| FOR EDVCATION FORISCIENGE LIBRARY OF THE AMERICAN MUSEUM OF NATURAL HISTORY Anno XIV N° 1 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI. 1° Gennaio 1894 Sag: Sr 5820-Vra SOMMARIO Si { iL Gabelli Lucio. Flora ruderale. Pag. 1. Nn De Blasio dott. Abele. Crania aegyptiaca vetera et hodierna con appunti di storia e di” etnologia egiziana. Con fig. (Cont.) Pag. 5. Ge Bezzi dott. prof. Mario. Gli insetti epizoi. Loro costumi, caratteri, classificazione, rac- colta e conservazione. (Cont.) Pag. 10. ; Bibliografia italiana. (Cont ) Botanica e Paleofitologia. Da pag. 13. a pag. 16. FLORA RUDERALE APPUNTI DI GEOGRAFIA BOTANICA di LUCIO GABELLI ANO RIE Ro Un gruppo biologico di vegetali poco studiato è quello delle piante che vivono tra i sassi delle strade o delle piazze o sui muri e sui tetti delle case, o sulle macerie, luoghi questi che hanno strettissimi rapporti coll’ uomo dalle cui mani sono sorti. Linneo nelle Amoenitates etc. all’ articolo « Stationes plantarum » nota la stagione ruderale e anzi da una breve lista di « plantae rude- rales »; nelle flore e negli erbari si trova spesso la frase « în ruderatis » ed altre equivalenti per indicazione dell’ habitat di questa o quella specie ;.è dunque chiaro che l’ esistenza della flora ruderale è da parecchio tempo ed universalmente nota. Ma mentre altre stazioni di più difficile osservazione hanno già da un pezzo dato luogo a studi ampi e seri, la ruderale è per quanto io sappia priva di qualsiasi lavoro che l’ illustri. all'infuori della noterella di Linneo, breve e non senza qualche menda specialmente riguardo all’ origine di essa flora come vedrassi in seguito. Esi- stono, è vero, due florule dell’ Anfiteatro Flavio di Roma; ma esse non sono altro che semplici ca- taloghi curiosi di piante raccolte in detto Anfiteatro; credo quindi di non doverle neppure citare. Le piante che si trovano in località ruderali, si possono distinguere in due categorie: ve ne sono parecchie che meritano veramente il nome di ruderali, che cioè sufficentemente si adattano all’ ambiente ruderale e si trovano quindi in grado di vivervi con vita prospera e, nel nostro caso non esito dire tenace; altre invece sono ruderali casualmente; solo perchè il loro seme portato in svariatissimi e talvolta strani modi in qualche stazione ruderale, vi si è potuto sviluppare. Po- tremo chiamare piante caratteristiche di questa flora le prime, piante avventizie le seconde che pur esistendo sempre ed in qualunque flora ruderale, variano però molto da luogo a luogo e da tempo a tempo senza regola alcuna dipendendo il loro sviluppo da svariatissime circostanze pret- tamente casuali come lavori edilizi, trasporti di materie industriali o prodotti agricoli, abbandono di residui inutili etc. Molte, forse la maggioranza, delle piante avventizie sono sfuggite alla coltura : è l’esistenza di buon numero di specie avventizie d’ origine coltivate, un carattere im- portantissimo della flora ruderale ed è forse quello che maggiormente contradistingue questa dalle altre flore biologiche, giacchè come vedremo in seguito, i varii tipi di piante adattate all’ ambiente ruderale si osservano anche in altre stazioni cioè nell’ alveo dei fiumi, nel litorale del mare e sulle rupi e nei pascoli alpini: anzi vedremo che queste ultime stazioni sono da considerarsi come le loro originarie. Vi saranno, è vero, piante modificate direttamente dall’ ambiente ruderale, ma queste sono ben poche e le modificazioni leggiere. Tra le specie veramente ruderali alcune prediligono le macerie, altre invadono qualunque luogo abitato dall’ uomo: le vie, le piazze, i muri, i tetti. Le piante maceriali sono in generale di mediocre grandezza, ma spesso ancora erbe molto alte, alle volte poco consistenti (Sonchus, taraxacum ete.) in generale però tenaci (Atriplex, Chenopodium polyspermum ed altri etc ) : presentano grande varietà nello sviluppo e nella forma delle loro parti. Questa mancanza di omogeneità nella forma, statura etc. che è il carattere più saliente della flora maceriale dipende dalla varia natura sia chimica che fisica (terreno più o meno compatto o no etc.) del substrato sul quale tali piante crescono. Un altro carattere è il maggior numero di specie sfuggite alla coltivazione. Esempi dì specie - 2 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI che offrono forme maceriali sono: Sonchus varie specie, Senecio vulgaris ed altre, Capsella bursa- pastoris, Porietario officinalis, Urtica divica, pilulifera ete., Erigeron canadensis, Verbena offici- nalis, Lepidium graminifolium, Tournefortia eliotropioides, Setaria varie specie, Sisymbrium officinale ed altri, Diplotaris erucoides ete., Cardamine hirsuta, Solanum nigrum, Atriplex varie specie, Chenopodium molte specie, Amaranthus molte specie, Rumex varie specie. Xanthium spi- nosum, Polygonum aviculare, tararacum vulgare, ete. Queste piante sono spesso ben difese contro i molteplici pericoli che continuamente le minacciano: 1° Urtica coi suoi peli ripieni di so- stanza venefica ne è un esempio bellissimo: l’ essere così bene provviste di mezzi di difesa fa sì che anche eliminata la stazione ruderale possono lottare vantaggiosamente contro altre specie che tentassero usurpare loro il sito ed è in grazia ai suoi peli urticanti per l’ Urtica, e peril Rumex, Chenopodium, Polygonum etc. in grazia della tenacità delle loro parti, specialmente il caule, e più in grazia della moltitudine di semi piccolissimi che tali piante possono perdurare ancora molto tempo dopo che la stazione maceriale più non esiste; e in tal modo tali piante possono rendere qualche servigio alla storia, svelando antiche abitazioni dell’uomo che altrimenti ci rimarrebber affatto ignote. — Le piante che invadono luoghi non maceriali e molto poco adatti alla vegetazione come sono ad esempio le strade selciate o î muri, sono molto più modificate per difendersi contro i svariati ostacoli che si oppongono alla loro vegetazione in tali difficili ambienti specialmente la calpestazione e l'estirpazione. Queste che chiamo urbane sono in rapporto a tali pericoli piante piccole, tenaci, cespitose, depresse, con potente radice che in caso di bisogno può rinnovare la parte aerea distrutta e che si oppone all’ essere estirpata, con facile ed abbondante riproduzione e moltiplicazione agama. Ne troviamo esempi nelle seguenti specie: Polygonum aviculare, Sagina, Cynodon, Polycarpon, Herniaria, Paronichia, Schleranthus, Portulaca, Digitaria, Eragrostis maior, Lepidium ruderale, tararacum vulgare, Sclerochloa dura ete. — Molte specie di piante appartengono ad ambedue le flore; maceriale ed urbana ma assumono forme diverse in ognuna di esse. Le forme maceriali sono più lussureggianti, erette, espanse, latifolie, rispetto alle forme ur- bane. É importante il confronto di queste due forme nei seguenti generi e specie: fararacum vulgare, Parietaria officinalis, Polygonum aviculare, Capsella barsapastoris, Lepidium ruderale col graminifolium, Portulaca oleracea, Digitaria sanguinalis, Eragrostis maior, Polycarpon tetraphyllum etc. Tra le piante urbane distinguiamo quattro gruppi biologici: 1.° forme che prediligono i mar- gini delle vie. 2.° forme adattate a luoghi calpestati: strade e piazze. 3.° forme murali. 4.° forme che vivono sui tettì delle case. — Le. piante che appartengono al 1.° gruppo cercano di addos- sarsì ai muri che fiancheggiano le vie, sono di media statura, non depresse, alle volte sdraiate: Capsella bursa-pastoris, Amaranthus deflexus, Verbena officinalis, Veronica, Cardamine hirsuta, Polygonum aviculare, Setaria varie specie, Digitaria sanguinalis, Cynodon dactylon, Roubieva multifida ete. — Il secondo gruppo è formato dal Polygonum aviculare, Herniaria hirsuta ed altre, Polycarpon tetraphyllum, Portulaca oleracea, Sagina marittima ed altre, Digitaria: san- guinalis, Cynodon Dactylon, Lepidium ruderale, Eragrostis maior, Euphorbia chamaesyce, Sene- biera coronopus, Oxalis corniculata, Capsella bursa pastoris, Arenaria serpyllifolia, tavazacum vulgare, Plantago maior ete., forme resistentissime, depresse, fornite di copiosa riproduzione ses- suale ed agama. — Qui va notato ciò che si disse per le maceriali ed urbane, vi sono specie che vivono come marginali sulle vie e come plateali nelle piazze ma in forme diverse. — Il 3.0 gruppo comprende le forme murali cioè Linaria cymbalaria, Parietaria officinalis, Cheiranthus Cheîri, Arabis muralis, Centranthus varie specie, Sedum album, cepacea, Diplotaxis muralis, Capparis ‘rupestris, Anthirrhynum maius ete. crescono tra le fessure dei muri e da queste irradiano spesso bellissimi ciuffi di vegetazione. La Linaria provvede da sè stessa alla disseminazione introducendo i frutti entro le fessure che incontra. — Il 4.