ENTOMOLOGICA ITALIANA, FIRENZE Resoconti delle adunanze Anno 1879 De 3-32 297299 A * è * SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA =“ a fs î \ a R la” } Pi Cotes COMPILATI SITA SEGRETARIO G. CAVANNA 0 Anno 1879 Pe 7 É i tag lf 4 È PI \I a; Lf "2 , a È Pa, °, è % "IRE * fi j l 6 T Na) 41 È % % " z ni . ° FIRENZE VARIE TIPOGRAFIA CENNINIANA Via Ghibellina n° 8. * ARE i 1879 + ; ‘ è > è to È ci / da? et SEAN RARI OA ME LALII pugni PI rl Le AE ONT A NT Ì. I90TY O Ii È, RA o 0 Ra "Ep AA dre 1g RA TU I) 4 aaa Dr DL. LP TRA AA ARENA NV Selicto È, TEACH, Ù d, É 1! o, I — SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA | RESOG JONTI DELLE ADUNANZE tenute nell’anno 1879 1° ADUNANZA — 16 MARZO. Presidenza Targioni. Il Segretario degli Atti legge il verbale della precedente adunanza te- * — nuta il 24 novembre 1878, che viene approvato. i Il Segretario delle Corrispondenze presenta i periodici e gli opuscoli ul- timamente giunti in dono od in cambio alla Società. Il Presidente annunzia, deplorandola con acconce parole, la morte del socio Prof. Antonio Bertoloni, che sarà nisordgfo con ERRosta cenno necrologico nel i omo fascicolo del BuLLETTINO. » Annunzia poi che il Circolo dei medici e naturalisti di Sassari domanda, è in cambio delle sue proprie, le pubblicazioni della Società. Anche altri soda- lizi scientifici domandano tale cambio. Queste proposte saranno discusse dal Comitato. papa De Vice-Presidente Prof. Stefanelli presenta i seguenti opuscoli: per parte del Dott. Heylaerts figlio, di Breda, una nota sulle « Metamorfosi della Acè- dalia ‘herbariata Fab. » ed il « 7° supplemento alla lista dei Macrolepi- dotteri di Breda e dei suoi dintorni »; per parte del Prof. Plateau, una co- municazione preliminare « sui movimenti e l’innervazione dell'organo centrale della circolazione negli articolati ». Presenta anche una nota manoscritta del Prof. -Passerini intitolata « Aggiunta alla Flora degli Afidi italiani, colla descrizione di alcune specie nuove », e la continuazione del « Catalogo dei Lepidotteri italiani » dell’ Ing. Curò. Ambedue questi lavori saranno pubbli- ati nel BULLETTINO. 4 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Lo stesso Vice-Presidente mostra i cartellini de’ quali sì serve per la sua. collezione di Lepidotteri il socio capitano Pescetto. Essi sono fatti colle. carte sensibilizzate per mezzo del cianuro di potassio, e presentano alcuni vantaggi. Il socio Pescetto offre ai colleghi, al mitissimo prezzo di costo, la collezione dei cartellini per i Lepidotteri europei. Il socio prelodato invia anche, perchè sia esaminata, una pinzetta delicatissima ed a pressione continua, destinata. a rendere buoni servigi specialmente nel restauro dei Lepidotteri. Il Presidente presenta il nuovo socio Cav. Alessandro Garbi. - Pi, Il Prof. Stefanelli legge la sua « Seconda memoria sulla conservazione dello | È Libellule a colori fugaci », e mostra alcune cassette di Nevrotteri preparati col suo sistema, i quali si vedono splendidamente conservati. Questa seconda memoria, corredata da una tavola litografica, sarà pubblicata nel BuLLETTINO. Il Segretario Cavanna legge la seguente nota critica « Sulla identità degli Oryctes nasicornis L. e grypus Illig. », frutto di ricerche eseguite dal collega F. Piccioli e dal segretario medesimo. « La nota presentata alla Società dal Dott.. Lorenzo Camerano (1) ci ha invogliato a prendere in esame la serie degli Oryctes italiani esistenti nelle Collezioni di questo R. Museo, messe gentilmente a nostra disposizione dal Prof. Adolfo Targioni-Tozzetti. Desiderando però dare alle nostre ricerche una estensione maggiore, affinchè ne resultassero più sicure conseguenze finali, ci siamo rivolti ad alcuni amici e corrispondenti, i quali ci hanno inviato, in comunicazione od in dono, un numero abbastanza cospicuo di individui prove- nienti dalle varie regioni d’Italia (2) ». « Lo Scarabeo rinoceronte, che è il più grande dei nostri Dinastini, era ben noto ai predecessori di Linneo, il quale lo descrisse, nominandolo Sca- rabaeus masicornis (3) ». « Nel 1801 IMliger (4), sopra individui che ritenne specificamente diversi, descriveva il suo 9rypus, creando poi per la propria e per la specie linneana D) (1) Resoconti delle adunanze della Società Entomologica Italiana. Anno 1878, p. 21-24, Adunanza del 24 novembre. (2) È nostro dovere pertanto il ringraziare il March. Giacomo Doria ed il Dott. R. Ge- stro; il Prof. Carruccio, della Università di Modena, il Dott. Minà Palumbo, ed i Signori Ragusa, Failla-Tedaldi e Carlo della Torre. (3) Fauna svecica. Edit. II. n° 378. 1781. — Systema Naturae. Edit. XII, p. 544, n0 15. 1776. (4) Magazin fùr Insechtenkunde. — Braunsweig 1801. (e) p >; L) ch | È ‘ RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1879. 5 il genere Oryctes. Non vogliamo, nè lo potremmo per la mancanza di ade- . guati materiali, esibire qui una completa monografia del genere Oryctes ; no- stro.scopo è soltanto quello di stabilire definitivamente l'identità specifica del ‘nasicornis e del grypus, ed il valore delle varietà che essi presentano, al- cune delle quali vennero descritte come specie distinte. Rinviando perciò a Linneo, all’Illiger ed ai loro predecessori, Moufeto, Clusio, Imperato, Swa- merdamm ec. ec. quelli che intendessero conoscere quanto nella archeologia entomologica riguarda gli Oryctes, ci occuperemo senz'altro del nostro ma- teriale, della nota del Dott. Camerano sopracitata, e deì lavori di qualcuno deglì entomologi moderni più autorevoli ». « Tutti senza eccezione gli scrittori da noi consultati hanno ammesso fin qui come specie l’una' dall’altra distinte il masicornis e il grypus; il Dott. Camerano è stato il primo a mettere in sodo la insufficienza dei caratteri in- dicati come