S.M8^ /■ U E LL I SCIENZE NATURALI ANNO II. FASC. XIII. (pubblicato il 14 Marzo) Prezzo del pi-esente bai. 25. BOXOGNA PEI TIPI DI JACOPO MARSIGU 184 0 (§(jnbt2tant MV ^^^otimont Ogni mese verrà regolarmente pubblicato un Fascicolo di questi nuovi Annali, e quando lo richiegga la materia, sarà corredato delle opportune Tavole. Ciascun Fascicolo sarà composto di cinque fogli di stam- pa ; il primo ed il settimo Fascicolo d' ogni Annata verrà fornito di un Frontispizio e di un Indice per la serie de' Volumi, e le Tavole di un'annata saranno dodici all' in- circa . Il prezzo d'ogni Fascicolo è di Baiocchi 25 Romani, pari ad Ital. Lir. 1. 34, e sarà pagato all'atto della con- segna del medesimo. Per li Signori Associali all'estero e fuori di Bologna si dovrà- pagare un semestre anticipato» che sarà di Scudi Romani uno, e baiocchi cinquanta, pari ad Italiane Lire 8. 05 non comprese le spese di dazio, e posta . La presente Associazione si ritiene obbligatoria per un anno. Le Associazioni si ricevono in "Bologna dalla Società Editrice di questi Annali — in Via S. Stefano N. 90. — e dalli distributori di questo Programma sì in Bologna, che fuori, ed all'Estero. // 26 Febbr. 1840. NÌJOYl AIVIVALI DELLE liCIEIVZE IVATUBAliI yU J ^ .1 .J IVUOVI AWIi^ALI DELLE SCIENZE NATURALI PUBBI.ICATI Dai dignort ALESSANDRINI Cav. Dott. ANTONIO Prof, m Anat. Comparata e Medicina Veterinaria BERTOLONI Cav. Dott. ANTONIO Prof, di Botanica GHERARDI Dott. SILVESTRO Prof, di Fi- sica RANZANI Monsignor CAMILLO Prof, di Mine- balogia E Zoologia colla COOPERAZIONE DI PARECCHI ALTRI PROFESSORI E cultori di DETTE SCIENZE E DELLE SCIENZE AFFINI A.^iX'O II. TOMO 111. PEI TIPI DI JACOPO MARSIGLI 1810 Per l'anatomia umana e comparata, fisiologia farmacologia e teteeinahia Direttore — Alessandrini Cav. Prof. Antonio / Breventani Dolt. Ulisse _ \ Ciiiori Prof. Luisi Collaboratori / s^^,.,^; p^^f. GaeUno / Soveriui Dolt. Carlo Per l'anatomia e fisiologia tegetale , botanica ED agricoltura Direttore — Bertoloni Cav. Prof. Antonio Bagni Dott. Gaetano Berloloni Prof. Giuseppe Collaboratori ^ Bertoloni Dott. Giacomo Contri Prof. Giovanni Davia March. Dott. Luigi Per la zoologia, mineralogia, geologia e suoi diversi RAMI CIOÈ geografia FISICA, GhOGNOSIA E GEOGONIA Direttore — Ranzani Monsignore Prof. Camillo Biagi Dolt. Clodoveo Bianconi Dott. Giuseppe Collaboratori < Ranuzzi Conte Annibale Salina Conte Camillo Santagala Doli. Domenico Per la fisica, meteorologia, astronomia fisica, chimica e scienze tecnologiche Direttore — Gherardi Prof. Silvestro Amadei Dolt. Araadeo Baratta Dott. Quirico Collaboratori ^ Bertelli Prof. Francesco Bianconi Doti. Gio. Battista Muratori Dolt. Paolo MEMORIA SULLE IRRADIAZIOÌSI LUMINOSE DEL SIGNOR PBOFESSORE DOK AIVTOIVIO MAZZOIil I. Sono quasi tre anni dacché un'accidentalità mi pose sotto gli occhi un fenomeno della luce, il quale fissò la mia attenzione , sebbene mi comparisse in modo ap- pena percettibile , laonde mi determinai immediatamente a procurarmelo sotto un' apparenza più sensibile , e a farne soggetto di qualche ricerca . Il fenomeno è una irradiazione , di cui compariscono circondate in certe circostanze le immagini luminose prodotte dalla riflessio- ne di corpi levigati e ben riflettenti . Benché non igno- rassi che gli astronomi conoscevano una irradiazione dei corpi luminosi, cui attribuivano un certo ingrandimento nelle immagini de' corpi celesti, e massimamente in quel- la della luna ne' primi giorni dopo la congiunzione col sole , quando la parte illuminata di questo satellite ap- parisce come spettante a cerchio più grande che non sia il rimanente del disco , tuttavolta non essendomi noto che altri avesse avvertito il fenomeno ne' corpi vicini ed osservate le particolarità eh' esso mi presentava , opinai per qualche tempo che la mia scoperta fosse nuova , e presi animo a continuare le intraprese osservazioni non cessando di rintracciare se il fenomeno fosse menzio- nalo presso qualche opera di Fisica , come dopo molte ricerche mi >enne fatto di trovare . Nel Traile de la li ^ 6 SULLE IRRAOIAZIONI LUMINOSE lumière par J. F. TV. Herschel tradotto da P. F. Ver- hulst e A. Quetelet, Paris 1 833 , e precisamente nelle n^fiunte fattevi dal slg. Ouetelet lessi che il fenomeno era stato recentemente avvertito e studiato dal celebre "Brewster . L' articolo 1 8 di dette aggiunte sotto il tito- lo 3r Sur les ondulations excitées dans la retine par P action de points lumineux et de lignes m contiene la descrizione di quattro fenomeni , tra i quali si trova quello di cui parlo . Io penso di riferire tutto 1' articolo perchè quel fatti hanno forse tra loro più stretta rela- zione che a prima giunta non possa sembrare . Sir D. Brewster ., dice il sig. Quetelet, a examiné une grande variété de cas dans lesquels la lumière affecte d' autres parties que celles sur lesquelles elle tombe directemcnt ^ soil en les rendant plus ou moins sensibles à la lumière et à certaines couleurs ^ soit en altérant les teintes quiy sont visibles , soit encore par /' excitement romellc di svolgere i suoi argomenti relativi in una Memoria, sui diametri de' pianeti , che presto sarà in caso di pubblicare . I DinBTToai NUOVE OSSERVAZIONI SULLA MODIFICVZIONE , CHE l' ACIDO MUGICO SUBISCE MEDIANTE l' EBULLIZIONE NELl' ACQUA SI Le ricerche eh' io feci , sono alcuni anni , sulla mo- dificazione che r acido mucico subisce per l' azione del- l' acqua bollente , mi fecero conchiudere che non trat- tavasi che d' un fenomeno d' isomerismo , e che la com- posizione dell' acido restava inalterata . Il peso atomi- stico ottenuto per la combustione del sale d'argento preparato coli' acido mucico modificato confirmava le mie conclusioni , — . Più tardi 1' analisi dell' Etere Mucico , eh' io pubblicai negli Annali di Chimica e Fisica di Gay-Lussac ed Arago , correggendo il peso atomistico dell'acido mucico ordinario da lunghissimo tempo adot- tato , metteva in dubbio l' esistenza dell' isomerismo da me indicato , poiché confrontando la composizione dei due mucati d' argento preparati, 1' uno coli' acido mucico ordinario , l' altro coli' acido mucico modificato , trovavasi nel primo gli elementi d' un atomo d' acqua di meno che nel secondo . Oltre di che , li progressi fatti nella scienza dall' epoca del mio primo lavoro in poi , hanno fatto vedere , che in generale la composizione d' un acido ri F. MAI.AGUTI 4-^ libero non è mai realmente la stessa che quella dello stesso acido combinato ad nna base , espellendo questa nel combinarsi delle quantità corrispondenti atomistiche di acqua ; ma la composizione dell' acido mucico modi- ficato libero essendo stata supposta identica con quella dell' acido mucico modificato in combinazione , diveniva necessario il far nuove indagini per scoprire se le antiche osservazioni erano esalte , od erronee , se traltavasi d' una anomalia , o d' una falsa interpretazione . Avrei dovuto in verità occuparmi di questo soggetto molto tempo prima e precisamente allorquando pubblicai il mio lavoro sull' etere mucico , ma molte cagioni me lo impedirono , fino a che , aiutato dal consiglio e dal- l' opera dell' egregio Professore Gaetano Sgarzi , potei nello scorso autunno intraprendere su questa materia le ricerche che servono di soggetto alla memoria che ho l' onore di presentare alla dotta Accademia delle Scienze di Bologna . Prima di entrare in materia vedo necessario di far cono- scere quanto sia difficile la preparazione dell'acido mucico modificato . Se 1' alcool di cui si serve per discioglierlo è anidro , se si concentra la dissoluzione alcoolica ora per mezzo della calce, ora per mezzo dell'acido solforico e del vuoto , si otterrà un residuo amorfo solubilissimo nel- l'acqua , acidissimo , che contiene un eccesso variabile di carbone , e d' idrogene , che a -f- 1 1 o e. gr. si colorisce sprigionando del alcool , e trasformandosi in acido mu- cico ordinario . Se invece di concentrare il liquido per mezzo de' disidratanti e del vuoto si concentra per l' evaporazione spontanea si ottiene un deposito leggiero mucoso , che diseccato , trovasi non essere che del- l' acido mucico comune . Per ottenere l' acido modifi- cato , vi vuole un concorso di circostanze difficili a riu- nire . Primieramente non bisogna servirsi d' alcool ani- dro , ma bensì d' alcool di densità o. S/jo ^ 1' evapora- zione spontanea deve effettuarsi in un' atmosfera secca 44 dell' acido mugico per quanto sia possibile , e ad una temperatura fra l -+- i5 , e -t- 20 e. gr. : finalmente allorquando una cro- sta salina si sarà depositata contro le pareti del vaso evaporatorio , il quale deve essere più profondo che largo, e che la colonna del liquido avrà scemato circa di quat- tro quinti, bisogna decantare, e lasciar diseccare ciò che resta aderente alle pareti nelle suindicate condizioni atmosferiche . La prima volta eh' io preparai quest' acido non mi accorsi di tante difficoltà, perchè avendo fortu- natamente riunite tutte le circostanze necessarie , ottenni il mio intento . Non è che pii^i tardi, quando ho voluto procurarmi nuova materia, che ho dovuto fare nume- rosissimi e spesso infruttuosi tentativi per giugnere al mio scopo . È inutile il dire che 1' acido preparato con tutte queste preocupazloni è dotato di tutte le proprietà che ho annunziate negli Annali di Chimica , e Fisica fascicolo di ottobre i835. Le nuove analisi che ho fatte di quest' acido , confermando le antiche , tralascio di ri- ferirle per amore di brevità — Fra le proprietà delP acido mucico modificato vi è quella di convertirsi in acido mucico ordinario per la semplice dissoluzione , e cristallizzazione nell' acqua . Lo studio adunque de' sali preparati con questo acido è molto difficile poiché è difficile di evitare l' intervenzione dell' acqua nella con- fezione di questi corpi , e per conseguenza la loro tra- sformazione . Difatti dirò , per esempio , che versando una dissoluzione alcoolica di soda (che necessariamente contiene dell'acqua) in una dissuluzione alcoolica di acido modificato , ho ottenuto del mucato ordinario di soda . Così versandovi una dissoluzione alcoolica di nitrato d' argento , ho ottenuto il mucato comune d' argento . Però , quando mi serviva non già della dissoluzione in- tegra dell' acido modificato , ma bensì delle acque-madri in seno delle quali una gran parte dell'acido avea cri- stallizzato , li sali ottenuti non aveano la composizione dei sali mucati corrispondenti ordinarli , ma bensì una DI r. MALAGLTI 4^ composizione variabile , che indicava operarsi nel liquido acido delle alterazioni a misura , che 1' evaporazione progrediva . Ciò spiega il perchè , il sale d' argento , che mi servì, 4 anni sono , a confermare l'analisi dell' acido mucico modificato , lasciò per la calcinazione un residuo meno grande di quello che avrebbe lasciato il mucato d' argento ordinario . Ma ciò che segue servirà meglio a far conoscere la natura dell' acido modificato , che lo studio di combinazioni instabili , e per così dire protei- formi . — Quando una corrente di gaz ammoniacale secco traversa una dissoluzione alcoolica di acido mu- cico modificato, ha luogo primieramente un precipitato, che aderisce con forza alle pareti del recipiente: la su- perficie di questo precipitato è seminata di asperità cri- stalline di forma indeterminabile . Più tardi ha luogo un precipitato leggiero fioccoso, che facilmente volteggia nel liquido . Per la semplice decantazione si potranno sepa- rare li due precipitati 1' uno dall' altro . Il deposito leg- giero fioccoso lavato con dell' alcool anidro , e diseccato in una corrente d'aria secca alla temperatura di loo gradi ha dati i seguenti risultati per la combustione col dentossido di rame , senza avere obliate le precauzioni necessarie alla distruzione dei Gaz-nitrosi , che in simili circostanze soglionsi formare — o Gr, j54 hanno pro- dotto, o (rr, 384 acqua, e o Gr, 906 di acido car- bonico =; o Gr, 601 hanno dato o Gr, 819 acqua, e o Gr^ jaS acido carbonico :=; o Gr^ 822 hanno prodotto 447 C''" cubici di azoto a -*- 1 7 C. gr. sotto la pressione di o,^56, e al massimo d'umidità: il qual volume, fatte le debite correzioni , si riduce a 4' ;9 Ci.'" cubici . Da questi risultati si deducono li rapporti ato- mici seguenti : /J6 dell' acido mugico Calcolo Esperienza 24 Carb. = 918,336 = 33,45 = 33,28 24 Idrog. = 149,754 = 5,45 = 5,67 2 Azot. = 177,036 = 6,44 = 6,46 15 Ossig. = 1500,000 = 54,66 = 54,59 2745,126 = 100,00 = 100,00 C24H16 QU H-H8 Az2 Q Si può per doppia clecomposizione ottenere per mez- zo di questo sale ammoniacale un sale d' argento corri- spondente : si sospende per ciò nell' alcool il sale am- moniacale e vi si versa poco a poco dell'acqua distillata sino a che il mescuglio riscaldato a -f- 5o e. gr. diventi limpido : se si versa su questo liquido una dissoluzione alcoolica di nitrato d' argento si avrà un precipitato bian- co, che lavato con alcool debole, e diseccato in una corrente d' aria secca a -f. 1 1 o , dà all' analisi li seguen- ti risultati^ o Gr^ 238 hanno lasciato un residuo me- tallico di o Gr, 084 ossia o Gr, 090 ossido =5 o Gr^ 3i5 hanno lasciato un residuo d' argento metallico eguale a o Gr, 109 ossia o Gr, ii6j ossido— i Gr, 000 ha dato o Gr, 849 acido carbonico , e o Gr^ 2.J^3 acqua. Questi risultati danno Cale. ^ Esper. 24 Carb. = 918,336 = 23,73 = 23,47 16 Idrog. = 99,836 = 2,57 = 2,69 14 Ossig, = 1400,000 = 36,19 = 36,27 1 Ossido = 1451,607 = 37,51 = 37,57 3869,779 = 100,00 = 100,00 C24H16 01* -4- Ar 0. Se invece di nitrato d' argento adoprasi per decom- porre il sale ammoniacale, dell' acetato tribasico di piom- bo, si otterrà un sale basico di piombo, che diseccato non oltre -f-i4o ed analizzato darà questi risultatiti DI V. BALAGUTI 4 7 o Gkj 829 hanno lasciato o Gr, 282 solfato di piom- bo corrispondente a o Gr^ 208 Protossido = o Gr, 4o3 hanno lasciato o Gr, 347 solfato pari a o Gr, 255 ossido =s 1 Gr, ii3 hanno dato o Gr, 559 scido carbonico, e o Gr, 176 acqua, dal che si trae Cale. Esper. 24 Carb. ^ 918,336 = 13,91 = 13,88 16 Idrog. = 99,836 = 1,51 = 1,75 14 Ossig. = 1400,000 == 21,22 = 21,15 3 Ossido = 4183,494 = 63,36 = 63,22 6601,666 = 100,00 = 100,00 C24H16 014 H. 3P60. Ho detto che , pendente 1' azione del gaz ammoniaca- le si forma un deposito che aderisce con forza alle pareti del recipiente . Questo precipitato sommesso al- l' analisi dà dei risultati che sfuggono alle formole e che fanno quindi sospettare non essere che un miscuglio di diversi corpi . Si è perciò , che ho tentato di ottenere un prodotto ben definito per la cristallizzazione nell'acqua. L' aspetto di questo prodotto ricorda esattamente la cri- stallizzazione dello zucchero d' amido : triturato con del- l' idrato di calce sprigiona dell' ammoniaca : è insipido , ed è insolubile nell'alcool, e nell'etere. La quantità che ho sottoposta ad analisi è stala diseccata nel vuoto alla temperatura ordinaria o Gr, 436 hanno prodotto o Grj 486 acido carbonico , e o Gr, 255 acqua ^ o Gr, 812 hanno dato 4o,i5 G, C', azoto a -«- 19 e. gr, pressione 0,76 e al massimo d' umidità . Questo volume corretto si riduce a 87,61. G.C. Si è ottenuto adunque Cale. Esper. 24 Carb. =r 918,336 = 30,79 = 30,61 28 Idrog. = 174,714 = 6,27 = 6,49 17 Ossig. = 1700,000 = 67,0-J = 67,02 2 Azot. = 177,036 = 5,92 = 5,88 2970.086 = 100,00 = 100,00 48 dell' acido mugico rz: o Gry 3yo esposti ad una corrente d'aria secca, e alla temperatura dell' acqua bollente , hanno perduto o Gvy oi3 acqua, quantità che corrisponde ad un atomo. Se invece di esporlo a cento gradi si espone gradata- mente sino a -H i3o, temperatura alla quale comincia a decomporsi , non perderà alcuna porzione sensibile di acqua . Il sale diseccato , nel vuoto , vale a dire quello che è stato analizzato , contiene adunque 3 ato- mi d'acqua, uno de' quali abbandona a -j- loo. Nel primo caso la di lui formola e C^^ tP" O'^ _^. H^ Az^ =: nel secondo caso ella diventa C^* W^ O^^ H^ O Az^. Aggiungerò l'analisi del sale d'argento ottenuto per doppia decomposizione , mettendo in contatto questo sa- le ammoniacale con del nitrato d' argento entrambi sciolti nell' acqua . Il sale d' argento ha l' aspetto periato , e cristallino =5 o Gr^ i8o sale d'argento diseccato a -j- 120 e. gr. hanno lasciato per P incinerazione o Gr, 062 argento metallico eguale a o Gr, 066 ossido :=: o Gr, 601 hanno dato 0,499 ^cido carbonico, e o Gr, i65 acqua : cioè Cale. Esper. 24 Carb. =: 918,336 z=. 23,04 =r 22,95 18 Idrog, zz 112,316 zn 2,82 zz 3,04 15 Ossig. nz 1500,000 37,69 in 37.35 1 Ossido — 1451,606 = 36,45 = 36,66 3982,259 = 100,00 =: 100,00 d'onde la formola C^* H'^ O'S-t- Az. O . Si ha egualmente un sale a base d' ossido di piombo basico , se si adopera come mezzo decomponente 1' ace- tato tribasico di piombo . Il deposito bianco polveru- lento diseccato non di là di -|- 1 40 e analizzato produce li seguenti risultati 7=i o , 229 hanno dato o Gr, 216 sol- fato di piombo, ovvero o Gr, 186 hanno dato o Gr, 176 solfato di piombo pari a o Gr^ 129 ossido s=; i DI F. BULAGUTI 49 Gr, 901 hanno dato o Gr^ y8o acido carbonico, o Gvy 25o acqua: lo che corrisponde a Cale. Esper. 12 Carb. = 458,622 = 11 ,47 = 11,34 8 Idrog. = 49,918 = 1,24 = 1,51 7 Ossig. = 700,000 = 17,53 = 17,77 2 Ossido = 2788,896 = 69,76 = 69,38 3997,436 = 100,00 = 100,00 C12H8 07H-2pb O. Allorquando le acque madri di questo sale ammonia- cale , rihutano di dar nuovi cristalli ma danno invece una massa cslratiforme alquanto colorita , devono es- sere neutralizzate per mezzo di alcune goccie di ammo- niaca caustica. Decomponendole con del nitrato d' argento disciolto neir acqua si avrà un precipitato un po' gialla- stro , che ben lavato, e diseccato non di là di-f-i3o darà , mediante 1' analisi de' risultati particolari =s o Gr, ^4^ hanno lasciato un residuo di o Gr, 36 1 metallo eguale a o Gr, 38^ ossido ;=: o Gr, 208 hanno lascia- to un residuo di o Gr, 101 metallo pari a o, 109 ossido, o G/', 228 hanno dato o Gr, 4^5 acido car- bonico, e o G/j j86 acqua, lo che corrisponde a - Cale. Esper. 12 Carb. H 458,622 =: 16,54 = 16,19 10 kirog. = 62,398 =: 2,25 = 2,49 8 Ossig. = 800,000 = 28,88 s 29,05 1 Ossido = 1451,607 = 52,33 =: 52,27 2772,627 = 100,00 = 100,00 C12 Hio 08 ^ Ar. 0 . Il sale di piombo , che si ottiene , decomponendo le acque madri coli' acetato tri-basico di jìionibo , disec- cato non di là di -f- i3o gradi ha la seguente <;om- N. Ans. Se. Natuk. Aimo a. Tom. 3. 4 OO DELL ACIDO MUGICO posizione =3 o Gr, 2i3 danno o 6rr, 197 solfato di piombo, che uguaglia o Gr, 1429 ossido ;=5 o Gr, 187 danno o Gr^ 126 ossido, ossia o Gr, lyi solfato c= I Gr, 200 danno o Gr^ 47^ acido carbonico e o Grj 200 acqua, d'onde questi atomistici rapporti Cale. Esper. 12 Carb. =5 458,622= 11,15= 10,90 10 Idrog. = 62,398 = 1,54 = 1,85 8 Ossig. = 100,000 = 19,46 = 19,45 2 Ossido = 2788,896 = 67,85 = 67,80 4109,916 =: 100,00 = 100,00 C12 RIO 08 -+- 2 Pb 0 . Se sì confrontano tutte queste analisi , si vede , che le differenze che esistono fra questi sali ponno essere rappresentate da delle quantità più o meno grandi d'acqua. In fatti il primo sale ammoniacale C'' H"' O*^ -f- H^ O Az'^ non differisce dal secondo C^* H*^ 0^^+ H'^ O Az2 che per gli elementi d'un atomo d'acqua. Si è parimenti in egual guisa che differiscono fra loro li tre sali a base d' argento -zz. ' \P Sale C25Hi6 0i*-H ArO 2." Sale C24Hi8 0i5H-Ar0 3.° Sale C12H10O8 -hAvO. Ma ci contenteremo di considerare tutti questi sali pro- venienti dallo stesso acido ? Se avessi a tracciare la sto- ria chimica de' sali , rammentando i lavori di Graham sulla parte che deve attribuirsi all' acqua nella costitu- zione de' sali , e le esperienze , e le opinioni di Liebig sulla costituzione de' sali organici , perverrei forse a pro- vare che la differenza apparente nelle proporzioni del- l' acqua è sovente un indizio di differenza di costituzione dell'acido, e che invece di avere un solo acido a dif- ferenti proporzioni d' acqua , non si avrebbe al contra- DI F. MAL AG CTI 5l rio che la medesima proporzione d' acqua combinnla a degli acidi di costituzione diversa. Ma oltrecl.è di- rei a questa illustre compagnia cose a lei note , il soggetto richiedendo il ministero di non brevi paro- le , dimanderei una attenzione destinata a materie più gravi, e più importanti. Mi contenterò quindi di rinchiu- dere in poche proposizioni lo stato della scienza re- lativamente alle questioni di tal natura =s Quando una base si combina ad un acido , sostituisce una quantità proporzionale di acqua , che è resa libera , e se la sostituzione dell' acqua non si effettua , ella avrà luogo senza dubbio , aggiungendo alla combinazione sa- lina una nuova proporzione di base . Per dare un esem- pio , ricorderò , clie l' acido mucico si combina all' os- sido d' argento abbandonando un atomo d' acqua , il quale atomo non abbandona se invece dell' ossido d ar- gento si combina all' ossido di piombo : se però 1 os- sido di piombo sarà doppio di quello che è necessario alla neutralità dell' acido , l' acqua sarà resa immediata- mente libera . L' acqua è dunque considerata come una base relativamente agli acidi coi quali è combinata , ed ogni acido libero si può riputare un sale a base d' acqua , e come corpi indifierenti ponno considerarsi gli acidi organici anidri: in fatti, se 1' acido tartarico , canforico, succinico ec. allo stato anidro si mettono in contatto colle basi riCuteranno di combinarsi . O se uniforman- doci ad opinioni più recenti , consideriamo l' acido li- bero , ossia il sale a base d' acqua come un idracido , che combinandosi ad una base ossidata , metta coli' os- sigeno di questa il di lui idrogeno in libertà sotto for- ma d' acqua , la conseguenza sarà sempre la stessa , e il ragionamento cambierà solo di forma , poiché nel primo caso si giudicherà l' acqua messa in libertà siccome preesi- stente , e nel secondo caso siccome nascente per una combinazione immediata. In entrambi i casi, l'acqua eliminata da una base sarà sempre considerata estranea 5a dell' acido mugico al radicale dell' acido , vale a dire al gruppo di mole- cole , che nella sua integrità costituisce la molecola dell'acido assoluto. Ora per poter figurarsi la molecola radicale isolata costituente il vero acido , astraziou fatta de' corpi coi quali può essere combinata , è d' uopo ri- durla alla sua piìi semplice espressione . Suppongasi una molecola radicale di cui s'ignori lo stato suo di com- binazione coli' acqua , ma di cui si conosca la compo- sizione elementare. Si combini questa molecola con un atomo di base ^ se ella perde un atomo d' acqua , egli è evidente che è d'uopo sottrarre dalla sua com- posizione primitiva gli elementi dell'atomo perduto^ se combinandola ad un secondo atomo di base , un altro atomo di acqua è eliminato , bisognerà sottrarre di nuo- vo dalla sua composizione gli elementi d' un altro ato- mo d' acqua ^ ma se aggiugnendo un terzo , od un quar- to atomo di base , niun atomo d' acqua sarà scacciato , la molecola restante rappresenterà alla nostra mente il radicale assoluto acido . Tale è a parer mio la sola via che possa condurre alla conoscenza della molecola radicale . Una serie ancor numerosa di combinazioni saline nella quale ogni atomo di base combinato rap- presenti un atomo d' acqua eliminato , lascierà sempre il dubbio , se per un successivo aggiungner di base , nuov' acqua non potesse esser scacciata . Ciò che ho detto vi spiegherà , o signori , la ragione per cui ho creduto necessario di preparare de' sali basici , doven- do questi essere gli elementi fondamentali di un con- fronto , e pila tardi di una conclusione . ~ Per non con- fondere tutti questi corpi analizzati li dividerò in tre serie, la prima delle quali sarà formata de' sali, che hanno per origine il precipitato leggiero fioccoso pro- dotto dal gaz ammoniaco secco nella dissoluzione alcoo- lica dell'acido mucico modificato DI F. MAL.iOrTI 5'3 Prima Serie C24H16 0H^H8Az2 0 024 1116 011 H- AzO C2iH16 01i-t-3Pb O. La seconda serie sarà formata dei sali prodotti dal precipitato compatto cristallino, formato nelle stesse cir- costanze del precipitato fioccoso , e poscia cristallizzato nell' acqua Seconda Serie C24H18 015-4-H8Az2 0 C2ÌH18 015H- Az O C2ÌH16 01'»-»- 4 Pb O. La terza serie sarà composta dei sali estratti dalle acque-madri in seno alle quali è cristallizzato il preci- pitato compatto Terza Serie C12H10O8-+- AzO C12 RIO 08 -H 2 Pb O . In seguito di ciò che ho detto egli è evidente che la molecola radicale dei due primi sali della seconda serie contiene un atomo d' acqua , e che per conseguen- za la vera formola del sale ammoniacale j e del sale d' argento della seconda serie è ( C2i 1116 014-4- H8Az2 0-hH2 0 > ( C2MÌ16 01Ì.4- Ar 0-»-H2 0 ( . Se si confrontano adunque le vere molecole radicali delle due prime serie si troveranno identiche , ma colla differenza , che la molecola della prima serie richiederà per saturarsi un atomo di hase , intantocliè la molecola della seconda serie ne richiederà due . Ma due molecole aventi due proprietà sì -diverse non ponno essere chi- 54 dell' acido BIL'CICO micamente identiche , per conseguenza non ho tema di conchiudere , che la molecola della prima serie è uu acido particolare al quale dò il nome di acido muceìco la di cui formola sarà: C-^ Hi6 0'* -i- H^O. I-ia molecola della seconda serie è chiaramente quella dell' acido mu- cico comune , e credo inutile di insistere . La molecola della terza serie difTerisce essenzialmente dalle due altre, ed io la considero come un altro acido distinto , cui darò il nome di acido metamiicico , la di cui formola è C12 Hio 08 H- H2 d Stabilita P esistenza di questi corpi diversi , dirò in pochi cenni il modo del loro formarsi . Tre molecole d' acido niucico si cambiano sotto una data influenza in una mo- lecola d' acido mucico , e in una molecola d' acido me- tamucico , Il primo di questi nuovi acidi rappresenta l'acido mucico più una molecola radicale:^ il secondo rappresenta 1' acido mucico piìi gli elementi d' un atomo d' acqua . Questa trasformazione non può essere meglio figurata che per mezzo d' una equazione . Acido Mucico ÌC12H10O8 -t-H20= Acido Metamucicoj La formazione del bimucato ordinario d' ammoniaca è accidentale , ed accessoria , ed è dovuta all' acqua che può trovarsi nell' alcool che ha servito alla dissolu- zione dell' acido mucico modificato . Ma quale è il no- me di questa trasformazione? quale è l'influenza chela determina? E forse l'acqua alla temperatura dell' ebul- liziorfe, o forse l'azione del Gaz ammoniaco secco? Se nelle quistioni difficili a risolversi è permesso alcuna volta 1' avere una convenzione formata da analogia con falli già noti, confesserò di credere, che questa trasfor- mazione ha luogo per 1' azione dell' acqua . Non già che il Gaz ammoniacale secco non abbia virtìi di operare simili fenomeni , poiché ne conosciamo di più stupendi da lui operati , siccome la formazione dei corpi amidi ^ DI F. MAL ACUTI 5' ma la proprietà che l'acido mucico acquista di diveniro solubile nell' alcool per 1' ebullizione nell' acqua , mi fa supporre una modi(ìcaz,ione profonda moleculare , che mal si concilia coli' inalterabilità della di lui costituzione . Per lungo tempo i Chimici hanno avuta la facile abitu- dine di vedere ovunque de' fenomeni isomerici : di ve- dere cioè delle proprietà distinte in corpi identici : ma l' esperienza meglio illustrando la natura di molti di questi fatti , ha scoperto de' veri cambiamenti fonda- mentali ove non vedeansi che de' cambiamenti , per così dire , di forma . E non credasi già , che troppo io vo- glia attribuire all' azione dell' acqua bollente , poiché richiamerò alla vostra mente ciò che ha luogo , quando l' acido meconico sciolto nell' acqua è spinto ad ebulli- zione . Voi sapete che Robiquet ha dimostrato cangiarsi l' acido meconico in acido comenico , perdendo due ato- mi d' acido carbonico , ed associando alla molecola ra- dicale gli elementi d' un atomo d' acqua : fenomeno al- trettanto meraviglioso quanto quello, che presenta l'acido mucico . — Quanto alla trasformazione di due molecole radicali in una sola , nulla v' ha di strano , fatti di tal natura essendo già noti ai Chimici , e su ciò ricorderò le modificazioni dell' acido tartarico studiate da Fremy , e quelle dell' acido fosforico , che al dir di Liebig , pos- sono essere analogamente interpretate. Vero è, che mi è stato impossibile fino ad ora di isolare questi acidi , sia decomponendo i loro sali metallici , sia cercandoli nella dissoluzione alcoolica dell' acido mucico modifica- to : difficoltà eh' io attribuisco alla facile alterazione di questi acidi per il contatto dell' alcool , ed alla facile loro trasformazione in acido mucico per il contatto dell' ac- qua . E sebbene colla dissoluzione alcoolica concentrata non ottengansi sali assolutamente mucati , pure non mi è stato dato di determinarne la vera natura, a cagione della loro grande instabilità . Di modo che , la differenza fra i sali ottenuti per due dissoluzioni alcooliche ine- r)() DKLl' ACIDO MUGICO gualmentc concentrate , può essere attribuita e ad una separazione incipiente del due acidi , e ad una altera- zione ctero-vinica dell' acido mucico modificato . La calcinazione del sale d' argento da me operata quattro anni sono , non accompagnata dall' analisi elementare , non basta oggidì a provare, che la diminuzione del peso del residuo metallico , rappresenti un' eccesso proporzio- nale di acqua nel sale, polche quella diminuzione potea derivare da una alterazione etero-vlnlca dell' acido , e non già da una trasformazione . Ma P epoca In cui le mie prime esperienze furono fatte scusa la loro Imper- fezione , polche avendo allora i Chimici delle idee er- ronee sulla vera natura dell' acido mucico , i fatti che sembravano confermarle doveano essere erroneamente interpretati . Ma omettendo tutte le speculazioni sulla interpretazio- ne del fenomeni osservati , riassumerò il fin qui detto , conchiudendo che 1' acido mucico per l' ebullizione nel- 1' acqua , diventa solubile nell' alcool in seguito di una modificazione , che P ammoniaca anidra lascia interpre- tare della maniera seguente . Un atomo d' acido mucico ( C12 H8 C-H H2 0 ) prende la forma e la natura d' un nuovo acido ( acido muceico i=z C^* H^^ 01* -<- H-0 ) appro- priajidosi la molecola radicale d' un secondo atomo ,• /' ac- qua del quale associandosi ad un terzo .^ genera un altro nuovo acido {acido metamucico zzz C^'^ìV^O^-i-ìi^O) LETTERA. DEL VETERINARIO AGOSTINO ALLEGRI AL DOTT» TOMMASO TAMBERLICCHI VETERINARIO IN FORLÌ StLLO SVILUPPO SPOKTAINEO DEL VAJUOLO ANCHE IP! IISDIVIDUI MASCni DELLA SPECIE BOVINA Eccole in seno a questa mia due pustole vajuolose diseccate : una contenente peli apparteneva ad un man- zo , 1' altra sprovvista de' medesimi trovavasl sul capezzolo di una vacca . Da queste rileverà meglio il diametro e la figura loro (i) . La eruzione vajuolosa comparve da prima in un man- xo avente ancora due denti lallajuoli , un per lato , nel giorno 4- Gf^. p. SaG. Jnflainmalilitatem hujus fontis cunctis stiperioribns saeculis i^iiotam , Juliucn nianiftstai-il , ■> Communesque ortus impei'JKt atta manus etc. Valmont Bomare . Dictionn. d'Hist. Katurelle art. Volcan. (de- scrizione della comparsa della Sorgente infiammabile di Boseley nella provincia di Shrop . in Inghilterra ) Bassi delle Terme Porrettane . Roma 1768. Conradus . Acta eruditor. Lipsiae i68i^. p. 326. de Fonte ar- dente Poloniae . Brocchi. Conchiol. T. i. p. r^x. Haller . Description des salines d' Aigle Yverdon 1776. pag. 11. LylI. Mémoires de la Soc. Géol. de France T. i. pag- 23 7. DEL POTT. G. BUi^COni 63 §. III. Pozzi Idropirici (i) 2 5. Nei Pozzi Idropirici hanno parte la Natura, e la mano dell' Uomo . Quella prepara sotterra cumuli di Gas ìnGammabile , questa gli apre un uscita , e gli com- jnunica il fuoco . In oggi non sono rari nell' America , e trovansene ancora in Europa ^ ma il luogo in cui sia- no più comuni , e più anticamente conosciuti è nella Cina , dei quali particolarmente si hanno accurate nar- razioni , che ci serviranno per la descrizione che qui soggiungiamo . 26. I pozzi Idropirici ossia gli Ho-tsing de' Chinesi , nell' idioma de' quali suona Pozzi di fuoco , sono sca- •vati traforando la terra mediante il battere , e ribattere di un' Ariete , ossia di una testa di acciajo del peso di 3 00 a 400 libbre ailìdata ad una robustissima funicel- la. In 24 ^^^ ^i questo lento lavoro si trapassano due piedi di roccia , quando sia buona , e dopo tre anni almeno si è forato un pozzo, o tubo perfettamente per- pendicolare, e liscio come uno specchio della profondità di i5oo a 1800 piedi, e di 5 o 6 pollici di diametro. A questa profondità più , o meno trovasi 1' Acqua , che evaporata suol rendere un 3o per loo di sale^ trovasi pure una corrente di Aria infiammabile , che serve essa stessa per la evaporazione, e qualche volta trovasi un bitu- me liquido in quantità sommamente grande . Il gas infiam- mabile è impregnato di bitume (N. ;; ) molto fetente , e sorte in tanta copia da dare una fiamnia di 20 a 3o piedi di altezza . Non si lascia sfogare la vampa a questa ma- niera , ma turata la bocca del pozzo , ed innestatevi al- cune canne di bambou si conduce , e distribuisce col (i) Da v$iù^ acqua , e jru^ fuoco 64 TERKENI ARDENTI , SALSE EC. loro mezzo, il Gas Idrogene alle saline, ora applican- dolo sotto alle caldaie dell'acqua salata, ora in mezzo agli ambienti per illuminarli . Il suo fuoco è intensissimo talvolta accompagnato da fumo . 2y. I pozzi, che menano l'acqua salata, sono so- vente vicini a quelli del gas Idrogene . Cosi la natura benefica porse a questa nazione il Sale diluito nell' ac- qua , ed 11 fuoco per concentrarlo e renderlo idoneo pel commercio, non che per gli usi dell'economia ani- male , e per le arti . Alcuni pozzi diedero per qualche tempo del acqua salata , poscia cessarono , e fecero luo- go ad insigni correnti di aria infiammabile. Inarriditosene uno (i), si profondò sino a 3ooo e più piedi, ma in vece d' acqua surse un enorme colonna d' aria carica di particelle nerastre , che somigliava al vapore di una fornace ardente . Un altro Ho-tsing di cinque piedi di diametro vomitava con un fragore { dicono ) simile al tuono , una vampa perenne che si alzava sì alta da il- luminare nottetempo qualche lega del paese all' intorno (2) . La forza di ascensione della corrente di Gas Idrogene nei pozzi idropinci è qualche volta immensa . Tale fu quella , i cui terribili effetti provarono tre persone che perdettero la vita intorno ad un pozzo idropirico disgra- ziatamente infiammatosi , nell' atto che pel pubblico bene stavano intente ad otturarne l' ampia bocca con una gran pietra che venne respinta, e sparpagliate le fiamme da cui furono investite , ed uccise (3) . Nei casi di que- sta rapidità delle correnti , la vampa non tocca terra , ma sta qualche palmo, e qualche piede discosta (N. y.) (4). (i) Humboldt Fragm. Asiat. T. i. (2) Humboldt. 1. e. (3) 1. e. pag. 104 (4) Ld fiamme n' est pas allachée ,el enracinée ii 1' orificc du tu- be , come le serait^ celle d'une lampe; mais elle vollige environ a 2. pouces au dessus de cet orifice, et elle s' eleve a peu prés de a. pieds (1. e. ) DEI. DOTT. G. BIANCONI 65 28. Fuor della Cina, e del Giappone, in altri paesi all' occasione di forare de' cosi detti Pozzi Artesiani , spesso si sono incontrate correnti di Gas Idrogeno o solo , ovvero accompagnato da acqua , e fango salsug- ginosi, da bitume liquido o Petrolio (i) §. IV. T^ulcani Fangosi Lapides , avulsaque viscera montis £rigit eructans F'irg. Aen, 3. 29. I Vulcani fangosi hanno comunemente presso gli scrittori della Storia Naturale il nome di Salsa , nome Italiano , che lor venne dal fango salato che continua- mente vanno rigurgitando . Furono ancora detti Vulcani ad aria , Pscudo-vulcani-aereo-argillosi , non che Bolli- tori , Borbogli , e Borborismi , i quali ultimi nomi cre- diamo bene ( per motivi che esporremo in appresso ) serbare per una specie particolare di questi Fenomeni . Le apparenze dei veri Vulcani che assumono le Salse (i) Olire i Pozzi iJropiriei della Cina, la descrizione dei quali indicheremo in primo luogo, si può vedere quella per gli altri paesi negli autori seguenti: Cina Martinius. Alias Sinensis ( iG54 circa) p. 87 e Humboldt Fragm. As. T. I. p. 2i5. che riferisce lo squarcio del Martini. L' Ambassade de la compagnie orientale des Provinces unies Ters r Empereur de la Chine. Leyde iG65 fol. fìg. p. 289. e 241. puils de leu, e pag. 253. puits de sei. Inabert. Fragmens Asiatiques par M. de Humboldt. T. i. p. 19G. Annaies des mines. ser. 3. T. i. p. i5G d' aprés M. Ivlaprolh. Bulletin de la Soc. Gèol. T. 2. pag. iGy. America Bullelin des Sciences Naturelles par le B. Ferussac. T. 17 p. 3G8. di Jeflérson nella Nova York. Idem T. VII. pag. ig di Harrisson negli Slati nnili . Europa Ghirlanda . Osservazioni , ed esperienze sopra una corrente d' aria inriammabile ( in Gajariae nel Trevijriano ) Treviso i833. — eJ Annales des ]>Jines. Ser. 2. T. IV. p. '5i5. N. Ann. Se. Natur. Anno 2. Tom. 3. 5 6G TEURENI ARDENTI , SALSE EC. principalmente nelle loro eruzioni , e l' elemento ad essi essenziale il Fango , ci hanno determinati a preferire il nome di Vulcani fangosi non senza però valerci all' uopo di quello di Salse . 3o. Non potrebbesi forse meglio definire i Vulcani fangosi , che colle parole di Strabene ( lib. 6. ) „ Ita- lici quosdam habent crateras , qui turbolentam exha- lautem ejectant aquam , ac rursum eundem in sinum reciplunt. „ La dettagliata descrizione dei medesimi ne fornirà un idea più chiara , e piìi estesa . 3i. Un Vulcano fangoso allorché è in calma, suol avere un cono principale formato di terra argillosa gri- giastra , la cui elevatezza dal suolo varia a seconda delle circostanze da pochi pollici sino ai 12. piedi, e al di là . All' intorno di questo altri minori coni sparsi qua e là varii di numero , e in tutto simili al maggiore pre- sentano dal più al meno le stesse particolarità di quello . Tutti poggiano ordinariamente in un' area , che dicesi piano della Salsa , fangoso , e nudo di piante , le cui dimensioni variano da luogo a luogo , e da tempo a tempo . Qualche volta non havvi cono , o cratere alcu- no , ed il fango gorgolia in 9lcune bucherelle sul piano istesso ij le eruzioni , e le pioggie distruggono , e sciol- gono i coni : e durante l' inverno qualche volta tutta 1' area , ed i contorni si convertono in un lago di fango . Sa. Il cominciamento di queste masse coniche non bassi mai senz' acqua . Sqlle prime il terreno asciutto in cui per lo innanzi non esisteva orma di coteste masse, apparisce bagnato d' una macchia circolare del diametro circa di un pollice , il centro della quale manifesta un forellino da cui esce una melma , che tratto schiumeggia per via d' una gallozzoletta di Gas Idrogene , che dalla melma si schiude. Questa intanto va crescendo, ed ac- quista asciugandosi ben presto la figura di un piccolo co- no , che non là che ampliarsi ognor più per le continue addizioni di fango , che traboccato dalla cima si spnnde DEL DOTT. G. BIARCOni 6^ e si dissecca sulli suoi fianchi . Così gencransi queste masse formate a pane di zucchero , che riconoscono la loro genesi , e i loro progressi dal Gas Idrogcne prorompente. La punta del cono è ottusa , e costituisce la bocca di un imbuto capovolto, che dirittamente s'interna in esso cono a poca profondità , e le di lui pareti vengono coperte di una melmetta tenerissima, e quasi fluida , ce- nerognola , e salmastra . Le parti inferiori però non sono altrettanto molli . Immergendo un bastone si incon- tra qualche maggior resistenza ognor più che si pro- fonda , e talvolta anche ostacoli insuperabili nelle pietre quivi naturalmente adunate . Sotterra in questo luogo odesl un' oscuro rumore , un gorgogliare ( che venne a ragione rassomigliato al mormo- rare degli intestini soggetti a meteorismo) che lento lento va crescendo più che si avvicina all' orecchio , e già sentesi interiormente attraversare il cono , e giugnere all' apice dell' imbuto rovesciato . In quell' istante una bolla di fluido aereo della grandezza variabile or di una noce or di un pugno , solleva la semifluida melmetta a getti , ed a spruzzi , e la obbliga in parte a spandersi fuor dell' imbuto ^ ed a fluire giù per l' esterne pareti del cono, intantochè la capace bolla si rompe con suono simile a quello di una boccia vuota quando prestamen- te le si leva il turacciolo . L' istante appresso la liquida fanghiglia liberata dall' impaccio della gallozzola cala den- tro all' imbuto , e si ricompone . Un giuoco simile dello ascendere , e scomparire delle bolle fassi la seconda , la terza volta , la quarta , e cosi di seguito . Queste al- lernativp costituiscono propriamente l' agire della Salsa in riposo . Essa rassomiglia ad un piccolo cratere , che versa fuori a quando a quando invece di lava , melma , ed acqua . 33. Se battasi co' piedi la terra vengono alla super- ficie le bolle più pronte , e più numerose . In alcuni coni asceDdono raramente , ed a riprese , in altri va scattando G8 TERRE??! ARDENTI , SALSE EC, incessantemente una fila di galozzole , che direbbersi for- inai'C quasi un getto continuato . Essendo stato perfet- tamente otturato il cono maggiore , sicché il gas , che ascendeva in bolle , non potesse sortire , dopo breve intervallo crebbe il vigore nei circostanti minori coni , e da quelli che davano bolle a riprese si ebber quasi continue , in tutte divenner piìi grandi , ed altri minu- tissimi getti del gas sorser di nvjovo . Era dunque evi- dente che il gas del cono maggiore comunicava per Qo culti meati con quello de minimi . 34. Ove colgasi l'istante in cui la bolla si rompe, per accostarvi uno zolfanello acceso trasmutasi essa di subito in un globo infiammato tre a quattro volte più grande del suo volume , ma momentaneamente si spe- gne . Non così in quei casi in cui rapidissimo è il suc- cedersi delle bolle, che accese una volta, regge una fiamma per alquanti minuti , dopo i quali si estingue da se . 35. Spandesi altamente un'odore attorno al Vulcano fangoso, sicché si appalesi talora a 100 piedi di lonta- nanza, ed é P odore di Petrolio. Questo bitume abbonda nelle salse , e sovente al segno che ogni galozzola , che si rompe lascia un filetto circolare nero sulla mel- metta ricomposta , e fila pur nere di Petrolio si esten- dono giù pel dosso del cono , e sul piano della Salsa, ove raccolgonsi in gocce , od in macchie , insieme coi rivoletti dell' acquoso faqgo , che viene versato . 36. La temperatura nell' interno delle Salse è stata esplorata a pochissima profondità . Un senso assai deciso di freddo si prova coli' immergere la mano , ed iLbcaccio nel fango entro il cratere . Il Galeazzi che visitò la salsa di Sassuolo nel 1719 (V. Commentarii ,T. i. pag. 98) vide abbassarsi il Termometro linee 2. ^/j sotto la tem- peratura dell' Atmosfera . Lo Spallanzani. ( per quanto ri- ferisce il Prof. Volta, V. Memoria sui Terreni ardenti) trovò che il termometro discese a gradi 1 1 imraergen- DEL DOTT. G. UlANCOKI 69 dolo , mentre prima segnaTa gradi -f- 1 3 all' ombra . Egli slesso (Viag, T. 5 291) alla Salsa della Maina vide ab- l)assare il termometro immerso nel fango di un grado , e 3/^ sotto la temperatura dell' atmosfera , cbe allora se- gnava -f- 1 6 ^/t R. all' ombra in giornata assai chiara . Il Dott. Angeli trovò nei Bollitori di Bergullo 3 gradi di meno , che nell' atmosfera . Ed il Dolomlèu nelle Macalube in Sicilia avendo il termometro che notava^ a3 1/, all'aria, discese gr. 3 e ^/o . Quest' istesso im- mergendo il bi'accio sentì sempre più freddo , quanto più si profondava nel fango. Il Ch. Prof Brignole di Brunhoft" per contrarlo riscontrò dopo 24 giorni da un' eruzione un notevolissimo aumento avendo trovato gradi + 1 7. o R. a centimetri otto di profondità, e gradi -f- 18. o a cen- -timetri 1 6 essendo ì' atmosfera ia gradi + 16. o. ^ ma come egli avverte, era di Giugno, ed in giornata nu- volosa, e rinfrescata da vento. 3'j. La calma de' Vulcani fangosi è in generale ac- compagnata dalla placidità dei riferiti fenomeni. Questo riposo per altro viene alcuna volta fieramente turbato , e gli sconvolgimenti che in queste occasioni hanno luò- go, rammentano assai da vrcino le convulsioni del gran- di Vulcani . Così la Natura sempre grande , e prodi- giosa, imita con non piccola rassomiglianza i furori del ÌMongibeUl con principii -nati , e sviluppati in seno ad un gelido fango , dei quali per dare un idea riferiremo la descrizione della Salsa di Querzola nell' Appennino Modenese , dietro quanto ne dice il Dottor Gentili , che fu uno de' pochissimi che sia «tato al tempo medesinio e testimonio di vista, e narratore (i). . 38. Ad un dolce iil verno era succeduta una prima- vera piuttosto fredda , ed abbondante di nevi . Dopo la metà di Aprile comparvero giornate placide , e serene , ed il termometro marcava quasi sempre il temperato . (i) Spallanzani. Esame della Teoria di Pennel. pa^. tG3. TERRENI ARDENTI , SALSE EC. Nel giorno 21 di detto mese delle 1 1 bocche , che in quel tempo bollivano suU' area della Salsa , otto rima- sero affatto vuote delia solita fanghiglia , e prive di qualunque bollimento. Tre sole superiori restavano tuttora piene , bollivano , e gettavano pivi del solito , facendosi sentire un cupo rumore sotterraneo , che dalla parte declive di quel luogo gradatamente ascendendo alle sud- dette bocche , produceva in esse getti più alti del con- sueto . Il loro alterarsi cresceva insieme agli interrotti profondi fragori, che somigliavano ad un lontano tuono quando è imminente una burrasca . Sul tramontar del Sole comparvero sul suolo due fenditure , che circoscris- sero 1' area con un giro di 5o braccia , e la staccarono dal terreno circonvicino: lentissimamente venne sollevata sino ad un braccio sopra terra , ed allargate le fendi- ture. Intanto l'aumentare del sotterraneo fremito, e le convulsioni ognora crescenti delle tre bocche indica- vano già prossima la crisi . Quando sulla mezzanotte tut- to ad un tratto con ispaventoso strepito balzò tutta P area all' altezza de' maggiori alberi , e fu susseguita la prima eruzione da una seconda , da, una terza , e da molte altre con una rapidità si grande , che un getto appena poteva distinguersi da un' altro ^ quindi urtando la ma- teria ascendente contro la discendente formavasi una ben' alta colonna , che lanciava all' intorno a grande di- stanza una pioggia di fango , e di pietre . Il continuo cupo rimbombo di sotterra , la forte detonazione , che accompagnava ogni esplosione , il tremar della terra , e lo scuotimento delle vicine case, accrebbero l'imponen- za di questo spettacolo . Ogni getto veniva accompa- gnato da un denso vapore cenerognolo , che invilup- pava la colonna della lanciata materia cui succedeva una luminosa momentanea fiamma della circonferenza di 3o. braccia , e di una maggiore altezza , ogni qual volta era possibile lanciare un corpo avvampante in mezxo alla colonna del gas . Immensa corrente di fango DEL DOTT. G. BIArVCONl ^I mista a pezzi di varie rocce si versò per la china del monte , ed uguagliò tre grandi burroni . Nello spuntare del "iorno declinò notabilmente il furore dell' eruzione , 1 • essendo li getti assai distinti, e non venendo cacciato il fango che all'altezza di io. a 12. braccia. Sul mezzodì tutto fu in calma. Si abbassò quindi impensatamente gran tratto di terreno per io. a 12. braccia. 89. Avvenimenti analoghi a questi sono pur quelli , che racconta Pallas (i) essere accaduti in una eruzione della Crimea , alla quale benché non si trovasse egli presente, ne fu però informato dal Luogotenente gene- rale di quel luogo , e da altre persone , tutti testimoni! oculari , dietro le quali notizie egli così la descrive : „ Sulla Collina chiamata Kuuk-obo fu inteso un sibi- lare per 1' aria , al quale tenne dietro un impetuoso sof- fio di vento che durò un minuto , e poscia un rumore somigliante a quello del tuono . Un denso , ed oscuro fumo s' alzò immediatamente dal sommo della Monta- gna , seguito un minuto appresso da una colonna di fuoco di 5o. piedi di altezza e 3o. di circonferenza. La fiamma durò dalle 8. ore e 1/2 sino alle 9. e So. minuti . Il Vulcano lanciò nelle sue prime esplosioni con un estrema violenza grandi massi di fango sino alla di- stanza di più di una vversta (2). La corrente dapprima mol- to rapida si versò straripando da tutti i Iati della mon- tagna , indi rallenlossi senza manifestare alcun sensibile grado di calore , quantunque per narrazione di molte persone degne di fede il fango subito dopo I' eruzione esalava del fumo in mezzo però ad un' aria sommamen- te fredda . Alcuni Cosacchi tuttavia hanno riferito che il fango era caldo allorché sgorgava . Un continuo si- bilare, e ribollire si ripetè sino a notte, e la monta- (i) Second Voyage de Pallas Paris 1811. T. IV. p. 3i. (2) La veemenza con cui lanciano i Vulcani fangosi le pietre, ed il fango , è sorprendente. Dolomieu parla sino di 200. piedi di altezza, e Spallanzani, ed altri dicono sino a perdita di vista . ya TERRENI ARDE^-STI, SALSE EC. sna andava lanciando da un momento all' altro del fan- o go a IO. e 12. piedi di altezza. „ „ Il fango che fu versato, carico di bitume, era molle e tenace per guisa , che fu impossibile per certo tempo salire la montagna . La siccità dell' estate lo indurì al punto di potervi camminare sopra , ed esaminarlo . „ 40. „ Questa massa voluminosa offriva in ogni punto la più perfetta uniformità : essa aveva 1' aspetto di un' ar- gilla pingue di color cenerino bleuastro sparsa di pic- coli punti brillanti di Mica. Maneggiandola diveniva dut- tile , e seccandosi si fendeva in parti disuguali , e stri- tolavasi facilmente , poiché non era solida , che in gran- di masse . Qua e là trovavansi Piriti cubiche brillanti . Alcune parti erano coperte di una sostanza salina in efflorescenza . Fra i rottami di pietre sparse in tutta questa massa distinguevansi degli schisti argilloso-calca- ri , alcuni più duri , e più compatti , solcati in diversi sensi , e guerniti di Piriti •, schisti argillosi non efferve- scenti, e levigati*, altri argillosi-calcarei fogliacei^ nn calcare grigio biancastro, della Creta bianca, del Ferro ossidato bruno , un' Argilla dura non effervescente con impressioni di vegetabili :, Glebe geodiche di calcare , di argille etc. Nelle materie poi eruttate dal Vulcano fan- goso di RuU-obo trovò del Ferro ossidato , dei Gres degli schisti , e dei frammenti di Selenite . 4 1 . La parte di questa descrizione , che risguarda le sostanze eruttate compete con una sorprendente con- sonanza anche alle eiezioni del Vulcani fangosi degli altri paesi. Ovunque predomina un fango argilloso te- nacissimo prima molle , poi denso , infine indigesto , or- dinariamente cenerino bleuastro , spesso macchiato di rosso , di giallo , di verdastro , di nero per tanti pez- zetti di argille sì variamente tinti . Immenso numero di frammenti , di rocce di varie dimensioni , alcuni quasi giganteschi, appunto di schisti argillosi, calcari, mar- nosi , di macigni , di gre's , di calcare spatico ctc. Piri- ANNUNZI DI NUOVI LIBRI OPERE BOIAMCQE ITAtlANB Bertoloni AxTONii . Florae italicae fasciculus quintus voluminis ter- tii , et fasciculus primus , et secundus voluminis qitarti . Quest' ope- ra prosegue con molta attività , e presto si avrà uà nuovo fascicolo . Mekesuim losEPQi. Conspectus algologiae Eugatiee . Patavii typis Mittervae 1837. 8." Il chiarissimo autore in questo libretto ha noverato con tutta la diligenza le specie di alghe, che si trovano tanto nelle acque dolci , che nelle acque termali Euganee, cosa che fin qui non era stata fatta, che con molta imperfezione. Accenna tra le Nostochine il Cryptococcus mollis Ktz. , ed il Cryptococcus major Ktz. , 1' Jlematococcus roseus Ktz. , ed una specie nuova , che egli chiama Stematococcus fuliginosus. , il Prolococ- cus nebulosus Ktz. , P. caeruleus Ktz. , P. byssoides Ktz. , jP. lacleus Klz. , il CIdorococcus vulgaris Grev.,ed il Chlorococcus muralis Grev. , le Microcyslis bullosa Ktz. , M, gelatinosa specie nuova , e la M. ru- pestris Klz. , l' Anacyslis botryoides corrispondente alla Palmella bolry- oides Ag. , e V Anacystis marginata specie nuova, la Globulina cruenta Turp. , il Nostoc commune e N. sphaericum Vauc, il Xostoc crassispo- rum nuovo , il Nostoc rufescens Ag. , ed il Aostoc vesicarium DC. Tra le Uatracospermee sono la Rivularia angulosa Rolh. , la Chaeto- phora elegans .Vg. , le Drapalnaldia tenuis , D, glomerata, e D. piumo- sa Ag. , ed il Batrachoipermum monUiforme Roth. colla varietà y Bo- ryanum Ag. Le oscillatorie sono Anabaina (los aquae Brcb., A. oscil- larioidcs liory , A. membranina Rory , A. licheniformis Bory , A. fra- gilis nuova, A. bullosa corrispondente alla Sphaeroziga bullosa Ktz., VA. tenuis, e VA. rudis amendue nuove, V Oscillaria Pollini dal Pollini chiamala Oscillaria duplisecta-, V O. cortiana , ossia O. Corti» Poli. , r O. geminata Schwabe , 1' O. elegans Ag. 1' O? punctata Cor- èa., V O. Frigii? Ag. var, thermalis , V O. luiicola nuova, V O. la- byrinlhiformis Ag. , l' 0. laminosa Ag., 1' 0. limosa Ag. , l' O. nigra Vauc. , r O. papyracea Ag. , 1' O- antliaria Jurg. , V O. membrana- cea Bory , r 0. Corium Ag. , 1' 0. utmnata Ag. , 1 0. papyrina Bo- «4 ANNUNZI DI NCOVI LIBRI Tj , r O. scorigena Ag. , 1' O. viridis Vauc. , 1' O. brevis Ktz. , 1' O. Linkii Spirulina Linkii Klz., 1' O. autumnalis Ag. , il Microcoleus ter- restris Desmaz. , M. muscicola nuovo, ed il M. aponinus , ossia Meri- zomyria aponina Pollin. Le Leptomitee abbracciaao lo Stereonema asperum Rtz. , e Io 5. geminatum nuovo, i Protonema umbrosum , e repens Ag. , la Trentepohlia pulchella Ag. , colla varielà chalibea , il Leptomitus candidus Ag. , il L. ceratopbylli Ag. , ed il L. axiUarioides nuovo , r Hygrocroci* ochracea Ag. , 1' H. olivacea nuova , e \' H. VandelU , ossìa Oscillatoria alba Ag. Le Lingblee coniano la Lyngbya muralis Ag. colle varietà minor , oscillar ioides , e fasciculata, la L. ae- ruginosa Ag. , e la L. major nuova, la Calothrix distorta Ag. , i Scylo- neìiia myocrous Ag., S. puluerulentum Ag. , S. cinereum nuovo, S. ther- male colle varietà intextum Conferva inlexla Pollin., S. hemisphaerieutn Byssus hemisphaericusVaMeW., S. muscosum Conferva muscosa Begg., S. fasciculatum e fibrosum. Le Confervoidee posseggono la Conferva le- nuissima Vlothrix tenuissima Ktz, , C. muralis Vlothrix muralis Ktz. , C. quadrangula Lingb., C. aponina Klz. , C. capillaris L. , C. vesicata Ag. , C. rivularis L. , C. bombycina Ag. , C. fioccosa Ag. , C. sordida Dillw. , C. fracta Dillw. colle varietà heterocladia , patens , e prolife- ra, C. elongata Ag. , C. crlspata Roth. colle varietà subsimplex , e brachyclades , C. patens Ag. , C. pygmaea Ag. , C. glomerata Ag. . e la Bulbochaete setigera Ag. Le Zignem :e sono le Spirogyra nitida Coferva nitida Milli. , 5. quinina Conferva quinina Milli., S. conden- sata Coniugata condensata Vauch. , S. adnata Conjugata adnata Yauch., S. seliformis Mart. , S. articulala nuova , S. decimina Con- jugata decimina Milli, colle varietà minor , crassispora, sublerr estris, S. fasciata Zygnema fasciatum Ag., S. elongata Conferva elongata Vauch., S, lutescens Salmacis lutescens Bory, e S. tenuis nuova, i Zygnema gracile Duby , Z. cruciatum Ag. , Z. lutescens Duby. , le Mougeotia genuflexa Ag. , M. fasciola nuova . Le Idrodiltiee hanno r Hyrodyctton utriculatum Roth . Le Desmidiee abbracciano il De- smidium vertebratum Bréb. , il Gleonema paradoxum Ag. , le Tro- chiscia soUtaris Ktz. , T. termalis nuova, T. moniliformit Tesarlhronia moniliformis Turp. ; T. quadrijuga Ktz. , T. quadruplicata nuova , T. prasiola nuova, i Closterium lunula Ktz., C. Baculum Bréb., C, gregarium nuovo, C? parasiticum nuovo, i Scenedesmus quadri- cauda Bréb. , S. dimorphus Ktz. , S. longus Mey. , 5. ellipticus Cord. , S. leiblenii Ktz, , 5. minor Ktz. , S. parvulus nuovo , S. biju- gatus Ktz., S. bilunulatus Klz., S. stomatomorphus Klz. , S. obtusut Mey. , S. aculus Mey. , S. fusiformis nuovo , S. triseriatus nuovo , i Co- smarium tetraophtalmum Heterocarpella tetraophtalma Ktz., C. pò- lymorphum Heterocarpella polymorpha Ktz. , C. bioculatum Hetero- carpella 6»ocuJa(a Bréb. , C. Papilio nuovo, C. sinuosum Cord., li J A>NU5Z1 DI r^VOM LIBRI "5 / Staurnstfum paradoorum Mey. , e St. trilobutn nuovo, le Micrait t e i-ias simplpx KU., Jtf. duplex Klz., M. Boryana HeUereUn Bnrinua T urp., M. Ghibellina , alla quale 1' Autore riferisce 1' Euastrum hrafjonu m , lo Stauridium bicvspidatum , e lo Stauridium Crux-Melilensis di Corda. , li Sphaerastrum cuneatutn Ktz. , S. echìnatum nuovo , S. ra- dialum nuovo, i Pieurococcus thermalis nuovo, P. communis auom , P? ellipticus nuovo. Le Sifonee hanno il Botrydium granulatum Grew. , e lo Vaurheria dichotoma Ag. colla varietà pyriformis , T. ovaia DC. , V. clavata DC. , V. IHllwynii Ag. , V. hamata DC. , V. terreslris DC. V. frigida Ag. , V. sessilis DC. , V. geminata DC. , V. verticillata nuova, V. racemosa DC. , V. caespitosa DC. Per ultimo le Ulvacee comprendono le Tetraspora minima Desv. , T. gelatinosa Ag. , le Viva thermalis Klz. , U. pentagonum nuova , 1' Viva clalhrata Gali. , e le Bangia atropurpurea Ag. , B. tenuis Ktz. , B, thermalis nuova . lo ho voluto far conoscere tulle le specie delle Alghe; che il sig. Me- neghini ha scoperto nelle acque Eugauee , acciocché da queste si impa- ri , quanta dovizia ne possegga la nostra Flora dentro un limile assai ristretto , ed è ben a credere , che estendendo le indagini agli altri luo- ghi acquosi , e termali dell' Italia il numefo delle medesime diverrà di gran lunga maggiore . Giova per ultimo il dire , che nella fine del li- bro r illustre Autore ha posto una serie di preziose , e accurate osser- vazioni , che spargono lumi sopra gli ordini , e sopra i generi che ap- partengono agli ordini ; affinchè gli uni , e gli altri vengano più stabilmente fissati sopra caratteri filosofici , né mancano osservazioni so- pra falli fisiologici, e segnatamente sopra il movimento delle spore di alcune Confervoidee , al quale taluno vorrebbe attribuire I' animalità di esse spore ; ma l' Autore adoperando quella saggezza , che fin qui lo ha distinto in tutti i suoi lavori, più verisimilmenle si avvisa, che « ori- ginem horum motuom in cbymicis, pbysicisque aquae in seminula actlonibus rimari debcmus . » Syllabus muscorum in Italia et in insulis eirmimstantihut hucusqua eognitorum auctore J. De Notar is M. D. etc. Taurini 1838. ex typo- graphia Canfari. 8, Quest' opera contiene il trattato della Museologia Italiana il più com- pleto , che siasi fin qui ottenulo . Le specie descrittevi sono in numero di 408. Credevasi in passato , che l' Italia scarseggiasse di Muschi ; ma il presente libro dimostra , che essa ne è ricca , quanto le altre parli dell' Europa , e che in oltre possiede alcune specie sue proprie , le quali accrescono il pregio della Museologia Europea . È veramente a deside- rare , che i Botanici del Regno di Napoli vogliano somministrare al sig. De Notaris i Muschi di quella contrada , de' quali 1' Autore si dichiara mancante , ed allora la Museologia italiana diverrà completa . Il sig. ^6 AKNDSZI DI WUOVI LIBRI De Notaris è il più abile nostro Miiscologo , come già si è conosciuto anche da altre sue opere ; ma la presente , che nulla lascia a desidera- re per r esattezza de' caratteri specifici, de' sinonimi , delle descrizioni, e delle osservazioni , lo rende superiore ad ogni elogio ; ed è un ma- nuale indispensabile , e sicuro per chiunque voglia conoscere la nostra Museologia . ( Cav. Antonio Bertoloni . ) Geologia. Elehents ec. Elementi di Geologia pura ed applicata , o riassunto di un corso di Geologia descrittiva , speculativa , industriale e compara- tiva di A, Rivière. Parigi 1839. 8.» fig. Lettres etc. Lettere sulle rivoluzioni del Globo di Alessandro Bertrand. Quinta edizione riveduta , ec. con note de' signori Arago , E. di Beau- mont, Al. Brongniart ec. Parigi 1839. con tavole. Leonhard Agenda geognostica , Hììlfsbuch etc. Manuale pel viaggia- tore geologo . Heidelberg 1838. 2.^ edizione aumentata e corretta. Mantell . Die Puaenomene etc. dei fenomeni geologici sviluppali in lezioni da Gedeone Ma uteli, tradotto in tedesco dal Dolt. G. Burkart. I. voi. 8," Bonna. 1839. (ig. CouPES ET vcES etc. Tagli e vedute per servire alla spiegazione dei fe- nomeni geologici , di Enrico T. De-la-Béche . con testo tradotto io Francese Da II, de €olegno . 40. tavole colorite . Parigi 1839. 4.» Zoologia. A HiSTonY OF BRiTisn Reptiles etc. Storia dei Rettili Inglesi di Tom- maso Bell. Londra 1839. 8." Cg. Gallerie des mollusques etc. Galeria dei molluschi , o Catalogo me- todico , descrittivo e ragionato dei Molluschi , e delle Conchiglie del museo di Douai , de' signori Potiéz , e Michaud . Tom. 1. Parigi 1838. in 8." con Atlante in 8." di 37. Tavole litog. Aritumonomia natcralis , seu de numeris in rerum natura tentamen e Mineralogia , Botanica , et Zoologia illustratum , auctorc Alberto Sonnanburg. cum tab. aenea. Dresdae 1838. i° Facna tiOttoPiERORCM Helveuca, auctore Oswaldo Heer. Turigi 1839. 16. fase. I. e 2. De Ferussac et G. P. Deshayes. Histoìre Naturelte etc. Storia Natu- rale generale e particolare dei Molluschi terrestri e fluviatili. Parigi. 1839. Distribuzione 29.* ; cinque a sei fogli di testo e sei tav. colorate in fol. fr. 30. in 4." Ggure in nero fr. 15. Quest' opera che, pervenuta al 23." quaderno nel 1832., per la morte AlWUnZI DI NUOVI LIBRI yy del celebre suo ant. il Barone De Ferussac era rimasta incompleta sarà ora condotta a compimento dal Deshaycs non meno perito e celebre in questa qualità di studi ,o gli editori promettono la stessa squisitezza di disegno e di coloramento che rendono la prima parto di quest' opera tanto magnilica, lodevole ed interessante. Per quelli poi che mancas- sero di lutti i quaderni 1' Editore propone di lasciarne loro uno o più all'atto della distribuzione dei singoli nuovi quaderni, la pubblicazio- ne dei quali si succederà di due in due mesi, e 1' opera intera ne com- prenderà circa cinquantasei . De Fekussac et Alcide: d' Orbignt . Histoire Naturelle eie. Storia Naturale generale e particolare dei Cefalopodi Acetabuliferi viventi e fossili , contenente anche la parte anatomica di un buon numero di specie . Anche quest' opera per la stessa ragione era rimasta interrotta al suo II." quaderno : è dello slesso formato e della medesima qua- lità della precedente e quindi identiche sono ancora le condizioni di associazione . I sette quaderni che mancano ancora a compimento del- l' opera si succederanno di due in due mesi a datare dagli ultimi del 1839. Costa O. G. Corrispondenza Zoologica destinata a diObndere nel Re^o delle due Sicilie luttociò che si va discoprendo entro e fuori d' Euro- pa risguardante la Zoologia e scienze affini . Pubblicazione incomincia- ta in Napoli nel p. p. Aprile Ib39. e della quale se ne dà in luce uà foglio al mese accompagnato da una tav- in rame : il prezzo ó statuito a carlini 15. annui, pari a ital. lir..C. 48, e 18. carlini, pari a ital. lir. 7. li. per quelli che desiderassero le tav. colorate . Quest' opera contiene : I. Gli articoli originali di Zoologia , ncU' ampio signiGcato di questa parola , appartenenti a scrittori napolitani . II. Estratti di lavori messi a stampa , purché contenghino qualche novità Zoologica , o di materie aflini . III. Gli articoli originali a noi trasmessi da Zoologi stranieri , e loro divisamcnti , espressi nella corrispondenza da noi sccoloro tenuta . IV. V estratto delle loro opere nella condizione medesima sopra es{K)sla \ N. II. ). V. Einalnieiite l'annunzio delle opere nuove intorno alla Zoologia, Bolanica, Mineralogia, Geologia, Chimica, 31edicina, e scienze affini. Si darà conto in seguito degli articoli originali contenuti in questo in- teressante giornale , parecchi fogli del quale , pieni di cose utilissime e nuove, ci sono di già pervenuti. Anatomia e Fisiologia. Neibeut . Crist. Fridericns . De Uydroccphalo congenito eiusque in ,yS ANNUNZI DI NUOVI LIBRI cerebrum vi. Disserrtatio inauguralis palkologico-analomica et psyco- logtco-physiologica . Heidelbergae Groos 1838. 8." di pag. 38. BcsBKE Aemilius . De Bursae Fabricii origine. Programma quo ad Orationem prò loco in ordine tnedicorum lenensi rite capessendo, die 29. decemb. habendam , observantissime invitat etc. lenae From- ■mann 1838 4." pag. 16. cum tabula lapidi incisa . Hannover Adolphus. De cartilaginibus , musculis, nervis, auris exter- nae ,- atque de nexu nervi vagi et nervi facialis. Dissert. analomi- co-physiologica , quam prò licenlia summos in medicina honores ri- te capessendi publice defendere conabitur. Bauniae S. Trier. 1839. 4." pag. 62. Stromeyeb Ludovicus . De combinatione actionis nervorum et moto- toriorum . et sensoriorum. Erlangae 1839. 8.» pag. 18. Van Beneden . Exercices Zootomiques. fase. I. Bruxelles 1839. 4." pag. 52. L' illustre aut. Professore diZoologia e d' Anatomia Comparata nel- r Università Cattolica di Lovanio pubblica sotto questo titolo una serie di interessantissime dissertazioni estralte dalle memorie ddl' Accademia R. delle Scienze e Belle Lettere di Brusselles , della quale è membro corrispondente , e che risguardano principalmente la storia Zoologica ed Anatomica di generi e specie meno conosciute dalla Provincia dei Mol- luschi . Questo primo quaderno contiene le seguenti memorie . I. SuU' Argonauta, alla quale sono unite sei elegantissime tavole rap- presentanti la più dna a^aatomia , singolarmente del sistema nervoso di- segnate dallo slesso autore . II. Sul Limneus Glutinosus , con una tavola anatomica. III. Ricerche anatomiche sul Pneumodermon violaceum, D' Orbigoy , con tre tavole. Un secondo quaderno ha seguito , sempre nel 1839. , il primo , ricco esso pure delle seguenti memorie . I. Sulla Cymbulia peronii Cuv. con una tavola. II. Sopra un nuovo genere di mollusco del Golfo di Napoli vicino al precedente , ed al quale l' aut. dìt il nome di Tiedemannia chiamando poi TiED. neapoUtana la specie che ha servito di tipo per la formazione del genere , e 1' anatomia della quale è illustrata con una tavola . III. Sull'anatomia dei generi Hyalea, Cleodora et Ccvieria, Le specie di cui si è servito per le ricerche anatomiche i risultati delle quali sono illustrati con tre tavole sono l. La Hval. tridentata Lamk. 2. La Cleod. lanceolata Les. 3. La Ccvieria collumella Rang. Lo stesso autore ha pure pubblicato negli ultimi mesi dello scorso an- no Alcune osservazioni sui Polipi d' acqua dolce ( BuUettino dell' Ac- cad. R. di Brusselles tom. lY. N. 9. Annunzi m nuovi libbi 79 Veterinaria. Dizionario di Medicina , Chirurgia ed Igiene Veterinaria di Hcrtrel d' Arbuval , tradoUo sulla seconda edizione di Parigi dal Sig. Tommaso Tamberliccbi da Forlì , e pubblicato in Forlì stesso dall' £ditore tipo- grafo Matteo Casali. La pubblicazione di qaest' Opera interessantissima che fu annunciata nell' Aprile dell' ultimo passato anno , contìnua con regolarità e preci- sione ed ha di già veduto la luce il quarto fascicolo che termina coli' ar- ticolo Asma. Notabili e mollo utili sono i miglioramenti che vi intro- duce mano mano il valente traduttore , coadiuvalo ancora dall' opera di Zoojatri ed Anatomici di chiarissima fama . La seconda edizione france- se, sulla quale è elaborata la traduzione, ha tocco il suo compimento in Ottobre del 1839. , cioè tre mesi dopo la morte del celebre suo Autore avvenuta il 20. Luglio del detto anno , come si può leggere nell' articolo necrologico sul medesimo , inserito nella BaccoUa di Medicina pratica veterinaria fascio, di Agosto e Settembre , e la traduzione del quale fu pure pubblicata in Forlì ed unita ad uno dei fascicoli del Dizionario . La seconda ed. francese reperìbile in Parigi alla Libreria di S. B. Bailliére si compone di sei Volumi in 8° di circa 700. pag. ed al prez- zo ciascuno di otto franchi . Le tav. anatomico-chirurgiche di U. Lehlanc ed A. Trousseau in numero di 30. in fol. costituiscono sempre un cor- redo essenziale al Dizionario, sono valutate (parlando dell' ed. di Pa- rigi) 3. franchi e mezzo per cadauna, ossiano fr. 75., i quali , uni- ti all' importare dei sei volumi del dizionario , costituiscono un totale di centoventitre franchi . La traduzione sarà essa pure divisa in cinque a sei volumi di circa 45. fogli per cadauno in 8." grande , carta velina e caratteri a due co- lonne . Ogni volume verrà diviso per fascicoli dì otto a dieci fogli l' uno e dopo la pubblicazione del primo fascicolo ne uscirà uno ogni bimestre. L" Atlante comprenderà circa quaranta tavole ( per cui ne saranno ag- giunte dieci a quello dell' edi. francese ( litogratìche colorate , in mezzo foglio di carta imperiale . Sarà in arbitrio dell' associato l' obbligar^'-i per r opera intera , o pel solo testo del dizionario . Il prezzo di ciascun fo- glio di pag. 16. sarà di baiocchi quattro ( cent. 22. di franco ), e quello d' ogni tavola , compresa la descrizione a stampa , di baiocchi venti ( fr. t. 07. Leblanc D. Des diverses espéces de morve ee. Specie diverse di Cia- morro e di Farcino , considerate quali forme variate di una stessa af- fezione generale contagiosa . Parigi 1839. in 8.' fr. I. 24. e. Dello stesso . Recherches ec. Ricerche sperimentali e comparative sol- r effetto della inoculazione del pus e del muco del ciamorro , e di 8o, ATOUNZI DI NUOVI LIBRI altri umori degenerati, eseguita nel cavallo e nell* asino. Parigi 1839. in 3." fr. 1. 50. e. Bater P. De la morve ec. Del ciamorro e del Farcino nell' uomo . Pa- rigi 1837. in 4.° con due tav. incise e colorate fr. 9. Avendo il celebre autore osservato nello spedale della Carità , di cui è medico in capo , un caso di trasmissione del ciamorro dal cavallo all' no- mo ha raccolto con diligenza tutte le circostanze di questo fatto interes- sante , e dopo averlo sottoposto all' esame e discussione dell' Accad. R. di medicina di Parigi , di cui è membro , lo ha pubblicato appoggiandolo agli altri falli di analoga natura fin qui osservati in Germania , Inghil- terra , Slati Unili , Italia e Trancia . Quest' opera quindi è del massimo interesse non solo pei Yeterinarii ma anche pei Medici . Sage. Traile de la morve .Trattato del ciamorro cronico dei cavalli os- servato specialmente nell' armata da ec. , veterinario della Razza R. di Rosieres aiix salines. Parigi 1838. fr. I. 50- e. Grognier L. F. Prof, à V Ècole R. veterindire de Lyon ec. Précis d' un Cùiirs . Sunto di un corso di lezioni sulla moltiplicazione e per- fezionamento dei priacipalt animali domestici. Lyon 1838. in 8.* di 604. pag. IO. fr. INDICE DEL.L.I3 HATEHIE COMTEMUTB IN QUESTO FAiiCICOL.0 3L1II MESJOKIE ED ARTICOLI OBIGIJfAH Makoli D. AiUTOmo ziz. Sulle irradiazioni Lumi- nose pag. 5 Malaguti F. zr: Nuore osserrazioni sull' acido niu- cico ....,, 4^ Allegri Agostino rr: Lettera sullo sviluppo spon- taneo del vajuolo anche in individui maschi della Specie Bovina 55 ^7 Bianconi Dott. Giuseppe n: Sui fenomeni geologici operati dal gas idrogene , { continuazione ) . . 55 60 Anuuuzi di Nuovi Libri Opere Botaniche Italiane 55 7 ^ „ di Geologia e Zoologia ,, ^5 5, di Anatomia e Fisiologia « 77 „ di Veterinaria 53 79 nruovi AnrnìAiii SCIENZE NATURALI ANNO 1840 ( pubblicato li 1 Aprile ) Prezzo del presente bai. 25. BOLOGNA PEI TIPI DI JACOPO MARSir.Ll 1 84 0 AVVISO I Direttori di questo Giornale, nel pubblicare il Faset- colo di Gennaio pel corrente 1840, hanno creduto di conservare, sì nella copertina che nel Frontispizio, la nu- merazione progressiva dei Fascicoli e dei Tomi in relazione a quelli già venuti alla luce negli Anni 1838 e 1839' perocché portano essi fiducia , che que' Signori Soci , i quali favorirono in allora l'edizione di questi Annali, sie- no per continuare anche al presente nell' associazione ; ovvero che quelli , i quali si sono novellajnente associati, possano fare acquisto de' precedenti due Volumi dalla So- cietà Editrice , che dietro richiesta li rilascierà loro a mo- dico prezzo. Ma potendo a taluno de' nuovi Signori Associati tornare a grado d'avere solamente i Fascicoli dell'associazione in corso , così per provvedere al comodo di questi , senza porre d'altronde un'interruzione nella serie da principio nomi- nata, si avverte che d'ora innanzi si modificheranno op- portunamente le copertine de' Fascicoli mensili , e si darà pei singoli Volumi un duplice Frontispizio, cioè uno re- lativo all'intera edizione di questi Nuovi Annali , e l'altro solamente appropriato alla pubblicazione di ciascun' Anna- ta , curando inoltre che ogni Anno contenga possibilmente delle produzioni non interrotte. appendice: AI TRE DISCORSI INTORNO AI SERPENTINI DEL BOLOGNESE , ED AL TERRENO CHE LI CONTIENE DEL DOTT» DOMENICO SANTAGATA LETTA KELL' ACCADEMIA DELL* ISTITUTO DELLE SCIENZE NEL «lORNO 3 GENNAIO 1839 Poiché ebbi percorsa quella parte di montagne bolo- gnesi che sono subito sotto dell' Apennino contenute tra Gaggio ed 11 torrente Sambro , e poiché il meglio che per me si poteva secondo 1' ufficio di Geologo 1' ebbi descritte ed illustrate , nacque in me il desiderio di ve- dere ancora quelle che li'a il Sambro ed il Santerno sono poste , il quale ultimo torrente è presso a poco il confine che divide il Bolognese dal Ravennate . Ac- crescevano in me il desiderio la situazione di queste montagne e 1' apparenza che davano guardandole di lontano , onde per 1' una cosa , e per 1' altra conghiet- turava che non dovessero quest'ultime molto dissomi- gliare dalle prime, e che in esse per avventura si rin- venissero oggetti di natura conforme . Quindi il Luglio passato le ho visitate ^ ed in effetto ho potuto trovare vero quello che per congettura aveva presupposto : im- perocché questi terreni sono la più parte di natura con- simile alli già descritti . Or così essendo le cose panni che non perciò venga meno la convenienza del farne particolare menzione , avvegnacchè la minuta ricerca che N. Ann. Se. Natoh. Aimo 2. Toni. 3. 6 Sa OSSERVAZIONI GEOLOGICHE ho fatte delle montagne predette possa , a mio avviso , valere a confermare moltissime delle opinioni da me esposte , a modificarne non poco alcune altre , ed e- zlandio a farne sorgere di nuove :^ ciò che forse ad al- cuno non sarà discaro di conoscere . Quello spazio di terre montagnose che nell' ultimo mio viaggio ho visitate , è in ampiezza tanto e più an- cora quanto l' altro prima descritto : quindici miglia in larghezza da Montorio a Fontana : dodici in lunghezza da Castel S, Pietro a Pietramala . Li due nominati tor- renti ne limitano la larghezza quello al Sud-Ovest que- sto al Sud-Est e per il mezzo ne scorrono quattro altre , Savena , Idice , Sillaro , e Zena , i quali o nasco- no dagli Apennini , o poco sotto , e partiscono questo spazio in cinque grandi linee di Colline rendendo molto malagevole e faticoso T attraversarle . Or facendomi a dar contezza dell' indicato paese , ripiglierò la narrazio- ne da quel luogo dell' altro spazio descritto che è più vicino al nuovo che ho percorso . E questo il lato si- nistro del Sambro , il quale io dissi essere formato di montagne della formazione del calcare compatto , con queste differenze che sovrabbonda più che altrove il ma- cigno 5 ed i calcari sono di grana meno fina e meno serrata , che quella degli altri luoghi vicini , ed i loro strati non sono così rotti come altrove, ma sono sola- mente inclinati. Le quali differenze si possono dire be- neavventurose , poiché scomponendosi per cagion d'esse i macigni ed i calcari , la terra di quei luoghi non è altrimenti sterile ed impedita^ né viene tolta la sua cul- tura dalla pendenza che non è molta . Per questo è tutta vestita di buone piante, di alberi fruttiferi con ter- reni coltivati , massimamente nell' estremità della linea , dove sono i fondi appartenuti alla famiglia Berti dal lor padrone così bene condotti che pel buon governo non hanno di che invidiare alle campagne meglio col- tivate della pianura : né la terra è molto inclinata , ma DEL DOTT. D. SANTAGATA 83 leggermente inverso il magnifico palazzotto nominato la Torre , il quale essendo alquanto rilevato , e sopra un poggio tulli per così dire domina li sottoposti possedi- menti, onde fra le altre vaghissime vedute che da que- sto nobile ed ameno luogo si scoprono di monti cir- costanti , e di due torrenti che quasi al suo piede si congiungono insieme , havvi pur quella de' molli campi ottimamente ordinati e disposti a compiacenza del loro valente e cortese signore, ed a diletto de' riguardanti. Della medesima condizione di terreni di queste colline sono pur quelle che si trovano alla destra dello stesso torrente Sambro meno capaci però di artificiata cultu- ra perchè più ripidi , e copiosi di boscaglie , special- mente nella parte che più s'accosta all' Apennino , in- verso il quale andando s' attraversano boschi bellissimi di Cerri alti, diritti e spaziosi, e di castagni non molto antichi , e robusti . In mezzo ad uno di questi boschi formato degli alberi predelti , ma più piano ed erboso che gli altri , si scopre un tempietto venerabile , e so- litario sacro alla Vergine Maria . Del resto il terreno è quivi formato di grandi banchi di macigno apennino, e poco sotto a lui pare che debba esservi il calcare com- patto , poiché in un punto dove manca il macigno comparisce il calcare . Queste colline benché appartengano come ho detto alla stessa formazione delle altre sopradelte hanno però alcuna cosa di particolare in questo che contengono dentro i loro banchi alcuni piccoli frustoli di corpi or- ganizzati che non sembrano Fucoidi ma piuttosto ligni- ti :^ e di più alternano cogli stessi calcari , con argille e con macigni certi stratarelli arenosi e micacei a super- ficie così ineguale che vi apparisce quasi sopra essa Y ondulamento stesso del liquido da cui precipitarono , ciò che altrove non ho osservato . E considerando an- cora le roccie di questi luoghi ( quali io le raccolsi in un sito chiamato Cedro sotto il monte detto delle croci ) 84 OSSERVAZIONI GEOLOGICHE si trovano bensì essere quelle del calcare compatto, ma differiscono però non poco dalle roccie calcari de' monti circonvicini . Le quali cose leggerissime per se vogliono essere avvertite perchè dimostrano come ancora in ispazii poco estesi si andassero mutando le circostanze , dietro le quali si formarono li terreni . Maggiore avvertenza ri- chiede altresì la qualità del terreno de' monti che , va- licato il torrente Savena, s' incontrano alla sua destra^ ne' quali non apparisce alcun banco di calcare , né le roccie che vi si osservano sono con questo legate . Non è già che quivi abbia termine la formazione calcare , poiché vedremo fra poco che , oltrepassati questi monti ed il torrente che scorre alla lor destra, ricomparisce di nuovo. Onde sarei d' opinione che i calcari non s' innalzassero in questo punto al livello delle montagne laterali e che fosse poscia dalle acque sopravvenute coperto 1' avvalla- mento rimasto , e con i lor sedimenti ripieno . Che se io dissi fortunate le colline di là dal Sambro perchè più scarsi che nelle altre erano i calcari , chiamerò queste fortunatissime essendone affatto prive e composte in vece per una gran parte di macigni che non mi parvero molto antichi e facili a decomporsi , formando un terreno piuttosto buono . Dico per una gran parte essere 11 macigno non molto antico , non essendo la porzione piii alta di questi monti , che salgono fino alla vetta dell' Apennino , composto di macigno uguale a quello della parte inferiore . In queste inclinerei a credere il macigno essere terziario benché non contenga pure un fossile, mentre nella parte superiore avvicinan- dosi a Pietramala v' hanno macigni di origine piii an- tica , i quali non si prestano tanto a fornire terra da coltivare quanto piuttosto a dare opportuno sostegno ai ricchi castagneti che sopra loro fioriscono . Di tutte le montagne che ho descritte queste contenute fra Savena ed Idice mi sono parse le più feconde , le più agevoli a coltivarsi , ed in queste appunto mi fu molto grato e DF.r, rOTT. D. SAINTAGATA profittevole 11 vedere le savissime e convenienti lavora- gioni falle eseguire da un agronomo valentissimo il sig. Davide Bourgeois, il quale avendo in questi luoghi po- ste ili opera le migliori maniere d' agricoltura , ed inse- gnatele ai vicini , è da tulli i paesani riverito , ed avuto in conto di guida e di maestro . Siccome il primo e principale studio di esperto ed avveduto coltivatore , sì è di bene eleggere il campo su cui esercitare l' arte sua .nobilissima acciocché largamente alle cure di lui corrispon- da , cosi non è a meravigliare che il sig. Bourgeois abbia scelto a condurre fra le terre buone la buonissima , quale è appunto (volendo tenersi alla montagna) quella dell'impresa comoda ed unita ch'egli coltiva in Scandio, fertile ed ubertoso comune alla sinistra della strada , che da Bologna conduce a Fiorenza , un miglio e mez- zo circa discosto da Lojano . Qui sono moli' anni che quest' illustre Signore con mirabile costanza , diligenza ^ e dottrina s' aflatica per ridurre a perfezione di agri- coltura quelle terre :^ al qual fine gli è stato necessario ordinare i confini di tutti i fondi prima confusi ed in- certi , mutare alcune usanze di lavorare la terra ed in- trodurre la coltivazione di piante a questi luoghi fino allora sconosciute : e per conseguenza ha dovuto su- perare le opposizioni sempre gravi che nascono dalie abitudini contrarie de' contadini , gravissime poi da quelle de' montanari meno disposti per ignoranza a ricevere in questa materia le novità piìi vantaggiose. Dalle quali opposizioni non isgomentato ma fatto anzi più accorto , il Bourgeois le ha prese a combattere , non già di fronte , ma come si suol dire di traverso •, ed usando perciò i due mezzi più efficaci , le ragioni voglio dire significate con modi acconci al costoro intendimento , e 1' esperienza che solo può convincere quelli che non sanno apprez- zare le ragioni , è pervenuto a stabilire nell' impresa quel metodo agronomico eh' era più conveniente con piena soddisfazione de' suoi lavoratori •, i quali sebbene in 86 OSSERVA7.I0M GEOLOGICHE numero di venti famiglie sono tutti contenti , rispettosi e molto agiati, né mai abbandonarono i loro poderi^ e per quanto lo stesso Bourgeois mi narrava , sono pronti ai comandi , onesti e costumati . Tanto può sui coloni il regime di un saggio e discreto padrone. Seguito di tut- tociò è la floridezza di quella campagna , P accrescimento delle raccolte : e per non enumerare ad una ad una le molte cose lodevoli , dirò solamente il come abbia mu- tato faccia il luogo dacché è governato dal sig. Bourgeois. Allorché pervenne l' impresa alle mani di lui , veniva questa ogni anno seminata di 220 corbe di grano, e di molti marzatelli , lavorata da tante bestie quante ere- devansi bastare . A poco a poco la semina si è ristretta a 160 corbe dalle quali oggi si ricava un prodotto molto maggiore di quello che davano le 220 , e in tutto quel terreno che non viene coperto da marzatelli é tutto posto ad uso di pascoli o naturali o artificiali secondo le condizioni de' luoghi . 