nmimi mimiiMA D J 1 J iimuMi DI FRpCESCO PD1880NE Parte II.' osoopee - Mmm - IMmm '°-^'^°¥Z3i'-o- VARESE TIPOGRAFIA MAJ E MALNATI 1886. ALGHE SOTTO GLASSE DELLE OOSPOREE L Melanospermee. Riproduzione agamica nulla. Fronda pluricellulare. Oogoni ed anteridi svolti in concettacoli immersi nel tessuto sotto corti- cale della fronda. Fucacee II. Clorospermee. Riproduzione agamica alternantesi con la ripro- duzione sessuale. Fronda unicellulare. Oogoni ed anteridi laterali, separati dalla cavità della fronda mediante un diaframma celluioso. Vaiiclieriacee SOTTO GLASSE DELLE ZOOSPOREE. I. Feosporee. Riproduzione per mezzo di zoospore o di gameti bruni, raramente eteromorfi. A. Zoosporangi dimorfi: uniloculari neutri, pluriloc. femminei. Anteridi simili ai zoosporangi plu- riloc. Fronda piana, omogenea, flabelliforme od orbi- colata. Cutleriacee B. Zoosporangi dimorfi. Fronda filiforme articolata, monosif. o polisif. Ectocarpacee » cilindracea 0 globosa inarticolata; zoo- sporangi sparsi. Chordariacee Fronda filiforme inarticolata, zoosporangi ag- gregati in sori. SUIoforacee Fronda fogliacea. Punqtariacee IL Clorosporee. C. Zoosporangi isomorfi pluriloculari. Fronda tubolosa o fogliacea. Scitosifonee ? » filiforme percorsa da un asse articolato. Artrocladiacee D. Zoosporangi isomorfi uniloculari. Fronda filiforme inarticolata ; zoosporangi in ri- cettacoli. Sporocnacee Fronda filiforme inarticolata oppure tubolosa od anche crostacea; zoosporangi in sori. Asperococcacee Fronda fogliacea stipitata. Laminariacee Riproduzione per mezzo di zoospore o di gameti verdi. A. Fronda unicellulare o costituita da fili unicel- lulari, raramente costituita da un asse continuo e da rami articolati, oppure da cellule raggianti a ventaglio od anastomosate a rete. Sifonee B. Fronda membranacea o filiforme costituita da una 0 da due assise di cellule, ad accresci- mento intercalare. Ulvacee Fronda filiforme , articolata , monosifonia ad accrescimento terminale. Confervacee SOTTO GLASSE DELLE SGHIZOSPOREE. Filamenti articolati, asfottigliati agli apici, che spesso sono costituiti da cellule piliformi, com- posti di cellule vegetative, e di eterocisti. Bivulariacee Filamenti moniliformi, semplici, costituiti da cellule vegetative, da eterocisti e talvolta anche da spore. Cellule vegetative riunite in filamenti semplici, spesso vaginati , più o meno distintamente articolati. Oscìllariacee Cellule vegetative solitarie o riunite in famiglie circondate da un tegumento comune. Croococcacee Nostocacee SUBCLASSIS IL Colin Algae cellulis sexualibus lieteromorphìs insiructae. Organa feminea foogonia) cellulas nudas foosphaerasj sin- gulas vel plunmas majorcs tranquillas foventìa. Organa mascula (anihf^ridiaj sacculo membranaceo celhdas nudas fantherozoidinj numerosas, mimitas, agiles, ci- liis duobus inacquìlongis munitas, demum continente constantìa. Ceihilae praegnantes (oosporaej e proxìma l'oecundatione oosphaerarum ortae. OospOREAE Cohn Conspectas fam. crypt. in Iledivigia i872, n. 2, fexcl. Sect. IJ — Farloiv Marine Algae of Neio England p. 98. Alghe provvedute di cellule sessuali di diversa forma. Organi femminei (oogoni) ovoidali o globosi, simmetrici od a simmetrici, composti di una parete cellulosa ialina, semplice o dop- pia, contenente del protoplasma di colore olivaceo o verde, da ultimo organizzato in una 0 più masse (oosfere) globose, grosse, quiescenti, talvolta circondate da protoplasma in coloro proveniente dal proto- plasma primitivo dell'oogonio non interamente utilizzato per la for- mazione delle oosfere. 8 Organi maschili (anteridì) ovoidali od in forma di pera o dì cornetto, talvolta cilindrici o semplicemente arcuati, costituiti da una membrana cellulosa trasparente contenente del protoplasma incoloro o grigiastro, che da ultimo si organizza in cellule nude (anterozoidi) cilindriche od arrotondate ed assottigliate alle estremità, minutissime, numerose, agili, provvedute di due ciglia sottilissime di diversa lun- ghezza, in vario modo inserite a seconda dei generi. Cellule fertili (oospore) provenienti dalla fecondazione diretta delle oosfere, ossia dalla copulazione di queste cogli anterozoidi. Ciclo biologico limitato alla sola forma sessuale oppure esteso a due forme, l'una sessuale e l'altra agamica che si alternano. Forma agamica riproducentesi per mezzo di spore ciliate agili (zoospore), solitarie nell'unica famiglia qui compresa nella sotto classe. Le oosporee si accostano da una parte alle floridee per mezzo delle dictio tacee e dall'altra alle zoosporee per mezzo delle cutleriacee. Dei cenni generali sulla morfologia di queste alghe non potrebbero trovar posto nella presente opera, dal momento che esse comprendono delle intere famiglie di acqua dolce. COHORS I. MELANOSPERMEAE Ardiss. Algae pluricelhdares, inarticulatae, olivaceae. Organa agamica mdla. Melanospehmeae Ardiss. in Ardiss. e t^traff. Ennm. Alg. Lig. p. 49. FucoiDEAE Ag. Syn. 7;. JX. — Sj). p. i. — Gray Brit. iti. I, p. 319. — /. Ag. Alg. med. p. 24. — /S^p. I, p. 1, (miitat. limit. apud omn.). Phaeosporeae Colin l. e. FUCACEAE (Ag.) J. Ag. Algae cor iaceae saepe caulescentes et foliosae, celhilis exteriorihis minutis rotundato - angulosis , intermediis majorihus cpian- doqiie filiformihus anastomosantihis , intimis elong atis con- stituae. Oogonia numerosa , saepissime intersparsis para- physibus intra cavuni concepì aculorum poro apicalì apertorum conserta. AntJieridia numerosissima in iisdem conceptaculis cum oogonia aut in propriis conceptaculis vel etiam fron- dibus erta. Fugace AE Ag. iSyst. p. XXXVII, (excl p.). — J. Ag. Alg. med. p. 45. — Sp. I, p. 180. — Tliur. Ét.ud. Pliyc. p. 25, pi. Xl-XVII. F'ucEAE Menegli. Alg. ital. e ddlm. p. 3. FuGEAE, Gystosireae, Sargasseae Kg. Phyc. p. 349. Le fucacee (1) sono alghe colla fronda coriacea, ora piana costata dicoto- ma, ora arrotondata e caulescente col caule semplice od in vario modo diviso (1) Le famiglie sono qui descritte nelle sole specie mediterranee. lo provveduto soltanto di rami, oppure sotto forma di stipite ramoso e foglioso- Le foglie, in qualche caso quasi filiformi, per lo più appariscono sotto forma di lamine lineari lanceolate, costate^ sessili o brevemente picciuolate, intere 0 dentate, raramente forcute o pinnatiflde. Talvolta [Cystoseira Montagnei) gli stessi rami primari nascono con apparenza fogliacea e crescono conservandola, permodoché riescono appiattiti su tutta la loro estensione anche nello stato adulto, ordinariamente però i rami che nascono appiattiti, non si mantengono tali se non verso il basso. Nei generi colla fronda piana e costata spesso lungo la costa veggonsi la- teralmente ad essa, delle vescichette {aerocisti Kg.) provenienti dal gonfia- mento del tessuto sotto corticale, però tali vescichette mancano nell'unica specie mediterranea che ha fronda così fatta. Altre vescichette simili, solitarie o concatenate, spesso compariscono sui rami delle specie che hanno la fronda caulescente e ramosa ; altre ancora, provenienti dalla trasformazione delle fo- glie, veggonsi sulle frondi caulescenti e fogliose e queste sono sferiche o quasi, mutiche o mucronate per la persistenza di una porzione della lamina fogliare da cui provengono, sostenute da un picciuolo compresso od arrotondato, più o meno allungato. É mediante tali vescichette che i sargassi possono reggersi sull'acqua e vegetare nella condizione di piante galleggianti. La fronda delle fucacee è composta di tre strati distinti : corticale, me- diano o sotto corticale ed assile. Lo strato corticale consta di cellule arro- tondate o poliedriche, minute, intensamente colorate, disposte su di una o più serie ; lo strato sotto corticale ora è costituito da cellule filamentose lar- gamente anastomosate, ora d:i cellule angolose, grosse, spesso allungate nella direzione dell'asse, di diametro gradatamente decrpscente dal centro verso la periferia ove riescono appena maggiori delle cellule corticali; lo strato assile finalmente consta di' cellule cilindriche, sottili, assai allungate, longitudinali. È questo strato quello che costituisce la costa. Caratteristici della fronda delle fucacee sono i così detti pori mticijlin {crip- tostomi Kg.) i quali consistono in altrettante cripte, aperte verso l'esterno me- diante un poro apicale, dal fondo delle quali sorgono dei filamenti piliformi, abbastanza lunghi per attraversare l'apertura della cripta e sporgere sulla su- perficie della fronda. Spesso questi pori muciflui trovansi regolarmente dispo- sti su due fila parallele ai lati della costa, sia delle frondi primarie che delle foglie. Gli oogoni e gli anteridi nascono in concettaceli o cavità sferiche (scajìdi J. Ag. angiocarpi Kg.) immerse nel tessuto sotto corticale della fronda ed aper- te all'esterno mediante un ostiolo superficiale. In alcune specie i concettacoli sono ermafroditi in altre unisessuali. Quando sono unisessuali per lo più su di una stessa fronda non si trovano se non di un solo sesso. Sia gli oogoni che gli anteridi, nelle cavità in cui nascono trovansi cir- condati da filamenti piliformi, articolati, semplici o ramosi, procedenti da ogni parte della parete concettacolare, convergenti verso l'ostiolo e che vengon detti parafisi o paranemi. Quelle di queste parafisi che nascono a minore distanza dall'ostiolo, spesso sporgono ali' infuori di esso in maniera da formare un ciuf- fetto verticale. Gli oogoni nascono sulle pareti dei concettacoli ai quali, in alcuni casi al- 11 meno, si fissano mediante un brevissimo pedicello unicellulare. Essi sono co- stituiti da 1-3-4-8 oosfere e da una parete jalina trasparentissima che, se non in tutte, almeno in alcuno specie è doppia. Gli anteddi consistono in piccoli sacchi ovoidali, trasparenti, contenenti dap- prima una massa indivisa di protoplasma incoloro, la quale finisce coll'orga- nizzarsi in un gran numero di anterozoidi provveduti di due ciglia di diversa lunghezza, estremamente sottili, diversamente disposte a seconda dei generi {v. Thuret l. c.p. 27). Essi trovansi inseriti sui rametti dei filamenti piliformi che tappezzano le pareti del concettacelo in maniera da formare dei racemi, dei corimbi o dei pìccoli capolini. I concettaceli si trovano avvicinati in gran numero nelle parti più gio- vani della fronda che trasformano nei così detti ricettacoli. In una sola specie [Cystoseira op^mt^o^des ) si svolgono verso la base dei rami secondari. La loro posizione terminale od ascellare non è quindi se non una conseguenza del mo- do di accrescimento della pianta. I concettacoli possono trovarsi anche sparsi su tutta la fronda, ma ciò non accade se non in parecchi generi esclusiva- mente oceanici. La famiglia delle fucacee comprende oltre una ventina di generi, ma fra questi tre soltanto appartengono alla Flora del Mediterraneo. FUrU^ CL.J Decne. et Thur. Frons j'j^fli^a , costata , cUchotoma , saepe vesiculifera , vesiculis juxta costam injlatis ; filis sulcorticalihus reticulatis laxio- ribus versus 2^eripheriaìn in cellulas rotundatas ahewitibus, centralihis simpìicibus densiorilnis constituta. Conceptacuìa hermoplirodita aut didima in receptacida terminalia frondem- que contimtantia immersa. Oogonia parietalia sulsessilia, oos- phaeras octonas inchidentia, paraphysihus simpliciorihus ol- vallata. Antheridia obovoidea fasciculata aut racemosa. FuGus L., (mutai, charact.). — Ag. Sp. p. 83, [excl. p.). — Decite, et Thur. in Ann. des se. nat. 1845. — Kg. Phyc.p. 351, tab. 33 - 36. — J. Ag. Sp, /, p. 207. Fronda piana, costata, dicotoma, coi segmenti continui o den- tati nei margini (in una sp. ocean.), inferiormente assottigliata a gui- sa di stipite, per lo più provveduta di vescichette innate (mancanti nella sp. mediterr.) ampie, svolte ai lati della costa, composta di fi- lamenti articolati, sottili, reticolati, poco fitti, coperti da uno strato 12 corticale costituito da cellule arrotondate ed avvolgenti uno strato centrale formato da altri filamenti semplici, densi. Goncettacoli ermafroditi od unisessuali, avvicinati in gran nu- mero verso gli apici della fronda trasformati in ricettacoli allungato- llneari od oblonghi, semplici o forcuti. Oogoni parietali quasi ses- sili, costituiti da otto oosfere racchiuse da una doppia membrana e circondati da parafisi semplici o scarsamente ramose. Anteridi ovoidei, fascicolati o racemosi. Il genere Fncus di Linneo e degli untichi autori che, ad eccezione delle Ulva, comprendeva tutte le alghe con fronda inarticolata, veniva successiva- mente ridotto da Lyngbye e da Carlo Agardh, e da ultimo ristretto da Decai- sne e Thuret entro i limiti che ora gli vengono generalmente imposti. ■ I memorabili lavori biologici di Thuret sopra diverse specie oceaniche di questo genere sono troppo noti perché qui occorra di riassumerli. FUCUS VIRSOIDES (DonatiJ J. Ag. F. frondihus linearihus (10-12 cm. long.y 5-10 mm. lat.) integer- rimis evesiculosis ; rece^tcundis hrevihus oUongis. Facus VIRSOIDES /. Ag. Spetsberg. Alg. II, p, 42. — Eauck Mee- resalg. p. 291. F. vEsicuLosus Wulf. in Jacq. Coli. IV, p. 343. — Crypt. aq. p. 34, N.'' 6. F. vEsiGULOsus var. Sherardi Tiirn. Hist. Il, p. 49- — Ag. Sp. p. 90. — iSgsL p. 276. — Menegh. Alg. ital. e dalm. p. lOO. — Zanard. Syn. alg. Adrìat. p. 245. — Kg. Sp. p. 589. — Telò. Phyc. X, 13. — Ralenh. Alg. Sachs. N."" 960. — Hohe- nack. Meeralg. N.° 319. F. spiRALis Bertol. Amoen. p. 221. — Nacc. FI. ven. VI, p. 95, [non £.). ViRsoiDE con caiile terete, con rami piatti ed eguali e con sommità MJide e trifide turgide. — Donati Saggio sulla Storia Natu- rale del mare Adriat. (ed. gali.) p. 31, pi. IV, fig. 1. 13 Fucus DisTicHus Wiilf. Cryp. aq. i). 36, iV.° 7. Abit. Adriatico a Tneste (Hohenacker), a Pirano (Titius) e ad Ancona. Nella prima zona di profonditi Da un callo radicale crostiforme sorge la fronda inferiormente ristretta a guisa di stipite e quindi appiattita e divisa per dicotomia in segmenti per lo più lineari, talvolta cuneati, interissimi, percorsi da una costa evidentissima. Le dicotomie che nelle forme più comuni appariscono alquanto distanti le une dalle altre, talvolta si avvicinano cesi da rendere la fronda apparentemente palmata. Distintissimi sono i pori muciflui, che per lo più trovansi disposti su due serie longitudinali parallele ai due lati della costa, nel cui tessuto per altro non penetrano punto. Ho riferita dagli autori la citazione delle Algm Spetshergenses mancando quest'opera nella mia biblioteca. In quanto alla sinonimia antica della specie qui descritta, quantunque non sia appoggiata dal confronto di esemplari auten- tici, credo che possa considerarsi come sicura. Mi sono astenuto dal citare il Fucns Sherardi Stack. {Ner. hr. p. 72, tah. 13) perché questo secondo Thuret (Ètud. Phyc. p. 42J andrebbe riferito al F. pla- tycarpus e neppure ho citato il Fucus veswilosus del Delle Chiaje, che stando alle figure dell'Autore pare si debba riferire non solo a tutt'altra specie ma anche a tutt'altro genere, anzi a più generi. Del resto è mia convinzione che il F. virsoides cresca soltanto nell'Adriatico e che nel Golfo di Napoli ed in in altre località del Mediterraneo propriamente detto non. sia stato indicato se non per errore. Anche Falkenberg (Meeralg. Neap. p. 246J è di questa opinione. ifJlROAIiSUil Ag. Frons caulescens foliosa vesiculosa e trìiDlici strato cellularum constitiita, celluUs exterioriius rotiindato-angulosis, minutis, coloratis stratum corticale efjicientìlms, intermediis majoribus, centralibus eìongatis angiistissimis. Folia pìerumque costata, 2)lana aut teretiuscula. Vesicnlae solitariae, petiolatae^ axilla- res vel foliorum petiolum afixae. Conceptacula diclinia in receptacula metamoiyhosi folli singuli aut rami foliigeri for- mata immersa. Oogonia in concej)taculo transversaliter singula aut panca, longitndinaliter numerosa, oosphaeras singulas (?) inclicdentia , parajìhysihis siviplieibus aut furcatis paucis obvallata- Antheridia obovoidea racemosa. 14 Sargassum Ag. >Sp. p. 1. — Syst. ju. XXX Vili. — Grev. Alg. Ir. f. XXIX. — Endl Gener. Sujjpl. Ili, p. 30, (imitai, limit. apud omnes). — J. Ag. Sp. I, p. 268. Fuci sp. Aiict. antec. — Pterocaulon, Sargassum, Spongogarpus, Haloghloa et Garpaganthus Kg. Pliyc. et Sp. Fronda caulescente, fogliosa e vescicolifera, costituita da uno sti- pite reso verrucoso dalle cicatrici delle parti cadute e da rami o cauli più 0 meno allungati e decomposti, lisci oppure irti di punte, pro- venienti da una foglia e portanti essi stessi delle foglie. Foglie tal- volta quasi filiformi, per lo più costituite da una lamina lineare lan- ceolata, sessile 0 brevemente picciuolata, col margine intero e den- tato, qualche volta forcuta o pinnatifìda, spessissimo (sempre nelle sp. mediterr.) percorsa da una costa che va dalla base all'apice. Ve- scichette quasi sempre sferiche, provenienti dalla trasformazione delle foglie, le cui lamine talvolta parzialmente persistono sotto forma di cingoli 0 di mucroni o di ariste apicali. Ricettacoli provenienti dall'ascella delle foglie, ma talvolta, per lo sviluppo del rametto che li porta che rimane senza foglie, dispo- sti in racemo terminale al rametto stesso. Goncettacoli unisessuali, dioici, contenenti degli oogoni trasversalmente singoli o pochi, lon- gitudinalmente numerosi, costituiti da una sola oosfera circondata da una membrana tenuissima, e poche parafisi semplici o forcute. Anteridi obovoidei, racemosi. Strati della fronda in numero di tre : corticale, sotto corticale e midollare. Strato corticale composto di cellule arrotondate o polie- driche, minute, intensamente colorate; Strato sotto corticale formato di cellule angolose, più grandi, scarsamente colorate ; Strato midol^ lare costituito da cellule allungate, filiformi, sottili. Il genere Sargassum è uno dei più vasti fra quelli compresi nella classe delle alghe. Esso comprende oltre a cento specie, ma fra queste due sole abi- tano il Mediterraneo. La altre trovansi per la massima parte nell'Oceano In diano, nel mare del Giappone, nell'Oceano Australe, nel mar Rosso, Notissimo è il Sargassum bacciferum per le immense masse galleggianti che forma nel- l'Atlantico. Secondo Giacobbe Agardh il a^. lacciferum si avanzerebbe sino sulle coste orientali della Spagna, ma poiché è per lo meno probabile che la comparsa di questa specie su quelle coste non sia che accidentale, e poiché io mai non l'ebbi se non dall'Atlantico, cosi é che non credo opportuno di am- metterla fra le specie mediterranee. 15 1. SARGASSUM LINIFOLIUM (TurnJ Ag. S. caule teretiiisculo ramisque siibcompressis, muricatis ; foliis lanceolato-linearihus plus mimisve elong atis, costatìs, inte- griusculis aut dentiailatis, vesiculis inpetiolo compresso saepe elongalo sphaericis muticis ; receptaculis racemosis verrucoso- Jil'forìnihis, racemis axìllarihus. Sargassum LINIFOLIUM Ag. Sp. p. 18, — S'yst. p. 300. — /. Ag. Sp. I, p. o4l. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lìg.p. 159. — Falkenlerg Meeralg. Neap. p. 245. — Hmick Meeresalg p. 299. Sargassum vulgare Zanard. Sijn. alg. Adriat. p. 241. var. so,lìoìfoli-uLi:n., caule hreviori devsius vestito^ vesi- culis dreviìis petiolatis, racemis contractis. J. Ag. ^p. I, p. 342. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig.p. 159. — Eri), critt. ital. Ser. I, N." 207. Sargassum saligifolium Bory 3forée p. 317, JV.° 1442. — IVacc. FI. ven. VI, p. 99. — J^g. Phyc. germ. p. 282. Fucus sALiGiFOLius Gììi. Hist fiic. ^. 98 ? — Bertol. in Opusc. se. di Bologna tom. 2, p. 287, toh. 10, fig. \, a, l. — Amoen. p. 283, M. IV, fig. 1. — Lamx. Ess. p. 16, pi. 7, fg. 2, >non Esper. F. ACiNARius var. Esper Icon. I, p. 130, tah. LIVI. Sargassum natans Nacc. FI. ven. VI, p. 98. Fucus NATANS Timi. Hist. I, tal). 46. — Delile Descrip. de VÈgypte A^.° 991, non L. F. LAVANDULAEFOLius DeliU l. c. JV.° 992 ? Sargassum vulgare Ag. Sp. p. 3, (excl. p.) — MenegU. Alg. ital. e daini, p. 12-22, tab. 1, fig. 2. — Delle Chiaje Hydr. Neap. p. 8, tal), VI 1(3 S. OBTUSATUM Bory Morèe ^. 317, N° 1441. — Kg. Sp. ;p. 612. — Tao. Phyc. XI, 20, //. S. DivERsiFOLiuM DelU CMajc Rydr. Neap. toh. XCIII. — Me- negli. Alg. med. ital. I, p. 9, non Àg. S. iNVOLUGRATUM DeNot. iSp. Alg. lig. N^ 2 ! S. BoRYANUM Montg. FI. cVAlgèr. p. 4, tal. 1, Jig. 3. — Kg. Sp. 2). 613. — Tab. Phyc. XI, 22, IJ. — Ardiss. Enum. Alg. Ancona p. 22. S. coARGTATUM Kg. Pìiyc. p. 361, iai. 37, ///. — Sp. p. 613. — Tab. Phyc. XI, 22, /. S. LiNiFOLiuM Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N.° 110. — Emim. Alg. Ancona p. 22. \biL Comune in tutte le regioni del Mediterraneo, nella prima zona di profondità ove per altro non risulta che sia confinato. var. lirrifoli-uim. , caule elongato natante laxius vestito, vesicKlis longius petiolatis, racemis elongatis. J. Ag. Sp. I, p. 342. — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. p. 159. Sargassum linifolium Delle Chiaje Hydr. Neap. p. 8, tab. VII. — Bory Morèe p. 317, i\^." 1444. — DeNot. Sp. Alg. lig. A^." 1 ! — Menegh. Alg. ital. e dalm.p. 23, tab. I,jig. 3, {excl. syn. Bertol.). — Montg. FI. d'Algèr. p. 6. — Kg. Phyc. genn. p. 282. — Sp.p. 614. — Tab. Phyc. X, 24. — Rabenh. Alg. Europ. iV." 1060. FuGUs LiNiFOLius Tum. Hist. Ili, p. 84, tab. 168. Sargassum Boryanum Hohenack. Meeralg, N. 433. Fucus acinarius Esper Icon. tab. LXV. 17 F. AciNABiA Gw. Hìst.fvc. p. 99, (eofcl. syn. L.). — Wulf. in Jacq; Coli. IV, ^. 343. — Crypt. ag. p. 30, (Jlde J. Ag. et Menegh.ì. Fuco AciNARA con foglie di mezzana grandezza. — Oinann. Op. jpost. I, tao. ìQ, fg. 31. Abit. Alto Adriatico (Hauck, Titius, Hohenacker) ; Jonio sulle coste della Grecia (Schmitz); Tirreno nel Golfo di Napoli (Martens); Mare ligustico; Mediterr. occid. sulle coste dell'Algeria (sec. Montg.). Vien detto natante e probabilmente cresce soltanto nella prima zona di profondità. Soltanto gli esemplari adriatici si possono considerare come determinati con sicurezza. L'esemplare del Martens pubblicato dal Rabenhorst è assai in- completo, quelli di Liguria imperfetti e quello dello Schmitz sterile. var. i3liaii.»tifoliti.i:i:i. , foliis furcato-pinnatijldis. J. Ag. S;p. I, p. 342. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig.p. 159. Sargassum vulgare var. Donati Zanard. Leti. I,p. 137 et Lett. Il, p. 34. — Syn. alg. Adriat. p. 242. S. LiNiFOLiuM var. Donati Menegh. Alg. ital. e dalm. p. 27. -— Kg. /Sj). p. 614. S. Donati A'g. Tal). Pliyc. XI, 23, 7. Fugo Aginara con foglie lunghe e strette. — Ginann. Op. post. I, ^. 19, tal. 19, Jlg. 36. Aginara con calde terete con li rami inferiori compressi e li su- periori rotondi. — Donati Saggio [ed. gali.) p. S3, pi. V,fg. 1. Sargassum diyersifolium Ag. Sp. p. 29. — Syst. p. 303. — Bory Morie p. 317, 7V.° 1443. — Kg. Sp. p. 616. FuGus DivERSiFOLius Tum. Hist. LI, p. 87, tal. 103. 18 Sargassum megalophyllum Monig. FI. d'Aìgér. p. 7, toh. \, fg. 1-2. — Kg. Sp. p. 615. — Tao. Pliyc. XI, 23, 11? S. HoRNSGHUGHii Eri. critt. ital. Sev. II, i\^.° 1441, non Ag. Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello); Adria- tico, Ionio, Tirreno, Mediterr. occid. (sec. gli autori). Nella seconda zona di profondità. Accettando il i^arere di Giacobbe Agardh sulla limitazione di questa specie e sull'ordinamento delle sue diverse forme, ne ho accettata anche la nomen- clatura, benché questa soddisfi piuttosto l'opportunità che la rigorosa osser- vanza delle leggi di priorità. Infatti senza tener conto dei nomi proposti dal Donati (1750) e dal Ginanni (1755), la specie qui descritta, prima che venisse in una sua forma illustrata dal Turner (1811) sotto il nome di Fucns linifolms, già era stata segnalata dal Gmelin in altre sue forme con quello di F. salici- foUus. Però conviene confessare che è difflcile di stabilire l' identità specifica della pianta del Gmelin con quella del Turner. Anzi secondo Montagne al F. saUci/olius dì Gmeìixì e Lamouroux corrisponderebbe il Sargassum Hornschu- chii Ag. Inoltre è d'uopo aggiungere che 1' Esper col nome di F. salicifolius descrisse una specie (S. longijolmm Ag.) diversa da quella del Gmelin. La proscrizione del nome imposto dal Gmelin non è adunque se non la conse- guenza dell'incertezza che regna sulla natura specifica della piatita cui esso appartiene. In quanto al nome di Fucìis Acinaria non può essere conservato che per la specie sotto dì esso descritta da Linneo, che è diversa da quella omonima di Gmelin, Esper, Wulfen, ossia à^àV Acinaria di Donati e di Ginanni e che appartiene esclusivamente ai mari delle Indie e della China. Fra le citazioni dalle quali ho fatto seguire il nome specifico di S. lini- folium, sono rigorosamente appropriate quelle di J. Ag. Sp. e di Ardiss. e Straff. Emtm. Alg. Lig., non già le altre, poiché Carlo Agardh distinse S. Unifolimn, S. diversiJoUum e «S*. mdgare, riferendo a quest'ultimo parecchie forme che appartengono al primo e 1' Hauck ed il Falkenberg non hanno ac- cettata la distinzione di alcuna varietà di ^S*. lini/oUum, né date indicazioni sufficienti per ben definire l'estensione che essi accordano a questa specie. Le prime due variptà quantunque, stando al confronto delle frasi diagno- stiche, sembrino benisdunu distinte l'una dall'altra, pure nella pratica non sempre si possono agevolmente separare. Tuttavia quando si consideri l'aspetto generale della piant i, ossia l'insieme dei caratteri piuttostochè ciascuno di essi separatamente, a mio avviso la distinzione si può sempre praticare. Né si può chiedere di più trattandosi di unità tassonomiche cui non si accorda grado superiore a quello di varietà. La terza varietà è distintissima dalle prime due, ma variabilissima essa stessa sopratutto per la larghezza delle sue foglie, che ora è limitatissima ed ora emula, senza però raggiungerla, quella delle foglie del Sargassum Horn- schuchii. 19 Da tutte e tre le varietà di Sargassum linifolium qui ammesse, sembre- rebbe distinto il Sargassum lunense Caldesi (in Atti del Congresso dei naturalisti italiani) pubblicato xieWErhario crittogamico italiano Ser. /, iV.o 4319 e la di cui frase diagnostica trovasi ripetuta nella Enumerazione delle Alghe di Li- guria di Ardissone e Straiforello, (p- 160 J. Questa forma, che per quanto mi é noto non è mai stata raccolta fuori del Golfo della Spezia e della quale io non ho altri esemplari che quelli comunicatimi direttamente dall'Autore e quelli altri da esso pubblicati nell' Erbario crittogamico italiano, per le sue foglie che giungono a misurare sino 14 centimetri di lunghezza, sembre- rebbe meritevole di essere riconosciuta come autonoma, però non conoscen- dola che nello stato sterile, né trovando indicazione sufficiente dei suoi ricet- tacoli nella frase diagnostica dell'Autore, non oso separarla dalla specie qui descritta. SARGASSUM HORNSCHUCHII Ag. /y. cmtle compresso angulato laevi, foliis lanceolatìs, costatis, un- dulaU's denfatisqiie, 'cesiculis in 'petiolo tereiiusculo sphaericis ormticis ; receptaculis racemosis, ovato - lanceolatìs, racemis terminalibus initio contractis, serius 'calde elong atis. Sargassum Hornschuchii Ag. Sp. p. 40. — Syst. p. 308. — Za- nard. Syn. alg. Adriat. p. 242. — Menegli. Alg. ital. e dalm. p. 9, tal). I, Jig. 1. — /. Ag. Alg. w,ed.p. 54. — ì^p. I.p. 321. — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. p. 160. — FalJienlerg Meevalg. Neap. p. 245. — Haucli Meeresalg. p. 301. — Eri. critt. ital Ser. I, iV.° 208. Stichophora Hornschuchii Kg. Phyc. germ. p. 282. — iSp. p. 627. Tal). Phyc. X, 71, /. S. vuLGARE var. sALiGiFOLiuM Ag. Sp. p. 5. — Syst. p. 294, (fide J. Ag.). S. sALiciFOLiuM Moutg. FI. d^Aìgèr. p. S. S. ANGEPs Pelle Oliiaje Hydr. Neap. tal. LUI. S. AMYGDALiFOLius BoTy Moféc A^.° 1440, {fide Montg.). S. NATANs Nacc. FI. ven. VI, p. 98, fecccl. syn.). 20 Fuaus NATANS Bertol, Amoen. p. 220, non Tiirn. Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo, poco frequente. Nella seconda zona di profondità. Da uno stipite arrotondato, del diametro di circa 3 millimetri e dell'al- l'altezza di pochi centimetri, sorgono più cauli che si innalzano sino a due de- cimetri e più. Da questi cauli, che sono compressi, a sezione quasi trapeziforme, lisci, ma talvolta lateralmente forniti di piccoli denti distanti, partono le fo- glie, le quali riescono quasi sessili, lanceolate, lunghe da 3-7 centimetri, larghe da 6-15 millimetri, ondulate e dentate nei margini, percorse dalla base al- l'apice da una nervatura distintissima. I pori muciflui o mancano o trovansi sparsi verso i margini, non già in serie parallele presso la costa come nella specie precedente. Le vescichette vengono portate da un brevissimo pedicello arrotondato, sono sferiche, grosse quanto un pisello, mutiche. I ricettacoli hanno circoscrizione ovato -lanceolata e nascono su rametti ascellari, sui quali da ultimo trovansi disposti a guisa di pannocchia resa terminale dalla man- canza delle foglie. Poiché qui non è questione se non di alghe mediterranee e l'autonomia di questa specie per quanto p;ire non è contestabile, sarebbe ora superfluo di confrontarla con le tìpecie oceaniche alle quali più rassomiglia. Basterà quindi di notare che si distingue dalie innumerevoli forme delia specie precedente per la larghezza delle sue foglie, che nel S. linifolium per lo più non raggiungono e raramente superano 5 millimetri, per la forma arrotondata del picciuolo che porta le vescichette, per la disposizione terminale dei suoi racemi, per la mancanza delle punte, che nel S. linifolium rendono irto il caule specialmente nelle sue porzioni più giovani. Per la somma di questi caratteri il S. Eornschuchii si distingue facilmente dalle prime due varietà del S. linifolium, non così però dalla terza, che talvolta ha foglie larghette e racemi terminali, tuttavia questa si potrà sempre distinguere da quello ove si ponga mente che in essa le foglie sono per lo più forcato-pinnatifìde e lineari allungale anziché lanceolate, ed i ricettacoli trovansi bensi riuniti in racemi terminali, ma sono filiformi e non già ovato-lanceolati. €¥liTOIiEIR;t Ag. Ffons caulescens ramosa, dichotoma ani pinnata, ramis nunc te- retihus Ime ilhic saepe in vesiculas ut plurimum numerosas concatenatas injiatis, nunc planis nervo mediano liaud raro percursis, margine dentato-spimdosis e triplici strato cellu- larum constituta ; cellulis exterioriljus rotundato - angidosis minutissimis color atis , intermediis majorihus elong atis cen 21 tralihus angustissimis. Oonceptaciila hermaphrodita rarkcs di- clima, mine in ramulis sjpinuliformihus injiatis sejunctis vel in receptacuUim projprkmi connatis coalita, mmc in ramuloncm apicihcs incrassatis et receptaculum terminale tuherculosum efformantihus immersa, rarius prope lasim ramulonim evoluta. Oogonia parietalla subsessilia oospìiaeram singulam includentia ^araphysihus simpliciorìbus obvallata. Antheridia olovoideafa- sciculata aut racemosa. Gystoseira Ag. 8_p. p. 50, (excì. sj).). — Menegh. Alg. ital. e dalm. p. 30, tal). II. — J. Ag. Alg. med. p. 46. — Sp. I, p. 213. — Vallante Monographie die Cystoseiren in Fauna und Flora des Golf, von Neapel. Treptagantha, Halerica, Phyllagantha, Gystosira et Hormophysa Kg. Phyc. p. 353, tal. 37, IL Fronda provveduta di un caule robustissimo, arrotondato, per io più assai grosso ed allungato, semplice od anche più o meno ramoso, colla superfìcie liscia oppure rugosa, verrucosa, iisuta, qual- che volta per lungo tratto coperto da grossi tubercoli (tqfuli) ovoidei, conici od oblonghi a seconda delle specie, lisci o spinolosi, rappre- sentanti le basi ingrossate dei rami ordinari che da essi procedono e che più frequentemente sorgono direttamente dal caule primario o dalle sue proprie ramificazioni. Rami ordinari (foglie di alcuni autori) sorgenti con distanza ango- lare di 144° (1), ora arrotondati e spesso qua e là forniti di numerose vescichette innate, sotlo stanti ad un rametto semplice o ramelloso, talvolta solitarie ma per lo più concatenate in 3-6, od anche di ra- moscelli spinoliformi, ora appiattiti e glandulosi , non raramente percorsi da una nervatura mediana e provveduti di denti marginali più 0 meno allungati ed acuti, seghettati o spiniformi, che rappre- sentano altrettanti rametti. Strati della fronda in numero di tre : strato corticale costituito da un'assisa di cellule minute, rotondato-angolose, intensamente co- lorate ; strato mediano composto di cellule poliedriche alquanto al- lungate nella direzione dell'asse, gradatamente più grandi verso l' interno ; strato midollare formato da cellule filamentose, sottili. (1) Vallante 1. e p. 7. 22 Concettacoli ermafroditi, raramente unisessuali, svolti ora in numero di 1-4 alla base delle spinette, rese turgide od anche con- fluenti in modo da formare un ricettacolo amentiforme, ora agli apici dei rametti ordinari (spesso su quelli che spuntano dalle vescichette) così trasformati in ricettacoli tubercolosi o verrucosi più o meno allungati, in una sola specie [C. opuntioides) riuniti in rigonfia- menti situati verso la base dei rami secondari. Oogoni parietali, quasi sessili, contenenti una sola oosfera e circondati da parafisi semplici 0 scarsamente ramose. Anteridi ovoidei fascicolati o racemosi. Eccettuata la C. fimbriata che è annua o raramente biennale, tutte le altre specie di questo genere sono perenni. Dopo il primo periodo fruttifero, il caule si spoglia per produrre nuovi rami normali ed avventizi, quelli dall'apice que- sti dalle cicatrici lasciate dai i-ami caduti, cosicclié Li sua altezza procede coU'età della pianta, ma in misura assai diversa a seconda della specie. Il genere Cystoseira è uno di quelli che meglio caratterizzano la Flora del mare Mediterraneo. Infatti una metà circa delle specie che esso comprende appartiene a questo mare in modo esclusivo o quasi e si trova diffusa su tutta o pressoché tutta la sua costiera. Delle dieci specie di Cystoseira mediterranee qui ammesse, una sola (C. discorsj si avanza nel mare del Nord. Delle altre, sette rimangono confinate nel Mediterraneo e due fC. concatenata, C. Ahies marina) giungono sino alle Isole Canarie ed alle coste del Portogallo. Il mare del Nord possiede tre sole specie che mancano al Mediterraneo (C. fibrosa, C. grantdata, C. ericoides). In quanto alle specie particolari al mar Rosso, all'Oceano Australe, alle coste della California, per quanto pare non oltrepas- sano il numero di sei. PROSPETTO SINOTTICO DELLE SPECIE DEL GENERE CYSTOSEIRA. Sez. 1.^ Eucystoseira — Fronda vescicolifera, col caule senza tofuli, coi concettacoli apicali confluenti ; 1. Senza spinole, rametti distici, vescichette ellittiche ramose all'apice, C. firabriata rametti per ogni verso, vescichette ellittico -allungate, concatenate. C. Ho^pii 2. Con spinole, rametti distici, vescichette ramose od anche concatenate in poche, spinette sotto forma di denti marginali e di setole spai'se sui rami adulti, C. discors 23 rametti per ogni verso, vescichette quasi sferiche, mi- nute, numerosissime, strettamente concatenate, spinette gracili, suhulate. distanti, C. concatenata Sez. 2.^ Acanthocladia. — Fronda non vescicolifera, spinolosa; 1. Caule senza tofuli, Spinette scarse, sparse, brevi, acute, concettacoli con- fluenti in ricettacoli apicali. C. crinita Spinette numerose ma distanti, subulate, aperte, con- cettacoli alla base delle spinette apicali. C. selaginoides Spinette dense, subulate, spesso forcute, concettacoli confluenti in ricettacoli apicali cilindracei. C. amentacea 2. Caule con tofuli, Spinette dense, grosse, le inf. bi-moltiQde, concettacoli alla base delle spinette apicali, tofuli ruvidi, ovoide!, sessili. C. coì'ìticulata Spinette sottoforma di denti marginali, concettacoli alla base delle spinette apicali, tofuli ruvidi, conici, sessili. C. Ahies marina Spinette distanti , subulate, concettacoli confluenti in ricettacoli alla base dei rami secondari, tofuli lisci, pedicellati, oblonghi. C. opuntioides Sect. 1.^ Eucystoseira. Fronde vesùmlosa, inermis aiit spinulosa. 1. CYSTOSEIRA FIMBRIATA (Desf.) Bory O. calde suhnidlo , ramis inferioriius ancipitihus suhcostatis , crassis, disticlie suMninnnatiJldis, infegerrimis, superioribics Jiliformihus ; vesictdis magnis ellipticis ex apice ramosis ; recejjtaculis spini formil)us, palmato multijidis, vesiculas ajpice laterihusgue coronantibus. Gystoseira FiiMBRiA.TA Bovì) Movèc A^." 1447. — Montg. FI. d'Al- gér. lì. 20. — Kg. Sp. p. 601. FuGus FiMBRiATus Dcsf. FI. Atl, tou. Il, j^. 423, tad. 259, (1798). — Lamx. Diss. ]). 70, tab. 34 et 35, FuGUs GOMPREssus Es]per Icon. p. 152, tah. 77, (1800), — Wtdf Cryp, ag. p). 50, (1803). 24 Gystoseira abrotanifolia Ag. iSp.p. 63. — Syst.p. 284, [excl. syn). — Bory Morèe NP 1448. — Zanard. Lett. II, p. 36. — Syn. p. 245. — BeKot. Sp. Alg. Lig. N." 8 ! — Menegh. Alg. ital. e dahn. p. 92, — /. Ag. Alg. med. p. 52. — Sp. I, p. 225. — Montg. FI. d'Algèr. p. 19, tal. 7. — Kg. Sp.p. 600. — Tal). Pìiyc. X, 47, /. — Ardiss. Enim. Alg. Sicil. iV.° 107. — Alg, Ancona p. 22. — Ardiss. e Straf. Emcm. Alg. Lig. 'p. 158. — Falkenlerg Meeralg. Neap.p. 245. — Hauck Meeresalg.p. 298. — Valiante Monogr. die Cystoseìren p. 14, tal). 4! -— Holie- nacler Meeralg. N.'* 72, 430. — Rdbenli. Alg. Furop. N."" 1057. — Erh. critt. ital. Ser. I, i\^.° 26, Ser. II, .Y." 522. Fucus ABROTANiFOLius BelU CMaje Hydr. Neap. p. 1, tal). II, non L. Gystoseira concatenata Nacc. FI. ven. VI, p. 98. Fucus GONGATENATUs Bertol. Amoen. p. 286, non L. Gystosira elata Kg. Sp. p. 600. — Tal). Phyc. X, 47, IL G. microcarpa Kg. Phyc. p. 357. — Sp. p. 600. — Tah. Phyc. X, 48, c-e. G. divaricata Kg. Phyc. p. 357. — Sp. p. 600. — Tah. Phyc. X, 49, e-f. G. patentissima Kg. Sp. p. 600. G. FILICINA Bory Morèe N."" 1446, pi. XXXVII. — Menegh. Alg. ital. e dalm. p. 90. — /. Ag. Sp. I, p. 227. —Kg. Sp.p. 601. G. GLOMERATA Kg. Phyc p. 358. — Sp. p. 601. — Tal). Phyc. X, 49, /. G. SQUARROSA Tah. Phyc. X, 48, /. G. leptogarpa Kg. Sp. p. 599. — Tal. Phyc. X, 46, //. C. PUMiLA Montg. — - Kg. Tal. Phyc. X, p. 18, tal. 50, /. Abit. Comune ovunque nella prima zona di profondità. 95 Le variazioni di aspetto che presenta a seconda del grado e delle condi- zioni di sviluppo, danno ragione della sua vasta sinonimia. Tuttavia ai di- stingue facilmente da tutte le specie congeneri per ciò che apparisce quasi priva di caule, per 1 suoi rami primari numerosi, compressi, distico ramellosi, quasi costati, ingrossati nel mezzo ed assottigliati nei margini, bi o tripinna- titidi con le lacinie intere. É ben caratterizzata anche dalle sue vescichette che sono grosse (lunghe sino 8 millimetri, larghe sino oltre 2 millimetri) ra- mellose agli apici, per lo più solitarie, talvolta concatenate in pochissime. Tutta la fronda raggiunge comunemente l'altezza di 25-10 centimetri. Il Fncus ahrotanifoiius di Linneo, descritto su esemplari autentici da Goo- denough e Woodward (Limi. Trans. III,p. ^26) credo col Greville che non sia specificamente diverso dai F. discors e F. foeniculaceus dello stesso autore. La descrizione che ne danno Goodencugh e Woodward, non può adattarsi alla Cystoseira alrotanifoUa degli autori moderni, alla quale corrispondono invece il F. compressus dell' Esper ed il F. Jimhriatus del Desfontaines, egregiamente illustrato dal Lamouroux. Evidentemente Carlo Agardh sotto il nome di Cystoseira abrotani/olia de- scrisse il F. Jimhriatus Desf. che egli però confuse col F. abrotanifolius L. , co- me lo attesta non solo la sinonimia ma anche VEahitat che dà della sua specie. Da ciò ne viene la necessità incresciosa di dover mutare ad una delle spe- cie più volgari il nome sotto del quale è generalmente conosciuta da quasi mezzo secolo. Ma se la rettificazione è giusta non sarà meno opportuna per ciò che è tardiva. Fra i due nomi di F. compressus e F. Jimlriatus, pressoché contemporanei e dei quali non è agevole stabilire la data con precisione, perchè l'opera dello Esper è stata pubblicata in più tempi, scelgo volontieri il secondo, come quello che probabilmente è il più antico, che è stato già usato da parecchi autori e che in ogni caso rappresenta una forma ben nota, illustrata da una figura che non lascia nulla a desiderare. 2. CYSTOSEIRA HOPPII Ag. C. caule triinciformi nodoso, elong ato, varimode dimso, ramis ramulisgìie decomposito-jnnnatis, flexuosis, ])atent%biis , jìlifor- mibus, undique egredientibus ; vesiculìs elong ato-ellipticis con- catenoMs, ramo diviso coronatis, aliquando subnullis ; recep- tacuìis terminalihus fusiformibiis, j^lus mimisve elongatis, mucronatis. f. vesUmlis subnullis. Cystoseira barbata Ag. Sp. I, jp. 57. — Sysf.p. 283, {partim). — DeNot. iSp. Alg. Lig. iV.° 6 ! — Menegh. Alg. ital. a dalm. 26 p. 79, (jiàe syn. Bertol.). — Montg. FI. cVAIgér. p. 17. — Kg. Sp. p. 599, (excl. loc. ocean.). — Tal. Phyc. X, 44, a-c. — Falkeìiberg Meeralg. Neap. p. 246, (Jide syn.). — Vallante Ifonogr. die Cystoseiren p. 15, tah. V. — Hauck Meeresalg. p. 296 ! G. BARBATA var. TuRNERi /. Ag. Alg. med. p. 50. — Sp. I, p. 223. FuGUs BARBATUs Tum. Hìst. IV, p. 136, tao. 250, iea^cl. syn. plur). — Delle Chiaje Hydr. Neap. p. S, tal. III? ? Gystoseira granulata BeNot. FI. capotar, p. 192. GisTosEiRA ABETE MARINA Nacc. FI. 'ceu. VI, p. 96, vav- e. Fucus ABiEs Bertol. Amoen. p. 287, tal. IV, jlg. 2, e. F. FOENiGULACEUs Wulf. Ìli Coll. Jacq. 1, p. 360, A^.° 139. — Orypt. aq^- N.° 21, [excl. syn. omn.]. Gystosira BARBATA VERRUCOSA Kg. Tal. PJiyc. X, 44, ///. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 159. G. barbatula Kg. Tal. Phyc. X, p. 17, tal. 46, 7. /. vesiculis magnis mimerosis. Gystop.eira Hoppii Ag. Sp. p. 59. — Syst. p. 283. — Zanard. Syn. alg. Adriat. p. 243, [excl. syn. pi.). — De Nat. Sp. Alg. Lig. N.° 7. — Menegh. Alg. ital. e dalm. p. 74. — Montg. FI. d'Algèr. p. 16. — Kg. Phyc. tal. 37, fig. II, {Anatomia). — Sp. p. 599. — Tal. Phyc. X, 45. — Valiante Monogr. die Cystoseiren p. 16; tal. Vili. — Eohenacher Meeraìg. N.'^ ^2\. — Eri. critt. ital. Ser. I, N.° 526, Ser. II, N.'' 473. G. barbata var. Hoppii /. Ag. Sp. I, p. 223. G. GRANULATA Dellc CMajc Eyà)\ Neap. p. 8, tal. V. G. granulata V. MAGROGYSTis Dc Not. FI. caprar. p. 192. 27 C. GRANULATA V. EsPERi Aq. — 3Ienegìi. Alg. ital. e dalm. 2^. 70. GrsTosEiRA ABETE MARINA Nacc. FI. ven. VI, p. 96. FuGUs Abies Bertol. Aììioen.p. 287, tal). IV, Jig. 2, a. F. GONCATENATUs Bspev. — Wulf. Qvìjj^t. aq. p. 49, JSlP 26. Gystosira Hoppii B. aurantia Kg. Sp. y. 599. G. AURANTIA Kg. Phyc. p. 357. — Tah. Phyc. X, 45, // Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo, nella prima zona di profondità, '^'^ e 5.^ sotto zona. Frequente su molte spiaggie quali quelle della Liguria orientale, delTAdria- tico ecc. ove trovasi rigettata dalle onde. Col nome di Fucxis harlatus Goodenough e Woodward distinsero una forma che il Gmelia aveva confusa con il Fuctcs foeiiiculaceus di Linneo e che se- condo quanto essi asseriscono sarebbe stata raccolta dall' Hudson sulle coste del Devonshire, ma se cosi fosse realmente il F. harlafus dei eh. autori in- glesi sarebbe diverso dalla specie che in seguito vi venne riferita, la quale tro- vasi confinata nel Mediterraneo. Conviene però notare che il Gmelin dice del suo F. foeniculaceus « Locus oceanus ; mare Mediterraneum » per cui vi è luogo a credere che egli sotto quel nome abbia comprese due cistosire diverse, oppur anche la sola specie mediterranea e che abbia citata la località oceanica secondo l'Hudson. Quindi ove si volesse supporre che Goodenough e Woodward nel descrivere il loro F. harhatus abbino considerata soltanto la forma mediterranea e che la cita- zione del Devonshire come località della loro specie non sia se non la conse- guenza di una trascrizione erronea, si potrebbe anche ammettere che alla spe- cie dei citati autori inglesi corrisponda la C. burlata degli autori moderni an- ziché altra specie. Carlo Agardh sotto il nome di C. barbata comprese se non tre almeno due specie diverse e cioè: 1" Il Fuais barbatus Good. et Woodw. ; 2." 11 F. foeni- culaceus Wulf. che corrisponde con sicurezza alla specie mediterranea in que- stione ; o.° il F. crinilus Desf. la cui autonomia è ora generalmente ammessa. Nello stesso tempo egli dava il nome di C. Hoppii ad una forma che io non credo essere specificamente diversa dal F. foeniculaceus Wulf Se cosi non fosse, forse converrebbe abbandonare il nome troppo incerto di C. barbata e sosti- tulrlo con quello di C. Wulfeni, poiché il Wulfen è il primo .\utore che abbia descritta la C. barbata degli autori moderni in modo da non dar luogo a dub- biezze e poiché il nome di C. foeniculacea sotto del quale egli egregiamente la descrisse, per più motivi non potrebbe adottarsi. 28 Preferendo il nome di C. ffoppii non mi dissimulo clie ne aoffre la legge di priorità, ma anclie la cliiarezza e l'opportunità hanno le loro esigenze e queste nel caso in questione, mi pare clie debbano prevalere su di ogni altra considerazione. La Cystoseira larhata di Turner e degli autori moderni è stata confusa dal Bertoloni e dal Naccari col Fucus Ahies marina Gm. (Hist. fuc. p. 83, tah. II, A, flg. 1.) che comprende due specie diverse: l'una (C. granulata Ag.) corri- spondente alla descrizione, l'altra fC. Ahies marina) alla figura. Dall'avere poi Carlo Agardh [Sp. SS) riferita erroneamente alla sua C. granulata le fìg. a e e del F. Aiies Bertol. , ne venne che alla C. granulata. De Notaris e Meneghini riferirono a torto la C. barbata. De Notaris nella Florula Caprariae (1840), indotto in errore da C. Agardh, chiamò C. barbata la C. crinita, che corrisponde alla var. b del F. Ahies Ber- tol. e C. gramolata le forme della stessa specie che corrispondono alla C. bar- bata ed alle var. a e e del F. Ahies Bertol. Nello Specimen Algologiae maris li- gustici (1842) egli però correggeva il nome di C. gramolata con quello di C. Hoppii. Meneghini (1842) ripeteva l'errore del De Notaris riferendo alla C. gra- nulata alcune forme della C. barbata, e finalmente Giacobbe Agardh (1842) men- tre distingueva il F. foeMCulaceus Wulf. dalla C. Hoppii Kg, , riferiva entrambe queste forme, come varietà alla C. barbata di Good. e Woodw. dando alla pri- me il nome di v. Tiirneri. Fra gli autori moderni l' Hauck nega l'autonomia della C. Hoppii ed il Vallante la sostiene. Io per quanto mi sia affaticato affine di distinguere que- sta specie dalla C. barbata, non ho mai potuto riscontrarvi un solo carattere differenziale di qualche valore, cosicché è all'opinione del primo che inclino ad accostarmi. La presenza delle vescichette sulle forme che vengono riferite alla C. Hop- pii non può valere a separare queste forme dalla C. barbata, dal momento che si ammette generalmente esserne questa talvolta provveduta, ed anzi lo stesso Vallante ammette che, almeno in parte, dipenda dalla profondità alla quale cresce la pianta ; né maggiore importanza saprei accordare alle dimensioni ed alla disposizione delle stesse vescichette, che possono vedersi a variare anche su di una stessa fronda. Il supposto carattere differenziale tratto dalla posizione dei ricettacoli, che nella C. Hoppii si troverebbero in continuazione dell'ultima vescichetta, evi- dentemente non è che una conseguenza di quello di cui si è già dimostrata la poca consistenza. Rimarebbe la varia lunghezza del caule, che sarebbe mag- giore nella C. barbata, la forma dei rami, che sarebbero arrotondati in questa alquanto appiattiti nella C. Hoppii, ma coi materiali che ho alla mano a questi caratteri nel caso di cui è questione, non saprei accordare una grande impor- tanza. Noterò per ultimo che mi sono astenuto dal citare la C. barbata verrucosa dell'Erbario crittogamioo italiano (Ser. 1, N. 851) perciocché nella mia colle- zione non è rappresentata chi da un esemplare imperfetto, sulla cui determi- nazione io non potrei formulare alcun fondato giudizio. 29 5. CYSTOSEIRA DISCORS (L.J Ag. C. caule gracili teretiuscolo verrucoso, apice coryììiboso-ramoso, ramis junior ihis planis, costatis, lineari-lanceolatis, distiche ^innatis, dentatisi adultiorihis siìhjlliformi'bus inferne nudiu- sculis setoso-hirtis, superne decomjmsito-pinnatis ; vesiculis ramosis rarius concatenatisi terminalibus recej)tacula ovoidea distiche gerentibus. Gystoseira DISCORS Ag . Sp. p. 62. — Syst. p. 284. — Nacc. FI. ven. VI, p. 97. — Delle Chiaje Hydr. Neap. tal. LIL — Diihy Boi. Gali. Il, p. 937. — Zanard. Lett. Il, p. 56. — Syn. p. 244. — DeNot. Sp. Alg. Lig. iV'." 9 ! _ Menegh. Alg. ital. e daini, p. 83. — /. Ag. Alg. med. p. 51. — Sp. I,p. 224. — Montg. FI. d'Algèr. p. 17. — Kg. Sp. p. 601. — Tah. Phyc. X, 51, //. — Ardiss. Enuni. Alg. Sicil. jV.° 108. — Ardiss. e Stra^f. Enum. Alg. Lig. p. 158. — Falkenberg Meerdlg. Neap. p. 245. — Hauch Meeresalq. p. 297 ! — V aliante Monogr. die Cystoseiren p. 17, tal). Vi! — Hohenacher Meeralg. N.^ 551. — Fri), critt. ital. Ser. /, N."" 1484, Ser. li, N-"" 569. Fucus DISCORS L. Syst. ed. XII, p. 717, N."" 48. — Esper Icon. /, p. 59, tab. XX VI. — BeìHol. Amoen. p. 284. Gystoseira foenigulagea Angl. — Xg. Tab. Phyc. X, 51, /. — Eohenacher Meeralg. i\^.° 431. Fucus foenigulaceus L. l. e. JV.'' 20. — Ttirn. Hist. IV, p. 134, tab. 252. F. ABROTANiFOLius Z. — Good. et Woodw. Linn. Trans. lll,p. 126. var. i>sMa.io"Li.latsi. , vesìculis ellipticis concatenatis. G. DISCORS V. PANicuLATA Ag. l. c. — Mencgh. l. e. p. 88. Cystosira paniculata Kg. Phyc. p. 357. — Sp. p. 599. — Tab. Phyc. X, 45, ///. — Erb. critt. ital. Ser. l iV.° 1246. 30 Abit. Fn tutte le regioni del Mediterraneo. Comune qua e là sugli scogli a poca profondità, specialnionte nelle località riparate. Si avanza anche nella seconda zona di profondità. Il caule che è corto e gracile in confronto di quello delle altre specie dello stesso genere, sorge da una larga callosità discoidea e porta verso l'alto, quasi disposti a corimbo, dei rami che nello stato giovine riescono piani, costati, li- neari, lanceolati, larghi circa 2 3 millimetri, distico -pennati, inegualmente den- tati nei margini, ed in quello adulto compariscono invece inferiormente sem- plici o quasi, poco compressi, coperti di numerosissime spinette che quasi si direbbero setole brevi e rigide, superiormente decomposto-pennati coi rametti filiformi, lunghissimi, talvolta provveduti di vescichette ellittiche, ramose, che, eccettuata la /. paniculata nella quale si concatenano in 5-6, rimangono soli- tarie 0 tutt'al più si riuniscono in numero di due o tre. I concettacoli nasco- no sui rametti terminali più prossimi alle vescichette e che sono essi stessi rigonfiati, ovoidei. In questi rametti essi confluiscono per formare i ricettacoli. L'altezza di tutta la fronda comunemente non va oltre i 30 centimetri. Quantunque abbia portamento assai diverso a seconda dell'età e forse anche a seconda delle condizioni di sviluppo, pure può sempre distinguersi dalle specie alle quali più rasson i;^lia (C. Jimlriata, C. Hofpii, C. crinita) per suoi rami fogliformi nello stato giovine, irti di setole in quello adulto. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico. 4^. CYSTOSEIRA CONCATENATA Aq. C. caule trunciformì, gracili, laem ; ramis iasì incrassatis pin- nato-ramosissimis , ramidis alternis vel opjjositis, juniorihus ylanis angustis costatis, òasi simpliciuscidis apice pinnatifidis, adultiorilms flìiformihus laxe spinulosis, spinulis sulmlatis ; vesiculis mimttis, numerons, concai enati s ; receptaculis lanceo- latis ad apicem ramulorum evolutis. Gystoseira concatenata Ag. Sp. p. 57. — Syst. p. 283. — /. Ag. Alg. med. p. 48, (excl. var. a.). — Sp. I, p. 218. — Monig. FI. d'Algér. p. 15, tal). 6. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 158 _ Erb. crift. ital. Ber. I, N."" 850. Phyllagantha concatenata Kg. Pliyc. p. 355. — Sp. p. 956. — Tab, Phijc. X, 29, II, — Ardiss. Enum. Alg. Sicil A^.° 104. 31 Gystoseiea granulata t\ coNCATEKATA Meuegìi. Alg. ital. e dalm. p. 61. Fucus GONGATENATUS Z. S_p, II, p. 1638 ? ? -- Syst. ed. XII, Phyllagantha Boryana Kg. Phyc. p. 355. — Sp. p. 597. — Tdb. Phyc. X, 29, III — non Holienacìier Meeralg. N." 553. Ph. setacea Kg. Phyc. ]). 356. — Sp. y. 598. — Tal. Phyc. X, 33, ni, IV. Ph. trighophylla Kg. Phyc. p. 356. — Sp. p. 598. — Tab. Phyc. X, 34, I Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo, eccettuata l'adria- tica, ma piuttosto rara. Nella prima e forse anche nella seconda zona di profondità. Si distingue dalle specie congeneri che più le rassomigliano (C. Hoppii, C. selaginoides) per la gracilità di tutte le sue parti, per la minutezza delle ve- scichette le quali sono poco allungate e strettamente concatenate, per le spi* ne che riescono sparse, distanti, ineguali e per lo più brevi, subulate, assai acute. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico, ma soltanto nella regione contigua al Mediterraneo, quale è quella che bagna le coste del Portogallo e le Canarie. Del Fucus concatenatus di Linneo, oltre due frasi dello stesso autore, se ne ha una terza [Good. et Woodw. Linn. Tr. Ili, p. 486) desunta dalla pianta con quel nome conservata nel di lui erbario. É di quest'ultima che Carlo Agardh tenne maggior conto nel determinare la sua C. concatenata perchè le prime due non danno idea precisa della specie cui si riferiscono. Da ciò ne venne che il F. concatenatus di Linneo venne riferito dal Turner al F. graìiulatus e che il Bertoloni sotto il nome di F. concatenatus (Amoen. p. 286) descrisse una forma la quale evidentemente appartiene al F. fimlriatus Desf. In quanto alla Phyllacantha Boryana pubblicata nelle MeeraJgen dello Ho- henaker, essa evidentemente appartiene alla C. granulala Ag. Sect. 2." itcanlliocladia. Fronde visiculis destituta, spinulosa. 32 5. CYSTOSEIRA CRINITA (Desf.J Dub. 0. caule trunciformi, elong ato, nodoso, par ce diviso, apice dense ramoso, ramis fasciadatis hasi aequalihus, pinnatis, jvmiori- lus snoplanis, costatis, angustis, adultiorihis Jlliformihus, ramulis phiries dicJiotomis sparse sjnnulosis ; spinulis siìhu- latis sìmpUciusculis supremis fertiltbus in receptacula vemi- coso-Jiliformia laxe spimilosa coalescentibus. Gystoseira crinita Duljg Boi. gali. II, p. 936. — Bory Morèe p. 320. — DeNot. iSp. Alg. Lig. iV^.° 5 ! — Menegli. Alg. ital. e dalm. p. 53. — /. Ag. Alg, oned. p. 49. — Sp. I, p. 223. — Montg. FI. d'Algèr. p. 12, tao. 3. — Kg. PJiyc. p. 358. — Sp. p. 601. — Tad. Phyc. X, 53, /. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 158. — Falkenberg Meeralg. Neajp.j). 246. — Eauck Meeresalg. p. 296. — Valiante Monogr. die Cysto- seiren p. 18, tal). Vili! — Erh. criti. ital. Ser. I, iV.° 852. Fucus cRiNiTUs Besf. FI. AH. II, p. 425. — Lamx. Ess. p. 18. — Belile Egypte N.° 999. non Gm. F. Abies var. B. Bertol. Amoen. p. 287, tah. IV, jig. 2. l, {excl. syn.). Gystosira. flaccida Kg. Phyc. p. 358. — Sp. p. 601. — Tab. Phyc. X, 53, //. G. CRYPTAGANTHA SQUARROSA Kg. Phyc. p. 358. — Sp. p. 601. — Tab. Phyc. I, 54. G. ROBUSTA Kg. Phyc. p. 358. — Sp. p. 601. G. BARBATA BcNot. FI. Capvar. p. 92, (fide syn.). Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo. Non molto frequente. Nella prima e nella seconda zona di pro- fondità. Più cauli semplici o scarsamente divisi per lo più sorgono da uno stesso callo radicale discoideo assai robusto, raggiungendo il diametro di 2-3 milli- 33 metri e l'altezza di quosì un decimetro od arche più secondo le indicazioni degli autori. Nudi nella loro porzione inferiore e nodosi per le cicatrici dei rami già caduti, questi cauli non portano rami se non nella loro porzione superiore. I rami in buon numero affastellati, nello stato giovine riescono alquanto appiat- titi e costati ma assai stretti ; in quello adulto compariscono filiformi, penna- ti, coi ramoscelli ripetutamente dicotomi, forniti qua e là di spinette subulate talvolta forcute nonché di pori muciflui cosi ampi che li rendono flessuosi. I concettacoli nascono nelle spinette degli ultimi ramoscelli, le cui basi ingrossate, confluendo fra di loio, danno origine a dei ricettacoli verrucoso-fi- liformi, nei quali' si possono osservare gli apici delle spinette che li costitui- scono. Tutta la fronda misura da 15-20 centimetri di altezza. Il colore che è bru- no nella pianta fresca si fa intensamente nero in quella diseccata. La sostanza della fronda è assai rigida. A prima vista si distingue dalle sue congeneri per la disposizione dei ra- mi, che a gui^a, di cima trovansi densamente affastellati verso gli apici del caule primario e delle sue divisioni, per la straordinaria rigidezza di tutta la fronda, nonché per il suo colore. Secondo Duby esisterebbero in questa specie delle vescichette minutissi- me, ma, come già ebbe ad avvertire il Meneghini, è a credersi che gli ingros- samenti notati da quel autore non siano diversi dai globetti dovuti alla pre- senza dei pori muciflui. Come questa specie sia stata confusa da C. Agardh con il Fiicus larbatus Good. et Woodw. e dal Bertoloni con il Facus Ahies, è già stato qui accennato e quindi ora non occorre ripetere. 6. CYSTOSEIRA SELAGINOIDES fìVuìfJ Nacc. C. caule trunciformi nodoso, crasso, élongato a lasi vage ra- moso, ramis ordinariis ex apice ramulorum cauìis plurimis aiit sparsis, jiltformibus lasi incrassatìs, inferne nudis su- perne ramellosis, spinulosis ; spinulis remotis patentlhus basi /urcatis, supremis fertilihis subdivaricatis in receptactda mx coalescentihis. Gystoseira SELAGINOIDES Ncicc. FI. vcn. VI, p. 96. — Bory Morèe p. 319? — Zanard. Syn. alg. Adriat. p. 243, (fide Valiante). — Montg. FI. d'Algèr. p. 12, (fide Kg.). — Valiante Jllonogr. die Cystoseiren p. 19, tah. X, XI l Haleriga SELAGINOIDES Kg. Sp. p. 595. — Tab. Phyc. X, 42, 1. — Hohenacli. Meeralg. N." 323. 3 84 FuGus sELAGiNoiDEs Wtiìf. ìu Coll Jacg. 7, J[). 356, TV." 137. — Crypt. ari- l^. 51, iV.° 28, ?207^ Z. G. ERiGoiDEs i?. SELAGINOIDES Ag . Sp. p. 52. — /S'?/^^. p. 281, (excl.^.). — 3Ienegh. Alg. ital. e dahn. p. 39. FUGUS ERIGOIDES V. SELAGINOIDES Tum. EÌSt. Ili, 2^ 135. GySTOSEIRA AMENTACEA V. SELAGINOIDES /. Ag. iSp. I, p. 220, G. AMENTACEA AMBiGu k Efl) . crìtt. Hai. Sev. II, N° 474. Haleriga VOLPINA Kg. Sp. p. 595. — Tal. Pliyc. X, 42, II. H. TENUis Kg. Plìyc.]p. 355. — 8jp. jp. 595. — Tal. Phyc J, 43, //. Gystoseira sedoides Ag. S^. p. 53. — Syst. p. 281. — Montg. FI. d'Algèr. p. 8. — /. Ag. >^p. I, p. 221. Haleriga sedoides Kg. 6'p. p. 595. — Tal. Phyc. X, 41, II. Fucus sedoides Pesf. FI. Atlant. p. 423, tal. 260. — Lamx. Ess. p. 18. F. ericoides vi. sedoides Tum. Hist. Ili, p. 135. Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo. Nella prima e nella seconda zona di profondità ; poco frequente. É specie assai polimorfa che, come già ebbe a notare il Vallante, assume aspetto assai diverso a seconda della profondità alla quale cresce. Dalla C. a- mentacea colla quale la confuse l'tlauck, si distingue per le maggiori dimen- sioni del caule, per la sottigliezza dei rami, per le spinette più aperte, meno dense, sottili, spesso forcute sino dalla loro base, per i concettaceli che non confluiscono in un ricettacolo propriamente detto. Dalla C. ericoides, che cresce soltanto nell'Atlantico, si distinguerebbe per la mancanza delle vescichette. Non avendo mai veduto esemplari autentici dt 1 7^. sedoides Desf. , non è senza qualche riserva che lo riferisco alla C. selaginoides degli autori moderni, la cui identità colla specie omonima del Naccari per quanto pare non è punto contestabile. 11 solo carattere per cui la C. sedoides si distinguerebbe dalla C. selagi- noides sarebbe quello delle spinette dense anziché remote, ma é a notarsi che 35 tale differenza non apparisce da diagnosi comparative e che anzi il Desfontai- nes disse del suo F. sedoides « FoUa laxe imhricata. » Stando alla figura del Desfontaines, il F. sedoides avrebbe un aspetto no- tevolmente diverso da quello delle forme ordinarie della C. seìaginoides, ma della fedeltà di quella figura è lecito dubitare. In quanto al F. seìaginoides L. (Good. et Woodw. Linn. Trans. Ili, p. 432) credo col Naccari e contrariamente al parere del Turner e del ]\Ieneghini, che non possa identificarsi colla specie omonima del Wulfen alla quale corrispon- derebbe la specie Naccariana. Il Fncus seìaginoides di Linneo mi pare che non si possa distinguere dal F. ericoides dello stesso autore {F. ericoides Turner Hist. tab. 191, (partim et excl. var.). — C. ericoides Ag. , (partim et excl. var.). — C. ericoides Angl.) al quale probabilmente appartengono pure il F. acuìeaUis Esper ed il F. tamari- scifolius Huds. Ho creduto ben fatto di astenermi dal citare il N. 172., Ser. II dell'Erba- rio crittogamico italiano, che sotto il nome di C. ericoides dà una foi'ma affine a quella qui descritta, ma che io per l'imperfezione dell'esemplare non ho pò-, tuto determinare. E neppure ho voluto citare la Treptacantha Turneri Kg. [Sp p. 595. — Tal). Phjc. X, 28, I) quantunque sembri in tutto simile alla C. se- ìaginoides, sembrandomi che la sua figura lasci qualche cosa a desiderare per essere identificata con questa specie. 7. CYSTOSEIRA AMENTACEA lìonj C. caule trunciformi hrevi, apice dense ramoso, ramis virgatis, basi vix incrassatis, jnnnato-ramosissimiSy spimilosis; spinulis Sìibulatis aut sitpra mediinn furcatis, adpressis dense imlri- caiis, supremis fertililus in receptactda oUongo-cilindracea coalescentilus. Gystoseira AMENTACEA Borij 3Iorèc p. 319, iV.° 1451. — Menegli, Alg , ital. e dahn. p. 47, tal). II, jig. 2. — /. Ag. Alg. med. p. 47. — Sp. I, p. 219, (excl. var.). — Montg. FI. d'Algér. p. ÌO, tao. 2. — Ardiss. e Straff. Uoium. Alg. Lig. p. 158. — Vallante Monogr. die Cystoseiren p. 20, tal). IX. — HaucTi Meeresalg. p. 295, {excl. p.). — Erh. critt. ital. Ser. I, iV^.° 475. — Ralenli. Alg. Eiirop. N. 1056. Halerica AMENTACEA Kg. Pliìjc. p. 354. — Sp. p. 594. — Tal. Phyc. X, 40. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. p. 27, iV. 103. — Hohenack. Meeralg. N." 322. 36 Cystoseira erigoides V. AMENTACEA Ag. Sp. I,p. 53. — Syst.p. 281. Gystoseira erigoides Belle Chiaje Uydr. Neap. I, p. 8, tal). IV. — DeNot. Sp. Alg. Lig. N-^ 3 ! — Menegli. Alg. itah e dahn. jp. 33. — Monig. FI. d'Algér. p. 9 ? non Ag. Haleriga lupolina Kg. Phyc. p. 354. — >S'p. p. 595. — Tal). Phyc. Z, 41. Cystoseira sedoides Delle Chiaje Hydr. Neap. toh. LI. — DeNot. in FI. Caprar. p. 192, non Ag. FuGUs Eriga marina Qm. Hist. fuc. p. 128, tab. XI, Jlg. 2? Abit. Comune qua e là in tutte le regioni del iMediterraneo. A poca profondità sulle scogliere nel mare aperto. Da un caule alto appena pochi centimetri e grosso due millimetri o poco più, partono superiormente i rami che sono filiformi, assai robusti, appena in- grossati verso la loro base e che portano dei numerosi rametti laterali della lun- ghezza di 1-2 centimetri, più brevi verso l'alto, in maniera da dare alla fronda una circoscrizione piramidale. Sia i rami primari che 1 rametti portano su tutta la loro estensione delle spine subulate o forcute poco sopra il loro mezzo, stret- tamente avvicinate ed embricate, delle quali quelle delle porzioni apicali dei rami e dei rametti portano i concettacoli. Queste, confluendo fra di loro, danno dei ricettacoli oblungo-cilindracei, amentiformi, spinulosi per la persistenza delle porzioni apicali delle spinette che li costituiscono. Tutta la pianta mi- sura in altezza da 20-25 centimetri. Nello stato fresco è iridescente. Quantunque sia assai affine alla C. ericoides Ag. pure viene generalmente considerata come distinta per la costante mancanze delle vescichette, che in quella specie sono ellittiche e solitarie. Secondo le indicazioni della generalità degli autori, come si é già notato altrove, la C. ericoides crescerebbe esclusi- vamente nell'Oceano Atlantico, mentre la C. amentacea si troverebbe soltanto nel Medlterraiìeo, quindi non so cosa pensare della Halerica ericoides (Kg. Tab. Pkyc. X, 3S, I) che vien detta dell'Adriatico, mentre dalla figura risulta ve- scicolosa come la vm C. ericoides Ag. Alla Cystoseira ericoides del Meneghini a me pare che corrisponda benis- simo la forma della C. amentacea pubblicata dallo Hohenacker al N. 322 delle sue Meeralgen, della quale possiedo anche degli esemplari raccolti al Porto Mau- rizio dallo fetriiflbrt Ilo. Infatti in questa forma le spinette concettacolifere an- ziché confluire fra di loro rimangono quasi distinte, facendo cosi passaggio alla disposizione che è normale nella C. selaginoides. L' insieme dei caratteri però non può lasciar dubbio sulla opportunità di riferire alla C. amentacea la forma in discorso. 