.°. Maggio Baroni Bernardino, Presidente del Comizio agrario. Peschi. Afide indeterminabile. L'elece 1.° Maggio R. Scuola pratica di agricoltura. Viti (gemme, foglie). Liparis sp. (larve). Capestrano (Prov. di Aquila) © 2 Maggio R. Prefettura di Abruzzo ulteriore 2.° Viti. Agrotis Tritici var. aquilina Hùbn. Rionero in Vulture (Prov. di Potenza) . 3 Maggio Cattedra ambulante governativa di viticultura ed enologia in Basilicata. Viti. Agrotis tritici L. var. aqguilina Hibn. Rionero in Vulture (Prov. di Potenza) 3 Maggio Cattedra ambulante governativa di viticultura ed enologia in Basilicata. Piselli. Agrotis Tritici L. var. aquilina Hibn. — 206 — 20. Pisa 3 Maggio Arcangeli Prof. Giovanni. | Olivi (infiorazioni, rami). PA/oeothrips Oleae Costa. le barRia . 3 Maggio. Arcangeli Prof. Giovanni. Olivi (infiorazioni, rami). Hylesinus oleiperda F. 22.6, sia i 3 Maggio. Arcangeli Prof. Giovanni Olivi (infiorazioni, rami). Scatopse notata Meig. È 23. Conegliano (Prov. di Treviso) 3 Maggio Stradaioli Prof. Giuseppe. î Viti (gemme, foglie). Ino ampelophaga Bayle Bar. 24. Conegliano (Prov. di Treviso) 3 Maggio Stradaioli Prof. Giuseppe. Viti (gemme e foglie). Liparis? (larve giovani). 25. Pisa 3 Maggio Arcangeli Prof. Giovanni j Olivi (infiorazioni, rami). Microgaster sp. 26. Aquila (Capestrano) 4 Maggio R. Prefettura di Abruzzo ulteriore 2.° Viti ecc. Agrotis Tritici var. aquilina Hiùbn. 27. Pavia 8 Maggio Direzione del R. Istituto botanico. i Pero (foglie). RAynchites Alni Mill a 28. Pavia .8 Maggio | Direzione del R. Istituto botanico. Pero (foglie). Phytoptus Pyri Nal. dl 29. Gaeta AO) Maggio 30. 3I. Comizio Agrario. Viti. Phytoptus Vitis Land. E Gioia dal Colle (Prov. di Bari) 12 Maggio Scuola consorziale di viticoltura ed enologia. 1 Viti (gemme). Psyche sp. (larve). Campobasso 15 Maggio R. Prefettura. Viti (foglie). Phytoptus Vitis Lanl. 32. 33. S4. 35. ST. 38. 39. 40. 41. 42. 43. — 207 — Porto Maurizio Comizio Agrario, Presidente Sig. Vassallo. Viti (foglie, gemme). Maltica ampelophaga Guer. Cercepiccola (Prov. di Campobasso) R. Prefettura di Campobasso. Viti (foglie). Phytoptus Vitis Land. Lecce R. Scuola pratica di agricoltura. Ciliegi. Ninfa di Lepidottero indeterminabile. Belluno Levi Morenos Dott. David. Acque stagnanti. Larve d’insetti ditteri. . Ravenna R. Prefettura. Viti (foglie). RAynchites Alni Mull. Vorno, Capannori (Prov. di Lucca) Carrara Guido Luigi. Viti (foglie). RAynchites Alni Mill. Roma R. Stazione di patologia vegetale. Viti (foglie). Longitarsus jacobeae Kal. Biella (Prov. di Novara) Guelpa Cav. Camillo. Viti (foglie). Phytoptus Vitis Land. Firenze R. Scuola di Pomologia, Cavanna Prof. Guelfo. Susini. Aphis (larve, ninfe). Firenze R. Scuola di Pomologia, Cavanna Prof. Guelfo. Peri (foglie). Schizoneura lanigera Hausm. Firenze R. Scuola di Pomologia, Cavanna Prof. Guelfo. Peri (foglie). Phytoptus Pyri Nal. Firenze R. Scuola di Pomologia, Cavanna Prof. Guelfo. Peri (foglie). Cecidomyia Pyri Bouchè. 15 15 17 18 23 24 25 N 2 Maggio Maggio Maggio Maggio Maggio Maggio Maggio Maggio Giugno Giugno Giugno Giugno 44. 47. 49. DI. (DI [9] 54. — 208 — R. Scnola di Pomologia ecc., Cavanna Prof. Guelfo. ? Hyponomeuta sp. (larve). no GER fire Firenze 2 Giugno R. Scuola di Pomologia, Cavanna Prof. Guelfo. Peri (foglie). Eriocampa Cerasi L. . Firenze 2 Giugno R. Scuola di Pomologia, Cavanna Prof. Guelfo. Vite (foglie). Phytoptus Vitis Land, sulie due pagine delle foglie. . Mugello (Firenze) 2 Giugno Comizio Agrario. Segretario Alpe Prof. Vittorio. Pero (rami). Hyponomeuta sp. (larve). Ferrara 4 Giugno Comizio Agrario. Viti (foglie). Othiorrhynchus sp. | . Rodda (Prov. di Udine) 4 Giugno i R. Prefettura. Viti (foglie). Ino ampelophaga Bayle Bar. Torino 7 Giugno — Consorzio antifillosserico interprovinciale subalpino. Presidente Di Rovasenda Comm. Giuseppe. Vite. (radici). Sospetto di Fillossera. . Casalmonferrato (Prov. di Alessandria) 7 Giugno Direzione del giornale « Il Coltivatore ». Olivo (infiorazioni). Ewphyllura Oleae Fòrst. (larve, ninfe). Siena 8 Giugno Dei Apelle. Peri. (Spedizione mancata). . Roma 8 Giugno Società generale dei viticoltori italiani. Viti (gemme, foglie). Onectra Pilleriana Schiff. (crisalide, ‘.‘ insetti in cattivo stato). . Firenze 13 Giugno — R. Scuola di Pomologia ecc., Cavanna Prof. Guelfo. Vite selvatica. Phytoptus Vitis Land. i Firenze 13 Giugno . Ripacandida (Prov. di Potenza) 13 Giugno R. Prefettura. Viti (sarmenti). Psyche sp. (larve). 56. Firenze 13 Giugno R. Scuola di Pomologia ecc., Cavanna Prof. Guelfo. Viti (foglie). RAynchites Alni Mull. DI. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64 65. 66. — 209 — Firenze 13 Giugno R. Scuola di Pomologia ecc., Cavanna Prof. Guelfo. Pero (foglie deformate). Phytoptus Pyri Nal. Firenze 13 Giugno R. Scuola di Pomologia ecc., Cavanna Prof. Guelfo. Pero (foglie ravvolte). Rkynchites, (mancavano gli insetti). Ceppaloni (Prov. di Benevento) 18 Giugno Società operaia di mutuo soccorso, Piante pomifere. Ocneria dispar L. Marino (Prov. di Roma) 21 Giugno Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia. ‘ Viti (uva). Eudemis botrana Schiff. Marino (Prov. di Roma) 21 Giugno Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia. Viti (uva). Conchylis ambiguella Hiùbn. Trapani 22 Giugno R. Prefettura. Viti. Nysius Senecionis? Stàl. Portoferraio, Capoliveri (Prov. di Livorno) 28 Giugno R. Sottoprefettura. Viti. Phylloxera vastatrix Planch. Roma 28 Giugno R. Stazione di patologia vegetale. Viti. Antispila Rivillei Staint. Barletta (Prov. di Bari) 29 Giugno R. Cantina sperimentale ed ufficio di assaggio dei vini. Viti americane. Anomala Vitis L. (larve). Pitigliano (Prov. di Grosseto) 1.° Luglio R. Prefettura. Viti. PhyUloxera vastatrix Planch. 14 67. 68. 69. 70. — 210 — Pitigliano (Prov. di Grosseto) 1.0 Luglio Municipio. Viti. Phylloxera vastatrie Planch. Longarone (Prov. di Belluno) » 1.° Luglio Comizio agrario. Viti. Eudemis botrana Schiff. Longarone (Prov. di Belluno) 1.° Luglio Comizio agrario. Viti. Conchylis ambiguella Hibn. Venezia 4 Luglio Ninni Conte A. P. Viti. Acronycta Aceris L. vt) 1 71. Castel Maggiore (Prov. di Bologna) 4 Luglio Marescalchi Arturo. Agenzia principe Ercolani. Peschi. Afidi. 72. Castelbuono (Sicilia; Prov. di Palermo). 5 Luglio Minà-Palumbo Francesco. Viti. Podagrica Malvacearum Illig. 73. Ripacandida (Prov. di Potenza) 6 Luglio R. Prefettura. Viti. Psyche sp. (larve). 74. Cinigiano (Prov. di Grosseto) | 7 Luglio R. Prefettura. Viti. Giallume e Rossore. TD. Rovigo 7 Luglio | Doni Prof. P. Conferenziere e consultore agricolo nel Polesine. Viti. Anomala Vitis L. | 76. Viterbo (Prov. di Roma) 9 Luglio I R. Istituto Tecnico « Paolo Savi ». i | Viti. (Uova e ninfe d’ insetti omotteri). 17. Acqui (Prov. di Alessandria) 10 Luglio Comizio Agrario, De Benedetti Avv. Vittorio, Verte Viti. Anomala Vitis L. | 18. Rovigo 11 Luglio Doni Prof. P., Conferenziere e consultore agricolo del Polesine. Viti. Cecidomyia oenophila Heim. 79. 80. 81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 39. 90. — 211 — Lamporecchio (Prov. di Firenze) 12 Luglio Municipio. Viti. Erinosi. Pesche (Circ. d’Isernia, Prov. di Campobasso) 13 Luglio R. Sottoprefettura. i Viti. Rossore. Campagnatico (Prov. di Grosseto) 13 Luglio Municipio. Viti. Oecanthus pellucens Scop. i Venezia | 14 Luglio Ninni Conte A. P. Viti. Acronycta Aceris L. Venezia 14 Luglio Ninni Conte A. P. Viti. Phalera bducephala L. Barletta (Prov. di Bari) 14 Luglio R. Cantina sperimentale ed ufficio di assaggio dei vini. Viti. Agrotis sp. (larve). Cinigiano (Prov. di Grosseto) 16 Luglio Municipio. Viti. Rossore. Rionero in Vulture (Prov. di Potenza) 20 Luglio Cattedra ambulante governativa di viticultura ed enologia in Basilicata. Viti. Psyche sp. (larve). Sarzana (Prov. di Genova) i 23 Luglio Comizio agrario del circondario di Levante. Limone. Lecanium hesperidum Burm. Monte Argentario (Prov. di Grosseto) 26 Luglio Municipio. Viti. Rossore. Riparbella, Lorenzano, ecc. (Prov. di Pisa) 28 Luglio R. Scuola superiore d’agraria. Olive. Fhloeothrips Oleae Costa. Roma 31 Luglio R. Stazione di patologia vegetale. Viti (uva). Ewdemis botrana Schiff. — 212 — 91. Roma 81 Luglio | R. Stazione di patologia vegetale. Viti (uva). Conchylis ambiguella Hiubn. 92. Como 3 Agosto | Comizio agrario. Viti. Anomala Vitis L. 93. Como 9 Agosto Comizio agrario. Peri. Tingis Pyri Fab. 94. Acqui (Prov. di Alessandria) 3 Agosto Comizio agrario. Viti. Anomala Vitis L. 95. Pontassieve (Prov. di Firenze) 6 Agosto Municipio. Viti. Oecanthus pellucens Scop. 96. Marino (Prov. di Roma) 10 Agosto Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia. | Viti (uva). Conchylis ambiguella Hibn. 97. Marino (Prov. di Roma) 10 Agosto Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia. Viti (uva). Eudemis botrana Schiff 98. Carmignano (Prov. di Firenze) 12 Agosto Municipio. Viti (uva). Alterazione indefinita. si 99. Firenze 14 Agosto R. Prefettura. Viti. Oecanthus pellucens Scop. 100. Rovigo 14 Agosto , Scuola ambulante di agricoltura pratica. | Viti. Antispila Rivillei Staint. 101. Rionero in Vulture (Prov. di Potenza) 14 Agosto | Cattedra ambulante governativa di viticultura ed enologia in Basilicata. Viti. Melitaea didyma O. 102. Rionero in Vulture (Prov. di Potenza) 14 Agosto | | Cattedra ambulante governativa di viticultura ed enologia in | Basilicata. Viti. Psyche sp. 103. 104. 105. 106. 107. 108. 109. 110 111 112 113. — 213 — Roma 17 Agosto R. Stazione di patologia vegetale (spedizione fatta da Giu- seppe Mendini di Villafranca, Verona). Viti (uva). Eudemis botrana Schiff. Roma 17 Agosto R. Stazione di patologia vegetale (spedizione fatta da Giu- seppe Mendini di Villafranca, Verona). Viti (uva). Conchylis ambiguella Hiùbn. (larve). Aquila ; 17 Agosto R. Prefettura. Viti (uva). Eudemis botrana Schiff. Aquila 17 Agosto R. Prefettura Viti (uva). Conchylis ambiguella Hiùbn. (larve). Portico e S. Benedetto di Firenze 18 Agosto R. Prefettura Viti. Sospetto di Fillossera. Portico e S. Benedetto di Firenze 18 Agosto R. Prefettura Viti. Giallume, Rossore. Marostica (Prov. di Vicenza) 18 Agosto Comizio agrario. Viti (uva). Eudemis botrana Schiff. Marostica (Prov. di Vicenza) 18 Agosto Comizio agrario. Viti (uva). Conchylis ambiguella Hiùbn. (larve). Marostica (Prov. di Vicenza) 13 Agosto Comizio Agrario. Viti (foglie). Phytoptus Vitis Land. Barbialla (S. Miniato, Prov. di Firenze) 21 Agosto Mazzoni N. Viti. Supposta infezione fillosserica. Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 22 Agosto Direzione del giornale vinicolo italiano. Viti (foglie). Deilephila Nerîi L. 114. 115. 116. Le 113. 119. 120. 122. 123. 124. 125. — 214 — Concadirame (Prov. di Rovigo) 23 Agosto Doni Prof. Pergentino, Conferenziere, consultore agricolo del Polesine. Viti (tronco). Cossus Cossus L. Montalbano Jonio (Prov. di Potenza) 23 Agosto De Michele Nicola. Olivi (rami). Rogna o Tubercoli. Cagliari (Sardegna) 27 Agosto Lepori Cesare. Viti (corteccie). Guerinia Serratulae Fabr. Cagliari (Sardegna) 27 Agosto Lepori Cesare. Viti (corteccie). Gamasus sp. Cinigiano (Prov. di Grosseto) 28 Agosto R. Prefettura di Grosseto. S Viti (Rossore). Brusegana (Prov. di Padova) . 28 Agosto R. Scuola pratica di Agricoltura per la provincia di Padova Viti (foglie). Antispila Rivilleì Staint. San Remo (Prov. di Porto Maurizio) 28 Agosto Panizzi Francesco. Limoni (frutti). Coccide indeterminato. . Roma 31 Agosto R. Stazione di patologia vegetale. Meli (foglie). Lyonetia Klerkella L. Cava dei Terreni (Prov. di Salerno) 1.° Settembre Agenzia delle coltivazioni del Tabacco. Tabacco. Heliothis peltigera Schiff. Scapoli (Prov. di Campobasso) 3 Settembre Municipio Viti (foglie). Phytoptus Vitis Land. Pavia 9 Settembre Istituto botanico della R. Università. Nocciuolo (foglie). Tetranychus telarius L. Aquila (Abruzzo ulter. II) 11 Settembre R. Prefettura. Viti (uva). Eudemis botrana Schiff. 127. 129. 180. 131. 132. 183. 184. 135. 136. — 215 — . Aquila (Abruzzo ulter. II) 11 Settembre R. Prefettura. Viti (uva). Conchylis ambiguella Hibn. (larve). Todi (Prov. di Perugia) 21 Settembre R. Scuola pratica di agricoltura. Olmo (foglie). Galerucella calmariensis L. . Roma 21 Settembre R. Stazione di patologia vegetale. i Viti (foglie). Deformazione non definita. Firenze 23 Settembre Ridolfi March. Luigi. Viti (uva). Eudemis botrana Schiff. Hirenze 23 Settembre Ridolfi March. Luigi. Viti (uva). Conchylis ambiguella Hibn. (larve). Firenze 23 Settembre Ridolfi March. Luigi. Pero (foglie). Phytoptus Pyri Nal. Iglesias (Prov. di Cagliari) Sardegna 24 Settembre Comizio agrario. Viti (foglie). Malattia non definita. Pavia 26 Settembre Istituto botanico della R_ Università. Nocciuolo (Corylus Avellana). Phytoptus sp. Firenze 29 Settembre Schneiderff Rodolfo. Olivo. Phloeothribus Oleae? Costa. Montalbano Jonio (Prov. di Potenza) 3 Ottobre Cattedra ambulante governativa di viticultura ed enologia in Basilicata. Piante pomifere. Schizoneura lanigera Hausm. Montalbano Jonio (Prov. di Potenza) 3 Ottobre Cattedra ambulante governativa di viticultura ed enologia in Basilicata. Piante pomifere. Schizoneura lanigera Hausm. 137. 138. 139. 140. 141. 142. 143. 144. 145. 146. 147. — 216 — Corenno Plinio (Lago di Como) 6 Ottobre Andreani Rag. Carlo. Noce. Phytoptus sp. Firenze 8 Ottobre Ridolfi March. Luigi. Olivo (frutti). Alterazione indefinita. Pavia 9 Ottobre | Istituto botanico della R. Università. ; Noce (foglie). Phytoptus sp. Pavia 9 Ottobre Istituto botanico della R. Università. Noce (foglie). Phytoptus sp. i Pavia 9 Ottobre Istituto botanico della R. Università i Acero (foglie). Phytoptus Tiliae Pag. Corenno Plinio (Prov. di Como) 16 Ottobre — Andreani Ragioniere Carlo. Noce. Phytoptus Juglandis (Phyt. tristriatus N. ?) Atene (Grecia) 16 Ottobre Gennadius Prof. P. Viti (sarmenti). Omotteri? (uova). Firenze 5 Novembre Lawley Francesco. Aranci (frutti). Prolificazione. Firenze 19 Novembre Ridolfi March. Luigi. Olive. (Alterazioni non definite). Rimesse alla R. Sta- zione di patologia vegetale di Roma. Alba (Prov. di Cuneo) 29 Novembre R. Scuola enotecnica. Viti (sarmenti). Omottero (uova). PIANTE BOSCHIVE ED ORNAMENTALI. Roma 17 Febbraio R. Stazione di Patologia vegetale. Leccio. Galle sopra le foglie. 149. 151. 153. 156. 157. 158. 159. orge . Moneglia (Prov. di Genova) 19 Marzo Distretto forestale di Chiavari. Ispettore Rossi D. Pinus Pinaster. Cnethocampa pityocampa Schiff. (larve). San Giovanni al Teduccio (Prov. di Napoli). 29 Marzo Dammann e C. Giacinti (Hyacinthus orientalis). Rammollimento di bulbi. . Castelfalfi (Prov. di Firenze) 9 Aprile Biondi Antonio. Salci. Cecidomyia saliciperda Duf. Casalmonferrato (Prov. di Alessandria) 19 Aprile Direzione del Giornale « Il Coltivatore ». Salici. Plagiodera versicolor Laich. . Firenze 28 Aprile Alpe Prof. Vittorio, Segretario del Comizio agrario. Salci. Cecidomyia saliciperda Duf. (larve, insetti). Novi-Ligure (Prov. di Alessandria) 12 Maggio Comizio agrario circondariale. Salci. Lina Populi L. . Novi-Ligure (Prov. di Alessandria) 12 Maggio Comizio agrario circondariale. Salici. Plagiodera versicolor Laich. È . Firenze 2 Giugno . R. Scuola di Pomologia, Cavanna Prof. Guelfo. Salici. Plagiodera versicolor Laich. Firenze 2 Giugno R. Scuola di Pomologia, Cavanna Prof. Guelfo. Salici. Venesa Antiopa L. (larve). Firenze | 2 Giugno R. Scuola di Pomologia, Cavanna Prof. Guelfo. Lecci. Phylloxera florentina Targ. (seconda generazione). Pisa _ 4-6 Giugno Direzione della Scuola Superiore d’agricoltura Olmi (rami, tronchi). Ocneria dispar L. Pisa i 4-6 Giugno Direzione della Scuola Superiore d’agricoltura. Olmi (rami, tronchi). Cossus Cossus IL. 160. 161. 163. 164. 165. 166. 167. 168. 169. 170. — 213 — Torino 7 Giugno Dipartimento forestale. Larici. Psilura monacha L. Torino È 7 Giugno Dipartimento forestale. Pini. Psilura monacha L. . Conegliano (Prov. di Treviso) 11 Giugno Stradaioli Prof. Giuseppe. Ontano (foglie). Agelastica Alni L. Firenze 13 Giugno R. Scuola di Pomologia, Cavanna Prof. Guelfo. Salcio. Plagiodera versicolor Laich. È Terni (Prov. di Perugia) 14 Giugno Comizio agrario. Piante da bosco. Tortrix viridana. Ceppaloni (Prov. di Benevento) 18 Giugno Società operaia di mutuo soccorso. Querci. Ocneria dispar L. Torino 21 Giugno Dipartimento forestale. Piante diverse. Psilura monacha L. Torino 21 Giugno Dipartimento forestale. Piante diverse. Leucoma Salicis L. Torino 21 Giugno Dipartimento forestale. Piante diverse. Tortrix viridana L. Rovigo 22 Giugno Doni Prof. D., Conferenziere e consultore agricolo del Po- lesine. Salici. Ocneria dispar L. Pisa 11 Luglio Scuola superiore d’agraria. Olmi. Cossus Cossus L. . Torino 23. Luglio Dipartimento forestale. Boschi. Psilura monacha L. 3 172. 173. 174. 175. 179. 130. 181. 182. 183. CCIE Vicenza 24 Luglio Amministrazione forestale. Piante resinose. Trassilico (Prov. di Massa) 24 Luglio Comizio agrario. ; Boschi. Ocneria dispar L. Novara 28 Luglio Amministrazione forestale. Querci. Porthesia chrysorrhoea L. Novara 28 Luglio Amministrazione forestale. Querci. Cnethocampa processionea L. Castel Maggiore (Prov. di Bologna) 30 Luglio Marescalchi Arturo. Agenzia dei Principi Ercolani. Pioppi (foglie). Asiphum Populi Koch. . Castel Maggiore (Prov. di Bologna) 30 Luglio Marescalchi Arturo. Agenzia dei Principi Ercolani. Pioppi (foglie). Aphis Populi Fabr. . Roma. 3 6 Agosto R. Stazione di Patologia vegetale. Platano (foglie). Lithocolletis Platani Staud. Rovigo 14 Agosto Scuola ambulante di agricoltura pratica. D Olmi. Galeruca xranthomelaena Schrk. Terni (Prov. di Perugia) 24 Agosto Comizio Agrario. Piante boschive (foglie e rami). Catocala conversa Esper. Terni (Prov. di Perugia) 24 Agosto Comizio Agrario. Piante boschive (foglie e rami). Catocala sponsa L. Terni (Prov. di Perugia) 24 Agosto Comizio Agrario. Piante boschive (foglie e rami). Ocneria dispar L. Terni (Prov. di Perugia) 24 Agosto Comizio Agrario... Piante boschive (foglie e rami). Porthesia chrysorrhoea L. 184. 185. 186. 187. 1838. 189. 190. 191. 193. 194. 195. — 220 — Terni (Prov. di Perugia) 24 Agosto Comizio Agrario. Piante boschive (foglie e rami). Calosoma sycophanta L. | Roma. 3 Settembre R. Stazione di Patologia vegetale. | Rosai (rami e foglie). Hylotoma Rosae De Geer. Palermo. 10 Settembre | De Stefani Teodosio. Vitex Agnus castus (foglie). Phytoptus sp. Como 11 Settembre Comizio Agrario. Querci (foglie). PhyWoxera florentina Targ. * Como 11 Settembre Comizio Agrario. | Olmo. Tetraneura ulmi De Geer. (galle). Bologna 22 Settembre R. Ispezione forestale. Olmo (foglie). Galerucella calmariensis Fab. i Como 22 Settembre Comizio Agrario. Ss Olmo. Melasoma aenea L. Pavia 1 26 Settembre Istituto botanico della R. Università. Acer sp. (foglie). Phytoptus sp. . Corenno Plinio (Lago di Como) 6 Ottobre. Andreani Ragioniere Carlo. Pioppo (foglie). Pemphigus spirotheciae Passer. Corenno Plinio (Lago di Como) 6 Ottobre | Andreani Ragioniere Carlo. | Acero (rami, foglie). Phytoptus sp. I Pavia 9 Ottobre Istituto botanico della R. Università. Acero (foglie). Phytoptus sp. | Pavia 9 Ottobre Istituto botanico della R. Università. Ontano (foglie). Phytoptus Tiliae Pag. 196. 197. 198. 199. 200. 201. 203. 204. — 221 — Pavia 9 Ottobre Istituto botanico della R. Università. i Ontano (foglie). Phytoptus sp. Corenno Plinio (Lago di Como) 16 Ottobre Andreani Rag. Carlo Pioppo. Pemphigus Suitalticiiaa Passer. Corenno Plinio (Prov. di Como) 22 Ottobre Andreani Rag. Carlo Salcio (foglie). Phytoptus Salicis Nal. Corenno Plinio (Prov. di Como) 22 Ottobre Andreani Rag. Carlo Salcio (foglie). Chrysomela splendidissima F. Corenno Plinio (Prov. di Como) 22 Ottobre Andreani Rag. Carlo Salcio (foglie). Anomala junii F. Corenno Plinio (Prov. di Como) 22 Ottobre Andreani Rag. Carlo Faggio. Hormomya Fagi Hart. . Macerata 2 Dicembro Amministrazione forestale. Pini (radici). Agrotis sp. Macerata 2 Dicembre Amministrazione forestale. Pini (radici). Cnetocampa pityocampa Schiff. Macerata 2 Dicembre Amministrazione forestale. Pini (radici). Cetonia sp. (follicoli). LODI ANNO 1889. IE Coltivazioni di piante erbacee. . Rovigo 9 Gennaio Doni Prof. Pergentino, Conferenziere e consultore agricolo del Polesine. Esperienze contro gli Elateridi. i . Lecce i 17 Gennaio Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. # Tabacco. Xyletinus serricornis Fabr. fi . Chiaravalle (Prov. di Ancona) 14 Febbraio 2 Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. k, Tabacco (frutti immaturi). Heliothis armiger Hiùbn. (larve). A RATA 14 Maggio R. Istituto botanico. Frumento. (Elateridi?). . Milano 1 Giugno. R. Scuola superiore di agricoltura, Alpe prof. Vittorio. Erba medica. Geometra (larve). . Pontecorvo (Prov. di Caserta) 2 Giugno Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. i Tabacco. GryUotalpa vulgaris Latr. ì . Pontecorvo (Prov. di Caserta) 2 Giugno 3 ni Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. i Tabacco. Pentodon punctatus Vill. È . Pontecorvo (Prov. di Caserta) 2 Giugno : Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. i Tabacco. Cebrio gigas Fab. (larve). 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 13. 19. 20. op . Milano 7 (Giugno R. Scuola superiore di agricoltura, Alpe prof. Vittorio. Erba medica. Geometra (larve). Sassari (Sardegna) Cardinali dott. Luigi. Tabacco. Agrotis sp. (larve). Palermo (Prov. di Palermo) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. GryMWlotalpa vulgaris Latr. Palermo Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Cebrio gigas Fab. Palermo Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Hadena Solieri? B. Palermo Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco, Helix pisana Mull. Palermo Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Tapinoma erraticum Latr. Verona Mariacher Prof. Giovanni. Basilico. Larva minatrice. San Sepolcro (Prov. di Arezzo) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. ? Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis sp. (larve). Sassari (Sardegna) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis sp. (larve). Palermo (Sicilia) Agenzia delle coltivazioni dei 'Tabacchi. Tabacco. Agrotis segetum Huùbn. 8 Giugno 8 Giugno 8 Giugno 8 Giugno 8 Giugno 8 Giugno 11 Giugno 11 Giugno 20 Giugno 3 Luglio 8 Luglio 24. 26. 30. Sl. — 224 — . Sansepolcro (Prov. di Arezzo). Agenzia delle Coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Afide indefinito. . Benevento Agenzia delle Coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Cebrio gigas Fab. . Benevento Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis sp. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni di Tabacco. Tabacco, Mal del mosaico, Sciroccatura. . Roma R. Stazione di Patologia vegetale. Humulus japonicus. Tetranychus telarius L. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Carpocoris Verbasci. De Geer. . Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Nezara prasina L. . Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Locusta viridissima L. . Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni di Tabacco. Tabacco. Oecanthus pellucens Scop. Pontecorvo (Prov. di Caserta) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Acridium sp. Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis sp. (larve). . Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo): Agenzia delle Coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pentodon punctatus Vill. 4 Luglio 6 Luglio 6 Luglio 11 Luglio 18 Luglio 14 Luglio 14 Luglio I 14 Luglio 14 Luglio 14 Luglio | 18 Luglio 18 Luglio 39. 40. 4l. 42. 43. 44. — 225 — . Maglie (Prov. di Lecce) Zocco Oronzo. Cavoli. Lixus myagri Oliv. . Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) Agenzia delle Coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis sp. . Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) Agenzia delle Coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pentodon punctatus Vill. . Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis sp. . Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) Agenzia delle Coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Cebrio gigas Fab. (larve). . Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. 18 Luglio 20 Luglio 20 Luglio 29 Luglio 29 Luglio 29 Luglio Tabacco. Macroglossa stellatarum (crisalide). Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. GryMlus domesticus Linn. Ferrara (Prov. di Ferrara) Comizio agrario. Canapa. Helix Cantiana Mtg. Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agriotes sp. Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) Agenzia delle coltivazioni di tabacco. Tabacco. Phaneroptera falcata F. Corenno Plinio (Prov. di Como) Andreani Rag. Carlo. Granone. Botys nubilalis Hiùbn. Sansepolcro (Prov. di Arezzo) Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Insetti indeterminabili. 29 Luglio 3 Agosto 4 Agosto 20 Agosto 28 Agosto 1.° Settembre 45. 46. 47. 43. 49. 50. DÌ. 53. D4. 55. 56. STAT APRO DE e) f — 226 — Bia en i dininuie a 10 Settembre Targioni-Tozzetti prof. Adolfo. Canapa. Botys nubilalis Hibn. Pontecorvo (Prov. di Caserta) 12 Settembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Cetonia floricola Hbst.. Casalmonferrato (Prov. di Alessandria) 30 Settembre Ottavi Fratelli. Fagioli (semi). Bruchus irresectus Schonh. Pontecorvo (Prov. di Caserta) 20 Ottobre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Insetti e larve diverse. Milazzo (Prov. di Messina) 2 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis sp. (larve). San Sepolcro (Prov. di Arezzo). 15-21 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Insetti diversi. San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 18-21 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Locusta viridissima L. . San Sepolcro (Prov. di Arezzo) © 18-21 Novembre . Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pachitylus danicus L. San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 18-21 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. GryUotalpa vulgaris Latr. San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 13-21 Novembre | Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Echinomya ferox P. Z. (parassita). San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 18-21 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. | Tabacco. Heliothis peltiger Schiff. San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 18-21 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Heliothis armiger Hibn. - DI. 58. 59. 61. 62. 63. 64. 65. 66, Lo ggr so San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 18-21 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis segetum Schiff. San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 18-21 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis obelisca Hibn. San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 18-21 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Agrotis sp. .San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 18-21 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Pentodon punctatus Vill. San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 18-21 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Longitarsus Anchusae F. San Sepolcro (Prov. di Arezzo) 16 Dicembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) 26 Dicembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. Pontecorvo (Prov. di Caserta) 28 Dicembre Agenzia delle coltivazioni dei Tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. Roma 31 Dicembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Riso. Calandra Oryzae Linn. Roma 31 Dicembre R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Grano. Calandra granaria Linn. DO SIE da Roi 2. — 228 — II. Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ecc. . Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 21 Gennaio Ottavi fr.lli. Viti (radici). Erystalis sp. (larve). . Perugia 21 Febbraio Comizio circondariale e Società economico-agraria. Olivo. Philippia follicularis Targ. + Plerugia 21 Febbraio Comizio circondariale e Società economico agraria. Olivo. Fumago. . Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 7 Marzo R. Scuola pratica d’agricoltura Gaetano Cantoni. Gelso. Diaspis pentagona Targ. . Firenze 3 Aprile R. Scuola di pomologia. Cavanna prof. Guelfo. Peri. Eriocampa limacina Retz. . Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 9 Aprile R. Scuola pratica di agricoltura. Gelsi. Diaspis pentagona Targ. . Cagliari (Sardegna) 24-26 Marzo Meloni Piras Avv. Sisinnio. Agrumi. Mytilaspis fulva Targ. . Cagliari (Sardegna) 24-26 Marzo Meloni Piras Avv. Sisinnio. Agrumi. Parlatoria Zizyphi Luc. . Cagliari (Sardegna) 24-26 Marzo Meloni Piras Avv. Sisinnio. Agrumi. Fumago Citri, Cocciniglie. 10. dele 12. 13. 14. 15. 16. 17. 13. 19. — 229 — Reggio Calabria 26 Marzo Società economica e Comizio agrario. Agrumi. Cocciniglie per esperienze di liquidi insetticidi. Roma 4 aprile R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). : Arancie. Ceratitis citriperda Mac Leay, C. hispanica Brème nell'Isola di Malta. Malta 11 Aprile Commissione per la Ceratitis citriperda. Presidente generale Sig. Hub. Willice. Arancie. Ceratitis citriperda M.° Leay. Alba (Prov. di Cuneo) 27 Aprile R. Scuola di viticoltura e di enologia. Viti. Oecunthus pellucens Scop. Arosio (Prov. di Como) 27 Aprile Viganò L. Gelsi. Diaspis pentagona Targ. Pavia 6 Maggio R. Istituto botanico. Viti. Agrotis sp. (larve). Milano 11 Maggio R. Scuola superiore di agricoltura, Alpe Prof. Vittorio. Peri. Tetranychus pilosus C. et F. Milano 11 Maggio R. Scuola Superiore di agricoltura, Alpe prof. Vittorio. Peri. Phytoptus Pyri Nal. (vaiuolo del pero). Malta (Inghilterra) 14 Maggio Commissione per la Ceratitis citriperda, Presidente generale Hubert Willice. Arancie. Ceratitis citriperda Mac Leay, C. hispanica Brèéme. Conegliano (Prov. di Treviso) 15 Maggio R. Scuola di viticultura ed enologia. Meli. Bombicide. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 29. 30. — 230 — Mugello (Prov. di Firenze) 15 Maggio Martelli Ugolino. Viti. Rhynchites Alni Mull. Campobasso 18 Maggio R. Prefettura. Viti. Agrotis sp. (larve). Badia Polesine (Prov. di Rovigo) 25 Maggio Picinali Francesco. Viti. Phylloperha campestris Latr. Conegliano 27 Maggio R. Scuola di Viticoltura ed Enologia. Meli. Hyponomeuta malinellus Zell. Novi-Ligure (Prov. di Alessandria) 27 Maggio Rebora Giuseppe. Viti. Rhynchites betuleti Linn. (betuleti Fab., o Betulae L.?). Loreo (Prov. di Rovigo) 29 Maggio Associazione agraria del basso Polesine. Meli. Luperus flavipes Linn. Milano 1-7 Giugno R. Scuola superiore di agricoltura, Alpe Prof. Vittorio. Gelsi. Diaspis pentagona Targ. Milano 1-7 Giugno R. Scuola superiore di agricoltura, Alpe prof. Vittorio. Fico. Psylla Ficus od Homotoma Ficus Linn. . Firenze _ 1 Giugno Cavanna prof. Guelfo. Peri. Porthesia chrysorrhoea Linn. (larve) e braconidi parassiti. Dicomano (Prov. di Firenze) 1 Giugno Focardi Lorenzo. Gelsi. Lecanium cymbiforme Targ. Cagliari (Sardegna) 3 ‘Giugno Meloni Piras Avv. Sisinnio. Mandarini. Lecanium sp. RO MII 31 Buonconvento (Prov. di Siena) 5 Giugno 32. 33. S4. 35. 36. 3°. 38. 39. 40. 4. Biondi Antonio. Viti. Ino ampelophaga Bagle. Roma 8 Giugno Società generale dei viticultori italiani. Viti. Othyorrinchus armatus Bohem. Casal-Guidi (Prov. di Firenze) 13 Giugno Costa-Reghini Conte Carlo. Viti (foglie). Cecidomyia 20 Heim. Teramo 14 Giugno ? Viti. Sospetti di fillossera. Piacenza 17 Giugno Comizio agrario. Bachi da seta, Peronospora viticola. Roma 18 Giugno R. Ministero di Agricoltura. ecc. (Direzione generale della Agricoltura). Da Alessandria. Viti. Onectra Pilleriana Schiff. o Piralide della vite. Piemuigrla 18 Giugno _R. Laboratorio chimico agrario. Gelsi. Lecanium cymbiforme Targ. Casalmonferrato 18 Giugno Fratelli Ottavi. Viti. Onectra Pilleriana Schiff. Casio e Casola (Prov. di Bologna) 19 Giugno Municipio. Piante pomifere. Ocneria dispar L. Alessandria 19 Giugno Amministrazione forestale. Viti. Insetti non definiti. Lu (Prov. di Alessandria) 20 Giugno Municipio. Viti. Onectra Pilleriana Schiff. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 5I. 52. Lo PET CAIO O, x à fe — 232 — Alessandria 21 Giugno Comizio agrario. Viti. Onectra Pilleriana Schiff. Cagliari (Sardegna) 21 Giugno R. Scuola di viticultora ed enologia. Viti. Dematophora necatrix e perforazioni dovute ad in- setti xilofagi. Govone (Prov. di Cuneo, Piemonte) 23 Giugno Lissone Sebastiano. Viti. Conchylis ambiguella Hiibn. Govone (Prov. di Cuneo) 23 Giugno Lissone Sebastiano. : Viti. Eudemis botrana Schiff. Camugnano (Prov. di Bologna) 26 Giugno Municipio. Ciliegi. Ocneria dispar L. Alessandria 26 Giugno Amministrazione forestale. Viti. Eudemis botrana Schiff. Siena 28 Giugno Direzione del Laboratorio chimico-agrario. Viti. Conchylis ambiguella Hiùbn. Siena 28 Giugno Direzione del Laboratorio chimico-agrario. Viti. Eudemis botrana Schiff. Vicenza 2 Luglio Comizio Agrario. È Peri. Tingis Pyri Fab. Roma 8 Luglio R. Stazione di patologia vegetale. Viti. Tiphlocyba? (larve). Como 4 Luglio Comizio Agrario. Gelsi. Diaspis pentagona Targ. 53. D4. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. = 2933 — Alessandria Amministrazione forestale. Viti. Conchylis ambiguella Hùbn. Alessandria Amministrazione forestale. Viti. Eudemis botrana Schiff. Firenze Comizio Agrario. Viti. Sospetto di Fillossera. Palazzuolo (Prov. di Firenze) Comizio Agrario di Firenze. Viti. Erinosi, Phytoptus Vitis Land. Campobasso i R. Prefettura. Viti. Erinosi. Campobasso R. Prefettura. Viti. Vanessa Cardui L. (ninfa). Lu (Prov. di Alessandria) Municipio. Viti. Onectra Pilleriana Schiff. Iseo (Prov. di Brescia) Rossetti Giuseppe. DI Luglio 6 Luglio 6 Luglio 9 Luglio Vo) Luglio 11 Luglio 12 Luglio 13 Luglio Trasmissione del calcino dal baco da seta nel bruco del- l’uva. Todi (Prov. di Perugia) R. Scuola pratica di Agricoltura. Viti. RAynchites Betulae L. Todi (Prov. di Perugia) R. Scuola pratica di Agricoltura. Vite. Rhynchites Betulae L. o R. Alni Mùll. (larve e pa- rassiti). Roma R. Stazione di patologia vegetale. Viti. Typhlocyba (larve). 13 Luglio 13 Luglio 13 Luglio = 64. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 12. 73. 14. 75. — 234 — ì Campobasso 18 Luglio R. Prefettura. Viti. Erinosi. . Roma 19 Luglio R. Stazione di patologia vegetale. Viti. Trasmissione del calcino dal baco da seta nel bruco dell’Eudemis botrana Schiff. Bagni di Lucca (Prov. di Lucca) 20 Luglio Targioni-Tozzetti Prof. Adolfo. Fico. Simaethis nemorana Hibn. Bagni di Lucca (Prov. di Lucca) i 20 Luglio Targioni-Tozzetti Prof. Adolfo. Vite. Conchylis ambiguella Hiùbn. Bagni di Lucca (Prov. di Lucca) ‘20 Luglio Targioni-Tozzetti Prof. Adolfo. Vite. Eudemis botrana Schiff. Firenze 21 Luglio Lawley Francesco. i Pere. Carpocapsa pomonella L. Montescaglioso (Prov. di Potenza) 22 Luglio Amministrazione comunale. Olivi. Cionus Fraxini De Geer. Ancona i 23 Luglio Tartaglini Augusto. Agrumi. Rhizothrogus? (larve). Rovereto (Tirolo) Prov. di Ferrara 23 Luglio Armani Pietro. Viti (foglie). Tetranychus telarius L. Rovereto (Tirolo) Prov. di Ferrara 23 Luglio Armani Pietro. Viti (foglie). Rossore. Brescia 1.° Agosto. R. Scuola pratica di Agricoltura. I Rimedio contro l’Eudemis botrana Schiff. Firenze 1 3 Agosto Lazzoni Beniamino. Peri. Papilio machaon L. (larve). d — 235 — 76. Pizzone (Prov. di Campobasso) 78. ULA Municipio. Viti. Erinosi e Peronospora. . Montescaglioso (Prov. di Potenza) Circ. di Matera Amministrazione Comunale. Olivi. Prays Oleaellus, o Tinea Oleaella F. Montescaglioso (Prov. di Potenza), Circe. di Matera Amministrazione Comunale. Olivi. Phloeothrips Oleae Costa. Milano. Franceschini F. Viti. Fillossera (notizie). . Citerna (Prov. di Perugia) Mnunicipio. Viti. Erinosi. . Siena Dei Apelle. Viti. Cecidomyia oenophila Heim. . Padova Farini Giovanni. Mele. Carpocapsa pomonella L. . Padova Farini Giovanni. Pere. Carpocapsa pomonella L. , Ripatransone (Prov. di Ascoli Piceno) Feriozzi Vincenzo. Viti. Eudemis botrana Schiff. . Ripatransone (Prov. di Ascoli Piceno) Feriozzi Vincenzo. Viti. Conchylis ambiguella Hibn. 36. Corenno Plinio (Prov. di Como) Andreani Rag. Carlo. Gelsi. Lecanium cymbiforme Targ. . Brescia R. Scuola pratica d’Agricoltura. Viti Antispila Rivillei Staint. 6 Agosto 7 Agosto © Agosto 8 Agosto 9 Agosto 14 Agosto 15 Agosto 15 Agosto 24 Agosto 24 Agosto 28 Agosto 5 Settembre 88. 89. 90. DI 93. 95. 96. — 236 — Milano Franceschini Felice. Viti. Notizie sopra la Fillossera. Ripatransone (Prov. di Ascoli Piceno) Feriozzi Vincenzo. Viti. Hudemis botrana Schiff. Avellino Comizio Agrario. Nocciuoli (foglie). Tetranychus telarius L. Avellino Comizio Agrario. Nocciuole (frutti. Balaninus sp. (larve). . Bagni di Lucca (Prov. di Lucca) Targioni-Tozzetti prof. Adolfo. Fico. Simaethis nemorana Hibn. Bagni di Lucca (Prov. di Lucca) Targioni-Tozzetti prof. Adolfo. Vite. Conchylis ambiguella Hiùbn. . Bagni di Lucca (Prov. di Lucca) Targioni-Tozzetti prof. Adolfo. Vite. Eudemis botrana Schiff. Lucca Comizio Agrario. Viti. Sospetto di Fillossera. Nuoro (Prov. di Sassari) Comizio Agrario. R. Ministero di Agricoltura ecc. Aranci (frutti). Fumaggine. . Nuoro (Prov. di Sassari) Comizio Agrario. R. Ministero di Agricoltura ecc. Aranci (frutti). Dactylopius Citri Sign. 98. Nuoro (Prov. di Sassari) Comizio Agrario. R. Ministero di Agricoltura ecc. Aranci (frutti). Aspidiotus limonii Sign. 99. Firenze Lawley comm. Francesco. Mele. Carpocapsa pomonella L. pi IVI CO Mo Meli) 9 Settembre. Licia RETE ER ERO 9 Settembre 10 Settembre cricà Praiano De ati 10 Settembre y } Li 10 Settembre 26 Sottombra 26 Settembre. 