rt i £ ni or i Putin I Ù ' l we... Ù Di “i ta Mr ua) “i e dn i : piva ine | Patto ' . ‘ LI “I mu ‘Wei hi, ‘ pegno D ù bibe x ; pl nettaji” P sel . QESUOIE 9 i fi le di ILREITATETO? Bia ui ANT DE MISAFT ARA FLEAIAGILAI 349 nto ' . 1 porta te1.4 Kid) | dg ipo asd) thai tia intesi LOCI Mia To i (90 . IICZZÀ I Re ti A I] w : i i SISSA TOGHE | i 2 : RARI RINTAT pipi Un \ VA TA: IE MITA di sentite LI nu Ù IERTTIRIEÌ PETCAZII pd si " x ì n PIT] M . (8 rada e ago I mb reo iS A fto LN! dal 4 ta] 3 i A \ D) Val Cd ut, Sani, Pira UTORGAI i » SMIVIEAPRANRTÀ Pari . » ti x ii i y ‘ iure Ù Ric ' di MELA x i bea o pi Ù fi Iii LI va A pania He mal METRI 1 i th nd ul pm SP Tp N | RT N sl rsa Larplti gilt È Ì bi METTANO tai R sii ih dg It pa 7 nes} ‘ Ud pat supe Ft 4) ° 4 î 0°, ari de 4 bi; li INCOE MI Jar i 1 1h ti 4 SIA ela dpi RIINA) SEL TTIAVA. E Ip È i nn fig Mas Visgdy Ni sit LIUTO sn HIER ILCLESI Ul * Lo î (LA FAO: 70) Ù % GUI ELI i) at b Î i » aereo Li dtatr iv NATI) qua hi hi sile ‘e tr | ci MatbiRsertazzaftit crete : #i.i a i na Rittal DIL pe aiar i cdi PELA tivi Le e î Ù sisi Sr n satin sa ieri (I n : ini . 4 i 13 * Ri Rua 1 4 4990: carpi _” è } i; L; epic di | ‘ j i ì itato par sii su N Id i [ x 6 ‘ qui ' hi si ni INCL i sca dai y pitt XI Te) #1 i URTO I dii puisaari shtre a fa, DECORI duo î \ ell lb bici Hoa 14 A tt Ì I Prati LAAO tr ; P°i ni" 40,4 dI bi Ù ' LO A iaceh mid tetta i, È i Ù ente. 0-8,0 Ù , È n vr ae ' sa } itato Tear iavrptralati ì y Pr h Ù teli gici Toti LIA, "4 i ' . MEMI Yirdi ne pPriesiaro ' pad ' ‘ >d | Dda te x "ade id hi 41501 : $ ‘ î î 1 i Ra DALE n ' Les ite D Li i a 9 y ; * '' Ù 9; put nuit ì i ‘ A n co val è i \ DIE HI puri U VUE 54) pid pet CICATI iu Middle iN » ; i in iui iti DO, tti .. (OE su SER puts IUDE LR TISCIZRIOI CA sun tt tatela MILICI i (a ‘ . DI Di PIANI RO "stando, di Ii ALA ORA CNIL Jotafe ni IH vibiati Pol Ro) H A ATI CCA) AIAR IINCRAZII o ti DETTI fi fp degli hi ILVALI pan Dot, Ù sii Moggi pit pati ' ’ 4 sist fi a RUN VOPTL Meli Do ù di) nati ti inve CIT n UNI y Li phi ti Himei RI SIRIA Ipo RE IR PITIPIT HR OI w net RUMTIA 1h RA (bi Ti Mt PIPE) ni Lo j) IAS0R, pd PH PA ttt tt van Lg lag! i Hats IIdE: siga Ni I AT Li nta st tesi i PET d) MIO conii di i nigi i usi ‘atanlat Me pre non brivtit: MELA LU IP TI MELI % vi 4 Rini Miti Hi: ni i ri SIE DIL paeate “ “vi REIT tetta HA paginenidi girata do Foti n d'eguntà di n” vi ni si FRDIRI i ni italia ti ri 7 n avretg li vie sid Tnera Us ste gita i st pin» sedile tn si 1) Alwiga Ri Durni vi: HA 0 su o Min tnertoioa sat A LIDIA HA det vi Miti fia ntiti Hina _ Su da aut RIO Von pet (Wan! pe randa uri so di se PONI gente i memi ae, L,\, rada E DIRETTA DAL Dorr. LurGr MONTEMARTINI Direttore del Laboratorio Crittogamico di Pavia PAVIA TIPOGRAFIA COOPERATIVA 1922 di Patologia Fre DI RETTA DAL 2; 3 SLA Luiei Sonia EE Rivista : i RANDES E. W. — L'avvizzimento delle Musa <.<... 0.0, 19 Brown N. e Harvey R. B. — Marciume dei cavoli cinesi... _.. , 24 BrARs L. P. — Nematodi su Trifolium e Fragaria . 3 ‘ : pr 23 CamPANILO G. — L’orobanche della fava . ; CSA So Pesio I. hi i CARSNER E. — Arricciamento della cima delle betana ; $ 40 & < COLIZZA C. — La Septoria Iridis Massal.. —. Pal i 2 ] 120 AG | DORAN W.L. — Le temperature di germinazione torio spore di Ure- 5 i . dinee 5 è : sir la È : : È ; NZ 3 e ? Gius Pie difao I. 0. — Clorosi calcare e utilizzazione del Mg S ferro nel terreno . ; : . x È 4 * i A «_—’—MoRrEtTINI A. — Resistenza alla carie e selezione .. . È i MERE! i | — NicoLas G. — Respirazione delle piante attaocate da funghi . : nr 29 SI i. PanTaNELLI E. — Azione degli anticrittogamici ; AE ei \ 336 — —Potraccr G. — Rassegne crittogamiche 1918-20 SE i È RSI al È Rosrie G. P. — Ereditarietà e antracnosi dei fagiuoli . RESA i 29 (° - SCIACOA N..- Un nemico dell’orobaniche .. ; : : 1 - Sao | 10 SPLeNDORE A. — I parassiti delle arvicole. |... /. °° 22 ta s | Stone R. E. — Incubazione del Cronartium ribicola . ? ( è n 80 È: Pi rtsorone G. — La flagellosi delie euforbie e gli insetti . x i IR@iet.) n, | TRINCHIERI G. — Un anticrittogamico e insetticida meritevole d’es- fi sere conosciuto | . . MAC dI: ; ARIE er ‘ Pei i; i 5) Voce. I. H. — Malattia delle rose innestate . s ; i - ch WoLr F, A. — Malattia bacterica del fagiuolo vellutato . : LN Ro eine I a ele gf pria Br dei ol: La PAVIA TIPOGRAFIA COOPERATIVA 1921 | Contro la pe vi el e dei pomodori, ‘invece. del solfato di I I adoperare la. 352 Pasta Caffaro Sche: è um preparato di rame, il quale. o da medesima efficacia della poltiglia bordolese. x Costa meno del solfato di rame ed è. | più semplice preparazione. I «»_°—‘—’— Esperienze comparative. fatte, per la le — dai prof. Sannino e Zago a Broni, e, per. le patate, dal prof. Montemartini a Bergamo e Varese, hanno dimostrato che questo composto «di rame vale tanto quanto le poltiglie hordolesi | meglio preparate. | La Società del Caffaro ha recentemente messo in commercio anche la i POLVERE CAFFARO i contenente la stessa percentuale di rame della BARA Caffaro, La Polvere Caffaro può essere applicata coi c0- muni soffietti a solforare ed aderisce meravigliosamente agli organi vegetali. È comodissima ex ì FrubbicO Ar Bio gli orticoltori ed i vivaisti. La Pasta e la Polvere Caffaro, devono la loro efficacia al fatto che contengono del rame in forma di ossicloruro. i Sono preparate dalla Società elettrica ed elettrochimica del mi sa | Caffaro (Milano - Via Lovanio, 4), e si possono acquistare presso . tutti i Consorzi agrari federati nella Federazione italiana dei Consorzi agrari. i a_i Num. 1-2. Riv sta. di Patologia Vegetale Diretta DAL Dort. LUIGI MONTEMARTINI Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano _ Direzione e Amministrazione : Prof. LurGi MONTEMARTINI - Pavia LIBRARY LAVORI ORIGINALI NEW YORK BOTANICAL GARDEN ROSA. PARISI i ‘ Mine: ds - plico b —_DI ALCUNI PARASSITI DELLE PIANTE MEDICINALI E DA ESSENZE £ @ L’estesa coltura di piante medicinali e da essenze che si fa fr 313 vi nel R. Orto botanico di Napoli, e che si è sempre più intensifi- È cata in questi ultimi anni, ha dato occasione di osservare su i alcune di esse la presenza di parassiti. E l’ Illustre Prof. Cavara, i Direttore dell’ Istituto, notandone la frequenza e il danno che | spesso apportano allo sviluppo di determinate piante, mi affidò ‘esame e lo studio di essi. . Le piante specialmente colpite sono: Scula maritima, Iris Da | pallida, Rumex Pattentia, Cinnamomum Camphora, Papaver som- 3 niferum, Rosa tentifolia, Rosa Hay, Ricinus communis e sue va- 3 rietà, A/thaea officinalis, Melissa officinalis, Atropa Belladonna, ù | Hyoscyamus niger e albus, Datura Stramonium, Datura Metel, _ Digitalis purpurea. > Per quanto la maggior parte dei parassiti qui sotto elen- ; cati, siano stati oggetto di studii e di illustrazione da parte di a e cn e PAN sottrarci all’ iau ed al monopolio di altre Nazioni, a Val «su scala più o meno vasta delle piante medicinali e dà A . | senze. | PARASSITI VEGETALI Physoderma Debeauzxii (Bubàk) - - Sypow, Ann. Mye.,. pag. 255; Sacc., Syll. XVII, pag. 5I4. La Scilla maritima,! della quale un centinaio di piante, | recente introdotte dalle stazioni naturali dei dintorni di Nap era stato messo a dimora nelle terre dell’ Orto botanico, | ha presentato testè segni non, dubbi di una malattia cito Le sue foglie erano cosparse di macchie ellissoidali coll’ asse maggiore nella direzione delle nervature, con abrasione dei tes suti, onde un margine alquanto rilevato, quasi a cercine, e di Sere un colore verde-grigiastro lucente che risaltava sul color gial- a che aveva già assunto la parte marginale della foglia. taccata. Viste per trasparenza, oltre il rilievo suddetto, limit 7 X le macchie, si nota un alone sfumato, di un color verde chi ie che ne forma la zona limitante, mentre l’ interno della macchia | ,è occupato da un nucleo di color violaceo-oscuro o grigio ros-_ sastro e da una zona incolora, trasparente, centrale. See Ni A. prima vista pareva si trattasse dell’ Uromyces Scilla um | (Grev.) Winter, abbastanza comune nel bacino del Mediterraneo. Ma fatta una sezione trasversale di una foglia, in corrispondenza "-$ Me si è subito potuto vedere che si trattava di altro cete e, pei caratteri offerti, di un P%ysoderma (Chitridiacea). ti E sulla .Sci//a è stato, infatti, rinvenuto, fin dal 1882 da Debeaux ad Orano in Algeria un Physoderma studiato poi dal Bubàk, il quale anzi, dapprima, l’ aveva ritenuto per un £x#y- loma (E. Debeauxit) e poi riferito dallo stesso autore al genere La GTA descrizione del Bubàk è basata sull'esame di esemplari Miickoccati dell’ Erbario di Berlino, epperò alcuni particolari a lui’ | sfuggirono : ‘così egli, a proposito del micelio, dichiara di non averne trovato traccia, mentre negli esemplari freschi è evidente, i Ù i cgasià di esilissime ife, che riescono, per processo di idrolisi si della membrana cellulare, a passare da una cellula all’altra ; ed pore sono numerose nel mesofillo e particelarmente nella parte centrale delle TRACenie, resasi trasparente per mancanza di cloro- cn assai; il Bubàk assevera essere poche, al massimo cinque; È io ne ho osservato da una a sei o sette, e ciò è in Paone | colla grandezza delle cellule, non escluse le epidermiche le quali, come più piccole, ne contengono di solito una sola. Sono glo- bulari, a episporio giallo-bruno e finamente verrucose, e misu- rano 13,7-28u; secondo Bubàk 15,4-33 w Come ho detto sopra i a parte centrale delle macchie, nella quale si accentua la for- | mazione delle spore e l'esaurimento dei tessuti della pianta ospite © ha raggiunto il massimo grado, è priva di cloroplasti mentre | nella parte periferica delle macchie stesse i cloroplasti sono pre- | senti e specialmente nell’ alone sfumato periferico. | Il fatto di tale alone verde chiaro sfumato limitante le macchie sta a dire come per l’azione stimolante del parassita il tessuto assimilatore continui a funzionare mentre il lembo fogliare è già erato e senza clorofilla tutto all’ ingiro. È questa una conferma di quanto è stato osservato su foglie e frutti di è taccate da cocciniglie 4‘). Come si rileva da quanto ho già detto, l’ epoca n favorevole allo sviluppo di questo fungillo è il periodi piogge nei paesi temperati caldi: diffatti, qui a Napoli si è trato in BRANI e SH Orano in (ebbialo: E danapsisstoni noto, in autunno, ed il bulbo così non può i tsi den stanze di riserva elaborate dalle foglie'e che devono servir. completo sviluppo della pianta e cioè a dare gli scapi fiorali. l’ agosto all’ ottobre. Ne viene anche di conseguenza’ ch'è meno- mata anche l’azione dei suoi principi attivi. Uromyces Rumicis (Schum.). Sacc., Syll. VII 2, pag. ga TROTTER; FI. It. Crypt., Uredinales, pag. ‘73.4 Sinon. Uredo R. (Schum.); Uromyces Rumicum (Lév) 5 Uromyces fraternus (Lasch.). Le foglie di Rumex Patientia, in primavera, sono state col-. pite da questo parassita; in entrambe le pagine si osservano, sparse, numerose, piccolissime pustole giallo brune, polverulen che sono gli acervoli sporiferi tanto della forma uredosporica che | della teleutosporica. 0 Le foglie, attaccate dal parassita, dapprima ingialliscono, jp SETT accartocciano, poi disseccano e cadono al suolo. i) Cornu M. - Prolongation de l’activité des cellules chlorophyllienne 3) sous l’ influence d’un parasite - (Compt. rend. de l’Accadémie des Sciences | de Paris, 1881, T. XCIII). — KocHs J. in Kiister, Pathologische Pilanana- tomie, Jena, 1908, pag. 38. — CAVARA FR., Tufano agli effetti dell’azione a irritante delle Cocciniglie sui tessuti PR (Rend. R. Acc. di Se Fis. e Matem. di Napoli 1908, Fasc. 1° e 2°, 3 pag. —' Rivista di Patologia i Vegetale, Pavia, Anno III, n. 15, dicembre 1908). — MontEMARTINI L. — In- | torno ad alcuni casi di RT autunnale locale e temporanea, (Atti del- l’Ist. bot. dell’ Univ. di Pavia, Serie Il, Vol. XVII, 1916, pag. 21). 40 ; P ’hragmidium subcorticium (Schrank) - Saoc., Syll. VII, 2, SE 5 | pag. 746; BRIOSI e CAVARA, Funghi parassiti n. 8; FER- A f RARIS, Parassiti vegetali, 1913, pag. 636; TROTTER, FI. est: Crypt., Uredinales, pag. 347. LP Sa ' Ha colpito le foglie della osa centifolia. Si è riscontrata ‘tanto la forma uredosporica che la teleutosporica. Nello stesso reparto si sono mostrate non colpite le altre rose da essenze, fa me l’ ibrido Hay, la R. damascena, e la R. Briiner. ‘Thielawia basicola (Zopf) SaAcc., Syll., I, pag. 39; PE- GLION V., Rend. R. Accad. d. Linc., Vol. VI, 2° sem., ser. 5%, fasc. 2°, Roma 1897; CAMPBELL C., in L'Italia agri- cola, Anno XXXVIII, n. 23, 1901, pag. 540; SORAUER, | Handb. der Pflanzenkr. 1908, p. 182; Sai Ve dei Boll. Tecn. della Coltivaz. Tabacchi, 1912, n. 1; FERRARIS, Parassiti vegetali, 1913, pag. 444. Le giovani piantine di Atropa Bélladonna ottenute da semi RE e coltivate in vasi in serrette di moltiplicazione, presentarono nel | giugno 1918, una morìa che fu facile attribuire alla 7%ze/awia basicola, le cui fruttificazioni vennero riscontrate nell’ asse radi- p cale. Questo fungillo che attacca un numero rilevante di piante, partenenti a diverse famiglie, fra cui Iridacee, Leguminose, Araliacee, Begoniacee, Violacee, Malvacee, Primulacee, Solana- cee, Composite, non era tuttavia ancora Stato osservato per la Atropa Belladonna. se Com’ è noto le condizioni che favoriscono questo fungo sono n date da soverchia umidità, da mancanza di aerazione e da ab- M bondante concimazione , condizioni queste che si verificano più PRES che mai nelle serre di moltiplicazione. Ed è anche probabile che i a propagazione del parassita avvenga per opera di animali, quali i vermi di terra, lumachelle o larve. Certo è che fatte uscire al- malattia si arrestò. CAMERE l’anno scorso Sue vaserie ad. ae LA in serra e SERATE BACO, Sane a ridosso di ù quali vi dovevano essere numerose spore del fungo; il che a dire della necessità, in tali casi, di sterilizzare i terricci l’ eseguire il trapianto delle piantine. dl ‘pag. 212; BRIOSI e CAVARA, î SI parassiti, Fasc. XIII-XIV, Mii: 63278 1900 ; FERRARIS, Fl. It. Crypt., 1910, pag. 820. : Sinon. Qvularia variabilis Roum. et Rouss., FI. Myc. B s xelles, 1884; Cylrdrospora variabilis Schroet, in Schles.. ‘Krypt. FI. Pilze II, 1897. | È un parassita assai frequente della Digitale (Digitalis pur purea), di larga distribuzione geografica, perchè riscontrato in vee molti paesi d’ Europa e dell’America del Nord ; da noi, in Itali si può dire in ogni provincia dal Nord al Sud. Nelle annate. umide investe dapprima le foglie della rosetta alla base del fusto . . . 2° Bolo d 7 asti e, successivamente , le caulinari che si riconoscono. per un in giallimento generale e con macchie brunastre irregolari, con- fluenti che, nella pagina inferiore, presentano una efflorescen bianca che ben si distingue dalla pelurie della pianta e dovuta ai conidiofori. Esaminato {1 microscopio, in sezione trasversale, si vedono - in corrispondenza degli stomi dei ciuffetti di ife fertili, ascen- a (AS denti, prive di sepimenti, con copiosi denticoli che danno at-. tacco alle spore o conidi, i quali sono allungati, ellittici o ovali, o cilindracei, d’ordinario unicellulari talora anche bicellulari, \ Li questa tanto importante pianta medicinale, converrebbe assog- | gettarla a qualche trattamento preventivo anticrittogamico per | evitare i danni del parassita , il quale, come è stato rilevato in una relazione del Prof Cavara !), influisce moltissimo sull’ elabo- azione del principio attivo, essendo risultato da esperienze fatte . on materiale da lui fornito all’ Istituto di Materia Medica del- ° Università di Napoli, che l’attività fisiologica della Digitale | Briosi e CAavara, Funghi parassiti, n. 115, 1898; So- RAUER, Handb. der Pflanz., III Aufl. 1908, Vol. II, pag. 450; FERRARIS, FI. It. Crypt., 1910, p. 448; FERRARIS, I pa- rassiti vegetali, 1915, pag. 877. | x È apparso sulle foglie di /775 pallida, in primavera, e si è | meno brune, ricoperte di cespuglietti di ife sporifere. La malattia si sviluppa facilmente ed invade in breve tutte le piante circo- N: ) CAavarA FR. — Le colture di piante medicinali e aromatiche istituite nel R. Ortobotanico di Napoli, in Boll. della Assoc. It. pro piante medici- | nali, aromatiche ed altre utili, Milano, Novembre 1919, n. 11, da pag. 164 a pag. 170. attaccato da un fungo che ha colpito specialmente le cass ancor verdi producendovi esternamente delle larghe ma nere velutine, che si fanno confluenti e si allargano sino a prire interamente le cassule; le quali, evidentemente, vengono arrestate nel loro sviluppo, come ne è una conferma il éolo re gialliccio, precoce che assumono durante l’ infezione, ed arich i i semi rimasti anch’ essi più piccoli e giallo-bruni, onde dove tero essere, nella raccolta; scartati. ù Sul Papavero era stata segnalata, in Francia, un’ Alternari Brassicae Var. Somniferi (Hart et Br.) Sacc., non più da. alti da a quanto pare, riscontrata, dacchè anche il Sorauer nel s Trattato non ne fa menzione. Sulle prime ho pensato che si potesse trattare di questo. fungo, tanto più che l’A/fernaria Brassicae a cui si riferisce la È varietà Somniferi era stata descritta per Macrosporium da Berk (?) È; secondo Saccardo (Syll. IV, pag. 346), ed è noto d'’ altra Pa la facile confusione dei due generi quando avviene — ed è fa-_ cile cosa — la disgregazione delle spore nelle catenelle di pro ; ternaria. Ma oltre che i caratteri dei conidii fanno ascrivere il r fungo più al genere Macrosporium che all’ Alternarta, le dimen- sioni sia delle ife fertili che dei conidii, e la forma di questi sono diversi, com’ è facile il constatare. Difatti le ife dell’ A. Brassi | cae, v. Somniferi, sono brevi e torulose, 1-2 settate, mentre nel gl: fungo in esame sono lunghe e distintamente plurisettate; i co- I nidii nella varietà .Somzz:feri sono oblunghi, clavati, ristretti alc l’ apice, a 5-9 setti, e misuranti 52-80 a 14-20 u con lungo peo dicello ; caratteri che non si addicono ai conidii del nostro Ma Si crosporium, onde mi sembra a sufficienza giustificato il proporne SM una specie nuova di cui dò la diagnosi. Maculis indeterminatis, confluentibusque permagnis, nigro- lutinis ; conidiophoris rectis vel Aexuosis, brunness, confertis , racqualibus, 49-05 a 3-4 La, pluriseptatis ; comidits clavatis, sur- acrosporium Cavarae n. sp. Fra le numerose varietà di Ricino che si coltivano nell’Orto | botanico, alcune si sono manifestate più particolarmente attac- ate da un fungo che vi produce nelle foglie delle macchie dap- È tima orbicolari, brune, giallastre, poco visibilmente zonate e con chiazze fuliginee, dovute agli sporofori. Le macchie si fanno, oll’ ingrandire, confluenti fra di loro, così da investire superficie sempre più grandi del lembo fogliare, che finisce per ingiallire, | accartocciarsi ed anche distaccarsi dal fusto e dai rami insieme al picciuolo. | Fu osservato in più anni di preferenza nel Azcimus borbo- | niensis Hort.; si è anche manifestato nel A. Gibsozi, nel A. vi: ba: e nel nostrale, che si coltiva a Scafati. Che questo fungillo sia la causa dell’ alterazione in parola, re al modo suddetto di procedere delle macchie in foglie adulte, I lo dimostra il fatto che si riscontra spesso sopra le stesse foglie otiledonari di piantine: spontaneamente sviluppatesi nei campi sperimentali per semi caduti da precedenti colture o di quelle | regolarmente cresciute in filari. Ed in tali casi la virulenza del | parassita che investe i cotiledoni, o le prime foglioline, è tale da i ‘ompromettere seriamente lo sviluppo ulteriore delle ‘piantine. | Il Prof. Cavara mi riferiva anche, che le piantagioni di Ri- cino in reparti concimati con calciocianamide, ebbero maggior- è fatto cenno, che io sappia, in alcudai opera di pato tale, nè in pnbblicazioni relative al Ricino. VII sN) Del Ricino si citano quali parassiti un /wsarzum (Pu l rium) che attacca alla base il fusto provocandone il mar un’ Uredinea (Melampsorella Ricini) invero assai dannos non ancora apparsa nelle colture di questo Orto ; autori accennano anche ad una Cercospora e ad una AÙ naria non bene identificate. Onde mi sembra giustificato il: porre anche per questo ifomicete una specie nuova, e colgo 1’ casione- per dedicarla all’ Ill. mo Prof. Cavara, Direttore dell’ Ist . tuto botanico, pa di viva riconoscenza. ribus. In foliis vivis « Ricini communts ». 1908, Vol. II, pag. ASS. 1913, p. 892. Ferrasis, Parassiti ves Ò Datura Stramonium e D. Men] Le Solanacee rlicipali; spesso, nelle cc dell’ Orto botanico, attaccate da questa De. maziacea, soprattutto nelle foglie ed anche, per le Dature, nel È pi: i . calice e nella corolla (D. fastuosa). A Nelle foglie determina la formazione di macchie più o meno — os grandi rotondeggianti a margine irregolare, cinereo-castane con zone concentriche oscure, dovute alle successive espansioni dell micelio, con formazione di conidiofori. Questi ultimi uscendo dal- SB danno origine a grandi conidii inversamente clavati, con molti tti trasversali, e anche longitudinali e terminano con un pro- Éesso cilindrico conico, più o meno arcuato. Secondo il Sorauer si avrebbe una successione di conidî che rimarrebbero riuniti a | catena, carattere questo del genere A/ferzaria, per cui questo Di | Autore propose riferirlo alle A/ferrarie. Ma nel vario materiale ggetto di questo studio si sono sempre presentati i conidii iso- lati, per cui si è creduto di dover seguire la nomenclatura della Sylloge e di Briosi e Cavara. Il Macrosporium Solani scoperto dapprima in America sul e Cavara riscontrato sulla Datura Stramonium e sul Hyoscyamus, come sopra ho detto nell’ Orto di Napoli è apparso anche sul- ‘Atropa Belladonna. È assai dannoso alle piante che colpisce, erchè non sono le sole areole invase dal micelio che dibscana ma tutta la foglia viene ad assumere un colore verde gialliccio rio, appassisce e si distacca dallo stelo e cade al suolo; dal | che s' induce che vi è un’azione chimico-fisiologica determinata E: micelio del parassita sul protoplasma delle cellule circostanti alle macchie. | Siccome tanto dello .Sframonio che della Belladonna si atilizzano le foglie, va tenuta presente questa crittogama, e nelle nnate umide bisognerebbe procedere a qualche trattamento pre- Pleospora Melissae (Desm.), mihi Da \Septoria Melissae DESMA- ZIÈRES, in Ann. Sc. Nat., Sér. AiVol. XX 1853 as 9n 5, SACC, Syllo Fl pag: 530 Salle foglie di IZelissa officinalis. Estate-autunno 1920. Orto » botanico di Napoli. Il fungille osservato, con frequenza, sulle foglie della JMe- del Desmazières, e si può a questa ascrivere; se non che è d osservare che per la struttura dei picnidi esso deve riposi SPIE Pleospora tanto più api le spore ad un attento es A pe preparato fatto di fresco, si rendono visibili dopo un certo. tem | tenuti in glicerina. Ma non vi ha dubbio che, l’ imperfetta sti tura del peridio, la larga apertura dei picnidi che non si può dire un ostiolo, ma una più o meno ampia soluzione di continu nella parte affiorante del concettacolo e che dà ragione della RA sua concavità quando si rilasciano col disseccamento; sono ca- ratteri questi del genere /eosfora. IRE Essa forma piccole e numerose macchie di colore ‘bruno ; - Montemartini a ra “e — meglio prepar ate. La. Società del Caffaro ha recentemente Masa il commercio anche la POLVERE CAFFARO. contenente la stessa percentuale di ramo cvuv preparare dalla Soctetà elettrica ed elettrochimica del Caffaro (Milano - Via Lovanio, 4), e si possono acquistare presso tutti.i Consorzi agrari federati nella Federazione Li dei Consorzi agi: ari. w Ò Pi INRDI [a ‘La ds. iv 30 sr MLA i s Ù Ù "tt Si al “Rivista di Patologia Vegetale par Diretta DAL Dott. LUIGI MONTEMARTINI A Do 5 Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano Direzione e Amministrazione: Prof. LurGi MONTEMARTINI - Pavia vi Do . LAVORI ORIGINALI LISRARY di RE: c NEW YORK DI K Sg i BOTANICAL LA fe: GARDEN Ha ® L. MONTEMARTINI A Li Un brusone dell’ “ Aucuba japonica ,, «_— dovuto alla “ Pleospora infectoria ,, Fuck. a A. Montubeccaria (pr. di Pavia) due piante di Aucubda 7afo- nica a foglie variegate coltivate a scopo ornamentale nella villa del Dott. Pollini presentano da un anno le foglie superiori ed "OT esterne annerite ed abbruciacchiate, come se le piante ‘stesse fossero state investite da una fiamma. ve L’ alterazione comincia con macchie nere quasi sempre al- COR l'apice delle foglie, talvolta però anche ai margini, delimitate "da una linea netta ed estendentisi a poco a poco a tutto il lembo che, seccando, si contorce e finisce col cadere. Le foglie nuove 0) che si sviluppano a sostituire quelle cadute o che si staccano, / | presentano presto le medesime alterazioni e ne fanno la eguale fine. La malattia si manifesta e si estende tanto in inverno che > durante l’ estate. È da notarsi che un’altra pianta di Awucubda Bei: che si trova a pochi metri dalle due precedenti fino immune dal male. fi Il mesofillo delle foglie annerite si presenta invaso da uno micelio bruno, settato, dal quale molte ife sporgono brevemente. 3 tardi sulla superficie medesima appaiono piccole papille che cor rispondono a periteci di una /eosfora. po ‘aa C Sopra le foglie di Awcuda venne già segnalata nel Belgio, — dal Westendorp, una specie di //eosfora ('), ma questa da Mel osservata a Montubeccaria non può essere riferita alla medesima specie, dalla quale differisce per l’ estensione e diverso modo di delimitazione delle alterazioni che produce, per la forma dei pe- sg ritici leggermente papillati, per gli aschi quasi sempre distichi e Sa pel colore delle ascospore non fuliginee ma olivacee. . i al Per i caratteri dell’ alterazione diffusa e per la sua stretta k relazione con una forma di A/fernaria è invece da ritenersi trat- tisi di una P/eosfora del gruppo della 2. 4erbarum (Pers.) Rabh. che, come è noto (*), comprende diverse forme che devono essere ritenute distinte. La specie in esame è con ascospore a cinque setti trasver- sali ed in colture artificiali ha sempre dato (ciò che conferma le osservazioni del Cavara e del Mollica) un’ A/fernaria : deve is dunque ascriversi alla 7. irfectoria Fuck., alla quale corrisponde s anche per il colore delle ascospore (3) non che per la forma, le d7 VA dimensioni ed il colore dell’ A/ferzarza che ne è lo stato conidico È sE (A tenuis Nees). La maggior frequenza degli aschi distichi e le. minori dimensioni dei periteci (200-220 u) non basterebbero a (4) Pleospora Aucube (West.) Lamb., in Saccardo, Sy22., II, pg. 259. (2) F. CAavara e N. MOLLICA. — Ricerche intorno al ciclo evolutivo di una interessante forma di Pleospora herbarum (Pers.) Rab., in Annales My- cologici, 1907, Vol. V, N. 2. (3) A. N. BarLEsE. — /cones fungorum, tab. XIII. i u ova. È Di questo carattere ART e perso si debita AM di distinguere il micromicete. in esame con un nome”suo” proprio : ; Lie SIR socia o tenus. Sulle stesse foglie ammalate o in foglie vicine sopra le me- È (ui piante si erano anche sviluppate le macchie coi picnidî i caratteristici dell’ Ascochyta Aucubae Sacc., ma questo fungo non ha nessun rapporto col drusore sopra descritto. Pavia, 18 febbraio 1981. E. PANTANELLIO Sui rapporti fra nutrizione e recettività "i 225% oper la ruggine; O * La questione dell'influenza che l’alimentazione della pianta ha sulla sua recettività o resistenza alla ruggine ha appassionato — una quantità di autori, fino a Comes, che ha dedicato a questo | fi problema due grosse memorie 1), Era noto ai pratici che nelle | terre lautamente concimate con letame gli attacchi di ruggine sono più gravi, ma solo da 20 anni si sono fatte prove dirette in proposito. Le osservazioni degli agricoltori, roccolte da Sorauer di SR concordano nel dimostrare che il nitrato sodico sparso in coper- tura favorisce lo sviluppo della ruggine. Hecke 3), in osserva zioni fatte in Austria, non avrebbe constatato una relazione fra concimazione e intensità di attacco, ma è rimasto isolato. Mar- chal 4), nel Belgio, da una raccolta di osservazioni pratiche s conclude che una eccessiva concimazione azotata favorisce la 1) Della resistenza dei frumenti alle ruggini. R. Istit. di Incoragg. Na- poli. (6) 9. 1913. 22 pp. - La profilassi nalla patologia vegetale. Ivi. 1916. 180 pp. ?) Zeitschr. f. Pflanzenkrankheiten. - 19. 1909. p. 268. 3) Zeitschr. f. d. landwirtsch. Versuchwesen i. Oesterreich. - 1899. p. 342, 4) Zeitschr. f, PfAanzenkrankheiten. - 13. 1903. p, 216. ruggine del grano. Secondo Remer ‘) anche la coltivazione dopo il trifoglio e la concimazione con cessino predispongono alla ruggine *); invece l’acido fosforico aumenta la resistenza, la po- |» tassa non ha influenza. Secondo Blin 3) si hanno i migliori effetti in pratica limi- tando possibilmente la concimazione azotata e fornendo forti dosi di fosfato e di potassa. Allo stesso risultato è arrivato Foex 4‘). Così pure Henning *) ha osservato che le parcelle concimate con perfosfato furono più resistenti alla ruggine gialla di quelle con- cimate col nitrato; egualmente si comportò l’avena rispetto alla ruggine nera. Secondo Biffen *) la concimazione influisce molto; in esperienze con grano Browick la concimazione azotata da sola dette la massima recettività, poi la concimazione con azoto, perfosfato e solfato di magnesio, mentre con nessuna concima- zione o con una concimazione minerale completa, ma senza azoto, le piante resistettero meglio alla ruggine. Anche Gassner ?’) constatò che l’acido fosforico contraria l'attacco di Puccinia graminis sul grano e l'orzo, ma l’ azione sarebbe solo apparente, in quanto le piante concimate si svilup- pano più presto e così sfuggono all’infezione; paragonando piante di uguale stadio di sviluppo — non già seminate in epoche diverse — Gassner non potè constatare alcuna influenza della concimazione sulla resistenza. Hiltner 3) combatte l'opinione che la concimazione azotata sia in pratica favorevole alla ruggine; 1) Zeitschr. f. Pflanzenkrankheiten. — 14. 1904. p. 65. ?) Invece Halsted e Kelsey (New Jersey Agr. Exp. Station, Report 1903, fr. 503) trovarono più resistenti alla ruggine gli asparagi concimati con le- tame. 3) Journ. Agric. Pratique. - 69. 1905. II. sem. p. 330. 1) Ann. Ecole Nation. Montpellier. - 7. 1907. p. 230. 5) K. Landtbruksakademi Handling. och. Tidskr. - 48. 1909. p. 171. 6) Journ. Agric. Science. — 3. 1912. p. 421. 7) Centralblatt. f. Bakter. - (2) 44. 1916. p. 512. 8) Praktische Blatter f. Pflanzenbau. u. Pflanzenschutz. - 12. 1914. p. 81. ANI 98 | FISIOPATOLOGI nel 1904 e 1914 egli ha osservato che il frumento ben conci- mato, anche con azoto nitrico o ammoniacale (concimazione com- pleta), e seminato fitto, era attaccato meno dalla Zuccizia glu- marum. Però la concimazione azotata esclusiva era favorevole a questa ruggine, mentre la concimazione fosfatica appariva con- traria. Dopo la coltivazione di leguminose i cereali risultavano più resistenti. Miller e Molz !), invece, da osservazioni ripetute per tre anni non poterono dedurre una chiara relazione fra con- cimazione azotata e resistenza alla P. glumarum; la potassa e il fosfato però l’ aumentavano. Accanto a queste osservazioni in piena terra, concordanti solo in parte, si hanno talune ricerche fatte con maggiore pre- cisione su culture in sabbia o in soluzioni nutritizie. Ward ?) fu il primo a studiare questo problema, allevando il £5romus in acqua pura o in soluzione di Detmer completa o privata di un elemento. Le piante allevate in acqua pura si lasciarono infettare meglio di tutte, seguivano poi le piante allevate in soluzione nutritizia completa, poi quelle della soluzione priva di calce. La mancanza di acido fosforico e di potassa limitò lo sviluppo e diminuì anche la recettività. Queste osservazioni di Ward sono in perfetto disaccordo con le osservazioni fatte in campo. Montemartini *) fece prove più esatte, con grano allevato in sabbia quarzosa lavata. Le piante cui fu data solo acqua creb- bero male, ma restarono immuni. Quelle che ebbero nitrato e fosfato a metà vegetazione furono attaccate solo sulle spighe. L’infezione più grave si ebbe sulle piante concimate con nitrato alla semina, mentre quelle che ebbero solo fosfato e solfato di magnesia furono pochissimo attaccate. Montemartini conclude che la concimazione azotata favorisce, la concimazione fosfatica inibisce l’attacco della ruggine. 1) Filhlings Landwirtsch. Zeitung. - 66. 1917. p. 42. 2?) Proceed. Royal Society. - 71. 1902. p. 158. 3) Rivista di Patologia Vegetale. - 4. 1904. p. 53. | FISIOPATOLOGIA i 39 Spinks !) provò la resistenza del frumento e dell’orzo alla: ruggine su colture in acqua, in vaso, in casse e in piena terra. La recettività aumentava con la fornitura di azoto solubile ; solfato ammonico e nitrato sodico si equivalevano. I sali potas- sici e i fosfati neutralizzavano in parte l’azione dell’ azoto. Però le piante affamate di azoto erano immuni anche se scarseggia- vano il fosforo e la potassa. Non si può dire che la mancanza di alimento causi la resistenza, come riteneva Ward, perchè forti dosi di potasse e di fosfato determinano la resistenza come la totale mancanza di questi elementi. Alcuni sali velenosi producono immunità alla ruggine, così il solfato ferroso secondo Fuschini *), i sali di litio secondo Spinks; però i nitrati di piombo e di zinco rendono le piante molto suscettibili. Comes (I. c.), non in base a proprie esperienze, ma riunendo con cura una quantità di dati sparsi nella letteratura, giunse a formulare alcune deduzioni generali, cioè che la recettività sia maggiore negli organi più ricchi di zucchero e di composti am- midici; che gli acidi liberi costituiscano l’arma di difesa delle piante contro i parassiti, e specialmente il tannico contro le crittogame, il malico contro gli animali; il potassio, il calcio, il ferro ed il magnesio, nonchè l’ acido solforico libero, dati alle radici, aumenterebbero la resistenza ; il nitrato sodico aumente- rebbe la recettività, abbassando l’acidità del succo, il solfato ammonico renderebbe le piante più resistenti, perchè contribuisce ad aumentare l’acidità del loro organi. La concimazione fosfatica aumenterebbe la resistenza, rafforzando l’ acidità del succo *). Le idee di Comes hanno trovato seguaci, specialmente nei suoi allievi Averna-Saccà e Degli Atti che si sono sforzati di 1) Journ. Agricult. Science. - 5. 1913. p. 231. ?) Rivista di Viticoltura. Conegliano. - 1911. 3) Un aumento di acidità dei succhi in seguito alla concimazione fo- sfatica fu osservato da Laurent, Annales Inst. Pasteur. 13. 1899, p. 1. apportare dati di suola per sostenere IC a Le loro ricerche sono state vivamente criticate da Paris DI Scurti e Sica ?) hanno cercato se esista un nesso fra acidità tà dell hanno permesso di giungere ad alcuna conclusione nè pro 0 a contro le teorie di Comes 4). Ad approfondire lo studio del problema fui indorit dalle precedenti osservazioni sulle condizioni di attacco della perono spora nella vite °) e sulla recettività della quercia per l’oidio 5). In quei casi avevo constatato relazioni essenziali fra lo sviluppo — del parassita e lo stato di nutrizione della pianta o della. parte. attaccata. 0) Per le ruggini la questione si presentava più vaga, perchè nel 1915, quando iniziai queste ricerche, non era precisata lim portanza che per la riuscita dell'infezione hanno l’età dell’organo e le condizioni immediate di temperatura e di umidità nel periodo di attacco. L’asserzione di Stakman ”), secondo cui le varietà resistenti sarebbero quelle in cui accade meglio la penetrazione | del tubetto germinativo della ruggine, ma che, non fornendogli alimento adatto, lo costringono a perire poco dopo la penetra- È zione, appariva ammissibile, ma rendeva la questione più com- | va k' plicata. Per ridurla in termini più semplici, scelsi varietà certa- | E. ta 1) Rivista di Biologia. - 1. 1919. p. 665; Degli Atti. Ivi. 2. 1920. p. 685; Ù Paris, ivi, p. 688. ?) Annali R. Staz. Chim. Agr. Roma. - (2). 7. 1914, p. 33. 3) Fihlings Landwirtsch. Zeitung. - 65. 1916, p. 1. 4 Minnesota Agric. Exp. Station. Report. - 1918, p. 40. N 5) Rivista di Patologia Vegetale. - 10. 1920, p. 51. Le ricerche erano DI state eseguite nel 1912. 6) Bull. R. Orto Botanico, Napoli. - 4. 1914, p. 309. 7) Journ. Agricult, Research. - 4. 1915, p. 193. tà più das per iizzione prendendo come criterio la bre-. ità del periodo di incubazione, cioè del tempo corso fra ]’ ino- | perchè attaccano anche le piante giovani. Le spore di partenza 1a provenivano da culture in campo delle medesime varietà di ospiti | adoperate per le esperienze. i I Le piante erano allevate in vaso od in coltura acquosa. Nel primo caso furono adoperati vasi cilindrici da esperienza, conte- | nenti due chili di terra fina, passata allo staccio di 1 mm., magra |. (terra di pozzolana), poverissima di calce, lavata con acqua bol- si lente. L’ umidità del terreno fu mantenuta al 20°/, mediante n) 0 A | pesatura periodica. I sali furono dati gradualmente, quando le È | piante erano già nate, sciogliendoli nell’acqua di irrigazione, ed si in quantità equimolecolare. 1 Le colture acquose furono fatte in vasi du di terra- | cotta smaltata, contenenti due litri di liquido, fornendo ogni sale in concentrazione non superiore a 0,01 mol. e avendo cura che “la concentrazione totale non superasse il 2 per mille. Ogni set- ‘ | timana fu misurato e rinnovato il liquido. In ogni vaso furono allevate 8 piante di fava o di frumentone, 12 di frumento o di | avena. Per la fava furono usate soltanto colture acquose, allo Ni scopo di escludere la nutrizione azotata per mezzo della fissazione di azoto atmosferico. Per ogni formola furono scelti tre vasi con piante robuste. e di pari forza. Si ebbero così i seguenti gruppi : 1. Controllo (acqua di condotto). 2. Nitrato sodico. 3. Carbonato ammonico. 4. Bicarbonato di potassio. s. Nitrato di potassio. . Fosfato monopotassico. . Solfato di magnesio. . Solfato sodico. g. Nitrato sodico e fosfato monopotassico. 10. Nitrato sodico, fosfato SONA AO, solfato di magnesio NI equivalenti dei principali elementi nutritizi. Nel gruppo 8. di fato sodico) volevo studiare più che altro l’effetto della salini cioè l’ azione osmotica di un sale poco o non assimilabile. anno, serie complementari di colture acquose, in cui furono — messi a raffronto i vari sali ammoniacalî, da soli o con altri dI: sali nutritizi; oppure fu unito ai tre sali fondamentali (cfr. gruppo | 3 10) un sale ad elemento tossico (solfato di ferro, manganese, — LI rame, zinco, alluminio, cloruro di bario), o un acido libero in oi: quantità crescente (acido cloridrico, nitrico, solforico. fosforico), o una base, pure in quantità diversa (carbonato di sodio o di Li potassio). Raggiunta l'età adatta, alcune piante per ciascun vaso. ji furono analizzate e le altre infettate. L’ inoculazione fu fatta con. un piccolo polverizzatore di vetro, avendo cura di diffondere — uniformemente il massimo numero possibile di spore, e fu sem- pre contemporanea per tutte le piante di una data serie. Come | . . . n camera umida usavo una cassa di vetro tenuta in luogo ben — a e soleggiato. Le piante, inoculate verso sera, vi furono tenute fino. Pai alle 9 antimeridiane del secondo giorno, ossia passavano due | notti intere, un giorno intero ed una seconda alba nella camera È umida. Prima e dopo l’inoculazione, le colture erano tenute in una serra non riscaldata, della R. Stazione di Patologia Vegetale di Roma, dove furono condotti questi studi !). i 1) Questo piano di ricerche era stato concordato col compianto Prof. G. Cuboni, Direttore della Stazione di Patologia Vegetale. Mentre io ‘intrapren- to devo lo studio della recettività per le ruggini, il Prof. Cuboni dava inca- Pa i peso secco delle foglie, dei culmi e delle radici prodotti ai | momento dell’ inoculazione. \ fe . Nel secondo anno (1916) alle dette misure aggiunsi alcune determinazioni quantitative, fatte nelle piante estirpate dai vasi al momento dell’ inoculazione. Pesate separatamente le radici ed culmi, questi furono tagliuzzati — tolta la parte destinara alla leterminazione del peso secco — ed estratti con acqua bollente. Nel residuo determinavo il carbidrato plastico insolubile, cioè i] | carbidrato trasformabile in zucchero mediante ebullizione con | acido solforico al 2 °/ (amido, emicellulosa, parte dei pentosani). Nell’estratto fu misurata la concentrazione molecolare, l’acidità, o zucchero ed il carbidrato colloidale solubile (destrina). Nel terzo anno (1917) determinai nella parte aerea anche pi azoto dell’ estratto e l’ azoto del residuo, cioè l’azoto solubile ed solubile FOTO), CRNCLO la cenere o e del COSIRuO. torî anche per una stessa specie. Riserbandomi di esporre i Singoli. dati in una trattazione più estesa, accennerò qui ad alcuni NUTRIZIONE. L'’insufficenza di nutrizione, quale si aveva nelle piante di pa SI oo che non ricevevano sali nutritizi, diminuiva la recet- cereali, fino a renderli immuni. La fava invece fu ico alla Dr. Garofolini, preparatrice, di determinare la resistenza alla rug- allevata soltanto in coltura acquosa e quindi non so do sarebbe stata attaccata. Nei vasi al solfato di magnesio. e. sodio si ebbe spesso una notevole infezione, sebbene le_ pia n non ricevessero gli elementi nutritizi fondamentali. Rao : îì Il nitrato sodico aumentava fortemente la recettività dei cereali; nel frumentone l’ attacco più grave si ebbe sempre presenza del ‘nitrato sodico da solo. Non può dirsi che ciò foss dovuto all’eccessiva fornitura di azoto, perchè le piante alimer tate con carbonato ammonico ad egual dose di azoto rimaser immuni o quasi. La fava invece conservò l’immunità tanto col. nitrato sodico quanto col carbonato ammonico forniti da soli. | Per assodare se si trattava di un'influenza della - compos zione del nutrimento azotato, fu appunto paragonato in coltu acquosa il nitrato sodico con vari sali ammonici, ma tan il fosfato come il solfato e il cloruro ammonico ed anche. fosfato ammonio-magnesiaco (insolubile) permisero sempre forte attacco, anche sulla fava 1). Aggiungendo, l'acido nitric koE Vu libero agli altri sali nutritizi, da cui però era stato tolto l’azoto, si ebbe un aumento di recettività rispetto ai controlli, nei cereali e non nella fava. Gli altri acidi liberi non avevano azione ° molto più debole. Queste osservazioni rendono probabile che un. 7 rapido assorbimento di azoto aumenti la recettività. fio a La potassa data da sola in forma di bicarbonato aumentava | la resistenza dei cereali alla ruggine, rendendoli per lo più i 7 muni; nella fava ebbe l’ effetto opposto. Data ai cereali insieme al nitrato, sotto forma di salnitro, non limitò l’azione predispo- nente dell’azoto nitrico. Anche nella fava il salnitro determinava 1) Per l'utilizzazione da parte delle piante dei diversi sali ammonici, in confronto al nitrato sodico, sia per l’ accrescimento e la produzione di sostanza secca, come per la sintesi delle proteine, cfr. Staz. Sperim. Agrarie. 43. 1910, p. 449; 44. 1911; Coltivatore, 58. 1912, II. Sem. p. 205. (N. isroPAnmOLOGia 000 45 un forte aumento di recettività. Sembra, quindi, che non sia da fare assegnamento su l’ antagonismo tra potassa e nitrato, nei ‘riguardi della ruggine. L'acido fosforico, dato da solo, aumentava leggermente la ‘recettività, ma molto meno dell’ acido nitrico. Dato insieme al ‘potassio ebbe azione contraria alla ruggine; anzi la fava e l’avena ‘rimasero immuni in presenza di fosfato potassico, sul grano ‘comparve qualche rara pustola, il frumentone fu attaccato, non più dei controlli. Però il fosfato non limitò, presso i cereali, l’azione favorevole alla ruggine del nitrato sodico ed unito ‘all’ammonio determinò un forte aumento di recettività anche nella fava. Interessante fu l’aumento di recettività osservato in presenza del solfato di magnesio dato da solo, ma questa influenza del magnesio, favorevole all’ attacco di ruggine, non si cumulò con ‘quella del nitrato nel gruppo 10, dove però entrava in gioco ia rilevante concentrazione del substrato. |. Anche il solfato sodico aumentò leggermente la recettività, pe cui non è escluso che la forte recettività in presenza di nitrato sodico sia dovuta in parte ad un’azione della soda. ì In base a questi risultati pare probabile che una buona for- ‘nitura di azoto aumenti la recettività, che la potassa abbia una Ò ‘azione contraria, l’acido fosforico azione leggermente favorevole alla ruggine, e che una cattiva alimentazione. aumenti la resi- | Stenza. Con le colture acquose fu possibile osservare, sulla fava, che la sottrazione assoluta di determinati alimenti, come l’azoto, il fosforo, il potassio, il magnesio, lasciando normale in ogni ‘caso la fornitura degli. altri, aumenta la resistenza. Non così la sottrazione del cloro e dell’acido solforico, da una soluzione nutritizia altrimenti completa, nei quali casi permane la recet- Vità indotta da una buona nutrizione nitrico-fosfatica. Ta RELAZIONI FRA RAPIDITA' DELLO SVILUPPO E e wecermoi o Un fatto regolarmente osservato in queste esperienze fu c c e le ruggini prediligevano le piante sviluppate più rapidamer PE con poco rispetto della qualità dell’alimento. Ciò può sembra assurdo, in quanto lo sviluppo dovrebbe essere tanto più rapido. quanto meglio combinata è la formula nutritizia. Ma in rea cereali cui fu dato nitrato sodico crebbero rapidamente, ma furono fortemente attaccati, mentre la produzione di sostanza secca era limitata; viceversa il carbonato ammonico, che Pera mise uno sviluppo lento, ma in definitiva più prospero nel granai e nel frumentone, conferì un’ immunità quasi completa 4). ® Feo Con lo sviluppo della superficie fogliare non si potè accer- tare una relazione, perchè è vero che in generale l’infezione fu maggiore là dove le foglie erano più sviluppate rispetto ai culmi od ai fusti, ma p. es. il granturco col solfato di magnesio svi- | luppò lo stesso numero e circa lo stesso peso di foglie quanto. le piante trattate con bicarbonato o fosfato di potassio, mentre. "9A la recettività era ben diversa. CORRELAZIONI DELLA RECETTIVITA’ CON L'ATTIVITÀ DELLE RADICI. Il sistema radicale non si sviluppò proporzionalmente alle: parti aeree, anzi, si può dire che quanto più florido era lo svi luppo dei fusti, tanto minore fu, in proporzione, il peso di radici. prodotte. Mentre nel frumentone e nel grano non si potè con-. statare un rapporto fra la recettività e la proporzione di radici. 1) Beninteso, queste deduzioni hanno valore solo per l’ infezione di ug: gine nello stato giovanile (2-3 mesi) delle piante sperimentate. REA RIU ne PRIA) ATO er BRIN | 0 Da META Ea MID@rE ee mec Ti IE Ar VIA, MIRA ART ARIE ELI 7 > NE IU) LASA Ate Aha a ARTI DER SIRO FIAT, SNATL OI NI CARINE UTI QUA tro* MIE ARI ti L' R alt «_°»‘»‘’‘’—’’ FISIOPATOLOGIA i 47 | rispetto ai culmi, nell’avena e nella fava risultò abbastanza chia- ramente una correlazione, nel senso che quanto più sviluppate erano le radici rispetto alla parte aerea, tanto più grave riuscì l’infezione. Questa osservazione conduce a sospettare che le condizioni del sistema assorbente influiscano sulla recettività delle foglie, ma più come attività che come sviluppo della superficie assor- bente. Appunto per chiarire tale correlazione fu seguito l’assor- bimento dell’acqua e dei sali in rapporto alla concentrazione del liquido del suolo o della soluzione nutritizia. La traspirazione deve influire molto, perchè l’ attacco non ha luogo se gli stomi non sono aperti o se la traspirazione è impedita, come esporremo altrove '). Inoltre, ho constatato che l'infezione è tanto più grave, quanta più acqua la pianta ha assorbito nel periodo immediatamente precedente all’inoculazione, ma non in quantità assoluta, nè in proporzione allo sviluppo della superficie traspirante, bensì in rapporto al peso del sistema assorbente. Questo proverebbe che una diminuzione dell’attività assorbente delle radici tende a diminuire la recettività delle foglie, in piena indipendenza dallo sviluppo delle foglie e delle radici. In queste colture, la concentrazione del liquido del suolo o | delle soluzioni nutritizie era mantenuta all’inizio eguale o poco | diversa, tranne nei gruppi a formula doppia o tripla. Nell'ultimo caso la maggior concentrazione agiva in senso contrario al ni. trato sodico ed al solfato di magnesio, che tendono a deprimere la resistenza. In questi gruppi di culture l'assorbimento relativo di acqua — calcolato nel modo suddetto — era minore rispetto alle colture con solo nitrato sodico o con nitrato e fosfato, per cui si rientra nella relazione generale fra assorbimento di acqua Ù) e recettività. dre Me 1) La presenza di acqua sulla foglia è condizione meccanica indispen- sabile per la germinazione delle spore di ruggine, ma da essa è indipen- dente la penetrazione del tubetto germinativo nello stoma. parte abbia. importanza. La. terra at; poteva dirsi aci l'assenza quasi totale di carbonato di calcio e la scarsezza | cui la potassa e DO Repgaosie passa in Soze liquido nutritizio : So il nitrato sodico la rendeva nettamente alcalina per l’assoì Ù bimento unilaterale del nitrato e il carbonato ammonico rendeva alcalino il liquido delle coll ture acquose, dapprima alcalina, poi neutra o debolmente acida la terra, per l’intervento della nitrificazione e poi per l’ asporta- . zione dell’ammonio o del derivante acido nitrico da parte delle radici ; il bicarbonato di potassio conferiva alla terra una reazione alcalina ad onta dell’assorbimento del potassio, alle colture liquide una reazione debolmente acida; Sr SA il nitrato di potassio determinava una reazione alcalina, però. meno del nitrato sodico ; il fosfato monopotassico dava una reazione acida, che poi | virava ad alcalina per il vivace assorbimento dell’ione fosforico; il solfato di magnesio e il solfato sodico tendevano a ren- fi dere neutro o leggermente alcalino il liquido del suolo, acido il i liquido delle colture acquose. 1a L’assorbimento relativo di acqua in rapporto allo sviluppo | della superficie assorbente, era favorito da una reazione neutra. DA RRS o debolmente acida, depresso da una reazione alcalina o troppo i acida. La recettività per la ruggine non variava nello stesso | senso, però un’ acididà del liquido ambiente, tale da far soffrire 1) Jahrb. f. wiss. Botanik. 56. 1915, p. 698. - Bull. R. Orto Botanico ; Napoli, 5. 1915, p. 1; 6. 1918, p. 1. vo: d o nr Una debole acidità p OT immunità quando si trattava di acidi che, come vedremo fra poco, favo- DE rivano i processi sintetici nel vegetale acido fosforico, solforico), albumine e dei carbidrati più complessi (acido nitrico, cloridrico). fe) L’alcalinità del liquido ambiente conferiva recettività finchè Mera assai debole, perchè ostacolava i processi sintetici (nitrato | sodico; solfato sodico; carbonati di potassio e di sodio), ma se era tale da far soffrire la pianta determinava anch’essa immunità fi (carbonato sodico e potassico in concentrazione maggiore, car- . bonato ammonico). pi Ì Mentre non può disconoscersi un nesso indiretto fra la recet- li: tività delle foglie per la ruggine e la reazione del liquido am- È) biente, non può dirsi che questo rapporto sia dovuto tutto alla pi: influenza che la reazione del liquido che bagna le radici ha | sulla loro attività; entrano evidentemente in gioco modificazioni nel ricambio interno, CONCENTRAZIONE DEL SUCCO DELL’ ORGANO COLPITO. Possiamo dire che la recettività è influenzata dall’ attività | radicale perchè il maggiore assorbimento di acqua determina fe; ‘una maggiore acquosità degli organi? În tutte queste serie non Mii fu trovato rapporto fra la gravità dell’infezione e la percentuale di acqua contenuta negli organi al momento dell’ inoculazione ; tale percentuale, del resto, variava pochissimo e senza regola . da una coltura all'altra. Invece non si potè disconoscere una . relazione fra la densità’ dell’ estratto acquoso delle foglie e la | recettività, nel senso che le foglie più ricche di estratto furono | trovate nelle colture che rimasero più infettate. Però nessuna giore quando il succo delle foglie è più ricco di sostanze orga niche e di sali minerali ». In altre parole il succo può contenere in quantità sostanze orga- | niche a basso peso molecolare (pressione osmotica elevata) e pure essere per così dire « recettivo ». Vediamo qui una rela ì ì) p zione con la reazione del liquido ambiente: l’ acidità esterna, debole, favorisce l’assorbimento dell’acqua e quindi fa assorbire. più acqua rispetto ai sali; l’alcalinità deprime l’ assorbimento e quindi penetra relativamente più sale che acqua *); un‘ acidità. elevata determina analogo spostamento del rapporto fra assor- | bimento dell’acqua e dei sali. Nel primo caso il succo cellulare i risulta più povero di sali e si mestra « meno recettivo ». COMPOSIZIONE CHIMICA DELL'ORGANO COLPITO. Viene ora la curiosità di sapere quali sono le sostanze orga- niche che determinano la recettività e viceversa. La vivace pole- mica destata dagli scritti di Comes fa pensare agli acidi come. fattori di resistenza, agli zuccheri come fattori di recettività. 4) Compt. Rendus. 152. 1911, p. 449. - Progrés ME et Vit. 56. 1911 p î p. 291. ?) Landwirtsch. Jahrbiicher. 35. 1905, p. 665. Gli acidi vegetali non hanno peso molecolare molto elevato, 0, per essere più esatti, da acidi a piccola molecola, come l’acido ‘ossalico, si va a quelli con grossa molecola, come l’acido citrico. Titolando l’acidità libera dell’ estratto mediante precipitazione con eccesso di barite e rititolando la barite rimasta libera, ho trovato che nelle colture con fosfato potassico il succo conteneva realmente più acidi liberi, per quanto la differenza fosse tenue. Nessuna regola si potè stabilire per le altre colture, sebbene la loro recettività fosse diversa. . Siccome la maggior parte degli acidi vegetali sono combi- nati a basi nel succo cellulare, fu misurata l’ alcalinità libera o combinata con acido carbonico nella cenere; ma anche questa determinazione portò alla stessa conclusione, che la quantità maggiore di acidi combinati era nei gruppi al fosfato potassico; si aggiunsero però anche i gruppi al carbonato ammonico, bicar- bonato potassico, solfato di magnesio e formola doppia o tripla, come più ricchi di acidi. Certo è che le piante più recettive (p. es. quelle con nitrato sodico o potassico) erano le più povere di acidi liberi e oombinati, per cui «grosso modo » si ricono- scerebbe una vaga relazione fra acidità totale e resistenza, ma bisogna tener presenti due circostanze: 1) che la relazione potrebbe sussistere per gli acidi orga- nici più « forti », quali l’ ossalico ed il tartarico, e mascherare l'eventuale relazione opposta per gli acidi meno « forti », come il malico, o a peso molecolare più elevato, quale il citrico; 2) che se il succo è ricco di basi organiche azotate, cui sono combinati gli acidi, nell’incenerimento vi è perdita di base, ma anche di acido e del derivante acido carbonico, per cui la acidità combinata, calcolata semplicemente dall’ alcalinità della cenere, può apparire minore. Vi è poi da considerare che l’azione fisiologica dei vari acidi vegetali sul micelio della ruggine può essere diversa; da quelli che hanno azione tossica o almeno inibente, come l’ acido ossalico La i a a quelli e punto il buio è coli nei URLA deu ruggini, pei fu ancora Bonini, allevarle in substrato IAA diata con metodi migliori e sempre mettendosi al riparo dall'er- rore causato dalle variazioni quotidiane dell’acidità, che non. si elimina neppure coll’esaminare il materiale al momento in cui si pratica l’inoculazione, come io ho fatto, perchè dall’inocula- | zione allo sviluppo del micelio nella foglia passano alcune ore. Lo zucchero era più abbondante nelle piante recettive (ni- ‘trato sodico. o potassico, solfato di magnesio ecc.), decisamente scarso in colture resistenti (controlli, bicarbonato di potassio), ma abbondava anche nel gruppo al carbonato ammonico che fu È eda il più resistente. Il carbidrato plastico insolubile (amido, amilodestrina) non ; mostrava relazione con la recettività, però la proporzione dello. zucchero rispetto al carbidrato insolubile cresceva con la recet- tività. Ciò prova che la resistenza è maggiore nelle piante in. 11 cui, meglio riesce il lavoro di sintesi dei carbidrati più com- plessi. Passando alle sostanze azotate, non si trovò nessun rapporto fra la recettività e la percentuale di azoto totale e di azoto solu- ‘bile rispetto alla sostanza secca, mentre si potè constatare che | la recettività aumenta con la proporzione di azoto solubile ri- spetto all’azoto insolubile. Per il fosforo si accertò la stessa. ‘ relazione. Queste due constatazioni provano che la recettività è mag- | giore quando è ostacolata la sintesi delle albumine e di altri composti fosforati insolubili in acqua, pure in presenza di una abbondante fornitura di azoto. i Così un’elevata proporzione di zuccheri rispetto ai carbi- | drati più complessi, di sostanze azotate e fosforate solubili ri- INFLUENZA DI SALI ANTICRITTOGAMICI. Fra i sali di metalli velenosi, conferirono immunità o almeno ‘diminuirono la recettività il solfato ferroso, di zinco, di alluminio e il cloruro di bario. Invece il solfato manganoso ed il solfato di rame, offerti anch’essi alle radici insieme ad una nutrizione | completa, non impedirono un forte attacco di ruggine, anzi il solfato manganoso aumentò la recettività. È da notarsi che nell’ultimo caso. lo sviluppo era molto SI florido, ma anche il ferro accelerò l'accrescimento. Fu constatato che il ferro ed il manganese erano assorbiti dalla pianta. i Degli altri quattro sali velenosi, il solfato di rame stimolò Pocdt accrescimento, ma non fu possibile accertarne l'assorbimento; | gli altri depressero l'accrescimento e si potè, constatare che i rispettivi metalli erano assorbiti in piccola quantità. Non si ebbe quindi dall’applicazione di sali velenosi la con- ferma dell’osservazione su riportata, che l’attacco è tanto più facile quanto più rapido è lo sviluppo della pianta ?). > 1) Se questa composizione del succo favorisca lo sviluppo della ruggine perchè le offra un alimento più adatto o più facilmente assimilabile, o perchè l’insufficiente attività sintetica sia indizio di uno stato di leggera soffe- © renza della cellula e quindi si accompagni ad un leggero aumento della permeubilità, cioò ad un principio di secrezione negli spazi intercellulari di sostanze che attirino chemotropicamente il micelio della ruggine, è ancora impossibile dirlo. Certo è che una debole acidità del liquido ambiente, la mancanza o penuria di alimento azotato, la fornitura unilaterale di potassa o di fosfato favoriscono la sintesi e conferiscono immunità, mentre una de- | soda, ostacolano la sintesi di albumina e determinano la recettività. Queste | osservazioni possono considerarsi una conferma sperimentale di talune delle idee di Comes. | 2) I tentativi di rendere immuni le piante contro le ruggini mediante applicazione nel terreno o irrorazione sulle foglie di sostanze anticrittoga- î miche rimontano a Galloway (U. S. Depart. of. Agric. Division Veget. Patho- bole alcalinità, la fornitura abbondante di azoto nitrico, di magnesia, di. ALCUNE DEDUZIONI GENERALI. Queste esperienze non si possono dire definitive; esse rap presentano un tentativo di studio dei fattori della recettività per. le ruggini, tenendo conto dei rapporti che passano fra la nutri- zione e più specialmente fra l’ attività delle radici e la Cona, | ‘sizione dalla foglia al momento dell’ attacco. Tuttavia esse già indicano che alcune asserzioni ripetute nei sE - libri mancano di fondamento o almeno hanno bisogno di essere suffragate da prove più esatte. Così è da rigettarsi l’ opinione ; che le piante mal nutrite siano più facilmente attaccate dalla x ruggine ; la verità è piuttosto il contrario. (A Anche l’aumento di resistenza che in pratica causerebbe il fosfato deve intendersi nel senso che un eccesso di fosfato ri- spetto alla fornitura di azoto aumenta la resistenza solo quando — | rallenta l’ accrescimento, mentre una nutrizione fosfatica propor- HE zionata all’alimentazione azotata e determinante un regolare ac- crescimento non influisce sulla recettività. La concentrazione del liquido che bagna le radici diminuisce la recettività in quanto deprime l’attività assorbente delle radici, non perchè accresca la pressione osmotica del succo delle foglie; questa pare non abbia rapporto con la recettività, al contrario di quanto si sostiene per altri parassiti. Piuttosto ha importanza la concentrazione delle sostanze organiche del succo, e pare che quanto più aumentano gli acidi liberi a bassa molecola, tanto più cresca la resistenza, mentre gli organi più recettivi appaiono più ricchi di zuccheri, di acidi a grossa molecola e di composti solubili di fosforo e di azoto. Roma, Febbraio 1921. logy. Bull. 2. 