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REAL MUSEO BORBONICO.

OFFICINA DE' PAPIRI

DESCRITTA

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NAPOLI,

DALILA STAMPERIA FRANCESE, Strada S. Sebastiano, N." 49.

1825.

AL LETTORE.

oNOVi degli Oggetti in antichità, i quali malgrado F ignorante apatia per ciocché ci ha preceduto , e ci dovrà seguire , sogliono tal volta riscuotere anche dagli uomini indolenti rispetto, ammirazione, e stupore. A tal numero si possono ascrivere i preziosissimi mo- numenti de' quali mi occupo; e di una tal verità sono stato ben sovente testi- monio nella stessa Officina de' Papiri , di cui intendo dare una distinta de- scrizione.

Più di una volta mi sono imbattuto eoa persone , le quali ritrovandosi in Napoli perchè viaggiavano , erano nel Museo condotte da' cosi detti servidori di piazza^ e stavano nella Galleria dei

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Papiri , giacché avevano seguito i passi di altri, che per caso li precedevano; e quindi guardando macchinalmente intorno , andavano cercando dove fosse la porta per uscirne presto, ed andar- sene pe' fatti loro.

Sono stato benanche testimonio di ciocché è accaduto a persone, e di qual- che età, le quali sorprese dall'esterne decorazioni ultimamente fatte al Real Edilizio , avevano sospettato dovervisi contenere oggetti di somma importanza; e quindi si diedero la pena di entrarci. E gli mii e gli altri nel mentre passeg- giavano in questa medesima galleria con meno interesse di quello, con cui sole- vano traversare le più infelici strade della città , mi han date pruove incon- trastabili della mia assertiva.

Bastava che con gentili ed urbane maniere agli mii ed agli altri si fosse detto che quei brutti pezzi di legno bruciato ( come essi dicevano ) e ras-

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somiglianti tal volta a corna di capro (a) o al hout de tahac del francese (b) , mille settecento cinquantasei anni in- dietro erano libri che componevano lo studio de' dotti di que' tempi; che que- ste specie di carboni svolgendosi for- mavano una lunga fascia di più e più palmi ; (e) che in essa vi si vedevano scritte fino a no pagine; e che queste si leggevano allora ed adesso^ come si fa su i nostri libri stampati ; bastava , ripeto, che con insinuanti modi si fos- sero loro fatte comprendere queste ve- rità per vederli sorpresi , piacevolmente assorti, e come rientrati in loro stessi chiedere di riesaminare quello che ave- vano da automati veduto, ed indi par-

(a) WiNCKEi.MA.NN RecuciL des letlres sur les-

décnitverles faites à Herculcuium , à Pompei etc. Paris iy84 , p. 202 et 233.

(b) De la Lande. T^oyage cn Italie. Voi. VI. p. 109, (e) Si è svolto un papiro di circa 76 palmi.

(6) tirseiie estatici ed umiliati, rimprove- rarsi del poco interesse e rispetto che avevano prima mostrato per la vene^ randa antichità.

Mancherei però ad un sacro dovere, se non facessi giustizia a tanti e tanti esteri, la cui dottrina e trasporto pei tempi andati mi ha sempre sorpreso , jB spesso istruito. Quanti amatori e dotti io vidi che dopo di aver diligentemente e più volte ammirato l'intero stabili- mento, ritornavan dicendo: ai Papiri, ai Papiri!!! Amavan veder di nuovo il già osservato, e sentirsi rephcare il già detto , e partivano desiderosi di apprendere di più , e dolenti per non poter essere all' intutto soddisfatti.

Ora istruito da questi fatti, ho cre- duto che sarebbe stato utilissimo a molti il far loro presente, e con la maggior brevità possibile la descrizione della Officina de' Papiri adornata delle più rilevanti notizie , che le appartengono.

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La quantità e diversità insieme dei fatti che concernono questo interessan- tissimo ramo antiquario , la grandissima difficoltà di raccoglierne metodicamente anche quella piccola porzione che già trovasi data alle stampe (a), e le angu- stie di quegli esteri i quali conducen- dosi in Napoli sia per la brevità del tempo, sia per la mancanza de' mezzi (b) non sono nel caso di soddisfare le loro dotte brame, mi fanno sperare che riu- scirà loro gratissimo il vederle raccolte nel presente opuscolo.

In esso darò in breve la parte isto-

(a) Sogliono geueralmenle gli scrittori del genere di cui trattasi , rilevare gli errori , ìa mancanza di metodo, e la falsità de' falli di quelli, che gli hanno preceduti nella stessa carriera. Per me seguirò il mio sistema di lasciare questo esame alla cura dello studioso lettore, eccettuandone ben pochi casi^ ne' quali credo che non bastino le mie assertive per toglierlo dall' er- rore j ma vi è bisogno d'avvertirglielo.

(b) lo slesso ho avuto talvolta bisogno delle notizie di. qualche amico, di cui laccio il nome per contentarli).

)

rica antica e moderna, e la meccanica de' papiri ; giacché per lo scientifico quello che è già dato alla luce dalla Reale Accademia Ercolanesé può so- prabbondantemente contentare i dotti.

Quindi dopo il breve racconto del luogo e della maniera come furono rin- venuti, di ciò che si è operato e si opera per renderli utili , oltre varie altre no- tizie che li riguardano , darò in un , quadro il loro stato attuale con le cor- rispondenti dilucidazioni.

Questo quadro servirà per coloro che in dieci minuti, e sul luogo stesso voles- sero acquistare un' idea generale dell' of- ficina che visitano, e di tutto il resto per chi desidera ed ha tempo e piacere d'ingolfarsi nella materia.

Vi saranno tre tavole per maggior chiarezza di alcuni oggetti che esposti in disegno , si rendono di più facile intelligenza.

In fine ho creduto che sarebbe stata

(9 ) di molta utilità il distendere separata- meiUe un'altra guida, ina più breve dell' intera Galleria de' Papiri per servire di facile, sollecita, e distinta manodu- zione di chi vi si conduce. In essa non inanelleranno le citazioni delle pagine, nelle quali si tratta degli articoli che vi si ritroveranno semplicemente in- dicati. Con questo mezzo chi ha tempo, potrà leggerli nell' atto stesso che osserva gli oggetti: che sarebbe il miglior con- siglio; e chi no, si contenterà di vederli accennati.

Procurerò che il tutto sia ordinato in modo onde agevole sia acquistarsi una distinta idea di questo ramo antiqua- rio , anche da quegli esteri che non possono aver la fortuna di onorare il nostro paese.

Colui che desidera ricavare qualche profitto da questo piccolo lavoro , se non si conduce nell'officina, potrà leg- gerlo con quell'ordine che meglio gli

( IO) piacerà. Andando poi sul luogo, dovrà nel tempo stesso seguire l'ordine delle stanze giusta la guida, e le descrizioni che si ritroveranno infine dell'opuscolo. Prevedo che capitando questo pic- colo lavoro nelle mani degli avidi di notizie antiquarie , mi rimprovereranno di essermi disteso poco in alcuni arti- coli, ed alcuni altri di averli appena additati. Si ricordino, di grazia, che si tratta di un manualetto destinato prin- cipalmente pei viaggiatori; ed attendano essi ancora un poco , e saranno piena- mente contentati dai dotti incaricati dal Sovrano di tale importantissimo oggetto»

OFFICINA DE' PAPIRI

DEL

REAL MUSEO BORBONICO.

Dove e come furono rinvenuti i Papiri.

Jr ROSEGXJENDOSI lo Scavamento in Ercolano circa il lySo (a) s'incontrò in una stanza una gran quantità di papiri. Essa apparteneva al tanto celebre casino di campagna _, il quale è

(a) antidata , belle arti , invenzioni e macelline coinprese nelle transazioni filosofiche della società reale di I^ondra : cmnpilate ed illustrate dcd Signor Gibelin, pag. 248. leti, del Signor Barker leUa li 17 Aprile 1755. Sono circa due anni che fa ritrovata in un casino una gran quantità di rotoli. E pag. 2i3. 8 FeLbrajo 1753. Estratto di una lettera di Paderni al Dott. Mead. Sarà un mese , da che furono trovati molti rotoli di carta , ma ridotti in carbone.

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sottoposto al bosco allora de' PP. Agostiniani (a),, oggi di Sua Maestà. Erano essi raccolti in una piccola stanza , di cui , al dir di Winckelmann due uomini colle braccia distese potevano toc- care i due lati. Vi erano degli armadii lungo le mura fino all' altezza di un uomo, e nel mezzo del gabinetto un altro armadio isolato, nel quale coUocavansi i libri dai due lati , potendovisi comodamente girare d'intorno. Il legno degli armadii era ridotto a carbone , e secondo cbe lo stesso autore riferisce, appena vi si volle metter la mano, caddero in pezzi. A questo fortunato gruppo di circostanze , di essersi cioè incontrata una piccola stanza non contenente altro che papiri ; di essere essa stata ( come credo ) a volta; e più di essersi rinvenuta non interamente ricolmata , come quasi tutte le altre di Ercolano , dobbiamo questa interessantissima scoverta, che senza la

(a) WiNCK. p. 233. On a tire des mines d'Hercu- ìanum plus de huit cents anciens tnanuscrits , qui tous furent trouvés dctììs un petit apparteinent d'une maison de campagne dessous le jardin des Auguslins à Portici.

(i5) nunione delle anzidette circostanze si sarebbe anch'essa perduta (a).

Tutte le volte che leggo in alcuni autori la pena che essi provano al considerare quanti altri scritti si sono perduti nel disotterrare una porzione di Ercolano , unisco alla loro la mia ainarezza , e vi aggiungo le lagrime. Ma non posso frenare lo sdegno, quando mi capitano sotto agli occhi gP inetti sarcasmi di quelli che tacciano d" ignoranza chi non ha saputo raccogliere tutti tutti, non solamente i rotoli, ma le pagine , ed i frammenti di quanto esser doveva sepolto in questo genere nella parte da essi cavata dell' antico Ercolano. E un bel dire, si doveva far questo o quest' altro , parlandosi sdrajato su di un sofà con le finestre chiuse o aperte , come si desidera , al fuoco o al fresco_, come bisogna per istar più comodo, e parlare poi di scavi da eseguirsi cento e più. palmi sotto al suolo , al freddo , all' umido , ed alla

(a) WixcKEii. p. 97.. Ifordre dany, leqiiel ih fiirent ensi/ite troiivées , rangées les unes sur les au/res j, fui la seule circonstance qui excita quelque attenlion , et qui persuada que ce nétait peut - étre pas de pur charbon : bientót on y découvrit des carne Lères.

( 14 ) mancanza del respiro. Comprendo molto bend che nelle case , Loucglic _, officine , tempii , teatro, foro ec. , esservi dovevano non poche scritture, ciascuna pel suo ramo, sorprese con tutto il resto nella tremenda eruzione Vesu- viana; ma mi ricordo che quegli oggetti fragili in loro stessi , e resi fragilissimi dalia circo- stanza e dai secoli si trovavano come imme- desimati insieme , formando un masso con la materia che a loro riguardo può chiamarsi durissima. Come pretendere di cavarli interi? Come sognare che nella metà del passato secolo quegli scavatori avessero preveduto, che fra le tante materie che a forza di zappa e di pic- cone dovevano estrarre, a quella profondità vi erano de' papiri ? Come avrebbero dovuto e saputo distinguerli da tanto legno bruciato che incontravano ad ogni passo, ed estrarli interi ed intatti per presentarli alla nostra curiosità? Fu molto che avendone incontrato, come dicemmo , parecchi in un sol silo , vi sospettarono qualche particolarità; onde si die- dero tutta la cura in raccoglierli e conservarli. Fecero anche di più.

Resi cauti dalla interessantissima scoverta raddoppiarono l'attenzione ne' scavi susseguenti^

( i5) ed in un portico della medesima casa di campa- gna, rinvennero altri volumi conservati nelle cassette portatili 5 come anche degli altri in un diverso sito della medesima abitazione.

Siamo giusti. Contentiamoci di quello che oggi possediamo 5 siamo pur grati alla cura del Sovrano , ed alla pena de' dotti , che con tanto zelo , s' ingegnano a dicifcrarli , non disgu- standosi della noja, pena e diflicoltà che dovreb- l)ero opprimerli ad ogni pagina che lor si pre- senta , e siamo più cauti per quello che si potrebbe incontrare nel seguito dello stesso genere.

Appena si scorsero le orme de' caratteri in questi rotoli (a), e si riuscì a renderne visibile qualche pagina, che i nostri dotti si diedero

(a) WiNCKEL. pag. 232 j e Gibelin, 248 asseriscono, che essendone caduto per terra qualcheduno, e quindi infranto , si avvidero delle lettere. Questo accidente dovette accadere dopo che gli operai analfabeti veden- done molli insieme, ed in uno stato tutto insolito, ebbero il giudizio di estrarne una porzione, ed inviarla al Direttore dello scavo , e quindi nel passare fra diverse mani ne potette cadere non uno , ma più. Quando poi capitarono nelle mani de' dotti , questi si avvidero de' caratteri.

( i6 ) da fare, e Carlo HI. di gloriosa memoria, noli trascurò mezzi per dar loro tutti i comodi ^ onde esercitare i loro talenti, e contentare la dotta curiosità dell' Europa.

Alcune notizie generali su i Papiri Ere danesi.

Si è scritto non poco sul papiro in generale^ ed il replicarlo, anche esaminando il già detto, .sarebbe lo stesso che uscir di strada (a). Trat^ tandosi in questo opuscolo dello stato dell' Of-

(a) Chi amasse conoscere appieno quest' articolo , pouà riscontrare oltre alla tanto dotta quanto breve descrizione del eh. nostro compaesano Cirillo, sotto il titolo Dominici Cirilli medicince docloris ec. Cyperus Papyriis lygG , la dissertazione del Caylus Mémoires de littératare tirés des registres de V Acca- dèmie royale des inscriptìons et belles-leltres. iy^g , Voi. XXVI. p. 267. In essa è riportato tutto ciò che si è scritto dagli antichi su la stessa materia. Anche lo stesso citato "Winck. ne parla molto spesso , an- corché non è sempre costante a se stesso sul fissar al- cune coutroversie o fatti dell' officina dj cui trattasi.

( 17 ) ficina de' Papiri Ercolanesi , esporrò brevemente quel che intorno ad essi sembra più degno di osservazione.

Componendosi la pianta del papiro dal mi- dollo, dallo stelo, e dalle foglie, i dotti si sono occupati a definire da quale di esse parti gli antichi componevano la loro carta papira- cea 5 e su di ciò si sono scissi in diversi sentimenti.

Da quel che si è dottamente osservato, dopo ciocché leggiamo nei classici, non che da quello che si può ricavare diligentemente esaminando la parte che rimane nei papiri Ercolanesi , è chiaro che gli antichi lo ricavavano dallo stelo e midollo insieme preparato a tal uopo.

Gli antichi prendevano il gambo della pianta, allontanandosi dalla radice (a) come dal fioc- co, e lo dividevano per lungo in diverse lami- nette. Indi le univano una dopo l' altra , ed in seguito mettevano su di esse le altre per

(a) Questa porzione dello stelo serviva per la carta papiracea d' inferior qualità dotta emporetìca. Plin. Hist. Ub. XIIL §. XXIII.

