SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA, FIRENZE. Resoconti delle adunanze Anno 1881 f DI v i tt Î Lu ; i N i Bri i 4 d i Ù x “ i SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA RESOCONTI DELLE ADUNANZE COMPILATI DAL SEGRETARIO G. CAVANNA Anno 121 y r FIRENZE \ TIPOGRAFIA CENNINIANRA Via Ghibellina n° 8. \ \ 1881 omni CORREZIONI. A pag. 19, 4° capoverso. Hetopiats 0, leggi Ectobia tridentina Pezotettix brutius » Pezotettix Costae tenute nell’anno 1881 lì ADUNANZA — 12 GIUGNO. Presidenza Targioni. (Seduta privata: ore 11 ant.) dI ìl più possibile vicino al vero. Prova in seguito che il i na lel quo preventivato non è minore del vero perchè è è cospicuo il numero dei moi ‘ il cui nome convien tit dall’ albo sociale. Non insiste nella Rena; Ho nella sua lettera ‘ai’ i Sindaci, sas x che uno de Sindaci è d’ DIRETE con lui in o concetto. | i ganimità adoperata dal Comitato, il Vico) ed il Set approvato il seguente ordine del giorno. i « La Società, udita la relazione del Tesoriere e le lettere dei Si prova il bilancio consuntivo dell’anno 1880, e ringrazia il Tesoriere buon andamento de, SaieEtadano ui AA poi il Comitato a Vice Presidente. . Prof. A. Costa. Prof. A. Carruccio Prof. E. Cornalia Ing. A. Curò Dott. R. Gestro. Consiglieri. . . La Società, nell'adunanza tenuta il dì 26 dicembre 1880, invitava ih siglio « a presentare una modificazione allo Statuto, diretta ad ottene scopo che il PATO RISVOLTO venga dIOnSS in pn ossia al pri Il Sinti tenuto conto delle riflessioni fatte dal proponente n. colò Ridolfi, e che si trovano accennate .a pag. 3 e 4 del Resoconto de seguenti, che mutuamente si escludono: RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1881. 5 À 39 I°. Arr. 16. - Il Consiglio generale rappresenta la Società di cui ha Talta direzione. Alla fine dell’anno discute ed approva il bilancio preventivo per l’anno seguente, e trasmette entro il primo trimestre il bilancio consun- tivo ai Sindaci, che dopo averlo esaminato lo presentano alla Società nella Adunanza generale di cui all’art. 25. i I Sindaci vengono eletti come è stato indicato più sopra per i membri del Consiglio, e rimangono in carica un anno soltanto. » « Arr. 25. - Ogni anno, in Primavera, si terrà un’Adunanza generale pri- vata per Ja discussione ed approvazione del bilancio consuntivo..... ec. » TI: Art. 25. - Ogni anno, in Primavera, si terrà una Adunanza ge- nerale privata per la discussione ed. approvazione del bilancio consun- Altra Adunanza sarà tenuta nel mese di dicembre, per la discussione ed approvazione del bilancio preventivo. Art. 26. — In occasione dell’Adunanza privata di Primavera si terrà una — Adunanza pubblica ec. Il Ms. Ridolfi ritiene si debba accettare la prima proposta, che del resto è conforme a quanto viene operato in altre Società. Dopo breve discussione, messa a partito la prima proposta rimane approvata all'unanimità. Nella stessa riunione del dì 26 dicembre 1880, la Società approvava il seguente voto. .« Il Consiglio è invitato a presentare, affinchè venga discusso, un comma » da aggiungere all’art. 13 dello Statuto, che stabilisca nettamente il diritto di bi Bi: Ù È È; b d. “I A pi procedere seduta stante, nelle adunanze generali, alle votazioni di ballottaggio che possono. occorrere nelle elezioni, sia parziali, sia generali. » Il Consiglio propone che l’art. 13 venga così modificato. « Art. 13. - Qualora accada che nessuno dei nomi indicati nelle schede ottenga una maggioranza assoluta, si mandano a partito, seduta stante, i due che hanno conseguìto il maggior numero dei suffragi; e se i votanti sono in numero eguale, la sorte decide della elezione. » Onde dirimere altri inconvenienti che si potrebbero verificare nelle ele- | zioni, il socio Niccolò Ridolfi propone invece venga soppresso l’art. 13 e mo- dificato l'art. 12 nel modo seguente. « Art. 12. - I titolari a questi uffici vengono eletti dai soci riuniti in adu- nanza generale, per mezzo di schede segrete, ed a maggioranza di voti. Occorrendo votazioni di ballottaggio, si procederà ad esse, seduta stante. cr MS du dl d n Esaurita la SA quando ib e di voti tra, ù due | ja mantenuta, la sorte decide della elezione. » ila L ti; CIRCA VARIeSEAHI, Catania, dini ed il Prosidento fanno alam 0: lievo. Si delibera di procedere a tale ristampa. : La seduta privata è tolta alle ore 12 14 pom. i dr (Seduta pubblica: ore 1 pom.) opera dei soci i Piccioli, Carobbi e del Segretario stesso, sarà sia condotto a termine. Change da sua rai TAIIEA A ai collegi gnolini, Ernesto-Augusto Hellmuth von Kiesenvetter. Sono proclamati soci i signori: G. H. Verrall, di Newmarket, presentato da Osten Sacken, rare n Cavanna (Socio perpetuo). | E. Simon, di Parigi, presentato da Cavanna, Pavesi e Targioni. DI AI. Argod, di Crést, presentato da Bargagli, Piccioli e Cavanna. R. Pini, di Prato, presentato da D'Ancona, Targioni e Cavanna. Mi B. Gerhard, di Lipeia, presento da Vimercati, Sietanialze e Ta G. Dott. Bellonci, della R. Università di Bologna, presentato i #01 Targioni e Stefanelli. RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1881. 7 Carobbi e Roster, proclamati nell'adunanza sopra indicata: II° i ringrazia- menti dei Consorzi scientifici corrispondenti, che hanno ricevuto i fascicoli del Bullettino. Espone alcune richieste di cambio (sulle quali deciderà il Comitato), ed annunzia che il cambio è già stabilito con il Zoologischer Anzeiger, diretto dal Prof. Carus. Altre comunicazioni: La Allgemeinen entomologischen Tauschvereins in Hannover manda il suo statuto; Il sig. S. Brogi di Siena presenta il primo numero di un suo giornale, col titolo di Bullettino del Naturalista collettore; Il sig. S. E. Cassino, di Boston, rimette alcune schede da rinviarsi riem- pite, che devono servire per la compilazione di un Annuario universale dei naturalisti; La Commissione esecutiva per un monumento a Spallanzani invia alcune schede di sottoscrizione; | Il Presidente della commissione per la Biblioteca della Camera dei De- putati chiede una serie delle pubblicazioni sociali, da collocarsi nella Biblio- ; teca stessa. Il Presidente dà la parola al Prof. Pavesi, della Università di Pavia, Consigliere della Società, che assiste all’adunanza, e che offre per la Biblio- teca sociale tre opuscoli di soggetto entomologico; scritti nel Laboratorio . zoologico da lui diretto. Pavesi e Pirotta. Brevi notizie intorno ad Aracnidi e Miriapodi dell'Agro romano (Ann. Mus. Civ. Gen., anno XII). Pavesi. Toradelfia in uno scorpione (Rend. R. Ist. Lombardo, vol. XIV). Cantoni Elvezio. Miriapodi di Lombardia (Atti Soc. Ital. Scienze naturali. | Milano, vol. XXIII). Lo stesso prof. Pavesi presenta quindi e legge in parte, illustrandole, le tre comunicazioni seguenti: 1° PaoLo Dott. MAGRETTI. - Osservazioni e note sulla cattura di alcuni Imenotteri. « Continuando le caccie e la raccolta di questi insetti per illustrare la fauna imenotterologica lombarda, nella scorsa primavera rivolsi le ricerche ai Tere- branti, ed in special modo alla bella e distinta famiglia dei Tentredinidi. 