3Ia piìi è appunto in materia di pascoli dove maggiormente apparisce la sagacità del dotto agricoltore , il quale avendo trovate in queste pos- sessioni moltissimi appezzamenti di terre quasi affatto negletti perché non fruttavano , conobbe che da essi avreb- be potuto ritrarre molto utile ponendovi a crescere la lupinella , pianta non usata in prima da alcuno di questi luoghi , Dalla quale coltura ha ritratto maraviglioso van- taggio , che in grazia di essa , e di molti foraggi rau- rati ne' campi , i quali prima erano posti a frumento , ha potuto talmente accrescere il numero delle bestie che ora è più ancora che il doppio di quello che per in- nanzi era impiegato ai lavori ; tutte belle , di buona razza , e ben nutrite , onde é chiaro come debbano ve- nire giovati i terreni dai lavori che vi praticano e dai concimi che vi si accumulano . Non può essere diffatti più florida e piena tutta quanta la terra dell' Impresa , la quale inoltre è abbastanza provveduta di boschi na- turali , d' alberi da frutto d' ogni genere e di vivai per DEI. DOTT. D. SAISTAGATA OJ mantenere e rinnovare 1 bene compartiti pìantamenti d'olmi, d' opi , di gelsi e di frutti. E per tacere le al- tre cose grande lode si deve ancora al Bourgeois , per qwpsto che ha saputo con bell'arte e senza spese esor- bitanti costringere con argini , e ripari alcuni rivi , o a meglio dir torrentelli che corrono per P impresa , a la- sciare 1' antico lor corso e restringersi dentro limiti con- venienti : ottenendo per tal modo che cessassero le cor- rasioni e le frane che que' rivi producevano estesamente e che si formassero invece con sedimenti delle loro acque de' piani i più acconci al vegetare delle piante , le quali rigogliose come -sono e in sul crescere , eccite- ranno io mi penso nel loro cultore un sentimento d'in- dicibile contentezza vedendo sotto i suoi occhi , e per le sue incessanti fatiche cangiati in utili ed ameni quei luoghi squallidi e rovinosi . E tanto piii che le dette operazioni campestri essendo fatte in luoghi aperti e volentieri mostrate ed ispiegate dal cortesissimo sig. Bour- geois , nel mentre stesso che danno ai passeggieri ma- terie di ammirazione porgono ancora ai vicini utile esem- pio da Imitare di che appunto è venuto che anche le campagne circostanti , sono state sommamente migliorate ■per l'uso specialmente della lupinella divenuto ormai comune in que' dintorni . In tutta la indicata collina fra Savena , e 1' Idìce , la vegetazione è più o meno prospera e felice , ma di là di qucst' ultimo torrente ricomparendo il calcare com- patto , di nuovo il terreno diviene ingrato , e di nuovo si scoprono le masse dei serpentini frequenti , numerose ed importanti a conoscersi . Nel Comune di Bisano ed alla destra dell' Idicc ne sporgono dal suolo parecchie , delle quali solo noterò le cose più speciali , siccome quelle che giovano a confermare quello che ho delle altre discorso . Dirimpetto ad una casa chiamata il palazzo presso l' Idice havvi il primo masso di officalce e di serpentino 86 OSSERVAZIONI GEOT-OGICHE dentro il quale è incassato fra le roccie un pezzo di Strato di calcare compatto , del quale esaniinfito il cen- tro ed i lati esterni che toccano la roccia non ho tro- vato che un leggerissimo abbrucciamento in questi lati, e forse un aumento proporzionale nella durezza , ma il centro di questo pezzo non è punto alterato . Pochi passi più avanti nella medesima serra in un luogo detto la Macchia di Ercolani incontrasi un altro masso formato dalle stesse rocce che il primo , fra le quali sono ar- nioni , o pezzi rotondati di carbonato di calce color di rosa cristallizzato al modo della dolomia , La terza mas- sa, è impiantata nel Fondo di un Rio detto Cadinaldo ovvero della Mandria delle Volpi : è molto più vasta delle precedenti , e P acqua del rio scorre sopra delle sue rocce , le quali sono consimili alle altre . Continuando a salire per tre miglia arrivasi al con- fine Toscano , e prima di trapassarlo in un luogo detto il prato della Rodella , incontrasi un masso lungo circa i5o piedi e dalla parte di Ponente quasi tutto sepolto nel monte . Quattro altre masse sono nel territorio to- scano le quali differiscono dalle bolognesi in ciò , che appaiono per così dire più magnifiche e maestose , e ciascuna è formata o di una sola roccia durissima o di ben poche , ed occupano la linea più eminente di un altra terra che tutta continuata va dal Sillaro inverso Plelramala . Poco lungi dai così detti Casoni di Roma- gna vicino al Sillaro havvi il primo di questi quattro massi tutto di Eufotide durissima chiamato il Sasso della Mal- tesca tutto all' intorno diroccato . Dopo questo s' incontra il Sasso di S. Zenobio di bella vista per la sua forma di gran piramide quadrala , pel suo colore rosso nera- stro , per la sua posizione in un bel prato di molta effusione , e di poco pendio . Al Sasso di S. Zenobio vien dietro quello di Gurla- no , q finalmente quello di Cavrendo vicino alle Fili- gare * Questo è il maggiore di tutti ed ha la forma di DEf, DOTT. n. SANTAGATA 89 montngnetta nuda e scheggiosa , d' ogni intorno diroc- cata e scoscesa , e cinta al suo piede d' infiniti massi di Eiiibtide cadutigli dai tlanchi . Agli argomenti che provano che tutte queste punte o scogli serpentinosi che escono dal snolo nel Bolognese j nella Toscana ed altrove sono stati dopo la loro prima origine da nuove forze sollevati , potrebbesi aggiugnere la facilità con la quale si scompongono e si sfacellano. Che materie così dure e tenaci come sono, se non fossero state sgominate e rimesse dal luogo che prima occu- parono allorachè o essendo fuse si rappigliarono, ovvero essendo fluide si adossarono e si raffermarono , non avrebbero bisogno per così dire che il terreno circo- stante le puntellasse per stare insieme, né si discioglie- rebbero caduti appena que' puntelli. E credo in simil modo che ne attestino il sollevamento le spaziose mine che nei terreni di loro succedono frequentissime , le quali per avventura hanno luogo perchè gli strati de calcari sollevati , infranti ed inarcati dai serpentini la- sciano passare sotto loro le acque che stanziando nelle caverne che vi si devon essere formate corrodono a poco a poco i fondamenti delle montagne e le fanno crollare al basso . Anche altra volta feci parola di siffatte ruine accadute a memoria d'uomini a Prada , a Lizzo, e più in addietro a Gaggio , dopo le quali rimasero dinudate le rocce del serpentino . ftla in quesl' anno ho veduto io medesimo nelle serre toscane li tristi effetti di uno recentissimo di tali cadimenti . Essendo inteso ad osser- vare il Sasso di S. Zenobio la guida che aveva meco sarrommi che nel principio della primavera passata non lontano di h piìi che un miglio , accadde un orribile precipizio onde furono ingoiate dalla terra una Chiesa e molte case . Invogliato di vederne gli avvanzi mi vi feci tosto condurre : il luogo chiamasi Caboraccie ed è là dove ha principo un rio chiamato Lianterno . Era questo monte abitato e colto da un centinaio di per- qo OSSERVAZIONI GEOLOGICHE sene che nel pendìo settentrionale avevano a modo di piccola borgata stabilite la maggior parte le loro case e la loro Chiesa . Nel primo giorno della quaresima passata , gli abitanti raccolti nella Chiesa sentirono il ter- reno a muoversi di sotto ai piedi , della qual cosa oltre- modo sbigottiti e confusi si posero tutti in attenzione di ciò che fosse per accadere : e seguitando il terreno or qua or là a discendere lentamente , e perciò fatti certi di quel che era , vuotaron a furia le lor case e si misero in fuga non restando infino a che non giunsero sopra un monte vicino dove quasi istupiditi si fermarono a riguardare la rovina de' proprii abituri , i quali , pas- sate poche ore , tutti ad un tratto affondarono , e pre- cipitandovisi sopra il monte furono tutti miseramente se- polti. In quel punto che il terreno s'avvallava era l'aria tranquilla ^ niun rimbombo s' intese , niun vapore esalò . Non altro vedesi al presente che un ampio deserto di rottami calcari , il quale gira all' intorno quattro miglia , e nella sua parte inferiore, dove era la borgata havvi un lago le cui acque io non so con certezza se sgorgas- sero di sotto al monte , come affermano alcuni , o se piuttosto derivassero dal Lienterno il quale chiuso dalle J mine inondasse quel luogo . Cagione a tali disastri sono forse li Serpentini, i quali nondimeno sotto altri rispetti sono da tenersi in gran pregio ', come quelli che fecero uscire dal seno delle acque il terreno lieto dell' Italia nostra ^ onde non sì gravi sono i danni da essi prodotti come è grande il benefizio: intanto che mostrandosi tut- tavia su questa terra non la fanno di sterile condizione e danno materie agli studii del Geologo che riceve an- che per questo un mirabile e stupendo argomento dal- la potenza di Dio . Fin qui ninna cosa mi si offerse che mi obbligasse a cangiare alcuna opinione formata negli altri viaggi , o che veramente mi aiutasse a discernere meglio le ve- rità ricercate sopra il fondamento delle congetture da DEL DOTT. 1). S.IIVTAGATA gì me esposte: ma non tardai però molto ad incontrarne. Nel valicare pertanto la montagna che è Ira l' Idice ed il Sillaro per ben vederne ancora la sua linea trasversale , avendo preso il cammino da Bisano alla villa così detta di Sasso Nero (invitato dal nome di questa villa che mi dava speranza di rinvenirvi alcun masso di Serpentino ) e passando sulla cima del monte per una spiaggia ar- gillosa mi si scopersero in terra i rottami di strati ne- ri , o rossastri simili a quelli di manganese di ferro tro- vati già nella terra de Frascari , perlochè disceso del Cavallo mi posi ad osservarli. Mi è grave non poco, o Accademici dottissimi di dovervi qui intrattenere sopra «n argomento medesimo che due altre volte in questo luogo ho trattato qual' è quello del minerali or ora in- dicati , ma non posso a meno di dirne alcuna cosa , poiché credo aver fatto su di ciò con la nuova osser- vazione alcun passo piìi innanzi , di quello che aveva fat- to con l' altra , e poiché dopo le cose largamente di- scorse potrò essere molto breve . La spiaggia argillosa alla quale accenna il mio dire incontrasi poco prima di calare dal monte che ho men- zionato nella piccola riviera detta i Tre-rii : e viene chiamata la macchia della Crasecca . Quivi mi fermai lungamente a considerare 11 terreno che la compone e i minerali che contiene . In principio dall' insieme delle cose il luogo mi parve perfettamente simile alla serra de' Frascari : il terreno come diceva è argilloso e si ■ sfalda: gli stratelli di manganese e di ferro hanno quella apparenza e quell' ordine medesimo che nella serra . Non mancano li ciottoli di Manganese silicati che mi diedero tanto a pensare, e a compimento di simiglianza fra l' uno , e l' altro luogo trovansi quivi arnioni ispac- cati Identici nella figura , nel colore , nella cristallizzazio- ne del quarzo fibroso calcarifero . Piacqueml assai que- sl' incontro , che mi dava occasione di vedere in luogo nuovo quell'insieme di oggetti che aveva in prima tro- g2 OSSERVAZIOM GF-OLOCrcnE vato solamente ai Frascari , e sopra i quali aveva for- mate non poche congetture , e sperai di raccogliere nello studio di essi nuovi argomenti che confermassero quelle opinioni . La quale speranza posso dire che in parte fu soddisfatta , ma in parte ancora rimase delusa . Avvegnacchè se nel principio della osservazione de' mi- nerali di questa serra tutti ed in tutto mi parevano uniformi ed uguali a quelli de' Frascari , a mano a mano che distendeva le mie ricerche su di loro mi si scopri- vano certe particolarità non ispregievoli , e non vedute nei primi , le quali rendono singolari i minerali di Cra- secca . E cominciando dagli strati neri e rossi dirò che fra quelli che io vidi , alcuni m' apparvero interamente simili a quelli de' Frascari in quanto all' essere formati delle due sostanze l' una esteriore nera , dura , pesan- te, l'altra interna, rossa, tenera e leggera, ed in quanto alla maniera del dividersi in pseudo-cristalli non molto però regolari . M' apparvero ancora li ciottoli durissimi e cerulei di silicato di manganese aventi essi pure forme angolate , e così intessute fra loro da comporre de' strati , ma dove questi ciottoli ai Frascari sono tutti ve- stiti da una tonica nera simile a quella che ricopre la materia rossa degli altri strati, qui invece sono quasi tutti nudi , e scoperti . Ritrovati cosi a Crasecca gli estremi di quelle serie che ai Frascari vidi essere una e con- tinuata , m' affidava pur di trovare le gradazioni inter- medie che li congiungono •, e sopra questa fiducia io mi posi a cercarle, ma invano^ che niuna gradazione inter- media fra li ciottoli e gli strati neri e rossi potei sco- prire . Scopersi invece con gran piacere un altro nuovo e più importante rapporto che hanno quegli strali , vale a dire che se da una parte si congiungono per passaggi insensihili àlli ciottoli ( siccome nell' ultimo discorso ho dimostrato ) dall' altra parte poi per altrettanto chiari pas- saggi si legano al calcare compatto , locchè appunto io •" appresi in quest' ultima ricerca . Nella quale avendo DEL DOTT. D. SANTAGATA ^3 infranti non pochi di quelli strati pervenni ad uno che nel diffuori era bruno presso a poco come gli altri, ma non divisibile naturalmente in piccoli pezzi regolari , e che aveva nel terreno la medesima giacitura , e le me- desime disposizioni di uno strato calcare . Rotto col martello questo strato rinvenni tutto attorno di esso la crosta nera di già mollo innoltrata , solt' essa alcuni piccoli nicchi di sostanza rossa , e nel centro un cal- care compatto inalterato . Dopo questo , continuando a ricercare , m' imbattei in altri simili strati di calcare più o meno convertiti nelle due sostanze sopra indicate , e ne' quali a seconda delP avvanzamento dell' alterazione si vedevano li scomponimenti che ho altre volte descritti , in quella maniera medesima che io dissi li ciottoli di silicato di manganese trasformargli nelle due sostanze nera e rossa . Per tal maniera adunque , se io non ho errato nell' osservare , due origini diverse avrebbero quelli strati , l' una dalla conversione de' ciottoli di Silicato di Manganese , 1' altra dalla conversione del calcare compat- to . Le quali conversioni io non dubito che non siano provvenienti da quelle azioni che comunemente sono dette plutoniane: alle quali s'attribuiscono infinite potenze senza poi conoscere in quali modi producano i loro effetti . Al- trettanto è a dire secondo me , delle sopraccennate tra- sformazioni^ che parlando dei ciottoli di silicato di manga- uese mi adoprai alla meglio di congetturare il come ne avvenisse il niutamento , non solo nella tessitura molecola- re , ma eziandio nella chimica composizione :^ non fu però che un andar dietro alla maggior probabilità apparente . E il peggio si è che a misura che s' addentra nelle osserva- zioni , e che si scoprono rapporti più intimi , più si appa- lesa la imperfezione de' nostri sistemile la difficollà di cor- reggerli conipitaniente . Una conferma di questa sentenza approvata da tulli la porge il trasmutarsi del calcare coinp.itto negli strati di manganese e di ferro silicati , ri- spellu al quale nou possono certamente sostcucrsì quelle 94 OSSERVAZIONI GEOLOGICHE cose che de' ciottoli di manganese io credei poter dire, e che piuttosto da questo nuovo fatto rimangono in- debolite . Al vedere quelle serie di ciottoli far passag- gio graduato agli strati di pseudo cristalli non trovai miglior spiegazione che supporre che iielP occasione del sollevamento di quel terreni , vapori molto densi e in- candescenti di manganese sbucassero dal profondo , i quali dessero origine alli ciottoli che sottoposti a nuove e forti azioni plutoniane si convertissero in pseudo cri- stalli sumentovati . Ma ora avendo trovato che ancora il calcare compatto viene ridotto in istrati di Manganese e di ferro, e che ivi presso sono ciottoli di slHcato , si rendono necessarie a quella ipotesi alcune aggiunte . Saranno insorti vapori di Manganese, e senza dubbio, polche il fatto Io dimostra, li ciottoli di slllcalo diven- tarono strati neri , e rossi • non è forse irragionevole ancora il pensare che quel vapori metallici venendo a contatto del calcare compatto in circostanze differenti potessero trasmutare il calcare o negli strati metallici , ovvero per sostituzione e chimiche reazioni ne' ciottoli di silicato , sopra i quali proseguendo ad agire il fuoco e gli altri agenti cooperatori ne facessero strati blcoloriti. E qui verrebbe in acconcio il discorrere le moderne opinioni sul potere attribuito al fluido elettrico, di pro- durre , o di agevolare siffatti cambiamenti , ma dubi- tando che piccolo proffitto ne fossi per ritrarre, mi re- stringo a dire quello che mi pare probabile , persuaso di aver fatto abbastanza , e di non essere da riprendere quand' anche in avvenire il mio pensiero dai fatti si dimostrasse contradetto . Imperciocché se il fare questo pur talora basta al filosofo perchè si reputi avere il suo ufficio adempiuto , secondo che avverte il nostro Zanotti , quanto maggiormente non basterà a me che di un subbietto sì alto e difficile , tanto quanto le mie deboli forze mi concedessero , mi proposi di ragionare ? Nota- bili sono le parole del dotto ed elegante scrittore. Molto DEL, DOTT. D. SAjXTAGATA ^5 ancora mancherebbe al nostro filosofo , s' egli non pos- sedesse perfettamente tutte le parti della fisica , nella quale entrando io vorrei , eh' egli non solamente an- dasse dietro a quelle cose che per li sensi ci si mani- festano*, ma procedesse oltra con l' intelletto, e cercasse anche i principii , che ci si manifestano per la ragione ^ soddisfacendosi di quella probabilità , che hanno, giacché all' evidenza non possono giugnere , né ritraendosi da questo studio per paura , che quella opinione , che oggi par probabile, potesse una volta trovarsi falsa. Percioc- ché il pretendere, che ciò che si dice non debba poter esser falso , è pretensione superba , convenendo egli piut- tosto a un Dio che a un filosofo ^ e quegli stessi , che trasportati da una tal verità , per esser sicurissimi di Iciò , che aflcrmano , professano di non volere attenersi se non alle esperienze e alle osservazioni , volendo poi ridurre i ritrovamenti loro a leggi universali e costanti , che debbon valere in tutte le cose, eziandio in quelle che non hanno mai osservate , cadono anch' essi nel pericolo della probabilità •, la qual probabilità se non volesse seguirsi per paura di errare , non potrebbero più né i Medici curar gl'infermi, né i Giudici definire le cause :^ e si leverebbe dal mondo ogni regola di buon governo ( i ) . iWa tornando al proposito , dico che queste medesi- me considerazioni che ho fatte intorno al cambiamento del calcare e de' ciottoli si converrebbe ripetere rispetto ad altre trasformazioni che in Cedrecca ed altrove ho ritrovate. Ho detto che nel luogo di questi strati bico- loriti si rinvengono arnioni della stossa figura di quelli del quarzo fibroso calcarifero de' Frascari :, cristallizzati . , com' essi in fibre dello stesso colore e della medesima I frattura^ ondeché nel primo momento li credetti ugua- li) Opere 42. Moltissimi altri scrittori, che verremo indicando, colpiti dalla singoUuilà del narrato fenomeno , ce ne hanno trasmesso le descrizioni , nelle quali risconlransi gli stessi sintomi , le stesse convulsioni , le stesse circostanze , infine lo stesso grandioso spettacolo . Sol che è da av- vertire , che in molle trovasi fatta menzione di fiamme I 1 6 TERRENI ARDENTI , SALSE EC. spontanee ripetutamente osservate nel furore della eru- zione , le quali da alcuni vengono contestate accagionan- do dei supposto abbaglio V esaltata fantasia degli impau- riti spettatori . Ma non hanno probabilmente latto caso , quanto forse conveniva , che il consenso di molti situati in diflferentl circostanze , e paesi ( che quindi non po- tevano accordarsi nell' errore ) costituisce un' argomento morale di non poco valore , e da non rifiutarsi sì di leggieri . Ne riferiscono oltre a Pallas ancora Spallan- zani all'eruzione della Salsa di Sassuolo del 1^86 . ( Viag. T. 5. 3x6 ) , Gamba in quella del territorio di Baku del 1827. (Ferussac Bull. T. 14. p. 44) ? Lenz. per quella di Jokmaly (Fragm. Asiat. T, i. p. 173.)-, il Prof da Brignoli per quella di Sassuolo del i835. Verneuil per quella pui'e del i835. avvenuta in Crimea, e di cui fu testimonio un ufficiale Polacco , che si avvicinò du- rante l' eruzione , e che narrò il fatto egli stesso all' Au- tore (Mémoires de la Societé Géol. de France i838. T. 3 et 1"* par. pag. 5. ) Noi quindi aggiungeremo alle altre particolarità delle eruzioni , la spontanea comparsa di fiamme più , o meno passaggere . Ad onta delle quali però il fango si mantiene freddo ( per quanto sappia- mo ) anche nel più vivo della eruzione . Qualcuno ha però creduto possibile lo sviluppo di un po' di calori- co , attribuendolo a profonde Sorgenti termali . 43. Il Gas , cui devono li Vulcani fangosi la loro esistenza , è stato conosciuto per un Idrogene carbonato notabilmente più impuro di quello dei Terreni ardenti, e di qualche altro fenomeno . Questa differenza congiun- ta probabilmente alla grande umidità cui va soggetto il gas nelle Salse , e ad altre circostanze ancora , fu forse la cagione per cui Dolomieu non trovò infiammabile il gas di una Macaluba in Sicilia ( come riflette fra gli altri il eh. Spallanzi pag. 369 ) , mentre poi in appres- so il Brocchi lo trovò in parecchie benissimo accen- I DEL DOTT. G. BIANCONI I I ^ sibile (i). Forse per analoga ragione si è creduto il gas delle Salse di Crimea non atto alla combustio- ne , mentre Palias (2) nomina chiaramente il gas Idro- gene , cosa che viene confermata dal sapere , che fiam- me più volte in esse si sono mostrate . Non cosi po- trebbe dirsi dei Vulcani aerei di Turbaco descritti da Humboldt (3) nei quali egli positivamente aflèrma essere puro Gas Azoto . Sinché pertanto non si avranno prove decisive in contrario, (4) noi non parleremo di questi Vulcani fangosi , ad onta della loro stretta somiglianza che tengono cogli altri, e non gli ascriveremo qui, ove non trattasi , che dei Fenomeni geologici offerti dal gas Idrogene (5). (i) Bibliot. Hai. T. 23. pag. 271.-1821. (a) Voy. T. 4. pag. 43. (3) Vues des Cordillieres ed 8.° T. 2. p. 208. e Journ. de Phy». T. 86. p. 423. (4) La recente opera del sig. Humboldt „ Tableau de la Nature . soraininìstru peraltro un dato di non poco -valore , per credere che svolgano ancora li Vulcani fangosi di Turbaco il Gas Idrogene, e che in questa opinione sia entrato il sig. Humboldt istesso , poiché egli dice „ . . . les Salses ou cónes argileux qui vomissent de la boue humide , de 1' Asphalte , et de l'flydrogène, comme a Gir- genti en Sicile, et u Turbaco, dans T Amérique mérid. „ etc. Tom. a. pag. 168. (ó) Possonsi consultare le descrizioni date dai seguenti. Sicilia. De adrairandis auditionibus liber(Fra le opere di Aristotile.) Strabonis de Situ Orbis. Lib. VI. Solinus Capite X. de Sicilia . Faiellus . De rebus Siculi» lib. I. et lib. VI. cap. i. (citato da Dolomieu Voyage p. 170 che ne reca il luogo). Serpetto . Meraviglie della Matura ( V. Dolomieu Voyage pag. 171.) Dolomieu. Voyage aux iles de Lipari Paris 1788. p. i52. Vol- can. d' air de Macaluba. Brocchi. Biblioteca Italiana. T. 23. 1821. p. 271. Ferrara . La Via etc. Li Volsi . Salse de Terrapilata . V. Ferussac. Bull. T. 14. p. 195. Apessino Modenese. Plinii . r^aturalis Hist. lib. 2. cap. 83. Frassoni. de Tliermarum mentis Gibii natura. Mutinae 1660; e Spallanzani T. 5. pag, 3o6. TERKEAl AUDE^iTI , SALSE EC. §• V. Borborismi . li^l^. Ci sembia opportuno qualificare questa specie di Salse dette coinuneinente Bollitori , Borbogli etc. col nome di Borborismi derivante dal greco fiopfiopoi che significa Fango : imperocché solo fango , e non pietre Raraazzìni { ad calcem operis Francisci Areosti de Oleo-Monlis Gibinii libellus . Muliii.ie i6f)8; e Spallanzani V. pag. Sog. \allisnieri. Opere Fisico-mediche. Venezia i^33. fol. T. 2. P- 4^'8- ^ .. ^ Galeazzi . Instiluti Bononiensis Commentarii . T. i. p. 97. Spallanzani . Viaj;ei alle due Sicilie T. V. p. 285. e seg. Menard-la-Groy. Journal de Physique etc. T. 86. De Brignoli . Eiu/ione della Salsa di Sassuolo deli' anno i835. Modena 8. etc. Crimp.a. . Pallas . Second Voyage dans la Russie meridionale. Paris 181 1. T. IV. pag. 3. e seg. e lournal de Physique . T. 20. — Idem Tableau toponraphique de la Tauride . Verneuil . Memoire géologique sur la Crimea lue à la Soc. Géol. de Fr. 20. Mar. i83;. ( \^ Mémoires de la Soc. Géologique T. 3. i.ere Parlie p. i. Contorni del Caspio . Kaempfer . Amoenilates exotic. Lemgoviae 1712. p. 282. e Me- nard-la-Groy lournal de Physique T. 86. p. 4'9- Hanway . Voya:;e Voi. i. p. 384. (riferito da Pinkerton Géogra- phie moderne. Paris 1804. T. V. p. 117. Lenz. Sur les Sulses et les Feux de Baku. Fragmen. Asiatiq. par Humboldt. T. i. p. 172. Barozzi. de Els. Bullelin da la Soc. Géol. T. 2. pag. 167. Iava . Raffles Stamford The Hystory of lava. London 1817. (citato da Menard lournal de Phys. T. 86. ove reca il passo. ) Bibliothéque universelle . luillet 1817. e Breislak Inslitutions Géologiques T. 3. p. 470. Timor. . Hogendorf. Annales des Voyages etc. T. VI. p. 3 ir. e Menard. lourn. de Phys. T. 66. p. 422. Trinite' Dauxion Laraisse . Voyno;e aux ìles de la Trinile de Tabago etc. T. r. e. i. citato da Breislak. Inst. géol. T. 3. p. 468. cbe ripro- 1 duce lo Squarcio . DEL DOTT. G. BUHCONI 1 I g o frammenti vanno eruttando . Si distinguono dai veri Vulcani fangosi tanto per questo carattere , quanto per l' altro di essere costantemente tranquilli , in non andar mai soggetti ad eruzioni violenti . Sovente trovansi Bor- horismi in un' amena prateria , in un campo coltivato , in un rio ( I ) ove scorgonsi a modo di macchie tanti tratti di nudo terreno , grigiastro , argilloso , e con el- florescenze saline . In mezzo a questi un cono perfet- tamente simile a quel delle Salse , e che agisce come quel delle medesime quando sono in calma . Essi non isconcertano punto i terreni circostanti • il limo , che vanno versando , si spande a pochi piedi in sul suolo , e tutto air intorno non si scorge indizio di correnti fan- gose , o di alcuna altra conseguenza delle grandi eru- zioni . 45. La mancanza totale di frammenti di pietre , e di massi nel fango eruttato indica che il terreno , fra il quale il gas Idrogene si deve fare strada per montare alla superficie terrestre , è differente da quello , in cui ri- siede il centro di azione dei veri Vulcani fangosi . Dil- fatti alcuni Borborismi ( per es. quei di Nirano nell' Anen- nino Modenese ) vanno emettendo una fanghiglia cenerogno- la salsugginosa , e contenente le conchiglie proprie delle circostanti Marne bleu subapennine , le quali Marne cuo- prono, come vedremo (Parte 2.''') il terreno, c!ie è rulla dei Vulcani fangosi { 2) (1) Que' di Bergullo , di Nirano t-tc. (2) Si Tengano Ziintlii Hyer. de Baltico Thermall Lixignaiio \ocalo , nec non de luto Borholioriim medicalo in diinalu Parmensi . Veneliis i6i5. |>. 90. citato da Mcnard-la-Qroy louni, de IMi)s. T. 86. p. 343. ( lie reca il passo . Guidetti. Lettera al sig. G. Goll^irdi. Parma i8i3. in8vop. la. Spallanzani. Viaggi. T. V. p. 343. (di Nirano.) Angeli Cav. Luigi. De' Bollitori di Bergullo . e suoi fanglii. Imo* la 1795. 8. Mènard-la-Groy I. de Pbjs. T. 8G. p. 343. l^U XKHEL.M ÀUbE.XTI, SALSE EC. §. VI. Emersioni di Colline , e di Isole . 46. Assai legata con gli sconvolgimenti dei Vulcanr faiigosì è r elevazione di alcune colline , delle quali più di un'esempio, narra Pallas (i) riscontrarsi in Crimea , ove gli indigeni ricordano ancora il sorgimento di al- quanti colli in occasione di eruzioni fangose . Dsliai-Tube è una di queste. Di più recente memoria fu la emer- sione di un' Isola dal mare di Azof al Nord di Tamau a 1 5o teso dal lido , avvenuta li 5. Settembre i J99. e riferita dallo stesso Pallas (2) ,, Dopo forti rumori sotto questo luogo fu vista un' isola elevarsi dal fondo del mare , che sembrò fendersi , ed eruttare immensa quan- tità di fango , e di pietre , sinché la comparsa di grandi fiamme, e di vapore pose termine a questo singolare fenomeno „ . Tutto in appresso si mise in calma , e dopo qualche tempo l' isola subì la sorte della Ferdinandea , cioè scomparve , fosse per subissamento , fosse per fazio- ne dei flutti del mare . Egli è incerto se a questo genere di fenomeni ap- partengano le così dette Colline crescenti della base del Caucaso , e dell' imboccatura del Rour , di cui parla Malte Brun , prodotte da sorgenti , che gettano un fango argilloso salino , colle quali si formarono colline alte yo. tese, ovvero se siano semplici Vulcani Fangosi, §. VII. Terremuoti . 4^. I Terremuoti accompagnano sovente le eruzioni dei Vulcani fangosi , di modochè si possa credere con (i) Second Voy. dans la Russie raerid. T. 3. p< 340. (a) 1. e. T, 4. p, 27. DEL DOTT. G. BIANCONI 12 1 Ogni apparenza di verità , che il Gas Idrogene operatore degli sconcerti dei Vulcani fangosi , sia pure la causa im- mediata dei tremori del suolo che in queste occasioni succedono . 48. Di tali scosse posero pressoché in rovina de' fabbricali intorno alla salsa di Querzuola, od astrinsero gli abitanti delle vicinanze a vuotare la casa per timore che precipitasse ( Vallisnieri T. 2. p. 2^8, 0249). Un sen- sibile tcrremuoto accompagnò V eruzione di quella di Sassuolo nel i3. Giù. 1790. e 4- Giù. i835. che mi- nacciò la ruina della prossima casa , e fu inteso a no- tabil distanza del paese all'intorno ( Spallanzani p. 319. De Brignoli p. i3.)^ similmente nelle eruzioni di Quer- zola del 1754. e 1796^ così di quella di Sicilia del 3o. Selt. 1777. in cui le scosse si palesarono sino a 2 , o 3. miglia all'intorno, e del 5. Marzo 1823, a Caltanisetta in cui contaronsi cinque scosse consecutive (La Via) (i): e cosi di tante altre eruzioni le quali (u- (i) I parlicoI:iri di qtieslo Terremoto ci sono sembrati di tale interesse cbe creiliarao doverli qui riferire (Bull. Ferruss. T. i3. p. 33.) ,, Corre voce fra le persone del paese, non prive d'istruzione, che ogniqualvolta la Sicilia provava una scossa di terremoto , ma- nifcsIavHsi una fenditura nel suolo la quale tagliando il paese par- tiva dal Vulcano fangoso di Terrapiiata , e terminava al convento della Grazia che ne è disi-oslo piii di due miglia . Egli è a questo sfogo naturale che si allrihuisce il vantaggio che ha avuto Calta- nisetta di non avere sofferto in alcuna epoca i grandi disastri di un sì terribile fenomeno. Il P. Barnaba La Via ebbe T incontro di osservare egli stesso questo fatto, ed eccone la sua relazione,. Il Ti. Mar. 1823. a 5. 53 , «lei dono pranzo, il vento di Word soffiando con isbuffate forti, ed interrotte, il cielo sereno, ... la tempe- ratura a più 29. R. cinque scosse di terremoto si sono succedute in nove secondi dal S-E al K-0, la prima di subsulto , le altre Adulatorie, senza avere cagionato alcun danno agli edifìzj . Io mi recai prontamente, egli dice, al Vulcano idro-argilloso di Terra- piiata, in compagnia del Duca di Villarosa, e di altre persone istruite del paese, e trovammo che tutta questa eminenza era di- visa da tante fessure di io pollici parigini sino ad un piede e mez- zo di larghezza, che i coni si erano consìderabilmente aumentati, e cbe lungi dallo sgorgare solamente dell'acqua, del fango e del Gu« Idrogene, qualcuno lanciava, alla distanza di <]. piedi, del 122 TERÈEW ARDENTI, SAI.SE EC. rono accompagnate da commozioni del terreno più , o meno grandi , ( i ) Ninna però delle ricordate sarebbe stata veemente al pari di quella riferita da Plinio nel lib. 2.0 cap. 83 ^ il qual passo alcuni dotti per buone ra- gioni credono doversi interpretare come risguardante una straordinaria eruzione della Salsa di Sassuolo ,, Eo con- ciirsu villae omnes elisae , anìmalia permulta quae intra Jupriint. exanimata sitnt ,, . E certo la posizione di que- sto Vulcano langoso visibile per quanto pare dalla Via Emilia , aggiunge gran peso alla proposta interpretazione , quantunque nella descrizione che ivi ne abbiamo non sieno espressi quei distintivi , che caratterizzano una eru- zione di tal natura . 49. Nella circostanza della emersione della citata isola dal mare di Azof furono intese due forti scosse di ter- fan^o solj e del Gas: altri come per vento racchiuso, soffiavano sibilando dell' Idrogene solamente , . . . Avendo avvicinato una fiac* cola ad uno di questi coni sibilanti , si alzò suH' istante una fiam- ma azurra di cinque piedi, la quale avrebbe Habi- tat in Vulcano d' acqua . Frut l36 BEWDICONTO ACCADEMICO 3. PsiDiuM molle Bert. A. — foliis late elllptico-ovatls , ju- niorlbus , ramisque molllssime tomentosls \ pedunculis axillaribus, subtriflorls , petiolo longioribus •, calycibus oblusis; bacis globosis — Habitat In Guatimala. Friit. 4. Eugenia Jambos Lìnn. Habitat in Guatimala Frut. 5. Eugenia mìcrantha Bert. ^. — ramls superne, peduncu- lisque compressis , foliis coriacels , ovato-oblongis , obtusiusculis , glabris , subtus glanduloso-punctatis j paniculis axillaribus , trichotomis , folio breviorlbus, pubescenti-glandulosis , superioribus geminatis — Har bitat in Guatimala. Frut. 6. Rosa Montezumae ^. Bert. A. — ramis inermibus, petiolis , pedunculisque aculeolatis ^ foliolis ovato-lan- ceolalis aequaliter argute serrulatis , glabris , subtus glaucis^ floribus subsolitariis-Hab. in Vulcano d'a- cqua . Frut. Clas. Polyandbia . Ordo Poly-gynia . y. Clematis polycephala Bert. A. — foliis supremis slm- plicibus , ovatis , trinerviis , pilosis , parce , grosseque serratis ^ panicula trichotoma , foliis longiore ^ nu- culis capiiatis , villosis , longe caudato-plumosis — Hab, in V^ulcano d' acqua. Perenn. 8. Ranuncùlus Amarilh Bert. A. — hirsutus ^ caule dl- chotomo , adscendente ^ foliis ternatis , foliolis sub- cordato-ovatis , inciso-dentatis , floralibus lanceolatis, dentatis • calyce hirsuto , reflexo •, petalis oblongo- ' cuneatis ^ nuculis glabris , stilo elongato , apice re- curvo apiculatis -- Hab. in Guatimala . Ann. Clas. Didynamia . Ordo Angiospermìa . 9. Castilleja integri/olia Lìnn. — Hab. in J^ulcano d!' acqua. Frut. I o. BiGNONiA alliacea Lam. -- Hab. in Costa del Suren. Frut. DEL PBOF. A. ILESSAnDBUl l3j 1 1. BiGNOMA sarmcntosa Bert. A. - foliolls corlaceis , ovatis, acutis , integerriiuis , nitidis •, floribus racemosis^ co- rollae lobis integerrimis — Hab. in Salto de Forala . Frut. la. Tecoma rosea Bert. A. ~ foliis digltatls , glabris, foliolis ovato-oblongis , integerrimis , acuminatis , basi acutis ^ coroUae tubo abbreviato , limbo ampio lo- bis emarginatis ^ siliqua tomentosa , rostrata — Hab. in Esquintla. Frut. 1 3. Lantana aculcata Linn. — Hab, in Guatimala . Frut. i4- BucHKERA tinctoria Bert A. — foliis lineari-fillfor- mibus ^ racemo terminali , laxifloro ^ striis calycinis ciliato-spinulosis — Hab. in J^ulcano d' acqua. Ann. 1 5. CoLUMNEA umbellata Bert. A. — birsuta ^ foliis ovato- -oblongis , crenulatis , subtus tomentosis'^ pedunculis axillaribus , umbellatis — Hab. a S. Lucar. Frut. Clas. Moradelphia. Ordo Pentandria. 1 6. Passiflora normalìs Linn. — Hab. in Guatimala. Frut. 1 7. Passiflora hastata Bert. A. — foliis cordatis , hastato- triiìdis , leviter serratis , setoso-glandulosis , ciliatis , lobo medio oblongo-lanceolato , lateralibus abbre- viatis j divaricatis , involucris raultifido-capillaceis — Hab. in Esquintla. Ann ? Orda Decandrìa . 18. Chirostemon platanoides Spreng.-- Hab. in T^ulcano d^ acqua. Arb. Ordo Polyandria . 1 9. SiDA hibiscìjòrmìs Bert. A. — fruticosa :, foliis cor- dato-ovatis , acumiuatis , crebre denticulatis , subtus , ramisque junioribus tomcntosis : floribus subsessilibus l38 RENDICONTO ACCADEMICO solitarìis ^ stilo iisque ad basim multipartìto ^ capsulls mutlcis ~ Hab. in J^ulcano d' acqua . Frut. 20. HiBiscus cuneatus Beri. A. — inermis •, foliis petiolatis , palinato-trifidis , quinquefidisque , basi cuneatis , Io- bis oblongo-lanceolatis , obtusis , obtuseque crenatis^ floribus racemosis ^ calyce interiori maxime j lacinlis lanceolatis - Hab. in Esquintla . Ann. Clas. Diadelfdia . Ordo Octandria . 21. PoLYGALA variahilis fi De Cand. — Hab. in Guatì- mala. ^nn. Ordo Decandrìa. 22. TLvrmvs Jlabellaris Berf. A. — pubescens^ foliis di- gitatis , foliolis undeno-quindenis, lanceolatis , acutis , ciliatis , supra glabratis , piiosisve , subtus moUiter villosis, externis decrescentibus ^ stipula petiolari , vaginali , elongata , apice breviter bifida ^ floribus semiverticillatis -, calycibus ebracteatis — Hab. in Vul- cano d' acqua . Perenn ? Class. Syngenesia . Ordo Poly gamia aequalis 28. Carduus cernuus Bert. A. — foliis lanceolatis, acu- minatis , triplinerviis , remote subdenticulatis , supra nitidis , glabris , subtus pubescentibus ^ flore solita- rio , terminali , cernuo ^ calatili squamis imbricatis , inferioribus brevioribus , reflexis . Hab. in Vulcano ia — Hab. in JLsquìntla Ann. Class. Pjoecia , Ordo Diandrìa . 38. Cecropia obtusìfolia Bert. A. — foliis palraatis, quin- denopartitis , supra piloso-scabrldis , subtus tenuiter albido-tomentosls , laciniis oblongis , obtusissimis , margine subrepando-crlspulis , petiolis striatis , pu- bescentibus . Hab, in Esquintla . Arh. Ordo Octandria Vellasquezia Bert. A. Mas. Amentum cylindraceum , bracteis ovatis^ bifloris. Perigonium infundibuliforme , sexfidum , laciniis acqualibus. Stamina octo , ludunt novem , exerta , fila- mentis inferne perigonio adnatis •, antheris oblongis , bilocularibus , incumbentibus . i^ae/n. Amentum cylindraceum , bracteis oblongo-lanceola- tis , unilloris . Perigonium tubo urceolato , limbo tripartito , laciniis elongatis , lingulatis ^ intus squa- mae tres , lineares , ortae e fundo perigonii , tubum ejus subaequantes. Ovarium acute triquetrum. Stili tres , brevissimi , basi connati. Stigmata claviformi-li- ncaria , undique tubercuioso-scabra . Capsula trique- tra , acuta , glabra , sed perlectam non vidi . l4a RENDICONTO ACCADEMICO 39. Vellasquezia Melaenodendron — Hab. in Esquintla. Jrb. Class. Poltgamu . Ordo Monoecìa . 40. Inga semicordata Beri. A.— Inermis^ foliis tergerainis^ foliolis obovato-dimidiatis , semlcordatis , acutis ^ pe- tìolis eglandulosls , petlolulis conjugationura superne hirtis •, spicls lateralibus , subcapitatis , sessillbus , pe- dunculatisque — Hab. in Guatìmala. Frut. 4 1 . Mimosa monUjfera Bert. A. — foliis conjugatis , par- tialibus bijugis , foliolis ellipticis , obtusis , basi in- terna obliquatis , pilosis \ spicis capitatis , racematis \ leguminibus suicatis strangulato-torulosis , velutinis - Hab. in Esquintla. Frut. 1^1. Acacia Farnesiana W. — Hab, in Guatìmala. Arb. 43. Acacia angulosa Bert. A. -' inermis:^ caule sulcato ^ foliis eglandulosis , bipinnatis , partialibus subduo- decimjugisj propriis multijugis, foliolis parvis , cre- berrirais , oblongo-linearibus , dlmidiatis , oblique acutis , ciliatis ^ racemis spicaeforraibus , globosis , axillaribus , subsolitariis , breviter pedunculatis - Hab. in f^ulcano d' acqua. Ann. Perenn ? Class. Cryptogamia . Ordo Filices . 44- AsPLENiUM blepharophorum Bert. A. •— fronde bipin- nata , foliolis pinnatifidis , laciniis obovatis , apice ar- gute tridentatis, impari elongata, acuminata, paleis racheos ciliato-spinulosis — Hab. in Vulcano d'ac- qua Perenn. 45. AsPLENiUM polyphfUum Bert. A. — fronde pinnata, foliolis numerosissimis , suboppositis , ovato-oblongis , obtusis , leviter , obtuseque crenatis , l)asi cuneatis , supraque uniauritis^ rachide submarginata, glabra -- Hab. in Vulcano d acqua. Perenn. A questa ultima parte della Floruta Guatimalese erano DEL PROF. À. ALESSANDRIJil l43 unite sei tavole rappresentanti a colori le seguenti specie — Arbiitiis ruhesccns N. i . Philadelphus myr~ toides N. 2. Pridiuin molle N. 3. Hihiscus cruentus N. 2 0. Polyclathra cucumerina N. 3^ — J^eUasqu&- zia Melaenodendron N. 3 9. i5. Sessione 7 Marzo iSSg. L'accademico Prof. Sgarzi reduce da' suoi viaggi scien- li6ci presenta all' Accademia in nome dell' illustre autore Sig. James Clark Baronetto , Medico ordinario di S. M. la Regina d' Inghilterra la sua opera zz: A treatise un pulmonarf consumption :zr Trattato della consunzione polmonare e delle malattie scrofolose. Londra i835 in ott. di pag. 399. Poscia l' accademico pensionato Prof. Michele Medici legge la S.'* ed ultima parte delle sue ricerche anatomi- che e fisiologiche sopra il nervo intercostale , nelle quali tratta delle funzioni di questo nervo , e conseguente- mente di quelle de' ganglj , de' rami comunicanti , e de' pneumo-gastrici . Premette Egli , che sebbene oggidì sia passato in giudi- cato , provvedere l' intercostale alle funzioni della vita or- ganica, pure rimane a sapere, se per la specialità di questo uffizio sia un nervo di particolare natura , dotato di pro- prietà diverse da quelle dei nervi spettanti alla vita ani- male , e da questi indipendente : ovvero se , quando che sia , ministri eziandio nel senso , e nel moto , abbia at- tenenze più o meno dirette col generale sistema nervoso, e sia r argomento delle simpatie fra la vita animale , e 1 organica . Dopo di che espone i pensamenti de' fisiologi , quali professano coteste ultime dottrine , e specialmente quelli del Lobstein-^ ai quali aggiugne i più recenti del f^an Deen , a giudizio del quale la vera utilità delle con- nessioni fra i nervi della vita organica , e quelli dell' a- nimale è riposta in un mutuo ajuto , o commercio, pel l44 RENDICONTO ACCADEMICO quale accadono le seguenti cose : che ai nervi della vita organica soiuiniuistrate vengano le animali facoltà , il moto cioè , e in certi casi anche il senso : e che i nervi della vita animale acquistino le facoltà organiche . Il primo punto adunque discusso dal nostro Accad. è se l'intercostale sia un nervo, nel quale, a somiglianza di quanto interviene nei nervi della vita animale , ac- cada il passaggio delle impressioni lasciate dagli stimoli , E posciachè cotesto passaggio può avere due opposte direzioni , ascendente l' una e cooperatrice al senso , discendente 1' altra , e generante il moto , consacra Egli le sue considerazioni ad entrambe, ora instituisce una mi- nuta analisi dei ragionamenti , e degli esperimenti adotti dal Lobstein , per la quale è condotto ad opinare non venire da quelli comprovato , che nell' intercostale avven- ga la trasmissione delle impressioni , sia nell' una delle due direzioni suddette , sia nelP altra . E giovandosi del- le sue esperienze riferite nelle precedenti parti di queste sue ricerche Egli fa stima , che l' intercostale sia indif- ferente e agli stimoli ordinari , o fisiologici continuo operanti nelle interne viscere , e agi' insoliti , e più o meno aspri , e gagliardi artificialmente adoperati negli esperimenti sopra gli animali vivi , e a quelli , che ponno essere cagionati dalle malattie . Per lo che dissente an- cora dal Brachet , e dal V^an Deen , giusta i quali il simpatico, tuttocchè insensibile ai primi stimoli artificiali, pure per la ripetuta azione de' medesimi acquista la sensibilità. E viemaggiormente discostasi dal Flourens ^ il quale pretende ( ed è forse il solo a pretenderlo ) che anche le prime applicazioni degh stimoli all' interco- stale risveglino sensazioni dolorose . Dopo di che il nostro Accad. viene ragionando de' pneumo-gastricì . Diluisce gli argomenti adotti dal Mec- ckel, dal JJ^eher e dal Lobstein per provare , che il pneumo-gastrico al pari del simpatico appartiene alla vita vegetativa , argomenti desunti da osservazioni comparative I DEL PROF. A. ALESSANDRIM 1 4^ sopra gli animali , le quali insegnano , che ne' vertebrali d' ordine inferiore il pneunio-gastrico , rispetto ai rami , cui distribuisce agi' intestini , tanto più diviene eminente quanto più il simpatico è minore: e che in alcuni inver- tebrati nluna traccia si rinviene di simpatico , essendo poi le sue funzioni affidate al pneumo-gastrico . Fa ve- dere che sebbene ciò aftermare si potesse degli animali predetti , pensare noi si potrebbe di quelli d' ordine su- periore , e massime dei mammiferi , e dell' uomo , ne' quali tanto è lungi , che di que' due nervi l' uno pro- vegga alla menomanza , o alla differenza dell' altro , che entrambi sono ragguardevoli ed insigni , e , per così di- re , padroni di sé medesimi , tanto da far credere , che sieno destinati a particolari , e distinti ufficii : e confortato da prove anatomiche , fisiologiche , e patologiche avvisa che nel solo pneumo-gastrico avvenga la trasmissione delle impressioni , e per esso solo operate vengano le simpatie . E seguitando , parla Egli di un altra trasmissione di impressioni diversa dalle due precedenti , attribuita da molti all' intercostale , e la quale appellare si potrebbe raggiante , quanto che comincia da alcuni centri , e si disperde in varie direzioni: i quali centri sono 1 ganglj , e i raggi , i fili nervei , che da quelli partendosi serpeg- giano per gli organi interni: ne' quali ganglj vuoisi gene- rato un potere , o un principio di tanta importanza all' organo , il quale lo riceve , che l' azione di que- sto cessi , tosto che il ganglio sia tolto , o interrotta venga la comunicazione fra 1' uno , e l' altro : cosa affermata specialmente del cuore . Le uniche , e le principali prove di fatto fiancheggianti questa opi- nione sono le esperienze del Brachet e massimamente la 28,-' la 3o,' e la Si,-' dalle quali risulta, che, ta- gliate certe parti , cui il detto osservatore dà il nome ora di plesso , ora di ganglio cardiaco , ora di ganglj cervicali inferiori , subitamente il moto del cuore cessò N. Am!«. Se. NATUh. Anno a. Tom. 3. 10 l46 RENDICONTO ACCADEDIICO e l' animale morì , o la recisione f'acessesi da un lato solo , ovvero da entrambi . Le quali esperienze essendo state poste a rigoroso esame dal nostro Accad. , e gene- rato avendo nell' animo di lui non poche incertezze , e difficoltà , vennero da lui ripetute col seguente risulta- mento , che tutti gli animali cimentati perirono proba- bilmente per effetto di cause indirette , e cioè dell' in- troduzione dell' aria nella cavità dei torace , de' tor- menti inseparabili dalle vivisezioni, e non per colpa di- retta o del plesso , o del ganglio cardiaco , o di ganglj cervicali inferiori , essendone sopravvenuta la morte anche prima che gli ora detti organi fossersi tagliati . E d' altra parte i tentativi del Dupuytren , del Magendìe , del Ed- wards , del J^avasseur , e di altri oppongonsi a quelli del B racket . Né tampoco può abbracciare la sentenza di coloro , per i quali i ganglj dell' intercostale sono tali nodi impeditori del passaggio delle impressioni, che da essi nasca l' indipendenza della vita organica dall' animale parendogli , che le particolarità de' ganglj , alle quali il suddetto impedimento si è tribuito , e cioè la gran- de complicazione delle fibre nervee , e la così detta sostanza secondaria , non sieno cause proporzionate al- l' effetto . E da ultimo il nostro Accad. espone le ragioni , per le quali Egli inclina a credere , che la forza , di che ha bisogno l' intercostale onde provvedere alle funzioni organiche si generi in tutti i punti di esso , e non mai che gli provenga o dall' asse cefalo-spinale , o dai ganglj y e che ogni ramo di quello possegga quella che occorre alla funzione dell' organo , al quale appartiene : con che Egli crede di potere spiegare perchè patisca il cuore , e non il pulmone, il fegato, e non i nervi ec. avvegnac- chè sopra gli organi interni tutti diffonda esso interco- stale i suoi rami : a differenza dei nervi della vita ani- male , l' azione estesa de' quali presuppone un altera- zione o di centri , o di rami maggiori più o meno DEL PROF. A ALESSASDRmi I 4 7 lontani , E fatte altre considerazioni in proposito , ter- mina il suo lavoro co' seguenti corollarj . i.o L'intercostale è apparecchio nerveo sui generis ^ alla formazione del quale concorrono eziandio i rami più alti , che si attaccano ai nervi cerebrali e i rami comu- nicanti , che aderiscono alle radici de' nervi spinali , i qua- li tutti rami hanno la medesima natura delle altre parti che per universale consentimento formano l'intercostale. 2. L'intercostale così formato opera solamente nella vita interna od organica , o vegetativa . 3.0 L'intercostale compie questa operazione, non per- chè la forza operativa vengagli comunicata dall' asse ce- falo-spinale, o da altri particolari centri, ossieno i gan- glj , ma perchè in ogni porzione di esso , mediante il sangue arterioso , si genera la foraa necessaria agli usi , cui è destinato . 4.° L' intercostale non riceve dall' asse cefalo-spinale alcuna animale facoltà , così non ne comunica al mede- simo alcuna di natura organica . La prima è inutile a lui , destinato com' è , alla sola vita organica , e di essa quel tanto , che può importare alle simpatie fra la vita organica , e l' animale , concerne i pneumo-gastrici . La seconda l' asse cefalo-spinale non ha uopo di riceverla dall' intercostale , avendola in se medesimo , ed essendo- gli somministrata da' suoi vasi , i rami de' quali hanno organica natura , avvegnacchè nella massima parte de' luoghi l'osservazione anatomica non trovi una continua- zione fra essi e l' intercostale . 5.0 L' intercostale è indipendente dalla volontà non perchè i suoi ganglj sieno nodi impeditori del passaggio delle impressioni suscitate da quella potenza dell' animo , ma perchè nelle parti , colle quali confina coli' asse ce- falo-spinale , e con tutto il rimanente di se, è temprato od organizzato di guisa da non risentirsi a quella ma- niera di stimolo . 6.0 I ganglj dell'intercostale non diflferiscono cssen- I ^8 RErfDlCONTO ACCADEMICO zialmeiitc dalle altre parti del medesimo , e sembrano destinati a sostenere, e a riunire le diramazioni delle fibre de' nervi in essi confluenti , e a generare essi pure la forza nervea necessaria alle interne funzioni. y.f Quantunque i nervi comunicanti , avuto riguarda- mento alla loro posizione , sembrino destinati a generare le simpatie fra la vita organica , e l' animale , pure agi- scono colla foggia degli altri rami , e dei ganglj dell' in- tercostale , siccome fanno eziandio le estremità cefaliche dell' intercostale medesimo . 8.0 Le simpatie fra la vita animale , e l' organica hanno luogo solamente mediante i pneumo-gastrici . 9.*^ I pneumo-gastrici , tuttoché operatori delle sim- patie , dlfl'eriscono dai nervi della vita animale : dai mo- tori perchè non obbediscono la volontà : dai sensori , Dcrchè non trasmettono agli organi cerebrali se non le impressioni insolite , e piìi o meno gagliarde : e la fa- coltà motoria , e la sensoria , nella suddetta guisa limi- tata , sembrano in essi riunite , a differenza dei rami della vita animale , ne' quali generalmente , e 1' una , e l' altra facoltà hanno sede in nervi speciali , e diversi . 1 0.° Come le varie parti dell' intercostale agiscono indipendentemente dall' asse cefalo-spinale ( Corol. 3.» ) , così i pneumo-gastrici non ponno a meno di non essere in necessarie attenenze coli' asse predetto , o trasmettano essi le Impressioni , o le ricevano . ii.o L'Intercostale sembrerebbe non meritasse più il nome di simpatico datogli per la prima volta dal Win- slow , né che si chiamasse promiscuamente e simpatico, e nervo organico , o vegetativo , siccome molti pur fanno : solamente di quest' ultimo nome dovrebbe esso venire appellato , riserbando quello di simpatico al pneumo-ga- strico . DEL PROF. A. ALESSANDRINI 1 49 iG. Sessione i4 Marzo i83(). SI legge dal segretario lettera dell' accarleinico corri- spondente Prof. Giuseppe jMorelti in data delli ay. p. p. gennaio da Pavia , nella quale rende grazie all' Acca- demia per. la sua aggregazione , offerendo ancora la pro- pria cooperazione nel procurare maggior lustro e perfe- zionamento tanto all' Arte salutare , quanto a tutte le altre Naturali Discipline , pel quale nobile scopo fu per Io appunto questa nostra Accademia eretta , ampliata e confermata . L' Accademico Prof. Michele Medici compie la lettura della 5.'' ed ultima parte del suo importantissimo lavo- ro sul nervo della vita vegetativa e della quale se ne è di già dato un sunto completo nel rendiconto della pre- cedente seduta . 17. Sessione 21 Marzo i83g. L' Accademico pensionato Prof Silvestro Gherardi partecipa al Consesso lettera a lui diretta dal SIg. Cav. Vincenzo Antinori Direttore del I. e R. Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze , e che porta la data di Firenze 21 p. p. febbrajo ^ eccone un sunto del con- tenuto , Voglio darle una notizia che le farà piacere, siccome riescirà gratissima a tutti i componenti la sezione delle Scienze Naturali di codesto celebre Istituto , al quale la prego comunicarla. S. A. il nostro Gran Duca ha fatto acquisto per questo suo Gabinetto di fisica e storia na- turale del famoso Museo Micheli Targioni . Questa im- portante raccolta di minerali Toscani . incominciala dal sommo Botanico Pier Antonio Micheli , e proseguita dal celeberrimo dottore Giovanni Targioni , sarà scru- polosamente conservata nella sua integrità , e secondo 100 RENDICONTO ACCADEMICO la disposizione ad essa data da quest' olliino naturalista : ciascun esemplare trovasi munito di una soprascritta di ma- no o del Micheli , o del Targionl , e tutta la collezione è corredata di varie filze autografe che ne formano il ca- talogo , o la illustrazione , e si debbono considerare sic- come i documenti della famosa opera de' viaggi per la Toscana scritta dal medesimo dottor Giovanni Targioni opera maravigliosa pel tempo in cui venne alla luce , e nella quale si trovano i germi delle più recenti vedute Geologiche , annunciati con tale riservatezza e modestia da farne stupire 1' età presente . Una serie di prodotti naturali Toscani modernamente raccolti , e nominati a seconda dello stato attuale della scienza , sarà d' oppor- tuno corredo a quella classica Collezione , prezioso mo- numento storico di gloria Toscana , che , senza la Mu- nificenza del Gran Duca Leopoldo II. , poteva andare disperso, o passare oltramònti, ed ora sarà invece vi- sitato , con venerazione , nel Museo fisico di questa Cit- tà , ove si conservano ( deposito unico al Mondo ! ) le reliquie scientifiche di quei sommi Toscani che primi apersero agli uomini 11 santuario della natura . Il Segretario legge la dissertazione d' obbligo del Cav. Prof. Dionigi Strocchi, accademico pensionato, nella quale coli' ordinaria sua p ^fondita di dottrina ed eloquenza di modi, parla di un argomento letterario molto interessante, della Tragedia cioè^ urbana ossia Commedia Lacrimosa . In ultimo L'accademico Prof. Antonio Santagata leg- ge una Memoria sul Luppolo e sua coltivazione , mandata da Lucca dall' attuale Prof d' agraria di questa nostra Università, ed accademico pensionato, il Dottor Gio- vanni Contri. Premesse parecchie molto utili considera- zioni sul bisogno di promovere nel nostro paese , agri- coltore per eccellenza , e manifatturiere soltanto per ne- cessità , nuove industrie agrarie , a tal proposito sceglie a preferenza di trattare del Luppolo (Humulus Luppu- DEL PROF. A. ALESSANDRIM 1 5 I lus dei Botanici , Luvertis de' Bolognesi ) perchè questa pianta cresce facile e spontanea in Italia , e perchè i di lei coni forniscono uno degli ingredienti essenziali nella fabbricazione della birra , P uso della quale di- viene sempre più comune nella parte settentrionale del- la Penisola. Tralascierò , dice l' accademico , la copiosa sinonimia , e la minuta descrizione di questa pianta , po- tendola ciascuno trovar facilmente e nei molti libri bo- tanici, ed anche in un Trattato sui Luppoli y Opuscolo pubblicato per la quarta volta in Milano fino nel i836. , e nel quale trovansi estesamente registrati anche i ca- ratteri per distinguere la pianta maschio dalla pianta femmina , poiché la prima , siccome quella che non pro- duce fruito è da escludersi irremissibilmente dalla Lup- poliera . Gli Oltramontani si sono fatti anche del Lup- polo un soggetto di estesa e molto varia coltura, la quale però non era certamente ignota agli antichi , e se ne ha prova ben certa in ciò che leggiamo intorno al Lup- polo nelle opere di scrittori d' agricoltura Oltramontani e Nostri •, e particolarmente in Carlo Stefano fra' primi, nel Tanara fra' Bolognesi . Presentemente però è quasi totalmente dimenticata presso noi questa pianta , né ha giovato fino ad ora a metterne in credito la coltivazio- ne e l' uso che si va estendendo della birra , e l' esem- pio delle ricche Nazioni che moltissimo approfittano an-. che per questo ramo di comr-ercio. Premesse queste generali considerazioni viene espo- nendo l'accademico parecchi precetti che servir possono a ben regolare la coltivazione della pianta in discorso . E primieramente intorno all' esposizione del terreno è soprattutto necessario, dice Egli, che sia ben diffeso dai venti settentrionali, e riceva i raggi del sole per la maggior parte del giorno . Perciò ne' luoghi di piano bisogna aver ricorso alla piantazione di alberi , ed a rial- zamenti artificiali, come si pratica ne' giardini allorquando vi si vogliono ottenere fiorì e fruiti primaticci e coltivarvi I 5 2 RENDICONTO ACCADEMICO piante di climi più caldi del nostro : è opporlunissimo che la Luppoliera abbia in vicinanza alcun canale o fonte da cui si possa derivare 1' acqua in rigagnoli onde irrigare il Luppolo ne' tempi del maggior caldo . Per quel che riguarda i lavori , essi sono all' Incirca que' medesimi che si convengono alla vigna , e lo scasso si vuol praticare profondo tre piedi o un metro almeno . Rapporto alla qualità dell' ingrasso dovendo questo variare secondo la diversità del clima e la qualità del terreno , come già dimostrai in una mia Memoria inserita negli Opuscoli scientifici di Bologna Voi. i. pag. 3i5., così non è tanto facile il prescrivere delle regole fisse trat- tandosi di una nuova coltivazione . ( sarà continuato. ) ANNUNZI DI NUOVI LIBRI ANATOMIA E FISIOLOGIA Wagner Rid. Icones Physiologicae . Tabnlae physiologiam et (jene- seos liistoriam illustrantes , imprimis ad compendia phi/siologiae et anatomiae comparatae accomodata . Fanctculus primus duudecim, tabula» continens , physiologiae generationis et evolutionis dicatas. Lipsiae 1839. 4." voi. Non è questa la prima opera che intorno all'argomento interessantis- simo della generazione al)l)ia scritto il siiliodato medico e naturalista , Professore di Medicina, Anatomia comparata e Zoologia nell'Università di Erlangen , essendo a mia notizia che . negli archivi di anatomia , fisiologia ec. del Miiller ( 1834, N. 5. ì , è inserita una nota — sugli organi della generazione dei Cirripedi , e sul posto che questi ani- mali devono occupare velia serie naturale . — La qual nota fu poscia riportata per estrai to anche negli Annali delle Scienze Naturali di Pa- rigi ( 2. Serie, Zoologia T. 4. pag. 176. ) ; che nel 1836 pubblicò in splen- dido formato in fol. il suo — Prodromus Itistoriae generationis homi- nis atque animalium , sistens icones ad illu.strandam avi primitivi, inprimis visciculae germinalivae et germinis in ovario inclusi , gene- sim atque strucluram , per omnes animalium classes muHosqtte ordi- nes indagatam , — e che diresse all' Accademia delle Scienze dell' Isti- tuto di Francia pel concorso al premio di Fisiologia sperimentale da ag- giudicarsi nel 1838 ; i seguenti lavori stampati in lingua tedesca . 1." Memorie per servire alla storia della generazione e dell' ovologia ; 1.'' Fragmeiiti per servire alla (isiotogia della generazione , princi- palmente all' analisi microscopica dello sperma. Le tavole che ora si annunziano servono di illustrazione e complemento non solo alle altre opere dell' autore su tal soggetto pubblicate . ma possono giovare ancora alla più facile intelligenza dei tanti scritti che intorno alla generazione si vanno tutto giorno pubblicando . I cinque fogli di testo uniti al fasci- colo contengono soltanto la spiegazione, in lingua latina e tedesca, delle ligure inserite nelle XL tavole ( essendo la XH. la ripetizione li- neare delle più complicate ligure), gli oggetti rappresentati nelle quali l54 ANNUBZl DI NUOVI LIBRI con squisita eleganza e precisione sono i seg^uentl . Tav. I. Le sette figure di questa tavola appartengono ai globuli ed agli animaluz- zi dello sperma ( spermatozoa ) . Nelle Gg. I-V. gli oggetti vedousi all' ingrandimento di novecento a mille ; nella VI. e VII. ad un in- grandimento molto minore. Indica l'autore le specie sulle quali ha isti- tuito le sue osservazioni nel seguente modo . Spermatozoa Maiuma- LiUM Hominis , Cercopitheci rubri; Rhinolophi ferrum equimim ; Tal- pae europaeae; Canis ; Leporis cuniculi, Muris musculi; Hypuduei arvalis; Cervi capreoli. Spebmat. Avicm; Fringillae caelibis; Fring. canariae -, Fring. carduelis ; Turdi merulae ; Lanii ruficipitis ,- Pici viridis ; Galli domestici . T. II. Struttura degli ovuli osservati nell'ovaia, e prima dello sviluppo dell' embrione . Parecchie delle fìg. di questa sono ideali . Fig. I-III. ovaia ed ovuli di uccelli; IV. V. dell'ornitorinco; VI, e VII del porco; Vlll-X ovuli del coniglio; XI-XIII. sezioni dell' ovo maturo di gallina. T. III. Uova di gallina nel primo stadio della covatura ( primo e secon- do giorno ) . T. IV Embrioni della stessa specie nel secondo stadio della covatura ( terzo al quinto giorno ) . T. V. Embrioni di uccelli e di mammiferi . 6g. I-V. ova ed embrioni del Corvo , ed embrioni della gallina . VI Vili embrioni della gallina ( dall' ottavo al nono giorno ) IX. emb. del Falco Tinnunculus anche più inoltrato. X. embrione di Lucertola agile. XI. cuore dell' embrione di gallo. XIl-XV. embrioni di talpa , coniglio, cane e pecora . T. VI. Struttura degli ovuli non fecondati nei mammiferi . Stadii del loro sviluppo , rappresentati con XVI. ligure principalmente nel cane domestico . T. VII. Teoria dell'ovulo umano. Embrioni umani nei primi due mesi della gravidanza . XV. flgure . T. Vili. Rudimenti dell'embrione umano in diversi periodi dello svi- luppo , dieci figure . T. IX. Continuazione dell' embriologia , ed illustrazione anatomica di diverse parti dello stesso : contiene otto figure T. X. È trattato lo stesso soggetto delle due precedenti tavole. Nella fig. I. si rappresenta un utero gravido nel periodo della tredicesima set- timana . Le altre figure II-VII. illustrano lo sviluppo delle parti geni- tali . maschili e femminee , e dell' apparecchio uropoietico . T. XI. ed ultima . Le dieci figure della quale appartengono pure al- l' embriologia umana , giacché la 1. rappresenta 1' utero aperto colle tu- niche dell' uovo nella naturale posizione ; e le altre nove riguardano delle osservazioni microscopiche tendenti ad illustrare l' intima tessitura dei villi della placenta , e del corion ; le cellule della decidua , quelle del corion stesso , e la tessitura dell' epitelio inviluppante il feto . ANNUNZI PI NUOVI LIBRI l55 Non lutte le figure di queste tavole sono nuove, avendone 1' autore cstialle parecchie dagli analoghi lavori di Owen , de Baer , Schwann , Huschke , Costa , Prevosl et Dumas, Boianus , e Gio. M'dller , Pètreqci.n. Mémoire sur quelques cas eie. Memoria intorno alcuni ca- si rÌDiarcabili per servire alla storia dell' organogenesi àeW uomo , con delle applicazioni alla patologia . ( Dalla Gazzetta medica di Parigi 1839.) Il Doti. Pètrequin di Lione, già nolo per altri interessanti lavori pub- blicali , fra ì quali non è da tacersi il suo viaggio medico in Italia nel 1837. ( vedi Gazzella medica di Parigi 1837. e 1838. ) , offre ora al pub- blico iu questa memoria un saggio molto utile di applicazione delle ano- malie dell' organizzazione all' illustrazione dell' organogenesi e della pa- tologia . E questa memoria divisa in cinque paragrafi : parla nel I. delle anomalie che risguardano l'apparecchio urinario, e conlicne quattro di- stinte osservazioni , di reni a doppio uretere ; di idropisia di un rene de- stro avpnle 1' uretere in forma di Y ; della trasformazione di gran parte di un rene in sostanza pinguedinosa; e della persistenza della cavità del- l'uraco . S- II- Apparecchio genitale : testicoli inlra-addominali in un adulto; esistenza di tre mammelle in un uomo che divien padre di cin- que tìgli aventi la stessa anomalia ; quattro mammelle in una donna , due delle quali presso il cavo ascellare . S- HI- Apparecchio circolatorio: tronco brachio-cefalico scorrente al di dietro dell' origine dei bronchi; ar- teria omerale doppia in forza della biforcazione dell' ascellare. S- IV. apparecchio circolatorio digerente : trasposizione generale dei visceri del torace e dell' addome in più individui oss rvate . Nel V. paragrafo espo- ne il riassunto dei corolarìi dedotti dalle precedenti osservazioni nei se- guenti termini . I. Che il rene in prima origine è composto di lobuli distinti, la pelvi di lui di più compartimenti riuniti più tardi in una cavità semplice; e r uretere di un certo numero di radici trasformatesi esse pure in un comune canale . II. Pirmeabililà dell' uraco, può persistere non solo nel fanciullo ma anche nell' adulto , e con quali mezzi in alcuni casi 1' arte possa risa- nare questa inormalilà . III. Che Io sviluppo estraaddominale dei testicoli può rimanere in- completo ; quali ostacoli spieghino il meccanismo per cui i testicoli sono trattenuti nell'addome; qual valore questa anomalia aver debba in me- dicina legale ; e quale influenza può esercitare sulla riproduzione , sol diagnostico, e sul trattamento delle malattie della regione inguinale. IV. Che le anomalie numeriche, o dispositive delle mammelle sono suscellibili di trasmettersi per la strada della generazione ; e che gli or- gani mammarii anomali possono concorrere all'allattamento quando so- no laterali . l56 ANNUNZI DI nCOVI LIBRI V. Che la possibilità del passaggio del tronco brachio-cfifalico al di die- tro dell' origine dei bronchi deve sempre esser presente alla mente del chirurgo che oppra sopra di questa regione. VI. Che la frequenza della biforcazione dell' arteria omerale alla sua origine esige speciale attenzione nell' operazione della flebotomia per evi- tare la lesione dell' arteria cubitale che in tal caso è sotto-cutaoea . VII. Che la trasposizione dei visceri dimostra la legge di correlazione degli organi, e l' influenza che 1' ectopia del cuore esercita sopra quella degli apparecchi circolatorio e digerente ; che 1' incurvamento laterale della spina , attribuito dal Bichat all' esercizio abituale ed esclusivo di un solo membro toracico , è dovuto all' influenza dell' aorta e del cuore cambiando di lato colla trasposizione di questi organi ; che inline l' ete- rotoxia esercitar deve una influenza diretta sul diagnostico delle malat- tie del torace e dell' addome. Matteccci dott. Carlo Sopra gli elementi del progresso della scien- za dell' organismo discorso ec. Seconda edizione ampliata dall' dutore. Forlì presso Casali 1839. in 8." Il dotto professore di Ravenna in questo suo scritto , per la seconda volta riprodotto, eccita i cultori della scienza interessantissima, che con- templa i diversi sistemi organici in attività di esercizio, ad osservarli sot- to diversi aspetti in correlazione cogli avvanzamenti tanto rapidi ed evi- denti principalmente della tìsica propriamente detta , e della chimica . Nei cinque articoli nei quali è diviso il suo discorso tratta egli infatti della necessità di determinare con una serie di ben diretti esperimenti r azione che gli agenti fisici , attrazione , calore , luce , elettricità han- no sulle funzioni dei corpi organizzati; dei rapporti che l'anatomia e la Dsiologia comparata ci mostrano fra gli organi e le loro funzioni ; del- l' utilità dello studio dell' anatomia microscopica congiunto a quello del- la chimica organica ; ed in ultimo dei grandi vantaggi che arrecar può alla tisiologia lo studio delle alterazioni morbose avvenute nella sostanza degli organi , e dell' influenza e relazione che queste mantener possono colle funzioni dagli organi stessi esercitate . ( Antonio Alessandrini ) Veterinaria Recueil de medecine etc. Raccolta di medicina veterinaria pratica, giornale pubblicato a Parigi da una società di medici e veterinari!, e dedicato alla medicina e chirurgia veterinaria , ed all' igiene e com- mercio dpgli animali domestici Questo giornale molto utile , la pubblicazione del quale cominciò fino dal 1824. continua colla più grande regolarità ed in ciascun anno se ne pubblica un volun.e di sei a settecento pagine, distribuito in 12 fascicoli ANNUNZI DI NUOVI LIBBl iS^ in ottavo uno per ciascun mese : il prezzo di abbouauienlo annuo è (is- sato a 16. fran<-,l)i . Contenendo esso articoli che possono servire grandemente alla istru- zione dei veterinari anche dei nostri paesi non solo si riprodurrà q'.ii l' indice dei diversi fascicoli , incominciando dal secondo semestre del 1839. , ma in seguito si inseriranno ancora in questi Annali per esteso gli articoli che si giudicheranno i più utili ed inloressanli , Luglio Ottobre 1839. Tom. XV. Delafont — Memoria sulle altera- zioni essenziali del sangue nelle principali sp. dì animali domestici. — NosAr . Ricerche sul ciamorro acuto del cavallo e sulla comunicazione di questa malattia all'uomo. — Levrat . Notizia sull'epizoozia afto- sa ( febbre eruttiva Qictenoide ) che ha regnalo , e che regna ancora nel cantone di Voud. — Lebla>c . Risposta alla critica del sig. O. D sul libretto intitolato : Delle diverse specie di ciamorro e di farcino considerate quali forme variate d' una stessa affezione generale con- tagiosa . — Renaixt et Bocley . Considerazioni ed osservazioni sulle forme anatomiche ( cioè sulle degenerazioni dei tessuti ) della pneumo- nite nel cavallo, e principalmente della forma gangrenosa. — Mercier e Riss . Nuove osservazioni di morte istantanea prodotta dall'ingresso dell'aria nella jngulare di un cavallo aperta dal salasso. — Erdt . Sul tifo contagioso delle bestie a corna che ha regnalo nel I83I e 32 nel di- stretto di Bromherg ( Prussia ) . Broumez a. I. Professore nella scuola di Cureghem Bruxelles , traile de chirurgie ctr . Trattalo di chirurgia veterinaria, opera ornala di tavole disegnale e colorile al naturale da D. Meulemberg . Brusselles 1839. presso la società encicIograOca delle Scienze mediche. Quest'ope- ra si pubblicherà per fascicoli il primo de' quali è già slato distribuito . Bernard . Direttore della scuola R. Veterinaria di Tolosa : Du typlius etc. Del tifo contagioso delle bestie a corna , e delle misure amministra- tive alle quali fa d' uopo ricorrere regnando questa malattia. Lyon Bar- ret 1839 . Storia Naturale . DiBois DE MoMPERAUx. Voyago autour de Caucase , chez les Tchcr- kessos , et les Abkhases , en Colchide , on Geòrgie , en Armenie et ea Crimée . Avec alias. Paris 1839 T. l. e 2. ('■AVMAKo Paul. Voyage en Islande et en Groi'nland excculé pendant les années 1835 et 1830. Ilistoire du Voyage par (ìaymard T. 1. Pa- ris 1838. Pby»ique par Victor Lol iu. 1838. Ilistoire de 1' Island par X. Mirmier. 1840 8." Atlante in foglio. Fascicoli surtiti N. 31. conteuente ciascuno cinque tavole lilogr. ed una colorita. i58 aukuivzi di nuovi libri Atlante in S." di Geologia e Mineralogia fase, due comprendenti 34. tavole litogr. Indice delle memorie di Fisica , e matematica contenete nei deb VOLUMI degli atti DELL' ACCADEMIA R. DELLE SCIENZE DI BERLINO PER GLI ANNI 1836. 37, Anno 1836. — Berlino 1838. Parte fisica De Bdch. Intorno al Desthyris spirfer et Orthis . KLEG . Esperimento di una sistematica distribuzione della famiglia de- gì' insetti , Panorpatae , e separazione delle loro specie e generi . Ehremberg. Intorno la copia degl' infusorii , esistenti nella selce, ed in un nuovo agglomeramento analogo al tripoii ( Polir schiefer) di JaU straba in Ungheria . MiiLLER . Intorno a due diversi tipi di costruzione nella struttura del- l' organo generatorio mascolino degli uccelli , e intorno la forma del- lo sviluppo di qnest' organo nel regno animale . LiNH. Sul cangiamento delle parti nelle piante . Wess . Intorno al cristallo di monte . Dello Stesso . Nuova determinazione di una superficie romboidale nel- lo spato calcare . G. Rose . Intorno la connessione fra la forma , e l' elettrica polarità del cristallo ( prima memoria tormalina ) . LiCTENSTEiN . Intomo il genere Mephitis . H. Rose . Intorno 1' azione dell' acido solforico diluito nell' acqua sopra qualche sale , a base metallica , e intorno una combinazione di questi coir acido solforoso sciolto nell' acqua . Parte Matematica Crelle . Alcune considerazioni sulle equazioni indeterminate di l." gra- do fra due numeri interi . Paselger . Sulla teoria de' contatti . DiRBEN . Sulle condizioni dell' integrabilità delle funzioni differenziali a più variabili . Enche . Comete del 1835. Osservazioni , e calcoli . Steiner ; Facile dimostrazione dei principali teoremi degl' Isoperimetri . AIHNUnZl DI nuovi LIBRI 1^9 Anno'^1831. — Berlino. 1839. Classe Fisica. Kdntb . Intorno ad alcuni gruppi naturali delle piante della fam. delle Ciparee ed Ipolitree . MiiLLER; Sulla forma particolare dell' organo dell' udito nei Ciclostomi con os-^erTazioni intorno le differenze di struttura del medesimo no* Mixinoidi (Continuazione dell' Anatomia comparata de' MixìnoidiJ. De Bcch . Intorno al lura della Germania . Weiss . Teoria degli Hesakis-Ottaedri de' regolari sistemi de' cristalli svi- luppata dai segni di dimensione per la loro superflcie. FF. Rose . SuU' azione del cloro sopra diverse sostanze . Classe Matematica Bncke . Intorno la formola introdotta da Hansen di Seeberg per svilup- pare pienamente le perturbazioni nel nostro sistema solare . Lejecme Diriclet . Dimostrazione del teorema , che ciascuna progres- sione aritmetica indeCnita , della quale il loro membro, e la differenza sieno numeri primi , senza comun fattore , contiene un infinità di numeri primi. Geografia Recneil des mcmoires ecc. Memoire della Società geografica di ParV- gi. T. IV. 1839. Le materie contenute in questo volume da lungo tempo desiderato sempre più dimostrano quanto sia benemerita degli studi geografici la dotta società che ne intraprese la pubblicazione . Questo nuovo volume é consacrato , pressoché per intero , alla geograGa del medio-evo , e ci mette in grado di apprezzare quanto si convengono le ricerche, e le co- gnizioni geografiche di un epoca poc'anzi ancora avvolta nella oscurità e ueir errore . Le relazioni e i documenti raccolti in questo volume , ri- guardano r Asia , la maggior parte : e per il merito loro, e per le dotte illustrazioni che arricchiscono (quelle principalmente di Plano Carpini dovute al chiarissimo sig. d' Avezac), sono atte ad eccitare il più vivo interesse . Humboldt. Examen critique ecc. Esame critico della geografia del nuo- vo continente. Parigi 1839. T. V. Di quest' opera eminente abbiamo sott' occhio il volume quinto . Noi non sapremmo dire se sia maggiore in esso la profondità delle ricerche , la l6o ANNUNZI DI NUOVI LIBRI ricchezza della erudizione , o quella critica sana e perspicace che è tut- ta propria dell' uomo di genio cui la geograiia generale va debitrice de' suoi maggiori progressi . Queslo V. voi. comprende il seguito della sezione seconda dell'opera, ed è tutta piena di fatti e di ricerche relative a Colombo, e a Vcspucci. De Levchine . Description des hordes , ecc. Descrizione delle orde e delle steppe dei KirghizKazaks o Kirghiz-Kaissaks , traduzione dal russo eco. Parigi 1849 Tutto ciò che è relativo alla geografia dell' Asia centrale è oggi gior- no eminentemente proprio a richiamare la pubblica attenzione . Se la opportunità può adunque essere un merito per un libro, quello chequi annunziamo non ne andrà meno certamente : tanto più che si tratta di paesi e di popoli , tuttora assai male conosciuti . Hlox. Noveaux manuel ec. Nuovo manuale di geografia fisica ecc. Pa- rigi 1839. I. V. in 18. In questo volume , 1' autore prende a dire di tutte le materie che in oggi sogliono trattarsi negli elementi di questa scienza . Messo addun- que da parte il metodo abbracciato , secondo il quale , ci sembra , si comprendino e talvolta si confidino insieme materie e soggetti che a no- stro avviso andrebbero meglio disgiunti, é parer nostro che questa ope- retta si raccomandi nel suo complesso per la semplicità, per la scelta dei fatti , e per la chiarezza delle cose discorse . E solo sarebbe a desidera- re che ella fosse meno prolissa in alcune parti , e più diffusa in alcune altre , dove la importanza del soggetto domanderebbe più abbondante esposizione . ÌA.R.) (§0n^i2t0ttt MV ^6S0cttt2Ìotte Ogni mese verrà regolarmente pnbblicato un Fascicolo di questi nuovi Annali, e quando lo richiegga la materia, sarà corredato delle opportune Tavole, Ciascun Fascicolo sarà composto di cinque fogli di stam- pa; il primo ed il settimo Fascicolo d'ogni Annata verrà fornito di un Frontispizio e di un Indice per la serie de' Volumi, e le Tavole di un'annata saranno dodici all' in- circa. Il prezzo d'ogni Fascicolo è di Baiocchi 25 Romani, pari ad Il^il. Lir. 1. 34, e sarà pagato all'atto della con- segna del medesimo. Per li Signori Associali all'estero e fuori di Bologna si dovrà pagare un semestre anticipato, ch€ sarà di Scudi Romani uno, e baiocchi cinquanta, pari ad Italrane Lire 8. 05 non comprese le spese di dazio, e pos4a . La presente Asseciazione si ritiene obbligaloria per un anno. Le Assoeiazioni si ricevono in Bologna dalla Società Editrice di questi Annali — in Via S. Stefano N. 90, — e dalli distributori di questo Programma sì in Bologna, che fuori, ed all'Estero. Jl 26 Febbr. 1810. INDICE DBIiE.E BIATERIE CONTEIVfJTE IN QUESTO FASCICOLO MEMORIE ED ARTICOLI ORIGINALI Sawtagata Dott. D. Appendice ai tre Discorsi in- torno ai Serpentini del Bolognese . . . pag. 8i Rap^uzzi a. Saggio di Geografia pura . . . „ 97 Bianconi Dott. G. Sui fenomeni geologici operati dal gas idrogene, (continuazione) . . . . jj ii5 Alessandrini Prof. A. Rendiconto delle Sessioni dell' Accademia delle Scienze dell' Istituto di Bologna >? ^29 Annunzi di Nuovi Libri Opere di Anatomia e Fisiologia . . . . . „ i53 „ di Veterinaria j) ' 56 j, di Storia Naturale 57 '^7 „ di Geografia » '^9 IVUOVI ANNAl.! SCIENZE NATURALI ANNO 1840 ^pubblicato li I4 Maggio) Prezzo del pi-esente bai, 25. BOLOGNA PEI TIPI DI JACOPO MARSIGLI 1 810 AVVISO I Direttori dì questo Giornale , nel pubblicare il Fasci- colo di Gennaio pel corrente 1840 , hanno creduto di conservare , sì nella copertina che nel Frontispizio, la nu- merazione progressiva dei Fascicoli e dei Tomi in relazione a quelli già venuti alla luce negli Anni 1838 e 1839. perocché portano essi fiducia , che que' Signori Soci , i quali favorirono in allora l'edizione di questi Annali, sie- no per continuare anche al presente nell'associazione: ovvero che quelli, i quali si sono novellamente associati, possano fare acquisto de' precedenti due Volumi dalla So- cietà Editrice , che dietro richiesta li rilascierà loro a mo- dico prezzo. Ma potendo a taluno de' nuovi Signori Associati tornare a grado d'avere solamente i Fascicoli dell'associazione in corso , così per provvedere al comodo di questi, senza porre d'altronde un'interruzione nella serie da principio nomi- nata , si avverte che d' ora innanzi si raodificherauno op- portunamente le copertine de' Fascicoli mensili , e si darà pei singoli Volumi un duplice Frontispizio , cioè uno re- lativo all'intera edizione di questi Nuovi Annali, e l'altro solamente appropriato alla pubblicazione di ciascun' Anna- ta , curando inoltre che ogni Anno contenga possibilmente delle produzioni no& interrotte. DEL MOTO VIBRATORIO RinVEWDTO VS VAF.IE MEMBRANE DEGLI ANIMALI, SICCOUE FENOMENO GENERALE E FONDAMENTALE. DEL DOTTOB ULISSE BREVENTANI Occupati i signori Purkinjc e Valentin di "Wratislavia fin dagli anni i833 e i834 nell' osservare e nel ripe- tere le osservazioni eh' erano slate falle su varie specie di moto vibratorio proprie degl' iufusorii , dei polipi , dei molluschi , e delle larve anche dei batracci , a loro intravenne durante il i834, Dell'investigare le parti ge- nitali di una feiumina di un coniglio pregna di tre gior- ni , al fine di scoprire le uova nelle tube faloppiane , che in piccole porzioni staccate della membrana muco* sa propria di dette tube , riscontrassero pure un simile movimento. Mossi dalla importanza di tal fatto il giorno dopo osservarono ovidotti di uccelli , e videro parimen- ti nella membrana mucosa di questi palesarsi il suddet- to moto con tanta chiarezza , che era cosa , eglino di- cono , piacevolissima il mirarlo . Instituite dì poi ulterio- ri accurate osservazioni e su questi organi , e su altri di tutti gli animali vertebrati , ben presto per le loro diligenti indagini poterono stabilire per primi , essere que- sto moto vibratorio un fenomeno generale , e fonda- mentale che si rinveniva non solo negli infusorii , nei polipi , nelle larve dei batracci ec. , siccome era stalo già N. Ann. Se. ^Axua. Anno a. Tona. 3. ii iG. Dr.r MOTO VIBBATORIO riconosciuto da molti altri in antecedenza (i), ma an- che negli organi in ispecie che servono alla respirazione ed alla generazione dei rettili, degli uccelli , e dei mam- miferi , e poterono dimostrare eziandio che questo moto dipendeva in tutti i casi dall' oscillazione o movimento di piccolissime appendici cigliari . Questo importante risultato fu da Purkinje e Valen- tin fatto conoscere nel i834 negli Archivi di Miiller, e lo pubblicarono poi estesamente in una eruditissima e ben ordinata Memoria scritta in latino, nel i835 in Wra- tislavia , intitolata - De Phcenomeno generali et fundamentali motiis vìbratorii continui in membranis tum externis tum internis animalium plurimorum et supcriorum et inferio- rum ordinum obvii . Commentatio Physiologica . — Sul iinire del i835 gli stessi autori in un altra Memoria, parimenti scritta in latino , che presentarono all' Istituto di Francia , appalesarono di avere rinvenuto questo fe- nomeno anche negli organi dell' odorato e nelle parti genitali femmine interne dei Pesci: la quale osservazione, <:lie sembra per altro fosse;^ fatta in antecedenza anche dal Miiller , e che concorre a vie più fondatamente sta- bilire , che il moto vibratorio è fenomeno comune a tutte le classi degli animali , venne già annunziata nel- V Instifut i6 dicembre i835, e nel Mémorial encychpé- diquc et connaissances humaines N. 62 p. yo i83(). A maggiore intelligenza di questo singolare fenomeno lanto poco fra noi conosciuto, piacemi qui riferire in- (c) De Heide . Tre\!ranus SvvamerJamra , Lecuwenoeck ec. fin ntl I j.' secolo avevano osservato questo fenomeno nei molluschi. Molti altri nel secolo passato e nel presente tra i quali anche alcuni no- stri Italiani, Spallanzani, Fontana, Cavolini, Poli, ec. studiarono su varii fenomeni osservati in alcuni invertebrati riferibili al moto vibratorio. Steinbuch. nel 1802 ha fatte le prime osservazioni re- Jative , a questo fenomeno negli animali vertebrati. Scoperse egli infatti del movimento nelle branchie dei batracci , ma non ne co- nobbe la cagione . DFX DOTT. IIT-ISSE BREVEKTAHI l63 torno ad esso qtie' particolari che sembrano i più ne" ccssarii , e servir possano in pari tempo a dare oppor- tunità di ripetere le osservazioni che lo dimostrano veroj servendomi principalmente della prima Memoria dei sud- detti Purkinje e Valentin, la quale ho sott' occhio, ove si tratta questo argomento con tutta quella estensione che [)iù si poteva desiderare , e di un articolo estratto dal- ia Fisiologia di Miiller Voi. a.** i." parte pag. y. intito- lato ~ Exposé analytiquc des prìncipaux travaiix puhliés sur le mouvement ciliaire ou vibratoire — inserito nel N. 24 p- 3^^ i838 del Giornale di Medicina e Chirurgia che ha per titolo V Expérience. ( i ) §. I. Del moto vibratorio in generale . e dei varii mezzi e cautele da adoperarsi per rinvenirlo . Qualsiasi movimento conosciuto alla superficie di cer- te parti animali , distinto cogli aggiunti di raggian- te^ tremulo , oscillatorio , è compreso nel moto vibra- torio di cui ora si parla , il quale essendo dimostrato , come dicemmo , dipendere in tutti i casi da piccolissi- me appendici cigliari , o cigli , si dice anche moto ci- gliare . Il moto vibratorio o cigliare si rinviene in generale , sopra membrane mucose . Per riuveuirlo bisogna stac- (i) Le principali Memorie che sono pubblicale in Germania ed in Ingliillerra che sarebbero da consultarsi su questo fenomeno , sono le seguenti — Pwz-Amye e ralentin negli Arcbivii di Mailer i834 p. 391 a i835 p. 159; l'altra Memoria de' predetti autori su citata, «Ila quale aggiugnerò anche la a.» presentala all' Istituto — Sharrey nel Giornale di Medicina e Chirurgia di Edimburgo. T. 34, e nel nuovo Giornale Filosofico di Edimburgo. Luglio i835. —Grant nello stesso Giornale, iSiiG -- L' Isis di Oken , i832. -- Nolitie .li Froriep 182G - La delta Isis i83o .- Il Giornale Scientifico di Edim- burgo , N. i3 Luglio 1837. (V. il detto N. 23 dell' Expéfience ) l64 DEI. MOTO VIBRATORIO care de' piccoli pezzetti della membrana ove si crede esistere , e su questi indagarlo ^ quando che non si ma- nifesti sopra corpicciuoli di piccolissima mole , nel qual caso oltre essere diificile , è inutile anche lo staccare la membrana che li ricopre . Immersa nell' acqua , od in qualunque fluido di altro genere una qualche particella di membrana od un corpic- ciuolo su cui esista il moto vibratorio , nascono mo- vimenti in quella e in questo , e nel!' acqua che li contiene più o meno manifesti secondo le circostanze ed il vario muoversi de' cigli che In quella parte esistono , e da cui dipende il fenomeno . Se la parte di animale dotata di moto vibratorio , che si esplora , sia immersa in un poco di acqua tiepida e si trovi fissa ed immobile , nascerà lungo la superficie vibrante una corrente di fluido . Si scorgerà che i pic- coli corpicciuoli sospesi nell' acqua , od i globelti mucosi si muoveranno più o meno celeramente lungo la superficie in una dù-ezione costante e determinata^ ma alle volte anche in modo interrotto . Se la parte osservata sia piccola e lasciata sospesa liberamente nell' acqua , si indurrà in questa bensì un qualche movimento , ma è la detta parte che si nmo- verà e nuoterà ^ alle volte anzi molto celeramente . Non v' ha alcuna marcata difi'erenza , sia che le par- ticeile sottoposte ad osservazione sieno di sua natura pic- cole e leggiere , o divise artificialmente dal coltello . Si notano però alcune varietà nei movimenti delle particelle lasciate libere nell'acqua ~ i.» Progrediscono osse se i cigli vibranti sieno situati secondo la lunghez- za , od in circolo ed in eguale e simetrica disposizione — 2.0 Ruotano come intorno ad un asse , se , o per tutta, o per una gran parte di superficie del corpo sieno disposti i cigli , e vi concorra anche il peso specifico . In qualunque caso però con questo moto rotatorio vi si congiunge di necessità un qualche moto progressivo DEL DOTT. V, BBETEHT4BI 1 65 — 3." Si aggirano siccome un disco all'intorno del cen- tro p. es. nei primi stadii degli embrioni come si rin- viene nelle così dette uova delle Unioni e degli Ano- donli — 4-" Fi"3''n'5"te ondeggiano ora da un lato, ora dall'altro siccome in molti Paramecii ed in altri infusorii. Il moto vibratorio si cerca per io più su particelle di membrana , staccate sul vivo o poco dopo la morte . Negli aniuìali delle classi inferiori lo si è osservato tal- volta anche parecchi giorni dopo la morte . In un Emi- da di Europa che fu decapitata , si trovò esistere an- che quindici giorni dopo . Nelle rane e nelle lucertole dura però d' ordinano una o due ore , e negli animali di classi superiori , negli uccelli e nei mammiferi per esempio , suole seguitare a mostrarsi da tre quarti d' ora a quattro ore , dopo che 1' animale ha cessato di vivere . Si osserva poi in generale questo moto_, ed ancora i cigli che lo producono, meglio negli animali adulti , e più distintamente negl' invertebrati , ed in quelli di mare in ispecie . Neil' ovidotto però degli uccelli , e nella bocca degli Ofidii , il movimento è moltissimo pronunciato ^ e negli OGdii-, dicono Purkin^ e Valentin , il fenomeno è sì grande che ti sembra quasi di vedere un vortice di fuo- co od un torrente che scorra rapidamente . Per indagare il movimento in discorso ed i suoi effetti si suole far uso o degli occhi nudi , o di micro- scopii di vario ingrandimento . Si possono distinguere ad occhi nudi le correnti di acqua che nascono alla superficie dotata di moto vi- bratorio, negli Anodonti in ispecie. Per meglio osser- vare queste correnti si asperge l'acqua di qualche lieve pulviscolo , di carbone finissimo p. es. o dei pigmento della coroidea macerato ec. ~ Si può distinguere pure' ad occhio nudo il moto rotatorio del corpo degli em- brioni delle Lumache , delle Paludine ec. ed il movimen- to progressivo delle particelle di recente staccate dalla membrana mucosa dell' ovidoUo degli uccelli p. es, e dal- l6(ì DEL MOTO TIBRATORIO la trachea del bue ec. le quali tutte manifestamente si muovono progredendo . Ma queste osservazioni perchè riescano in generale )>iù esatte , e senza alcuna incertezza , fa d' uopo usare del microscopio (i). L' ispezione microscopica si instltuisce poi variamente secondo i varii oggetti sottoposti ad osservazione — Al- lorché si sottoponga al microscopio il corpo intero , per- chè molto piccolo e non mostra alcun moto ad occhio nudo , si adoperano lenti del minore ingrandimento , come per gli embrioni degli Anodonti . — Per le par- ticelle staccate sottoposte ad osservazione libere e nuo- tanti nelP acqua si adoperano lenti di un maggiore in- ):;randimento . — Volendo osservare i cigli , Purkinje e Valentin usavano di lenti che ingrandivano 3oo volte. ~ Finalmente onde meglio osservare e movimento e ci- gli nelle particelle sottoposte all' osservazione , si fermano queste lievemente con un piccolo strumento detto da Purliinje e Valentin compressorio microtomico (a) Questo instrumento si adopera nel seguente modo : staccata la particella che si vuole osservare, dal cor- po cui appartiene , si ripiega ad ansa in modo che le parti opposte alla superficie vibrante si tocchino, e di conseguenza la superficie vibrante sia esterna . Così difposta ed immersa in alcune goccie di acqua viene presa e fermata dal detto istrumento in modo da la- sciare libero il margine ripiegato . Sottoposta in tali con- dizioni al microscopio si osservano chiaramente il moto vibratorio ed i cigli nel margine libero con tutti que' (i) Purkinje e Valentin adoperarono il microscopio Ploessliano , e Miiller quello di Schincli. (2) Di questo istrumento , quantunque nella Memoria de' suddetti autori che ho soli' occhio non yì sia la descrizione, la quale si trova negli Archivii di Miiller , pure dall' uso che se ne deve fare e da quanto si può conoscere dall' anzidetta Memoria, credo non sia molto dissimile da una piccolissima pinzetta a punte appianate e larghe «on un uaello che la chiuda . DEL DOTT. CUS5E BREVENTA!^! l6^ particolari che sono da avverlirsl: e da un osservatore ben esercitalo non si veggono soltanto 1 cigli del sud- detto margine , ma ancora quelli che esistono nella superficie del rimanente dell' ansa , quantunque non ap- pariscano che come piccoli punti . Purkinje e Valentin lodansi moltissimo dell' uso del compressorio e lo credono in certi casi anzi indispensa- bile , siccome nell' esplorare il canale intestinale degli anodonti , 1' ovidotto ed il sistema respiratorio dei mam- miferi , degli uccelli e dei rettili adulti . Per osservare bene 1 cigli delle larve dei batracci in tutta la superficie del loro corpo , io trovo , che i sud- detti autori raccomandano che nell' oggetto posto su un fondo nero vi si concentri sopra la luce del sole median- te prisma per cui i cigli si mostrano ben distinti e disposti in fascetti e vagamente dipinti. Per potere poi conoscere meglio la qualità del mo- vimento cigliare, rinvengo nel capitolo della i.