valevoli a distinguerle (1) ». « Egli ha già riassunto quei' caratteri, analizzandoli poscia rapidamente; non è inopportuno però il confrontarli di nuovo ed in modo più particola- reggiato ». « Mulsant (2) così descrive le due pretese specie: O. nasicornis LIxN. Dessus du corps convexe; luisant et d'une couleur marron plus ob- scure sur la téte et sur le protho- ‘rax. Chaperon rétréci et avancé è sa partie antérieure en forme de bec subparallèle ou legerment plus etroit vers son extremité, entier en de- vant. Prothorax concavement ou sub concavement déclive sur la moitié au moins de sa longueur. O. grypus ILLIG. Dessus du corps convexe, luisant et d’une couleur marron, plus ob- scure sur la tete et sur le prothorax. Chaperon rétréci et avancé à sa par- tie antérieure en forme de bec courbé du còte externe vers son eatrémite, entaillé ow éechancré en devant. Prothorax concavement ou sub- concavement déclive sur la moitié au moins de sa longueur. (1) Indizio di antecedenti dubbi in proposito, abbiamo trovato esposti nei cartellini delle Collezioni. Il Sig. Ragusa poi, pur ignorando la nota del Camerano, ci scrive: « Per me questi insetti appartengono ad una sola specie, ed i grypus non sono altro che esemplari più sviluppati..... » Nella Collezione del Fuchs, acquistata dal Museo di Firenze, trovansi venti Oryctes di varie regioni dell’ Europa: sono conservate le due de- nominazioni; ma gl’individui sembrano come messi del tutto a caso sotto l’una o sotto all'altra. Non sappiamo se il fatto si debba alla insufficienza dei caratteri o alla volontà dell’ entomologo, stanco forse di studiare un problema impossibile a risolversi. (2) Histoire naturelle des Coléoptères de France (Lamellicornes). pag. 373-378. Pa- ris 1842. 6 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Elytres unistrialement ponctuées près de la suture, parsemees sur le reste de leur surface de petits points en partie circulaires et parfois sub- strialement disposes. & Declivité du prothorax abrup- tement et subconcavement relevè à sa partie postérieure en une espèce d’aréte tridentée. 2 Déclivité du prothorax sub- abruptement relevée à sa partie po- stérieure en une espèce d’aréte sim- plement arquée. Elytres unistrialement ponctuées. prés de la suture, Zisses et imper- ceptiblement pointillées sur le reste de leur surface. » o Déclivité du prothorax abrup-. tement et subconcavement relevée à sa partie postérieure en une espèce d’aréte tridentée. 9 Déclivitè du prothorax suba- bruptement relevée à sa partie po- stérieure en. une espèce d’aréte sim-. plement arquèe. Per Mulsant, dunque le sole differenze, ed esposte anche, come ognuno vede, ìn modo abbastanza vago ed indeterminato, si troverebbero nella diversa « . @ . è forma dell’epistoma (chaperon), nella punteggiatura maggiore o minore e nella disposizione dei punti sulle elitre ». « Erichson (1) ci dà descrizioni un po’ diverse dalle precedenti : O. nasicornis Linn. Castaneus, nitidus, clypeo antice sensim angustato, elytris subtiliter seriatim punctatis. g Fronte cornu valido, recurvo armata; prothorace antice declivi, postice prominentia tridentata, den - tibus:aequalibus. 2 Fronte tuberculo tumido, apice acuminato; prothorace antice im- presso; pygidio medio conice promi- nulo. O. grypus ILLic. Castaneus, nitidus, clypeo antice subito angustato . d Fronte cornu valido recurvo armata; prothorace antice declivi, postice prominentia tridentata, dente intermedio obsoleto. 2 Fronte tuberculo conzco ar+ mata; prothorace antice impresso; pygidio obtuso. Per l’entomologo tedesco adunque, le differenze consisterebbero nella forma dell’epistoma e nella esistenza di un tubercolo mediano bene sviluppato | pi alla protuberanza toracica del maschio di nasicornis, tubercolo obsoleto nel peo grypus; e mel diverso modo di terminazione del pigidio nelle femmine, il quale ottuso nel grypus mostrerebbesi prominente nel masicornis ». se « Il sig. Camerano indica inoltre (2) il diverso modo di punteggiatura dello d: scudetto come altro dei caratteri fissati dagli autori per la distinzione delle f° due pretese specie. Lo scudetto sarebbe « punteggiato, liscio per breve tratto A (1) Naturgeschicte der Insecten Deutschlands. 1. Abtheil. Coleoptera. 3 Band. p. 569-574. Berlin 1848. cn (2) 1. c. p. 22. di ti; VAR I; Tan: Ù » ù —- cia ni Fa a * FE O pie Se ELE :3 2 IR Pro w ch 1) sE LO "FA He PAR > P NU ni n "gn pi È 7 Ma RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1879. 7 ai lati e nella parte posteriore » nel nasicornis : « punteggiato, coi lati e la | parte posteriore lisci solo per breve tratto » nel 9grypus ». — <« Nessuno dei caratteri suesposti regge al confronto della numerosa serie di individui da noi osservata ». « L’epistoma è assai variabile: prendendo in esame un dato particolare della sua configurazione, si possono dividere volta per volta i nostri Oryctes in serie, tra i cui estremi, alquanto diversi, vengono a schierarsi tutte le pos- sibili gradazioni, di guisa che il passaggio dall’estremo all’altro della serie, si effettua in modo quasi insensibile, e le diverse particolarità che dovrebbero essere concomitanti affinchè quella presa direttamente in esame avesse un qual- ‘siasi valore diagnostico, non corrispondono in realtà; si mostrano cioè varia- bilissime le correlazioni esistenti tra di loro. Così è della lunghezza, della con- vessità, del rovesciamento del margine anteriore all’ indietro, della strozzatura mediana e della intaccatura anteriore (1) ». « L’epistoma può fornire almeno dei caratteri differenziali sessuali? Non lo crediamo; però si osserva che generalmente nelle femmine è più breve, e che alla maggior brevità corrisponde frequentemente la integrità del margine anteriore ». « Mentre l’Erichson afferma che i maschi del