° gruppo è variamente sviluppato secondo i climi e più secondo il modo e il materiale con cui sono coperti gli edifizi. In alcuni luoghi come presso ì settentrionali, le cui case sono coperte di terra, i tetti sono sede di una lussuriosa vegetazione affine alla prativa. Vi sono specie proprie dei tetti (Sempervivum tectorum etc. Draba verna etc. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 9 piante la cui stazione originaria è sulle rupi) e forse saranno abbastanza comuni le graminacee che colla loro flessibilità possono resistere ai venti i quali per di più favoriscono la fecondazione: in basso cioè nelle vie è appunto la mancanza di vento che fa sì che le specie ruderali di gra- minacee sieno poche: quelle sole che hanno qualche modo di moltiplicazione agama come il Cynodon. Nei tetti certe forme come i Sonchus non potranno vivervi a meno di rimaner nani e ciò a causa dei venti. % Le specie ruderali avventizie quelle cioè che seno ruderali solo perchè nate in questa stazione, ma che non sono biologicamente tali e che però nel loro insieme hanno importanza, sì possono: classificare in tre gruppi secondo che sono provenute dalla flora indigena che circonda la stazione ruderale; oppure dalla flora coltivata che può avere per scopo o l’ornamento o l'industria. Queste piante avventizie sono come era da aspettarsi di meschino aspetto, spesso anche imperfette, alcune non arrivano a maturare i frutti, altre non possono neppure fiorire, ed alcune solamente germo- gliano: si vede chiaramente che la stazione ruderale non è per loro. Riguardo alle piante prove- nienti dalla coltura è da osservarsi che potrebbero resistere molto meglio quelle che sono colti- vate per ornamento perchè la coltura datando da poco tempo ha poco su di esse esercitato la sua debilitante influenza, giacchè è cosa nota che le piante coltivate, fuori coltura tendono a perire : ma d'altro lato avendo spesso fiori o foglie belle (appunto perchè ornamentali) attirano 1’ atten- zione dell’uomo in questo caso per loro fatale: essendo inoltre di luoghi più caldi anche il clima è spesso un impedimento al loro crescere. La grandezza del seme ha molta influenza sul potere o no crescere una data specie in ambiente ruderale giacchè semi o frutti grandi più facilmente sono notati dall’ uomo che li esporta nel pulire le strade etc. e dagli animali (topi ed altri) che li di- vorano. Ad esempio è molto più facile trovare il Panicum miliaceum che il Zea Mays e la vitis vinifera che l’ Aesculus, la Castanea, la suglans etc. i La flora ruderale, di cui mi occupo, ha varii punti di contatto con varie flore biologiche cioè colla flora dell’ alveo dei fiumi, con quella del litorale marino, colla alpina. Non vi è tipo di pianta ruderale che non si trovi in una delle tre suddette flore. E non è questa solamente affinità ma è comunanza di origine. Le stazioni ruderali sono di recente data giacchè esse dipendono dall’ uomo e dall’ uomo più o meno civile. Formafesi le prime stazioni ruderali, una moltitudine di semi avrà cercato popolarle ma stante gli ostacoli che opponeva l’ ambiente vi saranno potuti crescere solo i semi di quelle specie la cui stazione naturale era più o meno simile alla ruderale, senon- chè non in tutto la ruderale era ed è simile alla litorale, fluviale, alpina ed è per questo che ve- diamo nelle stazioni ruderali solo alcuni tipi dei littorali misti con alcuni alpini e con tipi della flora dell'alveo dei fiumi. Diamo un rapido sguardo a queste tre flore e vediamo quali tipi di piante ad esse speciali potevano ed in realtà sono diventati ruderali, e quali no. Cominciando dalle alpine due sono i tipi che si sono potuti trasferire, senza troppo deterio- rarsi, in stazioni ruderali : il tipo delle piante rupicole che si è trasformato nelle murali, e quello delle piante dei pascoli alpini che causa la moltitudine degli esemplari, causa il morso di animali (capre ed altri), causa il gelo, sono diventate basse, compatte, spesso a radice potente e vigorosa e formano spesso tappeti fittissimi difficilissimi da sradicare. La sagina marittima è un bell’ esempio di tali piante alpine divenute ruderali. Uno dei caratteri della flora alpina è l'avere fiori vistosi e ciò in relazione alla deficenza d’ insetti pronubi: è una gara, per così dire, tra quelle piante per potere fruttificare : un carattere invece della flora ruderale è 1° avere fiori minimi ed anco questo è un bel carattere protettivo potendo in tal modo passare inosservati : anzi non poche specie ru- derali sono cleistogame od almeno fruttificano bene ancora se fecondate col polline della stessa pianta: Portulaca oleracea, Polygonum aviculare, Capsella bursa pastoris ete. Tutti gli altri tipi che sono più o meno alte o fragili non possono diventare ruderali. Tra le piante alpine le Cariofillee hanno dato forse il maggior contributo alla flora ruderale colle varie alsine, sagina sete. , nelle quali è da notarsi la piccolezza del fiore. Venendo alla flora dell’ alveo dei fiumi possiamo notare due tipi biologici diversi: il primo è formato da piante legnose (ve n’ è tutta una serie dai più piccoli frutici, Orzonis, ad alberi alle 4 i | RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI gn volte grandi, Salx), flessibili per resistere alla corrente, alcune ben difese o da spine (Mppofae rhamnoides) o da viscosità (Ononis) o da sostanze velenose (Nerîium oleander): questo tipo per la grandezza degli individui non si presta e difatti non ha dato alcuna specie alla flora ruderale : ma il secondo tipo delle piante erbacee crescente fra la ghiaia degli alvei asciutti ha dato varie forme ruderali che si. distinguono per la forma depressa, raggiata come si vede in varii Chenopodium, Polygonum ete. Carattere principalissimo delle arene fluviali è l’offrire una flora ricchissima di piante di stazioni diversissime ed anche di patria diversa: ciò è dovuto all'essere il terreno vergine di concorrenza e molto ricco se non di humus certo di sali minerali: per questo le arene fluviali (le arene molto e spesso rimosse) formano non propriamente una stazione naturale anzi sono si può dire la negazione di ogni stazione in quanto che in esse può crescere qualsiasi specie: in ciò sono analoghe alle coltivazioni artificiali dell’ uomo che può ottenere specie di luoghi lontanis- simi e diversissimi appunto perchè le fa nascere e vegetare in terreno donde appositamente ha escluso tutte le altre specie : le fa crescere cioè fuori d’ ogni concorrenza. Nelle piante del litorale marino, alcune sono erette, altre depresse ma le erette hanno carat- teri tali che spiegano appunto perchè le altre che non li possiedono siano depresse. Vi sono piante alte e spinose (Eryngium) che in tal modo si trovano difese dagli animali che tentassero cibarsene ma lo stesso effetto in piante erette del litorale è ottenuto col latice velenoso (Euphorbia Paralias) o con odori spiacevoli (Ambrosia) o con sostanze viscose (Ononis): ma quelle che non hanno tali difese semplicemente coll’ ingrossare la parte radicante in modo che possa all’ uopo rinnovare la parte sopra terra, se, questa venga distrutta, nello stesso tempo che una radice grossa e ben ramificata è pressochè impossibile od impossibile affatto ad un animale estirpare : e magari dietro la rottura del caule primario divorato da qualche animale, hanno sviluppato molti cauli secondari allungati, prostrati, alle volte radicanti e in seguito le foglie sonosi impiccolite e parte della loro funzione è stata assunta dal caule e così è sorto un tipo eminentemente ruderale come possiamo osservare in moltissime specie (Polygonum aviculare etc. etc.) Vi è pure anche un'altra causa della forma depressa di tali piante: causa la poca stabilità delle arene (sia marittime che fluviali), non troppi sono i semi che possono svilupparsi e ne risultano quindi pochi individui (pochi relativamente a ciò che succede in altre stazioni) che non «hanno bisogno di farsi concorrenza per avere la maggior luce possibile. Ora le piante tendono ad inalzarsi per varii motivi biologici ma di questi il 1.