2

( '?' )

traverso (a) onde rendere il papiro più o meno doppio, secondo il bisogno. Il tutto asciugavasi con un panno di lana, e dopo altri apparec- chi rendevasi il papiro atto alla scrittura.

Formati così diversi pezzi rettangolari, questi si attaccavano gli uni cogli altri, e così davasi al volume l'altezza, e la lunghezza che si de- siderava.

E anche degno di osservazione Pumhilico de' papiri degli antichi, su di cui molto si è scritto. Addurrò semplicemente due fatti costan- temente incontrati in quei di Ercolano, che danno non poco lume ad alcune fra le tante controversie su questo articolo.

Due sono le principali quistioni che possono aggirarsi su tali umbilichi ; cioè , se sieno stati tubi (b) o semplici aste; se attaccati al solo termine del volume, o pure su le due estre- mità. Per la prima non possiamo indicare nella nostra officina alcun tubo che avesse servito di umbilico , giacche tutti quei rinvenuti sono

(a) OpLiazione della da Pi-inio iexendi labor.

%. xxr.

(b) WiNCK. pag. 148 li crede tubi o aste iudi- slintanicnle.

( 19 ) slati o bastoncelli di legno , o pure formati di semplice papiro strettamente agglomerato a tal uso. Se poi queste aste cilindriche fossero state attaccate indistintamente si al principio come alla fine , o in amendue gli estremi del volume nello stesso tempo , non si può definitivamente dedurre da quelli che esistono di Ercolano» In questi sempre si rinviene V umbilico nei centro del rotolo; e come P indicato centro tal volta è formato dalla fine del papiro , per essersi rinvenuto regolarmente avvolto , e tal altra dal principio dell' opera, perchè fu roto- lato a rovescio , cosi si potrebbe dedurre che i due estremi terminavano con le indicate aste, giacche si rinvengono nelF uno e nell' altro. Resta però sempre la difficoltà di non esisterne due in un medesimo rotolo Ercolanese (a). Avvi però un fatto ^ dal quale si potrebbe

(a) Su quesl' articolo vi sarebbe non poco altro che dire , e le pitture di Pompei , Ercolano , e Stabbia ne darebbero materia. In alcune di esse si veggono de' volumi svolti nelle mani di persone j ed in quelli non vi è dipinto 1' umbilico al principio , alla fine. Volendo si potranno consultare i dotti Ercolanesi nella loro notissima opera .

( ^o ) dedurre che forse aìcuni volumi mancavano affaUo dell' umLilico. Moki rotoli Ercolanesi non lo hanno nel loro centro, di legno della stessa materia del papiro. Questi si rico- noscono dalla loro circonferenza, la quale è- sempre di forma quasi ovale , quando quei che terminano con 1' umhilico nel centro sono di forma più circolare. In taluni anche ad occhio nudo si vede non esservi alcuna specie di umLi- lico nel centro (a). Non è da trascurarsi che alcuni de' papiri egizii del rinomatissimo Museo

del Generale Roller, neanche hanno tale stru- mento nel fine , e rassomigliano a quel di Ercolano anche nella forma ovale.

Come oggi i nostri lihri sogliono avere una covertura per conservarli , così per evitare la distruzione o il maltrattamento di quella parte di papiri che dopo avvolti guarda V esterno , gli antichi tal volta la preservavano avvolgen- doli con altro pezzo di semplice carta (b).

(a) Uno di questi si può osservare tomodamciite. Ved. Tav. I." lettera A. S'.

(b) A. questo si può attribuire la quantità di ispiro bianco clic talvolta si rinviene nello svolgere qualche rotolo prima di giungere ai caratteri.

( )

8Ì8leina attuale per lo svolgiiìieiilo , e per la piibLlicazionc de' papiri.

Prescelii clic sono i rotoli , o le scorze o frammenti, che a giudizio degl'impiegati nel- l'officina, sembrano esternamente più atti allo svolgimento , si espongono ad un saggio. Se le prime pagine si rinvengono o senza carat- teri , o con F apparenza sola di . esservi un tempo esistiti (a) , o se il rotolo atto non sia a svolgersi per altra circostanza (b) , si ri- pongono nelP armadio per conservarsi come

(a) vS' incontrano de' papiri, ne' quali il caralterc si scorge si , ma cosi poco marcalo , clie non è possibile leggerlo in nessun modo. Forse l' inchiostro j col quale fu esso scritto , era debole tanto quanto quello che noi oggi chiamiamo comunemente bianco.

(b) Ve ne sono alcuni i quali possono chiamarsi meritamente impietriti a segno, che mentre gli altri non resistono al soffio , questi sono poco penetrabili alle stesse punte dure di metallo, e resistono ai suoi urti. Essi rassomigliano , per questo riguardo alla maUita, comunemente detto lapis di Spagna. Altri all'opposto sono assolutamente impalpabili, come di.- icaio in appresso.

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semplici monumenti di antichità. Que' pochi che s' incontrano atti allo sviluppo ed alla let- tura, rimangono nelle mani degl'incaricati di questa lunga e penosa operazione. Svolte che sono tre o quattro pagine, si troncano dal resto del papiro, e si fissano su di una tavoletta (a). Indi si passano al disegnatore , che dopo di averne copiati i caratteri con la massima dili- genza, ed in modo da renderli come un Ja e simile , lo presenta ai dotti interpreti. Questi dopo il più diligente esame , rinvenendo il disegno esatto in tutto , vi appongono la loro approvazione. Allora il disegno passa nelle mani dell' incisore , che con le stesse precau- zioni l'incìde, e ne consegna le prove agl'in- terpreti. Costoro sotto la direzione del Sopra- intendente , che attualmente è il chiarissimo Monsignor Rosini, eseguono quel penosissimo e dotto lavoro , di cui i volumi finora pub- hlicati danno una incontrastabile prova (b).

(a) Tali sono quelli che si veggono sospesi alle mura , e gli altri conservati negli armadii. Vedi Tav. III.

(b) Nel 1793 comparve il primo volume che con- tiene tavole trentanove , elaboralo dal chiarissimo Monsignor Rosini. 11 secondo nel 1809, ed il terzo è

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Metodo dello svolgimento e delle sue difficoltà.

Messo su del coltone il papiro, sostenuto da una laminetta la quale poggia su due lunette di ottone ( Tav. L N." i. 2. 5. ) si comincia dal ricercare il principio dello stesso. Se mai si ha la fortuna d' incontrarlo (a), da questo prin- cipio s' incominciano a collare i piccoli pezzi (b)

prossimo a darsi alla luce. Osservatene un piccolo saggio nella spiegazione della Tav. III.

(a) Tale ò il papiro Tav. I. I^.° 1.° nel quale si è segnato visibile , ed in parte distaccato il principio per maggior chiarezza , e facilitazione della descri- zione. Diremo nel seguito come in altri casi il prin- cipio dell'involto non si distingue.

(b) Questo rinforzo di finissima pelle non può appli- carsi per intero , non dico alla lunghezza , ma nean- che alla larghezza del rotolo. Le continue irregolarità dell' attuale papiro , la diversità del suo stato da un punto all' altro , ed altri non pochi incidenti , come diremo fra poco , obbligano l' artista ad usare piccoli pezzi, e questi quando piìi^ quando meno ristretti, e quando di una e quando di un'altra forma, secondo la conoscenza del bisogno lo consigliti.

( 24 ) della pelle battiloro servendosi della colla pesce purificata , e celiandoli l' uno dopo 1' al- tro, proseguendo per lungo e per largo ( come sogliono applicarsi le foglie d' oro dagl'indo- ratori sulle cornici ) in modo da rivestirne l' intera parte esterna visibile del rotolo. Giunto che sarà il rivestimento ad una linea di distanza dall' indicato principio già incollato, allora si mano a svolgerli. Si attaccano cioè tre fila alla parte estrema della pellicola che ha già rivestita tutta la parte esterna e visibile del papiro, e propriamente all'indicato principio, e sospendendo le dette fila in alto , si procura col mezzo della punta di un ago, e con la massima diligenza, di distaccare dal foglio che l' è sottoposto , due o tre linee del principio del papiro già reso consistente per l'aggiun- zione della pellicola (a).

Subito che queste poche linee si scovrono, si continua la stessa operazione, di celiarci cioè la pelle, onde renderle consistenti. Così replican- dosi progressivamente il medesimo meccanismo coi pezzetti di pelle , punta d' ago , pazienza ,

(a) Tav. 1. lett. C n." 1.

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massima diligenza , e conoscenza insieme , dislaccano , e si rendono in qualche modo consistenti i diversi strati di polvere in prima aderenti l'imo sull'altro (a).

(a) Anche le pugine collocate sulla pellicola e dis- taccate , non l'esistono al minimo urto. Lo sa il dili- gentissimo Custode questa officina nell'aver lavoralo un anno per togliere il piccolo strato di polvere mo- derna da alcune di queste pagine.

Andandosi in cerca di un papiro già svolto da qualche tempo , e gelosamente conservalo negli ar- madii , ne lo trassero ridotto in uno stato da renderlo nuovamente perduto per le ricerche de' dotti. Un piccolo strato di polvere si era naturalmente sparso su la sua superficie , ed attaccato iti modo da rico- vrirne di bel nuovo i caratteri ^ e renderli invisibili. Si conosceva già dagl'interpreti l' interesse dell' opera; e quindi desideravano leggerne ì caratteri. Tulli sape- vano la volatilità della polvere sia antica j sia moderna, e perciò la grandissima difficoltà di togliere quella modernamente sparsasi sulle pagine senza portar via i caratteri , non che il })apiro che altro non è dive- nuto se non polvere anch' esso. Quindi l' impegno di leggerlo^ e la tema di dislruggcrlo interamente, tor- mentavano a vicenda i dotti, come i diligenti artisti dello stabilimento. Ma la difficoltà dell'impresa non isgonicnta ne arresta la pazienza e la couosceuza , ( figlia

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Non faccia meraviglia se io chiamo il papiro Ercolanese un composto di diversi strati di polvere. Che altro è il tutto insieme di questi rotoli, se non un gruppo di polvere che non resiste ad un violento solFio ? M/ De la Lande (a) dice che alcuni di essi tonihèrent comme des toiles cC araignées aussi-tót qu' ils furent frap'- pés de l'air. E nella pagina ili. On n'y travaille que les fenétres ferinées ; car le moindre vent pourrait enlever ou rompre la fouille qu'on développe , et f aire perdre en un instant le fruii de toutes les peines qu'on aurait prises.

Ritornando allo svolgimento , quando nel- r esterno del papiro non si scorge alcun se-

delia lunga sperienza ) del diligente Custode. Affronta egli e supera tutti gli ostacoli , e portando via il solo strato della moderna polvere , senza toccar l' antica ^ ripresenta ai dotti interpreti quel!' opera , che per la seconda volta si era perduta per essi , e che fra poco si farà di pubblica ragione.

(a) Voyage en Italie etc» Voi. VI. p. log. Non intendo garantire tutto ciò che l'autore asserisce in questo articolo -, ma convengo che anche oggi alcuni papiri si possono paragonare alla tela del granchio.

( 27 ) gno del suo principio (a) , allora vi si fissa idealmente ed a caso una linea per lungo, e si comincia ad attaccarci la pellicola , ed indi le fila con 1' anzidetto metodo. Giunto die si sarà a distaccarne un piccolo tratto , se mai dalla direzione del carattere si scorge di non aver incontrato il regolare andamento della scrittura, si riconosce che il papiro era stato situato a rovescio ; e quindi continuando in quel senso, si svolgerebbe a traverso, e le pagine verrebbero in senso retrogrado (b). Al- lora si rivolge per lungo il papiro , e si principio al distaccamento delle pagine dalla linea opposta alla già distaccata.

Ma una tale operazione difficile in se stessa, si rende sempre più difiicoltosa per gì' intoppi che ben sovente sopraggiungono nello svolgi- mento dei papiri Ercolancsi , alcuni de' quali sono i seguenti.

(a) ralente più facile, trattandosi di un avvolto di di- versi strati polverizzati e carbonizzati , come dicemmo.

(b) Ved. Tav. ITI. N." 3. Nella porzione svolta si legge il titolo Filodemo ec. , e si osserva come le pa- gine in seguito capiterebbero nel caso indicato.

e 28 )

1. // principio non visibile del papiro.

Il primo ostacolo nelP ordine dello svolgi- mento che suole incontrarsi , si è il non potersi in alcuni distinguere il principio dell' involto, come abbiamo detto , ed in conseguenza la necessità di principiare l' operazione da una linea presa così a caso , e traversante per lungo il papiro. Non si fissa però questa demarca- zione , se non dopo il più diligente esame , guidato dalla lunga esperienza , non si stimi la più conducente e la meno disastrosa.

Se mai 1' indicata linea tagliata alla cieca capitasse a traversare la pagina scritta, ben si comprende il guasto che accaderà ad alcune lettere. Bisogna perciò dopo l'operazione riu- nire la pagina squarciata per mezzo in modo da cagionarle il minor male possibile. Perciò non potendosi combaciare perfettamente, acciò il contatto non faccia andar via altre lettere , si colla ad una quasi invisibile distanza 1' una parte dall'altra. Questa difficoltosa operazione richiede arte e pazienza.

( 29) II. Le mancanze intermedie del papiro.

S'incontrano talvolta fra il mezzo del rotolo delle piccole mancanze o reali per effetto di qualche urto locale sofferto dal papiro, o pic- cola mancanza relativa , cioè di piccola por- zione , la quale ancorché vi si ritrovi esistente , è però resa da qualche parlicolar circostanza così impalpabile ed inconsistente, che in nessun modo potrebbe utilmente svolgersi (a). Mi si permetta che dia a queste seconde il nome di tarle (b) , atteso la somiglianza che hanno con le stesse che incontransi ne' pezzi di legno.

In amendue i casi si ricerca una destrezza ed accorgimento sopraffino nel collare le pelli- cole, in modo da non sorpassare, o la parte esistente del foglio del volume , e quindi col- lare anche porzione della pagina sottoposta , o la porzione consistente, ma limitrofa alla non isvolgibile.

(a) Di questo genere ve ne sono de' pezzi interi, de' quali è rimasta la sola apparenza , in modo che io ardisco chiamarli ombra di papiro.

(b) Vedi Tav. 1», leu. e.

( 5o )

III. Z/a quantità della culla da usarsi neU V attaccare i pezzetti di pelle in alcuni punti del papiro.

Altra spinosa difficoltà è questa. Sembra naturale che dopo di essersi saggiata una qual- che porzione del papiro, collocandoci la pelle battiloro , tutto il rimanente dell' involto do- vrebbe essere della medesima natura; e quindi la stessa quantità di glutine sarebbe bastante per continuare a distaccarlo interamente ; ma non è così. Non solo vi sono diverse qualità di papiro in modo che chi ricerca più, clii meno forza di colla per ^operazione; ma nello stesso papiro alcuni punti vogliono più glutine, ed altri meno per ubbidire alla mano dili- gente dello svolgitore. Quel che è peggio, il solo occhio acutissimo può far riconoscere queste insensibili variazioni in que' rotoli che sembrano a tutti non avere che uno stesso colore e natura.