nasicornis hanno eguali i tre tubercoli della eminenza toracica e quelli del grypus hanno il dente in- termedio obsoleto, il Mulsant tace su questa differenza, e per l’una e l’altra specie si esprime in termini identici (2). La discrepanza tra i due entomologi dimostra di per sè stessa quanto sarebbe labile il carattere indicato dall’ Eri- chson anche se esistessero realmente due specie di Oryctes. L'esame dei nostri individui mostra che il tubercolo mediano è costantemente più piccolo dei laterali (3); negli Oryctes di piccola mole, nei quali la eminenza protoracica è poco considerevole, il tubercolo mediano si mostra qualche volta in appa- renza più grande, essendo spostati all'indietro i due laterali. Negli individui assai grossi avviene il contrario; al grande sviluppo della eminenza toracica, corrisponde, proporzion fatta, il ravvicinamento dei due tubercoli laterali, onde il mediano vien ridotto e spinto in basso verso l’escavazione del protorace (1) In alcuni individui il margine anteriore è sinuoso. In un altro individuo, per anomalia, oltre la intaccatura mediana ne esiste un’ altra assimmetrica. (2) V. ante pag. 5 le descrizioni deì Mulsant. (8) Nell’involucro delle ninfe prossime a sviluppare sì yedono soltanto ì rilievi dei .due tubercoli laterali; in corrispondenza del mediano trovasi una depressione leggera sul ‘cui fondo scorre la linea di fenditura. 8 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA stesso (1). Anche per il carattere differenziale assegnato dall’ Erichson al corno frontale delle femmine, devesi ripetere quanto abbiamo detto per il tubercolo | mediano toracico dei maschi. Il Mulsant non ne parla affatto, e la diversità d'opinione dei due entomologi prova il nessun valore di questo carattere di- stintivo. Le espressioni stesse dell’ Erichson sono d’altro lato abbastanza vaghe. Delle nostre femmine ‘alcune presentano il corno conico ed abbastanza rilevato; | in altre invece il corno è ridotto ad un semplice tubercolo più o meno acuto; ma dalle prime alle seconde si procede per insensibili gradazioni ». « Il modo di punteggiatura dello scudetto, (scutellum), non solo « è poco costante e di poca importanza » come dice il Camerano (2) ma non ne ha alcuna, notandosi anche qui una grande variabilità individuale. In alcuni. individui lo scudetto è punteggiato fittamente perfino sui suoi lembi; in altri la punteggiatura è limitata alla sola base; in altri infine non vi sono punti di sorta, od appena se ne vedono due o tre, ed appare lo scudetto affatto liscio ». « Quanto al modo col quale sono punteggiate le elitre, non sappiamo tro- vare, nella ricca serie dei nostri Oryctes, differenze sensibili e che accennino ad una costanza di disposizione tale da servire a distinguere le pretese due specie. Basta poi confrontare quella parte delle descrizioni di Mulsant che riguarda le elitre, per veder subito la nessuna importanza che anche a priori avremmo potuto attribuire a quel carattere, al quale, secondo il nostro parere, non può essere.accordato neppure il valore di carattere sessuale ». « Né'il signor Camerano nè gli autori da noi consultati originalmente, parlano di differenze nel pigidio delle femmine. Erichson soltanto lo designa come più prominente nel masicornis. Anche questo carattere non è valido; il pigidio è variabile assai, e non solo nelle femmine ma anche nei maschi ». « Presi in esame singolamente gli individui della stessa regione o luogo, troviamo che mostrano, in generale, le stesse modificazioni presentate da tutta intera la nostra raccolta (3). onde possiamo costantemente verificare che coesistono in uno stesso luogo quelle pretese varietà costanti delle quali di- remo ora una parola. Esse sono definite dagli autori con dei caratteri pura- (1) In uno dei nostri esemplari di grossa mole il tubercolo mediano è scomparso, e più in basso del posto che avrebbe dovuto occupare, vedonsi sporgere, uno sopra all’altro, sulla linea mediana, due brevi processi conici terminati in punta. (2) 1. c. pag. 23. (3) Questo fatto resulta dalla nostra raccolta evidentissimo, specialmente per le se- guenti regioni: Piemonte, Liguria, Modenese, Appennino etrusco, pressi di Firenze, Sardegna e Sicilia. Di Ù pù RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ‘ANNO 1879. 9 — mente quantitativi (1). Trattasi del maggior o minor sviluppo del corno cefa- lico, della maggiore o minore declività del protorace; configurazioni che abbiamo visto passare attraverso a graduali modificazioni. Soltanto soppri- mendo tutti i passaggi intermedi, si mostra rilevante la differenza tra gli estremi. In ragione di tutti questi graduali passaggi e di quanto abbiamo accennato relativamente alla distribuzione geografica, sì può negare la esi- stenza di vere varietà costanti con tendenza evidente a diversificare dal tipo. Trattasi piuttosto di variazioni individuali dovute al maggiore o minor svi- luppo delle larve, prodotto dalla abbondanza o scarsità dell’ alimento. Sono noti agli entomologi fatti simili in tutti gli ordini degli Artropodi, per tacere d'altri animali. Vicino ai nostri Oryctes stanno i Phyllognathus, i Pento- don e le Anomala, che ci presentano la stessa variabilità nel volume e nello sviluppo delle varie parti (2). Anche in certi Carabici il fatto è evidentissimo. » « Da quanto fin qui si è detto e dall’esame ulteriore dei nostri Oryctes, crediamo si possano dedurre le seguenti conclusioni. 1° Esiste in Europa una sola specie di Oryctes, (qualunque sia il valore che si voglia accordare alla parola specie), la quale pertanto deve ritenere il primitivo nome linneano masicorris. LO. grypus di Illiger non può an- dar distinto dalla specie sopramenzionata, ed entra quindi nella sua sinonimia. 