100. 101. 102. 103. 104. 105. 106. 107. 108. 109. 110. — 257 — Lu (Prov. di Alessandria) 1-4 Ottobre Municipio. Viti. Onectra Pilieriana Schiff. Firenze 8 ottobre Lozzoni Beniamino. Afidi. Subiaco (Prov. di Roma) 4 Ottobre Palma Antonio. Olive. Prays Oleellus F. Alba (Prov. di Cuneo) 6 Ottobre R Scuola di viticoltura ed enologia. Viti. Oecanthus pellucens Scop. (uova). Caltagirone (Prov. di Catania) 16 Ottobre R. Scuola pratica di agricoltura per la provincia di Catania. Alberi da frutto. Tingis Pyri Fab. Massarosa (Prov. di Lucca) 17 Ottobre Municipio. Viti. Isotoma corticalis Leach. Massarosa (Prov. di Lucca) : 17 Ottobre Municipio. Viti. Porcellio sp. Lu (Prov. di Alessandria) 19 Ottobre Municipio. Viti. Onectra Pilleriana Schiff. Roma ? 25 Ottobre R. Stazione di patologia vegetale. Viti. Oecanthus pellucens Scop. Villafranca (Rodano) 28 Ottobre Vermorel V. - ] Viti. Onectra Pilleriana Schiff. (studi). Roma 4 Novembre R. Ministero di Agricoltura, ece. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Viti. Erinosi o Fitoptosi (studi). 111. 112. 113. 114. 115. 116. 117. 118. 119. 120. — 253 — Lu (Prov. di Alessandria) 8 Novembre Municipio. tI Viti. Onectra Pilleriana Schiff. (larve ibernanti). Lu (Prov. di Alessandria) 8 Novembre Municipio. bi Viti. Eudemis botrana Schiff. (crisalidi ibernanti). ti Napoli i 8 Novembre | Duca di Cardinale. si Agrumi. Mytilaspis fulva Targ. Tozz. $| Mondovi (Prov. di Cuneo) 4 Dicembre Comizio agrario. 4 Viti (sarmenti). Oecanthus pellucens Scop. (uova nel. midollo). " Govone (Prov. di Cuneo) 7 Dicembre Lissone S. i Viti (sarmenti). Oecanthus pellucens Scop. (uova nel | midollo). È Mondovi (Prov. di Cuneo) 23 Dicembre. Comizio agrario. È Viti (tronchi). Histeropterum apterum F. $ Mondovi (Prov. di Cuneo) 23 Dicembre Comizio agrario. È Viti (sarmenti). Oecanthus pellucens Scop. Alba (Prov. di Cuneo) 23 Dicembre R. Scuola Enotecnica. i Viti. Eudemis botrana Schiff. Alba (Prov. di Cuneo) 23 Dicembre. R. Scuola Enotecnica. 3 Viti. Oecanthus pellucens Scop. ì Padova 26 Dicembre | Farini Giovanni. Viti. Conchylis ambiguella Hibn. (studi). 121. - 122. 123. 124. 125. 126. 127. | 128. 129. 130. 0 PIANTE ROSCHIVE ED ORNAMENTALI. Rovigo 19 Gennaio Doni Prof. Pergentino, Conferenziere e consultore agricolo del Polesine. Salci. Ocneria dispar L. (uova). Venezia 17 Febbraio Lodi Achille. Viburnum Tinus. A/exrodes Jelinekiî Frauenf. Imola (Prov. di Bologna) 21 Febbraio Comizio agrario circondariale imolese (cantina sperimentale). Olmi. Galerucella calmariensis Fabr. Imola (Prov. di Bologna) 21 Febbraio Comizio agrario circondariale imolese, (Cantina sperimentale). Tigli. Oxycararenus Lavaterae Fabr. Cuneo 15 Marzo Amministrazione forestale. Pini. Cnethocampa Pityocampa Schiff. Imola (Prov. di Bologna) 16 Marzo Comizio agrario circondariale imolese, (cantina sperimentale). Olmi. Cossus Cossus L. (larve). Piacenza 23 Marzo Comizio agrario. Salci ed altre piante. Ocneria dispar L. (larve). Roma 15 Aprile R. Stazione di patologia vegetale (Direttore Prof. Cuboni). Cycas revoluta. Lecanium hemisphaericum Targ. Dozza (Imola) Prov. di Bologna 17 Aprile Bignardi Gaetano. Olmi. Galeruca calmariensis Fabr. Pietramelara (Prov. di Caserta) 26 Aprile Baldi delle Rose. Salci. Cecidomyia saliciperda Duf. 131. 133. 134. 15%. 138. 139. 140. 141. — 240 — Piacenza 27 Aprile DE: : $ Comizio agrario. L, Salci ed altre piante. Ocneria dispar L. $ . Savigliano (Prov. di Cuneo) . 2 Maggio i R. Scuola pratica di agricoltura, Sig. Antonio Orsini. ; Olmi. Galerucella calmariensis Fabr. Firenze 7 Maggio. Amministrazione dei pubblici giardini e passeggi. Lecci. Coraebus florentinus Herbst. i Firenze 9 Maggio. Cavanna Prof. Guelfo î Ailanto. Tronchi con nidi di Megachile sp. 5. Reggio Emilia 11 Maggio Comizio agrario, Terracchini E. Presidente. Olmi. Galerucella calmariensis Fabr. . Padova 15 Maggio Saccardo Prof. Andrea. Bossolo. Diplosis Buxi Laboulb. Pias'a 19 Maggio R. Scuola superiore d’agraria. Querci. Tortrix viridana L. Pisa 22 Maggio R. Scuola superiore d’agraria. Querci. Tortrix viridiana L. Belluno 26 Maggio. R. Ispezione forestale. J Salci. Plagiodera versicolor Laich. | Lugo (Prov. di Ravenna) 27 Maggio Comizio agrario. Olmi. Galerucella calmariensis F. Novi Ligure (Prov. di Alessandria) 27 Maggio. Rebora Giuseppe Salci. Plagiodera versicolor Laich. . Novi Ligure (Prov. di Alessandria) 27 Maggio Rebora Giuseppe Salci. Bombyx. 143. 144. 145. 146. 1497. 148. 149. 150. 151. 153. 154. — 241 — Buonconvento (Prov. di Siena) ‘’ 5 Giugno Biondi Antonio. Lecci. Coraebus florentinus Herbst. Piacenza 9 Giugno Comizio agrario Querci. Tortrix viridana L. Casio e Casola (Prov. di Bologna) 19 Giugno Municipio. Querci. Ocneria dispar L. Camugnano (Prov. di Bologna) 26 Giugno Municipio. Querci. Ocneria dispar L. Corenno Plinio (Prov. di Como) 8 Luglio Andreani Carlo. Olmi (galle). Schizoneura lanuginosa Hart. Pavia 6 Luglio Direzione del R. Istituto botanico. Salci. Tetranychus telarius L. San Benedetto. Piano del Voglio (Prov. di Bologna) 7 Luglio Municipio. i Querci. Saturnia Pavonia L. San Benedetto. Piano del Voglio (Prov. di Bologna) 7 Luglio Municipio. Querci. Ocneria dispar L. Todi (Prov. di Perugia) 13 Luglio R. Scuola pratica di agricoltura. Olmo. Vanessa polychlorus L. . Firenze 18 Luglio Ispezione forestale. Querce. Ocneria dispar L. Firenze 18 Luglio Ispezione forestale. Carpino. Ocneria dispar L. Firenze 18 Luglio Ispezione forestale. Castagno. Ocneria dispar L. 16 155. 156. 157. 158. 159. 160. 161. 163. 164. 165. 166. — 242 — Corenno Plinio (Prov. di Como) Andreani Rag. Carlo. Salci. Plagiodera versicolor Laich. Bagni di Lucca (Prov. di Lucca) Targioni-Tozzetti Prof. Adolfo. Platani. Lithocolletis Platani Staud. Firenze Ridolfi March. Luigi. Pini. Polyphylla Fullo L. Firenze Ridolfi March. Luigi. Pini. Chethocampa pithyocampa Schiff. Pavia Direzione dell’ Istituto botanico. Quercus sp. Phylloxera florentina Targ. Casalmonferrato (Prov. di Alessandria) Ottavi fratelli. Salci. Cossus Cossus L. Trobaso (Lago Maggiore) Prov. di Novara Cuboni Prof. G. Platani. Lithocolletis Platani Staud. . Trobaso (Lago Maggiore) Prov. di Novara Cuboni Prof. G. Robinie. Tetranychus telarius L. Brescia R. Scuola pratica d’agricoltura. Platani. Lithocolletis Platani Staud. Bagnidi Lucca (Prov. di Lucca) Targioni-Tozzetti Prof. Adolfo. Platani. Lithocolletis Platani Staud. Sonnino (Prov. di Roma) R. Amministrazione forestale. Lecci. Ocneria dispar Linn. Sambuca (Prov. di Firenze) Municipio. 28 Luglio 13 Agosto 26 Agosto 29 Agosto 29 Agosto 5 Settembre. 10 Settembre I 4 Ottobre 27 Novembre Castagni. Ocneria dispar (larve ibernanti, uova). — 243 — 167. Milano 28 Novembre Alpe Prot. Vittorio. Cupressus torulosa. Schizoneura lanigera (1?) Hausm. 168. Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 28 Novembre Ottavi fratelli. Salci. Heriades truncorum F. (larve nel midollo). 169. Mondovi (Prov. di Cuneo) 4 Dicembre Comizio agrario. i Pini. Cnethocampa pityocampa Schiff. 170. Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 21 Dicembre Ottavi fratelli. Salci. Heriades truncorum? F., (Ceratina coerulea L.). bo > DALE ANNO 1890. IC Coltivazioni di piante erbacee. . Benevento R. Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. .S. Giorgio La Montagna (Prov. di Benevento) R. Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. . Chiaravalle (Prov. di Ancona) R. Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. Sassari (Sardegna) R. Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. . Cava dei Tirreni (Prov. di Salerno) R. Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. . Foiano della Chiana (Prov. di Arezzo) R. Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. . Comiso (Prov. di Siracusa) Sicilia R. Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. . Palermo R. Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. . Carpanè (Prov. di Vicenza) R. Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Insetti diversi raccolti nell’anno. 5 Gennaio 15 Gennaio 16 Gennaio 16 Gennaio 17 Gennaio 23 Gennaio. 5 Febbraio 6 Febbraio 6 Febbraio. 10. Bu: 12. 13. Bid. 15. 16. ir. 13. 19. 20. — 245 — Cologna Veneta (Prov. di Verona) 13 Febbraio Comizio agrario. Frumento. Insetti non definiti. Udine 17 Marzo Di Brazzà Conte Filippo. Viole mammole. Afidî (Ninfe). Firenze 7 Aprile 9° Coronilla Emerus. Asphondylia Coronillae Rond., 1.8 ge- nerazione. Firenze I i 2 Maggio Scrittoio Corsini. Veneziani Leopoldo. Fave (Fiori). Epicometis hirta Poda, Tropinota hirtella L. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 19 Maggio R. Scuola pratica di Agricoltura Gaetano Cantoni. Frumento. Tetraneura o Tychea Setariae Passer. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 25 Maggio R. Scuola pratica d’agricoltura. Gaetano Cantoni. Frumento. Tychea Setariae Passer. Ferrara. 4 Giugno . Comizio agrario. Prati. Aphis Capsellae Koch. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 9 Giugno R. Scuola pratica d’agricoltura Gaetano Cantoni. ‘ Frumento. Tychea Setariae Passer. Ferrara 16 Giugno Comizio agrario. Praterie. Aphis Capsellae Koch. Roma 16 Giugno R. Ministero di agricoltura, ecc. Direzione generale dell’agri- coltura. Ortica. Diaspis? Villabartolomea (Prov. di Verona) 16 Giugno Pasnello Luigi Felice Frumento. Tetraneura Ulmi De Geer, Pemphygus Boyeri Passer. 21. 28. 30. Sl. Palwafa 30 Giugno. MISI ii — 246 — Porto Tolle (Prov. di Rovigo) 16 Giugno — Bronzini Ottaviano. e Frumento. Pemphygus Boyeri Passer. . Napoli 16 Giugno — Fanales Dott. Filippo Maria. Frumento. Cocciniglia delle radici. . Roma 16 Giugno R. Ministero di Agricoltura, ecc. Direzione generale dell’agri- coltura. Frumento. Blissus leucopterus (temuta importabilità coi grani). . Alba (Prov. di Cuneo) 17 Giugno R. Scuola di viticoltura e di enologia. Frumento. Pemphygus Boyeri Passer. . Comiso (Prov. di Siracusa) Sicilia 20 Giugno Cardinali L. Tabacco. Helix pisana Mill. 26. Firenze 20 Giugno . Comizio agrario. Formentone. Agriotes lineatus L. . Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 24 Giugno R. Scuola di agricoltura. Frumento. Tychea Setariae Pass. Carpanè (Prov. di Vicenza) 28 Giugno | Agenzia per le coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Procerus gigas Creutz. Direzione del R. Istituto botanico. Frumento. Schizoneura venusta Pass. | | Napoli 3 Luglio Fanales Filippo Maria. Frumento. Cocciniglia delle radici. Nulvi (Prov. di Sassari) Sardegna 3 Luglio R. Scuola pratica di agricoltura. Meloni. Epilachna chrysomelina F. 1.32 39. i dd. 35. 36. dI. 38. 139. 40. Al. 42. — 247 — Mercignago (Prov. di Pavia) 10 Luglio Cattaneo Pietro. Frumento. Schizoneura venusta Pass. Roma 12 Luglio R. Ministero delle Finanze. Direzione generale delle gabelle. Tabacchi. Lasioderma serricornis Fab. o Xyletinus serri- cornis Guer. Sassari (Sardegna) 15 Luglio Agenzia per le coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Helix pisana Mull. Lecce 14 Luglio Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Aleurodes Tabaci Gennd. Cavade Tirreni (Prov. di Salerno) 4 Agosto Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Helix pisana Miull. Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 22 Settembre Ottavi Fili. Trifoglio. Lygeus (larva ibernante). Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 22 Settembre Ottavi F.lli. Trifoglio. Botys nubilalis o B. silacealis Hiùbn. (Larva ibernante). Cori (Prov. di Roma) 25 Settembre Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco. Insetti diversi. Buda Pest (Ungheria) 2 Ottobre Horvaàth Dott. G. Frumento. Annunzio della fondazione d’una Stazione ento- mologica in Ungheria. Quingentole (Prov. di Mantova) 6 Ottobre Longhini Napoleone. Frumento. Cecidomyia destructor Say. Quingentole (Prov. di Mantova) 6 Ottobre Longhini Napoleone. Frumento.? Schizoneura lanuginosa (ibernanti). 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 51. SIC 94 Quingentole (Prov. di Mantova) 6 Ottobre Longhini Napoleone. Frumento. Tychea graminis (Tychea Setariae Pass.). Firenze 25 Ottobre — Cortemiglia Giuseppe. Cavoli. Aphis Brassicae Linn. Roma. i 31 Ottobre | R. Ministero delle Finanze. (Direzione generale delle gabelle). | Tabacco. Xyletinus serricornis F. Roma 996 _31 Ottobre R. Ministero di Agricoltura, {ndustria e Commercio. (Dire-:. zione generale dell’agricoltura). Ì Frumento. Zabrus tenebrioides Goeze (larve). Roma 12 Novembre R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio (Pea ; zione generale dell’agricoltura). Frumento. Zabrus tenebrioides Goeze (larve). Lecce i 5 Novembre. è Agenzia delle coltivazioni tabacchi. i Tabacco caffaro. Xyletinus serricornis F. Cori (Prov. di Roma) ASA 7 Novembre — Agenzia delle coltivazioni tabacchi. Tabacco. Insetti diversi. . Roma i 29 Novembre È R. Stazione di patologia vegetale (da Comacchio). - Frumento. Zabdrus tenebrioides Goeze. Pontecorvo (Prov. di Caserta) 8 Dicembre | | Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. = i Tabacco. Relazione sulle malattie del Tabacco e sugli insetti che ne insidiano le piante. sad (DT Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ecc. . Casale Monf errato (Prov. di Alessandria) 3 Gennaio Ottavi F.lli. Viti (sostegni). Mysteropterum apterum Fab. . Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 3 Gennaio Ottavi F.lli. St Viti (sarmenti). Oecanthus pellucens Scop. . Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 28 Gennaio Ottavi F.lli. 7 Agrumi (Bergamotte). Mytilaspis fulva Targ. . Todi (Prov. di Perugia) 29 Gennaio, R. Scuola pratica di agricoltura. Viti (sarmenti). Psen atratus Fabr. . Alba (Prov. di Cuneo) 14 Febbraio R. Scuola di Viticultura e di enotecnia. Viti. Conchylis ambiguella Hibn. (crisalidi). . Alba (Prov. di Cuneo) . 14 Febbraio e 1.° Marzo ‘R. Scuola di viticultura e di enotecnia Viti. Eudemis botrana Schiff., (crisalidi). . Alba (Prov. di Cuneo) 14 Febbrio e 1.°- Marzo _R. Scuola di viticultura e di enotecnia. «Viti. Oecanthus pellucens Scop. . Alba (Prov. di Cuneo) 1.° Marzo R. Scuola di viticultura e di enotecnia. Viti. Conchylis ambiguella Hiùbn. . Roma 4 Marzo R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Gelsi. Diaspis pentagona Targ. 10. Como 10 Marzo. Comizio agrario. Gelsi. Diaspis pentagona Targ. 11. Susa (Prov. di Torino) 23 Marzo Comizio agrario. Viti. Lecanium cymbiforme Targ. 12. Corenno Plinio (Lago di Como) Prov. di Como 24 Marzo Andreani Ragioniere Carlo. Gelsi. Diaspis pentagona Targ. 13. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 26 Marzo R. Scuola pratica d’agricoltura Gaetano Cantoni. Viti. Sinoxylon bispinosum Oliv. 14. Lugo (Prov. di Ravenna) 1.° Aprile . Comizio agrario. Viti? Lecanium cymbiforme Targ. 15. Lugo (Prov. di Ravenna) 1.° Aprile Comizio agrario. Viti. Eudemis botrana Schiff. (crisalidi). 16. Lugo (Prov. di Ravenna) 1.° Aprile Comizio agrario. Viti. Ditteri ibernanti (larve). 17. Firenze 15 Aprile Aiuti Luigi. Viti. Sinoxylon bispinosum Oliv. (gallerie). i 18. Lugo (Prov. di Ravenna) 16 Aprile Comizio agrario. ; Viti. Eudemis botrana Schiff. 3 19. Lugo (Prov. di Ravenna) 16 Aprile Comizio agrario. $ Viti. Conchylis ambiguella Hibn. (larve). di 20. Roma 16 Aprile R. Stazione di patologia vegetale. (Spedizione proveniente da Civita Castellana). Viti. Ino ampelophaga Bayle Bar. (larve). 21. Fabrica di Roma (Prov. di Roma) 20 Aprile | Cencelli Conte Alberto. Viti. Ino ampelophaga Bayle Bar. (larve). EI N ot 22. 23. 24. 26. 28. 29. h30: SI. 52. — 2561 — Castello (presso Firenze) Prov. di Firenze 20 Aprile Corsi Luigi. Viti. Sinoxylon bispinosum Oliv. (gallerie). Pisa 25 Aprile Scuola superiore d’agraria. Peri. Cecidomyia piri Bouchè (Cecidomia dei margini delle foglie). Fabrica di Roma (Prov. di Roma) 27 Aprile Cencelli Conte Alberto. Viti. Rimedio contro la Zigena o Ino ampelophaga Bayle Bar. . Lu (Prov. di Alessandria) 29 Aprile Ribaldone Luigi. Viti. Onectra Pilleriana Schiff. (larve). Roma 5 Maggio R. Stazione di patologia vegetale. Olivo (foglie). Cecidomyia Oleae Lòw. . Milano 9 Maggio Trevisan Conte. Gelsi (rami). Lecanium cymbiforme Targ. (giovani). Palmi (Prov. di Reggio Calabria) 9 Maggio Bracci dott. Flaminio, Direttore dell’Oleificio sperimentale. Fico (rami). Columnea testudiniformis Targ. o Ceroplastes rusci Sign. Roma 9 Maggio R. Stazione di patologia vegetale. : Viti (tronchi). Aspidiotus Vitis Sign. Porto Maurizio 17 Maggio Consorzio agrario. Alberi da frutto. Bombyx neustria L. (larve). Verona 20 Maggio Goiran prof. A. Olivi. Cecidomyia Oleae Low. Catania (Sicilia) 20 Maggio R. Scuola di viticoltura ed enologia, Prof. Aloi. Viti. Cecidomyia oenophila Heimoff. 33. S4. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. — 252 — i Ozzano dell'Emilia (Prov. di Bologna) 21 Maggio Fantelli Giuseppe. Viti. Spedizione non pervenuta. Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 16 Giugno Ottavi F.lli i è Viti. Asopia costalis Fabr. n PET TR Catania (Sicilia) Rn Aloi Prof. A. Viti. Cecidomyia oenophila Heimoff. (notizie). . Roma 28 Maggio | R. Mininistero di Agricoltura, industria e commercio. (Dire- zione generale dell’Agricoltura). Gelsi. Diaspis pentagona Targ. Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 1.° Giugno Ottavi F.lli. Viti. Glandole foliari, supposte uova di insetti. Portici (Prov. di Napoli) 9 Giugno: Berlese Prof. Antonio. Fico. Columnea testudiniformis Targ. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 9 Giugno R. Scuola pratica d’Agricoltura Gaetano Cantoni. Gelsi (rami). Lecanium cymbiforme Targ. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 9 Giugno R. Scuola pratica d’Agricoltura Gaetano Cantoni. Viti (rami). Pulvinaria Vitis Targ, Coccus Vitis L. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) o Giugno R. Scuola pratica d'Agricoltura Gaetano Cantoni. Viti (midollo). Coleottero (gallerie). " ; 9 © È, Roma .. 16 Giugno — chi Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Agri- . coltura). Astumi. Lecanium sp. jun.. San Remo (Prov. di Porto Maurizio) _ 16 Giugno Panizzi Francesco. Viti. Crisomelini (larve). 44. 46. 47. 48. 49. DO. D2. 53. Roma ; 16 Giugno R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). Gelsi. Diaspis pentagona Tarsg. . Roma i 16 Giugno R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). Gelsi. Lecanium cymbiforme Targ. Roma 16 Giugno R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). Pesco. Diaspis? Roma 16 Giugno R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Acri- coltura). Roncaggine. Diaspis? Nicastro (Prov. di Catanzaro) 16 Giugno Maddalozzo Prof. Giuseppe. - Viti. Tropinota squalida, T. hirtella L. Cattolica (Prov. di Forlì) : 16 Giugno Della Torre F. O. Fico. PsyWla Ficus Linn. Vasto (Prov. di Chieti) 17 Giugno Comizio Agrario (Presidente dott. L. Nasci). Viti. Othiorhynchus corruptor Host., 0. Giraffa Germ. .Roma 17 Giugno R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione Generale dell’Agri- coltura). Viti. (Materia insetticida ecc.). : Roma 20 Giugno R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell'A gri- coltura). i Gelsi. Rimedio contro la Diaspis pentagona Targ. Ferrara 21 Giugno Cavalieri Riccardo. Viti. Conchylis ambiquella Hibn. — 254 — 54. Ferrara Cavalieri Riccardo. Viti. Eudemis botrana Schiff. 55. Città della Pieve (Prov. di Perugia) Gobbani Omero. Viti. Conchylis ambiguella Hiùbn. 56. Città della Pieve (Prov. di Perugia) Gobbani Omero. Viti. Eudemis botrana Schiff. 57. Cagliari (Sardegna) R. Scuola di viticoltura e di Enologia. Viti. Apion. 58. Roma R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell’Aori- coltura). Agrumi. Esperienze per combattere la Coccciniglia degli Agrumi. 59. Frassinoro (Prov. di Modena) Messori Ambrogio. Emulsione applicabile ad Afidi, Cocciniglie, ecc. 60. Roma R. Stazione di Patologia vegetale. Viti. Othiorrynchus armatus Stierl., 61. Genova Revel E. Viti. Cecidomyia oenophila Heimoff. (Galle). 62. Gavorrano (Prov. di Grosseto) Municipio. i Viti. ? 63. Ferrara Cavalieri Riccardo. ‘ Viti. Malattia non definita. 64. Roma R. Stazione di i... vegetale. Viti. Chrysopa sp. 21 Giugno ] , 21 Giughog i 21 Giugno È 24 Giugoal 3 25 Giugno 25 Giugno 26 Giugno | i | Var. YPOMANus. È 29 Giugno 3 Luglio J È 1 i o start ai 65. 66. 67. 63. 69. 70. 71. 73. 74. 75. — 255 — Napoli 4 Luglio Duca di Cardinale. ; Agrumi. Esperienze per combattere le cocciniglie. Agnano presso Pisa (Prov. di Pisa) 8 Luglio Tobler Oscar. Olive. Phloeothips Oleae Targ. o Thrips Oleae Costa. Trieste 8 Luglio Stossich Adolfo Fico. Columnea testudiniformis Targ. Trieste 3 i 8 Luglio Stossich Adolfo. Alberi fruttiferi (radici). Dilophus (larve). Roma 13 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’agri- coltura). ‘Rimedi per combattere la tignuola della vite. Roma 12 Luglio R. Stazione di patologia vegetale. Vite. Chrysopa. Roma 13 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’agri- coltura). Gelso. Memoria sulla Cocciniglia dei gelsi. . Firenze 16 Luglio Ferrari Prof. P. Viti. Cecidomyia oenophila Heim. Pavia 16. Luglio Tomasini Dott. Cesare. Viti. Anomala oblonga Fab. Pavia 16 Luglio Tomasini Dott. Cesare. Viti. Pulvinaria Vitis Targ. Pavia 16 Luglio Tomasini Dott. Cesare. Viti. Lecanium sp. 76. {Ca 80. 81. 83. 34. 87. . Como 22 Luglio 4 . Casale Monferrato (Prov. di Alessandria) 23 Luglio . Mantova 25 Luglio Vivenza Prof. A. | Viti. Antispila Rivillei Staint. Catania (Sicilia) 25 Luglio | Aloi Prof. A. 3 Viti. Cecidomyia oenophila Heim. Atene (Grecia) 27 Luglio © Gennadius P. Viti. Eudemis botrana? Schiff. . Atene (Grecia) 27 Luglio - Gennadius P. Viti. Conchylis ambiguella? Hubn. . Nicastro (Prov. di Catanzaro) 30 Luglio R. Cattedra di viticoltura e di enologia. i Fico. Columnea testudiniformis Targ. Firenze 2-5 Agosto — 256 — i Messina (Sicilia) 16 Luglio Saija. Torre Giuseppe. Agrumi. Fillossera. Milano 6 Maggio Zecchini Claudio. Pinosol. Nuovo mezzo insetticida per distruggere la Ti- gnuola ed altri insetti della vite. Milano 14 Maggio Zecchini Claudio. Pinosol. Nuovo mezzo insetticida per distruggere la Ti- gnuola ed altri insetti della vite. Firenze 29 Maggio Comizio agrario. Lupini. Epicometis o Tropinota hirta Poda. Barullo (Prov. di Arezzo) 3 Giugno Lavagnini Vittorio. Frumento. Lopus gothicus Linn. o L. lineolatus Brùllé. Firenze 20 Giugno . Comizio agrario. Frumento, Viti, Lupini. Anisoplia agricola? Fab., Melo- lontha vulgaris Fab., Tropinota hirta Poda. Modena 29 Giugno ‘Stazione agraria. . umento Zabrus tenebrioides Goeze. Atene (Grecia) 5 Luglio Gennadius prof. P. Riso (Oryza sativa L.). Apus sp. Altopascio 10 Luglio Marrucchi avv. C. Radicchio (Cichorium intybus). Gryllus desertus Pall. isa 19 Luglio Direzione della Scuola superiore di agraria. Cocomeri (Cucurbita melo). Aphis Symphyti Schrk. — 266 —. 3 29. Roma 20 Luglio. | R. Ministero di Agricoltura ecc. Frumento (Trictum sativum Wild.). Pubblicazione sullo | Zabro. 30. Firenze 21 Luglio R. Stazione Entomologica Agraria (dott. Del Guercio) Ribes (R. nigrus). Myzus Ribis Pass. 381. Firenze 21 Luglio R. Stazione Entomologica Agraria, dott. Del Guercio. Limoni. Toroptera Aurantii Koch. 32. Modena 22 Luglio | R. Stazione agraria. Durra (Sorghum Durra). Coleophora sp. (larve). 38. Pisa 24 Luglio Direzione della Scuola superiore di agraria. ; Cocomeri (Cucurdita melo). Aphis Symphyti Schrk. 54. Casale Monferrato 4 Agosto Ottavi Fr.lli. Granturco (Zea Mays L.). Botys nubilalis Hibn. 35. Cosenza 5 Agosto Brogi F. Prati. Psyche unicolor Hùbn., graminella Schiff. 36. Brusegana (Prov. di Padova) 13 Agosto R. Scuola pratica di agricoltura. Durra. Parassita. 97. Firenze 21 Agosto | R. Stazione Entomologica Agraria, dott. Del Guercio. Zucche (Cucurbita pepo). Aphis Symphyti Schrank, A. Scabiosae Schrank, A. cloris Koch. 38. Firenze 21 Agosto R. Stazione Entomologica Agraria, dott. Del Guercio. Artemisia (A. campestris). Cryptosiphum gallarum Kalt. | Del Guer. 99.0 Eiriemzie 24 Agosto Zampieri G., giardiniere alle Cascine dell’ Isola. Croton. Emulsioni insetticide (esperienze). È fi i Al 40. — 267 — Fabriano. 3 Settembre Comizio agrario mandamentale. Cavolo (Brassica oleracea). Baridius chlorizans Germ. o B. chloris Oliv. Casignolo di Monza 29 Settembre Alpe prof. Vittorio. Durra (Sorghum Durra), Granturco (Zea mays), Ibisco (Hibiscus cannabinus). Botys nubilalis Hibn. (larve). . Pagliano (Prov. di Roma) a Ottobre Tusci-Savo Benedetto. Formentone. . Deliceto (Prov. di Foggia) 28 Ottobre Garofoli dott. Alessandro. Grano. Trogosita Mauritanica Fab. . Milazzo 5 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco (Nicotiana sp.). Spedizione di insetti nocivi al Tabacco. biSan Sepolcro 3 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco (Nicotiana sp... Spedizione di insetti nocivi al tabacco. . Foiano della Chiana 3 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco (Nicotiana sp.). Spedizione di insetti nocivi al tabacco. . Comiso (Sicilia) 3 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco (Nicotiana sp.). Spedizione di insetti nocivi al tabacco. . Benevento 3 Novembre Agenzia delle coltivazioni dei tabacchi. Tabacco (Nicotiana sp.). Spedizione di insetti nocivi al tabacco. 9. Verona 13 Novembre Goiran cav. Agostino. Frumento Afidi. (S/phonophora cerealis Kalt.). PS URL ONFILILIGAI 6 Gennaio Berlese Prof. Antonio. È Agrumi. Esperienze contro le cocciniglie. . Vittoria (Sicilia) 12 Gennaio. R. Stazione di Patologia vegetale di Roma. Viti (radici). Dactylopius brevispinus Targ. "Ste hi 16 Gennaio Boschetti Dott. Guido. J Viti (radici). T'ubercoli supposti di anguillula radicicola. . Cagliari (Sardegna) 116, Gennaio Meloni Piras Avv. Sisinnio. 1 Agrumi. Trattamenti di Petrolio emulsionato contro i pi; docchi degli agrumi. | . Roma 31 Gennaio R. Stazione Chimico-agraria sperimentale. È Olivi (foglie, rami). Lecanium Oleae Bern., Fumago Oleae Mont. ; . Borgo San Donnino 3 Febbraio Vitali Sigismondo. i Olî pesanti di catrame per esperienze contro gli insetti che danneggiano le piante. i . Messina-Barcellona (Sicilia) 10 Febbraio Saya Torre F.lli. 3 Agrumi. Esperienze contro le cocciniglie. | Caserta 26 Febbraio MORBIO bi To Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ecc. Laboratorio di Chimica agraria. Nespolo del Giappone. — 2609 — . Varallo Sesia (Prov. di Novara) 3 Marzo Cuarinoni G. Andrea. Pero, ecc. Porthesia chrysorrhoea L. (Larve). . Cosenza 5 Marzo R. Scuola pratica di Agricoltura Serra. Olivo. Rhynchites cribripennis Desbroch. .Roma 6 Marzo R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell'A gri- coltura). Gelsi. Gelsi resistenti alla Diaspis pentagona Targ. . Como i 8 Marzo Comizio agrario. Gelsi. Lecanium cymbiforme Targ. . Firenze 23 Marzo R. Scuola di Pomologia, Prof. Cavanna. Peri (gemme). Anthonomus pomorum L. (Larve). Hirenze 23 Marzo R. Scuola di Pomologia, Prof. Cavanna. Meli. Schizoneura lanigera Hausm. . Casale Monferrato 6 Aprile Ottavi F.lli. Viti. Aspidiotus Vitis Sign. . Hirenze 11 Aprile R. Stazione di Entomologia. Pero. Porthesia chrysorrhoea L. . Crema 11 Aprile Comizio agrario. Gelsi. Diaspis pentagona Targ. (spediz. non pervenuta). «Novara 15 Aprile Selletti. Presidente della Commissione di Viticoltura e di Enologia. Viti. Larve di insetti (spedizione non pervenuta). . Spoleto i 15 Aprile Beducci A., Presidente del Comizio agrario. Gelsi. Lecanium cymbiforme Targ. 20, 23. 25. 26. 28. 29. 30. Roma R. Ministero di agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). Agrumi. Esperienze contro le Cocciniglie. . Corenno Plinio (Lago di Como) LEoda R. Scuola pratica di Agricoltura. Melo. Zeuzera Pyrina L. Perugia . Novara Commissione di Viticoltura ed Enologia. Viti. Pulvinaria Vitis Targ. Nicastro (Catanzaro) .Messina Zog 15 Aprilé Andreani Carlo. Edera. Aspidiotus Hederae Vall. Amministrazione di S. Pietro. Meli. Insetti diversi (spedizione non pervenuta). Prof. Maddalozzo. Viti. Oxythyrea funesta Poda. Messina Saya Torre Giuseppe. Agrumi. Esperienze contro te Cocciniglie. La Fauci. Delegato fillosserico. Agrumi. Esperienze contro le Cocciniglie. Forlì Sintoni Antonio. Viti. Othiorrhynchus armatus var. romanus Bohem. Perugia 30 Aprile Amministrazione di S. Pietro. bI Meli. Bostrichus (Larve). ' Pisa 6 Maggio. R. Scuola Superiore di agraria. Peri (foglie frutti). Cecidomyia nigra Meig. Anthonomus pomorum L. var. — 2701 — | 31. Este 6 Maggio Scuola Tecnica pareggiata. Viti. Othiorrhynchus armatus var. romanus Bohem. 32. Pisa 8 Maggio R. Scuola superiore di agraria. Viti. Tetranychus telarius L. 33. Budapest (Ungheria). 12 Maggio Stazione Entomologica dello Stato. Pubblicazioni. 34. Messina 12 Maggio Saija Torre Giuseppe. Agrumi. Esperienze contro le Cocciniglie. SOLARI) È 14 Maggio R. Scuola superiore di agraria. Peri (foglie e frutti). Anthonomus pomorum L., var. Pyri Holl? (larve). 36. Acireale 15 Maggio Comizio agrario. Viti. Conchylis ambiguella Hiubn., Albinia Wockiana Briosi. 37. Roma 20 Maggio R. Stazione di patologia vegetale. Viti. Chrysopa sp. 38. Montebelluna 21 Maggio Comizio agrario. Meli. Hyponomeuta malinellus Zell. 39. Messina 25 Maggio La Fauci, Delegato fillosserico. Agrumi. Esperienze contro le Cocciniglie. 40. Montpellier 25 Maggio Valery Mayet. Viti. Lecanium cymbiforme Targ. 4l. Firenze 26 Maggio Pisanis. Pomaseee. Hyponomeuta cagnagellus Hibn. 44. 46. 47. 49. 50. ona .Asti 26 Maggio R. Stazione enologica sperimentale. Viti. Esperienze contro le tignuole della vite. 8. Messina 29 Maggio Saija Torre Giuseppe. Agrumi. Esperienze contro le Cocciniglie. Casale Monferrato i 1.°, Giugno Ottavi Fratelli. Viti. Pulvinaria Vitis Targ. . Spoleto 1.° Giugno Comizio agrario. i > Viti. Ino ampelophaga Bayle Bar. Gioia del Colle 2 Giugno Scuola consorziale di viticoltura ed enologia. Peri. Zeuzera Pyrina L. / Casteggio 3 Giugno Giulietti C. Viti (galle sulle foglie). CArysopa prasina Burm., Ceci domyia oenophila Heim. . Gioia del Colle 6 Giugno Scuola consorziale di viticoltura ed enologia. Susini. Lecanium Persicae Sign. Brescia 7 Giugno R. Scuola d’agricoltura Giuseppe Pastori. Gelsi. Lecanium cymbiforme Targ. è Certaldo 13 Giugno Corti R., agente del Marchese Lenzoni. Peri Aphis mali F., Peschi Hyalopterus Pruni Koch. FRAdG eran lie 13 Giugno Comizio agrario circondariale. Viti. Conchylis ambiguella? Albinia Wockiana? Briosi a salidi). . Messina 14 Giugno Saya Torre Giuseppe. Agrumi. Esperienze contro le Cocciniglie. 53. DA. DD. D6. DI. 58. 59. 60. sl: 62. 63. — 273 — Casale Monferrato 20 Giugno Ottavi Fratelli. Peri e Meli. Zeuzera Pyrina L. Messina 21 Giugno Saya Torre Giuseppe. Agrumi. Esperienze contro le Cocciniglie. Campobasso 1. Luglio RR. Prefetture. Viti (Vitis vinifera L.) Epeira sp. Certaldo À 1.° Luglio Corti signor Raffaello. Peri e Peschi (Pyrus communis, Amygdalus Persica). Aphis mali Fabr., Hyalopterus Pruni Koch. Como 7 Luglio Comizio agrario. Viti. Anomala aenea De Geer. Peri. Diaspis, sp. Venezia 8 Luglio Ninni Conte Alessandro Pericle. Vite. Onectra Pilleriana Schiff. Acireale i 8 Luglio Comizio agrario. Viti. Insetti ampelofagi (Eudemis botrana Schiff.) Roma 9 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Agrumi. Citrus Sp. Cocciniglia. Firenze 10 Luglio Comizio agrario. Cecidomyia oenophila Heim. Conegliano 15 Luglio R. Scuola di viticoltura e di enologia. Viti. Barbitistes Sp. (ninfe). Venezia 15 Luglio Ninni Conte Alessandro Pericle. Vite. Onectra Pilleriana Schiff. 18 64. 65. 66. 67. 68. 69. 12. (3. 14. — 274 — Roma 17 Luglio R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell’ Agri coltura). Viti. Nuova malattia in provincia di Modena e Lucca. Certaldo 19 Luglio Corti signor Raffaello. Peri e Peschi. (Pirus communis, Amygd. Persica) Aphis mali Fabr. ed Aphis Persicae Boyer. Conegliano 20 Luglio R. Scuola di viticoltura e di enologia. Viti. Barbitistes Sp. (ninfe). Scandicci 20 Luglio Scuola agraria, Passerini Conte Napoleone. Esperienze contro la tignola dell’uva. Roma 21 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. Scoperta della fillossera a Perugia, nell'orto delli Badia di S. Pietro. Catania 21 Luglio Platania d’Antuni. Viti. Eudemis botrana Schiff. e parassita, appartenente al gruppo degli Icneumonidi. . Verona 23 Luglio Massalongo signor Orseolo. Vite. Cecidomyia oenophila Heim. . Barcellona (Messina) 23 Luglio Saija-Torre G. Agrumi. Esperienze contro le Cocciniglie. ) Lodi 28 Luglio Mariani dott. G. Fico (Ficus carica L.).? Roma 31 Luglio R. Ministero di Agricoltura ecc. Viti. Esplorazioni fillosseriche. Ledéfeud (Francia) 3 Agosto Coutagne G. Gelsi. Diaspîs pentagona Targ. 75. 76. (UÈ 18. 79. 80. 81. 82. 83. 84. 85. — 275 — Savona 4 Agosto Comizio agrario. Viti. Clorosi. Roma 10 Agosto R. Ministero di Agricoltura ecc. Esperienze da fare nei vigneti di prova contro la fillossera. Como 12 Agosto Comizio agrario. Gelsi. Chylochorus bipustulatus Linn., predatore della Diaspis pentagona Targ. Varese 15 Agosto R. Delegazione antifillosserica. Tabella delle infezioni di Varese. Rocca S. Casciano 18 Acosto Tassinari Alessandro. Tarsonemus sp. (larve). Roma 20 Agosto Società generale dei viticultori italiani. Vigneti. T'etranychus telarius L. (danni arrecati nel Tren- tino). i Forlì 24 Agosto Stazione agraria sperimentale. Viti. Antispila Rivillei Staint. Roma 26 Agosto R. Ministero di Agricoltura ecc. Viti. Fillossera a Portoferraio (studi). Barcellona (Messina) 28 Agosto Saija-Torre, G. Agrumi. Esperienze contro le cocciniglie degli agrumi (Lecanium, Mytilaspis). Pisa 1.° Settembre Molina A. Viti. Schizoneura lanigera Hausm. (?!). Crema 2 Settembre Comizio agrario. Gelsi. Spedizione non pervenuta. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. — 276 — Redavalle (Voghera) 3 Settembre Mangiarotti Valerio. Viti. Cossus Cossus Linn. Rovereto 3 Settembre Scuola agraria roveretana. Viti (foglie). Tetranychus telarius L., T. pilosus C. et F. Tydaeus foliorum Schr. Firenze 3 Settembre Comizio agrario. Alloro. Aonidia purpurea, A. Aonidum Targ. Castel S. Pietro (Emilia) 17 Settembre Tanari Marchese Luigi. Rubus. Trioza, sp. Savona 22 Settembre Comizio agrario. Viti. Giallume. Gattinara 24 Settembre R. Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia della pro- vincia di Novara. Viti. Tetranychus telarius L. e T. pilosus C. A F. Cassino (Prov. di Caserta) 27 Settembre Bruno Fiorentino. Fico. Columnea testudiniformis Targ. Castel S. Pietro (Emilia) 30 Settembre Tanari Marchese Giuseppe. Rubus. Trioza, sp. Gattinara 30 Settembre R. Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia della pro- vincia di Novara. Viti. Tetranychus telarius L. e T. pilosus C. A. F. Castel S. Pietro (Emilia) 1.° Ottobre Tanari Marchese Luigi. Rubus. Trioza, sp. .Roma È 8 Ottobre R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. Fillossera a Firenze. 97. 98. 99. 100. 101. 102. 103. 104. 105. 106. 107. Sr Roma i 12 Ottobre R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. Fillossera a Firenze. Porto Maurizio 15 Ottobre R. Delegazione per la ricerca e distruzione della fillossera. Viti. Supposta fillossera. Firenze 17 Ottobre R. Prefettura. | Viti. Supposta fillossera. Gattinara 17 Ottobre R. Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia della pro- vincia di Novara. Viti. Tetranychus telarius Linn. Roma 23 Ottobre R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. Fillossera a Firenze. Roma 27 Ottobre R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. Fillossera a Firenze. Roma 28 Ottobre R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti. Fillossera a Firenze. Gattinara 28 Ottobre R. Cattedra ambulante di viticoltura ed enologia della pro- vincia di Novara. Viti. Tetranychus telarius Linn. Viterbo 29 Ottobre Todaro Prof. Francesco. Viti. Oecanthus pellucens Scop. Firenze 17 Novembre Kuhfus E. (Console I. di Germania). Fillossera a Firenze. (Richiesta di notizie). Corenno Plinio (Lago di Como) 18 Novembre Andreani Rag. Carlo. Gelsi. Diaspis pentagona Targ. 108. 109. 110. 50015 113. 114. 115. 116. DR TS — 278 — Carenno Plinio (Lago di Como) 18 Novembre Andreani Carlo. i Vite. Psyche plumistrella? Hiubn. Gorgona 9 Dicembre Colonia penale agricola. Olivo (Olea europea L.). Fumago Oleae 0 F. vagans Tul. e Lecanium Oleae Fab. Roma 19 Dicembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. Gelso. Diaspis pentagona Targ. Roma i D095 Db Boschi Cesare. Emulsioni insetticide. PIANTE BOSCHIVE E ORNAMENTALI. . Firenze 3 3 2 Marzo Fenzi Cav. Emanuele Orazio. Pinus insignis. Cnetocampa Pityocampa Schiff. (Larve). Firenze 8 Marzo Carobbi G. i Pinus sylvestris. Cnethocampa Pityocampa Schiff. Firenze -23 Marzo R. Scuola di Pomologia, Prof. Cavanna. Evonimi. Chionaspis Euonymi Commst. Padova 23 Marzo Prof. Berlese A. Bossolo. Diplosis Bui Laboulb. Castelfalfi (Prov. di Firenze) 12 Aprile Biondi Antonio. Lecci. Cynipidi (galle sulle radici). Rovigo i 16 Aprile Cattedra ambulante d'istruzione agricola sperimentale. Salci. Plagiodera versicolor Laich. — 279 — 118. Rovigo 12 Giugno Cattedra imtalinto d’istruzione agricola sperimentale. Evonimi. Pulvinaria linearis Targ. 119. Roma 18 Giugno R. Stazione di patologia vegetale. Euonymus japonicus. Aspidiotus rapar Commst. 