8 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Fra le molte specie che andai mano mano determinando, piacemi fermare — l’attenzione degli entomologi sopra alcune, le quali mi sembrano, oltre iche yi per la Lombardia, nuove o rare anche per 1’ Italia. | Della Lyda betulae Fab. raccolsi un esemplare 2 alla metà di maggio, ti nei dintorni di Pavia, in una località umida, fra piante di salici e di betulle. Li Questa specie, ritenuta rara anche per la Francia e la Germania, è citata, ma assai incertamente, sotto il nome di TentRredo betulae, dall’ anonimo cremonese nella statistica della provincia di Cremona. L’Abia nigricornis Leach bio è un’altra vaga specie di tentredine, da me raccolta in una sola località del. | bergamasco, nei dintorni di Canonica d'Adda, lungo una siepe di biancospino — xi alla fine d' aprile. È citata dall’Andrè per l’ Italia, ma assai vagamente. P, | Due individui della. Blennocampa fuscipennis Fall. potei raccogliere | nell’ ultima località suddetta, verso la fine d’aprile. Questa specie non venne di per anco citata nell’ Italia: la credo anche abbastanza rara. Mi furono ap gentilmente presentati due esemplari della Cimbex femorata L. varietà tipica, — tutta nera, che da noi credo più rara delle altre varietà. Di questi esemplari, dt raccolti alla metà di maggio nei pressi di Pavia, sotto piante di ippocastano, di ‘uno presenta anche una singolare anormalità. La mandibola destra è assai più larga e più corta della sinistra, più profondamente striata pel lungo SO provveduta di due grossi denti all’ apice invece che di uno solo, con una. i " semplice intaccatura al margiue inferiore interno. IO Fra i Siricidei, riporto da ultimo la cattura di due esemplari maschi del Sîrex spectrum Lin. ritenuto assai raro dal Costa per la Calabria ed il na- A) | poletano. Li ebbi da Pavia e da Milano. » i 2° CantoNI Dott. ELvezio - Aracnidi delle Madonie. Comunicazione in- troduttiva. 4A "a « Fino dal 1844 il Dott. Francesco Minà Palumbo, in un suo scritto intro- | È duttivo a future pubblicazioni sulla Storia naturale delle Madonie, ricordando | v i nomi dei ANIA scienziati che per lo innanzi eransi occupati della Storia ancora rimanesse a compiersi per giungere alla compilazione di un’ opera, la ta quale racchiudesse tutte le notizie naturali, di cui tanta messe offre quella | i ta florida regione. E per conclusione al suo scritto, 1’ egregio Dottore, rivolgen- | Hi dosi agli scienziati Siciliani, si augurava che tutti cooperassero ad illustrare. CA ta quei monti si interessanti e vasti dell’ isola Sicula. do Fermo nel suo proposito, oltre la pubblicazione degli importanti lavori | RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1881. 9 sui Mammiferi, Rettili, Emitteri, Nevrotteri, Lepidotteri siciliani, lavori nei quali vengono prese in esame molte specie delle Madonie, e che come tali si possono dire gli unici scritti faunistici risguardanti quella regione, astrazion fatta di uno stampato della marchesa Paulucci sui Molluschi delle Madonìe | stesse, il Minà Palumbo si occupava ancora di raccolte da distribuirsi per i ; studio ai cultori dei diversi rami e della zoologia e delle altre scienze naturali, onde più attendibili riuscissero le varie pubblicazioni. Ed appunto lo scorso anno egli faceva una prima spedizione di Aracnidi delle Madonìe al distinto aracnologo, il prof. cav. P. Pavesi, il quale, molto cortesemente, affidava a mo l’incarico della determinazione delle specie inviate e della compilazione di un elenco di esse, lavoro cui ben volentieri m’ accingevo, e sicuro del valido aiuto del mio Maestro e volenteroso di rendere un contributo alla fauna aracnologica sicula, di cui ben pochi si sono in modo speciale occupati. Il dare adunque un elenco delle specie di Aracnidi raccolti sulle Madonìe, ‘monti posti sulla spiaggia settentrionale della Sicilia tra il fiume Monalo e _ l’Imera settentrionale, con Geraci ad oriente, Castelbuono ed Imello a nord, Gallisano ad ovest, Polizzi a sud, è scopo di questa mia comunicazione. Il «numero loro ascende a settantadue, e sono: IT Euscorpius carpathicus, (L.) 22. Uroctea Durandi, (Walck.) 1. Argiope lobota, (Pall.) 23. Dictyna arundinacea, (L.) 3. A. Brummichii, (Scop.) 24. D. civica, (Luc.) 4. Epeira dromedaria, (Walck.) 25. D. viridissima, (Walck.) 5. E. murmorea, (Clerck.) 26. Amaurobius claustrarius, (Hahn.) 6. E. cucurbitina, Clerck. 27. Tegenaria parietina, (Frc.) 7. E. Redii, (Scop.) 28. Agalena labyrinthica, (Clerck.) 8. E. ceropegia, (Walck.) 29. Histopona torpida, (C. L. Koch.) 9. E. adianta, (Walck.) i 30. Textrix coarctata, (L. D.) 10. E. acalypha, (Walck.) 31. Zoropsis ocreata, (C. L. Koch.) 11. E. diodia, (Walck.) 32. Chiracanthium pelasgicum,(C. Koch.) 12. Singa semiatra, L. Koch. 32. Drassus cerdo, Thor. 13. Zilla x-notata, (Clerck.) 34 Dysdera crocota, GC. L. Koch. 14. Meta segmentata, (Clerck.) 35. D. Cambridgii, Th. 15. Linyphia frutetorum, C. Koch. 36. Filistata testacea, Latr. 16. Theridium sisyphium, (Clerck.) 37. Oyrtauchenius Doleschallii, Auss. 17. Th. pictum, (Walck.) 38. Nemesia caementaria, (Latr.) RA Lithyphantes Paykullianus,(Walck.) 39. Micrommata ligurina, (C. Koch.) 19. Lathrodectus 13-guttatus, (Rossi.) 40. Sparassus spongitarsis, (L. D.) 20. Asagena phalerata, (Panz.) 41. Artanes margaritatus, (Clerck.) 21. Loxoceleserythrocephala, (C.Koch.) 42. Philodromus aureolus, (Clerck.) * bi 10 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA | 43. Misumena vatia, (Clerck.) 