2° Non esistono vere varietà costanti dell’ Oryetes nasicornis. Tutte quelle che si sono pretese tali altro non sono che variazioni affatto individuali dovute al grado di alimentazione od al precoce o tardivo sviluppo delle larve. Queste variazioni coesistono nelle stesse regioni (3). (1) Cf. Mulsant 1. c. pag. 374 e 377. À (2) Un altro esempio ci'cade sott'occhio, e vogliamo citarlo. Non si riferisce alla statura ma allo sviluppo delle corna protoraciche in un dinastino esotico, il Chalcosoma Atlas. Il nostro amico Dott. R. Gestro, descrivendo, (Annali del Museo civico di Stor. nat. di Genova, pubb. da G. Doria e R. Gestro. Vol. X, pag. 41 e 42. Genova 1877), tra altri nuovi Coleotteri, il Chalcosoma Beccarii, trovato da Beccari sui Monti Arfak, lo con- fronta col notissimo C. Atlas, del quale egli dice che non sempre ha il corno anteriore ‘quantunque il margine del protorace sia in quel punto sempre più sollevato, e che le ‘corna laterali sono « di forma molto variabile. » Se si avessero serie di Cha/cosoma tanto numerose quanto quelle di Oryctes che abbiamo noi, forse il numero delle varietà dei primi che trovansi descritte, dovrebbe essere subito notevolmente diminuito. (3) Devono pertanto essere eliminate le conclusioni corologiche dedotte dal Dott. Camerano circa le pretese due specie. Laddove egli possedeva un numero rilevante di . individui le sue deduzioni maggiormente si avvicinano alle nostre. Questo è il caso del Piemonte, del quale il Camerano dice tra altro (pag. 23): « In Piemonte, oltre al vero 0. grypus abbiamo una serie di forme, {abbastanza frequenti e non localizzate), che ci | conduce con graduati passaggi all’ 0. nasicornis. » Sotto un certo punto di vista con ragione il Bertolini diceva viventi per tutta Italia le pretese due specie. 10 i SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA 3° I maschi meno sviluppati tendono ad assumere la facies delle fem- mine, per la riduzione di volume del corno cefalico e delle eminenza protoracica.. 4° Quanto ai caratteri sessuali, troviamo costantemente che nei maschi sono ad evidenza più grandi le espansioni laminari dei margini laterali ante- riori del protorace, e che esiste sempre alla eminenza protoracica almeno una traccia dei tre tubercoli ». 1l Segretario Cavanna annunzia aver ricevuto dal socio Piccioli 1’ elenco dei Carabici raccolti durante l’escursione scientifica fatta in Calabria nel 1877. La collezione dei Carabici è composta di circa 800 individui, rappresentanti 73 specie ed alcune varietà. Confrontando questo elenco con quelli che sono il frutto delle ripetute, coraggiose e faticose ricerche fatte nelle Calabrie dal socio Prof. Achille Costa, si vede che l'escursione del 1877 aggiunge molte specie a quelle anteriormente indicate. Sulla vetta più alta dell'Aspromonte, cioè a Mont’ Alto, dove il Prof. Costa trovò abbondantissima lAsclera caerulea Dos il Segretario ha trovato 1’ Harpalus aeneus Fab. var. confusus Dej. Il Prof. Targioni sottomette agli adunati un elenco degli Ortotteri Ita- liani raccolti nel Museo di Firenze, e ora completamente ordinati. Essi sono distribuiti secondo le più recenti definizioni del Saussure, dello Stàl, del Brunner di Watenville ec. nelle Famiglie seguenti : Forficuloidei Blattoidei Mantoidei Fasmoidei Acridoideì — Trib. Fimatini i » Pamfagini » Truxalini » Oedipodini » Tettigini Locustoidei — » Faneropterini » Comocefalini » Efippigerini » Sagini » Locustinì Detticoidei Grilloidei RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1879. il Sono ormai 128 specie, sopra 162 portate nell’ elenco già da lui pubbli- cato, secondo le indicazioni degli autori. Il materiale per ogni specie, pio per ogni provenienza, spesso ricco di molti esemplari, proviene poi da luo- hi ghi molto diversi, appartenenti a parecchi punti della corona delle Alpi, ai I punti culminanti e a molti altri di tutto 1’ Appennino, e nel resto a quasi n ogni diversa provincia d’ Italia, non che alle isole Italiane maggiori e minori. ti Esso è frutto d'altronde di moltiplici invii, di gite ed esplorazioni, fra le | quali principalmente, quelle del segretario Cavanna nelle Romagne, Marche, «Abruzzo è Calabria, e quelle del Sig. G. B. Toscanelli e del Prof. Giglioli nelle Isole del Mediterraneo. i Mettendo sott'occhio degli adunati alcune delle più cospicue forme, fa . notare la Srachylabis moesta; Forcinella annulipes; Forficula albipennis, È % CH. Orsinii ; Heterogamia aegyptiaca; Ameles Spallanzania ; Pyrgomorpha rosea; Pamphagus sp.; Euprepocnemis plorans; Paracinema tricolor; Ste- Sa, nobothrus (sp. 10); Stauronotus maroccanus; Arcyptera variegata; Psophus stridulus; Pachytylus nigrofasciatus; Cuculligera histrix; Orphania den- ticauda; Isophia sp.; Leptophies sp.; Acrometopa macropoda; Ephippiger sp.; i Saga serrata; Thamnotrizon apterus, T. Chabrieri, T. magnificus; Decticus tessellatus; Otenodecticus sp.; Trigonidium cicindeloides; Aracnacephalus dalmatinus, A. Yersini; Mogoplistes talitrum (Messina); Brachytrypes me- id gacephalus. Egli poi si mantiene in riserva sulla definitiva sistemazione di varie forme non denominate specificamente, volendo attendere riscontri che ancora gli mancano. Tornando sulla comunicazione già fatta in proposito della Forcinella e. annulipes Dohrn (Forficesila Lucas) da esso ridotta sotto il nome della Brachylabis moesta Genè, avverte che un nuovo studio sopra più largo ma- °° teriale lo ha persuaso realmente che il colore generale e quello delle zampe 6 soggetto alle variazioni per le quali la seconda specie si accosta talvolta nell’apparenza alla prima; ma che la presenza delle elitre nella B. moesta e la loro mancanza nell’ altra, la diversa struttura dell'addome, con altre dif- ferenze che egli rileva nelle forme del capo, nello sterno ec., portano a dover mantenere la classificazione ormai accettata nella scienza, e. respingere la proposta assimilazione. Alla stessa conclusione poi viene sulle relazioni della Forficula Orsinii Genè, colla 7. dDimaculata; perchè se è già molto la mancanza delle elitre 0 delle ali nella prima, contro la presenza delle une e delle altre nella seconda, - SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA 0 esistono altri caratteri differenziali, che tolgon valore alla costrazio I ernigatie e molto dia da - Ù È di coordinarle; ma cast non sì potrà mie realmente senza ir che egli tenterà appunto per riassumere la distribuzione BOI [ Ortotteri Italiani della collezione di Firenze. RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1879. 