37 La descrizione e la figura del Fucus Erica marina del Gmelin sono cosi incerte che io non oso riferirvi recisamente la C amentaaa Bory, tuttavia cre- do clie fra tutte le cistosire questa sia quella che meglio vi corrisponda. A confermare questa opinione valga il futto che la C. amentacea è una delle cisto- sire più comuni del Mediterraneo e che è quella che moglio ricorda la forma di Erica. É difficile credere che una specie tanto distinta sia passata inosser- vata agli antichi botanici o che da essi sia stata confusa con altre congeneri. 8. CYSTOSEIRA CORNICULATA fWuJf.J Znnard. 0. caule frunciformi simplex, tqpliidis ovoideis laevissime spinu- losis spicatim ohsito ; ramis ex apice toplmlorum snlsingulis, dicliotomo-ranmdosis undique dense spinosis, spinis crassis, o^igidis, approximatis , inferioribus M-miiltijidis, super iorihis simplicihus, supremis fertiliiiis in receptacvla vix coalescen- tìhus. Gystoseira CORNICULATA Zauavd. Leti. II, p. 35, — Syn. alg, Adriat. p. 243. — Icon. Phyc. Ili, p. 5, T. LXXXI — J. Aj. Alg. med. p. 46. — Sp. I, p. 220. — Hanck Meeresalg. p. 295 ! Haleriga CORNICULATA Kg. Tob. Phyc. X, 39, /. Fucus coRNicuLATus ]Vulf. in Jacquin Collect. I, p. 358, iV.° 178. — Crypt. ag. i\^.° 29. — Esjper Icon. p. 138, tal. LXIX, {mala). Gystoseira ericoides v. gornigulata Menegli. Alg. ital. edalm.]). 43, toh. II, jig. 1 . Haleriga ericoides v. CORNICULATA Kg. Sp. p. 594. Fucus ERICOIDES V. GORNiGULATus Tum. Hist. Ili, p. 135. Gystoseira ericoides v. densa Ag, Syst. p. 281, (fide J. Ag.). Gystoseira squarrosa PeNot. Atti della 2.^ Riunione degli scienz. ital. in Torino, p, 200! — iSp. Alg. Lig. iV.° 4, Tal. 1. — Menegh. Alg. ital. e dalm.p. 50. — /. Ag. Sp. I,p. 220. -— Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 158. — Eri. critt. ital. Ser, 11, iV,° 923. 38 Halerica SQUARROSA Kg. PJiyc.]). 355. — Sj3.p. 595. — Tab. PTiyc- X, 43, /. Gystoseira granulata Falkenterg Meeralg. Neap. p. 245, 2^artimi (fide Vallante). Halerica aculeata Kg. Sp. p. 594. — Tal. Phyc. X, 39, //. Gystoseira Eriga marina Nacc. FI. ven. VI, p. 96. — Lamx. in Bory Morèe p. 319, ^V." 1449, (fide Valiaìite). — Valiante Monogr. die Oystoseiren p. 21, T. 12. FuGus Erica marina Bertol. Amoen. jo. 288, IV.° 5, {ea^d. ^jZ^w^tì^ lecta Genuae ([iiae ad Q. amentliaceam pertinet). Treptacantha abies marina Kg. Sp. jp. 593. — Tal. Phyc. X, 27, /, [excl. syn.). Ablt. Marc ligustico a Nizza, Genova, Sestri Levante; Tir- reno air Isola d' Elba e nel Golfo di Napoli (sec. gli autori); Egeo (sec. C. Ag.); Adriatico a Rovigo (Hauck), Pirano (Titius) e Spalato (Hauck). Nella prima e nella seconda zona di profondità. Aderisce agli scogli mediante un robusto callo radicale discoiJeo dal quale sorge il caule che ordinariamente è corto e semplice e che sino da poco sopra la base porta dei numerosi tofuli ovoidei, sessilii irti di minutissime spine e densamente avvicinati fra di loro a guisa di spica. I rami clie proce- dono soUtari da questi tofuli o che sorgono dall'apice del caule formando una specie di ciuffo, riescono dicotomo-ramulosi e trovansi dalla base all'apice densamente rivestiti di spine brevi ma grosse, rigide, delle quali quelle infe- riori compariscono bi-moltifìde all'apice. I concettacoli si svolgono verso la base delle spine delle ultime ramifi- cazioni della fronda e benché riescano assai approssimati, pure non giungono mai a confluire in modo da formare un vero ricettacolo. L'altezza di tutta la fronda non giunge a superare i due decimetri. Ammetto volentieri col Valiante che lo Cystoseira corniculata e C. squar- rosa non debbano formare che una sola specie e che da questa non sia diversa la C. Erica marina del Naccari. poiché egli ha potuto studiare quest'ultima su esemplavi autentici dell'Erbario Thuret, ma non posso ammettere la da lui supposta corrispondenza della specie Naccariana col F%cus Erica marina del Gmelin, il quale a mio avviso, come già ho notato, corrisponde piuttosto con la C. amentacea. 9. CYSTOSEIRA ABIES MARINA fGm.J Ag. O. caule trunciformi elongato parce ch'cJiotomo, toplmlis conicis siiilaevihus spcatim óbsito ; ramis ex apice tophulonim siil)- singulis dicliotomo-ramulosis, inferne teretiusculis superne planis, costatis, linearibus, laxe dentaiis ; conceptaculis in ramulis ex plano triqiietris vix coalescentilus. Cystoseira ABIES MARINA Aq. Sp. p. 54. — Montg. Canar. p. 137. — J. Ag. Sp. I, p. 216. Facus ABIES MARINA Cfm. Hist. tal). Il, A, fig. 1, (neglecto textu). — Turn. Hist. tal. 249. Cystoseira Montagnei /. Ag. Aìg. med. p. 47. — Sp. I,p. 216. — Montg. FI. d'Algèr. p. 13, tal). 4, li, (excl.Jig. d.]. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 157. — Haucli Meeresalg. p. 293! — Valiante Monogr. die Cystoseiren p. 22, lab. XI [Il — Fri. critt. ital. Ser. II, iV.° 746. Phyllacantha Montagnei Kg. Sp. p. 597. — Tal. Phyc. X, 31. — Ardiss. Fnum. Alg. Sicil. N."^ 105. Phyllacantha gragilis, pinnata, affinis, moniliformis Kg. Sp. et Tal. Phyc. X, 31-33. Cystoseira granulata v. Turneri Montg. Crypt. Alg. p. 18. C. granulata Fallienlerg Meeralg. Neap. p. 245, partim, (fide Valiante). Treptacantha gragillima, Montagnei Kg. Sp. p. 594. — Tal. Phyc. X, 27-28. Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo eccettuate, per quanto è noto, TEgeo e l'estremo bacino orientale. Il caule sorge da una larga callosità radicale discoidea innalzandosi sino ad un decimetro e più secondo le indicazioni degli autori ; in grossezza misura da 4-5 millimetri. Ordinariamente semplice e talvolta diviso per dicotomia, 40 questo caule porta, da poco sopra la base sino all'apice, dei numerosi tofuli ' sessili, densamente avvicinati fra di loro, conici, irti di minutissime spine. È dai tofuli che procedono i rami in numero di uno, meno frequentemente di due od anche di tre. Tali rami compariscono inferiormente arrotondati e tosto appiattiti a guisa di foglie lineari, costate, larghe sino a 3 millimetri, che si dividono ripetutamente per dicotomia e che per lo più portano nei margini, a larghe distanze, dei denti acuti, conici, spiniformi. I concettacoli trovansi sui ramoscelh, verso la base dei denti. Sono nìolto avvicinati fra di loro, ma tuttavia rimangono distinti. L'altezza di tutta la fronda nei miei esemplari di poco oltrepassa i 20 cen- timetri. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantifo, non al di là però delle Canarie. Il Fucus Ahies marina Turn. a mio avviso non rappresenta che una forma giovine e perciò acaule della Cìjstoseira 3Iontagnei, nella quale infatti si sa che il caule no a acquista qualche sviluppo se non dopo parecchi anni di vita della pianta. Credo che la figura del Turner non possa lasciar dubbio sulla aggiustatezza della mia supposizione. Il Turner cita come sinonimo della sua specie il F. Ahies marina del Gmelin (ex icone), che secondo Giacobbe Agardh non potrebbe appartenere a questa specie. Per mia parte, malgrado l'incertezza resa inevitabile dalla imperfezione della figura del Gmelin, credo che sia da preferirsi il parere del Turner. 10. CYSTOSEIRA OPUNTIOIDES Borij 0. caule trunciformi elongato, toplmlis ellipsoideo-oUongis laevihus pedicellatis racemone-obsito ; ramis ex apice topliulorwìn sui- singulis M-tripinnatis , inferne teretiusculis stijperne plcinis, costatis, linearìhiis, laxe dentatis ; receptacnlis proj^e hasim jiUformem ramuloriim evolutis. Gystoseira OPUNTIOIDES Bovy in Montg, FI. d'Algèr. p. 14, tah. 5, fig. 1. — /. Ag. iSp. I, p. 217. — Zanard. Icon. Phyc. 11^ 2h 135, T. LXXIll. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 57. — FalJienberg Meeralg. Nea2). p. 245. — Vallante Mo- nogr. die Cystoseìren ]). 23, tal). XIV l — Eri. critt. ital. Ser. 11, N."" 992. Phyllacantha OPUNTIOIDES Kg. S^). X). 598. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. iV.o 106. Garpodesmia OPUNTIOIDES Kg. Tah. Pìiyc. X, 36, 1. 41 Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo eccettuato l'Egeo, Nella seconda zona di profondità. Il caule che sorge da un robusto callo radicale costituito da grosse fibre raggianti, ordinariamente non misura se non pochi centimetri di altezza, ma secondo le indicazioni degli autori può innalzarsi sino ad un decimetro. Il suo diametro è di circa 3 millimetri. Per mezzo di pedicelli che si possono consi- derare come rami brevissimi, questo caule porta lateralmente dei numerosi tofuli ellissoideo-oblunghi, lisci, rotondati alle estremità, dagli apici dei quali procedono altrettanti rami bi-tripennati, che danno a tutta la fronda un por- tamento densamente cespuglioso. I rami sono inferiormente cilindrici e quindi appiattiti in istrettissime la- mine lineari percorse da una sottilissima nervatura, a larghe distanze dentate nei margini. I concettacoli si trovano riuniti in ricettacoli, poco sopra la base dei rami di secondo ordine. L'altezza di tutta la fronda varia fra i 20 ed i 80 centimetri. FORME INDETERMINABILI. Phyllacantha melanothrix Kg. Sp. ]). 598. — Tdb. X, 34, //. COHORS ri. CHLOROSPERMEAE Ardiss. Algae unicellular es, virides. Organa agamica sj^oras saepius ci- liatas singulas foventia. CHLOROSPERMEAE Ardìss. in Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 47, (ex ci. 2^.). Chlorosporeae Oohn l. e. VAUCHERIACEAE DumoH. Algae ex cellula utriculiformi unica continua saepius ramosa, con- stitutae. Oogonia lateralia lìrominentia, demum septo discreta, oospliaeram unicam condnentia. Antheridia lateralia sessilia vel e ramulis lateralis parte suprema septo discreta format a. Sporae terminales solitariae saepius ciliis mlratoriis dense olsitae. Vaugheriageae Dumort. Comm. dot. p. lì. — Rcibenli. FI. Eur. Alg. Ili, p. 266. Goeloblasteak. gen. Kg. Sjt. p. 486. Le vauclieriacee sono alghe pei* la massima parte di acqua dolce od anche terrestri, appena rappresentate nella Flora marina del Mediterraneo da una forma che predilige le acque salmastre e da poche specie che per quanto pare hanno un'abitazione limitatissima. Esse sono particolarmente interessanti per i lavori dei quali furono oggetto per parte di Pringslieim, Schenk, Walz, Wo- ronin, Solms-Lauhach, Stalli, i cui risultati ormai sono passati nel dominio della botanica generale. VAUCHERIA DC. Frons jiliformis plus minusve ramosa in stratum cacsjntosum intricata, monoica vel dioica. 43 Vaugheria do. in Vaucli. Hist. cles Oonferves cVeau clouce p. 25. — Ag. Syn. p. XXIII, 47. — Sp.p. 458. — Kg. Phyc.^. 305. — Sp. p. 486. — Pringsh. in Monatsb. der li. AJiad. der Wissenschaften iu Berlin 1855. EcTosPERMA Vauch. CONFERVAE Sp. L. VAUCHERIA DICHOTOMA SUBMARINA lijngh. V. remote dicliotoma, dioica, oogonìis sessìlihis nwnerosis ajpproxi- onatis, glohoso-ovoideis ore recto velleniter declinato ; oosjporis matuì'is fuscescentihus, memdranis trihus manifestis praeditis. Vaugheria dichotoma submarina LyngT). Hydr. Dan.p. 76, tal. 20. — Zanard. Syn. alg. Adriat. p. 218. — Ralenìi. FI. Eur. alg. Ill,v. 269. — Ardiss. e Straff. Eniim. Alg. Lig.p. 147. — Haucli Meeresalg. p. 412. V. PiLus Martens Reise nach Venedìg, II, p. 639. — Zanard. Syn. alg. Adriat. p. 218. Conferva dighotoma L. Sp. p. 1635, (sec. auct.). Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio ed a Nizza nei ca- nali presso la foce del Varo (Strafforello) ; Adriatico (sec. gli autori). vaugheria LITOREA Hofm-Bcmg. V. dicliotoina, segmontis divaricatis apice refiexis, dioica ; oogoniis ovatis solitariis pé- dunculo elongato reflexo insidentibns ; antheridiis in apice ramulorum sitis. cylin- dricis subobfcusis, apice et processibus 2-4 lateralibus brevissimis late conicis poro foecundationis praeditis. Vaudieria litorea Hofm-Bang in Ag. Sp. I, p. 463. — Nordst. in Bot. Notiser 1879, p. 180 et 186, tab. 2, fìg. 1-6. — Hauck Meeresalg. p. 414. V. clavata Lyngb. Hydr. Dan. p. 78, tab. 21, D. Abit. Alto Adriatico (sec. Hanck). VAUGHERIA PILOBOLOIDES Thur. V. sparse ramosa, monoica ; oogoniis globosis pedicellatis oospliaeram lentiformem gè-» rentibus ; antberidiis tcrmiualibus cylindraceo-acuminatis ; subapice processibvis co- 44 ZOOSPOREAE Decne. Algae zoosjjoris aict gametis moMlihiis, raro heteromorjjJiis in- siruciae. ZoospoREAE Decne. in Archiv. du Museum II, p. 115, (1842). — Thur. Recherch., (Ann. des se. nat. 3."*^ Ser. tom. XIV), p. 216. ZoosPERMEAE /. Ag. Ahj. med. p. i, (excl. p.). Nello stato attuale dell'algologia pei* quanto pare non è possibile di se- parare nettamente dalle alghe zoosporee propriamente dette, quelle altre alghe nelle quali la riproduzione si eflfettua per mezzo di gameti agili, isomorfi, ossia per mezzo di cellule nude in tutto simili alle zoospore, ma incapaci di germo- gliare ciascuna da sé. Si sa che i gameti associandosi fra di loro, normalmente in numero di due, danno luogo a delle cellule fertili, analoghe alle oospore e che possono chiamarsi zigoti per distinguerle dalle vere zigospore delle alghe coniugate le quali provengono dalla associazione di gameti non agili. Potrebbe sembrare perciò che nelle alghe provvedute di corpi riproduttori agili e ciliati si potessero stabilire due gruppi distinti, secondo che questi corpi, riproducendo la pianta ciascuna da sé, si mostrano di natura agamica, oppure per la necessità in cui sono di associarsi per compiere il loro ufficio, rivelano il carattere fondamentale della sessualità. Disgraziatamente la presenza dei gameti, ben accertata in alcuni generi, in altri a quelli strettamente affini rimane dubbiosa, cosicché in non pochi casi ai corpi riproduttori ciliati non si sa se convenga il nome di zoospore o quello di gameti. Né ciò è tutto, che taluni ammettono nei gameti la possi - nicis 'brevibtis duolous sub oppositia saepius instructis ; sporangiis terminalibus cylindraceo-clavatis. Yaucheria pilobolokles Tliur. in Mém. Soo. Clierb. II, p. 389 et in Le Jol. List. Alg. Gherb. p. 65, pi. I, fìg. 4-5. — Hauck Meeresalg. p. 41i. V. fuscescens Kg. Tab. Phj-c. VI, 55, I. Abit. Alto Adriatico (sec. Hauck). VAUCHEEIA THUEETII Woronin V. monoica ; oogoniis pyriformibus breviter pedicellatis, oospliaeram subspbaericam gerentibus, antlieridiis lateralibns cylindraceo - acuminatis, subapice poro foecuni datione praeditis. Vaufiiet'ia Thurciii Woronin Beifcr. zxT.r Kenntuiss dar Vaiicberien in Bot. Zeit. 1869, p. 157, tab. 2, fìg. 30-32. — Nordst. Algol, smasaker in Bot. Notiser 1876, p. 176. — Hauck Meeresalg p. 413. Abit. Alto Adriatico (sec. Hauck). 45 bilità di germogliare partenogeneiicamente, ed altri pretendono di aver accer- tata in alcuni generi di omogeneità sin qui incontestata, l'esistenza di specie riproducentisi per mezzo di gameti e quella di specie riproducentisi per mezzo di vere zoospore. É per questo che qui si è reputato opportuno di riferire ad una sola sotto- classe le zoosporee brune (feosporee) e le zoosporee verdi (clorosporee) e di dividere queste nei tre gruppi generalmente ammessi delle sifonee, confervoidee, ulveidee, accordando così ai caratteri morfologici e fisiologici una pres'alenza sui caratteri biologici, che non è se non la conseguenza dell'incertezza in cui tuttora si rimane sulla determinazione di questi. PHAEOSPOREAE T/mr. Algae ;pluricelhdares, articulaiae aut marticìdatae, olivaceae. Pro- 'pagatio aut zoosporis avi gametis in organis ])TOfriis saepe dimorpliis evolutis effecta. PHAEOSPOREAE Tliìir. Reclievch., (Ann. des se. nat 3."'^ Ser. tom. XI V) jp. 233 et in Le Jol. List. Alj. Oherh. p. 20. — Rabenh. FL EiiT. Alg. Ili, p. 393. — Farlom Mar. Alg, p. Q>{. Le feosporee costituiscono un gruppo di alghe fra di loro estremamente differenti in quanto ai caratteri esterni ed alle dimensioni, nel quale è note- vole la ristrettezza del numero delle specie, relativamente a quello dei generi e delle famiglie. Senza contare le Macrocystis e le Lessonia, che nell' Oceano Australe for- mano delle vere foreste sottomarine e che sotto il rapporto della lunghezza del loro caule sono forse le piante più gigantesche della terra, fra le feosporee si trovano da una parte altre laminariacee la cui fronda presenta un alto grado di dilferenziamento e che sono le alghe maggiori anche del Mediterrareo e dall'altra i Myrionema e gli Strehlonema, le cui frondi sono semplicissime e per la loro esiguità non possono essere distinte senza il soccorso del micro- scopio. Fra i generi delle feosporee che appartengono alla Flora mediterranea due soltanto (Ectocarpiis e Sphacelaria) presentano un numero ragguardevole di specie ; tutti gli altri o sono monotipi o comprendono appena due o tre specie. Tre delle dieci famiglie nelle quali qui vengono divise queste alghe, non sono rappresentate che da un solo genere, altre due comprendono appena tre specie ciascuna, ripartite in due ed in tre generi. Delle rimanenti cinque famiglie due sole comprendono più di quattro specie e queste, per la disparità dei generi che comprendono, vogliono essere divise in tribù. Le feosporee hanno comune con le lucacee^ le dictiotacee e le diatomacee 46 la tinta che è bruna e che dipende dalla presenza di un particolare pigmento detto fìcofeina. In relazione con la presenza di questo pigmento sarebbe il fatto della mancanza di amido, che per quanto pare è comune a tutte le alghe brune, Janczewskì, di cui sono ben noti gli importanti lavori sull'accrescimento delle feosporee, non ha mai potuto trovare traccia di amido nei tessuti di queste alghe. La fronda delle feosporee ora è filiforme, ora è cilindracea più o meno compressa, solida o fistolosa, od anche globosa, bollosa, piana con circoscrizione lineare, oblunga, flabellata, orbicolata ecc. Sorge da un ciuffo di peli o da una cal- losità radicale od anche da una radice fibrosa e ramosa. Benché per lo più sia di- ritta, pure in parecchie specie si espande orizzontalmente ed aderisce più o meno tenacemente alla sua matrice. Talvolta è fogliacea (Laminaria] e sostenuta da uno stipite arrotondato o quasi compresso, solido o fistoloso. Raramente è percorsa da una costa. La struttura e l'accrescimento di questa fronda varia assai a seconda dei casi. In parecchi generi [Pilayella, Ectocarpns, Strehlonema, Choristocarpiis) le frondi sono filamentose e risultano composte di un'unica se- rie di cellule sovrapposte, in altri (MyriotricMa, Giraudia) sono ancora mono- sifonie alla base, ma soltanto in conseguenza del loro accrescimento basale poiché in seguito sì fanno polisifonie. Altre volte ( Sphacelaria, Cladostephus] accade precisamente il contrario : si hanno cioè delle frondi polisifonie termi- nate da una grossa cellula vegetativa detta sfaccia, la quale, dividendosi dap- prima soltanto in direzione parallela alla base, non rende la fronda polisifonia se non a qualche distanza dairapici\ là ove si divide trasversalmente e lon- gitudinalmente. In ogni caso però tali frondi polisifonie mancano di sifone centrale. Alle frondi monosifonie ordinarie si possono avvicinare quelle altre che attorno di un asse articolato monosifonio [Arthrocladia) presentano uno strato corticale assai sviluppato e differenziato, in quanto che esse si possono consi- derare come generate da un filamento primitivo al quale vengono ad aderire dei rami che si sovrappongono e si riuniscono in un pseudo-parenchima. Si- mile genesi si può attribuire anche a quelle frondi che constano di un esse celluioso cilindrico [3IesogloJa Castagnea, Liehmannia) o nucleiforme [Leatliesia, ElacMstea) circondato da filamenti raggianti, ramosi, i quali rappresenterebbero dei rametti rimasti Uberi. Una struttura affine a quella di tutti questi generi si trova nel genere 3Iy- rionema, in cui delle cellule oblunghe, congiunte in filamenti raggianti, vengono a costituire una fronda piana ed orbicolata, nella quale l'accrescimento può dirsi terminale se si considera in ciascun filamento e periferico se si considera in tutta la fronda. Né sostanzialmente diversa é la struttura della fronda fila- mentosa delle sporocnacee, nella quale l'asse é costituito da un fascio di fili e lo strato corticale da un'assisa di cellule minori. Del vero parenchima si ha nello strato corticale di alcune SpTiacelaria e del Cladostephus, nonché nei generi Punctaria, Phyllitis, Asperococcus, Scytosi- phon, HydroclatTirus, nei quali la fronda ha il punto vegetativo in prossimità della base ed assume la forma fogliacea, tubolosa o bollosa, e si ha pure nelle frondi flabellate od orbicolate delle cutleriacee, nelle quali l'accrescimento è 47 marginale o sotto marginale nonché nelle laminariacee che hanno fronda fo- gliaceo-stipitata ed accrescimento intercalare. Indivisa nello Scytosiplion e negli Asperococcus, Li fronda delle feosporee è generalmente provveduta di rami, fra i quali talvolta { SpJiacelaria , Cladoste- phus, Arthrochdia) se ne trovano che hanno accrescimento limitato e che sono distici 0 verticillati. Particolarmente notevoli sono poi i peli che porta quasi eempre. Negli Ectocarpus tali peli sono apicali; alla loro base trovasi il punto vegetativo che riesce comune al pelo ed alla fronda ordinaria e provvede al- l'accrescimento di quello e di questa (accrescimento tricotalUco Janczewski). I memorabili lavori pubblicati da Thuret verso la metà del secolo pre- sente, hanno posto in chiaro che tutte le feosporee si riproducono per mezzo di zoospore periformi brune, provvedute di due ciglia laterali di lunghezza ine- guale dirette l'una in avanti e l'altra in addietro, le quali nascono in organi particolari (zoosporangi) che a seconda dei casi compariscono sui rami ordinari 0 su rametti distinti, oppure fra le cellule periferiche, riuniti in sori o spar- si su tutta la superficie della fronda, oppur anche al disopra dello strato cor- ticale sia soli, sia h'ammisti a dei filamenti sterili o paranemi. Thuret distinse due sorta di zoosporangi : gli uni pluriloculari che egli chiamò tricosporangi, gli altri uniloculari che disse oosporangi. Nelle ectocar- pacee, chordariacee, stiloforacee, punotariacee, in ciascuna specie, ma general- mente sopra frondi separate, si trovano zoosporangi uniloculari e pluriloculari. Nelle scitosifonee e nelle artrocladiacee si trovano soltanto zoosporangi pluri- loculari ; nelle sporocnacee, asperococcacee, laminariacee, non si conoscono che zoosporangi uniloculari. Nelle feosporee i zoosporangi sono dunque dimorfi od isomorfi a seconda dei casi. I zoosporangi delle sporocnacee sono particolarmente notevoli per la loro posizione. Essi occupano la superficie di organi particolari (ricettacoli), laterali 0 terminali, insieme a dei paranemi, coi quali presentano delle relazioni che variano col variare delle specie. E pure notevole è il caso del genere Pila- yella in cui i zoosporangi uniloculari e pluriloculari trovansi interposti alle ar- ticohizioni dei rami, che sono monosifoni come la fronda primaria da cui pro- vengono. La forma più comune dei zoosporangi uniloculari è quella sferica od ovo- idale; meno frequente è la forma cilindracea, la quale tuttavia si riscontra nelle cutleriacee e, con qualche modificazione anche nelle laminariacee. In ogni caso in ciascun zoosporangio uniloculare nascono più zoospore. I zoosporangi plu- riloculari in generale hanno invece forma piuttosto allungata. Spesso ricordano la forma della siliqua, tantocliè alcuni autori li chiamarono appunto con que- sto nome. In ciascuna delle loro loggette nasce una sola zoospora. II numero delle loggette nelle quali riescono scompartiti i zoosporangi plu- riloculari varia a seconda dei generi. Similmente varia il modo nel quale que- sti zoosporangi si aprono per mettere in hbertà le zoospore cui danno origine a spese del protoplasma delle loro singole cellule. Ora, come nei generi Meso- gloja e SpTiacelaria, essi si aprono mediante un orificio terminale, ora come nei generi Castagnea ed Arthrochdia, si aprono invece mediante tante aperture quante sono le loggette nelle quali riescono divisi. Nel primo caso i tramezzi delle loggette spariscono progressivamente dall'alto al basso. 48 Nelle cutleriacee ed in alcuni ectocarpi estranei alla Flora del Mediterraneo, oltre i zoosporangi uni e pluriloculari si conoscono anche degli anteridi, che per la loro forma, struttura e distribuzione si possono avvicinare a questi ultimi, coi quali anzi talvolta ( Zanardinia) crescono promiscuamente. Secondo Reinke gli anterozoidi che in gran numero nascono in tali organi, avrebbero l'ufficio di fecondare le zoospore nate nei zoosporangi pluriloculari, i quali per conseguenza sarebbero analoghi agli oogoni. I zoosporangi uniloculari rappre- senterebbero Li fruttificazione di una forma agamica che si alternerebbe con la forma sessuale. Le zoospore della gran maggioranza delle feosporee, la cui produzione non è accompagnata da quella di anterozoidi, sino a pochi anni or sono sono state generalmente ritenute come cellule riproduttrici agamiche. Nel 1875 Jane zewsM (Mem. de la Soc. des se. nat. de Cherb. tom. XIX, p. 105) scriveva « La pré- sence des organes màles dans les Phóosporées rend completement inutile tonte discussion sur la possibilità d'une copulation des zoospores » Tuttavia secondo le osservazioni più recenti di Goebel (Bot. Zeit. 1878^ n.^ 12-13) e di Ber- thold (Mittlieilungen aus der zool. Stat. zu Neapel, II Band, 3 Heft, 1881, p. 401) le zoospore deìVEctocarpus pusillus, della Giraiidia sphacelar ioide s, é.Q\V Ectocar- pus siliculosus e dello Sctjtosiphon lomentarius sarebbero gameti che si asso- derebbero per produrre dei zigoti. Le specie citate per conseguenza sarebbero isogame. (*} Il riscontro che i fatti scoperti dal Goebel e dal Berthold avrebbero *)Second) G'òhal nelV E':tocar2J)(S pKsifhfs i zoosporangi pluriloculari si aprono mediante un foro apicale, il quale ordinariamente è cosi piccolo, che le zoospore per passarvi attraverso devono comprimersi tanto da riuscire dappoi sformate. Per lo i)iù lo zoospore sortono spingendo avanti la loro estremità posteriore larga e colorata e spesso accade che dell'altra estremità incolora se ne stacca un pezzo. Il pezzo staccato si arrotondisce e viene emesso tosto o colla successiva zoospora. Esso talvolta si attacca a qualche zoospora in modo da dare l'apparenza di una co^iulazione. Nei zoosporangi vuoti rimane un anello periferico come residuo della parete divisoria primitiva. Le zoospore sortite dapprima si dispongono in mucchio, quindi si muovono per più di una mezzora, per passare da u.ltimo allo stato di immobilità e circondarsi di una membrana. Però quando due zoosporangi plurilociTlari si aprono contemporaneamente o quasi, le zoospore si copulano in breve tempo. Se i zoosporangi sono vicini, le zoospore prima di mettersi in moto vivo si toccano con le loro porzioni ciliate, altrimenti ima delle zoospore xirece- dentemente sortite e già in vivo moto giungendo nel mucchio delle altre ancora in quiete, si intriga con le sue ciglia in una di queste e vi si copula. Si verificherebbe insomma una fusione laterale procedente dall'estremità anteriore alla estremità poste- riore (vedi le fig. citate). Talvolta due zoospore si copulano in modo che la parte ante- riore dell'una si pone in contatto con quella posteriore dell'altra. Il germogliamento dei zigoti l'Autore non potè ottenerlo. Dagli altri E-tocarpus egli non ebbe che risultati ne- gativi, meno che da una forma indeterminata di questo genere, nella quale potè verifi- care una copiilazione delle zoospore simile a quella già descritta. Nella Girciìidia sphar.clarioides l'Autore trovò due sorta di zoosporangi plurilociilari : gli lini corrispondenti i^er la loro posizione a quelli tmiloculari descritti da Derbes e Solier; gli altri simili a qiielli degli Entucarpus e della Liebmanniti, svolti su rami spe- ciali e ramificati. Dai primi soltanto 1' Alito re potò ottenere delle zoospore copulantisi. Il pirocesso della copulazione sarebbe simile a quello già descritto noìV Ectocavpus jmsillus. Queste osservazioni del Gobel non poterono essere confermato dal Berth(.>ld, il qu.ale sarebbe invece riuscito a scoprire un processo di copulazione del tutto diverso in due altre specie dello stesso gruppo delle feosporee e cioè n^Wo Ectocarpits siUculosus e nello S-ijtosiph un foiìtfit Ut) -U's. Secondo Berthold le zoospore dei zoosporangi pl\jivU.oculajVÌ dell' EctocaipuS siliciilosus 49 negli altri analoghi verificati nelle alghe verdi, porta a chiedersi se convenga o meno di riformare sostanzialmente la classificazione delle zoosporee sin qui seguita, separando i generi che rivelano indizi di sessualità e fondandosi sulle analogie per stabilire l'aggruppamento degli altri. Però per poco si può rimanere dubbiosi sulla opportunità di risolvere negativamente il quesito, che troppo evidenti sono i pericoli di una generalizzazione prematura. Soltanto nella distribuzione delle famiglie e nella loro limitazione perciò si è qui cre- duto di dover modificare la classificazione delle feosporee quale venne propo- sta dal Thuret nella nota relativa che fa parte dell' Elenco delle Alghe di Cherbourg del eh. Le Jolis. e dello Srì/toslphon lomentariiis sarebbero gameti, che già presenterebbero un principio di differenziamento sessuale nel loro comportamento. I gameti femminei passerebbero allo stato di quiete assai prima di quelli maschili, i quali perdurerebbero nei loro mo- vimenti per parecchie ore. L'Autore dice di aver cercato inutilmente por molto temiao dello piante di Scytosiphon con gameti maschili e che finalmente ne trovò una che ne diede e di questi soli qtiasi senza eccezione. A.nc\\<ì neW Ectocarpus siliculosus i\\ geiieraliò i sessi sembrano separati. Nello Sc.ytosìphoìi come nell' Ectocarinis siliculosiis V accoppia- mento dei gameti avrebbe luogo nel modo seguente. I trameti femminei si preparano alla copula col passare allo stato di quiete e col fondere le loro ciglia con la massa del loro corpo. Essi assumono la forma di una bot- tiglia, il cui collo sarebbe rappreseiitato da un breve filamento j alino. Se non segue l'accoppiamento, ritirano il loro filamento, si arrotondiscono e si circondano dì una parete cellulosa. In questo caso dopo 4:^ ore già mostrano le traccie di una germinazione partenogenetica. Essi jperò esercitano una gran forza d'attrazione sui gameti maschili, che accorrono da tutte le parti e formano dei gomitoli nei quali si dispongono in maniera che le ciglia anteriori si trovano rivolte verso il gameto femmineo. Le estremità di queste ciglia si muovono con celerità e sfiorano continuamente il corpo del gameto femmineo. Continuamente arrivano nuovi gameti maschili e pene- trano nel gomitolo, mentrechè altri corrono via. Questo giuoco dura 1-2 minuti, finché uno dei gameti del gomitolo si accoppia col gameto femmineo. Talvolta però tutto il gomitolo si disperde senza che sia avvenuta la copula. Il gameto maschile per accopiarsi incomincia col fondere l'estremità del suo ciglio anteriore col corpo del gameto femmi- neo, quindi le due massa si avvicinano e si fondono longitudinalmente. Dopo alcuni minuti dal loro primo contatto, i due gameti accoppiati più non costituiscono che una massa rotonda di grandezza doppia di quella dei singoli gameti, la quale non tarda a rivestirsi di una membrana cellulosa. Benché per lo xjìù la parte anteriore del gameto maschile si riunisca con quella posteriore del gameto femmineo, pure non raramente accade che il contatto ha luogo più o meno lateralmente. Nel prodotto della co^Diila sono ben distinti i due corpi colorati colle sovrapposte macchie brune. I corpi colorati non si fondono tra loro. Nello Scytosiphon alcune volte l'Autore trovò dei zigoti con tre corpi colorati; in un caso egli potè seguire la fusione di due gameti maschili con un gameto femmineo. Essa avenne per ambedue esattamente nello stesso tempo. In qiianto alla sorte dei gameti maschili che non riescono ad accoppiarsi, l'Autore dice che dopo di aver gironzato per alcune ore finiscono col pervenire al riposo. la jjarte germogliano lenta- mente dando luogo a dei germogli assai deboli, in parte si disorganizzano subito o dopo pochi giorni. Dopo ciò non è forse inopportuno di accennare che nello Sn/tosipJtoii, come pure nei generi Phijllitis e Asperococcus, Reinke (Ueber die Entwiclielung -von. Phyllltis, S'^ytosiphon, und Asiìerororci'S, Jahrb. Bd. XI, ]). 2<32, Leipzig 1878) non riusci a constatare l'accoispia- mento delle zoospore. Egli, le cui ricerche su qtiesti generi sono di poco anteriori a quelle di Berthold di cui sopra, inclinava a credere che fra le zoospore in riposo e disposte in mvicchi accada un ricambio di sostanza attraverso la membrana. 50 CUTLERIACEAE Hauck Algae planae ecostatae, orliculares aut Jlabeìliformes, lobatae vel vage fissae, duplici cellularum strato contextae. Zoosjjorangia isomorpJia, uniìocularia aut jiltirilomdaria, 'Del cìimorplia, omnia cylindracea vel cylìndraceo-clavata, extra superjlciem frondis prominenti^ in soros collecta, plurilocularia in paranematihcs lateralia vel terminalia, uniìocularia sessilia. Antheridia zoosporangiis pluriloculariìms sìmilia itidem sita. GuTLERiACEAE Hauck Meeresdlg. p. 403. GuTLERiEAE ZoAiard. Saggio ^.10. Le cutleriacee sono alghe colla fi-onda piana, omogenea, orbicolata o fla- belliforme, lobata od in più modi fessa od anche dicotoma, diritta o prostrata colla pagina inferiore radicante, costituita da due distinti strati di cellule, dei quali quello interno è formato da parecchie serie di grosse cellule poliedriche, quasi vuote e quello esterno è composto di una o poche serie di cellule si- milmente poliedriche, ma minute e contenenti dei granuli colorati. Oltre i zoosporangi comuni a tutte le feosporee, nelle cutleriacee sì tro- vano anche degli anteridi i quali però rimangono ignoti nel genere Aglaozonia. I zoosporangi sono dimorfi nella Zanardinia, isomorfi nelle Cutleria e nella Aglaozonia. Nelle Cutleria sono pluriloculari, nelle Aglaozonia uniloculari. In ogni caso essi hanno forma cilindracea o cilindraceoclavata, sporgono intera- mente sulla superficie della fronda, su entrambe le pagine, o sulla sola pagina superiore quando quella opposta è aderente e trovansi riuniti in sori ma culi- formi, sparsi o confluenti in zone concentriche, talvolta (Aglaozonia) svolti sol- tanto verso la base della fronda. I zoosporangi pluriloculari riescono scompartiti in loggette sovrapposte, che alla loro volta si bipartiscono longitudinalmente. Essi sono portati da fi- lamenti articolati o paranemi sporgenti sulla superficie della fronda, rispetto ai quali riescono terminali ; talvolta però tali paranerai al disotto dei zoospo- rangi che portano, si pr. langano in un ramo confervoideo lunghissimo, cosic- ché i zoosporangi stessi riescono laterali. I zoosporangi uniloculari sono invece sessili, né mai trovansi frammisti a paranemi. Gli anteridi sono simili ai zoosporangi pluriloculari non solo per la loro forma, ma eziandio ])er la loro distribuzione e promiscuità con dei paranemi. Tuttavia mentre i zoosporangi pluriloculari per lo più riescono solitari sui fi- lamenti che li portano, gli anteridi invece trovansi aggregati in buon numero su di uno stesso filamento. 51 I zoosporangi pluriloculari e gli anteridi nascono promiscuamente in uno stesso soro nella Zanardinia, crescono Invece in sori e su frondi particolari nelle Cutleria. Nella Zanardinia, dove oltre i zoosporangi pluriloculari e gli an- teridi si conoscono anche dei zoosporangi uniloculari, questi nascono su frondi distinte. Secondo Reinke gli anteridi avrebbero l'ufficio di fecondare le zoospore generate dai zoosporangi pluriloculari. Queste zoospore per conseguenza sareb- bero analoghe alle oosfere. Reinke assicura di aver veduto gli anterozoidi a fissarsi sopra le zoospore, a scomparire in seguito le ciglia di quelli e di que- ste ed a formarsi una membrana comune. Il fatto ben accertato da Thuret che le zoospore delle Cutleria germogliano benissimo indipendentemente da qualsiasi rapporto con gli anteridi, verrebbe spiegato dal Reinke colla suppo- sizione che queste zoospore costituiscano un caso di partenogenesi. Quest'Au- tore tuttavia non esclude la possibilità dell'esistenza nelle Cutleria di due sorta di zoospore : le une femminee, le altre neutre. Nella Zanardinia, sempre secondo Reinke, si avrebbe un esempio di alter- nanza di generazioni fra la forma sessuale rappresentata dalle frondi con sori ermafroditi e la forma agamica rappresentata dalle frondi con i zoosporangi uniloculari, i quali darebbero soltanto delle cellule riproduttrici agamiche ossia delle zoospore propriamente dette. * Da tutto ciò risulta che il genere Zanardinia si può considerare come i^ tipo della famiglia delle cutleriacee. Esso è il solo che corrisponda intera- mente alla frase diagnostica di questa famiglia, inserita nel prospetto sinottico di classificazione generala della presente opera. Il genere Cutleria del quale non si conoscono i zoosporangi uniloculari ed il genere Aglaozonia di cui non si conoscono né i zoosporangi pluriloculari, né gli anteridi, non ai possono ri- tenere come perfettamente noti. Intanto non è inammissibile il sospetto che VAglaozonia rappresenti la forma agamica della Cutleria multijida. eUTJLERlit Grev. Frons spiana Jlabellata, lobata vel vage fissa aut subdicliotome ra- mosa, stratis duobus contexta : interiore cellulis magnis fere inanilus constante, exterìore cellulis minutis in lineas longi- tudinales ficìbellatim radiantes ad apicemfrondis in filamenta articulata sohitas dispositis. Sori maculaeformes fere in lineas transversales ordinati, vel punctiformes ;per totam superfi- ciem sparsi, zoosporangia plurilocularia et antheridia in pa- ranematilus lateralia vel terminalia continentes, dioici. Cutleria Grev. Alg. hr. p. 60. — 3Ienegh. Alg. ital. e dalm.p. 195. *) Circa lo sviluppo delle zoospore delle Cutleriacee ed i supposti rapporti di queste piante col genere Desmotrichum si consulti la Memoria del Reinke qui sotto citata. 52 — /. Ag. Sp. p. 163. — Tlmr. Étìid. Phyc. ^.21, ^ì. IX et X. — Reinìie Cutleriaceen des Gol/es v. Neci'pel in Nova Ada der Ksl. Leop. Carol. Deutschen Aìmd. der Naturf or seller Band XL, iV.° 2, p. 59. ZoNARiAE sp. Ag. et Anct. DiCTYOTAE 5^;. LamoD. Fronda piana flabellata, lobata od in più modi fessa od anche dicotomo-ramosa, costituita da due distinti strati di cellule. Strato interno composto di poche serie di cellule poliedriche, grandi, quasi vuote, delle quali quelle centrali sono assai maggiori delle circostanti. Strato esterno formato di una semplice serie di cellule minute, si- milmente poliedriche, contenenti dei granuli colorati, disposte in file longitudinali raggianti a ventaglio, sciolte all'apice della fronda in filamenti articolati confervoidei. Zoosporangi pluriloculari cilindroidi di altezza doppia del diametro, per lo più divisi mediante tre dia- frammi trasversali in quattro loggie sovrapposte, che alla loro volta si bipartiscono longitudinalmente, posti all'apice di altrettanti pedi- celli articolati, lateralmente prolungati in filamenti confervoidei e costituenti con questi dei sori, che trovansi sparsi su entrambe le pagine della fronda. Anteridi similmente situati, ma svolti su frondi distinte, cilindroidi allungati, internamente scompartiti in un gran numero di loggette risultanti da divisioni trasversali e longitudinali. 'oo^ Secondo Reinke ciascuna delle otto loggie nelle quali riescono divisi i zoosporangi delle Cutleria, a sua volta si suddividerebbe in quattro altre, co- sicché questi zoosporangi a sviluppo completo consterebbero di 32 cellule. Tut- tavia Io stesso Autore nota che gli ultimi tramezzi sono gelatinosi. Da ciascuna cellula escirebbe il corpo protoplasmatico organizzato in una zoospora munita di due ciglia. Circa lo sviluppo degli anteridi lo stesso autore avrebbe constatato i fatti seguenti. La cellula luadre dell'anteridio dapprima si segmenta in 2-4-16 cel- lule, quindi ciascuna cellula si divide in due parti nella- direzione dell'accre- scimento dell'organo, in modo però che i tramezzi non coincidono. Il plasma di ciascuna cellula cosi prodotta si scompartisce, in direzione radiale^ in otto porzioni e da ogni porzione si svolgono due anterozoidi che si sprigionano attraverso un foro laterale. 53 1. CUTLERIA MULTIFIDA rSm.J Grev. C. frondihis Jlabeìlatìs irregularìfer di-poìycJwtomis, segmentis cu- neaio-Unearibus elongatis margine integerrimis apice peni- cillatis ; soris piinctiformilus per superjlciem sparsis, GuTLERiA MULTiFiDA Gvev. Alg . h\ 'p. 60, toh. X. — J. Ag. Alg, med. p. 40. — iSp. I, p. 104. — MenegU. Alg. ital. e dalm. p. 201. — BeNot. Prosp. FI. lig. p. 06. — Kg. Phyc.p. 339. — Sp. p. 558. — Tal). Phyc. IX, 45, /. — Zanard. Icon. Phyc. II, p. 99, tal). LXV. — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. p. 144. — ReinJie l. e. p. 59, tal). Vili et tab. IX, Jig. 1-G. — Thur. Ètud. Phyc. l. e. — Haucli Meeresalg» p. 401 ! DiCTYOTA MULTiFiDA Bovy Iforée p. 331. ZoNARiA MQLTiFiDA Ag. Sp. p. 135. — Syst. p. 267. Ulva multifida Sm. Engl. lot. tal). 1913. GuTLERiA DiCHOTOMA Kg. Pliyc. p. 338, tal). '^Oyfig. II. — Sp. p. 559. — Tal). Phyc. IX, 43, /. G. FIBROSA Kg. Phyc. gemi. p. 273. — Sp. p. 559. — Tal). Phyc. IX, 42, I G. PENiciLLATA Kg. Bot. Zcìt 1847, p. 223. — Sp.p. 559. — Tal. Phyc. IX, 42, //. DiGTYOTA PENiGiLLATA Lamx. Bìct. p. 13, (fide J. Ag.). GuTLERiA DALMATICA Zanard. in Kg. Tab. Phyc. IX, p. 18, tal. 44, G. INTRICATA Zanard. ihn. jig. II. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne); Mare li- gustico ad Oneglia ed al Cervo (Strafforello); Tirreno 54 sulle coste della Corsica (Signora Favarger), a Livorno ed a Napoli (sec. gli autori) ; Jonio al Capo Tenaré, sulle coste della Grecia (sec. Bory) ; Adriatico a Spa- lato (Hauck), a Pirano (Titius) ed a Trieste (Hauck). Nella prima zona di profondità. La fronda ha circoscrizione flabellata e giunge a misurare da 12-16 cen- timetri di altezza. Essa risulta ripetutamente divisa per dicotomia o policoto- mia in segmenti lineari o cuneati, comunemente larghi da 1-3 millimetri, talvolta sino quasi un centimetro, che si risolvono in rami numerosi e sottili, terminati ciascuno da un fiocco di lunghi fili. I sori sono puntiformi, sparsi senza alcun ordine apprezzabile sulle porzioni mediana ed inferiore della fronda. La consistenza della fronda varia a seconda dell'età e forse anche a seconda delle condizioni di sviluppo della pianta. Il colore ora è verde olivaceo, ora giallastro più o meno scuro. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico. 2. CUTLERIA ADSPERSA fRoth) DeNot. C. frondihus Jiabellatis irreguìariter Idbatis, Idbis cuneatìs mar- gine ciliatis vel inciso-laciniatis ; soris in zonas concentricas irreguìariter conjluenti'bus. GuTLERiA ADSPERSA BeNot Sp. Àlg. lig. ^.10. — /. Ag. Sp. 7, p. 105. — Kg. Sp. p. 558. — Tab. Phijc IX, 45, JI. — Za- nard. Icon. Phyc. II, p. 67, tab. 57. — Haticli Meeresalg. p. 40G. Padina ADSPERSA Grcv. Sijn. in Alg. br. p. XLIV. — Montg. Crypt. Àlg. p. 10. ZoNARiA ADSPERSA Ag. Syn. j). XXI. — Sp. I, ]}. 128. — Syst. p. 264. — /. Ag. Alg. med. p. 38. Ulva adspersa Roth Cat. Ili, p. 324, tal. II, fig. B. GuTLERiA pardalis DsNot. Sp. Alg. Lig. A^." 15 ! — Menegli. Alg. Hai. e dalm. p. 209. — Kg. Sp. p. 558. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. iV." 96. — Ardiss. e Straf. Emm. Alg. Lig. p. 144. — Erb. critt. ital. Ser. 1, A^.° 130, Ser. Il, A^." 226. 55 Padina Spanneri Menegli. in Atti del 3.° Congresso degli scien- ziati italiani in Firenze p. 426. Abit. MediteiT. occid. e Golfo di Lione (scc. gli autori) ; Maro ligustico a Genova ; Tirreno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg) ; Jonio ad Acireale in Sicilia ; Adria- tico (sec. Hauck). Nella prima zona di profondità. La fronda giovane è spiegata a ventaglio, intera od appena divisa in pochi lobi, ciliata nel margine. Quella adulta, che giunge a misurare l'altezza di G-8 centimetri, è fessa in pochi lobi interi od irregolarmente laciniati. I sori occu- pano le porzioni mediana ed inferiore della fronda, sulle quali formano delle zone concentriche, irregolarmente confluenti. La sostanza della fronda è mem- branaceo-carnosa e fortemente aderisce alla carta colla diseccazione. Il colore è verde-ohvaceo nella pianta giovane, olivaceo-fosco in quella adulta. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico. Z^rV/tfi^Plil^e/ti Nardo Frons plana horizontaliter expansa, orhiciilaris varieqiie sinuoso- 2)licata vel lobata, pagina inferiori radicante ; stratis duolus contexta : interiore cellulis magnis fere inanilus constante ; exteriore cellulis miniUis in lineas radiantes dispositis. Zoo- sporangia dimorpìia : a. unilocularia sessilia in frondihus pro- priis evoluta; h. plurilocularia in iKiranematihus terminalia an~ theridiis intermixta . Sori in pagina superiori maculaeformes irregulariter confluentes. Zanardinia JSardo in Atti della 2.^ Riunione degli scienziati ita- liani in Torino 1841, p. 189. — Orouan in Bull, de la Soc. l)ot. de France 1857, p. 24. — Reinke l. e. p. 69, tal). IX, fg. 9-14, tah. X, tal). XI, fig. 1-4. Stifftia Nardo in Isis 1831, ^. 677. Gutleriae sp. Zanard. Padinae sp. Grev. Zonariae sp. Ag. 56 Fronda piana orbicolata, variamente sinuoso-pieghettata o lobata, orizzontalmente distesa, colla pagina inferiore radicante, costituita da due distinti strati di cellule. Strato interno composto di più serie di grosse cellule poliedriche, quasi vuote, delle quali quelle più esterne sono meno ampie. Strato esterno formato di cellule minute, similmente poliedriche, contenenti dei granuli colorati, disposte nella pagina superiore su linee raggianti, che giunte al margine si risol- vono in altrettante ciglia confervoidae. Zoosporangi dimorfi: unilo- culari e pluriloculari. Zoosporangi uniloculari sessili sulla pagina superiore della fronda, non intramezzati da paranemi, svolti su frondi proprie, aggregati in sori maculiformi. Zoosporangi pluriloculari terminali a dei pedicelli articolati alti quanto essi o più, frammisti a degli anteridi brevemente peduncolati i cui apici ne raggiungono le basi e formanti con questi dei sori in forma di macchie irrego- larmente confluenti nella pagina superiore della fronda. Il nome di Stifftia, dapprima proposto dal Nardo per distinguere questo genere, non potè essere conservato percliè già in uso per le piaiite faneroga- me, quindi lo stesso Autore ebbe a mutarlo in quello di Zanardinia. Del resto l'unica specie che il genere qui descritto comprende e che il Nardo considerò come nuova, prima che venisse inalzata al rango di genere, già era stata de- scritta da Carlo Agardh sotto il nome di Zanaria collaris su esemplari prove- nienti dalle Indie occidentali. Da ciò la necessità di dover mutare il nome spe- cifico imposto dal Nardo con quello primitivo dato dall'Agardh seniore. Za- nardini al quale rimase ignota l'esistenza dei zoosporangi uniloculari del genere a lui dedicato, non ne ammise l'autonomia ed associò alle Cutleria la sua spe- cie fondamentale. ZANARDINIA COLLARIS fAgJ Crouan Z. frondihis membranaceis demum coriaceis, orMcularibus e centro umbilicaiis et proliferis, ^roli ficai ionihis conformibus juven- tute longissime ciliatis. Zanardinia collaris Crouan in Bull, de la Soc. hot. de France 1857, ^. 24. — Reinke l. e. p. 69. — Haucli Meeresalg. p. 408 ! Cutleria collaris Zanard. Icon. Phyc. II, p, lì, tal). L Vili. 57 pADiNA ? GOLLARis Grev. Syìi. p. XLIV. — Menegli. Alg. ital. e dalm. ;p. 245. — Canard. Saggio p. 38. — Montg. FI. d'Al- gèr. p. 33. ZoNARiA GOLLARIS Ag . Sp. I, ^. 127. — /. Ag. Alg. med. p. 38. — Sp. /, p. 107. — Kg. Sj). p). 565, non Tal. Phyc. IX, 76, ///. — Ardiss. Enum, Alg. Sicil. N.° 101. — Ardiss. e Strajf. Enum. Alg. Lig. p. 131 . Zanardinia Prototypus Nardo in Atti della 2.'^ Riunione degli scienziati italiani in Torino ^ 1841, _^. 189. — Zanard. Syn. alg. Adr. j?. 134. Stifftia Prototypus Nardo in Isis 1831, pi. G77. S. Nardi Zanard. Lett. Il, p. 33. Zonaria umbilicalis Kg. Tao. Phyc. IX, p. SI, tal). 77, Jig. I. Padina umbiligalis Menegli. in Atti del 3.° Congresso degli scien- ziati italiani in Firenze p. 426. Zonaria Squamaria 1). umbilicalis Nacc. FI. ven. VI, p. 93. Z. Squamaria Tj. lacerata Nacc. Alg. adr. p. 81, [ex Zanard. et Menegh.). Peyssonelia umbilicata Kg. Tal. Phyc. XIX, p. 32, tah. 89, Jig. II. Padina omphalodes Montg. Crypt. Alg. p. 15, N.° 168. Gutleria adspersa Menegh. Alg. ital. e dalm. p. 206, non DeNot. Spatoglossum Spanneri Menegh. in Cfiorn. hot. ital. I, p. 297. — Kg. Sp. p. 560. — Tah. Phyc. IX, 47, IL S. flabelliforme Kg. Sp. p. 560. — Tah. Phyc. IX, 47, /. Abit. Mediterr. occid. e Golfo di Lione (sec. gli autori); Mare ligustico a Villafranca ed al Porto Maurizio ; Tir- 5S reno sulle coste della Sardegna e nel Golfo di Napoli (sec. gli autori); Jonio sulle coste della Sicilia; Adria- tico sulle coste dell'Istria (Hauck, Liechtenstern). Nella prima e nella seconda zona di profondità. Aderisce fortemente agli scogli mediante delle numerosissime fibre radi- cali che costituiscono una fitta lanugine su tutta la pagina inferiore della fron- da e si estende circolarmente attorno di una prominenza in forma di ombel- lico, sino a raggiungere il diametro di C-8 centimetri. Nello stato giovine la fronda è sottilmente membranacea, verdastra, ciliata nei margini, in quello adulto risulta invece coriacea, bruna, fessa o lobata. La prolificazione avviene dall'ombellico, dal quale non raramente spunta un disco che oltrepassa le di- mensioni del disco primitivo e che secondo gli autori potrebbe generarne altri in modo da dar luogo ad una fronda costituita da più dischi sovrapposti. Secondo le indicazioni degli autori crescerebbe eziandio nelle Indie occi- dentali, dove anzi come già si è notato, sarebbe stata primitivamente scoperta. itOr./tOZOrVI/li Zanard, Frons plana horizontaìiier expansa, varie lobata et prolifera^ margine nuda, pagina inferiori laxe radicante, stratis duohus contenta: interiore celhdis magnis fere ino/jiibns constante, exteriove celhdis minutis in lineas longittidinales ftabellatim radiantes dispositis. Zoosporangia unilocularia cyìindraceo- cìavata, extra 'pag inani siiperiorem frondis p'ominentia, ses- silia, in Soros macidaeformes ad lasim frondis evolutos col- lecta. Antheridia ignota. Aglaozonia. Zanard. Saggio 2^- 38. — Icon. Pliyc. II, ]). 103, tal). LXVL — Kg. Sj). p. 566. — Reinlie l. e. p. 81, tcd). XI, fig. 13-27. Padinella Aresch. in Linn. 1843, fase. Ili, p. 2G0, tal). IX, fig. 1-3. — Pliyc. Scand. 1850, p. 138, (ex Zanard'). ZONARIAE ET PabINAE Sp. Auct. Fronda piana, orizzontalmente distesa, in più modi lobata e pl'olifera, intera e nuda nel margine, colla pagina inferiore lassamente radicante, costituita da due distinti strati di cellule. Strato interno composto di pii^i serie di grosse cellule poliedriche quasi vuote. Strato esterno formato di cellule minute similmente poliedriche, contenenti dei granuli colorati, disposte nella pagina superiore su linee longi- tudinali raggianti dalla base alla periferia. Zoosporangi uniloculari cilindraceo-clavati, emettenti da 4-6 zoospore (sec. Reinke), sessili sulla pagina superiore della fronda, non intramezzati da paranemi, così fìtti che talvolta appariscono prismatici, formanti dei sori ma- culiformi i quali occupano la base della fronda. Comprende una sola specie, nella quale però alcuni autori distinguono due forme che considerano come autonome. Comunque siasi il genere Aglaozonia non è rappresentato che da forme corrispondenti a quella agamica della Za- nardinia. Da ciò il sospetto che esso ahbia dei rapporti genetici colle Cutleria. AGLAOZONIA PARVULA fGrev.J Zanard. A./rondilus menibranaceis varie lohatis,lohis flalelliforìnilus aut sulorìncularihus. Aglaozonia paryula Zanard. Saggio l. e. — Icon. Phyc. Le! — Xg. Sp. p. 566. — Crouan in Bull, de la Soc. hot. de France 1857, IVy p. 26. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig.p. 131. Padinella PARVULA Arescìi. l. e. Padina PARVULA Orev. Alg. br. p. 63. ZoNARiA PARVULA Grev. Scott. N.° 360, (ex auct.). — J. Ag. Sp. J, p, 107. Aglaozonia reptans Kg. l. e. — Reinke l. e, — Eauck Meeresalg. p. 408 ! ZoNARiA REPTANS Cfoiian Alg. mar, Finist. 1, iV." 74. — Kg. Tal. Phyc. IX, 76, li. Padina reptans Croiian in Arch. bot. Il, 1833, p. 398, [ex Zanard.), Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello) ; Tir- reno nel Golfo di Napoli (sec. gli autori); Adriatico (:;o sulle coste dell'Istria (Hauck) e della Dalmazia (Za- nardini). Nella seconda zona di profondità. La fronda ha forma assai irregolare, margini nudi, lobati, proliferi, lobi rotondati, prolificazioni reniformi od orbicolate. Misura comunemente appena un centimetro o due nella direzione della sua maggiore estensione. É sottil- mente membranacea e poco aderente alla carta colla diseccazìone. Il colore è olivaceo più o meno fosco. Cresce eziandio nei mari del Nord d'Europa, nei quali anzi per quanto apparisce dalle citazioni degli autori è più frequente che nel Mediterraneo. Alcuni autori distinguono la Zonaria parvula Grev. dalla Padina reptans Crouan, ma a mio avviso è da preferirsi il contrario parere dello Zanardini fondato, per dichiarazione dell'Autore, sull'esame di esemplari autentici. ECTOCARPACEAE I^arv. Algae JiUformes articulatae, monosipìioniae aut pólysiplioniae, raro filis a centro raciiantihis in frondem orhicularem conjunctis con&titiitae. Zoosporangia lateralia raro ramulis innata, di- mor^ha : a. unilocularia ovoidea ; l. '^liirUociilaria itidem ovoidea, oUonga aut siliqiuieformia. EcTocARPAGEAE Hard. Ntr» lor. amer. I, p. 132. EcTOGARPEAE Kg. Pìiijc. et S/j). I, p. 22. — J^g. S:p. p. 451. — Tal). Phyc. V, 50, // — Ar- disi, e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 137. — Haucli Meeresalg. p. 332. E. siLTGULosus vdr. PENiGiLLATus et CESPITOSUS Ag. Sp. II, jy. 39, (jide J. Ag. Abit. Mare ligustico alia scogliera di S. Giuliano presso Genova. Nella prima zona di profondità. var. Id, r©fr»act-ti,s, ramulis terminalihus rejlexis vel re- curvatis. EcTOGARPus REFKACTus Kg. Sp. p. 451. — Tal). Phyc. V, 51, //. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 135. Abit. Mare ligustico a Villafranca ed a Genova (DeNotaris). Mella prima zona di profondità, sulle Ulva e sulle corde di ancoraggio. tar. e, "irostlt\i.s, frondilus inferius fibris decurrentihus vestitis, ramis refractis. 70 EcrocARPUs VESTiTus deNot. in herh ! — Ardiss. e Straff. l^mcm. Alg. Lig. p. 138. E. LiTORALis DeNot. Prosp. FI. lig. p. 66, [non Ag.) ! Abit. Mare ligustico a Genova (DeNotaris). Costituisce dei densi cespugli che misurano da 2 8 centimetri di altezza. Il colore varia fra il verdognolo ed il giallastro. La sostanza della fronda è piuttosto flaccida, alquanto luccicante nelle porzioni più giovani. Spesso le porzioni inferiori della fronda, specialmente nelle varietà, riescono corticate da fibre decorrenti. Cresce eziandio nell' Oceano Atlantico, sulle coste della Gran Bretagna, dove venne distinto per la prima volta dall' Harvey, nel Baltico e sulle coste americane (Malden, Mass.) da dove mi venne comunicato dal eh. Collins. Per il carattere dei ramoscelli unilaterali e ricurvi a questa specie si ac- costa VE. stiiposus DeNot. (DeNot. in herb. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 435) il quale tuttavia per la maggiore lunghezza delle articolazioni e per la minore grossezza della fronda, ne sarebbe alquanto distinto. Anche VE. seciindus Derb. et. Sol. (iti Casi. Catal. des pi. de Marseiìle Supp. p. 400) da non confondersi con VE. secundus Kg. {Sp. p. 450) che è specie oceanica, stan- do alla frase diagnostica degli autori sembrerebbe per lo meno affine all'.È'. fasciculatìis. 4. ECTOCARPUS SANDRIANUS Zanard. E. frondihus Yamosissimis, ramis raimdisqne alternis, iiltimis 2)ectinato-secundaiis ; articiiUs diametro plerumque Ireviorihus vel 'pavum longioribus ; siliquis parcis, sessilibus, ovatis, in- teriore latere ramulorum secundis. Egtogarpus Sandrianus Zanard. Saggio p. 41. — Icon. Phyc. II, 'p. 143, toh. 74, B. — Kg. Sp.p. 451. — Tab. Phyc. V, 52, /. — Haucli Meeresaìg. jp. 332 ! E. ELEGANs Thur. in Le Jol. Alg. Cherl. p. 77, 'pl- II, fig. 1-2. Abit. Adriatico a Venezia (sec. Zanard.) ed a Spalato (Hauck); Tirreno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg). Forma dei densi cespugli dell'altezza di pochi centimetri, di colore verde olivaceo, di consistenza mucosa. Ne ho esemplari di Cherbourg comunicatimi dal dott. Lebel, i quali non lasciano dubbio sulla identità delle due forme adriatica e oceanica. B. ECTOCARPUS ARCTUS Kg. E. frondihus rigìdulis in funiculos multifidos implexis inferìus fihris decurrentihus vestitis, ramosissimis, ramis saepe ap- proximatis oppositis, ramulis alternis elong atis ; articuJis ^rimariis diametro aequalihus vel sesqià ad dwj^lo longiorihus, supremis 2-3 pio longiorihus ; siliq^ìcis pardulis, ovoideo-rot%in~ datis, sessiliòus, creberrimis. Egtocarpus argtds Kg. Phyc. p. 289. — Sp. p. 449. — HaucJi Meeresalg. p. 328. GoRTicuLARiA ARCTA Kg. Tal. Phyc. V, 80, 7. Egtocarpus fuscatus Zanard. in Menegh. Alg. Hai. e dalm.p. 381. — Icon. Phyc. Il, p. 139, tal). LXXIV, A. Gortigularia fusgata Kg. Sp. p. 461. — Tal). Phyc. V, 80, // Egtogarpus verminosus Kg. /Sfp. p. 449. Gortigularia verminosa Kg. Tal). Phyc. V, 79. Egtocarpus intermedius Kg Sp. p. 449. — Tal). Phyc. V, 46, 7. E. spiNosus Kg. iSp. p. 450. — Tal). Phyc. V, 49, 7. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 136. — Eri), critt. ital. Ser. 7, A'." 1322, Ser. 11, N. 421. E. poLYGARPus Zanard. in Kg. Sp. p. 451. — Tal). Phyc. V, 51, 7. E. RUFULus Kg. Sp. p. 453. — Tab. Phyc. V, 58, 77. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 136. E. RiGiDus Kg. Sp. p. 455. — Tal). Phyc. V, 65, li- Egtocarpus oghroleugus Kg. Sp. p. 456. — Tal), Phyc. V, 67, 1. E. coNFERvoiDEs /. ARCTA KJellm. l. c. p. 71, (fide syn.)> 72 A bit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello) ed a Genova; Tirreno a Viareggio (Erb. critt. ital.) ed a Napoli (Signora Favarger, Ab. Castracane) ; Jonio ad Acireale in Sicilia; Adriatico a Spalato (Hauck) ed a Venezia (sec. gli autori). Sugli scogli, sulla Zostera e su alghe maggiori nella prima zona di profondità. Costituisce dei densi cespugli che s'innalzano sino ad oltre un decimetro. Si distingue facilmente dalle specie congeneri qui descritte per la rigidità della fronda, che inferiormente è corticata da fibre decorrenti, per l'agglomerazione dei filamenti in funicoli moltifidi, nonché per la lunghezza dei rametti. La forma corrispondente all'^. rujulus, secondo Kùtzing cresce eziandio nel mare germanico ; quella corrispondente all'^. polycarpiis, secondo Kjellman (l. e. p, 93 e The algae of the arctic sea p. 277} andrebbe considerata come autonoma. 6. ECTOCARPUS GRANULOSUS fEngL bot.J Ag. E. cesjpitosus, olivaceus vel fuscus ; frondihis ramosissimis ramis ramulisque ^lus minus regiilariter oppositis, ultimis saepe pectinato-secundatis ; articulis diametro sesgui longiorihus; si- liquis dbovoideis, sessiWbus. Egtocarpus GRANULOSUS Ag. Sp. II, p. 45. — /. Ag. Sj). I,p. 21. — Ardtss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 137. — Hauck Mee- resalg. p. 332. Conferva granulosa Engl. lot. tal). 2351, (sec. auct.). Egtocarpus laetus Ag. Sp. II, ;p. 46. — DeNot. Prosjp. FI. lig. ^. 66 ! CORTIGULARIA LAETA Kg. Sp. p. 460. G. BRACHiATA Kg. Pliyc. germ. ^. 237. — Sp. p. 460. — Tal). Pliyc. V, 81, /. Abit. Mare ligustico a Genova (DeNotaris); Adriatico e Mediterraneo occid. sulle coste della Spagna e della Francia (sec. gli autori). Nella prima zona di pro- fondità. 73 Sì distingue a prima vista dagli E. confervoides, fasciculattis, Sandrianus per la maggiore robustezza della fronda ; dall' E. arcius si distingue per i ca- ratteri della ramificazione. Raro per quanto pare nel Mediterraneo, cresce in copia nell'Oceano Atlantico e trovasi indicato fra le specie del Capo di Buona Speranza. Ne lio esemplari di Clierbourg comunicatimi dal eh. Le Jolis. A questa spocie Giacobbe Agardh rifdrisce con dubbio VE. racemiferus Me- negh. (De Not. Prosp FI. lig. p. 66), del quale io non ho mal potuto vedere alcun esemplare. 7. ECTOCARPUS VIDOVICHII Menegh. E. frondilms suhdicJiotomis, ramulis rariorihis cibbrematis maxime divaricatis, rigidis, óbtusis ; articulis primariis diametro stc- laequalibus, ramulorum sescpà ad triplo long ioribus; siliquis. . . EcTocARPus ViDoviGHii Menegli. in Kg. Phyc. gemi. p. 233. — Kg. Sp. p. 452. — Tai. Phyc. V, 56, //. Abit. Alto Adriatico (Levi). Secondo il eh. Hauck fUeeri^salg. p. 330) VEclocarpus VidovicUi Menegh. corrisponderebbe all'.È'. crinitus Carm. delle coste britanniche. Non avendo ma- teriali sufficienti per avanzare un giudizio in proposito, nulla aggiungo alla pura e semplice indicazione della specie del Meneghini, la quale in ogni caso, stando alle illustrazioni del Kùtzing, sembra ben distinta dalle specie conge- neri qui ammesse e descritte. 8. ECTOCARPUS PARADOXUS Montg. E. frondihis irregidariter ramosis , (0, 05 mm. crass.), ramis elongatis apice hyalinis ; articulis diametro aeqiialibus vel 2-3 pio longioribus ad genicula contractis ; siliqìcis oblongis, obtusis, breviter pedicellatis , sparsis. EcTOGARPUs PARADOXUS Moutg. in Moris et DeJSJot. FI. Caprar» iV.° 175, tal. V,Jlg. 1-3! — DeNot. Sp. Alg. Lig. N." 90! E. CESPiTULus /. Ag. Alg. med. p. 26. — Sp. /, p. 18. — Cast. Catal. pi. Marseille p. 243. — Kg. Sp. p. 455. — Tab. Phyc. V, 62, //. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. JV.° 51. _ Kjellm. l. e. p. 60. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 135. — Haucli I^eeresalg. p. 327. — Erb. critt. ital. Ser. 1, iV.° 1321. 