58. 0. ramosus, (Panz.) 5 44. M. truncata, (Pall.) 59. 0. transalpinus, (Walck.) (ov 45. M. Savignyi, (E. S.) 60. 7 Eresus Audowini, Brullé. | 0° 46. Thomisus albus, (Gmel.) 61. 9 E. frontalis, Latr. |‘ SOI 4. Diaea globosa, (Fabr.) 62. Heliophanus furcillatus, E. Sim. d 43. Xysticus lateralis, (Hahn.) 63. H. flavipes, (Hahn.) 49. X. acerbus, Th. 64. H. aeneus, (Hahn.) nec L. 50. X. horticola, C. Koch. 65. Ballus depressus, (Walck ) dl. Lycosa albofasciata, (Brullé.) 66. Menemerus semilimbatus, (Hahn.) 52. Tarentula pulverulenta, (Clerck.) 67. Philaeus chrysops, (Poda.) 53. T. radiata, (Latr.) var. maxima. 68. Attus jucundus, (Luc.) 54. T. andrenivora, (Walck.) 69. Icius notabilis, (C. Koch.) Pi 55. Trochosa cinerea, (Fabr.) 70. Acantholophus echinatus, (Luc.) DA 56. Ocyale mirabilis, (Clerck.) 71. Obisium muscorum, Leach. 0° 57. Oryopes lineatus, Latr. 72. 0. simile, L. Koch. Parecchie di queste specie erano già note di Sicilia. La raccolta ha un carattere evidentemente meridionale impressole da molte forme, come l’Argiope lobata, Lathrodectus, Loxoceles, Uroctea, Zoropsis, Chiracan- thium pelasgicum, Misumena Savignyi, Lycosa albofasciata, gli Eresus, il vit Menemerus semilimbatus, l Attus jucundus, 1 Icius notabilis, V Acantho- n lophus echinatus, che riuniscono così la fauna sicula all’ africana mediter- ranea, ed alcune, quali il Cyrtauchenius Doleschallii, sono esclusive della | tì Sicilia. Cionullameno |’ Epeira marmorea, la ceropegia, la diodia ec. indicano 1 che si tratta di una collezione fatta in regione montana; per cui l’ altitudine compensa la bassa latitudine, e viene collegata la Sicilia anche alle parti. i elevate e settentrionali d’ Europa. Ciò mostra la necessità di avere collezioni Di di tutte le zone altimetriche di un paese, perchè riesca più conforme al vero Vi il criterio che si vuol formare sopra la relativa fauna. » ì 3° LurcI SIMONETTA, studente del 1° anno di medicina. - Elenco sistema- tico dei Pediculini appartenenti al Museo Zoologico della Università di Pavia. « Gli insetti epizoi, e specialmente i Pediculini, mentre trovano cultori ap- LAU passionati e dotti presso altre nazioni sembrano trascuratissimi dagli zoologi iù; italiani; non è quindi da meravigliarsi se in molti nostri musei mancano 0. restano dimenticati questi artropodi, i quali potrebbero costituire delle colle- zioni interessantissime sotto ogni rapporto. Anche nel Museo della R. Università | | di Pavia si trovava già da tempo qualcuno di siffatti epizoi, che il chiaris-. dii sig. Direttore Prof. Pietro Pavesi non lasciò mai sfuggirsi l'occasione di ac- RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1881. 11 | crescere in numero € poi m’incaricò di determinare e di ordinare sistemati- camente per esercizio scolastico, dopo di aver procurato alla libreria del laboratorio le indispensabili opere illustrate di Denny (Monographia Anoplu- | rorum Britanniae, Londra 1842), di Giebel (Insecta Epizoa, Lipsia 1874), non SA che la recentissima del Piaget (Les Pédiculines, Leida 1880). In corso di stu- N dio sì aggiunsero agli animali già esistenti, altri che mi furono gentilmente offerti dagli addetti «al Museo, dal Dott. Magretti e dal condiscepolo ed amico Felice Mazza; altri ancora raccolsi io stesso, cosichè la collezione attuale dei Pediculini non solo è importante, ma pare altresì degna d’esser resa di pub- blica ragione. Essa consta di una cinquantina circa di specie, prese quasi tutte a Pavia, 44 delle quali parassite di uccelli. Nello stenderne il catalogo ho indicato il nome dell’autore, la sinonimia \@ l'ospite degli esemplari sottoposti ad esame, ma mi sono fermato partico- larmente sopra quelle forme che, per la prima volta risultano proprie di data specie, facendo osservazioni forse nuove, e certo non inutili per una più com- ‘pleta conoscenza di questi insetti, soprattutto sulle differenze dovute all’età, perchè dei giovani individui si tenne poco o niun conto nelle descrizioni degli autori. Nei casi controversi adduco finalmente le ragioni, per le quali io mi sono appigliato a questo piuttosto che a quel partito. Ho seguìto il sistema adottato dal Denny, disponendo le specie nel modo seguente: Genere PepicuLUS Specie Capitis. — Vestimenti. » PHTIBIUS » Inguinalis. » DocoPpHORUS » Atratus. — Auratus. — Conicus. — * Cur- sitans (Athene noctua). — Cursor. — Fulvus. — Fuscicollis. — Humeralis. — * Intermedius (Hal. albicilla). — Lari. — Leontodon. — * Melanocephalus (La- rus canus). — Ocellatus. — Pertusus. — * Platystomus (Circaetus gallicus). — Tricolor. > Ninmus Ah Cingulatus. — Cuspidatus. — Fuscus. — Hemicrous. — * Holophaeus (Falco ve- spertinus). — * Leucopleurus (Circ. gallicus). — Lineolatus. — Nebulosus. — Rufus. — Semifissus. — Subcingulatus. » Gornionzs >» Falcicornis. 12 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA. Genere LipEURUS Specie * Bacillus (Garrulus glandarius). — Latus. — Maculatus. — Raphidius. >. ©CorpocernaLum» Flavescens. » MENOPON » Ahdominale. — Cucullare. — Lucidum. — * Mesoleucum (Corvus frugilegus). — # Pici (Picus major). — Ridibundum. — Titan. — Tridens. — * Troglodyti (Cor- vus frugilegus). » TRINOTON » * Luridum (Pulica). >» TLaemosorariva » * Giganteum (Milvus migrans). — * var. va- lidum (Hal. albicilla). i Nutro speranza che questo mio primo lavoro venga accolto con benignità, onde io sia confortato a continuare nella carriera intrapresa. » Il Presidente prof. Targioni Tozzetti espone alcune osservazioni intorno a diversi insetti dannosi, AR « Sopra alcuni fatti di relazioni d’insetti coll’agricoltura, credo in que- st'occasione d’intrattenere l'adunanza. Uno è quello della apparizione dei bruci | delle piccole farfalle dell'uva, che quest'anno si rinnuova intorno a noi, nelle | nostre pianure, ed altrove in Italia. — Non è ancora tutto chiaro sulla natura delle specie che si presentano ora sui fiori della vite, più tardi sull’uva, nè sul modo di vivere di questi insetti. Queste specie però sono certamente più d’una. Intanto il brucio che per ora è comparso sembra esser quello della Eudemis botrana. Quest'anno si riprenderanno con più seguito studi iniziati negli anni decorsi. Ma sarebbe bene che i colpiti dal male inviassero alla. Stazione di entomologia agraria infiorazioni