■■^, NUOVO GIORNALE ITALIA SPETTANTE ALLA SCIENZA NATURALE, E PRINCIPALMENTE ALL'AGRICOLTURA, ALLE ARTI, ED AL COMMERCIO. T O M O QUA R T O. In seguito alli Dodici Tomi , che formano Aa Prima Collfzionb col Titolo di GIORNALE D'ITALIA U S V U E e e E L L E 1^ Z ^^ Signor € A B. 'L Q CO: DI F S B. M I A N €C ec e e IN V E N E Z I A , MDCCLXXX» >««■■ Appreflo Benedetto Ai ilo eco in Merceria . C07s( LICE'HZ^ DE' SUTERIORIy E TRIFILEGIO, '^t:'.^ ^*;t^*?- ^il'i^f^^ *' i» • /; ECCELLEKZyl. * Incremento delle Scienze 9 delle Jrtì^ e ik^^MJs^H il rifiorimento delle Lettere , nella più le{ta p^fte d' Italia , fcmerà una delle più confi^ dir Mi e glcricfe epule dd tcfiro Minificro. Votato Dotato di genio fublime , di rari talenti , del più fino difcernimento i z^^^^^^^ff^'^o del pubblico bene , amico degli Uomini , fpoglio d' ogni prevenzione e parzialità , Jaggio Filojofo , giu/lo conoscitore del vero inerito^ apprezz^^ore d ogni utile produzione della ISLatura e dell'Arte , Mecenate validijfimo de Cultori d'ogni buona difciplina^ Minifiro integerri- mo j tutte tali Doti e Qualità^ che concorsero a ren- dervi il^ijloratore dell' Au/lriaca Lombardia , fanno a me operare cioè non is degnerete di onorare delV au- torevoliffìmaTrotezione vojìra que fi' Opera , la qua- le ^ ifiituita ad illufir azione e avanzamento de più importanti oggetti di pubblica felicità ^ vanta unpofio nella preziosa vofira Biblioteca s e che benignamene te mi concederete che il prefente volume comparifca fregiato del TSLome vofiro immortale^ e cV io pojja^ con V onore del vofiroTatrocinio ^ cofiantemente pre* giarmi quale , colla pia fincera riconofcenz^ ? ^ col più profondo rifpetto mi rafegno Di F. £. f 28 JAN 25 Vmilifs. D ìvotjfs. OJJeejuìoJìfs. Ohbligatifs. Serv. Benedetto Milocco . f N. I. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale, e principalmente all' Agricoltura, alle Arti, ed al Commercio. 24. Luglio 1779. AI VIRTUOSI SIGNORI ASSOCIATI V Autore; NEI dare principio al prefente quarto Volilme del ^uovo Giornale d'Italia , eh' è il decìmofefto dell'intera Raccolta, il dover noftro verfo i Signori Aflbciati ci obbliga a.à applicarci con tutto il maggior fervore e fludio, e per ogni mezzo poflibilc, a rendere l'Opera noftra .viemmaggiormente intereflfante , onde corrifpondere , per quanto ci è per- meflb, a quella gentilezza con cui ci troviamo favoriti j e confervare airOpèra fteffa quelTincontro fortunale , ^uel genciofo compatimento, e quella generale approvazione , di cui viene onorata predo i Dotti Uo- mini d'ogni colta Nazione» del quale incontro abbiamo le maggiori pruove, che defiderare fi fappia , nelle frequenti richielle che fatte ne vengono per ogni parte da Perfonaggi rifpettabililTimi . lì poiché il de- fiderio di parecchj ci viene già efpreflamente fignificato , abbiamo per- ciò determinato di arricchire l'Opera noftra anche delle più recenti e più utili notizie, relative agli oggetti della medefima , che fornite ci ■vengono dalle più accreditate Opere periodiche d'Oltramonti ; nella fcelta delle quali fperiamo di non aver errato , appigliandoci preferibilmente alla Cazette d' ^griculture , Commerce , ^rts & Finances > al Journal ó! ^griculture , Commerce &c. i al T^puveau Journal Helvetique j ai Com- mentar) de Rebus in Medicina, & Scientia T^^aturali geflis i al Journal de J-'hfique par M. l'ebbe Roxier , &c. &c. Non manchiamo di eccitare e fupplicare tutti quelli , che fi applicano allo ftudio pratico delle cofe economiche , a dar fjggio del loro zelo pel pubblico bene , col farci pervenire la notizia delle loro felici fpe- rienze , ed utili fcoperte , onde farne la pubblicazione per mezzo di quefìi Fogli; ciocche ridonderà a un tempo fteflb e in yantaggio uni- >'erfale , e in onore de' benemeriti Autori , Tiuovo Giornale d' Ita/, Tom. IV. A Deferii nefcrìztone Epiftolare ] con Offerva. zionì chìmcbe , dì alcuni Tradotti folfili inviati al Signor Achard {{éW accademia Reale di Truffia , dell' Imperiale de' Citriojì della 'da- tura , e delle Elettorali di Magonza , e di Baviera^ dal Signor GiovAìim Arduino , Socio delle Reali ^cca- demìe delle Scienze , di Siena , di Mantova , di Lunden , e delle So- cietà y de' Curiofi della l>{atura di Berlino , Fiftca di Zurigo , ed ^gra. rie dello Stato Veneto , ec. ;fe logico ; e fé anzi di alcuni non fo che accennarne la qualità generica , ed il luogo natio ; egli è perchè re- puto affatto fuperfluo il farlo per Lei, che dee vederli , che di tali materie ha grande conofcenza , e chs vorrà efperiraental mente fcoprirne le intrin- feche proprietà , e fpecifici caratteri ; al quale oggetto me ne fece ricerca . Descrizione ELEBRE SlChfOItE, Venezia li 2|. Aprile ijyp. LE Produzioni fofllli , che da V. S. Chiariffima furonmi chiefte con Lettera primo Dicembre fcorfo , fono fiate inviate a' 22 Marzo da queflo Signor ^madeo Svajer , degniflimo Confole delia Nazione Allemanna , a Norimberga , dentro una cafletta di- retta per Lei al Signor Giorgio Magno Drexel y dal quale le ho già dato av- vifo di farfela trafmettere . No« do- vrebbe la flerta tardar molto a capi- tarle in Berlino ; e però le mando j come le ho promefìTo , la feguente def- crizione delle ventiquattro tra fpecie e varietà di FolTili rinchiufi nella me- defima, fopra alcuni dei quali avendo 10 fatto degli efperimenti Chimici , ne fottometto al fuo efame e riputa- tiffimo giudicio i rifultati , e le mie rifleiììoni . Li numeri , co* quali è qui diftinta la defcrizione di ciafcuno di efll Fertili , corrifpondono a quel- li, che troverà ad ogni pezzo affilTi ; com'è del tutto necertario onde polla farne rifcontro fenza pericolo di ab- baglio. Se non feguo , nel defcrivere detti Portili , l'ufato metodo Oritto- ! L Due pezzi di quel marmo bianco ", interamente calcarlo della Montagna di Lovègno , nel Vicariato di Schio del Vicentino , che , combinato che fiafì chimicamente con acido vetriuo- lico, produce non folamente della fe- lenite , come fanno le pietre e terra d" indole calcinofa comunemente no- te ; ma anche un fale neutro , calcario- vetriuolico, non deliquefcente all'aria umida , né perdente in quella fecca l'acqua di fua criftallizzazione , fé non iftia efpofto a' raggi cocenti del Sole , e di fapore amariccio , e folii- biliffimo dall' acqua : il quale fi cri- ftallizza in prifmetti tetraedri , ter- minati alle due eflremità da apici cu- neiformi , e diedri , difpofti in verfi tra fé contrari , e qualche volta da piramidi tetragone . Erto marmo è appunto di quello , di cui ho parlato nella mia Memoria fopra l'acqua aci- dula vetriuolicoalluminofa di Arzi- gnano ( non folo per effere fab- bricata fui falfo del folajo , ma per inaggiore falubrità dei Bachi ; al di fuori però intonacata di calcina , co- me fi è detto di fopra , acciò non vi reftino commifluie, per dovepoffa en- trarvi aria. Quefta precauzione di chiuderla e- fattamente fi fa per obbligar 1' aria , che farà sforzata dall'azione del fuo- co ad entrarvi , a dover entrare per la canna efterna del cammino, accioc- ché dal calore , che farà in quella , fia purificata , e rarefatta prima di elTere nella flanza ; ed in tal modo fi è ficuri per qualunque ftagione, che renda l'aria infalubre ai Bachi, di ren- derla fana e perfetta per ogni angolo della ftanza o ftufFa : il qual effetto non produrrebbe con uno dei noftri cammini ordinari,* poiché, offendo effi coltrutti aa un fato della ftanza , si fuoco non può operare con la fua at- tività dal lato oppofto ; coficchè l'a- ria ambiente farebbe diverfa dall' una parte all' altra j e poi l'aria, che fu. bentra in luogo di quella che conti- nuamente caccia il fuoco fu pel cam- mino , è della qualità fteffa dell' at- mosfera , con tutte le fue impurità ,• mentre nel noftro cafo , nella (luffa teflè ideata, eflà, prima di entrarvi, refta , come fi è detto , corretta , ra- refatta , purgata , e rifcaldata dolce mente , dilatandofi per ogni angolo di effa ftuffa fimile in purità e calo- re, fana e leggiera , come fi richie- de al delicato temperamento dei Ba- chi ; cofa che è molto importante, e che a mio credere è la mafllma dili genza da ufarfi dal vigile ed efperto cuftode per la felice riufcita , e co- da ite fanità dei Bachi. ACCADEMIE, E PROBLEMI. L'Accademia de'Georgofili di Firen- 29 , continuando con fommo ze- lo li fuoi ftudj pei progreffi dell'Agri- coUura , propone per argomento del Premio eh* effa diftribuirà il proffimo anno 17S0 , di dare r: „ La vera „ teorìa , col fondamento della qualo „ devefi ftitnare i terreni , in guifa „ che gli Stimatori abbiano finalmen- „ te una regola ficura per determinar- „ n« il valore" =: I Concorrenti fpeJ diranno le loro Opere, franche di por- to, al Signor Co: Tierrucci , Segreta^ rio dell' Accademia , fino all' ultimo 1 giorno di Aprile 1780 , dopo il quale non faranno più ricevute. NOTIZIE DIVERSE. IL San Fmcenzo Martire e il Sa» Michele , vafcelli delia Compagnia Reale di Guipufcoa, il di 28. Maggio pafi&to , fono entrati nel porto del f paffaggio , col carico, tanto per conto Idi detta Compagnia , che de'Partico- j lari di 80 mila piaftre forti in oro e in argento, 2158 faneghe di cacao, 1250 cuoj in pelo , 185158 libbre di tabac- co , 8^8ai di zucchero , 2658 di co- tone , 5,58 di falfapariglia , 16 mi- gliaia di legno del Brafile, 205 di caf- fè; 120 fiafchi di olio , i8i barre di guayacan. La careflia del fieno , o piuttofto ; come fcrivono j il monopolio ha taU mente rincarata in Roma quefi:a der- rata , che tutti trovanfi imbarazzaiif- firai a mantenere i cavalli. * N. II. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale , e principalmente ali,* Agricoltura ^ alle Arti , ed al Commercio . v: ?v 51. Luglio 1779. Seguiti della Defcrizione Epìflolare ec. del Signor GiovAìim Arduino ec. V I. Bolo indurato cerulefcente , e ripie- no di arena ferrea, nitente, retrat- toria , e di tanta minutezza, che non è vifibiie , fé non dopo chefiafene fe- parata con artificiofolavamento. Tro- vafi nel Vicentino quali contiguo alla "Huovo Giornale d' Ital. Tom. IV. 5fc Chiefa Parrocchiale di Sovizzo , dov« vedefi ftratifìcato a un dipreflTo oriz- zontalmente fopra materie vulcaniche, e coperto da (Irati di pietrofe marine depofìzioni piene di teftacei petrifìca- ti . Il di lui {Irato è molto groflfo; ma folamente di detto colore penden- te al ceruleo nella fua parte fuperio- re, rolTo fanguigno nell' inferiore con- tigua alle accennate produzioni vulca.< niche , e milto d' ambi eflt colori in *' quella di mezzo Cd), B Si (d) Le Terre argillofe , eminentemente marziali , or piU , or meno indurite^ e d' innumerabiii varietà dì tinte , bianchiccie , cineree , cerule [centi , verdi , gialle , ranciate , pavonazze , rojfe , capelline , brune ec. , alle quali fuol darfi il nome di Boli , fono cofpicue , e fovente in molta copia , in parecchie Jìtua- zioni , tra le materie vulcaniche dei monti Vicentini , Feronejì , e d' altre vi' cine "Provincie . Le loro pofizioni , circofianze , e fenomeni le dìmofirano d' hydro-pyrica ori' gine : lacche a me pare innegabile , fé injìeme negare non voglia fi , ad onta di tanti chiari ìndiz) , che Vulcani mai ivi fieno fiati . Ts^on fo però di avere in niuna occafione penfato , non che detto , come m' è flato attribuito , che fioatti boli fieno prox non co» quai modi e termini precif amente vi fieno efprejje le mie ejfervazioni , e con" fhietture : ed ho ben ragione ài credere che le di lui "ì^ote n. p. q. alla quin- ta delle prefate Lettere , farebbero ftat4 , in tal cafo , in altra guifa concepite ed enunciate > . .-ir.wv*, fbi-:J9iC ib ?rvoiRri •♦i- " 'V ■ . Vegg. Lettres fur la" Mineralogie ficc. de l' Italie ; ecrites par M. Verher% M. le Chev. de Borni ouvrage traduit de l'Allemand, -etirichi de no.tes &c. pat le B. de Dietrich. A Strasbourg 177$. non fi ta compiutamenfe che nello fpa- JUjtrovanfl dentro certo mafTo di pietra 'x\o di molti giorni . L' acido di ni- arenario-calcaria fidile , tutto circon- tro , e meglio ancora l'acqua regia lo penetra a poco a poco, fé anche non fia polverizzato , ma in pezzetti di qualche confiderabile groflezza ; e lo divide in minuti briccioli , eftraendo- ne tuttociò che ha forza di difToIvere . La rimanenza indifTolubile vedefi al- lora rarefatta , e coperta da certa ge- latina giallo-rugginofa, la quale, con affufione di copiofa acqua, fi fcioglie e fparifce : e bene lavato il refiduo, refrattario all'azione degli acidi, di- viene candido, e fimile ad arena quar- rofa , di cui forfè ha le proprietà j ma io non ne ho fatto ulterior' efame. Siffatto bafalte in mediocre fuoco fi apre rarefacendofi , e trafuda una foftanza, che nell' ignizione pare olio- | fa ; ma che non arde , né manda fu- mo , né fi confuma , anzi reftagli ade- rente a guifa di bollicine eveffichette vetrine, rugginofette , nitide, e mol- to fragili* Nel fuoco forte fondefi age- volmente in fcoria vitrea e nera : e quindi mi do a credere ch'effere po- trebbe molto atto a certi lavori deli' arte vetraria. Vili. Porzione di altro prlfma pentagono dei bafalti colonnari, neri , compatti , e durififirni , fcoperti dal celebre Sign. ^bate Fortìs nella fommità delmon- te di Bolca , nel Territorio Veronefe.- iuogo famofo per le varie fpecie di dato da materie vulcaniche. Qiiefto bafalte refifte molto all' a- zione dei difTblventi acidi i ma non per tanto 1* acqua regia , ajutata dal fuoco , e più volte replicatavi , giu- gne a fpogliarlo del fuo nero colore, diflblvendo , ed eftraendone alcune delle foftanze, delle quali é comporto, purché fia deffo flato finamente polve- rizzato . II di lui fcoJoramento però noti riefce così perfetto come quello del bafalte dianzi defcritto; poiché noti rimani che di un bianco cenerognolo: elfo per altro con 1' acido bianco mi ha prodotto , come il primo , della fslenite , dell' alluma , del vetriuolo a bafe calcarla, e di quello a bafe di terra marziale , amorfo e di colore alquanto rugginofo , con alquanto di ocra ferrea-, che, nelle pivi volte ri- petute diffoluzioni con acqua , filtra.» zioni , e fvaporazioni , fé ne va fem- pre feparando . L'analogia foftanziale, che 'gene- ralmente fi ravvifa tra eflfo bafalte di Dolca e quelli degli altri luoghi , che in tempi rimotifllmi furono vul- canici nelle a noi vicine Provincie, e particolarmente nel Padovano, Vicen* tino , e Veronefe , dove le produzio- ni e fenomeni dei fuochi fotterranei fono molto frequenti, ed occupano in parecchie fituazioni tratti affai /ifti (e) ; e gli efperimenti da me fatti fopra va- rie materie di tal fona, m" inducono a credere che tutti li bafalii neri , sì ^ante , e di pefci fofllli , che colà^F colonnari prifmatici , e d'altre ango B 2 lari (O Vegg. Memoire fur /•origine de la nature du Bafalte a gran de s colon, nes i3^c. par M. Defmareft, dans /' Hifioire de P^cademie R. des Sciences , annee 1771. a "Paris ijj^. JD9' Monti colonnari e d'altri fenomeni vulcanici dello Stato Veneto . Mimo- via di S. E. il Signor Cavaliere Giovanni Strange , ec. Milano 177S. Lsm Valle vulcanico marina di Koncà nel Veronefe , Memoria Òrittofrafica del Signor Abate Fortis , ec. Venezia 1775). n fiejfo ne ho parlato in alcune Memorie inferite nel Giornale d' Italia , jìam- fato dal Milocco in quefta Capitala. li lari figure , che glc^ofi , o informi , 5fe fenza alcuna regolare figura , ci pre- fenterebbero a un di prefTo gì* ifteflì rifultati anzidetti , fé veniflero fot- topofti alli q;ui fopra accennati efpe- rimenti. II celebre Signor Sagjz d^ice , ne' foci Elementi di Mineralogia docimaftica, che didiUando due parti d'olio di ve- triuolo con una di bafalte nericcio , ne ha ottenuto del vetriuolo marzia- le , dell' allume , e de! fale di Sed- litz (/■)» In ciò- li di lui efperimenti alli miei fono fìmili nelrifultati i per- ciocché il prodotto Calino ,, da erto nomato fale di Sedlitz , è Io fteflb eh' io chiamo fale vetriuolico a bafe cal- carla ;_^d il mio fale vetriuolico raar- ziale , quantunque non abbia la for- ma di cridallizzazJone , né il colore verdiccio dei vetriuoli di ferro comu- nemente noti , colla- nondimeno dei medefimi. principi , cioè d' acido ve- triuolico ^ e della bafe terrea di effo ineiallo . Li numerofi fperi menti da me fatti con 1' acido vetriuolico di varie fpecie di terre e di pietre con- lenenti' ferro mancante della fua for- ma metallica , ma in iflato terreo, e quindi non retrattorie , mi danno argomento di credere che il vetriuolo , di cui parla il Signor Sage all' artico, lo Bafalt&. , fia. fiata fimile a quello amorfo, e di colorejpendente all'ocra- ceo,, o fìa rugginofo delle prefate mie fperienze . Imperocché da fiffatte ma- terie , nelle quali la terra- marziale trovali priva del flogifto oeceffario al- la fua metallizzazione- ,. non ha mai ottenuto con detto, acido un v€triuoIo marziale della forma e colore di quel- lo ,. che folto quello nome è a tutti noto , pel grand' ufo che fé ne fa in parecchie arti ; ma fempre me n' è riufcito di quel fale vetriuolico mar- ciale fopra mentovato di tinta ruggi- ttofa , e fenza alcana regolare e éé2: terminabile figura di crlAallizzamen* to » Quindi io penfo che alla produ^ zione d' un vetriuolo marziale perfet- to fia necelfaria la combinazione del medefimo acido col ferro in iflato di fua fpecifica metalleità, la quale di- pende elfenzialmente dalla prefenza ed intima unione del principio flogiftico- con la terrea di lui bafe » Dichiara però eh' io non ho fatto tali fperien- ze per dillillazione in vafì chiufì , c0i< me nota detto Autore di avere proce- duto ; ma bensì fempre in vafi aperti^ Effo Signor Sage offerva che gli a^ cidi marino e vetriuolico fcolorano le lave dei vulcani , ma non già il ba* falle ; e quinci conchiude che quefla due materie fiano e(fen?!ialmente àx^ verfe : ma io , trovando che gli aci- di minerali fcolorano an«;he i bafalti neri , eftraendone la ferrea foflanza , da. cui il loro colore deriva ; e che ciò' , che rimane indiflbluto , è bian- co e fimile a fabbia- quarzofa , com* egli dice fuccedere alle lave j fonoper- fuafo eh' ammendue abbiano tra di loro affinità di principj e di origine • Egli aggiugne che, fé nella lava tro- vafi dello fchoerl nero , lo fteffo rima- ne inalterato dal dlffolvente : ed il medefimo fenomeno ho pure offerva- to fuccedere nei bafalti da me efperi- mentati ; e particolarmente in quello fopra indicato- del monte Glofo , il quale , dopo d' offere Usto fcolorato e ridotto bianco dagli aedi minerali,, lafcia diflintamente ravvifaie lo fchaer/y che vi è per entro fparfs mente rin* chiufo a minutiflìmi criftalli , nerif- fimo e di vitrea nitidezza, fopra aih non hanno iffi acidi alcuna forza .. Si profeguirk à* No^ ,. ( f ) 'Ekmins df Mineralogie docimflfiifue fusr M. Sa^ .Tom. premier 4Varis 17.77= Notizie di Libri ec. COurs compkt de Chyntie oecono* mique , pratique iy>c. Cor/o co n. piato dichimica eco/ìomic a pratica fui- la manipolazione e fermentazione de' vini , dmifo in lezioni j col Decreto deh la facoUa di M'idicìna di "Parigi , e le ^Approvazioni o ^Atteftati precifi di tutte le "Provincie a vigna ; e fegna- t amente quelli del Signor Berlin Mi- nifiro di Saio , del Signor de la Ga- Jaifiere Intendente d' jLlfazia , e del Signor Maret Segretario perpetuo dell' accademia di Borgogna : ad ufo e a portata di tutti i Taefi a vigna del Kegno . Del Signor Maupin , autore dell' Arte dei Vini , e della fola Ric- chezza del Popolo . ^ Parigi 177^. in ottavo , di pao. 42. Il Signor Maupin , il quale ha con- facrato la maggior parte della fua vi- ta aflo Audio dell' arte di fare i vi- ni , avendo raccolto in un corpo di dottrina tutti i lumi eh' egli ha acqui- ftati fopra quefìa importante materia, fi propone di darli fucceffivamente in forma di lezioni . Qiieflo metodo gli è fembrato il più comodo, non che il più adattato alla capacità e al genio della maggior parte di coloro che fono al cafo di profittare delle fue iftrnzioni . La prima lezione , eh' ei pubblica al prefente in quello libretto , verfa fulla fgranellatura ; effendo quefta la prima operazione che fi prefenta al- lorché trattafi di procedere alla fab- bricazione del vino . Ma quefta ope- razione è ella neceflaria , è ella van- taggiofa ? Alcuni la configliano, per- che , dicon effi , il vino ne rifulta più fino , più abboccato e più gra- devole. Ma , replicano altri , egli al- tresì fi conferva affai meno ; e per confeguenza pretendono che fi debba lafciarvi il rafpo. Il Signor Maupin pondera le ragio- ni d' una parte e dell' altra , e tutto ben confidérat© , ei {1 dichiara in fa- vore del racimolo , perchè i vantag- £Ì^ chs poffojio rifuliate. fiali' efclu- •(jderlo 'i non fono par niun conto pa-i ragonabili con quelli che ottengono jair ufo oppollo . ,, E' d' uopo , fe- ,, condo lui, eonfervare il rafpo, non ,, folamente come principio miglio- „ ratore e confervatore dei vini , ma „ ancora come veicolo della fermen- „ razione ,** Non fi può dubitare , fecondo il Signor Maupin , che il racimolo noti contribuifca alla confervazione del vi- no . Quello è un fatto , ei dice , ri- conofciuto quafi uni verfal mente, e che paffa per coftante nella maggior parte dei paefi a vigna j e inoltre egli in- traprende a provarlo e con la teoria e con la fperienza. Ecco i principi fu i quali egli ragiona. L' acido vegetabile e terreftre del racimolo , combinandofi con l'acqua del vino, ne afforbe una parte, e in- debolifce la fua azione difciogliente fu i principi del vino . Qiiefto buon effetto del rafpo è dimoftrato da mol- te fperienze fatte sì dall' Autore me- defimo, che da altre perfone, le quali lo hanno aflìcurato , che del vino fat- to di uve fgranellate aveva invecchia- to affai più preflo d' un altro vino provenuto dalla medefima vite , ma che aveva bollito nel tino con lirafpi. Non folamente il rafpo favorifce la durata dei vini , ma fovente contri* buifce a dar loro maggior virtù. Negli anni piovofi, come pure ogni volta che , o per una caufa , o per l* altra v' ha, a proporzione degli altri principi, fovrabbondanza d'acqua nell' uva , il rafpo migliora i vini , e li rende più vigorofi , dando loro , me- diante il mefcuglio del fuo acido co-- gli altri elementi del liquore, più for- za, e un certo carattere vinofo , che loro mancano fempre nelle annate , nelle quali è fiata troppa pioggia. Egli è certo parimenti che il rafpo facilita e ajuta la fermentazione . Il Signor Maupin ha avuto occafione di offervare , che un tino di uva con li fuoi rafpi aveva fermentato fenfibiU mente più d' un altro di uva fgranel- flaia . „ D' a!tionde> ei dice , fé il raf- '4 V» pò fola i fenza uva e fenza feccia, 3, può operare ebollizione e calore , „ perchè non avrebbe egli la mede- „ fìma proprietà nei mofto comporto „ d'acqua e di princip; , con alcuni „ dei quali il fuo acido ha delle af- yy finità, ed è capace di combinarfi ?" Finalmente il rafpo ha di più la proprietà d* influire fulla perfezione della follatura . Quando i grani ne fono di fiaccati , trapaffano folto i pie- di dei Follatori » Una parte ne sfug- ge ad eflì ,, e la follatura riefce meno facile e meno perfetta . Nulladimena è importantifllma che quella operazio- ne fìa fatta bene. Il Signor Maupìn y ftabilenda per principio effer utile in generale il !a- iciare all' uva il fuo rafpo , non pre- tende già che noti vi fiano alcuni cafij ne'quali faccia d'uopo fgranelTarla . Io penfo, die' egli , che tutte le volte che il rafpo, con la fua fermen- tazione nei tinoy può far contrarre ai vini un fapore di terra ributtante, o molto fenfibilmente difaggradevoie, pia affai che quello del rafpo , egli è ne- ceflario, in generale , fepararlo dall' uva ; quando peròaltre più forti con- liderazioni, come potrebbe effere quel- la della più lunga durata dei vini , non cbbligafTero » togliernelo f il che di- pende dalle circoftanze , eh' è fempre htnt efaminare.r Le lezioni, che devono fegulre quel- la di cui abbiamo parlato , avranno per oggetto ,, la follatura ; i principi j5 della fermentazione? le uve bollenti, „ la necefljtà fovente ìndifpenfabiie di j5 quelle uve-j il tempo e la maniera „ di regolare i tini e la fermentazio- „ ne;; il tempo e la migliore maniera ,j di cuoprire i tini ,_ coff le ragioni ,j che ne piovano 1' utilità , e per lo ,, più la necefljtà? il colore dei vini; 5, l'eftrazione dei vini dal tino , o la 5, durata della fermentazione; la ma- „ niera di fare i vini roflì e digover- ,j narli ; un nuovo metodo per fare ,, i vini roflì finr , un altro per fare „ i vini bianchi, con un proceflb par- jj'ticolare per efirarre , mediante una - ^> facile, febbene fiudìata , opera zio3 *,, ne , la parte la più ac^uofa dei „ vini , e quindi renderli più forti, e „ infinitamente meno brufchi. " QLaefle lezioni faranno foftenute * dall' efperienza e dalla ragione. L*Au« tore fi regolerà , per darle , feconda le difpofizioni del Pubblico . Quellff perfone , che defidereranno avere una o più di quelle lezioni, ne avvertiran- no l'Autore, indicando la foro dimo- ra I Qiiand* egli avrà un numero fuf- ficiente di fottofcrizioni , faràeféguirff la ftampa . Gli Aflbciatl pagheranno ciafcuna lezione all' atto- di riceverla ^ fenza alcuna anticipazione.. Le condizioni medefime faranno pa- rimenti per l'^rt de laVigm y che il Signor Maup'm' ha intenzione di dare fotto il titolo àt^vvifo- a tutti ìTaefi a vigna , oflìano Lezioni /opra tutt» le partì dell' arte dell a Vigna ^ Ì2rc% » « « » «' ■ Maniera praticata dagli ^Abitanti del Limojìnoy pe** confervare lunghijftmo' tempo le Gallagne così frefche , co*r me fé fojfero allora" raccolte dalla pianta; defcritta dal Signor ViuGE' RON Colonnello ec- LA Provincia del Limolino abbon-- da in callagni. Quell'albero tan- to utile ,. di cui a'nollri giorni fi ne- glige forfè un po' troppo la coltura ,■ fembra compiacerfi particolarmente in coteflo Paefe . Siccome il fuolo del- Limofino è poco proprio pel frumen- to , e che altro non produce che della fegala , così gli Abitanti di cotefta Provihcia , i meno provifli' di beni di fortuna , fanno il loro nutrimento di pane di caflagne- . Quelli eziandio , che vivono con qualche comodo , ri- guardano quello frutto come" un ali- mento ugualmente fano che gradevole al guftb . Per confervare le caflagne pel corfo di tutto l'anno , praticano il feguente metodo.- i Primieramente fcelgono le caflagne più belle o marroni; prendono poi una botte.. botte , tiella quale fanno mi Ietto dì ^ arena ali' altezza di circa tré pollici ; „ diftendono fopra queflo letto una cer. fa quantità di canaglie, ofTervando che non fi tocchino . Finita queda opera- aione , mettono un altro Arato di avena, meno grofTo del primo, fopra il quale mettono delle altre caftagne , tifando parimenti l'attenzione che non fi tocchino . Continuano ad empire la botte, mettendo alternativamente uno Arato di caftagne ed uno di avena , oflervando per altro di finire quefta operazione con uno flrato di avena , e di lafciare lo fpazio di alcuni pol- lici tra l'avena e il coperchio della botte . Chiudono la botte quafi er- meticamente , e la ccnfervano in un luogo afciuttiffimo, e che deve tutta- via eflere difefo dal troppo calore . Allorché è paffata la ftagione delle ca- ftagne , e che vogliono far ufo di quelle che hanno chiufo nelle botti , ne cavano fuori quella quantità di cui banno allora bifogno, e chiudono fu- bito la botte con grandiffima diligen- za . Conviene offervare che l'avena j di cui fi fervono per confervare le ca- ftagne, nulla perde della fua qualità; e che i cavalli la mangiano con^aliret- tanta avidità , come fé foiTe reftata coftantemente nel granajo . Sarebbe da defiderarfi che la cogni- zione diquefto proceflb eccitaffe i Col- tivatori a moltiplicare di vantaggio una fpecie di albero , il cui frutto fornifce un alimento poco coflofo ai poveri abitanti della Campagna. E' un vano timore il credere che la coltura troppo eftefa del caftagno fervirebbe di diftrazione da quella delle terre ; poiché non è punto ignoto che tutte le terre non fono proprie a dare delle raccolte di biade. Nei terreni dunque incapaci di rendere altre produzioni, converrebbe far delle piantagioni di caftagni . Queft' albero fornirebbe in- oltre del legname da coftruzione , eh' è di un ottimo ufo quando fia impie- gato al coperto . Si ofiTerva parimenti che gì' infetti non vi fi attaccano . ACCADEMIE E PROBLEMI? LA Società rtabilita a Lipfia col nome d\ Jablonovvskì ha fatto una perdita fenfibiliflima nella morta del Principe fuo Fondatore ; ma la PrmcipelTa , erede delle fue virtù, o del fuo gufto per le lettere e pei ta- lenti , non fi è contentata di rattifica- re le intenzioni e le fondazioni del fu fuo Spofo in favore di quefta Società confacrata all' avanzamento delle Scien- ze j ma ancora vi ha aggiunto nuo- vi contraffegni d'una partrcolare pro- tezione . Quefta Società riceve tutte le Memorie che vengonie fpedite ; e diflintamente quelle che verfano fulle Matematiche. L'anno paflato ella di- ftnbui cinque medaglie d'oro. NOTIZIE DIVERSE. SUa Maeftà la Imperatrice delle Ruf- fie , perfuafa che T Agricoltura è Ja vera forgente di ogni ricchezza i fi propone di renderla viemmaggior- mente florida . Dicefi che a tale og- getto fiano per partire da Pietroburgo ventiquattro Giovani , per andare a ftudiare queft'Arte utiliffima nei diffe- renti paefi dell'Europa., dove ella è meglio coltivata . Allorché quefti Gio- vani faranno ritornati nella loro Pa- tria , verranno raccolti per formare un* Accademia di Agricoltura . ^ Dicefi inoltre che la Sovrana mede- (Ima abbia intensione di far cavare le Minere di mercurio , che trovanfi iti Siberia,- al qual oggetto pretendefi ci*' Ella abbia fpedito un Agente in In- ghilterra , per trattarvi con perfone inflrutte nella condotta di fiffatto la- voro . ^ Le Acque della Fonte di Sellz , alle quali fi attribuifcono moltiffime qualità medicinali , nella loro prima introduzione non erano affittate che circa un ducato : fono veni* anni che queft' affittanza era già montata a 14000. fiorini . Ma queft* Acque hanno prefo voga talmente , e rendono un utile così \6 Sopprimendo per fempre i diritti di „ Dogana flabiliti nel 1757 con la Il Signor Marchefe di Voncins , anJ ziano Oifiziale delle Guardie Francefi , ha fatto annunziare ne* pubblici Fogli un'Opera intitolata "S La grand' Op' ra dell'agricoltura , ojfta l arte di ri' generare le fuperficie e ì fondi delle terre , accompagnata da /coperte in- terejfanti full' Jigricoltura e la Guerra . Molte Perfone inflrutte in quefte ma- terie fi confeflano imbrogliatiflìme a formare, dal titolo indicato , una giu« fla idea di quefl' Opera , che defidere- rebbono di conofcera più particolar- „ tariffa di Pietroburgo! Qiiello ramosamente. la &fi3 17, N. iir. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla SciEtJzA Naturale, e principalmente all' Agricoltura , alle Arti , ed al Commercio . 7. Agofto 1779. Seguito della Defcrìzione Epìflolare te. de^SiinorGio-VAìimAKDviìiO ec. I X. MAnganefedel monte Sivellìna ,tra Schio e Recoaro nel Vicentino, del quale efìftono varj filoni verticali, o da tale direzione poco divergenti , non fole in efTb monte , ma anche negli altri vicini e metalliferi, noma- ti , Cingèo , Montenàro, Tri fa , Ca- ftello di Pieve , ed in qualche altra fituazione intermedia agli fteffl mon ti , congiuntamente efiftenti tra li due torrenti Leògra e Agno . Non di ra- do elfo contiene dei minerali di piom- bo e d' altri metalli , blenda di zìn- co, piriti, quarzo , fpato calcario, e altre materie fparfamente nello ftefTo rinchiufe . I di lui filoni hanno fo venta delle interne cavità con drufe di criftalli quarzofi a prifmi efaedri , e terminati da piramidi parimenti e- faedre nelle loro eftremità ; efiendo colle loro bafi al mangantfe fonda- mente attaccati . In quello del prefato monte Sivellìna trovanfene di tinti in bel colore d'amttifta, bene trafparenti , e atti a ricever con arte rifplendente pulimento a ufo di gemme . Quelli jalini vi fono però in maggior copia ; e di tal fatta ho veduto eflTere coftan- temente quelli dei manganefi degli al- tri monti prenominati. Quello fofllle è vario molto anche in una medefìma vena , o fivvero fi- lone . In qualche filo è amorfo j ma TiuQVo Giornale d' Ital.Tom. IV. * per Io più ha teffltura ftriata , o ra- diata come l'antimonio; e tra fé dif-; ferifce nei gradi di folidità, dal tene- ro imbrattante , fino all' eftremamen- te duro ; ed anche nei colori , effeii- do in qualche parte di un nero fiilig- ginofo , ed in altre di un bianco leg- giermente pallido, o verdiccio, o ro- feo , o giallognolo, o capellino , ec. Il nero però pare un' alterazione del bianco, prodotta da una fpecie di fa- tifccnza, o piuttofto , ficcome iopen- fo , da fopravvenienza ed intima pe- netrazione di qualche flogiftica foftan-] za . Tale fenomeno , fpefTo ofTerva- bile nelle minere di ferro fpatiche, ed in altri fofTili , è cofpicuo nel faggio di detto mangaaefe, che le ho traf- meflo. La mefcolanza, per fufione, di do- fe opportuna del manganefe medefimo col vetro , lo colora in porporino dV ametifta, o in giallo rofilccio di gia- cinto , ed anche in bruno , fecondo la varietà delle proporzioni, e dei gra- di di vetrificamento . U , così detto , fpirito di faie marino, e quello di ni- tro, e r acquaforte , e 1' acquaregia , lo fpogliano del nero , e degli altri fuoi coioti, fciogliendo, ed efìraendo- ne alcune delle di lui foftanze cofti- tutive; e quelle indififolubili rimango- no bianche e di apparenza quarzofa. Se poi alia fattane diflbluaione fi ag- giunga dell' acido vetriuolico in quan- tità conveniente , eflb invade le fo- ftanze che vi fi trovano difciolte , e celle nwdefime intimamente fi com- C bina , bina :j donde riefcono ; con appro^ ipriata encheirefi , diverfi fali vetri uo- liei ; cioè >della felenite ., porzione di cui vi apparifce fubitaneamente , ed al fondo dei vafo fi precipita ; e tre altri differenti Xali jdell' iftefla na- tura di quelli provenienti dal prefato manganefe trattato col fole acido ve- triuolico , come dirò qui appreflb. Li fall però teftè accennati non fi otten- gono feparatamente concreti , fé non fé col far efalare , a forza à\ fuoco , non folamente tutta 1" umidità di det- ta diflbluzione , ma anche tutto 1" a- cido nitrofo, ed il muriatico , fefiavi commifto i e così pure quello vetriuo- lico foprabbondante , e non combina- tofi in fale colle foftanze del manga- nefe: e fé dalla mafla falina, che ri- mane a fecce , non fiafi molto bene feparata , per via di più volte ripetu- te diffoluzioni con acqua, filtrazioni, e fvaporazioni , la felenite , che di mano in mano fé ne va fegregando , e l'ocra marziale , che lungamente continua ad apparirvi , ed a preci- pitarli . Col fo)o acido vetriuolico prefenta quello foflìle i feguenti fenomeni , che accennerò fuccintamente; e quel li fol- tanto del nero eradiato , giacchèquelli dei manganefi degli altri fopra indi- cati colori pochiffimo ne difterifcono. Da una parte del medefimo , ridotto in fina polvere , e due d' olio di ve- triuolo , qui detto di Ollanda , inde- bolito con quattro parti di acqua pu- ra ; e tutto infieme lungamente dige- rito in Vafo di vetro a moderato fuo- co; indi anche fatto per qualche tem- po bollire , poi decantato il liquore , e filtrato; fi ha copiofa rimanenza in- difciolta, tenuiflìma , vifcida , e di perfetta nerezza , ed una diffoluzio- ne di color bruno roflìccio affai cari- co . Aggiunto nuovo acido vetriuoli- co j con acqua indebolito , a detta materia reftata indifcioJta , liberata però con acqua da ogni refiduo dell* accennata diffoluzione , e tutto dige- rito lungamente a gagliardo calore del tolti il diffolvente fi carica di un bel * colore di ametifla : ma effa materia ritiene pertinacemente la prima fua nerezza , di cui non viene fpogliata che dall' acido nitrofo , o dal muria- tico, o da ambi infieme congiunti , rimanendo allora bianca quella por- zione di fua foftanza , che è refratla-, lia alla forza de' medefimi acidi . La fopraddetU prima diflbluzione; depurata confiltramento , fé fi fa f va- porare a lento fuoco tutta la fua par- te flemmatica , e poi con calore vee- mente anche 1* acido foprabbondante , fino a tanto che fé ne vede efalare in forma di bianco fumo ; fi ha nel fon- do del vafo una maffa falina fecca . Difciolta poi con acqua bollente , e filtrato il liquore , indi fvaporato al fuoco in buona parte, effo diviene di un torbido fuligginofo, che aumentan- dofi a gradi , pafla quafi al bianco , e confiderabil mente denfo . Se fi filtra allora quella difìToluzione , che prima dello fvaporamento era di color giallo ranciato , paffa chiara quafi come ac- qua ; e refta fui filtro di carta empo- retica una materia tenuiflìma , vifci- difllma , e di un bianco pendente al rugginofo , la quale , quando è dive- nuta tanto afciutta da poterfi maneg- giare , è plaflica come finiffima ar- gilla ; fecc^ndofi , molto fi diminui- fce di volume , e molto più ancora nel fuoco ^ in cui s' indura , fi anne- rifce , e diviene retrattoria , pel fer- ro che in efla abbonda . Il fuddettò filtrato liqiiore , fvaporato fino a po- ca rimanenza della parte acquofa , fi criflallizza in fali polimorfi : cioè al- cuni hanno forma alluminofa ottae- dra , rifultante da due piramidi te- tragone edoppofle alla bafe , con api- ci per loppii'i troncati: altri fonoprif- matici di quattro , di cinque , e fino di fei lati , e terminati da piramidi , ora diedre , ora tetraedre, o da piani obbliqui ; ed altri fono di figure va- rie , irregolari , ed indeterminabili . A fiffatti ctifiallizzamenti vedefi an- che frammifchiato di quel vetriuolo marziale amorfo e rugginofetto , di . cui piCi fopra ho varie volte fatto men- 19 nienzione': e quefl'e l'ultimo arldurfi ^j» e rimane Cecco , e non pertanto con concreto . Eilì fali , ad eccezione del vetriuolo predetto, perdono al fole in poco tempo la loro acqua di criftal- lizzazione , e di trafparenti diven- gono opachi e calciformi , chi bian- chi , e chi di colore rugginofo j don- de ho rilevato che al genere dell* al- lume non appartiene quello , che' ne ha la forma di crìflallizzazione : poi-- che al vero allume , per molte prove che ne ho fatto , così non fuccede» Siccome però nei fatti efpèrimenti lìo ofiervato che i fali di detto primo criflallizzamento rimangono tutti m- feiti , chi piià' j e chi meno di terra marziale , e di materia felenitofa ; Così , per renderli poflìbilmente puri , e tra fé diftinti , gli ho tutti infieme calcinati , prima al fole , poi fotto la muffola, o fivvero voltina del mio forneito docimaftico, dove fé n' è efa- lato molto acido vetriuoiico, ed è ri- itiada una malia fpongiofa di colore molto bruno roffiCcio , Fatta poi di- fciorre nell'acqua, con bollimento, la prefata malfa fai ina , e filtrata la fo- luzione, ha lafciato nel filtro qualche quantità di materia terrofa per la mag- gior parte marziale ; e defla è paffata j tìnta di' urtrugginofo rofllccio e Col- locata a fvaporarfial fole per più gior- ni, fé n'èprecipitata molla ocra fer- l'ea , e della felenite , dalle quali la ho depurata con replicate fucceflìve filtrazioni : e ridotto il liquore niolto riftretto , vi fi fono finalmente for- mati criftallì di due foli differenti fa- li, elfendofi gli altri fcompofti nelle anteriori operazioni. Unp di quefti fali è criftallirzafo a prifmi diftinti', tetraedri , e pochi pentaedri , termi- nanti in apici , or diedri , or tetrae- dri, è taluno in piani' obbliqui; tutti falini e trafparenti , e lunghi al più , per quanto è a me riufcito di olfer- vare , dalle cinque in fei linee del piede parigino» Al fole effo fale per- de preftamenfe 1' acqua di criftalliz- zazione , refta opaco e di un bianco calcinofo , ed al fuoco bolle, e fi gon- fia- j ma non tanto come fa l'allume. fìderabilmente coerente , ed anche bianco , fé non facciafi arroventare ; poiché fé palfa a forte arroventi men- to, fr addenfa diminuendoli molto di volume, e fi fa di un bruno quafì- nero. L'altro fale affetta pure la for- ma- prifmatica del primo , ma molto compreOa e più breve, ed èl" ultimo a criftallizzarfi . I di lui criftalli fo- no , per loppiù , molto infieme ftret-- tamente coadunati , e prefentano la- figura di tavolette irregolarmente po- ligone ,rifultanti dall'unione de' me-: defimi , li quali hanno due lati lar- ghi , e due molto angufti, e termina- no in apice diedro nelle efteriori loro eflremità , le fole che fiano difcerni- bili 5 effendo le interiori nella falina congerie d' ogni tavoletta occultate . Non è deffo sì puramente jalino , né così trafparente come il primo' , ed ha una tinta leggiermente capellina; al fole non perde l'acqua di criftal- lizzazione, e nel fuoco forte , tofto che f: arroventa , fondefi come il bo- race , e diviene fimile a fcoria , e di colore giallo , dove limoncino , dove aranciato'. Ambi li prefati fali , anche dopo d' efifere ftati ridotti dal fuoco fimili a fcoria', come ho già detto , nell' acqua fi difciolgono , e poffono nuo- vamente criftallizzarfi ; ma fé ne tro- va però fcompofta qualche porzione ,. donde fi ha un fedimento indiflfolubi- le, e dèi loro rifpettivo colore dianzi indicato 0- Altro rifìeftlbile fenomeno , oltre alli fopra efpofti , ho offervato nei fall medèfimi o Dopo ch'efTifono refi puri, nei modi accennati , dalla terra marziale , e dalla materia felenitofa , la loro foluzione nell'acqua , che all' ombra fi conferva limpida , efpofta al fole , vi fi va facendo torbida e bru- niccia ; ed a poco a poco fé tie pre- cipita una foftanza terrea di Colore ca- pellino nericcio, e fuligginofo. Io ho più e più volte replicato fopra una medefima quantità dei fali ifteffi il &, diffeccamento al fuoco , le foluzioni' C 3 in- * 20 in acqua , filtrazioni , ed efpofizioni st al fole ardente j e fempre 1* appari- zione del color bruno capellino , e della prefata terrofa foftanza vi fi è manifeftata . E' quefta dunque una proprietà della bafe terrea di eflìfali; li quali forfè tra fé non variano, che jier riipettiva partecipazione di dofe differente di quella terra calcarla , cui alcuni danno il nome di magnefia bian- ca , per la fpecie di fale che rifulta •dalla fua combinazione con 1' acido vetriuolico . Dal colore , che appari- fce nella foRanza fopraddetta , fem- bra che i raggi folari abbiano proprie- tà di flogifticarla in qualche modo : effetto che il calore di fuoco non pro- duce. Q^jalche cofa di analogo ho pu- re veduto accadere nell' imprimere co Jori nelle agate latticinofe , nei cal- cedoni, e nelle felci foca je comuni, o piromachi , con foluzioni d'oro, o di argento ; colle quali efTe pietre fonofi tinte, /landò efpofle ai raggi del fo- le , d" un colore nelle medefime inter- nato , e permanente .• effetto che pun- to r^on fuccede fenza tale efpofizione, e neppure al calore del fuoco . La differenza di colore della fud. detta .Dateria rulìgginiforme da quello ranciato dell' uca n-arziale , fimilraen- te apparente nelle foluzioni acquofe dei fa!i fontfnenti ferro, tanto efpo- fìe al calore ce! fuoco . che a quello del fole , mi fs ftfpetiare eh' efla fia forfè la fcHanza terrea , o fivvero la calce di q'.;e! pr,rticolare nuovo metal- lo , '!•:' il cele'-.re Sigror terg/yiann , Profe tato fé poffa riufcirmi dì ridurla, col mezzo di materie flogiRiche , e del- la fufione, alla forma metallica ; ma per rilevare fé fia deffa quella che dona al vetro i! colore ametiflino, ne ho fatto far pruova in quefta fabbrica di porcellane de* Signori Fratti Cozzi» Il Signor Bartolommeo Montanari ne ha fatto j a mia ilbnza , 1' efperi mento fopra un piattellino di porcellana, coli* ufato vetrofo fondente , ed il colore di ametifta vi fi è effettivamente ma- nifeftato . Coli' andare del_ tempo io farò forfè ulteriori efami dei nianga- nefi de' noftri monti , e dei confronti co' più rinomati d' altri paefi; ma frat- tanto gradirei molto d' effere da Lei refo confapevole delle recenti fcoperte, che per avventura fatte fi follerò in codefte Regioni fettentrionali fuquefto propofito . X. Vetro tinto in colore diametifla col mezzo del fopraddetto manganefe dei monte Sivellìna . XL Due pezzetti delle materie vulcani- che efift^nti nel monte di Montecchio maggiore del Vicentino , appreffo la Chiefa di S. Pietro , con entro fparfe crifiaUizzazioni zeolitiche. Di fiffatte materie , che in dei'.o loogo occupa- no valla eflenfione , vengono a fcal- peilo formati diverfi lavori ad ufo di tornelli , e per v.rj altri fimili bifo- gni , refiflendo effe beniffimo , e lun- gamente a mediocre fuoco. Si prafs^uira , ^laniera ( dire al rinomatijfmo Sig'wre Sconuh — ili. a Lmnè nunc foffile hoc ill's adnu»* erat , qiise Molybdenum , feu novurn metalli genus largiuntur, fed ven? ates '.n Scientia naturae ne n ccrjitìuris , fed cbfervaticnibiis 8c expe* rimentis mrixae fi'tu rr (^ Jo ami s cìntomi Sccpcli principia Mineralce'ae fylte- niaticas & prailicae . Pragse 1772 pag.. 70. }. Maniera Hi fare il Tane di Tettate , e Jìa Tomi di terra , fenza mefcu- glio di farina] del Signor Parmen- TiER 5 Tenfionario dell' ofpitale de- gl' Invalidi , Cenfor Heale , Mem. bro del Collegio di Farmacìa diTa- rigi , delle accademie delle Scienze di Kouen e di Lione , Dimoflratore 4' Jfioria naturale ec. LA bontà alimentare delle patate è dimoftrata da un fecolo inqua , dall' ufo giornaliero che ne fanno le Nazioni intere , e gli Abitanti di molte Provincie della Francia, e d'al- tri Paefi . Le patate fono co mpofte, come tutti gli altri vegetali , di parti folide, e di parti fluide ; una libbra di quefte ràdici contiene tre oncia d'amido, fei dramme di materia fibrofa, altrettanto di eftratto : le reflanti unidici once cmezza non fono che acqua . Il fine della feguente operazione è diottene re l'amido feparato interamente dalle altre parti coftitueiiti. Lavate in più mani d'acqua delle patate , per diflaccarne la terra e la labbia che vi fono aderenti ; minuz- zate quefte radici per mezzo di una grattugia di latta piantata fopra un lelajo di legno , e pofata fopra una terrina ', o fopra una fecchia;, che fi vuota j a mifura che fi riempie , in wn vafo più grande . La patata grat- tugiata offre una parta liquida che fi colora air aria i fi diluifce quella palla in più o meno d' acqua , la fi mef cola con un baftone o con le mani , e fi verfa il tutto in uno (laccio pofto fopra d'un altro vafo ; 1' acqua tor- fcida, chepaffa attraverfo, porta] fece X amido , che trovafi deporto al fon- ido del vafo . Si getta via l' acqua rof- figna che fta al di fopra del preci pi- tato i e fé ne aggiugne di nuova fin- ché cefTa di ef!ere tinta. Rimane fopra lo ftaccio una mate- ria fibrofa fpogliata interamente d'a- mido e di eRrstto . Si può darla ai ti S^ bertiami , o farla feccare per impie- garla poi in alimento degli uomini . Terminata querta prima operazio- ne, fi cava la depofizione ben lava- ta , la fi diftribuifce a pezzi nel fe- taccio riveftito di carta , e fi efpone in un luogo calJo , o all'aria libera, per levarle l'umidirà fovrabbondante ; a mifura che I" amido fi fecca , va perdendo il bigio fporco che avea , per paffare allo ftato di bianchezza brillante : allora fé Io infrange fra le dita ,e fi ftaccia facilifìfìmamente . E^ bene avvertire quegli Economi, i quali aveflero penfiero di fare delle ricerche , affine di abbreviare 1' ope- razione del grattugiamento , che uno ftrumento il quale, tagliando e tritan- do , dividefl'e le patata , non fnppli- rebbe in niun modo all'oggetto che fi fi propone , perchè qui non fi tratta di peflare quefte radici , o di fpre- merne il fucco : bifogna lacerarne le reticelle fibrofe , sforzare 1' acqua e r amido a fepararfene . Ora , la grat- tugia opera compiutamente querto effetto : è vero bensì, che invece di poggiarla fopra un telajo , fi può ar- marne una mola , ficcome ha fatto il Sign. Solomé , Membro dirtinto del Collegio di Farmacia di Parigi. Il Sign. Buhardìer , dotto dilettante di Storia naturale , mi ha fatto vedere un pic- ciolo modello del mulino , di cui fi fa ufo nelle noftre Ifole per la prepa- razione del manioca , e eh' è coftrut- to fu querto principio . Il Sign. Gal- lot , Medico a San Maurizio il Gran- de , che ha impiegato con fucceflb 1* I amido di patate nella fua Provincia , mi ha fcritto di avere inventato un mulino a queft' effetto. Quantunque tutte le fpecie di pa- tate fiano fufcettibili di effere conver- tite in pane, tuttavia le rotonde, con la fuperficie erterna bigia^, effendo le più farinofe , danno maggiore quan- tità di amido : le rofle, all' oppofto, avendo più adefione, convengono me- glio alla preparazione della polpa. Vi fono due maniere di cucinare le ^patate: o fi fanno bollire nell'acqua, V o fi ta o li mettono fótte la cenere calda , IF primo metodo è preferibile all'altro. Quando I' acqua, è bollente , vi fi gettano- le patate , fenza che fia ne- ceflario lavarle ; fi lafciano fui fuoco circa un quarto d' ora, o fino al mo- mento ia cui fi fcorge che la loro fu- perfide crepola, e che fi arrende fotto al dito che le comprime . Quando le patate fono cotte conve* nlentemente , fi cavano dal fuoco e fubito fi pelano i e finché fono an. Cora calde , o con un rotolo di- le- gno ,. o a forza di mano fi fchiaccia- no • appena hanno elleno perduta la- loro forma 5 che- cominciano' già: a legarfi, e a prefentare agli occhi una palla , che diventa fempre più fpu- gnofa ed elaflica , fenza che fia ne- ctHario aggiugnervi né acqua , né al- Iro flucido qualunque . Si continua a maneggiare la polpa finché fi fia ficuri che non vi fono più grumi - Tali fono le operazioni preliminari eh' efigono le patate . Palliamo ora ad efporre ciò che rifguarda la con- verfione della patata in pane.- Non C\ potrebbe ridurre ifarinofi in pane , fenza il concorfo d' una fo. llanza di già iti ffirmentazionev Que- lla foftanza è conofci\3ta fotto il no- me generico di lievito. Prendete mezza libbra di polpa di patate, e altrettanto del loro amido, che mefc-^-ierete- eoa quattr' once d'ac- qna calda j. portate di poi quefio mef- cuglio in un luogo caldo i in capo la quarantotto ore- efalerà un leggiero odore agro: aggiugnete allora a que- fla maffa una nuova quantità d' ami- do 5 di polpa' e d* acqua calda ,. che efporrete alla medefima temperatu- ra , e per pari tempo; e lo fieno re- plicherete ancora un'altra volta. Qùe- fta paRa , cesi preparata , acquifia in fei giortTi la facoltà di agire in qualità di capo-lievito. La indicata preparazione non avrà più luogo per le infornate che fegui ranno; ogni volta che fi cuciner- ., Cr metterà a parte un pezzo di paftì , come praticano quelli' che fanno in Sfc: cafa il pane neceflfario a! confumo del- la loro famiglia . Allora non vi farà più bifogno né di far inagrire in an- ticipa34one una paRa, ne d'impiegare fei giorni nella preparazione del capo- lievito . Si potrebbe rifparmiare tutto l'imbarazzo che porta^ la preparazio- ne di queRa capo-lievito, fa invece di lafciar inagrire da fé ftelTa la paftadi patate ,. vi s' introduceffe fubito una picciola porzione di lievito qualutique. Le proporzioni- dell'amido e della polpa non variano mai, flanella conr- pofizione del lievito , fia per quella- della paRa . Si mette fempre parti u-- guali- dell'uno e dell' altra „ L'acqua deRinata all' impaRatura- del lievito o della paRa dev' e/Tere bea: calda s elTa forma la quinta parte di> tutto il mefcuglio. La quantità del lievito dev'eflTere' la metà di quella della paRa : per cen» to libbre di pane ci vogliono cinquan-- ta libbre di lievito o- II condimento è eflfenziale alla pa-- tata , fotto qualunque fjrma^ fé ne faccia ufo : ce ne vuole bensì meno' j nello Rato di pane j. mezza dramma^ difaie baRa per una libbra di pane o- j La paRa , efifendo bene impaRata „ e rivoltata come conviene , richiede un apparecchio lento , e una cottura- Ij gradata: ci vuole dunque una fermen- tazione fcRenuta r.ingamentè ,. e um'- forno rifcaldato dolcifìfJmamente, Per- ciò , per fabbri car& il pane , di cui fi- natta, fi procederà' nella maniera fe-- guente.- Si prenderà un pezso di paRa ina»- grifa da fé ReRà , fecondo il metodo' -, indicato ;o meglio , un pezzo di lie^' ^ vite , che fi Remp-rerà la fera in ufl' f boccale d' acqua calda ;-vi fi aggiu- i gnerà dipoi due li bbre di amido, e I altrettanto di polpa di patate ; fatto IJ queRo mefcuglio-, fi cuopr-irà , e fi aieiierà in un luogo caldo fino alla-' feguente mr-ttina; allora- converrà dar mano air impaftaiura e • Si Rempererà il lievito, così prepa- rato, in' un altro boccale d'acqua , nel quale fi- avrà- fatto- fciogliere- mezz- onc!» oncia di faie ; e il tutto farà incor- ^ porato con la medefima quantità d'a- mico e di polpa come la ferajnnanzi.l La parta bene impaftata farà diftri- i buita in pt'tp parti , in canellri o ce- fielJi fparfi di Ciuìca , . VENtnA A rtsojuiLiìs. ija. h Staro, \ Formento inViazza Simile — — Da Tijìori Simile Da Forni- Simile — L.21 :— — L.25); — — L. 2^: 15 — •L.22: 5 -L. — ; — InTìibblico da Fonticù L. 22 ; 15 Simile L. — : — Sorgo Turco Simile ■ L. — ; — - L. — ; — Mirano a misura Veneta. Formento- il ■"•' Simile — Formento Vecchio- Sorgo Turco'——'- Similè— -L.21 :'— -L.22 : 15 — T.- lé : I — — L. 18 ; IO Udine a misura Venata. F or meni o'^-^— — Simile- Sorgo Turco Simiìe- -L. 2 1 : 5 : — ' L» "' • ' • — ■ L. 19 • IO ;r— Bassano a misura Veneta. Fermento Simile -~ — Simile L.20; 12 L. 24 : 8 'L. 21 ; 8 i. 25 ; — Fermento' ■ — S'ergo Turco- Simile -*— L. io ; 12 — — L. 22 : — L. I8.• — — -L. iS ; IO ViCii«z,A A MISURA Veneta: Formento Sìmile- Sorgo Turco Simile • - L. 22 : 4 L. 2j : — -L. 2 1 : S ■ L. — : — PIAZZE ESTERE. Fermenti venduti nella Tiazz^ di Ge- nova delli feguentì Luoghi , Ancona a misura Veneta. Formento- Similc •L.51 : i8* -- • L. — '' ~~~ • "^ FlUiWl: A MISURA VeNETA . tormento- Sìmìle- ■ L. z6 : 6 : — '■ « • • ^— Olanda a misura Veneta Formento ' Simile L. 27 : 8 ; > — — Simile L. 28 : 1 1 : — Levante a misura Veneta . Formento- Simile -L. j8: 2 1 ^,, •— r r— ^5 N. IV. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale, e principalmente alu* Agricoltura, alle Arti, ed al Commercio. ■/( ••);iìì:.;£'i '.7C"ì •A-. I •fià-D è^rr':r:l2 » • 14. Agofto 1779. i>, hii Seguito della Defcriziòne :Epìflolare ec. 35 del Signor Giov Kti'ai Arduino ec. XI r. LAva pumicofa , o poro igneo dei monti anticamente vulcanici di Braganze nel predetto territorio. XIII. Altra lava fimiie dei mbnti dell' IfteflTa prefata natura vicini a Monte- belio, uno dei Vicariati del Vicentino . XIV. Altra lava analoga alle anzidette dei poggi di Gambellara , da detto Montebello poche miglia dillante. XV. Due pezzetti di tufo vulcanico del monte E(efico appreflb la Città di Vi- cenza , che in fé contiene agate opa- line (fc) ,• cioè di un diafano ialino, leggieriflìmamente e vagamente lat- ticinofo le più perfette i generatefi a globetti o sferoidali, od ovati , o d' altre analoghe figure , dentro alcune delle innumerabili: rotondeggianti cie- "ìluovo Giornale d'Ital. Tom. IV. che cavernette fparfe nel di lui mafTo; Tali globuli agatini hanno fuperficie rozza e fcabra , e d' un bianco calci- nofo , o rugginiccio; ma fpogliati che ne fieno, e ridotti a perfetto pulimen- tò, ed alla forma rotondeggiante fo- lita daifi agli opali , a certe fpecie de' medefimi molto raffbmigliano nel variante rifleffo della luce , fenza ap- parizione però di diverfità di colori ; e foftanzialmente non ne difFerifcono. Qiafi tutte fifFatte pietre hanno nel loro interno una cavità , or piìi , or meno grande , a guifa di geodi ; gre- mita in alcune di minuti criftalli quar- zofi , de'quali non fi ravvifano che le fole piramidette efaedre ; ed in altre lifcia , ma bernoccoluta, ondeggiante, e di pretta foftanza agatina . Parec- chie contengono in affa loro interio- re , e tutto all'intorno chiufa ed im- pervia cavità , dell' acqua limpididì- ma , fopra cui fovente galleggia una bolliccina d'aria j che, mentre rivoltai per qualfivoglia verfo la pietra , corre prellamente ad occupar Tempre , cora* è di fua natura, il fito all'acqua fu- periore . Qiiefte enidri agatine , di non dubbia origine acquea , furono, per la prima volta da me conofciute, e refe note , già venfanni a un di preflb , col nome di opali del monte D Serico (h) Meneralogie b'c. par M. Jean Goftchalk Wallerius . Tom. premier', Taris ly^S' P^g' 158. Efpece 85. i6 Serico quelle fetiza acqua , e d' idro- t: pali , o cnidropali , quelle che in fé ne racchiudono . Io così le nominai, non già perchè mi foflero ignoti gli fpecifici caratteri di quelle nobili pie- tre, cui fole un talnorae rigorofamen- te conviene , delle quali ne avevo già vedute varie , e di molto preziofe , particolarmente nella Galleria Gran- ducale di Firenze: ma perchè, aven- do quelle con alcune fpecie di quelle molta raflbmiglianza , piacquemi , u- fando del diritto agi' Inventori compe- tente , di così diflinguerle dalla far- raggine dell* altre agatine produzioni', le varietà delle quali fono quafi in- numerabili ( i) . Ad alcuni però non piacque tale denominazione, e fu co- me affatto impropria biafimata, ed u- farono altri nomi, che a irie parvero meno dicevolmente adattati . Nondi- meno mai dato non mi fono la pena ài formarmi un'apologia in quefto pro- pofito , trattandofi di queftione inu^ lile di nomi ; benché perfuafo io folli di avere delle ragioni , e delle autori- tà favorevoli , e certo di poter a chiunque far offervare un decifivo con- fronto d'effe mie pietre con varj opali efotici . Siccome però lemedefime, in progreffo di tempo , fono- divenute molto note, per le tante ricerche fat- tefi da' Curiofi di queQi Paefi , e fino di lontane parti d'Europa , di quelle che acqua in fé racchiudono ; così il nome di opali , come più confacente al genio Italiano di quelli di enidri , di geodi , ec. , flati da alcuni alle fleffe impofli , ha prevaluto, e viene comunemente ufaio . XVI. Taq? Foffjle fpati forme rofficcio , mirto di fpato calcarlo jalino, ed' altre ma- terie , il quale trovafi a piccioli filon- cini tra produzioni vulcaniche , alla valle dell'Orco nei già foprammentova- ti monti del Tretto. Da qualche Ka- turalifla Svedefe fu giudicato effere una zeolite analoga a quella' rQffa;di Edelfors in Smolandia; ma io non re ho fatto per ancora gli fperimenti op- portuni a fcoprire fé tale fia vera- mente . XVII. Minerà , della più ricca di rame delle pubbliche fodine di Agordo nel- la Provincia Bellunefe . Effa è una pirite ferreo-cupreo-fulfurea , della qua- le s'è cavata in paffato grandiffima copia, e cavafene tuttora , per trarne zolfo 5 vetriuolo, e rame . Il celebre Svvedemborgio parla fuccinta mente del modo , con cui effa pirite viene trat- tata , nel fuo Libro de Cupro : ma dal poco che ne dice pare eh' egli ne ave/Tè auta informazione affai fuper- ficiale ed inefaita. XVIII. ■ìu- ■?