° è certamente per avere luce, ora se viene a mancare lo scopo la pianta rimarrà depressa a terra. ‘ Varie piante sì marine che ruderali, a forma depressa hanno spesso un carattere comune: quello cioè di possedere ocree argentine: questo che si osserva nelle Paronichie, nei Polygoni ete. è un carattere protettivo contribuendo a celare le piante che crescono tra sabbie di simile colore. I tipi eretti della flora litorale non si sono sviluppati nella ruderale e questo è naturale no- nostante le difese che offrono: una specie eretta raramente può divenire ruderale: è troppo in vista ed è troppo facile per l’ uomo l’ estirparla. Dal rapidissimo esame che abbiamo fatto di queste tre flore risulta chiaramente essere quelle sia hanno dato origine alla ruderale, ma non nello stesso modo e tempo. I° uomo pure in qualche guisa incivilito ha avuto sua dimora primieramente lungo il mare e lungo i fiumi e la flora ruderale primissima la dobbiamo credere originata dalla flora dell’ alveo dei fiumi e dalla litorale e solo in seguito sarà sopraggiunto un rinforzo, abbastanza potente in- vero, dalla flora alpina quando l’uomo più progredito è giunto ad abitare i monti. Linneo nel suo studio sulle Stationes Plantarum riunisce le piante ruderali colle arvensi e. con altre che formano il gruppo delle piante campestri, ma questo non è esatto implicando l’ idea di una origine comune delle piante ruderali colle arvensi : e questa origine comune bisognerebbe poi cercarla nell’ uomo. Le piante arvensi si sono formate molto tempo prima dell’ uomo, prima della coltivazione del frumento od altre graminacee. Ancora prima vi erano certamente come vi sono òra estensioni coperte da milioni di graminacee alte e tra queste si è sviluppato il tipo delle RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 5) piante arvensi solo pochissime e molto problematiche sono le specie che realmente sono divenute arvensi; dopo la coltivazione del frumento come sono poche (o nessune ?) le specie che l’ambiente ruderale ha modificato: ripetiamolo la modificazione in ambo i casi è stata piccola e piccolo .il numero di piante che hanno subìto tale adattamento a cui dovevano certamente avere una grande predisposizione. Sia per le piante arvensi che per le ruderali l’uomo c° entra solo nel preparare inconsciamente una speciale stazione cui corrono a popolare piante di altre stazioni analoghe : ed in tal modo senza che esista alcuna specie che presenti adattamenti esclusivamente in rapporto coll’ uomo (e quì è da notare che non solo per piante ruderali ma nemmeno per nessun altro or- dine di vegetali le osservazioni biologiche di cui fin ora può disporre la scienza conducono ad ammettere tali adattamenti non consentiti del resto dal tempo, che l’ uomo è troppo recente !), i ruderi presentano un insieme di caratteri tali da rendere giusta la loro separazione da qualunque altra stazione: essi formano in Geografia botanica se non una stazione propriamente detta (in tal caso differentissima da tutte le altre), un quid specialissimo degno argomento di profondi studii e non di quell’ obblio in cui sinora sono rimasti. La flora ruderale a poco a poco distrugge ogni vestigio dell’ opera umana e nell’ economia della natura serve a rimettere nel ciclo vitale quelle materie che l'uomo già strappò da esso. Le piante ruderali servono a formare terriccio vegetale e così preparano il posto ad altre flore.. Le stazioni ruderali adempiono ancora un altro uffizio importantissimo in natura : essé sono il punto di arrivo e di irraggiante diffusione di molte specie esotiche che a lungo andare di- venteranno nelle regioni circostanti a dette stazioni spontanee. È adunque importantissima come ben nota il Chiar. prof. A. Goiran l’ispezione delle stazioni ruderali potendosi dai cataloghi di tali piante redatti di tempo in tempo, vedere il progressivo avanzarsi e diffondersi di specie nuove che vanno ad accrescere la flora indigena delle varie regioni ed in tal modo potendosi seguire il lento cambiamento delle flore. Nello sviluppo della flora ruderale si possono considerare due periodi. Il primo è segnato dalla flora urbana, flora struggente, il secondo dalla maceriale, flora riedificante : giunta al colmo la distruzione dell’opera umana rincomincia una flora nuova. Vi può essere flora maceriale senza prima la rispettiva urbana, come accade ad esempio sui cumuli di rottami ed avanzi di edi» fici distrutti che l’uomo abbandona a se stessi. Vi può pure essere una flora urbana che non sia mai per essere seguita dalla maceriale ed in ogni caso il tempo dello sviluppo di queste fiore è indeterminato dipendendo dai lavori edilizi od agricoli che l’ uomo intraprende. Con tale distinzione ha solo voluto notare come esistano in realtà due modalità diverse di flora ruderale e come si possano considerare come fasi consecutive di una stessa vegetazione. La flora ruderale è una flora che nel suo crescere di sviluppo nel suo lassureggiare ha un li- mite oltre il quale si perde per dare origine insensibilmente ad una flora prativa in cui solo al- cune specie caratteristiche ricordano che in quel luogo fuvvi una stazione ruderale ; in seguito sì perderanno ancora quei segnali. , Orania aesyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA Studio di ABELE DE BLASIO (Continuazione) Questa probabile origine asiatica degli egiziani trovasi espressa anche nelle sacre scritture nelle quali leggesi che Cam, partito dall'Asia e venuto in Africa, . Sì stabilì sulle rive del Nilo, e dai racconti rilevasi che fosse stato ivi adorato 6 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI come Dio sotto il nome di Giove Ammone. Aveva quattro figli Cus, Mizraim, Tut e Canaan. Il primo di essi, Cus, si stabilì in Etiopia, Mizraim, il secondo, in Egitto, Canaan nel paese che poi portò il suo nome e che i Greci dissero Fenicia; e Tut s' impadronì di una parte dell’ Africa che resta ad occidente dell’ Egitto. A conferma di questa ipotesi, che pare oggi sia divenuta molto probabile, dopo gli studii dello Champollion, viene anche in aiuto la linguistica, la quale ci mostra che nelle regioni più settentrionali e più orientali dell’ Africa sì parlano lingue camitiche affini all’ antico egizio, le quali, secondo che sembra verosimile, vi furono introdotte dall’ Asia. Da Champollion Fig. 10.» Popoli conosciuti dagli antichi Egizii, copiati dalle pitture murali di Tebe 1° Egiziano, 2.° Negro, 3° Arabo o Ebreo, 4° Assiro, 5.° Greco o Ioniano, 6.° Selvaggio europeo vestito di una pelle di bue (Le Bon). Il Ratzel poi così si esprime su tal proposito : Considerata in grande da un punto di vista antropo-geografico, l Africa ci appare quale una penisola del- ‘l'Asia, nella quale si sono conservate delle specie e delle forme della crea- zione particolari. Il limite che il deserto poneva all’ estendersi delle popolazioni africane verso il Nord, limite che, per quanto non insuperabile, dovette sussi- stere per tutto quel tempo in cui non toccarono altri punti della costa delle navi migliori di quelle che hanno attualmente gli africani, dovette far sì che fino a tale epoca relativamente vicina quei popoli venissero in contatto cogli asiatici per la via interna dell’ Arabia, cioè con dei popoli che si erano. svolti sotto condizioni esterne al tutto differenti in parti della terra ampie e svariate, estendendosi molto in là verso settentrione e verso oriente. È vero che attualmente l’ Asia stessa e l’ Australia insieme colla Polinesia non presentano che scarsissimi residui di una popolazione molto simile a quel- la dell’Africa; ma questo fatto non contraddice molto alla derivazione asiatica di questa. i Gli uomini dalla pelle gialla e bianca, che si spingevano avanti venendo da settentrione, hanno potuto respingere negli ultimi tratti del territorio i Negri RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 7 SICA ER IR SRO cc -,-T@—@—@—@<—+T@@rP,i e —__—_—__—___- .if5oo0 dell'Asia e dell'Australia, mentre in Africa i Negri stessi, riparati contro il Nord hanno potuto conservarsi sopra un’ estensione