74 Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. gli autori) ; Mare ligustico a Monaco, tentone, Porto Maurizio, Genova, Portofino ; Tirreno all' Isola di Capraja (sec. Moris e DeNot.); Jonio ad Acitrezza in Sicilia; Adriatico (Za- nardini). Comune sulle cistosire e su altre alghe nella prima e nella seconda zona di profondità. Benché cresca su parecchie alghe pure preferisce la Cystoseira amentacea, sulla quale talvolta riesce a formare un velame densissimo, mucoso, di colore variabile fra il giallognolo ed il rossiccio, che risulta costituito dalla confluenza di innumerevoli cespugUetti pennelliformi, alti da 5-15 millimetri. Le frondi primarie, la cui grossezza varia fra i 40 ed i 60 micromillimetri, portano dei rami sparsi od opposti, allungatissimi, semplici o ramellosi, jalini all'apice, costituiti da articolazioni di lunghezza due o tre volte maggiore del diametro, alquanto ristrette verso la regione dei setti. Le silique sono oblunghe, coi due diametri nel rapporto di 1-3 o di 1-4, ottuse all'apice, brevemente pe- dicellate, sparse. Cresce eziandio sulle coste della Scandinavia (Kjellm). L' identità dell'£'. paradoxus con VE. cespituhis essendo stata ammessa dal De Notaris, che è 1' autore della parte algologica della Florula della Capraja» in omaggio alla legge di priorità ho creduto di preferire il nome del Monta- gne benché meno noto. 9. ECTOCARPUS IRREGULARTS Kg. E. frondìhus irregulariter ramosis, (0, 015 mm. crass.), ramis elon- gatis mterdum radicantibiis patentissimìs ; articulis diametro aequalibus vel sesqid-k 2^lo longiorìbiis ; siliqids ovatis, ses- silihis, numerosis. EcTOCARPUs iRREGULARis Kg. Pliyc. p. 234. — Sp. p. 454. — Toh. Phyc. V, 62, /. — Haucli Meeresalg. ^. 328 ! E. siMPLiGiusGULus Ag. in Bot. Zeit. 1827,^. G39. — Sjì. II, p. 47 ? — Montg. FI. d'Algér. p. 46 ? Abit. Adriatico a Trieste (Hauck) e ad Ancona; Mediterr. occid. alle Isole Baleari (Rodriguez). Sulle cistosire e sul Fucus virsoides nella prima zona di profondità. 75 Forma dei cespuglietti minutissimi, flaccidi, olivacei, alti da pochi milli- metri sino ad un centimetro. Si distingue facilmente dagli E. paradoxus ed E. pusillus, coi quali lia dei rapporti, per la scarsità e la irregolarità della rami- ficazione, per la sottigliezza della fronda, nonché per la forma delle silique. 40. ECTOCARPUS PUSILLUS Griff-, E. frondibus marcissime ramosis, (0, 065 mm. crass.), in cespitem jibris nonnidlis Jlexuosis cohihitum intricatis, raniis mine alternis mine oppositis, patentihtis, longissimis, simpUeiusculis', artictdis diametro Ireviorihus vel duplo longiorihiis ; siliquis subsphaericis, sessilibus. EcTocARPus PUSILLUS Grijf. mscr. — J. Ag. Sp. I,p. 17. — Kg. Sp. p. 450. — Tal). Phyc. V, 48, li. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N.° 48. — Eaucl Meeresalg. ;p. 327. E. GLOBiFER Kg. Sp. l. e. — Tal). Pliyc. V, 49, //. E. NoTARisii Menegh. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig.p. 137. Abit. Mare ligustico a Genova ed al Porto Maurizio (Straf- forello); Tirreno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg); Jonio alle Isole dei Ciclopi presso Catania; Alto Adria- tico (Hauck). Su varie alghe nella prima zona di pro- fondità. L'altezza dei cespugli varia da pochi millimetri sino a due centimetri. Il colore ora è verdognolo, ora giallastro, pallido o rossiccio. La sostanza della fronda essendo piuttosto rigidetta, colla diseccazione debolmente aderisce alla carta. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico sulle coste della Gran Bretagna e della Francia, da dove mi venne comunicato dai eh. Le Normand e Le Jolis. L'Hohenacker in esemplari di Cherbourg lo pubblicò nelle sue Meeralgen exsicc. al n.o 423. il. ECTOCARPUS ELEGANS 3Ienegh. E. cespite sulinconspicuo, mx 2 mm. alto ; frondibus erectis in- ferne simplicihus, (0, 02 mm-. crass.), superne ramosis atte- 7G nuatis, ramis j^atentilus, secundis, ramellosis ; articulis cylin- dricis diametro aequalihus ; siligids EcTOGARPus ELEGA.NS Meuegli. in Iteri). — DeNot. Prosp. FI. Ug. ^. 66 ! — Aì'diss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 134. Abit. Mare ligustico a Genova (DeNotaris). Sullo Scytosiphon lomentarius. Riveste qua e là la fronda dello Scytosiplion lomentarius sotto forma di una lanugine estremamente delicata o di minutissimi ciuffetti fra di loro più o meno distanti, né mai eccede 1' altezza di due millimetri. Al microscopio le frondi compariscono strettamente aggregate, diritte, grosse alla base due cen- tesimi di millimetro, notevolmente assottigliate verso gli apici, per buon tratto semplici e quindi provvedute di rami unilaterali assai aperti, che alla loro volta portano pochi rametti simili ma brevissimi. Le articolazioni hanno forma cilindrica e riescono tutte di lunghezza presso a poco eguale al diametro. Le silique sono ignote. Il colore è olivaceo pallido. La sostanza della fronda colla diseccazione aderisce bene alla carta e comparisce assai luccicante. Questa specie, che nella mia collezione è rappresentata da un solo esem- plare favoritomi dal De Notaris e raccolto a Genova nel Febbraio del 1845, per quanto pare in seguito non è mai più stata riveduta né a Genova, né altrove. Le sole specie colle quali io ho creduto di poterla confrontare, sono gli E. monocarpus Ag. e E. tcrminalis Kg., dalle quali tuttavia mi pare ben distinta per la sua ramificazione. Non conoscendosi però se non nello stato sterile, la sua ubicazione sistematica non può considerarsi come sicura. In quanto al nome specifico impostole dal Meneghini, mi pare che non vi sia ragione di mutarlo, dal momento che VE. elegans Thur. va riferito all'.fi'. Sandrianus Zanard. 12. ECTOGARPUS MONOCARPUS Ag. E. frondihvs erectis simplicissimis, miniitissimis, medio singulam siliqimm ferentihus ; articulis diametro aeqiialilus aut 2-3 pio longioribus ; sìliqìiis ellipticis. EcTOGARPus MONOCARPUS Ag. Sj). Il, p. 48. — /. Ag. Alg. med. p. 26. — Sp. I, ])- 16. — Kg. Sp. p- 457. — Tal). Pìiyc. V, 73. //. E. siMPLiciuscuLus Kg. Tal). Pliyc. V, 75, /. — Hauck Meeresalg. p. 326, non Ag. E. MiNUTUs Ag. in Bot. Zeit. 1827, p. 639. / / Abit. Alto Adriatico (sec. gli autori); Tirreno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg). Ho tracciata la frase diagnostica e la sinonimia su esposte sulla base delle fi- gure del Kiitzing ; conviene però notare che da queste figure non è sufficiente- mente dimostrata l' identità dell'^. monocarpus Ag. col E. sim^Ucmsciilus Kg. Specie imperfettamente nota ECTOCARPUS MENEGHINII Dufour E.frondilus (0, 04-0, 06 mm. crass.) intricatissimis, radìcantihis, parce ramosis, ramis eìongatis sparsis ; articulis inferiorious diametro aeqiiaWms ad geniciila contractis, superioribus sulj- cylindricis diametro 2-3 pio longioribus ; siliquis .... ; %oo- sporangiis unilocularihis (?) ovoideis, pedicellatis. Egtogarpus MENEGHINII Dufour Elenco delle Alghe di Liguria in Comm. Soc. critt. ital. II, p. 30. — Ardiss. e f^traff. Enum. Aìg. Lig. p. 135. — Erb. critt. ital. Ser. I, iV." 1320. E. GEMiNATUs Mcnegli. in Tierb. — BeNot. Prosp. FI. lig. p. 66 ! — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N.° 49, non Harv. Abit. Mare ligustico a Genova ed a Savona (Erb. critt. ital.); Jonio ad Acireale in Sicilia. Benché questa forma sia stata ripetutamente indicata, pure per quanto mi è noto non è mai stata descritta. La frase diagnostica che qui ne esibisco è tratta dagli esemplari da me raccolti in Sicilia, la cui determinazione è do- vuta al De Notaris. Affine agli E. Vidovichii ed E. pusillus, sembra tuttavia distinta da que- sto per la maggiore lunghezza delle frondi e per il portamento dei cespugli, da quello per i caratteri delia ramificazione. Il nome specifico imposto dal Meneghini, essendo stato precedentemente impiegato per distinguere una specie oceanica dello stesso genere, non potè essere conservato. 78 Secondo Thuret e Bornet (Etnd. PTiyc. p. 24) questa specie si dovrebbe riferire al genere Havlospora del Kjellman, perciocché gli organi che sono stati considerati come i suoi zoosporangi uniloculari sarebbero invece spore im- mobili. Specie indicate dagli autori come mediterranee e che sono dub- biose 0 mancanti, in esemplari raccolti nel Mediterraneo, nella mia collezione ed in tutte quelle che io ho potuto consultare. EcTOCARPUs spHAEROPHORUs Carm. ■— J Ag, Sp. I, p. 17 . — Marsiglia E. REPTANS Crouan — HaHch l. e. p. .325 — Adriatico E. RADiciFORMis Kg Tal). Phyc- V, GO, II — Mediterr. E. HUMiLis Kg. l. e. 70, I — Corsica E. RiGiDULUs Kg. l. e. 7ì, I . , — Adriatico E. PARVULDS Kg. l. e. lì, II — Adriatico ICoRTicuLARiA RUFEscENs Kg. Sp. p. 46D :_ Adriatico EcTOCARPUs RiGiDissiMUs Zaiiard. E scoPULORDM Thur. et Born. — Zangenhach Die Meeresalg. der Inseln Sizilien und Pantellaria p. V2 . — Sicilia UTREBLOl^En/t Derb. et Sol. Frons fiUformis, articulata, monosipTionia, iKirasitica, filamentis irregularibus, inter celhdas algae gestatricis repentihis con- stituta. Zoosporangia dimorjìha lateralia : a. unilocularia sphaerica vel elliptica ; plurilocularia siliqiiaeformia, Streblonema Devi), et Sol. in Cast. Catal. des pi. de 3Iarseille Supp. p. 100. — Pringsh. Beitr. iter Morpli. der Meeres Alg. p, 13. — T/mr. in Le Jol- Liste des Alg. de Cherb. p. 72. Fronda filiforme, articolata, monosifonia, minutissima, parasitica' costituita da filamenti irregolarmente ramosi, serpeggianti fra le 79 cellule dell'alga su cui crescono. Zoosporangi dimorfi laterali ; uni- loculari e pluriloculari. Zoosporangi uniloculari sferici od ellittici. Zoosporangi pluriloculari in forma di siliqua, spesso ramificati. Secondo Pringsheim (l. e.) la ramificazione degli sporangi pluriloculari, costituirebbe il carattere essenziale del genere StnUonema, ma come già ebbe ad osservare il Thuret (l. e), in alcuni Sirellonema quelli organi sono perfet- tamente semplici, mentre nelle Castagnea e nelle Lieltmannia talvolta sono ramosi. Da ciò ne viene che il genere Strehlonema è appena distinto dal ge- nere Ectocarpus per il modo di vegetare della sua fronda. STREBLONEMA INVESTIENS Thur, St. microscopiciim ; frondihiis (0, 2 mm. long. 0,01 mm. crass.) yarce ramosis ; articulis ellipticis diametro sesqui-duplo lon- giorihus ; zoosjtorangns unilocularihis ellijpticis, terminalilus. Streblonema INVESTIENS Tliuv. in Lloyd Alg. de V Ouest N° 381. EcTOGARPus INVESTIENS HaucTi MeeTesolg. y- 325, jig. 135 ! Abit. Alto Adriatico a Trieste (Hauck). Sulla Gracilaria compressa. Ad occhio nudo é appena visibile sotto forma di macchie nerastre. Ne ho esemplari della Manica favoritimi dal eh. Le Jolis. Questa specie per i suoi filamenti in buona parte diritti e sporgenti sul- l'alga che li ospita, fa passaggio al genere Ectocarpus, al quale forse con ra- gione ebbe a riferirla il eh. Hauck, STREBLONEMA SPHAERICUM Streblonema sphaericuìn Thur. in le Jol. Liste des Alg. de Cherb. ii. 73. - Hauck 1. e. p. 323. Ectocarpus sphaericus Derb. tet Sol. 1. e. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne) ; Adriatico (sec. Hauck). STREBLONEMA TENUISSIMUM Hauch L e. Adriatico (sec. Hauckj. Sul Ifemalion lubricum. 80 €UORei^TO€JLRPUI§ Zanard. Frons Jiliformis, articulafa, monosiphonia, diclwtome ramosa. Zoo- sporangia dimorplia, lateralia : a. unilocularia ohovoidea, pe- dicellata septo transversali Ui^artita ; 1). phirilocidaria itidem ovoidea, sessilia, mimita. Choristocarpus Zanard. Icon. PJiyc. I, ]). \, tal. 1. Fronda filiforme, articolata, monoslfonia, dicotomo-ramosa. Zoo- sporangi dimorfi, uniloculari e pluriloculari, gli uni e gli altri late- rali. Zoosporangi uniloculari ovoidei, pedicellati, bipartiti mediante un setto trasversale. Zoosporangi pluriloculari similmente ovoidei, ma sessili e più minuti. II genere Choristocarpus, appena distinto dal genere Ectocarpus per avere dei Zoosporangi biloculari al posto di quelli uniloculari, non comprende clie una sola specie, la quale si trova confinata nel Mediterraneo. CHORISTOCARPUS TENELLUS Zanard. Ch. frondihus dicliotomis, corynibosis ; articulis diametro 8-10 pio longioribus. Choristocarpus tenellus Zanard. Icon. Phyc. I, ;p. 1, tal. Il — Hauch Meeresaìg. p. 334. Ectocarpus tenellus Kg. SjJ. p. 457. — Tah. Phyc. V, 73, /. — Ardiss. e Straff. Emim. Alg. Lig. jp. 134. Abit. Mare ligustico a Diano Marina (Strafforello) ; Alto Adriatico (Zanardini, Titius). Nella prima zona di pro- fondità sugli scogli e su varie alghe. Costituisce dei cespuglietti dell'altezza di circa due centimetri. I filamenti primari, grossi sino a 25 micromillimetri, si dividono ripetutamente per dico- tomia risultando acuti alle ascelle. I segmenti si assottigliano a poco a poco verso l'alto, ove tutta la fronda prende un aspetto corimboso. Le articolazioni riescono tutte allungatissime, tantoché giungono a superare di dieci e più volte il loro diametro. La sostanza della fronda è alquanto flaccida, luccicante nello stato secco. Il colore è di un olivaceo pallido piuttosto sbiadito. 81 Tribus III. — MYRIOTRICHIEAE. Frons laai monosiplionia deìnde polysiphonia. ilYRIOTRICHIJL Hirv. Frons filiformi s, articolata, l)asi monosi^lionia deinde polysÌ2ìhonia, simiMcissima , superne ramtiUs allrematis verticillaio-vnihrì- catis -filisqiie hyalinis ohsessa. Zoosporangia dimorpha : a. unilocularia ovoideo-rotundata in filo pnmario sessilia; h.^lu- rilocularia elongata itidem sita. Myriotrichia Harv. in Hook. Journ. of hot. I, p. 300, tao. 138. — Zanard. Icon. Phyc. 7//, ^. lOl, tal. CV. Fronda filiformo, articolata, monosifonia alla base e quindi po- lisifonia, semplicissima, inferiormente nuda e superiormente coperta di brevi rametti verticillato-embriciati, spiniformi o papilliformi e di filamenti jalini, articolati colle articolazioni assai allungate. Zoospo- rangi dimorfi : uniloculari e pluriloculari. Zoosporangi uniloculari ovoideo-rotondati, sessili, svolti immediatamente sul filo primario o verso le ascelle dei rametti, provveduti di un margine diafano assai distinto. Zoosporangi pluriloculari allungati similmente posti. MYRIOTRICHIA CLAVAEFORMIS Harv. M. caespitosa, siilmucosa, olivacea ; frondilus clavatis (2-Q mm. long., 0,02-0,03 mm. crass.) ramulis sursitm longioribus ohsessis- Myriotrichia glavaeformis Harv. l. e. — J. Ag. Sp. I, j». 13. — Kg. Sp. j). 470. — Tal). Phyc. VI, 3, IL — Zanard. l e. — Haucli Meeresalg- p. 336. Abit. Alto Adriatico a Trieste (sec. IJauck). Sullo Scytosi- phon lomentariiis. Ne ho un esemplare della Manica che mi venne comunicato dal dott. Lebel. La M. Jiliformis, che secondo Zanardini non sarebbe se non una forma 82 della il/, dataefcrmis, in cui i rametti riescono papillosi per mancato sviluppo ed interrott amento distribuiti, in esemplari della Manica la ebbi pure dal dott. Lebel e dal Le Jolis ; in esemplari americani (Newport) la ebbi dai si- gnori Farlow, Anderson ed Eaton, cbe la pubblicarono al n.° 167 delle loro Algae exsicc. Am. hor. Anche il Rabenhorst la pubblicò in esemplari di Cherbourg, al n.° 1517 delle sue Algen Europa' s. Assai affine alla M. fiUformis mi pare la M canariensis Kg. (Tab. Phyc. VI, 2). Della M. adriatica Hauck (Meeresalg p. 337) non avendone mai veduto né esemplari né figure non so che pensarne. In quanto alla M. repens dello stesso autore (Dichosporangium repens ll;\\XQkl.c.p.337,Jig.1i1) qaurìtunque mi sembri una forma distintissima, nulla posso dirne poiché io non ho mai potuto vederne alcun esemplare. OIRyiiJDIJl Derb. et Sol. Frons fiUformis, articuìata, lasì monosiplionia deinde polysipJionia, sim])liciuscula. Zoosjìorangìa dimorpha : a. unilocularia olo- voidea, sessilia, ex artìculìs liorìzontaìiter erumiìentia line illìic glomeratim aggregata ; b. plurilonilaria cyìindrica, ehn- gata, rannosa, in ramulis basilaribus di-;polychotomo-corymiosìs terminalia. GiRAUDiA Berh. et Sol. Mèm. p. 49, pi. 14, fig. 12-16. — Zanard. Icon. Phyc. Ili, p. 73, tah. XCVIII. — Arescfi. Ohserv. Phyc. Ili, p. 23, tah. Ili, fi,g. 1, a-b., (ex auct.). — Guhel in Bot. Zeit. 1878, p. 193, tàb. 1, fig. 12-14 et 16-29. — Berthold in Mittlieil. atis der zool. Stai, zu Neapel zirsiter Band, in Heft p. 408. Fronda filiforme, articolata, polisifonia sino da poco sopra la base, inferiormente ramellifera e quindi semplice, cogli apici spesso terminati da filamenti jalini articolati. Zoosporangi dimorfi: unilocu- lari e pluriloc:;Liri. Zoosporangi uniloculari obovoidei, sessili, qua e là aggregati sulla fronda in glomeruli a contorno arrotondato, sor- genti orizzontalmente, ossia in modo che il loro asse risulta per- pendicolare all'asse della fronda che li porta. Zoosporangi plurilocu- lari cilindrici, allungati, poco assottigliati verso l'alto, ottusi all'apice, ramosi nello stato adulto, svolti alla cima delle ultime ramificazioni di rametti basilari di-policotomi corimbosi. 83 I Zoosporangi pluriloculari o silique, che ho potuto osservare in esemplari del Porto Maurizio, costituiscono dei corimbi assai densi, né corrispondono guari alle figure che ne diedero il Gòbel e l'Areschoug (cfr. Hauck Meeresalg. p. 334, fig. i39, 6). Grossi da 10 15, lunghi da 100-150 micromillimetri, spesso compariscono biforcati od anche lateralmente ramosi. Gli autori del genere Giraudia non osservarono in esso che zoosporangi di una sola sorta, che descrissero e figurarono come uniloculari. Zanardini pure attribuì al genere Giraudia soltanto dei zoosporangi uniloculari, simili a quelli già veduti da Derbes e Solier. Veramente egli in questo genere, come apparisce dalla figura n." 4 della sua tavola citata, vide anche dei zoosporangi pluriloculari cilindrici basali, ma per quanto pare senza riconoscerne la natura. L' illustrazione di qusti ultimi venne poi data dall' Areschoug. Cosi il genere Giraudia venne creduto conforme a tutti gli altri delle ec- tocarpacee in quanto ai suoi organi riproduttori ; ma in questi ultimi anni, in cui Gòbel e Berthold presero a studiarlo sotto il rapporto biologico, in quanto alla sua morfologia esso die luogo ad alcune osservazioni delle quali è oppor- tuno di dar qui qualche notizia. Secondo Gòbel nella Giraudia esisterebbero dei zoosporangi pluriloculari di due sorta : gli uni simili per la loro posizione a quelli uniloculari descritti da Derbes e Solier ; gli altri svolgentisi sulle ramificazioni di rami particolari. I primi soltanto darebbero delle zoospore capaci di copularsi. Secondo Berthold sino alla fine d'Aprile si trovano sulla Giraudia soltanto i zoosporangi dapprima descritti da Derbes e Solier. Essi non sarebbero, come ammise Gòbel, uniloculari, ma anche pluriloculari; però farebbero le veci di quelli uniloculari delle altre feosporee. I zoosporangi pluriloculari osservati da Gòbel si mostrerebbero in gran numero solo alla fine d'Aprile ; abbondano in Maggio e Giugno, tuttavia durante l' intero periodo vegetativo si trovano anche i zoosporangi di Derbes e Solier. In conclusione si avrebbero nella Giraudia tre sorta dì zoosporangi : 1.° Quelli dapprima descritti da Derbes e Solier, che secondo Berthold sareb- bero promiscuamente unì e pluriloculari ; 2." Quelli distinti dal Gòbel come pluriloculari, simili ai primi per la forma e la distribuzione dei sori, che il Berthold crede identici ai zoosporangi descritti dal Zanardini ; 3." Quelli distinti dal Gòbel pure come pluriloculari, ma filiformi, che mi pare si possano considerare come identici ai zoosporangi siliqueformi illustrati dall' Areschoug. I zoosporangi da me veduti e dei quali ho già dato cenno, evidentemente appartengono alla terza forma qui distinta, ma ne rappresentano un periodo di sviluppo assai avanzato, sin qui sconosciuto. L' esemplare che li porta è stato raccolto in Agosto. In attesa di nuove osservazioni, che confermino e cliiariscano quelle su esposte, la frase diagnostica del genere mi pare che si possa lasciar correre sulla base dei fatti primitivamente scoperti, ai quali eventualmente non sa- ranno da aggiungersi che le particolarità strutturali dei zoosporangi descritti come uniloculari. 84 GIRAUDIA SPHACELARIOIDES Dirb. et Sol. G. caespitosa ; frondihus lasi panim ramosis caeterum sim/plicm- scuUs, utrinfiue attenuatis, apice jìlis ìiyalinis liana raro ter- minatis ; articuUs diametro IreviorilìUò'. GiRAUDiA. SPHACELARIOIDES Devò. et )S'oL l. c. — Zanavd. l. e. — Ardiss. e Straff. Fnum. Alg. Lig. lì. 138. — Haucli Meeresalg. ^. 335. — Eri), critt. ital. Ser. I, i\r.° 1024, Ser. IT, iV." 420. Abit. Golfo di Lione (sec. Derb. et Sol.) ; Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello), a Cornigliano ed a Porto- fino (Erb. critt. ital.) ; Tirreno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg) ; Adriatico (sec. Hauck). Sulle foglie della Zostera. Cresce in cespuglietti dell'altezza di pochi millimeti-i che, sotto forma di densa peluria, talvolta ricoprono quasi per intero le foglie della Zostera. La consistenza della fronda è quasi cartilaginea. Il colore che dagli autori vien detto verde giallastro nella pianta fresca, è bruno in c[uella diseccata. Il genere Giraudia è un genere monotipo che cresce eziandio nell'Oceano Atlantico. Tribus IV. - SPHACELARIEAE J. Ag. Frons j)olysiplionia nuda aut plus minnsve dense corticata, apice monosipJionia sfilacciata. S^%»II/i€Er.^RI/IL ÌAjngb, Frons filiformis articiilata varie ramosa, saepius distiche pinnata et caule scens, apice monosipìionia sphacelata intus divisione cellulae pHmariae polysiplionia articiilata, nuda aut corticata. Zoosporangia dimoriìlia : a. unilocìilaria ovoidea ramulis afjìxa, solitaria aut aggregata ; 1). plurilocv.laria itidem ovoi- 85 dea pìerumque in axilUs ramidorum sita. Propagula clavata, tricornia aut ramiiìos aemiilantia, in ramulis sjuirsiM evoluta. Sphacelaria Lyngìi. ffydr. Dan. j[). 103. — Ag. Syst. i). XXX. — Sp. II, p. 17. — /. Ag. >S^j). I, p. 29. — Priìigsh. SpUacel. in Abhandl. der Aìiad. Berlin 1873. Sphacelaria, Halopteris et Stypocaulon Kg. Phyc. p. 291. Sphacelaria, Delisella et Lyngbyella Bory. Ceramii sp. Auct. ant. Fronda filiforme, articolata, in vario modo ramosa, spesso di- stico-pennata e caulescente, monosifonia all'apice, dove è terminata da una grossa cellula generatrice (sfacela), che dividendosi parallela- mente alla sua base, dà origine ad una sola serie di segmenti, e quindi polisifonia (senza tubo centrale^ in conseguenza delle ulterio- ri divisioni trasversali e longitudinali di questi segmenti. Articola- zioni ora distinte su tutta l'estensione della fronda, ora nascoste da uno strato corticale piii o meno spesso. Zoosporangi dimorfi : uni- loculari e pluriloculari. Zoosporangi uniloculari ovoide] solitari od ag- gregati sui rami. Zoosporangi pluriloculari similmente ovoidei, qua- si sempre svolti verso le ascelle dei rametti. Organi di moltiplica- zione 0 propagoli ora clavati o tricorni, ora simili a rametti termi- nati da tre ramoscelli raggianti lateralmente da uno stesso punto e coronati da un prolungamento piliforme, sparsi in pochi sui rametti. Sulla fi-onda delle Sphiceìaria frequente è la presenza di filamenti pilifor- mi. Inoltre è a notarsi che in alcune specie [Sjìh. scoparla, Sph. ftlicina) con la fronda caulescente, il caule trovasi rivestito da numerosissime fibre radicifor- mi contorte, che costituiscono la cosi detta stupa, la quale è particolarmente sviluppata nelle forme che il Kùtzing separava dalle SpTiacelaria propriamente dette per formarne il suo genere Stìjpoca%lon. 1. SPHACELARIA SCOPARIA {L.) Lyngh. Bpli. frondibus caidescenfihts s(uj)0sis, decomposiiO'j)innatis, pinnis alternantihus disticliis spìnuliformibus ; articiilis diametro Ireviorihv.s. 86 Sphacelaria sgoparia Lyngb. Hydr. Dan. p. 104, tab. 31. — Bon- nem, Hydr. p. 64. — Ag. Sp. II, p. 19. — /. Ag. Alg. med> p. 29. — Sp. I, p. 36. — DeNot. Sj). Alg. Lig. N."" 85 ! — Menegli. Alg. ital. e dalm. p. 344 ! — Montg. FI. d'Algèr. p. 39. — Ardiss. e Straff. Emim. Alg. Lig. p. 139. — Eauck Mee- resalg. p. 347. — Eri. critt. ital. Ser. I, A'.° 29, Ser. II, iV.° 325, 1040. Stypocaulon sgoparium Kg. Phyc.p. 293, tab. 18, //. — Sp. p. 466. — Tal. Phyc. V, 96. — Ardiss. Enim. Alg. Sicil. iV.°^57. — Ralenh. Alg. Sachs. iV^.° 797. — Alg. Europ. N.'' 1019, 1138. — Hohenacli. Meeralg. N.° 504, 505. Geramium sgoparium Roth Cat. Ili, p. 141. — BC. FI. fr. II, p. 41, (ex auct.). — Delle Chiaje Hydr. Neap. II, p. 10, tal. XCVIIL Conferva sgoparia L. Syst. nat. Il, p. 720. — Dillw. tal. 52 et Introd. i\^." 167. Sphacelaria spartioides Menegh. Liti, ad Corin. N.'^ 1 ! Sph. Haensleri Ag. Disp. (Cerammm) et Bonnem. Hydr. p. 63. Fucus rudis Wulf. Crypt. ag. p. 57, N.^ 36, {excl. syn.). Abit. Comune ovunque nella prima zona di profondità, se- conda e terza sotto zona. Il caule, col tessuto stopposo che lo riveste, giungo a misurare la grossezza del mignolo e le frondi, clie in più sorgono da una stessa base, non rara- mente riescono ad oltrepassare V altezza di un decimetro. La sostanza della fronda è membranacea assai consistente, per cui colla diseccazione non aderisce, punto alla carta. Il colore è bruno marrone, tanto nella pianta fresca quanto in quella secca. Cresce eziandio nell'Oceano Atlan- tico sulle coste europee ed africane. È specie assai polimorfa che presenta due forme principali a seconda della stagione in cui vegeta. Nella forma da Giacobbe Agardh detta aestivalis, le penne superiori compariscono allungate, fascicolate e le pennette riescono acute; nell'altra, dallo stesso autore detta Memalis, maggiore è il grado di decompo- sizione della fronda e le pennette riescono invece aperte. Però conviene av- SI vertire che gli esemplai-i raccolti in inverno ed in primavera generalmente corrispondono alla forma aestivalis e quelli raccolti dalla metà dell'estate al- l'autunno avanzato, corrispondono invece alla forma hiemalis. Notevole è la forma densamente corimbosa che si trova in Aprile e clie venne pubblicata dal Piccone neW Erbario crittogamico italiano (Ser. II, w." 82S) sotto il nome di Sfh. scoparla hiemalis, e nelle Meeralg. dello Hobenacker (n.° SOS) sottd il nome di Stypocaulon scoparium aestivalis. Evidentemente questa forma rientra in quella aestivalis J. Ag. Del resto le due forme di Sph. scoparia distinte da Giacobbe Agardh, non sono cosi nettamonte distinte in quanto alla loro epoca di vegetazione, da escludersi reciprocamente in ogni stagione. La Sph. compacta Bory {in, Montg. FI. d'Algcr. p. 40, tal. S, fig. 2) si di- stinguerebbe dalla specie qui descritta per avere i rametti diretti per ogni verso anziché distici, ma nella Sph. scoparia il carattere dei rametti distici non è costante. 2. SPHACELARIA FILICINA fG?-aLj Ag. Sp. frondibtis caidesceniihiis, stujjosis, decomposito-pinnaiis, pinnis siibseìnipinnaiis , pinnis inferiorihus pinnae cujnsvis sursum senindis, superiorihtis alternmitibus ; ariiculis diametro subae- qiialilus ; zoosporangiis plurilocularìbus olovatis, axillarilus, siibsessìlihus. Sphacelaria filicina Ag. Sp. II, p. 22. — /. Ag. Alg. med. p. 30. — Sp. I, p. 38. — BeNot. Sp. Alg. Lig. A^." 87 ! — Menegli. Alg. itaì. e dalm. p. 324! — Montg. FI. d'Algèr. p. 41. — Zanard. Icon. Phyc. Ili, p. 37, tal. LXXXIX. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 139. — Hatich Meeresalg. p. 347. — Eri), critt. ital. Ser. I, N." 18. Halopteris filicina Kg. Phyc. p. 292. — Sp. p. 462. — Tal). Phyc. V, 85, I. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N.^ 53. Geramiu.m filicinum Grat. in Joiirn. de med. IV, p. 33. Sphagelaiiia siMPLiciusGULA Ag. Sp> II, p. 31. Sp. tenuis Bonnem. — Kg. Tal). Phyc. V, 94. Abit. McditeiT. occid. alle Isole Baleari (Kodrigucz) e sulle coste dell'Algeria (sec. Montg.) ; Golfo di Lione a Mar- 88 sigila (Erb. Menegh.); Mare ligustico a Mentone (Si- gnora Favarger), al Porto iMaurizio (Strafforello), a Pegli (Dufour), a Genova ed a Portofino ; Tirreno a Livorno (Erb. Menegh.), in Sardegna (sec. Piccone) e nel Golfo di Napoli (sec. Falkenbergj ; Adriatico sulle coste della Dalmazia (Erb. Menegh.) ; Jonio ad Aci- reale in Sicilia ; Mediterr. inf. a Licata in Sicilia (Bei- brani). Nella prima e nella seconda zona di profondità. Forma dei cespugli di altezza variabile fra due od otto centimetri, simili per il portamento a quelli della Sph. scoparla, ma più gracili e di colore meno fosco. Il caule, evidentissimo negli esemplari più adulti, col tessuto stopposo che lo riveste giunge a misurare la grossezza di un millimetro, od anche più secondo le indicazioni degli autori. La inserzione delle penne di qualsiasi ordine, ha luogo in modo che alla base esse riescono pinnulate soltanto superiormente. Da ciò ne viene che la prima pennetta superiore risulta sempre ascellare. La sostanza della fronda è membranacea assai consistente, cosicché colla diseccazione non aderisce punto alla carta. Il colore è verdastro nella pianta fresca, giallo-brunastro in quella disseccata. Cresce eziandio nell'Oceano at- lantico. La forma meno composta, dapprima considerata da Carlo Agardh come autonoma (SjìTi. simpliciuscula], per quanto pare non rappresenta se non lo stato jemale della specie qui descritta. 5. SPHACELARIA TRIBULOIDES MenegL t^pJi. caespitosa ; frondibus erectiiisculis dichofomis aut irregula- riter .mhpinnatis ; articiilis diametro sesqìdlongioribus ; pro- 2')agulis trihuliformilus ad ramos superiores sparsis. Bphacelaria TRIBULOIDES Meuegli. in liti, ad Corin. p. 2 ! — De Not. Prosp. IH. lig. p. 66 ! — /. Ag. Alg. med. p. 28. — Sp. i, p. 31. — Zanard. Staggio p. 40. — Icon. Pliyc. Ili, p. 43, tal. XC, B. — Kg. Sp. p. 464. — Tab. P/iyc. V, 89, Il — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. iV.° 56. — Ardtss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 138. — Haucl Meeresalg. p. 343 ! — Rdbenli. Alg. Sachs. IV.° 913. — Ero. critt. ital. Ser. 1, A^." 132. 89 Sph. rigida Hering. — Kg, Sp. p. 465. — Tah. Phyc. V, 90, /, fsec. Haucìi). Sph. fulva Kg. Phyc. p. 292. — Sp. p. 464. — Tal). PJiyc. V, 91, /. — Ardiss. e Straf. Emim. Alg. Lig. ;p. 140. Geramium fùlvum Bertdl. in lierl).! Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio, a Noli, Savona, Corniglìano, Genova, Portofino, Rapallo, Sestri Levante, Spezia (Bertoloni) ; Tirreno air Isola d' l^^lba (Sig.^ To- scanelli) e nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg) ; Adriatico a Trieste (Hauck) e sulle coste della Dalma- zia (Erb. Menegh.). Sugli scogli nella prima zona di profondità. var. 33. ir&.€k.xGSk.t,st, DeNot. Prosp. FI. lig. p. 69, cnm icon. ! — Eri), critt. ital. Ser. Il, iV.° 70. Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello) ed a Genova (Galdesi). Sul Codium Bursa. Aderisce agli scogli mediante un minutissimo disco e forma dei cespugli che comunemente misurano da uno a due centimetri di altezza. Le frondi (grosse 45 micromillimetri) semplici alla base, si ramificano poco dopo per dicotomia, però con più rami dal medesimo lato, cosicché si possono dire dicoto- mopennate. I rami riescono assai lunghi e dritti, talvolta quasi addossati alla rachide. Le articolazioni, lunghe una volta e mezza quanto il diametro, mostrano da due atre sifoni. I propagoli, che per la loro forma ricordano il frutto della Trapa natans, nascono ai lati delle ultime ramificazioni. La sostanza della fronda è alquanto rigida, cosicché poco aderisce alla carta colla diseccazione. Il colore è verdastro od olivaceo. Secondo gli autori cresce eziandio negli Oceani. Zanardini non ne accettava 1' autonomia senza qualche riserva, tuttavia anche secondo quest'autore, essa sarebbe sufficientemente distinta da tutte le sue congeneri per i caratteri della ramificazione. In quanto alla forma dei propagoli è a notarsi che si ripete in altre specie dello stesso genere. La Sph. fiilva Kg. a mìo avviso non è che una forma gracile della Sph. trihuloides. 90 k. SPHACELARIA CIRRHOSA (fìoiìO Ag. Sph. nana in cespitem, demum glóhosum evoluta ; frondibus decom- posito-pinnatis, pinnis lanceolatis distiche pinmdatis, pinnulis densis, siibulatis, simjìliciusculis, patentiòus ; articulis dia- metro suUongioribus ; zoosjjorangiis plurilocularihus (?) ohovatis aut globosis breve 2^edicellatis, ad ramos subsingulis. Sphacelaria CIRRHOSA Ag . iSyst. p. 164. — Sjp. II, p. 27, [excl. syn.). — Bonnem. Eydr, toc. p. 62, tah. 6, Jig. 6. — Menegli. Alg. ital, e dalm. p. 332 ! — DeNot. Sp. Alg. Lig. iV^." 86 ! — Montg. FI. d'Algér. p. 42. — /. Ag. Sp. /, p. 34. — Kg. Phyc. germ. p. 239. — Sp. p. 464. — Tab. Phyc. V, 88, //. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 139. — Hauck Meeresalg. p. 344! — Erb. critt. ital. Ser. 1, N.° 853. Geramium cirrhosum Ag. Syn. p. 67. Conferva cirrhosa Roth Cat. Il, p. 214, [sec. and.]. Sphacelaria pennata Lyngb. Eydr. Dan. p. 105, lab. 31. — Kg. Sp. p. 465. — Tal. Phyc. V, 91, IL Geramium pennatum Roth Cat. Ili, p. 135, (sec. Ag.). Gqnferva pennata Huds. FI. angl. p. 604. — Dillw. tab. 86, B. Sphacelaria rhizophora Kg. Sp. p. 463. — Tab. Phyc. V, 89, /. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 139. Sph. racemosa Reinsch Contrib. p. 22, tab. 29. Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello), a Ge- nova ed a Sestri Levante ; Tirreno a Livorno e nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg) ; Adriatico (Hauck, Erb. Menegh.) ; Mediterr. occid. e Golfo di Lione (sec. gli autori). Nella prima e nella seconda zona di pro- fondità. 91 loar. lo. cerxrlcc^m.is, fronàihus crassiusciilis hasi parum ramosis superne decomposito pinnatis, pinnis secunclatis pa- tentihus paucìs. Sphagelaria cervicornis Ag. in Bot. Zeit. 1827, 'p. 640. — Sp. 11^ p. 33. — 7. Ag. tSp. I, p. 33. — Kg. Sp. p. 465. — Tal). Phyc. V, 92, /. — Zanard. Icon. Phyc. Ili, p. 41, tal). XC, A. — Ar- diss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 139. — Eri), critt. ital. fSer. Il, iV." 1439. Sph. irregularis Kg. iSp. 1. e. — Tal). Phyc. F, 91, IH. Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello) ; Tir- reno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg) ; Adriatico sulle coste dell'Istria (Hauck, Titius). Cresce sulle foglie della Zostera, sulle conchiglie, sulle Corallina, sulle Ulva, BnWa Rytiphlaea pinastroides ecc. costituendo dei cespuglietti alti da 8-12 mm. che da ultimo riescono globosi. Le frondi sono grosse da 50-75 micromillime- trl, spesso radicanti, talvolta verso il basso e per buon tratto nude, semplice- mente o più volte pennate, colle pennette distiche, subulate, aperte od anche quasi orizzontali, più o meno dense, opposte od alterne od anche interrotta- mente unilaterali, comunemente lunghe oltre mezzo millimetro. Le articolazio- ni riescono lunghe quanto il diametro o più. I propagoli constano di un pe- dicello filiforme articolato, che porta tre ramuscoli raggianti da uno stesso punto ed un prolungamento piliforme, nascono sulle pennette in numero di due 0 tre, raramente di quattro o cinque e per lo più occupano il lato delle pennette che è volto verso la sommità dell'asse principale. La sostanza della fronda è rigidetta, per cui poco aderisce alla carta colla diseccazione. Il co- lore varia fra il verdastro e l'olivastro. Cresce eziandio nei mari del Nord d'Europa e sulle coste americane. Ne ho esemplari del Rabenhorst (Algen, Btorop. N. M57, Algen Sachs. N. 754, SOO) dello Hokenacker [Meeralg. N. 309), del Brebisson, del Le Normand, del Mag- nus, del Collins, dei Signori Farlow, Anderson, Eaton {Algae exsicc. Am. Bor. N. i6i). L'estrema variabilità di questa specie spiega la vastità della sua sinonimia. La Sfh. cervicornis, clie fra le forme qui riferite alla Sph. cirrhosa sembrerebbe la meglio distinta, pure in confronto di questa non presenta altre differenze air infuori della maggiore grossezza della fronda e della minor copia delle pennette, le quali sarebbero unilaterali. E che queste differenze non possano valere a distinguere specificamente le due piante, lo dimostrali fatto che l'una fa passaggio all'altra mediante innumerevoli forme intermediarie. 93 5. SPHACELARIA PLUMULA Zanard. S_pK frondilus simpliciusmlis densissime pimiulatis, pinmtlis elongatis, distiche ojìpositis, siihliorizontalilus, liaud raro ra- mulosis ; articulis diametro ^-jjIo Irevioribus ; 'groimgulis tri- luliformihus ad pinnulas sj^arsis. Sphacelaria PLUMULA Zanavd. Icon. Phyc. I, p. 139, tal). XXXIII . — Hauch Meeresalg. f. 345. Sph. plumosa Menegli. Alg. ital. e dalm.p. 351! — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Zig. p. 140, (excl. syn.). Abif. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello), Genova, (De Notaris) ; Adriatico ( Erb. Menegh.). Nella seconda zona di profondità sul Codìum Bursa e su altre alghe. Rara. Dapprima confusa con la SpTi. piumosa del Lyngbye e di Carlo Agardh, della quale infatti ricorda assai bene le forme minori e giovani, venne in seguito distinta ed egregiamente descritta dal Zanardini. Tuttavia è a notarsi che negli esemplari giovanissimi, quali sono quelli favoritimi dal De Notaris, le pinnule non sono distese su tutta la rachide, ma mancano qua e là, talvolta da un solo lato, e che in quelli adulti e bellissimi raccolti dallo Strafforello, fra le pinnule ordinarie semplici non raramente se ne vedono altre che portano delle pennette sparse ed allungate. Del resto Zanardini mentre assegna a questa specie il carattere delle pinnule semplici, ammette che le pinnule possono trasformarsi in rami laterali. La SpTi. piumosa Lyngb. che è ben distinta dalla specie qui descritta per avere le frondi densamente corticate e ramose, si trova soltanto nei mari bo- reali. Secondo l' Hauck anche la Sph. plumula si troverebbe in questi mari (Helgoland). G. SPHACELARIA RUTILANS Kg. Sph. cespitosa, minuta ; frondilus subsimpUcibus ramidis confer- 'Doideis inferne rarioribus sujjerne crehris summis fasciculatis Tiel vertlcillatis vestitis ; articidis primariis 5-9 siplioneis diametro 2-3 pio hrevìoribus ; zoosporangiis solitariis, latera- libiis, sessilihis. 93 Sphaceladia rutilans Kg, Pliyc. p. 291. — Sp. p. 463. — Tah. Pìiyc. V, 86, //. — Ardiò'S. e S'irqf. Fnum. Alg. Lìg. x». 140. Abit. Mare ligustico a Noli (Strafforello). Nei miei esemplari mancano i zoosporangi che il Kiitzing dice solitari, laterali e sessili. Non avendone che pochi esemplari sterili non posso accettare l'autonomia di questa specie senza qualche riserva, malgrado l'importanza che sembra doversi accordare ai caratteri su cui si fonda. Specie da escludersi Sphagelaria intrigata Ardiss, Emim. Alg. Sicil. N.'^ 55. Sphagelaria Bertiana JDeNot. &'2^. Alg. Lig. iV.° 88 ! Come già ebbe ad osservare per il primo Giacobbe Agardh, la S'p'h. Bertiana consiste nei rametti fruttiferi del Cladostephus. La differenza di aspetto che questi rametti presentano con quelli sterili della stessa pianta, spiega l'abba- glio in cui cadde il De Notaris e tutti gli Autori che ammisero la sua specie. €LAD01§TEPI1UI§ Ag. Frons filiformi s, ramosa, ramentis verticìllatis articiilatis polysi- pJioneis vestita, ex stratis trihus comimsita : medullari e cel- ImUs longitudinalibus liovizontaliter ordinatis, intermedio e cellulis majorihis angiilato-rotimdatis, corticali e celliilis mi- nutis constitu'.o. Zoosporangia dimorpha, unilocularia et plu- rilocularia ovoidea, pedicellata, in ramentis frondis aut in fronde lateralia. Cladostephus Ag. Syn. jp. XXV. — Syst. p. XXX, (excl. sp.^. — Sp. II, :p. 9. — /. Ag. Sp. l p. 41. _ Kg. Phyc. p. 294. — PringsJi, l. e Fronda filiforme, ramosa, coperta di rametti verticillati, artico- lati, polisifoni e costituita da tre strati distinti. Strato midollare com- 94 posto di cellule longitudinali disposte più o meno regolarmente su linee orizzontali ,• strato mediano formato di cellule più grandi ro- tondato-angolose ; strato corticale costituito da cellule minute, egual- mente angolose. Zoosporangi dimorfi : uniloculari e pluriloculari, gli uni e gli altri ovoidei, pedicellati, posti lateralmente ai rametti verti- cillati della fronda od anche direttiraente su questa, nel qual caso più lungo é il pedicello che li porta ed al quale riescono terminali. CLADOSTEPHUS VERTICILLATUS fUghtf.J Ag. Ciad, frondibìis irregiilariter decomirnsito-furcatis, ramentis verti- cillatis incurvis extrorsum cristatis obsitis. CLADOSTEPHUS VERTICILLATUS Ag. Syu. p. XX V- — Moutg . FI. d'Algéì'. p. 43. — /. Ag. Sp. 1, 'p. 43. — Haucli Meeresalg. p. 350. FuGus VERTICILLATUS Wiilf. Cry^t. aq. p. 41, tal). \. — Bertol, Amoen. p. 308. Ceramium vertigillatum DC. Fl.fr. II, p. 38, (sec. Bertol. et Ag.). — Delle CMaje Hydr. Necq). lab. XXX, Conferva verticillata Liqliff. FI. scoi.]). 984, [sec. Dilli)}, et Ag.). — Dillw. Conf. tal. 55. — Clem. Ens. ]). 321. CLADOSTEPHUS Myriophyllum Ag. Syst. p. 169. — Sp. II, p. 10. — Nacc. FI. Ven. VI, ^;. 67. — /. Ag. Alg. med. p. 30. — De Not. iSp). Alg. Lig. N."" 83! — Kg. Phyc. tab. 18, fig. \. — Sp. lì. 468. — Tab. Phyc. VI, 9. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N." 58. — Enum. Alg. Ancotia p. 20. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. jp. 140. — Rabenh. Alg. Sachs. N.^ 915. — Erb. critt. ital. Ser. I, N.° 131. Conferva Myriophyllum Roth in Schrader' s Journal, III, p. 335. — Cat. Ili, p. 312, N.° 98, (sec. auci.). CLADOSTEPHUS spoNGiosus Kg. Sp. p. 469- — Tab. Phyc. VI, 9, non Ag. 95 Fucus HiRsuTus Wiilf. Crijpt. aq. ]}. 57. — Esiger Icon. ^, 69, tah. 28. — Desf. FI. A fi. Il, p. 424. Abit. Comune ovunque nella prima e nella seconda zona di profondità. S'innalza sino ad oltre un decimetro e misura alla base, ove è denudato, la grossezza di mezzo millimetro o poco più. Il diametro dei rami vestiti dai rametti verticillati è pari ad un millimetro. La sostanza della fronda è assai consistente, cosicché colla disseccazione non aderisce punto alla carta. Il co- lore è bruno marrone tanto nella pianta fresca come in quella diseccata. Cresce in copia anche nell'Oceano Atlantico, sia sulle coste europee come su quelle americane. 11 Ciad, spongiosus Ag. per quanto mi è noto non si trova punto nel Me- diterraneo. Il Ciad, spongiosus J. Ag. (Alg. ned. p. 30) probabilmente va rife- rito alla specie qui descritta. Tribus V. — MYRIONEMEAE Fries, JSaeg. Frons e cellulis oblongìs seriatis a cen'ro raUantibus constituta. Zoosjoorangia in Jilis verticalibus evoluta. llYRXOi^E.n/lL Grev. Frons orMcularis cellulis oUongis, in fila simplicia aut ramosa a centro radiantia conjunctis, constituta, filis verticalibus sim- ^plicihus clavatis articulatis superne vestita. Zoosporcmgia di- morpha: a. unilocularia olovoidea e filis radiantihis egredientia perisporio liy alino inclusa ; b- plurilocularia siliqiiaeformia morjìliosi filorum verticalium orla. Myrionema Grev. Scott, tal. 300^ [sec. aiict.). — /. Ag. Sjh I, p. 47. AsTEROTRicHiA Zauard. Saggio p. 6?. — Menegli. in Giorn. bot. ital. I, p, 294. Fj'onda piana orbicolata, minutissima, parasitica, costituita da cellule oblunghe, congiunte in serie semplici o ramose e raggianti 96 da un punto centrale, superiormente coperta da filamenti verticali semplici, clavati, articolati, con le articolazioni più o meno allungate, coi quali viene ad assumere forma emisferica od anche quasi sferica. Zoosporangi dimorfi : uniloculari e pluriloculari. Zoosporangi unilo- culari ovoidei, svolti all'apice di brevissimi filamenti costituiti da una 0 da poche articolazioni e sorgenti, come i filamenti verticali ordinari, dallo strato basale, assai grossi in confronto delle cellule sterili che li portano, circondati da un perisporio jalino ben distinto. Zoosporangi pluriloculari siliqueformi o cilindrici, provenienti dalla trasformazione completa dei filamenti verticali fra i quali si trovano frammisti. Secondo le osservazioni di Janczewski (*} nei Mtjnonema l'accrescimento della fronda sarebbe periferico ; si effettuerebbe cioè per mezzo delle singole cellule terminali ai filamenti raggianti. I filamenti verticali fra i quali sorgono i zoosporangi e che perciò si possono considerare come parafisi, non nasce- rebbero mai dalle cellule vicine ai margini della fronda le quali darebbero dei peli incolori. Oltre le poche specie qui indicate, questo genere ne comprende parecchie altre confinate nei mari del Nord. 1. MYRIONEMA TUNCTIFORME (Lyngb.J Harv. 31. frondihus orMcularihus, fiiscescentihus ; filis verticalibus cla- vatis, densis. Myrionema punctiforme Harv. Br. FI. j»;. 3i*l. — /. Ag. iSp. 1, ^. 49. — Kg. Sp. p. 540. — Tal). Phyc. VII, U, I. LiNKiA PUNTiFORMis Lijngb. Hydr. Dan. p. 195, tal). 66. Myrionema strangulans Cfrev. l. e. — /. Ag. iS'j). I, p. 48. — Kg. Sj)- p. 540. — Tai. Pliyc. VII, 93, /. M. MACULIFORME Kg. Pkyc. germ. j». 264. — Sp. p. 540. — Tal). Phyc. VII, 93, //. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N." 89. — Fri. critt. ital. Ser. I, iV.° 617. M. INAEQUALE Kg. Tal). Phyc. VII, 4, /. *) Janczewski. — Observations svir l'accroissemenfc du tliaUe des plièosporóes. Me- moires de la Soc. des se. nat. de Ckerbuorg toni. XIX, 1875, p. 101. 97 Phyllagtidium maguliforme Kg. Phyc. 'p. 295. AsTEROTRiGHiA. ULvicoLA Zciìiard. Saggìo ]). 63. — Menegli. in Giorn. l)ot. ital. I, p. 294. — DeNot. Prosp. FI. lig. ]). 66 ! Myrionema vulgare Tìmr. in Le Jol. List. Alg. Oherl. j). 82. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 141. — Hauck Meere- salg. p. 320 ! Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello), a Vol- tri, a Gornigliano (Erb. critt. ital.) ed a Genova; Tir- reno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg); Alto Adria- tico (Hauck, Titius); Jonio sulle coste della Sicilia; Mediterr. inf. ad Alessandria (^FigariJ. Sulle Ulva ; fre- quente. Come già ebbe ad avvertire il Thuret, questa specie si presenta sotto aspetti differenti a seconda della pianta su cui cresce. Sulle Ulva filamentose forma un cercine che abbraccia la matrice (M. strangulans) , su quelle piane si presenta invece sotto forma di macchiette che giungono a misurare due millimetri di diametro (3f. macidiforme). Una terza forma, che si trova nei mari del Nord, cresce sui cerami, sui quali forma dei cuscinetti minutissimi globosi (M. punctifornie). 2. MYEIONEMA ORBICULAKE J. Ag. M. froìvWms flabelìiforinibus vel orbicularibus virentibus, fllis verticalibus paucissimis. Myrionema orbiculare J. Ag. Sp. I, p. 4S. — Hauck Meeresalg. p. 321. Abit. Mediterraneo .... (sec. J. Ag.j ; Adriatico (sec. Hauck). Sulle foglie della zostera. Cresce eziandio nei mari del Nord d' Europa. Ne ho esemplari di Cherbourg comu- nicatimi dal eh. Le Jolis. SPECIE A ME IGNOTA MYRIONEMA LIECHTENSTERNII Hat'ck ì. r. Abit. Adriatico. Sul Lnìioiìhìjllum eximnsum. 98 CHOEDAEIÀCEAB Algae inarticulatae, cylindraceae aut glóljosae, axi et filis ab ilio radiantibus, frondemque widique investientilus, constitutae. Axls ^cellulis plus mimisve eloiigatis in fila longitudinalia laxiora anastomosantia aut a basi dicergentia coordinatis con- stitutus. Fila peripherica saejnssime dadato-moniliformia ar- ticulata, simj^licia aut ramosa, miicilagine involuta aut sub- libera. Zoospor augia dimorpha : a. unilocidaria obovoidea aut sp>liaerica ad basini vel ad apicem Jllorum radiantium sita, per totani frondem sjjarsa ; b. pltirilocìilaria in apice Jllorum radiantium, Jiliformia articuìato-constrida aut conica, singula atit ^plurima intra membranani jalinam inclusa. Ghordarieae Harv. FI. Hibern. p. 183. — /. Ag. Alg. med. j». 31. — Sp. I, p. 45, (excl. 2^.]. — Menegh. Alg. ital. e daini, p. 257. Mesogloeageae Kg. Phyc. p. 329. PROSPETTO SINOTTICO DEI GENERI. I. Assenucleiforme< II. Asse filiforme Fronda minuta, globosa. Zoosporangi plurilocu- lari svolti agli apici di filamenti particolari, ramosi, più sottili dei filamenti periferici fra 1 quali nascono ; Elachistea Fronda quasi globosa od emisferico - lobata, Zoospoi'angi pluriloculari svolti agli apici di filamenti particolari ramosi, brevi, frap posti ai filamenti periferici. Leatliesia Zoosporangi pluriloculari conici ; Mesogloja Zoosporangi pluriloculari filiformi, zoospo- rangi uniloculari svolti verso la base od ai lati dei filamenti periferici; Castagnea Zoosporangi pluriloculari quasi clavati, zoo- sporangi uniloculari svolti verso gli apici dei filamenti periferici. Lichmannia 99 EL/iCUBiiTE/l Duby Frons minuta, gioiosa, parasitica, axi nuclei/orme et Jllis periphe- ricis ab ilio radiantihus constituta. Axis e cellulis rotundatis aut subcylindrìcis in fila ramosa a òasi divergentia dense congesta composims. Fila ;peripherica articiilalay simplicia, utrimiue attenuata. Zoosjporangia dimovplia : a. tinilocularia óbovoidea ad lasim filorum periphericorum affixa ; l. pluri- locularia filiformia in filis periphericis tenuioribus p'opriis terminalia. Elaghistea Duby Mem. ICeram.p. 19. — Aresch. in Linnaea XVI, p. 231 et XVII, p. 261. — /. Ag. Sp. I, p. 7. Mybiactis et Phygophila Kg. PJiyc. ;p. 330. Elaghistea et Aresghougia Menegh. in Giorn. bot. ital. I, ^.291. Myrionema sp. Endl. CoNFERVAE s^. Auct. anteced. Fronda minuta, globosa, parasitica, pilifera, costituita : 1" da un asse contratto in una massa nucleiforme o midollare, composta di cellule arrotondate o quasi cilindriche, riunite in filamenti ramosi, divergenti da un punto basale, così densi che sembrano formare una specie di parenchima; 2" da filamenti periferici raggianti dall'asse in ogni direzione, articolati, monosifoni, semplici, assottigliati alle due estremità (nella sp. mediterr.), fra i quali nascono gli organi ri- produttori e che per conseguenza si possono considerare come pa- rafisi. Peli lunghissimi in confronto dei filamenti periferici, sottili, costituiti da articolazioni più o meno allungate, inseriti lateralmente alle cellule superficiali dell'asse. Zoosporangi dimorfi, uniloculari e pluriloculari. Zoosporangi uniloculari obovoidei od ovato-allungati, sessili 0 peduncolati, svolti ovunque alla base dei fili periferici. Zoosporangi pluriloculari filiformi, costituiti da piccole cellule unise- riate, svolti similmente fra i fili periferici, ma agli apici di filamenti particolari ramosi più sottili. 100 Il genere ElacMstea comprende parecchie specie particolari ai mari del- l'Europa settentrionale. Nel Mediterraneo, oltreché dalla specie qui descritta, secondo il eh. Falkenbe'.'g sarebbe rappresentato anche dalla E. stellaris J. Ag., che quest'autore indica fra le alghe del Golfo di Napoli, ma che io non ho mai potuto vedere se non in esemplari provenienti dal mare del Nord. ELACHISTEA PULVINATA (Kg.) Harv. E. Jiemisphaerica ; fdamentis 'geriiìliericis subfusi) or mihus, arti- culis diametro subaeq^ualihts infimis longiorihus. Elachistea PULVINATA Ecirv. Pliyc. Ir. t^yn. p. XV IL — Tliur. Étiid. Pliyc. ^. 18 J9^ 7. — Ecmcli Meeresalg. ^;. 351. Myriagtis PULVINATA Kg. Pliyc. p. 330. — S;p. p. 539. — Tal. Phyc. VII, 92, in. Elachistea attenuata Harv. Pliyc. Ir. jn. XXXVIII. E. RivuLARiAE Sulir in Arescli. Pug. I, p. 235, tab. Vili, fig. 8. — /. Ag. S^. I, ^. 10. Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello) ; Tir- reno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg); Adriatico (sec. Hauckj. Sulle Cyslos'iira. Nasce sulle Cysloseira sulle quali si mostra sotto forma di piccole masse emisferiche nerastre, che misurano appena un millimetro di diametro e la cui base trovasi innicchiata nei criptostomi di quelle alghe. LEitTIIESIJL Gray Frons suhglohosa aiit hemispliaerìca plicata axi nucleiformi etjilis peripliericis ah ilio radiantilus consiìtnta. Axis e cellulis oUovgis, infila decomi^osito-fxircata a pimelo centrali radiantia conjunctis constitutus, solida s, demum eellulis centralihus di- laceratis, in nonnullis cavics. Fila periplierica e celhiUs extre- mis minoribus egredientia, muco involuta, simplicia, clavata, 101 moniliformitev articulata. Zoosporangia dimorpha : a. nnilo- cularia obovoidea ad lasim Jllorum periphericonim affixa ; 1). pìurilocularia fiUformia in Jilis peniìhericis terminalia. Lkathesia Gray Br. PI. I, p. 801. — Menegh. Alg. ital. e daini, p. 305. — /. Ag. Sp. I, p. 50. GoRYNEPHORA Ag. Syst. p. XIX et 24. GoRYNEPHORA et GoRYNOPHLAEA Kg. Pliyc. p. 331. Fronda quasi globosa od emisferico-lobata, parasitica (nella sp. mediteiT.), costituita : 1.° da un asse contratto in una massa nuclei- forme 0 midollare composta di cellule oblunghe, riunite in filamenti ripetutamente forcuti, raggianti da un punto centrale, il quale tal- volta, per il distacco delle cellule centrali, da ultimo diventa cavo ; 2." da filamenti periferici procedenti dalle cellule assiti più esterne, raggianti in ogni direzione, articolati, monosifoni, semplici, colle articolazioni superiori moniliformi pii^i grosse che li rendono clavati, avvolti da sostanza mucosa. Zoosporangi dimorfi, uniloculari e pluri- loculari. Zoosporangi uniloculari obovoidei, svolti ovunque alla base dei fili periferici. Zoosporangi pluriloculari filiformi, costituiti da piccole cellule uniseriate, svolti similmente fra i fili periferici, ma agli apici di filamenti particolari ramosi, brevi. Oltre la specie qui descritta, appartengono a questo genere due altre specie particolari ai mari del Nord d' Europa. La CorynopMaea Jiaccida Kg. descritta su esemplari adriatici e che secondo il eh. Hauck sarebbe diversa dalla L. flaccida (A.g.) End!., non mi è nota se non per le descrizioni degli autori. LEATHESIA UMBELLATA fAg.J Menegh. L. lieìnispliaerica ; Jilis periphericis sensìm davatis articulis su- periorihus glohosis inferiorihos siibcylindricis- Leathesia umbellata Menegli. Alg. ital. e dalm.p. 307, (excl. syn. ElacMstea Bivulariae Sulir). — J. Ag. Sp. l,p. 51. — HaucJi Meeresalg. p. 354. 102 GoRyNOPHLi.EA UMBELLATA Kg. Sp. f. 543. — Toh. Phyc. vili, 2, /. GORYXEPHORA UMBELLATA Ag. Aufz. N.° 25. Abit. Adriatico ad Ancona (Caldesi). Sulla Cystoseira Hoppii. Tutta la fronda misura da 1-2 millimetri di diametro al più. Secondo gli autori anche in questa specie talvolta si troverebbero dei peli fra i filamenti periferici^ tuttavia per quanto pare questi peli non sono mai così numerosi come nella ElacMstea. Del resto negli esemplari che portano i zoosporangi uniloculari, la distin- zione fra la ElacMstea e la Zeathesia è facilissima, perciocché in questa i fila- menti periferici oltrepassano appena del doppio l'altezza dei zoosporangi, mentre in quella gli stessi filamenti riescono comparativamente assai più lunghi. ilE§OOLOJ.4 Ag, Frons cylindracea ramosa axi et filis ;periphencis ad ilio radìan- tibus constituta. Axis e celhilis ohlongis in fila ramosa longi- ttcdinaliter exciirrentia conjunctis contextus. Fila perijìlierica articulaia, suhfasciculata, a ramis dhliqiiis filorum internoriim irradiantihis. Zoos^orangia dimorpha : a. unilocularia sphae- rica vel ovoidea basi vel lateri filorum perijìhericorum adfixa ; h. plurilocidaria conica, intra memhranam hyalinam infiaiam objpyriformem singida atit plurima. Mesogloja Ag. Syn. p. XXX VII. — J. Ag. Sp. I, p. 56. Fronda cilindracea filiforme, costituita da un asse e da filamenti periferici da esso irraggianti. Asse composto di cellule globoso-ellit- tiche congiunte in filamenti longitudinali ramosi, anastomosati, tal- volta verso il centro lassi tanto da rendere la fronda fistolosa. Fi- lamenti periferici articolati, fascicolati, irraggianti dalle articolazioni dei filamenti assili più esterni. Zoosporangi dimorfi, uniloculari e pluiiloculari. Zoosporangi uniloculari sferici od ovoidei, svolti verso la base od ai lati dei filamenti periferici. Zoosporangi pluriloculari conici, ora solitari ora riuniti in parecchi dentro di una membrana jalina, gonfiata a guisa di sacco periforme a rovescio, divisi in un gran numero di loggette mediante delle divisioni trasversali e lon- gitudinali, posti all'apice di brevi filamenti laterali ai filamenti pe- riferici ordinari. 103 Secondo Thuret {in Le Jol. List. Alg. Ckerh. p. 86) la membrana jalina che talvolta include i zoosporangi pluriloculari di questo genere^ rappresente- rebbe la parete vuota di uno di tali zoosporangi, nella quale se ne sarebbero poi prodotti degli altri. Al genere Mesogloja instituito da Carlo Agardh per la Rivularia veTmicidata Engl. bot., qui si riferisce anche la Liehmannia Leveilìei J. Ag. che a quella specie è infatti estremamente affine. In quanto q\\?ì Mesogloja virescens, eàoWo. M. flstulosa, per la quale Giacobbe Agardh accettò il genere Cladosiphon del Kùtzing, qui si è creduto opportuno di riferirle al genere Castagnea dei eh. Der- bes e Solier, benché questo genere sìa appena distinto dai generi Mesogloja e Liehmannia Menegh. 1 . MESOGLOJA VERMICULATA (Eìigl. bot.) Le Jol. M. olivaceay Illirica, inaequaliier incrassata, ramosissima, ramis j^atentilus utrinqtie attemiatis ; articulis jilorum racliantium diametro sesquilongiorihis. Mesogloja vermigulata Le Jol. List. Alg. Clierb. p. 87. — Hauck Meeresalg. p. 363. M. YERMiGULARis Ag. Sgu. 2^. 126. — Syst. p. 51. — Lyngl. Hgdr. Dan. p. 190, iai. 65, B. — 31ontg. Crypt. Alg. 2^- 2. — De Not. Sp. Alg. ìig. iV." 125. — J. Ag. S2). I,p. 58. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 141, {exl. syn. M. Leveilìei). — Eri), critt. ital. Ser. I, N." 28. M. VERMIGULARIS T). SEPTENTRIONALIS Kg. Sp. ]). 545. MesOGLOEA VERMIGULARIS K(j. Tuì). PhjC. Vili, 6. Helminthogladia VERMIGULARIS llarv. Algyonidium vermiculatum Lamx. Ess. p. 71. RiVULARlA vermigulata EìKjl. 1)0Ì. tal). 1818. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne); Mare li- gustico a Genova; Adriatico a Pirano (P. Titius). Nella prima zona di profondità. 104 Giunge comunemente ad un decimetro dì altezza ed a due millimetri di diametro; comparisce inegualmente ingrossata nelle porzioni inferiore e me- diana, assottigliata in quella superiore. La sostanza della fronda, che è lubrica al tatto nello stato fresco, colla diseccazione aderisce tenacemente alla carta. Il colore è di un olivaceo che spesso volge al giallastro. Cresce eziandio nel- r Oceano Atlantico dalle coste della Norvegia sino a Cadice, ma io non l' ho mai veduta se non in esemplari provenienti dal Mediterraneo. 2. MESOGLOJA LEVEILLEI Menogh. • M. oUvacea, coriacea, irreyulariter ramosissima, ramis pateniihis utrinqiie attenuatis ; articulis sujjeriorihis Jilorum radiantium sphaericis. Mesogloja Leveillei Menegli. Alg. ital. e dalm. p., 283, tal). V, jig. 2. — Kg. Tal. Phjc. Vili, 7 .' — Hauck Meeresalg. p. 365. — Hohenacker Meeralg. N° 507. LiEBMANNiA Leveillei /. Ag. Alg. med. p. 34. — Sp. I, p. 61. — Le Jol. List. Alg. Cherh. p, 86! Mesogloja vermigularis a. australis Kg. Sp. p. 545 ! (excl. sgn. M. vermicularis Menegh. et M. mediterranea). — Hohenach. Meeralg. X." 506. M. vermigularis Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N.'^ 91, non Ag. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne) ; Mare li- gustico a Genova ; Tirreno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg); Jonio a Catania; Adriatico a Pirano(Titius). Nella prima zona di profondità. Nei miei esemplari l'altezza varia fra 10-15 centimetri, la grossezza fra 1-2 millimetri.Si distingue appena dalla specie precedente per la maggiore consistenza della fronda e per la maggiore densità del tessuto filiforme interno. Secondo Giacobbe Agardh crescerebbe eziandio nel mare del Messico ; io 1' ho dalle coste settentrionali della Francia, da dove mi vennf' comunicata dai eh. Lebel e Le Jolis. 105 5. MESOGLOJA MEDITERRANEA /. Ag, M. fuscescens, suhcoriacea, irrenc Ser. toni. XIV, lì. 269, pi. 33. Jig. 14-17) circa il genere Nemacystus a me pare che non basti per stabilire l'autonomia dello stesso. STILOPHOEACEAE Algae inartìculatae, jUiformes, ramosae, duplici strato cellularum contextae. Zoosporangia dimorplia in Soros tuberculiformes aggregata far anematibus intermi xi a : a. miiloc^daria ^obovoi- dea ; h. 'pUcrilocularia cUndracea. no ^ril.OPHORA J. Ag. Frons Jlliformis cijlindracea, primiim solida demum jìstidosa, ra- mosa, ramis penicillo filorum coronatis, straiis duahis con- tenta ; interiore cellulis plurihus elongatìs hijaìinis, exteriore cellulis minutis color antibiis unica serie dispositis. Zoospo- rangia dimorpha : a. unilocularia olovoidea in soros tuherculi- formes aggregata, paranematihus clavato-articulatis intermixta. Zoosporangia jjlurilocularia cylindracea itidem aggregata. Sori per totani superficiem sparsi. Stilophora /. Ag, iSgmh. 1, p. 6. — ,S'p. 1, p. 83. — Menegh. Alg. ital. e dalm. i^. 143. — Thur. RecliercTi. in Ann. des se. nat. 3.'"^ Ser. toni. XIV, 1850, p. 238, pi. XXVIII, jig. 1-9. — Zanard. Icon. Phyc. I, p. 5. Spermatochnus Kg. Phgc. p. 334, tal. 26, //. Sporogeni 5J?. Auct. Fronda filiforme cilindracea, dapprima solida e quindi fistolosa, ramosa, coi rami terminati da un pennellino di filamenti articolati, costituita da due distinti strati di cellule. Strato interno composto di cellule allungate, quasi cilindriche, jaline, riunite su più serie longi- tudinali, delle quali quelle più interne sono più sottili e filamentose; strato esterno formato di cellule ellittico-globose, minute, colorate, disposte su di una sola assisa. Zoosporangi uniloculari ovoldei, ag- gregati in sori tubercoliformi, frammisti a paranemi clavato-articolati. Zoosporangi pluriloculari cilindracei, allungati, similmente aggregati e frammisti a puranemi. Sori sparsi su tutta la superficie della fronda senza alcun ordine apprezzabile, oppure su linee trasversali più o meno regolari. Il genere Stilophora instituito da Giacobbe Agardh a spese del genere Sporochnus, malgrado i rapporti che presenta colle asperococcacee e colle sporocnacee, per i suoi zoosporangi dimorfi mi pare che meriti di costituire una famiglia particolare. Oltre le specie mediterranee qui descritte ne comprenderebbe alcune altre esclugivamente oceaniche. Ili 1. STILOPHORA RHIZODES CErhrl.J J, Ag. S. frondibiis versus ajoices nix attemiatis, ramìdoso-dichotomis, a^ieihus hrevissime filamentosis, Jilis clavato-torulosis. Stilophora RHIZODES /. Ag . Symì). I, p. 6. — S;p. I, p. 85. Spermatoghnus RHIZODES K'j. Sp.p. 549. — Tal. Ph>jc. Vili, 17. Sporohenus RHIZODES Aq. S^). I, p. 156. — iSijst. p. 260. Ghordaria RHIZODES Ag. Sìjn. p. 15. — Lìjngh. Hydr. Dan. jp. 52, tal. 13. Fucus RHIZODES Tum. Risi. IV, tal?. 235. Conferva rhizodes Erlirt. mscr., (ex Tum.]. var. ei.<3LicxsttiGst,, frondtbus hrevioribus fere dicholomis. J. Ag. S]p. I, p, 85. — Ardùs. e Straff. Enum. Alg. Lùj. p, 143, [excl. p.]. Stilophora adriatica /. Ag. Alg. med. jp. 42. S. RHIZODES Menegli. Alg. ital. e daini, p. 152. — DeNot. Sp. Alg. Lig. ìY." 21. Sporoghnus adriatigus Ag. Aufz. ^;. 21. — Icon. N.° XXXy {ex J. Ag.). Spermatoghnus setaceus Kg. Sp. p. 550. — Tah. Pìiyc Vili, 19, II. S. GLAVICEPS Kg. Sp. p. 549. — Tdb. Phyc Vili, 19, /. Stilophora gapillaris Menegh. in Griorn. hot. ital. 1844, p. 298. S. gracillima Zanard. Saggio ^.39. Abit. Meditcrr. occicl. alle Isole Baleari (Rodriguez) ; Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne); Mare ligustico al 112 Porto Maurizio (Strafforello); Tirreno nel Golfo dì Na- poli (sec. Falkenberg); Adriatico a Pirano (Titius). Nella seconda zona di profondità. Nel MediteiTaneo cresce soltanto la varietà, che il Turner, per quanto apparisce dalle sue citazioni, non distinse dalla forma fondamentale. Questa è comune nei mari del Nord d'Europa e sulle coste orientali dell'America setten- trionale, da dove mi venne comunicata dai eh. Farlow, Eaton e Collins. In esem- plari di Cherbourg venne pubblicata dallo Hohenacker al N.° 334 delle sue Meeralgen. Trovasi pure nella collezione del Rabenhorst (Algen Sachs.) al N.'' 785. Nella varietà adriatica la fronda talvolta giunge a misurare l'altezza di 15 centimetri, la sua grossezza per altro rimane al di sotto di un millimetro. La consistenza per quanto pare varia col variare dell'età e delle condizioni di conservazione della pianta. 