1892; Bull- 7. 1894) e sono stati ripetuti più volte con risul- tati incerti e contradditorî; Fuschini (1. c.) ha osservato una minore recet- tività dopo l’ aggiunta al terreno di solfato ferroso. da RIVISTA 10 RAND FR. V. E PiERcE W. D. —. A coòrdination oi Gur knowledge of insect transmission in plant and animal disease. (Riassunto delle notre conoscenze sopra la trasmis- sione delle malattie delle piante e degli animali a mezzo degli insetti) (PAyfopalhology, Vol. X, 1920, pag. 189-231). Gli autori accennano a malattie dovute a bacteri ed a fun- 1 ghi, tanto degli animali che delle piante, e dopo avere ricordato | i rapporti tra i parassiti e gli insetti, parlano delle malattie i cui germi sono portati esternamente, di quelle che infettano gli | organismi attaccati attraverso le ferite prodotte dagli insetti, e f; di quelle i cui germi passano nell'interno degli insetti e sono disseminati coi loro escrementi. Danno un elenco di 173 pubblicazioni che contengono | qualche osservazione sopra l'argomento. ECM | ScHmitz H. — Observations on some common and impor- i tant diseases of the Rhododendron. (Osservazioni sopra alcune importanti e comuni malattie dei rododendron) (P%y- fi topathology, 1920, Vol. X, pag. 273-278, con una tavola). Sono malattie dei rododendri comuni nel versante del Pacifico. Tra esse troviamo quelle dovute alla Sporocybe Azaleae — felampsoropsis piperiana — Lophodermium Rhododendri — Coco- iN myces dentatus - — dendri — Pestalozzia Guepini — ina - i Si parla anche di a/binismo e di scopazzi la cui causa | ancora studiarsi. berella saubinetit (Mont.) Sacc. e dei danni da essa prodotti. L. M. HARTLEY C. E HAHN G. G. — Notes on some diseases of aspen. (Note sopra alcune malattie dei pioppi) (Phytopato- logy, Baltimore, 1920, Vol. X, pag. 141-147, con 3 figure). Gli autori parlano specialmente del Pofulus tremulotdes, mal anche di altre specie di Populus. AI Tra le malattie più dannose alle foglie, insieme a diverse | pi specie di Mao descrivono un annerimento e seccume |. di intiere ui di pioppi. Riesce poi dannoso ai tronchi il Fomes igrarius. Gli autori descrivono pure dei particolari cancri dei rami, x : LI di natura non bene chiara. L. MONTEMARTINI. i af qui LE by Didvmiollina Tri: dis. (Macchie fuln dell’7ris dovnte alla Didimellina Iridis) (col precedente, pag. 148-163, con sei figure). È maia comunissima nel Wisconsin e che attacca diverse arte superiore e si presenta prima con piccole macchiette scure | circondate da un alone giallastro, le quali poi si allargano e con- fluiscono, facendo seccare la foglia. Il parassita causa della malattia è l’/eferosporium gracile, forma conidica della Dzidimellina Iridis: il suo micelio sverna | sulle foglie morte e produce gli aschi in primavera, riesce ad al infettare le foglie nuove soltanto attraverso gli stomi. Si consiglia la raccolta e la distruzione delle foglie infette 5 prima che comincino a svilupparsi quelle nuove. He L. MONTEMARTINI. | PEGLION V. — La forma ascofora (Microsphaera quercina) dell’ oidio della quercia nel Bolognese (Rerd. R. Acc. d. Lincei, 1919, Vol. XXVIII, pag. 197-198). | PEYRONEL B. — La forma ascofora dell’ oidio della quercia a Roma (Le Staz. Sper. Agr. Italiane, Modena, 1921, Vol. LIV, pag. 5-10). Questa forma che era già stata trovata in Francia da Ar- 1naud e Foex (veggasi alle pagine 259 e 260 del volume V° di | questa Rivista), fu V anno scorso trovata dal Peglion nei din- torni di Bologna e poi dal Peyronel nelle vicinanze di Roma. | Ambedue la identificarono alla Microsphaera quercina (Schw.) i; urr., e videro che si presenta quando dopo giornate calde dannoso alle quercie non è quello del Thùmen, e va distinto co un nome proprio che, per ragioni di priorità, deve essere: O dium gemmiparum (Ferraris) Pyronel (sinonimi: 0. quercinuni Var. gemmiparum Ferr., e O. alphitoides Griff. et Maub). L. MONTEMARTINI. Rivera V. — Sopra l’ azione del Fomes fulvus-Scop.-Fries sul mandorlo (col precedente, pag. 114-118). Nei mandorleti dell'Abruzzo aquilano si trovano spesso piante } vecchie. attaccate, in prossimità ai tagli di potatura, dal ozzes . ( . . . CD . . K x Di fulvus il cui micelio invade il legno e si estende anche ad una va certa distanza dal corpo fruttifero esterno, formando spesso nella. zona cambiale un vero e proprio feltro e provocando il deperi- x RIA mento e la morte dell’ albero. Secondo l’Autore il micelio fungino permane e si sviluppa. nella pianta ospite per parecchi annie dà luogo alla formazione . del corpo fruttifero esterno solo quando la pianta comincia a de-l perire e diventano perciò difficili le condizioni di nutrizione del î micelio stesso. | Oltre che per la sua azione diretta, sopra le piante che ato tacca, il Fomzes può esercitare un'azione chimico-biologica a mezzo di sostanze venefiche che rimangono nel terreno dove erano col-. Se raccomandare ai potatori di sterilizzare termica- te e chimicamente gli strumenti da lavoro. Ve Non si conoscono, tra quelle comunemente Gole varietà istenti al male. Ta MONTEMARTINI. RosENBAUM J. - Studies with Macrosporium from tomatoes (Studii sui Macrosporium dei pomodori) (Phytopathology, Bal- timore, 1920, Vol. X, pag. 1-21, con due tavole). La nebbia primaverile, o le macchie sui ‘pomodori note in merica col nome di 7742/ head, sono dovute a un IMacrosporium he è diverso dal M. solani E. et. M. e che l'Autore identifica qui col M. tomato Cooke. Questo fungo attacca solo i frutti im- n maturi e non si estende a quelli maturi e sani. i i Un’ altra malattia del fusto dei pomodori, caratterizzata da macchie nere e che può estendersi anche ai frutti, dei quali pro- duce un marciume, è invece comune nel Delaware ed è dovuta al M. Solani. fi. i i ui DALL: | L. MONTEMARTINI. SÙ v SA A CU SMILEY E. M. — The Phyllosticta blight of snapdragon. (La nebbia dell’ Antirrhinum dovuta a Phyllosticta) (Fhytopatho- logy, Baltimore, 1920, Vol. X, pag, 232-248, con 8 figure). L’ Autore descrive qui dettagliatamente il parassita e le al- zioni da esso prodotte nei tessuti della pianta ospite. TI na Le va n ‘Sono € cons gli abili li \ ASL RA Nelle serre converrà. | aspoi piante infette e mantenere la temperatura a circa BarnBRINGGE FLETcHER T. — Lifehistories of indian insec pidotteri) (IMMem. of the Deptm. of Agric. in India, Calor 1920, Vol. VI, pag. 1-217, con 68 tavole). di Pusa, nell’ India, e vi sono descritte e figurate le specie rassite delle piante ivi coltivate o utili. di Tripoli (L’ Agricoltura coloniale, Firenze, 1921, pag. Hi 141). L’Autore segnala una invasione fortissima di Iceria. in ZU sd ì Lo cuni giardini di Tripoli, invasione cui si potè efficacemente. far fronte coll’ importazione dall’ Italia del Novius cardinalis. L. M. Ò FR. A — Bacterie | blight of Soybean (Avvizzimento. e) RETE della Soja max dovuto a bacteri) (Phytopathology, Beltimore, È 1920, Vol. X, pag, 119-132, con 4 figure). ù Da alcuni arini la Soja Max va soggetta a due malattie; l’avvizzimento dovuto al Fusarium tracheiphilum, e quello dovuto a bacteri. Mentre il primo fu studiato accuratamente dal Crom- È malattia comparsa nel 1905 nel Nebraska, estesasi poi nel Connecticut e nel Wisconsin, ed ora nella Carolina del È nord. I primi sintomi di essa sono la comparsa sulle foglie di aree pi piccole, acquose, che a poco a poco si allargano e diventano O rosso-scure e trasudano da ultimo un umore dal quale l’ Autore isolò una nuova specie di Bacferzum, il B. Sojae, e il quale produce L: 1uove infezioni invadendo, attraverso gli stomi, gli spazii inter- É cellulari. N: L. MONTEMARTINI. Ranp FR. V. E CasH C. — Some insect relations Bacillus tracheiphilus Erw. Sm. (Alcune relazioni del £Lacz/lus tra- cheiphilus cogli insetti) (col precedente, pag. 133-144, e una figura). b- Sono osservazioni sopra la diffusione dell’avvizzimento bac- 1 terico delle cucurbitacee a mezzo degli insetti. i Ne risulta che una certa percentuale delle Dzabrofica (vit fata e duodecempunctata) che visitano in primavera le cucurbitacee porta nel suo interno l’ organismo dell’avvizzimento proveniente da cucurbitacce infette dell’anno precedente. Tali insetti possono portare l’infezione anche colle loro feci quando le depositino vicino ad una rottura dell'epidermide. i Il Bacellus tracheiphilus fu isolato direttamente dalle viscere li insetti e si trova però solo nelle Dzabrotzca. L, MONTEMARTINI. decempunctata contengono spesso nei loro visceri il Ba tracheiphilus causa dell’avvizzimento dei cetriuoli. l'infezione la prendono dai frutti infetti dell’anno pr ece- dente e la propagano colle feci, queste riescono ad infe soltanto se depositate in corrispondenza ad una lesione super ficiale che interessi però anche i vasi della pianta ospite. L. MONTEMARTINI. | Agricola, Piacenza, 1921, Nr, 3. pag. 77-79). L’Autore ha osservato che il fenomeno si presenta più 4 quente nelle viti innestate ed è in esse dovuto a incompleta sa necrosi, rese più dannose da micelii di funghi parassiti o semi rassiti, che ostacolano la circolazione dell’ acqua. fiandolo per due o tre giorni consecutivi con 8-10 litri di acq Il male però va curato tagliando la pianta sotto l’inne to by: % e facendo un nuovo innesto o sul medesimo ceppo o sulle cac- ciate nuove che ne verranno, Mu L’Autore consiglia anche di tenere obbliqui, lisci e puliti i tagli delle potature maggiori e coprirle anche con mastice. 59 Hi Barale) (000 Baio 1920, AVO: 3E, pag. 97-100, con una tavola e una figura). Fu osservata nel Maine, New-York e Wisconsin. . Si presenta prima sui lembi delle foglie superiori con mac- | chie lineari od angolari che seguono le nervature più piccole, e loi si allargano e solo più tardi potrebbero essere confuse con quelle dovute al Macrosporium Solant. In seguito anche i pic» | cioli fogliari si presentano striati, e tosto perdono la loro tur- gescenza e si piegano in basso. I fusti seguono la stessa sorte. | Caratteristica delle parti attaccate è una grande fragilità. L. MONTEMARTINI. | in the injécted trunks of chestnut trees (Cause della pro- . duzione di xilema patologico nei tronchi dei castagni in se- | guito ad iniezione di sostanze chimiche) (P4ytofathology, Baltimore, 1920, Vol. X, pag. 23-33, con due tavole). La formazione di xilema anormale ha luogo non solamente icino al posto nel quale si è fatta l'iniezione e fu interrotto il sistema vascolare, ma anche ad una certa distanza, evidente- mente per stimolo chimico sulle SEE L. M. NOTE PRATICHE. Dall’ Agricoltura della Domenica, Piacenza, 1921: N. 13. — Per combattere il pidocohio del melo sì raccomanda dA (0: TarO, durante il Deriado ce di paso, la eli Doncado allo ORA 4 ui. nemici della vite, del frumento, del lupino e di altre piante. Nelle fi lità nelle quali furono ora segnalate infestano specialmente la segale, co rendo ad essa, Sepp avere fatto la loro prima comparsa sulla Ol = 325 <& = de ii ER ie atpersT è ;_ xv; UNIONE ITALIANA ‘-—fra Consumatori e Fabbricanti di Concimi e Prodotti Chimici Società Anonima — Capitale Sociale versato L. 60.000.000 Sede in MILANO. - Via S. Nicolao, 7 i i Uffici: FIRENZE, GENOVA e NAPOLI TL Agenzie: MANTOVA, VICENZA, VIAREGGIO — N. 34 stabilimenti sparsi in tutta Italia sm SUPERFOSFATI, SOLFATO di RAME, ZOLFI | VENTILATI, e tutti gli altri prodotti chimici necessari | per l'agricoltura e l'industria. __[{ FERTILINA sale nutritivo per fiori, piante da vaso e da ‘giardino, î ed in genere per tutti 1 vegetali. Prezzo per ogni scatoletta, L. 1 -- scatola da gr. 500, L. 2 — da Kg..1, L. 4 — da Kg. 3, L. 8,50. FRUGIFER concime concentrato per alberi da frutto, scatola da «Kg. 1.600, L.-1,40 — da Kg. 2.800, L. 2 — sacchetto da Ke. 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Ti | Pratica culturali nel marciume La ‘Rui mio Lana Wialettio ieite dine done a baeboci Prezzo d’ abbonamento L. 15 _ yt__eo0°° rv rt_o_@— PAVIA TrPogRARIA COOPERATIVA DE Neo) 1921 Pag. 70 65 84 T4 T4 75 85 76 82 83 83 Me, 76 76 1 7° 13 86 n | Contro la peronospora Sito dell v st; pomodori, invece del solfato di TORA | può adoperare la 0 si Pasta Caffaro. che è un preparato di rame, il quale ba Wi medesima efficacia della poltiglia bordolese. Costa. meno del solfato di rame ed è div più semplice preparazione. È Esperienze comparative fatte, per la vite, | «dai prof. Sannino e Zago a Broni, e,‘per' ie patate, dal prof. Montemartini a Bergamo & 98 Varese, hanno dimostrato che questo composto | di rame vale tanto quanto le poltiglie bordolesi | meglio preparate. i La Società del Caffaro ha recentemente messo in $ commercio anche la j POLVERE CAFFAROO 0. i contenente la. stessa. percentuale di rame della. Pasta (EI Caffaro. 1 La Polvere Caffaro può essere applicata coi co- muni soffietti a solforare ed aderisce meravigliosamente agli organi vegetali. È comodissima per i frutticoltori, gli orticoltori ed i vivaisti. La Pasta e la Polvere Caffaro, devono la lorc efficacia al fatto che contengono del rame in forma di ossicloruro. i Sono preparate dalla Società elettrica ed elettrochimica del Caffaro (Milano - Via Lovanio, 4), e sì possono acquistare presso tutti i Consorzi agrari federati nella. Federazione italtana dei Consorzi agrari. e iiI sr Mi: Mea sù \ It i Diretta DAL DoTrTt. LUIGI MONTEMARTINI Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano Direzione e Amministrazione : Prof. LuiGi MONTEMARTINI - Pavia LIBRARY LAVORI ORIGINALI NEW ROTFANICA PIPA INA GARDEN DOTrLeRaCIBERRI on Una nuova malattia del pomidoro: la “ carie ,, vg i , n _/N0. PIANA — NOTA PRELIMINARE o; Nei dintorni di Alba, verso la fine del giugno c. a., fu Bi colto da una pianta un pomidoro immaturo in cui si notava una d grave alterazione di origine parassitaria, con molta probabilità. mai riscontrata sino ad oggi, il cui studio ho intrapreso in questo Laboratorio sotto la guida del Chiar. Prof. Ferraris che mi è stato largo di consiglio e di aiuto, e che colgo 1’ occasione per LIA ringraziare vivamente. SA Il frutto si presentava all’ aspetto esterno vizzo, molliccio, un poco scolorito, con l'epidermide sana ovunque salvo in un 7 vi punto ove si notava una convessità brunastra, approfondentesi NI verso l'interno del frutto, che sezionato, mostrava la polpa com- pletamente. distrutta, marcescente, quasi nera. Il residuo della massa parenchimatica sana aderente all’ epidermide era limitato NR dalla malata da uno strato rossiccio. Nel putridume nerastro, co- stituito prevalentemente di cellule morte e disgregate, erompe- parassitaria, ho infettato dieci pomodori immaturi, sani; cinque. i con la puntura superficiale di un ago infettato scalfendo legecaaa i mente un picnidio, e gli altri cinque con l’ ago infettato sulla massa putrida, il tutto con le debite precauzioni per evitare int ì quinamenti estranei. In camera umida alla temperatura media di 20°-22° C., dopo due giorni si è avuta su due pomodori la prima manifestazione della malattia, sotto forma di una chiazza livida, rapidamente abbrunentisi, orbiculare od allungata, depressa, cir- | condante il punto precedentemente infettato, e scavantesi nel prolungamento di esso. Dopo quattro giorni, otto dei dieci frutti si erano ammalati, ed in quelli in cui essa malattia si era mani- festata prima, l’alterazione era evidentissima, assumendo le chiazze oltre un centimetro di diametro o di lunghezza, mentre una metà del frutto si mostrava flaccida, cedevole alla più lieve pressione del dito, con l'epidermide circondante la depressione lievemente grinzosa, e facile a gocciolare dalla ferita un liquido incoloro e inodoro dapprima, poi torbido, gialliccio e di cattivo odore. Se- zionato qualche irutto, esso si mostrava in parte marcescente, bruno-giallastro, con l’ alterazione estendentesi verso la parte centrale del frutto ancor sana, e limitata dalla malata per una zona rossastra più o meno sfumata; nella massa erano contenuti numerosi picnidi neri. Il decorso dell’ infezione è rapidissimo, potendo in cinque o sei giorni, nelle condizioni più favorevoli, invadere tutto il frutto che perde la sua forma e si riduce in una massa putrida e nerastra, salvo l’epidermide che non viene in- taccata e piccola parte del parenchima aderente, che non si al- tera, o difficilmente; nello stesso spazio di tempo un testimone, non infettato, si mantenne perfettamente sano. È degno di nota il fatto che se l’ alterazione non è troppo avanzata, essa non disturba il fenomeno di maturazione dei frutti Avendo e. dubitato attribuirsi a questa v azione } p° mi , seed 21 È NRE * Va Stat RL Y ea IZ , î Do p - a R | verdi ammalati; anzi, almeno nelle esperienze #2 vzfr0, esso è | accelerato notevolmente per cause non ancor precisate. La macchia depressa, bruna, è circondata da un’alone verde che spicca assai bene sul rosso incipiente del frutto che matura; essa matura- zione non impedisce però l’ estendersi dell’ infezione. I picnidi, di circa 1/5 di mm. sono abbondanti, densamente sparsi ed emersi dalla polpa cui sono attaccati, per il raggrinza- mento di essa; di forma globosi o sub-globosi, lievemente de- pressi, neri, contenenti numerosissime stilospore ellittiche o ro- tondeggianti, jaline, continue, apparentemente non guttulate, e piccole poichè misuranti 2,5 = 1,54. Non ho potuto ancora stu- diare con sufficiente esattezza il micelio fungino e la sua rela- zione con le cellule del parenchima, anche perchè le osservazioni sono ostacolate dalla presenza del micelio di una Ramularia di cui accenno sotto. Il fungo offre qualche affinità con il PXoma Ofleracea Sacc., (Sacc. Syll., Vol. III, pag. 135 e Rabenhost’ s Krypt. Fl. Par. IV pag. 275) da cui differisce per la forma, le dimerisioni delle spore, l’ assenza delle gocciole e per l’ habitat; è affine anche alla Phellosticta Lycopersici Peck. (Sacc. Syll., Vol. X, pag. 131) con cui ha in comune l’habitat e la matrice, ma differisce per i caratteri esterni della malattia e le dimensioni delle spore. Più simile che ai precedenti è al Phoma Eupyrena Sacc. (Sacc. Syll., Vol. III, pag. 127 e Rabenhost's Krypt. FI. Par. IV pag. 322), da cui differisce per l’ habitat, per le dimensioni delle stilospore nonchè per altri lievi caratteri. Con ogni probabilità si sarebbero trovate maggiori affinità col Phoma Crocophila (Mont.) Sacc. (Pe- risporium Crocophilum Mont.) che da la « carie o fumaggine dello zafferano » (Tacon dei francesi) ed a simiglianza della quale ho dato il nome di « carie del pomodoro », poichè le due malattie offrono una notevolissima somigliaza sia nei caratteri macrosco- pici che nell’ andamento della malattia (Cfr. Ferraris I Parass. Veget., pag. 759); ma in nessuna delle opere consultate ho po- ar, 68 PARASSITI VEGETALI tuto trovare una diagnosi sufficiente ed esatta, dopo quella incompleta data dallo scopritore, e riportata nel Saccardo (Sy Vol. III, pag. 158), ne’ ho potuto trovare il materiate necessario per studiare direttamente il fungo, cosa questa che mi propongo di fare tra breve. Noto passando che le alterazioni frutticole do- vute ai Phoma sono molto rare, rispetto a quelle caulicole e fo- glicole; anzi dalle prime ricerce sembrerebbe che’ per la prima volta sia registrata un’ alterazione frutticola parassitaria dovuta ad un P%oma, e delle seconde, sono importanti quelle dovute al Phoma crocophila (Mont.) Sacc. e al P%koma oleracea (Ferraris, I Parass. Veget., pag. 760). Intanto, in base ai caratteri suscritti, e per le differenze già notate, credo opportuno includere il parassita del pomodoro in una specie nuova (ad interim), di cui ecco la diagnosi latina temporanea : Phoma Ferrarisii n. sp, (dedicato al Chiar. Prof. Fer- raris) — Peritheciis sub-gregariis, inclusis fructibus, globosis vel globosis-oblungis, fuscis, depressis, 245-254 \ 190-210 n; sporulis ellipticis, utrinque rotundatis, hyalinis, simplicibus, 2,5= 1,54 copiosis (bastdis non visits). Hab. 272 fructibus immaturis Solani Lycopersici, Alba (It. Bor.) Legit Ciferri. Il Phoma deve penetrare nel frutto attraverso una soluzione di contiguità del tessuto epidermico, almeno da quanto risulta dalle prime osservazioni; ma mi riserbo di accertarlo meglio spe- rimentalmente. La malattia è assai rara, non essendosene trovati che pochissimi esemplari su due piante di un orto in cui è re- lativamente abbondante sui frutti il marciume apicale del pomi- doro dovuto al Lacferium Briosit Pav., e sulle foglie si rivela un seccume d’indole non parassitaria, dovuto a causa meteorica o più probabilmente fisiologica. La nuova malattia danneggia gravis- simamente ed irreparabilmente il frutto che resta assolutamente inutilizzabile. “ Mo DoTT. ERCOLE CERASOLI iorno ce sotobizzazione de composi apici nfiitgamici | sulla superficie degli organi verdi della vite nia I RAZZI = EIA LI, Una vasta letteratura si è andata accumulando a proposito "73 Fon della complessa azione che la poltiglia bordolese ha per com- Do do battere l’ infezione peronosporica. Tuttavia nulla si sa di preciso VARA È Sp î i : ; "Ad AE intorno alla solubilizzazione delle piccole quantità di rame dei composti cuprici anticrittogamici, depositati sugli organi verdi I Ka î della vite. 3 Si ritiene generalmente che 1’ acido carbonico, il carbonato. d’ ammonio, l’ acido nitrico, che, in quantità variabili, si trovano x sempre nell’ atmosfera e quindi nell’ acqua meteorica, ‘agiscano Ù quali fattori solubilizzanti su tali composti cuprici, aderenti agli organi verdi. Venne pure ammessa l'ipotesi che alla solubilizzazione del rame delle poltiglie concorrano speciali sostanze escrete dalla foglia (composti d’ ammonio, acidi organici, ecc.) Esperienze di fr Ruhland (!) dimostrarono però che nella foglia viva intatta tali MA sostanze si trovano in quantità così piccola, da non essere suf- È ficienti a rendere solubile il rame delle poltiglie. (4) RunLAND. — Arb. biolog. Abt. d, Kais. Gesundheitsamte, 4, p. 157, 1904, xi PARASSITI VEGETALI | 71 Durante le esperienze comparative sulla efficacia della pol- tiglia bordolese e della polvere bordolese (') per combattere la peronospora della vite, ho avuto agio di dare una nuova inter- pretazione in merito alla solubilizzazione delle piccole quantità di rame delle miscele cupriche, deposte sugli organi verdi della vite, necessarie per uccidere le zoospore della peronospora. Rias- sumo qui brevemente alcuni risultati. * * * Io ritengo che i composti cuprici delle poltiglie, disseminate sulle foglie dalle pompe irroratrici, tendono a trasformarsi, sotto l’ influenza degli agenti atmosferici, e in particolar modo del- l'anidride carbonica, in bicarbonati di rame, i quali darebbero luogo alla formazione di soluzioni colloidali di idrato di rame. Forse, dopo un determinato periodo di tempo, e in oppor- tune condizioni d’ ambiente, i bicarbonati e le soluzioni colloidali di idrato di rame, raggiunto un certo equilibrio chimico, dànno luogo alla formazione di carbonati di rame, di matura fisica di- versa da quelli comuni, in modo che essi non sarebbero più sensibili all’ azione dell’ anidride carbonica dell’ aria e non si formerebbero più le soluzioni colloidali di idrato di rame, che dovrebbero impedire lo sviluppo del parassita. Nello studiare il potere attivo del rame nella poltiglia bor- dolese e polvere omonima, ho potuto stabilire che le foglie col- pite da peronospora manifestano reazione acida. L° esperienza è stata così condotta: ho preso delle foglie di vite sane, di quelle leggermente attaccate dal parassita, di quelle letteralmente dis- (4) La Società per la fabbricazione della Polvere Bordolese in Arpino, testè costituitasi, ha raccomandato l’ uso di una polvere a base di solfato di rame e calce, denominata “ Polvere Bordolese ,, come vantaggiosa a sosti- tuire la poltiglia cupro-calcica o bordolese. Ved. E. CaRAsoLI: “ Il pro- blema nazionale degli anticrittogamici a base di rame. ,, Boll. R. Star. Pat. Veg., Roma, giugno 1921. MARRONI VI SIRRPORAA VII SRI ITA ATA IAARE VI REASRETIONIAE, PIERI E LAINO Aaa VIRATA LI 4 VASCA Page VAlia L VE "x uattro bicchieri contenenti dell’ acqua distillata, avendo cura. q q che delle foglie solo la lamina venisse a contatto coll’ acqua. ; rovi Dopo qualche giorno di esposizione all’ aria, ho potuto osservare che soltanto l’acqua distillata del bicchiere contenente le foglie. sane dava reazione neutra. L'acqua degli altri bicchieri dava tutta dal più al meno reazione acida: più spiccata per le foglie con la muffa pruinosa candida (conidiofori con conidi), più leg- gera per gli altri due campioni. Concludendo, si può pensare che la solubilizzazione dei Sidi di rame, da me studiati, sia dovuta a debolissimi acidi o sali acidi, escreti dal parassita durante l'invasione. Tale acidità pa- tologica reagirebbe facilmente coll’ idrato di rame colloidale, e difficilmente coi carbonati di rame, formatisi nel modo indicato più sopra, dando origine a ioni rame ai quali sarebbe partico- larmente dovuta l’ azione fungicida. Allorquando queste sostanze acide non trovano del rame allo stato colloidale sugli organi verdi, provocherebbero disturbi funzionali e alterazioni tali, da rompere l’ equilibrio fisiologico dell’ attività vegetativa, determi- LI nando la morte dell’ intera pianta o dell’ organo offeso. Ed è forse per questa ragione che la superficie degli organi verdi deve avere del rame di riserva efficace, cioè allo stato di idrato colloi- dale, prima che i germi si evolvano. Le osservazioni, che ho qui raccolte, possono essere il punto di partenza per un nuovo studio intorno alla biologia della pe- ronospora. E da augurarsi che tale studio venga eseguito in uno degli Istituti scientifici che si occupano di patologia vegetale. Arpino, giugno 1921 1 (ro immerso ciascuno di questi. campioni separstamentà enti ro di: * ” Pa STATO RM SO RIVISTA ERMOREL V. e DanTONy E. — La dèfense de nos jardins _ contre les insectes et les parasites. (La difesa dei nostri giardini contro gli insetti ed i parassiti). (Paris, 1921, 232 | pagine, con 67 figure nel testo e 11 tavole colorate). È un manuale pratico, nel quale gli Autori trattano solo | delle malattie più dannose (anche ai fruttiferi) per le quali si . hanno mezzi efficaci di lotta. Come anticrittogamici sicuri essi considerano solo i sali di di rame e lo zolfo; come insetticidi ammettono. il petrolio e le altro prodotto di uso più delicato : ritengono però che la lotta È ontro gli insetti dannosi alle piante debba ora essere special- n mente diretta alla ricerca e diffusione dei loro nemici naturali. di Il volume è corredato da utilissimi indici alfabetici delle diante e dei loro parassiti, nonchè da un calendario ben com- 4 nilato pei trattamenti cui sono da sottoporre le diverse piante — soltivate nei diversi mesi dell’ anno. A * ù L. MONTEMARTINI. had SA Ù (San Paolo del Brasile, 1916, 34 pagine, con 26 figure). L’Autore comunica che lo Sckizofhyllum commune Fr. con- siderato come fungo. saprofita e già però segnalato in casi iso-. lati come parassita della canna da zucchero, è invece frequente. e può essere causa di danni non indifferenti, Descrive poi le seguenli specie che sì trovano, più o meno frequentemente, sopra la medesima pianta nel Brasile: Vadsaria È % : i 4 f: subtropica, Linospora Sacchari (nuova), Leftosphaeria Sacchari, Euryachora Sacchari (nuova), Cytospora Sacchari, Nectria sp., Otthia sp., Fusarium sp., Vermicularia Sacchari (nuova), Col- letotrichum falcatum, Lasiodiplodia Theobromae, Contothyrium Sacchari, Phyllosticta sp., Dendrophoma (?) saccharicola (nuova), Sphacropsis pseudodiplodia, Cladosporium graminum. Me Briosi G. e FARNETI R. — Sulla moria dei castagni: mal dell’ inchiostro. (Atti Ist. Bot. di Pavia, Ser. II, Vol. XVIL, 1921, pag. 1-93, con 17 tavole). Sopra questo argomento gli Autori hanno pubblicato gà parecchie note che si trovano riassunte nei precedenti voluni di questa Azvista, ed hanno dimostrato che l’inizio della mi- lattia non si deve cercare nelle radici delle piante colpite, na nelle parti aeree e precisamente nelle estremità dei rami dove cominciano le formazioni cancrenose (che si estendono poi ver:o il basso, fino alle radici) dovute alla Melanconis perniciosa e ala sua forma imperfetta di Coryzeum perniciosum. La descrizione più dettagliata del male e del parassita cle lo praduce, insieme a tutta la storia dei danni da esso prodoti e delle ricerche degli studiosi che se ne occuparono, doveva, li | PARASSITI VEGETALI © | nella mente degli Autori, essere data in un lavoro più completo Uta che la morte impedì loro di condurre a termine. Qui sono pubblicati i primi capitoli e le belle tavole (con relativa spiegazione) che riguardano anche le pubblicazioni pre- cedenti. Sono diffusamente esaminati e discussi: i rapporti dell’ Aga- ricus melleus colla malattia, i micocedii e i micelii delle estre- mità radicellari, gli stessi in relazione allo stato di indebolimento N, o di robustezza della pianta, i funghi umicoli, le condizioni del terreno, le condizioni climatiche, le pratiche colturali, ecc. È data anche notizia di esperienze che furono iniziate per combattere la malattia. — Tutto il lavoro, disgraziatamente incompleto, era stato pre- parato fin dal 1917, epperò non vi si parla degli studii del Petri sopra la B/epharospora cambivora. L. MOTEMARTINI. COMANDINI CORTINI J. — Il Fusicladium Cerasi sulle pesche (Boll. mens. d. inform. e notizie, R. St. Pat. Veg. di Roma, 1920, N. 9-10, pg. 107). Questo fungillo fu trovato a deturpare molti frutti di peschi sui mercati di Roma: forma sulla buccia piccole macchie, bruno- olivacee , vellutate, rotondeggianti e qualche volta confluenti, a contorni indecisi; non impedisce l’ accrescimento normale dei frutti attaccati, ma dà loro un aspetto poco gradevole e ne al- tera il gusto che diventa amaragnolo. Si consigliano trattamenti invernali agli alberi con poltiglia bordolese molto. densa (al 4 p. 100) o con soluzioni al 10-20 L p. 100 di solfato di ferro, e trattamenti primaverili alle foglie, | dopo l’allegamento dei frutti, con poltiglia diluita. L. M. pa Pisi Lib. (L’ antracnosi © peso diari pisello ; 7 Ascochyta Pisi Lib.). (Bol. d. . R. Soc. Espanola d., Hist. Nat., T. XIX, Madrid, 1919, pg. 189-196, con 3 figa e una tavola). L’Autore descrive questo parassita e i danni che esso pro- duce ai piselli. Segue la penetrazione del micelio attraverso la buccia dei legumi fino a raggrungere i semi, nei quali il micelio stesso può svernare. Descrive pure una forma nuova (f. Pisi) di Macrosporium — commune Rabh. che si trova spessissimo sui legumi attaccati dall’ A scockyta. L. MONTEMARTINI, Ramirez R. — Cyathus de la vid (Cyazkus della vite) (Ze Revista Agricola, Messico, 1921, Tom. V, Nr. 10, pg. 720, con figure). Nel 1919 furono mandati alla Stazione Agraria del Messico dei ceppi di vite coperti da micelio bianco che poi diede organi di fruttificazione di un Cyathus. L’Autore segnala e descrive il caso. L. M. RAMIREZ R. — La cenicilla del tomate (L’ incenerimento dei pomodori) (col precedente, Nr. 12, pg. 830). Nel distretto Urnapàm dello stato di Michoacan, i pomodori nel 1920 furono fortemente danneggiati da una malattia chia- mata cenicilla (incenerimento) perchè si presesentava come se tutte le parti delle piante fossero state coperte da cenere. In Laboratorio si è visto che si trattava di un Ozdium. Sulle piante ammalate si sviluppava anche un /usarzum. L. M. » se Vor Li | PARASSITI VEGETALI E ANIMALI — BACTERI CORNO IAN SAVASTANO L. — Di tatune pratiche colturali nel marciume radicale degli agrumi (A. St. Sp. di Agrumicoltura di Aci- reale, Boll. 38, 1921). Proseguendo gli studi e le osservazioni di cui alla pagina 126 del precedente volume di questa 7zsfa, l’Autore richiama l’attenzione degli agricoltori sopra pratiche colturali che possono ritardare il diffondersi del marciume radicale negli agrumeti in- fetti: fognatura del terreno specialmente se compatto, spiana- mento del terreno lavorato, apertura di canaletti di scolo, am- mendamento dei terreni compatti con sabbia, sospensione tem- poranea o definitiva dell’ irrigazione, asportazione delle piante morte/ senza piantarne altre nel medesimo posto. L’ Autore cita anche un caso di marciume radicale in un albero di olivo, provocato forse da ristagno di acqua. IL... ML RAMIREz R. — Tumores de las hojas de los alamos (Tumori sulle foglie dei pioppi) (La Revista Agricola, Messico, 1921, Tom; N*Nr.10, pg.:719;, con Agure). In diversi pioppi le foglie presentano sui piccioli delle grosse galle dovute a punture di Pemphigus populi Courchet, che qui l’Autore descrive e figura. USE, ERWIN F. SMITH. — An Introduction to Bacterial Diseases of Plants. (Introduzione allo studio delle malattie delle piante dovute a bacterri) (Philadelphia and London, W. B. Saunders Co., 1920. Pag. XXX + 688; 8°, 453 fig.) Come l'A. dichiara nella prefazione, questo libro è il risul- tato di 35 anni di letture e di 25 anni di diligenti indagini in che non si basi su più di una esperienza. È stato fatto: | princi- ; pid palmente per l’ uso in laboratorio, sotto la guida di un compe- tente maestro; ma anche gli studiosi di scienze biologiche in. generale, anche il pubblico che si interessa a questioni di pro-. duzione agraria vi troveranno una miniera di informazioni. È i primo trattato scritto su tale argomento. Il libro è diviso in 5 parti: 1) Le malattie batteriche delle piante in generale ; 2) Metodi di indagine; 3) Malattie special- e mente studiate; 4) Miscellanea; 5) Osservazioni generali. Nella prima parte sono considerati: 1) distribuzione delle malattie batteriche; 2) periodo della loro massima suscettibilità. 3 (quello in cui abbondano i tessuti immaturi); 3) fattori che go- vernano l’infezione (succulenza, abbondante provvista di alimenti, forse anche assenza di sostanze inibitrici, eccessivo ombreggia- mento, elevata temperatura, pioggia eccessiva, forti venti, ter- reno umido, forti rugiade); 4) vie di infezione (ferite, aperture naturali: pori acquiferi, stomi); 5) intervallo tra l’ infezione e la. comparsa della malattia, o periodo d’ incubazione (variabile da. I o 2 giorni ad 1 o 2 mesi, a seconda che il parassita trova subito nella pianta ospite sostanze adatte al suo sviluppo o che può rapidamente render tali per mezzo delle sue secrezioni ed escrezioni, ovvero che deve vincere vari ostacoli, quali acidi inibitori o tessuti resistenti); 6) guarigione (che può dipendere. da perdita di virulenza per parte del parassita, forse dovuta ad ossidazioni; si può dire che non si sa ancor nulla intorno al. l'immunità acquisita dalla pianta ospite); 7) agenti di trasmis- sione (organici o inorganici); 7) habitat extravegetale dei paras- siti; 9g) morfologia e caratteri culturali dei parassiti; 10) azione del parassita sulla pianta (che presenta tutte le fasi da simbiosi a parassitismo); 11) reazione della pianta (rallentamento nello sviluppo, cambiamenti di colore, distorsioni, sviluppo di certi organi in numero eccessivo, eliminazione di amido in vicinanza A RATE ll centro di infezione batterica; proliferazioni patologiche: cancri, di lotta. al La seconda parte si inizia colla bibliografia di alcune delle l più recenti opere in materia, indi tratta: 1) degli apparati per { la preparazione dei substrati di cultura; per l’ isolamento e lo sviluppo delle culture; per la preparazione e lo studio delle se- i zioni; per esperienza in serra e di inoculazione; per le fotografie; . 2) degli usi dei substrati culturali ; 3) della preparazione di tali | substrati; 4) della tecnica dell'isolamento; 5) cura delle culture; | studio delle culture ;} 6) metodi di inoculazione ; 7) epoca e punto | dell’ inoculazione ; 8) cura delle piante inoculate e di controllo ; 9) preparazione delle sezioni; 10) metodi di colorazione; 11) con- servazione dei preparati; 12) preparazione delle illustrazioni ; Î13) cataloghi a scheda e sistemi di schedario. La terza parte studia particolareggiatamente 14 organismi : (dei quali 8 furono denominati dall’A., 2 da altri che studiarono ‘ nel suo laboratorio) e cioè: È 1) Bacillus tracheiphilus EFS causa del « cucurbit wilt » | o avvizzimento delle cucurbitacee ; 2) Bacterium campestre (Pammeli EFS causa del « black 3) Aplanobacter Stewarti (EFS) Mc. Culloch, causa della «Stewart's Disease of Maize » o malattia di Stewart del gran- turco ; I 4) Bacterium solanacearum EFS. causa del «brown rot » 0 batteriosi delle solanacee ; Me 5) Aplanobacter michiganense EFS. causa del « bacterial à : . . canker » o cancro batterico del pomodoro ; , 6) Bacillus carotovorus L. R. Jones, causa del « Jones” rial black rot » o marciume nero batterico della ii = 8) Bacterium fphaseoli EFS. causa del « bean blig Batteriosi del fagiuolo ; RA o) Bacterium maculicolum Lucia Mac Culloch, causa o 1 « Mac Culloch'’s Cauliflower spot » o chiazzatura di Mac Cul loch i del cavolfiore: leaf spot of cothon ». Batteriosi delle fa: 11) Bacterium mori Boyer et Lambert, emend. ES. causa del « Mulberry blight » o batteriosi del gelso; va a 12) Bacillus amylovorus (T.J. Burrill) Trevisan, causa del « fire blight of apple, pear, gnince, ete. » o batteriosi del me. del pero, del cotogno, ecc.; ‘er 13) Bacterium Savastanot EFS. causa dell’ « olive tuo bercle » o tubercolosi dell’ olivo ; i po 14) Bacterium tumefaciens Smith et Townsend, causa dell «crown gall» o tubarcolosi, o rogna di varie piante arboree. ed erbacee. ti i Per ciascuna delle piante studiate sono trattati i punti se- È La “SI guenti : tipo, causa, tecnica, derminazioni; per 1 organismo 35 È AI ._ morfologia, caratteri culturali, risposta ad un ambiente non. | nutritizio; per la malattia: segni, istologia, variabilità , tra: ta smissione, estirpaziona della malattia, letteratura. La biblio- ; x grafia è spesso accompagnata dal ritratto degli autori, Non si | limita a riferire titoli di memorie o di monografie, ma include | trattati generali nei quali lo studioso può trovarli, il che ceo di questa parte del libro ad un tempo meno ingombrante, più utile, | va e, si può dire, più completa. G La quarta parte include: 1) note su alcune altre malattie batteriche ; 2) suggerimento di speciali temi di studio; 3) pro- | | duzione di tumori in assenza dei parassiti; 4) considerazioni | intorno agli stimoli fisici e chimici provocanti la formazione di | tumori; 5) produzione di forme teratologiche in assenza di tu- | mori o di parassiti. È Scritta con molto garbo, piena di buon senso, ricca di pro- . fonde e talvolta argute considerazioni la quinta parte, della quale basta riferire il titolo dei capitoli per mostrare tutta l’originalità: r) degli studi sussidiari ; 2) del modo di vedere le cose; 3) della È sperimentazione; 4) del cominciare il lavoro inconsideratamente; È 5) dell’iterpretazione dei fenomeni; 6) della ripetizione degli e- sperimenti, altrui o ‘proprii; 7) della pubblicazione ; 8) della chia- | rezza nell'esposizione; 09) della completezza nell’ esposizione ; 1o) sulla brevità dell’ enunciato; quando la brevità non è desi- .derabile; 11) sull’etica dell’ indagine; 12) del modo come stare in guardia per non farsi scroccare il merito del proprio lavoro; 13) del lavoro in collaborazione; 14) del come distribuire il me- rito dei lavori fra collaboratori; 15) del frequentare le riunioni e partecipare a società e dell’ esser disposti a fare propaganda e ad arrecare aiuto agli studiosi; 16) del riposo e della ricrea- P | zione. Il libro è fornito di 2 indici: dei capitoli ed analitico (di | 24 pagine in due colonne) e dell’ elenco delle illustrazioni. Se i primi 4 capitoli rivelano lo scienziato, l’ ultimo rivela l’uomo: dotato di molto senso pratico e di vasta cultura gene- rale. La quale ad un cuore italiano rende più dolorosa una pic- colissima menda del bel lavoro : i titoli in lingua italiana non sempre sono riferiti correttamente. Il che prova ancor una volta | quanto poco sia nota la nostra lingua anche fra i dotti che per | necessità professionali hanno dovuto mettersi in grado di inter- | pretarla; anche fra i dotti forniti di larga coltura classica. I fitopatologi italiani vi hanno buon posto: fra i « primi È lavoratori della fitobatteriologia », in tutto ‘7, compreso l’ Erwin Smith, figurano le fotografie di due italiani, il Prof. Cavara ed n altro, che non potè p lere in questi stud igorosa d | molto estranee alla sua volontà: la specificazione r batterio fatta da questi fu nel 1887, (e fu sincroma a qu altri batterii del Burrill e dell’Arthur), tra le prime nel gene Ho innanzi agli occhi un volume di poesie dello stess Erwin Smith, composte di un senso delicato: la dedica del li dire che noi italiani siamo sempre poeti. La coltura classica base per le larghe comprensioni scientifiche. Acireale, giugno del 1921. L. SAVASTANO. pu Bihar. (L’avvizzimento dell’ indaco nel Bihar). (Mem. of the > Deptm. of Agric. in India, Vol. XI, Calcutta, 1920, p. 1-18). E un avvizzimento che non è dovuto a parassiti, ma segue a certe potature e a pratiche colturali che, quando la stagione è sfavorevole alla vegetazione, conducono alla distruzione dei noduli e delle radicelle senza che vi sia la possibilità di una: rigenerazione. i Gli Autori hanno riprodotto artificialmente la malattia. LN P) (|... (MALATTIB DI NATURA INCERTA GG 0000 88 Lo PRIORE G. — Di un’ apparente infezione peronosporica del frumento. (L’/falta Agricola, Piacenza, 1921, Nr. 1, pg. 206-213, con 8 figure). Nel campo sperimentale della Stazione Agraria di Modena, in diverse località della provincia di Parma, dell’ Umbria, del- l’Agro Romano, si presentavano quest'anno frequenti casi di spighe di gentile rosso piegate (l'Autore le chiama grrocchiate) e deformate come se fossero attaccate da peronospora (Sclero- spora macrospora). Escluso, tanto dall’ esame delle spighe deformate quanto da quello delle foglie e delle stesse guaine nelle quali esse spighe erano chiuse, che si trattasse di peronospora o di altri parassiti animali o vegetali, l’Autore si diffonde a descrivere le anomalie in parola, nota la sterilità delle spighette superiori, confronta coi casi di virescenza delle infiorescenze maschili di mais. Non accetta l’idea del Succi che si tratti di casi di iper- trofia, e pensa trattarsi di variazioni dipendenti da diversi fat- tori ancora ignoti. L. MONTEMARTINI. QUANIER H. M. — The mosaic disease of the solanaceae, its relation to the phloem necrosis, and it effect upon potato culture. (La malattia del mosaico delle Solanacee, i suoi rapporti colla necrosi del floema e gli effetti sopra la coltivazione delle patate). (PAytopathology, Baltimore, 1920, Vol. X, pg. 35-47, con 14 figure). Il curl (arricciamento) delle patate è malattia antica con- nessa forse a degenerazioni senili delle varietà. Il nome di cw7/ è però applicato a diverse malattie : 1) accartocciamento delle foglie (leaf-roll) o necrosi del MINI IRE VERNO N REA ha pi ngi È “dI. Vo ti! 4% VESTA 2) il vero rane aa I a jiotcebi più pro priamente essere chiamata mosaico, essa pure contagiosa. L’Autore ha osservato che dove v’ è la necrosi del floei quali i tuberi dànno direttamente dei tuberi figli. Non sa Be sia possibile trovare varietà resistenti con sele. zione sui tubeni L. MONTEMARTINI. ARNAUD G. — Sur les sucoirs des Meliola et des Asterina (Sopra i succhiatoi delle Meliola e delle Asterina) (Compt. rend. d. s. d. l’Ac. d. Sc. d. Paris, 1914, T. 159, pg. 807-809). ARNAUD G. — Sur les sucoirs des Balladyna, Lembosia et | Parodiopsis (col precedente, T. 160, 1915, 3 pagine). _L’Autore ricorda che già il Maire fin dal 1908 ha dimostrato che le Meltola e le Asterina rono veri parassiti che, a guisa delle EFrisifacce, sviluppano degli austorî. Ripete qui le osservazioni del Maire estendendole ad un. maggior numero di specie. I succiatoi attraversano la cuticola e sono sempre intercellulari fino alla cellula ospite nella quale penetrano e che spesso è una cellula epidermica, talvolta però è una cellule sottoepidermica. L. M. 171, con ‘una figura). L’ Autore distingue tre forme caratteristiche di allettamento : quello dovuto ad ipernutrizione azotata, quello dovuto a cause R; I, | meteoriche, e quello dovuto a disarmonia meccanica del culmo. È. — In tutte la causa determinante il fenomeno è lo squilibrio fra À ‘le forze sollecitatrici (gravità, spinte, urti) e la resistenza intrinseca. Ù” del culmo dipendente dalle sue caratteristiche meccaniche. NE Questo che presenta è uno studio di meccanica fatto con - ‘diverse varietà per le quali ha misurato in diverse condizioni di il momento resistente totale, il momento flettente totale, i mo- | menti parziali (vento, spostamento del centro di gravità, acqua | di adesione). dì | L. MONTEMARTINI.. NOTE PRATICHE numerosissimi in quelle campagne. Dalla relazione della Giunta esecutiva del Consorzio togliamo le se- pi guenti notizie che sono interessanti: ;; “ La lotta venne intrapresa solo dal 25 per cento dei comuni ; forti “ manti il Consorzio obbligatorio, con più o meno intensità, ma i risul- “ tati ottenuti confermano maggiormente quanto necessaria e seria doveva “essere la lotta collettiva. “ Da questi pochi comuni vennero raccolti circa novemila e cinque- | 0) “ cento chilogrammi di maggiolini che moltiplicati per mille e duecento | de v “(numero di maggiolini per ogni chilogrammo) dànno un totale di circa “ aumdici milioni e cinquecentomila insetti. fi n N i i “ Di questi, quattro milioni di femmine che avrebbero deposto circa i È “ trenta ova cadauna dando vita in tal modo a circa centoventi milioni. y Nate «“ di larve che nella maggior parte sarebbero ricomparse maggiolini fra “tre anni. “ Facendo quindi una equa proporzione della mancata lotta da parte “ degli altri comuni, si hanno da segnare delle cifre fantastiche che rag- “giungono il miliardo di insetti, che per la loro esistenza nel periodo di “tre anni distruggeranno qualche milione di lire di prodotti agricoli ,,. Nella primavera del 1921 fu data la caccia anche alle larve e nel solo piccolo comune di Cabiaglio ne venero raccolte più di nove quintali, ossia press’ a poco 450 mila larve. Secondo il Comm. E. Roncoroni, presidente del Consorzio e intelli- gente appassionato studioso della vita e dei costumi dell’ insetto, tre sono le forme che infestano le campagne del Varesotto: la Melolonta volgare, più grossa, più numerosa, di colore rossastro, col capo e corsaletto nero lucente, zampe rosso bruno, apice dell’addome lungo, largo e appiattito; la Melolonta dell’ippocastano, più piecola, non molto numerosa, capo e corsaletto rossiccio mattone, zampe rosso-bruno, apice dell'addome cu- neiforme ; la Melolonta del castagno, la più piccola delle tre, abbastanza nu- merosa, capo e corsaletto nero, zampe nere, apice dell’ addome corto. La proporzione tra femmine e maschi è di 54 maschi per 46 femmine su ogni 100 insetti. Le femmine depongono da 25 a 35 uova. sr Gli studî sopra questo insetto vanno assumendo una importanza grande per l’ agricoltura dell’ alta Lombardia; e appare sempre più ur- gente l’ organizzazione della lotta contro di esso in quanto la sua com- parsa in proporzioni allarmanti è stata quest’ anno segnalata anche in altri circondarii della provincia di Como, donde il parassita comincia a scendere sulle colture arboree anche della provincia di Milano. lo m. Dalla Revista Agricola Messico, 1921, Tom. V: N. 10. — L. A. Cantoni richiama l’attenzione sull’importanza che hanno assunto le fumigazioni con gas idrocianico nella lotta contro gli insetti e le cocciniglie. Proposte per la prima volta in California contro l’ Icerya purchasi, esse sono applicate contro molti altri malanni. I gas cianidrici si preparano facendo agire l'acido solforico diluito sopra il cianuro di potassio, secondo la reazione : RCN PH = 2 HO NL WE SÒ, cianuro di potas. acido solforico gas idrocianico solfato di potas. b “ raf | di potassio per ogni piede cubo. i devono essere bagnate. Dalla Gazzetta Agraria, Alessandria, 1921 : N. 10. — Per combattere il rinchite, o sigaraio (Rhynchites, betutaz) che attacca e diventa talvolta dannoso alle viti, ai peri, susini e' meli, L. Gabotto consiglia raccogliere in giugno e bruciare, prima che cadano: a terra, le foglie accartocciate; scuotere al mattino i rami tenendo sotto essi un recipiente raccoglitore, nel quale vanno a cadere gli insetti adulti; fare in maggio una irrorazione con poltiglia bordolese cui si sia aggiunto 800 grammi per ettolitro di arseniato di piombo. Per la preparazione della poltiglia bordolese Vl ing. E. Fraipont dello zuccherificio di Spinetta Marengo dimostra essere utilizzabilissima la calce di defecazione, la quale presenta molti vantaggi sulla calce comune el “porta ad un’ economia di solfato di rame: ha preparato con essa una, ol- a. p p vore anticrittogamica cui ha dato il nome di protector. Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1921: N. 23. — Per combattere gli afidi o pidocchi delle piante da frutto, M. Ferraguli ritiene possa bastare una soluzione anche al 6 per mille di estratto fenicato di tabacco quando si aggiunga altrettanto carbonato di soda, caustico efficacissimo e assai meno costoso. Ancora meno costosa è la polvere di tabacco, che bisogna però applicare quando le foglie sono inumidite dalla rugiada. Per i peschi à sempre preferibile l’infuso di legno di quassio. Bisogna fare sempre almeno due trattenimenti a distanza di tre a quattro giorni l’ uno dall’ altro. Un sistema indiretto di lotta contro gli afidi è quello di abbondare in concimi minerali, soprattutto potassici, i quali facendo più rapidamente agostare il legno, rendono i rami meno sensibili ai danni dei parassiti. UNIONE ITALIANA. otra Consumatori e Fabbricanti di Concimi e Prodotti Chimici i Società Anonima — Capitale Sociale versato L. 60.000.000 Sede in MILANO - Via S. Nicolao, 7 Uffici: FIRENZE, GENOVA e NAPOLI Agenzie: MANTOVA, VICENZA, VIAREGGIO — N. 34 stabilimenti sparsi in tutta Italia __- x è Seem (SUPERFOSFATI, SOLFATO di RAME, ZOLFI VENTILATI, e tutti gli altri prodotti chimici necessari per l’ agricoltura e l’ industria. | FERTILINA sale nutritivo per fiori, pito da. vaso e da giardino ed in genere per tutti i vegetali. 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Daumbzon G. — Una malattia bacterica della PTT x È i 3 TUR | FaRNETI R. — Sopra il brusone del riso... ARES Y( FawBETT H. S. — La temperatura e il S900E della scabbia degli si pani ‘agrumi AA i ì : ; CN SE | Forx E. — Sul mal del piede del frumento. PI - FROMME F. D. e WinGarp S. A. — Suscettibilità dei fagiuoli alla Pex ruygine . È ; Î n ATTO , KiLLian Cn. — Infezione di Septoria Lycoper sich. 5 È 3 98 » °— La Monilia cinerea delle (ciliege. ; 3 ; : n 108 N Lasnk », — Un calcidide dei mandorli in Siria : 7 } $ n 104 | MAnGIN L. — Le emanazioni dell’ officina di Chedde oe BO to MarcHaL P. -— I trattamenti arsenicali ai fruttiferi . : È s n 102 Mirra M. — L’Acrothecium Penniseti . VO PevRonEL B. — L’identità della .Spòr ospora Castaneae e dello Ste. __ phonoma italicum — . API VIE Panuppo W. J. e Poos F. W. — Tre ‘parassiti dell'Harmolita tritici n 102 PicARD F. — La fauna entomologica del fico * . , 3 Mari: 93: . PRUNET A. e AcGÈRyY B. — La malattia dei rami di fico” o » n 100 ti Ranp Fr. V. e CasH L. C. — Malattia di Stewart del grano . > n 105 . RicHarps B. L. — La temperatura e il Corticium vagum delle patate n. 1.409 SmirH E. F. — L’avvizzimento del ricino . n 105 . SmirH E. F. e KeNnNEy K. E. — Una malattia del tabacco negli Stati È EPrRdo si $ i n. 100 o . VAYSSIBRE P. — Le cavallette nel sudlest della Francia . 