•; (i) V opale è definita dal wallerius ( Minerai. Tcm. premier. E/pece 87.) e del Cav. di Linnè ( Syft. nat. Tom, HI. gener. IL [pei, 6. ) Achates fere pellucida, colores prò fìtu fpedatoris mutans : ma nondimeno guefio nome viene anche dato a certe venujìe agatine concrezioni , che a tale definizione perfet- tamente non quadrano., mancando di quegli apparenti vaganti colori , che negli cpali propriamente detti fono cofpicui . = On rarge , dice il Signor Dutens , dans la Claffe des opales la pierre de lune : efpece d'agate nèbuleufe , ou opale foible d'un blanc de lait , qui reflechit la lumiere comme la lune . — ( Des pierres prècicufes & des pierres fines &c. par M. L. Dutens &c. Paris , 1778. Chapitr. x. pag. ni. ) — Cosi ti celeberrimo Cronftedt (Saggio per for- mare un Siflema di Mineralogia . Venezia 1775. , Sezione LV, , 2.) parla di opali color di latte di Eibenjìock della Sojfonia , XVIII. Minerà di piombo fulfurea ^ conte- nente pochiflìmo argento , del monte Trifa a Pieve di Schio nel Vicentino, dove trovafi a filoncini , e mifla di quando in quando con minerà gialla di rame , e con blenda dì zinco . XIX. Spato ponderofo felenitico ; o fiv- vero fpato pcfante , comporto di ter- ra calcarla e d'acido vetriuolico, fre- quentiflìmo nelle vene metallifere dei monti minerali Vicentini , nei Vica- riati di Tiene , e di Schio. Io ne ho trovato che , faggiato con appropriati flogiflici fondenti , ha refo da dicidot to in venti libbre di piombo a ragio- ne di centinaio , quantunque non a- vefle alcuna apparenza di contenerne r XX. Pirite ferreo fulfureo-arfenicale , e aurifera , in matrice qaarzofa , della valle Anfafca nelle montagne proffì- me al Lago maggiore , appartenenti al Ducato di Piemonte , e comprefe nel Feudo delle Ifoie Boromee. Que- fta forta di minerale , fecondo la re- lazione' datamene dà Perfone fiate in que* luoghi, cfcavafi in più fituazio- ni, per trarne , col mezzo dell' ar- gento vivo , r oro , che contiene, mi- fto or di un terzo , or di un quarto all' incirca di argento. Sonovi in quel, là, ed in altre vicine valli certi' mu linetti in gran numero moflì dall' ac- qua , per ramaìgamazione de' prefati preziofi metalli: e quantunque tenuif- flma ne fia la quantità che fé n' e Hragge, in proporzione di quella d'effe ir.inerale, riefce nondimeno di confi- derabile profitto. * XXI. ^7 Minerà di piombo fulfurea delSign. Cw: Francefco Cummer di Bolgiano, la quale fi efcava nei monti di Pinne, in non molta diftanza dalla Città di Trento . E' deffa per lo più mefcoiata con molta blenda di zinco e pirite marziale , e talvolta con pirite gialla di rame, quarzo, fpato, ec. XXII. Minerà di rame gialla, o fia pirite ferreo-cuprea fulfurea , recentemente fcoperta nei monti di Roncegno nel Trentino . XXIII. OnTa fonili dell' Ifola di Cherfo ed' Ofero nel Go^fo del mare Adriatico nomato Quarnàro . Trovafene copia in più fituazioni di quell' Ifola , ed anche dell' Iftria, della Dalmazia, e delle Ifole di Corfù , di Cerigo , ec. , come rilevafi dal Saggio dì Offerva. zioHÌ fcpra l' Ifola- di cberfo ed Ofero del Signor 1^^^;^ Fortis fopraliodato ; il qua! Saggio fu quifiampato dal Si- gnor Gafpare Storti nel 1771. XXIV. Granitello con criflallizzazioni en- tro fparfe di fcheerl neriffimo e ni- tente ; produzione vulcanica , di cui coftano, per la mafTima parte, li monti e colli Euganei del Padovano j e del quale ivi ne efifte di molte varietà , con altre diverfe fpecre: di -fcfllli di f'fFatta origine . Alcurli peiò de' me- defimi colli fono formati o interamen- te , o folo in qualche loro parte , di certa particolar pietra calcaria a fat- tili flrati , che qui diceC fcagìia , nella quale le felci fccaje comuni , o piromachi {k) foro molto frequenti^ D n dove ■'» {k) lo mai non ho confufo tali felci ^ e le agate e diafpr: , con le gemine"",. e molto meno detto che [evo produzioni vulcaniche , come per isbaglio è flato tvbllicato . Itttrcs fur la Mineralogie de 1' Italie &c. A' Strasbourg , 1776.:, 18 dove tra fé difglunté , e di varie fi- ? j gure e grandezze ; dove a continui fottili ftrati interpofti a quelli della pietra anzidetta . In più luoghi delle campagne annefife alle radici di effi monti , e delle loro valli , fcaturif- cono, fu bollendo dalla terra, acque falino-fulfuree, dove più , dove meno calde , ridotte alcune, fino da tempi antichi , a ufo di bagni , anche og- gidì molto celebri e frequentati, per gli ottimi effetti che fpelTo producono con- tro varie indifpofizioni e malattie . Neil' Opera molto erudita del chia- riffimo Signor Domenico VandsUi , ora Ilegio Profefforenell' Univerfità di Co nimlira , eh- ha per titolo tz PomÌNicJ rtJi7de//ii Traóiatus de Thermis ^gr't Tatavìnì Isrc — TatavVt \-j6\. = , fono dottamente e con preciOone def- critti li bagni teftè accennati , e gli altri luoghi di quei contorni che hanno calde fcaturigini , con la loro iftotia civile e naturale 5 e con moltiffime notizie rifguardanti l'analifi chimica , la virtù, e gli effetti falubri di quelle acque contro diverfe morbofe affezio- ni , ed il metodo di farne ufo . St profeguirà. '3?olver8' :pxopria al/a "vegetazione dei Crani e delle Sementi '^ e metodo di adoperarla . Del Signor Valliere e CoMP. di.Varigi , LA polvere per la vegetazione dei grani e femfnti , in luogo di operare immediata^mente , e d'una ma- niera lontana e fucceffìva , come fan- »io il letame e gli altri concilili , a^i- fce direttamente e con prontezza fui grano che fr femina : ella ne fvilup pa tutta il germe, e mette in azione lutta la fua virtù prolifica e piìllii- lante; di maniera che. con 1' ajuto d' effa la terra rende al Goltivatore tutti i grani che ha ricevuto; laddove , coi mszzi praticati fino al prefente , un •# terzo almeno della femenza ordinaria- mente marciva, per mancanza d'uno fviluppamento abbaftanza vivo : di più, invece di una o di due fpiche , che le preparazioni immediate e lon- tane traggono comunemente da un grano , quella polvere ne fa fortire tutte quelle , delle quali il germe è fufcettibile . Ella efercita la fua azione fulla terra medefima , della quale rifveglia e mette in azione tutta la forza pro- duttrice , e mediante il fermento del grano ella la ingraffa , e la fortifica a fegno che , fenza efiere giammai^ indebolita, né fnervata, può rendere ogn' anno con io fleffo grado di fer- tilità , purché ogn' anno fi cambj la fpecie dei grani , che per femenza fi fcelga fempre del grano nuovo , cioè dell'ultima raccolta , e che ^i man- tenga la terra nel migliore flato di coltura . Con quefla polvere non abbifogna che la metà della femenza che im- piegafi ordinariamente , per efempio , una terra , che nel metodo comune efigerebbe tre ftaja di femenza , mi- fura di Parigi , non ne domanda che uno ftaj'j e mezzo , allorché queda femenza medefima é preparata coti quefla polvere. Cpn quefta metà dell* ordinaria fe- menza così preparata , Ci farà una raccolta piena , e di gran lunga fu- periore a quella che fi avrebbe fatto feauendo i mezzi ufìtati ; i grani fo- na^ affai più ^orù , più fani , più pro- prj da efiere coiif^rvati , che qndli i quali nafcono da femenze che non fono fiate fecondate con quefla polve- re ; e la paglia afifai pu'i bella e più forte ; il che hanno dimoftrato le re- plicate fperienze fatte ne' contorni di Parigi , e ffgnatamente a Chatou . Si cfT^'?rverà che, per mezzo dique,. fla polvere , i grani poffono profpe-' rare nei terreni i più magri e i più- flerili, fenza che neffuna fpecie dege- neri , e patifca la menoma altera- zione. Q.ieRa polvere fi conferva molti anni , anni , fcnz.i perdere niente della fna virtii , purché l' invoglio, nel quale fi tiene , fia porto in un luogo afciutto e ben chiufo. Maniera dì preparare i granì con detta polvere . Si verfa in un tino fopra dieci lib- bre di calcina vina, tanta acqua cal- da quanta ne abbifogna per fuperare d'un pollice cenfettanta incentottan- ta libbre di grano , pefo ordinario di otto ftaja mifura di Parigi ; vi fi ag- giugne una dofe intera di detta pol- vere, eh' è deftinata a quella quanti- tà ; r acqua ben diluta con la calci- \\a e con la detta polvere , eflTendo calda a fegno di potervi facilmente tenere il dito , la fi verfa fopra il grano pollo in un altro tino, e fi la- fcia il tutto per Io fpazio di otto in j nove ore , avendo attenzione di mef- colare di ora in ora ; dipoi fé ne ca- va fuori il grano ; e dopo che è bene fcolato e afciutto all' aria o al fole a fegno che non fi attacchi più infieme, fé Io femina nella maniera folita . Se il tempo non permettere di feminar- lo , fi può afpettare tre o quattro giorni , tenendo il grano all' aria , e voltandolo di quando in quando per impedire che non germogli. Per preparare un mezzo facco di grano , o quattro ftaja di Parigi , ci vuole per confeguenza una mezza dofe della detta polvere , e cinque libbre di calcina viva j e così a pro- porzione . Cavatine fuori i grani , fi potrà impiegare 1' acqua per innaffiare le gombine dei popponi ed ogni altra pianta, come pure i prati. 'ìslota . Nelle buone terre non fi femina che la metà della femenza che fi femina ordinariamente; e due terzi per le terre cattive. Riguardo ai pifelli , lenticchie , fa- vCj fagiuoli j forgo-turco , eJ altri le- gumi fecchi , fi preparano nello ftefiTo -9 ^ modo; ma bifogna aver attenzione di non lafciarli in acqua che lo fpazio di quattr'ore. Trovafi quefta polvere preflb il Sì- gnor Vallìere , Hotel Dupleix , rue neuve des Capucins , o all' Hotel du Croijfam a Parigi , rue du Croijfant , près S. Jofeph , dove potranno indi- rizzarfi tutte quelle perfone che defi- dereranno avere di detta polvere, co- me pure quelli che voleffero averne un depofito per venderla , ai quali farà fatta un' onefta rimefiTa , e che fono j pregati di affrancare le lettere . Il prezzo di una dofe intera è dì 40.foldi, moneta di Francia, e di 20 per la mezza-dofe per tutta la Fran- cia . 'Rimedio contro le Formiche ; pubbli- cato dal Signor G A M E T , ,A»zinr20 Trofeffore Heale di Tsl^otoinia , e Tenfionario di Sua Maefta Crifiia- nìjftma . „ T jNa perfona, difperata per non \\ poter godere il frutto d' una confiderabile quantità di al- beri che ha nel fuo giardino , perchè le formiche glieli divoravano lutti , ha fatto feminare della canape a pie di quelli alberi . L* odore forte , che ordinariamente efala quefta pianta, ha diftrutto interamente cotefti infetti . Siffatto mezzo fempìicifljmo può pia- cere agli Agricoltori . Ne faccia la pruova chiunque vuole, per aflìcurarfi della fua efficacia . ** NOTI- 30 NOTIZIE DI LIBRI. LEttere Odeporiche di Francesco Griseuni di pia accademie Scientifiche , e Società Economiche d' Europa , e Segretario di quella di Milano : ove i fuoi "viaggi e le di lui ojjervazioni fpettanti all' Iflo- ria naturale , ai coflumi di varj Topoli , e fopra più altri interef- fanti oggetti fi defcrivono . Giuntevi parecchie Memorie dello fteff» au- tore , che riguardano le Scienze e le ^,irti utili. Tomo I, Orbem terrae peragrare , omnia loca rimari , fingula objtfta contempla- ri , notas quibus dignofcuntur ob- fervare &c. Caro/. Linnai ^moenit. ..dead. Tom. ni. ^Avvìfo di Gaetano Motta Stampa- tore in Milano. Pel corTo di oltre due anni , cKe il S'gnor Segretario Grifclini fi trat- tenne nel Dannato di Temefwar, egli potè flendere un faggio della Storia civile e naturale di quella vafla Pro- vincia , che fembra fcelta dalla Na. tura per farvi pompofa moflra delle fiie ricchezze in ogni genere , e per dar ricetto a più nazioni d' indole , genio, cofiumi e linguaggi affatto di- verfì. Nel 1777. umiliato poi dall'Au- tore l'Originale di tale fua opera a' pie d.-l Trono delI'AucuSTissiMA Im- PcRADRiCE Regina , fu quindi tra- dotta neir idioma Tedefco ,- ed im- preffa m Vienna prefTo if Negozio Kraus . Eccitato a riprodurfa taf qua! era da lui Rata fcritta in lingua Italiana , nc'T fi è indotto a ciò fare f^ non dopo averla prima corretta , ampliata ed illuRrata per quanto gli f.i px-lTìbi- fe ; il che non gli riufcl fenza molto' ftudio e fatica ,• e non in minor tratto di tempo d'un anno e mezzo. Comparirà dunque qiiefl' opera colle . fp.t fiàmpe , ma in un modo che co- ,J % flituirà foltanto una picciola parte d* altra affai maggiore, qua! è quella che abbraccia in molte lettere il dettaglio di tutti i viaggi intraprefi dallo fteffo Autore , e delle offervazioni d* ogni maniera, che gli avvenne di fare nel corfo de* medefimi . • . Cominciando dalla fua partenza da Venezia , efpone fubito una ferie di fcoperte j che riguardano la fifica co- ftituzione dei littorali , e del fondo del Golfo dell'Adriatico, e non pochi dei più curiofi tra i prodotti organiz- zati di quel mare , maffime preffo le fpiagge vicine a Trielle . Defcrìtta quella piazza commerciante , ne re- cita in più lettere quanto vide e notò trafcorrendo la Carniqla , la Stiria , la Croazia , 1' Ungheria , ed una por- zione della Siavonia . Ha luogo poi il detto faggio della ftoria civile e na- turale Bannatica , ed a quello tiene dietro la relazione aliai interefTante di un viaggio fui Danubio da Semlino in faccia a Belgrado fin ad Ogradina preffo Orfc\va , per quindi trasferirfi alle celebri Terme Erculee, eh' efiftò-, no a' pie dei monti limitrofi della Va- lachia occidentale < Non folo vi fi tratta di ciò, che fpetta alla (loria naturale di quello gran fiume , ma re- canfi anche affai notizie fulle Roma- ne antichità , le quali veggonfi full' una e !' altra fponda del medefimò, q\ così produconfi non poche inedite" if- crizioni , ed altri rari monumenti, che reftano alle Terme fuddette , delle cui acque prefentafi eziandio 1' anal'fi chi- mica . Vengono fucceffivamentè'le] defcn- zioni degli altri viaggi dell'Autore in diverfe regioni 'n'ào ai fuo ritorno iit Italia . I coflumi di varj popoli vi fono narrati con efattezza e precifio- ne , e tra quelli que' fingolariffimi de* Vaìachi, dei Zingari, de' Rafcianr, de* Bulgari CCe., oltre di ricercarfi nel bujo della ftoria là determinazione dell'ori- gine de' medefimi , e di recare una giifia idea de" loro linguaggi. Termina 1" Opera con ur,a fcelta di Memorie ferine dal medefimo Autore in divérfi tempi , che riguardano le Scienze, e le Arti utili. Ecco gli ar- gementi delie principali tra le fteOV . 1. Sopra la migliore coltnra de'Gellì bianchi , con la rapprefentazione di tutte le operazioni , chela riguardano . 2. Sopra r educazione de' Bachi da feta col difegno di una (tuffa per uc- cidere le crifalidi ile' loro bozzoli con fomma facilità, pochiffimo difpendio, e fenza danneggiare in modo alcuno il filo ferico. 5. Sopra la filatura delle fete, col- la dimoftrazione di un fornello econo- mico di nuova invenzione , e di altre macchine infervienti alla miglior efe- cuzione di tale lavoro. ^. Sulla fcelta delle fete per le va- rie manifatture feriche , e progetto fulia perfezione dell' arte del difegno per le ftoffe , come diconfi, in opera . 5. Scrittura fuUa migliorazione del Setifizio Bannatico diftefa dall'Autore per ordine della C. R. Amminiftra- aione di quella Provincia. 6. Sulla ftabilimento delle Rifaje. • 7. Memoria in rifpofta di un quefi- to propoflo al concorfo del premio d' ordine delle LL. MM. II. eli. A.fulla coltura delie piante olearie, ed imodi di perfezionare gli olj , che traggonfi dalle frutta e lemi delle medefime. 8. Sull'affinamento de' lini , e della canape alla maniera degli Olandefi don- de trarne fili ad ufo delle manifatture di pregiate tela , merletti ec. f). Come, avendo riguardo alla co- ftituzione e fituazione dei paefi , pro- movere il commercio dei grani, e del- ie altre utili derrate, e come incorag- gire nel tempo medefimo l'Agricoltu- ra , le Arti , e i Medieri . Se sì , o nò convenga per tutto un' adoluta li- bertà , e quale legislazione debba , fecondo le circofianze , dirigere que- llo commercio. Memoria premiata. IO. Sopra il miglioramento delle razze delle pecore , e de' montoni . Scrittura di S.E. il Sign. Barone Vom- peo di Brigida con note e illuftrazio- ni del Signor Grifclini, ^ ir. Sópra i fosfori viventi dell'Adria- tico . 12. Difcorfo full' utilità dell' Ana- tomia comparata rifpettivamente alla Medicina, ed alla Chirurgia, indiriz- zato già al celebre Signor Francefct Zanetti . iS' Di varie fpecie di utili foraggi , che potrebbero introdurfi per accrefce- re notabilmente i prodotti delle pra- terie naturali , ed artifiziali con irri- gazione e fenza irrigazione . 14. Sopra lo flato della Nautica , e della Geografia ne' fecoli del medio evo ; quanto contribuirono gì' Italiani al pro- greiTo di quelle fcienze , e delle gran- diofe antiche tavole Geografiche , che adornano la Sala detta dello Scudo nel Palazzo Ducale di Venezia, già refti- tuìte dall'Autore in pittura ad olio nel 1762. per Decreto di queir Eccellentifs. Senato. Tal è la materia della nuova Ope- ra del Signor Grifelìnì . Sarà ella ri- partita in due groffi Volumi inquarto arricchiti di circa feflTanta Tavole in- cife in rame . Io ne propongo l'afTo- ciazione con quello ; che a qiie' Si- gnori, i quali fi compiaceranno favo- nrnela , pagando anticipatamente il Volume I. nell'atto di dare in nota i loro nomi al mio negozio al Mal' cantone , o a que' de' principali Li- bra) di quella Città , fi rilafcieranno col lieve prezzo di dodici paoli per cadauno , mentre fuori della Società non potrannofi avere a meno di paoli fedici . L' aflTociazione refta aperta fin alla fine del proflìmo mefe di fettemhre 1779, ed i nomi dei Signori AfìTociati co' loro titoli ed offizj troverannofi regiflrati , tanto nel primo , che nel fecondo Volume . Chi fi affocierà per IO. copie , avranne una gratis . Il corfo fortunato che hanno avu- to affai altre Opere dal noftro Auto- re pubblicate , mi lufinga che que- lla , la quale mi accingo ad impri- mere , verrà ugualmente aggradita , maflTime che la lettura ne riufcirà di- lette- ieitevole ", per la quantità e qualità ^ciliare T intereffe della Società, la qua; delle notizie utili ed iniereffanti nella le richiede che il delitto fia punito medefima comprefe. Milano IO Lug/io lyyp. ACCADEMIE E PROBLEMI. SI è già annunziato che la Società Economica di Berna ha propofto un Premio di cento Luigi per chi le prefenterà il migliore Tiafto di Legis- lazione criminale . Quello Premio do- veva eflere diftribuito alla fine del cor- rente anno; ma la Società medefima, giudicando necefiTario lafciare agli Au- tori un tempo più lungo , onde pof- fano meglio meditare, e approfondare un foggetto di tanta importanza , e- ftendere le loro ricerche , e perfezio- nare maggiormente la loro Opera , fi e determinata di differirne ladiftribu- zione air anno proffimo . In confe- guenza , ballerà che le Memorie fiano indirizzate, franche di porto, avanti il primo di luglio 1780 , al Signor Dott. Tribolet Secretarlo perpetuo della Società. I Concorrenti fono di nuovo avver- titi , che devono confiderare il loro foggetto fotto tre punti di villa prin- cipali . I. Svilupperanno, con la mag- giore chiarezza e precifione poflìbile, la natura dei delitti ; indicheranno le loro differenti fpecie , e determine- ranno le pene che ciafcua delitto parerà dover meritare . 2. Tratteran- no della natura e della forza sì del- le, prove , che delle prefunzioni . 5.' Stabiliranno la miglior maniera di acquiflarle per via della procedura cri- minale; ma foprattutto non fi dimen- ticheranno che il fiftema di Legisla- zione, che da efli fi attende, dee con- prontamente, eferaplarmente, coi di- ritti dell' equità , dell* umanità , e della libertà de' Cittadini . NOTIZIE DIVERSE. SOno arrivate a Cadice, procedenti dall' Havana le Saettie S, Chirfe , Santo Crifto , e il Conte d' branda ; e la Nave Turijftma Concezione col ca- rico, per conto del Re di 54^5 arrobe tabacco in polvere , 2752 detto in fo- glia ; per conto dei Particolari 2500 pezze argento , P87S0 pezze forti-, 95 ip arrobe zucchero , 1704 caffè detto, 20S5) cantara legno Campecce; 24 libbre tabacco in polvere , 125J7 cuoj. Di Cumanà vi è giunta l'Urea del Re la Treziofa con 55^00 pezzi ar- gento , e 1021 faneghe cacao . Dalla Vera Croce fono entrale in quel Porto le Navi /'/ Rofario , e la Malagheguet con 5)3o25?o pezze in argento , 10716 dette in oro, pio e mezzo marchi ar- gento lavorato, 4840 cuoj , 55 oncia oro lavorato, 7458 arrobe cocciniglia , 107^ granelli, e polvere di cocciniglia, 1508 falapa , 624 feraenza , 1176 en- daco, 16 madreperla ,40000 vainiglia, 24 cacao, 28 cotone, 7 pepe, 50 faL fapariglia , 450 libbre tabacco in pol- vere e cigari , 14 cafToni bulgari . Sappiamo da Nifmes che la raccolta di gaiette è fiata, in quell'anno , ivi e ne' luoghi d'intorno , ubertofìflìma ; che belliflìma fi è quella de* frumenti ; che le vigne promettono affai ; ma che per le pioggit vi hanno molto par tìto gli ulivi . ^ iS N. V. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale, e principalmente all' Agricoltura, alle Arti, ed al Commercio. » • 21. Agofto 1779. Fìae della Defcrizìone Epìftolare , ec. ^ del Signor Giovanni Arduino, ec. R Ertami ora da aggiugnere, come promifì, alcune altre offervazio- ni e rifleffi fopra il mio fale fattizio cal- cario-vetrìuolico, e fopra alcune delle materie foflìli , oltre alle già indicate, che la di lui bafa terrea contengono. Diverfe terre mamofe , e boli , e qualche fpato calcario dei noftri mon- ti, e della Dalmazia, ho incontrato, facendo efperimenti , che con l'acido vetriuolico , unitovi nei modi ante- riormente accennati , hanno prodotto il fale iftefTo : ma non ho trovato al- cuna di tali materie che fi moftraffe affatto priva del terreo principio mar- ziale . Prefìo , o tardi fi è defifo fem- pre manifeftato o nelle diflToluzioni effettuate con acidi minerali , o nelle foftanze rimafte dopo ii totale loro fvaporamento. Ls fpecie più bianche, che fempre fono anche le più pure , non ne hanno moftrato talvolta che nn leggieriffimo indizio ; e tale fi è il fuddetto marmo Num. i. dove la fua bianchezza non è punto infetta di vene e macchie bruniccio , o d'altri colori . Ma in quelle colorate la terra marziale è riufcita molto fenfibile, e 'Hmvo Giornale d' lì al. Tom. IV. fempre più copiofa , più eh' effe era- no intenfa mente tinte . La felenite , o poca, o molta, vi è coftantememe apparfa ; ed in alcune fpecie anche 1' allume , ed una rimanenza indinfo- lubile di terra felciofa . Le foftanze adunque dimoflratemi dall' anatifi chimica nei foflìli , che ho efperimentati , fono a un di preflb le medefime eh' Ella mi fignifìca d* 3- vere trovato analizzando i rubini, i zaffiri , e fmeraldi : voglio dire, terra alluminofa , terra calcarla, ocra mar- ziale ; ed in molti anche della terra filicea , o fia vitrefcente . Alcuni di- ranno eh' io dovrei annoverare tra le foftanze medefime anche la magnefia bianca', nome che danno a quella ter- ra , con cui combinandofi l'acido ve- triuolico coftituifce quel fale da me detto vetriuolo calcario \ la quale , per fentimento di molli , da quella calcarla effenzialmente differifce . Io però da quanto ne ho finora potuto conofcere fono indotto ad opinare di- verfamente ; e fono perfuafo, col ce- leberrimo Chimico Signor Baumè y eh' effa fia una terra calcarla dotata di tal particolare proprietà per qualche fofferta alterazione , e non già per originale fua cffenza . Non m' è igno- to che il nome fpeeiofo di mapnejìa aìba ( l ) è flato alla fle/Ta moderna- E mente ( l) Se anche vogliajì d'tflinguere ffuefia terra con particolare denominazio* ne y quella ufata di raagnefia alba a me non pare efattamente propria j fog- getta 54 mente impoflo a cagione di fua ana- logia colia magfiefia officinale ufaia nella Medicina , la quale , coinc fan- no i Chimici , altro non è , che la terra precipitata col fale alcali fido dalle , così dette , acque madri del ni- tro , € della muria : cioè il terreo co- ftitutivo principio di quelli d'eflì due fall , che hanno bafe terrofa ; dei quali dette acque madri fogliono eflere mol- tillìmo impregnate. Ma non per tan- to , anche la magnefia officinale fi tie- ne per una vera terra calcarla da'Fi- fici nella Chimica efpertiffimi . Il ce- lebratiffimo Signor Macquer così ne farla zz La mngn^Jìe n efi . . . autre r.n-ìs cu- 5, hadam fpeae ftnguLtri fecifti , ex ,, quo , epe ecidi vitric/i , f.i/ ha- ,, biùfti a>2alogon fa/is acidulctriim Re- ,, cuba/ienfium . Ejusdem , ni fjilor ,. ^, f.rrÌNA' marmor in argentifcdmcìS^M. „ eruìtur , quod prò gypjt fpecie a Mi- ,, ncralogis perperam fiimitur . ^nte ,, quìnquetiniiim nutem , is^ quod ex. ,, currit ili'iid attente examìnavì , iy „ inveni tltud tmxtum ejfe ex ferpen- ,, tino ( Gabbro ) ijrt calcareo . Tn „ omnibus fé j fui inflar lapidis , gef^ ftt. (q) Fegg, la di luì Lettera nel Foglia Num. IX. ^g// f^fi ì li^od attente examinanti max „ patet . ,Anne ergo marmor tuum La- ,, vinenfe revera efi mixtum ex lapide >> ferpentino , Ì3r> terra calcarea J ita 3, m ibi fané videtur . Non pauci fant, ,, qui magnefiam albam prò calcarea 3, mutata venditant j rationes vero il- „ lorum mihi minime fufjecerunt . "Pro 3> fi"giif^Tfi illam omnino babeo , a cai. ,, care a piane difiinBam ; in multi t ,, occurrit , ubi minime fufpicatur . „ In Steatite Chinenfi nihil , prater „ illam invenì ; in cineribus vegeta „ bi/ium littitat , etiam in bumo , //. „ cet parce " . Due oppofizioni a me rifultano da quefta Lettera ; una rifpetto alia na tura del marmo , di cui ho fopra fa- vellato al Num. I.; l'altra circa l'in- dole fpecifica della terra, detta =: ma- gne fia alba = , che con 1' acido ve triuolico ha proprietà dicoflituirequel fale da me nomato vetriuolo calcarlo, o fivvero a bafe calcarla , e da altri fale di Seidlitz, d'Epfom, ec. Quan. to a detto marmo , il Signor B.etzius s' è dato a fofpettare che, ficcomein fé contiene la prefata terra , conofciu- ta dall' infigne Chimico Signor Marg. graf c({ere la bafe del ferpentino; così la foftanza calcarla del marmo mede- fimo fia anche di ferpentino , o ga- èro commifta. Io non credo di potere in niun altro modo più chiaramente dimoftrargli che nello fteffo marmo non apparifce di ferpentino neppure meno- milfimo indizio, che col fargliene vedere ed efaminare un qualche faggio . A quefl" oggetto ne pofi due pezzi d'op- portuna groffezza nella cafTettina a V. S. fpedita, confidando ch'Ella vor- ìfl ra farmi il piacere , come ne (a pre- I go iftantemente , d' inviarne uno 3 {quel riputatiflìmo Profeffore : ciò pò-- tendofi da Lei fare agevolmente , non efifendo Berlino, com'è Venezia , da Lunden tanto diftante . L' altra di dette due oppofizioni non confifte folamenta in un fofpet- to , come la prima ; ma è una pre- cifa afferzione . Egli dichiarafi per- fuafo eh* la terra predetta , cui dà 1' ufato nome di magnefia bianca , fia di propria particolare fpecie, diftinta dalla calcaria ; e che fiano in errore quelli , che la credono una calcaria mutata . EfTo avrà forfè ragiona; ma ficcome non m'ha addotto veruno dei fondamenti , fopra i quali appoggia tale fuo fenti mento , e che defidero di averne contezza a mia iftruzione , e per trarmi d' inganno , fé mai mi ci trovaflì : cosi V. S. mi farebbe co- fa gratiffima , fé , all' occafione di fpedirgli porzione del marmo fopraJdet- to , volefiTe anche comunicargli quan- to ie ho finora efpollo fullo ftelTo ar- gomento . Quefl' atto , eh' io fpero dalla di Lei gentilezza, potrebbe proc- curarmi il vantaggio di nuovi lumi da un Soggetto che nella Scienza Na- turale ÉÌ onorevolmente fi diflingue ; come molti pure ne fto attendendo dalla virti!i ed efperienza diV.S. chia- riifima cui ho 1' onore di profetarmi riverentemente Dtvotifs. ed affezionai ifs. Serv. Giovanni Arduino . "Polvere 3« T'(yheYe per àìflruggere gì' Infetti ds\ Giardini , e quelli , 'cbe divoraao ^ 'Grani nei Grana] e nei Magazzini: del Signor Costante Brongniart. IL Signor Brongniart , noto per la faa polvere che ha la proprietà di- aumentar le raccolte , fa fapere al Pubblico che ne portìede un'altra par la diftruzione degl" infetti che divora- no i grani. Allorché i grani fono flati ben cri. veMaii 5 f\ mette una dofe della fua polvere in otto boccali d'acqua, riie fi fa bollire e ridurre a fei . Si ba- gna di poi , in tre tempi differenti , di ventiquattro in ventiquattr'ore , il pavimento fu cui fi diftende il grano, il quale non deve effere a maggior groffezza di un piede . A ciafcun in- natfiamento fi cambia di fitoe fi volta il frumento . Qiiefta operazione im- pedifce che gì' infewi attacchino il grano fano , e diftrugge quelli , dai quali può elTere già infetto. Quefta medefima polvere ha ancora la virtù di diftruggere gl'infetti e le formiche nei giardini . La fi fa bolli- re fimilm-nte in una data quantità d' acqua , con la quale (ì bagnano i for- micai, e i luoghij'attaccati dagl'infetti. Non v' è d.3 remere che quefto innaf- fiamento fia di preeiudizio agli alberi e ai iegiimi . Qjiefta polvere finalmen- te e effii .iridìfiia contro !e cimici. L'Auiore continua a farne le pio. ve , che riefcono felìciffime . Ciafcu- na dofe fi ve'ide venti fohii di Fran- cia i e r acqua preparata contro li cimici vale venti foldi al boccale. Il Signor Erongniart abita a Pa- rigi , me de /' hirondelh , cu bas du Tont Saint- Miche/ , Hotel de Sens . Noi vorremmo poter indicare la compofizionetdi quelle polveri; ma ad ogni modo farà fempre un vantaggio pei Coltivatori il fapere che vi Ciano tali rimedi, e dove fi trovino, onde po- tere procurai fene emetterli alia piova. Oif&rvazioni fopra la Viantn nominata Dirca paluftris •( Oetandria Monogy- ■nia , Li n nasi , Species ): del Signor ■DE LA BeRLIERE. QUeflo àrbufceflo, ancora poco co- mune nei noftri giardini di Bo- tanica , crefce naturalmente nei luoghi umidi dell'America fettentrio- nale . Pare che fi attenga alla famiglia dei Mszereum } i fuoi fiori comparifcono in primavera prima delle foglie; egli- no fono piccioli , tubnlofi , € di un colore leggiermente erbaceo ; le Tue foglre fono ovali , dolci al tatto, e dì un verde pallido . Trovafi queflo ar- bufcello dinotato nei Cataloghi Inglefi fotto la denominazione di Leather- vvod , oflìa legno di cuojo . Si è così chiamato a cagione della kggierezza della fua fcorza , e della proprietà che ha quefia fcorza di difienderfi co- me il cuojo . Per quella ragione me- defima , fenza dubbio , i Botanici f ran- cefi, li più cfperti , avendo riguardo folamente aHa duttilità della: fcorza della /);>rrf pa/uftris y la chìnm&ao Bois de plomb , legno di piombo ^ NOTIZIE DI LIBRI. ^Efcriptions cf fome Ì3nc, Defcri- ziofie di '&ar/ fìrUmenti di agri- coltura , di vetture a rotolo ad ufo dei campi e d^i grardini , di mulini , di macchine per pefare ec. invetitati da Ai. Giacopo Sharp , con figure in ra- me perfettament-e efeguite . Londra,^ i77S>. Iflruz';o?te circa il modo M coltivare ì Gelfi , dì 'allevare i Bachi da Seta , y e di filar le Sete , con nuove applica^ I; zicni e riflejftoy.i : il 4tittt tradotto dttli Originale francefe dei Cavaliere Confians de Gafiellet ♦ TorÌB-. che intorno a//a Rabbia, de-i Sign. A^- diy , /ette alla Società Bjsale di Mg, dicina li ij.. dicumbre^^ 1.777*. V* Parigi 1778 , in 5. ,; i < Quefte RiceFchfi fanq inferite nellq Memorie della Società Reale d,i M.^^ dicina . Si danno fepia/a(i*i,Tfteiat$ in quello libro , per foddisfa.re alle rpire del Luogotenente Generale di Polizia , il quale haavijtQ il piacere di fare la fpefa d'un Premio propoflo fuIJàJj^^b- bia , e per rifparmiare ai Concorrenti la fatica di ricercare ciò eh' ègiià ilfci- to fu quefl' argomento. Gon, tal mez. 70 f.jpranno in un momenito da qual punto debbano partire per arrivare più agevolmente al fine che fi propon- gono. Mémoire artìjfeielle is^c. Me>noria artificiale dei l^rincip) relativi alla rapprefent azione fedele degli animali , tanto in "Pittura che in Scoltura , con 7^ tavole di figure , del fu Signor Goi(- fon , e del S!gn. Vincent della Scuola ideale Feiermarìa. 11 prezza di quefl* Opera è di 24 lire di Francia per gli AfTociati, e 56 per li non Aflbciati . Le commiflloni fi dovranno indirizzare al Sign. Cha- heft Direttore della Scuola Reale Ve- terinaria di Parigi , al Caftello di Al- fe rt. La Diete tique generale des Vege- taux Ì9'>c. La Dietetica generale dei Vegetali , e applicazione della Chi- mica air agricoltura : del Signor Gentil "Priore di Fontenet ec. Pari- gi > 1777- Quello dotto Scrittore ha dato un nuovo faggio de* fuoi talenti e delle fue cognizioni con la Memoria coro- nata , nel pafTato Maggio , dalla Rea. le Società di Agricoltura di Auch , fopra il feguente Programma =: ,, GÌ' „ ingraflì poffono effere fuppliti dai ,, frequenti lavori ? Fino a qual pun- „ to influifcono i lavori fopra la ve- „ gelazione > Poflbno quelli effere fuf- „ fidenti ì ** i9 •^ EJfai fur r H'tftoire naimreJk i^c. fj SaggiQ fopra U Storia, naturale di San- Domingo. , del T. Nicolfon. ^ Parigi 177S, y in 8. di pag. |oq^ re» figure, SketcHn of naturai is'C. Saggio dello finto madiroik ,, civile e politico della SiMz,i&ya ,. efpofio i^ Lett&r&^ indiriz- zate, al Sign. Williams Mdmoth dal Sign.. Coxe. v/£ Lotidra 1775, in 8. ACCADEMIE, E PROBLEMI. LA Reale Accademia delle Scienze di Lione , non avendo avuta la foddisfazione di poter decretare il Pre- mio delle Arti , fondato dal Signor Chrifiin , a nefTuna delle moltilfime Memorie, che le fqao fiate indirizza- te fui foggetto eh* efla avea propofto e replicato intorno ^ alla maniera di „ dare impiego agli opera] allorché cef- „ fano e mancano loro i lavori ec. '"^ fi è determinata, febbene eoa difpia- cere , ad abbandonare un argomento CQsì i'Qtereffante per le città dove fo- no fabbriche e manifatture , e pro- pone per r anno 17S0 un doppio Pre- mio , confìllente in due Medaglie d' oro , ciafcuna del valore di $qo lire di Francia , da efìfere aggiudicato a quella Memoria che avrà meglio cor- ri fpofto alle ville del feguente Pro- gramma. 5, Quale farebbe la maniera la piOi „ femplice , la più foda , la più co- „ moda , e la meno difpendiofa , di j, felciare e di nettare leflrade , quel- „ le lungo il fiume , come pure la „ Piazze della Città di Lione?" NOTIZIE DIVERSE. Scrivono da Vienna che in quefl' anno , a cagione della lunga fìc- cità , la raccolta delle biade èriufcita fcarfìffima in quei paefì , e partico- larmente in Ongaria, dove il fieno ha mancato del tutto. * II 4» Il Re di Marocco , giudicando a * propofìto di nominare un Confole a i Tanger , il quale fia incaricato de- \ gli affari di tutte le Nazioni Europee, che fanno commercio ne* fuoi Stati , e che non vi mantengono Confole in loro nome , ha riveftito di quefta o- norevole commiflìone il Sign. Stejfano Dandihert Calile^ Commerciante Fran- cefe, e gli ha permefìfo d'inalberare, in quefta qualità, lo Stendardo di Pace fopra la fua cafa. Il valore delle maniifatture efegul- te a Berlino , nell' anno 1776 , è a- fcefo a quattro millioni 765656 risdal- ieri d' argento di Berlino . Le mate- rie prime impiegate in quefte mani- fatture hanno coftato 2 millionÌ5>565i5) risialleri . Si è confumata nel paefe la fomma di j millioni 407556 feudi di quefte medelìme mercanzie , e fé ne ha afportato fuori pel valore di un millione 6085)88 risialleri . Non è com- prefo in quefto calcolo ciò che hanno potuto produrre la Fabbrica Reale di porcellana , quella del tabacco , e le Raffinerie dello zucchero. Nel corfo dell'anno 1778 fono en- trati nel Porto del Texel d'Amfterdam 15555. baftimenti, einquellodell'Ulie, principiando da marzo , 1029 : in tut- to 16582. baftimenti di differenti Na- zioni . Da lettere di Aix In Provenza , in data 20 giugno , fappiamo che i ba- chi da feta vi hanno avuta in queft'. anno un* ottima riufcita, e tale , che fi vendono i bozzoli a viliffimo prez- zo . Il clima della Provenza fembra fatto per quefti infetti preziofi , che tuttavia non vi fi coltivano in quan- tità . Nella Linguadoca , e particolar- mente aCevennes quefto genere d* in- duftria ha delufo 1' afpettazione degii abitanti . Il dì 20 giugno paffato entrarono nel porto di Cadice , procedenti dal- la Vera-Cruz , la Fregata la Mc^in- guena , e il Vafcello la 1\f. S. del Hofario . Il loro carico , eh' è per con- to del Commercio, confifte in 99775^' piaftre forti in oro e in argento, ol- tre una gran quantità di cocciniglia, divainiglia, di cuoj , di legno di ce-, dro ec. Il totale di quefti articoli fi fa afcendere a un millione 715825 piaftre forti. La Cafa di Educazione fondata a Chriftianshaver prefTo Copenhague , nello fcorfo anno 1778 ,ha efitato 5461 50 pezze di t^la tanto fina che ordinaria . Le altre Fabbriche e Manifatture han- no avuto il loro confumo a propor- zione . * II y 41 R VI. NUOVO GIO.RNALE D'ITALIA Spettante ALLA Scienza Naturale, e principalmente ali^* AgRICOLTORA , ALLE ArTI , ED AL COMMERCIO . v: 'V. 2S. Agoflo 1779. Lettera del 'ì^oblle Sìgfior Ottavio Cristofoli , della VubbUca acca- demia di agricoltura degli ^-ìlpi* rami di Conegliano , al Signor Gio- vanni Arduino', 'Soprintendente Ttibblico alle Cofè agrarie , ec, lUuftrifs. Sig. Sig. e Patr. Colendifs. Conegliano li 12. Luglio 177^. Dopo una breve , e per me fpia- cevole interruzione , ho riaffnn- to con caldo impegno lo ftudio e la pratica , a me foniinamente piacevo- le, dell'Agiicoltura . Mia delizia fi è principalmente una Vignetta di Ticcolit nel vicinò aprico Colle, che ho già ridotta quali al fuo punto di perfezione. Neil' anno fcor- fo ne colfi i primi frutti; e prefente- mente fa moRra felice di non medio- cre vendemmia pel proflìmo autunno. Quale poi ila per effere la riufciia del liquore torchiato nel pafTato dicembre, folamente in quello profljmo venturo potrò faperlo, dovendo fino allora ri- manere' chi ufo nei fuo caratello bene impeciato. Non ho a temere di avo- ré errato nel manipolarlo, e nemme- no nella fcclta dei metodi migliori j avendo , a queft' oggetto, vifitate per- fonalmente le vigne pi& riguardavoli , ed i ferbatoj, e torchi del Friuli, do- ' l^uovo Giornale d" Ita/. Tom. IV. ^ ve mi trattenni lungamente ira difcorfi relativi con que" Signori Dilettanti, 0 con altri pratici Soggetti . Vi feci ac- quilo della dottiffima Memoria del Si- gnor Conte Abate Canciani, coronata f dall' illuflre Agraria Società di Udine, ed accolta dalia Sovrana Munificenza con onorifici contrafiegni : ed ho tro- vato che ciò , che vi fi legge .fu que- fto propofito , conviene perfettamente con quanto è flato pubblicato nel Lu? nario per li Contadini , o fia Anno ruflica della Tofcana , fopra il modo di fare il vino fanto alla maniera Pi- fbojefe . Le diligenze da me ufate mi danno fperanza che l'efito Capercor- rifpondere alla mia afpettazione; tan- topiù che tutti i vini anche comuni. di quelli ameni Colli di Conegliano fono per la loro particolare bontà a quelli d' altri diverfi luoghi preferiti. Tutto il dubbio che poflfo averne di- pende dalla troppa giovinezza delle: mie viti , che non contano di età ol- tre a fei anni ; ma ho però cercato di fupplire a queflo difetto con tutte quelle attenzioni che dalla pratica più avverata fono fuggerite . Prefentemente fto fcrivendo del Cef- fo 5 anche da noi riconofciutofi eflero un forprendente potentiflìmo mezzo per la fertilizzazione delle terre . Mi lu- fingo molto di poter giugnere a fve- lare il fegreto , cht , come dice il Si- .A^ gnor K'nchberguir ( *) , fembra fiaii ^ F sfor- (•) ^emQìres de le SWt Q6fmmì> >> >> 5) 55 >> ;', e poco difpfiniiofo , il fltno La. „ gnato . «' Il Co; Zaccaria Ai CtsmicUff , Veld-MarefcialGenera'e e Cavaliere di molti Ordini , promette un premio di 25 ducati a chi fuoprirà per tale ef. fetto il mezzo migliore-, conicrojaic con delle fpenienze. | ^b vM ^ in „ 2. Defcriveie fa proprigrà d«i vsr- „ mi di terra, che pel corfo dimoiti js anni hanno cagionato , m prima- „ vera e in autunno , danni grandil"- ,, fimi alle feminagioni nell' Ingerm«i. „ nia , Eftonia , e Livonia: fcuopri. „ re la cagione che li fa nafcere « ,, moltiplicare; e dare un mezzo pra- j, ticabile e poco coflofo per difìiug- „ gere interamente quefti infetti . " Affine di incoraggiare le ricerche del- ■ le perfone verfate in qiiefte cognizio- ni , il Sign. ^e Soritfch , General. Maggiore e Cavaliere , promette, ol- tre la Medaglia "d'oro di 50 ducati; afifegnati dalla Società, 100 ducati al. i Ja migliore memoria fopra quello que« ' fìto, confermata con delle fperienze , e pienamente córri fpondente al fuo oggetto . „ j. Quali fpecie di grani , o al- „ tre piante utili fi può feminare e 5, coltivare nei diflretti Iterili , fituati 5, al mezzodì dell* Impero di Rufiia , „ dei quali il terreno è fabbioniccio j, o graffo , e dove non cade piog- j, già che in primavera e in autun. „ no ; per efempio ne! Deferto d'A- j, flracan ? Quali alberi , sì indigeni „ che efotici , fi può piantare con „ inaggiofè" vantaggio in quelle me- „ defime contrade ì Quali alberi frut- ^, tiferi o àrbufli, originali deU'Ame. ,, rica fettentrionale , potrebbero riu- ,,,fcire nella parte fettentrionale del- ,, la Riiftìa e nella Siberia, dove nort ^ "crefce che della fegala j e dove il „ frumento non viene ogn'anno ? Fi- ,, nalmente quali fpecie di grani , o ^, quali radici , wtili e infervienti al ,, nutrimento, fi poflano piantare nel- ,, le contrade le piùfredde^ dove non ,, fi può coltivale nemmeno la fega- .. la; *' t Si cfediera fopra ciafcu'no di quelli quefiti dei dettagli concernenti la ma- niera d' infeminarc', piantare , e gg- vernare quefle produzioni. IlGéneraU Mag giare di Soritfch promette a chi meglio vi rifponderà un pleftiiò di 5-* ducati . ? • ,,4. Dare una defcrizlohé' rfetta- ,, gliata "della maniera di coltivare la ,, robbia , còme altresì della prepa- ,, razione la più perfetta del blò , „ che imiti 1* indaco , .e che fi può ,, cavare o da quella pianta- , o da ,j qualche altra erba falvatica > o fa. ;, Cile da coltivare in Ruifia o in Si- „ beria ; aggiugnendovi delle moflre „ dei colori , cavati , fecondo il me- ,, todo proporlo nella memoria , dal- j, la Robbia, o da qualche altra pianta „ fimile .*' Il Co: Giovanni di Czernichejf , Vice-Prefidente del Collegio dell' Am- TTjiragliato , e Cavaliere di molti Or- dini , promette all'Autore della me- moria ,; che rifponderà meglio a que- llo quelito , un premio di 50 ducati . ,, 5. Quale fia il nutrimento più ,, falubre e meno coflofo per il be- 5, fliame grolTo , dalia flagione in cui ,, non ve n'ha più per eflb nei cam- „ pi , fino a quella nella quale vi fi „ riconduce ì Si tratta di defcrivere „ quello nutrimento, di determinarne „ la mifura e il pefo , come pure la „ maniera e il tempo di darlo al be- „ lliame , oiTervando la necefiaria e- „ conomia. " Il Veld-Marefciallo Co; Zaccaria di Czernichejf promette alla memòria , che fuggerirà il metoio migliore fo- pra quefto quefilo , un premio di 25» ducati. „ 6. la qual maniera , e con quai ,, materiali fi può cuflruire le fonda- „ menta le pia folid* per cafe fab- ,, bricate di pietre cotte, in quei lua- ,, ghi dove non fono cave , e dove j, non fi può procurarfi facilmente la „ pietra, di maniera che un tale fon- ,, damento non colli più caro che fé „ fi avcfli fabbricato fopra terra ì •* IJ pielodato Go: Zaccaria dì Czer- nìcheff promette 25 ducati per la mi- gliore rifpofta a quefto quefito. „ 7. Dare un mezzo facile e poco iy collofo di fcnoprire , rompere , e „ cavare il carbone di terra , che tro- „ vafi in molti luoghi della Ruflìa ." Il Principe à.'Orlovv , Gran Maftro dell'Artiglieria , e Cavaliere di molti Ordini , promette allo fcopiitore del mezzo migliore una medaglia d'oro di 50 ducati. Le memorie fcritte in lingHaRima, .Tedefca , o Francefe, indirizzate al- la Società libera economica a Pietro- burgo, fegnate con una divifa , e ac- compagnate con un foglio (ìgillato , avente la divifa medeG ma, e contenen- te il nome dell'Autore , devono effe- re inviate al conccrfo avanti^ il dì primo dicembre 177^. Gli flranieri a- vranno l'attenzione di affrancarle fino a Riga, o almeno fino a Memel , fen- za di che non faranno ricevute. NOTIZIE DIVERSE. IL numero de'Vafcelli, chenelcorfo di tutto r anno 1778 hanno paf- fato il Sund , afcende a 8452 , dei quali 2452 Oliandefi , 2046 Inglefi , i224Danefi, i752Svedcfi, 480 Pruf- fiani , 19^ di Danzica , 118 di Ro- ftock , 70 di Lubeca , 48 di Brema , :^7 Rufli , 17 di Amburgo , 12 Spa- gnuoli , i Portoghefi, ed i Francefe. La libertà , accordata ultimamente ial Miniftero Spagnuolo , a molti Por- li del Regno, di commerciare imme- liatamente con l'America , ha dato una nuova attività al Commercio del Regno rpedefimo , e alla Marina mer- ramile - Si può giudicarne dalla lilla lei baflimenti arrivati in Spagna nel corfo del paflato anno . Ne fono en- trati ad Alicante «^55., 55)0 ad Alme- ria , 48^ ad Algeriza , 598 a Barcel- lona, 559 a Bilbao , 815 a Cadice i' •551 a Malaga , 265 a S. Sebaftiano, e 72 al Teneriffo nelle Canarie . In tutto 43 54 baflimenti, tanto mercan- tili che da guerra . # W^ flWpi Correzioni d' alcuni errori corfi nei fogli precedenti . Pag. 3. Col. i. Lin. 15. àovs , leggali donde . Linea 28. ed altre »— e ad altre . Pag. 4. Col. 2. Lin. 2^ prenonciato — . prenominato. Nora (r) Lin. j. faljìficante *— falificante . Pag. 11. Col. 2. Lin 16. iianco — vstriuolìco . Pag. 19. Col. i. Lin. 45. falini — ja/inì. Col. 2. lin. II. mo/to — 'mo/ti . Pag. 25. Nota (h) Lin. i. Meneralogie •— Mi- neralogie ,Lin. 2. Coftchalk- *- Gotfchalk, Pag. 26, Nota (/) Lin. i. g del — e dal. Pag. 1^ Col. a. Lin. 57. fctlìf ^ [ali. 49 N. VII, NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale , e principalmente all' Agricoltura, alle Arti, ed al Commercio. V! 'V 4. Settembre 1779. Dissertazione dei Signor Faeroni fulla natura dell'argenteo , e fulla maniera di preparar /' ^cido Sirfe. nicale . L'Arfenico (i) , quel minerale ma- ravigliofo , che tutt' infieme è fale , è zolfo, efoflanza metallica (2) fu riguardato infino da' più antichi tem- pi come contenente nn acido , anzi come formato da un acido unito al principio della infiammabilità . Fu chia- mato un* acqua forte coagulata, e Bec- ker adotta quefta denominazione, che fembra veramente dettata da una per- fetta cognizione della natura di que- llo minerale . Perciocché 1' ultime fco- ^uovo Giornale d' lìal.Tom, IV. •jj^ perta ci moflraiio chiaramente , eh' eì non è altro fuorché un acido per così dire coagulato, e combinato con una certa quantità di flogifto , come lo zolfo comune , e che egli è in uno flato affai analogo a queft' ultimo com- pofto. Gli Antichi , le cognizioni chimi- che de* quali fembrano eflere (late al- meno così confiderabili , come quella de' noflri giorni , avevano ricono fciu-] ta 1* analogia che pafla fra quelle due foflanze , cui fovente indicarono coti un medflfimo nome ( j ). L' Arabo Gebre ha detto in termini efprelli , «, che i' arfenico é un compojìo fimile allo ^ zolfo i e r ha definito come una fpe- G (is (1) Trovafi l'origine del nome arfenico nel Greco A'pfftriìtc* , la cui eti- mologia s'accorda ottimamente colle proprietà di quello minerale: Ap^iv figni- fica mafchìo , uomo, e vjxar»» io vinco , io uccido . Ma fé offervafi, che l'antico nome di quello minerale prefTb ai Greci non fu arfenicon , ben fi vede quanto fi abbia a diffidare delle etimologie anche le più verifimili . Solamente dopo Diofcoride fi è cominciato a chiamarlo arfenicon. Teofraflo Erefio, ed Ariflo- lele fuo Maeftro Io chiamavano A'pptviKof TavSapuxH* . (2) Sperlingio differt. de Arfenico , e Libavio comm. in Aikem. dicono, che r arfenico partecipa della natura di fale , di zolfo , e di metallo . Fogel il mette fra i fall , Linneo fra gli zolfi , e Brcmel , Vallerio , Cartheufer ,Jufti, Cronfled , ec. fra i femi metal li . (5) Non C\ fa a quale autorità fi appoggino Boerhaave , e dopo lui TS^evv^ man , i quali pretendono, che 1* arfenico fo/fe ignoto agli Antichi . Si trova che Arinotele , Teofraflo, Diofcoride, Avicenna ec. ne han parlato . Diofco-, ride fra gli altri ha fatto parola diflintamente dell' arfenico bianco artificiale che veniva dalla Cappadocia , e dalla Caramania ; e Avicenna parla di una fpecie di arfenico bianco nativo , o naturale. 50 eie di zolfo fottììijfimo (4) . Becker 3; binanJofi coti maggior dofe di flogiao in tempi meao rimoti adotianJo il fea- timento de' fuoi predeceflTori afficura , che /' arfenìco non s' allontana molto dalla natura del vero zolfo (5) . ^vi- eenria Chimico deli* undecimo fecolo , che fu il primo a metter ordine nel regno minerale diftinguendo per claflì i prodotti fotterranei , colloca 1* arfe- irico fra gli zolfi ; e tra qaefti io pofe eziandio il gran Boerhaave 700 anni dopo , aggiugnendo che l' arfenìco j' avvicina alla natura dello zolfo comu- KC più che qualunque altro corpo ( 6 ) . Molti Scrittori di Storia Naturale han- no dappoi imitato queftì due Chimici, e il celebre Linneo fra gli altri nel fuo Siflema della Natura ha mefTo anch' egli 1' arfenico fra gli zolfi . DifFatti v' ha un gran numero di caratteri, che fon comuni a quelli due corpi ; e la fy!a differenza più fenfibile , che può on'ervarfi fra lo zolfo , e l'arfenicoin regolo, non è che l'apparenza metalli- ca dell' uno , e il diverfo pefo fpeci- fico dell' altro (7)- Quanto all' arfe- nico bianco , del quale io voglio par- lare , febbene ei s' avvicini affai più nell' afpetto efleriore allo zolfo , mo- ftra tuttavia un maggior numero di caratteri proprj a diftinguerlo , tra i quali i più eflenziali , e più evidenti fono I. che T arfenico è interamente folubile nell' acqua , laddove lo zolfo non lo è punto i 2. che il primo com- coftituifce un regolo, e ilfecondonon ha tale proprietà i 5. che 1' uno è un veleno terribile per la più parte degli animali , e l'altro è innocente. La giuda idea , che gli Antichi ave- vano de' principi coftitutivi dell' arfe- nico, lungi dall' effere confermata vie più, e recata all'evidenza dalle ulte- riori offervazioni de' nofiri Chimici ,' Ci è anzi cancellata di mano in ma- no , e le furono foftituite altre opi- nioni affai poco conformi alla verità; né ella ha riprefo vigore fé non per le ultime fcoperte d' un illuftre Acca- demico di Stockholm. I Chimici Europei anteriori a Stahl confervavano ancora le tracce, dell'an- tica opinione . Effe però a' tempi di quello Scrittore eran già molto dfcu-' rate , ed egli medefimo più non ri- guardava r arfenico , fé non come una foftanza propria folamsnte a diven- tare falina , fenza fembi.ir tuttavia di porre in dubbio 1' efiflenza del princi- pio della infiammabilità con lei com- binato. Ma queflo ultimo refiduo di ve- rità dopo Stahl dileguoffi interamente, a tal fegno che Tot negò formalmen- te che nell* arfenico v'abbia punto di fulfureo , o di fiogiftico (S) j e dicen- do che farebbe ancor pia diffìcile il determinar co fa alcuna full a parte fa- lina di quefto minerale , negò ancora 1' efifteiiza del fuo acido . La ragione, che (4) Lib. IL e. XL ( 5 ) Thyf, fubt, ( 6 ) Elementa Chemice . (7) Il pefo fpecifico dell' Arfenico fi è trovato effere 8, jio, meiTtre quel-: lo dello zolfo nativo e fra i , Soo, e a, ooq. (5) Il Signor Maquer fembra riguardare l' arfenico anche prefentemente , come Tot altre volte, e crederlo privo difiogifto. Ecco la definizione, che ne dà nella nuova edizione del fuo Dizionario di Chimica pag. 220. ,, L' arfenico „ bianco è una terra d" una particolare natura combinata con un principio fa- „ lino, anzi acido, che niuna pruova chimica ha potuto finor feparare, e che ,, l'accompagna nella fua combinazione col ftogi^o quando piende la formi me- „ tallica , e vi refla aderente quando per la combufl:one di quefto fio^'fto ri. „ torna arfenico bianco, " che queflo Chimico aveva per non am- mettere nell' arfenico 1* efiftenza del principio infiammabile era foltanto per- chè non detonava col nitro , non a- vendo riflettuto che altre foftanze me- talliche pienamente flogiftiche manca- no effe pure di quefta proprietà . La ragione che può fupporfich'egli avef- fe per negarne la qualità falina , fu a quel che fembra la mancanza difa- pore , che il fuo palato non ritrovò in quello minerale (p), la fua indiflb- hibilità neir acqua , di cui credeva d' efìferfi accertato , errore di cui pofcia dovette ritrattarli (io), e forfè perchè niuno a fuo tempo era mai riufcito a nudarne la parte acida. La flravagan- za in feguito fu portata a fegno, che v'ebbe de' Chimici, i quali lungi dall' accordare all' arfenico un acido , han voluto piuttoflo riguardarlo come una fcftanza analoga ad un alcali, perchè il veJevmo combinarfi cogli acidi , e perchè "^ewman loro aveva infegna- to , che r arfenico fciolto nell* acqua rendea verde il firoppodi viole . Queft' ultimo fenomeno fopiattutto fu quel- lo che fece a molti Chimici fentenzia- re fulla alcalinità di queflo mmerale . Ma doveafi riflettere , che non v' ha fegno pia incerto, e piti equivoco di qufcfto per indicare non folamente la 5» »jj natura alcalina d' una fodanza qua- lunque , ma nemmeno la prefenza à'\ un alcali per ecceffo , poiché fi co- nofcono molte foftanze perfettamente neutre , e che fenza contenere un fol atomo d' alcali tingon in verde il fi. roppo di viole , come fono per efem- pio molti fali a bafe terrea; e altron- de ficcome quefta medefima foluzione d' arfenico, che cangia in verde il fi- roppo di viole, cangia puranche in roflo la tintura di tornafole (ii), farebbevi egual ragione di chiamarla acida, co- me di dichiararla alcalina. Ma la Sve- zia, a cui fembra accordato quafi ef- clufivamente if privilegio di fcoprir gli acidi anche nelle foftanze , che non pajono contenerne , ci ha tratti dall' incertezza fornendoci i mezzi di feparare l'acido dell' arfenico dal po- co flogifto, che il tien mafcherato, e di avvalorare per confeguenza l' opi- nione degli antichi Filofofi (12). L'infaticabile , e dottiffimo Chimi- co Sign. Scheele è quegli , che dopo la fcoperta della deflogifticazione deli* acida di fale (i^) ha immaginato , ed efeguito due diverfi mezzi per ifcom- porra 1' arfenico , la quii cofa , dice il Signor Bergtnan , farebbefi tentata indarno avanti una tale fcoperta . *^ Il primo di queftì due mezzi , che ^ G 2 ci (5) Il fapore ottufo dell' arfenico bianco , il quale non fi manifefta fubito quando fi aflaggia, può aver tratto quefto Chimico in errore a quefto riguardo. (io) Fu Ludovici che in una diflertazione full* arfenico fofttnufa da lui me- defimo nel 1725) rilevò l'errore di Tot moftrando , che una parte d' arfenico bianco è folubile in 15 d'acqua . Brandt Cbimiro Svezzefe trovò tuttavia , che eran neceifarie 48 parti d'acqua per una d* arfenico . Il Signor Tihl fi è aflìcurato con nuovi efperimenti che fé ne richieggono %o per difciogherne una d' arfenico bianco alla temperatura di 15 gradi, e che baftanoi5 parti d'acqua, fé in quefte fi fa bollire. (11) Il Signor TJhl è quello che ha notato quefto fenomeno nella fuccenna- Ca difiertazione. (12) „ Eft riempe arfenicum album nihii aliud , q'uun fu/phuris fpecìes ',, acido arfenici & determinata phiogifti quantifate compoHta " Bergman Nov, A£l. Upf. Voi. 2. p. 171. Si dee fentire erandiffima maraviglia quando fi con- fronti quefta definizione data ora da Beromart con quella che fa data da Cebrp fon più di 1000 anni. (ij) Kong Venteskaps Acad. Handlingar. Voi. 15. pag. 264. <1 ci è flato couiuoìcato in Latino dal Signor Bergntan (14) , è di unire una parte di manganefe nera polverizzata a tre parti d' acida m.irino , la cui gravità fpecifìca Ha a quella dell* ac- qua come 534,6 mefcolarle infìe- rne in una (torta che pofTa contenere il triplo di materia ; devcfi adattare un recipiente al becco della (torta, in in cui fia i di arfenico bianco in pol- vere , e ^ d* acqua diftiilata , e pro- cedere alla diftillaziona in un bagno di fabbia (15). Avviene allora fecon- do il Sign. Schede , che la manga- nefe toglie il flogiRo ali* acido mari- no , il quale ftillando fopra 1' arfeui co , bee da quefto altrettanto flogilto quanto n' avea perduto (16). L'acido marino cosi rigenerato s' unifce dap principio a una porzione dell' acqua che truova nel recipiente, e fciogiie in feguito una parte dell* arfenico. Il ri- ^ manente dell'acqua e a(rorbito da ciò che v' ha di acido arfenicale fprigio- nato , e il liquore totale fi fepara in due (trati . Djpo alcune ore dileguali ogni vedigio di arfenico, e allora con- vien confonderequefti due liquori, ver- farli in una (torta , e diftiilarli fino alla elTiccazione . Ciò che pafTa nel recipiente è butirro d" arfenico , e aci- do marino . Rimane al fondo della j (torta un refiduo bianco , e per così dire terreo (17) che dee farfi arroven- tare per liberarlo da tutto ciò che po- trebbe eflervi reltato di acido marino, e difcioglier quindi nell' acqua calda , col qual mezzo fi avrà 1' acido arfe- nicale fotto a forma fluida (iS). Il fecondo metodo dell'Autore è dì fciogliere ad un leggiero bollore una parte d" arfenico in fette parti d'acido di fale , e pafTar quindi alla diftilla- zione (ip). Ciò che ftilla nel reci- piente. (14) Islova ^Sta K> Soc. Sctent. Ubfalicnjis Voi. II. pag. 20S. (i^) Si fa quanto fia penofo in tutte le diftillazioni dello fpirito del fale il condenfare i vapori di quedo acido , di cui fi perde un'ìmmenfa quantità , fé non fi fa ufo dell' ingegnofo apparato del Sign. Fyoulf , In quefta operazione dacché è ceffato il moto d* eflfervefcenza lo fpirito di fale parta tutto intero fotto forma liquida, fenza dare il minimo indizio di vapore eladico permanen- te . Ciò dimoflra , che la manganefe gli toglie veramente il flogilto , che è ftraniero o fuperfluo alla fua compofizione , e che quelli i quali fanno che l'acido marino condi di aria acido marina, e di acqua fono in errore . Il flo- gifto fembra eflfere neceflfario alla formazione dell* aria acido-marina , ma non già a quella dello (lefìTo acido marino. (16) E' cofa degna d* oflTerv^ìzione che 1' acido marino in quefta operazione fi (tilla in vapori roOl , e con un odore di acqua regia ; fi crederebbe che nella manganefe efifteflfe dell'acido nitrofo, fé le ricerche del Signor V^oulf non ci «veOTero afiìcurato, che non ve n'ha punto. (17) Sarebbe egli la terra arfenicale di Becksr , o il folfo arfenicale fifTo, e ircombuftibile di quello medefimo Autore .'' (18) L'efperienra m'ha infegnato, ch'egli è bene impiegare una florta tu- bulata così in queflo procefTb, come nel feguente ; poiché il più piccolo gra- nello di manganefe che reftaflfe attaccato al collo della (torta , e pafiTafTe nel tecipiente collo fpirito di fale baderebbe per colorire , e guadare tutto 1' acido arfenicale . (rp) Si legge nella di/Tertazione del Signor Vihl che Io fpirito di fale ben concentrato può difciogliere d' arfenico bianco per la terza parte del proprio pefo , quando vi fi faccia bollire , e che al raffreddarfi ne lafcia precipitare pochi (Timo . Qiiefta didoluzione non difFerifce dal butirro d' arfenico , che per Ja concentrazione. piente ; dee coobar/ì di nuovo fnlla materia della ftorta aggiugnendovi tre parti e mezza di acido nitrofo , e fi dee continuare la diftillazione. L'aci. do nitrofo allora toglie coH'ajuto del calore all' arfenico il flogifto , e for- ma de' vapori roflì. E' d'uopo di con- tinuar tuttavia la dilìillazione finché quelli vapori ceffino di comparire , e aggiugnervi in feguito un'altra parte di arfenico bianco fciolto alla fte/Ta maniera , come il fummentovato , e un' altra parte e mezza di acido ni- trofo . Vuolfi finalmente continuare a diftillare il tutto fino alla ficcità , e facendo pofcia arroventare il refiduo , fi avrà r acido arfenicale nel fuo fia- to di purità , che farà fiffo al fuoco , e deliquffcente all'aria. Non refta che filtrarlo dopo che