molto maggiore, e persino quasi |M il I Fig. 11. Sfinge Hycsos (Flers) Pig: 12.2 Rosellini, Monumenti dell’ Egitto 6 della Nubia M. R. Tav. CIII. (1) (1) E noto, dice il Nicolucci, gli Egiziani solessero, nei loro dipinti, effigiare i popoli che volevano rappresentare col tipo caratteristico ond’ erano distinti, sicchè da queste dipinture si po- tessero raffigurare quei popoli che essi avevano in animo di rappresentare. Così nelle mura del gran tempio di Abusimbel, nella Nubia, ov'è dipinta la gran battaglia combattuta da Ramsete II e i Keta coi loro alleati presso Kadesch, quattordici secoli innanzi È era volgare, sono effigiati al cuni individui appartenenti a razze diverse che uniti insieme combattevano contro gli egiziani. Gli uni erano evidentemente Semiti, riconoscibili dai loro ben noti caratteri naturali, gli altri erano 1 Keta, e questi sl distinguevano per caratteri affatto diversi tanto dai Semiti, quanto da qualsiasi popolo asiatico. La figura 12.8 rappresenta uno di quegli elementi stranieri che, sotto il nome di Keta, avevano occupato fin da tempo antichissimo la Siria intera. Questo tipo pare che sia proprio dei Tartari Manciuri, perchè essi avevano l’uso di radersi i capelli, lasciandone un ciuffo sul vertice del capo. I Cinesi non adottarono qnesto costume se non quando i Tartari s' impossessarono della Cina, discacciandone la dinastìa de’ Mings. I Turchi, che sono un ramo di quelli introdus- sero quest” uso anche nel moderno Levante. Uno dei segni che i Cinesi scelsero nell’ ultima grande rivoluzione contro la regnante dinastìa era quello di lasciarsi crescere i capelli come prima di essere soggetti ai Manciuri. Callery et Yvan. L’insurrection en Chine, depuis son origine jusqu'à la prise de Nankin Paris 1853 i La figura 13.* rappresenta uno scita (Thon) Gli sciti, o per dire più esattamente, le orde che sotto questo (nome le tradizioni antiche ricordavano sparse per tutta 1° Asia quindici secoli innanzi l’era volgare Giustino II, 3), appartenevano almeno in parte, a quegli uomini di razza turalniana, che dalle paludi della Finlandia alle rive dell’ Amur, abitano anch’ oggi il settentrione dell’ Asia che dell'Europa. Partiti in tempi preistorici dalla Mongollia occidentale si avanzarono lentamente dalle alte terre centrali verso i piani eurasiani. La corrente che si svolseverso il mezzogiorno, tra- versando il Turkestan, si sparse per la Persia e quindi per l'Asia Minore, d'onde si allargava per l'Alta Siberia, e sulle terre bagnate dal Tigri e dall’ Eufrate. La razza turanica, quale oggi la conosciamo, non presenta un tipo unico, ma sembra essere una razza formata dalla mescolanza della razza bianca e della gialla. Certe tribù han tutti i ca- ratteri distintivi delle razze bianche, altre si confondono interamente con le nazioni gialle. Tra questi due estremi si osservano numerose varietà che passano successivamente dal più perfetto tipo europeo al più perfetto tipo dei Cinesi. Nulla ci vieta di credere che tali distinzioni esistessero fin da quando i Turanici occuparono l’ Asia Anteriore. (NicoLuccI m. c.) 8 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI sull'intero continente. Ciò non impedisce che altra volta in questo o in quel luogo essi abbiano potuto essere più diffusi di quanto non sono oggi. All’incontro il fatto che popoli simili ai Negri posti ad oriente dell’ Africa sono distribuiti a tratti qua e là ci fornisce una prova quasi sicura che in altri tempi essi avevano una diffusione molto maggiore. Ora, siccome le notizie storiche ci mo- strano che più d’ una volta si sono riversate delle ondate di genti dall’ Asia in Africa, e tra queste invasioni alcune avevano una potenza enorme, come ad esempio l'invasione araba, mentre, per quanto si può credere non è avvenuto ‘mai il fatto opposto, vale a dire una immigrazione di genti dall’ Africa in Asia, così sembra arche che l’ analogia parli pur essa in favore della idea di una immigrazione orientale di Negri. Se ora poniamo il caso che una simile immigrazione abbia trovato abitatori, nei luoghi occupati ne consegue che il destino della popolazione indigena di quel continente deve essere stato essenzialmente il seguente: le genti che vi im- migravano dal grande continente contiguo, l’ Asia, si recarono sulle coste della terra invasa, e a motivo del loro numero limitato si videro costrette a fon- dersi cogli abitanti primitivi, anche nel caso che li dominassero, e così si ori- ginarono delle razze miste, le quali vennero a superare di qualche poco le indigene, e questo processo ripetendosi più volte, e una ondata di popoli tenendo dietro all’ altra, muovendo sempre da Oriente, finì per invadere l' in- terno del continente sino a che la popolazione intera ne venne unificata. Se taluno fosse per trovare inverosimili queste migrazioni ripetute, gli ram- mentiamo che la storia ci dà notizie di quattro invasioni operate da sole genti semitiche in Africa, cioè in Egitto (Hycsos), in Abissinia, e in un ampio tratto dell’ Africa settentrionale ed orientale (Arabi) (1). L’immistione adungue de’ nuovi venuti con quelli che già vi erano stabi- liti diè, coll’ andar del tempo, luogo ad un nuovo tipo che chiamiamo egiziano che, secondo il Maspero, era così distinto. ig egiziano, dice egli, era in generale grande, magro, slanciato. Aveva le ‘ spalle larghe e pienotte, i pettorali salienti, il braccio nervoso e terminato da una mano fine e lunga; l’anca poco sporgente, la gamba secca ed asciutta; i particolari anatomici del ginocchio ed i muscoli del garretto sono abbastanza fortemente disegnati, come avviene per la maggior parte dei popoli cammina- tori, ed avevano i piedi lunghi ed appiattiti all’ estremità per l'abitudine di marciare senza calzature; la testa, spesso troppo pesante pel corpo, presenta . ordinariamente un carattere di dolcezza ed anche di tristezza istintiva. La fronte è quadrata, il naso corto ed arrotondato, gli occhi appaiono grandi e bene aperti, le gote tonde, le labbra grosse ma non soverchiamente sporgenti; la bocca un po lunga di taglio conserva un sorriso rassegnato e quasi doloroso. Questi lineamenti comuni alla maggior parte delle statue dell’ antico e (1) RarzeL - Le razze umane. V. I. RIVISTA ITALIANA DI SCFENZE NATURALI \\ gu \ ZARA DL = A Fig. 14. Tipo turanico “ Be Sarzec Decouvertes en Chaldée, Tav. XII N21, (1). del medio Impero si rinvengono più tardi in tutte le epoche. I monumenti della XVIIIdi nastìa, le sculture saite e greche sì inferiori in bellezza artistica ai monumenti delle vecchie dinastìe, conservano senza alterazione sensibile il tipo primitivo (2). i Fi. 13. Rosellini, M. R. Tav. LXXXIII (1) Le figure 14.* e 15.8, che negli originali del De Sarzec sono. rappresentate, com’ elle fu- rono rinvenute coi nasi in parte mutilati, sono copiate da quelle restaurate dal Pinches. (Nico- lucci m.c.) i i (2) Maspero - 0. C. Le Bon o. c. p. 199. Nelle teste egiziane, dice in Winckelmann, gli occhi sono piani e posti obliquamente e non profondamente incurvati come nelle statue greche, ma quasi a fior di testa, piane e compresse. ne sono pure le sopracciglia che soltanto da una leggiera e sottil prominenza veggonsi indicate. Nelle figure egiziane, che hanno molto ideali le forme senza però avere eguale bellezza ideale, gli artisti non giunsero mai ad esprimere negli occhi e nelle ciglia l’idea del grande come poscia fecero i Greci internando maggiormente la pupilla, onde nascono dei lumi e delle ombre. Le ciglia, le palpebre e gli orli delle labbra per lo più sono indicati con linee incavate .. . Gli Egizi non avevano nessuna idea dei profili diritti e gentili delle teste greche e davano alle loro un naso simo e compresso come il vedean generalmente in loro medesimi; per l’ opposto .l’ osso della guancia è fortemente espresso e rialzato, piccolo il mento e portato indietro, il che rende imperfetto l’ovale del volto. Gli angoli della bocca tendono in alto. La posizione degli orecchi sarebbe stata strana se fossero state collocate sì alte quali si vedono nelle loro statue; come per esempio nella figura csistente sotto la punta dell’ Obelisco Barberini dove le orecchie sono poste così alte che il lobo viene ad essere al livello degli occhi. Il traduttore del Wincklmann dice in una nota che la forma degli occhi