4 i o 104. | WEBSTER S. K. — I semi del sedano e la Septoria . ; 4 7 LIAOE “note pastina: +00 A RA e ea LIO ‘ e = È L_ 9 PAVIA TIPOGRAFIA COOPERATIVA 1921 rc o Contro la peronospora il vile, delle pai 4 13 pomodori, invece. del solfato di ra dei può adoperare la Lil SS Paglli Caffaro | ‘che è un preparato di rame, il quale ha ci medesima efficacia della poltiglia bordolese. Costa meno del solfato di rame ed è di : più semplice preparazione. i Esperienze comparative fatte, per la vile, gi dai prof. Sannino e Zago a Broni. e, Perseo VE patate, dal prof. Montemartini a Bergamo te, Varese, hanno dimostrato che questo composto di rame vale tanto quanto le BOOZE DOrdoigA ca meglio DPSRRdAE, La Società del: Caffaro ha recentemente messo in commercio anche la POLVERE CAFFARO, contenente la stessa pi vaianie di rame della Pasta Caffaro, i La Polvere Caffaro può essere ina coi co- muni soffietti a solforare ed aderisce meravigliosamente agli organi vegetali. È comodissima per i Fatto ka gli orticoltori ed i Va La Pasta e la Polvere Caffaro, devono la loro efficacia al fatto che contengono’ del rame in forma di ossicloruro. Sono preparate dalla Società elettrica ed' elettrochimica del Caffaro (Milano - Via Lovanio, 4), e si possono acquistare presso tutti i Consorzi agrari federati nella Federazione italiana dei Consorzi agrari. è I ; : ® (a La 7 ) È Diretta DAL Dott. LUIGI MONTEMARTINI Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano Direzione e Amministrazione : Prof. LuiGi MONTEMARTINI - Pavia LAVORI ORIGINALI R. CIFERRI Sul parassitismo secondario dell’ ‘ Aspergillus varians ,, Wehm e un parassita di esso rr Trovandomi nella provincia di Macerata, a Petriolo, nel- | l'epoca della raccolta del mais, ebbi agio a notare su molte ca- riossidi una muffetta nerastra, assai frequente nelle pannocchie prevenienti da piante coltivate in terreni di bassure umide. Ai ca- ratteri esterni si presentava con densi cespituli bruno-neri, rara- mente brunastri, grandi, morbidi, generalmente situati sui soli granelli apicali delle pannocchie, ed, in questi, nella parte non inserta nel tutolo. Al microscopio si notavano lunghe ife sterili, jaline, ramificate e fittamente intrecciate : i conidiofori giallo-bruni, eretti, alti fino 2 mm. e larghi 9, 5-12 p. portavano all’ estremità una vescicola globosa, raramente subellittica , del diametro di 36-48 u., bruno-flavescente, con numerosi sterigmi concolari, re- .golarmente disposti a raggiera, misuranti in media 14,5 % 3 4l., € 90 PARASSITI VEGETALI portanti all’ estremità dei conidi costantemente rotondi, lisci, jalino-clorini se giovani, intensamente bruni se adulti, ad epi- sporio ben evidente, misusanti 2,5-3,5 4. di diametro. Più rara- mente sì riscontravano delle forme di conidi variamente verru- cose, sin quasi spinulate. Non ebbi difficoltà ad identificare la muffa per l’Aspergillus varians Wehm (Sacc., .5yU., Vol. XVI, p. 1028 — Ferraris, /7y$hales in FI. Ital. Krypt., p. 628 — Lindau, Myfhkomyc., p. 131), alla cui diagnosi si adatta quasi perfettamente, salvo alcune lievissime differenze (conidi talvolta verrucosi o spinulati oltrechè granulosi: 2,5-3,5 u. diam. anzichè 3-4 u.; vescicola del diam. di 36-48 u. anzichè 50-80 u.). L’ habitat del fungo così viene indicato dal Ferraris (op. cit.): « in caryo- psidis Zeae maydis in Italia (Tiraboschi) » e, come tale, con ca- ratteri di solo saprofitismo. Ma avendolo io ripetutamente con- statato presente in cariossidi non putride, nè affette da malattie parassitarie, ed in certe zone assai intensamente diffuso , volli accertarmi se effettivamente il modus vivendi dell’Asf. era esclu- sivamente saprofitario , estendendo l’ esame su molto materiale. Anzitutto le pannocchie affette erano tutte o quasi provenienti da piante coltivate in bassure di solito umide e nebbiose, spe- cialmente da quelle situate lungo il decorso del Torrente Cre- mone, ove, ancora, per la posizione dei declivi coltivati e per la fitta difesa degli argini prevalentemente a salici e pioppi, non ricevono che pochissimo sole ; le piante erano di un misero svi- luppo, con pannocchie piccole, incomplete e tardamente matu- ranti, e, dopo mature, sempre umidicce. In queste poi si mostra- vano quasi esclusivamente attaccate dal micete le cariossidi apicali, cioè quelle che per essere relativamente meno protette dalle brattee, sono più esposte agli attacchi dei parassiti; queste ca- riossidi sono sempre notevolmente più piccole, più scolorite e più tenere delle altre, e maturano in ritardo rispetto a quelle di una stessa pannocchia. Al contrario, le cariossidi provenienti da piante coltivate in località asciutte ed elevate non erano attac- e IT TI LT I “ERO PARASSITI VEGETALI DI cate dall’ Asf. se non quando intervenivano altri agenti a facili targli l’ azione, ed il più comune ch’ ebbi ad osservare, per quanto non frequentissimo, fu una malattia non parassitaria : la screfo- latura del granoturco, che si manifesta con larghe screpolature piuttosto superficiali, mettenti però a nudo il contenuto ami- daceo della cariosside, per la rottura dello strato scleroder- mico protettivo, lasciandola così esposta agli attacchi del pa- rassita. Asportata dalle cariossidi la muffa, il contenuto ami. daceo si mostrava in una superficie scabra, con residui del tegumento ancora visibili, a colore giallo tendente al bruno, e talvolta bruno-violacea. . Spappolato uu po’ dello strato superficiale, al microscopio si notavano frammenti del micelio fungino, jalini, intrecciati, poco ramificati e privi di austorî. I granuli d’ amido erano profonda- mente alterati; perdevano dapprima la loro limpidezza, mentre l’ ilo diveniva invisibile o poco visibile. Il granulo appariva sol- cato da strie scure, partenti dal centro verso la periferia e assu- meva così un’ aspetto radiato ; poi, per un processo di solubi- lizzazione apparentemente analogo a quello della diastasi, si co- minciavano a smussare le angolosità caratteristiche, ed attorno al granulo stesso ora rotondeggiante si formavano delle corrosioni dapprima poco profonde, poi sempre più, mentre l’ amido così frastagliato perdeva parte della sua opacità iniziale, forse perchè si era assottigliato notevolmente. Proseguendo ancora la corrosione, il granulo viene ridotto a pochi frammenti informi che finiscono per lo scomparire del tutto. La soluzione iodo-iodurata mette in evidenza un’ intensa colorazione azzurro-scuro nei granuli appena alterati, e una colo- razione rosso-violetta o giallastra in quelli più profondamente, il che fa pensare avvenga realmente un processo idrolitico, onde si formino sostanze destrinoidi, probabilmente sotto l'influenza di qualche enzima secreto dall’Asf., o forse per l’ attività della w Pai a 4 92 PARASSITI VEGETALI diastasi del seme, in qualche modo eccitata dal parassita (!); questo punto di vista è confermato dall’ aspetto assolutamente analogo dei granuli d’ amido corrosi da me osservati con quelli dei semi di mais in germinazione, come potei stabilire con facili esperienze comparative. Lo iodio, colorando l’ amido e le destrine esistenti nella preparazione, rende ben evidenti le frastagliature dei granuli, e svela nel tempo stesso un’ insospettata quantità di residui d’ amido idrolizzato, mal visibili senza la colorazione. Nei numerosi esami che ebbi a fare, constatai anche un’altra Mucedinacea, parassita però della prima: il Cepkalosporium acre- monium Corda (Sacc., .Syl., Vol. IV, p. 56 — Ferraris, 7y- phales in FI. Ital. Krypt. p. 615 — Lindau, Myf4omyec., p. 103) più simile alla forma major Penzig che alla sp. tipica; infatti i conidi da me misurati sono di 4,8-6 v 1,8 p., cioè un po’ più grandi di quelli segnati dal Penzig: 3,5-5 “ 1,5 2,5 (Ferraris, 1. c.). Le ife ed i conidiofori del Ce$à4. erano intrecciate ed av- volgenti quelle dell’Asf., da cui si distinguevano bene per il colore rispettivamente jalino e giallo-bruno ; e ben distinti erano pure i capitoli del Ceòà., formati da conidi conglobati, jalini, ellittici più o meno allungati, frammischiati alle vescicole dell’ Asf. Su altre cariossidi più profondamente alterate, riscontrai nume- rosi saprofiti, tra cui noto specialmente sp. dei gen. C/adosporium, Macrosporium, Helminthosporium, ecc. Osservai ancora straordinariamente diffuso il Cladosporium graminum Corda, (assai frequentemente associato al Macrosporium commune Rabenh.); che aveva invaso con tanta intensità gli stocchi, le foglie e sopratutto le brattee involucrali esterne, da farle apparire letteralmente ricoperte di chiazze bruno-verdognole, sino a maschearle di tal colore uniformemente. Nel prossimo anno, essendo ormai la stagione troppo avan- zata, tenterò le infezioni artificiali della malattia su cariossidi sane. (4) La questione è interessante, e meriterebbe di essere approfondita. 4 A RAI Vian t TICA TANTRA PARASSITI VEGETALI 93 Concludendo : l’Aspergzl/lus varians Wehm. ha azione paras- sitaria sopra cariossidi di maîs che per cause diverse sono meno sviluppate, e quindi più deboli; tra queste cause sono da nove- rarsi, l’ umidità e la posizione non solatia che ritardano o impe- discono la maturazione ; in secondo luogo, la screpolatura delle cariossidi. Sull'Asf. è stato trovato un parassita : il CepXalosfo- rium acremonium Corda. Alba, settembre 1921. R. CIFERRI Un intenso attacco del “ Rhytisma acerinum ,, (Pers) Fr. alle foglie d’Acer campestris — —Aavrvoz_—- È noto come in gran parte della provincia di Macerata ed, in genere, nelle Marche basse, le viti vengono appoggiate a so- stegni viventi e tra questi viene usato quasi esclusivamente l’Acer campestris, che a tale scopo si coltiva in filari nei campi; ad autunno inoltrato, le foglie vengono staccate ed usate come mangime del bestiame bovino. In questi ultimi anni si è venuto a notare, che, in piccola quantità dapprima, e poi in maggiore, le foglie cadevano avanti l’ epoca, e non pochi alberi intristivano deperivano ed infine seccavano. Il che era di nocumento non lieve alla vite, per i necessari lavori di asportazione dell’ albero secco, e di collocazione del nuovo ; mentre, anche negli aceri vi- venti, si perdeva il prodotto in foglie, che, se non è d’ importo elevato, è d’ aiuto all'azienda, specie nelle annate in cui il fo- raggio scarseggia, e costituisce in ogni modo l’unico prodotto dell’ acero stesso. Visitai una delle zone più lamentate, lungo le bassure del 94 PARASSITI VEGETALI Torrente Cremone, umide e nebbiose, e non tardai accorgermi trattarsi del A/ylsma acerinum (Pers.) Fr., nella forma picni- dica Melasmia acerina Lév. (Ferraris, / parassiti vegetali, p. 307 — Voglino, Patologia vegetale, p. 123). Ivi tutte o quasi tutte le foglie di ciascun albero erano ammalate in modo tale che non si contavano meno di due o tre croste nere, ciascuna ben iso- lata, circondata da un’ alone giallo, sfumato alla periferia in giallo-verde ; qualche foglia aveva sin otto macchie nere, si da far apparire da lontano la foglia nerastra. In settembre general- mente verso la metà, le foglie colpite appassiscono, accartocian- dosi un poco, e ingiallendo ; il picciolo dissecca e la foglia cade. Talvolta, prima di cadere, la foglia dissecca a partire dal- l’orlo di essa, procedendo man mano per tutta la lamina. Co- sicchè è facile vedere anzitempo gli aceri sfogliati completamente, e un infezione così intensa, e dannosa si spiega facilmente col riflettere che mai si è avuto cura di raccogliere e distruggere le foglie cadute, favorendo così la produzione invernale delle asco- spore e quindi il successivo intensificarsi della malattia. Ma sic- come in altre località vicine elevate ed asciutte riscontrai solo sporadicamente la malattia, e solo su poche foglie, ed essendo certo che anche quì non si era mai tentata una lotta, ne viene di conseguenza che il diffondersi e l’ intensificarsi della malattia è singolarmente favorito dalla presenza o meno di umidità per- manente, confermando così l’ossservazione riportata dal Ferraris (live Wp:1308). Naturalmente, io non potei osservare altro che la forma pi- cnidica di questa Isteriacea; sezionando una foglia in uno dei punti affetti, si vede un fitto sistema miceliare, formante uno strato nseudoparenchimatoso, ricoperto dalle cellule dell’ epider- mide fogliare, abbrunite e ben distinte. Quà e là si formano delle cavità, in sezione allungate, di 200-400 u. circa, e dello spessore interno di circa 254. a maturità, Nell’ interno dei picnidi si trovano numerosissime stilospore, p PARASSITI VEGETALI 95 sottili, aciculari, o a bastoncelli, diritte o un po’ curvule, jaline, di 3-4,5 % 0,75-1u., portate da sottili filamenti stipati, lunghi in media 12p., pure jalini. A maturità, lo pseudo parenchima si assottiglia nel punto più elevato del picnidio., sino a rompersi, formando un’ apertura irregolare, da cui escono le stilospore ma- ture. Nella primavera ventura potrò osservare le forma ascofora della Ahytisma. Come era da aspettarsi, gli anticrittogamici non hanno al- cuna azione sul fungo; e ciò si desume agevolmente dall’ osser- vazione, che, pur essendo casualmente irrorate di poltiglia bor- dolese le foglie d’acero (nel fare il trattamento alle viti) e polverizzate con zolfo, non ne risentono vantaggio alcuno. Co- sicchè l’ unica forma di lotta resta la raccolta delle foglie cadute e la loro distruzione. Nella stessa località ho riscontrato, più raro, il A%yfsma punctatum (Pers.) Fr. sull’ acero, e il AAyfsma salicinum (Pers.) Fr. nella for. picnidica Melasmia salicina Tel. sulle foglie del Salix viminalis, assai frequentemente ivi coltivato ; al solito, non riuscii a rintracciare su salici di località asciutte la stessa ma- lattia. Concludendo : La malattia delle croste nere delle foglie del- l’acero, di solito pochissimo o nulla dannosa, si presenta quivi con carattere nettamente epidemico, con grave danno delle piante colpite che frequentemente ne muoiono ; la malattia resta però limitata, nella forma epidemica, alle zone umide e nebbiose essendo altrove solamente endemica. Nel chiudere queste brevi note, mi è grato inviare un rin- graziamento al mio Maestro, il Chiaris. Prof. T. Ferraris, che mi fu sempre largo di amorevoli consigli. Dal Laboratario di Patologia Vegetale della R. Scuola di Viticoltura ed Enologia di Alba (Cuneo) - Settembre 1921. RIVISTA ARNAUD (x. — Maladies nouvelles ou peu connues en France. (Malattie nuove o poco conosciute in Francia. II Serie). (Ann. | du Service du Epiphyties, Min. d. Agric., Paris, 1919, T. da pg. 214-227, con 11 figure). IL’ Autore descrive e figura la peronospora dei Lillà (P%y- topthora Syringae) e la malattia dei cotiledoni (Cercosporella acerina) dell’acero, già descritte nella nota riassunta alla pagina 41 del precedente volume di questa Azvista ; l Entyloma Ra- nunculi dell’ Zelleborus niger, le cui foglie sono spesso pure attaccate dal Corzothyrium Hellebori o insieme all’ Erntyloma o i solo; la malattia delle /ogde argentee del Viburuum Timus, che fu descritta in Italia anche dal Petri (veggasi alla pagina 93 del ; precedente volume IX di questa zvzsfa) e che qui l’ Autore ati tribuisce all’ ZZeliothrips haemorrhoidalis ; la ticchiolatura dell’ E- riobotrya japonica dovuta al Fusicladium Ertobotryae > la Rhizo- ctonia ciolacea delle patate, favorita forse dalla siccità o meglio dalla più elevata temperatura del terreno, e la formazione di galle (gale ordinatre) alla superficie degli stoloni e dei tuberi | delle stesse piante, di natura non ancora ben nota. L. MONTEMARTINI. PARASSITI VEGETALI 97 FARNETI R. — Sopra il brusone del riso. Note postume. (Atti Ist. Bot. di Pavia, Ser. II, Vol. XVIII, 1921, pg. 109- 122, con 10 tavole). L’ Autore ha pubblicato su questo argomento note e rela- zioni delle quali si può trovare cenno nei precedenti volumi di questa Azvisfa e nelle quali ha cercato di dimostrare che il bru- sone del riso è malattia di natura parassitaria dovuta ad un micete polimorfo che si presenta nelle forme di Pirsculeria Oryzae Br. et Cav., /. grisea (Coke) Sacc., ZMelminthosporium Oryzae Maiy. et Hori, /7. macrocarpum Garov. et Catt., Cladosporium sp. Garov. et Catt., Hormodendron sp. Garov., le quali costitui rebbero tutte una sola specie. L’ Autore intendeva riunire e presentare tutte le sue osser vazioni ed esperienze in un lavoro più completo del quale però non ha lasciato che le tavole colla spiegazione molto dettagliata. Tavole e spiegazioni richiamano e completano le note pre- cedenti. Sono qui presentate con una prefazione nella quale è esposta la breve storia degli studii di questa malattia. L. MONTEMARTINI. Forex E. — Observations sur le piétin du blé. (Osservazioni sopra il mal del piede del frumento). (Anz. du Service des Epiphyties, Min. d. Agric., Paris, 1919, T. VI, pg. 200-213, con tre tavole). Una nota preliminare su questo lavoro è stata riassunta alla pagina 100 del precedente volume di questa Azvzs/a. L’ Autore espone qui in dettaglio le sue osservazioni sopra la formazione dei periteci, la loro deiscenza, la germinazione delle spore e le colture e infezioni della Leptosphaeria herprotrichowdes e dell’Opkzobolus herpotrichus. LO. graminis lo ha trovato molto di rado. 98 PARASSITI VEGETALI Nei campi sperimentali ha osservato che pur potendo la malattia presentarsi anche’ sul grano seminato molto tardi, di solito essa attacca di preferenza e riesce più dannosa al grano seminato presto, p. e. in ottobre. Il grano seminato su ristoppio è più facilmente attaccato : sono poi attaccati e danneggiati di più, in ordine decrescente, i grani coltivati dopo le barbabietole, poi quelli dopo trifoglio. Le semine fitte favoriscono le malattie. Sull’ azione delle concimazioni e sopra l’ influenza delle varietà coltivate, poco si può dire. Quanto ai metodi di cura risulta che il solfato di ferro me- scolato al terreno insieme alla semente ha una certa efficacia. L. MONTEMARTINI. KiLLIAN CH. — L’infection des tomates per le “ Septoria Lycopersici ,. {L'infezione dei pomodori da parte della Septoria Lycopersici). (Ann. du service des epiphyties, Paris, 1919, T. VI, pg. 334-335). Secondo l’ Autore le giovani piante di pomodoro possono venire infettate soltanto dalle picnospore resesi libere dagli avanzi delle foglie infette dell’ anno precedente. Bisogna dunque distrug- gere o seppellire profondamente ogni avanzo delle piante dell’anno precedente e non coltivare i pomodori nelle campagne dove la malattia ha già infierito. Il parassita attacca anche i fusti giovani, ma rispetta i vecchi : i frutti ne sono immuni. Il periodo di incubazione dura 15 giorni circa. I picnidii si formano specialmente quando vengono a man- care nel substrato nutritizio gli idrati di carbonio. L. MONTEMARTINI. PARASSITI VEGETALI 99 Mirra M. — Morphology and parasitism of Acrothecium Penniseti n. sp., a new disease of Pennisetum typho- ideum. (Morfologia e parassitismo dell’ Acrothecium Pen- niseti n. sp. Nuova malattia del Pemnssetum typhotdeum). (Mem. of the Deptm. of. Agric. in India, Calcutta, 1921, Vol. XI, N. 3, pg. 57-74, con 4 tovole). Il Pennisetum typhotdeum è tra le graminacee più larga- mente coltivate (dopo il riso, il frumento ed il sorgo) in India. Fin’ ora su di esso furono riscontrati la Sclerospora graminicola, la Puccinia Penniseti ed il Tolyposporium Penicillariae. L’ Autore segnala la comparsa di una nuova malattia che attacca le foglie, le glume e forma su di esse macchie scure con margine giallo. Essa è dovuta ad una specie nuova di Acrothectum (A. Penniseti n. sp.) della quale sono qui descritti tutti i caratteri, anche colturali. TESCNE, PeEYyRONEL B. -—— Sur l’identitè du Spérospora Castuneae Mangin et Vincens et du Stephanoma italicum Sacc. et Trav. avec l’Acrospeira mirabilis B. et Br. (Sopra l'identità della .Sf:rospora Castaneae Mangin et Vincens e dello Sfephkanoma italicum Sacc. et Trav. coll’ Acrosperra mirabilis B. et Br.). (Bull. d. I Soc. Mpyc. d. France, T. XXXVII, Paris, 1921, pg. 56-61). Mangin e Vincens hanno descritto come genere nuovo e specie nuova (.Spirospfora Castaneae) un fungo da essi trovato sui frutti di castagno a formare alla superficie dei tegumenti seminali, sotto l’ inviluppo coriaceo del frutto, una efflorescenza color bruno-cioccolatto cbe li deturpa. L’Autore che studia da lempo le alterazioni delle castagne, dimostra che la malattia osservata e descritta dagli autori fran- 100 PARASSITI VEGETALI cesi non è nuova e che essa è la medesima che fu già descritta 5 da Berkeley e Broome ed attribuita all’ Acrospeira mirabilis e fu poi trovata anche in Italia e attribuita da Spegazzini all’ Urocy- stis italica passata poi, da Saccardo e Traverso, al geneie .Sfe- phanoma (St. italicum). L. MONTEMARTINI. PRUNET A, e AGGÈRY B. — La maladie des rameaux du figuier (La malattia dei rami di fico). (Amx. du Service d. Epiphyties, Min. d’Agric., Paris, 1919, T. VI, pg. 175-186, con tre tavole). In autunno gli ultimi frutti cbe si sviluppano sulle piante dei fichi e non riescono a maturare rimangono fissi sui rami anche dopo la caduta delle foglie, e durante l'inverno si coprono di una Zotrytis che dà luogo anche a formazione di scelerozii. Il micelio di questo fungo finisce per passare dai frutti ai rami giovani che li portano e ne provocano la necrosi e l’ essic- camanto, che a torto viene spesso attribuito al gelo. La malattia riesce particolarmente dannosa in certi distretti della Francia perchè, complicandosi coi danni prodotti da uno scolitide, dai rami piccoli può passare a quelli più grossi che diventano essi pure necrosati. Talvolta la Bozrytis si sviluppa poi anche sulle foglie. Gli autori consigliano la raccolta e distruzione ‘dei frutti acerbi che rimangono sui rami dopo cadute le foglie. L. MONTEMARTINI. SMITH E. F. e Mc. KENNEy R. E. B. — A dangerous tobacco disease appears in the United States (Una malattia dan- nosa al tabacco comparsa negli Stati Uniti). (U. S. Depim. of Agric., circular 174, Washinghton, 1921, 6 pagine). La malattia fu segnalata nella Florida ed in diversi altri stati. È una medbia delle piantine. | PARASSITI VEGETALI 101 È dovuta alla Peronospora Hyosciami osservata dal De Bary in Europa sopra il Ayosciamus niger, ma già riscontrata sul ta- . bacco in Australia, in Africa e recentemente in Califormia ove pare sia stata introdotta dall'Argentina. I danni non sono indifferenti specialmente nei semenzai dove si fanno sviluppare le piantine. li autori consigliano di isolare e distruggere i reparti in- fetti e di fare irrorazioni con poltiglia bordolese: queste riescono più efficaci nel pomeriggio, quando le piantine hanno le loro foglioline erette e quindi più facilmente bagnabili sopra ambedue ‘le faccie. L. MONTEMARTINI. WEBSTER S. K. — Treatment of celery seed for the control of Septoria bight (Trattamenti dei semi di sedano per com- : battere la ze5bia dovuta alla Septoria). (/ourn. of Agric. Research, Vol. X.XI, Vashinghton, 1921, pg. 361-372). La Septoria dei sedani si diffonde spesso a mezzo dei semi della pianta ospite. È facile uccidere le spore che si trovano alla superficie di questi, ma quando sul pericarpo dei frutti si sono sviluppati dei picnidii del parassita, l’azione degli anticrit- togamici deve essere più lunga e può uccidere anche i semi. Molti orticoltori adoperano perciò semi vecchi colla persuasione . che le spore ed i germi del parassita esistenti su di essi abbiano perduto ogni germinalità. L’Autore ha fatto molte osservazioni in questo senso ed ha visto: che le spore che si trovano alla superficie dei semi, te- nute in laboratorio, perdono ogni germinabilità popo 8-11 mesi; che le spore e il micelio dei picnidii sviluppati sul peri- carpo, germinano ancora nella sola proporzione del 2-3 ®/, dopo due anni, non germinano affatto dopo tre anni: dopo due anni la loro germinazione è debole ; VA ALIA PPT E 102 PARASSITI VEGETALI — PARASSITI ANIMALI che i semi di sedano di 3 a 4 anni dànno ancora una buona germinazione; dopo 4 anni non conviene adoperarli ; che i conidii sono uccisi con una immersione per 30 mi- nuti in acqua a 40° c.; il micelio è ucciso a :45°; i semi di sedano resistono anche a 50° e soffrono solo tra 50° e 559; che la vitalità delle spore e del micelio dentro il peri- carpio è distrutta ad una temperatura tra 48° e 49° c. senza che venga seriamente compromessa la germinabilità dei semi. L. MONTEMARTINI. MARCHAL P. -- Les traitements arsenicaux et les traitements mixtes des arbres fruitiers. (I trattamenti arsenicali e quelli misti agli alberi fruttiferi) (Ax7. du service des epiphyttes, Paris, 1919, T. VI, pg. 242-280). L’Autore raccoglie risultati e notizie sopra la diffusione dei trattamenti con arseniati (specialmente arseniato di piombo) agli alberi fruttiferi in America ed in Francia. . Dimostra anche che detti trattamenti non sono ritenuti pe- ricolosi nè per chi mangia i frutti, nè per il bestiame cui si for- nisce la vegetazione erbacea crescente sotto le piante trattate. Sono trattamenti che dovranno essere adottati dapertutto. Chiude la pubblicazione un elenco bibliografico dei lavori pubblicati in argomento. L. M. PHILLIPS W. J. e Poos F. W. — Lif-history studies of three jointworm parasites. (Studii biologici sopra tre parassiti dell’f/armolita tritici Fitch) (Journ. Agricult. Research, Vol. XXI, Washington, 1921, pg. 405-426, con 16 figure e 6 tavole). L’ Harmolita tritici riesce assai dannosa alla coltivazione del frumento in certi distretti degli Stati dell’ Est. PARASSITI ANIMALI 108 Sono utili a combatterla i suoi iperparassiti dei quali gli Autori ne descrivono qui tre: ZDilropinotus aureoviridis Craw., Hornoporus chalcidiphagus Wal. et Riley, ZAufelmus allynii French. TESME Picarp F. — La faune entomologique du figuier. (La fauna entomotologica del fico) (Amrales du service des Epiphyties, Min. d’Agric., Paris, 1919, T. VI, pg. 34-174, con 34 fi- gure). È una vera monografia che riguarda 1’ Hérault, nella quale sono studiati e descritti in capitoli separati: gli Scolitidi e Cur- culionidi, i Bostrichidi e Anobiidi, i Cerambicidi e gli insetti che nidificano nel Jegno; poi i Lepidotteri e gli Emitteri che attac- cano le foglie, e da ultimo gli insetti dei frutti. L’Autore ha osservato che le più dannose sono le specie specifiche del fico (mentre per la vite si verifica il contrario) ed insiste in modo particolare sopra l’ /ypoborus ficus, l Hespero- phanes griseus e il Stmaetis nemorana. Oltre la B/astophaga prenes l Autore ha notato un altro Calcidine del caprifico, con costumi assai differenti, la PAz/otry- pests caricae. Ha inoltre visto che gli insetti sono attratti ed incitati alla deposizione delle ova da un insieme di fattori specialmente chi- mici, ma anche fisici, che hanno per effetto di provocare una soprapopolazione su certe piante lasciandone vuote certe altre, le quali magari rimarranno continuamente libere mentre le prime diventano centri di attrazione di nuovi individui e di specie nuove, E. Mi ngi: I end SE MI DISWNS PR PAIR ©; s ue ISU fo TITTI PENURIA GIN PENSORI TANI TO TI AI (RATA UA Be a 1 VPN STO Di AITINA. LIRE NA n il aL, ESTATI NIRO L i x i] vt “ al 104 région Syrienne. (Un calcidide dannoso ai mandorli nella 1 Siria) (Ann. du service des Epiphyties, Min. d. Agric., Paris, 1919, g- VI, pg. 228-241, con 14 figure). Trattasi dell’ Eurytoma amygdali End., le cui larve si tro- vano nei cotiledoni dei semi di mandorlo e li guastano comple- tamente. L’ adulto esce verso la fine di febbraio o i primi di marzo aprendo (aiutato dall’ azione di un liquido da esso segre- gato) un piccolo foro attraverso il guscio, e depone poi le sue ova nei frutti ancor giovani e neri. In Palestina i danni recati da questo insetto sono assai ri- levanti. L’Autore dà qui una descrizione dettagliata dell’ adulto e della larva. Ricorda poi anche l’Ewrytoma schreineri che attacca le prugne e VE. Samsonovi delle albicocche. Consiglia polverizzazioni con sostanze insettifughe durante la primavera, e la raccolta dei frutti infetti che non vanno di- strutti ma tenuti in recipienti adatti dai quali possano uscire solo gli iperparassiti entomofagi. L. MONTEMARTINI VAyYSSsIERE P. — Les sauturelles dans le sud-est de la France en 1918 (Le cavallette nel sud-est della Francia nel 1918). (Ann. du service des epiphyties, Paris, 1919, T. VI, pg. 289- 298, con 2 figure). Le specie plù dannose e che 1’ Autore descrive sono: alle Bocche del Rodano lo Stauronotus maroccanus ; nelle basse Alpi il Coloptenus (Calliptamus) italicus e Vl Oedipoda cerulescens ; nel Varo, oltre le specie precedenti, anche il Decticus (Zettigonta) albifrons, il Barbitistes Berenguetri, V Ephippivera vitium. LINA NET MT) PARABerTE avtmaLI — BAGIIRI e IR L’Autore non insiste tanto nel metodo di lotta biologico a ps Ù mezzo del Bacillus acridiorum, che non è ancora sicuro per le | specie considerate. Ritiene che i risultati più tangibili si possano ottenere con irrorazioni con sali arsenicali (3 chili di arseniato di piombo e 2 chili di calce viva in 220 litri di acqua) sia irro- rando i focolai dove compaiono le larve, sia avvelenando diverse sostanze sparse come alimento nei posti dove gli insetti sono più numerosi. n L. M. E e Tn SMITH E. F. — Bacterial wilt of castor bean, /icinus com- munis L. (Avvizzimento del Azcinus communis L. dovuto a bacterî) (/ourn. of Agric. Research, Vol. XXI, Washington, 192I, pg. 255-261, con 13 tavole). i pe; L’Autore osservò la malattia nel 1918 nel Townsend. i Essa è dovuta al Bacterium solanacearum che l’Autore isolò fa dalle piante ammalate e colle colture del quale potè riprodurre artificialmente la malattia. L. M. RanD FR. V. e CasH L. C. — Stewart’ s disease of corn (Malattia di Stewart del grano) (col precedente, pg. 263-264). Questa malattia (avvizzimento) dovuta all’ Aflarobacter Ste- warti (E. F. S.) Mc. Cul., fu segnalata dagli Autori nella Georgia, Tennessee, Virginia, Kentucky, Illinois, Indiana, Ohio, e parecchi altri stati degli Stati Uniti d'America. i ESM MEV | Daumfzon G. — Sur une maladie bacterienne de la carott (Sopra una malattia bacterica della carota) (Anz. du service des epiphyties, Paris, 1919, T. VI, pg. 327-331, con tre fi- 5 gure). Trattasi di un marciume delle carote, segnalato nella bassa pianura Narbonese, e dovuto a un microorganismo che l'Autore ritiene essere il Bacz//us carotovorus Jones, specie che può essere considerata come parassita specifico. MANGIN L. — L’action nocive des émanations de 1’ usine de Chedde. Déperissement des Epicea dans la vallée de l’Arve (L’ azione nociva delle emanazioni dell’ officina di Chedde. Deperimento dell’ Eficea nella valle dell’ Arve). (Ann. du Service des Epiphyties, Min. d’Agric., Paris, 1919, pag. 186-199, con 8 figure). i i L’ officina di Chedde nell’Alta Savoia, adibita a fabbrica di esplosivi a base di perclorato di potassio, di sodio o d’ ammo- niaca, sviluppa nell'atmosfera prodotti clorati che dànno origine, dopo una serie di trasformazioni, ad acido cloridrico. | Questi prodotti secondo l'Autore esercitano la loro azione nociva sciogliendosi nelle goccioline di nebbia che si deposita sulle piante: perciò le sempreverdi sono più danneggiate delle ) to piante che nella stagione delle nebbie non hanno più foglie. | Nell’ alta valle dell’Arve il deperimento della Eficea è però dovuto ad agenti atmosforici. “AVA L. MONTEMARTINI. FISIOPATOLOGIA 107 FAWCETT H. S. — Some relations of temperature to growth and infection in the citrus scab fungus Cladosporium Citri (Relazioni tra temperatura, accrescimento e potere d’in- fezione del fungo della scabbia degli agrumi, il Cladosporium Citri) (Journal of Agric. Research, Vol. XXI, Washington, 1921, pg. 243-253). L’ esperienza insegna che la rapidità di attacco e di diffu- sione del Cladosporium Citri Massee sugli aranei è assai variabile. L’Autore dimostra quì che essa è in relazione colla tempe- ratura e che condizioni necessarie per lo sviluppo della malattia sono, oltre la presenza di germi del parassita e di foglie giovani di piante attaccabili, una temperatura tra'16° e 23° c. e un certo grado di umidità. L. M. FROMME F. D. e WincaRrD S. A. — Varietal susceptibility of beans to rust (Diversa suscettibilità dei fagiuoli alla ruggine) ( fourn. of Agric. Research, Vol. XXI, Washington, 1921, pag. 385-404, con 5 tavole). Il parassita causa della ruggine dei fagioli (U7r0myces ap- pendiculatus - Pers - Fries) è diffuso in tutte le parti del mondo e negli Stati Uniti riesce particolarmente dannoso nella Virginia, nel Tennessee, nell’ Ohio, nella Georgia e Luisiana, negli Stati del Sud ed in Califormia : a torto la sua importanza viene tra- scurata degli agricoltori. In America oltre che sul Praseolus vulgaris, si trova in dieci altre specie di P/aseo/us, in due specie di Dolichos, due di Strophostyles e tre di Vigna. La sua forma ecidiosporica è rara; più comuni sono le forme uredo e teleuto- sporica. Non tutte le varietà di fagiuoli sono egualmente suscettibili di essere attaccate e gli Autori hanno fatto in proposito diverse DESIO SITI DS ATOLOGIA de esperienze di inoculazioni dalle quali risulta che la maggiore ou minore resistenza si può dedurre anche dai seguenti caratteri SU riduzione del numero delle infezioni riuscite ; riduzione delle dimensioni dei sori sporiferi; aborto delle infezioni; produzione immediata delle teleutospore invece che delle uredospore e au- 6 «mento della durata del periodo di incubazione. Sono tutte varia- zioni che si devono considerare come indice di ambiente sfavo- revole e di resistenza. I fagioli ad accrescimento indefinito sono quelli più attac- cati e più danneggiati. Le varietà a semi rossi sono le più re- sistenti, quelle a semi bianchi le meno. Le varietà a semi reni- formi resistono più di quelle a semi rotondi. Gli autori credono di poter asserire che vi sono nella specie studiata di Ur0myces due forme biologiche, ma nen possono ancora dire con precisione quaii sieno i loro ospiti: L. MONTEMARTINI. KiLLian CH. — Sur les causes de la spécialisation des Ascomycétes. Le Monilia cinerea des cerises. (Sopra le cause della specializzazione degli Ascomiceti. La AMorzlia n cinerea delle ciliegie). (Ar. du service des epiphyties, Paris, 1919; L.. VI, pg. 331-333). Con colture del fungo in parola sopra substrati artificiali, Ro l’ Autore dimostra, come venne già dimostrato per altri funghi, i che i caratteri dovuti alle influenze chimiche possono, 27 certe 4 condizioni, diventare ereditarii. Pensa che la JIorilia delle ciliege acide sia il tipo primitivo i dal quale si è staccata, differenziandosi poco a poco e colle mo- I dificazioni delle condizioni chimiche dovute alla coltivazione della ; pianta ospite, la forma delle ciliege dolci. L. MONTEMARTINI. 5 Pitatsia as affected by soil temperature. (La. patogenecità del Cortycium vagum sulle patate in relazione colla tempe- i i ratura del suolo) ( Journal of agric. research, Vol. XXI, | Washington, 1921, pg. 459-482, con 6 tavole). La capacità della forma sterile (o di A%izoctonia) del Cor- cium vagum ad attaccare anche il fusto. delle patate varia a pironda delle condizioni del suolo e del clima. La forma adulta 5 si danneggia specialmente i giovani fusti in primavera, producendo dei cancri, e le lesioni ottenute con colture pure del fungo sono f | quali. a quelle prodotte dagli sclerozii disseminati nel terreno. Il parassita vive ed attacca le piante ospiti a temperature no variabili tra 9° e 27° C., riesce particolarmente virulento tra I La Mel 2I°.C. N, LE L. MONTEMARTINI. - 5 pate ri» . NOTE PRATICHE Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1921. Nr. 32. — Si insiste sulla organizzazione collettiva, a mezzo dei con-. sorzii, della lotta contro la mosca olearia, e si richiamano in proposito esperienze recenti del Berlese dalle quali risulta che quando 1 applica zione del rimedio è collettiva bastano due sole irrorazioni e basta irro- rare una sola rappa dell’ olivo, preferibilmente dalla parte di levante. S adopera una soluzione al 3 per 1000 di arsenito di soda coll’ aggiunta de 10 p. 100 di melassa. N. 41. — Per combattere il carbone del frumento, si consiglia spe cialmente di scartare come semente le partite ricavate da appezzamen: nei quali sieno state comuni le spighe carbonchiose. ) Per distruggere in modo efficace le erbe infestanti, C. Forti consiglia | seminare veccia monda da ogni altra specie di piante e lasciare che cresca } a sua posta strisciando sul terreno sino alla fine della vegetazione e alla | maturazione del seme; così essa soffoca ogni altra vegetazione. Il me- todo riesce specialmente contro la‘sorghetta. Sarà bene che la veccia sia. oi seminata fitta e concimata con concimi fosfatici. i Nr. 42. — C. Borghi avverte che molte volte la causa del deperimento Ò | degli olivi è a cercarsi nel marciume delle radici, onde si deve consigliare | DI di scalzare le piante, asportare le radidi marcie, somministrare abbo rss dante concimazione, e far seguire una abbondante potatura. vl % vi i ; Da Bullettino dell’ agricoltura, Milano, 1921. | ; tn Nr. 27. — N. Novelli segnala una grande diffusione, nelle provincie È risicole, della golpe bianca del frumento, dovuta al Fusarium roseum, forma conidiale aella Giberella Saubinetii. Consiglia passare il raccolto a svecciatoi per separare i semi stremenziti ed infetti, i quali possono riu- scire dannosi anche all’ uomo, e il cambio delle sementi. sa NOTE PRATICHE ill Dal Giornale di Agricoltura della Domenica, Piacenza 1921: N. 43. — Viene richiamata l’ attenzione degli agricoltori sulla forte infezione di nerume o marciume dei nodi nel grano, che si ebbe a veri- . ficare nella scorsa estate in alcune campagne della Provincia di Piacenza. La malattia (da non confondersi col nerume dei semi o grano puntato, dovuto al Cladosporium herbarum) è dovuta all’ Helminthosporium gra- mineum, finora ritenuto poco diffuso in Italia e che può attaccare e far intristire e perire le giovani piantine fin dall’autunno, o si sviluppa nelle piante adulte, in estate, provocando la comparsa di macchie nere sui nodi, che poi marciscono : talvolta il parassita si estende anche alle ca- riossidi. — È a osservare che secondo ricerche fatte in America la in- fezione iniziale ha luogo quasi sempre a mezzo di seme infetto; epperò, non avendo efficacia i mezzi ordinarii di disinfezione dei semi, occorre distruggere le foglie e stoppie delle piante attaccate e usare solo se- menti provenienti da coltivazioni ritenute immuni. Dal Bollettino del R. Osservatorio di Fitopatologia di Torino, 1921: N. 7. — Contro la ticchiolatura dei meli (Fusicladium dendriticum), la ruggine dei peri (Gymnosporangium Sabinae), la macchiettatura delle foglie dei peri (Septoria piricola) e la bacteriosi dei pomodori, si consiglia l’uso di miscele cupro-calciche ; contro l’oidio delle quercie e delle rose sì suggeriscono lo zolfo o i polisolfuri al 2 p. 100. N. 8. — Nelle località umide nelle quali il marciume grigio (Botrytis cinerea)* dell'uva può recare gravi danni specialmente alle varietà a buc- cia sottile, si consiglia polverizzare sui grappoli una miscela di calce in | polvere (chilogr. 75) e solfosteatite al 20 p. 100 di solfato di rame (chi- logr. 25). Consigliabile è pure di anticipare la vendemmia. In autunno per combattere le grillotalpe, dove sono numerose, si | consiglia praticare dei rifugi-trappola al margine dei campi: si scavano cioè fossi larghi 30 centimetri con 15 di profondità e vi si colloca del letame secco di cavallo, rifugio preferito dagli insetti in parola per sver- narvi. Si consigliano irrorazioni con polisolfuri per combattere la Momnilia cinerea sui pruni, e il Tetranychus telarius sulla vite, sui gladioli, ecc. i) pyri dei peri, gli afidi de peschi (Aphis rad sd, e dei ribes { Yi bis), il Melanoranthus salicis. VOR irrorazioni sono pure PIA contro il Coccus i dei darini e la Saissetia oleae degli olivi. Si consigliano invece le irro icon soluzioni al 2 p. 100 di estratto di tabacco contro le larve lotoma rosae che divorano le foglie delle rose, la Chiysomela ame: sul rosmarino, e gli afidi dell’ insalata (Aphis lactucae). | Da LaRevista Agricola, Mexico, 1921 : N. 2. — R. Ramirez segnala la comparsa improvvisa in alcuni { din. e la diffusione rapida di un Oidium che infestò e distrusse t dalie, imbiancandone in poco tempo le foglie. UNIONE ITALIANA fra Consumatori e Fabbricanti di Concimi e Prodotti Chimici Società Anonima — Capitale Sociale versato L. 60.000.000 Sede in MILANO - Via S. Nicolao, 7 : Uffici: FIRENZE, GENOVA e NAPOLI x Agenzie: MANTOVA, VICENZA, VIAREGGIO — N. 34 stabilimenti sparsi in-tutta Italia ——_—_r UT © cerro SUPERFOSFATI, SOLFATO di RAME, ZOLFI VENTILATI, e tutti gli altri prodotti chimici necessari per l’ agricoltura e l’ industria. FERTILINA sale nutritivo per fiori, piante da vaso e da dia ed in genere per tutti i vegetali. Prezzo per ogni scatoletta, Kg. 3, L. 5,50. FRUGIFER concime concentrato per alberi da frutto, teca da Kg. 1.600, L. 1,40 — da Kg. 2.800, L. 2 — sacchetto da Kp:-/55 3. OLITOR concime ‘concentrato per ortaggi, scatola da Kg. 1.600, L. 1,75 — da Kg. 2.800, L. 2,25 — sacehetto da Kg. 5, L. 6. 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MO Daspnerti A. > ‘La stretto del frumento 00 i n e 1280005 Foà A. — Le funzioni di acido cianidrico contro gli insetti È 4 hi 26: Hernsen E. — Il cancro dei pomodori ad Hamburg . 5 ERRO E A 199. Isaakinés C. A. — La lotta contro il Dacus Oleae >. Lg 127 o) JACKSON «H. S. e Marns E. B. — La forma critica della P. triticina, 120 SA Jones F. Me ha temperatura del terreno erlo syiluppo dei tuber-' CITA “=. coli radicali delle Leguminose .. 4 ; È x ‘ : i GIRO p KteEBAHN Hi — Il cancro dei fusti dei pomodori i $ 2 PER RA Rel 2 | Ri Leonian L. H. — Un cancro dovuto a Valsa:nel Messico pre ni 122 .« ManaresI A. — .L’oidio della quercia sul castagno . , > ia MORETTINI A. — Trattamenti contro la carie del fr umento 4 PT 199 — Pivnoxet, B — Forma ascofora della Rhacodiella Castaneae È cli SIZE nu Spr — Marciume amaro de.le mele. "A i PRA 1 - Senvnez ho S. — Mal del mosuico contagioso nei cavoli . È Ara n.129 Tispave W. H. — Due Stlerotium del riso . i (RR ARIA dee RIDI Upuor J. C. Tu. — Nuova malattia del Viddialanidis È x i "90 WATERHOUSE W. L. — Infezione del Berderis cogli sporidici Fi Bepi Di i graminis VIMEZANEE CILE 4 SLI IERI ; 0 È % a LOL HR ; “i i MERO protiche > a RT, e ce ci op o nda PAVIA Me T IPOGRAFIA COOPERATIVA 1921 cabin la Pasta Caffaro ‘medesima efficacia della dani bordolese. | Costa meno del solfato di rame ed è di” n | più semplice preparazione. i Esperienze comparative fatte, per ni vile, ARI dai prof. Sannino e Zago a Broni, e, perle. | {. patate, dal prof. Modicmattivi a Bersamo CA . Varese, hanno dimostrato che questo composto «di rame vale tanto quanto le poltiglie bordolesi | meglio preparate... | i FI La Società del Caffaro ha recentemente messo ino fo ‘commer cio anche la POLVERE CAFFARO | peo aienite la stessa percentuale di rame della Pasta C.ffaro. I La Polvere Caffaro può essere applicata coi co- f mnni soffietti a solforare éd aderisce meravigliosamente agli organi vegetali. E comodissima per i fruttieoltori, SA i ilo e a gli orticoltori ed i vivaisti. La Pasta e la Polvere Caffaro, devono la loro ‘efficacia al fatto che contengono del rame in forma di ossicloruro. ‘ Sono preparate dalla Società elettrica ed elettrochinica del Caffaro (Milano — Via Lovanio, 4), e sì possono acquis!:te presso tutti ; Consorzi agrari federati nella Federazione ituliana; det Vonsorzi agrari. Ta» ET | Rivist ta-di Pat ologia Vi egetale — Di “Diretta paL Dorr. LUIGI MONTEMARTINI tà Professore di Patologia Vegetale nella R. Scuola Superiore d’Agricoltura di Milano Direzione e Amministrazione : Prof. Lui@r MONTEMARTINI - Pavia Per onorare Giuseppe Cuboni Si è costituito a Roma, presso la R. Stazione di Patologia Vegetale, un Comitato per un ricordo marmoreo alla memoria di Colui che fondò e per quasi sette lustri diresse quell Istituto, dedicandogli | Je migliori energie del suo robusto ingegno e della n) sua mente geniale. i Sono allievi, sono colleghi, sono studiosi che vo- gliono «dimostrare la loro ammirazione e insieme il loro affetto per l' illustre Fitopatologo. La Rivista si associa alla nobile iniziativa ed in- vita quanti hanno avuto occasione di apprezzare l'at- tività e | intelligenza del Maestro a mandare il loro b contributo al Prof. G. B. Traverso - R. Stazione di sen) i | Palologia Vegetale - Via Santa Susanna - ROMA. mia Pity Yale dr Cul E RE YI ANICAL GA RUENTOSO LAVORI ORIGINALI DOTT. R. CIFERRI Una nuova malattia della Buddleia variabilis ‘dovuta alla ‘. Phyllosticta Montemartinii n. sp. Fi È — — 0 VIP La Buddleta variabilis è un arbusto vivace, rustico, vivente ) bene nei nostri climi, che appartiene alla famiglia delle Loga- niacee, sottofam. delle Buddleioidee (Engler A., « Syllabus der ‘Pflanzenfamilien », Berlino 1898, pag. 172); finora si coltivava nei giardini a scopo esclusivamente ornamentale, ma recente- mente è stato preconizzato come una delle coltivazioni che avran- no un avvenire in apicoltura, per la lunghissima e costante fio, ritura, the s’ inizia precocemente e, termina ad autunno assai inoltrato ; e per la ricchezza dei nettari zuccherini dei fiori stessi. Quindi il rintraccio di una malattia su questa pianta ha un 14 certo interesse pratico, oltrechè scientifico. Tre giovani arbusti mostravano le foglie intensamente of- fese ; in principio dell’ estate si notavano frequenti chiazzette ir- regolarmente allungate, decolorate che passavano a fulvo- -ocrace, | e seccavano quindi rapidamente, circondandosi di una sottile aureola brunastra; apparivano i periteci del fungo, e poscia la parte affetta si staccava, lasciando la foglia bucherellata. A FET Hr RAF du co Ri Mia ; Ù acchie piccole e rare nella parte centrale (pressapoco ro- ondeggianti, quivi, di 2-3 mm. diam.), erano invece assai più | estese e profonde sull’orlo, inoltrandosi spesso sin quasi alla ner- i ‘vatura mediana, sì che la foglia restava profondamente frasta- gliata. A. fine estate esse erano languide, e ben presto cadevano . lasciando la pianta sfogliata anzi tempo. n | Nei caratteri microscopici, il fungo si mostrava con periteci È bruno-olivacei, a parete parenchimatica distintamente ostiolata, e spore assai piccole, jaline, subcilindriche, uniguttulate. Il Sacc. (Syll. III, 21) riporta una P%. auriculata Kalchb. et Cooke, tro- i vata in Africa sulla, Buddleia auriculata, che si differenzia da | quella in istudio , oltrechè per la matrice, per quasi tutti i ca- ratteri, tra cui il colore e la forma delle macchie, le forme e i . dati sporologici, ecc., per il che mi sembra opportuno istituire ‘una nuova specie, che dedico al Chiar. Prof. L. Montemartini ; ecco la diagnosi : Phyllosticta Montemartinii n. sp. — Maculis epiphyllis, f fulvo-ochracets, brunneo-areolatis, irregularibus, parcis in tota su- _ derficie (non in marginibus); perithecits contextu parenchimatico | fusco-olwvaceo, 100 n diam. ca., ostiolatis ; sporulis subcylindracets, i uniguttulatis, hyalinis 5-7= 2-3 W. î Hab.: Zr fois vivis « Buddletae variabilis », p. Macerata (Pi- cenum). i Sarebbero da tentarsi preventivamente e come cura della malattia, le irrorazioni di poltiglia bordolese. Labor. di Patologia Vegetale della R. Scuola di Viticoltura e di Enologia. Alba, novembre 1921. LUIGI MAFFEI Una malattia delle foglie del « Kaki » dovuta al Colletotrichum Kaki n. sp. — 7 dI per la prima volta nel 1919 e di aver allora raccolto delle foglie — malate che ancora conservo. In quell’anno la malattia non era. tanto diffusa poichè si osservavano qua e là poche foglie ati rate. Quest’ anno invece è ricomparsa con maggior virulenza | tanto che, si può dire, non vi è foglia della pianta che sia TIR masta illesa. A parer mio, ha contribuito poi a renderla mag- f giormente manifesta una grandinata venuta nel luglio , che con le perforazioni inflitte alle foglie ha reso la pianta meno resi- stente all’ attacco del parassita. Si noti che nell’ Orto Botanico A vi sono altre piante di Kaki alcune delle quali a poca distanza. da quella malata ma nessuna di esse ha mai presentato traccia — di malattia. i L’ alterazione si manifesta con macchie che si originano. quasi sempre ai margini o all’ apice della foglia, talvolta anche nel mezzo del lembo, e che si estendono verso l’ interno inva- dendo gran parte della foglia. La parte attaccata si secca, si N: rompe e tutta la foglia finisce per cadere. di 920) hi RESI] T) “sfumanti verso la parte sana, risaltano sul bel verde intenso della foglia e le dànno un aspetto contorto, bolloso proprio e se | caratteristico. Man mano che esse si ingrandiscono presentano ela . delle striature concentriche date dal progredire dei diversi strati aa | del tessuto in via di disorganizzazione. In tal guisa ingranden- | dosi si toccano e confluiscono fra loro alterando buona parte e | talvolta quasi totalmente il lembo fogliare. i Sulla superficie alterata e in corrispondenza delle macchio- line si sviluppano sulla pagina superiore della foglia numerose pustolette che sono visibili, allorchè sono ben sviluppate, anche tor} |. ad occhio nudo e che sono i corpi fruttiferi di un fungillo che | per i suoi caratteri diagnostici, che vedremo in seguito; appar- | tiene al genere Co/letotrichum. Sezionando una foglia si osserva che il mesofillo alterato è invaso da un micelio jalino a filamenti settati infiltrantesi fra i cellula e cellula che va fino alla porzione sana della foglia che dA; poco a poco invade e disorganizza. Facendo la sezione in cor- rispondenza delle: pustolette si può facilmente osservare che esse sono degli acervuli di diversa grandezza aventi un diametro che varia da 90-160 u, erompenti dall’ epidermide e da dove si ori- ginano numerose spore cilindriformi, jaline, granulose, qualcuna | guttata, di 18-21 u di lunghezza e 4-7 n di larghezza portate da basidi densamente stipati. Dallo stroma poi si staccano at- traversando anche lo strato imeniale numerose setole acuminate - brune, settate, lunghe da 100 a 180 u e larghe 4-5 n. i Tali caratteri mi hanno permesso di identificare il fungillo, come ho detto più sopra, per un Co/letotrichum che, presentan- dosi costantemente da qualche anno con manifestazioni caratte- “ristiche, mi ha indotto a crederlo una nuova specie poichè non ancora riscontrato , che io sappia, sopra Dzospyros nè su | piante affini. Perciò la presento con la seguente diagnosi denomi- nando la malattia: « macchie fogliari del Kaki ». | ‘Le macchie che sono di color nocciola più o meno intenso gariis, interdum confluentibus, diu tectis, denigue. erumpentib (90-160 u diam.) ; basidits densis, cilindraceis; conidiis cilindricis, rectis, utrinque rotundatis , granulosis, parce guttatis, Ayalinis. (18-21 * 4-7 4); setulisatris , septatis, acuminatis (100-180 A 4-7 uu) in acervulo sparsts. î | Habitat: n foliis vivis « Diospyri Kaki L. var. Kiombo ?71 in Horto Botanico Ticinensi, 1921. Sopra i frutti di questa pianta di Kaki ora attaccata dal CoZ, letotrichum sopra descritto, qualche anno fa riscontrai la G/oeo- sporiosi (*) prodotta dal G/ocosporium Kakt Seiya Ito segnalata. SI per la prima volta in Giappone nell’estate del 1910 e che attac- cava i frutti tanto sulla pianta che conservati nel fruttaio. Vi sarà un certo nesso tra il Co/letotrichum Kaki Maffei e il Gloeosporium Kakî Seiya Ito? Sono esse forme di specie di? stinte o rappresentano stadi di sviluppo di un’ unica specie ma- nifestantisi sotto diverse forme a seconda del substrato in cui vivono ? 7 x E ciò che mi propongo di chiarire con culture se mi sarà dato di riscontrare nuovamente sopra i frutti di Kaki la Gloeo- sporiosi perchè quest'anno la pianta in parola non ha fruttificato e non ho più avuto occasione, in questi anni, di osservare lo 4 a sviluppo di G/ocosforium sui frutti. Ci Dal Laboratorio Crittogamico di Pavia, novembre 1921. (*) MaFFEI L. — Za Gloeosporiosi del Kaki (Gloeosporium Kaki Seiya Ito), in « Rivista di Patologia Vegetale », Anno VII, N. 6, p. 161, Pavia, 1915. Serva Ito — GH%eosporiose of the Japanese Persimmon, in « The Botanical Ma- gazine », Vol. XXV, N. 296, p. 197, Tokyo, 1911. LMR AI E errata Sica Pi RE TTI artrite “0 . RIVISTA AVERNA-SACCÀ R. — Molestias cryptogamicas do algodoeiro no estado de S. Paulo (Malattie crittogamiche del cotone nello Stato di S. Paolo nel Brasile). (S. Paulo, 1920, g1 pa- . gine, con 27 figure). Dopo accennato all’ importanza che ha assunto. la coltiva- zione del cotone nello Stato di S. Paolo e alle perdite prodotte ogni anno dalle malattie crittogamiche, l'Autore descrive : le malattie delle capsule, dovute alla Peronospora gossy- pina Aver., allo Stilbum nanun Massée f. gossypina Aver., ad una Nectria che differisce solo per le dimensioni dalla MN. czz- nabarina, alla Gibberella gossypina Aver.Fal Gloeosporium Gossy- dii Aver., ad un Verticillium e ad un Fusarium non ben de- terminati, forme tutte che attaccano anche i,semi in germina- zione ; le malattie delle foglie dovute alla Cercospora gossypina Cooke, alla Ramularia areola Atk., alla P%yllosticta gossypina Ell. et Mart., alla SfAaerella gossypina Atk, allo Sfhaeroderma Gossypit Aver., al Colletotrichum Gossypit Sout che attacca an- che i fusti, allo Sc4izophyllum commune. Da altimo parla della gommosi dovuta a bacterii e accenna anche ad attacchi di A/ferrmaria tenuis Ness. Per tutte le malattie descritte sono consigliati gli opportuni trattamenti. L. MONTEMARTINI. ng DA | JM a BEHRENS VE Die Perit a cien des Eichenmehitaus in D schland. (I periteci dell’ oidio delle quercie in Germani ). (Sorauer’s Ztschr. /. Pflanzenkrankh., BA. XXXI, 1921, pg. 108-110). Dopo avere ricordato che rarissimamente venne trovata la forma ascofora di questo oidio, 1’ Autore comunica che nell’ ot- tobre dello scorso anno 1920 la trovò su una foglia di quercia nei dintorni di Hildesheim, e potè identificarla con quella già segnalata nel 1912 da Arnaud e Foex in Francia (veggasi alle pagine 259 e 260 del volume V di questa /r77zsfa) e descritta come Microsphaera quercina (Schwein.) Barr. = M. extensa Cook et Peck. Pensa. che la eccezionalità della formazione dei periteci possa anche dipendere dal fatto che la specie è eterotalla. L. MONTEMARTINI. CiFERRI R. — L’alterazione delle uve conservate per opera della Macrophoma flaccida. (Rivista di Ampelografia , Anno II, 1921, N. 11, 3, pagine). 4 L’Autore segnala la comparsa di questo fungillo e della sua forma spermogonifera (AIacrofhoma reniformis) sopra acini di. uve conservate fresche nelle Marche. Di solito si tratta di grap- poli attaccati anche dalla peronospora. Gli acini in parola erano di colore bruno-violaceo, raggrin ziti, mollicci, colla superficie cosparsa di piccole punte nerastre con un punto bianco nel mezzo: più tardi mummificano comple- tamente. Ì L. M. JACKSoNn H. S. e Mains E. B. — Aecial stage of the orange leaf rust of wheat, Puccinia triticina Eriks. (La forma RI a RA Ter GE ta, |. ecidiosporica della ruggine gialla delle foglie del frumento; — _ Zuccinia triticina Eriks.). (Journ. of A gric. Research, Wa- shington, 1921, Vol. X.XII, pg. 151-172, con una tavola). 