( 5i )

IV. L' incontro delV incollatura di un pezzo del papiro su l* altro.

Essendo il volume un composto di diversi pezzi , questi sono attaccati fra di loro con. essere stati col lati l'uno su l'altro, in modo clie la congiunzione fa un raddoppio di carta dello spazio di circa un dito.

Questa semplice descrizione del fatto fa com- prendere come, allorché lo svolgitore s'imbatte in questo punto del papiro , deve misurare la maggiore o minor quantità della colla che si deve applicare per non distaccarne o più o meno di quello che bisogna. Questa propor-< zione che è sempre necessaria e difficile a rinvenirsi neir intero svolgimento del rotolo, acciò non attacchi con la pagina che svolge anche qualche pezzetto dell' altra che V è sot- toposta, è difficilissima a colpirsi nel presente caso. Se non è tanto quanto basta per abbrac- ciare l' intero raddoppio , ne distaccherà solo una porzione, cioè lo strato superiore, e quindi esterno del papiro (a) , ed allora questa verrà

(a) Già si sa che i papiri non sono scritti che da un lato.

( 52 ) senza le lettere , le quali rimarraiiiio con lo strato inferiore non distaccato. Se mai è più del dovere , s' incorrerà nel primo indicato in- conveniente di abbracciare anche un pezzetto della pagina sottoposta a quella che si vuol distaccare. E l' uno e l' altro accidente pro^ durrà una lacuna fra i caratteri della pagina sia superiore sia inferiore (a).

A questi intoppi che incontransi nello svol- gere i papiri greci, aggiungansi le non poche altre dilìicolta (h) che presentano i volumi scritti in latino che sono perciò ben più mala- gevoli a svilupparsi. Da questo nasce che delle J2366 colonne e frammenti disegnati, solo 40 sono latini.

Queste sono alcune delle tante difficoltà che s'incontrano nello svolgimento de" papiri; ma si è parlato de' cilindrici. Lascio perciò al talento del lettore il giudicare quante altre, oltre le accennate, se ne debbano incontrare

(a) Vedi Tav. III. leu. b.

(b) Si crede con fondamento dagli esperti che le dilTicollà particolari presentate da questa specie di pa- piro , nascano dalia differenza del suo apparecchio , non che dalla sua doppiezza.

( 35 ) ncir intraprendere il distaccamento delle pa- gine de' frammenti non cilindrici ! Eppure di questa operazione parlando qualche autore, ha scritto che con facilità si apprende facil- mente il papiro si apre e che il P. Piaggio escogitò il modo facilissimo per potergli svol- gere ! ! ! !

( 54 )

DILUCIDAZIONE DELLO STATO DE' 1766 PAPIUI ERCOLANESI (a).

Avendo sempre in mira 1' angustia del tempo che suol pressare i dotti viaggiatori , ho cre- duto avvalermi di una mappa, onde presentar loro in un colpo d' occhio non poche notizie riguardanti la presente officina. Ma conoscendo il lodevolissimo trasporto che essi hanno per le memorie antiche , ne darò in hreve le se- guenti ^dilucidazioni per maggior loro sod- disfazione.

Prevengo il lettore, che se mai gli fossero capitate sotto gli occhi delle notizie su i papiri scritte, sia da nazionali, sia da esteri, e le rinvenisse discordanti dalle presenti , non sia sorpreso se non le trovi confutate nel mio lavoro. Ho già accennato , poco fa , il mio

(a) Veti. p. G4 e 65. In questo articolo, come nel corso dell'opuscolo, ho iudistinlamcnte fatto uso delle voci di papiro, di rotolo^ d'involto per dinotare i voluirfF Ercolanesi disolterrati : giacché varii autori si son «erviti or di uno, or di un altro de' suddetti nomi volendo indicare i citati volumi Ercolanesi.

(55)

in alterai) il e sistema su questo riguardo. Oltre a ciò basta leggere con un poco d'attenzione tali scrittori per conoscerne la inesattezza, ed anche le contraddizioni ^ nelle quali sono in- ciampati nelle loro stesse descrizioni. Dico solo, che i seguenti fatti mi sono stati comunicati dalle persone incaricate della conservazione ed interpretazione di questi monumenti. Con le medesime gli ho accuratamente esaminati e discussi (a), come si può rilevare dalle citazioni degli articoli , ai quali si rimanda il lettore. Avverto di più che i numeri romani ante- posti ai seguenti paragrafi indicano quei della mappa , acciò il lettore possa riscontrarli , ed osservarne il nesso ; e viceversa le pagine citate nella mappa , gli serviranno per riscontrare le dilucidazioni di ciò che in essa è indicato.

I. Papiri interi 3yi,

Chiamansi così quei papiri ne' quali essen- dosi conservata tutta la loro altezza , ancora

(a) Circostanza che forse è mancala agi' indicali scrittori.

*

( 56 ) esiste il margine supcriore ed inferiore (a). Quindi svolti che sono, se ne potrebbero leg- gere tutte le pagine, salvo qualche indispen- sabile lacuna (b).

Ptr evitare ogni equivoco è giusto avver- tire non esistere alcun papiro che possa chia- marsi intero , anche per quello che riguarda la scrittura: o mancano pagine del principio o della fine : o finalmente sonovi altri inevi- tabili accidenti distruttori de' caratteri.

II. papiri quasi interi. .... 6^/.

Que^ papiri i quali nella loro altezza hanno qualche mancanza di poco momento , come di un piccolo pezzo perduto sia per compressione.

(a) L'altezza de' papiri è costantemente di once 8 a 12 pei greci, e di 12 a 16 pei latini. La lunghezza poi non è definibile , non essendovcne alcuno intero del tutto.

(b) Le lacune nascono^ o da mancanza di pezzetto di papiro e; gionata da qualche urto di corpo estraneo, o dalla gran dillicoltà del loro svolgimento.

(57 ) G per aliro incidente , diconsi per T esattezza dell' inventario quasi interi.

III. Due terzi ì6ì.

Tutti i frammenti de' papiri esistenti nelP of- ficina, e che avrebbero potuto Lenissimo nume- rarsi sotto una sola classe, sono stati per mag- gior esattezza e precisione divisi in due classi: frammenti cioè o pezzi cilindrici , e detti di altra forma qualunque. La prima classe è sud- divisa per proporzione. Quindi due terzi, metà, terzi , e quarti dell' intero volume. La seconda alla quale si è dato il nome di scorze (a), è suddivisa nel notamento dell' officina in intere, e non intere, con le rispettive loro proporzioni.

Questa divisione e suddivisione di pezzi , con la quale sono scrupolosamente classificati tali frammenti di papiri in questa Leu rego-

(a) In questa occasione, come in tuUo l'opuscolo, ho creduto prudenle avvalermi de' medesimi nomi già sanzionali dall'uso; e coi quali si riconoscono nel- r officina gli oggetti che si descrivono.

( 58) laia ofliciiia , {a gloria alla diligenza , esat- tezza, e talento degl'impiegati per la conser- vazione e svolgimento di questi preziosi volumi, non che agi' interpreti di essi.

Sia un terzo, sia un quarto, sia la metà, siano due terzi, siano anche frammenti, e non cilindrici , dopo che sono stati svolti o distac- cate (a) le pagine, o anche i semplici versi che si contengono in queste irrcgolarissime fra- zioni, se ne copiano esattamente quei caratteri che vi capitano. Gli svolgitori esaminando Lene siffatti squarci di scrittura , e collazionando la somiglianza del carattere , la proporzione dei versi , non che il loro numero , disposizione e distanza^ (b) coli' intelligenza degl'interpreti riuniscono tutti i frammenti che appartengono

(a) Vedi l'articolo seguente.

(b) Si riconoscono ancora le linee parallele segnate «ul papiro per servire di guida al copista. Sappia il lettore che il numero de' versi è inconstante , ed in un papiro se ne contano sino a 48 per ogni pagina. Lo stesso si dica della loro larghezza the falsamente si è fissata da qualche autore a quattro dita. Altri hanno asserito essere le pagine rinchiuse fra una linea rettangola, e di color rosso; ma di questo preteso fatto non esiste un solo esempio ne' papiri fin ora svolli.

( 59 )

ad un papiro; quindi i delli citali interpreti accozzano per quanto è possibile i diversi tratti di scrittura insieme , ed in modo come forse avrebbe potuto fare lo stesso autore , se gli si fosse presentata la sua opera per caso fatta in brani (a).

Già si comprende che le indicale frazioni si svolgono alla rinfusa, non essendo possibile poterle accozzare insieme prima di sottoporle allo svolgimento o distaccamento di un foglio dall' altro , ed osservare anche approssimativa- mente se il pezzo B combacia col pezzo C. Ciò a prima vista sembra una stravaganza ; giacche ognuno dirà: perchè non ricomporre prima i diversi pezzi , combaciando gli uni con gli altri, e così riconoscere le diverse parti che lo componevano?

Rispondo ; perchè questi volumi sono ridotti in modo da non poter soffrire il menomo urto e contatto neanche fra di loro. Basta un soffio violento per veder disperdere in aria le sue parti ridotte in finissima polvere; e quindi pel già detto il loro esteriore ha patito in modo

(a) Di qucila natura eia la scorza n." 460.

( 40 ) che lutti gli estremi in gran parte andarono via (a).

Quindi dopo anni si svolge una monca por- zione di pagine di un volume, di cui da gran tempo era già svolta e disegnata F altra , e passeranno altri anni, dopo de' quali capiterà forse sotto agli occhi degl'interpreti o il resto, o altri frammenti dello stesso volume.

Questo è accaduto già in un papiro (b). La sua metà superiore era già svolta, disegnata, ed incisa j e ne' rami la parte inferiore delle pagine fu giustamente segnata come mancante, ed il papiro tradotto come tale. Dopo anni essendo capitata sotto allo svolgimento una metà inferiore di papiro, gli svolgitori conob- bero la rassomiglianza col già disegnato, e lo presentarono agli interpreti, che nel leggerlo si avvidero che apparteneva alla già descritta metà. Si è rinvenuto di ogni mezza pagina

(a) Il chiarissimo Eustace A classical tour through Jtaly. Voi. III. pag. 48 j dice To which we may add, tliut suc/i ìs the exireine frailty oft/ie papyri themsel- ves , t/iat u^ith ali the care and precaution imagina- ble , not oìie prohahly can escape muliiation.

(b) 11 papiro è di Epicuro ed è segnato col n.° 1479.

( 41 ) superiore il suo rimanciiie, si è inciso, e già le 10 pagine, un tempo mutilate, ora com- pariscono quasi intere agli occhi de' dotti.

Forse taluno con dispiacere avrà letto essere fin al numero i524 (a) i frammenti in questa preziosissima raccolta. Ma di grazia si ricordi il già detto su la loro fragilità; e rifletta alle tre inevitabili cause di una tale sventura. Essi furono, e dovettero essere frammentati , o per- chè s' infransero nell' atto che dopo carbonizzati anche gli armadii ruinarono col resto dello casse 5 o perchè soffrii ono una tale sventura nell' atto che furono disotterrati ; o in fine perchè furono ridotti in pezzi in qualcheduno de' tanti e tanti passaggi che da una mano , non che da un luogo alT altro, e ben lontano, hanno dovuto indispensabilmente subire.

IV. Scorze ..... 4^4-

è dato questo nome a quelle porzioni di papiro il quale tagliato per lungo nella

(a) Collazionando insieme le tinquo classi de' papiri non in Ieri.

( 42 )

sua altezza in due parti uguali, e fino ad un tal numero di pagine , lasciò intatta la por- zione più interna del rotolo , che oggi chiamasi midollo (a).

Non posso frenare la mia indignazione nel ricordarmi di ciò che lessi in una lettera di un dotto autore meritamente rinomato fra gli scrittori della sua nazione ed i benemeriti dello studio antiquario , su i papiri tagliati in due (b). Darò perciò ben volentieri V istoria antica e moderna delle così dette scorze.

Il tanto benemerito di questa antichità Ca-

(a) Vedi Tav. I. leti. B. L' m rappresenta il mi- dollo, e le lettere t. t. le due aUre parti del papiro taglialo per lungo nel descriuo modo e chiamate scorze. La lettera y nell' armadio il sito dove si può osser- vare uno de' midolli reali , e la Ictt. h le scorze.

(b) "WiNCKEi.. pag. 252. Il y a cependant aussi des Diorceaiix en grands caractères tels que ceux du Pìn- dare d' Oxford , cest-à-dire des manuscrits qui soni coupès par le milieu-, car pour éviter la peine de inontrer à tout le monde les plus ?nres morceaux de ces précieux inonumens , on a iinaginé de couper les ììianuscrits en deux: inveniion barbare , diclce par wic basse jalousie.

( 43 ) ^ millo Padcrni fu imo de' primi , nelle cui mani capitarono questi papiri (a).

Avendo egli avuto l' incarico di escogitare il modo per renderli leggiLili alla miglior ma- niera possibile , dovette usare non poclii ten- tativi per riuscirvi ; onde dice : Provai di aprirne alcuni , ma senza effetto. Continuò le indagini (b), seppe in seguito ritrovare altro espediente ( e non fu poco ) che ta- gliarli in modo, onde una parte almeno dei caratteri avesse potuto essere perfettamente visibile e soggetta alle ricerche de' dotti.

Questo non poteva farsi in altro modo nei suoi tempi, se non col fendere perpendicolar-»

(a) Scrivendo Camillo I'adeuni al dottoi- Mead , dice: <( Saia un mese da che furono trovati molti rotoli di carta , ma ridotti a carbone ; tuttavia dietro V or- dine del Re provai di aprirne alcuni , ma senza ef- fetto. Lettera scriUa agli 8 Febbrajo lyóS. Gibelin ,

pog. 21 3.

(b) Scrive il Signor Barker. « Sono circa due anni che fu trovata in un casino una gran quantità di rotoli ec. Si fecero degli sforzi incredibili per aprij'li ; ma tutto in vano , e solo si giunse a scoprire qual- che paivla col fenderne qualcheduno. Giav.\.iìi , j». 248. Lcltcra IcUa 17 Ayrilc lyói.

(40 mente in due l'intero papiro. Ma se una tale divisione fosse stata csc^'uita in maniera da dividere il rotolo per lungo ed in parte eguali, non si sarebbe ottenuto l' intento ; giacché non si sarebbero scoverti che gli estremi delle in- terne piegature di tutto il papiro, come effet- tivamente accadde (a). Così imaginò savia- mente in seguito di tagliare per lungo una cgual porzione dai due opposti punti ; e quindi un egual numero di pagine, lasciando intero tanto dell' esterno papiro , quanto bastava per rendere visibile una pagina di scrittura da un lato e dall'altro (b).

A questa che ora sembra dispiacentissima e barbara operazione , soggiacquero non pochi papiri in quel tempo , come ci attesta lo stesso Paderni (e). Finora ne abbiamo esaminata una sola camera ( del casino di campagna ) lastricata a musaico , e che pare essere stata biblioteca. Ne ho estratti da essa 33y rotoli scritti in greco ^ e i8 rotoli in latino ; ma

(a) WixcK. p. X07. JNc csiilono alcuni. Vedi Tav. I. le t. A. e.