è caduto in liquore, o che fi è fciolto in una porzione d" acqua che fia il doppio del fuo pefo , per fepararne qualche poco di terra fi licea che fi fiiacca dal vetro , il quale è un po' corrofo quando fi fa arro- ventare. Non fi può abbaRanza applaudire alla fcoperta del Signore Scheele , la quale perfettamente conferma il pen- fier degli Antichi fnlla natura dell' ar- fenico , e dimoftra con piena eviden. za i principi, ond'c comporto. Que- fti due metodi ch'egli ha inventato per ifcomporlo non pofiTon eflere più ingegnofi , e vi fi fcopre tutta la pe- netrazione di quefto gran Chimico : non fi può lafciar però d' oiTervare , che fono un po' complicati , difficili , e difpendiofi , il che deve ritardare le nofire cognizioni fu quefto nuovo aci- do e fu gli ufi , a cui potrebbefi ap- plicare; e che per render utile la fua fcoperta era a defiderare , che fi tro- vafier de' mezzi più femplici , meno difpendiofi , e più facili . Egli è vero che riflettendo , che intorno a quefto ^^ minerale fi fono occupali i più gran- ^ ^ di Chimici dell' età noftra ; eh' egli è ftato l'obbietto delle ricerche di uno Scheele, a cui la fcienza deve un'in- finità di nuove cofe , che il dottiflì- mo Bergman ha aflìcurato che invano tentato farebbeC d' ottener 1' acido dall' arfenico innanzi alla deflogifticazione dell" acido marino , deveafi credere , che il foggetto fofle efaurito , e non vi foffero altri mezzi ad ufare fuor- ché i due fopra efpofti j o almeno quefto dovea baftare per trattenere chiunque dall'occuparvifi più oltre. La fola perfuafione , che più fublimi ri- cerche averter diftolta 1' attenzione di quefti Uomini illuftri dal minuto efa- me di molte circoftanze , che avreb- ber potuto femplificare tali proceffi , era quella che poteva permettere , e per la quale io ho ofato di far nuo- ve ricerche fu i diverfi mezzi di pre- parare queft' acido ; tanto più che la ftrada era fiata fpianata dalle cogni- zioni , che fparfe trovanfi nelle loro opere. Le mie fatiche ebbero Tefito eh' io m' afpettava , il che mi determinò a formarne una dirtertazione. Ma aven- domi por un fortunato accidente fatto cadere fott' occhio alcune tefi eccellenti del Sign. Bergman fcftenute in Upfal dal Sign. T?ihl ( *) , io mi fon tro- vato prevenuto in alcuni proceflì , i quali credeva di avere fcoperto io il primo . Ciò avrebbe refa inutile la defcrizione, a cui m'accingo de'varj metodi dì preparare I' acido arfenica- le j fé i limiti ordinar) di una tefi non averterò a quefto infigne Chimico impedito di efporre diftefameniele cir- coftanze, e le particolarità de' procertì, cui folo indica di partaggio , e conci- famente . Io mi tengo però avventu- rato d'aver avuto cognizione delle fue giudiziofe fatiche per 1' utilità , che ne ho ritratto , e per poter rendergli giuftigia colle citazioni a' loro luoghi, nelle (*) Vedi la Parte L del Tomo fecondo degli Opufcoti fcelti ec. f4 nelle quali avrò cura di non ommet- tere neppur una parola , che abbia re- lazione a qurfto foggctto . Si profeguirà» « « « « « Maniera ufata nei Folli , o Gu^l chiere di .Arzigtjano , per purgare le Mezzo Jane . NEI tempo che il nollro celebre Sign, Giovanni Arduino trova- vafi '\n Arzignano, grofìfa terra ed uno dei Vicariati della Provincia Vicenti- na , per efaminare la vena e la cava delia Terra faponaria nella Contrada dei Concati dalle Conche nel Monte Main , da certo M.ieRro iNj./rrc'rf Ve gorar» Foliatore diArzignaao fugli ri terita la maniera ivi praticata per pur- gare e follare le Mezzo-lane ( forta di Panni telTuti di filo e lana ); dove, invece di lifciva , d' orina , o di fa- pone , fi fervono di una Terra fapo- naiia , la cui cava efifte nel prefato Monte Maìn , all' Uccellerà del Rev. Sign. D. Ciò: Battìjìa Marfoito . Ls facilità , il rifpartxiio, la brevità e i vantaggi di quefta operazione , prati- cata per tal mezzo , ne rendono in- terefTante la fuccinta notizia che qui ne pubblichiamo {a) , Pongono nel Follo , o Gualchiera , due p-^zze alla fiata , ciafcuna delle quali fi'< I efìere dalle ottanta in ot tan».fitiè braccia , e del pefo di libbre ottanta in novarta , alla grolla . Sf il filo è di lino, n' entra in ogni pez za circa libbre dodici ; ma tredici ir quattnr •liei , e fino quindici , quandc é dì canape. Accomodate dette pezze ^dentro il Follo fecondo l'Arte, apro- no la fpina che vi dà acqua , e fanno andare il Follo fino che fiano bene bagnate dentro e fuori ; poi chiudono efiTa fpina , e gettano fopra le pezze un fecchione della fuddetta terra fa- ponaria , la quale è una fpecie di ftea- tite terrofa , ponendovela a poca per volta , ma di feguito , e mentre il Follo lavora . Un fecchione di efla terra può ptfare dalle trentafei alle quaranta libbre grolTe : e ve la im- piegano tale che viene dalla cava , fenza niuna preparazione . Quando danno alle pezze detta terra chiudono la fpina diflbtto , affinchè con acqua ballante redi dentro il Follo ; e chiu- dono anche quella diffopra , perchè non v' entri foverchia quantità d' ac- qua. Cosi fanno andare il Follo circa quattr'orej indi ne cavano le pezze, bene con le mani le fpiegano ; poi di nuovo nel Follo le ripongono , e lo fanno andare altre due ore. Replica- no di cavarle dopo tal tempo, di fpie- garle , e di riporle ntl FwKo come pri- ma , e di continuare la follatura , tua aprendo la fpina che vi porta acqua, ed anche quella di fotto (he fcola il Follo . Così le pezze fi vanno lavan- do ; e quando fono mezzo lavate, le cavano, le fpiegano, e le ripongono ancora nella pila del Follo , e fegui- tano a follare a fpine fempre aperte, onde acqua continuamente v'entri, e n' efca , e le pezze perfettamente fi nettino : e quefta operazione chiamafi Io fchiarare . Qi;anJO fono perfetta- mente purgate, le cavano , e fpiega- no ancora , e le rimettono in Follo, che fi fa andare fino che fi vegga ef- fere perfettamente follate ; poi le ca- •i^ vano , e le diltenaono ad afciui^aifi. "^ Tutte ( Jìep zsone Jot(& pene le pii rigorose Tutte le accennate operarrèni le fanno di feguito , ed in fette , oppure in olio ore circa fono compiute. NOTIZIE D-r LrURI. IL celebre Sjgn. VVaìkùus fla lavo- rando dietro a! «n'Opera , della quale i fuoi talenti fanno concepire la più alta opinione . Qiieft* è un Trat- tato fulla v^ra Agricoltura che,, con- vrcrie alla Svezia, relativamente' al fuo Clima , e alla natura del fuo terreno particolare. Del Gioritafe economico , che per un anno lì è diftribuitoaStettin , fot- te il titolo di Economie de la Voms- ranìe is* de la TS^ouve/k. Marche y dal fuo Autore Signor Beencksndorf , Sog- getto verfatiffimo in tutte le parti del- la Scienza economica , viene data la continuazione , col titolo di J^otrzh antentichs di miglioramenti economici importanti . Vi fi trovano delle o/Ter- vazioni , che poflTono e(Ter utili a tutti i Popoli , e in tutti i paefi , dove fi ha a cuore i progredì dell' Agricoltu- ra , delle Arti e delCoaimcrcio . Tra le al tre oflTervazìoni interefTanti , vi fi vede che i! Miniftero Prufiìano , fa- cendo afciugare la Maldu>2èe , ha refo all'Agricoltura 14;;.? giornate di ferra, e che i fondi , avanzati coli'a- friugamento di cotefte paludi , produ- cono agl'Interefiati fette e mezzo per cento, Trecìs chymique is^c. Rijìretto chi mìco fulla formazione dell' ^cido ni- tro fo ^ del Sign. Thouvenel , Dottore in Medicina Mila T acolta di Montpel- lier , e della Società l{eale dille Scien- ze di Variai ec. Memoria , che ha ri- portato il Tremìo della Società Reale delie Scienze di Copenha^hen ij-j^i 55 ^ ACCADEMIE E PROBLEMI. NEH' AJunanra tenuta li 2 del paHato Giugno dalla Reale Ac- cademia de' Georgofili di Firenze , il Sign. Dott. Bartolommeo Mefni , Me- dicò- della Corte , le/Te una memoria , la cpiàfe, per il fuo foggetto , e per la maniera ond* era fcritta , interefsò vivamente tutti gli Affiflenti. QueRa memoria verfava fopra il carbone fof- nie della Tofcana . L'Autore vi en- trò in dettagli curiofi fopra le mine- re di quello minerale , note già da lungo tempo in cotefto paefe, e fopra quelle , che vi fono fiate fcoperte piCi recentemente . Egli fece fentire quan- to farebbe elTenziale di profittare di un tal dono della Natura , per rifpar- miare la legna , che comincia a di- venire rarifiìma in tutti i diftretti del Gran-Ducato . Egli vorrebbe che non ^' impiegafìfero altri combuftibili per rifcaldai'e le Fornaci, nelle tintorie, e pel lavoro di veni . Finalmente egli combattè , e con efempj e con ragio- ni , il pregiudizio del Popolo, che ri- guarda come perniciofo alia fanità 1* ufo di quello minerale. NOTIZIE diverse; IL flagello della eplzootia , che ha defolate alcune provincie dei Re- gni di Danimarca , comincia a dimi- nuire fenfibiimcnie ; il che fi attri-^ buifce all' ufo introdottovi della ino- culazione delle beflie a corna. Oiiefla operazione , cosi utile per 1' Umanità , viene riconofciuta non meno vaniag- glofa per li beftiami . t H PREZZI CORRENTI DE' GRANI. SR* Lecnaco a misura veneta. Addì a;. Agofto 1775», Venezia a peso di Lib. 152. lo Staro. Fermento iriTiazza Simile " Da Viflorì Simile Da Torni- Simile L. 22 : 1 5 L. 24 ; — L. 25 ; — • L. 2j: 8 L.22 : 15 •L. 25 : IO In Tubblico da Fonticl L. 2^ : i o Simile ■'■ L. ♦— ; — Sorgo Turco ^— — L.^ — ; •— Simile ■■"—•'■ ''L. — •;— - Mirano a misura Veneta. Tormento^ ■>■ L.25 Simile ••• ' > " I. — Sor PO Turco <> l. — Simile- ■L,*— Vicenza a misura Veneta.' Formento Simile- Sorgo Turco Simile • ' L. I p : — L. 22 : 4 -L. 15 •.'— •L. 21 : 12 Udine a misura Veneta. Formento Simile- Sorgo Turco Stmile- -1..21 ■ L. — -L. 173 L. — IO :i- 9 '^ FormentO' Simile Sorgo Turco- Simile -♦— L. 20 ; 5 ; — — L. 22 : 2 : •— — L. 15: 13 : — — L. 16 ; i5>; — Rovigo a misura Veneta. Tormento • • — ■ Simile • Sorgo Turco- Simile • — L. 20 :7 :~ — L. 22 : ij : — — L. 12: IO : — I — *L;I6 ; 15 Z'-f' PIAZZE Estere; Tormenti venduti nella Tiazza dì Ge- nova delli feguenti Luoghi , Ancona a misura Veneta. Formento- Simile ■1*5^: — :=^ Bassanò a misura Veneta. Ravenna a misura Veneta. Formento ■ — Simile ' ■L.32: io:.— Fiume a misura Veneta . tormento- Simile- -L.26 ; 16:— • • L. — ; — ;•— Tormento- •* •t.2i : 4 •L. 2^ : 4 -t. 21; 12 ■ L. 2;: — Rica a misura Veneta .'' Tormento*— ì—,—— — i. 25) : i5 : -^ Simile ■' L. — ; -—;.-« Levante a misura Veneta. Tormento Simile ■ L. ^S: 2 :— i V n N. VI ir. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Natorale, e principalmente alv* Agricoltura , alle Arti , ed al Commercio . v: II. Settembre 1779. Seguito della Dissertazione del Signor F a B R o n i se. E Gli è provato con una infinità id'efperienze, che gli acidi afTor- bono il flogifto de* corpi , che vi fo- no immerf] , e che l'acido nitrofo , come dice il Sign. Bergman n' è avi- do evidentemente . Queft' acido fe- condo la fcoperta del S\gn.Scheelei.O' glie il flogifto ali* acido marino quan- do vi fi mefce , e il pone in iftato di fcomporre 1* arfenìco , ed anche di fcioglier 1* oro per quefta fola circo- ftanza . Egli è in confegnenza di que- fto principio eh' egli ha immaginato il fecondo proceflb per ottenere l' aci- do arfenicale . Ma anche fecondo que- llo par ragionevole che s' avelie do- vuto fupporre , che fi pote/Te arriva- re al medefimo fine impiegando 1* aci- do nitrofo direttamente . Tuttavia il Sigtx. Scbeele medefimo avanza nella fua Memoria (20), che nonfideefpe- Jiuovo Gtomah d'ital, Tom. iV, ^ rare àk rlufclre a deflogiflicare I*ar- fenico per mezzo del fole acido ni- trofo . Malgrado però quefta afferzio- ne, ficcome perconfenfo de' più gran- di Chimici l'acido nitrofo fra gli aci- di ha il maflìmo d'attrazione (21)» e ficcome 1* efperienza ci moftra, che queft' acido toglie il flogifto a quali tutti i fali conofciuli , io ho creduto ( non avendo ancora cognizione della tefi furriferite del Sign. Bergmaff ) ^ che ia poflibilità di riufcire a fprigio- nar 1* acido dall* arfenico per mezzo dell' acido nitrofo fofle probabiliffima, e che valeffe almeuo il pregio ditea- tarne l' efperienza . Ho dunque prefo due parti d* arfe- nico bianco , che ho ridotte in groffà polvere, e mefìTe in unaftorta verfan- dovi fopra 12 parti di acqua forte , che era di un leggiero color di pa- glia , e la cui gravità fpecifica era a quella dell' acqua diftillata come ir a 8 ( 22) . Ho adattato un recipien- -6_te alla ftorta, e ho proceduto alladi-^ * H ftiU - (ao) Kongl. vetenf. handl. Voi. XXXVI. pag. 2^5. (21) Veggafi il quadro eccellente delle attrazioni elettive , che ci ha dato fi Sign. Beroman nel 2. Voi. de' Nuovi Atti di Upfa! . (22) Il S'ign. Brandt dice , che fi richieggono 24 parti d' acido nitrofo per difcioglierne una di arfenico. VixìUrto afficura , che fé ne richieggono 50. Ciò hon oftante nell' efperienza fuccennata fei parli fono ftate più che fufficienti . Quefta differenza dipende dal grado di ftogifticamento , e dì concentrazione d» queft' acido , cui fempre conver;ebbe determinare e dal colore, e dal pefo fpe- cifico, ' ' • "■ '" '■ • ■'■''' flillàzione. II liquore ha cominciato a * bollire ben tofto ad un fuoco modera- tiflìmo , ed anche coli' apparenza di un leggier moto d* effervefcenza ; e fi è follevata un po'di fpuma , con mol- ti vapori roflj , come afpei lavami . L' acido nitrofo paflato alla diftilla- zione era dapprincipio roffo-gialliccio ; dopo è divenuto di un bellifTimo ver- de di fmeraldo, e fui fineftillava af- fatto trafparente e fenza colore. Quefl* ultimo cambiamento nell* acido era annunziato dalla diffipazione totale di ogni vapore roflb nell' interno de'vafi . Il liquor della ftorta era divenuto an- ch'eflb limpido come il criftallo , e avea cefTato di bollire . Io ho accre- fciuto il fuoco , e ho continuata la diilillaziane finché quello medefimo li- quore fi è coagulato in una maHTa bian- chifllma, e d* una confidenza terrea, ballantemente compatta: quefta è l'a- cido arfenicale, in un grado fufficien- te di purità, il quale fi può far ar- roventare per maggior precauzione , ed efporre in appreflfo all'aria libera per lafciarlo cadere in deliquio , o fciogliere in acqua diftillata che fia doppia air incirca del fuo pefo . E' meglio ancora impiegarvene il triplo, P' il quadruplo , e farne la diflToluzio- ne facendo bollire il tutto in vafi di- fìillatorj finché fi fia eflratta tutta 1' acc/ua fuperflua . Si può allor trala- fciare di farlo arroventare , poiché viene ad effere perfettamente privato con qoefla fpecie di feconda diflilla- zione da ogni refiduo di acido nitro- fo ( 2? ) . Di doiici parti di acido nitrofo , | che in quefla operazione s'adoprano,* fé ne raccolgono dieci all' incirca, d; cui una quarta parte a un di preflTo è d' un belliflìmo verde efalante de' fumi roflì , e il refto è bianco , con- centratiflìmo, e poco o nulla flogifti- cato . Ciò che manca al coiTìpisnento delle 12 parti fi diflìpa in aria acido- nitrofa , e in aria nitrofa , che può raccoglierfi quando fi voglia , facen- dola paflare atiraverfo alt* acqua , la quale fé ne impregna fortemente , « acquifta un odore acido-nitrofo pene- trantiffimo , che s'avvicina puranche a quello dell' acido fulfureo volatile. Il color di queft* acqua non è punto alterato, benché al contatto dell'aria efali de* vapori cosi roifi, come l'aci- do di nitro fumante. Mentre diftilla l'acido nitrofo ver- de , fi veggono delle gocce che fc&r- rono lungo le pareti della florta colla medefima apparenza , che oflervafi quando fi diftillano de' liquori oliofi. Infatti queft' acido nitrofo è sì caricò di flogifto , che molto s'appreCTa allo (lato joliofo ; e ve n* ha pure una , parte , che ha una vera apparenza d* i| olio pefante , che cade al fondo del refto dell' accido , o fi raccoglie in gocce rotonde , e vi fta lungo tempo fenza efferne fciolto . Se fi trafcuradi cambiare il recipiente nel corfo della operazione, le diverfe varietà dell'a- cido nitrofo fi confondono , e non for- mano che un liquore azzurrigno , il qual^ efala de' vapori rolTi in parte elaftici , che fan faltare i turaccioli 1 delle bottiglie. j Io mi fono afifìcurato , che qi>eft' a- j cido nitrofo febben colorito non con- tien nulla d' arfenicale ^ poiché non ìm- (2j) Ecco quello Che nelle Tefi del Sigrt. Èergman fi trova di relativo a quefto procefToi „ Acidum nitri dilutum folvit calrem ( arfenici ) qnae iterum „ cryftàllifatione prodit fub forma fere arfenici albi crjrftalfati . •• . Acidum j, nitri concentratum phillilogifto calcem arfenici efllicaciuS fpoliat , quod juRa j, dofi ad ficcum abftraÀa eo ufque perduci poteft ^ ut acidum arfenici folum ^ remaneat. '* Ved. nella I. Par. del Tomo fecondd degli Opufcoli fcelti ec, pag. 15. imbianca H rame, tm attacca vivif- fimamento , e non Jafcia il minimo refìduo anche in rettificazioni lente , e ripetute. Già è noto che può darfi quefto medefimo colore allo fpirito di nitro fumantiffimo colla femplice ad- dizione d* un pò* diacqua; e il cele- bre Fifico , che ci ha infegnato un nuovo genere di Chimica ci ha pur moflrato ( nel j. Voi. delle fue Spe. rienze fulle diverfe fpecie d'aria) che un' impregnazione di vapore nitrofo tinge anch' efifa di verde lo fpirito di nitro piìi fcolorito . Egli é il primo che abbia pubblicato che quefto can- giamento , cui altri (24) afcrivevano all' acqua femplicemente , dipende in- vece dal flogifto ; e la fua aflTerzicne è provata da molti ffime efperienze . Io ho ottenuto dell' acido nitrofo co- lorito in verde col folo diftillarlo fo- pra a foftanze che potevano dargli del flogifto , come Io zucchero , il mele , la manna ec. ; ed ho potuto dargli quefto colore mcJefìmo applicandogli il flogifto in vajie altre maniere ,.e fra le altre efprnendo queft'acido.nel sapore di fpnito di vino, o d' etere . Quindi fi può tenere per fermo che ciò che altera in tal guifa il colore dell'acido nitrofo nella preparazione fuccennata dell'acido arfenicale none altro che il folo flogifto deli' arfeni- co, non già l'arfenico fteflb ; e che Io fviluppamento de' vopori rofll eia- fiici , egualmente che il colore che acquifta 1' acido , fono altrettante pruove evidenti , che 1' arfenico in quefta operazione è fpogliato del fuo flogifto . Il capo morto , o l'acido arfenica- le, eh' io ho ottenuto col proceflb funi* mentovato , non differifce punto da quello che fi ottiene con maggiore fptfa, e maggiore fatica dai due prò cefi] del Signore Schee/e , ed io mi 5||j fono accertato che il mio arfenico era deflogifticato quanto il poteva eflere , poiché era totalmente fiflb ne* vafi chiufi, totalmente folubile in pochif- fima acqua , e totalmente deliquefcen- te i e finalmente era dotato di tutte le proprietà dell' acido arfenicale pre- parato alla maniera di Schee/e . Dall' arfenico bianco fi ottiene quafi tanto d'acido arfenicale , quant'era innanzi il fuo pefo , o s' adoperi il procefTo or riferito, o l'uno dei due propofti da quefto Chimico . Ecco dunque una foftanza metallica co mpcfta unicamen- te d'acido, e di flogifto. Io fono flato contentiflìmo dell' efi. to della mia efperienza , che fu efe- guita fenza difficoltà , e fenza peri- colo nella maniera più Inedita , in mezzo alla mia camera da letto . Io 1' ho ripetuta p\ù. volte , e una fra l* altre non avendo avuto tempo di far- la nel corfo della giornata , come mi era propofto , non ho efitato adifpor- re il mio apparato e metterlo in a zio* ne fopra un fornello a campana pri- ma di coricarmi , ficuro che allo ("ve- gliarmi avrei trovato l'operazione fi- nita , come avvenne diffatti . Siccome io ho avuto più volte occafione di la- vorar full* arfenico, e in grande , ciò mi ha fpogliato di quel terrore , che fi ha naturalmente a trattare quefto veleno , e del timore , che ifpirato m'avea per quefto genere d'operazio- ni la lettura di molte opere . I libri di Chimica fon pieni di accidenti fu- nefti . Jachenio racconta (25) che egli ebbe a rimanere uccifo per avere ftu- rato troppo preffo alla fua faccia un vafo nei quale avea fififato dell' arfe- nico , e avere mfpirata l' aria che v' era chiofa. Tot , che ha molto la- vorato fu 1* orpimento , raccomanda per precauzione neceffaria ed eflen- ^ ziale di tenere il nafo coperto d* un ^ H 2 pan- (2z)) Vedi Beaumé ec. (25) Hipoc. Chym. Gap. XXIV? óo pannolino raddoppiato , e bagnato , quando fi fanno delle diftillazionid'ar- fenico coli' acido nitrofo. E ciò che m' avrebbe veramente renduto pau- rofo è V aver apprefo che il celebre Lehman morì ultimamente in Ruffia in confeguenza di un lavoro, ch'egli aveva intraprefo fopra l'arfenico . Ma ficcQme io aveva già fatto le mie pri- me fperienze chiufo nella mia camera fenza efferne punto incomodato , la forte di Lehman non mi ha difanima- to , efìTendomi accurato , che non fi può correre il menomo pericolo, tol- tone d' aver troppa imprudenza , e d* operare affatto fenza cautela ; poi- ché nella deflogifticazione dell* arfe- nico per mezzo dell'acido nitrofoque- fto veleno viene ad effere fpogliato in- teramente della fua volatilità , e refo quindi così innocente, o almeno nien- te piià pericolofo di qualunque altro acido . Molti Chimici (1 fon trovati foggetti per mancanza di precauzione ad accidenti i più funefli in operazio- ni riputate le più efenti da ogni rif- chio : alcuni hanno fputatofangue per avere refpirato il vapore del folo aci- do nitrofo o marino i altri fono flati in procinto d" efTere foffocati da quel- lo dell' acido fulfureo : ma qu.efti ac- cidenti attribuire fi debbono fdlamen- tc all' imprudenza , non già alla na- tura dell' operazione . Ciò debbe ba /lare peraflTicurare eincoraggire i Chi- mici a far delle fperienze fu quefto nuovo, acido , che diverrà ben preRo .di una fomma utiliià in molte arti , e fpecialmente nella tintura. * Ciò che unitamente ad altre circo- danze contribuì il più a rendermi cer» to dell' efilo dei mio proceffo per de- flogiflicare 1' arfenico anche avanti d* averne fatta 1' efperienza , fu la con- fìderazione di ciò che avviene quando fi tratta quello minerale per mezzodì foflanze che contengano dell' acido ni- trofo ; vale a dire lo fprigionamento che fegue di quell'acido da quelle me- defìme foflanze, che gli fervon "di ba- fe. Un tal fenomeno ha fatto credere a molti Chimici, ed elfi 1' hanno an- che fcritto (2tf), che l'arfenico nella diflillazione fcomponga il nitro j ma propriamente parlando è il nitro ,che fcompone 1' arfenico ; poiché avendo l'acido nitrofo, alla maniera degli al- tri acidi minerali, maggiore attrazione per 1' alcali fìffo di quel che n' abbia r arfenico , quefto non può sloggiarli dalla lor bafe ; ma 1' acido nitrofo a- vendo più forte attrazione pel flogi- flo, che per l'alcali, abbondona quello per unirli al flogiflo. dell' arfenico ^ e il fuo alcali abbandonato diventa pre- da dell* acido arfenicale già libero, e fprigionato (27) . Egli è allo fteffo mo- do .che il fai marino, il fa!e di Glau- ber, e il tartaro vitriolato fono fcotn- pofli dall' arfenico , o dall' acido ar- fenicale . Non è inutile l'aver retti- ficata quefta falfa nozione fulla fconi- pofizione dell* arfenico per mezzo del nitro ( effendo tutto il contrario dì ciò che da altri è flato detto ); poi- ché le attrazioni elettive quando fiano ben intefe, fono di un vantaggio gran- dilTimo al Chimico fpeculatore per l'im- « '(26) », U'^ de- fenomeni principali , e più importanti , che prefenta 1* ar- fenico.è 1* anione che ha fui nitro, cui difcompone fprigionandone l'acido con eguale facilita- come fa l' acido, vitriclico ".dice Mnquer nelle fue ricerche fu l'arfenico. Acrad.'R. delle Se. 174(5. pag. 225. Exleben dopo lui ha detto la Oied' fima cofa . (27}.. I! nitro cu^bico e il nitro fiammante fcompon^ono l'arfenico alla flefla maniera : la combiruzione che rifulta da quefta ultima fcompoflzione può cffere fcompofta anch' effa dalla fola azione del fuoco ; l'alcali volatile paffa il primo j e l'arfenico fi fublima in appreffo. 6i V immaginazione , e la condotta ^e* Jj: fé uno flato afìTaì vago e Indetermlr fuoi lavori . Ognuno può raccogliere facilmente dalie cognizioni ciie abbiamo, che il capo morto , o ciò che refta dopo la fcompofizione dell'arfenico per mezzo del nitro , non è , e non può elfere fé nort un comporto di puro acido arfe- nicale unito alia bafe del nitro. Si ot- tiene efattamente Io fteflTo prodotto o facciafi l'operazione all'aria libera, o in vafi chiufi. In amendue i cafi il flogifto dell'arfenico afiTorblto dall' aci- do niirofo fi volatilizza con lui facen dolo efalare in vapori roffi , e 1' aci- do arfenicale fpogliato di quello prin- cipio che lo rendea volatile,, rimane fìnTo , ne' vafi, e fi combina coli' al cali vegetale ch'ei trova abbandona. to . Ciò che ha fatto credere eifer molto diverfo il prodotto che fi ottie- ne in un cruciuoio da quello che pre. parafi n^* v^ chiufi (28), non é che un eccelTo d' alcali nel primo cafo, e un po' di nitro che Jnel fecondo ri. mane fenza fcomporfi ; ma quello non forma una differenza elfenziale , né che meriti rifledione. E' già gran tempo , che fi fa nella Chimica quella operazione, e che ne è conofciuto il prodotto fotto al no- me di ^Arfenko fidato pel mezzo del nitro (25)) . Ma il Signor Maquer , la cui penetrazione fpande nuovi lumi ovunque s'applica, avendo efamina- to quello compoflo fatino , conobbe che l'alcali avea perduto i fuoi carat- teri diflintivi , e che vi era in uno flato di neutralizzazione . Trovando allora che il nome di arfenico fijfato non era abballanza filofofico , crrdet- te opportuno di cambiarlo in quello di fai neutro arfemcala. Può oflervarfi peiò dipafTaggio che tanto r antico nome , quanto il mo. 2. Quali tra quelle fpecie fi „ coltivino più facilmente , e fi rac- ^ colgano in maggiore abbondanza > „ fenza che quefle erbe o piante nul- jyla perdano della loro qualità nutria ;lft t.-!v „ tiva , e artìcurandofi d* un* utilità ,, reale ? ^. Quali fiano le regole da ,, oflervare nella coltura di quelle er- „ be o piante, relativamente alla dif- „ ferenza della loro natura , e alla „ differenza del fuolo? " L'Accademia defidera che fi rifpon- da alle propelle Q.ui(lioni d* una ma- niera intelligibile pei Coltivatori ugual- mente propria a convincerli eadiftruir- li , fenza dilungarfi in clalTìficazioiii e in dinominazioni botaniche, le qua- li non avrebbero nefTun rapporto al fine che fi fi propone. Il Premio è di cinquanta Ducati . Le Memorie fa- ranno ricevute fino a tutto I' anno 1782. NOTIZIE DIVERSE. NEI Porto di Livorno è giunto da Canton in China , donde era partito li 12. dicembre 177S , il Va- fcello della Imperatrice ;/ Trincipe di Kaunitz, con carico ricchiflìmo di va- rie merci . Alcuni baflimenti procedenti da Honduras , dall' Avana , da Campe- ce , a da Cartagena nelle Indie , fo- no entrati nella Baya di Cadice , col carico di 570185 piaflre forti in oro e in argento , di varie merci valuta- te a <5^i54 pi'aftre forti, e 27^8 lib- bre di Tabacco. II Sign. Totot , Maflro-Calzolajo di Parigi , rue pgtit.carreau , ha recen- temente inventata una maniera di pre- parare i cuo) , co' quali egli fa delle I [carpe e degli flivali impenetrabili ali* acqua . Il fucceffo della fua fcoperta è flato autenticato dalla relazione del Commiflarj dell'Accademia Reale del- J le Scienze. , 1 * 65- N. IX. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale, e principalmente all' AgRIGOLTORA , ALLE ArTI , SD AL COMMERCIO . v f-l. rv i8. Settembre 1779. 7 .: Fine della Dissertazi:Onb del Signor Fabroni , ec. FRa tutti i metodi di preparare que- llo nuovo acido quello di ufare il folo acido nitrofo è il migliore cosi pel rifparmio , come per la facilità , e la ficurezza dell' Operatore. L'aci- do marino , che volatilizza la mag- gior parte de' corpi fìflì ai quali com- binali , porta feco nella diftillazione un po' d' arfenico , il che diminuifce il prodotto, e può efporre a qualche pericolo un Operatore inefperto . Il metodo d' ufar 1' acido vitriolico , di cui abbiam parlato pocanzi , richiede molta copia di queft' acido , molto tempo per far le varie diftillazioni , e molto fuoco , il che gli dà pur lo fvantaggio di follevar dell' arfenico in vapore . Non è tuttavia inutile 1' a- verlo riferito j perchè contribuifce a mettere fuor di dubbio la vera natura dell' acido arfenicale . Lehman ^ che ful- la traccia degli antichi Scrittori ha ri- cominciato a credere nell' arfenico 1* Cififtenza di un arido, diffe ch'egli era àcido marino (37). Il Sìgn.5e^«wf ha T^uovo Giornale d* Ital.Tom, IV. ^ * creduto in appreflb che vi fi trova fTo dell'acido vitriolico, e ilSign. Scheele finalmente ne ha cavato un acido par- ticolare , che non è né 1' uno , né 1' altro. Contuttociò ficcome quello Chi- mico ha impiegato fempre dell* acido marino per preparare il fuo acido ar- fenicale, qualcuno troppo propenfo al cangiamento degli acidi avrebbe potu- to mover fofpetto , che quello nuovo acido non (offe lo fteflb acido marino trasformato dall' arfenico durante l'o- perazione . Ma dappoiché il Signor Bsrgman ed io abbiamo ottenuto efat- tamente Jair arfenico io fieflb acido per mezzo degli altri due acidi mine^ rali , non fembra che quello fofpetto pofìTa avere più luogo. Comunque filofofica fia la fuppofi- zione d' un folo acido elementare, Is cui modificazioni diverfe formino idi- v rfi acidi , che ci fon noti , non è credibile che l' arfenico abbia la fa- coltà di ridurre gli acidi minerali al loro llato elementare , e che quell' a- cido elementare fia 1' acido arfenica- le . Noi non avremmo egual diritto di dir lo fle/To acagion d'efempio del fai marino , e di credere che gli aci-» I di r O7) Se r efperienza riferita da Eller ( T?h. Ch. Med. ^bhandl. pag. ^40. ) fofle vera , ballerebbe ella fola per dimùllrare con piena evidenza la verità di quella alTerzione . Quello Autore dice , che 1' arfenico bianco triturato colla metà del fuo pefo di mercurio fluido , e poi fublinjato due volte confecutive produce del vero mercurio fubiiniaio. 66 di vitriolico , e nitrofo fi cangino in acido marino quando ne facciamo la fcompofizione col loro mezzo. Ma ol , trecjò v" ha anche un mezzo di pre ! parare l'acido arfenicale per fé , vale a dire di fepararlo dal fuo flogifto fenza intermedio j il che finifce di rendere totalmente improbabile ogni fofpetto di modificazione degli acidi adoperati- neHa deflog-iAicazione dell' arfenico . A ciò fi arriva per via di femplici fublimazioni ripetute . fa chenio celebre Chimico Italiano ne fe- ce l'efperienza , fon prelTo a loo an ni . E' noto fra' moderni Filofofi , che 1' aria è il piià pofTente meftruo del flogifto . Se abbruciafi , o fubli- txìafi dell' arfenico in v^fi affai ampi, r aria mteriore ( a traverfo alla qua- le r arfenico dee filtrarfi con una prò- digiofa attenuazione per fublimarfi ) difcioglie una porzione del flogifto prò porzioruta al fuo volume, e iafcia per confeguenza a nudo un po' del fuo a- cido (38). Ove abbiafi cura di cam biar queft' aria flogifticata , e fi ripe- ta la fublimazione, fi ottiene un nuo- vo fprigionamento di flogifto , e un nuovo acido arfenicale, che refta fiffo ai fondo de' vafi ; dimanierachè dopo un certo numero di fublimazioni , I' arfenico è fiffo interamente , il che non fignifica altro, fé non che egli è fcompofto , e che il fuo acido è fpo gliato totalmente del flogifto . Niuna efperienza potrebbe effer più atta di queft' ultima aconvmcere dell' identità , e originalità dell' acido ar- fenicale quelli che foflf-jro sì oftinati da volerne tuttavia dubitare . E' pec- cato che niuno abbia prefo a ripeter- la in appreffj , e io certo bramerei , ^ che alcuno fi trovaffe fornito di pa- zienza , e di comodo fuffi Mente per replicarla con accuratez-za . Ma chec- ché ne fia , 1' acido arfenicale , oltre a tutto ciò che abbiamo oftervato, ha de' caratteri fuoi propr), che' ci 'fono ftati indicati da una ferie uumerofadi fperienze ingegnofiflìma nella Di fl^erta- zione del Sign. Schi&k * e che tanto il diftinguono dagli altri acidi mine- rali j quanto quefti fono diverfi fra loro . 1. Egli è fiftb al fuoco , può efTer ridotto fotto a forma fecca , e. può fubife la vetrifica J5 ione . Qaefte fole circoftanze baftano per diftruggere ogni idea d'analogia fra lui , e gli altri acidi minerali , e lo avvicinan fola- mente all'acido fosforico, a cui fem- bra pure di aver rapporto per l'odore che efala quando fi getta fu i carbo- ni ardenti ; ma diflFerifee da quefta eflenzisl mente sì perchè non forma niun fosforo , sì perchè è un veleno terribile. . . .0. < 2. Fra tutti gli acidi conofciuH egli è il foto, che faccia coi tre alcali un fale della ftelfa figura , il che proba- bilmente potrà condurci a fcoprire ciò che forma la differenza fia 1' alcali marino , e 1' alcali vegetale , e fra quefto el'alcali volatile. 5. Egli è pure il folo, almeno fra gli aridi minerali, che non faccia ef- fervefcenza con niun metallo, eccetto lo zinco. 4. Egli precipita V acqua dì calce- combinandofi colla fua terra in un fale quafi infolubite nell' acqua , cui un ecceffo d' acido fcioglie poi pron- tiffi ma mente. 5> £i difcioglie la magncfia , e la bafe ■ (38) Il Sign. Dott. Higgìns nel fuo corfo di Chimica ci ha dimoftrato coli' efperienza , che l* aria deil' interno dei vafi ove fiàfì fatta la fu'vlima^ione dell* arfenico , è aria flogifticata . Or d'onJe viene quefto flogifto > Ceno egli è dall' arfenico , che I' aria il toglie . Siccome adunque 1' arfenico non è che un acido combinato col flogifto, egli è chiaro che quanto piilk l'aria gli leverà di quefto principio, tanto maggior porzione di acido refterà libera. baffi dell' aliime , e non forma, con effe che un magma gelatinofo . 6. Non difcioglie nulla dell' argilla bianca , né della terra filicea , nem- meno con una lunga digeftione. \:.f, D'fcioglie la bafe dello fpato poaderof» faciliflìmamenfa ; ma quella (iiffoluzione vien dopo precipitata dall' acido vitriolico. 3. Non turba punto le diflbluzioni (Ji.magnefia , di terra ponderofa , e della bafe dell' alup^e fatte coi tre aci. (ti rninerali/, . . 5». Non precipita nè^ il ferro, né Io ftagno , né lo zinco , né il cobalt , né il nickel , né la manganefe difciolti negli acidi minerali . 10. Non turba la di(foluzione del fublimato corrofivo ; ma precipita le diffoluzioni mercuriali nitrofa , e vi- triolica . 11. Precipita tutte le di(Tolu2Ìoni me- talliche fatte coir aceto , e ne fono anche precipitate le difìfoluzioni di piombo negli acidi nitrofo e marino. L2. Non ha alcuna azjone né fu 1* oro, né fulla platina pura, fia per la via umida, (la per la fecca. . li. Non attacca né 1* argento , né il mercurio perja via urnida, ma di- Xcioglie e l'unp, e 1' altro per la fec- ca . Quello femi metallo , che non è attaccato nemmeno dallo fpirito di fa- le , viene difciolto in parte dalla mef colanza di amendue gli acidi , e ciò che non è difciolto, viene ridotto fot- to alla forma di terra gialla. "14. Difcioglie il ferro , ed il rame per la digeftione , e col primo forma una gelatina. 15. Corrode , e fcioglie lo ftagno , t la dinbluzione parimente fi rappren- de in una gelatina. 16. Corrode, e fcioglie il bifmut, e il regolo d'antimonio. 17. Corrode , e fcioglie tozinco con effervefcenza , e ne fprigiona unafpe- cie particolare d* aria infiammabile , che tiene del regolo d' arfenico in dif- foluzione , e non Io depone che nel- la combuftione . Se tratiafi quello fe- mimetallo coli' acido arfenicale per la p'-r ifviJuppar'é i capelli . Lji pri- ma ftoppa , che fi ha col pettine lar- fro , è ottima a far buone corde ; la feconda , che fi ottiene col pettine fi retto , ferve alle groflfe tele ; e la canapa fina, che refta , dà tele eccel- lenti perr ufo di biancheria . Lo fteHo raetodo giova anche pel lino . NOTIZIE DI LIBRI . M Emoire far des nouvelles Cri- ftallifations &c. Memoria fo- pra a nuove Cnjì alltzzazioni di Feld- fpath , e altre fingolarita contenute nei Graniti de' contorni di Baveno . Del T. fi. Ermenegildo Pini Barnabita Trof» di Storia T^atura/e in Milano . Mila- no 1775? in S. 1 graniti di Baveno, villaggio del Lago Maggiore, altri fon rodi , ed al- tri bianchi ; i primi fono compofti di quarzo , feldfpath roffo , e mica ne- riccia; i fecondi di quarzo, feldfpath bianco, e mica argentina . li feldfpath fecondo le offarvazioni del chiarifllmo Autore è una combinazione di quar- zo , e di fpato fufibile. FVallerio af- ferifce , che il feldfpath non fi trova mai criftallizzaio , che folto alla fi- gura romboidale , e ne accenna tre fole varietà : mai il P. "Vint in quefti graniti ne ha trovato diprifmatici te- traedri , efaedri , ottoedri , poliedri , di ovali , e di romboidali . Una fin- golarità di quefti graniti fi è , che frammezzo vi fi trovan dei voti , o delle piccole caverne, le quali conten-. gono belliflìmecnftallizzazionidi quar-' , zo , di feldfpath, di fchoerl , di fpa- to fufibile , di mica , e d'altre ma- terie . Di tutto ciò l'Autore dà un* accuraiiflìma defcrizione illuftrata da due grandi tavole in rame. De Paleftinae fertilitate Scc' Della fertilità della Taleftina , e delle ftis principali proprietà paragonate con quel- le dell' Egitto . Del Sign. Warnekro . Greit^vv'^dlde , 177S. L' oggetto principale dì quefta dif- feria'zione , è di fciogtiere i dubbj propoftì intorno alla fertilità ftraordi- naria delia Terra promeflfaj di cui parla \i Sacra Scrittura . ACCA- ACCADEMIE. E PROBLEMI, « LA quiflione fulla maniera econo- mica di rifraldarfi ,• ovvero fia // mezzo meno difpendiofo di f e a/dare ì poveri , che la Società libera di Emu- lazione di Parigi aveva fcelto pel fog- getto di un Premio , che doveva ef- fere diftribuito nel mefe di luglio 177S, comprendeva la perfezione dei cam- mini , quella delle ftufe o fornelli , la ricerca finalmente di materie com- buflibili, abbondanti , falubri , e me- no coftofe di quelle che fono in ufo. La unione di tanti oggetti di diverfi generi , e di fomma eftenfione ciaf cuno in particolare , potendo efìTere la caufa dello fcaifo numero di Memo. rie ( d'altronde debolifTime ) mandate al concorfo, la Società crede di dover dividere quefli Quefiti , per ottenerne fucceflìvamente la foluzione ; e fi ri- ftringe a domandare al prefente r=; „ Qaal fia la migliore coftruzione dei i, cammini o ftufe , combinando l'e- „ conomia , la falubrità; la folidità, j, la fìcurezza , e il maggior numero „ di ufi. " =: Il Premio pecuniario , che Ella fi propone di aggiugnere all' onore del Primato , è di mille e dugentolire di Francia . I difetti dei cammini attuali fi pof- fono riferire tutti , i. ai loro ufi ed effetti j 2. al loro confumo; 5. agi' inconvenienti che ne rifultano per la falute ; ^. alla forma difettofa della loro coftruzione . I più antichi cam- mini non erano che dei focolari fi- tuatì in mezzo a gran fale , il foffit to o tetto delle quali era forato pel pafTaggio del fumo; infeguito di tem- po fi pensò a foftenere o fofpendere ifopra il focolare , fu dei pilaftri o fu delle barre di ferro , una capanna co- ijica o piramidale , per raccogliere il fumo , e accelerare la fua corrente ri- ftringendo la fua ufcita . Quelli cam- mini , ch« avevano il difetto di con- fumare ecceflìvamente la legna , ave- vano altresì il vantaggio di fcaldare una grandifllma quantità di perfone e . <59 di vafi. La muItipHcità degli appar- tamenti , la unione di molte famiglie in una ftelfa cafa , le comodità delle moderne diftribuzioni , hanno obb i. gato di addolfare i cammini ai muri , sì diviforj , che maeftri , fu i qii li fé li ha muUipIicati , e aggruppati . Siffatti vantaggi non vanno dil^iuuu da degli inconvenienti , quali fono d' e/fere più foggetti a far fumo j di difgiungeJe i muri o maeftri o divi- forj , nei quali s' incaffano le loro canne ; di guaftare e ftrafcinare col loro pefo quelli , ai quali non fono che addogati ; di fopraccaricarli con la loro ftraordinaria elevazione al dif- fopra dei tetti , e con le ali con le quali fi è in neceflìià di puntellarli ; di multiplicare le travature ad ogni appartamento , in guifa di far porta- re tutto il pavimento fopra un pic- ciolo numero di travi negli apparta- menti fuperiori , dove privano anco- ra degli fpazj nece/farj per collocare i Ietti od altri mobili ; di opporfi a certe diftribuzioni , le quali efigereb- bero che fi foraffero i muri j di mul- tiplicare i pericoli del fuoco , che s' infinua per le fpaccature del gelfo di cui fono coftrutti , e infiamma il le- gno vicino , ec. LaFifica infegna che l'afcenfionedel fumo, del pari che quella di tutti gli altri vapori, è una confegueiìjza della lo- ro leggierezzarifpettiva; ch(^quefta leg- gierezza è accrefciuta dal evalore i e che finalmente le loro celerilà fono pro- porzionali alla capacità dei canali che percorrono . Se fi efamina , fu quefti principi > i cammini ordinar), i cam- mini detti alla Pmflìani^ , e le ftufe d' ogni fpecie , fi vedrà , i. che nei primi la celerità è rallentata dal pefo di una colonna d'aria , la quale ha per bafe la larghezza della canna ; laddove nei fecondi e nelle ftufe , le cui canna fono picciola , effendo con- fervata la celerità , il fumo formonta alla fua ufcita gli sforzi dell' aria e- fteriore , ed anche quelli del vento j 2. che effendo quefto rallentamento in ragione della eftenfione delle fuperfì- cid 70 be 1* influenza fulla falubrità dell' aria , fui confu- xnamento , fu i diverfi ufi ; e quale ne farebbe la fpefa ; affinchè gli Au- tori , indicando dei metodi efeguibili , ma piò ingegnofi che comodi e fem- plici , non fi dimentichino giammai che la Società non riguarda come ve- ramente utile , fé non quello che può divenire ufuale, e generalmente adat labile m grazia della femplicità e dell' economia. Senza entrare rè in difcuf- fioni né in efperienze fulle materie combnflibili , egli è anulutamentene ceffario determinare quale fia quella, di cui fi deve far ufo nel cammino o ftufa propofta. La Società , per fupplire a ciò che non può comprendere rei limiti di quefto Programma , invita i Concor- renti a confultare , nei diverfi Trat tati di Architettura , quello che han no detto Vttruvio , Cardano , Ftli berto di Lorms , Taduano , Ser/io , Savot , Ciò: Bernardo , Leone ^Iber ti , Vallone i Cauger nel fuo Trattato della Meccanica del Fuoco pubblicato circa il 1720 j Dalenne , Fremin , Bullet , Juflel , un Libro intitolato A/ foumeaux , eh' è per pub- blicare il Sign. Co; di Milh dell'Ac- cademia Reale delle Scienze . Trove- ranno ancora nella Raccolta dell'Ac- cademia delle Scienae del 17^9 , una ftufa di fomma economia , propofta dal Sign. Frefnau , il quale dipoi ne ha pubblicato una ancora più fempli- ce , fotto il nome di Cuifne du Soli» taire . Nei volumi del 1769 , la ma- niera 7- niera di cangiare i cammini in flufe , del Sign. di MorAakmbert ; nella de- fcrieìone delle flufe alla maniera dei Ruflì e degli Svedefi , inferita nel Journal de Vbyfiqite del mefe di Feb- brajo 1772 i in quello del Gennajo t777 » ^3 defcrizione del cammino economico del Sign. Co: di Cìfalpin ; in quello di Marzo dell* anno medefi mo, la defcrizione d'un nuovo cam- mino del Sign. Mongez , ProfefTore di S. Lo a Rouen , &c. I Concorrenti accompagneranno le loro Memorie coifModelli, ne' quali fi potrà ricooofcere la natura , la forma e le dimenfjoni dei diverfi materiali, e che faranno coftrutti fopra una fca- la d'un pollice per piede almeno, o al più di due . La Società fi riferva il diritto di ritenere delle note e dei difegni delle Memorie e de* Modelli che le faranno flati indirizzati , fa- cendo la più onorevole menzione dei loro Autori . Sono avvertiti i Concorrenti , che chiunque fi farà conofcere direttamen- te o indirettamente dai Commiflfarj o dai Membri della Società avanti il giu- dizio del concorfo , ne farà affoluta- mente efclufo . Le Memorie e i Modelli faranno indirizzati, franchi di porto, al Sign. Comynet il Figlio , Direttore del Ban- co Generale di Corrifpondenza , nella ftrada Deux-Tortes S.Sauveur aTaris , avanti il di primo Gennajo 1781 , ter- mine perentorio , inalterabile , dopo il quale neflTuno potrà efTere ammef- fo , nemmeno per aggiunte , rifchia ramenti , o interpretazioni. NOTIZIE DIVERSE. LA polvere del Sign. Brongniart , di cui abbiamo data notizia A' la pag. 38. , e che ha la proprietà di fecondare le femenze ec. è dal ire- defimo chiamata Tolvere della Trov^- vìdenza ; del qual nome farà htne fervirfi , a fcanfo di equivoci, in ca- fo che fi volefTe farne qualche prov- vigione , indirizzandone la commif- fione al Sign. Brongniart medefimo , del quale abbiamo già indicata l'abi- tazione. Si fapeva già che l'Elettricità ave- va la proprietà di accelerare la vege- tazione nelle piante , e la trafpiia- zione negli animali ; ma s' ignora- va ch'ella poteffe follecitare lo fvi- luppamento del feto rell' uovo. Que- lla è una fcoperta recentemente fatta dal Principe Demetrio di Callitzin . Quello illuflre Dilettante , avendo prefo quattro uova di otto eh* erano covate da nove giorni , le elettrizzò per una mezz' ora ogni giorno . In capo a dodici giorni ne ufcironoquat- tro pulcini affatto neri ; laddove la altre quattro uova , che non erano fiate elettrizzate , non fi fchiufero che ventiquattro giorni dopo. Si è cf- fervato che i quattro piccioli pulcini, provenuti da qiefle ultime, erano affat- to bianchi. Quefto fatto intere/Tante, che può condurre a delle induzioni utili , è flato comunicato all'Accade- mia Imperiale di Pietroburgo. # 75 N. X. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale, e principalmente all' Agricoltura , alle Arti , £d al Commercio . 'V ij. Settembre 1779. Memoria -^el Signor Francesco Bar- TOLOZZI [opra la qualità che hanno i fiori della Tianta detta A^ocynv^m Andf ofaemifolliiim di prender le mof' che ; con una OJfervazwne nuova fui. ìa fecondazione delle V'tante . IN una delle più fcelte , e più co- piofe raccolte di vegetabili che ab- bla la Lombardia, ficcome è quella del Giardino botanico del Signor Marchefe ^Andreoli , un Arbufto Americano mi è avvenuto di ofTervare in qiiefl' an- no , che coperto di moltiflìrai fiori non molto grandi , e dipinti di un bel colore di rofa , tratteneva , ed uccideva in eilì quante mofche anda- vano a pofarvifi ; dimanierachè conti- nuamente vedevafi un non indifferen- te numero di effe , o morte, o femi- vive , ed in vano tentanti di liberarfì da quell' inafpettato , ed infuperabile arredo. Fu maravigliofa per me, co- me per quanti la videro , la qualità di quefla pianta, benché nota mifoffe quella dell' altra pianta detta Dionea Mufcipula 5 che il Sign. Tktro Colltn- fon mandò diffeccata da Filadelfia in Europa per la prima nel 1765; e che il Sign. Giovanni Ellìs , Membro della Società Reale di Londra , dopo di a- verla ricevuta viva dal Sign. Gugliel- mo Joung Filadelfiefe , defcrive in una Lettera al Cavaliere deLinnèe, ripor- tata nel Giornale del Sign. Abate Ko- tier , nel decimo tomo, al mefe di Luglio del 1777 j e nel Tomo primo dei nuovi Atti della Real Società del- TSLucvo Giornale d'Ita/, Tom. IV. ^ f le Scienze di Upfal , al mefe di Set- tembre del 1778. Ma quella pianta prende non folo le mofche , ma an- cora qualunque infetto , o altro cor- po , che fé le prefenti , e che la tocchi nella parte fuperiore delle fue foglie , in virtù della fua irritabilità per cui chiude , appena tocche , le fue foglie velocemente all' insù , co- me tardamente le chiude la Senfiliva; con la diverfità di una maggior con- fjftenza , che ha nelle fue foglie que- fta Dionea nuovamente fcoperta , né ancor veduta in Italia, fé non fé de- lineata in rame nei fopraccitati Gior- nali .' Ma la pianta , da me veduta prender le mofche, non aveva alcuna irritabilità, e le mofche, benché trat- tenute , avevano però il corpo in li- berta di muoverfì quanto la naturai larghezza del fiore avefife potuto per- metterlo. Curiofo io pertanto di fco- prir la cagione di quello fenomeno ho faite molte ricerche , e offervarioni , che al pubblico ora prefento. Dopo di aver trovato che quella pianta é V ^pocynum ^ndrofamifol- lium del Linneo, mi fon pollo a cer- care fé alcuno deffe conto di quella fua qualità, efaminando quanti Autori claffici e antichi e moderni ho potuti trovare nella grandiofa raccolta di li- bri dei celebre Barone di Haller , di cui per la R.C. Munificenza la Città di Xiilano ha fatto recentemente l'ine- ftimabiie acquifto . Ma non avendo potuto trovar niente che poteffe fod- disfarmi, ho dovuto riportarmi alle mie K par- 74 particolari oflcrvazionl , che qui ef- porrò , dopo di aver delio qualche cofa riguardo al noQie dato a quella pianta . La voce Greca ^pocynon , deriva da ^po , e Cynos , che figiiifica cofa contraria , o micidiale ai cani . Eu- febio dice , che tal nome fu dato a qualunque veleno pe' cani- T>//«/e> chia- ma così un piccolo ofTo del lato fini- ftro della Rana , ( altri però tradu- cono del Rofpo ) che polverizzato e prefo in bevanda preferva fecondo que Ilo Autore dal morfo del cane . Per quello motivo cominciarono i Greci a 'chiamare apocino , una pianta , che era fiata primi chiamata Terip/oca , pianta riconofciuta venefica , e di cui jyìofcoride dico , che può avvelenare i cani , le pantere, e tutti i quadru- }-eii , datane loro a mangiare la fo- glia pettata, e mifchiata nel graffo , foggiugnendo , che quella pianta chia- raolTi ancor dai Medici Varalafi , per la diflbluzione , e lo fpoffamento de' nervi che cagiona in chi è tocco dal fuo veleno . Clufìo , Veìx'io , Onorio bello , ed altri danno delle notizie ri- guardanti altri fuoi nomi , ed i luo- ghi ove ella nafce . Malajjìfach Me- dico Perfiano nella fua floria dei Sem- plici , cavata da ^bembitar Medico Arabo , dice , che 1* acrimonia del fugo di quella pianta è tale , che gli abitanti della Mecca fé ne valgono per pelare i cuoi , come di un Vfilotro , parola cui quello Autore fpiega per unguento con cui fi levano i peli. Io però non credo , che queft' acido poHTa agire a freddo , cioè in unguento , giacche avendo polle di tutte le parti di quella pianta macerate in infufione nella tintura di viole , ninna ha po- tuto mai alterarne il colore , e non mi è flato poffibile di fcoprire inque- fla pianta la prefenza di un acido, fé non per mezzo di una diflillazione violenta . Gtxlsno dice che è velenofa ancora per l' uomo , ma prefa in affai quantità, Qiiefto antico Apocino fi divideva in due fpecie , come ho cavato dalla diverfa defcrizione degli Autori , che ne parlano : una di effe è V^fc/epiat Syrtaca del Linneo , e l' altra e rife- ribile per quel che mi pare a un O- nanchum (*) . Quanto alla prima, fen- za pretendere di criticare quello illu- llre Naturalilla , mi fia permeffo di rimarcare , che non mi è flato poffi- bile di trovare , che la parola ^fcìe- pias abbia in Greco alcun fignificato; ella è un femplice nome proprio di un certo ^fclepio , che avendo ritrovata un' erba, che Linneo chiama xAfckpias vincetoKicum , ha dato a quefl* erba ifleffa il fuo nome . Ma avendo Lift' neo offervato che quefl" ^fckpias e V ^pocynum Syriacum degli antichi a- vevano alcuni caratteri fimili fra di Joro , come nella radice , nel ftme e in tutte le parti della fruttifìca.'iione, ha tolto all'Apocino l'antico iio no- me , che dinotando la fua qualità ci avvertiva ancora che quefta pianta è venefica , per dargli il nome dell'in- ventore di un' altra pianta , che la fomiglia in qualche parte , ma che lungi dall' effere velenofa, è anzidef- critta dagli antichi , come antidoia- ria , particolarmente nella fua radice, come ce ne fa fede Diofcoride che ne affegna la ricetta per valerfene ; men- tre pof iafcia it nome di apocino a piante , fopra le quali non fono fiate fatte efperienze che giuflifichi no que- llo nome ; febben molti Autori le chia- mino venefiche, fenza che alcuno ne j renda ragione, come ne era fiata refa : circa r antico Apocino. Uno (*) Qiieflo Cynanchum viene dalla parola _0« e quella combinava con la defcrizione della Lycnìs mufcipula dì Miller, con la figura edefcrizioie dell'; ^rmerius di Dodoneo ^ e con \a Mu- fcipula di Lolobelio j ma era la Silene armeria di Linneo y non già 'USilen&_ mufcipula , E' rimarcabile, che fei Dionee mu^ feipule , e dodici Silene non pollbn prendere tante mofche quante ne preti- de una fola pianta di quello Apoci- no j pianta che fi propaga facilmen- te te, che non ha bifogno di gran cnra, e che fi farà fperimento fé refifls in terra al clima di Lombardia (*) . Le oflTervazioni^ che ho dovuto fa- re col microfcopio, fopra le parti del- la generazione di quefto Apocino, mi han condotto ad una fcoperta riguar- do alle polveri fecondanti degli ftami , della quale non ho potuto trovare ve runo indizio in alcuno OfTervatore a- natomico delle piante fra tanti che ne ho efaminati . Fino dai tempi di Teofrtìjìo , venti fecoli avanti al no- ftro , era conofciuto il matrimonio del- le piante , e febbene non foflero noti i fiori ermafroditi , ciò non oflante credo fofle nota la polvere fecondatri- ce degli fìarai , giacché era nota la caprificazione dei fichi domeftici , fat- ta dal fico falvatico per mezzo di un infetto volatile , e pelofo , che traf porta quefte polveri fecondanti dal) una all' altra pianta . Grevv però è flato il primo che abbia nel 1685 ''- mefla alla luce una tal teorìa, che ha poi decorata di molte e b=lliflìme mi- crofcopiche ofTervazìoni . Dopo di efTo Camerario , MoriUxr.do , Geoffrot , yel lantzio , Blair , Tontedera , Gtuffeo , Bradko , Linneo , Verdmjio , M^lpi- ghi , Luidvvig , e tanti altri , hanno cftefe fu di ciò le loro oflervazioni, ma neppur uno fra tanti a mia no- tizia ha detto, che la fecondazione fi faccia per altro mezzo, che quel del- le polveri; almeno nelTuno dice , che poflTa avvenire per mezzo di un licor trafparente , come a me è accaduto di ofTervare nell* ^pocymtm androfiV- mifollmm , le di cui antere non hanno alcun globu'etto , o atomo , che por- tar pofìTa il nome di polvere, ma fo-^ 1q una goccia di umor glutinofo, che^ 77 ;jjvederi iti profilo nella fig. r , e fig.F e vedefi in faccia nella fig. A j que- fta goccia efiftente collantemente in tutte le antere è fituata fempre fopra r eftremità fuperiore del filamento . Mefle delle polveri degli ftami di al- tri fiori fu! porta. oggetti del microf. copio j e bagnate, ho veduto , come tutti i fopraccitati O/Tervatori aveva- no ancor elfi veduto , da ciafchedun di quefti piccoli globetti, fprigionarfi, e muoverfi fpontaneamente uno , o più piccoli globetti di diverfe forme fecondo le diverfe qualità dei fiori , e Ibmiglianti a quelli , che vedo!\fi nel feme degli animali ; ma pofla fotto il microfcopio una goccia fecondante di detto apocino , reftava più chiara , e trafparente dell* iflefifo cridailo, e né all' appreffarvi dell'acqua , né al con- tatto d' altri corpi , o dell' aria alte- ravafi omovevafi, o cambiavafi il fuo afpetto , ma al folo diflfeccarfi lafciava fopra il criftallo delle ftrifciedifeguali, ouache, e biancaflre, che dimoftrava. 'no la natura fua vifcida , e refinofa. Benché io non abbia , fopra ciò, che quella efperienza ifoJata; pure credo, che lo ftelTo accada in tutte quelle piante , che hanno i fiori, le cui an- tere coprendo gelofamente le loro fem- mine, reflano tutte infiema in un per- fetto contatto , a differenza ielle an- tere polverifere , che rcftano fiaccate dal pillillo , cui lafciano vifibile . La caufa di quella diverfità non ardifco indagarla , ma è però certo che in na- tura niente è fuperfluo o fatto a ca- fo ; tutto , e fin le cofe , che credia- mo le più infignificanti , efaminate a minuto, formano tacitamente l'elogio dell'Autore fupremo, che le ha create e difpofte . Metodo (*) E' da faperfi , che quella pianta fu portata in Lombardia 1' anno paf- fato , nel qual tempo io la vidi fiorita , benché men grande , e men vigoro- fa , ma non prefe nel primo anno mofca alcuna , febbene fi vedefle V indi- aio di quella fua qualità , efTendovene un ramo difleccato con mofche entro d€i fiori. j 7^ Metodo femp/icijjìm» \ praticato da Jfc due agronomi , di preparare la [e- \ menza , per prefervare il Frumento j dal Carbone . IL metodo di preparare le femenze, da noi pofto in ufo nei due ultimi anni , ha interamente preferv.nto !e noftre raccolte dalla malattia del car- bone. Eccone brevemente il procefìTo , che ci crediamo in dovere di pubbli- care a vantaggio comune. Si mette in un vafo il frumento che fi vuol feminare, vi fi verfa dell' acqua , la quale ila calda a fegno di non potere più tenervi la mano, fino che fjrmonta di quattro o cinque pollici il frumento : fi agita poi con forza quello frumento , e fi cavano diligentemente tutti i grani che fono a galla . Quando fi ha levato tutti quelli cattivi grani , fi cava fuori del vafo il frumento con uno ftrumento adattato a queft* ufo , cioè con un gran cucchiajo traforato in forma di fchiumatojo . Si jipone nel meJefimo tempo il frumento in un fecondo v;^- fo , che è almeno della grandezza del primo; fé ve lo difpone a ftrati di circa due pollici d' altezza , e fopra ciafcuno ftrato di frumento fi fparge un poco dì calcina viva in polvere . Qj-iando il vafo è abbaflanza pieno , fi mefcola il frumento efaltiflTima. m-»nte , e vi fi lafcia fino alla matti- na feguente, in cui fé lo cava fuori per feminailo , o per diflenderlo fo- pra un pavimento, affinchè fi rifec- chi. NOTIZIE DI LIBRI. O^fervaxìoni fijìco pratiche fopra al- cuni animali domìjìicì 'Villerecci . Jùi (iiuSEPPB Ort7S Tubblico Vrofef. fora di Medicina Feterinaria nella Vni^ verjìth di Tadova^ In Padova , 1775?. ifi 4. di pagine 70. Q.iefl'opera farà c^ivìfa in cinqae libri. Nel primo» ch^efce ora alla lu- ce, trattafi dei Bue, del Toro , della Vacca , e del Vitello . Il chiariamo Sign. Profeflore Orus , noti fola mente con altre fue produzioni , e con l'a- vere fatti già a quell'ora degli allievi efpertiifimi nell'Arte fua ; ma molto più ancora col pratico efercizio dell' Arte medefima , tutte le volte che fa dal Pubblico impiegato a mifura del- le inforgenze, ha dato prove non equi- voche della fjmma fua perizia in un* Arte, che certamente è della maffìma importanza . Parlando però di quello libro , nel primo capitolo, che trat- ta del Bue , ne dà la conformazione delle fue parti efleiiori ; 1' età indi- cata dalla dentatura e dalle corna j il pelame; la cura e i! governo che deefi predargli ; l'alimento e il paf- colo che gli convengono ; 1' educa- zione e ringraffamento ; la fitua- zione ed efpofizione delle Ralle ; e finalmente 1* ufo che faffi di quello animale morto per le Arti , per liMe- flieri , e pel Commercio . Il fecondo capitolo, deflinato al Toro , infegna le qualità neceflTarie eh* egli deve ave- re, il nutrimento e le avvertenze per la propagazione della fua fpecie : ra- giona del muggito 5 e della fierezza di quello animale, degli effetti della ca- ftrazione , e del tempo di efeguirla ; dell'accoppiamento del Toro coli' Afi- na e colla Cavalla, dai quale proven- gono i Bofmuli , animali della gran- dezza dell'Afino, ma molto più forti e più capaci di reggere a lunga fati- ca , e di portare doppio pefo , con vo- ce meno fuflenuta e più rauca . Raf- fomigliano effì molto all' Afino ; ma la teda loro è più corta , la fronte piii larga e più ifpida , le narici più gran- di, le labbra a'qaanto più grofTe , il mufo meno pontuto, le orecchie nel mezzo più larghe , e molto più pe- lofe j il Ventre più fpaziofo ; il pelo del corpo più folto, più lungo, e di color bajo of:iiro : finalmente la co- da , le cofcie , le gambe e i piedi raf- fomigliano interamente a quelli dell* Afino ec. Trovafi nel terzo capitolo • na pitnifTima cognizione intorno alla Vrfcca . In dodici diftinti articoli vi (i ragiona della conformazione delle fue jvarti parti efleriori , della fceha e qualità efTtnziaii , dell' alimento e palcolo , del tempo in cui la fi dee condurre al mafchio , dei fegni per conofcere quando è difpofta all'accoppiamento, della cura e attenzione dai preftarfi alla Vacca in iftato di gravidanza , del parto naturale , delle avvertenze da ufarfi dopo il parto, della maniera di mungerla , delle qualità , proprietà , e analifi del latte, e dell' ufo della fua orina . Fir^almente , nel quarto capi- tolo s' infegna ciò che dee praticarfi al Vitello nato , qua! alimento gli conviene, la maniera d' ingranare quelli deftinati al macello, la fcelta di quelli che fi vogliono allevare, e il governo da preftarvifi . Tutto ciò è fcritto con la maggior chiarezza, femplicità eprecifione, co- me è necÉflfario che fiano tuiti i Libri fatti per iftruire particolarmente la rozza gente di campagna . Il dottif- fimo Autore , che fa profondamente la Scienza eh' ei profe/fa , ha faputo con poche parole fpiegarfi nella ma- niera la più intelligibile , fmentendo così il detto d' Orazio : brevis effe la- boro ^ ohfcurus fio . E' defiderabilg" eh' egli affretti , per quanfo giicl può per- mettere il continuo efercizio dell'Arte fua , la pubblicazione delle altre parti «ii quella opera , nelle quali promette ottime iftruzioni intorno ai generi pe- corino, caprino e porcino , e ai volatili della bafla Corte . Noi faremo cono- fcere il contenuto di ciafcun libro , fecondo che andrà ufcendo dal tor. eh io. ACCADEMIE, E PROBLEMI. LA Società libera d'Emulazione di Parigi ricerca =: ,, la invcnzio- ,> ned' uno Strumento-Madre , per fer- „ vire alla fabbricazione degli Aghi „ da cucire. " ~ Dopo di avere , nel fuo Manifeflo, efpoflo la maniera finora praticata per tale manifattura , varie notizie riguardanti l'Arte dello Spillettajo in Francia , i progreffi di quell'Arte , i 79 ^ difetti che in generale fi trovano ne- ^'!i aghi , le migliori Fabbriche che efiflrono in varj paefi d' Europa , le qualità che richiedonfi nelle materie prime ec. , viene a proporre gli og- getti in particolare , a" quali dovran- no corrifpondere i Concorrenti , do- mandando; i. Uno (Irumento-madre , che, fen- za alterare la rotondità cilindrica del filo di acciajo , deftinato a formare 1' ago da cucire , formi tutto in una volta , s' è poflibile, le due fcanala- ture e I' occhio che ferve per pafìTare il filo. 2. Un altro frumento che abbatta e ritondi gli angoli che relleranno do- po r apertura dell'occhio. S. Che la punta degli, aghi , che !e verranno prefentati, fi prolunghi fino a un terzo di tutta la lunghezza dell* ago, con una infenfibile gradazione, e che fu quello punto fi aflegni un proceflb facile . ^. Dei mezzi ile uri ed economici di dare la tempra agli aghi, e di farli raddrizzare . 