28 chi giorni in giugno ed al principiare del luglio, le fece scomparire tutte. Pare quindi che il periodo del passo abbia durato dall’aprile alla metà Midi giugno. Sarà bene tener d'occhio la cosa quest'altro anno, per vedere se e come il fenomeno si ripeterà. » « Nel Biellese trovai molto abbondante la Vamessa nella seconda quin- dicina di agosto, specialmente nelle vallate di Gressoney, di Alagna e di Ma- —_ cugnaga. Colà si trova anche a grandi altezze (2500 o 3000 metri), e vari individui ne vennero veduti sul Monte Bianco, come scrive Quintino Sella al Prof. Michele Lessona. Un esemplare anzi fu veduto il 14 di agosto a circa 10 metri dalla più alta vetta. Il vento probabilmente lo ha spinto a quel- l'altezza. » TOT o I Il socio Turati scrive: « Ebbi campo di osservare il fatto dello straordi- nario sviluppo della Vanessa cardui a Pisa ed in varî punti della Lombar- x dia; in particolare a Rho, dove interi campi di lupini furono devastati dal bruco di questa specie. Vorrei ritenere che una così numerosa apparizione di Vanessa carduì dipenda dalla pessima stagione primaverile, che impedì in . gran parte l’emigrazione e la nidificazione degli uccelli, i quali, come ognuno | sa, sono i nemici più accaniti delle larve, e non ad un passaggio dei lepi- dotteri stessi. » Turati annunzia pure che nell'agosto sono stati presi in Brianza quattro esemplari della Lycaena arion Linn. appartenenti ad una varietà priva af- fatto di macchie nere sulla pagina superiore delle ali anteriori. Il socio Camerano invia da Torino la seguente nota intorno alle emigra- zioni della Coccinella septempunctata Linn. « Il signor J. H. Fabre ha pubblicato ultimamente in un volume inti- tolato Souvenirs entomologiques (1) una serie interessantissima di studi e di | ricerche intorno allo istinto ed ai costumi degli insetti. Nel capitolo XIV di — questo libro, dopo di aver parlato a lungo di una sorta di sciame composto di qualche centinaio di individui di Ammophila hirsuta da lui trovato sotto ad una pietra sul monte Ventoux, in agosto, ad una altezza di circa 1800 me- tri sul livello del mare, e dopo di aver detto le ragioni per le quali egli crede che gli individui di Ammophila hirsuta emigrino per sottrarsi ai rigori del- l’ inverno, conchiude colle seguenti parole (2): « C'était une tribu 6migrante, (1) Paris, Librairie Ch. Delagrave 1879. (2) pag. 204. 24 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA qui, venue des froides terres de la Dròme pour descendre dans les chaudes plaines de l’olivier, avait franchi la profonde et large vallée du Toulourene, et surprise par la pluie faisait halte sur la créte du mont. » Riferisce poi il Fabre intorno a due altri esempi di riunioni straordinarie di insetti a grandi Sarli azata i et I altezze. Questi due fatti si riferiscono alla Coccinella septempunctata. To a credo non inutile di riportare a questo riguardo testualmente le parole del- 3 l’autore (1). « En octobre, j'ai trouvé la chapelle du sommet du mont Ventoux , couverte de Coccinelles à sept points, la béte à bon Dieu du langage populaire. Li > (= Poresi Ces insectes appliqués sur la pierre tant des parois que de la toiture en dalles, étaient si serrées l’un contre l’autre, que le grossier édifice prenait, à quelques pas, l’aspect d’un ouvrage en globules de corail. Je n’oserais évaluer les my- riades de Coccinelles qui se trouvaient là en assemblée générale. Ce n'est certainement pas la nourriture qui avait attiré ces mangeuses de pucerons sur la cîÎme du Ventoux, presque à deux kilomètres d’altitude. La végétation y est trop maigre, et jamais pucerons ne se sont aventurés jusque-là. » e, « Une autre fois, en juin, sur le plateau de Saint-Amans, voisin du Ven- I toux, à uno altitude de 734 mòtres, j'ai été témoin d’une réunion semblable, mais beaucoup moins nombreuse. Au point le plus saillant du plateau, sur le bord d’un escarpement de roches à pic, se dresse une croix avec piédestal 2a td eni tie di DEE e SE de pierres de taille. C'est sur les faces de ce piédestal et sur les rochers lui i | servant de base que le méme coléoptère du Ventoux, la Coccinelle à sept points, è s’était rassemblé en légions. Les insectes étaient pour la plupart immobiles; i mais partout où le soleil donnait avec ardeur, il y avait continuel échange dI entre les arrivants, qui venaient prendre place, et les occupants du reposoir, qui s’envolaient pour revenir après un court essor. » # « Un fatto analogo ai precedenti ho avuto occasione di osservare io stesso A due anni or sono, verso la fine di aprile, sulla sommità del monte Asinaro “ (monte Musinè), all'altezza di poco più di 1000 metri sul livello del mare. Il è vertice del monte Asinaro è costituito da un mucchio di grossi sassi acca- tastati e formanti un piccolo piano sul quale sierge una colonnetta quadran- golare, fatta di pietre cementate con calce, che servì di segnale trigonome- dpi: trico. Or bene, nella escursione sopra menzionata, io trovai fra i sassi for- manti la base della collinetta e sulla collinetta stessa, specialmente sulle parti “i imbiancate dalla calce, un gran numero di individui di Coccinella septem- punctata. Tutti questi individui si trovavano riuniti nello spazio di pochi (1) pag. 204-205. RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1879. 