120. Firenze 2 Luglio R. Ispezione forestale (provenienti da Alessandria). Cerri, Carpini e Faggi. Tetranychus sp., Ocneria dispar L. JO Pavia 6 Luglio Direzione del R. Istituto botanico. Abutilon sp. Lecanium Oleae Fab. Pino (Pinus sor) Chermes sp. 122. Firenze 21 Luglio R. Stazione Entom. agr., G. Del Guercio. Ontano (Alnus glutiosa) Pterocallis Alni Fab. 123. Firenze 21 Luglio R. Stazione Entom. agr., G. Del Guercio. Ginestra. (Spartium junceum) Aphis Gienistae Scop. 124. Genova 24 Luglio Amministrazione forestale. Abete rosso (Abies excelsa). Chermes Abietis L. 125. Firenze - 10 Agosto Tanfani dott. Enrico. Evonimi (Euonymus japonicus). Chionaspis Euonymi Commst. 126. Todi 26 Agosto R. Scuola pratica di agricoltura. Olmi (Ulmus campestris) foglie. Saturnia Pyri? Schiff. 127. Scandicci (Prov. di Firenze). 26 Agostò Scuola agraria. Pioppi (Populus italica). Smerinthus Populi L.? 128. Genova 2 Settembre Amministrazione forestale. Abeti. Chermes Abietis L. — 280 — 129. Cassino (Prov. di Caserta) 27 Settembre © Bruno Fiorentino. î Olmo. Galleruca. 180. Pavia 30 Settembre Direzione del R. Istituto botanico. Giacinti. RAyzogIyphus echinopus Rob. Histiostoma Hyso- pus jalorum K. 131. Corenna Plinio (Lago di Como) 18 Novembre Andreani Carlo. Ontano. Chionaspis sp., Cimbex? (larve). Ta — 281 — ANNO 1892. I. Coltivazioni di piante erbacee. . Roma | 10 Marzo R. Ministero di Agricoltura ecc. (da Barisciano Prov. d’Aquila). Frumento. Cecidomyia destructor Say. . Barisciano (Prov. di Aquila) 11 Marzo Frumento. Cecidomyia destructor Say. . Roma 15 Marzo R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale della Agricoltura). Frumento. Esperienze contro le larve degli Elateridi. . Modena 6 Maggio Stazione agraria. Frumento. Zabrus tenebrioides Goeze. . Messina 17 Maggio Comizio agrario. Frumento in erba. Cocciniglia. .Scandicci (Firenze) 4 Giugno Passerini Conte Napoleone. Grano. Trogosita mauritanica Linn. . Verona 4 Giugno Massalongo Ing. Orseolo. i Frumento. Pemphigus? e Cephus pygmaeus L. . Messina 6 Giugno Comizio agrario. Grano. Pemphigus? Cocciniglia da definire. 10. Il 12. 14. 15. 16. 17. 18. — 282 — Rasa 8 Giugno Comizio agrario. Prati. Larve di Noctuide. Legnago 10 Giugno Associazione agraria, Unione dei Comizi del Basso Veronese. Frumento (Triticum sativum Pers.) Diplosis Tritici Wagn. Scandiano 11 Giugno Società Enologica. Grano (cariossidi). Thrips rufa Gmel., Diplosis Tritici Wagn. Verona 12 Giugno Massalongo Ing. Orseolo. i ; Frumento (spighe). Leucocelis funesta Poda. . Firenze 15 Giugno Comizio agrario. Invasione di Cavallette (Caloptenus italicus Burm.) nel Comune di Brozzi. Venezia 16 Giugno Mizzan Giuseppe. Cardoni, Lattughe, Zucche, Poponi, ecc. Pentodon pun- ctatus Villers. (larve). Roma 18 Giugno R. Stazione di patologia vegetale. Frumento (spighe). Trips rufa Gmelin., Diplosis Tritici Wagn. ” Roma 18 Giugno R. Stazione di patologia vegetale. Frumento (Triticum sativum Pers.). Tinea granella Fab. Mezzi per combatterla. | Pavia 1.° Luglio Direzione del R. Istituto botanico. Cyclamen. Aleurodes sp. Frassineto (Prov. di Arezzo) 1.° Luglio Di Frassineto Alfredo. Tabacco (Nicotiana Tabacum L). Larve di Agrotis sp. a, 19. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. — 283 — Gattinara (Prov. di Novara) 1.° Luglio R. Cattedra ambulante di Viticoltura ed Enologia (da Valle- mosso-Biella). Ortaggi. Agrotis sp. . Fabriano 21 Luglio Comizio agrario. Frumento (spighe). Cecidomide (larve). Rimini lu 17 Agosto Tranquilli Giovanni. ; SUO _ Erba medica (Medicago sativa L.). Larve di Dittero. Pavia i MEET 20 Settembre Direzione del R. Istituto botanico. Frumento. Cephus pygmaeus L. (larve). Pisa i 22 Settembre Direzione della Scuola superiore d’agraria (da Migliarino). Spe- dizione pervenuta in istato irriconoscibile. Firenze 25 e 30 Settembre Carobbi Giuseppe di G. Prati. Argiope Bruennichi Scop., supposta divoratrice di cavallette. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 138 Ottobre R. Scuola pratica di agricoltura Gaetano Cantoni. Frumento. Agriotes lineatus L. Giulianova 15 Ottobre Devincenzi. Grano (cariossidi). Zabrus tenebrioides Goeze, Calandra granaria L., Tinea granella L. Conegliano 16 Ottobre Stradajoli G. Frumento. Larve di Rhizotrogus ? x a Fo it — 284 — II. Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ecc. . Messina 3 Gennaio Saija Torre G. Agrumi (Citrus sp.). Esperienze contro le Cocciniglie degli Agrumi. . Campobasso 9 Gennaio R. Prefettura (da Morrone del Sannio). Viti (Vitis vinifera L.). Phytoptus Vitis Land. . Capraia 15 Gennaio Direzione della Colonia penale agricola. Viti (Vitis vinifera L.). Supposta fillossera. . Roma 18 Gennaio R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Agrumi (Citrus sp.). Nuove esperienze contro le Cocci- niglie degli Agrumi. Aia nisapaidsa 25 Gennaio Celotti Giacomo. Viti (Vitis vinifera L.). Agrotis sp. Meli (Pyrus Malus L.). Pidocchi. . Roma 31 Gennaio e 6 Febbraio R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direz. generale dell’Agri coltura). Viti (Vitis vinifera L.). Esperienze per combattere le Coc- ciniglie degli Agrumi. . Città di Naso 8 Febbraio Municipio. Agrumi (Citrus sp.). Dactylopius Citrì Sign., Lecanium hesperidum Burm. e fumaggine. .Roma 17 Febbraio R. Ministero di Agricoltura ecc. (proveniente da Naso). Agrumi (Citrus sp.). Dactylopius Citri Sign., Lecanium hesperidum Burm. e fumaggine. er Re) e LEA A 9. Barcellona (Sicilia) 10. ele, 13. 14. 16. 17. 13. — 255 — 27 Febbraio, 3 e 4 Marzo Del Guercio Dott. Giacomo. Agrumi (Citrus sp.). Esperienze contro le Cocciniglie degli Agrumi. Messina 12 Marzo Saija Torre G. Agrumi (Citrus sp.). Esperienze contro le Cocciniglie degli Agrumi. Messina 18 Marzo Comizio Agrario. Agrumi (Citrus sp.). Esperienze contro le Cocciniglie degli Agrumi. . Messina 19 Marzo La Fauci Prof. Pasquale, Delegato fillosserico. Agrumi (Citrus sp.). Esperienze contro le Cocciniglie degli Agrumi. Roma 19 Aprile R. Ministero di Agricoltura, ecc. Sinoxylon muricatum Fab. Roma 25 Aprile R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Viti. Oecanthus pellucens Scop. . Lispida 25 Aprile Celotti Giacomo. Viti. Othiorrhynchus ligneus Oliv. Melasoma populi Lin., Coccinella 5 punctata Lin., Oxythyrea funesta Poda. Ferrara 26 Aprile Comizio Agrario. Viti (Vitis vinifera L.). Othiorrhynchus ligneus Oliv. Brusegana (Padova) 27 Aprile R. Scuola pratica di Agricoltura. Peri (Pirus Malus L.). Cecidomyia Pyri Bouché. Messina 30 Aprile: Direzione dei Campi sperimentali e dell’applicazione dei me- todi curativi contro la Fillossera. Agrumi (Citrus sp.). Esperienze contro le Coeginiglie de- gli agrumi. Pd vat ARIE — 236 — 19. Casalmaggiore 9 Maggio Comizio agrario. Rosacee. Pieris Crataegi Steph. 20. Montebelluna 17 Maggio Comizio agrario. Gelsi (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. 21. Sassari 17 Maggio R. Scuola pratica di Agricoltura. Viti americane (Vitis sp.). Vesperus luridus Rossi, o V. Xatharti Muls. (larve). 22. Fiesole (Prov. di Firenze) 19 Maggio Municipio. Frutteti e piante erbacee. Hyponomeuta malinellus Zell. 23. Roma 19 Maggio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Viti (Vitis vinifera L.). Esperienze relative ai Tetranychus. 24. Sassari 20 Maggio R. Scuola pratica di Agricoltura. Vite (Vitis vinifera L.). Labidostomis taxicornis Fab. 25. Isola Rizza (Prov. di Verona) 24 Maggio Ferrari Eugenio. Meli (Pirus Malus L.). ? 26. Rovigo 24 Maggio Cattedra ambulante di Istruzione agricola sperimentale. Viti (Vitis vinifera L.). Synaptus filiformis Fab. 27. Gattinara 25 Maggio R. Cattedra ambulante di Viticoltura ed Enologia della pro- vincia di Novara. Ribes (Ribes rubrum). Siphonophora Ribicola Kalt. (My- zus Ribis Lin.). 28. Aosta 25 Maggio Faletti L. Viti (uva) (Vitis vinifera L.). Conchylis ambiguella Hiibn. p 0: 29. 30. S1. 32. 33. S4. 35. 36. ST. 38. 39. eso Rovigo 51 Maggio Cattedra ambulante di Istruzione agricola sperimentale. Viti (Vitis vinifera L.). Synaptus filiformis Fab. Todi (Prov. di Perugia) 2 Giugno R. Scuola pratica di Agricoltura. Gelso (Morus alba). Lecanium cymbiforme Targ. Roma 4 Giugno R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura) (dal Comune di Cuceglio, Ivrea). Viti (Vitis vinifera L.). Lecanium cymbiforme Targ. Pavia ò 5 Giugno Direzione del R. Istituto botanico (dalla Spagna). Melo (Pirus Malus L.). Geometrideo (larve). Verona 11 Giugno Massalongo Ing. Orseolo. Viti (Vitis vinifera L.). Pulvinaria Vitis Targ. Firenze 12 Giugno Torrigiani March. Pietro Peri (Pirus communis L). Aphis Crataegi Kalt. Rovigo 14 Giugno Cattedra ambulante di Istruzione agricola sperimentale. Viti (Vitis vinifera L.). Pulvinaria Vitis Targ. Roma 18 Giugno R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Viti (Vitis vinifera L.). Firenze 25 Giugno Bulizza. Viti (Vitis vinifera L.). Richiesta di ispezione di vigneti presso Firenze. Antignano (Livorno) 1.° Luglio Della Torre Carlo. Viti (Vitis vinifera L.). Agrotis sp. (larve). Mantova 3 Luglio Commissione governativa di viticultura ed enologia. Viti (Vitis vinifera L.). Pulvinaria Vitis Targ. Tozz. Le- canium cymbiforme Targ. Tozz. 40. 41. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 140) MISA VERRETE i pic: — 283 — Atene (Grecia) 12 Luglio Gennadius Prof. P. Viti (Vitis vinifera L.). Spoglie di Afidi. Roma 15 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. Viti (Vitis vinifera L.). Ino ampelophaga Bayle Bar. .Mantova 16 Luglio Commissione governativa di viticultura ed enologia. Viti (Vitis vinifera L.). Pulvinaria Vitis Targ., Leca- nium cymbiforme Targ. Pisa 21 Luglio Delegato antifillosserico. Viti (Vitis vinifera L.). Supposta fillossera (Verticillium candidulum? Sacc.). Roccastrada (Prov. di Grosseto) 26 Luglio Municipio. Olivi (Olea europaea L.). Phloeothribus Oleae Erichs. e Phloeotrips Oleae Costa. Chioggia 26 Luglio Comizio Agrario. Piante pomacee. Tingis Pyri Fab. Roma 80 Luglio R. Stazione di patologia vegetale (da Chioggia). Melo (Pirus malus L.), Pero (Pirus communis). Spedi- zione non pervenuta. Cosenza 2 Agosto Spada Nicola. Fico (Ficus Carica L.). Simaethis nemorana Hiibn. Roma 2 Agosto. R. Stazione di patologia vegetale (da Siena). Viti (Vitis vinifera L). Oecanthus pellucens Scop. Cirignano (Potenza) 4 Agosto Delegazione per la ricerca della Fillossera. i Viti (Vitis vinifera L.). Supposta Fillossera. . Siracusa (Sicilia) 4 Agosto Direzione dei trattamenti curativi antifillosserici. Viti (Vitis vinifera Linn.). Limothrips sp. DI. 52. 53. 54. 55. 56. DI. 58. — 289 — Cervara di Roma 7 Agosto . Municipio. Viti (Vitis vinifera L., grappoli). Peronospora Viticola Berk. et Curt., e Geometra (larva). Roccastrada (Prov. di Grosseto) 9 Agosto . Municipio. Olivi (Olea europaea L.). Phloeothribus Oleae Erichs. e Phloeothrips Oleae Costa. Firenze 9 Agosto Natali Angiolo e Alfredo. Viti (Vitis vinifera L.). Esperienze insetticide. Porto S. Stefano (Prov. di Grosseto) 10 Agosto Municipio di Monte Argentario. Viti. (Vitis vinifera L.). Supposta Fillossera. Messina 10 Agosto Saija Torre Giuseppe. Agrumi (Citrus sp.). Esperienze insetticide. Avellino 10 Agosto Comizio agrario. Meli (Pirus Malus L.). Schizoneura lanigera Hausm. Esperienze insetticide. I Messina 18 Agosto Saija Torre Giuseppe. Agrumi (Citrus sp.). Esperienze insetticide. Roma 20 Agosto R. Stazione di Patologia vegetale. Viti (foglie) (Vitis vinifera L.). Antispila Rivillei Staint. 59. Avellino 20 Agosto Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera Linn.). Conchylis ambiqguella. Espe- rienze insetticide. Meli (Pirus Malus L.). Susini (Prunus ‘domestica L.). Hyponomeuta malinellus Zell. Meli (Pirus Malus L.). Schizoneura lanigera Hausm. 60, Chioggia 20 Agosto Comizio agrario. Meli (Pirus Malus L.). Peri (Pirus communis L.). Te- tranychus telarius L. e Phytoptus Pyri Nal. 19 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. — 290 — Siena 25 Agosto R. Prefettura. Viti (Vitis vinifera L.). Conchylis ambiguella Hiùbn. Viel'Ilesti 1.° Settembre R. Cantina sperimentale. Viti americane (vivaio). Othiorrhynchus armatus var. ro- manus Bohm., Agriotes lineatus ? L. (larve). Oxythyrea funesta Poda., Vesperus luridus Ros. (larve). Dorca- dion lineatum F. Montagnana (Padova) 24 Settembre Campbell Carlo. Viti (Vitis vinifera L.). Antispila Rivillei Staint. Gorgona 4 Ottobre Direzione della Casa di Pena intermedia. Olivo (Olea europaea L ). Lecanium Oleae Bern. Fico (Ficus carica L.). Columnea testudiniformis Targ. Roma 5 Ottobre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’ Agri- coltura. Sui danni nel vivaio di Miazzina e parcelle d’indennità. Napoli 8 Ottobre Associazione di proprietari ed agricoltori. ‘Fico (Ficus Carica L). Simaethis nemorana Hiùbn. Napoli 24 Ottobre Associazione di proprietari ed agricoltori. Viti (Vitis vinifera L.). Uva ammalata (Eudemis botrana Schiff.). Messina 22 Novembre La Fauci Pasquale, Direttore dei Campi sperimentali antifil- losserici. Agrumi (Citrus sp.). Esperienze contro la Cocciniglia degli agrumi. Roma 22 Novembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). i Agrumi (Citrus sp.).. Esperienze contro la Cocciniglia degli agrumi. ‘10. T1. 12. 13. 74 75. 76. Ti. 78. — 2901 — Messina 26 Novembre Comizio agrario. I Bergamotte (frutti) (Citrus Bergamia). Mytilaspis Citricola Pak. o M. fulva Targ. Lispida 16 Dicembre Celotti Giacomo. Viti (Vitis vinifera L.). Othiorrhynchus sp. Castiglione della Pescaia (Prov. di Grosseto) 18 Dicembre Olivi (Oleae europaea L.). Phloeothrips Oleae Costa, e Phloeotribus Oleae Erichs. Firenze 24 Dicembre Bechi Prof. Emilio. Olivi (Oleae europaea L.). Phloeothrips Oleae Costa, e Phloeotribus Oleae Erichs. PIANTE BOSCHIVE E ORNAMENTALI. Pavia 5 Gennaio Istituto botanico della R. Università. Castagno (Castanea sativa). Uova di Aphis Castaneae Koch. (Pterochlorus longipes Pass.).. Varese 14 Gennaio Comizio agrario. Querci (Quercus sp.), Castagni (Castanea sativa). Aphis Castaneae Koch. Casale Monferrato 27 Gennaio Ottavi F.lli. Proveniente da Incisa Belbo (Alessandria). Pini (Pinus sp.). Larve di Cnethocampa pityocampa Schiff. Chioggia 15 Marzo Comizio agrario. Conifere. Cnethocampa pityocampa Schiff. Avellino 10 Aprile R. Scuola di Viticoltura ed Enologia. Faggio (Fagus silvatica). Brancospino (Crataegus Oxya- cantha). Melo (Pirus Malus L.). Porthesia chrysor- rhoea L., Bombyx neustria Lin. Hyponomeuta mali- nellus Zell. (Vedi piante fruttifere). 19. 80. 81. 83. 86. 87. 88. — 292 — Giogoli (presso Firenze) 23 Maggio Pestellini E. Olmi (Ulmus campestris). Omophlus Betulae Herbst. Pavia i 23 Maggio Laboratorio Crittogamico (Val Travaglia, Lago Maggiore). Larice (Larix europaea). Chermes strobilobius Kalt. Spoleto 30 Maggio Amministrazione forestale. Piante boschive. Porthesia chrysorrhoea Lin. . Spoleto 4 Giugno Amministrazione forestale. Piante boschive. Porthesia chrysorrhoea L. Pavia 14 Giugno. R. Istituto botanico. Euonymus europaeus, Ilex Aquifolium. Pulvinaria linea- ris Targ. . Casalmonferrato 2 Luglio Fratelli Ottavi. Piante di siepe. Onectra Pilleriana Schiff. .Roma 7 Luglio R. Ministero d’Agricoltura ecc. (dalla foresta Gallipoli-Co- gnato-Basilicata). Quercus sp., Pinus sp. Phlegra fasciata H. Firenze 12 Luglio Bizzarri Alessandro. Lecci (Quercus Ilex L.). Larve di Coraebus florentinus Herb. Verona 15 Luglio Massalongo Prof. C. Ellera (Hedera Helix L.). Asterolecanium Massalongianum Targioni. Padova 27 Luglio Berlese Prof. Antonio. Ellera (Hedera Helix L.). Aspidiotus Hederae Vall., Aste- rolecanium Massalongianum Targ. 89. 90. 91. 92. 93. 94. — 293 — Roma 4 Agosto R. Stazione di patologia vegetale. Abeto (Abies sp.). Chermes Abietis L. Novara 31 Agosto Amministrazione forestale. Conifere. Retinia sp. Camaldoli (Casentino) 16 Settembre Zarpellon A. i Faggi (Fagus silvatica L.). Cecidomyia Fagi Hart. Castelfalfi (Prov. di Firenze) 20 Ottobre Biondi Antonio. Pini (Pinus sp.). Myelophilus piniperda Eich. Rocca San Casciano 25 Ottobre Comizio agrario. Nerium Oleander, Olea fragrans ecc. Aspidiotus Nerii Bouchè. Castelfalfi (Prov. di Firenze) 29 Ottobre Biondi Antonio. Pini (Pinus sp.). Myelophilus piniperda Eich. . Firenze 7 Novembre Almansi Emanuele. Euonymus europaeus. Chionaspis Euonymi Comst. — 294 — ANNO 1893. JE Coltivazioni di piante erbacee. . Vicenza 11 Aprile De Faveri Dott. Silvio. Grano (cariossidi). Punteruolo del grano (Calandra gra- naria L.). Disinfezione col solfuro di carbonio. . Alba 3 Maggio R. Scuola di Viticultura e di Enologia. Grano. Psyche Graminella Schiff. . Firenze 11 Maggio R. Stazione agraria, Prof. Ferrari. Orzo (Hordeum vulgare). Melolontha vulgaris Fab. VExi,miemizie 12 Maggio Ridolfi March. Luigi. Frumento. Oxythyrea funesta Poda. . Rovigo i 20 Maggio Cattedra ambulante di Agricoltura pratica. Erba medica (Medicago sativa L.). Geometra (Biston graecorius Strg.). . Modena 27 Maggio Comizio Agrario. Medicai (Medicago sativa L.). Geometra (Biston grae- carius Strg.). . Roma 31 Maggio R. Stazione di Patologia vegetale. Grano proveniente da Buttrie (Udine). ? . Rovigo 1 Giugno Scuola ambulante di Agricoltura pratica. Erba medica (Medicago sativa L.). Geometra dei Medicai (Biston graecarius Strg.). 10. ole 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. — 295 — Pisa 38 Giugno Scuola superiore d’Agraria (Bruttini Dott. Arturo). Grano in erba (Triticum sativum Pers.). Siphonophora cerealis Kalt. Udine 14 Giugno Associazione agraria friulana. Grano (Triticum sativum Pers.). Tychea (Tetraneura sp.). Roma 17 Giugno R. Stazione di Patologia vegetale. Carota (Daucus Carota L.). Afidi (Aphis Papaveris Fab.) sulle foglie. Lispida 22 Giugno Celotti G. Frumento Siphonophora cerealis Kalt., Phloeothrips (An- thothrips ?). Udine i 22 Giugno Associazione agraria friulana. Graminacee. Signoretia clypeata Targ. o S. Luzulae Douf. Pavia 24 Giugno Laboratorio Crittogamico. Canapa (Cannabis sativa). Phorodon Cannabis Pass. Città della Pieve (Umbria) 24 Giugno Fagiuoli (Phaseolus vulgaris). Afidi (Aphis Papaveris Fab.). ModeDa 26 Giugno Ravà I. Grano (spighe). Oxythyrea stictica Muls. e Phloeothrips (Anthothrips ?). Oderzo 30 Giugno Benedetti Antonio. Carota foglie. (Daucus Carota L.) Afidi. (Aphis Papave- ris Fab.). Firenze 1.° Luglio R. Società Toscana d’Orticultura. Pansé (Viola tricolor L.). Tetranychus telarius L. Talamone 5 Luglio Vivarelli Dott. Guido. Grano (Triticum sativum Pers.). Calandra granaria L. — 296 — 20. Palmi i 5 Luglio Calogero Giuseppe. i Cocomero (Cucumis). Melacosoma lusitanicus L. 21. Oderzo 19 Luglio Benetti Antonio. Foglie di Carota. (Daucus carota L.) Aphis Papave- ris Fab. 22. Firenze 1° Agosto Comizio Agrario. Fave (Vicia Faba L.) e Viti (Vitis vinifera L.). Gueri- nia Serratulae? Fab. 23. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 6 Agosto R. Scuola pratica d’Agricoltura Gaetano Cantoni. Granturco (Zea Mays). Pemphigus Boyeri Pass. 24. Pavia 22 Agosto Laboratorio Crittogamico presso la R. Università. Erbe dei prati. Guerinia Serratulae Fab. (proveniente da Rivanazzano-Voghera). 25. Castelbuono (Sicilia) 28 Agosto Minà-Palumbo Fr. Patate (Solanum tuberosum). Patate ammalate. 26. Siena 6 Novembre Brogi G. Grano (cariossidi). Pteromalus Tritici Gour. E Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA ecc. 1. Portici I 20 Gennaio Berlese Prof. Antonio. Carrubbo (Ceratonia siliqua). Aspidiotus Ceratoniae Sign. 2. Lispida 24 e 25 Gennaio Celotti Giacomo. Viti (Vitis vinifera L.) Othiorrhynchus sp. — 297 — s. Carini | 15 Febbraio e 4 Aprile Gusmano Ambrogio. Agrumi (Citrus sp.). Malattie degli Agrumi. Fumaggine. 4. Messina 20 Febbraio Saija Tore Cav. Giuseppe. Limoni (fiori). Acrolepia Citri Mill. 5. Palermo 23 Febbraio Arnao Emanuele. Agrumi (Citrus sp.). Formola insetticida per combat- tere il Mytilaspis degli agrumi. 6. Palermo 10 Marzo De Maria Prof. Antonio. Limone (Citrus Limonum). Mytilaspis fulva Targ. e Da- clylopius Citri Sign. 7. Pavia 13. Marzo Laboratorio Crittogamico. Fico (Ficus carica L.). Uova di Psylla Ficus L. 8. Roma 20 Marzo R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura. Peri (Pirus communis L.) e Meli (Pirus Malus). Emphytus ° Klug. 9. Montozzi presso Firenze 21 Marzo | Bartolini-Salimbeni March. Peri (Pirus communis L.). Diaspis Pyricola Del Guercio, Cossus Cossus L., Zeuzera Pyrina L. TOP sa 23 Marzo Studiati C. Viti (uva) (Vitis vinifera L.). Emulsione saponosa di pe- trolio contro la Tignola dell’uva. 11. Caltagirone 27 Marzo R. Scuola pratica di Agricoltura per la provincia di Catania. Piante pomacee. Cossus Cossus L. 12. Pavia 28 Marzo Istituto botanico della R. Università. Fico (Ficus carîca L.). Psylla Ficus L. (uova). 15. 14. 15. 16. Liza 19. 21. STAR AI SRO PARI LEN ATI O I — 298 — Eiiriemize 28 Marzo Focardi L. Melo (Pirus Malus). Imenotteri. Larve minatrici dei rami. Paista 23 Marzo e 3 Aprile Studiati C. Viti (uva) (Vitis vinifera L.). Emulsione saponosa di pe- trolio contro la Tignola dell’uva. Carini 15 Febbraio e 4 Aprile Gusmano Ambrogio. Agrumi (Citrus sp.). Malattie degli Agrumi. Fumaggine e Cocciniglie. Messina 14 e 21 Aprile Musolino Giuseppe di Emanuele. Agrumi (Citrus sp.). Prove contro i parassiti degli agrumi. Roma 22 Aprile R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). Olive (Olea europaea L.). Mosca delle olive e modo di combatterla. . Firenze 22 Aprile Ridolfi March. Carlo Peri (Pyrus communis L.). Phytoptus Pyri Nal., Diaspis sp. Urgenti (Verona) 26 Aprile Goiran A. Viti (Vitis vinifera L.). Supposta malattia delle viti. . Conegliano 28 Aprile Comizio agrario distrettuale. Viti (Vitis vinifera L.). Tropinota hirtella Poda. Gattinara (Prov. di Novara) _ 29 Aprile R. Cattedra ambulante di Viticoltura ed Enologia. Pero (Pirus communis L.). Tingis Pyri Fab. . Siena 4 Maggio Isaia Dott. Carlo. À Olivi (Olea europaea L). Fumaggine e Cocciniglie. . Catania 6 Maggio Calandruecio Dott. Salvatore. Agrumi (Citrus sp.). Toroptera aurantii Koch. ME Tr free 25. 26. 29. 30. Sl. 33. — 299 — . Messina 7 Maggio Saija Torre cav. G. Limoni (frutti) Aspidiotus limonii Sign. Nespole (Mespi- lus germanica). Parlatoria sp. Firenze (Pistoia) 8 Maggio Baroni Paolo. i Viti (Vitis vinifera L.). Melolontha vulgaris Fab. (insetti perfetti). Roma 8 Maggio R. Stazione di patologia vegetale. Olivo (Olea europaea L.). Phloeothribus Oleae Erichs. . Fossombrone 15 Maggio Mencarelli Luigi. Gelsi (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. . Roma 15 Maggio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). a Olive (Olea europaea L.). Mosca olearia (Dacus Oleae Rossi). Fossombrone 19 Maggio Amministrazione Municipale. Gelsi (Morus alba) Lecanium cymbiforme Targ. Firenze i 19 Maggio Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera L.). Viti ammalate. Gattinara (Prov. di Novara) 19 Maggio Cattedra ambulante di viticultura ed enologia. . Viti (Vitis vinifera L.). Lecanium cymbiforme Targ. Siavila 20 Maggio R. Stazione Crittogamica. Palme da dattero (Phoenix dactylifera L.). Silvanus suri- namensis? L., Scolytus sp. ecc. Messina 24 Maggio Saija Torre. Peri (Pirus communis L.). Susini (Prunus domestica). Diaspis sp. d4. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 4l. 42. 43. — 300 — Roma 25 Maggio R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell’ Agri- coltura). Proveniente da Urbino. Gelso (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. Messina 27 Maggio La Fauci Pasquale. | Nespoli (Eriobotrya japonica). Parlatoria sp. Firenze 29 Maggio Scuola agraria di Scandicci. Viti (Vitis vinifera L.). Uve da tavola attaccate dal baco. (Eudemis botrana Schiff.). Pesaro 381 Maggio R. Scuola pratica. Gelsi (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. Udine 7 Giugno Associazione agraria friulana. Gelso (Morus alba L.). Imenottero tentredineo da definirsi. Castel San Pietro (Emilia) 8 Giugno Tanari march. L. Viti (Vitis vinifera L.). Viti ammalate. Roma 20 Giugno R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell’A gri- coltura). Olive (Olea europaea L.). Mosca delle Olive. Roma 22 Giugno Mengarini F., Società generale dei viticoltori italiani. Viti (Vitis vinifera L.). Othiorrhynchus sulcatus Fab. Carini (Sicilia) 22 Giugno Gusmano Ambrogio. Agrumi (Citrus sp.). Richiesta di mezzi per curare gli | i agrumi dalla fumaggine. i Nizza (Sicilia) 26 Giugno Interdonato Antonio. ù Limoni (Citrus Limonum Risso). Mytilaspis fulva Targ. 44. 45. 46. 47. 48. 50. 52. VAIO Roma 26 Giugno R Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura Viti (Vitis vinifera L.).. Esperienze con le emulsioni di solfuro di carbonio contro la fillossera. Pavia 6 Luglio Istituto botanico della R. Università. Susine (Prunus domestica). Aleurodes sp. Gioia-Tauro 12 Luglio Duca di Cardinale Serra. Olivi (Olea europaea L). Lecanium Oleae Bern. Roma 13 Luglio R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). Olive (Olea europaea L.). Mosca delle olive. Nizza (Sicilia) 13 Luglio Interdonato Antonio. Agrumi (Citrus sp.). Mytilaspis fulva Targ. Pisa 22 Luglio Comizio Agrario. Proveniente dal Comune di Cascina. Grappoli d’uva (Vitis vinifera L.). Dactylopius brevispi- nus Targ. Roma 26 Luglio R. Stazione di Patologia vegetale. Olive (Olea europaea L.) Phloeothrips Oleae Costa. Olivi (foglie). Attus. .Novara 29 Luglio Zeiner ing. Luigi. Viti (Vitis vinifera L.). Crittogame parassite, Arrossa- mento o Rossore (larve di Tetranychus telarius L.). Palermo 4 Agosto La Fauci Pasquale. Viti (Vitis vinifera L.). Notizie ed esperienze intorno alla Fillossera. . Siena 14 Agosto R. Prefettura. Uva (Vitis vinifera L.). Dittero da definire. DD. 56. 58. 59. 60. 61. 62. 63. — 302 — .Roma 24 Agosto R. Ministero di Agricoltura ecc. (proveniente da Volpedo Ales- sandria). Gelsi (Morus alba L). Guerinia Serratulae Fab. Siracusa 24 Agosto Comizio Agrario. : Limoni, frutti. Olibrus bicolor Fab. Roma 24 Agosto R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). Olivo (Olea europaea L.). Esperienze contro la Coccini- glia dell’Olivo. . Poggibonsi 31 Agosto Municipio. Vite (Vitis vinifera L.). Vigilanza sui vigneti. Sassari (Sardegna) l 3 Settembre R. Scuola pratica di Agricoltura. Viti (Vitis vinifera L.). Dactylopius brevispinus Targ. Cortona (Prov. di Arezzo) 6 Ottobre Passerini conte Napoleone. ; Melo (Pirus Malus L.). Richiesta di notizie sopra la Schizoneura del Melo. i Castelnuovo Berardenga (Prov. di Siena) 11 Ottobre Cateni Raffaello, Agente Arceno Uva (Vitis vinifera L.). Drosophila cellaris L. Massa d’Albe (Circondario di Avezzano) 20 Ottobre Fusco Ludovico. Peri. (Pirus communis L.). Zeuzera Pirina L. Vittoria (Sicilia). 27 Ottobre Cancellieri Rosario. - I Olive (Olea europaea L.). Mosca olearia. (Dacus Oleae d) Rossi). Castelnuovo Berardenga (Prov. di Siena) 9 Novembre | Cateni Raffaello, Agente Arceno. Uva (Vitis vinifera L.).. Drosophila cellaris L. 64. 66. 67. 68. 69. 70. ol 72. — 303 — Siena 29 Dicembre R. Prefettura. i Olive (Olea europaea L.). Dacus Oleae Rossi. PIANTE BOSCHIVE ED ORNAMENTALI. SU dana 3 Gennaio R. Ispezione forestale. Abetine (Abies sp.). Penthina hercyniana Tr., o Grapho- litha (Paedisca) tedella Cl. Vallombrosa 27 Febbraio Piccioli F., Direttore dell'Istituto forestale. Faggi (Fagus silvatica), Hormomyia Fagi Hart. Modena 28 Febbraio Ravà Prof. Iacopo, R. Istituto Tecnico. Olmi (Ulmus campestris). Porthesia chrysorrhoea L. Lari (Prov. di Pisa) 4 Maggio Panattoni Dott. G. Olmo (Ulmus campestris). Tetraneura Ulmi Hart. Rocca San Casciano 26 Maggio Tassinari Alessandro. Querci (Quercus sp.). Coleottero. Roma 25 Maggio R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell’Agri= coltura). Querci (Quercus sp.). Cnethocampa processionea L., Por= thesia chrysorrhoea L. Roma 6 Giugno R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). Querci (Quercus sp.). Bombyx neustria L. Lari (Prov. di Pisa) 25 Giugno Comune. Olmi (Ulmus campestris L.). G'aleruca Crataegi Forst., oppure Galerucella calmariensis L. 13° 14. 15. 76. 77. Capezzine 25 Febbraio Istituto Agrario, Vannuccini Ing. V. Alloro (Laurus nobilis L.). Aonidia purpurea Targ. 78. Milao 5 Maggio Pini Napoleone. Evonimi (Euonymus japonicus). Pulvinaria linearis Targ. 79. Rovigo 26 Maggio Scuola ambulante di Agricoltura pratica. Rose (foglie) HMylotoma pagana (Panz.) Latr. 80. Rovigo 10 Giugno — Scuola ambulante di Agricoltura pratica. Rose (foglie) Hylotoma pagana (Panz.) Latr. O 81. Cesena i 8 Luglio — R. Scuola pratica d’Agricoltura Filippo Re per la provincia | di Forlì. rl Evonimi (Euonymus japonicus). Chionaspis Euonymi P. Comst. i 82. Maiano (presso Firenze) 7 Agosto i — 304 — Todi (Prov. di Perugia) R. Scuola pratica d’Agricoltura. Samare di Acero (Acer sp.). Anthonomus Ulmi De Geer. Roma 21 Agosto R. Stazione di patologia vegetale. (Proveniente da Chieti). ip Olmi (Ulmus campestris L.). Galleruca calmariensis L. Pioppi (Populus sp.). Pemphigus bursarius L. Pini (Pinus sp.). Diaspis sp. S Cesena 18 Settembre Comizio agrario circondariale. Tigli (Tilia sp.). Pygaera bucephala L. Udine 13 Dicembre Associazione Agraria Friulana. Pioppi (Populus sp.). Mytilaspis pomorum Bouchè. Resse Conte G. Ellera (Hedera Helix L.)., e Lauro (Prunus Laurocerasus). € Othiorrhynchus armadillo Rossi. Alloro (Laurs nobilis). Trioza lauri Licht. 83. 84. 86. 81. — 305 — Bra i 8 Agosto Museo Civico Craveri. Euonymus ecuropaeus. Chionaspis cuonymi Comst. Costantinopoli 16 Agosto Spigai Prof. R. Palma da dattero (Phoenih dactylifera). . Roma 14 Settembre R. Stazione di Patologia vegetale. Evonimi (Euonymus japonicus). Chionaspis Euonymi Comst. Lugano (Svizzera) 7 Novembre Ghidini A. Lauro (Prunus Laurocerasus) e Alloro (Laurus nobilis). Aonidia purpurea Targ. Scandicci (presso Firenze) 8 Dicembre Passerini Conte Napoleone. Leandro (Nerium Oleander). Aspidiotus Nerii Bouché. 20 DN — 306 — ANNO 1894. IE Coltivazioni di piante erbacee. . Roma 8 Marzo R. Stazione di Patologia vegetale. Azalea (Azalea indica L.). Aspidiotus Nerii Bouchè. TR 0}e/c asta anno 4 Aprile Tassinari Alessandro. ; Lupinella(Onobrychis sativa Lam.). Biston graecarius Stgr. .Imola 12 Aprile R. Scuola pratica d'Agricoltura per la provincia di Bologna. Fave (Vicia Faba L.). Cecidomyia sp. . Rocca S. Casciano 13 Aprile Tassinari Alessandro. Lupinella (Onobrychis sativa Lam.). Biston graecarius Stgr. .- Imola 27 Aprile R. Scuola pratica d’Agricoltura per la provincia di Bologna. .Fave (Vicia Faba L.). Cecidomyia sp. . Cesena 27 Aprile R. Scuola pratica d’Agricoltura Filippo Re per la provincia di Forlì. Erba medica (Medicago sativa L.). Altica (larve). . Casteggio 28 Aprile Direzione del Comizio agrario del Circondario di Voghera. Trifogli (Trifolium sp.). Fave (Vicia Faba L.). Agrotis segetum? Schiff. : . Cesena . 5 Maggio R. Scuola pratica d’Agricoltura Filippo Re per la provincia di Forlì. Erba medica (Medicago sativa L.). Altica (larve). — 307 — 9. Voghera 5 Maggio 10. da 12. 13. 14. 15. 16. tr 13. Comizio Agrario. Fave (Vicia Faba L.) e Trifogli LE pon sp.). Agro- tis segetum Schiff. Roma 5 Maggio R. Stazione di Patologia vegetale, proveniente da Sutri. Carduacee e Leguminose. Vanessa Cardui L. Gioia dal Colle (Prov. di Bari) 6 Maggio Comune. Fave (Vicia Faba L.). Tychius quinquepunctatus Linn. Piacenza 13 Maggio Federazione Italiana dei Consorzi Agrari. Granturco (Zea Mays L.). Agrotis segetum Schiff. Para | 14 Maggio Istituto botanico della R. Università, proveniente tflal Vo- gherese. Granturco (Zea Mays L.). Agrotis segetum Schiff. Piacenza i : 16 Maggio R. Prefettura. Fave (Vicia Faba L.). Agrotis segetum Schiff. Mondovi 25 Maggio Comizio Agrario. Trifogli (Trifolium sp.). Erba medica (eiedicago sativa L.). Vanessa Cardui Ramb. Castelbuono (Sicilia) 26 Maggio Minà-Palumbo Fr. Canne (Arundo Donax L.). Coccidi. Voghera 12° Giugno Comizio agrario. Leguminose. Agrotis segetum? Schiff. Roma 5 Giugno R. Stazione di patologia TEguinio, (Spedizione Ego da Sutri). Carduacee e Leguminose. Vanessa Caria Linn. Ha pe PR RI I SELE — 308 — 19. Rovigo i 5 Giugno Zago Ferruccio. Erba medica (Medicago sativa Linn) Cecidomyia loti? De Geer. 20. Catania “ Giugno Baccarini Prof. Pasquale Canne (Arundo Donax L.). Cocciniglia (da studiare). 21. Milano 8 Giugno Canova Dott. Giovanni. Frumento (riticum sativum Pers.). Essiccamento. 22. Roma 11 Giugno R. Stazione di patologia vegetale. Grano (7riticum sativum Pers.). Aptinothrips rufa Gmel. 23. Cagliari 12 Giugno R. Scuola di Viticultura ed Enologia. Frumento (7riticum sativum Pers.). Aptinothrips rufa Gmel., Limothrips cerealium Hal. 24. Roma 19 Giugno R. Stazione di Patologia vegetale. Gigli (Lilium sp.). Crioceris lilii Scop. 25. Lispida —_ 24 Giugno Celotti G. Medicai (Medicago sativa L.). Biston graecarius Stgr.?: 26. Piacenza Gi AEG onO Consorzio Agrario. gi Agrotis segetum Schiff. 27. Roma 2 Luglio R. Stazione di patologia vegetale. Avena (Avena sativa L.). Cecidomyia destructor Say. 28. Piacenza | 2 Luglio Comizio Agrario. STRA Grano (Triticum sativum Pers.). Agrotis segetum Schiff. (Larve). - di 29. Rovigo 12 Luglio Cattedra ambulante di istruzione agricola sperimentale. Erba medica (Medicago sativa Linn.): Cecidomyia Loti? De Geer. — 309 — 30. Piedimonte d’Alife (Prov. di Caserta) 28 Agosto R. Scuola pratica di Agricoltura. Granturco (Zea Mays L). Leucania Zeae Dup. o L. scirpi Dup., Botys nubilalis Hibn. o B. silacealis, e una specie di Chilonidae. Si. Corno 1.° Ottobre ‘Visart Dott. Oscar. Cavoli (Brassica oleracea L.). Aphis Brassicae Linn. 32. Parma 6 Dicembre Colombi Dott. O. Erba medica (Medicago sativa L.). Geometra. 33. Ferrara 8 Dicembre Cattedra Ambulante di Agricoltura. Zabro gobbo (Zabrus tenebrioides Goez.). 54. Mantova 14 Dicembre Rimini Dott. Fausto. Grano (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destructor Say. 35. Imola 20 Dicembre R. Scuola pratica di Agricoltura per la provincia di Bologna. Frumento (Triticum sativum Pers.). Miriapodi. 06 Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ECC. 1. Bagni di S. Giuliano (Pisa) 25 Gennaio Ferrucci Ferruccio. Olive (Olea europaea L.). Dacus Oleae Rossi. 2. Barcellona (Messina) 12 Febbraio Cambria Francesco. Agrumi (Citrus sp.). Cocciniglie. 3. Montebelluna (Prov. di Treviso) 25 Febbraio Sindacato Agrario Prealpino. Meli (Pirus Malus L). Sicuro lanigera Hausm. — 310 — 4 Priin'er'ollo 5 Marzo Alliaud, padre e figlio. Viti (Vitis vinifera L.). Oecanthus pellucens Sco 5. Caltagirone 6 Marzo La Rosa Libeitini G. Fico (Ficus carica L.). Columnea testudinata Targ., Fu- mago. 6. Siena 10 Marzo Brogi S. Peschi (Amygdalus Persica L.). Albicocchi (Prunus Ar- meniaca L.). Capnodis tenebrionis L. (larve). 7. Montebelluna (Prov. di Treviso) 1.° Aprile Sindacato Agrario Prealpino. Meli (Pirus Malus L.). Schizoneura lanigera Hausm. (Re- sultati ottenuti con l’estratto di tabacco). 8. Cagliari (Sardegna) 3 Aprile R. Scuola di Viticoltura ed Enologia. Viti (Vitis vinifera L.). Oecanthus pellucens Scop., Zeu- zera Pirina L. o Cossus Cossus L. 9. Barullo (Arezzo) 4 Aprile Istituto Vegni. Viti (Vitis vinifera L.) e Testucchio (Acer campestre L.). Epichnopterye Helix Sieb. 10. Reggio-Emilia 12 Aprile Pitotti G. Bi Pero, foglie (Pirus communis L.). Phytoptus Pyri Nal. 11. Firenze 16 Aprile Ridolfi March. Luigi. Viti (Vitis vinifera L.). Corpicelli sferici simili ad uova d’insetti. 12. Bermara 17 Aprile Prof. Baruffaldi, Preside del R. Istituto Tecnico Vincenzo Monti. Meli (Piru Malus L.). Lithocolletis pomefoialia Zell. 13. Verona 17 Aprile Massalongo Ing. Orseolo. Gelsi (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. 14 15. — 311 — Gattinara 27 Aprile R. Cattedra ambulante di Viticoltura ed Enologia della pro- vincia di Novara. Viti (Vitis vinifera i.). Polydrosus (Metallites) margina- tus Steph., o P. iris Germ. Piacenza 28 Aprile Comizio agrario. Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Cheimatobia brumata L. 16. Porto Maurizio -. 3 Maggio Vassallo N. F. ES Olivo (Olea europaca L.). Phloeothrips Oleae Costa. 1. Cosenza 3 Maggio Comizio agrario. < Piante pomifere. Capnodis tenebrionis L. e Lachnaea lon- gipes Fab. Viti (Vitis vinifera) Anaspis pulicaria Costa, o A. ruficol- lis Fab. 18 Lonigo 4 Maggio + Scuola Agraria Scortegagna. Pere (Pirus communis L.). Hoplocampa brevis Klg. 19. Gallarate 5 Maggio Comizio Agrario. Viti (Vitis vinifera L.). Crostacei Isopodi. 20. Padova 9 Maggio . Candio Ettore. Viti, uva (Vitis vinifera L.). Eudemis botrana Schiff. 2il-iebiortion Mea riczilo 9 Maggio Vassallo N. F. Olivi (Olea curopaea L.). Phlocothrips Oleae Costa, Leca- nium Oleae Bern., Pollinia Pollini Targ. 22. Siena i 10 Maggio Isaia Carlo. Viti (Vitis vinifera L). Richiesta di formola insetticida per combattere la Conchylis. 