5. Finalmente degli aghi con la pu- litura ordinaria , col metodo ficiiro dì pulirli così in gran quantità ; e degli aghi , tra quelli , i quali abbiano la pulitura piCi fina verfo la punta. La Società non efige llrumenti per tutti i calibri degli aghi : ballerà che ne le fiano prefentati per gli aghi i più fini e per li più grolTl . Il premio non farà conceduto che a degli llru- menti i quali , all'ellrema femplicità, uniranno la certezza dell' effetto in qualunque mano vengan elfi affidati. I Concorrenti uniranno alle loro Memorie gli llrumenti , le mollre dei loro prodotti , e il loro nome e di* mora irt viglietto figillato , con una divifa, e indirizzeranno il tutto , fran- co di porto, al S'igvt. Cowynet il Figlio Direttore del Banco generale di Cor- rifpondenza a Parigi , tue de s deux- Tortes S. Sauveur , avanti il primo di Gennajo 17S1. La Società fi rifervà il diritto di '^ trattenerfì delle note e dei difegni del- ^ le s le Memorie e dei modelli che le fa- jfe ranno flati mandati ,. facendo onore- vole menzione dei loro Autori, i quali non potranno in modo alcuno farli co- nofcere avanti il giudizio; altrimenti refteranno efclufi dal concorfo . Il Premio è di mille e dugento lire ( di Francia ) , e farà delibeiato nell' anno 1781. NOTIZIE DIVERSE. XNerendo alle pubbliche fempre co- ftan.ti Maffìme dirette ad oggetti l<-nipre fpeziofi di bene di Nazione , .impiego numerofo di Popolo , prefer- vazione di Soldo entro lo Stato, Na- vigazione , Commercio-, ed Erario , V Eccellentifs. Veneto Senato con fuo fcvrano Decreto dei 26 Agofto fcadu- 10 ha ordinata la pubblicazione a (lam- pa d'un Prolama degli Eccell. Inqui- lìtor alle Arti e Gonfoli de' Mercanti del dì 2 Giugno paffato, col quale re- ità rifoluiamenic couiatulmu che m»- _ /na Perfona di qualfifia grado , flato, e condizione ardifca introdurre o far introdurre in quella Capitale , tanto per via di terra , quanto per via di mare , Pannina forafliera di Seta , o di Seta mifla con Oro ed Argento di qualunque genere , titolo o nome , niuno eccettuato , fotto pena di per- dere la Roba , e di Ducati 200, oltre quelle altre afflittive , che fofTero cre- dute dalla Giufliziai alle quali pene pecuniarie ed afflittive faranno egual- mente foggetti tutti quelli , che ar- dilTero dar mano ed appoggio alla in- troduzione delle Pannine fuddette. Que- llo proclama , in 15?. articoli , pre- icrive tutti i mezzi p\i\ validi , più pronti , e più fìcuri onde reflino fco- perte le contraffazioni , caitigati i de- | Hnquentì , e premiati i denunziantì , ficchè abbia in ogni tempo ad ave;e l' intera fua efecuzione ilfovranoCo- mando , a prefervazione ed aumento d' un' Arte prediletta per gli oggetti importantiflìmi contemplati dalla pub' blica paterna Provvidenza. Tra le pene cominate contro i traf- greflbri , leggefi nell' articolo 16. che ,, fcoprendofi in delinquenza e reato, „ per formazione di proceflb , o per „ forprendimento di Effetti e Generi „ proibiti , qualcheduno dei Mercanti „ dell* Oifizio delia Seta , oltre all' „ effere foggetto alle pene tutte pre- „ fcritte dalle Leggi nella prefente ma- | ,, teria , ed efpreffe nel prefente Pro- " „ clama , farà depennato dall' Offizio „ della Seta , ed efpofla Lapide d* in- ,, famia a detto Offizio contro detto „ delinquente . Alle medefìme pene „ faranno foggetti anco quei Teflori, „ che fi trovaffero delinquenti in tale „ propofito . " All' articolo 17. viene nuovamente , proibita la introduzione di qualunque genere di drappi di Seta , e di Seta con Oro ed Argento , fabbricati in eftero Stato , nelle fuddite Città ed altri luoghi di Terra ferma, dove fat- to qualunque immaginabile pretefto , neppur di Fiera , fé ne potrà fare in- troduzione alcuna , vendita , ufo e con fumo. Vi fi trova aggiunto altro Proclama dell' Eccell. Inquifitor all'Arti, appro- vato con Decreto dell' Eccellentifs. Se- nato, e pubblicato già nel 1769, col quale , a fine di confeguire l'amplia- zione del Veneto Setifìzio, retta per- meffo che poffa qualunque Suddito , di fama e capitali riconofciuti fuffi- cienti , effere aggregato all' Offizio de' Mercanti da Seta . Si N. XI. NUOVO. GIORNALE D'ITALIA Spettante alla ScIE^3zA Natorale, e principalmente all* Agricoltura , alle Arti , ed al Commercio . '*.* i. Ottobre 1779. Estratto dì due Lettere del Stg>ior sfc Bacollni . Sembrandogli tempo oppor- Gio: Antonio Giacomello , al Ch. Signor Giovanni A r duino , T?ub. Soprintendente alle Cofe ^-Igrarie ec. in data 6. e 12. del?» fcorfo Settem- bre . L'EccelIentifs. Senatore Sign. Gia- como Mtani , Cavaliere virtucfif- fìmo , ottimo Cittadino , e zelantif- fìmo del Bene della Nazione, nonceffa di fornire tutti i prefìdj e i mezzi ne- «fìrarj al valentiflìmo fuo Agente Girt- comello , onde nulla gli manchi per fare de* nuovi faggi , e delle nuove fcoperte, amigliorazione ed incremen- to della Scienza agronomica , facen- done poi pubblicare , a comune van- taggio , tutto ciò che, dopo replicati efperimenti , fi trova efTere di un' uti- lità reale , di facile efecuzione , e di maggiore rifparmio di fpefa , relati- vamente alla natura e quantità de' prodotti . Il Sign. Giacomello , di cui non occorre replicare l' elogio , efìTea- do egli affai vantaggiofamente cono- fciuto , nella prima di dette fue let- tere dà notizia al Sign, Arduino ( le cui faggie infinuazioni hanno gran parte nel merito delle fcoperte del Giacomello ) di avere tentato alcune ij fperienze fopra i Bachi da feta . Ha ' egli comprate delle gaiette da femeii- za a Cartel Cucco, Territorio di A Co- lo , verfo i primi di Agofto . Dagli ovi deporti dalle fteflfe farfalle fono da loro ftelfi nati in piccola quantità dei 'hlfio-vo Giornale d' Ital.Tom, IV. ^ tuno , e perfuafo che fi poffa avere piti raccolte di Bozzoli in una ftefTa annata , dietro a ciò che ne hanno fcritto molti Autori , e particolarmen- te il Nob. Sign. Co: Carlo Bettoni, fi è meflb a farne la prova, l'efito del- la quale fi rileverà dalla feconda let- tera , che riporteremo qui appreffo . Confidando egli nelle molte cognizioni e vafto fapere del Sign. Arduino ( al quale con la feconda lettera ha fpe- dito moftre delle gaiette provenute dall' indicata prova che , da noi ofTerva- te , abbiamo ritrovate tutte della mag- gior bellezza e bontà ) fi rimette al di Lui giudizio, per ifcrivere fulpro- pofiio una Diflertazione , nella quale farà inoltre vedere che fi può fervirfi di foglia verde e fecca , fenza meno- mo pregiudizio dei Mori j che per quan- to caldo fia , non può eflfere ai Bachi di nefìun pregiudizio , e che quanto più prefto fi metteranno al ^bofco , coi metodi e regole ch] ei darà, tan- to maggior quantità di feta fi avrà . Suggerirà i modi di confervare i Bachi, e farli nafcere a un continuo grado di calore , ponendoli fotto alle Galline noflrane o d' India che covano le lo- ro uova ; cofe riufcitegli bensì , ma delle quali vuole aflìcurarfi con più lunghe prove . Farà vedere che , per allevare i Bachi , ci vogliono minori diligenze e minori diRurbi di quello che hanno molti accreditati Autori pen- fato e fcritto, riducendofi a poche ma L necef- Si neceffarie cofe. Quello è un punto di fomma importanza , poiché i tanti Scritti , pieni di cautele , di avver- tenze, di attenzioni non fervono che a difanimare i Coltivatori da queft' oggetto rilevantiffimo dell' Economia agraria . Farà vedere finalmente che, per fervirfi di foglia fecca , conviene provvederfene in autunno, onde aver- la nei bifogni della fufTeguenie prima- vera . Tale è il contenuto della prima let- tera del Sign. Ciacomello : per far co- nofcere il fentimenio della feconda , non pofllamo che riferirla quale egii 1' ba ferina. „ Illuftrjfs. Sig.Sig. Patr.Colendifs. Miana 12. Settembre 177^. Inclufa in una dei N. U. mio Pa- rrone ho ricevuto la fua pregiatiflìma in data dei 10 del corrente, dalla qua- le rilevo con piacere che ha intefo i miei efperimenti ec. , ed io con tant' altra compiacenza fento le benigne fue ifiruzioni e fuggerimenti, animan- domi a far delle prove , anche nel venturo anno , coli' alimentar i Filu- gelli appena nati con polve di foglia fecca , Sopra quefto l-e dico aver avanzato tempo , ma che anzi che mangiarla fono tutti morti . Replicar prove in piccolo , anche in differenti maniere, è prudenza , ed ho già l'idea di far- le , Così replicherò quelle per far na- fcere la femenza de' Filugelli noflrani a piacimento in un medefimo anno , in cui fia fiata dalle farfalle 'depofita- ta . Frattanto , fecondo le mie pro- meife , ed il fuo defiderio , le man- do alquanti Bozzoli per moflra , rac- colti in quefli dì da' Bachi porti a! bofco dopo trenta giorni . Sono in cinque carte difìinte n. i. 2. ^.4. 5. Quelli num. i. fono i Filugelli ali- mentati Tempre con foglia di fiepe di Morì falvati-ci di feconda buttata ; del- la qaale fono flati nutriti anche tutti li firgiiei:ti fino a! giorno dopo la quar- ta muta . Qiielli num. 2. dopo detto giorno fono flati alimentati con fo- glia belliflima e morbida d'innefto , di feconda buttata , e di Gelfì pò- tati in primavera. Quelli num. j. con la fleffa foglia , ma infetta di mac- chiette fecche, detta nebbiata, o fal- fata . Quelli num. 4 con la flfffa fo- glia d'innefto bella e morbida , raa bagnata prima in acqua netta ftagnan- te in foflTe , e dopo fgocciolata al- quanto , tutta caricata per ogni verfo di fina polve di foglia di Geifo fecca- ta al Sole . Pareva a principio del primo pafto che refl«(Tero fofpeli avi- fta di tal nuovo cibo j ma poi fé l' hanno fempre avidamente divorata . Ciò può fervire per rifparmio di fo- glia , e forfè, come penfo , peroian- tener fani i Bachi nelle annate pio- vofe , nelle quali per troppo -umido della foglia molti perifcono . Quelli finalmente della carta num. 5., dopo il primo giorno della quarta muta , furono alimentati con foglia d' inne- flo bella e frefca, fpruzzata con lat- te di Vacca , non però in tutti i pa- rti , ma per più della metà . Ho of- fervato un Filugello beerli una goc- cia di latte groffa come un grano di frumentone giallo , eh' era fopra una delle foglie , la quale foglia eflb fi mangiò poi . A principio parea che il latte loro caufaffe naufea , ma poi che vi furono afTuefatti , {tentavano a mangiar quella che n'era fenza. L'oggetto per cui ho provato il latte fi fu per vedere , fé fia fpera- bile di far in tal guifa mangiare la foglia feccata ai Bacolini , inumidita e fpruzzata di latte ^ ec. ec. OSSER- Osservazioni del Signor ConfigUey e D. Gì o: Antonio Scopoli Socio di varie ^dccademie , e Trofejfore di Chimica y e di Botanica nella K. /. Vniverfita di Tavia , [opra alla cura delle kA^ì . Tratte dal fiio Anno IV. Storico, e Naturale. Offervazione I. E arnie preflb di coi (*) fi fo- glion fare del legno dolce di ti- glio , di falcio , o di abete (i). Si tengono per le migliori quelle che fon coftrutte di quattro tavole di abete groflb mezz'oncia , lunghe due piedi e mezzo , e larghe circa a 15 on- ce (2) . Le adìcelle laterali fi aflìcu rano con de' chiodi alla parte fupe rioie , il fondo con le afficelle late- rali medianti de* rampini coi loro gan gheri, affinchè il letto dell'arnia pofTa nettaifi quando fi vuole dalle immon- dizie raccolte , fenza pregiudicare i fa- vi . La parte anteriore dell' arnia è fatta di una tavola , per congegnare la quale vi fono le incaftrature nelle afficelle de" lati . EHa ha poi anche due buchi dell'altezza d'un quarto d' oncia ^ e di larghezza di tre once a S5 più (J) , Amendae \ buchi fi iafciano aperti finché dura la ftate ; in ogni altro tempo fé ne chiude uno. Dalla parte di dietro fi chiude I' arnia con un' altra aflìcella , in modo però da potervela mettye e levare quando fi vuole. Ojjervazione II. Da quelle cofe rifu Ita che in que- llo paefe le arnie fi collocano oriz- zontalmente , e non già perpendico- larmente , mentre il tenerle così co- ricate i più comodo per la propaga- zione , ed il tenerle in piedi è più comodo per fare il mele . I loro bu- chi in quelle terre fi adattano in ma- niera che fieno volti a quella porzio- ne del zodiaco , che gli Aftronomi hanno diflinta colla coflellazione di ariete : imperciocché in quella ma- niera le pecchie non folamente reftan difefe dal più freddo levante nel ver- ro , e nella primavera , ma fi ottie- ne eziandio che non venendo invita- te ad ufcire anticipatamente da' raggi del fole in primavera , non vengan pure dillrutie dal fuflfeguente freddo di quelle notti ancor rigide (4). Sogliono L a pure (*) Nella Carniola. (i) Quelle di (trame, o di paglia , come meno foggette al caldo , ed al freddo, fono lodate dalla Società Economica di Berna an. 1764. pag. 98 : quelle di legno dal Callo Giorn. XV. pag. 289. : quelle di fcorza da Varrom L. j. C. 16 : quelle di vinchi, e di falci lelTiui da Colimella I. e. C. 7. Peggiori di tutte fon quelle fcavate negli alberi , come ne ho veduto in Ungheria. (2) Dalla dovuta capacità delle arnie dipende il più delle voite la felicità di tutta la repubblica. ^B. Soc. ^piar, JL. 1767, Qiiella che fi ufa in quello paefe è conveniente , mentre da un fol recipiente è certo , che £1 ricavano cinquanta libbre di mele. (i?) Foramina anguflijftma effe debentut quamminimuin frìgorìs admittant , nec eapiant plus unius apis mcrementum , ne venenatus fiellio , aut obfcurum [cara- bei, vel papilionis genus , lucifugcequeblattce favos populentur . Columeila L.5). c.8. (4) Sedes collocanda eff contra brumalerrt mertdiem procul a tumultu , nec calido loco , nec frigido. Columeila 1. e. e. 5. Imperciocché, fé le arnie ftanno cipolle tutto il g'iorno al fole in ellate , il mele diventa fluido , e le pecchie rtflrano foffocate , o imbrattate di mele perifcono . Hannover, Magazin. Tom. XX. pag. ^20, ^:é. ■'■^'"•■^ •'(" pure afcnni pofar le arnie loro In tal modo , che ora davanti , ora di die- tro lleii più alte . Li prima politura del tenerle alte davanti (ì ufa in quel tempo , in cui la nuova famiglia la- vora 1 primi favi, affinché efifa lifab- brichi prima vicino ali' ingreifo , onde più difficilmente vcngan rubati , e il luro governatore poflfa vedere più fa- cilmente il lavoro. La feconia fi tie- ne fubito che alcuni favi cominciano a comparire dalla parte davanti , af finché poffa fcorrere fuori 1' umidità , e le pecchie poflfano più facilmente traf portar fuora le morte (5). Ojjervazione III. La pecchie vengono qui difefe in tempo d' inverno in varie guife dal freddo . Imperciocché chi ne copre i loro alveari con loftrame, chi letraf- porta in luogo ben riparato ed ofcu- ro, chi !e rinchiude in caffette di le- gno . Sogliono ancora certuni netta- re con diligenza ogni fettimana gì* in- greffi degli alveari da' cadaveri , e dal- la luimondezze ivi raccolte, e levar- ne il ghiaccio ogni giorno . Dopo i due di febbraio coprati di terra la ne- ve , che è vicina al lor fìto, onde più prefro dilegui j e nel medefimo tem pò fan prender aria alle arnie cavan- dole fuori da' luoghi ofcuri. Altri al piincipio di primavera levano il fon- do alle arnie , Jo pulifcono da' cada- veri , e dalle immondezze , dipoi of- ^^ fervano , fé dentro i favi annidi la' prole della novella madre, o i germi de' pecchioni : mentre fé quelli prin- cipi mancano , vi pongoa dentro un pezzetto di un altro favo , che con- tiene un cacchione della regina , af- fla di averne più certamente , e più toftamente lo fcia ìie . Avverton p;;ò di non e!fere troppo frettolofi , poiché h fjmiglia più drbole prolifica un po' più tardi ,■ quiiidi flan pure attenti J' fé le apt operaje portino ballante ci- bo (6') , o altrimenti . Imperocché , fé ne portano, è fegno certo , che la novella profapia nsfcerà facilmente; fé non ne portano è neceiTario foccor- rer preflo alla apiaria repabblic* con una madre adottiva. OjfsrVitzìons IV. Il prodotto delle api non fi racco- glie dappertutto nel modo ftelfj . La maggior parte dalle arnie più abbon- danti di mele tagliano via la terza parte de' favi (7); altri ne colgon fo- io quella porzione , che fu raccolta dall' api nella fcatoli polla fu! fondo dell' arnia ; altri ( benché di quefli fien pachi ) foffocano le api a forza di fumo , e votano i vafi del tutto . Qiiefla vendemmia del mele (8) fi fa per ordinario veifo il fine di g^iu- gno (9), allorché quella repubblica è meno occupata nella moltiph'caziosia della fpecie , e più abbonda di mele . ' Né ciò fenza ragione , poiché fé fi fa- ceflfe • (5) Om cave^rum proniora Jì,it quam terga. ColLimeHa I. e. c.j.. (.6) Deponfi quello in alcune cellette, e di e.Ti fi fa la cera. Swamm^y-dtim Bibl. J^latur. pag. i^i. T/uche Spettacolo della Natura pag. 159^ Glsdttjch ab- ha»d/.pi{^. 166. ■ (7) Alcuni dicono far di bifogno levarne nove parti, e lafciarvi ia decima» Varrò L. j. e. j6 ; altri di quella vendemmia lafciano folo la duodecima parte alle pecchie. Vlin. L.IV. e. 14; altri fin la metà . Non v'hi però un metodo fiifo per tutti i paefi , imperocché ognun fi deve in ciò regolare a proporzione dell' abburjdjfiza de' fiori , e del pafcolo. Columella L. 9 e, 11. (8) T'/;«i>,;^r addim-^nda mellatio: Columella mellis vìndem'ut. (p) Quàiido vediamo che le api fcacciano i pècctiiQui, Columi'li !. e. e. 15. re/Te nel verno, o ne'fa piimavera al- 5|t pajono nel tempo m 5t cui fiorifce il Jorchè lavorano , privandole del fuf. iiciente (io) lor pafcolo o perirebbe- ro , o correrebber pericolo di peri- re (il). Quindi certuni più faggi fo- giion prendere gli alveari pieni di me- le , e porgli fopra di altri , che ne han poco , coficchè gli uni e gli al- tri provveduti di un proporzionato ali- mento fieno al cafo un altro anno di più felicemente moltiplicare la fpecie, Ojjervaziofte V. Gli fciami, preflTo di noi , altri fono fpontanei , altri artefatti ; di più, al- tri fono di primavera , altri di fiate, i quali fi fuddividono ancora in pri. mi, fecondi , e terzi . I, naturali fi formano quando manca l'abitazione neoli alveari pel numero troppo ac- crefciuto della famiglia; e quanto più predo compaiono è tanto meglio ; e al contrario . Quindi i migliori foia mi di primavera (12) non rare volte han formato la loro nuova famiglia tra i quindici di. agallo, e gli otto di fettembre . Quelli che compaiono do pò il giorno di S. Udalrico , benché fien numerofi, fi manifedan però più deboli dei primi . Deboliilìmi più de- gli altri fon finalmente quelli che com- ^ grano faraceno , imperciocché nell'in- verno muoiono più facilmente : ma fé per forte lo paflano, fuperano tutti gli altri nella fomma diligenza dell' operare . Qualche porzione d* api già adulte va in comitiva col primo fcia- me avente alla tefta la già feconda madre, che va a deporre fenzadimo- ra r uova nelle cellette appena coftrut- te (ìj). Talora in vece di una ma- dre adulta , ne forton fuori parecchie novelle, lo che avviene allora quando la famiglia trattenuta dalla intempe- rie dell'aria neir alveare, e impazien- te d' ufcirne , ha dato la morte alla fua prima madre : allora è che ali- mentatile nuove , trafportato il cac- chione d' una operaja in cellette par- ticolari fulla fponda del favo a queflo fine apparecchiato (14) . Quando lo fciame fta per fortire fi ode tre giorni avanti un pigolìo particolare efpri- mentefi in pi pi pi ^ e qua qua qua , e parecchie api aggomitolate infieme fi vedono ftar penzoloni avanti il bu» co (15). Il fecondo fciame è formato- di più poche api , e perdio più efce> fuori il nono giorno dopo del primo. Il terzo è più debole degli altri , e i noflri han l'avvertenza di levare la madre , chiuderla per una notte in una (io) Nella Carniola non fi è ancora veduto un alveare , in cui le api tra i! ve no, e la primavera abbiano confumato più di dieci libbre di mele. (Ir) This l'air continue d'étre doux en hyver , plus laconfommition efh gy^*i- ile. tss abeilks courent plus de rifque de >n rnquer, i^r» demourir de faìm avant le retour de la faìfon des fleiirs . Arnault Hifl. des ani/nctux Toin. I. pag. 163V (12) arnault I. e. pag. 195. , 197. mentre comprendono molto più api , e p.-r l'abbondanza de' fi^ri riefcon meglio ne' lor lavori. (15) Svvammerdam vide in un'arnia 22574 cellette, 702^) con entro la prole, e 14750 piene di mele. Heaumur vide diver-'amente da 30 a 40 mille uova delle operaie , Soo de' pecchioni , e S , o io delle regine. • (14) Contro ii parere dell'illuflre di Linné ^ il qual penfa che la regina nafca da un uovo particolare di femmina. Syfl. l^at.*!!. (15) Farro L. 5. e, 16. ante triduutn , quam eruptiomm faHura funi , mur. wur exoritur. Columella jL. 9. e 9, qualor però non accada q.iìlche difgrazia . Hannover. Magazin. Tom. XX. pag. 520. altri, fegni di emigrazione fonda vederli prtfTo HirJ'ch. Pyiìnenzucht. e. 5. ■ ■ . -tlb .jÌ-mj (Quelli che bramano di avere^iu pre- do gH fciami fpontanei danno alle pec chie , quando fiorifce il ciriegio, que- fta bevanda: mele quanto vuoi, acuì l'.nifci tanto vino bianco generofo che bafli a renderlo come un liquore più lluido del mele, di garofali aromatici parti due» di fiori di noce mofcata p.2, di cannella p. i. A due boccali di mele aggiungono due dramme di aromi. In qaefta maniera vi fu chi traile da 58 alveari jo fciami , quando uri altro anno , in cui fu dato il mele fenza gli aromi y di quarantafei arnie fono afcili fol ventiquattro fciami» S6 vna foffetta , e poi confonderla con ^ k più vecchie,, per impedirne in que- llo modo la emigrazione (16) . Più felicemente moltiplicano le pecchie , che portano molto cibo , allorché il tempo fia caldo , e afciutto , o poco umido. Per lo contrario, fé /a ftagio- ne e umida , epiovofa, oiroppo fred- da , o da gagliardi venti turbata , gli fciami fpontanei compaiono in molto minor numero . Lo {Icffo effetto pro- ducono i pecchioni uccifi avanti il de- bito tempo (17) ; e i vafi troppo grandi (iS) . Che fiano maturi gli fcia- mi , lo manifefta una certa umidità , che in tempo di primavera compare nella pofteriore aflìcelia dell' alveare OfferViizioni VI. Se la madre fuggendo via (19) da una roadine , o da un calabrone , o da altre api va a ricovrarfi per errore in un alveare foraftiero, ed ivi è uc- cifa , la fua gente rimafla vedova va inquieta cercando in cafa , e fulla fua foglia la perduta padrona ; a quefto. cafo , che renderebbe imminente la. rovina di tutta la. repubblica (20) ^ i. noflri coltivatori dell'api foccorrono in quefta guifa . Nel tempo eh' efce lo fciame , fi appella il curatore avanti all'alveare , e to/lo. che laprima ma- dre ne forte, prende di quelle che le tengono dietro, e le rinchiude a par- 1 te con alcune operaje in cafìfettine di legno della lunghezza di tre once , e della larghezza di due. A quefte pri- gioniere fi dà il mele avanti fera , finché le api , che fon fuggite comin- cino a fabbricare i lor favi . Se dun- que }' alveare avrà perduta la propria madre , il curatore pone in elio la cafTettina chiufa con dentro la regi- na ^"ed ivi la lafcia infinattantoché la altre api acquietateli la riconofcano . E' però da avvertirfi , che quella pec- chia, che è la prima a ufcir dall' ar- l nia, non è fempre quella , che le ai- ^ tre api hanno eietto per lor regina , ^ come {16} Il quarto, e il quinto fciame fono una certa ro-vina dell'' ajveare .. Schiyach. Hiefjenvater ^ pag. ^41. (17) Sogliono alcuni de* noftri ammazzare t pecchioni in.utili ,, perchè non confumina il mele, ne ritardino il lavora delle operaje, e loro non iropedifca- Bo r entrare > e il fottire , foJendo effì ftae fulla porta^ e perchè le operaie nori gettino e0è il" tempo nelT ammaz23rgli. (iS) Qaindi prudentemente zWxUQiColumellcty che purgatìs dom-icil'i'n cper- it^'a. tntvfs a-fque ad favos admoveantur , omni vacwa parte fedis exciufw ,. quo f^cij'ms angufiicf!: cavs.frmn per hyefmm coakfccmt . L. 9. e i^. (i5>) li fine di- quefto fvcUaaamento. cxedtù da qualchedurio efi&re la fecon- dazione .. Altri aflerifcona, che te operaje non formano i favi prima , che la regina non abbia porto nelP^lveare un certo fottiliffimo filamento-. (20) ^m'ìffo rege totum dilabkur aginen . Seneca de clementia L. I. T)me^ timtffo dilabit-ur. totum agmert , migratque ad. alios . Plin. L. 11. e. 17. U;ia re- pubblica pelò, che fia fiata per lungo tempo priva, della, regina. ^, tion ne. riceve ^W; altra mai ^ ^^^ Soc.^piar^ cerne fi piròpiovaie tiall' cftmp'p, che fon per dire . Un certo coltivatore di api aveva chiu4o nella caiTetta di le- gno la fecotida che era ufcila ur.iia- mente a parecchie a!ire. l\ refto de*lo fciame , ad orna de fiiono della padel- la.(2i), anfonanJo -qua e là intorm) alla cadetta hiedefìmà, non ritrovava il luogo ovetierttìat-fi . Per Ntta quan- ta la rotte andava fVólazzdtiào alla impazzata, né mai veniva i, Come al- tre volte fuccede, ad ammucchiarfi in un (ito . Il giorno a pprèfifo rhehtrate neli* arnia, ne farebbero ben tofto tornate a volar via tutte , fé V accòrta icòìti- vatore non né avòflè ch^ufo ■ l'*7 S^ggi Fifici dì Girolamo Barbarigo C.B.-S. Tubblico Trim. Vrof. di Fsjtca ne//' Univ. di Vadova, Padova, 1779. in 8. Quelli ottimi faggi contengono un trattato compiuto di quanto fappiamo finora intorno al fuoco , al flogifto , e allt diverfe fpecie d'aria . Premeflb un compendio delle teorie ed efperieti- ze del Sign. de Buffon intorno al fuo- co , ed al calore ; fi comincia da utì faggio fui fuoco, e fulflogiflico; vien pofcia un faggio fperimentale full'aria j e fiaalmente un faggio teoretico full' aria ftelTa , in cui il chiariflimo Au- tore efpone a lungo le altrui , e le pròprie ingegnofe teorìe. Verfuche &c. Ricerche fulLt facoltà che hanno i vegetabili , e gli anìmnlì di produrre y e dì difiruggsre il calo- re . Del Sign. Crei! . Helmftadt, 1778. L'Autore offre la traduzione delle fperienze fatta dai Signori Blagden , bob fon , Hunter , torotyce , Bctnks , Solander , Js^orth , Home , Schaforth , Ditndas ec. per vedere ciò che avvie- ne efponendo in una camera caldi (fj ma tiei vegetabili , degli animali, ed an- che diverfi corpi inanimati . Phy ficai ifche unterfuchung &c. Ri- cerche fifiche fulle caufe naturali dell' aurora boreale unite ad alcune nuo- ve offervazìonì relativi a quefla me- teora /ingoiare . Del Signor J. W. C. A. Barone di Hupfch . Colonia , 1778. L'Autore comincia dal togliere i vani terrori , che ifpira al Popolo quella (21) Di quello metodo di chiamarle fi ragiona prefTo Farrone , L. 3. e. 16. Columella , L. 9. e. S. Virgilio Georg. 4. Lucano L. p. v. 8S, Ovidio Faflor. L. j. v.4i,zj2; e ancor fi loda dal GaZ/oAgricol. Giorn. XV. da aV«f/7eSpettac. della Na- tura , Tom. I. pag. 126. Baumann. Niederoflerreich. Landwirthfch. pag. 174. Un I tal metodo farebbe in vero inutile, fé quelli infetti non aveffero udito . Linneo i Syft. Nat. pagi 535. Ma fé fon fordi;, perché van pigolando negli alveari le no- I velie regine? feS qnefla meteora , ne diflmgue in ap- prefTo le varie fpecie . Ve n' ha , dice egli , che dipendono dalla ritrazione, e rifleffione de'raggi luminofi, equefle per lo più neipaefi podi fra i gradi 5 5, e 75 di Latitudine hanno una forrna arcuata . Ma le vere aurore boreali , feconda lui , fono 1' effetto di una materia fosforica , la quale deve la fua erìgine ad efalazioni fulfuree fot.- lUiflìme . Uecherches fur les moyens Ì5r>c. Ri- cerche /opra i mezzi di efegune fotto acqua ogni forta di lavori idraulici , ' fenza praticare mjj'un vuot amento -^ del Sign. Coulon , Capitario nel Corpo Usale del Genio , Corrifpondente dell' Slccademia delle Scienze , Tarigi , 1779' Scienza della ISiatura generale . Terza parte . Del T. Gio: Maria del- la Torre C. R. S. Cuflode del Mufeo , Bibliotecario , e Direttore della Stam- peria fegreta di S. M- H Re delle due Sicilie , Corrìfponclunte deCCa ideate ac- cademia delle Scienze di Varigì , e Socio di quella di Siàna. Napoli, 1778 in 4. Le altre due partì di queft' Opera utiliflìma già da lungo tempo fon fra la mani del Pubblico j la prefente che è d'egual pregio comprende l'Aprono- mia , r Ottica , l'Aerologia , l'Acu- ftica, e la Meteorologia. ACCADEMIE E PROBLEMI. NOn efTendo pervenute alla pubbli- ca Accademia d'Agricoltura di Vicenza DiiTertazioni o Memorie afpi- ranti al premio fu U'argo mento feguentej $; ,5 Determinare la più ragionevole pra- ,, tica di dare a lavoro le Pofleflio- „ ni tanto alla parte , quanto ^ ad af- „ fitto , sì riguardo ai Proprietarj , „ che ai Coloni . " ed eilendo oitre- paffaio il termine alla fpedizione delle medefime fifìfato , i Prefidenti e Con- figlio di Governo della fteffa Accade- mia, conofcendo di quanta importan. za egliiìa, ripropongono l'argomento medefimo , facendo noto a tutti quelli che in tal propofito volefTero fcrivere , che le Diflertasioni o Memorie , mu- nite delle folite formalità , faranno ricevute per tutto- il Maggio 17S0 dal Sign. Dott. Antonio iTurra Segretario perpetuo , e admefTe alla concorrenza de' premj , il primo de' quali per la Corona farà d'una Medaglia d'oro del valore di fedici zecchini , il fecondo per V^ccejftt farà d'una di otto, com' era flato ftabilito e pubblicato li 15 Ottobre 1777. NOTIZIE DIVERSE. IL Vafcello Mercantile la l^ojlra Si-^ gnora della Concezione , proceden- te dalla Vera-Cruz , giunto a Cadice ha portato per conto del Commercio I , 150, 455 pezze forti in oro e in argento , 6^76 arobe di cocciniglia , 760, di cocciniglia filveftre e in pol- vere , 2iéo d'indaco , 4770 di gia- lappa , S75 di pepe dì Tabafco , 70 di falfapariglia , 525 di polvere di el- leboro, 1772 di zucchero, 1151, 755 di vainiglia , 7585, cuoj in concia, 500 cuoj verdi, ed altri effetti per lafom- raa di 845» , 545 pezze forti ; ficchè ^tutto il carico afcende a amillioni di' ^ pezze forti . S5 N. XIL NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale, e princiì»almente all' Agricoltura , alle Arti , ed al Commercio . « « 9. Ottobre 1779. Fine deUe Ojfervazioni del Sign. Con- Jtgìiere S e o p o l i , [opra alla cura delle ^pi . Ojjervazione VII. GLi fciami artificiali (22) da* noftri Paefani fi formano in più modi. Il primo è qnefto . Tagliano da un altro alveare un pezzo di favo , il quale contenga degli uovi de* pecchio- ni, e unitamente a quelle operaje, che vi fon dentro , Io attaccano cgn pezzi di cera all'afllcella fuperiore di un al- tro alveare pofto. al rovefcio , in tale maniera che tra quelli pezzi di cera pofìTano facilmente pafTeggiare appaga- te due pecchie . Quindi lo fteffo favo aflìcurano dai lati , e nel fondo con afficelle , affinchè non cafchi allora quando deve riporfi 1* arnia nel luogo già deftinato. In quella fituazione col- locano l'arnia , chiufane ben l'aper- tura , in luogo ofcuro , dove fi lafcia per due giorni, per dar comodo all'api di attaccare più fodamente il favo al cielo dell' arnia. Nel terzo giorno ca- lijiovQ Giornale d'ital. Tom. IV. 5^^ vano I' alveare dal luogo ofcuro ; e 'apertane la porticina, lafciano le api di ufcirne in libertà . In quello modo le operaje fi prendono a nutricare in qualunque uovo a lor piaccia una re- gina, la quale moltiplicate poi le ceU lette propaga alfin la famiglia (2j). Il fecondo è tale . Eleggono un vf- gorofo alveare, ed abbondante di prò-; li j quindi, lafciatane indietro una ter-i za parte, ne fan paflare le altre infie-! me alla lor madre in un' altra arnia vota (24). Quefta fi pone in quel luo- go dov'era innanzi quell'altro j e il primo pieno di mele e di cera fi col- loca in altro fito , che fia un quarto d'ora diftante dal ricettacol comune. In quefta guifa le pecchie vedove del-' la lor madre fé ne allevano un'altra; che fia capace a fuo tempo di molti- plicare le fpecie . Poiché però gli al- veari fenza la madre fono più efpofli ai ladronecci e alle rapine delle altra pecchie ftraniere; perciò la prima fet- timana li cuflodifcono attentamente ; affinchè l'api ftraniere non vi poiTano j^ entrare . Frattanto a quelle che fono ^ M nell' (22) Quefti fono più pregevoli de' naturali. Schirach ,TS\Qnznvàt. p. 547,^48. Per quefti ci dà ottime iftruzioni Hirfcb , Bienenzucht. cap. 5. pag. 107. (2j) Lo fteffo metodo fi ha negli atti della Società apiaria L. i. p. 55. e 78, il qual però fi aflerifce effere il men lodevole , mentre un picciol numero non può abbaftanza fcaldare, né difender dal freddo i feti. Ivi. (24) Quefto fi fa nel mefe di Giugno per l' abbondanza del pafcolo , e per l'aria più afciutta. peli* arnia vota fi porge ogiii giorno ^ il mele da pafcerle, mafllme fé lafta- ' gione forte mcn ricca di fiori pregni di nettare : poiché le pecchie affamate fono mepo atte ai lavori, e facilraen- te abbandonan la cura dell' uovo della lor madre . Paffato im mefe , ambi gli alveari firedituifcono al loro luo- go nativo , e così di una famiglia fola fé ne ricavano due , Il terzo è il feguente : fi fcacciano tutte le pecchie dal proprio bugno, o .iiveare , e fi fpingono dentro di un altro voto , il quale coti erte rimettefi nei medefimo luogo , onde erte fab- brichino de' favi nuovi , alimentan- dole frattanto con mele che loro fi fomminiftra . Si pone in apprerto il primo bugno pieno di folo mele e di cera , fopra il fecondo che contiene le api , affinchè parte di quelle portan partare nuovamente dall' inferiore a quello che Ila di ,fopra . Nel dì fe- guente fi leva il bugno dì fopra, e fi colloca in altro luogo , onde l' infe- riore fi allevi una novella madre, men_ ne la fua naturale , per amore della teaera prole, è paffata nel fuperiore, Ojiervazione Vili, Quella artificiale moltiplicazione de. gli alveari , allora principalmente fi loda , quando la llagione non è favo- revole alla fpontanea , e le pecchie fi vedono troppo affaccendate a fabbri- care il mele . Che fé o il tempo , o le pecchie non fono tali , allcr con- viene avvertire , che derte fprovvedu- te di pafcolo non vengano a morire nel verno , o nella primavera , il che fi dee riparare con offerir loro il me- le , od altro vitto equivalente (25).^ Njn è pciò che a' noflri paefani piac- cia egualmente ogni metodo , di cui finora C\ è parlato ; imperciocché it primo è da erti rigettato a dirittura : il fecondo lo tengon bensì per meno pericolofo , ma il più ficuro degli al- tri credono effere il terzo folo . Impe- rocché, I. non {{ indebolifce la forza in tutta la repubblica ; 2. non fi di- (Irugge veruna prole ; ^. le pecchie non iì imbrattan di mele ; 4. il bu. gno refta meno efpofto ad ertere de- rubato ; 5. fi ottengono più di certo gli fciami novelli ; 6. non è da te- merfi alcuna fuga dell' api . OjfervazìofJS IX. Alcuni, di due fciami,. fé fono de- boli e non popolati abbaftansa , ne fanno un folo . Ma dicono altresì , che il primo fciame fi collega molto più facilmente col fecondo , che il fecondo col terzo ; altri nel tempo in cui fiorifce il grano faraceno confon- dono anche infieme le adulte con le più giovani (io). Sogliono ancora fcac- ciar dal bugno le pecchie prive da lungo tempo della regina, oppure fian- cate dagli infulti de* lor ladroni, mef- colarle con altra razza, e quello ifteffj bugno fovrapporlo ad un altro , nel quale mancano i favi . Unifcon an- che cert' uni le più deboli famiglie , che certamente nel verno verrebbero a morire , con quelle che han riem- piuto una fola metà dell'arnia di fa- vi , e in quella maniera fpeffe volte confervano 1' una e 1' altra repubbli- ca; ma tengon di mira con attenzio- ne quelle arnie , che fono piene di cera e mele, ed affinchè per difgrazia non pericolino nell'inverno a cagione dell' (25) Il mele cotto con l' acqua , il fugo delle mele butirrofe . tASI. Socìet. ^ùiar.If. pa^. loz , 107. i fichi polpofi cotti nell' acqua , 1' arina mulfa , l'uve palle. Farro L. 5. e. 16. Co/u-ne/fa L. f?. c 14 , ed altre follanze. Ga//o Giora. XV,. pag. 246. (25) Le ftelTo infegna Schìrach l. e. p, 575 , 577. dell' riria che non fi puòrinovare , fan- ^ no fpefTo fra il cielo dell'arnia e l'af- ficella di dietro vicino all' angolo da ambi i lati un'apertura della lunghez- za di un'oncia, e di due linee di lar- ghezza. OfjCrvazione X. Quelli che vogliono trafportare in altri fili le arnie, tengono nella Car- niola principalmente le regole feguen- ti : L lo fanno, più che in ogni altro tempo nel mefe di Luglio, allora quan do le pecchie per la fcarfezza delpaf- colo fembran più fcarfe di mele e di proli ; II. non però in primavera , ooichè in quel tempo effendo le ^qc chic affatto impegnate nella propaga zione, fé vengono fconcertate da qual- che fcolTa fi irritano per lo più di maniera , che danno perfin la morte alla lor propria regina ; III. nemmen nel verno , affinchè i favi pieni di mele , ed induriti non cafchino , 'e quindi fi ammazzino molte pecchie , e forfè anche la regina (27) : IV. le- gan le travi fu! carro , fu cui appo- ftano i bugni, con coreggie di cuojo , o con catene di ferro: V. le arnie, in cui i favi fono porti attraverfo , fi col- locaiioicon la bocca all' ingiù al lun- go del carro , e quelle , che hanno i favi paralleli ai lati di effe , foglionfi porre al traverfo del carro fteffb : VI. prima di porle fui carro chiudon 1' in- greifo delle arnie con un turacciolo di legno , o con de' ramufcelli di abete, e levata 1' afficella di dietro , la fa- fciano all' intorno con un pannolino , cui afficurano in modo , che le pec- chie non n' cfcano, e non vertgan of- fefe nel viaggio dal troppo caldo : VII. quefto trafporto fi fa a picciole gior- nate , e folo in fulla fera, e di not- te: di giorno per lo contrario fi tiene il carro all' ombra , e aperte le por- ticine delle arnie fi lafcian le pecchie in libertà di volare , e di andare a fucchiare il mele (28) . Ojfervazions XI. I noflri Pecchia) fanno difendere le loro api dalle infidie de' loro nemici, e fpecialmente in 1. luogo purgan ci fpefifo le arnie dalle fpoglie della ti- gnuola melonella (25)) ; in 2. luogo hanno una grande attenzione che i favi non tocchino l'alTìcella inferiore; in j. luogo levano d' ogni intorno i nidi delle rondini ; in 4. luogo fcot. tan di notte tempo con acqua bollen- te i nidi de' calabroni , oppure fcffj- cano col fumo dentro gli fcavi degli alberi la nafcofta razza malnata ; in M 2 5. luo- (27) Qiiindi 1' efpertiffimo Schirach , \. e. pag. 114. perfuade di porre quefli alveari fopra lo ftrame , e faciare con eflb anche le ruote. (i8) Se devono trafportarfi più lontano alia notte , fi portano le arnie ac- collate. Va/ìad. L. I. t!t. 2f). . . (25)) FermicuJoì , ac tineas le addimanda il Coìumejla^ L. 5. e. 14. Dtrumti- tìCce genus y VirgìL Georg. 4. Luùum , Swammerdam B bl. Nat. p. 208 , Tab.26. •Papiìionem igmvum , Thn. H. N. L. II. e. 15). FaulTes Ttìgnts heaumur Infedt. Tom. III. S. BienenS:habe, Roefel Infed.Tom.Il. pag.24^ Diftruggonfi col fu- mo del letame mefcolato con midolla di bue , Columella 1. e. Levando via la cera, in cui fono i nidi, Svvammerdam 1. e. pag. 205». Col fogo del fedana, del prezzemolo, e dell'origano , Trìnci Agricolt. pag. 541. Spurgando in Marzo le arnie a con tagliar via quella parte del favo in cui s'appiatiano i cacchioni di lai tignuo!e,o con trafportare lepecchie in un'altra arnia , Schirach l.c.p.627. fcl fumo di cenci bruciati, Cc/er. Oecon. rural.. Se àovp. pag. 565. Vedi difTert. de Tinect melonella in Mi. Siec. 1762. Tom. 2^. N- 2. & Tom. 26-. pag, 12, 5. luogo fabbricano i ricinti degli al- 5Jt veari in modo , che le rane non vi poiTano per verun modo entrar dea- tro . Ojjervaziofie XII. Le malattie , a cui in quefca Pro- vincia fono foggette le pecchie, fono principalmente due , cioè la putrefa- zione contagiofa , e la diarrea . La prima nafce allor quando le proli mor- te (50) (ì corrompono , e fi distanno , coficchè dalla puzza vengono obbliga- te le api vicine ad abbandonare per- fino i feti j che finalmente muojon di fame , onde Ja malattia dilatandofi corrompe tutta la greggia . In quefto cafo fogliono la maggior parte brucia- re tutta la famiglia infieme ai fa- vi (^i) , affinchè il contagio non fi attacchi agli altri alveari; la feconda nafce i, fé le api fvegliate dal fonno del verno (?2) hanno fucchiato trop- pa quantità di mele ; 2. fé fi trat- tengon nelle arnie per troppo tempo Je immondez22 ; 5. qualora il mele inagrifca , lo che fuccede o quando il lu'go fia umido , o quando il me. ]e Redo non fia coperto dalia cera ; 4 qualora il mele fia infetto e^i con- dizione diverfa dal naturale (_jj) . I rimedj che guarifcono qutftj male al- tri fono preferyativi , altri curativi . I prefervativi fono i. non dar,etroppo pafcolo alle pecchie durante ii verno, affinchè non fi raccolga» ne' vafi trop- pe immondezze ; 2. nutrirle in quello tempo con ottimo mele ; j. lafciarìe in libertà di volar fuori delle arnie fui principio di febbraio ; ond' effe pofTano fcaricare gli efcrementi fuori di effe; 4. coftruire il comun ricetta- colo in luogo afciutto, e non chiufo; 5. nel verno e nella primavera nettar- le arnie da' cada veri, e dalie immon-. dezze (^4) . Fra' rimedj curativi fi loda fovra d'ogn' altro il feguente . Si prendono d' acqua di fonte once otto, di cannella, zenzero, fcorza di liman- celli , fiori di noce mofcata (_J5) di ciafcheduno parti eguali . Polverizza- ta ogni cofa fi uniice col detto me- le , e fé ne fa un lattovario : quefto dappoi fi mefcola con una quarta par- te di vino bianco generofo , in cui fi fia prima difciolto un pezzetto di can- fora della groffezza di una noce mof- cata . Quello liquore pollo in una tazza fpafa coperta di un cupolino di ftra- (so) Per molte cagioni, i. per freddo ecceffìvo , 2. per mancanza di pec- chie vecchie, s- per inedia, 4. per la pofitura dell' embrione arovefcio, Over- berk Bienen Worterb-iirch pag. 27. Werner Bienenzuchf. pag. 58. Schiracb i. e. pag. 6s6. 5. per ia cattiva qualità del nutrimento ^H. Societ. ^pìar. II. pag. 3 IO. III. 6. per la corruzione delle vote parti delle cere Columilla L 55, e. ij, 00 Condanna quefto metodo la Società Apiaria 1. e. pag. 112, e configiia di tagliar via il favo tocco , e di foftituirne un fano , nutrendo intanto le api per tre dì con orrimo mele. Lo fteffo è il parere del Trìnci 1. e. pag. 559. O2) Baco di Verulamh Hifl. vit. oper. pag. 551. num.75. {33) lì mele avvelenato di Ponto ^rìjì. H. N. L. 5. e. 22 , a cagione de' fiori che marcifcono per una primavera piovofa 'PUn. 1. e. L. 21. e. i?7, i fiori di aconito SnrrMcm. in mt. ad Diofcorid. L. 2. r. 10^ , ed anche altre piante Qtiiìjtilian. Declana. 15. Oeper, Tom. III. Cleditfch Bienen Stand p. ijo, come J'olmo: Gallo Giorn. XV. pag. jco. l'euforbia: CoIumeUa L. 9. e. is. lo fteffo mele cattivo fucciato. dall' erica Diofcor. L. 1. e. 127, Du Hame/ Arhor.l.p.iii . (54) Ergo TeroiHarum occafu primo flatiin convenit ap^rirs al'veos j ì^ 4^.' targare quidquid immundi eji . Columei/a 1. e. c.,.14. (55)^ Specifico in quefto male. Schirac.h 1. e. pag, 654. 95 ftrame fi pone nell'alveare avanti fé- Jfc Osseti vazioni del Signor de Grace ra , rinovandolo una , due , ed anche più altre volte ogni mefe fecondo ie urgenze (jó). OJfervazione XI II. I fiori più graditi alle pecchie ven- gono fomminiftrati in quefte contrade da ogni forta dì pruni, dal pero vol- gare , dal pomo , da tutti i trifo- gli , dalle piante labiate , da una gran parte delle perfonate , dalla zuc- ca j dal berbero grappolofo , da' fai ci , dalla fava greca , dalla coronel- la , dallo fpino cervino, dalla fcabio- fa , dalla veccia , e più d'ogni altro dalla fava , dalla centaurea fcabiofa , dal papavero , che fi femina , dalle piante di afpre foglie , dalle viole- gialle , dal tiglio, dal poligono, dal grano faraceno (^3) . Dal pungiglio ne fi difendono i noRri coi capelli , coi guanti , con 1' applicazione della radice d'aglio, o di cipolla , o dell' olio di tartaro per deliquio O5)). [opra la pianta chiamata Alflroe- meria Peregrina allad, L. I. Tit. ^7. Gimma Fifica Sotterran. L.6. C 5,/. 4* 08) Col fango Ovid. Faflor. L. 5. v. j6o , con foglie d" alloro ammaccate r>u Hamel Hifi. pag. 244 , col cavare il pungiglione, indi applicarvi una fo- glia di malva Weger,, Introd. Ap., o con l'uvetta Hirfcb , Bienenzucht. e. 16, col ferro Gimma Fific^ Sotterr. L. 6. e. 5. pag. 402. Il chiariflìmo Autore medefimo di quefta DilTertazione ha infegnato dappoi altrove, che le foglie di Jairopa fanno lo ftefTo e forfè più pronto effetto. Sc»po!i Introd, ad Hift. Nat. Trib. 21. in fine. ?4 tiplica di femenza , che fi Tparge in primavera o fopra un* ajuola , o in ali vafo guernito di terriccio che fi efpone al fole . Nel mefe di ottobre fi può feparare le branche che fi fono formate , Ci vuole una buona terra mefcolata con di quella di ced'MJa. L' ^Ijìyoemeria richiede un innatìamento «.omune. Quefla pianta, eh' è b^llitri- ma j e degna d* un Curiofo , è anco- ra rariflìma. Il Sign. de Crace y ■poi\c- ttendone una da lui veduta in fiore , dice che potendola perciò efaminare, fé vi fcuoprirà qualche cofa di nuovo, non mancherà di comunicarla ai Di- iettanti dello ftudio botanico. CssERVAZioN] fopra iTom't dì terra, officino Tifate., efiratte da un'Ope- ra Inglefe de/ Siin. Smith , ìntitO' lata an inquiry &c. cioè Ricerche fopra ìa natura e le caufe della ric- chezza delle Nazioni , flampata a Londra in due 'volumi in quarto^ V T tN campo dì patate , feriva 1' 1^ Autore Inglefe , non produ- ce meno di nutrimento che xtxi campo di rifo , e ne produce af- fai più che un campa di frumento . Un acre di terra darà dodici mila lib- bre di patate , contro duemiladi fra. Qìento . Egli è vero bensì che quelle due piante non fono ugualmente nu- tritive in proporzione del pefo , a ca- gione della natura acquofi delle paca- te . Mettiamo pertanto, che la metà del pefo di quefta radice vada in ac- <|ua , il che è molto ; un acre rende- rà ancora feì mila libbre di nutriraen- 50; fólido', vale a dire il triplo di quel- toj, che ne rende un acre di frumen- to' .. Ci vogliono meno fpefe di coi. tiivazione per le patate che pel fru- mento. Il lavoro che fi fa con la zap- pa 5 e gli altri lavori ftraordinarj eh*" efigono. le patate , fono più che com- penfati in confronto del ripofo che fi dà generalmente alle terre » frumento «vanti d.' infeaiinarl(«„. 5{j Se mai quella radice diventaffe il nutrimento comune del Popolo in qual- che parte d* Eiropa , come lo é il rifo in certi paefi ; fé ella vi occu- pafTe tanto terreno , quanto ne occu- pano in oggi il frumento e gli altri grani, la medellma quantità di terra alimenterebbe aiì'ji più gente ; e nu- trendofi generalmente i Lavoratori con patate , ciò che nereftafTe, dopo ave- re rimpiazzato tutti i fondi , e fatto fufìTiflere tutto il lavoro impiegato nel- la coltura , farebbe più confi Jerabile. Di quello fopravvanzo ne toccherebbe altresì una parte più grande al Pro- prietario ; la Popolazione fi aumen- terebbe , e le rendite diventerebbero affai maggiori di qaello che fono al prefente. Siccome 11 fuolo analogo alle pata- te è buono per qnafi tutti gli altri ve- getali utili, quinci, fé elleno occu- paffero la fleffa quantità di terra eh* è ora a frumento , darebbero regola anche al prodotto della maggior parte delle altre terre coltivate . Fummi detto che in alcune parti del Lancashfire fi pretendeva , che il pane di tritello d' avena folle un nu- trimento più fodanziofo per la gente che fi affatica , di quello che il pane di frumento •, e la cofa fleffa ho fen- tito fovente afferire in Ifcozia . Io peraltro ho qualche motivo di dubi- tare che ciò fia vero. Il baffo Popolo della Scozia , che mangia pane di tri- tello di avena , è generalmente affai meno robuflo e meno bello del baff^) Popolo d" Inghilterra , il quale man- gia del pane di frumento ; e non v' ha la medefima differenza tra le per- fone più agiate dei due Regni ; efpe- rienza, la quale parerebbe provare, che r alimento del baffo Popolo tn Ifco- zia conviene meno alla coffituzione dell' uomo , che quello dei loro vi- cini- Inglefl del rango medefimo, . Ma non è così delle patate .. Si dice che i portatori di feggiole , i facchini , ' quelli, che fcaricano il carbone, equel- le fventurate femmine le quali vive no di proftituzione , che ci vengono aI.oii- a Londra, fono per la mn-gior pane della lega del Popolo d'IiìanJa , che fi nutrica di quarta radice. Ora, ^ egli- no forfè fono gli uomini i più vi- gorofi , e le donne le più belle dell' Impero Britannico . Quefta è la pnio- va più decifiva che qiìc'iV alimento ha dei fughi nutritivi , e che fono ana- loghi alla coftit«8Ìone e alia fanità dell' uomo. E' difficile confervare per un anno le patate, e impoffibile farne dei rpa- gazzini per due o tre anni, come fé ne fa di frumento. Il timore di non poterle vendere avanti che fi guadi- no , difaniraa dalla loro coltura ; e quefèo forfè è il maggiore oftacolo, per cui elleno non diventeranno mai in un paefe grande quello tra i ve- getali , dal quale le differenti dalli del Popolo traggano la loro principa- le fuflìftenza , come la fi ricava dal pane. " Sperienze del Sign. Whitehurst fu i Corpi rovsnrì.. LE mie fperienze fu i metalli rif caldati contraddicono a quelle del Sign. di Buffon (*), le quali fembran provare che i corpi pefinodi piùqaan- do fon caldi , che quando fon freddi j ed io credo , che qualche circoftanza ' occulta abbia cagionato l'errore di que- fto celebre Fifico . ! Ecco le mie fperienze ; i. un de- : naro d'oro arroventilo fembrò anzidi- 1 venir più leggiero, e rimeitendofi poi 95 * alla temperie dell' atmosfera , riprefe perfettamente il fuo pefo ; 2. un de- naro di ferro parimente arroventito , fembrò parimente diventar più leggie- ro , e raffreddandofi crebbe poi fenfi- bilmente di pefo (*') . Sono molti anni ch'io ho fatteque- Ite fperienze ; ma ho ferma memoria d' averle ripetute più volte, e fempra col medefimo rifultato. La bilancia di cui mi fono fervito traboccava fenfi- b il mente ad i di grano ; io fcalda- 2000. va i metalli fopra a carbone di legna," o con una lucerna , ed un tubo da faldatore , e li riduceva quafi allo (la- to di fufione. Sembra inutile 1' ofTervare , che la leggerezza apparente dell'oro , e del ferro caldo diperdeva dalla afcenfiona dell' aria rarefatta fopra alla coppa della bilancia , e dalla predone dell* aria inferiore , che tendeva a rimet- terfi con queila in equilibrio . L" au- mento dì pefo nel ferro- veniva pro- babilmente dalla fua converfione in acciajo per xncobo JoIIa /ìctilllllct , C del carbone . Non fo onde fia proceduto I' erro- re nella fperienza del Sign. à\ Buffon: ma è probabile , che il calore della ma(Ta di fe/ro da lui adoperata abbia avuto maggior effetto fu quel braccio della bilancia , a cui era appoggiata, che full' altro , il quale elTendo me- no rifcaldato dovette fpanderfi meno , e meno aUungarfi : quella differenza d' efpanfione è forfè quella , che ha j prodotto lo sbaglio . (*) Vedi il fuo Supplemento alla Storia Naturale Fol. IL pag.ii. (**) Il Sign. B^oebuch della Società R. di Londra, alla prefenza de' Membri più éofpicui della medefima Società, ha fatto una fimile fperienza fopra un ci- lindro di ferro del pefo di cinquantacinque libbre, e ha trovato , che dopo due ore di raffreddamento egli era crefciuto di tre denari , e qualche grano di pe- fo i dopo tre ore s'era aumentato di ^. den. e 17. grani j e dopo ^. ore , nel qual tempo non aveva jjìù che il grado del calore animale, avea acquiftato di pefo s, den. e 17. gr. Giorn, di Fìf. Toro. XIII. pag. iia. ^6 PREZZI DE' FORMENT 'HeUe infra fcritte Tiazze , da' 23. Ragguagliati a Staro Veneto I , E FORMENTONI. Acosto fino li 22. Settembre; del Pefo di Libbre ija. Venezia, Vicenza. Formento in Tiazza- Simile Dfetto per Tijìori Simile Detto per Fontici- Simile Detto per Forni' Simile • — Formentone — — Detto — — ♦ -•L.22: — ■L.24: — ■ L. 22 : — -L.2^: — -L. 22 : 15 -L. 25 : r— -L.22: 15 ■ L. 23 : — • L.12;'— ■ L. 15 : 15 U D N Formento — - Formentone L. 2r;5 ; L. 12: i3: Mirano." ^ormennJ- Detto- Formentode- Detto L. 2? r — — -L. 12: — L E C N A C O; L. 1 2 : 5 Formento-— Detto — Formentone- Detto -— -t — L. 20 ; I — L. 2 1 ; 7 -— L. 1 2 ; — — L. iz : IO B A S S A N O Formento— Detto Formentone- Detto —. -L. 21 ; 8 : — L. 22; 16: — • L. 14; 16 : — ■ L. iS: 8 :^ Formento — Detto ■ — Formentone- Datto Rovigo. - L. 20 : 12 ■ L. 22 ; 4 -L.12: ij .L.I4; 5 Z i Formento — Detto — Formentone- Detto -L. ip: S -L. 21 : 15 • L. io; 3 'L.17; Il L O R E 0« Fermento — Detto — Formentone- Dettn — ■L. 25: — ; • L. 24 : ' — : • L. 15 ;• — !.. 14 : — ; Genova, de Ili feguenti Luoghi , Formento à.\ ancona > Simile Detto di Goro—-^ Detto di Fiume — Detto di Termini' -U33: 12: -L.14: 4 : -L. 50: 6 : L.26 : 17: . ^7 N. XIII. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale, e principalmente all' AgRICOLTORA , ALLE ArTI , ED AL COMMERCIO. 'V i5. Ottobre 1779. hi 01 ìzi -E ful/'^t/antide di Tlatotis * giorno, « viceverfa ali* efiate , come tratte dalle Lettere del Sign.^MhiYi a! Sigf}> dì Voltaire . IL Sign. BiiUìy , nella fua ftoria dell' antica aflronomia, vedendo che le cognizioni degli antichi intorno ai mo- vimenti de' corpi celefli , fupponevano offervazioni non interrotte di moki fecoii , e non fatte certamente dai pò- poli prefTo i quali noi ne troviamo i veftigi , ha conchiufo dovervi eflfcre ftata una nazione , anteriore a tutte le ftorie che abbiamo , la quale fia ftata colta , erudita , e verfata nelle più profonde fcienze , e da cui fia no flati iftruiti del paro i Cinefi j i Cal- dei ,' gì' Indiani , e gli Egizj . Gli avanzi del loro fapere ferbatifi prefTo quefle nazioni , or ne' Libri de' Filo- fofi j or ne* mifteri religiod , or nel- le favole j moftrano che le oflTerva- zioni fono ftate fatte ne' paefi fetten- trionali , e che in que' paefi devonfi cercare i refli di quel popolo iftiiuto- re del genere umano. Immenfa è l'e- rudizione, con cui egli prova il fuo alTunto che a prima villa fembrar de- ve un paradoffo j ma i teftimonj de- gli antichi fcrittori da lui citati fono 5 chiari, le fue rifleffioni sì ingegno- fe , e le confeguenze sì ovvie , che leggendolo non fi può a meno di ab bracciare la fua opinione. Oliando a cagion d' efempìo egli ci fa vedere che le prime ofTervazioni a- ftrcnomiche fono ftate fatte ove all' inverno le notti erano il doppio del Tiuovo Carnali d\ lìal, Tom. IV. fcrivono alcuni ftorici , bifogna puro convenire che gli oflervatori erano a 50 di latitudine. Quando leggiamo in Microbio che adoravafi anticamente una divinità la quale tenea joo giorni in una mano e 65 nell'altra, che indiJ cavano altrettante notti continue , fi deve bene inferire chequefto dio è fla- to immaginato da chi vivea di là dal cerchio polare . La fleflTa origine ebbel la favola d'Adone ( fimbolo del Sola fecondo Macrobio , e Plutarco ) cha piangeafi come morto per 40 giorni ,' dopo i quali rifufcitava . Così fpie- ga-nfi gli anni quadrimeftri ufati anti- chiflìmamente con dire che in tre parti è ftato divifo 1' anno da chi aveva quattro mefi di notte, quattro di gior- no , e quattro di notte e giorno. Un confimile argomento traefi dal culto di Veda, offia dalla cura religiofa eh' ebber tutte le nazioni di cuftodire il fuoco ; poiché le cofe non fi pregia- no , e non fi curano fé non a pro- porzione , che fé ne ricava , o fé ne fpera del vantaggio ; e farebbe ben forprendente che i Magi della Perfia , i quali abitavano poco meno che fot- to r arfo equatore , tanto pregiaffero il fuoco da farne un dio . Tale fenza dubbio lo fecero i popoli del fetten- trione , che di eflb aveano bifogno nell' inverno per opporlo sì al freddo che alle tenebre j e ritennero poi lo fteflb culto, fenza efaminarne la ra- gione , quando vennero ad abitare i _ climi caldi. ^ N Quefli 98 'Quelli e molti altri argoment] fan- no lofpettare che abbia efidito nel Nord ìi popolo antico iftitutore dell' uman genere ; ma di ciò non contento il Sign. Bai/Iy , ci adduce de'chiari tefti- monj de* più rinomati fcriitori che ne parlano . Il p ù celebre tra quelli è T.