25 | metri quadrati, e non ne trovai neppure uno un po’ più sotto della sommità, — laddove si trovano numerosi cespugli di varie sorta di vegetali. In un’altra escursione che feci nell’estate dello stesso anno non trovai più, nella località sopra detta, alcun individuo di Coccinella septempunctata. » « Ora come si spiegano i fatti sopra esposti ? « Y aurait-il encore ici (dice lo stesso Fabre) des exemples d’émigration entomologique? Y aurait-il assemblée générale, pareille è celle des Hiron- delles avant le jour du départ commun? Etait-ce là des points de convoca- tion, d’où la nube des Coccinelles devait gagner canton plus riche en vivres? » « A tutte queste domande non è possibile ora dare una risposta soddisfa- cente. Sono necessarie nuove, più numerose e più ampie osservazioni prima . di poter ammettere la Coccinella septempunctata tra le specie emigranti. Ho creduto perciò non inutile di ricordare i fatti sovra esposti.agli Entomologi affinchè moltiplicandosi le osservazioni si possa giungere a qualche soddisfa- cente risultamento. » Dopo la lettura della nota precedente, il Segretario Cavanna rammenta che i soci Ghiliani, Piccioli e Bargagli ebbero agio di verificare fenomeni simili; sulle Alpi il primo, sulle vette dell’Amiata e di Monte Morello gli ul- timi (1). Qui trattavasi però della Zdalia II-notata. Il Cavanna stesso poi osservò riunioni pìù o meno numerose di Coccinelle in quasi tutte le sommità sulle quali è salito negli anni 1877, 78, 79, e precisamente al Monte Peco- “raro (1420 m.) ed all’Aspromonte in Calabria (Mont’Alto 1958 m.), al Catria, alla Majella (Monte Amaro 2729 m.), alla Majelletta, al Monte Cairo (1669 m.), al Cesima (1050 m.), alle Montagne di Gallo (Macchia Perrara 1240 m.), ed al Matese. Non ha però mai viste le Coccinelle alla superficie, ma sempre sotto i sassi, ed ammucchiate le une sulle altre. Al Matese poi, proprio sulla più alta cima che è il Monte Miletto (2050 m.) il Cavanna ha trovato sotto i sassi colonie della Carpocoris verbasci Lin., numerose fino di 70 e 100 individui. Anche le Carpocoris erano ammucchiate le une sulle altre, a guisa delle api di uno sciame. Era il 17 luglio alle 7 antim.; l’aria quie- tissima; il termometro segnava all'ombra 10° ed al sole 13°. Alle 8 4, la temperatura era all’ombra diminuita di un grado. Il Cavanna ha rivolto attenzione speciale alle faune cacuminali; il materiale raccolto sarà distribuito a specialisti. Sin d’ora egli fa notare che le faune cacuminali offrono tra di loro grandi analogie. Vi abbondano tra i Coleotteri i Carabici (Arpalidi, Ca- (1) Bull. Soc. ent. ital. anno VII, 1875, pag. 128. 3* 26 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA pifi rabicini, Nebrie) ed i Curculionidi (Ot/hiorynehus ed altri generi); tra gli. Aracnidi gli Opilionidi ed i Licosidi; tra gli Ortotteri, le Forfecchie, ec. ec. Quanto alla causa degli assembramenti delle Coccinelle e delle Carpocoris non crede stia nelle emigrazioni. Il fatto è troppo costante su tutte le cime finora osservate, e le colonie da lui vedute non sembravano costituite da individui erratici od emigranti, ma da esseri stabilmente accantonati in quei rifugi. Ritiene però che non bastino le odierne cognizioni per concludere soli- damente; occorrono altre osservazioni, specialmente ripetute sopra una stessa x vetta. Quella di Monte Morello p. es., non lontana da Firenze, si presterebbe I mirabilmente ad una serie di studi importantissimi. Targioni rammenta che in una gita fatta al Cimone nel Lala 1876 as- sieme al Dott. Batelli, ed in un altra fatta negli stessi giorni al Libro aperto insieme al segretario Cavanna, al Batelli ed altri, trovò sotto i sassi, sulla vetta dei monti, delle colonie di Coccinelle. Quando visitò il Cimone l’ora era tarda, circa le 6 pom., e gli insetti non si vedevano ammonticchiati, ma di- stesi sulle superfici inferiori dei sassi. Il sucio Barone di Osten Saken prende la parola per dire di un fenomeno da lui osservato. N « Gli assembramenti delle Coccinelle sulle vette delle montagne, dei quali si è parlato dai colleghi, mi richiamano alla memoria un fenomeno di cui sono stato testimone nell'America del Nord. In una bellissima e calda gior- nata del luglio 1864, feci l’ascensione del Mount Washington, nel New Ham- pshire, alto circa 6000 piedi inglesi. La cima del monte, più alta della regione. delle foreste e quasi del tutto priva di vegetazione, era in quel giorno coperta da una innumerevole moltitudine di Coleotteri, nella quale erano rappresen- tate presso a poco tutte le famiglie capaci di volare; Crisomeliani, Coccinelle, Longicorni, Elateridi ecc. Ogni specie era rappresentata da gran numero di individui. Si vedevano di preferenza riuniti sopra dei piccoli ammassi di pietre, o piramidi, probabilmente colà formati dai Zowuristes, e frequenti sul piano che corona la sommità. » « Non ebbi che a sedere vicino ad una di quelle piccole piramidi per riempire comodamente e rapidamente i recipienti che avevo meco. Più tardi, quando mostrai la raccolta al Dott. Leconte, questi mi disse, che erano in essa numerosi individui di specie assai rare od anche rarissime nelle collezioni. » « Attribuisco questo fenomeno alla corrente ascendente di aria calda, che durante la giornata avrebbe trascinato gli insetti nelle più alte regioni del monte. Se le riunioni delle Coccinelle fossero dovute alla stessa causa, dovremmo RCA RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1879. DI ‘maravigliarci che insieme a queste nemiche degli Afidi non si siano trovate altre specie di Coleotteri. » Il