23. Milano 14 Maggio R Scuola superiore d’Agricoltura. Gelsi (Morus alba L.). Malattia non dipendente da insetti). 24. 25. 26. 29. 50. dI. 32. 33. — 312 — Piacenza 19 Maggio Comizio Agrario. Ciliegi (Prunus Cerasus L.).. Cheimatobia brumata L. Lonigo 19 Maggio Scuola Agraria Scortegagna. Peri, frutti (Pirus communis L.). Hoplocampa brevis Klg. Viterbo 22 maggio R. Istituto Tecnico Paolo Savi. Viti (Vitis vinifera L.). Vesperus luridus Rossi, Othior- rhynchus armatus Boeh. Firenze 24 Maggio Ridolfi march. Gio. Batta. Viti, uva (Vitis vinifera L.). Esperienze insetticide con- tro la Conchyflis. . Siena 30 Maggio R. Prefettura, proveniente da Poggibonsi. Gelsi (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. . Pinerolo 31 Maggio Comizio Agrario. Peri (Pirus communis L.). Ancona 31 Maggio Bianchi Vincenzo. Viti (Vitis vinifera L.). Cecidomyia oenophila Heim. Firenze 51 Maggio Gaeta avv. Giuseppe. Viti (Vitis vinifera L.) Trattamento insetticida contro la Conchyflis. Firenze 31 Maggio Ridolfi march. Gio. Batta. Susino, frutti (Prunus domestica L.). Hoplocampa fulvi- cornis Fab. Vite (Vitis vinifera L.). Conchylis. Roma 4 Giugno R. Stazione di patologia vegetale. (Spedizione proveniente da Poggio Mirteto). Olivi (Olea europaea L.). Othyorrhynchus Armadillo Rossi. Sd. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 4l. 42. 43. 44. 45. — 313 — Biremizie | 5 Giugno Gaeta avv. Giuseppe. Viti (Vitis vinifera L.). Conchylis ambiguella Hiùbn. Sondrio 10 Giugno Comizio Agrario. Gelsi (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. Cosenza 13 Giugno Comizio Agrario. i Viti (Vitis vinifera L.). Spedizione arrivata fracassata. Siena 14 Giugno R. Prefettura. Viti (Vitis vinifera ID) Conchylis ambiguella Hibn. Casteggio 22 Giugno i Consorzio antifillosserico subalpino. Viti (Vitis vinifera L.). Pulvinaria Vitis Targ. Reggio Emilia 28 Giugno Ottavi F.lli. i Pero (Pirus communis L.) Phytoptus Pyri Nal. Firenze 30 Giugno Ferrari prof. Prospero. Viti (Vitis vinifera L.). Guerinia Serratulae Fab. Brusegana (Prov. di Padova) 3 Luglio R. Scuola pratica di agricoltura. Viti (Vitis vinifera Linn.). Zeuzera Pirina Linn. (larve). Milano 8 Luglio Alpe prof. Vittorio. Viti (Vitis vinifera Linn.). Antispila Rivillei Stt. Velletri 8 Luglio R. Cantina sperimentale. Viti americane (Vitis sp.). Deilephila livornica Esp. Contea di Cesa (Prov. di Arezzo) 17 Luglio Schirmann E. i Olivi (Olea europaea L.), Testucchi (Acer campestre L.). Viti (Vitis vinifera L.) ecc. Guerinia Serratulae Fab. Fragagna (Prov. di Udine) 22-27 Luglio Viti (Vitis vinifera L.). Anomala vitis Fab. 46. 47. — 314 — Nardò (Lecce) 23 Luglio Personè Luciano. Olivi (Olea. europaea L.). Rhynchites cribripennis Desbr., Peritelus sp. Legnago 28 Luglio Associazione Agraria. Unione dei Comizi del Basso Veronese. Viti (Vitis vinifera L.). Uva ammalata. 48. Camporosso 28 Luglio Spagnolo Giuseppe. Aranci (Citrus Aurantium L.). Ephestia Gnidiella Mill. Viti (Vitis vinifera L.). Conchylis, Eudemis. 49..Casale Monferrato 4 Agosto Ottavi E. Meli (Pirus Malus L.). Scolytus PESDIOoS Ratz. 50. Modena 8 Agosto Ravà prof. a Viti (Vitis vinifera Linn). Antispila Rivillei Stt. 51. Casale Monferrato 13 Agosto Ottavi F.lli. Nido con uova di ragno. 52. Porto Maurizio 23 Agosto Vassallo N. F. Olivi (Oleae uropaea L ). EuphyUura Oleae Férst. o Psylla Oleae Boyer de Fonscolombe, Gnophora quadra L. (bruci), Psocus, Chilocorus bipustulatus L. 53. Massa 29 Apri Lazzoni Beniamino. Viti (Vitis vinifera L.). Conchylis ambiguella Hibn. 54. Cosenza 4 Settembre Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiguella Hibn. . Modena 4 Settembre Comizio agrario. Circondari di Modena e Pavullo. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiguella Hùbn. D6. DI. D8. 59. . — 315 — Torino ì 5 Settembre R. Scuola pratica di agricoltura. Viti (Vitis vinifera Lina.) Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiquella Hùbn. Scerni (Abruzzo Citra) 5 Settembre. R. Scuola pratica di Agricoltura Cosimo Ridolfi. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiguella Hiùbn. Mantova 6 Settembre. Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera L.). Notizie sulla Tignuola della vite. o Conchylis ambiguella Hùbn. Bologna 6 Settembre- Comizio agrario. < Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della ; vite o Conchylis ambiguella Hibn. 60. Catanzaro 34 l 6 Settembre. R. Scuola pratica di Agricoltura Vittorio Emanuele per la Media Calabria. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiquella Hiubn. 61. Faenza i 7 Settembre. I Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiguella Hibn. 62. Lecce 7 Settembre- R. Scuola pratica di Agricoltura. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola dale vite o Conchylis ambiguella Hibn. 63. S. Gimignano (Prov. di Siena) 8 Settembre. Bandini Tebaldo. Viti (Vitis vinifera Linn.). Nolo sulla do della .vite o Conchylis ambiquella Hùbn. 64. Firenze Ca 10 Settembre. Gaeta Avv. Giuseppe. Viti (Vitis vinifera Linn.). Conchylis ambiguella Hiùbn.,. ‘(esito della medicatura). — 316 — . Grumello del Monte (Prov. di Bersam ) 10 Settembre | R. Scuola pratica di Agricultura Gaetano Cantoni. È: Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della | vite o Conchylis ambiguella Hùbn. SI . Portoferraio 10 Settembre | Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della | vite o Conchylis ambiguella Hibn. ì . Catania 10 Settembre | R. Scuola pratica di Viticultura ed Enologia. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della | vite o Conchylis ambiguella Hibn. NS assisi 11 Settembre | R. Scuola pratica di Agricoltura. Viti (Vitis vinifera Linn). Notizie sulla Tignuola della | vite o Conchylis ambiguella Hiibn. . Roma 13 Settembrdì R. Stazione di patologia vegetale. | Agrumi (Citrus sp.). Ephestia Gnidiella Mill. . Pisa 14 Settembre Comizio agrario. È 4 Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola delle, viti o Conchylis ambiguella Hùbn. a . Como 15 Settembre Comizio agrario. I Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiguella Hibn. . Massa 19 Settembrali | Lazzoni Beniamino. 107 ì Viti (Vitis vinifera Linn). Conchylis ambiguella Hùbn. | . Salerno 24 Settembre . Comizio agrario. | Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della. vite o Conchylis ambiguella Hibn. «Novara 24 Settembre Î Comizio agrario. | si Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della | vite o Conchylis ambiguella Hibn. i 18. 79 80. 81. 82. 83. — 317 — . Avellino 26 Settembre. R. Scuola di Viticoltura ed Enologia. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della. vite o Conchylis ambiguella Hibn. . Alanno (Teramo) 26 Settembre R. Scuola pratica di Agricoltura. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiguella Hiùbn. . Roma 26 Settembre R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Viti (Vitis vinifera Linn.). Visita alle infezioni di Rosi- gnano e dell'Elba. Avellino 27 Settembre Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiguella Hiùbn. Camporosso 50 Settembre Spagnuolo Giuseppe Limoni (Citrus Limonum Risso). Ephestia Gnidiella Mill. Viti, uva (Vitis vinifera Linn.). Conchylis, Eudemis. botrana Schiff. Padova STU 1.° Ottobre R. Scuola pratica di Agricoltura. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiguella Hiùbn. Conegliano 8 Ottobre R. Scuola di Viticoltura e di Enologia. Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie sulla Tignuola della vite o Conchylis ambiguella Hibn. Castelfiorentino. Sila 8 Ottobre Guicciardini Conte Francesco. Viti (Vitis vinifera Linn.): Conchylis ambiguella Hiùbn. Hilremze 19 Ottobre Natali Alfredo. i Viti (Vitis vinifera Linn.). Notizie per combattere la. Conchylis ed altri insetti. ai î — 318 — | -84.:Como 6 Novembre | Comizio Agrario. P. ‘Viti, uva (Vitis vinifera Linn... Tignuola. Richiesta di di notizie. Ò .-85. Firenze 22 Novembre î) Consorzio antifillosserico Toscano. È 9 Viti (Vitis vinifera Linn.). Guerinia Serratulae Fab. O 86. Belluno 22 Novembre sl Comizio agrario distrettuale. d Melo (Pirus Malus L.). Schizoneura lanigera Hausm. (Ri di chiesta di notizie). 4 .87. Carlentini (Siracusa) 25 Dicembre O ‘88. ‘89. ‘90. "91. ‘92. = BL Tribulati Ing. S. Agrumi (Citrus sp.). Cocciniglie PIANTE BOSCHIVE ED ORNAMENTALI. Belluno 15 Gennaio # R. Ispezione forestale. | Abeti (Abies excelsa L.). Penthina hercyniana Tr. Grumello del Monte (Prov. di Bergamo) 10 Febbraio | R. Scuola pratica di Agricoltura Gaetano Cantoni. I Querci (Quercus sp.). Chionaspis Planchomii Sign. Belluno 12 Febbraio | R. Ispezione forestale. È Abeti (Abies excelsa L.). Penthina hercyniana Tr. a Roma 16 Giugno 'R. Stazione di patologia vegetale. È Salici (Salia sp.). Plagiodera versicolor Laich. i Alba 20 Giugno | R. Scuola di Viticoltura e di Enologia. ci Biancospino (Crataegus Oxyacantha L.). Tegonotus arma- è tus Canestrini. Di) Piacenza 3 e 16 Luglio | Direzione del Giornale L'Italia Agricola. i È Evonimo (Euonymus Japonicus Linn. fil.). Pulvinaria li- | nearis Targ. RAR ETTI — 319 — 94. Rimini 19 Ottobre Municipio. Evonimi (Euonymus japonicus Linn. fil.). Chionaspis euo- nymi Comst. 95. Roma 21 Novembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Evonimi (Euvonymus japonicus L.). Chionaspis euonymi Comst. 96. Roma ; 5 Dicembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). Evonimi (Euonymus japonicus L. fil.). Chionaspis euo- nimi Comst. _97. Lari 9 Dicembre i Panattoni Dott. Guido. Querce (Quercus sp.). Pterochlorus longipes Pass. _ 98. Firenze i 20 Dicembre Ispezione forestale. Pini (Pinus sp.). Pissodes notatus Fabr. | 99. Impruneta (Firenze) 2a 80 Dicembre Benci Giulio. Pini (Pinus sp.). Pissodes notatus Fabr. i iz pina i 100. Sorrento 31 Dicembre Brandmeyer Max. Nocciòli: (Corylus avellana. Saperda linearis Fabr. A Rc ra dci NES sr RIF "LIRA Lio) — 320 — ANNO 1895. HE Coltivazioni di piante erbacee. . Parma 11 Gennaio Cattedra ambulante di Agricoltura. Medicai (Medicago sativa L.). Biston graecarius Stgr. . Imola 16 Gennaio R. Scuola pratica di Agricoltura per la Provincia di Bologna. Frumento (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destru- ctor Say. . Barullo (Arezzo) 16 Aprile Vannuccini Prof. V. Piselli (Pisum sativum Linn.). Agrotis segetum? Schiff. . Roma 26 Aprile R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura. Grano (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destructor Say. . Rovigo 3 Maggio Scuola ambulante di Agricoltura pratica. Agli (Allium sativum L.). Acari. . Alessandria 5 Maggio Piemonte Luigi, Delegato antifillosserico. Grano in erba (7riticum sativum Pers). Zabrus tene- brioides Goeze. Cavazza Prof. D. Riso (Oryza sativa L.). Riso in germinazione supposto danneggiato da insetti. | . Bologna 5 Maggio | 10. IL 2, 13. 14. 15. 16. 17. ge Dale . Padova 5 Maggio Canestrini Prof. G. (Salvia sp.). Cecidii di Phytoptus Salviae Nal. . Mantova 12 Maggio Rimini Dott. Fausto Erba medica (Medicago sativa L.). Biston graecarius Stgr.? (larve). Imola i 17 Maggio R. Scuola pratica di Agricoltura per la provincia di Bologna. Frumento (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destru- ctor Say. Schizoneura e Tetraneura da determinare (giovani atteri). Mogliano-Veneto i 19 Maggio Brickl G. Erba medica (Medicago sativa L.). Apion Pisi Fab. Scandiano (Emilia) 22 Maggio Riva Giovanni. Frumento (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destru- ctor Say. Legnago 23 Maggio Associazione agraria. Unione dei Comizi del Basso Veronese. Frumento (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destru- 7 ctor Say. Mantova 26 Maggio Rimini Dott. Fausto. Erba medica (Medicago sativa L.). Hypera variabilis Herb. Brusegana 380 Maggio R. Scuola pratica di Agricoltura. Grano (Triticumsativum Pers.). Cecidomyia destructor Say. Rovigo 5 Giugno Direttore della Cattedra Ambulante d’Istruzione agricola spe- rimentale. Medicai (Medicago sativa L.). Apion Pisi Fab. Imola 6 Giugno Toscano Dario. Grano (Triticum sativum Pers.). Schizoneura venusta ? Pass. 21 13. 19. 21. 22. 24. 25. 26. 27. — 322 — Barullo (Arezzo) 7 Giugno Vannuccini Ing. Prof. V. Tabacco (Nicotiana Tabacum L.). Zucche (Cucurbita Pepo L.). Phaseolus vulgaris L.). Agrotis. Esperienze in- setticide. Milano 8 Giugno Marchese Giovanni. (Inviate da S. Angelo in Vado). Ortaggi in genere. Agrotis segetum Schiff. . Mogliano-Veneto 9 Giugno Briùckl G. Erba medica (Medicago sativa L.). Apion Pisi Fab. Rovigo 11 Giugno Direttore della Cattedra Ambulante d'Istruzione agricola spe- rimentale. Medicai (Medicago sativa L.). Apion Pisi Fab. Ferrara 12 Giugno Cattedra Ambulante di Agricoltura. Grano (Triticum sativum Pers.). Anisoplia flavipennis Braull. . Bologna 14 Giugno Cavazza Prof. D. Grano (T’riticum sativum Pers... (Spighe\. Diplosis Tritici Kirb. o D. aurantiaca Macq. Rovigo 18 Giugno Scuola ambulante di Agricoltura. | < Tifa o Stiancia (T'ypha latifolia L.). Leucanide prossimo alla Nonagria Sparganii Esp. Siena 19 Giugno. Dei Apelle. Piante erbacee ed arboree in genere. Guerinia Serratu- lae Fab. Battaglia per Lispida 20 Giugno Celotti G. Frumento (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destru- ctor Say. Rovigo 23 Giugno Scuola ambulante di Agricoltura. Tifa o Stiancia (Typhu latifolia L.). Leucanide prossimo alla Nonagria Sparganii Esp. 28. 29. 30. S1. 92. 33. S4. 35. 36. ST. 38. — 3239 — Rettinelladi Loreo 27 Giugno Amministrazione Papadopoli. Tifa o Stiancia (7ypha latifolia L.). Leucanide prossimo alla Nonagria Sparganii Esp. Villabartolomea (Verona) 28 Giugno Passuello Luigi Felice. Sparagiaja (Asparagus officinalis L.). Crioceris asparagi L. Rovigo i 28 Giugno Scuola Ambulante di Agricoltura. Piante ortensi. Spedizione giunta in pessime condizioni. Firenze 2 Luglio Ridolfi March. Gio. Batta. Dendrobium nobile Lindl. Pulvinaria linearis Targ. Roma 6 Luglio R. Stazione di Patologia vegetale. (Inviata dal Senese). Grano (Triticum sativum Pers.). Siphonophora granaria Kirb. Veroli (Prov. di Roma) 7 Luglio Vivoli Giuseppe. Grano (7riticum sativum Pers.). Calandra granaria L. Pre mrara 10 Luglio Cattedra Ambulante di Agricoltura. Canapa (Cannabis sativa L.). Botys nubilalis Hibn. Rovigo 11 Luglio Scuola Ambulante di Agricoltura pratica. Piante ortensi. ? Sermide (Prov. di Mantova) 15 e 23 Agosto Michelazzi Dott. Ardicio. Granturco (Zea Mays L.. Insetti dannosi alle spighe di Granturco, da determinarsi. Modena 9 Settembre R. Stazione agraria. Todaro Prof. F. Trifoglio, seme (Trifolium sp.) Pteromalini. Pavia 10 Settembre Cavara Dott. F. (Proveniente da Monza) Cicerchie (Lathyrus sativus L.). ? 39. 40. dl. 43. 44. — 324 — Castelbuono 15 Settembre Minà Palumbo. Althaea rosea Car. Oxycarenus Lavaterae Fab. Fagioli (semi) Phaseolus vulgaris L. Bruchus irresectus Fahrs. Rovigo 24 Settembre Scuola Ambulante di Agricoltura. Cotone (Gossypium sp.). Eryophaga gossypiana. Marino del Tronto (Prov. di Ascoli Piceno) 22 Ottobre Zapania (Lippia repens Bert.). C'etonia sp. e Melolontha vulgaris Fab. . Bologna 20 Novembre Cavazza Prof. D. i Grano (Cariossidi). Triticum sativum Pers. Attaccato da insetti. (Spedizione non pervenuta). Ascoli Piceno 24 Novembre Marcatili Dott. Luigi. Zapania (Lippia repens Bert.). Larve di Coleottero. Firenze 27 Novembre Ferrari Prof. Prospero. (Provenienti dal Pesciatino). Ortaggi diversi. Insetti dannosi ai Fagioli, Pomodori, ecc. . Castelbuono (Sicilia) 18 Dicembre Minà Palumbo Fr. Fagioli (semi) (Phaesolus vulgaris L.). Bruchus irrese- ctus Fahrs. — 325 — II. Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ECC. . Roma 5 Gennaio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale dell’Agri- coltura). = Gelso (Morus alba L.). Malattie del Gelso. SPfirain'o i 12 Gennaio Zamirin Giuseppe. Meli (Pirus Malus L.). Schizoneura lanigera Hausm. SEzasimia 19 Gennaio Cattedra ambulante di Agricoltura. Rodilegno (Cossus o Zeuzera.) . Roma i 19 Febbraio R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Gelso (Morus alba L.). Malattie del Gelso. . Mantova 21 Febbraio Rimini Dott. Fausto. Meli (Pirus Malus L.). Schizoneura lanigera Hausm. . Firenze 1.° Marzo Ridolfi March. Luigi. Viti, scorze (Vitis vinifera L.) Supposte infette da Crisa- lidi di Conchyflis. . Milano 9 Marzo Franceschini F., R. Commissario Antiltillosserico. Fillossera. .Gorgona 11 Marzo Direzione della Casa di pena intermedia. Olivo. (Olea europaea L.). Succinta relazione sulle espe- “rienze fatte contro il Lecanium dell’Olivo (Lecanium Oleae Bern.). 10. ob 13. 14. 15. 16. IN — 326 — . Brolio (Prov. di Siena) 14 Marzo . Maluti Dante. Limoni (Citrus Limonum Risso). Deperimento di piante di limoni. Siracusa 16 Marzo Comizio agrario. Agrumi, Olivi. Consigli per combattere le Cocciniglie de- gli Agrumi e la Fumaggine negli Olivi. Carlentini (Siracusa) 20 Marzo Tribulati S. Agrumi (Citrus sp.). Cocciniglie degli Agrumi. . Piacenza 30 Marzo Direzione del Giornale Italia Agricola. Pero (Pirus communis L.), Melo (Pirus Malus Linn.) Emulsioni insetticide per combattere le malattie del Pero e del Melo. Carlentini (Siracusa) 31 Marzo Tribulati S. Agrumi (Citrus sp.). Miscugli insetticidi contro le Cocci- niglie degli agrumi. Verona 2 Aprile Massalongo Ing. Orseolo. Pero (Pirus communis L.). Tortricina. Teras? (larve). Messina 2 Aprile Saija Torre G. Agrumi (Citrus sp.).. Esperienze sulle Cocciniglie degli Agrumi. Gorgona 3 Aprile Direzione della Casa di pena intermedia. Aranci (Citrus Aurantium Linn). Lecanium hesperidum Burm. Firenze 8 Aprile Ferrari Prof. Prospero. (Da Montopoli in Valdarno). Viti (Vitis vinifera L.). Follicoli trovati sulle cortec- cie delle viti appartenenti all’ IZysteropterum apte- rum Fab. 18. 19. 20. 21. 29. 24. fo5. 96. 27. — 327 — Capraia 13 Aprile Direzione della Casa di Pena intermedia. Viti (Vitis vinifera L.). Epicometis squalida Scop., che danneggia le gemme delle viti. Crespina (Fauglia) 14 Aprile Tancredi Marrucci. Viti (Vitis vinifera L). Resultati della difesa invernale | contro la Tignuola dell’uva. Nicosia (Cipro) 14 Aprile Gennadius Prof. P. Determinazione di Cocciniglie (Parlatoria sp.). Cittadella 17 Aprile Comizio agrario. Pero (Pirus communis L ). Zeuzera Pirina L., Cossus Co- sus 0 Cossus ligniperda L. 2 Pralma 22 Aprile Comizio agrario. Piante da frutto. Zeuzera Pirina L., Cossus cossus 0 (Ck ligniperda Je: Corenno-Plinio (Lago di Como) 24 Aprile Andreani Ragioniere Carlo. Viti (Vitis vinifera L.). Agrotis sp. (larve). Sammezzano (presso Firenze) 25 Aprile Caroti Cesare. Viti (Vitis vinifera L.). Glandole epidermiche su giovani tralci di viti scambiate per uova di Conchyflis. Rovigo i 25 Aprile Poggi Dott. Tito. Aglio, bulbi giovani (Allium sativum L.). Rhizoglyphus sp. Verona 25 Aprile Massalongo Ing. Orseolo. Peri (Pirus communis L.). Bruci. Velletri 26 Aprile R. Cantina sperimentale e R. Vivaio di Viti Americane. Viti (Vitis vinifera L.). Larve di Tenebrionidi? dannose alle gomme delle viti. 28. 29. 30. S1. 32. 33. Sd. 55. 36. ART — 323 — Firenze 27 Aprile Ferrari Prof. Prospero. (Provenienti da Carmignano presso Firenze). | = Viti (Vitis vinifera L.). Larve d'insetti dannose alle viti. alisia 29 Aprile Direzione della Scuola Superiore di Agraria. Pero (Pirus communis L.). Cecidomyia Piricola Nord. Brolio (Chianti) Prov. di Siena 80 Aprile Maluti Dante. Pesco (Amygdalus Persica L.), Aphis Persicae Boyer. Pero (Pirus communis L.). Myzus sp. Firenze 50 Aprile Bartolozzi Paolo, pomicoltore della R. Società Toscana di Orticoltura. Pero (Pirus communis Linn.). Cecidomyia Piricola Nord. Rignano (Valdarno) 50 Aprile Tasselli Pietro. Pero (Pirus communis L.). Modena 4 Maggio R. Prefettura. Piante Pomacee. Cheimatobia brumata L., Diloba coeru- leocephala TL Piacenza 5 Maggio Comizio agrario. Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Larve d’insetti dannose alle giovani vegetazioni. Padova | 5 Maggio Prof. G. Canestrini. Nocciuolo. Phytoptus coryligallarum Targ. Roma E 8 Maggio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Piante da Frutta e Viti (Vitis vinifera L.). Epicometis o Tropinota squalida Scop., Leucocelis od Oxythyrea funesta Poda. ST. 58. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. — 329 — Brescia 9 Maggio R. Scuola d’Agricoltura Giuseppe Pastori. Gelso (Morus alba L.). Malattia nei Gelsi. Lari 9 Maggio Panattoni Dott. Guido. » Viti (Vitis vinifera L.). Scortecciamento delle viti nel 1894. Roma o 15 Maggio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Inviate da S. Valentino (Prov. di Chieti). Viti (Vitis vinifera L.). Othiorrhynchus armatus Bok. Varda (presso Sacile) 15 Maggio Michieletto Giuseppe. Susini (Prunus domestica L.). Meli (Pirus Malus. L.). Hyponomeuta malinellus Zell., H. padellus L. Milano ; 19 Maggio Marchese Giovanni. Piante da frutta e boschive. Porthesia chrysorrohoea L. Ferrara 21 Maggio Cattedra ambulante di Agricoltura. Meli (Pirus Malus L.). Strachia, Carpocoris e simili. Co- leophora currucipennella Zell. Vignola (Prov. di Modena) 27 Maggio Municipio. Piante da frutto. Bruchi nocivi. Modena 29 Maggio Comizio agrario. Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Insetti dannosi ai Ciliegi. Firenze 7 Giugno. Ridolfi March. Gio. Batta. Limoni (Citrus Limon Loisl.). T'oroptera Aurantii (Fonsc.). Koch. Nizza (Sicilia) 12 Giugno Interdonato Antonio. Agrumi (Citrus sp... Mytilaspis fulva Targ. 47 — 330 — Milano 12 Giugno Direzione del « Corriere del Villaggio ». Viti, foglie (Vitis vinifera L.). Anomala oblonga Er. 48. Ancona 12 Giugno Bianchi V. Olivi (Olea europaea L.). Podura plumbea L. 49. Como 16 Giugno Comizio agrario. Gelsi (Morus alba L.). Malattia nei Gelsi. 50. Rouen 17 Giugno Noél Paul. Diaspis pyricola Del Guercio. 51. Montagnana (Padova) 18 Giugno Campbell Carlo. Gelsi (Morus alba L.. Lecanium cymbiforme Tarsg. 52. Maratea (Potenza) 19 Giugno Labanchi Emanuele. Agrumi (Citrus sp.). Afidi (Toxoptera aurantii Koch.) e Cocciniglie (Aspidiotus Limonii Sign.). 53. Castiglione d'Orcia 20 Giugno Municipio. Viti, uva (Vitis vinifera L.). ? 54. Firenze 25 Giugno Valvassori Prof. Vincenzo. Pesco (Amygdalus Persica L.). Aphis Persicae Fonsc. e Hyalopterus pruni Fab. Melo (Pirus Malus L.). Aphis Mali Fab. e Septoria Piri- cola Desm. 55. Paranto (Prov. di Lecce) 23 Luglio Mannarini Ing. F. Peri (Pirus communis L.). Carpocapsa pomonella L. 56. Verona 26 Luglio Massalongo Orseolo. Determinazione di Afidi e Cocciniglie. DI. 58. DI. 60. 61. 63. 64. 66. — 391 — Pavia | 27 Luglio. Istituto botanico. Pero (Pirus communis L.). Tingis Piri Fab. Maratea (Potenza) 27 Luglio Labanchi Emanuele. , Agrumi (Citrus sp.). Acrolepia citri Mill. et Rag., Albi- nia gnidiella (Mill.) Targ. Cittanova (Prov. di Reggio Calabria) 28 Luglio Zito Luigi. Aorumi, Arance (Citrus Aurantium Linn.). Halterophora hispanicc Rond. Roma 29 Luglio. R. Stazione di patologia vegetale. Uva (Vitis vinifera L.). Eudemis botrana Schiff. Caulonia (Calabria) 29 Luglio. Asciutti Crea de’ Baroni Rodolfo. Viti (Vitis vinifera L.:. Eudemis botrana Schiff. . Casalmonferrato 29 Luglio Marescalchi, Redattore del Giornale Il Coltivatore (Prove- niente da S. Severo Foggia). Viti (Vitis vinifera L.). Dactylopius brevispinus Targ. o D. vitis Niedski. Roma 29 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione. generale del- l’Aericoltura'. Proveniente dalla Provincia di Porto Maurizio. } Olivi (Olea europaea L.\. Phloeotrips Oleae Costa. Grosseto 3 Agosto. Comizio agrario. (Proveniente dal Comune di Scansano). Viti (Vitis vinifera L.. Guerinia Serratulae Fab. . Siena i 5 Agosto. Sig. S. Brogi. Olivi (Olea europaea L.). Guerinia Serratulae Fab. Cittanova (Prov. di Reggio Calabria) 10 Agosto. Zito Luigi. 4 Pero (Pirus communis L.'. Schizoneura lanigera Hausm. 67. 68. ‘69. 70. al 602: 73. 5. — 332 — Maratea (Potenza) 11 Agosto Labanchi Emanuele. Agrumi Citrus sp.). Toxoptera aurantii Koch. Cusieri (Cagliari) 2 21 Agosto Dott. Vincenzo Flores. = SAOZEO Olivo. Euphyllura Olivina Costa. Roma | 23 Agosto R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Olivo (Olea europaca L.ì. Phloeothrips Oleae Costa. Firenze 5 Settembre Scuola agraria di Scandicci. Fantechi Pietro. Uva (Vitis vinifera L.). Dactylopius Vitis. Nied. (Dacty- lopius brevispinus Targ.). Impruneta 20 Settembre Benci Giulio. Uva (Vitis vinifera L.: Conchylis ambiguella. Cara contro la Tignuola dell’uva. Pisa : 27 Settembre Arcangeli Prof. G. Viti (Vitis vinifera L.). Antispila Rivillei St. Porto Maurizio 29 Settembre Vassallo Prof. N. F. Olivo (Olea europaea L.). Phloeothrips Oleae Costa. . Pinerolo 8 Ottobre Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera L.). Conchylis. (Rimedi). Vignola (Prov. di Modena) 12 Ottobre Municipio. Piante da frutto. Bruchi nocivi. . Riparbella (Prov. di Pisa) 3 Novembre Comune. Olivo (Oleae europaea L.). Phloeothrips Oleae Costa. 17. 18. 19. 81. 32. 83. 84. — 833 — Roma 25 Novembre- R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Olivi (Olea europaea Linn.). Malattie entomatiche degli Olivi. Pinerolo 3 Dicembre- Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera L.). Lotta contro la Conchyflis. Maratea (Potenza) 7 Dicembre. Labanchi Emanuele. : Agrumi (Citrus sp.). Difesa contro gli Afidi. . Bologna I 14 Dicembre Cavazza Prof. D. Meli (Pirus Malus Linn.). e Frumento (Zea Muis L.).. Zeuzera Pirina L. PIANTE BOSCHIVE ED ORNAMENTALI. Pirano 28 Gennaio- Zamarin Giuseppe. Rosai (Ztosa sp.). Rhodites rosae L. Verona 16 Febbraio. Massalongo Ing. Orseolo. ; . Ellera (Hedera Helix L.). Aspidiotus Hederae Vall. Le- canium Sp. Rovigo 16 Febbraio. Scuola Ambulante di Agricoltura. Tigli (Zilia sp.). Oxycarenus Lavaterae Fab. Firenze 21 Febbraio. Almansi Emanuele. i Evonimi (Euonymus japonicus L.). Buon esito ottenuto. con la cura fatta nel 1892 contro le Cocciniglie de- gli Evonimi. i 3 85. 86. ‘81. 88. -89. ‘91. 93. — 394 — Verona 2 Aprile Massalongo Ing. Orseolo. Tecoma radicans Fuss. Lecanium cymbiforme Targ. Roma 5 Maggio R. Ministero d’Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Pini (Pinus sp... Comparsa di un insetto nella Pineta de- maniale Staggione, situata in Porto Corsini. Retinia Buoliana Schiff. Como 11 Maggio Comizio agrario. Biancospino (Crataegus Oxyacantha L.). Hyponomeuta padella L. Roma 19 Maggio R. Stazione di Patologia vegetale. Quercus Pseudosuber Desf. Attelabus curculionides A. intens Scop. Firenze 30 Maggio Gori Pietro. Rimboschimento de’ Sassi-Neri presso Firenze. . Birenze 4 Giugno Bizzarri Guido. Faggio (Fagus silvatica L.). Hormomyia Fagi Hart. Como 8 Giugno Comizio agrario. Biancospino (Crataegus Oxyacantha L.). Hyponomeuta padella L. . Montagnana (Padova) 18 Giugno Campbell Carlo. Platani (foglie) (Platanus orientalis L.). Lithocollettis Pla- tani Staud. Montagnana (Padova) 18 Giugno Campbell Carlo. Olmi (foglie) (Ulmus campestris L.). Tetraneura Ulmi De Geer. È Pike Pa SE RI ESITA LE °° Fa ee 94. — 335 — Corenno Plinio: 18 Giugno Andreani Rag. Carlo. Frassino (foglie) (Fraxinus sp... Cecidomyia acrophila Winn. 95. Grezzan'o (Borgo S. Donnino) 4 Luglio Dapples Edmondo. i Abeti (Abies sp... Chermes Abietis L. (galle). 96. Padova 24 Luglio Canestrini Prof. G. Bossolo (Buxus sempervirens L.). Phytoptus Buxi Cn. Aristolochia. Tetranychus telarius L. 97. Siena 5 Agosto Brogi S. Olmi (Ulmus campestris L.). Guerinia Serratulae Fab. 98. Malden (Massachusetts US) 9 Agosto Keuyon Dott. F. O. Ocneria dispar L. 99. Castelbuono (Sicilia) 9 Agosto Morici Michele. Frassini (Fraxinus sp.). Cecidomyia acrofila Winn. 100. Milano 13 Agosto Trevisan di Saint-Léon Conte Vittore. Pittosporum. Othiorrhynchus armadillo Rossi. 101. S. Giovanni a Teduccio, presso Napoli 12 Settembre Dammann e C.° Ocneria dispar L. | 102. Castelbuono 15 Settembre Minà Palumbo. Frassini (Praxinus brachycarpa). Hylesinus Fraxini Panz. 103. Firenze 25 Settembre Gori Pietro. Pini (Pinus sp.). Crysopa, Hemerobius sp. 104. 105. 106. Roma 26 Settembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell'Agri. | coltura). seta Ocneria dispar L. #39 Spoleto i 22 Novembre Istituto Tecnico pareggiato Giovanni Spagna. RE vani Evonimi (Euonymus japonicus L.). Chionaspis Euonymi Comst. ; Firenze pr | 27 Dicembre — Gori Pietro. ua: Pini (Pinus sp.). Hylurgus pineperda L. i 199) — 3390 — ANNO 1896. I. Coltivazioni di piante erbacee. airiemizie 11 Febbraio Guicciardini Conte Francesco. Grano (Triticum sativum Lam.). Cecidomyia destructor Say. MNPracvala: 14 Febbraio Cavara Dott. Fridiano. Cineraria(Cinerariacruenta Herit ). Tetranychus telarius L. Rimini 20 Febbraio Comizio agrario. Grano in erba (Triticum sativum Lam.). Cecidomyia de- structor Say. Dovadola 17 Marzo Ringressi Massimo. Grano in erba. (Triticum sativum Lam.). Mosca tedesca 0 Cecidomyia destructor Say. Rocca S. Casciano 18 Marzo Tassinari Alessandro. Frumento (Triticum sativum Lam.). Cecidomyia destru- ctor Say. . Ferrara 94 Marzo Cattedra ambulante di agricoltura. | Grano (Triticum sativum L.). Zabrus tenebrioides Goeze. Casalmonferrato 28 Marzo Marescalchi A. Leguminose. Bruchi dannosi alle Leguminose (Spedizione non pervenuta). 22 10. ail 12. 13. 14. 15. 16. ITC — 338 — Roma 31 Marzo Siemoni Comm. Carlo. i Fave (Vicia Faba L.). Agrotis segetum Schiff. Ferrara 6 Aprile Cattedra Ambulante di Agricoltura. Frumento (Triticum sativum L.). Larve di Zabrus tene- brioides Goeze. Roma 13 Aprile Cantoni Ing. Camillo. Grano (Triticum sativum L.). Punteruolo del grano o Calandra granaria L. Torino 16 Aprile Barbero Enrico. Aglio (Allium sativum L.). Anthomyia caepicola ? R. Desv. (larva). Vignale Monferrato 21 Aprile Zavattaro Mario. Leguminose. Agrotis segetum Schiff. (vedi piante legnose). Mantova 2 Maggio Scuola ambulante di Agricoltura. Medicai (Medicago sativa L.) e Formentone (Zea mays) Agrotis segetum Schiff. di Piacenza 2 Maggio Comizio agrario. Avena (Avena sativa L.). Agriotes lineatus L. Piacenza 6 Maggio Comizio agrario. Prati e campi. Agrotis segetum Schiff. ed A. Tritici var. aquilina Hibn. Mantova 8 Maggio Rimini Dott. Fausto. Vena (Avena sativa L.). Agrotis segetum ? Schiff. Imola 11 Maggio Toscano Prof. Dario. Grano (Triticum sativum L.). Pentaphis trivialis Pass. 13. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. — 339 — Roma i 12 Maggio R. Ministero di Agricoltura Industria e Commercio. Insetto dannoso alle coltivazioni in Novi Ligure. Milano 15 Maggio Marchese S. Segale (Secale cereale L.). Epicometis hirta Poda, Leuco- celis funesta Poda. Novi-Ligure 18 Maggio Direttore dell’Osservatorio meteorologico. Leguminose, Viti. Agrotis Tritici var. aquilina Hibn. Novi-Ligure 18 Maggio Osservatorio meteorologico. Vite (Vitis vinifera L.). Agrotis Titrici var. aquilina Hùbn, Agr. segetum Schiff. Milano 23 Maggio Marchese S. Segale (Secale cereale L.). Epicometis hirta Poda, Leuco- celis funesta Poda. Imola 23 Maggio R. Scuola pratica di Agricoltura. Frumento (Triticum sativum L.). Pentaphis trivialis Pass. Novi-Ligure 24 Maggio Direttore dell’Osservatorio meteorologico. Leguminose, Viti. Agrotis Tritici var. aquilina Hiùbn. ed A. segetum Schiff. Novi-Ligure 24 Maggio Osservatorio meteorologico. Vite (Vitis vinifera L.). Agrotis Tritici var. aquilina Hibn, ed. Agr. segetum Schiff. Novi-Ligure 13 Giugno Direttore dell’Osservatorio meteorologico. Leguminose, Viti. Agrotis Tritici var. aquilina Hibn. ed A. segetum Schiff. Mantova 20 Giugno Scuola ambulante di Agricoltura pratica. Grano (Triticum sativum L.). Limothrips cerealium Hal. 30. Sl. Sd. 35. 36. SÙ. 38. — 340 — Rm 24, 26, 28 Giugno Comizio e Circolo agricolo. Sparagi (Asparagus officinalis L.). Agrotide. . Casalmonferrato 29 Giugno Marescalchi Prof. R. Giglio (Lilium sp.). Leucocelis funesta Poda. Mantova 30 Giugno Cattedra ambulante sperimentale agraria. Grano (Triticum sativum Lam.). Schizoneura graminis Del Guerc. | Ferrara 30 Giugno Cattedra ambulante di Agricoltura. Fagioli (Phaseolus vulgaris L.). Tetraneura Phaseoli Pass. Mage raasria i 4 Luglio Cattedra ambulante di Agricoltura. Trifoglio (Trifolium sp.). Apion Trifolii L. . Ferrara 12 e 25 Luglio Cattedra ambulante di Agricoltura. Fagioli (Phaseolus vulgaris L.). Tetraneura Phaseoli Pass. Legnago 29 Luglio Associazione agraria del Basso Veronese. Granturco (Zea Mays L.). Botys nubilalis Hùbn. Ratmamal, 30 Luglio Comizio e Circolo agricolo. Sparagi (Asparagus officinalis L.). Hypopta Caestrum Hiùbn. Herrara 24 Agosto Cattedra ambulante di Agricoltura. Sedani (Apium graveolens L.). PhilophyUa Centaureae Fab. Ferrara i 24 Agosto Cattedra ambulante di Agricoltura. Lattuga (Lactuca sativa L.). Pemphigus Lactucarius Pass. Firenze 14 Ottokre . Comizio agrario. Grano (cariossidi) (Triticum sativum Pers.). Calandra granaria L., Trogosita mauritanica L., Sitotroga ce- realelia Oliv. riga fiat — 541 — 39. Mantova 26 Novembre Comizio agrario. Grano (Triticum sativum Pers.). Trogosita mauritanica o Tenebrioides mauritanicus L. 40. Bologna 28 Novembre Ufficio provinciale per l'Agricoltura. Grano (Triticum sativum Pers.). Zabrus tenebrioides Goeze. _41. Mantova 1.° Dicembre Comizio agrario. Grano (Triticum sativum Pers.). Tenebrioides mauritani- cus L. 429. Bologna 12 Dicembre Ufficio provinciale per l'Agricoltura. Grano (Triticum sativum Pers.). Zabrus tenebrioides Goeze. IUG, Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ecc. 1. Vignola (Prov. di Modena) 6 Gennaio Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). 2. Como 9 Gennaio. Comizio agrario. Gelsi (Morus alba L.). Diaspis pentagona Targ. 3. Vignola (Prov. di Modena) 13 Gennaio Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo {Cheimatobia brumata L.). 4. Rimini 20 Febbraio Comizio e Circolo agricolo. Viti (Vitis vinifera L.). Guerinia Serratulae Fab. 10. IRE 13. 14. — 5342 — . Spezia © 6 Marzo De Nobili March. Giuseppe. Fico (Ficus carica L.). Columnea Rusci (Fab.) Targ. . Kirenze 11 Marzo D’Ancona Prof. Cesare. Arance (Citrus Aurantium L.). Aonidia Aurantii Mask. . Roma 14 Marzo R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Viti (Vitis vinifera L.). Margarodes Vitium Giard. . Vignola (Prov. di Modena) 18 Marzo Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). . Montpellier 28 Marzo Mayet Valéry. Viti (Vitis vinifera L.). Margarodes Vitium Giard. Vignola (Prov. di Modena) 24 Marzo Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobdia brumata L.). Roma 24 Marzo R. Ministero di Agricoltura, ecc. Uva (Vitis vinifera L.). Cochylis ambiguella Hibn. . Piacenza 97 Marzo Comizio Agrario. Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Cheimatobia brumata L. Riparbella (Provincia di Pisa) 27 Marzo Municipio. Olivo (Olea europaea L.). Tripside. Phloeothrips Oleae Costa. Piacenza 27-29 Marzo Comizio Agrario. Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Cheimatobia brumata L. . Vignola (Prov. di Modena) © 29 Marzo Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). | i I $ È È 16. de 18. 19. 20. 22. 23. 24. 20. — 3458 — Vignola (Prov. di Modena) 1.° Aprile Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). Messina 2 Aprile La Fauci P. Agrumi (Citrus sp.). Agrumi sottoposti a trattamento insetticida. Sansevero 7 Aprile La Cecilia A. Rimedio contro la Tignuola dell’uva. Casalmonferrato 9 Aprile Marescalchi A. Leguminose, Bruci. Gemme di viti. Larve di Agrotis Tri- tici var. aquilina Hùbn. Vignola (Prov. di Modena) 10 Aprile Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). iNibatarcrenizia 11 Aprile Comizio Agrario. Ciliegi (Frunus Cerasus L.). Cheimatobia brumata L. Voghera 13 Aprile R. Scuola pratica di Agricoltura Gallini. Uva (Vitis vinifera L.). Conchylis ambiguella Hiibn., Eude- mis botrana Schiff. Vignola (Prov. di Modena) 13-14 Aprile Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). Pisa 16 Aprile Commissione di Viticoltura ed Enologia. Viti (Vitis vinifera L.). Infezione fillosserica in provincia di Pisa. Lispida 16 Aprile «Celotti G. Viti (Vitis vinifera L). Agrotis segetum Schiff. 26. 27. 30. Sl. 33. d4. 35. — 544 — Napoli 16 Aprile Nunziante Emilio. Agrumi (Citrus sp.). Insetticida contro le Cocciniglie. Vignola (Prov. di Modena) 17 Aprile Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). . Vignale di Monferrato 21 Aprile Zavattaro Mario. Viti (Vitis vinifera L.). Rhynchites Betulae L. Piante po- macee, Saturnia Pavonia L. . Casalmonferrato 22 Aprile Redazione del Giornale Il Coltivatore. Viti (Vitis vinifera L.). Pulvinaria Vitis Targ. Villanova sull’Arda (Prov. di Piacenza) 26 Aprile Municipio. Piante Pomacee. Esperienze insetticide contro la Chei- matobia. Messina 29 Aprile La Fauci P. Agrumi (Citrus sp.). Agrumi sottoposti a trattamento in- setticida. . Acireale 30 Aprile Platania d’Antoni Rosario. Uva (Vitis vinifera L.). Tignola dell’uva. Porto Maurizio 1.° Maggio Comizio Agrario. Olivo (Olea europaea L.). Tripside. Phloeothrips Oleae Costa. Casalmonferrato 1.° Maggio Direzione del Giornale Il Coltivatore. Gelsi (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. Mantova 2 Maggio Scuola ambulante di agricoltura. Viti (Vitis vinifera L.). Epicometis hirta Poda, Antispila Rivillei Staint. 