5 ue: | Nella specie collettiva Puccezza Clematidis (DC) Lagerh. Ù . (AP. Agropyri Ellis et Ev.) sono contenute diverse sottospecie Su S: » che solo si possono distinguere mettendone in relazione le for- R°: > ecidiosporiche e le uredosporiche ; a questo tendono gli studii . da Ù dei quali qui si dànno i primi risultati. Ta Ù Gli autori richiamano che il frumento è attaccato da tre ui) i specie di 7g: la ruggine vera o del culmo, Pwuccinia gra "i Î mînis Pers.; la ruggine a striscie gialla, P. g/umarum (Schur.) pot si Eriks. et Henn. ; e la ruggine gialla delle foglie, 2. #rificina Eriks. È. De; i Per quest’ultima gli Autori provano che la forma ecidio- Di: sporica si sviluppa solamente sopra alcune specie di Z%alzctrum Co: (Th. Delavayi, Th Aavum e qualche altra, che però viene at. 7 taccata solo debolmente). La specie non si estende a nessun’altra La pt ranunculacea, e tra le graminacee resta limitata al frumento. È L. MONTEMARTINI. p | KLEBAHN H. — Der Pilz der Tomatenstengelkrankheit und E seine Schlauchfruchtform. (Il fungo del cancro dei fusti fi di pomodori e la sua forma ascofora). (Sorauer’s Ztschr. f. fi» f. PAanzenkrankh., BA. XXXI, 1921, pg. 1-16, con 10 fig.). A Trattasi della malattia già segnalata dal Massee in Inghil- Sa terra (veggasi alla pagina 137 del precedente volume IV di questa A ì Rivista) e di cui parlano anche Brooks e Price nella nota rias- Adi sunta al precedente volume VI. F Fu attribuita ad un’ Ascochyta che sarebbe la forma picni- i | dica della Mycospfhaerella citrullina, che attacca anche le cucur- | bitacee. - | CR ì) Nell'autunno del 1919 si diffuse largamente nei dintorni di In base a Ali osservazioni e studi crede possibile che forma Had comprenda le tre TE, Diplodina Lycopersici ascrive al genere Didymella e la chiama D. Lycopersici. L. MONTEMARTINI. Hernsen E. — Das Auftreten und die Verbreitung des To | matenkrebses bei Hamburg. (La presenza-e la diffusione del carcro dei pomodori nei dintorni di HarnbiA (col pre- cedente, pg. 16-18). L’Autore dà notizie dei danni che produce nelle campagne di Hamburg la malattia dei pomodori di cui parla il Klebahn a nella nota qui sopra riassunta. Per ora consiglia come mezzo di lotta la poltiglia bordolese. L. MONTEMARTINI. - LEONIAN L. H. — Studies on the Valsa apple canker in È New Mexico. (Studi sopra un cancro dovuto a Valse nel Nuovo Messico). (P4ytopathology, Washington, 1921, Vol. XI, pg. 236-243, con due tavole). L’ Autore dit, e descrive una forte infezione di cancro 5 dei rami dei meli dovuta alla Va/sa /ewcostoma. La malattia si presenta e riesce dannosa tanto ai rami giovani che a quelli vecchi. Sulle parti lesionate si osservano la forma ascofora adulta e quella imperfetta (Cyfospora leucostoma) del parassita : ambedue 1 si possono anche ottenere in coltura e sono parassiti soltanto bo di ferita. L. M. Wi) ta Î 1 ANARESI A. ‘— L’Oidio della Quercia sul Castagno, (Ze Staz. Sper. Agr. Italiane, Modena, 1921, Vol. LIV, p. 293-315). Il fatto era già stato osservato dal Farneti (veggasi alla pa- | gina 241 del Volume IV di questa Azvista), dal Ducomet, dal Trotter e da altri. L'Autore richiama qui tali precedenti con- statazioni che si riferiscono in gran parte a giovani polloni di castagno con sviluppo tardivo, e segnala l'invasione da parte dell’Oidium quercinum, di piantine normali di castagno nel vi- vaio forestale di Bombiana (Bologna). Ha anche constatato l’ estendersi del micelio sul giovane fusto e la sua penetrazione nell'interno delle gemme delle piante attaccate. EM MORETTINI A. —- Sulla efficacia dei trattamenti polverulenti contro la carie del frumento. (Le Staz. Sper. Agr. Ita- liane, Modena, 1921, Vol. LIV, pag. 293-315). Praticamente si fusa, per combattere la carze (Zialletia Tri- fici e T. laevis), immergere per 5-15 minuti la semente in una soluzione del 0,25 al 1,50 p. 100 di solfato di rame, dopo di che la semente stessa o viene immersa in latte di calce o trattata con polvere di calce, per impedire che |’ azione tossica del sol- fato vada a danneggiare l’ embrione. Si è dubitato e sostenuto da alcuni che un simile tratta- mento diminuisca la capacità germinativa del grano, e già il Darnell Smith aveva proposto sostituire il trattamento liquido con altro polverulento a base di carbonato di rame. . L’Autore ha fatto esperienze comparative sopra l’ efficacia dei trattamenti con soluzioni di solfato di rame o con polvere di carbonato o di Caffaro. Ha visto che l'immersione per 15 minuti in soluzione di solfato di rame e la successiva neutralizzazione del solfato con Caffaro nelle dosi dal 2 20 6 p. 1000 non danneggiano la Sl minabilità e aumentano anzi l’ energia germinativa; ma mentre. di nelle infezioni intense fatte ad arte, il trattamento col solfato di rame è più efficace che gli altri due, per le infezioni deboli Na trattamento polverulento è sufficiente e quello colla DONE Caf faro è più economico. L. MONTEMARTINI. PevRoneL B. — La forma ascofora della Rhacodiella Ca- ci W staneae agente del nerume delle castagne. (end. R. Ac. d. Vacrt Classe Scienze, Roma, 1920, Volume XXIX, Pg. 324-327). Coltivando sopra diversi substrati ed in condizioni diverse di e DI il fungo descritto nella nota riassunta a pag. 28 del precedente volume di questa Azvzsta, l'Autore riescì ad averne la forma asco- fora dalla quale risulta che trattasi di una Sclerotinza. L’Autore ritiene opportuno identificare la specie, almeno provvisoriamente, colla .Sclerofinia pseudotuberosa Rehm. che fu osservata in Germania, in Francia e nell'America del nord sulle È e | ghiande,.i cui cotiledoni trasforma (come accade nelle castagne A attaccate dal nere) in corpi duri e neri dai quali nell’ anno | DEA ‘ successivo si sviluppano gli apoteci. | i V’ è differenza è vero nella forma conidica e in qualche altro carattere, ma è probabile sia dovuta a imperfetta descrizione AS | | della specie delle quercie. ‘ re » Pd, ELE ag a PI L. MONTEMARTINI. eno dd e "e | >EYRONEL BLA marciume amaro o siartnnle del cuore delle mele e delle pere. (20//. d. R. Stazione di Patologia Vegetale di Roma, Anno Il, 1921, pg. 23-27, con 3 figure). Finchè la malattia di che trattasi non è molto avanzata, i frutti attaccati si presentano esternamente sani e solo quando vengano staccati si vede che la polpa circostante al casellario «dei semi è bruna e marcia. Più tardi l'intero frutto si altera e, se l’ambiente non è eccessivamente umido, mummifica. x La polpa alterata è amarissima. Nell’ interno delle caselle seminali e alla superficie dei semi si vede in principio una specie di ragnatela micelica che si e- stende anche lungo il condotto stilare, e che da ultimo è sosti- tuita da un’efflorescenza polverulenta di colore roseo pallido. Trattasi del Zyrickothecium roseum che è comune sulle pere e sulle mele come parassita, che probabilmente sviluppasi prima saprofiticamente sui residui disseccati del calice e degli stimmi e stili fiorali e di lì penetra poi nell’ interno del frutto. Secondo l'Autore la infezione può essere favorita dall’ uso . di collocare le mele su un piano orizzontale e coll’ insenatura calicina rivolta in basso, sì da costituire, se i frutti non sono perfettamente asciutti, una vera camera umida nella quale tro- vano ottime condizioni di sviluppo i germi fungini che casual mente si trovano nella buccia. Bisogna asciugare bene i frutti da conservare e tenerli in ambienti asciutti. L. MONTEMARTINI. TispAaLe W. H. — Two Sclerotium ‘diseases of rice. (Due Sclerotium causa di malattia del riso). (/ourz. of Agric. Research, Washington, Vol. XXI, 1921, pg. 649-657, con 3 tavole). .questa Società nella lotta contro i topi dei silos e le zanzare Nelle risaie dell Hosi d pia I Autore. osservò una “mala delle piantine di riso dovuta allo Sclerotium Rolfsii che si tro frequente alla base del culmo o sulla base più alta delle radici VARA delle piante che intristiscono. Spesso sulle piante stesse si svi luppano come saprofiti 1’ A/fernaria e Helminthosporium. La È forma di Sclerotium Rolfsiî trovata qui sul riso, può attaccare anche il frumento, mentre difficilmente passa all’ avena; come n î gli Sclerotium sviluppatisi sull’ avena non riescono se non di ì Beto rado ad attaccare il riso. da adulte attaccate dallo .Sc/erotium Oryzae Cattaneo. Le dimensioni. Di A Crowley in Luisiana si trovarono invece molte piante — del fungo sono in America un po’ maggiori di quelle date dal Cattaneo. Probabilmente la malattia che fu osservata anche in fi i India e Giappone, si diffonde coi semi. L. MONTEMARTINI. # i fi FoA A. — La lotta contro gli insetti nocivi per mezzo delle —— fumigazioni di acido cianidrico. (Boll. mensile di inf. e notizie. — R. Stazione Pat. Veg. di Roma, Anno I, N. 1-2, 1920, pg. 12-23. : tr "i Di fronte alle difficoltà che incontra in Italia l’uso delle fu- migazioni con acido cianidrico per combattere gli insetti dannosi sia alle piante che agli animali e all’ uomo, l’Autrice di questa fi EPTO breve relazione parla delle esperienze che furono fatte in pro- posito negli Stati Uniti, in Spagna, in Francia, in Germania e in Italia. Accenna alla fondazione in Roma di una Società Italiana iedoita so Lo 2 per fumigazioni con gas tossici e ai primi risultati ottenuti da x della malaria. Re va ha dato luogo fin’ora, malgrado tante e sì larghe esperienze, ad 8 g& 8 p inconvenienti che giustifichino i timori che si hanno per il suo uso. ESME MISAAKIDÈS C. A. — Rapport sur la lutte contre le Dacus. (Relazione sulla lotta contro il Dacus O/eae). (Atene, 1921, 48 pagine, con tre tavole), n, L’ Autore, che è ispettore generale dei servizii di fitopato- legia in Grecia, stima ad una media del 30 p. 100 della produ- zione i danni prodotti tutti gli anni dal Dacus agli olii e alle olive da' tavola, epperò calcola una perdita di circa 25 milioni di litri di olio. Pensa che il miglior metodo di lotta contro gli insetti pa- rassiti sia quello biologico consistente nella ricerca dei nemici naturali dei parassiti stessi, come si è fatto per la Dzasf:is colla Prospaltella e per l’ Zcerca col Novius : richiama le ricerche del Marchal per trovare parassiti del Days in Tunisia, e quelle del Silvestri per trovarne in Eritrea. Ricorda però anche l’opinione del Berlese che sia difficile trovare iperparassiti di grande effi- cacia per il Dacus e comunque ritiene che mentre si studiano ‘e si cercano i mezzi biologici di lotta, si devono intanto appli- care quelli chimici. In questa pubblicazione, che è una relazione al Ministero di Agricoltura di Grecia, dà notizia di esperienze ed azioni fatte su vasta scala (vennero trattate circa tre milioni e mezzo di | piante di olivo) cogli insetticidi Berlese. o Adoperò specialmente una poltiglia formata di 3 parti di arseniato di soda, 100 di melassa e 900 di acqua, facendone fino i ‘a quattro irrorazioni per anno. Calcola che per i produttori il beneficio immediato sia stato Conclude che la grande veneficità dell’ acido cianidrico non A pre 45 ‘di circa cinque milioni di litri di olio, con vantaggio eco i & r Li per tutti. DE: Raccoglie, in ultimo della relazione, il testo della legge pei la cassa dell’olivo destinata a dare i fondi per la lotta organi zata, e diverse relazioni e rapporti di sperimentatori e proprietari L. MONTEMARTINI. ® Ta DRAGHETTI A. — Contributo allo studio dello stretta del fru d. ce SÌ. perio. mento. Ricerche sui caratteri fisici, chimici ed agrarii | delle cariossidi. (Ze Staz. Agr. Italiane, Modena, 1921, Vol. LIV, pg. 257-277). Col nome di stretta (échaudage dei francesi e Notreife dei. tedeschi) si usa indicare l’ impicciolimento e lo striminzimento delle cariossidi del grano quando questo è colpito da forti ca- t CCR lori e da siccità in un periodo più o meno lontano dalla matu- ; AR razione. : L’Autore ha fatto osservazioni di confronto su cariossidi ot- tenute in due annate consecutive fondamentalmente diverse : il 1gig con andamento di stagione quasi normale, e il 1920 ecce- zionalmente secco e caldo nei mesi primaverili. Osservò il peso assoluto e quello specifico delle cariossidi, il loro volume, il loro contenuto in azoto e in materie proteiche — greggie; confrontò anche i grani duri e i grani teneri. Constatò — che nel prodotto del 1920 la germinabilità delle cariossidi era. sensibilmente più bassa, il peso specifico pure in generale mi- nore , il contenuto in azoto e in proteina greggia era invece | quasi dapertutto maggiore. Il peso medio individuale delle sin- x (a . . . . . A Di gole cariossidi si è mostrato nel 1920, minore per tutte le razze j =“ : tardive, maggiore per le precoci: lo stesso dicasi del volume. :0 si riferisce al confronto tra 1 sidi dure e uto, il peso tenere, l'Autore ha constatato che il peso assol specifico e il contenuto in azoto dei granelli duri oscilla entro Pai limiti alquanto ristretti, mentre nei grani teneri le differenze tra le due annate sono rilevantissime. Di conseguenza mentre le cariossidi dure del 1919 sono più ricche di azoto di quelle te- nere dello stesso anno, nel 1920 queste ultime contengono più azoto delle prime: non è dunque vero che le cariossidi dure br, . DAI . . . + x x . siano sempre più ricche di materie azotate, e ciò è vero solo | quando si tratta di frumenti normalmente sviluppati e maturati. I \ È [ t È L. MONTEMARTINI. | BLaNcHaRp E. e PERREr C. — La maladie de l’enroulement des pommes de terre. (La malattia dell’arricciamento delle patate). (Ann. du service des epiphyties, Paris, 1919, T. VI, 4 Pg. 320-326). Gli Autori ritengono che questa malattia sia dovuta a di- sturbi di nutrizione e precisamente a fame di azoto. Tale fame di azoto si potrebbe far sentire su parecchie ge- nerazioni e questo fatto darebbe alla malattia i caratteri di tras- missibilità. Ti SCHULTZ E. S. — A trasmissible mosaic disease of chinese "A cabbage, mustard and turnip. (Un ma) del mosaico conta- È gioso del cavolo chinese, della senape e del navone). ( /0urz. nà of Agric. Research, Washington, 1921, Vol. XXII, pa- gine 173-178, con tre tavole). RE METIMSSI di malattia che s Nei mosaico delle Solanacee. (È si Può essere trasmessa da una pianta all'altra vol: succo piante ammalate e a mezzo degli afidi. È fi ; LM UPHoF J. C. Th. — Eine neue Krankheit von cis occidentalis L. (Una nuova malattia del CepZalantus oc dentalis L.). (Sorauer’s Ztsihr. f. Phanzenkrankh., BA. XXXI 1921, pg. 100-108, con una figura). S Di Trattasi di un w@/ del mosaico simile a quello del tabacco e che l’autore descrive richiamando i più . recenti (SHARE so quest’ultima malattia. Pt St Attacca foglie, rami e radici ed è dovuto ad un v77%s che disorganizza la clorofilla senza alterare il protoplasma, si diffonde. ‘E anche attraverso membrane, ha un. periodo di incubazione di — 12-14 giorni. i i La malattia si è presentata nel Missouri; si diffonde attra- verso il terreno attaccando le radici; ron potè essere inoculata i ad altre specie. 3 L. MONTEMARTINI. Jongs F. R. — Effect of soil temperature upon the develop: — ment of nodules on the roots of certain legumes. (Azione x A sd d della temperatura del terreno sopra lo sviluppo dei tuber- coli radicali di alcune Leguminose). (/ourz. of Agric. Re- search, Washington. 1921, Vol. XXII, pg. 18-31, .con tre tavole). Furono fatte esperienze con alfalfa, trifoglio rosso, piselli e fagioli, inoculando nel terreno quattro diverse razze di Bacillus 3: & dI Anzitutto si è visto che la temperatura del terreno agisce cin modo diverso sopra l'accrescimento delle quattro specie spe- rimentate. I tubercoli DES si formino pelo alla temperatura Es.M. e = # x DARE IENE WATERHOUSE W. L. — Studies in the Physiology of Para- ti \ sitism. VII, Infection of Berberis vulgaris by sporidia of Puccinia graminis. (Studii di fisiopatologia del parassi- tismo. VII, Infezione del Berderss vulgaris cogli sporidî di Puccinia graminis). (Annals of Botany, London, Vol. XXXV, PS- 557-564, con 19 figure). Luo } ia L'Autore ha seguito la germinazione degli sporidici di Pxe- cinta graminis sopra le foglie del Berberis: ha visto che il bu- dello germinativo è coperto da un rivestimento mucilagginoso AH di adesione, penetra nella cuticola a mezzo di un sottilissimo pro- ti | lungamento senza che sia evidente una azione chimica qualsiasi # ma, pare, per sola forza meccanica. Quando la sottilissima ap- | pendice del budello di germinazione è riuscita a traforare la cu- ticola e penetrare nelle cellule, si rigonfia e forma il punto di di partenza del nuovo micelio da cui comincia l’ infezione. L. M. NOTE PRATICHE < \ Trattamenti anticrittogamici fatti su peschi, peri e meli Nel podere sperimentale della Certosa di Pavia furono fatte nel co rente anno prove di confronto di applicazione di diversì antierittogami A) ai fruttiferi. er Il podere (di proprietà demaniale, da due anni affittato e annesso all i È: Stazione sperimentale per le malattie infettive del bestiame) non possied un SRO Seco; ha soltanto numerosi fruttiferi disseminati a criterio E sì che nello stesso fllare trovansi specie diverse, età e condizioni di conservazione disparatissime tra di loro. *. Ciò rende soltanto approssimativi i risultati dei confronti fatti. Gli anticrittogamici usati furono : È poltiglia bordolese al 2 p. 100 di solfato di rame e calce; 2 LR supersolfo, o miscela di polisolfnri di calcio al 4 p. 100; i polvere Caffaro, soluzione al 2 p. 100. Mr Furono scelti 80 meli, 80 peri e 100 peschi cui vennero applicati tor trattamenti secondo lo specchietto seguente: AO: @, i. poltiglia bordolese supersolfo | polvere Caffaro DI meli 30 30 20. peri 30 30 20 peschi 40 40 20 Altre piante vennero lasciate senza alcun trattamento. Su Un primo trattamento venne fatto dopo la potatura secca dei rami, pe nell’ ultima decade di marzo, quando le gemme fiorali non erano aneora d aperte. : si la a vegetazione di Siate VR 3 e gli alberi trattati e nom trattati e ai primi di aprile cominciarono a fio- Ù SIAE, | rire i peschi, seguiti poi dai meli e dai peri con una fioritura assai pro- | mettente, Vos Sui peschi per quanto l’ Exoacus deformans abbia avuto quest’ anno, anche sulle piante non trattate, uno sviluppo minino in confronto a quello | dell’anno scorso, pur tuttavia fu evidente l’ efficacia, contro di esso, del | | supersolfo e della poltiglia bordolese. a W Anche il ma! bianco (Sphaerotheca pannosa) si sviluppò quest'anno, |» sui peschi con minore intensità che nello scorso anno; contro di esso | più che le irrorazioni con poltiglia Bordolese valsero quelle colla miscela __solfocalcica e colla polvere Caffaro in soluzione al 2 p. 100. È ‘Contro la Sclerotinia fructigena i trattamenti fatti non diedero risul: tati sensibili. | E Sui peri e sui meli, ai quali erano stati poi applicati anche tratta- È: | menti arsenicali, non è stato dato fare confronto a causa di una forte grandinata che distrusse quasi completamente il raccolto. DINA VALENZANO. "i i Continuando, per cura del R. Osservatorio di fitopatologia di Torino, la pubblicazione dei fogli di istruzione di' cui alla pagina 1838 del prece- dente volume X di questa Rivista, il Ministero di Agricoltura ha distri- buito altre 10 puntate nelle quali sono figurate e descritte (da V.* Bon- gini, G. Della Beffa e C. Ghirlanda) le seguenti calamità : ù 11) il bruco verde dei cavoli o cavolaia (Pieris Brassicae), che trova un nemico naturale nel Microgaster glomeratus, una piccola vespa che — —depone le sue ova nel corpo della cavolaia: la si combatte sia colla rac- i colta diretta delle larve, sia con polverizzazioni di calce viva oppure con irrorazioni (da praticarsi al mattino) di una soluzione di un chilo e mezzo br di trementina e due di sapone in 100 litri di acqua; A #7 12) la mummificazione dei frutti dovuta alla Sclerotinia fructigena e cinerea; ù 13) i bruchi dei pioppi (Lina populi), contro i quali si consigliano. i / $ irrorazioni con soluzioni all'uno p. 100 di arseniato di piombo ; ur L gliere e bruciare, prima che daino in ELSA le foglie ari'otolate ; i AI 16) il cancro del pioppo id Aaa i yi assai dannose, perchè numerose ai tronchi SS nei quali scavano pene) 19) il mal del gozzo o cancro del. pesco e delle piante fruttifere (Bacterium tumefaciens) ; È C 20) il marciume radicale delle piante SÈ frutta ROSI o) Dema-. tophora necatrix). x Da La Revista Agricola, Mexico, 1921. N. 5. — R, Ramirez descrive la cocciniglia della canna da zucchero (Llaveia sacchari) e consiglia contro di essa trattamenti a base di METTO. o .irrorazioni con soluzioni allungate di polisolfuri di calcio da praticarsi, sìa queste che quelli, appena si manifesta l’infezione. i. m. Dal Bot. d. R. Osservatorio di Fitopatologia di Torino, 1921. N. 11. —- Si consigliano trattamenti con poltiglia solfocalcica all’ 8 p. 100 contro la fumaggine delle azalee, delle camelie e della vite; e irro- razioni con estratto di tabacco al 2 p. 100 contro il Tetranychus telarius sui sedani ed il Rhynchites cribripennis dell’olivo. Rie Per la muffa grigia (Botrytis), causa di marcescenza delle fab e dei bottoni fiorati nelle serre, si consiglia distruggere gli organi colpiti, irrorare di quando in quando le piante con solfato di rame e calce al 0,5 p. 100, bruciare nell'ambiente (dopo avere asportato le piante) cannelli di solfo e tenervi chiusi i vapori per qualche ora. lm. 1] N. 1-7. — Da una série di esperienze fatte in territorio di Frascati ; ‘colle ordinarie miscele dachicide (acqua 100 parti, melassa 10, arseniato. | di potassio 3), G. B. Traverso potè constatare che le irrorazioni con tali Eifliscale non provocano necessariamente lo svilup po della fumaggine degli (ulivi quando questi non sieno infestati da cocciniglie e in condizioni di Nasperatat organico, nel qual caso la comparsa della fumaggine è indi- pendente dai trattamenti dachicidi. Vide pure che solo eccezionalmente | ed in condizioni meteorologiche difficili a verificarsi nelle regioni oleicole Da si può talvolta avere lo sviluppo della fumaggine come conseguenza di 39 | tali trattamenti, sì che non v'è nessuna ragione per sconsigliarli mentre mi: | costituiscono il metodo più sicuro di lotta contro la mosca olearia. c. Sa l. mM. 1 | Dal Corriere del Villaggio, Milano, 1921. aa N. 49. — Per combattere la fillossera gallicola quando si presenta | in tale quantità da compromettere lo sviluppo normale dei tralci della | vita, si consigliano i trattanipati invernali suggeriti dal Balbiani i quali all’Istituto Agrario di S. Michele dell'Adige vengono sempre applicati con risultati buoni: pennellare i ceppi durante il riposo invernale con una | miscela formata da 5 chil. di olio pesante di catrame, 20 chil. di calce TINI | viva e 100 litri di acqua (prima si bagna la calce con acqua in quantità Si Miscinciante a spegnerla, poi vi si mescola l’olio pesante di catrame e da ultimo si aggiunge il resto dell’acqua). li mi È UNIONE ITALIANA “fra Consumatori e Fabbricanti di Concimi e Prodotti Chimici i Società Anonima — Capitale Sociale versato L. 60.000.000 i Sede in MILANO - Via S. Nicolao, 7 Uîfici: FIRENZE, GENOVA e NAPOLI ; Agenzie: MANTOVA, VICENZA, VIAREGGIO — N. 34 stabilimenti sparsi in tutta Italia rsa + Pa Ce rs SUPERFOSFATI, SOLFATO di RAME, ZOLFI VENTILATI, e tutti gli altri prodotti ‘chimici necessari per l'agricoltura e l’ industria. FERTILINA sale nutritivo per fiori, piante da vaso e da giardino ed in genere per tutti i vegetali. 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G. — Note sopra alcune malattie dei } pioppi . 1 Ù } e È : ) È 4 , È | HwinsEN E. — La presenza e la diffusione del cancro dei po- f È 5 _ —modori nei dintorni diana I . Jackson H. S. e Marns G. B. — La forma ecidiosporica della ruggine gialla delle foglie del frumento, Puccinia triticina Erikss } , 3 MR ‘ È Ù 3 5 4 KiLLian Ch. — L'infezione dei pomodori da parte della Septoria MEIER AREE IONE ORI RA REMI Id. — Sopra le cause della specializzazione degli Ascomiceti. La Monilia cinerea delle ciliegie . i ì ; i x KLeBAHN H. — Il fungo del cancro dei fusti di pomodori e la va sual'forma aBenfoita!! LIL IONE A Lronran L. H. — Studii sopra un cancro dovuto a Valsa nel Nuovo Messico . È f i 3 ; È È : È Marrri L. — Una malattia delle foglie del Kaki dovuta dal Colletotrichum Kaki n. sp. L P : : ] 7 A MANARESI A. — L’oidio della quercia sul castagno . ù È MITRA M. — Morfologia e parassitismo dell’Acrothecium Pen- niseti n. sp. Nuova malattia del Pennisetum typhoideum . MoxremaARTINI L. — Un brusone della Aucuba japonica dovuto "TE alla Pleospora infectoria Fuck. E 5 A j 3 x i; MORETTINI A. — Aumento della resistenza alla carie nel fru- EI mento Noè mediante selezione i ° a î ‘ : Ia. — Sulla efficacia dei trattamenti polverulenti contro la carie del frumento —. — . i : : 7 j i È __Nicoras G. — Sulla respirazione delle piante attaccate da ; | LIA CA) ORO ON ONTO PORCA LION ACO GR IAN O VE CI ILE RP N CIRO » » tà) n» » ta) ta) bb] n ” th) tà) 407.49 97 76 107 56 122 Vre = Ma) ALTARI [ue f PANTANELLI E. — Azione fungicida e fisiologica degli anticrit- togamici $ SEICÀ : È 5 L 3 ‘ È 5 Id. — Sui rapporti tra nutrizione e recettività per la ruggine ParIsIi R. — Di alcuni parassiti delle piante medicinali e da essenze rta SIRO I: LA RI PRL . PURO PeGLION V. — La forma ascofora (Microsphaera quercina) del- l Oidio della quercia nel Bolognese o ‘ È È 1 PryroweL B. — La forma ascofora dell’ Oidio della quercia a Roma . : : o 5 : 2 9 : . : a Id. — Sopra l'identità della Spirospora Castaneae Mangin et Veincens e dello Stephanoma italicum Sacc. et Trav. col- l’Acrospeira mirabilis B. et Br. È 5 Ar È 5 Id. — La forma ascofora della Rhacodiella Castaneae agente del nerume delle castagne : : È : È È 5 Id. — Il marciume amaro o marciume del cuore delle mele e delle pere . : : : : ; 2 ; È : È PRUNET A. e AccéERY B. — La malattia dei rami di fico y Ramiry R. — Cyathus della vite . ; : 5 4 : ° Id. — L’incenerimento dei pomodori . ; : è > RicHarps B. L. — La patogenecità del Corticium vagum sulle patate in relazione colla temperatura del suolo . ; 3 Rivera V. — Sopra l’azione del Fomes fulvus (Scop.) Fries. sul mandorlo : . i : È 3 ì : : À RosenBaum J. — Studii sul Macrosporium dei pomodori 5 Rostie M. G. P. — Ereditarietà della resistenza all’antracnosi manifestatasi in un incrocio di una varietà di fagiuoli re- sistente con una varietà attaccabile È , : " x Savasrano L. — Di talune pratiche colturali nel marciume radicale degli agrumi : : i . a a . : Sciacca N. — Un nemico dell’ orobanca |... . SmiLpy M. — La nebbia dell’Anthirrhinum dovuta a Phyllo- sticta . ? 5 : x x - È È 3 SmirH E. F. e M. Kinnxny R. E. B. — mai RAR dannosa al tabacco comparsa negli Stati Uniti . i è : ; Srone R. E. — Periodo di incubazione del Cronarium ribicola sopra il pino 5 : x È : $ È TrispALe W. B. — Macchie fogliari dell’/rés ra alla Didi- mellina Iridis . È 5 5 : } ; : 3 + TispALe W. H. -- Due Sclerotium causa di malattia del riso . Do Pag. n » ”» ” n» 59 100 125 i i 0 fi) 3 SAU 5 MRO, SN i pre PAM ognL J. H. — Una malattia delle rose innestate | WATERHOUSE W. L. — Infezione del Berderis vulgaris cogli i sporidii di Puccinia' graminis i 0 (iii et e BI | NessreR S. K. — Trattamenti dei semi di sedano per combat- tere la nebbia dovuta alla Septoria 1 È ; - RUE nei (0). Ù Malattie dovute a parassiti animali. fo. BAINBRINGGE FL. T. .-- Biologia degli insetti dell’ India. Micro- ius TORO LEN i A e FUSI E IAA IG fe: . BrAars L. P. — Una malattia del Trifolium pratense e della È . . Fragaria dovuta a nematodi nel Pacific Northwest . —. _», 28 di CarsneR E. — Suscettibilità di diverse piante all’arricciamento È; della cima delle barbabietole . P Ù . È î MAP o i Foà A. — La lotta contro gli insetti nocivi per mezzo delle | fumigazioni di acido cianidrico : : ; 7 i: ER RI Le 126 IsaagIDÈs C. A. — Relazione sulla lotta contro il Dacus Oleae .,, 127 , Leone G. — La distribuzione dell’Icerya Puchasi nelle Oasi TE NOS 0 SOIT IRTAROAV ANT ONICORNOTAROI DIACIGMAMINNA (VIGO GN PA NO Lesne P. — Un calcidide dannoso ai mandorli nella Siria. , 104 MarcHaL P. — I trattamenti arsenicali e quelli misti agli al- BOLT: FOLISOE TO TELA TIE LORI) CI LOI Parisi R. — Di alcuni parassiti delle piante medicinali e da essenze E } x Ì È ) î 7 } : PA RA 1 PHauuips W. Y. e Poos F. W. — Studii biologici sopra tre pa- Tassiti dell'Armolita tini Bite ii Ig 02 Picarp F. — La fauna entomologica del fico . . . . , 103 Ramirez R. — Tumori sulle foglie dei pioppi . i ; RI TI Ranp Fr. V. e CasH C. — Alcune relazioni del Bacillus tra- cheiphilus cogli insetti . PADANO 3 È ; 5 . n 61-62 SPLENDORE A. — Sui parassiti delle arvicole . VR LVL 22 Troporo G. — La fiagellosi delle euforbie ed i fiagellati vi- venti in alcuni insetti . . SO EA I PUO AMINA I LZ Vayssibre P. — Le cavallette nel sud-est della Francia, nel LIS! td A RAEE Ipat ki: MITE ATTI AI TA 0000 DIREI A SS ne I Malattie dovute a bacteri. Brown N. e Harvny R. B. — Marciume della gemma, mar- ciume delle nervature e macchie fogliari sui cavoli chinesi Pag. 24 Daumfézon G. — Sopra una malattia bacterica della carota . ,» 106 Jones F. R. — Azione della temperatura del terreno sopra lo sviluppo dei tubercoli radicali di alcune Leguminose «cp ASD Ranp Fr. V. e CasH €. — Alcune relazioni del Bacillus tra- ù cheiphilus «cogli insetti | 0... cite e SE Td. — Malattia di Stewart del grano LL... 108 SmitH E. F. — Introduzione allo studio delle malattie delle piante dovute a bacteri . : F È ° : È È È dI SAI Id. — Avvizzimento del Ricinus communis L. dovuto a bacteri , 105 Troporo G. — La fiagellosi delle euforbie ed i flagellati vi- venti in alcuni insetti 3 : È È 4 : s VAL 26 WoLr F. A. — Macchie fogliari di natura bacterica sul fagiuolo vellutato . ; | 3 - 5 x * È : “a 23 Id. — Avvizzimento della Soja max dovuto a bacteri . ». » 61 Malattie dovute ad agenti atmosferici. è acli PE PO cen ie AO ed ii : DraGHETTI A. — Contributo allo studio della stretta del fru- : mento. Ricerche sui caratteri fisici, chimici ed agrari delle I CarieBridi \ uu et RE RITO A URI i Malattie dovute ad agenti chimici. MANGIN L. — L’azione nociva delle emanazioni dell’ officina di Chedde. Deperimento dell’Epicea nella valle dell’Arve ..Pag. 106 a Malattie dovute ad azioni traumatiche. Racaz V. — Colpo di sole o apoplessia della vite . ° . Pag. 62 Malattie d’indole fisiologica. | Grue P. L. e CarrERO J. 0. — Causa della clorosi calcare e l’utilizzazione del ferro nel terreno : + î ) +. Pag. 28 JU | Howanp A. e Howarp. — L’avvizzimento dell’indaco nel Bihar È 28 Malattie d'indole incerta. i delle patate i - ) ; . . È : ì b | LopRIORE G. — Di un’apparente infezione peronosporica del frumento È 5 : 4 È SRALRE È è s . Orton W. A. — Malattia delle strie delle patate i QuANIER H. M. — La malattia del mosaico delle Solanacee, i suoi rapporti colla necrosi del fioema e gli effetti sopra la coltivazione delle patate . ; » J È i E ScHuLTz E. S. — Un mal del masaico contagioso del cavolo chinese, della senape e del navone È : È 7 | Upnor J. C. Ta. — Una nuova malattia del Cephalantus occi- dentalis : 3 î i î . ] > ; : , ; Fisiopatologia. ARNAUD G. — Sopra i succhiatoi delle MeZiola e delle Asterina Id. — Sopra i succhiatoi delle Ba/ladyna, Lemboria e Paro- diopsis È È 3 È rsa, 5 5 i . } CARSNER E. — Suscettibilità di diverse piante all’ arriccia- mento della cima delle barbabietole È - ; i ° Doran Wwm. L. — Le temperature minima, ottima e massima per la germinazione delle spore in alcune Uredinee ._ DRaGHETTI A. — Studio comparativo della resistenza mecca- di «nica all’allettamento di alcune razze pure di frumento . FawceTT H. S. — Relazioni tra temperatura, accrescimento e potere d’ infezione del fungo della scabbia degli agrumi, il Cladosporium Citri . È { ; : 3 Î È s n 82 Pag. 129 n n n» th) » Pag. » » 83 . 65 83 129 130 s4 26 27 85 107 Frowmr F. D. e Winearp S. A. — Diversa suscettibilità. fagiuoli alla ruggine ARSA È . PIRLO 1 MI X ra Ì GiLe P. L. e CaRrRERO J. 0. — Causa della clorosi calcare ui i l'utilizzazione del ferro nel terreno . ; o ; ì Jones F. R. — Azione della temperatura del terreno sopra lo dei sviluppo dei tubercoli radicali di alcune Leguminose a KiLLiAn CH. — Sopra le cause della specializzazione degli Ascomiceti. La Monilia cinerea delle ciliege ‘ i : MorETTINI A. — Aumento della resistenza alla carie nel fru- mento Noè mediante selezione : : : È TE NicoLas G. — Sulla respirazione delle piante attaccate da funghi . : z ; : ; x ; : : - : PANTANELLI E. — Azione fungicida e fisiologica degli anticrit- togamici y : è n : 4 : SATALINS «LU Id. — Sui rapporti tra nutrizione e recettività per la ruggine RicHarnps B. L. — La patogenicità del Corticium vagum sulle patate in relazione colla temperatura del suolo . È . Rostie M. G. P. —- Ereditarietà della resistenza all’antracnosi manifestatasi in un incrocio di una varietà di fagiuoli re- sistente, con una attaccabile . È 3 î È È È Stone R. E. — Periodo di incubazione del Cronartium ribi- cola sopra il pino 2 £ è î : . : : 2 TEoporo G. — La flagellosi delle euforbie ed i flagellati vi- venti in alcuni insetti : 3 ; i : 3 2 : WareRHOUSE W. L. — Infezione del Berderis vulgaris cogli sporidii di Puccinia graminis . ; ; : : - È Anatomia”Patologica. RumBoLp C. — Cause della produzione di xilema patologico. nei tronchi di castagno in seguito ad iniezione di sostanze chimiche . î i i ; i 4 : x ; va NOTE PRATICHE . |. |... . +. Pag. 81-87-110-132 È n pi ta) tà) ” »” »” .- n 800 sè È 960 e "A 1318 63 Acero, Cercosporella acerina 96 | Melasmia acerina 94 Rhytisma acerinum 93 d- i punctatum 95 di 12 SY ° «Agrumi, bianca rossa 18 Cladosporium Citri 107 cocciniglia cotonosa 18 marciume radicale 77 Pseudococcus citri 18 scabbia 107 Altea, Aulacaspis rosae 15 “4 Diaspis rosae 15 i Di Heterodera radicicola 13 — _—Anemone, Puccinia Pruni 29 Antirrhinum, nebbia 59 Ò PhyUosticta Antirrhini 59 ì Atropa, _Macrosporium Solani 10 Thielavia basicola 5 i Aucuba, A/fernaria tenuis 34 sa Ascochyta Aucubae 35 brusone 33 Pleospora infectoria 33 Vv. aucubicola 35 Avena, Puccinia coronata 41 ruggine 36 Azalea, Exobasidium Azaleae 18 fumaggine 134 INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE S@ Chrysomphalus dictyospermi 18 Albicocco, Eurytoma Samzonovi 104 Amygdalus, Taphrina deformans 29 Barbabietola, arricciamento cima 26 Eutettix tenella 27 Belladonna, Macrosporium Solani10 Thielavia basicola 5 i Berberis, Puccinia graminis 131 Buddleia, Phyllosticta auriculata 115 "i Monitemar- tinii 115 Camelia, fumaggine 134 Canfora, Chrysomphalus dictyosper- mi 14 Canna da zucchero, Cladosporium graminum 4 cocciniglia 134 Colletotrichum fulcatum 74 Coniothyrium Sacchari 74 Cytospora Sacchari T4 Dendrophoma saccharicola 74 Euryachora Sacchari 74 Fusarium sp. 74 Lasiodiplodia Theobromae T4 Leptosphaeria Sacchari 74 Linospora Sacchari T4 Nectria sp. 74 Otthia sp. 74 Phyllosticta sp. 74 Schizophylum commune T4 Sphaeropsis pseudodiplodia 74 ; Vabara rn "(RAMAS ia Tetranychus telarius 112 Carota, Bacillus carotovorus 79, 106. marciume 106 Castagno, Acrospeira mirabilis 99 Agaricus melleus 75 Blepharospora cambivora 75 Coryneum perniciosum 4 mal dell'inchiostro 74 Melanconis perniciosa 4 melolonta 87 nerume 124 Oidium quercinum 123 Rhacodiella Castaneae 124 Sclerotinia pseudotuberosa 124 Spirospora Castaneae 99 Stephanoma italicum 99 Urocystis italica 100 Cavolfiore, Bacterium maculicolum 80 Cavolo, Alternaria Brassicae 24 Bacterium campestre 24 cavolaia 133 macchie fogliari 24 mal del mosaico 129 marciume 24 Cephalantus, mal del mosaico 130 Cereali, carbone 18 carie 18 Cetriuolo, avvizzimento 62, Bacillus tracheiphibus 62 Diabrotica sp. 62 Chenopodium, Eutettix tenella 27 Chinotto, Ceroplastes sinensis 18 Ciliegio, Monilia cinerea 108 Cinnamomum, Chrysomphalus dic- tyosp. 14 Cotogno, Bacillus amylovorus 80 . bacteriosi 80 Cotone, Alternaria tenuis 119 Bacterium malvacearum 80. Cercospora gossypina 119 Colletotrichum Gossypii 119 Fusarium sp. 119 Gibberella gossypina 119 Gloeosporium Gossypti 119 malattie crittogamiche 119 Nectria cinnabarina 119 Peronospora Gossypti 119 Pillosticta gossypina 119 Ramularia areola 119 Schizophyllum commune 119. Sphaerella gossypina 119 Sphaeroderma Gossypîi 119 Stilbum nanum 119 f. gossypina 119 Verticilium sp. 119 Crisantemi, afidi 18 Crocifere, Bacterium campestre 79 Cucurbitacee, avvizzimento 61, 62, 79 Bacillus tracheiphilus 61, 62, 79 Diabrotica sp. 61, 62 Dalia, Oidium sp. 112 Datura, Alternaria Solani 10 Macrosporium Solani 10 Digitale, Cylindrospora variabilis 6 Ovularia variabilis 6 Ramularia variabilis 6 Diospyros, Colletotrichum Kaki 116 Dolichos, Uromyces appendiculatus 107 Elleboro, Coniothyrium Hellebori 96 Entyloma Ranunculi 96 ce: obotria, MITI | Fusicladium Eriobo- tryae 96 . °° ticchiolatura 96 Enforbia, flagellosi 26 Leptomonas davidi 26 Stonocephalus agilis 26 | Fagiuolo, antracnosi 29 bacteriosi 80 Bacterium phaseoli 80 Colletotrichum Lindemuthia- num 29 ruggine 107 Uromyces appendiculatus 107 9 Fava, orobanche 19, 21 Phytomixa Orobanchia 20 ruggine 41 Uromyces Fabae 41 Fico, Blastophaga prenes 105 Botrytis sp. 100 Ceroplastes Rusci 18 Hesperophanes griseus 103 Hypoborus ficus 103 insetti diversi 103 malattia dei rami 100 Philotrypesis caricae 103 Simaetis nemorana 108 Fragaria, nematodi 23 Tylenchus devastatria 23 n dipsaci 23 Frumento, allettamento 85 Aplanobacter Stewarti 105 carbone 110 carie 24, 123 Cladosporium herbarum 111 Ditropinotus aureoviridis 102 Eupelmus allynii 103 Fusarium sp. 56 Fusarium roseum 110. Gibberella saubinetii 56, 110 golpe bianca 110 grano puntato 111 Harmolita tritici 102 Helminthosporium gramineum 111 Hormoporuschalcidiphagus 103 Leptosphaeria herpotrichoides 97 mal del piede 97 marciume dei nodi lil nebbia 56 nerume 111 Ophiobolus herpotrichus 97 >4 graminis 97 peronospora apparente 83 Puccinia glumarum 121 di graminis 121 di triticina 121 ruggine gialla 121 scabbia 56 Sclerospora macrospora 83 spighe ginocchiate 83 stretta 128 Tilletia laevis 24, 123 n tritici 24 123 vedi anche grano Garofano, ruggine 17 Gelso, bacteriosi 80 Bacterium mori 80 Diaspis pentagona 18 topi campagnoli 32 Giaggiolo, Septoria Iridis 20 Gladiolo, Tetranychus telarius 111 Grano, Puccinia glumarum 41 » graminis 37 ruggine 36 i “vedi anche frumento Granoturco, Aplanobacter Stewarti 19 Aspergillus varians 89 Cladosporium graminum 92 Mascrosporium commune 92 malattia di Stewart 79 screpolatura 91 Hyosciamus, Alternaria Solani 10 Macrosporium Solani 10 Peronospora Hyosciami 101 Indaco, avvizzimento 82 Ippocastano, melolonta 87 Iris, Didimellina Iridis 57 Heterosporium gracile T, 57 Septoria Iridis 20 Isatis, Cystopus candidus 29 Kaki, Colletotrichum Kaki 116 Gloeosporium Kaki 118 Kundmania, Puccinia Kundmaniae 29 Lattuga, Aphis lactucae 112 l Leguminose, Bacillus radicicola 131 tubercoli radicali 130 Lillà, peronospora 96 Phytophthora Syringae 96 Malva, Puccinia Malvacearum 29 Malvacee, Bacterium malvacearum 80 Mandarino, Coccus hesperidum 112 Mandorlo, Eurytoma amygdali 104 Fomes fulvus 58 Melo, Bacillus amylovorus 80 bacteriosi 80 via; Cytospora leucostoma 122 111 marciume amaro 125 pidocchio 64 — Rhynchites betulae 88 sigaraio 88 ticchiolatura 111 Trichothecium roseum 125 Valsa leucostoma 122 Melissa, Phleospora Melissae 11 Septoria Melissae 11 Ò Sali Fusicladium dendriticum 18, ui): Mercurialis, Melampsora pulcher- | rima 28 Musa, avvizzimento 19 Fusarium cubense 19 5 » v.inodoratum19 Ustilaginoidella musaeperda 19 Navone, mal del mosaico 129 Olivo, Bacterium Savastanoi 80 brusca 31 Cycloconium oleaginum 18 Dacus oleae 127 deperimenti 110 epifite 32 fumaggine 135 improduttività 31 mosca 110, 127, 135 occhio di pavone 31 Rhynchites cribripennis 134 Saissetia oleae 112 tubercolosi 80 Papavero, Alternaria Brassicae v. sonn. 8 Macrosporium Papaveris 8 uiagta DIOR II SI LIRIE PIL “ lee d.' iu a Fe O le ita, accartocciamento 88° | arricciamento 83, 129 Bacillus phitophthorus 80 Cortycium vagum 109 galle 96 | Macrosporium Solani 63 mal del mosaico 83 ‘malattia delle strie 63 | peronospora 17 f __ Rhizoctonia sp. 109 È du» p: violacea 96 _ Pennisetum, Acrothecium Penni- | setî99 | Puccinia Penniseti 99 Scelerospora graminicola 99 Tolyposporium Penicillariae 99 f Pero, Bacillus amylovorus 80 bacteriosi 80 Fusicladium pyrinum 18 Gymnosporangium Sabinae 111 ; A ; i limacina 134 bi si macchiettatura delle foglie 111 marciume amaro 125 | —Rhynchites betulae 88 si Septoria piricola 111 sigaraio 88 Tentredo limacina 134 tingide 18 Tingis pyri 112 | Trichothecium roseum 125 | Pesco, afidi 18, 88 i Aphis persicae 112 Bacterium ‘tumefaciens 134 È cancro 134 v __Cycloconium oleaginum 18 _ —Exoascus deformans 18, 133 | Fusicladium Cerasi 75 mal bianco 133 mal del gozzo 134 4 pidocchi 88 ; Sclerotinia fructigena 133 Sphaerotheca pannosa 133 Physalis, nematodi 28 Tylenchus devastatria 23 a dipsaci 23 Pino, Cronartium ribicola 31 Pioppo, bruchi 133 cancro 56, 134 Dothiciza populea 134 Fomes ignarius 56 Lina populi 133 Melampsora 56 Pemphigus populi T Sclerotium bifrons 56 tumori fogliari 77 Pisello, antracnosi 76 Ascochyta Pisi 76 rabbia 76 Pomodoro, A/lternaria Solani 17 Aplanobacter michiganense 17, 19 Ascochyta hortorum 17 È Lycopersici 122 gt socia 122 avvizzimento 17 Bacillus caulivorus 17 bacteriosi 111 Bacterium Briostii 17, 68 cancrena dei fusti 17 cancro 79, 121, 122 carie 65 Cladosporium fulvum v. viola- ceum 17, 18 Didymella Lycopersici 122 Diplodina Lycopersici 122 Erysiphe Polygoni 17 incenerimento 76 Kopsia ramosa 17 VOLRNSTIOSATOLI TE ORRENTTO: Macrosporium Solani B@tto Ve Tomato 59 mal bianco 17 marciume 17, 59 Mycosphaerella citrullina 121 nebbia 17, 59 Oidium sp. 76 orobanche 17 peronospora 17 Phoma Eupyrena 67 5) Ferrarisii 68 Phyllosticta Lycopersici 67 Phytophlhora infestans 17 Ramularta sp. 69 Septoria Lycopersici 98 n n Vi. @UrO- paea 17 Prasium, Erysiphe lamprocarpa 29 Pruno, Eurytoma schreineri 104 Monilia cinerea 111 Quercia, Microsphaera Alni 58 x eatensa 120 ì quercina 51, 120 oidio 57, 120, 123 Oidium alphitoides 58 gemmiparum 58 quercinum 58 Sclerotinia pseudotuberosa 124 Ranunculus, Urocystis Anemones 29 Ribes, Aphis ribis 112 Cronartium ribicola 30 Ricino, avvizzimento 105 Bacierium solanacearum 105 Cercospora sp. 10 Fusarium sp. 10 Macrosporium Cavarae 9 Melampsorella Ricini 10 Riso, Alternaria sp. 126. Rododendron, Cocomyces dentatus Rosa, afidi 18 Salice, Melanoxanthus salicis 112 101 i) SEN 3 brusone 97 4 Cladosporium sp. 97 Ù Ai clorosi calcare 28 BE Helminthosporium sp. 126 3 macrocarpum 97 S Oryzae 97 Hormodendron sp. 97 Piricularia grisea 97 A Oryzae 97 Sclerotium Oryzae 126 n Rolfsii 126 4 55 “ov NG Coryneum Rhododendri 56 n Cryptostictis sp. 56 Exobasidium Azaleae 18. Lophodermium Rhododendri 55. Melampsoropsis piperiana 55 È n Pestalozzia Guepini 56 Uro Sphaerella Rododendri 56 n Sporocybe Azaleae 55 pos, A Botrytis sp. 18 Coniothyrium rosarum 22 Hylotoma rosae 112 SALTI N RSI SE RI e, \ Icerya purchasi 15 A Phragmidium Rosae semperv. 29 a Phragmidium subcorticium 5, : 29 Rosmarino, Ckrysomela americana 112 Rumex, Eutettia tenella 27 Uromyces Rumicis 4 LEE Melasmia salicina 95 SESTO SS | Scilla, Entyloma Debeauxntii 3 | — Physoderma Debeauxti 2 Uromyces Scillarum 2 | Sedano, Acidia Heraclei 112 nebbia 101 Septoria Apii 101 Tetranychus telarius 134 Segale, Oxythyrea funesta 64 ih Tropinosa hirta 64 ; . Senape, mal del mosaico 129 Ù Smyrnium, Puccinia Smyrnii 28 ._Soja, Bacterium Sojae 61 ec Fusarium tracheiphilum 61 __Solanacee, Bacterium solanacearum 79 bron-rot 79 Mi "mal del mosaico 83, 130 | Stizolobium, Aplanobacter Stizolobii 23 al macchie fogliari 23 Stramonio, Alternaria Solani 10 a Macrosporium Solani 10 Ni; Strophostyles, Uromyces appendicu- fe latus 107 _ Susino, Exoascus Pruni 18 % Rhynchites betulae 88 sigaraio 88 Tabacco, nebbia 100 Orobanche ramosa 20 | Peronospora Hyosciami 101 Zafferano, Perisporium crocophilum Pharnetrina. Puccima ri nu Ì Tor'ilis, Erysiphe communis 29 Trifoglio, nematodi 23 Tylenchus devastatria 23 AI dipsaci 23 i) Uva, Botrytis cinerea 111 Macrophoma flaccida 120 marciume grigio 111 Viburno, foglie argentee 96 Heliothrips haemorroidalis 96 Vigna, Uromyces appendiculatus ri CAO Vite, apoplessia 62 Botrytis cinerea 111 colpo di sole 62 Cyathus 76 fillossera 135 fumaggine 134 Macrosporium flaccida 120 È reniformis 120 marciume grigio 111 peronospora 17, 70 pulvinaria 18 Rhynchites betulae 88 sigaraio 88 Tetranychus telarius 111 67 Phoma crocophila 6 Gara L'OLPESURIS: Si AO Ta DARAI Ò (I. TE EDI È Liv: Accartocciamento patate 83 Acidia Heraclei 112 Acrospeira mirabilis 99 Acrothecium Penniseti 99 Afidi 18, 88, 112 di Agaricus melleus 75 | ‘’‘’‘’Allettamento del frumento 85 ent, Alternaria Brassicae 24 vale 5 v. Somniferi 8 | Solani 10, 17 tenuis 34, 119 Antracnosi dei fagiuoli 29 dei piselli 76 \i Aphis lactucae 112 di persicae 112 ribis 112 Apoplessia delle viti 62 Aplanobacter michiganense 17, 79 Stewarti 79, 105 Stizolobii 23 Arricciamento delle barbabietole 26 delle patate 83, 129 Arvicole 22 Ascochyta Aucubae 35 hortorum 17 Lycopersici 122 INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI Ascochyta Pisî 76 socia 122 Aspergillus glaucus 22 varians 89 Aulacaspîs rosae 15 Avvizzimento dei cetrioli 62 delle cucurbitacee 61, Vito del grano 105 dell’indaco 82 ) delle Musa 19 : dei pomodori 17 ì del ricino 1050 eu della Soja 61 delle zucche 79 Bacillus acridiorum 105 (° amylovorus 80 | carotovorus 79, 106 i caulivorus 17 phytophthorus 80 radicicola 151 e tracheiphilus 61, 62, 79 ; Bacteriosi del pomodoro 111 o. i a Bacterium Briosii 17, 68 campestre 24, 79 pas. lea oa » de t Bacterium maculicolum 800 malvacearum 80 Mori 80 Phaseoli 80 Pitymysi 23 Savastanoi 80 Sojae 61 —_ solanacearum 79, 105 tumefaciens 80, 184 Barbitistes Berenqueiri 104 Bianca rossa 18 Blastophaya prenes 108 Blepharospora cambivora 75 Botrytis cinerea 111 : vulgaris 134 Brinate primaverili 32 RA Brusca dell’ olivo 31 Brusone dell’Ancuba 33 del riso 97 Calliptamus italicus 104 Cancrena del fusto nei pomodori 17 Cancro del melo 122 del pesco 134 del pioppo 56, 134 dei pomodori 121, 122 | Carbone dei cereali 18 del frumento 110 Carie dei cereali 18 del frumento 24, 123 del pomodoro 65 Cavallette 31, 104 . Cavolaia 133 Cephalosporiun acremonium 92 Ceraphyllus fasciatus 22 Cercospora gossypina 119 Cercosporella acerina 96 I Ceroplastes Rusci 18 sinensis 18 4 ti Cervo volante 134 Chrysomela americana 112 Chrysomphalus dictyospermi 14,18 Cladosporium Citri 107 do fulvum v. violaceum 17, 18 graminum 74, 92 herbarum 111 Clorosi calcare del riso 28 Cocciniglie 87 sulla canna da zucche- ro 134 Cocciniglia cotonosa 18 Coccus kesperidum 112 Cocomyces dentatus 55 Colletotrichum Gossypti 119 Kaki 116 di Lindemuthianum 30 Coloptenus italicus 104 Colpo di sole nelle viti 62 Coniothyrium Hellebori 96 i rosarum 22 Sacchari 4 Corticium vagum 109 Coryneum perniciosum 74 Rhododendri 56 Cronartium ribicola 27, 30 Cyathus 76 Cycloconium oleaginum 18 Cylindrosporium variabilis 6 Cystopus candidus 29 Cytospora leucostoma 122 Sacchari T4 Dacus Oleae 127 Decticus albifrons 104 Dematophora necatria 134 Dendrophoma saccharicola 74 Deperimento degli olivi 110 | Diabrotica duodecempunctata 61, 62 vittata 61, 62 O Diaspis pentagona 18, 127 rosae 15 Didymella Lycopersici 122 Didymellina Iridis 57 Diplodina Lycopersici 122 Dothichiza populea 134 Entyloma Debeauxii 3 Ranunculi 96 Ephippigera vitium 104 Epifite 32 Erbe infestanti 110 Erysiphe communis 29 lamprocarpa 29 Polygoni 17 Eupelmus allynii 103 Euryachora Sacchari 2 Eurytoma amygdali 104 Samsonovi 104 schreineri 104 Eutettia tenella 27 Exoascus deformans 18, 133 Pruni 18 Exobasidium Azaleae 18 Fillossera della vite 135 Flagellosi delle euforbie 26 Foglie argentee del Viburno 96 Fomes fulvus 58 ignarius 56 Fumaggine 18, 29 delle azalee 134 delle camelie 134 dell’olivo 135 della vite 134 Fumi 106 Fusarium cubense 19 Fusarium cubense v. inodoratu roseum 110 tracheiphilum 61, 62 + aa Fusicladium Cerasi 75 dendriticum 18, 111 Eriobotryae 96 pyrinum 18 Giardia pitymysi 22 Gibberella gossypina 119 | Saubinetii 56, 110 Gloeosporium Gossypti 119 i Kaki 118 Golpe bianca del frumento 110 Grillotalpa 111 Gymnosporangium clavipes 27 Sabinae 111 Harmolita tritici 102 Heliothrips haemorr. 96 Helminthosporium gramineum 111 macrocarpum 97 Oryzae 97 Hepatozon pitymysi 22 Hesperophanes griseus 103 Heterodera radicicola 13 Heterosporium gracile ©, 5 Hoplopleura acanthopus 22 Hormoporus chalcidiphagus 103 Hylotoma rosae 112 Hymenolepis anomala 22 Hypoborus ficus 103 HystichophyWa tripectinata 22 Iceryia purchasi 15, 60, 87 Kopsia ramosa 17 Lasiodiplodia Theobromae T4 si Jeptomonas davidi 26 i Leptosphaeria herpotrichoides 97 Sacchari T4 | Licheni 18° | Limacina del pero 134 j Lina populi 133 i Linospora Sacchari 74 È c Llavia sacchari 134 È Lophodermium Rhododendri 55 | Lucanus cervus 134 | Macrophoma flaccida 120 "a reniformis 120 ; ; Macrosporium Cavarae 9 i commune 76, 92 Papaveris 8 Solani 10, 59, 63 tomato 59 | Maggiolini 86 Mal bianco 18 di dei peschi 133 Di dei pomodori 17 ni Mal del gozzo del pesco 134 Mal dell'inchiostro del castagno 74 | Mal del mosaico del cavolo 129 | del Cephalanthus 130 del navone 129 TRO della senape 129 | delle Solanacee 83, 130 Mal del piede del frumento 97 — Marciume delle carote 106 0 dei cavoli 24 i amaro delle mele 125 apicale del pomodore 17 grigio dell’uva 111 f radicale degli agrumi 77 _ Marciume radicale dei fruttiferi. 134 Melampsora pulcherrima 28 Melampsorella Ricini 10 Melampsoropsis piperiana 55 Melanconis perniciosa T4 Melanoxanthus salicis 112 Melasmia acerina 94 salicina 95 Meliola 84 Melolonta vulgare 87 Micosphaerella citrullina 121 Microgaster glomeratus 133 Microsphaera Alni 58 extensa 120 . quercina 57, 120 Monilia cinerea 108, 111 Mosca olearia 110, 127, 135 Muffa grigia dei fiori 134 Muschi 18 Nebbia dell’Antirrhinum 59 dei cereali 56 dei pomodori 17 dei sedani 101 del tabacco 100 Nectria cinnbarina 119 Nematodi 23 Nerume delle castagne 124 del frumento 111 Novius cardinalis 16, 60 Occhio di pavone dell’olivo 31 Octomitus muri 22 Oedipoda cerulescens 104 Oidio del castagno 123 . dell’evonimo 18 del pomodoro 76 delle quercie 57, 120, 123 lidium alphitoides 58 gemmiparum 58 Oidium quercinum 58, 123 Ophiobolus graminis 97 herpotrichus 97 Orobanche 17 delle fave 19, 20 Orobanche ramosa 20 Ovularia variabilis 6 Oxiurus vermicularis v. pitymysi 22 Oxythyrea funesta 64 Pemphigus populi T7 Perisporium crocophilum 67 Peronospora del lillà 96 delle patate 17 dei pomodori 17 della vite 17, 70 Peronospora Gossypii 119 Hyosciami 111 Pestalozzia Guepini 56 Philotrypesis caricae 103 Phleospora Melissae 11 Phoma crocophila 67 Eupyrena 67 Ferrarisii 68 Oleracea 67 Phragmidium Rosae-sempervirentis 29 subcorticium 5, 29 Phyllosticta anthirrhini 59 auriculata 115 gossypina 119 Lycopersici 67 Montemartinii 114 Physoderma Debeauxii 2 Phytomixa Orobanchia 20 Phytophthora infestans 17, 96 Pidocchi 88. | Piricularia grisea 97 Pidocelio Vel melo 640 Oryzae 97° 1 Pleospora infectoria 38/0 v. aucubicola. Prospaltella Berlesei 1297 Pseudococcus Citri 18 Puccinia Agropyri 121 Re Anthirrhini 17 Clematidis 121 coronata Al glumarum 41, 121 graminis 37, 121, 131 KunAmaniae 29 malvacearum 27, 29 Penniseti 99 Pruni 29 Smyrmii 28 Sorghi 41 triticina 121 Pulvinaria della vite 18 Rabbia dei piselli 76 Ramularia areola 119 variabilis 6 Rhacodiella Castaneae 124 Rhizoctonia violacea 96 Rhynchites betulae 88 Betuleti 134 cribripennis 134 L P Mr, si Li î È x RTW via bread E ie nei stele va Le Rhytisma acerinum 93 punctatum 95 salicinum 95 Rizoctonia delle patate 109 Rosellinia necatrix 134 Ruggine dei fagiuoli 107 x dei garofani 17 i del grano 36 ; ( dei peri 111 _ Scabbia degli agrumi 107 Bet, dei cereali 56 | Schizophyllum commune T4, 119 | Sclerospora graminicola 99 di macrospora 83 b: Selerotinia cinerea 133 Sa fructigena 133 bi: Libertiana 134 . pseudotuberosa 124 _ Sclerotium bifrons 56 Oryzae 126 Rolfsii 126 | Septoria Apîi 101 Iridis 20 Lycopersici 98 Melissae 11 piricola 111 Sigaraio 88, 134 fi Simaetis nemorana 103 Sphaerella gossypina 119 Rhododendri 56 Sphaeroderma Gossypti 119 na Sphaeropsis pseudodiplodia 74 Sphaerotheca pannosa 133 Spirospora Castaneae 99 Sporocybe Azaleae 55 Stauronotus maroccanus 104 Stephanoma italicum 99 _ Sterigmatocystis glauca 23 \ li ) Sterilità dell'olivo 31 Gi RA i | Stilbum nanum £. gossypina 119 Stonocephalus agilis CRON v. europaea 17 ARA Stretta del frumento 128 Taphrina deformans 29 Tentredo limacina 1340 Tetranychus telarius |11, 112, 184 Tettigonia albifrons 104 i Thielavia basicola 5 Ticchiolatura dell’Eriobotrya 96 dei meli 111 Tilletia loevis 24, 123 Tritici 24, 123 Tingide del pero 18 Tingis piri 112 Tolyposporium Penicillariae 99 Topi campagnuoli 32 Trichomonas muri 22 Trichothecium roseum 125 Tropinosa hirta 64 Tubercoli radicali delle Legumi- nose 130 Tylenchus devastatrix 23 dipsaci 23 Typhlosylla assimilis 22 Urocystis Anemones 29 italica 100 Uromyces appendiculatus 107 caryophyllinus 27 Fabae 41 Rumicis 4 Scillarum 2 Ustilaginoidella musaeperda 19 Valsa lucostoma 122 Valsaria subtropica "4 Vermicularia Sacchari 14 Aggéery B. 100 Dantony E. 73 Arnaud G. 84, 96 Daumézon G. 106 Averna-Saccà R. 74, 119 Della Bella G. 133 I Ditmir A. 56 o ‘Bainbringge F.. T. 60 | Doran Wm. L. 27 Behrens J. 120 Draghetti A. 85, 128 I Blanchard E. 129 © e ACE Bongini V. 183 Farneti R. 74, 97 " | Borghi C. 110 Fawcett H. S. 107 Brandes E. W. 19 Ferraguli M. 88 Briosi G. 74 Foà A. 126 Brown N. 24 Foex E. 97 Byars L. P. 23 Forti C. 110 Fragoso R. G. 76 Campanile G. 19 Fraipont E. 88 Cantoni L. A. 87 Fromme F. D. 107 A Carrero J. 0. 28 DE n Carsner E. 26 Gabotto L. 88 sro © —Cash L.C. 61, 62, 105 Ghirlanda C. 183 Ò Cerasoli E. 70 Gile P. L. 28 3 Ciferri R. 65, 89, 93, 114, 120 | | Colizza C. 20 Hahn G. G. 56 Comandini Cortini J. 75 Hartley €. 56 Cuboni G. 113 Harvey R. B. 24 | Jackson H. S. 120 | Jones F. R. 130 pi: Kenney Mc. R. E. B. 100 | Killian Ch. 98, 108 | Klebahn H. 121 si ia Leone G. 60 Leoniav L. H. 122 re Lesne P. 104 po Lopriore G. 83 i» _ Maffei L. 116 | Mains E. B. 120 | Manaresi A. 123 | Mangin L. 106 È MarchalgP. 102 | Mitra M. 99 | Montemartini L. 83 . Morettini A. 24, 123 Nicolas G. 28 | Novelli N. 110 Orton W. A. 63 | Pantanelli E. 25, 36 Wf\Parisi R. 1 Peglion V. 57 Rumbold C. 63 Perret C. 129 | Peyronel B. 57, 99, 124, 125 Phillips W. J. 102 i Picard F. 103 Piccinino G. 31 “Ea Pierce W. D. 55 | Pollacci G. 17 Poos F. W. 102 Prunet A. 100 Quarnier H. M. 83 Racah V. 62 Ramirez R. 76, 77, 112, 134 Rand Fr. V. 55, 61, 62, 105 Richards B. L. 109 Rivera V. 58 Roncoroni E. 87 Rosenbaum J. 59 Rostie M. G. P. 29 Savastano L. 77 Schmitz H. 50 Schultz E. S. 129 Sciacca N. 21 Smiley E. M. 59 Smith E. F. 77, 100, 105 Splendore A. 22 Stone R. E. 30 Supino 64 Teodoro G. 26 Uphof J. C. 130 ATSTA D. 133 . Vallese 31 SEI v. 78 | Vogel L H 26 Waterhouse w. L. IL Webster S. K. 101 Wingard s. A. 107 Wolf F. A. 283, 61 Zannoni I. 32 Ri tn LIRA ; Da RO DNA MISTI ORA LA PAGINA LIRA ROIO CE DI atità Lia TREVI dò Re Dal i dl n° “9 "MPT UNIONE ITALIANA fra Consumatori e Fabbricanti di Concimi e Prodotti Chimici Società Anonima — Capitale Sociale versato L. 60.000.000 Sede in MILANO - Via S. 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PURE E ee RO AE A I id STABI LIMENTO D'ORTICOLTURA IRAVATTI !LE PIU BELLE i © PIANTE LE MIGLIORI Wil senem 15125 Erranisi Courune] N .j Cataloghi gratis ai è Je fotto: Dove ho: spazio dispon dile pionta un albero” È i i; }i ci = DIRETTA DAL ì Dorr. LurGI MONTEMARTINI Direttore del Laboratorio Crittogamico di Pavia —_ > o>o>—_ | Annata XII: 1921-22 LIBRARY NEW YORK BOTANICAL GARDEN i PAVIA TIPOGRAFIA COOPERATIVA 1922 | DIRETTA È. Dot. Lurei Wobsotà RCINI Direttore del Laboratorio Crittogamico di Pavia 4 | Lavori originali : ; s Ri R. — Il marciume delle mele Cologne... ‘©. È | 1 ì Pag: 195% RE _ Marror L. — La vaiolatura delle foglie di Arachis . ò ; RE GA i) È MONTEMARTINI Li — L'applicazione degli art. 6 e 7 della Conven- 17, SARCA | zione di Roma. ME RI ORIO EI NA MELI Rivista : ein no i ERLARE FR. e ZENON V. — La Chlorita libica sulla’ vite, isa ron cit Ra ‘DaLmasso G. — La lotta contro le tignole dell’ uva 1 ; ‘ Lo 22 lei DacoppeT M. — - Il maggiolino... | MEER I EDI | D’IppoLITO G. — Sulla sterilità delle sine gi frumento |. " Pi 9840 MontaLTO M. — Sull’orobanche della fava . . e i; VARE pe 1 a | PrELION V. — La degenerazione. della Poeta ca AR a ‘Perri A. — Trattamenti invernali dei fruttiferi DI SAI A RIRO I 18 Fi a “Quanser H. M. — Guida per la selezione delle patéte. i ante a | RoBERTS J. W. — Pustole sopra prugne del Giappone ‘. NA gra dii Ropio G. — Di un saccaromicete del dattero . ’. * CSA n 20 n Wosrox W. H. — La peronospora del frumento negli Stati Uniti PD i Note pratiche . PIZZA î (RRAGO plaid CONI 1 PAVIA TiPoGRAFIA COOPERATIVA RO A da e dei pomodori, Loi la peronospora a vile, delle può POegorO la Pasta Caffaro invece del solfato di rame. si che è un preparato di rame, il quale ha i medesima efficacia della poltiglia bordolese. Costa meno del solfato di rame ed è di più semplice preparazione. Esperienze comparative fatte, per la vile, dai prof. Sannino e Zago a Broni, e, per le patate, dal prof. Montemartini a Bergamo e Varese, hanno dimostrato che questo composto . di rame vale tanto quanto le poltiglie bordolesi meglio preparate. La Società del Caffaro ha recentemente messo in. commercio anche la POLVERE CAFFARO contenente la stessa percentuale di rame della Pasta Caffaro, muni soffietti a solforare ed aderisce meravigliosamente agli organi vegetali. È comodissima per i frutticoltori, gli orticoltori ed i vivaisti. La Pasta e la Polvere Caffaro, devono la loro efficacia al fatto che contengono del rame in forma di ossicloruro. ; Sono preparate dalla Società elettrica ed elettrochimica del Caffaro (Milano - Via Lovanio, 4), e si possono acquistare presso La Polvere Caffaro può essere applicata coi co-. |. tutti i Consorzi agrari federati nella Federazione italiana dei — Consorzi agrari. INTO NTFS ARR na 4 929 Marzo 1922. new vorRK. ‘ Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Pror. LUIGI MONTEMARTINI DIRETTORE DEL LABORATORIO CRITTOGAMICO DI PAVIA Direzione e Amministrazione : Prof. LurGir MONTEMARTINI - Pavia LAVORI ORIGINALI o: DOTT. LUIGI MONTEMARTINI L'applicazione degli articoli 0 e 7 della Convenzione internazionale di Roma 4 marzo 1914 contro le malattie delle piante ©’ La facilità e rapidità dei mezzi di trasporto e l’ aumento degli scambi di vegetali e prodotti agrari in genere da un capo all‘ altro della terra, hanno reso più facile anche il trasporto di parassiti di piante dall’ una all’ altra zona e spesso questi paras- siti, importati in una regione nuova, favoriti dal clima, o dalla presenza di piante ospiti meno resistenti, o dall’ assenza di ne- mici naturali, hanno potuto diffondersi intensivamente ed essere (4) Veggasi alla pagina 88 del precedente volume VII di questa Rivista. Veggasi pure: E. J. BuTtLER, The dissemination of parasitie fungi and in- ternational legislation, in Mem. of the Depm. of. Agric. in India, Calcutta, Vol. IX, 1917 (riassunto alla pagina 41 del volume IX di questa Rivista) ; e: GaLLoway B. T., Some of the broader phytopathological problems in their relation to foreign seed and plant introduction; in Phytopathology, Vol. IX, 1919 (riassunto alla pagina 142 del volume X di questa Rivista). MRO TIA F NE da UA Ce È per averne un’ idea, la importazione in Europa e la rapida dif- fusione dell’ oidio, della peronospora e della fillossera della vite; quella della Diaspis del gelso; quella, più recente, dell’ oidio delle quercie ecc. Davanti a tanti disastri sorse da più parti l’idea di uno sforzo collettivo, il più largo e intelligente possibile, per impe- dire o fronteggiare tali nuove invasioni, e per iniziativa dell’ /- stituto Internazionale di Agricoltura di Roma venne convocata nel febbraio 1914 una Conferenza Internazionale di Fitopatologia, alla quale mandarono i loro delegati ben 29 stati e nella quale venne formulata una convenzione che porta la data del 4 marzo I9I4. Per tale convenzione, alla quale dovrebbero aderire tutti i governi civili (*), gli stati contraenti si obbligano ad organizzare nel modo più serio un vero e proprio servizio interno di vigi- lanza, segnalazione e lotta contro le malattie ed i nemici delle (4) Sopra il diverso modo di comportarsi dei parassiti in una regione o nell'altra, con riguardo speciale all’ America e all’ Europa, veggasi: C.. L. SHEAR, Some observations on phytopathological problems in Europa and in America; in Phytopathotogy, Vol. III, 1913 (riassunto alla pagina 249 del volume VII di questa Rivista). (3) Secondo un comunicato della Commissione federale dell’ Orticoltura degli Stati Uniti d’ America, riportato dal TrIncHIERI alla pagina 292 del volume VII di questa Rivista, gli stati che nel 1915 avevano già aderito erano 25. L’ Italia aveva, già prima della convenzione, la sua legge del 26 giugno 1913 Nr. 888 intesa a prevenire e combattere le malattie delle piante, ma il regolamento per la esecuzione di detta legge venne pubblicato solo nel marzo 1916, ed in base a tale regolamento il servizio è fatto da quattro Istituti su- periori di studio e sperimentazione e 22 Osservatorii regionali di fitopatologia. È stato opportunamente disciplinato il servizio di ispezione alle dogane; è stata resa obbligatoria la denuncia dei vivai; si sono imposti i permessi di circolazione anche per il commercio di piante all’ interno; vennero istituiti parecchi consorzii per rendere più efficace la lotta contro alcuni dei paras- siti più comuni delle nostre coltivazioni. i ai causa di danni assai gravi all’ agricoltura ('). Basterà richiamare, | piante, sì da darsi reciprocamente la maggiore garanzia possi- bile sopra le condizioni sanitarie delle rispettive coltivazioni. E a cautelarsi contro le eventuali negligenze degli altri, ogni singolo stato ha diritto di fissare (art. 6) gli uffici doganali per mezzo dei quali le piante o i prodotti vegetali possono essere importati, e (art. 7) di sottoporre ad ispezione il materiale im- portato. <« Nel caso — prosegue l’ art. 7 — in cui le spedizioni di « piante saranno riconosciute infette contrariamente alle indica- « zioni del certificato (quello rilasciato nel paese d’ origine e che «è sempre necessario), il paese importatore ne avviserà imme- « diatamente il Governo del paese esportatore, il quale appli- « cherà le sanzioni previste dai suoi regolamenti. I prodotti ri- « conosciuti infetti saranno respinti al punto di partenza a spese « di chi di dovere, o, a richiesta dell’ acquirente, distrutti a mezzo « del fuoco ; in quest’ ultimo caso un processo verbale sarà tra- «smesso al Governo del paese esportatore ». È davvero sufficiente una tale disposizione a garantire un paese contro le negligenze degli altri e ad escludere ogni peri- colo di invasione di nuovi parassiti delle piante ? L’ esperienza di qualche anno di osservazioni alla Dogana di Milano mi persuade essere sempre più utile e necessario, an- zichè aumentare la vigilanza ai confini, che i varii stati si ac- cordino per una migliore e più completa organizzazione dei loro servizii interni. A. parte infatti i casi nei quali, come è avvenuto per l’oidio delle quercie, i germi di un parassita possono diffondersi rapi- dissimamente e a grande distanza al di sopra di ogni frontiera; sono pochi e rari i parassiti pei quali, come per le cuscute, 1’ e- same di una parte o di un campione dei prodotti importati basta a far giudicare dell’ intiera partita. Di solito, se non si tratta (il che non avviene mai) di piante completamente o intensamente infette, e se- appena appena, prima di spedire i suoi prodotti, lo “ 4 GENERALITÀ. speditore si è dato cura di sottoporli ad una pulitura ordinaria, l'esame di una parte che risulti sana ed immune da parassiti non basta ad escludere che il rimanente non sia infetto. E non è possibile sottoporre ad esame tutta la merce. Si incontrerebbero difficoltà