socio Bargagli ha letto recentemente nel n° 18 del giornale Le Natu- raliste, di un fatto consimile, cioè di numerosissimi individui della medesima spe- cie insolitamente aggruppati, secondo le osservazioni del Sig. Armand David e Louis Gèze, riferite dal Sig. Gilnicki. Era, in questo caso, 1’ Apion pisi Fab. il quale, mentre comunemente trovasi sulle piante su cui compie le fasi evolu- tive della sua vita, cioè sul Pisum sativum e sulla Viciìa sepium, veniva in- vece dai detti entomologi trovato in estate in numero straordinariamente grande nei boschi di quercie al piede degli alberi e tra i muschi. Il Bargagli soggiunge che questo fatto gliene ricorda un altro assai somigliante e da lui stesso osservato in una estate a Viareggio, dove egli rac- colse sul Pinus silvestris in: numero grandissimo lApion miniatum Germ. che nasce e subisce le sue metamorfosi nei gambi e nelle costole delle foglie dei LRumex, e vive ordinariamente pochissimo numeroso sulle stesse piante. « Da queste insolite variazioni del modo ordinario di vivere di certi insetti, soggiunge il Bargagli, potrebbesi per alcuni casi supporre che in alcune con- dizioni ed in modo non diverso da altri animali, si cerchino dagli insetti dei _ ricoveri estivi, come è ormai provato che molti di essi sanno trovarne degli invernali. » Della Torre ha trovato su alcune cime dei Rincofori. Cavanna osserva che molte specie di questa famiglia vivono a grandi altezze e colà si sviluppano. _ Nel mose di luglio sì trovano frequentissime in alto delle larve di Rincofori, e più tardi gli insetti perfetti fino in numero di 8 o 10 nel terriccio sotto la stessa pietra. — i Il presidente riepiloga quanto è stato detto: opina che le cagioni di tali assembramenti numerosi di insetti possono essere diverse, a seconda delle specie e dei tempi; invita i soci ad attendere al ‘soggetto, che è davvero de- gnissimo di attenzione particolare (1). Il Vice Presidente Prof. Pietro Stefanelli annunzia che all’elenco dei Lepidotteri dei dintorni di Firenze devesi aggiungere la bellissima Charaxes (1) Mentre questo Resoconto era in corso di stampa furono visitate alcune vette dei colli che circondano Firenze. Il socio Ugolino Martelli è salito sulla cima del monte Morello, detta l’Aja, il 22 dicembre ; il socio Walter Savage Landor si è recato su quella di Poggio Rinaldi (Cupolino) il 28 dello stesso mese, e su monte Ceceri il 5 sennaio. Le escursioni dei soci sunnomìnati ebbero esito negativo. Essi non trovarono-sulle vette ne Coccinelle ne larve di Coccinelle. 28 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Jasius Lin., che per l’Italia centrale era stata ascritta finora tra le specie abitatrici di alcuni punti del littorale toscano. Nel dì 10 ottobre p. p. egli ne vide un freschissimo individuo sopra una pianta di limone in un giardino presso Fiesole, ma, per quanta diligenza usasse, non gli riuscì d’impadronir- sene. Aggiunge che un tal fatto gli sembra non immeritevole di considera- zione, sia perchè la Charaxes, quantunque cercata con molta insistenza, non era stata mai rinventta nelle adiacenze fiorentine, e sia perchè in queste raramente sì trovano piante di corbezzolo (Ardutus unedo Lin.) delle cui foglie si nutre la larva della rammentata farfalla. Cavanna ricorda che nel 1877, insieme ad alcuni altri, fece, con sussidio del R. Ministero della Istruzion pubblica, una escursione nelle Calabrie. Ri- tornato di là distribui il materiale riguardante gli Invertebrati, nel modo in- dicato in altra adunanza (v. resoconto delle adunanze ecc. 2 dicembre 1877), ed a misura che se ne porgeva l’occasione non mancò di annunziare alla Società ìl resultato degli studi fatti. Ognuno conosce quali difficoltà si incontrano in simili cose; si vedono pubblicare oggi dei lavori fatti sù materiali raccolti 8 o 10 anni or sono. Comunque sia però, onde tutelare la propria responsabilità, crede opportuno di indicare in poche parole a qual punto trovasi oggidì lo studio del materiale raccolto, come si rileva dalla corrispondenza e dalle co- municazioni fatte precedentemente. Crostacei. Le specie di Anfipodi terrestri raccolte saranno studiate dal Prof. Targioni. 5 Aracnidi. Furono consegnati al Prof. Pietro Pavesi, il quale dato ad occu- pazioni urgentissime e molteplici, non ha potuto finora compierne lo studio, che eseguirà quanto più presto gli sarà possibile. Miriapodi. Spediti al Prof. Fanzago, che ebbe già occasione di pubblicare altri lavori su Miriapodi della Calabria. Con lettera del 17 novembre il Prof. Fanzago annunzia che verso i primi del p. v. anno rimetterà il materiale ed il manoscritto. Nevrotteri e Lepidotteri. Come si disse in altra adunanza, oltremodo scarse furono le raccolte di Nevrotteri e Lepidotteri. Delle poche specie, affidate ai professori Stefanelli e Spagnolini, sarà da essi prestissimo consegnato lo elenco, perchè lo studio è già compiuto. ‘ Ortotteri. Affidati al Prof. Targioni, furono oggetto di alcune comunica- zioni. Sono già tutti studiati e riuniti agli altri materiali italiani del Museo di Firenze. Schiarite alcune questioni ancora in sospeso su certe specie, sarà di essi redatto l’elenco con note. 4 Feb 2 srl te i 29 Coleotteri. Le diverse famiglie furono distribuite ai signori Piccioli, G. RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1879. Emery, Bargagli, Baudi di Selve e Gestro. I quali tutti hanno riconsegnato il materiale affidato alle loro cure coi manoscritti relativi. Imenotteri. Dei Formicidei, studiati dal Prof. C. Emery fu riferito nel- . l’adunanza del 24 novembre 1878. Gli altri insetti di quest'ordine trovansi nelle mani del socio Ing. Gribodo che ne terminerà tra poco lo studio. Emitteri. Gli Eterotteri furono quasi tutti studiati dal Segretario Cavanna ed incorporati nelle Collezioni