di vite, giovani grappoli e poi uva infestata; la pratica ha il maggiore interesse a vedere schiarite delle questioni che paiono di sola importanza scientifica solamente a chi ha troppo corte vedute. Un altra farfalla non che piccola piccolissima, della vite an- ch’essa, si è ottenuta da foglie che furono guaste dalle sue larve l’anno de- corso nel Veronese ed altrove. I guasti si limitano alle foglie, ma possono ae esser tuttavia notevoli; la farfalla è appena larga 2 o 3 millimetri, quasi nera con macchie argentine fulgidissime, ed è un vero gioiello di smalto e di orificeria. Le sue crisalidi, o meglio i suoi bozzoli fatti a spese delle foglie della vite, paiono piccoli granelli di riso schiacciati. — La specie fu veduta ancora qualche anno addietro, e vi fu chi la credè cosa nuova; invece è co- nosciuta da più di un secolo, non però in Italia, ed è 1’ Antispila Rivillei Staint. RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1881. ‘13 Più urgente è in qualche luogo, come negli Abruzzi, il danno prodotto da una mosca del grano che il prof. Rondani, anni addietro, chiamò Cecy- domya frumentaria, distinzuendola da una Cecydomya destructor, conosciuta in America come nelle parti superiori di Europa con nomi che valgono quello di mosca tedesca. «Im questo momento è in forma di una piccola mosca o quasi zanzara bruna, | che vola la sera sui campi di grano; e la femmina va deponendo le sue uova se sulle foglie, fra le guaine delle foglie ed il culmo del grano, e già nascono fo, Ala le larve di una seconda generazione. Queste anderanno a nascondersi più basso Nut | 50) che sia loro possibile fin verso il collo delle piante, maturandosi nella stop- «pia dopo la mietitura, anco dopo che il lavoro avrà rovesciato le stoppie me- }: desime, per esser pronta a volare, molto tardi, in autunno quando sarà se- minato il nuovo grano. — Le femmine allora deporranno sopra le pianticelle b. lo stelo appena formato per succhiarvi l’alimento. Mentre esse cresceranno, + ti: la vegetazione delle piante infette sarà più o meno impedita e ci avvedremo ; del male alla primavera, vedendo fra le piante sane, quelle attaccate più corte, più triste, tarde a metter la spiga, colla spiga più povera di fiori, lenta a fiorire, male adatta poi a maturare, e poi vedendo cadere gli steli come rotti alla base. — Ma se nell'inverno, o più tardi, si guarderà fra le foglie e lo stelo, nelle parti inferiori della pianta intristita, si troverà quasi ad ogni nodo, sui primi nodi dei vermiccioli bianchicci da principio, poi dei vo corpi allungati rosso bruni, che saranno quelli le larve, questi le pupe o de crisalidi, dalle quali appunto ora si vanno sviluppando le mosche della sta- da gione. Anche qui non è chiaro se davvero la nostra Cecidomia sia o no di- | versa da quella che si trova altrove, e la storia dell’insetto descritta come si è fatto secondo altre osservazioni dovrebbe essere verificata. Importa notare che di mosche del grano ve ne sono almeno una dozzina, che alcune lo at- | taccano nello stelo come si è detto, altre nei fiori; la nostra non va sui fiori, «ma qualche esempio di una di quelle capaci di questo, si è pur veduto sul | grano degli Abruzzi. ; I danni di queste mosche paiono gravi, e spesso sono stati tali anco per ; | più anni di seguito in Italia e altrove, comunque le larve delle mosche at- ti . tacchino del grano una parte o un altra. — Tutte queste mosche sono in A verità decimate da parassiti; molte muoiono prima di svilupparsi, senza ragione apparente, e una volta o l’altra come si sono moltiplicate, così torneranno 14 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA conviene, il meglio sarà di mietere ora il grano dei campi infetti Ni, all primo nodo, bruciare la stoppia, divellere il terreno, raccogliere anche le parti delle radici e bruciar pur queste; sul terreno quest'anno infetto, non | rimettere grano nè segale, nè orzo all’autunno per l’anno avvenire; è durante questo osservare i campi vicini seminati a cereali, e dove si vedano delle piante infette, svellerle colle radici il più presto possibile, almeno Dora dello sviluppo delle mosche in questa stagione. fo TA Ripetere poi le mietiture alte e gli abbruciamenti. — Al solito però. AL un territorio infestato, tutti dovrebbero operare d’accordo, ed anco i Don col-o ni piti quest'anno concorrere a sostenere i sacrifizi fatti dagli altri per la difesa. $i ; comune. > o) Il socio Napoleone Passerini rende conto degli esperimenti fatti per ri- | conoscere la causa vera del coloramento dei bozzoli filati dai bachi da seta. nutriti con foglie asperse di sostanze coloranti finamente polverizzate. « Durante l'allevamento dei bachi da seta dello scorso anno 1880, avendo letto nell’ottimo libro « Allevamento del baco da seta » del Berti Pichat, che egli aveva conseguìto bozzoli colorati aspergendo di varii colori la foglia da distribuirsi ai bachi, volli tentare anch'io la prova, e per mezzo di nerofumo, terra rossa da pittori e indaco, colori consigliati dal Berti-Pichat medesimo, feci l'esperimento. i Ottenni alcuni bozzoli cenerino-nerastri col primo colore, alcuni arancioni sa pa: col secondo, ma non ebbi bozzolo veruno dai bachi nutriti con foglia sparsa Si; "i d’indaco, essendo morti tutti prima di andare al bosco. Solo uno di essi | ni cominciò a costruire il bozzolo, morendovi poi dentro; ma questo bastò per tai farmi vedere che i bachi nutriti di foglia aspersa d’indaco, se non fossero er morti a causa del nocivo colore, avrebbero anch'essi fatti bozzoli colorati. tn La cosa era strana e poco esplicabile. Il coloramento dei bozzoli non | poteva avvenire che in due modi: o il baco filava la seta già colorata, o la CRA tingeva collo sfregamento del proprio corpo, il quale stando ‘continuamente | N DE in contatto colle materie coloranti ne diviene tutto tinto. ca Il Berti Pichat aveva già, molti anni or sono, fatti esperimenti in pro- posito, ed aveva trovato che i bozzoli erano costruiti con filo colorato, non | tinti dal corpo dei bachi, come nota nella sua opera sopracitata: vi Il qual colore non è però effetto di esterno insudiciamento dei e l'anatomia di questi, per esperimenti fatti dal celebre nostro Alessandrini, | sog oe nt SA È =IR= RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1881. 