* memo- ria su citata del Purkinje e Valentin , ove tratta del- l' azione dei varil reagenti sulle parti vibranti , che lo- ro servì alle volte molto bene ad un tal fine la mu- cilaglne , od anche l' olio di oliva ^ perocché trovando i cigli per queste sostanze da cui venivano involti dif- ficoltà nei loro movimenti, e facendosi questi pfiù lenti si poteva anche meglio per ciò rimarcare il come si eseguissero . È pure a notarsi , come la luce di lucerna sia da pre- ferirsi in tali investigazioni , e come il sangue disciolto ed il puro siero eziandio favoriscano la manifestazione de' cigli , e ravvivino il loro movimento allorché sieno state in essi immerse le parti vibranti che per qualun- que siasi causa o non mostrano più i cigli , od i loro movimenti. E d' uopo peraltro avvertire, e cioè bene meraviglioso e degno di ricordanza , come il sangue non abbia questa virtù altro che sulle parti degli animali vertebrati , anzi questo su parti degl' invertebrati dolale di l68 rrL MOTO VIBRATORIO moto vibratorio agisce come un mortifero veleno che a loro toglie ogni movimento . Né per ultimo tralasciare debbo di notare , come possano essere impedimenti a retta osservazione , o ca- gioni di allucinazione in tali indagini: i.° La corrente più celere che s' ingenera nell' acqua che si dilata , al- lorché si comprima la particella col compressorio mi- crotomico : ma un buon osservatore da ciò non viene ingannato: 2.° La circolazione del sangue nei vasi ca- pillari nei piccolissimi animali , la quale è talvolta sulle prime così rapida che confonde facilmente la vista ^ ma ben presto si conoscerà la natura di un tale movimen- to . L' acqua torbida , ripiena di monadi , spesse volte produce pure lo stesso efl'etto . 3.° Il formarsi dalla in- flessione della luce , in superficie anche non vibranti , un margine semi-trasparente, che molto somiglia a quello che tal fiata producono , siccome vedremo , i cigli vi- branti stando fermi , ed osservati in ispecie con lenti di non molto ingrandimento . §. u. Dei cigli delle superficie vibranti e de' loro particolari movimenti. Purkinje e Valentin hanno potuto verificare che gli organi del moto vibratorio in tutti gli animali in cui viene osservato , sieno come piccoli cigli , che altro non sono che tenui fili , pellucidi , incolori , uguali , se- mi-splendenti , i quali trovansi impiantati alla superficie delle parti che godono di tale proprietà . Essi sono d' or- dinario più grossi dove si attaccano , presentando così ■una forma conica colla base fissa e coli' apice libero . Variano di lunghezza nei diversi animali , e nelle varie parti di uno stesso animale , da 0,0000^5 di poli. Pa- rigini a 0,000908 . DEL DOTT. c. breveutani 169 Sulle branchie delie Unioni si mostrarono , ma non chiaramente , ai suddetti autori più grossi all' apice che alla base , per cui avevano forma di cuneo o di clava , od il Miiller dice poi positivamente , che sulle branchie di un nuovo genere di Anelidi del Mare Baltico vicino alle Sabelle , 1 cigli avevano la forma di clava . E però vero , egli soggiunge , che quantunque sia assai facile in generale a dimostrare 1' esistenza dei cigli , è spesso molto difficile il determinarne bene la loro forma . Rappresentano questi talvolta , allorché non si muovo- no , osservandoli in ispecie con lenti di non molto ingran- dimento , un orlo o margine pellucido che , come abbiam veduto , si potrebbe confondere in certi casi con un ef- fetto d' inflessione di luce. Alcuni sembrano duri e rigidi , altri elastici e teneri . Essi sono però , in generale, di struttura molto delicata, per cui più o meno lungo tempo dopo la morte, senza che anche vi sian segni di putrefazione , scompaiono , o si mostrano sotto forma di piccoli processi globulosi^ svaniscono poi ancora facilmente mediante varii chi- mici reagenti . Quantunque sieno molto fitti , pure osservati con lenti di non piccolo ingrandimento non è difficile vedere in essi una regolare disposizione . Il principale ed il più frequente movimento che si osserva nei cigli , è quello che si può dire infundibuU- Jòrme^ aggirandosi i cigli sulla base in modo da descri- vere un piccolo circolo . ~ Alle volte però si sono ost servati i cigli piegarsi ad onda quasi come la coda dei spermatozoi il che si è veduto accadere sulle mem- brane vibranti di alcuni animali degli ordini superiori ; e qualche altra volta presentare tutti uniti una specie di ondulazione, che in alcuni casi è paragonala a quella che si osserva in un campo di frumento mosso dal ven- to:^ ed ha sembrato di vederli pure talvolta curvarsi ad ^']0 DEL MOTO VIEBITORIO ancino, di guisa che per le due parti interiori stando afifatto o quasi affatto immobili, la terza superiore si inclini e si rivolti^ la qual specie di movimento Purkinje e Valentin osservarono esistere particolarmente, qua e là nelle branchie delle Unioni . Pensano peraltro i suddetti j autori , che questi movimenti di ondulazione e di uncina- i zione non abbiano molto valore , avvegnacchè nei casi in cui si trovano , non oserebbero negare che in ante- cedenza esistesse il primo genere di movimento . Si propende poi a credere che gli organi del movi- mento vibratorio non differiscano nell' organizzazione es- senzialmente dagli organi rotatorll dei Rotiferi , in cui Khrenberg ha trovato esistere un appareccchio musco- lare, ma non trovandosi alcuna traccia di questo appa- recchio nei cigli di cui ora parliamo , ed essendo questi mossi involontariamente, mentre gli altri sono diretti da volontà , pare non si possa ammettere altro come pro- babile esistervi sotto ad essi un tessuto contrattile che li muova e nulla più . Ove si mostrano i suddetti cigli si crede in generale esistervi anche movimento vibratorio o cigliare , E a notarsi peraltro come riscontrisi qualche cosa di slml- gliante a questi cigli nell'intestino digiuno della Tarta- ruga , e secondo Henle nei condotti biliari dell' uomo , benché non vi sia il suddetto movimento . La specie di cigli però che quivi si osservano sono più grandi ed hanno una forma cilindrica, e pare non possano essere confondibili con quelli di cui ora si parla . i^sarà continuato) Continuazione della Memoria del Signor AnnuiAUEi R&mjzzì RAPPORTI DI FOSIZIORE I rapporti di continuità o non continuità nelle due forme speciali della terra pigliano una importanza mag- giore o minore , non solo giusta i modi loro di distribu- zione assoluta , ma ben anche secondo la loro posizione relativa , determinata per certi punti che si concepiscono immobili nello spazio . Lo studio di questi rapporti di posizione , tuttoché sia di un interesse minore di quello che ha per oggetto l' esame della distribuzione delle due grandi forme ter- restri , non è però tale che non domandi tutta l' atten- zione del geografo . I rapporti di posizione , non è dubbio , hanno con- tribuito potentemente , e concorrono tuttora a serbare sulla superficie terrestre , 1' ordine e 1' armonia stabilita in seguito alle ultime rivoluzioni del nostro pianeta . E questi effetti derivanti dagli attuali rapporti di posizione, hanno esercitato ed esercitano pure la più grande in- fluenza sulla natura e sull'uomo , E a comprovare questa nostra asserzione , ci si per- metta supporre per un istante alcune modificazioni nei presenti rapporti di alcune terre , e di alcune acque , affinchè appaiano le conseguenze che indubitatamente , a nostro avviso , ne seguirebbero nell' ordine stabilito . Si supponga , a cagioD d^ esempio , che la mossa solida tyi GEOGRàFU PURA conosciuta sotto il nome di Nuova Zembla , in luogo Hi formare un gruppo , nella posizione che occupa al pre- sente , fosse in una longitudine più occidentale , e con- nessa al continente, non formasse più che un tutto unito coli' Europa, e un prolungamento delle terre scandina- viche sino al termine estremo boreale delio Spitzberg . Tale mutamento nella posizione delle forme terrestri in quelle regioni artiche , non andrebbe senza dubbio scompagnato da effetti i più sensibili per quelle regioni stesse , e per tutto il Nord dell' Europa . Privata questa della barriera che natura sembra aver posto per preserva- re questa parte del globo dalle influenze polari , i venti dell' Asia boreale , piomberebbero sulla Russia più freddi , e più liberi : dove le correnti , e i ghiacci che si staccano dal polo, non più rattenuti nel loro corso sulle coste orien- tali della Nuova Zembla anderebbero ad accumularsi nei golfi della Russia, e sino in fondo al Mar Bianco (i). E dove la Nuova Zembla fosse congiunta colla La- ponia , venendosi per ciò a stendere l' Europa sin sotto il polo , egli è chiaro che questa parteciperebbe della temperatura generale propria di un continente che s' in- noltrasse sino a quelle latitudini : e gli effetti stessi che oggi seguono alla Groenlandia a 60,0 lat. N, , per ca- gioni analoghe a queste che appartengono alla nostra ipotesi , verrebbero a generarsi nelle regioni settentrio- nali dell' Europa , (i) Noi avevamo già conjollo « termine qnesti nostri slucii di fteografia , ed esitavamo nel sottoporre al pubblico giudizio un lavoro nel quale ci eravamo esercitali , princi[>almenle per diletto , e per istruzione, quando più lardi venne a nostra saputa la relazione del viaggio alla Nuova Zembla del Sig. Baèr, nel 1887 — Noi abbiamo trovato prodotte nella medesima, le stesse considerazioni che ci so- no corse alla mente, riflettendo agli etTetti che si debbono alla po- sizione occupata dalla Nuova Zembla, quanto alla climatologia ge-- norale dell' Europa — Tali considerazioni per vero si presentano da se medesime per poco che uno si addentri in questo soggetto; ma noi dovevamo a noi stessi questa dichiarazione per ist'uggire »lla (uccia di pìagio che aìcano ci avrebbe potuto apporre . m ANNIBALE BANCZZI 1^3 Dai quali mutamenti nella posizione relativa delle mas- se solide e liquide sin' ora discorse , è facile prevedere le gravi conseguenze che deriverelibcro alla climatologia di quelle contrade , alle leggi di distribuzione degli es- seri organizzati , non che alle condizioni di esistenza ed allo stato sociale di quelle popolazioni iperboree. Ma un altro esempio porrà in maggior luce le verità che abbiamo dedotte dai l'atti supposti . Noi supponiamo che 1' ampia massa liquida che trovasi Ira il Bosforo e le Colonne d' Ercole , in luogo di essere situata al N. della regione boreale dell' Africa , si trovi al Sud della medesima, sotto il io." circa di lat. bo- reale , presso a poco lungo la linea descritta dal ver- saiite settentrionale del grande altipiano australe dell' Afri- ca , e l' ampia regione bassa del Soudan — Noi suppo- niamo nel .tempo stesso che tutto lo spazio presente- meiile occupato dal Mediterraneo sia recato a stato so- lido . e che i rapporti di continuità di questa forma non siano per ninna guisa interrotti fra le attuali coste d' Europa e quelle dell' Africa minore ( Barberia ) , e dell' Egitto . Non V* ha dubbio , che da siffatto nuovo ordina- mento nella posizione relativa delle masse solida , e li- quida ne conseguirebbero effetti tali, da mutare al tutto le condizioni presenti naturali e civili sì dell'Africa che dell' Europa . Essendo tolta ogni interruzione della forma solida fra quest' ultima , e la regione settentrionale dell' Africa , ne seguirà per 1' Europa un effetto opposto a quello che si mostrò derivarle dall' unione sua colla Nuova Zembla , e dal suo prolungarsi sotto il Polo Nord . Ella sarà e- sposta al sofllo dei calori ardenti che spirano dal de- ' serio , a quel modo stesso che si sarà posta sotto il vento gelalo del settentrione. Tulle le condizioni clima- tiche proprie delle regioni meridionali d' Europa saran- no mutate. Tutto il suo equilibrio fisico Gambiera di 1^4 GEOGRAFIA PDRA aspetto , ed ogni zona di clima , e di vegetazione in- termedia , verrà meno fra la contraria lotta del Nord e del Sud . Quanto alle due grandi membra dell' Africa , che ammettiamo disgiunte l' una dall'altra, per effetto della massa liquida che supponemmo interporsi fra loro , si la manifesto eh' elleno non saranno per risentire minori effetti da questa nuova interposizione di parti . Soltanto la natura di questi effetti diversificherà : e ciò di che avrà discapitato P Europa nelle condizioni sue naturali j r Africa ne sarà vantaggiata . Disgiunto il grande altipiano australe dalla massa con- tigua superiore : interrotta , per conseguenza , la conti- nuità della forma solida fra le due grandi membra del continente africano , ne deriverà una perdita proporzionata nella intensità di tutti quegli agenti fisici , che traggono appunto la loro forza da questa continuità medesima^ e quindi non tarderanno ad aver luogo , sì nell' una che nell'altra di tali membra quegli effetti propri di un si- mile slato di cose . — Quando l' altipiano australe avrà a contatto , in luogo della vasta regione del Soudan , una gran massa hquida^ quando i venti alisei arrive- ranno sulle coste dell' Africa occidentale non più in- fuocati dal mare di sabbia dell'Africa interiore-, allora tanto r altipiano stesso , quanto la regione boreale mu- teranno al tutto di condizione e di aspetto . Le contra- de del Tropico del cancro non rimarranno più una for- nace ardente , ove l' uomo , ove tutto che ha principio di vita , è destinato a perire ^ le contrade equatoriali dell' Africa , da che avranno raccolto in se la massa li- quida mediterranea che abbiamo supposto , si faranno di più in più abitabili • e la regione dove gli Antichi ponevano una barriera di separazione fra gli uomini del Mord e quelli del Sud , per la nuova disposizione di I parti che abbiamo ammesso diverrà appunto un centro benefico di nuovi fenomeni fisici , il teatro della vita M ANNIBALE BA^ItZZl 1^5 civile , della attività sociale delle popolazioni africane . Ma noi non vogliamo spingere più oltre supposizioni in cui ci siamo per avventura già troppo diffusi , e ci terremo contenti se per siffatte ipotesi saremo riusciti a ineltere in chiaro la grande importanza che è per se- guire alla Geografia Pura dalla ricerca dei rapporti at- tuali di posizione fra le due grandi forme terrestri . Dove fosse nostro intendimento il trattare in questo nostro saggio , il soggetto che discorriamo in un modo conveniente all'ampiezza e alla importanza del soggetto, ben altre cose avremmo a dire . Ma noi ci limitiamo a recare innanzi un semplice quadro generale delle mate- rie che sarebbero da considerare in un trattato di geo- grafia pura . Il perchè ci litniterem ad aggiugnere un' ulti- ma considerazione a quelle che ci sono occorse ali" ani- mo , nell' esame dei rapporti particolari che discorriamo . La conclusione che ricaviamo da questa ricerca si è , che i rapporti di posizione fra la forma solida e la forma liquida, sono tali per le regioni civilizzate, quali appunto poterono meglio convenirsi al facile e costante sviluppo delle umane società, mentre questi rapporti stessi sono tali , per quelle contrade nelle quali la civiltà è tuttora nella infanzia , e per quelle ov' è condannata ad una sterilità assoluta , che ogni mutamento in meglio sarà per essere estremamente difficile , od anche impossibile. Perchè le cose , nel più dei casi , continueranno ad essere secondochè sono state sin ora . E il vero , che per le une , e in certe date circostanze , potrà l' arte vincere sino a certo segno la natura , e l' industria del- l'uomo trionfare degli ostacoli che la natura stessa le sarà venuta opponendo : ma per le altre ogni sforzo tornerà infruttuoso . Forse non è lontano il tempo nel quale , mercè la perseveranza dell' uomo sbrà dato risalire 1' z\mazzone , e i suoi grandi affluenti ( la Madeira , l' Ucayale ) e cosi portare i benefizi delle nostre arti , e del nostro corainer- J ^6 GEOGRAFU PDRA ciò, attraverso le immense solitudini, e le foreste primitive dell' America interiore , sino alle fertili pianure dei Moxos sino all' altipiano della Bolivia , e al piedi del versante orientale delle Andi (i). Qui si avranno a superare o- stacoli frapposti dalla natura ma non sarà mestieri estin- guere , per così dire , la natura stessa . E verrà tempo che potremo raccorre i fruiti di quel tentativo , e nel quale quelle regioni stesse rimanderanno a noi Europei , le produzioni del loro suolo , e della loro industria . D' altro canto potremo bene rimontare il Niger mi- sterioso sino alle sue fonti : o risalire sino alle sorgenti del Babr-cl-Abiad , ma non per questo il Soudan cesserà d' essere ciò che è , ciò che fu sempre : né le popola- zioni di quella vasta regione dell' Africa centrale potran- no sottrarsi al destino che loro fu imposto dalla natura. E sino a tanto che non si ripeta , ciò che a taluno piacque supporre per render ragione di certi fenomeni che osserviamo , un qualche turbamento nella direzione dell' asse terrestre , o qualche mutamento nella elitticità dell' orbita della Terra , le condizioni generali climatiche che derivano dai rapporti attuali di posizione fra le due grandi torme terrestri dureranno generalmente le stesse. Lo Spitzberg , quest' ultima Tuie , rimarrà uno scoglio di ghiaccio disabitato , per le ragioni slesse che il Sa- hara durerà ad essere il gran deserto , la bocca da dove spirano il vento e la fiamma del mezzodì . r. APPORTI DI ALTEZZA E DI PROFONDITÀ . La gran forma solida della Terra è una porzione di superficie terrestre che è venuta sollevandosi al di sopra del livello generale delle acque , in seno alle quali può scomparire di bel nuovo , siccome ciò è già avvenuto in modi parziali, e a differenti epoche. (0 K {fià conosciuto il lenUlivo fallo dalli Signori Smith e Lowe. DI AUNlBiLE BAnCZZI Ì'J'J Questa forma medcsijna non si è innalzata dal fondo della massa liquida ad altezze uniformi per tutti i punti della superGcie terrestre , ma pel contrario si è solle- vata irregolarmente , secondo la energia delle forze ter- restri generatrici questi fenomeni , ed in minime propor- zioni , avuto riguardo alla lunghezza del raggio ter- restre ( I ) . A partire per tanto dal punto di vista secondo cui si riguardano le masse solide della Terra siccome pun- ii di superGcie terrestre , messi allo scoperto dalle cause che hanno condotto all' equilibrio attuale delle due for- me, ei ci sembra che la ricerca del rapporti di altezza e di profondità fra queste forme medesime debba rauo- yere dallo studio delle superficie terrestri sottomarine , e da quello delle grandi cavità che occupano il fondo stesso dei mari (2): per far poi passaggio all'esame* delle parti che formano come la continuazione visibile di queste cavità medesime, alle coste , e alle terre basse e via via innalzarci ai primi gradini della Terra , e da questi ai grandi altipiani , ai grandi massi colossali su cui si reggono , e d' onde si diramano le così dette ca- tene montuose . Le basse terre , i gradini , gli altipiani , costituiscono addunque nella classificazione delle membra terrestri, altrettanti generi distinti e particolari , mentre d' altra parte «oao da riguardare siccome la continuazione di i quali parlili da Lima, hanno altraversato le Andi , e disceso la Pachi tea , 1' Uciiyale e l'Amazzone sino all'Oceano Allantioo, ove tono giunti nel iiiapjiio i835 , poco più di otto mesi dopo la loro partenza dalle coste del grande Oceano . In questa bella esplorazio- ne essi hanno raccolto nuovi e numerosi l'alti di geografia , e di etnografia, su paesi e popoli interamente sconosciuti; ed hanno corso una via , che sarà l'orse un giorno fra le più attive del com- mercio , fra le più frequentate del mondo. (i) Le più alle monla^'ne conosciute, quelle dell' Himalaya , non hanno che circa (ì/ 10,000 della lunghezza del diametro dell' equatore. (a) 'Veggasi a questo proposilo l'importante lavoro del S. Zeune , (ni fondo dei mari . N. Ann. Se. Katuk. Anno a. Tom. 3. ta fjS GEOGRAFIA PCRA quel tutto che abbiamo detto , e che soltanto è modi- ficato nelle sue forme e ne' suoi accidenti . Ora , ciascuno di tali generi , ha caratteri e modi di essere propri, comuni a tutte le membra che costitui- scono il genere stesso , e in ognuno di essi si verifi- cano certi fenomeni , e certi effetti , che in parità di circostanze, e in certi limiti sono generali e costanti nella loro sfera di azione , Di guisa che questi generi stessi debbono avere ciascuno una fisionomia particolare per la quale non si confondano l' uno coli' altro . Le quali idee sono ancor lungi dal prevalere piena- mente nell' attuale sistema degli studi geografici , dove si considera a parte tutto che è relativo alle altezze , ed ai sistemi montuosi , e dove questi sistemi stessi sono risguardati quasi siccome membra staccate delia Terra, delle quali si hanno a determinare sopra tutto le posi- zioni , le altezze , e la direzione , e nelle quali poi vanno confusi insieme generi di membra afiatto distinte le une dalle altre . Qual meraviglia degli equivoci che si son fatti , in materia di orografia , da confondere persino altipiani con catene di montagne ! Quanto alla maniera nostra di considerare le cose , e quanto a questa ricerca , in particolare , dei rapporti di posizione, di direzione, di altezza, noi l'abbiamo ammessa per principio , siccome applicabile a tutte le ma- terie che spettano alla Geografia Pura sicché non saprem- mo farne astrazione nel caso presente . Però teniamo per fermo che tanto queste porzioni di superficie terrestre che si raccolgono in sistemi d' altezze , quanto quelle che po- trebbero essere riunite in sistemi di depressioni , e in altre serie particolari , debbano aver comune questa ri- cerca dei rapporti di cui faciamo parola . Ma in pari tempo e' avvisiamo che questa stessa ricerca non possa bastare per se , qualora si tratti classificare le materie che spettano a quella specie particolare di membra ter- restri clie compungono i sistemi montuosi dei geografi , DI ANNIBALE RANCZZI 1 79 dietro princìpi rigorosi e scientifici , quali solo posscao convenire ad un ragionato esame di questa Terra . Noi teniamo perciò che in questo studio dei rapporti di altezza e profondità , siano sempre da aversi innanzi la mente certi tipi particolari per potere collocare cia- scuna forma nelP ordine che le spetta , ed ogni membra terrestre nel genere particolare cui appartiene . Noi po- tremo allora distinguere nei diversi sistemi e gruppi mon- tuosi , nelle stesse catene di montagne , i generi diversi a seconda dei caratteri loro costitutivi , e lo studio dei rapporti di posizione , di direzione , di altezza assoluta e relativa , non cesserà di essere di quella importanza che gli è propria , per avere associato a questo studio medesimo quello di altri caratteri del pari reali , e di non minore momento . Certo una classificazione delle membra terrestri secon- do questi princìj)i non può esser frutto che di lunghe ricerche e di moltiplicate osservazioni . La geografia cri- tica , la geografia comparata , non è che nel nascere , e sarà d' uopo di assai tempo , prima eh' ella arrivi a penetrare e a prevalere nell'intero campo degli studi geografici . Quando si pon mente alla variabilità delle regole da' geografi proposte , qualora si è trattato adottare prin- cìpi di classificazione per ciò che spetta i sistemi mon- tuosi del nostro globo ^ quando si riflette alla maniera erronea ed incompleta onde si è considerato questo sog- getto , non si può non riguardare come tuttora lontana V epoca nella quale verrà fatto stabilire questo ramo di scienza su princìpi naturali e immutabili ( i ) . (i^ Sebbene la orologia costituisca uno dei rami più interessanti degli sludi geografici, e quello, a parere del celebre Menlelle, che è più necessario a conoscersi , dopo i principi più cenerali di questa scienza ( ^. introduzione alta geografia universale di Gulhrie ) ; cio- nondimeno eravamo , sino a questi ultimi tempi, si poco innanzi in quella parla di scienza terrestre , che si mancava persino di regole l8o GEOGRAFIA PCBA Osserveremo però che un accurato esame dei rap- porti di altezza e di profondità, ha già fatto scorgere a quest' ora certe analogie nelle forme e nei caratteri di certe membra della Terra , di che ci limiteremo recare un solo esempio , gli ambas , tanto conosciuti , dell' Abis- sinia , e dei quali troviamo oggi gli equivalenti nel Con- go , nell' ludostan , nella China , nell' America , nella Sassonia . Quando ci saranno più palesi questi rapporti di al- tezza e di profondità delle membra terrestri, quando sapremo più innanzi nei grandi sistemi montuosi del- l' Asia media ^ dell' America , e delle altre 'parti della terra , è fuor di dubbio che troveremo altri tipi che varranno di guida a classificare le varie membra terrestri . Per quanto spetta a quelle superficie piane o basse , che dicevamo suscettive esse pure di essere raccolte ia sistemi particolari , come si è fatto delle superficie alte o montuose , elleno non offrono minore argomento di studio , e di seria investigazione . Il nostro globo presenta di tali forme particolari le quali occupano porzioni di superficie considerabilissime , e che ponno esse pure venir classificale giusta i loro ca- ratteri speciali . Ad onta di ciò , alcune di tali forme delle più principali , quali sarebbero la grande superficie piana che si distende per tutto 11 Nord dell' Europa cen- trale, dalle rive della Senna a quelle della Vistola^ ov- vero quella che corre dal Baltico in Ukrania (i)^ quel- la , nell' Asia , che è per se la maggiore depresione fisse e Jeterminate, qualora si trattava applicare le stesse voci di montagna, di collina , ec. Primo a niellerà ordine in questa mate- ria è stalo il celebratissirao Sig. Riiter, il quale ha proposto de- terminale norme di classificazione, in oggi accettale e seguite dalla generalità dei geografi. (F". liitter, Géographie generale coniparée.) (i) Tutta Id regione che si stende dalia bassa Vistola sino al- l' Ukrania , presenta un paese piano , che ha tulle le apparenze di un terreno di alluvione , di formazione recente . Questo fatto geo- logico consuona singolarmenle coli' antica opinione di Plinio il na- DI ANNIBALE RAr»UZZI l8l conosciuta di tutto il globo, e la cui parte più bassa è occupata dal Caspio e dall' Arai, non sono conosciute e descritte dai geografi che da breve tempo . E nondimeno elleno costituiscono dei tratti singola- rissimi di quelle due parti della terra . Perochè quelle due prime membra che abbiamo detto , costituiscono come un tutto particolare che s' interpone , e divide i sistemi montuosi del Nord dell' Europa , da tutti i suoi sistemi di altezze meridionali :^ dove , l' altra forma costi- tuisce nell' Asia , 1' antagonismo il più perfetto col così detto grande altipiano centrale che è la mossa solida la più alta, e la più ragguardevole di tutto il globo (i). RAPPOKTI DI DlREZIO^iE I rapporti di direzione possono avere per oggetto o le stesse gra^ndi masse terrestri , o le membra minori solide e fluide , che costituiscono la superficie del no- stro globo. Noi abbiamo già accennato di volo certe particolari turalista , secondo il quale esisteva un mare che raelteva in comu- nicazione il golfo di Finlandia col Ponlo Eusino e col Caspio ; opinione che sembra pure abbia prevalso nel XI secolo, a quanto ne scrive Adamo di Brema , celebre storico ed elnofrrafo di quel tempo. Comunque siasi, ci si permeila questa riflessione per ri- cordare quanto importi, in 0{;ni caso, il collcgare lo studio della Istoria dell'uomo, con quello della natura. (i) Il celebre Sig. Humboldt, è il primo che abbia riassunto tutte le ricerche parziali che si sono falle per riconoscere la de- [fressione singolarissima di questa j:rande porzione della superficie [S. O. dell'Asia.. « La formazione, soggin^-ne l'illustre autore, di l^uesta grande concavità, sembrami essere in rapporto intimo col [aollevamenlo delle montagne del Caucaso, «lei Hindou-kho, e del- iF altipiano della Persia, e forse ancora più all'È, col solleva- ^inento della grande forma solida cui suol darsi il nome vago ed im- proprio di altipiano dell' Asia centrale . « ( Jiunib. sui sist. -niont. ieìV Asia). È poi da notare che si riscontra una certa analogia Wi conformazione fra questa parte dell'alta Asia, e il grande alti- piano australe dell'Africa, il cui versante settentrionale si precipita egu.dmente nelle profonde pianure di Darkoulla, Wangara , Bag- hermc . ec. l8: GEOGRAFU FUB4 analogie nella direzione generale delle grandi masse ter- restri allorché ci occupavamo dei rapporti di distribuzione propri delle medesime . Ma ora che si tratta di chia- \ìre viepiìi questi rapporti stessi di direzione , potremo far meglio scorgere quella tendenza che abbiamo indicato nelle grandi masse solide della Terra a restringersi verso il Sud col dimostrarla ben anche in altre minori mem- bra, come ciò appunto si dà a vedere, nel capo Fa- revpell, punta meridionale della Groenlandia^ nel capo Agi estremità Sud della Florida |, e nel capo Lopatka , e nel Romania , e nel Comorin , e nel Matapan , punte o estremità di altrettante masse solide , nelle quali ve- diamo aver luogo la maniera particolare di direzione che discorriamo , Se dall' insieme delle grandi masse , facciam passaggio alle membra , e alle forme particolari della Terra , ve- dremo i grandi sistemi montuosi del Continente Orien- tale , e dell' Occidentale , presentare , nel loro comples- so , rapporti di direzione che sono propri di ciaschedu- no. Il sistema delle Alpi, il sistema Esperico, quello dei Carpazi nell'Europa^ il grande sistema dell' Altai-Him- alaya nel continente Asiatico ^ l' Atlante , i monti del- la Luna nell'Africa, tengono tutti una direzione gene- rale più o meno paralella all' equatore . Mentre per lo contrario , tutto il sistema montuoso del Continente Occidentale , tutte le catene primarie dell' America e della Colombia , dalle Cordilliere del ChiH , sino alle Montagne di Roccia, seguono tutte una direzione longitudinale , affatto opposta a quella dei si- stemi e delle catene dell'antico mondo (i) . Tali esempi, voglio che ci bastino quanto alla forma (i) Noi avvertiamo qui siccome a ragion di esempio, la partico- lare direzione di queste membra speciali della Terra, direzione la quale è conforme , del resto , alla lesge generale enunciata dal dot- tissimo Sig. Walckenaer, secondo la quale i grandi sistemi mon- tuosi della (erra, si dirigono sempre nel senso della maggiore di- latazione dei Continenti. {FFalckenaer , Cosmologìe) DI ANNIBALE RANUZZl l83 solida . Per ciò che è della forma opposta , noi osser- viamo a ragion d' esempio nei grandi corsi d' acque continentali , dei rapporti singolari di direzione , ì quali sono comuni ad ambedue i continenti . E così , che i più grandi fiumi dell'Asia sono tutti rivolti generalmente verso il N. , come l' Ob e il lenissei • verso 1' E. come il Kiang e l' Hoang • verso il S. e il S-E. , come il Gange , l' Indo e V Eufrate , dimodoché nessuno di essi ha rivolto il suo corso verso 1' O. — Non altrimenti i più grandi corsi d' acque dell' Europa , come il Volga e il Danubio , hanno una direzione S. , S-E. , dove il Nilo e il Niger , che sono i più ragguardevoli dell' Africa , hanno pure una direzione , l' uno verso il N. , e 1' altro verso PE. e il S. Quanto al continente Occidentale , tanto nella Co- lombia che nell' America , tutti i principali fiumi scorrono verso l' E. e il S. , come il Mississipi , il Rio del Nor- ie , 1' Orenoco , P Amazzone , il Rio della Piata . L' assenza addunque di grandi fiumi che abbiano ri- volto il loro corso generale , e la foce , verso PO., è il carattere dominante che riscontriamo nella direzione di questo genere particolare della forma liquida , quale che siasi la regione della Teri'a in cui si facciano cade- re le nostre ricerche , La direzione generale delle terre ^ quella delle grandi catene montuose , nella maggior parte dei casi correla- tiva alla direzione delle terre stesse nelle quali si trova- no ^ la direzione delle primarie correnti d' acque continen- tali' quella, per ultimo, delle membra minori solide e liquide della Terra , costituisce per se un soggetto di studio interessantissimo sì pel geografo che pel natura- lista, in quanto che per Puna parte si connette alP esame dello stato attuale della superficie terrestre , e per P al- tra si collega al passato , e può spargere viva luce in- torno ai modi pei quali è venuto generandosi P ordine di cose presentemente stabilito . l84 GEOGRAFIA PtTRA È COSÌ , per non addurre che un esempio , che fra- mezro a tanti segni di sconvolgimenti di che la Terra f>orge tracce si manifeste : è così dicevamo , che il geo- ogo può travedere per avventura un qualche ordine nella varia direzione in cui si sono esercitate certe forze ter- restri nei due continenti , e a varie epoche , mercè P e- same della direzione e della costituzione , di certe date catene di montagne . Comparando , a cagion d' esemplo la direzione della catena delle Andi , a quella delle Al- pi, e degli altri sistemi del continente Orientale, che hanno una direzione conforme , ed una età contempo- ranea , si è tratti a congetturare che in epoche ante- riori al sollevamento delle Andi , le forze terrestri si esercitarono , nel continente anzidetto , in una direzione generalmente opposta a quella che si è verificata più tardi nelle Andi medesime (i). Mentre dai rapporti di direzione di certe altre speciali membra terrestri , può arguire il geologo la direzione in che vennero esercitandosi , in particolari epoche , cer- ti determinati fenomeni . Quanto al geografo , ciò che più lo interessa si è la ricerca della direzione delle varie membra terrestri per quanto essa si collega all' ordinamento attuale di questo globo . Perochè lo studio di questi rapporti , è validis- simo mezzo di geografia critica , pel quale si possono chiarire molti punti di scienza tuttora involti neh' errore j e nella incertezza . (i) Tutte le catene di raontngne, come è ben noto, non sono state sollevate ad una stessa epoca, e il Si^. Elia di Beaumont , che tanto Iia illustralo questa teoria dell* intumescenza, dimostra, essere appunto possibile il disliiifruere , e l'enumerare differenti parosismi di sollevamento , mediante più {;eneri di osservazioni, fra i quali, questo principalissinio , della direzione (Beaumont, Re- ciierdies sur quelqMs unés des re'volutions de la surjace du globe, ecc.) . Pirincjpio fecondissimo, dice il Sijj. Brongniart, e di tanta semplicità, che è a meravigliare, non siasi trovato assai prima. ( Aap. à r Accad. ecc. ) . DI ANI^IBALE BAISUZZI l85 Una , a cagion d' esempio , delle maggiori difficoltà in fatto di Geografia , è la esatta determinazione dei sistemi orografici , secondo limiti naturali : e ciò perchè questa slessa classificazione è, in moltissimi casi, artifi- ciale , e fatta più presto per servire alla convenienza , di quello che soddisfare alla natura , ed alla realtà . In- torno a che , senza moltipllcare in esempi , ci basterà addurre quello dell' Altai-Himalaya, sistema che può ri- guardarsi siccome il più vasto di tutto il globo , e in- torno al quale abbiamo tuttora diffetto del necessari lu- mi per risolvere in modo assoluto quale sia la vera di- rezione di alcuni rami principalissimi del sistema anzidetto. Ma di non minore momento è lo studio di questi rapporti medesimi per ciò che concerne tutte le altre membra terrestri , in generale , siano solide o liquide , e fra queste ultime , pei vari sistemi di acque correnti continentali^ imperocché per l'aiuto loro, ci verrà fatto svolgere questo argomento con quella sicurezza che è frutto solo di un rigoroso e maturo esame . Il sistema idrografico di molti fiumi dei più ragguar- devoli , è tuttora nella oscurità , e la determinazione delle loro sorgenti reali, del loro ramo primario, e dei principali affluenti è molte volte erronea e soggetta ad equivoco . Di che non è meraviglia , a motivo che non si sono abbastanza discussi e approfonditi i veri rapporti di direzione di tali sistemi idrografici ; di che ci basti addurre ad esempio l'Amazzone, il jMississipi , il Kiang, l' Irlyche , il lenlssei . Lo studio da ultimo di questi rapporti di direzione delle membra terrestri , può porgere luce al geografo a spiegate molti fenomeni di fisica terrestre , e di cli- matologia generale i quali appunto dipendono dalla di- rezione particolare di queste membra medesime . E così , per recare innanzi un esempio , che la tem- peratura generale della Colombia , è molto più fredda di quella di altre regioni poste ad eguali latitudini , nelle l86 GEOGRAFIA PURA parti occidentali del vecchio continente , per cagione della disposizione delle sue catene montuose , che per essere quale 1' abbiamo detta in tutto il continente Orien- tale , la lascia aperta ai venti polari , che però la cor- rono liberamente dall' un capo all' altro . RAPPORTI DI SUPERFICIE Le grandi membra della Terra , sono compai'abilì fra loro, mediante i rapporti di superficie che circoscrivono il grado di loro entità . Questi rapporti stessi sono della massima rilevanza quando si tratta fissare una di- visione della superficie del globo , fiìndata su caratteri naturali , e però immutabili . I rapporti di superficie sono abbastanza semplici per se , qualora , nella pratica , si congiungono alla esatta determinazione dei rapporti di distribuzione , di posizio- ne , ecc. e noi stessi abbiamo poco a dirne , se non è che riguardano direttamente lo studio pratico della Terra , e che però non prestano troppa materia di ragionamento, quando non si tratta che di esporre i princìpi teoretici , e la parte ideale della Geografia Pura . Ora daremo qui tèrmine a questa rapida ricerca dei rapporti generali delle forme terrestri , per toccare leg- germente quelli che risultano dalla natura intima e par- ticolare delle diverse membra. RAPPORTI CHE EMANANO DALLA NATURA INTIMA E PARTICOLARE DELLE FORME TERRESTRI Fino ad ora ci siamo occupati di quei rapporti più generali delle fiarme terrestri che un rapido esame può far scorgere a prima vista , e che abbiamo detto costi- tuire per se il fondamento di qualsivoglia ricerca di Geografia Pura , in forza dell' azione universale e costante che esercitano su queste forme suddette . DI AI^NIBALE RA.tl'ZZI 187 I rapporti che si considerano in questa seconda se- rie , presentano caratteri meno generali , e costituiscono per ciò un ordine di fatti ben separati da quelli di già discorsi , i quali domandano essere trattati a parte ed in un modo distinto . Essi movono dalla maniera d' essere propria delle membra terrestri , e però in tali rapporti si ha a tener conto degli effetti prodotti da due specie di mutamenti- quelli che sono venuti generandosi sulla Terra in virtù di certe forze istantanee emananti dal seno della Terra stessa , o di certe altre forze particolari che agiscono lentamente alla superficie della medesima ^ e quelle , in secondo luogo, che sono l'opera dell'uomo, e che si debbono alla sua presenza su questo globo . La prima maniera di questi effetti , quelli dovuti alle forze della natura medesima , e alla sua perpetua mo- bilità , si sono venuti esercitando in più ampie propor- zioni , e con mezzi corrispondenti alla energia di una simile fonte di attività ^ la seconda specie , quella che riconosce l' uomo per proprio autore , si è esercitata entro una sfera più ristretta , e però le sue azioni sono rimaste più circoscritte: non tali però che nei loro con- fini non abbiano lasciato una traccia profonda del pas- saggio dell' uomo , e del suo soggiorno su questa terra. Lo studio dei mezzi pei quali sono venute generan- dosi queste specie diverse di alterazioni, non appartiene al dominio della Geografia Pura , la quale , in questa seconda serie di rapporti, si limita a considerare le di- verse porzioni di superficie terrestre così modificate co- me si trovano , quali la natura o l' uomo le ha fatte , senza farsi a domandare il perchè , e la storia di que- sti medesimi mutamenti . Nella ricerca dei rapporti che emanano dalla maniera d' essere intima e particolare delle forme terrestri , lo studio della natura propria delle membra della terra , la struttura , e coufigurazioae del suolo , la disposizione , l88 GEOGRAFIA PURA e la inclinazione dei diversi terreni , si presenta da se , siccome la base, e la parte più essenziale di questa ricerca stessa . La natura geologica del suolo , la sua attitudine a ritenere più o meno la umidità delle acque, ad assorbire o a rifrangere con più o meno facilità il calore solare , non vanno disgiunte da eft'etti che si ri- sentono in certi fenomeni meteorologici. La vegetazione più o meno ricca , col coprire naturalmente grandi por- zioni, di superficie terrestre, è pure cagione di certi ef- fetti elle reagiscono sul clima di quelle contrade nelle quali hanno luogo simili condizioni : i quali effetti poi ' diversificano da quelli che sono propri delle regioni scoperte , e spoglie di vegetazione , e però aperte ai venti , e a tutte le influenze atmosferiche . Il grado di cultura artificiale , lo slato della popola- zione , le condizioni proprie delle arti , della industria , del commercio , col moltiplicare le forze e le azioni dell' uomo sulla natura , hanno ad estendere sopra que- st' ultima r impero di lui , e le forme primitive della natura medesima debbono andar perdendo di loro ori- ginalità , secondochè l' incivilimento verrà dilatando sulla terra il suo dominio . Tutte queste cause , congiunte a più altre minori , agiscono insieme o isolatamente , e determinano i caratteri che costituiscono la individualità delle varie membra terrestri . Quindi è che i rapporti che risultano dalla natura intima e particolare delle forme terrestri vogliono essere attentamente e minutamen- te studiati, siccome quelli dall'esame dei quali (congiunto alla ricerca dei rapporti di distribuzione . di posizione ed altri ) è dato ricavare dei tipi razionali , per istabilire poi come è detto , una classificazione delle membra ", terrestri . E dove sia da comprovare questa nostra asserzione , diremo , che la incertezza appunto nella determinazione dei caratteri propri delle membra della terra , è cagio- ne che il geografo si trovi in assai casi imbarazzalo a DI ANNIBALE EAMJZZI 189 classificare alcuna di tali membra , e a riferirla a quel preciso genere naturale cui appartiene . E ciò con tan- ta maggiore facilità , se la natura , e 1' aspetto , se le forme e i prodotti di tali membra particolari , si celano a un occhio poco esercitato , o in un esame superfi- ciale , sotto r apparente consonanza di certi caratteri comuni . Continuazione della Memoria del Signor Dottor Domenico Santagata Sarebbe stato necessario sottoporre anche questo , come ho fatto del quarzo , a scrupolosa analisi chimi- ca , ma ho dovuto contentarmi di pochi assaggi dai quali ho ritratto che varia nei varli arnioni è la quan- tità della silice avendone da alcuni separate quasi una metà del peso, e che P ossido di ferro e di manganese che contengono siano combinati alla silice giacché trop- po piccola è in essi la quantità della calce per saturare tutto r acido carbonico che si svolge da loro . Esami- nando poi minutamente la disposizione delle fibre onde sono composti , riscontrasi anche in questo differenza dal quarzo . In questo generalmente tutte le fibre vanno dal centro alla periferia degli arnioni ^ nel minerale di Cedrecca si trova che vanno bensì dal centro alla pe- riferia , ma in questo cammino si legano , come dire , in tanti fasci conici e rotondi , alcuni sottili ed allun- gati , altri grossi , e schiacciati con apice nel mezzo pro- lungato : la disposizione delle fibre fa sì che nel con- torni dove sono ricevuti questi fasci si riscontra una dentellatura a seconda del decrescere del fascio . Ma quello che molto importa considerare si è che mesco- lati con questi arnioni sonovi pezzi di calcare compatto , che neir esterno hanno tutta l' apparenza degli arnioni medesimi per cui mi è accaduto più volte di rompere un calcare credendo rompere il minerale cristallizzalo . Questa somiglianza esteriore mi fece curioso di conoscere DEL DOTT. D. SASTAGATA I9I se la relazione che avevano i due minerali si limitasse all' esterno , o fosse ancor più profonda . Raccolti quindi molti pezzi dell' uno , e dell' altro minerale , e confron- tatili assieme ho trovato che esistono pezzi di calcare ( che io ancora conservo ) i quali oltre 1' esteriore somi- glianza coi carbonati hanno certe legger rigature che pare un principio di fibre , e d' altra parte esistono pezzi di carbonato malcompiti ed imperfetti che hanno l' appa- renza di calcare . Quantunque poco sia quello che ho veduto j e che qui io noto , sono invitato tuttavia ad opinare che quegli arnioni cristallizzati a fibre , quarzosi ai Frascari , carbonati a Cedrecca provengano lutti im- mediatamente dal calcare compatto . Non ho potuto rinvenire una scala graduata ed intera fra il calcare e gli arnioni , ma troppo breve fu la ricerca che io ne feci , e forse prolungando le indagini si troverebbe . Ora egli è certo che il quarzo fibroso calcarlfero de' Frascari ha intimissimo rapporto coi carbonati siliciferi di Ce- drecca , e che alcuni di questi somigliano al calcare compatto : è certo che quel quarzo , e questi carbonati hanno quasi identità di forma cristallina ^ e senza dub- bio sarannovi pezzi nei quali abbonderanno egualmente la Silice , e la calce carbonata . È inoltre evidente che i vapori di manganese e di ferro hanno operato la lo- ro azione sopra di loro , essendosi coni' essi immedesi- mati : né sarebbe meraviglia che quei medesimi vapori e quelle medesime forze che noi vedemmo in molti punti avere cangiato il calcare in silicato di manganese o in istrati metallici , mutassero altrove in cristallina la strut- tura compatta del calcare combinandosi con esso lui gli stessi metalli . Ma la silice che tanto abbonda nel quarzo de' Frascari , e in alcuni pezzi di Cedrecca d' onde sarà in essi venuta ? Io non saprei certo rispondere a que- sta domanda, e solo ricorderò che quei calcari possono divenire per le forze plutoniane tanti diaspri , e che nou è forse impossibile che mutate le condizioni ancor leg- iga OSSEE vAziowi geologiche germente delle forze , siano elettriche , siano chimiche 5 od altre si avesse trasformazione dei componenti cal- cari in silice . Oltre alle dette trasformazioni del calcare compatto tengo per certo averne un' altra scoperta nel medesimo luogo di Ce"TAG.lT.l 1C^5 del terreno di queste colline è presso a poco uuiforme a quella delle altre colline serpentinose più abbondante in argilla, e meno in calcare, e però tutte spi aggi e in- fruttifere e scoscese dove solo tratto tratto s' incontra alcun magro campicciuolo coltivato , essendo il meglio di questi luoghi occupato da qucrciuoli radi , e tisiciizzi in fuori de' quali ninna altra pianta vi alligna eccettuata r umile ginepro che vive ancora fra 1 calcari e le argil- le . Valicato il sommo delle colline e cominciando a discendere , s' univa a Sassatello , dove ebbi la compiacen- za di rinvenire il gesso cristallizzato laminare in circo- stanze geognostiche similissime a quelle dei serpentini , e per conseguenza penso io , sollevato come questi nella medesima epoca , e dalle medesime forze . Continua il gesso a sporgere fuori dal suolo ancora più innanzi , vale a dire alla Pieve di Gesso , a Tassignauo , e giunge fino alla Romagna , e la trapassa . Darò termine finalmente a queste geologiche osserva- zioni coir indicare brevemente la natura delle colline che fanno il limite esterno inferiore del terreno de' ser- pentini , le quali essendo unite assieme a modo di ca- tena, ed essendo tutte formate presso a poco delle me- desime sostanze basterà che io ne faccia conoscere al- cuni perchè sieno tutte conosciute . E famoso fra que- ste Culline il monte così detto delle Formiche , al quale non di rado vanno coloro che prendono piacere delle amenità delle nostre colline , le quali sono a dire il ve- ro in questa Innefl'abili . Avvegnaché le sue falde ( mas- simamente le meridiane ) , sono con tal vaghezza , e simmetria dalla natura vestite di boschi e di pratelli che fermano i passeggieri a godervi 1' aure soavissime che vi spirano :^ e la sua cima ergendosi sopra l' altre terziarie oflVe spettacolo straordinario alla vista, il degradarsi delle colline inverso il piano , e la veduta di questa tanto spaziosa quant' occhio può giugnere avanti . ^Meritevole poi quant' ogni altro delle cure del geologo , per il facile Jg^ OSSERVAZIONI GEOLOGICHE paragone che può farsi col terreno secondarlo che gli è vicino , e per le materie di che si compone , le quali hanno l'ordine seguente di sovrapposizione. Nella parie inferiore di questo monte havvi una marna calcare a strati inclinati somigliante a quella caratterizzata dal fossile apiocrinite ^ poggiano sopra questi grandi banchi di con- glomerati calcarei a piccolissimi grani • succedono a que- sti , strati di macigni , e sopra i macigni miransi banchi di ciottoli più o meno grandi legati in forma di pu- dingo da poco calcare: riprendono quindi i conglome- rati , i macigni , e coi pudinghi stessi si avvicendano e si alternano fino al capo del monte. Di corpi organiz- zati non vidi che due fiUiti in un macigno , e moltissimi gusci di ostriche in una arenaria. Esaminati con dili- genza li ciottoli dei pudinghi, H ho trovati tutti appar- tenenti al calcare compatto ossia al terreno dei serpen- tmi che è di poco superiore al monte . Fra questi ne sono mischiati di eurite , di serpentino , di eufotide , di quarzo . Il monte delle Formiche fa parte siccome ho detto di una catena, non però continuata, di colline che corre dal S. S. O. al N. N. E. Di queste colline io ho esaminate quelle che in una linea ristretta dal monte delle formiche dilungasi sino al di là dei monti chiamali di Venere e di Adone , Tutti sono composti di terreni di Alluvione , e si rinvengono in lutti pudinghi , macigni conglomerati ec. i quali differiscono solo in questo, che mentre 1 pudinghi del monte delle formiche ossia della parte di mezzo giorno della detta linea sono di calcare compatto , quelli del monte di Venere e di Adone , so- no ciottoli o di macigno , o di grauvacke , e mentre fra li ciottoli del monte delle formiche se ne frappon- gono di rocce serpentinose , le colline verso il mezzo dì questa linea hanno pudinghi di calcare , e sono del tutto prive di serpentini frammisti . Non potrà alcuno dubitare che i mate iali di tutte queste colline non derivino dalle montagne appenine non molto a loro superiori , ed è DEL DOTT. D. SANTAGATA iq^ chiaro alfreltanto che non possono quei materiali tro- varsi in quel Kiogo che in forza di diverse correnti di acque, le quali precipitando dall' apennino avranno por- tati con loro i frantumi di quei terreni , ed avranno depositato vicino al suo piede i più pesanti dando ori- gine alle colline delle quali ora parlo , e più lonta- no i leggeri. Io non dubito di aft'ermar quanto dico, non solo perchè quel terreno è d' alluvione ed è infe- riore all' apennino , ma perchè avendo io visitate in di- versi punti quella cresta dell' apennino , che è in certo modo parallela alla linea sopradetta , ho ritrovato che le materie delle colline di queste sono precisamente quelle che nell' allo dell' apennino riscontransi . Alla porzione di colline che hanno ciottoli di calcare compatto corri- sponde nell' apennino di calcare compatto : e 1' altra par- te della linea ove sono i monti di Venere e di Adone , e che come ho detto contendono ciottoli di macigni e di grauvacke è in direzione di quel punto dell' apen- nino nel quale sono invece del calcare compatto i ma- cigni e le grauvacke . Se non che io m' immagino che verrà chiesto come avessero origine quelle correnti che discesero dall' apennino , varcata la di cui cima inco- mincia il suo versante opposto al nostro bolognese che SI declina nel mediterraneo che per immenso intervallo lo divide dalle altre montagne? Alla quale dimanda , se il mio pensiero non erra parmi seguiti agevole e pronta la risposta dalle cose dette . Abbiamo veduto in addie- tro che i terreni del calcare e delle grauvacke che for- mano la cima dell' apennino sono di sedimento acqueo e probabilmente di un mare vasto e tranquillo. Adunque dal far parte del fondo di un mare sono passati a far la cima di montagne orgogliose -, del qual mirabile innal- zamento non potranno mai accagionarsi, fra le rocce vi- sibili che le argille ed i serpentini ^ sopra il qual ra- gionamento si potrà forse pensare che allora quando il terreno dell' apennino spuntò fuori dalle acque che il 1^8 OSSEUVAZIOSI GEOLOGICHE ricoprivano , queste dovettero necessariamente riversarsi sui Iati della gran montagna nascente , e trasportare con loro i rottami che si formavano , i quali sarebbero sta- ti molto più abbondanti di quel che furono se non solo i serpentini toscani , ma tutti li bolognesi ancora fossero in queir epoca usciti fuori di terra . Al monte delle For- miche che contiene ciottoli di serpentino corrispondono le grandi masse toscane di questa roccia dalle quali do- vettero nella loro eruzione provenire i ciottoli che sono in quel monte ^ anziché dalle masse bolognesi , le quali come altra volta ho mostrato non perforarono nel loro sollevamento la crosta terrestre , e per questa ragione le colline terziarie che a queste sono corrispondenti sono prive di ciottoli di serpentino . Ben è vero che si rinvengono conchiglie in alcune arenarie di quei mon- ti , e che potrebbe questo fatto essere ad alcuni un o- stacolo a convenire nelle dedotte conclusioni , poiché in quello spazio di mare le di cui acque portarono i ma- teriali di essi monti non vivevano né pesci né molluschi, siccome è fatto palese dal non trovarsi nel terreno che fu suo fondo altro che le Fucoidi ^ ma se si ammetta col Dufrenoy che le acque che formarono i terreni ter- ziari travasandosi di catino in catino venissero di lon- tano , ed in epoche non simultanee , sarà di molto dimi- nuita la forza del contrario argomento , non essendo improbabile che gli avanzi de' molluschi che si trovano in quelle montagne fossero da quest' acque trasportate . Ed a questo aggiungerò , che quand' anche non si sa- pesse dar ragione del trovarsi le conchiglie nei terreni recenti di alluvione , e non negli antichi dai quali pro- vengono , non sarebbe perciò da negare quello che 1' os- servazione de' fatti ne assicura, cioè la lor formazione, imperciocché nei fatti geologici è forza che ci conten- tiamo per ora di congetturare sopra gli avvenimenti più portentosi del nostro globo , né ci facciamo oppositori judiscreti e presuntuosi ad alcune ipotesi , solo perchè PÈt DOTT. D. SANTAGATA IC)C) essa non può spiegare alcuni fatti non sostanziali , ma accidentali . E basti a tal proposito il pensare gli in- credibili trambusti che ha sofl'erto questo globo in cui viviamo , i quali fin dalli tempi più remoti incomincia- rono a corrodere e mutare la superficie in modo da non essere quasi a noi rimasto a studiarne che lo scheletro . SU^ FENOMENI GEOLOGICI OPERATI DAL GAS IDROGENE DEL DOTT. G. BIAlVCOiVI Continuazione. V. Fase. XII. pag- 422. e Gennaio 1840, pag. 60. Feb. pag. 115. 58. Un immenso vantaggio hanno pure ricevuto li Minatori dalla lampada , che immaginò il genio del sommo Davy. La Lampada di sicurezza fornisce degli indizi certi dello stato dell'atmosfera della miniera^ essa fa conoscere il pericolo che potrebbe esservi a dimorar- vi, ed avvertisce in tal modo il minatore del momento in cui dee ritirarsi (i). Se il Gas infiammabile comincia a mischiarsi coli' aria comune nelle più piccole propor- zioni, il suo primo effetto è d'aumentare la lunghezza, e la grossezza della fiamma . Se questo gas forma la dodicesima parte del volume dell'aria, il cilindro si riempie di una fiamma bleu debolissima, al mezzo della quale si distingue la fiamma del lucignolo . Se il gas forma la sesta, o quinta parte del volume dell'aria, la fiamma del lucignolo non è più distinguibile , essa si confonde con quella del gas , che riempie il cilindro , la cui luce è splendente . Finalmente se il gas forma il terzo del volume dell'aria, la lampada si estingue inte- (i) Ognun conosce che il tubo di rete metallica , che circonda ovunque la fiamma della lampada di sicurezza, ha mafrlie, o pertugi di una determinala dimensione, in forza di che gode della singolare proprietà di raffredare lalmente il gas che lo attraversa, che l'aria infiammabile interna sebbene ardente non può accendere 1' esterna. Per conseguenza qualunque siansi le proporzioni del gas Idrogene coir aria atmosferica , non può esservi esplosione . / DEL DOTT. G. BIANCONI aoi rainente: ma il minatore non deve aspettare sino a questo punto a ritirarsi (i). 59. Il Grisou , o Idrogene carbonato si mostra an- cora benché più mite nelle miniere di sai gemma . ,, Un inconveniente di queste miniere (di Bochnia ia Galizia dice Schrober ) si è quello di essere soggette ad esalazioni minerali o mofette molto pericolose • esco- no queste con sibilo dalle fessure delle rocce , s' accen- dono subitamente alia lucerna dai minatori, fanno delle esplosioni simili a quelle del fulmine , e producono degli affetti sommamente funesti . Questi vapori infiammabili , si adunano nei sotterranei principalmente allorché i giorni di festa hanno impedito di poter lavorare: allora è molto pericoloso di discendere nei pozzi col lume , poiché ac- cendendosi il vapore tutto ad un tratto , produce una esplosione , una rovina spaventevole . Ancora senza in- lìamm.irsì , sono capaci questi vapori di soffocare i minatori che vi si esponessero imprudentemente. Sono più frequenti nelle miniere di Sale di Bochnia , che ira quelle di Wielizka . (2) „ Ma in quelle di Wielizka ancora si mostra il Grisou. ,, In queste miniere ,, dice il cel. Guettard (3) ,, sorte qualche volta da certe ca- vità che s' incontrano nei banchi di Sale , un vapore soffocante che s' infiamma , se per caso si trovi una lampada nella sua corrente. Questo accidente è avve- nuto più d'una volta, e più d'una volta dei minatori sono stati soffocati , ovvero abbruciati in qualche parte del loro corpo. Uu somigliante vapore si aduna simil- (i) I pregi di questo istruroento non finiscono qui. Se la lampada sia §;uernita della spirale di filo di l'Ialino, dessa quantunque spenta mediante qutslo fdo , cIjc pel conlallo coli' Idrot,'ene si mantien rovente, IraraanJa ancor tanto di Iure da poter dirigere il minatore nel suo ■via^.'siio. Se poi diminuisca di nuovo la quan- tità deir Idrogene , il filo ardente di Platino comunica di nuovo r accensione al gas dell'interno del tubo , e conseculivanienle il gas al lucignolo, sicché la lampada di per se si riaccende come prima. (a) Schrober. (3) Meu. de 1' Acad. des Se. 17G2 p. 5i3. aoa TERKÈJd ARDENTI, SALSE EC. mente qualche volta nelle Sale abbandonate, in quelle in cui da qualche tempo non si è lavorato , e pur an- che nelle Gallerie i, P infiammazione non dura se non insinochè vi ha di tali vapori ... in certo modo può dirsi che non è se non se una specie di esplosione . „ Molti altri autori in diverse età , hanno parlato di simili sviluppi di aria infiammabile dalle miniere di Sai gemma:, ed in molte altre di queste (oltre le nominate di Wielizka , e di Bochnia ) accadono simili fenomeni : ma di questo ci occuperemo più di proposito nella ter- za parte . (i) 60. Non sempre si svolge il Grlsou in tutti i punti della miniera , né sempre egualmente . Tanto in quelle di Carbon fossile , quanto in quelle di Salgemma si sviluppa in maggior quantità da un luogo piuttosto che da un' altro , e vi sono depositi interi , che non ne producono punto . In generale il carbon fossile , ove è più bituminoso , e come dicono , colante , quello ne rende in massima quantità. Alcune qualità di Salgem- ma similmente ne racchiudono in dose maggiore , e fra r altre è stata notata quella conosciuta sotto nome di Sale decrepitante , della quale in particolar modo ci do- vremo occupare nella parte terza di questo lavoro . (i) Si possono consullare principalmente i seguenti Pel Grisou del carbon fossile . Philosophical Transaclion 1708. N. 3 18. Baumé. Chimie expér. et raisonné. T. i. pag. 864. 1773. Mémoires de l'Acad. des Se. 1763. pag. i. Encyclopédie Art. Cliarbon minerai. Livourne i77i. Baillet. lournal des Mines T. 3. N. 18. pag. 3. Valmont Boniare . Dici, d' Hist. Nat. art. Exhalaisons. Lyon 1800. Bonnard. Diclion. d' Hist. Nat. applique aux arts. art, Grisou Paris 1817. Annales des Mines Ser. I. T. 3. pag. 443. Paris 1818. Dumas. Traile de Chimie applique aux arts. T. i. Sur la Lampe de sùreté de ÀI. Davy Ann. de Mines Ser. I. T. i. pag. 177. Aerage des mines de houille. Ann. des. mines. Ser. I. T. 8. pag. 439. etc. DEL DOTT. G. BU?fCOM 2o3 PARTE SECONDA GEOGRAFIA FISICA DEI FENOMENI OFFERTI DAL GAS IDROGENE 6 1 . Alcune circostanze geologiche concomitanti il pro- teiforme sviluppo del Gas Idrogene dal seno della terra, sono già state incidentemente indicate nelle descrizio- ni che ci hanno occupato nella prima parte . Tali per modo di esempio sono la presenza del sale , in alcune Sorgenti gazose nei Pozzi idropirici , nelle Salse , nei Borborismi ed in alcuni Grisou: il Bitume nell'odor del- le fiamme dei Terreni ardenti , nella superficie di alcune Sorgenti gazose , nei Pozzi idropirici , nei Vulcani fangosi nei Borborismi ec. Una certa parlicolar sorta di fango nei Vulcani fangosi ec. Ma egli è necessario formarsi una idea più estesa , e piìi accurata dei rapporti che ten- gono questi fenomeni reciprocamente , non che delle re- lazioni che hanno col suolo , e con alcune particolari sostanze fra cui lavorano . Questo ci dovrà aprire la strada per conoscere quale particolarmente sia quel terreno , o quella formazione da cui si svolge il Gas Idrogene . 62. Diretti a questo scopo ci facciamo a segnare in questa seconda parte il numero possibilmente maggiore elei luoghi della superficie del Globo in cui si presenta lo sviluppo del Gas Idrogene : andiamo a coassuiuere in un sol quadro le sparse notizie dei Geologi , e dei Grisou del Salgemma . Rzaczynski Gabr. Hist. Nainr. curiosa Regni Poloniae . SanJo- miriae l'jai. Traci. 1. Seri. VI. GuPltard. Ménioires de 1' .4.caJ des So. 1763 pag. 5i2. Sclirober. Magasiii d' Ilambourg. Voi. IV. et Diclionnaire Ency- clopédique art. Selgemme. Scbullez. lournal des miiies T. aS. pag. 90. 1808. .4iiiiales des tnines Ser. II. T. i. pag. 280. 1827. Bouc. louni. de Géol. T. r. pag. 347. i83o. etc. 2 04 TERRENI ARDENTI, SALSE EC. viaggiatori naturalisti , che risguardano o direttamente questi fenomeni, ovvero la geologica costituzione del suolo in cui si rinvengono . 63. Avanti però di entrare in materia giova riflettere due cose che servono ottimamente all'uopo nostro. La prima si è che questo genere di geologici fenomeni non agisce sul terreno da cui nascono o pel quale possano in modo da svisarne le sembianze , come fanno per esempio i vulcani ignivomi , i quali qualunque siasi il terreno fra il quale capitino , lo modificano più o meno fortemente facendone per lo più scomparire ogni pri- mitivo carattere . Quivi invece o il mezzo da cui sorte il Gas idrogene carbonato resta inalterato pressoché affatto (Terreni ardenti, sorgenti gazose, pozzi idropirici, grisou), ovvero le sostanze che dalle viscere della terra vengono portate al giorno , si conservano esse ancora inalterate , e soltanto 1' argilla stemprata a modo di fango perde la naturale struttura , serbando però intatti gli ele- menti , la composizione ec. ( Vulcani fangosi , borbori- smi) . Ne viene per conseguenza che ogni qual volta si esa- mini il terreno nel quale accadono tali fenomeni , si può es- sere sicuri, che egli è il terreno, eccettuato l'argilloso che è ridotto in fango , nel suo stato naturale , e che le illa- zioni che dal medesimo si volessero trarre , poggiano sul vero : imperocché non v' è pericolo che un terreno si offra sotto un'aspetto diverso dal suo proprio, in se- guito di alterazioni subite o per 1' azione dell' idrogene di- rettamente, ovvero delle circostanze che da lui dipendono. 64. La seconda riflessione si è , che come già era stato avvertito per le Salse , e pei Terreni ardenti , que- sti fenomeni trovansi riuniti promiscuamente in gruppi più o meno numerosi . La Sicilia , l' Apennino , la Cri- mea , i contorni del Caspio , e del lago Eriè ne for- meranno a suo tempo la prova migliore . Questo indica primamente che sotto tali luoghi , piucchè sotto altri , vi ha una causa efficiente propria allo sviluppo dell' Idro- DEL DOTT. G. EUnCOHI ao5 gene*, seconc^arlainente che le circostanze geologiche che in detti luoghi si riscontreranno più frequenti intorno ai detti Fenomeni saranno da prescegliersi , e da prendersi in considerazione per istabilire col loro ajuto quale sia il ter- reno in cui la profata causa risieda . Questa riunione inoltre ottimamente si accorda coli' idea che questi fenomeni gene- ralmente parlando derivino da un determinato terreno , o diciam meglio da una tale sorta di Formazione^ per- ciocché egli è assai naturale che nascendo essi da un dato genere di Formazione , debbano presentarsi in co- pia sopra la medesima , e scomparire ove questa cessi , per ripi-odursi poi ove un altra simile Formazione ripigli. 65. Delle cinque parti in cui si divide la superficie del Globo r Europa, sia perchè meglio conosciuta, sia perchè eflcttlvamcnle più ne contenga , è la più ricca in fenomeni prodotti dal Gas Idrogene . Senza or no- minare tanti di questi sparsi isolatamente , la Sicilia , r Apennino centrale nel versante Settentrionale, e la Crimea costituiscono tre gruppi de' più insigni , e de' più popolati da Vulcani fangosi , da Terreni ardenti , da Sorgenti gazose ctc, 66. Un altro gruppo altrettanto copioso è nell' Asia occidentale sopra alcuni punti del littorale del Caspio , e principalmente nello Chirvvan in cui abbondano Vul- cani fangosi , e Terreni ardenti , celebri dalla più remota antichità . Le sue coste della Natòlia sono sparse di frequenti terreni ardenti^ e la parte orientale di innu- merevoli pozzi Idropirici e fuochi nella Cina , e nel Giappone. 6^. L'Africa, l'America, e l'Oceanica sono scarse, secondo le nostre notizie , di questo genere di fenome- ni , le verremo tuttavia scorrendo per notare sulle me- desime quei luoghi in cui ci è noto mostrarvisi sviluppi di Gas Idrogene, unitamente alle circostanze geologiche che li accompagnano , e che potranno interessare il no- stro assunto . 206 TERRENA ARDENTI , SiLSE EC. Caf. I. ECROPA « §. I. «Sic///» 68. Sebbene il Vulcano fangoso che In Sicilia è noto sin dai tempi di Strabone e di Solino , la Macaluba , sia stato riguardato lungo tempo se non 1' unico , almeno il principale dell' isola , oggigiorno però innumerevoli altri sono stati osservati , alcuni de' quali gli contrastano ben anche il primato . Trovasi la Macaluba 5 miglia al Nord di Glrgenti , in cui gorgoglia un vero Gas Idro- gene , quale lo ha posto fuor di dubbio il eh. Brocchi (i) e che va soggetto a violenti sconvolgimenti accom- pagnati da eruzioni , e da terremuoti . In alcuni tempi la Macaluba è piuttosto un aggregato di piccoli Vulcani fangosi ognun munito del proprio cono , mentre in altri Jion è che un lago di làngo pericoloso per chi se gli volesse accostare . In molti altri luoghi all' intorno dopo le pioggie veggonsi gorgogliamenti, ed a tre miglia più verso settentrione , otto da Girgenti , la campagna Bissana formicola di innumerevoli monticelli gorgoglian- ti . Sul monte Paterno sono pure acque fangose gorgo- glianti, che alcuna volta formano coni troncati. Una piccola salsa è nella contea di Sommatino in luogo detto Latifondo dì S. Silvestro y altra pure di poco momento è nelle J^alanghe della Lalomha ^ ma una che ofiVi con- vulsioni assai violenti nel 1828 è quella di Terrapilata il di cui nome descrive per se la qualità del suolo , nudo d' ogni vegetazione , quale suol essere ogni terra coperta dalle eiezioni dei Vulcani fangosi . 69, Anche il Lago Naftia o di Palici sembra che (i) Biblioteca Italiana 1823. pag. 38. ( DEL DOTT. G. BIANCORI 20n debba essere annoverato con questi fenomeni , mentre alcune fiamme diffusesl sul circostante terreno , e l' av- vivarsi di quelle che facevansi scorrere sulla superficie delle acque faccian supporre che sia una corrente di Gas Idrogene quella che attraversa le acque del celebre Lago , ma che forse per essere sommamente carbonato , non abbia preso fiamma in alcuni tentativi , e produca la JVIofelta che insiste continuamente sul Lago mede- simo. A S. Maria di Niscimi avvenne nel 1790 il ter- remoto con eruzione fangosa ricordato superiormente N.° 5o ed a Terrapilata quello nel 1828 accompagnato da grande emissione di gas idrogene (N.°48) Sorgenti gazose assai frequenti alcune termali , altre fredde ec . yo. L'area in cui sono compresi questi fenomeni ope- rali dal Gas Idrogene , è circoscritta dai seguenti pae- si (i) : Situliana sul mare , Cattolica, Alessandria , Blvo- na , Gastronovo , Sclafanl , Castello buono , Mistretta , Capizzi , Ceramo , S. Filippo , Raddusa , Piazza , e S. Maria di Niscimi ^ e lungo la costa Alleata , Palma , e Girgenti . L' esteso tratto di paese quivi compreso assu- me un carattere che lo distingue dal resto dell' isola , tanto per la generalità degli indicati fenomeni , quanto per la natura geognostlca . Imperocché entro il suo pe- rimetro abbondano le miniere di Zolfo , di Sale , e di Gesso , le sorgenti salate , e bituminose , gli schisti ar- gillosi, bituminosi ecc. cose le quali non si mostrano a quel che si sappia nel rimanente dell' Isola , ove insieme alla mancanza di questi oggetti, mancano ancora i fe- nomeni geologici dell' Idrogeno . 71. Principalmente in alcuni luoghi verso il centro dell'Isola si fanno vedere dogli schisti argilloso-bltunil- nosi che formano sovente elevate colline (2) . Questa (1) Si vegga la Tavola mineralogica del eh. Ferr.ira Campi Fle- ei . (■■i) Ferrara . I Campi Flcgrei . Messina 1810 pag. 23. 2 08 TERRENI ARDENTI, SALSE EC. argilla in vari luoghi è dura , e forma come delle pietre cornee tenere , verdastre , a grana fina , ed un poco untuose al tatto ^ in altri è mescolata alla miniera di ferro terrosa , e forma dei tratti di terreno , e qualche volta delle colline di colore scuro. Occupano esse mol- to spazio presso Mistretta , Nicosia , Gagliano , le due Petralie , e specialmente presso Castrogiovanni . Sono questi schistl che danno il Petrolio tanto abbondante nella Sicilia , ove s' incontra in quasi tulli 1 suoi stati e di purezza , e di densità . Trovasi alle Petralie , paesi che presero da esso il nome, a Mislrctla, a Lionforte, pres- so Bivona , e Girgenti , di cui parlano Plinio , e Diosco- ride . Frequentemente questo bitume mostrasi galleg- giante sulle sorgenti di Canalotto . Havvi pece minerale a Ragusa^ Asfalto a Wissoria tra Gallano e Nicosia^ e non manca in qualche luogo 11 Gagate , ed 11 Succino . 72. Estremamente abbondanti, al dire degli scrittori , sono in questa parte dell' Isola lo Zolfo , il Gesso , ed il Salgemma . Tali miniere sono tanto nelle montagne , e nelle colline , quante nei terreni bassi . Lo zolfo difiuso sopra molti punti della parte meridionale della Sicilia, è poi in tal quantità nel territorio di Girgenti che que- gli abitanti hanno per motto , che dove si scava se ne trova una miniera . Nella grande miniera di Bruca il Gesso ed una marna azurra gli servono di matrice , e sono queste sostanze che lo avvicinano , e lo accompa- gnano in generale in tutte le posizioni unitamente al Sale. Altrettanto frequente in questo lato della Sicilia è il Gesso , di cui ve n' hanno montagne intere , o allo scoperto , ovvero formanti il nucleo di monti argillosi . 73. Le miniere di Soda muriata ( dice il eh. Fer- rara (i)) stanno presso le miniere di Zolfo, e deglia- massi di Calce solfata . Sono in molto nome quelle di Castrogiovanni, di Cattolica, di Regalmuto di Camma- (1) Storia Naturale della Sicilia i8i3. pag. i55. q DEL DOTT. G. BUNCONt 209 rata nel territorio di Girgenti . A Raddusa ne sou nu- merose . Si trovano nelle stesse circostanze geologiche di quelle dello zolfo . Sono tra strati cretosi ed Argillosi , ed in mezzo a montagne calcari stratiformi-, giaciono a gran- di ammassi attraversati sovente nelle fenditure da filoni argilloso-salini -, sono mescolate , o vicine a quelle di Zolfo ecc. In pari circostanze veggonsi quelle di Salina nei contorni di Nicosia, in cui il Sale disposto in istrali molto spessi, fra una Argilla cenerina oscura contenente Succino, è contiguo al Gesso, e fra il Gesso ed una mar- na cerulea vi sono gli strati di Zolfo ( i ) . Le sorgenti di questo distretto sono salate ed innumerevoli altre nel resto meridionale dell' Isola, sulle quali talvolta si mostra nuotante il Petrolio . Ingenti miniere di Zollo e di Sale sono a poca distanza di S. Maria di Niscimi (2) ove accadde il ricordato terremoto i8 Marzo 1790, e r abbassamento del suolo nella stessa occasione , la quale sorte di abbassamenti di terreni sono al dire del Ferrara (3) communi in molti altri luoghi della Sicilia , formati di terreni della stessa natura di quelli di S. Ma- ria di Niscimi . Celebre fra gli antichi fu il Sale Agrigen- tino di cui Plinio e Solino narrano cose singolari , le quali molto dovranno interessarci in appresso ^ e traevasi questo Sale dal suolo istesso In cui numerosi Vulcani fangosi sono in attività ancor oggi . 74» Ma le Miniere di Sale scoperte sono assai po- he ( dice il Ferrara ) in riguardo a quelle che si oc- cultano -, e nella Sicilia , al dire di De Borch , è tanto abbondante il Sale che si crederebbe , che tutta l' Isola avesse per base un banco di Sale . 75. Il sottosuolo, e rinlerno de' monti è portato alla luce in alcuni luoghi dalle citate eruzioni fangose , nelle quali riscontransi gli schisti argillosi convertiti pet (O La Via (a) Ferrara . (3) Campi Flegrei pag. 53. N. Ara. Se. NiToa. Anno a. Tom. 3. i4 2 1 O TERRENI ARDENTI , SALSE EC. Tiìassima parte in fango, il Gesso in cristalli, ed in fram- menti , il Sale sciolto nell' acqua , ed efflorescente sui fanghi , il Bitume ecc. ^6. Questo cenno della costituzione Geologica della parte meridionale della Sicilia , basta per far compren- dere che in questo tratto dell' Isola su cui presentansi i fenomeni dell' Idrogene vi ha una Formazione salina delle più estese , delle più manifeste , e delle più com- plete per ogni suo membro . Questi terreni inoltre , av- verte il Ferrara , sono della stessa natura di quelli del- l'Apennino Modenese, in cui agiscono le Salse e dei quali andiamo ora a trattare. §. II. A pennino. 77. Sul versante Settentrionale dell' Apennino molti dei fenomeni dell' Idrogene sono conosciuti , molti altri forse passano ancora inosservati. Il numero delle loro scoperte cresce giorno per giorno ed io stesso ne reco alcuni del tutto nuovi . Intanto facendoci da Pietramala sul vertice dell' Apennino fra Bologna e Firenze hannovi notissimi terreni ardenti , e polle gorgoglianti per Idro- gene carbonato ^ l' odore di queste vampe è in alcuni tempi decisamente bituminoso . Poi discendendo s' incon- trano nell'Imolese i Borborismi , o bollitori di Bergullo, molteplici in piccolo spazio , e che mostrano fioriture saline sulla belletta eruttata , e non lungi vi hanno le Sorgenti gazose salsissime dei contorni di Riolo, da ognu- na delle quali potei nella scorsa estate raccogliere , ed infiammare l' Idrogene carbonato che scattava a bolle interrottamente dal fondo delle medesime . Sorgenti nu- merose , che placidamente andavon gorgogliando in pic- cole buche scavate nella Marna bleù sub-apennina molto fertile di fossili marini . Sul confine dell' Imolese , e del DEL DOTT. G. BIANCONI 2 11 Bolognese cinque Sorgenti gazose ho riscontrato presso S. Martino in Pedriolo superiormente a Castel S. Pietro , e sempre nella bassa linea delle Colline sub-apennine il cui bollire molto aumenta per le cattive stagioni-, una di esse è salata , le altre epatiche : salsissima è ancora un altra sorgente di là dal torrente Silaro di contro a questo luogo . Soffi minori d' Idrogeno solforato si ma- nifestano alle radici opposte del detto monte di Pedriolo nel Rio Servino , mediante parecchie sorgenti Epatiche. Sette miglia più sopra vi ha la Salsa di Sassuno chia- mata il Dragone (i). A trentadue miglia dalla nostra (i) La semplice menzione che di questo luogo fanno li eh. Moli- na, e Menar Quesl' oggi i Grottaroli hanno in iscavando scoperta un altra ■vena d'acqua nerastra, che s'infiamma mirabilmente, e che infiam- mala tramanda un molesto puzzo di zolfo. Arde di una fiamma turchina, e dura 5 a 6 minuti ad ardere. Da questa mattina sino all'ave maria gorgoglia nella sua sorgente non interrotlamente . Assaggiata sente molto del salmastro , e stride fra i denti al pari delio zolfo. La sola presenza del lume a piccola (Iislanz;i , l'infiam- ma: ed è capace d" infiammarla anche la sola azione del piccone ■>■> oc. DEL DOTT. G. BU?(CO?ri a I 3 proprietà di svolgere del Gas Infiammabrle . Scoli di Petrolio in alcuni luoghi del Bolognese ec. Di qui pas- sando nel Rlodenese abbiamo otto fuochi naturali trovali già dallo Spallanzani, e nove Salse riscontrate dal Pròl. De-Bri-^noli che palmo palmo conosce il suolo Mode- nese . Parecchi pozzi di Petrolio sono nelle vicinanze delle Salse , e questo bitume si trova ancora insieme colle fioriture saline nei fanghi eruttati . Nel vicino du- cato di Parma celebri sono i pozzi di Petrolio di Mia- no , t bagni bitumlniferi di Lesignano , le sorgenti salata gazose , le Salse della Torre e di Rivalla , ed i fuochi di Vellela . Altri fenomeni di questa natura , ma di apparenze diverse hannosi ancora nel versante meridionale del- l' Apennino , dei quali eccone alcuni cenni . Una sorgen- te infiammabile e a Bagno in Toscana (i)- e simili ;i questa sono probabilmente tante altre terme di cui van doviziosi il suolo Toscano, il Lucchese, la Garfagnana ec. delle quali non abbiamo sinora potuto occuparci . Nel Volterrano sono i Lagoni di M. Cerboli , di M. Rotondo ec, raccolti sopra una es^ension di paese asyaì limitata, fenomeni singolarissimi celebri da lungo tempo, che sembra possano meritamente entrare nel novero di quelli di cui trattiamo , non essendo infine che 1' opera di una angustiata sortita di vari Gas , frai quali princi- pale si mostra l' Idrogene solforato ^ accompagnati da (i) Questa bella sorgente infìnmmahìie, che noi \iene comunicata per lettera dal sig. Paolino Masi, Luogotenente generale della grande miniera di zolfo della Perticara nel Cesenate, trovasi sul Torrente Savio , due ore e mezzo da Sarsioa . ■n Perticata 20. Settembre 1889 n yt Non ebbi bisogno di fare alcuna prova per vedere se le acque Termali di Bagno contengono alcun Gas infiammabile , perchè varie volte ne fu fatta 1' analisi . Per accertarsene basta accostare un lume al camerotto donde sbocca la bolla, che si accende subito una fiamma turchina , la quale seguita per lungo spazio dì tempo . alimentata dal Gas inQaounabile, che viene coaliaaamente dal bol- lore delle acque n . 2 1 4 TEaHEKl ARDENTI , SALSE EC. vapori acquei , non che da efflorescenze saline , da bi- tumi ec. (i). Ma ciò che sopratutto merita in questi luoghi , una particolare osservazione si è quanto rifei'isce il cel. Targioni (2) del pozzo di S. Giovanni nel Vol- terrano in cui „ i' acqua è tanto salata che brucia la lingua. Accadde ( prosieguo egli) nel 174^5 ^^^ ^^~ sendovi dentro de* Muratori per risarcire una mina o cunicolo che dal fondo va verso levante , prese fuoco ed avvampò tutta l' aria del Pozzo , con gravi offese de' Muratori , e uscendo fuori della bocca in forma di fiamma , arse i travicelli della coperta del tetto . Vi è memoria, che questo pozzo ha bruciato altre volte „. Torneremo su questo particolare al N. 100 in nota. {sarà continuato) (t) V. Targioni Vlajigi. T. 3. Santi. Viaggi T. pag. 249 .Bron- gniart Al. Dlct. des Sci«nces ^at. art. Lagoni . Repelli Dizionario della Toscana . (2) Viaggi T. 3. pag. ao8. I REIVDICOIXTO DELLE SESSIONI DELL'ACCADEMIA DELLE SCIENZE dell'istituto di BOLOGNA ( Continuazione Vedi pag. 129) Non sono poi necessarie molle avvertenze circa il plan- tare la Luppoliera , perchè quando alla maniera nostra Bolognese uno sa coltivare il Mellone , e la Ylte , credo eh' egli nel momento possa divenire coltivatore di Lup- poliera , ed ecco il perchè . Suppongasi fatto lo scassa ed ingrassato e ripulito 11 terreno : si procede allora al riparto di esso escavando regolarmente in quinconce al- trettante buche quanti sono i gruppi di piante che si vogliono affidare al terreno stesso . La distanza delle buche è indicata dalla bontà del terreno, maggiore nel buono , per termine medio si possono assegnare dn« metri a due metri e mezzo. Le buche sleno larghe un metro ed alquanto più profonde , e la terra escavala si acumuli in monticello e vi si mescoli o terricio , o terra della miglior qualità se sia molto magro il fondo. Giun- ta la primavera ( perchè l' autunno si reputa da molti meno sicura stagione ) bisogna avere in pronto le pian- ticelle ^ intorno alla scelta delle quali sono necessarie moltissime avvertenze . E prima di tutto è da distingue- re se si faccia la Luppoliera con piante selyalicbe , o 2l6 HEÌVDICONTO ACCADEMICO se si voglia piantare invece con Luppolo domestico . Nel primo caso è necessario l' aver segnato nell' anno precedente ne' boschi , e per le siepi quelle piante di Luppolo che portano coni onde poterle cavare di terra con tutta sicurezza e non correre pericolo di trapian- tare confusamente individui maschi e femmine . Nel se- condo caso , servendosi cioè del Luppolo domestico , è superflua 1' accennata diligenza , se pure fu ben fatta la Luppoliera dalla quale si ricavano i piantoncelli . I piantoni devono essere lunghi sette od otto pollici, grossi presso a poco un dito , e forniti di tre o quattro oc- chi- si pongono col foraterra , e cinque o sei per buca corricati e seppelliti interamente in guisa che rimangano separati e colle loro cime alquanto convergenti . Di poi si pigia la terra al solito che si suol praticare in simili piantagioni , e si dispone la superficie del suolo a foggia di scodella affinchè l'acqua della pioggia, e se occorre quella delle irrigazioni , meglio possa essere trattenuta . Le cure del primo anno dopo la piantagione del Lup- polo si riducono in generale alla serchiatura ed alla rin- calzatura : inoltre fin dalla prima state si comincia a fornire di pali il Luppolo piantando al piede delle gio- vani piante uno o due rami d'albero lunghi un metro e mezzo circa . In questa circostanza si trova anche mol- to utile di seminare fave , ed altri legumi negli inter- valli , perchè questi , oltre il dare un qualche profitto , giovano a diffendere le tenere pianticelle dall' eccessivo calore, e colle loro spoglie somministrano ingrasso op- portuno , Giunto l' autunno si lavora il terreno con di- ligenza e di nuovo s' ingrassa in superficie . Nel successivo anno a piriinavera fa duopo scalzar le piante , e recidere le nuove messi ad un pollice o due al più sopra il cep-^ pò , e poi ricqprirle di bel nuovo rialzando in monti- celli il terreno . Compiuta in questa guisa la piantagione, relativamente alle cure richieste in seguito dalla Luppoliera si riferisce DEL PROF. A ALESSAIVDniIVI 2 I 7 r accademico in gran parte a quelle^ che viene prescritto nell'Opuscolo citato da principio, restringendosi per ora a que' soli lavori che non si possono ommettere io una nuova Luppoliera , poiché , dice Egli , per amore di brevità e per procurarmi frattanto notizie più sicure ri- metto ad altro scritto tutte quelle note che risguardano la vecchia Luppoliera, egualmente che le avvertenze da aversi nella raccolta , e nella preparazione del Luppolo . 18. Sessione. 4« Aprile iSSg. Il Presidente offre all'Accademia tre pezzi patologici umani , due dei quali , consistenti in un vasto aneurisma dell' aorta presso il cuore regalati dal Dottor Federi- co Frabhoni , ed il terzo , che offre una singolarissima degenerazione del cuore e del pericardio prodotta da lenta cardite , dato dal Dott. Cesare Cristi : pezzi pato- logici raccolti tutti nello spedai maggiore dove i due citati giovani coprono la carica di Medici Assistenti . I tre preparati sono consegnati all' Accademico Prof. Barilli perchè vengano collocati nel Museo Patologico dell' Uni- versità alla di lui Direzione affidato . Affinchè meglio approGttare possa la Scienza dall' esame delle collezioni dei pezzi spettanti all' anatomia patologica non mancarono i suUodati egregi Medici di corredare quelli che oggi furono presentati all' Accade- mia , e della succinta narrazione dei lenomeni morbosi offerti dagli inferrai cui appartennero , e della par- ticolare descrizione delle innormalità osservate negli or- gani affetti. Uno degli aneurismi pertanto dati dal Frab- boni fu trovato in certo Tommaso Cattani giovine e robusto facchino , il quale la mattina delli 26. aprile i838. fu tradotto allo spedale perchè colpito improv- visamente, e senza manifesta cagione, da gravissimo de- liquio . Quest' uomo di atletiche forme , di collo piut- tosto corto , ottimamente nutrito, vissuto sempre sano ai8 RENDICONTO ACCADEBIICO presentava la faccia assai rossa ^ un po' injettata la con- giuntiva del bulbo dell' occhio , ed il polso frequente e duro . Attribuendo questi fenomeni a semplice pletora si prescrisse un salasso generale d' una libbra ed una passata d' olio . All' indomani il polso era meno resisten- te e l'infermo asseriva di sentirsi bene. Alla visita \es- pertina però dello stesso giorpo trovando notabile au- mento di forza nel circolo , e nuovamente dei fenomeni di turgore al capo fu praticato un nuovo salasso di nove oncie : poco dopo I3 sanguigna , quest' uomo disse dì sentirsi bene in modo che contava di uscire dallo spe- dale perfettamente guarito fra un pajo di giorni. Que- sta calma però non durò lungamente giacché alle ore sei pomeridiane, cioè circa due ore dopo la vi- sita, nel volgersi di fianco per prendere la zuppa della cena un nuovo deliquio lo privò in pochi istanti di vita . Fatta la sezione del cadavere 38. ore dopo acca- duta la morte , cioè la mattina delli 29. aprile , trovossì il pericardio straordinariamente disteso contenendo due libbre e mezzo di sangue in gran parte coagulato , il quale vi era stato versato per la rottura di quella por- zione dell' aorta che è contenuta nel pericardio stesso , e sulla quale esisteva lateralmente un sacco aneurisma- tico avente la circonferenza di più di cinque pollici e l' altezza di un pollice e mezzo , occupando così quel tratto della grossa arteria che da un mezzo pollice al di sopra dell' origine delle valvole semilunari si estende fino all' incominciamento dell' arco . La lacerazione del- l' aorta corrispondeva al punto in cui inferiormente il sacco aneurismatico incominciava a sollevarsi dal vaso , pre- sentava i lembi lacerati ed irregolari , la forma ellittica col diametro maggiore , di ben mezzo pollice , in di- rezione traversa all'asse dell'arteria. Aperta per lo lungo 1' aorta nella parete opposta al sacco aneurismatico , si vide seminata nella faccia interna di frequenti punti DEL PROF. A. ALESSANDRINI 219 di ossificazione che fonnavaiio delle superficiali laminet- te di forma irregolare e di varia grandezza . Il secondo pezzo patologico regalato dal Frabboni , anche piìi interessante del primo , consiste pure in un pìccolo aneurisma parziale della prima regione dell'aorta, apertosi entro la destra orecchietta . Fu trovato nel ca- davere di Giovanna Naldi d' anni 47-5 donna robusta, madre di molti figli , la quale soltanto tre mesi prima della sua morte cominciò a dare indizio dell' esistenza della gravissima organica lesione ai precordj . I primi fenomeni morbosi , consistenti in una grave oppressio- ne di respiro , si manifestarono nell' atto di immer- gersi nell'acqua fredda per lavare biancherie: ben pre- sto però questi accessi quasi di asma passaggero co- minciarono a sorprenderla anche la notte nel piìi tran- quillo sonno . Otto giorni prima della morte si mani- festò tumefazione al collo con molta rapidità, senza che fosse accompagnata da calore e dolore , e colla mede- sima facilità in breve dileguossi: ma al mezzodì del gior- no sette gennaio i838 venne presa a un tratto da af- fanno di respiro , tumefazione al collo , con senso dì strozzatura , e perduto 1' uso dei sensi . Fu posta in letto cercando intanto l' aiuto di un medico , il quale accor- so , e trovata l' inferma nello stato di sopra descritto , gludicolla presa da apoplesia , fece praticare un salasso di sedici once consigliando i parenti in vista della di lei miserabilità di procurarne con sollecitudine l' accettazio- ne nello spedai maggiore . Visitata dal Frabboni alle cinque pomeridiane dello stesso giorno , onde giudicare se fosse ammissibile nelle sale fisiche , la trovò nello stato seguente . Color gial- lo-nerastro della superficie del corpo , più intenso nel volto e nelle mani dì quello che nelle altre parti : la faccia interna delle labbra poi e le gengive veramente nere ^ respiro breve e rantoloso , non fu possibile sen- tire il battimento né del cuore né delle arterie super- 2 20 EENDICONTO ACCADEMICO ficiali •, il calore era piuttosto elevato al di sopra dello stato normale si nel tronco che nelle estremità^ il moto ed il senso conservavasi in tutte le membra • abbenchè non potesse parlare , mostrava però di intendere le in- terrogazioni rispondendo talvolta a stento alle medesime con qualche monosillabo . La gonfiezza del collo non era molto forte ma vi si osservava invece un grado notabile di tensione e nella musculatura e nella pelle . Non fu creduto conveniente il trasportare un inferma tanto grave allo spedale ed infatti si vide peggiorare rapidamente perché alle sei il respiro divenne piti stentato e breve , fredde le estremità ed alle otto era già resa cadavere . Istituita la sezione 4^ ore dopo la morte, ed esa- minato anche il cervello , questo viscere non presentò alterazione meritevole di rimarco, se si eccettui una di- screta iniezione dei vasi della pia madre cerebrale . In- vece esaminato con diligenza il cuore trovossi che 1' aorta subito sopra le valvole semilunari presentava un notabile tumore aneurismatico , occupante la regione destra del vaso , il qual tumore rendeva V opposta orecchietta , cioè la sinistra, assai piccola. Aperta per lo lungo l'aorta toracica fino al cuore si trovò al di sopra delle valvule semilunari una apertura a lembi rilevati e duri per la quale si penetrava nel nominato sacco aneurismatico : vuotato questo dal sangue coagulato che conteneva le di lui pareti non erano in tutti ì punti di uguale gros- sezza assottigliandosi straordinariamente nella regione su- periore ed anteriore dove anzi esisteva una apertura comunicante colla destra orecchietta^ ed è questa la circostanza che rende il pezzo patologico molto interes- sante, e che spiega parecchi dei morbosi fenomeni pre- sentati dall' inferma , e singolarmente sianosi tanto evi- dente principalmente nella faccia , nel petto e nelle mani . Il pezzo patologico datò dal Dott. Cesare Ci'lsti fu trovato in certo Sanzio Tugnoli d'anni 21 accolto nello DEL PROF. A. ALESSANDRINI 221 Spedai maggiore li 1 2 settembre dell' ultimo passato an- no , e morto la mattina delli quattro del seguente ot- tobre . Quando entrò nello spedale la malattia , che lo travagliava di già da qualche tempo , mostrava la forma di una artrite alla quale però associavansi fenomeni di grave affezione anche al sistema vascolare ^ infatti al terzo giorno, praticati diversi salassi, scomparvero affatto i dolori e le gonfiezze alle articolazioni , e più manifesti si mostrarono i sintomi di affezione precordiale , ed in special modo V intermittenza del polso , i dellquii fre- quenti la gravissima difficoltà di respiro che veniva alle- viata alcun poco dai leggeri salassi che di quando in quando si praticavano . La sera che 'precedette il giorno della di lui morte fu preso da gravissima sincope, dalla quale riavutosi con difficoltà , passò tutta la notte in uno stato penosissimo , e si può dire anzi di agonia , e la seguente mattina emessi tre gridi lamentevoli cessò improvvisamente di vivere . Trascorse ventiquattr' ore si fece la sezione del ca- davere , e trovossi che il cuore , notabilmente ingrandito , presentava certi indizi di preceduta gravissima infiamma- zione , giacché il pericardio erasi ingrossato in tutta la sua estensione quattro volte almeno più del naturale , ed offeriva nella faccia interna una morbosa vegetazione di sostanza fibrosa compatta , rappresentante un aggregato di minutissimi fanghi di varia l'orma ^ modo di degene- razione che esteadevasi , ed era anzi più manifesta , an- che sulla faccia esterna del cuore e di quella porzione dei grossi vasi che è contenuta entro il sacco del pe- ricardio, e fin dove si estende la tunica sierosa del me- desimo*, può anzi dirsi che una tale singolare degene- razione erasi formata sopra tutta la superficie libera esalante del sacco sieroso del pericardio, e, servendosi del linguaggio dei moderni , la forma di lenta infiamma- zione che prodotto aveva siffatta degenerazione dir si potrebbe Endopcricardile . 