italiane. Gli Omotteri non poterono essere fino ad oggi determinati. Sarà intanto redatto catalogo dei primi. Ditteri. Dello studio del poco materiale raccolto, fu incaricato il vicepre- sidente della società Prof. C. Rondani. Il quale in data del 16 aprile scriveva aver già pronta una parte del lavoro (riguardante circa 90 specie), e di esser disposto a compierlo in poco tempo. Dopo la morte del Rondani il Segreta- rio ha fatto le opportune ricerche presso uno degli eredi. Spera che assieme al materiale si potranno trovare le note manoscritte del compianto Vice pre- sidente. Pfovvederà a seconda delle circostanze. Molluschi. Quelli raccolti dal Segretario, insieme con la collezione ben al- | trimenti ricca, fatta per conto della sig. marchesa M. Paulucci dal sig. Cesare Caroti, il quale si unì al segretario ed alle altre persone che presero parte alla escursione, hanno servito alla sunnominata signora M. Paulucci per un esteso lavoro, già in corso di stampa, sulla fauna malacologica delle Calabrie. Il socio Della Torre descrive un nuovo Anophtalmus da lui trovato non molto lungi da Bassano (Veneto). * Anoph. Targioni Della Torre. «An. Schaumi valde affinis. Colore ferrugineo-rufo, antennis rufo-testa- | ceis, corpore dimidio vix longioribus; oculi nulli: prothorace cordato late- ribus magis incurvis et ad basim magis coarctatis: angulis anteriori- bus acutiusculis, posterioribus subae- levatis acutis, utrinque foveola minus profunda. Elythris ovalibus valde con- vexis, basi vix oblique truncatis, su- tura în medio parum depressa, an- _ gulis humeralibus obtusis: striis tri- bus punctulatis, suturali profundiore, 22 et 3. evanescentibus, aliis obsole- _ tis; punctis piligeris 11 notatis. » Anoph. Schaumi Schmidt. « Testaceus, antennis dimidio cor- pore longioribus, prothorace oblongo- cordato, coleogteris valde elongatis ovalibus, subconveris subtiliter stri- atis striis obsolete punctulatis. » Questa nuova specie abita nei luoghi più oscuri e reconditi della grotta di Olieri, sotto i sassi, in luogo umido, relativamente lontano dall’acqua. Ac- canto alla diagnosi del nuovo Anophtalmus, il quale do figurat Su ampiamente descritto nel BuLLETTINO, si è messa quella dello A. Schau Schmidt, che è la specie alla quale VA. Targioni più si ‘avvicina. Ni: Left n Prof. Targioni mostra un grossissimo Coccide proveniente da Bergamo e che forse è il Coccus variegatus di Gmelin (Hermes variegatus TECA: nori, Presenta alcuni disegni risguardanti l'anatomia dei Trips, sulla dia intende pubblicare alcune note nel BuULLETTINO. Il Segretario Cavanna, a nome del socio Dott. Batelli, annunzia ave questi quasi terminato uno studio sulla pelle di certi Aracnidi. Il Prof. Targioni presenta una raccolta di circa 300 Goleotteri di Ai ckland (Nuova Zelanda) inviata al R. Museo dal cap. J. ASI che chiede. in cambio dei Coleotteri italiani. L’adunanza è sciolta alle ore 2 pom. DR I, RESOCONTI DELLE ADUNANZE — AnNO 1879. sl END IGE ATTI DELLA SOCIETÀ. Ammissione di Soci. pag. 4, 21. Annunzi della morte di Soci. 3, 21. Esame ed approvazione dei Bilanci consuntivo 1878 e preven- tivo 1879; disposizioni ad essi relative. 13. Elezione degli ufficiali della Società. 13, 21. Domande di cambio col Bullettino. 3. Presentazione di lavori pel Bullettino. 3, 4, 17, 30. PRAXIS. Cartellini per le Collezioni di Lepidotteri europei. 4, Pinzetta a pressione continua per restaurare i Lepidotteri. 4. Preparazioni microscopiche. i 12. VARIA. Faune cacuminali. 25. Materiali raccolti in Calabria dal Segretario. — stato attuale degli studi sopra i) | 28. THYSANOURA - NEUROPTERA - ORTOPTERA etc. Brachylabis moesta (Vedi Forcinella annulipes Dohrn.). J0S Forcinella annulipes Dohrn., non identica alla Brachylabis moesta Géné. LL Forficula bimaculata (Vedi F. Orsinii Géné). ll. Forficula Orsinii Géné, non identica alla F. bimaculata. ll. Helicopsyche agglutinans Mac. Lach. 19. Ortotteri italiani del Museo di Firenze. 10. COLEOPTERA. Ammophila hirsuta in sciame sul monte Ventoux. 23. Anophtalmus Targioni Della Torre, n. sp. trovata a Bassano. 29 Anomala, variabile nelle dimensioni ete. o 9. Apion pisi Fab. caso di sua straordinaria abbondanza. 21. 82 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Apion miniatum Germ. caso di straordinaria abbondanza. poeta Asclera coerulea, trovata sulla cima di Mont'Alto (Aspromonte, : Calabria). 10; ; Carabici della Calabria. 10. Chalcosoma Atlas, sua variabilità. 93 Coccinella septempunctata L., sue emigrazioni. 2308 6 Coleotteri, loro straordinaria abbondanza sulla cima del Monte i Washington (New-Hampshire). i RO Harpalus aeneus Fab. var. confusus Dej, trovato a Mont'Alto NERI (Aspromonte, Calabria). LOR Idalia 1l-notata, sua abbondanza su certe cime. 2508 Oryctes nasicornis L. e grypus Ill., loro identità specifica. 4. Pentodon, variabili nelle dimensioni etc. Phyllognathus, variabili nelle dimensioni etc. Rincofori trovati sulle cime dei monti. TORE HEMIPTERA. Carpocoris verbasci, in colonie sulla cima di monte Miletto (Matese). 25. Coccus variegatus ? Gmel. trovato a Bergamo. 30. Diaspis Blankenhornii Targ. Tozz., n. spe. trovata sulle viti nel Novarese. bre Guerinia tinctoria Targ. = Guerinia serratulae Signoret = Coccus fabae Guerin, sua diagnosi, suoi parassiti. 13. Triozalauri, note anatomiche specialmente sugli organi genitali. 20. DIPTERA. Cryptochetum grandicorne, dittero parassita della. Guerinia tinctoria Targ. 18. Homalomyia prostrata Bouché, sue larve nell’ intestino di una donna. 16. LEPIDOPTERA. Caraxes Jasius L., nei pressi di Firenze. 27.01 Lycaena arion, sua varietà. 208 Pieris crataegi, suo straordinario sviluppo. 15.3 Plusia gamma, suo eccezionale sviluppo. 16. Vanessa cardui L., sua straordinaria abbondanza. 14, 22. SMITHSONIAN INSTITU' IIC] 088 0126