15 provò l'introduzione delle materie coloranti sino nelle stesse trachee, del che tenne discorso anche nell'ultimo Congresso scientifico in Genova. Ed infatti il Prof. Alessandrini trovò le materie coloranti nelle trachee, ed ottenne bozzoli colorati; ma non le rinvenne nei seriterii, nè si pronunciò riguardo alla maniera di coloramento dei bozzoli. Difficilmente peraltro si poteva comprendere come la materia serica acqui- stasse i colori ingeriti, molto più che alcuni di essi, come per esempio il nerofumo, erano insolubili e perciò inassimilabili. Il fatto poi, notato anche dal Pichat, che i bozzoli colorati sì discîolgono in ultimi strati gialli, ba- stava per far nascere qualche dubbio sul modo di coloritura da lui ammesso. Onde spinto anche dall’egregio sig. Dott. Guelfo Cavanna, quest'anno volli ripetere l’esperimento. Infatti quando i bachi da seta ebbero cambiato di pelle per la quarta volta, ne presi alquanti, e distribuitili in varie cassette li nutrii, persino che salirono al bosco, con foglia sparsa di varii colori minutamente polverizzati. I colori adoperati furono: nerofumo, rosso (ossido di ferro ottenuto dal ve- triolo verde), blù di prussia (ferrocianuro ferrico), verde oltremare (1). Ot- tenni bozzoli più o meno intensamente ed uniformemente colorati con tutti i - citati colori. Rimaneva ora da verificare se i bachi costruissero bozzoli con seta che uscisse già colorata dai loro seriterii, o se tingessero i bozzoli per sfrega- mento del corpo. Ecco le poche esperienze che ho fatte in proposito. Esperienza 1°. - Nutro alcuni bachi con foglia non colorata, tingendo di tempo in tempo il loro corpo con nerofumo. Ottengo bozzoli cenerino-ne- rastri uguali a quelli filati da bachi che si sono pasciuti di foglia aspersa di nerofumo. Esperienza 2°. — Ad un baco, nutrito di foglia colorata con nerofumo e prossimo a costruire il bozzolo, prendo con una pinzetta il filo sporgente dalla filiera, e ne avvolgo parecchi giri intorno ad una lastretta di vetro. Osservo ad occhio nudo e col microscopio, questo filo, e lo trovo perfettamente uguale a quello dei bachi ordinari, non rinvenendovi neppure la minima traccia di colore. Ripeto questo esperimento sopra altri bachi, nutriti di di- versi colori, ed ottengo il medesimo resultato. È da notarsi che tutti questi bachi subito dopo costruiscono bozzoli colorati. (1) Oltre i colori suddetti volli tentare anche il giallo di cromo (cromato di piombo), il quale peraltro, come avevo preveduto, fece in breve morire avvelenati tutti ibachi. 16 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA DICA Esperienza 8° - Apro il corpo di vari bachi, nutriti di diversi colori. e pronti a filare il bozzolo. ‘Trovo la materia colorante nel. tubo digerente, hi; quando questo è ripieno di cibo, e talvolta in alcune trachee (2). La cute puro è tutta tinta, e il colore si osserva per trasparenza anche dalla faccia i Di interna di essa; si rinviene eziandio negli escrementi espulsi dai bachi. Sono invece completamente privi di colore i seriterii in tutte le loro parti, il corpo grasso ec. Su di un baco che aveva il tubo digerente vuoto di cibo, non trovo. traccia di colore, mentre rinvengo colorite la pelle e le trachee. | Esperienza 4° - Prendo alcuni bachi maturi e già saliti sulle scope e li ravvolgo più e più volte in diversi colori, finchè il loro corpo non è com- pletamente tinto. Li metto poscia sopra alcuni ramoscelli di scopa, senza dar loro più alcun nutrimento. Essi in breve filano tutti quanti dei bozzoli perfetta- mente colorati, del tutto uguali a quelli dei bachi che si sono cibati di fo- glia tinta. fi, Noterò finalmente che i bozzoli sono tinti solo esternamente, essendo di co- lore naturale gli ultimi strati interni di seta, cosa che fu osservata anche dal Berti Pichat, come ho detto di sopra; che la crisalide non è per niente colorita, | e che essa si cambia in una farfalla pure non colorita e perfettamente sana. Da questi esperimenti credo poter dedurre: Hi; 1°. Che il colore è portato nella pelle pel continuo contatto di lei col colore stesso, nel tubo digerente dal cibo che ne è asperso, e nelle trachee, probabilmente, dall’aria inspirata o per più semplice fatto meccanico. Mi 2°. Che gli ultimi strati interni di seta nei bozzoli non sono colorati, per Ni la semplice ragione che la pelle del baco ha deposto nei primi strati tutto pu il colore di cui era ricoperta. RITI 8°. Che contrariamente all’opinione del Berti Pichat, i bachi che sì sono cibati, per un tempo più o meno lungo, di foglia sparsa di colori, 0 co- struiscono bozzoli colorati, ma li tingono per lo sfregamento continuo ag della loro cute. » i (2) Assai raramente ho trovato le materie coloranti nelle trachee, mentre il Profes- sore Alessandrini ve le ritrovava costantemente, come notò nel Congresso scientifico di Genova. Può darsi forse che io abbia fatto uso di colori non bastauntemente polveriz- | zati, ma in tal caso, a parer mio, apparrebbe più evidente che il colore entri nelle tra- | chee per gli stirmi, non per le vie dello stomaco, come credè il Prof. Alessandrini. || Chè se il ventricolo distribuisse il colore alle trachee, ciò dovrebbe accadere anche se questo non fosse minutissimamente triturato. Inoltre mi permetto di domandare come | mai il colore si rinviene soltanto nelle trachee, e non in altri organi che stanno in in-. tdi i timo contatto col tubo digerente? Aggiungerò peraltro che l'illustre Professore fece MRI uso di colori vegetali, e perciò affatto diversi da quelli da me adoperati. Val | °—‘’RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1881. 