^atone . Pochi fono i quali non ab- biano ietti que' due fiioi pad! ( * ) ne' quali parla dtgli Atlaniidi uomini quanto forti nelle armi , altrettanto jielle fcienze ^'crfati , i quali venuti erano dall' ifola Atlantide ad invadere l'Europa 'meridionale . Quefti Atlan- lidi eiTer potrebbono per avventura il popolo maeflro delle nazioni che abi- tarono il globo , ed il 5ign. Bailìy fi propone in quelle lettere d'indagare qual foiTe la loro vera dimora. Comincia a provare che la narra- zione di Vlatone , febbene abbellita e ornata, pur non «finzione. Molti fcrit- to i anteriori a lui , e fra gli altri Omero , che vivea fei fecoli prima , hanno parlato dell' ifola ^ e del popo- ^\o Atlantide. D'odoro ns parla lunga- mente , e ne teile a c-csi dire la fto- ria , da cui fi rileva che Urano, uno de' fuoi re , verfato fofle nell' aftro- nomia , e lo florico fenza avvederfe- ne parla delle cofe del Nord, mentre crede di riferire i fatti dell' Orien- te — Lo fleffo a un di prefTo leggefi nei frammenti di Sanconiatone , Cercando gli Atlantidi collocati da TUtone di là delle colonne d'Ercole , molti s' immaginarono di trovarli nel- le Ifole Eortunate , confìderandole co- me un avanzo della grand' Ifola At- lantide ingoiata dal mare; ed altri , dopo la fcoperta dell'America, opina- rono che ivi aveflero abitato i popoli rammentati da Tlcitone ■ — Ma , dice il Sign. Bailly , l'America è un paefe nuovo, ficcome appare da tutte le re- lazioni de' navigatori , e di chi ne ha fcritta la ftoria . L'America è divari- le dall' Europa in maniera , che il tragitto del frappoflo oceano è im^ ^ prefa la quale fuppone tali cognizioni N^ nell' (*) Nel Thmo e nel CUtìa > Ecco uno fquarcio de! fecondo . ,, Odi , o Socrate, un racconto poco verillmile ma vero, come dicea Solone il piùSa' vie de* fette Savj... Quefli amico e parente di Dropida gli narrò le cofe che fon per dire, e che io feppi da Clitia, il quale da Dropida aveale ap- prefe — Uno de' Sacerdoti di Sais, preflTo i quali era andato Solone affine d* W iftruirfi , accorgendoft , che poco o nulla fapsa delle antiche cofe , così gli „ diffe. — O Solone Solone, voi altri Greci fiete ancor fanciulli , e ignorata „ ciò che avvenne anticamente sì in Egitto, che preHo di voi . — Nel voflro „ paefe abitava la più beila, e la migliore generaziop.e d'uomini , che fiavi „ mai (lata, di cai non fi ferbarono che deboli germi dai quali difcendete ... „ Noi troviamo fcritto ne' noftri libri ciò che prefiTo di noi avvenne nel decorfo „ di 8 ,000 anni , ma io di più vi dirò ciò che hanno fatto i padri noftri per ,, 9, 000 anni ( Quefti anni non fono folari)» La voftra repubbli- „ ca ha refiftito agli sforzi d' una gran potenza , la quale venendo dal mcir» ,, atlantico aveva ingiuRimente invafa tutta l'Europa e l'Afìà Eravi ^, colà un' ifola , dirimpetto alle colonne d'Ercole, la quale era più eftefa che .. la Libia , e l'Afia . Di là i viaggiatori pacavano ad altre ifole^, per venire nel Continente dirimpetto al mare che fi chiama l'onto , colà è il n:are detto propriamente Te/ago .... In queft' ifola v* erano de' re potenti (Ti mi ... che vollero invadere il voftro paefe e 'ì noftro .... e allora voi refiflcde... ma negli ultimi tempi pei tremuoti e per le innondazioni in un fol gior- no , e in una notte tutti i voftri guerrieri furono inghiottiti, e 1' ifola At- ,, lantide difparve ec. " Tini, 5> J> J> >> >> well^arte di navigare che certamente non ebbero mai gli Americani . Al- tronde perchè mai efiì da un clima dolce, da un terreno fertile, e d'un' eftenfione immenfa farebbono partiti per venir a mover guerra all' Euro pa , all'Africa eall'Afia» SiofTervi al tresì, che fecondo Tintone 1° ifola At lantide era affai vicina al noflro Con- tinente — Potrebbe dunque pui vero- fimilmente ricercarfi nelle ifoie Fortu- nate , tanto più che preffo i Guanci a Teneriffa confervavanfi i morti en- tro fegreti fepolcri in forma di Mum- mie , come preflb gliEgizj j e monte i^tiante (T chiama quella- catena di montagne che è nell'Africa dirimpetio 'alfe mentovate ifolè *— Ma tali ifole lafciando molta profondità fra di loro , moflrano di non efìPere cime di monn altre volte uniti fuor d'acqua ^ L' ufo di confervar i morti in mummie ef- fendo ir Iblo ad araendue comune può effere flato immaginato dalT amor fi liale , o dalla vanità de" padri preflb due popoli fenza che fianfelo comuni- cato. Il nome del monte Atlante gli è ftato forfè impoflo perchè fuppronen^ dofi ivi preflb le colonne d' Ercole , che al!' iibla Atlantide diceanfi vicine, fi volle fiflare in que' deferri il regno dell' amico Atlante . Se altronde vo gliamo fupporre gli Atlantidi venuti dalle ifole Fortunate in Egitto , ove lafciarono tante memorie di fé ftefli , per quale ftrada direm noi che vi ve niflero .** Per le arfe arene dell'Africa interiore? — Ma non avrebbe un nu- rr.erofo efercito per que' deferti potu io far mille leghe . — Per le cofledell' Africa ? •— Ma vi fi farebbono arre- nati invitativi dai clima , e dal fuo- jo ; vi avrebbero lafciati indizj delibi Joro ef Renza , e del loro fapere come ist Egitto 'y. indizi di cui avrebbonci « 99 Sfc parlato i Fenlcj , i Creci , e i Ro- mani . Dunque né in America , ne alle ifole Fortunate dobbiamo cercare' gli Atlantidi di "Piatene^. Cerchiamoli in Afia . Ivi era un mare atlantico preflb alle colonne d' Ercole, per teflimonio di Erodoto (i) , di Strabene (2) e di Diedero (5) . Of- ferva il Sign. Bcter (^) che in tutti i tempi' d'Ercole v'erano le due colon- ne , che fiflavanfi dar popoli che l'a- doravano , alla metà- de' loro viaggi intraprefi per trovare un'abitazione mi- gliore . Crede quefto Scrittore di* tro- vare 1' Atlantide nella Giudea, e tro- va delle fomiglianze tra i figliuoli di Giacobbe e i fratelli d'Atlante . Ma l'Atlantide era un' ifola , e non una provincia del Continente . GJi abitatori dell' Afia vennero dal monti della Scizia (5) , occuparono il Ponto , la Frigia e la Fenicia con- doLtivi da Acraone padre d'Urano, e per confeguenza uno de' Capi degli Atlantidi . In Fenicia adorava!} Ado- ne 5 amato da Venere mentre vivea ,. e da Proferpina quando pafsò agli E- lisj. Venere lo vuole redivivo fulla ter- ra , Proferpina lo vuole ritenere fenr- pre all' inferno : Giove decide che fei mefi fia vivo , e fei morto. Se Ado- ne è 1' emblema del Sole, bifognaper neceflìtà riportare quella favola af po- lo. Cosi fé ne pianfe la morte per 40 giorni fotto nome d' Ofiri in E- gitto, ove tal culto pafsò dalla Feni- cia , come attefta Luciano , portato- fvi da Deucalione ; e per confeguenza ''vi venne dal Nord; poiché quefto Deu-- jcalione era figliuolo di Prometeo fra- jteljo d'Atlante ^ e Prometeo ha del 'rapporto col Caucafo , ove fecondo' j la favola fta legato . Così fpiegafi il I rinafcimento della Fenice , eh" era una- parte della loro mitologia ; e cogli N %■ fteffi. (i) Lib. I. (?) Lib. IIL .«-.20. (5) Strab. Lib. IL (2) Lib.XVL (4) Efl'. £ur r aliant. pag.4i.' ICO fieffi piincipj rendefi ragionevole, ciò ^chi tempi aveano varcato il Caucafo che diceafi d'Ercole, prefo come Ein- blema del fole. I Greci aveano un Apollo fetten- trionale , cioè colà adorato , che uc- cife i Ciclopi j e celò il dardo dietro un monte nel paefe degli Iperborei (6). Qijello dio ivi fi maniteftava ogni 15? anni al rinnovamento del ciclo luna- re (7). Ivi vivea Latona fua madre ; e Niobe , che ebbe a contraftar con lei , era figliuola d' una delle Ple.iadi ( cangiate pofcià in ftelle vicine al polo ) , e nipote d'Atlante (8). Co me mai i Greci , fé avefìfero eglino ftefilj immaginate le favole, avrebbonle riportate ai paefi fettentrionali anzi che ai loro proprj ? Or quefto popolo amico fettentrionale , autor della mi tologia è perduto. Continuiamo a cer- carlo , e vediamo 1' antica floria della Perfia . Ivi più non troviamo idolatria né favola : non vi s' adora che il Sole, e *! Fuoco . Hanno però delle anti- chiffime tradizioni . V' erano , dicon •eflì , i Divi nazione poffente e catti- va , e v' erano i Peri gente colta e buona, al cui re Gian doveanfi le pi- ramidi d' Egitto ,• ma quefti pur cor- ruppero i coflumi', venne Eblis ( il Diavolo), e la nazione fu vinta, dif- perfa e diflrutta . Ecco un altro po- polo perduto . Nel reflo della ftoria perfiana , che ci è (lata trafnieffa dai Joro romanzieri , troviamo in gene- rale che i popoii del Nord hanno fat- ta la guerra ai meridionali . Qiiefti per più ficuramente coflrignere i loro nimici a rimanere ai di là del Cau- cafo , hanno fatte delle grandi mura- glie e delle porte ne' pochi luoghi , che foli dar poteanounpaflaggto , cioè fiella gola de' monti , e quindi fi fo- aio eftefi nei fertile terreno della Per. ,£a . E fìccom' eflì pure ne' più anti-^ 1 portarono in Perfia la religione , la mitologia fettentrionale, cioè il culto del Fuoco, e del Sole. E' olTervabile, che il Fuoco, il quale dagli Egizj , e da' Greci chiamavafi Tyr , nell'Edda , antichifllmo libro fvedefe , chiamafi Fyr , da cui fon venuti l'inglefe Fire ^ e '1 tedefco Feyer j e che anche oggi- dì i Lapponi adorano il Sole , e rif- pettano il fuoco come fua immagine. Zoroafiro reftiuratore del culto del fuo- co dice tai cofe dalle quali s'inferifce eh' egli viffe a gradi 49 di latitud, bor. Dal fettentrione pur vennero gli abitatori dell'IndoRan, e i Cmefi, co- me lo dimoftrano le loro ftorie , e la favole medefime . Lo ftefìfo dicafi de* Tartari, i quali fono fucceffori dique* Divi , che viveano d' invafioni , e di prede . Una parte di elfi , obbligati a ritirarfi fra i monti v'inventarono l* arte di cavare le mìnere e di fondere i metalli ; e di ciò ebbe un argomen- to fotto gli occhi il Sign, T alias fpe- dito dall' Imperatrice delle Ruffie ad efaminare i fuoi vafti dommj , che trovò fra que' monti degli ftrOmenti de' minatori , tutti però di fafifo , o di rame, poiché non aveano ancor P'^ ufo del ferro. Trovò egualmente del. le armi , e degli Rromenti d' oro j e quel eh' è più forprendente , degli fcheletri umani petrificati , e de' le- gni non folo impietrili , ma in parto divenuti metallici , per la quale traf- mutazione la natura opera lentinìma- mente. Aggiungafi che non vi fi tro- va nelTun velligio delle abitazioni , di- ftrutte fenza dubbio e confumate dal tempo. Tutto ciò apparteneva ad un popo- lo più antico dei Mongoli, a* quali era noto il ferro , e che {\ e perduta ; fé non che la tradizione ne ha confer- valo (6) Hyg. Aftr. poet. IJb.U. tS) Ovid. met. Lib. VL (7) Diod. Sic. Lib, Hv % vato il nome in Siberia chiamandolo Scioudi , o Sciud'xki ; nome che tro- vafi dato anche agli antichi Finlan- defi (9). Ecco dunque un popolo tra i 56, e i 60 gradi , da cui fono paf- fate molte notizie nella Grecia , molti nomi delle cofe , molte ufanze , 0 fra le altre quella di folennizzare nei con- viti nel mefe di Dicembre certa Fefla che i Finlandefi chiamano Julu , e i Greci dicevano Jule'ja . Diremo noi forfè che andati fiano quelli a prende re delle ftrane coftumanze nel Nord ? No ; ma quefte paflfarono dal polo ali" equatore colle nazioni emigranti dal fettentrione. In quefta parte della terra troviamo pur l'origine degli Orti delle Efperi- di, e dei Campi Elis). Ercole che va a prendere i pomi d* oro è un perfonag gio fettentrionale : il fuo fteflb nome lo dimollra , poiché non è d' origine greca , per confenfo de' Greci fcritto- ri ; e altronde ben derivafi dal Nord , ove her lignifica portanza, efìgnoria, ed herculle capo de* foldati , in lin gua ^fvedefe . Egli nel Caucafo avea liberato Prometeo , e preffo a que" monti avea foggiogate le Amazzoni . L' Efp?ria non può efiere né in Africa né in Ifpagna , poiché è un' ifola lun- ga e ftreita (io) al di là deli' Ocea no , nel paefe ov'abita la notte (11). Ivi pure fta Atlante a foftenere il cie- lo fugli omeri (12). PreflTo Efchllo , Prometeo liberato da Ercole, infegnan dogli la via che conduce agli Orti delle Efperidi, lo dirigge in un luogo ofcuro , cui chiama 1' abitazione de' Liguri {1$) , ^pollodoroAìce ancor più chiaramente , che i pomi d'oro furo- no prcfi nell'Atlantide degli Iperbo- 101 ® rei (14) . Al fettentrione pur devefi riferire la favola di Fetonte , e colà , non in Italia, dee cercarfi l'Eridano, in cui le lagrime delle forelle galleg- giano trasformate in ambra . Tal fiu- me é la Dwina , che mette foce nel mar baltico, e ivi fono le ifoìe e!et' tridi di Erodoto (15). Lofteffo rilevafi da Diodoro (16). I poeti Latmi hanno fidate in Ita- lia le porte de' Campi Elis) , i Greci avean nella Tefifaglia, i fiumi dell' in- ferno j gli Egiz) aveano veramente de' giudici , pei morti , e li punivano o premiavano colla gloria , o coli' infa- mia, fecondo le proprie azioni, ma le favole come le coftumanze a ciò re- lative aveano avuta 1' origin loro nel Nord . Omero], conducendo Ulilfe all' inferno , gliene fa additare 1* ingreflTo preffo i Cimmeri, popoli fituati di là del mare , in luogo ove è notte con- tinua (17ÌJ e quando nel fa ritornare cel dice fpinto all' ifola di Calipfo fi- gliuola d' Atlante, da cui I' ifola eb- be il nome d'Atlantide . Ivi trova il bofco di Proferpina , il cui culto fu portato a Sparta dal Nord per opera dell'Iperboreo Abari (18); e Cerere va colà in traccia della figlia portata da Plutone all' Inferno . Così Proteo Jice a Menelao (19) che gli Elis] fo- no all' eflremità della terra. Né feli- bri flrano fé foggiugne che il clima è fempre dolce , temperato , ed imifor- ine . Direni fra poco come il clima dovefVe allora eflere temperato ; e fot- to i poli r atmosfera è naturalmente nen foggetta a variazioni , che fotto r equatore. T/utarco dice che i Cim- meri abitavano anticamente un paefe ^^ove il polo è quafi perpendicolare fo- ^ pra (9) Idman. p.VI. (11) Hefiod. theofc. v. 27^}. (-15) Ap. Strab. L. IV. (15) Lib. IIL (17) Od. L. X. (i5>) Od. h. IV. (io) Max. tyr. diff. ^S. e. 225^ (12) Id. ib. V. 517. (14) Myth. L.IL (16) Tom. 2. pag. 215. (18) Pauf. L 111. .701 pra ia feRa , e ove V anno è d^vifo in Ringhi giorni, e lunghe nodi (20) . Erodoto colloca a un di preffo nelle SelTe circoftanze gli Iperborei. Aggiun- gafi , che i nomi Acheronte , Aver- ro , Plutone ec. fono originar) del Nord , e non Greci , come dinnoflrò 'E.udbeck . Om tto molte fomiglianze tra gli ufi degli antichi Egizj, e quei dei moderni Settentrionali riguardo ai morti . Gli Dei, che da'Greci diceanfi nati neir ifola di De'o , fecondo le loro pivi antiche tradizioni erano oriondi del fettentriopc . Narra Tiatone , che le rotizie rifguardanti la teogonia Jeg- geanfi in Delo fu una tavola di bron- co portata da unlperboreo. Così Dio^ doro (21) e Tliìììo (22) collocano nel: fettentrione la terra natia degli dei.. Tatto c\b ne conduce a Icoprire la \'era patria degli Atlantidi , cui , oltre le accennate, altre ragioni ancora c'in- ducono a cercare nel No d, coipopoli della quale i Greci ne' primi tempi eb. bere un commercio continuo , cofi^c- ché annualmente mandavanfi dal Nord le primizie de' frutti a Delo , prima per nr/ano di cfuattro Vergini, e quin- di per mezzo degli ArimaRi , degli Iffediini 5. e degli Sciti , popoli» frappe- Ili . Ognuno ben fente che tai regali fuppongono una vicinanza , che dev* ciTervi ftata una volta , anzi un'iden tità d' origine . Col dividerfi e col!' sllontanarfi delle nazioni s' alterano ì'e notizie Roriche , e ^\ frammifrhiano -alle favole j, ma in mezzoa quefte tra. pelano i raggi della verità. La favela di tutte le divinità gen- lili (ì riferifce al Nord . Ivi era^ la terra di Sat<'rno, ivi l'Ogigia di Bac- co , ivi r ifo'a Bafìlea , ove gii dei Èrano nati . Vedemmo come ivi fìsno iUte collocata Cerere , Proferpina , Dia- ^^ ^ na ec. , ma v' è di più: ivi fono \e « colonne d' Ercole , e ve le trovò Dru~ fo per teftimonio di Tacito (25). Per- chè durque non farà ivi ftata 1' ifola Atlantide ì Qiiefta , probabilmente la fteffa che l' Ògigia di Tlutarc» , dea cercarfi ove ora è Spitzberg . Seconda ■ queft'Autore (2.;) era riluata dirimpet- to alla palude Atlantide y ovs molti fiumi d'Afia vanno a metter foce , e cv' è una gran baja ; il che non fi può fpitgare fé queRa non fia il feno di mire in cui sbocca 1' Oby . Efifa è circondata da altre ifole che faranno l' Is'anda , la Groenlandia, e la Nuova- Z.embla . Tutto ciò che fegue a dirne' T?lutarco moRra ad evidenza che la j greca mitologia ebbe origine dal Nord .. 3| Vero è che que° paefi , fecondo le defcrizioni , erano temperati e fertili.. Ma non ripugna, quanto per avventu- ra lo fembra- , che tali proprietà a- velìero i climi fituati prefìfo il polo „. Tutti fanno il fifiema delSign..di Buf-^ \fony fecondo il quale la Tetra va len- {', tamente perdendo il calore fuo pro- prio , cominciando dai poli . Tale opi- nione , fé non certaj è affai probabile almeno j, eficcome fappiamo chei gran monti di ghiaccio fono l'opera de* fe- coli , come dimoRrano le ghiacciaje- della Svizzera , pofllamo anche con- chiudere che que* paefi , ora inaccef- fibili, fofìTero una volta abitati e di fa- cile commercio. L'Opera del S\m^ Bai/fy merita d° effer letta per eR(fo , poiché quanto la di lui opinione è Singolare , altret- tanto è ingegnofamenfe fcftsnuta colla. più profonda erudizione ^ - Fariì (20) In Mario. (21) Tom. 2. pag. 22f. (22) Lib. XXXVII. e. 2. (2j). De ir>or„ Getm. e, 14. £. 2o (2q) De faci e in orba iunae .f. lOo- ^Farina d'Orto preparata ec. diì Sign. Dumas; e Farina di frumento eco- nomica ec. dei Sign. Taffet . IL Sign. Dumas Mercante di Mode a Parigi vende una farina d'orzo preparata . La preparazione che fé le dà confifle nello fpogliarla di tutto I' acido che può avere. ì>^on rimanendo aUora in ella che una mitcilaggine fi- niifima , non fi inagrifce nello doma- co ; ed anzi diftrugge l'acrimonia de- gli umori j e fornjfce un chilo dolcif- fimo ;. Qiìefto rimedio s' impiega nel- le affezioni del petto , nelle malattie del genere nervofo , in quelle delle vie urinarie , e finalmente in tutte quelle iliaiattie che provengono dall' acrimonia degli umori , o dalla irri- tazione del fangue . Quelle perfone > che fono obbligate a nutrirfi di latte, e che non portono fopportarlo, trove- ranno neir ufo di quefta farina i me- defimi vantaggi , fenza incontrare i niedeiìmi inconvenienti . E' evidente che ellendo fpogliata di tutto il fuo acido , è più propria a legarfi con le parti del fangue , e a temperarne 1' acrimonia , Quindi è facile concepire ch'eiTa riftabilifce e conferva la buona carnagione . Se ne fa ufo nel latte o nel brodo . Qiiefta farina preparata é conofciuta fotto il nome di Farina d' orzo della Signora Dsmafel. Il Sigi>. Taffet MaRro Fornajo della Città di Poiliers, ePanattiere d\ Mon- Jìetir Fratello del Re, fabbrica e ven- de una farina di frumento di fua in- venzione, da lui chiamata minot-gre- fu'lon 5 propria per fare del buon pa- ne di cafa aliai nutritivo . Si può im- piegare quefta farina tal quale ella è, fenza pailaria per lo ftatcio , fa non fofTe per cavarne quelle immondezze, che potefTero effervifi introdotte dopo la fua preparazione ; o per adìcurarfi ch'ella è di puro frumento , il che fi conofcerebbe facilmente alla fola ifpe- zione della crufca , di cui poteiTe re- flare qualche traccia nello ftaccio. Qae- fto m:not-grefi!/on è faciliffimo da met- ti I! 105 terfi in bpera > fé rre fa del pane bian- co della prima qualità , del pane del fuo fiore, del pane di cafa, della pa- rta sfogliata , delle focaccie er. Una libbra rende una libbra e mezza di pane di cafa . Chiunque il voglia può aHlcurarfene.. Il prezzo di quefta fa- rina varia , fecondo che il frumento e più o meno caro; ma i! pane , che fé ne fa , viene a coftare femore la metà meno di quello dei Fornaj di Francia; e oltracciò fé ne ha un pa- ne, fenza contraddizione, più falubrè e più follanziofo d* ogni aiiro . Sarebbe cofa ottima fé , invece del femplice avvifo , daffimo qui la ri- celta della preparazione di qaefte fa. rine ; ma gì' inventori non fi con- tentano del merito e dell' onore delle loro fcopeite ; vogliono tenerle fegre- te per goderne il frutto ^ che peraltro crediamo non farà molto ubertofo . Tuttavia fiamo certi che anche le fo- le notizie vengono accolte da molti con piacere . iSIOTIZIE ÌDI LIBRI . Kf iPtoire naturelle &c. Storia nà- \_ turale della terra -, dei vu/càni eliinti , dei vulcani non ejìinti , e delle emanazioni mefitiche ; delle mir.ere d' argento ec. del fuoco , dell' aria , dell' acqua , e delle loro meteore ; dei la- ghi , dei fiumi , delle fontane d'acqua dolce , intermittenti , e minerali ; de- gli alberi, è degli àrbufii ; dei retti- li , dei pefci , degli uccelli , de' qua- drupedi , e degli uomini che abitan le montagne del Vivarefe : feguita dalla Stona delle guerre di Religione di qiie^ fia provincia. Si propone per alTbciazione. L'ope- ra farà di fei Volumi irt S. Si pa- gheranno IO. lire pei primi due Vo- lumi , 12, pei fecondi , 6. pe' ter;ii i Le arfjciazioni fi ricevono a Parigi da Monory , e nelle altre città da'prin-^ cipali Libra] . * Oca- 104 S Oeuvres complettes &c. Opere ^ ,, quale con grave datino fi va fnof- " " ■ ,, traiido per tutto , col lafciar quafi „ interamente did'eccata la Pianta in „ ima fol volta : infermità affai più „ peficolofa della prima ; di Tommafo „ Fava di Ala de" quattro Vicariati , ,, il quale fi offre d' infegnar il vero ,, e ficuro Rimedio prefervativo per ,, le detta due Epidemie." ,, Dopo innumerabili faticofe edif- „ pendiofe prove ed efperienze ten- ,, tate dall' anno 1764 , fino oggidì „ 177P , finalmente mi poffo lufinga- „ re , dice il Sign. Fava , di avere „ fcoperto j mercè una lunga dili- „ genza , il ficuriflìmo rimedio pre- „ fervativo contra la medefima .... „ rimedio di poca fpefa , e faciliflì- ,, mo da efeguire da qualunque fi fia i^jjerfona di campagna .... e ficco- ,, me farebbe cofa troppo ingiufla il ,, palefarlo fenza alcun vantaggio ... così egli efige che fia depofitato un foldo per ogni pianta che verrà da lui medicata, il qual depofitonon farà da lui levato fé non dopo tre anni confecutivi , che farà flato porto in pratica , e che fé ne avrà fatto 1' ef- perimento . Fin dal 1772 il Sign. Fava, infieme col Sign. Gio: Criftoforetti, con loro Manifeflo promettevano il rime- dio folo per le piante giovani adulte ; ora , afTicurati da replicate fperienze , lo promettono pure per le piante vec- chie adulte . Il Sign. Fava , in quefto fuo nuovo Manifelto , aggiugne la Lifla de' No- mi di qiie* Signori, che gli hanno fat- to Atteftato dell' efficacia e ficurezza del rimedio ; e tra quelli trovafi S. A. R. Principe e Vefcovo di Trento. Finalmente egli promette di pub- blicare un'Opera , la quale farà un trattato intorno alla coltura e rendita dei Mori , diftribuito in 26. capitoli , che tutti fi trovano indicati nel Ma- nifeflo medefimo . completi del S!g>i. le Febvre Maggio- re nel Corpo degli Ingegneri di Truf- fa , Membro ordinario della Kealg ac- cademia delle Scienze , e Belle Lette- re di Berlino . Voi. 2. in 4. arricchiti di molte tavole in rame . Maftricht, 177S. S' aggirano fulla parte meno trat- tata comunemente, cioè l'attacco , e la difefa delle 'Piazze , il che dee ren- derle tanto più intereffanti ps" Giovani Ingegneri, ACCADEMIE, E PROBLEMI. LA Società libera d' Emulazione di Parigi domanda ;= „ degli Stru- ,; menti Madri per la riduzione dei ,, metalli in piaftre di quella grofTez- ,, ea e di quella larghezza che fi | ,, vuole = . " i Il concorfo farà aperto fino all' ul- ; timo di marzo 1781. , dopo il qual termine, non farà piià ammeffo nef- funo . Le Memorie , i Modelli degli flru- menti , e le moflre dei loro prodotti faranno fpediti al Sign. Comynet il Figlio i Direttore del Banco generale di Corrifpondenza a Parigi , rue deux portes , S. Sauveur , con le fol ite for- malità ec. Il Premio è di mille e dugento lire di Francia , e farà deliberato nella pubblica generale Adunanza di Luglio 1781. NOTIZIE DIVERSE, I vede girare a (lampa un,, nuovo „ Avvilo al Pubblico intorno alla ,, corrente Epidemia dei Mori , detta ,, del Cancro , del Falchetto , o del ì ,, Salvanello; come non meno di un" | „ altra Epidemìa ne' detti Mori , la * lox N. XIV. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale, e principalmente all' Agricoltura , alle Arti , ed al Commek.cio . » - »* « 23. Ottobre 1779. Sopra U dhì/ìone àeìh fjojfe ToJJef. fejftoni in pìcciole affittanze . />{/"- vorfo del Sign. L. C. M01tiflì;ni hanno fciitto fu queflo oggetto, certamente importan- tiffimo , di rurale Economia ; ma pare che alcuni abbiano troppo efagerato il vantaggio, che dee naturalmente riful- tare dalla divifione delle terre in pic- ciole affittanze . Nato io alla campa- gna , e allevato fra Coltivatori , ho in feguito viaggiato in diverfe parti , dove il terreno e la maniera di colti- vare variano moltiffimo : fi aggiunga i diverfi faggi che ho fatto, e de' quali potrò rendere conto in altra occafio ne ; tutte quefte circoftanze infieme mi fanno fperare , che non farò ac- cufato di profunzione, fé ofo compa- rire in pubblico , ed efporre la mia opinione fopra un oggetto eh' è ana logo alle mie cognizioni . Peraltro , ficcome non èrnia intenzione di trat- tenermi a difcutere le afTerzioni, fuHe quali io fono d' accordo cogli Autori che mi hanno in ciò preceduto , così comincìerò col convenire che la divi- fione delle grandi affittanze in molte piirciole è vantaggiofiffima ai Proprie tarj e Padroni delle terre j e quefta è uha verità che non può cfTere mefìfa in dubbio. La ragione n' è femplicif- fima : indipendentemente dall' aumen- tò di rendita , eh* è una confeguenza naturale di quella divifione , in favo- re de' Proprietarj , quefti Proprietarj iTìedefimi hanno ancora il vantaggio '^l'.ovo Giornale d'Ita/. Tom. IV. ^ di vedere il valore intrinfeco dei loro fondi quafi raddoppiato ; perchè una terra diventa migliore , e crefce dt prezzo in proporzione del maggior nu- mero di braccia che s' impiegano per coltivarla . Io mi riftringerò dunque a fare un'offervaatione che fembra ef- fere sfuggita agli altri Scrittori, o che piuttofto non hanno voluto fare ; ed. è, che un gran numero di Proprietarj di grandi PofTeffioni nonrafTomigliano a certi altri , che vorrei pur nomina- re , fé giufti riguardi non mei vietaf- fero . Se d' una fola affittanza eflì ne fanno molte, la loro intenzione non è già di rendere più felici i loro vil- lici , procurando loro i mezzi di fuf- fiflere effi e le loro famiglie ; eglino non penfano che a ricavare una en- trata maggiore, nel che riefcono, ac- crefcendo , ogni volta che rinovano le affittanze , il prezzo delle loro ter- re in proporzione dello flato, ne! qua- le li trovano, di miglioramento, mer- cè le attenzioni e le fatiche de' loro Affittuali. Quindi ne viene , che que- fti ultimi non godono mai d'un bene, che dovrebbe eflfere la ricompenfa del- le loro fatiche , e che pare dover lo- ro appartenere tanto piùgiuftìoiente , che quefto non è dovuto che alla lo- ro induftria , e eh' è il frutto dei lo- ro fu dori . Ma fé i Proprietarj gua- dagnano affai affittando le loro terre a picciole porzioni, non ne fegue già che coloro , i quali prendono in af- fitto quefte picciole porzioni di terra, vi trovino del pari il loro vantaggio, ^ O fic, •Ticcome pretendono alcuni degli Scrit- tori fopia la divifione delle terre .Se ne giudicherà da ciò che -fono per dire. r • u Supponiamo, -per efempio, che una povera famiglia campofta di ireperXone, tutte iniflato ci lavorare, e che man- ca d' occupaz cne , prenda in affitto otto campi di terra . Ce ne yuole al- meno uno per la cafa d'abitazione, per la bafla corte, e per 1' orto. Un' altra porzione farà méfTa apralo, per- chè aflbluiamente abbifogna del forag- gio per r inverno . lleftano ali' in- . circa cinque campi xla difporre , dei; ■ quali almeno uno fi dee lafciare ad ufo di pafcolo per la primavera , In tal guifa non rimangono che appena quattro campi pel vino, pel frumento ■e per le altre biade che -fi ufa colti- vare . Ognuno può fare il calcolo di ■guanto renda , ad anno comune , un campo d^ -buona terra. Da quello pro- dotto , di ogni genere , fi detragga la femenza per l'anno feguente , il man- tenimento delle perfone , quello che iieceflariamente 'fi deve fomminiftrare apji animali} e fi troverà che pochif- Jimo avanza per fupplire all' affitto , al veftiario , e a molte fpefe real- mente neceiTarie, che nondimeno ven- gono riguardate da certi Scrittori co- me voluttuofe ; quaficchè alla gente della campagna non occorreffe nien- te di più di quello che abbifogna ai Joro befliami . Ora , io fono in fer- ma opinione , opinione foftenuta dal fatto e dalla giornaliefafperienza, che i villici , con mezzi cotanto deboli , non folo non abbiano con che vivere agiatamente, come pur vorrebbero far credere cotefli Scrittori ingegnofiffimi , ma neppure abbiano con che fupplire •li loro impegni contratti col .Proprie- «ario . Mi fi obbietierà forfè, eh' io non faccio parola delle utilità che fi può fare fulla bailacorte , fulle frut- ta , fugli erbaggi ec. , prodotti , che qualche volta fuperano quello del fru- n^ento. Io non pofTb negare che que- fti non fiano articoli da farne conto, quando però la campagna fia in vici- nanza a qualche città -j e 'eiicora in quefto cafa non v' ha che il ^Proprie- ' tarlo il quale vi guadagni , affittando la fua terra il doppio , e perfiiio il triplo : ma tutti fiffatti vantaggi ri- duconfi quafi a nulla , allorché fia lontana da luoghi di commercio, e in un paefe dove non vi fia niente di fpaccio . Lo ftefifo dicafi riguardo ai beftiami , dai quali non è poffibile di trarre un grand' utile , perchè egli è evidente che non fi può mantenerne molti fopra una picciola campagna d* otto campi . Il fieno e la paglia non producono neppur un quattrino , ef- fendo appena fufficienti , sì pel man- tenimento dei pochi befliami , che pei concimi, ed anche pel coperto dei ca- foni . Aggiungafi che, oltre al vittOj ha bifogno il Contadino di abiti , di flrumenti da lavoro , di utenfiii, ec, la compera dei quali, il mantenimen- to , e i Tiftauri devono efler calco- lati nel conto , net quale non com»5 prendo le fpefe anticipate , che con- viene fare ogni anno per mettere in valore una terra . Ma olio campi di terra per tre perfone , queflo non ba- lla ., mi fi dirà ; perchè non ne date fedici , dicioltoi fei per ogni perfpna ? A ciò io rifpondo , che un Conta- dino , il quale ha tanto da poter fa- re le fpefe necelfarie per coltivare ot- to campi , non ha fempre il modo di fare quelle occorrenti per metterne in valore fedici o diciotto . Cofa fareb- be poi s' egli neppur foflfe in iftato di comprare i beftiami , ed altre cofe neceflarie per coltivare folamente gli otto campi ? Cofa farebbe , fé di tre perfone, che hofuppofto coltivare foli otto campi , due, cioè il marito e la moglie avellerò fulle fpalle i loro pa- dri e madri vecchi e infermi , con cin- que o fei figliuoli in tenera età, e in- capaci di ajutarli nel loro lavoro J In verità , io non fo vedere cofa ii po- trebbe rifpondermi . D' altronde con- verrebbe che un uomo , il quale per mancanza di buoi è obbligato a la- vorare la terra a forza di braccia ( poi. che fopra otto campi di terra non Ci può pMÒ màtì^tìiére al più che un cavallo ij^ ed una o' due vacche ) converrebbe, dico, che qtleft" uomo potefìTe coltivare più di quattro campi , di che dubito affai . Pert'a'ilto , malgrado i bei dif- corfi che Ci' può fare , un povero- Af- fittajuolo' ,• il' quale non abbia' altre riforfe , che quelle che ritrae dal pic- 'ciolo fondo eh' ei coltiva , farà' fem- ore miferabile; e fé moltiflìmi di que- lli piccioli Affittajuoli non efercitafìTe- TO nel tempo fteffo un mefliere ,- o non facefifera' un poco di commercio, farebbero berr prefto ridotti a morire di fame . Un uomc> , all' oppofto , il quale prende in affitto una , o molte gro/Te carripagne , può col tèmpo di- ventare ricco . Primieramente fi giu- dica eh* egli abbia più rriezzi , che non ha un picciolo AfSUajuolo ,■ per ritrarre da quefla campagna' (oda que- lle , fé ne ha in affitto più di una ) tutto il partito pòffibile . In fecondo luogo 5 le fpefe eh* efige neceflaria- mente la coltura y fono in proporzio- ne aflai meno confiderabili per lui ., poiché egli può fare comodamente e in pochi giorni , con 1' ajuto dei fuoi buoi , quello che un picciolo Affitta- juolo non fa ordinariamente che a forza di braccia , e con" lunghi e fa- ticofi lavori . Da quello che ho d'atto figuardo all'Affittajuoio di grofTe cam- pagrie , il quale foflituifce a! lavoro degli uomini quello degli animali , fi jiuò conchiudere che , fé ci vogliono tre perfone per coltivare' otto campi ^ dì terra, non' ne occorrono che quat ùo per coltivarne veliti , cinque per coltivarne trentacinque o quaranta , fei per coltivarne fettanta , e cesi del rèdo fino alla quantità di fei o fette cento campi ; dopo di che io confef f o , che quella gradazione non potreb be efattamente aver luogo. Un* altra confeguenza , che fi può ancora cavare dal mio ragionamento, fi è, che fé la condizione del picciolo Affittajuolo è fembrata felice ad alcu- ne perfone , ciò non può effére , fi- i non perchè quefte perfone non ci a ,1) Vra-nno fetta alcuna rifl-'lTione , enon *■. - - 10^ ne avranno, fé mi è permefTo fervir- mi di quefta efpreffione, fatta l'ana- lifi , com' io r ho fatta qui fopra . Un altro oftacolo , che fino al pre- fente ha impedito la gente della cam- pagna in generale a diventare ricca , ella fi è r ignoranza , in cui trovafi la maggior parte dei Coltivatori , del- la maniera migliore di Coltivare la terra j e la loro oflinazione di non volere cambiar metodo . Quando fi fentono rimproverare di quefta olii- nazione , rifpondpno come gli Otten- toti ; ,, quello è flato fempré il no- j, ftro metodo, noi non ne riconofcia- „ mo altri, e non vogliamo cambiar- „ Io ; queft" era la pratica dei noftri 5, padri ; noi non fiamo più bravi di „ loro . '* Sopra* di che conviene of- fervare che, quantunque gli ignoranti fiano d' ordinario al fommo profon- tuofi , e fi imaginino di faperne più degli altri , la profunzione dei noftri Coltivatori non fa colpo però che fo- pra i loro contemporanei , o fopra quelli che deono loro fuccedere : in quanto ai loro antenati , eglino han- no di quelli fempre la migliore opi- nione ; concedono volentieri eh' effi erano altrettanto o più bravi di loro, non fapendo che le fcoperte , in ogni genere ^ fono figlie del tempo e deh' efperienza . Ciò ch'io dico non è pe- rò fenza eccezione . Ho veduto alcu- ni Contadini , i quali ; più giudiziofi del comune della gente di quella eia f- fe, confe/Tavano finceranìenta che la loro maniera di coltivare era imper- féttilfima ; ma ncnollante quefta con- fefifione , avviene di rado che voglia- no cambiarla ; tanto fono eglino at- taccati alle antiche pratiche : avviene parimente non di rado che in cifVti luoghi fi coltiva una fpecie* di' biade o di legumi , che non fono' punto a- naloghe alla qualità del terreno ; e che non le ne conofce néffun" altra , oppur anche fi 'ricufa delle altre fpe- eie di produzioni , le" quali vi riufei- rebbero perfettamente.- Io ho dunque un efpediente da proporre a quelli , che non approvafTero la divifione della O 2 terre tene in picciole porzioni ; efpediente che, nei miei viaggi, ho veduto pra- licarfi con molto fucceffb in vane prò- vincie della Francia : quello è di da- re le terre, a metà . Ma ficcome tutti forfè non fanno cofa fia quefto dare le terre a metà , così io credo oppor- tuno di efporre qui in poche parole , come venga ciò praticato. Il Proprietario fomminidra le fe- menze , e i beftiami , dopo di avere preventivamente avuto attenzione di iàrne fare la ftima , affinchè, fé VAi- iìttajuolo , che instai cafo più pro- priamente fi chiama Metadiere , ven- ga a lafciare la campagna , o ne fia licenziato , partendo egli lafci il va- lore, in natura, di ciò che glifucon- fegnato allorché è entrato al godimen- to unifamente col Proprietario . 1! Me- tadiere , per parte fua , fornifce gli frumenti da lavoro, come aratri, car- ri ec. , fi incarica di fare a fue fpe- fe le feminagioni, la raccolta j in una parola, tutti i lavori di qualunque ge- nere . Per prezzo delle fue fatiche , egli divide col Proprietario ( toltane fempre fuori la feraenza ) il frumen- to, uvino, e generalmente tutto quel. lo che raccoglie fulle terre . Qualche volta però egli non ha che la quinta parte del vino puro ; ma in rifarci- mento gli fi rilafcia tutto il fecondo vino, i minuti, gli erbaggi, ed al- tre tali delizie , particolarmente fé il Proprietario non abita alla campagna. Egli ha inoltre la mesa dell'utile che fi fa fu i befèiami > ma è altresì ob- bligato a entrare a parte della perdi ta , fé per accidente , o per man- canza di cura degradano di valore . In tal guifa , purché il fondo fìa buo- no , e di qualche elìenfione , un Me- tadiere non può così facilmente man. care di far bene i fuoi intereflì , per- chè , pagate le taffe, mantenuti lui e la fua famiglia , tutto il reftante è guadagno . Il Proprietario , per fua parte , ha la metà del podotto netto della fua terra , e qualche volta an- che più , allorché ella renda affai ; il auto feuiia peufien nèfp,efe, fatte eh' V «*&. ^ egli abbia una volta le prime alitici- pazioni; e quefto prodotto fuperaquafi fempre quello eh' ei ne ricavava al- lorché la affittava interamente , per- chè in tal cafo > non mancando più i mezzi , ella rende tutto quello che deve rendere . Il Proprietario ha an- cora il vantaggio di far coltivare in fua terra , per così dire, quando vuo- le, e come vuole ; il che non è più in ùio potere , quando 1' ha affittata interamente. Io ho veduto alcuni Pro- prietarj così perfuafi della bontà del metodo eh' io propongo , che , per procurare a quelli dei loro Affittuali , che fi erano tovinati al loro fervizip, i mezzi di foddisfare al debito , e di riftabilire i loro intereffi , davano lo- ro a metà quelle terre medefìme, che quelli fventurati avevano dinanzi te- nute ad affitto: ordinariamente fifìat- te vifte di tali Proprietarj erano cor- rifpoRe da un efito feliciffimo . Un altro vantaggio rifuhante da tale me- todo fi è , che i ricchi Proprietarj di vafte campagne, in vece di avere dei femplici Fattori o Procuratori che lo- ro coflano affai , e che non valgono ad altro che a rovinare i poveri Af- fittuali , fia con le fegrete loro con- euflioni ,. fia col fufcitare ad efifi qual- che litigio , allorché ricufano di la- fciarfi fpogliare , pofiTono far ammini- ftrare i loro beni da qualche onello uomo , il quale fappia la teorìa della coltura delle terre , e la maniera dt' migliorare un fondo. Un tale metodo deve piacere anche a quelli , che fono* inclinali a darfi bel tempo ,. perchè' fornifce loro i mezzi di toccar del da- naro ogni mefe , facendo vendere le derrate aqueitempi, e in queliaquan- tità che abbifogna alle loro occor- renze. Peraltro, fé alcuni Proprietarj non app'xwano il metodo di dare le terre a- metà , e preferifcor.o i" opinione di' quelli , che pretendono fia più utile affittarle q piccsole porzioni , io lo concedo , a condizione però eh* effì non credano di avt>e per ta! via af-^ ficurato il ben effere de" loro villici ,,.r e- che I h'Ifi che qneRo in foflanza non è che un preiefio per tfirr'eifi dal far p'ù nef- funa cofa in loliievo di quefti irteli. ci . Infatti , confidtrando bene ogni cofa , è meglio per efifi coltivare otto campi 5 di quello fia rtftare fenza im piego , quand'anche non ne rifultaflTe loro altro bene, che quello di sfuggire l'ozio, le cui confeguenze fonoquafi fempre funefte. Ma è tempo ormai di dar fine a quefto difcorfo , che forfè fembrerà troppo lungo . Ma I' importanza del fuggetto non mi ha permeflTo di ef fere più breve . Voglio fpergre , che . la lettura del medefimo potrà fervire ;.ad illuminare un po' meglio quelli che, fulle apparenti fpeciofe ragioni di certi brillanti Scrittori , fi fo/Tero perfuafi che la divifione delle groflTe campagne in molte picciole affittanze foflTe ugual, mente utile pei Contadini , come in- negabilmente lo è pei Proprietarj del. le terre ; e fervirà nel tempo ftelTo a far vedere , quanto realmente fia di comune intereffe dei Proprietarj e dei Villici il dare a quefli le terre a me- tà 5 col metodo praticato in varie Pro- vincie delia Francia, del quale bovo- „;}uto informarmi trovandomi colà nel tempo dei miei viaggi. O.sServaZioMi /opra /' ^Albero Cono- fcìuto fatto ti nome dì Afbcr Sina, rum incognita ; del Sìgn. Trochi: RÌ2AU DE LA BerlieRh , ^Inziano Comìnì^Arìo dell a Marmai Dopo venticinque etSiù anni', dac- ché era ftatu piantato queft* al- bero nei giardini del Sign. Marefciallo Duca di iNfo^ri//?/, egli non aveva per- anche fiorito . Quefto è W primo in- dividro di tale fpecie , che abbia avu- fo quefto privilegio in Francia . Si di- ète (he un albero fimiie aveva fiorito ?-. Hura delle razze » */ Il Sign. Hart- \|P mann Ili mann ha deftinato ai muli un articolo particolare, neh " Le Memorie faranno fcritte leggibil- mente in lingua o oliandefe , o fran- cefe , o latina ; e faranno fpedite a- vanti il 1785 , al Sign. C. C. Van-i der j£^ j Segretario della Società di Harlem, con le confuete formalità. NOTIZIE DIVERSE. E' Arrivato ultimamente nel Porto di S. Andrea in Bifcaglia il Va- fcello San Fancefco di Taola , proce- dente da Montevideo, col carico, per conto del Commercio , confidente in . sì^n. Conteffa F . . . . R .... all\4utor6 del Tsiuovo Giornale d' Itali:', ec. , contenente la defcrizione d' una malattia dii Volli d' India , e i nmedj praticati . E Sfendo la vita e le occupazioni campeftri tutto il mio diletto , ho voluto, in una picciola campagna, dove paflb più della metà dell* anno , lifervarmi alcuni piccoli oggetti , alla •cui amminiflrazione attendo io mede- fima ; e non ho vergogna a dirvi , eh* io ftefla fono la governatrice della bafila. corte. Tra le varie fpecie di vo- latili che allevo, non mancano i polli d' india . L' anno pafTato ne aveva •in buon numero , tutti bellifllmi e che promettevano afifai ; ma la mag- gior parte mi ha perito per una ma- lattia , dalla quale fono flati tutti at- taccati j e tale fpecie di epidemia non è Rata particolare ai miei , ma fi è eflefa a tutti i polli d'india di quelli contorni ; il che è (lato d" un danno grandifllmofingolarmente a quelli , pei quali quelli animali fanno un articolo confiderabile di commercio . Ecco i principali caratteri di quella malattia, alla quale quelli villani dan. no il nome di fuoco di S. Antonio. Giunti i polli d'india all'età di due mefi o di due mefi e mezzo , fi for- mavano da una parte e dall'altra del- la tefta dei tumori più o meno groffi . Se fi apriva quelli tumori , fi vedeva comparire un umore bianchiccio , den- fo, tenace , e quafi concreto . Quan- "ìitiovQ Giornale d\ lt(il> Toni. IV. ^ do fé ne avea feparata quella mate- ria , gli animali parevano elTar gua- riti, o almeno aliai follevatij mafu- bito la mattina feguente la loro tella iroyavafi nello flato medefimo che il giorno innanzi , e in molti i tumori fi riempivano nuovamente in capo a due ore dopo 1' operazione . Q.uelli , nei quali 1* umore poteva fcorrere per le narici , fi falvavano , dopo aver* molto patito. Altri avevano fotto la lingua una fpecie di cancro di colore nericcio , il quale fi ellendeva qualche volta a tut- to il palato . Quelli fventurati ani- mali non potevano mangiare , e noa iftavano guari a morire, tanto d'ine- dia , quanto dalle confeguenre della loro malattia . Io ne ho veduti di quelli , che ave- vano diverfe parti del corpo coperte di puflule , particolarmsnte il grop'- pone , e il diflbtto delle ali. In tutti quelii, che fono flati aperti dopo la loro morte, fi è trovato il fegato ne- ro e interamente infracidilo . Quella fpecie di epidemia ha durato fino al mefe di dicembre. Non trovando tra la gente di cam- pagna chi fapelTe fuggerire rimedio a quello male , ho fcritto in città ad alcune dotte perfone,, che mi fona a cognizione , per confultarle, non tan- to fuila natura della malattia , quan- to fui rimedio da appreflarvi oppor- Itunaroertte . la quanto a me , io cre- do che il gran caldo , e l'eflremafic- cità della fiate abbiano avuta moka ^ P parte "4 parte in cagionare quefta malattia . Ma comunque ciò fia , eccovi quello che da due dei Corrifpondenti mi è Rato rifpofto fui propofito . Ve lo comuni- co, affinchè lo pubblichiate nei voflri fogli a benefizio di chi per avventura fi ritrovane nelle circoftanze di dover- ne far ufo . " ,, Si faccia bollire fino a diminu- „ «ione delU metà , in un boccale e j, mezzo di vino nero , un mez^o „ cavolocapuccio , e tanta crufca ,j quanta ne contengono le due mani 3, unite ; fi bagni la tefta e il collo „ dell' aoiniale in quella decozione tie- ,, pida , e i] freghi con efia fera e ,, mattina per molti giorni . Io ho „ provato quello rimedio , e ne fono ,, reftato contento. 3, Suggerifco parimenti , i. di far j, inghi.Qttire a ciafcun pollo d' india 5, un grano di pepe bianco il giorno ,, ch'ei nafce . „ 2. Di mettere dell'aglio nei vafi ,j dove beve il pollame . „ s. pi tenere i polla) fempre net- ,, liflìmi , e di fare di quando in quan- „ do dei fuffumigii con dell' Incenfo „ o con erbe odorofe." L* altra rifpolla , che ho ricevuto, è pìii circoftanziata , e contiene una buona iftruzione falla maniera di al- levare e nutrire i polli d'india, e di prefervarli dalle ordinarie malattie. „ Non v' ha volatile, che fi abbia _,, da allevare più delicatamente, e che ^, domandi maggiori attenzioni , che „ il pollo d' India . E/Tendo il freddo „ loro nimico mortale , fi mettono , „ fubito che fono nati , in un luogo „ calcjo, finché fiano diventati un pò. ,, co forti : non fi lafciano ufcire con j, la madre fé non quando fa fole , ,, e giammai quando minaccia piog- „ già ; imperciocché , fé il caJdo li „ fortifica , il menomo freddo li raf- „ fredda , e la pioggia li fa morire . ,, Ogni poco di fama èloro fimilmen- ,, te fatale . Per evitare quefl' ultimo „ pericolo fi dà lorp fpeflfo da man- „ giare e da bere; imperciocché fono „ ^hiottoai all'eccefl^ ; e.fe fi lafciano '„ patir la fame , cadono in un lan- „ guore che li fa perire. ,, Supponendo una truppa di trenta , polli d* india giovani, ecco ciò che *,, loro fi dee dare . Si amminiflra ad ,, elfi per primo nutrimento delle fo- „ glie d' ortica cotte , che fi tritano ,, minutiflìmamente con quattro rolfi ,, d* uova dure , mefcolate con un ,, buon pugno di rifiuti di frumento; „ e ciò fi continua per dieci o dodici „ giorni : in feguito fi fa loro pren- „ dere un rimedio , che li preferva ,, da due particolari malattie , alle „ quali fono foggetti. Quello rimedio „ è compollo di quattro pugni di or- 3, tica , e di due di finocchio , che fi „ fa cucinare infieme , per tritarlo „ minutiflìmamente, con cinque rolfi „ d' uova dure , tre buoni pugni di „ rifiuti di frumento , mezzo quarto ,, di polvere da fchioppo , e raezz* ,, oncia di fiori di zolfo . Si dà loro ,, di quello nutrimento per otto o no- ,, ve mattine di feguito , a digiuno , ,, oflTervando di fofpendere il fiorv? di „ zolfo dopo tre o quattro giorni , per ,, evitare U troppa avidità che ciò „ loro cagionerebbe , e che potrebbe ,, anche farli morire . Si darà loro ,, nulladimeno da mangiare fpelTo nel „ corfo della giornata del palio co- j, mune, nel quale non entrerà nien- „ te di quello rimedio. ,, A mifura che quelli animali cref- „ cono , fi alimentano d'ortiche cot- „ te, tritate grolTamente , e mefca. „ late folamente con della crufca. „ Nel tempo, in cui elfi mettono il „ rolTo fotto il collo , fono più fog- „ getti a morire. Per prevenire o per „ guarire le malattie , che po0bno al- ,, lora attaccarli , bifogna replieara il „ rimedio indicato , facendolo loro j, prendere per cinque o fei mattine ,; a digiuno, con 1* attenzione però „ di fofpendere il fiore di zolfo dopot ,, il primo giorno. „ Tutti quelli i quali , per mio „ fuggerimento , hanno praticato que- ,, fio trattamento , non hanno mai „ perduto nelfun pollo d'india. Oltre „ alle 11^ „ alfe malattie romani a tutte le fpe. ^ d'^g-icu/titre ,^rts ,i!s>Commsrce i^i^» ,, eie di volatili della balTa-corte , il „ pollo d'india va foggetto ad una , „ che gli è come particolare , e che „ ordinariamente gli è fatale, per pò . 3, co che fé la trafcari . Quella è la | ,, gotta . Ad ogni poco di freddo che ,, queflo animale fenta ai piedi , fin- „ golarmente nella fua prima giovi- „ nezza , egli refla attaccato da qne- ,, fta malattia . Quando ciò fiiccede, „ conviene aver l'attenzione di lavar- „ gli frequentemente i piedi e legam- „ be con del vino caldo , e tenerlo ., caldo in una ftanza , dove fi getta ,, della paglia ed anche un poco di „ fieno. " Maniera dì fare del buon Tane ^ me- diante le manipolazioni li più firn plici j e nel tempo fiejfo le più Jicure per riufcirvì. LA maggior parte de'Ie famiglie fa il pane in cafa : ma tutti non finno fare un pane ugualmente buo- no , faporito e falubre . Quello non può provenire, fé non fé dalle mani, polazioni, dalla gialla proporzione del lievito , dal grado di calore nel for- no , e da altre circoflanze , eh' è ne cenTario offervare nella panizzazione. Per mett«re tutti in iflato di riufcire perfettamente in quefto importante ar vicolo d* economia , un buon Cittadi no ha creduto bene di fare una rac colta di tutte le manipolazioni le più femplici e le più ficure per fare dei buon pane, la quale, prefentata dali' Autore al Signor de Flejjelles , Inten dente della Città di Lione , è fiata per ordine di quefto pubblicata , e fatta difpenfare alle povere famiglie de'la Campagna in tutta la fua Generali, tà . Noi crederemnio di mancare agli oggetti della noftra Opera , fé vi o- metteffimo un articolo così interefTan- le . Ecco pertanto l* indicato metodo \ che troviamo inferito nella Cazette ^ di Parigi . 1. Bifogna avere del buon grano , che fia ben nettato da ogni immon- dezza . Il grano buono , quantunque piij caro del cattivo , rende il pane a miglior conto. 2. La fegala e il frumento nuovi non fonofalubri, particolarmente quan- do r annata è Ilata umida: fi dovreb- be afpettare che aveflTero almeno paf- fato r inverno . Non fi dee guardare di pagarli qualche ccfa di più per averli vecchi , a fine di nonarrifchiare d'irt- comodarfi. Quando fi è malato non iì guadagna niente. i. Il frumento nuovo è un poco più faporito del vecchio, ma non dà tanta farina . 4. Quelli j che mefcolano la fegala e il frumento per farli macinare in- lieme , fanno male j perchè , effendo il grano della fegala più picciolo di quello del frumento , la macinatura non andrà bene o per I' uno o per 1* altro . Dove fi pratica queflo mefcu- glio fi ha fempre tempo di farlo, do- po che i grani fono flati macinati fe- paratamente. 5. Quando le macine vanno troppo forte , o fono troppo unite e flrette , la crufca diventa minuta come fari- na : ella palTa nello flaccio da fiore , ma è fempre crufca ; ella fa pefo, ma non fa pane , e non nutrifce . 6. Il pane , che contiene della cruf. cp , rimane umido ed ammufEfce più preflo . 7. Un quintale ( cento libbre ) dì grano deve rendere diciotto in venti fibbre al più di crufca, e il rimanen- te in farina, S, Se la crufca è troppo groffa , e che vi fi abbia lafciato troppa farina , conviene metterla nell'acqua tutta una notte , e paflfare quefl' acqua per un pannolino prima di fervirfene a fare il pane. 9. Se il grano non è macinato a^- baftanza , ne reftano nella farina dei pezzetti intieri che non crefcono niente. 10. Un facco di grano macinato co- V m« ?i6 me lo dev' eflfeie , ne riempie bene uno e un quarto in farina. II. Il frumento fa circa da mez- za libbra a tre quarti di calo per ogni quintale al mulino , computando tutto : vi può efìTere un -calo più gran- de , fé il Miilinaro fi crede mai pa- gato. 12. La farina è migliore quando e fatta da un mefe innanzi. lì. Non fi dee tenere la farina vi- cina alle fcuderie , né apprefifo neffun altro luogo che abbia cattivo odore . E' neceOario che i facchi di firina iìano pofati fopra delle tavole , e non fulla terra : farà bene parimenti vol- tare di quando in quando quefti fac- chi, per efporre più all'aria la parte ch'era contro il muro* 14. La noce è il migliore legno per fare le madie . Il fraflino o il Tapino non fono a queft' ufo buoni per niente . 1^. Se la farina è di buon grano, ben fatta, e non abbia uè immondez- ze uè ciufca , quindici libbre di eHa riceveranno fette in otto libbre di acqua. 16. Si impiega fovente del lievito troppo vecchio j il quale non fa quafi niente . 17. Il lievito vecchi© dà al pane un fapore agro . iS. Quando ncn fi fa pane che di rado , fi tiene- il lievito affai caldo ; il che è effenziaie perchè confervi la fiì3 forza. 19. Conviene rinf efcare il lievito ogni giorno, cioè aggiugnervi un po- co di farina e di acqua. •20. Per metter bene in lievito , fi deve impiegare più della metà della farina , della quale fi vuol fare il pane . 21. Qiìantunque tutte le acque che fi bevono ordinariamente fiano buone per fare il pane, farà fempre beiìo non verfarle nella madia fennon attravetfo un pannolino. 22. Si ufa fervirfi d' acqua ben cal- da per: fare il pane : è neceffario eh* ella lo fia , particolarmente quando »OH fi ha altro che farina d» fegala ; 35 ma non dev' effere mai bollente , nep- pure in inverno . 2j. Vi fono alcuni , i quali , nell* eftate, fanno fare il pane di frumen- to con r acqua fredda ; egli è miglio- re , ma bifogna fare affai più fatica a impaftarlo . Senza la fatica non fi ha niente di buono. 24. Qiulli che impaftanobene, van- no a principio bel bello , poi un po- co più forte, e in feguito con tutta la loro forza . 25. Per impaftare bene, bifogna di-' Rendere le due mani aperte l' una ac- canto r altra , cacciarle nella paftaper ferrarla in pugno , alzarla , piegarla fopra lei medefima , diftendendola , ti- randola , e facendola cadere preflo e fortemente . 16. Se non fi maneggia bene la pafta , e fé non fi rafchia bene la ma- dia nell' impaftare , fi troverà nel pa- ne dei pezzi di pafta che non avran- no levato . 27. Bifogna impaflare fino a che la pafia non fi attacchi più alle mani . Qiianto più fi avrà fetto di fatica, tanto più pane fi avrà , e migliore, 28. Quando la pafta è fatta , e la fi mette a levare fotto delle coperte, fpefle fiate non fi ha tutta l'attenzio- ne che fiano nette . La fordidezza la- fcierebbe a! pane nn cattivo odore, e',' può impedire che la pafta fi levi. Vi fono delle cafe , dove la fordidezZa è così grande , che cagiona delle ma- lattie a quelli che vi abitano, 25). Le tavole vecchie dei mobili ," che fono fiati dipinti , fono pericolofe per rifcaldare il forno ; fé il colore è verde , dà al pane una qualità catti- va , quafi Come fé folle veleno. so. Per evitare che non vada a ma- le la prima infornata d'un forno nuo- vo , o che fia fiato riluurato recen- temente , bifogna cucinar no j e dopo eh' è cotto rato per due ore all' incirca . Se fi vuole fervirfene in quel tempo , fi brucierà un poco di legna alla bocca 1 e nel fondo di elfo. ^ 31, Quando la pafta è levata abba-» \ bene il for- , tenerlo fer-. 117 flanza , bifogna fenza ritardo* infbr. i#j e troppo flrette per la quantità di ca- nate i pani : a tal oggefìo lì regolerà jj valli che vi fi tengono; non fono ab- il fuoco del forno , in guifa , che non fia né troppo caldo né troppo freddo. La parta lavora fempre , e quando ella afpetta , fi guafta . Non fi è pa- drone di regolare la parta , come fé lo è di condurre il fuoco. j?2. I pani troppo grandi fi formano e fi cucinano male. 33. Il pane ben cotto fa rtrepito quando vi fi batte fopra con la punta del dito ; e fé fi mette il pollice fo- pra i luoghi , dove è qualche attac- catura > ^er abba/Tarla , effa fi rial- zerà. 54 Sì dee lafciar rifudare e raffred- dare il pane prima di mangiarlo, non folamcnte affinchè dinFi^ai più , ma an- cora perchè non faccia male. 55. In generale , le picciole fami- glie farebbero affai meglio a comprar della farina che del frumento, ed an- che a comprare il pane dai Fornaj . Non corterebbe loro così caro , a ca- gione dei viaggi , tanto per avere il grano, che per farlo macinare; e- fo- vente il loro pane è affai cattivo per il gurto e per la falute. Osservazioni fopra r alimento dei Cavalli , e fopra le Scuderie . Allorché il foraggio fcarfeggia , od è di mediocre qualità , fi dovreb- be far tritare della paglia mefcolata con un po' d'avena, e dare aciafcun cavallo tre libbre di carote . Qaefta partura è faniflìma , e molto appetì tofa . In Spagna fi coltiva quefta ra dice, e fé ne alimenta i cavalli unen- dola alla paglia di frumento. Dovreb befi dunque coltivare anche nei nortri paefi quefta radice , che viene abbon- dantemente in tutti i climi. E' raro che i cavalli fiano alloggiati all' afciutto e comodamente , a rifer- va che prcfTo i gran Signori . Ordina- riamente le fcuderie dei Qii art ieri mi- litari, e quelle delle Porte fono bnfTe , t bartanza aiiofe, fono mal felciate , e troppo vicine al letamaio. ' Perchè una fcuderia fia comoda e fana , bifogna eh' ella non contenga più di ventiquattro cavalli in due or- dini , fé fi può ; ciafcun cavallo d> j ve occupare lo fpazio di quattro piedi e mezzo . E' bene che la raftrelliera e la mangiatoia fiano alte, non me- no che il pavimento , per avvezzare il cavallo a portare la terta elevata . Una fcuderia deve avere venti piedi in larghezza , fopra dieci di altezza , con un rigagnolo bene inclinato per Io fcolo delle orine e delle acque. Le fcuderie con \xn folo ordine di cavalli fono più comode e più fané . In tal cafo batterebbe che aveffero tre- dici piedi in larghezza fopra dieci di altezza, e cento trentacinque piedi in lunghezza p r trenta cavalli . Le fcu- derie devono efiTere foffittate o a vol- ta , fenza bocche-porte o aperture , onde evitare che il vapore dell'alito dei cavalli e del letame non corrom- pano il fieno . Dovrebbefi foprattutto artenerfi dal bruciare, l'inverno, dell' olio cattivo nelle fcuderie . Bifogne- rebbe che per le lanterne fi faceffero delle incavature nel muro, oppure che fi mettefTero fu i balconi , affinchè il vapore e il fumo poteffero ufcire h- cilmente. L'aria delle fcuderie non è rinovata mai troppo , in qualunque rtagione. Se non fi daffe al cavallo che poco fieno alla volta , egli lo mangerebbe fempre con appetito , e fi rifparmie. rebbe due libbre di foraggio al gior- no fopra ciafcun animale. Non fi dovrebbe mai fcuotere il fie- no , né ventolare 1' avena nella fcu- deria , come neppure governarvi i ca- valli. La nettezza è indifpenfabileper la confervazione di quefto animale . Ogni mefe fi dee nettare e lavare le raftreliiere, le mangiatoie , i muri, e il pavimento della fcuderia , allora- quando i cavalli fono fuori al paleg- gio , o al fiume . Qualunque tempo fac- faccia , fi deve far camminare un ca- vallo almeno un' ora e mezza' al fior- nò j e lafciarlo poi fallato una mezz' ora prima di dargli da mangiare. Per abbeverare i cavalli , fi dee pre- ferire I' acqua di fiume , q.iando non è torbida o fangafa, a quella dei poz- zi e di forgente. La raaione intera d'un cavallo da Compagnia, in campagna o in quar- tiere, dev'effere fempre di dodici lib- bre di fieno, dodici di paglia , e dieci di avena . Allorché il foraggi© manca , o eh' è calti.vo , potrebbefi , per fupplirvi , fabbricare del pane d'orzo e d'avena, mefcolandovi delle ftacciature di fari- na di frumento. Dieci o dodici libbre di quello pane , ben fatto e ben cot- to, nutrirebbero un cavallo più f.yftin- xiofamente, che la razione ordmaria , e coderebbero ancora meno . Quefta farebbe una nuova riforfa per gì' im- barchi , per li viaggi di lunga dura- ta , per 1« marcie e ritirate precipi- tate ; imperciocché un caiìone di que- llo pane fu ppl irebbe per dodici carra di foraggio. Finalmente non fi potrebbe abba- ftanza invigilare fulla confervaaione ad cavallo , eh' è così utile, a'I'uo- jfno , e che troppo faci! mente fi abban dona in balìa d'un Palafreniere igno- raute , brutale o negligente. Le ma lattìe e gli accidenti, che fopravven- gono ai cavalli , fono per la maggior parte cagionati per difetto di, letto , per impulitezza delle fcuderie, e pei foraggi cattivi e polverofi, NOTIZIE DI LIBRI . Hìfiorjh of thf m'tlitary tranfa- £tion ec. Ifiorh de//e Guerre del- ia Trazione Britafi»ica nell' Indofian . Tomo II, Londra , 1778.S Sono già molti- anni eh* è ufcito il primo volume di qaefta Storia . Con teneva elfo il dettaglio, di tutto quello che facceflfe nell* India fino al teripi>, i,n cui comincia la guerra del 1756 * tra i Francefi e gl'Inglefi . In quello fecondo volume l'Autore continua il fuo racconto , da quell'ultima epoca fino a'noflri giorni . Quello volume è interelfinte particolarmente per le ri- cerche, che contiene , full' origina e i progrelfi del Commercio Inglefe nel- la provincia di S-ngala . E' noto già che gì' Inglefi dovettero il loro primo Stabilimento nell'India ad un Chirur- go chiamato Eoaghton . EiTendofi quelli portato da Sarate ai Agra per curarvi una dellefigliuole dell'Imperatore, ebbe la buona forte di guarirla. Il Monar- ca , per ricompenfarlo di un tal fer- vigio , gli accordò il privilegiodicom- merciare liberamente in tutta 1' eilen» fione dei fuoi Stati . B''Ughton pifsò tollo a Bengala ,. per comprarvi delle mercatanzie, e fp;diile dipoi per ma- re a Surate . Appena fu egli arrivato a Bengala , che il Nabab del paefe lo chiamò a curare una delle fue donne, ch'egli amava fomraamente, e ch'era pericolofiiTimamente malata. Boughton ebbe » ancora in quella occafione , la fortuna di riufcirvi . Il Nabab ne ri- mafe così contento , che l'obbligò a non lafciare la provmcia , e gli alfe- gnò una penfione. Di più , confermò il privilegio eh' egli aveva ottenuto Hall* Imperatore, e gli promife di far- ne godere tutti gì' Liglcfi che venilfe- ro in Bengala . Boughton inconfeguen- za fcriffe al Governatore Inglefe che rifedeva a Surate, e lo iflruì delle dif- pofieioni del Nabab . Il Governatore ne informò la Compagnia la quale , fopra tale notizia, {\ determinò a fpe-^ dire nel 1642 due vafcelli per Benga« la. Dopo qualche tempo gMngSefifla* bil irono una Fattoria a Hughley , fi- ruata fui braccio occidentale del Gan- ge , circa cento miglia lungi dal ma» re . Qiiefiio primo Stabilimento- è fta-r to feguito fuccelTìvamenteda-molti al- tri , e dev' elTere confiderata come la carta di queir immenfo Commicrcio ,. ohe fa a^l prefente l'Inghilterra in co- leRa parte dell* India . Peraltro la Compagnia ha foffeno dei denni gran- fdiflìmi per le veflazioni praticate dì tratto in tratto per part« del Goveriw di Bengala. La Cuijtnkre Bonrgeeife ec. La Cuo ca di Citta , a cui Jegue i' Ojfixio del- la dtfpenfa g dilla credenza, ad ufo di tutti quelli chg fona incanenti della fpefa della cafa , contetiente la m\ì- niera di conofcere , tagliare , e ap- prejiare ogni forta di carni j deg^li av- •vifi interejjenti falla bontà , g fulla fcelta che fé ne dee fare ; la maniera ài fare dei ragù \ una fpiegaxione dei termini proprj ad ufo della cucina e della credenza ; ed una lijìa alfabe- tica degli ut enfili che vi fon necejfar) . ^ Parigi , 177^, in 12. Volumi 2. Cours elementaìre d' educathn is^c. Corfo elementare di educazione dei Sordi e dei Muti, del Sign. .