36. 3°. 88. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. — 345 — Bologna 2 Maggio Ufficio Provinciale per l'Agricoltura. Pero (Pirus communis L.). Cecidomyia niyra Meig. Villanova sull'Ar,da (Prov. di Piacenza) 4 Maggio Municipio. : Piante Pomacee. Esperienze insetticide contro la Chei- matobia brumata L. Roma 4 Maggio R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Uva (Vitis vinifera L.). Istruzione per combattere la Ti- gnuola dell’uva. Firenze 4 Maggio Ciapini Francesco. \ Pero (Pirus communis L.). Cecidomyia nigra Meig. Messina I 5 Maggio Direzione dei Vigneti sperimentali ecc. Agrumi (Citrus sp.). Fioritura degli Agrumi. Vignola (Prov. di Modena) 6 Maggio Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). Napoli © Maggio Nunziante Emilio. Agrumi (Citrus sp.). Insetticida contro le Cocciniglie. Conegliano 7 Maggio Sannino F. A. Uva (Vitis vinifera L.). Tignola. Porto Maurizio € Maggio Vassallo N. F. Olivo (Olea europaea L.). Tripside (Phloeothrips Oleae Costa). Roma 11 Maggio R. Stazione di patologia vegetale. Viti (Vitis vinifera L.). Hysteropterum apterum Fab. Fabriano 11 Maggio R. Scuola pratica di Agricoltura. Vite (Vitis vinifera L.). Cossus Cossus L. 4T. 48. 49. 50. Dl. 53. 56. — 346 — Modena |’ 12 Maggio Luppi Vincenzo. Peschi (Amygdalus Persica L.). (Infezione non definita). Cao liana 18 Maggio R. Scuola di Viticoltura ed Enologia. Viti (Vitis vinifera L.). Omophlus Betulae L. Como 19 Maggio Comizio Agrario. (Invio da Rebbio). Viti (Vitis vinifera L.).? Vignola (Prov. di Modena) 23 Maggio Comune. Rosaceae. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). Roma 23 Maggio R. Ministero di Agricoltura Industria e Commercio. Olivo (Olea europaea L.). Malattie entomatiche. . Savona 23 Maggio Comizio Agrario. Chinotto (Citrus sinensis Pers.). Ceroplastes sinensis Del Guer. Comune di Villanova sull’Arda 26 Maggio Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Follicoli con le Crisalidi della Cheimatobia brumata L. . Catanzaro 31 Maggio Amministrazione forestale. i Pero (Pirus communis L.). Melo (Pirus Malus L.). Por- thesia chrysorrhoea L. (vedi piante boschive ed orna- mentali). . Rovigo 1.° Giugno Scuola Ambulante di Agricoltura pratica. Gelso (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. Firenze 8 Giugno D’Ancona Prof. Cesare. Arance (Citrus Aurantium L.). Aonidia Aurantii Mask. a: FAR DT. 58. DO: 60. 61. 63. 64. 66. 67. Do Sum ce Piacenza 8 Giugno. Comizio agrario. i Meli (Pirus Malus). Schizoneura lanigera Hausm. Rovigo Ù 9 Giugno Scuola Ambulante di Agricoltura pratica. Gelso (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. Vignola (Prov. di Modena) 9 Giugno Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). Piacenza 9 Giugno Comizio Agrario. Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Cheimatobia brumata L. Porto Maurizio 12 Giugno Comizio Agrario. Olivo (Olea europaea L.). Tripside (Phloeothrips Oleae Costa). 2. Motta di Livenza (Prov. di Treviso) 19 Giugno. Municipio. Guanto Targioni. Savona 20 Giugno Comizio agrario. Agrumi (Citrus sp.). Ceroplastes sinensis Del Guercio. Roma 21 Giugno R. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Olivo (Olea europaea L.). Malattie entomatiche. .- Atina (Terra di Lavoro) 25 Giugno Fortuna Silvestro. Gelsi (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. Ferrara 30 Giugno. Cattedra Ambulante per l’Agricoltura. Vite (Vitis vinifera). Sinoxylon sp. Ogliastro Cilento (Prov. di Salerno) 50 Giugno- Avenia Pietro. Viti (Vitis vinifera L.). ? ‘68. 69. 0: 72. 73. TA. 15. TI. Ea ce ; È — 848 — Genova 9 Luglio Camera di (Commercio ed Arti È Vite (Vitis vinifera L.). Piralide (Onectra Pilleriana Schiff). Alba 13 Luglio Menin Arturo. Vite (Vitis vinifera L.). Conchylis ambiguella Hibn. Avellino 13 Luglio Comizio agrario. Vite (Vitis vinifera L.). Anomala Vitis Fab. ‘Plortio Mia wriziio x 16 Luglio Vassallo N. F. Olivo (Olea europaea L.). Tripside (Phloeothrips Oleae Costa). Cittanova (Prov. di Reggio-Calabria) 17 Luglio Zito Luigi. Viti. Supposta Fillossera. Genova 18 Luglio Camera di Commercio ed Arti. Vite (Vitis vinifera L). Piralide (Onectra Pilleriana Schiff). Bomarzo (Prov. di Roma) 20 Luglio Municipio. Viti (Vitis vinifera L.). Anomala Vitis Fab. Firenze 20 Luglio R. Scuola di Pomologia e Orticultura Pero (Pirus communis L.). Eriocampa limacina Retz. . Roma 25 Luglio R. Ministero d’Agricoltura Industria e Commercio. Agrumi (Citrus sp.). Visita del Sig. La Fauci agli agrumi di Barcellona (Sicilia). Mesagne (Lecce) 26 Luglio March. di Serranova. Fico (Ficus carica L.). Simaethis nemovana Hiùbn. $ 18. 80. 81. 32. 33. 84. 85. 86. 87. 88. — 349 — Vignola (Prov. di Modena) 30 Luglio Comune. Rosacee. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geometricideo (Cheimatobia brumata L.). . Piacenza 80 Luglio Comizio agrario. Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Cheimatobia brumata L. Porto Maurizio 80 Luglio Vassallo N. F. Olivo (Olea europaea L.) Tripside (Phloeothrips Oleae Costa). Comune di Villanova sull’Arda 30 Luglio Ciliegi (Prunus cerarus L.). Follicoli con le crisalidi della Cheimatobia brumata L. Savona X 31 Luglio Comizio agrario. Chinotto (Citrus sinensis Pers.).. Ceroplastes sinensis- Del Guerc. Porto Maurizio 1.° Agosto Comizio agrario. i Olivo (Olea europaea L.). Tripside (Phloeohtrips oleae Costa). Savona 1.° Agosto Comizio agrario. Agrumi (Citrus sp.). Ceruplastes sinensis Del Guerc. Bomarzo (Prov. di Roma) 3 Agosto Municipio. Viti (Vitis vinifera L.). Anomala Vitis Fab. Comune di Villanova 7 Agosto Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Follicoli con le Crisalidi della. Cheimatobia brumata L. Sondrio 8 Agosto. Comizio agrario. Uva (Vitis vinifera L.). Eudemis botrana Schiff. Mesagne (Lecce) 9 Agosto- March. di Serranova. Fico (Ficus Carica L.). Simaethis nemorana Hibn. 39. 90. 93. 94. 95. ‘96. 97. — 350 — Pisa 11 Agosto Arcangeli Prof. Giovanni. Viti (Vitis vinifera L.). Insetto che perfora i pampini (Anti spila Rivillei Staint. Cittanova (Prov. di Reggio Calabria). 12 Agosto Zito Luigi. Viti. Supposta Fillossera. . Vietrisul Mare (Salerno) 14 Agosto ‘ Tajani Ing. Giusèppe. Fico (Ficus Carica L.). Ceroplastes Ruscì L. Limone (Citrus Limon Loisl.). Dactylopius Citri Sign. . Atene (Grecia) 13 Agosto Saracomenos Diomede, Sotto Direttore della Scuola d’Agri- coltura. Olivi (Olea europaea L.). Informazioni intorno agli insetti nocivi all’Olivo. Roma 28 Agosto R. Ministero di Agricoltura, ecc. Piante da frutto (Pomacee). Insetti nocivi alle piante da frutto in Vignola. S. Miguel (Agores) 29 Agosto Chaves Fr. Alf. Agrumi (Citrus sp.). Cocciniglie, Cesena 3 Settembre Sbrighi Attilio. Viti (Vitis vinifera L.). Supposta Fillossera. Villanova d'Arda (Prov. di Piacenza) 13 Settembre Municipio. Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Osservazioni sull'uso delle sostanze catramose. Vignola (Prov. di Modena) 13 Settembre Municipio. Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Osservazioni sull’uso delle sostanze catramose. TRI DE 98. 100. 101. 102. 108. 104. 105. 106. gi 107. — 351 — Palmi 7 Ottobre R. Oleificio sperimentale. Agrumi (Citrus sp.). Informazioni sulla difesa contro le Cocciniglie. 9 Comune di Villanova sull’Arda 15 Ottobre Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Follicoli con le Crisalidi della Cheimatobia brumata L. Pio rio Mia utriziio 3 Novembre Comizio agrario. Olivo (Olea europaea L.). Tripside(Phloeothrips Oleae Costa. Vignola (Prov. di Modena) 18 Novembre Rosaceae. Bruci nocivi alle piante pomacee. Lepidottero geo- metricideo (Cheimatobia brumata L.). Aosta 30 Novembre Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera L.). Esame di radici di viti. (1) PIANTE BOSCHIVE ED ORNAMENTALI. Rimini 20 Febbraio Comizio agrario. Olmo (Ulmus campestrîs L.). Bombyx neustria L. Porto Maurizio 2 Marzo Amministrazione forestale. Pinus silvestris L. Cnethocampa pityocampa Schiff. Malden (Massachusetts) 26 Marzo Kirkland Att. Ocneria dispar L. Roma. 6 Aprile R. Stazione di Patologia vegetale. Salici (Salix sp.) Ceratina coerulea Vill. Firenze 16 Aprile Ferrari Prospero. Salci, legature (Salix sp.).. Ceratina coerulea Vill. 108. 109. 110. RD 112. 113. 114. INS) 116. 117. 118. — 352 — HEirenze I 5 Maggio Ferrari Prof. Prospero. Salci, legature (Salix sp.). Ceratina coerulea Vill. Rovigo 9 Maggio R. Scuola ambulante d’Agricoltura pratica. Rosa, fiori (Rosa sp.). Tortrix Bergmanniana ? L. Fabriano 11 Maggio R. Scuola pratica di agricoltura. Aceri (Acer sp.). Cossus Cossus L. Catanzaro 31 Maggio Amministrazione forestale. Querce (Quercus sp.). Porthesia chrysorrhoea L. Casalmonferrato 2 Giugno Ottavi Fratelli. Salci (Salix sp.) Nematus gallicola Westw. o N. bellus Zadd. Firenze 8 Giugno Gori Montanelli Prof. G. Querce Ischia (Quercus pedunculata Willd.). Zeuzera Aesculi L. Firenze 8° Giugno Dapples Edmondo. Pini (Pinus excelsa Wall.). Hylurgus piniperda Fab. Roma 13 Giugno R. Stazione di Patologia vegetale. Salici (Salix sp.). Ceratina coerulea Vill. Firenze 15 Giugno Cecconi Generale Giovanni. Evonimi (Euonymus japonicus L.). Chionaspis Euonymi Comst. Savona 22 Giugno Amministrazione forestale. Piante boschive. Firenze 23 Giugno Cecconi Generale Giovanni. i Evonimi (Euonymus japonicus L.). Chionaspis Euonymi Comst. — 359 — 119. Casalmonferrato 29 Giugno Marescalchi Prof. R. Rosa (Rosa sp.). Leucocelis funesta Poda. 120. Ferrara 10 Settembre Cattedra Ambulante di Agricultnra. Olmo (Ulmus campestris L.). Ricerche sulle galle delle foglie. - 19i. (Rieti 23 Novembre Amministrazione forestale. Evonimi (Euonymus japonicus L. fil.) Chionaspis Euony- mi Comst. 23 — 354 — ANNO 189". IE, Coltivazioni di piante erbacee. . . Chiaravalle (Marche) 1.° Aprile Manzoni F. Tabacco (Nicotiana Tabacum L.). Agrotis segetum Schiff. . Moricone (Prov. di Roma) 17 Maggio R. Ministero di Agricoltura ecc. Fave (Vicia Faba L.). . Cividale del Friuli ; 18 Maggio Comizio agrario. Frumento (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destru- ctor Say. | - Udine 20 Maggio R. Stazione sperimentale agraria. Frumento (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destru- ctor Say. . Pozzuolo del Friuli 20 Maggio R. Scuola pratica di Agricoltura. Frumento (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destru- ctor Say. iPrasvila 25 Maggio R. Istituto botanico. (Proveniente da Udine). Frumento (Triticum sativum Pers.). Cecidomyia destru- ctor Say. . Rovigo 26 Maggio Scuola ambulante di agricoltura pratica. Piselli (Pisum sativum L.). Limothrips cerealium Hal. . Campobasso 26 Maggio R. Cattedra ambulante di Viticoltura ed Enologia. Frumento (Triticum sativum Pers.). Limothrips cerea- lium Hal. 10. Ja 12. 13. 14. 16. 17. 13. 19. — 355 — «Loreto Aprutino 1.° Giugno Franchi Florindo. Spedizione d’insetti. Pavia 1.° Giugno Briosi Prof. Giovanni, Istituto botanico. Frumento (Triticum sativum Pers.). Limothrips cerea- lium Hal: Udine 4 Giugno R. Stazione sperimentale agraria. Insetti dannosi. Rovigo 6 Giugno Scuola ambulante di agricoltura pratica. Piselli (Pisum sativum L). Limothrips cerealium Hal. Castelbuono (Sicilia) — 18 Giugno Minà Palumbo Prof. F Determinazione d’insetti. Firenze 18 Giugno Comizio agrario, Ferrari Prof. Prospero. Fave (Vicia Faba L.). Lixux algirus L. SPialvaa 30 19 Giugno Istituto botanico della R. Università. Riso (Oryza sativa L.). Lepidotteri tortricidei (larve). Antignano (Livorno) — 4 Luglio Passerini Conte Napoleone. Violette (Viola odorata). Tetranychus telarius L. Piacenza 14 Luglio Poli Prof. Aser per la Direzione dell’Italia Agricola. Trifoglio (Trifolium sp.). Apion apricans Herb. Teramo 16 Luglio De Micheletti Vincenzo. Granturco (Zea Mays L.). Leucania Zeae Dup., Botys nu- bilalis Hub. Bologna 17 Luglio Ufficio provinciale per l'Agricoltura. Trifoglio (Trifolium sp.). Apion apricans Herb. — 356 — Modena 27 Luglio Massa Camillo. (Notizie comunicate). Noctua flavocincta Schiff. in copia (larve) a Sassuolo (pro- vincia di Modena). . Catanzaro 13 Agosto R. Prefettura. (Proveniente da Pitilia Policastro). Erbaggi. Nezara prasina Muls. . Montebelluna (Prov. di Treviso) 16 Agosto Sindacato agrario prealpino. Società anonima cooperativa. Grano (Cariossidi). (7riticum sativum Pers.). Sitotroga cerearella Oliv. . Castelbuono (Sicilia) 15 Settembre Minà Palumbo Fr. Insetti dannosi al Grano (spighe) (7riticum sativum Pers.). Philaenus spumarius L. “Siclanida:ciei 8 Ottobre Conte Passerini. Topinambur (MHelianthus tuberosus). Curculionidi. . S. Ilario Ligure 4 Novembre R. Scuola Pratica di Agricoltura Marsano. Endivia (Cichorium Endivia). Pemphigus Lactucarius Pass. . Modena 5 Novembre R. Stazione sperimentale. (Proveniente dal Comune di No- nantola). Frumento (7riticum sativum Pers.). Brachyiulus pusillus Leach., Craspedosoma centrale Silv., Brachydesmus superus Latz. VSSVEl'a trai sot 20 Novembre R. Scuola Pratica di Agricoltura Marsano. Endivia(C'ichorium Endivia). Pemphigus Lactucarius Pass. .- Piacenza 20 Novembre Cattedra Ambulante di Agricoltura. Frumento (Triticum sativum Pers.). Limax agrestis L. . Grosseto : 27 Novembre Saccomanni Vito. Carciofaie (Cynara Scolymus). Carciofaie invase da un piccolo verme nel territorio di Scansano. : REA rs II. Coltivazioni di piante legnose. PIANTE FRUTTIFERE, DA FOGLIA, ECC. . Vignola (Prov. di Modena) 3 Gennaio Municipio. î Ciliegi (Prunus Cerasus). Cheimatobia brumata L. .Roma 5 Gennaio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). | Olivi (Olea europaea L.). Malattie entomatiche degli Olivi. i . Vignola (Prov. di Modena) 15 Gennaio Municipio. Ciliegi (Prunus Cerasus) Cheimatobia brumata L. . Roma 15 Gennaio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- Agricoltura). ; Viti (Vitis vinifera L.). Margarodes Vitium, dannoso alle viti nell’ Uruguay e nella provincia di Entre Rios (Argentina). . Pinerolo 19 Gennaio Comizio agrario. Melo. Bruci dei meli (Hyponomeuta malinellus Zell.). . Roma 3 22 Gennaio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Olivi (Olea europaea L.). Malattie entomatiche degli Olivi. d . Roma 28 Gennaio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Viti (Vitis vinifera L.). Fillossera e Anguillula nella provincia di San Juan e Mendoza (Argentina). An- guillula radicicola Greeff. 10. TÈ 13. 14. 16. 17. — 358 — Villatalla 80 Gennaio Borelli Francesco Andrea. Olivo (Qlea europaea L.) Fleoripide (Phloeothrips oleae Costa). . Vignola (Prov. di Modena) 3 Febbraio Municipio. Ciliegi (Prunus Cerasus). Cheimatobia brumata L. Vignola (Prov. di Modena) 7 Febbraio Municipio. | Peri (Pirus communis L.). Meli (Pirus Malus L.). Chei- matobia brumata L. Roma 15 Febbraio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del l'Agricoltura). Viti (Vitis vinifera L.). Fillossera e Anguillula nella provincia di San Juan e Mendoza (Argentina). An. guillala radicicola Greeff. --Piinier'olio 15 Febbraio Comizio agrario. Meli (Pirus Malus L.). Hyponomeuta malinellus Zell. Villefranche-sur-Saone 15 Febbraio Vermorel V. Notizie sopra insetti. Savona 27 Febbraio Comizio agrario. Agrumi (Citrus sp.). Cocciniglie. . Roma i 11 Marzo R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Pubblicazione sulla Psoriasis degli Agrumi (Cocciniglie). Caltagirone ; 12 Marzo R. Scuola pratica di Agricoltura per la provincia di Catania. Acari trovati sopra una radice fillosserata di Clinton. Vacri (Chieti) 16 Marzo. Patriarca Guido. Viti (Vitis vinifera L.). Radici di viti supposte attaccate da Fillossera. 13. 19. 21. 23. 24. 25. 26. e Roma 17 Marzo R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Olivi (Olea europata L). Malattia degli Oliveti nella re- gione garganica. Chiavari 21 Marzo Società Economica. Olive (Olea europaea L.). Infezione delle olive. . Corenno Plinio (Lago di Como) 24 Marzo Andreani Carlo. Peri (Pirus communis L.). Aspidiotus oxyacanthae Sign. Roma 25 Marzo R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Vite (Vitis vinifera L.). Rimedio contro la Tignuola della vite. . Firenze 26 Marzo Ferrari Prof. Prospero. Consorzio agrario. Larve di Lepidotteri supposte dannose alle viti, inviate dal signore Ticci Ferdinando dalla Castellina del Chianti. Coreno Plinio (Lago di Como) 1.° Aprile Andreani Carlo. Peri (Pirus communis L.). Aspidiotus oxyacanthae Sign. S. Miguel (Acòres) 5 Aprile Chaves Francisco A. Museu Municipal, Ponta Delgada. Agrumi (Citrus sp.). Mytilaspis fulva Targ., Lecanium hemisphaericum Targ. Torino 13 Aprile Stabilimento agrario Enrico Barbero e C. Viti (Vitis vinifera L.). Insetti dannosi ai germogli delle viti. Montebelluna 14 Aprile Comizio agrario. Melo (Pirus Malus L.). Anthonomus pomorum L., Hypo- nomeuta malinellus Zell. 27. 30. Sl. 32. 33. d4. SD. vio * dei — 360 — Bitsch 17 Aprile Prof. J. Jacques Kieffer. Esemplari di una specie di Cecidomyia nuova per la fauna italiana. . Roma 21 Aprile R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Viti (Vitis vinifera L.). Tignuola delle viti. . Pinerolo 22 Aprile Comizio agrario. Meli (Pirus Malus L). Bombyx neustria L. o Porthesia chrysorrhaea L. Bologna 26 Aprile Comizio agrario, Pancaldi Avv. Luigi. Piante in genere. Anthonomus pomorum L. e Tortrice da studiare. Aquila 26 Aprile Taranta Francesco. Viti (Vitis vinifera L.). Insetti dannosi alle viti (Richie- sta di nuova spedizione). Montebelluna 28 Aprile Comizio agrario. Melo (Pirus Malus L.). Anthonomus pomorum L., Hypo- nomeuta malinellus Zell. SEI Roma 80 Aprile R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- . l'Agricoltura). Concorso a premi fra le associazioni di bachicoltori che provvedino a raccogliere, conservare e vendere in comune i bozzoli. S. Miguel (Agòres) 1.0 Maggio Cheves Francisco A. Museu Municipal, Ponta Delgada. Agrumi (Citrus sp.).. Mytilaspis fulva Tarz., Lecanium hemisphaericum Targ. Sulmona 1° Maggio — Comizio agrario. Alberi da frutta. Istruzione per combattere gli insetti dannosi agli alberi da frutta. 37. 33. 40. 4l. 42. 43. _ 44 45. O e . Bologna 4 Maggio Comizio agrario, Pancaldi Avv. Luigi. Pere (Pirus communis L.). Hoplocampa brevis Klug. Pisa Li 9 Maggio Scuola superiore di Agraria. Viti (Vitis vinifera L.). Hyponomeuta padellus L. e H. ma- linellus Zell. Roma 12 Maggio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura. Relazione sulla fillossera e proposte sul da farsi nella campagna 1897. . Novi-Ligure 14 Maggio Daglio, Osservatorio meteorologico. Melo (Pirus Malus L.). Tortrice. Maggiolini (Melolontha vulgaris). Roma 17 Maggio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Olivi (Olea europaea L.). Malattie degli Olivi in Scansano. Roma 17 Maggio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). Meli (Pirus Malus L.), Peri (Pirus communis L.). Epi- - cometis hirta e Leucocelis funesta Poda. Casalmonferrato 17 Maggio Marescalchi A. Viti (Vitis vinifera L.). Aphis Vitis Scop. (Aphis Nerii o Myzus Nerîiì Pass.). Novi-Ligure 18 Maggio Daglio, Osservatorio meteorologico. Viti (Vitis vinifera L.). Pulvinaria Vitis Targ. Firenze 18 Maggio Ricasoli Firidolfi Barone Giovanni. Viti (Vitis vinifera L.). Phytoptus Vitis Land. Cuneo 19 Maggio Direttore della Cattedra provinciale agraria. Piante in genere. Myrmes cerasi Fab. 46. 47. 48. 49. DO. 53. DD. “e ta x. È SNC È Liomite i BAUMOIA: to r N " # i) Mie n CIMA Roma 21 Maggio .R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Viti (Vitis vinifera L.). Fillossera e Anguillula nella pro- vincia di San Juan e Mendoza (Argentina). Anguil- lula radicicola Greeff. Perugia 22 Maggio Bellucci Prof. Giuseppe, Direttore del R. Laboratorio Chimico Agrario. Olivi (Olea europaea L.). Hylesinus Fraxini Fab. Bologna 25 Maggio Ufficio provinciale per l'Agricoltura. Gelsi (Murus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. Firenze 26 Maggio Ferrari Prof. Prospero, Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera L.). Rhynchites Betulae L. Teramo 2 Giugno Cini P., Presidente della Commissione provinciale di Viticul- tura ed Enologia. Viti (Vitis vinifera L.). Aulacophora abdominalis Fab. . Mondovi 6 Giugno Comizio agrario. Melo (Pirus Malus L.). Distruzione dal Hyponomeuti malinellus Zell. . Chiaravalle (Marche) 12 Giugno Manzoni F. Tabacco (Nicotiana Tabacum L.). Insetti. Firenze 18 Giugno Ferrari Prof. Prospero, Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera L.). Tettigonia viridis ? L. (rami in- fetti con uova). . Novara 19 Giugno Cattedra ambulante di Agricoltura. Gelsi (Morus alba L.). Lecanium cymbiforme Targ. Rovigo 23 Giugno Scuola Ambulante di Agricoltura. Viti (foglie) (Vitis vinifera L.). a Vitium Serv. . RETT RAISI RIONE, VV IMRE, PS II PERI 57. 58. 59. 60. oggi . Casalmonferrato 25 Giugno: Marescalchi, Redattore Capo del Giornale « Il Coltivatore ». Viti (foglie) (Vitis vinifera L.) Insetti dannosi alle foglie di Viti. ù Vignola (Prov. di Modena) 27 Giugno. Ciliegi (Prunus Cerasus L.). Cheimatobia brumata L. Roma 28 Giugno: R. Ministero di Agricoltura ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Vite (Vitis vinifera Di; Tignola della vite. Novi-Ligure 30 Giugno Daglio, Osservatorio Meteorologico. Viti (Vitis vinifera L.). Pulvinaria Vitis Targ. Conegliano 3 Luglio R. Scuola di Viticultura ed Enologia. Ribes (foglie) (Ribes sp.). Eriocampa limacina Ret. 61. Rovigo 6 Luglio Scuola ambulante di Agricoltura pratica. Larve di Locustoidei. 62. Roma 7 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Olivi (Olea europaea L.). Malattia degli Olivi in Scan- sano. 63. Mesagne (Lecce) 9 Luglio 64. 65. Marchese di Serranova. Fico (Ficus carica L.). Simaethis nemorana Hubn. Roma 13 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). (Proveniente da Vetralla). Olivo (Olea europaea L.). Lecanium Oleae Bern., Capno-. dium olaeophilum Mont. Roma 16 Luglio R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. dell'Agricoltura). Viti (Vitis vinifera L). Fillossera e Anguillula nella pro- vincia di San Juan e Mendoza (Argentina). Anguil- lula radicicola Greeff. ‘66. 10,ì 68. "69. 10: 73. 4. 75. PETRI AS RIGA : ETTI ; — 364 — Roma 16 Luglio ° R. Ministero di Agri:ultura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- COltu ae i Olivi (Olea europaca L.). Malattia degli Olivi in Scansano. Mesagne (Lecce) 21 Luglio Marchese di Serranova. Fico (Ficus Carica L). Simaethis nemorana Hubn. Villa Basilica 23 Luglio Giorgini Dott. Matteo. i i Viti (uva) (Vitis vinifera L.). Estratto di Tabacco per distruggere le tignuole dell’uva. Cesena 24 Luglio Angeli Dott. Filippo. Viti (uva) (Vitis vinifera L.). Uso del vino ed aceto con- tro la tignuola dell’uva. Avellino 25 Luglio Comizio agrario. Viti (Vitis vinifera L.). Anomala Vitis Fab. 71. Cittanova 1.° Agosto Zito Luigi. Fico (foglie) (Ficus Carica L.). Simaethis nemorana Hubn. "72. Galluzzo presso Firenze 3 Agosto Sindaco. Viti (Vitis vinifera L.). Esperienze contro la Conchylis e l’Eudemis. Galluzzo presso Firenze 3 Agosto Bombicci Ponchelli Cav. Viti (Vitis vinifera L.). Esperienze contro la Conchylis e l’Eudemis. Licenza (Prov. di Roma) 10 Agosto Comune. Olivi (Olea europaca L.). Philippia Oleae Costa o Philip- pia Follicularis Targ. Cesena j 12 Agosto . Angeli Filippo. Viti (Vitis vinifera L.). Esperienze insetticide. Ss 16. — 365 — Barletta 15 Agosto. Direzione dei Vivai Governativi di Viti Americane. Mandorlo (Amygdalus communis). Hysteroptherum apte- rum Fab. 771. Casalmonferrato i 17 Agosto Ottavi F.lli. Viti (Vitis vinifera L.). Margarodes Vitium Giard. (Uova gialle provenienti dall’Uruguay sotto il nome di Coc- ciniglia del Chili). (8.-Roma 17 Agosto R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Viti (Vitis vinifera L). Fillossera e Anguillula nella pro- vincia di San Juan e Mendoza (Argentina). Anguil- lula radicicola Greeff. (9. Firenze 17 Agosto Consorzio antifillosserico Toscano. Viti (Vitis vinifera L.). Infezione fillosserica nel Comune di Casellina e Torri. 80. Subbiano 18 Agosto SI. 82. 83. 84. Scassellati, Delegato antifillosserico. Viti (Vitis vinifera L.). Radici di viti ammalate. Firenze 24 Agosto Consorzio antifillosserico Toscano. Viti (Vitis vinifera L.). Infezione fillosserica a Gavena (Cerreto Guidi). 3 Roma 25 Agosto R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. generale dell’Agri- coltura). Manuale sulla fillosserinosi. Firenze ? Settembre. Natali Alfredo. Viti (uva) (Vitis vinifera L.). Esperienze eseguite contro- la tignola dell’uva. Roma 3 Settembre: R. Stazione di Patologia vegetale, Dott. V. Peglion. Pesche (Amygdalus Persica L.). Ceratitis hispanica Rond. — 366 — 85. Roma 7 Settembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del: l'Agricoltura. Vite (Vitis vinifera L.). Metodo del Dott. F. Angeli con- tro la tignola della vite. 86. Como 13 Settembre Comizio agrario. n Viti (uva) (Vitis vinifera L.). Uva ammalata. 87. Roma 15 Settembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione dell'Agricoltura). Viti (Vitis vinifera L.). Fillossera-e Anguillula nella pro- vincia di San Juan e Mendoza (Argentina). Anguil- lula radicicola Greeff. 88. Iglesias (Sardegna) 15 Settembre Agenzia delle Imposte dirette e Catasto. Limoni (Citrus Limonum). Dactylopius Citri Sign. 89. Montalbano Ionico 19 Settembre Cattedra ambulante di Zootecnia e Caseificio in Basilicata. Fico (foglie) (Ficus Carica L.). Olivi (Olea europaea L.). Larva di una farfalla della famiglia dei Tineidi. Da- cus Oleae. 90=Piorit.ici 25 Settembre Del Guercio Dott. Giacomo. Agrumi (Citrus sp... Visita agli agrumeti curati di Mes- sina e sue vicinanze. 91. Roma 27 Settembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direz. gen. dell'Agricoltura). Agrumi (Citrus sp.). Cocciniglie. ‘92. Cuneo 9 Ottobre Comizio agrario. Campioni di radici pervenute alla Stazione senza relative informazioni. 93. Roma | 14 Ottobre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). i Viti (Vitis vinifera L.). Fillossera e Anguillula nella pro- vincia di San Juan e Mendoza (Argentina). Anguil- lula radicicola Greeff. — 367 — 94. Catania i 16 Ottobre Aloi Prof. Antonio. Viti (Vitis viniferg L.). Visita alle vigne curate col solfuro di carbonio in Sicilia. 95. Limite (presso Empoli) 17 Ottobre Ridolfi March. Niccolò. Viti (Vitis vinifera L.). Supposta fillossera. 96. Roma 25 Ottobre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del. l'Agricoltura). Malattia delle piante in Italia. 97. Padova 13 Novembre Petrobelli A. e C.° Viti (Vitis vinifera L.). Questionarii circa la cura della vite contro la Conchyjlis. 98. Roma 22 Novembre R. Ministero di Agricoltura, ecc. (Direzione generale del- l'Agricoltura). i Viti (Vitis vinifera L.). Resultati del metodo curativo nella zona Etnea. 99. Grosseto 1.° Dicembre Saccomanni Vito. Olive (Olea europaea L.). Mosca olearia. PIANTE BOSCHIVE ED ORNAMENTALI. 100. Rovigo 16 Marzo Scuola ambulante di Agricoltura pratica. Salice (Salix sp.). Mytilaspis conchiformis Gmel. 101. Castelbuono (Sicilia) 23 Marzo Minà Palumbo Fr., Presidente del Comizio agrario di Cefalù. Canna. Cocciniglia nelle guaine delle foglie di Canna. 103. 104. 105. 106. 107. 103. — 368 — MEO nb 5 Aprile R. Scuola superiore di Agricoltura. Aonidia Blanchardi Targ. Richiesta di esemplari per studio. Rovigo 5 Aprile Scuola ambulante di Agricoltura pratica. Salci (Salix sp.). Cocciniglia del Salcio. Roli 11-20 Maggio Laghi Antonio. Rosai (Rosa sp.). Specie di Tortrice. Porto Maurizio 20 Maggio Vassallo N. F. Lecci (Quercus Ilex L). Dryobius croaticus Koch. Savona 292 Maggio Municipio. Paulownia imperialis Sieb. et Zucc. Guerinia Serratu- lae Fab. Bologna : 28 Maggio Tanari March. Luigi. Abeti (Abies sp.). Chermes abietis L. Corenno-Plinio (Prov. di Como) 2 Giugno Andreani Ragioniere Carlo. Rovere (Quercus Robur). Asterolecanium Quercicola Sign. 109. Savona 5 Giugno Municipio. Paulownia imperialis Sieb. et Zucc. Guerrinia Serratu- lae Fab. 110. Corenno-Plinio (Prov. di Como) 7 Giugno Andreani Ragioniere Carlo. Rovere (Quercus Robur). Asterolecanium Quercicola Sign. li. Porto Maurizio , 13 Giugno Vassallo N. F. Lecci (Quercus Ilex L.). Dryobius croaticus Koch. 112. Milano 80 Luglio Direzione del Giornale Il Corriere del Villaggio. Lecci (Quercus Ilex L.). Cecidomyia Lichtensteinii F. Low. Tigli (Tilia sp). Phytoptus Tiliae Pag. Rag UE TTT TI SI Rn I 113. 114. 115. 116. lakri 118. 119. 120. — 369 — Mantova 4 Agosto Cattedra Ambulante sperimentale agraria. Camelia (Camellia japonica L.). Pulvinaria linearis Targ. Scandicci (presso Firenze) 8 Ottobre. Passerini Conte Napoleone. Lentaggine (Viburnum Tinus L.). Cocciniglie. Scandicci (presso Firenze) 8 Ottobre Passerini Conte Napoleone Evonimi (Euonymus japonicus). Curculionidi. Firenze 9 Ottobre Gori Pietro. Pini (Pinus sp.). Pini danneggiati da insetti diversi. Scansano (Prov. di Grosseto) 9 Ottobre Saccomanni Vito. Evonimi(Euonymusjaponicus). Chionaspis EuonymiComst. Scandicci (presso Firenze) 9 Ottobre Passerini Conte Napoleone. Lentaggine ( Viburnum Tinus). Lecanium sp., Heliothrips haemorrhoidalis Bouché, Othiorhinchus sp. Novara (Distretto di Domodossola) 19 Novembre Amministrazione forestale. (Proveniente dal Comune di Mon- teossolano). % Ginestre (Genista sp.). Bruchi dannosi alle Ginestre. Bergamo 18 Dicembre R. Ispezione forestale. Pino silvestre (Pinus silvestris). Cnethocampa pityocampa Schiff. (Continua). 24 ST: Pe E dali -. OSSERVAZIONI RELATIVE AGLI INSETTI CHE MOLESTANO LE BARBABIETOLE IN ITALIA Note ed Osservazioni del Dott. GIACOMO DEL GUERCIO Gli insetti non sono i soli animali che comprendano specie nocive alle Barbabietole, giacchè altri ve ne sono fra i Rodi- tori, nei Molluschi e fra i Nematodi, che inflisgono loro danni considerevoli, e per i quali il raccolto si trova ogni anno di- verse volte decimato. Dei Molluschi e dei Roditori nocivi alle piante coltivate, però, si è detto bastantemente qui ed altrove, e poichè i sug- gerimenti dati hanno soddisfatto, come si sa, pienamente i de- siderî della pratica, sarebbe inutile ritornare su di essi, per combatterli. Per la difesa contro i Nematodi delle Barbabietole si dirà al momento di vedere quali dei suggerimenti degli Entomologi stranieri, alla stregua dei fatti, sì potranno mettere avanti e raccomandare da noi. Sicchè qui si dovrà dire degli insetti soltanto ma, come è naturale, anche per questi il discorso sarà limitato a quelli di essi che hanno molestato e diminuito real. mente il raccolto, e di quegli altri, che, sempre da noi, per le osservazioni fatte, potranno, quanto meno, costituire una mi- naccia ed un pericolo più o meno prossimi per la Chenopo- diacea ricordata. Gli insetti, intanto, che da noi vivono a spese delle Bar- babietole sono diversi, e di essi alcuni ne attaccano la radice, altri ne intaccano il fusto, o questo e quella insieme, ed altri vivono a spese delle foglie e delle infiorescenze. — 302 — Insetti radicicoli. A questi insetti si riportano il Maggiolino (Melolontha culgaris Fab.), il Prete (Pentodon puncetatus Vill.), le Bissole o Ferretti (Agriotes lineatus L., A. obscurus L., Archontas mu- rinus L.), i Gramignoli (Cedrio dubius Rossi, C. gigas Fab.) e la Zuccaiola o Rufola (GryMotalpa vulgaris Latr.). I danni che dalla presenza di questi e degli altri insetti derivano alle barbabietole sono gravi, ma non sono i soli che diminuiscano il raccolto, giacchè altri ve ne sono, i quali deri- vano esclusivamente dalle condizioni naturali ed artificiali in cui le piante si trovano, e per le quali, naturalmente, rie- sce perfino impossibile la coltivazione in diversi luoghi, da noi. Non sarà male di ripetere, intanto, che la pianta per pro- durre abbondantemente e bene deve trovarsi nelle migliori condizioni per farlo, e siccome queste condizioni, quando non sì conoscono, sì dimenticano assai spesso da noi, ad ogni fallanza di prodotto, ad ogni insuccesso non evitato si ripete lo stesso ritornello « è nostro non è #2 clima adatto per la colti- vazione delle barbabietole », come se queste non fossero piante spontanee del bacino del Mediterraneo, e la penisola nostra non vi sì trovasse interamente compresa. Ma la scarsa quan- tità di pioggia, la siccità estiva conseguente, i venti che pro- sciugano i terreni, etc....? Son tutte cose alle quali bisogna por mente; ma per questo appunto, scegliete i terreni profondi, lavorateli profondamente con gli aratri più indicati; liberateli dalle cattive erbe, nella primavera e nell’estate; concimateli ed irrigateli un paio di volte, se potete, e vedrete che, malgrado tutto, le coltivazioni daranno prodotto. abbondante e tale da lasciare largo margine di compenso ai vostri lavori. Siccome poi vi sono ancora molti agricoltori che pretendono larghi raccolti di barbabietole anche dove non raccolgono che poche spighe di grano e di granturco, sarà bene il ricordare che le Chenopodiacee nei terreni compatti e sassosi di collina; pic im i a gnoe nei terreni trascurati ed infestati dalle cattive erbe non pro- vano convenientemente, e che gli stessi terreni profondi, se non sono bene smossi e concimati, se non sono lavorati ripetuta- mente nell’estate, non pagano nemmeno essi le spese di colti- vazione. Queste considerazioni potrebbero sembrare fuori luogo in un lavoro di entomologia agraria, ma non è così; sia perchè l’opera della preservazione e della difesa comincia dalla indi- cazione precisa delle condizioni necessarie allo sviluppo normale delle piante; sia perchè queste considerazioni, per forza di cose, affidate alla sapienza dell’agricoltore, fanno qui doppio impiego: quello che hanno negli ordinarî trattati di agricol- tura, e l’altro, non meno importante, proveniente dall’utile che gli interessati ricavano dal distinguere il danno, del quale sono essi soli la causa, da quello che deriva dagli animali no- civi e dai funghi parassiti, e dalla conseguente necessità, in tale evenienza, di mettere sapientemente l’aratro a servizio dell’entomologia agraria. Quale altro mezzo potrebbe meglio impiegarsi per l’au- mento e la difesa di certi raccolti? Non è forse l’aratro il mezzo migliore per scoprire, mettere all'aria ed esporre alle ingiurie del tempo e dei parassiti gli insetti nascosti nel ter- reno? Non è forse questo delle lavorazioni profonde e delle ripetute lavorazioni superficiali il mezzo più economico per decimare gli insetti nemici delle barbabietole, viventi nel ter- reno? E che dire degli effetti della consociazione sapiente di questi istrumenti e degli animali da cortile, nella difesa dei campi infetti ? La mente dell’agricoltore sorvola quasi sempre sulla effica- cia di questi mezzi e non li stima al loro giusto valore, per- chè non vede in essi la potenza di difesa che egli dispone; e per ciò, ad ogni apparire d’insetti, non conoscendone i co- stumi, non può trar profitto dei mezzi che sono alla sua por- tata, e corre volentieri all’idea dei mezzi chimici di difesa. Non voglio dire con ciò che questi siano mezzi inefficaci contro PEragAno gli insetti, ma devo notare che essi importano una spesa non di rado assai gravosa, ed è mio fermo convincimento, per que- sto, che bisogna ricorrere ad essi quando quelli indicati e gli altri congeneri non corrispondano allo scopo desiderato. Ove, poi, l’uso dell’ aratro e degli altri mezzi in uso per la lavorazione del terreno non fossero sufficienti a liberare le piante dagli insetti, si ricordi che l’insetticida più effi- cace ed economico, per la distruzione di quelli viventi nel ter- reno, è senza dubbio il solfuro di carbonio, e che questo, nella difesa dei terreni infestati dal Maggiolino, dal Prete, dai Fer- retti e dalla Rufola, può rendere eccellenti servigi, anche dal punto di vista colturale. Le recenti osservazioni del Girard, pubblicate negli annali della Società Nazionale di Agricoltura di Francia, nel 1894, e fatte appunto per la distruzione del Nematode delle Barba- bietole, dimostrano che, nei terreni di recente solfurati, i pro- dotti sono considerevolmente più abbondanti e belli. Si è visto lo stesso sulle patate, sul grano, sull’avena, e con spe- ciale riguardo sul trifoglio. Lo stesso signor Girard ha messo in vista poi che l’au- mento dei prodotti, nei terreni solfurati, si ottiene anche nel- l’anno dopo quello della solfurazione, e che il prodotto è anche più abbondante. Osservazioni simili ha il sig. Ch. Oberlin del Consiglio del- l'Agricoltura dell’Alsazia-Lorena, il quale afferma che in tutte le posizioni e le esposizioni, tutte le piante coltivate nei ter- reni solfurati sviluppano d’una maniera straordinaria. La vec- cia vellutata, il trifoglio, i fagiuoli, l’avena, ecc. egli dice, dal 1888 al 1894 hanno dato a questo modo sempre gli stessi resultati: l’avena, fra le altre, aveva raggiunto un’altezza dop- pia di quella crescente nei terreni non solfurati. Ci troviamo così di fronte ad una sostanza, il solfuro di carbonio, la quale, quando il terreno è bene smosso, lo invade in tutte le direzioni, con 1 suoi vapori, e questi, distruggendo gli animali nocivi, provocano un aumento notevole nella produ- — 305 — zione; aumento che è dovuto ai danni risparmiati sulle piante e al benefizio che le coltivazioni ritraggono dal corpo degli ani- mali distrutti. E siccome je