17 viali RNC tal soggetto d’investigazione e donar loro anche l’apparecchio, che viene de- Mentre poi non possono, per le condizioni stesse poco rigorose dello spe- rimento, ritenerlo per concludente in ciò che riguarda l’azione dei singcli ‘raggi, dichiarano accordargli un certo valore quanto all’azione delle luci colo- rate quali si possono avere da vetri ordinari del commercio. Una nota sull'argomento sarà pubblicata nel Bullettino; fin d’ora però ‘i nominati due soci vogliono mettere in sodo che il problema va considerato ‘non solo dal lato generale, in relazione cioè con le proprietà dei diversi raggi, «5ma ancora da quello particolare delle azioni riflesse che hanno per punto di partenza l’organo visivo e sono indotte dai vari raggi: queste azioni reflesse devono essere in rapporto con la conformazione dell’organo. DI _ Il Prof. Pavesi crede non possa essere dalle attuali esperienze messo in ‘dubbio il principio già stabilito della diversa influenza dei raggi spettrali; cita alcuni scritti italiani dimenticati sull'argomento. Cavanna ripete quanto aveva già detto sulla importanza ed attendibilità hi: lello sperimento; ringrazia il collega delle indicazioni bibliografiche, una | delle quali eragli ignota. Dietro invito del Presidente, il segretario Cavanna legge alcuni brani della rrazione di una gita fatta l’anno passato in Basilicata, insieme ai sigg. An- onio Biondi e Cesare Caroti, e che ebbe per obiettivo principale i monti Vul- ure e Pollino. La detta narrazione serve di introduzione ai Cataloghi degli RIVE NWRNST A Ba AIRLINE 0 ARTI A CAINO, I GU SANES VOPMEN PRU SANARE EROI È VANI Mi Wicar MIRATI TRA AT DE MATA) Vien comunicata la seguente lettera, diretta da Venezia, in data 20 gio, dal socio Consigliere A. P. Ninni al Segretario Cavanna. vu « Egregio amico i Alle tre pomeridiane dello scorso 6 maggio, soli perfetta salute, discendere una scala a chiocciola umida ed oscura, mentre mi teneva p dentemente col lato sinistro lunghesso il muro, venni ferito da uno scorpio alla base dorsale della prima falange del dito mignolo mancino. Mi res tosto consapevole dell'accaduto il bruciore ed il prurito che avvertiva nell parte lesa, sebbene il punto dell’ entratura del pungiglione inoculatore de veleno si scorgesse appena. Però in breve corso di tempo si sviluppò dapprim oscuro, quale appunto la descrive, tra gli altri, il Moquin-Tandon nella Zoologie medicale. di Il misto di prurito e di bruciore s’ era del tutto cangiato in vero d ) che si rendeva più intenso nei movimenti dei muscoli estensori e flessori dita, e precisamente nella località propria dell’ estensore dell’ annulare mignolo. esterna, l’altra si estendeva seguendo il quarto osso del metacarpo, terminan rigo oltre il limite del ih della i o oli avanza a la parte ulnare esterna sino al gomito. RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1881. 19 Coi sintomi ora indicati si associò anche un poco di movimento febbrile . che unito al dolore locale mi procurò insonnia. Dalla mattina del giorno . isintomi tutti cominciarono ad ammansarsi: il giorno 8, sebbene la gon- È, fiezza si fosse alquanto scemata, i movimenti di flessione ed estensione delle dita mi risvegliavano un certo grado di dolore, per cui fui costretto per pa- pt) recchi giorni al bendaggio ed ail’ inazione dell’ arto offeso. % mir «Da quanto le esposi Ella può ben arguire che io non posso asserire con VM Plinio che gli scorpioni « visuntur tamen aliquando in Italia sed innocui » ne col nostro Redi « Zo credo che Plinio avesse ragione quando affermò che quegli che sì trovano in Italia sono innocenti e non velenosi. Mi creda ec. » Cavanna ricorda che il sig. Le Comte narra essere stato il Brusina, | mentre con lui cacciava nei dintorni di Agram, colpito al braccio da uno scorpione. Brusina ebbe il braccio gonfio per due o tre giorni e non fece al- cuna cura. La puntura dello scorpione non è reputata, secondo il Le Comte, ‘velenosa in quel paese (V. Ann. Soc. entom. d. Belgique, t. XXII, p. CLXIII, 1669). Il Dott. Largeaux in un suo libro sopra le regioni di Birha ed Ouar- &la, riferisce gli effetti prodotti dalla puntura degli scorpioni. Secondo quel viaggiatore il veleno di quegli animali sarebbe eccessivamente pericoloso e x quasi sempre mortale. È da deplorarsi che non si conosca la specie che pro- duce tali effetti; è del tutto improbabile si tratti di Euscorpi. Il Presidente prof. Targioni Tozzetti descrive le seguenti specie nuove di Ortotteri italiani: 1 Ectobia . . . . . del Tirolo, 2 Ephippigera Cavan- | nae di Cosenza, 3 E. Amnae di Oristano, 4 Poecilimon incertus di Prata e di Torcino, in Terra di Lavoro, 5 Barbitistes obtusus di Cagliari, 6 Tham- notrizon Brunneri della Majelletta in Abruzzo, 7 Omalota apenninigena della Consuma, 8 Pezotettix brutius del Monte Morrone in Abruzzo, 9 Cte- nodecticus Bolivari di Cagliari. Il socio Dott. Fiori invia da Modena una nota intorno ad alcuni ,Syr- «Dopo la morte del compianto nostro Vicepresidente prof. Camillo Rondani, vado dedicando qualche giornata allo studio dei Ditteri, che raccolgo nelle mie escursioni. Non avendo però ora materiale sufficiente per compilarne un Catalogo regionale un poco interessante, cosa del resto che riuscirebbe di niuna importanza dopo i lavori che il citato Ditterologo ha compiuti nell’at- 20 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA tiguo Parmigiano, ho creduto far cosa grata alla nostra Società, dir due parole. sM su pochi Syrphini da me posseduti, e non notati fino ad ora come proprii 3 dell’ Emilia. i; Lasiophthicus lucorum Lin. — Fu dal Rondani notato come proprio sol- Mi tanto del Piemonte. Ne ho raccolto un perfetto e ben caratterizzato esemplare presso il ponte di Picchiasassi (Fiumalbo) nell’ estate 1879.‘ Paragus Pecchiolii Rondn. — Un maschio ne cacciai a Casinalbo, nella primavera 1876. Fino ad ora non fu cacciato che presso Pisa. Chrysotorum marginatum Mgn. — Questo pure non si ritenne che proprio del Piemonte. Un maschio ne catturai alla Foce a Giove, nel luglio Di ed ; una femmina nel luglio 1879 all’ Abetone. gi Ù Callicera aenea Fabr. — Il Rondani non aveva ho un sol maschio di | questa specie, da lui raccolto nell’ alto appennino Parmigiano, la tomo non fu mai da noi riscontrata. Il maschio lo catturai fino dal 1874 nei din- torni di Modena : la femmina ho cacciata a Fontanaluccio, sulla rosa canina in fiore, nell’ agosto 1876. Bargagli riferisce alcuni particolari biologici sullo Smicronyx cyaneus. Lo Smicronyx cyaneus Gyll. è un piccolo Curculionide di un bel verde. 