schiacciati e troppo allungati che si trovano nelle figure egiziane, se ammettiamo che copiassero la natura, deve ripetersi dal male che generalmente soffrivano e di cui parlano Giovenale Sat. 13 v. 93 e Persio Sat. V v. 166. Secondo Giovenale ed altri serit- tori presso /abdlonski (Pantheon Aegyp. lib. 1 c. 5 ss. 7 e 11) gli Egiziani lo credevano un castigo d'Iside; ma quali altri più recenti viaggiatori lo attribuiscono alle esalazioni vaporose che si le- vano la notte cagionano grandi flussioni, che fanno anche perdere la vista a moltissimi, onde vien chiamato l’ Egitto il paese dei ciechi. (Maillet Descript. de l’ Egypte let. 1 p. 15) Altri lo derivan dal riverbero dei raggi cocenti del sole in quelle arenose pianure, e per quello che riguarda l'Egitto moderno dal bianco che danno alle loro fabbriche. (Histoî. Univ. Tom. XXIV liv. XX chap. 111 etc.) (1) LuBpock I. - Notes on the Discoverì etc. Zour. of the An. 1875. (continua) 10 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI . BEZZI Dott. MARIO Gb FNSEETI EPIZOI o insetti che vivono su altri animali. Loro costumi, caratteri, classificazione ; modo di raccoglierli e conservarili. (Continuazione) Buteo vulgaris Leach. Docophorus * platystomus N. « < Nirmus fuscus N. « « Colpocephalum flavescens N. « « i Laemobothrium giganteum N. « « Menopon fulvofasciatum P. Caccabis saxatilis Mey. « +. pallescens N. v. pallida P. «i --rufa L. Goniodes truncatus G. « « (Goniocotes obscurus G.) Calamodus Schoenobaenus L. Docophorus communis N. | Calcarius nivalis L. « « « « Menopon quadrifasciatum P. v. major P. Calidris arenaria L. Nirmus angulatus P. « « Docophorus cordiceps P. sr « « Limosae D. Callichen rufinus Pall. « icterodes N. € « Trinoton luridum N. « « NT ivo... | Akidoproctus stenopygos N. Caprimulgus europaeus L. Docophorus macropus G. « « Lipeurus (Nirmus) hypoleucus N. « « e Eureum cimicoides N. Carduelis elegans Steph. Docophorus * communis N. « « Nirmus densilimbus N. Cerchneis Tinnunculus L. g*—T—_ Telefonia ad alta voce. La Casa A. Javelin, a Dijon, dice il giornale il Progresso, costrui- sce attualmente un apparecchio telefonico di nuova invenzione destinato a portare una rivoluzione nella telefonia. Questo apparecchio sopprime i ricettori pesanti ed incomodi a tenersi presso le orecchie e permette di sentire distintamente la comunicazione anche a parecchi metri di distanza. Si potrà sentire dal suo posto la voce naturale del corrispondente e rispondergli senza incomodarsi, 10 avendo pure le mani libere per prendere delle note. L'Industriel du Nord, che annuncia questo progresso, pensa di poter fra poco tempo dare dei dettagli su questo apparecchio di cui l’ applica- zione pratica è delle più desiderabili. Fibra tessile della pianta Ramiè. Leggesi nell’ Industria serica: Fra î tecnologi sì è aperta una gara per cercare il modo più conveniente onde ssommare le fibre del ramiè, alla cui materia tessile è riservato un importante avvenire, tanto da dover prendere il primo posto dopo la seta. Molti chimici invitati da case commerciali si sono messi all’opera, e pare che il quesito sia stato sciolto dal signor Vétérine, chimico francese, per cui non ua molto che la nuova indu- stria prenderà uno sviluppo meraviglioso. Ebaonite. È un legno artificiale inventato dal sig. Pauchon di Dod È molto simile all’E- bano, all’Accagiù ed all’Ebonite; resulta insensibile alle variazioni atmosferiche, all’ acqua, al ca- lore ecc; ne è stata ottenuta una qualità incombustibile. Lampada a benzina e magnesio. In un fanale sulla costa di Folkestone, è stato speri- mentato con ottimo successo, un apparecchio di illuminazione la cui piccola fiaccola possiede una forza illuminante di 40 mila candele, dovuta a gas che si ottiene dalla benzina e che traversa della finissima polvere di magnesio. | Mineralogia. Alla imboccatura settentrionale della grande galleria ferroviaria in costruzione al Colle di Tenda è stata scoperta una abbondante sorgente di acqua minerale sulfurea. Nell’isole di Vancouver (Colombia inglese) sono state scoperte alcune nuove e ricche miniere d'oro. Volzina. È il nome dato da un chimico tedesco ad una materia zuccherina destinata a detro- nizzare la famosa saccarina Fahlber. Il suo potere zuccherino sarebbe 200 volte superiore a quello dello zucchero di canna e non avrebbe gli inconvenienti della saccarina. NOTIZIARIO Nuovo satellite. L’astronomo Struwe direttore dell’ osservatorio di Pulkowo presso Pietro- burgo, ha scoperto il quinto satellite di Giove, determinandone la grandezza che lo fa ascrivere a quelli di 13.° ordine. Notizie di Sport ippico. Nello scorso anno furono vincitrici delle principali corse i se- guenti proprietari di cavalli: Il Barone Schickler che ha guadagnate lire 864,562, delle quali il solo cavallo Ragostky glie ne ha vinte quasi 456 mila; Il sig. Marchese Colmot che ha vinto li- re 655.759; Il sig. Michele Ephrussi L. 405,900; il sig. Abeille L. 252,800 ecc. Gli italiani più fortunati sono stati: Don Rodrigo che ha guadagnate L. 104,725: il Cav. Luigi Marsaglia L. 95,387; il sig. Carlo Calderoni L. 84,360; il Marchese Birago L. 76,882; Razza San Salvà L. 70 mila; il duca di Marino L. 67,920. Nel corrente anno avremo tre esposizioni di Sport e cioè a Nizza, Milano ed Amsterdam. Dalla Società delle corse al trotto di Trieste è stato istituito un premio di L. 15 milain oro, per cavalli stalloni di tre anni di qualunque razza e paese, nati nel 1893. La disputa avrà luogo nella riunione autunnale del 1896 nell’ippodromo di Montebello. La Società del Trotter italiano di Milano ha stabilito un premio di L. 25,000 da conferirsi nel 1896 per corse con puledri di tre anni, nati nel 1893. Il tempo utile per le iscrizioni scade con il 31 gennaio corrente. La pianta Sanseviera Eherembergiana, che in grande quantità vegeta spontanea su circa cinquantamila metri quadri dei nostri possedimenti africani e che fornisce attualmente agli etiopici una fibra tessile da loro utilizzata per fabbricare cordami; secondo gli studi e le prove fatte dal prof, di Merciologia Ettore Formento di Torino, pare che possa esser ben utilizzata per 11 far tessuti, nel qual caso essa fornirebbe abbondante materia per l'impianto di una importante in- dustria nella nostra Colonia Eritrea. Società colombofila fiorentina. Come già annunciammo, l’ egregio sig. Rag. G. C. Gia- chetti, presidente della società colombofila fiorentina, fu insignito dell’ ordine di Cavaliere della Corona d’ Italia; ora la sera del 27 decembre i soci in testimonianza di stima e di affetto, le con- segnarono le insegne dell’ ordine, ed una pergamena con le firme dei donatori. Il sig. avv. Carlo Fabbri ed il sig. conte Giovanni Arrivabene rallegrandosi con il sig. Giachetti, improvvisarono elevati discorsi. Quindi il de Palma dopo aver dato lettura di telegrammi e lettere pervenutegli da Roma, Palermo, Milano, Pisa ecc. da giornalisti e società, dirigeva all’ ottimo presidente un cor- diale e sincero saluto. A tutti questi rispose il Giachetti, e sebbene sotto l’ emozione per tanta festa, fu felicissimo ed ebbe frasi di calda riconoscenza per tutti i soci, con i quali dissesi lieto di dividere lavori e studi. La cordiale festa si chiuse con della buonissima musica, ed un eccellente rinfresco, che diè la stura a molti brindisi, concludendo, con un telegramma a S. M. il Re. I più vecchi cedri del Libano. In Inghilterra pare che esista il più vecchio dei cedri del Libano; esso è quello di Bretby nel Derbyshire piantato nel 1675. In Francia ne esiste uno pian- tato al Museum dal celebre botanico di Jusseu nel 1735. Un’Eucalyptus gigantesco è stato scoperto in una foresta dell'Australia. Misura 155 metri di altezza e 15 di circonferenza. Si crede debba avere circa duemila anni di età e che sia il più grande albero del mondo. Corso per i Periti Chimici Igienisti nell’ Università di Padova. Leggiamo nell’Orosî : L’ Università di Padova ha dato un esempio, che dovrebbe essere seguito dalle altre Università e Istituti Superiori del Regno. Nella facoltà Medica ha istituito un Corso pratico d’ Igiene per quei Dottori in medicina e chi- rurgia, i quali vogliano porsi in grado di aspirare a cariche sanitarie nell’ Amministrazione dello Stato o dei Comuni; nell’ Istituto di Chimica Farmaceutica, diretto dal