sostanze che compongono il corpo degli animali morti non si decompongono e non possono subito essere utilizzate dalle piante, questo, e la pace continua, che dalla morte degli animali molesti derivano alle radici di quelle, spiegano abbastanza bene l'aumento del raccolto, sia nel primo anno, sia negli altri successivi a quello della solfurazione. La quantità di solfuro di carbonio necessaria per ottenere gli effetti indicati è di 300 a 500 Kg. per ettara. Con la dose di 300 Kg., indicata dal Vermorel, i resultati sono anche buoni, ma non come quelli che si ottengono adoperando le dosi mag- giori, che però importano una spesa di 200 a 240 lire per ettara (1). Quale dose è da preferirsi? In vista dei mezzi con i quali si svolge l’ agricoltura nostra, per uso colturale non sarebbe possibile indicarne alcuna. Dove invece vi è necessità di liberare il terreno dagli animali nocivi, è da preferirsi l’uso delle operazioni a dosi doppie, perchè con queste, quando le applicazioni sono ben dirette, soccombono le specie di quelli anco più resistenti. Un'altra sostanza utile, per la difesa contro gli animali mo- lesti alle radici delle barbabietole, è il petrolio greggio; ma è meno diffusibile e meno attivo, per quanto i suoi vapori per- sistano maggiormente nel terreno a danno degli insetti. Meglio del petrolio, e di questo molto più economico è l’olio di catrame, che costa 10 lire circa al quintale, e che mescolato a della cenere, a della calce, o alla terra stessa, può molestare abbastanza gli insetti, che devono necessariamente respirare l’aria attossicata da esso. Premesse queste considerazioni, per dire che la preparazione del terreno e le cure di coltivazioni sono già per sè una prima (1) Ove l’uso del Solfuro di carbonio fosse più diffuso e ne fosse più abbondante la produzione, i prezzi sarebbero più accessibili, e un bene notevole ne verrebbe ai- l’agricoltura. Ora il prezzo del solfuro è di 36 centesimi al ko, — 306 — difesa per le piante, e che i lavori, nel caso nostro, servono egregiamente a liberare il terreno dagli insetti, passo alla ras- segna delle notizie naturali, necessarie, che li riguardano, ri- mandando a ciascuno di essi, per l’uso degli insetticidi e de- gli altri espedienti, per distruggerli. IÈ MELOLONTHA VULGARIS Fab. Descrizione dell’ insetto nei suoi diversi stati. Uovo. L’uovo di questa Melolonta è ovale, lungo mm. 2,2-2,3 per 1,2-1,25, ed ha l’aspetto ialino appena deposto, leggermente gial- lognolo, molle e liscio nella superficie esterna del guscio, il quale è abbastanza spesso ed elastico. LARVA. A sviluppo completo, la larva (Fig. A 1) è biancastra, unga mm. 45-50 per 10 a 12 di larghezza. L’animale è molto con- vesso di sopra, piano di sotto, alquanto più stretto di dietro, e piegato quasi circolarmente sulla faccia ventrale. Fig. A. 2a st d a, A Fig. A. — 1, Larva della Melolontha vulgaris Fab., a grandezza naturale, al secondo anno di vita. — 2a, mandibola sinistra dalla faccia infe- riore, ingrandita, con l’ area stridulante sf ed il dente basale dj; — 2b, segmento anale della larva con le spinule preanali. IT a STO — La testa è cornea, giallo-carnicina leggiermente granulata, rugosa, assal più corta del primo anello del corpo; con epi- stoma e clipeo trasversi; aptenne di 3 articoli, dei quali l’ul- timo è assai piccolo, ovato ed acuto; mandibole robustissime, lunghe, incurvate, bruno-nerastre, obliquamente troncate, tri- dentate all’apice, col dente maggiore uni o bidentato; esse sono inoltre dilatate internamente alla base, rugose superior- mente, e fornite di area granulato-rugosa, st, verso il mezzo di uno spazio trapezoidale, nella faccia inferiore; mascelle bilobe con lobi coalizzati, l’esterno con unghia all’apice e setole ri- gide sul margine interno, ed il lobo interno armato di spine sulla faccia interna e di denti stridulatori inferiormente, alla base; palpi labiali di due articoli, palpi mascellari di quattro, più lunghi del lobo mascellare esterno. ; Zampe robuste, lunghe, setolose, con tubercoli spiniferi ed unghie curve, gracili, successivamente più corte dal primo al. l’ultimo paio. Segmento anale più lungo di ciascuno dei precedenti, un- tuoso all'aspetto, lucido, con i margini dell'apertura anale se- tolosi e le spinule preanali acute, erette, disposte su due linee, dal margine inferiore anale alla base del segmento, di sotto. Le larve sono conosciute dagli agricoltori col nome di Dormentoni, Vermi bianchi, Cuoio duro, Cagnan de terra, ecc., in Italia; in Francia sono chiamate Ver blanc, Ver turc, Ver des ja:rdins, ecc.; mentre si conoscono con i nomi di Engerling in Germania e di Whzt grub in Inghilterra, per non dirne altri. NINFA. La ninfa (Fig. B 3) è giallo-pallida, ovale, terminata poste- riormente in due punte sporgenti. Essa è chiusa in una cella terrosa, che la larva si costruisce prima di trasformarsi, cemen- tando il terriccio o la terra con della bava vischiosa. INSETTO PERFETTO. L’insetto perfetto è lungo 25 a 28 mm. e di color bruno rossastro, ricoperto di fine peluria biancastra. Il capo è rosso giallastro, punteggiato, peloso, con i peli più lunghi rossastri ed aderenti, sui lati, le antenne rosso-brune a clave di 5 o 6 articoli, nelle femmine, e di 7 nei maschi, ed i palpi e le zampe colorate relativamente come le antenne e la testa. Il corsaletto è punteggiato, peloso, trilobo nel margine poste- riore, sinuato, trasverso, ciliato. e più largo che nel margine anteriore, con il lobo mediano rotondato e quelli laterali acuti. Fjo. B. 2 1 3 Fig. B. — 1, Melolontha vulgaris Tallo stato di adulto, a grandezza na- turale, dal dorso. — 2, addome col pigidio, visto di fianco. — 3, Nin. fa della Melolonta fuori della sua cella. Le elitre sono punteggiate, pubescenti, con costole longitudi- nali distinte, brune, pelose, che limitano spazî, i quali pos- sono essere granulati o no. L’Addome è pubescente come il ‘ resto del corpo, con due macchie di peli bianchi, assai più fitti e distinti degli altri allo intorno, ed il penultimo e 1’ ultimo articolo addominale pelosi come lo sterno e granulati di sopra. Al pari delle larve gl’insetti perfetti sono anch’essi diver- samente denominati dagli agricoltori, che li conoscono con i nomi di Melolonta, Maggiolino, Carruga, Scarabeo di maggie, Scarpanza, Grisella, Zorla ecc. In Francia il nome più diffuso — 379 — DE quello di Hanneton, di Maikafer in Germania, e di Cock- chafer in Inghilterra. Li Biologia. Nei luoghi infetti d’Italia e nella maggior parte delle contrade più colpite della Svizzera e della Francia, l’ appari- zione della Melolonta, allo stato perfetto, comincia verso la metà di aprile e si protrae, secondo le condizioni del clima e l'andamento della stagione, fino al mese di giugno. Nelle re- gioni settentrionali più elevate della Francia però, in Inghil- terra, in Germania ed altrove, la specie si presenta per solito — dal mese di maggio al mese di luglio, e in qualunque luogo 7 poi, come per altri insetti, l’uscita dal terreno della gran massa delle Melolonte, è ogni volta preceduta dalla comparsa i di alcuni individui, i quali essendo per la maggior parte ma- 3 schi, taluni hanno detto che essi, in generale, precedono lo | sviluppo e la comparsa delle femmine. Sulle colline della 3 Brianza, però, ed in quel di Pistoia, presso Firenze, abbiamo i visto maschi e femmine venir fuori contemporaneamente, e j possiamo assicurare che, tanto l’ anticipazione, quanto il ritardo 4 di questi individui e di quelli, dipendono oltre che dal tempo : nel quale furono deposte le uova, dalla natura più o meno com- 4 patta del terreno e dalla varia profondità alla quale le larve incrisalidarono. In ogni modo quando escono dal terreno, e nei giorni seguenti, tanto i maschi che le femmine sono poco agili, pesanti e mal diretti nel volo, tanto che è abbastanza | facile di avvicinarli e raccoglierli. La luce diretta, troppo viva, ed il calore disturbano egual- mente la Melolonta, che, costretta a cercar riparo, si na- sconde più che è possibile durante il giorno, nella fronda de- gli alberi, fra le siepi e negli arbusti, mangiandone il fogliame. ‘ Verso sera però, col tramontar del sole, maschi e femmine di- | vengono più attivi, aprono di tanto in tanto le elitre e, ad È un certo momento, tutti insieme, prendono il volo e lasciano — 380 — le piante, producendo nell'aria un ronzio simile a quello che fanno i Rhizotrogus, ai quali tanto si rassomigliano. La vivacità che gli insetti acquistano nelle ore della sera però è di breve durata, perchè la temperatura, abbassandosi successivamente nelle ore della notte, li intorpidisce per modo che appena si reggono sulle piante; sicchè basta scuotere leggermente que- st’ultime per farli cadere. Per quanto alata, la Melolonta non è specie migratrice, ed . abitualmente nasce e si riproduce successivamente nello stesso luogo; ma costretta dalla necessità, come per esempio dalla mancanza degli alimenti, ciò che può accadere in seguito a_ straordinarie moltiplicazioni, sì adatta anch’essa a costumi non suoi, ed emigra portando la distruzione e la miseria ne- gli orti, nei pomarii, nei boschi e nei campi d’intorno. Il fatto della invasione e della distrazione dei raccolti nella contea di . Galway (Irlanda), nel 1688, e diversi altri a suo luogo ricor- dati, ne sono una prova incontestabile. In questo tempo, la sera, ed in altre ore del giorno, sod- disfatto ai bisogni della vita vegetativa, maschi e femmine - sono tanto predominati dall’ istinto per la conservazione della È specie che, come rileva il Girard, oltre gli accoppiamenti usuali | fra i due sessi, se ne vedono anche di quelli antinaturali fra | i maschi, ma che noi nelle osservazioni fatte non abbiamo mai | potuto constatare. È certo però che gli accoppiamenti durano diverse ore e che certi individui non si distaccano nemmeno dopo un giorno e mezzo: una coppia di Melolonte, presa ad Erba | (Como) il 28 aprile 1890, sopra un ramo di Rovo, restò unita per 2 circa 50 ore. Gli effetti di questi lunghi accoppiamenti si sot- tintendono: la fecondazione di una maggior quantità di uova e quindi lo sviluppo di un maggior numero d’insetti. Il periodo | dell’accoppiamento si prolunga ogni volta che gli insetti sono — ben nutriti e non molestati dal vento, dall’acqua e dal freddo. Prima di unirsi alle femmine, i maschi della Melolonta | sono più attivi di quelle, e tenendoli d’occhio si vede che leg stimolano, ronzano loro d’intorno e quasi le invitano al volo. S7. Vegan î tenia rc tr. ult sea Ag DI 44 38 VR IRPI, PERE, RE EVE RVESCO E PRI MA FE Sono i maschi, infatti, di giorno, che, prima degli accoppia- menti volano da un ramo all’altro, mentre sono le femmine, dopo, che nelle ore della sera specialmente lasciano le piante e volano sul terreno, per deporvi le uova. Ma dopo poche ore di contatto i maschi si vedono spossati, poi si reggono appena, ed infine, perduta la forza nelle zampe, si abbandonano e re- stano solo per gli organi genitali sospesi al corpo delle fem- mine. Queste intanto non si muovono per un pezzo, poi li trascinano con esse, e se quelli non se ne distaccano da SÒ, prendono il volo e se ne liberano. Talvolta però cadono en- trambi e restano parecchio tempo sul terreno senza distaccarsi. I maschi, dopo l'accoppiamento, vivono ancora tre o quattro giorni e muoiono; maschi e femmine non si accoppiano, a quanto pare, che una volta sola. Dopo qualche giorno, da quello degli accoppiamenti, ha luogo la deposizione delle uova. Le femmine addimostrano una cura assai serupolosa in que- sta operazione. Guidate infatti dall’istinto, anzitutto provve- dono alla scelta del terreno, evitando quelli pietrosi, compatti, non lavorati e male esposti, dove esse non potrebbero compiere facilmente l'ufficio loro e le larve della nuova generazione sof- frirebbero per la difficoltà di aprirsi la via, tanto per avvici- narsi alle radici, quanto per penetrare nel terreno all’ ap- | prossimarsi dell'inverno. Evitano egualmente i terreni ecces- sivamente coperti, brulli ed aridi, e, s'intende, sempre per ‘quanto è possibile, si allontanano anche da quelli troppo su- perficiali, per dirigersi in quelli alquanto scoperti, profondi, freschi e ricchi di terriccio e di radici: in una parola, accorrono nei terreni più adatti alla coltivazione, e dove la coltivazione è intensiva. Fatta la scelta del terreno, gli insetti vi scavano con le zampe anteriori, la sera e nelle prime ore della notte, dei cunicoli più o meno inclinati, lunghi parecchi centimetri (10 a 12 in media) e vi depositano successivamente un piccolo mucchio di uova. Il numero delle vova feconde deposte da ogni Melolonta va- "wr SA SZORIE ria secondo gli individui e l’efficacia degli accoppiamenti, e può essere di venti a trenta, di quaranta a cinquanta, e per fino di una settantina, se non di più; la media, secondo noi, è compresa fra le trenta e le quaranta, e quindi quelli fra gli entomologi che l’ hanno riportata a 100, sono unicamente nel- l'eccezione e non nella regola. Secondo le condizioni del clima e l’andamento della sta- gione, dopo quindici o venti giorni, in Italia, ed in pianura, i mucchi di uova si trasformano, poco per volta, in altrettanti mucchi di larve, le quali, nei luoghi più freddi, non na- scono prima di venticinque o trenta giorni. In qualunque luogo però esse passano sempre unite i primi giorni della loro vita, nutrendosi di detriti vegetali e delle barboline radicali, fra le quali si trovano. Più tardi, se hanno intorno materiale ab- bondante, continuano a restare unite, diversamente ciascuna prende la sua via, per separarsi più definitivamente alla fine dell'autunno, e non nella primavera seguente, come in gene- rale si afferma. Intanto mangiano e crescono rapidamente, mutano di pelle nel mese di agosto o nel settembre, e conti- nuando a mangiare, fra gli ultimi di ottobre ed i primi di novembre raggiungono quasi tutte la lunghezza di 18 a 20 millimetri. In questi giorni però cominciano ad approfondarsi . nel terreno, per ripararsi anche meglio dai rigori dell’in- verno. Al pari di diversi altri scarabei, le larve della Me/o- Zonta, scendono nel terreno alla profondità di 25 a 30 cen- timetri, comprimono il terreno all’intorno, e formatasi per tal modo una specie di nicchia, vi restano, assiderate dal freddo, fino alla seconda metà di marzo. In questo periodo si trovano con la testa in alto, in direzione del cunicolo, e il resto del corpo curvato ad arco per modo che zampe ed estremità addo- minale quasi si toccano. Col nuovo risveglio primaverile le larve acquistano l’at- tività primitiva, e ritornano nuovamente alla superficie fra le radicelle delle piante, rovinandole più che nell’anno prece- dente. Mutano una seconda volta nel mese di luglio, e pas- i Asola ai oa sato l’autunno, si approfondano un’altra volta nel terreno, per ritornare alla superficie alla nuova primavera. Prima di sver- nare sono lunghe da 30 a 32 mm., alquanto grasse e col corpo, come nel primo anno, pieno di escrementi. Nel terzo periodo di vita la larva è più vorace che nel primo e nel secondo insieme, ed allora, oltre le radici delle piante erbacee, attacca anche le grosse ramificazioni delle ra- dici degli arbusti e degli alberi fruttiferi, lacerandone la zona corticale ed il legno più tenero sottostante. Compiono ancora un'altra muta, si vuotano degli escrementi, e piene di grasso, nel mese di agosto e settembre, scendono nel terreno alla profondità di 30 centimetri circa, e si incrisalidano. La tra- sformazione ha luogo in una cella terrosa, che le larve si costruiscono in una diecina di ore. Si osserva però che questo tempo varia in più o in meno secondo l’attività, lo sviluppo della larva, la freschezza e lo stato di coesione del terreno nel quale si trovano. Nelle osservazioni di laboratorio si è visto che 1 quando il terreno è fresco e sciolto, impiegano un tempo molto minore di quello sopraindicato, e che se dopo la formazione delle celle il terreno si inumidisce eccessivamente, con acqua, quelle rovinano subito, e le larve si vedono daccapo al lavoro, per rifabbricarle. Bagnando il terreno quando le Jarve si sono già trasformate in ninfe, la demolizione delle celle ne causa la morte. Esponendo all’aria atmosferica le celle terrose con ‘entro la larva, o la ninfa, questa e quella seccano e muoiono. f Anche prima della formazione delle celle terrose e dell’in- ‘crisalidamento, le larve della Melolonta soffrono molto per l’azione dell’aria, della luce e del calore; ed in fatti appena estratte dal terreno ed esposte all’azione diretta di questi ‘agenti, cercano subito di nascondersi e non si fermano che quando vi si sono approfondate un’altra volta. Prolungando il loro contatto immediato con gli agenti fisici sopraindicati, ‘esse intristiscono e muoiono. Non possiamo passare sotto si- lenzio però la importanza troppo esagerata che taluni hanno ‘dato alla sensibilità delle larve, specialmente rispetto al freddo TUE — ESS? — 384 — durante l'inverno, affermando che l'accensione dei fuochi sul terreno infetto le richiami verso la superficie (Reiset). In ogni modo le larve scese nel terreno nei mesi di agosto e settembre si trasformano in ninfe, e dopo trenta a quaranta giorni circa si osserva di già la formazione di alcuni individui adulti, che allora sono molli, giallastri ed incapaci di venire alla superficie. Scoprendoli muoiono al pari delle ninfe e delle larve. La trasformazione generale di tutti gli individui della generazione ha luogo nel mese di marzo; essi però restano an- - cora nel terreno per sessanta a settanta giorni circa, e nel mese di aprile e di maggio sbucano fuori, per ripetere i fatti già osservati. Da quanto sopra risulta che, il periodo ‘della vita attiva dell’insetto, ed il tempo dei danni per le piante può essere così computato in Italia: 1." Vita degli adulti fuo- {dall'ultima decade di aprile alla | i È mesi !/, — ?/ ri terra ( seconda di maggio \ È È 2.0 Vita delle larve. dalla 1.8 quindicina di giugno alla 7080 - 1.8 quindicina di novembre dalla 2.8 quindicina di marzo a ie. 1.à di novembre { dalla 2.x quindicina di marzo I ( fine di luglio a)-nel 1.° anno) SISI n RAPIRE E In tutto mesi 15 il, — 18//, Il periodo di tempo durante il quale l’insetto non dan- neggia le piante è così computato: 1.° Vita degli adulti sotto (dai primi di marzo ai primi z erge 2%, terra maggio 2. Vita all i SER cato li faal settembre al marzo Î >» 6‘, —- ninfa | 5.° Vita allo stato di gn ultimi di maggio ai primi sj Sa ‘3 ‘ UOVO del mese di giugno | î ve 4.° Vita delle larve, 05 RE ga quindicina di novembre 55 sd 2. quindicina di maggio 2.° inverno i 2 3 È DI I î In tutto mesi 17/, — 19'/ — 385 — Donde mesi 15 ‘/ a 18/ di vita attiva, più 17!/, a 194, di riposo, sommano mesi 32 5/ a 38, ed in media tre anni completi, che è il tempo necessario per lo sviluppo di una ge- nerazione di Melolonte in Itulia. Per il Milanese, infatti, il chiarissimo entomologo A. Villa riferisce che dal 1827 al 1860 la comparsa delle Melolonte ha avuto luogo di tre in tre anni. Per la Francia (Normandia), sono notevoli le osservazioni del Reiset, dal 1865 al 1889; quelle dell’Heer per la Svizzera (Basilea), e quelle del Nor- dlinger per la Germania (Stuttgart). In altre contrade delia stessa Germania, però, nella Svezia- Norvegia, in Inghilterra ed Irlanda, e forse anche nelle regioni più montuose e fredde della Francia, della Svizzera e dell’Ita- lia, ogni generazione si compie di quattro in quattro anni, conforme le indicazioni del Brehm, del Boisduval e di altri na- turalisti. Qualunque sia la durata dello sviluppo della Melolonta però, tanto triennale che quadriennale, ogni anno, fra una grande apparizione e l’altra, più quà, più là, nella primavera si ve- dono sempre gli adulti della specie, la presenza dei quali, tal- volta, si nota anche di autunno e nei mesi di febbraio-marzo. I primi, stante la presenza di larve più piccole fra quelle molto sviluppate, nel terreno, sarebbero da riferirsi ai soliti ritarda- tarli, giunti, poco per volta a costituire delle generazioni par- ziali, scarse, intercalate fra le grandi generazioni periodiche; e quelli, che a caso compariscono di autunno e di febbraio sarebbero, con maggiore probabilità, gli individui più precoci della generazione che dovrà venir fuori nella primavera se- guente. Danni. Per dire degli effetti che possono derivare e derivano al- l'agricoltura dalle straordinarie apparizioni di Melolonta, gli scrittori di entomologia agraria ricordano specialmente quelle 25 586 — verificatesi a Losanna (1479), l’altra presso il fiume Saverne (1574), nella contea di Galwoy in Irlanda (1688), quelle veri- ficatesi in diverse località della Francia (1795), le altre nella regione dell’ Eure (1823), di Zurigo (1824), e quella del Maco- nese dove furono devastati tutti i vigneti, e gli insetti si rac- colsero con le pale. Ma anche lasciando da parte questi casi terribili di infezione, i danni che l’insetto fa, abitualmente, da diversi anni in Francia, come riferiscono i francesi dai diversi dipartimenti della Repubblica, sono tanto gravi che la Melolonta è stata indicata colà col nome di vero flagello dell'agricoltura. Sbucando, infatti dal terreno proprio nel pe- riodo della frondescenza e della fioritura, gli insetti perfetti bru- cano foglie e gemme d’ogni sorta di piante; sicchè orti e giar- dini, pomarî e vigneti, nocelleti, querceti, castagneti, etc. sono spogliati completamente. In via ordinaria le piante più colpite dall’ insetto perfetto sono l’Olmo, la Querce, il Cerro, il Leccio, la Betula, il Fag- gio, Acero, il Carpino, il Frassino, il Noce, il Nocciuolo, il Castagno, l’Ippocastano, il Pioppo, l’Eucalitto, il Salcio, il Gelso, il Ciliegio, il Mandorlo, il Pesco, il Pero, il Melo, il Su- sino, il Biancospino, la Vite, il Rovo ed altre piante. Morti gli insetti allo stato perfetto, l’opera di distruzione è affidata alle larve, che son di quelli assai più temibili, sia per la lunga vita, sia per la voracia con la quale, in certi momenti, attaccano le radici delle piante. Gli effetti tristi della, loro presenza negli orti, nei giardini, nei campi ed altrove, non si manifestano d’un tratto, giacchè cominciano poco per volta e si aggravano rapidamente nel terzo e nel quarto anno, secondo i luoghi, avanti l'epoca del loro sviluppo completo. Nel primo anno, infatti, giovandosi dei detriti vegetali e di radici sottili, ed essendo ancora piccine, non hanno bisogno di rovinar molto per vivere, e danneggiano per ciò assai poco le piante; nel secondo anno invece, essendo cresciute di volume, e cominciando a lasciare da parte le sostanze orga- niche più o meno disfatte, attaccano e guastano una maggior PETIT 1, i em a I i CARATE quantità di capillizio radicale, tanto delle piante erbacee che delle legnose, specialmente quelle piccole, ottenute da seme, e ‘ tuttavia in semenzaio o in,piantonaio. Nella primavera del terzo anno, e per qualche mese anche nel quarto, dove le generazioni sono quatriennali, con grave pregiudizio delle diverse coltivazioni, le larve, essendo vicine al loro sviluppo completo, sono più voraci che mai, ed attac- cano perfino i rami grossi delle radici delle piante arboree, mangiandone la corteccia ed il legno più tenero sottostante. . Lo sfogliamento causato dagli insetti perfetti sulle piante legnose, intanto, oltre la perdita dei prodotti dell’anno, im- porta disturbo nel processo di lignificazione ed un estenuamento che può compromettere anche la produzione del secondo anno, la quale in ogni modo sarà sempre più scarsa dell’ordinario; ma non si ha quasi mai la morte delle piante. Gli alberi, gli alberelli e gli arbusti le cui radici sono attaccate e rose nella corteccia e nell’ estremità più tenere dei rami, in generale in- gialliscono nel fogliame, i fiori cadono prima dell’alligamento dei frutticini, e questi stessi, se formati, seguono la sorte di quelli. Le piante erbacee e le stesse piante legnose, che si trovano ancora nei piantonai, invece, appena colpite dalla Me- lolonta appassiscono quasi subito, e, se non si soccorrono in tempo, muoiono. Le piante morte o presso a morire, avendo perduto quasi tutte le radici, si svellono con una facilità sor- prendente. _Il Rubens, trattando della entità dei danni che i dormen- toni fanno all’agricoltore, riferisce che nel 1886 il principato di Halberstadt subì una perdita di talleri 1,433,564, ed altri 40,000 ne perdette il comune di Ludveide (Trier). Nello stesso anno il Reiset in Francia calcolava che solo nel dipartimento della Senna inferiore si ebbero 25 milioni di lire di danni, i quali in soli 160 comuni ammontarono a L. 2,638,702. Dal 1864 al 1866, dice il Kiinckel d’Herculais, che nel territorio di Saint Quentin le barbabietole furono devastate, e che nel 1868 su 10 mila Ea. di superficie, la perdita fu stimata pari — 3388 — a 160,000,000 di kg. di radici. Il sig. Brocchi confrontando la produzione delle radici di barbabietole degli anni nei quali non vi fu infezione con quella degli altri che sofferse i danni della infezione, dà le cifre seguenti: 1° senza vermi bianchi, o dormentoni. anno 1358 produzione delle radici per Ea. Kg. 21,000 » 1859 » » » 23,000 » 1861 » » » 25,000 2.° con vermi bianchi -o0 dormentoni. anno 1857 produzione delle radici per Ea. Kg. 5,000 » 1868 » » >» 9,800 » 1862 » » >» 14,900 (0) D’onde risulta una perdita dei ‘/, alla metà della intera pro- duzione per ettara, quando la coltivazione è molestata dalle larve della Melolonta. Il sig. Formey, in fine, ritiene che at- tualmente ogni anno si perda un quinto in media della pro- duzione, ed i professori Blanchard, Girard, De Lacroix ecc. non dubitano di asserire che la perdita annua in Francia, per dato e fatto della Melolonta risale a circa 300 milioni. Passando poi dalle piante erbacee alle piante arbustive ed arboree, bisogna osservare che, i danni che queste soffrono non sono meno considerevoli. Il Girard, in fatti, riferisce che nelle pepiniere forestali di Versaglia, nel 1860-62, perirono circa 1,000,000 di piante; che nel 1890 le pepiniere dei dintorni di Orleans subirono danni per circa 2.000,000 di lire, senza con- tare le migliaia di piante rovinate dall’insetto nei giardini e negli orti intorno alla città di Parigi. Anche il Boisduval in- fatti ricorda che nel 1867 uno solo di questi orticultori fu danneggiato per circa 30,000 lire. Il Ratzeburg poi, trattando dei guasti che i vermi bianchi fanno alle piante da bosco, as- serisce che nel 1835 intere seminagioni forestali furono di- strutte, mentre il Deschiers ricorda che la semina ripetuta di eaggn i ghiande su sei ettare di superficie fu annientata tre volte in cinque anni. I danni che la specie arreca in Italia non sono da para- gonarsi a quelli che comunicano dalla Francia e da altri paesi, ma non sono per questo da trascurarsi. L’agenzia dei tabacchi di Comiso in Sicilia, per non dire dei guasti frequenti che hanno luogo nel Piemonte, nella Lombardia e nel Veneto, ri- ferisce che la Melolonta arreca danni notevoli a quelle colti- vazioni (Targioni Tozzetti). Le altre agenzie per la coltiva- zione delle stesse piante hanno notizie consimili, ed a me consta che nella primavera di quest'anno l’ insetto, insieme al Pentodon ha minacciato gravemente le coltivazioni di Barba- bietola che si fanno nel circondario di Forlì. Condizioni favorevoli e condizioni contrarie allo sviluppo della Melolonta. Le regioni temperate, non dominate dai venti e dalle pioggie continue, nè soggette a sbalzi improvvisi, per quanto straordinari di temperatura, durante l’ inverno e nella prima- vera; i luoghi con terreni profondi e freschi, bene lavorati, concimati abbondantemente, e quelli non troppo umidi e ric- chi di radici, offrono condizioni che favoriscono a meraviglia la moltiplicazione dell’ insetto, il quale ne profitta a danno dei raccolti presenti ed avvenire. I venti forti e freddi, che di primavera riescono talvolta ad arrestare momentaneamente lo sviluppo vegetativo, mole- stano anche gli insetti perfetti usciti dal terreno, e ne di- sturbano gli accoppiamenti, i quali, essendo allora necessa- riamente brevi e poco efficaci, si ha la fecondazione e la de- posizione di un minor numero di uova, e però la riduzione della specie in più stretti confini. L’azione nociva del vento sull’ insetto è resa anche più molesta dalla caduta contemporanea delle pioggie, e quando — 390 — queste e quello sono violenti, se coincidono col momento nel quale le femmine si preparano alla deposizione delle uova la infezione può essere decimata ed anche distrutta. Quanto alle larve, gli abbassamenti abituali, ordinarii di temperatura, durante l’ inverno, non riescono loro micidiali, e quando i freddi sono eccezionali, se danneggiano le larve, ro- vinano anche le piante, e più sicuramente queste che quelle. Potrebbero i freddi essere intempestivi, come di primavera per esempio, ed allora sorprendendo le larve presso la super- ficie (dicono alcuni) potrebbero danneggiarle; ma chi conosce la rapidità con la quale questi bruchi attraversano e si appro- fondono nel terreno, non può dar molto peso neanche a que- ste cause troppo eccezionali di distruzione. Per uccidere vera- mente le larve col freddo bisogna scovarle nel terreno e portarle alla superficie; ma di ciò ci occuperemo parlando delle lavorazioni del suolo e dei mezzi di difesa. Le larve della Melolonta, che, come abbiamo detto, nelle condizioni ordinarie hanno bisogno di abbondanti materiali di nutrizione, resistono poi potentemente anche all’ azione della fame. Il Vibert dice di averle trovate nei terreni sodi, sprov- visti di radici, e se ne meraviglia; ma noi le abbiamo viste prosperare per quasi un anno in un terreno composto da noi stessi di sabbia e di poco terriccio, senza radici vive, 0° morte, osservando che in queste condizioni, non trovando altro, le larve mangiavano la terra che emettevano sotto forma di escre- menti. Raccolti questi escrementi terrosi in un vaso solo, e inumiditili con acqua, le larve che vi ponemmo vissero, per un certo tempo, ed ingrossarono quasi come se si fossero trovate nel terreno dei giardini e degli orti. Mezzi di distruzione. Oltre le cause meteoriche che contrariano la moltiplica- zione e la diffusione della specie, vi sono le limitazioni dovute alla voracia di qualche insetto, come i Carabus, i Procrustes — 391 — e diversi altri animali, fra cui il Tasso, il Riccio, la Volpe, la Martora, la Faina, la Talpa, il Corvo, la Cornacchia, lo Storno, e diversi animali domestici, come il Maiale, la Gallina, il Tacchino, l’Anatra e l'Oca. Che valore bisogna accordare all’ azione benefica di tutti questi animali? Il loro numero è certo considerevole, ma nel fatto pratico, avuto anche riguardo alla vita quasi completa- mente sotterranea dell’ insetto, essi possono molto poco, ecce- zione fatta per i maiali e per gli uccelli da cortile, che portati in gran numero durante le lavorazioni del suolo, nei campi infetti, riducono in modo considerevole la infezione. Qualche agricoltore ricorre poi all’ uso delle piante insetti- fughe, per allontanare la specie dalle coltivazioni. L'idea è vec- chia, ma questo, come gli altri suggerimenti del Samo se- gnalati da Plinio, non ha ragione di essere. Ma lasciando da parte 1 benefizî immaginarii, che dall’ uso dell’Aglio, della Cipolla e del Cavolo più specialmente alcuni vogliono ottenere contro l’insetto, passiamo a dire una parola di un micromicete che sviluppando nel corpo della Melolonta la uccide sicuramente. Le notizie di malattie infettive manifestatesi a diverse ri- prese nelle larve di questo scarabeo rimontano fino al 1861 col Keffel, il quale molto più tardi (1862) ne dava comunicazione al Nordlinger. Pochi anni dopo (1867) il Reiset notò anche lui che molte larve trovate morte nel terreno erano invase da un fungo riferito dal De Bary alla Botrytis bassianu (1869); nel 1880 l’Ispettore forestale sig. Klemme dava notizia all’Al- tum di aver notato una infezione nelle larve della Melolonta (1); nel 1889 il sig. Vivien consigliava la infezione delle larve con questa Botrytis, e finalmente dobbiamo al sig. Le Moul la scoperta della Botrytis tenella, che egli trovò nel mese di (1) Il sig. Metschnikoff aveva scoperto di già sull’ Anisoplia austriaca, V Isuria destructor, altro fungo parassita, ìl quale, coltivato a scopo industriale dal Krassil- chik di Odessa, nel 1884 fu applicato con molto vantaggio per distruggere il Cleonus punctiventris delle Barbebietole, in Russia. — 392 — i giugno del 1891 nei campi infetti di Céaucé (Orne). L’A. ebbe cura di fare qualche ricerca sulla efficacia del fungo, e avendo visto che le larve sane a contatto di quelle ammalate si infet- tavano e morivano anch’esse; ed avendo inoltre osservato che nel campo dove nel giugno aveva scoperta la presenza del fungo, questo, tre mesi dopo (settembre) vi aveva già com- promesso i tre quarti circa delle larve, concluse che si trat- tava di un vero e potente parassita della Melolonta. Per servirsene il sig. Le Moul consiglia di produrre arti- ficialmente, in grande, le spore, servendosi come mezzo di svi- luppo, degli stessi Vermi bianchi, ed in mancanza, della gela- tina, della carne di vacca e per fino delle fette di patate. Per infettare con esse le larve della Melolonta si procede nel seguente modo. Nel fondo di un vaso di argilla si forma uno strato di terra di un centimetro circa, sì spruzza questo leggiermente con acqua, e messevi le larve si impolverano con le spore della Botrytis. Si chiude il vaso con assicelle di le- gno, si mette su queste una pezzuola bagnata, per mantener sempre l’ambiente umido, e si porta il vaso col terreno, al co- perto dal sole. Dopo alcune ore le larve sono già infette e si possono distribuire in altri vasi con terra ordinaria, d’onde poi si trasportano direttamente nei terreni infetti di Melolonta. Questa operazione va fatta quando le larve infettate hanno preso il colore vinoso (caratteristica della infezione), e quando le larve sane, che sono nel terreno, si trovano verso la su- perficie del medesimo (aprile-maggio, settembre-ottobre). Le larve sane venendo allora a contatto con quelle infette, si ammalano, comunicano la infezione alle altre, e muoiono. Le larve morte, del colore sopraindicato, mummificano ed i fili micelici bianchi della Botrytis, dal corpo dell'animale si esten- dono per qualche centimetro, anche nel terreno circostante. Come s'intende, la infezione non si comunica che per con- tatto, e da ciò deriva la necessità di disseminare in grande quantità le spore nel terreno se si vogliono ottenere gli effetti desiderati. Le Moul ha detto che a questa diffusione del fungo — 393 — provvedono le lavorazioni del suolo, portando con esse alla superficie le larve morte coperte di spore, e che il vento contribuisce non poco a disseminarle, anche nelle contrade li. mitrofe. E sta bene; ma non bisogna dimenticare però che se le spore non incontrano le larve, non si ha l'infezione, e che l’incontro non sia tanto facile, poi, si può rilevare dalla vita completamente sotterranea delle larve medesime. A questo punto ci potrebbero osservare che gli effetti della Isaria destructor sul Cleonus punctiventris, in Russia, furono sorprendenti; e noi non vorremmo che fosse altrimenti per la Melolonta, però non sara inutile di notare che la vita di quello è affatto diversa dalla vita di questa. Ma all'uso della Botrytis tenella per distruggere la Melo- lonta bisogna fare un altro appunto, ed è che le spore del fungo, come da esperimenti fatti, attaccano violentemente ol- tre la Melolonta, anche il baco da seta, proprio come fa la Botrytis bassiana; sicchè diffondere le spore della 5. tenella, val quanto dire diffondere la malattia, che tanto, da noi ha funestato e funesta l’allevamento del filugello. Compressione del terreno. Passando sul terreno con cilindri pesanti, se ne comprime la superficie in modo che le femmine dell’insetto, dicono al- cuni, troverebbero difficoltà a deporre le loro uova; ma noi siamo d’avviso che, specialmente dove il terreno è soffice e sciolto, non si può comprimere mal abbastanza per ottenere lo scopo desiderato. Nei terreni tendenti al compatto poi non vi è nemmeno da parlare di compressione, perchè il danno certo supera di gran lunga il benefizio che si vorrebbe ottenere, ricordando in ogni caso che la Melolonta, quando non trova terreni migliori, non rifiuta i luoghi mai lavorati, o lasciati lungamente incolti. Qualcuno, come mezzo di prevenzione agraria, oltre le ci- lindrature del terreno, consiglia di ritardare le lavorazioni del Ano e: suolo, senza pensare che in agricoltura ogni operazione si fa in un periodo determinato di tempo, oltre il quale bisogna rinunciarvi, e che, in ogni modo questo ritardo non potrebbe giovare alla difesa per le ragioni sopraindicate. Mezzi di aguato. Sono piccoli mezzi di difesa che hanno dato risultati sod- disfacenti, tanto contro gli adulti, quanto contro le larve; ma non si possono applicare che per la disinfezione degli orti e dei giardini. Le femmine della Melolonta, al momento della deposizione delle uova, se trovano dei cumoli di sabbia e concime bene