(b) Vedi Tav. I. kit. A. /. U

(e) GlUELIN j 1 ag. :2i.O.

( 45 ) tutti in si cattii^o fatato , che è impossibile r aprirli.

Dovettero in conseguenza tutti gì' indicati papiri soffrire una operazione qualunque, ma tale da poterne leggere tanto onde riconoscerli se greci fossero o latini , e quindi essere tagliati neli' indicato modo (a).

Naturalmente oltre ai tanti accidenti di frat- ture che dovettero accadere ai papiri , anche alla descritta operazione appartengono quei pezzi che oggi meritamente si chiamano , e sono veri frammenti non cilindrici, e per distin- guerli dai frammenti cilindrici conosconsi nel- r oiTicina col nome di scorze, in conseguenza di questo modo di fendere i rotoli , Paderni riuscì a presentare alcune pagine intere all'im-

(a) Mons. l'abbé Bartiielemy. Voyage en Italie etc. Seconde édìlion p. 25^. On fut long-temps sans con- naìtre le tnoyen de les dérouler, et dans cette incer- tiliide on prii le parti d'en couper quelques-uns dans tonte leur longueur , cornine si on divisoit un cylindre suivant la direction de son axe. Cette opération laissait apercevoìr distinctement l'écriture ; ?7iaìs les manii- scrits furent entièrement perdus. Che direbbe questo grand' uomo , se ora osservasse pcrfeUamciite leggibili quei volumi che compiangeva per intieramente perduti?

( 4f) ) pazienza de' dotti per Ihr loro comprendere di che si trattava j ma n( l fenderli dovette indis- pensabilmente frammentarne non pochi.

Dall' anzidetto si comprende anche chiaro, che questi ultijiii papiri , ai quali diede di piglio Paderni, dopo di averne messi da banda molti che non resistettero al saggio, dovevano essere de' più consistenti e conservati, onde potette ridurre alcuni di essi in due parti, ed in modo da ricavarne due pagine leggibili.

Or gli attuali svolgitori di queste rarità guar- davano con grandissimo dispiacere tali mutilati pezzi , il cui materiale anche ad occhio nudo riconoscesi pel più conservato fra quei dell'of- ficina. Ricordavansi però l' esser essi stati per anni ed anni considerati come insvolgibili.

GÌ' interpreti dal canto loro desideravano oltremodo di leggere il principio delle opere, delle quali avevano già interpretata la fine (a). Però gli uni e gli altri erano sgomentati dalla diflicoltà dell' impresa , e dal timore di per-

(a) Tulli i midolli appartenenti a queste scorze , e rimasti dal Paderni , erano già slati svolli^ perehè cilindrici, e di miglior conservazione.

( 47 ) dei e piuttosto, che rendere utili tali irregolari pezzi.

Ma il coraggio guidato dal talento e dalla pazienza, e spronato dall'amor di sapere, de- cide l' irresolutezza degli artisti ; ed uno di essi più animoso si accinge all' incarico.

Or non potendosi svolgere gP indicati pezzi, perchè non cilindrici , escogita di distaccarne tutte le pagine successivamente 1' una dopo r altra. Dopo non pochi stenti riesce felice- mente nell' impegno senza averne perduta una sola parola che non fosse stata fedelmente disegnata.

Una tale scoverta ha già presentato alla dotta avidità degl' Interpreti ben molte pagine, e salvato dall' eterno obblìo trentacinque pezzi de' mille settecento cinquantasei papiri Erco»« lanesi (a).

Questo difficilissimo meccanismo si com- prende osservando , ed esaminando la diligen- za , e pazienza dell' artista , e mal si potrebbe descrivere.

(a) Questa operazione si pratica anche ne* piccoli frammenti, che contengono pochi versi.

(48 )

V. Papiri su cui si è fatto già un saggio 332.

Come si è detto a pag. 21 , preso dagli artisti il papiro elle all'esterno sembri suscettibile di svolgimento , e clie dia anche qualche speranza di maggior conservazione , si sottopone ad un diligente saggio. Ma sventuratamente non tutti i rotoli superstiti sono atti a svolgersi.

Il risultato de' papiri per quello che riguarda il solo loro svolgimento (a) si può ridurre a tre classi, i." S volgibili utilmente, perchè indi leggibili. 2.° Senza alcuna dotta utilità, o per- chè mancanti di caratteri , o tali da non potersi interpretiire (b). 3.° Non isvolgibili affatto , o perchè la stessa polvere , onde sono composti, non è neanche compatta a segno da soffrire

(a) Per jraaggior chiarezza della mappa si è for- mato un articolo separato degli svolti intieramente , e dei saggiati dagl' impiegati , che ora si classificano nel presente articolo.

(b) Ve ne sono di quei da' quali non è potuto ricavare che il solo titolo , il quale suole essere in caratteri più. grandi.

(49 ) l'incollamento della pellicola, o perchè dive- nuti come impietriti. Quindi de^542 papiri presi fino a quest' ora dagl' impiegati per isvol- gerii, 210 sono stati svolti per interi ed util- mente ; e de' rimanenti 552 ne sono stati svolti 127 in gran parte; e sospesa l'operazione pel resto 5 perchè rinvenuti non leggibili ; e 2o5 rimessi negli armadii , perchè dopo gli speri- menti si sono riconosciuti della terza classe, cioè non suscettibili di alcuno svolgimento (a).

VI. Papiri sperimentati da Lapira 3,

Due sono state le cagioni che hanno spinto qualche persona di talento ad intraprendere lo svolgimento de' papiri. L' impegno di rinvenire un mezzo qualunque ed indispensabile per leg- gere ciò che in essi contenevasi, e la efferve- scenza dell'umano talento che spesso non con- tento del vecchio e provato sistema, intraprende

(a) Tal è il papiro nell'armadio Tav. I. leu. A;^. Questo è della classe degl' impietriti ; e rassomiglia molto a quella specie di matita che conoscesì comu- nemente col nome di lapis di Spagna.

( 5o )

nuovi melodi per giungere, se pviò , a nuove scovcrte.

Alla prima causa si debbono ascrivere i ten- tativi fatti dal Paderni , il quale giunse almeno a scovrir di die si trattava in questi involti , come dicemmo , non che de' fortunatissimi sforzi fatti dal P. Antonio Piaggio delle scuole pie. Di questo benemerito pel ramo antiquario di cui trattiamo , leggasi scritto dal Barker (a). Si fecero sforzi incredibili per aprirli , e per leggerli , ma tutto in vano , e solo si giunse a scoprire cpi alche parola col fenderne cpi alci ledano. Finalmente il Sig. ylssemanni giunto in Napoli la seconda volta , consigliò il Re di far venire il P. Antojiio scrittore del Praticano ) come il solo che potesse intra- prendere una tal cosa. E incredibile quanto operò quest' uomo per riuscirvi ; con tutto ciò appena in capo di un anno, e con una pa- zienza straordinaria , giunse solo ad apj^irne un mezzo itotelo.

TSon contente alcune persone di talento del- l'indicato metodo, e spinte anche dalle incon- siderate voci che la tardanza della pubblica-

(a) GiBELiN , pag. 248.

(5i )

zione de' papiri nascesse dalla lunghezza del metodo nello svolgerli ( come se dopo svolli non vi bisognasse altro che mettersi gli oc- chiali per leggerli correntemente, tradurli, sup- plirli, e giustificare tali operazioni ) si diedero a saggiare metodi novelli.

Il chiaris. Lapira, persona fornita di molti talenti nel 1786 fece diversi tentativi , non già per rinvenire un altro metodo di svolgimento de' papiri, ma per facilitare Fattuale. Le sue operazioni si ridussero a semplici suffumigi, e questi in alcuni rotoli si sono sperimentati di qualche piccola facilitazione allo svolgimento, giacche preparano in qualche punto il distac- camento delle pagine; ma in tutto il resto di nessuna utilità. Quindi dopo di averne sag- giati tre frammenti , non si andò più innanzi (a).

VII. SjJ eri mentati da Davj 20.

Il chiaris. Humphery Davy non contento

(a) Trovo scritti alcuni altri sperimenti fatti , ma credo non farne parola , o perchè furono semplici voci , o perchè poco momento.

( 52 )

di aver iiiLraprcso, e con oilimi successi lante nuove scoperte , pensò tentarne una pel più facile e sollecito svolgimento de' papiri. Mani- festò questo suo lodevolissimo pensiero al Prin- cipe di Galles , ora felicemente regnante in Inghilterra. Questo principe e gran mecenate memore dell' accaduto ni papiri inviati in Lon- dra, non permise die si fossero esposti gl'infelici resti (a) di essi al nuovo sperimento. l\Ia con molta saviezza e prudenza inviò il cliiar. Davy in Napoli corredato dei convenienti offizii al nostro ottijno Principe.

Monsignor Rosini , degnissimo Soprainten- dente dell' officina, previi ordini Sovrani, dis- pose che si apprestassero al eh. Davy tutte le facilitazioni per la huona riuscita della nuova impresa. Infatti si diedero al rinomatissimo chi- mico hen diversi pezzi di papiri (h); e gli si aprirono gli armadii, acciò ne avesse scelti a suo talento; e finalmente se ne tolsero anche

(a) Vedi in seguito.

(b) Nello stato se ne marcano 20 , non avendosi avuto riguardo ad altri sei , pcrcliè erano di quei già nelle mani degli svolgilori , e dopo piccolissime prove^ continuarono ad essere svolti col solito metodo.

(53) dalle macelline, nelle quali erano per isvol- gerli col metodo del Piaggio.

Diversi e semplici furono i tentativi fatti secondo gli dettava la vastità delle sue pro- fonde cognizioni j ma riuscendo qual di poco e momentaneo utile , qual dannoso pei carat- teri , e qual pel papiro stesso , fecero desistere dall' impegno il dotto estero. Egli partì tanto conlento dell' assistenza usatagli da' nostri , quanto questi edificati dalle sue urbane ma- niere, non che dalle vaste sue cognizioni (a).

Vili. Papiri spediti in Inghilterra 20.

Nel 1816 il nostro Sovrano fece dono al Re d' Inghilterra di 16 papiri , due cioè svolti (b) e 14 come furono salvati dalle ruine d^Erco- lano , avendogliene antecedentemente inviati altri quattro. Desiderando meritamente quel

(a) Portò con se* 67 disegni di pezzi svolti nel tempo della sua dimora in Napoli , ma col metodo solito. Vedi il IlagguagUo degli sperimenti del cJdarissimo Cavaliere Davy , per lo svolgiinenio di Papiri Erco- lanesi. Biblioteca analitica.

(b) Quelli di Epicuro pubblicali nel li. Volume.

( 54 ) Principe di vedere svolti e pubblicati anche questi ultimi, ed avendo inteso che il Consi- gliere Sickler asseriva aver ritrovato un nuovo metodo per isvolgcre i papiri Ercolanesi , mandò ad invitarlo. Il Consigliere gianto in Londra di- strusse il primo ( ma senza averlo mai toccato con le mani ) e ne inutilizzò altri sei col pra- ticare il suo novello metodo. Quell' illustre Principe dopo avergli magnanimamente pagato il viaggio, l' incomodo , e la distruzione de' pre- ziosi iuonumenti , benignamente lo congedò.

IX. Colonne e fraimnenti disegnati ^366.

Il trasporto per la gloria del proprio paese^ lodevole per tutti i riguardi, non lo e più, quando eccede a segno da dire il falso , ed a danno degli altri. Non posso perciò condo- nare ad un dotto , per altro stimabilissimo , (a)

(a) Spiacemi assai questa inesattezza in uno scrit- tore, il quale ha trattalo con molta diligenza e dot- trina de' nostri contorni ^ e parlato benignamente dei JSapolelani.

(55) l'aver chiamato la raccolta de^ papiri Ercola- nesi un tesoro negletto:, ed al quale si diede moto, secondo lui , alP arrivo del eh. Hayter.

Costui fu inviato in Napoli dal Sovrano al- lora Principe di Galles nel 1800. Vi dimorò anni cinque; ed in questo frattempo nelFoiFi- cina dai soliti svol',^itori si saggiarono igò pezzi, de' quali non pochi disegni furono portati dal Signor Hayter in Inghilterra. Dopo qualche tempo comparve un frammento di papiro puh- hlicato in Londra , e tradotto in due letture , attrihuendo la più inesatta di esse agli Acca- demici Ercolanesi. Ma questa pretesa illustra- zione non si ritrova ne' due volumi già puh- hlicati , ne oltre di questi vi esiste un sol rigo di papiro illustrato dalla dotta Accademia.

Il lodato Signor Hayter nel portar con se i disegni de' pezzi svolti nel tempo della sua dimora in Napoli , promise tradurli , comen- larli, e darli alla luce, come speriamo.

Mi auguro che il lettore ricordandosi del già detto sulle non poche difticoltà che s'incon- trano nello svolgere i papiri , e fra quei che sono suscettihili di svolgimento, sarà contento di sapere che fino al momento se ne sono resi leggibili 2566 pezzi fra colonne e frammenti.

(56)

X. Papiri svolti col titolo 60.

Per papiri col titolo s'intendono , come è naturale , quelli ne' quali si e avuta la fortuna di rinvenire intero, e lejj^gibile anche il titolo dell' opera. Tralascio tutto ciò che di erudito si è scritto in quest' articolo (a) e rapporto semplicemente i fatti.

I titoli delle opere ne" papiri Ercolanesi si sono sempre rinvenuti nella fine di quelle. Trovo scritto (b) che forse essi erano ripetuti anche al principio ; ma non possiamo addurne alcun esempio tra quei dell" ofiicina. La loro poca conservazione non ci ha dato ancora un papiro perfettamente intero, e quindi da po~ ierci servire di norma.

Dovea necessariamente trovarsi il titolo an- che su di un pezzetto di papiro che si attac- cava al rotolo , acciò rimanendo pensolone fuori del volume , avesse fatto lo stesso uffizio che oggi fanno i nostri tasselli.

Fra gli antichi papiri dipinti avvene uno

(a) Chi amasse occuparsene potrà riscontrare i dotti Ercolanesi , i citati Caylus , Winck. , ec.

(b) Winck. pag. 238.

( 57 ) ìlei Hcal Museo di Poriiei (a), che può dare molto lume a questo articolo, sul quale sono stati bene imbarazzati i dotti. Giusto nel mezzo della lunghezza del volume ( n.° i. ) si vede attaccato e pendente un pezzetto rettangolo facilmente di carta papiracea e con delle let- tere. Credo che gli antichi avessero talvolta scelto questo punto di mezzo, acciò in qua— liuique direzione fosse avvolto il volume, es- sendo il titolo attaccato esternamente e nella parte superiore della scrittura capitasse sempre sospeso in faccia al diametro dell' avvolto pa- piro , ed in modo che non uscisse dalla sua circonferenza. Questo metodo faceva non solo conoscere anche all' esterno quale fosse il dritto del papiro , ma dippiù , messo il volume per lungo nello scaffale vi presentava nella sua fronte e di prospetto la materia che vi si conteneva (b).