11 colore ora è verde giallastro, ora olivaceo bruno. Secondo Thuret (l. e.) gli esemplari che portano i zoosporangi plurilocu- lari avrebbero una colorazione più pallida e dei rami più sottili di quelli altri che portano i zoosporangi uniloculari. Di più questi ultimi crescerebbero co- stantemente ad un livello più basso, tanto da trovarsi sempre immersi. 2. STILOPHORA PAPILLOSA J. Ag. /Si. frondihus versus aj^ices wtdto temiiores sensim attenuatis ir- regulariter dichotomis et ramentis irregulariter puUulantihiis saepe undique olsessis, apicibus divarìcatissimis jilamentosìs, filis cylindraceis. Stilophora papillosa /. Ag. Sp. 1, p. 84. Spermatoghnus papillosus K(j. Sp. p. 550. -^ Tal. Pfiyc. Vili, 22, //. ZoNARiA PAPILLOSA Aij., (pavtim). Stilophora adriatica Meneyh. Alg. ital. e dahn. p. 145, tal). IH, Jig. 2. Conferva gracilis Wulf. Crypt. aq. ^.2. Spermatoghnus adriaticus Kg. Sp. p. 550. — Tai. Phyc. Vili, 20. 113 S. HiRsuTus K(j. Sj). p. 550. — Tal). PJiyc. Vili, 21, 7. S. MEMBRANAGEUS K(J. Sp. p. 550. — Tob. PlVjC. Vili, 21, //. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne); Mare li- gustico alla Spezia (Sig.» Favarger) ; Tirreno all' Isola di Caprera (sec. Piccone) e nel Golfo di Napoli (sec. gli autori); Adriatico (Zanardini). Misura da 10-15 centimetri di altezza e quasi un millimetro di grossezza nelle sue porzioni più ingrossate. Si distingue facilmente dalla specie pre- cedente per l'assottigliamento progressivo della fronda, la quale verso gli apici si riduce ad una sottigliezza pressoché capillare. 3. STILOPHORA CALCIFERA Zanard, S. frondilus incnistatis, inordinate dicliotomo-ramosis, apicihus 'brevissime jUamentosìs , filis clavato-torulosis, articidis dia- metro longiorihus; soris magnis undigue conjluentilus. Stilophora. CALCIFERA Zanard. Icon. Phyc. I, p. 5, tab. II! Abit. Adriatico sulle coste della Dalmazia (Zanardini). A grande profondità. Misura da 10-30 centimetri di altezza e circa due millimetri di grossezza, la quale grossezza, con poca differenza, si conserva dalla base all'apice. La fronda si divide per dicotomia, a distanze variabili, in segmenti per lo più alquanto allungati e divaricati. Non di rado però avviene che questi segmenti si dividano appena nati, cosicché sembrino provvenire da una divisione tri- cotoma mentre in realtà, come già si è detto, nascono per dicotomia. 1 sori nelle parti superiori della fronda trovansi sparsi, in quelle inferiori invece riescono confluenti in modo da rendere verrucosa la superficie che li porta. È da questi sori che secondo le osservazioni dell'Autore della specie, pro- viene la incrostazione calcare che caratterizza questa forma. Secondo Zanardini nel Canale di Sebenico in Dalmazia crescerebbe anche la SiilopJiora Lynglyei J. Ag., che io però ebbi soltanto dal Baltico, da Brest e dalle coste della Svezia. 8 114 PUNCTARIACEAE Hauck Algae foìiaceae, dtipUci cellularum strato conteootae. Zoosporangia diììiorpha : o. unilocuìaria sulsjìluierica, sjtarsa ; 1). j)lurilo- cularia subcubica in soros aggregata. PUNCTARIACEAE IlaucJi MeeTcsaìg. p. 369. PuNCTARiEAE Tvevisan in Linnaea 1849. — Farlow Marine Algae of New Eoiglancl p. 63. PUMCTAKIA Grev, Frons foliacea, enervis, sulstijntata, stratis dudbus contenta; in- teriore cellulis duplici serie disjmsitis arde cohaerentìbus, exte- riore cellulis in utrarpie pagina unica serie dispositis con- stante. Zoosporangia dimorjplia : a. unilocìilaria suìtsjphaerica, sparsa ; b. plurilocularia subcubica in soris, per totam sujper- Jlciem utriusque lìaginae sparsis, zix prominentibus evoluta. PuNCTARiA Grev. Alg. or. p. XLIl. — Menegh. Alg. ital. e daini, p. 172. — /. Ag. Sp. I, p. 72. — Thur. Étwì. PJiyc. p. 13, pi V. . DiPLosTROMiuM (partim) et Phycolapathum Kg, Pliyc. p. 298. Fronda fogliacea, omogenea, qnasi stipata, costituita da due di- stinti strati di cellule. Strato interno composto di una doppia assisa di cellule parallelepipedo, ampie, incolore, fra di loro strettamente congiunte. Strato esterno formato da cellule simili, disposte in assisa unica ed in serie longitudinali e trasversali più o meno regolari, al di qua ed al di là dello strato interno. Zoosporangi uniloculari co- stituiti da grosse cellule quasi sferiche sparse. Zoosporangi plurilo- culari formati da piccole cellule agglomerate in masse quasi cubiche, suddivise in scompartimenti rettangolari mediante dei sottilissimi 115 tramezzi, riuniti in sor! sparsi su tutta la superfìcie di entrambe le pagine della fronda e sporgenti alquanto su di essa. Il numero delle serie di cellule costituenti la fronda delle Planetaria è soggetto a variare col variare dell'età della pianta (cfr. ^Thur. l. e.) tuttavia nella fronda adulta normalmente è quale si è qui indicato. PUNCTARTA LATIFOLIA Grcv. P. frondibus oUongis aut obovatis, basi sti2ntatis. PuNGTARiA LATIFOLIA Grev. Alg . Òr. p. 52. — Menegh. Alg. itaì, e dalm. p. 174. — / Ag. Alg. med. p. 41. — Sp. I,p. 73. — DeNot. Prosp, FI. lig. ^. 66. — Kg. Toh. PJiyc. VI, 45, — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. ^. 130. — Piccone Fior, alg. Sard. N."" 195. — TJmr. Étud. p. 13, pi. V. — Hauck Meeresalg. p. 371 ! P. DEBiLis Kg. Toh. Phyc. VI, 46 et 47, Jlg. I. Phycolapathum debile Kg. Phyc. p. 299, tal). 24, II. — Sp. p. 483. — Ardiss. Enum. Alg. SiciL N.° 65. Ulva plantaginifolia Moris Elenc. III.jp. 26, (pr.p.Jide Piccone). Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne) ; Mare li- gustico a Genova ed alla Spezia ; Tirreno nel Golfo di Cagliari (sec. Piccone); Jonio sulle coste della Si- cilia orientale; Adriatico a Trieste (Hauck), a Pirano (Titius) ed a Spalato (Hauck); Mediterr. inf. all'Isola Gallita (Piccone). Nella prima zona di profondità. Sorge da un minutissimo disco radicale e spesso forma dei cespugli. La fronda ha forma oblunga od obovata, ma verso il basso si ristringe in modo da formare uno stipite gracilissimo ed assai breve. Verso i margini riesce leggermente increspata e spesso intaccata. La sua larghezza varia da 1-8 cen- timetri, la lunghezza da 4-20 centimetri. La sostanza della fronda, che è membranacea, colla diseccazione aderisce più o meno alla cat-ta a seconda dell' età della pianta e delle condizioni di 116 conservazione. Il colore varia fra il verde pallido ed il giallo olivastro. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico. Da Cherbourg l'ho dal Rabenhorst (Alg. Europa's N.° lolG) e dal Le Jolis, da Malden nell'America settentrionale dal Collins. Per i caratteri esterni si potrebbe confondere con la PhjlUtis Fascia dalla quale però si distingue tacilmente per la struttura della fronda. SCYTDSIPHONEAE Trevisan Aìgae inarticuìatae , cylindraceo-tubidosae aut svMemis^liaericae aut foliaceae, ch(;plici aut trijplici cellularwn strato contextae. Zoosporangia isomorplia, plurilocularia, sitbcylindracea, totam frondem ohtegentia aut in Soros imnctiformes aggregata, ScYTOsiPHONEAE Trevisau in Linnaea 1849^ XXII, p. 429, [ea^cl]).). Thur. in Ann. des. se. nat. 3.'"^ Ser. tom. XIV, 1850; _^. 239. — Farlow 3Iarine Algae of New England p. 62. l$CYTO!§lPUOrV Ag., fexcl. p.J. Frons cyìindracea, sini/plicissima, tulndosa, stratis duohis contexta ; cellulis interiorihus cylindraceis, exterioribus rotundato-angu- losis. Zoos])orangia ]}luTÌlocularia siibcylindracea totam fron- dem oltegentia, iKirajpliysihus injriformihus majorihus inter- mixta. ScYTOsiPHON Ag. Disjmsitio Algarum Sceciae (1811). — Sp. I, p. ICO. — Endl. Gen.'pl. Supp. Ili, 2^. 25. — /. Ag. Sp. I, p. 125, (excì. i). apud omnes). — Thur. Recherch. ]). 239, 'jìl. XXIX, jig- 1-4. — Reinke in lahrluckerfilr wissenschaft. Bot. 1877, p. 262. — Berthold in Mìttheilungen aus der zoolog. Station 'zu Neajjel, II Band, 3 Heft, 1881, p. 401. Ghordae sj). LyngT). Hydr. Dan. p. 74. — Kij. Phyc. p. 334. Fronda cilindracea, semplicissima, tubulosa, con l'interna cavità spesso di tratto in tratto divisa mediante delle strozzature trasver- sali, costituita da uno strato esterno di cellule rotondato-angolose 117 disposte su più serie, delle quali quelle più esterne sono più piccole, e di uno strato interno di cellule cilindracee rade. Zoosporangi iso- morfi, pluriloculari, densamente aggregati su tutta la superficie della fronda, formati da brevi filamenti articolati, con le articolazioni su- periori spesso bipartite longitudinalmente, non raramente frammisti a delle parafisi periformi di grossezza assai maggiore, coperti da una sottilissima pellicola cuticolare. Il genere Scytosiplion instituito da Carlo Agardh per il Fucus Filum di Linneo, per il quale lo Stackhouse aveva già proposto il genere Chorda [Ner, br. p. XXIV), non potè essere conservato nei limiti assegnatigli dal suo autore, il quale considerava la specie qui descritta come una semplice varietà della specie Linneana. Lo Scytosiphon Filum var. lomentarius kg. , come per il primo dimostrò il Thuret, non solo va distinto specificamente dallo Se. Filum Ag. [Chorda Fi- lum Stack.J, ma per i caratteri dei suoi zoosporangi merita di costituire un ge- nere autonomo da collocarsi vicino al genere Phyllitis [cfr, Thur. Étud. Phyc. p. 10) in una famiglia distinta. I zoosporangi e le parafisi dello ScytosipTion lomentariiis da gran tempo vennero egregiamente descritti e figurati dal Meneghini e dal Kùtzing, senon- chè questi autori, ingannati da apparenti analogie di forma, credettero para- fisi i zoosporangi e zoosporangi le parafisi ; ciò che spiega come essi non di- stinsero la pianta in discorso dal genere Chorda, in cui i zoosporangi sono uni- loculari e simili a quelli delle laminariacee alle quali questo genere va riferito. Secondo le recenti osservazioni di Berthold [l. e.) il genere Scytosiphon sa- rebbe a porsi fra quelli nei quali ha luogo una riproduzione sessuale per mez- zo di gameti. SCYTOSIPHON LOMENTARIUS fLijngh.J EndL Scfrouflibus intestiniformihis irregulariter artìctilatim-constrictis. Scytosiphon lomentarius /. Ag. Sp. 1,2^. 126. — Arcliss. e Straf. Enum. Alg. lìg. 2^. 130. — Hauck Meeresalg. p. 390 ! Se. Filum var. lomentarius Ag. Sp. I, p. 162. — iSyst. 2^' 257. Chorda Filum var. lomentaria Kg. Sp. p. 548. •— Tdb. Phyc. Vili, 14, ce. Chorda LOMENTAmA Lyngh. Hijdr. Dan. p. 74^ tal). 18. — DeXot. Sp. Alg. lig. iV-° 22 ! — J. Ag. Alg. med. p. 45. — Menegli. 118 Alg. ital. e dahn. p. 185. — iMonfg. FI. d'Algèr. p. 34. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N.*" 92. — Enum. Alg. Ancona, p. 21. — Erh. critt. ital Ser. I, N." 749, >S'er. II, IV.° 173. SoLENiA FuscATA Borg 3Iorée N.° 1485. ScYTOsiPHON FisTULosus Ag. Dìsp. p. 24. — Lyngl. ìhjdr. Dan. 2). G6. — Nacc. FI. ven. VI, p. 90. Se. FiLUM var. fistulosus Ag. Sp. I, p. 165. — /^gst, p. 258. •— Montg. Crypt. Algèr. p. 10. Chor[)a Filum var. fistulosa Kg. Sp. p. 548. — Tal. Phyc. Vili, 14, d-e, 15, d-e. Ghorda fistolosa Zanard. Syn. Alg. adriat. p. 87. Conferva fistula Rotli Cat. HI, p. 1G9. Ulta fistulosa Oood. et Woodw. in Linn. Trans. Ili, p. 52. Ulva simplicissima Clem. Ens. p. 320. Abit. Comune ovunque nella prima zona di profondità. Raggiunge la lunghezza di parecchi decimetri e la grossezza di quasi un centimetro. La fronda nello stato giovine spesso è quasi perfettamente ci- lindrica, ma nello stato adulto presenta, ad intervalli ineguali, delle strozza- ture evidentissime, le quali la dividono in altrettanti tratti allungati elissoidei. In ogni caso però questa fronda, oltreché semplicissima, riesce assottigliata alla base ed all'apice. Dapprima sottilmente membianacea, la sua sostanza acqui- sta consistenza col progredire dell'età della pianta, tantoché doppoi poco ade- risce alla carta colla diseccazione. Anche il colore coL progredire dell'età della pianta muta passando dal verdastro all'olivastro. É specie cosmopolita. In esemplari delia Manica venne pubblicata dallo Hohenacker [Meeralgen n.^ 160) e mi venne comunicata dal eh. Le Jolis. Dal Baltico l'ho dal Rabenhorst (Algen Europa" s w." /6/7j e dui Magnus. Dalle coste americane mi venne favorita dai eh. Eaton, Collins e Farlow in esemplari raccolti a New Haven, a Malden ed in California. Gli autori la indicano co- me abitatrice del Mare del Giappone e dell'Oceano australe. Seguendo il parere del Meneghini ho associate le due varietà : lomentaria 110 e Jistulosa dello Se. Fihm dell'Agai-dh seniore in una iola specie, sembrando a me pure che fra le due forme non sia possibile di fissare alcun distintivo. Veramente accettando questo parere sembrerebbe che ne venisse per conse- guenza di dover preferire il nome di us contexta : interiore cellulis cylindraceo-prìsmaticis inanibiis pluribtis seriehis dispositis ; exteriore cellulis tenujorihus coloratis, in fila longitudinalia conjunctis. Zoosporangia plurilocularia (?) moniliformia ad fila verticillorum interiore latere secundatim disposila. Arthrocladia Duhj Bot. gali. II, p. 971, [ex auct.). — ./. Ag. Sp. I, p. 162. — Derh. et Sol. in Ann. des se. nat. 3.*'"' Ser. tom. XIV, p. 271, pi. 33, fig. 18-20. Sporoghni 5^;. Ag. GoNFERVAE sp, Auct. autcced. Fronda cilindrica, pennato-ramosa, coperta di filamenti verti- cillati, articolati, ramosi, tenulssimi, costituita da due distinti strati 125 di cellule e percorsa da un asse longitudinale monosifonio articolato. Strato interno svolto intorno all'asse ed in contatto con esso, com- posto di cellule cilindraceo-prismatiche, jaline, disposte su più serie, decrescenti in diametro dal centro alla periferia, nonché dalla base all'apice della fronda ; strato esterno formato di cellule colorate qua- drangolari, allungate come quelle dello strato interno ma più sottili, congiunte in serie longitudinali. Zoosporangi pluriloculari costituiti da 4-10 cellule quasi sferiche riunite in serie moniliformi , portate da un'articolazione sterile che costituisce un pedicello, svolte sul lato interno dei filamenti verticillati che vestono la fronda. Secondo Thui-et (in Le Jol. List. Alg. Cherh. p. 22) ciascuna articolazione dei zoosporangi àelV Artìirocladia sarebbe uno sporangio uniloculare. Tuttavia quest'autore non dice di aver verificata la nascita di più zoospore nella stessa cellula. ARTHROCLADIA VILLOSA flluds.J Duby A. frondihus vage ramosis, ramis elongaiis alternis vel oppositis sensim attenuatis. Arthrocladia villosa Bii'by l. e. — Menecjli, Alg. ital. e dalm. j?. 193. — J. Ag. Alg. med.p. 43. — Sp. /, p. 163. — Kg. Tal. Phyc. X, \. — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. p. 138. — Hauck Meeresalg. f. 381. — Fri. critt. ital. Ser. Il, X." 921. Sporochnus villosus Ag. Sp. I, p. 155. — Syst. p. 260. Sp. vkrticillatus Ag. Aufz. ;p. 21, [jlde J. Ag.]. Conferva villosa Huds. FL augi. Ed. II, p. 603, [ex aiict.], — Dillw. Conf. tal. 37. Arthrocladia septentrionalis et A. australis Kg, Phyc. germ. p. 275 et Sjp. p. 573. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. gli autori); Mare li- gustico al Porto Maurizio (Strafforelloj; Tirreno a Li- vorno ed a Napoli (sec. G. Agardh); Adriatico (Za- nardini). Nella seconda zona di profondità. 126 Sorge da un minuto callo ra dicale innalzandosi sino ad oltre 30 centi metri. La fronda grossa sino a mezzo millimetro o poco più, si ramifica sino da poco sopra la base, ma assai irregolarmente. I rami sorgono a distanze assai variabili e quantunque per lo più si mostrino alterni, pure non ram- mente compariscono opposti. In ogni caso però essi riescono allungati, prov- veduti di rami minori simili, coperti, meno che nelle loro porzioni più adulte, di una delicatissima peluria costituita dai filamenti verticillati già descritti trattando dei caratteri del genere, i quali per lo più misurano circa due mil- limetri di lunghezza. La consistenza della fronda varia col variare dell'età della pianta. Il colore è verde olivastro. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico sulle coste della Gran Brettagna e della Francia. La forma oceanica, che il Kùtzing considera come autonoma, si distin- guerebbe per i rami quasi regolarmente opposti. In esemplari di Brest venne pubblicata dallo Hohenacker (Meeralg. NP 69). SPOROCHNACEAE Harv. Algae inarticulatae, flli/ormes aut planae, pinnatae aut vage ra- mosae, duplici aut triplici strato cellularum contextae. Zoo- sporaìigia isoìnorplia unilocularia, paranematibus iniermixtay in receptaculis lateralihus vel terminalihis evoluta. Sporoghnageae Harv. Ner. hor. am. I, p. 73, [piut. limit.). — Hauck Meeresalg. p. 382, [excl. p.). Sporoghnoideae Trih. II, J. Ag. Noe. FI. Suec. p). 13. — Sp. /, p. 173. Sporochneae Menegli. Alg. ital. e dalm. p. 121, ^excl. p.). ^POUO€li:^UJi Ag. Frons cylindracea vel compressa, solida, pinnatim vel suMicliotome ramosa, apicibus penicillo jiiorum coronatis, stratis d^iobus contexta ; interiore cellulis cjlindraceis minutis in fila lon- gitudinalia fere conjunctis, exteriore cellulis minutis coloran- tihis unica serie dispositis. Receptacula clavato-siliquaeformia ajpice comosa, in ramis lateralia pedicellata, rpuandodue ter- 127 minaìia, ^oospormigiis paranematibìi sfiue liorhontaìiter verti- cillatis compade vestita. Ziiosporangia unilocularia obovoldea ad paranemata affixa, Paranemata articolata, clavata, ramosa. Sporoghnus A(j. Sp. 1, p. 147. — i^yst. p. XX XVI et ^m, [exclp), — Menegh. Alg. ital. e dalm. p. 125, tal). III. — Kg. Phyc. p. 342. — /. Ag. Sp. I, p. US. Fronda cilindracea o compressa, solida, pennata o quasi dico- toma, coi rami terminati da un fascetto di filamenti semplici con- fervoidei, costituita da due distinti strati di cellule. Strato interno composto di cellule cilindracee, congiunte quasi in file longitudinali, prive di endocroma e di diametro gradatamente decrescente dall' in- dentro all' infuori ; strato esterno formato di cellule minute, colorate, disposte su di una sola assisa. Ricettacoli clavato-siliqueformi, coro- nati da un fascetto di filamenti confervoidei, posti lateralmente sui rami, piìi o meno lungamente peduncolati, talvolta terminali, coperti di zoosporangi e di paranemi orizzontali densamente disposti a ver- ticillo intorno ad un asse centrale. Zoosporangi uniloculari obovoidei, lateralmente inseriti sui paranemi. Paranemi articolati, ramosi, ter- minati da una grossa articolazione che li rende clavati. 1. SPOROGHNUS PEDUNCULATUS fHuds.J Ag. Sp. frondihus cylindraceis dense pinnatis, ramis alternis, simpli- cibus, elong ati s ; receptaculis niimerosis, oUongis, in ramis fiorizontaliter pedunculatis. Sporochnus PEDUNCULATUS Ag. Sp. I, p. 149. — Syst. p. 259, {excl. Sìjn. Gmel.). — Menegh. Alg. ital. e daini, p. 128, tab. IH. — Kg. Sp. p. 568. — Tal). Phyc. IX, 82, /. — J. Ag. Sp. I, p. 174. — Zanard. Icon. Phyc. I, p. 35, tah. IX ! — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 143. — Hauck Meeresalg. p. 383. — Erb. critt. ital. Ser. II, N."" 773. GlGARTINA PEDUNCULATA LaillX- ESS. p. 48. FuGus PEDUNCULATUS ìluds. FI. angl. p. 587, (ex auct.). — Good. et Woodw. Trans. Ili, p. 213. — Esper Icon. tab. 156. — Turn. llist. tab. 188. 128 Sporochnus dalmaticus Menagli, in Atti della 3.* Riunione degli scienz. ital, in Firenze. 1841, /;. 424. — Kg. Tal?. Phyc. IX, 82, II. Sp. verrucosus Zanard. Saggio p. 39. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne); Mare li- gustico al Porto Maurizio (Strafforello); Tirreno al- l'Isola di Monte Cristo CSig.'' M.* V. Toscanclli) e nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg); Adriatico sulle coste della Dalmazia (Zanardini). Nella seconda zona di profondità. Le frondi sorgono da un disco radicale assai minuto e giungono a misu- rare sino ad oltre due decimetri di altezza. Sino da poco sopra la base esse portano dei numerosi rami semplicissimi, alterni od opposti, assai aperti, talvolta quasi orizzontali, per lo più molto allungati, terminati da un fascetto di filamenti semplici, articolati, simili a quelli che coronano gli apici dei ricet- tacoli, i quali però, essendo come questi caduchi, mancano atìatto negli esem- plari più adulti. Tanto i rami come le frondi primarie riescono lungamente assottigliati verso l'alto. La grossezza massima che queste raggiungono appena pareggia un mezzo millimetro. I ricettacoli nascono in gran numero su tutti i rami ed essi pure riescono distribuiti irregolarmente. Dapprima sessili e pressoché sferici, col progredire dello sviluppo si fanno peduncolati e più o meno allungati. Ordinariamente misurano da 1-2 millimetii di lunghezza. La sostanza della fronda è rigida nelle porzioni più adulte della pianta, le quali per conseguenza poco aderiscono alla carta colla diseccazione. Il colore è ver- dastro 0 rossiccio bruno. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico dalla regione contigua al Mediterraneo sino alle coste della Gran Brettagna. Gli Sporochnus dalmaticus e Sp. verrucosus sono stati riferiti alla specie qui descritta dagli stessi loro autori. 2. SPOROCHNUS DICHOTOMUS Zanard. Sj). frondibus compressis suMichotomis, recejjiacidis ohlongis in ramis terminalihus. Sporochnus dichotomus Zanard. Icon. Pliyc. I, p. 39, tah. X ! — Hauck Meeresalg. p. 383. Abit. Adriatico sulle coste della Dalmazia (Zanardini). Nella seconda zona di profondità. 129 €/iRPOilllTR^ Kg. Frons Jiliformis compressa aiit plana eostata, stihpinnatim ra- mosa, stratis tribns conte x ta ; interiore celluUs minor ihis in costam conjunctis, intermedio cellulis majorilus cylindraceis inanihus, infila long itudinalia fere dispositis, exteriore cel- lulis minutis colorantibus vmica serie dispositis. Receptacula apice ramorum mitraeformia, zoosporangiis paranematilusque undique vestita. Zoosporangia unilocularia oblonga ad para- nemata pinnatim disposila. Paranemata articolata, clavata, ramosa. Garpomitra K(J. Phìjc. p. 343. — /. Ag. Sp. I, p. 177. Sporogeni sp. Auct. Fronda filiforme più o meno compressa o totalmente piana, percorsa da una costa poco evidente, (nella specie mediterranea) quasi pennato-ramosa, costituita da tre distinti strati di cellule. Strato interno costituente la costa composto di cellule minute; strato in- termedio composto di cellule più grosse, cilindracee, prive di endo- croma, quasi disposte in file longitudinali ; strato esterno formato di cellule minute colorate, disposte su di una sola assisa. Zoospo- rangi uniloculari oblunghi, inseriti sui lati di paranemi articolati, clavati , ramosi , svolti su tutta la superficie esterna di ricettacoli I mitreformi più o meno allungati, i quali nascono sugli apici dei rami. Oltre la specie qui desci'itta, questo genere ne comprenderebbe parecchie altre, le quali crescono soltanto tiell' Oceano Australe. Per altro gli autori non sono d'accordo sulla sua circoscrizione, anzi la sua stessa autonomia non è da tutti accettata senza riserva. La posizione dei ricettacoli da sé sola non può bastare a separarlo dal genere Sporochmis, poiché anche nello Sp. dicliotomìis, che è evidentemente affine alla specie fondamentale di questo genere, i ricettacoli sono per lo ap- punto terminali. La forma del ricettacolo però e la struttura della fronda pos- sono dare qualche appoggio alla separazione qui accettata. 9 130 CARPOMITRA CABRERAE fClem.J Kg. O.frondihts a tasi in ramos nnmerosos soluti s, ramis suMi- cliotome pinnatis anci^pìtihis ; rece;ptaculis cMreviatis conicis in ramtiìo truncato scutellatim expanso sessilihis. CARPOMITRA Cabrerae Kg. PJiyc. i). 343. — Sp. f. 569. — Tok. Pliyc IX, 89, /. — /. Àg. Sp. I, y. 177. Sporochnus Cabrerae Ag. Sp. I,p. 156. — Montg. FI. d'AIgér.p. 27. FuGus Cabrerae Clem. Ens. p. 313. — Turn. Hist. N." 140. Abit. Mediterr. occìd. (sec. gli autori); Tirreno a Messina (Borzi). Le frondi misurano sir^o 15 centimetri in altezza ed un millimetro in lar- ghezza. Sorgono da una base stopposa risolvendosi immediatamente in nu- merose frondi secondarie, le quali alla loro volta si ramificano irregolarmente dando origine a dei rami ineguali, spesso allungatissimi, quasi dicotomo-pen- nati, lineari e costati come le frondi da cui procedono e progressivamente as- sottigliati verso gli apici. I ricettacoli che si svolgano sugli apici di questi rami, vengono portati immediatamente da un rigonfiamento scodelliforme ed hanno forma conica. La sostanza della fronda è rigida quasi cornea, per cui non aderisce punto alla carta colla diseccazione. Il colore è bruno marrone Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico da Cadice sino alle coste dell' Irlanda. HEIIEtfJl Zcmard. Frons Jlliformis, solida, ramosa, apicihus omnibus penicillo filo- rum coronatis, stratis diiohus contexta ; interiore cellulis aj- lindraceis in fila longiticdinalia conjunctis, exteriore cellulis minutis colorantibus unica serie dispositis. Receptaciila in ramis ranmUsque lateralia, sessilìa, verrucaeformia, centro comosa, zoosporamiiis lìaranematihusq^iie irradiantihus vestita. Zoosporangia unilocularia otpgriformia paranernatibus inter- mixta. Paranemata abbreviata, simplicissima, articulato-cla- vata, aj'ìce valde in fiata- 131 Nereja Zanard' in Atti delia settima adunanza degli scienz. ital. Napoli 1846, ^j. 899. — Giorn. boL ital. 1846, p. 41. — Icon. Phìjc. I, p. 67, ta^b. X VII. — Derh. et Sol. Mèm. ]). 57. Sporo CHNi si). J. Ag. et Monig. Fronda filiforme, solida, irregolarmente ramosa quasi dicotoma, con tutti gli apici coronati da un fascetto di filamenti semplici, con- fervoidei, costituita da due distinti strati di cellule. Strato interno composto di cellule cilindriche, contenenti appena alcuni granuli bruni, congiunte in file longitudinali obliquamente scorrenti verso la periferia ; strato esterno formato di cellule minute, colorate, disposte su di una sola assisa. Ricettacoli sessili, svolti sui lati del rami e dei rametti sotto forma di verruche chiomate nel centro, coperti di zoosporangi e di paranemi irraggianti da un asse comune. Zoospo- rangi uniloculari, peri formi a rovescio, frammisti a paranemi costi- tuiti da due articolazioni, *) delle quali quella superiore è obovata, assai grossa, intensamente colorata da abbondante endocroma gra- nelloso. La prima illustrazione del genere Nereja data dallo Zanardini, venne pre- sentata alla settima adunanza degli scienziati italiani, il cui Diario, che io non ilo alla mano, per quanto pare ha preceduto di un anno la pubblicazione degli Atti relativi. Questa osservazione non è superflua percioccliè nello stesso anno della pubblicazione di quel diario, Hooker ed Harvey (Lond. Journ. 184S, p. 293], per una specie raccolta alle Isole Falkland, instituivano un genere (Cladothele) che sembra corrispondere al genere zanardiniano ed al quale in- fatti il Kiitzing riferì la forma fondamentale dello stesso. Se i due generi realmente non devono formarne che uno solo, la questione di priorità non potrebbe dunque essere risolta se non da un confronto di date precise, che del ivsto, non avendo i documenti alla mano, non so neppure se sia possibile di farlo. Accettato con queste riserve il nome di Nereja, aggiungerò che l'accetta- zione del genere che rappresenta mi pare sufficientemente giustificata dai ca- ratteri dei suoi ricettacoli, che io pure come il Zanardini non ho mai potuto vedere altrimenti che sessili. Della specie australe che viene riferita ad esso, nulla potrei dirne per mancanza di materiali e di documenti. NEREJA FILIFORMIS fJ- Ag.). Zanard. N. frondihis subdichotomis, raììiulis brevibus, lìatentibiis^ apice penicilliferis ornatis, *) Seo. Zanardini. 132 Nereja filifoemis Zanard. l. e. — Hav.c^ Meeresalg. p. 386 ! Cladothele FiLiFORMis Kg. S;p. p. 5G8. — Tal). Pliijc. IX, 78, //. Sporochnus filiformis /. Acj. Sp. 1, ]). 175. — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. 2^. 143. Desmaeestia filiformis /. Ay. Alg, med. p. 43. — De^ot. Prosp. FI lig. ^. 66 ! Sporochus Agardhii Montg. FI. d'Algér. p. 26. Nereja Montagnei Però, et Sol. in Ann. des. se. nat. Ser. 3.'"'-' 1850, tom. XIV, ]). 272, yl. 34, Jig. 1-8. Cladothele Montagnei Kg. Tal. Pliyc. IX, 79. Abit. Medjterr. occid. e Golfo di Lione (sec. gli autori); Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello), ad Al- bissola (Piccone); Tirreno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg); Adriatico a Miramar (Hauck). Nella prima e nella seconda zona di profondità, spesso su altre alghe. Sorge da un' espansione stopposa che ha una circoscrizione orbicolare più o meno regolare e si innalza sino ad oltre 15 centimetri negli esemplari che crescono in acque profonde. La sua grossezza comunemente non supera un mezzo millimetro. La ramificazione benché riesca assai irregolare, pure per lo più mostra qua e là il tipo dicotomo da cui proviene. La sostanza della fronda è rigida nelle porzioni più adulte, le quali per conseguenza colla diseccazione non aderiscono punto alia carta, i filamenti fascicolati apicali invece riescono flac- cidi ed alquanto luccicanti nello stato secco. Il loro colore è di un bel verde er- baceo perfettamente distinto dal colore olivaceo scuro dei rami che coronano. Secondo Giacobbe Agardh (Sp. l. e) crescerebbe eziandio nell'Oceano Atlantico sulle coste dell'Africa settentrionale. ASPEEOCOCCACEAE Algae inariiculatae, Uibulosae aut compressae, mine filiformes aut crudaceae, duplici cellularum strato contextae. Zosjmrangia 133 isomorpha unilociiìaria gldhidosa aut óbovoidea in soros ag- gregata, paranematihis intermixta. AsPEROGOGCEAE Zanard. Saggio p. 10, {mut. limit.}. — Farlow Ma- rine Algae qf New England p. 88. PROSPETTO SINOTTICO DEI GENERI Tribù I. f semplice. Sorì sparsi su tutta la \ fronda Asperococcus Asperococcee ] Fronda tubolosa o com-[ ramosa. Sori disposti in zone tra- pressa . V sversali quasi regolari .... Striarla Tribù II. Ralfsiee \ Sori sporgenti a guisa di verruche, < sparsi su tutta la pagina superiore Fronda piana, orbicolare,/ della fronda Ralfsia crostacea . JkS^PEROCOCCUii Lamx Frons tiibìilosa aut compressa, simplex, stratis duohus contexta ; interiore celliiUs rotundato-angulosis diqMci serie dispositis, exteriore cellulis minorìbus coloratis uniseriatis constante. Zoosporangia unilocularia glolulosa in soros macuUformes ag- gregata, paranematibus intermixta. Sori per totam super- jiciem sparsi. Asperococcus Lamx. Fss. p. 61. — Menegh. Alg. ital. e dalm, p. 161. — /. Ag. Sp. I, p. 74. — Zanard. leon. Phjc. l,p. 107, (excl. p.). — Thur. Étud. Pligc. p. 16. Engoelium Ag. Sp. I, p. 144, (excl. p.). — Kg, Pliyc. p. 336, (excl. p.). Haloglossum Kg. Phijc. p. 340. Fronda tubolosa o compressa, semplice, pilifera, costituita da due strati di cellule. Strato interno formato da due assise di grosse 134 r"- ' cellule arrotondate: strato esterno composto di una sola assisa di cellule egualmente arrotondate, ma colorate e meno grosse. Zoospo- rangi uniloculari globosi, riuniti in sori ma(;uliformi sparsi su tutta la fronda e sporgenti sulla sua superficie, frammisti a parafisi fili- formi brevi, che però li superano d'assai in altezza. Peli articolati, sparsi qua e là, separatamente od in ciulfetti, con le articolazioni inferiori brevissime, piene di sostanza granellosa grigiastra e quelle superiori allungate, jaline. 1. ASPEROCOCCUS BULLOSUS Lamx. A. frondilìis cyìindraceis maefiimliter Mllosis, iniestiniformihus, hasi in stipitem abru/pte attemiatis. AsPEROGocGUs BULLosus Law.x. Ess. p. 63, pi. 6, fig. 5. — Moris et DeNot. FI. Caprar. ]). 200. — Menegh. Alg. Udì. e dalm. ;p. 166. — /. Ag. Alg. med. p. 41. — Sp. I, io. 77. — DeNot. Prosp. FI. lìg. p. 66. — Zanard. Icon. Ph'jc. I,p. 103, tab. XXV. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 142. — TJmr. l. e. tal. VI. — Haucl Meeresalg. p. 388 ! — Eri), critt. Udì. Ser. /, iV.° 27. Engoelium bullosum Ag. Sp. I, p. 146. — Syst. p. 262. — Kg. Phyc. p. 336, tal). 21, fig. 1. ■— Sp. p. 552. — Tal). Phyc. IX, 1, L AsPEROGOGcus TENUis Zanard. Syn. alg. Adriat. p. 128, (ai. V, fig. 2. Àbit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne); Mare li- gustico a Genova; Tirreno (sec. gli autori); Adriatico a Trieste (Hauck) ed a Lesina (Hauck). Nella prima zona di profondità. Sorge da uno stipite tenuisaimo della lunghezza di pochi millimetri, di- latandosi immediatamente in una fronda cilindracea ottusa all'apice, cava a guisa di sacco, qua e là strozzata e rigonfiata in modo da riuscire intestini- forme. L'altezza della fronda varia fra pochi centimetri ed un decimetro e secondo le indicazioni degli autori anche entro limiti più estesi. La grossezza, che vana nelle stesse proporzioni, comunemente è di circa due centimetri, lia sostanza della fronda è membranacea e colla diseccazioue aderisce discreta- mente alla carta. Il colore è olivaceo verdognolo, È specie pressoché cosmopolita. l.T) 2. ASPEROCOCCUS COMPRESSUS Griff. A. frondihis compressis suUinearihiS ha si in stijntem sensim at- temiatis. AsPEROGocGus COMPRESSUS HooJi. B)'. FI. II, j). 278, {eco auct.). — MenegJi. Alg. ital. e dalm. p. 164, tah. 4, Jig. 1. — DeNot. S;p. Alg. lig. N.° 20. — J. Ag. Alg. med. ^. 41. — Sj). 1, p. 77. — Ardiss. e Straff, Enum. Alg. Lig. p. 142. — Hmick Meeresalg. p. 389! — Erb. critt.Jtal. Ser. I, N.° 17. Haloglossum Griffithsianum Kg. Ph'jc. 'p. 340. — Sp. p. 5G1. — Tal). Phyc. IX, 52, /. — Zanard. Icon. Phyc. I, ih 111. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N° 97. Laminaria ensiformis Delle Chiaje Hijdr. Neap. tah. LXXXIL Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne e G. Agardh); Mare ligustico a Genova; Tirreno nel Golfo di Napoli (sec. gli autori); Adriatico a Trieste (Hauck) ed a Pi- rano (Titius). Nella prima zona di profondità. Le fi-ondi ordinariamente in più sorgono da un disco radicale comune. Esse sono provvedute di uno stipite breve e sottile, dal quale procedono sotto forma di lamine quasi lineari, più o meno acute e lungamente assottigliate all'apice, larghe da Ji-20 millimetri lunghe da 2-20 centimetri [sino a 60 centi- metri negli esemplari oceanici). La loro sostanza colla diseccazione apparisce alquanto luccicante ed aderisce più o meno alla carta a seconda dell'età e delle condizioni di conservazione della pianta. Il colore è verde olivastro. In esemplari della Manica venne pubblicata dallo Hohenacker (Meeralgen iV.° 64) e dal Rabenhorst (Algen Europa' s iV." 4 Si 3). Gli autori la indicano anche come abitatrice dell' Oceano australe. ^Titl^UlJL Grev. Frons tiibulosa ramosa stratis diiohus contexta ; interiore cellulis rotundato-^angulosis duplici serie dispositis, exterìore cellulis 136 minorihis coloratis uniseriatis constante. Zoosjìorangia unilo- cularia obovoidea in soros macidiformes aggregata, parane- matihus intermixta. Sori in lonas transversas subregulares appro Menati. Striaria Grev. /Scott. tSyn. p. 44. — yilg. Ir. p. XLIII. — Me- negh. Alg. ital. e dalm.p. 155. — Kg. Phyc. p'. 336, tah. 21, //. — /. Ag. Sp. 1, p. 80. Garmighaelia Grev. Scott. N.° 288. ZoNARiAE et Stilophorae sp. Ag. Auf:. Fronda tubolosa, ramosa, costituita da due strati di cellule. Strato interno formato da due assise di grosse cellule rotondato-an- golose quasi cubiche, strettamente congiunte fra di loro ,• strato esterno monostromatico, composto dì cellule minori colorate. Zoospo- rangi uniloculari obovoidei, riuniti in sori maculiformi, frammisti a paranemi. Sori disposti in zone trasversali quasi regolari. Il genere SticiyosipTion proposto dal Kùtzing (Phyc. p. 301 , tah. 2f, III. ■— Sp. p. 484) ed accettato dal Hauck (Meeresalg p. 374), si distinguerebbe ap- pena dal genere Striarla per la distribuzione dei zoosporangi, clie sarebbero ora solitari, ora irregolarmente approssimati anziché disposti in zone trasver- sali quasi regolari. Del resto l'unica specie mediterranea che venne riferita al genere Stictyosiphon (S. adriaticiis Kg ), mi è ignota. STRIARIA ATTENUATA Grev. S. frondihus cijlindraceis ramosissimis, ramis saepe oiiirnsitis ge- minatisve apice attenuatis. Striaria attenuata Grev. Scott. Syn.p. 44. — Alg. Ir. p. 55, tah. IX. — J. Ag. Sgnib. p. 6. — Alg. med. p. 41. — Sp. I, p. 80. — Menegli. Alg. ital. e dalm. p. 157. — Kg. Sp. p. 553. — Tab. Phyc. IX y 3, 1. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 143. — Haucli Meeresalg. p. 377 1 — Erh. critt. ital. Ser. II, iSV 1143. AsPERococGus ATTENUATUs Zanttfd. Icon. Phgc. I, p. 112. 137 Garmighaelia attenuata Orev. Scott. N.° 288. Ulva attenuata JVacc. FI. ven. VI, p. 72. SoLENiA attenuata Ag . Syst. p. 187. ZoNARiA LiNEOLATA Ag. Aufi. J5. 21. — Ico)i. AIq. Euvoj). iV.° XL, (fide J. Ag.). FuGus MARGiNALis Wulf. Cvypt. ciq. p. 40 ? (sec. J. Ag.). Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne); Marc li- gustico al Porto Maurizio (Strafforello); Tirreno a Napoli (sec. Menegli.); Adriatico a Trieste (Hauck). Nella seconda zona di profondità. var. Girxici.±-ts^, ramulis piliformibus elongatis. — J. Ag. Sj). J, p. 81. Striaria crinita /. Ag. Alg. med. p. 41. Stilophora crinita Ag. Atifz. p. 17. — Nacc. FI. ven. VI, p. 94. — Zanard. Syn. alg. Adriaf.p. 129. SoLENiA crinita Ag . Syst. p. 187. Conferva crinita Ruching. FI. ven. p-. 269, {sec. Meneyh.). Zonaria Nacgariana Ag., [ex. Nacc, Not. intorno le Zonarie). Abit. Mediterr. occid. alle Isole Baleari (Rodriguez); Adria- tico a Trieste (Accurti). var. cra-ssst ; Engoelium ramosissimum Kg. Pliyc. p. o36. — Sp. p. 551. — Tal). Phyc. IX, 4. Asperococgus ramosissimus Zanard. Icon. Phyc. I, p. 107, tab. XX VI. Abit. Adriatico (sec. gli autori). 138 La fronda che è cilindrica nella pianta fresca e piana in quella secca, sorge da una minutissima callosità radicale e si ramifica sino dalla base, ma assai irregolarmente, cosicché i rami ora riescono alterni, ora opposti, gemi- nati od anche verticillati. Variabilissimo può dirsi pure il grado di apertura di questi rami, che ora compariscono diritti quasi addossati alla racliide ora quasi orizzontali. I rami superiori oltrecliè per la loro maggiore sottigliezzai si distinguono dagli altri per la copia delle loro suddivisioni. Gli ultimi fra essi riescono così sottili che ad occhio nudo appena si vedono. La grossezza dei rami primari per lo più varia fra 2 4 mm., ma nella varietà crassa giunge sino a due centimetri. L'altezza di tutta la pianta varia fra 1-4 decimetri. La sostanza della fronda nello stato secco è membranosa luccicante ed aderisce bene alla carta. Il colore è di un verde giallastro che talvolta volge al carneo. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico. In esemplari di Vannes venne pubblicata dall' Hohenacker al N.° 67 delle Meeralgen. Che la S. crinita non sia specificamente distinta dalla S. attempata è cosa generalmente ammessa e sulla quale sarebbe perciò superfluo discutere. In quanto alla opportunità di riferire alla specie qui descritta V Encoelium ramo- sissimum del Kùtzing, mi limiterò a ricordare che per testimonianza dello Zanardini, il quale ebbe occasione di studiare diligentemente quest'ultima forma, le due piante non differirebbero fra di loro se non per la grossezza della fronda e l'abbondanza più o meno grande dei sori. R4LFSIJk Berk. Frons plana, orhicidaris et crustacea expansa, stratis dudbus coiìtexia; strato lasale cellulis cylindraceis, infila liorizontalia arctissime conjunctis; superiore cellulis verticaliter elongatis in fila oblique excurreniia concretis. Zoosporangia unilocidaria ohovoidea, hreviter stipitata, ad basim paranematum radiantium nidulantia, in soros aggregata. SoH verrucaeformes ad pa- ginam superioreni sparsi. RALFsià. Berli, in Engl. hot. Supp. tal). 2866, [ex aiict.). — J. Ag. Sp. I, p. 61. Gruoriae sp, ArescJi. 2oNARiAE sp. Ag. et Auct. Fronda piana, orbicolare, distesa orizzontalmente a guisa di crosta, costituita da due distinti strati di cellule : strato basale formato da cellule cilindraoee, strettamente congiunte in filamenti orizzontali . 139 strato superiore composto di cellule allungate verticalmente e riunite in filamenti scorrenti obliguaraente dallo strato basale. Zoosporangi uniloculari ovoidei, portati da un brevissimo pedicello, situati verso la base di paranemi articolati, clavati, brevi, raggianti, aggregati in sori. Sori sporgenti a guisa di verruche, sparsi su tutta la pagina superiore della fronda. Oltre la specie qui descritta appartengono a questo genere parecchie specie, oceaniche, fra le quali è notevole la Rai/sia deusta J. Ag. (Zonaria deusta Ag., Fucus fungularis Fi. dan. tab. 420], che appartiene alla Flora dell' Oceano Ar- tico e che conoscendosi soltanto nello stato sterile è tuttora d'incerta ubica- zione sistematica. La Ralfsia deusta venne confusa con la specie mediterranea benché, come già osservarono Giacobbe Agardh e Zanardini, ne differisca sotto ogni rapporto. Dalla diagnosi che il eh. Hauck (Meeresalg. p. 401) dà di questo genere, risulta che oltre i zoosporangi uniloculari esso ne presenta altri pluriloculari fdiforrai, formanti dei sori sulla superficie della fronda. Da questo carattere il citato Autore ne trae argomento per innalzare il genere Ralfsia al rango di famiglia. Io però non so decidermi a praticare la proposta riforma, sembran- domi che la scoperta da cui trae origine sia appena accennata, mentre meri- terebbe qualche illustrazione. RALFSIA VERRUCOSA rAresch.J J. Ag. R.frondibus orMcularibus vél irregulariter expansis, suUus planis radicantibus, supra vernicosis ; soris subconjluentibus. Ralfsia verrucosa /. Ag. Sj). I, p. 62. — J^g. Tab. Phyc. IX, 77, //. — Zanard. ^Icon. Phyc. Ili, p. 69, tab. IO VII. — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig.p. 142. — Rauck Meeresalg. p. 401 ! Gruoria verrucosa Arescli. in Linn. 1843, p. 264, tab. 9,^/ig. 5-6, (eie auct.). Ralfsia deusta Berli, l e. — Kg. lS;p. p. 544. -- Harv. Phyc. br. pi. 98, non J. A(j. Zonaria deusta Lyngb. Hydr. Pan. ^. 19, tab. 5. Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio, a Genova ad a Sestrì Levante; Adriatico a Trieste (Hauck). Sugli scogli a fior d'acqua. 140 Aderisce saldamente agli scogli per mezzo di brevi fibre radicali e si di- stende a guisa di crosta col contorno circolare od anche irregolare per la con- fluenza di più frondi, piana di sotto verrucosa di sopra, di colore olivaceo scuro, fragile nello stato secco. Cresce eziandio nei mari del Nord d' Europa e sulle coste americane, da dove mi venne comunicata dai eh. Farlow e Collins. LAMINARIACEAE Rchb. Algae planae stipite xjfoprio sìiffultae, simplices aut digitatim laciniatae. Zoosporangia isomorpha iinilocularia elong ato-el- lipsoidea, inter paranemata clavata simpìicia inarticulata densissime stipata, in superficie frondis verticàlia, in Soros indefinite expansos ìdriusq^ue -paginae collecta. Laminariageae Rclib. Consp. p. 29. — Harv, Ner. lor. am. p. 80. — KJellman The alg. of. the Arctic sea p. 212. Laminarieae Grev. Alg. hr. p). 24. — /. Ag. Syml). p. 4. — Sp. 1, p. 121, (excl. p.]. — Menegh. Alg. itaì. e daini, p. 105. La famiglia delle laminariacee comprende i giganti della vegetazione ma- rina. Essa è largamente diffusa nell'Oceano australe, che è la patria delle Les- sonia, delle Macrocystis, delle Ecklonia, e nell' Oceano Artico dove crescono le Alarla, Phjllaria, Laminaria, VAgarum Tiirneri, ma nel Mediterraneo è ap- pena rappresentata da poche e rare specie. É per questo che qui si ommette la esposizione dettagliata dei suoi ca- ratteri. Del resto le laminariacee interessano non solo la ficologia ma eziandio la botanica generale. La frase diagnostica qui tracciata comprende i soli generi che sono rappre- sentati nella Flora mediterranea. L..4lllllìIAilE^ Lamx. Prons plana ecostata integra vel palmatim fissa, in stipite tereti vel snlcompresso, solido tei fistuloso terminalis, radice filrosa et ramosa, stratis tribus contexta ; medullare filis articiilatis ramosis densis, intermedio cellulis rotundato-angiilosis, corti- 141 cale ceìhth's mimiti s coloratis cmistanfe. Zoosjjorangia unito- cularia elong ato-ellipsoidea, inter paranemata simplicia densis- sime stipata, in soros coUecta. Sori indefinite ex;pansi, in media laminae parte superficiales. Laminària Lamx. Ess. p. 20, [mutai, limit.). — Montt/. in Ann. des se. nat, >Sf. N. tom. XIV, (1810) p. 48. — Kg. Phyc. tah. 30-31. — /. Ag. Sp. I, p. 128. — Thur. Recliercli. p. 240, pi. 30, iig. 1-4. — Le Jol. Examen des espèces con/, soms le nom de Laminaria digitata etc. — Janciemshi Obs. sur Vaccroiss. du tìialle des phéosporées. p. 109. Fu CI et Ulvae sp. Auct. Fronda piana, fogliacea, membranacea o coriacea, priva di costa, intera o palmato-fessa, sostenuta da uno stipite arrotondato o quasi compresso, solido o fistuloso, provveduta di una radice fibrosa e ramosa, costituita da tre distinti strati di cellule. Strato midollare composto di cellule cilindriche, sottili, allungatissime, congiunte in filamenti articolati, ramosi, anastomosati, i quali percorrono longitudinalmente l'asse di tutta la pianta ; strato mediano composto di cellule roton- dato-angolose, talvolta alquanto allungate nella direzione longitudi- nale, formanti una massa parenchimatosa, che nello stipite spesso riesce divisa in zone circolari concentriche per mezzo di altrettante lamelle di tessuto formato di cellule più strette e più colorate; strato corticale talvolta indistinto, ordinariamente composto di cellule simil- mente rotondato-angolose, ma per lo più minute, a grosse pareti e contenenti dei granuli colorati, spesso percorso da canali gommiferi 0 lacune {vasa mucifera Kg.) anastomosati, *) i quali ora appari- scono nello stipite e lateralmente all'asse della lamina, ora (L. sac- charina) soltanto nella lamina. Accrescimento stìpo-frondale (JanczeM^ski ) dipendente dall'atti- vità di un meristema posto fra lo stipite e la lamina, producente annualmente verso il basso un tronco cilindrico, il quale si sovrap- pone allo stipite vivace preesistente e verso l'alto una nuova lamina, la quale rimane al disotto della lamina vecchia che si distacca e cade. Zoosporangi uniloculari allungato-elissoidei, svolti fra le basi assot- tigliate di paranemi semplici, ottusi, non articolati, saldati reciproca- *) cfr. Le Jolis 1. e. p. 17. 142 mente per mezzo delle loro estremità superiori mucilaginose, verticali alla superficie della fronda e formanti con questi dei sori a contorno indefinito, sporgenti, i quali occupano entrambe le pagine delle por- zioni mediane della lamina o le estremità dei suoi segmenti. ■'n' 1. LAMINARIA SACCHARINA fLj Lamx. L. stipite tereti solido 'plus mimisve elongato, apice in frondem integram hasi suhovatam oUongam aut linearem expanso. Laminaria saccharina Lamx. Fss. p. 22. — Ag. Sp. I, p. iìl. — Sijst p. 272. — /. Ag. Sp. I, p. 132. — Kg. Sp. p. 574. — Falkenlerg Meeralg. Neap. p. 236. Ulva saccharina DO. FI. fr. II, p. 15, {ex auct.). Fucus sAGCHARiNus L. Sp. pi. II, p. 1630. — Gm. Hist. fuc. tal. XX VII et XX VI IL — Esper Icon. tal). XXIV. LVL LVLL. — Staci. Ner. hr. tal. 9. — Turn. Hist. tao. 163. Abit. Jonio sulle coste della Sicilia a Siracusa (Vicari). Nella seconda zona di profondità. É noto che la L. saccharina presenta due forme principali : l'una colla fronda lineare, pooo o punto ondulata nei margini, collo stipite assai lungo in confronto della larghezza della lamina; l'altra colla fronda oblunga, coi margini egregiamente increspati, almeno nello stato adulto e collo stipite re- lativamente più breve. È a questa seconda forma che si accosta di più la pianta mediterranea, rimanendone tuttavia alquanto distinta per la sua forma più largamente distesa. Nell'esemplare maggiore di Sicilia che ho sott'occhio, lo stipite misura circa 7 centimetri di altezza. La lamina è lunga 50 centimetri, larga 22 cen- timetri nel mezzo, 5 a,lla base, 16 verso l'apice, il quale è però lacerato e cor- roso. Nei margini comparisce egregiamente increspata. La sostanza della fronda è membranacea assai consistente. Il colore giallo rossiccio bruno. La specie è comune nei mari del Nord d'Europa. La Z. Phyllitis che il Le Jolis considera come una varietà della L. saccharina, secondo Castagne sarebbe stata trovata a Marsiglia. 143 2. LAMINARIA BREVIPES Ag. Z. stipite a radice exigua demum Jihrosa, tereti solido perhrem, in laminam ovato-linearem aut reniformem demum irregula- riter jissam ex^anso. Laminaria, brevipes Ag. iSp. I, p. 116. — Syst. jp. 272, — J. Ag. Alg. med. p. 45. — Sp. I, p. 133. L. PURPURASCENS Ag. Sp. I, p. 117. — Syst. p. 272. L. PAPYRiNA Borg Dict. class. 2X, p. 189, [excl. sgn. sec. J. Ag.). L. RENiFORMis et ELLiPTiGA Moutg. FI. cV Algèv. p. 23 et seq^. tab. 8 et ^. Abit. Mediterr. occid. e Golfo di Lione a Marsiglia (sec. gli autori). i^JLCeORlllZlL Dela PyL Frons plana ecostata, integra vel palmatim fissa, in stipite plano indiviso, demum margine undulato alato terminalis, rupibus per espansionem supra radicem jibrosam evolutam, scutelli- formem denique in sacculum cavum protensam adnata, stratis dudbus contexta ; interiore cellulis maximis minoribus inter- mixtis, exteriore cellulis mimitis, omnibus Jiyalinis in paren- chima continuum arde conjunctis. Zoosporangia unilocularia elong ato-ellip sol dea, inter paranemata simplicia densissime stipata, in soros collecta. Sori irregulariter expansi in alis undulatis stipi tis super flciales. Saggorhiza Dela Pyl. FI. Terr. Neuv. p. 23, (ex auct.). — /. Ag, Sp. I, p. 137. Haligenia Decne. — Kg. Sp. p. 577. — Tìmr. RechercTi, p. 241, pi. 30, Jig. 5-10. 144 Phygogastanum Kg. Phyc. p. 346. LaMinaiìiae sp, Anct Fronda piana, priva di costa, intera o palraato-fessa, sostenuta da uno stipite piano indiviso, da ultimo ondulato ed alato nel mar- gine, aderente agli scogli per mezzo di un'espansione scodelliforme, la quale si svolge su di una radice fibrosa e da ultimo si distende a guisa di sacco. Strati costituenti la fronda in numero di due. Strato interno composto di cellule grandi, jaline, frammiste a cellule minori ; strato esterno formato di cellule minute, jaline come le cellule dello strato interno e come quelle strettamente congiunte in modo da for- mare un parenchima continuo. Zoosporangi uniloculari, allungato- elissoidei, grossi, svolti fra paranemi semplici, ottusi, non articolati, densi, e formanti con questi dei larghi sori a contorno irregolare, i quali occupano la superficie delle ali dello stipite, oppure la base dei segmenti della fronda. Poiché la Laminaria Bdvisii di Carlo Agardh non è che una forma della Z. bulbosa Lamx., il genere Saxorhiza inatituito per questa specie si può con- siderare come un genere monotipo. SACCORHIZA BULBOSA fHuds.J Deh PyL &'. frondihcs Jlalelliformibus dìgitatim Jlssis et laciniatìs, seg- menta crassis coriaceis ad 3 m, long. Saggorhiza bulbosa Bela Pyl. l. e. — /. Ag. l. e. Haligenia bulbosa Decne. — Kg. Sp. p. 578. Phycogastanum bulbosum Kg. Ph'jc. gemi. p. 276. Laminaria bulbosa Lamx. Ess. p. 22. — Ag. Sp. I, p. 114. — Syst. p. 271. Ulva bulbosa DO. FI. fr. II, p. 16, [ex auct.). Fucus bulbosus Huds. FI. angl. p. 579, [ex auct.). — Fsper Icon, tal. 123. — Tiirn. Hist. tal. 161. 145 F. poLYscHiDEs Liglitf. FI. scot. p. 936, [sec. Atict). Laminaria elliptica Ag. Sp. I, p. ÌÌ9. — Syst. p. ^^12, nec Bory, (fide J. Ag.). L. PUNGTATA ET L. TuRNERi Bovy ìu Dtct. clciss. IX, ]). 190, (fide J. Ag.). f. xxiLec3.itex-]r^n.c^, fronde ovato-ìanceolata integra ad 30 cm. long., stipite l)revissimo. Sacgorhiza bulbosa MEDITERRANEA Deìsot. Prosp. FI. Uq. ^. 69 ! — Ardiss. e Straff. Enum- Alg. Lig. p. 144. Abit. Mare ligustico al promontorio di Portofino verso S. Frutuoso, aderente agli scogli a poca profondità (D/ Savignone); Genova nel porto, aderente alla chi- glia di una nave (D/ Baglietto). Negli esemplari dapprima raccolti dal D.r Savigncne e riferiti dal Prof. De Notaris alla Saccorhiza hdbosa, lo stipite è brevissimo ed accompagnato da un ingrossamento bulbiforme, del quale sul secco non mi è stato possibile di de- terminare la natura. La lamina si dilata immediatamente in maniera da assumere la circo- scrizione di un rettangolo ad angoli arrotondati. Misura 15 centimetri di lun- ghezza e 0 centimetri di larghezza. Negli esemplari posteriormente raccolti dal D.r Baglietto lo stipite benché assai breve, riesce però ben distinto, piano ed accompagnato da una espansione scodelliforme basale che mostra al disotto un rudimento di radice fibrosa. La lamina assume forma decisamente ovata od ovato lanceolata e giunge a misurare 30 centimetri di lunghezza. In quelli ed in questi la (costanza della fronda, che è sottilmente membranacea, aderisce bene alla carta. Il colore è di un verde olivastro qua e là mutato in bruno. Mi pare probabile che questa pianta, la quale si conosce soltanto nello stato sterile, rappresenti lo stadio giovanile di una forma riferibile alla S. bul- bosa dell'Oceano, ma nulla di più potrei dire, non avendo mai potuto vedere la specie oceanica se non nello stato adulto. Stando al fatto che a Portofino è stata raccolta una sola volta, 40 anni or sono, e che nel porto di Genova pure non è stata raccolta se non una sola volta sulla chìglia di una nave, mi pare si possa per lo meno sospettare cha sia avventizia. Della Saccorhiza bulbosa indicata dal Falkenberg {Meeresalg. von Neapel p. 236) come raccolta a Messina, non avendone mai veduto esemplari non 80 che pensarne. 10 146 COHORS II. CHLOROSPOREAE Thur. Algae unicelhilares aut pluricellulares, articulatae aut inarticula- tae, virides. Propagatio aut zoosporìs cmt gametis in cellulis omnibus frondis aut in ramis, raro in orcjanis propriis evo- lutis effecta. CHLOROSPOREAE TKur. Reclievch. in Ann. des se. nat. 3"^® Ser. tom. XIV, p. 216, (1850). — Le Jol. Ala. mar. Ckerl. p. 32. — FaVienberg. Meeralg. Neap. p. 226. — Farlow Mar. Alg.p. 41. Ghlorospermeae Harv., [excl. p.). Ghlorozoosporeae Raucìt Meeresaly. 'p. 417. SIPHONEAE Grev. Algae saepe ìcnicelluìares aut jilis unicellularihus constìtutae, raro e tubo continuo et ramis articulatis compositae, aut ex cellulis Jlalellatim ordinatis aut articulatim anastomosantihus forma- tae. Propagano zoosporis aut gametis e protoplasmate cellulae vegetantis aut cellula speciale (Zoosporangio, gametangio) ortis effecta. Siphoneae Grev. Alg. Irit. p. 183, [excl. p.). — Menegli. Cenni p. 34. — Decne. in Archiv. du Museum II, p. 125, (1842). — J. Ag. Alg. med. p. 17. Le sifonoa sono alghe per la massima partn colla fronda unicellulare, ossia percorsa da una interna cavità tutta continua. Per altro questa fronda, mal- grado la seni^)licità della sua struttura, è capace di raggiungere un alto grado di differenzia nento, tantoché le sue differenti porzioni talvolta assumono delle forme del tutto diverse. Ì^IqìV Acetahtdaria essa presenta l'aspetto di un agarico col cappello formato da un verticillo di rametti ordinariamente saldati fra di loro e nelle CauUrpa 147 è costituita da un tubo cilindrico, cauliforme, repente, capace di raggiugere la lunghezza di un metro, il quale produce da una parte dei rami incolori radici- formi e dall'altra dei rami verdi appiattiti a guisa di foglie. Nei generi Codivm, Udotea, Ealimeda assume la forma di una sfera cava, di un cordone ramificato, di una membrana spiegata a ventaglio, od anche di una lamina di tratto in tratto strozzata in maniera da ricordare l'aspetto di un'Opuntia ed è costituita da filamenti unicellulari ramosissimi. La fronda è pluricellulare nei generi Anadyomene e Microdictyonf nei quali assume la forma di membrana e di rete, ed è pluricellulare anche nel Dasy- cladus, in cui delle vere articolazioni compariscono su rami periferici verticil- lati procedenti da un tubo assile continuo. La riproduzione ora accade per mezzo di zoospore, ora per mezzo di ga- meti. Le zoospore raramente (Derhesia) si organizzano in un zoosporangio propriamente detto, per lo più esse nascono nei rami (Bryopsis, Caulerpa) ed in generale nelle porzioni più giovani della fronda. I gameti (Acetahularia, Dasycladus, Codium) invece nascerebbero sempre in cellule speciali (gametangi) le quali però occuperebbero costantemente le ramificazioni della fronda. In altro luogo di questo lavoro ho già indicate le ragioni per cui non credo opportuno di separare al presente in sottoclassi o coorti differenti, i generi che si riproducono per mezzo di vere zoospore da quelli altri che si riproducono per mezzo di gameti, quindi ora mi limiterò a notare che i generi qui riuniti sotto la denominazione di sifonee, quantunque per la massima parte differiscano fra di loro di tanto da potersi considerare come tipi di altrettante famiglie piuttosto che di tribù, pure a mio avviso sono collegati da rapporti così evidenti, che non si può negare l'opportunità della loro associazione in un gruppo distinto. PROSPETTO SINOTTICO DELLE TRIBÙ E DEI GENERL Briopsidee Fronda unicellulare, fili- ; Brvoosis forme, ramosa. Zoospore ^ yp biciliate, provenienti dal protoplasma dei rametti. Derbesiee Fronda unicellulare, fili- forme, ramosa. Zoospore \ Derbesia pluriciliate, provenien- ti da Zoosporangi la- terali. 148 Yaloniee Fronda unicellulare, tubo Iosa o vescicolosa. Zoo- spore provenienti da fi- lamenti protoplasmatici. Cauierpee Fronda unicellulare, cau- lescente e ramosa. Zoo- spore provenienti dal protoplasma dei rami. Codice Fronda costituita da fila- menti unicellulari. Ga- meti (?) provenienti da cellule laterali. Acetabuiariee Fronda unicellulare, sti- pitata, ramoso-raggiata all' apice. Gameti pro- venienti da cellule for- mate dal protoplasma dei rami. Dasicladee Fronda costituita da un asse continuo e da rami periferici articolati. Ga- meti (?) provenienti da cellule madri svolte nei rami periferici. Anadiomenee Fronda pluricellulare. Zoo- spore provenienti dalle cellule di ultima for- mazione. Valonia Cauierpa Fronda spongiosa, sferica, cilindri- ca 0 crostacea , .Codìum Fronda piana, flabelliforme . . . Udotea Fronda appianata, articolato-proli- fera, di-policotoma .Halimeda ? Fronda filiforme, dicotoma, ap- parentemente articolata .... Espera Acetabularia Dasycladus Fronda piana, flabelliforme . . . Anadyomene Fronda reticolata, membranacea . Microdictyon Tribus I BRYOPSIDEAE Bory Frons ex cellula filiformi unica radicante ramosa constihita. Zoo- s^orae e protoplasmate ramulorum ortae. 149 BRYOPI§II§ Lnmx. Frons filiformìs ramosa, tiibiilosa elongata, ramiilis in superiori parte distiche pinnatis vel iindùiue imhricatis ohsessa- Proto- ])lasma ramulorum mridis gramdosiis, demim in zoosporas ciliis Mnis praeditas mutato. Bryopsis Lamx. Mèm. sur trois noiiv. genres de la famille des alg. mar. in Joiirn. de Botaniciue Juin 1809, p. 129. — Ag. Sp. p. 447. — Menegh. de Brijopsidum fructijlcatione in Flora 1837, //, p, 721. — /. Ag. Alg. med. p. 18. — Berh. et Sol. 3Ièrii. p. 37, pi. 10 et 11. — Pringslieim tlber die mdnnlichen Pflanzen und die ScJmarmsporen der Cfattiing Bryopsis in Monatslerklite der Berliner Akad. 1871, p. 240. — Janczew- sclii et Rostajlnshi Oiserv. sur Cj[uelqiies alg.posUdant des zoo- spores dimorpìies in Mèm. de la Soc. des se. nat. de Qherl. tom. XVIII, 1874. — Max Cornu Sur la reprod. des Bryopsis in Compi, rend. 15 dècemlre 1879. Fronda filiforme in più modi ramosa, raramente semplice, con l' interna cavità tutta continua in modo da potersi considerare come limitata dalla parete cellulare di un'unica cellula, in ogni caso prov- veduta di ramoscelli riuniti in gran numero verso il suo apice o verso gli apici delle sue ultime ramificazioni, disposti lateralmente su di un solo piano oppure sorgenti per ogni verso. Zoospore bici- Mate numerosissime, provenienti dal protoplasma dei ramoscelli, 1 quali dopo di essersi vuotati cadono dal basso all'alto, lasciando una cicatrice sul ramo in conseguenza di un inspessimento anulare for- matosi alla loro base. Nella Bryopsis muscosa Derbes e Solier verificarono il fatto della fusione di più zoospore in un corpo unico, ma in un solo caso. Nella Bryopsis ctipres- soides f. hyp7ioides Thuret vide delle zoospore con due ed altre con quattro ciglia, ciò che autorizza a supporre che quelle siano capaci di accoppiarsi. In seguito nella stessa specie Pringsheim segnalò l'esistenza di individui più gra- cili di quelli normali e di colore ranciato, i quali darebbero luogo alla produ- zione di zoospore biciliate più piccole delle zoospore ordinarie, che 1' autore 150 considera come anterozoidi, benché non abbia potuto constatarne la copulazione. Janczewski e Rostafinski nella briosslde da essi studiata (Br. muscosa) non riuscirono né a confermare le osservazioni del Pringsbeim, né a constatare alcun accoppiamento delle zoospore, cosicché chiusero la relazione delle loro osservazioni con le seguenti parole « La copulation des zoospores du Bryopsis n' a pu ètre trouvée. Les organes signalés par M. Pringsheim conime étant l3S anthéridies de ces algues sont probablement des parasites; néanmoins une étude speciale est indispensable pour qù on puisse se prononcer sur leur nature. » Max Cornu però ripetendo le ricerche di Pringsheim credette di poterle confermare in quanto ad escludere che le briossidi ranciate siano piante occu- pate da parasiti; egli ammette che i corpi agili ai quali danno origine siano incapaci di germogliare, ma dichiara anche di non aver potuto accertare al- cuna coniugazione ed aggiunge di aver vedute le zoospore verdi a quattro ciglia già indicate dal Thuret. Tutto ciò porterebbe a credere che nelle brios- sidi esistano delle zoospore dimorfe : le une verdi simili alle zoospore ordinarie e capaci di copularsi fra di loro, le altre ranciate più piccole, steriH ed inca- paci di accoppiarsi ; ma nuove osservazioni sono necessarie per meglio chiarire i fatti e stabilire la loro interpretazione. PROSPETTO SINOTTICO DELLE SPECIE L Fronda cespugliosa, intrigata, spesso repente; 1. irregolarmente ramosa, coi rami divaricati ed i ra- moscelli distici, Br. duplex 2. dicotoma, coi ramoscelli per ogni verso, Br. dichotoma 3. ripetutamente ramosa, coi rami alterni o sparsi, coi ramoscelli tenuissimi, allungati, per ogni verso, pe- nicillati, Br. implexa 4. con rami unilaterali. Br. secunda II. Fronda diritta, semplice o quasi, coperta per lungo tratto da numerosissimi ramoscelli diretti per ogni verso ; ramoscelli 1. rigidetti, di colore verde cupo, limitati nella porzione superiore, Br. omiscosa 2. flaccidi, tenuissimi, di colore verde chiaro, talvolta di- stesi da poco sopra la base sino all'apice. Br. myura III. Fronda decomposto-ramosa, piramidata (dendroide) ; 1. ramoscelli sorgenti per ogni verso, penicillati, Br. cupressoides corimbosi, Br. corymhosa 2. ramoscelli distici ; rami aperti a contorno lanceolato, Br. Rosae rami orizzontali o quasi a contorno triangolare. Br. piumosa 151 t. BRYOPSIS DUPLEX De Noi. Br. caespitoso-intricata, frondibus i)rimariis repentihus vage remo- teque ramosis, ramis dimricatis Une decunéentihus radican- tihusqiie simplicilus illic erectis nudis vel ramelUs hrevihus disticMs plumuloso-pinnatis. Bryopsis duplex DeNot, in Giorn. tot. ital. 1844,^. 320 — Prosp. FI. lig. p. Ql\ — Kg, Sjj. p. 491. — Ardiss. Enum. Aly. Sicil. p. 20. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 151. — Erh. cfitt ital. Ser. 1, N!" 630, 8er. 11, iV.° 1039. Br. Balbisiana distiche /. Atj. Alg, med. p. 18. — Montg. FI. d'Algèr. p. 53. — Kg. Sp. p. 491. — Tal. P/iyc. VI, 76, 7. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 150. — Eri), critt. ital. Ser. I, N.° 532, Ser. II, N."" 776. — liadenJi. Alg. Sachs. iV^.° 917. — Eohenack. Meeralg. iV.