2 22 EEXDICOIVTO ACCADEMICO Viene letta dall' accademico Prof. Sgarzi una Memo- ria del valente chimico Faustino Maialati , ora domici- liato in Parigi , contenente delle zz: Nuove osservazioni sulla modificazione che l' acido mucico subisce mediante P ehuUizione neW acqua ziz Della quale importante disser- tazione non ne faremo qui parola essendo stampata per intero alla pag, 4 2 di questo stesso volume . 19. Sessione 11. Aprile iSSg. E presentato all' Accademia un Dispaccio dell' Erainen- tissimo Sig. Cardinale Lanibrusclilni Segretario di Stato e Prefetto della Sacra Congregazione degli Studi , in data delli 4- corrente , nella quale ringrazia pel dono che l' Accademia stessa ebbe P onore di offerirgli del 3.° Volume dei Nuovi Comentari che vide ultimamente la luce . Altra simile lettera delli 6. corrente è diretta all' Ac- cademia dell' Eminentissimo Sig. Cardinale iMezzofanti . Il Prof, di Storia Naturale di Padova Tommaso An- tonio Catullo Accademico corrispondente ha inviato al- l'Accademia una sua Opera recentemente pubblicata, cioè il zr: Trattato sopra la costituzione geograffico-Jisica dei terreni alluviali o postdiluviali delle Provincie Venete Padova i838. in 8. di pag. 5i2. =: Il Prof. Silvestro Gherardi legge una sua dissertazione intitolata — • Nuove esperienze sulP apparente attrazione di un getto fluido ^ sgorgante da orifizio di largo labbro fornito^ sopra un disco direttamente oppostogli a poca distanza dalP orifìzio — . Sono già sei anni che tali espe- rienze , relative al fenomeno così detto di Monsieur Clément, vengono da lui riprodotte in questo teatro fisico , nel trattare de' primi rudimenti dell' Idrodinamica . Ripetendo alcuni degli esperimenti del qui menzionato fisico, non che quelli di Monsieur Hachette, ne' quali si impiegano getti d'aria, d'acqua, o di vapore conti- DEL TROF. A. ALESSANDRINI 223 nui , r autore s' accorse che 11 fenomeno dell' apparente e durevole attrazione, è mal sempre preceduto dall'altro di una fugace repulsione, o remozlone del disco mobile nel senso del getto , se pure il disco trovisi già opposto all'orifizio di questo , nel punto in cui questo medesimo viene animato . Simile osservazione , da lui accuratamente studiata , lo condusse alle esperienze di cui si tratta , nelle quali ha adoperato le comuni armi da fuocoj la pistola del Volta ^ e il fucile a vento. Anche con questi urti idraulici gagliardissimi, tuttoché sfuggevoli, il feno- meno dell' apparente attrazione succede a quello della realissima repulsione . La dissertazione si aggira su molli particolari di queste esperienze , pel quali semhrn assolutamente , che una sola , e medesima cagione deb- ba assegnarsi agli efì'elti per esse osservati e a quelli che risultano dalle esperienze eseguite coi getti conti- nui . Il professore si è pur valuto della macchina pneu- matica, e della macchina di compressione per una quan- tità d' esperimenti sullo stesso soggetto , de' quali si dà ragguaglio nella dissertazione . Per esempio : s' immagini che un disco di cartone riposi sul piatto di una mac- china pneumatica , col centro di contro al pertugio di tale piatto , nel mentre che l' aria rientra , per simile pertugio , nella campana -, sotto cui la medesima sia già stata ridotta ad '/oq , '/30 7 ViO 5 o a meno ancora della naturale densità ^ si vedrà che 11 disco , dato in quel mentre un hcve e fugacissimo segno di sollevamento , s' inchinerà tostamente sul piatto , e mostrerà di impri- mersi più o meno sul medesimo , per tutto quel tempo che l' aria Cschiante fra di esso e il piatto , impiegherà a ristabilire l' equilibrio delle due pressioni interna ed I esterna . Vuoisi agevolare una simile esperienza coli' in- I terporre al disco , e al piatto una rete metallica non grossa più di un millimetro . Quale seria difficoltà non presenterebbero esperimenti di questa sorta alla sentenza j di coloro , che credessero di aver detto tutto , o abba- 224 RENDICONTO ACCADEMICO stanza su di ciò asserendo — essere la pressione atmo- sferica che produce il fenomeno di un corpo leggero cui un soillo non può respignere ! — L' autore in fine , annunzia alcuni risultamenti di calcolo , ai quali è per- venuto limitandosi alla considerazione del caso più ac- cessibile , che il fluido scorrente fra i due dischi sia liquido . I risultamenti sono questi . — La teoria ordi- naria de' tubi addizionali , fondata sul principio Idrauli- co-statico di Daniello Bernulli ( principio che nel pro- posito , è rinvocato da tutti ) , non dà spiegazione della straordinaria apparente attrazione di cui si tratta . — La pressione idro-dinamica , nello spazio compreso fra i due dischi , dovrebbe , dietro una tale teoria , crescere col calare della pressione interna del recipiente che alimen- ta 1' efflusso , mentre P esperimento fa vedere tutto l' op- posto . Da ciò viene che il valore teorico di tale pres- sione idro-dinamica risulta troppo grande per le piccole pressioni del recipiente , e troppo piccolo per le grandi , sempre rispetto al valore che , dietro P esperienza , può assegnarsi alla pressione medesima . Perchè la ricordata teoria potesse prestarsi , in qualche modo , alla spiega- zione del singolare fenomeno , bisognerebbe supporre : iP che la lama fluida abbandonasse le pareti dei due dischi, fino dal suo ingresso nello spazio armillare dalle medesime formato ^ a.** che da per se stessa si chiu- desse fra superficie di conveniente curvatura , determi- nabile col calcolo^ 3.0 che, finalmente, Paria, stra- scinata da prima fuori dello spazio compreso fra i due dischi dalla stessa lama , non potesse conservarsi fra que- sta e 1 dischi, che ad una densità, o pressione inferiore alla pressione atmosferica, dipendentemente dalla pres- sione idro-dinamica della lama fluida . Anche P alunno Dott. G. Batt. Bianconi legge una sua memoria riguardante il progetto di un nuovo istro- mento per livellare. É DEL PROF. A, ALESSASDRIia 22 5 L' Autore dice , che è stata richiamata la sua atten- zione su tale soggetto , per aver veduto , che si fanno molti lavori murari! , e di altro genere senza il presidio d' istruraenti livellatori sujDGcientemente delicati , come lo richiederebbero le operazioni in cui si impiegano . Ri- tiene essere ciò efletlo dell' impossibilità pei capi mae- stri muratori , pei lastricatori , e per altri artisti di prov- vedersi d' istrumenti adattati , perchè il loro costo è su- periore ai loro mezzi . Trascorre in esame i livelli , che sono in uso presso ai nominati artisti , e quelli che pre- sta la Scienza , e , parsogli mancarne uno , che concilii le qualità di robustezza , di semplicità , e precisione colle quali possa essere adattato, ed alla condizione degli ar- tisti , ed al genere delle loro operazioni , passa alla de- scrizione del seguente livello , La proprietà , che presenta una superficie d' acqua stagnante di disporsi perfettamente orizzontale unitamente all' altra proprietà comune a tutte le superficie levi- gate di riflettere 1 raggi di luce facendo l' angolo d' in- cidenza eguale a quello di riflessione, sono il fondamento del nuovo livello. A,B Tav. .III. fig. i è una alidada di le- gno la quale nel mezzo tiene un vaso quadrangolare il di cui fondo è coperto d' acqua :^ le pareti e d ej\ e' d' d J^ del vaso sono di vetro le quali unitamente alle altre due pareti laterali , ed al piano superiore e' d circondano il liquido , e lo difendono dalP impulso del vento . Posto r occhio all' estremità della dioptra A , ed os- servando attraverso del vetro , che è dalla sua parte , sulla superficie liquida , se si scorge l' immagine della dioptra B in guisa , che la luce da essa emanata venga riflessa preci- samente dal punto medio dell' intervallo AB è evidente, che l'estremità dt-lle dui^ dioplre saranno a livello, e quin- di traguardando per esse si segnerà con tutta facilità la li- nea o,m, orizzonliile . Restava da determinare un indizio al quale ricono- scere che la riflessione si facesse in detto punto medio ^ N. Ans. Se. Nator. Anno a. Tom. 3. i5 2a6 REHDICOWTO ACCADEMICO a cui ha provveduto l' autore col fissare alle pareti del vaso trasversalmente alla sua lunghezza , ed incirca alla sua metà una specie di diafragma opaco , che ha la forma della fig. 2 Tav. III. il quale col lato inferiore , g h ■) è quasi lambente la superficie del liquido , e si presta nel modo , che segue . L' immagine del diaframma è pure riflettuta dal liquido , e rappresentata sotto la di lui superficie in posizione rovesciata , come si vede in /, /i . Siccome rimane un intervallo fra i due lab- bri , allorché nel mezzo di questi si vegga l' immagine dell'estremità della dioptra opposta a quella per cui si guarda , si sarà certi che la riflessione della luce emanata da detta estremità , vien fatta nella projezlone verticale del lato g, h ^ quindi se prima il diafragma era stato accuratamente condotto nella metà di A , B si terrà per fermo altresì che la riflessione succede nel mezzo del detto intervallo . Che se le cure per la collocazione del diafragma riuscissero indaginose , il metodo comune di livellare con le mire equidistanti dal livello potreb- be dispensarne . In oltre a favore della semplicità , ed esattezza del- l' istruraento , mette sott' occhio , e dimostra queste due proprietà j l .* che la distanza maggiore , o minore del liquido dal lato g',A, del diaframma, non toglie, che sempre colla stessa fedeltà succeda la riflessione nella projezlone verticale del detto labbro , quando si vegga l' immagine emanante la luce nel mezzo dei due labbri ^ 2.* che l' eguaglianza in altezza delle due dioptre non entra nella giustezza dell' istrumento . In ultimo ha riportato l' esperienza da lui fatta con un livello di questo genere , che aveva le dimensioni di piedi due bolognesi ( i ) in lunghezza , e colle dioptre alte oncie due , e mezzo (2) , coli' assistenza del Gh. Sig. (i) Metri 0,76. (2) Metri 0,08. DEL ruoF. A. ìlessa:\drisi 227 Prof. Bertelli, nella quale fu Institulto un confronto del- l'istruraento con un buon livello a scifone, e non fu trovata differenza sensibile in una battuta di 60 piedi bolognesi (i) . Non lasda per altro di avvertire , che la somma sen- sibilità di questo istrumento ne difficulta la rettificazione , poiché il minimo scuotimento agita la superficie riflet- tente , con che si vedono le immagini inquiete , e sfor- mate per un qualche istante , 20. Sessione. 18 /tprììe 1889. Si partecipa la circolare agli scienziati d'Italia pel primo Consesso che si radunerà in Pisa in Ottobre p. v. (2) , diretta all'Accademia dal Socio Corrispondente Prof. Paolo Savi colla data delli 28. p. p. Marzo. Sono presentati due Dispacci degli Eminentissimi Si- gnori Cardinali Gamberini e Spinola nei quali , con ter- mini molto onorifici per l' Accademia , ringraziano pel 3.0 Volume dei Nuovi Commentari che fu loro ofl'crto in dono. Altra simile lettera delli 9 corrente è stata diretta da sua Eccellenza Reverendissima Monsignor L. De Conti Vannicelli Casoni Governatore di Roma . L' Accademico pensionato Prof Gaetano Sgarzi , re- duce dal viaggio scientifico fatto in Francia, Inghilter- ra e Scozia , legge una sua Memoria alla quale dà il seguente titolo ■ — Cenni sopra alcuni stabilimenti di pub- blica beneficenza visitati nel i838 — . Fra i mali che pur troppo sono gli ordinari compa- gni dell' uomo finché vive primeggiano certe infermità , che , stante la diversa loro origine , forma e condizione penso , dice l' Accademico , possano dividersi in Inf'cr- fi) Metri. 22,80 (2) V. pag. 2a2. del II. Volume dove è inserita per esleso la cir- colare . aao RENDICONTO ACCADEMICO mità Naturali, in Infermità Acquisite^ in Infermità So- ciali. Diconsi per me Naturali quelle che provengono da mancanza congenita Ui qualche organo , o da obnor- mità di costruzione, per cui è tolto il bell'ordine delle parti , e la felice disposizione della macchina , e qui collocare si debbono i sordi-muti , i ciechi , le svariate qualità del rachitismo. Sono Acquisite quelle infermità, prodotte dall' influenza di cause comuni , o da abusi e disordini , che alterano il prospero andamento de' mo- vimenti e delle funzioni, spi'sso viziando ancora visibilmente la organizzazione , per cui ne viene la lunghissima serie dei mali Epidemici , Sporadici , Acuti o Cronici , Insa- nabili , Dinamici , Organaci coli' infinito numero dei loro generi, specie, e varietà ammesse dni Noselogisli . Pos- sono infine chiamarsi Infermità Sociali quelle miserande condizioni prodotte da deficienza di mezzi e da povertà, non che le altre che sono originate da degenerazione di costumi e da morale infetta per cui si hanno da una parte sofferenze e bisogni oltre ogni credere numerosi , dall' altra delitti e leggi penali oltre misura gravi e di sommo rigore . A questa triplice serie di cose affligenli l'umana vita in ogni tempo ed in ogni luogo si è cercato presso le Nazioni incivilite un riparo e dovunque s' incontra uu Instituto, uno Spedale, una Casa di Ricovero che ser- vono d' asilo all' uomo infelice e disgraziato , e si trova del pari una Prigione che lo avvilisce e degrada in fac- cia a' suoi simili . E discendendo al particolare prenderò le mosse dai mali che dissi Naturali e ad alleviamento dei quali ab- bondano nelle Nazioni da me percorse gli Instituti pei sordi-muti , pei ciechi , e gli Ortopedici , tra i quali fa- cendo scelta di quelli soltanto che chiamar si possono i più perfetti dirò prima d' ogni altro della tanto celebre Instituzione fondata dall'Abate De V Epée a Parigi pei sordi-muti la quale fornita da prima di sole 12 mila DEL PROF. A. ALESSANDRINI -"9 lire di rendita bastarono queste al mantenimento di quaranta di questi infelici : ma resa in seguito più co- spicua per la liberalità di Luigi XV. crebbe il numero fino a sessanta . Succeduto di poi al benemerito De r Epéc l' Abate Sicard ampliossi grado grado 1' utile sta- bilimento, il quale trasferito in fine nell' antico seminario di Sf. Magloire nella Rite St. lacques conta ora una rendita annuale di yo mila franchi ^ vi si mantengono (la cento allievi , ed altrettanti pensionati , e si può dire fiorentissimo . Con ingegnosi artifici si perviene ad edu- care ed instruire simili Esseri tanto imperfetti nell' uso de' loro sensori , e servendosi principalmente del linguag- gio d' azione si ottiene non solo di renderli esperti nel leggere e nello scrivere , ma in molte scienze ed arti , nelle lingue e nelle liberali professioni. Se Parigi ofTre il più rinomato e perfetto Istituto dei sordi-muti , Glasgow, fiorcntissima città della Scozia , e la seconda dopo Edimburgo , vi presenta nel suo /dsylum for the Blind un eccellente modello a ricovero ed istru- zione dei cicchi . Lasciando da parte le cose meccaniche e i travagli di pura manualità , cui si fanno applicare gli individui di facoltà intellettuali molto povere, i lavo- ri femminili variatissimi , 1' educazione infantile , gli eser- cizi nelle facendo domestiche, le varie qualità di diver- timenti ed altre tali cose di minore importanza , dirò soltanto in qual modo cotesto stabilimento sia reso una Scuola perfetta d' Arti e di Scienze . Col mezzo e col supplemento del tatto dall'esercizio e dall'istruzione per- fezionato si raggiunge un così utile scopo : ponendo in rilievo sulla carta mediante un metodo particolare e facilissimo di stampa, lettere, numeri, segni algebrici, linee geometriche, carte geografiche, oggetti di Storia Naturale , di Storia Universale , dì Fisica , e tuttoché può servire a molte altre scientifiche ed artistiche disci- pline, si fanno pervenire al comune sensorio dei ciechi le impressioni che in noi vi sono trasmesse per mezzo a3o RE.\Dlv:0MO ACCADKMICO del senso della vista. E indicibile la grata commozione che provò V animo mio nel peixorrere le diverse sale dove i eiechi appiendono le scienze colla stessa facilità di quelli non colpiti da questo diffetto, le camere dove si eseguiscono lavori meccanici della piìi grande perfe- zione , l' officina dove dai ciechi stessi si stampano le carte e lettere in rilievo , si imprimono le 6gure a con- torni pur rilevati, e si compongono i libri necessari allo stabilimento , visitando in fine il deposito comune dei prodotti della casa esposti al pubblico e che si vendono a profitto dello stabilimento medesimo . All' ultima qualità dei mali della prima serie o 7iatu~ rali le diverse qualità cioè di rachitismo e di distorsioni cercano di far riparo gli Stabilimenti Ortopedici che tanto abbondano in Parigi e tra quali sceglierò ad esem- pio , come uno dei più perfetti , quello diretto dai Dott. Pravoz e Ja^es Guerin. Quivi in maggior copia ho am- mirati i mobili congegni sostituiti a rozzi e stabili mec- canismi che in sulle prime adoperavansi con molto danno dei pazienti . Quivi i mezzi ginnastici e gli eser- cizi continuati sussidiano gli sforzi dell' arte e rassodano le graziose forme ridonate dalla meccanica . Quivi letti vestimenti , fasciature e lavori , cibi , ricreazioni tutto è diretto con ammirabile sagacità allo scopo d' allontanare le deviazioni dal naturale andamento nello sviluppo del fisi- co, mentre non si trascurano coli' isUuzioue e coHo studio gli avvanzamenti del morale . Ed oh quanto è attraente la scena che presentano le vaste sale , ed i giardini in cui dra- pelli di fanciulli uniformemente abbigliati , e svariatamente contorti e piegati , colla gioia e col chiasso che è pro- prio della loro età , e dirò ancora colla vivacità che distingue i rachitici , si danno per un tempo determinato a movimenti obbligati , a particolari esercizi di parti , a determinate specie di giuochi che loro servono di sollievo anzi che di cura noiosa . Come ingegnosi e dettati da pijpfonde cognizioni anatomiche , fisiologiche , e mecca- DKL PROF. A. ALESSAPfnRIPfl sSl niche sono i ritrovati onde alle inoitiformi aberrazioni rli sti'uttura si va incontro ! Quali onorande corone non vi ricevono gli insegnamenti di Mellet , di Verdiere e di altri che perfezionarono codesti utilissimi Instituti ^ le sollecitudini dei genitori che vi affidarono i loro figli: le fatiche e gli studi degli abilissimi Direttori che vi de- dicarono il loro tempo ed i loro pensieri ! Ora passando alla serie dei mali che dissi Acquisìtiiy essendo questi pur troppo copiosissimi e frequentissimi , quasi ad ogni passo s' incontrano gli Spedali , le Case di salute , i Lazzaretti dove si ricevono e si curano quelli che ne sono affetti . Ma è questa materia tanto cono- sciuta e studiata in ogni tempo e presso tutti i Popoli che tornerebbe vano il dilungarsi nella narrazione di cose estesamente conosciute , mi limiterò quindi ad un breve, cenno sulle Case speciali di soccorso medico in Londra y e sopra un metodo praticato nei Reclusorii dei pazzi a Glasgow e nell' Inghilterra . Sono le prime mantenute per mezzo di volontarie sottoscrizioni , e da esse qua- lunque miserabile colpito da malattia ha gratuitamente medico e medicine . Queste case si compongono di una camera ove un medico ed un chirurgo in date ore del giorno si prestano a visite ed a consultazioni : di un deposito di medicamenti che somministra quanto viene da quelli prescritto •, e dell' abitazione del Farmacista . Quando r infermo non può portarvlsi in persona , dietro ricorso fatto , riceve al proprio domicilio gli opportuni aiuti e r implorata assistenza . Altri Medici e Chirurghi appartengono ad ognuna delle dette case che agiscono in caso di maggior concorso , siccome pure vi ha una specie di Consiglio o di Amministrazione distribuita la cariche , e la quale intende a ben dirlggere il tutto al- l' utile scopo cui è destinato . Al finire d' ogni anno sì pubblica da cadauna la propria statistica, ed un analo- go rendiconto , e questi servono non tanto di garanzia pei benefici sottoscrittori , quanto di pubblica testimonian- 2oa REKDICOIVTO ACCADEMICO za dei buoni risultati che si ottengono da simili ono- rande Instituzioni . Per ciò che riguarda i dementi il metodo che rinven- ni in pieno uso in Inghilterra e segnatamente a Glasgow e che manca iu tanti altri Manicomi , d' altronde lode- voHssimi , che s' incontrano percorrendo l' Italia e la Francia , consiste nel tenere possibilmente impiegati gli infermi di tal sorta , e soprattutto nel toglierli affatto all' altrui vista nel caso di visite allo stabilimento : un tal metodo è fertile dei migliori vantaggi , e le occupazioni facili e piacevoli, le distrazioni addattate alle varie qualità di pazia servono mirabilmente a rendere siffatta malattia e più tollerabile e meno difficile a domarsi interamente . («Sarà continuato.) ANNUNZI DI NUOVI LIBRI. NOTIZIE DIVERSE . Il gorerno russo , ha inslituito all' Accademia medica di Pietroburgo , una cattedra per la letteratura e storia della inediciaa , e in pari tempo ha ordinalo la pubblicazione di un giornale medico — 11 S. Stiirmer , è slato chiamalo alla suddetta cattedra , e alla direzione del giornale accademico . L'Accademia delle Scienze di Pietroburgo, ha poc'anzi nominato fra i suoi membri li Signori Plana , a Torino; Owen a Londra; Gaimard a Parigi ^ Il re di Baviera ha ordinata la costruzione di un osservatorio magne- tico , sul modello di quelli che già esistono in Inghilterra , alle Indie , ed altrove . Allan Cunningham, distinto botanico inglese, ha cessato di Tivere, in seguito al suo viaggio scienlHico alla Nuova Zelanda , e nella età di 48 anni , 32 dei quali ha con>acrali alle ricerche da esso fatte al Bra- sile , alla Nuova Olanda , e nelle isole vicine . Il tipograro Pomba di Torino intraprende la pubblicazione di una raccolta di Opere utili — . Trattati ( alcuni originali , altri tradotti) di Botanica , di Fisica , di Geografìa , dì Astronomia , di Storia Naturale , formeranno parte di questa raccolta . Fra le yarie opero che si prometto- no , annunzieremo : il trattato di Geologìa di Phillips, con note di Sismonda; il discorso di Herschel sullo studio della Fìlosotìa Naturale; quello di Swajnsou , sullo studio della Storia Naturale , e varie altre di non minore entità. — Detta pubblicazione avrà principio colla Storia delle scoperte marittime e terrestri, opera tratta dalla raccolta di Lardner. L'Allemagna che ha poc'anzi deplorato la morte del celebre Blumen- bach, ha testé perduto il famoso astronomo Olbers, mancato ai vivi a Brema , nella età di anni 82. Una nuova opera del S. Paoli sul Woto molecolare e dei solidi , e per uscire fra breve tempo . Storia Naturale. GuiL. F. Erichson — Genera et Species Staphylinomm Insectorom Coleopterorum Familiae. Pars Prior . Accedunt Tabulae aeoeae tre» . BeroUni . F. H. Moria. 1839 234 ANMCKZl DI JNUOVl LIISIU Carlo Porro — Malacologia Terrestre e Fluviatile della Provincia Comasca . Milano F. 1838 Gio. Battista Bonola — Della Bibliografia Malacologica Italiana Dis- sertazione Inaugurale etc. Milano ec. 1839. Catalogus Conchiliarum Terrestrium FluviatiliumqueEoropae,Collectio- nis Caroli Porro . ( Milano ec. 1839 ) ( Questo catalogo ha per iscopo il cambio scientifico con altre specie Europee) Carlo Porro — Studi! su talune variazioni offerte da molluschi fluviatili e terrestri a conchiglia univalve . ( Memorie della Reale Accademia delle Scienze di Torino Serie II. Tom. I. pag. 219.) Ercole Marakesi — Elementi di Storia Naturale ad uso delle Scuole di Francia . Prima versione italiana di etc. Milano presso Ranieri Fanfani 1839 , in 12 , opera pubblicata per fascicoli . Geografia Legeevel de Lacosibe , Voyage a Madagascar et aux iles Comores . Parigi 1830 V. 2 in 8. con atl. Malte Brun , nel Voi. XI dei suoi Annali dei Viaggi , espose un sag- gio su Madagascar nel quale veniva riassumendo tutte le relazioni an- teriori alla pubblicazione degli Annali medesimi . Da queir epoca in poi , e particolarmente da alcuni anni a questa parte , la grande isola di Madagascar , o di Madecasse , come è il vero suo nome , ha ricchia- mato a più riprese l' attenzione pubblica per 1' alto suo interesse geo- grafico e commerciale , per i popoli che 1' abitano , e per gli avveni- menti dei quali é stata teatro . Ora il Sig. Legnevel che ha lungamente dimorato in quell'isola, e che 1' ha percorsa in tutte le direzioni , ha pubblicato il frutto delle sue ricerche , alle quali ha premesso alcuni cenni storici , geografici del Sig. Froberville . — Il Sig. Leguevel avea già comunicate da qualche tempo alcune nozioni preziose su questo stesso soggetto nella Notizia geografica su Madagascar da esso inserita nel 1838 nel Bullettino della Società geografica di Parigi . Marmier , Lettres sur le Nord , Viaggio in Danimarca , Svezia , Nor- vegia, Laponia e Spitzberg. Parigi 1840 V. 2. Il nome del Sig. Marmier é famigliare a coloro che si occupano della geografia e della letteratura del Nord dell' Europa . Esso è conosciuta per la parte attiva che ha preso nel I835-I836 , nella spedizione della Ricerca , in qualità di membro della Commissione scientifica diretta dal Sig. Gaymare , e per le interessanti Lettere sulV Islanda , da esso pub- blicate in conseguenza di quella spedizione . - Più tardi il Sig. Marmier ha seguito 1' altra spedizione diretta alle regioni del Nord , e allo Spitz- berg , e che parimenti ha avuto a capo il Sig. Gaymard . Il libro oggi dato alla luce dal Sig. Marmier, e del quale la Rivista A:x>r.\zi DI suovr libri 235 dei diifi Mondi ha pubiilicato alcuni frammenti , è il frutto dei suoi nuovi studi , e non ò a dubitare che esso non sia per corrispondere all' aspettativa che fanno nascere in noi , le sue precedenti ricerche . Xamisier Voì/age en Arabie ,- nell' Hedjaz , Assir , etc. Parigi 1840 V. 2. in 8. Il Sig, Tamisier è già conosciuto favorevolmente per il suo viaggio neir Abissinia , eseguito in unione al Sig. Combes nel I835-I837 , e che tenne dietro a quello del quale oggi è pubblicata la relazione . Il nuovo viaggio del Sig. Xamisier, rimonta al I833-I834 , mentre seguiva le armi di Mohammed Ali , nella campagna da esso intrapresa contro le tribù bellicose dell' Assir questa contrada della penisola arabica sì poco conosciuta , e della quale ci ha dianzi dottamente parlato il Sig. Jomard , ne' suoi studi geografici ed etnografici suW Arabia . iA.R.) Veterinaria Recueil de medecine . . . Raccolta di medicina veterinaria pratica , novembre e dicembre 1839 . — Caso di trombo complicato con flebite osservato alla Scuola d' Alfort . Un cavallo di costituzione eccellente é condotto negli spedali della Scuola affetto da trombo complicato ad iiitiammazione della jugulare : mostra egli da prima tutti gli indizi di sanità generale : anche la malattia locale cammina rapidamente verso la guarigione . Ma all' improvviso la piaga cangia di carattere e tra- manda del pus di color grigio e fetidissimo; ben presto la mucosa delle narici partecipa di questo stato , e si manifestano tutti i fenomeni del- l' assorbimento della marcia per dei tumori in varie regioni degli arti in singoiar modo , ma che ben presto invadono tutta la superfìcie del corpo , fenomeni accompagnati da febbre d' assorbimento che in breve uccide r animale . La sezione del cadavere mostra nel canale della ju- gulare affetta un absccsso voluminoso in cui le marcie sono separate dal sangue circolante solo per mezzo di un sepimento flbrinoso debolissimo. - H. B. il prolasso o rovesciamento della vagina che sopraviene durante la gravidanza , e nel periodo di garanzia deve egli essere consideralo «]ual vizio redibitorio secondo la nuova procedura addottala in Francia relativamente a questa parte tanto interessante della veterinaria? L'au- tore conchiude sostenendo la negativa, abbcnché da un Tribunale, sol fondamento dell' opindtiva di un veterinario, sia stato giudicalo in senso contrario — Continuazione dell' articolo sul commercio dei cavalli Nor- mandi , Inglesi e Tedeschi , di Felice YiUcroy agronomo a Rittershoff in Baviera.— DufretYfc veterinario incapo al deposito delle rimonte a Guéret . Del ciamorro considerato in rapporto alla facilità di sua dif- fusione nei Regimenti di cavalleria in Francia . Le osservazioni di questo veterinario distinto comprovano che la malattia, pervenuta ad un certo 236 AN?«Li?iZl DI SUOVI LIBRI grado è facilmente comunicabile , il che viene da lui dimostralo anche mediante 1' artiiìciale innesto tentalo sopra animali sanissimi — Ber- ger-Perrières , Esperienze fatte per comprovare se le particelle della polvere s' introducano nella trachea e nei bronchi dei cavalli quando agiscono su di un terreno sabbioso nella stagione secca e calda . Il più diligente esame non ha mostrato veruna traccia sensibile dei nominati corpi estranei né nella trachea e bronchi , né nelle fosse nasali; l'aut. però dell' articolo propone a tal proposito l' interessante quesito se le par- ticelle della polvere estremamente divise né discernibili all' occhio an- che coir ajuto della lente, sospese nella colonna d'aria respirata sieno deposte sulle superficie mucose respiratorie e di nuovo cacciate fuori colla mucosità nella espirazione ^ ovvero se mediante 1' assorbimento pas- sar possano nel torrente della circolazione . Questa quistione di un alto interesse ci sembra degna. dice 1' autore dell' articolo , di fissare l'atten- zione degli uomini i più esperti e dotti in siffatte ricerche . Gli analoghi lavori ai quali attendono presentemente dei tisiologi, dei chimici e dei veterinarj di chiarissima fama sulle alterazioni .cui può soggiacere il san- gue negli animali domestici potranno spargere molto lume anche sopra di questo importante soggetto , e forse faranno conoscere le cagioni del- le formidabili malattie cui tanto spesso soggiaciouo i cavalli delle armate , e quelli ancora di certi pubblici stabilimenti — Erdt , Continuazione della Mem. sul tifo contagioso delle bestie a corna che ha regnato nel I83I e 32, in Prussia nel distretto di liromberg. — H. B. Altro caso di febbre purulenta o d' assorbimento osservalo nella Clinica della Scuola di Veterinaria d' Alfort — Intorno ai riformatori agricoli in Inghilterra Bahewell, Arthur Young , Sir lohn Sinclair, Coke. Questo articolo interessante, estratto dal giornale inglese che ha per titolo — Quaterly journal o/" .4(/ricoi(Mre — ha per iscopo d'analizzare i lavori dei quattro nominati grandi riformatori dell' agricoltura e di dimostrare l' influenza che hanno esercitata non solo sulla Gran Bretagna , ma sul Mondo intero . Bahewell semplice afflttajuolo della parrocchia di Dishley nella Contea di Leicestrr intraprese il primo di cangiare interamente le razre degli animali domestici sparse sul suolo della Gran Bretagna : stabili come principio fondamentale della riforma che gli individui delle razze migliorate esser dovessero per ogni qualità loro tanto pregevoli da sa- nare pel loro alto valore le imponenti spese richieste dal miglioramento della razza , al che pervenire si poteva e migliorando la qualità degli individui stessi e moltiplicandone il numero . Nella razza bovina volle che gli indivìdui senza variarne la copia dell' alimento , dar potessero comparativamente agli altri una maggior quantità di carne scelta pel con- sumo annonario : prima di lui si era cercalo di migliorare anche in questi animali la bellezza delle forme e l' estensione della corporatura, egli occupossi interamente dell'utilità delle forme. Mediante esperienze ARRUISZl DI KUOVl LIBRI sS^ comparatiTO dimostrò che pel fine indicalo erano piii utili i tori di non grande statura e nei quali lo scheletro e gli arli , che costituiscono la porzione di scarto o di minor valore , avessero anche il minor peso e Tolume possibile . Bakewvll appllcossi adunque con tutto il fervore a produrre una razza in armonia coi bisogni di questa frazione dell' eco- nomia rurale, degli animali cioè , la pelle dei quali fosse molle , lina , elastica ,]a testa e tutte le parti ossee piccolissime , il tronco leggermente cilindrico , larga la groppa , vasto il petto , brevi le zampe, e pervenne a questi notabili cangiamenti servendosi costantemente degli individui più addattati della stessa famiglia . Superate tulle le difTicollà ed avendo il valente agronomo trovalo il secreto , coms dicevano i suoi vicini , di modellare il bue a seconda de' suoi capricci, tentò puree riusci nel pri- varli ancora di corna, strumenti inutili e pericolosi in quelle razze che non sono destinate al lavoro. Prima di Lui Webster, il conte di Notìn- ghatn , sir Carlo Sedley e parecchi altri avevano fallo tentativi di simil natura ; era però riservato a Jiakewell di sciogliere anche questo proble- ma. Ma le sue cure sì eslesero anche sopra le razze degli altri animali più utili e la specie del cavallo, della pecora, del porco furono da lui notabilmente migliorate : fu però in singoiar modo sopra i montoni di Disbley , tanto ricercali anche oggigiorno nelle diverse parli del mondo, che produsse i più grandi miglioramenti , dischiudendo cosi al proprio paese una sorgente inesaurìbile di ricchezza . Progredir fece di pari passo il miglioramento della lana collo sviluppo delle parli scelte riguardo alla carne di consumo: cercò di ottenere simili vantaggi in tali condizio- ni che gli animali perfezionali costituir potessero una razza rustica facile ad acclimatarsi , e tale da poter prosperare nelle diverse provincie del Re- gno non solo, ma da poler essere esportala ancora in paesi di latitudini af- fatto diverse . Studiando infatti atlcutamente la razza dei montoni di Dishley facilmente si rimane convinti essere essa il risultalo dell' accopìa- mento di individui i meglio conformati presi nelle diverse razze a lunga la- na: Bakev\'oll approfittava con discernimento delle fortunate accidentalità prodotte da tali varietà , le associava insieme preferendo sempre gli in- dividui i più perfetti nel senso dei miglioramenti che voleva introdurre, e pervenne in breve tempo a creare la bella razza di Dishley che mo- stra anche presentemente i seguenti caratteri. Testa allungata , piccola, e senza corna ; orecchie lunghe rivolle posteriormente ; collo sottile ; petto ampio ; lombi larghi ; robuste le anche e le regioni superiori della coscia ma leggere inferiormente ; lo scheletro dovunque leggero , ed allor- quando il corpo e coperto da sullìciente ingrasso la di Ini lunghezza e la larghezza presentano all' incirca le stesse dimensioni; la lana è di media lunghezza ma copiosa e fina . Nel giro di soli venticinque anni l' illustre agronomo produsse nel bestiame i più grandi miglioramenti , superò le maggiori dilDcoltà e a 238 ANNDNZI DI NUOVI LIBRI gloria della Gran Bretagna fa duopo che si sappia ancora che per hen tre volle il Parlamento assegnò generose somme all' afiìttajuolo di Dishley, ma la Nazione ne fu con usura compensata . Bakwell comprese che nel- r interesse pubblico era necessario dare ai suoi successi la maggiore pubblicità; ebbe quindi ricorso alle pubbliche esposizioni degli animali migliorati , in queste gli venne dai molti concorrenti proposto 1' acquisto dei tipi riproduttori onde estendere i vantaggi che non si potevano più negare al suo metodo , ma si ricusò egli alla vendita sul timore di ve- derli deteriorati passando in mani poco esperte , ed offrì piuttosto la locazione degli individui per la monta . A misura che il circolo degli utili esperimenti per tal modo si estendeva , aumentavasi il nùmero dei suoi ammiratori in un col prezzo di locazione degli individui desti- nati al miglioramento di altre razze , e nel mentre che i suoi montoni nel 1760, cedevansi per la stagione della monta al prezzo di 20. a 25. franchi 1' uno , nel 1770. questo prezzo era di già asceso ai 125. franchi, e nel 1778. era prevenuto alla cifra enorme di 625- fr. Ma queste som- me esuberanti, testimonio sicuro dell'utilità degli intrapresi incrociamenti cogli mdividui della razza perfezionata , era un nulla in confronto dei 2,òO0 fr. cui pervenne rapidamente prima del 1790, Somme proporzio- nate a queste ritraeva egli anche dagli stalloni , e dai tori che valsero a formare razze riputatissime di cavalli e di bovi che ammiransi anche presentemente in Inghilterra. Quest' uomo tanto benemerito , ed al quale la posterità deve i più grandi elogi pei reali e durevoli vantaggi procurati al proprio paese era nato nel 1725. e mori nel I79s. -r Giornale di medicina , chirurgia , ed igiene veterinaria e delle scienze a questa affini pubblicato per cura del Professore Giuseppe Gabbani . Orvieto presso Sperandio Pompei 1840 . -^ Programma Circolano nella nostra Italia Giornali di Medicina , Chirurgia , Econo- mia domestica , Agricoltura , Arti , Commercio ce , e questi tutto di si moltiplicano in grazia dello studio di tanti dotti italiani , che non pa- ghi di porre in pubblico , e far parte al medesimo delle loro cognizioni hanno anche assunto l' impegno di far conoscere i relativi pensamenti dei più chiari scrittori d' oltremonte . In mezzo però a tanta ricchezza ab- biam veduto che un Ramo di scibile utilissimo è restato se non affatto negletto , certamente però coltivato pochissimo , la Veterinaria cioè, quella scienza che tanto è necessaria per la scelta , mantenimento , pro- sperità e salute degli animali cavallini, bovini , pecorini ec. Ora a supplire a questo diffetto intende il chiarissimo Prof. Giuseppe Gobbani propo- nendosi di pubblicare un nuovo Giornale italiano che di preferenza tratti di Veterinaria , ed a ciò fare non solo gli sarà di guida ciò che ap- prese nella celeberrima scuola di veterinaria di Napoli dove fece i suoi AnntNZI DI ^€OVI LIBRI 289 s(udj ma , ben anche tutto quello che di relativo è insegnato nelle altre Università italiane , e nelle più chiare scuole di oltremonte . Siccome poi è noto quanto gli animali interessino l' agricoltura , ed anco la salate umana ; cosi cadrà sovente in acconcio di parlare or dell' una , or dell' altra : quindi non mancherà di additare il modo di migliorare e rendere più fertili le terre , insegnerà la coltivazione delle piante indigene , l' introduzione delle esotiche e tuttociò che può ac- crescere utilità agli agricoltori : ed a tutela Analmente di quelli che TÌTono alla campagna mostrerà le cautele necessarie per mantenersi in prospera salute , ed i mezzi che possono facilmente impiegarsi da chi- chcs&ia per vincere le più frequenti malattie a cui questa classe di per- sone suole andar soggetta. Quanto sieno grandi ed importanti gli argomenti che questo nnovo Giornale imprende a trattare ognuno il vede , e perchè il Pubblico conosca con qiifinto impegno sarà ciò eseguito , sappia che chiarissimi Professori di Piemonte , di Napoli , e varj Medici italiani e stranieri v' avranno parte ; ed a t;onipletarIo inflne saranno riportati li più impor- tanti Articoli contenuti ne' giornali francesi , inglesi e tedeschi . Condizioni dell' associazione . Il nnoTO Giornale vedrà la luce in ogni mese cominciando dal I." Lu- glio prossimo. Ciascuna distribuzione sarà composta di un fascicolo di due fogli in ottavo -, e quando la materia richiedesse in qualche fascico- lo maggiore estensione , non verrà punto alteralo il prezzo stabilito . Il prezzo di associazione per un anno sarà di paoli dodici pari a franchi sei e centesimi ottanta da pagarsi di semestre in semestre anticipatamente. L'associazione sarà obbligatoria per un anno e quei signori associati che non volessero continuare pel successivo, dovranno disdirsi due mesi avanti . Le associazioni si ricevono in Orvieto dal Tipografo editore , in Bologna nella Libreria Lambertini strada S. Stefano N. I2I. e dai principali Librai delle altre città , in tutti gli Uffici postali , e dai distri- butori del manifesto d' associazione . Annales of Naturai Bistory — Annali di Storia Naturale 0 Magazzino di Zoologia, Botanica, e Geologia redatti dai Sigg- W. lardine, P- I. Selby , Doti. lohnston. W. I. Hooker, e Richard Taylor. Questo utilissimo giornale , che si può considerare quale continuazione del Magazzino di Zoologia , Botanica eie. del Sig. Guglielmo Hooker , ebbe incominciaroento in marzo 1838., se ne pubblica un fascicolo men- sile di circa sei fogli in ottavo con tavole al prezzo iu Londra di due Scelini e sei denari per ciascun fascicolo . Quello che ora si annunzia é il fasicolo XXV. gennajo 1840. gli articoli più interessanti del quale so- no i seguenti . Z^O A!?NUKZI DI NUOVI LIBRI — Bahington Carlo C. SuU' XlUum porum e L* A. Ampeloprasum — Darwin C , Notizie di diversi funghì — Philtppi Dott- A. Notiiie Zoolo- giche— Gray I. E. Note sull'articolo precedente '- Forbes Ed. No- tizie di viaggi botanici nel Triestino -- Allan Cuningham , sui costumi dell' Apteryx Australis uccello della Nuova Zelanda analogo alli stru- zionìdi e denominalo Kiwi dagli indigeni - Lindley Caratteri di quattro Orchidaceae del Capo Nuovo -• Arlur Strickland , sullo squalus spi- tiosus — lardine William , Orae Zoologicae — { A. Alessandrini ) Geologia . — Opere Inglesi . Hitchock. The connexion eie. La connessione della Geologia colla storia Mosaica , e colla Creazione . Del Sig. H. Prof, di Chimica e di Storia Naturale -Edimburgo 1836. 8." Silliman- Consistency *tc. L' accordo delle scoperte moderne di Geo- logia colla storia sacra intorno alla Creazione , ed al Diluvio . Del Sig. S. Prof, al collegio Yale . Londra 1837. 8." Fairholme. New and conclusive eie. Nuova e conclusiva dimostrazione fisica sì dei fatti che del Tempo del Diluvio mosaico . Del Sig. Giorgio F. Londra 1837. (Quesf opera in 8" corredata di tavole geologiche è di- visa in 10. Capitoli cioè I" Delle Testimonianze intorno al Diluvio. 2." Cen- no generale della forma superficiale , e della struttura geologica della parte asciutta della Terra. 3." Sopra il corso de' Fiumi , e sopra i siste- mi e gruppi delle Valli, col mezzo delle quali scolarono i paesi ora asciutti 4." Dei laghi, e delle .cadute d' acqua . Caduta del Reno presso Sciaflusa 5." Caduta di Niagara : sua origine recente 6.o Abrasioni ope- rate dal Mare sulle coste. 7." Descrizione dell' Isola di Wighs e delle sue coste . Dell' Islanda , e sua origine recente. 8." Applicazione dei prìncipj stabiliti nei precedenti capitoli , ai principali paesi d' Inghilter- ra e del continente . 9." Or ginalità e novità dei Fatti esposti , e conse- guenze che ne discendono . IO." Prove della insussistenza d Ile Teorie moderne di Geologia rispettivamente alla età della Terra. Il Diluvio Mosaico é 1' evento a cui evidentemente il Globo è stato soggetto . Con- clusione. Rhind . The Age etc. Età della Terra considerata geologicamente , e isloricamente dal Sig. William R. Edimburgo 1838. 8.° ( L' A. distri- buisce la materia in 3. parli l.° Fenomeni Geologici supposti indicare r età della Terra e cioè Stratificazione , Rapidi interrimenti odierni , Se- rie successiva di avanzi organici nelle differenti formazioni, Cangiamen- to di temperatura , Operazioni attualmente in progresso etc. 2." Feno- meni geologici confrontati colla narrazione Mosaica. 3." Cenno sulle Teorie geologiche . TavI N \n,. y.cri. ■>auufi>^zr en'ixxcc.^^a^. -^i^Ùcc^-^z^iù. /^HZi^'^rL&n/iX'/^cc- ■ / •s^i ^ \ li 'iv.n, m Tavl. a^ -^iJ!/?t^ /^aC'-i<^ ES Kfe'60^ft| &ce,^^. -'^(a-/VT.«- , ^ ^^^c^^^i'zcr ffTLccL^i^. .--i^&'tas^'^^^ai >^w»^i!iìJ'l9C!f l'rezzft^del presente b^i, .^5. BOLOGNA PE) TIFI DI JACOPO MARSIGLI 18 40 AVVISO j 1 Direttori di questo Giornale, nel pubblicare il fasci- colo di Gennaio pel corrente 1840 , hanno creduto di conservare , sì nella copertina che nel Frontl<;pizio, la nu- merazione progressiva dei Fascicoli e dei Tomi in relazione a quelli già venuti alla luce negli Anni 1838 e 1839. perocché portano essi fiducia , che que' Signori Soci , i quali favorirono in allora l'edizione di questi Annali, sie- no per continuare anche al presente nell'associazione: ovvero che quelli , i quali si sono novellamente associati , possano fare acquisto de' precedenti due Volumi dalla So- cietà Editrice , che dietro richiesta li rilascierà loro a mo- dico prezzo. Ma potendo a taluno de' nuovi Signori Associati tornare a grado d'avere solamente i Fascicoli dell'associazione in corso, così per provvedere al comodo di questi, senza porre d'altronde un'interruzione nella serie da principio nomi- nata, si avverte che d'ora innanzi si modificheranno op- portunamente le copertine de' Fascicoli mensili , è si darà pei singoli Volumi un duplice Frontispizio , cioè uno re- lativo all'intera edizione di questi Nuovi Annali , e l' altro solamente appropriato alla pubblicazione di ciascun' Anna- ta , curando inoltre che ogni Anno contenga possibilmeoto delle produzioni non interrotte . m i SCI FENOAIEIVI GEOLOGICI OPERATT DAL GAS IDROGENE DEL. DOTT. Ci. BIAIVCOMI ( Continuazione V. Fase, di Mano il 78. La costituzione fisica del versante Settentrionale dell' Apennino non è tanto manifesta , tanto parlante , quanto abbiamo veduto essere quella della Sicilia , per cui r indicazione semplice delle circostanze locali accom- pagnanti gli enumerati fenomeni, possa stabilire il genere di Formazione dal cui seno si svolge il Gas Idrogena . Qui infatti il frantumato suolo di Pietramala e di Ba- rìgazzo che d' ogni intorno circonda le vampe , nulla dice considerato di per se circa V elaboratorio del Gas che sotto si cela : nulla parimenti dice il terreno delli Bor- borismi di Nirano nel Modenese, o di BerguUo nell' Imo- lese , che ricco di mille fossili marini appartiene alle Marne bleù sub-apennine , occupa uà esteso tratto dì paese all' intorno , e vela così all' occhio di chi gli esa- minasse isolatamente, anzi sottrae alla di lui mente ogni idea della Formazione sottoposta. La presenza del Bitu- me in alcuni fenomeni dell' Apennino , del Sale in altri, sono indicazioni che accennano bensì una Formazione , ma ove si possa torna assai meglio aiutarsi con altri dati geologici per determinarla sicuramente . Ma i ca« N. Ad». Se. Watue. Anno a. Tom. 3. 16 242 TERRENI ARDE>TI . SALSE EC. ratterl per conoscere i nostri terreni sono legati a con- siderazioni più esteso, le quali ci forzano ad incominciarne l' esame alquanto dall' alto ^ ciò nulla ostante non ci sa- rà necessario entrare nel dettaglio di tutte le parti di questo soggetto , avendo esse ricevuto il loro sviluppo nelle belle memorie pubblicate dal mio Amico, e com- pagno di viaggi Dott. Domenico Santagata . In quelle difFusamente è trattato dei Serpentini che si mostrano all' alto dell' Apennino , addotte le prove del loro solle- vamento , investigata P epoca della loro comparsa , discussa la questione circa la loro probabile origine : ivi sono mostrate le relazioni che legano i Serpentini alle Argille scagliose , queste ai Gessi ecc. onde rimettendo a quelle chi bramasse piìi estese notizie , ci limiteremo a dare quel cenno della Geognosìa dell' Apennino che può ab- bisognare all' interesse del nostro argomento . Cenni sulla costituzione Fisica dell' Apennino , yg. Il terreno che più abbondantemente occupa il ver- sante Settentrionale ed Occidentale dell' Apennino ( per limitarci alle nostre osservazioni ) è quello che comune- niente dai Geologi ascrivesi al gruppo Cretaceo . Dalla cresta dell' Apennino sino talvolta al labbro della pianura presentasi qua e là a scoperto , vestendo sembianze sva- riate , ma conservando caratteri sempre costanti . Ter- reno schistoso ed a banchi , è composto di moltissime fatta di Rocce fra cui la dominante è lo Schisto calcare e marnoso , vi sono macigni di molte sorta , solidi , fria- bili , schistosi ecc. e Marne calcari , e arenose fragmen- tarie , o schisloidi ecc. La grossezza degli strati è varia- bilissima , da poche linee ai due ai tre e più piedi . 80. Tutte queste Rocce, eccettuatone due (atta sol- tanto , mancano d' ogni sorta di fossili organici , per quanto portano le moltiplicate osservazioni da noi istituite non che 1' accordo dei Geologi . Il solo Calcare, e qual- DEI, DOTT. G. BIANCONI 2^3 che Schisto marnoso racchiudono fossili del regno vege- tabile , e questi marini , della famiglia delle Fucoìdi del Sig. Ad. Brongniart , pel qual carattere credemmo do- vere speciGcare questo Calcare col nome di Calcare a Fucoìdi ^ nome che troviamo usato ancora da alcuni re- centi Geologi . Tratto tratto abbondano questi vestigi di piante marine, e ne sono di moltissime sorta ^ la più universale però e la più comune è la Fucoìdcs intrica- tiis j e Fucoides Targioni Ad. Brong. E queste Fucoidi attesa la loro universalità e costanza vennero da noi risguardate come i fossili caratteristici della Formazione (i), che perciò appellammo, a scanso di ogni contesa Formazione del Calcare a Fucoidi (2) 81. Ben lungi dall'essere in istratl o banchi disposti orizzontalmente , trovasi questo terreno in ogni luogo tutto mi'sso a soqquadro . Il suolo più non è coperto che da un vasto ammasso di rovine . Non si ha più idea del- l' ordine di sovrapposizione , o di mutuo rapporto degli strati , niun dato della loro estensione , dei loro passaggi dei lor cambiamenti , ma tutto è ridotto a massi , a pez- zi , a frantumi , 82. Giganteggiano in mezzo a queste orride frane er- tissime gulie e massi di Serpentini , e di Eufotidl , cir-. condate dalla più nuda sterilità , e per naturai conso»- guenza dalla solitudine e dal silenzio . Immense vallate . ed estesissime pendici offrono questo melanconico pro- spetto , in cui muta ogni idea di vegetazione e di vita non vi si ravvisano che i funesti effetti di una grande (i) Si vegga il N. i34- (2) Il volgo e le Arti conoscono assai bene il Calcare a Fucoidi . E chiamato commiemenle sasso da Calce e Scaglia , e le Fucoidi in esso racchiuse son paragonate a namuscelli, e più ordinariamente a Zampa di Gallina. Vien raccolto ovunque p?r essere convertilo in calce viva per le Fabbriche , ed in vicinanza delle Città per selciarne le vie. ^44 TERRENI ARDEìyXI , SALSE EC. rovinosa catastrofe ^ e smarrita talora pur anche ogni traccia di sentiero, non trova il curioso osservatore che a stento un passaggio fra que' luoghi sassosi e mal fermi . 83. Un occhio ancorché prevenuto in contrario per poco che vada volgendosi attorno , non potrebbe a meno di ravvisare nei Serpentini la cagione di tanto sconcerto, ed un esame poco men che superficiale è più che ba- stante per convincere che i Serpentini e le Eufotidi u- scirono dal seno della Terra , sollevarono e squarciarono in mille brani la Formazione del Calcare a Fucoidi, e ne uscirono in istato di mollezza e di incandescenza (i). Imperocché i.° alcuni massi di Eufotide , e di Serpen- tino racchiudono nel loro seno pezzi degli strati di Cal- care a Fucoidi impastatisi dentro (2) 1° I grandi ban- (i) Ci uniformeremo così al linguaggio ed al modo di pensare dei moderni Geologi intorno agli effetti di cottura , e di Dolomizzazione operati dai Serpentini sulle rocce at- tornianti . Si attribuiscono questi fenomeni al calore delle Roc- ce serpentinose perchè questo è quella causa oggidì cono- sciuta , che li spiega meglio di ogni altra . Ma poiché tan- te scoperte si vanno facendo pelle Scienze Naturali che contro ogni aspettazione vengono a cambiare radicalmente le nostre cognizioni , ed i nostri sistemi , cosi è pos- sibile che qualche nuova legge fisica venga a scuoprirsi, che dia ragione di questi fenomeni indipendentemente dalla incandescenza di Rocce Serpentinose . Ferma stante però }a sortita dei Serpentini e delie Eufotidi dal seno della Terra , e il loro stato di mollezza pastosa in quell' epoca ( che ragioni inconcusse dimostrano , e basterebbe per mille quella espressa nella Tav. II. ) accorderemo loro una mol- lezza per fusione ignea, e per incandescenza, sintantoché ulteriori scoperte non portino che si debba diversamente pensare , (2) Si vegga la Tav. II, rappresentante il Monte di Gag- gio neir Apennino Bolognese , che tutto di bella Eufotide Diallagica tiene impastato ai due terzi circa di sua altezza un grande frararaenlo (a) di Calcare a Fucoidi stratificalo . Se DFX DOTT. G. BIANCO.M 245 chi Calcari , o Marnosi sui quali per caso si versò la pasta serpcntinosa , haii sofferto un grado di cottura che gli ha convertiti in Terraantide , cioè gli ha dato Y a- spetto di Diaspro sanguigno , aspetto che diminuisce e scompare per gradi via yia che dal Serpentino si scosta. Montebeni presso Pietraraala ne è un buon esempio . 84. Contuttoché la Formazione del Calcare a Fucoidi sia stata nella massima parte ( per quel che ci è noto ) sconcertata dalla incomprensibile forza ascensiva dei Ser- pentini, tuttavia qualche considerabile avanzo ancor ne rimane , qual testimonio della immensa potenza di questa formazione , e somministra alcuni schiarimenti intorno alla natura della medesina, presentando tuttavia qualche cosa di ordinato almen per quel che spetta alla succession degli strati . Egli è all' alto del torrente Samoggia nel luogo detto il Tolè , e meglio nel Rio che a questo punto sbocca nel Torrente medesimo , e che per la sua straordinaria disastrosità vien chiamato Rio Maledetto . che rovesciata giace una smisurata frazione di questa For- mazione . Fiancheggiano il Torrente Samoggia due altissi- mi muri quasi verticali formati dal taglio di tanti strati di molte sorta di Calcare , di Schisti ecc. , la cui po- sizione è poco men che verticale , e più precisamente declinano dalla verticale quindici gradi . Una immensità di questi strati si veggono addossarsi 1' un 1' altro allorché si ascende pel Rio Maledetto (i) tutti perfettamente pa- rallelli e nei quali niuno sconcerto pare avvenuto fuor- ché quello di un fortissimo sollevamento , e rovesciamen- to che dallo stato orizzontale in cui furon formati gli avesse portati a questa situazione. Non saprebbesi cer- tamente revocar in dubbio che originariamente non fos- ne vegga la descrizione data dal Dott. Santagata N. Annali T. I. pag, 72. (i) La Tavola I. mostra una sezione naturale della For- mazione del Calcare a Fucoidi io una parte di uno dei 240 terheni aedeinti, salse ec. sero adagiati orrizzontalmente questi strati che portano tante impronte di una tranquilla deposizione di acque . Uniformi per grossezza in tutta la loro estensione, sono perfettamente paralelli gli uni cogli altri anche dopo molti intermedi • '^ Marne ed i Macigni schistosi sono ondulati appunto come le arene sulle rive del Mare , o come la belletta de' Fiumi-, i Calcari ed alcune Marne muri che fiancheggiano il Rio Maledetto . Cominciando dal- l' alto del Rio ecco la successione degli strati il primo dei quali è a contatto , e coperto dalle Argille scagliose di cui in appresso . Strati, loro grossezza in piedi Bolognesi di once dodici. N.** I. Piedi 13. Marna, e Macigno schistoso-folia- cei , ondulati 2, w fragnaentaria . 26. » schistoso-foliacea . 2. w fragmentaria . 8. ;/ fogliacea . o. 2. )> fragmentaria contenente Fu- coidi . a5. » e macigno foliacei . o. 2. y> fragmentaria grigia . 3. » foiiacea . o. 6. )' fragmentaria grigia . 4. " foiiacea . 0. 2. w fragmentaria con Fiicoidi. 2. Macigno solido . 1. 6. Marna fragmentaria. I. ^.M.aLc\^no ondulato. 6. Marna foiiacea . 3. Il fragmentaria . II. » foiiacea, e macigno ondulato. o. 6. tt fragmentaria . 16. » e Macigno foliacei . 2 3 4 5 6 7 8 9 IO 1 1 12 i3 14 i5 16 17 18 »9 30 Piedi 124. 4- DEL DOTT. G. BIANCOM 2^7 contengono in copia piante marine per lo più Fuchi, e ciò che merita speciale osservazione 1 banchi di Calcare dì qualche grossezza hanno Fucoidl costantemente presso la sola faccia che ora guarda 1' Owest (V. gli strati segnati N.° 29, 43 e 45) che verosimilmente sarà stata la in- feriore , ossia il dissotto dello strato in posto , mentre nel resto della loro spessezza non ne mostrano traccia. E chi d' altronde saprebbe immaginare una deposizione tanto regolare fatta sotto un angolo così aperto coli' oriz- zonte ? Som. ret. piedi l2/^. 4< JS." ai. » a. Marna fragmentavia a Fucoidl. ìt e macigno foliacei . w fragmentaria con Fucoìdi . M e Macigno foliacei . » fjagmentaria con Fucoidi. » e Macigno foliacei . » fragmentaria con Fucoìdi. » e Macigno foliacei . 29. w 4- 6. Calcare compatto giallognolo conte- nente Fucoidi contro la sua faccia ora Occidentale , che verosimilmente sarà stata la inferiore . 6. Marna fragmentaria con Fucoidi . » e Macigno foliacei . » fragmentaria . Macigno ondulato. Marna e Macigno foliacei. » fragmentaria con Fucoidi. » e Macigno foliacei . » fragmentaria. Macigno e Marna ondulata . Marna fragmentaria. Piedi t8;. ai. » 3 aa. » 5 23. ti I 24. » a 35. » I a6. » 0 37. V I a8. >} 6 3o. M I. 5i. » 14. 53. » 3. 33. » 3. 34. » 4. 35. » 3. 36. » 4. 37. » I. 38. » 9- 39. }> I. 248 TERREM ARDENTI , SALSE EC. 85. Questo gruppo molto esteso di strati sollevati e rovesciati termina all' intorno coli' avere addossati cumuli di Argilla scagliosa rossa , nera ecc. , mescolata a fram- menti di Calcare a Fucoidi , di Macigni , e Marne schi- stose ecc. Ogni ragione , ed ogni apparenza pertanto conduce a credere che questo sia un brano di quella antica formazione del Calcare a Fucoidi , che ora cuopre Som. ret. p iedi 187 N.° 40. » a. » 41. » 4- >» 4a. » I. » 43. » 3. » 44. » 16. >t 45. it 3. t> 46. >> 4. » 47- » 2. )t 48. » 48. » 49. » I. » 5o. w 12. » 5i. » I. » 52. u 20. ti 53. » I. » 54. » 4- » 55. » I. » 56. » 8. u 57. 7» I. Macigno schlstoso ondulato. Marna e Macigno foliacei. » fragmentaria . Calcare compatto marnoso , grigio contenente Fucoidi contro la sua faccia Occidentale, Macigno e Marne foliacei . Calcare marnoso compatto grigio con Fucoidi contro la sua faccia Occidentale . Marna foliacea. » fragmentaria coti Fucoidi. » e Macigni foliacei ondulati alternanti. Macigno schistoso solido . Marna fogliacea . Calcare compatto giallognolo di gra- na molto fina , e molto si- mile al Calcar* litograGco. Marne foliacee . Macigno. Marna foliacea. Macigno . Marna foliacea. Calcare contenente Fucoidi. Piedi 319: pari a metri igoo49- La successione degli strati continua ancora per lunghissimo tratto discendendo pel Rio , ma alcuni dirupi essendo venuti DEL DOTT. G. BIANCOWI 2^9 colle sue ruine il dorso dell' Apennino . Imperocché ne- gli strati in cui è scavato il Rio maledetto , trovansi tutte quelle sorta di Schisti di Macigni , e di Calcari , inclu- sive al Calcare a Fucoidi , che si osservano nel fram- menti che sono universalmente sparsi su questa estesa parte dell' Italia montuosa . Anzi il confronto di questi pezzami coi saggi degli strati solidi del Rio Maledetto, offrono una identità sorprendente , e mancherebhero fra' primi soltanto i riscontri delle Marne e Macigni friabili e teneri di detto Rio : Marne e Macigni che forse ul- teriori osservazioni proveranno essere stati scomposti , e quasi convertiti nelle Argille scagliose che ora avvilup- pano i frammenti del Calcare a Fucoidi j dei Macigni solidi ecc. (i)^ sarebbero state soggette ad una Catastrofe dissolvente tutti li membri meno solidi della indicata grande formazione del Calcare a Fucoidi , mentre sareb- bero stati risparmiati li membri piii solidi , e piìi resistenti della medesima , nei rottami che oggidì osservansi fra le Argille medesime , e che già troppo chiare mostrano le impronte di una efficace erosione cui sono andati soggetti essi pure nei solchi , nelle infossature , nelle ineguaglianze a coprirne una parte , hanno reso incerte le misure e la determinazione degli strati , onde pensai essere meglio 1' om- metterla . D' altronde questa , benché piccola parte della Sezione che in questo Rio si vede, basta per dare una idea dell' ordine , della natura e della potenza della forma- zione del Calcare a Fucoidi. (i) Questa opinione ci sembra ricevere tanto maggior peso quantochè abbiam osservato che in ragione che più scarseggia V Argilla scagliosa , tanto più abbondanti compa- riscono li frammenti di rocce tenere , cioè Marne e Macigni friabili: per modo che in quei punti dell' Apennino (che non sono rari) in cui soli e quasi a nudo si mostrano li ruderi della indicata Formazione , si raccoglierebbero forse tutti e singoli i saggi , corrispondenti completamente a tutti e singoli gli strati del Rio Maledetto . 2 J O TERRENI ARDENTI , SALSE EC. ed in alcune superficiali alterazioni. Dì queste vicende ( che incliniamo assai a crederle legate colla genesi dei Gessi in massa ) ci persuadono molte ragioni , che qui non è luogo di sviluppare , perchè ci porterebbero trop- po alle lunghe e fuor del nostro soggetto (i) . 86, Altro esteso frammento di tal Formazione cogli strati prossimamente orizzontali , e quasi ordinatamente sovrapposti si incontra sul!' alto dell' Apennino alla Car- pegna nell' Urbinate in cui il Calcare a Fucoidi è in istrati alterni colle sue Marne, co' suoi Macigni. In que- sto caso molto fondamento vi ha per credere che il terreno delle Argille scagliose che vi sta sotto , e che plausibilmente può risguardarsi qual terreno di trabocco , o di espansione , sia stato quello che all' atto della sua comparsa siasi levato in capo orrizzontalmente quel brano di stratificazione , di cui altra porzione giace rovesciata al Tolè . Ma fuor di questi due casi non conosciamo sinora bastantemente altro luogo di questa parte del- l' Apennino , in cui la Formazione del Calcare a Fucoidi si mostri ordinata , mentre nel resto non si appalesa che colle sue rovine , e colla incalcolabile moltitudine de' suoi frammenti , onde sono coperte le scoscese pendici de' nostri monti . 87. Legate coi Serpentini stanno pur le Argille sca- gliose (v. u.° 97 ) . Oltre al trovarsi loro vicino, il cuo- prirli , il circondarli ecc. il Dott. Domenico Santagata ha osservato che esse s' insinuano sotto il gran masso serpentinoso della Castellina (2) . Tali Argille a somiglian- za dei Serpentini racchiudono nel loro seno pezzi e ban- chi di Calcare a Fucoidi , unitamente ai frammenti di Macigno e di Marne , ora in maggiore , ora in minor quantità. In alcuni luoghi, specialmente all'alto Apen- (1) V. il N. io5, in nota. (2) N. Annali Tom. i. Dri> DOTT. G. BIAXCOM 25 1 nino , i ruderi si mostrano quasi affatto sciolti , ed a nudo ^ si scorge un vero ammasso di frantumi , che ogni pioggia muove , e dissesta . Niuna arena , niuna o po- chissiaia Argilla. Altrove però l' Argilla aumenta, e cre- sce al segno , che quasi più non veggonsi che monti di Argilla , racchiudenti qua e là pochi frammenti di Cal- care , e di alcuni Macigni schistosi . JW. Paderuo sì ce- lebre per la Barite solfata n' offre un esempio , e simili a lui sono le Crete di M. Mavore , Monte veglio , Zap- pacava nel nostro territoro , ed altri tanti fuori di quìi che trovansi nella parte media, e bassa dell' Apennino . 88. Col dilungarsi dall' alto Apennino scompaiono ì massi Serpentinosi od Ofiolitici , e piti non restano che pochi impasti , e miscugli serpentinosi , sepolti essi ancora insiem coi pezzami del Calcare a Fucoidi, dei Macigni ecc. in mezzo alle Argille scagliose . In loro ve- ce però abbiamo elevatissime masse , anzi Monti alti e scoscesi di Gesso , che spuntano dalle Argille in cui stanno ravvolti , ovvero si mostrano loro aderenti e vi- cini. (i) Questa sorta di Gessi de' quali non si è ancor (i) Non ÌDcluca in inganno Tessere alcuni dei Gessi in massa circondati o coperti dalla Marna bleù-subapennina conchiglifera come sono quelli di M. Mavore nelf Iinolese ed altri. Le Marne vennero ad adagiarsi sui fianchi dei Monti gessosi, come si adagiarono sui fianchi dei Monti Argillosi, senzachè perciò la formazione dei Gessi e delle Argille abbia avuto parte, o relazione Geologica, colle Marne blea . I Gessi , e le Argille preesistevano alla deposizione delle Ì^Iarne bleu come dimostreremo ( N. 90 e s. ) . Subordinati alle medesime i Gessi , ne spuntano colla cima atteso la loro grande elevazione. Tali Gessi, e le Marne bleu nulla hanno di comune fuor della ubicazione ; mentre per T opposto si stringono colle Argille scagliose , mediante le quali si pon- gono in relazione coi Serpentini ec. Le dubbiezze , e le discordanze di alcuni moderni Geologi intorno a questo punto , andranno forse a diminuire col fissar V attenzione 202 TERREH1 ARDENTI , SALSE EC. arrivato a scuoprire la base ed il terreno che 11 sop- porta : è ben diversa ( come accennammo in altro no- stro lavoro (i)) dai Gessi contenenti impressioni di pian- te (2) . Questi lamellari , o granulari , disposti in istrati orizzontali e paralelli, ed alternanti con marne fossilifere vanno ricchi specialmente di Filliti ^ Quelli per lo più laminari , o come dicono a Ferro di lancia , sempre in massa si dividono in grandi Poliedri che combaciano r un coir altro senza Vano . Li corpi che essi racchiudono sono 1° pezzi del Calcare a Fucoidi, 2.0 vene del- l' Argilla scagliosa , e bituminosa che s' insinua e serpeg- gia nel loro interno. 3.° Vene o cogoli di Zolfo* 4-° i^^" frammenti o scheggie di legno alterato . Essi adunque tengono stretti rapporti coi Serpentini , e colle Argille , al pari di ambidue i quali racchiudono in seno pezzi di Calcare a Fucoidi. In particolare poi colle Argille sca- gliose , colle quali si mescono e si immedesimano , e quasi , direbbesi , passano le une agli altri ^ imperocché le Argille sono ricche di solfato di Calce , alcune ne con- tengono oltremodo , racchiudono cristalli di Gesso , pe- netrano e serpeggiano in seno alle Masse Gessose ecc. 89. Il Solfato di Calce in forme ancor più singolari si mostra presso le miniere di zolfo , ove è in banchi eretti , spesso ondeggiati j schistosi , o fogliacei , con fo- gli or paralelli , or ravvolti intorno a grumi di Zolfo puro , alternanti con banchi di Marna fetente priva di a questi , ed al seguenti princìpi , lo sviluppo dei quali esi- gerebbe troppo per potersene quivi occupare. (Si vegga ancora N. xo5. in nota.) (i) Memoria sulle Filliti. Bologna i838 pag. 33. e 34. (2) Una differenza analoga passa ancora fra i Gessi della catena de' Pirenei: poiché il Dufrenoy (Memoir. T. 2) ne avverte che conveniva ben distinguere i Gessi delle Ofiti dei Pirenei , da quelli della bassa Catalogna » disposés re- guliérement , en couches qui alternent un grand nombre de fois avec des marnes d' eau douce » . DEL DOTT. G. BUNCOm 253 (ossili (per quel che portano le osserTazioni finora isti- tuite) e con Argille scagliose, e situati a lato della così detta Pietra Zolforica , che forma frequenti miniere nel Cesenate , nell' Urbinate ec. Questi banchi gessosi foglia- cei son ben differenti dai Gessi stratificati di sedimento fossiliferi , e sono bea affini ai Gessi in massa : impe- rocché spesse volte si veggono questi strati portare sulla loro testa , ed avere in reale continuazione , glebe , o grandi massi di Gesso a ferro di lancia , che altro noa sono se non che espansioni in campo libero della stessa sostanza dello strato (Formignano, Carpegna ec. ) . Massi che in piccolo somigliano perfettamente , ed hanno tutti i caratteri delle montagne di Gesso dell' Iraolese , del Bolognese , del Modenese del Parmigiano ec. Ma troppo devierebbe dal nostro soggetto lo svilup- pare anche per poco questa materia , del pari che por- terebbe fuor di argomento il fermarsi a mostrare che la sin qui descritta geognostica costituzione conviene a gran- de parte del versante Settentrionale dell' Apennino . Della qual cosa come noi slam convinti per le proprie osser- vazioni estese a grande tratto , così ognuno potrà per- suadersene consultando le opere dei diversi Naturalisti che ne hanno parlato (i). 90. Tanto i Gessi che le Argille scagliose che tro- vansi in modiche alture al piede dell' Apennino stettero uìi tempo sotto mare . Le cime di queste eminenze sono coperte di sedimenti del mare •, e la insidenza del mede- simo su questi luoghi non fu momentanea ma diuturna 'giacché i Vermi litofagi, i Mitili, e le Foladi hanno avuto agio di traforare i pezzi del Calcare a Fucoidi che spuntando dalle Argille veggonsi ora a contatto cogli in- dicati depositi . Trovansi alcuni di tali saggi cribrati , colle Foladi tuttor perfettissime , sotto M. Veglio , M. (i) Si consultino fra gli altri il Vallisnieri, Venturi, Spal- lanzani, Cortesi, Bioccbì,, Breislak ec. 254 TERRENI ARDENTI, SALSE EC. Giorgio ec. , ed il Cortesi ne ha osservato nei Monti Piacentini (i) . 91. Li sedimenti marini espandendosi largamente al- l' intorno cuoprono ed occultano nella bassa collina le Argille ed il Calcare nelle medesime contenuto . S' ergo- no talvolta sopra le medesime con una grande altezza ^ e compongono da se soli una zona di Colline al piede dell' Apennino cui corrono paralelle , e del quale forma- no il primo ingresso . (2) 92. De' sedimenti Marini più sorta si ponno distin- guere i.° il pili comunemente conosciuto per la copia, e la singolarità dei corpi fossili che racchiude , è la Marna bleù subapennina (3). E al tempo stesso ancora il deposito più abbondante , il più esleso , il più pos- sente. Di colore oi'dinariamente cenerino, si fa più ca- rico allorché è bagnata, e si accosta al color bleùastro donde trasse il nome . Generalmente arenosa , friabile , di grana fina, è poi altre volte di grana argillosa unita ^ dura quando è secca: tenace quando è bagnata. Inetta quasi sempre alla plastica : eflervescente cogli acidi : coi- spersa di punti lucicanti , cioè di lamelle micacee , di cui talvolta ne va carica, I Monti che di essa sono composti vanno soggetti a grandi degradazioni per le (i) Saggi, pag, 33. (2) » Formano una zona cbe dal Piemonte si prolunga senza interruzione sino sui confini di Ascoli e continua quindi negli Abruzzi, e per gran parte della Paglia ec. ». Brocchi Conchiol. pag. 62. (3) Ci permetteremo di avvertire che alcuni Autori hanno confuso la Marna bleù fossilifera colle Aigille scagliose che racchiudono il Calcare a Fucoidi , e che per quanto si è esposto , e si esporrà (N. 98 , e 99) potrà vedersi quanto distino dalle Marne bleù fossilifere. Questa distinzione era già stata fatta assai esattamente sino nel 1780. V. Galvani Camillo. Della Pietra fosforica Bolognese, Bologna 1780. in 8.V0. DEL DOTI. G. BUHCOm 255 acque , eJ offrono quindi ad ogni passo ertissime sco- gliere , che terminano non di rado in acutissime creste e che discendono con tanti taglienti ciglioni , che por- tano sul suo crine tratto tratto delle aguzze sporgenze . I colori un po' più , o meno chiari indicano in grande una stratificazione orizzontale , o pochissimo declive verso la pianura , ma niuna diversità di pasta o di composi- zione distingue dappresso diversità di deposizioni , e di strati . Nulla diremo della inesauribile miniera di corpi organici fossili , che in essi trova 11 Naturalista , bastan- do per farsene una idea , il sapere clie del deposito che si ferma all'alto de' Rii che da questi colli discen- dono Vs è di arena, e senza fallo -j^ sono di frantumi o di minute conchiglie . Oltredichè il lavoro del celebre Brocchi offre un saggio delle nostre ricchezze Paleon^ tologiche . 98. Alcuni fossili della Marna bleù sembrano In essa disposti per famiglie (i). Più decisamente però appari- sce questa distribuzione nel secondo sedimento marino (seppure è distinto dal precedente) superiore al de- scritto , e che suole occupare i vertici delle colline . Tutto arena scioltissima , gialla , micacea , racchiude in gran copia Ostriche , Pettini , Game ecc. Le cime di M, S. Lorenzo , di IVI. Biancano ecc. ne offrono un e- sempio . La sua potenza è di poco momento , e non comparabile al precedente (2) . Offre una stratificazione (i) Ciò è confermato dalla autorità del Brocchi e di altri (V. Conchiol. T. I. p. i4i. (a) Io via di semplice congettura, diremo, che in quanto olla origine, questo deposito forse è coetaneo, ed una cosa stessa colia marna bleu . Imperocché può benissimo essere che mentre il 3Iare stazionava sulle odierne belle pianure Italiane elevato sino a 700 e più piedi sulP attuale livello , deponesse nei fondi le Marne bleu, e sui punti più elevali dei colli allor sottomarini ( >I, Veglio p. es.) il banco di arene colle Ostriche , Pettini , e Game , che a preferenza 2 56 TERRENI ARDENTI, SALSE EC. orizzontale , o alquanto declive ^ qualche volta infiltra- «ioni calcari legano le Arene ed i fossili in essa racchiusi in una specie di Macigno ordinariamente tenero ma che ciò nulla ostante pon lascia di interessare le Arti . {Sarà continuato.) d* ogni altro fossile ivi abbondano. La natura di queste conchiglie sembra appoggiare sino a certo punto questa opinione , poiché sono esse ordinariamente abitatrici dei piccoli fondi di Mare , e prossimi alla superficie . L' arena quivi essendo pura e sola , poiché lavata dalla agitazione superficiale delle acque ruarine , come si osserva sulle spiag- ge , può mostrare il suo colore giallognolo , che perde (quan- do si è più al basso) sopraffatta da quello dell'Argilla, o belletta che vi si mesce. Difatti ho spesso notato che le Marne bleù hanno un color più cupo , e sono tanto più tenaci , quando trovansi più dappresso a' colli dell' Argilla scagliosa , la quale , egli è ben naturale , che battuta e ba- gnata dalle acque del Mare si stemprasse , si mescolasse colle arene marine , le comunicasse al misto deposito che ne na- sceva un color cinereo , dipendente appunto da quello del- l' Argilla scagliosa , che per ordinario tende al nerastro . — D' altra parte la immensa copia di gusci di Ostriche , di Pettini , fi Game , e più 1' essere milioni di ciascuna di queste bivalvi raccolte e strette insieme, cioè l'essere disposte in Famiglie ; 1' ordine in una parola , che in questo sedimento si nota , esclude la probabilità di una alluvione , o di una irruzione passeggera del Mare , che avesse lasciato un par- ziale deposito sopra questi luoghi , ed indipendente dalle Marne bleu . Il Mare, ripeterò, debbe avervi dimorato sopra non breve tempo , quanto cioè si richiedeva al vi- vere, in Famiglie al moltiplicarsi, al morire uniti e raccolti tanto numero d' individui ; e sopratutto quanto era neces- sario perchè i Vermi litofagi , le Foladi ec. avessero agio di internarsi , e di popolare l' interno dei pezzi sporgenti del Calcare a Fucoidi. DEL MOTO VIBRATORIO IUnVERlOTO IR VABIE MEUBR^l^ PEGLI AKIMiLI, SICCOXS FENOMENO CEIfERALE E FOnDAfilEKTALE , DEL DOTTOR ÙLfS^E BRIiVENTANI ( Conttnuafnento e fine ) Organi su cui si osserva il ntoto vibratorio. Quantunque , come avrem campo di vedere , si os- servi in genere questo moto , nelle classi superiori in ispecie quasi esclusiramente negli organi della respi- razione , e nelle femmine anche in quelli della genera- zione , pure osservandosi questo nelle classi inferiori in altre parti od organi eziandio, dove per lo meno non è bene provato che sieno esercitate le suddette funzioni, è d' uopo studiarlo , siccome fanno gli Autori di cui seguo le Iraccie su varie parti nel!' ordine seguente ; Tegu^ mento esterno ^ Intestino , Organi della respirazione y Or^ goni della generazione . i.o Tegumento esterno. — H movimento cigliare si vede sul tegumento esterno degl' Infusorii , dei Co- N. Aan. Se. Katcr. Anno 2. Tom. 3. 17 2 58 DI-L MOTO VIBRATORIO ralli , delle Acalefe , sul mantello dei Mitell , su tutta la superficie del corpo dei Gasteropodi pulmonati terrestri ed acquatici, e dei Turbellarii di Ehrenberg. Negli ani- mali superiori il movimento cigliare non si rimarca alla superficie del corpo che negli embrioni e nei girini giovanissimi dei Batracci e dei Saurii . Nei prim or- dii di, loro vita , l' intera superficie del corpo offre il movimento vibratorio , come 1' hanno veduto Sharrey Purkinje e Valentin ^ piti tardi però questo fenomeno si limita soltanto ad una parte, sempre molto piccola, della superficie del corpo , di modo che non si vede più che alla base della coda , ed ai lati della testa . Dopo la formazione delle estremità , non v' ha più mo- vimento cigliare alla loro superficie . 2." Intestino . - — Si crede , siano al moto vibratorio da attribuirsi i movimenti dei globetti distinti da Meyen e da Lister nel canale intestinale dei Polipi ( Lister . Phìlos. Transact. ) . Ehrenberg ha osservato questo moto alla superficie interna deli' intestino , e Sharrey nello stomaco e nel cieco delle Asterie , negl' intestini del- le Anelidi , nello stomaco delle Atinie ^ e Purkinje e Valentin hanno veduto nei Molluschi il movimento ci- gliare in tutta l' estensione del canale intestinale per- sino anche nei condotti biliari . Nei Rettili il movi- mento cigliare non esiste che alla parte superiore del canale intestinale , come lo hanno indicato Purkinje e Valentin : lo si trova in essi alla superficie della mu- cosa della bocca , della tromba di Eustachio e della faringe . E secondo i predetti osservatori esso cessa nel- l' esofago dei Serpentini , e più marcatamente in quello delle Tartarughe, al punto ove cominciano le pieghe lon- gitudinali della membrana interna dello stomaco*, il che sembra , secondo loro , che il movimento in discorso si colleghi colla funzione respiratoria ben conosciuta di ta- li parti . 3." Organi della respirazione . — Si distingue quivi DEL. DOTT. V. BBEVENTANI tl5g nello stuellare 11 moto vibratorio proprio degli organi della respirazione la cavità nasale e l' apparato respira- torio propriamente detto . Nella cavità nasale il moto vibratorio è generalmente rlmarcbevolisslmo ^ fatto che si è scoperto da Purkinje e Valentin . Né è solo nella cavità nasale propriamente detta che esiste questo fe- nomeno : nei Rettili negli Uccelli e nei Mammiferi , i due osservatori su citati 1' hanno rinvenuto alla superficie della mucosa che veste i seni frontali e mascellari , ed anche la tromba di Eustachio . Quantunque la mucosa nasale si continui nel canale e nel sacco lagrimale , pure quivi , e ciò pare degno di molta considerazione , non si trova movimento ci- gliare . Questo movimento è pure manifesto nella cavità nasale dei Pesci , siccome pare abbia da prima osservato Miiller , ed annunziarono all' Istituto di Francia Purliinje e Valentin , nell' ultima sua Memoria cui superiormente indicai . Venendo poi ora a considerar il moto vibrato- rio suir apparato della respirazione propt-lamente detto, esporrò da prima , che Henle e Miiller hanno verifi- cata la presenza di questo movimento sulle branchie delle Sabelle . Stelnbuch riconobbe già il movimento cigliare sulle braccia dei Polipi a pennacchio^ egli è questo ma- nifesto ancora nelle branchie dei Molluschi e nelle ap- pendici branchiali dei Molluschi bivalvi , più non si vede per altro, siccome attestano Purkinje e Valentin, alla superficie interna dei pulmoni dell' Ellx Lin. , al pari che sulle branchie de Granchli propriamente detti . Sulle branchie dei Pesci in generale non è stato os- servato il moto vibratorio , nulladimeno Sliarrcy e Pur- kinje e Valentin opinarono , ed il Miiller dice positiva- mente, potersi vedere questo un poco alla superficie delle branchie esterne dell' embrione dello Squalo e della Raz- za. — Stelnbuch, Gruilhulsen , Sharrey, Glo. Miiller, come pure Purkinje e Valentin hanno osservato , che le 460 DEL MOTO VIBR^TOPIO branchie dei girini dei Saurii e del Batracci godono del moto vibratorio , Si trova per altro soltanto in quelle branchie che uscirono dal corpo ^ in quelle che yi sono dentro anche racchiuse nulla yi si rinviene , La membrana mucosa della faringe , della trachea e dei bronchi , è in tutti gli animali che respirano del- l' aria , la sede dei movimenti cigliar! , Negli Uccelli e nei Mammiferi essi cominciano lalla glotide i^ la bocca e la faringe non ne presentano la più piccola traccia , Negli Uccelli , essi si rimarcano non solo alla superficie interna del condotto aereo e di sue diramazioni , ma fin anche , (secondo 1' osservaziope di Purkinje e Valen- tin nelle cellule aeree , Questi Autori osservarono pure mantenersi il moto vibratorio pelle vie aeree in ispecie anche in quegli animali phe assiderano peli' inverno , Eglino r osservarono mantenersi in queste parti mani- festissimo anche in una femmina dell' jErinaceo europeo che era assiderata da quindici giorni , In un supplemento della loro prima Memoria che piìi volte ho citato , il Purkinje e Valentin asseriscono eziandio esistervi moto vibratorio , o cigliare anche peli' pomo al pari degli altri Mammiferi:^ ma ciò asseriscono soltanto per analogia , e per avere veduto esistere cigli pella mucosa del naso e della trachea staccata dal cadavere di una dopnji di 45 anni . morta per febbre nervosa nel 4-° giorno dì malattia, e scorge 24 ore dalla morte. Videro i cigli però distintissimamente dopo aver tenuto immersi per 3o ore i pezzetti della suddetta membrana vibrante nel sangue di recente estratto dalla vena , il qual sangue , come si è veduto , è molto atto a fare meglio manifestare ì cigli , come pure a ravvivarne il loro movimento. Ma quest'ul- timo non lo poterono vedere né lo si potrà così facilmente nell' uomo , stante il lungo tempo che , siccome i detti Autori ben giustamente riflettono, d' ordinario deve pas-» DEL DOTT, U. BREVEISTAItl 201 sare dall' ora della morte al punto che sul nostro cor- po si possono instituire simili ricerche (i) . 