disfatto, vi accorrono in buon numero e vi affidano le uova. Dopo un mese circa, nate le larve, si trattano quei cumoli con acqua bollente e si distrugge ogni cosa. Per liberare invece una coltivazione di piante ornamentali, per esempio, dagli attacchi delle larve, basta (fino ad un certo punto) piantare abbondantemente, fra i filari di quelle, la Lat- tuga, la Romice, la Fragola, le radici delle quali sono prefe- rite dall’insetto. Ma fermarsi a questo punto, secondo noi, non basta; gli agricoltori dovrebbero al. momento opportuno, indi- cato dall’appassimento di queste piante, zappare accuratamente fra esse e uccidere le larve che vi si trovano. Raccolta ed uccisione delle larve. E uno dei mezzi colturali più seri per la difesa contro la Melolonta. L'operazione, in generale, si fa di primavera e di autunno, zappettando accuratamente il terreno quando le larve sono a pochi centimetri dalla superficie e rovinano le radici delle piante. Per rendere il lavoro più efficace, con saggi preliminari bisogna vedere, punto per punto, la profondità pre- cisa o quasi, alla quale si trovano le larve. Invece dei lavori superficiali di maggio e di ottobre, pos- i E Ù Te n liberi irta — 395 — sono farsi i lavori profondi durante l’ìnverno, e la distruzione delle larve non è meno sicura, perchè quelle raccolte, a buon conto, si schiacciano, e le altre che sfuggono moriranno per la maggior parte di freddo. © Sia nel primo, sia nel secondo caso, gli strumenti da lavoro potrebbero essere seguiti, oltre che dalle donne e dai ragazzi, assal svelti nella ricerca e nella raccolta delle larve, dai vola- tili domestici e dai maiali, che ne distruggono una grande quantità (1). Uso degli insetticidi. Per quanto con intendimenti diversi, l’uso delle sostanze insetticide contro i bruchi della Melolonta, risale al Ratzeburg, il quale, venuto a conoscenza dell’avversione che quelli hanno per il catrame, consigliò di spalmare con esso delle foglie di querce e di sotterrarle fra i filari delle giovani piante, per al- lontanarli; il Pissot ed il Reiset consigliarono le annaffiature con acqua di catrame al 3 |, il De La Blanchère, pro- pose la soluzione di Naftalina, ed il prof. Targioni nel 1881 richiamò l’attenzione degli agricoltori sull’uso del solfuro di carbonio, del solfuro di calcio e del solfocarbonato di potassa come insetticidi e non come insettifughi. Il solfuro di carbo- nio iniettato nel terreno nella quantità di 300 ai 350 kg. per ettara, se il terreno si presta, basta perchè i vermi bianchi restino per la massima parte distrutti. Nei terreni troppo sciolti o troppo compatti la sua efficacia contro le larve è molto dubbia. I (1) L’Ispettore forestale sig. Witte, per la distruzione delle larve della Melolonta, ha proposto un meccanismo « il Larvicida Witte » formato essenzialmente di una piastra di ferro armata inferiormente di punte Cello stesso metallo, le quali confic- candosi nel terreno, dove incontrano le larve, le infilano. Le operazioni con questo mezzo di difesa costano circa 90 lire per ettara. È un mezzo del quale non si può far sempre uso, ed a tempo opportuno potrebbe riuscir comodo negli orti e nei giardini dopo la raccolta, o prima della semina e del piantamento dei vegetali. E STE SERIA LN Delta gpl In questi terreni, e per quelli sciolti specialmente, meglio delle iniezioni di solfuro puro, è consigliabile l’uso del solfuro emulsionato secondo la formola Solfuro di carbonio .. . . SE Mele ro dc, 550) Pasta o sapone di catrame (fatta con a vege- tale kg. 5, e carbonato di potassa o di soda kg. 5) . » 10 Acqua. te ele ROS Per preparare il liquido si scioglie il carbonato di potassa o di soda, a caldo, in una eguale quantità di acqua, e la so- luzione si mescola convenientemente col catrame(1). Si scioglie il miscuglio catramoso alcalino nel solfuro di carbonio, ed il prodotto diluito con l’acqua sopraindicata, si distribuisce con gli annaffiatoi nei solchi del terreno. L'operazione col solfuro di carbonio puro, nei terreni adatti per le barbabietole, si fa verso la fine dell'inverno (marzo) e alla fine di autunno (novembre) quando le larve si sono bene approfondate nel terreno. Nello stesso tempo si faranno le applicazioni del solfuro al catrame per i terreni sciolti. Per tentare la difesa durante la primavera, quando le larve sono alla profondità di 8 a 15 centimetri converrà diluire fino al 20 °, di solfuro la solu- zione, con acqua, e versare il liquido nei solchi aperti fra i filari delle piante, per ricoprirli mano a mano che vi si versa l’insetticida. Per difendere con gli insetticidi le piante legnose. ancora in piantonaio, i solchi si aprono negli interfilari, se pure non sarà più conveniente scalzare le piante e disinfettarle isolata- mente. La quantità di liquido da usare per metro quadrato varia col grado della infezione e la natura del terreno infetto, ma non deve contener meno di 20 a 25 cme. di solfuro di car- bonio. Il trattamento, nocivo per le larve, non danneggia me- (1) Si versi, poco per volta, e si agiti il catrame nella soluzione alcalina, levando ogni volta, se occorre, il liquido dal fuoco, perchè con lo sbollimento non si versi. i È Ò È E È; : : i Ù Si e AMT di a nt 1 5 Ù N i i > È P È i 3 DR nomamente le piante, le quali sarebbe assai prudente affidare a terreni previamente disinfettati. In tal caso le disinfezioni sarebbero preventive e non curative, ma sempre più comode e relativamente ad effetti più utili, se non meno dispendiose. Distruzione delle ninfe. Gli scrittori di entomologia agraria preoccupandosi forse troppo della profondità alla quale le ninfe si trovano, hanno richiamato l’attenzione dell’agricoltore solamente contro le larve e gli insetti perfetti. Ma bisogna rilevare che le lavora- zioni del suolo, trovate. tanto utili per la distruzione delle larve, fatte profondamente, sono addirittura micidiali contro le ninfe, le quali, come si sa, anzitutto non si muovono, e sono poi tanto delicate che, esposte alle azioni dell’aria, del calore e dell’ nmidità, si allividiscono e muoiono. Rompendo, infatti, il terreno e portandone le zolle con le ninfe alla superficie, la maggior parte di queste perisce immancabilmente, e con lo sgretolamento delle zolle non ne sopravvive neppur una. Le larve sono assai più resistenti delle ninfe e quando la stagione è mite, anche coperte di poca terra, possono più fa- cilmente sopportare il rigor dell’ inverno; va da se poi che nella primavera e nell'autunno, per quanto attentamente ricer- cate, essendo allora in piena attività, una parte di esse trova sempre modo di sfuggire e di nascondersi nuovamente nel terreno. Raccolta degli insetti perfetti. Fatta per tempo e bene, la raccolta degli insetti perfetti costituisce un mezzo assai potente di difesa. Le ore più oppor- tune per praticarla sono quelle del mattino presto, perchè al- lora la specie, per effetto del freddo, appena si regge sulle piante, sicchè basta scuoterle per farla cadere e raccoglierla sopra lenzuoli distesi di sotto. Per procedere con maggiore sollecitudine nella raccolta de- gli insetti, ogni tre operai dovrebbero essere forniti di un — 393 — lenzuolo lungo m. 3 e largo 2, con un apertura circolare nel mezzo alla quale sia affidato solidamente il collo di un sacco della capacità di 40 a 50 dmc. Il sacco, che serve per ricevere volta a volta le Melolonte raccolte, porterà nel fondo uno due kg. di nafvalina che serve a stordirle e a tenerle facil- mente al loro posto. Il lenzuolo preso da-due operai per le estremità, si terrà a barca sotto le piante infette, tenendolo sollevato dal suolo di tanto per quanto è alto il sacco, men- tre che il terzo operaio scuote i rami delle piante e fa cadere gli insetti, che scivolano direttamente nel serbatoio. La bontà del mezzo che proponiamo, nella pratica, sta nella possibilità di fare la raccolta senza arrecar danni sen- sibili alle coltivazioni erbacee, che si trovano negli interfilari delle piante arbustive ed arboree: piante erbacee che reste- rebbero schiacciate sotto il lenzuolo ed i sacchi, che gli operai si devono trascinar dietro, quando sacco e lenzuolo non fosser uniti ed adoprati nel modo indicato. Per far cadere, stando da terra, gli insetti dalle piante riesce molto comoda una pertica armata di uncino alla estre- mità, per prendere i rami e scuoterli successivamente senza danneggiarli. Alcuno, come per esempio il Whitchead, suggerisce anche l’uso delle reti, di notte, mettendo vicino a quelle delle lan- terne accese per richiamare gli insetti, da scovare battendo con pertiche fra la chioma degli alberi infetti. Un altro mezzo per raccogliere gli insetti perfetti, di notte, è quello riferito dal signor A. Fedele, e che si pratica nel Belgio, collocando fra gli alberi dei tinelli con le pareti spal- mate di catrame. Chi l’ha visto afferma che mettendo in cia- scuno di essi una lanterna, la luce richiama specialmente le femmine della Melolonta, quando volano sul terreno per de- porvi le uova, e che, battendo contro le pareti incatramate del recipiente vi restano impaniate. Si usa forse del catrame vegetale? L’A. non lo dice, ma a meno che non si voglia riferire al catrame del gas, non potrebbe essere altrimenti. a aggrao Il dott. Coglio poi, invece, dei tinelli ha proposto l’uso delle lastre di vetro fornite posteriormente di lanterne cieche, e al disotto di queste un sacco per raccogliere gli insetti. Egli ‘ dice che a questo modo lè Melolonte attirate dalla Iuce vi accorrono in gran numero, e che battendo contro le lastre ca- dono nei sacchi. Malgrado tutto però questi mezzi non si possono ragione- volmente sostituire a quello molto più economico della rac- colta diretta, al quale danno importanza, fra l’altro, le cifre appresso indicate, dalle quali resulta che non sarebbe poi dif- ficile con esso liberare. i campi ed i pomarî dalla presenza dell’insetto. insetti perfetti raccolti dal 1835 al 1887 nei varii paesi di Europa. Lrozo Cello iniezione dice 23 Co Sat ee. 1835 155,000,000 Quedlinbiro ss e 1836 33,340,908 Staliza nd E 1360 22,820,000 Muepsla, oso) N 1864 3(8,594,000 Caisse (Senna i) ox 1867 1,149,000,000 SERCONE I a ERE 1868 1,590,000,000 larzoecodopR = een 1868 18,000,000 Mirwrbomber e 1872 231,000,000 Goron = 1887 90,000,000 Uccisione e utilizzazione delle larve e degli insetti perfetti raccolti. Tanto le larve, quanto gli insetti perfetti essendo appetiti dai polli e dai maiali, allo stato fresco e secco, si possono ado- . prare come alimento. Se poi fossero in grande quantità, e non si volessero adibire all’uso indicato, dalle larve specialmente si potrebbe estrarre una quantità di olio non indifferente, ed avere nei residui un concime assai ricco in azoto ed in acido . fosforico. Dalle analisi del Stòchardt si rileva infatti che 100 parti di Melolonta contengono 9,6 di Azoto, 11,5 di grasso, e 4,2 di acido fosforico, più 74,7 parti di sostanze organiche diverse. È MAGN Per uccidere le larve della Melolonta è stato consigliato di immergerle nell’acqua bollente, nelle soluzioni di naftalina, o di gittarle in una fossa e coprirle di calce viva, o di cloruro di calce polverizzato. Per uccidere gli insetti perfetti il dottor Meyer ha suggerito l’uso del solfuro di carbonio in recipienti ermeticamente chiusi, e nella quantità di un centimetro cubo per ogni tre ettolitri di maggiolini. Larve ed adulti però si potrebbero mettere in una solu- zione di carbonato di potassa al 10 °/, e stratificarli, dopo pochi minuti, con terra, spargendo volta a volta sui muc- chi la soluzione lisciviosa. Con tutto questo, dalla utilizzazione delle Melolonte non si ricava che un ben troppo magro compenso, di fronte ai danni che la infezione porta nei coltivati; ma è sempre un com- penso e non bisogna disprezzario. Conclusione. In massima la durata del ciclo vitale dell’ insetto, in Ita- lia, è di tre anni nei piani e nelle colline, proprio come si era osservato in qualche luogo della Francia. Però il tempo della comparsa degli adulti, degli accoppiamenti, e della na- scita delle larve, è notevolmente in anticipo da noi; mentre il tempo della discesa delle larve stesse nel terreno, per la iber- nazione, si protrae fino a tutto il novembre. Diversa è anche la profondità alla quale le larve allora si trovano, profondità che non arriva mai o quasi mai ai quaranta centimetri, e tanto meno ai cinquanta, nonostante qualcuno, anche in Ita- lia, abbia registrato la profondità di un metro e più. Le stesse osservazioni si possono fare per le ninfe, che non di rado si trovano alla profondità di venti centimetri al pari delle larve. Quanto poi ai mezzi di difesa, lasciando da parte l’uso delle spore della Botrytis tenella nei paesi dove si fa l’alleva- mento del Baco da seta, e limitando l’uso degli insetticidi, agli orti, ai giardini, ai piantonai, ed in generale ai luoghi ARRE I III fatidica tiro piaciileipgieti e ‘coltivati intensivamente, riteniamo che i mezzi migliori per la distruzione della Melolonta siano due: la raccolta e la di- struzione successiva delle larve e degli insetti perfetti. La di- struzione delle larve riesce meno costosa al momento delle la- vorazioni superficiali e profonde del terreno; ma per quanto più cara essa è ugualmente sicura con l’uso degli insetticidi (solfuro di carbonio) adoprati nella quantità di 300 a 500 Kg. per ettara. Il solfuro di carbonio puro va usato alla fine dell’inverno o alla fine dell'autunno; quello con l’acqua, nella primavera e nell’estate. 6 PENTODON PUNCTATUS Villers. Questo coleottero lamellicotne, proprio dell'Europa meridio- nale e di una parte dell'Europa centrale, è stato indicato alla scienza, prima, con i nomi di Scaradaeus punctatus Vill., e di Geotrupes punctatus Fab., o di Scarabaeus punctulatus Rossi, e poi con l’altro di Pentodon punctatus Hope col quale l’ho sopra ricordato. Non so con quanti altri nomi la pratica ad- diti alla presenza di questo insetto; so “che è da questa poco conosciuto, e che mentre in Francia col nome di vermi bdian- chi o vers blances ne confondono la larva con quella del Mag- giolino (Melolontha vulgaris Fab.), la stessa confusione si fa da noi con nomi di dormiglioni, o tormentoni, malgrado le in- dicazioni volgari di dacherozzo, bacherone, zurrone, piattola, prete, scarabeo fingîti morto, cuoio duro, e gli altri, che la pra- tica italiana ha dato specialmente per essa. Il primo, che io sappia, a richiamare l’attenzione degli agricoltori sui danni che la specie fa da noi fu il compianto | prof. Piccioli (1) che la trovò nocevolissima agli ortaggi dei (1) Bull. Soc. Entom. ital., an. XIV, pag. 142. 26 — 402 — dintorni di Firenze, segnatamente all’indivia ed alla lattuga. | Vengono poi le osservazioni delle Agenzie per la coltivazione del tabacco, consegnate nel lavoro del Targioni (1); ma nes- suno ha seguito la specie nelle sue trasformazioni e le notizie relative alla natura delle uova sono interamente sbagliate. Descrizione dell’insetto nei suoi diversi stati. Uovo. L'uovo di questo Pentodon è ovato raccorciato, un terzo circa più lungo che largo e con l’asse maggiore della lunghezza di tre millimetri circa. Il suo colore è bianchiccio, quasi ialino appena esce dal corpo della madre; ma poi muta subito di co- lore e tende nettamente all’isabellino chiaro, opaco. La super- ficie del guscio è liscia. Fig: C. 1 2 5 Fig. C. — 1, Uova di Pentodon punctatus a grandezza naturale. — 2, Uovo dello stesso ingrandito ed a confronto di quello della Melolonta, 3, egualmente ingrandito. Paragonando queste uova con quelle della Melolonta vedo che diversificano bene nella forma, la quale è obovata, e, fino — a un certo punto, anche nella scultura, che, nelle uova della Melolonta, secondo la figura del Ratzeburg, è punteggiata. | La grandezza è quasi la stessa. LARVA. B: La larva è biancastra, semicilindrica e piegata ad arco. sulla faccia sternale, che è piana. | n (1) Animali ed insetti del tabacco in erba e del tabacco secco, pag. 55. a ga era L'animale è alquanto ristretto in corrispondenza del 5°, del 6° e del 7° anello, sui lati, con la testa ferruginea al pari delle zampe o quasi, ed il segmento anale ottuso all’apice, roton- dato, inciso, dall'apertura anale larga, con margini interi, e la faccia sternale provvista di peli ispidi, brevi, alla rinfusa. È Fig. D. — 1, 2, Larva della Melolonta con la mandibola sinistra e l’ultimo anello o sacco addominale. — 3, 4, larva del Pentodon, con la stessa mandibola a, ed il sacco d, per confronto. Il capo d'altronde è più largo della metà del primo segmento del corpo, leggiermente rugoso-granulato, col 4° articolo delle antenne poco più corto del 2°, coll’angolo anteriore protratto inferiormente in una punta lunga per un terzo dell’articolo estremo, che è fusiforme ed acuto nell’apice. Le mandibole, lunghe, robuste, sono dal lato (ito alla base, dilatate, troncate obliquamente e bidentate all’apice, sol- cate di sopra, e di sotto con l’area stridulante ellittica, quattro volte più lunga che larga e traversalmente striata. NINFA. Di questo stadio dell’insetto conosco la cella terrosa sol- tanto nella quale la larva al termine del suo accrescimento si chiude; cella terrosa che per la forma largamente ovata più che a quella della Melolonta si avvicina a quella della Ceto- nia aurata o Moscon d’oro. È lunga cm. 3,3 per cm. 1,5 circa. FRA gg e INSETTO PERFETTO. L'insetto perfetto è nero lucente di sopra ed ovato allun- gato col capo trasverso, ora più largo (forma laticefala Tar- gioni) ora più stretto, nel quale l’epistoma è triangolare, tron- cato, tridentato col dente mediano più piccolo dei laterali che sono anch'essi minuti; la sutura fra la fronte e l’epistoma é rilevata, arcuata e bitubercolata nel mezzo; protorace coperto di punti più rugulosi davanti; le elitre posteriormente più lar- ghe, ma più corte «lell’addome, percorse da tre costole poco rilevate separate da intervalli larghi, sottilmente rugosi, pun- teggiati. Fig. E Fig. E. — 1, Pentodon punctatus allo stato di adulto (forma laticefala Targ., Pentodon pimelioides Costa?) col capo A ed il pigidio C ingran- diti. — 2, forma ordinaria, col capo B ed il pigidio D, ingranditi. Biologia. A differenza della Melolonta, della quale le grandi appari- zioni hanno luogo nel maggio e nel giugno soltanto, quelle del Pentodon cominciano numerose già nel mese di aprile e si protraggono così fino al mese di agosto, senza contare le com- parse precoci della fine di marzo e delle altre ritardate del settembre, dell’ottobre e, talvolta, per fino del mese di novembre. | — 405 — Gli accoppiamenti cominciano verso la fine di marzo nei luoghi molto meridionali, come ho visto nel Napoletano, nelle Calabrie e nella Sicilia; nel'centro e nell'Italia superiore quelli hanno luogo nella prima e nella seconda metà di aprile, e si protraggono fino al termine delle apparizioni indicate. Le femmine dopo l'accoppiamento si approfondano nel ter- reno e vi operano la deposizione delle uova, ciò che ha luogo al piede e fra le radiche delle piante erbacee spontanee e col- tivate. È Darò altrove il nome e l’elenco di queste piante; qui dirò che non ho mai potuto contare rigorosamente il numero delle uova che ogni femmina depone, o quanto meno questo numero varia di molto, giacchè ne ho trovate da trenta a sessanta nelle cassette di allevamento, pari o quasi al numero delle larve che poi da esse, poco per volta, son venute fuori. Le uova le ho trovate sparse ed a gruppi di due o tre, e raramente di più. i La nascita ha luogo dopo tre o quattro settimane circa, e le larve piccolissime, ma della forma caratteristica, intaccano ogni sorta di sostanze vegetali viventi e morte. i Molto discrete in principio, queste larve, col crescere, di- vengono voracissime, e rodono avidamente le radiche ed il col- letto delle piante fra le quali si trovano, e le piante colpite appassiscono e muoiono come quelle attaccate dalla larva del maggiolino. Il costume delle larve seguita poi come quello della Melo- lonta, al pari della quale, coll’appressarsi dell’inverno scendono più profondamente nel terreno, e si dirigono verso la super- ficie con î nuovi tepori primaverili. La profondità alla quale d’altronde questi bruchi si trovano nella bella stagione è indicata volta a volta da quella delle radici delle piante delle quali si nutrono, da una diecina ad una quindicina di centimetri circa. D'inverno la profondità è quella di trenta centimetri, e per ciò, in una stagione e nelle altre, esse sono sempre a portata — 406 — dei ferri e degli strumenti adoperati dagli agricoltori nella la- vorazione del terreno. Come il primo le larve passano anche il secondo anno; alla primavera del terzo compiono l’ultima muta, fanno sentire anche più grave il danno sulle piante, si chiudono nella loro cella terrosa e danno le ninfe. La ninfosi dura un mese circa e poi si ha l’insetto perfetto, che resta qualche tempo nella cella ninfale, per consolidarsi, e poi vien fuori, si accoppia e ripete i fatti che sono stati indicati. Piante nutrici. Le radici di molte piante sono ròse dalle larve di quest’in- setto, il quale non risparmia nemmeno quelle delle piante le- gnose dei semenzai e dei piantonai; ma quelle delle piante erbacee fanno le spese ordinarie del suo mantenimento. Fra le piante erbacee intaccate dalla larva del Pentodon i pratici hanno indicato anche quelle del formentone e ritengo che non debbano essere escluse, ma le preferenze sono per le radici della famiglia delle Composte o delle Asteracee, fra le quali, non ostante, i Sonchus sono la stazione abituale della specie; mentre per le piante coltivate fra le preferite si ri- cordano quelle della Lattuga e dell’ Indivia. Le altre piante ortensi sono quasi egualmente ricercate, e ricercate pure sono le altre della Barbabietola, della Carota, e dello stesso tabacco, che la pratica ha trovato danneggiato. Danni. I danni che le larve del Pentodon portano alle piante nelle coltivazioni delle barbabietole sono gravi, perchè le pianta- gioni, quando le larve sono grosse, specialmente, e prossime ad incrisalidare, se il loro numero è sufficiente, la coltivazione può essere completamente distrutta, o soffrire nel raccolto di- minuzioni pari a quelle attribuite alla presenza della Melolonta. 2 E pra ago Mezzi naturali ed artificiali di distruzione. 5 . Li ° . . » . I mezzi naturali che contrariano, e gli altri che favoriscono la diffusione del Pentodon sono identici o quasi a quelli ricor- dati per la Melolonta. Quanto poi ai mezzi artificiali di difesa, la raccolta degli insetti perfetti va fatta, non sugli alberi, come per la specie precedente, ma nel terreno delle coltivazioni quando si lavora, e alla superficie del terreno stesso e della striscia dell’altro che lo circonda, più tardi. A questo riguardo non sarà male di ricordare l’utile che si può ricavare dall’attività dei ra- gazzi, 1 quali, mercè un tenue compenso, possono raccogliere moltissimi insetti e liberare i campi dalle successive invasioni. La difesa contro le larve e contro le ninfe si esplica con i mezzi e le norme indicate per la Melolonta. Per le larve del Pentodon però ho potuto notare in più che sono molestate efficacemente dal petrolio nero e dal catrame, però la quantità di questa sostanza, necessaria allo scopo desiderato, non è di 5 nè di 10, ma di oltre i 150 ai 200 kg. per ettara (1). Per chi volesse tentarne l’uso nella pratica potrebbe impre- gnare con essa degli stracci, della paglia, della loppa, della pula di frumento, o delle foglie di altre piante, e sotterrarli alla profondità di una diecina di centimetri circa, fra i filari delle barbabietole che si vogliono difendere. Chi non volesse, o difettasse del materiale indicato, potrebbe ricorrere all’uso della terra insetticida, che si prepara mesco- lando sette od otto quintali di terra ordinaria, polverizzata, con l’olio di catrame, o col catrame del gas, nella quantità ricordata. Il momento dell’applicazione è quello nel quale si avvertono i primi danni. (1) A questo scopo si può tentare anche l’uso della terra insettifuga della Ditta Petrobelli (Padova), e della polvere di Fenocianol della Ditta C. A. Craveri di Torino (Corso Marcelli, 21). — 408 — Un altro espediente, che potrebbe riuscire ‘anche più van- taggioso per la pratica contro le larve e gli adulti della spe- cie, è quello così detto della incamnellatura, con tanta fortuna, adoprato, per difendere le coltivazioni di tabacco in Italia. Con- siste nell’uso di cannelli di canna, di latta, di zinco, dentro i quali si fanno passare le piante, che si vogliono sottrarre al morso degli insetti. Fig. F. — 1, Cannello di latta senza la pianta a '/, della sua grandezza. — 2, Cannello spaccato per mostrare la piantina di Barbabietola fatta passare per esso. L'operazione, che a bella prima parrebbe complicatissima, è invece abbastanza semplice, come può essere quella di con- ficcare un cannello nel terreno, facendovi passare una pian- tina appena nata. Il numero notevolmente maggiore di barbabietole rispetto al tabacco, potrebbe essere un altro ostacolo alla introdu- zione di questo espediente per la difesa delle Chenopodiace da zucchero, ma esso sì risolve in una spesa che è relativamente leggiera, quando si pensi al costo poco notevole dei cannelli, in generale, alla necessità di provvedere con questi ad una — 409 — parte soltanto degli appezzamenti coltivati, all'uso ripetuto che sì può fare di essi negli anni successivi, e al benefizio che ogni volta se ne ricava. , D'altra parte, per risparmiare spese, è consigliabile l’uso, insieme, di questi cannelli e delle lavorazioni superficiali del terreno, passando successivamente, dagli appezzamenti più bi- sognosi di difesa a quelli dove la infezione è meno diffusa, per difendere, con poche migliaia di cannelli, una estensione piuttosto considerevole di coltivato. (Continua). INTORNO A DUE NUOVI NEMICI DELLA VITE Osservazioni preliminari del Dott. Gracomo DeL Guercio. e Uno di questi nemici, non avvertiti fin qui, è un piccolo Tisanottero, certamente diverso dai congeneri messi in vista, sulla stessa e sopra specie diverse di viti, in altri paesi e da noi. Fig. I. — A, Drepanothrips Reuteri Uz., O, molto ingrandito; a), lo stesso | a grandezza naturale. — B, uova molto ingrandite. — P, parte po- steriore dell’addome. — T, ultimi tre articoli delle antenne. = Fra i Tisanotteri trovati sulle viti in Europa ed in Ame- rica, Uzel annovera la T'Arips fiava Schrank (1), l’Heliothrips (1) Beytrige zur Naturgeschichte. Str. 3). (1876). — 4ll — haemorrhoidalis Bouchè (1), il Phloeothrips mali Fitch (2) e l’Heliothrips cestri Pergande (3), ai quali andrebbe unito 1’ 7eZio- thrips Syriacus Mayet (4), sfuggito alla critica e non compreso pertanto nella bella monografia dell’A. sopraindicato (5). Ora stando ai caratteri delle forme della specie da me stu- diata, esse, per le antenne di sei articoli e la terebra incurvata all’ingiù vanno certamente comprese nella moderna famiglia dei Tripidi e fra i generi con palpi mascellari di tre, ed antenne di sei articoli. Di questi generi di Tripidi ve ne sono due, il vecchio genere Aptinotkrips Hal. ed il nuovo genere Drepano- thrips Uzel, e poichè le forme del primo sono senza ocelli e senz’ali, quelle delle quali mi occupo si riportano al secondo. Del genere Drepanothrips intanto si conosce una sola spe- cie, la Drepanothrips Reuteri Uz., al pari della quale quella trovata sulle viti americane, in Italia, ha le femmine di color Raro ole Fig. II. — Maschio del Drep. Reuteriî, molto ingrandito. paglierino chiaro, lucente, col torace alquanto più colorito del- l'addome, e questo, con gli archi dorsali specialmente, a luce diretta, alquanto più infoscati. Il capo d’altronde è abbastanza (1) Bulletin Societe Entomol. Belg. XXIX. (1885). (2) H. Ossorn. The food habit of the Thripidae. « Ins. Life. U. S. Depart. Agr. Div. of. Entomology ». Washington, vol. I, n. 5. (1888). (8) Observations on certain Thripidae. « Ins, Life. » vol. VII. (1895). (4) Les insectes de la vigne, pag. 451 (1390). (5) Monografie Radu « Thysanoptera » pag. 387, (1895). — 412 — più largo che lungo, con occhi rosso-bruni quasi nerastri, ocelli rossi, ed antenne col primo articolo più corto ed alquanto più chiaro del secondo, che è giallognolo, mentre i rimanenti sono di color nerastro, e di essi, il terzo ed il quarto sono quasi uguali, ed il quinto è più lungo di tutti. Lungh. mm. 0.8 circa. Il maschio è alquanto più piccolo della femmina, col torace più largo del capo e dell’addome, che è alquanto ristretto nel mezzo, ed all’estremità dei lati del nono segmento porta un’ap- pendice ricurva, filiforme, che oltrepassa la estremità del decimo ed ultimo anello addominale. Le ninfe sono di colore quasi ialine, ma per la forma si- mili alle femmine, anche nelle antenne. Le proninfe sono più corpulenti, e con le antenne di 5 articoli, l’ultimo dei quali accenna a sdoppiarsi alla base. Fig. III. Fig. III. — A, Larva del Drep. Reuterì, molto InSrA DAL — B, Antenna della stessa molto ingrandita, Le larve si approssimano per la forma alle proninfe, ma se ne differiscono molto per le antenne nelle quali, degli ultimi — 413 — due articoli, il primo è sferico, piccolissimo, e subcilindrico, ma varicoso, e molto sottile l’altro. Le uova (Fig. I. B.), che le femmine mostrano per traspa- renza nell’addome, sono alquanto reniformi, chiare e di dimen- sioni varie, talvolta perfino tre volte più lunghe che larghe, come è indicato nella figura. Con questa specie, proveniente dai vigneti sperimentali di viti americane di Barletta, l’egregio prof. Del Noce me ne ha rimesse due altre, una comune, raccolta da me stesso nei vi- gneti sperimentali di Milazzo, diretti dal chiaro prof. Ruggeri, nel settembre del 1397, ed un’altra, molto rara, trovata anche i in Sicilia, insieme all’amico prof. La Fauci, nei campi speri- | mentali di Messina. Di esse dirò quando mi sarà dato prendere in esame le diverse forme delle quali si compongono. Qui dirò che la loro presenza e in particolare quella della specie descritta è riuscita piuttosto grave nei vivai sperimentali di Barletta, giacchè una parte considerevole del fogliame è restato stento, e, dis- seccando, è morto. Quando le lamine foliari sono bene spiegate e indurite 1 danni riescono evidentemente meno gravi, ma anche in queste condizioni, se per il numero degli insetti la infe- zione stringe, esse perdono egualmente il loro colore, nella pagina inferiore, e gli effetti ultimi, per quanto ritardati, non si differiscono gran cosa da quelli indicati per le foglie giovani. Per dare una idea delle alterazioni che questi insetti, pro- . ducono e del modo loro di estendersi sulle lamine foliari pre- sento qui la figura di una delle foglie meno infette, dalla quale i si vede che i Tisanotteri si limitano, prima, ai lati delle sole | nervature, e poi, moltiplicandosi, invadono tutta la lamina ì : Ò è È ) d perc. teriale necessario per le esperienze di laboratorio da portare nel vigneto. In queste esperienze ho potuto vedere: Fig. IV. i pi) 1.° che le larve dell’ insetto muoiono quasi istantanea- | mente quando sono bagnate con una soluzione dal 2 al 2% di sapone molle; id 2.° che questa soluzione uccide egualmente le proninfe, | le ninfe e gli adulti; fi — 45 5.° che le soluzioni di estratto fenicato di tabacco alla dose del 3, del 2 |, e del 2 °/, soffocano quasi subito tutte le forme degli insetti con i quali le ho messe a contatto; men- tre le stesse soluzioni con'1’1!/, di materia attiva, se l’asper- sione non è abbondante e prolungata, riescono insufficienti, giacchè insetti perfetti, larve e ninfe si rimettono in buon numero dopo i trattamenti subiti, e vivono; 4.° che lo stesso estratto di tabacco all’1°, se serve a stordire gli insetti, non gli uccide; 5.° che mescolando l’1:|,°/, di estratto di tabacco, neu- tralizzato, con l’1!/.°|, di sapone si ottiene un liquido, che per efficacia è superiore a tutti quelli fin qui indicati, e per l’eco- nomia sta fra quelli al sapone, e gli altri all’estratto di tabacco. A questo punto per la mancanza di altro materiale ho do- vuto arrestare le esperienze, ma i tentativi fatti dovrebbero bastare per indicare alla pratica la via da seguire nella difesa delle viti dagli attacchi della Drepanothrips Reuteri sopra- indicata. JRE, L'altro nemico della vite è un piccolo pidocchio, che ne attacca le radici, e che si riferisce ad una specie alla quale ho posto il nome di Schizoneura ampelorhiza (1). Essa naturalmente non si può mai confondere con le forme radicicole della comune Fillossera della vite, nè con quelle del Rhizoctonus ampelinus Horvath, non ancora rinvenuto da noi. I caratteri delle note forme della Schizoneura della vite sono i seguenti. Femmina vivipara attera di colore giallognolo più o meno intenso, piriforme all'aspetto, e lunga mm. 1,086 x mm. 0,835 (1) Vedasi: Nuove Relaz. vol. 2, pag. 103, 104, n. 2. CA A di massima larghezza. Il suo capo è quadrato di sopra, fronte larga appena convessa fornita di quattro piccoli pel ‘ ad egual distanza fra loro fra le antenne. Le antenne son cortissime, due volte più lunghe del margine frontale, terzo articolo più corto della somma dei seguenti, il qu globulare, di un terzo più corto del quinto, e questo è apper più lungo del sesto, che termina in una punta eguale alla metà della sua lunghezza. Il clipeo è quasi arrotondato; l’apice d rostro arriva alla base del terzo paio di zampe; queste son di media lunghezza, e la parte posteriore dell’addome è. contorno quasi circolare, quasi retratto, e col margine este ‘no degli aneili fornito di un piccolo pelo. La femmina vivipara alata è di forma ellittico-allungata con capo piccolo, bruno; antenne giallo-pallide infoscate, s viforme, e questo è più lungo del sesto, che porta una pun eguale alla metà della sua lunghezza. | Il rostro oltrepassa di poco con la punta la base dd zampe posteriori. Il torace è bruno, con le ali anteriori forni di venatura pallido-giallognola; la7vena cubitale una volta fc cuta, la stimmale ad un terzo dalla base è diritta, e le alt 0° due vene oblique sono appena discoste alla base. Le ali posi riori sono fornite di due vene oblique. Le zampe sono robus e giallo-brunastre, e l’addome è giallo con gli embrioni . pidocchio visibili per trasparenza. — Lungh. mm. 2,1 mm. 0,668. L’insetto si trova in gran numero con le forme attere su radici delle viti, ma senza produrvi i tubercoli che vi proy cano le punture delle Fillossere. Le radici da me esamina e, Per fortuna, almeno, la specie è rara, diversamente sare una seconda peste per le viti europee sulle quali si troy LE ESPERIENZE TENTATE IN ITALIA PER DISTRUGGERE LE COCCINIGLIE DELLE PIANTE COLTIVATE (1) Osservazioni e note del Dott. Giacomo DeL GureRcIo Prima ancora di licenziare alle stampe i resultati delle espe- rienze da me fatte al riguardo, e delle quali ho detto in altra parte di questo volume (pag. 5), ho rimesso ad altri la so- stanza adoperata e le indicazioni necessarie per vedere fino a che punto i nuovi resultati si accordano con i miei, e quale conto, infine, la pratica alla quale mi son rivolto e mi rivolgo, potrà fare dei suggerimenti indicati. Le esperienze raccomandate a ciascuno sono state divise in tanti gruppi, diretti a risolvere i diversi punti sotto i quali la quistione della difesa contro le cocciniglie si presenta. Dei corrispondenti interessati alla esecuzione di queste espe- rienze ha risposto dei primi il sig. Prof. E. Baroni, Botanico ‘aggiunto nel R. Istituto di Studî Superiori e di perfezionamento di Firenze, ed ecco per intero qui riportata la sua lettera. Firenze, 3 Novembre 1900. Egregio Professore, Ai primi di giugno del volgente anno ho tentato le prime espe- rienze col suo sapone di catrame sulle larve della comune Cocciniglia degli Evonimi, ed ho visto che tanto la soluzione di catrame all’1 °/,, quanto quelle al 2 e al 3°/, uccidono certamente le larve libere va- ganti dell’insetto. (1) In questa occasione saranno, in fine, riprese anche le esperienze istituite in America contro le Cocciniglie degli agrumi e delle altre piante coltivate. 