chiarissimo prof. (Pietro Spica, un Corso pratico di Chimica per coloro che aspirano a conseguire l’ attestazione di idoneità a perito chimico igienista, conforme all’ art. 4 del Decreto 26 luglio 1890 sulle norme e sui pro- grammi per il conferimento delle attestazioni di idoneità a periti chimici igienisti. Il corso di chimica durerà dal 10 Gennaio al 10 Giugno 1894. La tassa di laboratorio è fissata in L. 80, con un deposito di garanzia di L. 20. Gii sputi e la propagazione delle malattie. Il Consiglio d’ Igiene di Parigi ha segna- lato il pericolo del contagio di alcune malattie, e specialmente della tubercolosi per mezzo delle espettorazioni di coloro che ne sono affetti, ed ha perciò espresso il desiderio che venga vietato lo sputare in luoghi pubblici, o per lo meno che si prendano le necessarie precauzioni per rimediare agli inconvenienti degli sputi. La Società degli omnibus e tramways ha accettata la proposta, ed ha disposto perchè opportuni avvisi vengano affissi nelle vetture, negli uffici ecc. (Rev. Scientif.) Un termometro a massima inghiottito da un detenuto. Taubin riferisce che un de- tenuto, dopo aver inghiottito 10 giorni innanzi il manico di un cucchiaio di ferro, trangugiò il termometro a massima che serviva per prendere la sua temperatura. Il termometro, interamente di ‘vetro, misurava 113 millimetri di lunghezza e 6 di larghezza. Nove giorni più tardi evacuò con- temporaneamente il manico del cucchiaio ed il termometro. Questo segnava come temperatura mas- sima 38° .7 ma fatte le debite sottrazioni la temperatura risultò di 38° .1. In questo caso la diffe- renza fra le due temperature massima, interna ed esterna, è stato di 9 decimi. Durante il soggiorno del termometro nell’ interno del corpo, la temperatura ascellare era stata presa due volte con ter- mometri sottoposti egualmente a controllo, e la cifra più elevata era stata di 37° .2. Si noti che gli alimenti ed i clisteri furono sempre somministrati a bassa temperatura. (Sèm. Med., 1893, pag. 404). Danni dall’ uso della faggiuola. Il prof. Pusch fa noto, in un giornale tedesco di vete- rinaria, d'avere sperimentato come l’ uso dei semi di faggio o dei panelli che essi lasciano dopo 12 _ —r——_—_yr—-Ò-.rr->->eoeO@ e” memoemeeeeemeemoemoZzee—_eroeo___e-r:r;.,-- la estrazione dell’ olio, riesca dannoso agli animali. Tali prodotti contengono un principio velenoso, la faggina, più abbondante nei panelli, perchè non passa nell’ olio. Perforamento della terra. Leggiamo che a Paruchowitz, uno dei distretti di Siberia, si è praticato un foro di 2002 metri e del diametro di 7 metri. Dopo rilevata con termometri la tem- peratura della terra laggiù, si continuerà a forare fino a 2500 metri. Sarebbe questa la massima profondità raggiunta finora nel perforare la terra. Congresso veterinario a Berna. Il Consiglio internazionale di medicina veterinaria te- nutosi a Parigi nel 1889, aveva deciso che il sesto Congresso si terrebbe in Svizzera, lasciando al Consiglio Federale l’indicare la città che ne sarebbe sede. Ora il Consiglio ha indicato Berna. Mostra internazionale di Giornalismo e congresso nazionale di Giornalisti in Milano. Abbiamo già annunziato che Milano stà allestendo per il prossimo maggio un gruppo di esposizioni che tutto fa ritenere debbono ottenere un brillante risultato. Fra queste notiamo ora anche la Mostra di Giornalismo antico e moderno, alla quale sarà di complemento 7 primo congresso dei giornalisti italiani che si riunirà pure a Milano nel maggio prossimo. Esposizioni internazionali. A Londra è stato definitivamente stabilito di effettuare una Esposizione universale nel 1896-97. Sotto il patronato del governo di Tasmania sarà tenuta ad Hobart nel 1894-95 una mostra in- ternazionale di industrie, scienze ed arti. Una esposizione universale mineraria e metallurgica sarà aperta a Santiago nel Chilì nel cor- rente anno. Il governo locale pensa alle spese di andata e ritorno degli oggetti ammessi all’espo- sizione, nonchè il passaggio gratuito per coloro che si recano ad esporre gli oggetti stessi. Esposizione italiana a Berlino. Nella prossima estate si aprirà in Berlino una esposi- zione italiana. Il comitato promotore ha ottenuta un’area di 30 mila metri quadri presso la sta- zione ferroviaria ed il giardino zoologico. Si stanno costruendo edifizi raffiguranti le vie tipiche di Venezia, Napoli, Roma, Pompei ecc. con i respettivi costumi e industrie. Nei canali della minu- scola Venezia si vedranno le gondole; nella imitata Grotta azzurra di Capri si entrerà in barca; il Giardino simulera una foresta della Calabria. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Avetta dott. Carlo nominato prof. di botanica nella R. Univ. di Roma. Crety dott. Cesare abilitato alla libera docenza in Anatomia comparata. Bertelli dott. Dante idem in Anatomia umana. Angelitti dott. Filippo idem in Astronomia. Piazza Giuseppe incaricato di Sc. nat. nel ginnasio di Nicosia. Marco Carlo idem nella Scuola tecnica di Vasto. È “olpino cav. Federico prof. di Botanica nella R. Univ. di Bologna e nominato in quella i Napoli. Corti dott. Emilio nominato assistente alla zoologia nella Univ. di Pavia. Colaciuri Vincenzo nominato reggente di Sc. fisiche e nat. nella Scuola sup. masch. di Oneglia. Veschi Cesare nominato prep. di Anatomia comparata nella Univ. di Roma. Pieriboni F. A. incaricato per la Fisica e Chimica nel liceo di Girgenti. Cattaneo Carlo nominato prof. di Fisica nell'istituto tecnico di Torino. SE arno Giuseppe prof. di Chimica è trasferito dall’ ist. tec. di Modica a quello di Reggio alabria. Ghira Andrea nominato prof. di Chimica nell’ Istituto tec. di Modica. Mazzotto Domenico incaricato della Fisica nell’ Ist. tec. di Sassari. Carraroli Arturo incaricato delle Sc. nat. nella Scuola tecnica di Patti. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, domande e risposte diverse -- Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. <= e ==<"=: Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l’ utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi, 13 Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cuì un annunzio posto in questa rubrica anche una volta all’anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 1 Il sig. Piazza Carlo, fuori porta d’ Azeglio n. 362 Bologna, si occupa di entomologia e specialmente di Coleotteri e Ditteri e desidera far cambi. 2 Il prof. Mamini G. A. del R. Liceo di Urbino, disponendo di una importantissima col- lezione di Conchiglie di ogni paese, desidera entrare in relazione con distinti cultori di Malaco- logia per cambio di duplicati. 3 Il sig. Mantero G. via Galata 9 Genova, offre i coleotteri: Anophthalmus Ramorini, Bythinus italicus, Bathyscia Doderi, B. frondicola, B. pumilio, Amaurorhinus, Bevvichianus ecc. Desidera in cambio Imenotteri, Crisidi e Formicedi della Sardegna od esotici. 4 Mons. Homo a Appeville par Montefort (Eure, Francia) offre fossiles nombreux de tous terrains, contre fossiles provenant de n’importe quel’etage è l’exception du parisien. 5 Il sig. Strasser, Theresienstrasse 84 Monaco di Baviera, desidera entrare in rela- zione con alcuni signori per il cambio di coleotteri. Non si occupa che dei Carabicidae d’ Europa. Ai signori che si limitano alla Fauna Italica, può offrire molte specie dell’ Appennino toscano e delle Alpi Venete e Piemontese. 6 Mons. Dollfur Adrien, 35 rue Pierre-Charron Paris, offre des crustaces isopodes ter- restres, a l’alcool, contre des graines ou bulbes de plantes de la region mediteranéenne au exotiques. 7 Il sig. De’Guerpel H. di Plainville par Mézidon (Calvados) disponendodi un certo nu- mero di Apion variegatum, desidera cambiarli con Coleotteri e specialmente dei generi Cicindella e Carabus. 8 Il prof. Mario Bezzi, via Paolo Frisi 9 Milano, ricerca Ditteri di ogni località d’ Italia, pagando, vuppure cedendo in cambio Ditteri, Imenotteri, Rincoti ed Ortotteri; si offre al- tresì per determinare collezioni di Ditteri italiani. 