^^. Defchamps Cappellano della Chiefa d' Orleans ; fe- guito da una Differtazione fulla Ta- rala , tradotta dal latino di Giovanni Conrado Amman , Medico d' ^mfler. dam\, dal Sign. Beauvais de Preàu , Parigi, 177^. "Flora "Parijtenfìs iyc. ovvero Deferi, zìone e Figure di tutte le piante che crefcono d' intomo a Tarioì , fecondo il metodo feffuale di Linneo , e le di- \ moflr azioni di Botanica che fi fanno al Giardino del He . Del Sign. Biilliard . Tomo quarto, ^ Parigi, 1775. ' Les anciens Minerahg'ijìes ìs^c. Gli antichi Mine'ralogifli del Regno di Fran- cia , con delle l^ote ; del Sign. Gubet . In 8. due volumi. ^4 Parigi , i775>. E' (lato pubblicato a Parigi l'Eflrat- to delle fcoperte del Sign. Marat in- torno al Fuoco elementare . Le fpe- rienze, che fervono a confermare que- j fte fcoperte , fono fiate tutte verifica- te dai Signori il Conte di Maillebois , I di Montigny , le Hoi , e Sage , defti- nati Gommi(Tarj dall'Accademia Reale delle Scienze ; e per lo più fotto gli occhi del celebre Sign. Franklin . Que- i Ite fcoperte furono fatte coH'ajuto d* 119 ^ un particolare metodo d* onervarenei- I la Camera ofcura . Il Sign. Murai , inventore di quefto metodo , Io ha impiegato par rendere vifibile il Fuoco elementare feparato dal principio in- fiammabile , dalla materia elettrica , e dair ifteflTa aria -, nel far vedere l* azione di quefli tre Agenti, dell' uno fopa r altro ; nello fcuoprire le dif- fereati proprietà del Fluido igneo , e nel dimoftrare , che quello principio d' ogni calore non efifte nei raggi fo- lari . Da ciò rilevali quanto fia atto quefto nuovo metodo ad aprire un ampio campo alle ricerche dei Fifici , come ne ha giudicato 1' Accademia fleffa delle Scienze .- e flccome il me- defimo ferve per far vedere le più leg- giere emanazioni dei corpi , la Chi- mica foprattutto può trarne del gran profitto . Si fente che fia pretto per ufciré un' opera InterefTantifrima , che farà intitolata „ La Hollands au dixhuitie- me fiecle ec. cioè la Oli and a mi fecola decimo ottavo , ovvero nuove Lettere contenenti delle OjJ'ervazioni e degli e fami fulle principali Citta , la Reli- gione , il Commercio , il Governo , la T^ax'ìgazione , le ^rti , le Sciente , i Coftumi , e gli ufi degli abitanti di quella Trovincia , ec. ACCADEMIE E PROBLEMI. LA Società di Agricoltura di Aix i ( iit Provenza ) propone i fe- guTenti Oiiefiti. ,, I. Trovare i mezzi i più fempli* ci e i meno difpeadiofi per conte- }) », nere le acqui della Duranza in urt e permanente , dalla ,, letto (labile „ fua entrata in Provenza fino alla fua a t „ imboccatura nel Rodano. I Concorrenti uniranno aUe Memo- rie un dettaglio de! prezzo e della fpe- fa annua eh' efigerà il mantenimento delle opere che fi dovrà fare per adem- piere all'oggetto propodo . La Società defidererebbe che quefle opere aveffero , per la loro coflruzio- ne. no ne, la proprietà , non folamenle d'im- pedire gli ftraripa menti , che tanno danni grandiflìmi alle terre aggiacen- ti , ma ancora di levare le depoCzìo- ni di fabbia e di ghiaja , che pofTono difficoltare la navigazione , eccettua- totie però il cafo d' un' affluenza di acque (Iraordinaria , la quale portafiTe dei groffi maifi di pietra. Il Premio, eh' è di 600. lire di Fran- cia , farà diftribuito il primo lunedì dopo la Feda del Corpus Domini dell' anno 1781. Le Memorie faranno man- date avanti il primo di marzo dello fteffo anno. ,, 2. Quali fiano le piante di Pro- ,„ venza le più proprie a formare del- „ le praterie artifiziali , e a dare , „ fenza irrigazione, degli abbondanti ,, foraggi . " Si diftinguerà nella loro coltura le terre che loro convengono , le prove che ne fono ftate fatte in cotefta Pro- vincia , e fi farà il paragone del loro prodotto con quello delle praterie co^ inuni in Provenza. j> Quali fiano le piante vivaci ana- „ leghe al clima della Provenza , j, le quali , feminate fenza concimi „ in una terra efaurita , potranno , „ col foio loro foggiorno in tale ter- „ ra , renderle la primiera fertilità , „ e procurare nel tempo ftefTo, un paf- „ colo abbondante alle greggie, fiain „ inverno , o in edate. " Bifognerà indicare la maniera di fe- minar quelle piante , i terreni che Io- ro convengono , il tempo che devono ftare in terra per renderla capace an- cora di dare delle buone raccolte di biade , fenza 1' ajiito di neffun con- cime . Si riferirà ie prove fatte fino ad ora fu quello particolare , e il lo- ro efito. Il Premio , eh' è di ^00 lire , farà diflribuito il primo mercordi dopo S. Andrea del 1780 ; e le Memorie de- vono eflfere fpedite avanti il primo di ottobre del medefimo anno. „ 5. Quali fieno y in Provenza , le yH^ „ fpecie di viti le più proprie a fare ,, i vini della miglior qualità, fia pel j, trafporto per mare , che per la fab- „ bricazione dell' acqua.vite. ,, Quale fia il fuolo analogo aciaf- „ cuna fpecie di viti , e la coltura „ meno difpendiofa , per ottenere la „ quantità, fenza deteriorare la qua- „ lità." Il Premio è di 500. lire, e farà di- flribuito il primo lunedì dopo Pafqua del ijSo. Le Memorie faranno mandate avanti il primo di Marzo dell' anno fteffo. Quelli che vorranno concorrere po- tranno fcrivere le loro Memorie in francefe o in latino ; e le indirizze- ranno , franche di porto , e con le folite formalità, al ^\gn.Reboul, Av- vocato , e Segretario perpetuo della Società di Agricoltura di Aix. NOTIZIE DIVERSE. IL Sign. Cotte , Prete dell' Oratorioj Curato di Montmorency, Corrifpon- dente delia R, Accademia delle Scien- ze , della Società R. di Medicina dì Parigi , e di quella di Agricoltura di Laon , nello fcorfo fettembre ha ter- minate le fperienze, da lui fatte, fu. gli effetti della polvere detta j traduzione fior tea . L'Arfenico trovafi nella terra o fol- to farma metallica , o calcina- to , o unito co! folfo intimamente e a maniera di foluzione. Qneflia diver- fiià non potè da* primi Scopritori to- ftamente conofcerfi, e perciò le opi- nioni intorno alla fua indole per lun- go tratto furondifcordi. Il tempo pre- cifo , in cui fi cominciò a diftinguer- lo dagli altri minerali , e a dargli un nome, non puòaflegnarfi. E' però af- fai verifimile , che quefta materia fia , fiata primieramente ìcoperta da quelli, che occupati nell'aduflione , e fufio- ne delie minere, vi poterono ofTerva- re il fumo bianco , 1* odor d' aglio , e la perniciofa proprietà così d'uccidere gli animali, come di deteriorare i me- talli .In ^rijlotile troviamo crx^'S'cep^ìc'^Dif ^ e nel fuo difcepolo Teofrafio Erejìo l afiffiFiìtoi/ , cui Diofconde , e gli al- tri Greci , che viveano circa al principio Tonavo Giornale d' Ital. Tom. IV. dell'Era Criftiana chiamano « ppsrudv ; ma con quefte denominazioni eflì in- tendevan foltanto ciò che da Vlinio y e dagli altri Latini è chiamato fanda- racha ( fandracca ) , e auripìgmentum ( orpimento ). Avicenna chimico del ìecolo undecime , che fu il primo per quanto confta finora a dividere i fof- fili in pietre , metalli , fali , e folfi, non folo parla dell' arfenico bianco , ma, quello eh' è piìi da notarfi , an- che del fublimato (i) . L'ultimo afco- prirfi fu il regolo , febbene Teofrafi» avefife già da gran pezzo annoverato fra i metalli la fandracca, e l'orpimento * Avicenna , e molti dopo lui finan- che a' noftri giorni, pongon 1* arfenico tra i folfi i Alberto Magno ed altri fra i fali i Beccherò gli attribuifce un' in- dola faponacea, come egli la chiama, o fai ino fulfurea . Certamente ficco- me I* arfenico bianco fi fcioglie nell* acqua , moftra d* avere qualche parte fa lina , febben quella non fi fcopra nel regolo , e nelle fue mineralizza- zioni . Che quefta parte falina fia aci- da è manifefto dall' affinità , che ha cogli alcali , maffimamente dopo che le fperienze del celebre Macquer han- no infegnato a formarne fali e criftal- lizzabili , e neutri (2) . Niuno però Q in. (i) ^rfenicum etliud efl album , aliud citrinum , aliud rubrum .... ^Ibum ex eò interficit , Ì9^ fublimatum ex eo interficit . (2) Mem. de l'Acad. de Paris 17^6 & i/jS. innanzi al nofiro Schelio , che ha pub. blicato recentemente i fuoi metodi (j; , ha faputo eftrarne l* acido puro • Quanto all' indole fulfurea dell ar- fenico , che alcuni foftengono , è da confeflfare , che il regolo , ed anche 1' orpimento , t il rifigallo fi pofifono accendere, il che però non può dirli dell' arfenico bianco. Se ha dunque a giudicarfi da quefto folo , e chiaro , che la qualità fulfurea, come abbiamo già detto della falina , non fi può at- tribuire all' arfenico , fé non quando e in un certo (lato. Ma oltreciò lo zin- co , e molf altri corpi al fuoco s' in- fiamman anch' effi agevolmente , ne perciò fonda chiamare fulfurei , quan- ào non vogliamo con quefto nome in- dicar folamente la copia del flogifto , « la fua combinazione atta a tale cf- ietto , Comunemente fi dice , che r arfenico mineralizza i metalli , e per- ciò quelli che eftendono l'idea di mi- neralizzazione fino a comprendervi ogni miftura, che entra nella compofizione di un metallo , credono che 1' arfeni- co per quella parte abbia a tenerfi in conto di folfo . Ma un po' d' atten- zione bafta a farconofcere, che la li- gnificazione or mentovata del termine %i?7era/izzazione è portata troppo ol- tre , poiché non vi farebbe più me- tallo nativo. L'oro che nativo fi chia- ma non ha quafi mai una perfetta pu- rità , ma fempre è mifto con qualche poco d" argento , o di rame J 1 ,ar. cento ha pur fempre qualche poco d rame d'oro ; la platina qualche poco di ferro ; il rame qualche pò di argento , di oro , o di ferro , e cosi difcorrendo . Se dunque 1' arfenico, il quale non mai fcioglie i "letajh fé non è regolino, come vedremo al J-Vl., dee tenerfi per un mineralizzante , avrà pur a dirfi , che 1' oro e mine- ralizzato dall' argento , o dal rame , , e in genere che ogni metallo e «^'"^'^^ ralizzato da uft altro. La ragione cer- tamente è eguale da ambe le parti . Con molto minor fondamento poi ù dicono i metalli effere mineralizzati dalle terre , concioflìachè appena , o folo per una congiunzione meccanica ftanno elfi attaccati alle loro matrici. Mineralizzati veramente, e fecondo alla natura chiamar fi debbono que* metalli foltanto , che fciolti fi tro- vano da un meflruo , e veramente lar- vati . Il folfo è quello che la natura adopera principalmente a tale ufficio, e febbene gli acidi vitriolico, e mari- no qualche volta dieno a' metalli un afpetto particolare , e flraniero , pur ciò avviene sì raro , che tali combi- nazioni rifpetto alle fulfuree appena meritano d' eflere confiderate . Ma forfè più da alto fi dee pren- dere l' opinione dell' arfenico minera- lizzante . Gli Alchimifli intenti alla grand' opera di fcoprire a forza di fot- tiliflìme inveftigazioni la compofizio- ne de' metalli, fon quelli a cui è na- to fofpetto, che alla perfezione di ogni metallo un certo principio arfenicale fia neceffario . Quindi a' noftri tempi cioè pel 177^ la Reale Accademia di Berlino ha propello il quefito ; Chi ufo faccia la ']<{atura dell' arfenico pre- ferite nelle minere \ Se con idonei fpe- rimenti fi pojfa moflrare che ejjo real- mente perfezioni imetalli-ì E fé così é , in qual modo , e fino a qifal fegno ciò awengaì II premio fu dato al celebre Monne t , da cui egregiamente , e ve- racemente viene 1' arfenico confidera- to come un femi metallo diverfo dagli altri , il quale tanto meno può entra- re nella loro compofizione, quantoché è certiflìmo , che nanca in molte mi- nere , e dove fi trova , cagiona fem- pre degli incomodi, o togliendo a' me- talli r abito p'oprio, o depravandone la malfa . Infatti difficilmente dalla minerà grigia fi cava buon rame , e ar- (5) Kong!. Vet. Acad. Handl. 1775. argento perfetto dàlia vitrea , e dalia rorta . Niuno finora ha potuto perfe- zionare alcun metallo coli* arfenico , e fé quello accidentalmente fi trova miflo con alcuni di elfi , non accrefce certamente la loro bontà più di quel- lo , che nella galena il piombo giovi all' argento , o vìceverfa . Se poi fi voleflTe ricorrere ad un principio arfs- nicaie così fottile , che sfugga ogni fenfo , noi il lafceremo cercare a*fuoi Autori. Tra quelli , che all' età noftra fi fono valorofamente occupati a fcopri re le proprietà dell' arfenico , non e da tacere il cel. Brandt , che intorno ad efTo ha ofTervato parecchie cofe o prima o più accuratamente degli al tri (-)) . Dell' orpimento un' erudita dilfertazione ci ha pur dato il Sign. Tott (5); della fandracca il Sign./.G. Lehman (6). Finalmente fu quello fog- getto meritan pure di elfere confuta- te le opere di "Heuman^ Henckil ec. §. II. arfenico Kego/ìno» Trovafi 1* arfenico folto forma me- tallica nella Boemia , nell' Ongheria , nella SaflTonia, neil' Ercinia, e prin- cipalmente a S. Marie aux M'mes nell' Alfazia, dove non ha gran tempo, che fé n'ècavata afTai quantità* Ghia- mafi in Germania Scherben cobolt , e non di rado Fliegenflein , o Mucken- pu/ver , ma non fo per qual ragione, poiché non fi fcioglie nell' acqua , e perciò, fé non è fpogliato del flogifto, •non può enfer atto ad ammazzare le mofche . Circa allafembianza eflerna , fpefTo trovafi informe , friabile , e polvero fo , qualche rolta ancora compatto , divifo in lamineite convefTe di mezza- na groflczza, e con una fuperficie fu- ^ baculeata> o micacea. Ammette il pu- limento , ma che prefto all'aria fi of- cura . Rompendolo fi vede comporto di pic- cioli grani puntuti , e di un colore di piombo, che però a poco a poco in- giallifce , e s' annera . Nella durezza fembra fuperare il rame , ed emula nella fragilità l'antimonio. Anche coli' arte fi può dall' arfeni« co bianco ottenere il regolino, o fu- blimandolo coli' olio , col fluflb nero , o con altro aggiunto flogiflico , o fon- dendolo con un doppio di fapone , e di ceneri , o finalmente mediante un altro metallo precipitandolo dalla fan< dracca, o dall' orpimento fufi col fol- fo, e coir alcali fiflTo. Quel che s'ot- tiene nel primo modo ha una forma cridallina piCi o men regolare, ottae- dra , piramidale, o anche prifmalica . Talor fi vende il regolo artificiale in groflì pani . La fua gravità fpecifica rifpetto all'acqua diflillata è SjJIo» Air arfenico regolino meritamente fi riferifce il minerale detto comune* mente Mifpickel , ficcome quello , che privato affatto di folfo è comporto di arfenico, e di ferro uniti in forma me- tallica j e febbene il fecondo v'entri alcune volte per due terzi , tuttavia ricufa la calamita . Infocato egli man- da un fumo arfenicale, e dopo ubbi- difce alla calamita , benché l'opera- zione ^i faccia in una verga fenza al- cun flogifto . Al fuoco fi liquefa age- volmente , e in unvafochiufo la mag- gior parte dell' arfenico regolino va in alto , lafciato il ferro al fondo . Tale può farfi ancora coli' arte. L' arfenico regolino affai piii facil- mente di qualunque altro metallo e follevafi al fuoco, e perde il fuo flo- gifio , e perciò non può fonderfi , poi- ché a tal fine richiedefi maggior calo- Q 2 re (4) Aft. Upf. anno ij^s- (5) Difs. inaug. Halas 1720. (6) Phyficalifche Chyni, Srhriften 1761. 124 * redi quel chebafta a calcinare, s vo- Hf prima che la copia del flogifto non Ha baflantemente diminuita . Quindi fé il regolo fi mette nel nitro fufo , folamente dopo terminala la detona- zione , amena ne s'accoppiano , e n' efce una combinazione affatto fimile a quella che fi ha coll'arfenico bianco ( jT. VI. ) . Sottopofio alla diftillazione coli' aci- do dell* arfenico fecco il regolo prima fublimafi di quello che l'acido poflTa a (Tal irlo ; e rnefTo nell' acido fufo po- co dopo s' accende , e manda una fu- liggine bianca'. Ciò avviens perchè l* acido privato del flogino lo toglie al regolo j e fé r appropria nella quanti- tà che è neceflaria per rigenerare i'ar- fenico bianco ; e il regolo fpogliato così del flogifto , fi riduce anch' effo alla medefima forma di calce , oflla d' arfenico bianco . MefTo in diftilla- zione col fublimato corrofivo il rego- lo dà un butirro fumante , dà alcun poco di mercurio dolce , e del mercu- rio fluido . Mediante una doppia at- 'trazione qui i principj fi cambiano vi. 'cendevol mente : il regolo dà il fuo flogifto alla bafe del fublimato corro- fivo, per cui quefta, benché veramente calcinata , riducefi in perfetto mercu- rio ; e l'acido del fale fi combina col- la calce dell* arfenico. ,, I! folfo fcioglie facilmente il regolò* e per fufione e per fubìimazione , pio- ducendo compofti gialli , o roffi fe- condo la diverfa proporBÌone . Il fe- gato di folfo fcioglie il regolo , ma quefto sì debolmente a luì s' attacca , che viene precipitato da qualunque al- tro metallo che poffa combinarfi con quello , .C. IV. ch'ito dell' ^rfenrco tefoììnot miflo ad altre materie per /a via umida . L'acqua fola non ha fopra di luì f. ni una forza, , __. _.^,-.„. 1 L'acida vìtrinolico non Io penetra fé non è concentrato , e fé non vi s* Jatilizzare , ad accendere , A i8o gr. del termometro Svcdefe in un vafo aperto manda un fumo vifibile . La fiamma dal bianco tende a un ceruleo fcuro, fpargtfndo una fuliggirj bianca, e un odor d' aglio . In un vafo chi ufo il regolo ritiene l'indole metallica , e fotto una figura determinata fiibliraafi, quando s'efpone al fuoco. 5*. III. ch'ito dell' u4rfenico regolino mifto ad altre materie per la vìa fecca, L* arfenico fotto forma regolina ag- giunto ai metalli fufi colla maggior parte facilmente fifquaglia, ma i mal- leabili diventan fragili , qu«ìli di co- lor Iut(jo, o rofllgno ó' imbiancano in parte e i bianchi prendono un color grigio, eccettuato Io Ragno, che quin- di acqùifta una bianchet^a nitida , e cofUnt^ , ed eccettuata pur la platina che noa rwuta colore . Il ferro, fé vi s' aggiung.4 una dofe un po' abbondan- te d* arfenico, più non è attratto dalla calamita j ma quanta dofe a tale ef fetto fé re richiegga , appena ^i può efattamenie determinare , poiché neile fcori* entra fempre qualche poco di ferro ; meno però della metà de! fuo pefo ficuraraente è baftante . L' anti- monio regolino diificilDiente s' aflbcia col noftro femimetallo , e il bifmut femhra rifiutarne interamente i' unio- ne . Il mv^rcurio con un calore firffi. ciente, e un moto di molte ore lo ri- ceve realmente, e fi converte in un* amalgama grigia . Coi fuoco r arfenico fi può fcacciar nuovamente, ma nel volar via ccmu- fi' mente porta feco qualche parte del metallo a cui è aObciato, non eccet- tuandone nemmeno l'oro, e l'argen- to, qualora s'adoperi un grado di ca- lore fubitanto , e violento la piati- A na però refifte perfettamente j anzi ri^ tiene qna'.he piccola part.? dell' arfe- nico fte/Tò. Coi fall alcalini 1* arfenico regolino j:l aggiunge I* ajuto del fuoco. La parte per mezzo della fufione non può unirfi, ^,^ infiammabile del regolo fé ne sfugge^ vj? •JA-5 flogifticando T acido , ficchè quel che * parati per mezzo dell' acWo marirto, * "• -^ ■ 'e dell'acqua regia .la quello proceda rimane velie la natura dell' arfenico bianco* e produce col mellruogli fteffi effetti di quello. Il niedefìmo avviene coli' acido ni- trofo, fé non che ne fiacca il flogifto con maggior forza. L'acido marino non fa quafi nulla, fé non è bollente. L'acido d' arfenico » di cui parlere- mo fra poco ( jT. V. ) nella digeftione converte il regolo in una calce bian- ca , ed egli fleflTo unendofi al flogifto che toglie, al regolo fi muta in arfe- nico bianco , ove fia in una giufta quantità . Tralafcio gli altri acidi , perchè ri- fiutano l'unione coli' arfenico , finché quefto conferva la forrna regolina . Niun metallo può u^'J^fi agli acidi , fé non è privato piii o meno del fio giflo . Quefl' impedimento è rimo/To facililfimamente dall' acido nitrofo , difficilmente dal marino , perchè ab- bondante e/To medefìmo di flogifto . Nel cafo noftro adunque feguono col j regolo le inedefime couibinazioni che coir arfenico bianco , ie quali faran defcritie nel Jf. VIL Qiii conviene notare , che le folu. zioni del regolo nativo produconfem pre coli' alcali flogifticato 1' azzurro di Berlino, il che moftra la prefenza del ferro. S'oflèrvi inoltre, che il regolo pre- cipita diftintamente alcuni metalli fciol- ti negli acidi 3 come fono l'oro, e !a platina fciohi nell'acqua regia, 1' ar- gento e il mercurio fciolti neli' acido vitriolico , o nitrofo . L' argento fi manifefta ottimamente con punte lu- cide folto alla forma d'albero di dia- na ; ma fé lafciafi troppo lungamen- te in una foluzione nitrofa poco di- luta , le punte argentee fi liqtiefanno di nuovo , rimanendo intanto 1' arfe- nico impoverito di flogifto . Il bifmut e 1' antimonio fono precipitati anch' iffTì ma meno diftintamente. L' arfenico , e il ferro uniti natu- ralmente in ciò che chiamafi Mifpic- /^/' polTonò colla digeftione e (Ter fé- ^ jl e . _ il meftruo da principio non s'appiglia ' che al ferro , per la maggiore affinità che ha con elfo , né attacca l' arfcr nico , benché fia capace a fciogliere anche quefto , finché vi refla qualche porzione di ferro. Perchè poi nel fon- do rimanga uutto 1' arfenico, e folo > richiedefi prima una polverizzazione fottiliflìma , e una conveniente quan- tità , e forza del meftruo. Gli alcali operan più tardi per la via umida , che per la fecca , doven- dofi fcemare il flogifto prima di otte- nere" una reale unione . Il fegato fa- lino fciolto nell' acqua colla cottura affale il regolo polverizzato , poiché ciò che coli' acido poi W precipita^ nella fublimazione dà un vero grpi. mento. Gli olj graffi fciolgono il regola quando fono bollenti , e formano una maffa nera , che ha la confifteoza di un unguento. • Sì profeguirà . Metodo jìcuro di confervare il Fru- mento ^ e di procurargh un mov» grado di bontà , praticato in alcuni luogìyi della Francia ; comunicato per lettera da un Tarroco di Campagna all'autore della Gazzetta dt ^gri. coltura ec. di Parigi. VErfo Peronna , il Vermandefe , il Cambrefis e 1' Artois , dove il tempo della raccolta è fo- venie piovofo , la neceffità ha fatto- imaginare alla gente della cainpagna; un metodo ficuro di confervare i fuoi frumenti , e di procurar loro ancoia un nuouo grado di bontà . A milura che li falciano ( ciò che fanno d* un* maniera affai fpedita , e eh' è loro propria ) liunifcono, fenza?egar|j , ia piccioli mouticelli conici, i quali pof- fono contenerne tanto da farne 4, S , IO, s fino 15 covoni a piacere. La maniefa di innalzare quefli pie- ìft fuoi lavori ; e q-uando giudica a prò. «cioli monti è fempliciffima . Si diften- de le prime manne di frumento a ter- ra circolarmente , con le fpiciie nel centro , e col pie della paglia alla circonferenza. Sopra quefto primo ftra- to circolare fé ne forma ancora nella fteffa maniera, un fecondo, un terzo, un quarto ec. tutti del medefimo dia- metro . Ora , ficcome , formando il monte , fi ha 1' attenzione di mettere le fpiche le une fopra le altre , e d' incrocicchiare le fommità delle man- ne , quindi il centro fi trova bentofto più elevato della circonferenza , e le paglie prendono, a mifura che il muc- chio fi alza , una picciola inclinazio- ne in rotondo verfo il di fuori; il che prefenta da tutte le parti una tenitu- ra , che necelTariamente tiene lontana qualunque pioggia . Quando il monte è così innalzato all' altezza di tre , quattro o cinque piedi , fi mette fulla fua cima un covone legato , con le fpiche abbaflTo , e fparpagliato in ro- tondo , a fine di tenere il tutto uni- to , e di farvi come una fpecie di cappello , o un coperto alla maniera di quelli che fi mette fopra gli al- veari . Quelli piccioli monti femplicinfìmi , e formati in un iftante , refiftono a tutti i venti , tanto pel pefo del gra- no che li calca , quanto per la difpo- fizione orizzontale e circolare delie fue paglie : nefìTuna pioggia può pe- netrarli. Il tempo il più cattivo non dà ti- more al Mietitore : egli comincia la fua mefife a! punto di conveniente ma- turità , fenza niente anticipare o dif- ferire ; Qualunque pioggia faccia , ei non interrompe i fuoi lavori : nello fpazio tra due temporali il frumento è tagliato e meffb in monte; quand* anche foffe umido , egli fi afciuga pron- tamente ; caccia facilmente la fua u- rnidità e il fuo calore fuori di quc-fti piccioli monti ifolati e in piena aria . Il frumento refta così al ficuro per qu?into tempo piace a! Lavoratore, In quello tempo egli attende agli altri * pofito , fceglie una bella giornata per andar a disfare i fuoi monti , legare il frumento , e portarlo al coperto ; il che fi fa ancora fino in fettembre be- ne avanzato . Si è parimenti veduto alcuni , i quali non avendo tezzone , hanno lafciato cosi il loro frumento in piccioli monti nei campi fino al mefe di gennajo . Qjiando fi disfà quefli piccioli monti per legarli , reca lluporc il vedere co- me la paglia e il grano vi fi fono perfezionati ; e pavimenti fé foflfe av- venuto che fi foffero bagnati e alte- rati nel tempo che fi ha formato i monti , fi trovano, dopo qualche tem- po , rimeffi e ricuperati. Qaeflo metodo è così pronto e così vantaggiofo , che molti Lavoratori lo praticano , anche nei mefi dì agofto ì più belli. Quando forio preffati da al- tri lavori, fanno mettere una parte dei loro frumenti in monte, e particolar- mente quelli, ne'quali fi trovano mol- ■ te erbe , che importa far feccare a lungo air aria aperta ; e intanto che il loro frumento fi rimonda così fotto quefli momentanei coperti , eglino van- no al lavoro più prefTante , e per tal modo guadagnano un tempo preziofo. Nella maniera meJefima fi difpon- gono i foraggi che hanno bifogno dì un tempo fufficiente per feccarfi j e fi ottiene di dar loro la migliore qua- lità , indip.='ndentemente ancora dallq belle giornate. Io conofco tutto il vantaggio di quefl' ufo , e 1' ho praticato io mede- fimo nella mia prima età ; mi fono provato a fuggerirlo agli abitanti del- la Parrocchia dove mi trovo al pre- fente. Veggo con dolore la più uber- tùfa raccolta germogliare e marcire nei campi in mezzo a delle piòggia calde e continue che ci innondano. Io dico loro, e lo ripeto , fate in quella maniera , e falverete tutto : eflì mi rifpondono freddamente queflo non è il mflro ufo „ Se io avelfi folamente un* arpenta a frumento in mia proprietà, lo QiJett;erei ip fle/Tg in pronte fotto l loro » i„ a Szatlova-Carants - Betcher , nel L Bannato di Temefwar, il quale ha u vifìfuto cento fettantadue anni , e L fua moglie cento fefTantaquattro, ef- ^ loro occhi; il mio cfempio ne perfua-;fr derebbe alcuni , ed io falverei la fiif- fiftenza di alcuni fventarati. NOTIZIE DI LIBRI. Hlfloire gènérah is* oeconomtque is^c. Storia generale ed economica dei tre Regni della Tintura . Tarte prima deflinata al Regno animale. Trattato primo contenente la defcrizione anato- mica e fìfica dell' uomo , le fue malat- tie , / rimedf che fi può appreftarvi , gli alimenti che gli convengono in ijìato di falute , e /' utilità che fi può rica- vare dalle differenti parti del fuo cor- po, tanto in vita , che dopo la fua morte . Del Sign. Buchoz , Medico Bo- tanico e di Quartiere dì Monfeur 'y Mem- bro di molte Società e accademie . Tom. IL a Parigi 1775?. in S. Quefto terzo quaderno ( I* opera del Sign. Buchoz fi diftribuifce a qua- derni ad ufo Inglefe ) , che comincia il fecondo tomo della Storia naturale dell' uomo , contiene la continuasione del meccanifmo del corpo umano . Que- lla parte dell* Opera del Sign. Buchoz è un epilogo , ben fatto , di quanto fu fcritto di piCi intereflfantefopra tut- te le parti della Fifiologia . Quefto compendio è fovente accompagnato d' oflèrvazioni , che fono proprie deil' Autore, e qualche volta anche di cri- tiche . Il Sign. Buchoz , all' articolo che tratta della durata della vita uma. na , ci racconta dei fatti molto for- prendenti . j, Gli uomini , dic'egli, i pit\ vec- ,5 chi fono quelli , il crefcimento dei ,j quali non è (lato perfetto che in un' „ età digià avanzata , e dei quali gli j, appetiti e ie paflìoni fono ftatetran- „ quille ; fé ne ha degli efempj con- fiderando le vite e i coftumi i. di ,j Enrico Jankins , Inglefe , morto nel ■„ 1570 , in età di cento fenfantanove ,, anni; 2. di Giovanni Rovin , nato 127 „ fendo ftati maritati infieme cento „ quarantafette anni ; il minore dei „ loro figli , quando Rovin morì , a- „ veva novantanove anni ; j. di Pie- „troZorten, Contadino del medefi- „ mo paefe , motto nel 1724, iaetà „ di centottantacinque anni ; il fuo „ figliuolo minore aveva allora novan- ,, ta fette anni. Si vede a BrufTelIes, „ nella Biblioteca del Principe Carlo, ,, la Storia e i Ritratti in piedi di que- ,, fti ireCentenar) ." Quando un Me- dico adotta , con 1' aria e col tuono della perfuafione , prodigi fimili , chi oferebbe produrre dei dubbj fuHa loro realità ? In quefto medefimo volume, 1' Au- tore entra in una materia che ha mol- ta piì^ relazione con la natura dei no* ftri Fogli. Il Sign. Buchoz intraprende a trattarvi degli alimenti , sì folidì che liquidi , i quali convengono all'- uomo , fecondo i differenti paefi nei quali abita. Era giufto ch'eglicomin- ciafìTe da quelli , dei quali fanno ufo gli Europei. Egli parla in primo luo- go degli alimenti tratti dal Regno ve- getabile , alla tefta dei quali bifogna mettere il pane. Quefto alimento tbr- nifce il foggetto d'un lunghiflìnio ar- ticolo . Per procedere con ordine , il Sign. Buchoz vi parla , 1. delle difFi?- renti foftanze ufate in Europa per U preparazione del pane : 2. di quelle che poffono fupplire a quefte foftanze negli anni di careftia: j. della manie- ra di preparare il pane , analega a ciafcuna di quefte foftanze ; 4. final- mente , delle qualità di ciafcuna fpew eie di pane rapporto alla noftra fa-' Iute. ACCADEMIE, E PROBLEMI. LA Società Ollandefe delle Scie'.jze ftabilita ad Harlem , proponfj , co- 128 ii coraggiarlo , e quinci avvezzarlo a* ,, maggiore affiduità alla fatica e al ' ', lavoro? " La rifpofta dev* effere prefentata a- vaiiti la' fine del 17S0. „ Quale fia l'influenza dell' afciu- „ gamento delle paludi e degli rtagni ,; ec. fullo (lato del noflro paefe ì Quali „ fiano gli effetti, che ne procedono, ,, utili o nocevoli? E nel fecondo ca- *' fo, quali fiano le precauzioni da „ prendere per prevenirli?" Di quefto pure la rifpoRa dev'effere indirizzata al Segretario prima della fine del 17S0. „ Hannofi dalia Storia pruove certe „ ed autentiche del tempo precifo dell' ,, origine dei feni di mare del Texel j, ( Texelfche Zeeaten )> Quali fiano i principali cambiamenti che hanno „ fubito, e quali ne fono fiate le con- j, feguenze relativamente al Zuider- 5, Zèe e all' Ye, come pure riguardo' „ alle code e alle dighe lungo queft' j „ acque? " [ Qaefta queflione è ftata propolta H, fer la prima volta nel 1776 , e per la - feconda nel 1778. Ora fé ne attende la rifpofta innanzi la fine del 178 1. ,, Fino a qual punto puolfi deter- 3, minare la ftoria naturale dell' at- y, mosfera della, noftra Patria , para- „ gonando le ofìfervazioni meteorolo- „ giche fattea Zwanenburg con quelle ,y degli altri luoghi ?" L' intenzione dell' Accademia è, che dalle offervazioni eh' erta domanda , fi deduca , i. quali fiano i cambiamenti di tempo, più o meno coftanti ed u- niformi , che fi ofTervano in differenti Ìu02;Hi , e ftagioni, feconda che il pefo o r intanfita dell'atmosfera accrefce o diminuifce , vale a dire, fecondo che il barometro fi alza o fi abbaffa ; fe- condo che i gradi di freddo e di cai. do variano e feguono ìa forza della direzione dei venti : 2. fé i cambia- menti d«f tempo e dei venti hanno qualche volta uncorfo regolare in co- tefti paefi ? j. Qual fia 1* influenza delle differenti pofizioni della Luna rap- porto a ciò ì 4. Se le differenti pofi- zioni dei Pianeti abbiano qualche ef- fetto full' atmosfera . 5. Quale rela- zione abbiavi tra le differenti decli- nazioni dell' ago calamitato e i can- giamenti del tempo > Qaali fi»no I9 regole generali , che fi può ftabilire d* appreffo quelle offervazioni , e fe- condo le quali fi poteffe prevedere coti j qualche verifimiglianza , in certi cafi, * un vicino cambiamento di tempo? La Società defidera che a queft' ultimo ar- ticolo fi aggiunga gli altri fegni e fe- nomeni , fé ve ne fono , che precedo- no e dinotano, più comunemente , in quel paefe , i diverfi cambiamenti di tempo. La rifpofta a quefto Quefito dev'ef- fere rimeffa all' Accademia avanti il 1781. La Società flena raccomanda agli Autori che le loro Memorie fiano più brevi che fia pofljbile , omettendovi tutto ciò che non tendeffe direttamen- te all' oggetto propofto. I Concorrenti indirizzeranno , con le folite formalità , leloroopere, fcrit- te leggibilmente inollandefe, in fra n- cefe , o in latino , al Sign. C. C. H. Fander ^^ , Segretario della Società, NOTIZIE DIVERSE. UN ditettante d'Agricoltura ha con- tato con fua maraviglia , cento e ventifette grappoli d' uva fopra un folo ceppo di vite. Un fuo vicino ha • voluto prendeifi la briga di contare i grappoli fu parecchie viti , e ne ha trovato un numero ancora maggiore; poiché fopra tre ceppi ha trovato fino a cinquecento grappoli d' uva groflì e ben nutriti . ^ '^9 N. J^.VII. .b NUOVO GIORNALE D'ITALIA^ Spettante alla Scienza Naturale, e principalmente all'' Agricoltura , alle Ar'ti , ep al Commercio . .M' 'V 13. Novembre 1779. Seguito de//a Dìjfertazhtie Chimi- ca full' >Arfenico , ec. del Signor Andrea Pihl, ec. §. V. uirfenico Calcinato. IL regolo ad un leggiero calore man- da tanto flogifto , che mutafi in fuliggine bianca . Tutte le calci;n)etal- Jiche ritengon molto della materia in- fiammabile, benché quefto refiduonon Jiafti alla forma metallica . Che ciò -pure avvenga coli' arfenico bianco , provafi dal feguente fperimento . Se efponfi al fuoco in una piccola ftorta r arfenico calcinato bagnato con acido di nitro , n' efce un copiofo vapore roifjgno , il quale fupera quattro 0 cinque volte il volume dell* arfenico, ed efaminato non trovafi effer altro , che il fluido elaftico chiamato dal cel. Triefi/ey aria nitrofa . Quella abbon- da fempre di flogifto, e appena altro contiene , che una piccola porzione d" acido nitrofo dilatato dalla copia della materia infiammabile in un flui- do elaftico. Ns vedremo fra poco al- tre prove. Di rado, e in affai piccola quantità . U calce, d' arfenico nativa trovafi nel- I la Saifonia , e nella Boemia; ma ab- bondantemente raccogliefi ne' lunghi e finuofi fpiragli coftrutti di tavole , e Tsiuovo Giornale d' Ital. Tom. IV. ^ orizzontalmente difpofti quando fi cuoi cono le minere di cobalto . Quefta fuliggine è ancor sì carica di flogifto, che compar grigia-, e conviene im- biancarla per mezzo di una nuova fu- blimazione colle ceneri di potafla , o fenza. Quefta calce è volatile, afcen- de però pi Ci tardi dello fteffo arfenico regolino , poiché richiede almeno il calore di 15)5. gradi . Se fublimafi iti un vafo chiufo ad un calore un pò* forte , efce trafparente al paro del ve- tro :■ air aria però la fuperficie con- trae fubito un* opacità bianca , cam- biamento a cui non é foggetta quellj, che trovafi criftallizzata nelle vifcere della terra . La gravita fpecifica dell* arfenico bianco é di 5,706 , quella del criftal- lino di circa 5,000. Sulla lingua iafcia un fapor acre , che lentamente fi raddolcifce . L' arfenico bianco propriamente non è altro che un acido diverfo da ogn* altro conofciuto, abbondante di tanto flogifto , quanto batta a coagularlo . Cento parti d' arfenico bianco ne con- tengono almen venti di flogifto, e tut- to Ciò che può fiaccar quefte , ferve a nudar l' acido medefimo . Queft' a- cido , che farà altrove efaminato ef- ]^ preda mente (*) j per fé é filTp , ma '•^ efpofto a un fuoco gagliardo da lui R rice- ( * ) Si confultino intanto gli Atti di Stofkoim 1775 , e i nuovi Atti di Upfal Voi. n. riceve il flogifto , e riproduce l* arfe- * nico bianco , il quale faturato che fia di flogifto convertefi poi in arfenico regolino. E' affai verifimile , che ogni metal, lo noti fia che un acido diverfo fatu- rato intimamente di flogifto, quantun- que fia quefto a lui ftretto con vinco-, Jo così forte , che non fappiamo an-' Cora i mezzi di fcioglierlo pienamen-f te . Le calci metalliche abbondan fem- pre di flogifto piii o meno , e la mag- gior parte contengono pure unitamen- te l' acido aereo , cui ricevono dall' aria ambiente, e oftinatamente riten- gono , mentre l' aria a rincontro lor toglie il flogifto . Alcune calci però com« quelle dell' oro , e della plati- na, ferabrano fempre effet prive dell' acido aereo , benché fiano ftate preci- pitate da alcali efpofti all' aria . Se 1* arfenico bianco contenga dell'acido ae- reo , non è ancor certo . Ma tutto quefto irt altro luogo fi metterà più in chiaro . Frattanto di qui,è manifefto quello che abbia a dirfi dei fali , e dei folfi dei metalli , quantunque la opi- nioni degli Antichi intorno ad eflìge- «erin molta ofcurità . Di qui pur è chiaro perchè le ter- re , e le calci dei metalli fiflìn 1* ar- fenico . Il niccolo , e il cobalto per lo piij abbondan d' arfenico, il quale colla fola calcinazione non può fcac- ciarfi , poiché mentre gran parte fi diflìpa colla forza del fuoco , 1' altra o perde infenfibilmente il flogifto , e refta loro attaccato a maniera d' acido iiifo, o colla fufione s" unifce alle ter- re metalliche. Ma aggiugnendovi quan- do fono roventi la polvere di carbone, n'efce tofto gran copia di fumo bian- co- fpirante odor d' aglio , il quale non è altro, che l'acido arfenicale ridotto dal flogifto a forma di calce . jT. VI. ^Ifito deir arfenico calcinato mifto ad altre materie per la Vìa fecca, V arfenico bianco fi liquefi cogli fteffi metalli che il regolo , ma in un - V modo un po' diverfo . Niuna calce ì come tale, può unirfi ai metalli ; pur la calce arfenicale aggiunta ai metalli fufi nel crociuolo prontamente s* alto- eia. Quefto accade però (il che è ben da notarfi ) perchè viene ridotta me- diante il flogifto del metallo fufo , e perciò allorché quefto è imperfetto , fempre nafcono infieme delle fcorie compofte della parte calcinata, e dell' arfenico bianco. L' arfenico bianco gettato nel nitro fufo eccita una forte intumefcenza ed effervefcenza, ma fenza alcuna fcintil- lazione . Qualor ii continui a gettare dell' arfenico fino a tanto che piìi non fi ecciti alcun movimento , e pofcia (\ fonda bene la mafla che ne rifulta, quefta fi fuole chiamar arfenico fijjato col nitro . In tale operazione 1' acido del nitro è volatilizzato per mezzo del flogifto della calce arfenicale, e l'aci- do dell' arfenico meffo in libertà d unifce alla bafe alcalina del nitro e forma un fai neutro arfenicale nort criftallizzato per eflere l'alcali rifcaU dato ccceiTivamente. Serbando però le giufte proporzioni , e graduando bene il fuoco fi arriva ad ottenere la cri- ftallizzazione; vale a dire l'alcali ve- getale per criftallizzarfi non ricerca che una picciola quantità d' acido ar- fenicale, quale è appunto quella che ri» mane nel crociuolo , purché fi regoli il fuoco in modo che il folo fondo ne fia rovente ; con maggior facilità però fi ottiene la criftallizzazione del.fale neutro arfenicale per mezzo delia di- ftillazione; poichc fé fi diftilla a parti eguali del nitro o prifmatico , o qua- drangolare o ammoni-ìcale coli' arfe- nico criftaliino, nel rejRJuo delia diftil- lazione fi trovano fempre dei fali iveu- tri arfenicali facilmente criftallizra.' bili . Generalmente qurfti fali arfenicali fi fogiiono riguardar come non ifcompo-. nibili dapji altri acidi, ma a torto ; poiché egli é chiaro che fé fopraffon- dafi a quefti fili un qualunque altro acido che C\ iinifca alla bafe alcalina del fale neutro arfenicale, l'acido dell' ar- I ai fenico enfendo perfefolubile , e quin- di feparato non fole non può produr- re alcuna precipitazione , ma nemme- no alcuna congrumazione. Orafoltan to dal non vedere alcun intorbidamen to nella foluzione fi è giudicato che il fale arfenicale rimaneffe fenza fcom- porfij e l'errore e flato principalmen- te che i Chimici hanno creduto che il fale neutro arfenicale foffe compo- rto di arfenico criftallino e di alcali , mentre la bafe alcalina non è in tale combinazione unita che al folo acido dell' arfenico . Laonde perchè 1* efito fi conofca più evidentemente , fciol- gafi coli* acido vitrioiico rateali ve- getaIe*arfenicato ( il fai neutro arfe- nicale di Macquer ) e ciò fatto con ifpirito d» vino'rettificatiflìmo, fi pre- cipiti , e fi lavi il fai neutro , il che fi ottien facilmente , poiché né il tar- taro vitriolato , né 1* alcali vegetale arfenicato fono fciolti da quello fpiri- to . In quello modo fi vede torto il fale feparato dall' acido libero, edeffo rooftra tutte le proprietà del tartaro vitriolato . Ecco dunque una indubi- tata fcompofizione del fale arfenicale per la via umida ( * ). L* alcali in querto non vale , non potendo precipi- tare fé rteffo . Ma la natura di querti fati altrove più accuratamente farà e- faminata , Il faldigertivo, il comune, e Tam moniaco dall' arfenico non fon mutati. La ragione fenza dubbio èquefla, che ì' acjdo del fale di fua natura è for- nito di flogirto. , 11 mercurio fublimato corrofìvo di- ftillatG coli' arfenico bianco afcendefen- «a cambiarfi , qualunque proporzione «•''•adoperi . IlSign. Tott ha già olTer- vato j che qui non formafi niiin butir- ro d'arfenico, e infatti non può na fcere , effendo P acido marino attrai^ to più debolmente dalla calce arfeni- cale , che dalla mercuriale , Si diftiUi '3^ sfcil butirro d' arfenico , a cui fia mirta la calce di mercurio , dapprincipio , innanzi che fiafi potuto fcomporre in- teramente , s'alza un po' di butirro, ma poco dopo n'efce il mercurio fu- blimato corrofivo , e finalmente l' ar- fenico bianco . L'alcali fìlTo coli' arfenico bianco al fuoco fi fquaglia , e fa quafi lo rte/To come unito col nitro; il flogifto però vola via più lentamente. Il folfo combinafi coli* arfenico bian- co agevolmente , e lo riduce , e mi- neralizza, onde fempre in quefta com- binazione fi fparge un odore penetran- tiffimo di acido vitrioiico volatile, poi- ché ima porzione del folfo cede una gran parte del flogifto alla calce arfe- nicale . Vegganfi oltreciò i ff. VIU. IX. X. Anche il fegato falino fcioglie l'ar- fenico bianco , ma più volentieri s* attacca al regolo . Il folfo, l'antimonio crudo , e l'ar- fenico bianco fufi infieme , e a por- zioni eguali in un vafo chiufo forma- no una pietra, che chiama fi anche Pj^r- mifon , o calamita arfenicale ; ha del rodo , e qualche volta è trafparente . jT. VIL ^bìto dell' arfenico calcinato miflo ad altre materie per la via umida , Ottanta parti di acqua dirtillata at calore di 15, gradi ne fciolgono una d' arfenico bianco ; dell' acqua bollen- te baftano 15. parti . Quando 1' arfe- nico è fciolto vien ritenuto dall'acqua più facilmente di quel che fia ricevu- to al principio , poiché ad un calof medio 15. parti ne pofTono tener una fofpefa . Lo fteffo fanno le altre dif- foluzioni . Qjefta cangia in roffa la tintura di tornafole, in verde il fìrop. pò di viole , non è mutata dai fali „^ neutri j ma é precipitata dalla più par- ^ R a te C) Nova Aaa Upfat. Voi, II. te dei metallici (*) , é iti tal manie-* Diluto fciogheli calce che fi produce ra , che le calci -metalliche vanno a fondo , unite all'arfenico ma lenta niente . Può domandarfi , fé 1' intera calce arfenicale s* unifca alla calce metalli- ca , o folamente il fuo acido , ceden- do il flogifto al meftruo dell' altro me- tallo. Certamente fé confiJeriamo fo- lamente quei cafi , in cui v' è il meflruo nitrofo , o viiriolico, non fa-, rebbe congettura rmprobibile, che qui agiflfe la doppia attrazione; ma fìcco- me il rame a cagion d'efempio unito all' acido rtìarino ( che non fepara il flogifto J"; IV.) dà un precipitato bian- co egualmente , come unito al nitro- fo, così è manifefto , che 1' arfenico bianco tutto intero viene a (Torbi io dal- le calci metalliche. Settanta, o ottanta parti di fpirito di vino ne fciolgono una d' arfenico coH'ajuto del calore. L'acido vitriolico concentrato cotto coir arfenico bianco ne fcioglie una piccola porzione, che però depone no- vellamente al raffreddaifi , fotto alla forma di grani criftallini . Quello vi- trioio fi fcioglie nell'acqua più di.tìi- ciim^rtte dell* arfenico bianco. Efpofiio alla fiamma di carbone avvivata per mezzo d* un tubo da faldatore manda un fumo bianco copiofo, ma al tem- po fiefifo dalla fufione è ridotto in un globetto , che a principio bolle alcun poco , indi s' accheta benché rovente, e lentamente confinriafi. . L' arfenico bianco vola via fubito , 'Bo la fuflone , e molto meno zione. Se l'acido veifatovi fopra fi fa col calore fvaporare a fecco , quella ope- razione Diù volte ripetuta fiffa P arfe- nico fesnpre più , levando il flogiPio , e finalmente rimane il puro acido ar. fenic.ile. non f(;(tenen- l'igni- nuovamente colla criftallizzazione quafi fotto alla forma di arfenico bianco cri- (lallizzato , ma coll'iodole di vero fai medio metallico , che difficilmente fi fcipglie nell'acqua-, ed efpofto alla- iìamma di carbone, prefenta quafi gli ftelfj fenomeni , che fenoli riferiti poc anzi circa all'acido vitriolico, fé non che fi confuma un po' più preflo . i L'acido di nitro concentrato fpoglia più. efficacemente del flogifto la calce arfenicale , ed eftraendone a fecco la giufta dofe può ridurlo atalfegnoche rimanga il folo acidoarfenicale. Quel- la che comunemente chiam-Afi gomtnct d' arfenico non è altro -che l'arfenico più o meno deflogiflicato, fempre però più dell' arfenico bianco. ''f*-i| L'acido marino contiene il flogifto come principio , e perciò diverfamen- te attacca. i; arfenico bianco: qaand'è concentrato , e bollente ne fcioglic una. terza parte del fuo pefo 5 non pic- cola porzione di quella però,al caffred- (iarfi nuovamente fi fepara , ma fatu- rata dell' acido marino . Qiiefto fale , che può averfi anche criflallino, è af- fai più volàtile dei precedenti, e non foffre in niun modo 1' ignizione ; in un vafo chiufo facilmente tutto fu- blimafi; è fcjolto dall' acqua bol'ente, ma in piccola quantità ( jT.IX- )• Qi'^--. ila foluzione ha un giallo belliiTii-no , e non differifce dal butirro d' arfenico fuorché nel grado di concentrazione, ( §. III. ). La fteifa indole dell'acido marino s'opp-ne che per mezzo dl.Iui fi metta a nudo I* acido dell' arfenico , il quale ne efce ciò non ofianie faci- liffimamente , fé all' arfenico bianca, difciolto a fatutazione oeU' acido ma- lino bollente f\ infonde i4 doppio d'a- cido nitrofo ( lifpetto all' arfenico ) ,• e il liquido fi lafcia fvapora're a fec.; co : rimane allora J' acido' d' a'rfeni** 1 Coii' acido nitrofo avviene io fielTo.^ co , e per liberarlo intefamesite dalb acido (") Vedi gli Sperimenti di O. Neumann preffo Zimmérman , p 124^; lìv acido Rraniero, fi tormsnta col fuoco !|; è prefTo a poco deli* acido di tartaro..; fili che incomincia a farfì rovente. A quello modo cento parti d' arfenico bianco lUe.dan finalmente ottanta d'a- cido fecco . In quefta operazione l'aci- do di nitro aflaie meglio la parte in- fiammabile dell' arfenico bianco otti mamente divifo mediante la foluzio- t\Q , che verfato Ibpra alla polvere . Qiiindi pure s' intende , perchè 1* ar- fenico bianco fi fciolga nell'acqua re- gia più facilmente, e in maggior quan- ti là degli altri acidi , e fen^^a criftal- lizzazione fuflTeguente. L'alcali flogillicato, che precipita i metalli fciolti dagli acidi, lafcia 1' ar- fenico quafi intatto e nelK acido vi- triolico , e nel nitrofo , e nell' acqua regia , e ciò e per la fcarfezza della iHiteria difciolia, e per la mutata fua indole ; ma dall' acido marino Io pre cipita folto a un colore bianchiccio . Qui conviene avere attenzione per e- vitare. gli errori , poiché fé l' acido marino aoa è in quantità fufficiente , il precipita la fola diflToluzione che era nell' acqua . Olfreciò 1' alcali libero , che ferapie trovali in qiicfto liquor di prova, deve ellere faturato di acido. ■; L' acido marino nella digeftione col- l'a magnefia nera vien deflogiflicato , e fi fcioglie in un vapor roflb, il qua- le in un vafo chi ufo fpoglia della ma- teria infiammabile 1' arfenico bianco fciolto neir acqua , iìcchè l'acqua fi trova ijn/lapprtlfi./ contenere (J" acido iieir arfenico meflb a nucio, e l'iiciifo marino rigenerato . Colla evaporazio- i-K a fecco fi ottiene il primo tutto f0!0. i:. " ■ Le forze degli altri àcidi foglia- 1' ar- fenico non fonO' ftate pera;nd-ie'ì?fauii- nate abbaftariza . Gli acidi' d' a' feni- co , e di fluore minerale lofciolgono, e forman de' grani, criftaliini ; e cre- do che effer debba lo fteflb anche del fai e f edativo , -quantunque convenga confeflare , che il borace di lui fatu- rato fciolto nell' acqua noa precipita \' arfenico . L'acido di zucchero fa- cilmente invefte 1' arfenico bianco , e L' aceto , e gli acidi delie formiche e del fosforo lo fciolgorto anch' elTi > e formano de' grani criftallini fc '»,: qiJaU.r difficilmente fono fciolti nell* a?qua ^ né alcuna combinazione deiiquefaeaKp,. fi è potuta fcoprir finora; L at-^ : ■ :~i Dalle cofa riferite è manifeflo , che. le foluzioni arfenicali fatte cogli aci-, di in alcuni cafi Ci fcoftano dall' indori le folita , il che abbiam mpUrato di fopra doverfi attribuire al fle>glfto cosi debolmente attaccato ali' arfenico, che r acido di quefto fi può fnudar facil- mente, i Gli alcali filTi fciolti nell* acqua ri.i cevono l' arfenico bianco. Se di quefto fi caricano mediante il calore, ne e f ce una malfa fofca , e tenarce: ,, che aCrt quifta della folidità , e. fi chiama /.j-^ i'ato ci' ay fenico i egli ha un oJoreJn- 'grato . L' arfenico è piecipitato in par- t^e-dagli acidi minerali} una porzione però perde a' poco a poco il flogifto^ij e Ci unifce più firettameftte. La foluzione fatta coli' alcali volati- !e fembra forivare più facilmente ,taedri . alcuni de' .quali moftrano fo- •for,Ta;,de'CTÌftaiy ^prjfmali-:} : lo fteOb piamente .delle piramidi cave t/iango- f '54 lari , o qua «frangola ri Coi triangoli unti compofli di filamenti paralleli ai iati rifpettivi . Vale a dire una pira- mide, cava triangolare fpeffo ripiena di altre minori fempre decrefcenti ingran- dezBà forma un tetraedro , e otto te- traedri ben difpofti generano uà ot- taedro . Ecco per la via ftcca naia una conìbinaaione affatto Hmile a quel- la' ) per cui fi trovai! coftrulti per la vìa umida il fai comune , il digefti- vo, e forfè tutti gli altri. ' li ferro combinato nelle mineraliz- zazioni d' arfenico forma un color bianco , nitido , e metallico. A que- fto' appartengono i minerali , che vol- ga-rmente fi chiamano piriti bianche o .Yrfenicali . L' arfenico coli' argento folforato forma la minerà rofTa d' ar- gento > e coIi'argentOj e il rame fol- forato torma la minerà d' argento bian- ca , o grigia. Nelle minere di Ragno criRalIÌ22ate j e in quelle: di cobalto ea'lcinaie non fembra elìdere fuorché in una maniera meccanica. La gravità fpecifii-a cielT orpimento è .35515 V cl^' realgaro , o deila fan- dracca è di circa 5,325. Ad un leggier fuoco Torpiiviento , e il realgaro fi fuhlimano interamen- te fé non fono contaminati da mate- rie eterogenee, foQengono però la fu fione , e il primo da quella in un vafo chiufo prende un colore rcflìgno. La pirite arfenicale dà un fublimato più o men bruno fecondo la dafe del folfo prefente ; la i-i aggior pane però lì arreda al fondo» Si pYofeguira. M H T o n Q rstnpticìjììm.y per canfìrva- ts del Frumento [ano per aioUiJJimì cnni n DOn C'mfepp» Gfircia, Curata dei Borgo il 'A ^11 a ya y Peones , nel ctiittctio {Ìi-Yiìia Diego , è moito in età d'anni 91 ^'-'il dì 1-4 \\iv\\o , degl'an- no paTmo j> neiPindicatu Borgo , do- ve era egli nato , 6 dove era (lato Cu- rato pel corfo di 61 anni . Egli avea confervalo ,^ fenza corruzione, tre fa» neghe di quella fpecie di frumento che chiamafi farrlcello o fpelda , raccolto nel 1719 in un terreno dipendente dal fuo benefizio . Si è ritrovato quefto frumento in ceni granaj elevati, am- mattonali con un cemento di calcina e di fabbia , con una fineflra a tra- montana, ed una a mezzodì, lequali davano a quefto frumento una corren. te continua d' aria ; la fola precau- zione ufata dal Curato fi era di ca- varlo fuori del granajo una volta all' anno , od anche ogni due anni , per farne ufcire la polvere. Egli non avea ' mai voluto confuroarlo né venderlo » e fi crede che la fua intenzione , eh* egli peraltro non ha manifeftata nel fuo ultimo teftaniento , folfe , che fé ne faceffe del pane , per fervire di of- ferta alla fua fepollura , e per diftri- buirlo dipoi ai poveri , Q.'.efto fru- mento è flato dunque ripartito tra i fuoi eredi , alcuni dei quali , con là porzione che loro è toccata , conti* nuano l'utile fperienza della confer» vazione del grano col metodo del de- fonto Curato , Quefti ere^i fono que* medefimi, che fono (tati confultati dal Sign. yalrnont de Bornare , e dagli al- tri Autori che hanno fcrilto fopra quelV oggetto. NOTIZIE DI LIBRJ , EDrof royande en re fa tit hhndìsf^s cioè Lettere contenenti i dittagli di un P^taggio {Atto in h landa nelt^ an^ no ij-^i* yA Upfal , 177S. Quelle lettere fonO dovote^ai talenti del Sign. Muna van Tr re della Corte di Svezia , Sona coaC\' derate come una delle migliori opere che fiano ufcite fopra la Islanda . Gli. oggetti, che hanno particolarmente fif-: fata l'attenzione di quefto Viaggiato- re, fono i feguenti , cioè",, gli effetti „ del fuoco di cotefta regione» la na- 3, tura del fuolo , 1* arrivo dei Nor~ ^ „ manni ^ le leggi , la polizia e U l '„ politica degl'IsIanJefi , lodatoJelle „ loro chiefe, i lorogufti, le loro in- „ clinazioni , i loro coftumi , le loro „ veftimenta, le loro fabbriche, i lo- „ ro cibi , le loro occupazioni , e la „ loro maniera di mifurare il tempo ; ,, i beftiami , la caccia , la pefca, il „ commercio, la letteratura , la iin- „ gua , le flamperie , i monumenti , „ le antichità e la poefia di. cottfto „ Popolo ; finalmente i Vulcani e le „ acque calde che fi trovano in Is- „ landa." Il Sign. Muuo pretende che la bafe di queft'Ifola fia formata dall' unione d'un gran numero di punte di roccie, che i fuochi fotterranei hanno fatto ufcire dalle vifcere deìln terra. L' efa- me particolare , ch'egli ha fatto del Monte Hecla » lo ha confermato in qiiefta opinione. La Islanda non produce niente di legno atto da fabbricare; gli abitanti non ne hanno altro , che quello che il mare porta ad efll da diverfi paefi. Alcune delle loro cafe fono coflrùlte di lava , e tutte fono coperte d' una fpecie di torba o di cotico . Il nutri- mento degli Islandefi è in generale mi- ferabiliffimo: efTì non conofcono quafi altri alimenti che del pefce fecco , del butirro cattivo , e dei latticini j rare * volte mangiano carne . Hanno una piat- tanza , ch^ è loro particolare , e che . non dev' eflere molto fugofa ; quefla fi è una fpecie di pappa fatta con del mufco , o /iche» . Non bevono che acqua . Cotefto paefe non produce niente di grani . La Compagnia Da. nefe ne fornifce agli abitanti , ma in pochilTjma quantità . Non vedefi in Islanda nefTuna forcfla , e gli alberi vi fono rarifllmi . Ipini e gli abeti , che vi fi piantano , non vengono a mag- giore altezza che di tre piedi . La mag- gior parte degli animali , i quali ne- gli altri paelì hanno corna , in Islan- da ne fono privi : le pecore fanno ec- cezione a quella regola , impercioc- ché hanno elleno fovente fino a fei corna . Quelle beftie a lana riefcono beniflìmo in cotefto paefe ; vi fono ■535 •S- de. Contadini , i quali ne poflTeggono , delle greggie di due, tre , e per fin quattrocento. .Quefti animali hanno le orecchie diritte , la, coda tforta ,. e fornifcono una lana eccellente . Gì* Is- landefi non ufano tofarle ; afpettano che la lana fia matura , vale a dire, che 1' animala fia in muta ; allora , diftaccandofi il tofone quafi dalfe fteflo , eghno lo levano.