27 Le osservazioni stesse ripetute più largamente sulle piante del mio giardino mi hanno mostrato che delle tre soluzioni indicate, la. 2. e la 3.2 (al 2 e al 3°/,) sono quelle più efficaci. Quanto alla con- venienza nella pratica forse dovrà vedersi se alla seconda non debba preferirsi la terza soluzione, che è la più concentrata e la più attiva di tutte sulle piccole larve fissate. i Con la soluzione di sapone catramoso al 3°/, ho visto che il fo- gliame non soffre quasi nulla, e che le stesse gemme fiorali degli Evonimi non mostrano di risentire alcuna alterazione sensibile. D'altra parte gli insetti nati di poco e nel termine di una wven- tina di giorni sono morti tutti senza distinzione sulle foglie e sui rami del fusto, che ne erano ricoperti. Giacchè le larve degli insetti colpiti dopo 24 a 48 ore si raggrinzano, perdono il loro colore natu- rale e si distaccano con facilità dalla pianta: invece le larve degli insetti non colpiti dal liquido insetticida si mostrano turgide ed ade- renti alle parti che ricuoprono, così come è costume in queste specie. d’insetti. In questo momento, dopo 5 mesi circa dalle esperienze fatte, è. facile rilevare che le piante difese con la soluzione al 3 °/, sono tutte di color verde cupo e robustissime, e gli insetti sono quasi tutti morti: poche larve si trovano ancora sulle parti di qualche pianta, evidentemente non colpite dalla soluzione. Queste varie larve però è logico anche ammettere che vi possano essere pervenute dalle piante a contatto non difese o, come Ella avverte, dalle forme ritar- datarie non ancora nate, e perciò non colpite al momento delle ope- razioni. Le piante difese con la soluzione n. 2 (cioè al 2°/,) presentano una vegetazione che per due terzi circa rammenta quella delle piante trattate con la soluzione n. 3, e gli insetti vi sono meno. rari. Finalmente le piante sottoposte alla difesa con la soluzione al- l'1°/ sono molto meno robuste ed assai deperite e con un numero . molto maggiore di larve, di quelle delle due serie precedenti. Paragonando le piante non difese lasciate per confronto con quelle: assoggettate alla difesa, si scorge con facilità che le prime sono ri- coperte quasi interamente dalle Cocciniglie, mostrano il fogliame pres- sochè tutto ingiallito, in parte sono anche morte, tutte poi fortemente deperite. Queste piante non difese presentano una quantità straordi- naria di nuovi getti, quasichè esse con queste neoformazioni cercas- a ia ce ta dr Arima centi a PEER NE A — 419 — sero di lottare contro il malanno continuo e sempre crescente pro- dotto dall’infezione. Questi nuovi getti inutilmente si ricercherebbero nelle piante difese con la soluzione al 3 °/,; invece di essi soltanto alcuni si riscontrano nelle pilinte difese colla soluzione al 2°/;, e, in fine, in quelle difese con la soluzione all’1°/, se ne incontrano già diversi. In medo che anche per questo si vede come sia sempre gra- duale il passaggio dalle piante non difese a quelle difese con le so- luzioni all’1, al 2 e al 3°/, sopra indicate. Nella lettera con la quale Ella mi rimetteva la sostanza per que- ste esperienze Ella mi chiedeva notizie sull’esito della difesa fatta sulle piante di Evonimi coltivati all’Orto botanico fiorentino e su quelle che si trovano nei ripiani dell'Orto annesso al Museo botanico. A questo riguardo mi piace informarla che quelle dell’Orto botanico, curate già da 7 anni, si mostrano quasi interamente immuni dalla infezicne e in buone condizioni di vegetazione: le altre esistenti quì al Museo per 4 anni circa sì sono mantenute anch’esse in condizioni soddisfacenti, ma dopo banno cominciato a ricuoprirsi di nuovo di Cocciniglie, ciò che d’altronde era naturale dovesse avvenire, perchè era stata lasciata, a scopo di confronto, una buona parte della siepe indifesa. Da queste piante di certo le larve hanno fatto passaggio sulle altre difese. Ella potrà con questi dati trarre certo altre conclusioni. Per conto mio non esito a dichiarare che i resultati ottenuti mi sembrano suf- ficienti a raccomandare questo suo metodo anche nella difesa delle altre piante che quasi nello stesso modo soffrono per causa delle Cocciniglie. Mi creda Suo Prof. EucENIO BARONI. Con questa lettera, che non è la sola, come ho detto, che mi aspetto sull'argomento, l'A. dà conto cortese ed accurato de- gli effetti, che si possono ottenere e si ottengono con l’uso, non ripetuto, del sapone all'olio di catrame, sciolto a diverse dosi nell’acqua, ed ha dimostrato che queste soluzioni all’1°/, di sostanza catramosa, per quanto efficacissime sugli insetti PER LA DIFESA DEL BESTIAME DALLA MOLESTIA DELLE MOSCHE E DEI TAFANI Note del Dott. GIACOMO DEL GUERCIO Trovandomi nell’autunno dell’anno decorso a Castiglion del . Bosco, in provincia di Siena, dove i Tafani (Tabanus autum- nalis, T°. bovinus L., T. morto Latr.) molestavano gravemente 1 bovi, i cavalli e le bestie da soma, fui ripetutamente richie- sto sul mezzi che ritenevo più adatti per allontanarli. Ricordai allora di aver altra volta trovato abbastanza utile contro le mosche comuni e le note mosche cavalline (7yppo- bosca aequina Latr.) l’uso di una soluzione di olio comune e di petrolio. Però siccome non avevo avuto ancora la opportu- | nità di provarne l’effetto contro i Tafani, trovai prudente di esperimentarla prima di indicarne l’uso nella pratica: e a que- sto intento pregai gli interessati di mettere a mia disposi- zione alcuni bovi, che mi furono forniti subito dal sig. Paolo Poteli, l'agente accorto e intelligente dei cortesi signori A. e G. Biondi. Per aver notizia precisa intanto della efficacia del liquido proposto contro i Tafani tenni conto di due condizioni inte- ressanti: il costume di questi ditteri di nascondersi lungo i sentieri dei boschi, per correre, al primo rumore, sugli animali che trovano; e di avvertire a distanze considerevoli l’avvici- narsi degli animali dal suono delle campane, dei campanelli e dei bubboli, con i quali la pratica adorna il bestiame. Perciò dei due bovi messi in esperimento, quello fornito di tutti questi — 422 — sonagli fu frizionato con la soluzione indicata, l’altro per con- fronto, fu lasciato senza frizioni e senza sonagli. Naturalmente i campanelli col loro suono dovevano attirare in maggior numero i Tafani sul bue frizionato, ma la sostanza adoprata per la frizione avrebbe dovuto, malgrado tutto, difen- derlo e liberarlo. Per contrario l’altro bue sarebbe dovuto restare assai più molestato dalla presenza dei tafani. Disposte così le cose i due bovi in esperimento furono im- messi nel bosco ed in breve li vedemmo investiti da uno sciame considerevole di quegli insetti, che ne passeggiavano il corpo da un estremo all’altro. Notammo subito però che i Tafani, ac- corsi in gran numero, sul bue frizionato non pungevano, e poco per volta prendevano il volo per passare sul corpo del- l'altro, quando non si abbattevano sul volto e sulle mani de- | gli osservatori. d . L'esperienza durò due ore circa, e in tutto questo tempo î î) Tafani non avevano fatto perdere al bue frizionato che tre gocce di sangue, due sopra di un occhio, ed una sopra un orecchio, in punti riconosciuti non bagnati dalla soluzione indicata; mentre il bue condotto per confronto era qua e là cosparso di goccie di sangue, il quale segnava spesso di lunghe strie rosse il collo, le suancie e le altre parti dell'animale. Sicchè l'esperimento non poteva essere più sodisfacente, ed io per questo mi son fatto un dovere di confermarlo nuovamente e raccomandarlo alla pratica. Gli agricoltori, però, invece dell’olio di oliva qui sperimen- tato possono far uso di qualunque altro olio e della morchia d'olio. L'olio di pesce, il grasso di manzo e di cavallo in fatti, servono egualmente, per quanto la morchia per ragioni econo. miche e per animali da lavoro almeno, sia e debba essere, per 5 me, la sostanza più indicata. i Invece del petrolio ho visto che può servire egualmente o ‘quasi il creosoto e l’olio di catrame, la naftalina e l’estratto fenicato di tabacco. — 423 — L'infuso di piretro e simili; quello d’ agli e di cipolla sono ‘di per sè ad effetto di breve durata; ma la polvere e l’estratto alcoolico delle stesse sostanze uniti all’olio non hanno effica- cia minore di quelle prima indicate. Nei metodi di prevenzione e in quelli curativi, prescritti ne- gli ordinarî trattati delle malattie parassitarie degli animali domestici (1) trovo indicato l’uso soltanto delle foglie di noce come decotto e in macerazione nell’aceto, le decozioni di ta- bacco, d’aloe e di assafetida; e vedo che, mentre il chiaro prof. Perroncito arriva all’uso della benzina, il prof. Neumann non ne parla, ed esclude affatto l’uso dell’olio di catrame, dell’olio di cade, ecc., perchè, secondo lui, insudiciano gli arredi degli animali e non hanno sulle sostanze precedenti una notevole superiorità. L’aloe, il tabacco e l’assafetida si adoprano per frizione e sì compongono, secondo Neumann, come nelle formole seguenti: doloolieidietabaeco Ri RO 00 ACQUA rss o io 000) DANTE RO O i VON 5) ACQUI E ae e a 000 PASSA I I RN 60 ACCLORO RO O 150 ACQUI N e n 200) È Le foglie di noce, probabilmente si adoprano come quelle di tabacco. In ogni modo l'A. mette in vista l’uso che i pra- tici ne fanno strofinandole direttamente sul corpo degli ani. mali, ed afferma che le frizioni con le soluzioni indicate non hanno bisogno di essere ripetute più di una volta la settimana, e che l’uso loro va limitato alle parti del corpo preferibil- mente ricercate dagli insetti. (1) Vedasi: Dott. E. PerroncIto, I parassiti del’uomo e degli animali utili, pag. 463. L. G. NeuMANN, Maladies parassitaires des animaux domestiques, pag. 35. — 424 — La pratica dirà anche da noi quello che pensa di queste indicazioni. Per conto mio posso assicurarla che le frizioni d’olio e petrolio Olio ‘di foliva.st. "a n e nn tO N CSI TI) Petrolio, i SO AR I I 5 allontanano certamente i tafani dagli animali indicati, e che. ; ì lo stesso resultato si ottiene facendo uso della sugna, dell’olio | di seme, dell’olio di pesce e della stessa morchia d’olio, addi- zionati ad una quantità di petrolio eguale a quella sopra- A indicata. Le stesse frizioni, con qualunque sostanza grassa nella Ta De quale si sciolga l’1 °/, efficaci contro questi ditteri, i quali, fino ad un certo punto, e di olio di catrame, riescono egualmente | PIÙ sempre per un tempo relativamente più breve, si possono mole- stare anche con infusi acquosi, o con infusi all’aceto, di aglio, di cipolla, di piretro, di crisantemo, ecc., i quali lascino sui peli e sulla pelle degli animali un deposito di materiale, che, a contatto delle parti pungenti e succhianti dei ditteri, le ir- ritino così da rendere impossibile per questi l’insistere sulle parti degli animali con quelle sostanze difese. LA R. STAZIONE DI ENTOMOLOGIA AGRARIA DI FIRENZE ALL’ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI PARIGI Invitata, come sempre, dal KR. Ministero di Agricoltura a prendere parte alla mostra universale di Parigi, la R. Stazione vi spedi due collezioni diverse: una d’insetti nocivi con le parti delle piante da essi alterate, ed un’altra di insetticidi. La prima di queste collezioni fu composta di campioni tali da rappresentare e mettere in vista i guasti dei quali son causa alcuni dei principali insetti, sopra alcune delle più im- portanti piante coltivate nel campo, nel pomario, nel parco e nel bosco. Questa collezione, secondo le notizie pervenuteci, ha meri- tato la più grande delle onorificenze, il Gran premio. La collezione, degli insetticidi formava una piccola farma- copea entomologica di 25 preparati, dei quali 5 di altri, e 20 della R. Stazione o da questa messi in vista ed indicati, in base allo studio specialmente, e alle nuove osservazioni del Prof. Giacomo Del Guercio, per difendere determinate colti- vazioni di piante da differenti specie di insetti. Questa collezione ha meritato la Medaglia d’oro, e di essa, come dell’altra si dirà diffusamente in altro numero delle Nuove Relazioni. Qui sia solo concesso di rivolgere vivi rin- graziamenti al benemerito Ministero di Agricoltura, a cura del quale il materiale fu esposto, e all’illustre patologo di Francia, Prof. Ed. Prillieux, che ha avuto por noi e per le cose nostre assai benevolo giudizio. Ap. TARGIONI-TOZzETTI. TANZI i La Malaria propagata esclusivamente da peculiari zanzare (1). — La Malaria, la Dea delle febbri, che, con questo nome, spopola ed impoverisce, per sette mesi dell’anno, la metà delle nostre campagne, si spiega alla fine, e la spiegazione si deve alla scienza di un insi- gne zoologo nostro, all’illustre prof. B. Grassi della R. Università di Roma. Come si credeva avvenisse la infezione malarica prima del 1898? La scienza non l’aveva precisato, e si era indugiata sopra delle ipotesi, alcune delle quali la facevano provenire dalle paludi, ed altre dalle inospitali condizioni del suolo. Dopo il 1898 però, giovandosi della ipotesi dei mosquites, svolta — dal Laveran, dal Manson, dal Mendini, dal Bignami e da altri, venne al prof. Grassi il sospetto che la infezione potesse avvenire col mezzo di speciali zanzare conosciute col nome generico di Anofele (Ano- _ pheles), e la quistione gravissima è stata da lui egregiamente risoluta, così che ora si deve dire che la malaria non esiste, esistono solo î pa- rassiti della malaria, e le febbri malariche per tanto sono nient'altro che la espressione di una infezione prodotta da animali inferiori, proto- zoi, e che questi protozoi vengono trasportati dall'uomo ammalato al l’uomo sano, per mezzo delle femmine degli Anopheles, detti per ciò Anopheles malariferi. Queste zanzare della malaria sono, per solito, più corpulenti delle altre innocue; hanno le zampe molto sottili e lunghe, così che il corpo. trovasi costantemente discosto dalla parte sulla quale poggiano, ed (1) Vedasi: B. Grassi, Conferenza tenuta il 25 marzo 1900 al Collegio Romano. Fratelli Treves, Milano. — 428 — hanno i palpi presso a poco della lunghezza della proboscide, dalla «quale si allontanano nell’atto della puntura. I protozoi parassiti, che gli Anofele iniettano, pungendo, nel corpo umano sono di tre specie diverse e producono ciascuno una delle tre sorta di febbri, conosciute con i nomi di quartana, terzana mite, e ter- zana perniciosa o terzana maligna. Tutti e tre questi parassiti, appena nati, si presentano come delle macchie gelatinose, incolori, che penetrano nei corpuscoli rossi del sangue, vi crescono distruggendoli, e si scindono in dieci, venti, trenta altri parassiti, i quali, ripetendo negli altri globuli rossi il lavorio dei precedenti, impoveriscono il sangue e determinano nel. sofferente i brividi, che sono l’indizio degli eccessi febbrili, corri- spondenti alle ripetute e più numerose moltiplicazioni dei parassiti malarici. Dopo un certo numero di generazioni agame, intanto, alcuni di que- sti parassiti malarici più non si moltiplicano e differenziandosi nella loro massa divengono organismi femminili maturi, alcuni, ed organi- smi maschili altri, i quali, succhiati, col sangue, dalle femmine degli Anopheles claviger (1), A. superpictus, A. pseudopictus, A. bifurcatus, vanno a fecondarsi nel loro intestino. Il prodotto della fusione è una sorta di vermiciattolo, che dopo 30 o 40 ore, di estate, dopo che l’Anofele ha succhiato,.va a fissarsi nella parete dell’intestino; si arro- tonda, cresce e produce una quantità enorme di germi filiformi si- nuosi, i quali si diffondono fra i visceri, e poco dopo vanno a racco- gliersi nelle ghiandole salivari dell’Anofele. Sicchè quando 1° Anofele punge l’uomo, con la saliva gli immette nel corpo una parte dei germi malarici, i quali si moltiplicano e dopo una diecina di giorni, dal mo- mento della puntura, sopravviene il brivido caratteristico della infe- zione, per febbre malarica. Sicchè la infezione va dall’uomo all’Anofele e dall’Anofele all’uomo, e, a seconda della sorta o delle sorta dei. ‘parassiti malarici che l’uomo contiene, la infezione sarà di quartana, di terzana mite e di terzana perniciosa. Il prof. Grassi ha dimostrato inoltre che gli accoppiamenti delle (1) Anopheles maculipennis Meig. secondo Baron et Osten Sacken (Entom. Mont. Magazine sec. ser. vol. XI. Dicembre 1900, pag. 281). Si veda, a questo riguardo, l'interessante lavoro del prof. Ficalbi, sulle Zanzare (Bullettino della Soc. Entom. italiana, an. 1896, 1895). È — 429 — forme sessuate dei parassiti malarici non avvengono che nell’intestino degli Anopheles; che i parassiti malarici indicati non infettano altri animali e non producono infezione nell’uomo all’infuori del modo in- dicato: che la infezione stessa'non ha luogo se l’Anopheles punge prima che i germi siano arrivati nelle ghiandole salivari; e che in ogni modo è condizione essenziale perchè la infezione avvenga ed infierisca che vi sia una temperatura non minore di 18 a 20° centi- gradi. Ciò posto. seguendo la biologia ed il costume degli Anopheles egli nota: 1.° Che queste speciali zanzare depositano le loro uova nel- l’acqua, nella quale nascono e vivono le larve e le ninfe dalle quali, dopo una trentina di giorni, dalla deposizione delle uova, vengono fuori gli insetti alati. 2.° Che le acque nelle quali ha luogo lo sviluppo degli Anophe- Zes sono quelle stagnanti delle paludi, piccole e grandi, degli impalu- damenti, non escluse quelle raccolte nelle vasche e le altre, che scor- rono leggiermente e possono arricchirsi di vegetazione palustre; e che da esse gli insetti si diffondono d’intorno per pungere e succhiar sangue dagli uomini sani ed infetti. 3.° Che delle note zanzare malariche sopraindicate la più diffusa e terribile è l’Anopheles claviger, che passa l’inverno negli angoli scuri delle nostre abitazioni, nelle stalle, nei pollai, d’onde, anche nelle altre stagioni, si allontana solo al momento di provvedere alla riproduzione. 4° Che, al contrario, le altre specie di Anopheles vivono per lo più libere all’aperto, nascoste fra le foglie delle piante, ed una di esse (l’Anopheles bifurcatus) trovasi specialmente nelle macchie. 5.° Che gli Anopheles pungono specialmente la sera, sull’imbru- nire; però è necessario che l’aria non sia mossa. Pungono anche di notte e sul fare del giorno se è caldo; mentre di giorno, là dove è luce viva, non pungono, ma ci assalgono in tutti i luoghi poco il- luminati. ì In base a queste osservazioni il prof. Grassi per debellare le feb- bri malariche consiglia: 1.° L’allontanamento dai luoghi infetti, la cura obbligatoria e scrupolosa degli individui malati, e la distribuzione gratuita del chi- nino, per arrestare in essi la produzione dei parassiti malarici. altre aperture dei locali abitati, per metterci al riparo dalle punture. degli Anopheles; e la caccia agli individui di questi, che per caso ar- rivassero a penetrarvi. 3.° Nelle case non protette con reti metalliche, si brucino, nelle i; stanze da letto gli zampironi, della razzia, o della polvere di piretro. — 4° Chi è costretto a dormire all’aperto adopri la zanzariera, TRES agli alberi o a dei pali di sostegno. si ° La difesa del viso, del collo, e delle mani con cappello da, Ni >. e guanti di rete. Ss 6.° Possibilmente la distruzione degli Anopheles nelle acque | sopraindicate, dovunque si trovino. RE Dovunque queste misure di difesa sono state prese; nel Napole- tano per esempio, dove si sono svolte le esperienze di quest'anno si ci. è notato che effettivamente i febbricitanti dal viso terreo rivolto al suolo; gli ammalati che appena si trascinavano, piegati dal male, sulla soglia dei tugurî, non si sono più visti (1). IDE se. Per la Mosca olearia, L’Antidacus oleae (L'Italia enologica ed | olearia, ann. XIV. s. II, n. 9-10). — Il nuovo mezzo di difesa per ti combattere la Mosca olearia, dal nome stesso dell’insetto, che si vuol distruggere, si deve al sig. G. Nava di Intra, che lo ha indicato alla pratica col nome di Antidacus. Si adopra in soluzione nell’acqua, insieme al solfato di rame, for- | mando la miscela seguente: de Solfato distame e Rai 0,500 Antidacus e. er e pae Acqua SEZ Il momento della difesa è segnato nei mesi di novembre, marzo, luglio e settembre. (1)-Per altre notizie vedasi B. Grassi, A. Bignami, G. Bastianelli (Atti R. Acc. dei Lincei vol. VIII. fasc. 1, 3, 9, 1899). — Lo Monaco, Panichi, (Loc. cit. fase. 7, 189, fasc. 11, 12, vol. IX, 1893). — B. Grassi, (Loc. cit. fasc. 9, 12, 1899). — Gualdi, Mar- o x tirano (Loc. cit. vol. IX, fasc. 5, 1990). — B. Grassi in collab. Martirano ed altri, | (Loc. cit. vol. IX, fasc. 6, 19099). — B. Grassi, (Loc. cit. vol. IX, fasc. 7), ecs. i AZ ge Non conosco la natura di questo preparato del sig. Nava e però non posso giudicarlo. Osservo solo che un’operazione condotta con esso nel novembre, sulle olive prossime a raccogliersi, porterebbe nell’olio una quantità | considerevole di solfato di rame e di altri ingredienti che potrebbero nuocere alla bontà dell’olio e alla salute dell’uomo. - Il sig. Nava fa sapere che, applicando il suo rimedio nel tempo — e nel modo, che saranno da lui particolarmente indicati, garentisce della completa rifusione delle spese a chi non ne ottenesse il vantag- gio desiderato. Meno male! 3 (AE Un rimedio pratico contro la Mosca olearia. (Giornale della «| Domenica, 11 febbraio 1900). — Il sig. Achille Fazzari scrive nel Calabro di Catanzaro ed assicura di aver trovato efficace e pratico l’uso della polvere di carbone di faggio contro la Mosca delle olive. . Ogni grossa pianta richiede 4 Kg. di questa polvere, da spargere su- gli olivi come si fa per lo zolfo sulla vite. i Le operazioni van fatte la mattina soltanto, al principio di aprile, alla fine di maggio, alla metà di luglio, ed alla metà di agosto. La polvere di carbone di faggio (Fagus sylvatica) costa circa 7 lire al quintale. Il tentare non nuoce, o nuoce poco; ma suppongo che la indica- zione valga meglio per favorire la vendita della polvere del carbone di faggio. G IV. Un nuovo metodo di distruzione della Fillossera. (Giornale di Agricoltura della Domenica, 7 gennaio 1900). — Si allude alla comu- | nicaziohe che il sig. Lanfrey ha fatto, il 27 novembre del 1899, al- | l’Accademia delle Scienze di Francia, proponendo l’uso dell’Acido pi- crico per distruggere il terribile nemico della vite. Il sig. Lanfrey opera come aveva di già indicato il dott. Perosino i per le iniezioni del Cianuro di potassio, e delle quali si è detto nel | II° volume di queste Relazioni, trattando della difesa contro gli _ Afidi. Les Maladies de la Vigne et leur traitement. Le Lysol. (Revue de Viticulture, N.° 361, 17 Nov. 1900. Supplement). — Preoccupato dei danni gravissimi che la Fillossera fa alla viticultura francese, il Sig. G. Cantin rifà la nota storia dell'insetto, mette in vista i rap- porti del compianto prof. Balbiani su di esso, e raccomanda la di- struzione dell’uovo d'inverno con soluzioni di Lysol al 5 e al 4%». La difesa, eseguita due volte di seguito sulle viti di 25 are di terreno, è costata, fra insetticida e mano d’opera, L. 144,50. La spesa di un ettaro di vigneto, per tanto, per la distruzione dell’uovo d’inverno soltanto, ammonterebbe a L. 144,50 Xx 4= L. 578,20. Ritengo fermamente che, dove la ratura del terreno si presta, spendendo altrettanto, col solfuro di carbonio si otterrebbe un resul- tato eguale se non superiore a quello che l'A. riporta per il Lysol. VIE Disinfezione col calore delle talee e delle barbatelle di viti sospette d’infezione fillosserica. (72 Lunedì, 18 dicembre 1899). — Questo giornale riporta il resultato delle osservazioni fatte nel 1897 dal Couanon, Henneguy e Salomon, i quali hanno visto ed assicurano che l’acqua alla temperatura di 45 a 50° C. e per la durata di 10 mi- nuti distrugge completamente le fillossere e le uova, che si trovino sulle: talee che si immergono in essa. Le esperienze stesse fatte con barbatelle di Noah, di 1 anno, dai sigg. Couanon, Michon e Salomon, a Thoméry, hanno mostrato che — una immersione di 5 minuti nell'acqua calda a 53° C. è sufficiente per distruggere il pidocchio e le sue uova, senza danno delle talee e delle barbatelle. A questo riguardo è bene ricordare le esperienze fatte in Italia dal prof. Danesi, del Ministero di Agricoltura, il quale ha confermato. pienamente i resultati ottenuti dagli Autori sopraindicati. Il prof. Da- nesi opportunamente ha prima lavato le piante per liberarle da qua- lunque traccia di terra, e poi le ha immerse nel bagno di acqua calda, È L Di i ; — 433 — ed ha visto che anche quando questa è alla temperatura di 58° C. nessun male ne viene alle piante disinfettate. Le esperienze sono state estese dal Danesi anche alle piante frut- tifere (Peri, Meli, Peschi, etc ) e l’A. lascia sperare che queste si possano a tempo opportuno disinfettare come le viti e impedire che con esse si diffonda la Fillossera nei luoghi ancora immuni. (Bollet- tino di Entomologia Agraria, etc., ann. VII, n. 11, novembre 1900). VII. Nuovo metodo di lotta contro la cavolaia. (Giornale di Agri- coltura della Domenica, 18. novembre 1900). — Per combattere la Cavolaia il giornale riporta il suggerimento della Gazzetta del conta- dino, secondo la quale, le formiche di un piccolo formicaio, portate dal campo nell’orto, danno la caccia ai bruchi, ed in una diecina di giorni le piante si trovano liberate. . Le formiche infatti non risparmiano i bruchi della cavolaia, nè quelli degli altri Lepidotteri, ma il tempo che impiegano per liberare i cavoli dagli insetti mi sembra piuttosto lungo, tanto più che biso- gna spenderne dell’altro per cacciare poi dall’orto le formiche, che vi furono introdotte. Gli agricoltori provino; ma a me sembra che sia più spiccio l'uso degli insetticidi. VABBE Nuovo insetticida e anticrittogamico. (Giornale di Agricoltura della Domenica, 18 febbraio 1900). — Il nuovo preparato, secondo il giornale L’Engrais, del sig. Claria, di Tolosa, è a base di Bicloruro di mercurio Cloruro di rame Zolfo sublimato. Per quanto il nuovo preparato si chiami Sublimior, e sia da me- | scolarsi alle scorie, ai fosfati, e non si conoscano le proporzioni nelle quali le diverse sostanze son prese, non consiglierei di sommi- | nistrare agli animali le foglie delle piante trattate e sulle quali sia caduto una polvere simile. IX. nica, 4 marzo, 1900). — Riporta sotto questo titolo il resul delle esperienze del sig. H. Coupin, il quale ha dimostrato che i s secchi, asciutti od umidi, non perdono del potere di germinabilità che se si lasciano per lungo tempo all’azione dei vapori di etere e d cloroformio. 3 Il fatto è vero, ma è vero altresì che le sostanze indicate costi molto più del solfuro di carbonio, sono egualmente infiammabili, non credo che economicamente lo possano sostituire. DO 1 La Tignola dei meli, delle siepi, ete. (Giornale di Agricoltura della Domenica, 3 Giugno 1900). — Il sig. Govoni, agente del Duca Massari vi riferisce che egli, da varî anni, ha combattuto utilmei le Tignole indicate con l’uso del sapone d’Oleina pura, della fabbr Chiozzo di Pontelagoscuro, in soluzione al 3 °/.. vi Qualunque saponedalla dose dell’ 1 '/, °/, in poi è buono allo scope desiderato. | i RI Le formiche e le rughe dei meli. (Giornale di Agricol della Domenica, 17 giugno 1900). — Vi è detto come un piccolo pre prietario abbia di strutto Je larve della Tignola del melo (Hyponom malinellus Zell.) col mezzo delle formiche, che dai caratteri Taba a mi sembrano riferibili alla Crematogaster scutellaris. Il fatto è interessante ma da ripetersi, per vedere fino a che P sì può trar partito dall’uso delle formiche, per la difesa del 1 contro le larve della Tignola, anche perchè in questo caso, la senza delle formiche non nuoce poi alla economia delle piante. i = dp) XII. Distruzione delle vespe. (Giornale di Agricoltura della Domeni- ca, 30 settembre, 1900). — Il miglior modo, secondo il Sig. G. Mon- fort, per distruggere le vespe (Vespa vulgaris, Polystes gallica, ecc.), consiste nell’introdurre, di sera, nel vespaio, del cotone bagnato nel solfuro di carbonio, e chiuderne l’apertura con della terra. DARNE La lotta contro le Arvicole nel Bolognese. — Il chiaro prof. Ca- vazza, che dirige l’ufficio provinciale per l'Agricoltura di Bologna, ha dati interessanti per la difesa contro le Arvicole. Le operazioni distruttive contro questo roditore si svolsero in quel di Molinella, seguendo le indicazioni della R. Stazione, e le altre che al prof. Cavazza furono suggerite dalle condizioni del luogo nel quale operava; cosicchè la difesa, in parte, fu fatta anche, sommer- gendo il terreno occupato dai roditori; ciò che a me non fu dato di di fare e non potevo fare nel Ferrarese senza portar grave danno all'economia agraria locale. Il virus Danysz da me trovato utile, ma lento, per gli effetti, nel Ferrarese, si comportò egualmente nel territorio di Medicina, dove fu iniettato per fino nel corpo delle Arvicole, che si potevano pren- dere; ciò che doveva contribuire ad accelerare la morte e la distru- zione dei topi. Le operazioni di Molinella dimostrano una volta di più di quanto benefizio possono essere capaci le Cattedre provinciali per l’Agricol- tura, affidate a personale colto e intelligente, e come a queste con- dizioni soltanto le misure di difesa saggerite ed attuate possano portare all'effetto desiderato. XV. La Solfolina, liquido per curare le piante affette dai paras- siti. Bullettino della PR. Società toscana d’Orticultura, anno XXV, n. 11, pag. 324). Ho già perduto molto tempo per mettere a prova il liquido del quale il sig. Papasogli si occupa e non ho ragioni per mutare dA una. linea, anche ora, il giudizio che ne fu dato nel n. 2 delle due Nuove Relazioni, pag. 329. A complemento di quanto a tale riguardo fu detto, si aggiunga, | per me, che: 1.° in base alla terza memoria sulla Solfolina, il ragnolino rosso. delle piante non si chiama più Tetranychus telarius L. ma ACARUS TETRANICUS (!) 2.° le processionee della querce ‘e del pino, che da trent'anni, — col genere: Cnethocampa, figurano nelle Notodontidi, in grazia del sig. Papasogli, passano, col genere BomBIx (!), nemmeno Bombyx,. È nella famiglia dei Bombicidi (!) i i sa. 3.° le laeve della Pieris napi, conosciute col nome volgare ‘di La navonelle, sì chiamano ora NAYONELLE (!) 3 4.° per ragioni consimili, e sempre secondo la scienza dell’illa: — strissimo parassitologo, le larve delle Saturnie vanno col nome mi PAVONI (l) = a 5.° la Hylotoma pagana va col nome di ILOTOMA ROSE (0), sen e senza y, nel genere, e senza dittongo nella specie. 6.° la Eriocampa o Caliroa limacina passa nel genere CRIO- CAMPA (!?, del sig. Papasogli) 7.° le specie del genere Aonidia Targioni doventano specie del genere AUDINIA (!, del sig. Papasogli) i 8.° le Schizoneure si indicheranno coi nomi generici di mod e di TzicHaEc (!? del sig. Papasogli) . E EA E così, a furia di storpiature, i cgaroli "a capre, le larve n delle farfalle divengono pavoni, ed i pidocchi divengono Thichec! Devo rilevare ora che, in grazia del sig. Papasogli, le specie degli insetti che nascono nell’ autunno, nascono invece nella prima- vera, c che quelli che nascono nella primavera, per far comodo a lui, nascono nell'autunno? Devo dire che i grillastri d’Italia non sono nati mai nell’inverno? Devo dire che il sig. Papasogli ha scoperto che i vapori di solfuro di carbonio uccidono il Mangialegno ? Devo dire che nelle gallerie di questo Mangialegno (Cossus cossus L.) vi entra un soldato con armi e bagaglio? Devo indicare al sig. Papasogli F la serie interminabile degli insetti minatori del sistema assile e. ap- BH pendicolare delle piante? Devo dire che egli vuol distruggere gli. insetti sulle foglie, mentre sono sui fiori, e che li distrugge sempre, e — 437 — quando non vi sono? Devo osservare che non è serio prendere per esperienze e come dati sperimentali i referti di un servitore caricato di una pompa e mandato a zonzo per le Cascine?! Sarebbe inutile. Voglio invece congratularmi di una cosa, ed è che il sig. Papasogli, dopo tre anni, almeno, ha capito che i noti composti del solfuro di carbonio, ed i polisolfuri alcalini sono caustici. Ancora però non vuol capire che quei composti, con le sostanze resinose, nelle dosi econo- miche contro gli insetti, non sono, spesso, tollerati dalle piante. Ma io non ho più l’obbligo di ritornare sopra una quistione già risoluta, e che non potrà mai avere una soluzione diversa se il sig. Papasogli non muterà di nuovo la composizione del liquido, che vuol vendere. In ogni modo, vista la facilità con la quale l’ A. si allontana dalla discussione, per abbandonarsi a digressioni inutili, e la farragine degli spropositi (1) con i quali si raccomanda agli agricol- tori, noto che egli farebbe molto bene a non rovinare i nomi degli animali ed i fatti che li riguardano; di prendere meno alla leggiera le quistioni entomologiche; di capire che, molti agricoltori, oggi, ne sanno assai più di lui; e di applicare meno peggio la sua scienza allo studio degli insetti; giacchè se tutti non sanno quello che egli mette, toglie, e poi rimette nei suoi barattoli, tutti vedono e sono al caso di vedere se il contenuto di quelli, uccide gli insetti e ri- spetta le piante, che il sig. Papasogli vorrebbe difendere dai parassiti. Tl sig. Papasogli, in fine, non potendo giustificare in altra ma- niera il suo operato, avverte di aver messo la sua sostanza in com- mercio! E questo mostra all'evidenza che il suo scopo è differente dal mio, giacchè tutto quanto ho scritto sull'argomento, l’ ho scritto perchè è vero, e l’ho fatto sempre ed allo scopo precipuo di difen- dere gli interessi degli agricoltori. DEV: ‘ AncioLo Pucci. — Bibliografia. (Bullettino della R. Società To- scana di Orticultura N.° 12, Dicembre 1900, pag. 364). — L’A. si occupa della recente monografia del Dott. Soli « Gli insetti dannosi (1) Quelli notati non sovo tutti quelli commessi, sono alcuni dei principali soltanto. Sugli altri, per farla finita, ho tirato un velo pietoso. alle principali piante da frutto » premiata dall'Accademia dei G gofili; e poichè i lavori presentati in tempo, al concorso da que bandito, furono due solamente, ne muove rimprovero ai laboratori alle stazioni entomologiche, ove, secondo l’A. si sdottoreggia e le li formule fanno un bel tonfo e di molto fumo. SA Giacchè la R. Stazione, almeno, non ha preso parte a quel co personale dei laboratorî e delle stazioni entomologiche, che fanno. bel tonfo e di molto fumo!! Potrebbesi poi osservare che se il giardiniere Pucci avesse letto incorso nella stranissima e volgare osservazione sopraindicata; diver- samente avrebbe, per quei laboratorî e per quelle stazioni, tutto olii per i gonzi, e contribuisce utilmente così al bene dell’agricoltura Il resto della bibliografia del Sig. Pucci è la ripetizione cieca delle note considerazioni, in base alle quali la Commissione ha scelto e rei sortisse tutto l’effetto, che l’alto pensiero di chi promosse i corso e la bontà dell’animo di chi lo vinse hanno sperato. Firenze, 31 Dicembre 1900. NOTE E CORREZIONI Von. I. Pagina 126, nella spiegazione della figura VII si legga filiera, non seritterio, nel primo rigo, e nel secondo si legga visto, non ritto. Pagina 20, linea prima, si dica lettura, invece che scrittura. Pagina IV del Catalogo, linea prima, leggi Muridi, non Muricidi. VOSSE In questo volume, a pagina 20, linea quinta, invece che dalle figure 1, 2, si legga dalle figure 2, etc., e nella parentesi, alla linea sesta, leggasi 10 invece di 15, come a pagina 32, linea 11, invece di Vesca, si legga Vespa. Pagina 126, linea 4, invece di y'y/. leggi Y'Y' in opposizione alla let- tera Y' contenuta nella pagina 125, linea 5; così come nella stessa pa- gina 126, a linea 12, invece di + si deve leggere ee; a linea 22 invece di yy si deve leggere YY; a linea 27, XX, invece di y'y/; a linea 29, bisogna lesgere Xx invece di X, e per conseguenza a linea 23 della pagina 128 bisogna leggere XxX, mentre a pagina 129, linea 2, bisogna leggere X, che é il segno contrario dell’altro, XX, indicato a linea 5. La forma delle uova dell’Agrzolima® agrestis designate a pagina 240 doveva essere sferoidale. chia pporto della R. Stazione Entomologica a Sua Eccellenza il Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio....... rvazioni intorno ad una nuova Cocciniglia nociva agli agrumi in Italia, ecc...... ABOCA CEE DE AO la dominante infezione della mosca delle olive e sui prov- vedimenti con i mezzi più adatti per limitarne la dif- Mrstone nu. RAR I je idocchio radicicolo del srano ed il modo di combatterlo .. Insetti ed insetticidi contro le larve delle Cavolaie........... La one delle Arvicole in Italia ed i mezzi per distruggerle. potere rina dei liquidi alla nicotina e sull’uso di essi mella; distruzione degli imsetti......:......... cai rvazioni naturali ed economiche sugli insetti che devastano . le coltivazioni erbacee nella Valle del Bientina....... ervazioni relative agli insetti che molestano le barbabietole seme Ttalia, i. ce. LR Le esperienze tentate in Italia per distruggere le Cocciniglie delle piante coltivate............. FERIE FRLORIE la difesa del bestiame dalla molestia delle mosche e dei Catania NEO a ERGE R. Stazione di Entomologia Agraria di Firenze all’ esposi- zionesumtyersale di Parisi. 0... 0... eee ianne » » 421 425 I SI Rivista della Stampa........ ai IRR Gta Re E soa Hog: I. La malaria propagata esclusivamente da peculiari | zanzare. a II. Per la Mosca olearia, l’Antidacus oleae. III. Un rimedio pratico contro la Mosca olearia. » i IV. Un nuovo metodo di distruzione contro la Fil- lossera. i si DAD V. Les Maladies de la Vigne et leur traitement. Le Lysol. #00s VI. Disinfezione col calore delle talee e delle barba- telle di viti sospette d’infezione fillosserica. VII. Nuovo metodo di lotta contro la cavolaia. VIII. Nuovo insetticida e anticrittogamico. IX. Insetticidi per granaio. X. La Tignola dei meli, delle siepi, ecc. XI, Le Formiche e le Rughe dei meli. XII. Distruzione delle Vespe. XIII. La lotta contro le Arvicole. XIV. La Solfolina, liquido per curare le piante affette dai parassiti. XV. Angiolo Pucci. — Bibliografia. Note e correzioni ai precedenti volumi I e IIL................ e“ == at nta