° 493. V. CAUDATA ; interrupte pinnata, apicihis elonyaiis nudis. Bryopsis caudata Kg. Toh. Phyc. VI, p. 27, tah. 77. Br. intricata Menegh. in Cfiorn. lot. ital. 1845, p. 247. xi. intrigata; ramellis elongatis. Br. intrigata Perì), et. Sol. l. e. p. 41, tal. XI, Jig. 6-9. Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo. Comune sugli scogli a poca profondità specialmente nei porti e nelle località riparate. Costituisce dei densi cespugli di altezza variabile fra i 3 ed i 6 centimetri. Il colore varia fra il verde pallido ed il verde cupo. In ogni caso però la sostanza della fronda nello stato secco è assai luccicante ed aderisce fortemente alla carta. Ne ho esemplari del Porto Maurizio che corrispondono perfettamente alla forma illustrata da Derbes e Solier sotto il nome di Br. intricata, ed altri di Portofino riferibili alla Br. caudata Kg. La Br. cespitosa Suhr (Kg. Sp. et Tah. Phyc. VI, 72, I) pubblicata nella Serie 2^ àoiV Erbario crittogamico italiano al N." 775, probabilmente non rap- presenta se non una delle tante forme della Br. dwplex. Lo stesso è probabile che possa dirsi di parecchie altre forme oceaniche illustrate dal Kùtzing. 152 2. BRYOPSIS DICHOTOMA De l\ot. Br» caespitoso-intricata; frondilus dicltotomis. rameìlis Irevissimis confertis undique egreàientihus cqnce capitato-penicillatis. Bryopsis DICHOTOMA DeNot. in Criorn. hot. ital. 1844, ;p. 321. — Kg. /S>. ^. 491. — Tal. Pìiyc. VI, 75, /. — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig, p. 151. Br. gomoides De Noi. l. e 'è — Ardiss. e Straff. l. e. Abit. Mare ligustico alla scogliera di S. Giuliano presso Genova ed a Cornigliano. Nei crepacci degli scogli ove penetra poca luce. Si distingue dalla specie precedente per la maggiore robustezza della fronda, per la ramificazione dicotoma e per i rametti 1 quali sorgono in ogni dire- zione. Della Br. comoides del De Notaris non ho mai veduto degli esemplari autentici, ma, stando alla frase diagnostica dell' Autore, mi pare che si possa per lo meno avvicinare alla specie qui descritta, dalla quale non si distingue- rebbe se non per la fronda densamente ramosa anziché dicotoma, ciò che non può avere una grande importanza, dal momento che anche la £r. dichotoma talvolta apparisce ramosissima per la comparsa di numerosi rami laterali sui segmenti superiori della fronda. In quanto al carattere degli apici quasi ra- dicanti, assegnato dal De Notaris alla Br. comoides, è a notarsi che esso è co- mune alle Br. dichotoma e Br. duplex benché non costante. 5. BRYOPSIS IMPLEXA De Noi. Br. caespitoso-intricata, hibrica ; frondihus primariis repentibus tenuissimis , alterne decomposito-ramosis, raviiilis tmdique egre- dieniious confertissimis penicillatis . Bryopsis implexa BeNot. Prosp. FI. lig. p. 73 ! — Ardiss. e StraJ: Enum. Alg. Lig. p. 149. Abit. Mare ligustico a Genova (De Notaris). L'autonomia di questa specie mi pare incontrastabile, però avverto che per quanto mi è noto non si conosce se non dagli esemplari raccolti primiti- vamente dal suo Autore. 153 k BRYOPSIS SECUNDA 7. Ag. Br. caespifosa; froncUbus circurnscriptione suUancoideis infra me- dium vamosis, ramis omnibus Tcimulosis ramuUsciue undiq^ue egredientibus secundatis, injimis longioribus apicem racheos via) aeciuantibiis. Bryopsis SECUNDA /. A(j. Si/ììib., (1841). — Alg. med. p. 2[. — De Not. Sp. Alg. lig. NP 80. — Kg. Sp. p. 491. — Tab. Phgc. VI, 73, /. — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. p. 149. Abit. Mare ligustico a Genova (Bompard) ed a Nizza (seo. gli autori) ; Tirreno e Golfo di Lione (sec. gli autori). Si avvicina per l'aspetto alle Bryopsis duplex e Br. dichotoma, dalle quali tuttavia si distingue facilmente per il carattere dei ramoscelli unilaterali. 5. BRYOPSIS MUSCOSA Lamx. Br. frondibus aggregatis, eredis, subindivisis, inferne nudis su- perne plumuloso-pinnalis , circuìnscripHone lanceolatis ; ra~ mellis undigue egredienlibus , crassiusculis , superne densis inferne raris. Bryopsis muscosa Lamx. Mèm. p. 135, tab. I, Jig. 4. — Ag. Sp. p. 450. — Belle Chiaje Hydr. Neap. II, p. 11, tab. LXXXVIIL — Duby Bot. gali. p. 957. — Deì^ot. Sp. Alg. lig. N!" 78. — /. Ag. Alg. med. p. 20. — Moni. FI. d'Algèr. p. 53. — Kg. Sp. p. 493. — Tab. Phyc. VI, 82, I. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. JV.° B9. — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. p. 151. — Erb. critt. ital. Ser. /, i\^.° 1128, Ser. II, i\^.° 719. Abit, In tutte le regioni del Mediterraneo. Qua e là sugli scogli a poca profondità, specialmente nei crepacci e nelle cavità poco illuminate. Nella sua forma ordinaria meglio caratterizzata la fronda procede indivisa, Quda e quasi scolorata per oltre i due terzi della sua altezza. Superiormente 154 porta i rametti, che sono di un verde cupo, più brevi e più densi verso gli apici. Forma dei cespugli assai densi, alti da 5-7 centimetri. Sotto il nome dì Br. mucosa dal Rabenhorst fAlg. Europ. N.'^ 1316) venne distribuita una forma che sembra doversi riferire alla Derhesia Zamourotixii e che in ogni caso non ha nulla di comune con la specie qui descritta. 6. BRYOPSIS MYURA J. Ag. Br. frondibus aggregatis, erectis, svMndimsis, inferne saepius nudis, superne phimuloso-pinnatis , circumscriptione clavifor- mdbiis; ramellis undique egredientibus elongatis creberrimis, tenuissimis, dense congestis. Bryopsis MYURA /. Ag . Alg. med. p. 20. — Kg. Phyc. gerìn. p. 252. — S^.p. 493. — Tab. Phyc. VI, 82, li. — Ardiss. Unum. Alg. Sicil. p. 21. — Zanard. Icon. Phyc. l,p. 137, tab. XXXII, B. — Ardiss. e Straff. Emwi. Alg. Lig. p. 151. Br. Gasparrinii Menegh. in Giorn. bot. ital. 1844, p. 303. — Kg. Sp. p. 493. — Tab. Phyc. VI, 83, /. Br. Petteri Menegh. l. e. 1845, p. 246. — Kg. Phyc. germ. p. 252. Br. Panizzei DeNot. Prosp. FI. lig. p. 73. Abit. Mare ligustico a Genova ed al Porto Maurizio ; Tir- reno e Adriatico (secondo gli autori). Sugli scogli poco profondi ed alquanto riparati. Forma dei cespugli che misurano da 6-8 centimetri di altezza. Le frondi in grossezza misurano mezzo millimetro o poco più ; esse procedono indivise o quasi e portano, sino da poco sopra la base, dei numerosissimi ramoscelli assai sottili, lunghi sino a 2 millimetri, che spuntano per ogni verso e che trovansi affollati specialmente verso gli apici. La sostanza della fronda è piut- tosto flaccida, cosicché colla diseccazione aderisce bene alla carta. Il colore è di un bel verde vivace che volge al giallo ocraceo nelle parti più adulte. L'identità delle Br. Gasparrinii, Br. Petteri, Br. Panizzei coWsi Br. myura essendo generalmente ammessa non ha bisogno di essere qui dimostrata. 155 7. BRYOPSIS CUPRESSOrDES Lamx, Br. pyramidata, alterne decomposito-ramosa', ramis ramulisqtie patentihis confertissimis undique egredientibus, inferne nudis, superne subcapitato penicillatis, ramellis adpressis crassis obtusis, siipremis apicem racheos aeciuantibus. Bryopsis cupressoides Lamx. Mèm. p. 135, iai. I, jig. 3. — /. Ag. Alg. med. p. 20. — Kg. Sp.p. 492. — Tab. Phyc. VJ, 79, /. — Ardiss. Ewiim. Alg. Sìcil. iV.° 71. — Ardi ss. e Straff. Enum. Alg. Lig. f. 152. — Falkenb. Meeralg. Neap. y. 227. Br. Arbusgula Atj. Sy. p. 451. — Kg. Tab. Phyc. VI, 84, 1. Br. plumosa var. Arbusgula /. Ag. Alg. med. y. 21. Br. flagellata Kg. Tab. Phyc. VI, 80, //. Br. implexa ffaucJi 3Ieeresalg. p. 473, non DeNot. Br. adriatica Menegh. in Kg. Tab. Phyc. VI, p. 28, tab. 79, //. — Eri. critt. ital. Ser. II, i\^." 774, 863. Br. hypnoides Lamx. l. e, Br. plumosa var. hypnoides Kg. Sp. p. 493. Br. thuyoides Menegh. in Giorn. boi. Hai. 1845, p. 252. — Kg. Tab. Phyc. VI, p. 28, tab. 78, I. Br. sicula Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N.° 75. Br. pseudo plumosa Ardiss. l. e. jSf.° 74. Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo. Sulle scogliere a poca profondità. Variabilissima per le dimensioni e per la densità della j-amificazione, si presenta sotto aspetti cosi differenti clie a tutta prima si è indotti a considerare le sue varie forme come altrettante specie distinte. Nelle forme nane i cespugli 156 appena superano un centimetro di altezza, le frondi sono ramose sino da poco sopra la base, coi rami densissimi ed egregiamente piramidati. Nelle forme maggiori invece i cespugli misurano sino quasi un decimetro di altezza, le frondi sono scarsamente ramose verso il basso, coi rami forniti di rametti sottili densamente appressati verso l'alto. Stando alle figure del Kùtzing riferisco alla Br. cupressoides anche la Br. ihuìjoides, per altro avverto che la forma oceanica pubblicata sotto questo nome dal D. Kjellman (Wittrock et Nordstedt Alg. exsicc. iV." 3i8) non può associarsi alla specie qui descritta. Parecchie forme della Br. cuvì-essoides crescono eziandio negli oceani. Par- ticolarmente notevole è la forma hypnoides {Br. liypioides Lamx.) che cresce sulle coste atlantiche della Francia e che corrisponde benissimo colla Br. adria- tica Menegh. 8. BRYOPSIS CORYMBOSA ./. A(j. Br. pyramidata, alterne decomposito-ramosa ; ramis ìindiqite egre- dientihiis aince recurvis, inferioribus majoribus contpositis, ramulis corìjmhosis. Bryopsis CORYMBOSA /. Ag. Alg. med. p. 21, (fide Kg.). — Kg. Tal). Phgc. VI, 81, //. — Ardiss. Fmwi. Alg. Sicil. iV.° 70. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. jp. 152. ? Br. elegans Menegh. mscr. — Zanard. Icon. Phgc. II, 'p. 133, tal. LXXII, B. Br. fastigata Kg. Phyc. germ. p. 251. — /S_p. jj. 491. — Tab. Phyc. VI, 73, //. Abit. Mare ligustico a Villafranca sugli scogli del Lazza- retto (Strafforello) ; Tirreno a Livorno (sec. J. Ag.); Jonio alla spiaggia di Acireale in Sicilia; Adriatico (sec. gli autori). Per il carattere dei ramoscelli corimbosi la mia pianta parmi ben distinta da tutte le altre briossidi e riferibile alla specie omonima di Giacobbe Agardh, della quale io però non ho mai veduto esemplari autentici. Dalla Br. corym- hosa, stando alle figure del Kiitzing, parmi che non si possa distinguere la Br. Jastigata Kg. In quanto alla Br. elegans è a notarsi che, secondo la figura del- lo Zanardini, benché sia identica alla Br. corymlosa per i caratteri della rami- 157 ficazione, iDure si distinguerebbe da questa specie per avere i ramoscelli più allungati e sottili. Se meriti o meno di essere perciò distinta non saprei diro non avendo mai potuto vederne esemplari autentici. 9. BRYOPSIS ROSAE Ag. Bt. pjramidata, decom;posito-ramosa ; ramis patentihis a;pproxi- matis infra medium plumatis, circumscripione lanceolatis ra- mellis distichis basi attenuatis suMistaniibtis, mediis longio- ribus sìmplicibus aut conformiier ramellosis. Bryopsis Rosae Ay. S;p. ^. 450. — Syst. p. 179, (fide J. Ag.). — /. Ag. Alg. med. 'p. 19. — Kg. Sp. ]}. 492. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil N."" 72. Abit. Jonio ad Acireale in Sicilia; Golfo di Lione ed A- driatico (secondo gli autori). Non avendo mai veduto esem^jlari autentici della Br. Rosae Ag. non è senza qualche riserva che vi riferisco gli esemplari della forma cosi da me chiamata sino dall'epoca della stampa della mia Emmerazione delle Alghe di •Sicilia e che in seguito non mi venne più dato di riscontrare. La mia pianta bencliè assai affine alle Br. cupressoides e Br. piumosa, pure sembra ben distinta da entrambe per la brevità dei ramoscelli, che spesso trovansi limitati alle porzioni apicali dei rami in modo da ricordare alcune forme della Br. dtiplex. iO. BRYOPSIS PLUMOSA fHuds.J Ag. Bt. pgramidata decoìiiposìto-ramosa, ramis liorizontaìibus infra medium pinnatis, circumscriptione triangulariliis, ramellis adpressis disticìiis, infimis simiMcihus vel brevissime pin- nellatis, supremis abbreviatis. Bryopsis plumosa Ag. SjJ. p. 448. — Delle Cliiaje Uydr. Neap, tab. XXXV. — /. Ag. Alg. med. p. 21, (excl. var. B.). — Kg. Sp. p. 493, (excl. var. B.). — Tab. Pliyc. VI, 83, IL — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. A^.° 73. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 152. — FalJienberg. Meeralg. Neap. p. 227. — Erb. critt. ital. Ser. I, N!" 28, Ser. //", ^A^.° 479. Ulva plumosa lluds. FI. angl. p. 571, [ex auct.). 158 Bryopsis Lyngbyei fi. àan, tab. 1603. — Lyncjb. Hydr. Dan.p. 75, taì). 19. Br. Arbusgula Lamx. Mèm. p. 134, tdb. I, fiy. 1. — DeNot. iSp. Aly. lig. iV." 79 ? — Ardiss. e Stroff. Enum. Alg. Lig.p. 152. Br. abietina Kg. Pliyc. germ. ]}. 254. — Sj^. p. 492. — Tal). Phyc. VI, 80, /. Abit. Comune ovunque sugli scogli a poca profondità. Giunge a misurare un decimetro di altezza e quasi un millimetro di gros- sezza. Benché nella sua forma tipica sia egregiamente caratterizzata dal suo portamento piramidale, dai rami orizzontali, distico-pennati con contorno trian- golare, dalla relativa robustezza di tutte le sue parti, pure non è sempre age- vole distinguerla da talune forme della Br. ctipressoides^ perciocché e per la variabilità propria della specie e per le condizioni di sviluppo, spesso quei caratteri si modificano in maniera da mutare l'aspetto della pianta. Il solo carattere dei rametti distici rimane costante. Per tale carattere sembrerebbe vi si dovesse riferire la forma qui descritta sotto il nome di Br. Rosae, la quale tuttavia, per quanto è dato dedurne dai pochi esemplari che la rappresentano nel mio erbario, ne sarebbe distinta per i rametti più corti, scarsi, limitati alle porzioni superiori dei rami. Cresce eziandio negli Oceani. Ne ho esemplari della Manica (Le Jolis), del Baltico (Wittrock), della Baja di New Jork (Averill), della California (Farlow). Tribus II. — DERBESIEAE Thur, Frons ex cellula filiformi unica radicante saepius ramosa consti- tuta. Zoosporangia lateralia. DERBEll^ Solier Frons filiformi tubuìosa elongata, dicliotoma aut vage ramosa. Zoosporangia lateralia glohulosa aut ovoidea, protoplasmafe viridi granuloso, demum in zoosporas mutato repleta. Zoosporae ciliis plurimis coronatae. Derbesia Solier, Sur deux alg. zoosp. in Ann. des se. nat. 3.'"'-' Ser. tom. VII, 1847, ]j. 157. Bryopsis sp. Auct. 159 Fronda filiforme, dicotoma od in più modi ramosa, talvolta quasi semplice, tubolosa, con l' interna cavità tutta continua. Zoosporangi laterali, globosi od ovoidali od anche periformi, dapprima comuni- canti con la rachide e quindi separati mediante un setto, pieni di protoplasma verde granelloso, da ultimo trasformato in zoospore sferiche provvedute di rostro jalino conico, alla cui base si attacca una corona di ciglia. 1. DERBESIA LAMOUROUXII (J. AgJ Solier D. caespifoso-intricata, frondihus crassis nunc simpUcihus infra a'picem proliferis, nunc vage ramosis, ranm apicibus nudis vel ramellis Ijrevibus undique egredientihus ornatis ; zoospo- rangiis globosis subsessilìbus. Derbesia Lamourouxii Solier l. e. p. 162, pi. 9, fig. 18-30. — Falkenberg Meeraly. Neap. p. 228.,— Hmick Meeresalg. p. 476. Bryopsis Balbisiana Lamx. Ess. p. 66, tab. 7, Jin. 2. — DeNol. Sp. Alg. lig. N-" 77. — Ardiss. e Straff. Enum. Ahj. Lig- p. 150, (ecocl. var. distìcM). — Erb. critt. ital. Ser. II, N." 1438. Br. Balbisiana var. Lamourouxii /. Ag. Alg. med. p. 18. — Kg. Sp. p. 490. — Hohenack. Meeralg. NP 264. Br. simplex Menegh. in Giorn. bot. ital. II, p. 249. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. p. 20. — Erb. critt. ital. Ser. I, N." 29, Ser. II, i\^.° 27. — Babenh. Alg. Sachs. N." 916. — Hohenack. Meeralg. iV." 494. Br. Balbisiana var. interupta Kg. Tab. Phgc. VI, 74, II. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 150. Br. dalmatica Kg. Tab. Phyc. VI, p. 2G, tab. 74, /, (Br. adria- tica), — Ardiss. Enum. Alg- Sicil. N!" 68. Br. ligustica Ardiss. Enum. Alg. Sicil. p. 19, 160 Br. incompta Menegli, mscr. — Zanard. Icon. Phyc. II, p. 29, tal. XL Vili, A. t Br. gonstrigta Zanarcl. Sagfjio p. 59. — Icon. Phyc. II, p. 131, tal. LXXII, A. Abit. Comune ovunque sugli scogli a poca profondità. Cresce in cespugli più o meno densi ed intrigati alti da pochi centimetri sino a più di un decimetro. Le frondi, che misurano mezzo millimetro in grossezza, ora sorgono diritte e si mantengono nude e quasi indivise su tutto il loro percorso (J. simplex), ora sono ascendenti e provvedute di rami irrego- lari più 0 meno numerosi, talvolta unilaterali (f. adriatica,/, interruptaj, ora riescono prolifere agU apici, dove portano dei numerosi rami disposti a guisa dei raggi di un'ombrella (/. ligustica] e compariscono curve ed inestricabil- mente intrigate fra di loro. I rami benché per io più riescano nudi, pure non raramente si mostrano provveduti di ramoscelli brevi, rigidetti, più o meno densi, che sorgono per ogni verso. I zoosporangi sono perfettamente globosi, laterali o quasi sessili. II fatto della coesistenza su di una stessa fronda di rami nudi e ramellosi, che io ho potuto ripetutamente verificare, dimostra l' inopportunità di limitare questa specie altrimenti che come si è qui praticato. 2. DERBESIA TENUISSIMA (DeJSot.J Croua7i D. caespitoso-intricata, frondibus tenuùsimis inferne simplicihus superne dichotomis, ramis sparsìs patentilus ; zoosporangiis ovoideis suhsessililus. Derbesia TENUISSIMA Cvoucm FI. dii Finist. p, 133. — Hauck Meeresahj. p. 476. Bryopsis TENUISSIMA DeNot. in Moris et DeNot. FI. Caprar. p. 203, tal. VI, 3. — Zanard. Syn. alg. Adriat. p. 117. — /. Ag. Alg. med. p. 18. — Montg. FI. d'Algér. p. 54. — Kg. Phyc. gemi. p. 251. — >Sp. p. 490. — Tal. Ph'jc. VI, 71, /. — Ardiss. Fnum. Alg. Sicil p. 19. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 149. Derbesia. marina iSolier l. e. p. Ì5S, pi. 2,f^g. 1-17. — Cast. Catàl. pi. de Mars. Supp. p. 99. 161 Vaugheria marina Lyngb. Hydr. Dan. tal. 22, (sec. mict.). ? Bryopsis apiogarpa Meneijh. in Giorn. lot. ital. 1845, ^. 385, {sec. Zanard.). ? Derbesia neglecta Berthold Zur Kenntnìs der Sìphoneen und Bang, in Mitth. aus d. zool. Station m Neapel, II Bd. p. 77. — llaucli Meeresalg. p. hni. Abit. Mare ligustico a Villafranca (Strafforello), Porto Mau- rizio, Noli, Savona, Portofino, Sestri Levante, Lerici (Dufour) ; Adriatico a Spalato in Dalmazia (Hauck) ; Golfo di Lione, Tirreno e Mediterr. occid. (sec. gli autori). È distintissima dalle sue congeneri e da tutte le briossidi per la sotti- gliezza della sua fronda, la quale comunemente non giunge a superare quattro centesimi di millimetro. Costituisce dei cespuglietti assai densi, alti da uno a più centimetri, di consistenza mucosa e di un bel verde vivace. Della Derbesia neglecta Berth, non ho mai veduto esemplari autentici, ma stando alla frase diagnostica che ne dà il eh. Hauck, mi pare che non possa distinguersi dalla specie qui descritta. Soltanto le dimensioni della fronda in quella sarebbero alquanto minori, ciò che probabilmente non dipende se non da condizioni di sviluppo. La Derbesia tenaissima cresce eziandio nell' Oceano Atlantico. Nulla però saprei dire sulla supposta identità di questa specie con la Vaucheria marina Lyngb. J^. DERBESIA ? FURCELLATA (Zanard.) Ardiss. D. caespitoso-inirù;ata,frondihus irregulariter dichotomo-fastigiatis, apicihus plerumque furcatis. Bryopsis furcellata Zanard. Saggio p. 60. — Icon. Phyc. I, p. 135, tal). XXXIl A. - Kg. Tah. Phjc. VI, 71, //. Abit. Mare ligustico a Portofino, al Porto Maurizio (Straf- forello ; Adriatico (sec. gli autori). Si distingue facilmente dalla Derbesia tenuissima per la maggiore consi- stenza e gros°sezza della fronda, la quale giunge a sei centesimi di millimetro 11 163 nonché per il suo colore che è di un verde volgente all'olivastro. A distiguere le due specie giova anche l'esame del modo di ramificazione, che nella D.Jur- cellata questa accade per ripetute dicotomie spesso intercalate da rami laterali indivisi all'apice, mentre nella D. tenv.issima benché sia ancora dicotoma pure riesce assai più scarsa ed irregolare. Riferisco con dubbio questa specie al genere Derbesia perciocché tuttora ne rimangono ignoti i zoosporangi, però stando al suo portamento non v' ha dubbio che vuol essere avvicinata alla Derbesia tenuissima. La Br. fnrcellata Hauck Meeresalg. p. Al ^, stando alla descrizione dell'Au- tor'e, sembra corrispondere alla specie omonima dello Zanardini; l'esemplare però che il eh. Hauck mi favori con quel nome appartiene alla D. tenuissima. Tribus III. — VALONIEAE Kg., fexcl. p.J. — Zanard. Frons ex cellula utriculiformi unica radicante, saepius multipli- catione irregulari composita, conslilufa. Zoosporae e fllis pro- to2)lasmaticis ortae. 'VALOIÌJS.% Ginanni Frons irregulariter tubidosa vel vesicata, simplex vel plus minu- sve ramosa, ex unica cellula membranacea Jiyalina constltuta. Valonia Ginanni Op. post. I, p. 38, tal). 45, fig. 95. — Ag. Sp. I, p. 428. — Famintzin Beitr. z. Kenntniss d. Valonia utri- cularis in Fot. Zeit. 1866, j9. 341. DERBESIA? PENICILLUM (Mencglt.) Ardiss. Br. fronde infume simplicissima, superne clecomposite dicliotouia, segmentis sensim attenuatis ed in penicillum. solutis. Br. Penicilliiìn Menegli. in G-iorn. hot. ital. I, p. 357. — Zanard. Icou. Phyc. II, p. 31, tab. XLVIII, B. — Hauck Meeresalg. p. 475. Abit. Alto Adriatico (secondo gli autori). Si distingue dalle D. temi issi ina e D. farceìlata per la fronda inferiormente molto più grossa e semplicissima, superiormente assai tenue, regolarmente e più volte divisa per dicotomia. 163 Fronda irregolarmente tubolosa od in forma di vescica, semplice ovvero più o meno ramosa, costituita da un' unica cellula membra- nacea, jalina, con la superficie interna cospersa di endocroma granel- loso verde e contenente un succhio cellulare percorso da strisele protoplasmastiche riunite a guisa di rete. Endocroma (protoplasma parietale) producente per formazione libera delle cellule di propaga- zione; protoplasma reticolato interno producente delle zoospore che si spargono nel liquido ambiente passando attraverso a delle nume- rose aperture arrotondate, formantisi nello spessore della parete cel- lulare. É notevole il fatto constatato da Bornet (Observ. sur le développement d'infusoires dans le Valoniiz utricuìaris Ag. in Mém. de la Soc. des se. nat. de Cherbourg, tom. VI, avec 2 pi.) della presenza accidentale nella Valonia utri- cuìaris di infusori simili per il loro aspetto alle zoospore delle Vaucheria. 1. VALONIA UTRICULARIS rfiothj Ag. V. caespitosa ; frondibus cijUndricis curvatis subramosis, siirsum leviter dilatatis saccatisve. Valonia utricularis Ag. Sp. I, p. 431. — /. Ag. Alg. wed.p. 23. — BeNot. Sp. Alg. lig. iV.° 76. — Montg. FI. d'Algèr. p. 54, — Kg. Phyc. germ. p. 252. — Sp. p. 507. — Tal). Phyc. VI, 86, II, i-d. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N." 83. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 453. — Haucli Meeresalg. p. 469. — Eri. cHtt. ital. Ber. I, N.'' 628. — Rabenh. Alg. Sachò\ N.° 998. — Hohenacli. Meeralg. N. 495. Conferva utricularis Roth Cai. I,p. 160, tah. I,fig. 1, (sec. mici.]. Valonia syphunculus Bertol. in Atti della Soc. ital. XX, p. 437, (sec. auct.). — Kg. Tal. Phyc. VI, 86, 21, a. V. ingrustans Kg. Phyc. p. 307. — Sp. p. 507. — Tal. Phyc. VI, 86, /. V. CAESPiTULA Zanard. Icon. Phyc. 1, p. 59, tal. XV, A. Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo ; nella prima zona di profondità. 164 xar. J^G^sk^TCOTpW^^ fronàilììis ramosìssimis, rawis ver- ticillatis siibclavatis. Valonia utrigularis /. Aegagropila Hauck Meeresalg. p. 469 ! Valonia Aegagropila Ag. Sp. l,j). 429. — K(j. Pìiyc. germ. p. 252. — Sp. p. 507. — Tal). Phyc. VI, 87, /. — Hohenack. Meeralg. N. 58. Abit. Alto Adriatico a Venezia (Hohenacker, Hauck). Cresce eziandio nell'oceano australe e sulle coste americane (Bermuda) da dove mi venne comunicata dal eh. Farlow. 2. VALOxNIA MACROPHYSA Kg. V. frondihus pyriformibns apice ranmlis minorzbus conformihus oì)sessis. Valonia macrophysa Kg, Phyc. p. 307. — Sp. p. 507. — Tah. Phyc. VI, 87, ni. ~ Haucli iVeeresalg. p. 470 ! — Wittrock et Nordstedt AJg. exsicc. JV.° 350. V. Uvaria Kg. Phìjc. germ. p. 252. — Sp. p. 507. — Tal). Phyc. VI, 87, //. DiCTYOsPHAERiA YALONioiDEs ZùAiard. IcQU. Phyc. I, p. 73, tab. Vili, (sec. IlaucJi). Abit. Alto Adriatico a Rovigno (Liechtenstern, Hauck), a Cherso (Hauck) ed a Spalato (Hauck). Si distingue facilmente dalla specie precedente non solo per la forma della fronda ma eziandio per le dimensioni, che giungono ad eguagliare sino 25 mil- limetri in disM.xho e 40 millimetri in altezza. 5. VALONIA CLAVATA Ardiss. V. f rondi bìn cìavatis (30 mm. long., 7 mm. lat.) simplicibus ag- gregata. Valonia glavata Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N.° 84. 165 Abit., Jonio alla spiaggia eli S. Tecla nei dintorni di Aci- reale in Sicilia. Quantunque nulla i^ossa aggiungere intorno a questa forma, che raccolsi una sola volta, pure persisto a mantenerla separata dalle specie precedenti, dalle quali mi pare ben distinta per la sua fronda perfettamente semplice e di forma egregiamente clavata. Al genere Siphonodadus proposto dallo Sclimitz (Ueher griine Algen aìis dem GoJfe von Atìien - Sitzungsher. d. naturf. Gcsellsch. zu Halle, 30 Novemher 487S) vennero riferite due forme a me ignote e cioè: 1." il .S*. psyttaHensis (cfr. Fal- kenh. JMeeresalg. Ncap. p. 230) ; 2." il S.pusilìus, Hauck Meercsalg. p. AIO, che corrisponderebbe alla Valonia pusilla Kg. Sp. p. 507 et Tab. Phjc. VI, So, III. Tribus IV. - CAULERPEàE RM. Frons ex cellula ut ricìtli formi unica caulescente radicante et fron- dosa constituia. Zoosjiorae e proto'plasmate ramulorum ortae. CAULEKFA L'Wix. Frons e cernie cilindrico repente ramoso et ramis erectis frondoso- folìaceis integerrimis aut innnatis constiiuta. Rami intus fibris cartilagineis reticulatim. anastomosantihus adir ornatici s, gra- nidisqìie 'ciridibus demiun aggregatis et in zoosporas (?) tran- sjormatis farcii. Gaulerpa Lamx. in Journ. de hot. II, p. 142, (1809). — Decne. Pianta de VArah, lieureuse in ArcMv. du llv.seum II, x). 122, (1841) — Derh. et Solier in Ann. des se. nat. o.'"^ Ser. XIV, p. 264. Gaulerpa et Phyllerpa Kg. Fronda caulescente e ramosa costituita da un'unica cellula a parete membranacea. Gaiile cilindrico, repente, provveduto verso il 166 basso di brevi ramificazioni radiciformi incolore e verso l'alto di rami diritti, fi-ondoso-fogliacei, verdi, col margine intero (nella sp. me- diterr.) oppure più o meno profondameate inciso-pennato. Rami con r interna cavità occupata da protoplasma in cui trovansi sparsi dei numerosi granuli di clorofilla e percorsa da fibre cartilaginee, di na- tura cellulosa, procedenti dall'una all'altra delle opposte superfìcie parietali e fra di loro anastomosate a guisa di rete. Zoospore (?) in forma di glomeruli puntiformi provenienti dalla riunione dei granuli di clorofilla sparsi nel protoplasma dei rami fogliacei. Fra i granuli di clorofilla delle Caulerpa, Derbes e Solier distinsero dei corpuscoli incolori, per la più parte in forma di un segmento di circolo, che sotto l'azione dell'iodio si mostrarono di natura amidacea. Delle vere zoospore per quanto pare non sono mai state constatate in questo genere. Wakker (Die Neubildungen an abgeschnittenen Bliittern von Caulerpa prolifera, in Verslagen en Mededeelingen der kon. Akad. van Wetenschappen. Afdeel. Natuurkunde 3. 503, U. GILIATA Kg. Tal. Phyc. VII, p. 7, tal. 19, a. U. CYATHiFORMis Becne., (sec. Hauck). Flabellaria Zanichellii Zanard. Spi. p. 125, tal. V, Jig. 1. GoDiuM FLABELLIFORME Ag . Sp. p. 455. — /. Ag . Alg. med.p. 23. G. MEMBRANA GEUM .,4^. Sp . p. 456. Fucus Flabellum Bertol. A?noen. p. 311. Conferva flabelliformis Bes/. FI. atlant. II, p. 430. Ulva flabelliformis Wulf. Crgpt. aq. p. 6. — Roth Oat. Ili, p. 323, tal). 11, fig. A, (sec. auct.]. TussiLAGiNE dell'Adriatico Qi'iianni Op. post. I, p. 25, tal. 25, Jig. 56, (Jide auct). Abit. Comune ovunque nella prima e nella seconda zona di profondità. Da uno stipite alto da 5-15 mm. e che talvolta serpeggia orizzontalmente, sorge la fronda sotto forma di una membrana sottile, di un bel verde olivaceo, alquanto luccicante nelle parti più giovani, egregiamente spiegata a ventaglio, spesso più o meno profondamente partita, percorsa da zone concentriche ben distinte in ispecie verso 1 margini superiori, 1 quali appariscono più o meno densamente frangiati a seconda dell'età della pianta. 174 ■IALIi>IED/i Lamx. Frons complanata, articulato-proUfera, di-polycliotoma flalellatim expansa, incrustata, duiMci strato contenta; interiore filis lon- gitudìnalibus tmicellularibus ramosis peripheriarn versus cre- hriiis horizontaliter dicliotomo-fastùjiatis constante; exsteriore cellulis rotundato-angtdosis formato. Zoosporangia lateralia gioiosa subsessilia, in Jilis dichotomo-furcatis, fasciculatim margine, guandogue disco, articulorum frondis erumpentihus. Halimeda Lamx. Bull. jJhilomatigue , 1812. — Polyp. Jlex. (1816) ^. 302. — Kg. Phyc. tal. 43, II. — Zanard. /con. Phyc. Ili, p. 129, tal). CXIL Garallinae sp. L; Pallas, Ellis. Flabellariae sp. Lamarc'k. Fronda appianata, arlicolato-prolifera, di-policotoma, colle artico- lazioni a contorno arrotondato o reniformi (nella sp. mediterr.) per lo più spiegata a guisa di ventaglio, più o meno densamente incro- stata da sostanza calcare, costituita da uno strato midollare filamen- toso e da uno strato corticale celluioso. Filamenti midollari continui, longitudinali, ramosi, qua e là rigon- fiati, verso la periferia orizzontalmente dicotomo-fastigìati. Cellule corticali rotondato-angolose, costituite dalle estremità dei filamenti midollari periferici. Zoosporangi globosi, quasi sessili, svolti su fila- menti midollari sporgenti dal margine, più di rado dal disco della fronda a guisa di fascetti. Zoospore minutissime, biciliate. (Cfr. Perl, et Solier Mèm. y. 46, tal. XII, Ji(j. \-^). Questo genere comprende parecchie specie dell'Oceano indiano e del mare delle Antille. Nella Flora del Mediterraneo non è rappresentato che da una sola specie. HALIMEDA TUNA fEll. et Soland.J Lamx. H, trichotoma, JiabeUiformis ; articulis planis subrotundis vel re- niformibus margine integerrimis. 175 HALiMErA TuNA Lawx. Pohjp. /!ej:p. 309, fad. \\,Jig. 8. — Montg. FI. d'Algèr. ^. 51. — Kg. Sp. y. 504. — Tal. Phìjc. VII, 21, IV. — Ardiss. Emm. Alg. Sicil. N.° 81. — Ardiss. e Siraff. Enum. Alg. Lig. p. 156. — Hauck Meeresahj. p. 482 ! — Rdhenli. Alg. Europ. N."" 1135. — Eri. critt. Hai. Ser. /, iV.° 283, Ser. Il, N.° 282, 1442. Halimeda Sertolara Zanard. S jn. p. 124, tah. IV, plg. 1. Sertolara Typus Nardo in Iside 1835, p. 278. Halimeda Opuntia DeNot. Sp. Alg. lig. N.° 70 ! Flabellaria Opuntia Delle CJiiaje Hydr. Neap. p. 9, tab. X. FuGUs Sertolara Bertol. Amoen. p. 316. Corallina Tuna Ellis et Soland. BoTRYOPHORA DiGHOTOMA Boììipafd in Hedw. 1867, N.° 9, — Erb. critt. ital. Ser. Il, N.° 72, ^^quoad fruct.), Abit. Wediterr. occìd. sulle coste dell'Algeria (sec. Montg.) ed alle Isole Baleari (Rodrigiiez, Lindahl) ; Mare ligu- stico a Cannes (Signora Fav^arger), Monaco, S. Remo (Signora Favarger), Porto Maurizio, Savona, Genova ; Tirreno air Isola d' Elba (Sig.' M.* Toscanelli) a Civi- tavecchia (Castracane) ed in Sardegna (Ganepa) ; Ionio ad Acireale in Sicilia; Mediterr. inf. a Licata in Sicilia (Beltrani) ; Alto Adriatico (Titius, Hauck) ; Egeo sulle coste della Grecia (Schmitz). Generalmente comune nella prima e seconda zona di profondità. Cresce eziandio a Key West ed a Key Biscayne sulle coste americane (cfr. Earv. Nereis ior. am. Ili, p. 23) da dove mi venne comunicata dal chi. Far- low (Alg. Exsic. Am. bor. Farlom, Anderson et Eaton N. 4/). Fruttifica in estate. 176 EISPERJL Decne. Frons JiUformis suj^erne dichotome ramosa, calcar eo-incrustata inferne fibrosa, nuda, tubo continuo diapliragmatibus annula- ribus interrujito constituta. Espera Decne. in Ann. des se nat. 2."^^ Ser. XV III, p. Ili, (1842). — Woronin in Ami. des se. nat. V^^ Ser. X VI, p. 208, pi. X, (1862). PoROPsis Kg. Tal. Phyc. VI, f. 29, tab. 85, /. Fronda filiforme superiormente dicotoma, incrostata da una fascia calcare porifera, inferiormente provveduta di filamenti radiciformi esilissimi e priva di qualsiasi incrostazione ; costituita da un tubo continuo, ma apparentemente articolato per la formazione di inspes- simenti celluiosi, che a guisi di diaframmi annulari ne interrompono qua e là la cavità. Secondo Woronin con questo genere si dovrebbero associare i generi Penicilhis Lamk., Nesea Lamx., Coralliodendron Kg., Corallocephaìus Kg., Bhi- pocephalus Kg. Sembrerebbe per conseguenza clie la prevalenza del nome im- posto dal De Caisne fosse per lo meno discutibile, ma trattandosi di specie che per la più parte sono particolari al mare delle Antille, credo opportuno di lasciare ad altri il carico di riformarne la nomenclatura ove ne sia il caso. ESPERA MEDITERRANEA Decne. Espera mediterranea Decne. l. e. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 155. Bryopsis saburralis DeNot. Prosp. FI. lig. p. 13 l PoROPsis suBUNALis Kg. Tal. Phyc. l. e. Abit. Mare ligustico a Cannes (sec. Kg.), ad Antìbes (sec. Woronin), al Porto Maurizio (Strafforello) ed a Genova 177 (sec. De Not.) ; Tirreno a Livorno. Sui fondi arenosi nella prima zona di profondità. Abbondante nelle lo- calità citate, meno che a Genova dove per quanto pare è scomparsa. Costituisce dei densi cespugli dell'altezza di pochi centimetri. La sostanza della fronda è alquanto fragile nelle porzioni incrostate, membranacea nelle altre. Il colore è di un verde pallidissimo, quasi bianco nelle porzioni inferiori della fronda. Tribus vi - ACETABULARIEAE Decne. Frons ex cellula filiformi unica radicante, apice radiatim ramosa. Gametangia in ramis numerosis. itCETJLBUL/IRIA Lamx, Frons ag arici/or mis , calcar eo-incrustata. Stipes monosipìionins radicatus, ramis terminalihiis radiatim ex^ansis, continuis, clavaeformihis, aeqidlongis, lateraliter in peltam centro ìim- hilicatam concretis. Gametangia in tubis peltae ovato-glohosa numerosa. AcETABULARiA Lamx. Pohjp. Jlex. p. 244, (1816). — Zanard. Nuovi studii sopra V Androsace degli antichi, (1842). — Kg. Pliyc. f. 311, tal. 41, (1843). — Woronin in Ann. des se. nat. 4."^^ Ser. XVI, (1862). — De Bary und Strashirger Boi. Zeit. 1877, y. 713. Olivia Bertol., (1810). — Acetabulum Tourn., (1700). Fronda agariciforme, incrostata da sostanza calcare, composta di un lungo stipite inserito nel centro di un cappello in forma di disco. Stipite monosifonio, apparentemente articolato, terminante in basso con un fulcro radiciforme e con un prolungamento non incro- stato pieno di materiali di riserva, ed in alto con dei rami clavifor- mi, di eguale lunghezza, con l' interna cavità tutta continua, dispo- 13 178 sti a guisa di raggi in modo da formare il disco, che riesce umbi- licato nel centro. Gametangi ovoidali, provveduti di una parete di spessore rag- guardevole, provenienti dal protoplasma dei rami claviformi nei quali nascono in numero di 40-80, da ultimo liberati mediante la rottura della parete della loro cellula madre e producenti, dopo un periodo di riposo della durata di 1-3 mesi, dei gameti biciliati, dei quali quelli provenienti da cellule madri diverse si accoppiano, per lo più in numero di due. Secondo Niigeli [Die nenern Ahjen Sìjst. i847, p. 158, tao. Ili) e Woronin {l. e.) tutte le parti cleWAcetaluIaria sarebbero costituite da una sola cellula. ACETABULARIA MEDITERRANEA I amx. A. stijnte filiformi elong aio, pelta oriicularì ;plicato-radiata centro umMlìcata. ACETABULARTA MEDITERRANEA LttmX. Polyp. JleX. ]). '^h.^. -^ BeNot. Sp. Ahj. U(j. iV." 71 ! — 3Iontg. FI. d'Algér. p. 160. — Kg. PJiyc. l e. — Sp. p. 510. — Tal). Phyc. VI, 52. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N.'^ 86. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. jp. 154. — HaucJi Meeresalg. p. 485. — Erh. critt. ital. Ser. I, ^^ 284, Ser. II, N."" 379. Olivia Androsace Bertol> Amoen. ]}. 277. — Delle Cliiaje Hydr. Neap. tal. XC. Gallopilophore de Matthiole Donati Essai jp. 28, pi. III. AcETABULUM Toum. lust. 1, jp. 569. Abit. Mare ligustico a Monaco, Porto Maurizio e Genova; Tirreno sulle coste della Sardegna , alT Isola d' Elba (Erb. critt. ital.) e nel Golfo di Napoli (sec. Falken- berg) ; Jonio sulle coste della Sicilia; Adriatico a Pi- rano (Titius) e ad Ancona (Caldesi); Mediterr. occid. sulle coste dell'Algeria (sec. Montg.). Nella prima zona di profondità. Gregaria ma non molto frequente. Ben sviluppata in estate. 17& É una delle alghe che meglio fissarono l'attenzione degli antichi botanici, come ne fanno fede gli scritti del Micheli [cfr. Bertol. l. e] del Donati, del Ber- toloni e dello Zanardini il quale, intorno a questa specie, lasciò poco da fare agli algclogi moderni. Fra questi, qui ricorderò particolarmente il Woronin, che quantunque abbia lasciata incompiuta la scoperta dei gameti delì'Aceta- hilaria pure può dirsi che la previde. Nelle Memorie degli autori sopracitati il lettore potrà trovare ampi rag- guagli sullo sviluppo e sulle anomalie di questa pianta, della quale per con- seguenza qui si ommette la descrizione particolareggiata. Tribus vii. — DASYCLADEAE Eiidl. Frons ex axi centrali tìihuìiformi continuo, ramisqne articulatis constituta. Gametangia in ramis 'peri'pliericis evoluta. Frons spongiosa, ex axi centrali tuhuliformi crasso monosiplionio continuo ramisr[ue verticillatis dense approximatis, repetite di-polychotomis, tasi articulatim innatis constituta. Gametan- gia gioiosa peduinculata in ramis periphericis evoluta. DASYCLArus Ag. Sp. II, ^,15. — Derl). et Solier Mèm. pi. 44, pi. 12, 13. — Berthold in Bot. Zeit. 1880, p>. 648. Fronda spongiosa, costituita da un asse centrale e da rami pe- riferici. Asse formato da un grosso tubo con le pareti di notevole spessore e con la interna cavità tutta continua. Rami periferici ver- ticillati, densi, ripetutamente di-policotomi, articolati alla base col tubo assile, e quindi fra di loro. Gametangi globosi, peduncolati, svolti nei rami periferici dai quali si trovano circondati, producenti direttamente una generazione di gameti biciliati, che non si accop- piano se non provengono da individui diversi. Secondo le osservazioni di Berthold [l. e) i g?^mQi&.\]g\ àc\ Dasycladus ^xo- durreì»bero dei gameti costituiti da due parti, delle quali una in forma di cuore e compressa. L'osservazione mostrerebbe che questi gameti, benché morfolo- gicamente identici, pure sono differenziati in quanto al loro comportamento. 180 Perché possano accoppiarsi è necessario che provengano da esemplari diversi, nò sempre in questo caso l'accoppiamento si verifica. Ciò che è naturale se si suppone che vi siano esemplari femminei ed esemplari maschili. I zigoti prodotti dall'accoppiamento dei gameti si mantengono agili per qualche tempo e quindi germogliano. DASYCLADUS CLAVAEFORMIS Ag. D.frondihus aggregatis, clavaiis, plerìimc[iie simpìicihis. DASYCLADUS CLAVAEFORMIS Ag. jSj). Il, p. 16, — J. Àg . Alg. med. p. 23. — DeNot. S'p. Alg. lig. iV." 84 ! — Montg. FI. d'Ahjér. p. 47. — Kg. Phyc. tal. 40, jig. 1. — Sp. p. 508. — Tal. Phyc. VI, 91. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N° 85. — Ardiss. e Slraf. Enum. Alg. Lig. y. 154. — Hauck Meeresalg. 'p. 483 ! — Rahenh. Alg. Europ. N.° 1860. — Eri. critt. ital, Ser. I, N."" 1029. CoDiuM CLAVAEFORMIS Delle CMaje Hydr. Neap. tal. XXX VI IL Cladostephus CLAVAEFORMIS Ag . Syst. p. 168. Conferva clavaeformis lèoth Cat. Ili, p. 315, [fide Ag.). FuGUS VERMicuLARis Bevtol. AmoBU. p. 309. DASYCLADUS GYLiNDRiGus Meuegli. in Kg. Sp. p. 509. Abit. In tutte le regioni del Mediterraneo. Generalmente frequente ma non molto abbondante. Nella prima e nella seconda zona di profondità^ in ispecie sui fondi areno!^! delle località alquanto riparate. Misura da i-5 cm. di altezza e circa ^ mm. di diametro. Non oltrepassa per quanto pare le Canarie, cosicché si può considerare co- me specie qua ù esclusivamente mediterranea. Un'altra specie di questo gene- re [D. occidenlalis) cresce però sulle coste americane [cfr. Harv. Ner. hor. am. Ili, f. 38.]. 181 Tribus vili. — ANADYOIVIENEAE Endl. Frons ex cellulìs utrìculiformibus constituia. Zoosporae e proto- plasmate cellularum junionim ortae. AHitDYOllEiììE Lamx. Frons ^lana flabelli f or mis, stipitata, venosa. Stipes ex phiribvs fllis elongatis jjcirallelis ; lamina ex cellulis radialim et f.a- bellatim ordinatis composita, radiis dìstantibus peripheriam versus latioribus, membranula interstitiali trabecnlisque tran- sversalibus instructa conjunctis. Protoi^lasma cellularum junio- rum demiim in zoosporas (?) mutato. Anadyomene Lamx. Polyp. flex- p. 3G5. — Derb. et iSol. in Ann. des se. nat. 3.'"^ Ser. XIV, p. 263. P"'ronda piana flabelliforme, stipitata, venosa. Stipite breve, for- mato da filamenti paralleli allungati. Lamina composta: 1.° di cellule articolate all'apice con altre cellule (3-7) raggianti a ventaglio a guisa di rami dilatati verso la periferia e che alla loro volta ripetono lo stesso carattere: 2." di cellule minori, parallelamente allineate in di- rezione trasversale, interposte alle cellule raggianti e con esse co- stituenti una membrana continua. Protoplasma delle cellule raggianti più giovani da ultimo trasformato in zoospore. I signovì Derbes e Solier, ai quali è dovuta l'osservazione relativa al modo di riproduzione di questo genere, nei corpicciuoli da essi osservali nella sua fronda, non hanno potuto accertare la presenza di ciglia. Quindi non è senza qualche riserva che essi riferirono il genere Anadyomene alle zoosporee. ANADYOMENE STELLATA (Wiilf.) Ag. A.frondibus memhranaceis, venis erectiusculis multipartitis. 182 Anadyomene stellata Ag. S'p. 1, p. 400. — /. Ag. Alg. med. p. 24. — DeSùt. Prosp. FI. Ug. p. 67 ! — Montg. FI. d'Algèr.p. 159. — Haucli Meeresalg. p. 468 ! Ulva stellata Wtdf. C'rypt. aq. y. 6. Anadyomene flabellata Lamx. Polyp. Ilex. p.Z^h^tah. \k, jig. 3_ — Kg. Sp. p. 511. — Tal. Phyc. VII, 24. — Ardi ss. e 'straff. Enum. Alg. Lig. p. 153. — Eri), crilt. ital Set. II, JV.° 969. Flabellaria Anadyomene Delle Chiaje Hydr. Xeap. tah. LIV. Abit. Mare ligustico a Cannes (Signora Favarger); Tirreno air Isola d'Elba (Sig.* M.'^ Toseanelli) ed in Sardegna (Canepa); Adriatico a Lesina (Hohenacker) ed a Pa- renzo (Hauck); Egeo sulle coste della Grecia (Schmitz); Mediterr. occid. sulle coste dell'Algeria (sec. Montg.). Nella prima zona di profondità, su alghe maggiori, su conchiglie o sugli scogli, rara. Cresce eziandio sulle coste dell'America del Nord [Bermuda] da dove mi venne comunicata dal eh. Farlow. Assai affine a questa specie, se pure ne è distinta, parmi VAnadyomene Miiìleri descritta e figurata dal Sonder [Die Al- geri des tropiscJien Atistraliens v. 36, tal. VI, Jig. 4-4]. miCRODSCTYOrV Deme. Frons reticulata, membranacea, ex filis articulato-ramosis , in eodem plano reliculatirn anastomosantihis constituta, venisqìie utriculosis irregidariter percursa. Zoosporae ignotae. MicRODicTYON Bccne. Plani, de VAral). Ueureuse in ArcMv. du M'useum II, (1841) p. 115. Fronda reticolata, membranacea, venosa, costituita da filamenti articolato-ramosi, coi rami opposti, anastomosali su di uno stesso piano a guisa di rete. Vene irregolari, formate dai filamenti princi- pali della fronda. Zoospore ignote. 183 MICRODICTYON UMBIIJCATUM (Vellcy) Zanard. M. frondihis uriihUicatis sulorlicularihus. MiGRODiGTYON uMBiLicATUM Zanard. Icon. Phìjc. I, p. 79, tal). XIX. — Hauck Meeresalg. p. 467. Hydrodigtyon umbilicatum Ag. Syst. %). 35. Conferva umbiligata Velley in Limi. Trans. 5, p). 69, tal). 7, (sec. aiict.). MiCRODiGTYON Velleyanum et Agardhianum Decne., [sec. auct). Abit. Tirreno nel Golfo di Napoli (Schmitz); Adriatico (se- condo gli autori). Benché rara questa specie ha per quanto pare un'area eatesissuiia ; viene Ji|ifatti indicata come abitatrice dell'Atlcintico, del Mar Rosso e dell'Oceano Australe. PALMELLACEAE Naeg. Algae unicellular es. Cellulae amt singulae emù plus mimis nume- rosae, familias constittientes, in muco matricali, frondem gelatinosam amorpìiam Del figuratam formante, nidulantes. Zoosporae ovatae vel elìipsoideae, ciliis Mnis instructae, intra cellulas ìiltimae generationis ortae. Palmellaceae Naeg. Algen Sijst. — Narv. Man. p. 234. Palmelleae Decne. in Ann. des se. nat. 2.^ Ser. tom. XVII, p. 327. Palmelleae e^HYDROGOCCEAE Ktj. Pliyc.p. 166, \^%.—Sp.p. 196-231, (excl. p.]. Le palmellacee sono alghe quasi esclusivamente di acqua dolce. Nella Flora del Mediterraneo non sono rappresentate che da un solo genere. Io le 184 pongo in coda alle sifonee, però senza dar giudizio sul posto che loro spetta nella serie delie clorosporee, imperciocché questo non potrebbe essere determinato senza trattare largamente della circoscrizione della famiglia e della autonomia delle numerosissime forme che vi riferirono gli autori. F;iL.ilOPUYLl. 485. GoGGOGHLORis CRASSA Meuegli. Nostoch. p. 65. Palmella grassa Nacc. FI. ven. VI, p. 41. — Kg. Tab. Phgc. I, 12, III. Palmophyllum flabellatum Kg. Tab. Pliyc. I, 32, V. — Sp. p. 231. — Holienack. Meeralg. iV.° 455. Abit. Adriatico a Trieste ( Hohenacker). La fronda si allarga sino a raggiungere l'estensione di parecchi centimetri. Nello stato secco è fragile e nereggiante. Secondo Naccari, quando è fresca, se viene immersa in qualche quantità nell'acqua dolce, la tinge d'un bel porporino, 2. PALMOPHYLLUM ORBICULARE Bornet P. olivaceum, orbiculare, tota pagina inferiori adnatum. 185 Palmophyllum orbigulare Born. in lierl). ! — Frh. critt. ital. Ser. II, iY.° 1251. Abit. Mare ligu^^tico ad Antibes (Bornet); Tirreno all'Isola d'Elba (Sig.a M.a Toscanelli). Sugli scogli a fior d'acqua. Per la sua aderenza al substrato, su cui si modella esattamente, si di- stingue facilmente dalla specie precedente. Il colore è verde erbaceo nella pianta fresca, ma colla diseccazione costantemente imbrunisce. Le dimensioni delle cellule negli esemplari dell'Isola d'Elba sono mag- giori che in quelli di Antibes, ma ciò probabilmente non dipende che da diver- sità nel grado di sviluppo. ULVACEAE Lamco. Algae nunc ;planae foliaceae, mine tubulosae filiformes aut elon- gato-saccatae, simpUcmsculae mit ramosae, simplici cellularum strato contexiae. Zoosporae e endocJirowatis cellularum omnmm frondis divisione repetita ortae, 'pyriformes, ciliis terminalibus Mnis vel qtcaternis instructae. Ulvageae Lamx. Ess. in Ann. du Museum, XX, (1813) ^. 275, (mutat. limit.). — Ag. Sp. l,p. 399. — Grev. Alg. Ir.p. 168. — — /. Ag. Alg. med. p. 14. — Till Algernes Syst. VI,\(excl.p. apud omnes). — Thur. Reclierch. I, p. 224. — Rabenh. FI. EuT. Alg, III, p. 307. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 111. Ulvageae, Phygoserideae, Enteromorpheae Kg. Phyc. p. 294. — Sp. p. 471. GoNPERVEARUM gen. Le Jol. List. Alg. Olierl. p. 32. Le ulvacee sono alghe colla fronda ora piana e fogliacea, ora tuboljsa filiforme od allungata a guisa di sacco, costituita da un solo strato di cellule disposte su di una o due assise. Nelle specie colla fronda piana, a seconda dei casi questa comparisce intera col contorno oblungo, orbicolato o flabellato, oppure più o meno profondamente laciniata. Anzi in qualche caso le lamine in cui riesce divisa riescono cosi profonde che la rendono palmata sino dalla 186 base. Quando la fronda è tubolosa ora riesce cosi sottile che può dirsi capil- lare, ora invece giunge ad oltrepassare la grossezza del pollice ; talvolta com- parisce semplice, altre volte prolifera, oppure ramosa. Né è a crederai che le due forme qui distinte siano nettamente separate l'una dall'altra, che anzi non raramente veggonsi in certo modo associate nella stessa pianta. Così in più forme di Llva Enleromorpha la fronda menire è tubolosa alla base, che compa- risce assottigliata a guisa di stipite, è quindi dilatata ed allungata in lamine lineari piano, spesso increspate nei margini, oppure alquanto gonfie. Le cellule che costituiscono la fronda delle ulvacee sono rotondato-ongo- lose e disposte ora su di una sola assisa (Monostroma) ora su due assise (Ulva). In questo secondo caso però le due assise, corrispondenti alle due pagine della fronda, possono rimanere saldate fra di loro su tutta la estensione di queste pagine, oppure separarsi totalmente o parzialmente, rendendo la fronda gonfia od anche perfettamente tubolosa in corrispondenza di tutta la porzione nella quale si è operato il distacco. Da ciò la scissione delle ulvacee qui dette di- stromaiiche, nei generi Ulva ed Enteromorplia, al quale ultimo viene assegnato il carattere della fronda tubolosa, senza che però si possa nettamente distin- guere dall'altro in cui la fronda vien detta membranacea. La disposizione longitudinale e trasversale delle cellule costituenti la fronda presenta quattro casi: 1." Le cellule sono quaternate (Monostroma v. sp^* 2." » disposte senza alcun ordine apprezzabile (Ulva Lactuca, U. Enteromorpha) ; 3." » disposte in serie longitudinali parallele (Ulva marginata'' Jlexuosa, percursa, clathrata) ; 4." » quaternate ed i gruppi alla loro volta sono disposti in serie longitudinali parallele (Ulva ftihescensj. In ogni caso ordinariamente tutte le cellule della fronda sono simili, pure talvolta si verifica che le cellule marginali dilTeriscono abbastanza dalle altre per costituire un margine distinto. Altre volte sono le cellule delia porzione inferiore della fronda quelle che si distinguono dalle rimanenti, allungandosi internamente a guisa di fibre radicali da ultimo incolore, le quali, scorrendo longitudinalmente e fra di loro intrecciandosi, costituiscono fra le due pagine un tessuto filamentoso, che vien reso compatto dalla sostanza mucilaginosa ambiente a tutte le cellule della fronda, la quale verso la base si interpone fra le due pagine sotto forma di una larga lamina, che aumenta sensibilmente lo spessore e la consistenza della regione che occupa. Neil' Ulva Lactuca, secondo Thuret e Bornet, (Étnd. Phyc. p. 3-9J tutte le cellule della fronda, all' infuori forse di quelle basali, possono trasformarsi in zoosporangi. Nelle frondi giovani le cellule sono colorate da una sottil lamina di en- docroma omogeneo, distesa su quella porzione della parete che è volta al- l'infuori. Ciascuna cellula contiene uno o due nuclei arrotondati e del succhio cellulare incoloro. Col progredire dell'età l'endocroma si inspessisce e si sparge nella cavità della cellula, oppure si agglomera in masse, che rimangono appli- cate contro le pareti cellulari. Dopo ciò il nucleo sparisce e la segmentazione del contenuto cellulare incomincia ad effettuarsi, in direzione dapprima parai- 187 lela e quindi perpendicolare alla superficie della fronda, oppure in direzione obliqua o mediante delle divisioni convergenti. Da tale processo di divisione del contenuto cellulare traggono origine le zoospore, le quali tostochè sono formate si agitano nella cavità in cui sono nate, e poco dopo ne sortono passando attraverso ad un poro, che si trova verso il centro della porzione estei*na di ciascuna cellula. È verso le porzioni superiori e marginali della fronda che incomincia il qui esposto processo di formazione delle zoospore ; e poiché nelle Ulva il tessuto da cui queste si sprigionano si mantiene aderente alla pianta ancora per qualche tempo dopo la deiscenza, cosi è che spesso veggonsi queste piante ridotte, verso l'alto ed all' ingiro, ad un tessuto biancastro e floscio, che al microscopio si mostra composto di cellule completamente vuote. In qualche caso, quando l'emissione delle zoospore è prossima, la fronda si risolve in una gelatina amorfa, ma le specie che così si comportano (Monostroma Wittrockii, M. or- hiculatum] non appartengono alla Flora del Mediterraneo, Le zoospore delle ulvacee da gran tempo sono state descritte e figurate dal Thuret {Recherch. in, Ann. des se. nat. 3.me Ser. tom. XIV, (ISSO) f. 224, pi. 20), il quale trovò che sono di due sorta : Le une grosse munite di quattro ciglia (macrozoospore), le altre piccole biciliate (microzoospore). Le une e le altre sono periformi più o meno allungate ; hanno l'estremità anteriore [rostro) assottigliata e quella opposta ottusa. Le ciglia aderiscono alla estremità del rostro. Dalle primitive osservazioni del Thuret apparirebbe che tanto le micro- zoospore quanto le macrozoospore sono capaci di germogliare ciascuna da sé, ma dalle osservazioni posteriori di Areschoug (Observ. Phyc. Il et De Coptila- tione microzoosp. Enteromorphae compressae in Botanisha Notiser 1876, p. 129) di Reinke [Ueler Monostroma hullosum, etc. in Jahrb. fur wiss. Botan. XI) di Dodel (in Sitznngsb. der Vers. der Natnrf. Miinchen 1877) di Borzi [Studi Al- gologici I, p. 1) risulterebbe che soltanto le macrozoospore possono germo- gliare. Le microzoospore sarebbero gameti, dalla loro copulazione ne nasce- rebbero le macrozoospore, che per conseguenza potrebbero chiamarsi zigoti. Né allo stesso Thuret, dopo le sue prime osservazioni, sfuggì che i\Q\VUlva Lae- tuca almeno, le microzoospore per loro stesse sono condannate alla sterilità. È infatti così che si t^sprime il D.^^ Bornet circa le osservazioni del Thuret di cui fu testimone « Quant aux zoospores a deux cils, il nous a toujours étè impossible d'en obtenir la germination. Le plus souvent ils se decomposent au bout de quelques jours ; mais parfois on obtient un trés-petit nombre de germinations. D'où proviennent-elles ? C'est ce que nous n'avons jamais pu déterminer avec certitude. Nous ignorons si elles sortent de macrozoospores accidentellement mélés aux microzoospores, de quelques-uns de ces zoospoi'ea bi-ciliés exceptionnellement gros, comme on en trouve cà et là parmi les microzoospores ordinaires ou bien enfln de la copulation de deux microzoo- spores » (Étnd. Phyc. p. 9). Tuttavia è d'uopo aggiungere che la sessualità delle ulvacee non è dimo- strata per tutte le specie. Anzi dalle osservazioni del D.i" Bornet (Not Alg. Ily p. 176, pi. XLV) risulterebbe che nel Monostroma Wittrockii la fronda procede esclusivamente da zoospore agamiche biciliate. E poiché nel M, lullosum se- 188 condo Reinke le zoospore, pur rimanendo atte alla riproduzione agamica pos- sono conjugarsi, pare si possa conchiudere che in queste alghe la sessualità sia ai primordi della sua manifestazione. La conjugazione ha luogo per fusione laterale. Le due zoospore che devono conjugarsi dapprima si toccano colle loro estremità rostrali e quindi si acco- stano e si fondono completamente. Delle due zoospore conjugate più non ri- mane di distinto che le ciglia. Nell'Ulva Lactuca soltanto una piccolissima parte delle zoospore riescono ad accoppiarsi; ciò che secondo Borzi potrebbe dipendere o da materiali difficoltà opposte al loro contatto, oppure dalla preponderanza di zoospore virtualmente e fisiologicamente differenziate in gonoplasti dell'uno dei due sessi. Lo sviluppo delle zoospore conjugate dell' f^^pa Lactuca trovasi diversamente descritto dagli autori. Secondo Thuret [cfr. Étnd. P/i^/ciJ^. ///) dalla zoospora fertile ne verrebbe direttamente la fronda, secondo Borzi [l. e. tav. I) si pro- durrebbero dapprima delle piantine unicellulari, capaci di dare ciascuna una nuova fronda. Poiché per le ragioni già esposte io non ho creduto di ammettere la scis- sione del genere Ulva nelle forme membranacee ed in quelle parzialmente o totalmente tubolose [Phycoseris, Ilea, Enteromorpha) e poiché nulla potrei dire dei generi Mastodia e Letterstedtia, che per quanto pare trovansi confinati neir Oceano Atlantico, ne' dei generi Protoderma, ScMzoyneris, Pliysodictyon, che crescono soltanto nelle acque dolci, e neppure del genere Prasiola che è composto in massima parte di specie d'acqua dolce e le cui specie marine sono extra-mediterranee, qui non possono essere riferiti alla famiglia delle ulvacee se non due soli generi: Monostronfia ed Ulva. La suesposta frase diagnostica delle ulvacee è redatta per questi generi e non già per tutti quelli che eventualmente alla famiglia stessa si potrebbero riferire. In quanto poi alla opportunità di separare dalle ulvacee le Porphi/ra e generi affini, che Giacobbe Agardh vi mantenne anche nel suo ultimo lavoro, sarebbe ora superfluo di discorrerne, dal momento che nella prima parte della presente Opera già si è detto come nelle porfiiacee esistono degli anteridi paragonabili a quelli delle floridee ed anche delle oosfere che da questi ante- ridi vengono fecondate. Prons late expansa memlranacea, monostromatica, aetate p'ovecta saepe libere natans. Cellulae rotundatae vel angulatae saej)e (j^aaternatae, prope basini sae^issime elonyato-clavatae^ endo- cromate viridi demum in zoosporas mutato repletae, MoNosTROMA Thìif. Notc sur la Syn. des Ulva in Mèm, de la Soc. 180 des se. nat. de Clierb. tom. Il, (1854)^. 29. — Wittrock Forsnk UH en. monogr. o/ver algslagtet Monodroma 1866. — /. Ag. Till Algernes Syst. VI, p. 90. Fronda largamente distesa a guisa di membrana, da ultimo spesso liberamente natante, costituita da una sola assisa di cellule rotondate od angolose, spesso quaternate o ternate od anche strettamente av- vicinate e disposte senza alcun ordine apprezzabile, verso la base allungato-clavate o trasformate in fibre radicali agglutinate da so- stanza mucilaginosa. Zoospore provenienti da tutte le cellule della fronda. Il genere Monostroma venne instituito dal Thuret per le ulvacee mono- stromatiche gelatinose, ma in seguito Wittrock lo estese a tutte le ulvacee monosti'omatiche indipendentemente dalla consistenza della fronda. È dentro questi più estesi limiti che qui venne accettato il genere del Thuret, sulla cui definitiva limitazione sono però tuttora necessarie alcune riserve [cfr. Bornet et Thur. Not. Alg. II, 'p. 176). L'emissione delle zoospore è stata osservata dal D.'" Bornet in una specie della Manica (ìT/. WittrocMi] ed in una specie delle acque salmastre [M. or- hiculatwn ). Secondo quest'Autore quando l'emissione delle zoospore è prossima, la fronda si risolve in una gelatina amorfa. Le cellule piene di zoospore si distaccano e si spargono nel liquido ambiente. Questo carattere, che stabili- rebbe una nuova deferenza fra le Ulva ed i Monostroma, non è però generale. Nel M. Bhjttii infatti il D.j^ Bornet potè accertare che le cellule si aprono me- diante un poro come nelle Uha e che non si disgregano punto. \. MONOSTROMA QUATERNARIUM (Kg.) Desmaz. M. frondihis irregulariter lóbatis, pUcatis, margine stthplano, de- nique liberis ; celluUs ternis vel qiiaternis. Monostroma quaternarium Desmaz. PI. cryjot. de France (nouv. Sèr.), N.° 603, [ex aucL). — Wittrock l e- p. 31., Tafl. /, jig. 5. — Hanck Meeresalg. ;p. 422. Ulva quaternaria Kg. Tdb. Phjc. VI, 13, //. Abit. Mare ligustico a Nizza (Bornet) ; Adriatico (sec. Hauck). Dapprima è aderente e quindi libero. Le frondi, i cui diametri nei miei esemplari giungono a misurar 15 cculimetri ciascuno, compariscono irregolar- 190 mente lobate e presentano delle numerose pieghe. Sono così sottili che In ispes* sore appena misurano 23 micromm. (sec. Wittrock). Il colore è di un verde pallido che volge qua e là al giallognolo. La loro sostanza è assai flaccida, cosicché colla diseccazione aderisce tenacemente alla carta. Nello stato secco comparisce luccicante. Cresce eziandio nei mari del Nord, nonché nelle acque dolci e salmastre. 2. MONOSTROMA LATISSIMUM (Kg.) Wiltr. M. frondihis ambitu irregularibus, inlicatis, margine 'plano vel undulato, àenique liberis ; cellulis 'plerumque inordinatis. MoNosTROMA LATISSIMUM Wittfock l. c. p. 33, Tcifl. I, jlg. 4. — Uaiicli Meeresalij. p. 424. Ulva latissima Kg. Phjc. ;p. 296, tal. 20, Jig. IV. — Sp. p. 474. — Tal. Pìiìjc. VI, IL Abit. Adriatico a Monfalcone (Hauck). Ha comune con la specie precedente il portamento, il colore e le dimen- sioni della fronda. Stando al mio esemplare, il 3/. Intissimum si distinguerebbe a prima vista dal M. quaternarium per la minore flaccidità della sua fronda, la quale aderisce debolmente alla carta. Cresce eziandio nei mari del Nord. UL'VA (LJ Le Jol. Frons mine late expansa menibranacea, nunc tuhilosa, ant supra stipitem tubulosiim elong ato-sac caia, injlata aut collapsa, sim- pliciuscula aut ramosa, distromatica. Cellulae rotundato-angu- losae, inordinatae aut longitudinaliter seriatae raro quater- natae, quandoque prope lasim introrsum infila radicalia secus longitudinem, decurrentia, demum stratum proprktm internum formantia, prolongatae, endochromate vìridi demum in zoo- sporas mutato repletae. Ulva Z. Syst. nat. p. 719, (excl. p.). — Le Jol. List. Alg. Clierì). p. 33. — Zanard. Icon. Phyc. I, p. 173. — Fallienberg Mee- ralg. Neap. p. 232. — Farlow Marine algae of Nem England p. 42. 191 Ulva et Enteromorpha Linli Hor. p'/ijis. Beroì. p. 5, (ex mict). — J. Ag. Ahj. med. p. 15. — Till Algernes Syst. VI, p. 160 et 115. — HaucJi Meeresalg. p. 425. Ulta, Phyi^oseris et Enteromorpha Kg. Pligcp. 296. — Sp.p. 474. Fronda ora largamente distesa a guisa di membrana col con- torno orbicolato, oblungo o flabellato, intera, lobata o laciniata, sessile 0 brevemente stipitata, ora tubolosa filiforme, semplice o ramosa, oppure inferiormente assottigliata in forma di stipite tuboloso e quindi allungata a guisa di sacco o di membrana lineare semplice o proli- fera, coi margini piani od increspati, distromatica oppure monostro- matica per disgiungimento delle sue pagine. Cellule rotondato-angolose disposte senza alcun ordine apprez- zabile, oppure distribuite in serie longitudinali, raramente quaternate con i gruppi alla loro volta disposti in serie longitudinali parallele, circondate da sostanza mucilaginosa piuttosto abbondante, talvolta presso la base e dalla parte interna allungate a guisa di fibre radi- cali da ultimo incolore, scorrenti longitudinalmente in una lamina mucilaginosa che separa le due pagine, e formanti un tessuto di fi- lamenti densamente intrecciati, che dà alla base della fronda uno spes- sore relativamente considerevole. Endocroma di tutte le cellule della fronda, all' infuori di quelle basali, da ultimo trasformato in zoospore. Il genere Ulva stabilito da Linneo in modo da poter essere reso naturale mediante la sola esclusione di poche specie, subì in seguito delle strane vicissi- tudini. De GandoUe vi riferi pai-ecchie floridee membranacee, Roussel lo smem- brò nei generi Tubtilaria e Ramularia, Rotli lo ridusse alle sole forme con la fronda membranacea per relegare le altre fra le Conferva, Lyngbye mentre se- guiva il De Candolle nell'associarvi delle specie eterogenee, ne trasportava nel- lo stesso tempo più forme nel genere Scytosqjìion, Carlo Agardh ne separava le forme a fronda tubolosa per farne il genere Solenia e con ragione le U. la- ciniata Lightf. e U. purpurea Roth per farne il genere Porphyra. Greville, Harvey, Giacobbe Agardh, Rabenhorst, ammisero la separazione delle Ulva tubolose da quelle membranacee, sostituendo però al nome di So- lenia quello di Enteromorpha, proposto alcuni anni prima per le stesse piante dui Link {Epistola de aJgis aquaticis in genera disponendis. — link H. F, in C. G. Nees ab Essembaok. Horae physicae berolinenses, Bonnae 182(»). Anche DeNo- tarig ammise la stessa distinzione accettando per le forme tubolose il nome di Ilea [Fries Syst. orbis veg. [Lundae 4825) p. 336). Il Montagne poi non solo accettò il genere Enteromorpha ma anche il genere Zignoa proposto dal Tre- visan [FI. Eugan. p. 80) per 1' Ulva clathrata, in cui la fronda è filiforme e le cellule sono disposte in serie longitudinali. 