pratiche e difficoltà teoriche. Anzitutto il numero dei colli da esaminare : si tratta di die- cine di colli, qualche volta di centinaia di colli da esaminare (4), o di vagoni completi pieni di piante o di altri prodotti, e non v'è la possibilità materiale di guardarli in ogni loro parte. V’è poi l’ imballaggio, il quale deve essere (specialmente perchè il commercio delle piante si fa durante la stagione più fredda) accuratissimo e richiede molte volte una manualanza speciale che non si trova tra il personale di servizio delle do- gane. Specialmente per la spedizione di Orchidee vive, 1’ imbal- laggio è, si può dire, la cosa più essenziale. E nelle ispezioni di dogana non si può, nè si deve, non tener conto delle esigenze dei vivaisti (?), nè è possibile convertire l’ ufficio di dogana in una succursale di un laboratorio di spedizione : bisogna vedere ma fare il minor danno possibile. Vi sono poi le difficoltà teoriche. Quando p. es. si impor- tano casse e casse di bulbi e si dubita che sotto le loro tuniche esterne sieno nascosti dei parassiti, si deve vederli ad uno ad uno e levare le tuniche stesse? Tanto sarebbe distruggerli o proibirne l’ importazione ! Quanti sono poi i parassiti vegetali i cui germi sono anni- (4) All’ Ufficio della Dogana di Milano furono ispezionati, nell’ anno 1920, 1225 piccoli colli e 147 vagoni completi di prodotti vegetali, e nel- l’anno 1921, 1127 piccoli colli e 136 vagoni completi, introdotti quasi tutti nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, novembre e dicembre. (*) Dei bisogni e degli interessi dei vivaisti si sono già preoccupati anche all’ estero. Veggasi in proposito: V. B. STAWART, Exclusion legislation and fruit tree production; in Phytopathology, Vol. IX, 1919 (riassunto alla pagina 143 del volume X di questa vista). GENERALITÀ | 5 dati nei tessuti delle piante ospiti e non si rendono visibili se non quando queste, poste a dimora, entrano in piena vegeta- zione ? Ricordiamo gli oidii, molti dei quali svernano entro le gem- me delle piante ospiti sì che la loro presenza non può essere avvertita da una ispezione, sia pure accurata, delle piante in riposo. Ricordiamo i molti altri parassiti (') che non sono affatto visibili sui frutti o altri organi vegetali, apparentemente sani al momento in cui sono colti e spediti, e che si manifestano invece solo più tardi. Ricordiamo i parassiti che si diffondono coi semi senza che siano visibili su di questi: la Sepforza dei sedani @, il Phoma e la Cercosfora delle barbabietole (8), ecc. In tutti questi casi non può valere neanche la disinfezione complessiva del materiale che fu proposta altra volta, che non potrebbe in ogni modo essere fatta con un solo ed unico me- todo e che urterebbe sempre contro una quantità di difficoltà pratiche, talune forse insuperabili. Tutto ciò ci induce a ritenere che la sola ispezione dei pro- dotti vegetali alle frontiere non è misura sufficiente a garantire contro le negligenze eventuali dei paesi importatori. Devono rimanere gli articoli 6 e 7 della convenzione di Roma per i pochi casi nei quali, come venne già ricordato per (4) Veggasi in proposito: F. L. StEvENs, Some problems of plant pa- thology in reference to transportation; in Phytopathology, Vol. V, 1915 (rias- sunto alla pagina 198 del volume VII di questa Rivista). (*?) S. K. WEBSTER, Treatment of celery seed for the control of Septoria blight; in Journ. of Agric. res., Washington, 1921, Vol. XXI (riassunto alla pagina 101 del precedente volume di questa Rivista). (3) P. SoRAUER, Was bringen wir mit den Samenriiben und den Samen- kniueln der Zucherriiben in den Boden? in Sorauer’s Ztschr. f. Phanzenkrankh., Bd. XXIV, 1914 (riassunto alla pagina 280 del volume VII di questa Ri- vista). A de PES PG Ita a LI Da a una elzioneri o per quelli. in cui si i devono esclude portazione determinati prodotti (come si è fatto per 1 pata o) Ri j Dm però l’ opera internazionale dei fitopatologi deve essere rivo specialmente alla sempre più accurata organizzazione dei serv di segnalazione delle malattie nell’ interno dei singoli stati e a lotta più rigorosa contro di esse nei paesi nei quali si manife- stano, sì che gli scambi dall’ uno all’ altro paese possano avere luogo colle medesime facilità e colle stesse garanzie che rego i lano gli scambi tra l’ una e l’altra provincia di un medesimo ig Dr; stato. i LIV I parassiti non fanno differenze tra confini interni e confini | Nei: esterni. i Le E l’Istituto Internazionale di Agricoltura di Roma acqui-. i sterà nuove benemerenze se prenderà ancora l’ iniziativa di altre | >3É riunioni di fitopatologi nelle quali si possano discutere opinioni e proposte dirette ad una simile organizzazione internazionale — tecnica. Dall’ Osservatorio fitopatologico di Milano, 6 marzo 1922. #9 o. fe SI PB reso: CAT trat, ‘ DOTT. LUIGI MAFFEI pi % TY 4 bi: La vaiolatura delle foglie dell’“Arachis hypogaea,, Linn. n dovuta a Cercospora Nella seconda quindicina di settembre dello scorso anno in si | una campagna coltivata ad arachide (« Arachis hypogaea » Linn.), È; . facente parte della fattoria Cascina Nuova, in Comune di Bere- nl guardo e di proprietà del Dott. Siro Farina, osservai che le piante Di; ‘presentavano tutte le foglie ricoperte da una quantità di mac- chioline che mi fecero dubitare si trattasse di una infezione fun- gina. Ho raccolto delle foglie ed esaminatele in laboratorio ho potuto constatare che l'alterazione era dovuta a malattia paras- sitaria. Le foglie, che ancora conservo, presentano delle macchie caratteristiche che spiccano sul fondo verde e che producono: una visibilissima alterazione. Sono macchie tondeggianti od ovali che raramente raggiungono il centimetro di diametro ; sono di 4 siet color castano-scuro molto intenso, uniforme, senza striature nè zona più chiara nel mezzo. Alle volte confluiscono fra loro pro- ducendo l’ annerimento di una parte del lembo fogliare. Fra le macchie si osservano poi delle picchiettature, primi inizi delle nat PARASSITI VEGBTALI — i & +4, macchie che andranno ad aumentare il numero di quelle già esistenti. Sopra ogni foglia le macchie possono essere cinque o sei come possono raggiungere un numero molto elevato in pa- ragone della limitata superficie fogliare: in alcune ne ho contate anche quaranta. Sopra di esse sono visibili, al microscopio, le fruttificazioni del parassita che appaiono su ambo le pagine e sono costituite da numerosi conidiofori riuniti in fascetti, diritti o tortuosi, geniculati, continui (raramente con un setto), di colore bruno con apice leggermente più chiaro, misuranti 40-47 « 4-5 u. Essi portano sopra lievi prominenze le spore di forma snella, clavate, molto assotigliate verso l’ apice; un po’ clorine, dap- prima continue, a maturanza con 8-12 setti e delle dimensioni di 50-110 v 4-7 W La media è stata dedotta da diverse misurazioni fatte sopra impronte ottenute con pellicola di collodio e sopra sezioni tra- sversali. Per i suoi caratteri diagnostici il parassita va riferito al genere Cercospora e siccome moltissime sono le specie di Cerco- spora descritte sopra le leguminose è difficile stabilire se questa sia una specie autonoma poichè molte sono le affinità che esse presentano. Può darsi, io credo, che molte di esse non siano che una stessa forma che subisce modificazioni secondo i diversi ospiti e i diversi ambienti e solo i confronti fatti sopra culture delle varie specie e le prove di infezione ci potrebbero dire se trat- tasi di una o più forme specifiche. La vaiolatura prodotta da questa specie ricorda moltissimo la Cercospora zonata Wint. che attacca le fave; la Cercospora ariminensis Cav. (') figurata e descritta da Briosi e Cavara al (4) Cavara F. — Sur quelques champignons parasites noveaua ou peu connus. = Revue Myc. Ann. 21, n. 82, pag. 108, 1899. | PARASSITI VEGETALI — 9 Vr. 333 dei « Funght parassiti ecc. » (*) quale parassita della Sulla ed altre ancora, ma che tutte differenziano per diversi caratteri. Sull’ arachide, che io sappia, furono riscontrate finora due specie di Cercospora : la Cercospora personata (B. et C.) Ellis, cui gli Americani attribuiscono la malattia nota col nome di macchie fogliari dell’ arachide (Leaf spot of peanut) che è causa di non lievi danni alle coltivazioni di arachide e segnalata oltre che in America (*) anche in Africa, (3) in Cina (4) ecc.; e la Cer- cospora Arachidis P. Henn. trovata in America nel Parà (9). La Cercospora personata si manifesta con macchie piccole subcircolari di 2-4 mm. di diametro, ipofille brune; conidiofori brevi, continui, bruni; spore per lo più clavate, bruniccie con tre setti e misuranti 30-50 v 5-6 mu. La Cercospora Arachidis presenta macchie rotonde, fosche, larghe da 2 a 5 mm.; cespitoli fruttiferi ipofilli, puntiformi, ca- stano-bruni; ife fascicolate, erette, fosche, settate ; spore cilindra- cee-clavate, ottuse all’apice con 3-6 setti, fosche e di 20-35 v 5-6 W di dimensione. La specie oggetto di questa nota si distingue dalle due sopra citate specialmente per le maggiori dimensioni, forma caratteri- stica e aspetto delle macchie, per la localizzazione delle fruttifi- (4) BriosI E CAVARA F. — I funghi parassiti delle piante coltivate od utili ecc. n. 333. (®) WoLr F. A. — Leaf spot and some fruit rots of peanut. - (Alabama Col. Stat. Bull. 180, 1914). — Further studies on peanut leaf spot. —- (U. S. Dept. Agr. Journ. Agr. Research. 5, n, 19, 1916). Orto ReINKInG. — Philippine plant diseases, in Phytopatology, Vol. 9, n. 3, 1919. SoutH F. W. — Fungus disease of Ground Nuts in the West Indies. - {West Indian Bull. Vol. XI, n. 3, Imp. Agr. Dep. Barbados). (3) Report of the mycologist, R. H. BunTING. - (Govt. Gold Coast Rept. Agr. Dept. 1917). (4) YarEs, HARRY S. — Fungi collected in Southern China, in The Phi- lippine Journal of Science, Section C. Botany vol. 12, n. 5, Manilla, 1917. () HENNING P. — Fungi paraenses II, in Hedwigia, Band. XLI, 1902, p. 18. ANIA . 10 PARASSITI VEGETALI cazioni sopra ambo le pagine come pure per le dimensioni e il i numero dei setti delle spore. Credo utile segnalare questo parassita dell’ arachide nuovo per l’Italia e, non avendo, per ora, la possibilità di fare colture e quindi confronti delle diverse specie, mi limito a distinguere questa come una semplice varietà della Cercospora Arachidis P. Henn. che, fra le due viventi sullo stesso ospite, è quella che parmi più caratterizzata. Cercospora Arachidis P. Henn. var. macrospora Maffei. — Maculis castaneo-brunneis usque 1 cm. latis; caespitulis amphi- genis, conidiophoris erectis vel tortuosis, geniculatis, brunnets , continuis, rariter 1 sepiatis, 40-70 % 4-5 Us contdits primo con- finuis deinde usque 9-12 septatis, clavatis, apice attenuatis, clo- YInis 5O-I1IO Ul. Habitat: Zx /olits vivis Arachidis hypovacae prope Papiam ; Autumno 1921. a Le esperienze di Wolf (') hanno dimostrato che, contro la Cercospora personata (B. et C.) che attacca l’ arachide e che in alcuni casi produce la diminuzione di prodotto dal 5 al 20 %/y, non sono pratiche le irrorazioni e sono inefficaci i trattamenti preventivi della semente con fungicidi, quali solfato di rame e formaldeide, perchè i germi del parassita rimasti nel terreno pos- sono continuare a svilupparsi e diffondersi nel terreno anche in assenza della pianta ospite. Il comportamento di vita della no- stra specie deve essere poco diverso da quello della Cercospora personata e delle altre specie del genere, per cui, non conoscen- dosi per ora mezzi pratici di cura, propongo quanto si consiglia (4) WoLr. — L. c. iffusione e FRI così, il più sa una di può essere abbastanza redditizia anche se nella nostra pro- | cia tiene un posto di secondaria importanza. Ni Ang oa Laboratorio Crittogamico di Pavia - Febbraio 1922. 12 PARASSITI VEGETALI DOTT. R. CIFERRI I{ marciume delle mele cotogne — —e-_e--«— Questa pianta viene coltivata nel Piceno su piccola scala e senza pretese industriali; però, essendone i frutti discretamente ricercati per la confezione casalinga di mostarde, e usandosi nel contado conservarli sparsi nelle camere, o tra la biancheria, per il loro profumo gradevolissimo, gli alberi sono coltivati, sia pure in numero limitatissimo, in quasi ogni podere. Da vari anni ho avuto occasione di constatare come, i frutti conservati in luogo umido soprattutto, vanno soggetti ad un marciume di color bruno-marrone, che rovina una gran parte, e talvolta la quasi totalità del prodotto. Esso si manifesta al- l’inizio con una piccolissima macchia bruna, flaccida, simile ad una ammaccatura, che si allarga più o meno rapidamente a se- conda le condizioni dell’ ambiente, deprimendosi sino a rendersi concava, mentre rammollisce. Già dopo qualche giorno, una metà del frutto è alterata da questo marciume bruno, e, perdendo il suo profumo, tramanda un odore di putrido-fermentato caratte- ristico. Allora la superficie della macchia si chiazza qua e là di una muffetta biancastra (costituita dal micelio fungino) che di- venta glaucescente man mano che si producono i conidi e, quando il marciume sia esteso a tutto il frutto, esso finisce per restare ricoperto di verde-azzurro a diverse sfumature; in ge- \ i PARASSITI VOGETALI 13 1nerale a questo punto la mela è completamente alterata e molle, tanto che si deprime pel suo peso stesso, e non è più possibile toglierla senza sbriciolarla. In generale 1’ ambiente secco che si produce col sopravvenire dell’ estate, la fa ritornare, per evaporazione di acqua, una massa poco plastica, alterata nella forma e nella sostanza. Esaminata un po’ della polpa bruna del mesocarpio al mi- croscopio, si notano le cellule disgregate a contenuto bruno e granuloso, tra cui serpeggiano delle esili ife jaline (1.5 = 3 u. circa, generalmente 2 u.), settate, ripiene di goecioline rifran- genti, pressapoco dello stesso diametro, e allineate perciò su una sola serie. Ma insieme a queste ife miceliari, se ne trovano di quelle assai più grosse, di vario calibro, sino a 9 — 10 p. di lar- ghezza, ramose, con setti ricurvi, citoplasma vacuolare, conte- nenti grosse e rade gocciole oleose, rifrangenti, jaline, del dia- metro di 7 u. e più. Nella regione endocarpica del frutto, e precisamente in vi- cinanza dei semi, sulle logge, si ripete la stessa muffa bianca a ciuffetti soffici che si osserva sull’ epicarpio, costituita dalle stesse ife di vario calibro, pure senza interruzione ripiene di gocciole oleose. I due tipi di ife devono appartenere allo stesso micete, per- chè è facile osservare un’ ifa più grossa bruscamente strozzarsi dando origine ad ife sottili, od anche queste ramificarsi a lato di quelle. Le forme di fruttificazioni fan riconoscere il micete per una comunissima Mucedinea, vivente sui substrati organici i più vari, e talvolta parassita occasionale: il Penzcilltum cru- staceum (L.) Fries (!). (> 2. elaucum Link) (*); a quanto ho po- (1) FrIES. — System. Mycol., II, pag. 407 (1832), riportato in Saccardo, Sylloge tungorum, Vol. IV, pag. 78, e FERRARIS, Hyphales in FI. Ital. Krypt., pag. 645. (*?) Ling. — Observ. Mycol., I, pag. 15. patoi osservare è frequ tissima la forni È) Lirasca DI con conidi jalini o lievemente verdognoli, brevemente c lati di 2 p. diam. e talvolta anche 1.5 u., con ramuli verticillati | 12 = 2 y., pure essendo frammischiata al tipo, che ha conidi dii 3 — 4 u. diam., più lungamente catenulati, e a ramuli dx; grossi (rag 4) Sea Col permanere del frutto a temperatura relativamente ele È vata, durante l’ estate, sul frutto completamente ricoperto dalla” di x muffa verde, si originano facilmente delle forme anomale del fungo; ho osservato così sparse qua e là delle piccole Mir relle nere, rotondeggianti e sopraelevate, qua e là isolate del diametro di 200-300 u., che, a tutta prima, avevo preso per la forma scleroziale descritta dal Brefeld (?); invece, in idrato di; cloralio, si dissolvono subito in una sostanza verde-scuro, che al microscopio appare costituita da una massa fittissima di conidi ] verdognoli, del diametro di 3 — 3.5 p. La colorazione nera della masserella è dovuta appunto alla straordinaria fittezza dei conidi. dò È questa una delle tante forme teratologiche che si otten- gono coltivando il Pez. su substrati differenti; notai anche, as- sai più rara, la forma che, descritta dal Cesati sotto il nome di Sporisorium maydis (*), fa riportato dal Saccardo (*) al genere Chromosporium (C. maydis), ma che è sempre lo stesso fungo con i conidi più o meno variamente ammassati sul micelio, senza conidiofori, e alla quale forma può riportarsi anche quella pseudo- scleroziale sopra descritta. | Un’ altra forma abbastanza frequente sui vecchi frutti am-. marciti, è quella presentantesi con aspetto simile a quello delle Stilbacee, cioè uno pseudo-sinnema largo un mezzo millimetro (4) FERRARIS. — l. c., pag. 646. (*) Cfr. WintER. — Die Pilze, in Rabenhorst’s Krypt. FI., II Abth, p. 64. (3) CesatI. — Botanische Zeitung, pag. 878. (4) SaccaRrDOo. — Luss. Cause Pellagr. - Milano 1872, pag. 3 con figura. i | PARASSITI VEGETALI "N Ù VASTA ale Le) } roi, i R"T7 » Mi: 1) pel vate si e lungo circa 2 millimetri, portante in cima una capocchia verde — hi costituita da un’ ammasso di conidi; lo pseudosinnema è formato da numerosissimi conidiofori, poco o nulla ramificati, assai den- | samente fasciculati, variamente lunghi ed in generale molto lun- | ghi, larghi in media 3 p. circa, quasi sempre sterili fuorchè nel- l’ estremo libero ove portanò numerosissimi conidi ammucchiati. Le alterazioni su piante coltivate prodotte dal Pezzici/Zlium crustaceum, sono state qua e là studiate da vari autori, e su matrici diverse ; così il Sorauer (') lo indica in generale come capace di produrre il marciume dei frutti, senza specificare più in là su questo argomento; il Ferraris (?) lo indica sui limoni dove fu trovato e studiato anche in America (3), ed in generale su agrumi, e sulle uve mature, in cui è facile osservarlo, qualche giorno dopo una grandinata. È Sulle castagne l’alterazione fu studiata dal Prof. Peglion (£) | per prevenire la quale, l’A. propone l’affumicamento e la sbuc- ciatura, o l’essiccazione in appositi essiccatoi. Sulle Cariossidi di mais fu indicato dal Tiraboschi (*), e quindi studiato più profondamente dal Prof. Brizi (9), ed.io stesso 1’ ho 10 | riscontrato su questa matrice (7). : i Sui frutti del Vaccinium macrocarpum, in America fu indi- (4) SorauER. — Handbuch f. Pflanzenkr. - Berlin 1908, v. II, pag. 182. (2) FERRARIS. — I parassiti vegetali ecc. - Milano, 1915, p. 492, II ed. (3) SwitH. — The Brown Rot of the Lemon. - California Agric. Exper. Station, Bull. n. 190, 1907, 72 pag. dove è ricordato. (4) PEGLION. — Alterazione delle castagne cagionata dal Pen. glauc. — . Rendic. Regia Acc. d. Lincei, v. XIV, Roma 1905, pag. 45-48, e l’' “ Italia Agricola ,,, Piacenza 1806, n. 2 con una tavola. (©) TrraBoscHI. — Sopra alcuni ifomiceti del mais guasto, in Annali | di Botanica. - Roma, 1905, Vol. II, pag. 137-168 e una tavola. (6) Brizi. — Su alcuni ifomiceti del mais guasto, e sulla ricerca micro- scopica per determinarne le alterazioni. - Rendic. R. Acc. d. Lincei, Classe Sc. Fis. e Nat., Vol. XVI, 1907, pag. 890-898. (?) CrrerRrI. — Contributo allo studio dei micromiceti del mais. - Bull. d. Soc. Bot. Ital., n. 7, ottobre 1921, pag. 1-8 estratto. cato dal Shear (!), come parassita di ferita sui frutti caduti, e nella stessa regione, sugli aranci, fu studiato dal Powell (?). Infine gli studi dello Schneider-Orelli (3) esperimentarono i fungo come parassita sugli agrumi ecc., e con infezioni artificiali, lo trapiantarono anche sulle mele e sulle pere. Però, sino ad oggi, un’accertamento diretto di danni provocati dal micete sulle mele cotogne non si era ancora avuto, probabilmente. Ali’ esame della malattia feci eseguire le prove d’ infezione artificiali; presi dei frutti accuratamente scelti fra i sani, e scalfii lievemente l’epicarpio con un ago infettato di spore della Muce- dinea ; a temperatura ambiente, e, assai meglio in termostato a 25° C., ebbi la riproduzione esatta dell’ alterazione nello stesso andamento e nella stessa forma. Se depositavo sull’ epicarpio delle spore, previa constatazione alla lente che non esistevano soluzioni di continuità in esso, non ottenevo alcun sviluppo di funghi, e il frutto restava sano. Questo conferma l’osservazione di parecchi Autori, e segnatamente del Powel (4), cioè che: il Pe- nicillium in parola, (come del resto altre sp. del gen.), è sempli- cemente un parassita di ferita, oltrechè un parassita facoltativo. Lo stesso Autore, osservò nei frutti delle Auranziacee, che un taglio superficiale può non essere la via di penetrazione del- l’ infezione, in condizioni speciali. Questo non avviene invece per la mela cotogna, ove la più piccola abrasione basta a de- terminare l’ infezione in ambiente sufficientemente umido ; e ciò sanno bene i nostri contadini che scartano senz’ altro, per la (!) SHEAR. — Cranberry diseases. - U. S. Dept. of Agrie., Bureau of Plant Industry, Bull. n. 110, 1907, 64 pag. e 7 tavole. (®) Pow»sL. — The decay of oranges while in transit from California. - U. S. Dept. of. Agric., Bureau of Plant Industry, Bull. n. 123, 1908, 79 pag. 9 tavole 26 figure. (3) SCHNEIDER-ORELLI. — Ueber Penicillium italicum Wehmer und P. glaucum Link als Fruchtparasiten. - Centralblatt f. Bakter., Par. u. Infek- tionskr., II Abth., 1908, Bd. XXI, pag. 365-374. (4) PownL. — I c. Li e ‘comunque siano > state solamer | lese e quindi raccolte e trasportate colla maggior cura possibile; | il locale di conservazione sia, per quanto è possibile, il più asciutto, n° si abbia cura di non porre le mele aderenti le une alle altre, 10 peggio ancora, confusamente ammucchiate; e anche ciò è djsticato dai nostri contadini che, com’ è buona regola, le sor- i vegliano spesso, eliminando e distruggendo quelle che presentino IA l’abbenchè minima traccia di alterazione. Oltre che nelle Marche, ebbi occasione di constatare il mar- | ciume nel Piemonte e nell’ Emilia e mi fu segnalato in varie altre Regioni. | Laboratorio di Patologia Vegetale della R. Scuola di Viticoltura ed Enologia. - Alba, Febbraio 1922. RIVISTA PETIT A. — Sur la toilette hivernale des arbres fruitiers. (Sopra i trattamenti invernali degli alberi da frutta). (/owrz. d. I Soc. Nat. d’ Horticulture de France, Paris, T. XXIII, 1922, pag. 35-37). È noto che durante l'inverno la scorza dei vecchi alberi dovrebbe essere raschiata e pulita dai licheni, muschi, ecc. In v questi anni, causa il rincaro della mano d'opera, si usa invece irrorare o lavare i rami con soluzioni anticrittogamiche. Buona a tal uopo la calce, buone le soluzioni di solfato di ferro o di solfato di rame; l'Autore raccomanda di non aggiun- i gerle l’una all’altra e di non neutralizzare il solfato di ferro colla 13 ni calce. Si consigliano insetticidi più potenti quali l’ acido fenico e il lisolo: quest’ ultimo però può qualche volta danneggiare le gemme. L’Autore consiglia anche il cloruro di calcio o cloro del commercio la cui sostanza attiva è l’ipoclorito di calcio: nella dose da 20 a 25 grammi per litro esso distrugge i licheni e pu- lisce la scorza degli alberi senza recar danno alla vegetazione. I migliori risultati però si hanno coll’acqua calda a 70°-80°, da applicarsi sui rami durante l’ inverno. VANTER H. M. — “Guide pour l’inspection aux 'chiatdre dé pour la sélection des pommes de terre. (Guida per le ispezioni in campagna e per la selezione delle patate). (Wa- geningen - Olanda - aprile 1921, 29 pagine e 4 tavole). ca È una guida pratica fatta per uso degli agricoltori francesi. L'Autore in una serie di ispezioni fatte nel 1920, per invito - del prof. Foex direttore della Stazione di Patologia vegetale di d | Parigi, ha visto che in Francia infieriscono ora sulle coltivazioni | delle patate le stesse malattie che infierirono già nei Paesi Bassi il Sar 3 tie Si e a e) 9) La cs - e che furono ivi fronteggiate con la collaborazione vigile ed at- tiva della scienza e dell’ agricoltura. | Descrive pertanto in forma popolare le seguenti malattie e Ù parassiti: l’arricciamento o necrosi del libro ; la Rhizoctonta (Hy- . pochnus Solani) ; la verticilliosi ( Verticillium albo-atrum); il mo- saico ; l’annerimento del piede (Baclus atrosepticus) ; la pero- È nospora ( Phytophthora infestans); la galla nera (C4Arysophlictis endobiotica). | Di quest’ ultima dice che non è ancora stata segnalata, per | quanto si sappia, in Francia, ma che bisogna cercarla e tenerla in vista: cercarla soprattutto al momento del raccolto, quando sui tuberi si vedono le caratteristiche verruche nere, onde di- struggere le piante infette, sospendere la coltivazione delle pa- tate nel campo ove la si trova (la propagazione per aria non ha luogo), adottare per le campagne vicine le varietà resistenti. In ultimo sono date norme pratiche e suggerimenti utili per la selezione delle varietà migliori anche dal punto di vista di resistenza alle malattie, e l'opuscolo chiude con una buona chiave | analitica per la determinazione delle singole malattie. - }_ I È L. MONTEMARTINI. x . MontaLTO M. — Sull’ Orobanche della fava. (Ze Staz SS Dopo avere ricordato i danni che l’orobanche produce in 1A Sicilia alla coltivazione della /2va coftota e le difficoltà di libe- rarne il terreno, l’Autore indica come solo mezzo di lotta la ri i A cerca, in base a selezione ed ibridazione, di varietà resistenti. Ricorda che anche per l’ orobanche della canapa gli agro- ) nomi emiliani Bernardi e Certani introdussero la canapa Car- magnola resistente al parassita. L. M. RoBERTS J. W. — Plum biotch, a disease of the japanese plum, caused by PWyllosticta congesta Heald and Wolf). bi; (Pustole sopra prugne del Giappone, dovute alla P4yllosticta congesta Heald et Wolf). (Journal of Agric. research, Wa- shington, 1921, Vol. X.XII, pag. 365-370, con una tavola e 2 figure nel testo). le Ar e © % di È una malattia comparsa nella Georgia, che attacca diverse ji TA varietà di prugne del Burbank, ma riesce particolarmente dan- "i | nosa al Prunus triflora. Attacca anche le foglie, e ricorda le al- 7° terazioni prodotte sulle mele dalla P4y/osticta solitaria E. et E. e x La PA. congesta che si trova negli organi ammalati è però Ma distinta dalla P%. solifaria: con essa si può riprodurre artificial- mente la malattia, mentre le inoculazioni con quest’ultima dànno, sulle prugne, risultato negativo. È L. M. Ropio G. — Di un saccaromicete del dattero : Zygosaecha- romyces Cavarae n. sp. (Napoli, 1921, 11 pag. e una tav.). Questo nuovo microorganismo fu osservato sopra frutti ava- riati di dattero, sui quali formava piccole crosticine bianche nelle pi MA Spiacemice, ‘mentre l'interno del frutto , se ? infezione è di - lunga data, si presenta con aspetto farinoso, come mummificato, e si sgretola facilmente in piccoli pezzi. L’Autore ha fatto delle colture pure e dimostra che si tratta ‘di una specie non ancora descritta che egli dà come nuova e | dedica al prof. Cavara, direttore dell’ Istituto Botanico di Na- poli. L. M. WESTON W. H. — The occurrence of wheat downy mildew in the United States. (La presenza della peronospora del frumento negli Stati Uniti). (UV. S. Deptm. of Agric., Cir- cular 186, Washington, 1921, 6 pagine). L'Autore segnala la comparsa della .Sclerospora macrospora Sacc., che finora si credeva localizzata in Europa, sul frumento nel Tennessee e nel Kentucky. Ritiene si debba studiarne la biologia per potere organizzare una lotta di fronte ad una even- tuale intensificazione. i E BERGEVIN Fr. e ZANON V. — Danni alla vite in Cirenaica e Tripolitania dovuti a un nuovo Omottero: Chiorita libica n. sp. (L’Agricoltura Coloniale, Firenze, 1922, N. 2, pag. 58-64, con quattro figure). , La vite a Bengasi continua a vegetare anche dopo la ma- turazione dell’ uva che avviene ‘in luglio : i tralci continuano ad allungarsi, le femminelle si sviluppano e producono sottofemmi- iigolta ti nuovi Le ‘hei Brione verso Natale. A. Bengasi lo Zanon vide qua e là delle viti che prese vano femminelle e sottofemminelle ingiallite e rachitiche e ci in relazione alla presenza. di un cicadide che fu poi studiato e determinato dal Bergevin ali’ Università di Algeri e viene qui Ù descritto come specie nuova: C4/orita lbica n. sp. i È forse a simile insetto che si deve il creduto rorce? Segue lato dal dott. Felicioni a Tripoli. L. MONTEMARTINI. DaLmasso G. — La lotta contro le tignole dell’ uva. - Rel. | al Congr. vinicolo naz. di Brescia. (Casale Monferrato, 1922, 86 pagine, con 4 tavole e 19 figure). È una relazione, succinta ma ‘completa anche dal punto di vista della bibliografia, su quanto si è fatto e si va facendo nei varii paesi contro questi nemici della vite, i quali recano dei danni che si possono calcolare a milioni. Dopo avere fatto un breve cenno alle due specie che vanno comprese sotto il nome di tignole della vite (Cockyls ambiguella Hb., e Eudemis botrana Schiff.) e alla loro distribuzione geogra- fica, l'Autore parla dei danni da esse prodotti e descrive poi con sufficiente dettaglio i diversi metodi di lotta che furono pro- posti: la lotta invernale collo scortecciamento dei ceppi e la loro pennellatura con sostanze insetticide ; il metodo degli strac- ci-trappola per la raccolta delle larve alla fine dell’ autunno; la caccia alle farfalle con trappole luminose o alimentari, o coi ventagli; la lotta contro i bruchi colle pinzette o cogli insetti- cidi (piretro, poltiglie arsenicali, poltiglie nicotinate, cloropicrina, acido cianidrico, calce); il metodo dell’acqua calda, e finalmente i metodi di lotta biologici colla diffusione di iperparassiti ani- mali o vegetali, dei quali dà un lungo elenco. Il Dalmasso osserva che di tutti i mezzi di lotta quelli che hanno dato in generale risultati più apprezzabili sono gli inset- ticidi, e pensa che se i risultati pratici dell’applicazione di questi non sempre sono conformi a quelli ottenuti nelle esperienze scien- tifiche, è perchè molte volte i trattamenti non vengono fatti al momento giusto e in modo da colpire fuffî gli individui delle tignole. Spiega quali sono le norme da seguirsi a tale proposito e conclude consigliando per la lotta contro le tignole della vite le seguenti pratiche : I) in maggio disporre qua e là nel vigneto dei piatti con- tenenti un po’ di melassa diluita (una diecina di piatti per et: taro) e contare giorno per giorno il numero delle farfalle cattu- rate; da otto a dieci giorni dopo raggiunto il massimo di far- falle, fare un primo trattamento con poltiglia bordolese conte- nente un chilogrammo di arseniato di piombo per ettolitro, o con poltiglia di polvere Caffaro all’arseniato all’ 1 p. 100, © con pol- tiglia bordolese contenente 3 chilogr. per ettolitro di estratto di tabacco al 5 p. 100 di nicotina; e ripetere il medesimo tratta- mento una diecina di giorni dopo; 2) in luglio rimettere in opera i piatti colla melassa, e cinque o sei giorni dopo contato il numero massimo di farfalle eseguire un trattamento con poltiglia bordolese contenente tre chilogrammi per ettolitro di estratto «di tabacco al 5 p. 100 di ni- cotina, prendendo bene di mira i grappoli; e ripetere il mede- simo trattamento Io giorni dopo; 3) raccogliere nella prima decade di agosto gli acini ba- cati; 4) in settembre applicare ai ceppi degli stracci o batuffoli di carta da asportarsi poi o verso la fine dell’ inverno, metten- doli in cassette con reticelle di 2 mm. di diametro ; o asportan- doli verso la fine di aprile dopo che ne saranno sciamati gli endofagi, ma non ancora le tignuole, AEATORA RO RIVAROLO AU SO RITA RAI i dia Lune pa pelli quali A Haaisono è assai 'intereglà consigliarsi la costituzione dei consorzii obbligatorii di difesa i ir base alla legge del giugno 1913. SRI È pure da far voti che il Ministero delle Finanze possa pro- foca durre e dare a prezzi convenienti forti quantità di estratto di tabacco a titolo costante e garantito. L. MONTEMARTINI. DecoPPET M. — Le Hanneton. ZByologie, apparition, destruction. Un siècle de lutte organiste dans le Canton de Zurich : expériences récentes. - (Il maggiolino. Biologia, comparsa, distruzione. Un secolo di lotta organizzata nel Cantone di Zurigo : esperienze recenti). (Losanna, 1920 ; 132 pagine, con ‘7 tavole, 5 prospetti e 41 carte geografiche). Sopra questo insetto che riesce tanto dannoso all’ agricol- | tura e del quale parlano già anche gli antichi da Aristofane ad . Aristotele, l'Autore ha fatto lunghe e pazienti osservazioni nei vivai di Farzin nel Cantone di Vaud ed ha raccolto tutti i dati della lotta che contro di esso si combatte sin dal principio del secolo scorso nel Cantone di Zurigo. Presenta qui un volume assai interessante che merita essere conosciuto anche nelle pro- vincie più settentrionali dell’Italia, dove pure i maggiolini sono tanto dannosi e solo ora si comincia a organizzare contro di S essi una lotta seria. I maggiolini vivono delle piante e colle piante. Gli insetti adulti escono dal suolo a primavera, quando le giovani gemme si aprono, e volano avidissimi a divorare le foglie delle quercie, degli aceri, dei faggi, degli alberi fruttiferi, dei castagni, dei noc- cioli, degli ippocastani, dei pioppi, degli arbusti forestali, ecc. : talvolta questi alberi sono spogliati completamente delle loro Mamo, già nelle prime ‘settimane pa la ie compuisii è si acciano a più riprese nel terreno fino a 10-20 centimetri e vi depositano, da 10 a 30 alla volta, tutte le 60-70 ova di cui sono feconde. Le larve nascono dopo alcune settimane e si nutrono | di parti semidisorganizzate, o di sottilissime radicelle : rimangono | unite in piccole famiglie tutto l’ estate senza allontanarsi molto i tool luogo nel quale sono nate, finchè, all’ avvicinarsi dell’ in- ‘verno, si separano e si sprofondano ognuna per suo conto nel terreno fino a 30-40 ed anche più centimetri, a seconda della . natura del terreno e della profondità cui possono arrivarvi le no\ na | temperature più basse. Dopo avere passato così, quasi in letargo e sprofondate nel | terreno, il primo inverno di loro vita, le larve, al giungere della | primavera risalgono verso la superficie e vi si mantengono tutta la primavera, l'estate e l’ autunno distruggendovi una quantità grandissima di radici e producendo i danni più gravi ‘ in ottobre tornano ancora in basso a svernare; risalgono alla primavera successiva e attaccano ora le radici più grosse. Però in questo terzo anno di vita la loro attività dura poco : alla fine di giugno o in luglio raggiungono il loro sviluppo completo, e tornano lentamente negli strati più profondi nei quali hanno già passato due inverni, per incrisalidarsi. Ne usciranno l’ anno appresso , ma inin forma di insetti adulti: qualcuna, se l autunno è mite, può uscire anche in ottobre, ma poi va miseramente perduta. Nel Cantone di Zurigo e nella maggior parte dei paesi de- | vastati, sono due le specie che si trovano insieme : la AZelolontha vulgaris F. e la M. hippocastani F., la prima un po’ più grossa (da 25 a 30 mm.) e scura, rosso-giallastra la seconda e lunga solo da 20 a 25 mm.; ambedue collo stesso ciclo di vita e la medesima distribuzione geografica. La loro comparsa si verifica di tre in tre anni e secondo Heer si hanno tre cicli nella Svizzera : 1920, 1923; 2) il regime di Berna (comprende la maggior parte della Svizzera, il cantone di Vaud, Friburgo, Neuchatel, Berna, la | valle della Reuss, ecc.) nel quale dividendo per 3 l’anno di com- parsa, si ha per resto uno: 1918, 1921, 1924; N 3) il regime di Uri (dal lago di Costanza fino a Zurigo, | il cantone di Uri, una parte di Schwytz, la Leventina, la valle della Maggia, ecc.) nel quale dividendo per tre l’anno di com- parsa, si ha per resto un due: 1916, 1919, 1922, ecc. | È In qualche vallata dei Grigioni il ciclo è di quattro anni: È; così nella bassa Engadina (1917, 1921, ecc.), nell’Oberland Gri-. gioni (1918, 1922, ecc.) e nella Schams fino al lago di Poschiavo — (1919, 1923, ecc.). si Tali regimi sono molto più stabili che non si potrebbe cre- dere data la variabilità delle condizioni climatiche: il regime Palio bernese è conosciuto p. es. fin dal 1692, quello di Basilea dal i; nnt LA xd 1775 e quello di Uri dal 1664. Ciò non ostante una data regione pi può in un dato momento cambiare regime, ma questo succede di raro e dopo che fu quasi completamente distrutto il regime precedente e la regione rimase per alcuni anni senza maggio- lini. È pure rara e quasi eccezionale la sovrapposizione di due o tre regimi in una medesima zona. — Secondo Frankhauser il verme bianco nato negli anni intermedii sarebbe divorato dai MATTE vermi bianchi più vecchi e più numerosi che sono già nel ter- reno. L’Autore dà una serie di dati riguardanti la raccolta degli insetti nel Cantone di Zurigo nel secolo scorso: in certi anni (1879) si superarono i 320 mila litri. Parla poi dell’azione del terreno e del clima sullo sviluppo. mine (0h 100 insetti si hanno da 55 a 63 RE l'accoppia. i mento è lungo. | to Molti sono i nemici naturali dei maggiolini (uccelli, talpe . loro azione. Tra gli insetti parassiti dei maggiolini sono a ricor- ; darsi la Cyrtoneura stabulans e la Dexia rustica; tra i funghi È 1 Isaria densa; tra i bacterii il Bact//us tracheitis ed il Bacillus . sedlicus insectorum. Finora però di nessuno di questi l’uomo ha. A saputo servirsi direttamente. pi Si sono dunque studiati diversi sistemi di lotta più diretta. Non è stata tentata, perchè non pratica, la distruzione delle | ova: fu consigliato in certi trattati di attirare le femmine, per | poi distruggere le ova, sopra aiuole di terreno lavorato da poco . e ben concimato: ma la cosa non dà risultati sicuri. Si cercò invece più utilmente di allontanare le femmine spargendo sul terreno sostanze odoranti (p. e. naftalina), o coprendolo di altre sostanze solide (polvere di strada, calce, rami, foglie morte, ecc.) che impedissero l’accesso; ma tutto questo non si può fare su Mib /vasta scala) x Più efficace è la lotta alle larve che si può fare o con la- vorazioni profonde del terreno durante l’estate, o attirandole su f radici di insalata piantata negli interfilari dei vivai, o iniettando £ nel terreno degli insetticidi: serve benissimo a tale scopo, nei | vivai, il solfuro di carbonio nella dose di 40-50 grammi per mq. | suddiviso in 6-8 fori di iniezione. Organizzata poi su più vasta scala fu la caccia diretta al- l’ insetto adulto di cui, dove la lotta era bene organizzata, si poterono prendere milioni e milioni all’ anno. Alla fine del volume vengono dati una relazione sulla lotta contro il verme bianco nei vivai forestali a mezzo del solfuro di di LIA le carte Gulfi riguardano la distribuzione degli insetti ne Re diversi periodi del secolo scorso. L. MONTEMARTINI. D’IPPoLITO G. — Sulle cause probabili che producono la * sterilità sulle piante di frumento. (Ze Staz. Sper. Agr. Italiane, Modena, 1921, Vol. LIV, pag. 458-465). me: Da diverse parti della bassa valle del Po venne richiamata l’ attenzione dell’Autore sopra la frequenza di una anomalia delle spighe di frumento, già osservata fin dal 1903 nelle Bonifiche. ; ferraresi dal Peglion, presentanti le spighette superiori sterili, | disseccate e bianche : talune spighe erano anche piegate e colla parte superiore secca impigliata nella guaina, ciò che ‘ha valso ad esse il nome di spighe girocchiate dato loro dal Lopriore (veggasi alla pag. 83 del precedente volume di questa Aivzs/a). L'Autore ha visto che nei primi stadii di sviluppo le spi- ghette che poi rimangono sterili hanno i loro fiori completi e perfetti; e poichè il fenomeno da lui osservato si presentava soltanto in campi di frumento seminato nel tardo autunno o in marzo, senza escludere l’ ipotesi del Peglion che in determinate località la salsedine del terreno possa avere provocato la steri- lità della spiga, pensa che in molte campagne essa sia dovuta n° all’ epoca della semina. Y Secondo lui, quando un frumento autunnale è seminato in tempo utile, riesce a formare tutti i suoi organi di riproduzione N prima che intervenga la siccità dell’estate la quale non disturba perciò la normale evoluzione della pianta; quando invece viene ; y ì ‘ i et è , peggio ancora, in primavera, ha pure uno svi- L. MONTEMARTINI. PEGLION V. — La degenerazione e la rigenerazione della patata. (L'Italia Agricola, Piacenza, 1921, N. 12, pag. 357- 365, con 8 figure). I pratici dicono che una varietà di patata degezera quando la produttività in tuberi accenna a decrescere di anno in anno. Tale fatto che si fece osservare fin dai primi anni in cui la col- tivazione della patata si estese e divenne intensiva in Europa, è accompagnato da alterazioni funzionali e deformazioni del si- stema vegetativo e riproduttivo della pianta, delle quali sono ancora ignote le cause. . Tali alterazioni e deformazioni si presentano o come avviz- | zimenti, o come malattie del sistema vascolare, con caratteri 6 uv hi 1A : da ‘Ag l | anche ereditarî o pseudoereditarî. L’ Autore le raggruppa in- torno a due malattie che sono le più comuni: l’accarfocciamento delle foglie e il mal del mosaico di cui l’arricciamento è una . forma acuta. i Descrive l’ una e l’altra di tali malattie e mette la prima in relazione colla necrosi del floema o /eptonecrosi per cui essa si distingue da altre malattie che hanno un aspetto quasi eguale. Tale necrosi del floema si estende anche ai tuberi che in se- | zione mostrano screziature nere a guisa di reticolato e che ger- minando dànno germogli gracili e filiformi (/losità, che può colpire anche una sola parte di un tubero). Per il mosaico, l'Autore osserva che anche quello delle pa- tate si trasmette per mezzo dei tuberi e si riproduce coll’ innesto terreno non ha azione nella | ‘conservazione ‘e a | l’agente patogeno. MR. ela si accosta 3 idea che la necrosi del foema è ‘ sm lattie in parola possono essere determinate, come altre. > simil 5 xo ezio di altre piante (p. e. il roncet delle viti), da avversi dà da seguirsi per tale selezione. Ritiene anche nali gli ‘incroci ai della patata comune con altre specie di .So/27u7: munite di Di 33 beri sopratutto col Sol. Moglia. L. MONTEMARTINI. NOTE PRATICHE \ i Un esempio di lotta collettiva obbligatoria É i contro la processionaria del pino Il Comm. Avv. Paolo Grilloni, già Sindaco di Appiano (Como), comu- nica che nel gennaio del 1916, impressionato dai gravi danni che la processio- ‘naria aveva arrecato e stava arrecando alle molte pinete di quel comune e convinto che non sarebbe stato possibile l’accordo simultaneo di tutti gli agricoltori per una lotta efficace contro l’insetto, valendosi dell’art. 6 del locale regolamento di polizia rurale che rende obbligatoria la distruzione degli insetti nocivi all’ agricoltura, con un decreto sindacale ordinò ai proprietari ed agli affittuarii delle pinete di raccogliere e distruggere entro la prima metà di febbraio i nidi nei quali d’inverno sì accumulano le larve del parassita, salvi provvedimenti di ufficio, a sensi dell’art. 151 della vigente legge comunale e provinciale. Trascorso il termine stabilito | senza che i proprietari avessero ottemperato all’ ordine ricevuto, il Co- « mune nominò 21 operai divisi in tre squadre sotto la guida dei graduati del corpo pompieri, le quali in dieci giorni visitarono e liberarono com- | pletamente tutte le piante raccogliendo in tutto 23.587 nidi o borse di larve, che furono distrutte col fuoco, con una spesa complessiva, antici- pata dal Comune, di sole L. 465,94 (gli operai in quel tempo erano pagati in ragione di 30 centesimi all’ora). La spesa fu poi ripartita tra i proprietarii in proporzione delle ore di lavoro impiegate in ciascuna proprietà, e riscossa a mezzo dell’ esattore mediante ruolo vistato dal Prefetto della Provincia. Due soli proprietarii si sono opposti ma i loro ricorsi furono respinti. La processionaria è quasi scomparsa dal territorio del Comune e non vi si è ancora diffusa. Il lavoro fatto in tal modo da persone esperte e che non dovevano far altro, oltre riescire più rapido ed efficace perchè fatto quasi simulta- neamente dapertutto, fu utile anche dal punto di vista economico ai pro- | prietarii i quali vennero così a spendere solo due centesimi per nido. gatoria la lotta contro i maggiolini, colla costituzione di due. ce intercomunali per i circondarii di Como e di Lecco e colla DIOrOBR ell già costituito consorzio di Varese. Dal Bullettino dell’ Agricoltura. Milano 1922 : Diaspis pentagona sui gelsi, assicura, dietro il risultato di esami fatt alla Stazione di Eutomologia di Firenze, che essa è fortemente prospal- renze, perchè le piante sieno razionalmente potate e monde del secc perchè altrimenti la Prospaltella non ci sta volentieri nè bene. Da Za Revista Agricola. Messico, 1921: N. 8. — I. Ligniéres espone come contro le locuste e le cavallette si possa lottare efficacemente con i moderni lanciafiamme, o con gas tossici: — dà grande valore alla cloropicrina. Da L'Italia Agricola. Piacenza : 1921, n. 12. — I. Ambrosini parla degli impianti industriali moderni per la selezione meccanica delle sementi e ne descrive qualcuno. 1922, n. 1. — R. Ciferri segnala la presenza su molte mele delle. Marche del Trichothecium candidum Wallr. che si comporta da vero A parassita e produce sui frutti attaccati delle tacche crostose pustulari, tondeggianti, del diametro di 3 a 4 mm. Ad evitare che il male si dif-. fonda consiglia la distruzione dei frutti infetti. n N. 2. — I. R. Parker da un esame preciso di 22 piante di Chenopodium potè vedere che la Chioropisca glabia (insetto predatore) depone le sue ova quasi soltanto o almeno specialmente vicino alle piante le cui radici | ospitano il Pemphigus betae, insetto parassita della pianta, il quale deve essere poi raggiunto dalle larve della Ch/oropisca. ‘ L. m. dint. UNIONE ITALIANA fra Consumatori e Fabbricanti di Concimi e Prodotti Chimici Società Anonima — Capitale Sociale versato L. 60.000.000 Sede .in MILANO - Via S. Nicolao, 7 Uffici: FIRENZE, GENOVA e NAPOLI Agenzie: MANTOVA, VICENZA, VIAREGGIO - N. 34 stabilimenti sparsi in tutta Italia - Earn SUPERFOSFATI, SOLFATO di RAME, ZOLFI VENTILATI, e tutti gli altri prodotti chimici necessari per l'agricoltura e l’ industria. FERTILINA sale nutritivo per fiori, piante da vaso e da giardino ed in genere per tutti i vegetali. Prezzo per ogni scatoletta, {| L. 1 scatola da gr. 500, L. 2 — da Kg. 1, L.4 — da | Kg. 3, L. 8,50. i. 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È È CamPBELL C. — Infezione di peronospora di erba medica * .. } CrreRRI R. — Note micologiche e fitopatologiche . : 1 s _ _ — L’antracnosi dello spinacio : È 7 È È —— — = Il marciume nero delle zucche . h DucomerT V, —. —— La resinosi del topinambur . È FERRARIS T. e CIFERRI R. — La Botrytis vulgaris sulle funkie e le rose -- — . — Una batteriosi delle pere . , ì . FoEX E. — Un fungo di cultura attaccato da H ypomyces - . . . . . . ‘GarD M. — Germinazione dei conidii della peronospora della vite GarDNER M. W. — La peronospora nelle radici di rapa . ) ; GERRETSEN G. C. — I bacterii Coli patogeni per le piante . : KiLLIAN K. — La Septoria Lycopersici Tit) i ; SE LAIBALK F. — Ricerche su alcune Septoria / . Levine M. — Il crown-gall sopra l’ albero della gomma ‘elastica . LoPRrIoRE G. — Spighe ginocchiate e spighe bifide . ; Ò u PryRoneL B. — Diffusione delle malattie crittogamiche . 3 5 —._ — Rapporti tra Basidiomiceti e Fanerogame 3 ° PicHARD F. — Due scolitidi degli alberi fruttiferi . Ì : È PrITcHARD F. J. — Pomodori resistenti all’ avvizzimento i i PUTTEMANS A. — Biologia del Thylenchus . ì ua - _ — Lo strappamento dei peduncoli nella vite ; È — _ — L’oidio delle quercie al Brasile ) ‘ 4 di Rivi&rE G. e PicHARD G. — Le mele dette vetrose.. - 4 3 Succi A. — Le spighe di frumento ginocchiate i È TRINcHIERI G. — Funghi e insetti dannosi alle specie forestali . Vavssi&RE P. — La cecidomia delle violette . 1 3 o È Note pratiche. . s F i . sue Re 7 2 È 7 PAVIA TIPOGRAFIA COOPERATIVA 1922 -DRAGHETTI " — AA del fiore di Medicago dovuta a un a Cecidornide | te invece del so/fato di rame Sì Pasta Caffaro “che è un preparato di rame, il quale ha la | medesima efficacia della poltiglia bordolese. Costa meno del solfato di rame ed è di | più semplice preparazione. Esperienze comparative fatte, per la vite, dai prof. Sannino e Zago a Broni, e, per le patate, dal prof. Montemartini a Bergamo. e Varese, hanno dimostrato che questo composto di rame vale tanto quanto le poltiglie bordolesi meglio preparate. La Società del Caffaro ha recentemente messo in commercio anche la POLVERE CAFFARO contenente la stessa percentuale di rame della Pasta Caffaro. La Polvere Caffaro può essere applicata coi .co- muni soffietti a solforare ed aderisce meravigliosamente agli organi vegetali. È comodissima per i frutticoltori, gli orticoltori ed i vivaisti. La Pasta e la Polvere Caffaro, devono la loro efficacia al fatto che contengono del rame in forma di ossicloruro. Sono preparate dalla Società elettrica ed elettrochimica del Caffaro (Milano - Via Lovanio, 4), e sì possono acquistare presso tutti i Consorzi agrari federati nella Federazione italiana dei Consorzi agrari. a L_ 2 Mi intro la peronospora della vi Vit parle e dei pomodori, — può adoperare la M/ dA ; ivista di Patologia Te etale DIRETTA DAL Pror. LUIGI MONTEMARTINI | DIRETTORE DEL LABORATORIO CRITTOGAMICO DI PAVIA Direzione e Amministrazione : Prof. Lurar MoNnTEMARTINI - Pavia i | | RIVISTA | PevRoNEL B. — Come avviene e come si previene la diffu, | »‘’sione delle malattie crittogamiche delle piante. (Boll. |. mensile di informazioni e notizie della R. Staz. di Pat. Veg. Da: i di Roma, Anno II, 1921, pag. 119-114, e Anno III, 1922, o Pg. 3-20). L’ Autore mette in rilievo i molteplici mezzi di diffusione delle crittogame parassite e conclude che per organizzare una "QU ) . lotta seria contro di queste occorre sopratutto una attiva pro- | paganda ed istruzione all’interno, e una organizzazione intersta» | tale tra tuttii paesi così detti civili. “DE Il primo passo in tal senso fu fatto colla conferenza di Roma del 1914, ma se ne ebbe una organizzazione che deve ancora essere intensificata e perfezionata. . LeM, | TrincHIerI G. — Funghi e insetti più comuni e più dannosi alle principali specie forestali. (/ederazione « pro monti- bus» pubblicazione Nr. 6, Roma, 1921, 9 pagine). CAVO E un opuscoletto di propaganda nel quale sono elencati, con poche parole di spiegazione e indicazione sommaria dei rimedi, ADAMS J. F. — Observations on the infection of Crataegus by Gymnosporangium (Osservazioni sopra 1’ infezione dei Crataegus da parte dei Gymmosporangium) (Mycologia, Lan- Pa caster, 1921, Vol. XIII, pg. 45-49, con quattro figure). Viene data una lista di specie di Crazazgus sopra le quali (n furono trovati i Gymzosporangium germinale, G. globosum e G. funiperi-virginianae. IL Mi CAMPANILE G. — Su di una malattia delle frutta di manda- rino: Cytosporina citriperda Camp.. (Le Staz. Sper. a Agr. Italiane, Modena, 1922, Vol. LV, pg. 5-12, con 4 figure). Sopra frutti di mandarino di ignota provenienza venduti nello scorso marzo sul mercato di Roma, venne segnalata una malattia nuova, che si potrebbe chiamare vazolo, caratterizzata dalla for- mazione di una o più macchie rotondeggianti, di mezzo a un centimetro e mezzo di diametro, depresse, prima rosso brune e poi nere, in corrispondenza alle quali si nota una forte adesione della buccia all’ endocarpo e la formazione, sotto quest’ ultima, di una massa nera, dello spessore di 2-3 mm., di consistenza cartilaginea, più tardi quasi carbonosa. Questa massa, che si inizia nella membrana degli spicchi, è data da una forma stromatica pseudoscleroziale, costituita da un fitto intreccio di ife fungine e cosparsa, su ambedue le superfici, Î da Ul R pat talora penetra Ta v endocarpo tra da i In sezione trasversale si nota nello stroma una quantità pi | picnidii pieni di spore bacillari, bianche, lunghe 12-21 p sopra 1,7-2,2 di larghezza. L’ Autrice ne fa una specie nuova del genere Cytosporina È e la descrive qui col nome di C. c:t#i5erda, dandone la diagnosi. La malattia può presentarsi su frutti già colti di apparenza | sana e rendersi evidente durante il viaggio verso i mercati di ‘consumo. Essa ricorda quella nota in America come dovuta alla Pho- x mopsis Citri © awcett, ed è ben diversa da quella descritta dal s Saccardo in Italia come dovuta alla A/ferzaria tenuis form. cha- \ | larotdes Sacc., e da quella osservata in Australia ed in Cina e 3 i | dovuta al Phoma citricarta Mac. Alp. i L’ A. si riserva di studiarla ulteriormente. bi: _ La malattia segnalata sopra mandarini venduti sul mercato di Roma, venne osservata, coi medesimi caratteri, dal sottoscritto sopra materiale È; proveniente da Catania e mandato al Laboratorio Crittogamico di Pavia ta dal Prof. S. Caruso. % . Già nella primavera dello scorso anno 1920, insieme ad alcuni frutti che erano stati scartati per le ordinarie alterazioni dovute alle forme comuni di Penicillium, ne avevo notato alcuni colle croste nere nell’endo- carpio qui sopra descritte, ed avendo chiesto quest’anno nuovo materiale di studio ebbi dall'amico Prof. Caruso la risposta’ che la malattia non st era ripresentata. Più tardi però in una cassa di frutti sani speditimi per essere mangiati, ne rinvenni moltissimi colle caratteristiche macchie brune e depresse che evidentemente si erano presentate durante il viaggio, e la alterazione si manifestò più tardi Apice sopra frutti apparentemente sani al loro arrivo. La struttura delte masse stromatiche, dei picnidii e delle spore è iden- tica a quella qui sopra descritta dalla signorina Campanile. Aggiungerò che sbucciando frutti che avevano esternamente una sola macchia, avveniva spesso di vedere sull’endocarpo due 0 tre masse stro- Di, in parola. Il che fa pensare che 0 l infezione provenga, | mi scrive il Prof. Caruso, dalla base del frutto e giunga prima nell è docarpio, 0, il che pare più probabile, passando per contatto da frutto a frutto, attraversi prima il pericarpio senza lasciare in esso grande traccia, quasi attratta da particolare stimolo chemotattico, e trovando l’ ambiente a) adatto solo nell’endocarpo e nella parte esterna degli spicchi, qui si : sviluppi fortemente in modo da derivarne poi, come fenomeno secondario; la depressione e la alterazione della buccia SRL L. MONTEMARTINI | CAMPBELL. C. — Su di una infezione di Peronospora trifo- È Liorum De Bary sull’ Erba medica. (Arnali di Botanica, Roma, Vol. XV, 2 pagine). L’ Autore ha seminato alcune aiuole vicine tra loro con semi. di erba medica di diversa provenienza. Segnala il fatto che le piante ottenute da semi dell'Argentina si mostrarono fortemente attaccate dalla Peronospora trifoliorum e ciò non soltanto nel primo anno, ma anche uegli anni successivi. Il fatto ha importanza perchè dimostra che l’origine delle sementi può avere un’azione nella resistenza delle piante ai parassiti. LIMO CIFERRI R. — Notae mycologicae et phytopathologicae. (Note micologiche e fitopatologiche : 1-11). (/Arzales Mycologici, Berlin, 1922, Vol. XX, pag. 34-53, con una tavola). Sono undici note che si riferiscono ai seguenti argomenti: 1. - Osservazioni critiche sulle Phyllosticta degli Acer, con una specie di chiave analitica comprendente 16 specie con 2 varietà. i - Su qualche P%ylosticta della Cydonia, colla descri- di Gi song si - Sopra alcune Sphaerella del Viburnum Pantana, con Mi dc. e descrizione di varietà della S. Viburni. i - Una forma fructicola del Fustcladium dendriticum var. sorbinum, trovata sopra frutti di sorbo in provincia di Macerata. 5. — Un attacco di PWy/osticta aucubicola ad Aucuba — Japonica a Macerata. | - Una forma Aubri della Phyllosticta Grossulariae, tro- vata sopra le foglie di Ades Rubrum ad Alba. 1. - Un attacco parassitico di P%4ylosticta rosarum, finora segnalata solo sopra foglie languenti di rose. ì 8. - Sulla biologia e sistematica di una nuova specie di Dothiorella (D. Sannint) trovata su buccie di melograno ad Alba. 9. - Sopra il A/ytsma acerinum e il modo onde attacca le foglie degli aceri: non pare accettabile l’ ipotesi del Miller che l’ infezione abbia luogo solo attraverso gli stomi e nella pa- gina inferiore, ed è discutibile l'ipotesi di Morgenthaler che il parassita per compiere il suo ciclo abbia bisogno di un inverno con geli. 10. - Sopra l’antracnosi dell’acero dovuta al Gloeosporium campestre. 