4." Organi della generazione . — Henle ha trova- to il moto vibratorio negli organi genitali femminei dei Molluschi , su quell' organo , cioè , che Cuvier indica come l' ovario delle Lumache , e lo vide pur anche alla superficie interna delle cavità dell' ovaio dei Miteli . Trovarono Miiller , Purkinje e Valentin , esistere il movimento cigliare alla superficie degli organi genitali femminili dei Pesci , il che si era cercato in antece- denza dagli ultimi due inutilmente . Nel Carpio poi , dice Miiller, si vede in un modo evidentissimo nel con- dotto escretore dell' ovaio sino all' apertura genitale esterna . (i) Il solo caso di un qualche cadavere di condannato era opportuno a far superare queste difficoltà. Egli fu pet ciò che nel Settembre dell'anno i838 , mentre era intento allo studio di questo fenomeno, io pensai insieme al Chiariss. Prof< Cav. Antonio Alessandrini di non trascurare P occasio- ne che nel giorno 29 del detto mese veniva decapitata r omicida llomano Cavrendi di anni ay, affine di verificare 1 esistenza dei cigli e del muto vibratorio anche nelP uomo. Ecco in breve il risultato delle osservazioni instituite a questo riguardo sul cadavere del Cavrendi Io stesso giorno »9 Settembre nelF Elaboratorio Anatomico dell' Università , in unione del su lodato Prof. Car. Antonio Alessandrini a del Prof. Luigi Calori , siccome T ho trovato scritto fra le mie Annotazioni . — Appena arrivato il cadavere, alle ore 8 e 3o minuti circa antimeridiane, e cioè poco più di un quarto d'ora dopo r esecuzione , fu staccato un pezzetto di membrana mucosa del naso ; e sottoposto questo nei debiti modi al microscopio dell' Afiiici , servendoci delle lenti che ingrandi- scono solo circa 3oo volte , si osservarono i cigli bene distinti ed un qualche leggiero movimento di essi, in ispe- cie dal Prof. Alessandrini . aGa DEL MOTO VlBHATOniO Negli nniinali delle classi superiori , siccome pare an- che in quelli delle inferiori, come abbiamo veduto, non si i: rinvenuto finora il movimento cigliare che negli organi genitali della femmina . Nei Rettili e negli Uccelli esiste negli ovidotti sino alle loro estremità . Nei Rettili forse il movimento ciglia- re, dice il Miiller, comincia all' apertura addominale del- l' ovidotto per fare penetrare 1' uovo in questo condotto ^ poiché è per noi ancora un problema il sapere , come nella rana e nella salamandra l' uovo giunga all' apertura dell' ovidotto che è situato più alto e non può venire Alle ore 8 e 35 sottoposto altro petzetto di membrana mucosa tratto dalla laringe, erano i cigli pure manifesti, ed il movimento di essi al detto Prof. Alessandrini , il quale era primo ad osservare , parve distinto . Si sottoposero di poi successivamente altri pezzetti di membrana della trachea e dei bronchi e si videro bensì i cigli , ma più alcun mo- vimento . Si sottomisero ad osservazione ancora pezzetti di mem- brana delP interno delle vescichette seminali e parve mani- festa un apparenza cigliare . Esaminati infine pezzetti della mucosa della faringe, de- gl'intestini, degli ureteri, della vescica e dell'uretra, e in essi non mostraronsi ne' cigli né alcuna apparenza cigliare. — Ma prima di por fine a questa Nota , diretta a vie me- glio provare particolarmente 1' esistenza dei cigli od appendici cigliari in generale anche nell'uomo, credo sia opportuno il fare riflettere sulP esposto risultato di nostre osservazioni risguardante le vescichette seminali, che, non essendo stata finora in queste osservata apparenza cigliare da alcuno , e d' altronde non avendola più riscontrata nella membrana in- terna delle vescichette di un coniglio sacrificato nell' anno scorso a simili indagini ripetute col sullodato Prof. Ales- sandrini , si potrà intorno a ciò ragionevolmente dubitare per parte nostra di un inganno ottico , il quale talvolta av- viene , siccome dicemmo superiormente , massime a chi in sulle prime instituisce di simili osservazioni. Né è a tacersi, DEL DOTT. U. BRE VENTAMI 263 ad abbracciare 1' ovaio . E possibile , cosi il detto Autore prosegue , che in questo caso , la membrana interua del l' ovidotto si rovescii sull' apertura addominale , e che la sua superGcie vibratile venga a mettersi in contatto col- V ovaio , o colle uova cadute nella cavità peritoneale . Nei Mammiferi si osserva alla superficie interna delle trombe faloppiane , dell' utero e della vagina , ma ciò che parmi degno di non poca considerazione si è , che durante l'età giovanissima, in queste parti non si rinviene^ ed è avvenuto al Purkinje e Valentin di non poter os- servare traccie del movimento da loro illustrato in quelle femmine di animali che si erano di recente sgravate , altro che nelle labbra uterine . Viene quivi poi dagli Autori che seguo , come per co- rollario , considerato il moto vibratorio sugli organi uri- narii . — È dimostrato che in questi organi nei Vertebra- ti il movimento in discorso manca completamente. Pur- kinje e Valentin , siccome ha verificato Henle , dicono che esiste in ciò che chiamasi il sacco calcare delle Lumache , organo il di cui condotto escretore si apra vicino all' ano , e che si riguarda come il rene di que- sto animale a cagione dell' acido urico che contiene . Si trova pure secondo Purkinje e Valentin questo mo- vimento nei IVIiteli bivalvi alla superficie interna del- l' organo sacciforme di Bojano , il quale si apre vicino come essendosi trovate le vescichette del decapitato Cavreodi multo distese da uno sperma , il quale e per essere di poca consistenza, ed in un certo tratto strisciato di una tiaUt assai scura , e per non aver rinvenuto in esso zoospermi era a credersi alterato , non sia pure impossibile che la loro interna membrana potesse avere subito dal Contatti) di questo qualche modificazione che più facilmente avessrt favorito l'inganno. Ragione per cui affine di mettere a questo riguardo più in chiaro la verità , è d' uopo di bene iuiti- tuire indagini ulteriori . fi 64 DEI' MOTO VIBRATORIO all' ingresso dell' ovaio , e che alcuni riguardano come il rene , ma che si può considerare dice il Miiller come il testicolo , fino a che non si sarà determinato in un modo positivo, un altro organo siccome testicolo di questi animali . Epilogo Si vede dal fin qui detto , che il movimento cigliare è un fenomeno generale del regno animale, che ha però una estetìsione variabile nelle diverse classi - Egli e raro che esista su tutta la superficie del corpo come nei Molluschi 5 nei Turbellarii , e nell' embrione ed in tutte le larve recentissime dei Batracci e dei Sauri! , Esso è costante negli organi olfattori! degli animali che respi- rano nell'acqua o nell'aria^ come pure negli organi ge- nitali femminei ^ esso esiste generalmente negli organi respiratorii , ad eccezione delle branchie dei pesci , e delle branchie dei girini dei Saurii e dei batracci allor- ché sono interne ^ esso è raro nel canale intestinale ^ non si incontra che nei Molluschi e nell' esofago e nella bocca dei Rettili ^ esso manca affatto sugli organi urinarii e sugli organi genitali maschi negli animali vertebrati. !Niuna classe di animali e priva di questo movimento . Né è qui infine a tacere che al fenomeno di cui par- liamo credesi dovere attribuire eziandio il movimen- to rotatorio degli embrioni nell' uovo di molti animali , ed anche di alcune uova le quali forse non sono che veri embrioni di parecchi animali inferiori , Rotiferl e Coralli . Cavolini , Tilesio , Grant osservarono questo movimento : il primo nelle Gorgone 1' altro , nelle Mllle- pore , il terzo nei Oampanullarii , nelle Gorgone , nelle Marofilli , nelle Spugne , e nelle Plummarie . Le uova di questi animali tratte dalle loro capsule e poste nel- r acqua , eiieguiscono movimenti evidentissimi . Di più sì sono osservati ì cigli sulle uova delle Corine da Fiapp , DEL DOTT. 0. BBEVENTAP?! a65 e da Grant sono stati questi scoperti sugli embrioni dei Gasteropodi , per cui forse nasce quel movimento di ro- tazione che è stato rimarcato nell' uovo di questi animali. §. IV. Natura ed uso del moto vibratorio 4 Si è veduto , come il moto vibratorio o cigliare se- guiti a mostrarsi più o meno lungo tempo anche dopo morte . £ stato dimostrato da Purkinje e Valentin , che la luce è senza influenza su di esso , che il calore ne ha poca . Hanno parimente fatto vedere i detti Autori che la scintilla elettrica non distrugge il movimento ci- gliare nell' Unione^ una pila galvanica di 3o coppie non agisce che al punto di contatto dei poli in conseguenza solo della decomposizione chimica che ivi si produce . I sali a base alcalina , metallica , e gli alcali ^ e gli acidi lo sofiermano più o meno rapidamente secondo il loro grado di concentrazione. Il sadgue e lo siero dei ver- tebrati , come si disse , ravviva questo movimento nelle membrane vibranti degli altri vertebrati , ma su quelle degli invertebrati lo distrugge. La bile ha pure in ogni caso un azione distruttiva . Delle soluzioni per altro più o meno concentrate coli' acido idrocianico coli' estratto di aloe o di belladonna , col musco , coli' acetato di morfina coir oppio , colla salicina , colla stricnina ^ ed applicate di- rettamente sulle parti vibranti non distruggono affatto il movimento in discorso . £ cosa molto rimarchevole come le predette sostanze che agiscono sul sistema nervoso non abbiano alcuna azione sul movimento vibratorio . Pur- kinje e Valentin hanno anche ucciso dei piccioni e dei conigli con dell' acido idrocianico o della stricnina , sia iniettando queste sostanze per I' esofago , sia ponendole sopra ferite recenti , e non videro alcuna modificazione nel movimento cigliare, instituendo anche il confronto 2GG UtL iiOiO ViBBAfOiUO SU altro coniglio ucciso per emorragia . L' ubbriachezza , secondo che dice 11 Mùller , apporta del pari il mede- simo risultato . . . Queste ultime esperienze sembrano per altro che provino assai meno delle prime , nelle quali la sostanza velenosa si applicava immediatamente sulle superlìcie vibranti . La durata del movimento vibratorio dopo la morte , e dopo l'applicazione delle sostanze che agiscono a pre- ferenza sul sistema dei nervi , ed il trovarlo sopra orga- ni appartenenti alla vita vegetativa ed anco in tempi lontani dallo svolgimento di un animale , provano in modo soddisfacente secondo gli Autori che seguo , ch'esso non è punto sotto la dipendenza immediata del sistema nervoso né della volontà , eh' esso è fenomeno appar- tenente alla vita organica o vegetativa indipendente da qualunque altra funzione di altri organi , eh' esso è , come dicono Purkinje e Valentin , fondamentale . Si avverte pur anche dai predetti Autori , non avere questo movimento alcuna analogia con quello dimostrato nelle esperienze instituite da Rob , Brown , Brongniart , Mirbel , Cassini , Schultz , Meyen ec. che si trova nelle minime particelle di quasi tutti i corpi separate ed im- merse in qualche fluido , detto movimento molecolare , né essere confondibile con quello che si osserva nelle piante dette Oscillatorie , e per quanto pare , né anche con quello che mostrano gli organi rotatorii dei Rotiferi : perocché questo nasce per un apparecchio muscolare proprio dipendente da volontà , e la stricnina lo impe- disce all'istante, siccome ha dimostrato Ehrenberg. Ond'è che 11 Miiller dice essere importante lo stabilire una di- stinzione ben marcata fra i movimenti cigliarl degli or- gani rotatorii dei Rotiferi e quelli delle membrane mu- cose : i primi sono intermittenti, volontari^ i secondi non sono sottoposti né all' azione della volontà né per quanto pare , a quella diretta del sistema nervoso . Negli organi rotatorii il ciglio è un istrumento passivo , vi ha un ap- DEI, DOTT. r. BREVEISTAM 267 parecchio muscolare attivo^ per il movimento cigliare o vibratorio di cui parliamo non si conoscono ancora mu- scoli : non si sa se i cigli si muovano per se , o se siano messi in movimento da un tessuto contrattile situato alla loro base, il che pare nella generalità molto probabile. Rispetto poi all' uso del movimento cigliare non si crede improbabile da Purkinje e Valentin che questo serva a promuovere il muco od altre sostanze fluide su tutte le membrane ove esiste , e di fatto nelle branchie in ispecie degli Anodonti si veggono distintissimamente percorrere sulla superficie vibrante le particelle mucose ^ né è improbabile , che ciò avvenga anche negli animali superiori ^ valga l' esempio , dicono i predetti Autori , che dormendo noi per lungo tempo troviamo del muco separato in una data quantità raccolto non nelle ultime diramazioni del bronchi , ma nella parte superiore della laringe , e propriamente ove esistono i confini del moto cigliare . Il perchè non sarà difficile il credere , che il rauco promosso dal suddetto movimento de' cigli sia salito dalle diramazioni dei bronchi fino a quel luogo . — Se fossero poi veri e confermati gli esperimenti di Prevost e Dumas , dicono pure 1 suddetti Autori , non vi sarebbe cosa più verosimile , che il seme e li spermatozoi fossero portati nelle tube mercè del moto vibratorio : né pare improbabile possano servire anche , come si disse su- periormente , in certi casi a facilitare il passaggio delle uova nell' utero . Comunque siasi però de' predelti usi del moto vibra- torio nelle parti genitali della femmina , su cui -sarebbe molto a dire, piaceml di fare riflettere, come l'ufficio di promuovere il muco , che tendono assegnare Purkinje e Valentin al predetto movimento nelle vie aeree , sembri molto probabile, giacché non si conoscono, per quanto mi pare , in tali parti altri argomenti più atti di questo a mantenere distribuito ugualmente il muco separalo 268 DEL. MOTO VIBRATORIO d'ordinario dalla membrana mucosa dell'albero bronchia- le, ed a favorirne eziandio l' uscita del superfluo ^ ma ul- teriori osservazioni ed esperienze , fatte specialmente sulla direzione che tengono ì cigli nel muoversi, potranno soltanto meglio chiarire l'uso del loro particolare movi- meuto . liETTERA DIRETTA AL CHIARISSIMO SIC. CAVALIERE Chiaria, Sig, Cavaliere Ricevei le piante secche che V. S. si compiacque mandarmi dicendomi essere da alcuni Yeterinarii della bassa provìncia bolognese credute cagione della vertigine de' cavalli , volgarmente detta tara Pacchione , quando questi le mangiano , La prima di tali piante chiamata impropriamente nella campagna Segala è l' Equisetum palustre L. , la seconda chiamata Gavone è 1' Equisetum Jluviatile L. , la terza detta Lino falso è il Einum augustifòlium Smith, e r ultima distinta col nome di Gramigna sahaggia noa è determinabile ma probabilmente corrisponde ad una Giuncacea incipiente . Io non conosco sopra quali dati i Veterinarii si fon- dino per istabilire , che queste quattro specie sieno causa di vertigine . Forse essi lo congetturarono dietro l' uso promiscuo delle medesime con altre piante, Nessuna di esse contiene principii velenosi , o narcotici agenti elettiva- ayO LETTERA mente sul sistema nervoso . Al certo la malattia deriva o da altra cagione o forge da poca nutrizione , o da semplice irritazione sulle pareti dello stomaco -, ne' quali due ultimi casi io incolperei solamente gli Equiseti , per- chè sono molto più comuni delle altre specie in quelle umide località, dove costituiscono per se soli la maggior parte di quei foraggio , il quale è pochissimo nutriente io, confronto di qualsiasi altra pianta fanerogama , ed atteso il loro cormo ruvido , e friabile possono produr- ne irritazione nello stomaco . Io però conosco una per- sona , che per mancanza di fieno buono alimentava an- nualmente durante 1' epoca dell' atunnale villeggiatura , cioè per due mesi circa il proprio cavallo con solo Covone ed avena , eppure questo non contrasse mai la vertigine, perchè forse la biada lo nutriva a sufficenza, e compensava il Covone , o perchè forse il Covone non destava valida ixTÌtazione . Ma questo solo fatto è di poco peso per tirarne certa conseguenza . Il così detto Lino falso poi si trova è vero frequente tra i fieni , ma non in quantità tale da costituire come il Covone la specie predominante nelle praterie , oltre che è un vegetabile molto più nutriente degli equiseti, e che perciò si porta ancora ne' mercati della città , dai quali gli equiseti so- no esclusi . La Ciuncacea è una di quelle piante che assieme a molte altre principalmente della stessa famiglia non che di altre famiglie costituisce la così detta mezza roba de' Bolognesi , della quale si fa esteso uso e commercio non solo nella campagna , ma ancora nella città , e colla quale si alimentano i cavalli che non sono di lusso, noa che altri animali domestici in mancanza di foraggi mi- gliori . Per tutto ciò , Chiaris. Sig. Cavaliere , a me sem- bra che non si possa accertare , che la vertigine de' ca- valli dipenda esclusivamente dall' uso delle suddette pian- te : e V. S. dee impegnare i Veterinari a nuove e di- ligenti osservazioni j che chiariscano meglio il fatto . DEL rSOr, G. BERTOLOm 2.JI Quello che vediamo tutto giorno si è che i cavalli , i quali si cibano esclusivamente di equiseti , dimagrano assai , e perdono affatto le forze , la qual cosa è bea nota a chiunque pratica in quelle località infestate da essi . Oh quanto vantaggiosa cosa sarebbe introdurre ne' campi infestati dagli Equiseti la coltivazione del Sor- gum halepense ( Andropogon arundinaceum Ali ) pianta della famiglia delle graraminacee , le quali sono tanto nu- trie»)ti per il bestiame , e la quale prospera assai bene in sì fatti terreni! Questa ama il suolo umido, in poco tempo invade il campo colle sue serpeggianti radici , e soffoca ogni altro vegetabile . Produce un fieno non so- prafino , ma per certo molto più nutriente degli equiseti e della stessa mezza roba de' Bolognesi , la quale non è costituita di gramminacee , ma per la maggior parte di Ciperi , di Giunchi , e di Carici . Io nutro speranza , che questo mio suggerimento possa essere messo in o- pera , perchè sono certo per mia propria esperienza della facile e rigogliosa vegetazione di questa pianta . Sino ad ora nulla di certo sappiamo relativamente alla forza del nutrimento , che arrecano i varii fieni de' prati naturali ed artificiali del bolognese , Un quadro che mostrasse il risultato dell' osservazione e dell' esperienza intomo alla forza nutritiva delle varie piante aprirebbe gli occhi a molti in questo paese , nel quale tanto si scarseggia di foraggi , e siccome la coltivazione della Lupinella (Hodysaruni Onobrjchis) si è tanto estesa nel solo corso di quindici a venti anni , così è probabile , che i terreni umidi , ne' quali naturalmente non vegeta , che la mezza roba o gli equiseti , sieno convertiti dal- l' industria in prati di gramminacee acquatiche , quale è quella da me proposta di sopra . Per eccitare a sperimenti di questo genere sarebbe pregio dell'opera il rendere noto che nella nostra pia- nura anche non molto lontano dalla città si trovano estesi prati naturali, i quali danno prodotti assai diversi 3^3 LETTERA attesa ki diversità delle piante, che in essi nascono, ayvegnacchè i prati di Confortino, di Anzola, e della Lungara sono dìfierentissimi da quelli di Villa Nuova , e della maggior parte della pianura bassa ed alta . I primi due sono formati esclusivamente dal così detto Fieno Guglielmo y Guiermo , o Guiardo da' Bolognesi , cioè dalla PoUinia Gryllus ( Andropogon Gryllus L. ) 5 in que' della Lungara vegeta questa stessa pianta assieme a molte Bonaghe o Bolimache ( Ononis faeteqs Jacq. ) ^ que' di Villa Nova invece sono ricchissimi delle molte specie appartenenti a generi e famiglie diverse, che io qui le trascrivo: Veronica anagalli/i Thymus Acinos Salvia pratensTs „ Serpyllum Scirpus palustris Rhynanlhus Crista Galli Aegylops ovata Sisymbrium amphybium Poa fluitans jScop. Geranium dìsséctum Alopecurus geniculatus Poly^la vulgaris Cynosurus cristatus Lotus siliquosus Sherardia arvensis „ corniculatus Campanula Rapunculus Trifolium ochroleucum Lysimacchia Numularia ^^ strictum luncus articulatus L- 5j stellatum Runex Pseudo-acetosa Beri. „ incarnatum Saxifraga bulbifera Medicago minima Lychnis Flos CucuS Hieracium Florentioum W. Cerastium campanulalumViv. Serapias Lingua Spiraea Filipetodula L. Orchis eusifolia Helianthemum vulg. ^. Bert, Carex distans Euphrasia officinalis Oristolochia r otunda , Ora qaesti prati di vegetazione tanto diversa devono certamente soramiqistrare fieni più o meno nutrienti. H prodotto de' prati a fieno Guglielmo ha molto credito nella campagna , perchè i contadini dicono che tal cibo I DEL PnOF. G. BERTOLOJil 2j3 dà vigóre a' buoi , ma pòco è fìpuiaiò nella città , per- chè non pesa in confronto del prodotto degli altri pra- ti . Elia dunque vede di quanta importanza sarebbe il determinare 1' effetto comparativo , e sostanziale del nu- trimento prodotto da questi diversi fieni . Mi rassegno divotamente etc. Bologna 3o Aprile 1840. V. Ann. Se. Katcr. Anno 2. Tom. 3. LETTERA DEL AID PROF. ALESSANDRINI INTORNO ALLA IPOTESI DEL SIC. CrOSS CHE RISGUARDA LA FORMAZIONE DI CERTE SPECIE DI ANIMALI MICROSCOPICI Dopo cK' ebbi letto con mio intenso piacere le sue giuste e sensate osservazioni, che col Sig. Tourpin sono in accordo nelle opinioni , anzi cosa rimarcabile ! ambi- due si confortano e si spalleggiano , quantunque l' uno non sapeva l' opinione dell' altro ( ed io fui testimonio di questo vero ) relativamente alla esperienza del chimico Inglese Sig. Cross , riportata nell' Anno I. , e fascicolo y.uiQ de' Nuovi Annali delle Scienze Naturali^ che stàm- pansi in questa Città di cui Ella è uno de' Redattori , mi venne in ànimo di veder pure di trovare la cagione vera o presunta dell'errore grave in cui cadde un uomo di tanta rinomanza . E come farlo con dignità , diceva fra me , e senza offendere l' amor proprio di sì valente fisico-chimico ? Ho titilato , e sono stato in forse per qualche tempo -, poi , tutto ad un tratto mi sono fatto DEL DOTT. D. GALVANI 2^0 coraggio ripetendo a me stesso quella sentenza cicero- niana : " In primis quae hominis est propria veri inqui- sitio atque invesligatio „ . Con questa per guida potrò io recare offesa altrui ? L' egregio nostro professore d' Istoria Naturale Monsignor Rauzani e' insegna : che quando col- V arte critica , che è la face della sana logica , si cerca di sceverare il vero dal falso ^ V incerto dal certo ^ il reale dal chimerico^ il senso fisico dal metaforico ^ è obbligo che incombe al seguace di Minerva che con intemerata intenzione vuol trovare questa diletta figlia del Cielo, la J^^erità , di non lasciarsi ispaventare dagli ostacoli^ né impaurire dai nomi. Con questi ammonimenti , sentomi inspirato nuovo coraggio , ed eccomi ad esporle , egregio Sig. Professore , i miei riflessi . Tre a me paiono le cagioni che htmno strascinato nell' errore il sumenzionato Sig. Cross . Le sottopongo all' acuto giudizio di Lei , pregando la conosciuta Sua bontà di sentirle, di esami- narle , e dirne il suo sentimento . La prima la ripeto dalla facilità del Sig. Cross tro- vata , di formare artificialmente de' cristalli nuovi , colle formidabili correnti elettriche a traverso di differenti so- luzioni saline . Un brano di lettera comunicato dal Sig. Bequerel seniore all' Accademia delle Scienze dell' Isti- tuto di Francia in maggio 1887 ce ne dà ragguaglio. Fra queste sostanze egli dislingue: i.° De' cristalli belli di solfuro di zinco, sopra un filo di rame, al polo po- sitivo , mentre che dal polo negafivo , sopra un filo dello stesso metallo , si erano depositati dei cristalli di solfo ^ tace la soluzione ch'egli ha adoperato; 2.° Del peros- sido di ferro mammellonare sopra del rame inviluppato intorno un pezzo di ferro specolare in rapporto al polo negativo ^ il liquido impiegato era una soluzione di pro- tosolfato di ferro : 'ò.^ ora in dendriti formate al polo negativo in una soluzione , ed ora su l' argilla legger- mente induriti al fuoco . Il Menzionato Sig. Becquerel ha letto dippoi qualche altro passo della lettera del 2j6 ANIMALI MICROSCOPICI Sig. Cross . Quest' ultima formazione , egli è , dice , un soprasolfuro non ancora convenientemente esaminato , ma contenente una forte porzione di solfo , ed una piccola proporzione di piombo , di rame , e di zinco ^ è una sostanza intieramente nuova che cristallizza in aghi . Quando questo composto cominciasi a formare , è di un magico colore cremesino , che varia tantosto in un rosso brillante di scarlato , misto al colore di orange . Ognuno se Io può procurare nella seguente maniera : si prenda una terrina che si riempie d' idrosolfuro di potassa , e la si colloca dentro un vaso di vetro , che pure émpie- sì di una soluzione di solfato di zinco . Si prenda dippoi un piccolo arco di piombo , e di rame :;, quello di piombo si tuffa nell' idrosolfuro di potassa , quello di rame , nel solfato di zinco . E mestieri ancora d' immergere un filo di rame molto ricurvo nelle due soluzioni , una delle estremità nel solfuro alcalino , e l' altra nel solfato di zinco ( eh' io ritengo sia protosolfato ) . E uopo . ancora d' immergere , nelle due soluzioni , una punta di un filo di rame molto ricurvo nel solfuro alcalino , P altra nel solfato di zinco , Quanto prima si vedranno de' cristalli aghiformi di un bel colore rosso brillante partendo da un centro comune circondando la estremità del filo di rame nella soluzione alcalina^ più tardi una massa cri- stallina grande che si aggruppa intorno di questa estre- mità del filo „ (i). E non è forse basato quel mio sospetto , che per la facilità con cui egli da' corpi inorga- nici ha potuto artificialmente ottenere de' minerali nuovi cristallizzati , la viva immaginazione di lui , abbia potuto trascorrere in asserendo : che colle correnti galvaniche , era capace di creare c/e' nuovi esseri organizzati ^ cioè degli animali? Proposizione arditissima, e se mi è per- messo di pur affermarlo , anzi temeraria , che l' uomo (i) (L'Echo du Monde Savant ec. N. 76. — Juin 14. an. 1867 pag. 90) DEL DOTT. D. GALVA?(I 2J^ per quanto sia eccellente nella scienza che professa, non arriverà mai a formare , molto meno poi a creare de' corpi animati o semplicemente organizzati , non appartenendo questi attributi all' Essere creato , ma sì al solo Supremo Autore della Natura , il Quale mostre» la sua potenza nel creare dal nulla gli elementi , ed or- dinandogli imporre loro le leggi che gii reggono . Aggiun- go , se il dottissimo Cuvier Giorgio nelle sue lezioni di Anatomia Comparata ( raccolte e pubblicate dal profes- sore Dumeril seconda edizione Parigi i835 ) confessa can- didamente di dubitare molto , checché ne sia stato detto a questo riguardo , sulle vantate scoperte cioè recente- mente fatte coli' elettricità galvanica , perchè sono ben lungi dal soddisfare a tutte le quistioni della scienza - per esempio egli non crede no , che si abbia potulo formare , a mercè della pila galvanica , delle vere fibre musculari su lo sciero del sangue ; e non ci metterà in guardia di non accettare come fatti provati , quegli che ci vengono con tanta franchezza e asseveranza an- nunziati siccome per veri ? Dice assai bene il signor Federico Cuvier fratello del suUodato grande naturalista ( che acuorati tutti i cultori delle scienze naturali de- plorano la perdita ) in ragionando nel suo bellissimo ar- ticolo suU' Opera del professore prussiano Sig. Linck :rr Le Monde Primitive et V antiquitè expliqués par V élu^ de de la Natura zr: che l' uomo cioè scienziato abban- donandosi alla immaginazione , si smarrisce dalla retta via , e cade ne' più grandi assurdi . La seconda cagione parml questa ^ eh' egli non abbia a dovere e con tutta l' attenzione possibile ripetuto il fenomeno . Il miglior mezzo , dice il celebre fiulorR della r= Filosofìa della Statistica rrr per assicurarsi cliu la causa ritrovata è la vera o reale , consiste ne! ripro- durre il fenomeno , riproducendo la causa . Porla un esempio che molto quadra ed è addalto al proposito , gettando , se nonni: gabba 1' amor proprio . molla luce 2^8 A?I1MAI,I MICUOSCOPICI sul precetto esposto . Ilcrissant , egli dice , avendo [iro- vato che le ossa erano formate da una sostanza mem- branosa , e da una sostanza calcare ( fosfato di calce ) , e che questa era la causa della durezza ^ conferma la verità della sua scoperta , rendendo alle ossa , da lui ridotte allo stato membranoso , la loro durezza primiti- va , rendendogli la parte calcare o il fosfato di calce che gli aveva tolta ( i ) . In queste indagini non abbisogna avere , Ella lo direbbe a me , pregiatissimo Sig. Professore , la mente preoccu- pata da alcuna teoria , da alcun sistema , altrimenti in- vece di trovar luce troveremo tenebre, e a vece di to- gliere quel velo che copre la ignoranza nostra, lo ren- deremo più denso . Il vero metodo di filosofare sta nel pesare tutte le prove sottomettendole ad una severissima analisi ^ e non già nel dimostrare , come erroneamente fa V Autore :=: Du Systeme de la Nature =: che 1' uomo non può conoscer nulla . Più basso vedremo qual è la logica che adopra si assennato autore. Doveva quindi il nominato Sig. Cross , ripetere il fenomeno sopra altre lave di vari volcani^ doveva replicare le sue esperienze sopra altri terreni non volcanici , e di qualunque for- mazione , per poter affermare eh' egli era capace di fare isviluppare degli esseri animati non già di creargli. — L' inclito Zimmerman dice : che abbisogna ripetere le medesime osservazioni ^ essendo questa la via migliore che noi possiamo avere per distinguere il falso dal dubbioso.^ il dubbioso dal probabile , il probabile dal vero ^ e il vero dal certo . La stessa considerazione 1' ha fatta il sagace e penetrante ingegno del Sig. Dottore Marco Paolini nelle sue s Ricerche Microscopiche e Considerazioni Critiche intorno la scoperta dì T^ibrionì e di un infusorio di una specie particolare fatta dal francese Donne nel (i) Elementi di Filosofia Tom. U. pag 8a. erlizione Ji Milano 1822. I DEL DOTT. D. GALVAPfl 2^9 Pus delle ulceri veneree delle parli generative e dtlla Blenorragia p^aginale . Bologna pei tipi Nobili i838 = Ma ascoltiamo un luminare del secolo nostro che merita- mente si è acquistato la estimazione universale , che così parla nel proposito nostro : " La esperienza una volta riconosciuta y come sorgente di tutte le cognizioni della natura y noi dobbiamo nello studio della medesima , e della Jeggi che la reggono , distruggere i nostri pregiudizi , o almeno sospendere come premature tutte le nozioni pre- liminari su ciò che dovrebbe o potrcbb' essere P ordina della natura in un caso dato . Noi dobbiamo contentarci di osservare ciò che vi è ^ e tenerci rigorosamente al fatto . E necessario , per servirci con vantaggio della esperienza , di tener conto di una cosa preliminare ùhe. dipende da noi ; è mestieri di disimbarazzarci di tutti r pregiudizi^ da qualunque lato essi vengono y limitandoci ai fatti y 0 alle conseguenze logiche che possansi rigoro- samente dedurre . Del resto ^ si deve fare una differenza tra due specie di pregiudizi che nel nostro spirito eser- citano una impressione distintissima .1.0/ pregiudizi de opinione } 2.0 / pregiudizi de' sensi „ (i). — Nell'ap- pendice delle sumcnzionate considerazioni critiche ec. del sullodato Sig. Dottor Paolini ci dà una prova luminosa <^lr avere messo a profitto i saggi avvertimenti espressi nel- l' opera dell' insigne autore Inglese citata , ed avere ap- profitato ancora della Sua valevole e sicura scorta per rintracciare la verità , e dei sensati avvertimenti che il sopramenzionato monsignor Ranzani le ha comunicatf> in riguardo ad alcune modificazioni da mettere in pratica nello esperire , per allontanare o togliere di mezzo qua- lunque eccezione sulla esattezza delle stesse sue osser- vazioni . Difatto egli ottenne un completo trionfo sn- (i) Iferschell Sig. J. P. W. Discours sur V t'iiuìc '?f Ja Philosophie Naturelle parag. 68. 2bo AMMALI MICUOSCOPICI pra l'autore che prese a contraddire (i). Dunque tor- nerà sempre vero ciò che di sopra fu narrato , che prima
  • comuale , nel- la quale ringrazia pel terzo volume dei Nuovi Commen- tar] inviato dair Accademia in dono alla Biblioteca Co- munale . L' Accademico pensionato Monsignor Ranzani legge una seconda sua Memoria intorno diverse nuove specie di pesci ^ e tratta da prima del genere Balistes. Questo genere stabilito da Artedi comprendeva non solo i pe- sci denominati Guapervas da Raij , ma quelb a;icora denominato Scolopace da Gcsncro : tra i caratteri del genere ammise P esistenza di grandi denti , contigui , in- clinati air innanzi , simili ai denti umani e suini , e per- ciò Klein a ragione eliminò dal genere lo Scolopace tli Gesner privo di denti , e disse non essere i Caprisci 2()2 BENDICOINTO ACCADEMICO diversi di genere dai Guapervi di Raij . Il Linneo che nella prima edizione del Systema Naturae ammesso ave- va il genere Balista nel senso di Artedi , nella dodicesima edizione della opera stessa cambiò in quello di Caprisco il nome delle Baliste d' Artedi, rimosse dal genere Ba- lista , collocandolo tra i Gentrisci , lo Scolopace di Gesner , né volle collocare tra le Baliste il vero Caprisco del quale non ne fece parola . Gmelin , Lacèpede , Grono- vio , Bloch , Schneider ec. ammisero il genere come era stato emendato da Rlein , senza approvare il cambiamen- to di nome da lui addottato . Bloch e Schneider dili- gentemente osservarono ed accuratamente descrissero i denti della maggior parte delle specie di questo genere , dalla quale descrizione ne risulta chiaramente che la disposizione , la grandezza e la figura , ed il loro nume- ro è variabilissimo nelle Baliste , fa quindi meraviglia come il Cuvier , tanto nella prima che nella seconda e- dizione del suo Regno Animale , ammetta che otto sono i denti esistenti in ciascuna mascella delle Baliste , e disposti in una sola serie . Lacèpede pel primo fu di parere che le Baliste di- stribuire si dovessero in quattro sottogeneri desumendo 1 fondamenti di questa suddivisione dal numero dei raggi della prima pinna dorsale , e della toracica . Cuvier non approvò questa suddivisione ma ne propose un altra molto più accurata per la quale il genere è pure suddiviso in quattro sottogeneri ai quali dà i nomi^ di Baliste vera- mente tali^ Monacanto*, Aiuterò, e Triacanto : di quest' ultimo sottogenere asserì conoscerne una sola specie , quel- la cioè che Bloch denominò Baliste bilineata . Le nuove §pecie di Baliste dall' Autore descritte ap- partengono al sottogenere, o piuttosto al genere Mona- canto , e sono da lui denominate 1. Sp. MONACANTHUS PULLATUS , Ranz. 2. Sp. M vAKius , Ranz, Sì 1' una che l'altra specie sono dei mari del Brasile. DEL PROF. A. ALESSANDr.mr 2C)3 A questo genere riferire si devono altre due specie già cognite , cioè il Monacanthus talpinus Bory de St. Vicent , ed il Lij'a Trompa di Parrà cui si deve perciò dare il nome di Monacanllium probossideiini . Gli altri pesci descritti dal Ranzani in questa Memoria appartengono alla famiglia dei Pleuronectidi . Prima di discendere alla particolare descrizione delle specie e- spone una bene ordinata illustrazione del genere Pleii- ronectes. Artedi riunì in questo genere quei pesci che Villogby denominò spinosi e piatti e che disse nuotare giacenti su di un lato . Linneo suddivise il genere in due sezioni collocando nella prima quelle specie che portano gli occhi sul lato destro , e nelP altra quelle che li hanno a sinistra , pare perciò che l' illustre naturali- sta ignorasse che nel Pleuronectes Jlesus , ed in quelli» che il Rondelezio denominò Pascereni nei diversi indi^ vidui gli occhi ora sono a destra ora a sinistra , il elio avviene talvolta ancora nel Pleur*. maximus . Giorgia Cuvier suddivise questo genere in sette sottogeneri che Cloquet considera quali veri generi ^ cioè Platessa , Ip- poglosso , Rombo , Solca , Monochiro , ed Achiro . A questi sette generi Benett ne aggiunse un ottavo cui diede il nome di Psettodem . Il Principe di Musignano Carlo Bonaparte ne formò una famiglia che denominò dei Pleuronectidi suddividendola iu due sottofamiglie dei Pleuronectidini . e dei Solearini . Alla prima sottofamiglia assegnò i generi Platessa , Ippoglosso , Pleuronecte , Rom- bo : alla seconda i soli due generi Solca e Plagusia : ora le nuove specie dal nostro Zoologo descritte sono le seguenti . 1 . Sp. HirpoGLosscs Brasiliensis , Ranz. 2. Sp. Hip iisTERMEDics , Ranz. dei mari del Brasile . 3. Sp. Syacium micrurcm , Ranz. del Brasile . Intorno a questa terza specie avverte il Ranzani che addottando il nuovo nome generico S vagii ai non intende 2C)4 RENDICU.MU ACCADEMICO Ji foniiare un nuovo genere , ma di cambiare sollaiUo il nome del genere Rhomhus di Cloquet , di Bell , di Schinz ec, essendo molto equivoco , per le ragioni che a lungo espone nel suo scritto . Il nome poi di Syacìum è tolto dal vocabolo Sfacia col quale alcuni Greci chia- mano appunto i Rombi . Oltre la nuova specie assegnata al genere Syacium ne descrive ancora una varietà cui dà il nome di Sya- cium ocellalum appartenente alla specie denominata da Agassiz Rhombum occellalwn raccolta da Spix nel suo viaggio al Brasile negli anni 181^-1820. Parla infine l' Accademico di un individuo deforme della Solida vulgare ( Pleiironectes Solea Linn. ) esi- stente nel Museo nostro , e nel quale l' osso principale della fronte è per modo disgiunto dai nasali e dall' e- tmoide da lasciare sotto di se una profonda incavatura formando sulla testa una specie di elmo crestato . Di più nel lato destro si vede un solo occhio prossimo alla mascella superiore •, l' altro occhio giace sul nominato solco in guisa da non potersi dire né destro né sinistro . Gli individui di questa specie naturalmente conformati presentano dei denti minuti soltanto nel sinistro lato di ciascuna mascella , in questa mostruosa vedonsi denti molto esili soltanto nella regione profonda della sinistra metà della posteriore mascella , Tanto il destro che il sinistro lato sono di color fosco , però alqiianto più di- lavato a sinistra . Alla Memoria vanno unite sette tavole che rappre- sentano i sette nuovi pesci descritti, compresa la soliola deforme . L' Accademico pensionato Prof. Berloloni Giuseppe dà conto deir Opera offerta dal De Jorio air Accademia e presentata nella seduta delli 20 p. p. Dicembre cs Sulla coltwazione delle cereali con osservazioni relative al Regno di Napoli = L' Opera è divisa in 28 capitoli DEL PROF. A. ALESSANDRI :tl 295 preceduti da un'introduzione nella quale l'Autore pri- mieramente prevede che i moderni Economisti riterran- no cosa iunutile eh' egli oggi scriva della coltivazione delle cercali , mentre da loro si ritiene che questa sia la causa della poca prosperità dello Stato , che anzi a togliere tale inconveniente propongono di sostituire alle cereali la coltivazione di altri vegetabili . Io non oserò recare giudizio alcuno , dice 1' accademico , sopra questa discre- panza d'opinioni perchè non conosco lo stato d'agri- coltura del Regno di Napoli , invece mi permetterò di fare qualche osservazione sopra la coltivazione delle ce- reali del territorio Bolognese . Questa appo noi si fa certamente per eccellenza ^ e colla massima utilità ne' terreni pingui avvicendandola alla canapa , ed io ritengo con altri molti che maggiore prodotto di questo non si possa sperare dai nostri campi ^ ma nei terreni di con- dizione inferiore , e principalmente in quelli delle col- line e de' monti non se ne ritrae quel vantaggio del quale pure sarebbero suscettibili , per lo che io veggo la ne- cessità di diminuire in questi luoghi colla debita circo- spezione la seminagione delle cereali non collo scopo di scemarne il prodotto , bensì con quello di accrescerlo , al quale effetto ritengo che si debbano sostituire le pra- terie artificiali alle seminagioni , con che si verrà ad au- mentare nei poderi il bestiame in proporzione del fo- raggio accresciuto , da ciò maggior quantità d' ingrassi , e molto maggior prodotto ne' cereali , non che la ces- sazione del bisogno di acquistare dall' estero il bestiame . Nel 1° capitolo l'Autore si accinge a rintracciare l' origine delle cereali , e la loro introduzione in Eu- ropa^ è di parere che il grano crescesse spontaneo m Sicilia , ed infatti l' Autore della Flora Italiana sopra gli esemplari autentici raccolti in Sicilia e Sardegna ha mostrato che il grano nasce tuttora selvatico in qual- che parte di quei luoghi . Il grano per insegnamento di Strabone, dice il De Jorio, cresce naturalmente noi 2t)(j RENDICONTO ACCADEMICO nord delle Indie orientali, verità confermata dallo Spron- gel per altre parti dell'Asia e da Michaux per la Per- sia dove trovò selvatico il Triticum . Con molta erudi- zione e con documenti storici ben scelti dimostra ancora che appo noi la più antica delle biade coltivate fu il farro, indi l'orzo, e poi il grano. Dell'introduzione dell' Avena non si ha contezza , ma anche questa rimonta ad un epoca antichissima , forse essa pure fu da prima selvatica , come si trova anche presentemente presso noi. Riguardo alla segala l' Aut. stabilisce che sia derivata dal Nord dell' Europa . La scandella per suo detto è originaria dell' Egitto , riportandosi in ciò ai documenti di Diodoro , però siccome ad essa fu dato l' epitelo di Galatica , così pare che più verosimilmente sia derivata dalla Galazia. Stabilisce che il Grano turco o Granone venisse dal- la Turchia sino dal principio del decinioterzo secolo , e fosse mandato primamente alla città di Incisa da Bonifazio Marchese di Monferrato . Ma a questo propo- sito , dice il Bertoloni , io reputo di qui riferire quanto scrisse il celebre Cav. Bonafous nella sua Opera insigne intorno al frumentone. Egli dice che la introduzio- ne di questo in Europa da altri si attribuisce alla scoperta dell' America , e da altri si fa rimontare ad un epoca più remota^ che fra i botanici del 1 6.° se- colo alcuni opinano , che il Mais si chiamasse Grano tur- co perchè veniva dall' Asia ath'aversando l' Impero Turco ^ che un documento del 1204. assicura che i Signori di Monferrato vi portarono di Natòlia un grano sino al- lora sconosciuto che era in parte giallo ed in parte bianco , denominato Meliga il quale potè essere o il fro- mentone od il sorgo ^ che un autore Chinese il quale scrisse tra il i552 ed il iSyS diede il disegno esatto del frumentone , e siccome i Chinesi ripugnano ad in- trodurne cangiamenti nelle loro abitudini , cosi non si può arguire che in quest' epoca fosse introdotta appo loro DFX PROF. A. ALESSANDRINt 297 la coltivazione del Mais americano . Da questi e da pa- recchi altri argomenti ugualmente concludenti si deduce che il fromentone ha esistito nel!' antico Mondo prima della scoperta del Nuovo . In quest' ultima parte però del Globo questo grano presenta maggior numero di specie e di varietà , alcune delle quali sono state di re- cente presso noi introdotte . Per ultimo il De Jorio dice che il Riso si crede ori- ginario della China , ed era conosciuto sino dalla più remota antichità •, che alimenta quasi due terzi degli abi- tanti della terra ^ che si coltiva in tutta l' Asia , 1' Affri- ca , nelle contrade calde d' America non che nella Spa- gna e nel!' Italia , e che il migliore è quello delle isole di Ceylan e di Glava , del Malabar , della penisola di Malacca , e del Regno di Siam , Nel secondo e terzo articolo parla delle terre e de- gli ingrassi , relativamente alle terre pare che tema di troppo i cattivi effetti del terriccio od humus qualora sovrabbondi , giacché moltissimi fatti dimostrano che in- vece in tal caso la vegetazione è quanto mai rigogliosa , ed il terreno non abbisogna di concime . Rapporto agli ingrassi espone da prima quali vantaggi si possono ri- cavare dalla calce spenta di fresco , dal gesso cotto , dalla creta , dalla marna per migliorare le condizioni delle terre : i precetti però che propone applicati in grande presso noi, riuscirebbero di troppo grave dispen- dio . Anche il metodo di abbruciare le stoppie quan- tunque in certi terreni sia molto utile non può da noi seguirsi , abbisognando tanto di materiali per alimentare il bestiame . Tra gli ingrassi o concimi animali fa duopo convenire col De Jorio che uno dei migliori l' abbiamo nello sterco umano convenientemente adoperato ed è essenziale raccomandarne ai Bolognesi la raccolta , col mezzo delle cloacche chiuse o dei pozzi neri come si usa in Toscana. Le cose trattate nei seguenti capitoli e che risguardano il modo di apparecchiare le terre , del 2yO KEiNDICOSTO ACCADOIICO tempo della seminagione ^ il modo di preparare le se- menti e di affidarle al terreno , la descrizione delle di- verse specie di cereali e delle loro malattie, quella de- gli insetti che nei diversi stati di sviluppo loro arrecano danno , sono con molta maestria esposte e V agricoltore può trovare in questo libro raccolta copia grande di utili precetti , ed una serie copiosissima de' fatti ed osserva^ zioni che trovansi sparse nelle più interessanti opere e memorie che fin qui videro la luce intorno a questa importantissima materia . Sciolta la seduta ordinaria il Presidente invita le due prime Classi dell' Accademia a procedere alla scelta di un Accademico al posto vacante per la morte del Dolt. Angelo Neri , e propone , come lo prescrive il Regola- mento , il Dott. Amadeo Amadei , già addetto all' Ac- cademia in qualità di Alunno , il quale nello scrutinio secreto , come è d' uso , riunisce tutti i voti favorevoli . 2 2. Sessione. 2. Maggio 1889. L' Accademico Prof, Cav. Antonio Bcrtoloni presenta in nome dell' Autore Sir Henry Fox Talbot di Londra una Memoria letta a quella R. Società nel corrente an- no e che porta per titolo Some account ec. cioè sul- l' arte del disegno fotogenico. Londra 1889 in 4-° di pagine i3. Il Presidente incarica l' Accademico Dott. Enrico Ba- ratta di dar conto delle cose contenute nella memoria stessa in una delle prossime Sessioni . Si partecipa all' Accademia un Dispaccio dell' Eminen- tissimo Bernetti nel quale ringrazia pel 3.° Voi. de' Nuovi Commentar) che l' Accademia ebbe 1' onore di offerirgli in dono . Sono pervenuti all' Accademia tre nuovi quaderni della Flora Baiava di Jon Rops , ed H. C. Van Hall . i quali DF.i. rnoF, A. ALEssA:«DniM 299 contengono la Ggura e descrizione delle seguenti piante. Quaderno 108. Ribes rubruni — Veronica arvensis -- Alclieinilla vulgaris — Alch. Aphares — Carex intermedia . Quaderno 11 5. Pinguiculla vulgaris — Arundo arena- ria — Iledera Helix — Gnaphalium dioicum — Agaricus comatus . Quaderno 1 1 6. Callitriche verna — Bromus mollis — Catabrosa acquatica — Papaver dubium — Xbymus an- gustifolius . Legge l' Accademico pens. Prof. Luigi Casinelli una sua Memoria che intitola r= Osservazioni sulla risolu- zione delle equazioni = Nella mancanza di regole per la risoluzione generale esatta delle equazioni algebriche si è rivolto a coltivare l' unico partito che rimane a fronte di questo grande scoglio del calcolo , quello dì venir assegnando nuove forme di siffatte equazioni , per le quali la difficoltà dell' esatta risoluzione possa coi mezzi conosciuti nello stato presente dell'Algebra su- perarsi . {Sarà continuato.) PRODROM U S SYSTEMATIS MASTOZOOLOGIAE CAROLI LUCIANI BONAPARTE MCXIMANI PRINCIPI» MammAlia sunt Animalla vertebrata , sanguine calido , circulatione duplici perfecta , vivipara , pullos lactantia : pulmones bini , imperforati , in pectoris cavitate suspensi : cor biloculare , biaurltum : dentes fere in omnibus : cor- pus utplurimum pilosum : artus , vix paucis exceptis , quatuor manifesti : collo caput fere semper distinctum a irunco . SERIES I. PLACENTALIA. Generatlonis organa ab ano exterius discreta : vagina uniforis : fetus maturi ; mammae consplcuae : ossula ad pubem accessoria nulla : scrotum peni postpositura . SUBCLASSIS 1. EDUCABILIA. Cerebrum bi (vel tri) lobum. Ordo. I- Primates. Artus quatuor , antici manibus terminati ; ungues digi- torum apices tantum obtegentes : triplex dentium quali- tas ^ incisivi superiores 2 vel 4? molares tritoni; mam- mae pectorales: penis liber , pensilis: placenta simplex. e. L. BO.NAPARIE 3oi Fàmilia I. HoMiNiDAE. Artuum tantum antici in manus desinentes pollice cuique digito opponibili. Subfamilia i . Hominina . Corpus erectum , plan- tigradum, ecaudatum. Familia 2. SiMiDAE . Artus singulì in manus desinentes , pollice, saltem in posticis, cuique digito opponibili : dentes incisivi plus minus erecti infra supraque quatuor: -vultus denudatus: ^ntropomorpha . Subfamilia 2. Simina . Manus singulae pollice cui- que digito opponibili : dentes infra supraque hinc inde quinque tuberculati : nares approximatae : ungues breves , depressi . Subfamilia 3. Cebina . Manus singulae , anticis interdum imperfectis , pollice cuique digito op- ponibili : dentes molares infra supraque hinc inde sex , tuberculati : nares inter se remotae : ungues breves , depressi . Subfamilia 4> Hapalina. Manus tantum posticae pollice cuique digito opponibili : dentes molares infra supraque hinc inde quinque , cuspidati : nares inter se remotae : ungues longissimi , ar- cuati , compressi , acuti . Familia 3. Lemuridae. Artus singuli in manus desi- nentes pollice cuique digito opponibili : dentes incisivi procumbentes , aut supra ve! infra plusquam quatuor : molares cuspidati : vultus pilosus , nares terminales , si- nuosae. Feriformia. Subfamilia 5. Lemurina. Artus caudaque liberi. Subfamilia 6. Galeopithecina, Artus antici mem- brana villosa cum posticis caudaque conjuncti. Ordo 2. Ferae . Artus quatuor liberi, exporrecti, distincti, gradicntes, ungues digitorum apices tantum oblegentes: triplex den- liuni qualitas ; molares trimorphi , aulici sectorii , postici sine tuberculis acutis ; ferinus utrinque saltem unus , laniarii duo validi , et incisivi sex in utraque maxilla : 3 02 SYSTEMATIS HUSTOZOOLOGIAE mammae abdominales : penis inclusus vagina abdoDiinl adhaerenti : placenta simplex. Familia. 4- Gercoleptididae . Mammae duo tantum , inguinales : lingua longissima , extensilis : cauda prehen- dens , tota hirsuta . Subfamilia 7. Cercoleptidina . Dentes ò6 , sex nempe incisivi , duo laniarii , molares decem , spu- ril 4 ) ili utraque maxilla . Anomala . Priinates frugivoros cum Bestiis conjungit . Familia 5. Ursidae . Dentes molares postici trltores ; pedes plantigradi plautis denudatis : ungues obtusiculi . Subfamilia 8. Ursina- Dentes incisivi mandibulae ad lineam collocati : ungues scansorii . Subfamilia g. Melina. Dentes incisivi mandibulae extra lineam collocati ; ungues fossores . Familia 6. Felidae. Dentes molares posteriores, dem- ptis postremis minoribus , sectores : pedes plerumque digitigradi , plantis pilosis : ungues acutissimi . Subfamilia io. V^iverrina. Dentes molares tuber- culati utrinque bini post carnivorum supra , infra unus : lingua aspera : folliculus glandulosus pone anum . Subfam,ilia 11. Canina. Dentes molares iubercu- lati utrinque bini post carnivorum infra supraque : lingua laevis. Subfamilia 12. Felina. Dentes molares tuberculati nulli in mandibula ; lingua aspera . Suhfamilia i3. MustelUna. Dentes molares tuber- culati in utraque maxilla ; unus post carnivorum utrinque supra : lingua laevis: pedes congrui: cau- da tereticula . Corpus elongatum , gracile , ducti- le : pedes breves . Subfamilia i^. Lutrina. Dentes molares tubercu- lati utrinque unus post carnivorum infra supraque : lingua scabricula : pedes sub -retracti, sub-obvolu- ti, postici laterales podio antrorsum verso: cauda appianata . e. L. BO."yArARTE 3o3 OrDO 3. PlNNIPEDlA. Artus quatuor , brevissimi , retracti , obvoluti , pinni- fonnes , postici longiores reversi invicem proximi : ungues Jigitorum apices tantum obtegentes : triplex dentium qua- litas : mammae abdominales : penis vagina abdomini ad- haerente inclusus : placenta simplex . Familia 'j. Phocidae. Dentes laniarii mediocres , in- clusi: mammae duae , ventrales. Subfamilia i5. Otarinae . Auriculae prominulae : dentes incisivi superiores bicultres, inferiores bi- cuspides : digiti palmarum immobiles : ungues plani . Subfamilia 1 6. Phocinae . Auriculae vix ullae : dentes incisivi acuti : digiti singuli mobiles : un- gues acuti . Familia 8. TaiCHECHmAE • Dentes laniarii longissimi , producti , validi , in maxilla tantum : mammae quatuor ventrales . Subfamilia 1 7. Trichechina . Auriculae nullae : rostrum brevissimum , obtusum : nares superae : dentes incisivi supra duo minuti , infra nulli . Ordo 4- Cete . Arias duo , posticis nullis , pinniformes : caput defi- ciente collo indistinctum : corpus pisciforme , caudaque ligamentosa horizontali pinniformi terminatum : placenta simplex . Aquatica : auriculis pilisque deslituta . Familia g. Manatidae. Dentes molares compositi aut semi-compositi, corona plana aut sulcata : mammae pecto- rales : spiracula nulla : intestinum caecum • Phjtophaga . Subfamilia 18. ìManaLiua. Artus fere brachiifor- mes , plerumque unguiculati . Familia io. Delphimdae. Dentes siinplices , conici: artus prorsus pinniformes , exunguiculati : mammae ingui- 3o4 SVSTEMATIS M4ST0Z0OL0GUE nales : spiracula : caput vel mediocre vel parvum : caecum nullum . Zoophaga . Sub/amili a 19. Delphinina. Dentes saepius nume- rosi infra supraque. Suhfamilia 20. Monodontina . Dentes tantum duo, praelongl , acuti , ex tortili fabrica , osse maxillari infìxi , (uno saepius abortivo.). Familta II, Physeteridae . Dentes numerosi, simpli- ces , conici ; artus prorsus pinniformes , exunguiculati : caput immane : caecum nullum ? Subfamilia 21. Physeterina . Dentes inferiores a totidem maxillae foveis excipiendi ; superiores parvuli, absconditi. Familia 12. Balaenidae. Dentes nulli: caecum parvum. Subfamilia 22. Balaenina. Laminae corneae binae in maxilla inaequaliter pectinatae os bine inde oc- cludentes loco dentium, Qrdo 5. Belluae. Artus quatuor j claviculae nullae^ antibracbium constan- ter pronum : ungues sculponei , digitorum phalanges ex- tremas obvolventes : dentium qualltas saepius triplex : sto- machus simplex , aut licet compositus ruminationis im- potens : placenta multiplex . Familia i3. Elephantidae . Digiti sub tegumentis re- conditi , ungue tantum dignoscendi . Subfamilia 23. Elephantina . Pedes pentadactyli : dentes molares utrinque bini, maximi, lamellosi; nasus proboscideus . Subfamilia n^. Rhinocerontina . Pedes tridactyll : dentes molares complicati , numerosi : nasus cor- niger . Subfamilia 25. Hippopotamina . Pedes tetradactyll: dentes molares complicati , numerosi : chiloma latum , obtusum . Familia i^. Suidae. Digiti ad apicem saltem fissi. Subfamilia 26. Ja;;tW/?a. Pedes amici tetradactyll^ e. L. BONAPARTE OOO postici trldactyli : digiti cute obvoluti , ad apicem fìssi : nasus subproboscideus . Subfainilia 27. Suina. Pedes tetradactyli , postici interdum tridactyli; digiti insessores constanter duo; nasus subproboscideus. Subfamilia 28, Anoplotherina. Pedes didactyli . Familia i5. Hyracidae. Digiti artuum anticorum qua- inor , posticorum tres , omnes cute obvoluti , apice fissi : lingues ]amellares . Subfamilia 29. Hyracina . Digitus artuum postico- rum externus ungue curvo munitus: cutis dense pilosa: dentes incisivi supra , duo. Gliiibus ac- cedentia. Familia 16. Equidae . Pedes tridactyli duobus digitis abortivis lateralibus absconditis j principali solida ungula convallalo. Subfamilia 3o. Equina. Corpus dense pilosum , collo caudaque longe crinitum : dentes incisivi in- fra supraque sex. Ordo 6. Pecora. ' Artus quatuor, bisulci; claviculae nullae; antibrachium constanter prouum ; ossa metacarpi et metatarsi connata : nngues sculponei\ digitorum phalanges extremas obvol- ventes : dentium qualitas raro triplex ; ventriculis quatuor ruminaulia : placenta multiplex . Familia i 7 Gamelidae . Dentes laniarii infra supraque : duo incisivi supra , infra sex ; cornua nulla . Subfamilia 3i. Camelina . Rostrum productum ; sinus lacrymales nulli ; pedes subtus callosi , di- gitis cute obvolutis solo apice bisulci. Familia 18. Cervidae. Dentes laniarii infra nulli; in- cisivi supra nulli infra octo ; cornua in maribus fere or- dinaria , rarissima in foeminis , caduca , solida , peduncu- Jala , ramosa , cuticula villosa , temporaria salteni , induta . Subfamilia 32. Moschina. Dentes laniarii duo prò- ►i. Ann. Se. ìSaiur. Aiiih) 2. Tom. ,3. 30 3o6 6YSTEM4TIS MASTOZOOLOGIAE ducù , supra in maribus ; slnus lacrymales nulli : cornua nulla : folliculus praeputlalis moschlfer ! Subfamilia 33. Cervina . Dentes lanìarii plerumque nulli : sinus lacrymales saepius magni : cornua in maribus Familia 19. Gamelopardalidae , Dentes lanìarii nulli: incisivi supra nulli: infra octo; cornua in utroque sexu, perennia , solida , brevia , simplicia , cutlcula villosa induta. Subfamilia 34- Camelopardalina . Dentes molares utrinque sex contigui : pedes prorsus bisulci . Familia 20. Bòvidae. Dentes lanìarii nulli: incisivi supra nulli , infra octo : cornua perennia , saepius in utroque sexu , ex osse frontali producta , elastico tegu- mento vaginata . Subfamilia 35. Antilopina . Cornua solida . Subfamilia 36. Bovina . Cornua cavernosa . SUBCLASSIS 2. INEDUCABILIA. Cerebrum unilobum., Ordo 7. Bruta. Artus quatuor lìberi , ungues digìtorum summitatem obvolventes , conici , fere sculponei : dentes radicibus destituii , aut duplicis aut unicae qualitatis , aut nulli ; ubi molares, i4'96. Familia 2 1 , Myrmecophagidae . Dentes nulli : os pe- rexiguum: lingua angusta, emlssilis. Subfamilia òj. Manidina. Corpus squamosum. Subfamilia 38. Myrmecophagina . Corpus pilosum : ungues amici validi , margine acuto . Familia 22. Dasypodidae. Dentes; lanìarii nulli: mo- lares 26-98 : roslrum productum . Subfamilia "òcf. Dasjpodina . Corpus caVa^Xw^clum Subfamilia 4o. Orjcteropodina . Corpus pilosum. Familia 23. BradypodidAe . Dentes : Incisivi nulli : mo- lares non ultra 1 8 : rostrum breve : artus amici longiores , e. L. BONArARTE 3o7 Siibfamilia \i. Bradjpodina . Corpus villosum : dentes lanlarli acuti : mammae duo , pcctorales ! digiti cute juncti: ungues maximi, falculares. OrDO 8. ChiR OPTERÀ. Artus quatuor ; amici , digitis longissimis , conjunctis ; (dempto brevissimo pollice) membrana nuda ad pedes usque producta aliformi ungues digitorum apices tan- tum obtegentes: triplex dentium qualitas ; incisivi supe- riore» 0-2-4: mammae duo, pectorales: penis libar pensilis . Noclurna ■ Familia 24 Pteropodidae . Dentes molares , aut obtu- se tuberculati , aut laeves ; incisivi parvi , inanes , inter validos laniarios , stipati ; digitus index omnium phalan- gium numero absolutus , unguicuLatus . Frugivora. Gre- garia . Subfamilia ^1. Pteropodina, Nasus simplex; nares tubulosae; labia tenuia; iragus nullus; caput co- nicum ; unguis digiti indicis plerumque acutus : membrana interfemoralis brevissima; cauda ve! brevissima , ve! nulla, Familia aS. VespebtilionidAe . Dentes molares tuber- culis acutis coronati : nullus alaris digitus omni phalan- gium numero absolutus ; index exunguiculatus. Insectivora. Subfamilia ^ò. Noctiliotiina . Nasus simplex : labia magua , prolapsa : cauda brevis , crassa , apice libera. Subfamilia 44- Vespertilionina . JSasus simplex: labia congrua; cauda longa , membrana interfemo- rali ampia obvoluta, Subfamilia 45. Rhinoloplùna . Nasus appendice fo- liacea complicata: tragus nullus. Subfamilia /\6. Rhinopomina. Nasus appendice foliacea simplici: tragus dislinclns. Familia 26. Vampvriiue. Dentes molares tuberculis acutis coronali : tcilius tantum almis digitus omni plialan- gium uumero absolutus j index exunguiculatus. Insectivora. 3o8 SYSTEUÀTfS MASTOZOOLOGIAE Siòfamilia 47- Vainpyrina, Nasus appendice fo- liacea slmplicl: tragus distinctus. Ordo 9. Bestiae. Artus quatuor , liberi , manibus non terminati : ungues digitorum apices tantum obtegentes : triplex dentium qualitas: molares ferinis nuUis dimorphi ; antici sparii , postici tuberculis acutis pluribus coronati , supra subtusque bine inde quatuor: incisivi 2-6: mammae plures abdo- minales: penis vagina abdomini adhaerente inclusus. Familia 27. Talpidae. Artus antici fossores- Subfamilia 48. Talpina. Rostrum productum. Familia 28. Soricidae. Artus singuli vel ambulatores, vel natatores : cutis pilosa . Subfamilia 49- Macroscelidina. Rostrum probo- scideum : dentes incisivi infra quatuor, supra sex; canini nulli : artus postici anticis valde longiores. Suhfamilia 5o. Soriciua. Rostrum atlenuatum : dentes incisivi infra supraque duo; canini nulli: auriculae : pedes fissi . Subfamilia [>i. Myogolina. Rostrum proboscideum : dentes incisivi infra quatuor , duo supra ; canini nulli : auriculae nullae : pedes palmati . Subfamilia 52. Cladobatidina . Rostrum elonga- tum: dentes incisivi infra sex, quatuor supra; canini nulli: artus aequilongi: ungues adunci , acutissimi . Familia 29. ErinAceidae . Artus singull ambulatores: Cutis spinosa . Subfamilia 53. Centetiiia. Corpus band congloba- bile : dentes canini . Subfamilia 54- Erinaceina . Corpus conglobabile : cauda brevissima: dentes canini nulli. Orbo i o. Glires . Artus quatuor: ungues digitorum apices tantum obte- e. L. BONAPARTE Soq geiiles; duplex dentium qualitas , laniarils nullis; incisivi infra supraque duo , elongati , siiperioribus quandoque •duo accessorii: additi: molares ad summum 24, tritoni: mandibiilis horizontaliter promolis rosores. Familia 3o. Muridae. Claviculae perfectae: dentes molares siinplices. Suhfamilia 55. Echjmina. Cauda squamata: vel- lus aculels mixtum. Suhfamilia 56. Murina . Cauda squamata : vellus setis mixtum. Subfamilia Sj. Dipodina. Cauda longissima , apice floccifero: pedes saltatorii, amici breves , postici longissimi . Subfamilia 58. Sciurina . Cauda longa , \illosa : vellus molle, uniforme: pedes aequiiongi. Suhfamilia 5g. Arctomina . Cauda vel brevis , vel nulla : vellus molle, subuniforme : pedes aequiiongi. Subfamilia 60. Aì,palacina. Cauda brevis: vellus rude: pedes breves; anticorum ungues fossores : oculi auresque exiguae: dentes incisivi praelongi, manifesti . Familia 3i. Castoridae. Claviculae perfectae: dentes molares compositi. Suhfamilia 61. Arvicolina. Dentes molares radici- bus destituii , lamellosi . Herhivora . Suhfamilia 62. Castorina . Dentes molares radicibus instructi . Familia 32. Chiromydae. Claviculae perfectae: mam- mae duo , inguinales : cauda longissima . Subfamilia 63. CIij ramina . Pedes pentadactyli , digito medio elongato , gracillimo , nudo : postici desinentes in manus pollice, ungue laminari, cuique digito opponibili. Familia 33. Hystricidae. Claviculae imperfectae : cor- pus spinosum: dentes incisivi duo supra : pedes antici tetradactytt, postici pentadactyli. O I O SYSTEMATIS MASTOZOOLOCIAE Suhfamilia 64. Hjstricina. Dentes molares Coro- nide plana sublamellares : lingua hispida . Familia 34. Leporidae . Clavlculae imperfectae ; corpus pilosum : dentes incisivi supra quatuor (in junioribiis jex): pedes antici tetradactyli , postici pentadactyli . Suhfamiìia 65. Leporina. Corpus plantaeque pilo- sae ; dentes molares lamellosi . Familia 35. Lagostomidae . Claviculae imperfectae ; corpus niollissime , uniforraiter villosum : dentes incisivi duo supra ; pedes antici breves , postici elongatì . Subfamilia &Q. Lagostoinina . Dentes incisivi Inferi canaliculati : cauda pectinata . Familia 36. Cavidae. Claviculae imperfectae: corpus pilosum : dentes incisivi duo supra ; molares sexdecim : pedes postici , vel tredactyll , vel pentadactyli utroque digito laterali minimo . Suhfamilia 67. Cavilla. Dentes molares radicibus destituii , lamellosi . Subfamilia 68. Dasyproctina . Dentes molares com- positi . SERIES li. OVOVIVIPARA. Generationis organa ab ano exterius band discreta : feta abortiva, extra uterum maturanda : mammae incon- spicuae : ossula ad pubem duo accessoria : scrotum prae- positum peni retroversum. Orco ii. Marsupi alia. Artus quatuor , gradientes , postici saepe manlbus ter- minati : ungues digitorum apJces tantum obtegentes : den- tes alveolares , dnpHcis aut triplicis qualitatis: foeminarum mammae marsupio abdominali , vel ejus rudimentali plica abscondiiae : vagina blforis . Familia 3 7. Halmaturtdae . Dentes in modum plus minus Glirum : incisivi «longali ; carnivori nulli ; molares tubereulis coronati . e. L. BONAPAUTE 3 I l Subfamilia 69. Phascolomina . Dentes in modutn penilus Glirum : incisivi elongali infra suyraque duo ; laniarii nulli , vel tantum supra , exigui ; molares tuberculis transversis duobus : caput gran- de , depressum : artus breves ; ungues fossores : cauda nulla . Suhfamilia 70. Haltnaturìna . Dentes incisivi duo infra longi , lati , acuti , sex supra : laniarii infra saltem nulli : artus amici brevissimi , postici lon- gissimi digitis duobus conjunctis , pollice nullo : cauda fulciens. Subfamilia 71. P etaurina . Dentes incisivi duo infra longi , lati , acuti , sex supra : laniarii longi , acuti supra , exiles , latentes infra vel nulli : artus aequilongi digitis duobus conjunctis, pollice gran- di , exungui , fere retroverso : cauda prehendens. Familia 38. Didelphidae . Dentes in niodum Bestia- rum : ferini nulli : molares tuberculis ncutis coronati utrinque tres vel quatuor. Subfamilia 72. Didelphina. Artus postici in manus pollice cuique digito opponibili desinentes ; cauda prehendens partim nuda : dentes incisivi decem supra, infra octo : lingua hispida . Familia 39. Thylacinidae. Dentes in modum Fera- ruin : infra supraque carnivori quatuor ! Subfamilia 7 3, Thjlacinina . Artus postici pollice nullo : cauda pilosa : dentes [\^. Omnium, Fera- mm ipsissimarum magis carnivora ratione dert' tiuni . Ordo 12. Monotremata. Artus quatuor, aut notatores aut fossores.' ungues di- gitorum apices tantum obtegentes: dentes alveolares nulli : cloaca excretionis simul ac generationis organa infra se continens ! marsupium abdominale nullum : vagina uniforis. Familia 4o. Echinidae. Corpus spinosum : rostrum eylindraceum , alienuatum: pedes fossores. SYSTEMATIS MASTOZOOLOGIAE Subfamilia 74. Echidnina . Aculei parvi palato affixi loco dentium : lingua emissilis . Familta 4i' Ornithorh\nchidae . Corpus pilosum : rostrum valde depressum , latum (anatinum); pedes palm'ati . Subfamilia yS. Ornithorhjrnchina. Dentes molares utrinque duo infra supraque : lingua lata , mollis , carnosa . NOTIZIE ED ANNUNZI DI NUOVI LIBRI. RlCBRCBE SULLE VARIAZIONI , CHE HANNO LUOGO A CERTI PERIODI IlELLA GIORNATA NELLA TEMPERATURA DEGLI STRATI INFERIORI DELL' AT- MOSFERA. Santo di una Memoria del sig. Prof. Marcel, Iella alla Società di Fisi- ca, e Storia Naturale di Ginevra li 18. Marzo 1838, e contenuta nella 2. parto del Tomo 8." delle Memorie della slessa Società , Anno 1839 , pag. 315. Da ricerche di già antiche , e per la piiJi parte della fine dell' nltimo secolo, risulta , dice 1' Autore, che i rapporti , che esistono fra le tempe- rature degli strati d'aria vicini alla terra sono soggetti a variazioni dipen- denti sia dallo stalo del cielo , sia dall' ora della giornata nella quale si osserva . Fu M. Marco Augusto Pictet che , pel primo nel mo. studiò accuratamente l' andamento di due termometri stabiliti 1' uno a 5 piedi sopra il suolo , e V altro alla altezza di 75 piedi ; rimarcò , che allor- quando il tempo era calmo , e sereno , la temperatura di questi era concorde circa due ore dopo il levar del sole ; che , a partire da que- sto punto e durante tutta la giornata, il termometro a 5 piedi sopra il suolo segnava costantemente di più, che quello situato all'altezza di 75 piedi ; che i due termometri si accordavano di nuovo qualche tempo dopo il tramonto del sole , e che dopo questo punto Gno alle II ore della sera il termometro inferiore provava un abbassamento relativo di circa due gradi e mezzo centigradi. Pictet aggiunge, che nei tempi perfettamen- te coperti, 0 allorquando dominava un vento gagliardo, la diflcrenza fra la temperatura dei due termometri era prpssochè nulla. Questa espe- rienze furono riprese nel 1784 dal tisico inglese Six. Questo dotto, avendo paragonato per lungo tempo la temperatura di tre termometri lissaii , l'uno al piede della torre principale della Cattedrale di Canterbury , il se- condo alla sommità di questa torre, alta 20U piedi incirca, ed il terzo alln altezza di HO piedi, dice d' aver sovente rimarcato fra i due primi tei- 3 I 4 ANNONZI DI NUOVI LIBRI inomelri una difTerenza di cinque .1 6 gradi, durante le notti placide, « serene, ed alla stazione di IIO piedi una temperatura intermedia. Al lorché il tempo era coperto, la temperatura gli è parsa pressocché la stessa nelle tre Stazioni , e se t' era pure una differenza, si verifi- cava in senso contraria di quella che aveva luogo per un tempo se- reno , vale a dire , il termometro prossimo a terra segnava di più che quello collocato all' altezza di 200 piedi circa. M. While nella stia storia naturale di Selbourne , ha altresì rimarcata una differenza di 5 , a 6, gradi, ed anche più fra la temperatura della pianura, e quella d' una collina vicina , dell' altezza circa di 200 piedi. Leslie dice di aver osservato che in Inghilterra, circa due ore dopo il le- var del sole, il suolo è alla stessa temperatura dello strato d'atmosfera, che gli ò a contatto. Da questo momento , Ano a due ore pomeridiane , il snolo è più caldo dell' atmosfera contigua. Dopo le due ore, questa diffe- renza di temperatura diminuisce a segno , che due ore incirca avanti il tramonto del sole , il suolo si fa più freddo dell' aria circostante , e questa nuova differenza va aumentando durante la notte. In fine Wells nel suo Saggio sulla rugiada , pubblicata nel 1814 , ha rimarcato, che durante le notti placide, e serene , l' aria , all'altezza di 4 piedi , sorpassava sovente la temperatura del suolo di 3 , a 4 gradi , e qualche volta di 5 , a 6, Da tutte queste osservazioni , aggiunge 1' Aut. , pare si possano stabilire questi due fatti : I.° Durante le notti placide, e serene 1' aria a 4 , o 5 piedi sopra il suolo è notabilmente più calda del suolo stesso ; 2," Du- rante le notti placide , e serene l' aria dai 5 , ai 6 piedi e in su, si riscalda secondo una legge non conosciuta , e ciò fino ad una altezza il cui li- mite non è stato fino ad ora detcrminato. Allo scopo di portare un qualche lume sulla parte ancora oscura dì questo argomento intraprese il nostro Aut, le esperienze , che passeremo ad indicare , le quali dispose con tutte le viste necessarie ad escludere quelle cause locali , che potevano aver influito per qualche parte ad alterare i risultati delle esperienze dei precedenti. Ebbe in vista ancora di ottenere risultati sui quali si potesse appoggiare con maggior sicurezza , facendo uso di strumenti preziosi , 0 più esalti di quelli adopratì lìa questi , Si procurò un albero di abete della lun.<^hezza di 114 piedi il quale eresse normalmente sul suolo , e lo stabili solidamente , e capace di reggere alla violenza dei venti . Esso si trovava altresì nelle circostanze più favorevoli a tal genere di esperienze, cioè, situato nel mezzo di un gran prato, ad una distanza assai considerabile da tutte le abitazioni, e da tutti i gruppi di alberi di grossezza notevole. Vi aveva fissati di IO in IO piedi, su tutta la lunghezza , dei bracci orizzontali di abete lunghi due piedi , ciascuno dei quali portava alla sua estremità una piccola puleggia , per ArtNUWZC DI NUOVI LIBRI 3|5 mezzo di cui si potevano far montare , o discendi re dei lermometri. I terinoiuelri istessi allresi sensibilissimi, e di ampi gradi avevano il bullM) coperto di uno strato di sostanza bod conduttrice , aitine di poter essere certi che la loro temperatura nou variasse nel farli di- scendere. Al momento di ciascuna osservazione termometrica . Ei teneva conto dello stalo atmosferico , ed osservava soventemente 1' Elrioscopio di Lesile , non cbe l' Igrometro di Saussure. L'oggetto principale, cui mirò l'Autore, intraprendendo queste ri- cerche fu la soluzione delle quattro questioni segueati. Prima Qcestiohe Fino a qual punto influisce lo stato del cielo , e V agitazione del- l' aria suW accrescimento di temperatura , che ha luogo , a certi pe- riodi della giornata, a misura che si sale? Dalle proprie esperienze ricava 1' Aut. , che su tale accrescimento in- fluiscono entrambe le predette circostanze. In generale, più il tempo è chiaro , e placido , e meno 1' aria contiene di vapori acquosi , piìi la dif- ferenza di temperatura, ascendendo, è considerabile, ma non gli è mai avvenuto di vederla oltrepassare i 4 gradi, quantunque presiedessero le circostanze meteorologiche più favorevoli a tale efTetto: questo risulta- lo è minore di quello dato dalle esperienze di Sis. Dalle quali, quelle del nostro Aut. difTeriscono ancora per ciò, che, nel tempo di primavera, gli parve di osservare , che avesse luogo uu piccolo accrescimento di tem- peratura , salendo , benché il cielo fosse coperto . Egli stesso dice di aver osservato più volte una eguaglianza completa fra i differenti termometri, due , 0 tre ore dopo il tramonto del sole , e nota che al momento di queste osservazioni 1' elrisocopio segnava zero , mostrando con ciò , che la terra riceveva tanto di calore dagli strati superiori dell'atmosfera, quan- to ella gliene inviava per irraggiamento. Da tutto questo 1' Aut. ricava la seguente conclusione — L' accrescimento di temperatura , nel *a- l\re , degli strati successivi dell' atmosfera , che si verifica al momen- to del tramonto del sole , benché possa essere variabile , sia sotto il rapporto della sua intensità , sia sotto quello della altezta a cui perviene , è un fenomeno costante , per qualunque stata del c\elo , salvo il caso di venti forti- — SeCOKDA QrESTIONB Determiruire i tempi della giornata ai quali V arcrese^imento di tem- peratura , montando, comincia ad a\er luogo . Questa accrescimento rts'a egli costante, o tende ad aumentare durante la notte ^ Dalle osservazioni fatte dall' Aut. risulta che , allorquando il tempo 3 1 6 Ar?rfuszi di nuovi libri è chiaro, e sereno l' accrescimento dì temperatura comincia a farsi sen- sibile circa mezz' ora avanti il tramonto del sole , o a questo stesso mo- mento se il cielo è nuvoloso. "Sei qual punto poi ha luogo ordinariamente il massimo accrescimento, quando il tempo é sereno, e si mantiene du- rante la notte presso a poco stazionario. Se in questo frattempo , soprav- viene rugiada abbondante , ha osservato che la differenza qualche volta diminuisce, ed anzi rileva che è cagione perchè al levar del sole soprav- venendone di più abbondante , la differenza qui pure diminuisca , e il suolo alle volte sia più caldo dell'aria ambiente. Onde da tutto ciò 1' Aut. ne inferisce che — Il punto del massimo accrescimento è quello che segue immediatamente il tramonto del sole , partendo dal quale resta sta- sionario , o anche non di rado diminuisce , specialmente quando la rugiada è abbondante. Al levar del sole l' accrescimento é soventi vol- te inferi(yre a quello che ha luogo al tramonto di quest' astro — Terza Questione Determinare il limite dell' altezza al quale V accrescimento di tem- peratura cessa ; questo limite è egli costante , o varia collo stalo del- l' atmosfera ? In generale è parso all' Aut. di ritrovare il limite dell' accrescimento di temperatura fra i 90, e 105 i piedi, quando il cielo sia sereno, o perfetta- mente chiaro; ma allorquando il tempo è coperto, o ventoso, e soven- temente , in inverno , ben anche in tempo sereno , e chiaro , questo li- mile gli é parso meno alto . Questi risultati vengono riportali dall' Aut. a scioglimento della sua terza questione. Quarta Questione Il grado di accrescimento di temperatura , che ha luogo , salendo , a certi periodi della giornata , varia egli a seconda delle differenti stagioni dell' anno ? ■ La risposta è affermativa , dice 1' Aut. , e l' inverno fra le diverse sta- gioni è quello che offre i risultati più rimarchevoli. Differisce dalle altre stagioni sotto i due rapporti seguenti : 1.° La differenza di temperatura fra gli strati d'aria vicini a terra è molto più considerabile di quella , che ha luogo nelle altre stagioni dell'an- no. Il massimo della medesima è arrivato fino ad 8 gradì , per un inter- vallo di 50 piedi in altezza , venendo indicato da un termometro a 2 piedi sopra il suolo , e da un altro alla altezza di 52 piedi , mentre il suolo era coperto di neve ; quando poi la terra era scoperta , questa dif- ferenza gli è sembrata meno considerevole, per altro l'ha sempre ve- duta passare il massimo osservalo nelle sere dell' estate , e dell' auton- .4N>C:iZl DI KUOVl MBIU 3 I y DO. Se i] tempo è nuvoloso, la dìflerenza é luoito piccola , e ciò aiu-lie quando la terra è coperta di neve. 2." L' iaveruo si diUiague dalle altre stagioni dell' anno anche per la temperatura eccessivamente bassa della superficie della terra , a cerli mo- menti della giornata, relativamente agli strati d'aria immediatamente Ticini , cioè alti due piedi circa . In tale stagione , la terra essendo coperta di neve, questa differenza è arrivata fino a 6 gradi ; il medio di 12 osser- vazioni , con un termometro alla superfìcie della nefe , ed uno a cinque piedi, fu di 3 gradi di differenza. In eslate ed autunno 1' Aut., invece, ha trovato che la temperatura della superlicie della terra fu momentaneamente un poco più calda del- lo strato d' aria all'altezza di 5 piedi, nel tempo stesso che, partendo da questa altezza, l'aumento di temperatura, salendo, era di già stabilito. la questo caso particolare non si sa per vero come spiegare 1' abbassamen- to di temperatura degli strati d' aria vicini alla terra , per rapporto agli strati superiori. In falli , egli dice , la teoria dell' irraggiamento lo attribuisce al raffreddamento del suolo ( effetto dell' irraggiamento not- turno , 3 che si comunica agli strati d' aria più vicini , e poi successiva- mente ai superiori con intensità decrescente col salire. Ala se il suolo stesso si trova più caldo dello strato d' aria circostante , la spiegazione enunciala rimane ìnamissibile , almeno senza qualche modificazione. Laonde per dar ragione di questa anomalia , la quale però non si pre- senta che rare volle ( in più di un anno non 1' ha rilevala che quattro volto , e sempre circa al tramonto del sole , essendo allora abbondantis- simo il deposito di rugiada ), l' Autore pensa di poterla attribuire ad una precipitazione di rugiada abbastanza sollecita , e abbondante per riscal- dare momentaneamente la superficie del suolo. Questa superficie si ii{- fredderebbe di nuovo, Ei dice , in causa dell' irraggiamento notturno, dopo un breve spazio di tempo, e prima che la debole elevazione di tempe- ratura, acquistata dalla slessa seperficie, avesse potuto communicarsi agli strati d' aria anche ì più prossimi. Ei pone in Une questa conseguenza: — L' accrescimento di temperatura, salendo, varia, sia in quan- to alia sua intensità, sia in quanto al suo limite in altezza , nel- le varie stagioni dell' anno ; ma é neW inverno , e principalmente qtiando ti suolo è coperto di neve, che questo fenomeno presenta i ri- rullati i piìi notevoli. — ISon entra pertanto l' Ani. nella discussione (che , dietro Lui , si è ac- cennata più sopra) del rapporto che deve esistere fra il niovimenlo dall' E- Irioscopio di Lesile, e l'accrescimento di temperatura, che si verifica sa- lendo, poiché le osservazioni falle su questo soggetto non lo han- no potuto condurre a conseguenze positive. Però Egli dice che. in ge- nerale, le variazioni di temperatura dei diversi strali, che si sono verificale n«lle varie circostauze, nun gli sono sembrate coincidere in un modo evi- 3l8 ANMUirai DI KUOVl LlBRt dente colle variazioni corrispondenti dell'irraggiamento indicate dall' Etrio- ecopio. Per esempio , egli ha più volte notato che la colonna indica dello stromento mostrava una medesima intensità d' irraggiamento , tan- to per una notte chiara d' estate , nella quale 1' aumento di temperatu- ra , salendo , non oltrepassava i 2 , o 3 gradi , quanto per una notta simile d' inverno, Della quale questo stesso aumento perveniva ai 4 , e 5 gradi. Dunque Ei conclude che , probabilmente , vi sono altre circostanze , oltre l' irraggiamento , che influiscono su la produzione del fenomeno. Avendo il cel. Autore valutate le esperienze antiche , quelle accen- nate al principio di questo Sunto , non sappiamo comprendere come ab- bia poi trascurate affatto le recentissime , numerose , e pregevoli drl Ch. Sig. Dolt. Ambrogio Fusinìeri , da questo medesimo descrìtte ne' suoi Annali delle Scienze del Regno Lombardo-Veneto , le quali sono interessanti ancora per le questioni cui diedero luogo fra lo stesso Sig. Fusinieri , e Ch. Sig. Can. Bellani particolarmente . É a credersi che ne farà ragione nel tornare come promette nella sua Memoria , su quella parte dell' argomento , che risguarda la predetta discussio- ne , tanto più che anche le esperienze del Sig. Dott. Fusinieri sem- brano condurre alla conseguenza — che altre circostanze , altri ele- menti , oltre V irraggiamento , influiscano sul fenomeno della tem- peratura crescente all' in su , negli strati superiori .dell' atmosfera . Annais etc. Annali distorta Naturale pubblicati a Londra, quaderno XXri febbraio 1840, Lankester Edwin. Sulla struttura della Tunaria igrometrica. Bogg lohn. Classificazione dei Zoofiti basata sulla forma dei tentacoli. lohn- ston George. Miscellanea Zoologica accompagnata da tavole rappresen- tanti gli annelidi della Gran Bretagna. Thompson WiUìam , Sull' ap- parire in varie epoche della balena. Byperoodon Butzkopf Lacep : su le coste dell' Irlanda ,e specialmente sulla sua spontanea comparsa presso quella della gran Bretagna nell' autunno 1839. Lindley , Nuova Orchidacce. Mac Leay , Nola sugli Annelidi. De Brignoli de Prunhoff di Modena , e Morren di Liegi , Sulla irritabilità e sui movimenti delle foglie dell' Oxalis. Eyton T. €. , Saggio della Fauna del Shropshire e Norh Wales. Cantar , Sulla produzione della colla di pesce dei mari delle Indie. Mac Clelland. Colla di pesce del Polynemus sele Buch , la qual specie è molto cornane negli estuari del Gange. Lou-e R. T. , Sup- plemento alla Synopsis dei pesci di Madera in.serila nel 2. volume delle Transazioni della Società zoologica. Informazioni ri^guardanli dei vaggi ANNOPtZl DI «DOVI LIBRI 3 1 9 BoUnici: giornali delle missioni di Dootan del «g. GriffUK: recenti spedizioni nella Gojana del sig. Schomburgk. Mo»GGiu Li'iai , Della digestione delle pareti dello stomaco , disserta- zione per Laurea. Milano tip. Marini 1839 8.° di pag. 68. Reichert Doti. C. R. Vergleichende Entwichkelungsgeschicte eie. Sto- ria comparata delle sviluppo della testa degli Amfibii nudi dietro la legge di formazione della testa dei vertebrati in generale , colle principali difTerenze nelle singole classi dei vertebrati . Kònisberg I83S 4." di pag. 375. con tre tar. Libri di Zoologia Sulle abitudini dell' Apteryx Australi succello della nuova Zelanda , molto analgo alle Strulhionidae , detto dai nativi Kiwi, del sig. Allan Ciji>imngbah. 11 più rimarchevole uccello abita le più folte ed oscure foreste . In queste foreste vicine alle stazioni missionarie di Kerikeri e Waimate , e poco lungi dalle sponde della Baia dell' Isola , 1' uccello in discorso Tiene preso ; tuttavia non si può dire che tali luoghi sieno la sua di- mora giacché si rinviene in tutte le foreste dell'Isola Settentrionalo. In queste umide foreste egli riposa tutto il giorno , particolarmente fra li densi intrecci delle erbe, che sono una specie del Cerex, ovvero si nasconde dentro li forami dell' albero Bata Metrosideras robusta. In tai luoghi vi fabbrica un semplicissimo nido , deponendovi un solo uovo , il quale ha la dimensione di quello di anitra, 0 come asseriscono i nativi, quello del- l' ovo d' Oca , il quale uccello ora evvi famigliare in quali' isola per esservi stato portato dagli Europei , per fornirne i loro pollai. Il pe- riodo dell' incubazione non può essere bene determin.ito. Appena il sole abbandona tali foreste e la notte vi si adensa egli esce dal suo nido in traccia del cibo , che è ( secondo le relazioni ) di vermi esclu- MTamente, e questi se li procura col profondare i suoi piedi in quel umi- do terreno , e forse il solo istinto lo conduce colà ove più moltiplicati sono tai vermi , giacche i suoi occhi sono molto piccoli , e la superiore mandibola avendo alla sua estremità i fori nasali possiede senza dubbio un lino odorato. Esso é solitario , e perciò non se ne incontrano mai parecchi; pure generalmente va sempre unito ad una femmina, e nella immense foreste che meno sono frequentato dagli indigeni si incontra il maschio alla distanza di un terzo di miglio dalla femmina. Il grido del Kiwi che si ode nel buio della notte è simile al lischio prodoUo dai ragazzi allorché si pongono le dita nella bocca , ed è cui imitare tale lischio che li indigeni lo avvicinano e lo afferrano coli' aiuto de" Cani, 0 lo sorprendono collo splendore dì una lampada, che nascondono sotto 32l> i loro mantelli , lo prendono pel collo e cosi lo hanno vivo. In questa maniera l' uccello , il di cui corpo e pelle mandai a Londra , fu preso e mi fu portato vivo. Bisogna aggiungere che allorquando li nativi van- no alla caccia di questo uccello , scelgono le notti in cui le più dense te- nebre ricoprono quelle maestose foreste , e siccome sopra ho detto che lì Kiwi vanno colla loro femmina, cosi il nuovo Zelandese ben tosto distingue per la differenza del lischio la femmina, e di quella per, la prima ne fa la caccia , poscia del maschio , e di questo ne è ben facile la presa giac- ché r amore de' figli e della sua compagna lo tiene vicino al suo nido. Allorché il Kiwi ode del rumore nella foresta egli fugge ne' più oscu- ri recessi della medesima con ammirabile rapidità , benché la brevità e la robustezza delle sue gambe sieno più atte a scavare il terreno, che a muoverle agevolmente ; e cosi procurano ancora all' animale una potente difesa , giacché quando li piccoli cani lo aflerrano egli si di- fende colle gambe, e si dice che se li cani non sieno ammaestrati a darle la caccia ne ritornano malmenati da' suoi piedi. Quando i nativi vestivano li tessuti che la natura loro offeriva , erano più forti dell' epo- ca presente , di cui lì europei li provedono di fìtti e pesanti tessuti di lana ; allora essi erano abili cacciatori del Kiwi ; anzi prendevano diletto di passare li tempestosi uragani fra le più dense tenebre di quelle foltissime selve. Essi utilizzavano le penne del Kiwi per di- re o decorare le loro stuoie , che essi ritraevano dall' erbe che abbon- dantissime vegetano colà. Così la continua caccia ha distrutto in molta parte il Kiwi, e benché egli abiti ancora in quelle boscaglie, pure é difiicile il prenderlo , giacché questi isolani ammollili e snervali dalli costumi dei continentali si ricusano, promettendo anche larga mercede, di atlrontare gli orrori della notte fra quelle gigantesche vegetazioni. La pelle del Kiwi che ho mandata a Londra mi vien detto dai nativi ap- partenere ad un maschio , ed è certo che vivente l'animale produceva un fetore insoffribile. Alcuni nativi del Capo Est , sulla costa meridio- nale della Baia dell' Isola , che ora stanno coi missionari di Paihia mi fecero osservare che li Kiwi della costa meridionale , erano più grandi e più nerboruti di quella specie che io mi sono procurato sul fiume Ho- kianga e questa circostanza mi farebbe pensare che eglino fossero una specie distinta ( ànnah of Naturai History, Gennaio 1840 N. 25. ) v ^ K k jM HJ ^ €0n^Ì2tont MV H^somziont Ogni mese verrà regolarmente pubblicato un Fascicolo di questi nuovi Afinali , e quando lo richiegga la materia' sarà corredato delle opportune Tavole. Ciascun Fascicolo sarà composto di cinque fogli di stam- pa; il primo ed il settimo Fascicolo d'ognr Annata verrà fornito di un Frontispizio e di un Indice per la serie de' Volumi, e le Tavole di un' annata. saranno dodici all' in- circa . Il prezzo d'ogni Fascicolo è di Baiocchi 25 Romani, pari ad Ital. Lir. 1. 34, e sarà pagato all'atto della con- segna del medesimo. Per li Signori Associali all'estero e fuori di Bologna si dovrà pagare un semestre anticipato, che sarà di Scudi Romani uno, e baiocchi cinquanta, pari ad Italiane Lire 8. 05 non comprese le spese dì dazio, e posta . La presente Associazione si ritiene obbligatoria per un anno. Le Associazioni si ricevono in Bologna dalla Società Editrice di questi Annali — in Via S. Stefano N. 90. — e dalli distributori di questo Programma si in Bologna , che fuori , ed all' Estero . // 26 Febhr. 1840. INDICE DEKiLE MATERIE OONTEMIJVB ..■] ii'i i-.ii. : I I ' ..;!.'!•.,! Vi tifi:)/ • iiin , If QUIETO FAS|CÌ^f3«^Ii9 ; MEMORIE ED ARTICOit ÒRlGmitl ' :i'i-'M ;. • ..: !:<.- ii fVj. (,f(inq li ; j BuNcom DoTT. G. Sui fenomeni geologici óiperàtf*''" • dal gas idrogene, (continuazione) . . . pagi" ^4' Breventani Dott. Ulisse. Relazione del moto vi- bratorio rinvenuto in varie membra degli ani- mali (continuazione e fine) , . . . . . „ aSy Bertoloni Prof. Gius. Lettera intorno alcune piante credute di nocumento ai cavalli . . . .55 269 Galvani Dott. Dom. Lettera intorno all' ipotesi del Cross che risguarda la formazione di certe specie di animali rtiicroscopici ,,2^4 Alessandrini Prof. A. Rendiconto delle Sessioni dell' Accademia delle Scienze dell' IstitatQ , di Bologna (continuazione) .. . . . . . • ,, 288 BoNAPARTE Princ. C. Prodroiìius Systematts Masto- zoologìae „ 3oo 'Notizie ed Annunzi di Nuovi Libri Chevalier . intorno all' uso dei microscopi . . 