-tutto d'un pezzo. Le pece re islandefi amano aflai la coclea- ria ; quefta pianta le ingrafla . D'ai- fronde il clima dell' Islanda è freddif. fimo . Il Sign. Muno ha avuto ilvan- taggio di fare quefto viaggio in com- pagnia dei Signori Bancks e Solander. ACCADEMIE, E PROBLEMI. L'Accademia delle Scienze e J3elJe Lettere di Rooen, nella Cla/Te delle Scienze, propone per l'anno 1750 — „ di affegnare d' appreflb una teorìa „ foftenuta dà fperienze decifive , le „ differenze tra la creta , la pietra da „ calce , la marna e la terra delle „ offa, che la maggior parte dei Chi- ,, mici hanno fino al prefcnte'confufo ,, nella claffe delle terre calcar-ie.'' Il Premio è una Medaglia d' oro del valore di trecento lire di Fsancia . Gli Autori fono avvertiti a sfnggf- re. tutto ciò. che poteffe farli conofce- re , e ad unire folamente alla loro Opera uTLviglietto figillato 1, che con- terrà la repetizione dell' epigrafe , col loro nome e indirizzo. Le Memorie , leggibilmente fcritte, in fiancefe o in latino , faranno in- dirizzate, franche di porto , e avanti il primo di Luglio al Sign. V.^.Dam. bourney Negoziante , Segretario per- petuo per le Scienze . La Società Reale di Agricoltura d' Auch , nella fua folenne Adunanza tenuta i! dì 10. del pafTato n-iagj^.io , annunziò 1' Argomento del Premio da diflribuirfi 1' anno proffimo venturo . Confifle queRo nel!' efaminare =z . ,, Qiiale fia la migliore maniera di ,, polare le viti fecondo le differenti efpo- i? 1 5 <5' iyiefpofizionl, per confervarle , e ren- ;t ir4, derle prodxutlve ì Se debbafi , per r -vivquefta.roperazione , aver riguardo ' „ alle fafi.della'Luna?'*iJ - ,, • L'Accademia di Chalons fur-Mar- ,re, non avenda. ricevuta nenfuna Me- [ rmoria ioddisfacente fui Quefito =; y,';Qaale fitrebi^e .il'' miglior piano di y. Educazione pel Popolo r: " ha giu- dicato a pfopofiio di rimettere la di- Itribuaione diquefto Premio all' Ago- fto 1781. '^"^^ i-.'Auii it ibnc^.^ . Hi/L' Arc.iciemia m'biJcfima pFopone''! due feguenti ProhleiMi , ciafcuno col Premio 'di feicento tire (.^xli Francia ) . 5j Oliali farebbero i mezzi piùvantag- ,, gioii d" amminifìiare la Campagna, ,, conformemente alle vifte del Re , „ al genio,! alla fituazione , alle pro- e^,:dazioìii) £(!•; dii.coLcfla Provincia." " ,,Qir3Ji potrebbero effere -in-'Fran- i;}y eia de'Jegigi penali, le meno fevere; ij, e tuttavia le più efficaci , per con- j^ tenere e reprimere i delitti , con dei sji caftighi pronti ed efemplari , aven- «iji do rigoardo aironoìeie-iil^ libertà ci; de' Cittadini? =: '^■'- '"ì-'' ' >:^-> ... ■Le Memorie , fcritte in latino o in francefe ,. faranno fpedite , fei mefi jnnaajsi alla diftribuzione del Premio , franche ;di; porto, al Signor 'Sabbatbier Segretario perpetuo dell' Accademia . . NOTIZIE DIVERSE. N vaientiflìmo Economo , dimo- rante in um villa poco lontana da Padova' , fenza aver 1' incomodo di teiier colombaja , fi trova provifto abbondevojaiente di colombi torrefa/i}, non: fGJanieute per ufo della propria U h ?b s't- vi famiglia , ma ancora per venderne ogni fettimana parecchie paja .■ Egli ha 'una fpecie di bofchetto , fopi-a gli alberi del quale ei mette delle cafiTette : i colombi trovandole adattate per fa- re i nidi , vengono volentieri a depor- vi le loro uova . Quando i nafcenti fono forti abbaftanza per potere pre, fto v'olare , il noftro Economo li va a prèndere in tempo che il padre e la madre fonò lontani .Quelli , al loro litorno , non trovando i loro figli , niente s' inquietano , fupponéndo che già fiano vola'ti via da loro fleffi , né d'altro fi curano che di fare un'al- tra covata nelle niedefime cafTette ', che fimilmente a fuo tempo vengono dal buon galantuomo faccheggiate. Sin II- Sign. l'^vocat , Meccanico dèlia Corte di Bruffelles , noto già 'vanta'^- giofamente per molte opere di Mecca, nica , ha recentemente ideata e co- ftrutta una cucina portativa di ferro battuto . Vi il può alleftire un pran- zo per dodici pérfonò con foliquattro foldi di carbone . Zupjja , ragù', fri- candò , arrbfto fulla gratella , arroftd nello fpiedOj pafliccierìa , compolle ec, tutto quefto fi cuoce ihfieme , fenzà il menomo incomodo , in uno fpazio di venti pollici di lunghezza , fop'ra . altrettanto di larghezza, e di altezza'. Il fumo delle carni e quello del fuoco hanno una ufcita comune . Qaefta macchina economica del pari che co- moda colla venti Luigi. Il prezzo n'è maggiore 'o minore , fecondo che fi defidera qUefla cucina pili grande o pifi picciola . Il Sign. l'idvocat dimora aChampi- gnuel prefìTo a Nancy . Il • J\. • «3? N. XVIII. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Natorale, e principalmente all* Agricoltura, alle Arti, ed al Commercio. V «V 20. Novembre Ì779. -q Fine de//a Dijfertazione Chimica full' ^r fenico , ec, del Sign. Andrea P I H L er. $. IX. ^bìto dell' tArfenico minera- lizzato mifio ad altre materie per la l'ia fece a . DEi metalli, che volentieri fi unif- cono isi folfo , ed all' arfenico^ una certa dofe può accoppiarfì coli' or pimento , e col rifigallo . Abbiamo già nominato di fopra ( JT. VII. ) la pietra , che eh lama fi Tyrmifon , e molti altri minerali a ciò appartenen- ti ( §. Vili. ) che imitare li poflTon coli' arte . L'argento mineralizzato in fufione coli* orpimento offre ciò che chiamafi minerà rofla d' argento . Gli altri minerali fi imitano anche più fa- cilmente. ' Il nitro coU'arfenico mineralizzato lì alcalfzza , poiché detona per una parte col folfo e per 1' altra coli* ar- fenico, il quale nelle mineralizzazio- ni ha fempre la forma regolina. L'al- cali mefìTo a nudo o forma coli* acido di folfo il fale c!ie chiamafi policrefio, 0 fi combina intimamente coli* arfe- iRco'Cf.VL). " L'alcali fiflfo aggiunto ingiufladofe all' orpimento , o al rifigallo , ed ef- póllo a un fuoco fublimatore rappren- de il folfo , e caccia via la mafllma I parte dell' arfenico ; la maffa epatica j tuttavia ne ritiene qualche porzione , i e fé I' alcali abbonda , dell' arfenico 1 non afcende quafi nulla . "ì^uovo Giornale d' Ital. Toni. IV. L* orpimento col doppio , o il tri- plo di mercurio fublimato corrofivo nella diftillazione produce due liquidi, che non fi poflTono unire . Accrefciu- to il fuoco afcende finalmente il cin- nabro . Nel recipiente rimane al fon- do un butirro d' arfenico trafparente , di color ferrigno cupo , che all' aria aperta a principio manda in gran co- pia "un fumo vifibile , e bianco , e attraendo 1* umido aereo a poco a po- co è precipitato . La formazione del butirro fi è già fpiegata (jT.IILe VL). E' da notarfi , che coli' acido marino ^i unifce si tardi , che fembran rif- pingerfi fca mbievoi mente , né 1' unio- ne ha luogo al di là di un certo li: mite . L' acqua diftillata aggiunta al butirro precipita una polvere bianca , la quale comunque lavata ritiene qual- che poco di acido , dando nella diftil- lazione qualche poco di butirro , il che vale anche per la polvere di Algerot- to . Il fumo ha un odor particolare , penetrante , fimile in qualche modo all' acido di vitriolo flogifticato; e de- pone de' fiori bianchi. Il liquore che foprannuota , e che gli Autori paragonano all' olio, ha un giallo trafparente , e coli' acqua e lo foirito di vino fepara la polvere bian- ca arfenicale, cogli acidi più forti non lì intorbida , fa effervefcenza cogli al- tri , e viene precipitato . Se confer- vafi in una cucurbita di lungo collo fenza turacciolo , inforno all' orificio crefcono a poco a poco de' fiori bian- chi , debolmente uniti , e che talora S affet. affettano la figura criftallina ; Final- mente con una evaporazione fponta- flea nafcon in fondo al liquore de" cri ftalli diafani , che difficilmente fono fciolti dall' acqtia bollente , e quando li fono ^ aggiuntovi un alcali depon gon r arfenico . Neil' acqua di calce fi veggono lentamente circondati da una bianca nuvoletta . Efpofti al fuo- co né crepitano , né perdono la traf- parenza', ma fi fublimano interamen- te fenza niun odore d' arfenico , ;! quale però fi manifefta fubito , fé il flogifto infuocato li tocca. Non fi ve- de nel fuddetto liquore mun vefttgio di mercurio né coli' alcali , né col ra- me. Se vi fofife il mercurio fublima to, 'quello fenza dubbio refterebbenell' acqua dopo che efìTa ha precipitato 1' arfenico. La terra pefante fciolta dall' acido marino , e infufa al noflro h- quore non fa alcuna neppur minima congrumazione : quello adunque e pri vo affatto di acido vijriolico (*")• Dalle cofe fin qui riferite apparifce, che il liquore fopranniiótante non è altro fé non un butirro più diluto, il quale a cagione dell' acqua rices^e più parcamente l' arfenico . Il, butirro con- tiene un acido concentra tiffimo, e per- ciò carico di maggior quantità di ar- faiico . Il fuddetto liquore pertanto fi ottiene pù copiofo fé la mefcolanza del mercurio fublimato , e dell' arfe- nico fi lafcia una notte in cantina , o fi inumidifce pure coli' acqua innanzi di diflillarlo.. Non potendo 1' acido marino comune fciogliei-e che una de- terminata quantità di butirro , quindi è che quel che avanza compiuta la fa turazione rifiuta interamente ogni mi- ftione. L'acido marino troppo diluto precipita il butirro , ma quanto è più forte ne può fciogliere tanto maggior quantità . ^ìT. X. \Ahtto dell' arfenico mimraltZ' zato mifto ad altre materie per la via umida % L' acqua non ha qui alcun potere . Gli acidi operano fecondo le circo- flahze , principalmente il nitrofo , e l'acqua regia . Il primo fé è concen- trato diftrugge fubito il color roffodel rifigallo , ma non cambia punto .il giallo deli' orpimento , poiché agifce primieramente calcinando 1' arfenico , il che nel rifigallo non può non mu- tare il roffo in giallo . - L'acqua regia con una lunga dige- (lione fcioglie i' arfenico dimanierachè finalmente rimane il folo folfonel fon- do . Quindi (ì può cavare la ragione del folfo all' arfenico ; ed io ne' cri- ftalli del rifigallo Pozzolano l'ho tro'- vata incirca come i a 19 , e nell' or- pimento Georgiano come, i a 5). L' operazione qui dee farfi con cautela , affinchè da una parte non fi lafci in- , tatto o per la debolezza o per f in- ' fufficiente quantità del meflruo cicche da lui deve toglierfi , né fi diminuif- ca dall' altra quel che dee rimanere intero . Il colore del refiduo debb'ef- fere tutto grigio , poiché fin a tantg che vi {i trovano ancor mefcolate del- le particelle gialle, vi rimane ancora qualche porzione d' arfenico. Col trop- po ardore, o la troppa cottura, maf- fimamente fé fi adopera un acido di nitro forte, fi diftrugge più o meno il folfo ; poiché I* acido di nitro toglie il flogifto al vitriolico , coficchè 1* ul- timo efce libero. Se nelle mineralizzazioni v* ha del ferro , tutto queflp, fi fcioglie prima, dell' arfenico , tranne che nell'opera-, zione medèfima o pél calore ,0 per l'accefTb dell' aria , o per la qualità del meflruo fia calcinato più del do- I vere. ' La minerà roffa d* argento viene ^ egre- (*) Nov. Adi. Upf. Voi. IL p. 224. egregiamente fcompcfla dall'acquafor- te, che aflbrbe l'argento e 1' arfenico di modo che rimane alla fine il folo folfo nel fondo. Per queftavia dicen- to criftalli trafparenti fé netrovan 60 d'argento, 27 d' arfenico, eijdifolfo. II ferro non vi e fempre. "La minerà bianca d' argento tratta- ta prima coli' acqua forte depone l'ar- gento , e il rame , quindi mefifa nel!' acqua regia dà a quefla il refiduod' ar- fenico , ficchè il folfo alla fine può averfi puro . L' argento fi fepara dal rame col fai comune. L'alcali filTo cauftico cotto coli' or- pimento , e coli* acqua dà una folu- zione epatica fetente , che da alcuni è chiamata inchiojìro fimpatico. L'orpimento cotto coli' acqua , e col doppio di calce viva forma un li- quore j che fuol chiamarfi probatorio , o faggiatore del vino . Qui opera il fegato di calce . Qiiefte foluzioni all' inftillarvi degli acidi depongono infic- ine il folfo, e l' arfenico. Anche gli olj ajutatidal calore fciol- gono tanto 1* orpimento quanto il ri figalio, jr. XI. Ufo dell' arfenico, ' Io non toccherò quefl' articolo che leggermente . Che nella medicina pofTa predare vantaggio grandiffimo non può dubi- farfi , e gli fperimenti fatti già da glran tempo apertamente il dimoftra- lìo (i) -, ma e quanto alla dofe e quan- to alla preparazione è meflieri di una attenzione efattiflìma . Dalla fua in- dole fpiegata ne' paragrafi precedenti j è chiaro, che quefto veleno atrociffimo , opera principalmente a maniera di acido j corrofivo anche tfternamente ( jT. V. ). »39 Siccome adunque il flogino, e le cofà alcaline fmorzano efficaci (fi ma mente le forze degli acidi , così quindi racco- gliefi facilmente come debbafi mitiga- re l* arfenico , e per qual via gli fi debba andar incontro . Quindi è pur ìmanifeftò perchè il rifigallo fia quafi •innocuo; perchè il regolo operi più moderatamente , che 1' arfenico bian- co, e quefto più leggerment'e che l'a- cido d' arfenico fecco j perchè le ter- me di Carlesbad, che contengono dell' alcali minerale unito folamente all'a- cido aereo egregiamente rimediino ai mali nati dall' arfenico ( 2 ) ; perchè 1' arfenico prefo interiormente fenza la neceffaria correzione tra gli altri fintomi ecciti coli' irritazione de' moti convulfivi tanto nel ventricolo , quan- to nel rimanente del corpo; taccio gli altri corollari , che dalla chimica a- nalifi dell' arfenico fi poffon trarre a profitto della pratica medica. Aggiun- go quefto folo , che 1' arfenico piia d' ogni altro metallo perde facilmente il principio infiammabile ( jT. IL ) e che perciò i lenitivi flogiftici ufar {\ deb- bono cautamente , potendofi tielle vi. fcere fiaccare il flogifto in varj modi . Che provocare fi polfa un odor d'aglio penetrantiffimo colla fola difpofizione' putredinofa lo ha moRrato recente-" mente un efempio avvenuto nel tea- tro anatomico di Upfal . I! Tfilothrum di Turchia contiene or- pimento con altre materie; ma la for- za di far cadere i peh è forfè piutto- fto da attribuirfi all' alcali cauftico che pur v'entra. Coir inchioftro fiinpatico ( §. X. ) fogliono i Fifici mofiirar la maravi&lio- fa porofità de' corpi , poiché unafcrit- I tura fatta con aceto di litargirio , e' per fé invifibile , tra pochi minuti coi S 2 va- Ci) Veggarìfi J. C. Bernhardts Chym. Verfuche , e Commentarìus J.C, JacoH \A^- Mo9. Tom. I. (2) Vari cafi fono fiati riferiti dal cel. Prof. d'Anatomia D.An. Murray in- XQittO all'ufo di quefte terme contro l' arfenico. vapori di qaeflo liquore diventa nera, tjrantuiique vi fia di mezzo delle mi- gliaia di fogli di carta . I vini troppo acidi o per natura o per età fi fogliono da alcuni addolcire talvolta colle cajci di piombo;» febbe ne molli fieno ftati puniti della loro fcelleraggiae . Troppo quindi, importa che l'inganno fcoprir (ì pofìa facil- mente . A' queflo fine s' adopera co raunemente il liquor probatorio (jT. X.) poiché quello infufo in un vino fin cero non precipita che una polvere gialla, e verfato in uno adulterato, la precipita fofca , o nera . Lo fle/To ottienfi ezianjio co! fegato di fale . Ma I' avidità dei guadagno ha trova- to modo di deluder quefl:' ujtimo , f= !a frode non fi fcuopre. nuovao^ente coM' ajuto delia chimica.-. Imperocché fé nel vino è fciòlto un poco di ereta, quella cadendo iillenie dimmuifce .'a nerezza della polvere p-ecJpitata dai fégato di fale ; il copiof) tartaro de- lude pure ii liqmr< probatQTiO'^ poiéhè l'acido del tartaro at'.iae Jiaiicalee , e rendei! fai bianc-j difficilmente fol ubile. Nelle co:npo(:zioni metalliche entra quelche volta 1' arfenico , prmcipal mente nei rame, e nello (bg,i-io ; per- ciò il ben dcir u:nanità vuole , che tali compofizioni fiano profcriae al meno dalla cucina . Coli' orpimento Jì foglion talvolta indurare i pallini di p.iombo. . -Nel fosforo detto à\ Meiiierotwix^V arfenico regolino . L-t forza della ca'ce d' arfenico nel vetnfi-are iw nota già da gran tempo zCebir, e perciò nelle vetrerie s' adopera non di rado o per facilitare la lufione , o x>tr procurare una certa opacità , o tlnnlmente per togliere il flògifto , I! inodo con cui il crifla!!o di monte 'ì\ tinge al fuoco niefculandovi in un crociuolo orpimen- to , arfenico bianco , antimonio cru- do , e f^le ammoniaco è fl^ro ut^'Tcrit- to dal *2v{er? , e fattone TefJ>eri men- to l' abbiamo trovato vero ■; n'abbia- mo ottenuti di tinti egt-egianiente di macchie di rubino , e d'ppalo , ma ^ infiftmè pieni di flrifcie , il cha diffi-' cilmente può evitarfi. Anche nell'arte tintoria gli Artefici credono che giovar poffa talora ^ I Pit- tori adoperano frequentemente coli' olio e l' orpimento , e il rifigallo , ed è verifimile che il legno coperto da una vernice in cui fia milto l' arfenico bian- co non debba efìfer corrofo dai Ycrniì. abilita. . Osservazione comprovante i efficacìct e la virtù dell' Uva (Jrfiaa nella cura della Tietra : di D. Amtonio AvELLON Chirurgo di Cadice: arti', colo ejiratto dalla Gazzetta Spagnuo^^ la di Madrid . IJ N certo >Antonio Xi>nenes ,, La- voratore j dell' età d'anni i6 t dimorante prefifo a Cadice, era afflitto da i;. anni ,d* una foppreffio- ne d'orina , che avea ragionata due fj^ole j'Tofpefe injteramente le fonzio- ni dell'uretra , e .dalla quale rifulta- vano alcune^ volte delle infiammazioni e degli' altri fintomi fpaventevoli .Il malato aveva inutilmente tentato, in quefto fpazio di tempo, una quantità di rimeci/'prefcriltigli da diverfi Medi- ci . Verf-j la fijie dell'anno pafiTato , D. .y-Intonio .^iv'dhn gli fuggerl 1' uft;) cotidiano della d-ecozione dell* uva ur- fina . Dopo che Xumnes n' ebbe prefo, ogni giorno , a digiuno, pel coifo di cinque meli, la virtù di quella pianta fece difcendere alla circonferenza del- la vefcica una pietra , che fu eftrat- ta per mezzo d' una inciflone. QueRo calcolo di natura tartarofa , e grolTo come un picciolo uovo di gallina , flava attaccato al collo della vefcica, donde fu diftaccato . Si medicò la fé, rita convenevolmente , e in pochi gior- ni il malato ricuperò una perfetta fn- pità , di cui ha in apprelfo fempre goduto. ^ Avvwo ji Avviso al Tubblico falle morti appn-ift rentt j e loro cura: del Sìgn. Ha.- WES , con una Lettera del Signor Squire fui msdejìino foggetto . L'Ufo di efporre all' aria i corpi delle perfone che credonfi morte, tòfto che fia ceflata la refpirazione, e là fepoltura che loro fi dà avanti che appaiano indizj d'imputridimento , è flato fovente riprovato da uomini eru- diti ed umani sì in quefta che in al- tre contrade. Il Si^n. Bruhier chiarifs. Medico parigino pubblicò treni' anni fa una diflfertazione intitolata: V incer- tezza degli indiz) di morte , in cui prova ad evidenza coli' autorità di varj autori , e di teflimonj fuperiori ad ogni eccezione , che molte perfone fono fiate fepolte vive , le quali , ef- fendofi per ventura conofciuto il loro dato, furono tratte dalla tomba , ed hanno ancora goduto per molti anni dei piaceri della vita, e delia Società. Quelli efempj terribili fi rinnovano di tempo in tempo perchè non s' è abolito ancora 1' ufo mentovato . To- fto che v' è {'apparenza di' morte gli amici , i parenti , i Medici lafciano r ammalato j e '1 corpo apparente- mente morto , benché frequentemente vivo fi abbandona ad un uom vile , ignorante o infenfibile , che non ha altra cura fuorché di lìenderne le mem- bra , e afficurarfi del filito fpoglio . Se gli levano d* indofìì; le coperte, fi éfpone all'aria , la quale, in flagion fredda, bada ad eflinguere l'ultima fcintilla che forfè ancor vi rimane di vita , e che ufando una miglior cura avrebbe potuto ballare perriaccender- ne la viva fiamma . Sebbene, finché non v'é un comin- ciamento di putrefazione fiavi fempre luogo a dubitare che elìda ancora nel fuppofto morto il principio vitelle, pur molti fono i cafi in cui queft' apparen- za di morte pii\ facilmentes' incontra . Io queRi indicherò e additerò neltem pò RefTb i più opportuni mezzi coi qu.ili confervare una vita che già ere- ^efi fpenta . Negli accidenti apopletici , negli fvenimenti , e in quelli principalmen- te che fon cagionati da una violenta agitazione di fpirito , come purequan- do s'è prefa un' ecceffiva quantità d* oppio , o di licori fpiritofi , è proba- bile allora che la morte fia apparente anziché reale . In tali cafi fi devono per molte ore ufare i mezzi general- mente propofli per ritornare in vita gli annegati, ma la cavata di fangue, che talora è fiata nociva anziché uti- le , dovrà farfi con molta cautela. Nei due ultimi cafi per opporfi agli effetti foporifici dell'oppio e de' licori , ot- timo rimedio farà di mandare nello flomaco con un tubo a ciò adattato una foluzione di tartaro emetico , o ufare altro mezzo che credafi più ac- concio per eccitare il vomito. Vedendo che perdiamo molti fan- ciulli per le convulfioni , e fapendo altronde da fatti certi , che molti di effi creduti morti per tal male, fi fo- no ricuperati cogli opportuni rimedj, non abbiamo noi un baflevole argo- mento per fofpettare almeno che pa- recchi bambini fiano flati creduti morti, e fepolti mentre erano vivi ancora ? e che i loro fteffi amorofi genitori ne abbiano per ignoranza troncata la vi- ta mentre nulla più bramavano che di prolungarla? Riferirò a quefto pro- pofifo un fatto che leggefi nelle £o^tf- mer. med. pbyf. germ. ann. oB. Una fanciulla di fett' anni incirca , dopo d'avere fofiferta una cattiva toffe per alcune feitimane, fu prefa da un im- provifo deliquio . Si mandò immedia- tamente pel Medico , il quale , tro- vando che il cuore e i polmoni aveati celiato di fare le loro funzioni , che pallide n' erano le labbra e le gote , e incavate le tempie , conchiufe eh' ella era irrevocabilmente morta . Ciò non oflante per foddisfazione degli af- flitti genitori, ancorché fenza nelTuna fperanza , le fece amminiflrare un cli- ftere , e fpru zzare i polfi con acqua fpiritofa ; e ficco me non dava ne/Tun fegno di vita, le fece fcoltare la pian- ta de' piedi con un ferro rovente, fa- cendo $41 cendo nel tempo fleiTo continuare le frizioni . In capo a tre quarti d'ora eiTa cominciò a refpirare . Le frizioni allora fi rinforzarono , divenne più fenfibile il refpiro , coficchè in pochi minuti , con forprefa grandini ma de- gli alianti, e malgrado il giudizio del Medico , la fanciulla fi riebbe perfet- tamente . Converrà dunque effer cau ti-, quando i finciuili credonfi morti di fiffatti mali e non feppellirli fé pri ma non fi fono adoperati tutti i più opportuni mezzi conofciuti dagli abi i Medici , e Chirurghi contro fimiii ac cidenti . Gli ammalati di febbri debilitanti , o fottopofli ad una cura che gì' inde- bolifce, reflano talora così sfiniti, che cadono in uno ftato il quale ha gran dilTima affinità colla morte , in guifa che fovente fi cerca chi venga a pren- derli e feppellirli, quando chiamar do- vrebbefi il Medico per fgcforrerH. In tal cafo fi applicano al nafo de- gli fpiriti volatili , come p. e. I" ac- qua di lucio (eau de /uce): gli fé ne ftrofinino le tempie , e fé ne fpruzzi il letto . Gli fi può anche applicare con vantaggio fui petto della Hanella calda bagnata con una forte foluzione di fpirito canforato , e rinnovarla ad ogni quarto d'ora . Torto eh' è in ifta- to d' inghiottire gli fi dia ogni cm- <3ue minuti una piccola cucchiaiata di po0ente cordiale. Lo fiefìTo metodo , coi dovuti ri- guardi, può ufarfi nel vajuolo, quan- do le puftule s'abbanfano e l'ammala- to par morto] e ne' mali acuti, quan- do per le inedefime cagioni le funzio. ni vitali reflano fofpefe . Cosi fallaci fono le apparenze di morte negli uo- mini decrepiti , ne' quali la vita va mancando a poco a poco . Una Da- ma di Cornovalia, in età di So e più anni , fu una mattina trovata in let- to con tutte le apparenze di morte ; le fi avvicinò alla bocca , e al nafo "Uno fpecchio , fenza che ne foPfe pun- to appannato, e fu data parte della fua morte ai parenti e agli amici . For- tunatamente ella aveafi ordinato di , ' non effere fepolta fé non dopo due giorni , onde fenza toccarla la lafcia- rono nel fuo letto , aprendo le fine- flre della camera . Un uomo lafciato cuflode ai fuo corpo toccolle la fchie- na e vi fcntì un po' di calore , il quale poi crebbe , e venne in feguitp il refpiro ( Lond. Chron. voi. 4. pag. ^65. ) . Senza il fuo ordine, che for- fè farà fembrato ftravagante, elfa ve-," nìa fepolta viva. Nel libricciuolo, da cui abbiamo trat- to (]\ie(V ^vvifo al Vubblico , fegue un altro ^ivvifo del Dof.t. B^snvvick , in cui condanna il configlio del Sign, Havves, dicendo che fé fi vogliono af- p;ttare gì' indizj cii putrefazione, i ca- daveri infetteranno 1' aria, e fi efpor- ranno al pericolo proffimo di morte molti fani , e le intere famiglie , e popolazioni per la lontana fperanza di fai vare qualcheduno . Gli indizj di putrefazione, die' egli , non fi mani- tellaiìo eflernamente fé non molti gior- ni-, dopa d' ederfi corrotte le vifcere interne . li Sign. Havves rifponde, che i pri- mi indizi di putrefazione de' quali egli parla , e che fono argomenti infalli- bili di morte, non fono accompagnati da fetore, onde non dee punto temerli il corrompimento dell' atmosfera ; e febben' anche vi foflTe quello fetore , non vi farebbe con tutto ciò neifuii pericolo, poiché non fi corrompe l'a- ria fé non per molti cadaveri putre» fatti come dopo una battaglia . L'eva- porazione putrida di un folo o di po- chi corpi , o per po:o tempo , come quella del vajuolo , fi combina fubito coli' aria , vi fi perde , e non è più nociva. Dall' afiferaione del Sign. llen- vvick , fecondo cui gì' indizj ePrerni di putrefazione non manifcftanfi fé non molti giorni dopo che imputridite fo- no le vifcere interne, inferifce il Sign. Havves un argomento in fuo favore . Poiché fé r interna putrefazione non fi manifefta al di fuori col fetore , fs non mohj giorni dopo che é comin- ciata , efl'a in quello tempo non può nuocere ; altronde fi può efifa cono- fcere fcere da quel putrido fcoloraryieilto d" alcune parti del corpo , e principal- mente dell' addome, che precede ogni perniciofa efalaeione j come ben fan- no gli Anacomici avvezzi a tagliare i cadaveri . Convengono però amendue quefti Medici j che non debbano efporfi al freddo , o fpogliarfi i cadaveri toflo che manca in loro il refpiro. Lettera fcrìtta ai Sigtt. G. Horshali. Scud.Teforiere della Società Umana dal Stgn.SQ\jlKh Chirurgo ayFaid- /vvorth e Medico ajftfiente della detta Società . t Ho il contento di comunicarle un avvenimento che farà certamente pia- cere alla Società (*) , e farà una pio- va del vantaggio che apportano gli flabilimenti, e le regole di en"a quan- do fon ben efeguite ; poichc io fono pjrfoafo che a parecchi morti appa-' rentemente ferberebbefi la vita , fé fi adoperaflTero a quello fine i metodi pro- pofti . Il feguente fatto può fervir di conferma a quefta verità. Una fanciulla di quella parrocchia ( Wandfworth ) iii età di 22 anni , prefa da un accefifo di difperazione , s'impiccò . Stette appefa un quarto d' ora , per quanto potè conghietturarfi , prima che reffuno fé ne avvedete . Allora fu tagliata la corda , ed efla fu porta fui letto. Fu torto fpedito un efprefTo alla«mia cafa dittante un mez- zo miglio , e ficcome io era aflTente V' andò in mio luogo il S\gn. Ley gio- vine gentiluomo , che mi alfirte nel mio impiego, ed ebbi da lui il feguen- - '4^ • te ragguaglio»— Entrando in cafa tro- vò molte perfone afflitte , e fpaven- tate , le quali ufcivano dalla ftanza ov'era la fanciulla impiccatafi, dicen- do ch'ella era morta Scuramente » Ef- fendofi avvicinato ài letto ove giace- va la trovò immobile, infenfibikt non fentianfi le pul fazioni del cuore né quel' le delle arterie ai poi fi, 0 alle tempie', ti era interamente ceffata la refpira- zione , pallido, e livido n'era il volto, ed aveva della bava alla bocca . Egli immediatamente impiegò le perfone che colà erano per mettere la pazien- te tra flanelle calde , fare le frizioni, e foffiarle con forza nei polmoni ap- plicando la bocca fu quella della in- felice fanciulla, il che una donna noti ebbe a fchifo di fare mediante un faz^ goletto portole fulla bocca inguifache non impedilfe il paflaggio dell' aria . Con un panno di lana moderatamente caldo le fi fecero per lungo tempa le fregagioni alla fchiena . Le fi mlfero in acqua calda i piedi , e le gambe, e qumdi !e fi rtrofinarono con panni caldi . Non fi tralafciò di applicare degli fpiriti volatili al nafo , e alle tempie . ' ; Dopo venti minuti viderfi de' fegnì della vita che ritornava , come i fof- piri , e i leggieri fingulti ; vennero in feguito le convulfioni con battimenti di cuore e di polfo , e le ritornò il caldo , e '1 color naturale. Le furono cavate alcune once di fangue per evi viare agli effetti della compreflìone che il fangue poteva fare al cervel- lo per io ftrozzamento. In poco tem- po riacquirtò una falute perfetta, che fu accompagnata da un fincero pen- timento. ^ ^ NO* ( * ) Società iftituita in Inghilterra per ajutare quelli che fono apparente- mente niorti , 144 NOTIZIE DI LIBRI ; IL Signor Dott. Metzger , Primo Me- dico del Conte regnante di Bent- heimStenfort, ha pubblicato la fecon- da parte delle fue Memorie di Medi- cina. Egli vi tratt» delle malattie che ordinariamente attaccano gli Abitanti della Veftfalia , e che vi fono come endemiche . Le cagioni principali di quefte malattie provengono dall' eftre- ma fordidezza, alla quale il Popolo d^i coteflo Paefe pare elTere ancora più foggettp che altrove ; dalla cattiva dif- pofizione delle cafe ch'egli abita, co me pure dall' ufo fmoderato del the , d^i licori forti , e del tabacco da fu- ^10 . Dalle oflervazioni del dotto Au- tore, e dai calcoli ch'egli aflìcura ef- fere efattiflìmi , pare provato che la ventefima parte dei bevitori muore o d* etifia o d' idropifia , conforme a quell' affìoma : chi vìve nel vino mo- rirà nell'acqua-^ e che la cinquantefi- ma parte muore d' oftruzioni al fega- to . Il Sign. Metzger combatte pari, menti con molto zelo 1' abufo dei bu- fii . Egli fa vedere che tante fanciul- le non per altra caufa contraggono la clorofi , e i tumori difformi onde fo- ro afflitte , che da tale fpecie di ve^ fìito. E' flato ftampato a Madrid un Dif- corfo fopra un argomento non più trat- talo .II Sign. D. Damiano Maran y Rama y che n' è l'Autore, pretende pro- varvi , che vi fono meno inconvenienti a fofrire dei farci nelle cafe , che a mantenervi dei gatti. Una propofizione così nuova fem.- bra un paradofTo ; ma efaminata bene ogni cofa, forfè fi troverà che l'Auto- re ha ragione. se ACCADEMIE E PROBLEMI. CI viene raccomandato di pubbli- care ne' noftri fogli il feguente Problema , invitando gì* intendenti di Agricoltura a darne la rifpofta. „ E" egli vero che , fé al tempo „ delle feminagioni fi continua a fé- „ minare dopo di aver veduto ufcire „ dalla terra , la mattina , una fpe- „ eie di fumo o di nebbia , il fru- ,j mento che fifemina manca del tutto „ o in parte ? ,E fuppofto che il fatto „ fia vero come lo pretendono i vec- ,, chi Agricoltori , quale può effere „ la ragione tìfica di un tale acciden- te» " Defideriamo che la perfona la qua- le chiede la foluzione di quefto pro- blema refti foddisfatta. NOTIZIE DIVERSE. SI racconta che nella paflTata efta- te, incafa d' im bsneftante, il qua- le dimora in una vicina villa , una gallina abbia fatto in un giorno , con r intervallo di poche ore , quattro uova . Il primo e l'ultimo erano in- teramente formati, il fecondo e il ter- zo erano fenza gufcio . Quefto feno- meno fi crede fia nato perchè quella gallina , eh' è familiarifiTiaia e che fta abitualmente nella camera , e eh' è per confeguenza ben nutrita , avefìfe be- vuto, per quanto fi è in appreffo fco- perto, il reflo d'un mefcuglio d'olio e d'acqua-vite fatto per lavare la pia- ga d'un fanciullo che aveafifatto ma- le a una gamba , il qual mefcuglio era in un piattello pollo fotto una ta- vola nella medefima camera. Noi non ofiamo decidere fulla verità del fat- to : è facile verificarlo con qualche fperienza. 345 N. XIX. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale, e principalmente ali.* , Agricoltura, alle Arti, ed al Commercio. • ''^ * ="V. 2,7. Novembre 1779. Lettera de/ Dott. Guglielmo Cul- ^ . LEN Ttotofiftco d' Edimburgo a Lord Cathcart fui ravvivamento delle perfoue annegate (*) . Voi mi fate , Mylord , grandirTi- mo onore chiedendo ii mio pa- rere fui ravviva inento delle Per- fone annegate , ed io mi terrò ben fortunato , ff potrò in qualche parte contribuire alle umane , e patriotiche intenzioni , che vi animan fu quello punto . Con tal mira ho efpofto le feguenti riflcifioni > lafciando a voi il decidere di qua! vantaggio efler pof- fano al Pubblico. Egli e da oflTervare generalmente , che pochi tentativi fi fanno pel ravvi- vamento degli annegati , perchè i cir- coftanti , ed anche i Medici , ed i Chirurghi decidono troppo preflo del- Ja lor morte , e della impoffibilità di ricuperarli . E' però da. fperare che i molti efempì già avuti del ravviva- mento di Perfone, in cui apparivano tutti i fegni ordinarjdella morte , cor- reggeranno gli errori in ciò troppo^<-. 'hluovo Giornale d'Ital. Tom. IV. *<^ comuni ; e quefli farait pur tolti del tutto , fé potremo impegnar gli Uo- mini a confiderare , che gli annegati generalmente fono aflfai più facili a ricuperare, che non fi è per l' addietro immaginato. A queflo oggetto fi oflèrvi , che la vita negli uommi , e negli animali npn ceiTa immediatamente al.ceffare dell' azione de' polxnoni , e del cuore, e in confeguenza della circolazione del fangue . Sebbene quella fia neceflaria a?la confervazione della vita , Io fla- to vitale però degli aninaali non con- fiile in quella fola , ma dipende prin- cipalmente da una certa condizione dei nervi , e delle fibre mufcolari , per cui fono fenfibili , ed irritabili , e da cui nafce l' azione fleffa del cuo- re . Quella condizione pertanto è quel- la , che propriamente deve chiamarfi ri princìpio -vitah negli animali: e fino a tanto che quJlo fuififle, o che feb- bene di molto indebolito può richia- niarfi nuovamente alla fua attività , e al fuo vigore , reftando al medefi- mo tempo intera 1' organizzazione del- T le (*) Benché dì queflo foggetto fia flato trattato già varie volte nella Scelta dt'.Opufcolt Intere/fanti Voi. VII. e XXIII., nella nuova Collezione intitolata Opufcoli Scelti fulis Scienze e fulle ^rti Tom, I. pag. 420, e Tom. II. p. 97. iJil Gif;rnale di Medicina , in quello d' Italia , ec. ciò non oflante la chiarez- za j la prècifione , e lo fpirito filofofìco con cui queRa lettera è fcritia , e le rifleÈGoni nuove eh' ella contiene ci han fatto credere non inutile , il qui aggiungerla. ^4*5 . ìe parti , egli è a prefumere , che * l'azione del cuore e de' polmoni , la trircolazione del fangue, e confeguen- tcmente ogni azione vitale, pofla nuo- vamente riftorarfi , -benché fia ceffata per alcun tempo . Che in molti cafi luffifta il principio vitale per lungo tratto dopo ceffata la circolazione del fangue , è cofa afficurata da aiolte cfperienze : e molte offervazioni pure dimoftrano , che U fuddetto principio può richiamarfi a tutti gli ulficj vi- tali, benché per qualche -tempo la fua attività apparentemente Ha ceffata . Per quanto tempo quefto principio pof- fa fuffiftere nell* umano fiflema dopo la fua apparente eftinzione, non può determinarfi efattamente . Ma l'ana- logia ci dà luogo afupporre, che pof- fa durare affai lungamente ; e molti fatti autentici del ravvi vamento di per- fone , clie per gran pezza- fi «rano trovate in uno flato apparente di mor- te , debbono certamente arreTlare la troppa preftezza con cui fi decide del- ia impoffibilità di richiamare in vita ^Vì annegati. ^ , Inoltre dalla fezione di uomini , e di altri animali annegati egli è noto, che nella cavità de' polmoni , ed an- che ocUo ftomaco non entra acqua ba- ftante ad urtare , e fconcertare il fì- fttma vitale , ed è pur noto general tnente , che nella più parte de* cafi r organizzazione delle parti vitali non è punto guadata. Egli è dunque pro- babile , che la morte che fegue , o fembra feguire nelle perfone fommer- ffl è dovuta interamente all' impedi- mento della refpirazione, e in confe- guenza alla ceffazione della circola- zione del fangue, per cui il corpo a poco a poco perde il fuo calore , e con quello l'attività del principio vi- tale . Ma ficcome quello calore , e quetla attività in molti cafi con yarj mezzi fon nuovamente ricuperabili ; così finché quello può farfi è anche poffibile il ritornare in vita gli anne- gati-. L'efperienza foprattuttodi que- fti ultimi anni ferve a ciò di piena conferma. Noi abbiamo relazioni àu-^^ tentiche \ cine dopo I' ifliturione del- le Società ftabilite in Amflerdam , e in Parigi pel ravvivamento degli af- fogali , non meno di tre quarti del numero totale di quelli , a cui furo- no applicati i prefcritti rimedj , furo- no ricuperati , Si dee confeffare efferri de" cafi , in cui per 1* organizzazione dillrutta , o_ per altra circoflanze il ravvivamento è impoilìbile . Ma ficcome quelli cafi rade volle fi poffon diffinguere , cosi più rare volte C\ debbon fupporre i e febbene gli annegali fiano flati per molte or£; nell" acqua, non deefi traf- curar tuttavia di tentar fu di loro i rimedj opportuni ,. Anch« in fuppofi- zione, che il cafo foflè dubbiofiflìmo, e che molti tentatirì doveffero riu- fcire inutili, fon elfi troppo ben cora- penfati, qualor fi riefca a falvare an- che un folo , il quale indubitatamente fenza di quelli farebbe morto . Circa ai mezei particolari da ìm- piegarfi a tal fine , conviene offervare in primo luogo , che quelli i quali erano prima raccomandati e praticali fulla fuppofizione che il foffocamento foffe prodotto dall' acqua bevuta , la quale perciò doveffe nuovamente eva- cuarfi , erano troppo mal configliati . Il fofpendere gli annegati col capo iti giù, o rotolarli in una botte eran pra- tiche , le quali s' ufavano generalmen- te fopra una fuppofizione egualmente falfa , cioè fulla fuppofizione d' un cafo , il quale ove toffe reale farebbs irrimediabile. E quelle pratiche altem- pò lleffo eran fempre accompagnate dal pencolo di rompere quale- vaio del cervello, o de' polmoni, ediren- dere con ciò incurabili alcuni cafi , che tali non farebbero flati pel folo affogamento . Tutte quelle pratiche adunque fono ora meritamente difap- provate, e proibite. In que' cafi, in cui il corpo non è (lato lungamente nell'acqua , e in cui perciò il calor naturale noli è eftinto interaifiente , né l'irritabilità delle fi- l>r.e i molto diminuì;», puòdarfi, che u.-ia forte agitazione del corpo fia il ■ fola foto mezso neceffario per riftorare I* azione degli organi vitali ; ma negli altri cafi , ove il calore, e T irritabi lità abbia molto perduto , io dubito forte fé una agitazione grande effei polTa fenza pericolo , o fé un grado qualunque di efla pofTa riufcire d'alcun vantaggio .innanzi che ilcalore, e l'ir- ritabilità fieno in qualche parte ricupe rati . Infomma in qualunque cafo io cre- do che una fcofla violenta fia fempre pericolofa , e non mai neceflaria. Sa. rà pur bene qui ofTervare , che nel trafportar l'annegato dal hogo ove citato cavato dall'acqua, al luogo ove fé gli debbono applicare gli opportuni rimedj, fi hanno a fchifare tutte le pò fi: lire , che efpongono a qualche in- cotnoda compreffìone , come il por- tarlo fulle fpalle. Il corpo dee tenerfi diftefo colla teda, e le parti fnperiori un po' follevate,- e dee guardarfi, che it collo non fia piegato troppo all' in- dietro. Il meglio è adunque che fi por- tin diftefi fu un fianco , in una car. retta ove fia unoftrato di paglia ; né la piccola agitazione pel movimento della carretta cornunemente potrà far danno . Dalla efp;)fizione che ho fatto di fopra delle cagioni , o delle apparen- ze della morte nelle perfone annega- te , egli è evidente, che il primo paf- fo da farfi pel loro riflabilimento è il rimettere il calore del corpo, il quale affolutamente è neceffart ì per 1* atti- vità delle fibre . Quindi è, che l'an- B^igato il più prefto che è poffibile fi dee fpogliar delle vefli umide, fi dee ben afciugare , e ricoprire di panni taldi . Il mettergli indofTo una cami- cia o una fottovefte appena cavata a fina perfona vivente potrebbe giovar moltiffino . Se il fole ha molta forza farà ancor meglio [' efporlo nudo al calore del fole : fé no , converrà fu- bito trafportarlo in una camera , ove fi pofla accender buon fuoco; efeque fta n'ave/Te un' altra dinanzi , ove i'\ potefle fare altrettanto, la cofa andreb- be ancor meglio . Meglia di tutto fa- rà poi il poterlo mettere prontamente in, un bagno di acqua calda , al qual ^ fine s' oHervi che a principio ballerà che fi mefcoli una pai te d'acqua bol- lente con due di acqua fredda ; e il calore dell'acqua fi andrà poi accrefcen- do gradatamente finché poco manchi al calor ordinario del corpa umano * Ove ciò non fi pofìTa converrà efpor- lo fovra d*un materaffo ad un fuoco moderato volgendolo frequentemente , e ftrofinandolo con panni caldi nello parti non efp )fte al fuoco , e appli- candogli de' mattoni caldi alle piante. Alcuni fuggerifcono di coprirlo di ce- nere, di arena, o di fale caldo, e tut- to va bene , quando pofTa efeguirfi j principalmente ove de'facchetti di fa- le rifcaldato fi portano applicare alle mani , e alle piante . Se alcuno vo- lefTe applicare il proprio corpo a quello dell' annegato, e rifcaldarlo col calor proprio , quefto pur gioverebbe » Iti mancanza di tutf altro fi fupplifca al- meno con forti fregagioni , al qual ufo parecchi configliano di bagnare di frviriii canforati , o d* altre foflanze flimolanti i panni che fi applicano; ma come quefto può recare impedi- mento alle fregagioni io noi con figlie- rei , tranne per avventura 1* applica- zione dello fpirito di fale ammoniaco alle caviglie, ed al pugno» Mentre s* ufano quelli mezzi per richiamar il calore , impiegar fi deb- bono puranche i mezzi opportuni per ricuperar l'azione delle fibre. E' noto che gli inteftini fono le parti del cor- po, le quali così per la loro fituazio- ne interiore , come per la loro parti- colare coftituzione ritengono più lun, gamente I* irritabilità. Q-iefla ben ec- citata può richiamar facilmente anche quella di tutto il fiftema delle fibre mufcolari . Per eccitarla il miglior mez^o è V applicazione del loro fti^ molo ordinario , cioè quello della di- latazione, introducendovi dell'aria per l'ano, la quale avrà più forza fé fa- rà ca'Ja , e più ancora fé farà impre- gnat'a di paiticelle .ieri, e ftimolanii, qual* è principalmente il fumo di ta- bacco . A quefto fine ottimamente è - ftata immaginata la macctiinà fumU •v» T a ga» r gatona (*) , m mancanra di cui pò. irà fuppliill col prendere un facchetto di pel!e , a cui da una parte fia le- gata una cannuccia , che farà intro- dotta nell'ano e dall' altra la canna di una pipa , in cui s' abbrucerà iì tabacco , il fumo del quale verrà poi fpinto nel facchetto , e quindi nell' ano, fc filando in un tubo di carta sp plìcato alia bocca della pipa , o fof- fiando nella canna d' un' altra pipa applicata colla bocca fi)vra alla pri- ma. Se per difetto degli ftroinenti op- portuni non potrannoiì impiegare que- fti clifteri di aria calJa , e di fumo , potranno foflituirvifi de' clifteri di ac- qua calda, in cui fia fciolta ucamezs' oncia di fale per ogni pinta , e fa ne poirarino iniettare tre o quattro pinte, aggiugnendovi anche un po' di vino , o di birra. ■ Neil' atto che fi adoprano qiiefti mezzi per ricuperare il calore del cor. pò , e l' attività, delle fiSre mufcuia- ri , e fpeciahnente dopo averli impie- gati per qualche terr-po , convien pen- fare eziandio a compier l'opra col rin- novare i' azione de' polmoni , e del cuore. Su di queflo io ho molta obbliga- zione al mio dotto, ed ingegnofo Col- lega il Dott. Monro , che ha fatti a! cuni ''perimenti per accertare il mi- glior modo di gonfiare i polmoni del- le perfone annegate . Da quelli efpe- rim.'nti io trovo edere molto più op- portuno il foffiare in una delle nari- ci, che Bella bocca . Per fofEare nel- le naiici è necelTlirio avere una can nuccia di legno atta ad empiere con una eilremità la narice a cui s'appli- ca , e a poierG coli' altra tenere -in boera comodamente , o a ricevere la canna di un mantice. Il Dotr, Monro badare , ciò non citante per «lag- ,, gior precaurione voi ne berete an- ,> cora per tre giorni ; oggi non ver- „ fero che 12 gocce nel bicchiere , 5, domani io, e pofdomani S " . Così fu fatto, e l'ammalato è guarito per. ftttamenie, avendo in feguito goduta fempre \\n' ottima falute. Io fottofcritto certifico il qui fopra cfpofto . A PafiTy-ntlla cafa Parroc- chiale, 7 Agoflo 1778. .De IloguerSz Curato /?;' Tajjy- hz-Taris* ; NOTIZIE DI LIBRI. M Emorie per /eriure nll/t Storia del Commercio del Milanefe in '^ge- nerale ^ e di quello di Cìjmo 0 del Co mafco in particolare ec. 4el Signor Pa- vesi. Si fcorge inquefl'Opera che il com- mercio della lana e della feta era un tempo floridifllmo nel Comafco. Dac- ché egli è; caduto nelio flato in cui trovafi al prefente , il paefe ti è con- fiderabil mente fpopolato per la difer- zione d' un gran numero d' artefici che vivevano con le manifattirre di latja e di feta . L' Autore fa dei voti perchè il Governo {i degni di preflare 1 le fue attenzioni foprà un oggetto di I tanta importanza.. Trefent fiate of Hmbandry in Scot- land is^c. Stato prefente dell'Economia rurale nella Scozia , del Sign. Andrea WrcTH . ^ Londra , Volumi 2. in S. 1779. L'Autore di quella collezione offer- va che in generale 1' Agricoltura lan- gviiTce in Scozia . In iiiezzo a moli 151 ig abufi vi fi rincontratio talvolta delle ottime iflruzioni . Per efempio , gli abitanti della Baronìa coltivano ma- liffimo le loro terre. Con tutto ciò, giudicando da uà ufo che olfervano fedeliflimamente, fi avrebbe^ quafi ra-, gione di credere che fono i pia intel- ligenti Coltivatori . Scelgono ogn' an- no tra loro un dato numero di per- fone , le quali fono obbligate a fare nel niefs di agofto la vifita di tutti i campi ; e fé vi trovano qualchedu- na di quelle piante che fono nocevoli al frumento, fanno pagare al Proprie- tario uri tanto di araenda per ogni pianta. j . Parecchi Signori Scozzefi hanno v (da qualche tempo in odarre i'a- careftia "di granj, a di accrefcerla. , e di Rabilire- con ciò la loro fortuna fulla-difgrazia pubbli- ca, non ve ne faianaio. di tanto ba- lordi per fare ciò , vedendo la faci- lità di foftitn.ire al pane diifruinenfp un pane ugualmrnie bianco^ del pa'l leggiero, Xaporito, falubre, e foprai- tutto di fomma economia. Finalmen- te la preparazione di quello pane noti efige neflun foccorfo-Hraniero. Il con* tadino può , alle fei ore ddU matti- na ,.<-avare dal fuo campo le patate, e avere del pane eccellente a mezzo- dì. Una grattugia , un poco di fale, e un poco di lievito ordinario gli ba- dano . Egli non dipende più da un Mugnajo che può derubarla, né dalla mancanza dei venti , né dalla ficcità dei fiumi , né dai ghiacci che impe- difcono per interi mefi la macinatura del fuo grano ; e 5' egli è sforzato di andare a cuocere il fuo pane al for- no feuda-le, almeno può fottrarfi alla foggezione dei mulino. Ma fé non v'ha fcoperta piil inte- lefìTante per la umanità, non ve n'ha di più difguflofa pel fub Autore . Si va da un ecceflb all' altro : de/ pane di pomi dì terra , qugflo non è raro , io ns ho mangiato , Così va dicendo il popolo . In quanto alle perfone il- luminate , quefte ne niegano la pof- fibilità , e non compreadonp cotae l* arte abbia potuto arrivare a converti- ' re in un pane così perfetto x\x\ vege- tale , a cui la natura ha ricufato tut- te ie qualità paaizzabili . fortunata- mente f^ mente 1' efpsrienra e ft.ita fatta al for. no dello Spedale reale dtgl' Invalidi , fatto gli occhi dell'Amniiniflraziuoe , e in piefenza del Luogotenente gene rale di Polizia, del S'gn. Franckimec. V Accademia delle Scienze ha nomi- nato parecchi CoiTjmiOarii per feguire tutti i dettagli di quefìo proceffo, molte volte efeguito alla prefenza di alcuni fuoi Membri. " ?II. £ettera [opra il nuovo Tane di Tomi di terra . . Io ho mangiato j-, Signore, delle pa- tate fino) dalla mia infanzia , -e mi piacciono ancora ;, ne ho coltivato in- un p:iefe dove non erano note ; e ,mi fono impiegato iofte/fo nel farchiarle. Potete iinaginarvi eh' io non .-ibbi.ì intefo fenza intere(fe l'avvifo pubbli cato dai Signori Varmentier e CaA.it circa la- compofizione d' un pane fatto con queRo legume , fmza alcun m^f- . cijgiio di farina di frumento o di fe- gaJa . Qiiefla fcoperta mi ha forprefo tanto più che rion la credeva poflìbi- le . Ho Comma defiJerio di vedere que- fto pane', di mangiarne, e di faperne la roanipolaziene ; e mi faccio un pia- cere di dire che quelli Signori fono di- ventati i Benefattori dell' Umanità , qualora fono pervenuti a moltiplicare i mezzi di fiifllftenza . Peraltro, ficcome potiebbe avveni- re che qucfla fcoperta venide ad ac- Crelcere il fanatifmo che trafporta di già un gran numero di perlbne full' eccellenza dei pomi di terra , così po- trebbefi temere che dagli Agricoltori «eorici pafTaffe ai pratici i quali colti- j/ano le noflre campagne , e che que- fti uftimi non fi riducefTcra a neglige- re per quefta la coltivazione del fru- piente. Io convengo eh' e ffi nonadot. tano che colla lentezza della pruden- ;;a i fiftemi che loro proponiamo; che non accordano la loro perfuafione che all'eloquenza dei fatti ; e che la loro •condotta , faggia per loro iftinto , ci ha forfè fovente impedito di piagnere .CuU^ effetto delle noftre novità. ^ Ma , chi fi , potrebbe avvenire I che degli Alfittajuoli amanti della mo- da , volendo far' vedere' che leggono i Giornali , e defiderando forfè di effervi citfiti , fi spplicaffero con troppo im» pegno a quefta coltura ;. ed io credOf' che non farebbe fuor di propofito co- municare loro delle oflFsrvazioni , eh*' io ho fatto , fopra i difavvantaggi e gì* inconvenienti della coltura dell? patate .• Primieramente occupano , tutto l*" anno , uii terreno, fé pure non lemet- tefte in un giardino, dopo le latta- che, o. altri erbaggi cheraccogiiefte di buon'ora ; ma qui conviene parlare d' una coltura in grande . Il camp* che voi mettereRe a pomi di terra fa-: rà dunque tanto terreno di meno fo- pra quelli che avrefte deftinato di met- tere , in quell'anno , a biade. Bi fogna piantarle iir terre ben rido» rate con concimi ,• impercijcché ver- rebbero male in una terra , dova non crefce che del frumento mediorremen- te bello ; e non ne raccogliereftequafl nienie nelle terre a fegala. Conviene farchiarle una , od anche due volte , altrimenti- non profittano- niente.- Non fornifcono né foraggio né ftra- me , fuorché fé le daRe a mangiare- ai cavalli, che per verità ne fono af- fai ghiotti. Effe non fi confervano pafìTata la quadragefima . Si può dunque conchiudere che que- lla coltura non conviene ( ed anche- ben limitata ) che nelle montagne o nelle loro vicinanze , luoghi dove vi fono più braccia , e fi trovano p;à concimi che al piano , e dove la fre- quenza delle gragnuole ,. dalle quali j le patate fono al coperto , può far preferire una coltura «^Ll^altra. Ma ficcome tutto è relativo^ , par- ticolarmente in Agricoltura , è facile cajcolare ," per paragone , i vantaggi dei -pomi di terra . (Paragoniamoli al- la rapa e al navone . Se ne vede le campagne della Germania coperte, nei i rnefi di agoflo e di fettembre 5 fono di- y Va- poi T55 Poi portati in monte , mefìTi in fo(fe .;|: ne di foflanza giafTa , come olio, bu- ■ " ' tirro ec. , che rendono lubrici gli or- gani dello ftomaco , del quale la fo- (ianza fredda e vifcofa della patata opprimerebbe l'aziune e 1' elafticità . Le patate hanno bifogno eziandio dell* ajuto degli aromi . Peraltro , fé queflo frutto perde i fuoi inconvenienti nel pane che ci vien fatto fperare , io -to -v^drò col mag. gior piacere . Defidererei altresì che la fattura di grattugiare le patate » onde fupplire alla inacinaturà , non teneffe troppo occupata la nofl'a maf- fara , perchè ella ha varie cofe da fa- re in fsrvigio d'ella famiglia . Io temo ancora che quefìo frutto , il quale con- tiene molta acqua , non fia difficiliffì- |l mo a ridurre in farina . Finalpiente cavate nei campi roedefimi , e coperti con della terra. L'Italia offre in pie- «alo il medefimo fpettacolo ; dopo raccolti fi portalo nelle cafe. Manell' Elvezia , fi vede quafi per tutto , nel mefe di fettembre , il pomo di terra vicino alla rapa, vale a dire un cam- po di pomi di terra è in mezzo a venti o trenta campi di rape ; e 1' uno e r altra vi fono noti da lungo tempo . n buon fenfo che caratterizza cotefta Nazione Ci diflingue facilmente in que- fta proporzione. Gli Svizzeri non vo- gliono impiegare che un picciolo fpa- zio delle loro povere campagne per piantarvi dei pomi di terra , che oc- cupano il terreno tutto l'anno, e af- forbono 1 loro concimi j nel mentre che feminano di rape i campi dove hanno mietuto i loro grani ; e lìcco- me fono coftantiflìmi nei loro cofiu- mi , v'ha apparenza che non fi al- lontaneranno sì prefto da qiicfto. Ciò che contribuifce fenza dubbio a ftabilire quel popolo in tale fiflema, e a farlo preferire sì fortemente la ra- pa al pomo di terra, fi è, che quella gli fornifce un alimento afl-'ai più fano. JLa fera, fanno bollire nell'acqua del- le picciole rape rotonde che fono dol- ciffime al gufto . Quando fono cotte, j tutta la famiglia fi raduna intorno al- j| la marmifa , e quella è la fua cena. Io ho veduto ciò, particolarmente nel- le montagne confinanti con 1* Italia ,* vi fono ftato anche qualche volta a parte , ed ho avuto un fecrtto pia- cere vedendo che re cagionava a quel- la buona gente , di dividere le loro piattanze ; coltre volte ho fentito un' altra fpecie di piacere ricufando di mangiarne , di vedere cioè che fi ap- plaudivano tra loro di trovare la loro cena fquifita . Per altro non mangerei così impunemente dei pomi di terra , neppure cotti fotto la cenere. Se que- fta radice è piìi indigena'' della rapa , ciò è certamente perchè la mucilag- gine n' è più graffa ; quindi per faci- litare la dipeftione delle patate , è d' |ì vedremo prefto i mezzi che verranno fuggeriti dagli Autori di quefta fco- perta . Ma io psHìflo fempre a difen- dere il noftro frumento e la noftra fe- gala contro tutti quelli che vorrebbe- no ùvcene trafcurare la coltura . Ho l'onore di eflere ec. Si profeguirà. Discorso del Dottor Fifico Do;; Pietro ìMoscati Regio Trofejfors di ChiL mica e Chirurgia nello Spedai Mag- giore di Milano , fu/7' ufo degli ^A /e f- Jif armaci eficrni nelle morfìcature deU le Vipere. llliid interim circa expsrimcnta mone- mus ut nemo animo concidat , aut qua fi confundatur fi experimenta ," quibus incumbit , axpeStationi fu jììnum3ros iaveni rum qui experimenta- ipfos fi feciffe ,- t!V}2 qui fttcìa fuis oculis vidijfd mibi per Joz-Crn iapidem ì:{ritru:2t\ adeo ui int&r Indos di vipsrini hipidis virturg- cantra ftirpen,tis cabalo inorfum duhìtctrs- exe- e (1) Varrone e Fefio W chiamano probra ^ e Scaligero proebra quìfl proibiiTe- ro il nocumento de' mali . (2)- Vere è che De/ecampio nota Jejgerfi in cod. m. s. fubflerni vel potari'y. ciò però non combina con il rimanente del teilo , dove parlandofr del polio per ufo interno dice; M-:dicì vino dicoquunt .. ., fp.'eniticis propinant ex aceto ^r. Laddove, poco dopo aver detto ciiella pianta in Voiìan'za. fuòjìerftittir, dica ftns'' altra tr.odificazione o preparazione portatur j la qual p^nrola tradotta in potatur o potari non prò disfi di- 'una fd^anza folida. P/zw, H. ivf. lib.2. cap. 20. edit. Dnlec. Lugd, 15S7. Difatti anche nell' edizione di Plinio di Parigi ul- tima Ci legge fublìeriì' ^ uri, vel portar 1 . T. vii. pag. 50S. {i) Evax carmzn de gemmis Lipf. 1585. 4.- E fia poi queRo libro una tra- duzione di Evace Re degli Ar&.bi fatta da Marhodeo , o un* opera di Marbo- deo inedefimo cognominato Eranx che vif'"e nel fecolo undccimo -dell' Era Cri»' ftiana , . la cofa al ncibo ar^^cimento è indifferente , poicKè ugualmente mo- ftra la fede negli eRemi aleTiifarmaci . Interno all'Autore del fopra citato poe- ma ved. Fàbric. Bibliot. latin, lib. iv» cap. 12. Clerc hifi. de la Medicine T. i^- p5g. 584 , e chi brama (fé vedere una copiofa raccolta di tutti gli antidoti cre- duti tali dagli antichi potrà leggere Snmo^Af dorino de venenis Itb.i. cap.8 , tà il diotto Ferr.arefe Lamoni op. omn. Ti. truèlatu À^- Xìven, cap. jr^. pag. 277»- exe:riibìfir i:icred:i 'itatìs eringi ^t ^ . Final/nente appartiene ai riineij eter- ni il conofcituo artificio degfiatitichif- fimi Vfilìi , febbene quefto a dir vero fìa fra gJi efterni antidoti il più ra- gionevolff , efficace , e ficiiro ; anzi fia quello che preferva dagli tuffetti fu- neri del veleno tatti \ nolt-ri viperai , i quali moriìcati fi fucchiàno fubito fortemente la parte ncrncata , quindi vi applicano fopra della teriaca forfè in u ti!e , febbene ad cfTa pinttoflo che al fuCchiamento attribuifcano la loro ù- , Jutd (4>, Si frofeguira . NOTIZIE Dì LIBRI. HErmenegildi Pini C.R.S.P. dsVe- narwn inctaHicarum KKCoBìone . Volumenl., quo in F. Lìlros tributo ex- plìcàntur , qua ad eam rem oimratìm factunt . Mediolani;, ijjc^.in quarto, cum XXl^' Tabulis teneis . NOTIZIE DIVERSE. IL valenriflìmo Sìgn. -Giovanni 'Mer. /u£o Vicentino, che si lodevolmen- I le ha coflrutto fin dal decorfo anno I 1778. la macchina di ottone per le fratture delle -gambe , inventata dal celebre iVleccanicoSign. Ab. D..j:lbsrto Tìeropnfì , d.jp) di averne fabbricate molte per ordine del Magiftrato Ec- cellentidìmo de* Proveaitori e Sopra- proveditori alia Sanità , il quale le ?«C M9 diffufe per li principali Ofpitali dello Stato j coli' oggetto di rendere piii univerfale 1' ufo di qurfta utilifìlnu macchina , e men difpendiofo l'acqui- fto della medefima, ha trovato il trio- do di renderla più femplice, menop?