(a) Piume di Ercol. Voi. V. pag. S/S. Vedi Tav. T. leu. B, jSj la flttuccia jS." 2 esiste nell'originale. Vedi la nostra. Description de quelques peintures anliques qui existent au Cabinet da Royal Mut)ée - Bourbon de P orlici ^ P'^'g- ^^•

(b) Mi sembra che qucslo fallo faccia coraprenderc chiaramente il detto di Seneca de tranquiLLan.cap.f).—

( 58 )

Dippiù questa disposizione di luogo nel fis- sarci il titolo era egualmente utile , anzi neces- sario per quei papiri clie conservavansi nelle cassette. Entrando in osse tutto l'intero papiro, ed aprendosi il casscttino non rimaneva visibile del volume die il solo orificio superiore. Or capitando , con P indicato metodo , precisa- mente fra questo orificio il cartellino già attac- cato alla metà superiore del volume , il titola di esso rimaneva esposto e leggibile, senza che si fosse cavato fuori il papiro.

Questa pittura ci anche un lume per ben comprendere le altre ^ nelle quali si vede una specie di nastro , pelle o altro clie sia , che pende da alcuni papiri (a). I dotti Ercolanesi parlando di esse lasciarono indeciso se fossero cartellini con titoli , o fettucce per ligare il rotolo. Ferrario nella vasta opera (b) dice che potrebbero anche servire per tirarli fuori dal bossolo dove erano riposti. ben^ anche il di- segno del papiro di cui parliamo, ma egual-

Cui 'tìoluininum suonvn frontes maxime placent ^ ti- tilli que.

(a) Pitture cV Ercol. Voi. II. png. g. ( io ).

(b) Del costume (uUico e moderno di tutti i popoli : N.° XCV. pi!g. 25o.

(59) menle infedele perchè mancrinte della felliiccia 11.*' 2, come nella citala opera di Ercolano. Però volendoli altribuire questo secondo uso , atteso la fragilità della carta papiracea, biso- gnava che con 1' indicato nastro si legasse prima il volume, onde nel volerlo estrarre non si strappasse parte del papiro.

Or nel presente disegno osservandosi nella metà del volume sospeso il titolo , e dippiù Ja fettuccia attaccata e pendente in un altro punto , dimostra chiaramente che questa se- conda non era destinata allo stesso uso del primo. Forse serviva benanche per ligare il volume , e tenerlo più strettamente chiuso nel bisogno.

Finalmente vi è un altro sito per tali ti- toli , cioè scritto all' estremità esterna del rotolo. Questo si osserva in una scorza , ed in un papiro rimasti ancora intatti , e da svolgersi (a).

L' utilissimo uso di una tale specie di titoli si può riconoscere dall' osservare non poche statue e pitture antiche. Fra le prime citerò

(a) Nell'inA^entario N." 1491. Vedi Tav. I. leti. A^ b. Non sono stati ancora interpretali / e perciò non fac- tiamo altro che indicarli.

(6o)

solo quelle del nostro R. Museo Borbonico (a). A piedi di queste si veggono de' gruppi di papiri ligati insieme , come un fascio (b) da una corda o fettuccia; e non essendovi in essi nessun segno di pezzetto di carta pendente da servire per titoli , era necessario che questi fossero scritti nell' esterno dello stesso papiro. Con questo mezzo al momento , e senza darsi la pena di aprirli , si poteva distinguere l' opera che nel bisogno si cercava.

De' titoli rinvenuti eccovene un saggio.

Demetrii. ' De geometria. De poe- matis. In Polyenl cUjJioultates.

Epicuri. De natura , lib. II, e XX.

CoLOTis. In Lysidem Platonis.

PoLYSTRATi. De temerario contemptu.

Philodemi. De religione. De mori-- bus. De Epicuro. De niorte^ lib, IK. De vitiis , lib. I. De vitiis , atque oppo- sitis virtutibus j eorumque subjectis, et obje-

(a) Stanza dell'Atlante, N." 332 rosso e 338 detto.

(b) Si possono osservare i resti di quei rinvenuti in Ercolano bastanicn^entc conservati. Vedi spiegazione della Tav. 1. iett. A. e.

( Ci )

ctis , lib. VIIL De vitiis De musica. De conversatione. De Omeri. De ira. De divitiis. De poematis. De poem,a- tis. De eo quod agendum est; de causa atque aliis rebus tractatus memorahiles. De moribus ac vitiis , opus ex libro Zenonis contractum , seu de dicendi liberiate. De poematis. De rhetorica , lib. I. De rJie- lorica , lib. IP^ , pars I. De rhetorica lib. IK. pars II. De rhetorica. De rhetorica conim,entaria. De rhetorica. De phoenomenis atque signis. De Philo- sophis. De gratia.

Cjrnisci. Amicabilia.

Crisippi. De providentia , lib. II.

XI. Papiri senza titolo i2Cf.

Non è supponibile che vi fossero state delle opere o volumi ne' quali gli antichi non aves- sero notato in un modo , o in un altro ne V autore , la materia. Perciò è giusto V in- dicare il perchè fra gli svolti fino a questo momento esistono 129 pezzi senza titolo.

Si ricordi ciò che si è detto nel precedente

( (3^ ) articolo su tali titoli. Di quegli scritti su car- tellini non se n' è rinvenuto alcuno ne^papiri di Ercolano. Non era possibile che il piccolo filo col quale erano attaccati al papiro , avesse potuto resistere a' tanti secoli , e più alle vi- cende , alle quali sono stati soggetti. Se poi il pezzetto di papiro fosse stato semplicemente collato al rotolo, vale la stessa ragione , atteso la sua situazione.

I rotoli poi ne' quali il titolo fosse stato scritto nel fine , possono anche rinvenirsi privi di essi per le anzidette ragioni , ricordandosi però che tal volta essi erano stati avvolti a rovescio. Questo accadeva facilmente, quando il lettore, scorrendolo, lo rivolgeva da prin- cipio per suo maggior comodo ; e terminata la lettura non si dava la pena di rotolarlo di nuovo nel dovuto ordine. Di più fra i fram- menti può anche esservi mancante il fine del papiro.

Finalmente nel caso che il papiro avesse il titolo replicato, anche nell'esterno, vale ciò che abbiamo già detto su l' attuale stato e fragilità di tali monumenti.

Ma a questa occasione è giusto far noto , come i nostri interpreti dopo di aver attenta-

(65) mente letto P intero volume esistente , ne esco- gitano il titolo j così nel papiro N." 65o.

XII. Papiri interpretati, e prossimi a darsi alla luce 8,

PiiiLODEMi. De rhetorica due. T>e rhe- tor'ica commentaria. De vitlis , atque op~ positls virtutibus, eonimque subjectis. Uh. IX. In questo papiro V Economia di Aristotele è attribuita a Teofrasto. De vitlis,

Eficuri. De natura, due.

Crisippi. De piopidentia.

XIII. Neil' atto d' interpretarsi 4.

CERNISCI. Amicaìjilia. PoLYSTRATi. De temerario conlemptu. Epicuri. De ìiatLira. D' ignoto autore. De ira.

STATO de' 1766

I.

Interi

371.

Pezzi svolti in- teramente

1

210.

Pag 35.

IL

Quasi interi

Pag 36.

61.

V.

Saggiati clagrim- ì)ic""ati

332.

P'^'S 48.

III.

161.

VI.

Sj)erimentati da La pira

3.

Pog 37.

Pag 49-

Metà

3o8.

VII. Da Davy

20.

P(^S 5i.

Terzi

190.

Vili.

Spediti in In- ghilterra

Pag 53.

20.

Quarti

191.

In Francia

7

IV. Scorze

474-

Rimasti intatti..

[164.

P^'S 4i-

Totale

lySC.

Totale

1756.

PAPIRI ERCOLANESI.

IX.

Colonne e fram- menti disegnati Pctg 54.

2366.

Di Demetrio....

4-

Dette incise

969-

12.

X.

Svolti col titolo. Pag 56.

60.

Cartvisco

I.

XL

Senza titolo

Pag 61.

129.

|!rt?tppo

2.

Papiri pubbli- cati

3.

3.

XII.

Interpretati

Pag 63.

8.

36.

XIII.

Neir atto d' in- terpretarsi — Pag 63.

4.

PoUSXRATO

2.

Papiri lat. svolti.

i5.

D'ignoto autore.

4-

(66) SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE.

Tavola I. Lettera yì-

Armadio nella terza stanza a sinistra di chi entra.

Esso è uno degli scaffali fatti per conservare tutti i piccoli oggetti che ritrovaronsi negli scavi di Ercolano, Pompei, e Stabbia.

aa. aa. La posizione orizzontale nella quale veggonsi collocati i volumi sulle indicate tavo- lette, era la medesima usata dagli antichi. Ciò però non esclude die lali volumi non fossero stati anche riposti in altro modo , e special- mente a perpendicolo , sia riuniti fra di loro a fascio , sia isolati. Di questa verità se non ba- stasse l' analogìa che ne il disordine delle presenti biblioteche di quei che sono usi a leggere , ve ne ha una prova di fatto fra gli stessi papiri Ercolanesi.

Fra questi ve ne sono non pochi , e special- mente gli afFasciati, A. lett. e, i quali si veg-

(67 )

gono compressi a perpendicolo dalPalto al Lasso. Questo non poteva accadere , se non nel caso che si fossero rinvenuti nella indicata posizione nelPatto che sopraggiungendoci un qualche peso, dovette necessariamente schiac- ciarli. Ve ne sono poi degli altri volumi schiac- ciati sì , ma per lungo , segno che nel mo- mento delP essere stati sepolti , ritrovavansi orizzontalmente disposti; loro solita e naturale posizione. Questa medesima forma naturalmente prendevano quei volumi i quali, perchè non avvolti strettamente, diventavano ovali, sia se rimanevano isolati , sia se erano compressi nelle cassette.

Dovevano poi vedersi i cartellini col titolo dell'opera ( Ved. pag. 56 ) pensoloni fra uno scompartimento e l'altro dello scaffale (a), o pendenti fra il diametro del volume ( pag. 67. )

h. Papiro col titolo scritto all' esterno ( pag.

%)

ce. Papiri affasciati ( pag. 60 ) B. x. d. Papiro avvolto dai due estremi. B. y.

(a) Nel Real Museo di rollici, stanza seconda, muro secondo, N. ccccxxxiii , si veggono due papiri avvolti da cui pendono i titoli nel descritto modo.

( f«)

Questo mei odo di svolgere ed avvolgere , leggendo il volume , si pratica anche oggi dagli Ebrei. Così lasciandosi il volume nel mezzo della lettura, nel ripigliarlo, si conosce lìn dove si è letto , oppure il punto che si vuol rileggere.

c^ Papiro tagliato per lungo ( pag. 45. )

f. Uno de" midolli ( pag. 42 ) B. u.

Dall' osservare l'originale indicato _, non che il disegno, si comprende chiarissimo come ta- gliando il papiro per lungo fino ad un detcr- minato numero di pagine , ne rimaneva nel centro una porzione intatta. Questa è quella che nell'' officina si conosce col nome di midollo.

g. Il presente rotolo è uno degl' impie- triti ( pag. 4g. )

h. Scorza ( pag. 41 ) S- t. t.

i. Papiro latino. Essi sono più. voluminosi , di quegli scritti in greco, non per questo con- tengono più caratteri. Questi sono più grandi de' soliti greci ( Ved. Tav. II. d. ) ed il pa- piro anch" esso è preparalo diversamente , e quindi più doppio.

h. Uno de' papiri , il di cui umhilico può distintamente osservarsi. Per quello che si può discernere con gli occhi , sembra che fosse un

(%)

Lasioncello di sambuco. Darebbe ancbc a sospet- tare che fosse una specie di canna. Si sono incontrati nello svolgere i papiri Ercolanesi degli umbilichi di semplice legno senz' alcun voto nell' interno, o indizio di midollo, come osservasi nel presente. Negli estremi di questi umbilichi ficcavasi un pezzetto di corno _, al quale erano attaccati i tasselli: quindi gli an- zidetti estremi furono chiamati cornua.

l. In questo cassettino si conserva una quasi intera tavoletta carbonizzata che dopo ince- rata , serviva per iscriverci con lo stile.

m. Frammenti di altri simili tavolette.

n. Alcuni calamai ed un penna] nolo di quei rinvenuti in Ercolano.

o. Antico piattino di vetro nel quale si con- servano resti di papiri Pompejani.

Osservate di grazia con attenzione questo mucchio di cenere, e sappiate che nello stesso stato si sono rinvenuti , e si disotterrano gior- nalmente i papiri in Pompei. E poi ! Dob- biamo con ammirazione leggere scritto dai nostri come dagli esteri , parlandosi di papiri svolti e da svolgersi , Papiri Pompei ìli

p. Cassettino con resti dell' armadio di legno carbonizzato appartenente ali' antica biblioteca.

(70)

E osservabile una porzione di piccola asta perfettamente cilindrica. Chi sa non fosse stata una delle colonnette da servire o adornare r armadio? Volendolo sospettare per un um- bilico, sarebbe di legno, e di quei molto grandi.

q. Contiene questo cassettino due pezzi di papiro modernamente fatto dal Cav. Landolina di Siracusa della stessa pianta di papiro , e seguendo lo stesso metodo usato dagli anti- chi. Essi furono diretti al cbariss. Francesco Lavega allora direttore degli scavi , e custode del Real Museo di Portici (a).

Un altro pezzo di papiro di altra specie anche inviata al lodato Accademico , su del quale si legge quanto siegue , secondo la tra- duzione dell' originale spagnuolo che 1' ac- compagna.

// Governatore del Juccuman ha rltro-

(a) Il Cavaliere Landolina nel 1780 formò de' papiri che hanno una grandissima rassomiglianza eoa gli antichi j sia rinvenuti in l-gitto , sia in Ercolano. Ac- compagnò la 5ua scovcrta con una dotta dissertazione^ illustrando pralicamenle ciocche gli antichi ne hanno lasciato scritto , e specialmente il trailo di Plinio su questo articolo.

(71 ) vafo ne' paesi del gran Giacco una specie di alberi , tutto il di cui interiore è di questa specie di scorza dalla quale si possono ca- ttare , usando molta attenzione fogli della grandezza di quelli della nostra carta , ma senza diligenza solo potran cavarsi come di un mezzo foglio. V^e lo mando per una Quriosità. Madrid /a Luglio 'j4'

r. Fra i diversi pezzi e frammenti di osso clie si osservano in questo scatolino , sono interessanti alenili di %ura rettangola Lis- lunga , e terminanti con un occliieito. Per questo buco passava un piccolo asse di ridallo clic serviva per fermarne diversi insieme. Queste lami])ette riunite avevano lo stesso uso di quelle 4i avorio , le quali oggi al numero di sette , e jicllo stesso modo attaccate , formano quei li- bretti conosciuti col nome di Memorandum. In questi moderni vi sono scritti in caratteri fissi i sette giorni della settimana , ed i ricordi yi si segnano col piombino. Gli anticlii vi scri- vevano i loro col minio> E l'uno e l'altro scritto si cancella volentieri , ed il libriccino rimane sempre atto a novella scrittura. Niente è nuovo nel mondo.