11. - Micromiceti nuovi o rari per la flora italica: /wsa- rium Mali sopra rametti di melo, P%yMosticta aquilegicola su foglie di Aquilegia, Cercospora Vitis v. Rufestris su foglie di Vitis rupestris, Fusarium roseum v. Zeae in cariossidi germinanti di granoturco, Aspergillus flavus f. Maydiîs in cariossidi guaste di granoturco, Dislodina Mattiroliana n. sp. su fusti secchi di finocchio, Acrothecium capitulatum v. clavatum sopra legno di acero, elminthosporium appendiculatum v. longiusculum sopra rami di acero e di pioppo, Macrosporium concinum v. italica sulla scorza di rami morti di salice, Acrofhecium pumilum v. di s buco, RE pholkucater rose sopra rami di finocchio, Isaria Dione Vv. ulmicola sopra | i | scorza di olmo, A%abdospora finea v. uniseptata sopra corteccia — di pini, 4. pithyophila sopra corteccia di abeti, Oosfora Peglionii n. sp. sopra fimo, Acrostalagmus cinnabarinus v. pentatus sopra “n foglie di vite, Leptostromella hysterioides f. Callunae sui fiori di $ | Calluna vulgaris, Pestalozzia siliquastris v. italica sopra foglie di du Cercis siliquastrum, Leptosphacria contothyrium f. Berberidis so- pra rami e foglie di Berberis vulgaris, Lept. Alcides f. quercina su foglie secche di quercia. CiFERRI R. — L’antracnosi dello spinacio. (Rivista di Agri F coltura, Parma, 1922). Questa malattia degli spinaci, dovuta al Co/letotrichum Spt- naciae El. et. Halst., manifestatasi in America e già segnalata dal Voglino e dal Ferraris in provincia di Torino, fu osservata dal-_ l’ Autore in diverse località delle. Marche e si rese distruttiva l’anno scorso in qualche orto dei dintorni di Alba. Si presenta con macchie subcircolari, bianco-sporche nel centro, circondate da sottile margine nero, quasi sempre isolate, talora confluenti, allargantesi fino a produrre l’ avvizzimento del- l’ intero lembo. Bisogna distruggere le piante ammalate, evitare l’ eccessiva umiìidità del terreno e l’ eccesso di concimazione organica, non seminare gli spinaci dove la malattia si è manifestata nell’anno precedente. L. M. L’ Autore igiB2t: una Miezione di frutti di zucca doruali Rhizopus nigricans Ehr. da lui osservata in diversi orti dei din- | torni di Alba, in località umide e basse. I frutti colpiti presentavano larghe chiazze scure, irregolar- | Pe LI ‘9 mente arrotondate, che si estendevano sempre più fino a far pi: | diventare completamente bruno il colore della poponide. Contem- i | poraneamente questa rammolliva ed anneriva anche nell’ interno. O; È È consigliabile la distruzione immediata dei frutti colpiti. | L. M. 3 .» _ CampaniLe G. — Contribuzioni allo studio delle cuscute del- S) l’ erba medica: nota prima. (Rivista di Biologia, Roma, P 1922, Vol. IV, pg. 175-202, con due tavole). pi In questa prima nota la Dottoressa Campanile espone i ri- sultati di molte e pazienti osservazioni da essa fatte sopra la Sa __ Cuscuta Epithymum var. Trifoliî Bab., e raccoglie anche su | questa specie ricchissime notizie bibliografiche. Dimostra che i semi di questa specie germinano indipen- _ dentemente dalla presenza della pianta ospite ed anche in con- dizioni di umidità discontinua: se però le condizioni di umidità sono tali da provocare il disseccamento più o meno rapido del rigonfiamento radicale, i tegumenli seminali permangono a pro- teggere l’ estremità del fusticino durante il periodo di siccità, assicurando alla piantina una vita più lunga. Anche allo stato adulto questa cuscuta presenta mirabili mezzi di resistenza alla siccità: i germogli staccati dalla pianta ospite si comportano quasi da autofagi e mentre disseccano ad | una estremità, crescono dall’ altra; così che se vengono a cadere | ad una certa distanza da cespi di medica, possono raggiungerli quasi reptando. tell ‘non è in relazione ore colle Moni di nutrizione tao mazione di rami che si avvinghiano a tutte le parti, anche mi più alte, della pianta ospite a succhiarne nutrimento, avviene. | solo quando si formano i fiori della cuscuta: prima questa forma un reticolato strisciante a soli pochi centimetri sopra la super: ficie del terreno. È quando forma i fiori che il parassita riesce dunque veramente dannoso, epperò dovrebbe essere cura dell’a- gricoltore intervenire prima della fioritura. mn È Non si può dire che la medica a vegetazione più rigogliosa | sia più resistente di quella a vegetazione stentata, o viceversa; È si è invece riconosciuto che il fosfato tricalcico ed il solfato po- | tassico determinano in essa una certa immunità. La profondità della semina non è un metodo di lotta da i tentarsi perchè da questo punto di vista le risorse del parassita | sono superiori a quelle dell’ ospite. Il processo di devitalizzazione dei semi di cuscuta col ca- n lore, suggerito dal Bresaola (veggasi alla pagina 97 del pieces dente volume X di questa vista) non è tanto pratico. Per liberare in modo assoluto i semi di medica da quelli di WEA Cuscuta Trifolii, è recessario adoperare sempre vagli a fori di millimetri 1,25, perchè i semi di detta cuscuta (contrariamente all’ opinione generale per la quale si crede abbiano dimensioni —. | oscillanti tra mm. 0.60 e 0.80) superazo spesso un millimetro di a diametro. i L. MONTEMARTINI. 3 f FERRARIS T. e CIFERRI R. — La SBotrytis vulgaris sulle funkie e la sua forma larvata sulle rose. (Za Costa Az- zurra Agric. floreale, Sanremo, 1922, Anno II, N. 1, pag. 2). NEO CERRO: AGI THIS N ( 5A i IPA TOVI ERO . Sopra steli di Fwnzia na infezione piuttosto intensa di 2otry#s vulgaris con forma- ed Zemerocallis gli Autori rilevarono Le «zione anche di sclerozii.. 00 » Ricordano come in molti casi questo fungo si è presentato ‘quale parassita, e parlano anche di avvizzimento e marciume di bottoni di rosa in seguito a attacco interno da parte del medesimo, mentre il micelio compariva all’ interno degli organi | attaccati solo se messi in camera umida. È i Consigliano isolare e distruggere le piante infette, irrorare le sane con soluzioni di bisolfito di calcio all’ 1-2 p. 100, e con | polverizzazioni con miscele di 80 parti di calce e 20 di allume. “SRI L. M. p . DucomeT V. — Un oidium de la pomme de terre. (Un Ordium delle patate) (22. 4. 2. Soc. d. Path. Ve. d. France, Paris, e: 1020, 1, VII, pag. 57-58). Nel settembre 1917 una trentina di piante di patata, va- | rietà Czarzza (altre varietà vicine non presentarono il fenomeno), . furono attaccate da un Ozdium. Nelle vicinanze di esse cresce- | vano dei Serzecio attaccati da Erysibhe cichoracearum e dei Po- | dygonum attaccati da Erysiphe Polygoni: V Autore crede che si | tratti di un caso di parassitismo accidentale sulla patata, forse 3 favorito dall’ombra, di una di queste due specie, probabilmente . dell’ E. Polygoni che è polifaga e che il Comes in Italia trovò | già anche sul pomodoro. L. M. i _Foex E. — Particularités prèsentées par un champignon de È couche atteint de Molle: 77ypomyces perniciosus. (Par- se | ticolarità presentate da un fungo di coltura attaccato dal- l’Aypomyces perniciosus) (col precedente, 1921, T. VIII, p. pag. 105-106, con tre figure). a vibo una nellca cui lamelle e nel cui | gambo. sviluppato l’ /7yfomyces esercitando una funzione ipertratingle ILA AE durch Septoria Lycopersici. Coeli "le macchie fogliari dei pomodori prodotte dalla Septorza. Ly i copersici) (Sorauers Ztschr. f. Pflanzenkrankh., Bd. XXX 1920, pag. 1-17, con 7 figure). L’ Autore conferma le sue osservazioni comunicate nella — nota già riassunta alla pagina 98 del precedente volume di questa Azvista. È: Aggiunge che il periodo di incubazione della malattia varia | a seconda delle condizioni climateriche esterne e delle condizioni | fisiologiche interne della pianta ospite. Il fungo attacca più — facilmente i tessuti spugnosi, e non forma organi di riproduzione fin che dispone di nutrimento abbondante. / Come mezzo di lotta è a raccomandarsi di bruciare in autunno le piante ammalate e alternare la coltivazione dei po. È modori con quella di altre piante sopra le quali la Sepforza non. possa svilupparsi. LaiBAacH F. — Untersuchungen iiber einige Septoria-Arten und ihre Fahigkeit zur Bildung héherer Fruchtformen. I-II u. III-IV (Ricerche sopra alcune specie di Sepzoria e la loro capacità di dare forme ascofore. I-II e III-IV). (.So- rauer’s Zischr. f. Pfanzenkrankh., BA. XXX, 1920, pag. 201-203, con 12 fig. e Bd, XXXI, 1921, pg. 161-194, con IRE o VAI SR ERETTI > Sch ine 14 figure). Me: A di 1 primo di ques i (RTG to. la pata Sort dan n È altre specie affini, e l'Autore dimostra che le .S. Sordz, S. hya- . lospora e S. piricola sono tre specie assai affini e che hanno | caratteri in comune. La .S. $irzcola, come è noto, si sviluppa — sulle foglie dei peri ed ha la sua forma ascofora nella /Mycos- | Phaerella sentina ; la .S. Sorbi del Sorbus aucuparia la ha nella Mm. Aucupariae ; la S. hyalospora del Sorbus torminalis nella _M. topografica. Se i funghi del .Sorbus domestica e del S. aria | sieno eguali all’una o all’altra di queste specie, non si può dire. È Il secondo contributo è sopra la Septoria scabiosicola delle G ; sinonimia. Essa è ben distinta dalla S. piricola e dalla Septoria Knautia, Scabiosa, Succisa, ecc., della quale l'A. dà una lunga dei Sorbus. d Il terzo contributo è sopra la Septoria Aceris e le altre specie < di Septoria che crescono sopra gli aceri. L'Autore dà di ognuna . la sinonimia e studia la forma ascofora (Ifycosfhaerella latebrosa) : K Afferma che tutte queste Septorie hanno in comune la incom- À pletezza dei loro corpi fruttiferi, la costanza nel numero dei setti dei conidii (in media 4), l’essere spesso insieme alla P4y/osticta hi; platanoides. Îe . L’ultimo contributo si riferisce alla Sepforia Api (Br. et p: Cavr.) Chester e alla S. Pefroselint Desm. Secondo l'Autore sono due specie distinte: la prima attacca solo i sedani, la seconda il | prezzemolo e raramente qualche altra ombrellifera (Aethusa, Trinta) ma mai sedani. Della Septoria Apt esistono due forme: una con sviluppo | micelico scarso e con tendenza a formare presto numerosi picnidii | ed a dare conidii liberi nelle colture pure; l’altra con abbon- } | dante sviluppo micelico che si manifesta con formazione di mac- chie fogliari e con sviluppo tardivo di pochi picnidii, senza co- . nidii liberi nelle colture. td Secondo l'Autore, non è possibile che l’ infezione dei sedani p i Do provenga da altre ombrellifere coltivate o spontanee: essa pro- sui ‘viene ‘dai siciah CE il Kle ahn ha visto possono trov È i semi. Occorre dunque destinare alla produzione di se tanto le piante che sieno immuni dal parassita. € Li MO, Li LISI A. — Di un’ ipertrofia del fiore della Medicale i VORRAI sativa prodotta dal fitoparassitismo di un insetto Ce- cidomydae. (L’ Italia Agricola, Piacenza, 1922, N. ‘3000 pag. 82-83). I’ Autore ha trovato frequente, in un medicaio del podere sperimentale annesso alla Stazione Agraria di Forlì, l’ infezione dei fiori di erba medica da parte di un cecidomide, sì e come fu già descritta in Francia da Denaiffe e Colle. I fiori colpiti appaiono più grossi degli altri, di aspetto | bolloso, col calice carnosetto; la corolla che ha perduto l'aspetto papiglionaceo ed è quasi simmetrica, sempre chiusa; gli stami e i carpelli sterili. Nell’interno si vedono minutissime larve bianchiccie che non attaccano i tessuti della pianta ospite ma si nutrono dell’ abbondante secrezione dei nettarii ipertrofizzati. I fiori colpiti sono i primi a comparire, si trovano fino a sei otto per racemo e alla base; però anche i fiori che si pre- | sentano più tardi rimangono meno proliferi. Pertanto la minore È produzione di semi tra la pianta sana e la ammalata può essere È anche di oltre la metà. : Il fenomeno è simile a quello prodotto sui fiori del Zofews corniculatus dalla Cecidomya loti e descritto dal Kerner (Vita delle piante). ‘H Mezzo di lotta può essere la falciatura immediata della me- dica come foraggio e il rinvio del taglio da semenzina. i I metodi di lotta con soluzioni di solfo carbonato potassico | PiCHARD F. — Sur deux Scolitydes des arbres fruitiers et i leurs parassites (Sopra due scolitidi degli alberi fruttiferi \ | ed i loro parassiti). (5u/. d. l Soc. d. Path. Vée. d. France, gii: Paris, 1921, T. VIII, pg. 15-20), i #9 | Nel mezzogiorno della Francia i fruttiferi sono fortemente È attaccati dallo Scolytus rugulosus Rutz. (ciliegi, pruni, peschi, albi- | cocchi, laurocesaso) e dallo .Sc. azygdali (albicocchi, lauroceraso). VA «| x L’Autore parla qui dei danni che producono e dice da quali | iperparassiti sono ostacolati. IDE M. | PUTTEMANS A. — Observations sur la biologie du Tylenchus devastatrix Kiibn. (Osservazioni sulla biologia del 7y/ex-. chus devastatrix Kibn). (Bull. de le Soc. de Path. Vésg. d. Fronce, Paris, 1920, T. VII, pg. 66-67). SRINEO DE=25 gi £ nda e de ESE ae Poichè il Foex ha segnalato alla società una invasione di È. anguillule (Zylenchus devastatrix) sul trifoglio, l'Autore ricorda È di aver già osservato il fatto e di avere visto le anguillule risa- Ù lire anche nel midollo delle piantine di medica apparentemente Y sane. Ma ha pure visto che alla fine della stagione asciutta, col | sopraggiungere delle pioggie, la malattia scompare: pensa dunque | che si tratti di un parassitismo occasionale del 7y/ezchus che | andrebbe a cercare nei giovani tessuti della pianta l’ umidità ep Cécid 1 indi Kieffer. (La Cecidomia delle violette : "Pasca Kieffer) (Bull. d. I Soc. de Path. Veg. d. Prance, 1920,; LT: VID; pe:31=23): L’Autore segnala una moltiplicazione di questo parassita ) nelle coltivazioni di Viola odorata nei dintorni di Marsiglia + tutte le foglie ne erano deformate dalle caratteristiche galle. Consiglia tenere aerate le colture, lavorare frequentemen | il terreno, polverizzare il terreno stesso e le piante con calce. spenta. Nella stagione in cui i piccoli ditteri volano è utile. la polvere di piretro; nelle coltivazioni importanti industriali. Rol possono poi tentare i suffumigi con acido cianidrico come li apo plicò il Chittenden (Some insectes injurious to the violette, roses. and other ornemental plant) contro la Deiplosis violicola. L. M. FERRARIS T. e CIiFERRI R. — Una batteriosi delle giovani. pere. (Za Costa Azzurra agric. floreale, Sanremo, 1922 Îi Anno II, Nr. 2, 1 pagina). GE Trattasi di una malattia non ben definita osservata già dal | Ferraris nel 1911-12 su pere del Torinese e dal Ciferri l’ anno | scorso a Macerata. I frutti cadono appena all’ inizio di loro formazione, presen- i b tando un annerimento che comincia all’ attacco del picciuolo coi : rami. Fu isolato un batterio che non si può ancora identificare | Lr col Laciulus amylovorus causa del pear-blight americano. } i BM: BACTERI 47 GERRETSEN G. C. — Die Bakterien der Coli- A érogenes-Gruppe als Erreger von pflanzenkrankheiten. (I bacteri del gruppo Coli aerogeni come agenti patogeni per le piante). (Sorazer’s Ztschr. f. Phanzenkrankh., Bd. XXX, 1920, pg. 223-227, con una figura). In tuberi di giacinto affetti da marciume dovuto al Lacte- rium hyacinthi E. Sm., fu trovata una forma specifica di bacterii, che viene qui descritta e che secondo l’A. è da ascriversi nel gruppo del 5. Col. Si ricordano altri casi nei quali (come p. e. nella malattia della canna di zucchero) i bacterii di questo gruppo vennero riconosciuti come causa di possibili malattie delle piante. Li M LEVINE M. — Studies on plant cancers. The behavior of crown-gali on the rubber plant: Ficus elastica (Studii sul cazcro delle piante. Modo di comportarsi del cr0w7-ga/f sopra l’ albero della gomma elastica: cus elastica) (Myco- logia, Lancaster, 1921, vol. XIII, pg. 1-11, con due tavole). L’Autore ha fatto esperienze di inoculazione del Lacferzum tumefaciens su rami giovani di cus elastica e ne ha ottenuto ora tumori diffusi dovuti all’ingrossamento quasi uniforme di tutti i tessuti; ora tumori irregolari indicanti ingrossamenti pe- riferici di noduli isolati. Descrive la struttura e l’ origine di tali tumori. Crede che l’ infezione possa provocare anche la morte del ramo inoculato, EM k va ‘ SIAT | PUTTEMANS A. — Une nouvelle maladie de la vigne: 1 chement des grappillons (Una nuova malattia della lo strappamento dei peduncoli). (24. 4. la Soc. d. Vég. d. France, Paris, 1920, T. VII, pg. 34-36, con figura). i \ È malattia di poca importanza. qua e là degli acini raggrinzirsi tutto d’un tratto ed intorno ad 20 essi raggrinzivano poi gli acini portati sul medesimo . grappol secondario a + È Gli acini alterati assumevano l’ aspetto di quelli colpiti dal è rot-blanc, però era facile vedere che l'alterazione era dovuta ad uno strappamento del peduncolo in seguito a ingrossamento — troppo rapido degli acini non accompagnato da allungamento simultaneo dei peduncoli, sì che per la mutua pressione dei frutti A | alcuni peduncoli venivano sottoposti a trazione e strappati. Sa Il fenomeno è favorito da particolari condizioni climateriche. i DucomeT M. — La rèsinose du topinambour (La resizosi del topinambur) (Bull. d. .. Soc. d, Phat. Veg. d. Paris, Paris, | 1921, T. VIII, pg. 64-65). | Trattasi di una formazione anormale di resina nell’interno dei tuberi osservata dall’Autore su topinambur coltivati nell’ Aude. E un fenomeno di degenerazione la cui causa è ignota. L. M. molti anni in Francia e che corrisponde al Wafer-core degli | americani. ha dato alcun risultato, e gli Autori pensano si possa trattare di una maturazione particolare simile a quella delle frutta fracide . del precedente volume di questa z27sfa, 1’ Autore descrive diversi casi di spighe ginocchiate da lui osservate e dimostra mele dette vetrose) ( Journ. d. le Soc. Nat. d’ Horticolture de' (A | France, Pars; 1922;51. XXIII: Pg. 174-175). È malattia osservata, tanto sulle mele che sulle pere, da L’ infezione di frutti sani con polpa di frutti ammalati non per stramaturanza. Come queste, le mele e le pere vetrose contengono infatti. aldeide etilica e alcool etilico. TL. Me Svcdr ‘ATELLA proposito di spighe di frumento ginocchiate. (L’ Italia Agricola, Piacenza, 1921, N. 10, pag. 292-298, con 5 figure). Richiamata la nota del Lopriore riassunta alla pagina 83 che sono dovuti ad incaglio della spiga o nella ligula, o nel lembo della foglia apicale ravvolta a spira, o in strozzatura generatasi sotto la ligula. Il primo caso è il più raro e si pre- senta nei germogli più tardivi e più bassi nei cespugli. Il fenomeno ‘è favorito dallo stato di rimarchevole vigore erbaceo che presentano i germogli per fertilità squilibrata e sopratutto per. eccesso di azoto congiunto a rimarchevole fre- schezza o ad umidità al piede. Pare anche favorito dalla gran- dine quando colpisce il frumento 22 botficella cioè nello stadio in cui la spiga è chiusa ancora nella guaina dell’ ultima foglia. L. MONTEMARTINI ron G. _ - Spighe (sintesi e spighe bifide | i mento. (L’ Italia Agricola, Piacenza, 1922, N. 2, pag. di con 3 figure). dr Ripigliando la nota precedente del Succi, l’ Autore richiama qui le osservazioni faite in proposito da diversi studiosi, e de- | scrive anche casi di va Bide: | pure parziale ma frequente, nonchè per altri fenomeni di dg nerazione, sieno da riferirsi a cause ben diverse da quelle delle spighe d:/de, le quali, pur essendo teratologiche, sono meno anormali. F L. MONTEMARTINI GarD M. — A propos de la germination des conidies du mildiou de la vigne: Plasmopaura viticola. (A proposito della germinazione dei conidii della peronospora della vite: Plasmopora viticola). (Bull. d. I. Soc. d. Path. Vég. d. France, Paris, 1921, T. VIII, pag. 130-131). Secondo 1’ Autore l’ infezione peronosporica non può avere luogo durante una pioggia sia perchè i germi che potrebbero — cadere sulla foglia sarebbero esportati dall'acqua, sia perchè lo scuotimento delle foglie per la caduta delle goccie di pioggia è di ostacolo alla germinazione dei conidii. L’ infezione dunque avrà luogo o dopo una pioggia isolata o dopo l’ ultima pioggia di un periodo piovoso. L. o | FISIOPATOLOGIA 5I PeyRONEL B. — Nuovi casi di rapporti micorizici tra Basi- diomiceti e Fanerogame arboree (2%//. d. Soc. Bot. Ita- liana, Firenze, 1922, 10 pagine). Richiamate le proprie note già riassunte alla pagina 7 del precedente volume di questa vs, l’Autore segnala altri 18 nuovi casi di rapporti contratti tra essenze arboree e Basidio- miceti e sono: con radici di Fagus silvatica : Cortinarius proteus, Boletus cyanescens, B. Chrysenteron, Hypochnus cyanescens, Scleroderma vulgare ; con radici di Corylus Avellana : Lactarius Coryli, Boletus Chrysenteron, Strobilomyces strobilaceus, Hypochnus eyanescens ; con radici di Betula alba: Amanita muscaria, Lactarius necator, Boletus scaber f. Betulae, Scleroderma vulgare ; con radici di Larix decidua: Amanita muscaria, Russula lavicina, Hygrophorus Bresadolae, H. lucorum, Scleroderma vulgare. Insiste nel fatto già altra volta segnalato che le singole specie di Basidiomiceti assumono aspetto e dimensioni partico- lari a seconda della essenza arborea colla quale sono in rapporti micorizici: così il Boletus scaber in associazione con Betula alba ha dimensioni maggiori, gambo più tozzo, pileo più chiaro che le forme proprie del nocciolo, della quercia e del castagno; e il Boletus rufus tanto diverso dalla specie psecedente non è forse che una forma dipendente dalla sua associaziane col Populus tremula. Sarebbe dunque utile che i sistematici raccoglitori tenessero conto di questi rapporti. ESME PRITCHARD F., J. — Development of wilt-resistant tomatoes. (Sviluppo di pomodori resistenti all’ avvizzimento). (DV. S. nora: of APANRO Bull. si 188 pagine, con 10 tavole). produce negli Stati Uniti d’ America una perdita annuale. di più 115.000 tonnellate di frutti. Tale perdita può essere ridotta colla introduzione di varietà. resistenti. L’ Autore descrive qui alcune di tali varietà e dà risultati. di esperienze ed osservazioni fatte su di esse. PUTTEMANS A. — Sur l’ Oidium du chéne au Brésil. (Sopra. l’oidio della quercia al Brasile) (24. 4. Ze Soc. d. Path. Vee. de France, Paris, 1920, T. VII, pg. 37-40). L’Autore dopo avere rilevato che l’oidio della quercia è sO comparso nel Brasile nel 1912, mentre all’ isola di Madera era diffuso fin dal 1908, dimostra sperimentalmente che i conidii del fungo possono conservarsi germinabili per 15 giorni e poterono essere asportati attraverso l’ oceano con qualche vapore celere che da Madera sia passato direttamente a Rio. L. M. BLARINGHEM L. — Note sur le blanc des chénes. (Nota sopra il mal bianco delle quercie) (col precedente, 1922, T. VIII, pg. 107-108). Da 10 anni l'Autore osserva il presentarsi dell’ oidio delle qnercie in una ricca collezione di alberi ad Angers. Rileva che una delle quercie più danneggiate è la Quercus alba dell’Ame: rica, le cui foglie hanno un periodo molto lungo di accrescimento. Altre quercie americane sono pure più o meno attaccate. st VAPIN AI Ù vr Aaa IAU fio i, O. Daimyo del SADR la 0 nospora nelle radici di rapa). (P4ytopathology, 1920, Vol. x, PS. 321-322, con una tavola). NOTE PRATICHE Lotta obbligatoria confro la mosca olearia. Il Ministero di Agricoltura ha fatto invito ai Prefetti delle provincie — di Massa Carrara, Lucca, Livorno, Pisa e Grosseto, di istituire in con- | sorzi obbligatori tatti i proprietari interessati alla lotta contro la mosca. dell’olivo. La direzione della lotta è stata affidata al Pr. A. Berlese, di- | rettore della Stazione di Entomologia Agraria di Firenze. iS); y Analoghe disposizioni sono in corso anche per le provincie dell’ Italia” î Meridionale nelle quali si coltiva l’ olivo. { Lotta obbligatoria contro i maggiolini. Il Prefetto della provincia di Como con tre distinti decreti del : CA marzo scorso, ha prorogato per altri tre anni il consorzio obbligatorio in- 3 tercomunale per la lotta contro i maggiolini in circondario di Varese È. (veggasi alla pagina 150 del precedente volume IX di questa Rivista), — ed ha costituito due altri consorzi simili uno pel circondario di Como e l altro per quello di Lecco. Dal Giornale di Agricoltura della Domenica. Piacenza 1921. N. 50. — Il Dott. G. Silvetti riferisce sopra esperienze fatte dal Sinda- | da) à, cato frutticultori di Lesa (Lago Maggiore) per combattere gli afidi dei È i fruttiferi colla polvere granulare di tabacco. Questo insetticida, preparato 3 O e fornito dal Ministero delle Finanze, è preferibile all’ estratto fenicato di tabacco sia perchè anche a dose concentrata non danneggia le foglie, NOTE PRATICHE ELIO AIR NZ TRARRE NES sia perchè è più efficace. Basta una sola irrorazione di una soluzione di esso nella dose dell’ uno e mezzo per cento (la si filtra attraverso un canavaccio di tela e la si applica colle comuni pompe irroratrici) per di- struggere tutti gli afidi, eccettuata la Schizoneura lanigera. Con due trat- tamenti si può combattere benissimo la Tingis pyri dei peri, e con tre trattamenti (uno sui fiori a corolla ancora chiusa, uno dopo la caduta dei petali ed un terzo a fecondazione avvenuta) si ottengono buoni risul- tati anche contro la Carpocapsa, impedendole di depositare le ova. La polvere granulare di tabacco si dimostra migliore dell’ estratto anche nella lotta contro la Cochylis e l’ Eudemis della vite. N. 52. — S. Jovino segnala la ricomparsa in Puglia delle arvicole che già fecero tanto danno nel 1911 e nel 1916. Chiede se vi sia una perio- dicità in tali comparse. Si tratta della solita avicola, mista al sorcio codato, detto corridore, ed alla zoccola di campagna. Raccomanda che l’uso del fosfuro di zinco sia generale, fatto da tutti i proprietari ed in tutti i terreni, compresi i pascoli. Ricorda che le volpi, le serpi, le poiane, i falchi, i corvi aiutano a dare la caccia ai topi campagnoli. 1922. - N. 2. — A. Mancini deserive i costumi dei topi campagnoli e insiste perchè gli agricoltori li combattano in tutti i periodi dell’anno e con tutti i mezzi: facendoli prendere dai cani quando durante i lavori di aratura si scoprono le loro tane; prendendoli con trappole o con re- cipienti sepolti nel terreno fino all’ orlo ; avvelenandoli con esca avve- lenata. Per formare le fascie di sostanza vischiosa da porre intorno ai tronchi degli alberi per impedire che si arrampichino su essi gli insetti dannosi, si dà la seguente facile ricetta: scaldare a fuoco lento due chilogrammi di resina e un litro e mezzo di olio di ricino fino ad ottenere la completa fusione della prima; poi spalmare le fascie di cartone da applicare sui tronchi. N. 3. — E. Torre segnala la presenza in quest’ anno, sopra le barba- bietole da zucchero destinate alla produzione di seme, della Lita ocella- lella, piccolo lepidottero le cui larve-entrano nel colletto della pianta, rodono le foglie alla base, le fanno avvizzire e cadere e penetrano poi nella radice, scavando piccole gallerie fino alla profondità di due centi- metri e provocando marciume. La loro frequenza è forse favorita dalla siccità. Quando la pianta attaccata non è completamente guasta al col- letto, in mancanza dello scapo fiorifero centrale può produrne dei laterali che sono abbastanza fruttiferi; se invece il marciume della parte supe- riore della radice è molto avanzato, conviene distruggerla. alberi da frutta conferma l'osservazione già fatta. in in Ameri f cioè il punto dn quello nel ala le basse gni ries raccomanda falciare le stoppie subito dopo la mietitura onde non da tempo alle erbe infestanti di maturare i semi. pi L mn. Dal Bullettino d. R. Soc. Toscana di Orticoltura, Firenze, 1922. N. 8-4, — Viene riportato il nuovo metodo suggerito da A. Magnien | per combattere il pidocchio sanguigno (Schizoneura lanigera. o Mysowilus | laniger) dei meli. Verso la metà di novembre e precisamente al momento della caduta | delle foglie, si applica una palata di pollina al colletto degli alberi, il | che mentre stimola la vegetazione, disturba l'immigrazione dell’ insetto. verso le radici sulle quali si rifugia nell’ inverno. Contemporaneamente (e cioè sempre all’ epoca della caduta delle foglie) si applica sui rami, mediante un pennello, una emulsione di petrolio. Dal Contadino della Marca Trevisana. Treviso, 1922. N. 20. — Si segnalano intense infezioni di peri con ticchiolatura e si raccomandano i trattamenti invernali con soluzione al 2 p. 100 di pol- vere Caffaro. ® N. 21. — Si comunica che si stanno facendo esperienze per la accli- matazione dell’ Aphelinus mali, introdotto dall’ America in Italia dalla Stazione di Entomologia di Firenze per combattere la Schizoneura lani- gera. Per impedire, per quanto possibile, l’ allettamento del grano, si con- siglia di concimare abbondantemente con fosfati quando il terreno è già ricco di azoto, operare la cimatura se dn primavera il frumento presenta ) X tt ni NOTE PRATICHE eccessivo sviluppo erbaceo. adottare varietà inalettabili: oltre 1° in2alet- tabite -Vilmorin adottato in Francia, sono buone varietà da noi l’ ina/et- tabile semiaristato 96 e il gentil rosso semiaristato 48 del Prof. Todaro. L. mi. Da Revista de Agricultura ecc. Habana (Cuba), 1920. N. 10. — B. T. Barreto segnala i seguenti parassiti animali della canna di zucchero: Pseudococcus sacchari e Ps. calceolariae (che ha ne- mici naturali nell’ Aspergillus flavus, in diverse vespe del genere Polister come P. carnifex e P. lineata, e nel Cryptolaemus montrouzieri intro- dotto a Cuba, dalla Califormia, dal Calvino); diversi coleotteri le cui larve (vermi bianchi) riescono dannosissime e gli adulti si possono atti- rare di notte con apposite lampade; le formiche. Da La Revista Agricola, Mexico, 1922, Tom. IV. . N. 11. — Per combattere il G/oeosporium Psidii, causa della pinta (autracnosi) delle arancie, O. Téllez consiglia irrorare gli alberi con pol- tiglia berdolese. 1921 - N. 3. — R. Ramirez segnala fusti di Cupressus non caneri dovuti a Pestalozzia Hartigii: consiglia distruggere col fuoco i rami o i tronchi ammalati e trattare i sani con poltiglia bordolese. Consiglia inoltre, per combattere la rogna e la Rhizoctonia delle patate, non coltivare molti anni di seguito le patate nel medesimo campo, e immergere i tuberi da piantare in una soluzione di sublimato corro- siva all’ uno p. 1005 e per 15 minuti, o in una soluzione al 4 p. 1000 di formaldeide, per due ore. N. 11. — L. de la Barrera spiega la possibilità e la convenienza del- l’ uso dell’ arseniato di calcio contro 1 Anthonomus grandis del cotone. Da L’ Agricoltura coloniale. Roma, 1922. N. 1 — C. Felicioni parlando della coltivazione della malvarosa o geranio da profumeria (Pelargonium Radula) a Tripoli, dice che esso va soggetto ad una cancrena, o marciume secco, o black-rot del fusto, di a Mu i N. 2. — I Chrestian ha segnalato nell’ Algeria una batteriosi a pomodoro che si manifesta sulle foglie, ne provoca prima. 1'accart ol i mento dei margini, e poi l’ annerimento e l’ essiccamento dei lembi propaga colle ferite che si fanno durante la spuntatura delle gen e dunque da consigliarsi, quando si manifesta, di sospendere Ia; _spu ta- tura o disinfettare di volta in volta le dita della mano immergent ole in soluzione di solfato di rame. i 2) VGA T. Pagliano segnala i danni prodotti in RUI alle coltivazioni. ] CAROL da un Teniottero che depone le ova all’ ascella delle TREltA e A i del Licio si dissemina coi semi e che questi si possono e | debbono disinfettare (benché la disinfezione non riesca completa) imme: gendoli per 2-3 minuti in soluzioni all uno per 200 di formaldeide CONO all 1 per 1000 di cloruro di mercurio: necessario anche AdORERA per 1 la produzione dei semi, piante immuni dal parassita. UNIONE ITALIANA fra Consumatori e Fabbricanti di Concimi e Prodotti Chimici Società Anonima — Capitale Sociale versato L. 60.000.000 Sede in MILANO - Via S. Nicolao, 7 Uffici: FIRENZE, GENOVA e NAPOLI Agenzie: MANTOVA, VICENZA, VIAREGGIO — N. 34 stabilimenti sparsi in tutta Italia RI SUPERFOSFATI, SOLFATO di RAME, ZOLFI VENTILATI, e tutti gli altri prodotti chimici necessari per l’ agricoltura e l’ industria. FERTILINA sale nutritivo per fiori, piante ‘da vaso e da giardino ed in genere- per tutti i vegetali. 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Lurer MoNnrEMARTINI ° Direttore del Laboratorio Crittogamico di Pavia INDICE DEL FA RR Lavori originali : i Cirenni R. — Una rara malattia elia! foglie del susino . iaia: : TORI G. - La resistenza delle patate alla siccità È —_ Exosmosi delle sostanze nutrienti dai tessuti. . da zucchero A Memo È : : | CmRASOLI E. — La polvere bordolese SORA 2 | Erixsson J. — La teoria del micoplasma È ì 3 ; . Fawcerr H. S. — Sul Cladosporium Citri : | Forex e Durrinoy J. — La conferenza di Londra sulla patata . Gasorto L. -- Lo sviluppo del colletto delle barbabietole GarD M. — L’apoplessia della vite... ; ì è È GÈRÒME 6II: — Il bruco dei fagiuoli . . HarreR I. L.e WeIMER J. I. — Il Rhizopus nigricans e le patate Carmen E. F. — La Cercospora dell’erba medica . : ; Jonanson J. — Temperatura e malattie delle piante : | LHosre L. Il bruco dei fagiuoli . ; Link K. Re e Merer F. C.:— Il Phoma sud pomodori : di — — Il Fusarium delle patate .. MANARESI A. — Aborto traumatico delle spighe dei cereali MoLLiARD M. — Un cecidio del funicolo nel melone verde PovAH A. H. — Un cancro dei pioppi È — PrIircHARD. F. — Lotta contro la Septoria. Lycopersici . Rivière G. e PicHar G. — La elorosi degli alberi fruttiferi . ‘. RoarK E. W. — La Septoria dei rovi 4 | RoBBINs W. W. — Il mal del mosaico della barbabietola Note pratiche . PAVIA TIPOGRAFIA COOPERATIVA 1922 0 là d perdnosbbii ttdlla vite: la patdte | | e dei lola invece del solfato di rele si “PI può adoperare la sue? PARISE SERIE Pasta Caffaro “che è un preparato di rame, il quale ha la medesima efficacia della poltiglia bordolese. | | Costa merito del solfato di rame ed è di | più semplice preparazione. Esperienze comparative fatte, per /4 vite, dai prof. Sannino e Zago a Broni, e; per de patate, dal prof. Montemartini a Bergamo | 6 Varese, hanno dimostrato che questo composto di rame vale tanto quanto le poltiglie bordolesi meglio preparate. le da as LEI FERRI, MA Sa ba e Rea, i Tia Società del Caffaro ha recentemente messo it commercio anche la POLVERE CAFFARO contenente la stessà percentuale di rame della Pabtà Caffaro. IA La Polvere Caffaro può essere applicata coi co- muni soffietti a solforare ed aderisce meravigliosamente agli organi vegetali. È comodissima per i frutticoltori, gli orticoltori ed i vivaisti. La Pasta e la Polvere Caffàro, devono la loro efficacia al fatto che contengono del rame in forma di ossicloruro. 1 Sono preparate dalla Società elettrica ed elettrochimica del Caffaro (Milano - Via Lovanio, 4), e sì possono acquistare presso tutti i Consorzi agrari atorso nella Federazione italiana dei Consorzi agrari. Anno XII. 1 Agosto 1922. | Num. 5-6. ‘Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL ProFr. LUIGI MONTEMARTINI DIRETTORE DEL LABORATORIO CRITTOGAMICO DI PAVIA Direzione e Amministrazione : Prof. LuiGri MoNTEMARTINI - Pavia e ee —_—— i‘ I‘VWÒ© —r——- 3 __ LAVORI ORIGINALI R. CIFERRI GARD Una rara malattia delle foglie dei susino tnt ne Su pochissime foglie di un susino coltivato, della varietà precoce Lutero Burbanck, rinvenni a Macerata, una rara altera- zione. Essa si mostrava nelle pagine inferiori, con pustuline mi- nutissime, puntiformi, ipofille, come ceròse, e colorate in bianco sporco, prima sparse, poi confluenti al centro in una pustula più grande e un po’ rilevata, circondata da altre pustolette assai minute, pure sparse. In corrispondenza ad esse, nella pagina superiore, si osservavano delle tacche di forma irregolare, bian- cheggianti; la colorazione è tale perchè non vi è più contiguità tra l'epidermide e il sottostante parenchima a palizzata, essendo questa impedita dal micelio fungino. Al microscopio, asportando un poco del materiale fungino si nota una fitta serie di coni- diofori basidiomorfi, assai simili a veri basidi, clavati o rigon- fiati e puntulati all'apice, portanti numerosi conidi jalini, ellittici, Pagina fi che sollevano un poco; è ‘solo all’ epoca dell maturità che l’ epidermide, in corrispondenza del rigonfiamento, si lacera irregolarmente e brevemente, lasciando allo scoperti i basidi già fruttificati, per la disseminazione delle spore. Le pustulette centrali, maggiori, misurano sino a un terzo 0 poco più di millimetro; le altre, assai minute, sono di un decimo di ti millimetro ed anche meno di diametro. Sezionando la foglia in | corrispondenza di una pustola, si osserva abbondantissimo in tutto il parenchima fogliare, ma sopratutto in quello lacunoso, il micelio jalino, septato, spesso come raggomitolato, di 6-8 pw. ; di larghezza, quantunque esso offra scarti notevolissimi, rigofian- dosi qua e là bruscamente per diminuire ancora subitamente, formando così una specie di manicotti, divisi dalle ife da due. septi; il contenuto protoplasmatico è granuloso. Le ife miceliari partono in corrispondenza delle aperture stomatiche della pagina superiore, e si moltiplicano abbondantemente sino a formare uno strato denso, apparentemente continuo e biancastro, rami- Î | ficandosi fittamente, tra l’ epidermide, che sollevano, e il paren- chima a palizzata; poche ife s’infiltrano tra le cellule della. palizzata e penetrano nel parenchima lacunoso, dove si ramifi- cano assai densamente nei vacui intercellulari, giungendo ad isolare le cellule tra di loro, ed alterandole sempre tutte profon- damente. Giunte le ife al limite tra il parenchima lacunoso e l’epidermide della pagina inferiore, si ringonfiano formando i conidiofori. Le foglie, oltre a questa alterazione non ne mostra- vano assolutamente altra, e l’ albero, giovane, era in ottime con- dizioni di vegetazione, fruttificando abbondantemente. Per i caratteri microscopici suscritti il fungo deve classifi- ostroma ch one llianum F es) di bt cui. sore A. Tonelli. Nota lo stesso Prof. Ferraris (?) come la specie sia molto affine al MMicrostroma Platani Eddelbittel et Engelke co da cui in verità è distinta più biologicamente che morfologica- mente, trattandosi di specie parassita; veramente avrei dovuto eseguire colture pure e tentare inoculazioni, ma in parte l’ esi- guità del materiale. ed in parte il ritardo con cui studiai il fungo, me l’impedirono; se si ripresenterà la malattia, spero di | eseguire quest anno ulteriori studi. Vi sarebbero da fare le | osservazioni al riguardo dei conidiofori che rassomigliano tanto ai basidi, da far sorgere il dubbio che, più di una Mucedinea, il fungo sia da ascriversi ai Basidiomiceti, e più precisamente agli Exobasidiali. Manca anche completamente l’ aspetto di una Mucedinea, come si ha per esempio nelle altre specie del ge-. nere (4. album (Desm.) Sacc., M. /uglandis (Bér.) Sace. ecc), poichè qui si mostrano con piccole tacche crostose, e i conidi e = = sono abbondantissimi e come agglutinati tra di loro; così il mi- Hi È i; (7 eil xt celio è fittamente stipato nelle cellule, specie sotto l'epidermide, come si riscontra in molti Exobasidiali, e la maniera di penetra- zione dell’ infezione, il presentarsi della forma di fruttificazione del lato opposto, non è certo comune ai Mucedinei. In complesso offre somiglianze notevoli coll’ Aureobasidium vitis var. album Monte- martini (‘), con cui ha in comune il fatto dell’ essere la specie fo- liicola (oltrechè frutticola), la forma e l’ aspetto generale del fungo, (1) FERRARIS, In Hyphales, FI. Ital Krypt., addenda, pag. 905. (2) FERRARIS, l. c., pag. 906. (è) EppeLBiTTEL v. H. et EnGELKE I., Eine neuer Pilz auf Platanen- blattern, in Mycol. Centralbl., Bd. I, Heft. pagg. 274-277, Jena, 1912. i (4) MONTEMARTINI, Un nuovo micromicete della vite (Aureob. Vit. var album) in Atti Istit. Bot. Un. Pavia, Serie II, Vol. V, pag. 1. che non si osservano nel Micr. Zon. D' altro canto, il genere Micr. si stacca da quel gruppo per i caratteri delle alterazioni E, che produce sulle piante; infatti quelli danno generalmente delle iperplasie (per esempio Z£x. Rhododendri Cram., Ex. Vacciniù (Fuck.) Woron., £x. Vaccinii-Uliginosi Bond., Ex. discoideum Ellis, ecc.) mentre i IZicr. no, oltrechè per altre ragioni secon- darie. L’ opinione dei diversi Autori è varia, in proposito alla USE posizione sistematica; così il Patouillard (') (1900) riunisce nel genere £x. i gen. Aureobas. e Micr., tenendo questo ultimo 9 ‘come sottogenere, mentre più tardi lo stesso autore (1902) (?), considera il genere JI/icr. come uno stato inferiore del genere Helostroma delle Stilbacee, ed il Saccardo (*) dubita che que-. sto gen. sia la forma perfetta, imenomicetica di Mier. Lo i ( Schroter (4) è d’opinione si tratti di un Basidiomicete, e così pure credono il Brefeld e l’ Hennings (?). Briosi e Cavara, a_ vi proposito del JI. a/5um, lo considerano ‘come un Mucedineo, pur notando che potrebbe essere riferito alle Tubercolariee o i alle Stilbee per la forma pseudo-stipitata dei conidiofori, e la disposizione delle spore, acrogene, a verticillo (5), e gli stessi (4) ParovILLARD. Essai taxonomique d. Hymén., Paris, 1900. Re (?) ParouILLARD. Champignons Algero - Tunisiens, in Bull. Soc. Mye. i de France, Tome XVIII, Fasc. I. (3) Saccarpo. Syll. fungorum, Vol XVIII, pag. 630. ; (4) ScHròTER. Die Pilze Schlesiéns, p. 414. st (5) FERRARIS. L. c., pag. 547. (5) Briosi e Cavara. I funghi parassiti delle piante coltivate od utili» Fasc. III e IV, N. 75, Po; il prenere trai Mueedinci, e così pure il n (in Ferraris (4)); Eddelbittel v. H. e Engelke T. (5); studiando il d MM. Platani, sono pure del parere di porlo tra i Mucedinei, ed | i altrettanto ritiene il Prof. Ferraris (°), esaminando le colture pure su patata, dello stesso fungo, eseguite dal Prof. Tonelli, TIA che nota come sulla matrice ricordi un FExobas. e in coltura . una Mucedinea (7). Circa i mezzi di lotta contro quest’alterazione, la esiguità ‘ K f Y | del materiale non mi ha permesso eseguire prove ed accerta- menti diretti; ma, per analogia con altre malattie prodotte dai pr e principalmente col M. /uglanais (Bér.) Sacc. che “SUA . offende il noce, la poltiglia bordolese potrebbe servire bene, Sen non come mezzo di lotta curativo, come preventivo. i In ogni caso sarà immensamente utile il raccogliere e bru-. | ciare immediatamente le foglie che si riscontrassero affette da È tale malattia. In conclusione, nel passare brevemente in rassegna una piccola parte della letteratura sul genere Microstroma, la posi- | zione sistematica di esse è tutt’ altro che certa, e occorreranno . . numerose prove colturali di confronto tra gli Exobas. e i funghi si (4) BriosI e Cavara. l. c. Fasc. XVIII, N. 300. (3) Linpau. In Radenh. Krypt. FL; agi Erster Band, Hyph., I Abth., pag. 17. (3) Saccarpo. l. c. Vol. IV, pag. 9. o (4) FERRARIS. l..c. pag. 547. (5) FERRARIS. l. c. pag. 904-905. i (5) EppELBUTTEL v. H. e EnGELKE I. Eine neuer Pilz auf Platanen- ._blaàttern, in Mycologisch Centralbl., Bd. I, Heft 9, Jena, 1912, pag. 274-279. I Ù (?) ToneLLI. Sul parassitismo della Gnomonia veneta, ecc. in Ann, ._R. Ace. Agric. di Torino, Vol LV, 1913 pag. 14 estratto. A ) se verrà. Monde = sr e RIVISTA Foex E. e DuFRENOY J. — Les principales questions de Pa-. thologie végétale qui ont été discutées devant la Confé- rence de la pomme de terre, tenue a Londre en novem- bre 1921. (Le principali questioni di patologia vegetale di- scusse alla Conferenza della patata, tenuta a Londra nel novembre 1921). (Bu. d. l. Soc. d. Fath. Vég. d. France, Paris, 1922, T.IX, pg. 65-93, con una figura). Sono qui largamente riassunte le relazioni e le monografie | presentate al Congresso di Londra, prima fra esse quella del Pethybridge sopra la peronospora (P4ytophthora infestans), di cui quello studioso ha ottenuto, in coltura pura, le oospore e in confronto alla quale esamina da punti di vista assai interessanti la resistenza ed i cambiamenti di resistenza di certe varietà : p. e. la champion che nelle infezioni assai intense del 1879 ap- pariva come resistente, oggi è tra le più attaccabili. . Si fa poi l’analisi del lavoro del Curtis sopra la galla nera delle patate, dovuta al Syrchytrium endobioticum, contro il quale si stanno cercando in Inghilterra varietà resistenti. Viene riferito pure sopra la galla comune dovuta all’ Vospora scabies, e sopra gli studii del Salaman sulle malattie dette di degenerazione, tra le quali |’ arricciamento, i danni che produce, — la natura infettiva, la distribuzione, la ricerca di varietà resistenti, | i rapporti col ma del mosaico. Da ultimo è riassunta una relazione di W. A. Orton sopra le malattie delle patate negli Stati Uniti. LSM pino, 1922, Anno XIV, 4 SA CERASOLI E. — La poltiglia e la polvere bOrdnict nella lotta | antiperonosporica. (I coltivatore siciliano , Catania, (1922, Anno I, 3 pagine). CrRasoLI E. — Esperienze di lotta contro la peronospora — della vite. (La Meteorologia Pratica, Subiaco, 1922, 2 paro gine). i Mn In queste tre brevi note l’Autore afferma che la poltiglia. | bordolese può essere convenientemente sostituita, nella cura delle | viti, dalla folvere bordolese, un nuovo composto cuprico prepa- Mi “ rato dalla Soczetà per la fabbricazione della polvere bordolese in | Arpino (Caserta). du is: Sostanzialmente questa polvere non è altro che la poltiglia bordolese ridotta, mediante procedimenti speciali, in polvere fina ed impalpabile: la si usa in sospensione nell’ acqua all’ uno per | cento ed è preferibile alla potiglia cuprocalcica perchè di più pronta e sicura preparazione. Secondo l'Autore è anche più eco-. nomica. Li GaporTTo L. — Contro la malattia delle foglie della barba- bietola da zucchero che provoca l’ esagerato sviluppo del ! colletto. (Gazzetta Agraria, Alessandria, 1922, N4y Cona due figure). La Cercospora beticola, causa del vaiolo delle barbabietole, attacca, come è noto , le foglie più esterne di ogni rosetta fo- gliare, forma su di esse macchie cinerine circondate da orlo rosso. bruno, e provoca a lungo andare l’essiccamento e la caduta delle foglie stesse. Una tale caduta anormale di foglie porta sempre. È td si 1 BIO di FERRI Sw { RI SIA di i Consegiieaza un dg pure anormale. dell’: asse de si È L’Autore ha fatto esperienze per vedere se la malattia può I, Pu ti | poltiglia bordolese preparata col frofector, ossia la calce di de- essere efficacemenie combattuta con i sali di rame, adoperando fecazione data dallo zuccherificio di Marengo-Spinetta. I risultati furono soddisfacenti, iniziando le irrorazioni a metà | di giugno e ripetendole di 15 in 15 giorni fino ai primi di set- fa se sa A ii De "RCN x è i » = pi tembre. Sono consigliabili le irroratrici a grande lavoro. L.'M 287, i | GarDp M. — L’apoplexie de la vigne et les tormes résupinées PCI du Fomes ignarius (L.) Fries. (L’apoplessia della vite e La wX le forme contorte del Fomes :0rarius - L. - Fries). (Bull. delSacd. Path. Verdi France, Paris, 1922; Li LX per 22-28, con due figure). im e 0 * ad n a Att Che l’ apoplessia della vite non sia dovuta a un semplice ie | fenomeno di essiccamento in seguito a forte calore si era indotti a pensare pel fatto che essa si presentava frequente nei terreni e nelle annate umide. Il suo modo di diffondersi lasciava intra- | vedere la sua natura parassitaria, e questa opinione era suffra- gata dal fatto che il legno delle viti colpite da apoplessia pre- | sentavasi spesso alterato e decomposto come da forme di Zo- — Iyporus. Il Ravaz emise l’ipotesi si trattasse del Po/yporus ignarius; eg I . altri osservatori hanno raccolto sopra viti colpite lo Sfereum 4zr- __sutum; il Viala ha ottenuto colture pure di Zomes ignarius par- tendo dal micelio isolato dai legni alterati. L’Autore discute qui il valore sistematico del genere orse che comprende forme estroflesse di £07zes, e dallo studio di ‘materiale raccolto da lui deduce che si ea Spal di tali forme, CRE egli ascrive alla paese Fomes nO Ritiene sia un parassita di ferita, la cui azione non si arresta | DIRE. durante l'inverno e i cui effetti, rispetto alla circolazione del- l’acqua, sono resi più sensibili anche per il fatto che la pianta si difende contro di esso formando nei vasi legnosi tilli e resina. E stato notato dal Viala che traccie di acido arsenioso ba- “i stano, nelle colture, ad arrestare la vegetazione del micelio. || L. MONTEMARTINI HopKins E. F. — Studies on the Cercospora leaf spot of bur clover. (Studii sulle macchie fogliari dell’ erba medica dovuti alla Cercospora). (Phytopathology. Washington, 1922, i Vol. 11, pag, 311-318, con due tavole e tre figure). i. Trattasi della Cercospora Medicaginis e dei danni veramente notevoli che essa produce alla Medicago maculata nel South. Ri L’Autore dimostra che il parassita passa da un anno all’al- | tro in forma di micelio nei semi e che lo si deve combattere trattando i semi con soluzioni di formaldeide. L. M. SAS : IÒ 3 i Lea RoARK E. W. — The Septoria leaf spot of Rubus. (Le ©: î i macchie fogliari dei rovi dovute a SERA) (col precedente, | pe pag. 328-333). FEO Lesa qui Fa L’Autore ha studiato la Sepforra Rubi West. e ne descrive te qui la forma ascofora col nome di Mycosphaerella Rubi n. sp. Dà un lungo elenco bibliografico sopra questa specie, e come Onsigha Ta scelta, per ii nuove | piantagioni, jante sane; ; la distruzione delle piante ammalate ; le irrorazioni settimane fino che i IrbtH hanno 1. i due terzi della loro i grossezza. Mec Le specie attaccate sono : PRIDE strigosus, R. parvifiorus, i; R allegheniensis e R. hispidus. PNE, | Line ae MEIER F. C. — Phoma rot ot tomatoes. (Mar- i | ciume dei pomodori dovuto a Phoma) (U. S. Deptm of Agric., Circular 219, Washigton, 1922, 5 pagine e una ta vola). [ig Trattasi del Phoma destructiva che attacca le foglie ed i fusti dei pomodori producendo il seccume, e può attaccare anche i frutti, producendo marciume. Sopra questi ultimi si presenta. Ù però come parassita di ferita, onde è a raccomandarsi di coglierli colla massima cura e non romperli. Si consiglia pure adoperare per l’ esportazione solo materiale | proveniente da campi assolutamente immuni, La malattia riesce dannosa specialmente in California, Cuba, Florida e Messico: fu anche segnalata al Texas, Mississippi ,. Tennessee ed altri stati del nord. LaéMi LINK Ra, e MEIER F. C. — Fusarium tuber rot of po- tatoes. (Marciume dei tuberi di patata dovuto a Fusarium) (col precedente, circular 214, Washinton, 1922, 8 pagine e due tavole). Sono diverse specie di Zusarium (E. radicicola, F, tricho- | thecioides, F. oxysporum), alcune delle quali attaccano anche il con dia comparsa di SE, (a nere, puoi La APPANSGnZA alle ili i tessuti marciscono. zione agraria. PovaH A, H. W. — An attak of poplar canker following | fire injury. (Un attacco di cazcro dei pioppi in seguito al danni dovuti ad incendi) (P/yfopatkology, Washington, 19246) Vol. XI, pg, 157-165, con 3 figure). Trattasi del cazcro dei pioppi dovuto alla Cytosfora chry- già sofferenti per altre cause: mancanza di acqua, condizioni sfavorevoli di vegetazione, potatura troppo forte, ecc. Questo pa- rassita attacca anche diverse specie di Pruz%s, Sambucus, Salix e Sorbus. L’Autore descrive qui alcune forme di caneri su diverse specie di Pofwlus sopra le quali ha fatto anche esperienze di % inoculazioni. Parla della diffusione del parassita in America. Lo Me sosperma, un parassita secondario che si ritiene attacchi le piante | FEIST (SECLSca Ù cia ASI. % += G TO i (9 i Gourn. d. i do Nt MRI. "L Re PURI. 1922, ._T. XXIII, pg. 199-200). Mentre i bruchi dei piselli, delle lenti, delle fave, ecc. depo- | " | sitano le ova sui {gusci in via di formazione, quelli dei fagiuoli ‘si attaccano solo ai semi maturi o vecchi ed a tegumento duro, È o in campagna, o, più spesso, nei granai, dove le generazioni ; (di solito quattro per anno) si succedono senza interruzione, Trattasi del Bruckus obtectus, noto anche coi nomi di 2. irresectus, B. pallidipes, B. Breweri, B. subellipticus, Laria obtecta , Acanthoscelides obtectus. È originario dell’ America. Le sue ova sono bianche ed allungate un po’ a cilindro; | depositate senz’ ordine o isolatamente o in piccoli gruppi ; la du- | rata della loro evoluzione fino a dare l’ insetto adulto varia da | generazione a generazione ed a seconda della temperatura am- | biente, così che è di due mesi nella prima generazione e di quattro in quella che passa l'inverno allo stato larvale. o” L’ Autore raccomanda avere la massima cura di combatterla nei granai. GERÒME J. — Au sujet de la bruche des haricots provenant du Perou. (A proposito del bruco dei fagiuoli proveniente i dal Perù) (col precedente, pg. 200-201). L’Autore mettendo insieme semi di fagiuoli attaccati, semi sani e legumi ancora chiusi, vide che il bruco riesce ad attac- care i semi ancora sani, ma non quelli chiusi nel legume. a Pn (Revista de Agricultura, Comercio e n vabaîo, Habana, . cal marzo 1922, pg. II-12, con 5 ARR: (Aphis may dis Fitch. ), ma anche con questo i ui non ‘fai rono costanti, sì che il problema non è ancora risolto. Esperienze fatte con la Sha maydis, Draeculacephala : mol- | lipes, Kolla herbida, Stenocranus saccharivorus ed altri insetti hanno dato risultato negativo. Circa la trasmissione artificiale della malattia con inocula- | i zione di succo di piante ammalate, da molte esperienze fatte Sì l’Autore conclude che la cosa può certamente farsi ma che vi sono condizioni speciali, per la riuscita dell’ esperienza, le quali non sono ancora ben chiare. TE Lo MoLLiARD M. — Sur un cécidie du funicule chez le Melon. vert de Malte. (Sopra un cecidio del funicolo nel melone. verde di Malta) (Bu. d. 1 Soc. de Path. d. France, ES 1922, T. IX, pg. 42-44). Nell’ interno di frutti di melone di Malta venduti a Parigi ma. provenienti dalla Provenza, l'Autore ha osservato dei tumori che si sviluppano sul funicolo dei semi e talvolta si estendono a questi. Descrive le alterazioni speciali delle cellule. Non ha potuto isolare nessun agente patogeno. Si è chiesto se si ha a che fare con un bacterio portato dal tubo pollinico, dd: ma fin’ ora le colture hanno dato risultato negativo. Li rn mosaico doll Ba FAniCioIa da LetErO) (Phytopatholog: Washington, 1921, Vol. 11, pg. 349-369, con 8 figure). | È malattia da non confondersi coll’arricciamento (curly-t0}), “e caratterizzata specialmente dalla variegatura delle foglie che | può essere o no associata a deformazione. a In questi ultimi anni si è resa assai dannosa negli stati del | Colorado e Nebraska. | Si Ù . Gli afidi sono il principale agente di diffusione di essa. In I° serra il suo periodo di incubazione è di circa 24 giorni, e di Ri: soli 12 a 18 sopra piantine giovani. i ) Il virus può conservare la sua vitalità anche nei silos, ed è si questo il solo modo di propagazione del male da un anno al- Miialtro. Non sappiamo ancora se possa trasmettersi coi semi. Lie di _BeLLAIR G. — Observations sur la resistance de quelques- | —varigtes de pommes de terre.a la sécheresse. (Osserva- zioni sopra la resistenza da alcune varietà di patate alla siccità) (/ourn. d. L. Soc. Nat. d’ Hortic. d. France, Parisi 1922, T. XXIII, pg. 197-199). L’Autore ha osservato che per la siccità eccezionale del 1921 ebbero ad essere meno danneggiate le varietà molto primaticcie le quali riescivano a compiere tutto il loro ciclo prima che so- praggiungessero le giornate più calde ed asciutte, e le varietà assai tardive che riescivano a conservare le loro foglie fino al- l'autunno : in queste ultime è a ritenersi che durante l’ estate . le foglie abbiano continuato ad assimilare ed accumulare mate- ‘emigrare nei tuberi. nelle ultime settimane di vita, ‘in all’ azione delle pioggie. Le varietà estive tua le più SARICREIAO, nersi che abbia potuto avere luogo la formazione, per sintesi i. rofilliana, degli idrati di carbonio, ma che questi non abbiamo. cd potuto emigrare nei tuberi per mancanza di acqua. L. MONTEMARTINI MANARESI A. — Un raro caso di aborto traumatico nelle. È spighe dei cereali. (7! Col/tivatore, Casale Monferrato, 1922, Nr. 12-16, 22 pagine, con 12 figure). Richiamandosi alle due note del Succi e del Lo Priore rias- sunte alle precedenti pagg. 40 e 50 di questa vista, l'Autore di-. mostra che casi di spighe gerocchiate, o uncinate, o rampicate, o incafpucciate si presentano frequenti se la grandine colpisce il frumento quando la spiga è z72 botticella, ossia ancora avvolta nella guaina della foglia superiore: il danno però non è tanto grave in quanto il numero delle cariossidi mancanti nelle spighe che rimangono deformate era (nei casi studiati dall’Autore) solo da 1 a 6 ed era compensato in parte da aumento di peso delle cariossidi stesse. Più dannoso, benchè meno studiato, è l’ aborto di intiere spighette provocato dalla grandine se viene prima, in aprile, e cioè quando le piante cominciano già ad alzarsi ma le spighe sono appena abbozzate. Sono i casi che gli agricoltori tedeschi chiamano con tre distinte parole: Scharfigke:t (intaccatura), Liickigkett (lacunosità) e Za/nigkett (dentellatura), corrispondenti alla diversa distribuzione delle spighette abortite : l'Autore ne de- a A di bi della grandine. Osserva da ultimo che il fenomeno dell’ aborto dei fiori nei Ù primi stadii dello sviluppo, oltre che da grandine e da gelo | tardivo, può essere provocato anche da parassiti animali: Ce: | bhus dygmaeus, I hrips cerealium, Th. rufa, varî afidi, Macrosifhon | granaria, Toxoptera graminum, Contarinia Tritici, Oscinis Frit. li; | L’essiccamento della parte apicale della spiga può poi essere prodotto anche da gas tossici o da eccessiva salsedine del ter- lWreno. L. MONTEMARTINI BROWN W. — Studies in the Physiology of Parasitism. VIII, On the exosmosis of nutrient substanses from the host tissue into the infection drop. (Studî sulla fisiologia del i parassitismo. VIII, Sull’ esosmosi delle sostanze nutrienti dai tessuti della pianta ospite nelle infezioni per goccia). (Ann. È, of Botany, London, 1922, Vol. XXXVI, pg. 100-119) (per altre precedenti note veggasi alla pagina 22 del volume VIII di questa v1st2). L'Autore dimostra che ponendo una goccia di acqua distil- lata sulla superficie di una foglia o di un petalo, essa aumenta ‘a poco a poco la sua conduttività elettrica in confronto all’ acqua | originale o ad altra goccia della medesima acqua posta contem- | poraneamente sopra una lastra di vetro. Insieme alla conduttività elettrica aumenta, specialmente sui "ti petali, la capacità a far germinare delle spore di Zofryés: in alcuni casi invece si ha una diminuzione di tale capacità fino a | rendere impossibile la germinazione. f Con ciò viene indirettamente ad essere provata la di sostanze nutrienti dai tessuti delle piante. ERIKSSON J. — La teoria del micoplasma. Sua importanza È Ri scientifica e sua applicazione pratica. (Ist. Znt. d’Agr. di Roma. - Boll. mensile di inform. agr. e di pat. veg. Roma, 1922, Anno XIII, pg. 269-280, con 4, tavole). dr L’Autore richiama i suoi precedenti studii sopra le rupgini LA dei cereali, quelli già pubblicati e di imminente pubblicazione sopra la ruggine delle malve (Puccinia malvacearum, della quale ha potuto mettere in rilievo l’esistenza di due specie di spore, morfologicamente eguali tra loro, ma diverse pel modo di ger- minare), e quelli sulle peronospore delle patate (Phytophthora. infestans) e degli spinaci (Peronospora Spinaciae). In base a tali studî egli ha già affermato