- fante , e più comoda- , fenza purrto" diminuire la, forza e 1' attività deJ'a ftefifa . Vcf la qual cófi il Fabbricato, re fuddeito può ora darla per foli Cec- chini Veneti quattro e- mezzo , ag- g;ngnenJo alla detta matchina una gamba di legno ,' una fcarpa , le cin- te, le fibbie, eduna iflruzionea ftam- ^à circa il modo di farne ufo, il tut- to in caffa di legno ; quando fino ad ora fono fiate vendute per "fino ad otto Cecchini Veneti V una fenza i. no- minati aiirecci . Lo ReiTo ha egli fatto ancora nelle fae macchine per le fratture della co- fcia e delle braccia. Chi defidera per- tanto farne V àcquifto potrà indiriz- zarfi al fuddetto Sign. Giovanni Mar- lugo a Vicenza , il quale rilafcierà la macchina per le fratture della gamba , cogli aiineffi attrecci -come fi è detto, per Cecchini quattro e mezzo? quella per la cofcia per Cecchini fei , e quel- la per le braccia per Cecchini cinque, che in tutto fatino la fomma di Cec- -hini quindici € mezzo . Chi vole/Te nero proccurarfi tutte tre le macchi- te fuddette , avrà il rifparmio d' un Cecchino e mezzo , venendogli efibit-e ;,dal benemerito Fabbricatore per foli Cecchini quattordici , (4) Intorno ai Pfilli fi può veder T/inio hi/}, nat. lib. 7. Càp. z , oltre ai quali vi era al riferir di Crate HiWa. cIa(Te diperfone chiamate ophiogeai che col fole dontatto della mano diceyanfi guarire dal veleno j e Tlinio racconta che «no di eifi nativo di Cipro chiamalo I,xsgan o Evagon fece a Roma 1° efperi- mento d' entrare ed ufc^re iilef) da una botte piena di ferpenti. Lib.aS. cap. j. I noflri giovani declfivi^ Filofofi -negheranno il fatto ; io eflimstore di T/inia inclinerò piuttofto a credare che quell'uomo aveffe il f?gretod' ifiupidire i fer^ penti avanti 1' efperimento, ficcome fanno fare anche in oggi gli Americani , fecondo la teftimonian^a ficura del celcheS'ign. J-^cquìn , '^° PREZZI DE* FORMENTI , E FORMENTONI. Ifelie infrafcritte Tiazze , da' 22. Settembre ; fino li 25?. Novembre . Ragguagliati a Staro Veneto del Pefo di Libbre 1^2. Venezia, B A s s A N o . Formtnto in V tazza- Simile' Detto per Tiftori Simile Detto per Fontici- Simile Detto per Forni • Simile • — Formentone — — Detto — • L.25 : — ■ L. 24 : — ■ L. 26 ; — -L.'2^ : — •L.25: 5 -L.24: 5 ■ L.25 ; < — L. 25 : 5 L. — :*— L. — : — M I R A N O. Formento — Detto — - Formentone- Detto— Vie EN Z A. -L.22: IO -L. 25 ; — -L. 12: l. ij : IO Formento — Detto — Formentone- Detto -L. 21 : 5 ■ L. 25 ; — -L. io: 12 L. II ; 16 Formento — Detto — Formentone- Detto — -L.22:'— L. 26: 8 • L. 1 2 : 5 •L. 15): 5» U D N Formento — Formentone L. 24 : 1 : < L. io; — n L E e N A G O. Formento— Detto "^ — Formentone- Detto — -L. 22: 2 L. 2 J ; 1 5 ■ L. li; 15 ■i-.ij; 5 Genova, delli feguenti Luoghi < Formento di ancona Simile Detto di Triefie — Simile <■ Detto di Fiume — Detto di Termini- Simile -L*55 : 12; . - L. 54 : 2 : • -L.2p: 2 :- ■ L. io : 4 : - L. 26; iS : ' L.44; 16:- L, 45: 17:- Formentone di ancona , l. ip ; — - ; — : Idi N. XXI. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale, e principalmente all' Agricoltura, alle Arti, ed al Commercio. V ij. Dicemure 1779. ' i Seguito delle '^otìxìs ed OJJervazioai ' intorno alle "Patate ec.^ 111. artico/o relativo all'Opera del Sig. Parmentier ( Veggafene l'Eftratto alla pagina 21, ) tratto dal Gior- nale di Tarigi . w TN urto degli fcorfi giorni è fiata X una numerofirtìma affemblea al Forno della Scuola Regia Militare : quefta radunanza era compofta diper- fpn€ di rango , di mólti Foraftieri , e foprattutéo di quelli i quali , avendo delle porteflloni nelle Provincie dove fi coltiva il pomo di terra , prendono un intereflTe più particolare in quefta fcoperta , la più importante che fia fiata fatta ai noftri giorni, e per con- feguenza quella che ha dovuto effere Ja più perfeguitata. Imperciocché fia- tilo in un fecolo in cui, dopodiaverfi impiegato con fommo zelo nella ri- cerca della verità , ci vuole ancora molto coraggio per difenderla quando la fi ha trovata . Allorché è ftato an- nunziato il pane di patate , ecco co- me lo hanno ricevuto gì* ignoranti ; non v' ha cofa più comune di quefla ; fono dieci anni , dicevano alcuni ,fono vent' anni , dicevano altri , eh' io ne ho mangiato . La clarte delle perfone col- te , e de' Letterati , i quali pieni di amor proprio , fi credono di enfere pervenuti ali' apice della Scienza che profefTano , e di eflTere in diritto di oegare ciò che non è conforme ai lo- IO principi; del pane di pomi di terra, 'ìiucvo Giornale d' Bai. Tom. IV, ^ vaftno dicendo , fenza alcun mefcuglÌ9 di farina , queflo è impojfìbile . Pieni di entufiafmo fopra l'evaporazione del diamante , fopra il roflfo vegetale, fo- no freddi fopra una fcoperta che in- tereffa la metà dei loro Concittadini , condannati a non mangiare che del pane di farafino , di maiz , d'orzo , d* avena , di miglio 9C. e pei quali la patata diventa una riforfa prezio- fa . Perciò il Governo perfuafiHTimo dei vantaggi che devono rifultarne i l'ha accolta con quella compiacenza e con quella premura che meritano le cofe utili. ' r;i ? ' In oggi ir Pubblico é in iftato di poter giudicare ; egli ha veduto la patata pafTare dallo Rato fuo naturale a quello d' un panebianchiflìmo , per- fettamente levato, leggiero , non per altro differente dai più bel pane di frumento , che per un leggiero fapo- re erbaceo; e fatto per occupare, im- mediatamente dopo di lui , il primo luogo fopra tutti r pani poflìbili ^' In feguito parleremo fopra alcune delle obbiezioni che fi fono fatte a quefta fabbricazione ** . IV". Lettera refponjìva a quella fegnata Isiàm. II. inferita nel Foglio precedente . „ Se TAntagonifta delle patate non fi foflfe tenuto nafcofto fotto il velo dell'Anonimo , io gli avrei diretta- mente indirizzata una rifpofta alla fua ^Lettera . Qiefto Agricoltore mi per- s(^ % met- . iì«(Mei;à che gW àk^ * ch'egli é %en iiovizio ifl fatta di Agricoltura j e che gli faccia oiS&rvare , in mezzo alle xicofe lenebrfi oud' é rkcbndiio, quei raggi di luce, che fono emanati da ima pratica lunga e continuata. Riguardo al timore ch'egli ha, che i Coltivatovi trafcurino la coltivazio- ne del frumento, per darfi con entu- fiafino a quella dei pomi di terra , a- vrebbe potuto rifpanniare di farne pa- rola , poiché egli ftelFo conviene che il pratico Agricoltore non adotta che con una prudente lentezza i fiftemi c"be gU fi- prf>pongono ; e da un tale ragionamento avrebbe tirata la confe- guenza naturaliflìraa , che non vi fa- rebbe fé non fé una evidenza di fatti provati da una continuazione di ripe- iute fperienze , la quale poteffe farlo abbandonare i'ufato fuo metodo. Io gli dirò. che 1* intereffe.,, da^ cui tempre è guidato il Coltivatore , è un prefervativo potente per difenderlo dal- la malattia della moda , e dalla va- nità di «(fere citato nei Giornali ; e che non è da teaierfi eh' egli fi ab- bandoni ad. una coltura , la- quale ri- dondale in fuo fvantaggio., e ilalla prnccnato Journal des ftivants 16 agoflo 1677 è ri- portata una ricetta per fabbricare e comporre le pietre à ferpents . Gli ingre- dienti fono polvere di vipera, di rofpi , di granchj , di licorno foflìle ; terra Sigillata, e gelatina di vipera cftratta colle decozioni di contrajerva , e fer- pentaria virginiana ; ma così certo non era no fatte né lepietre vedale da Kaentp- Jet, né quelle di Kedt , né alcuna di quelle che in quefta cccafione a me è accaduto di oflervare. (7) Mem. de l'Acad. des fciences 1737, e Tranfadt. Piiilofoph. tiuni. 44^ -pag 515. -ifv (8) Touteau Melanges de Chirurgie pag. 141. e feg. leggi della fatta crìtka , ancora non jtt bene , né prò ne comro , dimoflrata <• Vero è che un loderole ed ontìfto im- peto di giovare io fpinfe a pubblicare la fua memoria avanti di avere accii mulato moUo numero di fatti ; ma ' tanto piA /limabile appunto per ciò dee riputarfi la fua rara docilità nell' ap- provare e promovere ie noftre fperiea- ze , quanto che il fuo amor proprio potea foffrirne nell* efito ; ed io fono Rato contenti/Timo così d'averlo cono- fciuto , come d'averlo potuto perfo nalmente proporre ai miei valorofì gio vani, imitabile efempio del più fervi- -do e fpregiudicato defideno di rintrac- ciare la verità (9) • Si profeguira. Mezzo , «gualmente fempìke e facilg da prtiticarjt , pgr iinpedire i Cam- mini di fare fumo ^inventato dal Sig. ' PlNCERON. TUuttJ convengono che il fumo , che fifluifce dai cammini negli appartamenti , non avrebbe luogo , fé un' eolipila foffiaiTe coftantemente nella canna, per isforzare il fumo a rifa- lire , e vincere la refiftenza che gli oppone la colonna d' aria premente full' apertura faperiore . Gii fpiragli, che fi praticano nelle parti laterali del cammino , producono bensì quefto ef- fetto j ma accelerano il confumo della legna, e produconofpeflìflìmo un fred- do incomodo per quelli che fi fcalda- no . Converrebbe dunque trovare un mezzo, il quale determinaflTe l'aria a non agire fopra il fumo , che nella canna del cammino , ben al di fopra del focolare, e noo acceJeraffe iacom 167 bufi zone - Ecco il mezzo che no im- maginato per adempiere a quefti due oggetti , Prima di tutto, bifogna fare una diftinzione tra i cammini grandi e i piccioli. Se il cammino e grande, io faccio incaftrare nel muro , a drit- ta e a fìniftta del focolare, due sfer« incavate , di bronzo o di ferro fufo. Q^iefli due vafi comunicano dall'uno all'altro mediante un tubo di metallo in forma di collo di cigno , che tro- va G parimenti incaftrato nella groìTez» za del muro del cammino. Dal mez- zo di quefto collo di cigno fi alza per- pendicolarmente un tubo di diametro uguale a quefì* ultimo, e eh* è fimil- mente incaftrato nel muro del cam- mino . In capo a quefto tubo è una fpecie di cannella in forma di cana- letto di chiarina , Ciafcuno di quefti due vafi é forato d'alcani piccioli bu- chi , p2i quali entra I* aria .. Egli è evidente che , allorquando quefti due vafi fono rifcaldati , 1' aria ne efce co- me da due eolipile , e che caccia il fumo nella canna . Se il cammino è picciolo , in tal cafo io impiego fempliceraente una piaftra di ferro d* una certa groflTeKza , e incavata come Io farebbe unacafifa. Quefta piaftra è forata al ba/fo , e por. ta , in alto , un tubo che s' incaftr* nella grofiezza del muro quando fi co- ftruifce il cammino . Egli è verifimile che quefta meccanica debba produrre r effetto d'una eolipila , e cacciare il fatno verfo 1' alto . Sono invitati i Signori Architetti a tentare quefto eC pediente nelle nuove fabbriche , elTen- do elfo analoghiflimo alle leggi delia fana Fifica. * Na (9) Intorno alle fue fperienze , ed alla preparazione del fuo aleffi farmaco, che qui non ripeteremo , veggafi la fua Meoìoria «egli Cpufcoli Scelti Tom.I. pag. i6\, in Milano, ec. jn E NOTIZIE DI LIBRI : Titome fur V Etat b^c. Rijlretto dello Stato cìinle della Francia , contenente /' origine , le leggi , gli nfi ec. di tutti i Topoli degl' Imperi e delle Repubbliche d' oriente e d' occu dente \ la Storia cronologica , ctvih ^ politica della Francia , e lo fiato at- tuale delle leggi , ufi e coftumì , ^rti e Scienze in Francia : del Stgn. Per- cheron DE laGalaiziere. ^Tarìgì due volumi in 12. 1779- Elfai du bien public i^c. Saggio del pubblico bene , ovvero Memoria ragionata per togliere ficuramente tutti gli oftacoli che fi oppongono all' efecu zione dei diffodamenti e degli afciuga- menti ; far mettere in valore , per mezzi femplici ed utili ad ognuno , tutte le terre e fondi incolti qualun. que \ e per perfezionare l' arte dell' agricoltura. ^ T| ftanza panizzabile ì || QiieRo pane non potrebbe egli , con li una doppia cottura , fupplire al bi f ' cotto per le navi , atitfa la qualità antifcorbutica della pianta? L' Umanità e il Patriottifmo m'han- no fuggcrito quella ricerca . La forte della gente di mare cffre un oggetto tanto luttuofo, da defiderare la fcoperta d'un alimento antifcorbutico, e di un ufo comune. II caro prezzo dei grani nilla Borgogna, e ne' ì^^cfì circonvicini, malgrado 1' abbondanza delle raccolte, intereffa abbastanza ogni buon Citta- dino, per vedere con compiacenza que- ^0 vegetale così preparato fupplire a' rma. Il Governo meJcfimo vi troverà un vantaggio reale , comperando a un prezzo più modico i legumi necef- far) alle fue flotte, il prezzo dei quali eccede alcune volte quello del frumen- to j e i Proprietarj faranno indennizzati con una vendita più confiderabile ; Io flelTo fi dica dei Paefi limitrofi dell* Oceano. Le ragioni, Signore, che hanno in- dotto Voi a fare diverfe fperienze per procurare al Popolo 1' abbondanza d* un alimento di prima neceffità , mi hanno eccitato a Icrivervi, per pregar- vi di ridurre a portata di tutti la pra- tica di quella fcoperta. Il pomo di ter- ra non vuole, per la fua coltura, una terra a frumento : efCo vi ne meglio nei terreni fabbioniccj : fi è oflervato altresì che i terreni poco proprj a pro- durre del frumento , ne davano ab- bondantemente qualora avevano por- tato, l'anno precedente, dei pomi di terra, convenevolmente coltivati. Sarebbe forfè che il fuolo debbi la ; fua fertilità alla patata medefima, -op- pure ai tre lavori che quella pianta riceve dopo lo fviluppamento del fuo germe, indipendentemente dal lavoro neceffario per la feminagione? Io non fo a che attribuirla j ma 1' efperienza la dimofira . Siccome queRa pianta crefce in tutti i paefi , e che la fua raccolta noà manca mai totalmente , come quella degli altri ^rani , farebbe da defide- rare che il Governo incaricalfe delle perfone per dirigere gli abitanti lon- tani dalla Capitale, nella fabbricazio- ne di quello nuovo alimento , affin- chè l' univerfaliià del fuo ufo potefTe procurare al Popolo un comodo e un benefizio che fanno l'oggetto delle vo- flre ricerche, e del defiderio di chi R dichiara con la più perfetta ftima ec. Sì profeguirhm # 5£.« Seguito del D'ifcorfo del Dottor Fifico Don PiHTRO iVlosCATi ec. jr. III. Efperknxe fatte coli' ^lejftfar- maco del Signor ^bate Termeyer. LE più difficili e più fallaci efpe- rienze fono quelle che veifano in- torno alle cofe medicinali , dove tanti ignoti elementi di maggiore o minore robuftezza nell' animale , di partico- lare coftituzione chiamata Jdio/incriijta, di accidentali non avvertite ne defini- bili concaufe rendono erronee le più fediicenti apparenze di vero , e fatal- mente nece/Iario il pirronifmo . Illu- ftie ed ntile prova nlp fomminifira ora a mio credere , oltre alle tante che per fomnia fventura nella noftr* arte ne abbiamo , la fei'ie delle fperienze fatte col nuovo no della vipera fjlici olTervazioni riferite nella memo ria fopraccitata dell'Abate Termeyer, e non parlerò che di quello che ho io colla poflìbile diligenza efperimentato e veduto (i) . Sparfa fra noi la fama dell' efficacia del nuovo rimedio ; av- valorarafi la fperanza dell' efito dalla prefenza dell' onefto Inventore, che di nulla faceva miftero , fi cominciarono i tentativi fopra due conigli morficati nel collo , ugualmente da due vipe- re, de' quali l'uno medicato colla pie- tra guarì j l'altro abbandonato morì in trenf otto minuti. In feguito ,di due capponi ad uguali circoftanze mor- iìcati , il medicato guarì ; l'abbando- nato morì in ventun minuti . Quelle prime apparenze d' attività della pie- tra determinarono a moltiplicare le fperienze fopra più grandi animali, e col più attivo veleno che aver fi pò leffifa-imaco fui velt- Lafcio per brevità le . '73 morficato avevano in tutto l'inverno, preparate per molte ore in una ftufa; e rifcaldale fi-iò ai 22 gradi del ter- mometro di Reaumur, in modo che inquiete fi divincolavano e foffiavano forte al folo aprire della caffa . Fatte allora venire due pecore, rafa lo'o la lana del collo, anzi, per render più pe- netrabile il veleno, fatta ad ambe una cutanea piccola ferita, fi fecero ambs ad uguali condizioni morficare, abban- donandone una al fuo deftino e medi- cando 1' altra . Erano a quello efperi- mento, ficcome a molti altri, prefenti, oltre tutti i miei ftudiofi fcolari, varie perfone per fapere rifpettabili , fra le quali il Marchefe Luchefini , il Cava- lier D. Mixr figlio Landriani , il Padre Don Ermenegildo Tini , 1' Ab. Roube , 1" Ah. ^moretti, il Canonico Fromond, il Padre Soave ec. ; la pecora non me- dicata dopo undici minuti china il ca- po , fi fa trilla , gonfia nel ventre, perde l'ufo delle gambe ; quindi cre- fcendo i fintomi , in trentafette mi- nuti muore : la medicata fi mantiene vivace , palTeggia , mangia , finché dopo qualche ora vedehdofi diventar trilla ed alquanto rigonfiata nel ven- tre, fi sfafcia, e la pietra non fi tro- vando attaccata fi ripone con efattez- za fui hiogo morficaio , previa una piccola fuperficiale incifione per far- vela attaccare . Dopo poco tempo i fintomi ceffano ; la pecora riacquifta mobilità, vivezz.a, appetito, e guari- fce perfettamente , febbene per mag- gior diligenza fi fofle fatta morficare non da una ma da due vipere rifcal- date . Paflati due giorni , e rifcaldate le vipere oltre i gradi 24 , fi fa una lunga ferita in una cofcia alla mede- fima pecora , colla T^uale fi fcuoprono leflfe'. Quindi furono le vipere, cherlon^ i mufcoli fleflòrj delia gamba : fi ar- reda (0 Non poffo in quella occafione non dichiarare pubblicamente la mia do- Vvuia gratitudine ai due Signori Fratelli Stagnoli molto abili ed onorati Speziali di quella Città , i quali a dovizia forniti anche in inverno di vipere , e fin- golarmente gentili fi fono graziofamente predati fenza interelTe veruno a fom» -jrnininrgrcenc quante ne vollero pe' numerofi noftri efperiraenti. 174 reHa aflr<3tto il fangne , poi fi fa ad dentare la viva carne cel mufcolo da mi! vpera, medicando in ferrite la fé riia col fuìito metodo ed alcflìfarma co . La pecora mofirò alcuni fintomi dell' infinuato veleno ; ma noi fra !e ovazioni degli fpettatori guarì per la fefonda volta. Per confermare una fi fica verità che non dipendelTe da ani ìTiaie cofe , non pare che maggior; prove f] richiedefiTero , tanto pù qiu n lo che alle ncRre dovevano aggiun gerfi le felici Hmili (fpenenEe dell' A bate Termeyer . Dfaui la naggior p3't£ degli Ipettatori crede giàTuuro j' aieiTifarmaco ; il popolo lo ammira ciin entiifìarino , ed appena fi trovano pochi fcettici che fermi ne dubita!:o tacendo . Nei giorni feguenti furono ripetuti gli efpetimenti in varj cappo- ni, conigli e pecore , de' quali ecco colla pchlbile bievità il nfuìtato . D; due conigli tiiorficati e ben iiiedicaii . lino guari e 1' altro mo!Ì , di venti capponi ugualmente avvelenati e me- dicati , quindici ne fono morti e cin. que vifTuti ; di otto capponi avvele- nati , fenza medicarli , lei ne mori reno e due tie fono campati; di qoat tro pecore avvelenate e non medicate, due ne morirono ; di tre medicate, ne morì una fola ; ma una deile guarite col rimedio , cioè la celebre foprav- vifTuta ai due primi efperimenti , non morì nemmeno morficata da cinque Irritate vipere in cinque giorni confe- cutivi , coficchè la falute alla fua ori- ginaria robuftezza non- al contravve- leno debb' effere afcritta . Dunque la virtù del nollro aleffifarmaco dee ri- putai fi per lo meno dubbia, e ad effo in verur^ conto non converrebbe fidare mai 'a vita d' un uomo . Né fi può lo sfortunato efito attribuire alla mal fatta preparazione ed applicazione del rimedio, poiché effo fu preparato con tutte le cautele pofiQbili, e nella mag- gior parte degli animali morti dopo la medicazione (\ trovò la pietra tenace- mente attaccata alla ferita . ciò che - •jj D.ffiiato io dall' efito delle fopra l_ dette cfperienz- hi> voluto rifare quel- dei dotto Me^id , col graffo della vipera da lui propofto come rimedio hcuro ; ed avendo fatti addentare da cinque vivaci vipere cinque capponi , feci ftrofinar bene la parte morficata col grallb di vipera nel modo dall'Au- tore orefcritto , ma con efito molto Ijdiverfo, poiché tutti cinque morirono ugualmente : volli ancora piovare la elìerna applicazione d' altre foftanze animali e vegetabili abbruciate , ficco- me e il cranio umano ed il carbone ; anch' elle con efito egualmente infe- lice . Si è efperlmentata la teriaca e- fternatnente applicata in varjcapponi. che tutti morirono avveienat! ; cofic- chè pare a tutt' altra cagione doverfi la guarigione degli uomini campati da! veleno della vipera dopo aver ap- plicato localmente queflo rimedio . E nemmeno fono flati negletti gli alleali volatili, de' quali, internamente prefi, è fuori di dubbio accertata 1' aleffifar- maca attività ; dunque a diverfi cap- poni fatti mordere dalle vipere rifcal- date ho fatta applicare un mifcuglia- di fai marino e fale ammoniaco, che alle calde carni applicato per la mu- tua decompofizione diquefìì fali fvol- ge un forte vapore aUcalico volatile > -hiamato in quefti ultimi tempi aria a'kalina . I capponi morirono tutti ugualmente , anzi parvero più con- vulfivi ed agitati del folito avanti di morire . Finalmente per nulla lafciara d' intentato ho efperimentato anche l* olio d'ulivo efternamente applicato col metodo Inglefe, e di due capponi cosi- trattati uno morì e 1' altro foprawif- fe . Ed ho poi fcelti per q.uefte efpe- rienze preferibilmente i capponi , per-- che non medicati mnojono quafi tutti' in poche ore, coficchè più ficure flato- farebbero le fperienze fé foflìcon qual- che eflerno topico riufcito a guarirli - Un altro fatto ho verificato , che del- le pietre cobra riferifcono molti Scrit- tori, cioè chemeflenel latte - flo veleno ;- e poflTo dire che fllima delle noftre pietre ftate attaccate alle velenofe morficature ha mai fatto mu- tar colore e indotta varuna vifibile al- terazione nel latte dove furono mace- rate . Ma fé le fperienze fopra riferite fo- no valutabili , come pare lo debbano cfTere , attefo il molto numero di effe, il modo tenuto nel farle , e la qualità degli animali adoperati ; come mai combinarle con quelle dell'Abate Ter- meyer e del Padre Kircher per riguar- do alla pietra cobra ; con quelle di Me^^ del graffo di vipera ; quelle di Mortimer dell' olio d'ulivo , e le co- muni frequentiffime fatte da'noftrivi- peraj colla teriaca ? TzFine namque vi ta nofirc€.( mi pare che potrebbe il Filofofo rispondere con Valerio M.if fimo ) variit Ì3r> occuìtis caiifis espo fito interdum immerentia fuprsmi fati titulum occupant cum ma?is in temùur tnortis incidant , quam mortom ipfam accerfant ( 2 ) ; ed al contrario molte cofe accidentali pajono caufa di gua- rigione , e non lo fono. S'aggiugne che in qaefto genere di efperi menti, ne' quali il tutto fi prende dal regno ani- ftiale , crefce per 1' im nenfo numero di dati incerti all' infinito fecondo le leggi delle combinazioni la neceflaria incertezza. Il veleno delle vipere ora è più forte ed ora meno , rimanendo tiguali tutte le circoflanze efìeriori ; la forza d' introdurlo colla morficatu- ra e varia fecondo l'attuale flato del la vipera che morde , e la durezza varia delle parti morficate ; la vitale energia degli animali morfìcati è di- ver{kllma anche in quelli della me- defìma fpecie , fenza che la diverfità poflfa conofcerfi daifegni efteriori ; gli animali quanto più fono grandi e di fìtta teffitura ^ tanto più tardi e dif- '75 Iti ficilmente Xono ammaxzati dai veleni animali, che non agifcono per neceffa- ria invariabile legge di meccanica con- figurazione ec. ; quindi le grandi di- verfità vedute anche da noi nelle morti d'animali della medefima fpecie. Molti capponi fono morti avanti un'ora, molti hanno campato dieci, quindici e più ore , alcuni non fono morti anche ab- bandonati al loro defilino ; alcune pe- core fono morte in breve tempo , al- irefdopo molte ore ; una è (lata im- mortale dopo cinque fortilfime vele- nofe morficature . Nel noftro paefe , anche dov' è piano , le vipere , feb- bene non ammazzino fempre gli uo- mini; , i cani e le pecore, pure i cali di morte non fono rari , coficchè con- viene fofTe flato non bene informato il celebre Baron de Halkr, quando af- ferì che in Italia le vipere non am- mazzavano: nel Ferrarefe , che dalla umidità in poi ha tutte le qualità fi- fiche fimili a quelle delle noftre bada pianure , la morficatura della vip^^ra è così poco nociva, che i contadini ne guarifcono applicandovi un poco di terra o naturalmente umida, o inumi- dita ad arte colla loro orina , ficcome mi ha raccontato il chiaridimo una volta mio collega e Regio Profefl!bre > ora degno Archiatro delle LL.A A.RR. , il Sign. Don C'ambattifta Borfieri . El. la è dunque d.fficiliflìm^ cofa lo fta- bilire in quefto articolo, ficcome in molti altri alla medicina attinenti una co- llante verità , ed io foglio fpeffo ripe- tere a' miei (ludiofi giovani che in fimili argomenti = il/ud ego philofophi non effe arbitrar teflibus uti qui aut caftt veri, aitt malitia falfi effe poffunt . ^r- gumentis (j^ rattonibus oportet , quare qiiidquid ita fit decere , non eventis Sì profeguirà . Ma- ^ (2) ViXÌer. Max. de mortibiis nort vulgxribiis . Lib. 9. Cap. de Come/io Callo i^ Tito Etherio . Ì3) Cic. de divinat, lib. IL open. omn. Tom. HI. pag. 72. ediz. di Ginevra «7^ Maniera di preparare , fenza Pajuto ^ Ael vitriolo o della noce di galla ^ un Inchioflro portai ivo , che può renderft fluido fui momento ; tratta dall' Opera Inglefe intitolata : The Hand-Maid oF theArts, ox;r&ro Ma- nuale degli Attifti ec. P Rendete uiìa libbra di mele ed un roffo d' uovo , che mefcoierete bene aflTieme; aggiugnetevi due dam- ine di gomma arabica ridotta in pol- vere finitima : date a quefto mefcu- glio una certa confiftenza fimile a q^uella di una pafta fortiirjma , che • lafcierete dipoi feccare : metterete in appreffo una fufficiente quantità di quella materia in un poco d'acqua di pioggia o di fiume , ed avrete i' in- chioftro fui momento . NOTIZIE DI LIBRI . Culture pratìque de la vigftff é?r. Co/tura pratica della vigna in generale , e particolarmente nei vi- gneti di Svevia , lungo il 'ìs^ecker , fui Kems e full' Enz , dedotta dai principj e dalla efperienza , del Sign.^ BaldaìsaHe Sprincer . Stuttgard , 1779- L'Autore , nelle ore che gii avan- zano dal f«o Miniftero ecclefiaflico , impiega i fuoi talenti nelle Cofe d' Agricoltura , e particolarmente fulla coltivazione della vigna. Egli abbrac- cia , nell* opera prefente , il fuo og- getto in tutte le fue parti . Dà pri- laieramente una buona definizione del- la vite j e ne fa conofcere tutte le fpecie j defcrive in apprefifo i diverfi flrumenii neceirarj alla fua coltura ; indica il terreno e 1' efpofizione che più le convengono ; tratta dei conci- mi che puofll utilmente impiegare per fertilizzare i vigneti ; finalmente non omette neflftjna delle iftruzioni ch'egli ha credulo proprie a formare un buon Vignaiuolo . Per foddisfare al defiderio de' Cu- riofi, l'Autore riferifce la maniera con cui i Romani coltivavano la vigna , non folamente in Italia , ma ancora ne* diverfi Pae(ì da elfi conquiftati. ACCADEMIE, E PROBLEMI. LA Società Zeelandefe delle Scien- ze (labilità a FlefìTinga propone il feguente Quefito . j, Di quale riforma e miglioramen- „ to hanno ancora bifogno le Scuole „ pubbliche o comuni, particolarmen- „ te le Scuole Ollandefi , affine di ren- „ dere più colta la noftra Nazione ? „ Quale farebbe la maniera più van- ,, taggiofa d* introdurvi quella rifor- ,,,ma , e di mantenervcla fopra hiì „ piede [labile e durevole? " I! Premio confifte in una Medaglia d'oro coniata con lo flemma della So- cietà . Le Diflertazioni o Memorie , fcritte leggibilmente in francefe , in latino o in ollandefe , faranno indi- rizzate , franche di porto e con le confuete formalità , per l'anno 17S0, al Sign. Giuflo Tiennk , Segretario del- la Società Zeelandefe' delle iciense a Fleflìiiga, ' " # 177 N. XXIII. NUOVO GIORNALE D'ITALIA Spettante alla Scienza Naturale , e principalmente all' Agricoltura, alle Arti, ed al Commercio. 25. Dicembre 1779. Seguito àdle J^otizie ed OJfervazionj intorno alle Tatate ec. Vili. Lettera dell' anonimo in ftfpofla A quella feonata J^ttm. IV, , e infe- rita nel Foglio T^lum. XXl. pag. 161. 10 fono dunque novizio , al parere del Protettore dei pomi di terra , perchè ho avvertito gli Agricoltori a non rallentare, in favor di quella ra- dice, il loro relo a coltivare il fru- mento e le altre produzioni alimenta- ri , da lungo tempo ufate preflfo di loro .'' Io fono, dunque novizio , per aver detto che preffo iPopoii, i quali hanno adottato la pratica di coltivare e di mangiare le patate, la gente pò vera (Itila non fé ne ciba che in quelle annate, nelle quali mancano altri ali- menti più confacenti al loro gufto , e per confeguenza alla lorofanità? Sono dunque novìzio , perchè ho riferito 1' ufo che fanno gli Svizzeri di quella l'produzione , negli anni fecondi di al I tre -derrate, nei quali la danno ai ma I jali ? Sono dunque novizio , per aver j detto eh' elfi non mangiano le patate fenza condimento? Per tutte le mie oflTervazioni , que- llo Critico mi dà il titolo di ^^^f.t gonifla dei Tomi di terra , e difpia cendogli eh' io mi fia n.if-oflo fotto 1' Anonimo , fi duole di effere coftretto dì prefentare al Pubblico il rifuUato d'una pratica lunga e coniinuata , S; Xcorge dalla fua lettera 6,1 quale pra tica egli faccia emanare i raggi di luce 1ij! Potrebbefi citare j per foftenere U ^ con- ' <*) D'-Sìonnahe de Chymle , artkìe Farine , pag.i^/\. edit. in 12. '■' (*♦) V^iitor francefs non è^ per quanto pare , informato in .quante diffe- i renti maniere fi pratichi condire la polenta tn Italia . S' egli le fapeffe , e ne facejfe la pruova , fenza dubbio Ja chìamirebbe T Eliffite dslla gola e della fame; conghiettura del Signor Mcicauer^ una infinità d'altri ufi , prelìo a pcco fi- mili alli già riferiti ; ma bafterà of- fervare ciò che fi pratica nell'Elvezia e in Germania , fulla maniera di pre- parare i pomi di terra. Odiando !c patate fono mezzo cot- te , C\ pelano , e poi fi termina di cucinarle ; e allorché fono ridotte in fappa , vi fi mette del latte o del bu- tirro folamente , o del graffo o dell' olio,, con del fale, ed anche qualche aroma ; e quello alimento non pare mai troppo delicato a quelli che fé ne nuirifcono ; danno tempre la preteren za al frumento . Neil' opera precitata del Signor M^tcquer ( *) Jeggefi quefte parole. ,, Il Signor Tarme/it'.er ha già ritro ,, vato nei pomi di terra una foftan :,, ?a , che fupplifce al glutine fino a ,, un certo punto; ma i pomi di ter- ,, ra fono eglino il migliore tra tutti „ i fupplementi che fipuòdare a quel „ glutine, delia farina di frumento?" No fenza dubbio, poiché i pomi di terra medefimi hanno bifogno d' effere afìTociati a qualche fofìanza animale , o vegeto. animale ; e la pruova che queflo mefcuglio è loro neceffario fié, che così fi pratica in quei paefi , do- .ve è comune i' ufo dei pomi di terra. Sì , dirò io al mio Critico , a quello zelante protettore delle patate cotte nell'acqua , poiché voi volete dare . delle regole fopra l* arte di conferva- re la fanità, non (1 dee già , col folo -fondamento della pruova fatta fulla voRra gente, fu voi rredefimo , fu i - voflri L pera) , fui voflro Legnaiuolo, e fulla miferabile di lui famiglia , de- • cidere che \à patata può eflere man- giata fenza mefcuglio di alcun' altra fofianza :• ne aveHe voi fatta anche la pruova fopra tutti i voflri vaffalli, quefla pruova non farebbe ancora fi flì- cienie, perchè certamente voi non a- « vcte vafTalli in tutti i paefi , perchè voi non avete feguito in tutto ilcorfo' della loro vita tutti quelli ai quali ne avete fatto mangiare . Voi non fape- te dunque i cangiamenti e le altera- zioni che po/Tono le patate operare nell'economia animale ; e quelli can- giamenti , e quelle alterazioni non fi fanno tutto a un tratto ; i tempera- menti non ricevono 1* impresone dq- gli alimenti che a gradi ; non è che col corfo del tempo e degli anni che fi formino di nafcoflo le malattie , le quali poflbno effere cagionate da un cattivo regime . Volete voi fapere ciò che può rifultare dall' ufo delle pata- te, come voi lo prefcrivete ì Favo- ritemi per un momento , che vogliq fludiarmi di fai velo comprendere. Per ben intendere quella fpiegazio- ne, piantiamo primieramente per prin-f cipio , che neffun alimento è giudi- cato ben digerito , fé non quando la fua parte nutritiva ha fubito una per- fetta elaborazione fino nelle terze vie , vale a dire dal tubo intellinale fino alli più piccioli tubi efcretorj . Ora , la mucilaggine fredda e groflblana del- la patata , portando in tutta l' eften- fione dei filtri , che vanno fempre mi- norando , della tenacità , della frigi- dità e dell'atonia, produrrà , col pro- grefTo del tempo , di quelle malattia che provengono ordinariamente dall' imbarazzo nella circolazione , e dalla vifcofa denfità de' fluidi : ma fi pre- viene tutti fiffatti mali mefcoJando con la patata o la fofianza vegeto a- nimale del frumento, o il latte, o il butirro , o gli olj , o i grafTì , e le altre foflanze , le quali con la loro proprietà fermentifcibile , fviluppano un fucco alcalino , che dà del tono agli organi , e ne accrefce la loro e- nergia . Quella teoria fi accorda per- fettamente con la pratica di quei paefj dove fi vive di patate , e d'altri fa- Z 2 rinofi: <••■ ^*) DiBion. de Chymìe , pag. \^§,' , i8o TÌnofi ; e q^eiT:.» precifj mente è la ve ra bu(rola che dee diiìgf e: allorché u tratta di decidere fopra lrn:ii ogget ti j è d' uopo confukare e feguue 1' efempio dei Piatici . Da eiTi noi ri conofciamo tiitio: ad efll llam* debi tori perfino della maniera di perfezio nare il pane inedisnle la fermeata zione. Sarebbe troppa gloria, dice ). Signor M^cquir , ^er coloro che ne:: haiino mai coltivata ia Scienza de'i.. Chimica, che fi potefTe loro attribui- re una cosi utile , e cesi importante fcoperta ; ma pfr mala tbrtiina , non "è che troppo probabile eh' egh'no non vi abbiano contribuito per niiìla . Con viene dunque proporre 1' efempio dei Pratici ai Dilettanti dei pomi ai terra. Quefte fono le confiderazioni ch'io aveva da prefentare al mio Critico: polìano elleno moderare un poco il fuo entufiafmo, e il fuo appetito per li pomi di terra cotti folaniente nel!* acqua . " Si pivfeguira. ^ Fjke del "ù'if'orfo de! Dottor FJJìco D'n F;r.TRO Moscati ec. T~ Rattanto jpixtìttando della occa- £^ fione e del lodevole fervore degli icudiofi alunni dello Spedale, ho voluto ientire altri nuovi «lelfitar.i aci ìn- t.'-idciti per cliftere nelle" inttQina de- gli animali avvelenati ; ed in primo luogo , perluafo io delia teoria dell* lildlrc Filofofó ed amico il Sign. Fe»»- tana, che il veleno della vipera am- rnasza eftinguendo la irritabiiiià , ho voluto provarmi a ravvivarla con del- le irritanti e vaporofe fofianze , fra le quali, avendo per lunga e felice pra- tica onervazione trovato che la can- fora ravviva anche per cliRere la ir- ritabilità fpenta dall' cpio, ho comin- ciato da e/Tà ( i) : ho fatto dare de' clinerj di canfoia fciolta alla maniera di Vkr.k a molti capponi dalla vipera avvelenati , i quali fono tutti morti fenza alcuna vifibiledifferenza dal non eflfere medicali , fé non che poco do- po ^ (r) La canfora è ai noftri giorni uno de' più valevoli rimedj principalmente nelle febbri putride: non è però che gh antichi non la conofceflTero ed apprez- zafTero. Tncbenio dice che [AvìcenKa è flato il primo ad «fame nelle febbri acute , e la chiama teriaca contro i v:ìeni . Modererò la loda contro la pe- ,fte; nelle Tranfazioni filofofiche è proptifla come utile nelle malattie croniche; y^/èerto Seba la commenda fciolta nello fpirito di lumbrici terreftri contro la fcottature; Fanfvvìeten Contro la epiniefia ; il S\gn. Collin contro le ulceri "putride fra gli altri fuoi 'ufi; ed ha et li il merito di averla refa più «rfficacedi- Tnoftrando il vantaggio di darla a grandi dofi . Io l'adopro ancora abitualmen- te come uno de' più valevoli antelmintici con efito molto felice . Meno cono- fciuta a mia notizia é la virtù eccitante della canfora contro l'opio; ed io mi •ricordo d' aver folamente veduta qutfìa pioprietà accennata in pochifllme pa- role nella inglefe opera di Rocker fu i rriicrofcopj , PcfìTo però afiìcurare che come antinarcotico vale quanto gli acidi, fé non di più, avendola io molte a 'molte volte adoprata incliReri per rifvogliare i teneri bambini , ai quali gli acidi non fi port'ono fare ingojare ; ed altronde accade fpeflfo d'averli allo Spe- ndale avvelenati da una molta dofe di requie magna di Niccolò per modo, che avanti qupfta fccpetta moriv^'iro; ed ora fi rifveglisno e campano quafi tutti vomitando 1' cpiato . 11 metodo di ufarne e la dofe fi potrà vedere nelle eru- dite rote che il valente mio Scolaro ed amico il Sign. Taìetta aggiugne ora alla italiana traduzione dei bel trattato di B^ofenjlein, per mio configlio intrapre- ■fa . E fila ufcirà prefìo alle ftampe, ed ivi , oltre a quanto fopra ,^ farà defcritio il mio metodo di cMxa relie naiattie de' bambini in varj punti di pratica di- "Verfo dai metodi fìn'ora adcpeiaii e pubblicali. pò introJotto il cliRere alcuni rlpien. r*: Bevano una momentanea forza , e rial- «avanfi per poco fiiUe gambe, ptr ri- cadere però fra poco tempo e morire. Inutili ancora furono i clifteri di vino generofo , anzi parvero ammazzare più piefto j febb-ne vi fia qualche e- fempiy medico tii chi dal veleno del la vipera Ci è riavuto con una copiofa bevuta di buon vino; ne p)ù fortuna- to e Rato I' ufo dei clifteri di deco- zione di tabacco, la quale invece fs- ce morire i capponi più convulfi ed •agitati che non f.fjiono pel foio ve- leno . Quefti efperi menti furono tutti molte volte replicati , colìcchè pare pot.rfi fenza pericolo d' errore con- chiuJiiC che un efterno ficuro aldì- farmaco contro il veleno delia viptra fin' ora noli fi concfce ; febbene uti- 'liffima cofa potefs' e/Tere il trovarne "uno cesi per gli abbandonati abitatori dei paefì montuofij che comodo non hanno di ricorrere in tempo all' in terna medicina , come per gli utili . animali che muojono , perchè inca- ppaci di lafciarfi internamente medica- re. Fra i metodi efterni però fin' ora noti , il fucchiamento al luogo della ferita fatto prefto e ccn forza , una pronta fcarificazione , ed una coppet- "ta preflo applicata alla parte , fono i più fìcuri ed efficaci . Sicuro ancora farebbe I* ufo del fuoco fubito appli- 'cato j dal quale certamente il veleno '■^ d'indole animale dee fcomporfi e di- 'firuggerfi; diffatti l'wgcgr\ofi{ìivcìQ Boi/e ' lo ha propofto , e con felice efito più "volte adoperato ; ma egli é più dìifi- ;cile per mancanza di mezzi o di co 'raggio di praticare quello rimedio , "che i fopra indicati . Per ultimo, affi- ne d' incoraggire maggiormente a fuc- J^' chiarfi da fé fteffo francamente la fé- 'k^ rìta qualunque perfona aveHe la dif- grazia d' elfer-e morficata , io debbo avvertire che oltre a quanto farà det- to nel JT. feguente, tutti i moltiffimi animali avvelenati nei fopra detti ef- perimenti fono flati fenza il menomo nocumento da perfone d'età, tempe- ramento, e forza diverle mangiati. jT. IV. Del fnpore del veleno della vipera. Ella è antichifllma tradizione che il veleno della vipera prefo per bocca non ammazza; I' arte conofciutiffi-ma degli Pfilli fopraccitati ; le autorevoli teftimonianze d\ Celfo, e Galeno, e pii\ di tutti il celebre paflb di Lucina ci- tato dal Redi, Mead , e p'anfvvieten in tale propofito (*), confermano que- fta afferzione: ciò non oftante, fia per- chè da molto tempo era (lata quella oflervazìone negletta ; fia perchè fede fufficiente non fi prefi:afTe dal T^edì al- le alTerzioni degli antichi Scrittori , egli fece degli elogj e riguardò coti ammirazione il celebre {ao Jacopo vi- peraio , che con tanta franchezza pri- ma di tutti più volte a grandi dofi fé lo ingoiò; anzi non pare che egli me- defimo il coraggio aveffe di affaggiar- lo ; e dove definifce infipido e d'olio d' ulivo effere il fapore di quello ve- leno pare che fi riporta ffe alla a/Ter- zione del fuddetto j'^fo/7o Sozzi . Più diligente e coraggiofo fu il dotto M^^rf, il quale lo affaggiò egli fleffo , e lo fece ad altri alTaggiàre in fua prefen- za ; lo definì egli non , come il liedi^ infipido, ma d'un fapor acre e mor- dace , di un' acrimonia permanente fulia lingua per più ore , e tale che chi Io alTaggiò puro ebbe la lingua in feguito enfiata e dolente. Dopo Mead volle C) 1 fatu.n dente mtnantur ; 'Pocula morte carent JLuCAN. Farfal . Lib. o anch' ^{(o i di fyo fervizio , il quale quan- do lo prendeva fchiettì Jiva ftnza fputare , anzi in^gojandoln per qualche tempo ; al primo contat- ■to nulla fentii di riwvatchevole fé non fé un f:ipore alquanto piccante , il * fé più afpio tino ad imitare affatto quello del frutto fra noi conofciutitfi- mo del pepe d'injia (;) . Quando mi parve al fommo grado fpiegato il fa- pore e mi trovava la lingua molto iti- comodata, !a moft:ai a'duemiei efperti giovani Chirurghi il 'b\gn.T aletta ed ti Sign, Viccimlii , i quali la trovaro- no vifibiìmente infiammata , indican- do appuiuo il luogo dove io avevo applicato il veleno , fenza però che folfe gonfia . Dopo quafi un'ora fen- ili fcemarfi la frizzante fenfazione » moftrai fenza dir nulla nuovamente la lingua , ed e'Ta fu trovata m-no in- fiammata. Nel palTare dalla lingua lì eftefe ali* fauci la ingrata fenfazione, e mi durò per più che dieci ore, ben- ché mo'to più mite, fenza che né lo fciacquarmi col latte , né il pranzo poteile levarmela . Volli provare in quel giorno fé il vino che inafprifce le altre t^ogofi mi aveflfe alterata la non ancora guarita lingua ; bevvi al pranzo più che non foglio di vin ge- nérofo , ma non ne fui punto inco- modato. La medefima efperienza dell* afTaggio fu fatta dal Sign. Don Mar- figlio Landrìattt Regio ProfefTore di Fi- lica Sperimentale , e dal Sign. Mar- chefe Luchefìfii coltiffimo Cavaliere, e d* ogni più bella qualità ornato , i qiia^i onorarono colla loro prefenza la maggior paite delle fuddette efperiep- ze , ed ambi convennero nel definire il fapore afpro frizzante , fimile a quello del pepe d' India , e permaneti- xe per J*ngo tempo ; la lingua s' in- fiammò a loro meno vifibiìmente per- chè ne prefero in minor dofe ; anch* elTj però io alfaggiarono puro, ed an- ch' (?) Ricerche fifiche forra il veleno della vipera . Lucra jyój. p. jé, e feg» (j) Qufflo vegetsbile fra noi molto tifato in cibo , che i Francefì chiamano poivre d'jhde , ed i Botanici cc.pjtcum , trovafi delineato nell'Orto Malabarico, Voi. 2. tav. <^6 ' Luchoz hsft. umv. de regn.. veget. Cent. 7. deci. tav. 6. e be- n'flìmo poi co' fiioi colori natuiali Jn Biackxvell ^ Barbar, emendat. ^ auS* Norimb, tav. np. eh* éfli fentirono I* Ingrata fetifaeio- ne eftefa coli' ingojar la Tal iva fino alle fauci . Dopo pochi giorni rifeci un'altra volia a ftomaco digiuna l'ef- perieriÉa foli* efìto affatto iimile , rè nli pare c. Giornale dì Marina , ovvero Biblioteca ragio- nata della Scienza del Ts^avigatore ; del Signor Blonde axj , dell' accade- mia Reale di Marina , s Vrofeffore di Matematica a Breft . Ogni fei fettiìnaiie efce , di quello Giornale , un quaderno di quattro o cinque fogli ; e fono otto quaderni all' anno . Il prezzo dell' Alfociazione è di fette lire e dieci foldi , all'anno, a Breft ; e di dieci lire ( di Francia ) franco di porto, per tutto il Regno. Le AlTociazioni fi ricevono a Breft , prelTo R. MalaJJts , ftampatore ; e a Parigi , preflb il Signor Theveneau , direttore della Pofta di Parigi, rue des qnatre-vents m ACCADEMIE, E PROBLEMI. SUI finir dello fcorfo anno la Siò- àeik degli ornici del Taef e , fta- bilita neir Ifola di Teneniio , tenne la fua prima Seflìone pubblica nella gran Sala della Cafa delia Città della Laguna, per la diftribuzione de'Pre- ra). La feifione fu aperta con un dif- corfo eloquenti (Timo pronunziato dal Sign. Marcpffe Fillaneu-oa delTrado, Di.rettoj-e. Quefto primo Difcorfo, che meritò gii applaufi di tutta l'AiTeni- blea , fa feguito da altri tre che ver- farono full" amor della Tatria , e fo- pra il zelo , da cui ogni buon Citta- dino dev' e.ffere animato pel pubblico bene . Il Sign. D. ^Antonio Eduaxdo , 5egr«tario della Società , reie conto dipoi di parecchie Memorie che gii erano fiate indirizzate. Egli annunziò quelle , che tra tutte gli erano fem- brate degne di eflere coronate . Sono quffte , I. una Memoria del Signor ^lejjandro Salignon , nella quale an- muizia di avere trovato il fegreto di . eflrarre dall', acetofa dlyerfe tinture fino ad ora ignote, col dettaglio delle fperienze ch'egli ha fatte per arriva- re ad una fcoperia che può diventare utiliflìma per le arti : 2. una Memo- ria , nella quale il Sign. D. Giufeppe di hetancourt y Cajìxo dà la defcrizio- ne di m\ gran numero di piante indi- gene, e di materie prime, che fono (tate fino al prefente neglette, e dalie quali tuttavia è facile ritrarre gran-, diflìmi vantaggi. Inconfeguenza , ciaf-: cuno di quefti due Autori ha ottenu- to una Medaglia d'argento, nella qua- le è rapprefentato , da una parte , il bullo del Re, e dall' altra , lo ftem- ma della Società , eh' è il Ticco di Tenerijfo, con quefte parole perdivifa, J^^autis is^ Incolis . Sidiftribuirà ezian- dio parecchie gratificazioni alle Fila- trici e ai Tenitori , che fi faranno diftinti pella bontà e bellezza de' loro lavori . NOTIZIE DIVERSE. E' Stata fcoperta recentemente in Irlanda una Minerà di piombo , la quale promette aflTai , eflTendofi ri- cavato, dai pezzi che fono ftati fufi , una confiderabile quantità di argento. L'efperie.iza di molti fecoli dimoftra> che non v' ha paefe più ricco in Mi- nere di quefto. Il '^\ gnor Dean ha fatto cavare nel- le vicinanze di Dublino , ed ha fco- perto una forgente minerale , la qua- le ha la proprietà di tramutare il fer- ro in rame fino; vale a dire che la acque di cotefta fonte tengono in ;dif. foluzione del vitriuolo di rame che ti precipita mettendovi del ferro, il che produce una gran quantità di rame di cementazione. Il ferro , difciolto di- poi dall' acido vitriolico , può 1n- zione trovar motivo di appIauJirfi e compiacerfi della fua clientela , fenz.i •prenderli il menomo faftidio dei prò cefìTi, che vengonle intentati j che anzi le arciife medefime , dalle quali pare non abbia da anJare efente nefTvina delle fcoperte le più utili, le più fa iutari , ridondano ih maggior prova Te confermazione dell'utilità delle fco- perte medeGme , le quali finalmente hanno fempre trionfato del genio tor- bido , delle ridicole i nputazioni , del- la orgogliofa pretenfìone di certi Let. terati , i quali , per effere iftrutti di non fo quanti termini enigmatici e jnifleriofi , da loro chiamati fcientifi ci, pretendono che a loro unicatnente •appartenga il fare delle fcoperte ; e oppanendofi francamente all' autorità rifpettabile dei fatti i più univerfal- tnente avverati , negano le realità de' vantaggi di quelle fcoperte che non pofTono appropriare a loro medefimi , per toglierne la gloria ai benemeriti Inventori , Lettera deIR.T.G.... K..». dlC... . Cappuccino ^ in propojìtq d' unRim; dio praticato contro le malattie de- gli anima/i a corna , con certe par- ticolari circoflame e formalità ec, 3j T7 Sfendo il befliame un oggetto t^ di Commercio, e intimamente anneffo all'Agricoltura , ho giudicato convenire al voftro G'ornale un ri- medio contro la epizootia . Io 1* ho imparato , fono molti anni , in una circoftanza , il racconto della quale pot-rà fervire di breve trattenimento ai voftri Lettori j e d* altronde , fé ciò non varrà ad infegnare un ine7zo utiliflìmo per la guarigione de'beftia- nii j potrà almeno contribuire a gua- rire la gente di campagna da una fpecie di malattia di fpirito, alla qua- le è ancora molto foggetta ; voglio dire da quella fede che prefta a dei ^ tj pretef] Stregoni, ini quali viene gior- nalmente ingannata. In un Diflretto de'la Provincia di ... , il cui circuito è di ben cento miglia , eravi un fam^fo Stregone , il quale attirava una folla grandiiTima di pò. polo . L' opinione della fua ftregone- rìa njn aveva altro f^nj-^mento che la cura delle beflie a corna , la ma- lattia delle quii proveniva da uno flravafamentodi fmgue. Era coflui un ve chio . che viveva agiatamente in quel paefe, quantunque non avelfe al- cun bene, ne altro nieiliere che quel- lo di guarire il befliame. 10 vi confefferò , S:gnore , la mia incredulità ; non ho mai dato creden- za ai fortilegi . Contuttociò mi erano riati fatti tanti racconti intorno a que- llo pretefo M.igo , che pafTando per qjelle parti , ho moflrato voglia di trattenermi con lui . La cofa non mi ia ditHcile i mei feci familiare ; ' né egli fi fice troppo pregare per farmi parte defle fue avventure. Egli era rimaftj orfano all' età di cinque anni , e non avendo altra ri- forfa per pjirte dei faoi genitori, non trovò altro partito da prendere che. quello della mendicità . Nei primi an- ni , ne ricavò, dei forcorfi abbondanti j ma in progreiTo di tempo quefli dimi- nuirono con la conipalTìone , a mifu^ ra eh' egli avanzava in età . Fmal- mente cefTarono affatto quando fi vide ch'era in iftato di poterfi guadagnare il pane. Allora fi rivolfe ad un vec- chio Pdftjre , preffo il quale fu impie- gato nella cuflodia de' majali ; me- ftiere efercitato già anche da fuo pa- dre. 11 fuo Padrone , avendolo trovato di fpirito e di abilità, fé Io affezionò più particolarmente , promettendogli trenta ducati di falario . Qiefta fareb- be fiata per lui una fortuna , fé foffa fltato pagato puntualmente . Ma , per fua difgrazia , il Padróne amava il vino , e malgrado la fua buona vo- lontà, arrivò fino al termine della vi- ta fenza aver potuto accumulare un foido , Egli avea mantenuto il fua A a 2 do- 5> »> iS8 domefiico ccn q.ieli'a moderazione, che perrnettevag'i il fuo flato. Qjar.d„) Ci vide vicino a morte , gli tenne que- /to breve difcorfo . „ Figliuolo mio, fono dodici anni che tu mi fervi; io te ne fono debitore; rna io era , come ben fai , un gran bevitore , e non polTo ■ pagarti ; il folo bene che mi reRa è il mio fegreto per là guarigione de' belliami ; io non l'ho infegnatò a nerfuno ; fé tu vuoi fervirtene con induRiia , ne „ farai ben compenfato ." Talo fu il teftarnenlo di quelle pò. vero ve.chio . Appena ebbe egli refo l' ultimo ff^fpiro, che il fuo erede av- verti i! Pubblico eh' egli era il folo ponTeffore delia Scienza del defonto . Egli non ebbe niente minor cuneo: fo ; andava la gente a ccnfultarlo da tut- te le parti . Ciò che v'era di ripren- fibile nella fua condotta fi è , che per far valere il fuo meftiere , aggi ugne- rà certe buffonerìe, e dava al fuo ri- medio un* apparenza di (Iregonerìa . La fua riputazione fi accrebbe perfino a fegno , che i fuoi clienti 1' obbii- sarcno a girare il tamifo , a fare il facrificio della gallina nera , e a fsre diverfe altre fcioccherie di quella fpe- cie . Io lo fgridai toccante quefte ag- giunte , ed ei fi fcufava full' impor- tunità della gente che lo confultava, proteflando che- faceva quefte buffone- rie contro fua voglia. Mi promife per- tanto di ndurfi folamentc all'ufo del- la fua ricelta , e di lafciare per fem- pre /a illufione magica. Inconfegucn- 23 del'a fua promeflTa , mi adoperai per riconciliarlo co' miei Compagni di Miniflero , il che mi riufcì con mia fomma confolazicne. Dopo un tale incontro , veramente fingolare , quantunque fia pafTato mol- to tempo , non mi fono mai dimen- ticato il rimedio; ma avendomelo egli confidato in fegretezza , io non ho voluto farne 'ufo, né infegnarlo a nef- -funo . Le epizpotie inforte in varj patfi , hanno rifvegliato il mio zelo. Ho fcrifto in quel paefe a quattro o .cinque perfone di mia (onoicenza. « pregandole a informarfi , fé il pretefo Stregone , di cui m' fra dimenticato il nome, viveiTe ancora, oppure, fuppoflo ch'ei foffe morto, s'egliavefle lafciato a nefilino il fuo fegreto . Mi fu rif- pòflo che r.on efifleva neflfuno di tale razza . Un Religiofo, folito portarfì in quel luogo , ha fatto tutte le per- quifizioni pcifllbiii ; e gli fu rifpoflo cofl«atemente, che fé Ci aveiTe un ri- inedio fimile , il contagio non avreb- be fatto tante flragi in quei contorni. Dopo tutte q'aefle informazioni , io credo che mi fia permeiTo di rivelare ciò che liii era flato confidato , poi- ché il folo polTeffore più non efifie. L' ho già comunicato^ ad alcuni , i quali m' hanno riferito di averne fat- to la pruova . Io non 1' ho mai pro- vato , e però altro non poffo dirvi , fé non che, pubblicato per mezzo de* voflri Fogli , può elTere praticato da chiunque vuole, e/Tendo già una cofa femp'iciffiir.a. Tutto il rimedio confitte nel pren- dere un pugno di fuliggine di cammi- no , verfarvi fopra dell'orina , e far ingoiare per forza queflo mefcuglio alla beflia malata. Defidero che manchi ognioccafione di farne la pruova ; ma fuccedendone il bìfogno , e venendo praticalo , ne fentirò volentieri il fucceffo . Credetemi intanto con verace ftima, voftro ec. Maniera ingegnofijfuna di fupplìre ai una manovella , mi cafo che qmjìo ftruméKto [offe di troppo imbarazzo \ per efemp/o , per un pozzo profon- do fituato neìt angolo d' una corte , fecondo /' idea datane da Agostino Ram£LLI , nella fua Haccolia ,di Macchine ec. SI flabilirà il verricello ofufo fopra il quale r\ attortiglia la corda che fofliene le due fecchie , nella parte fuperiore dei pilaflri del pozzo , e mol- to al di fopra dell'altezza della tefla delle ■ delle perfone che fono folite attinger- vi l'acqua. Si adatterà dipoi una gran ruota veifo una delle eftremità di quefto ver- ricello , nella grofTezza della circon- ferenza del quale lì praticherà una larga incavatura quadrata . Bifognerà far fare ire rivoluzioni a una corda fopra qiiefta ruota ,• e attaccarla poi rfai due capi all' altezza delle mani della forza motrice . Siccome lo sfre- gamento e la prefìTione di quefta cor- da fopra il cilindro baflano per fer- mare il verricello , e dare alla forza motrice la facilità d' innalzare una delle fecchie , ù fcorge in tal cafo che fi gode della gran lieva di bilico che offre il raggio della gran ruota fermata o montata fopra il verricello, fenza avere 1' imbarazzo d'una ma- novella. ViRTU^ dell' lAlkali volatile fiuore contro varie malattìe. A Quanto abbiamo riferito inque- fti fogli intorno alla virtìl mi- rabile dell' Alleali volatilefluore , con- tro i veleni di acida natura , e par- ticolarmente contro quello terribile della rabbia (a) , crediamo impor- tante, d' aggiugnere, fenza dilungarci nelle (lorie mediche , che il rimedio medefìmo è flato adoperato , col più felice ftcceflTo , nella cura d'una pe- ricolofa cardialgìa , da cui era afflit- to un Religiofo Carmelitano; e d'un pertinace tumore linfatico ghiandola- re al collo, fucceduto ad una fludìo- ne al cervello . Quefto fecondo mala- to è il Figlio di quel Dottor D.Fran- cefco Diaz d'Ojeda , dal quale fono {late ottenute con quefto rimedio, al- ' tre guarigioni (^). Nuove cure feli- 189 M, ciffime confermano maggiormente la efficacia di queft'Alkàli contro la rab- bia. NOTIZIE DI LIBRI . IN un Giornale oltramontano ab- biamo ritrovato i! feguente arti- culo , che può dare qualche lume in- torno a'Ia educa^jione delle Api , og- getto impQ'-f?ir.i!lfimo di rurale Econo- mia , fui quale abbiamo più volte ra- gionato in quefli Fogli . ,, Io non pollo più a lungo ferba- re filenzio fopra le rifleffioni che mi ha fatto nafcere la lettura d* un Di- zionario , ufcito recentemente da' tor- chj , e intitolato : V ^gronotne , ou le Tortati/ du Cu/tivateur . Queft' Opera non mi pare propria ad altro , che a diftruggere il bene e i vantaggi che devono neceflTariamente rifultare dalle fcoperte de' noftri moderni Apifili. Io mi riftfignerò ad alcune confiderazio- ni fopra due note di quefta compila- zione concernenti le Api. L'Autore, dopo di avere oflervato che i n un alveare efiftono tre fpecie di Api , aggiugne che ciafcuna fpecie è riprodotta dai fuoi agenti particola- n , e eh' effe non hanno tutte una fola e medefima madre. Bifogna elfe- re certamente molto temerario , per ofar di diftruggere , con un tratto di penna , le olfervazioni le più folida- niente ftabilite dagli Svvamerdam, dai Maraldi y dal dottiffimo Sign. de HeaU' mur , e dopo quefti', dai Signori Val- teau , Bucarne , de Blangy , e de Cuingien. Io non mi prenderei la bri- ga di cenfurare quefto articolo, fé ta- le falfa teoria non influire falla pra- tica . L'Autore adotta parimenti l'an- tica ufanza riguardo al governo degli alveari , e al taglio dei favi , non- N^ ottante che da molti anni a quefta parte {a) Veg. del prefente volume pagg. é^ 150, ib) Ivi , pag. 6^ 190 parte ì pìì^ accreditati Mieftri per la educazione delle api 1' abbiano pro- fcritta come perniciofiffima , Peraltro non dee recar maraviglia che quefio Scrittore avance i delle eofe coirtrarie ai hnoni principj , allorché lì vede eh' egli ha feguita letteralmente 1' Opera intitolata A» R^publique des .Abs'il'ex , compcfizione di una penna che fcrive all'azzardo , e che non è diretta nò dalla -ragione né dall' efperienza. Non è forprendente che fi faccia degli er- rori e che fi cada, quando fi prende , per condurfi , firnili guide. 'Noa pofTo a meno di rifentire un intèrno movimento d' indignazione, guanda tni rammento il pericoK) a cui mi ha -erpofto cotei'to libro , allorché cominciai ad allevare delle Api , e a fare delle fperienze fopra quelli pre- ziofi infetti . Io credei di far maravi. -glie mettendo fopra 1' avena ^ come Tuggerifce l'Autore , degli alveari , i quali per altro erano abbafìanza buo- ni , ma ch'erano poco forniti di prò- vigioni : fortanatamente ai rivai an- cora a tempo ,, dopo un viaggia che aveà dovuto fare , per falvarli dagli effetti della muffa , e d' una puzza tnfofferibile cagionata daH'avena , che aveva fermentato , e dalla mancanza d' aria . Se io differiva ancora qual- che giorno , i miei alveari farebbero andati tutti in rovina. Una tale dif- grazia avrebbe portata la perdita del- la mia piccola fortuna, e mi avrebbe tolta l'opportunità di potermi tratte- nere in un genere di occupazione che forma la mia delizia ^^ per cosi dire , fino dalla mia infanzia . '" La miglior maniera di operare fi è ìfi far che le Api raccolgano, in àgo- "fto o in fttfembre, le provigioni delle quali pcffono aver bifcgno , firchè poikno paflarfela fino al maggio, od anche a! giugno dell' anno 'ftguente. Quanto ho detto fin qui non ri guarda rhe il primo articolo ; pafl' t)ra al ft-condo che m' interefla più dì rettamente. Il Dizionario, di cui par Io , afferma francamente che le Ap 4ella Sci ampagna, meridionale, raccol- ì.f ^ gono negli alveari buoai dodici libbre ■ a, di -mele , e fjiaaiente due nei meJio- cri . Lo fupplico permett-eraii eh' io non fia affatto dei la faa opinione. Io ho abitato quella parte della Sciampagna eh' è verfo il mezzodì, ^ con buona permisTione di chi lo ha iflrulto , io ofo alficurare che vi ho avuto degli fciami , i quali hanno raccolto, nel 1772. , alcuni q'Kirantotto libbre di mele, altri quarantacinque; e aggiungo che fette, o al più otto fettimane hanno loro baflato per fare queRa raccolta , la quale fenza dub- bio farebbe ftata anco a più abbon- dante , fé queRe Api vi avefTero tro- vato del farafino , il quale , quan- tunque comuniffimo in altre parti del- la Sciampagna, manca interamente in quella dove eGilevano le mie Api . Comunque ciò fia , io credo poter afficurare , che negli anni comuni la provigione di ciafcun alveare afcenda per lo meno a ventiquattro libbre di mele. Suppongo che l'Autore non ab- bia avuto in vifta quella parte della Sciampagna , detta volgarmente poa;/- /eufe ; 'egli fa che conviene fare un*" eccezione per quella parte di quella Provincia : io vi ho veduto ancora delle maffarie , nelle quali erano fino a cento alveari . Io foftengo che non ^. efifterebbero niente o pochiffìme Api in Francia , fé quelli piccioli animali non racccglieffero più di, dodici lib- bre di mele in ogni alveare ; impe-» rocche , fecondo. T Autore , il Colti- vatore , da quelle dodici libbre di me- le , non potrebbe cavarne che otto ;. mentre , conforme ed noflri càlcoli , ! conviene che , per rifarcirfi delia fua. j fpefa , e per farvi qualche guadagno,, ciafcun alveare produca dodici in quin- dici libbre di mele , fenza quello cb'" è deflinato al nutrimento delle Api ., } Dove fi troverebbe,