5, 3 1 8 Annali di Storia Naturale di Londra . Febbraio '84o . . . • „ 3i9 Allan Cunningham . Sulle abitudini dell' Apìeryx dustralis uccello della nuoya Zelanda . . ..ivi muovi AIVIVAIil SCIENZE NATURALI ANNO 1840 (pubblicato li 30 GiagnoJ Prezzo del presente b3i.l25. BOLOGNA (PEI TIPI DI JACOPO MARSIGLI 1840 AVVISO I Direttori di questo Giornale, nel pubblicare il Fasci- colo di Gennaio pel corrente 1840 , hanno creduto di conservare , sì nella copertina che nel Frontispizio, la nu- merazione progressiva dei Fascicoli e dei Tomi in relazione a quelli già venuti alla luce negli Anni 1838 e 1839. perocché portano essi fiducia, che que' Signori Soci, i quali favorirono in allora l'edizione di questi Annali, sie- no per Continuare anche al presente nell'associazione: ovvero che quelli, i quali si sono novellamente associati, possano fare acquisto de' precedenti due Volumi dalla So- cietà Editrice , che dietro richiesta li rilascierà loro a mo- dico prezzo. Ma potendo a taluno de' nuovi Signori Associati tornare a grado d'avere solamente i Fascicoli dell' associazione in corso , così per provvedere al comodo di questi, senza porre d'altronde un'interruzione nella serie da principio nomi- nata, si avverte che d'ora innanzi si modificheranno op- portunamente le copertine de' Fascicoli mensili , e si darà pei singoli Volumi un duplice Frontispizio , cioè uno re- lativo all'intera edizione di questi Nuovi Annali, e l'altro solamente approprialo alla pubblicazione di ciascun' Anna- ta , curando inoltre che ogni Anno contenga possibilmente delle produzioni non interrotte. OSSERVAZIONI SULLA MANCANZA O LEGGEREZZA DELLA COTENNA NEL SANGUE DEI SALASSI FATTI NELLA SPECIE BOVINA SOTTO IL DOMINIO D' INFIAMMAZIONI INTERNE. VimCETIiZO liUATTI VETERINARIO CONDOTTO DI ACQUAVIVA NEL VAL DI CHUNA. Non havvl dubbio che se l' umana medicina molto lume e giovamento trar può nella diagnosi delle malat- tie dal coagolo del sangue nei salassi fatti in condi- zione morbosa •, lume e giovamento maggiore d' assai per questo mezzo trar può ben anco la medicina Ve- terinaria dovendo essa occuparsi di esseri privi di favel- la , e dedurre perciò molte volte la diagnosi e la pro- gnosi da sintomi oscuri , poco apparenti , e spesso equì- voci se non contradditorj . Di piii dovendo il Veterinario trattare diversi generi d' Animali , torna per lui utile a sapersi se il crassamento del sangue ( ben s' intende quello estratto colla flebotomia ordinaria in caso di ma- lattia ) delle diverse specie d' Animali più comuni ed utili , quali sono il Bue ed il Cavallo , coasolatosi nel debito modo dia in tutte i medesimi risultati . Conosciuta per tal modo l' importanza dell' argomento ho cercato di notare parecchi dei fatti più interessanti che Io ri- N. AsH. Se. Natdr. Anno 2. Tom. 3. 21 v)2 2 COTEKJiA DEL SANGUE BOVINO guardano , ed ardisco ora di presentarli al pubblico , colia sola idea di dirigere l'attenzione dei pratici sopra un soggetto tanto interessante e che fin qui mi sembra sia stato non quanto basta esaminato , DifFatti abb'enchè concordemente tutti li scrittori di Veterinaria , anche sot- to l' impero del Brownianismo , raccomandino costante- mente ed uniformemente le cacciate di sangue , qual più qual meno generose , pel più utile rimedio antinfiam- matorio , pure hanno lasciato poco di preciso sul can- giamento di esso sangue nella naturale separazione in crassameuto e parte sierosa . E per tacere di tanti , Toggia padre che h^. scritto opere voluminose e molto utili appositamente sulle malattie dei Buoi , niente o poco ha lasciato di preciso su tal soggetto ^ i Pozzi , i Volpi , ì Sandri , che fiorirono in Italia al comparire delle dot- trine del Rasori e del Toramasini nulla di proprio han- no aggiunto in proposito , trattando P argomento solo ge- nericamente ^ onde non bene s' intende se essi abbiano osservato il sangue del Bue separatamente , o se par- lino solo dì quello del Cavallo , qualora trattano del- la cotenna e del sangue cotennoso come fenomeno mor- boso che spesso si riscontra nel sangue estratto in caso d' infiammazione , Più conforme a quanto sono per esporre trovo Mon- sìeiir T^itet nella sua esposizione delle malattie degli Animali domestici ecc. T. 2. pag. 26, dove dice: „ il .5 sangue che si trae all' animale vivo e colto da iufiam- ,5 mamento interno non ha sempre le stesse qualità: ora 5, forjna una massa nericcia che dà pochissimo siero : 55 ora è di un rosso vivace e schiumoso alla superficie 5, e senza siero ^ ora è coperto , e ciò per lo più , di ., una pelicella bianchiccia più o meno grossa sulla „ quale nuota alquanto siero, e che si chiama coten- „ na ^ essa è specificamente più leggera della parte rossa ,5 e più pesante della sierosa. ,, Ma quantunque il dotto Autore ammetta in genere che il sangue può variare DI TI.NCErzO LVATTl 3 23 nelle sue qualità e caratteri sotto P influenza del pro- cesso flogistico , inai però discende a parlare di tali diÙVrenze considerate in relazione colle varie^specie d'a- nimali colpite dallo stesso processo flogistico . E pertanto un fatto ben dimostrato che il sangue del Bue estratto dalla vena nelle ridette circostanze , per quanto cousta almeno dalle mie osservazioni, dista assai nelle sue apparenze da quello dell' umana e dell' equi- na specie considerate sempre sotto il predominio di malattie infiammatorie . In fatti manca decisamente nel primo, cioè nel sangue del Bue, quella separazione dì iìbrina che costituisce la vera cotenna , mentre invece nel crassamento delle sanguigne fatte al cavallo in tal condizione , ed in pari circostanza , la cotenna o crosta infiammatoria è molto profonda , visibilissima , densa e tenace . Dirò di più ancora che non solo mostra co- tenna il sangue di cavallo estratto durante 1' accensione flogistica , ma la presenta pure quello degli individui costituiti in istato di pletora o di esuberanza di vita , come per esempio nei puledri , o nei cavalli vivaci , fo- cosi , o assai pingui , o pasciuti di foraggio stimolante . La qual cosa giammai è stata da me riscontrata in pari circostanze nel salasso dei bovini . Ed eccoci al punto utile ed interessante dell' argomento , poiché conosciuta que- sta diversità di resultato , ed applicandolo debitamente alla pratica Veterinaria si saprà che non si deve calco- lare troppo la mancanza o la tenuità della cotenna che offre il coagolo sanguigno di un Bue , nel determinare la dialesi di una data condizione morbosa . Lo perchè dunque stando ai dati generali , né qualificando parti- colarmente le singole forme dei mali , dire si può con fondamento che invano si cercherebbe un abbondante strato di fibrina nel coagolo del sangue di tale specie d'animali anche sotto processo infiammatorio il più ar- dito , la quale mancanza ripeto si oppone alla regola universalmente ammessa quale precetto generale, cioè 324 COTEKNA DEL SANGUE BOVINO che il sangue infiammato sia sempre cotennoso . Mi era di già da qualche tempo dedicato al pratico esercizio della veterinaria , quando mi accorsi che indar- no nel sangue di cui ragiono cercavo la tanto decan- tata cotenna , e domandando a me stesso ragione del fenomeno non ne sapevo trovare una sufficiente, e per lungo tempo credetti doverlo attribuire a qualche innav- vertenza commessa nell' osservare . Ma applicandomi piìi di proposito all' osservazione di un fatto pratico che mi sembrava tanto straordinario ebbi campo di convincermi della realtà del medesimo , e credo che si possa fin d' ora stabilire come canone sicuro in Veterinaria che il sangue estratto mediante Ja flebotomia dal Bovini anche sotto 1' andamento di gravi infiammazioni interne molto ardite ed estese ora a tutto un sistema ora ad una parte di esso, ora ad uno, ora a più visceri, non presenta assolutamente traccia di cotenna , o la mostra , però assai di rado, ben tenue. Da questo punto fermata r attenzione mia sopra un fenomeno che sembrommi tanto interessante , tenni registro esatto di parecchi casi pratici nei quali era palese la più decisa diatesi flogisti- ca onde chiarire i dubbii preconcepiti . E siccome da un numero non piccolo di siffatte osservazioni risulta appunto la conferma del fatto cui ho più volte accen- nato , della mancanza cioè o della tenuità della cosi detta cotenna o crosta infiammatoria , certamente non mai proporzionata al grado della diatesi flogistica esistente , così per dare una completa dimostrazione al mio assun- to verrò sciegliendo tra le molte i5 osservazioni com- provanti all'evidenza la costanza ed entità di un tale fenomeno, ommettendone molte altre per non stancare sovverchiamente 1' attenzione di chi avrà la pazienza di leggere questo mio scritto , e perchè ciascuno potrà da sé , ed in diversi luoghi verificare una tale osservazione ^ avverto innoltre che non fidandomi di me stesso ho interpellato l' amico e collega Sig. Angelo Barluzzi Ve- DI VINCENZO LUATTI 3a5 terlnario che esercita con zelo pnri al sapere la pro- fessione, il quale in una lettera del 3o Giugno 1839 mi assicura che per quanto egli ricorda sul pi-oposito , la sua pratica gli ha dimostrato essere vera e fondata la mia proposizione , e quindi senza piìi passo a mir- rare 1 fatti principali che servir possono d'appoggio alla medesima . , Osservazione i. ^11 dì quindici Agosto i838 sono cercato da Nicolò Lazzerini della Cerliana lavoratore del Sig. Conte Felice Venturi per consultarmi intorno ad un Bue della sua stalla gravemente malato di osti- nata ritenzione d' orina che datava da due giorni . Un calcolo esistente in vescica era la cagione evidente di una cistite caratterizzata da abbattimento , tristezza , polso forte e vibrato , con affanno di respiro ^ le feci erano espulse poco per volta e spesso miste a del muco , era- no sensibilissimi e frequenti gli stimoli di orinare , in- tollerabile la pressione ai lombi, gli occhi scintillanti, e totale avversione al cibo : fenomeni tutti che riscontrai nella prima mia visita fatta alle ore otto del detto giorno . Seppi ancora che gli spasimi erano diminuiti nella notte antecedente e che il giorno i4 detto era stato praticato un generoso salasso di 16 a i8 lib- bre , ma il sangue estratto non si era conservato . — Ripetei altro salasso di circa 8 libbre che osservato alle ore 7 pomeridiane dello stesso giorno , cioè 1 1 ore dopo r estrazione ( trovandosi sempre il bue a un di- presso nello stato suindicato ) mostravasi per due terzi composto di siero di color verdognolo giallastro , essen- do il rimanente composto da un grumo o coagolo pe- sante e depresso nello siero stesso . Il cruore era tenace , consistente, resistente al taglio, di color nero picco, ed alla superficie offeriva un sottilissimo velo di cotenna o fibrina grosso appena una linea, e che cuopriva esatta- mente tutta r estensione della faccia superiore del cras- samento . Dalla jugulare sinistra , aperta il giorno in- 3 26 COTE?):^A DEL SArìGUE E0V150 nanzi , mediante nuova incisione era stato estratto il san- gue che uscì. dal foro piuttosto largo ed a pieno getto. Il Bue giovane, ben pasciuto, cibato al verde, vista la pravità del caso fu venduto al macello , e si potè così verificare l'esistenza del calcolo in vescica. Osservazione i.^ Salasso fatto ad una vacca di Giu- seppe Neri lavoratore della reale fattoria d' Acquaviva il di 26 Agosto i838. Una indigestione cagionata nel di 2 5 dello stesso me- se da abbondante e nutritivo foraggio prodotto aveva da prima la timpanitide , alla quale associavansi ancora sintomi di incipiente pneumonite , onde mi determinai tosto, e per prevenire la più grave accensione dell'inci- piente flogosi , per un salasso che istituj nella sera del 26 suddetto estraendo otto libbre di sangue che uscì liberamente dalla jugulare aperta con giusta incisione , a pieno getto . Lasciato in riposo sino alle ore nove antimeridiane del 2^, cioè per circa 11 ore, si convertì m grumo nuotante in sufficiente quantità di siero (me- no della metà del totale ) assai fluido e di bel colore citrino . Il grumo appena superficialmente incrostato di una specie di cotenna , ed il cruore di colore rosa- stro-scuro , soffice , molle sufficientemente . Sicché tutto l' insieme di questo coagolo a mio avviso sarebbe tale , se il sangue dei bovini avesse norma e condizione fissa , quale compete ad individuo fuori di condizione patolo- gica flogistica. E tale era certamente lo stato dell'in- dividuo , tutt' al più poteva esistere una condizione di pletora o di irritazione . La vacca veniva pasciuta di verde ed allattava^ era in età di j anni, sana e ben man- tenuta . Con questa sanguigna , con un purgante ed una bevanda acquosa rinfrescante la Vacca presto si ristabilì perfettamentef . Osservazione 3. a Esame del coagolo di una sangui- gna fatta li i3 Settembre ad un bue del Picchiarelli lavoratore della reale fattoria di Bettolle . DI VI5CE?iZ0 LL'ATTI Zl'J La mattina di questo dì entrato nella stalla del sud- detto trovo un Bue gravemente malato , fin dalla sera del 1 1 , per ostinata ritenzione di urina : riscontro che nel corso della notte era stato praticato un salasso dal- la jugulare sinistra ed amministrate tre dosi di nitro di Dramme j e mezzo 1' una , e manifestava angustia . inquie- tezza, abbattimento^ restava molto coricato, muso Ired- do , bocca nonnaie , occhio simile , temperatura esterna sotto dal naturale , febbre con polso oppresso , inap- petenza e mancanza totale di ruminazione: alvo ub- bidiente , respirazione pesante , difficile ^' iscuria com- pleta , mentre nella sera sortiva qualche goccia d" o- rina : esplorata per P ano la vescica la riscontro vuota ^ presenza di un calcolo lungo l' uretra dissotto allo scro- to , qualificato da un corpicciuolo duro della grossezza di un cece, circostanza che stava in opposizione alla cou- dizione della vescica, e che mi tenne alcun poco imba- razzato . Essendo palesi i sintomi di vigente infiamma- zione ripetei la Sanguigna di libbre dieci , se non altro a modo di esperimento . Incisa la jugulare dalla parte destra con taglio regolare sortì il san- gue liberamente , per buon tratto , ed in ultimo a gettito più debole , di colore assai nero . Dopo nove ore esaminato si convertiva in parti eguali tra siero e grumo : lo siero era sanguigno e brutto , il coa- golo non offriva punto cotenna , il grumo cruoroso uero atro , non tanto duro , né resistente . Il Bue in apparenza era più placido , ma nella stessa condizione per gli altri rapporti . Dal che prognosticai dovervi es- sere rottura nelP apparalo uropojetico . La mattina del i4 fu macellato . Riscontro la vescica infiammata e pas- sata alla cancrena , lacerata nel corpo superiormente , e P infiammazione si diffondeva sensibilmente alle parti circonvicine , 1' orina stravasata in parte nel basso ventre erasi infiltrata anche nella cavità toracica . Osscn^azione 4-* Salasso da una vacca di Pasquale 328 COTEOTA DEL SANGUE BOVIKO Pucci lavoratore della reale fattoria delle Chlovane, malata di sinoca ardita, fatto il di 22 settembre del i838. Il giorno dopo era diventato tutto coagulo sen- za che contenesse una sola goccia di siero . Tale grumo o coagolo mostrava una esile pelliccila 0 strato di fibrina di color rosso-chiaro , sotto cui erari il cruore di color nero cupo, e molto duro, per cui stava attac- cato alle pareti del vaso , segno evidente che dello siero non se ne era mai separato. La vacca, di media età, di buon temperamento , veniva condotta al pascolo al giorno , e nella notte cibata con gambi di grano turco secchi. Nella notte delli 28 abbortiva , quindi gradata- mente cominciò a migliorare , sicché sei ad otto giorni dopo la sanguigna , mostrossi ristabilita . Ossen'azione 5.^ Sangue estratto da un Bue di Gia- como Trabalzini locatore del sig. Gaetano Crociani nel Villaggio d' Acqua-viva li 4 Novembre 1 838. per febbre infiammatoria con prevalenza ai visceri toracici ed uro- poetici , cagionata da soppressa traspirazione . Il giorno dopo 5 novembre chiedendo di vedere il sangue con- servato , venne da chi andò per esso , versata tutta la parte sierosa ^ il grumo trovossi consistente anzi duris- simo , e di color assai cupo , e senza offrire indizio ve- runo di cotenna I, giudicando dal segno fattosi nel vaso posso asserire si fosse separato di siero circa un quarto della totale massa del sangue . Dalla jugulare sinistra con ampia incisione fu estratto il sangue in mia presenza . Il Bue contava sette in otto anni , era sufficientemente nutrito e cibato al secco da qualche tempo . Osservazione 6.» Vitello intero del jMeacci contadino dalla reale fattoria di Betolle . Sopraffatto da Encefalite acuta il dì 16 Novem- bre i838 fn salassato la sei'a stessa di circa otto lib- bre, non fu osservato il sangue, ma dal salasso ne trasse miglioramento. Io venni cercato il dì dopo 17 per cu- rare questo vitello di dieci mesi, ben pasciuto e cibato, DI Vi:»CENZO LUATTl 329 oltre una porzione di fieno e semola , colle rape . Ri- petei il salasso pel quale mi servii del foro fatto alla iugulare nella sera innanzi , facendo sortire con getto regolare e veemente altre otto libbre di sangue che, os- servato il giorno dopo , erasi separato più della metà in siero ben sciolto e oleoso , ed il restante ^formava un grumo con spun>a e piccolo strato di crosta cotennosa di color roseo. Il giovenco cominciò a migliorare e guarì perfettamente in pochi giorni . Osservazione 7.^ Un Bue di Cristoforo Zanottì lavo- ratore della reale fattoria dell'Abbadia assalito da Ar- trite, e per ciò salassato due volte: la i.» il dì ii settembre i838. Il salasso di 12 libbre dalla jugulare fu effettuato in regola d' arte . Il sangue nel giorno do- po diede siero di bel colore chiaro , in quantità no- tabile, il grumo molle, non tanto oscuro, ed involto da un semplice velo di cotenna, che copriva tanto la su- perior superficie , quanto il contorno ed il fondo , e come se • fosse in essa incartato . Il Bue da qualche tempo malaticcio era cibato al verde , e per lo più di grano turco m erba . Il secondo salasso venne fatto da me il i3 detto essendosi esasperato i sintomi già descritti, che nel do- dici sembravano diminuiti ^ diffattì divenne asciutta la punta del muso , la lingua e la bocca più caldi , gli occhi injeltati , lucenti , lacrimosi ^ più tumefatti , dolenti e dolorosi gli ingorgli artritici , sicché eseguiva con som- ma pena i movimenti di flessione e di estensione, stan- do la più parte coricato stranamente . Resa necessaria la ripetizione del secondo salasso lo praticai mediante l'incisione opposta della jugulare con bella apertura e presto estrassi da io a 12 libbre di sangue ecc., il i4 erasi convertito in maggior copia di siero , cotenna alla superficie del grumo solamente un poco più alla della costa di un francescone , mentre il cruore rosso era va- riamente atro , alquanto duro , senza esserlo di sOTverchio . 33o COTESTNA ML SANGUE BOVINO In quanto a cotenna , questo salasso la offriva in mag- giore quantità del primo , ma non già tale da indicare da se soia il grado di diatesi : poiché se nei salasso di un cavallo si mostrasse così esile, appena meriterebbe l'attenzione, e il nome di cotenna. Dopo ciò si ebbe un miglioramento uniforme e costante , quindi perfetta guarigione , non rimanendo che degli ingorghi j o tofi artritici ai garetti di nessuna conseguenza . Osservazione S.'* Di due sanguigne fatte ad un giu- venco di Angelo Salvadori lavoratore del Sig. Antonio Remoccl nelle vicinanze di Notola, affetto da febbre con preponderanza di sintomi pneumonici , fenomeni che da- tavano fino dalli 28 dicembre i838. Essendo io cercato nel 3o detto eseguii il primo salasso dalla jugulare si- nistra , che 24 ^^^ dopo trovai coagulato , senza a- ver separato punto di siero , in crassamento denso duro , e di bel colore ^ la sua superficie si copriva di cotenna molto leggera . Il dì 2 Gennaro 1889 persistendo la medesima indi- cazione , aprii la destra jugulare dalla quale stillarono 5 a 6 libbre di sangue che esaminato diede il medesimo risultato dell' antecedente , con di più poche goccie di siero contenuto entro il grumo . Il cibo di questo giuvenco erano state per la maggior parte le ghiande , e da un mese veniva cibato di cannetta o strame', e di paglia . Ebbe lunga convalescenza ma guarì perfettamente. Osservazione 9.^ Fui cercato li 24 Gennaio 1889 da Domenico Palmerini lavoratore della reale fattoria della Abbadia , per un Bue malato di lenta bronchite , al quale praticai un emissione di sangue di 8 a i o libbre che per inavvedutezza fu sotterrato prima che io lo vedessi . Il giorno dopo 2 5 durando i medesimi fenomeni, e colla stessa intensità , massime il polso duro , effettuai dall' altra jugulare con apertura piuttosto ampia , altra generosa sanguigna , e dopo 1 4 ore dava un coagolo CI VmCESZO LUATTI 33 I con poco siero gìallostro : alla superfìcie del grumo si vedevano dei punti lucenti prodotti da alcune goccie di siero imprigionate nella fibrina , che formava un lieve strato ben superficiale , mentre la parte cruorosa era di color fosco , densa , dura , resistente alla pressione . Esso Bue contava 8 in 9 anni, da lungo tempo cagio- nevole di petto, però pingue . Vinto totalmente T inna- sprimento del male venne ingrassato e venduto pel con- sumo annonario . Ossenazione lo.^ Ad un Bue epiletico da 10 mesi del Bennati lavoratore della reale Fattoria della Abba- dia , di nove anni , ben mantenuto in carne , col polso a 60 battute . Fu praticato un salasso il 22 febbraio 1839 durando frequenti più del solito gli accessi, diede poca separazione di siero , veruna traccia di cotenna , cruore molle, uniforme, di color nero sbiadato . L' inci- sione fu un poco ristretta ma il getto veemente : veniva questo animale pasciuto di fieno e di rape promiscua- mente . Questo caso non lo riferisco già a malattia inlianìmatoria ma lo noto per dare un esempio della qualità del sangue anche fuori di questo stato patologi- co. Questa cura non fu seguita da buon efletto perchè durarono colla stessa frequenza gli accessi epiletici, e fu venduto qualche mese dopo per l' annona. Osservazione i\.^ Coagolo ottenuto da un salasso di una Vacca di Marco Rosignoli, lavoratore del regio con- servatorio di Monte Pulciano al podere detto la Pe- schiera, la quale essendo stata il 3o Marzo 1889 ope- rata infermò di metrite . Dopo 3o ore il sangue si era diviso in due porzioni poco men che eguali di siero , e crassamento , alquanto torbido il primo , ed il secondo lievemente coperto da un velo , non tanto distinto , di cotenna : la vacca migliorò assai e fu guarita totalmen- te in quindici giorni . Osservazione 12.^ Ad un Bue di Domenico Bischeri , lavoratore della reale fattoria di Dolciano , affetto da 33» coTErmi del sangue bovino cronica tosse , essendosi inasprito il male , il dì 1 2 Aprile 1889 praticai un salasso di circa 10 libbre che fluì a pieno getto per regolare incisione dalla vena destra del collo . Osservato dopo un giorno e mezzo diede quasi la metà di siero bello , verdognolo , cotenna tenue , la quale però circondava anche in basso il cruore a foggia di cerchio : il cruore al di sopra del piccolo stra- to di cotenna mostrossi modicamente molle e di co- lore nero cupo . Lottò anche per un mese fra le alter- native proprie di questa specie di mali cronici , sinché giunto a estrema consunzione spirò li i o Maggio z= Au- topsia =r La cavità del petto offrì nei visceri, e nelle pleure tracce troppo evidenti di infiammazione , poiché coagoli fibrinosi , indurimenti , adesioni di pleura e pol- mone , con tubercoli in quest' ultimi , erano ì prodotti generali del nominato processo . Osservazione i3.* In questa osservazione prendo in esame tre salassi fatti ad una Vacca di Bastiano Calara lavoratore del Sig, Zamponi nel villaggio d' Acquaviva per cardite acuta incominciata li 3 Maggio iSBg. Io fui cercato solo il 5,1' animale segnava 9 anni , era mantenuto sufficientemente in carne , già stata ma- dre più volte , e trovavasi all' incominciare del morbo nell' ottavo mese di gestazione . Oltre tutti i generali fe- nomeni di infiammazione ben decisa , il polso segnava , sì alla regione precordiale , che alle carotidi , e a tulli i diversi rami arteriosi superficiah da 70 a 80 battute, €d era vibrato , e pieno . Il primo salasso eseguito dalla iugulare sinistra con incisione piuttosto ampia era di color rossastro , e diede un coagolo che , osservato dopo IO ore, mostrava una piccolissima porzione di siero, circa una libbra, di bella qualità, cotenna in sottile stra- tioello della grossezza poco più di una linea contenente imprigionata qualche goccia di siero ^ il cruore di color rosso cupo , per ogni dove striato di fibrina per cui DI VlIVCF.rsZO LUATTI »t 333 tagliato per mezzo compariva come marmorizzato, den- so , resistente al taglio , e assai tenace . Nel di 6 mantenendosi le stesse condizioni flogistiche, con apertura che dava getto ben proporzionato , dalla destra jugulare estrassi 6 in ^ libbre di sangue che li- sciva più oscuro del precedente . Durante il salasso il polso cede di intensità e si fece basso notabilmente , e perciò allentai la compressione anche prima di quello mi era prefisso . Dopo 1 1 ore esaminato il coagolo aveva separato poco siero , ma alquanto piìi del primo , di color giallastro limpido ^ cotenna anche più sottile , gocce anche in essa contenute . Il crassamento era di un nero più intenso , duro , tenace e resistente . Nel di 7 essendo similmente aggravata praticai il 3.' salasso dalla jugulare sinistra in distanza dalla prima in- cisione , e lasciai uscire altre 6 libbre di sangue . Non ne ebbe appena fluito qualche oncia che il polso si fe- ce piccolo , impercettibile , e a salasso inoltrato si per- dette del tutto . Per alcuni minuti chiusa la vena ritor- nò a farsi sentire , e alla mattina dopo sì era rialzato per la vibrazione e frequenza al grado quasi di prima . Il sangue coagolato non diede la più piccola separazio- ne di siero: un esilissimo velo di cotenna cuopriva que- sto grumo molto analogo ai due precedenti . Ma non per questo apparve miglioramento , anzi il male , trat- tandosi di infiammazione degenerata in qualche esito , andò sempre peggiorando , pur tuttavia la gravidanza andò naturalmente al suo termine , e fu felice il parto. Dopo questo però aggravossi sempre più e cessò di vivere il giorno quarto del giugno seguente . = Auto- psia r= La cavità del petto conteneva buona porzione di umore sieroso limpido , e giallastro ^ il pericardio in- durito , coriaceo, ingrossato, aderente al diaframma, ri- pieno di umore sanioso , torbido , cinereo , e di odore disgustosisslmo . Il cuore più voluminoso dell' ordinario , pesava undici libbre , era duro, e la sua superficie apa- 334 COTENNA DEL SANGUE BOVINO riva quasi corosa, e lardacea. Tale alterazione, e disor- ganizzazione di tessuto erasi approfondata solo qualche linea . I grossi vasi sanguigni trovaronsi in condizione fisiologica perfetta anche in vicinanza del cuore. =i Ad- dome . Qui pure si estendeva P efifusion^ sierosa , però in poca quantità , e fra tutti i visceri il mesenterio solo si trovò in istato abnorme , essendo come inzuppato e pieno dell' umore sieroso già notato , assai molLe , sof- fice , e spugnoso . Osservazione i^.^ Una Vacca di Luigi Barbclti detto Fontana lavoratore della reale fattoria d' Acquaviva ma- lata per Sinoca ardita^ fu da me salassata il dì 29 Giugno 1839, 2.° giorno di malattia estraendogli circa I o libbre di sangue dalla jugulare destra con incisione regolare, dopo 24 ore si convertì in una giusta porzione di siero , un po' colorato , ed in un grumo , avente alla sua superfìcie sottile strato di pellicola rossiccia di fibrina , e nel resto assai duro , tenace , resistente somma- mente al taglio , e di color nero atro piceo . La Vacca era di buona costituzione , robusta , ben pasciuta al pa- scolo , di 1 2 anni , ed allattava un vitello di due mesi . Essa è guarita , ed in apparenza lo sembra perfetta- mente •, solo accostando l' orecchio al costato , a modo di ascoltazione , fa sentire un certo soffio stridente co- me di lima in guisa da far suppore un vizio organico nel cuore . Osservazione i5.^ Risultato dell'esame del sangue dì cinque salassi consecutivi fatti ad un Bue dell' Avanzati lavoratore della reale fattoria delle Chiovane malato di Pneumonite acuta incominciata il dj 2 luglio i83g^ nella mattina delli di 3 effettuai un generoso salasso di ben 16 libbre con regolare incisione della jugulare si- nistra . Esaminato il sangue dopo nove ore si era con- vertito in un terzo di siero torbido , ed il restante in coagolo tenace , denso , alquanto resistente ^ e di color nero-cupo , coperto alla superfìcie da sottilissiuia pellicola DI VINCENZO MUTTI 335 fibrinosa . Questo bue era giovine , ben mantenuto , ci- bato di verde ed abbondantemente . Nella sera delio stesso giorno 3.° sebbene avesse al- quanto migliorato , pure trovando il polso vibrato e duro eseguii un secondo salasso di 8 libbre pel quale mi servii del foro fatto alla mattina , di dove il sangue usci con getto ad arco alquanto ristretto , ma elevato , e veemente . Alla mattina dopo , ad eccezione del cruore un poco meno duro e meno cupo , il sangue era in tut- to il resto analogo al primo . Nel giorno 4-° durando P infermo nel solito stato pas- sai al terzo salasso di libbre i o dalla jugulare destra •, il sangue da prima venne con bel getto ad arco , cbe verso il fine impicciolì notabilmente. Dopo 24 ore cioè il cinque, diede quasi metà di siero, formando un coa- golo in tutti i rapporti" simile a quello del secondo salasso . Il dì sei essendo le cose di poco migliorate , ricorro per la quarta volta al sangue , aprendo la jugulare sini- stra a certa distanza dalla prima incisione fatta nel gior- no tre, e con bell'arco e getto regolare lasciai fluire 12 libbre di sangue . Osservato la mattina del sette aveva separato quasi metà di siero sanguinolento , ed il coa- golo trovavasi un po' più molle degli antecedenti sebbene dello stesso color cupo , privo affatto anche del sotti- lissimo velo di cotenna , All' atto dell' effettuazione di questo salasso la forza del male era al suo acume. Il gior- no dopo l' infermo mostrossi assai sollevato , e tranquillo . Il 9 luglio mantenendosi il polso vibrato e forte né proseguendo quel regolare miglioramento che si attende- va eseguì un quinto salasso dalla jugulare destra a buona distanza del taglio fatto li 4 lasciando escire da 6 a 8 libbre di sangue che , esaminato il giorno decimo , dava qualche cosa più della metà di siero , essendo il grumo coperto alla superficie di nuovo da finissima pellicola di fibrina , non che resistente , e nero come negli altri . Il 336 COTENNA DEL SANGUE BOVmO bue da questo giorno andò sempre migliorando , e nella i4-* giornata considerare si poteva come guarito com- pletamente . Pare a me che questo plccol numero di osservazioni bastar possa a dimostrazione della verità e costanza del fenomeno per cui furono istituite , e ad invogliare i pratici a proseguirle e variarle convenientemente , anche in paesi diversi , onde pure scoprire se potesse aver par- te alla produzione di un tal fenomeno una qualche cir- costanza inerente alla posizione del terreno, od alla qua- lità del cibo , e degli altri esterni agenti , il che parrai fin d' ora che esser possa ben difficile . E pure a mia cognizione che secondo la teoria del Sig. Denis recentemente illustrata dal Sig. Dott. Gio- vanni Polli ( V. Ann. Vniver. dì Med. di An. Omodei Tom. 90 pag. 2,5. e seguenti) si potrebbe trovare una spiegazione chimica del fenomeno ammettendo che il sangue sia carico dei sali dissolventi la fibrina per cui questa non possa cristallizzarsi , come suol dirsi , ma per dare una completa dimostrazione del fatto fa d' uopo ancora che i chimici trovino nel sangue del cavallo una composizione ben diversa da quello del bue , essendo a tutti noto la facilità colla quale la prima qualità del sangue , quello cioè del cavallo , mostra la cotenna , e questo necessario confronto non è a mia cognizione che sia ancora stato fatto nei dovuti modi. Che che ne sia riguardo alla spiegazione del fenomeno , dipenda pur anche da diversa crasi del sangue , non era per questo meno necessario dirigere sul rnedesimo l' attenzione dei pratici perchè dalla leggerezza o mancanza della coten- na non argomentassero della non esistenza, o del leggero grado della flogosl con gravissimo danno degli infermi. SUI CORPI ORGAMCI FOSSILI DA MONTE-CONARO DI ANCONA , FIN VERSO L' EMILIA . VITO PBOCACCIIVI RICCI Quel lembo della penisola nostra che io prendo ad indicare , ed in parte a descrivere , sembra non essere stato per anco scelto da verun Naturalista per richiamare a disamina i corpi organici fossili , che in esso vi si contengono . L' amenità dell' orizzonte , la dolcezza del- l' atmosfera , il cielo ridente , le ubertose colline , le apriche pianure , e la fertilità di qualunque pianta ( tran- ne quelle da stufa ) in cotesto suolo , hanno fatto di- menticare , forse , ciò che sepolto ad una maggiore , o minore profondità , si nascondeva all' occhio del Filoso- fo osservatore degli avanzi organici interrati , e confusi fra varie sostanze . E quantunque per di qua siansi di- retti parecchi di celebre nome , o poco , o nulla vi hanno fissato dimora , o studiosa ricerca per farne poi note le sue prerogative . Il Brocchi nel suo Catalogo ragio- nato di una raccolta di roccie^ dà solamente un qualche cenno , avendo scorso quasi di volo queste contrade . Io quasi a forza sono stato trascinato a dovere esami- nare particolarmente i contorni nostri , e benché un' am- pia serie di corpi organici vi abbia raccolto , pur non- dimeno convien conlessare rimanervenc ancora un uu- Ann. Se. JÌatob. Alino a. Tom. i. 22 338 CORVI ORGANICI lOSblLI mero infinitamente maggiore . Procurerò di farne qua menzione muovendo da Monte-Conaro ^ conosciuto co- munemente col nome di Monte di Ancona , dirigendo- mi ai , così detti , Monti di Pesaro , e ricordando tutto- ciò che nelle adiacenti colline mi è stato permesso di osservare . Progredirò dipoi più oltre , toccando ancora una porzione della Emilia. Monte-Conaro fissa il confine , ed oppone un argine all' Adriatico sopra cui s' innalza a perpendicolo per un discreto tratto risguardante il Nord . Verso terra si ab-- bassa gradatamente a poco , a poco , ed ammette una discreta coltivazione . Quella parte , che resta esposta al mare , è sempre più scabra , e più sassosa , La sua al- tezza calcolata dal Prof. Can. Zazzini giunge a ^So me- tri sopra il livello delle onde . E formato di calcaria Apennina bianca , di frattura concoide , attraversato da vene capillari di spato calcarlo . Cotesto deposito duro , petroso somministra alla non lontana Ancona un' abbon- dante materiale per gì' immensi lavori necessari alla ma- nutenzione del Porto , e di tutto ciò che si richiede per una città fabbricata in un mezzo dirupo , che si va sfal- dando . E di più la sua calcaria serve per essere adusta dalle fiamme , e per formare di poi un ottimo cemento con gli opportuni materiali per istringer muraglie fortis- sime capaci di far guerra al tempo divoratore . Essa è disposta a strati variatamente mossi , e che sembrano partiti dal Sud verso il Nord . E qui non pos- so a meno di non ricordare un fatto , di cui gli occhi miei stessi furono testimonii , all' occasione che si pensò saggiamente di eseguire un grandioso progetto per ren- der facile l'accesso alla Città, a seconda del livello del mare, si stabilì d'innalzare uno scoglio artefatto di ma- cigni giganteschi ad una proporzionata distanza dalla nuova Strada per impedire ai flutti infuriati , che non venissero ad ingoiarla . Per tale operazione prolungata a qualche niigiio , vi abbisognò una quantità di materia DI VITO fUOCACCIIN! lUCCI 33() proporzionata all' oggetto propostosi . Avevano gì' intra- prendenti ben conosciuto la naturale inclinazione degli strati , e poiché essi venivano dal Sud , abbassandosi al Nord, cercarono di tagliarne verso il basso, finché non giungevano alle fenditure per cui rimanevano divise da tutto il masso superiore. Un tal lavoro si era di molto avanzato , ed era non lontano ormai al suo desiderato fine . Convenne tralasciarlo per un solenne giorno fe- stivo , che vietava P opera servile . D' improviso all' ora circa di Terza si distaccò tutto il macigno soprastante, e traboccando con indicibll rovinìo nel sottoposto golfo , r empì non solo ( benché di molta profondità ) ma ne restò in tanta copia al di fuori , che ha potuto supplire a tutti i bisogni di parecchj anni per la città non solo , ma pur anco per le adiacenze vicine . Io mi v' incontrai a passar per di là 24 ore dopo accaduto il terribile sconquasso , e vidi segnato nel volto di quei popolani lo spavento , ed il terrore . Siròlo, piccola comune fatta celebre pel suo Santua-* rio , rimane ad uno scarso miglio di là , e verso l' Est ha una cava di selenite , la quale si va spesso prepa- rando pei bisogni dell' arte muratoria . Quantunque per breve tratto io là mi trattenessi, pur nondimeno vi rac- colsi qualche {eliolite , e qualche Jillite nel masso , che si stava apparecchiando per la fornace : e insieme pa- recchj gruppi di prismi dritti o base di parallellogrammi obliquangoli ^ e mi accorsi , che fin colà cominciavano i medesimi corpi organici fossili , che dipoi in tanta copia rinvenni nelle nostre gessaje Sinigagliesi . — Progredendo più oltre si vede presto comparire sul colmo di elevata collina Camercino piccola Terra , Poco di là distante avvi un' altra cava di selenite più presto copiosa . Som- ministra oltre il gesso da presa , ottime lastre per uso di gradini alle scale di fabbriche non di lusso , ma di comodità , e pari decenza . In quei contorni elevati a 35o metri sopra il livello del prossimo Adriatico è lic- 34» CORPI OEGANICl FOSSILI quentlsslmo un tufo conchiglifero assai abbondante delle famiglie di pettini particolarmente, né vi mancano ezian- dio le univalve , ed in particolare i trochi , ed i turbini. Fra cotesti ammassi io vidi scavata una falange di dito anteriore di piede elefantino. — Alle cave della Mon- tagnola a due miglia di Ancona si veggono spessi fram- menti di gusci appartenenti per lo innanzi a testacei marini . Inoltre parecchie arenarie contenenti gì' involucri degli stessi viventi del mare. — Alla così detta torre- dago^ una miniera copiosissima di zolfo di un vaghissi- simo giallo poco men che dorato e talvolta di color ci- trmo vaghissimo il quale accompagna la selenite cineric- cia . • — Dattorno Falconara piccolo Castello , tornano a comparire le conchiglie del mare in ammassi disordinati, e confusi cementate ed indurite insieme, a ricordo d'uo- mmi . Fin qui le cave gessose , ed i testacei impietriti sono gli oggetti più comuni, e più facili a mostrarsi per fino agli occhi meno curiosi . .— Si viene alla foce del- l' Esio comunemente chiamato Fium-Esino . Di là si scuopre verso il Sud la superba Abbadia di Chiaraval- le, dove i Monaci Cistercensi fondarono un Monistero sotto la direzione di un Discepolo di S. Bernardo , e le fu dato il nome di Santa Maria in Castagnola^ per- chè circondata per ogni parte da folti boschi di Casta- gni. Oggi non vi rimangono, se non immense pianure apriche , e fertilissime per le granaglie soprattutto . Delle nominate piante boschive , e montane , non si rinviene il menomo vestigio , ma spesso addiviene , che le sovver- chie pioggie , scavando ampli fossati , e profondi , dl- scuoprano antichi tronchi anneriti di piante arboree du- re ed annose , e di cui non è facile fissare la specie . Non si conosce esempio di averle avute in istato di le- gnile e molto meno agatizzate . Questo medesimo fatto si vede non di rado ripetuto nei due torrentelli , che portano il nome di Trìponzo l'uno, e di Qiiardcngo r altro . — Venendo in quelle Colline Sinigaglicsi , dove DI VITO procacci:?! ricci 34 1 non si penuria il masso selenitico , l' affluenza del corpi organici vegetabili , ed animati , sorpassa la comune cre- denza ^ e qui notar devo, che i primi ictioliti^ che fu- rono osservati , meno d' un secolo fa , si ebbero da Jano Fianco arimlnese , e dal celebre Passeri di Pesa- ro . Del primo io ebbi un Zeus faher ( pesce S. Pie- tro ) riconoscibile assai facilmente . Sulla stessa marna , che le conteneva vi era scritto dalle cave del sig. Mar-- diesa Baldassini di Sinigaglia^ polche in quei tempi e- ran le piìi rinomate che vi fossero . Il secondo lasciò , insieme con tutto il suo museo , alla Comune Pesarese i fossili colà pure raccolti . Oggi sono poco men che abbandonate , ed invece quelle di Santangelo e di San- Gaudenzo sono le più esposte alle maggiori indagini per ritrarre le voluminose lastre selenitiche - La distanza di queste a quelle j che rimangono verso il Cesano , è di circa tre miglia ^ ed è pur considerabile assai V altezza di queste ultime irt confronto delle altre , che restano non gran fatto superiori al livello del ridetto Cesano . Ed aggiungerò pur anca , che avendosi a formare dei pozzi non molto lungi da qualche piccolo fiume , si so- no trovati fra le marne per lo più cenerognole, parec- chj avanzi degli abitatori del Mare , come di piante ar- boree. — Inoltrandosi ad altre plìi lontane colline, ed in Ispecle a Mondavio^ di qui discosto circa 12 miglia verso il Sud^ si rinvennero da Cosimo Betti illustre let- terato , parecchie difese elefantine , due delle quali la- sciò in dono alla comune sua Patria, dove io ho avuto, campo di osservarle, e le ho viste bellissime per la mole, per la lunghezza , e per esser ben conservate. Inviò le altre al nominato Passeri Pesarese , il quale le uni al suo Museo, dove restano ancor visibili presentemente. — Verso Behedere di Jesi trovò fra le crete il Dott. Paolo Spadoni , Professore nell' Università di Macerata , un' al- tra difesa elefantina , su cui vi scrisse una breve me- moria. 0^'2 CORPI ORGANICI FOSSILI Attorno le Gcssaje Sinigagliesi rammentai l' esistenza tli varie specie di gusci di viventi marini , de' quali avvi una serie non ristretta , passando da una discreta gran- dezza a quella quasi microscopica : in ispecie degli Am- moniti , e dei Nautiliti non si penuria una considerevol copia , E notissima la loro presenza nei contorni di S. Qulrico in Toscana , dove il celebre P. Ab. Soldani compose la sua beli' opera . Io non esiterei punto ad asserire la somiglianza di quelle ai nostri già nominati . Ho dovuto peraltro osservare , che non di rado del gu- scio non rimaneva , se non una indecisa impressione , la quale solo poteva distinguersi pel bianco , che diffe- riva affatto dal colore del campo marnoso tendente al giallognolo , che li conteneva . Ciò ne convince della loro immensa distruzione , veggendosi quell' involucro ridotto ora ad un semplice velo . E dirò insieme non essermi rimasto estraneo talvolta qualche esemplare di viventi nell' acque marine prossime a noi : e debbo pur dire , di averli per lo- più scoperti nella maggiore elevatezza delle nostre colline . Siccome poi è forza di ripetere gli scavi altrove , benché non a moltissima distanza , per rintracciare il masso selenitico, e quasi dovunque com- pariscono i corpi fossili del medesimo genere , cosi sa- rem costretti a concludere essere i medesimi sparsi nei contorni nostri colla massima profusione . Noterò che nelle adiacenze di Rimino a due miglia all' incirca dalla Città , verso il principio della ascesa a quei colli verso il Sud , il famoso Jano Fianco ne os- servò un numero infinito, ed io pur anco li rinvenni senza esitanza . Se poi ci determiniamo a salire le creste dell' Apen- nino , non rari si veggono i gusci dei medesimi antichi abitatori dei mari . Sono di maggior volume ed a Mon- tecucco ho visto un corno d'Aramone internato nel ma- cigno sassoso di diametro di ^^^Jìqoq' Parecchi eziandio ne conservo ritolti da alcuni scavi aperti nella cosi detta DI VITO TROCACCJNl RICCI 343 Montagna del Corno all' occasione che si formava una nuova strada , e sono pur anco di una considerevole pe- riferia , e di esatti contorni . Chi rintracciar volesse co* testi generi, quantunque si limitasse a discreto perimetro nelle nostre Provincie , intraprenderebbe un lavoro di ben lunga durata . Basti qui averne dato un cenno per convincerci dell' affluenza di essi nell' età più remote . Riprendendo il corso dell' Adriatico alla base dei Monti di Pesaro , dopo la Città , alla punta degli Schiavi M si trovano gì' ictiolitl , e le filllti osservatevi ancora dal Brocchi . Passando più oltre , verso la punta di Monte Curo vi compariscono 1 gusci di pettini di grosso volume , ed è particolarmente riconoscibile 11 pecten Jacobaeiim . A Ginestreto , ed a Santangelo ( due comuni del distretto Pesarese) vi si possono osservare alquanti avanzi di corpi organici fossili , che in poco numero j e non benissimo conservati , pur nondimeno vi si distin- guono . Dirigendosi poi alla volta di Mondaino , si ac- cresce d' assai la riunione dei viventi marini , e gli ec- tiniti in modo più particolare degli altri . Prossimi a quella terra murata si discoprono gì' ictioliti diffe- rentissiml dagli altri , di cui si è pur ora fatta men- zione , e differiscono non solo per la figura , e per la forma , ma perfino nel colore , e nel modo con cui fu- rono essi conservati . Le filliti non sono rarissime , ma diverse dalle Slnigagliesi , serrate in una magnesia di un bianco appannato, conservano il loro nativo carattere e fanno chiara mostra del caule , delle menome fo- glioline , e di ogni più piccola particella . Io non ho potuto avere di colà verun avanzo botanico proveniente da fronzute piante arboree di frondi ombrifere ricoperte. A Sahideccio altra terra distinta, e disgiunta dalla testé mentovata per breve distanza , vi ho veduto , e raccolto molte legniti . Probabilmente per principio d' analogia non saranno estranei ancor gì' indizi di animali in quel suolo sepolti . A Montcjìore di Rimino i testacei sono 344 COBri ORGANICI FOSSILI abbondantissimi , dì un volume poco esteso , ed uniti ad un gres , o frammischiati a minuti ciottolelti di pietre dure . In quei dintorni ho potuto rincontrare non senza mia grande sorpresa gì' ictiollti non dissomìglianti da quelli , che abbondano a Mondaino . Nel salire verso il Convento dei Cappuccini , sulla destra , dando acciden- talmente un colpo su di una marna , venne fuori un beli' ictiolite lungo oltre un palmo , e mostrando quasi intatte le sue squame poco men che dorate . Il caso mi favorì questa scoperta , a cui mi spinse la curiosità di im tale , che mi si aggiunse a compagno per quei mon- ti , e che mi chiese con forti istanze , come si fa- cesse per iscuoprire quegli immemorabili depositi dei popolatori delle onde . Risposi col cenno , e al primo colpo se ne vide il buon effetto ^ in seguito altri pa- recchi furono disotterrati , ma di una mole assai più piccola del primo ^ che fìi il più bello , e il più gen- tile . Non è da celarsi , che Montefiore è attorniato da macigni più solidi , e più compatti , benché sia non di radissimo attraversato da varie terre sgretolabili , e di gradevol colore, A y miglia da Urbino alla cava di zolfo dell' Eccel- lentissima casa x\lbani , ho veduto le crete turchinicce , non guari dissimili dalle nostre, con folti scheletri d'ic- tioUti spezzati , e con pari fìllitl non molto fi'equenti ^ e così gli avanzi di legniti parecchie . Verso le penne famose di Sanmarino ho potuto rac- cogliere senza grave stento varie conchiglioliti , ed un buon numero di denti di teschi , i quali appartennero un tempo a diverse specie di squali. Altrove pur anco nel territorio di quella illustre Piepubblica , s'incontrano spessi esemplari di bivalve pietrose , e di altri già viventi marini ora divenuti sasso . Sogliano soprabbonda di conchiglioliti univalve , e bi- valve . Le prime in copia maggiore , e per lo più eso- tiche ai nostri mari . Disseminate non solo per mezzo DI VITO PROCACCIJtl RICCI 345 le roccle , ma puranco fra una legnile che forma la base , o interno di Colli parecchi . Vi raccolsi un ostrica gigante (Ostrea gigas) lunga 280, larga i5o, alta 100 millimetri conservatisslma in tutte le sue parti . Dei Mu- rici , dei Buccini , e di altre parecchie specie , non si penuriano sceltissimi esemplari , A Capo di colle 5 miglia tra Cesena , e Forlì , presso la strada corriera , si veggono a dritta , e a sinistra am- pli depositi di viventi marini ricoperti d' involucri cro- stosi , e fra quelli se ne conta ancora più d' uno , che non esiste nei mari a noi vicini , Formignano di Cesena ha ricche miniere di zolfo rin- chiuso nella selenite . Colà pur anco si ritrovano gì' ic- tioliti , ed io nella brevissima dimora , che vi feci , dan- dovi una corsa ^ ebbi il favorevole incontro di scavarne uno intiero , il quale conserva le sue squame quasi ar- gentine . Si conclude pertanto , che siffatti fossili orga- nici non sono punto rari in quei contorni , Nelle adiacenze di Forlì si cavano presso la pietra da gesso le fiUiti j al modo stesso , che si mostrano in al- tre Gessaje . La linea , da me rapidamente trascorsa , dal lido di Montcconaro fino all' ultima nominata Città giunge ad un 1 00 di miglia , e mi pare fornirci d' una evidente prova della presenza frequentissima di corpi marini , e di altri fossili a noi estranei : e ricorderò insieme un dente di Rinoceronte bicorno , che fu scoperto presso Capo di colle summentovato , all' occasione che si scavava una ghiaja opportuna per una nuova strada , ed ebbi in sorte d' a- verlo con altre parecchie ossa fossili , che là si scoper- sero . Che se più oltre progredir si volesse , o verso i confini dello Stato Romano col Regno delle due Sicilie, o verso il Bolognese , e la Toscana , ci si presentereb- bero depositi immensi di corpi organici sepolti sotterra. Poco lungi di Ascoli avvi una serie assai copiosa di filliti per mezzo a un gres ^ sono tutte annerite , e forse 34G CORPI ORGANICI FOSSILI anche tfoppo . Né solamente prendono una direzione fìssa e limitata ad una certa altezza , ma vanno bizzar- ramente dilatandosi , ed accrescendosi or più in alto , ed or più in basso , e sorpassano talvolta quella di un miglio dal livello dell' Adriatico . Non ha guari , che il Sig. Antonio Orsini sali la vetta di Monte Corno o il gran sasso cT Italia , e vi trovò una Dolomia conchi- glifera , e per somma gentilezza me ne donò un esem- plare contenente più di una Venere di poca estensione , ma pur facilmente riconoscibile . Cotesto monte è il più alto degli Apennini in quella parte ^ giunge a 9494 pi^^di ed uguaglia 1' altezza delle Alpi ^ e sembra , che le no- minate conchiglie rimanghino superiori a qualunque ve- getazione fra quei dirupi , e fra quei scabri macigni . Quindi mi pare ingiusto il conchiudere , che i petre- fatti Sinigaliesi abbiano ad essere considerati in ge- nere come unici , o molto rari nel suolo d' Italia ^ e che all' incontro abbondino assai frequentemente in più , e più contrade della Penisola , e che forse la meraviglia ( seppur si muove a qualcuno ) abbia a ripetersi più presto da certa trascuratezza , o poca premura , che si ha da noi in applicarci a certe occupazioni , perchè considerate di poco vantaggio , e sol capaci a consumarci , invece di accrescer le ricchezze , unico oggetto del desiderio dei più in questi giorni . Comunque per altro sia la cosa, io non passerò sotto silenzio la varietà delle combinazioni e la bizzarria con cui si mostrano le fiiliti particolarmente nella Provincia nostra. Mi piace qui rammentare quelle da me osservate e ri- colte in una contrada denominata del Trabocco presso San Giovanni dell' uditore distante al Nord da Urbino da 8 alle i o miglia . Rimangono frammezzo un tufo composto in gran parte di minuzzoli di conchigliette mi- croscopiche , e di frammenti di gusci dilicati dei popo- latori delle acque di un vasto mare . Tutto è cedente all' urto delle nude dita . Conservano un bel color di 1)1 VITO PROCACCINI RICCI 347 ruggine ^ souo riconoscibili abbastanza , e talvolta fan mo- stra de' lor contorni non guasti , ed è pur da notarsi , che il masso vien sovvente accompagnato da una quasi podinga , la quale cementa parecchi ciottoli durissimi «Iella grossezza di una noce a quella di un cece , e che suol cavarsi per dipoi tagliarla in pezzi con simmetria , e stringerli con cerchi di ferro, affin di comporre qual- che mola capace di ridurre il frumento in farina quasi impalpabile . Temerei di rendermi troppo noioso , se potraendo la descrizione più a lungo, ridir volessi a minuto ciocché in ciascuna contrada vi rimane da immemorabil serie di anni sepolto , e quali e quante vestigia di corpi organici vi restino disseminate : dai pochi cenni da me esposti il mio scopo ottener dovrebbe il suo intento . SUI FENOniENl GEOLOGICI OPERATI DAL GAS IDROGENE Di:i< DOTT. Ci. BIAMGOIVI ( Continuazione K Fase, di Aprile 1840 pa^. 24 1. ) 94. Un altro deposito sì presenta staccatamente in alcuni luoghi , ove forma notabili eminenze , e cuopre spesso immediatamente le alture delle Argille scagliose , vale a dire cuopre il terreno in cui si trova il Calcare a Fucoidi ^ per esempio il colle di S. Vittore presso Bologna, M. Paderno il lato settentrionale ed il vertice, Monte Sabbione il vertice , M. Veglio il lato settentrio- nale ed il vertice ec. e non lascia di mostrarsi tratto tratto anche verso l' alto Apennino . E una minuta arena quar- zosa e calcare con Mica , e qualche poco di Argilla , consolidata in una specie di Macigno di durezza assai varia , ma generalmente però è friabile , poco unita e sabbiosa in' modo che si merita il nome di Molasse (Alex. Brongn. ) (i) , La sua stratificazione è spesso apparentemente nulla e dirupando dividesi in tanti fram- menti e massi angolosi , spesso a superficie convessa , sempre irregolari -, altre volte è disposta in veri strati di inclinazione , di grossezza , e di andamento sommamente (i) Marna calcare, del Dott. Santagata N. An. T. I. pag. S^. BEL POTT. G. BIANCONI 249 variauti . Il colore di questa Molasse suol essere giallic- cio , talvolta però è grigia ^ e quasi sempre ogni fran- tume che dalla massa si stacca è segnato di una mac- chia superficiale ferruginosa di colore intenso , oppure vestito di una incrostazione Calcare , o Silicea . Racchiude corpi organici Fossili di svariatissime sorta , che meritano quindi di formare il soggetto di un esame il più attento^ sono sparsi nella massa di questa molasse assai confu- samente ed inegualmente : trovansi accumulati in un punto , rarissimi ed anche niuno in un altro . Quello però trai fossili che è più generalmente distribuito nella Molasse è l' jépiocrìnites ellipticus Goldf. descritto e fi- gurato dal Dott. Santagata (i). Non mi si è ancora abbastanza chiaramente mostrato quali rapporti geologi- ci tenga la molasse colle Marne bleù : né ho ancora sufficenti notizie sulla varietà dei fossili organici , quindi mi rimane ancora qualche oscurità ed incertezza intorno a questo deposito^ ma alcune inaspettate e singolarissi- me relazioni della Molasse col terreno delle Argille sca- gliose , la sua abituale posizione , la varietà dei Fossili ( che pare somma ) ed il loro disordine , condurrebbero ad alcune conseguenze che temo fossero per riuscire premature in questo momento , e che dopo ulteriori ri- cerche sulla molasse dell' Apennino verrò forse esponen- do in altro lavoro . 95. Alcune Dune si mostrano sull'ultimo lembo della Collina sub-apennina ^ pura arena scioltissima , hanno talvolta qualche strato e concrezione di macigno molle, cioè di arena legata da infiltrazioni calcai-i . Taceremo dei terreni ancor più moderni , delle alluvioni cioè di antichi fiumi , dei massi erratici etc. ^ tralascieremo questa bella parte risguardante la costituzione fisica e geologica dell' Apennino per riavvicinarci al nostro principale soggetto. (i) N. Annali delle Se. Naturali T. I. Tav. I. fig. 2. 35o TERRENI ARDENTI, SALSE EC. 96. Stabilito adunque che suU' Asse dell' Apennino si mostrano i Serpentini , che legate coi medesimi sono -le Argille scagliose, che colle Argille si legano i Gessi, e con questi le miniere di Zolfo (i): formata così un idea della Formazione fondamentale del nostro Apenni- no, sulla quale dispersi giaciono gli avanzi della antica Formazione del Calcare a Fucoidi (2) , e siedono ordinati ed in posto alcuni sedimenti marini , o terziarj , volgiamoci a considerare a qual genere di Formazione precisamente appartengano le Argille scagliose , queste Argille singolari , 61 ricche di produzioni, e di qualità importanti,, e che tanto legansi coi fenomeni offerti dal Gas Idrogene , in grazia delle quali abbiamo dovuto fare la digressione non breve sulla Geologia dell' Apennino . 97. Monti interi di Argille per lo più nere e bigie ofifirono da cima a fondo un aspetto uniforme tanto per identità de' componenti che della tinta , la quale è sol- tanto interrotta da larghe macchie , e da vene di color (i) Possiamo ripetere col Dufreooy (Mémoires T. 2 pag. 160). „ L' Ophyte est presque toujours constamment ac- compagné de gypse ( e noi aggiungeremo T Argilla scaglio- sa)-, ces deux roches n'alternent pas ensemble, mais elles jouent le mème róle par rapport aux autres terrains, e est à dire qu' elles en derangent les couches „ ecc. (3) Onde rendere compiuto questo quadro compendiato della Geologia dell' Apennin» , non avremmo dovuto tacere dì alcuni terreni parziali che tratto tratto si mostrano lungo r Apennino, e particolarmente nel Genovesato , nella To- scana ed appo noi ; ma ci dispenseremo dal farlo sì perchè molto se ne sono di già occupato i Geologi , sì perchè essi non prendono gran parte allo scopo cui siam diretti , ed altresì perchè non appartengono se non che poco alla parte settentrionale e centrale dell' Apennino , che a preferenza abbiam qui preso a considerare. ( Veggansi Brocchi, Savi, Guidoni , Repetti , Pareto , "Viviani , Pasini , La-Béche , Bertrand Geslin letc.) DEL DOTT. G. BIANCONI 35 T rosso e da qualche pezzo di Calcare a Fucoidi , che sporge biancheggiando dalie medesime : Monti in cui le acque fanno le maggiori rovine e che quindi sporgono in ottusi ciglioni , s' intercalano a profonde solcature , che vanno a perdersi in cupi burroni . Il tetro colore di queste aspre pendici colpite dalla più nuda sterilità , prive d' ogni albero , e d' ogni filo d' erba eccetto T Inula gìutinosa , dà loro un carattere tutto proprio e fa si che stiano assai bene a paralello coi terreni Serpentinosi poc' anzi descritti , dei quali non risvegliano certamente ninna idea meno melanconica , e non offrono alcun sentier più felice . 98. Esaminate più dappresso spiegano colori ancor differenti , ed offrono considerazioni ancor più impor- tanti . Il nero è talvolta deciso e lucente , deciso pure e lucente è un bel rosso di mattoni ed un bel verde cupo : havvl il bruno , il piombato , il bronzino metal- loide etc. Il passaggio dall' uno all' altro è qualche volta per gradi , più spesso però immediato e netto : e ciò tanto sui piccoli saggi quanto sulle grandi masse . 99. Ma è la struttura e tessitura di queste Argille che merita la più grande attenzione. Una superficie le- vigatissima , dolce , untuosa al tatto , lucente , ceroide , e metalloide si presenta andando a seconda delie scaglie di cui è costantemente composta questa sorta di Argille . Questo carattere si manifesta assai bene nella frattura trasversale tanto nel piccoli saggi che nelle grandi mas- se ^ sì gli uni che le altre sono eminentemente scaglio- se ^ ed è questo carattere talmente proprio di queste Argille che credemmo doverle chiamare provvisoriamente /trgìUe scagliose . Appariscono infatti come un aggregato di tante squame o lenti di varie dimensioni , che si le- gano e s' innestano vicendevolmente , ora adagiandosi piane e distese 1' una sull' altra , ora abbracciandosi mu- tuamente curve e ravvolte . Disglungonsi facilmente sfo- gliandosi e come scivolando l' una sull' allia , avendo 35 a XERBENl ARDEnxl , SALSE EC. ciascuna lenticella la sua supei'ficìe liscia e lucente co- me la massa . La loro frattura però è terrosa . L' unio- ne delle piccole scaglie produce scaglie di maggiori di- mensioni , e queste riunendosi danno essere a pezzi an- golosi , schiacciati , e cuneiformi , ed in fine dalla unione di questi nascono grandi masse poliedriche . Tali riunio- ni sono poi talmente ben composte e legate, che in qual- siasi taglio si faccia cou idoneo istrumento, non resta mai il più piccolo vano , anzi neppure T indizio delle commettiture. I oo La lucentezza ed untuosità della superficie d' or- dinario non si perde per la raschiatura, che rende una. polvere biancastra in qualsiasi colore . L' unghia sola basta ordinariamente a scalfirla, ed è quasi sempre as- sai friabile ^ altre volte però è assai dura , passa al la- pideo , ed allora è solida , e per nulla friabile , Alitata da odor forte di Allumina, coli' acqua fa pasta assai fina e tenace ^ si attacca alla lingua , e sovvente fa ef- fervescenza cogli acidi ; restano però ordinariamente in- sensibili all' azione di questi le rosse e le verdi , ed in- solubili nell' acqua quelle lapidee , IDI. La grana di queste argille è finissima, omoge- nea , e non vi si scorge framezzo corpo alcuno straniero . Non vi si distingue mica ad occhio nudo ., e non vi si è giammai trovato il menomo indizio di corpo organico per quanto è a nostra notizia. Stemprata nell'acqua e mediante la lavatura si separano delle squamette calcari che alla lente mostrano una superficie granulare, e di- suguale . Dalle rosse però non si sono ottenute , nelle quali invece riscontransi come notò il Dott. Santagata (i) globetli di Rame carbonato, pezzetti di Barite sol- fata rosea , e gran quantità di Calce solfata . In gene- rale le Argille scagliose di M. Paderno sono composte (I) L. DEL DOTT. O. BIANCONI 353 couforme una analisi che debbo alla gentilezza del Doli. Muratori , dei seijueuti principi . Allumina Silice .... Ossido di ferro . Carbonato di Calce Solfato di Calce . Acqua igrometrica parti 6. — 21. 5o „ IO. — „ 5. - „ 42. 5o „ i5. — 102. Immersa nell' acqua l' Argilla aumenta il suovo- lume più di una metà :, e la sua dilatazione è capace di esercitare notabile sforzo o sulle pareti ambienti , o contro un peso che gli sovrastasse . Questa osservazione sì semplice , tornerà opportuna allorquando si parle- rà in altro luogo ( i ) dei Vulcani fangosi . Ogni qual- volta sia stata diluita nell' acqua anche senza rimescola- mento od agitazione , perde la struttura squamosa nel disseccarsi , ed assume l' aspetto interamente terroso ed opaco , e solo riacquista alquanto di lucentezza essendo raschiata o levigata : osservazione questa ancora interes- sante per conoscere se uno di tali terreni sia vergine o rimpastato . Le arti non hanno trascurato questa Ar- gilla ^ essa serve egualmente bene per le stoviglie al Va- saio , che al Gualchiere per terra da purgo . io3. Nei Monti che di queste Argille sono compo- sti , non havvi indizio alcuno benché piccolo di strati- ficazione . Esse invece dividonsl in grandi poliedri che restano isolati quando smottando parte del monte pre- cipitano in massi . A luogo a luogo singolarissime ve- nature od inflessioni di linee , di colori , ,e di sostanze di varia natura ripiegansi ed aggiransi per cento guise ^ (i) V. parte 3." N. Ann. Se. Natur, Alino 2. Tom, 5. 23 354 TERRENI ARDENTI j SALSE EC. ovvero veggonsì macchie d' ogni figura ed estensione con limiti assai distinti che corrispondono a tanti massi ar- gillosi coloriti impegnati nel monte , il cui taglio si mo- stra nelle sezioni e nei dirupi . 104. Serpeggiano inoltre per mille sensi nel corpo di queste eminenze argillose 61oni più o men grandi di Manganese ossidato , o più precisamente di Marcellina , dietro Y attenta analisi istituita dal Dott. Santagata (i) composti come ivi dicesi da un aggregato di tanti nu- clei alcuni serpentinosi , molti di Calcare compatto ( fra cui alcuni ne ho incontrato contenenti indlzj di Fucoidi ) vestiti e coperti da falde di quest' ossido che gli danno la forma angolare . Per lo più annesso ai detti filoni corrono vene dell' Argilla scagliosa rossa • io5. L'Argilla scagliosa racchiude in seno(N.® 87), veste e circonda ora pezzi di strato , ora frammenti an- golosi di varie rocce della formazione del Calcare a Fucoidi (2) , frammenti che vengono poi messi allo scoperto dalle acque , e di cui molti vengon raccolti per essere convertiti in Calce viva . Meritano osservazione le lamine o scaglie di Argilla che secondano l' andamento dei frammenti che avvolgono , piegando e girando loro dattorno s' insinuano fra gì' intervalli lasciati da questi . Chi prenda attentamente ad esame questo modo di di- sporsi , troverà forse non lieve difficoltà per conciliarlo coir idea dì un sedimento , e molti motivi per guardarlo (i) Ragionamenti, e Appendice ai tre discorsi. (3) Troppo lungo sarebbe portare T intera nota delle rocce frantumate che si trovano sepolte nelle Argille sca- gliose ; sono come si è detto sopra ( N. 85) quelle stesse registrate superiormente alla nota N. 84 , meno però Io tenere e friabili . Sono Calcari con Fucoidi e senza , di più finte e compattezza , altri Calcari aigillosi cenerognoli con vene spatiche : Marne , Macigni solidi e schistosi etc. DEL DOTI. G. BIANCONI 355 come un effetto di un trabocco ( epanchenicnt ) (i), non che di una certa densità della pasta argillosa , per (i) L^ idea di un Trabocco non è sempre, per quan- to ci sembra , necessariamente collegata con quella del- la soluzione ignea delle sostanze emesse .■ In questa parte non possiamo accordarci nella opinione col nostro amico e collega Dott. Domenico Santagata , come ci accordiamo di assai buon grado riguardo all'epoca di espansione delle Ar- gille , che crediamo fosse contemporanea al sollevamento dei Serpentini . Per noi sta in contrario all' idea di una soluzione ignea delle Argille un argomento troppo forte per doverlo non curare : ed è lo stato perfettamente inalterato dei pezzi di Calcare a Fucoidi , di Macigni, di Marne etc. che stanco sepolti ueW intimo del suo seno , i quali bene si sono risentiti delP azione del calore , ogniqualvolta sono capitati in prossimità dei Serpentini e delle Eufotidi . Che se si obbiettasse che anche il masso di Calcare impastato nella Eufotide di Gaggio , cui si attribuisce una mollezza , se non fluidità, ignea, non è che poco alterato ^ farem no- tare che il Calcare trovasi verso V ultima estremità di una delle creste della estesa falda ofiolitica che forma T Asse del nostro Apennino , e che chi sa a quanta profondità abbia le sue radici ed il suo focolare : trovasi in quella parte che verosimilmente per prima raffreddatasi come la prima ad allontanarsi dal centro di calore donde partiva avrà potuto inviluppare il brano calcare senza alterarlo notabilmente , come le lave dell' Etna , che lontane dalla bocca che le versò incandescenti, e prossime a scaricarsi nel Mare raccolgono ed avvolgono le conchiglie della spiaggia, e pezzi di legno senza alterarli che poco. Sta altresì in contrario alla fluidità ignea delle Argille scagliose la facilità che esse hanno a cuocersi pel fuoco , e la cottura che effettivamente sembrano avere su- bito alcune che si sono tiovate in vicinanza dei Serpentini in diversi punti del nostro territorio montano . Una soluzione acquea , e fosse pur con calore , colP intervento di un acido abbondante , forse il solforico ( la cui presenza ed azione a molti ìndizj si manifestano) si presta assai bene, per quel 356 TERRENI ARDENTI, SALSE EC. disporsi In iscaglie , e per sostentare discosti gli uni dagli altri i massi e frammenti inviluppati (i). 106. Molte sostanze oltre i suddetti frammenti rac- chiude nel suo seno l' Argilla scagliosa . I ." La Barite solfata che lungi dall' essere privativa di M. Paderno rinviensi quasi in ognuno de' Monti ar- gillosi di questa sorta , e trovasi principalmente in mol- ta copia e frequenza a M. Veglio, in glebe di cui una ne raccolsi che pesava 22 libbre- le più fibrose, alcu- ne laminari . La forma suol essere reniforme o mala- mente globosa , e l' interno raggiato . 2.° Ferro solforato leggermente aurifero in glebe più o meno grandi , reniformi etc. , a superficie per ordi- nario confusamente coperta di cristalli cubici, interna- mente raggiate . Altre volte aderisce in cristalli cubici , o pentahedri agli scbisti immersi nelle argille medesime . 3,° Calce solfata in cristalli isolati , probabilmente di forma determinabile , ma che essendo messi allo sco- perto dalle acque , assumono una superficie ineguale ed informe pel dilavamento cui van soggetti . 4.° Soda , Muriata , Solfata , e Carbonata che si mo- stra in efflorescenza alla superficie esterna de' Monti che ci pare , per la interpretazione dei tanti fatti che in queste Argille si osservano , e sopratulto ci sembra spiegare con assai di naturalezza , e di verosimiglianza la Genesi della Calce Solfata sia quella dei Monti di Gesso in massa, sia quella delle miniere di Zolfo , non che quella che o in cristalli isolati trovasi fra le Argille , ovvero quella che entra a far parte delle Argille scagliose medesime (N. loi). Sed alibi plura ... (i) Sono questi massi racchiusi e disposti entro alle Ar- gille Scagliose, precisamente come i pezzi di Calcare d'a- cqua dolce contenuti nella Trachite di Giou nel Cantal , e figurali nella Tavola IX del Tom. I. delle memorie de' Si- gnori Dufrenoy ed E. Beaumont . DEL DOTT. G. BIANCONI 35^ argillosi , durante i tempi estivi e nei torrenti a tali monti sottoposti ( N.° 'j'j in nota). 5 ° Numerosi pezzi di Calcare , ed altri di natura ofiolitica vestiti di una crosta di Manganese ossidato , ossia di Marcellina ( N. i o4 ) . 6.° Zolfo in granelli ed in venette , luogo a luogo . y." Saggi non rari di pietre geometriche . 8.° Frammenti e cogoli di Arragonite che suolsi tro- vare in posto , fra le Argille istesse , sotto torma di falde convesse , ed anche di coni , di dischi etc. l' interno 6- broso-raggiato , il colore sovente bianco , sericeo , un po' trasparente . 9.° Il Bitume che si palesa o coli' odore nelle Ar- gille ovvero scola dalle medesime sotto alcune circo- stanze ( I ) . 107. All' insieme di tali caratteri si è condotti a rav- visare nelle nostre Argille scagliose, quelle che da chia- rissimi Geologi vengono descritte a questa maniera „ Argille , o marne argillose colorite di bruno , o di ros- sastro : presentano numerose ondulazioni , disposte in letti fragmentarj e li frammenti oflVono superficie pulite e levigate . Esse sono suscettibili d' impregnarsi di una grande quantità di acqua , e di gonfiarsi ed aumentare di volume in guisa , che otturano in breve tempo le gallerie che in esse fossero scavate come avviene ad Hallein presso Salsburgo . E sterilissima e non vi vege- tano sopra che le piante proprie delle rive del Mare , come le Salsole , le Salicornie , il Glaux maritlmo etc, A lor vicino o mescolati stanno il Gesso in banchi , in vene , in arnioni , in falde ravvoltolate e contorte , la Kar- stenite, la Poiyalite, il Bitume , frammenti di lignite, lo Zolfo , la Glauberite etc. „ (2) . (i) Il Bitume sembra che appartenga all'Argilla sola, perchè i pezzi di Calcare , di Macigno etc. che vi stanno racchiusi , ordinariamente non sono punto bituminosi . (2) Brongniart . Dict. des Scien. Nat. Arlic. Selmarin . 358 TERREHI ARDENTI, SALSE EC. io8. A questa sorta di Argilla diedero i Geologi il nome di Argille salifere o muriatifere ( Salzthon ) i quali avvertono al tempo istesso , che „ le argille salifere unitamente ai Gessi accompagnano i depositi di salgem- ma , ed oflTrono in ciò un esempio rimarcabile di gene- ralità, e di costanza (i) „. Esse caratterizzano in am- bo gli Emisferi i depositi di Sai gemma (2) „ . Queste argille caratterizzano i depositi di Sai gemma , al modo stejso che le argille schistose , e con impressioni di Felci caratterizzano i depositi di Carbon fossile . Egli è a que- sti depositi di argilla che si riferiscono le miniere di Sale del Tirolo , e del Saisburghese , quelle di Northwik in Inghilterra , di Vie nel dipartimento della Mcurthe in Francia , e di Wielizcka in Polonia (3) . 1 09. Inoltriamoci ancor maggiormente in questo con- fronto fra le Argille dell' Apennino sin qui descritte ( che crediamo ormai dovere con nome più acconcio chiamare Argille Salìfere) e quelle dei Depositi conosciuti di Sai Gemma , ricordando , per una parte , che spesse sorgenti salate scaturiscono dalle prime , e per V altra che le sorgenti salate escono in generale (4) dai terreni in cui si trova il Sale in massa: diffatti sorgenti salate a Nor- thwich in Inghilterra , a Moutiers in Savoja , 4^0 5 ^ 43o a Wieliczka , moltissime in Allemagna , nella Rus- sia si europea che asiatica , in Sicilia etc, ^ riflettendo di più che la Francia è stata priva di cave di Salgem- ma sino air anno 1 8 1 9 in cui fatti alcuni tentativi col metodo dei Pozzi artesiani intorno alle sorgenti salate di Vie , scuopri un deposito di Sale purissimo che oc- cupa una estensione superficiale di trenta leghe quadrate incirca , e di profondità ancora ignota . Fu soltanto nel (1) Brongniart Dici, de Se. nal. artic. Selmarin ■. (2) Humboldt . (3) Diclion. class, art. Soude par Delafosse. (4) Ibid. DEL DOTT. G. BIANCONI 3 $9 1819 che si conobbe la verità di ciò che sino nel i^Ga ave»a preveduto e indicato il geologo Guettard , fon- dandosi sopra le analogie fra la natura geologica del suolo di Vie , e di quello di Wielizcka ( i ) . Ciò ben addimostra che la Geologia non è poi sempre una scienza puramente speculativa , né sempre vuota d' inte- resse j)er la società. no. Intanto senza impegnarci a voler sostenere che come in generale le miniere di Sale stanno presso le grandi catene , così ve n' abbia ad essere una lungo il nostro Apennino , e presso la nostra Città , farò nulla- meno notare che per una tale supposizione si hanno le indicazioni seguenti : i fi Lidi rassomiglianza che corre fra le argille Scagliose che abbiamo descritto , e le argille salifere descritte dai diversi Geologi (a) . 2.0 La presenza del Gesso , e degli altri minerali nominati che secon'lo molti Geologi si trovano sempre vicini al Sale : 3 fi le numerose Sorgenti salate , alcune delle quali quasi sature , sparse per le Colline sub-apennine , che prese in considerazione dal Cortesi , lo persuasero della esi- stenza dì enormi magazzini di Sale , nelle profondità dell' Apennino (3) ^ ed altri dei nostri Geologi furono pure di questo avviso p. e. il Molina, 11 Prof Ranzani etc. 4'° i' giudizio che reca il Sig, Bone (4) dicendo che chiunque assuefatto all' aspetto ed ai caratteri del suolo sub-apennino , non dubiterà punto della identità di questi depositi con quelli della Gallizia . 5 fi La ste- rilità assoluta che regna sulla (accia dì queste Argille : (i) BroDgniart. Dict. des Se. Nat. art. Selmarin. (2) Se non esistessero Sorgenti salate in questo fianco deir Apennino i soli caratteri delle Argille scagliose baste- rebbero per fare quivi supporre un deposito Salino . Or esistendo esse come potrà dubitarsene ? (3) Saggi Geologici pag. io a. ' (4) Journal de Geologie T. I. pag. 347. 36o TERRENI ARDENTI , SALSE EC. ( quando non siano coperte da' terreni d' altro genere ) conforme a quel principio segnato da Plinio, e che ognor più si verifica ( lib. 3i. e. 89) Omnis locw in quo reperìtur sal^ sterilis est ^ nihilque gignit. 6." In- fine perchè il Salgemma non è straniero alla catena del- l' Apennino se non sul versante settentrionale benyì nel Meridionale (i) in cui di piìi trovasi in terreni cJie per quanto sembra hanno la più grande analogìa cjon quelli tìnor descritti del versante settentrionale (a)i_' ni ••.! . ( ÌT*.l :■> . • . (i), Ecco come si esprime il cel. Targioni . Viaggi Voi. 3. pag. 3o4- ,, Il Salgemma è anche qui alle nostre Moie di VoU.eria , sicché resta dimostrata V origine della loro sal- sedine. 11 Pozzo detto di S. Giovanni ( di cui sopra N. 77. ) profondo braccia 38 di dove viene la maggior quantità del- l'acqua salata intorno al 1 5? 1 6 scarseggiava d'acqua e perciò fu risoluto d"' affondarlo : nello scavare trovarono , e furono necessitati a rompere a forza di scarpello , filoni molto alti di Salgemma , bianco tendente al bigio , e simile nella ap- parenza , all'alabastro, ma tanto duro che non andava via se non a colpi di scarpello . Ultimamente dal Sig. Arcidia- cono Maftel sono stato favorito di una bella mostra di Sal- gemma stalo trovato nell'aSbndare di nuovo questo medesimo pozzo. Egli a prima vista ha tutte le apparenze di una massa di Spato trasparente , ma con isfumature bianche , o marmo- rose , e sfalda in lamine etc. . - . . Traile massolette de"* suoi ingemmamenti , che io sospetto essere di figura cuboidc, ha imprigionate certe tracce di materia terrosa , color di cene- re , ma salsa ancor essa .... altri pezzi e Glebe con- servansi nella Real Galleria di Firenze . (3) La coté sud de la butte de Volterre . . . offre de haut en bas de la Marne sub-apennine coquillére , puis sans coqullles , des marne à lits et feuillets de gypse fibreux et plus bas de grands bancs de Gypse compacte divise en feuillets contournées etc. ( di qui escono le sorgenti salate ) Journal de Géol. T. i. pag. 289. DEL DOTT. O. BIANCONI 36 1 §111. I . I Francia , Spagna , Nord , Turchia , europea ecc. III. In Francia i Fuochi del Delfinato simili a quo' (li Pietramala , e noti ab antiquo quanto essi, sono si- tuati a quattro leghe al Sud di Grenoble in mezzo ad un terreno , in cui sporgono delle Argille che stando esposte all'aria si cuoprono di efflorescenza salina , e sembra che contengano del Sale di Glaubero (i) . Altri Fuochi riscontransi a Tremolac , altri ad Evreux (a) intorno ai quali non abbiamo potuto adunare che troppo scarse notizie per riguardo alle condizioni geologiche del suolo che li produce ^ e d' altra parte le sorgenti di Petrolio che scaturiscono in Francia a Dax, a Seyssel nella Guascogna , nella Linguadocca , a Gabian , nel- l' Alsazia etc. , non permettono atteso la loro distanza dei seddetti Terreni ardenti che si possano invocare co- me altrove per indicazioni della Formazione da cui si svolge il Gas Idrogene . Caratteri assai migliori si ma- nifestano nelP Auvergne presso Clermont Ferrand al così detto Pozzo della Pece che contiene oltre il Bitume , acqua salata , e grande sviluppo d' Idrogene solforato (3) . Dalla Francia passando in Ispagna il territorio di Murcia , in cui si fece sentire il terremuoto menzio- nato superiormente N. 5o. , vien detto terreno salino , assai basso , umido e malsano , e coperto di piante saline come la salicornia etc: e che alcuni pozzi aper- ti in detto territorio fra Torre-Ia-Mata , ed una laguna (i) Encycloped. Metho(ì. Géograph. phys. art. Argille; e Mémoir. de TAcad. des Scienc. 1699 p. 28. ' (r) Menard-la-Groy . (5) Le coq. T. 2. p. 88. 36a TERRERl ABDEIfTI , SALSB EC. ivi esistente avevano P acqua salata (i): senza dare mol- to peso a queste circostanze , ci sembra però che unite ai caratteri delle sostanze eruttate ( N. 5o ) prestino r indicazione di una Formazione Salina sottoposta , tanto più probabile quantochè è in un lato della Spagna non molto lontano dalle miniere scoperte di Salgemma . Volgendoci ora al Nord , troviamo in Inghilterra le sor- genti infiammabili di Boseley nello Shropshire , e del Lancashire , e quantunque in questo paese , e precisamen- te ad Omskirk sorga il Petrolio, non conosciamo però ancora quali relazioni esso abbia colle sorgenti infiamma- bili , né quale sia il terreno da cui traggono esse 1' o- rigine . E una sorgente gazosa infiammabile anche quella di Santa Caterina presso Edimburg in Isc0zia (a) co- nosciuta sotto nome di Aqua petroUna j perchè so- prannuota all' acqua il Petrolio . — Non si conosce se nella eruzione fangosa della Contea di Antrim in Ir- landa, accaduta in Settembre i835 avesse parte alcun gas , né quali caratteri avesse il fango che innondò tanta parte di Paese (3) . 112. Fuochi e Bitume a Swickau in Sassonia secon- doché riferisce Menard-la-Groy . In Sassonia parimenti più sorgenti infiammabili raccolte sopra piccolo spazio , che meglio di ogni altra mostrano i caratteri di attinenza colla Formazione del Salgemma , descritte dall' immor- tale nostro Luigi Ferdinando Marsilli , all' articolo De Sale fossili comuni nel Tom. 3. della grande opera Da- nubius Pannonico-Mysicus (4) • Nella Boemia dalle mi- niere di Salgemma di Gottesgabe nella contea di Te- (i) Journal de Géol. T. 2. pag. 24. (2) Bomare. Minér. T. 2. pag. 255. (3) Le coq. Géol. T. 2. pag, 84. (4) Amstelodami 1726. fol. fig. pag. 48. „ Finem fa- ciam Dissertationi Salis Jbssilis Transylvaniae narratione aquae Salsae amarae quae scaturii ad pedes collium re- fertorum vitibus producentibus vini copiam . Salsedo et DEL DOTT. G. BUKCOBI 363 clilenberg sorge da un pozzo chiamato il Pozzo del Vento una corrente di Gas infiammabile , che l' ispettore amaritudo non est pars aquae hiijns qiiae tantum indiicat admirationis quantum alia ejus proprielas ardendi igne eidem admoto . Hi mirabiles Jbntes sunt in sede Saxona , aut districtu Megyes , et positi inter utrumque Fluvium €o- cul majorem, et minorem et distant una hora cum dimidio a territorio Bastra , suntque principium Rivuli . . . Col- libus textura est de Marmore , nec sine Gypso. . Fons constat duobus receptaculis , majore et minore , per quae exit aqua . Majori sunt duo orijìcia , per quae sine inter- ruptione fit ebuUitio , quae perpendiculariter a fundo receptaculi ascendit ad superjìciem aquae plano convexo^ et stridore et aliis circumstarUiis propriis aquarum , quae et ignem ebulliunt . Sapor ut dixi est salsus et amarus , color limpidus ; aqua taclu erat J'rigida , sed non obstante universali gela non erat conglaciata per tota receptacula , sed confluens deinde in Rivulum succubuit vi glaciei . . . Ob evapora- tionem deposuit sai crassum . Fons primum detectus fuit anno 1685 a citstodibus Ar- mentorum , . . Composui parvam Jacem e Palea quam accendi et inde imposui superjiciei aquae , et post momento aliquot elevaiae Jìierunt a superjicie aquae plures Jlam- mae aequantes longitudine digitum . . . et crepitantes ad instar pulveris projecti in accensos carbones , et post quatuor aut quinque alias vibrationes evanuerunt et paulo post in conspectum rediere . In alio minori receptaculo experimentum supra descri- ptum promplius et Jacilius Juit , dum fax aquae admo~ ta . . . Jlam.mae perstiterunt spatio sexaginta pulsus vi- brutionum , et admota rursus Jace parijbrmiter Jlammae assurrexerunt . Experimenta haec molitus Jui mense Januarii , magno /rigore , et multa nive rigente , et cum tractarem Jacem paleae decidit modica palea accensa , ex qua statim sur- rexiljlamma ignis , et elevala fuil ultra digitum cum dimidio f 364 TERRENI ARDENTI , SALSE EC. di quelle miniere Monsieur Roeders ha recentemente ap- plicato agli usi domestici : il quale Gas si' svolge altresì da molti altri punti della miniera (i). Similmente in Ungheria all' occasione di fare uno scavo nelle miniere saline di Ludovici nel 1826, si manifestò tutto ad un tratto una insigne corrente di questo Gas^ così nelle miniere di Zlativa , e di Zugo , ove da lungo tempo è nota una irruzione di Gas infiammabile : e nelle celebri miniere di Wielizcka (2) si presenta a quando a quando Io sviluppo di Idrogene carbonato , la cui durata è qual- che volta non breve (3) . Sui Monti Carpazj di Wielizcka et perstitit lio" vibrationibu$ . Ipte summa cura stathn jussi ut ex eo loco nix deferretut , detexi novum parvufn re- ceptaculum in solo . . . in quo aqua coepit effluere et gignere ebullitionem j'am descriptarn , et rursus igne eidem admolo Jlainmam persistere . . . Aqua tempore descriptarum Jlammarum nec augetur nec imminuitur , nec inutat natu- ralem gradum praedicti frigoris . . . Denique aqua extra- cta a suo receptaculo confestim ardendi virtuie destituitur „. (i) Annales des Miaes Ser. a. T. i. pag. 33o. {3) Journal de Géol. T. i. pag. 545. (5) Al pari delle Miniere di Salgemma si dovrebbero e- nuraerare le Miniere di Carbon fossile in molte delle quali si aduna il Grisou , che è uno dai grandi fenomeni pro- dotti dair Idrogene . Tuttavia siccome in questo scritto ci siamo proposti unicamente di indagare la derivazione 6nor oscura dell' Idrogene che opera li tanti fenomsni superior- mente descritti , così quanto ci saranno interessanti le Mi- niere di Salgemma, altrettanto forse indifferenti ci restano quelle del Carbon fossile . Per le miniere di Carbon fossile infatti lo sviluppo del gas Idrogene non è più un mistero . Egli è troppo manifesto che racchiuso nelle cellule del me- desimo , se ne sprigiona allorché quello è messo in pezzi, o allorché gli agenti atmosferici ne scompongono la super- ficie . Daltronde non è ancora provato che la Formazione del Carbon fossile abbia relazione coi fenomeni descritti ( meno il Grisou ) mentre per V opposto quali e quanti siano DEL DOTT. G. BUncOKI 365 presso Ustrolm è dal Sig. Lyll (i) indicata una sorgente gazosa in terreni salini , che svolgendo dell' Idrogene carbonato e solforato può farsi ardere . Analoghe sor- genti , e Terreni ardenti sono da Boccone menzionate come esistenti nelP Ungheria dalle quali esalavano vapori infiammabili (2). La Polonia nel Palatinato di Cracovia sul monte detto Admirabilis ha una Sorgente infiam- mabile , manifestata per tale da un Fulmine che cadu- tovi sopra accese la corrente di Gas Idrogene che gor- gogliando usciva con forza insieme coli' acqua , la quale aveva un odore balsamico , ed evaporata rendeva una specie di bitume . Conradus che la fece conoscere (3) non parla del terreno , ma dice che è „ Mons fontibus tam dulcibus , quam salinis scaturiens „ . Fuochi simili a quelli di Baku sono a Slanika in Valacchia che fu- rono manifestati ancor essi da un Fulmine (4) „ • Nulla si sa della loro giacitura . Nella Grecia non lungi da Durazzo .eravi ai tempi di Plinio e di Strabone un Fuoco naturale che Irovavasi presso un fonte „ qui acquas bi- tumenque scatet „ ^ ed un altro nell' Agro megalopoli- tano in Morea (5). Nell'Isola di Samos è indicato un getto di Gas ardente etc. (6) . i rapporti della Formazione del Salgemma coi medesimi , ognuno potrà raccoglierlo dalla perlustrazione geograGca di cui ci occupiamo al presente . (i) Mémoires de la Soc. Géol T. i. pag. 23 7. (2) Musaeum physicum pag. i55. (3) Acta eruditor. Lipsiae 1684 pag. SaC. <4) Ferussac Bull. T. V. p. 201. (5) V. r Appendice . (6) Labéche Manuel p. 176. 366 TERREKI iBDEIfTI, SALSE EC. § IV. Crimea . 11 3. Sul confine orientale dell'Europa la Crimea, e la Circassia sono le terre in cui , per quel che sappiamo , la Natura ha profuso , per così dire diversi fenomeni del genere di cui trattiamo . Il cel. Pallas che perso- nalmente ha visitato questi luoghi ce li descrive ed e- numera assai precisamente (i) . La Penisola di Rertsck ossia la Crimea ha nei contorni di Jenicale (2) città situata sulla punta meridionale , un gran numero di la- ghi j e di sorgenti salate di Petrolio e di Asfallo , presso i quali sono molti Vulcani fangosi . Altri crateri fangosi in attività sono ad 8 verste ( quasi cinque miglia ) al Nord della città di Rertsck (3) presso Tarchan sopra una eminenza che è sulle rive di un lago salato , ed in vicinanza di Sorgenti di Asfalto . Ma la più considera- bile delle Salse di questa penisola è entro terra sul colle Dshai-Tiibe , del quale li Tartari circonvicini ricordano ancora il sollevamento accompagnato da eruzioni di fiam- me , e da un torrente di fango tanto abbondante che sembrava inesauribile : e nei contorni osservasi qualche sorgente di Petrolio . 114. Ciò che merita una particolare considerazione si è i Laghi salati , dì cui abbonda questa penisola , (i) Attencliamo impazientemente la Memoria e quella parte del Viaggio intorno al Caucaso del eh. Dubois de Mont- pereux in cui deve trattare di siflfatti fenomeni della Cri- mea , onde potere aggiungere di una appendice le notizie in- teressanti che speriamo dovere in essi trovare . (2) Secondiéme voyage de Pallas en Crimée . Paris 1^811 Tom. 3. pag. 356. (3) L. cit. pag. 35o, DEL DOTT. G. BUNCORI 36^ che cuopronsi durante l' estate di cristalli cubici assai brillanti di Sale comune , che viene adunato e messo in commercio , ed 11 cui annuo prodotto è tale che per esempio nel 1' anno 1790 resero 2,291,745 pesi di Sale. I Signori Pallas e Verneuil non lasciano di far notare che tali Laghi trovansi poco lungi dal Mare , dal quale sovente sono separati soltanto per mezzo di una striscia di terra o banco di sabbia , donde conchiudono che il Mare può averli lasciati pieni nell' occasione di essersi ritirato , e per conseguenza la salsedine dei medesimi non da altro derivare che dalla primitiva salsedine dell' acqua marina in essi restata. Ma ben si accorsero della obbie- zione che naturalmente si affaccia vale a dire che la ingente quantità di Sale che se ne esporta annualmente dovrebbe indebolire a lungo andare la saturazione di quelle acque , e renderle inette alla cristallizzazione du- rante il caldo . Il eh. Pallas particolarmente cerca di prevenirla coli' addurre per ragione che i Laghi sono di una estensione troppo grande perchè la sottrazione del Sale possa subito divenire sensibile sul totale del contenuto . Sia pure ^ ma se è pur vero che sino ai giorni di Strabone come accenna lo stesso Pallas , e come pare da un luogo di questo Geografo (i) fossero sahne in qualcuno di questi laghi , se regge quanto Pal- las medesimo lasciò scritto che „ le produit a toujours augmenté de quelque million de poudes ,, ^ se infine è esatto che anche a nostri giorni tragga un grande pro- fitto da suoi laghi salati (2): e se d'altra parte non vi è notizia alcuna che il Mare nelle escrescenze arrivi colle onde a rinnovare le acque e riparare le perdite (i) „ Est etiam promonlorium ab Cherronesitarum mu- ro ad X/^ distans stadia , ingentem sinum ejfficiens , ad oppidum vergens supra quem salsus incumbit lacus sali- nam habens „ Lib. 7. (2) Verneuil Mémoir. de la Soc. Géologiq. 