3) i scuro lucentissimo, della tribù degli Eririnidi. Sebbene non comunissimo, pure i si trova generalmente nella sua stazione invernale tra i muschi. Perris, nella sua bellissima opera sulle Larve dei Coleotteri pubblicata nel 1877, narra che Raffray osservò le larve di questa specie ad Algeri nei bulbi della Phelipaea lutea, pianta che, come è noto, vien a guisa degli Orobanchi o succiamoli, dn SI parassita sulle radici di altri vegetali. Qualche anno fa, trovandomi in giugno 4 bi su quei monti a ponente di Siena che limitano la Valle di Merse, non lon- tano dal luogo detto Siena vecchia, vidi qualche cosa di lucente dentro un fiore di Orobanche rapum-genistae, pianta che cresce in grande quantità in quel luogo, parassita delle ginestre o Sarothamnus vulgaris. Rinnovando si l'osservazione trovai in condizioni identiche molti Smicronyx cyaneus, spe- o cialmente nei fiori già cominciati ad appassire per sfioritura., Raccolsi parecchi Orobanche, ne esaminai l’interno del gambo, e vi trovai larve e ninfe che anco in casa si trasformarono in individui della specie indicata. { Da queste osservazioni e da quelle di Raffray, risulta quindi indubitata- mente che le piante della tribù delle Orobancoidee sono la dimora ed il nu- trimento delle Smicronyx cyaneus. Paragonando il modo di vivere di questa | specie con quello di altra specie congenere, troviamo il fatto singolare che lo i RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1881. 21 —_ Smicronyx variegatus Reich., secondo le osservazioni del Dott. Forster, vive sopra un’altra pianta di famiglia diversa la Cuscuta europaea, una con- — volvulacea, ma che anche essa è parassita di molti altri vegetali, come dei Trifogli, della Ginestra, del Lino, ec. Anche questa specie trovasi comune- «mente in grande quantità nelle sue stazioni di ibernazione, tra i muschi sotto . le scorze degli alberi ec. Sotto il nome di Plutonius Zwierleini il Segretario Cavanna descrive una nuova specie appartenente ad un nuovo genere di Scolopendridi, trovata a Taormina dal Barone von Zwierlein. È assai dubbio che la nuova forma ap- ‘partenga veramente alla fauna italiana; in ogni modo è notevolissima perchè possiede 19 stigmi in luogo di 9 o 10, e differisce perciò da tutti i Scolopen- dridi oggi conosciuti. La scoperta del Plutonium costringe a modificare, per quanto riguarda gli stigmi o spiracoli, la diagnosi della famiglia. Per il nuovo genere vien creata la tribù degli Scolopendridae plusiostigmi, cho trova il suo posto a capo delle due che ora costituiscono la sottofamiglia degli Scol. cribriferi. Nel Bullettino sarà pubblicata l’intera descrizione, con le consi- derazioni che la seguono ed una tav. litografica. Piccioli presenta una Nota intorno la biologia di alcuni insetti da lui osservati nei dintorni di Firenze, che sarà pubblicata nel Bullettino. Il socio Simon ha inviato la descrizione di un nuovo araneide italiano. PARDOSA CAVANNAE Sp. Nov. 9) Long. 7. Cephalothorax brevior quam patella cum tibia 4 paris, nigerrimus, nitidus, pilis longis obscure fulvis parce vestitus, vittis longitudinalibus nullis. Series oculorum antica leviter procurva, oculis aequis mediis inter se evidenter magis quam a lateralibus remotis; intervallum oculorum seriei secundae diametro oculi latius. Abdomen nigrum-obscure-flavo, longe pubescens, concolor. Chelae migrae, transverse dense striatae. Sternum nigrum. Pedes nigri, longe fulvo pubescentes et aculeati, metatarsis tarsisque fusco piceis; metatarso IV tibia cum patella multo longiore; tibia I sub- tus 3. 3. longe aculeata; metatarsis I et II cylindricis haud depressis nec plumosis. Pedes maxillares nigri obscure-fulvo pubescentes; patella supra ad basin paulo clariore et rufescente. Tibia et patella acqua longitudine, ‘22 SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA 0 tibia vix angustiore fere parallela ; tarso ad basin tibia latiore, ad aj longe attenuato, bulbo apophyse gracile, longo, simplice, antice oblique . 1, perpendiculariter directa, fere ut in P. pullata, instructo. i 9) Joe, differt. Vicina alle P. nigra C. Koch., luctinosa E. S., palusiciti “i ong pes Thor. et celeris Thor. Differisce dalla nigra per la forma della sua pofisi genitale che non è ne perpendicolare ne bifida; dalle paludicola e luctin I perchè ha l’apofisi molto più lunga: dalla Zuctinosa è poi diversa anche. Mi pra 0° (limite massimo a cui sì arriva con la macchina della quale mi se; allorchè si applica ad essa una campana di grande capacità), chiusi le c vette di comunicazione e-lasciai tutto in quiete. Dopo tre giorni (duran quali il manometro non cangiò punto di livello), detti libero accesso all’a addominali. i i Ripetuto l'esperimento, protraendo l’azione del vwoto secco per 4,. RESOCONTI DELLE ADUNANZE — ANNO 1881. 23 giorni, ebbi sempre a notare che alcune crisalidi mantenevansi fresche e viventi. Se non che la proporzione di esse andò scemando col crescere della . Conservate diligentemente 20 crisalidi che avevano superata la grave prova, ebbi le seguenti resultanze finali: 18 perirono entro 15 o 20 giorni | tissime. pai E riferiti fatti mi sembrano non meno nuovi che strani; laonde spero che il loro annunzio sia per destare un vivo interesse in tutti coloro che si occupano di fisiologia entomologica. LS Come mai potette per 3, 4, 5 e 6 giorni rimanere sospesa la funzione | respiratoria, senza che avvenissero tali disordini nel complesso dell'organismo Joi da troncare la vita nelle crisalidi sottoposte alla esperienza? i Qual potente motivo valse ad impedire la evaporazione dei liquidi in- î fi terni e di quelli altresì contenuti nei tessuti superficiali ? «|... D’onde avviene che, per la cessata pressione esterna, i fluidi contenuti DAS nei vari organi ed all’intorno di essi non si espansero in guisa da premere Vigorosamente e rompere l’inviluppo esterno? Ecco alcuni importanti quesiti conseguenziali, che molto importerebbe o di risolvere, ma in ordine ai quali mancano adesso i neeessari dati positivi. | Accurate indagini potranno fornirli in seguito. n Frattanto raccomando questo nuovo soggetto di studio a tutti coloro che Mo trovansi in condizioni propizie per occuparsene; massime poi a quei giovani È - entomofili nella cui mente ferve il desiderio di contribuire in qualche ma- | niera all'incremento della scienza. » «A complemento delle comunicazioni anteriormente fatte intorno alla con- i servazione degli Odonati per mezzo del vuoto secco, il prof. Stefanelli mostra alcuni esemplari di libellule, i quali, quantunque già serbati *per circa tre “anni in stanze poco asciutte, durante il verno, pur tuttavia mantengono acchiati