e qui afferma ancora l’esistenza in molti funghi di un sistema vegetativo di natura plasmatica al-. l'interno della pianta ospite, e cioè di una simbiosi tra il plasma del parassita e quello della pianta ospite, simbiosi alla quale egli ha dato il nome di micoplasma. Un tale modo di esistenza potrebbe essere relativamente comune nei funghi parassiti: l'Autore ritiene debba ammettersi in parecchie specie (di cui dà l’elenco) di Puccirzia, nonche nel- l'Uromyces Fabae e U. Alchemillae, nel Cronartium ribicola, nel Phragmidium Potentillae e Ph. subcorticium, nel Coleosporium Campanulae e C. compositarum, nella Chkrysomyra Abietis, nella Melampsora salicina, nella Peronospora Ficariae, nella Sphaero- theca mors-uvae e S. pannosa, nella Microsphaera Evonymi, nella Rhizoctonia violacea, nella Plasmodiofhora Brassicae, nel Colle fotrichum Lindemuthianum ed anche nel mal del mosaico del ta- bacco. Con esperienze fatte contro la rugg7re delle malve, inaffiando ta, senza nuocere in alcun modo alla pianta stessa. io delinea Betania la prospettiva di un nuovo genere di contro le malattie delle L. MONTEMARTINI i F AWCETT H. S. — Some relations of temperature to grouth i and infection in the Citrus scab fungus Cladosporium Citri. (Relazione tra la temperatura di accrescimento e quella di infezione per il Cladosporium Citri causa della . scabbia degli aranci) (Journ. of agricult. research, Washington, ‘1921, T. XXI, pg. 243-253). Dalle esperienze dell'Autore risulta che 1’ infezione delle fo- | glie giovani di Citrus aurantium col Cladosporium Citri riesce pi È ta Ù x F. soltanto all’ umido e ad ‘una temperatura tra 16° e 23° C. A fp pperature più basse o più alte le esperienze di inoculazione . hanno sempre dato risultato negativo. La temperatura SDiGaza . Cistata di 21°.C. i vu — Anche l’ accrescimento delle ife del fungo è massimo a 21° I :, però esso in coltura può continuare fino a 27° ed anche a 32° €. rent varieties of sweet potatoes to decay by KWHizopus È HARTER L. I. e WEIMER J. I. — Susceptibility of the diffe- : È nigricans and Rhizopus tritici. (Suscettibilità delle di- verse varietà di patate dolci ad essere attaccate dal A%izo- M us migricans e Rhizopus Tritici) (Journ. of agricult. re- search, Washington, 1921, Vol. XXII, pg. 511-515. FISIOPATOLOGIA PAINT Benchè il A%izopus nigricans sia considerato come la causa del marciume molle dell’/fomoea bdatatas, pure fu dimostrato che questa può venire attaccata anche dalle seguenti specie: 4%. Tritici, Rh. nodosus, Rh. reflexus, Rh. delemar, Rh. Oryzae, Rh. Maydis, Rh. arrizus e Rh. Artocarti. Perchè l’ infezione avvenga basta tenere le patate alla temperatura più adatta per lo svi- luppo di ognuna di queste specie. L’Autore ha fatto una serie di osservazioni sopra 16 varietà di /fomoea che ha tentato di infettare con AA. r2g7c42ns e con RA. Tritici. Vide che alcune di esse possono venire attaccate da ambedue i parassiti; poche solo dal primo; alcune resistono ad ambedue; altre sono attaccate colla massima facilità. L. MONTEMARTINI. RIvIiÈRE G. e PicHARD G. — La chlorose des arbres fruitiers. Son influence sur la composition chimique des fruits. (La clorosi degli alberi fruttiferi. L’ azione che essa ha sopra la composizione chimica dei frutti) (/ourn. d. 2. Soc. Nat. d’ Hortic. d. France, Paris, 1922, T. XXIII, pg. 192-194). L’ Autore confrontò tra loro frutti di una pianta di pero af- fetta da clorosi con frutti di altra pianta, della medesima varietà, che era stata anch’ essa clorotica ma poi guarita colla cura di cui alla pagina 272 del precedente volume V di questa 7 vista, e coll’introdurre nel tronco alcuni grammi di protosolfato di ferro in polvere. I frutti della pianta guarita contenevano una proporzione maggiore (12,95 per 100 invece di 10,13) di zuccheri, non che di ceneri e di ferro. L. MONTEMARTINI PRITCHARD F. I. e PORTE w. s. — Effect of fertilizers and lime: on control of tomato leaf spot: Septoria Lycopersici. (Azione di fertilizzanti e della calce nella lotta contro le ce ma one fogliari del a Sebtoria Lycoporstà) (Phy: 184% topathology, Washington, 1921, Vol. 11, pg. 433-445, con. tre tavole). » —L’Autore ha esaminato l’ azione delle seguenti sostanze so- | pra lo sviluppo della .Sepforia su pomodori coltivati in vaso: | nitrato di sodio, solfato di potassio, solfato di rame, fosfato acido È e calce spenta all’ aria. Non vide però alcun rapporto tra esse e : la grossezza o il numero delle macchie fogliari, o il numero delle | piante ammalate. $ L. M. . Jonnson J. — The relation of air temperatur to certain plant. diseases. (Relazione tra la temperatura dell’aria e certe | malattie delle piante) (co/ precedente, pg. 446-458, con 3 ta- vole e 2 figure). L’Autore si è valso di apposite camere nelle quali era ac- n curatamente misurata la temperatura e l’ umidità, ed ha studiato | l’azione della temperatura sul #24/ del mosaico e sulla bacteriosi ; fogliare (Bacterium tabacum) del tabacco, non che sulla P%yfo- | phthora infestans delle patate. Ù Vide che la temperatura optimum per il ma/ del mosaico è tra 28° e 30° C, e la massima è a 36°-37° C.: a questa tempe- . ratura le piante ammalate producono foglie normali e le foglie clorotiche acquistano il loro colore; però l’ attività degli enzimi che sono causa del male non diminuisce ed essi sono ancora | capaci di produrre il male. SR b riosi è tra 28° e 32° C.; quella minima è a 15° e la massima a La temperatura optinum per il marciume bacterico o bacte- Wcirca 37° C. 3 Per la Pkytophtora la optimum è a 25° e so al'320 Coda ‘massima a 37° C. L, M. NOTE PRATICHE Da Za Revista Agricola, Mexico, 1922, T. VII: SING Tenor DRGreto ministeriale del 23 marzo 1999. è dichiara 33 N. 30. —- Se liberare le un dalle formiche occorre libero prima. corrosivo: sì avvolge il tronco con una striscia di ovatta fermata cal spago e alta circa 10 cm.; su qaesta fasciatura si avvolge una striscia. È di carta tagliata a frangia nel bordo superiore in modo da formare un. Me piccolo tetto protettore dall'acqua, e infine sopra l'anello di carta si . pone una striscia di tela di 2 a 3 cm. imbevuta di sublimato corrosivo. e annodata in modo che tenga ferma la carta. Dal Bullettino sii Milano 1922. N. 21. — N. Novelli segnala la comparsa in artonte risaie di quantità n; relativamente forte di coppette (Apus cancriformis), piccoli crostacei che A movendosi disturbano il seme in germinazione impedendo alle piccole. li Mm. A N. 10. — L. Gabotto segnala la comparsa, nell’ Astigiano, dell’ oidio ‘dell’ uva spina (Sphaerotheca mors-uvae), 0 oidio bruno. Raccomanda la P distruzione delle poche piante infette e la vigilanza più accurata sulle si altre. i N. 11. — G. Picchio segnala forti deperimenti di vigneti ricostituiti nel comune di Castelnuovo Belbo: sono dovuti al materiale male scelto a adoperato come porta innesto nella ricostituzione. L. Gabotto richiama l’attenzione sopra la anormale cacciata o ger- x . mogliazione presentata quest’ anno da molte viti, forse in seguito all’an- (LL dea n ann PE « damento irregolare della stagione. vi; Per combattere i pidocchi e gli afidi si consigliano irrorazioni con hl pier | infuso di quassio, o con sapone molle di potassio all’uno per 100, o con | estratto di tabacco all’uno e mezzo per 100: le irrorazioni col tabacco ANTI ee — Tecaz vanno fatte quando non v'è sole, o alla sera. A Cuneo, per iniziativa del Comune, si è costituito un consorzio obbligatorio per la distruzione dei maggiolini. L m. Dai Proceedings. of. the third meeting of Mycological Workers di in India. Calcutta, 1921. _ Trai parassiti del frumento viene segnalata anche una Piricularia di e tra quelli del granoturco la Sclerospora Maydlis. Pel riso si dice che la. malattia più donnosa è la nebbia (blast.) dovuta alla Piricularia Oryzae Cavr.: : nel distretto di Bombay riuscì dannoso anche lo Sclerotium purszae Catt. USE structor, nota praticamente col nome di mosca tedesca, Ape e un Metigete. Per (RITBRE CREATO il grillotalpa si consiglia specialmente la dis di terra smossa nc con un colpo di zappa si possono rompere, mettendo allo scoperto le ova che seccano in pochi minuti al sole. | Da L° Agricoltura Bolognese, Bologna, 1922. Per la tentredine delle perine (Hoplocampa brevis), la piccola vespetta 1 che REHOHE essa A le uova nei fiori dei peri e da meli Provoca TVARA e distruggere i frutti infetti prima che le larve ne escano con interrarsi. i 1 Contro la mosca delle ciliegie (Rhagoletis cerasi) non hanno dato nia i sultati sensibili le bacinelle con sostanza avvelenata: bisogna coltivare i le varietà a polpa dura, le quali non sono attaccate. l. m. UNIONE ITALIANA fra Consumatori e Fabbricanti di Concimi e Prodotti Chimici Società Anonima — Capitale Sociale versato L. 60.000.000 Sede in MILANO - Via S. Nicolao, 7 Uffici: FIRENZE, GENOVA e NAPOLI Agenzie: MANTOVA, VICENZA, PISRENDAO — N. 34 stabilimenti sparsi in tutta Italia 77 SL MEPA il AYPE SUPERFOSFATI, SOLFATO di RAME, ZOLFI |. VENTILATI; e tutti gli altri prodotti chimici necessari Î per l’ agricoltura è l’ industria. FERTILINA sale nutritivo per fiori, piante da vaso e da giardino ed in genere per. tutti i vegetali. 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L. — Un oidio delle Cinerarie 2/0//2//2/2 Lao “ NANNIZZI A. — La forma ascofora dell’ Oidium quercinum 5 3 SA TROTPIOR A -- Il seccume degli aghi del Pino domestico : SAI Rivista: | i 5) Barrus F. M. — Antracnosi deo BurkHoLpeR W. H. — Nebbia bacterica dei fagiuoli È z I < JUNGELSON A. — Spighe anormali di granoturco ; 4 È È di MaccionI M. — Resistenza del melo alla Schizoneura : J : si | MarcHat P., Fonx E. — Annali delle Epifizie . 0. 0.0. n ) Morrer S. — La degenerazione delle patate . E 4 Sar AI QuanipR M. e Fopx E. — Le malattie delle patate in Prancia TSI fe Note pratiche . i ; ot i NA OO I s PAVIA TIPOGRA FIA CooPERATIVA 1922 de” ‘Contro la; peronos pora I ‘e dei pomodori, invece. del solfato di ram de può adoperare la | Pasta Caffaro Do ctinea poltiglia. bordolese Costa meno del solfato di rame ed è di | | più semplice preparazione. gie Esperienze comparative fatte, per la vile, | | dai prof. Sannino e Zago a Broni, e, per le | | patate, dal prof. Montemartini a Bergamo e. -B . Varese, hanno dimostrato che questo composto | “di rame vale tanto quanto le poltiglie bordolesi meglio preparate. La Società del Caffaro ha recentemente messo in = commercio anche la POLVERE CAFFARO contenente la stessa percentuale di rame della Pasta Caffaro, x La Polvere Caffaro può essere applicata coi co- muni soffietti a solforare ed aderisce meravigliosamente agli organi vegetali. È comodissima per i frutticoltori, de gli orticoltori ed i vivaisti. La Pasta e la Polvere Caffaro, devono la loro efficacia al fatto che contengono del rame in forma di ossicloruro. Sono preparate dalla Società elettrica ed eletti ‘ochimica’ del Caffaro (Milano - Via Lovanio, 4), e si possono acquistare presso tutti 1 Consorzi agrari federati nella Federazione italiana dei Consorzi agrari. "Gi AR > | Anno XII. 81 Ottobre 1922. Num. 7-8. Rivista di Patologia Vegetale DIRETTA DAL Pror. LUIGI MONTEMARTINI DIRETTORE DEL LABORATORIO CRITTOGAMICO DI PAVIA Direzione e Amministrazione : Prof. Luci MoNTEMARTINI - Pavia LAVORI ORIGINALI ANGELO MANARESI La “ Sphaerotheca mors-Uvae ,, (Schw.) Berk. nell Emilia e agio arr NERE Fra i parassiti crittogamici importati dall’ America, uno dei più dannosi alle coltivazioni di Ribes e specialmente di Uva spina è la Sphaerotheca mors-Uvae, che fu segnalata per la prima volta nell’ Europa durante il 1900, in Irlanda ed in Russia; nel 1904 in Germania; nel 1905 in Scandinavia e in Austria- Ungheria; nel 1906 nel Regno Unito; nel 1910 nel Belgio, e nel 19153 in Francia. Fino a tale anno, l’Italia si era conservata immune; ma nel 1914, ii fungillo fu segnalato nel Pavese, nel 1920-21 nel Novarese, e nel giugno del 1922 ad Asti ed a Casale. Il 4 luglio del corrente anno, avendo dovuto recarmi a Massalombarda (Ravenna), ebbi a rinvenirvi il parassita in pa- rola sulle piante di Uva spina ed anche di Ribes che, in quel fertile territorio, sono abbastanza coltivate onde preparare, coi ‘loro frutti, conserve e marmellate. Esso, però, che, secondo i vari agricoltori da me interpellati, sarebbe apparso da circa Pe; Probabilmente a ciò contribuiscono le seagi misure di lotta seguite dai coltivatori, i quali, dopo la diligente potatura dei PEPMAR CI cespugli, nella quale cercano di asportare tutti i ramoscelli colpiti, li irrorano, durante il riposo invernale, due, tre o quattro volte con soluzioni di polisolfuri o di poltiglia bordolese al 4-5°/,, e tale trattamento ripetono ancora a parecchie io, prese (ma diluendo maggiormente gli anticrittogamici) durante la vegetazione. Dall’ Osservatorio fitopatologico regionale di Bologna, luglio 1922. Dott. G. L. NANGERONI UN OIDIO DELLE CINERARIE Nella seconda metà di Agosto (1922), nell’ Orto Botanico pn di Pavia, ho osservato una infezione di Oidio su molte Cine- | rarie tenute in serra per il loro primo sviluppo, ed abbondan- temente inaffiate. Nessuna pianta esistente in quella serra era. “Api affetta da un qualsiasi Oidio ; abbondante invece nel giardino. il solito Oid. Leucoconium sulle rose, l Erysiphe Polygoni (nelle due forme conidiofora ed ascofora) sul Convol. arvensis infe- | stante e su di un Acanto appena fuori della porta della serra. pa IL’ Oidio in parola attacca le foglie delle cinerarie già al. quanto sviluppate determinando una nebbia bianchiccia para» gonabile a quella prodotta da altre specie di Oidio su piante diverse: caratteristico il distacco del bianco perla sul verde smeraldo delle foglie in piena attività. Le spore misurano 24-29 « 15-17 e si differenziano poco da quelle dell’ O. Leu- coconium delle rose e da quelle del comune Oidio delle Com- posite (Erysiphe Cichoracearum). Ho tentato innesti di O. Leuc., di Erys. Polyg. e di O. Evonimi-Yaponici su foglie di cinerarie ma non ha ottenuto alcun risultato. Neppure ho potuto trovare — laformaascofora: almeno finora. È appunto tale mancanza che mi fa dubitare non trattarsi del solito Erysiphe Cichoracearum . che attacca moltissime Composite. Nel nostro Orto non si ricorda ana simile infezione: ho ? ent] HA i oi AR DIRI È ' RNTUGA E, 4 MI esi) ene} 4 ul iù Ot RESERO ERE Sq ca n « ma da nessuno ebbi accenno d’ infezione di nebbia. . —Rimedio eccellente è lo zolfo: meglio ancora, se N potute salvare tutte le nostre piantine. Pavia, Laboratorio Criltogamico, agosto 1922. ARTURO NANNIZZI NU gr - Sulla forma ascofora dell 0idium quercinum Thiim. | —’L’Oidio della quercia (0idium quercinum Thium.), segna- I lato in provincia di Siena fin dal 1908 ('), vi si è talmente dif- fuso che ormai, può dirsi, non esistono querceti immuni da | questo parassita. La forma ascofora di tale Oidio, per lungo 3 tempo sconosciuta, fu rinvenuta la prima volta in Francia da Arnaud e Foéx nel 1912, che l’identificarono per la Micro- 3) sphaera quercina (Schw.) Burr., erisifacea molto comune in Ame- È rica. In Italia detta forma ascofora è stata scoperta nel 1919 | sulle quercie del bolognese dal prof. Peglion (£) e successiva- cd mente, nel 1920, nei dintorni di Roma dal prof. Peyronel (8). Il prof. Peglion è d’ opinione che la formazione dei peri- teci di Microsphaera sia determinata da bruschi abbassamenti di temperatura, susseguenti ad un lungo periodo di caldo ecce- ( (!) NannNIZZI A., “ L’Oidio delle quercie nel Senese ,,. - Vedetta Agricola, . L n. 17, Siena 1910. (*) PeGLION V., La forma ascofora (Microsphaera quercina) dell’ Oidio della quercia nel bolognese. - In Rend. R. Accad. Lincei, Ser. V, Vol. 28, 2° | sem. pp. 197-198, Roma 1910. Ibidem, in L'Italia Agricola, Vol. 57, pp. 77-78, Piacenza 1920. bo, (3) PerroneL B., La forma ascofora dell’ Oidio della quercia a Roma. | In Le Staz. Sperim. Agrarie, Vol. 54, pp. 5-10, Modena 1921, \ zioni del Peyronel. ‘Per sMoerarini della possibilità di siffatt correlazione, essendosi appunto verificati nel Senese dei not voli abbassamenti di temperatura dopo un lunghissimo periodo di caldo e di siccità, mi sono recato il 20 settembre decorso buccio) formati da Quercus sessiliflora Salisb. che nei precedenti anni e fino alla primavera passata, avevo veduto attaccati cono intensità dall’ Oidio, ma dove non avevo mai osservato lo cio Ra >: ascoforo malgrado le più accurate ricerche. Con mia sorpresa | trovai che sulle foglie della maggior parte dei polloni di quercie. i invase dall’ Oidio si erano sviluppati in grandissima quantità ì dei concettacoli ascofori, che all’ esame microscopico riconobbi appartenere al genere Microsphaera. Estese le ricerche nei e IO ee giorni successivi ad altri querceti e quercie isolate nei din- Ù dr X torni di Siena (Ponte allo Spino, Belriguardo, Vignanone, Le Tolfe), le ho trovate del pari invase dalla forma ascofora. Ho riscontrato infette dall’ Oidio le Quercus sessiliflora Salisb., pe- duncolata Ebrh., Cerris L. ed Ilex L.; però soltanto sulla Q. i; pedunculata si era sviluppata la Microsphaera. i Ora, dai dati metereologici registrati nel R. Orto Botanico | di Siena, si rileva che nel periodo dal 1 al 29 del mese di «Si n agosto del corrente anno 1922, la temperatura notturna non | discese mai sotto i 19° C. sopra zero, mentre si ebbe una media diurna di 4+-29°C. con un massimo, raggiunto più volte, di +32°C. A cominciare dal giorno 30 la temperatura si andò rapidamente abbassando fino ad aversi del minimi notturni tra i 15° e 11°C. e dei massimi diurni tra i 16,5° e i 20°C. Questo brusco rinerudimento di temperatura, culminante verso la metà di settembre, sembrerebbe confermare I’ opinione del Peglion, che cioè la capacità del micelio dell’ Oidio della quercia a produrre gli organi ascofori, costituisca un fenomeno corre- lativo alle vicende climatiche. Nuove osservazioni e opportune | Senza entrare in merito alla dibattuta quistione del ciclo . biologico dell’ Oidio della quercia con la sua forma ascofora, ancora insoluta per la mancanza di adeguate ricerche (culture | e infezioni artificiali, ecc.), mantengo provvisoriamente il nome di Oidium quercinum Thiim. (= 0. quercinum var. gemmiparum | Ferraris) alla forma conidica e quello di Microsphaera quercina. (Schw.) Burr. (= M. extensa Coeke et Peck; M. alphitoides Griff. et Maubl.) alla forma ascofora ('), quantunque il Peyronel sia d’ avviso di ritenere 1’ Oidio della quercia come un’ entità si- Di «stematica distinta dall’ Oidium quercinum di Thiimen, facendo la nuova specie O. gemmiparum (Ferraris) Peyr. pur accet- tando come forma ascofora la Microsphaera quercina (Schw.) Burr. I periteci osservati sul materiale del Senese sono fittamente ‘disseminati alla superficie delle chiazze miceliche dell’ Oidio sulla pagina superiore fogliare ed hanno l’ aspetto di piccoli punti dapprima color giallo arancio, quindi neri, del diametro variabile dai 100 ai 150 mieromillimetri. Sono provvisti di una raggiera periferica di ife fulcranti, in numero da 10 a 20, ia- line, semplici all’ inizio, poscia ramificate all’ estremità in se- guito alla formazione di 2, 3 o 4 brevi suddivisioni dicoto- miche successive. In ogni peritecio ho contato fino ad 8 aschi, per lo più tetraspori, ma non di rado contenenti fino a 6-8 sporidii. La forma e le dimensioni di questi organi concordano più o meno con quelle date dai proff. Peglion e Peyronel. I periteci nascono di solito sulle foglie adulte, ma non è raro (4) CAvaRA F. e PoLLacci G., “I funghi parassiti delle piante colti- vate od utili, - Fasc. XVIII, n. 486, Pavia 1921. PoLLacci G., “ Monografia delle Erysiphaceae italiane ,. In Atti del- V Ist. Bot. dell’ Università di Pavia, Ser. II, Vol. IX, Pavia 1905. Siena, Orto Botanico della R. Università, Ottobre 1922 Pror. A. TROTTER % { | Li - Lon al ecu deg aghi eil gli alti fenomeni palio —_— del Pino domestico (Pinus Pinea L) n Spr % b Non è infrequente nella Campania, specialmente in certe annate, una forma di seccume degli aghi nel Pino da pignoli, il classico ornamento del paesaggio campano; seccume del resto cui le Conifere vanno soggette assai spesso e per cause diverse, fisiche e parassitarie (1). I Io ho potuto notare più volte la malattia nei dintorni di Avellino, ed in certe annate essa vi assume un carattere quasi o epidemico. A primavera inoltrata, gli aghi dei ramoscelli, spe- | cialmente terminali, si mostrano di un colorito verde-pallido, quindi ingialliscono man mano per poi imbrunire, acquistando. da ultimo il colore di foglia secca. Su ogni pianta, numerosi sono i germogli offesi, percui la malattia risulta abbastanza evidente anche se osservata da lontano. Un esame dei ramoscelli ammalati e degli aghi che vi cre- scono, mi ha permesso di constatarvi vari sintomi patologici, più o meno evidenti e diffusi, e cioè: MERCIA (4) Nella regione vesuviana, e specialmente nei Comuni di Resina e Torre del Greco, il Pino da pignoli sì mostra assai sensibile ad un seceume degli aghi dovuto all’ azione delle acque caustiche, determinate dalle ema- nazioni gazose del Vesuvio. È 1 pp NPI procedeni l’apice verso la base degli aghi. i LI 2. - Lievi strozzature del tessuto degli. aghi, od anche lievi colorazioni brune maculiformi, quasi la superficie fosse | stata assoggettata ad una pressione od ammaccatura. o) 3. - Qua e là, emissione dagli aghi di minute goccioline di resina, più di frequente alla base e dentro le guaine. i; 4. - Giallume e disseccamento totale degli aghi e dis- seccamerto precoce delle guaine. LA 5. - Produzioni puntiformi nerastre sulla superficie degli aghi, sulle guaine e talora sulla contigua epidermide del rametto. Tali sintomi, si possono riscontrare più o meno riuniti (con varia intensità) sul medesimo rametto, o su di uno stesso ago, e ci offrono nell’ insieme un quadro patologico abbastanza caratteristico. Soffermiamoci ora a considerare i caratteri da ultimo ricordati, cioè le produzioni puntiformi nerastre, che un esame Di microscopico ci permette di identifi. care per fruttificazioni fungine. Vi ho potuto riconoscere una Pestalozzia ed un Cladosporium. In ambedue, le fruttificazioni si dispon- gono linearmente, sulle foglie, in corrispondenza cioè delle serie lon- gitudinali di aperture stomatiche. Nel- la Pestalozzia, le fruttificazioni lace- rano evidentemente l'epidermide, per cui formano dei cespituli allungati nereggianti (fig. 1), mentre nel Clado- BEOCOCNOLSEZE sporium le ife si fanno strada attra- verso le aperture stomatiche, forman- Fig. 1. Ul avacii SL SIA Frammento di ago con acer- o del tenuissimi grumi, appena per- yuli di Pestalozzia: X 20. Dim e biologici , come meglio dirò, i due fungilli sono dal | riferire rispettivamente alla Pestalozzia Hartigi ed al Clado- sporium Laricis. Pestalozzia Hartigi v. Tubeuf 1888, Beitr. z. Kenntn. d. Baumkrankh. p. 40. i Ho riscontrato questo fungo (che non mi risulta sia stato segnalato da altri in Italia) sui ramoscelli ammalati, ed esclu: sivamente sugli aghi e più di frequente nella loro metà supe- Di _ riore. Vi si mostra visibilmente, in tenui sori longitudinali, | nereggianti, lunghi d’ordinario da 0,5 ad un 1 mm., ora soli- tari, ora più o meno ravvicinati e confluenti. I conidii, sono . sostenuti da peduncoli di assai variabile lunghezza (circa 2 di spessore) ed a maturità assai fragili; sono quadriloculari, ed escluso il peduncolo e le appendici, misurano 15-21 + 8-9,5; i due loculi jalini terminali sono piccolissimi, giacchè i due loculi bruni mediani, sono lunghi da soli 12-16 u; le pareti. loro sono uniformemente spesse, circa 2 pu. Le appendici, assai fragili, sono ordinariamente in numero di 3, divaricate, lunghe 15-25 u, ordinariamente confluenti all’inserzione; quando man- cano, i conidi rassomigliano a quelli di un Coryneum o di una Monochaetia. Sulle Conifere, vivono in Europa circa 13 specie di Pesta- lozzia. Delle quali sono da escludere, per il diverso numero dei loculi, P. funerea Desm., conigena Lév., Rollandi Fautr. e Juniperi Rostr.; per caratteristiche fisiologiche notevolmente diverse, P. mycophaga Vuill., tumefaciens Henn. e Sabinae Fautr. (che differisce anche per i caratteri delle setole); per forma e dimensioni diverse dei conidii, e per qualche carat- tere biologico, P. strobilicola Speg., lignicola Cooke, abietina E Vogl., conorum-piceae Tub. Perciò una identificazione si rende Da specie del resto assai i altini tra Tura La Pestalozzia del Pino da pignoli, differirebbe da ambeda per i conidii non guttulati, almeno nel secco, ma per gli altri caratteri (forma dei conidii, loculi non cuboidei, etc.) meglio ; conviene con P. Hartigi, dalla quale può essere distinta come. $i razza matricale, differenziatasi inoltre sugli aghi, anzichè sulle À corteccie (f. Pini-pineae n.) (1). : Questa forma del Pinus Pinea meglio si accorda con P. Hartigi anche per le sue attitudini parassitarie e patogananti Infatti P. Hartigi è nota quale produttrice di una malattia | Fig. 2. - Acervulo di Pestalozzia Hartigi: X 50. abbastanza diffusa delle giovani piante forestali, distinta col «nome di « Einschniirungskrankheit » ed accolta in buon nu- mero di opere fitopatologiche (*). Comunque, per una ulteriore e più precisa comparazione di questo fungillo del Pino dome- stico, valgano le figure dei conidi che qui riproduco (fig. 2), (4) Un seccume sugli aghi del Pino silvestre, simile al presente, fu con- statato in Francia e fu attribuito a Pestalozzia truncata Lév. Confr. Vincens F., Nécrose des feuilles de Pin due au Pestalozzia truncata Lév. Bull. Soc. de Pathol. végét. de France, t. 5., 1918, pp. 27-81, con 3 fig. (?) TuBeUF v. F., Beitràge z. Kenntn. d. Baumkrankheiten, an. 1888, p. 43 tab. V; Pflanzenkrankheiten 1895, pp. 508-509, fig. 277-279. - HaRTIG R., Lebrb. d. Baumkranlkh., II Aufl. 1889, pp. 122-124, fig. 62-63; Lehrb. d. molto più che quelle già date per P. Hartigi non fanno che | ripotere la figura alquanto schematica eseguita originariamente ) Ù . da TuBEUF. Una nuova figura originale data da LAUBERT ((! (9-3), è riferibile invece ad una nuova sottospecie di P. Hartigi lo (cioè la Betulae Laub.) e presenta, più che il tipo, notevoli analogie con P. truncata Lév. LAuBERT, descrivendo le frut- DO tificazioni di tale varietà, parla senz’ altro di picnidi, dei quali non ho trovato traccia nella forma del Pino. Appena si può notare un sottile stroma, come già accennava TUBEUF, | 0 piuttosto uno strato proligero, risultante da ife jaline, intrec- ciate ed alquanto gelatinizzate, e perciò difficilmente ricono- «scibile al momento in cui i conidi sono maturi. In altre Pesta- si, lozzia, manca invece anche un tale strato stromatico ed i co- i nidi, anche maturi, si presentano visibilmente nella loro ori- | gine diretta da ife vegetative, come ad esempio nella Pesta- lozzia Lupini Sor. illustrata da WAGNER e SORAUER (?). Il micelio della P. Hartigi, negli aghi del Pino domestico, si presenta sottile (circa 2-2,5 u), jalino, molto meno settato, tortuoso e ramificato di quello del Cladosporium, come vedremo, dal quale si differenzia anche per la sua labilità, ed è perciò assai meno facilmente visibile. Cladosporium Laricis Saccardo 1905, Notae Mycologicae, Ser. VI, in Ann. Mycol. 3., n. 6, p. 515. - f. Pini-pineae Sace. et Trotter, in: I funghi dell’Avellinese. Censimento, distribu- zione e note critiche. Avellino 1920, p. 154. 1 Pflanzenkrankh. ete., 1900, pp. 112-114, fig. 98-99. - FiscHER C. E. C., 7 Note on the Biology of Pestalozzia Hartigi Tub. Journ. Econ. Biol. v. 4., 1909, | pp. 72-77, tav. VII. - NEGRR F. W., Krankh. unserer Waldbaiime etc. 1919, p. 176, fig. 147. - SorauRR P., Handb. d. Pflanzenkrankh., III Aufl., 2., Bd. p. 490. (4) LauBert R., Ueber eine Einschnirungskrankheit junger Birken «und die dabei auftretenden Pilze. Ard. K. biol. Anst. f. Land-und Forstwirtsch., «Bd. 5, 1907, pp. 206-212, con 5 fig. (3) WagneR F. u. SorauER P., Die Pestalozzia-Krankheit der Lupinen. — Ztschr. f. Pflanzenkrankh. Bd. 8., 1898, pp. 266-271, tav. V. il quale solo alla data imlicala era stato per Lo prima. i segnalato e descritto sul Larice. Ritengo però che la sua. os stenza PURE pia Larice S00hE essere ben Bue: li i quelle accidentalità facili a verificarsi. Che il fungillo da me rinvenuto sul Pino sia proprio il CI. Laricis Sacc., non vi è da dubitarne, per il controllo fat- tone dallo stesso autore della specie. Solo che sul Pino offre. » $ tenui differenze, più relative agli organi attaccati che ai suoi = 34 caratteri morfologic!. Infatti, mentre sul Larice attacca, ai quanto pare, solo le foglie, sul Pino, attacca estesamente anche le guaine, e talora le limitrofe porzioni dei ramoscelli presso S Fig. 3. - Fruttificazioni di Cladospo- rium Laricis f. Pini-pineae. o 9 la guaina. È poi da osservare che mentre sulle guaine la for- mazione dei conidiofori e la sporificazione si svolgono normal. mente (fig. 3), forse per una più precoce possibilità di infe- zione, sugli aghi invece, solo di raro mi fu dato osservare 44 ‘ N £ mf 1 y f . n che distinto conidioforo, ed il fungo si lascia piuttos matiche, sporgendo alquanto dagli ostioli ed appena differen- I | ziandosi all’ apice (fig. 4 s), ma sopratutto per il carattere dei Fig. 4..- Sezione trasv: di ago, nella sua regione superfi- e ciale: il micelio è diffuso nel parenchima clorofilli- - RO è gero (6) e nello sclerenchima sottoepidermico (a), in s t %, uno stoma infarcito di ife (ingr. circ. X 150). nendo la raccolta degli aghi in momento più opportuno, non sia dato di osservarvi delle fruttificazioni evolute come sulle | meno intensamente il parenchima clorofilligero (fig. 4 DI man ‘patologica di ognuno nel determinare il seccume del Larice (!). invece nei tessuti più interni dell’ ago. È di colorito brunc olivaceo pallido, fortemente tortuoso e ramificato, talora di sposto quasi a reticolo, ed è provvisto di numerosi setti. Le ife sono ora di uniforme spessore (circa 3,5 u), ora lieve: mente rigonfie ai setti (fino a 4,5 p). si Sugli aghi danneggiati dai due fungilli, non ho poli lo. rinvenire alcuna traccia della Meria Laricis Vuill. (= Alle- — scheria Sacc. et Syd. = Hartigiella Syd.), che il SAccARDO pensava potesse essere una forma metagenetica del Cladospo- | DE rium Laricis. In Toscana, i due funghi furono constatati con- | temporaneamente, ma non per questo. se ne è potuto dimostrare pi il rapporto, forse insussistente, nè la particolare influenza ‘Anche per il Pino domestico, senza un ulteriore studio sul modo preciso come la malattia si inizia e sui fenomeni parassitari che vi si associano, non è agevole determinare la. particolare importanza patologica di ognuno dei due fungilli da me constatati sugli aghi affetti dal seccume. Data l’ attitu- dine del Cladosporium di attaccare le guaine, sulle quali, come ho ricordato, la sporificazione avviene almeno più precoce. mente, mentre invece la Pestalozzia attacca solo le foglie e. sopratutto la loro metà apicale, si potrebbe pensare che l infezione del Cladosporium sia primitiva e quella della Pe- - stalozzia secondaria. Tale conclusione non è però fondata su fatti positivi, ma solo su probabilità, ed ulteriori indagini ne potranno dimostrare la consistenza. Io credo vi possa essere anche un altro fattore più gene- (1) FiorI A., Il seccume degli aghi del Larice causato da Cladosporium Larieis Sacc. e Meria Laricis Vuill. Bull. Soc. bot. it. 1912, pp. 307-312, con fig. PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI 99 rale di predisposizione all’ attacco del Cladosporium e della Pestalozzia. Tale fattore potrebbe risiedere nelle gelate inver- nali o primaverili, le quali anche senza offendere da sole i tessuti della pianta, come ritengo, così da produrre dei feno- meni specifici di seccume, potrebbero tuttavia, con un turba- mento delle funzioni nutritive, determinare una condizione di recettività per l’uno o l’altro dei due fungilli, o per ambedue contemporaneamente. Infatti è noto come il Pino domestico sia piuttosto sensibile alle gelate, le quali costituiscono anzi una delle più diffuse avversità per questa pianta ed uno dei fattori di limitazione della sua area colturale. È certo che il seccume qui descritto, è molto più frequente ed accentuato nei Pini che si coltivano ad altitudine più elevata, come avviene nell’Avellinese per i Comuni di Mercogliano ed Ospedaletto, dove possiamo riscontrare delle piante di Pino ad oltre 600 m. s. m.; mentre invece per i dintorni di Avellino si hanno delle altitudini medie intorno ai 300 m. s. m. ed il seccume vi è meno frequente. Che gii abbassamenti di temperatura possano costituire poi una condizione predisponente alle micòsi, è un fatto oramai positivamente accertato ed acquisito alla Patologia generale delle piante. * * Il Pinus Pinea L. è da ritenere quale albero, anzichè im- mune, o resistente alle malattie ('), piuttosto poco noto o poco studiato dal punto di vista fitopatologico, sottraendosi anche alla nostra osservazione causa la sua chioma elevatissima e non tanto facilmente raggiungibile. Infatti nelle opere generali di fitopatologia, e nella stessa (4) Il CortA giustamente osserva (1. c.) che “ l’albero non ha molti ne- mici, ma con ciò non si può dire rustico ,. non è mai ricordato, mentre in esse si parla abissi fusamente di altre Conifere di indole forestale. SE La « Sylloge Fungorum » (vol. XIII p. 852) non registi PCI de ai che cinque fungilli constatati su tale pianta, e tutti probabil Sag nà = mente a comportamento saprofitico. Tale numero rimane inva riato nell’ Opera recentissima dell’ OUDEMANS, e per tale r guardo da considerare come speciale e completa (?). Anzi secondo tale Autore, due dei fungilli indicati in « Sylloge » dovrebbero essere radiati, perchè riferibili ad altra matrice ; ro (Abies alba). (Sono posti tra parentesi quadre nella Nota a l i Anche le opere entomologiche non sono più ricche al riguardo, mancandovi spesso speciali indicazioni riferibili alti Di fa «e C Pino domestico, che si accomuna forse con le altre Conifere. senza distinguerne i reperti ad esso relativi. Qualche notizia. ” riassuntiva appare solo nella Frutticultura del TAMARO (?), nel manualetto di BronDIi e RIGHINI (*) e nell’articolo più recente | del CortA (?), con i quali l’argomento non può intendersi cer- tamente esaurito. i Credo quindi utile, per le ragioni più sopra esposte, di Ki presentare in forma schematica lo stato delle nostre cono- d scenze sulla patologia del Pino domestico, quale mi risulta da | (4) Savasrano L., Patologia arborea applicata. Napoli 1910. (*) OupeMans C. A. J. A. Enumeratio systematica Fungorum, v. 1.; LI 1919, p. 480. — Essi sono: Melanomma ramincola Schw., [Chilonectria sulphurella (De Not.) Sacc., Hydnum Hollii (Schw.) Fr.], Coniosporium atra-. tum Karst. et Miiller., C. fructigenum Cda. (3) Tamaro D., Trattato di Frutticultura. Vol. III : Malattie delle piante da frutto. Milano, Hoepli 1903, vol. di XXXIII -658 pag. con 278 fig. — Le segnalazioni patalogiche del TAMARO, appaiono, per il Pino da pinoli, in — buona parte diverse da quelle contenute presso altri Autori, ma non risulta a quali fonti egli abbia attinto. 109 (4) Bronpr e RicHINI, Il Pino da pinoli. Milano, Hoepli 1910. È, (5) Corta A., Il Pino domestico (Pinus. Pinea L.). L’ Italia Agricola, DA v. 56, 1919, pp. 10-16, 70-80, con fig. ed 1 tav. E Imare la lacuna tuttora esistente per questa pianta nei da tati generali di Fitopatologia. i A - Danni a gemme e germogli. 1. [? Evetria buoliana Schiff... — GinANNI Fr., Istoria ci- vile e naturale delle Pinete ravennati etc., Roma 1774, p. 414. — Le indicazioni del GINANNI sono molto incomplete e perciò tale identificazione, secondo ilo Prof. Silvestri, risulta dubbiosa — Tale insetto è però . dato anche da TAMARO, l. c. p. 312, 578. 2. Evetria resinella L. — Tamaro l. c. p. 815, 578. 83. Cacoma pinitorquum (A. Br.) Wint. — TAMARO, l. c. p. 37, 578. i 4. Myelophilus (Hylesinus) minor Htg. — TAMARO, I. c. 2 p. 356, 578. ; 5. Persistenza della forma giovanile. — Sono qui da ricor- A dare i rami o germogli i quali, assieme agli aghi, ta- Ù lora persistono nelle loro forme giovanili. — Ofr. ta ) L; MastERs, Pflanzen-Teratologie 1886, p. 251; Penzig, Pflanzen-Teratologie II, 1894, p. 496. n Bi Danni ai rami. 1. Bostrychus acuminatus Gyil.. — TAMARO L. c. p. 351, 577. 2. ? Ips (Bostrychus) sexdentatus Boern. — LUNARDONI, Insetti nocivi v. I, 1889, p. 460. SLI RSI RO 1; 3. /Ips (Bostrychus) typographus L. — BIoNDI e du I Il Pino da pinoli. Milano, Hoepli 1910, p. 93. sa du 4. Pityogenes (Bostrychus) chalcographus L. — BIONDI e vu RIGHINI, l. c., p. 93. 5. Hylastes (Hylesinus) ater Payk. — TAMARO, l. c. p. 858, 578; Corta, Il Pino domestico (Pinus Pinea L.), l. c. 6. Myelophilus (Hylesinus) minor Htg. — LUNARDONI, I. c. p. 429, 547; TAMARO, l. c. p. 356, 578. 10. 14: 12. 13. 14. SIA iatale: P. 307. 8. Hylurgus ligniperda Fabr. — TAMARO, Lc. p. 355, È 9. Pissodes notatus Fabr. — BARGAGLI, l. c. P. 137, 325; TAMARO, I. e. p. 375, 578. Pissodes pini L. — BARGAGLI, l. e. p. 132, 325. Cladosporium Laricis Sace. f. Pini-pineae Sace. et Trott. pa Melanomma ramincola Schw. — « Sylloge » L. c.; Nec 1 MANS, l. c. — Probabilmente solo saprofita. di 3 Peridermium oblongisporum Klebh. — TROTTER, Uredi-. si nales p. 372... pi”, dI Peridermium Pini (Willd.) Wall. — BRIOSI e CAVARA | Funghi parassiti n. 320; TROTTER, Uredinales p. 446, — Aecidium Pini var. corticola, TAMARO, L. c. p. sa SARI * Ì. C - Marciume, seccume od altri danni ai tronchi od al Lezrolili Ni LE 2. (0)] . Polyporus mollis (Pers.) Fr. — TAMARO, l. c. p. 55, D77. . Poria vaporaria Fr. — Polyporus vaporarius Fr., TA- | . Coniosporium atratum Karst. et Mill. — OUDEMANS,. Syrex juvencus L. — TAMARO, L c. p. 400, 577. Udi Fomes Hartigi Allesch. — PeTRI L., Contributo allo È. studio delle condizioni di recettività del Pinus Pinea. 3 per la Sphaeropsis necatrix. Ann. R. Ist. Sup. Forest. o naz. v. 2, 1917, Estratto p. 4 e 15. ; . Polyporus (Fomes) annosus Fr. — Sub Trametes radi dl ciperda Htg., Bronpi e RIGHINI, l. e. p. 102, 106; — COTTA Il. c. sa Trametes Pini (Brot.) Fr.: « carie rossa ». — BIONDI e RIGHINI, l. c. p. 102, 106; Corta, I. c. MARO, l. c. p. 57, DI‘. 1. e. — Probabilmente solo saprofita. COTTA, LA c. a leoni alle foglie. È a) Aghi corti e disposti spiralmente. | 1. [Thecodiplosis brachyntera Schw.]. — MastERs, Pflanzen- “i Teratologie 1886, p. 110, fig. 42; MIK, Dipterologische Bi. Miscellen. Wien. Entom. Ztg. t. 5., 1886, p. 102 n. 5; bo. HovarD, Zoocécidies PI. d’Europe ete., t. I, 1908, Mc pi 38 n. BI; | b)Ingiallimento, seccume o rossore degli aghi 9 per opera di funghi. | 1. Cladosporium Laricis Sace. f. Pini-pineae Sace. et Trott. 7: fd. Leptostroma Pinastri (Desm.).. — Tassi F., Origine e_ È sviluppo Leptostromagee etc. Bull. Lab. ed Orto Bot. » Siena t. 6, 1904, pp. 3-124; BIoNDI e RIGHINI, I. c. id p. 109. 3. Pestalozzia Hartigi Tub. f. Pini-pineae Trott. 4. Peridermium Pini (Willd.) Wallr. — Aecidium Pini var. acicola, TAMARO, l. e. p. 37, 578. 0) Danni prodotti da insetti. 3. Noctua (Panolis) griseovariegata Goez. — Noctua pini- perda, TAMARO, l. c. p. 282, 578. 2. Hyloicus (Sphinx) pinastrì L. — TAMARO, l. c. p. 251, 578. 3. Dendrolimus (Lasiochampa) pini L. — TAMARO, l. c. p. 265, 578. 4. Lophyrus Pinì L. — TAMARO, l. c. p. 394, 578. 5. Leucaspis Lòwi Colv. — CEccoNI, I. c. 1916, p. 194; LEONARDI, Monogr. delle Cocciniglie italiane, Portici 1920, p. 135. l 6. Leucaspis pusilla Loew. — LEONARDI, l. e. p. 118. — Anche nei dintorni di Avellino (TROTTER !). DONI, l. e. v. II, 1894, p. 120; Tamaro, l e. p.. sà pai e SANE, Lc. p. Hi SILvESTRI-GRA CECCONI, l. c. p. 39; da G. 8. La sura Germ. — BARGAGLI, Rass. biol. Rin: F - Danni ai frutti od ai semi. È a) Pine « gallerone » e « pagliose ». — Malattia dif- MA 1 fusa nelle pinete del littorale tirrenico, e specialmente in quelle di Migliarino e S. Rossore (Pisa). Consiste. principalmente in una necrosi, parziale o totale, delle squame, quando il cono è giunto al terzo anno di sviluppo, cioè quando è prossimo alla maturazione. | Se l’attacco è precoce, primaverile, tutti i pinoli vanno | perduti, ed allora si hanno le pine « gallerone » o di « galere », se invece è tardivo (settembre-ottobre), G se parte dei pinoli sfugge all’alterazione (pine « pagliose »). i Per taluni, non si tratterebbe delle fasi di una. stessa malattia, ma di due malattie distinte. Le diverse e ea And osservazioni od ipotesi emesse a spiegare la malattia, sono le seguenti: SÒ 1. Pestalozzia sp., sarebbe produttrice della malattia, se- | condo SoLLA R. F. (Ein Tag in Migliarino, in Oesterr. Bot. Ztsch. v. 1889, n. 2); BIONDI e RIGHINI, l. c. p. 110. 2. Trichotecium roseum (Pers.) Link., fungo già notato, in di pine non ammalate, anche da ArcaNGELI G. (Sul Pinus Pinea L. var. fragilis. in Rend. R. Acc. Lincei CI. sc. fis. nat. v. IX, 2° sem. 1900, fasc. 12) ed as- ei PARASSITI VEGETALI ED ANIMALI 105 sieme ad (8) Acladium species e (4) Rhizopus nigri- cans (BronDpI e RIGHINI, l. c. p. 109). BARSALI però ritiene il Trichot. roseum quale produttore della ma- lattia, pur avendovi constatato anche la presenza di (5) Diplodia conigena Desm. e (8) Diplodia pinea (Desm.). Kich. (BARSALI E., Intorno alle pine pagliose, in Boll. Soc. bot. it. 1910, p. 80-83. 7. Sphaeropsis necatrix Petri e Adani. — A tale fungo parassita è da attribuire esclusivamente la malattia, secondo le più recenti ricerche di PETRI L. e ADANI A. (Ricerche sopra una malattia dei coni del Pinus Pinea, Ann. k. Acc. Agricoltura Torino, v. 59., 1916, 23 pag. con 12 fig. ed 1 tav.) e di PerRI L. (Contributo allo studio delle condizioni di recettività del Pinus Pinea per la Sphaeropsis necatrix, in Ann. k. Ist. Sup. Forest. Naz. v. II, 15 pag.). 8. BIioNDI e RIGHINI, l. c., ritengono invece che le pine « gallerone » sieno da attribuire ad un fenomeno di sterilità per mancata fecondazione. b) Altri danni od altri danneggiatori. 1. Coniosporium fructigenum Cda. — Riscontrato sui semi; probabilmente solo saprofita: « Sylloge », OUDEMANS, l. c. 2. Evetria resinella L. — A tale specie è riferibile molto probabilmente, secondo il Prof. F. SILVESTRI, il Le- pidottero illustrato da FR. GINANNI per le pinete del Ravennate (1. c. p. 415, tav. X, fig. 1 (pigna), 2-5 (in- setto). — Anche nei dintorni di Avellino furono da me notati con una certa frequenza dei danni alle pine prossime alla maturazione, dovuti alla presenza di un bruco di Lepidottero. Non avendone potuto ottenere l’ insetto perfetto, mi riesce dubbio se possa trattarsi della stessa Evetria, oppure della Phycis silvestrella L., già riscontrata nei coni di altri Pini. SOA; Was viridis Li —_ l'Pioghio vordo; Box l. c. p. 97; Corna, Liegi de Joglonani dei coni. — PR Pilanzen a logie II, 1894, p. 496. 2. Squame dei coni raddoppiate lateralmente. HS DEL Teoria generale della Fillotassi p. 199; Penzi p. 496. meglio. s 3. Semi germinanti nell’ interno del frutto. — PARLATO Flora ital. IV, p. 37; PenziG, 1. 0. p. 496. bio ‘ao | Portici, R. Scuola Sup. di gs (n di da. sconti settembre 1922. GENERALITÀ - 107 RIVISTA MARCHAL P., Forx E. e Vayssi®RE P. — Annales des Épi- phyties, Tom. VII (Annali delle Epifizie, Tom. VII) (Paris, 1921, 549 pagine, con tavole e figure). È un interessante volume edito per cura del Ministero di Agricoltura di Francia, nella prima parte del quale sono raccolte relazioni ufficiali e disposizioni legislative relative al servizio fi- topatologico durante gli anni 1919 e 1920. Fanno seguito me- morie originali di cui verrà detto nelle pagine seguenti di questa Rivista. Sono raccolte anche le relazioni delle Stazioni di Patologia vegetale o di Entomologia di Parigi, Blois, Bordeaux, Mont- pellier, Menton, Saint-Genis-Laval, Rouen. In ultimo un indice alfabetico di autori, di piante e di pa- rassiti rende molto facile la consultazione del volume. L. M. QUANIER M. e FoEx E. — Mission d'etudes sur les maladies de la pomme de terre en France (Relazione sopra gli studî sulle malattie delle patate in Francia) (mel volume pre- cedente, pg. 267-280). Nella prima parte della relazione, il Quanier, richiamata l’atten- zione sopra l’importanza che ha la coltivazione della patata nei di- versi paesi del mondo e sui danni che si verificano ogni anno in Muaito fanno i governi dei i singoli paesi per la colture trattasi. Nella seconda parte il Foex riassume le osservazioni f: specialmente sul mal del mosaico e sopra la degenerazione, indica i procedimenti da seguirsi nella scelta delle sementi, ne selezione secondo il metodo olandese, nelle introduzioni di 4 rietà nuove. ° ASSE 1921, 2009 pagine, con 8 tavole e 17 figure). lora dannosissima, i Il fungo che ne è la causa, il Co//etotrichum Lindemuthia- num, ha l'accrescimento minimo tra 0° e 4° C. e massimo a circa 22° C., non resiste a temperatura superiore a 34° C. At- tacca tutte le parti della pianta, ma specialmente i legumi ; quando giunge nei tegumenti dei semi può rimanervi allo stato di vita latente anche per due anni. Può attaccare qualche volta anche alcune specie di Dolichos e di Vigna; non attacca altre piante. Se ne conoscono almeno due forme biologiche e vi sono È varietà di fagioli attaccate solo da una, altre colpite solo dal- | l’altra, alcune attaccabili o resistenti egualmente ad ambedue. Sono consigliabili le irrorazioni con poltiglia bordolese. L. MONTEMARTINI onI M. — ‘Resisteni di alcune varietà di melo: LE da UP: Schizoneura lanigera >» (Bull. d. R. Soc. Toscana di of hi sh | ficoltura, Firenze 1922, Anno XLVII, pg. 60-63). In molti anni di osservazioni fatte nel pomario della Scuola lî Pomologia di Firenze dove erano coltivate oltre sessanta va- | rietà di meli, l'Autore ha rilevato che le varietà più attaccate furono le Rerette (Reine des reinettes, Reinette des Carmes, Reinette de Caux, Reinette dorte, Reinette d’ Angleterre, ecc.) pur trovandosi tra esse qualche varietà con sufficiente resistenza si (Reinette grise d° automne, Reinette Vigan e specialmente Rez- ù nette du Canada che si dimostrò quasi immune). Le Ca/vz/le si . dimostrarono debolissime agli attacchi del pidocchio, salvo la Cal | i ville rouge d’ hiver che essa pure si dimostrò quasi immune. Resistentissima si dimostrò la De Sermotse. Nel dare notizia di queste osservazioni e nell’ incoraggiare ad isolare e moltiplicare le piante che si mostrano resistenti, | l'Autore avverte pure che ora la Schizoneura potrà essere debel- lata dall’endofago Af4elnus Mali che fu introdotto dal Del Guercio e che nel pomario della Scuola di Firenze si è dimo- | strato di efficacia sicura. L. MONTEMARTINI. LI | BurkHoLDER W. H. - The bacterial bligt of the bean: a systemic disease. (La nebbia bacterica dei fagioli: una ma- lattia costituzionale) (PAytopathology, 1921, Vol. XI, pag. di 61-69). È una malattia che in questi ultimi anni si è diffusa in tutti gli Stati Uniti ed è talvolta più dannosa della stessa antracnosi. : È dovuta al Bacterium phaseoli, studiato e descritto da E. F. sa AI i d % (O Sulle foglie forma RA, prima FS pallido, poi sec con margine giallastro, assai larghe. Sui legumi, se giovani, duce un marciume; se quasi maturi, dà luogo a macchie simi a quelle dell’ antracnosi. Quando l’ infezione GHIURS ai tegn ‘menti dei semi, può rimanervi allo stato laterale ed è disinfettare i semi ARIAL namente alcuna traccia di malattia e do questo dànn semi infetti. In tali casi l’ agente patogeno è interno, si Simo L nel sistema legnoso senza dar luogo ad alterazioni interne. poi tale acqua su foglie sane, riesce facilmente la riproduzione artificiale della malattia; mentre la cosa riesce meno facilmente adoperando colture pure del bacterio, e ciò perchè forse questo in coltura artificiale perde presto la sua virulenza. L. MONTEMARTINI. | JUNGELSON A. — Sur des épis anormaux de maîs obtenus a la suite du traitement cuivrique de la semence. (Sopra spighe anormali di granoturco ottenute in seguito al trat- tamento delle sementi con sali di rame) (Rev. gén de Bo- E fanique, T. XXIX, Paris, 1917, pg. 244-248 e 261-285). 3 L’ Autore ha constatato che i trattamenti cuprici cui si usa "A sottoporre le sementi dei cereali a scopo di lotta anticrittoga- mica, possono produrre degli avvelenamenti che, oltre manife- starsi con ritardi od anche arresti della germinazione, si espli- cano pure in anomalie di sviluppo delle piante che derivano dai | î semi in tal modo avvelenati. Ta riprodotto ‘anche artificialmente il fenomeno nel i grano: unto di vista pratico si può dire che tendono a scomparire i ratteri specifici delle varietà coltivate. Forse la degenerazione | di certe varietà locali lamentata dagli agricoltori si può spiegare | appunto come effetto dei trattamenti SUONARE RPS applicati. N . i è — _ [occore anche essere questo un fattore naturale di LA L. MONTEMARTINI. LR della patata) (/ourn. d. I Soc. Nat. d’ Hort. . d. France, Paris, 1922, T. XXIII, pg. 263-268, con una. sia figura). I Re: o" La degenerazione della patata può essere dovuta a diverse ft; cause : l’ azione di malattie, quali il mosaico, l’ arricciamento o E leptonecrosi, ed altre; adattamento incompleto delle varietà alle | condizioni di terreno e clima in cui sono coltivate ; impoveri- Mo del terreno ; inch eno della stessa varietà in seguito a continuata moltiplicazione per via vegetativa. è 1 | L’ Autore si occupa in modo speciale di quest’ ultima causa. Non si può non ammettere, secondo lui, che le varietà mi- | gliorate riprodotte soltanto per via asessuale, si deteriorino più È sd RA Feo | © meno presto e finiscano per non essere più coltivabili. IENE NOTE PRATICHE Dal 24 al 29 corrente ottobre, per iniziativa della Camera di Co m- mercio di Cuneo, tu tenuta in Cuneo una Settimana del Castagno nell quale si discussero tutti i problemi tecnici, economici, agrari che sin feriscono al RENI i denti volumi di questa Rivista ; il secondo ricordò gli studi del Briosi è Farneti essi pure già riassunti nei precedenti volumi. Constatata la natura parassitaria della malattia e la esistenza di ai bedue le specie (BI. cambivora e Melanconis perniciosa) cui si volle at- 1 tribuirla, il convegno si trovò concorde nel ritenere si debbano fare esperienze sistematiche per combatterla non essendosi ancora avuto ri- sultati sicuri da nessuno dei mezzi di lotta fin qui proposti. Si consiglia | intanto l'abbattimento sollecito degli alberi ammalati con estirpazione della ceppaia o con disinfezione di essa mediante soluzioni cupriche da spandersi anche sul terreno circostante. a. Si fece voto per la proibizione dell’ esportazione di piantine e ter. riccio di castagno da tutte le aree infette dal male. Dal Giornale di Agricoltura della Domenica, Piacenza 1922. I N. 31. — L. C. Nicola insiste sulla necessità che anche in autunno si si continui o si ripigli la lotta contro le erbe infestanti in risaia allo i scopo di impedire la maturazione dei semi del giavone e di diversi Pa-. o nicum, Ciperus e Carex : occorre tagliare e distruggere le pannocchie di co Lia n | zata, oppure irrorazioni con insetticidi a base di catrame : curare, nei trat- tamenti, la pagina inferiore delle foglie. N. 32. — Viene segnalata la comparsa della Dorifora delle patate in | Francia, nella Gironda, dove ne sono già invasi circa 250 Km. quadrati. Ì un coleottero lungo circa un centimetro, di colore giallo intenso, con 5 linee nere longitudinali su ciascuna elitra: tanto allo stato adulto che ca quello di larva mangia le foglie delle piante. Lo si combatte con irro- razioni con poltiglie all’ arseniato di piombo. OI . Viene pure richiamata l’attenzione degli agricoltori sopra le espe- | rienze fatte in Francia dal Le Moult per distruggere le larve dei mag- | polini colla Isaria densa, un fungo parassita di cui lo studioso francese | spargeva cinque chilogrammi di coltura per ogni ettaro di terreno infe- L i stato dalle larve. \ Da Annales des Épiphytie, Paris, 1921. di | A. Paillot dopo una serie di lunghi esperimenti consiglia, per i trat- pi tamenti misti anticrittogamici ed insetticidi da farsi ai peri ed ai meli, Ip pa seguente miscela: solfato di rame chil. 1; calce grassa idratata in | polvere chil. 3; arseniato di calce secco gr. 300 (o arseniato di calce in | pasta gr. 600), ed acqua 100 litri. Bisogna fare un trattamento prima — della fioritura, uno alla fine di questa quando i petali cadono, ed un terzo | quindici giorni dopo. Durante la fioritura si può invece applicare la se- guente miscela: fegato di zolfo gr. 300 ; arseniato di calcio secco gr. 300; calce grassa idrata in polvere chil. 3; acqua 100 litri. 1; Secondo J. Feytaud, che pure riferisce sopra molte esperienze su di trattamenti misti, l’arseniato di piombo si associa meglio alla poltiglia ‘bordolese che alla miscela zolfo-calcica e ne aumenta la efficacia anche ‘crittogamica. La ticchiolatura e la Carpocapsa pomonella sono vinte con Party Di Da n Conad della Marca” Iressana, Trevis SEO) e sane, si consiglia la forsione o torcitura dei rami, in seguito quale le gemme legnose che stanno nei rami giovani della pianta ] tano fruttifere. La cosa riesce particolarmente facile per i peri. N. 28. — Si richiama 1° attenzione degli agricoltori sui danni che DC sono arrecare i grilli neri alle giovani piantine di ortaggi, granot uri i biatole, di cui rodono le foglie e i germogli. Consiglia la lotta con e cé avvelenata. È utile a tale scopo lo scarto di riso che viene prima. nt con un po’ di olio di oliva e poi mescolato a fosfuro di zinco. | Per combattere le malattie crittogamiche dei peschi si può irrore anche le foglie con soluzioni di solfato di rame purchè dette solu zioni non sieno acide ma neutre. Il Ferragutti consiglia aggiungere alle p tiglie di solfato di rame anche un po’ di solfato ferroso. menti invernali: scortecciamento dei ceppi con guanti metallici, penn i Sì lature degli stessi colla miscella Balbiani (sapone nero Kg. 2; olio di semi Kg. 1,50; petrolio Kg. 1; acqua litri 6); scottatura dei ceppi e de d pali con andua. calda; trattamento con fumi di zolfo. vanno a impigliarsi le pulci che saltano via; oppure irrorazioni con sali. CER arsenicali, da applicarsi però solo alle piante in semenzaio ; è utile anche inaffiare abbondantemente le piante perchè le pulci sono nemiche dee de) da dA Società Anonima —_ Capitale Sociale ientato L. 60.000:000 Sede in MILANO - Via S. 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C. — Nanismo giallo della patate . BaunacKkE \W. — Le anguillule delle barbabietole Brown W. — Sostanze volatili e. germinazione delle spore dei fupalti Canzoni A. — L’ Aonidiella inopinata CarBoNnE D. — Reazioni immunitarie delle sul CrRrasoLI E. — Studio delle poltiglie cupriche CirERRI R. — La carie del pomodoro — — — Un cancro del fico d’ India — —- —. Bacteriosi dell’olivo Crépin CH. — Un oidio della barbabietola , Ducomet V. — Malattia delle foglie plumbee DurréNnoy J. — Malattie del'popone - Tumori di Seqguoja ; } Eriksson J. — Sviluppo della P/ytophthora infestans SIA — Sviluppo della Peronospora "Spinaciae FaEs H. e SraEHELIN M. — Il Coniothyrium diplodiella —_ — —_ — Trattamenti contro la Cockylis — — - e Tonpuz P. — La lotta contro la pero- nospora nel 1921 FEYTAUD:dJ, L’Eudemis e n Coe uylis Forx E. — L’arriceiamento delle patate Harvey.R. B. e WrigHT R. C. — Il gelo e i INTERA, Hopkins E. F. — La nebbia dei tulipani Kasar M. — L’arricciamento della patata Link G. K. K. L’untracnosi del melone è PAVIA TIPOGRAFIA COOPERATIVA 1922 (Continua a pagina seguente). PIARZ d; Marr PF. oi e Link G. Rs ic 2 | Mira G. — Malattia nuova della Sa O AVIO EROE . Mizusawa Y. — Marciume bacterico dello zafferano . ; Tera | MorerTINI A. — I trattamenti cuprici e îl grano |... 0.0, 18 . MunERATI G. — Germinazione del grano nei covoni. . È ita o ire | NicoLAs G. — Nuovo ospite del PhyMosiphon . È ; : : n 123 Orton W. A. e Merer F. — Malattie dei cocomeri . , CONA FT dI6E PrrrET C. — Malattie delle patate c.00 L00000... TO . PryRonEeL B. — Rapporti micorizici tra Fanerogame e Basidiomiceti 3 SE . PourIiers R. — Sulla mosca delle olive . È ; £ È : 128 .Rbenrer R. — La cicadella del pioppo .000.0 0.0... 128° — Riviera — Sulla Sclerotinia libertiana .. GL... . 