È osservabile il pezzo di forma quadrali-

(70 golare , attintala di turchino che al verde. Questo utensile serviva per cassare tutto in- tero (a) il già scritto con lo stile sulle tavo- lette incerate. Operazione che facevasi facil- mente passando il lato lungo del presente strumento su i caratteri incisi sulla cera. Con questo metodo la cera distendevasi e pene- trando nei cavi fattivi dalla punta dura , si levigava di bel nuovo , e rendevasi atta a novella scrittura.

s. Avvi in questo scatolino una laminetta di argento delia lunghezza di circa once i5 ed alta 3, avvolta come se fosse un papiro. I frammenti di altre laminette dello stesso me- tallo, ma perfettamente piane, che si veggono accosto all' anzidetta avvolta , ed i caratteri che in quelli si leggono incisi , ci spingono a congetturarne 1' uso.. Sarebbe forse destinata per essere divisa in pezzi per iscriverci , ed indi fissarli a qualche arnese? Chi sa se non fosse servita per etichette da collocarsi in fronte degli stessi armadii ?

(a) Per le cassature parziali si usava la punta con- vessa dello stile. Se conservano due in (juesla medesima scatoletta.

. (75)

Lettera B.

tt. Scorze. Vedi A. lett. li. u. Midollo delle anzidette. A. lett. f. V. Gassettino per conservare, o trasportare i papiri.

X. Volumi affasciati. A. lett. ce. y. Papiro avvolto dai due estremi. A lett. d. z. Detto ( pag. 67. )

Lettera C.

1. 2. 3. Macchinette per lo svolgimento dei papiri, ( pag. 23 e segu. ) La diversità della tinta de'numeri 2 e 5 si è usata per imitare quella de' papiri Ercolanesi che suol essere più o meno nera come diremo. Le lineette che osservansi fra le lacune di questi due papiri, rappresentano i diversi pezzetti di pelle bat- tiloro che i diligenti artisti frappongono nelle mancanze interne del volume per sostenere le pagine superstiti.

4. Viti le quali servono por abbassare il papiro in caso che la parte svolta fosse giunla alla estremità superiore della cassa , nella (|ualc

( 74 ) è rinchiusa la maccliina , e lo svolgitore avesse bisogno di questo movimento per distaccarne qualche linea di piìi.

5. Pezzo di grossa carta che sostiene il cot- tone su del quale in parte poggia il rotolo.

6. Nastri dai quali è sostenuto il volume, acciò sospeso rimanga sempre nella posizione,^^ nella quale è situato dagli svolgitori secondo il bisogno lo richiede,

7. FiLa che si attaccano alla pelle battiloro per sostenere in alto la parte svolta del papiro.

Tavola IL

Non è piccolo il numero di quei che o, scrivendo, o parlando, si sono arbitrati di tac- ciare ahncno d' inutilità la cura che i nostri Sovrani si han data, e tutt''ora si danno per lo svolgimento de' papiri Ercolanesi. Essi han ragione di farlo, giacche i dotti, , e gli amatori delPumano sapere accusano dal canto loro d' in- utilità le intense occupazioni , alle quali tali sparlatori sono tutto giorno occupati.

Pei veri e giusti estimatori delle cognizioni umane sono soggetti d' importanza.

Il vedere esistenti dopo tanti secoli le opere,.

( 75) e forse aiiclie gli originali] (a) de' dotti che ci kan preceduti.

Il leggere in essi , come si pensava da alcuni sulle stesse materie, su delle quali si pensa e si scrìve anche adesso (b).

(a) Le correzioni, e le cassature che si osservano in alcuni papiri ce lo fanno sospettare. Oltre a ciò tutti i papiri sono scritti da un sol lato, avvene però nell'officina un solo^ il quale in parie è scritto da amendue le facce. Terminata la lunghezza del volume tutto scritto dall' autore , e non avendo esaurita la Btialeria , 1' ha proseguita , scrivendoci nella parte op- posta altre tre pagine. Questo fa supporre l' originalità dell' opera , non essendo presumibile che un copista non avesse avuto presente la lunghezza del lavoro prima di destinare il papiro da impiegarci.

(b) A. torlo si lagnano alcuni di non esservisi rin- venuta qualche materia interessante, com' essi dicono. Non è forse bastamela novità delle opere ^ e de' trattati fin' ora rinvenutivi , giacche niente era noto di tutto quello che vi si è letto fino a questo momento ? I dotti però credono piucchè stimabile quello finora scovcrto. Sappiano gli amatori della mitologia che in uno de' papiri attualmente fra le mani degl'interpreti vi si legge, come alcuni stimavano Agamennone essere r Etere, Achille il Sole, Elcna la Terra, Paride l'Aria , Ettore la Luna , e gli altri personaggi con

( 76 )

Lo sperare guardando ognuna di quei volumi che nascondesse nelle sue viscere qualche opera delle tante perdute per le vicende de' tempi , e sempre desiderate dai dotti.

L' immaginare che in questo , o in quest^al- tro volume s' incontrasse qualche nuova ed utile scoverta pei hisegni della vita.

Il sorprendere sul fatto un vasto campo di antica paleografia (a), e lo sperare di vederlo sempre più esteso , proseguendosi lo svolgi- mento de' papiri.

Dal piccolissimo saggio conveniente ad una semplice guida che si nella presente tavola, si potrà comprendere quale e quanto materiale

simile analogia. Olire a ciò è giusto ricordarsi che non si iraUa in questa raccolta , se non di mìseri avanzi di una privata biblioteca di un filosofo epicureo, e clic esisteva in un casino di campagna. In questi resti della sua privata collezione sono naturalmente incontrate opere di quella scuola. È anche rimarche- vole che un solo papiro di Crisippo in opposizione dell'indicato sistema siavisi ririvenuto.

(a) È degno di osservazione come fra ì tanti papiri svolti dilhcilmcnte si rinvengono due, i di cui carat- teri non abbiano delle varietà fra di loro.

(77 ) su questo articolo è ancora racchiuso nella Real Collezione unica al mondo (a).

a. Alfabeto ricavato dal papiro N.*' goi2 , senza titolo.

b. Detto N.° 1014 j di Demetrio, e. Detto N." i52, di Filodemo.

d. Detto N.*' 1475', Frammento latino senza titolo.

e. Sigle finora rinvenute nel papiro n.° 162 e iSy eccetto la seconda e le ultime tre, che sono semplici lettere. Questo papiro ha due numerazioni, essendo uno di quegli svolti in diversi tempi. Dopo anni capitò sotto allo svolgimento la sua parte superiore, che svolta si riconobbe appartenere al già disegnato.

f. Cifre che per lo più incontransi al' a fine dello scritto. Come esse sogliono essere quasi le medesime nelle opere dello stesso autore , così ho creduto interessante darne V esatto disegno, acciò i dotti se ne possano occupare

(a) Le laboriosissime inU'aprese del Mabbillon , e l'opera. Paleographia veteniin exposita, e l illustrala ab Ulrico Friderico Kopp. Hasso Casselano M^umlieinii iStiy , non saranno mai lodate abbastanza ; ma vi ri- mane ancor molto da fare.

( ) per rintracciarne il significato , se si pui> 5 1.° di Filodcm 2." di Epicuro. 5.° di Demetrio. 4.° d' ignoto autoi'e.

Tavola III.

Per dare una esatta idea del come si ridu- cono, e conservano i volumi Ercolanesi dopo svolti anche a quei che non gli hanno ocular- mente osservati , ho creduto presentar loro questo fac simile. Esso contiene le due ultime colonne , ed il titolo del papiro di Epicuro pubblicato nel secondo volume (a). Nella pa- gina 81 si troverà trasportato in carattere greco minuscolo , non che tradotto in latino. Il ca- rattere nero indica desistente nell'originale, ed il rosso il supplito. Nella citata opera se- guono i comenti del tutto.

Nel colorire questo frammento si è creduto opportuno darci la tinta la più comune de' j)a- piri Ereolanesi. Ben pochi sono o di un nero

(a) L'originale si conserva nel Museo di Londra. [Vedi pag. 53.

(79) più forte, o dando un poco al colore cono- sciuto col nome di Fuligine , ed alcuni al Castagno.

a. Questo pezzetto che vedesi al suo luogo, ma distaccato dal resto del papiro , lo è per effetto di una delle tante difficoltà dello svol- gimento. ( Vedi pag. 23. ) Lo svolgitore non avendo potuto distaccare col resto della pagina il piccolo frammento, l'ha ivi lasciato; giunto poi al punto dove era rimasto il pezzetto , l' ha distaccato solo , ed indi l' ha rimesso al suo primiero luogo , dove ora si vede.

b. Lacune cagionate dal non essersi potuto in alcuni tratti distaccare l' intera doppiezza del foglio del papiro. Quindi la sua parte esterna si è divisa dalla interna , nella quale vi erano i caratteri (a) e perciò nello svol- gerlo si è distaccato il solo pezzo di papiro privo delle lettere. Queste rimaste sul foglio che gli era sottoposto , non possono in nes- sun modo essere salvate , atteso la impercetti-

(a) Questo si comprende facilmente ricordandosi che i volumi componevansi con diversi pezzi di papiro celiali anche gli uni su gli altri. ( Vedi pag. 17. )•

(80) bilità dello sfoglio del papiro a cui sono esse rimaste attaccate.

e. Lacuna cagionata dalla mancanza del pa- piro da noi delta tarla , ( pag. 29. )

d. Mancanze che s'incontrano in alcuni punti del volume , ne' quali La sofferto per effetto delle antiche piegature più o meno compresse.

(8i ) G 0 L U M N A X.

Tt; rov rpoito ,j tv)5

v] òvvarov oc. vtoi5 v*jip%s!v ovr Hr. Asi o'jv , àjifSf) aip-f] y a. ,

lo re fi (So; yiyovs va:

Of;tOVOpll(XV '/][>. tv

yjtp r « cwvr oy.yv

G O L U M

. . . per illorum concie-

tiones, nisi quis dissolulio-

nis modurn^ de quo dixi-

mus , possibilcm ipsis esse GAP. Iv.

Couclusio. demonslrct. ^ Oportet igi-

tur, ut dìxìj perspiciatnus,

etiain in hoc genere non

defuissc oeconomiam : est

cnim via compendiaria ad

cognoscendum , quae cir-

cumstant

&f\-A.SV (/.'KOXÙ.iirS-

6«t j v.xi eri ras ^o xs oivv'n'ap^'krirovs rois raxc3i i> /.s'itrYiad ^t;- 5 Tflc 5' ocjjfjiorroyr* ^o^- ^vis ro->roi3 p^O '-^ yjcì £y rais (Asrjc

N A Xi.

. . . evenit , ut effician- tur , & insuper motioncs celerìtatc insuperabiles adi- piscantur . Quae autem istis consequenter dicenda sunt , in scquentibus edis- seremus.

(82 )

GUIDA PER L'OFFICINA DE' PAPIRI.

Il non aversi una giusta idea della varietà e quantità de' tesori die contengonsi nella bella Napoli , spesso è cagione di angustia a non pochi viaggiatori. Eglino partendo dalla pro- pria patria , si formano l' itinerario del loro viaggio , ed in esso accordano più o meno giorni alla dimora in Napoli , credendoli ba- stanti per ben goderla , ed esaminarla. Ma giunti in questa capitale, son forzali di rico- noscer F errore.

L'amenità del clima, la molliplicità degli oggetti , non che F unicità di alcuni di essi cercano mesi da una banda , nel mentre F e- poca fissata pel ripatriamento appena accorda loro pochi giorni dall' altra.

Quindi volendo io essere di qualche sollievo ]>ena1iche ad una tal classe di esteri ( che non mancherà certamente nel seguito ) presento ad essi questa brevissima guida delFolìicina de' papiri.

Nella ipotesi che il forestiere possa disporre del suo tempo, si consiglierà bene a seguire

(83 )

V ordine delle stanze , non che leggere sopra luogo gli articoli citati. Ma è anche in sua libertà incominciare dalla terza stanza, senza che questo sistema cagioni il menomo disguido nell' esaminare con ordine e minutamente l' in- tera ollicina. Indi potrà riserbarsi a suo comodo la lettura del resto dell' opuscolo- In questa ipotesi potrà tenere il seguente sistema. Il curioso si porterà direttamente nella terza stanza , ed incomincerà dall' osservare P armadio grande a sinistra di chi entra, e con la tavola prima A ^ B alla mano ( ved. pag. 66 ) ne osserverà gli oggetti indicati con le lettere corrispondenti ai medesimi, non che al loro sito ncll' armadio.

Indi passerà ad esaminare , nella medesima stanza , il metodo pratico dello svolgimento de^ volumi. Quei garhatissimi svolgilori gli fa- ranno minutamente osservare il metodo col quale danno novella vita ai semi - perduti papiri. Darà in questa occasione una occhiata alla medesima Tav. I. G. per meglio ritenere a memoria la difficile operazione che osserva. Dopo ciò gli saranno aperti i volumi dei papiri già pubblicati , per comprendere an- che a colpo d' occhio la gran difficoltà del

(84)

lavoro. Ne osserverà un saggio nella spiega- zione della Tav. III. ( ved. pag. 78. )

Finalmente se il curioso sarà pressato dal tempo, darà una semplice occhiata al rima- nente dell' officina , riserbandosi a suo Lell'agio il leggere 1" opuscolo , come dissi.

Stanza Prima.

Ne' quattro armadi! vi si conservano papiri svolti, ed attaccati parzialmente sulle tavolette. 1 trenta quadretti sospesi d' intorno alle mura racchiudono quattro papiri già svolti. Un frammento latino pubblicato nel secondo vo- lume. Due di Epicuro intorno alla natura , ed il quarto sulF ira d' ignoto autore.

Il gran quadro che si vede attaccato al muro a dritta di chi entra, è uno de' tanti lavori che ci attestano la diligenza e talento del P. Piaggio anche nel genere di Calligrafia (a).

(a) In genere di lavori meccanici, questo ecclesia- stico poteva considerarsi come un genio del suo secolo. Vedi Indirizzo per la lettura greca dalle sue oscurità rischiarata dal eh. Gennaro Xysti pag. 170.

I

(85)

Contiene una lettera di congratulazione all'Im- peratore Osman scritta nel 17 55.

Stanza Seconda.

Altri quattro armaclii destinati al descritto uso. ISe'16 quadretti che adornano le pareti, vi si osserva un papiro di Filodemo sulla ret- torica. In questa medesima stanza vi sono parte degP impiegati che si occupano a disegnare ed incidere papiri già svolti.

Stanza Terza.

Anche questa stanza contiene quattro armadii della stessa forma dei precedenti. In uno di essi si conservano i disegni de' pa]3Ìri già in- cisi , in un altro i rami , e negli altri due le tavolette coi papiri svolti come i già descritti.

Ne' 58 quadretti sospesi alle mura vi si veg- gono riposti sette papiri svolti. Uno creduto di Metrodoro sulle sensazioni : Un altro di Polistrato che tratta del disprezzo irragione- vole. Gli altri di Filodemo su i vizii e le opposte virtù, e sulla rcttorica.

Al muro a sinistra di chi entra vi è un ar-

(86)

madio grande. Vedi la descrizione della Tav. I. pag. 66.