prof. Luigi mi ogretari Peragallo A. | > entrati a na: RATIO della Società. Per la stampa nel Bullettino sono presentati i A siti d; Simonetta — I Pediculini del Museo di Pavia ec. I Curò — Aggiunte al catalogo dei Lepidotteri d’Italia. cie esterna. Il trocantere è più grosso dell’ ordinario, non cOMPresso, strozza; alla base, suisO al UE ilo; abbraccia COIIBRERRE un femore if bt I tre distali, più corti degli altri e più sottili, non nuiscono gradatamente di volume: ben distinti tra più scura e presentano piccole spine e tubercoletti; esiste ADDarenA Ù Dn atrofici e FORORA: osserva i solito fiocchetto di setole più lunghe, e tutta la do teggiata, rugosa, ed in corrispondenza dei margini spinulosa. per ultimo il tarso, con gli articoli più larghi, men lunghi e più se con le FED DE ME anO. Il DIRO Ha nostro nanni Du, È esisteva un quinto articolo, perduto accidentalmente o rotto nel raccoglie nel preparare l’animale. ì\ mt E 0 le tro. Vediamo qui gli elementi di tre zampe, una sola delle quali è ita ad uno sviluppo non molto lontano dal normale. Il punto d’origine le tre CI è va, do, che si presenta non solo DEERANalie bifido si f, 3 cau di questa anomalia, oggi sie le idee del tutto erronee di Seringe e di ta hi ri, sono state affatto abbandonate e sostituite da quelle di Dareste, qua sai molti uo LA SURiEna come il continuatore di CARLA vatosi nell’anno stesso del Sinoxylon muricatum in Piemonte a danno si pi (00% tag nota ne provocò un’altra assai Ino del do Apelle sato : ‘mio riguardo, ed assicurarlo ché nè in questa ne in alcun’altra oc- ca i ea non mi Kos I, in manie di ascrivere le sue osserva- Dei alla nota del sig. Lorenzo Camerano intitolata - Del Ide muricatum Fab. in qu queste che si sviluppa il più gran numero di individui, i quali intacc anche le viti perfettamente sane. Ora, se in una vigna le viti am l deboli sono in gran numero, è cosa evidente che gli insetti, trovand. nienti condizioni di vita, si svilupperanno in grandissimo numero @ | per danneggiare anche le viti sane. Ù « Viceversa, se una vigna è in massima parte costituita di pian e in buone condizioni di vita, difficilmente risentirà molto danno da setti che ci SCO, insetti xilofagi, i quali prima non vi si trovavano e non si trovano piante circostanti le quali siano to sane. muricatum, dirò che per una parte di essi le cose possono essere | benissimo come dice il sig. Apelle Dei. Essi erano cioè « tralci colpi « gelo, mortalmente sì, ma non uccisi all’istante nel verno....... SS « erano, come dice molto bene l'Autore citato, cadaveri ancora freschi ed a « taccati in quello stato dai Sinoxylon. » Ma alcuni altri, e precisamente i ì p grossi da me esaminati e citati, vennero a mia richiesta accuratamente sco) e ritenuti, al giudizio di periti viticultori, come perfettamente sani e viva Io non voglio con ciò togliere valore alle interessanti esperienze sig. Apelle Dei: ma non posso a meno, sebbene, ripeto, in fondo io cr (1) Annali della R. Accademia di Agricoltura di Torino, vol. XXIV, 1881. i quanto poi agli esperimenti, debbo dire che non mi sembrano ab- za concludenti, per ora, soprattutto il secondo, essendo molto difficile IL) il danno arrecato alle viti anche nell’anno precedente da questo fiiio ssai inferiore alla paura che se ne aveva in Primavera. | Rispetto poi alla questione delle gallerie circolari e longitudinali debbo ) Rimane tuttavia sempre il fatto che il Costa non menziona le gallerie lari. La spiegazione data dal sig. Apelle Dei mi pare ragionevolissima. Cadono con ciò anche lo ipotesi da me fatte relativamente alla esistenza di me forme di Sinoxylon diverse nel costume e nel colore. | Ciò premesso, io credo di poter conchiudere: 1°. Che il Sinoxylon muricatum piemontese è identico pei costumi a ello descritto dal Costa e che appartiene alla stessa specie 2°. Che esso intacca principalmente i tralci ammalati. 8°. Che talvolta scava gallerie anche in tralci sani, senza essere tuttavia Isa di morte pei tralci stessi, sopratutto se i tralci sono di grande mole. 4°. Che, come dice benissimo il sig. Apelle Dei, il Sinoxylon muricatum Sono lieto che il sig. Apelle Dei colla pubblicazione del suo interessante itto mi abbia fornito occasione di apprezzare la squisita sua cortesia e nello sso tempo di completare e rettificare in vari punti la prima mia pubbli azione intorno al Sinoxylon muricatum. » INDICE DEI RESOCONTI — ATTI DELLA SOCIETÀ Bilancio consuntivo del 1880 e preventivo del 1881: osservazioni e voti in proposito. VA Cambi (proposte di). Comunicazioni varie. Doni (presentazione di). Elezioni parziali. Lavori, note ec. (presentazione di). Lettere di ringraziamento per nomine, invio del Bollettino ec. Relazioni dei Segretari. Soci nuovi. Statuto (modificazioni allo). » (ristampa dello). VARIA Coloramento dei bozzoli filati dai bachi da seta nutriti con foglie ) asperse di sostanze coloranti finamente polverizzate; sua vera causa. — Osservazioni ed esperimenti di Napoleone Passerini. Gita in Basilicata ; cataloghi degli animali raccolti in quella regione. ; ta Insetti dannosi all'agricoltura Comun. di A. Targioni Tozzetti. I Luci colorate; loro azione sullo sviluppo dei bachi da seta. Espe- rienze di G. Cavanna e G. Carobbi. — Osservazioni di P. Pa-. vesi in proposito. Da Vuoto secco; suoi effetti sulle crisalidi. Oss. di P. Stefanelli. } Stabilità delle preparazioni ottenute col vuoto secco. Nota di P. Stefanelli. NEUROPTEBA, ORTOPTERA EC. Barbitistes obtusus n. sp. di Cagliari. COLEOPTERA HyMENOPTERA DIPTERA ronys Cuore Gyll. (sulla biologia dello) — Nota di P. Bargagli. pag. 19 26 i 21 20 19, 20 Syrphini nuovi per l’ Emilia. — Nota del Dott. Fiori. —_ destructor, ualsizi ai grani. Chrysotorum marginatum Mgn. 7 Lasiophthicus lucorum Lin. Paragus Pecchiolii Ran. LEPIDOPTERA Antispila Rivillei Staint.; danni che arreca. Bombyx mori L. Coloramento dei -bozzoli ec. sli ia DS Allevamento fatto sotto I° influenza delle luci co gr Eudemis botrana; suoi danni. Pieris; crisalidi di P. rapae e di Pieris brassicae sottoposto l’azione del vuoto secco. ARACHNIDA — MyRIAPODA. Plutonium Zwierleini n. g. e n. sp. di Scolopendridi. Scolopendridae plusiostigmi, nuova tribù. II Il il | | I| Î | II II Ì II I INN | I Il I, III 4 9088 eo er‘ Ji FU00 UI1Z03I 6522 MINI IL