0,0 120 . Rozinpo Moniz. — Malattia del cavolfiore . : 3 nol : e Lao Sarro K. — I germi dei funghi nell'aria . è - È : È ni, JAR ScHinpLER P. — La cloropicrina come insetticida . ° 2 : nic II SERGENT E. — Nuova malattia delle palme da dattero . x È n 124 . Van LuyK A. — Gloeosporium Tremulae . : : - ; : n 123 VieLiano G. — Sostanze agglutinanti ed emolizzanti nelle piaute . n, 199% Vincens F. — Malattie delle Cinchona . . É ; b TERROR +) WorMmaLD H. — La Sclerotinia cinerea sul pruno 5 è ; 4 n 144 | Note pratiche. è : ; ; ; 5 A 3 A } 4 no 144 on j STABILIMENTO D OrtIcoLTURA È ì na i frate SVARAVATTI | ‘SAONARAÎL I { Padova) | LE PIU BELLE PIANTE s SOA SILE MIGLIORI È | ì SEMENTIE A i È ETTARI di ansi s DIRETTA DAL ProF. LUIGI MONTEMARTINI DIRETTORE DEL LABORATORIO CRITTOGAMICO DI PAVIA Direzione e Amministrazione : Prof. LurGi MONTEMARTINI - Pavia è VAR pi Ba: usa ato NEW via RIVISTA soraNse AL GAanpeES DUuFRÉNOY J. — Les maladies du melon (Le malattie del po- pone) (Annales des Épiphyties, Paris, 1921, T. VII, Pg. 405-420, con 15 figure). L’ Autore descrive a lungo la cosidetta /usariosî o malattia del colletto. Di solito le fusariosi si manifestano con avvizzimento, o con cancri; quella del popone presenta ambedue i caratteri: si è un avvizzimento degli organi aerei provocato da una necrosi cancrenosa degli organi sotterranei. Comincia nelle radicelle o . sulle radici traumatizzate ed è dovuta ad un Fusarium; forse una subvarietà del Z. Solari var. cyanum, ed è sempre accom- pagnata da un bacterio. Provoca gommosi, tillosi e degenera- zione suberosa dei vasi legnosi; iperplasia delle cellule dei raggi midollari e della scorza, avvizzimento della parte aerea della pianta. La lotta va fatta selezionando varietà buone commer- I ciali e resistenti. sg Indipendentemente dalla /usarzosi, il popone presenta poi = diverse altre malattie dovute a bacterii e che sono qui ricordate: for avvizzimento bacterico dei fusti; macchie bacteriche fogliari; 2 avvizzimento dovuto al Bacterium tracheiphilus. vuto a disturbi fisiologici. Finisce un lungo du bibliografico sull’ argomento. — L. M. ORTON W. A. e MEIER F. C. — Diseases of Watermelons | @ (Malattie dei cocomeri) (U. Sì Deptm. of Agricult., Far mer’ s Bull. 1277, Washington, 1922, 31 pagine, con :Zi figure). Gli Autori descrivono le seguenti malattie dei cocomeri: Avvizzimento dovuto al Fusarium niveum, il cui micelio penetra dal terreno nelle radici e si sviluppa nei vasi legnosi impedendo la salita dell’ acqua: lo si deve combattere con oppor- ; tuni drenaggi del terreno, con rotazione agraria, sospendendo le concimazioni con stallatico (che favoriscono lo SvilibLa deri fungo), con selezione di varietà resistenti, Rei Tubercoli radicali (root-knot) dovuti all’ Heterodera radici: 3 JUG Rata cola, che provoca il graduale deperimento delle piante: è ma- lattia comune nei campi dove si coltiva da parecchi anni io cocomero, e va combattuta con una rigorosa rotazione agraria. Gommost che si manifesta specialmente alla base del fusto © ed è in relazione colia Mycosphaerella citrullina, la quale non sempre uccide la pianta e qualche volta può attaccare anche ti frutti: sono da consigliarsi i trattamenti con poltiglia bordolese. Marciume basale, o marciume della parte del frutto che poggia sul terreno, dovuto allo .Sclerofium Rolfsii che può attaccare anche i fusti e che va combattuto con rotazioni agrarie : È Ù bisogna guardarsi dall’ adoperare i semi presi da frutti infetti. o Antracnosi dovuta al Colletotrichum lagenarium, che attacca tutte le parti della pianta ed è la malattia più comune e dan- nosa, da combattersi con selezione e disinfezione dei semi e. con irrorazioni con poltiglia bordolese. d Marciume dell’ estremità che CARA i fritti GIA De d'in- è dovuto ad una Diflodia: i frutti Sono poi brevemente descritte malattie di minore impor- | tanza: macchie fogliari dovute al Macrosforium cucumerinumy; | avvizzimento bacterico dovuto al Bacillus tracheiphilus; perono- spora (Pseudoferonospora cubensis); macchie fogliari dovute fio denutrizione; marciume della parte terminale dei frutti, dovuto | probabilmente all’azione di funghi che invadono tale parte in. | seguito ad incompleta impollinazione. L. MONTEMARTINI PERRET C. — Sur les maladies des pommes de terre (Sopra le malattie delle patate) (4722. 4. Ep:9A., Paris, 1921, T. VII, n; PS- 304-314). Sono osservazioni ed esperienze fatte in diversi anni e ri- petute nel 1920 per giungere alle seguenti conclusioni : 1) nella Loira i deperimenti delle patate si presentano c in tre forme: con accartocciamento delle foglie e leptonecrosi, «| con nanismo e mosaico, con caratteri misti; pi 2) la leptonecrosi ed il mosaico hanno una grande azione ._ nel diminuire la quantità del raccolto, ma non hanno influenza : sensibile sopra la composizione dei tuberi che per altro conten- gono di solito una percentuale minore di sostanza secca ed una maggiore di sostanze azotate ; È 3) la PAytophthora da tre anni non si presenta e ad ogni modo pare non abbia grande importanza nella degenera- zione delle patate; 4) i tuberi delle piante leptonecrosate dànno piante arrie- ciate; pianie apparentemente sane tra altre ammalate dànno tuberi sani e tuberi infetti, sì che si può dire che non esistono piante immunizzate, ma solo piante casualmente sane; le esperienze fatte dall’ Autore hanno dato risultati dubbi devono essere ripetute. Dal punto di vista pratico, l’ Autore raccomanda di ado rare per la riproduzione solo tuberi provenienti da campi che in tutto il corso della vegetazione non abbiano mostrato ma 2) lattie. Crede si debbano fondare stazioni regionali speciali per Si la selezione. pube: i L. MONTEMARTINI | (Giornale di chimica ind. applicata, Milano, 1922, 4 pagine). Contrariamente alla teoria di Villedieu che le poltiglie cui. priche agiscano non per il rame ma per per la semplice solu- zione dei sali aggiunti ai sali di rame (solfato di calcio nelle poltiglie bordolesi e solfato di sodio in quelle borgognone), l’ Autore sostiene che la efficienza perenosporicida delle poltiglie in parola sia dovuta alla maggiore o minore quantità di idrato di rame colloidale che si libera dentro di esse. L. M. CrFERRI R. — La «carie » del pomodoro (Le Staz. Sper. Agr. Italiane, Modena, 1922, Vol. LV, pg. 145-162). Una nota preliminare su questo argomento venne già pub- blicata dall’ Autore alla pagina 65 del precedente volume XI di questa vista. Con una serie di ricerche accurate l’ Autore dimostra ora: che il Phoma Ferraristi protuce sul frutto immaturo del pomodoro una carze secca che lo vuota completamente; nicamente; che nei frutti ammalati si trova spessissimo una Ramularia | (descritta qui come specie nuova col nome di R. Zerrarisit) che | probabilmente è una forma conidica del medesimo fungo; che la infezione ha luogo solo attraverso soluzioni di con- | tinuità dell'epidermide. Per ora la malattia è poco diffusa; è però da consigliarsi in ogni caso la distruzione dei frutti infetti. Di; L. MONTEMARTINI _CIFERRI R. — Su un cancro del fico d’ India (Za Costa Az- e zura Agric.-floreale, Sanremo, 1921, N. 7, 2 pagine). L’ Autore segnala un forte sviluppo di /ky/osticta Opuntiae var. microspora Cav. sopra cladodii di Ofuntia Ficus-indica | | fortemente colpiti da grandine, a Macerata. Il fungo si presentava come un parassita di ferita. L. M. «»_ CRÈEPIN CH. — Un oidium de la Betterave (Un O:dium della BS! barbabietola) (2ull 4. L (Soc. d. ‘Path. Vés. di France, TEN Paris 1922, pg. 118, con I tavola). L’anno scorso a Grignon si è sviluppato sulle barbabietole SA tanto da foraggio che da zucchero, un oidio che ne copriva — ambedue le pagine delle foglie. i Di Notevole la lunghezza dei conidii (40 e fino 50 micr.) che È HSE 4; dei conidii della Microsphaera Betae | che Vahna ha già segnalato fin dal 1902 sopra le barbabieto LU SOI age RL x SRADEGS, | corrisponde alla lunghezza i conidî nell’ oidio di Grignon sono però molto più sottili (da {210 L. M.è; 506 Moro: } f gQ a 13 micr. invece che da 15 a 20). sa VINcENS F. — Maladies des jeunes plantes et champignons microscopiques nouveaux observés sur Cinchona en Indo. chine (Malattie di piante giovani e funghi parassiti nuovi osservati sulle Cizckona in Indocina) (col precedente, pg. 125-133, con 4 figure). Bei Sono descritte 6 specie di micromiceti nuovi trovati sulle Ki È piante di china: PAylosticta Versini, Phlyctaena Cinchonae, Phoma Cinchonae, Dendrophoma Cinchonae, Physalospora Cin- chonae, Guignardia Yersini. L: ME RIVIERA. — Observations sur le Sclerotinia liberticna Fuck. (Osservazioni sopra la .Sclerotinia. Libertiana Fuck.) (col. precedente, pg. 134-137). cd L’ Autore ricorda che il parassita di che trattasi è uno dei più polifagi e dà notizie di attacchi delle seguenti piante da parte di esso: lattuga, melone, piretro. L. M. FaES H. e STAEHELIN M. — La coître de la vigne — Conio- thyrium diplodiella — ou maladie de la gréle (L’ essic- camento dell’ uva dovuto al Corzothyrium diplodiella, o ma- lattia della grandine) (Lausanne, 1922, 14 pagine, con 7 fig.). La malattia di che trattasi ebbe diversi nomi: of vide, ; marciume bianco, ecc. PARASSITI VEGETALI 121 Gli Autori dimostrano che le spore del Cornzothyrium diplo- diella che ne è la causa durano da un anno all’ altro conser- vando la loro virulenza; raccomanda dunque la raccolta e di- struzione col fuoco dei grappoli mummificati rimasti sui tralci dopo la vendemmia. Gli acini del c4asselas non vengono infettati se non in seguito a ferite e sono specialmente le ferite fatte dalla gran- dine quelle che si prestano meglio all’ infezione: queste si ve- rificano in modo più evidente per le seconde grandinate, ed in generale quando al momento delle ferite vi siano già altri acimi sui quali in seguito a ferite anteriori si sieno sviluppati picnidii sporiferi. Le spore del Corzothyrium non germinano nell’ acqua pura, ma solo quando siero messe in soluzioni zuccherine. Con tali soluzioni si riesce al infettare artificialmente anche le foglie. Ly ME FAES H., Tonpuz P. e STAFHELIN M. — La lutte contre le mildiou en 1921 (La lotta contro la peronospora nel 1921) (Lausanne, 1922, 14 pagine). Dopo avere constatato che nei decorsi estati 1920 e 921 e 922 la peronospora non potè avere, causa la siccità, forte svi- luppo, gli Autori dànno notizia di esperienze fatte per combat- terla alla Stazione federale viticola di Losanna, tenendo presente la affermazione recente di Villedieu, il quale da osservazioni di laboratorio credè di potere concludere che la peronospora sa- rebbe combattuta dalla alcatinità o acidità delle poltiglie cupriche, senza che il rame abbia per sè stesso alcuna azione su di essa. Dalle esperienze degli Autori risulta invece che le poltiglie senza rame sono molto meno efficaci che quelle con rame, sì che non può ammettersi che 1’ alcalinità o l’ acidità intrinseca del prodotto sieno i soli fattori attivi nella lotta contro il paras- sita. Una piccola aggiunta di caseina (50 grammi per un etto- va litro di poltiglia, non di più) assicura una forte fissazione del pi rimedio alle foglie ed ai grappoli. & Il rame applicato in forma colloidale ha dato risultati inte- ressanti, che meritano essere ripresi in esame. Li Hopkins E. F. — The Botrytis blight of tulips (La nebbia. dei tulipani dovuta a Botryts) (Cornell Univ. Agric. Exper. Statton, Mem. 45, Ithaca, 1922, 47 pagine, con una tavola e 50 figure). È la malattia che fu già descritta in Italia dal Cavara ed i attribuita alla Botrytis parasitica. Secondo l’ Autore trattasi della Botrytis Tulipae Libert, che attacca foglie e fusto dei tulipani, penetra nei bulbi e sverna in questi allo stato di sclerozio. Ne sono attaccate tutte le varietà, salvo la Barone de la Tonnaye che si mostrò quasi immune. Il parassita fu introdotto in America, probabilmente con | bulbi infetti, verso il principio del secolo. In certe annate ha recato danni del 100 per 100. L’ Autore dimostra qui che la malattia può riprodursi artificialmente. Consiglia la selezione e distruzione dei bulbi infetti. L. MONTEMARTINI. LINK G. K. K. e MEIER F. C. — Anthracnose of Musk-Me- lons (L’arzracnosi del mellone muschiato) (U.S. Deftm. of Agric., Circular 217, Washington, 1922, 4 pagine e una tavola). È una descrizione popolare della malattia dovuta al Colle totrichum lagenarium, che attacca in genere tutte le Cucur. bitacee. ù ne: Compatto) si CORSIA: rotazione di coltura, uso. tolto da frutti. PCS sani, irrorazioni con poltiglia © und ‘I RIPMPID Populi-albae Desm. (Sul CLA Tremulae -- Lib. — Pass. ed il G/. Fogpuli-albae Desm.) (Annales Mycologici, Berlin, 1919, Vol. XVII, pg. 110-113, con I figure). i L’ Autore dimostra che queste due forme non sono che | una medesima specie, e dato il carattere della frequente unione Ji delle spore a mezzo di setti laterali, ne fa una specie nuova di | un genere nuovo: Zifaeosforina Tremulae, della quale sarebbero $ sinonimi anche il G/oeosforium circinans, il Leptothyrium Tre- — mulae e il L. circinans. SA L. M. | NicoLas G. — Un nouvel hòte du Phyllosiphon Kiihn. (Un nuovo ospite del P%y/ostfhon Kihn.) (Compt. rend. d. s. unici a. Sc. de Paris 1922;\T.:175, pg 40747). » _°— L’Autore segnala la presenza del P%yMosthon Arisari A sopra foglie di Arum italicum in Algeria. Dice che non era mai | stato riscontrato sopra tale matrice, e ritiene trattarsi di una i . forma biologica specializzata. Il Phyllosibhon Arisari venne già segnalato sopra foglie È di Arum a Brindisi sin dal 1898 dal Pr. Briosi (Rassegna crit- | togamica pei mesi di aprile-giugno 18.8, in Atti Ist. Bot. di | Povia, Seria 1I, Vol. 6). i L. MONTEMARTINI rocaines (Gola la natura fungina di: una nuova male delle palme da dattero, minacciante le oasi del Maro co. (Compt. rend. d. s. d. l’Ac. d. Sciences d. Paris, 1921, T. “ol pg. 1624-1626). papa probabilmente da Draa (sud-est del Marocco): non si è ancor estesa alle oasi nè di Algeri nè di Tunisi. È caratterizzata dall’ imbiancarsi delle fogliette, donde. di nome arabo col oa viene indicata: «5/odh, che vuol dire al posto della quale non si possono mettere altre palme. X Nat Per il modo di propagarsi, la malattia si deve ritenere di natura parassitaria. Gli Autori hanno infatti isolato, dalle ven ture rosso brune che compaiono sui piccioli sotto le fogliette imbiancate e che denotano una degenerazione gommosa dei fasci librolegnosi, un fungillo che è affine alla Neocosmospora vasinfecta. ja Mentre continuano gli studii sopra questo parassita, è da. consigliarsi la proibizione dell’ esportazione di polloni di palme. dalle oasi infette. L. MONTEMARTINI WORMALD H. — Further studies of the “brown-rot , fungi. hi I, A shoot-wilt and canker of plum trees caused by Sclerotinia cinerea (Ulteriori studii sui funghi del mar. ciume nero. I, Un avvizzimento dei germogli del pruno. dovuto alla Sclerotinia cinerea) (Ann. of Botany, London, X TI 1922, Vol. XXXVI, pg. 305-320, con 2 tavole) (veggansi soi « va: pui 51 del precedente AO X di questa | Rivita) ye Colley. pati poi muoiono e seccano SRRPe aver formato le RARE ui tengono dietro trasudazioni di gomma. La causa del male è la Sclerotinia cinerea (Bon.) Schréter piaghe cancrenose dei rami nell’ inverno e nella primavera / successivi. L’ Autore riuscì a riprodurre artificialmente la malattia. | inoculando nelle foglie conidii ottenuti da culture pure. L. MONTEMARTINI i. Rozinpo MonIiz DA Mara. — Uma doenca da couve-flòr: ì Gloeosporium concentricum - Grev-Berk. et Br.? (Ma- lattia del cavolfiore: G/oeosforium concentricum - Grev.- | Berk. et Br. ?) (Arvista agronomica, Lisbona, 1921, 6 pagine, con una figura). Nella primavera del 1917 molti cavolifiori coltivati nei din- torni di Lisbona presentavano macchie nerastre dalle quali scor- reva un liquido viscoso e fetido. L’ Autore vi trovò il G/oeo- > sporium concentricum, del quale dà qui una diagnosi più com- i; pleta. i L. M. | BAUNACKE W. — Untersuchungen zur Biologie und Bekàmp- È fung des Riibennematoden Meterodera Schachtii Schmidt matodi delle barbabietole , Heterodera Schachtii Sc (Arb. a. d. biol. reichs. land. u. fortstwirisch., Berlin, 192 w Bd. XI, pg. 185-288, con 5 tavole). Di È uno studio monografico e bibliografico sopra queste « an. guillule che infestano i terreni e causano una specie di stanchez de L’ Autore studia particolarmente la formazione delle cisti contro le HS è difficile lottare e posa: ricorrere a coltiva distruggerle insieme alle piante stesse. | CALZONI A. — L’Aonidiella inopinata Leon. nel Reggiano " VO {L'Italia Agricola, Piacenza, 1922, Nr. 10, pg. 364-365, con una tavola). DA L'Autore segnala la comparsa di questo parassita sui peri | A boe: in un frutteto dei dintorni di Reggio Emilia. Consiglia spazzolatura invernale del tronco e dei rami se guita da trattamenti con miscela solfo-calcica, e trattamenti pri- Ù maverili con la stessa miscela diluita o con emulsione di pe- trolio (petrolio greggio litri 10, sapone duro gr. 250, acqua litri 5 : ‘a si scioglie il sapone in acqua bollente e poi, allontanato il reci- Br: piente dal fuoco, si aggiunge il petrolio. Si ottiene così una crema che al momento di essere adoperata va allungata con ‘E 14-16 parti di acqua). Fares H. e STAEHELIN M. — Les traitements contre la Co- chylis — ver de la vigne — en 1921 (I trattamenti contro la Cochylis, o tignuola dell'uva, nel 1921) (Lausanne, 1922, 9 pagine). Sono osservazioni ed esperienze fatte alla Stazione federale viticola di Losanna. enerazione. © Vai Dei In ogni modo secondo gli Autori, i prodotti più raccoman- | dabili nella lotta contro questi insetti sono il sapone al piretro e le poltiglie cupriche nicotinate ; contro la prima generazione è | preferibile il sapone di piretro onde girare la difficoltà di tro- : | vare il momento adatto per le irrorazioni colla nicotina. L. M. nic EZIO < ie nali | ETC J. — Recherches sur l’Eudémis et la Cochylis dans le Bordelais en 1918 et 1919 (Ricerche sopra l’Eudemzis e la Cochylis nel Bordolese nel 1918 e 1919) (Arzrales des Épiphyties, Paris, 1921, T. VII, pg. 323-338). CALO MA n - E a Sono osservazioni fatte in due distinti centri delle campagne 1 di Bordeaux e che dimostrano la grande influenza che esercita sopra lo sviluppo di questi insetti l’ umidità e la temperatura. Le condizioni optimum si hanno tra 16° e 17° C. con un po’ . di umidità; una temperatura sopra i 20° C, specialmente se ac- compagnata da siccità, è di forte ostacolo. Perciò se spesso la | prima generazione (che viene in maggio e giugno) prende forte h sviluppo, non è raro il caso che i calori e la siccità prolungata | dell’estate arrestino la seconda generazione che viene in agosto. i Tanto la Cockylis che l’Eudémis vanno soggette durante | l’inverno a forte mortalità per cause biologiche; la Cockylis ha ‘anche una forte mortalità estiva per cause atmosferiche, perchè il libero sviluppo della sua seconda generazione si ha solamente quando le caratteristiche termiche ed igrometriche dell’ estate Nato dh: sono molto attenuate: con una temperetura bassa ed eccesso di | umidità essa prospera e diventa più numerosa che la prima ge- si nerazione, con le condizioni opposte diminuisce fortemente di «numero. Il periodo più critico nel quale maggiorme sentire sopra la Cochylis tali azioni del clima va dalla me luglio ai SR Sa, ‘di le mortalità sua in inverno, nella RI generazione è sempre numerosa the nella prima. L. MONTEMARTINI. è Linné-Flor. ou Cicadelle du peuplier (Un nemico. si pioppo : /diocerus Populi - L.-Flor., o cicadella del piopi (col precedente, pg. 377-385, con 10 figure). PouTIERS R. e TÙRINETTI L. — Observations biologiques sur la mouche des olives et ses parasites dans la région d So Menton. (Osservazioni biologiche sopra la mosca delle olive — ed i suoi parassiti nella regione di Mentone) (col precedente, A Pg. 391-397). Come ha già osservato il Silvestri nei dintorni di Napoli, gli Autori hanno constatato che anche lungo la riviera di Nizza le prime mosche che si presentano in gennaio possono rimanere e. in vita fino a giugno e cioè fino a quando le nuove ulive hanno raggiunto dimensioni che permettano di deporre in esse le ova Tuttavia la comparsa delle mosche ha luogo specialmente da 4 maggio in avanti, quando cioè le ulive sono già formate, sì che — ua. la percentuale dei frutti infestati aumenta progressivamente dal PARASSITI ANIMALI 129 luglio all’ agosto ed è stata nel 1920 del 44 p. 100 a fine luglio, dell’ 87 circa a metà agosto, e del 95 a fine agosto. I parassiti che si trovano sopra le mosche sono tre: Zx/do- phus longulus, Eupelmus urozonus e Eurytoma rosae : la loro ef: ficacia non è però, dal punto di vista agrario, molto forte. Il Dinarmus dacicida segnalato in Italia, non è stato segnalato a Mentone. Esperienze di lotta fatte col metodo Lotrionte delle capan- nette hanno dato risultati soddisfacenti. Gli Autori hanno con- statato in Toscana i risultati eccellenti ottenuti dal Berlese col metodo delle irrorazioni, e pensano debba studiarsi qualche mo- dificazione per poterlo applicare anche nella Riviera di Nizza dove gli alberi sono tenuti in modo tanto diverso dalla Toscana. L. M. SCHINDLER P. e TROUVELOT B. — Recherches sur 1 emploi de la chloropicrine comme insecticide agricole (Ricerche sopra l’uso della cloropicrina come insetticida in agricol- tura) (col precedente, pg. 398-404). Sono esperiense fatte alla Stazione di Entomologia di Pa- rigi anche allo scopo di trovare un mezzo per disinfettare le piante destinate al commercio internazionale. Gli Autori hanno osservato che le fumigazioni con cloropi- crina a debole dose uccidono in breve periodo le L:9@7:5 du- rante l'inverno senza danneggiare le piante in riposo di melo, cotogno, ecc. Non ne sono invece uccise le Dzasfz5 ed altre coc- ciniglie, anche se si applicano dosi relativamente forti, mentre ne sono danneggiate le piante di rosa e di camelia. Gli aranci sopportano il trattamento, ma i Lecaricum che li infettano resistono essi pure. SANE CIFERRI R. — Sulla bacteriosi dei rami d'olivo. rÈ tore, Casalmonferrato, 1922, Nr. 24, 2 pagine). A. Petriolo (Macerata) alcuni alberi d’ olivo presentavano i ciuffi di foglie dei rametti più piccoli avvizziti; ed il cambio sul quale si inserivano notevolmente imbrunito. Talora si PICS vano livide 6 imbrunite anche larghe chiazze sulla corteccia dei rami più giovani. CireRRI R. — Il marciume delle mele cotogne . ; È : Id. — Note micologiche e fitopatologiche : 1-11 . ; 5 ; Id. — L’antracnosi dello spinacio . ‘ A a - ; ‘ d Id. — Il marciume nero delle zucche . 4 - : : a Id. — Una rara malattia delle foglie del susino PURE ve. Id. — La carie del pomodoro 1 2 È . È È x Id. — Su un cancro del fico d’India . È i 4 ) z CrbpIn Ch. — Un O0idium della barbabietola . : ; i Ducomer V. — Un 0idium delle patate |. {. .° . INDICE PER MATARIA V ERIKSson J. — La teoria del micoplasma. Sua importanza scien- tifica e sua applicazione pratica . 3 } er O 76 IA. — Sviluppo primario della peronospora (Phytophthora in- festans) nella vegetazione della patata . 1140 IA. — Sulla storia dello sviluppo della Peronospora Spinaciae (Grew.) Laub. ; ; 7 5 ; Man (31 FagstT H. e STAEHELIN M. — L’essiccamento dell’uva dovuto al Coniothyrium diplodiella, o malattia della grandine RARI 2; Fars H., Tonpuz P. e StAEHBLIN M. — La lotta contro la pe- ronospora nel 1921 ‘ 5 i PRAIA FawcETT H. S. — Relazione tra la temperatura di accresci- mento e quella di infezione per il Cladosporium Citri causa della scabbia degli aranci . : ; : . ere do FERRARIS T. e CireRRI R. — La Botrytis vulgaris sulle fankie e la sua forma larvata sulle rose : ) 3 eee, 40 Forex E. — Particolarità presentate da un fungo di coltura at- taccato dall’ Hypomyces perniciosus ; 3 I VG 41 Gaportto L. — Contro la malattia delle foglie della barbabie- tola da zucchero che provoca l’esagerato sviluppo del col- letto s ; ; : SIRIA, 66 Garp M. — A proposito della germinazione dei conidii della peronospora della vite: Plasmopara viticola AE 50 Id. — L’apoplessia della vite e le forme contorte del Fomes ignarius (L.) Fries. i " 67 GarpNER M. W. -- La peronospora nelle radici di rapa . pi 08 HartER L. I. e WrimerR J. I — Suscettibilità delle diverse va- rietà di patate dolci ad essere attaccate dal Rhizopus ni- gricans e Rh. Tritici . - i : ; QINIAT (1 Hopkins E. F. — Studii sulle macchie fogliari dell’ erba me- dica dovute alla Cercospora i ; n 68 Id. = La nebbia dei tulipani dovuta a Botrytis . A 3022 KiLLIAN K. — Sopra le. macchie fogliari dei pomodori prodotte dalla Septoria Lycopersici : ; È È a 42 LA1BAcH F. — Ricerche sopra alcune specie di Septoria e la loro capacità di dare forme ascofore: I, II e III, IV. }i 42 Link G. K. K. e MEIER F. C. — Marciume dei pomodori dovuto a Phoma } i ? i ; Ji 69 id. — Marciume dei tuberi di patata dovuto a Fusarium ” 69 Id. — L’antracnosi del melone muschiato 122 Wi SUE (can) “U _ Sul Gloeosporium Tremulae (Lib. DI Pass. e i GI POPulisatoae Des I I VINI Marrri L. — La vaiolatura delle foglie Aelb'achys hypogaea “iDimn. (dovuta a’ /Certasporafi NV NO Nat ATRIA ManaRESI A. — La A mors-Uvae (Schw.) Berk. nel- | Emilia : o î i 5 : : : ; : x Moniz DA Mara R. — Malattia del cavolfiore: Gloesporium con- centricum (Grev.) Berk.'‘et\Br.?. .. 3 : ; SEO MontaLto M. — Sull’Orobanche della fava G/L... NancBRONI G. L. — Un Oidio delle cinerarie LG... Manwnizzi A. — Sulla forma ascofora dell’ Oidium quercinum Thum. i. 3 È } d : . n Pg oa e NicoLas G. — Un nuovo ospite del Phyllosiphon Kiihn. . . PryroneL B. — Nuovi casi di rapporti micorizici tra Basidio- miceti e Fanerogame arboree . x ; : i : 5 Id. - Nuovi casi di rapporti micorizici tra Fanerogame e Ba- sidiomiceti È n Ù s L \ ; n H A SA Id. — Altri nuovi casi di TRDBOLT micorizici tra Fanerogame e Basidiomiceti . È 3 ; È z ì ; È ; PovaH A. H. W. — Un attacco di cancro dei pioppi in seguito a danni dovuti ad incendii . i ; ; MRMPNTO À PritcHARD F. I. e Porte W. S. — Azione di fertilizzanti e della calce nella lotta contro le macchie fogliari del po- modoro : Septoria Lycopersici . È : : $ ; d PurTTEMANS A. — Sopra l’Oidio della Quercia al Brasile . ; Riviera. -- Osservazioni sopra la Sclerotinia Libertiana Fuck. RoARK E. W. — Le macchie fogliari dei rovi dovute a Septoria RoseRrTs J. W. — Pustole sopra prugne del Giappone dovute a Phyllosticta congesta Heald et Wolf i , : î x Ropro G. — Di un saccaromicete del dattero: Zygosaccharo-. mices Cavarae . : 7 - > È 1 i . È Sarto K. — Ricerche sopra i germi di funghi nell’ atmosfera III Comunicazione . : : è : : . Sona SerceEnT E. e Becuer M. — Sopra la natura fungina di una nuova malattia delle palme da dattero, minacciante le oasi del Marocco : È MU : SIRO . Ni Ra TROTTER À. — Intorno al seccume degli aghi ed agli altri fe- nomeni patologici del Pino domestico (Pinus Pinea L.) . moi mo 1 pic io n 59: ni 120) e ” 20 ) i piaz »n » mo 142 INDICE PER MATERIA Vincens F. — Malattie di piante giovani e ‘funghi parassiti nuovi osservati sulle Cinchona in Indocina - Weston W. H. — La presenza della poronospora del frumento negli Stati Uniti ; 4 WormaLp H. -- Ulteriori studii sui funghi del marciume nero. I, Un avvizzimento dei germogli del pruno dovuto alla Sclerotinia cinerea Malattie dovute a parassiti animali. BauNAcKE W. — Ricerche sopra la biologia ed i mezzi di lotta contro i nematodi delle barbabietole, Heterodera Schachtii Schmid. î x BerGEvIN Fr. e ZANON V. -- Danni alla vite in Cirenaica e Tripolitania dovuti a un nuovo Omottero: Chlorita libica n. Sp. : È È Canzoni A. — L’Aonidiella inopinata Leon. nel Reggiano DaLMasso G. — La lotta contro le tignole dell’uva Drecopppr M. — Il maggiolino. Biologia, comparsa, distruzione. Un secolo di lotta organizzata nel Cantone di Zurigo: esperienze recenti i ; È : 5 DRraGHETTI A. — Di un ipertrofia del fiore delia Medicago sativa prodotta dal fitoparassitismo di un insetto Cecidomydae Fars H. e STAEHELIN M. — I trattamenti contro la Cochylis o tiguola dell’uva, nel 1921 ì . È È : FerrtAUuD J. — Ricerche sopra l’Eudemis e la Cochylis nel Bor- dolese nel 1918 e 1919 REINA GeròME J. — A proposito del bruco dei fagiuoli proveniente dal Perù : È a LHoste L. — Il bruco dei fagiuoli . : 5 . MaccioniI M. — Resistenza di alcune varietà di melo alla Schs- zoneura lanigera } È PicHarD F. — Sopra due scolitidi degli alberi fruttiferi . Pouriers R. e TurInETTI L. — Osservazioni biologiche sopra la mosca delle olive ed i suoi parassiti nella regione di Mentone ) A ; $ i, i - é PurTTEMANS A. — Osservazioni sulla biologia del Tylenchus de- vaslatrie Kihn. . Pag. Pag. VII 120 21 124 125 21 126 22 24 d4 126 127 T1 1 109 45 128 45 VIII | INDICE PER MATERIA. RéGnIER R. — Un nemico del pioppo: Jdrocerus Populi (L.) Flor., o cicadella del pioppo . : : ; ScHINDLER P. e TRouveLoT B. — Ricerche sopra l’uso della cloropicrina come insetticida in agricoltura . È : TRrorTER A. — Intorno al seccume degli aghi ed agli altri fe- nomeni patologici del Pino domestico (Pinus Pinea L.) VayssiERE P. — La Cecidomia delle violette: Perrisia affinis Kieffer . Malattie dovute a bacteri. BurKxHoLDpeR W. H. — La nebbia bacterica dei fagiuoli: una malattia costituzionale * È CireRRI R. — Sulla bacteriosi dei rami d’olivo . DurréENoy J. — Tumori di Sequoja sempervirens FERRARIS T. e CrreRRI R. — Una batteriosi delle giovani pere GeRrRETSEN G. C. — I bacteri del gruppo Col aerogeni come agenti patogeni per le piante . i Levine M. — Studii sul cancro delle piante. Modo di compor- tarsi dol crown-gall sopra l’ albero della gomma elastica: Ficus elastica 5 - . . x » : È Manzoni L. — Una causa bacterica dell’ incappuciamento del trifoglio pratense È ; MEIER F. C. e Link G. K. K. — Macchie bacteriche sopra i cetriuoli ; x n : 1 É 3 Mièe E. — Sopra una malattia della patata osservata al Ma- rocco : MizusawA Y. — Un marciume bacterico dello zafferano Malattie dovute ad agenti atmosferici. BeLLAIR G. — Osservazioni sopra la resistenza di alcune va- rietà di patate alla siccità ; : : Harwey R. B. e WriGHT R. C. — Alterazioni di pomodori do- vute a gelo . N : È : 5 > ) È MANARESI A. — Un raro caso di aborto traumatico nelle spighe dei cereali no ASSE n Sa a 308 Pag. 109 si OI n 50 ni 46 G 47 P 47 si o ja e dae ROGE sE Pag. 73 pi 198 | covoni a ERA di pioggie che accompagnano o seguono la mietitura . È È 5 È n i 3 3 3 CSI (ri [9%] I Malattie dovute ad agenti chimici. TUNGELSON A. — Sopra spighe anormali di granoturco ottenute in seguito al trattamento delle sementi con sali di rame . Pag. 110 MoRrETTINI A. — Influenza dei trattamenti cuprici sulla pro- Mi attività del frumento i i. RI i 0 n RE CE Malattie dovute ad azioni traumatiche. a | |_°—Manarzsi A. — Un raro caso di aborto tranmatico nelle spighe dei cereali . È ‘ x 3 ; ; ) . a . Pag. 4 Malattie d’ indole fisiologica. Pa: | Morrer S. — La degenerazione della patata . 3 È «Pag. 111 E pr A. — Una nuova malattia della vite: lo strappa- | mento dei peduncoli . : È ; 9 A : : Sg 48 é Rivibre G. e PicHarD G. — La clorosi degli alberi. L’ azione che essa ha sopra la composizione chimica dei frutti To 78 Malattie d' indole incerta. ni | Barrus M. F. e CarspP C. €. — Nanismo giallo delle patate Pag. 135 . BruUNER S. C. — Sopra la trasmissione del ma? del mosaico nella canna da zucchero . i: . s , - y pig e 72 i D'IppoLito:G. — Sulle cause probabili che producono la steri- "i ibiszaalle piante; du:ffumento 00) lp Re RR . DucomeTt V. — La resinosi del topinambur È : ì Apa 48 Ò Id. — Malattia delle foglie piumbee =... . 0. n 185 Fopx E. — La malattia dell’arricciamento delle patate . RM Kasar M. — Osservazioni ed esperienze sopra l’arricciamento della patata irlandese nel Giappone , È : 1 AE ARE EEA PIA SIMISANI dir i N MERA Tu" n e LL pi Tie pi Dn si io LopriorE G. — Spighe ginocchiate e pighe bifide di frumento. | MoLLiarp M. — Sopra un cecidio del funicolo nel melone. re verde di Malta .—.. . È x K ù ; ; È Ii ag PeGLION V. — La degenerazione e rigenerazione della patata Rivigre G. e PicHaRD G. — Contribuzione allo studio delle mele dette vetrose i 5 : 3 5 È : A at RoBBINns W. W. — Il mal del mosaico della barbabietola da i hi FUECHONO!:)' i TE SZ A ETRO] Tr N Succi A. — A proposito di spighe di frumento ginocchiate . » Fisiopatologia. Aumior J. — Sopra il perfezionamento della patata e la sua resistenza alle malattie Lv. 0... Lo a A BeLLAIR G. — Osservazioni sopra la resistenza di alcune va- he : rietà di patate alla siccità ; : - RT E STA “0 BLaRINGHEM L. — Nota sopra il ma? bianco delle quercie Amigo" 5a Brown W. — Sulla fisiologia del parassitismo. VIII, Sull’esos- » mosi delle sostanze nutrienti dai tessuti della pianta ospite O. nelle ‘infezioni’ per goccia bi. LU i ar Id. — Studii sulla fisiologia del parassitismo. IX, L’azione delle pit sostanze volatili provenienti dai tessuti vegetali sopra la a: germinazione delle spore dei funghi... 0.0.0 .0n 138. È ; CarBonE D. — Studii sulle reazioni immunitarie delle piante n Teri Na FawcET H. S. — Relazione tra la temperatura di accrescimento pi e quella di infezione per il Cladosporium Citri causa della © scabbia degli aramei ta fl et ii Lu o ErIKsson J. -— La teoria del micoplasma. Sua importanza scien- | tifica e sua applicazione pratica . : 2 i 5 : Id. — Sviluppo primario della peronospora (Phytophthora in- festans) nella vegetazione della patata . ; È è È Id. — Sulla storia dello sviluppo della Peronospora Spinaciae (Grew.) Laub. . ° : . A ; Y . NRE Jogxnson J. — Relazione tra la temperatura dell’ aria e certe malattie delle piante . È È + È y : A . Garp M. — A proposito della germinazione dei conidii della peronospora della vite: Plasmopara viticola 2 ° : GarpNER M. W. — La peronospora nelle radici di rapa . : INDICE PER MATERIA HartER L. I. e Warmpr J. I. — Suscettibilità delle diverse varietà di patate dolci ad essere attaccate dal Rhyzopus nigricans e Rh. Tritici ; 2 . Ù PrYRoNEL B. — Nuovi casi di rapporti micorizici tra Basidio- miceti e Fanerogame arboree . Id. — Nuovi casi di rapporti micorizici tra Fanerogame e Ba- sidiomiceti Id. — Altri nuovi casi di rapporti micorizici tra Fanerogame e Basidiomiceti ; x S O PritcHARD F. J. — Sviluppo di pomodori resistenti all’ avviz- zimento ‘ . : 7 : i PrITcHARD F.I. e PortE W. S. — Azione di fertilizzanti e della calce nella lotta contro le macchie fogliari del pomodoro: Septoria Lycopersici . a 5 î PuTTEMANS A. — Sopra l’ oidio della quercia al Brasile RivièRre G. e PrcHarD G. — La clorosi degli alberi fruttiferi. L’azione che essa ha sopra la composizione chimica dei frutti . È È È Sarto R. — Ricerche sopra i germi di funghi nell’ atmosfera. III* Comunicazione 3 i 5 x È ViaLiano G. — Sulla presenza nelle piante di sostanze agglu- tunanti, precipitanti, emolizzanti ed entiemolitiche XI 142 51 18 52 18 142 139 NoTE PRATICHE . È È j 1 ; . Pag. 31. 54, 80, 112, 144. Abete, bosrici 144 Chrysomyxa Abietis 76 funghi parassiti 33 insetti parassiti 33 Ips typographus 144 Pityogenes Malcographus 144 Pityophthorus micrographus 144 Rhabdospora pithyophila 38 Acero, Acrothecium capitulatum, 37 “antracnosi 37 Gloeosporium campestre 37 Helminthosporium appendicu- latum 37 Mycosphaerella latebrosa 43 Phyllosticta sp. 36 : platanoides 43 Rhytisma acerinum 37 Septoria sp. 43 È Aceris 43 Aethusa, Septoria Petroselini 43 Aglio, Botrytis cinerea 138 Agrumi, Penicillium crustaceum 15, 16 Albicocco, Scolytus amygdali 45 SI rugulosus 45 Aquilegia, Phyllosticta acquilegi- cola 37 Arachide, Cercospora Arachidis 9 Arachide v. macrospora 10 Cercospora personata, 9 vaiolatura 7 3 y Arancio, Aleurocantus Woglun ( 145 000 antracnosi 57. e Cladosporium Citrìi TT Gloeosporium Psidii 57 Lecanium 129 mosca prieta 145 pinta 57 + AV scabbia 77 oa Arum, Phyllosiphon Arisart 9. Avellano, micoriza 142 ; Aucuba, Phyllosticta aucubicola 87 Barbabietola, arricciamento 73. Cercospora beticola 5, 66 curly-top 73 grilli neri 114 Heterodera Schachtii 195 Lita ucellatella 55 mal del mosaico 73 Microsphaera Betae 120 nematodi 125 Oidium sp. 119 Phoma 5 Batata, RAyzopus sp. 78 "a nigricans Ti. si Tritici T1 v 1) ris, Leptosphaeria coniothy- micoriza 142 38 amelia, Diaspis 129 . Canape, orobanche 20 Canna da zucchero, Aphis maydis 72 Aspergillus flavus 57 Bacterium Coli 47 Cryptolaemus montrouzieri 57 mal del mosaico 72 Polistes carnifex 57 » lineata 57 Pseudococcus calceolariae 57 n sacchari 57 Stenocranus saccharivorus 72 vermi bianchi, 57 Castagno, basidiomiceti micorizici I 51 Blepharospora cambivora 112 funghi parassiti 33 insetti parassiti 33 malattia dell’inchiostro 112 malattie diverse 112 Melanconis perniciosa 112 micoriza 142 A Penicillium crustaceum 15 | Cavolfiore, Altica 114 Gtoeosporium concentricum 125 | pulce 114 lepidotteri 58 By Phoma lingam 58 | Plasmodiophora Brassicae 76 | Cercis, Pestalozzia siliquastris 38 der alluna, Leptostromella hysterioides I hia Cetrinolo, Bacterium lachrymans 132 ) macchie bacteriche 131 VANO Chenopodiacee, Peronospora effusa. 141 | i Chenopodium, Chloropisca glabra 32 Pemphigus Betae 32 Ciliegio, mosca 82 Rhagoletis cerasi 82 Scolytus rugulosus 45 Cinchona, Dendrophoma Cinchonae 120 Guignardia Yersinii 120 Phlyctaena Cinchonae 120 Phoma Cinchonae 120 Phyllosticta Yersini 120 Physalospora Cinchone 120 Cineraria, Oidium sp. 85 Cipresso, cancro 57 Pestalozza Hartigii 57 Citrus, Cladosporium. Citri 77 Cocomero, anguillule 116 antracnosi 116 avvizzimento 116 Bacillus tracheiphilus 117 Colletotrichum lagenarium 116 Fusarlum niveum 116 gommosi 116 Heterodera radicicola 116 Macrosporium cucumerinum 117 malattie diverse 116 marciume basale 116 marciume dell’estremità 117 Mycosphaerella citrullina 116 peronospora 117 Pseudoperonospora cubensis117 Sclerotium Rolfsii 116 tubercoli radicali 116 Convolvolo, Erysiphe polygoni 85 Cotogno, Chromosporium Maydis 14 Liparis 129 marciume 12 Penicillium atranenti 14 da crustaceum 13, 15 Sporisorium Maydis 14 Cotone, Anthonomus grandis, 57 Pectinophora gossypiella 80 Platyedra gossypiella 80 verme 80 Crataegus, Gymmosporanginm sp. DI i Cydonia, Phyllosticta Cydoniae 37 vulgaris 37 Dattero, Neocosmospora vasinfecta 124 Zygosaccharomyces Cavarae 20 Dolichos, Colletotrichum Lindemu- thianum 108 Erba medica, anguilluie 45 Cecidomya sp. 44 Cercospora Medicaginie 68 cuscuta 39 Eucalipto, Botrytis cinerea 138 Evonimo, Microsphaera Evonymi 76 Faggio, basidiomiceti micorizici 51 funghi parassiti 33 insetti parassiti 33 micoriza 142 Fagiuolo Acanthoscelides obtectus 71 antracnosi 108 Bacterium phaseoli 109 Ra dn) TIE SIE bruchi 71 num 76, 108 Laria obtecta 71 nebbia 109 Fava, Cercospora zonata 8 orobanche 20 Uromyces Fabae 76 Fico d’India, cancro 119 i RI IPOEA RE ani 119. ciens 47 crown-gall 47 Si Finocchio, Diplodia Maitiroliana! Pai Stachybotrys Voglini 38 Frumento, carie 146 A germinazione in spighe 133 lesioni di trebbiatura 146 peronospora 21 Piricularia sp. 81 3 Sclerospora macrospora 21 spighe bifide 50 Si spighe ginocchiate 28, 49, 50 sterilità 28 trattamenti cuprici 134 Funkia, Botrytis vulgaris 40 Gelso, Diaspis pentagona 32 Prospaltella Berlesei 32 Giacinto, Bacterium Coli 47 Îi hyacinthi aT marciume 47 Grano, afidi 75 allettamento 56 Cephus pygmaeus 75 Contarinia Tritici 75 incappucciamento 74 \ INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE xv Macrosyhon granaria 75 Oxinis Frit 75 spighe ginocchiate 74 Thrips cerealium 75 Ma uranio Toxoptera graminum 75 Granoturco, Aspergillus avus-May- dis 37 avvelenamento per rame 110 grilli neri 114 Penicillium crustaceum 15 Sclerospora Maydis 81 spighe anormali 110 Hemerocallis, Botrytis vulgaris 41 Knautia, Septoria scabiosicola 43 Larice, basidiomiceti micorizici bl micoriza 142 Lattuga, Sclerotinia Libertiana 120 Lauroceraso, Scolitus amygdali 45 n rugulosus 45 Lotus, Cecidomya Loti 44 Malva, Puccinia malvacearum 76 ruggine 76 Mandarino, Cytosporina cltriperda 34 Melagrano, Dothiorella Sanninii 37 Melo, afide lanigero 145 Aphelinus Mali 56 Bolrytis cinerea 138 Carpocapsa 55 Carpocapsa pomonella 113 Colletotrichum sp. 138 foglie argentee 135 foglie plumbee 135 Fusarium Mali 37 Liparis 129 mele vetrose 49 Schizoneura lanigera 56, 109 Stereum purpureum 136 ticchiolatura 113 Trichothecium candidum 32 Melone, antracnosi 122 Colletotrichum Lagenarium 122 Sclerotinia Libertiana 120 Nocciolo, basidiomiceti micorizici 51 Olivo, bacteriosi dei rami 130 Bacterium Olivae 130 Dinarmus dacicida 129 Eulophus longulus 129 Lupelmus urozonus 129 mosca olearia 32, 54, 128 Olmo, Isaria micromegala ulmicola 38 Palma, Neocosmospora vasinfecta 124 Patata, accartocciamento foglie 29 annerimento del piede 19 arricciamento 19, 65, 111, 136, 137 Bacillus atrosepticus 19 Botrytis cinerea 138 Chrysophlictis endobiotica 19 degenorazione 29, 108, 111 deperimento 117 dorifora 1183 Erysiphe Polygoni 41 filosità 29 Fusarium 0xysporum 69 Fusarium radicicola 69 i trichothecioides 69 galla nera 19, 65 Hypochnus Sotani 19 leptonecrosi 29, 111, 117 malattia del Marocco 132 malattie diverse 19, 65, 107, 117 mal del mosaico 129. 29, 65, 108, 13h: marciume 69 nanismo giallo 135 necrosi del libro 19 Oidium sp. 4l Oospora scabies 65 peronospora 19, 65 76, 140, 146 Phytophthora infestans 65, 76, 79, 117, 140 resistenza a malattie 137 Rhizoctonia 19, 57 rigenerazione 29 rogna 57 siccità 73 Synchytrium endobioticum 65 verticilliosi 19 Verticillium albo-atrum 19 Pelargonium, Bacillus caulivorus 58 black-rot 57 Pero, Aonidiella inopinata 126 Bacillus amylovorus 46 bacteriosi 46 cecidomia 82 Contarinia pyrivora 45, 82 clorosi 78 Hoplocampa brevis 82 Mycosphaerella sentina 43 pere vetrose 49 Psylta pyri 145 Septoria piricola 43 -. sterilità 114 Pesco, malattie crittogamiche 11 Pino, Aecidium Pini 103 — Mi i gi ani reo tentredine 82 ticchiolatura 56, 113 Tingis pyri 55 trattamenti misti 113 Scolytus rugulosus 45 v. cortincola 102 agglomeramento dei coni 106. Bostrichus acuminatus 101° Caeoma pinitorquum 101 carie rossa 102 Corniosporium atratum 102 Si = fructigenum 105 coniglio 103 Cronartium ribidola 144 Ctenochampa pythiocampa 104 Dendrocopus major 106 A Dendrolimus pini 103 Diplodia conigena 105 n pinea 105 Evetria buoliana 101 H resinella 101, 105 Fomes Hartigi 102 funghi parassiti 33 Gecinus viridis 106 germinazione dei coni 106 Hilastes ates 101 Hyloicus pinastri 103 Hylurgus ligniperda 102 i ingiallimento degli aghi 103 insetti parassiti 33 pi lps sexdentatus 101 bi » typographus 101 ol Leptostroma Pinastri 103 INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XVII Leucaspis Lowi 103 - pusilta 103 Lophyrus Pini 103 Melanomma ramincola 102 Meria laricis 98 Metallites mollis 104 Myelophilus minor 101 6 Piniperda 102 Myoxus Glis 106 Noctua griseovariegata 103 Peridermium oblongisporum 102 Peridermium Pini 102, 103 cancro 70. cicadella 128 Cytospora Chrysosperma 70 Gloeosporium circinans 123 ” Populi-Albae 123 U Tremulae 123 Helminthosporium appendicu- lotum 37 Idiocerus Populi 128 Leptothyrium circinans 123 si Tremulae 123 micoriza 142 Titaeosporina Tremulae 123 Pestalozzia Hartigii 93 f. Pini 103 Phycis silvestrella 105 Piretro, Sclerotinia Libertiana 120 Polygonum, Erysiphe Polygoni 41 Pomodoro, avvizzimento 51 pine gallerone 104, 105 ‘Pissodes notatus 102 - pini 102 Pityogenes chalcographus 101 Polydrosus villosulus 104 Polyporus annosus 102 sE mollis 102 È vaporarius 102 Poria vaporaria 102 processionaria 31 Rhabdospora pinea 38 Rhizopus nigricans 105 rossore degli aghi 103 ruggine vescicolosa 144 Scytropus glabratus 104 seccume aghi 91 Sphaeropsis necatrix 102, 105 Syrex juvencus 102 Bacillus mesentericus 119 bacteriosi 58 carie 118 Fusarium Lycopersici 52 gelo 133 marciume 69 peronospora 146 Phoma destructiva 69 sù Ferraristi 118 Ramularia Ferrarisii 119 Septoria Lycopersici 118 Popone, Bacterium tracheiphilum 115 fusariosi 115 Fusarium Solani v. cyunum 115 ingialiimento 116 malattia del colletto 115 mattie diverse 115 Thaumetopoca pythiocampa 104 Thecodiplosis brachyntera 103 Trametes Pini 102 Prezzemolo, Septoria Petroselini 43 Pruno, avvizzimento dei germogli Trichothecium roseum 104 125 Pioppo, basidiomiceti micorizici 51 Microstroma Tonellianum 61 Monilia cinerea 125. Phyllosticta ‘congesta 20 bi ‘ solitaria 20 pustole 20 Sclerotinia cinerea 125 f. Pruni 125 Scolytus rugulosus 45 Psalliota, Hypomyces perniciosus 41 Quercia, basidiomiceti micorizici 51 funghi parassiti 33 insetti parassiti 33 Leptosphaeria Alcides quercina 38 micoriza 142 Microsphaera alphitoides 89 LÌ extensa 89 n quercina 87 oidio 3, 52 Oidium gemmiparum 89 |» quercinum 81 Rapa, Peronospora parasitica 53 Ribes, Cronartium ribicola 16 Phyllosticta Grossulariae Rubri 37 Sphaerolheca mors-uvae 76, 83 Riso, Apus cancriformis 80 blast 81 coppette 80 nebbia 81 Piricularia Oryzae 81 Sclerotium Oryzae 81 Rosa, Botrytis cinerea 138 5 vulgaris 40 Diaspis 129 Oidium leucoconium 85. Phragmidium subcorticium 76 Rovo, Mycosphaerella Rubi Trinia, Septoria Petroselini 43. N; Sphaerotheca panno a Li Septoria Rubi 78 Sambuco, Acrothecium pumilu n Scabiosa, Septoria scabiosicola Sedano, Septoria Apiî 5, 43° Senecio, Erysiphe Cichoracearum NI Sequoja, tumori 130 Ta topografica 43 Septoria hyalospora 43 A 1 n Sorbi 43 i Spinacio, antracnosi 38 Colletotrichum Spinaciae 38 Peronospora Spinaciae 76, 1 ST IT. 490 Succisa, Septoria scabiosicola 43 SU Ò Sulla, Cercospora ariminensis 8 Susino, Microstroma Tonellianum Tabacco, bacteriosi 79 Bacterium tabacum 79 mal del mosaico 76, 79 Topinambur, resinosi 48 Trifoglio, anguillule 45 bacteriosi 131 incappucciamento 131. Tylenchus devastatria 45 o Tulipano, Botrytis parasitica 122 fi » Tulipae 122 nebbia 122 INDICE ALFABETICO DELLE PIANTE AMMALATE XIX Uva spina, oidio 81 Sphaerotheca mors-Uvae 81, 83 Vaccinium, Penicillium crustraceum 15 Viburnum, Sphaerella Viburni 27 Vigna, Cotletotrichum Lindemu- thianum 108 Vite, Acrostalagnus cinnabarinus 38 apoplessia 67 cecidonia 46 Cercospora Vitis 37 Chlorita libica 21 Cochylis ambiguella 22, 55, 126, 127 Coniothyrium diplodiella 120 deperimenti 81 Diplosiîis violicola 46 Eudemis botrana 22, 55, 127, 145 Fomes ignarius 67 v. viticidus 68 malattia della grandine 120 marciume bianco 120 peronospora 50, 66, 118, 121, 146 Perrisia affinis 46 pirale 114 Plasmopara viticola 50 Polyporus ignarius 67 roncet 22, 30 rossore 113 rot livide 120 strappamento dei peduncoli 48 Tetranychus telarius 113 tignuola 22, 126, 127, 145 Tortria pilleriana 114 vegetazione anormale 81 Zafferano, Bacillus Croci 133 marciume 133 Zucca, marciume 39 Rhizopus nigricans 39 VOR SATTA RA PRE PO NPT (APR TT TI \ v Acanthoscelides obtectus 71 Accartocciamento d. patate 29 Acrostalagnus cinnabarinus 38 Acrothecium capitulatum 37 di pumilum 37 Aecidium Pini 103 v. corticola 102 Afide lanigero 145 Afidi 54, 81 Agriotes lineatus 82 Aleurocantus Woglumi 145 Allettamento d. grano 56 Alternaria tenuis f. chalazoides 35 Altica d. cavolfiori 111 Amanita muscaria 51 Anguillule 45 Anomalie di spighe (granoturco) 110 Anthonomus grandis 57 Antracnosi 116 ” d. acero 37 s d. arancio 57 Ai d. fagiuolo 108 n u. melone 122 ti d. spinacio 38 Aonidiella inopinata 126 Aphelinus mali 56 INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI Aphis maydis 72 Apoplessia d. vite 67 Apus cancriformis 80 Arricciamento d. barbabietola 78. Ù d. patata 19, 65, 136, 137 he Arvicole 55 Aspergillus flavus 57 f. Maydis 87. Mu. Avvlzzimento d. cocomero 116 ; d. pomodoro 51 Avvizzimento dei germogli d. pruno 124 vs Bacillus amylovorus 46 - 5 atrosepticus 19 d caulvorus 58. ” croci 133 5 Mesentericus 119 ‘a È septicus insectorum 27 n» tracheitis 27 È Î Bacteriosi d. olivo 130 n d. pomodoro 580 ad Di d. tabacco 79 i Bacterium Coti 47 Bacterium hyacinthi 47 n lachrymans 132 5 Olivae 130 4 phaseoli 109 5 tabacum 79 5 tracheiphilus 115, 117 Pa tumefaciens 47 Black-rot d. Pelargonium 57 Blepharospora cambivora 132 Boletus cyanescens 51 chrysenteron 51 rufus DI scaber 51 Bostrici 144 Bostrychus acuminatus 101 Botrytis cinerea 138 Ss parasitica 122 a Tulipae 122 È vulgaris 40 Bruchi d. fagiuoli 71 Bruchus Breweri 1 5 irresectus 1 si obtectus 71 5 pallidipes T1 " subellipticus 71 Cacoma pinitorquum 101 Cancro d. pioppi 70 Carie d. frumento 146 nd. pomodoro 118 Carpocapsa pomonella 55, 113 Cavallette 32 Cecidomia d. pere 82 Cecidomya desctructor 82 % Loti 44 cemento (polvere) 145 Cephus pygmaeus T5 Cercospora Arachidis 9 v. macrospora 10 INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE H DEI PARASSITI XXI Cercospora ariminensis 8 = Batae 5 ” beticola 66 " Medicaginis 68 n personata 9 "i Vitis 37 È zonata 8 Chlorita libica 21 Chloropisca glabra 32 Chromosporium Maydis 14 Chrysomyxa Abietis 76 Chrysophlictis endobiotica 19 Cicadella d. pioppo 128 Cladosporium Citri TI n Laricis 95 f. Pini-Pineae 95, 102, 103 Clorosi 78 Cochylis ambiguella 22, 55, 126, 127 Coleosporium Campanulae 76 s composttarum 76 Collelotrichum Lagenarium 116, 122 pà Lindiemuthianum 76, 108 A Spinaciae 38 Coniglio selvatico 103 Coniosporium atratum 102 È fructigenum 105 Coniothyrium diplodietta 120 Conlarinia pyrivora 45, 82 ; Tritici 15 Cortinarius proteus bl Cronartium ribicola 76, 144 Crown-gall 47 Cryptolaemus montrouzieri 57 Ctenochampa pythiochampa 104 Cuscuta 3, 39, 144 Cuscuta Epithymum 39 & Trifolii 39 ATA TROIA STE 0 Cystoneura stabulans 27 Cytospora chrysosperma 70 Cytosporina citriperda 34 Dendrocopus major 106 Dendrolimus pini 103 Dendrophoma Cinchonae 126 Degenerazione d. patate 29, 108, 111 Deperimento d. patate 117 Dexia rustica 27 Diaspis d. rose 129 » pentagona 32 Dinarmus dacicida 129 Diplodia conigena 105 ” Mattiroliana 37 Di pinea 105 Diplosis violicola 46 Dorifora d. patate 113 Dothiorella Sanninii 37 Draeculacephala mollipes 72 Erbe infestanti 56, 112 Erysiphe Cichoracearem 41, 85 DI Polygoni 41, 85 Eulophus longulus 129 Eudemis botrana 22, 55, 127 Eupelmus urozonus 129 Eurytoma rosae 129 Evetria buoliana 101 x resinella 101, 105 Exobasidium Rhododendri 62 " Vaccinii 62 Foglie argentee 135 Foglie plumblee 135 Fomes Hartigii 102 n ignarius 67 v. viticidus 68 |. For na A 2A / ANI RIA IE ica argentina 145, Formiche 80 È - Freddo 56 | Fusariosi d. popone 115 Fusarium Lycopersici 52 a Mali 87 n niveum 116 2 oxysporum 69 ca 1 | z radicicola 69 | 5; Solani v. cyjanum. È trichothecioides 69 } Fusicladium sorbinum. STIA «al Gecinus viridis 106 Gelo d. pomodori 183 Germinazione d. grano 183. D circinans 123 n concentricum 12 di x Populi-albae 123 ia i Psiaii 67° CA ni Tremulae 123 Gommosi d. cocomeri 116 3758 Grillo nero 111 a 10 A Grillotalpa 82 >. Guignardia Yervinii 120 È Gymnosporangium germinale 34 ” globosum 34. pi Juniperi-virgi- — nianae 34 x fish A I ‘ri Helminthosporium appendicula- tum 37 È: «Dosi Heterodera radicicola 116 5 Schachtii 125 Hoplocampa brevis 82 Hygrophorus Bresadolae 51 5 lucorum 51 i | Hylastes ater 101 | Hyloicus pinastri 103 Hylurgus ligniperda 102 Hypochnus cianescens 51 » Solani 19 Hypomyces perniciosus 41 Idiocerus Populi 128 Incappucciamento d. trifoglio 131 Iridomyrmex humilis 145 Ips sexdentatus 101 » typographus 144 Isaria densa 27, 113 » Mmicromegala f. ulmicola 38 Kolla herbida 72 Lactarius Coryli 51 Laria obtecta 1 Lecanium dA. agrumi 129 Leptosphaeria Alcides f. quercina 38 dg coniothyrium 88 Leptostroma Pinastri 103 Leptostromella hysterioides 38 Leptothyrium circinans 123 mi Tremulae 123 Leucapsis Lowi 103 si pusilla 108 Licheni 18 Liparis d. pero 129 Lita ocellatella 55 Locuste 32 Lophyrus Pini 103 Macrosiphon granaria 75 Macrosporium concinum 37 te cucumerinum 117 Maggiolino 24, 32, 54, 81, 118 INDICE ATFABETICO DELLE MALATTIE E DI PARASSITI XXIII Mal del mosaico d. barbabietola 73 DA d. canna da zuc- chero 72 Mal del mosaico d. patata 19, 29, 65, 108, 111, 117 Mal del mosaico d. tabacco 76, 79 Malattia d. inchiostro d. castagno 112 Marciume d. cocomero 116, 117 d. cotogno 12 . patata 69 . pomodoro 69 . uva 120 . zafferano 133 d. zucche 39 Melampsora salicina 76 o aa a Melanconis perniciosa 112 Melanomma ramincola 102 Melolontha hippocastani 25 vulgaris 25 Metallites mollis 104 Micorize 51, 142 Microsphaera alphitoides 89 e Betae 120 ” Evonymi 76 Ù eatensa 89 5 quercina 87 Microstroma album 61 Juglandis 61 Platani 61 Tonellianum 61 Mizozylus laniger 56 Monilia cinerea 125 Mosca d. ciliégie 82 Mosca olearia 32, 54, 128 Mycosphaerella Aucupariae 43 si citrullina 116 sa latebrosa 43 VITA NORME GIVUE PATTÀ bi, (ANA ATA la) SOTA | Mycosphaerella Rubi 68 | Peronospora d. p mod ; | vi sentina 43 “n d. rapa 58 È | topographica 43 DI d. spinacio 76 Myelophilus minor 101 n d. vite 50, 66, È piniperda 101 146 fe. Myoxus Glis 106 Peronospora effusa 141 Ficariae 7160 Nanismo d. patate 135 i parasitica 53 ) Ti, Nebbia d. riso 81 Spinaciae 76, L i | sd. tulipani 122 i trifoliorum 86 i Nematodi d. barbabietole 125 Perrisia affinis 46 SA, 0) . Neocosmospora vasinfecta 124 Pestalozzia abietina 98 “n ‘ Noctua griseovariegata 103 n Betulae 95 | ca 9 A conigera 98 pr. ‘Qidio d. cinerarie 85 n conorum piceae 9 ei sd, quercie 8, 52 i funerea 98 n A. uva spina 81 Po Hartigii 57, 93 D f Oidium sp. (cinerarie) 85 f. Pini Pineae. n gemmiparum 89 È Juniperi 93 n» leucoconium 85 Mae lignicola 98 J «n quercinum 87 Ò Lupini 9500 “ Oospora Peglionii 38 A mycophaga 98 Di scabies 65 Ml Rollandi 980 e: pe Orobanche d. canape 20 4 Sabinae 93 Mi v i È d. fave 20 n siliquastris 88 ì Oscinis Frit 75 i strobilicola 93 G \ È truncata 94 Pectinomophora gossypiella 80 Phlyctaena Cinchonae 120 Pemphigus Betae 32 Phoma Betae 5 i Penicillium atramenti 14 Cinchonae 120 per Di crustaceum 13, 15 citricarpa 35 » glaucum 15 destructiva 69 i Peridermiun oblongispornm 102 Ferraristi 118 RE n Pini 102, 103 lingam 58 Ci Peronospora d. cocomeri 117 Phomopsis Citri 35 1 ai ca] È d. frumento 21 Phragmidium Potentillae 76 pe” » d. patata 19, 65, 76, subcorticium ‘ 117, 140, 146 Phycis silvestrella 105 ì AA n Phyltosiphon Arisari 123 | Phyllosticta Aceris 36 sa Aquilegicota 37 ci Aucubicola 37 E congesta 20 da Cydoniae 37 3 Grossulariae Rubri 37 n Opuntiae v. microspora 119 » platanoides 43 A rosarum 31 » solitaria 20 h vulgaris 37 o Yersini 120 Physalospora Cinchonae 120 Phytophthora infestans 19, 65, 76, 79, 117, 140 Pidocchi 81 Pidocchio sanguigno 56 Piralo d. vite 111 Piricularia Oryzae 81 È d. frumento 81 Pissodes Pini 102 Pityogenes chalcographus 101 Malcographus 144 Pityophthorus micrographus 144 Plasmodiophora Brassicae 76 Plasmopara viticola 50 Platyedra gossypiella 80 Polistes carnifex 57 Pi lineata 57 Polydrosus villosulus ‘104 Polyporus annosus 102 ignarius 67 mollis 102 vaporarius 102 Poria vaporaria 102 Processionaria d. pini 31 INDICE ALFABETICO DELLE MALATTIE E DEI PARASSITI XXV Prospaltella Berlesei 32 Pseudococcus calceolariae 57 v Sacchari 57 Pseudoperonospora cubensis 117 Psylla pyri 145 Puccinia malvacearum 76 Pulce d. cavolfiori 111 Ramularia Ferrarisii 119 Resinosi d. topinambur 48 Rhabdospora pinea 38 È pithyophila 38 Rhagoletis cerasi 82 Rhizoctonia violacea 76 i, d. patate 19, 57 Rhizopus arrizus 78 s Artocarpî 78 s delemar 78 D Maydis 18 È nigricans 39, ‘17, 78, 105, È nodosus 78 E Oryzae 8 5 reflexus 18 si Tritici TI, 78 Rhytisma acerinum 37 Rogna d. patate 57 Roncet d. viti 22, 30 Rossore d. viti 113 Ruggine d. malve 76 Ruggine vescicolosa 144 Russula laricina 51 Scabbia d. arancio 77 Schizoneura lanigera 55, 56, 109 Scleroderma vulgare 51 Sclerospora macrospora 21 Sclerotinia cinerea 124 f. pruni 125 Sclerotinia Libertiana 120 Sclerotium Oryzae 81 È Rolfsii 116 Scolytus amygdali 45 Si rugulosus 45 Scythropus glabratus 104 Seccume d. pino 91 Septoria Aceris 43 ; Apti 5, 43 » hyalospora 48 v Lycopersici 42, 78 = Petroselini 48 n piricola 43 n Rubi 68 i; scabiosicola 43 È Sorbi 43 Siccità 73 Solfato di rame 110 Sphaerella Viburni 37 Sphaeropsis necatria 102, 105 Sphaerotheca mors-uvae 76, 81, 83 ni > Ae pannoasa: 6 Sporisorium Maydis 14 Stachybotrys Voglini 38 Stenodanus saccharivorus 72 Stereum purpureum 136 Sterilità d- frumento 28 n d. fruttiferi 114 Strobilomyces strobilaceus 51 Synchytrium endobioticum 65 Sypha maydis 72 Syrea juvencus 102 Tetranychus telarius peri Thaumetopoea pythiocha Thecodiplosis brachyntera. Thrips cerealium 75 i Trips rufa 75. sà Ticchiolatura d. melo 1138 ci d. pero 56, 11 Tignola d. vite 22, 126, 180, Tingis pyri 55 a Titaeosporina Tremulae 128 Topi campagnuoli 55 Tortrix pilleriana 111 Toxoptera graminum 75 Trametes Pini 102 Trattamenti cuprici 184 Trichothecium candidum 32 È roseum 88, 1041 Tumori di Sequoia 130 Tylenchus devastatrio 45. Uromyces Alchemillae 16, È n Fabae 76 “Sl D Vaiolatura d. arachide 7 Verme d. cotone 80 Verticilliosi «dd. patate 19 Verticillium albo-atrum 19 I Zygosaccharomyces Cavarae 20 INDICH ALFABETICO DEGLI AUTORI INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORI Adams J. F. 34 Anderson J. 145 Aumiot J. 137 Barrera (de La) L. 57 Barreto B. T. 57 Barrus F. E. 108, 135 Bassi jE. 56 Baunacke W. 125 Béguet M. 124 Bellair G. 73 Bergevin Fr. 21 Bertrand R. I. 145 Blaringhem L. 52 Brown W. 75, 138 Brnner S. C. 72 Burkholder W. H. 109 Calvino M. 145 Calzoni A. 126 Campanile G. 34, 39 Campbell C. 36 Carbone D. 138 Castelli L. 32 Cerasoli E. 66, 118 Chrestian I. 58 Chupp C. C. 135 XXVII Ciferri R. 12, 32, 36, 38, 39, 40, 46, 59, 118; 119, 180 Crépin Ch. 119 Dalmasso G. 22, 114 Decoppet M. 24 D’Ippolito G. 28 Draghetti A. 44 Ducomet O. 41, 48, 135 Dufrénoy J. 65, 115, 130 Eriksson J. 76, 140, 141 Faes H. 120, 121, 126 Fawcet H. S. 77 Felicioni C. 57 Ferraris T. 40, 46 Feytaud J. 113, 127 Foex E. 41, 65, 107, 136 Gabotto L. 10, 66 Gard M. 50, 67 Gardner M. W. 53 Géròme J. 71 Gerretsen G. C. 47 Grilloni P. 81 Harter L. I. 77 Harvey R. B. 183 Hopking E. F. 68, 122 Kasai M. 137 Killian K. 42 Johnson J. 79 Jovino L. 55 Jungelson A. 110 Laibach F. 42 Levine M. 47 Lhoste L. 71 Ligniéres L. 82 Link K. K. 69, 122, 131 Lopriore G. 50 Luyk (van) A. 123 Maccioni M. 109 Maffei L. 7 Magnien A. 56 Mancini A. 55 Manaresi A. 74, 88 Manzoni L. 131 Marchal D. 145 Marchal P. 107 Meier F. C. 69, 116, 122, 131 Miég E. 132 Mizusawa Y. 132 | INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORI Mero MOliiard M. 72 Monig Da Maia R. 125 Montalto M. 20 Montemartini L. 1, 112 Morettini A. 134, 146 Mottet S. 111 i SAS Munerati O. 183 (28 Nangeroni G. L. 85 Nannizzi A. 87 Nicola L. C. 112 Nicolas G. 123 Novelli N. 80 Orton W. A. 116 Pagliano T. 58 Paillot A. 113 Paoli G. 80 Pareschi C. 56. Parker J. R. 32 Pecchioni E. 144 Peglion V. 29, 146 Perret C. 117 Petit A. 18 Petri L. 112 Peyronel B. 33, 51, 142 Picchio G. 81 Pichard F. 45, 49 Pichard G. 78 Pignatti G. 82 Porte W. I. 78 Poutiers R. 128 Povah A. H. W. 70 A e sd INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORI — Téllez O. 57 Tonduz P. 121 Torre E. 55 Trinchieri G. 33 Trotter A. 91 Trouvelot B. 129 Turinetti L. 128 Vayssiére P. 46, 107 Vigliano G. 139 Vincens F. 120 Voglino P. 112 Walker J. C. 58 Weimer J. I. 77 Weston W. H. 21 Wormald H. 124 ‘gent E. 1924 Wrigh R. C. 133 ilvestri E. 145 Silvetti G. 54 Zanon V. 21 | Stachelin M. 190, 191, 196 | Succi A. 49 te na UNIONE ITALIANA na PIAARARIAL e Fabbricanti di Concimi e Prodotti Chimici Società Anonima —, Capitale Sociale versato L. 60.000.000 Sede in MILANO - Via S. Nicolao, 7 si i Uffici: FIRENZE, GENOVA e NAPOLI 15 RR | Agenzie: MANTOVA, VICENZA, VIAREGGIO — N. 34 stabilimenti sparsi în tutta Italia | A —_—_—-a_1 ma Ce SUPERFOSFATI, SOLFATO di RAME, ZOLFI | VENTILATI, e tutti gli altri prodotti chimici necessari | U x de per l’agricoltura e l’ industria. e; FERTILINA sale nutritivo per fiori, piante da vaso e da Giardino fi ed in genere per tutti i vegetali. 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