Neir altro che gli è dirimpetto vi si con- serva il resto de^ volumi.

In questa medesima stanza si svolgono i papiri.

Stanza Quarta.

De' cinque armadii che osservansi in questa ultima stanza , quattro conservano le solite tavolette coi pezzi di papiri svolti , ed il quinto contiene i disegni di quelli non ancora incisi.

Negli otto quadretti che adornano le mura avvi il volume di Filodemo sugli effetti della musica. Il quadro sospeso di prospetto di chi entra, presenta un papiro dello stesso autore sulla rettorica , disteso in tutta la sua lun- ghezza di palmi tredici. Non vi sorprenda il vederlo hen diverso dagli altri pezzi di papiro che osservaste ne' precedenti quadretti.

Questo è uno de' primi svolti dallo stesso P. Piaggio, il quale per dare Pidea della forma del volume per intero lo distese sulla tela , e jie nascose le lacune con attintarle di nero.

( 87 ) Questo sistema non si è continuato , ma al contrario si è creduto più conveniente, s\ pei disegnatori , come per gì' interpreti , il divi- derli in diversi pezzi. Non solo i disegnatori, ma benanche gl'interpreti hanno bisogno di adattare le pagine a diversi lumi , secondo le circostanze , onde leggerle con più esattezza. Nello stesso tempo è più piacevole ed interes- sante per l' amatore vedere il volume origi- nalmente com' è riuscito salvarlo svolgendolo , ancorché in diversi pezzi.

FINE.

INDICE DE' TITOLI.

Dove e come furono rinvenuti i papiri pag. ii

Alcune notizie generali su i papiri Ercolanesi. . » 16 Sistema attuale per lo svolgimento , e per la pub- blicazione de' papiri » 21

Metodo dello svolgimento^ e delle sue diiEcoltà. » 23

11 principio del papiro non visibile » 28

Le mancanze intermedie del papiro » 29

La quantità della colla da usarsi nel!' attac- care i pezzetti di pelle in alcuni punti del

papiro » 3o

L'incontro dell'incollatura di un pezzo del pa- piro suir altro )) 3l

Dilucidazione dello stato de' 1766 papiri Ercola- nesi » 35

Papiri interi )> id^

Papiri quasi interi » 36

Due terzi , » 3/

Scorze » 41

Papiri su cui si è fatto già un saggio )> 48

Papiri sperimentali da Lapira » 49

Sperimentati da Davy » 5i

Papiri spedili in Inghilterra » 53

Colonne e frammenti^-discgnali )> 04

Papiri svolli col titolo » 56

Papiri senza titolo » 61

Papiri interpretati , » G3

Ncir ulto d' interpretarsi » id.

Stato de' 1766 papiri Ercolanesi g^

Spiegazione delle tavole qq

Tavola I ,-^

Tavola li 7^

Tavola III ^g

Guida dell' of&cina de' papiri >, 82

A S. E. REVERENDISSIMA

MONSIGNOR COLANGELO,

PRESIDENTE

DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE.

Eccellenza Reverendissima,

Jl Tipografo Giovanni Marlin , desiderando dare alle slampe l'opera del Sig. Canonico D. Andrea de Jorio^ intitolata Real Museo Borbonico Officina de' Papiri; la prega compiacersi accordargli un Regio Revisore all' oggetto. Così supplica , e spera ec.

Martin.

u4 2g Ottobre 1820.

PRESIDENZA DELLA GIUNTA

PER

LA PUBBLICA ISTRUZIONE.

II Regio Revisore Sig. D. Donato Gigli , avrà la compiacenza di rivedere 1' opera soprascritta , e di osservare se vi sia cosa contra la Religione , ed i diritti della Sovranità.

// Deputalo per la Revisione de* Libri , Canonico Francesco Rossi.

A S. E. REVERENDISSIMA

MONSIGNOR COLANGELO,

VESCOVO DI CASTELLAMMARE,

r RESIDENTE DELLA GIUNTA PER LA PUBBLICA ISTRUZIONE.

L'opera intitolata Real Museo Borbonico Oj/icma de' Papiri , descritta dal Canonico D. Andrea de Jouio, presenta un sommo vantaggio ed una guida neces- saria^ specialmente a' forestieri, per osservare con ordine e con provvisione di opportune notizie i monumenti più. preziosi del nostro tesoro antiquario. Perciò non contenendo alcuna offesa alla Religione , o a' diritti della Sovranità j son di parere che se ne possa per- mettere la pubblicazione per le stampe. Napoli 3 Novembre i825.

Il Regio Revisore, Donato Gigli,

Ncipoli 5 Novembre i825.

PRESIDENZA DELLA GIUNTA

PER

LA PUBBLICA ISTRUZIONE.

Alisia la dimanda del Tipografo Giovanni Martin , con la quale chiede di volere stampare l' opera intito- lata Real Museo Borbonico Ojficicina de' Papiri del Signor Canonico D. Andrea de Jorio ;

Visto il favorevole parere del Regio R.evìsore il Signor D. Donato Gigli ;

Si permette , che l' indicata opera si stampi ; però non si pubblichi senza un secondo permesso , che non si darà, se prima lo stesso Regio Revisore non avrà attestato di aver riconosciuto nel confronto uniforme la impressione all' originale approvato.

Il Presidente , Monsignor COL ANGELO,

IL Segretario Oenerale e Merìihro della Giunta

LORETO APRUZZESE.

GUIDE

POUR LE

CABINET DES PAPYRUS.

JjEAucoup d'étrangers oiu eu soiivent à regretter de ne pas s'étre forme une juste ide'c de la quanlité et de la varie'té des trésors que contient la ville de Naples. En quittaiit leurs pays, ils tracent d'avance Fitine'raire de leur voyage, et n'accordent que peu de joiirs à la Capitale des Deux-Siciles ; mais arrivés dans cette ville , ils ne lardcnt pas h reconnaltre l'erreur qu'ils ont commise.

L'amenité du climat , la multiplicité des ol)jets de curiosité parmi lesquels il s'en trouve beaucoup d'uniques, Ics engagent d'un còte à prolonger leur séjour pendant plusieurs mois ; tandis que de l'autre , l'epoque fixée pour leur retour , leur permet à peine une residence de quelques journécs.

C'cst donc dans le de'sir d'étre de quelque ulilitc à cctt^ classe d^ctrangers qi;ì par la suite

7.

( 94)

se trouveronl néccssairement dans cetie posi- tlon, qiie jc leur presente le guide rapide du cabinet des Papyrus.

Si l'étranger en a le temps , il fera bien de suivre l'ordre des salles et de lire sur les lieux les articles cite's ; mais néanmoins il est libre de commencer par la troisième salle, sans que cela appone aucun dcrangement dans Texamen qu'il se propose de faire.

Il pourra remettre ensuite à un temps plus opportun la lecture du reste de ce petit ouvrage.

Dans ce cas il pourra adopter la marche suivante. Il devra se rendre directement dans la troisième salle et commencera à examiner la grande armoire placée h. gauche en entrant, et tenant a la main la planche I. A. B. ( Voyez page 66 ), il observera au moyen des lettres correspondantes à leur position dans l'armoire, les objets qui s'y trouyent placés.

Il s'occuperà ensuite d'examiner dans la meme salle la manière dont on de'roule les Volumen. Ceux qui se livrent à ce travail, lui feront connaltre avec beaucoup d'obligeance les procédés au moyen desquels ils donnent une nouvelle existence à ces Papyrus presque per-

( 9^ ) dus. Il devra en méme-tcmps jeier un coup- d'oeil sur la Table I. C. afin de mieux graver dans sa mémoire ces opérations difficiles.

Ou lui fera examiner ensuite les volumes des Papyrus dejà publiés , pour qu'il puisse avoir une idée de la difficultc du travail: la pianelle III lui en offrirà un modèle. ( Vojcz page 78. )

Enfin, si l'on est presse par le temps, on donnera un simple coup-d'ceil au reste du cabi- net , en remettant , comme je l'ai dit plus liaut, la lecture de cet opuscule à un moment plus opportun.

PREMIÈRE SALLE.

Dans les quatre armoircs on conserve dcs Papyrus déroulés et attachés partiellement sur de petites planches. Les trente cadres sus- pendus autour des murs renferment quatre Papyrus de'jh déroulés. 1.° Un fragment latin public dans le second volume, a." Deux volumes d'Epicure sur la Nature, et un qua- trième d^un auteur inconnu sur la colere.

Le grand cadre qui est attaché au niur à droite en entrant, offre vin de ces travaux

(9^ ) fruits du taicnt et de la persévérancc du P. Piaggio, calligraplie distingue (i); il con- tient une lettre de congratulation à Peni^pereur Otliman écrite en 17 53.

SECONDE SALLE.

Xies quatre armoires de cette salle servent au niéme usa^e. Dans Ics 16 cadres qui sont placés sur les nmrs, on rcmarquera un manus- crit de Pliylodème sur la Rhétorique. Il y a dans cette salle des employés occupés h des- siner et à graver les Papyrus déjà développés.

TROISIÈME SALLE.

Cet appartement contient aussi quatre ar- moires semLlaLles aux précédentes. Dans l'une d'entr'elles on conserve les dessins des Papyrus déjà gravés: dans une autre sont les cuivres, et dans les deux autres des Papyrus attachés

(1) Cet ecclcsiastique était un des génies de son siede pour les travaux mécaniques. Voyez Indirizzo per la lettura greca dalle sue oscurità rischiarala dal eh. Gennaro Xysti, pag. 170.

(97 ) sur d'V?s laLTeites, coiume iious l^avons dcjà dlt plus haut.

Les 5H cadres suspendus aux nmrailles reii- ferment sept Papyrus déroulés. L'un d'eux traile dès sensatiónsy on l'attrirbue àMetrodorc; l'au- tre qui est du à Polystrate, traile daméprls déraisonjiable. Les derniers qui sani diis à Phylodème;^ traitent des vices et des vertus opposées et de la rhélurique.

Près du mur h gauche eu enlmnt, se irouvc une grande armoire. ,

Finanche !"% Leilre A.

Cctte armoire est destinée ?i rcnfermer tous lès petils olyjets qui ont été trouvés dans Its cxcavations d'Hercuìanum y de Pompei' ci de S tabi e-

aaaa, Les volumes sont placés dans une position hòrizontale comme les placaient les anciens; il arrivait néanmoins quelquefuis que CCS Yolumes étaient placés d'une autre ma- nière , souvent deLout isolément cu cn paquet.

Si le désordi'e ordinaire des biMiotlièques des pcrsonnes qui lisent liabituellement ne suffisait pas pour coniirmcr celle vérilc ^ les

(9») Papynis trouvés à Herculanum en offriraient une preuve incontesiable.

Il y en a Leaucoup, principalement ceux qui ont été réunis en faisceau A. lettre e. qui oiit éié comprimés perpendiculairement de Laut en Las. Cette particularilé n'a pu étre que l'efìTct d'un corps pesant qui a nécessaire- nient les afFaisser ; mais ils y en a qui sont com- primés dans le sens de leur longueur, ce qui prouve qu'au moment ils ont été ensevelis,, ils se irouvaient dans la position horizontale qui leur était ordinaire : du reste ils prenaient naturellement cette forme _, n'étant pas roulés d'une manière très-serrée, ils affectaient une forme ovale, soit qu'ils restassent isolés, soit qu'ils fussent renfermés dans de petites caisses.

On devait apercevoir ensuite les étiquettes portant le titre de l'ouvrage. ( Voyez page b^. ) suspendues au-dcssus entre les deux separa- tions de l'armoire (a) ou attachées de manière h couvrir le diamètre da rouleau ( pag. 67. )

(a) On voit aii Musce Royal de Ponici <lans la seconde salle, au second mur, n." 433 deux Papyrus roulés aux(juels Ics litrcs soni alluclics do celle maniere.

( OD ) h. Papyrus avec sou lìLre écrii à Ja panie exLerieure ( page 5g. )

ce. Papyrus réunis en falsceau ( pag. 60 ) J?..r.

d. Papyrus roulé sur Ini-méme par les deux cxtrémilés : B. y.

Gct usage de rouler et de dérouler pour lire , subsiste encore pour la langue liébrai- que ; ainsi en laissant le volume au milieu de la lecture, on retrouve facilement l'endroit Fon en est reste , ou bien encore le point quo l'on voudrait relire.

e. Papyrus coupé dans le sens de sa lon- gueur ( page 45. )

f. Partie interne d'un rouleau ( pag. 42 ) B.u.

En obsevvant Poriginal indiqué, ainsi que le dessin que nous en avons donne , il est facile de comprendre comment , en ouvrant les Papy- rus cn long, et en enlevant une certaine épais- seur de feuilles , on trouvait la partie centrale en bon état. G'est cette partie que nous con- naissons dans les atelier soiis le nom tecbnique de midollo.

g. Ce rouleau est un de ceux qui out subi une pétrificalion ( page 49. )

h. Écorce, ou partie externe d'un rouleau dépouillé comme il est expliqué ( pag. 41 ) B,t.t.

( 100 )

i. Papyrus latin. Ccs Papyrus sont plus vo- lumineux que ceux écrits en grec, mais pour cela ils ne còntiennent pas plus de caraclères^ tracés. Ces caractères latins étant d'une plus grande dimension que les caractère» cursifs grecs^ ( voyez planche II d. y le Papyrus lui- ménie est autrement préparé, et a plus d'épaisseur.

k. Un des Papyrus dont on peut facilement reconnaìtre à la vue V ujnbilico (corps sur lequel il est roulé. ) II paraìtrait ou que c'élait un tube de sureau, ou une espèce de canne. L'on a rencontré des mandrins de bois plein et sans indice de cavité médullaire. A l'extrémité de ces mandrins était fixé un morceau de come, auquel éiaient atlacbés les tasselli ; les extrc- mite's des rouleaux sur lesquels se roulèrent les feuilles des Papyrus, prirent \e.s noms de cornes , cornua.

l. Dans ce coffret Se conserve une tabìette presqu' enti ère et carbonisee qui, revétue de ciré , servait à écrire à l'aidc d'un style.

7ìi. Fragmens de semblablcs tablettcs.

71. Quelques écritoires et porte-pinccau re- trouve's à Herculanum.

o. Ancien })lat de verrc dans leqiiel on con- serve des resles de Papyrus de Pompei".

( loi )

Observcz , de graco , ce monceau de cendre, et sachez quo ce fut dans cet état qu'on a re- trouvé, et que l'on retrouve chaque jour des Papyrus de Pompei'. Et ne devons-nous pas tomber de notre haut en lisant ce mot Papyrus de Pompei!!! employé par plusieurs écrivains naiionaux et étrangers, quand il s'agit des Pa- pyius déroulés ou sur le point d éire déroulés!

p. Petit coffre avec des restes de bois carbo- iiisé, de la bibliothèque antique.