368 TFRRENI ARDENTI , SALSE EC. di Sale del medesimi , è forza supporre che la Salsedi- ne si rinnovelli perennemente per altra cagione . Ed infatti un numero considerabile di sorgenti salate , la frequenza dei Pozzi di Petrolio , e di Asfalto , non che la presenza del Sale nei Vulcani fangosi (i) e nelle Argille salifere (2) persuadono piuttosto che un forte banco di Salgemma si asconda sotto quella spiaggia , e (i) „ Volcan boueusé vis-à-vis de Temruck tout couvert de Sei „ { Pallas 2.«^ Voy. T. 4. pag. 9.) (2) Aggiungeremo le parole istesse di Pallas intorno a coleste Argille della Crimea , onde venga istituito il confron- to , e notala V analogia loro con quelle delP Apennino ( N. 99) „ Après la roche calcaire , la substance la plus com- mune , dans le premier ordre des roontagnes , est un schiste argiieux très feuillelè et trés varie dans ses couches . Le plus souvent sa substance est si peu solide qu'' il se féle à r air corame les bòjes et se rammollii par les eaux. Dans cet état il est ordinairement d' un gris plus ou moins four ce quelquefois presque noir , corame imbu de Manganése , ou bien d' un blanc jaunatre . D' autres couches ou feuillets sont bruns ou noiratres . . . rarement font elFervescence avec les acides, et jamais je n' ai pus observer des corps organisés bien conservés , quoique les couches de schiste sablonneux , qui se mélent dans le massif du schiste argi- ieux , en contiennent quelquefois . Dans ces massifs souvent très étendus les eaux creusent ordinairement les plus pro- fonds ravins et on y recontre les sentiers plus dangéreuxi lou I' on risque cent fois dans la journée d' étre precipite ayec son cheval „. „ Ce schiste argiieux contieni ordinairement un principe salìn , sur tout le sei amer . . . dans la parile orientale de la chaìne cette salinilé des bandes de glaise est plus per- ceptible , et le Caprier , le Fustet , le Sumac et quelques autres abrisseaux et plantes salines se plaisent préferable- ment . „ „ Les couches diversicolores de ce schiste argiieux al- ternent de dififereut épaisseur et varient cotinuellement pour DEL DOTT, G. BIANCONI SGg che sciolto dalle infiltrazioni , o Jalle acque del jVlare o dalle pluviali alimenti perennemente i laghi mediante iene salienti di acque salale . Qual dl01coltà infatti vi è che nella Crimea succeda quello che accade suU' altra estremità del Caucaso alle rive del Caspio, paese che tanto al primo somiglia non solo pei fenomeni del Gas Idrogene , quanto per la costituzlon geognostlca , e pei laghi salati sui quali , come vedremo , nlun dubbio che non siano alimentati dalla soluzione di un sottoposto banco salino? „ La situazione simmetrica di questi due sistemi di eruzioni fangose (riflette giudiziosamente il Sig. Verneull ) 1' uno alla estremità occidentale del Cau- caso nella Crimea, l'altro alla estremità Orientale nei contorni di Baku, non può essere T effetto dell'azzar- do ^ esse ci rivelano una causa comune , ed ascosa nei misteriosi profondi del nostro globo (i) „ La esistenza di .questo supposto banco saliao si legherebbe stupen- damente per un lato coi menzionati bitumi , che sono pure membri della Formazione Salina , e per l' altro ai la couleur et la consìitence . On les trouve souyent con- tournées et ondoyés comma les fibies d' un bois veiné eie. ( Pallas Tableau de la Tauride ) „ Sembra in oltre che entro a queste Argille stiano ascosi come in quelle deir Apennino ( N. io5) diversi corpi e frammenti di rocce stratificate, T enumerazione de* quali può riscontrarsi nell' elenco delle sostanze portate alla luce dalle eruzioni de' Vulcani fangosi , che sono state già memorate superiormente ( N. 4^)1 le più notabili delle quali sono: diversi Calcari fra cui uno simile a quello di Pappejiheim con impressioni di Alghe, Schisli arenosi o marnosi, o argil- losi alcuni solcati, e con ferro solforato aderente. Piriti iso- late, Frammenti di Gesso, Ferro ossidato bruno. Glebe reni- formi di Calcare Geodico , e di pietra argillosa grigia o gial- lastra etc. (i) Mém. de la Soc. Géol. T. 3. pag. 8. M. An». So. Natuh. Anno 3. Tom. 3. 24 3jO TERRENI ARDEINTl , SALSE EC tanti fenomeni dell' Idrogene che sopra vi appariscono , al modo stesso che come abbiamo sinora veduto , e co- me vedremo in seguito vi si legano negli altri pujiti del Globo . 1 1 5: Sempre in questa estremità occidentale del Cau- caso ma all' Oriente della descritta Crimea di là dalfo stretto di Jenicale è l' isola di Taman. Nei contorni della Città di questo nome sorgono molte vene stilate e dj Bitume, e trovansi parecclii Yulcaui fangosi. A 20 wer-? stes (12 miglia) verso levante s'alza una collina che \ Tartari chiamano Riillobo (i) sulla cui cima conica, grigiastra, e nuda d'ogni vegetazione, sta un gorgo fan-: goso che getta melma salata , frammenti di pietre e di Gesso. 12 werstes al N. E. di Taman (2) sulla collina Ruuk-obo dopo grandi fragori, comparve im3 fiammj^ di 5o piedi in altezza, e 3o in circonferenza che par- tiva da una bocca che vomitò a tempo a tempo uq fango caldo , bituminoso , p salino , e , ad intervalli , fiamme e fumo. Presso a Temrult (3) città nella punta N. E dell'Isola di Taman sono tre colline con diversi crateri fangosi, ed a i5o tese da questo lido nel mare di Azqf emerse l'Isola di cui si è sopra parjato (N /^6). Il suolo fieli' Isola d' Taman d'^'f^bbesi quasi contaminato da Laghi salati, e da trapelazioqi bituminose che reur dono l' aria vaporosa e malsana. Alcuni hanqi creduto che il Gas che gorgoglia in questi Vulcani fangosi non fosse infiammabile : ma oltre le frequenti ipfiammazioni riferite , Pallas si esprime decisamente (4) „ l' Idrogene , (i) Secondiéme Voyage de Pallas. T. 4. pag. 19. e Ver-: neuil Bull. Géolog. T. 7. pag. 3x6. (2) L. e. p. Sa. (3) L, e. p. 7. (4) L. e. p. 45 DEL DOTT. ». BURCOni 3^1 ei dice , ossia T aria infiammabile fu probabilmente la cagìoDe delle esplosioDÌ e degli incendi „ (i). {Sarà continuato.) (i) Mentre la stampa di questo foglio era presso al suo termine, opportunamente ci è pervenuta la seguente analisi del Gas de' Vulcani fangosi di Tamaa istituita dal Sig. Gò- bel ( Leonhard und Bronn , N«ues labrbuch fùr miaeralo- etc. labr 1859 pag. ^ZS.) Gas acido carbonico. , . . . 5. oS Idrogene proto-carbonato . . . i5. 76 Idrogene deuto-carbonato . . , yg, 16 Aria atmosferica ...... a. 00 Nelle stesso tomo di questo giornale si ha pure V analisi delle acque di tre lagbi salati della Crimea istituita dallo stesso Sig. Gòbel , che indica la quantità di sale in essi esistente ; come pure egli reca alcune osservazioni sopra 1 acqua salata che sorge in compagnia della Mafta , nei molti pozzi di questo bitume . REIVDICONTO DELLE SESSIOIVI DELL ACCADEMIA DELLE SCIENZB DELL^ ISTITUTO DI BOLOGNA ( Continuazione Vedi pag. a88 ) Comincia il Prof. Casinelli nella sua Memoria dair e- splorare , emettere in chiaro lume l'esito del metodo delle equazioni così dette risolventi di un equazione del grado m fondato sulla bella proprietà delle radici di potersi es- primere ciascuna per le potenze tutte fino ( m-i ) esima dJ una delle m radici roesime dell' uriità multiplicate pìer altrettanti coefficienti, la determinazione dei quali porge* mediante i teoremi di Cotes, e di Varino le dette equa- zioni risolventi. Mostrato l'esito di tale detèrininazione di condurre a risolventi di grado più elevato dalla equa- zione proposta , quando questa è di grado superiore al quarto, l'autore presenta un genere di equazioni alge- briche molto estese, quelle le cui radici hanno forma binomia composta dei prodotti ciascuna di due potenze qualunque di una delle wj radici mesirae dell' unità mol- tiplicate per due coefficienti che sono li stessi per tutte le radici. Nella presente Memoria si trattiene' a determi- nare la forma delle equazioni di tutti i gradi dispari, jiromette però di comunicare alf Accademia la xbntrnuà- lioue del pregevole suo lavoro. DEL PROF. A. ALESSANDBmi 3^3 a3. Sessione, i6. J\I(iggÌQ. .iS3q. Si l^gge lettera di rìngrazifiniento, ,ìa data delli 6. corrente, del Dott. Amadeo A^iadei promosso al grado di Accademico non pensionato. Sono offerti all'Accademia a npme degli autoi^i i due seguenti opuscoli : , i.° Cervellcri F. , De galvanismi 9093 ; puncturae ina- gneticae conjuncti nonnullis in pervorum morbis prae- stantia. Neapoli 1889 in ottavo pag. 24. 2.° Della Martora Francesco , Osservazioni su di una scritta del Sig. Achille Antonio Rossi d' argomento a- grario . Napoli 1889 in ottavo di pag. 12. L* Accademico pens. Prof. Gioacchino Barili! legge la seconda parte del suo lavoro sopra un caso raro di Elefantiasi congiunta a sproporzione di sviluppo fra le due parti del corpo . Nella prima parte della quale si parlò già nel Rendiconto delle sedute dell' anno acca- demico ultimo passato , espose Egli estesamente )a descri- zione della singolarissima malattia non trascurando quelle considerazioni che erano necessarie a qualificare la spe- cialità morbosa di che si trattava, e ad escludere i dubbi che, giusta le osservazioni di taluni, avessero potuto sorger- le contro. In questa seconda parte cerca 1' autore di rico- noscere , se fia possibile , le attenenze che hanno fra loro scambievolmente le due parti morbose predette , e quali utili deduzioni ricavar possa da codeste ricerche la Patologia e la Medecina . E prima di tutto per quel che riguarda le correlazioni della elefantiasi colla sproporzione che videsi fra il lato destro del corpo per lunghezza e larghezza grandemente maggiore che non era il sinistro , una ricerca importan- tissima , dice 1' Accademico si è quella di indagare le cause che possono aver prodotto quel rarisssimo esempio '3j7'4 RERDICOKTO ACCADEMICO di mostruosità: se a tal proposito sembrerà congettura del tutto priva di fondamento il supporre che la causa del vizioso sviluppo operasse nel tempo della vita fetale dopo la concezione invece che esistessero i rudimenti mostruosi nel germe , o si formassero nel!' atto e nel tempo della concezione . E certo che la madre durante la gravidanza fu compresa da gravissimo spavento in causa di pericolosa elettrica meteora : la potente e fu- nesta influenza delle paure sulle gravide nissuno osa met- terla in dubbio 5 e qui l'Accademico cita moltissime e concludenti prove di fatto valevoli a dimostrare non solo una tale influenza , ma la facilità ancora colla quale la funesta impressione può essere trasmessa alla delicatissi- ma macchina del feto chiuso entro 1' utero . E nel caso di cui si ragiona non è fuor di proposito l'ammettere che l' indicata causa facesse offesa al sistema de' nervi al cervello , allo spinai midollo : e per la forza della no- cevole impressione dello spavento e dell' elettricità, e la tenera mobilissima organizzazione di tali parti inducesse una specie di affezione morbosa che toccasse, o più fosse sentita al lato sinistro del feto alla guisa di una emi- plegia , conseguenza della quale , anche negli adulti , si è pure lo scemamento della attività nutritiva ed assi- nilatrice . Ma passiamo, continua l'Autore, ad una seconda considerazione : in chi contempla questo caso nasce il desiderio di sapere se là mostruosità di sproporziono dal suo principio , nel progresso , e fino alla quantità alla quale si è vista pervenuta ultimamente fra i due lati del corpo sia poi veramente da risguardarsi posta nella manchezza del sinistro , o piirttosto nell' eccesso di sviluppo del lato destro nel quale sonosi notate molte ed insigni deformità: oppure se in parte si abbia da attribuire all' uno e in parte all' altro lato del corpo . Per quanto colle sopra ragionate probabilità della ner- vosa offesa del lato sinistro possa essere risposto in parte OEI. raOF. A. iLESSA«DRI5l 3^5 a siffatta domanda , pure bisogna confessare che ritnaii- gono fuori di essa risposta molte altre parti del fatto : e che anzi sorgono degli argomenti di grate eccezione contro le stesse probabilità sopra discorse . Conciossia- chè considerando separatamente il lato sinistro del corpo si scorgeva come le sue parti , tuttocchè non avessero ottenuto che uno sviluppo di minor volume di quelle del destro , pure erano fra loro in proporzione rego- lare : il che non poteva dirsi certamente delle parti del destro. Bene considerata la cosa però pare anzi che il trattenuto sviluppo organico del lato sinistro possa aver prestato occasione all' esuberante e mostruoso vegetore del destro che riceveva quelP alimento che nel sinistro non poteva debitamente dirigersi e circolare . Di più , come lo sviluppo normale di ima parte quasi con norma-» le antagonismo oppone argine all'aumento lussureggiante della sua vicina , e questa a quella : ed un lato del corpo rispetto all' altro ^ cosi è che scemata per lo sce- mato sviluppo la normale organica resistenza del sini- stro ) otteneva favore il lussureggiare dello sviluppo or- ganico del lato destro , del che appunto moltissime prove ne somministrava la materiale ispezione singolarmente del sistema osseo di questo individuo . Ad una terza considerazione chiama la domanda se esista , e quale esista correlazione fra la organica inr normalità e la descritta elefantiasi. Che abbiavi correla- zione fra le due malattie , soggiunge l' Autore , non ini- porta a parlarne . Giacché quando è per ogni maniera di argomentazione tanto fisiologica che patologica dimo- strabile che il momento secondo della vita è collegato e dipendente in parte dal primo , il terzo dal secondo e così via , allora non si può più dubitare che lo sìenò pure le due condizioni predette . Può trattarsi qui ad- dunque solo di riconoscere , se fia possibile , come alla generazione della elefantiasi , nata certamente nell' età provetta , e probabilmente verso il 3o anno abbia eoo- 37G REI^DICONTO ACCADEMICO perato la organica discorsa innormalità . Quantunque il male siasi reso manifesto evidentemente soltanto nell'e- poca succitata, pare però che abbia incominciato qual- che anno prima , perchè fino dall' età in cui il longitu- dinale sviluppo della macchina è compito , cioè intorno al terzo settennale, nel qual tempo la natura seguita a intendere all' aumento e complemento dello sviluppo or- ganico trasversale , quest' ultimo può aver preso nella giovine di che parliamo un cammino di aumento ecces- sivo , ed essere stato esso appunto il principio delle mostruosità che sono avvenute nel lato destro al di là della proporzione e della maggioranza che già anche allora esso aveva sulla mole del lato sinistro . Anche la ispezione del cadavere pare abbia dato conferma alla preopinalà sentenza ^ poiché quelle moli enorxoi cui erano giunte alla fine della vita le parti del lato destro del corpo erano fatte noti già dalle masse organiche di prima for- mazione le ossa , i muscoli , i vasi ec. , ma erano co- stituite da tessuto succutaneo celluioso ij quale col cre- scere e diffondersi aveva , anzicchè perderne , ottenuta densità maggiore di quella che, aveva i| tessuto celluioso del lato sinistro . Non ci è dato di poter seguire l' Ac- cademico nello sviluppa delle molte ragioni ed argo- menti che adduce in appoggio della sua assai probabile congettura mtorno al caso gravissimo (discorso , e per la quale verrebbe quasi a dimostrarsi = cominciata la sproporzione organica fra i due l^ti del corpo nel tempo della gravidanza rz: alla sproporzione sopravvenute le mo- struosità del destro lato al tempo dell' età virile : e se- guitate a crescere fino alla morte della donna "=■ parte infine ed effetto della quale mostruQsità esserle quel com- plesso di sintomi universalmente distesi cl^e per accet- tata denominazione chiamasi Elefantiaci. L' Accademico Dott. Enrico Barratta legge il seguente Rapporto sul contenuto della Memoria del Talbot che DEL PROF. A. ALESSANDRINI ÒJ'J ^11 fu consegnala dal Presidente nella Sessione pre- cedente . La memoria in idioma inglese del Slg. Enrico Talbot è intitolata z:z Breve cenno intorno P arte del disegno Fo- togenico, ossia processo pel quale gli oggetti naturali da se stessi si ei^gglano senza bisogno dell' opera dell' Ar- tista m . Venne questa memoria letta dinanzi alla So- cietà Reale di Londra nell' ordinarla Sessione delli 3 1 Gennaro p. p. ed ebbe a principal fine di constatare per via di un atl;o formale parecchie osservazioni relative ad un fenomeno che da qualche tempo mena tanto rumore specialmente in Francia e in Inghilterra , della proprietà cioè che ha la luce di scomporre ed alterare chimicamen- te alcune sostanze minerali colorate . Porta questo scrit- to l' impronta di un semplice e candido Osservatore , e in esso non è pur nominato uno solo degli altri fisici valenti che contemporaneamente , o fors' anche dopo di lui hanno dato mano alle stesse sperienze , ninna parola apparendo in tutto il contesto la quale abbia senso di pretesa né pej* anteriorità , né per dritto esclusivo di discoperta . Comincia l'Autore dal riferire come fino dalla pri- mavera dell'Anno i83^ intraprendesse alcune osserva- zioni sopra carta spalmata di nitrato d'argento sicco- me la più facile a riuscire alterala dall' azlon della luce , e come fino d' allora accogliesse speranza che una itale proprietà potesse tornare sorgente di utili ap- plicazioni tanto alle Arti che alle Scienze . All' ajuto pertanto di una tale idea primitiva , mentre d' ogni ma- niera svariava e correggeva i suoi metodi , venne curioso di sapere se altri prima di lui avesse proposto od anche tentato le medesime osservazioni . Dopo lungo cercare trovò dlffatli nel i.° Volume del Giornale dell'Istituto Reale di Londra , che quegli cui si doveva originariamente l' idea era il Slg. Wedgwood , mentrecchè insierqe a,! Slg. Onofrio Devy aveva molto tempo innanzi ^ffiaticatc? 3^8 f\E.\DlCOSTÓ ACCADEMICO ad una serie di analoghi tentativi ^ li quali però corsero la mala ventura di andare la piìi parte falliti , imperoc- ché né le preparazioni risultarono mai così suscettive da ricevere distintamente le minute e delicate impressioni riflesse dà ima camera oscura , e né mai così forti da mantenerle inalterate nlalgrado che la Carta venisse po- scia copertal da sottile velo di apposita vernice . Buon Jper altro , siccome confessa l' Autore , che un siflTatio documento non gli venisse sott' occhio , sé non quando era già iti possesso di un metodo certo per fissare sta* bllmente le immagini , avvesnacché la molta stima , e la defferenza eh egli professa a questi due fisici onorevoli 1' avrebbero senza fallo distolto dalle prime concelte spe- ranze , per quanto l' amore alla scienza , e la brama di trovar cose nuove, ne lo avessero stimolato. Dalle paro- le quindi che il Talbot adopera onde accennare ai vari processi che egli ha praticati , e le non poche applica- zioni cui li ha fatti servire , pare che si possa a tutta ragione dedurre , avere essO fatta mvehzìone di tre ge- neri StSattO distinti di carte , dei quali tùttocchè il primo possa pur essere quello di già conosciuto e preparato mediante soluzioni di sai marino, e di nitrato d' argento, siccome ne riferisce lo stesso Globo Inglese , sotto la data del 28 Fébb. trascorso (i), gli altri due debbono (i) Il procèsso accennato da questo Giornale in nome «lei Talbot sia per ridurre la carta al grado di necessaria sensibilità alla azion della luce, sia per conservarvi sopra le immagini ^ non può certo essere quello di cui fa subbietto principale della sua Memoria ; perocché il jodito di potassa di cui si dice eh' egli spalmi il disegno , e che combinato col nitrato d'argento forma un jodito di ugual nome, è tale soluzione che oltre il non avere in se alcun che , né di strano né di nuovo , non può nemmeno darsi per assoluta- mente sicura , essendo troppo facile che attacchi le parti pi»k cariche del disegno . DEL PROF. A. ALESSANDHlni 3^9 essere assolutamente differenti . E per verità , mentre egli dice non potere servire quel primo , che a pochis- simi casi , siccome quelli di copiare una foglia od un fiore per mezzo dei raggi diretti del sole ^ i quali pas- sando per le trame finissime vegetali giungono con va- ria forza ad imprimerne i contorni sulla carta prepa- rata senza però conservarli , assicura poi essere tale il secondo che bene prestandosi a delineare ritratti , a far dipinture sul vetro , a fissar delle ombre , e persino ad usarlo al microscopio , ritiene in pari tempo le imma- gini ricevute e per interi anni le conserva senza sus- sidio di ulteriori preparazioni . E questa carta appunto per siffatta proprietà egli la intitola z=: Semidurevole rr, e ciò perchè quando non venga più oltre esposta ai raggi diretti e ferventi del sole , ha in se tale virtù da serbar vive e pressocchè indelebili le immagini ricevute. TenSo ed ultimo genere si è quello che l' Aulore deno- mina nz Carta sensitwa ::= e la cui somma suscettività a patire le modificazioni della luce sta in perfetto rap- porto inverso coli' altra di conservarle : e questa è quella carta che usata a preferenza al microscopio , serve in meraviglioso modo a ritrarre scolture, e architetture, disegni , scritti , incisioni , e ogni altro genere di corpi visibili , e la quale abbisogna di una seconda prepara- zione che paralizzando la sua immensa tendenza a per- dere le avute impressioni , le valga non meno di rea- gente , col quale spalmarne la superficie appena modifi- cata dalla priniitiva azione solare . E la prima di esse carte di facile e nota fabbricazione^ non così la seconda, potendo dipendere dalle più che minime e quasi incal- colabili circostanze che riesca più o men sensitiva e durevole , che si colori di una anzicchè di altra ma- niera dopo esposta alla luce (i)^ che alcuni obbjetti vi ( I ) Asserisce Y Autore che tale è la varietà cai il secon- do processo può andare soggetto , che col variare meno- 38o HESDICONTO ACCADEMICO si imprirnano e vi si mantengano a preferenza di altri, e infine cl>e ,le superficie spaliate rimangano più o men levigate , essendo per altro la poca regolarità ed ugua- .glianza di piano Jl solo dlffetto cui essa carta va sotto- posta . .Quale poi sia jl .metodo di prepararla , e gli a- ^entì fisici 0 phimici che ne | costituiscono la semidurabi~ lità , è cosa affatto ignota , come lo è pure delle pro- prietà sensitive della terza , la quale più che le altre ,due rimane .cpifle un arcano ^ cui non fu dato ancorai alla scienza di penetrare. Questo si è in , poche parole il contenuto della me- moria del Talbot^ la quale quando pur vogliasi confron- tare con quelle del Signor Arrago riferibilmente alle sperienze del Signor Deguerre sopra il medesimo ar- gpmento, non si. potrà a meno di conchiudere che entram- bi affaticarono alle medesime sperienze , che entrambi .ottennero presso che gli identici risultati , e che tanto l'uno che l'altro qpn avendo ritegno di far palesi al- cuni dei metodi che bene loro riuscirono a rendere le carte più o meno facili alle impressioni del sole e della luce , furono però di . pi^rfetto accordo nel simulare , e nel tacere gelosamente quei .mezzi che più sicuri rin- vennero affine di .conservare -le ininiaglni disegnale , ec- citando per cotal piodo ,la universale curiosità. Il dire però del merito .comparativo delle sperienze di questi due fisici esimii , è opera assai grave e intricata , peroc- ché né dati esatti vi hanno onde argomentare preciso della rispeUiva aqterlorità di scoperta, né i metodi si hanno descritti dai quali rilevare con quanta maggiore facilità siasi dall' uno di essi pervenuto al risultato mas- matneate le pooporzìoni ed alcuni dettagli dì manipolazione 9i può ottenere piuttosto V uno che 1' altro di questi colori bieù cielo - giallo - color rosa - color bruno di diversi gradi - color nero - eccettuato soltanto il color verde ove non sia di una tinta «upa che tiri sul nero . DEL PROF. A. ALESSANDBmi 38 1 Simo Ira quelli fino ad ora ottenuti . Questo solo giova •occare che , vere stando le asserzioni ' dell' un fisico e dell' altro , mentre pare che il Talbot sia giunto a por- tare a più larghi confini , e a più svariate combinazioni le proprie sperienze , siccome nel trovare una carta che anche senza ausiliaria preparazione conserva più che meglio gli oggetti descritti , sembra nuHadimeno che là carta conservatrice del Daguerre in questi due rapporti stia al disopra di quella del Talbot, e cioè clie laddove la prima è di tal costruzione che le parti de'l corpo ri- flesso per mezzo della càmera oscura che r'màngono in luce, si disegnano bianche altresì sulla carta, e quel- le in ombra vi si imprimono nere , per la seconda ac- cade per mala sorte l' inverso ^ e che la suscettività ad accogliere le impressioni pare giunta a tal grado in quella del fisico fi-ancese , da avere persino ottenuto sopra uno de' suoi fogli scolpito lo spettro lunare . Checché ne sia per altro di tal difterenza io mi terrò ben lungi dal pronunciarne giudizio , sì perchè le mie forze non sono da tanto , sì ancora perchè , ove il titolo di un' operetta citata nella Biblioteca volante del Cinelli non ne inganni , potrebbe forse rie all' uno ne all' altro dei mentovati fisici competere la gloria della scoperta, ma essere bensì dovuto al Genio di un Italiano. Intendo dire di una operetta di certo Marc' Ahtonio Celilo, della quale venne fatta lettura e dimostrazione dinanzi alla società Fisico-Matemalica Romana nella sessione delli 4» Agosto dell'anno 1 686 e che contiene la =z descrizione di ,,. un nuovo metodo di trasportare qualunque figura dise- „ gnata io carta mediante i raggi riflessi solari sopra al- „ tro' foglio da chicchessia che non sappia ancora il di- „• segno. „ Il non avere trovato un tale libercolo a veruna dellef Biblioteche nostre tanto pubbliche che private è sòlaca- gTòne eh' io non possa darvene in oggi , siccome vorrei , alcun particolare ragguaglio: appena però mi giufiga da 38a RENDICONTO ÀCCiPEMICO fuori , del chie ho ferma e fondata speranza , ini sarà ben caro di inslituirne l'esame, e quando mi Tenisse pur fatto di (Jimoslrarvi corrispondere al titolo di esso libro il suo contenuto , ed essere per conseguenza una nuova pat- ina da aggiungere alle tante altre che adornano le nostre scienze, porto sicura opinione, che voi tutti, o Acca-p demici prestantissimi, sareste 4> nuovo indulgenti nello ascoltarci (i) , (i) Era già qualche tempo dacché fu letto il presents rapporto quando che alle mie iterate e premurose ricer-r che fatte specialmente presso alcuni amici di Roma , mi ren- ne per unp dì essi notificato non rinvenirsi assolutament* in alcun djve 1' opuscolo originale desiderato , ma solo leg- gersi agli atti degli Eruditi di Lipsia dell'* anno 1687 la de- scrizione di un metodo il quale quantunque paresse riferirp a quello del Cellio sì per portarne un titolo pressocchè analo- go, e il nome stesso dell'autore, non poteva d'altronde tenersi per quello medesimo , perocché nulP altro era perfi- ne che una particolare maniera di usare della camera oscu-r ra. Il perchè io peritai a farne parola , tanto più che da multi giornali nostri vedeva di continuo ripetersi li medesimi dub- bii suir analogìa della scoperta straniera colla pretesa nostra- le , e perchè sapendo io , siccome aveva il Cellio più e più volte presentato alla Società Fisico-Matematica Romana di- verse e interessanti memorie tanto di chimica , che di fisica e di astronomia , non trovava impossibile che la memoria accennata pella Biblioteca volante del Cinelli fosse tutt' altra i;he quella riportata dagli Eruditi Alemanni — Se non che essendo da pochi giorni comparsa alla luce una lettera del Sig. Conte Alessandro Cappi sullo stesso argomento , è ve- nuta cosi meno ogni incertezza in proposito ; avvegnaccbè essendo egli riuscito per mezzo di un amico suo a dissot- terrare dalla Biblioteca Vaticana il tanto sospirato libercolo, ha potuto finalmente convincere se medesimo ed ogni aliro non essere il contenuto di queir opuscolo che la stessa ed identica cosa colla descrizione superiormente accennata , vale a dire una speciale e bit,parra applicaùonc della camera oscura. DEL rJU>F. À ALEbSAnDBini 983 ^ a 4 Sessione a 3 Maggio iSSj Viene presentata all' Accademia in nome dell' Autore Sig. Faustino Malaguti una memoria che ha per titolo — ^ fiction du chiare .... Azione del cloro sopra diverse sOt» stanze eteree e sul méthylal. Tesi sostenuta davanti alla facoltà delle Scienze. Parigi 1889 in 8.° di pag. ^5. Sono pure offerti in dono altri due quaderni della Flora fiatava di lon Rops ed H. C. Van Hall, cioè i numeri 1 1 a e 1 1 3 contenenti le 6gure , e le descrìzioDÌ delle seguenti piante — Poa camprcssa - Pofamogeton crispum - Fragaria vesca - Lapsana minima - Osmun- da regalis - Rhyncospora alba - Festuca ovina - Dintr- tus deltoides - Myagrum dentatum - Sisymhrium palustre. Il Segretario consegna la Dissertazione d' obbligo del- l' Accademico pensionato e Segretario emerito Profes- sor Giuseppe Venturoli intitolata — De figura aquae per aheos dejluentis, —1^ Vuole quindi V amore del vero , e la baona fede italiana che candidamente si confessi T insussistenza delle concelte spe- ranze , e che si lasci a cui può spettare il vanto e Y onora della scoperta — E queste poche parole basteranno ancora, cfed^ io , a generosa risposta di quelle espressioni veramento poco cortesi che vorrei non aver letto in talun gioroala scientifico francese , colle quali si pretendeva porre quasi in ridicolo il voto onesto di un possìbile desiderio ; avve- gnacchè valendomi del detto medesimo del Sig. Conte Cap- pi surricordaato , potrei anch^ io conchiudere » essere perdo- » nabile cosa il vivere in quotidiano sospetto per chi si trovò » più e più volte delle proprie ricchezze predato : né po- n tersi ancora scordare come sotto agli occhi nostri tentò » carpirsi alP Italia dallo straniero la invenzione del Calcolo >i infinitesimale del Cavalieri , le Tavole astronomiche del- » V Oriani sul pianeta di Herschel , le note del Mascherooi » sul calcolo differenziale di Eulero , e tante e tante altre w siffatte produzioni di perspicacissimi ingegni. » 39^ KEiUBiÒONtO ACCADEMICO Legge posoia^ l' Accadéiiiico pensionato Prof. Dome- nico Gualandi una sua memoria nella quale tratta — • JDclP esito Jinah delle due malattìe sOrdidcncutanee de- scritte in altre due Dissertazioni presentate all' accade- mia nel i834' 6 i835 ed osservate sui due soggetti M&- negozzi e Zaffi. — In Leonardo Mènegozzì , che nel i835. dopo una cu- ra di 6o giorni per la seconda volta uscì dallo spedale guarito , la malattia , come si era di già predetto , nella primavera dell' anno seguente ricomparve , però sotto forma alquanto diversa ed in grado molto più mite ^ presentatasegli l' opportunità di poter profittare delle ac^ que termali della Torretta con trenta bagni ed altrettante bibite scomparve del tutto il male, e sono già trascorsi tre anni da quell' epoca né più è ricomparsa l' ostinata e sordida malattia . Non così avvenne della Zuiffi la quale , dopo il miglio- ramento ottenuto dalla cura praticata dall'Accademico fino dal 1834.5 passata sotto la direzione di altri medi- ci ed esperimentati su di essa' ihólti ed ertergici medi- camenti , anche coli' idea che il morbo potesse essere j/tantenut'o dà ' priiicìpiio celtiòo, andò sempr'e peggiorando abbériché accettata tra gli incurabili l'osse sottoposta c'òntiriuànientè negli àtìni i83'5 e parte del i836 al suddetto energico trattaménto. Li J2 settembre del 1 836 restituitasi, dice l'Accademico, nelle Sale dei morbi cutanei alla mia direzione affidati , la sordida eruzione esantematica era e più estesa e più grave di quello lo' fosse quando fu da me la prima volta curata ; e trovato insussistente il sospetto di principio sifilitico ereditario , mi confermai nell'idea che avesse parte alla produzione ed all' ostinato insistere della malattia piuttòsto un fon- do scrofoloso . Mi limitai perciò nell'inverno' ad una cura ftìòlto mite col itìfe'zzò di medicahienli tolti dai così detti aWtiscrdfòlOsi . Venuta la' stagione opportuna d ebbe ri- corso ai bagni tiepidi ed ai decolli' così detti sodoriferi DEL PROF. A, ALESSANDEIKI 385 e con questo trattamento si ottenne tosto notabile nil- glioramento il quale con appropriata cura si procurò di mantenerlo ancora nella più rigida stagione dello stesso anno finché , pervenuti alla primavera del i83y, si po- terono ripetere i bagni, i decotti e gli altri medicamenti locali che nel!' anno antecedente prodotto avevano no- tabile giovamento. Cotesti mezzi produssero infatti la dimi- nuzione, anzi la totale scomparsa dei fenomeni indicanti la generale InQuenza del principio scrofoloso, e parve che la malattia divenisse affatto locale, e che quasi per una morbosa abitudine continuasse lo scolo copioso di materie porulentl dalla superficiale , ma estesissima ulce- re . Mi parve quindi ragionevole che col ricorrere al metodo di Bayton si potesse diminuire il morboso afflus- so alla parte , favorire e sostenere la contrattilità dei tes- suti viziati , e preparare per tal modo la desiderata gua- rigione . Infatti applicato con molta cura e diligenza questo metodo , appena erano trascorse due settimane che manifesto ne fu il vantaggio . AflSnchè però dalla improvvisa cessazione di così antico e copioso emunto- rlo non dovesse insorgerne qualche sinistro effetto , feci aprire un fonticolo nella stessa coscia dove esisteva la malattia. Per tal modo con lunga insistenza si pervenne a produrre tale miglioramento che si dia metà della state i838. si giudicò opportuno di rimovere anche qualunque trattamento locale quasi certi che in breve si sarebbero del tutto dissipate le legerisslrae tracce che tuttora esistevano della ribelle malattia. '\'' 2 5. Sessione. 6. Giugno 1839. Il Sig. Dott. Pietro Callegari Prof di Matematica e- Icmentare nel Collegio di Ravenna offre all' Accademia il suo = Saggio di ricerche sulla Poligonomclria analitica /mola 1839 in ottavo. r= Il Presidente annimzia al Consesso Accademico trovarsi N. Ans. Se. Natvr. Anno 2. Tom. 3. af) 386 BERDIGOnTO ACCADEIHICO presente il chiarissimo Sig. Doti. Tommaso Antonio Ca- tullo , Accademico corrispondente , Prof, di Storia r7ata- rale nell'I. R. Università di Padova, il quale è ammesso alla lettura di un elegantissimo e bene elaborato Elogio dell' Arduino , e del quale ne segue l' esposizione di un breve sunto . Fragmento di una memoria letta all'Accademia del- l'Istituto di Bologna il di 6 Giugno iSSg dal Signor Tommaso Antonio Catullo Prof, di Storia Naturale Del- l'Imp. R. Università di Padova. In questa memoria si fa il Prof, a dimostrare, che la più gran parte delle scoperte attribuite ai mo- derni geognosti circa ì fenomeni che seco addussero i sollevamenti è dovuta all' italiano Giovanni Arduino , il quale ben settant' anni addietro fece conoscere che i gra- niti sono rocce di trabocco^ e quindi di un' origine poste- riore ai micaschisti j ed ai gneiss che mancano di calcare e di bitume y e che soggiaciono al gres rosso , conservando una direzione parallela all' orizzonte. Queste rocce cri- stalline^ tutto che mineralogicamente simili y pure ammet- tono fra di loro differenze geognostiche non peranco av- vertite da nessuno de' moderni geognosti^ imperciocché te une combaciano al di fuori con un' unica formazione secondaria , ma da un diverso lato . e coli' intermezzo di rocce affatto diverse; mentre le altre più antiche sotto- stanno alla detta formazione limitandola orizzontalmente , lo che non si osserva nelle prime, le quali .^ fondendosi chimicamente con essa, la connettono al granito che si trova nel lato opposto^ il quale in molti luoghi fu respinto al di sopra. Fu dietro questa nuova maniera di contemplare i fe- nomeni che presenta la varia giacitura delle rocce che Arduino propose di dividere i terreni in primìgenei, in primitivi j in secondarli ^ ed in terziariiy includendo fra DEL PROF. A. ALESSAnDnim 3 87 i primi i raicaschisti-gneis e fra i secondi i graniti e le rocce eh' egli chiama di mista origine e che abbracciano gran parte del terreno primitivo di "Werner , e quello di transizione . Sarebbe cosa troppo lunga se qui si volesse riferire la coppia delle osservazioni recate dal Catullo per corrobora- re l' aggiustatezza de' limiti entro i quali Arduino circo- scrive per ordine di età le formazioni sopra indicate, cioè la primigenia e la primitiva ( i ) , e solo ci limite- remo a dire eh' egli , coli' acume del suo conoscimento , e affinchè l' ideata distinzione fra i terreni primigenei e i terreni primitivi riuscir dovesse fruttuosa non meno per la chiarezza che per la dottrina che in se compren- de, si fece a scrutinare le cause che confluirono alla produzione de' terreni del secondo ordine (primitivi)^ cioè de' graniti , de' porBdi , delle trachiti , e delle ofio- liti , e le ritrova negli ÌDoumerahiìì sollevamenti ^ ablissa~ menti , squarcìature , avvallamenti , e rovine operate dalle eiezioni vulcaniche in ogni qualunque luogo della ter- ra (2) . Queste cause metteva innanzi Arduino per dimo- strare che non al solo carattere della sovrapposizione de- ve attenersi il geognosta ove trattasi di stabilire l'età relativa de' terreni , ma essere ancora di grande ira- portanza lo studiare , e porre a calcolo gli effetti delle (i) Alle rocce del secondo ordine, cioè alle granitoidi , conservò Arduino il nome di primitive , non già perchè credesse di convenienza conservare ai graniti una tale deno- minazione, ma per acconciarsi alla nomenclatura che vigeva al suo tempo , e che a danno gravissimo della scienza si è conservata fin oltre il principio del secolo XIX. (3) Yeggasi il saggio di litogonia inserito nella Raccolta di opuscoli filologici di Calogerà Tomo VI. 1760. Questo Saggio fu poscia riprodotto dair Autore nel 1775 nel voi. V. degli atti deir Accademia di Siena , e fii anche tradotto in te- desco dal Cav. de Born Tanno 17766 stampato a Dresden. 388 BENUICONTO ACCADEMICO eruzioni , quando pur vuoisi attingere lumi pclla varia antichità delle rocce cristallizzate , e quando le cagioni vuoisi disvelare di quelle strane contorsioni , squarcia- ture , slogamenti , e altri bizzarri fenomeni che le dette rocce hanno impressi sulle montagne di sedimento. Né solamente , a detto del Catullo , questi caratteri dires- sero Arduino nelle sue indagini , ma ( ciò che sembra incredibile ed è pur vero ) gran sussidio seppe trarre dalla Paleontologia , o dallo studio degli animali depo- siti , onde meglio divisare le varie epoche di formazione alle quali appartengono le alpi calcarie ^ tal che si può dire aver egli preconosciute Je utilità che derivar pos- sono al naturalista dalla cognizione di siffatte reliquie ^ bene avvisando nel plauditissimo suo saggio di litogo- niA , che tante sono le eludi corse durante V innalzamento di dette alpi , quanto diverse sono le schiatte de'' corpi organici fossili che dentro gli strati vi annidano. Di fatto , occuparsi adesso dello studio delle montagne di sedi- mento senza ricorrere agli aiuti della fossile zoologia , è lo stesso che voler fare la storia degli antichi popoli , lasciando in non cale i monumenti , le medaglie , e le iscrizioni. E perchè non si ci'eda che gli esteri naturalisti del passato secolo in gran conto non tenessero gli scritti co' quali Arduino aveva di tanto vantaggiata la geogno- sia, prende il Catullo in disamina ciò che fu detto e pensato intorno al merito delle Arduiniane scoperte dai Ferher , dai Saussure , dai Robilant , dai de Born , e da più altri insigni uomini*, indi passa a discorrere delle vicende a cui soggiacque il sistema del vulcanismo per opera di una scuola la più famosa d' Europa , la quale trovò proseliti anco in italia , dove surscro forti e ben ag- guerriti oppositori. Nel progresso della sua memoria tratta l' Autore più particolarmente del sistema di Werner , cui non sente di accordare tutta la freschezza e la pompa della novità • RFX PROF. A. ALESSArCOniPil 38() ppr essere stnto due secoli prima sostenuto in italia dal- l' esimio naturalista Paolo Boccone^ indi si fa mollo op- portunamente ad osservare che gli allievi di Werner , quelli stessi che dapprima si mostrarono difensori e pro- niulgatori del ncttunismo , trovarono che V ipse dixit dei maestro non era quel di Pitagora ^ imperocché le osser- vazioni fatte per essi nella Norvegia , nelP Ungheria , e neir Italia , non si accordavano punto con le dottrine succhiate dalla scuola : mentre trovate le avrebbono in perfetta armonia con le teoriche dell' Arduino , se , dòti si fossero la pazienza di leggere , e di raediturc le ope- re del capo-scuola italiano. Non senza rammarico per noi qui sorge motivo di dire , che mentre i giornali diffondevano e diffondono tuHavia le nuove dottrine sul vulcanismo , ricordando con la debita lode coloro che furono e ne sono i promulga- tori , tacesi affatto il nome del piii benemerito^ quello dell' Arduino , che alla geologia applicò innanzi tutti la chimica e la zoologia , Jacendola scienza nobilissima e po- sitiva , di scienza incerta ed oscura eh' era prima. Que- ste ed altre tali parole con dolente animo pronunziava P autore, e rafforzava il suo assunto aggiungendo ,, che sulla vulcaneità delle rocce cristallizzate , e sulla loro po- steriorità alle rocce secondarie ne scrive Humboldt, ne scri- ve Brongniart j ne scrive Boué , e tutti citano Hausmann e de Buch come ì primi a riconoscerle , e nessuno il nostro /trduino che gran tempo avanti aveva fatta que- sta scoperta , e con essa moltissime altre , che ancora rimarrebbero neglette dai successori di Fc rber di de Born di Saussure , e di Dietrich , se il conte Marzari illu- strando con nuove e molto importanti osservazioni le teo- riche Arduiniane , pagato non avesse il debito di grati- tudine che noi dobbiamo all'ombra di un uomo ingiusta- mente dimenticato , e che pur domandava di essere fatto partecipe della gloria di avere npcrla la ria alle più su- blimi scoperte. BgO ' RENDICONTO ACCÀDEUICO Noi non possiamo dare un dettaglio abbastanza cir- costanziato della memoria del Prof. Catullo perchè ci converrebbe entrare in tante particolarità che di soverchio allungherebbero il nostro estratto ^ quindi ci contentia- mo qui di far osservare che parte non minore della fan ma di Arduino consiste nelle memorie da esso pubbli' cute nel giornale di Griselini^ ed in altre collezioni peri- odiche ^ dalle quali il professore di Padova pur vor- rebbe che fossero tratte, e riprodotte in un solo corpo alla pubblica luce^ giacché, diverso è il chiarore di molti lumi accesi^ sparsi qua e là in una casa da quel- lo che mandano raccolti in una sola stanza ^ e tanto più chiaro per questa unione delle sue opere diverrebbe il no- me di Arduino , quanto dal confronto degli anni potreb- be più facilmente apparire in qual buio abbia egli tro- vata la geologia^ e quanto abbia saputo andar oltre e scoprire coli' acutissimo suo sguardo . Le memorie di cui si parla y vennero bensì ammirate dai contemi- poranei delf autore, non già dai naturalisti viventi y i quali o poco curaronsi di consultarle, o ne ignoraro- no V esistenza. E di vero se conosciute le avessero , al primo comparire delle nuove teoriche non ha guari pub- blicate sull' origine ignea de' metalli^ e quelle modifica- zioni de' calcari compatti in calcari cristallini ed in cal- cari dolomitici .^ corfessato avrebbono che Arduino ben settant' anni prima data no aveva un' amplissima descri- zione. Né d' ora innanzi vi sarà certamente , lo sperior mo , chi voglia negargli di tali fenomeni la scoperta, perchè troppo nettamente tolse egli a descriverli ed a deciferarli per poterglieli contrastare. Anche il Prof. Antonio Santagata , Accademico pen- sionato , lesse una sua dissertazione latina , nella qua-« le espose l' analisi chimica da lui fatta della pianta nominata Htpo-phaea Rhamnoides indicando poscia le uti- lità e vantaggi che si possono trarre dalli scoperti suoi DEL FROF. A. ALESSAin)Rini 3^1 componenti . Lungo , e indaginoso è il processo tenuto neUa detta analisi la quale è stata particolarmente diret- ta a far conoscere la natura delle sue bacche . Da que- ste si sono ricavate sostansse , alcune delle quali sono solubili nel alcool , alcune che lo sono nell' etere ed altre che sono insolubili in questi tnenstrui . La parte solabile nell' alcool è principalmente formata di due sostanze una grassa un' altra resinosa più una piccola quantità di malato di calce , di materia colorante e di materia zuccherina. La materia grassa piìi volte Ijfc vata con acqua ed alla temperatura ordinaria ha consi^ sistenza adiposa e senza odore , e sapore sensibile ^ posta in acqua calda si fonde , e nel rafifreddarsi 1' acqua ac- qiùsta la primitiva consistenza . Spalmate di questa ma- teria alcune filaccia di cotone brucciano come le so- stanze grasse •, posta sopra una lamina di ferro rovente braccia spandendo un fumo densissimo di odore parti- colare , l' acido solforico la scioglie colorando la solu- zione in giallo permanente^ l'acido nitrico aumenta la sua consistenza ^ la potassa , la soda la saponificano an- che alla temperatura ordinaria a guisa delle sostanze grasse : il protossido di piombo però non la saponifica e ricusa affatto di unirvisi , ciò che la fa distinguere dal- le sostanze grasse generalmente conosciute, e si può considerarla piuttosto una cera non perfetta . La Resina ha tali proprietà da essere posta in quel gruppo che al- cuni chiamano leggermente elletro negative . La parte solubile nell' etere solforico è untuosa al tatto di un bellissimo colore giallo-rosso , di odore come di miele fresco , quasi senza sapore ,. insolubile nell' acqua e nel- r alcool, fusibile ad una temperatura di 4o del T. R. e che riscaldata a contatto dell' aria bruccia , e si in- fiamma . Trattata coli' acido nitrico alla temperatura or- dinaria acquista un colore giallo scuro , ed una consi- stenza maggiore , e coli' azione del calorico si scioglie acquistando un colore giallo, e rimane di consistenza 393 BENDICONTO ACCADEMICO oleosa . Neutralizzando P acido nitrico mediante la potassa e la soda torna ad acquistare quasi le primitive qualità rimanendo soltanto alcun poco il colore : coli' acido sol- forico concentrato acquista un bellissimo color nero che gradatamente passa al bleu , al verde d' erba ed al giallo verdognolo , ed anche in questo caso l' aggiunta di un alcali le restituisce le sue proprietà: la potass.i e la soda caustica con lo ajuto del calorico la saponiiìca- no non però P ammoniaca . E poste in opera quelle esperienze che dimostrano se questa saponizzazione sia •haloga a quella degli altri corpi grassi conosciuti si è potuto rilevare che questa materia oleosa ha molta analogia con gli olii vegetabili . Ma secondo l' autore po- co ancora si è fatto quando conosciuta la natura 0 l' in- dole delle sostanze o nuove o non prima curate non si cerchi ancora di quali utilità esser possano all'uomo. Furono quindi in seguito da lui rivolte le esperienze a scoprire l'azione che la materia oleosa dell' Ipophaea Ramnoide solubile nell' alcool potesse avere sul!' economia animale, e si è trovato che è fornita di proprietà molto energiche esercitando forse la sua azione sul sistema ner- voso . Dodici grani della materia fatti inghiottire ad un cane di media statura dopo poche ore lo hanno abbat- tuto straordinariamente di forze in modo da reggersi sulle zampe a stento e per poco tempo : la sua fisono- mia era quella di un animale semi-assopito : aveva la pu- pilla dilatata , e poco sensibile alla luce • il polso lento e piccolo ^ movimenti leggeri prodotti negli arti da contrazioni involontarie dei muscoli ^ e proclività a ri- manere di continuo sdraiato , e piegato in circolo col muso fra le coscie . La proprietà poi , che questa medesima sostanza ha di abbrucclare al modo stes- so delle materie grasse ha suggerito alP autore di pro- porre P uso di essa per la illuminazione In tempo di notte . Questi finalmente proponesl di mostrare in altra occasione , più distesamente di quello che la brevità lìFX rnOF. A. ALESSAWDIimi 3(j3 del tempo gli abbia finn ad ora conceduto, i.*' Quale e quanta si possa credere che sia l' azione di questa materia sugli animali viventi , e quali speranze possa dare somministrata che sia all'uomo ammalato. 2.° Sotto quali forme sia più conveniente il suo uso come mate- ria conbustibile . 3.° Quale sia la maniera più opportu- na per la sua estrazione volendone ricavare non poca quantità . Essendo stata presentata la Memoria d'obbligo del- l' Accademico pensionato Cavaliere Prof. Paolo Baroni l' Accademico Dottor Ulisse Breventani ne fa la lettu- ra . Tratta in questa := Di una falsa articoìazzione del- V omero risultato di frattura non consolidata ^ guarita mediante il setone rz: Dopo avere l' autore con molta erudizione enumerati i diversi metodi e tentativi sugge- riti dagli antichi e moderni chirurghi onde rimediare al grave inconveniente suddetto osserva, che solo sul prin- cipio del corrente secolo è stato adoprato il setone col qual mezzo curarono fratture non consolidate pei primi Physick (nel 1802) in America, e Percy in Ger- mania senza che uno conoscesse su ciò le idee del- l' altro . Più recenti ancora sono e le modificazioni al processo di White e gli altri metodi , quali la cauteriz- zazione , ed alcun altro che potrebbe considerarsi quale modificazione del processo di Physick , di guisa che è non molto grande fino ad ora il numero dei casi pra- tici di tal natura riferiti dai Chirurghi , e meritevole quindi di più profondo studio un siffatto argomento . Égli è perciò , soggiugne l' Accademico , che ho cre- duto non innutile il riferire una osservazione di falsa articolazione che potei guarire coli' uso del setone seb- bene impiegato in circostanze non troppo favorevoli . Alli IO Dicembre i83y. Bernardino Carbonari fie- narolo , d'anni 3^ , di buona costituzione sparando un fucile e poggiandone il calcio presso a poco nel mezzo 394 BF.in>iconTO accadehico delP omero destro si fratturò quest' osso ali* incirca in quello stesso punto. Noa bene soccorso da) primo clùrurgo dal quale fu visitato accadde che la frattura non si consolidò ed agli ultimi di marzo del i838 a me presentatosi lo trovai molto dimagrato forse pel patema d' animo che lo travagliava fieramente , e singolarmente il braccio offeso era molto sottile , T antibraccio alquan- to gonfio e più gonfia la mano per edema . Al luogo della frattura distinguevansi i due frammenti i quali ap" parivano obbliqui e l' uno sormontava l' altro per forse un pollice^ la mobilità dell'uno e dell'altro era evi- dentissima . Determinatomi a preferenza di tutti gli altri metodi per l' applicazione del settone scelsi , continua sempre il Baroni, il metodo piìi semplice, quello cioè di Physick^ mi servii di un ago ordinario da settone nella cruna del quale passai molti fili di cotone dispo- sti parallellamente , e attraversai con esso il braccio dall' avanti all' indietro , cosa che mi costò qualche pena , giacché ad onta che due assistenti traessero gli estremi dell' omero fratturato in senso opposto , quando l' ago fu in m^zzo ai frammenti richiese non poca forza per farlo scorrere nella voluta direzione . {sarà continuato) ESTRATTI DI MEMOPJE SuUa causa del cangiamento S colore che provano certi corpi sotto t'influenza del calore-^ del Sìg. C. F. ScHOEivBEm ( Ifal Giornale Scientijìco-Letterario di Pe- rugia N.^ 64. Feh. 1840: estratto favoritoci dal Sig. C. G. MAUum di Pesaro ) . Non sì conosce se la causa del colore de^ corpi debba cercarsi nella natura delle loro molecole , ovvero nel modo particolare della loro aggregazione : ma è certo che la natura chimica di una sostanza determina, prima di tutto, ì rapporti di questa con la luce ^ in fatto ( dice lo Schoen- bein ) in moltissifni casi si può conchiudere , che delle mo- dificazioni chimiche sieno avvenute in un corpo , al solo osservare una modificazione del suo colore. I corpi com- posti sono quelli che specialmente cangiano di colore ' sotto V influenza del calorico : fra solidi meritano di es- sere ricordati l' ossido di mercurio rosso , che , quando si scalda , prende un colore bleu-nero ^ il nitrato basico giallo di mercurio , che si colora in rosso ^ il joduro rosso di mercurio , che divien giallo ad un' elevata temperatura (i)^ il cromato di potassa giallo-citrino, che (i) Forse T autore intende che questa temperatura sia molto elevata , giacché un^ elevazione moderata di tempera- tura può produrre fugacemente nell' joduro il colore gial- lo , indipendentemente da alcun cambiamento chimico : tanto è vero questo , che , col raffreddamento , la sostanza riacqui- sta , in tale caso , il suo colore rosso . SgG ESTRATTI prende un colore ranciato , per efFetto di forte calo- re . I li(juidi , salvo qualche eccezione , cangiano in ge- nerale tutti di colore , quando vengono riscaldati . Per i gas composti, si suppone che molti assomiglino al gas-acido nitroso, il cui colore (come ognuno sa) è più carico ad un' alta temperatura . Cotale effetto , consi- derato in generale , proviene egli dunque da circostanze meccaniche , ovvero da' chimici cangiamenti ? Finora si era cercato di spiegarlo ammettendo vagamente che il calore producesse una certa modificazione nella dispo- sizione delle molecole intime di un corpo, d'onde un cangiamento di colore . Ma dopo i fenomeni òeW isomerìa^ dopo gli esperimenti sui sali de' Signori Mitscherlich , Rose , ecc. crede il nostro autore che l' indentila degli elementi , e l' uguaglianza delle proporzioni nelle quali sono combinati , non siano un criterio certo dell' identi- tà delle sostanze chimiche^ crede che, ad onta di quelle, vi possano essere grandi differenze nelle proprietà chi- miche e fisiche de' corpi ^ crede in parte col Rielmeyer che ciascuna temperatura particolare abbia la sua pro- prietà chimica propria . Poscia , Egli aggiunge , se il can- giamento di colore , in discorso , è veramente dovuto ad una modificazione chimica qualunque delle sostanze nelle quali si osserva , devesi pure stabilire in queste , nell'atto in cui il cangiamento stesso ha luogo, una cor- rente voltaica , dimostrabile , in favorevoli circostanze , per mezzo del moltiplicatore. •, Questo è appunto ciò che l' A ut. ritiene di aver ve- rificato , sperimentando sulle sostanze liquide , e preci- samente sulla soluzione acida di cloruro di cobalto , su quella di nitrato acido di ferro , sull' altra di solfato acido di ferro , e sulle combinazioni liquide dell' acido nitroso con altri acidi , quali sono il solforico , il fosforico , il ni- trico ecc. In tutti questi casi si è mostrata la corrente elettrica , cioè , il disequilibrio dell' elettricità propria del composto ^ e però vi è stata modificazione chimica , la DI MEMORIE 5^7 quale è clcssa ( secondo l' autore ) che diede luogo al cangiamento di colore , sotto l' influenza del calorico . Per tal guisa , die' Egli , „ il galvanometro offrirebbe „ all' osservatore uno stromento , che lo porrebbe in „ istato di dimostrare l'esistenza di azioni chimiche là „ dove alcun reagente le annunzia, e dove fino al pre- „ sente si credeva che non si operasse alcuna modifica- „ zione nella costituzione chimica della sostanza che si osserva . Gli sperimenti del Schoenhein meritano di es- sere studiati e ripetuti^ tanto più che sarebbero diver- samente interpretati secondo certe massime stabilite nel Trattato dell' Elettricità del Sig. Becquerel . Bisognerebbe aver sott' occhio l' artìcolo originale per conoscere come l'Autore siasi assicurato che la corrente elettrica, da lui osservata in queste sperienze, non abbia tutt' altra origine che quella da lui stesso assegnatale. Il cambiamento di colore sia pure dovuto ad una mo- dificazione chimica della sostanza, in cui esso cambiamento ha luogo , sotto 1' azione del calore ! ma non parrebbe che questa tale modificazione dovesse essere uniforme in tutti i punti della massa , in modo da non poter pro- durre correnti trasmissibili al galvanomcti^o ? Delle cor- renti molecolari, tali, cioè, che compiano i loro circuiti da molecola a molecola , ne sappiamo , in tal caso , crn*- cepire-, delle correnti trasmissibili all'esterno, no. '" ' SgS ESTRATTI Memoria seconda QIatteocci Dott. Cablo = Essai sur Ics phénoménes ektrkjues . . . Saggio sui fenomeni elettrici degli ani- mali. Parigi 1840 in 8.° di pag. 88 con una tavola litografica in foglio . In questo opuscolo, che è dedicato ai chiarissimi Fisici Signori Akrago e De Humboldt, il dotto Pro- fessore di Ravenna, continuando con molto fervore e pari utilità negli studi cui intende da molto tempo, e che , anche di recente , gli fruttarono le onorificenze di essere ascritto tra i XL della Società Italiana delle Scienze^ ed i Corrw/jonc/enfi dell' Accademia delle Scien- ze dell' //Mft'ifMto di Bologna^ abbenchè parli in genere dei fenomeni elettrici degli animali, più particolarmente però si occupa in fine di quelli offerti dalla Torpedi- ne ,^ e dalla Rana . E questo lavoro distinto in due Parti^ la prima del- le quali, suddivisa in quindici capitoli, a ciascuno di essi precedono i seguenti titoli : i ° Leggi generali del- le contrazioni prodotte dal passaggio della corrente sol- tanto nei nervi: 2.'* Leggi delle contrazioni prodotte dalla corrente elettrica allorché agisce nello stesso tem- po sui nervi e sui muscoli soltanto — 3.° Corrente elettrica diretta normalmente alla lunghezza del nervo — 4*" Corrente elettrica che agisce sul cervello — 5.** Cause che modificano l'azione dell'elettricità sui nervi 5 legatura — 6.° Alternative voltiane — 7.° Veleni — 8.'' Azione simultanea sui nervi di due correnti elettriche di forza disuguale — 9.° Sensazioni prodotte dalla cor- rente elettrica — io.** Secondo qual legge l'attività del- la rana diminuisca — ii.° Contrazioni tetaniche — 12.° Paralisi — i3.° Confronto tra la corrente elettrica e gli altri agenti stimolanti — 14.° Esame delle teoriche generali emesse per spiegare i fenomi nervosi fin qui DI UEnOBIE 3*90 ÌDdicati — i5.° Ipotesi diverse intorno allo stesso iàr» gomento . Seconda Parte — i.^ Sunto storico delle osserva- zioni istituite su fenomeni elettrici della torpedine — a.** Apparecchi impiegati dall'Autore nelle sue ricerche sopra questo animale — 3.° Fenomeni della scarica e- lettrica della torpedine — 4-° Cause esterne ed interne che influiscono sulla scarica della torpedine — 5° Analisi chimica dell' organo elettrico — 6.'' Fenomeni elettrici della rana , considerando in primo luogo le diverse parti del corpo di questo animale che sviluppano la corrente elettrica ed insieme le proprietà della corrente stessa;; in secondo luogo le cause che nella rana modificano la corrente ^ parlando poscia della causa di essa corren- te , ed infine dello stato elettrico degli organi di se- crezione . La tavola colla quale l'autore ha corredato questo libro interessante rappresenta principalmente nella figu- ra i.a l'organo elettrico, preparato nella naturale po- sizione in un individuo di discreta mole . della torpe- dine del Galvani z=: Torpedo Galvanii Risso = e dal lato sinistro vi si vedono ancora il cervello ed i prin- cipali nervi che da questo all' organo stesso si dirigono : nella figura seconda poi si vede, ingrandito, il cervello e parte della midólla spinale di altro individuo della stessa specie in un coi nervi comunicanti con questa porzione dell'organo centrale del sistema nervoso. Le altre figure in numero di cinque sono destinate a far cono- scere i particolari apparecchi mediante i quali il lodato Fisico ha potuto misurare la direzione e la forza delle correnti tanto nella rana che nella torpedine , ed in quest' ultima dimostrare ancora facilmente la scintilla nell' atto della scarica . Abbenchè , trattandosi di Autore Italiano , fosse stato desiderabile che questa produzione avesse veduto la lu- ce nell'idioma nativo, pare però che parecchie circo- 4oO ESTRATTI stanze di non lieve Importanza lo abbiano determinato a preferire la lingua francese , e quelle in particolar modo di rendere più prontamente diffuse le dottrine nel libro contenute , e di procurarne uno smercio più esteso all' estero dove siffatti studj sono con maggiore energia coltivati, e con potenti mezzi favoriti e sostenu- ti . Chiunque però desiderasse di meglio conoscere e meditare quest' Opera , oltrecchè potrà dall' Autore procurarsene degli esemplari , parecchi trovansi pure de- positati e vendibili presso l' Editore di questi Annali , autorizzato a concedere qualche ribasso dal prezzo mol- to mite di tre franchi assegnato al libro stesso. {Ant, Alessandrini) Cottìriziatti MI* 3l00octaBÌ0ttc Ogni mese verrà regolarmente pnbblicato un Fascicolo di questi nuovi Annali, e quando lo richiegga la materia' sarà corredato delle opportune Tavole. Ciascun Fascicolo sarà composto di cinque fogli di stam- pa; il primo ed il settimo Fascicolo d'ogni Annata verrà fornito di un Frontispizio e di un Indice per la serie de' Volumi, e le Tavole di un'annata saranno dodici all' in- circa . Il prezzo d'ogni Fascicolo è di Baiocchi 25 Romani, pari ad Ital. Lir. 1. 34, e sarà pagato all'atto della con- segna del medesimo. Per li Signori Associali all'estero e fuori di Bologna si dovrà pagare un semestre anticipato, che sarà di Scudi Romani uno, e baiocchi cinquanta, pari ad Italiane Lire 8. 05 non comprese le spese di dazio, e posta . La presente Associazione si ritiene obbligatoria per un anno. Le Associazioni si ricevono in Bologna dalla Società Editrice di questi Annali — in Via S. Stefano N. 90. — e dalli distributori di questo Programma sì in Bologna, che fuori, ed all'Estero. Il 26 Febbr. 1840. INDICE DBIil^E MATEBIE COIWTEIVUTB IN 4»U»$«* VAtteiCOIiO MEItlOKlE ^D ABTICQIt'I OSIQ}{^. jT.S. C.B.Ji*. Lit.Brttini N. Annali T. Ili I ì 0Sq o Tav V. r.j. % y^s. CiJ.J,. Lit.JB.ttini DI niiÌLLEB 4 ^ ' gli anzidetti due corpi piuttosto come succenturlati alle prostate e li denomina prostate posteriori : ad un tal parere l' autore è condotto ancora dall' osservare che coesister possono tali prostate , abbenchè meno svilup- pate in tal caso , colle stesse vescichette seminali . Nella fig. 6 Tav. V. che dimostra le parti genitali del topo ratto , sono espresse le descritte parti le quali , più o meno sviluppate, esistono tutte in questo roditore. A. La vescica orinarla inclinata all' avanti. B. L'intesti- no retto -, C. un testicolo , — a a. Le vescichette semi- nali ~ b. Le prostate anteriori — e e. Le prostate me- die ~ d. Prostate posteriori — e. Glandolette o folicoli situati all' estremità dei dutti seminiferi f f. La prostata umana somigliante a quella del cane e del gatto non si mostra così patentemente divisa In fo- licoli appendicolatl o ramosi come negli altri mammi- feri , avendo verso la periferia struttura più compatta : la fig. 5. Tav. IV. della quale si è sul principio parlato fornisce una giusta idea dell' intima tessitura della me- desima . Le glandole del Cowper infine , pochissimo apparenti nell' umana specie , sono molto voluminose nella mag- gior parte degli altri mammiferi nei quali acquistano forma e struttura diversissima , ripetendo per così dire le diverse gradazioni di struttura fin dal principio notate nelle glandole conglomerate . {sarà continuato) ^I K HI O R I A DEL tìOTT. PAOLO MURATORI L' imbianchimento della canepa , è un' operazione , che nei tempi possati si affidava totalmente ai coloni: dal principio di questo secolo cominciò ad interessare r attenzione degli scienziati ^ a determinare 1 proprietari a seguire i consigli e le modiGcazióni proposte a tale scopo , non che ad lisai'e molte cure , ed avvertenze , che per l' addietro erano neglette . Furono quindi in- ventati dai fisici , e dai meccanici di diverse nazioni mezzi d' imbianchimento , da sostituirsi al metodo comune che è quello delia macerazione , il quale oltre al non dare che in J)0chi casi , e circostanze una canepa di una bianchezza , e lucentezza perfetta , si ritiene dalla mag- gior parte avere anche l' inconveniente di essere nocivo alla salute pubblica per le esalazioni che per questa sì versano nella atmosfera, e ciò non a torto, anzi , secondo che a me ne sembra , con molta ragione , poiché li di- versi gas ( gas idrogene carbonato , carbonato d' ammo- niaca , gas acido carbonico ec. ) , che si sviluppano sem- pre per la decomposizione delle sostanze organiche , e DEL UUTT. I>. MtBATOIU 4^^ che anche in questa non possono mancare , devono di necessità influire se non a cagionare direttamente , ed immediatamente malattie, predisporre gli organismi alle medesime , vale a dire , la loro influenza non può es- sere del tutto indifferente all' economia animale . Conforme a questa mia opinione ne è pure quella del Taddei , poiché in una nota della sua opera intito- lata repertorio dei veleni e contraveleni riferendo essere sentimento di vari medici , e fisici di molta autorità che la macerazione della canepa , o del lino non è che in- comoda pel cattivo odore , e non perniciosa alla salute per gli effetti , cosi si esprime . :=: Tale è il sentimento di vari medici , e fisici di molta autorità . Io ho dubi- tato ( e tuttavia ne dubito ) che costoro abbiano avuto più a cuore gl'interessi dell'economia rurale che quello della salute pubblica , Il Sig. Parent de Chatelet ha ri- prodotto questa medesima opinione , e i risultati nega- tivi di varie esperienze egli adduce in appoggio dell' in- nocuità delle emanazioni del Lino , e della canepa in macero . Innocua pure ne ha sperimentato 1' acqua usata per bevanda (V. Gazzetta eclettica ]V. q. Feb. i834). Ma se da quell' aria fetida , e da quell' acqua sordida non provennero disordini di salute, prova bastante que- sta non è per autorizzarci a dire , che sempre , e in ogni caso innocue alla salute dell' uomo esser debbano sì 1' una , che 1' altra : del pari che sempre innocue as- serir non si potrebbero le carni putride ingerite dal- l' uomo , benché digeribili e assimilabili abbiale lo Spa- lanzani ritrovate . I funesti effetti di tali cibi sono stati da noi segnalali alla pagina 'J.C)5. Come si potrà poi dimostrare che le emanazioni suddivisale non spiegano, in concorso con altre cause o cognite, o incognite, la loro (Iclcleria azione , o che esse di concerto con altri agenti non predispongono più, o meno gli individui a contrarre una tale , o tal' altra malattia ? In una parola se ancor provato non è , che quelle fetide emana/ioni debbano 4l4 lUfiUrtCHIM. DELLA CAINEPA alla salute necessariamente pregiudicare , non è del pari ancor provato che esse non possono in qualche caso danneggiare . Oggi giorno poi si sono maggiormente industriati i meccanici , e i fisici per ottenere la canepa molto bianca, perchè questa benché corta viene dai commercianti pre- ferita a quella che sebbene più lunga , e più tenace ha minore bianchezza . La ragione di questa preferenza a me sembra essere questa , e cioè che dovendosi le tele di canepa pel loro imbianchimento sottoporre all' azione del cloro per essere bene imbiancate^ tanto meno con- centrato dovrà essere 1' agente suindicato , e tanto minor numero di volte si dovrà ricorrere alla sua azione , e ciò con grande vantaggio , poiché in caso opposto il cloro attaccherebbe non solo la materia colorante, ma ancora il tessuto , e si perderebbe di molto nella robustezza . I perfezionamenti, o le modificazioni proposte al me- todo comune della macerazione , i metodi nuovi inven- tati in sostituzione del medesimo hanno avuto per isco- po , o la salute pubblica , o l' interesse della maggiore bianchezza , o V uno , e 1' altro scopo contemporanea- mente , Ma pur troppo i lodevoli sforzi dell' umano in- gegno non sono stati coronati da felice successo , e ci troviamo oggigiorno , a questo riguardo , a un dipresso alle stesse condizioni di prima , non essendo le modifi- cazioni , o le invenzioni state addottate , perchè insuffi- cienti al fine che si proponevano . La macchina inven- tata da Christian , all' oggetto di abolire la macerazione come perniciosa alla salute, non ha realmente quei van- taggi , che gli vengono attribuiti dal suo inventore , e da alcuni fautori , come è stato chiaramente dimostrato con sperienze dirette dal chiarissimo nostro Professore Contri . Poiché con essa si arriva bensì a separare la lisca dal tiglio, ma non si toglie il succo glutinoso, che tiene unite le fibbre del tiglio medesimo, né da esse si separa la materia colorante verde . o la clorofilla : UtL DOTT. P. MURATORI 4'^ d'i moclo clic la canepa in tal modo lavorata si vede contenere le particelle di clorofilla mollo suddivise , e di più il glutine , i quali non possono essere tolti , per la semplice azione meccanica della macchina suddetta , ma vi si richiede un' azione chimica , e cioè la macerazio- ne . Nò l' effetto di questa può ottenersi coi successivi imbianchimenti della tela perchè la materia colorante , e molto più il glutine restano viemaggiormente com- binati col tiglio . Non molto dissimili da questi furono i risultati del- l' apparecchio di Merk , il quale assicurava di ottenere l'imbianchimento della canepa nello spazio di tre, o quattro ore col mezzo del vapore introdotto in una ca- mera , o botte in cui fosse stata precedentemente col- locata la canepa stessa , e all' oggetto poi d' impedire che le esalazioni fetide si emanassero nell' atmosfera , mediante uno scolalojo ed una chiavica sotterranea 1' ac- qua del vapore condensata in un colla materia organi- ca , che contiene in dissoluzione viene eliminata . La ca- nepa poi in tal modo ottenuta non ha bisogno , che di lavature , che si eseguivano al macero . Oltre al noa ottenersi una canepa che pareggi nella bianchezza , e nelle altre qualità quella che si ha colla macerazione ordinaria si ha ancora l'inconveniente della non piccola spesa , che si richiede per provedere questo apparec- chio, e dì più della difficoltà di farlo addottare ai contadini, essendo questi , come è ben noto , ritrosi ad abbando- nare le loro antiche abitudini massime quando si tratti di seguirne altre , che ai loro occhi appariscono mara- vigliose , e studiate , e quando non ne veggano un ma- nilesto , e grande vantaggio . Dal fin qui esposto si vede , che i mezzi fin ora adoperati per estrarre e per imbiancare il tiglio della canepa non sono tanto per- fetti , e che un tale soggetto richiede , e merita ancora d' essere bene studiato , Essendomisi perciò opportuna- mente offerta l' occasione intrapresi alcune semplici espe- 4l(:> liUBUNCUlM. UKI.LA CAMEPA rienze , che mi propongo di esporvi , se mi sarete cor- tesi della vostra attenzione. Più volte ho tenuto discorso su tale argomento col mentissimo nostrp collega Signor Marchese Luigi Davia , il quale meco i-agionando con- veniva nella necessità di instituire nuovi sperimenti 5 e nel mentre che m** impegnava a volerli intraprendere , mi in- struiva ancora di molte particolarità risguardanti la mace- razione ordinaria, e fra le altre cose mi faceva noto es- servi delle acque piìi addattate di altre all' imbianchi- mento della canepa. Perlochè nella scorsa stagione esti- va , prima dell' aflbndamento della canepa nei maceri , il sullodato Sig. Marchese si compiacque d' inviarmi diverse qualità di acqua tratta da maceri in diverse posizioni , indicandomi nello stesso tempo quali erano buone , e quali cattive affinchè le analizzassi, e dalla differenza dei risultati determinassi la ragione dei diversi effetti che se ne ottengono . Dalle analisi comparative fatte , potei facilmente conoscere , che le acque meno addatte alla macerazione , e all' imbianchimento della canepa sono quelle che contengono in certa quantità solfato di cal- ce , e carbonato di ferro . E la ragione di ciò , se non <3rro , è quella stessa per cui i legumi in simili qualità di acque non si cuocono bene , conie nelle altre acque , ma s' induriscono , vale a dire è il solfato di calce che come nei legumi si unisce alla hgumina di Bracconnot, ( che non è altro , secondo le sperienze di Raspali, che glutine unito all' allumina vegetabile ) cosi nella canepa attacca il succo glutinoso del tiglio, e nell'un caso, e nell' altro impedisce la sua soluzione nell' acqua . E all' opposto le acque più addatte a tale scopo sono le ac- que che non tengono , o contengono poca quantità di tali princlpii, come sono le acque di pioggia, quelle dei fossati , di riviere ecc. In seguito di tali cognizioni riflettendo io alla diffi- coltà d' avere a tale uopo un' acqqa libera dai suddetti princlpii, e pensando d' altronde non rssere forse impos- DEL DOTT. P. MURATORI l\ l y sibile di trovare un qualche mezzo cliimico per fa- cilitare non solo , ma anche per migliorare i' imbian- chimento della canepa , con tutte le qualità di acque , divisai di unire ali' acqua che servir deve alla m:»- cerazione alcune sostanze, le quali dietro le cognizioni chimiche che si hanno de' suol princìpi potessero in- fluire su tale imbianchimento . Le sostanze pertanto da me impiegate furono 1' orzo germogliato , il liscivio caustico , e il carbone . Il primo perchè co' suoi principi sollecitando, e attivando come è noto , la fermentazione mi pensava che resa con tal mezzo più pronta , e attiva la macerazione, vale a dire la soluzio- ne del glutine e della materia colorante nell'acqua, si otte- nesse il tiglio della canepa più bianco. 11 secondo per la proprietà che ha di sciogliere il glutine , e il terzo per la virtù che gli viene generalmente attribuita di distruggere la materia colorante . Disposti a tale scopo cinque vasi di ampiezza suffi- ciente , e in tutti eguale, nel cortile annesso al Labora- torio chimico marcai questi coi numeri i. 2. 3. 4- 5. iVel vaso numero j . fu posto acqua semplice , e questo perchè servisse di confronto per la temperatura degli altri . Nel N.'^ 2 misi acqua pura alla stessa altezza , ed un fascetto di canepa. Nel N.° 3 la stessa quantità di acqua eguale quantità e qualità di canepa , e suffi- ciente quantità di orzo germogliato . Nel N." 4 invece dell' orzo oltre la canepa , e 1' acqua vi mescolai calce , e cenere , e nel N.** 5 finalmente in luogo di queste sostanze vi posi la polvere di carbone di legno , Fatto ciò, ogni giorno per sedici giorni consecutivi ad un'ora fissa che era sempre la meridiana , esaminava col termo- metro le rispettive temperature dei cinque vasi suddetti notandole distintamente , ed investigando i cambiamenti che adduceva la macerazione corrispondentemente al grado di temperatura risvegliatosi . Dalle osservazioni (iil- te rilevai che l' aumento della temperatura era in rcla- >. As.v. Se. Natur. Anno u. Toro. 3. :;- i 1 y IMBUNCHIM. DELLA pAHEPA zione collo sviluppo dei gas , e della maggior attività delia macerazione , phe riscontrai essere nel vaso N." 3 ove eravi l' orzo germogliato , e N.° a ove la macera- zione aveva luogo nell' acqua semplice , raentrecchè nel vaso N,° 4 tlella potassa , bassa ne era la temperatura , e nulla la macerazione . Nel vaso N.° 5 del carbone la temperatura si conservò a un dipresso come 1' ordinar ria, nò niun gas emanava da esso. Le differenze di tali risultati possono rilevarsi dallo specchio comparativo , che presento . Dopo i sedici giorni estratta la canepa dai vasi , la- vata , ed asciugata al sole vidi , che la canepa la più bianca e la piìi tenace era quella contenuta nel vaso del carbone ^ che inferiore a questa era quella del va- so dell' orzo ^ che più inferiore ancora era quella dell' acqua ^ e che quella del vaso della potassa aveva il tiglio quasi immutato , e aderente alla lisca . Che nel vaso contenente orzo germogliato , e in qqello ove eravi 1' ac- qua soltanto la temperatura , e lo sviluppo dei gas fos- se molto maggiore, e molto più marcato che negli altri , la ragione ne è di per se stessa chiara, essendo in que- sti vasi la macerazione stata più attiva ^ ma che nel vaso contenente carbone la temperatura non siasi sengibilT mente cambiata , e non siavi stato sviluppo di gas , e ad onta di ciò l' imbianchimento della canepa sia stato maggiore , che nei vasi suaccennati, la ragione a prima vista non è tanto chiara , ma si conosce riflettendo alle proprietà di cui è dotato il carbone , e cioè quella di moderare la fermentazione delle sostanze organiche , e di mantenerla in un grado costantemente uniforme , e di sottrarla all' influenza della temperatura esterna es- sendo come è noto cattivo conduttore del calorico , non che la proprietà che possiede di assorbire, e di tratte- nere i gas che si sviluppano ^ mentre negli altri vasi Ja macerazione essendo soggetta , e legata all' influenza del- la temperatura dell' aria varia il grado di e---' '' variare DEL DOTT. P. MURATOBI 4 '9 di questa ^ Io che però si oppone , come l' esperieuze lo diinjostrano , al più perfetto imbianchimento . Secondo poi quello che a me ne sembra il carbone giova all' imbianchimento della canepa perchè oltre alla facoltà di distruggere la materia colorante , e le al- tre proprietà or ora accennate , ha anche quella di es- sere buon conduttore dell' elettricità ^ avvegnacchè non si deve defraudare questo agente , tanto influente in tutte le operazioni chimiche sì naturali , che artificiali , delU sua parte che deve necessariamente avere anche nell,a macerazione della canepa . Deducesi adunque dalle sperienze suddette Che il carbone è quella sostanza che a preferenza delle altre influisce al maggior imbianchimento della canepa : Che l' acqua più atta allo stesso scopo , è quella che contiene minore quantità di solfato di calce , di modo che sarebbe bene nella costruzione dei maceri evitare ove sorgono delle polle d' acqua , o deviare queste dai fondi dei medesimi, contenendo esse ordina^iamejate del solfato di calce: Che il carbone oltre il vantaggio dell' imbianchinieur lo maggiore che produce ha anche l' altro d' impedire Je emanazioni fetide nell'atmosfera, e di giovare cosi indirettamente alla salute pubblica . L' uso poi di questa sostanza non esige mollo dispendio , né si richiede di essa molta quantità . Inoltre il modo di adoperarla per ottenere lo scopo suindicato è semplicissimo . Si riempiono di esso pesta- to grossolanamente , o anche in pezzi ( non in polvere tìna perchè nuotando nell' acqua s' insinuerebbe nelle fibbre del tiglio e solo con qualche diflìcoltà si potreb- be separare ) alcune ceste di vimini , e chiuse si metto- no nell' acqua del macero ^ a principio vi galleggiano , poscia si aÉFondano del tutto . Finalmente l' uso del carbone oltre essere poco di- spendioso , e di facile esecuzione avrebbe ancora il van- 4^0 IMBIAITCHIM. PELLA CANEPA taggio di potere più volte servire a questa operazione colla sola precauzione di ben disseccarlo^ o pure di servire alla combustione negli usi domestici, od anche meglio senza disseccarlo potrebbe prestarsi alla concima- zione dei terreni unendolo agli ingrassi , poiché anche questo cederebbe facilmente sotto date condizioni le ma- terie organiche di cui è imbevuto , e oltre a ciò ser- virebbe , come viene notato da Payen , unito agi' altri ingrassi massime di natura animale per moderare la loro decomposizione , e ritenere per conseguenza a profitto dei vegetabili quelle materie, che comunemente vengo- no esalate nell' atmosfera , Non trascurerò di notare che adottando il carbone come mezzo d' imbianchimento , o anche la semplice macerazione sarebbe bene che una porzione del mace- ro fosse separata e servisse unicamente per l' ultima la- vatura da darsi alla canepa^ perchè quell' acqua in cui la canepa fu macerata tenendo in soluzione molti prin- cìpi organici libera difficilmente il tiglio dalie materie estranee che vi sono aderenti , Il semplice mezzo che io propongo avrebbe il doppio scopo , e dell' interesse , per r imbianchimento maggiore che si ottiene , e del vantaggio della salute pubblica per l' impedita esalazione di principi nocivi nella atmosfera , Lascio a voi che ne avete l' opportunità di ripetere , e di verificare 1' esperienze da me fatte ^ contentandomi io di chiamare 1' attenzione vostra sopra un' oggetto cotanto interessante all' industria agraria di questa nostra provincia. SVI FENOMENI GEOLOGICI OPERATI DAL GAS IDROGENE DEIi DOTT. Ci. BIANOOMI ( Continuazione V. Fase, di Maggio 1840 pag. 349. ) CAPO U. Asu §. I. Contorni del mar Caspio . II 6. Lasciando ora l'Europa partiremo dalla Tau- ride e penetreremo in Asia seguendo la Catena del (^aucaso , per portarci colla medesima sulla costa occi- dentale del Caspio ove essa termina il suo corso. Lun- go la medesima troviamo indicate da alcuni autori le Colline crescenti situate al suo piede , che altro non so- no per quel che ne dicono , senonchè eminenze talora di 400 piedi di altezza formate da eruzioni fangose. Diversi Terreni ardenti sono sparsi qua e là sopra que- sta catena fra i quali i più conosciuti sono quelli dtl 42 2 TERRKT?! ARDENTI , SALSE EC. Monte Sjul)ana 4 giornate dalla città di Bahu (i) . Si moltiplicano e si estendono lì Vulcani fangosi , ed i Terreni ardenti all' appressarsi delle rive del Caspio : si avanzano sulla penisola Apcheron , valicano tratto del mare, e si mostrano tielle ìsole in faccia a Baku, e specialmente nelle due Swetoy e Pogorelaja-Plita alla imboccatura del fiume Kour : ma non sappiamo sin ora se attraversino il mare per ricomparire sulla riva orien- tale , insieme col bitumi e coi Laghi salati , che ivi pu- re sono stati descritti . Ma sopratutto i contorni di Ba- ku sono luoghi celebratissimi per la quantità di Nafta , per le Salse , e pel Fuochi . Se nel raggio di due mi- glia attorno alla città sì faccia un foro in terfa ( dice Hanway (2) 11 Gas ne sorte prontamente e sì accende all' appressarvi dì una face. I Gnebri adoratori del fuoco vi hanno costrutto dei Tempj entro i quali accoglievano le fiamme oggetto di lor venerazione . Salse in grandis- simo numero stanno mescolate al Terreni ardenti, e vanno talora soggette a violenti eruzioni , e celebri fu- rono quelle della Salsa di Jokmaly a i4 werstes all' Ow. di Baku descritta da Lenz (3), e quella di GakuraH de- scritta dal Gamba (4) che fece la prima comparsa nei Decembre 182^ preceduta dalle scosse dì Terremoto ricordate di sopra (N.° 4^ '" nota) (5). Il quale ulti- mo autore somministra ancora preziose indicazioni in- torno al suolo di questa contrada. (1) Kaerapfer . Aoioenitates Exoticae . Lemgoviae 1712. pagina 2^4- (2) Riferito da Pinkerton. T. V. pag. 117. (5) Humboldt Fragmens Asiat. T. I. pag. i8i. (4) Fenusac. Bullet. T. 16 pag. 386. e T. 14. N. 29. (5) Un altra eruzione troviamo descritta dal Sig. Barozzi de Els , accaduta nel Giugno i85o sul monte Boz-Tépé presso Baku , in cui nota particolarmente che „ T hydro- g.-ne carbone était un des principaux agens du phénoméDe , r)F.L DOTT. G. BlAWCOI^l 4^^ 11^. A 12 verstes da Baku partendo dal villaggio tartaro Ukmaly , egli dice , una catena di colline si mo- stra lunga la stfada j sulle quali vi ha il Vulcano fan- goso suddetto del 1825?, Il terreno è interamente ar- gilloso j e le fessure più profonde lasciano scorgere o- viin(jue una eccellente argilla da stoviglie d' un grigio lileuastro (i). L'eruzione del Vulcano fangoso aveva portato al giorno de' framrheriti di schistl argillosi molto duri che si divìdevano in romboidi , con vene di calca- re cristallino „ Io debbo ancora notare , continua egli , che tutto questo cantone è quasi coperto di laghi sa- lati . Tutto il paese inoltre ma più particolarmente le rive del mar Caspio , che non ne è lontano più di 4 leghe dal luogo della eruzione , contiene una grande quantità di sorgenti di Nafta „ 82 pozzi di questa sono nel solo paese di Balknay a 1 2 werstes all' Ove. di Ba- ku ove pure è il gruppo principale dei Vulcani fango- si (2) , e senza ciò è tìoto che dicesl essere la Nafta l'unico combustibile della città di Baku, ed oltre a que- sto consumo tanto ne resta da farne un articolo di ri- levantissimo commercio coli' estero . Neil' Isola Tshele- kaen i pozzi sono cavati in una argilla grigia arenosa , contenente Gesso , e sgorga la Nafta sopra un acqua salata (3) , Il Gas infiammabile che agisce nelle Salse e nei Terreni ardenti ^ sorte pure nei Pozzi di Petro- lio , nei quali assai distinto s' intende il mormorio che le chiore, et 1' hyclrogène sulphuré n' y étaient qu' acci- «lentellement etc. (Bull, de la Soc. Géol. T. 2. pag. 167). La descrizione di un altra eruzione avvenuta li 26 e 27 Gennaio iSSg. si legge Neues Jahrb fiir miner. von Leo- nliard 1840 pag, 94- (i) La chaine du Caucase présente fréquemnoent une ar- gille alcaline , un sei cummun , et la Natiuni des ancieos . ( Desmnrets Encyclop. Méthod. art. Caucase ) . (2) Humboldt. O, C. pag. 180. (5) Ferriisac. Bull. T. 27. N. 5C. 4 -1 j TF.RUEI^I iRDr.ITTI , SALSE EC. esso produce (i). Hanway osservò che le sorgenti tll jVafta , allorclic il tempo è burrascoso gettano con as- sai più «li veemenza . Sorgenti termali e salate stanno a fianco di quella di Nafta . 1 1 8. Ma il luogo che pare somministrare la qualità più perfetta di questo Bitume è la penisola di Apche- ron che si avanza nel Caspio al N. E. di Baku. „ La terra attraverso la quale la Nafta penetra è una argilla o propriamente una marna grossolana che fa violenta effervescenza cogli acidi ^ s indura al fuoco , è plastica , ruvida maneggiandola a cagione di una sabbia che vi si trova frammista, ma in piccola proporzione... a due jiiedi però sotto la superficie essa è dolce al tatto e non è più frammista alla sabbia ,, (2) lo che dimostra essere la sabbia un ingrediente accidentale. In altri pun- ti di questa penisola si mostrano degli strati solidi in- clinati , dalle cui fessure esce il Gas che alimenta i Ter- reni ardenti . Tale è il suolo dei grandi fuochi di Baku jiresso Atec-Gah (3) . Altrove il suolo è ingrombo di il'aimmenti calcari che gli abitanti convertono in Calce viva , valendosi del fuoco dello stesso Gas (4) . Il ter- reno argilloso sembra tuttavia il più comune , perchè Lenz (5) ci narra che ove la roccia non è a scoperto vi ha argilla arenosa . La sterilità domina in questi luo- glii , ed i contorni di Baku pel giro di qualche versta sono privi di ogni vegetazione . 119. Oltre la Nafta meritano osservazione tanto nella penisola quanto sul littorale, che sulle isole adiacenti le acque salate . Le Acque dei pozzi di Apcheron sono (1) Humboldt Fragmens Asiat. T. I. pag. i83. (2) Histoire des découvertes . T. 2. pag. 21 5. e ai 5. (5) Raeinpfer . pag. 270. — Fragra. Asiat. T. I. pag. 172 — Eichwald nel Bullet. di Feruss. T. 27 pag. i35. (4) Découvertes. T. 2. pag. 21 3. (5) Viaggio a Baku . DF.K DOTT. G. BIANCONI ^'2 5 snlinaslrc per modo , che i forestieri difficilmente pos- sono ucconiodarvisl (i). Un rio di 5 passi in largo ed un palmo profondo , limpido quanto un cristallo , è in- tensamente salato (2) . Un Iago circondato da quattro piccoli gruppi di case i di cui abitanti sono continua- mente intesi a cavare il sale che cristallizza nel Lago mediante il caldo , e tanto se ne aduna , che viene re- cato al porto di Baku tum ad extcros mari dimittcndum tum huc illuc per proinncias (3) . Da Baku avanzandosi entro terra verso Chamaki il Sig. Gmelin (4) trovò presso il Villaggio Aecmetli un Terreno ardente , il cui suolo era impregnato di Nafta , e tratto tratto de' piccoli la- ghi salati coperti di cristalli cubici. Nel contorni di Sal- lian città situata a 24 leghe al S. E. di Chamaki, ove pure sono salse simili a quelle della Crimea (5) , havvi una grande quantità di questi laghi salati , che sommi- nistrano il Sale per la salagione dei Pesci del prossimo fiume Rour . S' incontrano in differenti punti all' intorno di Sallian delle sorgenti gorgoglianti ( bouillonantes ) d' un gusto amaro , sulla supertlcie , e sulle sponde delle quali il Sale si addensa in cristalli . Sgorga l' acqua di queste sorgenti con violenza verso l' alto , e si diffonde in ri- voli , o in picco lilaghi 1 quali disseccansi a lungo an- dare , e sonmiinistrano allora il Sale , Tutto il distretto di Sallian è in generale rimarcabilissimo , oltre alla co- pia grande di Nafta , per la quantità di Sale che pro- duce, e sopratutto lungo la riva occidentale del fiu- me Rour ve n' è una grande abbondanza . Succede non di rado che il Sale si ferma alla superficie del suolo e sembra provenire dalla Terra. . . ed allorquando (i) Lenz Viaggio a Baku . (3) Kaempfer . pag. 282. (3) U. pag. 284. (4) Df'couvertes. T. a. pag. 226, (f.) Eichwald. BuIIet. de Fenissac. T. 27. pag. i35. 