192 Ktìtzing a spese dei generi Ulva ed EnteromorpJia institui il nuovo genere Pkycoseris, il quale comprenderebbe tutte le forme tubolose alla base e quindi fogliacee. Del genere Phycoseris ne fec^ dapprima il tipo di una nuova fami- glia [Phyc. p. 296) che poi (Sj). p. 475] fuse con l-'altra da egli stesso institui- ta per il genere EnterovnorpTia. Areschoug finalmente a sua volta proponeva il nome di Tetranema per quelle specie nelle quali le cellule costituenti la fronda trovansi disposte in serie longitudinali regolari e Giacobbe Agardli riprende- va il nome abbandonato di Ilea per V Ulva fulvescens di suo padre. L'integrità del genere Ulva venne ristabilita dal Le Jolis, dallo Zanardi- ni, dal Falkenberg, dal Farlow, alle cui opinioni su questo punto di fìcologia sistematica non posso che pienamente associarmi malgrado il contrario pa- rere dei eh. Ahlner, Hauck, Kjellman. Questi autori rifiutano i generi Zignoa, Phycoseris, Ilea, Tetranema, ma ac- cettano il genere Enteromorpha accordando cosi al carattere del disgiungimento delle due pagine della fronda un valore che a mio avviso non può dirsi che sia in armonia coi fatti, dal momento che il passaggio dalla fronda membra- nacea a quella tubolosa si effettua anche in una stessa pianta. Le vicissitudini cui andò soggetto il genere Ulva, rendono inevitabile per queste piante una sinonimia assai estesa. Infatti però la sinonimia delle Ulva è non solo estesa, ma anche confusa, perciocché mentre sì moltiplivano i ge- neri si interrompeva anche la tradizione delle specie. La primitiva nomen- clatura di queste piante ormai più non potrebbe essere ristabilita con sicu- rezza se non sull'appoggio di autentici esemplari. La sinonimia qui esposta è tracciata sulla base del già citato lavoro del eh. Le Jolis, non senza però qualche variante e molte riduzioni, che dei si- nonimi che io non ho potuto verificare, non ho creduto prudente di citare se non quelli necessari per giustificare la nomenclatura da me accettata. PROSPETTO SINOTTICO DELLE SPECIE E DELLE V.lRIETÀ DEL GENERE ULVA. I. Fronda piana, apoda o brevemente stipitata, largamente distesa, irregolarmente spie- gata a ventaglio, consistente, per lo più profonda- mente laciniata, col marginepiano 6^. Lactuca rigida sottilmente membranacea, loba- ta, col margine ondulato . . . U. Lactuca latissima orbicolare od oblunga, moUej intera o lobata, rara- mente moltifida, col margi- ne ondulato U. lactuca 19; o Fronda piana, stipitata, brevemente cuneata alla base, quindi la- ciniato-palmata, colle lacinie lunghe li- neari, semplici o dicotome IJ. /asciata II. Fronda piana e tuboloso -compressa, stipitata, collo stipite tuboloso. Semplice o prolifera, colle cellule disposte senza ordine preciso, lanceolata o lineare coi margini spesso increspati U. Bnteromorpha lanceolata cogli apici ottusi quasi sem- pre più larghi , talvolta strettissima U. Bnteromorpha compressa bollosa o tubolosa spesso tortuosa . . U. Enleromorpha intestinalis III, Fronda tubolosa filiforme, colle cellule disposte in serie longitudinali, ramosa U. clathrata semplice, serie longitudinali più o me- no numerose, cellule marginali distinte U. marginata serie longitudinali 1-4 . . U. percursa cellule qu aternate minutis- sime in serie long, paral- lele U. fiilvescens superiormente gonfia, boi- lato-flessuosa, da ultimo in- testiniforme . . . . . . U. Jlea)uosa i . ULVA LACTUCA L. — Le Jol. U. frondihus planis ohlongis vel vage ecopansis saepe 2ìlicatis, in- tegris vel laciniatis, sul stipitati s. Ulva Lactuca L. Sp. pi. II, %). 1163, [sec. Le Jol. et Tlmr.). — Le Jol. List. Alg. Clierl. ^. 38 ! — Ardiss. e Straff. Enum. Al(j. Lig. p. 111. — Thur. Étiid. Phyc i). 5, pi. 2 et 3. — HaucTi Meeresalg. ]p. 435 ! Ulva larghissima H^acc. FI. ven. ^. 70. var. &,, x-x^id^, fronde crassiori rigida, plerumque profiinde laciniata proliferaq^ue, margine subplano. Ulva Lactuca Z. l. e, (sec. Le Jol.). 13 194 Ulva rigida Ag. Sp. I, p- 410. — /. Ag. AJg. med. p. 17. — Till. Algernes Syst. VI, p. 168, (excl. p.). Phygoseris rigida Kg. Phyc. p. 298. — - Sp. p. 477. — Tal. Phyc. VI, 23, //. Ph. AUSTRALIE Kg. Phijc. 'p. 298. — *S^;. p. 477. — Tal). Phyc. VI, 24, II. — Ardiss. Enum. Alg. Ancona p. 20. Ulva latissima Grev. Alg. Ir. p. 171. — PeNot. Sp. Alg. lig. N.'' 67, fjlde Le Jol.). var. lo. latissinoia, fronde siriiplici latissime expansa, saepe perforata, margine undulata. Ulva latissima L. l. e, (sec. Le lol.ì. — Wulf. Crìjpt. ag^. p. 4. — A(j. Sgn. 'p. 41. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. JSf.'^ 59. — Enum. Alg. Ancona />. 20, non Kg. — Erb. critL ital. >S!er. I, iV.- 432. U. MYRIOTREMA Desmciz. PI. crypt. N.° 852, (fide Le lol.). — Za- nard. Icon. Phyc. /, p. 173, tal). XI. Phygoseris myriotrema Le Nomi, in Kg. Sp. p. 477. — Kg. Tal) Phyc. VI, 23, L var. e ll-*sfcctvi.c^, fronde orMculari vel oUonga vel elon- .gatG-fasciata, simplici, integra vel parce lobata vel rarius omdtifida, saepissime spiraliter contorta, ambitii plerumque in- tegro, plicato-undulato ; substantia molliori (Le Jol.). Ulva LACTurA L. l. e, (partim, sec. Le Jol.]. Phygoseris oigantea Kg. Phyc. germ. p. 245. — - Sp. p. 476. — Tab. Phjc. VI, 22. Ph. laginulata Kg. Sp. p. 476. — Tab. Phyc. VI, 21. Ph. lapathifolia Kg. Sp. p. kTi- — Tah. Phyc VI, 25. 195 Ph. Linza K(J. Phyc. p. 296. — Sp. p. 475. — Tal). Phyc. VI, 16, /. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. iV." 60. Ulva Lactuca /. Dillenii Le Jol. U. Linza L. l. e, (partim, sec. Le Jol.). Abii. Comune ovunque nella prima zona di profondità. Della varietà rìgida ne ho esemplari jaccolti da me stesso a Marsiglia, a Tolone, a Genova, ad Ancona, nonché altri di Napoli, di Siracusa, di Bari, di Atene favoritimi dai signori Corti, Vicari^ De Romita, Schmitz. Della varietà lafìssìma ne ho esemplari di Liguria e di Sicilia raccolti da me stesso, nonché altri dell'Alto Adriatico comunicatimi dai signori Titius e Hauck. Delia varietà Lactuca ne ho esemplari di Trieste donatimi dal eh. Hauck, che corrispondono benissimo alla forma contorta del Le Jolis, ed altri di Ca- tania raccolti da me stesso, dei quali alcuni forse corrispondono alla Pliycose- ris Linza Kg. ed altri appartengono alla forma amplissima Le .Jol. Questi ul- timi si trovano indicati nella mia Enumerazione delle Alghe di Sicilia col no- me improprio di Phycoseris australis. La varietà rìgida in esemplari del Chiloè venne pubblicata dallo Hohe- nacker [Mceralg. N. 207). In quanto alla Phycoseris australis dello stesso edi- tore [Meeralg. N. i06), mi pare che si possa riferire alla var. lafìssìma, della quale ne ho esemplari di Cherbourg favoritimi dal eh. Le Jolis, dell'America boreale donatimi dal eh. Eaton ed altri del Baltico provenienti dalla pubbli- cazione dei eh. Wittrock e Nordstedt [Alg. exsicc N. /4/). La varietà Lactuca in esemplari americani venne distribuita dal eh. Col- lins (/: amplissima) e sotto il nome di Ulva Linza L. dal eh. Eaton ( /. linearis). IjWlva lactuca del Rabenhorst mi pare che corrisponda all' U. Lactuca var. Lactuca f. multijlda Le Jol. • % ULVA FASCIATA Deli le U. frondibus planis stipitatis, basi breviter mneatii-, laciniato- palmatis, laciniis simplìcibus vel dichotomis elong ato-linearibus attenuatis, repando-dentatis, undulatis. Ulva fasciata Belile Egìjpt. p. 297, lab. 58, fig. 5. — Montg. FI. d'Algèr. p. 151, tab. 14, Jig. 1-2. — /. Ag. l'ili Algernes tS^yst, VI, p. 173. Phycoseris fasciata Kg. Sp. p. 477. — Tab. Phyc. VI, 28. 196 Phycoseeis papillosa Ardiss. Emim. Aìg. Sicil. iV.° 62. Ulva latissima v. palmata Ag., (partim sec. J. Ag.). Abit. Mediterr. occid. ed infer. (sec. gli Autori); Jonio ad Acireale in Sicilia. Nella prima zona di profondità. Ricorda VU. Lactuca rigida dalla quale è tuttavia ben distinta per le sue lacinie lineari, profondissime, alquanto increspate nei margini, larghe comu- nemente da 15-30 mm. Tutta la pianta nei miei esemplari in altezza misura da SO-30 c\x\. , ma secondo Delile potrebbe giungere sino ad un metro. 11 co- lore è di un bel verde vivace. La sostanza della fronda è rigida alla base, molle nelle porzioni mediane e superiori, le quali colla diseccazione aderiscono per- fettamente alla carta. I miei esemplari corrispondono assai meglio colla figura del Kùtzing che con quella del Delile. Nella pianta del Delile, raccolta nel porto di Alessan- dria, la fronda oltreché ha dimensioni assai maggiori, mostra delle lacinie più assottigliate verso l'alto. Del resto la figura del Delile è incompleta e poco in armonia colla relativa frase diagnostica. Giacobbe Agardh riferisce ^W Ulva fasciata Delile, VUlva divisa Suhr e la Ulva nematoiiha Bory, che considera come \q iovme atlantica e pacifica (\ì qyxeWa. specie, h" Ulva fasciata Harv. [Alg. Ceijl. 100) costituirebbe la forma indica della stessa. 'L'Ulva nematoidea, stando agli esemplari di Canarx pubblicati dallo Ho- henacker [3Ieeralg. N. 261), differirebbe à^W U. fasciata Delile per le sue la- cinie più strette e più regolarmente lineari. Del resto quest'ultima si trova anche nell'Oceano, come lo provano gli esemplari di Ceylon raccolti dal Dott. Kjellman e pubblicati dai eh. Wittrock e Nordstedt (Alg. exicc. N. 432). Questi esemplari corrispondono sufficiente- mente alla Ph. fasciata Kg. ed alla mìa. Ph. pajullosa e perciò non si possono identificare con la forma tipica del Delile. 5. ULVA ENTEROMORPHA Le Jol. U. frondibiis planis aut tubuìoso-comyressis, lanceolatis aut linea- rihus , stipitatis , marginikis planis aut crispatis, saepius ramoso-proli feris. Ulva Enteromorpha Le Jol. l. e. p. 42 .' — Ardiss. e Straf. Enum. Mg. Lig. p. 112. — Falkenberg Meeralg. Neap. p. 332. var. 1^x1.0 solata., fronde plana lanceolata aut lineari sim- plìci vel ramoso-prolifera, guaniogue spiraliter contorta, mar- ginihus s%epe crispatis. 197 Ulva lanceolata L. Sijst. nat. p. 719, (sec. Le Jól.). SoLENiA LiNZA Ag. S'ìjst. p. 185. Ulva Linza Ag. Sp. I, p). 412, — Crrev. Alg. Ir. p. 173, non L., (sec. Le Jol). — DeNot. Sjì. Ahi. Ug. i\^.° 68 ! — Eri), critt. ital. Ser. II, iV." 281. Enteromorpha Linza /. Ag. Till Algernes Sysf. VI, ^. 134. — Hauck Meeresalg. p. 427. Phycoseris lanceolata Kg. Phyc. germ. ih 245, — Sxo. p. 475. — Tal). Phyc. VI, il, I — Hohenacli. Meeralg. N."" 107 et 488. — Rahenh. Alg. Europ. N.'' 2387. Ph. crispata Kg. Phyc. p. 297, tal). 20, fig. HI. — Phyc. germ. p. 245. — Sp. p. 476. — Tal). Phyc. VI, 17, 21 — Ardiss. Enurn. Alg. Sicil. N. 63. — Enum. Alg. Ancona, p. 20. — Hohenach. Meeralg. N."" 489. — Raìenh. Alg. Europ. N."" 1552. Ulva crispata Bertol. Amoen. p. 93. SoLENiA Bertolonii Ag. Syst. p. 185. Ulva Bertolonii Ag. Sp. p. 417, — /. Ag- Alg. med. p. 17. Enteromorpha Bertolonii Montg. Crypt. Alg. p. 272. — FI. d'Algèr, p. 153. ~ Erd. critt. ital. >Ser.' I, N." 219. Ilea Bertolonii DeNot. Sp. Alg. Ug. N.° 63. Phycoseris smaragdina Kg. Phyc. p. 297. — Phyc. germ. p. 245. — Sp. p. 476. — Tal). Phìjc. VI, 19, IL Ph. olivacea Kg. Ph]\c. p. 297. — Phyc. germ. p. 245. — Sp. p. 416. — Tal). Phyc. VI, 19, L Ph. planifolia Kg- Phyc. p. 297. — Phìjc. germ. p. 245. — Tal. Phyc. VI, 18, /. 198 var. oonoLiK^x-ossa., fronde tìiMloso-coììijjressa, saepius ra- 7noso-prolifera, ramis subconformihus, simpUciusculis, apice obtuso plerumque latiuscuUs. Ulva compressa Ag. Icon. Alg. Euroii. N.^ XVI, (sec. Le Jol.). Enteromorpha compressa Grev. Alg. hr. p. 180, tab. 18. — Kg. Phyc. germ. p. 240. — Sp. p. 480. — Toh. Phgc. VI, m, I. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N° Ò4. — /. Ag. Till Algernes Syst. VI, p. 137. — HaucJi Meeresalg. p. 428. — Hohenack. Meeralg. iV.° 259 et 417. — Wittrock et Nordstedt Alg. exsicc. N."" 134 et 326. — Erh. critt. ital. Ser. I, N. 433. Ilea compressa Gain. — DeNot. Sp. Alg. lig. N.° 64 ! Enteromorpha complana.ta Kg. Phyc. gemi. p. 248. — Sp.p. 480. — Tal. Plv^c- VI, 39. — Hohenacli Meeralg. N." 486. E. FU01C0LA (Menegh.) — Kg. Tal. Phgc. VI, p. ì2, tal. 34, //. — /. Ag. Till Algernes Syst. VI, p. 150, (sec. Hauck). ScYTOsiPHON iNTESTiNALis 'V. CoRNucopiAE Lyugb. Hgdr. Pan. p. 67. Solenia intestinalis V. CoRNUGOPiAE Ag, Syst. p. 185. Enteromorpha intestinalis v. Gornugopiae Kg. Sp. p. 478, no7i Ph. Cornucopiae Kg. Tab. Phyc. VI, 30, / ? Zignoa gonfervicola DeNot. Prosp- FI. lig. p. 67. var. Ixxtestlxx^lls, fronde lullosa aut tululosa subcom- pressa, simplici aut basi ramoso-prolifera, quandoq^ue tortuoso- crispata. Ulva intestinalis L. Sp. pi. II, p- 1163. — Ag. Sp. I, p. 418, Solenia intestinalis Ag. Syst. p. 185. Enteromorpha intestinalis Link. — Kg. Sp. p. 478. — Tab. Phyc. VI, 31. — /. Ag. Till Algernes Syst. VI, p. 131. — Hauck Meeresalg. p. 426. — Wittrock et Nordstedt Alg. exsicC' 199 xY." 135, 136, 327, 328, 329, 431. ~ Holienad'. Meeralg. iV." 258 et 487. — Rahenh. Alg. Europ. iV." 1008. E. PILIFERA Kg. Tdb. Phyc. VI, 30, III. E. TUBULOP.A Jùj. Tal). Phyc. VI, 32, //. E. MiGRococGA Kg. Tal. Phyc. p. 11, tal. 30, fiy. II. — J. Ag. Tilt Algernes Sgst. p. 123. — Hauck Meeresalg. p. 432. E. sPERMAToiDEA Kg. Tal. Phgc. VI, 32, /. Abit. Comune ovunque nella prima zona di profondità. Della varietà lanceolata la forma più comune è la crispata che corrispon- de aire/! Bertoloìiii Ag. La forma latifolia Le .Jol. in esemplari di Sardegna venne pubblicata nell'Erbario crittogamico italiano [Ser. II, N. 284) sotto il nome di U. Lima e mi venne comunicata anche in esemplari dell'Alto Adria- tico (Titius) e del mare ligustico (Strafforello). Si distingue appena dalla for- ma ìindulata Le Jol. per la maggiore larghezza della fronda. Le forme plana e angusta le ho dallo Hohenacker [Meeralg. N. 107, 488} che le pubblicò en- trambe in esemplari provenienti da Bari. A questa varietà mi pare che possa riferirsi anche VEnteromorpha crispata laete virens dell' Ei'bario crittogamico ita- liano {Ser. I, N. 858). Della varietà compressa ne ho esemplavi di Marsiglia, di Genova, di An- cona raccolti da me stesso, ed altri di Majorca, di Minorca, dell'Isola d'Elba, di Sicilia, di Bari, di Trieste favoritimi dai Signori Barbey, Rodriguez, dalla Marchesa Vittoria Toscanelli, dai Signori Vito Beltrani, De Romita e Hohe- nacker. Le sue innumerevoli forme sono copiosamente sparse in tutti gli Oceani, come ne fanno fede i numerosi esemplari comunicatimi dai eh. Le Jolis, Wei- demann, Eaion, Collins, Lagerheim, Wittrock, non che quelli pubblicati dallo Hohenacker. Della varietà infestinalis ne ho esemplari del Porto Maurizio (Strafforel- lo;, di Bari (De Romita) di Pirano (Titius) di Tran ( Liechtenstern), che sem- brano corrispondere alla forma ventricosa, pubblicata in esemplari del Baltico dal eh. Wittrock [Witir. et Nordstcdt Alg. exsicc N. 828). Di tutte le altre forme marine e submarine di questa varietà ne ho esem- plari dalle coste del- Baltico, della Manica, delle Isole Falkland. La variabilità di questa specie in quanto alle dimensioni della fronda è tale che forse non ha riscontro in alcun altra specie di alga. Infatti le frondi, mentre in alcune forme delle varietà compressa ed intestinalis nascono presso- ché capillari, nella varietà lanceolata (/. latifolia) e nella stessa varietà intesti- nalis (/. maxima) giungono a misurare sette centimetri di larghezza. 200 k. ULVA CLATHRATA J.v. U. frondilus fXiformihus tubidosis pìuries ramosis, ramis apice attenuaiis saej^e tenuissimis, meriibrana seriatim cellulosa. Ulva clathrata Ag. Sp. I,p. 422. — Icon. Alg. Europ. N° XV 11, (sec. Le Jolis). — Le Jol. l. e. p. 48 ! — Ardiss. e Straf. Emim. Alg. Lig. p. 112. var. .^^g;a,x*dlli.isi.xi.£i,, fronde crassiori siibstantiaque rìgi- diori interdum exsiccatione suòconiea, ramis plenimque ascen- dentibus, colore pallido. Ulva clathrata Ag. Icon. Alg. Europ. l. e. Enteromorpha Linkiana Grev. Alg. ir. p. 182. var. X=&otli.i£i,xx^, fronde capillacea ramosissima, ramis ra- mnlisque conformiMs patentibus. Conferva clathrata Roth Cat. HI, 'p. 175. Sgytosiphon clathratus Lyngh. ffydr. Dan. p. 66, iab. 16, A,fig. 1. Enteromorpha clathrata Rarv. — Kg. Sp. p- 479. — Tab. Phyc. VI, 33, /. — Aresch. PJujc. scand. mar. y. 190. — /. Ag. Alg. med. p. 16. — Till Algernes Syst. VI, p. 153. — Hauck Meeresalg.p. 429. — Wittrock et Nordstedt Alg. exsicc. N."* 324. var. -u.xrcixi.^tei, /. tennis; fronde capillari ramisque elon- gatis subjlaccidis diffusis. f, robusta ; firmior, fronde primaria latiori subcompressa ramu- lis creberrimis rigidioribus dbsita, colore intensius viridi. Ulva ramulosa Engl. boi. tab. 2137, {sec. Le lol.). Sgytosiphon clathratus v. uncinatus Lyngb. l. e. Jig. 2. Enteromorpha clathrata v. uncinata Grev. l. e. 201 Enteromorpha ramulosa Hooli. Br. fl. II, p. 319, (sec. Le Jol.). — Kg. Phyc. p. 300. — Sp. p. 479. — Tal). Pliyc. VI, 33, IL — J. Ag. Till Algernes Syst. VI, p. 154. — lìauch Mee- resalg. p. 431. E. GLATHRATA V. RAMULOSA AreSCll. l. C. E. spiNESGENs Kg. Tal. Phyc. VI 33, LIL, C. var. ©recta, fronde teretmscula ramis angustiorilus erectius- culis elongatis oì)sita. ScYTosiPHON EREGTUs Lìjngh. l. e p. 65, tah. 15, 0. Ulva glathrata v. gonfervoidea Ay. Sp. L, p. 423. Enteromorpha glathrata v. eregta Grev. l. e. p. 181. E. eregta Hook. l. e. — /. Ag. Till Algernes Syst. VL, p. 152. — HmicJi Meeresalg. p. 431. E. plumosa Kg. Phyc. p. 300, tab. 20, fig. 1. — Hauck Meeresalg. p. 430, oion Ahlner. E. paradoxa Kg. Phyc gemi. p. 247. — Sp. p. 479. — Tal. Phyc. VI, 35, /. E. Hopkirkii Ji' Calla mscr. — Harv. Phyc. Ir. 263. — /. Ag. l. e. p. 151. Abit. Golfo di Lione, Mare ligustico. Tirreno (a Palermo ed a Trapani sec. Langenbach), Adriatico. Nella prima zona di profondità. Alla varietà Agandhìana f. abbreviata, che il Le Jolis dice « minor, cespi- toso-fasciculata parasitica investiens » riferisco con dubbio alcuni esemplari dell'Alto Adriatico comunicatimi dal Rev. P. Titius. Della varietà fìothiana (f. gracilis del Le Jolis) ne ho un esemplare adria- tico proveniente da Lesina e comunicatomi dal eh. Hauck. Ad altre forme della stessa varietà credo che appartenga VE. clathrata pubblicata nelle Alg. ewsicc. dei eh. Vittrock e Nordstedt in esemplari di Trieste. 202 Della varietà uncinata ne ho esemplari raccolti da me stesso a Tolone ed altri raccolti a Villafranca presso Nizza dallo Strafforello, che appartengono alla forma rolusta. Della forma temiis, che è assai diversa da questa per la sot- tigliezza e la flaccidità della sua fronda, ne possiedo soltanto degli esemplari oceanici. Alla varietà enecta riferisco un esemplare adriatico di Cherso favoritomi dal eh. Hauck, che credo appartenga alla forma distinta dal Kùtzing col nome di E. paradoxa. Questa forma, che l' Hauck considera come autonoma ed iden- tica alla E. piumosa Kg., (non Ahlner) è probabile che meriti infatti il rango di specie. Essa sarebbe distinta dalla flaccidità e sottigliezza della fronda, dal portamento che ricorda quella delle CladopTiora, dalla tinta pallida, dalle ultime ramificazioni che sono sottilissime e confeivacee. 5. ULVA MARGINATA (J. Ag J Le JoL U.frondihus cainllarihus tiihidoso-cowpressis, tortiioso-cìrrJiosis, simpUcihus vel rarius hremter prolìferis, ad basini apicemque dbtiisum sensim attenuatis, eximie marginatis ; cellnlis mi- nutis siibquadratico-rotundatis longitudinaliter seriatis. Ulva marginata Le Jol. l. e. j). 53! — Ardiss. e Straf. Envm. Alg. Lig. p. 112. Enteromorpha marginata /. Ag. Alg. med.]). 16! — Till Algernes iSyst. VI, p. 142. ~ Kg. Sp. p. 480. — Tal. Phyc. VI, 41, 1 et II, — IJmicli Meeresalg. p. 432. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Castagne); Mare li- gustico a Nizza (G. Agardh). Adriatico (sec. Hauck). Nella forma oceanica comunicatami dal Le Jolis le frondì sono alquanto più larghe, le cellule più arrotondate e meno distintamente allineate. Malgrado ciò credo che la pianta del Le Jolis non possa distinguersi da quella di Gia- cobbe Agardh. Delle due figure del Kùtzing quella superiore (fig. I) corrispon- derebbe piuttosto alla forma oceanica , benché l'autore la dica presa da un esemplare raccolto a Nizza. La figura inferiore, che l'autore dice presa da un esemprare oceanico, ricorderebbe meglio la forma mediterranea, nella quale tuttavia stando al mio esemplare, le cellule sarebbero assai più minute. G. ULVA PERCURSA Ag. U. frondihiis simpìicihis capillari'bus sensim in ìaminam angusiam linearem onutatis ; cellulis adparenter qìiaternalis in series 203 longitudinales pauciores (1-4) dispositis, plurimis latitudine longitwlinem aegiiantibus. Ulva pergursa Ag. Sp. I, p. 424. — Le Jol. l. e. p. 55. Conferva percorsa Ag. Syn. p. 87. SoLENiA percorsa Aij. tSijst. p. 187. Enteromorpha percorsa /. Ag. Alg. med. ^.15. — Tilt Algernes Sysf. VI, p. 146. — Ilauck Meeresalg. p). 433. — Wittrock et Nordstedt Alg, exsìcc. NP 140. Tethanema pergorsom Aresch. Pìigc. Scand. mar. p. 192, tah. 2, A, (sec. Le Jol.). ScHizoGONioM pergorsom Kg. Phyc. p. 246. — Sp.p. 351. — Tah. Phgc. Il, 99, ///. Sgh. nodosum, pallidum, virescens Kg. Tal. Phgc. II, 99, [sec. Haucìì). ScYTosiPHON GOMPREssos V. coNFERvoiDEOs Lgugì). Hgdv. Dan. p. 65, tal). 15, B, Jig. 6, (sec. Le Jol.). Bangia torta Ag. Syst. p. 75, [sec. J Ag.). Conferva striatola Ag. Syst. p. 92, [sec. J. Ag.). C. FLAVIGANS, CONTORTA, BIPARTITA Jìlfg., [seC. J. Ag). Abit, Golfo di Lione a Cette (sec. G. Ag.\ Adriatico (sec. gli autori). Nello acque salse e salmastre. Da ultimo galleggiante. Cresce eziandio nel mare del Nord, nel Baltico e nella Manica. 7. ULVA FULVESCENS Ag. U. frondibiis jiliformihus tululosis simplicihus ; celkilis minutisi simis ipiaternatis in series longitudinales parallelas distinctas dispositis. 301 Ulva fulvesgens Ag. S;p. p. 420. SOLENIA FULVESCENS AQ . SySt. f. 186. Ilea fulvesgens /. Ag. Till Algernes SijsL VI, f. 115. Ulva aureola Ag. Icon. tal). XXIX, [sec. J. Ag.). Enteromorpha aureola Kg. S^.p. 481. — Taì). Pli\',c. VI, 40, ///. — Hauck Meeresalg. p. 434. E. quaternaria Aliln. — Wittrocli et Nordstedt Alg. exsicc. iV.° 138 et 139. Abit. Adriatico (sec. Hauck). Dalla generalità degli autori viene indicata come abitatrice delle acque salmastre della Svezia e del Mare del Nord. 8. ULVA FLEXUOSA Wuìf. U. frondihis tuhilosis swqMcmsculis, inferne longe attemiatis su- perne injiatis hiillato-flexuosis et demum intestiniformihis ; cellulis majiisculis rotundato-j^ólyedris per series longitudi- oiales dispositis, verticaliter siibquadfatids. Ulva flexuosa Wulf. Crypt. acj[. p. 1. Conferva flexuosa Wulf. in Rotli Cai. /, p- 188. Enteromorpha flexuosa /. Ag. Till Algernes Syst. VI, p. 126. ? E. JuRGENsii Kg. Sp. j) 481. — Tab. Phyc. VI, 42, ///. — Hauck Meeresalg. p. 433. — Ralenli. Alg. Sachs. JN^.° 910. ? E. FULYEscENs Kj. PJiyc. gemi. p. 248. — Sp. p. 481. -— Tao. Phijc. VI, 42, II Abit. Adriatico (sec. gli autori). Affine per il portamento alle formi minori delle U. Enteromorpha intesti- nalis e compressa, ne sarebbe tuttavia distinta per la disposizione regolare delle cellule che costituiscono la fronda. 205 Ne ho esemplari del mare del Nord. — Secondo gli autori si troverebbe nel Mar nero, nell'Atlantico sulle coste europee ed americane, al Capo di Buona Speranza, nell'Oceano pacifico e nel Mar rosso. ULOTHRICHACEAE Rabenh. Algae filiformes articiilatae monosìplioniae. Fila simplicia libera aut lateraliter in fascias connata vegetatione intercalari. Cel- lulae omnes fere fertiles. Membrana tenue aut crassa 'plerumque lamellosa. Endocìiroma parietale granula amylacea includens, postea divisione aut simplici aut repetita in zoosporas tran- smutatum. Zoosporae duplici generis : macrozoosporae sphae- ricae, ovoideae vel ovato-oUongae, in polo postico rotundata, in polo antico acutata, ciliis vibratoriis Mnis vel qiiaternis munita interdum sui) f usi f or me s, saepe jam intra cellulam matricalem germinantia ; microzoosporae (gameta) multo mi- nora, forma simili, in polo antico ciliis vibratoriis binis in- structa . Ulotrighàgeae Rabenh, FI. Eur. Alg. III,p. 360. Ulotricheae Kg. in Linnaea 1843, XVII, p. 90. Ulothrigheae Kg. Phjc. p. 251, (excl. p.]. Le ulotricacee sono alghe per la massima parte di acqua dolce, che nella Flora del Mediterraneo si trovano rappresentate appena da una sola specie. È per questo che malgrado la grandissima importanza che esse presentano dal punto di vista biologico, al presente io non giudico opportuno di darne det- tagliato ragguaglio. Oltreché con le confervacee e le ulvacee, esse hanno dei rapporti con le volvocinee e le zignemacee, che come è noto sono famiglie par- ticolari alla flora delle acque dolci, quindi qui non può essere questione nep- pure della loro ubicazione sistematica. ULOTHUIIl Kg. Fila libera breviter articulata. Articuli membrana tenue, raiis- sime lamellosa. 906 Ulothrix Kg. Phyc. p. 251. — Sp. p. 345. — Tliv.r. Recherch. in Ann. des. se. nat. 3.'"^ Ser. tom. XIV, 1850, jo. 222. — Ra- henh. FI. Eur. Alg. Ili, p. 365. — Oramer, Paaruny der Schwdrmsporen von Ulothrix in Bot. Zeit. 1871. — Cienkowslii, Zur Morpliologie der Ulotricheen in Bull, de V Acad. des se. de Saint-Pètershourg , XXI, 1876. — Bodel, Ulothrix zonata in Jalirb. filr miss. Bot. X, 1876. Lyngbya. Hassall, nec Ag. Myxonema, Nemathrix et Myxothrix Fr., [eoccl. p»-)- ULOTHRIX IMPLEXA Kg. U. pallide viridis, crispa, spiraliter torta ed implieata ; articulis cylindricis, 0,010-0,015 mm. erass., diametro duplo hreviorihus vel aequalibns. Ulothrix implexa Kg. Sp. p. 349. — Tal. Phyc. II, 94, //. — . Rabenh. FI. Eur. Alg. Ili, p. 364. — Ardiss. e Stra.f. Enum. Alg. Lig. p. 128. — Haucli Meeresalg. p. 441. HoRMiDiuM iMPLExuM Kg. Bot. Zeit. 1847, p. 147. Ulothrix submarina Kg. Sp. p. 349. — Tal). Phgc- II, 94, ///. U. LIGUSTICA Dufour in Eri. critt. ital. Ser. 1, y.° 1032, — Ar- diss. . e Straff. l. e. Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello) ed a Genova (Caldesi); Adriatico (sec. Hauckj. Sugli scogli a fior d'acqua. CONFERVACEAE Dumort. Algae jiliformes articulatae monosiphoniae. Fila simpUcia vel ramosa, vegetatione terminali non limitata intruda. Zoosporae 207 e endoclirowatis cellulanim omnium /rondis divisione repetita ortae, •pyriformes, polo antico ciliis vibraioriis terminalihis hinis instrudae. GoNFERVACEAE Dumoì't. Coììim. hot, il 822; p. 71. — llarv. Ner. bor. ani. HI, p. 67, (excL p.]. — Rabenh- FI. Enr. Alg. Ili, :p. 318. GoNFERVEAE Stack. Mèììt. Soc. Mosc. 1809, II, p. 52, [miitat. limit.). — J. Ag. Alg. med. y. 12. _ Kg. Sp. ]). 303, [exd. p.). — Thur. Recherch. in Ann. des se. nat. 3.'"^ 8er. tom. XIV, p. 219, pi. 16, Jlg. 7-11 et pi. 17. Le confervacee sono alghe colla fronda filiforme, articolata, monosifonia nuda, semplice o ramosa, per lo più assai allungata, ad accrescimento apicale, terminata alla base da un callo disciforme o radiciformi-partito. Nelle frondi ramose la ramificazione talvolta [Aegagropila] è così abbondante, che i rami intrigandosi fra di loro riuniscono i filamenti in masse compatte, che assumo- no la forma sferica e raggiungono delle dimensioni considerevoli, altre volte [Bkizodonium] invece è scarsissima e ridotta alla produzione di pochi e brevi rametti in forma di rizine. La membrana o tegumento delle singole articolazioni, ha consistenza e spessore più o meno grandi a seconda delle specie. Non raramente (Chaeto- morpha) e rigida, grossa, distintamente lamellosa. Il contenuto consiste in una massa amorfa di protoplasma colorato da clo- rofilla, nella quale si trovano disseminati dei granuli amidacei e si possono distinguere uno o più nuclei (cfr. Borzi, Studi Algologid I. p. 51. e seguenti. — Schmitz, Beobachtnìigen ilher die vielkernigen Zellen der SipJionodadiaceen, Hal- le 1870). Nelle confervacee la formazione delle zoospore si effettua in tutte le cel- lule della fronda, cosicché, come disse Thuret, queste piante si possono para- gonare ad una serie di zoosporangi congiunti per mezzo delle loro estremità. Nelle cellule che si dispongono a dare origine alle zoospore, i granuli amida- cei spariscono, il contenuto sì distacca dalle pareti, si contrae, diventa opaco, scuro od olivaceo. Le zoospore, tostocliè sono formate, vengono espulse attra- verso uno 0 più fori, che appariscono in altrettanti rigonfiamenti laterali della parete. Alcune che non riescono a liberarsi, germogliano dentro la cavità della loro cellula madre. Le articolazioni che si vuotano per le prime, generalmente sono quelle delle sommità dei rami, però non è raro di trovare alcune delle cellule superiori ancora ripiene di endrocoma, mentre quelle inferiori già si sono completamente vuotate (Thuret 1. e). Le zoospore nascono in gran numero in ciascuna cellula, per modo che, prima della loro sortita appariscono addensate in una massa compatta. Esse sono periformi e provvedute di due ciglia vibratili esilissime inserite sul rostro. Mostrano un punto rosso che rimane ben distinto anche nel primo periodo 208 della loro germinazione. La membrana delle cellule vuote, subito dopo la sor- tita delle zoospore, presenta delle strie longitudinali di una estrema sotti- gliezza, tagliate ad angolo retto da altre strie trasversali ancora più sottili (Thuret 1. e). Nelle Chaetomorpha spesso include uno e meno frequentemente due grossi globuli bianco-giallastri, di apparenza oleaginosa, la cui presenza già è fatta palese nella cellula prima della completa organizzazione delle zoo- spore, da altrettanti spazi sferici, di tinta chiara, nettamente disegnati sul fondo scuro della massa zoosporigena. Poiché la famiglia delle confervacee, quantunque comprenda due generi l'uno esclusivamente e l'altro prevalentemente marini, pure per la massima parte appartiene alla Flora delle acque dolci, l^'] qui non sarebbe opportuno di discutere circa la sua circoscrizione. Però non devo tralasciare di accennare come secondo il eh. Schniitz, le Cladopìiora e le ChaetomorpM andrebbero riunite alle Valonia, ai Microclictyon, alle Anadì/omene per costituire il gruppo delle sifonocladiacee, il quale sarebbe caratterizzato dalla pluralità dei nuclei, che quest'autore avrebbe accertata nelle cellule di tali alghe. L' importanza di questo carattere, che riaiì'erma gli stretti rapporti che corrono fra le sifonee ed i generi Cladopliora e Chaetomorpha è innegabile, ma non è neppure da trascurarsi l' importanza della somma dei caratteri pei quali i generi delle confervacee marine si avvicinano a quelli dello stesso gruppo che sono esclusivamente rappresentati nella Flora delle acque dolci. Del resto nella classificazione delle clorosporee mediterranee, l'applicazione del carattere posto in rilievo dallo Schmitz ed accettato come criterio tasso- nomico dal Falkenberg e dal Horzi, non condurrebbe che ad una disposizione dei gruppi di ben poco diversa da quella qui praticata. enJLETOMORPHt Kg. Fila swiplicia, basì callo siibdisciformi vél Tadicif ormi- partito aflxa. Afticuli membrana crassa, firma, subcartilaginea, la- mellosa. Chaetomorpha Kg. Plijjc. germ.p. 203. — Tlmr. l. e. ii. 219, yl. 17, fig. 1-3. — Ralenli. FI. Eur. Alg. IH, i^. 327. Aplonema Hassall FresJm. Alg. i). 213. GoNFERVAE s'p. Auct. vcter. Filamenti articolati, semplici, sorgenti da im callo quasi disci- forme o radiciformi-partito, diritti o curvati, spesso cespugliosi od *; Veramente anche i generi Entocladia e Phacophila apparterebbero iilla Flora del Mediterraneo, ma i generi marini delle confervacee, malgrado quest' aggiunta, riescono sempre numericamente inferiori a quelli di acqua dolce della stessa famiglia. 209 agglomerati in funicelle contorte, talvolta intrigati e formanti delle masse galleggianti. Articolazioni cilindriche oppure più o meno ven- tricose ; le inferiori per lo più brevi e meno grosse delle superiori che generalmente sono anche più allungate; la basale spesso alquanto più sottile ed assai più allungata di tutte. Tegumento consistente od anche quasi cartilagineo, lamelloso, per lo più di spessore assai ragguardevole, specialmente nelle articolazioni inferiori. Endocroma da ultimo parietale, continuo, granuloso, contenente dei granuli ami- dacei sparsi. Le Chaetomorpha sono alghe quasi esclusivamente marine; alcune appena crescono nelle acque salmastre, nessuna nelle acque dolci. PROSPETTO SINOTTICO DELLE SPECIE I. Filamenti curvati ; J. grossi da 5 10 centesimi di mm. articolazioni eguali al diam. o del doppio più lunglie, Ch. tortuosa articolazioni da 2-4 volte più lunghe del diam., Ch. gracilis articolazioni quasi sempre del doppio più lunghe del diam., Ch. fibrosa 2. grossi da 13-18 centesimi di mm. articolazioni eguali al diam. o del doppio più lunghe, Ch. Linum var. longiarticulata 3. grossi da 30-50 centesimi di mm. articolazioni spesso quasi ventricose. Ch. crassa IL Filamenti diritti ; grossi da 12-45 centesimi di mm. articolazioni eguali al diam. o due volte più lunghe, Ch. variaUlis articolazioni eguali al diam. o due volte più brevi. Ch. aerea 1. CHAETOMORPHA TORTUOSA (DiUw.J Kg. Ch.filis crispatis torhiosis, ìaeie viridilits, riyidnlis, 0,05-0,08 mm. crass.; articìiUs cylindricis vel paululum constrictis, diametro aequalihis vel duplo longìorihus. Chaetomorpha tortuosa Ky. Sp. 376. — Tal). Phi/c. IH, 51, //. 14 210 — Ardiss. Emm. Ahj. Sicil. N.^ 34. — Ardiss. e Straff. Eniim. Alg. Lig. p. 114. — Haiick Meeresalg.p. 439. — Eri), critt. ital. Ser. I, N." 631. Conferva tortuosa Dillw. Conf. toh. 46. — Ag. Syst. p. 98. — /. Ag. Alg. med. p. 12. — BeNot. S'p. Alg. lig. N.° 123 ! — 3Io7itg. FI. d'Algér. p. 164. Rhizoclonium capillare Kg. Boi. Zeit. 1847, j). 166. Ghaetomorpha Callithrix K(J, Sp. p. 376. — Tal. Phyc. Ili, h\, I. Gh. mediterranea Kg. Sp- p. 381. Spongopsis mediterranea Kg. Phyc. p. 261. — Tal. Phyc. Ili, 50, II Ghaetomorpha ligustica Kg. Sp. j). 376. — Tao. Phyc. Ili, 52, //. var. iDroxria.rtio'vi.l^t^, artictilis diametro sulaecpualibus aut Ireviorihus. Gh ? breyiarticulata Hauck Meeresalg. p. 440. ? Gh. implexa Kg. Sp. p. 376. — Tal. Phyc. Ili, 51, ///. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia; Mare ligustico a Monaco, Mentone, Cornigliano, Genova, Rapcillo; Tirreno a Li- vorno (sec. Kg.) e sulle coste della Sicilia; Adriatico (sec. gli autori). Sugli scogli a fior d'acqua; non molto frequente, ma per lo più abbondante nelle località in- dicate. Si estende largamente nell'Oceano Atlantico e nell'Oceano Australe. Costituisce delle funicelle densamente increspate, quasi spugnose, lunghe un decimetro circa, fra le quuli spesso si trovano altre alghe. Della varietà breviar f ietti ata non ne possiedo che degli esemplari oceanici. 211 -i. CHAETOMORPHA GRACILIS Kg. CU. fiUs rectiusculis mi crispis, pallide viridibus, flaccidis, 0,05- 0,07 mm. crass.; articulis cylindricis diametro 2-4 pio lon- (jiorihus. Ghaetomorpha GRACILIS Kq. Phijc. gevììi. p. 203. — /S^. p. 376. — Tab. Phyc III, 52, /. — Hauck Meeresalg. p. 440 ! — Wittrock et Nordstedt Alg. exsicc- A^." 217. Conferva gracilis Kg. Phyc. p. 259, non Gviff. G. KiìTziNGii Menegli., [sec. Kg ). Abit. Adriatico nelle Saline di Zaule presso Trieste (Hauck). Forma di autonomia dubbiosa, appena distinta dalla precedente per la maggiore lunghezza delle articolazioni. Ne ho esemplari di Cherbourg favoritimi dal D.^ Lebel. 5. CHAETOMORPHA FIBROSA Kg. Ch. filis ciirvatis, Jlavesceiiti viridibus, subf.accidis, 0,08-0,10 mm. crass.; articulis subcylindricis ad geniciila parum constrìctis, diametro pleruìnque duplo longioribus, raro aeqvMibus. Ghaetomorpha firrosa Kg. Phyc. germ. p. 203, — Sp. p. 376. — Tab. Phyc. Ili, 52, V. — Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. p. 115. Conferva fibrosa Kg. Phyc. p. 259. Abit, Mare ligustico a Cornigliano ed a Monaco ; Adriatico (sec. Kiitzing). Differisce appena dalla specie seguente per la minore grossezza dei fila- menti. Le articolazioni in lunghezza talvolta superano il triplo del diametro. Ne ho esemplari di Cherbourg comunicatimi dal ch. Le .Jolis. 010 h. CHAETOMORPHA LIINUM (FI. don.) Kg. CU. filis curvatis laxe ùnplicatis, Jlavescenii viridihis, rigiduìis, 0,12-0,18 7)im. crass. ; articulis cylindricis aut snlventricosis, diamelro aequalihus vel duplo longioribus. CHAETOMORPHA LiNUAi Kg. PJiyc. gevm. ^;. 204. — Sp. J9. 378. — Tal). Pliyc. Ili, 55, III, (excl. stjn.). Conferva Linum FI. dan. toh. DQCLXXI, fg. 2, (1782), non Roth nec Harv. Rhizoclonium Linum Thur. in herl. ! CHAETOMORPHA CHLOROTiCA Kg. S'jJ. p. 377. — Tciò. Pkyc III, 54, //. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 116. — Houck Meeresalg. lì. 439. — Hohenack. Meeralg. iV.° 354. Conferva chlorotiga Montg. FI, d'Ahjer. p. 165. CHAETOMORPHA SETACEA Kg. PJiyc. gemi. p. 203. — Sp. p. 377. — Tal). Phjjc. Ili, 54, ///. — Hohenack. Meeralg. N."" 304. Conferva setacea Ag. Syst. p. 98. — J. ^4g, Alij, med. p. 12. — K50 mm. crass., arlìculis sulcentricosis diametro aegualihus vel duinlo longio- Tibua. Ghaetomorpha crassa Kg. Phyc. germ. p. 204. — Sp. p. 379. — Tai. Phyc. Ili, 59, II — Ardiss. Enum.. Alg. Sicil. iY.° 36. — Rabenh. FI. Eur. Alg. p. 328. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. 2^. 116. — Hauck Meeresalg.jp. 439. — Rabenh. Alg. Eurojp. A^.° 1314. — Eri. critt. ital. Ser. 7, N.° 151. Conferva crassa Ag. Syst. pt. 99. — ./. Ag. Alg- med. p. 12. C. capillari?, Dillw. Oonf. tao. 9. Chaetomorpha torulosa Kg. Phyc germ. p. 204. — Sp. p. 380. — Tal). Phyc. ///, 61, //. — Zanard. Icon. Phyc. Ili, p. 33, tah. IXXXVIII, A. Conferva torulosa Zanard. Saggio p. ^\. 214 Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec, G. Agardh); Maro li- gustico a Nizza, al Porto Maurizio ed a Genova; Tir- reno in Corsica (sec. G. Agardh), in Sicilia ed in Sar- degna (sec. Piccone); Adriatico (sec. gli autori); Mediterr. inf. a Licata in Sicilia (Beltrani). Sugli scogli a fior d'acqua, non raramente in masse galleggianti. É specie largamente diffusa negli Oceani. Stando alla grossezza dei fila- menti se ne potrebbero distinguere per Io meno due varietà-, l'una maggiore corrispondente alla Ch. torulosa, l'altra minore probabilmente identica alla Ch. Linum dello Harvey e di parecchi anticlii autori. La Ch. dalmatica Kg., stando agli esemplari con questo nome comunicatimi dallo Hohenacker come riveduti dallo stesso Kùtzing a mio avviso non può distinguersi dalla Ch. crassa. (). CHAETOMORPHA VARIABILIS Kij. Ch.filis erectis inferìie fvsco-virenlihvs rigidiusculis 0,12-0, '20 mm. crass., superne lutescentibus flaccidis duplo crassiorihus ; ar- ticulis diametro aeqìialiìms , aut duplo lomjioribus infimo elon- ijato, ad geniciiìa parum constrictìs. CHAETOMORPHA VARIABILIS Kg. Pliijc. (jerm. p. 203. — S^. ^;. 378. — Tal). Phìjc. Ili, 55, IL Conferva variabilis Kg. Pligc. p. 260. CHAETOMORPHA VASTA Kg. Sp. p. 378. — Tal). Phiic. Ili, 56, //. — Srb. critt. ital. Ser. II, A^.° 779. Conferva vasta Kg. Phyc. p. 260. CHAETOMORPHA DuBYANA Kg. Sp. p. 378. — Tal). Phyc. Ili, 50, /. — Eri), critt. ital. Ser. IL N-"" 778. Conferva Dubyana Kg. Phgc ])■ 260. CHAETOMORPHA GALLICA Kg. Sp. 'p. 378. — Tal), Phyc. Illy 57, ///. ? Ch. herbagea Kg. Bot. Zeif. 1847, p, 167. — Sp, p. 378. — Tab. Phyc. HI, 57, /. 215 Ch. intermedia Eri), critt. ital. Ser. /, N."" 361. — Ardiss. Emm. Alg. Sicil. i\^.° 37. — Ardiss. e Straf, Emm. Alg. Liy. p. 115. — Ralenh, Alg. Euroj). iV."' 1551. DiPLONEMA iNTERMEDiUM DeNot. Prosp. FI. lig . 2). 74 ! D. SPEGTABILE DeNot. ìhm. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. gli autori); Mare li- gustico su tutta Festensione del litorale; Tirreno in Corsica (Debeaux) ed in Sardegna (Rabenhorst e Ca- nepa); Jonio sulle coste della Sicilia; Adriatico (sec. gli autori). Sugli scogli a fior d'acqua. Si estende largamente negli Oceani. Si distingue appena dalla specie seguente per la lunghezza delle articola- zioni inferiori, elio in questa per lo più è uguale o maggiore del diametro, in quella invece è minore. Il valore di questo carattere però parmi assai conte- stabile per cui inclino a credere che le due supposte specie non debbano for- marne che una sola. 7. CHAETOMORPHA AEREA (Dillm.) Kg. Ch. filis erectis injerne saturate mridibus sursum pallidis, 0,15- 0,45 mm. crass., articulis diametro aequalihis aut 2-j)lo hre~ viorihis, infimo elongato, ad genicula parum constrictis. CHAETOMORPHA AEREA Kg. Sjj. p. 379. — Tdò. Pligc. Ili, 59, /. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. iV." 35. — Rahenh. FI. Eur. Alg. Ili, p. 328. — Ardiss. e Straff. Ennm. Alg. Lig. p. 115. — Hauck Meeresalg. p. 438. Conferva aerea Dillw. Conf. tal. 80. — Lgngl). Hgdr. Dan.p. 147, tal. 51. — Ag. Syst.p. 100. — /. Ag. Alg. med- p. 12. — Beìsot. Sp. Alg. lig. iV." 121 ! CHAETOMORPHA PRiNGEPs Kg. Pìiyc. geriiL p- 204. — Sp. p. 380. — Tal. Plug e. Ili, 61, ///. — Ho/tenach. Meeralg. IV. " 305. Conferva princeps Kg. Phyc. p. 261. sàie •Ghaetomorpha urbiga Kg. Sp. lì. 377. — Tol). Phyc. Ili, 54, / V. — Zanard. Icon. Phìjc. III^ p. 35, tal). LI XX Vili, B. Conferva urbica Zanard. Syn. alg. Adriat. p. 50. — Oell. mar. p. 74. Abif. In tutte le regioni del Meditcì-raneo. Sugli scogli a fior d'acqua. Si estende largamente negli Oceani. RlllZ0CL0111(]i>l Kg. Fila simjplicia ramulos breves radiciformes saepius radicantes emittentes. Artictili membrana firma non lamellosa. Rhizoglonium Kg. Phgc. j). 261. — Rabenh. FI. Eur. Alg. II I^ p. 329. — Borzi Studi Algologici I, p. 52. Gonfervae sp. Auct. veter. Filamenti articolati, semplici, di grossezza eguale su tutta la loro estensione, provveduti di brevi rametti radiciformi assottigliati alle estremità e spesso radicanti. Articolazioni di lunghezza non maggiore del quadruplo del diametro, col tegumento consistente, non lamelloso. Le specie di questo genere per la massima parte abitano le acque dolci. Alcune soltanto crescono nell'acqua marina e salmastra. Di specie di Rhizo- clonium veramente marine, nel Mediterraneo non se ne conosce che una sola : quella qui descritta, la cui sinonimia per altro ha tuttora bisogno di essere confermata. RHIZOGLONIUM RIPARIUM {RothJ Haiv. Rh. fiavo-viridulum, crispatum ; articulis 0,016-0,028 onm. crass., diametro post divisionem factam aequalibiis, sesgui vel duplo longioribus, ante divisionem diametro 2-4 pio longiorìbus. ai7 Rhizoclonium riparium Harv. Phyc. Ir. pi. 238. — Hauck Mee- resalg. ju. 443 ! Conferva riparia Roih Oat. Ili, p. 216. Rhizoclonium salixum Kg. Phyc. gemi. p. 205. — Sp. p. 384. — Tai. Phgc. Ili, m, IV. — Rabenli. FL Eur. Alg. lll,p. 330. — ArcUss. e Straf. Enum. Alg. Lig. p. 116. Rh. interruptum Kg. Sp. p. 384. — Tab. Phyc. Ili, 69, //. Rh. obtusangulum Kg. Phyc. p. 261. — Sp. 2^- 385. — Tal). Phyc. Ili, 71, III-V. Rh. littoreum Kg. Phyc. l e. — Sp. p. 386. — 2'ah. Phyc. Ili, 73, //. Rh. Jììrgensii Kg. Phyc. l. e. — Sp. p. 386. — Tab. Phjc. Ili, 73, /. Rh. pannosum Kg. Phyc. germ.p. 205. — Sp.p. 384. — Tal. Phyc. Ili, 70, I Conferva pannosa Aresch. Alg. scand. sicc. N.^ 16, (fide Kg.). Abit. Mare ligustico a Genova, nelle pozze di acqua marina stagnante fra gli scogli della batteria della Cava, in estate; Adriatico a Capodistria (Hauck). Cresce in copia nei mari del Nord d' Europa e sulle coste dell'America Settentrionale, da dove mi venne comunicato dai eh. Le Jolis, Le Normand, Collins. €L%DOPIIORA Kg, Fila ramosa, basi attenuata, articuUs infimis ceferis plerumque longiorihiis, fioie in radiculam elongatis sulramosis. Gladophora Kg. Phyc. p. 269. — Ralenk. FI. Eur. Alg. Ili, p. 383. Confervae sp, Auct. veter. 218 Il genere Cladopliora sotto il punto di vista sistematico è forse il più difficile fra tutti quelli che appartengono alla Flora del Mediterraneo, senza escludere il genere Polysiplionia, che pure gli é superiore in quanto al numero delle specie. Nelle Polysiphonia infatti la struttura e la ramificazione della fronda forniscono dei buoni caratteri per la formazione delle sezioni, sotto se- zioni e per la distinzione delle specie, mentre nelle Cladophora a ciò non soc- corrono se non caratteri il cui riconoscimento per Io più non può es?ere che il frutto di lunghi confronti e di un giusto apprezzamento. In tutte le Cladophora invariata è la struttura della fronda e poco stabile il modo della ramificazione. La grossezza della fronda e la lunghezza delle articolazioni, anche in parti corrif:il Sect. i.^ ite^agropila Kg. Fila decise et arde implicata, corpora globosa, imlmnata formantia. 1. CLADOPHORA ECHINUS (Bias.) K. critt. ital. Ser. II, iV.° 1434. — HaucJi Meeresalg. p. 451, NON Kg. Conferva gatenatà Ag, Sgst. p. 119. — /. Ag. Alg. med. ]ì. 13 ! — DeÌ!^ot. Sp. Alg. lig. X° 115! Gladophora prolifera v. flaccida Kg. ~ Hohenack. Meeralg. jV." 460. Abit. Golfo di Lione a Tolone (Erb. Menegh.); Mare ligu- stico a Nizza (G. Agardh, da esempi, del R. Museo fio- rentino), a Villafranca (Strafforello), al Porto Maurizio, ad Alassio (Strafforello), a Pegli, Genova, Quarto, Rapallo, Sestri Levante e Spezia; Tirreno a Livorno (Erb. Menegh.); Jonio sulle coste della Sicilia ; Adria- tico ad Ancona. Comunissima in Liguria sugli scogli a poca profondità. Si distingue facilmente dalla CI. prolifera per il suo bel color verde, che generalmentu si mantiene inalterato colla diseccazione, per la minore rigidità dei suoi filamenti e sopratutto per la minore lunghezza delle sue urticolazioni, delle quali quelle superiori raramente l'aggiungono il sestuplo del diametro e per lo più riescono ovoidee^ lunghe da una volta e mezza a tre volte la stessa misura. Inoltre mentre nella CI. 'prolifera le articolazioni compariscono ingros- sate verso le giunture, nella CI. catenata queste invece nella stessa regione tendono piuttosto a ristringersi. Presenta due forme principali : l'una corrispondente agli esemplari da me stesso pubblicati nella Exsiccata del Rabenhorst, col nome di CI, catenata^ e 227 pubblicati dallo Hohenacker sotto il nome di CI. froliftm Jìaccida; l'altra alla CI. catenata dello Hohenacker (Meeralg. N.» 301). Gli esemplari AeWErh. critt. ital. si accostano assai ai primi, ma già accennano alla seconda forma. Nella prima forma i filamenti sono più rigidi ed hanno lunghezza disu- guale ; nella seconda il colore è meno intenso, i filamenti hauTio tutti presso a poco la stessa altezza e costituiscono dei cespugli più compatti ed estesi, i quali quando sono preparati assumono un contorno flabellato o quasi orbi- colare. 11. CLADOPHORA SCOPARIOIDES llauck CI. obscure viridis, siccitate olivacea, rigida, ad fi. cm. long a; fllis prÌTnariis radicantihus ad 0,15 mm. cross, di-polychotomis ramo- sissimis, ramis laferaliter ramulosis, ramulis oppositis paten- tissimis, super ioribus alternis vel secmidis ; articidis diametro 4-10 pio longiorihus sìiprenns elongatis. Gladophora SCOPARIOIDES Raucli Meeresalg. p. 451 ! Abit. Adriatico a Trieste (Hauck). A prima vista ricorda le forme minori della CI. utricolosa, ma ne è suffi- cientemente distinta dal suo portamento, dalle sue fibre radiciformi e dalla sottigliezza relativa di tutte le sue parti. 15. CLADOPHORA RAMULOSA Menegh. CI. laeteviridis, submemhranacea ad 25 cm. loìuja ; fllis di-tricho- tomis ad 0,20 mm. crass., ramis valde tenuioribiis, brevibus, oppositis, patentibus, ramulis secundis ; articulis primariis diametro 8-10 pio, ramonmi 2 pio longioribus torulosis. Gladophora ramulosa Menegh. Giorn. bot. ital. 1844, p. 306 ! — Phyc. germ. p. 210 — 6'p. p. 391. — Tab. Pliyc. Ili, 85, //. — DeNot. Prosp. FI. lig. ^. 68 ! — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 121, (excl. p.). — Zanard. Icon. Phyc. I, p. 99, tab. XXIV, A. — Erb. critt. ital. Ser. /, N."" 862, Ser. Ily N."" 428. Gl. utrigulosa V. ramulosa Hauck Meeresalg. p. 455 ! 228 Abit. Mare ligustico a Genova (De Not. ed Erb. Menegh.); Tirreno a Viareggio ed in Sardegna (Erb. critt. ital.); Adriatico a Pirano (^Hauck) ad Ancona ed a Bari (De Romita). Sugli scogli a poca profondità. Il carattere principale per cui questa forma si distingue dalla precedente, consiste nei rami opposti, sottili, brevi, che spuntano quasi orizzontalmente dai suoi filamenti primari. In entrambe le specie i ramoscelli riescono unilaterali, ma nella CI. utri- eulosa questi sono più irregolari e rigidi. Per il carattere già indicato dei rami opposti, la CI. ramulosa ricorda la CI. rectangularis Harv., dalla quale tuttavia è ben distinta per la sua ramifi- cazione meno regolare e per i suoi rametti unilaterali. La CI. rectangularis Harv, del resto io non ho mai potuto vederla se non in esemplari provenienti dalle coste della Francia settentrionale e della Gran Brettagna. Il solo Hauck, per quanto mi è noto, la cita fra le specie adriatiche. 15. CLADOPHOR\ UTRICULOSA Kg. CI. laeteviridis, siibmemlranacea, ad. 10 cm. long a; filis di-poly- cliotomis ad 0,20 mm. crass.. ramis superiorihus confertis et crelrioribus, ramellis lateralihits inlerdum secundis, 0,10 mm. crass.; articuUs diametro 2-6 ;plo longiorihus, superioribiis ad geniada constrictis. Gladophora UTRICULOSA Kg. Phyc. p. 269. — tSp. p. 393. — Tal. Phìjc. Ili, 94. — Ardiss. Alg. Ancona p. 18. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig.p. 121. — Hauck Meeresalg. p. 554, (excl. p.). — Eri. cntt. ital Ser. II, N." 111. Conferva dighotoma Kg. Actien, 1836. Gladophora diffusa Menegh., (sec. Kg.). GoNFERVA DIFFUSA Rorli Cat. II, p. 207, Cab. VII, [sec. Kg.]. — 3Iontj. FI. d'Algér. p. 167. Gladophai A AEGAEA Kg. PJiyc. p. 266. Gl. FALCATA Hav'o.'i — Kg. Sp. p. 399. — Tab, Phyc. IV, 14, // — Bo!i.enack. Meeralg. p. 470. 229 Gl. glebifera Eri), cntt. ital. Ser. Il, N.° 176, non Kg. Gl. flaccida Frb. critt. Udì. Ser. I, iV.° 758. — Ardiss. e Straff. Emm. Alg. Lig. p. 121, non Kg. Abit. Golfo di Lione a Tolone (Sig.* Favarger); Mare ligu- stico a Villafranca, Montone, Savona, Voltri, Genova, Sestri Levante e S(3ezia; Tirreno a Palernfio (Beltrani); Adriatico ad Ancona, in Dalmazia (Ilohenacker); e sulle coste deiristria (Titius, Hauck); Egeo e Mediterr. inf. (sec. gli Autori). Sugli scogli a poca profondità. Secondo gli autori alcune forme riferibili a questa specie, crescerebbero nei mari dell'Europa settentrionale. U. CLADOPHORA OVOIDEA Kg. CI. mridis, rigidìila, ad Ì5 cm. longa ; jUis remote dichotomis, ad 0,15 mm., crass. ramis lateralihus approximaiis confertis, ra- mulis secìindis pectinatis ; ariiciilis primariis cylìndricis dia- metro 4-6 pio, ramuloruTìi siibventricosis diametro sesqui-trìptlo longiorihìis. Gladophora OVOIDEA Kcj. Pkyc. p. 266. — Sp. p. 393. — Tal). Phyc. Ili, 92, / — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 121. Abit. Mare ligustico a Nizza ed a Genova; Adriatico nel porto di Ancona (Caldesi). Sugli scogli a poca pro- fondità. É affine alla CladopJiora ramulosa, dalla quale tuttavia si distingue pei* la mancanza dei rami opposti caratteristici di quella specie, nonché per la mag- giore sottigliezza di tutte le sue parti e per la minore lunghezza delle arti- colazioni primarie le quali riescono assai dissimili da quelle dei rametti che sono quasi ventricose. La CI. ovoidea del Kiitzing venne illustrata da quest'Autore su esemplari provenienti dal mare del Nord. Io non ho mai potuto vederne degli esem- plari autentici, ma stando alla citata figura delle Tahulae Phycologicae, credo di poter ritenere come sicura la determinazione della forma qui descritta. 230 15. CLADOPHORA KUTZINGII CI. laxe caespitosa, laete viridis siibjlaccida, ad 15 cm. longa; Jilis irregulariter dicJiotomis, ad 0,35 mm. crass., ramulis cristato- conjmbosis lateralibus terminalihusfiue obsessis ; articulis pri- mariis diametro 2-3 pio longiorihus, ramulorum veoitricosis diametro sequi-duplo longiorihus. Gladophora Rissoana Kg. S^. p. 392. — Tab. Phyc. Ili, 88, //, NON Conferva Rissoana Montg. nec BeNot. Sp. Alg. lig. N." 116. ? Gladophora laxa Kg. Phgc. germ. J3. 209. — fSp. f. 394. — Tab. Phyc, 111, 96, /. Abit. Tirreno a Livorno (Corinaldi, secondo esempi, del K. Museo fiorentino), a Palermo (Beltrani); Adriatico (sec. gli autori). Sugli scogli a poca profondità. L'Hauck liferisce la Cladopìiora Rissoana Kg. alla CI. utriculosa, ma io benché non possa, per mancanza di esemplari autentici, accertare l'idenliià della mia pianta con quella del Kiitzing, pure rimettendomi alla diagnosi dello Species Algarum ed alla figura delle Tabulae Phycologicae, credo che essa vi corrisponda e che sia ben distinta dalla CI. utricidosa della quale è quasi del doppio più grossa e diversa per la ramificazione. La CI. laxa che viene riferita dall'Hauck alla CI. utriculosa, a mio avviso è una forma intermedia fra le CI. Kiltzingii e CI. ramulosa. In mancanza di esemplari autentici non saprei decidere se convenga avvicinarla più a questa che a quella specie. 16. CLADOPHORA HUTCHINSIAE (DiUw.) Kg. CI. laete viridis, ad 20 cm. longa ; Jilis vamosissimis^ ad 0,40 mm. crass., ramis elongatis ftagelliformibus, ramulis conformibus erectis obsessis ; articulis primariis cglindricis, ramulorum suhventricosis omnibus diametro sesqui-triplo longiorihus. Gladophora Hutghinsiae Kg. Phgc. germ. ^. 210. — l^p. p. 391. — Tab. Phyc. Ili, 87, /. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 121. — Rauck Meeresalg. p. 453. 231 Conferva Hutghinsiae Dillm. Conf. tah. 109. — Montg. FI. d'Al- gér. p. 167. Gladophora alyssoidea. Menegli. Giorn. hot. ital. 1844, p. 305 ! — Kg. >S'j). p. 391. — Tah. Phyc. Ili, 87.. II. Conferva Rissoana Montg. — BeNot. Sp. Alg. lig.JSÌ.'' 110!, NON Kg. Abit. Mare ligustico nel Lazzaretto di Villafranca; Adriatico (sec. Hauck). Cresce eziandio nei mari del Nord d'Europa e nell'Oceano Atlantico. In esemplari di Arromanches venne pubblicata dallo Hohenacker (Meeralg. N.^ 203) ed in esemplari di Cherbourg mi venne comunicata dal eh. Le Jolis. La CI. dij^usa Harv., (non C. diffusa Rotli), della quale possiedo esemplari di Cherbourg favoritimi dal Le Jolis, secondo Thuret (in Le Jol. List. Alg. mar. Cherb. p G2) non sarebbe ohe una forma della CI. HiitcUnsiae nella quale i rami rimangono quasi nudi. 17. GLADOPHORA BRACHYCLONA Montg. CI. laxe caespitosa, pallide viridis vel hitescens, membranacea, ad lo cm. longa; jllis di-polycliofomis, ad 0,25 mm. crass., ramis prùnariis distantihus, ramiilis terminalihus suhsecundis, pedi- natis, hrecissimis, approximatis ; articuUs primariis cijlmdri- cis diametro 4-6 p)^o, ramulorum ellipticis diametro sesqtnA pio longiorihus. Gladophora brachyglona Montg. — Kg. Sp. p. 394. — Tah. Phyc. in, 96, //. Abit. Mediterr. occid. sulle coste dell'Algeria (sec. Montg.); Mare ligustico al Porto Maurizio (Stratforello) ed a Genova. Adriatico a Pirano sulle coste dell' Istria (Titius). Sugli scogli a poca profondità. Dalle Gladophora ButcJiinsiae e CI. Rissoana si distingue per la minore grossezza della fronda, per la maggiore lunghezza delle articolazioni pri- marie, nonché per i rametti , che sono più numerosi e più brevi. Dalla CI. ramulosa si distingue per la ramificazione superiormente policotoma e per la maggior grossezza dei rametti, che riescono appena più sottili dei filamenti primari dai quali procedono. Nella CI. hrachyclona, come apparisce dalla citata figura del Kùtzing, alla quale corrispondono perfettamente i miei esemplari, da una stessa giuntura procedono più rami a diverso grado di sviluppo, ciò che, per quanto io ho potuto vedere, non accade nelle specie colle quali la forma in discorso presenta maggiori rapporti. t8. CLADOPHORA CONGLOMERATA Kij. CI. laete viridis, membranacea, ad 15 cm. lomja ; jilis di-j)oliiclio- tomis, ad 0,15 mm. crass., ramis terminalihis dense approxi- malis, conglomeratis ; articulis primariis diametro plerum^ue D pio longioribus, superiorihiis supremisqice ramulorum 3-^ pio, raro 2 pio longioribus. Gladophora conglomerata ^g. Tal. Phyc. Ili, p. 26, tal. 92, Jig. II Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello) ed a Cornigliano. Sugli scogli a poca profondità. É affine alla CI. glomerata, (*) della quale secondo il eh. Hauck (Meeresalg. p. 4S9J non sarebbe che la forma marina. L' Hauck vi riferisce la CI Suhriana Kg. sin qui indicata soltanto come abitatrice dei mari dell'Europa settentrionale e che, per quanto è dato giudicarne dalla descrizione e dalla figura del Kùtzing, pare sufficientemente distinta. 19. CLADOPHORA PENICILLATA Kg. CI. laete viridis tei lutescens, memlranacea, nitidissima, ad 15 cm. long a ; Jllis di-polycliotomis iasi ramosis, ad 0,25 mm. crass., ramis ramulisque oppositis nel alternis, densis ; articulis pri- mariis cylindricis, diametro 2-4 pio, ramulorum sulventricosis, diametro sesqui-triplo longioribus. Gladophora penicillata Kg. Tal. Phyc. III, p. 27, tal). ^5,fig. II, (fide icone). — Ardiss. e Straff. Emim. Alg. Lig. p. 121. *) La CI, glomerata è specie comunissima nelle acq,ue dolci. 233 Abit. Mare ligustico a Genova ed a Cornigliano ; Tirreno a Napoli (sec. Kg.). Sugli scogli a fior d'acqua. Dei ramoscelli ridotti ad una od a poche articolazioni veggonai verso le giunture dei filamenti primari, in maniera da riprodurre esattamente la dispo- sizione rappresentata dalla citata figura del Kùtzing. Benché assai affine alla specie precedente, pure per la grossezza quasi doppia dei suoi filamenti primari e per la maggiore brevità delle articolazioni ne è sufficientemente distinta. var. 1-Li.tescexxs, filis ad 0,15 mm. crass., ramtdis untiate' ralibus, articulis omnibus diametro 2-5 pio longiorihis. Gladophora lutescens Kg. Pliyc. germ. p. 211. — Sp. ]). Wò. — Tal. Phyc. IV, 23, L — Ardiss. e Straff. l. e. ^. 124. Gl. glomerata flavesgens HaucJi Meeresalg. p). 459. Abit. Mare ligustico a Genova; Adriatico (sec. gli autori). /. longiarticulata, articulis primariis diametro 5-10 pio, ramu- loTum 3 'jplo longioribus. Gl. lutescens longiarticulata Kg. Sp. p. 403. Gl. lutescens Eri), critt. ital. Ser. 1, N.^ 759. Gl. liniformis Ardiss. e Straff. l. e. p. 125. Abit. Golfo di Lione a Tolone (Sig.* Favarger); Mare li- gustico a Genova; Mediterr. inf. nel porto di Ales- sandria (Figari). Sugli scogli a fior d'acqua. 20. GLADOPHORA FLACCIDA Kg. 01. Jlavio-viridis, flaccida, ad 8 cm. longa ; filis di-tricliotomis, ad 0,16 mm. crass., ramis lateralihis crehris decompositis 0,03- 0,04 mm. crass. obsessis; ramulis unilateralibus patentissimis; articulis primuriis cylindricìs diametro 2-8 pio, ramulorum 2-5 pio longioribus. 234 Cladophora flaccida Ky. Phyc. gemi. p. 210. — Sp. 2^. 393. — Tal). Phyc. Ili, 93, /, non Eri), cntt. Hai. Ser. I, i\^.° 758, NEC Ardiss. e iStraff. Enum. Alg. Lig. p. 121. Cl. grystallina Eri), critt. ital. Ser. II, N.^ 1435, non Kg. ? Gl. fusgescens Kg. Phyc. gemi. p. 210. — Sp. p. 394. — Tal. Phyc. Ili, 93, //. Abit. Mare ligustico all'Isolotto di Bergeggi (Strafforello) ed al Porto Maurizio; Tirreno a Palermo (Beltrani); Adria- tico ad Ancona (Castracane). Nella prima e nella se- conda zona di profondità. È ben caratterizzata dai rametti relativamente sottilissimi che coprono i suoi rami e filamenti primari, nonché dalla straordinaria disuguaglianza di lunghezza delle articolazioni di questi stessi filamenti. I rametti riescono più o meno decomposti a seconda del loro grado di sviluppo. Le loro ultime ra- mificazioni per lo più sono in massima parte unilaterali ; in diametro misu- rano appena due centesimi di millimetro. L' Hauck (Meeresalg. p. 462) riferisce questa specie insieme a quella se- guente alla ci. fracta Kg., che è specie di acqua dolce ed a mio avviso asso- lutamente diversa. 21. CLADOPHORA PATENS Kg. ci. lutescens, flaccida, ad 15 cm. longa ; jilis ad 0,12 mm. crass. ìaxe dichotomis, superne trichotomis, ramulis jìatentissimis unilateralihus saepe imicelhdarihis ; articulis cylindricis dia- metro 4-8 pio longioribus. Cladophora patens Kg. Phyc. germ. p. 215. — Sp. p. 394. — Talj. Phiic. Ili, 98. Abit. Mare ligustico a Genova (Caldesi): Tirreno a Palermo (Beltrani); Adriatico a Trieste (Hauck). Differisce dalla specie precedente per la mancanza dei rametti sui rami primari, per la ramificazione quasi regolarmente tricotoma delle sue parti su- periori, per la maggiore lunghezza delle articolazioni, per i ramoscelli unilate- 235 rali, che sono quasi vitrei e spesso unicellulari. Però malgrado queste diffe- renze, che risultano dal confronto dei miei esemplari, credo che la sua autonomia abbia tuttora bisogno di essere confermata da ulteriori osservazioni, capaci di dimostrare la costanza dei caratteri su cui si fonda la distinzione specifica. La mia pianta quadra meglio colla figura che colla descrizione del Kùtzing, in quanto che non presenta rametti alterni. Qualche rametto alterno però ve- desi negli esemplari di Cherbourg comunicatimi dal D.i^ Lebel col nome di CI. patens e che combinano sufficientemente con la forma qui descritta. Mi sono astenuto dal riferire la sinonimia antica di questa specie, perchè non ho potuto in nessuna maniera accertarla. Solo noterò che la Conferva patens Ag. (Syst. p. HO) per quanto è dato giudicarne dalla brevissima frase diagnostica dell'Autore, pare tutt'altro che identica alla CI. patens Kg., alla quale corrisponderebbe piuttosto la C. exjMusa dello stesso Autore. 22. CLADOPHORA CRYSTALLINA rnothj Kg. CI. alba vel Jlavescens, vitrea, nitidissima^ ad 10 cm.. longa ; filis di-trichoiomis ad 0,14 mm.. crass., ramis erectis vel patentihus, ramulis superiorihiis cfelevrimis verticillaiis vel alternatim secundis, ad 0,03 mm. crass; articulis cijlindricis ad geni- ciila parum constrictis, diametro 4-12 ^Zo longioribus. Gladophora CRYSTALLINA Kg. Pliyc. germ. 'p. 213. — Sp. p. 401. — Tal). Phyc. 2V, 19, //. — Ihnick Meeresalg. p. 459! — W'ittroch et Nordstedt Alg. exsicc. N.'^ 120, non Erb. critt. Hai. Ser. II, N."" 1435. Conferva crystallina RotU Cai. I, p. 196, (ex Kg.). Gladophora nitidissima Menegli. in Giorn. hot. ital. 1844,^.305! — Kg. Sp. p. 399. — Tab. Phgc. IV, 13, //. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 125. Gl. sericea Kg. Phgc. germ. p. 216. — Sp. p. 401. — Tab. Phgc. IV, 18, /. — Ardiss. e Straff. l. e. ^. 124. Gl. geratina Kg. Phgc. p. 267. — Sp. p. 402. — Tab. Phyc. IV, 21, I ! — Wittroch et Nordstedt Alg. exsicc. N.° 414. Gl. mutila Kg. Phyc. p. 267. — Sp. p. 402. — Tab. Phyc. IV, 21, II, (se e. Hauch). Gl. flavidà Kg? — Erb. critt. ital. Ser. II, N.° 1331. 236 Abit. Mediterr. occìd. alle Isole Baleari (Rodriguez); Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello), a Genova, a Rapallo, a Sestri Levante, alla Spezia (M.^ Doria); Tirreno in Sardegna (sec. Piccone); Adriatico a Pe- saro (Galdesi), a Spalato (Liechtenstern), a Pirano (Hauck). Sugli scogli a fior d'acqua. Cresce eziandio nei mari dei Nord d' Europa e nell' Oceano Atlantico. A questa specie si deve riferire anche la Cladophora tenerrima (Kg. Sp. p. 40L — Tal. Phyc. IV, i8. II), però come varietà distinta dai rami e ra- metti aperti, superiormente brevi, alterni, distanti. La CI. crystalUna var. te- nerrima (Kg.) Wittrock. — Vv'ittrock et Nordstedt Alg. exicc. N." 122, presenta appunto questi caratteri, che sono quelli stessi assegnati dal Kùtzing alla sua specie. 23. CLADOPHORA NITIDA Kg. CI. Jlavo-alhida, ad ÌO cm. long a ; flUs rigidis, rectis, di-trichoto- mis, ad 0,07 mm. crass., ramis ereciis elongatis, unilateralihus; articulis diametro 4-8 pio longiorihiis. Cladophora nitida Kg. PhjC. p. 269 ! — iSp. p. 404. — Tal). Phyc. IV, 28, /, NON jErh. critt. Hai. Ser. 21, TV." 380. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 124. Conferva nitida Kg. Actien 1836. Abit. Tirreno in Corsica (Debeaux); Adriatico a Trieste (Kiitzing, da esempi, del R. Musco fiorentino) var. iia.irxor, Jilis ad 0,06 mm. crass., ramnlis sparsis erecto- adjìressis 0,01 crass., articulis vitreis diametro 6-12 pio, sii- premis 4 pilo, looigioribus. Cl. nitida/, minor Eri), critt. ital. Ser. II, N. 1041. Abit. Mare ligustico ad Albissola (Erb. critt. ital.). Sulle foglie della Zostera. var. X^-u,cl].i.i3.s;eir'l, JUia ad 0,10 mm. crass., articulis vi- 237 treis inferìoribus diametro 6-10 pio, superioHMis 2-4 pio lon- gioribus, ramtdis erecto-patentihis. Gladophora Rughingeri Kg. Phijc. germ. p. 311. — Sp.j). 404. — Tab. Phyc. IV, 28, // - Brb. critt. ital. Ser. II, N° 1332. Conferva Rughingeri Ag. ? Abit. Tirreno a Livorno (Erb. critt. ital.). Sugli scogli a fior d'acqua. 24. GLADOPHORA RUDOLPHIANA fAg.J flarv. 01. Jiavo-vinàis, lubrica, subvitrea, ad ÌO cm. longa ; Jilis di-irì- cliotomis ad 0,12 mm. crass., ramidis 0,03 mm. crass. seciindis, elong atis, erecto-patentihus ; articulis diametro 4-10 pio lon- gioribus, prope jinem vel medio injlato tumidis, membrana crassiusada. Gladophora Rudolphiana Harv. Phi/c. br.pl. LXXXVI — Kg. Sp. p. 404. — Tab. Pligc. IV, 26, //. — Haiicli Meeresalg. p. 457. Conferva Rudolphiana Ag. in Flora 1827, iV." 46. Gladophora pistillata Kg. Phyo- p. 268 ! Gl. plumula Kg. Phgc. /;. 269. — Sp. p. 404. — Tab. Phijc. 1 V, 27, /. ? Gl. lubrica Kg. Phgc. germ, p. 211. — Sp. p. 405, — Tab. Phyc. IV, 30, /. Abit. Adriatico a Spalato in Dalmazia (Liechtenstern) ed a Trieste (Kùtzing, da esempi, del R. Museo fiorentino). La forma adriatica, per i suoi ramoscelli alquanto curvati, corrisponde precisamente alla CI. Plumula Kg., la quale del resto per ciò solo differisce dalla forma tipica, di cui possiedo degli esemplari americani comunicatimi dal eli. Eaton. 233 25. CLADOPHORA DALMATICA Kg. CI laete virìcUs; rigidiuscula, nitida, ad 5 cm. longa ; Jilis ad 0,12 mm. crass., infame longe siìnjìlicilus vel remote dichoto- mis, superne trichotomis, ramosissimis, ramis erecto-j^atenii- hus, ramnlis secundis incurvatis hrevilus, ad 0,05 mm. crass., articulis primariis diametro 3-6 jplo, su^eriorihus sesqui^tri- plo longiorilus ad genicula constrictis, subventricosis, mem- Irana crassiuscula. Gladophora dalmatica Kg. Phijc. 11. 268. — S-;p. p. 399. — Tal). PJiyc. IV, 13, // — Ilohenack. Meeralg. N." 469. Gl. glebifera Kg. Tal). Phyc. IV, 27, //, non Eri. oriti, ital. Ser. II, N."" 176. Abit. Adriatico all'Isola di Lesina (Hohenacker) ed a Spa- lato (Hauck). Si distìngue dalla CI. Riidolphiana per i suoi rametti più brevi e più grossi, per la brevità relativa delle sue articolazioni e sopratutto per i suoi filamenti primari per lungo tratto semplici o scarsamente dicotomi. Per que- st'ultimo carattere si distingue anche da tutte le altri congeneri colle quali presenta maggiori rapporti. 116. CLADOPHORA NOT ARISI I Ardiss. e Stmff. Cl.Jf-avo-viridis, ad 20 cm. longa ; Jilis alterne ramosis, ad 0,05 mm. crass., ramis ramiiUsque erectis vel subhorizontalihus, elon- gatis, distantihus, ajìice 0,01 mm. crass., ariiculis primariis cylindricis diametro 5-6 pio longiorihus, ultimis brevissimis subtorulosis. Gladophora Notarisii Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. p. 125. Gl. comosa PeNot. Prosp. FI. lig. p- 73 ! Abit. Mare ligustico a Genova (DeNotaris). Su altre alghe. Per la sottigliezza dei filamenti primari e delle loro ultime ramificazioni, per lu scarsità della ramificazione, per la distribuzione e la lunghezza dei rami 239 e dei rametti, che ora sono diritti ed ora quasi orizzontali, senza clie se ne trovino con grado di apertura intermedio, e sopratutto per la brevità delle ultime articolazioni, mi pare che questa specie sia egregiamente distinta fra tutte le sue congeneri. È per questo che non ho esitato ad ammetterla, benché si conosca soltanto dagli esemplari raccolti nel 1815 dal DeNotaris. Le ragioni per le quali si è creduto di dover mutare i! nome primitiva- mente imposto dal De Notaris già sono state esposte nella Enumerazione delle Alghe di Liguria e perciò sarebbe ora superfluo di ripeterle. 27. CLADOPHORA GRACILIS (Gìiff.) Kg. CI. pallide viridis, rigidiuscula, ad 20 cm,. longa; filis flexnosis ad 0,12 mm. crass. laieraliter ramosis, ramis alternatim se- cundatis erecto-^aieniihus, ramulis secundis j^ectinatis, elon- gatis graciWms suUondosis, apice 0,02-0,04 mm. crass.; arti- ctdis diametro 2-6 ^lo longiorilms ad genicula constrictis. Gladophora GRACILIS Kg. Pliyc. gemi. p. 215. — Sp. p. 403, — Tal). Phìjc. IV, 23, li. — Zanard. Icon. Pfiyc. I, lì.. lOl, tal). XXIV, B. — Haucìi Meeresalg. p. 457. Conferva quagilis Gnf. in Wyatt. Alg. Dann. jV." 97, {ex Zanard.]. Gladophora vadorum Kg. Sp. p. 402. — Tal. Phyc. IV, 20, /. Conferva vadorum Aresc/i. Alg. exsicc. N.° 19, [fi'de Kg.). Gladophora heterochloa Kg. Phyc. gemi. p. 210. Conferva heterochloa Ag., (fide Kg ). G. Sandri Zanard. Saggio p. 60 ! G. veneta Zanard. Cellul. mar. p. 72. Gladophora cristata Kg. Sp. p. 404? — Tal). Phgc.'^IV, 25, //? — Ardiss- e Straff. Enwn. Alg. Lig. p. 123. Abit. Mare ligustico a Cornigliano ; Tirreno in Sardegna (sec. Piccone); Adriatico a Bari (De Romita); a Ve- nezia, sulle coste delF Istria e della Dalmazia (sec. gli Autori). Sugli scogli a fior d'acqua. 240 Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico e nei mari dell' Europa settentrionale. Ne ho esemplare del Collins, del Lagerheim, del Lebel, oltre quelli pubbli- cati dal Rabenhorst e dallo Hohenacker. ^/S. CLADOPHORA RUPESTRIS fLJ Kg. CI. rigida, obscure viricUs, ramosissima, ad \b cm. long a ; filis ad 0,10 mm. crass., di-trichotomis, ramis arde adpressis, ar- ticulis xwimariis cylindricis diametro 4-8 pio, siiperiorìhus saepe ad genicula parwni constrictis diametro 3-4 pio longio- ribus ; membrana cellularum g elinea crassa. Gladophora RUPESTRIS Kg. Phyc. p. 270. — Sp. p. 396. — Tal. Phgc. IV, 3, /. Conferva rupestris L. Sp. pi. p. 1637. — Roth Cat, II, p. 208. — Dillw. Con/, pi. 23. — lyngh. Hijdr. Dan. tao. 54, B. — Ag. Syst. p. 117. Conferva glauca eC virgata Roth, [sec. Ag.). f. naeciiterar^i^Lea, Kg., fastigato - ramosissima , ramis erectis, ramulis unilateralibus inaequalibus, articulis termi- nalibus obtusissimis. Abit. Mare ligustico alla Spezia (M.° G. Dnria) ; Golfo di Lione a Marsiglia (sec. Kg.). La forma tipica manca al Mediterraneo ed abbonda nell' Oceano Atlantico sia sulle coste europee come su quelle americane. Dai mari del Nord d'Europa mi venne comunicata dai eh. Le Jolis e Magnus e venne pubblicata dal Ra- benhorst {Alg. Sachs. N.° 711) e dallo Hohenacker (Meeralg. N " 102). In esem- plari delle coste dell'America del Nord l'ho dai signori Bray e Colhns. L'Hohe- nacker lo pubblicò anche in esemplari provenienti dall'Africa Australe (Mee- ralg. N.» 465). Alla forma mediterranea pubblicata dallo Hohenacker [Meeraalg. N.° 406), in esemplari però provenienti dall'Africa Australe, corrisponde mediocremente la mìa pianta della Spezia. Se questa forma possa riferirsi alla CI. rupestris dell' Oceano è assai dubbio, poiché la membrana delle sue cellule non ha né lo spessore né !a consistenza che presenta nella pianta oceanica. Della Cladophora mediterranea Hauck (Meeresalg. N.° 453), che l'Autore considera con dubbio come corrispondente alla CI. rupestris mediterranea Kg., S41 nulla posso dirne non avendone mai veduto alcun esemplare; tuttavia, stando alla descrizione dell'Autore, mi pare che non possa considerarsi come identica alla mia pianta della Spezia di cui sopra. 29. CLADOPHORA NEESIORUM K(j. 01. dense caespitosa, olscure viridis vel suholivacea, rigida, ad 8 cm. long a, jilis Itasi crebre et dense ramosis, ad 0,20 7nm. crass., ramis confertis ramulis hrevihus dense vestitis ; arti- cuìis diametro sesq_iii-tri^lo longioribus, rnemlrana celltilarum gelinea crassa. Cladophora Neesiorum Kg. Phijc. gemi. ^. 208. — Sp. f. 390. — Tab. Phjc. IV, 5, //. — Hanck Meeresalg.jp. 452. Cl. humilis Kg. Sp. p. 396. — Tab. PJiyc. IV, 4, /. Gl. ramosissima Kg. Phyc. germ. p. 209. — Sp. p. 396. — Tab. Phyc. IV, 4, //. Cl. opposita Kg. Phyc. p. 270- — Sp. p. 397. Abit. Mediterr. inf. a Licata in Sicilia (Beltrani); Adriatico a Bari (De Romita) ed alla spiaggia di Pesaro (Cai- desi). Rejetta dai flutti. La grossezza della fronda e la brevità dei ramoscelli, la distinguono per- fettamente dalle specie colle quali ha comune il carattere dello spessore della membrana cellulare. Dalla citazione del Kiitzing risulterebbe ch(i sarebbe stata primitivamente descritta da Carlo Agardh (Regensb. Flora 1827) sotto il nome di Conferva Neesiorum, però secando il eh. Hauck alla G. Neesiorum kg. corrisponderebbe la Cladophora alhida Kg. ( Conferva albida Huds.), che è specie totalmente di- versa. La forma corrispondente alla Cl. humilis, secondo Kùtzing si estende nella contigua regione atlantica. oO. CLADOPHORA BERTOLONII Kg Gl. olivacea, rigida, ad 6 cm. longa; Jilis di-tricJiotomis ad 0,10 mm. crass., ramulis subsecundis ; articuUs diametro sesqui-triplo longioribus ad genicula parum constrictis, membrana cellula- rum firma crassa. 16 31-2 Clalophoka Bertolonii K(J. 6'p. p. 397. — Tah. Phyc- IV, 7, /. — Ardiss. e Slraff. Enum. Ag. Lig.'p. 124. — Eri), critt. ital. Ser. I, -V.° 581. Gl. plumosa Kg. Phyc. p. 270, nec Phyc. germ. f. 212. Conferva plumosa Bertol. herl., (ex Kg. l. e). Abit. Mare ligustico a Genova. Sugli scogli a fior d'acqua. var. to. li.si,na.osa, ramulis hamatis. Gladophora ramosa Kg. Phyc. p. 267. — Sp. p- 397. — ■ Tah. Phyc. IV, 8, //. Gl. falcata Eri), critt. ital. Ser. 1, JV." 434, non Kg. Conferva refracta PeNot. Sp. Alg. lig. N." 117, non Ag.! Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello), a Ge- nova ed alla Spezia; Tirreno all'Isola d'Elba (Signo- ra M.*" Toscanelli), in Sardegna (Marcucci, Un. itin. crypt. 4866) ; a Livorno e nel Golfo di Mola (sec. Kg.). Sugli scogli a fior d' acqua. var. e. coryiaa.!fc>if!ex'a,, minor, ramosissima, decisissime comjjacta, ramis tasi concretis, superioribus covìjmbosis, arti- culis pnmariis ex membrana crassa cartilaginea formatis. Gladophora corymbifera Kg. Sp. p. 397. — Tal. Phyc. IV, 8, /. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 122. Abit. Marc ligustico a Gornigliano ; Tirreno nel Golfo di Napoli (sec. Kg.). Sugli scogli a poca profondità. var. d. x^ex^tlclll^tsii, ramis verticillatis, articidis dia- metro 4-6 pio, raro 8 pio longiorihus, ex membrana crassa cartilaginea formatis. 343 Abit. Mare ligustico a Cornigliano. Sugli scogli a poca profondità. rar. e. eloxis^^tsi, ad 20 cm. longa, 0,18 mm. crassa; ra- mis superioribiis saepe verticillatis, ramulìs subcor jnibosis ; articidis j)rimariis diametro 4-6 pio longioribus. Cladophora moniliformis Ardiss. Euum. Alg. Sicil iV." 44. — Eri), critt. ital Ser. II, N."* 74. Abit. Jonio ad Acireale ed a Catania. Sugli scogli a fior d'acqua. Comune. Il colore olivaceo, la rigidezza e la sottigliezza delia fronda, la consistenza e lo spessore della parete cellulare, mentre rendono distintissima questa specie, le danno un portamento cosi caratteristico, che al microscopio si può sempre riconoscere senza difficoltà, malgrado le ragguardevolissime variazioni che pre- senta. Senza di ciò le cinque forme nelle quali qui si è divisa, si potrebbero considerare come altrettante specie distinte, tanta è la differenza che esse pre- sentano fra di loro sotto il rapporto della ramificazione e delle dimensioni dei cespugli. Distintissima e sommamente elegante è la varietà hamosa, coi suoi rami in forma di plumule colle pennette curvate. Singolare la varietà corymhifera* che si direbbe la miniatura di un alberetto ramosissimo. La varietà verticillata è intermedia fra la forma tipica e la varietà corymUfera. 31. CLADOPHORA ALBIDA (Huds.J Kg. CI pallide flavescens, ad 10 cent, longa ; filis inferne laxe di- cliotomis superne ramosissimis, ad 0,06 mm. crass., ramis oppositis vel svl)secwidis vel alternis, patentihus , ramiilis Irem^simis unilateralihus , tenuissivnis ; articulis primariis cylindricÌR diametro 2-Q pio longioribus membrana Jirma cras- siuscula, ramulorum subjlaccidis adgeniculapariim constrictis. Cladophora albida Kg. PJiyc. p. 267. — Sp. p. 400. — Tab. Phyc. IV, 15, //. — Le Jol. List. Alg. Cherb. p. 59! Conferva albida Huds., (fide Harv.). — Dillw. Conf. tab. E. Cladophora ramellosa Kg. Phyc. germ.p. 211. — Sp. l. e. — Tab. Phyc. IV, 16, //. — Ardiss. e Straf. Enum. Mg. Lig. p. 123. 244 Gl. GBAciLLiMA Kg. Sp. ?• c. - Tal). Phyc.JV, 17, /. - HoJienack, Meeralg. A^° 406. Gl. fumila Kg. Phyc. germ. p. 211. — /S^p. p. 401. — Tah. Pliyc. IV, 17, //. — Ardiss. e Straff. l. e. p. 122. Gl. tenuis et Ghlorothrix Kg. Phjc. germ. p. 209. — Sp.2i. 398. — Tal). Phgc. IV, 9, /. Abit. Mare ligustico al Porto iMaurizio ed a Genova; Tir- reno a Napoli ; Adriatico a Rovigno (Hauck) ed a Trieste (Hauck, Hohenacker). Sugli scogli a poca profondità. Cresce eziandio nell' Oceano Atlantico. L' Hauck riferisce a questa specie anche la Cladophora nfracta (Roth) Kg., ma per quanto le due piante siano variabili, pure a me pare che esse non giungano mai al punto di accostarsi di tanto che non si possano specificamente distinguere. Nella CI. alhida i fila- menti sono più lunghi, le articolazioni in generale riescono assai più allungate, la ramificazione è meno densa, tanto che verso il basso spesso manca per lungo tratto. Negli esemplari diseccati la CI. albida è quasi sericea, la CI. refracta riesce invece spugnosa. 5^. CLADOPHORA REFRACTA (RothJ Kg. CI. dense caespitosa, pallide viridis, rigidula, sui spong iosa, ad 4 cm. long a ; jllis a basi ramosissimis ad 0,06 mm. crass., ramis approximatis sq^uarrosis et refraGiis ; articulis dia- metro sesqiii- quadruplo longiorihus, membrana firma, crassa. Gladophora refracta Kg. Plixjc. p. 267. — Sp. p. 398. — Tah. Phyc. IV, 10. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 122. GONFERVA REFRACTA RotJl Cttt. II, p. 193. Ag . SìjSt- p. 114. — non Dp^\.^. Sp, Alg. lig. A^.° 117. Gladophoiìa ALBIDA .vav. REFRACTA Tlvur. in Lc Jol. Alg. Cherh. p. 60. GoNFERVA l'RACTA MARINA Lyìigl). Hijdr. Dan. p. 152, non Roth, nec. Jurg. ?- GLADornouA FLExiCAULis Kg. fSp. p. 395. — Tab. Phyc. IV, l, I. 245 Abit. Mare ligustico a Villafranca (Strafforello), all' Isola d'Albenga (Strafforello) ed a Genova. Sugli scogli a fior d' acqua. La Cladopliora flexicauUs viene indicata dal Kùtzing come abitatrice del mare di Marsiglia e la CI. alUda, alla quale come già si è detto 1' Hauck rife- risce la specie qui descritta, da quest'autore è citata fra le alghe adriatiche. Io tuttavia non ho mai veduto la forma che considero come la vera CI. refracta, se non in esemplari provenienti dal mare ligustico o dall'Oceano Atlantico. Negli esemplari ligustici i filamenti sono più densamente ramosi, più sot- tili, i rametti più generalmente curvati che nella forma oceanica. 55. CLADOPHORA LAETEVIRENS (Dilho.) Kg. CI. dense caespitosa, pallide viridìs, rigidula, ad 10 cm. long a ; jilis ramosìssimis, ad 0,08 mm. cross., ramis erectis vel pa- tentissimis , elongatis, romuh's secundis, 0,02-0,05 mm. crass.; articidìs primariis cylìndricis diametro 2-4 ^lo longiorihiis, ramvlorttm sulventricosis diametro aeqiialihus aiit sesquilon- giorihis, membrana celhdarum gelinea, firma, crassa. Cladophora LAETEVIRENS Kg. Pliyc. gcrm. 'p. 214. — Sp. p. 400. — Tal). Phyc. IV, 15, / — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lìg. p. 123. — Hauck Meeresalg. p. 400, non Harv. Conferva laetevirens Dillw. Conf. tal?. 48, (sec. Kg.). Abit. Mare ligustico a Genova; Adriatico a Trieste (Hauck) ed a Bari (De Ronaita). Come già è stato avvertito dal Le Jolis, dall' Hauck e nella Enumerazione delle Alghe di Liguria qui citata, sotto il nome di CI. laetevirens corrono due forme assolutamente diverse: l'una illustrata dal Kùtzing che corrisponde alla specie qui descritta; l'altra dello Harvey, che è assai affine alla CI. utricnlosa. La Conferva laetevirens del Dillwyn, per quanto è dato giudicarne dalle illustrazioni di quest'Autore, mi pare che corrisponda piuttosto a quella che a questa specie. Se fosse diversamente la nomenclatura qui seguita non po- trebbe essere conservata. La CI. laetevirens Kg. mi pare sopratutto caratterizzata dalla promiscuità di rami diritti, quasi addossati alla rachide, con rami aperti o quasi orizzon- tali. Soltanto nella CI. Notarìsii un tale carattere si ripete. La CI. laetevirens Kg. dall'Autore viene indicata come abitatrice del Bal- tico e del Mare del Nord. 246 o4. CLADOPHORA LEPIDULA lìJontg. 01. dense caespìtosa, pallide mridis vel sulolivacea, rigidula, ad 4 cm. longa ; filis ramosissimis, ad 0,06 mm. crass., ramis virgatis erectis alternatim ramulosis, ramidis latere interiori ramellos erectos subsecundos agentìhus ; articulis cylindricis, primariis diametro 2-3 ^^lo lonyioribns, ramellorum diametro aequalihus vel ses^ui longiorihus, membrana celUdarum firma, crassa, lamellosa. Gladophora LEPIDULA Mofitg. FI. d'Algèr. p. 171, iah. l^,Jìg. 4. — Kg. iSj). p. 398. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. ]V° 43. Abit. Mediterr. occid. sulle coste dell'Algeria (sec. Montg.); Jonio ad Acireale in Sicilia. Sugli scogli a fior d'acqua. Benché affine alla Cladophora refracta, pure ne é distinta per i suoi rami costantemente diritti e unilaterali in ispazi regolarmente alternantisi sui due lati opposti della rachide. Que5»ta disposizione cosi caratteristica non apparisce dalla figura della CI. lepidula Kg. (Tab. Phyc. IV, //, II) che io per conse- guenza mi sono astenuto dal citare. Nella mia pianta di Sicilia lo spessore e la consistenza della membrana cellulare, che caratterizzano tutte le cladofore rupestri e refratte, non solo sono notevolissimi nelle porzioni inferiori dei filamenti, ma eziandio in quelle mediane. Le stesse cellule delle ultime ramificazioni mostrano una parete d' insolito spessore. SPECIE INDICATE COME MEDITERRANEE ED A ME IGNOTE Cladophora leucocoma Kg. Sp. p. 389. VEsicuLOSA Kg. Phyc. p. 272. — Sp. p. 39 i. HETEROPSis Kg. Sp. p. 392. SKRTULA.RINA ADRIATICA Kg. Sp. p. 396. spinulosa Kg. Phyc. germ, p. 209. — Sp. p. 297. torulosa Kg. l. e. FLAVO albida Kg. Sp. p. 401. NEBULOSA Kg. Phyc. germ. p. 240, ■— ,S^;. p. 403. 247 FLA.VO-VIRENS Kg. Sp. f. 403. siMPLiciuscuLA Kg. Phyc. p. 262. — Sp. p. 403. LINIFORMIS Kg. Sp. l. e. (Aegagropila.) conglobata Kg. Pliyc. germ. p. 211. — Sp. p. 416. FLACCIDA Kg. Phyc. germ. p. 2W. — Sp. p. 417. DENsisissiMA Kg. Phijc. germ. p. 213. — Sp. p. 417. Cladophora incurva Menegli. Giorn hot. 1S44, p. 306. Conferva umbellata Derb. et Sol. in Cast. Catal. pi. Mars. St^pp. p. 97. G. ARB0RESCENS Deì'b. et. Sol. l. e. ENTOGLADIA VIRIDIS Hei'nke in Bot. Zeit. 1879, p. 476, Taf. 6, Jg. 6-9. — Hauck Meeresalg. p. 463. Adriatico (sec. Hauck). PHAEOPHILA FLORIDEARUM Hauck Meeresalg, p 464. — Ochlochaete Phaeophila Falkenberg Meeralg. Neap. p. 233. A Iriatico (sec. Hauck) e Golfo di Napoli (sec. Falkenberg). SUBOLA.SSIS TV. Colin A Igae unicellular es aut pluricellulares, saepissìme coeruleae vel atrovirides aut luteo-fuscescentes, sporis immobilibus transformatione cellularum vegetantium ortis saepe instructae, ScHizospoREAE Cohn Conspectus fam. crypt. in Hedwìgia i812, N" 5, fexcl. fam. /.^J. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. S5. Cyanophyceae Sachs Lehrbuch der Bot. edit. 4, p. 248. — Haiick Meeresalg. p. 487. Phycochromophyceae Robenh. FI. Eur. Alg. Il, p. /. — Borzi Note alla morf. e biol. delle alghe ficocromacee in Nuovo Giorn. bot. ital. Voi. X, XI , XIV. Cryptophyceae Thur. Ess. de class, des Nostochinées in Ann. des se. nat. 6.^ Ser. tom. /, p. STI. — Farloio Marine Algae of Neiv England p. 26. Palmelleae fexcl. p.J et Oscillarinae Kg. Sp. p. i96 et 2S5. ZoosPERM fam. J. Ag. Alg. med. 249 Le schizosporee sono alghe costituite da cellule libere o riunite in famiglie più o meno numerose, la forma delle quali dipende dal modo in cui si effet- tua il processo di bipartizione cellulare che loro dà origine. Quando la bipar- tizione ha luogo secondo le tre direzioni dello spazio, le famiglie assumono forma sferica o cubica od anche irregolare ; esse riescono invece lamellari o membranacee quando lo stesso processo accade soltanto secondo due direzioni e cilindriche o filamentose quando ha luogo in una direzione unica. In questo caso le famiglie possono chiamarsi semplicemente filamenti. I filamenti alla loro volta poi o riescono liberi e riuniti in cespuglietti più o meno densi, o si trovano immersi in una sostanza mucosa colla quale costituiscono delle masse 0 frondi per lo più molli, gelatinose, ora sferiche o quasi, ora crostiformi o di forma irregolare indeterminabile. Nell'uno come nell'altro caso possono essere nudi, oppure circondati da una guaina di spessore più o meno considerevole. L' insieme delle cellule che occupano la cavità della guaina dicesi tricoma. Lo stesso nome per conseguenza può darsi ai filamenti nudi. Le famiglie di forma sohda spesso formano delle agglomerazioni a con- torno indefinito alle quali mal si conviene il nome di frondi. Non raramente però queste famiglie si riuniscono in istrati di vario spessore^ che a guisa di macchie mucose o di croste più o meno consistenti a contorno indefinito, si distendono sugli scogli, sui pali, sulle conchiglie eco. Le cellule che costituiscono in totalità od in gran parte il corpo vegeta- tivo delle schizosporee, sono cellule capaci di moltiplicarsi e sono caratteriz- zate dalla presenza di un particolare pigmento solubile nell'acqua detto /co- cianina, il quale colla clorofilla e colla zantofiUa trovasi diffuso nel loro corpo prjtoplasmaticOj cui comunica una tinta uniforme, che per lo più varia fra il verde azzurognolo ed il giallo bruno. Il contenuto protoplasmatico della cel- lula tinto dalla flcocianina, dalla clorofilla e dalla zantofilla, pure o modificate nella loro composizione, costituisce Vendocroma (cytioplasma Rabenh.). La flcocianina dà una soluzione acquosa che è azzurra nella luce trasmes- sa e rossa nella luce riflessa. Assorbe assai poco i raggi della metà più rifran- gibile dello spettro e segnatamente i raggi azzurri. (1) Nella metà meno ri- frangibile dello spettro il suo massimo di assorbimento trovasi nel giallo. (2) Il rapporto dell'assorbimento nelle due metà dello spettro è tale che ammet- tendo una relazione diretta fra il potere assorbente e la facoltà assimilativa, nella metà meno rifrangibile dello spettro la flcocianina dovrebbe avere una energia assimilativa doppia di quella che avrebbe nell'altra metà. Ciò spieghe- rebbe come le schizosporee si trovino soltanto a fior d'acqua. Le cellule delle schizosporee sono sempre sprovviste di nucleo e di cro- moleuciti. Per quanto pare esse mancano anche di granuli d'amido (3); nello stato adulto spesso presentano dei vacuoli. Il loro tegumento (cytioderma Ra- benh.) varia di spessore e di consistenza a seconda delle specie. Ora è omo- (1) Yan Tieghem, Traitè de botanique p. 1103. — cfr. Sachs, Traitè de botanique, tr»d. sur la Se ed ali. p. 291. per la relativa bibliografia. (2) Engelmann, Couleur et assimilation, in Ann. des se. nat. 6.e Ser. tom. XV, 1883, (3) Eabeub. Fi. Eur. Alg. II, p. 1. 250 geneo, ora è lamelloso. Incolore in molte specie in altre, forse ancora più nu- merose, esso apparisce colorato in giallo, in turcliìno, in rosso. (1} Nelle cellule riunite in tricomi il tegumento o manca od apparisce sol- tanto sulle pareti laterali, in maniera da formare un anello attorno di ciascu- na cellula. La guaina o vagina già menzionata, la cui cavità é tutta conti- nua ed occupata dal tricoma, non è altro che il prodotto della sovrapposizione di questi anelli. Talvolta veramente le cellule riunite in filamenti sono rive- stite di parete cellulosa su tutta o quasi tutta la loro superficie, cosicché le vagine riescono internamente divise in altrettante loggie mediante dei dia- frammi trasversali, ma le schizosporee nelle quali ciò si verifica non sono fra quelle delle quali qui può esser questione. Nelle schizosporee appartenenti alla Flora del Mediterraneo che hanno struttura tricomatosa, le cellule a parete continua e chiusa sono soltanto quelle che in qualche caso costituiscono le porzioni inferiori dei tricomi e quelle altre che si trasformano nelle cellule per- manenti e riproduttrici delle quali rimane a dire. Nelle forme in cui le cellule si riuniscono in famiglie solide, per lo più at- torno di tutta la famiglia si forma un tegumento comune, che deriva dalla trasformazione dei tegumenti ordinari delle singole cellule. Diversa origine non ha forse la guaina comune, che in alcuni generi comparisce attorno a più tri- comi nudi od anche provveduti di vagina propria. Le cellule che si riuniscono in famiglie solide o membranacee sono sem- pre simili fra di loro; quelle che formano dei tricomi ora (oscillariacee) rie- scono tutte simili e vegetative, ora (rivulariacee) riescono invece di due sorta: le une vegetative e le altre permanenti. Queste ultime, che pare abbino l'uf- ficio di limitare la moltiplicazione di quelle, vengon dette eterocisti (celhde in- terstiziali, cellule limitanti ecc.). Generalmente sono più grandi delle cellule ordinarie, invece del protoplasma contengono un liquido jalino. Sono circon- date da ogni parte da una parete grossa e per lo più colorata in giallo. Pro- vengono dalla trasformazione delle cellule vegetative. A seconda dei casi si svolgono alle estremità dei tricomi, oppure qua e là lungo il percorso dei tricomi stessi, non raramente però in uno stesso tricoma se ne vedono di terminali e di intercalari. Indipendentemente dalle eterocisti l'accrescimento dei tricomi non è sem- pre indeterminato. Anzi in un' intera famiglia (rivulariacee) accade che i tri- comi hanno accrescimento apicale limitato dalla presenza di cellule sottili, al- lungate, incolore, nelle quali non ha luogo accrescimento intercalare e che, sovrapponendosi in numero più o meno ragguardevole, vengono a costituire all'apice di ciascun tricoma, altrettanti peli più o meno allungati a seconda delle specie. Cosi nei tricomi delle rivulariacee si possono distinguere tre sorta di cellule : le cellule vegetative, le eterocisti, le cellule apicali piliformi. Le classiclie osservazioni del Thuret e quelle di molti altri celebri osserva- tori, hanno posto in sodo che nelle schizosporee in cui le cellule costituiscono (1) Particolarmente notevole è la colorazione gialla delle guaine elei filamenti degli Srytonema, che secondo Naegeli dipenderebbe dalla presenza di una sostanza particola- ro : la scitonemina. Le zone colorate che si osservano nelle guaine di molte rivulariacee dipenderebbero dalla stossa cagione. 251 dei tricomi, questi ad un certo punto della loro esistenza si disarticolano in frammenti dotati di motilità, clie si fissano ai corpi circostanti per crescere in nuovi tricomi. Tali frammenti sono i cosi detti ormo^o?if. Il numero delle cellule che li costituiscono per lo più varia fra il dieci ed il venti. Tuttavia in alcuni casi pare clie possa essere assai minore in altri assai maggiore. Uno stesso tricoma, a seconda delle specie, si risolve in ormogoni di lunghezza eguale o disuguale. Quando il tricoma è circondato da una guaina, gli ormogoni si muovono in essa sino a che non siano riusciti a sortirne. Però non è raro che alcuni ormogoni non riescano a sortire dalla guaina. In questo caso, allungandosi nella guaina stessa, talvolta si comprimono e si accavalcano in maniera da costituire delle nodosità, altre volte squarciano la guaina lateralmente e si allungano dando origine a dei pseudo rami. Dei pseudo rami compariscono sui tricomi provveduti di eterocisti in se- guito all'accrescimento dei frammenti del tricoma compresi fra questi organi. Quando i frammenti del tricoma compresi fra le eterocisti, allungandosi sj rompono sotto ciascuna eterocisti, si producono dei pseudo rami che vengono ad adagiarsi sui lati della porzione superiore del filamento (Rividaria), quando invece la rottura accade verso il mezzo, come si verifica in un genere d'acqua dolce (Soytonema), i pseudorami dirigono il loro apice perpendicolarmente al- l' asse del tricoma. Dei veri rami possono prodursi per ripetuta partizione longitudinale di una qualsiasi cellula vegetativa del tricoma, ma per quanto è noto, ciò non accade se non in forme particolari alla Flora delle acque dolci. Lo sviluppo degli ormogoni è stato studiato in molte specie dai signori Thuret e Bornet. È cosi che quest'ultimo Autore lo descrive nella Calothrix scopuhrum (Not. Alg. II, p. 160). Nella stagione calda gli ormogoni si sviluppano rapidamente allungandosi in filamenti assai esili, colla parete sottila ed incolora. Quando le condizioni sono meno favorevoli, essi non si allungano se non dopo di essersi fìssati e di aver formato l'eterociste ed il pelo. Allora si circondano di una guaina spessa che si fa bruna, lamellosa e trasversalmente striata. Così rimangono per un certo tempo, quindi il tricoma cresce in conseguenza della rapida di- visione delle cellule situate alla base del pelo ed il nuovo getto oltrepassa la vecchia guaina che si apre e spesso si dilata alla sommità. Delle alternativa di riposo e di attività, di formazione di ormogoni e di accrescimento di un nuovo tricoma, si ripetono durante un tempo più o meno lungo, a ciascuna ripresa una nuova guaina si aggiunge a quelle preesistenti e gli strati rie- scono tanto più numerosi quanto maggiore è il numero delle volte in cui si sono rinnovati i fenonomi di accrescimento. Del resto la motilità appartiene non solo agli ormogoni ma spesso anche agli interi tricomi. Quella delle Oscillaria è nota da gran tempo e quella delle Lynghya è stata constatata dal D^ Bornet (Not. Alg. II, p, 133) il quale nella Lynghya aestuarii vide i tricomi a sortire dalle loro guaine, a serpeggiare sul fondo del vaso in cui erano contenuti e ad agglomerarsi in masse raggianti. Il ciclo di vegetazione delle schizosporee che si moltiplicano mediante ormogoni, può chiudersi colla formazione di spore durature, alle quali rimane affidata la conservazione della specie durante tutto il tempo in cui alcun 252 processo di moltiplicazione più non può compiersi per insufficienza dì tempe- ratura o per mancanza di umidità. Però nella maggior parte delle rivulariacee e nelle 03cillariacee queste spore non sono mai state vedute, dal che ne viene la necessità di ammettere che tali piante posseggano la facoltà di conservarsi indefinitamente attive o quella di passare interamente nello stato di vita latente, tostochè vengano loro meno le condizioni necessarie alla conserva- zione della loro vitalità. Le spore durature provengono dalle cellule vegetative ed hanno forma che varia fra quelle sferica, ellittica e cilindrica. Nascono isolate o riunite in serie verso la base dei tricomi ; sotto le eterocisti terminali, oppure al di qua ed al di là delle eterocisti in alcuni generi d'acqua dolce fCpIindrospermum, Sjììiaerozyga)^ La metamorfosi delle cellule ordinarie in ispore ei efìettua mediante il gonfiamento di quelle cellule. La parete si inspessisce, il contenuto si fa gra- nuloso. Le spore delle schizosporee per la loro origine dunque non differiscono punto dalle cellule ordinarie delle stesse alghe, ed è perciò che alcuni autori le considerano come cisti e non già come vere spore. Dalle esperienze di Thuret e di Bornet risulta che esse possono conservare anche per più anni la facoltà germogliativa. Delle spore analoghe ai conidi nascono nelle camesifonee in conseguenza della ripetuta divisione del contenuto cellulare. In queste alghe semplicissime sono le stesse cellule vegetative che da ultimo si trasformano in isporangi. Nelle croococcacee invece, che come le camesifonee sono costituite da cellule libere o riunite in famiglie solide, col cessare delle condizioni necessarie alla moltiplicazione cellulare, le cellule vegetative passano allo stato di vita latente, si trasformano in cisti, per riprendere i loro caratteri primitivi tostochè si ripetano le condizioni opportune alla loro vegetazione. Le schizosporee per la più parte abitano le acque dolci o la terra umida. Alcune delle famiglie in cui si dividono, quali sarebbero quelle delle nostocacee e delle scitonemee, anzi mancano interamente o quasi nella Flora marina. É per questo che qui si è creduto opportuno di limitare a pochi cenni le gene- ralità su queste alghe e di omettere qualsiasi discussione sópra il tanto con- troverso loro consorzio cogli ascomicoti. E neppure si è reputato opportuno di dilungarsi sulle congetture avanzate dai eh. Zopf e Borzi circa la natura di non poche forme generalmente considerate come autonome, sembrando che quelle congetture non siano abbastanza fondate per poter dare norma qualsiasi ad una esposizione sistematica. PROSPETTO SINOTTICO DELLE FAMIGLIE E DEI GENERI DELLE SCHIZOSPOREE [rappresentati nella Flora del mare Mediterraneo). I. Nostochìnee Thur. Cellule aggregate ia tricomi divisibili in ormogoni. A. Rivulariacee Rabenh. Cellule dissimili: le une vegetative le al t';e (eterocisti) permanenti; tricomi ad accrescimento apicale limitato, vaginati. 253 1. Calotrichee. Fili liberi, semplici 0 pseudo ramosi, cespugliosi. Calothrix 2. Rivulariee. Fili immersi in una gelatina colla quale costi- tuiscono delle frondi emisferiche solide o vesci- colose, oppure crostiformi od anche irregolari ; fili raggianti, pseudo ramosi, eterocisti basali, Rivularia fili paralleli, diritti, per lo più semplici ; eterocisti basali ; Isactis curvi, ramosissimi ; eterocisti intercalari; Brachytrichia 6. Oscillariacee Rahenh. Cellule simili, vegetative , tricomi ad accrescimento indeterminato. 1. Tricomi vaginati. Lynghya 2. Tricomi nudi, a. diritti. Oscillarla l. spirali. Spirulina 3. Tricomi chiusi in parecchi dentro una guaina comune. Microcoletcs IL Croococcoidee. Cellule libere od aggregate in famiglie sferiche od irregolari, vegetative. À. Camesifonee. Cellule col contenuto da ultimo trasformato in nume- rose spore. Cellule aggregate in glomeruli amorfi o congiunto in masse emisferiche, Dermocarpa B. Croococcacee. Cellule da ultimo trasformate in cisti. 1. Aggregate in serie longitudinali quasi irregolari; Entophysalis 3. libere od aggregate in famiglie solide, circondate da un tegumento comune, Gloeocapsa non circondate da un tegumento comune. Chroococcus COHORS I. NOSTOCHINEAE Thur. Ceìhdae in serielus flliformihus {tricliomatibus) conjunctae. Pro- joaiiaiio f rag mentis trichomatis moUt praeditis (hormogoniis) 'perfecia. RIVULARIACEAE Rabenh. Algae e Jilis ìieterogeneis muco ambiente in frondem gelatinosam. hemisphaericam aut glóbosam, solidam aut inflato-cavam, aut criistaceam aggregatis, qtiandoque lileris fasciculatis, consti- tutae. Fila voginata, simpìicia vel pseudo-ramosa, superne attenuata, saepius id apicem inliformem longe jproducta e cellulis vegetativis et permanentihìts (heterocystis et cellulis terminalihus piliformìhus) constituta. Cellulaevegetativae spìiae- ricae aut plus minus compresso - disciformes. Heterocystae basilares aut intercalares si'ne nullo ordine ^ositae , raro millae. Sporae {in duóbus generihus liucusque visae) cylin- dricae, hasilares, singulae e cellula heterocy slam superante formatae, aut plurimae seriatae. RivuLARucEAE Raleuli. FI. Eur. Alg. II, p. 200. — Born. et Flaliault Revision des Nostocacèes hètérocystèes in Ann. des se. nat. 7.^ Ser. tom. Ili, p. 338. Calothricheae Thur. Ess. de class, des Nostoch. in l. e. p. 381. Oltre i quattro generi qui descritti, le rivulariacee ne comprenderebbero sei altri: Leptochaete, AmpMthrix, Dichothrix, Polythrix, Sacconema, GloeotricMa, fra i quali due (Polythrix e SacconemaJ sarebbero rr.onotipi. Di questi sn generi tre (Sacconema, Leptochaete, Gloeotrichia) appartengono esclusivamente alla Flora delle acque dolci, uno (Polythrix) è particolare alla Flora oceanica ed i due altri sono comuni a questa ed a quella. I signori Bornet e Flahault nella magistrale monografia di queste alghe da essi pubblicata in questi ultimi mesi negli Annali delle scienze naturali e che per fortuna mi giunge ancora in tempo perchè possa utilizzarla a vantaggio del presente lavoro, ristringono a 59 le specie delle rivulariacee contenute nei principali erbari della Francia. Quando si pensa che sino a pochi anni or sono, per la eccessiva molti- plicazione delle specie, la determinazione delle alghe inferiori, spesso si tro- vava nelle condizioni di un'impresa più che ardua disperata, non si può non degnamente apprezzare l'opera degli autori su citati, i quali spianando la via tracciata dall' illustre Thuret, giunsero a dare base sicura e razionale alla si- stemazione di queste alghe ed a distrigare la loro intricatissima sinonimia in maniera da esaurire l'argomento. Tribus I. - CALOTHRICHEAE. Fila Ubera. CitLOTIIRIl[ Ag. Fila caespitosa, simplicia aut pseudo-ramosa, pseudo-ramis di- stinctis, liheris- Heterocystae nunc intercalares, mine hasilares, raro nullae. Sporae, in icnica specie Mie usqiie visae, cijlin- dricae, seriatae, lasilares. Galothrix Ag. Syst. p. XJI F. — K-j. Sp.p. 311. — Rdbenli. Fl- Eur. Alg. Il, p. 270. — Born. et Thur. Noi. Alg. II, p. 157- 163, pi. XXXVII-XXXIX. — Borzi l. e. in Nuovo Giorn. hot. Hai. Voi. XIV, p. 274-282. ~ Born. et FlalauU l. e. jp. 345. Oscillatoria, Conferva, LeiUeinia, Rivularia, LyngMja, Sch'zosi plion, Mastichonema, Gfloeotrichia sp. Filamenti liberi, semplici o pseudo-ramosi, costituenti del cespugli minutissimi per lo più densi, rigidetti, terminati da peli quasi sempre molto allungati, provveduti di vagine cilindriche assai cospicue, jaline 0 giallastre, spesso di tratto in tratto dilatate ad imbuto. Pseudo- rami distinti, liberi. Eterocisti basali, solitarie o geminate, spesso accompagnate nello stesso tricj uà, ma senza alcun ordine costante, 256 da poche altre eterocisti intercalari. Spore (note in una sola specie *) cilindriche, numerose, svolte nelle porzioni inferiori dei tricomi. Le Calotlirix sono alghe di acqua dolce, salmastra e marina. Esse costitui- scono il genere più ricco della famiglia delle rivulariacee. Ventitre sono le specie ammesse e descritte dai signori Bornet e Flahault nella loro recentis- sima Revision des Nostocacées hétérocystèes, alla quale si rimanda il lettore per ulteriori raguagli sulla circostrizione del genere. PROSPETTO SINOTTICO DELLE SPECIE. I. Eterocisti basilari; Filamenti raggiato -fascicolati grossi sino a 25 micro- millimetri, C. confervicola Filamenti aggregati in grosse crostre nerastre grossi sino a 18 micr., C. scopulorum Filamenti aggregati in croste orbicolari compatte, grossi sino a 15 micr. C. Contareni Filamenti endofiti , bulbiformi alla base, terminati da un pelo lunghissimo, grossi (nel mezzo) sino a 10 micr. C. parasitica II. Eterocisti basilari e intercalari; Filamenti decumbouti ed alquanto ingrossati alla base, grossi sino a 10 micr., eterocisti intercalari scarse, C. aernginea Filamenti grossi sino a 20 micr. e più, eterocisti inter- calari numerose, C. crustacea Filamenti pseudo-ramosi, grossi sino a 18 micr. Pseudo- rami sorgenti al disotto delle eterocisti. Eterocisti inter- calari numerose. C prolifera 1. Ileterocistae hasilares. I. CALOTHRIX COiNFERVICOLA (Hoth) Ag. C. jilis stellatim fasciculatis, oiscure viridihus, apiculatis vel in ])iluìn hyalinum atienuatis, 2-3 mm. long., 0,012-0,025 mm. crass. cellulis diametro 4-5 pio breviorilus, vaginis hyalinis liomo- geneis ; heterocistis hasilarihus lutescentilus saejpe geminotis. . Galothrix gonfervigola Ay. Syst. jh 70. — Born. et Thur. IVot. Alg. p. 8. pi. HI. — Thur. Ess. de class, des Nostoch. in l. e. *).,La Calofhrix crnsta RivuLARiA ATRA Rotli Cat. Ili, p. 340. — Engl. bot. lab, 1798. — Ag. Syn. p. 130. — Sijst. p. 24. — BeNot Sp. Alg. lig. yV.° 127. — Falkenberg Meeralg. Neap. p. 225. — Born. et FlaJiauìt l. e. p. 353. LiNGKiA ATRA Lyngb. lìijdr. Dan. p. 195, tàb 67, B. — FI. dan. tab. 1839. EuAGTis ATRA Kq. PJiyc. p. 241. — Sp. p. 340. — Tab. Pliyc. Il, 74, IV. ZoNOTRiGHiA ATRA Robenli. FI. Eur. Alg. II, p. 2 ] 9. — Alg. Burop. NP 1990. Z. MiNUTULA, coNFLUENs, JuRGENSii, Le Normandtana Rabenli, FI. Eur. Alg. Il, p. 218-221. RiVULARIA PELLUCIDA Ag . SìjSt. p. 25. R. MONTiGULosA Montg. Canar. Ili, "^.^ pari. p. 191. — Rahenli. l. e. p. 222. R. DURA Zanard. Sgn. alg. Adriat. p, 42, non Roth nec Kg. 265 RivuLARiA JuRGENsii Raleuli. Deufsch. FI. p. 92. R. HEMisPHAERiGA Avesch. Pkìjc. Scawl. mar. p. 211. — Alg. Scand. exsicc. Ser. II, N."* 188, non fSer. I, N° 47. R. GONFLUENS, GONFiNis, Le Normandiana Cvoiian FI. du Fìnht. p. 117. R. aggregata, durissima Rahenh. FI. Bur. Alg. II, p. 209. Dasyactis minutula Kg. Pliyc. ]). 239. — S]p. p. 358. — Tah. Phyc. II, 71, IV. D. SALINA Le lol. List. Alg. Cherh. jp. 32. EUAGTIS LIGUSTICA, Le NoRMANDIANA, GONFLUENS Kg. Physagtis durissima, aggregata Kg. Limnactis salina Ardiss. e Straff. Emim. Alg. Lig. p. 79, non Rabenh. var. la.&Txx±s-£>'ti.si.&icXGSt.9 fronde inius concentrice zonata Boni, et FlahauU l. o. p. 355. Rivularia hemisphaeriga Kg. Actien, 183G. Zonotrichia hemisphaeriga /. Ag. Alg. med. p. 9. — Rabenhi FI. Eur. Alg. II, p. 220. EuAGTis hemisphaeriga Kg. Phyc. p. 242. — Sp. p. 342. — Tab* Pligc. II, 77, IV. E. MARINA, AMOENA Kg. Pliyc. Sp. et Tal). Phyc. ZoNOTRjGHiA AMOENA Ralenh. l. e. p. 221. Àbit. Mare ligustico a Monaco ; Tirreno air Isola d' Elba (Sig.^ M.' Toscanelli) e nel Golfo di Napoli (sec. Fal- kenberg); Adriatico (sec. Hauck). Sugli scogli e su al- . ghe maggiori a fior d'acqua. 366 È specie largamente diffusa in tutti gli Oceani. Dalla Manica l'Iio dai oh. Le Jolis e Lebel. 5. RIVULARTA MESENTERICA (KijJ Thur. R.frondibtis vesiculosis, plicato-expansis, olwaceo-virentihus,fLrmis, usque ad 4 cm. lat., jilis dense fasciculatis, pressione haud secedentibus, ad 0,012 mm. crass. in pilum tenuem producHs ; cellulis inferiorihus diametro longionlus, superioribus sub triplo longioribiis, vaginis arctis vix distinctis, saepe luteis sursum ampliatìs ; lieieroc\jstis gìobosis, basilaribus, singulis. RivuLARiA MESENTERICA Thur. Ess. de class, des Nostoch. in l. e. p. 332. — Etnd. Phìjc. p. k\ Heteractis mesenterica Kg. Phyc. p. 236. — Sp. p. 334. — Tab. Phyc. II, 02, IV. RivuLARiA FuciGOLA Zanard. Leti. II, p. 4. — >Syn. p. 41. R. RULLATA Zanard. Syn. p. 41. — /. Ag. Alg. med, p. 9. Physactis rullata Rabenh. Alg. tSaclis. N.° 571. — Bohenack. Meeralg. A^.° 457. — Erb. critt. Hai. Ser. I, A^.° 287. — Ardiss. Enum. Alg. Sicil. N.^ 32. RivuLARf A nitida Ardiss. e Straf. Enum. Alg. Lig. p. 78, non Ag. R. POLYOTis Hauck Meeresalg. p. 495 ! non Born. et Flahault. Euagtis prorumpens Erb. critt. ital. Ser- II, N. 867, non Kg. Abit. Mediterr. occid. sulle coste della Spagna e della Fran- cia (sec. Bornet e Flahault); Mare ligustico ad Anti- bes (Bornet), a Monaco, Genova, ecc. ; Tirreno in Corsica (Debeaux), in Sicilia (Rabenhorst) ed a Li- vorno ; Adriatico a Pirano (Titius), a Muggia (Hauck). Sugli scogli a fior d'acqua. Poiché secondo i eh. Bornet e Flahault, oltre la Rivnlaria fucicola Zanard., a questa specie corrisponderebbe anche la R. magna Kg. [Actien 18.%), seni- 267 brerebbe che il nome adottato dal Thuret fosse da posporsi perchè posteriore ai due qui citati. Però conviene considerare clie il nome imposto dallo Zanar- dini non è accettabile, perché indica un carattere positivamente falso, se non nella totalità, almeno nella maggior parte dei casi (vedi art. GO del Codice di Nomenclatura botanica adottato dal Congresso internazionale di botanica te- nuto a Pai'igi nel 18G7j e che quello del Kùtzing, benché a tutto rigore vali- do (vedi art. 42 dello stesso Codice) pure è stato abbandonato dallo stesso suo Autore. 4-. RIVULARIA POLYOTIS fJ. Aij J Born. et Flahault R. frondibus initio hemisphaericis, piilvinatis, gregariis, demum siìiuoso-bullatis ad 3 cm. lai., sordide atroviridihus cavis, sub- stantia molli ; filis laxius dispositis pressione facile secedeìi- tibus in pihim crassum attenuatis, cellulis inferioribus ad 0,005 mm. crass. diametro subduplo longioribus, superioribits ad 0,013 mm. crass. duplo breviorihus ad genicula parum con- tractis, vaijinis amplis, lamellosis, apice dilatatis dilaceratis, hyalinis vel luteo tonati s ; heferocystis globosis, basilaribus, siìujulis» RivuLARiA POLYOTIS Bom. et Flahault l. e. p. 360!, non Ifaucl. DiPLOTRiCHiA POLYOTIS /. Ag. AUj . mcd. p. 10. LiMNACTis NEGLECTA Avdiss. e Stvaff, Enum. Alg. Lig. p. 79. ZONOTRIGHIA PRORUMPENS, HOSPITA, PAGHYNEMA RabcnU. FI EUT. Alg. II, p. 219-220. EUAGTIS PRORUMPENS, HOSPITA, PAGHYNEMA Kg. Sp. p. 341 Ct 339. — Tab. Phìjc. II, 74-76. E. p ULCERA Cramer in Hedmigia 1863, p. 61 ed in Rabenh Alg. Eufop. N." 1449. RivuLARiA HOSPITA ThuT. Ess. de class, des Nostoch. in l. c.p. 382. R. MEDITERRANEA Kg. Actieu 1836, (haud descrlpta), fide Born. et Flahault. Physactis fuscescens Kg., (fide Born. et Flahault). 268 Abit. Golfo di Lione a Cette sulle coste della Francia (Flahault); Mare ligustico a Genova; Tirreno in Cor- sica (sec. gli autori) ed in Sicilia (Cramer); Adriatico (sec. Hauck). Sugli scogli a fior d'acqua e sulle Cla- dophora in decomposizione. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico. IS4€TIS Thur. Frons cmstacea, tenuis siiborlìcularis vel late expansa ^pagina in- feriori adnata. Fila parallela erecta simplicia, rarius farce pseudo-ramosa. Heterocystae hasilares. Sporae ignotae. IsAGTis Thur. Ess. de class, des Nostoch. in l: e. p. 382. — Born. et Flahault l. e. p). 343. Poiché Vlsactis fluviatilis di Kirchner va riferita alia Rivularia haematites Ag. (Born. et Flahault l. e.) questo genere rimane costituito dalla sola specie qui descritta. ISACTIS PLANA (Uarv.) Thur. I. viridi-fuscescens vel niyrescens, lulrica ; jilis lasi decinìéen- tilus, confertis, ad 0,5 7nw. long. 0,01 mm. crass., in pilum temiissimum longe produci is ; cellulis diametro 2 pio hrevio» rilvs, vaginis hyalinis nonnunquam luleoU vel fuscesceniiJms vix distindis- IsAGTis PLANA Thur. Ess. de class, des Nostoch. in l. e. p. 382. — Born. et Thur. Not. Alg. II, p. 163. — Farlom Mar. Alg. p^ 39. _ Haìich 3Ieeresalg. p. 499, fig. 218. — Som, et Fla- hault in l. e. p. 344 ! Mastigonema plana Rahenh. FI. Eur. Alg. II, p. 226. Dasyactis plana Kg. Tal). Phyc. II, 73, /. Rivularia plana Harv. in Hool. Br. FI. Il, pars I, p. 394, (ex aicct.ì. 209 RivuLARiA ATROPURPUREA RobenJi. l. c. p. 209. Physagtis ATROPURPUREA, OBDUCENS Kg. Dicignoseu imd Bemer- Imngen zu 73 neuen Alg. sp. p. 9, (Jide Born, et FlahauU). Dasyagtis Saccorhizae, fissurata Croiian FI. du Finìst. i). 116. ZoNOTRiCHiA PACHYNEMA Avdiss, 6 Stvaff. Enum. Alg. Lig. y. -79, non Rabenli. Abit. Mare ligustico a Genova ; Adriatico (sec. Hauck). Sugli scogli e su alghe maggiori nella prima zona di pro- fondità. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico sulle coste europee ed americane da dove mi venne comunicata dai eh. Flahault e Lebel e dalla Signorina Luigia Fuller. BRA€n¥Tai€HI/l Zanard, Frons initio gioiosa solida, demum injlato-cava, yelatinoso-coriacea Fila torulosa, parallela, Jlexiioso-ciirvata, ramosissima, ad paginam internam frondis laxius complicata. Pseudorami nunc gemini liberi, nunc stirsum simplices, basi cruriòus duobus diverg entihus suffulti. Heterocystae intercalares sine nullo ordine positae. Sporae ignotae. Braghytrighia Zanard. Phycearum indicarum Pugillns in Mem. del R. Istituto veneto di se. leti, ed arti 1872,^. 152. — Born. et Flahault l. e. p. 371. HoRMAGTis Thur. Ess. de class, des Nostoch. in l. e. p. 376. stando alla diagnosi primitiva del genere BrachtjtricUa, questo compren- derebbe delle specie con filamenti semplici e con eterocisti basilari e sarebbe perciò diverso dal genere HormacHs Thuret, che corrisponde alla diagnosi qui trascritta. Però i signori Bornet e Flahault, che hanno potuto studiare la Brachytrichia dello Zanardini su esemplari autentici, verificarono che in questa i filamenti sono ramosi e le eterocisti intercalari, precisamente come nel ge- nere Eormaclis del Thuret. In omiggio alla legge di priorità il nome di Brachytrichia va dunque preferito, (laintunque il genere cui si riferisce non sia stato effettivamente caratterizzato che alcuni anni dopo sotto altro nome. 270 BRACHYTRICHIA BALANI CLloydJ Born. et Flahault. Br. atra vel fuscescens, ad 6 mm. lata ; filis sursum attenuatis et in apicem piliformem desinentilus, cellulis valde irregularihus, modo sphaericis vel oUongis, modo disciformibiis diametro 3 pio hrevioribus ; vagìnis in jvnioribus dtstinctis; demum conjluentibìis obsoletis ; heteroci/sfis cellulis caeteris majo- ribus. BRACHYTRICHIA BALANI Bom. et FlaMult l. e. p. 372 ! HoRMAGTis Balani Thur. Ess. de class, des NostocJi. in L c.p. 382! — Born. et Thur. Not. Alg. II, p. Vi% pi. XLIII et XLIV l — Hauck Meeresalg. ^.500. RivuLARiA Balani Lloyd Alg. de V Ouest N." 303, [fide auct.). R. Lloydii Crouan Fi. du Finist. p. 117. Abit. Mediterr. occid. a Callioure sulle coste della Francia ed in Algeria (sec. Born. e Flahault); Mare ligustico nd Antibes (Bornet); Adriatico in Dalmazia (sec. Hauck). Sulle conchiglie, sui Codimn, sul ISemalion lubricum e sugli scogli a fior d'acqua più esposti alla violenza delle onde. Ne ho esemplari dalle coste del Nord della Francia favoritimi dai eh. Le Jolis e Lebel. OSCILLARIACEAE Babenh. Algae e filis homogeneis, caespitosis vel in stratum indejinitum mucoso-criistaceum aggregatis, saepe radiantibus, qitandoqne fasciai im congestis et vagina communi inclusis constitutae. Fila plerumqiie vaginata, simplicia, erecta flexuosa vel spiraliter torta, incremento indefinito, motionibus variis [oscillante, repente, spirali) praedita, e cellulis similibus vegetativis con- 271 stihUa. Oellulae brevi cylindraceae, fronte disciformes, ple- rumque punctis vel nodulis ^eri]}hericis ornatele. Sporae nullae. OsGiLLARiAcEAE RobenJi. FI. Eur. Aly. II, p. 10,(excl 2^.). — Boni l, e. in Nuovo CHorn. hot. ital. X, p. 238. Lyngbyeae Thiir. Fss. de class, des Nostoch in l. e. ]}. 378. — - Hauck Meeresalg. ji?. 503. OsciLLATORiNAE Aq. Syst. p. XXIV, [excl. p.). OsGiLLARiEAE, Leptotrigheae, Lyngbyeae Kg. Sp. p. 235-273. Un solo genere della famiglia delle Oscillariacee è largamente rappresen- tato nella Flora marina. Gli altri dei quali nello stato attuale della classifica- zione di queste alghe, non è possibile di dare una precisa indicazione perchè tuttora aspettano di essere razionalmente circoscritti, sono tutti prevalente- mente od esclusivamente di acqua dolce, eccezione fatta per il genere Tricho- desMium Ehrb. nel quale gli autori distinguono due specie entrambe marine. Il Trichodesmium erythraeiim, notissimo per la colorazione che talvolta imparte alle acque del Mar Rosso, ed il Trichodesmium Hindsii, che viene indicato come abitatore del mare che bagna le coste del Brasile e della California. I.YIICÌBYA Ag. Fila caespitosa, erecta vel Jlexuosa, distincte vaginata. Vaginae color atae, pleriimque lamellosae. Lyngbya Ag. Sijst. p, XXV. — Born. et Tliur. Not. Alg. 1, In- troduc. p. III. — Thur. Ess. de class. de.s Nostoch. in l. e. p. 375. Lyngbya, Blennothrix et Leibleinia Kg. Sp. p. 276-285. Nelle Lynglya gli ormogonì per lo più hanno lunghezza disuguale. Come già notarono i eh. Bornet e Thuret essi si muovono continuamente nella guai- na, dalla quale poi sortono per andare a distendersi sui corpi circostanti. Quando gli ormogoni non possono sortire dalla guaina, come accade qualche volta nelle specie con filamenti flessuosi^ essi si accavalcano gli uni sugli altri in manie- ra da produrre delle nodosità, opi ure si piegano lateralmente, perforano la guaina e danno origine a dei falsi rami Quest'ultimo caso però nelle Lyngbya uon si verifica che raramente. 272 In quanto al genere Leibleinia di Endlicher, accettato dal Kùtzing, inclino a credere coi eh. Bornet e Thuret [Not. Aìg. /, p. iS) che non possa distin- guersi dal genere Lynglya e che gli spermazi laterali sessili che gli vengono attribuiti, non siano altro che cellule di Chroococcus. È a torto che alcuni autori attribuiscono delle eterocisti alle Lynghya. Le cellule arrotondate, isolate che talvolta veggansi qua e là nei tricomi di que- ste alghe non sono diverse dalle cellule vegetative ordinarie (cfr. Born. et Fla- hault Revision des Nostoch. in Ann. des se. nat. 1886, tom. Ili, p. 331). PROSPETTO SINOTTICO DELLE SPECIE. A. Specie maggiori; (Diam. dei filamenti, con le vagine, da 20-50 micromilliinetri). 1. Vagine consistenti ; Cespugli grigio-nerastri o verdastri, filamenti increspati, grossi sino a 50 micr. L majnscula » verdastro-azzurrognoli » grossi sino a 30 micr. L. aestuarii » purpurco-violacei, » appena curvati^ grossi sino a 30 micr. Z. violacea 2. Vagine mucose, Z. Bottcheriana B. Specie minori ; (Diam. dei filamenti, con le vagine, da 5-15 micr.). Cespugli giallastro -olivacei, filam, grossi sino a 15 micr. L. luteofusca » verdognoli 0 plumbei, » » 12 » L. cespitula » verdastro -nerastri » » 15 » Z. Schowiana » olivacei o grigiastri » » 7 » Z. semipiena » lividi, filam. diritti, colle vagine strette, grossi sino a 9 micr. Z. livida » purpureo-violacei, filam. intrigati, grossi sint) a 6 micr. L. gracilis I. LYNGBYA MAJUSCULA fDillw.J Harv. L. dense intricata crispata, atro-chdlybea ; fllis ad 50 mm. long. 0,05 mm. crass. flexuoso-curvatis, rigidis ; celluUs diametro 6-8 pio Irevioribus, vaginis achrois, crassis demiim valde lamellosis. Lyngbya MAJUSCULA Ilavv. in Hook. Br. FI. II, p. 370. — Kg. S'p. p. 283. — Tal). Phyc. I, 90, /. — Ralenh. FI. Eur, Alg. Il, ;p. 140. — Hauclì Meeresahj. p. 504 ! 27S Conferva majuscula Dilhv. Oonf. Supp. pi. A, jlg. h. Lynqbya major Kg. Phyc. p. 226. — S^. p. 284. — Tah. Phyc. I, 90, Vili. — Rahenh. FI Eur. Alg. II, p. 140. — Arcìiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 72. L. Brignolii DtNot. Prosp. FI lig. p. 68 ! — Eri. cvitt. ital. Ser. I, iV." 36. L. MAJOR y. Brignolii Rabenli. FI. Eur. Alg. II, p. 140. L. coRusGANS PeNot. l. e. ! 1 u margaritagea Kg. Plvjc. p. 226. — Sp. p. 283. — Tao. Phyc. I, 89, VII — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 72. — Ilo- henack. Meeralg. iV.° 458. Calothrix recta Kg. Actien, 1836. G. major Kg. ihm., (sec. auct.}. Abit. Mare ligustico a Villafranca (Strafforello), al Porto Mau- rizio (Strafforello), a Genova, Quarto, Sestri Levante, Lerici (Dufour) ; Tirreno all' Isola d' Elba (Sig' M." To- scanelli), in Corsica (Debeaux), a Napoli (Gastracane) ; Mediterr. inf. a Licata in Sicilia (Beltrani); Adriatico a Zaule (Hauck). Sugli scogli a fior d'acqua e nello saline. É comune anche nell'Oceano Atlantico sia sulle coste europee come su quelle americane. Si distingue facilmente fra tutte le sue congeneri per la ri- gidità e la grossezza dei suoi filamenti, che giungono a misurare 5 centesimi di millimetro. Le L. Brignolii e L. eoruscans sono forme alquanto meno grosse, che tuttavia giungono a misurare da 3-4 centesimi di millimetro. 2 LYNGBYA AESTUARII CMertens) Liebm. L. caespitosa, aeruginosa, Jilis ad 20 mm. long.; 0,02 mm. crass. Jlexuoso-curvatis, rigidis; cellulis diametro 3-Q pio brevioribus, 18 271 vQfjmis jjleru'iììq'ne aclirois, interdvm lìiiescentilus mit fiisce- scentihus demum distincte ìamellosis. Lyngbya AESTUARii Lielm. in Kroyers Tidskrift, 1839, ^j. 493, (ex aucL). — Born. et Thur. NoL Alg. II,]}. 132,2)1. XXXIL — Ucmcli Meeresalg. p. 504. Oscillatoria aestuarii Lynijl). Ilydr, Dan. jj. 91. Conferva aestuarii Mertens in Jarg. Alg. Dee. Vili, S.^ 2, (ex. auct.). Lyngbya aeruginosa Atj. Syst. p. 74. — DeNot. Sp. Alg. lig. N."" 124 ? — Kg. Phyc. p. 225. — Sp. p. 282. — Tal. Pliyc. I, 88, VII. — Rdbenli. FI. E ut. Alg. Il, p. 138. — JErh. critt. ital Ser. II, iV." 76, non Ardiss. e Straff. Emim. Alg. Lig.p. 71. L. ferruginea Ag. Sgst. p. 73. — /. Ag. Alg. med. p. 11. L. cRisPA Ag. Syst. p. 74. — /. Ag. Alg. med.p. 11. — Kg. Phyc. p. 226. — Sp. p. 283. — Tal). Phyc. 1, 89, IV. — Rahenh. FI. Eiir. Alg. 11, p. 138. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig.p. 71. L. pannosa Kg. Phyc.p. 2-25. — Sp.p. 282. — Rabenh. Alg. Sachs. A^." 773. L. GiLiciuM Kg. Phyc. p. 225. Oscillaria crispa Ag. Lyngbya glutinosa Kg. Phgc. p. 222. — Phyc. germ. p. 180. — Sp. p. 282. — Tal. Pliyc. I, 89, //, nec Ag., (sec. Hauck). L. salina Kg. Phyc. germ. p. 180. — Sp.p. 281. — Tal. Phyc. I, 88, /. — Ralenh. FI. Eu^ Alg. II, p. 137. — Eri. critt. ital. Ser. Il, zV.° 1129 ? L. interrl'pta Kg. Phyc.p. 223. — Sp.p. 28L — Tal. Phyc. I, 88, IV, [scc. Hcmch). L. stagnina Kg. Sp. p. 281. — Tal. Phyc. I, 87, T, [sec. Ilanck). 275 Lyngbya ambigua Kg. Tal. Pliyc. I, p. 47, iad. 87, IV, [sec. auct.). L. OBSCURA Kg. Phijc. p. 224, tàb. 5, fig. \. — Sp. p. 281. — Tab. Phyc. I, 88, //, (sec. Hauck). Leibleinia Girrulus Kg. in Bof. Zeit. 1847, p. 193. — Sp. p. 278. — Tab. Ph'jc. I, 85, IIL — Hohenack. Meeralg. N.° 500. — Rahenìi. Alg. Europ. iV.° 1315. SlPHODERMA LYNGBYACEUM et S. CURVATUM Kg. PJlìJC. p. 220. — Sp. p. 273-74. — Tab. Phyc. /, 78, /, //, [sec. Hauck). Abit. Mare ligustico a Genova ed a Rapallo ; Tirreno a Li- vorno (Savi) ed all'Isola d'Elba (Sig.^ M." Toscanelli); Adriatico sulle coste dell'Istria (Titius, Hauck). Sugli scogli e sul limo a fior d'acqua. In esemplari dei mari del Nord d' Europa, delle coste americane, dell'Ocea- no australe è stata pubblicata dai eh. Wittrock e Nordstedt, Farlow, Anderson e Eaton, nonché dallo Hohenacker. 5. LYNGBYA VIOLACEA (Meìiegh.) Rabenh. L. parasitica, fascictdato-caespitosa, purpureo-molacea ; jilis ad 2 cm. long., 0,03 mm. crass. levìter curvatis, rìgidis ; celluUs diametro 3-6 pio brevioribus, vaginis acìirois, angustis, vico lamellosis. Lyngbya violacea Rabenh. FI. E ut. Alg- II, p- 144. — Ranch Meeresalg. p. 503 I , Leibleinia violacea Menegh. in Giorn. boi. ital. I,p. 304, (ex auct.). — Kg. Sp. p. 279. L. POLYCHHOA Menegh. in Kg. Phyc. germ. p. 179. — Kg. Sp. p. 278. — Tab. Phyc. V, 85, V. L. cAPiLLACEA Kj. Phijc. p. 22L — Sp. p. 278. — Tab. Phyc. I, 85, IV. 276 L. ELONGATA Menegk., (sec. Kg.). Calothrix sordida Zanard., (sec. Kg.). G. VARIEGATA Zauard., [sec. Haucli.). Abit. Mare ligustico a Monaco, Genova, Sestri Levante, ecc., Tirreno all'Isola d' Elba (Sig;^ M/ Toscanelli) ; Adriatico a Zaule (Hauck). Su varie alghe nella prima zona di profondità. Magnifica specie egregiamente distinta dalla sua tinta purpureo -violacea. Nello stato secco i filamenti sono assai luccicanti. I,. LYNGBYA BOTTCHERIANA Rabenh. L. imrasitica mucoso-tomenlosa, sordide chahjheo-cana; filis valde intricatis curviilis, ad 15 mm. long. 0,020 mm. crass., cellnlis diametro 2-3 pio (post divisionem factam 4-5 pio) hreviorilms, vaginis tnucosis siibachrois. Lyngbya BOTTCHERIANA i^aZ*^»/!^. Fi. Eur. Ahj. II, p, 141. — Ar- diss. e Straff. Eniim. Al/j. Lig. p. 73. Abit. Mare ligustico a Genova, (a Mentone sec. Rabenhorst). Su varie alghe quasi a fior d'acqua. L'identità della forma qui accennata con la specie del Rabenhorst, per mancanza di esemplari di confronto non può essere accettata senza riserva. Del resto avendo incontrato questa forma una sola volta e non avendo potu- to studiarla che sul secco, non potrei neppure stabilire con sicurezza la sua autonomia. Jn un so se il suo colore e la mucosità delle sue guaine siano ca- ratteri costanti 0 dipendenti da particolari condizioni di sviluppo. b. LYNGBYA LUTEO-FUSCA (Ag.) J. Ag. L. filis rigidiuscidis, ad 0,015 mw.. crass., in stratiim sordide vel hiteo-fuscescens intricatis ; cellnlis diametro 3-6 pio hrevio- rihus, vacjinis acJirois, jirmis, amplis. rn Lyngbya luteo-fusga /. Ag. Alg. med. p. 11. — Kg. >^p. ]). 282. — Toh. Phyc. I, 88, VI. — RoMnli. FI. Eiir. Alg. II, p. 145. — Hauck Meeresalg. p. 505 ! Leibleinia luteo-fusca Kq. Phyc. p. 221. Galothrix luteo-fusga Ag. Aufz. yV.° 41, {fide J. Ag.). Leibleinia sordida Kg. Phyc. germ. p. 179. — Sp.p. 278. — Tal. Phyc. I, 84, V. — Eri), critt. ital. Ser. II, i\^.° 780, 1130. Lyngbya olivagea Zanard., [sec. Kg.). Leibleinia semiplena Kg. Phyc. p. 221. — Sp. f. 278. — Tdb. Phyc. 1, 85, /. — Efl). critf. ital Ser. Il, iV." 1131, [excl. si/n.). Lyngbya gonfertoides Ag. Syst. p. 73. — /. Ag. Alg. med. p. 11, (fide Hauck). L. aeruginosa Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 71, non Ag. Abit. Golfo di Lione a Marsiglia (sec. J. Ag. e Kg.); Mare ligustico a Genova; Tirreno a Livorno; Adriatico a Fiume (Hauck) ed a Rimini (CaJdesi). Su alghe mag- giori a fior d'acqua. Cresce eziandio nell'Oceano Atlantico sia sulle coste Europee come su quelle americane. Una forma alquanto distinta [L. luteo fusca v. pacifica J. Ag.\ in esemplari dell'Oceano Australe venne pubblicata dallo Hohenacker {Mee- ralg. N. 201). La L. luteo-fìisca del Thuret *), se realmente corrisponde alla Liehleinia Cirrulus Kg. va riferita alla L. aestuarii. Q. LYNGBYA CAESPITULA ^Jorv^J Rabenh. L. filis caespitosis, sordide aerugineis vel chalgheis, subrectis, saepiìcs iterum iterumque constrictis et qiiasi concatenatis, ad 2 cm. long. 0,012 mm. crass., cellulis diametro 4-6 pio 'breviorihus, vaginis achrois, pellucidis, laevissìmis, hcmd raro exasperatis. *) Ess, de class, des Nostoch. in L e, p. BTU. 278 Lyngbya gaespitula Rabenli. FI. Eur. Alg. II, p. 144. — Artliss. e Stfaff. Eoium. Alg. Lig. ^. 73. Leibleinia gaespitula Kg. Sp. p. 278. — Tah. Phyc. I, 85, //. Galothpjx gaespitula Uarv. in ITook. Br. FI. Il, p. 369. Abit. Mare ligustico all' Isolotto di Bergeggi (Strafforello) ed a Genova; Adriatico (sec. gli Autori). 7. LYNGBYA SCHOWIANA Kg. L. caespitoso-intricata, sordide viridi s vel niyrescens;Jllis ad 30 mm. long. 0,015 mm. crass., cellulis diametro k pio hreDÌoribus,va- ginis jirmis, achrois, pelhicidis. Lyngbya Sghowiana Kg. Phyc. p. 223. — Sp. p. 280. — Tal). Phyc. 1, 87, IV. — Rahenh. FI. Eur. Alg, II, p. 139. — Ardiss.^ e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 72. Abit. Mare ligustico a Villafranca ed a Genova ; Adriatico (sec. gli autori). Cresce eziandio nel mare del Nord. 8. LYNGBYA SEMIPLENA fÀg.J J. Ag. L. fllis Jlaccidis Jlexuosis ad 0,007 mm. crass. luteolo-viridihis, in stratum caespitosum Jluctuans intricatis ; cellulis diametro 4-6 pio Ireviorihus, vaginis achrois pellucidis. Lyngbya semiplena /. Ag. Alg. med. p. li. — HaiicJi Meeresalg. p. 505 ! Galothrix semiplena Ag. Aìi/z. N.° 40. Leibleinia Meneghiniana Kg. Phijc. p. 222. -- jSfp. p. 277. — Tak Phyc. I, 84, IH, 270 •? L. HoFMANNi Kg. Phyc. p. 229. —. S'2ì. p. 278. — Tal). Phyc. /, 84, IV. •? Lyngbya Hofmanni Rdbenli. FI. Eur. Alg- II, p. 144. Conferva Hofmanni Ag. Syst. y. 100, {fide auct.\ Calothrix mucor Menegh., (sec. Rahenh. et Kg.). Abit. Adriatico a Trieste (Hauck) ; Tirreno a Napoli (sec. Falkenberg). Su alghe maggiori. Se vi corrispondesse realmente la L. Hofmanni Kg. crescerebbe eziandio nei mari del Nord. Non avendo mai veduto esemplari autentici della L. semipiena J. Ag. , la determinazione di questa specie non può essere accettata senza riserva. 9. LYNGBYA LIVIDA Ardiss. ■ L. 'parasitica,fascicì(lato-Jloccosà, sordide purpurea ; filis ad 4 mm. long.^ 0,009 mm. crass. sulredis ; cellidis diametro 2-4 ^;/o brevioribiis, vaginis angustis ligalinis ^lus minusve exaspe- ratis. r.YNGBYA LIVIDA Ardiss. ifb lierT). — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Li(j. p. 73. — Hauck Meeresalg. p. 505. Abit. Mare ligustico a Genova ed a Savona; Adriatico (sec. Hauck). Sul Gelidium corneum e sulla Derbesia La- mourouxii. 