L'ou peut observer une portion d^une petite lance parfaitement cylindrique; qui sait si elle ne faisait pas partie des colonnes servant à l'ornement de l'armoire ! Si confété un rouleau à Papyrus il serait de bois , et des plus grands que l'on aie vu,

q, Cettc case contient deux morceaux de Papyrus , faits par le chevalier Landolina , de Syracuse , de la moélle de la piante méme da Papyrus , et en suivant le méme procede que les anciens. Ils furent adresse's au très-bono- rable Francesco Lavega , alors directeur des fouilles , et conservateur du Muse'e Royal de^ Portici, (a)

(a) Le chevalier Landolina en 1780 forma des Papy-

( 102 )

Un autre niorceau de Papynis , d'une autre espòce , envoyé au mème accadémicien , sur- lequel ou lit suivant la traduction de V ori- ginai espagnol qui l'accompagne.

Le gouveineur du Yuccuman a trouvé dans les pays du grand Ciacco une sorte d'arbre dont l'intérieur présente une espòce d'écorce , de laquelle on pcut, avec beaucoup d'attention, lirer des feuillcts de la grandeur de notre papier, et avec un peu plus de précipilation on en obtient facilement de la grandeur de uos demi-feuilles. Je vous l'envoie comme un simple objet de curiosite'. Madrid 12 Juillet j/^,.

r. Au nombre des divers morccaux et frag- mens d'os que Fon voit dans la boite corres- pondante , Fon en remarque de quadrangu- laires oblongs planes , et offrant un trou à leur extrcmité. Dans ce petit trou Fon passait un petit axe de metal qui servait à en réunir plusieujs ensemble.

rus f{ui ont une grande rcsscmbìancc avec ceux trouve's en Egjple et à Ilerculanum; il accompagna sa décou- verte d'une savante dissertation , en eclaircissant ce que les anciens eu ont dit , et particulièrement le traile de Pliuc sur cotte raatièrc.

( io3 )

Ces fenillcs d'os ainsi rcttnies avaìeiit le méme usage (jiie Ics feuilles d'ivoire aii noiii- bre de sept , qui formcnt ee qn'on appelle tablettes, ou agenda. Ceux moderncs pre- seli fceiit en tptp df oliaque fouille le noni d'uiì des jours de la semaiiiej et les nobes sùnt ccriles ali crajon de plomL. Les anciens écrivaient a.VGc des crayoas de minium. Ces caraclcres éerits de Pune ou de l'autre manière s'effacent fasilement, et l'agenda resie net pour de nou- velles notes. Qu'y a-t-il de nouveau en ce monde ?

L^on remarquera- l'uslensile de forme qua- drangulaire de Lronze couvert d\in pdfÌ7ie bleu- vcrdatre, l'on s'en scrvait pour enacer tonte une taLlette enduite de ciré, (a) procède irés- simple. La ciré ramenée par l'inslrument dans les creux eflacait les caractères que la pointe du Stylus avait gravés, et la surface de la taLletie devenait unie et propre à de noij^'eaux caractères.

s. On trouve dans cette boite une lame min-

(a) Peur eSacer des partiés de pages , ou de mots, on se servali de la partìe convexe du style, On cu voil deux de cetlc forme daiis la mème caisic.

( 304 )

ce d'argent de la longueur de i5 onees, haute de 3, et roule'e comme un Papyrus. Les frag- mens de semLlables lames d'argent, mais pia- nes que l'on voit à còte de la lame roulée, et et les caractères qui y sont gravés nous por- tent à en reclierclier Fusage» Etait-elle destine'e a étre divisée en divers compartimens , pour re- cevoir après quelqu^inscription et servir d'éti- quette a quelques objets ? Peut - étre méme pour ces sortes d'index à piacer sur les Liblio- ihèques.

Lettre B.

tt. Écorces externes. ( Voyez A lettre h. )

u. Parties internes des mémcs. A lettre f.

V. Coffret à conserver ou transporter les Papyrus.

X. \ olumes en faisceaux. A lettre ce.

y, Papyrus roulé sur lui-méme par les deux extrémités. A lettre d.

z. Le meme. ( Page 67. )

Lettre C. 1. 2. 3. Machines pour le dcroulement des

( io5 ) Papyrns. ( Pag. 25 et suiv. ) la diversité de couleur des numéros a et 5 sert à imiter celle des Papyrus d'Herculanum, qui peut étre plus ou moins iiolre. Les intervalles line'aires que l'on observe sur l'étendue de ces feuillels de Papyrus , représentent les morceaux de Lau- druche que les artistes placent avec adresse dans les vi des du fcuillct pour en soulenir les pariies suLsistantes.

4. Vis qui servent a. abaisser le Papyrus en cas que la partic déroulée étant arrivée à la panie supérieure du quadre se trouve le ressort qui le fait montcr^ la personne employée à ce de'roulement ait bcsoiii de ce mouvc- nient pour ob lenir un développement de quel- ques lignes do plus.

5. Morceau de carton qui porte le lit de coton sur lequel cn partic pose le rou- leau.

6. Rubans qui souticnnent le volume, afin qu^il reste toujouis dans la position dans Ja- quelle l'a place l'artiste, comnie le demando le besoin du travail.

7. Fils qui s'attachant aux lames de la bau- druche, soutiennent ctcndiic la partic dcvc- Joppce du Papyrus.

( io6 )

Planche 11/

Il n'est pas rare de rencontrer dcs gens qnf, soit dans des écrits, soit dans la conversation, se sont permis de taxer dlinutilité le soin que Jios Souveraiiis se sont donnés et se donnent , pour le déronlement des Papyrus d'Ucrcula- num. Ils ont raison de le faire , piiisque de leur coté les gens instruits et les apprécia- teurs des connaissances liumaines, se permet- tent à leur tour d'accuser de futilité les pro- fondes occupations auxquelles se livrcnt lous Ics jours de tels discouieurs.

Pour les vrais et justes admirateuTs du savoìr. ces Papyrus sont des oLjets d'importance ; puis- qu'ils nous montrent existant depuis tant de siècles les eeuvres et peut-étre les textes ori- ginaux (a) des savans qui nous ont précéde's ,

(a) Les corrections et les traits effacc's que l'on ob- serve dans plusieurs Papyrus nous le font conjeclurer, bien que la plupart dcs Papyrus ne soìeut écrits que dans un sens , il s'cn trouve pourtant un qui est écrit sur les deux faces. L^auteur ayant reuìpli loule la lon- gueur du volume, et n'ctant pas arrivc à la fin de

( 10? ) et qii'il est curieux d'y lire de quelle ma- nière Oli pensait alors sur des matières sur lesquelles oii raisoiine et l'on écrit encore aujourd'liui (a).

la matière , il Fa poursulvie en écrivant sur le revers iìvis pages. Cela donne à croire qua l'ouvrage était originai ; car il n'est pas à prp'sumer qu'un copiste ti'eùt pas su dcssiner un Papyrus d'une longueur pro- portionnée au siijet à transcrire.

(a) C'est à tort que quelques personnes se plaìgnent de ce que ccs travaux n'ont produil aucune matière intéressante. Ainsi s'expriment-ils: n'est-elle déjà pas bien satisfaìsante la nouveauté des ouvrages et des traite's trouvés jusqu'à ce jour , puisque de ce qui s'est reconnu jusqu'à présent, rien n'élait encore pu- l)lié. Mais les savans regardent cornine fort recom- mendable à leurs yeux, ce que l'on a de'couvert jus- qu'à cette epoque. Les amateurs de Myllxologie appren- dront avcc plaisir qu'on lit dans un des Papyrus ac- tuellcment entro les niains des intcrprètcs , que quel- ques-uus des savans de ces tenips si éloignés de nous, pensaient qu'Agamemnon fìit l'Ellier, Achille le Soleil, licione la Terre , Paris l'Air , Hector la Lune , et les autres personnages d'Homcre , ainsi allégoriques. Ne doiL-on pas ajouier de plus que ce recueil de Papyrus n'est que ce qui reste d'une petite bibliotlièque prive'e d'un pliilosophe cpicurìcn, qu'jl avait dans une petite

( io8)

.^joulez à cela Pespoir que quelqu'un de ces volumes ne renferment quelques-unes de ces productions du genie, perdues pour nous par les malheurs des temps , et toujours désirées du monde savant. L'cspoir aussi doux de retrouver dana tei ou lei volume quelque nouvelle et utile de'couverte pour les besoins de la vie; de surprendre commc sur le fait un vaste champ de Paléograpliie (a) , et l'espoir fonde de le voir s'agrandir cliaque jour d'avantage à me- sure que Fon développera de nouveauxPapyrus.

Ce que nous en donnons et qui est suflìsant pour un Jivre servant de simple guide aux curieux , il sera facile de comprcndre quel grand tre'sor renferme sur cette malière cette collection unique au monde (b).

maison de campagne. Farmi ces restes , naturellement on a trouve' dcs ouvragcs de cette école , et l'on n'a rencontré qu'un Seul texte de Crisippe qui e'crivit con- tre ce système.

(a) 11 est digne d'observailon qu'au milieu du grand nombre de Papyrus déroulcs avec tant de peines> il n'en existe pas deux qui n'offrent dcs varie'te's gra- phìques frappantes.

(b) Les laborieuses entreprises de Mabillon, et l'ouvra'

( log )

«. AIpIiaLet lire du Papyrus n.° goa sans titreo. b. Id. n." 1014 de Démétrius» e. /é/. n.' l52 de Philodème.

d. Id. n." 147,5 fragment latin sans tltTe».

e. Abréviations retrouvées dans les Papyrus n.'^ i5a e iib<j excepté la seconde et fes trois dernières qui sont de simples lettres. Ce Pa- pirus a deux nume'ros , et est un de ceux déroulés à diverses époques. Après phisieurs années , il arriva que l'on d^veloppa la partié supérieure_, qui alor^ fui reeonnue apparlenir au n.° déjà eopiéi

f. Chiffres qui pour la plupart du temps se rencontrent à la fin de Pécrit. Gomme ces signes pour l'ordinaire sont les mémes dans les oeuvres du méme auteur, j'ai cru devoir en donner la figure exacte, afin que les savans puisseiit s'en ocGuper , et en déterminer la signification^ si cela est possible.

1.° De Philodème»^

a.° D'Épicure^

■■

Paléographique 3es anciens cxposée et mise au jour par TJtric , Frédéric, Kopp de Hesse-Cassel. MaiL- heim 1817 ne seront jamais assez loucesj mais il y a eucorc beaucoup à faire sur ce sujct.

( ilo > 5.* De Dcinelrius. 4-^ D'aulcur iuconnii.

PliANCHE III.'

Pour donner une idée exaete de Pétat au- quel on fait arrivar Ics Papyrus^ de la manière de les eonserver, méme h ceux qui n'ont point eu ces oLjets sous les yeux, J'ai cru devoir en pre'senler \mfac simile > Il contient les deux dernières colonnes et le titre du Papjrus d'Épi- cure public dans le second volume: (a) la page 81 de cet apercu en offrirà le texte minus- cule grec, et la traduction latine. Les lettres aioires indiquent ce qui existe dans l'originai, et Ics lettres rouges suppldent dans l'iuter- pre'tation.

En donnant une cotileur à ce fragment repré- sentc, on a cru convenable de donner la leinte la plus commune aux Papyrus d'Herculanum. Bien peu sont plus foncés y ou doiinenl vers la couleur nomniée noir de fumee, quelques- uns offrent la leinte cbàtaigne.

(a) L'originai se conserve dans le INlusce lioval de Londres.

( 111 )

a. Cette pelile parile détachée que l'on voit à sa place y mais séparée du reste de la feuille du Papyrus, se trouve dans cet état par l'effct d'une des mille difilcullés qu'ofFre le déroule- ment. ( voyez page 25. ) L^artistc n'ayant pu déiacher ce fragment avec le reste de la pa- ge , Fa laissé en place. Puis arrivé au point était resié le fragment , il Fa déiaché tout Seul et Fa remis à sa place , on le voìt mainlenant.

h. Lacunes occasionnées par Fimpossibilité cn certains endroits de de'tacher l'entière épaisseur du feuillet de Papyrus, de re'sulte que la par- ile externe s'est se'parée de l'interne sur laquel- le étaient les caracières (a) et pour cela en dé- roulant la feuille, s'est déiache'e la seule épais- seur _non couverie de caractères. Ces dernières^ demeurées sur le feuillet qui lui était inférieur, ne purent en aucune manière étre préserve'es d'une ruine complète , attendu Fimpercepii-

(a) Cela se comprend facilement si l'on se rappella que les volumen été composés de difìerens morceaux des Papyrus collées les uas sur Ics autres. ( Yoyez pag. 17. )

( 112 )

Lìlité de la feuille de Papyrus , à laquelle ils sont demeure's attacliés.

e. Lacune occasionnée par la desiruction des Papyrus , destruction à taquelle par compa- raison on a donne le nom de farle.

d. Lacunes qui se rencontrent en divers points des volumes par t'effet d'ancièns plis plus ou moins comprimcs.

Dans Fautre armoire sìtuéè en face on con- serve le reste des volumes.

Cest dans cette méme salie qu'ou déroule ics Papyrus.

QUATRIÈME SALLK

Des quatre armoires qui se irouvent dans cette sali e , trois renferment des Papyrus déjà develbppés, et la quatrièrae contieni les dessins de ceux qui ne sont pas encore grave's.

Dans les huit cadtes qui ornent Ics murs, est renfermé un volume de Philodème sur les ejfeis de la musique.

Le cadre place en face de l'entrée ofTre un Papyrus du méme auteur, sur la nuisiqiie y dcveloppé dans toute sa longueur de i5 palmes. On ne doit point étre surpris en rcmarquant

( 115) ìes difTérenccs qui cxistent entre ce Papyrus et ceux que l'oii a observés dans des aulres cadres, Celui - ci est un des premiers qui ont éié développe's par le P. Piaggio, lequel, afin de donner une idée de la forme du isolarne, Pétcndit en entier sur la toile, et cacha les lacunes en les teignant en noir. On n'a point suivi ce syslème , et l'on a cru plus commode, tant pour les dessinateurs que pour les inter- prétes, de les diviser en plusieurs fragmens. Les dessinateurs , aussi bien que les inter- prétes , ont souvent lìesoin d'envisager la page sous difFérens jours, suivant les cìrconstances, afin de la lire avec plus de fidélité : en outre il est plus intéressant pour les amateurs de trouver le Papyrus dans Pétat on est par- venus à le développer, ne fùt-ce que par fragmens.

AVVERTISSEMENT.

Si quelqu^étranger désire examiner avec plus de détail ce qu'on appelle écorces, ( Voyez page 41 ) et comprendre plus facilement leur for- me , les difficultés de les rendre utiles , la con- servation des caraclères qui y sont tracés, et enfiu la méthode praliquée pour les copier exacte- ment , il demanderà particulièrement le garde du Cabinet. Celui-ci , avec la complaisance qui lui est naturelle, lui montrera quelques-uncs des dites e'corces, et le mettra au fait du tout.

Le curieux voulant faire des observations sur la paléographie des Papyrus d^'Herculanum , devila se donner la peine de parcourir tous les cadres suspendus au tour des raurailles des quatre salles , qui contiennent une portion déjà déroulée. Dans la plus grande panie les carac- lères sont plus ou moins lisibles , et en les observant avec attention on parviendra à s'en fornier une idee juste , et peut-étre à faire quelque nouvelle remarque.

Tar. I.

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