9 Il dott. Francesco Coppi di Maranello Modenese, offre grandi e piccole collezioni di fossili, animali e vegetali, di tutte le epoche geologiche, ma principalmente terziari; roccie e conchiglie attuali a tutti i prezzi. ’ 10 Deilephila Nerii. Di questo lepidottero se ne acquisterebbero per contanti, o si acce rebbero in cambio fino a 500 esemplari. Chi può provvederne è pregato farne l’ offerta al gabinetto di storia naturale di S. Brogi in Siena. ll Il sig. Spiteri M. Alfonso, Piazzetta Bandolieri © Casal Zeitun Malta, sarebbe molto grato a chi potesse indicargli qualche catalogo, vocabolarietto od elenco di Storia Naturale della Si- cilia, contenente il nome scientifico, italiano e siciliano di ciascun animale, pianta ecc. dell’ Isola e dove reperibile. 12 Il sig. Giuseppe Raschi di Spello (Perugia) offre minerali, fossili e conchiglie a mitissimi prezzi per causa di trasferimento. 13 Vesperugo lasiopterus, vivi, conservati in alcool, imbalsamati ed in pelle, non che il loro scheletro, vengono offerti dal Laboratorio di Storia naturale di S. Brogi in Siena. 14 Barbatelle di viti Borgogna Nero o Pineau noir, bellissime, garantite di località im- mune da Fillossera, si cedono al prezzo veramente di occasione di sole L. 36 il mille. L’ uva ma tura a metà Settembre. 15 Meli di alto fusto coronati di eccezionale bellezza e delle migliori varietà si cedono a cent. 70 l’ uno, 10 per L. 6, 100 per L. 55. (Continua) 14 LIBRAIRIE J-B. BAILLIÈRE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), à Paris Les Cultures sur le littoral de ia Méditerranéèe (Provence, Ligurie, Algérie), par le Dr. E. SAuvaIGo, directeur du Muséum d’histoire naturelle et secrétaire de la Société d’agricul- ture de Nice. Introduction par M. NaAupIN, de l’Istitut. 1 volume in-16 de 316 pages avec 115 . figures, cartonné Bibliothèque des connaissances utiles) . . . 0.0.0 + +01 0 +... 4 fr. Il était temps que l’horticulture du Midi trouàt un interprète capable d’en donner un fidéle tableau et de diriger ceux qui, de plus en plus nombreux, viennent de toutes les parties de la France et méme de l’étranger, simples amateurs ou horticulteurs de profession, exercer l’art hor- ticole sous le beau climat mediterranéen. Ainsi que le dit M. Naudin (de l’Institut), dans son introduction, le livre du Dr. Sauvaigo sera le guide indispensable du botaniste, de l’amateur de jardin et de l’orticulteur, dans cette ré- gion privilégiée du Midi. Dans un premier chapitre, l’auteur décrit les plantes décoratives et commerciales des ag du littoral méditerranéen, indique les types les plus répandus, leur emploi et IR mode de cul- ture ordinaire et intensive. Le deuxième chapitre est consacré à l’étude des plantes à fruits exotiques, étude toute nouvelle qui mérite d’appaller l’attenction des acclimateurs et des commercants. Le troisième chapitre traite de la culture des plantes è parfums qui tend à prendre une exten- sion importante en Algérie. Les plantes potagères et les arbres fruitiers indigènes font l’objet des quatrième et cinquiè me chapitres. On y passe en revue la costitution du sol, les opérations culturales, les meilleures va- riétés de plantes, les insectes nuisibles, les maladies les plus redoutables. De nombreuses et belles figures aident à l’intelligence du texte, clairément ècrit par un homme tout à fait compétent. ; vai = JE È ci IMMINENTE PUBBLICAZIONE Vita Americana del dott. TuLLio De Suzzara-VERDI, tradotto dall’ inglese, con introduzio- ne originale di Edoardo Arbib. Ulrico Hoepli, editore. Milano (L. 4. —). Il dott. Tullio De Suzzara-Verdi vive da quarant'anni agli Stati-Uniti, e si è talmente im- medesimato con la vita americana, che, sebbene italiano, preferisce scrivere in inglese anzichè nel suo nativo idioma. Sulla Vita Americana egli ha composto un libro ch' è tutto quello che si può scrivere di meglio in questo genere di lavori. Niente descrizioni prolisse, niente dissertazioni, e mai l’« zo » dell’ autore si fa innanzi per richiamare su di se l’attenzione del lettore. | Vita Americana spiega, in vari capitoli, come gli Americani vivono: come mangiano, co- me studiano, come lavorano, come pregano e come si divertono. L’ autore con molto garbo pone souto gli occhi del lettore l’intima manifestazione della Vita Americana : sicchè, dopo la lettura del libro, si può avere un’idea esatta del come veramente viva e prosperi il popolo degli Stati-Uniti. L’assoluta novità della materia e l'interesse, anche dal lato pratico, che desta Vita Ameri- cana, rende il libro istruttivo e di amena lettura. Le nostre signore sentiranno con piacere quel- lo che fanno e come vivono le loro sorelle degli Stati-Uniti. L’ editore ed il traduttore, che hanno conosciuto il dott. Verdi, ed hanno vissuto per qualche tempo nella febbrile attività dell’ esistenza americana, furono colpiti dalla verità descrittiva di questo libro e credettero opportuno di farlo conoscere al pubblico italiano. L'autore ha gentilmente consentito che l’ edizione italiana sia pubblicata prima di quella in- glese ed uscirà tradotta da Edoardo Arbib, il pubblicista notissimo per il suo pseudomino di Semplice. 15 Casa Tipografica Libraria Editrice Arcivescovile Ditta GIACOMO AGNELLI - Milano N. 490, Libreria, Via S. Margherita, 2 - Telefono N. 20 - Stabilimento, Via Stella, 30 Annunciamo con piacere la pubblicazione dell’ opera dell’ illustre Prof. Comm. GIUSEPPE MERZARIO, Deputato al Parlamento, intitolata : [Flieston Com aeini STORIA ARTISIICA DI MILLE DUEGENTO ANNI (600-1800) Questa opera, aspettata e desiderata da molti che ne ebbero sentore, e si interessano e dilettano ‘di fatti e di problemi riferentesi alla storia delle Belle Arti e alle loro vicissitudini e trasformazioni nei vari secoli, divisa in due volumi,di circa 700 pagine ciascuno, formato in-8.9, con bella carta e tipi nitidi, dedicata a S. Ecc. Giuseppe Zanardelli, Presidente della Camera dei Deputati. Questa la sintesi di un lavoro, chè è frutto di lunghi studî, di pazienti investigazioni, e di molte- plici viaggi, che raccoglie e unifica molte notizie sparse di arti e di artisti, e presenta anche qualche lato di novità, di curiosità e di diletto. Attenendosi strettamente al suo tema l’ illustre autore non trascorse a nessuna discussione politica o religiosa : e. si astenne dalle illustrazioni, che in così Inngo corso di secoli, varietà di scuole, e moltitudine di monumenti o ancor vivi o ruinati avrebbero dovuto es- sere troppo numerose, se appena proporzionate alla vastità dell’ argomento. L’opera è in due volumi, corredata da un copioso Sommario, da una carta geografica del terri- torio artistico comacìno, e da un Indice delle persone e cose principali; fu messa in commercio al prezzo di LIRE DODICI (pesa Kg. 2, 700 circa). Recentissime pubblicazioni : ADOLFO GUERIN. Note di Storia per gli allievi della classe IV e V.Due bellissimi opuscoli in-16 di pagine 48 illustrati. Cent. 35 cadauno. : Questo non è un testo di storia nè un vero sunto: un sunto può essere più dannoso che utile, se gli allievi lo studiano pappagallescamente, mentre per ritenere la spiegazione, quando è stata fatta bene, basta l'indicazione dei nomi e dei fatti principali. Queste indicazioni, che non sempre si ha tempo di dettare e di correggere, le ho raccolte in cento note, più brevi delle lezioni che si sogliono assegnare giornalmente. E un libriccino che vorrebbe essere utile, senza la pretesa di piacere, e non è illustrato per ornamento, ma perchè le figure, come tutto ciò che colpisce direttamente i sensi, sono di aiuto efficacissimo alla memoria. AnoLFo GUERIN La lingua tedesca esposta nelle sue più necessarie teorie da G. BRANCA, 2.3 ediz. rive- duta, ampliata ed arricchita con l’ aggiunta d'un Corso d’ esercizî dal Cav. Gio. MAZZUCCHELLI, professore di Jingue straniere in vari istituti pubblici e privati. Bel vol. in-16 di pag. 260 L. 2— leg. in tela-oro L. 3. Nuovo corso di esercizî di traduzione dall’ italiano in tedesco, coll' aggiunta di lettere commerciali, esercizi di conversazione e di lettura ad uso degli istituti tecnici del Regno, per cura del Cav. GIOVANNI MAZZUCCHELLI, professore di lingue straniere in vari istituti pubblici e pri- vati. Bel volume in-16 di pagine 180 L. 1, 25. Legato in tela-oro L. 2, 25. Carta geografica del territorio artistico Comacino. Recentissima edizione colorata. Misura cent. 50 per 65. L. 1. FELICITA MORANDI e EDVIGE SALVI. La Giovinetta studiosa. Libro di lettura per la IV e V classe elementare, secondo i recenti Programmi governativi. Bel volume in-16 illustrato di 160 pagine L. 1. Legato in tela-oro L. 2. Prof. E. PAROLI. Umberto. Sillabario e letture per la 1.2 classe o sezione delle scuole maschili, femminili o miste, urbane o rurali. Bel volume in-16 di pagine 64 illustrato. Cent. 15. A GIORNI SARANNO PRONTE LE RISTAMPE SEGUENTI: GELMETTI L. e RIZZINI G. Esempi e precetti di composizione italiana per gli alunni delle scuole tecniche e magistrali, approvato dai Consigli Scolastici Provinciali di Milano, Ber- Te ed altri ; 3.8 ediz. riveduta ed ampliata. Bel vol. in-16 di pag. 480 circa L. 2,950. (pesa gr. 380). BANFI G. Antologia per le giovinette che frequentano le scuole elementari maggiori, nor- mali ecc. , divisa in quattro parti: Dio e Religione, l’ Universo e l’ Uomo, Patria e Famiglia, Varietà, secondo i nuovi Programmi governativi; 4.