4^0 TEliREM ARDESTI , SALSE ÈC. è piovuto quasi tutte le acque gorgoglianti hanno un sapore più salato (i) . Non occorre ricordare di nuovo il numero di laghi salati che cuoprono il suolo di Ga- kurali e contorni (N.° ii6). Il fenomeno inoltre dei Laghi salati continua ancora montando verso il Nord : e nei contorni di Astrakan ve ne ha una quantità sorprendente (2) . Anche nella mentovata Isola Tsche- lekaen parecchi stagni salati somministrano il Sale , ed alcuni hanno le acque così sature che depongono il Sale; sulla mano per poco che vi si tengano (3) . 120. Qui cade in acconcio il riflettere che molti de- gli indicati laghi trovansi entro terra o almeno a tale distanza dal mare che per niun modo può concepirsi il sospetto che ehhe già Pallas per que' della Crimea cioè che le ondate del mare andassero rinnorse alla sua ubicazione anche per essere contornato da gruppi di case per ogni lato (/j) • Altrettanto dicasi dei Laghetti di Sallian la cui origine manifesta è immedia- tamente dipendente dal ristagno delle acquo di Sor- genti salate . Quindi non restano se non che due ipo- tesi , o le vene salse che alimentano cotesti laghi deri- vano da infiltrazioni delle acque del Caspio , ovvero na- scono da acque che abbiano dilatato e sciolto un ban- co salino che sotto si asconda . Ma oltrecchè è opinione sostenuta da molti che le acque marine per le infiltra- zioni attraverso la Terra depongano la salsedine e di- vengano dolci , questa prima ipotesi poi disgiungerebbe totalmente la quistione dei Bitumi (che tanto abbondano (i) Histoire des découverles . T, a. pag. 257. (2) L. C. pag. i85. (5) Fenusac. Biilletin. T. 27 N. 56. (4) Kaempfer . hr.L DOTT. G. BIANCONI /ja^ in f(ncste contrade ) da quelle delle acque salale colle quali essi tengono tanto palesi , e tanto stretti rapporti : mentre per l' opposto la supposizione di un banco sali- no soggiacente e sciolto da acque infiltranti spiega plau- sibilmente I." il sorgere di tante vene salate, a.° l'e- nlinente saturazione di alcune fra le medesime, 3.° la presenza dei Bitumi che sono membri della Forma- zione del Salgemma , e quindi la relazione di questi colle acque salate ^ 4-° "' esistenza infine ( per nostro credere ) dei molti fenomeni dell' Idrogene , che sopra vi si osservano , ommessi ancora tutti li dati Geologici comprovanti l' esistenza di una sottoposta Formazione Salina . fai. Ma v' ha pure di più. L'esistenza di miniere di Salgemma è già manifesta in diversi punti di cotesto jiaese . Imperocché a Teflis , ed a Tauris (i) sono mi- niere scoperte e coltivate ^ a Tshelekaen isola già ricor- data più sopra ( N.° 11^ e ii8), nella penisola Dar- dische e nel paese di Gerem poco lungi dalle colline di Mamakls si conosce il Salgemma (a) . ,, A Tshele- kaen corre il Sale in istrati di due a quattro e più piedi di grossezza , e di estensione sconosciuta , che però si manifesta in due luoghi per 200 tese. A Dardische si conosce il suo andamento per 3oo tese, e ancora una Wersta in lunghezza . Nel paese di Gerem si solleva il masso salino sopra il suolo , e il sale forma strati di quattro piedi in grossezza nel Gesso . La sua estensione si conosce parimente sopra una Wersta in lunghezza , e i5o Tese in largo. Contro il suolo egli passa dai (1) ....sur le chemin de Teflis, il y a des carriéres de Sei fossile .... dans les quelles on coupé le sei ea gros quartiers corame on faille les pierres dans nos carriéres. Tonniefort Voy. au Levant. T. 2. png. i^o. (•2) Vòlkner Neues Jahrb. fur Minerai, von LeoDhard it:)il Bronn i8i}o pag. 94. 4 2 8 TERRENI ARDEi^TI , SALSE EC. piccoli grani, in una Massa così diafana e solida, che i Turchi trovano qui il lavoro troppo faticoso „ . Gmelln infine arrivò a dire (i) che „ si può presumere con buon fondamento che il Mar Caspio debba la sua Salsedine alle miniere di Sale esistenti lungo le sue due rive , tanto di quelle che sono già conosciute , quanto quelle di cui la scoperta è serbata alla posterità „. Oltre a queste prove però della esistenza di una formazione Salina sot- toposta ai fenomeni dell' Idrogene , che si numerosi sono in questo paese, speriamo rinvenirne altre e più estese nelle opere dei Signori Eichwald e Roze che impazien- temente attendiamo , e delle quali ancora daremo conto in una Appendice , al fine di questo lavoro . 122, Anche sulla grande catena dei monti Oural re- centi osservazioni (2) indicano dei fuochi naturali , intorno ai quali ci mancano notizie onde conoscere il terreno dal cui seno si svolgono . Si conoscono però in queste parti le immense miniere di Sale di Yena Tayersa e di lleski , non che certo numero di Laghi Salati . §. IL Persia , /isia minore . Indicazioni di Plinio. , 123, Sembra che Plinio e qualche altro scrittore del- l' antichità abbiano conosciuto i Terreni ardenti or or nominati delle rive del Caspio , poiché ne segnano alcuni nella Media , la quale comprendeva colla sua parte set- tentrionale porzione del littorale del mare Hircano , come vedremo in altro luogo (3). Raerapfer diflàtti segna Baku (i) Hisloire des découvertes. T. 5. pag. 3o. (2) Buliet. de Ferrussac. T. V. pag. 201, (5) Rimettiamo ad una appendice T illustrazione dei capi DEL DOTT. G. BUKCONI 4^9 nella Media citeriore. Oltre a questi fuochi descrivono gli Antichi que' di Sittace città della Siria , quelli sul Monte Cofanto nella Battriana , oggi Paese di Balli in cui due laghi „ sale cxaestuant ,,, ed i Burnì Ochus ed Oxus menavano frammenti di Sale derivante dalle vici- ne Montagne : ricordano que' della Susiana oggi Chusl- stan che sortivano da quindici spiragli , e nel qual pae- se era ancora conosciuta una sorgente di Nafta • Fuochi nel Babilonese celebre per la copia di Bitumi che ema- navano dal suo terreno , Fuochi sul celebre Monte Chi- mera e sui Monti Efestii nella Licia, oggidì Caramania sulla costa meridiouale dell'Asia mÌDore. §. m. Oriente . 124* Ne questa parte d'Asia sinor descritta è la sola che offra queste particolarità^ fenomeni assai più singolari si osservano nelP Oriente, alla Cina, al Giappone, al Ben- gala. Frequentissimi a quanto dicono sono i Pozzi Idropiri- ci, e quasi a colpo sicuro i Chinesi traforano il terreno per fare ascendere , o P acqua salata , o il Gas infiammabi- le, o il Bitume (1). Narrasi che nella sola provincia dì Szu-tchuan in uno spazio di circa io leghe, e di 4^0^ in larghezza vi siano 10,000 e più pozzi idropirici che 104, io5, e 107 del libro secondo di Plinio poiché il trattarne qui per esteso disvierebbe troppo dal principale soggetto, colle ricerche e quìstioni Filologiche in cui ci sem- brò opportuno V entrare . Ci limiteremo pertanto in questo paragrafo ad accennare semplicemente i luoghi e le circo- stanze indicate da Plinio intorno ai Terreni ardenti di que- sta parte delF Asia . (i) Bull, de la Soc. Géol. T. a. pag. 167. 43o lEUUE.M ARDEM'lj §AL$E EC. trovansi sempre in prossimità delle saline (i) assai fre- quenti io questa provincia. Il principale pozzo Idropirico dei 3zu-Tchuan di 5 piedi di diametro , e di 2 a 3 tese di profondità , che dava una impetuosa corrente gazosa inGammabile , e che narrano illuminasse qualche lega di paese all'intorno, dicesi essere memoria che ab- bruciasse dal II al XIII secolo dell' Era nostra . Se ciò è chi potrà valutare l' immensa copia di Gas che mantenne per undici secoli una corrente sì impetuosa ed una fiamma cotanto vasta ? Questo fatto in unione 3! gran numero dei Pozzi idropirici del vicinato , potrà dare una idea della immensità degli adunamenti del Gas nelle viscere della Terra e della potenza della Causa efBciente di esso Gas . Questo stesso pozzo mandava ancora un acqua salata che rendeva un 3o per 100 di Sale. Oltre a questo paese anche a Rioung-Tcheou son- vi getti di Aria infiammabile che servono alla evapora- zione di acque salate secondo Rlaproth (2) . Ed a Tsee- Jieou-Tslng si servono parimente di emanazioni gazose per evaporare le acque salate dei circostanti pozzi. Sparsi ìncontransi sulle montagne di molte provincie Chinesi Terreni ardenti frai quali uno che sembra dover essere gigantesco cui niuno sino ad ora per l' asprezza del luogo ha potuto appressarsi , che situato nel fondo di ijna valle tinge nottetempo di un chiarore simile a quel- lo dell' Aurora le vette delle montagne da ciji è cin- (i) Humboldt Fragni. Asiatiq. T. i. pag. 169. Per no- me di Saline sembra che qui sì debba intendere non mi- niere ( Jodinae ) di Salgemma , ma bensì i Pozzi salati ( puits salans ) che 1' A. non include nei dieci mila , perchè registra fra questi i soli Ho-tsing dei Chinesi 0 Puils à feu. Noi abbiamo riunito gli uni agli altri , pel vicendevole pas- saggio di Pozzi salati , a Pozzi di fuoco etc. (3) L. C. DEL DOTT. G. BliNCOKI 4^' lo (i). Molti pure al Giappone specialmente ad letsin- go , nella quale provincia oltre i Fuochi vi è anche uii copioso pozzo di Nafta ^ e nella penisola di Takakou , trovansi Vulcani fangosi analoghi a quelli di Apcheron e di Taman (2) . Un getto infine di Gas infiammabile è a Chittagoog nel Bengala di cui ignoriamo le circo- stanze (3) . CAPO HI. Africi. laS. Poco si sa intorno a fenomeni di questo genere neir Africa . Plinio (4) ricorda due Terreni ardenti , uno de' quali sull' Hesperion keras , P altro sul Theon ochema : ma di questi che pare fossero sulla costa della Guinea ignorasi la precisa situazione , ed è d' altronde un pro- blema se invece di Terreni ardenti non fosse ( almeno r un d' essi ) uno de' Vulcani che Yeggonsi anche oggir giorno su quella costa. CAPO IV, AìUERICi, ia6. A somiglianra della Crimea, delle rive del Ca- spio , della Sicilia etc. troveremo anche in America i Fe- nomeni del Gas Idrogene riuniti in un gruppo principale , e questo insidente sulla parte orientale dell' America Settentrionale il cui centro approssimativamente sarebbe (i) V. Fragra. As. T. i. pag. ari e S., per diverse in- dicazioni speciali . (2) L. C pag. aao. (3) La Béche. Manuel lyS. (4) Libro secondo cap. 106. V. l'Appendice. iJ32 TliUUElNI ARDENTI, SALSE EC. il lago Erlé . Diffusi e mollo ripetuti a New-York , iu parte delP alto Canada e della Pensilvania , e nell' Ohio ( ove più ove meno ) gli sviluppi multiformi del Gas in- fiammabile , sono pollegati quivi ancora al Sale , ed ai Bitumi . in'j. Nella parte orientale di New-York a 4o miglia da Buffalo , e 2 dal Lago Erié presso il villaggio di Fre- donia in un rio detto Tanaway , molte bolle gorgoglianti fra l' acqua diedero l' indizio di una sorgente di gas in- fiammabile che , praticato un foro nel suolo a traverso di un Calcare fetido , fu raccolta entro un gazometro , e messa a pro6lto per illuminare il detto Villaggio , Ad un miglio circa all' alto di questo stesso Rio il Gas sfugge attraverso all' acqua in proporzioni quattro o cin- que volte maggiori che presso Fredonia (i). Nel S-0 di New-York presso Canandaigua capitale di Onta- rio j si trova un numero assai grande di Sorgenti cari^ che di gas infiammabile, e quelle di Bristol a io mi- glia al Sud di Canandaigua in un fondo ruinoso solcalo da un ruscello . Il Gas sfugge dalle fessure della Terra , nei fianchi e nel Jetto del rio , ove gorgoglia fra 1' acqua . Produce una fiamma brillante , e continua , allorché esce direttamente dalle fessure del suolo . Le sorgenti di Mid- dlesex a 12 miglia da Canandaigua sono sparse sopra un giro di un miglio . Alcune giaciono nel fondo di una valle , altre in gran numero situate sopra una vicina eminenza , sono indicate da piccole elevazioni di molti piedi di diametro e di qualche pollice di altezza , di una terra nerastra e bituminosa che vi sembra lasciata dal Gas . Nascono quivi ancora lucide fiamme quando si metta il fuoco a queste correnti . Sempre a Nuova-York nella contea di Jefferson un tale cavando un Pozzo trovò a sei piedi di profondità uno strato Calcare che dovette traforare per altri sei (i) Bull, de Ferrusaac. T. 27 pag. 47- DEL DOTT. G. BI4NCOH1 4^^ piedi trapassati i quali l' acqua fu lanciata a venti , o trenta piedi di altezza. Turato allora il foro, vi tornò egli nella sera con lume per cogliere alquanto di acqua affine di conoscerne le qualità^ ma schiusa appena l'a- pertura sortì una considerabile corrente di aria che si cangiò in una gran fiamma per la vicinanza del luma e poscia ricomparve il getto di acqua . Essa era salata : per ogni cinque baquet rendeva tre quarte di Sale^ e benché non contenesse tanto Sale quanto quella delle Saline fu tuttavia il Pozzo ( stante l' abbondanza della vena) messo a coltivazione per la estrazione del Sale (i). 128. Ad Otaquagokreek dieci miglia S. dal Fort-Plain sul canale Erié una sorgente è si ricca d'Idrogene sol- forato che mantiene una 6amma che è rossastra durante il giorno . Altrettanto accade in una sorgente sulla riva di Niagara dal lato del Canada a i o miglia dalla cele- bre cateratta, ed un altra sorgente fortemente carica di questo Gas è al lago di Sodoni a due miglia Est di Manlius-Genter , ove sembra che sia un terreno salilero manifesto (2). Scaturisce ancora dell' Idrogene carbonato di mezzo ad un terreno ciottoloso su di un Monte a sei niiglia al S. del canale Erié ed a un miglio da Vernou «la cui volgendo verso il Can;idà trovasi del Muriato di Soda (3) . A Rokv-Hill nelP Ohio presso il Lago Erié essendo stato traforato il terreno per igy piedi, acque salate sgorgarono per diverse ore di seguito , dopo di che cessarono e diedero luogo ad una insigne corrente di Gas inijammabilc (4). Il pozzo Idropirico di Harrisson situato a 200 verges, che conduce da Clarsbury per Elk Creek , e Booths Ferry , fu nperto nella occasione che alcuni inlraprcnditori cercavano una miniera di Salgem- (1) Ferriisac. Bull. T. 17. N. 290. (2) 1.1. T. 24. j>ag. 14. (3) Id. (4) Riferito da La Bóche. Manuel pag. 174. M. Ann. Sl. Mail'k. Aimo li. Tuui. 3. 28 434 TERRENI ARDENTI , SALSE EC. ma (i). In generale sembra che una gran parte delle contrade occidentali degli Stati uniti somministrino delle acque salate a profondità più o meno grandi (2) . Né i Bitumi vi sono più rari . Basti ricordare la sorgente della contea del Cumberland nel Rentunky sul torrente Cumberland che dicesi rendere circa 7 5 galloni di Pe- trolio per minuto , per farsi una idea di una abbon- danza senza esempio : intorno alla quale sorgente trafo- rando il suolo a 200 piedi si è trovato in copia l'ac- qua salata che si alza per 2 5 piedi sopra il livello del predetto Torrente Cumberland (3) . Similmente nel Kentucky fra Limestone e Lexington dietro li monti Alleghanys sorgenti salate scolano natu- ralmente alla superficie del suolo , ma più ordinaria- mente si sono cercate forando dei pozzi in questi ter- reni paludosi chiamati Liclis , argillosi ed impregnati di Salmarino . Neil' attraversare gli strati forando i Pozzi , si svolge qualche volta , e con violenza , una tal quan- tità di gas Idrogena che si è dovuto interrompere il lavoro (4) . CAPO V. Oceania. 129. L'ultima parte del Mondo , 1' Oceania , sappiamo che ha del Vulcani fangosi (non però ancora del tutto bene caratterizzati) all'isola di Timor ed a Java. Nelle vicinanze della prima (5) due isolette mostrano certe cavità entro alle quali si ode un certo mormorio e vanno (i) Ferrusac. Bull. T. 7. pag. 19. (2) O. C. T. 17. N. 290. (3) O. C. T. 23. N. 3i (4) Diction. des Se. Nat. Art. Selmarin. (5) V. Menard-Ia-Groy Journ. de Phys. T. 86, pag. 422- DEL DOTT. O. BUnCOWl 4^5 soggetti ad eruzioni acquose e fangose per le quali si formano delle piramidi elevale sino 20 piedi portanti a quei che pare un picciol cratere . A Java poi (1) in un piano di circa due miglia di circonferenza elevato e fangoso si veggono enormi cu- muli emisferici di un fango salato alti sino a 1 8 piedi che romponsi di tempo in tempo svolgendo un vapore denso e biancastro che ha P odore di Zolfo , ed è sof- focante che rassomiglia a quello di Petrolio secondo alcuni , ed a quello di un barile da polvere allorché si netta , secondo altri . Ogni esplosione ejetta una grande quantità di fango freddo alla superficie ma che dicesi caldo sotto (2) , da cui si separa spontaneamente cer- ta quantità di acqua che evaporata al sole sommini- stra un Sale eccellente . Tutto questo luogo fangoso se- minato di grandi e piccoli cumuli soggetti ad eruzioni , trovasi come nel centro di un tratto di paese di parec- chie miglia di giro , il cui fondo è un calcare solido occupato da acque salate che in «umero considerabile sgorgano dalle fessure del banco con una certa violenza e con ribollimento . Queste acque sono molto cariche di sale marino che mediante la evaporazione delle me- desime diviene. molto proprio agli usi economici. i3o, All'Isola della Trinità per ultimo vengono ac- cennate alcune emissioni di un gas che ha l' odore del- l' Idrogene Solforato (3) gorgogliante fra un fango che seccandosi forma un cono ed un Cratere analogo a quello (1) Stamford RafTles Hist. of Java riferito da Menai d 1. e. == e Breislack. T. 3. pag. 470- (2) Stamford dice che il fango è caldo, ma T Autore di cui Breislack riferisce lo squarcio così si esprime „ Nous trouvàmes partout la boue froide à sa surface , mais on nous dit que plus bas elle ctait cbaude „ . (3) Dauxion-Lavaisse Voy. aux iles de la Trinile , de Ta- bago etc. riferito da Breislack Tom, 3." 436 TERRENI ARDENTI, SALSE EC. (lei già descritti Vulcani fangosi . Come in questi ancora in quelli il fango è freddo^ ha un sapore di allume, ed all' intorno veggonsi aderire ai ciottoli delle particelle di Zolfo, e del Gesso. Trovansi verso il capo della Brea, ove è il lago del Bitume , e la sorgente di Petrolio de- scritta da Humboldt (i) che sgorga per getti accompa- gnati da bolle d' aria che colando in Mare ne cuopre la superficie a più di 1,000 piedi di distanza. Sembra che un altro Vulcano fangoso esista a Myaro (2) , ma ci man- cano sopra questo li necet,sari dati geologici . CAPO VI. Formazione Salina. 1 3 1 . Volgendo ora addietro lo sguardo sopra la parte di questo nostro lavoro che contiene la Geografia Fisi- ca dei Fenomeni dell' Idrogeno , e coassumendo i risul- tati ottenuti sin qui dall' esame delle circostanze locali o condizioni geologiche che accompagnano fedelmente cotesti fenomeni in ogni angolo della Terra ^ troppo più del bisogno probabilmente ne emergono le prove che la Formazione salina è interessata , è si intimamente con questi fenomeni collegata e congiunta che non si può rifiutare di non supporre in lei essere ascosa l'origine del Gas Idrogene , o , seppure non se gli voglia tanto accordare , che meriti essa in primo luogo di venire interrogata e di essere investigata , se valga o no a svol- gere dal suo seno il Gas Idrogene operatore di tanti Fenomeni geologici (3) . E senza or qui impegnarci a (r) Voyag. T. 3. (2) Mehard-la-Groy Journal de Phys. T. 86. (5) Ripetiamo che qui non si parla del Grisou del Carbon fossile il quale deriva riianifeslamente dal Garbo» fossile stes- so, indipendentemente dalla Formazione Salina. DEL DOTT. G. r.IANCONI 4^7 riassumere in un sol punto di vista tutte le prove in proposito basti richiamare alla memoria li seguenti fatti principali : I." I Pozzi idropirici della Cina dai quali sgorga or l'acqua salata ora il Gas Idrogena (N.° 27, e laS). 2.^ Le accensioni avvenute nel pozzo salato di San Giovanni in Toscana ( N."^ yy — e iio), di Jefferson nella Nuova York (N.- 126) e di Rocky-Hill nell' Ohio (N/^ 127). 3." Le sorgenti salsissinie dell' Imolesc , del Bologne- se , e del Parmigiano fra cui gorgogliano bolle o cor- renti di Gas infiammabile ( N." 77)- 4."^ Lo sviluppo e le accensioni del dotto Gas nelle miniere di Salgemma ( N.*- 5c) ) . 5.*^ La vicinanza dei laghi salati , e delle miniere di Salgemma della Crimea , e delle rive del Caspio agli sviluppi dell' Idrogene di quei paesi ( N.° 1 1 4 e t 1 8 ) . Tutti infine i Fenomeni dell' Idrogeno hanno sempre più o nien chiaramente per compagni fedeli il Sale ed il Bitume, come i due membri della Formazione Salina i più facili ad essere portati alla luce dalle acque . In- fatti la Formazione Salina tante volte occultata da ter- reni più recenti che la ricuoprono , non può esser» manifestata per ciò che riguarda le parti solide , se non che o pei tagli delle montagne , ovvero per le eruzioni dei Vulcani fangosi che portino al giorno i l>rani del terreno in cui risiede il lov centro d' azione : ma può ben essere tanto più agevolmente indicata o dal Sale, che sciolto Hill' acqua monti seco sino alla superficie della Terra seguendola j)ei più angusti meati che la me- desima debba percorrere , ovvero dal Bitume; che s' in- nalzi galleggian»lo sulla medesima , e si mostri nelle Sor- genti gazose , nelle Salse , nei Pozzi idropirici presso i Terreni ardenti etc. Tulio dunque ( se non erro ) ci di- ce che la sede di quesll Fenomeni sia posta in grembo alla Formazione Salina. 438 TERRENI ARDENTI, SALSE EC. i32. Gotesta Formazione pertanto, ci sembra essere quella che a preferenza d' ogni altra chiami a se V atteo^ zione di chi studia gli eftetti Geologici del Gas Idro- gene : che nel suo seno debba l' indagatore fissare lo sguardo per iscoprirvi se è possibile la origine di es- so Gas . i33. Questo non è certamente il luogo, in cui trat- tare di proposito della Formazione Salina , argomento di molta difficoltà , e sul quale tanto discordi sono le opinioni dei Naturalisti -, ma non potrebbesi d' altronde far di meno di procurarcene una idea , almeno per quel tanto che potrà importare pella questione sulla origine del Gas Idrogene , di cui ci andiamo ad occupare nella terza parte . i34- Né sapremmo come meglio arrivare a questo intento che coli' affidarci principalmente al Sig. Alessan- dro Brongniardt , il quale nell' articolo Solmarin del Di- ction. des Sciences Naturelles ha con sommo sapere riu- nito quelle generalità , e quei dettagli che sono atti a far conoscere l' insieme della Formazione Salina , e che forse indarno cercherebbersi raccolti in altre opere. Ci permetteremo soltanto di aggiungere qualche nota e qualche riflessione specialmente allo squarcio di detto articolo , che pel suo interesse e per la sua bellezza abbiam creduto dover riportare qui per intero , qual prin- cipale ornamento di questo nostro lavoro . i35. Una riunione (i), un sistema di masse mine- rali che sono talmente vincolate fra loro , che sia forza supporlo formale ad un medesimo tempo , o periodo , e sotto le medesime circostanze, che alternano le une col- le altre , che si accompagnano abitualmente , e che of- frono i medesimi rapporti di giacitura , e di composi- zione in qualunque luogo della Terra , è ciò che dai Geologi s' intende comunemente pel nome di Formazione . (i) Humboldt, Brongniardt. DEI. DOTT. G. BlAHCOm 4^9 Alcuni hanno preferito di dare a questo Insieme il no- me di Terreno , altri usano promiscuamente dell' uno e dell' altro come sinonimi . Nelle Formazioni , o Ter- reni distinguonsi diversi membri che sono delti Rocce le quali infine constano di elementi minerali , e spesso di Fossili organici . i36. La Formazione Salina è una delle più ripetute sulla superficie terrestre , una delle più estese nei singoli luoghi ed insieme una delle più interessanti per la Geo- logia , e per la pubblica Economia . Sovrabbonda di miniere di Sale 1' Europa j ricchissima ne è l'Asia, molte ne ha l' America , e non ne manca l' Africa . Occupano talvolta una estensione di paese sorprendente. Esse per es. accompagnano la catena dei M. Carpazj per una c- stensione di più di 200 leghe da Wielizka in Polonia verso il Nord sin presso Fokszia o Rymnick in Molda- via al Sud . La falda di terreno che racchiude le mi- niere di Sale , o le sorgenti salate ha circa , a certi punti 4o leghe in larghezza. Vi si contano circa sedici miniere di Sale in escavazione, 4^ indizj di altre miniere non attivate , e 4^0 , a 4^0 Sorgenti salate . Le più rimarcabili fra queste miniere o sorgenti sono al N-E della Catena ed andando dal N. al S. quelle di Wie- lizka di Bocknia di Sambor in Polonia , e qualche sor- gente nella Bukowina , e nella Moldavia principalmente presso ad Ockna . Al S. della catena e seguendo la stessa direzione , quelle di Sowar presso Eperios nel- r alta Ungheria : di Marmarosch in Ungheria : di Dees di Torda , di Paraid , e di Visackna nel paese di Her- manstadt in Transìlvania etc. {Sarà continuato.) I SYSTEM^ ORNITHOLOGI./E CAROX.I I.UCIANI B01ffAFART£ MIIXINIANI PRINCIPIS AvES suni Anlmalia vertebrata , sanguine calido , cir- culatione duplici, ovipara, volatilia: pulmones bini, in- divisi , cribrosi , costis adhaerentes : cor biloculare , biau- ritum: rostrum corneum, dentibus destitutum : corpus plumosum : sternum fere in omnibus carinatum : os fur- culae: alae pedesque duo. SUBCLASSIS 1. INSESSORES Digitus posticus (pollex sive digitus externus) retro- versus , eodem plano ac antimi insertus , totus solo insi- stcns constrictor. Monogamae fere omnes : pullorum imbecillium altrices . OrDO 1 . PsiTTACI Digiti bini antlci , binique poslìci: tarsi reticulati : ro- strum aduncum , cerigerum ad basini. Familia I. PsiTTAciDAE. Lingua crassa, carnosa: digiti non vci-satiles, anticl distincti : tectrices alarum magnae. SahfamiUa i. Macvocerciiiae . Rostrum maxilla valde uncinata , mandibula valde profundiore quam lata : cauda longissima , cuneata. Subfamilia 2. Psiltacinae. Rostrnm maxilla conspicue dentata , mandibula minus profunda quam longa : cauda brevi , vel truucata , vel rotundata . e. L. KONAPARTE ^^I Subfamilia 3. Pljctolophinae. Rostrum perbreve , latissimum , culmine miriBce incurvum; caput ma- gnum crista explicabUi : cauda elongata , lata , rotun- data , rectricibus latulis. Subfamilia 4- Lorinae. Rostrum Jeviter incurvum, maxilla margine sinuata, vix emarginata; mandibulà gracili , conica , valde longiore quam profunda , go- nyde recta. Subfamilia 5. Pezoporinae. Rostrum validum , soli- dum , dentatum , culmine valde convexo: raandibula brevissima, profunda, gonyde curva; tarsus exilis digito postico longior; digiti graciles : cauda longa, latissima , valde cuneata. OrDO 2. AcCIPITRES Digiti trcs antici , unus posticus : rostrum aduncum , cerigerum ad basim: nares patulae : ungues retractiles .' Familia 2. VuLTURiDAE, Caput subnudum, plumniis raris obsitum: oculi laterales : tarsus digito medio brevior : pollex subelevatus: ungues parum curvi, vix retra- ctiles : al.ne magnae . Subfamilia G. Fulturinae. Rostrum minime denta- tum : cera glabra . Subfamilia 7. Gipaetinae. Rostrum elongatum , mi- nime dentatum: cera setis tectn, Familu 3. Gypogerajvtdae. Caput plumis densis tectum : oculi laterales; tarsus plus duplo longior digitis an- ticis . Subfamilia 8. GypogeraniTiae. Rostrum breve, cras- sum; ricln ampio: alne spina aimatae. Familia 4. Fu.comdae. Caput plumis densis tectum : ocu- li laterales : cera patens ; tarsus mediocris ; poilex validns, insistens. Subfamilia C). Polyborinae. Rostrum breviculum , si- nuatum: facies plus minus nuda! pedes tenues; tar- sus digito medio vix longior: digiti laterales aequi- 44^ SYSTEMA ORINITHOLOGUE longi : alae magnae , remlgibus tertia et quarta omnium lougissimis. Subfamilia io. Aquilinae. Rostrum longulum, rectu- lum ad basim ; slnuatum : pedes validissimi : ungues robusti, valde adunci: alae magnae^ elongatae, re- migibus primis gradatis , quarta omnium longissima . Subfamilia ii. Buteoninae. Rostrum mediocre, cras- sum ad basim , vix sinuatum : cera valde protensa : pedes modici, pollice brevi: alae elongatae, remi- gum quarta omnium longissima ; cauda modica . Siihfamilia 12. Milvinae. Rostrum parvulum , cras • sum ad basim , sinuatum : cera protensa : pedes bre- ves , pollice breviculo : alae longissimae , remigum quarta , ve! tertia , vel secunda omnium longissima : cauda elongata. Subfamilia 1 3. Falconinae. Rostrum breve , a basi abrupte incurvum , apice utrinque dentatura : cera brevis: nares rotundae, pistillatae : pedes mediocres , tarso tenui , nudo , digito medio longissimo , polli- ce brevissimo : alae elongatae , acutae , remigum se- cunda omnium longissima . Subfamilia i4- ^ccipitrinae. Rostrum breve , a basi abrupte incurvum, sinuatum: pedes modoci , tarso nudo, digito medio longissimo, postico parum bre- viore quam interior: unguis internus externo subdu- plus : alae breves , remigum quarta omnium lon- gissima . Subfamilia if). Circinae. Rostrum parvulum, rictu ampio, compressum, ad basim profundum , vix si- nuatum : cera ad medium protensa : pedes elongati , graciles , nudi ; alae elongatae , remigum tertia seu quarta omnium longissima. Familu 5. Strigidae. Caput ingens plumis densis tectum : oculi magni , faciales : cera obsoleta : rostrum bre- ve , compressum : pedes plumulosi , digitis fixis , ex- terno versatili. Subfamilia 16. Surninae. Caput modicumj discus fa- e. L. BONAPARTE 44 ^ cialis, intraocularis tantum, obsoletus : aures parvu- lae , inoperculatae . Subfamilia 17. Buboninae. Caput grandiculum : di- scus facialis, intraocularis tantum, imperfectus, aures mediocres , inoperculatae. Subfamilia 18. tlluliiiae. Caput grande: discus facia- lis oculos excedens , perfectus : aures grandes , oper- culatae. Subfamilia 19. Striginae. Caput immane : roslrum elongatum , ad basim rectulum : discus facialis ocu- los excedens, maximus, excultissimus : aures ingen- tes , late operculalae . Ordo 3. Passeres Digiti , vel tres antici uausque postìcus , -ve! bini antici binique postici: tarsi scutati: rostrum nec aduncum nec cerigerum . TRIBUS I. Ambulatores . Digiti tres antici , unus poslirus. Familta 6- Capkimulgidae. Rostrum brevissimum , depres- sum , ad basim dilatatum , rictu immani : pedes bre- vissimi, graciles; digiti antici divergentes, membrana juncti; pollice versatili; unguis medius intus obli- que dilatatus: alae magnae, rotundatae , pennis cu- biti magnis; plumae omnes laxae, moUissimae. Subfamilia 20. Podarginae . Rostrum grandiculum, validulum : unguis medius margine integer : poUex normaliter situs. Subfamilia 21. CaprimiJginae. Rostrum exillimum , lateribus inflexum: tarsus brevis, pollex contraver- sus ; digitus exterior et interior aequilongi : unguis medius peclinatus. Subfamilia l'i. Scorthornithinae. Rostrum exillimum , lateribus inflexum : tarsus brevis ; pollex contraver- sus ; digitus exterior interiore brevior : unguis me- dius pectinatus . 444 SYSTEMA ORiMTHOLOGIAE Familia 7. Cypseltdae. Rostrum brevissimum , depres- sum , trlangulare , tenue , dilatatum ad basìm , go- nyde adscendente , marginibus inflexis , rlctu am- plissimo ; pedes exiles , brevissimi , digitis anticis siibaequilongis : alae perlongae , falcatae ; tectricibus mediocribus pennas cubiti brevissimas abscondenti- bus : plumae omnes strictae niteutes . Subfamilia lò. Cjpselinae. Digiti omnino fissi ; poUex debilis , versatilis ; ungues magni , valde curvati. Famtlta 8. HmuNDiNiDAE, Rostrum breve , usque a basi depressum , tenue , marginibus minime inflexis , rictu ampio, glabro, vibrissis nullis : pedes brevesj di- giti subliberi , laterales aequilongi ; medius tarso longior : alae elotìgatae , tectricibus parvis , pennis cubiti longulis : plumae , omnes strictae , nitentes . Subfamilia 1^. Hirundininae. Pollex brevior quam digitus internus ; unguis unus medius acie interna integerrima. Familta 9. AnpELiDmAE. Rostrum breve , depressum ; ad basim dilatatum , apice emarginatum , deflexum : sutura arcuata , gnathldiis humilibus verticallbus , carina rotuudata : rictus amplissimus : alae remigibus primariis decem, pedesque raediocres: plantae planae. Subfamilia aS. Am,pelidinae. Rostrum exile, gonyde haud adscendente : rictus laevis : nares grandes , membranula postice clausae : digiti laterales inae- quales , exteriore cum mediano conjunctoj tarsus squaraulis lateralibus numerosis reticolatis ; alae mo- dice elongatae , amplae , remige prima breviore quam secunda . Suhfamilia •16. Bombycillinae. Rostrum breve , du- rum , latum , subteres quasi triangulare , mandibula validula , gonyde adscendenle ; rictus laevis: nares rotundatae absque membrana . plumularum veliere semielausae : pedes validuli, breves ;, digiti laterales subaequilongi : alae elongatae , acutae , remige prima longloribus acquali . e. L. BONArAllTE 44"^ Suhfamilia 27. Gjinnoderinae. Roslrum sub oculos usque fissum : nares absqiie membrana: facies )ugu- lumque subiiuda ! plumae capitis breves , vel nullae : tarsi scutis fere novem proininulis, subaequalibus ; digiti subliberi , laterales inaequales ; poUex brevior quam digitus ìiUernus. Suhfamilia 28. Querulinae. Rostrum validum , latum , valde depressum ; rictu setis rigidis instructo j di- giti laterales inaequales, exteriore cum mediano con- juncto ; tarsus squamulis lateralibus minutis . Suhfamilia 29. Eurjlqiminae. Rostrum breve, rec- , .tura , enormiter latissimum : maxilla valde convexa , dilatata ad basim , marginibus mandibulam amplec- tentibus, apice abrupte inflexo : pedes validuli ; digito externo cuni mediano semiconjuncto ; postico longulo, interno omnibus breviore ; alae breviculae: cauda brevis. Familia io. Coraciadidae. Ros'rutn brevicuhim , rectum , lateribus valde compressis , dilatatutn , apice incur- vo : rictus amplissimus , barbatus ; nares lineares : pedes breves , digitis sejunctis , anticis parallelis ; • postico valde breviore. ' StSfamilia òo. Coraciadinae. Lingua Apice fimbriata : • ' alae mediocres. Familia ii. Prionitidae. Rostrum, mandibula ulraque subincurva , comprcssum , marginibus denticulatis : digiti anlici ultra medium concreti. Suhfamilia 3i. Prionitinae. Lingua longa , gracilis , margine ciliata : alae breves, rotundatae ; cauda lon- ga , cuneata . Familia 12. Alcedi.nidae. Rostrum subquadrangulare a- cuminatuin , roctum ; rictu ampio : pedes parvuli ; digitis externis ultra medium concrctis ; tibiae se- minudae , alae breves , rotundatae . Siòfnmilia Sa. Daccìinitiae. Rostrum cylindraceum , ad basim depressUm , lateribus dilatatum , gonyde adsceudente : lingua brevis , apice triangulari . 446 SYSTEIWA ORNITHOLOGIAE Suhfamilia 33. ^Icediìunae. Rostrum a basi com- pressum , apice acutum , sutura reclissima : lingua brevis , apice triangulari . Familia i3. Meropidae. Rostruni subquadrangulare-acu- minatum , subcurvatum ; rictu ampio : tibiae semi- nudae : pedes minuti ; digitis externis ultra medium concretis : alae elongatae , acutae . Suhfamilia 34- Meropinae. Lingua angusta , apice la- cero. Familia i4. Upupidae. Rostrum elongatum , gracile , cur- vatum , valde compressum , intus parum excavatum, marginibus integris , oppositis , sutura elongata , re- cia : lingua brevissima , triangularis , obtusa , inte- gerrima : digiti grandiculi , crassuli , internus multo brevior , externus cum mediano semiconjunctus , ungues parvi , minime incurvi : alae amplae. Suhfamilia 35. Upupinae. MaxlUae intus perfecte pla- nae : unguls posticus rectulus : cauda brevis , truncata, Suhfamilia 36. Promeropinae. Maxillae intus aliquan- tulum concavae, marginibus acutis: unguis posticus curvus : cauda longa , cuneata , Familia i 5. Paradiseidae. Rostrum grandiculum , cultra- tum, submarginatum , sub oculos usque fìssum; ca- pistrum plumulis holosericeis densis nares occultan- tibus : pedes maxlmi , cute molli vlx sentala tectis : digiti tenues , elongati , internus multo brevior , a basi divergens, externus articulo sesquialtero con- cretus : pollex maximus . Suhfamilia 3y. Paradiseinae. Lingua acuta , apice laciniata : alae longae , amplae, pennae hypochondria- cae elongatissimae. Familia i6. MelliphagidAe, Rostrum longum , modice gracile , emarginatum : pedes validuli , digito postico elongato. Suhfamilia 38. MelUphaginae. Lingua longe exten- sills , membranacea, apice penicillato. Familia. 17. Cynniridae. Rostrum longum , gracile , plus e. L. BOISAFARTE 44? minus curvum , inlegrum : nares breves , ovales , membrauaceae , rima laterali apertae : pedes modici ; alae mediocres , remigibns primis plus minus grada- tim abbreviatis. Subjamilia 3g. Cerebinae. Rostrum tenue , subcom- pressum : lingua longe extensilis , longe ciliata . Subfamilia ^o. Cjnnirinae. Rostrum longum , tenue , minime compressum: lingua longe extensilis, mem- branacea , glabra . Familia i8. Trochilidàe. Rostrum longum, graclllimum; rictu minimo ; lingua vibratilis , tubulosa , suctoria : pedes exigui : alae longissimae , falcatae . Subfaniilia 4'- Trochilinae. Rostrum tereticulum , to- miis maxillaribus mandibularia ampleclentibus, myxa brevissima: digiti basi connati; subtus plani: ungues parvuli . FxMtLiA jQ. Gkrthidae. Rostrum longulum , compressum, integrum : lingua elongata , non extensilis , apice cartilagineo : pedes breviculi : digiti elongati , vali- di, compressi; pollex validlssimus ; ungues grandes, arcuati, acuti: cauda cuneala. Subjamilia. 4^. Tichodrominae. Rostrum integerri- mum ; membrana narium nuda , fornicata : tarsus digito postico breviculo longior : digiti laterales sub- "' aequilongi , a basi disjuncti : cauda mollis , brevicula. Suhfamilia 43. Thryothorinae. Rostrum subemargi- natum, membrana narium fornicata, digiti antici ad basim adnati , cauda rotuudata , \el gradata , bre- vicula , mollis: pennae cubiti aequales. Suhfamilia 44- Cerlhinae. Rostrum plus minus cur- vum , valdc compressum ; lingua acuminata : digiti antici ad basim conjuncti : rectrices rigidae , rachy- de excedente . Subjamilia 4 5- Anabatidinae. Rostmm breviculum , validum , rectum , subemarginatum : membrana na- rium fornicata : digiti modici , fere disjuncti , me- dius longior quam laterales : remiges breves : cauda ^^8 SYSTEMA 0:'.?(ITI10L0GIAE ' cuneala , reclrlcibus, rachyie non excedente, rigidls. ; i'Subfamilia ^6. Siitinae. Roslrum rectum , seu ascen- .,' deus , conicum , acutum , membrana narium piu- mata seu tecta ; lingua lacera : digitus posticus me- dio aequilongus : alae longae , acutae, remlge prima \lx secuoda brevìore : cauda moUìs , brevissima . Familia io. PARmAE. Rostrum breve, conlco-subulatum , durissimum , integerrimum , mandibola marginibus simplicibus , haud inflexis : nares plumulis densis , setaceis , tectae , membrana obsoleta : pedes validi , digiti subfissl , internus omnium brevissimus:ungues validi , valde incurvi ; posticus maximus. Subfamilia 47- Parinae. Alae breviculae , rotunda- tae , remigibus tribus primis gradatis. Familia 21. TanagridAe. Rostrum breviculum , crassu- lumj conico-trigonum , maxillis aequalibus, superior apice utrinque emarginato , subdeflexo j inferior mar- ginibus simplicibus, haud inflexis, nares Pidae, membrana fere obsoleta , carina interjecta ; vlbrissae parvae , adpressae , mediocres . Subfamilia 48. Piprinae. Rostrum brevissimum , sub oculos usque. fere fissum ; maxilla valde incurva : pedes elongati , graciles ', digitus externus longior quam internus, articulis tribus cum mediano con- ', cretus ; alae mediocres : cauda brevis , rectrlcibus '. duabus mediis quaudoque elongatis. Suhfamilia 49- Tanagrinae. Rostrum mediocre , va- lidum , modice fissum ; maxilla parum incurva ; pe- des breves ; digiti subliberi ; pollex digitique late- ralcs aequilongi , articulum secundum digiti medii vix superantes : ungues lati, incurvi j alae cauda- que longulae. Familia 22. Alaudidae. Rostruni conico-attenuatum , mi- nime emarginatumj mandibula marginibus simplici- bus, haud inflexis: nares membrana fornicata, nu- dae: pedes mediocres, digitis tenuibus, subliberis: ungues vix curvati , posticus digito praelongior . i e. L. BOKAI'ARTE 449 Siibfamilia 5o. jilaudinae. Alae remigibus tertìariis elougatis , secundariis apice emarginato . Famiua a 3. MoTAciLLiDAE . Rostrum longulum , rectum , subalalum, utrinque emargitialum ; mandibula mar- ginibus simplicibus , liaud inflexis : pedes longuli , digitis tenuibus , exteriore cum mediano basi con- creto , postico omnium -valde longiore . Suhfamilia 5i. Motacillinae. Alae acuminatae remi- gibus tertiariis elongalis , secondariis apice emargina- to : cauda producta , angusta . Familia 2 4- TuRDiDAE. Rostrum subcultratum , utrinque raarginatumj mandibula marginibus simplicibus, baud inflexis: nares nudae , membrana cartilaginea forni- cata: pedes digitis lateribus subliberis , inaequalibùs , interno vix excedente articulum secundum medii : ungues iaaequales: pennae cubiti aequales. Subfamilia Si. Cinclinae. Rostrum mediocre , rectum, depressulum , \ìx emarginatum , gonyde adscendente , marginibus contractis ; nares lineares : pedes robustu- lì , digiti laterales aequilongi : squamae tarsi integrae , laevigatae : alae breviculae , rotundatae : cauda bre- vissima , truncata . Subfamilia 53. Myiotherinae. Rostrum rectum, sub- «lylindraceum , apice abrupte inflexo : pedes elonga- ti j digiti laterales subaequilongi , internus usqi^e a basi separatus , divergens : alae breves , rotundae , fornicatae , remigibus brevissimis : cauda brevis . Subfamilia 54- Ixodinae. Rostrum distincte emargina- tum : pedes brevissimi , digito postico tarso subaequi- longo : ungues breves , lati , valde incurvi : alae bre- ves , rotundatae : uropygii plumae elongatae , con - fertissimae . ' Subfamilia 55. Tiirdinae. Rostrum emarginatum , culmine gradatim incurvo , sutura curvata : pedes medionres ; alae longulae , acutulae , Subfamilia 56. Timalinae. Rostrum rectum , com- pressura , durum , vix emarginatum : pedes grandcs , ^. Ann. Se. ^iATUR. Anno 2. 'l'oia. j. ■^•\ /j50 SVSTEBU OK.MTUOLOGIAE validi ; digitus iulernus usque a basi separatus j di- \ergeus : ungues parum incurvi : alae breves , ro- timdatae , remigibus brevissimis , tectis : cauda ma- gna , lata , gradata , mollissima : plumae omiies laxae. Subfaniilia 5 7. Oiiolinae. Rostrnm longitudine capi- tis, latuin ad basini, validuni, compressum: rictus amplulus , vibrissis millis ; pedes breves; digiti la- terales inaequales: a^ae, elongatae : plumae uropjgii confertae, i ■■ . ■ :: ,. .ji.'.' y ,: . - Subfamilia 58. Leiothricinae. Rostrum robustum , gonyde adsceudenle : pedes grandes , robusti ; digiti ■ externi ad medium usque conjuncti , posticus exte- rlore longior : alae breves , rotundatae . Subfamilia 5c). Vireoninae. Rostrum robustulum , compressum; maxilla utrinqne emarginata , apice in- flexo ; mandibula apice adscendente : vibrissae rigi- dulae nares tegentes : pedes robustuli , digito interno omnium brevissimo : alae longulae , subacutae , cau- da mediocris vel truucata , vel emarginato-rotundata. Subjamilia 60. Calamoherpinae. Rostrum subula- tum , usque a basi compressum, emarginatum; man- dibula tenuior maxilla : pedes validuli , elongati ; alae breviculae , subrotundatae , renligum spuria mi- nima extante , prima et secunda omnium longissimae. Subfamilia 61. Sjh'inae. Rostrum gracillimum , su- bulatum , usque a basi compressum , emarginatum : mandibula tenuiòr maxilla : pedes graclles , longuli : alae longulae , acutulae ; remigum spuria latula ex- tante , secunda et tertia omnium longissimae . Subfamilia 62. Saxicolinae. Rostrum ad basim de- pressum , sutura recta ; vibrissis divergentibus ; ca- put grandiculum ; pedes longuli : alae elongatae amplulae : cauda brevicula , latula. Subfamilia 63. Sjlvicolinae. Rostrum compressum, trigono-subulatum , vix emarginatum : pedes graci- les , digiti laterales inaequales , pollex validulus : a- SYSTEMA ORmxnOLOGIAE /JOI Jae longulae, acutiilae , remigutn spuria nulla , iri- bus primis subaequalibus omuium longissimis. Familu 35. MoscTCApiDAE. Rostrum usque a basi \alde depressum , latum ; maxilla marginibus mandibulam subtus late convexam ampleoiens, apice emarginato abrupte inflexa ; rictus amplulus , vlbrissis porrectis: membrana narium obsoleta vel nulla : pedes brevi - culi , tenuiculi : digiti laterales articulos duos medi! excedentes : ungues inaequales , parum curvati . Subfamilia 6^. Miucicapinae. Rostrum mediocre , rectiim , plus miuus depressum , medio carinatum : rictus vibrissis rigidis elongatis, pedes breves , gra- cilliml ; digiti laterales inaequales , exterior cum me- diano conjunctus: alae longulae: cauda elongata. Subfamilia 65. Taeniopterinae. Rostrum longulum , paruin depressum , rotundulum , laleribus rectis gnaihidiis vertlcaliter posltis : pedes elorigati, vali- duh ; alae remiga prima modica elongata ; cauda longula. Subfamilia 66. Tjranninae. Rostrum usque a basi depressum , gnaihidiis subhorizoutaliter positis : ri- ctus vibrissis nares obtegentibus : pedes breves , gra- ciliculi; digiti laterales subaequilongi j ungues elon- gati , graciles, incurvi, acutissimi. Subfamilia 6'j. Edolinae. Rostrum ultra medium compressum, culmine sensim curvato: pedes bre- ves : alae clongaiae , plus minus acutae : cauda elon- gata : saepius forflcata . Subfamilia 68. Ceblepirinae. Rostrum ad basim la- tum , gnathidiis subhorizontalibus : angulo frontali acuto , sutura arcuata : nares rotundatae absque mem- brana, plumulis tectae: pedes breves; digiti late- rales inaequales : alae elongatae remigibus trlbus pri- mis gradatis; cauda medio emarginata, bine inde rotundata : plumae uropygii densissimae , Cere spi- nosae . Familta 26. Lanidae. Rostrum validulum . convexum . ^Sa SYSTEMA OKINITHOLOGUE compressum , apice deflexo ulriaque vel cuna dente exserto , \el profunde emarginato , gaathidiis altis verlicalibus , sutura recta : vibrissae nares rotundatae absque membrana : pedes mediocres : pollex graci- liculus : ungues acuti: alae mediocres j remige ter- tia seu quarta longiores. Suhfamilia 6g. Psaridinae. Rostrum grand iculum , crassum , subcylindraceum , sinu rotundo frontem late intrans , apice abrupte iaflexo emarginatum : na- res rotundatae , nudae , parvae , pedes exiles ; digiti laterales inaequales , squamae tarsi anteriores trans- versae , laterales parvae , numerosae : alae longae . Suhfamilia 70. Barilìnae. Rostrum robustum longi- tudine capitis , rectum , conico-compressum , apice parum subadunco , utrinque pi-ofunde emarginato , ad basim superne laium , circularlter frontem intrans : sutura recta ; nares nudae , parvae , lineares , absque membrana : pedes magni , scutis laevibus ; digiti sub- liberi , lateralibus subaequilongls , pollice maximo : alae elongatae . Siibfamilia 71. Tamnophiìinae. Rostrum elongatum, strictum , sutura recta , apice abrupte inflexo , dente utrinque acuto : digiti laterales inaequales ; exterior et medianus articulo primo conjuncti : ungues lati , obtusuli : alae breves , rotundatae, fornicatae 5 remi- gibus primarlls decem , pennas cubiti vix superan- tibus , brevissimis ; cauda mediocris , rotundata . ' Subfamilia 72. Laninae. Rostrum breviculum , dente utrinque acuto: digiti laterales aequiloqgi, lìberi, angues graciles , acuti : alae mediocres . PA*ìiltì 27. GoRvmAE. Rostrum robustum , vel conico- " ' acuminntum, vel cultratum , frontem intrans cum basi; nares vel plumis setaceis incumbentibus , vel vibrissis tectae: pedes validi. Subfamilia j'ò. Garrulinae. Rostrum apice leviter de- flexo , utrinque emarginato : nares rotundatae absque membrana: piedes difiùs lateralibus inaequaljbus : e. L. BON\rARTF. ^^3 alae brevicnlae , subrotirodae : formae elegantes : plu- tnne nitide coloratae . SuhJ'amilia 'j^. Corvinae. Rostrum ad basim cute crassa obvolutum , vix emarginatiim : nares plumnlis setiformibus densis contectae, sutura recta , gnathi- dla valida linearla recta : pedes robusti , sciitis pro- minulis ; digiti subliberi , laterales subaequilongi : alae longae : formae graves : plumae plus minus atralae. Suhfainilia ^5. Glaucopinae. Rostrum breve , cul- mine elato, a basi gradatim curvatura, integerri- mum ; mandibula apice recto ; sutura valde curva : rictus levis : alae brevcs , rotundae : cauda elonga- ta , gradata . Sabfamilia 76. Coracininae. Rostrum robustum , per- durum , recium, compressum , ad basim depressum culmine subcurvato tantum ad apicem , vix emar"i- natum ; mandibula apice recto , depresso j rictus vi- brissis raris : nares semiplumulosae : pedes breves validi; digitis anticis subaequalibus : alae elon<»atae : cauda brevis . Subfamilia 77. Saturninac. Rostrum longulum , co- nico-acuminatum , Integrum , utrinque angulatum ad basim , apice depressuJo , obtusulo , subdeflexo ; su- tura ad basim deflexa; gnathidia alta verticalia; na- res nudae : frons convexa : pedes sentati , digitis subliberis , lateralibus aequilongis , interno divergen- te , pollice maximo : remìges primariae decem : plu- mae capitis elongatae , angustae . Suhfamilia 78. Lamprotornithinae. Rostrum brevi- cuUim , compressum , utrinque angulatum ad basim , culmine a basi curvato , integrum : pedes digitis la- teralibus inaequalibus : remiges primariae novem : plumae capitis elongatae , angustae . Suhfamilia 79. Qiiiscalinae . Rostrum validum , a fronte recte depromptum , conico-elongatissimum , compressum , utrinqne ad basim angulatum , culmi- ne leviter curvato: pedes robusti: remiges prima- 454 SYSTEMA ORNITHOLOGUE riae novem : cauda gradata , uavicularis : plumae capltis rotundatae . Subfainilia 80. Icterinae. Rostrum a fronte recte de- promptum , brevlculum , conicum , utrinque ad ba- sini angulatum , integrum , aut rectum , aut mandi- bulis binis gradatim subinciirvis: pedes -validuli , djgitis laterallbus aequilongis ; ungues crassi , valde curvati : remiges primariae novem : plumae capitis rotundatae . Familia 28. Fringillidae . Rostrum breve , validum , conicum , crasslssimum ad basim : mandibula mar- ginibus validis , curvatim intra se convergentibus , postice altioribus : pedes graciles. Subfainilia 8 i . Ploceinae . Rostrum rectum , coni - rum , culmine depresso sallem posterius , angulo basilari lato , triangulari , frontem valde intrante ; nares plano intervallo distantes : remiges primariae decem , prima minuta. Sabfamilla 82. £'mèenz/«fle. Rostrum conicum , cul- mine recto , marginibus intractis ; maxilla angustiore quam mandibula j tubercolo osseo longitudinali ad palatura : nares plano intervallo distantes : pedes mediocres : ungues graciles , incurvi : remiges pri- mariae novem . Suhfamilia 83. Fvingìllinae. Rostrum plus minus ro- bustum , perfecte conicum, culmine tereti , saltem posterius, angulo frontali brevi, acuto: mandibulis aequalibus subincurvis ad apicem tantum integris : nares plano intervallo distantes : remiges primariae novem , prima deficiente. Siih/hmilia 84- Loxinae. Rostrum brevissimum , cras- sum , integrum , supra infraque curvatura : maxilla longiore culmine marginibusque incurva ; nares pla- no intervallo distantes : alae remigibus primariis no- vem , primis quatuor subaequalibus . Subfamilia 85. Pytilinae. Rostrum breve, crassum, subtrigonum , utrinque subemarginatum : angulus e. L. BONAPAnXE ^!)5 frontalis angustus , acutus , valcle intrans : nares ap- proximatae , carina tantum intcrjecta : alae remigi- biis primarils novera , primis quatuor subaequalibus. Subfamilia 86. Phjtotomiuae. Rostrum breve, mar- ginibiis serratis : maxilla profunda ; culmine arcualo: mandibula tenuis : nares plano intervallo distantes : pedes breves , validi , digitis duobus vel Iribus anti- cls , uno postico: remiges primariae novcm. Familia 29. CoLiDAE. Rostrum lireve , intcgrum : maxilla ad basim dilatata, convexissima , culmine elevato, arcuato: pedes robusti; digiti Cssl , omnes antror- sum versi , Subfamilia 87. Coliriae. Nares nudae: alae breves, acutae : cauda longa cunoala : pluraae mcllissimae. Familia 3o. Bucerontidae. Rostrum enorme , inane , va- rlimode supra auctum, valde compressum ; mandi- bula utraque incurva , marginibus integris : pedes magni, digitis externls ultra medium concretis . Subfamilia 88. Bucerontiuae. Digiti laterales inaequa- les ; medius longitudine tarsi ; pollex omnium bre- vissimus : allae breviculae rotundatae : cauda longu- la , rectricibus rotundatis. ad basim angustis. { Sarà continualo . ) 'i"!Hi , ■ ,'"! lut- ; ' ',■, • I,, , RENDICONTO delle sessiom dell accademia delle scienze dell' istituto di ÉOLUGIVA ( Continuazióne ì^édi pag. 3^2 ) Quésta operazióne fu praticata li 3 Aprile del i838 e quindi quasi quattro mesi dacché il Carbonari aveva riportata la frattura . Una semplice fasciatura copriva le dita ^ la mano , l' avanbraccio e 1' òmero , e fissava r omero 6 l' avanbraccio ad una stecca piegata ad an- golo leggermente ottuso ed applicata alla parte anteriore. L' infermo fu tenuto in letto ed a dieta alquanto severa nei primi giorni • si stabilì una buona suppurazione , e passate alcune settimane non fu trovato sensibile can- giamento nella parte . Furono allora applicate altre stec- che lungo r oraci o per procurare la immobilità dei pezzi fratturati , e ricercò di collocarle in modo che permet- tessero la medicatura del settone senza scomporre l' ap- parecchio . Per tal modo , e ad onta di una febbre acci- dentale che sviluppossi nell' infermo , e di un vasto ab- scesso che formossi all' ascella del braccio fratturato , questo cominciò grado grado a mostrare maggiore soli- dità, di modo che dopo poco più di due mesi dalla prima applicazione fu levato il settone^ nel settantottesimo gior- no cominciò P infermo a servirsi del braccio e tra non 45 7 REKDICOWTO ACCADEMICO molto ritornò a! proprio mestiere avendo l' arto infermo riacquistata la t'orza quasi ordinaria, la naturale pingue- dine senza che il callo osseo ("ormatosi si mostrasse no- tabilmente prominente , od arrecasse verun incomodo a questo individuo ridonato così ad una salute perfetta. Il Segretario Prof. G. B. Magistrinl descrive un nuovo meccanismo idraulico da lui messo in esecuzione onde elevare 1' acqua , ed al quale dà il nome di doppia pala pensile . Il Presidente per secondare il desiderio del- l'Autore nomina una Commissione composta degli Ac- cademici pensionati Professori Casinelli e Bertelli inca- ricati di osservare il meccanismo e di riferire in seguito all' Accademia il risultato della loro ispezione . Per ultimo il Presidente presenta una Memoria ma- nuscrilta del Sig. Doti. Enrico Giacomelli suìla Pioge- nesi , la quale non potendo esser letta , per l' ora fat- tasi molto tarda , in questa ultima sessione , lo sarà in una delle prime dell' anno accademico prossimo venturo . riNC dell'anno accad. i838 al 1839. 458 RENDICONTO ACCADEMICO Anno iindecimo dalla sua restaurazione 1839-1840, Presidente eletto per la sesta volta il Professore An- tonio Alessandrini. Viene letta una lettera di S. E. Monsignor Caterini Segretario della Sacra Congregazione degli Studi , in data di Roma i4 Luglio iSSg, nella quale, con e- spressioni molto cortesi ed onorevoli per l'Accademia, ringrazia pel dono offertogli di un esemplare dei tre volumi dei Nuovi Commenlarj , e dei fascicoli conte- nenti il Rendiconto delle Sessioni fino a tutto l' anno accademico i83y-38. Anche il Dott. Gaetano Bagni ringrazia il Consesso Accademico per la sua promozione ad Accademico non pensionato avvenuta li i3. Giugno iSSg. dal posto di Alunno che occupava prima . L' Accademico pensionato Prof. Cav. Antonio Berto- Ioni presenta all'Accademia da parte del Signor Angelo Comi , chirurgo Romano , una scatola contenente delle piante e degli animali , o parti d' animali , preparati con un suo metodo , che dice analogo a quello del Segato , e col quale ottiene di ridurre gli anzidetti corpi a du- rezza quasi lapidea. Il Presidente incarica una Commis- sione composta degli Accademici Professori Medici , Mon- dini , Santagata e Bertoloni Giuseppe dell'esame di cote- sti preparati , riferendo in seguito all' Accademia con analogo rapporto il risultato di questo loro esame. Il Segretario legge il seguente catalogo di Libri of- ferti in dono dai rispettivi Autori nel corso delle ferie estive . I . Callegari Pietro , Professore di Matematica elemen- tare nel Collegio di Ravenna z=. Saggio di ricerche DEL PROF. A. ALESSANDRINI 4^9 sulla Pollgonometl'ia analitica. Imola iSSg. in ottavo . 2. Fabbri Dott. Gio. Battista, Medico-Chirurgo con- dotto di Ravenna =: Sulla riduzione della lussazione posteriore completa del dito pollice , e Storia di una puntura ipogastrica della vescica . Bologna i838. in ot- tavo di pagine i5. 3. Dello stesso =: Rìsecazione della maggior parte del corpo della mascella inferiore. Bologna 1889. in 8.*^ di pag. i3. con tavola. 4. Jan Kops ed H. C. van Hall =r Flora Baiava fascic. 117. 5. Scortegagna Dott. Francesco Orazio = Sopra il teschio di un cocodrillo fossile. Venezia j838 in 4-'^ di pag. 1 3 con tavola . 6. Società Medico-Chirurgica di Bologna rr: Memorie della ec. Volume II. fascic. 2. Bologna 1889 in ^." 7. Marianini Prof. Stefano = Memorie di Fisica spe- rimentale scritte dopo il i836. Anno secondo Modena i838 in 8."^ di pag. 160 con tavola. 8. Società Italiana delle Scienze residente in Mode- na =r Memorie di Matematica e di Fisica della ecc. Tomo XXII. Parte contenente le Memorie di Matema- tica . Modena 1889 in 4-° 9. Lombardi Antonio rrr Elogio del Professore Giu- seppe Calandrelli , e del JMatematico Pietro Ferroni . Modena i838. in 4.° di pag. 36. 10. Società Medico-Chirurgica di Bologna zr Memo- rie, Voi. II. fase. 8.° Bologna 1889. in 4.° 11. De La Casa Prof. "Vittorio . =: Cose di analisi sublime di algebra ordinaria , e di trigonometria piana Venezia 1889 in 4-'^ 12. Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Pado- va = Nuovi Saggi della ecc. Volume IV. Padova i838. in quarto . 18. Scortegagna Dott. Francesco Orazio :=z Sulla for- mazione geologica della collina detta la Favorita presso 460 RENDICONTO ACCADEOIICO Lonigo . Verona i836. In 8." di pag. a5. con tavola. i4- Accademia Valdarnese. Memorie Valdarnesi. Voi I. Pisa i835. Volume IL Pisa iSS^. in 8.° con tavole. Infine L'Accademico pensionato Prof. Silvestro Ghe- rardi incomincia la lettura dell' interessantissimo suo Rapporto sui manoscritti del celebre nostro Fisico , il Galvani , dell' esame dei quali fu incaricato in altra se- duta in unione ai Golleghi Professori Mondini e Medici, 2. Sessione i^. Novembre 1889. Il sullodato Prof. Gherardi compie la lettura del suo Rapporto e dimostra nel medesimo esistere tra i manu- scritti del Galvani , legati all' Accademia per disposizione testamentaria del celebre Collega Prof. Giovanni Aldini, molte cose interessanti e meritevoli di essere pubblicate anche al presente , abbenchè meditate e scritte da tanti anni . Nei manuscritti medesimi trova ancora il Relatore occasione frequente di illustrare ed estendere le cose già rese di pubblico diritto dall' Autore , e di rettificare quanto fin qui è stato scritto sulla vita e sulle scoperte del celebratissiaio Fisico . L' Accademia perciò , annuendo colla massima soddisfazione al desiderio espresso nel Rap- porto , che sia fatta una ristampa colletizia di tutte le Opere edite del Galvani colla giunta di parte dei ma- nuscritti inediti , e delle note ed illustrazioni dai mede- simi desunte , determina ancora per acclamazione che cotesta tanto utile e desiderata collezione sia preceduta dal Rapporto di cui qui si discorre , e da un Elogio del Galvani scritto e recitato all' epoca della dolorosa perdita dell' illustre scienziato dal Collega Prof. Giuseppe Venturoli Segretario emerito dell' Istituto Nazionale Ita- liano e di questa stessa Accademia . DEL VROt. A. ALESSÀNDRini 4^' 3. Sessione. 21. Novembre 1889. Sono ofiFerte in dono all' Accademia dai loro Autori le seguenti produzioni scientilìche . 1." Tenore Cav. Michele, Accademico corrispondente rz Saggio sulle qualità medicinali delle piante della Flora Napoletana. Napoli 1820. in 8." 2."^ Ephemcrides Motuum Coelestium prò anno inter- calari 1840. supputatae ad Meridiauum Bononiae ibid. 1839. in quarto . 3." Niccolini Cav. Antonio = Tavola metrica-crono- logica delle varie altezze traciate dalla superficie del mare fra la costa d' Amalfi ed il Promontorio di Gaeta in dicianove Secoli. Napoli iSSg. in 4-" Il Presidente consegna quest' opera all' Accademico Dott. Giuseppe Bianconi perchè uè iàccia rapporto in una delle prossime sedute . Lo stesso Presidente offre all'Accademia due pezzi patologici umani consìstenti in porzioni notabili di cla- vicola e di ulna staccatesi in seguito di malattia, accom- pagnandoli delle seguenti notizie sulla provenienza dei medesimi . Certa Virginia di Pietro Martinelli di S. Giovanni \a Persicelo d'anni 19, nel giorno tre del prossimo pas- sato aprile accusò per la prima volta di sentire un do- lore profondo e continuo verso il centro della sinistra clavicola : ben presto la parte dolente mostrossi aucor tumida , ed il tunìore crebbe in breve a tal segno da eguagliare il volume di una grossa mela . I medici del Luogo innutìlmente ricorsero da principio ai rimedii topici risolventi , il tumore passò a lenta suppurazione , e rottosi in seguito in più punti fecesi sentire nel fon- do la cla>icola estesamente denudata nel suo corpo . 46 a '■ EENDICOPiTO ACCADEMICO Appianatosi sotto la suppurazione il tumore, più manifesta- mente ancora appariva lo stato dell'osso aspro per varie profonde erosioni presso le due estremità sternale ed a- cromiale , liscio e denudato nel corpo , e tale io pure lo trovai essendomi stata presentata questa inferma sul finire di giugno . Interrogata sulle cause del male non sapeva incolparne che una legger contusione riportata poco tem- po prima della manifestazione del medesimo : trovando nell' inferma ottima costituzione di corpo , nissuna traccia di vizio o disposizione rachitica o scrofolosa pronosticai bene di questo suo male , e mi parve che il pezzo di clavicola necrosato tendesse naturalmente a staccarsi ^ ne fornivano l' indizio i solchi aspri ed abbastanza pro- fondi che dissi essere sensibilissimi verso le due estre- mità della clavicola e colà dove cessava dal farsi sentire la parte di lei denudata e morta : consigliai la conti- nuazione nell'uso degli ammollienti localmente applicati, di una dieta piuttosto scarsa , e di cibi leggeri onde im- pedire una suppurazione sovverchia , e 1' assoluto ripo- so , singolarmente del braccio corrispondente alla cla- vicola offesa . Negli ultimi giorni di agosto vidi di nuovo l' amma- lata e trovai che la parte centrale del corpo della cla- vicola , per l' estensione di più di due pollici del piede parigino , protuberava nel centro di una estesa ulcere di fondo benigno, la quale occupava il posto del tumo- re che si era quasi totalmente appianato. Bianchissima , levlgatissima e mostrante i caratteri di osso per lungo tempo esposto all' aria e macerato si era questa parte della clavicola ^ totalmente staccata dal rimanente del- l'osso nella sua estremità sternale , vacillava ed era trat- tenuta appena da briglie di sostanza cellulosa molle nel- l'altra estremità: suggerii perciò che, l'estituitasi a casa, eccitasse il proprio Chinirgo alla sollecita estrazione del pezzo cariato , il che fece egli infatti , e con tutta faci- lità nel giorno Ire di Settembre . La parte di clavicola DEL PROF. A. ALESSADDRIINI ^63 riprodotta aveva di già acquistato tanta solidità da per- mettere iiheri , ed esenti da sensazione dolorosa , i mo- vimenti dell' arto , e rimosso l' ostacolo che ritardava il rimarginamento dell' ulcere , questa in breve tempo si riempì di solida vegetazione cellulo-vascolare che ' lasciò sulla parte legger indizio della sofl'erta gravissima lesione in una cicatrice ben poco apparente , avendo del resto la clavicola riacquistala l'ordinaria sua forma e solidità. Il pezzo patologico consegnato dal Chirurgo operatore Sig. Dott. Gtjudi ai parenti dell' inferma , da questi ven- ne a me trasmesso , e conservasi presentemente nel Ga- binetto di Anatomia Patologica dell' Università , E sin- golare l'essersi mantenuta del tutto illesa e senza traccia veruna di erosione di carie tutta intera la solida cortec- cia dell'osso, vedendosi ingrandito soltanto, e del tutto privo dell' ordinaria sostanza reticolata , il cavo midol- lare per cui questo pezzo d' osso rassomiglia ad un tubo a pareti solide non motto grosse , liscie al di fuori , aspre e disuguali nell' interno , assottigliate ed icregolari nelle due estremità , dove cioè la parte colpita da ne- crosi si era naturalmeute staccata dal rimanente del- l'osso . Il pezzo di tibia mi fu inviato , da consegnarsi all' Ac- cademia , dall' egregio Medico ed amico mio il Dottor Arcangelo Crespellani di Savignano , Stati Estensi , ac- compagnandolo colla seguente succinta relazione , Necrosi del corpo di una tibia, successiiio distacco e riproduzione del medesimo in una fanciidla di due anni e quattro mesi . ÌMarianna di Agostino Gambarini di Baz- zano , nata da genitori sani e di robusta complessione, nell'inverno del i834 senza che se ne conoscesse la cagione incominciò , canmiinando , a provare gravi do-, lori , seguiti poi da gonGczza , a tutta la gamba sinistra .: Fu dai parenti trascurata la malattia e si nianilestò in diversi punti ed alla parte esterna della gamba inferma 464 REMDICONTO ACCADEMICO la suppurazione. Il giorno 19 maggio, tre mesi dalPin- corainciaraento del male , e due circa della manifestatasi suppurazione , fu da me , continua il Crespellani , visitata ed osservai : ascesso già formato dal quale era compresa tutta la tibia dall' una all' altra epifesi le quali però , unitamente alla fibula mostravano di essere tuttora ille- se . Tutta la faccia esterna della tibia era coperta da cute floscia , in più parti suppurata , e che lasciava ve- dere la necrosi di tutto intero 1' osso , che incomincia- va subito al di sotto della tuberosità anteriore e supe- riore , ed estendevasi fin presso ai maleoli . Credetti opportuno il procurare lo scoprimento maggiore del- l' osso mortificato per tentarne in seguito 1' estrazione del pezzo intero cariato , il quale sembrava di già a suffi- cienza staccato nelle sue due estremità . Per non recare spavento alla piccola inferma invece del ferro adoprai , onde ingrandire l' ulcera , dei pezzetti di spugna prepa- rata , e dopo tre giorni vedevasi infatti del tutto sco- perto parte del corpo della tibia , per la estensione quasi di un pollice , e staccato del tutto tanto dalla testa su- periore , che dalla inferiore estremità , di guisa che af- ferrata questa porzione d' osso per la estremità su- periore , facilmente la estrassi tutta intera non solo nella lunghezza ma ancora nella sua rotondità . Pochissima fu la emorragia che ne segui , ed osservai le due teste dell' osso , come pure la fibula sane ed intatte . Esaminai minutamente le dette due teste nella loro parte che era da prima aderente al corpo asportato dell' osso ne vi potei riscontrare vestigio di nuova riproduzione il che non appariva nemeno nella cavità lasciata dal pezzo asportato. Lavata la piaga con acqua semplice e riem- pita di fila asciutte vi addattai una fasciatura circolare ma fatta in guisa che , se l' osso ripristinavasi potesse prendere per quanto era possibile la forma sua naturale. Erano passati quindici giorni dalla latta asportazione dell' osso necrosato , e nella parte superiore ed inferiore 1>T.U rnOF. .4. ALESSAIVDniWr 4^'*^' dall'arto comparivano certe granulazioni fli colore hian- chiccio , più dure del restante delle carni lussureggianti , le quali mi sembravano potere impedire il libero au- mento della parte ossea cbe cominciava a comparire : venivano queste di quando in quando toccate colla pie- tra infernale , ed al principio di Luglio , aumentatesi sem- pre più le nominate granulazioni incominciò la fanciulla a reggersi in piedi , e fare alcuni passi da se senza ap- poggio , e sentivasi nel fondo della piaga la parte della tibia riprodotta sufficientemente dura e resistente da una epifesi air altra. Soltanto nella parte inferiore restavale ancora un seno , che da prima sembrava arrivasse fino al capo inferiore della tibia , dal quale pullulava più di- ficilmente P ossea vegetazione a differenza di quanto ac«« cadeva nella opposta estremità dove il consolidamento era completo . Pochissime e di buona qualità cran le marcie che fluivano dall' ulcere , con addattati espedienti procurando che il nominato seno rimanesse sempre am- piamente patente , si vide che gradatamente anche que- sto si riempiva di ossea vegetazione ^ seguendo sempre la solita medicatura colle fila asciutte e le lavature d' acqua semplice , si ottenne così in breve il totale ri- pristinamento della tibia mancante. Sulla fine di Luglio infatti fosso riacquistato aveva la consistenza e la forma sua ordinaria eccedendo soltanto alquanto in grossezza qualora confrontare si voglia con quello della gamba sana. L'ulcere ancora delle parti molli in breve scom- parve ed una solida cicatrice fortnossi di guisa che la fanciulletta , senza mostrar traccia di claudicazione o di altra sensibile abnormità riprese gli ordinari suoi eserci- zi e continua tuttora a condurre la vita la più sana ed esente da qualunque inconìodifà . L' Accademico pensionato Prof. Luigi Casinelli legge una sua Dissertazione , l' argomento della quale risguarda N. AN!f. Sic. Naiur. Anno 2. Tom. i. 3o 4^^ KENDICOISTO ACCADEMICO la matematica pura , e che intitola — delle equazioni risolvibili di qualunque grado. / Il Sig. Prof. Vincenzo Ottaviani , presente alla Ses- sione , offre all' Accademia un suo Opuscolo , cioè la Memoria sui funghì prato/oli e sui molti casi di avvele" namento che vengono loro imputati Roma 1889 in 8.° di pag, i6. estratta dagli Annali Medico-Chirurgici Voi. I. fascio, i.** Sessione straordinaria delli 25. Novembre 1889. Chiamati con apposito invito i primi due Ordini del- l'Accademia, gli Accademici cioè pensionati e non pen- sionati, il Presidente, seguendo le norme prescritte dal Regolamento , espone una lista di Soggetti designati come Accademici corrispondenti Italiani , avendo avuto cura di inserire nella medesima principalmente i nomi di coloro che hanno offerto all' Accademia o degli scritti inediti o delle Opere e Memorie stampate giudicate me- ritevoli di lode, e tali da far progredire le Scienze cui principalmente intende 1' Accademia stessa . Questa lista è stata accettata senza variazione con unanime con- sentimento, ed il Presidente ha quindi nominato una Com- missione composta degli Accademici pensionati Profes- sori Barilli , Bertoloni Antonio e Bertelli , incaricata di informare sui meriti scientifici dei singoli Soggetti pro- posti onde procedere in seguito alla definitiva loro ac- cettazione . Essendo stata dall' Eccelsa Congregazione economica dell' Accademia sommamente lodata la determinazione presa nella Sessione delli i4 corrente di riprodurre, con note ed aggiunte, le Opere del celebratissimo Galvani, ed avendo la medesima assegnato ancora i fondi necessari all' eseguimento di questa intrapresa , il Presidente no- mina una Commissione destinata a vegliare perchè la mi, rnoF. a ìlessandriivi 4^7 ErlÌAÌone riesca splendida e completa , tale insomma da riputarsi degna e del sommo Fisico cui V opera stessa appartiene e del Corpo Accademico che vuole con ciò oticrirgli un tributo di stima e venerazione tanto meritata , La Commissione viene composta degli Accademici pen- sionati Professori Gherardi , Medici , Mondini , Santaga- ta , Berilli e Sgarzi . 4- Sessione 5. Dicembre 1889. Sono offerti all' Accademia in nome dell' Autore Prof. Vincenzo Ottaviani i tre seguenti opuscoli . i.° Identità di essenza della febbre puerporale e di varie altre col tifo petecchiale. Bologna i83G in otta- vo di pagine 83, a."" Sull'azione del vescicanti, e sulla teoria delle Rivulsionl . Fano i838. in ottavo di pagine 12. 3." Risposta ad alcune osservazioni di un omiopatico.. Fano iBSg. in ottavo di pagine 8. In assenza dell' Autore Prof. Cav. Paolo Baroni Ac- cademico pensionato il Dott. Ulisse Brevenlani legge la di lui Memoria d' obbligo che ha per titolo = Casi di ulceri cancerose guarite coli' arsenico secondo il metodo di Hcimnnd ^r . L' arsenico da tanto tempo vantato nella cura delle affezioni cancerose , cosicché alcuni illustri Medici non dubitarono di asserire possedere questo far- maco una virtù specifica contro siffatto genere di malat- tie , è stato pure da molti rigettato come inefficace am- ministrato internamente, come troppo doloroso aj)pli- candolo esternamenle ^ pericoloso poi sempre in qualun- que modo venga impiegato . E per vero dire propen- dendo lo pure, soggiugne 1' Accadetnico, per l'opinione di questi ultimi non adoprai mai l' arsenico per uso in- terno nelle malattie cancerose , e in generale esterna- mente preferii all'uso dei caustici la estirpazione col 4*JS RENDICONTO ACCADEMICO coltello , persuaso che prescindendo ancora dall' Incon- veniente che male si può per P ordinario limitare la forza dei caustici o sfuggire altri inconvenienti a questi liniedii attribuiti , P uso dei medesimi dovesse ancora riu- scire più doloroso ed incomodo per la lunga sua du- rata di quello esser possa l' estirpazione col ferro . Una cura però che io ebbi occasione di seguire , sono ora tre anni , mediante la quale potè da un medico Ale- manno guarirsi in dieci o dodici giorni un ulcera alla faccia mediante il metodo di Helmund , cioè con una preparazione arsenicale senza che l'infermo accusasse mai dolore alquanto vivo , senza che fosse obbligato a de- sistere neppure un ora dalle consuete sue occupazioni, senza inGne che alcuno si palesasse degli inconvenienti che ai caustici vengono attribuiti , anzi ottenendosi una cicatrice piana , pocchissimo infossata , e quasi non di- versa dalla vicina cute , questa cura dissi mi invogliò di esperimentare in altre ulceri cancerose il metodo che all' Alemanno aveva così bene corrisposto . Non mi fu dato però allora di sapere con precisione quali erano i componenti delle preparazioni da esso adoperate , ne come si dovessero usare : soltanto nell' Ottobre dello scorso anno conobbi aver Egli seguito il metodo del- l' Helmund , e subito dopo ebbi occasione di metterlo in opera , e con pari successo , nello stesso individuo nel quale due anni prima avevalo adoperato il medico tedesco . E il desiderio di esperimentarlo molto si ac- crebbe in me leggendo quanto ne ha scritto Chelhis nel- l'ottimo suo Manuale di chirurgia per cui non tardai a metterlo in opera in diversi individui : e poiché fra i casi nei quali me ne valsi due mi sembrano principal- mente meritevoli della vostra attenzione, così ho divi- sato di esporli ora brevemente . Diede occasione al Prussiano di comporre i suoi me- dicamenti , saranno ora quindici anni , la malattia di una figlia trattata infruttuosameute da varii medici ; conipose DEL PROF. A. ALESSANDRINI ZjGq Egli due unguenti (i) coi quali riuscì a guarire le ul- ceri perfettamente. Questo metodo esperimentato poscia in molti altri infermi e con esito felice procurò al suo Autore certa celebrità per cui chiamato a Berlino fu invitato a curare alcuni malati davanti una Commissione composta di parecchi medici dei più distinti della Città. La Commissione fece in seguito un favorevolissimo rap- porto al Governo dei sostenuti esperimenti e lo deter- minò a comprare il segreto dell' Helmund ed a pubbli- carlo a comune utilità . I giornali tedeschi delle diverse Provincie non tardarono ad inserire le lodi di questo metodo , già esperimentato proficuo da molte persone dell' arte : parmi però , continua sempre il Baroni , che in Italia ben poco si conosca , almeno io non so che sia stato tentato che dal Professore Quadri di Napoli uno dei migliori nostri cultori dell' occulistica : ecco per- tanto i casi da me osservati . Mi si presentò nella scorsa primavera un vignarolo dì Frascati di circa quaranl' anni, di buona costituzione, il quale da molti mesi aveva un ulcera cancerosa al naso che infruttuosamente era stata trattata con varii topici . Aveva essa la figura di un paralellogramo , occupava il dorso del naso e precisamente la parte media ove lun- ga poco meno di un pollice , poco si estendeva a de- stra , ma a sinistra scendeva sino ad arrivare in pros- simità della guancia • distrutta era interamente la cute , distrutti i sottoposti tessuti , e scoperte le cartilagini , di modo che manifesto appariva il solco che divide le car- tilagini laterali maggiori del naso. Applicai l'unguento balsamico arsenicato di Helmund per sette giorni nei quali ebbesi successivamente gonfiore e cattivo aspetto della parte ulcerata , e infiammazione moderata delle parti vicine che però non cagionò che lievissimo dolore , nou fece scemare l' appetito , né impedi che ogni mat- (t) Vedi la nota sul fine di questo articolo. 470 RENDICOWTO ACCADEMICO tìna egli si recasse alla mia abitazione per rìnnofare la medicatura , della quale non si lagnò mai . Poco dopo cadde P escara , e le cartilagini si mostrarono denudate per un tratto esteso vedendosi allora chiaramente la to- tale distruzione delle parti che le ricoprivano : non tar- darono però a manifestarsi sulle medesime bottoni car- nei , cominciò a restringersi la piaga al decimo giorno di cura . Volle restituirsi al proprio paese onde gli con- segnai certa quantità d' unguento balsamico d' Helraund , che già da quattro o cinque giorni si adoperava senza arsenico , raccomandandogli di rinnovare la medicatura ogni mattina . Continuò a farsi vedere da me ogni cin- que o sei giorni, e in meno di un mese dacché si in- comineiò la cura egli era perfettamente guarito , essen- dosi formata una cicatrice piana , di colore alquanto più pallido della vicina cute, non dolente , non raggrinzata, però alquanto infossata ove era maggiore la perdita di sostanza , e che poco o nulla trovai cangiata quando dopo alcun tempo lo rividi . Mentre attendeva a questa cura una donna di Fe- rentino di circa ^o anni , la cui robusta costituzione aveva sofferto pel male del quale era affetta , e pei di- sagi che seco porta la povertà , richiese di essere da me curata di un estesa ulcera cancerosa al naso . Tran- ne la radice per l' estensione di circa mezzo pollice , tutto il rimanente del naso era affetto dall'ulcera cosic- ché in alcuni luoghi , singolarmente alle pinne , le car- tilagini erano totalmente distrutte . Stetti indeciso da pri- ma sul metodo da addottarsi e propendeva per la de- molizione di tutte le parti alterate mediante il coltello , per istituire poi la rinoplastica , nel qual caso avrei data la preferenza al metodo indiano : ma sperando di po- tere col metodo di Helmund conservare una gran por- zione delle parti ricoperte dall' ulcera , determinai di adoprare questo da prima , e di servirmi in seguito del- la rinoplastica per rifare quelle parti (he avessi trovate DEL PROF. A. ALESSANORmi 47 1 mancanti , ottenuta la cicatrizzazione delle altre che e- rano meno alterate . Cominciai dunque dall' applicare V unguento balsamico arsenicale composto , per cui si gonfiò e prese brutissimo aspetto la piaga , e la faccia era talmente sfigurata da destare ribrezzo. Si infiamma- rono le parti vicine , e sebbene la infiammazione fosse moderata , pure l' inferma soflVì molto dolore , continuai nonostante la stessa medicatura , che rinnovava ogni mat- tina , per otto o nove giorni , dopo di che lasciai P ar- senico solo servendomi dell'unguento da Helmund chia- mato narcotico-balsamico. Parecchi giorni abbisognarono perchè l' escara cadesse , la piaga in seguito si coprì di bei bottoni carnei, anche dove le cartilagini erano sco- perte , e cominciò ai margini a formarsi la cicatrice . In alcun luogo però , durante il corso di cicatrizzazio- ne, si fecero vedere i bottoni carnei alquanto più gran- di , e la vegetazione troppo rigogliosa • e perciò applicai a questi punti alcune volte l' unguento arsenicale : meno questo lievissimo inconveniente , a cui fu ben presto ri- parato , le cose progredirono di bene in meglio , e non ostante che questa donna un po' per la povertà , un poco per essere abituata a non stare a lungo rinchiusa in casa , durante tutto il tempo della cura , e per qua- lunque intemperie camminasse per le strade di Roma <|uasi tutto il giorno, in un mese e mezzo circa era quasi guarita , cosicché quando in Luglio io partii da Roma r estesa ulcera era , meno un brevissimo tratto , coper- ta di buona cicatrice . Mancava però , e più al destro che al sinistro lato , porzione delle pinne del naso per cui io le proposi di rifare 1' apice e le pinne mediante la rinoplastica , togliendo nelle guancie la cute necessa- ria a rifarle- sulla qual cosa ella prese tempo a pen- sare. Il medico al quale la lasciai in cura mi scrisse pochi giorni dopo la mia partenza essersi essa diretta al proprio paese colla piaga perfettamente cicatrizzata. Io non credo, conchindc 1' Arcndemiro .
    nrflllelogrammi p la gola del fornello. Queste combinazioni ripetute un maggior numero di volte farebbero un pioduUore più possente avendo un maggior numero ili bocche di fornelli. La larghezza di un tate produttore non sarà limi- tala iu un navilio, che dalla larghezza slessa del navilio, o dello spazio, che si ha disponibile. Tutti i tubi così riuniti ricevono , sulla loro lunghezza una inclina- zione di mct. 0,66. 11 fuoco è fatto sotto i capi più alti , per la qoal disposizione 1' Aut. distinse il suo produttore col nome di produttore a fiamma rovesciata -, e che ha adottata ia quésto genere di caldaia a vapore per conciliare le seguenti proprietà. Primieramente ha voluto fornire con ciò la possibilità al vapore di svolgersi dal liquido di mano in mano che egli si è formato per arri- vare nei serbatoi situati superiormente , e che gli sono specialmente de- stinati. Ha voluto in secondo luogo permettere alla colonna liquida cosi inclinala di prendere temperature diverse , in rapporto col peso specilico dell' acqua a' suoi diversi gradi di riscaldamento. Così ha voluto oflrire alla fiamma degli angoli d'incidenza pii'i aperti, onde il suo contatto coi tubi diventi così più immediato , che se ella li lambisse quasi pa- rallelamente come nelle caldaie ordinarie. Ha trovato in simil guisa il modo di far passare il fumo gradatameute sui punti i più freddi dell' ap- parecchio tino al luogo dell' alimentazione che in questo sistema si la dalla parie inferiore dei tubi. Risulta da tale disposizione , che nel caso di abbassamento di livello 1' acqua injettata in cinscun colpo di tromba deve scompartirsi per lo meno a tutti gli ebollitori formanti il piano superiore per non toccare le loro pareti , che su di un piccolo annello ovale la di cui altezza è data dal prodotto della tromba diviso per la somma delle aree dei tubi, e la di cui superfìcie è proporzionale a una sezione dei tubi sotto 1' angolo che essi formano col piano oriz- zontale. Per dare alla combustione, in questi fuii.elli a liamma rovesviala il 4^6 ANNUNZI DI NUOVI LIBRI grado di attività suiBciente per otleaere una abbondante prodazione di vapore ba creduto 1' Autore dover attivare la corrente di aria con un mezzo meccanico , ciò che ofTre il vantaggio di essere dispensati dal- l' impiego di un alto cammino , cosi incomodo pel servizio della na- vigazione. Questo mezzo meccanico formato di un ventilatore suscettibile di ri- cevere diversi gradi di velocità fornisce anche il modo di fare attraver- sare il focolare da una quantità d' aria sempre sufficiente per operare quasi una completa combustione del fumo. La presente descrizione , e meglio ancora l' ispezione del disegno fa- rebbe intendere come 1' acqua sprigionala dai tubi inclinati non può uscire per occupare il posto riservato al vapore nella parte superiore dell' apparecchio senza supporre il caso di un quasi completo nuota- menlo di tutti i produttori. Giornali Isis voN Oken'. Giornale enciclopedico, principalmente di storia natu- rale, di Anatomia comparata, e di Fisiologia , del Sig. Oken. 1840. fase, 1" Di questo giornale fu dato un estratto nella prima serie di questi An- nali siuo al fase, del 1829. Da queir epoca in poi sono state pubblicale costantemente le annate sino alla presente 1840 dalla quale si ripiglia il rendiconto. Fase. I." Bdqcoy. Causai nexus. pag. I.* Zeller. Notizie intorno ai Dipteri dei Generi l." Bombylius, Ploas , Phtiria . 2." Lomatia Anthrax. 3." Dioctria , Leptogaster , Dasypogon , Asjlus, Laphria pag. IO. 1rie3. . Metodo di conservazione pei Musei del Sig. Quallen. pag. ^S. Opere complete del Galvani V Accademia delle scienze dell' Institulo di Bologna pubblica pei tipi Dall' Olmo la Collezione delle Opere edite ed alcune inedite del cel. Professore Luigi Galvaki, precedute da un rapporto sul MSS. di lui, lasciati per testamento all' Accademia dal eh. Professsore Giovanjii Aldini , non che dall' elogio del medesimo , vergato già tempo dal eh. Sig. Professore Giusepppe Yeuturoli , e non mai stampato. L' opera sarà contenuta in un solo volume in i.^ reale di circa 65 fogli di stampa in carta velina, con tavole e il ritrailo dell'Autore: 6i esegui- sce con caratteri appositamente fusi. II^DICE DEL TOMO III. MEMORIE ED ARTICOLI ORIGINALI Mazzoli Prof. D. Ant. Sulle irradiazioni lumino^ se pag. 5 Malaguti F. Nuove osservazioni sul? acido mucico ,, 4^ Allegri A. Sullo sviluppo spontaneo del vaj'uolo an- che in individui maschi della specie bovina . „ 67 Bianconi G. Sui fenomeni geologici operati dal gas idrogene. pag. 60, ii5, 200, 24*5 ^49 5 4-^ Santagata Dom. Appendice ai tre Discorsi intorno ai Serpentini del Bolognese . . . pag. 81 , 190 Rapìl'zzi A. Saggio di Geografìa pura. pag. 97, 171 Breventani U. Relazione del moto vibratorio rinve- nuto in varie membnme degli animali, pag. 161, aS^ Bertolosi G. Lettera intorno alcune piante credu- te di nocumento ai cavalli ,,269 Galvani D. Lettera intorno all' ipotesi del Cros che risguarda la formazione di certe specie di animali microscopici ,,274 BoNAPARTE P. C. ProdroQius Sjstcmatis Mastozoo- logiae ,, 3oo Ll'atti V. Sulla cotenna del sangue del bue in caso di infiammazione . . . . . . . . . 55 ^21 Procaccini Rica. Cenni sui corpi organici fossili da Monte Conaro di Ancona , fin verso r Emilia „ 33 7 MiRATORi P. Mem. sull'imbianchimento della cane- pa ,, 4'2 Bo.^APARTE P. C. Systema Ornlthologiae . . . „ 44° 478 Analisi p' Opere, Memorie ecc. Rendiconto delle Sessioni delP Accademia delle Scien-r ze dell' Istituto di Bologna. Frabeoni, degenera- zione del timo — ■ Bebtolonx A. Fiorala Guatima- lensis — Medici ^ sulP intercostale — Strocchi , della Tragedia urbana — Contri , sul Luppolo ~r Fraeboni e Cristi , pezzi d' anat. pat. umana — Gderardi esperienze idrauliche — Bianconi G. B. , progetto di un nuovo istrumento per livellare — Sgarzi _, cenni sopra alcuni Stabilimenti di pubblica beneficenza r- Ranzani , nuove specie di pesci — Casinelli , sulla risoluzione delle equazioni — Babilli , caso raro di elefantiasi par- te 2. — Baratta , Mem. del Talbot sulP arte del disegno fi^togenico — Gualandi^ malattie sordi- do-cutanee — Catullo , Sui meriti dell' Arduino nella Geologia ■— Santagata A., analisi dell' Hi- pophaea Rainnoldes — Baroni fialsa articolazione dell' omero consolidata col settone . Anno Accad. 1839-40 — Gherardi , Rapporto sui manuscritti del Prof. Galvani, pag. 129, 2i5, 288, 872, 456 Marchet , variazioni di temp. negli strati inf. del- l' atmosfera pag. 3 1 3 Allan CuNiGHAM, sullc abitudini delP Aplerjx au- stralis ....,,, ,,819 Schoenbein , cambiamento di colore di certi corpi sotto l'influenza del calore 57 ^94 Matteccci, Saggio sui fenomeni elettrici degli ani- mali 55 898 MuELLER JoH. , Dc glandularuin secernentium stru- ctura penìtiori 5) 4°' Annunzi di Nuovi Libbi Opere botaniche Italiane. .,..,». jj 7 Opere di Geologia e Zoologia pag. j^5, i^"] ^ aSS, a/jo „