10. LYNGBYA GRACILIS CMmegh.j Ra/mih. L. filìs intricato-implexis , purpiireo-violaceis, ad 15 mm. long., 0,006 mm. crass., cellulis diametro 2 pio brevioribus, vaginis achrois, pellucidis. Lyngbya gracilis Balenìi. FI. Eur. Alg. II, p. 145. — Hauck Meeresalg. p. 506 ! 280 Leibleinia gracilis Menegh. in (riorn. hot. Hai. 1844, y. 304. Kg. S]). p, 279. Aìiit. Adriatico (Hauck). Lyngbya flocculosa Zanarcl. Icon. Phyc. I, p. G5, lab. XVI, B. Adriatico L. Stragulum Kg. Sp. p. 280. L. DALMATICA Kg. » L. FLACCIDA Kg. » Oli€lf.LJLRl/i Bosc. Fila erecta vel parum curvata, rarius circinafa vel s])iraliter convoluta motu triiMci praedita, in muco matricali nidulantia vel vaginnla tubulosa angustissima utrogue fine aperta inclusa. OsciLLARiA Bosc. cx Bory in Dici. ci. 1, p. 594 et XII, p. 457, — Kg. ,Sp. p. 237. — Rdbenli. FI. Eur. Alg. II, p. 95. — Thur. Ess. de class, des Nostoch. in l. e. p. 375. Oscillatoria Vaucli. ìlist. des Qonf.p. 165. — Ag. Syst.p. XXIV [excl. p.). GONFERVAE Sp. RotJl. Il genere Oscillaria^ fra quelli che appartengono alle alghe inferiori è uno dei più ricchi., Però delle sessanta circa specie che esso stando ai lavori del Rabenhorst e del Kùtzing comprenderebbe, una diecina appena appartiene alla Flora marina. Del resto la sistemazione di questo genere, come pure quella dei generi affini, non si può considerare che come provvisoria. 281 1. OSCILLARIA SUBMEMBRANACEA Ardiss. e Straff. 0. strato tenia submembranaceo, laiissìme expanso, fusco nigre- scente ; jilis 0,003 mm. crass. distincte articulatis ; cellulis diametro aegualihus vel longioribus ad yenicula paullulum constrictis. OsGiLLARiA SUBMEMBRANACEA Ardùs. 6 Straff. Ftium. Alg. L.ig.p. 65. Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello). Sugli scogli neir interno del porto. % OSCILLARIA NEAPOLITANA Ky. 0. strato tenui radiante, viridi-aerugineo ; fiUs 0,004 mm. crass. subobsolete articulatis ; cellulis diametro 2 pio brevioribus ; apiculo obliquo, leviter curvato. OSCILLARIA NEAPOLITANA Kg. Pliyc. ]). 185. — Si^. ]). 240. — Tal). Phyc. I, 39, IV. -^ Ardiss. e Straff. Enum. Ahj. Lig.^. 65. — Haucli Meeresalg. p. 509. Abit. Mare ligustico a Genova; Tirreno a Napoli (sec. Kg.). Sulle scogliere a fior d'acqua. 5. OSCILLARIA ANTHRACINA De Noi. 0. strato mucoso radiante, atro-fusco ; filis ad 0,007 mm. crass., distincte articulatis ; celhclis diametro 2 pio brevioribus ; api- culo attenuato obtusiusculo. OSCILLARIA ANTHRACINA DcNot. Pvosp. FI Ug ■ p> 74 ! — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. f. 65. Abit. Mare ligustico a Nizza, nel porto (De Notaris). In acqua temperata dall'affluenza di un ruscelletto. 282 4. OSCTLLARIA DUFOURII De JSot. 0. strato ìonge radiante violaceo-nigrescens ; filis ad 0,015 mm. crass., leviter Jlexuosis, in siero valde nitentihus ; celhilis diametro 3 2>^o hrerìoribus ; apiculo j^arum attenuato oltuse rotondato. OsGiLLARiA DupouRii DcNot. liefì). ! — Ardiss. e Straf. , Enum. Alg. Lig. p. 66. Abit. Liguria a Cornigliano (De Notaris). Non è certo che questa specie sia marina. È stata fondata su esemplari che non portavano altre indicazioni all' infuori di quelle della località e della data ed in seguito non è più stata riveduta. Per le dimensioni e per il carattere dei filamenti flessuosi pare affine alla 0. colubrina (Thur. in Le Jol. List. Alg. Cìierh. p. 26, pi. I. fig. 2J che 1' Hauck •cita fra le alghe adriatiche. 5. OSCILLARIA LINEOLATA 0. strato mucoso late expanso, hdeo-fuscescente, hrevìter radiante; jilis 0,010-0,015 mm. crass., 'pallide aerugineis, fiexuons, ajpi- cihus acuminatis/, cellulis diametro ae'cpialihus dimidi tis, in- terstitiis liyalinis cons^icuis disjimctis. Abit. Tirreno air Isola d'Elba (Slg/' M.^ Toscanelli). Costituisce degli strati mucosi, largamente distesi, col contorno irregola - rissimo, brevemente raggianti, di colore giallastro scuro, che tingono tutto al- l'ingiro la carta su cui sono preparati, in maniera che nello stato secco com- pariscono circondati da un margine di color rosso mattone. I filamenti hanno colore azzurrognolo-verdastro pallidissimo o quasi grigio; in grossezza misurano da 10-15 micromillimetri. Essi compariscono irregolar- mente flessuosi, flosci e terminati da altrettanti apicolì acuminati, diritti, al- quanto torti a spira. Sono costituiti da cellule cilindriche, di altezza pari al dia- metro, od alla metà del diametro dopo effettuata la divisione, le quali riescono separate da interstizi jalini assai distinti e circondate da un tenuissimo ri- vestimento mucoso acroo, jalino. 283 6. OSCILLARU LITTORALIS Carni. 0. sfrato membranaceo late eoopanso, luljrico, atro-viridi, drevtter radiante ; filis 0,015 mm. crass., Jlexuosis, cellulis diametro 2 pio (post dìcisìonem factani 4 pio) breviorihus, geniculis contractis, apiculo recto late rofundato. OsGiLLARiA LITTORALIS Curm. — Rcihenìi. FI. Eur. Alg. Il,p. 108. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 66. Abit. Mare ligustico a Monaco; ionio a Taranto (sec. Ra- benhorst). Sugli scogli a fior d'acqua. La foriiia ligustica corrisponde sufiìcientemente con gli esemplari di 0 lit- toralis di Fermanville, comunicatimi dal D.r Lebel. Al microscopio ricorda VO. Dufourii, dalla quale però è assolutamente diversa per i suoi caratteri esterni. 7. OSCILLARIA MINIATA (ZanarcLJ Ilauck 0. strato mucoso late escpanso, rubro ; filis 0,016-0,018 mm. crass., valde Jlexilihits, flexuosis ; cellulis diametro Q-Splo hrevioribus. OsciLLARiA MINIATA Hauck Mecresolg, p. 508 ! Lyngbya miniata Zanard. Icon. Phjc. I, p. 63, tab. XVI, A. Abit. Adriatico a Rovigo (Hauck) Osnllarki subsalsa Ag. Sysfc. p. m. - Kg. Phyc. p. 1S9. - Tab. Phyc. I, 42, V. - Sp. p. 246. — Rabenh. FI. Eur. Alg. II, p. 109. — Hauuk Meeresalg. p. 508. Adriatico (sec. gli autori). 0. Sponcjeliae E. Schulze in Zeitschr. tur wissenscb. Zool. Band XXXII, p. 147, Taf. 8, fig. 9, 10. — Hauck 1. e. Adriatico (sec. Hauck). 0. infiata Menegb. — Kg. Sp. p. 247. Adriatico (Meneghini). 0. percursa var. marina Kg. Sp. 1. e. Adriatico a Venezia (sec. Kg.). 0. colubrina Tliur. in Le Jol. List. Alg. Chorb. p. 20, pi. 1, fig. 2. Adriatico (sec. Hauck). 0. pelagica Falkenberg Meeresalg. Neap. p. 224. Tirreno nel Golfo di Napoli (sec. Falkenberg). 984 SPlRULIHit Turp. Fila spiralia, motìi proprio sjnrali praedita, in muco matricoli achromatico plus mimis liquido nidulantia. Spirulina Turp. — Kg. Phijc. p. 182. — Sp. p. 235. — Raienh. FI. Eur. Alg. II, p. 90. — Thur. Ess. de class, de Nosioch. in l. e. p. 375. Spirilli sp. Hassall Freslim. Alg. p. 277-78. Comprende parecchie specie marine e d'acqua dolce tuttora poco netta- mente distinte. SPIRULINA THURETII Crouan Sp. Jilis artissime spiraliter torti, aerugineis. Spirae diam. 0,004 mm. Spirulina Thuretii Crouan in Mèm. de la Soc. des se, nat. de Cherl). 11, p. 39, {ex Le Jol). — Kg. Oster progr. 1863, p. 86, (ex Rahenh.). — Le Jol. List. Alg. Cherl). p. 2Q,pl. \,fig. 1. — Rahenh. FI. Eur. Alg. Il, p. 93. — Haucli Meeresalg. p. 511. Abit. Golfo di Lione a Encloume presso Marsiglia (Bornet); Adriatico (sec. Hauck). L'esemplare favoritomi, dal D.^' Bornet, corrisponde perfettamente con la Sp. Thuretii della Manica comunicatami dal D.^' Lebel. La Spirulina temiissirna pubblicata dai eh. Wittrock e Nordstedt (Alff. exsicc. N.° 393J è una specie più grossa nella quale la spira oltrepassa il diam. di 6 micromillimetri ed è perfettamenie regolare. SPIRULINA TENUISSIMA Kff. kg. Alg. aq. dulc. Dee. XIV, N.o 13L — Phyc. p. ia3, (excl. syn. Menegli.). — Tab. Pliyc. I, p. 20, tab. 36, IV. — Sp. p. 236. — Rabenli. FL Eur. Alg. II, p. 92. — Hauck Meere- salg. p. 511. Abit. Mare ligustico a Mentone (soc. Rabenli.); Tirieno a Napoli (sec. Falkeuberg); Adria- tico (sec. gli autori). llf€RO€OLEU§ Desmaz. Fila fasciculatim congesta, sae^nus contorta, vagina mucoso-menir- Iranacea communi inclusa, MiGROGOLEus Bcsmaz. Gatal/pl. om. y. 7, (1823). — ThuT. Ess. de class, des Nostocli. in l. e. 'p. 375. Ghthonoblastus Kg., Hydrogoleum Kg., Symploca Kg. prò parte. Come è già stato notato dai signori Bornet e Thuret (Not. Alg. I, p. 6), le specie di questo genere si possono dividere in due sezioni, alle quali tut- tavia non si possono assegnare dei limiti precisi. Nelle une (M. chthonoplastes Thur., M. terrestris Desmaz.) i tricomi inclusi nella guaina comune sono simili a quelli delle Oscillaria, nelle altre (M. ver- sicolor Thur., M. cmentns Lespin., M. pulvinatus Thur., M. lynghyaceus Thur.) rassomigliano invece di più alle Lynghya inquantochè sono provveduti cia- scuno di una guaina propria. Nella specie qui descritta la divisione dei tricomi in ormogoni si effettua neir interno della guaina come nelle Lynghya, ed è accompagnata da partico- larità interessanti, sulle quali però sarebbe superfluo di dilungarsi dappoiché già vennero maestrevolmente illustrate dagli Autori qui citati. SPIRULINA..ARDISSONII Culm Colin in Babenh. 1. e. p. 91. Abit. Mare ligastioo a Genova (soc. Cohn). SPIRULINA MINIATA Hawh Hauck Beitr. 1.S78, p. 80, Taf. 1, fig. 1647. — Meeresalg. p. .51-2. Abit. Adriatico (sec. Hauck). SPIRULINA VERSICOLOR Colui. Cohn in Rabenb. 1. e. p. 292. — Hauck Meeresalg. 1. e. Abit. Adriatico (sec. Hauck). SPIRULINA HUTCHINSIAE Kg. Kg. Sp. p. 235. Abit. Adriatico (sec. Kiitzing) . SPIRULINA ZANARDINII lui. Kg. Phyc. p. 18.^. — Sp. p. 288. — Tab. Phyc. I, 37, X. — Rabenli. 1. e. p. 93. ~ Hauck. 1. e. p. 511 . Osdllarìa Meneghiniana Zanard.. (sec. Kg.). 0. Zanardini) Menegli. (sec. Kg.). Abit. Tirreno a Napoli (sec. Falkenberg) ; Adriatico a Venezia ed in Dalmazia (sec. gli autori). 2S(; MICROCOLEUS LYNGBYACEUS (Kg). Thur. 31. caesjìitosus, saturate aerugineus; vaginis amplis, laevissimis, liomogeneis, apice 2)lerumc[ue clausis, Jilis inclusis 0,012-0,015 mm. crass., fasciculatim contortìs paucis ; celluUs diametro 2-3 ;plo Ireviorihus. MiCROGOLEus LYNGBYACEUS Tliur. Ess. cìe cìass. des Nostoch. in l. e. p. 379. — Born. et Thur. Not. Alg. I, p. 5, pi li. — Hauck Meeresalg. p. 510. Hydrogoleum lyngbyaceUxM Kg. Tab. Phyc. I, 51, / -r- Sp. p. 259. — Rdbenli. FI. Eur. Alg. II, p- 151. — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p.lk. Abit. Mare ligustico a Monaco ; Adriatico (scc. Hauck). Sugli scogli a fior d' acqua. Si estende nell' Oceano Atlantico. Costituisce degli strati largamente distesi, nei quali si annidano degli animalucci e crescono molte alghe diverse. Similmente si presenta la forma da me raccolta all'Isola d' Elba e pub- blicata, secondo l'indicazione del D^ Bornet, nell'Erbario crittogamico italiano (Ser. II, N.^ 42Ò0) col nome di Microcoleus nigrescens Thur. herb. Lo stato degli esemplari diseccati non mi permette di dare di questa forma una dia- gnosi sufficiente a distinguerla dal M. hjnghyaceus. Tuttavia, per quanto ho potuto vedere, nel M. nigrescens i .filamenti inclusi sarebbero alquanto più grossi e più sottilmente guainati. ÌMiCROCOLEUs vERMicuLARis (Kg.) Haiick Meeresalg. p. SW. Blennothrix Kg. Sp. p. 285 ......... Adriatico fsee. Hauck) MicRocoLEus FLOCCOsus ffauck Le » ( * M. CHTHONOPLASTEs (Flor. Dan.) Tliur. ...... » ( » Symploca hydnoides (Carm ) Kg » ( » S. Catknellae Hauck » ( » S. VIOLACEA Hauck » ( » 387 EMylCTllS Kg., Thur. Fila tenuissima, obsolete articulata, laxe fasciculata, vagina mu- cosa cowimuni inclusa^ sae;pe in vagina solitaria. Fascicula dense caespitosa. Inagtis Kg. Plvjc. y. 202. — Sp. p. 273, (cliaract. emend.), — Thur. Fss. de class, des Nostoch. in l. e. p. 379. INACTIS SCOPULORUM Thur. I. Jilis 0,0008 mm. crass. dilute aerugìneis, in vaginis solitariis aut paucis ; fasciculis flexuosis. Diam. vagin. 0,009 mm. Inagtis sgopulorum Thur. l. e. Hypheothrix sgopulorum Kg. Sp. p. 269. Abit. Mare ligustico ad Oneglia sui massi dei Moli interni (Strafforello) ; Tirreno in Corsica (Debeaux); Adriatico (sec. Kùtzing). Costituisce uno strato verdastro crostiforme. Al microscopio la più parte dei tricomi compariscono solitari od avvicinati in due in una comune vagina mucosa, acroa, pellucida, delicatissima. Per lo più essi sono qua e là interrotti. Talvolta una stessa vagina ne mostra tre. Non avendo mai veduto esemplari autentici della Inactis scopwlorum del Thuret, la determinazione della specie qui descritta non può considerarsi come pienamente sicura. Gli esemplari di Corsica, distribuiti dal Debeaux, sotto il nome di Htjpheothrix scopulorum, non so se siano stati determinati dal Kùtzing e perciò neppure la citazione del sinonimo può ritenersi come sicura. ? LEIPTOTIIRIX Kg. Fila tenvAssima, segregata rrl laxe aggregata, nunquam intricata, obsolete articulata. 288 Leptothrix Kg. Phyc. p. 198. — Sj)- ;p. 262. — Ràbeìih. FI. Eur. Alg. Il, p. 73. L'ubicazione sistematica e la circoscrizione di questo genere sono tuttora incerte, stante i rapporti che esso, in alcune forme almeno, presenta con le bacteriacee. I pochi cenni qui esposti sulle alcune produzioni che vi riferisco, non possono quindi avere altro scopo che quello di richiamare su di esse l'at- tenzione degli studiosi. 1. LEPTOTHRIX RADIANS Kg. L . fasciculato-caespitosa, sordide aerùginea vel olivacea ; Jilis 0,15- 0,22 mm. long., 0,002 mm. crass. reciis e basi subconnata ra- diatim dispersis. Leptothrix radians Kg: Tal). Phijc. I, 59, IV. — Sp. p. 263. — Rcibenli. FI. Eur. Ahj. II, p. 74, — Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. p. 61. Abit. Mare ligustico a Genova. Su varie alghe nella prima zona di profondità. Cresce anche nei mari del Nord d' Europa, nei quali venne primitiva- mente scoperta. 2. LEPTOTHRIX LUBRICA Ardiss. L, strato compado, molli, lubrico, crasso, lutescens ; fUs ad 1 mm. long., 0,0015 mm. crass., densis, subparallelis, hyalinis. Leptothrix lubrica Ardiss. in Ardiss. e Straff. Enum. Alg. Lig. :p. 61. Abit. Mare ligustico a Sestri Levante a Sud . Ovest della penisola. Sugli scogli poco profondità. leptothrix JADERTINA Kg. Sp. p. 2tì5. — Leptothrix marina Kg. Phyc. germ. p. 165. Abit. Adriatico (sec. Xlltzing.). COHORS II. CHROOCOCCOIDEAE Cellulae liherae aut in familias sphaericas vel amorphas consociatele demum in sporis ant fli sporangiis transformatae. CHAMAESIPHONEAE Algae e cellulis ohlongis vel cijlindraceis, sj}arsis vel consociatis constitutae. Endocliroma demum in sporis k-plura transfor- matum, Ghamaesiphonageae Boni l. e. in Nìiovo Giorn. hot. ital. XIV, 1882, p. 312. OsGiLLARiEARUM Qen. — Robenli. FI. Eicr, Alg. Il, p. 148. ChroogoccacearuìM trib. — Born. et Tìiur. Not. Alg. II, p. 11. Tipo della famiglia sarebbe il genere Chamaesiphon che abita esclusiva- mente le acque dolci. Le cellule che costituiscono queste alghe, secondo il eh. Borzi, avrebbero due stadi di vita, in ciasccuno dei quali assumerebbero una significazione di- stinta. Durante il primo stadio (stadio vegetativo) hanno V apparenza di un Cliroococcus, trovansi raccolte in famiglie irregolari, spesso indipendenti dall'or- dinario substrato, cui si attaccano nel loro secondo stadio (riproduttivo) che in generale è caratterizzato da un aumento di volume. Le due forme di sviluppo si alternerebbero dopo essersi ciascuna indefinitamente ripetuta per indetermi- nato numero di omologhe generazioni. Laonde ciò che gli autori hanno finora descritto coi nomi di Chamaesiphon, Dermocarim ecc., in realtà non rappresen- terebbe che lo stadio fruttifero di tali piante. Il Borzi dà il nome di coccogoni alle cellule delle camesifonee che trovansi nel secondo periodo della loro esi- stenza e, poiché egli distingue i conidi dalle spore propriamente dette, ammette che di queste ultime manchino le alghe di cui è questicme. 19 29(» DERMOCARPA Croucm Cellidae oUongae vel claviformes, stipite Irevìssimo instructae, sparsae vel a^])roximatae, moie in pulvimdum orbkularem aggregatele. Bndochroma sordide viride vel rufescens demum in sporis numerosis transformntiim. Dermogarpa Orouan Noie sur quelqves alg. mar. nouv. de la rade de Brest, in Ann. des se. nat. 4.^ 8er. tom. IX, pi. 3, fig. 2, a-d. — Born. et Thv.r. Nat. Alg. IT, p. 74. Sphaenosiphon Reinsch Contrib. /, p. 17, lOo. Cellule oblunghe o claviformi, talvolta obovoidee od anche ci- lindriche, sparse od avvicinate in glomeruli irregolari, inferiormente alquanto assottigliate a guisa di brevissimo stipite, talvolta saldamente aderenti fra di loro in modo da costituire dei cuscinetti quasi emi- sferici, costituite da una parete lamellosa o continua e da un endo- cioma verdastro o rossastro, che da ultimo si trasforma interamente in una massa di spore, oppure si divide trasversalmente in due porzioni eguali sovrapposte, delle quali soltanto quella superiore dà origine alle spore. Spore numerose, sferiche o rotondato-angolose. \. DERMOGARPA PRASINA (RmischJ liorn. JD. cellulis cìjlindricis vel claviformibus in pìuUinulo orbicnlare aggregatìs, endochromate sordide viridi demum in sporis sphae- ricis minutis numerosis transformato. Dermogarpa prasina Born. et Tliur. Not. Alg. Il, p. 73, pi. XX VI, fig. 6-9. — Ilauck Meeresalg. ^. 516 ! — Wittrock et Nordstedt Alg. exsicc. N.° 693. « Sphaenosiphon prasinus Reinsch Contrib' /, p. 17. Abit. Tirreno a Messina (sec. Borzi) ; Adriatico a Trieste (sec. gli esempi, della Exsìccata citata e giacenti nei R. Museo fiorentino). Sulla Catenella Opuntia. 291 Stando alle indizazioni degli autori, si trovererebbe anche nell' Oceano Atlantico e nell' Oceano Australe. La citazione di Messina come località delle tre specie di Dermocarpa qui indicate, non deve essere accolta senza riserva. Infatti il Borzi (l. e. p. 311) dice soltanto che ha potuto osservare fresche in Messina le tre Derniocarpa illustrate da Bornet e Thuret. Le ha egli avute in quello stato dal mare di Messina o da altrove ? É quanto io non saprei indovinare. 2. DERMOCARPA VIOLACEA Cromn D. cellulis obovoideis approximaiis, endochromate demum in sporis sphaericis numerosis trans formato. Dermocarpa violacea Crouan l. e. — Fior, dii Finist. p. 147, pi. 18. — Born. et Tlmr. Not. Alg. II, p. 11. — Hawk Meeresalg. p. 517. Abit. Tirreno a Messina (sec. Borzi); Adriatico (sec. Hauck). Sulla Halimeda Tuna. Cresce eziandio nell' Oceano Atlantico a Brest, ove venne primitivamente scoperta. 5. DERMOCARPA LEIBLEINIAE (ReinschJ Barn. D. cellulis oUongis sparsis vel approximatis, endochromate demum tr ansver salii er Inpartito, segmento superiore in sporis rotnn- dato-angulosis 12-20 transformato. Dermocarpa Leibleiniae Born. et Thiir. Not. Alg. II, p. 13, pi. XXV, fig. 3-5. — Haucli Meeresalg. p. 517. Sphaenosiphon Leibleiniae Remscli Contrih. I, p. 103, tal). XII. Abit. Tirreno a Messina (sec. Borzi); Adriatico (sec. Hauck). Su varie alghe. l[E.I10€0€€IJÌi Thur. Celiulae suhsphaericae vel e mutua pressione plus minusve angu- losae, sparsae aut in stratum indefinitum epiphijticum aggre- (jatae. Fndochroìna dilute aerugineum homogeneum. 292 Xenocoggus Thur. mscr. — Ess. de dass. des NostocJi. in l. e. p. 373. — Born, et Thur. Noi. Ahj. II, p, 74, pi. IX VI, iii> Il genere Xenococcits si distinguerebbe dal genere Dermocarpa perciocché il contenuto delle sue cellule, anziché dividersi in una massa di spore, rima- rebbe omogeno ed indiviso. Se così fosse realmente^ andrebbe riffa-ito alle croococcacee, ma esso è però tuttora troppo imperfettamente noto, perché si possa dare fondato giudizio sulla sua autonomia e sulla sua ubicazione siste- matica. XENOCOCCUS SCHOUSBOEI Thur, Thur. mscr. — Born. et Thur. l. e. Abit. 3lare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello). Sulla Lyngbya luteo- fusca. Le cellule in diametro misurano da 4-G micromillimetri, spesso riescono ellittiche, talvolta appariscono alquanto assottigliate verso il punto della loro inserzione sul substrato. La loro parete ha lo spessore di circa mezzo micro- millimetro. La fìg. 2 delle Kotes Algologiqnes rappresenta egregiamente lo Xenococcns, non già però all'ingrandunento di 650 diametri, come viene dichiarato dai suoi Autori, ma ad un ingrandimento assai maggiore, che non può essere inferiore ai 1000 diametri. Ben inteso che intendo parlare dell' ingrandimento relativo alla figura, non già di quello assoluto, che si ottiene calcando l' immagine ad una distanza dall'oculare che è sempre minore di quella cui ordinariamente si disegua al microscopio, la quale suol essere di 25 centimetri. L' ingrandimento assoluto del sistema ottico che ha servito al disegno della figura in discorso, non vi è ragione per credere che sia difterente da quello dichiarato dagli Au- tori della figura stessa. Se per avventura non mi apponessi, il mio Xenococcns non potrebbe riferirsi a quello del Thuret per la disparità delle dimensioni. CHROOCOCCACEAE ^aeg. Algac amoi'phae vel crustaceae e cellulis Sjìhaericis vel oilongis liberis vel in familias saepe tegumento communi circumvelatas consociatis, constitutae. Cellulae demum in sjwris transfor- matae. 293 GHRoogoGGACEAE Ncieg . 1849, Gatf. einzelL Alg. p. 44. — Rahenli. FI Eìir. Aìg. II, p. 29. Numerose sono le forme che vengono riferite a cfuesta famiglia, esse però per la massima parte abitano esclusivamente le acque dolci e sono di autono- mia incerta. Oltreché dai tre generi qui descritti, secondo il eh. Hauck, nella Flora del Mediterraneo le croococcacee sarebbero rappresentate da due altri generi : On~ cobyrsa e Pleurocapsa, ma di questi, non avendo mai potuto vederne esemplari nulla potrei dirne. €IIROO€0€€l]Ì^ ISaeg. Cellulae spìiaerkae vel e mutua pressione plus mimi sve angidosae, singulae vel in familias liheras consociatele, tegumento acliro- matico Jiomogeneo vel lamelloso, enclochromate aeruginoso vel aurantiaco, non raro Inteolo vel coenileo-viricli. Ghroogogcus Ndeg. l. e. — Rahenli. FI. Eur. Alg. Il, p. 29. pROTOGOGCi sp. A(j. et Kg. Cellule sferiche od angolose per reciproca pressione, costituite da una parete acromatica per lo più sottile, ma talvolta grossa e lamellosa e da un endocroma verdastro o ranciato, non raramente turchiniccio o giallastro, solitarie oppure riunite in famiglie libere, globose 0 cubiche od anche di forma irregolare, provenienti dalla ripetuta bipartizione, secondo le tre direzioni dello spazio, di una cellula primitiva. Fra i Chroococcus una sola specie per quanto pare può tolerare l'abitazione maritima, ed anche questa appartiene alla Flora delle acque dolci. CHROOCOCCUS TURGIDUS fKg.J Naeg. Oh. cellnlis sìngiilis vel Mnis, qiiaternìs, rarius octonis, in fa- milias consociatis , tegumento crasso plerumque emdenter la- melloso, enclochromate laete viridi denmm ftiscescente et yrci' nulato. Diam. celi. sing. 0,012 mm. 294 Ghroogocous turgidus Naeg. l. e. — Ralenli. FI. Eur. Alg. II, p. 32. — Born. et Thur. Not. Alg. I, ^. 15. — Ardiss. e Straf. Euum. Alg. Lig. p. 59. Protococcus turgidus Kg. Tal). Pliijc. 1, 6, a-b. — Sy. p. 198. Abit. Mare ligustico al Porto Maurizio (Strafforello). Nelle j)ozzanghere d' acqua di maro. OLOEOC4P{§4 Kg. Cellulae sphaericae, singidae vel in familias consociatae, tegii- ììientis specidlibua et universalibtis achromaticis vel coloratis pilerumque lamellosis, instructae. Endochroma aerugimsiim vel coenileo-viride. Gloeocapsa Kg. Phyc. p. 173. — Rabenh. FI. Eur. Alg. II, p. 34. Cellule sferiche, solitarie o riunite in famiglie provenienti dalla ripetuta bipartizione secondo le tre direzioni dello spazio di una cellula primitiva. Famiglie circondate da un tegumento comune ag- glomerate in masse amorfe. Tegumento delle singole cellule grosso, quasi sempre lamelloso, acroo o colorato. Endocroma verdastro o turchiniccio, oppure rossastro od anche giallastro scuro. Tegumento comune similmente lamelloso, acroo o colorato, avvolgente le cellule immediatamente dopo la loro primitiva bipartizione. Alghe per la massima parte di acqua dolce. G.OEOCAPSA DEUSTA fMcncgh.J Kg. G. crustacea, maculiformis, viridi-nigrescens ; celluUs ovalihus, 0,006-0,008 crass. Gloeocapsa peusta Kg. >^p. p. 224. — Hatick Meeresalg. p. 513. MiCROGYSTis deusta Meuegli. Nostocli. p. 81, tal. XI, fig. 2. ! 295 GoccocHLORis DEUSTA Meuegli. in Atti della 2." Riunione degli scienz. ital. in Torino 1841,^. 173./ Abit. Mare ligustico a Quarto fjresso Genova (Erb. Menegli.); Adriatico (sec. [Jauck). Sugli scogli a fior cF acqua. Fra le specie marine di questo genere si conta anche la Gì. Crepidinuni (Borri, et Thur. Not. Alg. I, 2^. 2, pi. I) delle coste settentrionali della Francia, che secondo il eh. Hauck crescerebbe eziandio nell' Adriatico. E:I1TOPU¥{ì4LIS Kg. Celliilae siilellipticae in familias oligococcas oUongas, tegumento luteo-fiiscescente lamelloso circumvelatas, aggregatae. Endo- cliroma viride. Familiae longitudinaliter seriatae, infrondem crustaceam aggregatae. Entophysalis Kg. Phyc. p- 177, Taf. 18, fig. V. — Sp. y. 225. Cellule arrotondate o quasi ellittiche, costituite da un endoci'oma verdastro nucleiforme e da un tegumento speciale, riunite in famiglie comunemente dicocche, ossia costituite da due sole cellule risultanti dalla bipartizione di una cellula primitiva, circondate da un tegu- mento comune piuttosto grosso, lamelloso, giallo o bruniccio. Fami- glie disposte in serie longitudinali, alla loro volta aggregate in frondi piane, orizzontali, di circoscrizione indeterminata, dapprima gelati- nose giallastre, quindi crostacee, brune, fragili, qua e là bucherellate, dello spessore di un millimetro circa. ■ La moltiplicazione delle cellule nel genere Entofliysalis, invece di effet- tuarsi indifferentemente in ogni direzione in modo da dare origine a delle frondi sferiche o di forma irregolare simili a quelle del genere Gloeocapsa, ha luogo soltanto in una direzione determinata. Da ciò l'apparenza filamentosa che presentano nell' Bntophpsalis le serie delle famiglie che costituiscono la fronda. 296 ENTOPHYSALIS GRANULOSA Kg. E. late cntstacea, duriascula, ohscure viridi-olivacea, exsiccatione fusco-nigrescenie. Entophysalis granulosa Kg. l. e. et Tah. Phyc. I, S'I, /. — Za- nard. Icon. Phyc. Ili, ]}. 93, iab. Cllll — Born. et Thur. Not. Alg. I, pi. I, Jlg. 4-5 ! — Hauck iMeeresalg. p. 514. CoRYNEPHORA GRANULOSA Kg. Actzen, 1835, [sec. auct.J. Myrionema crustageum /. Ag. Alg. med. p. 32, (sec. auct.). Abit. Mare ligustico ad Antibes (Bornet). Adriatico sulle coste deir Istria e della Dalmazia (Zanardini). Sugli scogli a fior d'acqua. AGGIUNTE^LA I.^ PARTE SUPPLEÌVIENTO ALL' ELENCO DELLE OPERE, iMEMORIE, NOTE, EXSICCATA RELATIVE ALLE ALGHE DEL MEDITERRANEO Agardh Car. — Dispositio Algarum Sveciae. Lundae isil Agardh Car. — Icones Algarum europearum. Lipsiae J 828-1835 Agardh Jacobo Georg — Bidrag till luinnedomen af Spetsbergens Alger (Kongl. Svenska Vetenskaps-Akademiens Handlingar). Stockholm 18G8 Agardh Jacobo Georg. — ■*'* Till Algernes Systematik. Nya bidrag (Lunds Univ. Arssla-ift. tom. IX, 1872, XVII, XIX, XXI]. Ahiner K. — Bidrag till Kannedomen om de Svenska formerna af algslàgtet Enteromorpha. Stockholm 1877 Areschoug J. E, — Algarum minus rite cognitarum pugillus secundus (Lin- naea 1843). Berkeley M. J. — Gleanings of Brìtish Algae ; being an appendix to the Supp. to English Botany. liOndon 1833 Berthold G. — ** Die geschlechtiiche Fortpfianzung der eigentlichen Phaeo- sporeen (Mittheilungen aus der zoologischen Station zu Neapel, II Band, III Heft). Leipzig 1881 Bornet Ed. et Flahault Ch. — * Revision des Nostocacces hétórocystées con- tenues dans les principaux herbiers de France (Ann. des se, nat. 7me Ser. tom. Ili, 1880, p. 322 381 — tom. IV, 188G, p. 343-373, da continuarsi). Paris 188G 298 Borzi Ant. — ** Studi algologici, fascicolo I, con IX tavole. Messina 1883 Cienkowski L. — Zur Morphologie der o Ulothriclieen (Bull de l'Académie impe- riale des Sciences de Saint-Petersburg, XXI, 1876). Cohn Ferd. — * Conspectus fam. crypt. (Hedwigia 1872). Cramer C. — * Paarung der Schwàrmsporen von Ulothrix (Botanisclie Zei- tung ie71). De Bary und Strasburger. — * Acetabularia mediterranea (Botanische Zei- tung 1877, p. 713). 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Natur-und Heikunde, Bonn 1880). Thuret G, — *" Essai de classilìcation des Ncstochinées (Ann. des se. nat. 6*> Ser. tom, 1, 1875, p. 373-382). 800 Vallante R. — ** Monographie die Cystoseiren, in Fauna und Flora des Golfs von Neapel. Leipzig 1883 Vauoher J. P. — ** Histoire des conferves d'eau douce. Genève 1808 Weber und Mohr. — Naturhistorische Reise durch einen Theil Schwedens. Gòttingen 1804 Woronin M. — * Reclierches sur les algues marines Acetalularia et Esperà (Ann, des se. nat. 4^6 Ser. tom. XVI, 18(32). Riproduzione della Memoria già citata nel primo Elenco. Woronin M. — * Beitrage zur Kenntniss der Vaucherìen (Botanische Zei- tung 1869). Wìttrook V. B. — ** Fòrsòk till en Monografì òfver Algslagtet Monosiroma. Stockholm 1872 Zanardlnl G. — * Phycearum indicarum Pugillus (Memorie del R. Istituto veneto di scienze lettere ed arti, Venezia 1872). ISrTJO^V^E LOaA.Il.ITA. di alcune specie rare 0 poco diffuse descritte nella i." parte dell'opera Callithamnion tripinnatum Ag. — p. 38. Mare ligustico al Capo del Cervo C. CAUDATUM /. Ag. — p. 64. Mare ligustico ad Antibes G. BYS30IDES Arnoti. — p. 67. Mare ligustico a Villafranca Crouania Schousboei Thur. — p. 95. Mare ligustico ad Antibes (Strafforello). (Flahault). (Strafforello). (Flahault.) Centrocera.3 oinnabarinum /. Ag. — f. 123. Tirreno a Messina Nemastoma cervicornis /. Ag. — p. 131. Tirreno a Civitavecchia Lygistes dalmatica Ariiss. p. 13S. Mare ligustico ad Antibes Grateloupia dichotoma /. Ag. — ». 137. Tirreno a Porto d'Anzio SCHIZYMENIA MARGINATA J. Ag. — f. IH. Tirreno a Napoli Halymenia patens J. Ag. — 'p. ISO. Tirreno a Messina 301 (Borzì). (Miss L. Price). (Flahault) (Miss L. Price). (Schmitz). (Schmitz). Kallymenia Requienii J. Ag. — p. 172. Tirreno a Civitavecchia (Miss L. Price) ed a Messina (Borzi). LiAGORA DISTENTA Ag. — p. 272._ Mare ligustico a Villafranca - (Stratforello). Gelidium corneum Pristoides /. Ag. — p. 287. Golfo di Lione a Callioure (Flahaultj. Spermothamnion Turneri Aresch. — p. :299. Tirreno a Porto d'Anzio Alsidium corallinum Ag. ~ p. 353. Egeo, sulle coste della Grecia PoLYsiPHONiA deusta /. Ag. — p. 379. Golfo di Lione a Callioure ZONARIA FLAVA Ag. — p. 490 Tirreno a Messina (Miss L. Price). (Schmitz). (Flahault). (Borzi). 302 Su esemplari di Gelidium comeum pinnatum raccolti a Tolone e comuni- catimi dal D.^ Bornet, avendo potuto constatare la presenza dei cistocarpi uniloculari (clinidi J. Ag.) da gran tempo da lui scoperti su forme oceaniche di quella specie,, trovo necessario di seguire la riforma di nomenclatura pro- posta dallo stesso D.r Bornet : di separare cioè dai gelidi la forma di cui è questione per riferirla al genere Pterocladia, sotto il nome dì PTEROCLADIA CAPILLACEA (Qm.) Born. Boni, et Thur. Not. Alg. /, p. 57, fi. XX. Gelidium capillaceum Kg. Tal. Phyc. XVIII, 33, ad. Fuous CAPiLLACEUs Gmel. Gelidium corneum pinnatum Grev., Kg. Il Nltophyllum carybdaeum Borzi (Notarìsia N.° 2, p. 70, tav. 2, Vene- zia 1886) non è diverso dal Nitophjlhim albidum da me imperfettamente descrìtto nel secondo volume delle mie Floridee italiche (Jasc. 1° p. 48, tav. Vili) e nella prima parte della presente opera (p. 234). Non avendo mai potuto trovare di questa specie se non alcuni frammenti,' io non ho potuto darne che una descrizione assai monca, ciò che giustilìca l'operato del eh. Borzi che la considerò come nuova. L'unico punto della descrizione del N. alhidiim che non potrebbe adattarsi al N. carybdaeum sarebbe quello che riguarda la struttura distromatica della fronda, ma tale discordanza probabilmente non dipende che dall' aver io con- dotto il taglio attraverso di una porzione di fronda raddoppiata. CALLOPHYLLIS LACINIATA fHucls.J Kg. C. /rondihus dicliotomo-suhpalmatis a margine ijroUferis, segmentis mediis exìmie cuneatis polyclioiomis, terminalibus obtiisis, fer- tilibus densissime minute Jhibriatis, jhubriis cystocarpki im- mersa gerentilus. 303 Gallophyllis laciniata Kij. Phyc. p. 401. — Sj). p. 744. — Tal). Phyc. XVII, 84. - J. Ag.' Sp. II, p. 299. — Bpicr. p. 231. Rhodomenia laciniata Grev. Alg. òr. p. 86. Sphaerocogcus laginiatus Lyngh. Ilyclr. Dan.p. 12, tab. k.-^Ag. Sp. I, p. 297. — Sgst. p, 230. Fucus laginiatus Huds. FI. Angl. p. 579. — Fsper Icon. tab. 140. — Tiirn. Hist. tab. 69. Abit. Tirreno a Messina (Borzi). É specie largamente diffusa negli Oceani. Gli esemplari mediterranei presentano due forme distinte : l'una allungata coi segmenti proliferi nei margini ; l'altra coi segmenti non proliferi distesi a semicerchio, con quelli mediani egregiamente cuneati e policotomi. Nessuna di queste forme può identificarsi con quelle oceaniche disegnate dagli autori, né con qufiUe che mi vennero comunicate dal Le Normand, dal Farlow (Far- low, Anderson, Eaton, Algu Exsicc. Am. bor.N.^ ^2,8), dall' Hohenacker (Mee- ralg. iV." 1i5), dal Lebel, le quali alla loro volta differiscono assai fra di loro. POI.YSIPHONIA BRODIAEI (Dillw.J Grtv. P. pyr amicata, pinnatim decomposito -ramosa, ramis elongatis cor- ticaiis ramulos fasciculato-peniciìlatos decomposito -pinnatos demumfastigiatos emittentibus ; articulis 6-8 siplioneis, ra- morum diametro duplo longioribiis, ramulorum aequalibus, siphonibus pericentralibus serie minorum a centrali sepa- ratis. Polysiphonia Brodiaei Grev. — Kg. iSp.p- 827. ~ Tab. Phyc. XIV, 1, d-f. — J. Ag. Sp. II, p. 993. HuTCHiNSiA Brodiaei Lyngb. Hydr. Dan. p. 109, tab. 33. — Ag. Syst. p. 154. — Sp. II, p. 63. Conferva Brodiaei Dilhv. Coìif. lab. 107. 304 POLYSIPHONIA PENIOILLATA Kg. >Sfp. p. 827. — TClì), PIll/C. XIV, 1, a-c. HUTCHINSIA PENIGILLATA A(/. yS^. //, p. 65. Abit. Tirreno a Messina (Borzi). Va collocata fra le OUgosipìionia vicino alla P. vestita. I suoi sifoni pericentrali fondamentali e addizionali, nelle porzioni inferiori della fronda, trovansi coperti da uno strato corticale composto di 5-4 assise di grosse cellule e separati dal sifone centrale mediante alcuni sifoni intermedi più sottili. Cresce eziandio nell' Oceano Atlantico sulle coste della Gran Bretagna e della Francia. ATI STATISTICI Specie e sotto specie descritte nella presente Opera . . . N 49^ Varietà principali 92 Totale N. 586 Specie non ammesse e riferite a quelle descritte N. 780 Sinonimi riferiti » 4265 ELENCO ALFABETICO DELLE PERSONE CHI-] FORNIRONO MATERIALI UTILIZZATI PER LA PRESENTE OPERA* Accurti G. Agardh G. * Arcangeli G. Balboni G. Barbey VV. Beltrani V. - Bombard E. Borzi A. Baglietto F. Bornet Ed. * Canepa G. B. Castracane F. Corti E. Cramer C. Debeaux De Catani M. De Notaris G. " De Romita V. Doria G. Dufour L. Favarger ■ * Figari Flahault Ch. Gentile G. Hauck F. ■ ' Hohenacker Kny L. Kiitzing F. T. Langenbach G. Liechtenstern Mac Adam Macchiati L. Marcucci Martens G. Pedicino N. Piccone A. Price L. Reta A. Rodriguez * Rosenvings Savi P. Savignone F. Schmitz F. Strafforello J * Thuret G. Titius P. * Toscanelli V. * Trevisan V. Vicari S. Zanardini G. * * Sono segnati con due asterischi i nomi delle persone che fornirono all'autore le raccolte più ricche, e con xxn asterisco r[uelli delle persone che diedero materiali mono abbondanti ma puro raggixardevoli. LOCALITÀ DA CUI PROVENGONO I MATERFALI RACCOLTI 0 STUDIATI DALL AUTORE Mediterr. occid, — Coste della Spagna (località indeterminate) - Isole Baleari (Mahon) - Coste dell'Algeria (Orano ed Algeri). Golfo di Lione — Banyuls - Callioure - Cette - Marsiglia - Tolone. Mare ligustico Cannes - Isola S. Margherita - Antibes - Nizza - Vil- lafranca - Monaco - Mentone - S. Remo - S. Stefano - Porto Maurizio - Oneglia - Diano - Cervo - Capo Mele - Alassio - Noli - Isolotto di Bergeggi - Vado - Savona - Albizzola - Veltri - Cornigliano - Genova - Quarto - Nervi - Camogli - Portofino - Rapallo - Sestri Levante - Spezia - Lerici - Viareggio - Livorno. Tirreno — Isola della Capraja - Piombino - Isola d'Elba - Isola di Monte Cristo - Isola di Giannutri - Civitavecchia - Porto d'Anzio - Gaeta - Isola d'Ischia - Napoli - Amala - Reggio - Messina - Palermo - Trapani - Cagliari - Capo S. Elia - Alghero - Ajaccio - Bastia. Jonio — Riposto - Acireale - Acitrezza - Isolotti dei Ciclopi - Ognina - Catania - Siracusa - Avola - Taranto - Cefa- , Ionia. Adriatico — Bari - Ancona - Senigallia - Fano - Pesaro - Cattolica - Rimini - Venezia - Monfalcone - Trieste - Miramar - Muggia - Capo d'Istria - Pirano - Parenzo - Rovigno - Pola - Fiume - Cherso - Zara - Sebenico - Trau - Spalato Lesina - Curzola. Egeo — Atene - Smirne. IVIedit rr. inf. — Coste della Siria (Salda), - Alessandria - Isola di Malta Coste della Sicilia (Licata). INDICE SISTEMATICO DELLA PARTE IL rag. Specchio sinottico delle sotto classi ;> OospoREAE Cohn 7 Melanospermeae Ardiss. ... 9 FucACEAE J. Ag ivi Fucus (L.) Decite, et Tliur ... il 285 Fucus virsoides (Donati) J Ag. 12 SA.RGASSUM Ag 13 266 Sargassurn linifolium [Turn]. Ag. 15 V. salicifolium /. Ag. ivi V. linifolium /. Ag. . 16 V. pinnatifoliuna /. Ag. 17 287 Hornschuchii Ag 19 Cystoseira Ag 20 288 Cystoseii-a fimbriata [Dcsf) Bory 23 289 Hoppii Ag 25 290 discors (L.) Ag. ... 29 V. paniculata Ag. . ivi 291 concatenata Ag. ... 30 292 crinita (DesJ.ì Dvh. . . 32 293 selaginoides;TFM(/:;iVacc. 33 294 amentacea Bonj ... 35 295 corniculata ( Wulf.) Zamrd. 37 296 Abies marina (Gm.) Ag. 39 297 opuntioides Bory ... 40 Chlorospermeae Ardiss. ... 42 Vaucheriaceae Dumort. ... ivi Vaucheria DC . ivi 298 Vaucheria dichotoma subma- rina Zyngb 43 299 li torca Eofm-Bang. . . ivi 300 piloboloides Thur. . . ivi 301 Thuretii Woronin . . 44 Zoosporeae Decne ivi Pag. Phaeosporeae Thìir 46 Cutleriaceae Eauck 50 CuTLERiA Grev 51 302 Cutleria multifida [Sm]. Grev. 53 303 adspcrsa {Ro(h) DeNot. . 51 Zanardinia Nardo 5") 304 Zanardinia collaris (^4^.) Cronan 56 Aglaozonia Zanard 58 305 Aglaozonia parvula {Grev.} Zanard .50 Ectocarpaceae ffarv 00 Pjlayelleae Ardiss. ..... 63 PiLAYELLA Bory ...... ivi 306 Pilayella littoralis (L.) Kiellm. ivi c07 Oedogonium [Menegli.] Ardiss Ot ECTOCARPEAE /. Ag 65 Ectocarpus Lyngh ivi •308 Ectocarpus confervoides [Roth] Le Jol ^() var. breviarticulatus Ardiss 67 var. subulatus Ardiss. 68 309 abbreviatus Kg. . . . ivi 31Q fasciculatus Earv. . . 69 var. refractus Ardiss. ivi var. vestitua Ardiss. ivi 311 Sandrianus Zanard. . . 70 312 arctus A'g 71 313 granulosus [Engl dot.) Ag. 72 314 Vidovichii Menegh. . . 73 3i5 paradoxus Montg. . . ivi 316 irregularis Kg 71 308 Pag. ; 317 Ectocarpus pusìllus Griff. . . 75 j 318 elegans Mencgh. . . . ivi i 319 monocarpu3 Ag. ... 7G i 320 Meneghinii Dufour . . 77 ; Streblonema Derl. et Sol. . . 78 ; 321 Streblonema investiens Thur. 79 i 323 sphaericum Thur. ... ivi ! 323 tenuissimum Hauck . ivi ; CiiORiSTOCARPUs Zanurcl. . . • 80 i 324 Choristocarpus tenellus Zanard. ivi ; Myriotrich.eae Ardiss . . , . 81 j Myriotrichia Earv ivi i 3"25 Myriotrichia clavaeformis Ilarv. ivi ; GiRAUDiA Derb. et Sol 82 i 326 Giraudiasphacelarioidcsi>dr5. i et Sol ' .... 84 j Sphacelarieae J. Ag ivi 1 Sphacelaria Lyngh. . . , . . ivi i 327 Sphacelaria scoparla (X.) Lyngì). 85 i 328 filicina [Gmt.) Ag. . . 87 ; 329 tribuloides Menegh. . . 88 i var. radicata De Nat. 89 \ 330 cirrhosa [Roth] Ag. . . 90 | var. cervicornis Ardiss. 91 i 331 plumula Zanard. . . . 92 ; 332 rutilans Kg ivi i Cladostephus Ag 93 ': 333 Cladostephus verticillatus : [LtgW) ^9 91 ; Myrionemeae Naeg 95 ; Myrionema Grev ivi i 334Myrionemapunctiforme(Z3/?i^5.) Earv 96 335 orbiculare /. Ag. ... 97 Chordariaceae Ardiss 98 Elachistea Dìihy 90 336 Elachistea \)\\Wm^idi[Kg.)Hart. 100 Leathesia Gratj ivi 337 Leathesia umbellata [Ag.] Me- negh 101 Mesogloja Ag. 102 "3S Mesogloja vcrniieiìlata [Engl. hot.) Le Jol 103 339 Leveillei Menegh. . . .104 340 mediterranea J. Ag. . . 105 Castagnea Dcrl). et Sol. . . . ivi Pag. 341 Castagnea fistulosa [Zanard.) Derh. et Sol 106 342 virescens (Carm.) Thur. 107 LiEBMANNiA Mcìiegh 108 343 Liebmannia Posidoniae Me- negh 109 Stilophoraceae Ardiss ivi Stilophora J. Ag 110 3i4 Stilophora rhizodes [Erhrt] J. Ag Ili tar. adriatica /. Ag. ivi 345 papillosa /. Ag. . . ,112 316 calcif-ra Zanard. . . . 113 Punctariaceae Hauch . . . .114 Punctaria Grev ivi 347 Punctaria latifolia Grev. . .115 ScYTOsiPHONEAE Trevisau . . . 116 SCYTOSIPHON Ag ivi 348 Scytosiphon lomentarius (lungo.) Endl 117 var. thrix Kg. . . .119 Phyllitis Kg ivi : 349 Phyllitis Fascia [FI. dan.) Kg. ItO i Hydroclathrus Bory .... 122 I 350 Hydroclathrus sinuosus [Roth) Thur 123 : Arthrocladiaceae Hniich . . . 124 I Arthrocladia ivi \ 351 Arthrocladia villosa i [Euds.) Duby 125 : Sporochxaceae Earv 126 \ Sporochnus Ag ivi ; 352 Sporochnus pedunculatus (Euds.) Ag 127 ; 353 dichotomus Zanard. . . 128 ; Carpomitra Kg 129 : 351 Carpomitra Cabrerae {Clem.) Kg 130 : Nereja Zanard ivi ; 355 Nereja filiformis (/. Ag) Zanard. 131 ; AsPEROCOccACEAE Ardiss. . . . 132 ; AsPEROCOCCUs Lamx 133 i 356 Asperococcus bullosus Lamx. 131 ; 357 compressus Griff. . . 135 : Striaria Grev ivi ; 358 Striaria attenuata Grev. . . 136 Pag. tar. crinita /. Ag. . i:->7 var. crassa Ardiss. . ivi Ralpsia Berli 138 359 Ralfsia verrucosa {Aresch.]J.A(/. 139 Laminariaceae Rchh 140 Laminaria Lamx ivi 3G0 Laminaria saccharina {L.)Lamx.\42 361 brevipes Ag 113 Saccorhiza Deh Pyl. . . , . . ivi 363 Saccorhiza bulbosa mediter- ranea De Not 144 Chlorosporeae Thur. .... 140 SiPHONEAE Grev ivi Bryopsideae Bory 148 Bryopsis Lamx 149 363 Bryopsis duple:^ De Not. . . \~A 364 dicbotoma De Not. . . 152 365 implexa De Not. . . . ivi 366 secunda J. Ag 153 367 muscosa Lamx. . . . ivi 368 myura J. Ag 154 369 cupressoides ZamT. . .155 370 corymbosa J. Ag. . . . 156 371 Rosae.i4^ 157 372 piumosa (Huds.) Ag. . . ivi Derbesieae Tìmr 158 Derbesia Soìier ivi 373 Derbesia Lamourouxii (J. Ag.) Soìier 159 371 tenuissima ( De Not. ) Crouan 160 375 imce\\a.tix {Zanard.) Ardiss. 161 376 Penicillum [Menegh.] Ar- diss 162 Valonif.ae Kg. . ivi Valonia Ginanni ivi 377 Valonia utricularis [Roth] Ag. 163 var.Aegi\gvo])i\aHMicklGi 378 macrophj'sa Kg. ... ivi 379 clavata Ardiss ivi Gaulerpeae Rchh 165 Caulerpa Lamx ivi 380 Caulerpa prolifera (Forsh.) Lamx. ......... 166 Codieae Trevis 167 CoDiUM Stadi- ivi 309 Pag. 381 Codium Bursa (Z.) Ag: . . .168 382 adhaerons [Cabrerà] Ag . 169 383 tonientosum [Iluds.) Stack.ViO var. elongatum Ardiss. 171 Udotea Lamx 172 384 Udotea Desfontainii Decne. . ivi Halimeda Lamx 171 385 Halimeda Tuna (EU. et Soland. Lamx ivi Espera Dccne 176 386 Espera mediterranea Decne. . ivi AcETABULARiEAE Decìie 177 Acetabularia Lamx ivi 387 Acetabularia mediterranea Lamx 178 Dasycladeae Bndl 179 Dasycladus Ag ivi 388 Dasycladus clavaeformis Ag. 180 Anadyomeneae End! 181 Anadyomene Lamx ivi 389 Anadyornene stellata {Wulf) Ag ivi MiORODICTYON Decìu 182 390 Microdictyon umbilicatum [Welley] Zanard 183 Palmellaceae Naeg ivi Palmophyllum Kg 181 391 Palmophyllum crassum [Nacc] Rahenh ivi 392 orbiculare Bornet . . . ivi Ulvaceae Lamx 185 MoNOSTROMA Tliur 188 393 Monostroma quaternarium (Kg.) Desmaz. 189 .394 latissinuim (Kg.) Wittr. 190 Ulva L., Le JoI ivi 395 Ulva Lactuca rigida .... 193 ,396 Lactuca latissima . .191 397 Lactuca Lactuca . . . ivi 393 fasciata Delile . . . .195 399 Enteromorpha lanceolata 196 400 Enteromorpha compressa 798 401 Enteromorpha intesti- nalis ivi 402 clathrata Ag 200 403 marginata (/.^(/.jZdJo/. 202 P.IO Pag. 404 Ulva percursa Ag S02 405 fulvescens Ag 203 40G flexuosa Wiiìf. ... £01 Ulothrichaceae Rahenh. . . . 205 Ulothrix Kg ivi 407 Ulothnx implexa Kg. . . 206 CoNFERVACEAE Dumort ivi Chaetomorpha Kg. . . . . . 208 408 Chaetomorpha tortuosa (Z>e7/w.) Kg 209 var. breviarticulata 210 400 gracilis Kg 211 410 fibrosa Kg ivi 411 Unum [FI. dan.) Kg. . 212 var. longiaiticulata et breviarticulata ivi 412 crassa (Ag.) Kg. . . . 213 413 variabihs Kg 214 414 aerea [Dillw.] Kg. . . 215 Rhizoclonium Kg 216 415 Rhizoclonium riparium [lioth] Harv ivi Cladophora Kg 217 416 Cladophora Echiuus [Bias.) Kg. 221 417 cornea Kg ivi 418 Coelothrix Kg. ... ivi 419 trichotoma [Ag.) Kg. . 222 420 repens (/. Ag.) Kg. . . ivi 421 Meneghiniana Kg. . . 223 422 corynarlhra Kg. ... ivi 423 prolifera (Roth) Kg. . 234 424 . pellucida [Huds.) Kg. . 225 425 catena ta (Ag.) Ardiss. . 226 426 scoparioides Hauck . . 227 427 ramulosa Menegli. . . ivi 428 utriculosa Kg. . • . . 228 429 ovoidea Kg 220 430 Kiitzingii Ardiss.. . . 230 431 Hutchinsiae (Dillw) Kg. ivi 432 brachyclona Montg. . 231 433 conglomerata Kg. . . 232 434 penicillata Kg. . . , ivi var. lutescens Ardiss. 233 435 flaccida Kg ivi 436 patens Kg 231 437 crystallina [Rolli) Kg. . 235 Pag 438 Cladophora nitida Kg. . . 2'àQ> var. minor Erb. critt. ^l^l ivi «flr.Ruchingeri Ardiss. ivi 439 Rudolphiana [Ag.) Harv. 237 440 dalmatica Kg 238 441 Notarisii Ardiss. e Slraff. ivi 442 gracilis (Griff.) Kg. . . 239 443 rupestris (Z.) Kg. . . 240 444 Neesiorum Kg.. . . . 241 445 Bertolonii Kg ivi var. hamosa Ardiss. 242 var. corymbifera Ar- diss ivi var, verticillata Ardiss. ivi var. elongata Ardiss. 243 446 albida [Huds.) Kg. . . ivi 447 refracta [Rofh) Kg. . . 244 448 laetevirens [Dilln.] Kg. 245 449 lepidula Monlg. ... 246 Schizosporeae Colin 248 NOSTOCHINEAE Tliiir 254 RivuLARiACEAE Rahenh ivi Calothricheae Ardiss 255 Calothrix Ag ivi 450 Calothrjx confervicola (Roth) Ag 256 451 scopulorum [Wch. el Mohr) Ag 257 452 Contarenii (Zanard.) Born. et Flahav.U .... 258 453 parasitica [Chanv.'' Thnr.'^Q 454 aeruginea [Kg.) Tlitir. . 260 455 crustacea Tliur. ... ivi 456 prolifera Flahmll . . 261 RivuLARiEAE Ardiss 262 RivuLARiA Roih ivi 457 Rivularia Biasolettiana Menegli 263 458 atra Roth 264 var. hemisphaerica Born. et Flahault .... 265 459 mesenterica (Kg.) Tliur. 266 460 ■ polyotis '/. Ag.) Born. et Flahault 267 IsACTis Tlinr 268 Pag. 461 Isactis plana (Harv.) Thur. :io9 BRA.CHYTRICHIA Zanard. ... ivi 462 Braohyti-ichia Balani [Lloyd] Born. et Flahault .... 270 OsciLLARiACEAE B.aheuh. ... ivi Lyngbya Ag 271 463 Lyngbya mfijuscula (Dillrc.) Harv 272 464 aestuarii [Mtrtens] Liehm. 273 465 violacea {Menegh.\Rahenh. 275 466 Bòttcheriana Rabenh . 276 467 luteofusca {Ag.) J. Ag.. ivi 468 caespitula (Harv.) Rabenh. 211 469 Schowiana Kg. . . . 278 470 semipiena (Ag.) J. Ag. ivi 471 livida Ariiss 279 472 gi-acilis [Menegìi.) Rabenh. ivi OSCILLARIA Bosc 280 473 Oscillaria submembranacea Ardiss. e Straff. 281 474 neapolitana Kg . . . ivi 475 anthracina De Noi. . . ivi 476 Dufourii De Not. . . 282 477 lineolata Ardiss. . . . ivi 478 littoralis Carni. ... 283 479 miniata (Zanard.) Hauch ivi Spirulina Turp 284 3Ìt Pag. 480 Spirulina Thuretii Crotian . 2:54 MiCROCOLKUs Ddsmaz 285 481 Microcoleus lyngbyacIeus/^/i^.^ Thur 286 Inactis Kg., Thur 287 482 Inactis scopuloruni Thur. . ivi Leptothrix Kg ivi 483 Leptothrix radians Kg. . . 288 481 lubrica Ardiss. ... ivi Chrogcoccoideae Ardiss. . . . 289 Chamaesiphoneae Ardiss. ... ivi Dermocarpa Crouan 290 485 Dermocarpa prasina (Reinsch) Born ivi 486 violacea Crouan . . . 291 487 Leibleiniae (Reinsch ) Boni ivi Xenococcus Thur ivi 488 Xenococcus Schousboei Thur. 2d2 Chroococcaceae Naeg ivi Chroococcus Naeg 293 489 Chroococcus turgidus {Kg.]Naeg.i\i Gloeocapsa Kg 291 490 Gloeocapsa deusta [Menegh ] Kg. ivi Entophysalis Kg 295 491 Entophysalis granulosa Kg. 296 fc^»^>^V*>>^i>.^>^h^-*..-iwN INDICE ALFABETICO 3DEIL.3LE SI^EOIE E IDEI SIUSTOIN-IJVLI Pag. Acetabularia mediterranea Lamx. 178 Acetabulum Tourn ivi Acrocladus mediterranens Naeg. 225 Agardhia adkaerens Cabrerà . . 170 Aglaozonia parvula Zanard. . . 59 reptans Kg ivi Alcyonidium vermiculatim Lamx. 103 Alcyonlum Bv,rsa L 169 Pinaàyomene Jlabellata Lamx. . . 182 stellata Ag 181 Arthrocladia australis Kg. . . ■ . 125 septentrionalis Kg. . . . • ivi villosa Duby ivi Asperococcus attemiatus Zanard. 136 bullosus Lamx 134 compressus Griff. .... 135 ramosissimus Zanard. . . . 137 sinuosws Bory 123 tennis Zanard 134 Asterotrichia ulvicoìa Zanard. . '7 B Bangia torta Ag 203 Botryophora diclioioma Bonip. . 175 Brachytrichia Balani Born. et Fiali. 270 Bryopsis abietina Kg 158 Pag Bryopsis adriatica Menegh. . . 155 apiocarpa Menegh 161 Arhiscula Ag 155 Arbuscula Lamx 158 Balbisiana Lamx 150 Balb. disticha J. Ag. . . . 151 Balb. internata Kg. ,• . . 159 Balb. Zamotirouxii ,1. Ag. . ivi caudata Kg 151 cespitosa StiTir ivi comoides De Not 152 constricta Zanard 100 corymbosa J. Ag 150 cupreasoides Lamx. . . . 155 dalmatica Kg 159 dichotoma De Nof. . . . 152 duplex De Not 151 elegans Menegh 156 fastigata Kg ivi flagellata Kg 155 fiircellata Zanard. .... 161 Gasparinii Mencgli. . . . 154 Jìypnoides Lamx 155 implexa De Not 152 implexa Hauck 155 incompta Menegli 160 intricata Derb. et Sol. . . 151 intricata Menegh ivi 314 Bryopsis ligustica Ardisi. . Lynghyei FI. dan. . . niu=!COsa Lamx. . . . myura J. Ag Panizzei De Not. . . Petteri Menegh. . . . piumosa Ag flum. var Arhiscula J. A plum. tar hjpnoides Kg. pseudopiumosa Ardisp. . Rosae Ag saburralis De Not. . . secunda J. Ag. ... sictila Ardiss simplex Menegh. . . . tenvAssima De Not. . . thuyoides Menegli. . . Calothrix aeruginea Thur. . . . caespitula Harv confervicola Ag Contarenii Born. et Fiali. . crustaxea Thur luteo-fnsca Ag major Kg mucor Menegh parasitica Thur prolifera Flah recta Kg scopulorum Ag semipiena Ag sordida Zanard variegata Zanard Carmichaelia attenuata Grev. . . Carpoilesmia opwitioides Kg. . , Carpomitra Cabrerae Kg. . . , Castagnea Jìstulosa Derb. et Sol. polycarpa Derb. et Sol. . virescens Thur Zosterae Thur Caulerpa ocellata Lamx. . . prolifera Lamx Ceramium confervoides \ua\\ . JllicinuM Grat fiilvum Bertol Pag. 158 153 154 ivi ivi 15G 155 ivi ivi 156 176 153 155 159 160 155 260 278 256 258 260 277 273 279 259 261 273 257 278 276 ivi 137 40 130 106 ivi 107 ivi 167 166 m 87 89 Pag. Ceramium pennatum Roth ... 66 scoparium Roth 90 siliculosum Ag 67 verlicillatum DC 94 Chaetomorpha aerea Kg 215 Ireviarticulata Hauck . . . 200 braclìyarthra Ardiss. e StrafT. 213 Callithrix Kg 210 clilorotica Kg 212 crassa Kg 213 dalmatica Kg 214 Dtihyana Kg ivi fibrosa Kg 211 gallica Kg 214 gracilis Kg 211 herbacea Kg 214 implexa Kg. . . . . . • 210 intermedia Kg 215 ligustica Kg. ...... 210 Unum Ardiss. e Strofi'. . . 213 Linum Kg 212 mediterranea Kg 210 princeps Kg 215 rigida Kg 212 rigida longiarti 'Aliata Ardisp. ivi setacea Kg ivi tortuosa Kg 209 iorulosa Kg 213 urbica Kg 216 variabilis Kg 214 vasta Kg 214 Chorda Filum var. fistolosa Kg. 118 Filum var. lomentaria Kg. . 117 Filum var. thrix Kg. . . . 119 Jlstulosa Zanard 118 lomentaria Lyngb 117 lomentaria minor EYh.cv'\i[Al;\\. 119 Chordaria rhizoides Ag HI Choristocarpus -tenellus Zanard. . 80 Chroococcus turgidus Xaeg. . . Ciadophora aegaea Kg 228 albida Kg. 243 » V. re frac ta Thur. . . 244 alyssoidea Menegh 231 Bertolonii Kg 241 Biasolettiana Kg 223 Pag. Cladophora bi-acliyclona Mont g. . 231 catenata Ardiss. . . . . . 226 catenata Kg . . 224 ceratina Kg . . 235 Chlorothrix Kg. . . . . 244 Coelothrix Kg. . . . . 221 comosa De Not. . . . . . 238 conglomerata Kg. . . . . 232 cornea Kg . . 221 corymUjera Kg. . . . . 242 corynarthra Kg. . . . . . 223 crislata Kg . . 239 crystallina Kg. . . . . . 235 drilmatica Kg . . 238 (ìijffusa Harv . 231 diffusa Menegli. . . . . 228 Echinus Kg . 221 falcata Erb. critt. ital. . . 241 falcata Harv . . 228 flaccida Erb. critt. ital. . . 229 flaccida Kg. ..... . . 233 flavida Kg . . 235 flexicaulis Kg. . . . . 244 fruticulosa Kg. . . . . . 224 Juscesccns Kg . 234 glelifera Kg . 238 glehifira Erb. critt. ital. . . 229 glomerata flav. Hauck . . 233 gracilis Kg . . 239 gracillima Kg. . . . . . 244 hamosa Kg . 242 keterochloa Kg. . . . . . 239 htimilis Kg . 241 Hutchinsiae Kg. . . . . 230 Kùtzingii Ardisp. . . . ivi laetevirens Kg. . . . . 245 laetevirens Harv. . . . ivi laxa Kg . 230 lepidula Montg. . . . . 24(3 linijormis' k.xà\^^. e Strai f. . 233 lubrica Kg . 237 lutescens Kg . 233 mediterranea Hauclc . . . 240 Meneghiniana Kg. . . . . 223 moniliformis Ardiss. .. . . 243 mutila Kg , 235 315 Pag. Cladophora Neesiorum Kg. . . 241 nitida Kg. . 23G nitidissima Menegh. . . . 235 Notarisii Ardiss. e Straff. . 237 apposita Kg 241 ovoidea Kg. 229 patens Kg 231 pellucida Kg 225 penicillata Kg 232 ^istillata Kg 237 phimosa Kg 212 Plumula Kg 237 prolifera Kg 224 ') V. flaccida Kg. . . 22G pumila Kg 244 ramellosa Kg 243 ramulosa Menegh 227 ramosissima Kg 241 rectangularis Harv. . . . 228 refracta Kg 244 repens Kg 222 Rissoana Kg 230 Rissoana Montg 231 Ruchingeri Kg 237 Rudolphiana Harv ivi Rudolphiana Kg 223 rupestris Kg 240 scoparia Kg 224 scoparioides Hauck . . . 227 sericea Kg 235 spongiosa Zanard 222 tenerrima Kg 236 tennis Kg 244 tricliotoma Kg 223 utriculosa Kg 228 vadorum Kg 240 Cladosiphon Giraudii J. Ag. . . 107 mediterraneiis Kg ivi Cladostephus clavaeformis Ag. . 180 Mìjriophyllum Ag 94 spongiosns Kg ivi ferliciUatus Ag ivi Cladothele //^/òrw^^■5 Kg. . . . 132 Mon lagne i Kg * ivi Coccochloris crassa Menegh. . . 184 d^usta IMenegh 294 31C Pag. Codium adhaerens Ag 1(39 Bursa Ag 1G8 davaeformis Delle Chiaje . 180 deaimlens ]\Iart 1"/! dtforme Kg. ..-..." 170 elongatum Ag 171 f.Uforme Montg ivi flaheUiformc Ag 173 memhranacenm Ag ivi simplex De Not 171 tomentosum Staclc 170 Vermilara Delle Chiaje . . 171 Colpomenia sinuosa Derb. et Sol. 123 Conferva aerea Dilhv 215 aestuarii Mertens .... 271 alhida Huds • 243 bipartita Jurg 203 Irachì/arthra Kg 213 capillaris Dillw ivi catenata Ag 226 cìiloroiica Montg 212 cirrhosa Roth 90 clathrata Roth 200 daraeformts Roth .... 180 confervicola Roth .... 257 contorta Jurg 203 crassa Ag 213 crinita Ruching 137 crystaìlina Roth 235 dicliotoma K'^ 228 dicliotoma L 43 diffusa Roth 228 Duhyana Kg 214 Echimis Bias. . . . , . . 221 fibrosa Kg 211 fstula Roth 118 Jlalelliformis Desf. .... 173 f.avicans .Jurg 203 fiexima Wulf. 204 fracta marina Lyngl 244 glauca Roth 240 gracilis GrilT. 239 gracilis Kg 211 gracilis Wall". 112 granulosa Engl. hot. ... 72 lieterochloa Ag. , . . . . 239 Pag. Conferva Hofmanni Berto). . . 279 Hutchinsiae Dilhv 231 Klitzingii Menegh 211 lactevirens Dillw 245 LinvAìi FI. dan 212 littoralis L G3 majuscula Dilhv 273 Myriophyllum Roth ... 94 nitida Kg 236 pannosa Aresch 217 pellucida Huds 225 pennata Huds 90 percorsa Ag . 203 piumosa Berto] 242 princeps Kg 215 2)rolifera Roth 224 refracta De Not. . . . . . 242 rc/racta Roth 244 repens J. Ag 222 rliizodes Eihrt IH rigida Ag 212 riparia Roth 217 Bissonna IMontg 231 Rvchivgcri Ag 237 Rudolphiana Ag 237 rupeslris L 240 Sandri Zanard ivi scoparla L 86 scopuloritm Web. et ]Mohr . 258 setacea Ag 212 siliculosa Dilhv. . • . . . 67 sponqiosa Zanard 22 striatuìa Ag 203 tortuosa Dilhv 210 tornlosii Zanard 213 trichotoma Ag 222 umbilicata Velley .... 183 urbica Zanard 216 niricularis Rotli 163 vadorum Aresch 240 variabilis Kg 214 vasta Kg ivi veneta Zanard 240 verticillata Lightf. .... 94 villosa. Huds 125 virgata Roth ,.•... 240 rag. Corallina Tnna Eli. et Solane!. . 17ó Corticularla arcta Kg 71 brachiata Kg 73 fuscata Kg 71 laeta Kg 72 verminosa Kg 71 Corynephora granulosa Kg. . . 290 umUUata Ag • 102 Corynophlaea umheUata Kg. . . ivi Cruoria verrucosa Aresch. . . . 139 Cutleria adspersa De Not. ... 54 adspersa Menegh. ..... 37 collaris Zanard 56 dalmatica Zanard 53 dichotoma Kg ivi fibrosa Kg ivi intricata Zanard ivi multifìda Grev ivi pardalis De Not 54 jìcnicillata Kg 53 Cystoseira Abete marina Nacc. .26-27 Abies marina Ag 39 ahrotanifolia Ag 24 amentacea Bory ..... 35 ament. ambigua Erb. critt. ital. 34 ameni, salaginoides J. Ag. . ivi aurantia Kg 27 barbata Ag 25 barbata Do Not 32 barbata v. ffoppii J. Ag. . . 26 barbata v. Turneri J. Ag. . ivi barbata verrucosa Kg. . . . ivi barbatula Kg ivi concatenata Ag 39 concatenata Nacc 24 corniculata Zanard 37 crinita Dub 32 cryj)tacantTia squarrosa Kg. . ivi (iiscors Ag 29 discors V. paniculata Ag. . . ivi divaricata Kg 24 elata Kg ivi Erica marina Bertol. ... 38 ericoides Dcdle Chiaje ... 36 eric. V. amentacea Ag. . . ivi pie. V. corniculata Menegli.. 37 317 Pag. Cystoseira eric. v. densa Ag. . . 37 eric. V. selaginoides Ag. . . 31 filicina Bory 24 fimbriata Bory 23 focmcnlacca Angl 29 glomerata Kg 24 granulala Delle Chi;ijo . . 26 gnimilata De Not ivi granulata Falkenb 33-39 gran. n. concatenata Menegh. 31 gran. v. Esperi Ag 27 gran. v. macrocysiis De Not. 26 gran. r. Turneri Montg. . ., 39 Hoppii Ag. • 25 Hoppii V. aurantia Kj. . . 27 leptocarpa Kg 24 mi:rocarpa Kg ivi Montagnei J. Ag 39 opuntioidea Bory .... 40 vanicìilata Kg 29 patentissima Kg 24' puntila Montg ivi robusta Kg 32 sedoides Ag 31 sedoides Delle Chiojo ... 36 sehiginoides Nacc 33 squarrosa De Not 37 squarrosa Kg 24 D Oasyactls Assarata Crouaii . . 269 minutula Kg 265 plana Kg 268 Saccorliizac Crouan . . . 269 salina Kg. . 263 salina Le Jol 265 Dasycladus clavaeformis Ag. . . 180 cylindricus Menegh. ... ivi Derbesia furcellata Ardiss. . . . 161 Lamourouxìi Solier . . . 159 marina Solier 160 neglecta Berthold .... 161 Penicillum Ardiss 163 teiiuissima Crouan .... 160 Dertnocarpa Leibleiniae Born. . 291 prasina Born 290 ■violacea Crouan 291 818 Pag. Desmarestia Jlliformis J. Ag. . . l'ò'Z Dichosporangium repens Hauck . 82 Dictyosphaeria valonioides Zanard. 164 Dictyota muUi^da Bory .... 53 penicillata Lamx ivi Diplonema intermedium De Not. 215 spectabile De Not ivi Diplotrichia pohjotis .J. Ag. .. . 267 Ectocarpus abbreviatus Kg. . . approximctus Kg arctus Kg iombi/ciniis Kg ceratoides Kg cespiiulus J. Ag confervoides (Rotli) Le Jol. . corymhosus Kg crinitus Carm. ... . . draparnaldiaeformis Kg. . . elegans Menegh ". elegans Tliur fasciculatus Harv flagellitormis Kg Jluviatilis Kg fuscatus Zanard geminatus Menegh gloUfer Kg grai'Àllimiis Kg granulosus Ag intermedius Kg invesliens Hauck irreguiaris Kg laetus Ag , • Utoralis De Not Meneghini! Duf mvmtus Ag monocarpus Ag nitens De Not Notarisii Menegh ocTiToleucus Kg Oedogonium Menegh. . . . pai-adoxus Montg polycarpus Zanard piimilus Zanard pusilhis Griflf 68 67 71 67 ivi 73 66 67 73 68 75 70 69 67 64 71 77 75 67 72 7i 79 74 72 70 77 76 ivi 67 75 71 64 73 71 68 75 Pag. Ectocarpus raceviiijerus Menegh. 73 ramellosus Kg. ...■,, 64 ramellosus Zanard. , . . . ivi re/ractus Kg 69 rigidus Kg 71 rufìilus Kg ivi 8»andrianus Zanard. ... 70 secundus Derb. et Sol. . . ivi siliculosus Ag 66.69 silictilosus Kg 67 simplicmsculus Ag 74 iimpliciuscìilus Kg 76 spalatimis Kg 67 spJìoericus Derb. et. Sol. . . 79 spinostis K'.' 71 sttipposus De Nof 70 suluìatus Kg 68 tenelhis Kg 80 venetus Kg 68 vermicelliferm De Not. . . ivi verminosiis Kg. . '. . . . '71 veslitus De Not 70 Vidovichii ]Menegb 73 Elachistea attenuata Harv. . . . 100 pulvinata Harv ivi Riviiìariae Suhr ivi Encoelìum Iv.llosum Ag 134 ramosissimum Kg 137 ainnosnm Ag 123 Enteromorpha aureola K?. . . . 204 Bertolonii Montg 197 clathrata Harv 200 clathrata erecta Grev. . . . 201 clathrata ramtdosa Aresch. . ivi clathrata uncinata Grev. . . 200 complanata Kg 198 comiiressa Grev ivi erecta Hook 201 Jlexuosa J. Ag 204 fucicola Menegh 198. fiilvescens Kg 204 ' Hophirhii M' Calla . . . . 201 intestinalis Link 198 intes. Cormicopiae Kg. ... ivi Jurgensii Kg 204 Zinhiana Grev. 300 Pag. Enteromorpha f.inza J. Ag. . . 197 marginata, J. Ag -202 micrococca Kg. . . . . , 199 paradoxa Kg 301 percursa J. Ag 203 pilifera Kg 199 piumosa Kg 201 quaternaria Ahin 204 ramulosa Hook 201 spermatoidea Kg 199 spinescens Kg 201 tiibulosa Kg 199 Entophysalis gi-anulosa Kg. . . Espera mediterranea Decno. . . 176 Euactis amoena Kg 265 a^ra Kg 264 confluens Kg • 265 hemisphaerica Kg ivi hospita Kg 267 Le Normandiana Kg. . . • 265 ligustica Kg ivi marina Kg ivi pachynema Kg 207 prorumpens Erb. critf. ital. . 266 prorumpens Kg. . .' . . . 267 pulchra Cramer ivi Flabellaria Anadgo me ne DeìleChìaje ltì2 Des/ontainii Lamx .... 173 Opuntia Delle Chiaje . . . 175 Zamchellii Zanard 173 Fuco Acinara Ginann 17 Fucus Ahies Bertol. . . . -J'ì/^?, 32 Ahies marina Gm 39 ahrotanijolius Delle Chinje . 24 ahrotamfolius L 29 Acinaria Gm. 17 acinariiis fisper .... 15,16 acùìeatus Esper 35 barbatus Turner 26 bulbosus Huds . . * . . . 144 Bursa Turner 169 Cabrerae Clem. ..... 130 compressus Esper .... 23 concatenatus Bertol. ... 21 310 Pag. Fucus cancatenatus Esper ... 27 concatenatus L 31 corniculatns Wulf. .... 37 crinitus Desf. 32 discors 1 29 disliehus Wulf. 13 diversifolitis Turn 17 Erica marina Bertol. ... 3S Erica marina Gm 36 ericoides L 35 ericoides v. corniculattis Turn. 37 » V. sedoides Turn. . 34 » V. selaginoides Turn. ivi Fascia FI. dan 120 Jimbriaius Desf. 23 Flahcllum Bertol 173 Joeniculaceus L 29 foniculaceìcs Wulf. . ; . . 2Q hirsutus Wulf. 95 lavandulae/oliìis Delilc . . 15 linifolius Turn K! marginalis Wulf. .... 137 natans Bertol. ...... 20 natans Turn. 15 Ophioglossum .Web. et Mohr. 167 pedumculatus Hud? 127 polyschides Lighlf. .... 145 prolifer Forsk 166 rhizoies Turn Ili rìidis Wulf. 86 saccarinus L 142 salicifoltus Gm 15 sedoides Desf. 34 selaginoides L. 35 selaginoides Wulf. .... 34 Sertolara Bertol. . .' . . . 175 spiralis Bertol 12 tamariscifolius Huds. ... 35 tomentosus Huds 171 vermicularis Bertol. . . . 180 verticiUatus Wulf. .... 94 vesiculosus Wulf. 12 » V. Sherardi Turi». . ivi virsoides J. Ag ivi « Gigartina peduncì^Wa Lamx. . . 127 330 Pag. Girauclia sphacelarioides Derb. et Sol. 91 Gioeocapsa Crepidinnm Born. et Thui- 294 deusta Kg ivi Gloetrichia parasitica Rabenh. . 259 n Halerica aculeata Kg 38 amentacea Kg 35 corniculata Kg 37 ericoides var. cornicAiìata Kg. ivi ìupuUna Kg 36 sedoides Kg 34 selaginoides Kg 33 squarrosa Kg. ...... 38 tenuis Kg 34 vulpina Kg ivi Halimeda Opuntia De Not. . . . 175 Sertolara Zanard ivi Tuna Lamx 174 Haloglossum Griffitlisianum Kg. . 135 Halopteris filicina Kg 87 Haligenia hulbosa Decne. . . . 144 Helminthocladia?7er»n'cw?ffr/s Harv. 103 virescens Harv 107 Heteractis mesenterica Kg. . . 266 Hormactis Balani Thur. . . . 270 Hormitlium implexnm Kg. . . . 206 Hydroclathrus sinuosus Thur. . 123 Hydrocoleum hjnghyaceum Kg. . 286 Hydrodictyon umhilicatum Ag. . 183 Hypheothrix scopidorum Kg. . . 287 llea Bertoìonii De Not. . compressa Grill. . . Jiilvescens J. Ag. . • Inactis scopulorum Thur. Isactis plana Thur. . . 197 198 204 287 268 Laminaria brevipes Ag . . . . 143 bulbosa Lamx. . . . . . 144 caespitosa J. Ag 120 cuneaia Suhr ivi debilis Ag 121 elliptica Ag 145 Pag Laminaria elliptica Mont. . , . 143 ensiformis Delle Ohiaje . . 134 Fascia Ag 120 papyrina Bory I43 PhylUHs Delle Chiajo . . 121 2m telata Bory 145 purpurascens Ag 143 reniformis Montg ivi saccbarina Lamx 142 Tur neri Bory 145 Leathesia umbellata Menegb. . . 101 Leibleinia aeruginea Kg. . . . 260 amethystea Kg 257 caespitula Kg 278 capillacca Kg. 275 clialibea Kg 257 Cirì'ulus Kg 275 coccinea Kg 257 clongata Mene^ li. .... . 276 flaccida Kg 257 gracilis Meurgli 280 Hofmann i Kg 279 luteo-fusca Kg 277 Menegliiniana Kg 278 polycliroy. Menegli 275 purpurea Kg 257 semipiena K,' 277 sordida Kg ivi violacea Menegh • 275 virescens Kg 257 Leplothrix jaderlina Kg. . . . 288 lubrica Ardiss ivi marina Kg ivi radians Kg ivi Liebmannia Levcillei J. Ag. . . 104 Posidoniae Menegh 109 Limnactis neglecta Ardiss. e Straff. 267 salina Ardiss. e Straff. . . 265 salina Babenli 263 LinJtia atra Lyngb 264 pnnctiforrnis Lyngb. ... 96 Zosterae Lyngb 108 Lyngbya aervgin-xf f,..i:-i1