* edizione accresciuta, riveduta, corretta e riordinata dal Prof. Cav. P. FornarI. Bel vol. in-16 di pagine 450 circa L. 2,25 (pesa gr. 350). 16 E F. BISLERI SEPE A : ì | il Î ; TA ; |) | I VOLA J {9 N, A F. Bisleri CONCESSIONARIO MILANO ESPOSIZIONE MONDIALE COLOMBIANA LL, — Chicago, 26/83/93. Il sottoscritto è lieto di dichiarare che l'’ACQUA di sapore assai gradevole, ottima per il contenuto in acido carbonico. È un’acqua veramente raccomandabile per tavola e per l’uso comune. Dott. Otto N. Witt + Prof. di Chimica Tecnologica al Politecnico di Berlino FERRO-CHINA-BISLERI Liquore Stomatico Ricostituente Sovrano VOLETE DIGERIR BENE ?9 Ri DI RA ISO IA 2 A\ Li ACR ) PAL ZA, AA) ID TE da celebrità mediche P riconosciuta e dichiarata dh Regina delle ACQUE da TAVOLA rÉ RO: MILANO MIA Si \ \ Milano 16/11/92. Preg. Sig. F. Bisleri Sulle mosse per recarmi a Roma, non voglio lasciar Milano senza mandarle una parola d’encomio pel suv FERRO-CHINA liquore eccellente dal quale ebbi buo- nissimi risultati. — Egli é veramente un buon tonico, un buon ricostituente nelle anemie, nelle debolezze ner- vose, corregge molto bene l’inerzia del ventricolo nelle digestioni stentate ed infine lo trovai giovevolissimo nelle convalescenze da lunghe malattie in ispecial mo- do di febbri periodiche. Dott. Saglione Comm. Carlo Visto il R. Commissario Gerente Medico di S. M. il Re NOCERA (Umbra) è una ottima acqua, ottima per il UNGARO MAGAZZINO GEOLOGICO E MINERALOGICO : ALEXANDRE STUER 5&— UFFICIALE D’ACCADEMIA, fornitore dei Ministeri della Istruzione pubblica, dei lavori pubblici e degli stati stranieri. 40. Rue des Mathurins, Paris. Alexandre Stuer, tiene a disposizione dei Professori, Direttori di Musei e studiosi, delle serie completissime di fossili primari, secondari e terziari di Francia, classati stratigraficamente e pa- leontologicamente. Grande scelta di minerali di tutti i paesi, Meteoriti, pietre preziose ecc. Vendita all'ingrosso e a dettaglio. 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Crania aegyptiaca vetera et hodierna con appunti di storia e di etnologia egiziana. Con fig. (Cont.) Pag. 17. Gabelli Lucio. Ordine di svolgimento dei fiori in alcune infiorescenze compatte. Pag. 21. Bezzi dott prof. Mario. Gli insetti epizoi. Loro costumi, caratteri, classificazione, race colta e conservazione. (Cont. e fine) Pag. 22. Rivista bibliografica. Da pag. 28. a pag. 29. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 29. Il 18 gennaio scorso morì in Pisa il Dott. Prof. LUIGI BUSATTI giovane e distinto mineralogista, autore di pregevoli scritti riguardanti i minerali e le roccie della provincia di Grosseto, di Pisa, deila Corsica, della Sardegna e dell’isola d’ Elba. A. P. Orania aeoyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA Studio di ABELE DE BLASIO (Continuazione) . za £ fr. L YL 5; il 27 Vj Fig. 16.2 Nubiano antico ((a0) Doconvertes en Chaldee, Tav. XII, N° 2 ,,. K * * Ammessa adunque questa immigrazione dall’ Asia in Egitto spontanea ne viene la domanda: in che epoca essa avvenne ? Per rispondere a ciò è neces- sario richiamare alla nostra memoria ciò che più d’importante è stato detto intorno alla preistorica egiziana, servendomi per tali ricerche delle opinioni emesse sul proposito dal Lubbock, dal Lepsius, dall’ Arcelin, dall’ Hamy, dal Reil e da altri come anche terrò conto dell’ esame da me fatto sui manufatti 18 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI litici raccolti in diverse località dell’ Egitto e che ora arricchiscono la colle- zione preistorica del gabinetto antropologico di questa città. È noto che nel Febbraio del 1869 (1) il signor Arcelin (2) comunicò una sua nota nella quale annunziava che insieme al signor Visconte di Murard aveva trovato in alcune località, lungo la valle del Nilo, una serie di rozzi strumenti di pietra rassomiglianti a quelli dell’ Europa occidentale. In questa nota egli non espresse opinione intorno alla loro età, ma essi non erano cer- tamente recenti, e in un rapporto al Ministro della Pubblica Istruzione del 26 Giugno dello stesso anno e pubblicato anche nei Materiaux egli così concluse : « Io mi veggo adunque autorizzato a concludere da ciò della presenza in Egitto di un’ industria antichissima probabilmente preistorica, che bisognerà forse scindere in due epoche; ma che nella stazione di Aben-Mangar si è affermata col caratteri conosciuti dall’ età della pietra polita, spettando alle ulteriori sco- perte il decidere se tali manufatti si debbano fare appartenere agli antenati degli Egiziani, o ai loro predecessori della valle del Nilo ». Nello stesso anno il sig. Hamy e Lenormont trovarono alcuni rozzi stru- menti di pietra (accette, coltelli, grattatoi, punteruoli, nuclei etc.) sulle alture che sovrastano alle tombe de’ Re di Tebe, e più tardi un’accetta del tipo di Sant-Acheul in Deir-el-Bahari. Il signor Hamy comunicò questi fatti alla Società di antropologia di Parigi esprimendo la sua convinzione, che i manufatti in quistione appartenessero alla vera età della pietra (3), opinione che sostennero ancora i signori De Mortillet e Broca; mentre invece il Pruner-Bey, benchè convenisse nelle stesse conclusioni, pure diceva dover esserci bisogno di maggiore evidenza (4). Il signor Lepsius nel suo scritto « Sul!’ ammissibilità di un’ antica età della pietra in Egitto » ha pel contrario espressa l’ opinione, che i coltelli di selce rinvenuti in sì gran numero in Bab-el-Meluk ed altrove sieno naturali fram- menti di selce scheggiati per alterazione di temperatura, e soggiunge che se fossero stati artificiali non sarebbero stati negletti e lasciati sul terreno. Quanto ai così detti raschiatoi egli dubita se fossero stati adoperati nella maniera che si suppone. Sostiene che le fratture secondarie di alcuni dei supposti fram- menti sono fresche, di un colore diverso e talora evidentemente di più recente origine delle fratture primarie, mentre se questi utensili fossero di origine umana, egli aggiunge, essi non potrebbero fornire evidenza di un'età della pietra in Egitto; perocchè sappiamo che coltelli di selce erano usati per certe cerimonie durante i tempi storici, e talora sono stati trovati anche nelle tombe egiziane. Il Rosellini, il compagno di Champollion, ricorda, che in altre circostanze egli trovò coltelli di selce colle mummie e il Zepsius stesso trovò sei coltelli (1) LuBrocK I. - Notes on the Discoveri ete. Zour.. of the An. 1875. (2) ARCELIN - Matériaux pour servir a l’histoire pr. de l'Hom: 1869, (3) Bull. de la Soc. d’Anthrop. de Paris 1869 p. 685 e 1870 p. 15: (4) Loco citato p. 703. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 19 in alcune tombe appartenenti ad individui della V Dinastìa, mentre lo Chabas nega non solo un’ età della pietra in Egitto, ma anche nell’ Europa occidentale. M. Arcelin in una sua memoria « L'età della pietra e la classificazione pre- istorica etc. » replica gli stessi argomenti e combatte quelli dei sunnomi- nati autori. i Sotto tali circostanze il Lubbock si decise di visitare quelle località, a scopo di mettere termine a tante controversie, e nell’autunno del 1874 si por- tò in Egitto. Egli trovò selci lavorate in varii luoghi lungo la valle del Nilo, specialmente nella valle delle tombe de’ Re presso Tebe ed Abydos, e dopo avere attentamente studiato i fatti e gli argomenti in contrario dei signori Lepsius e Chabas si credette autorizzato a convenire nell’ opinione dei signori Arcelin ed Hamy, cioè che questi frammenti di selce appartenessero realmente all’età della pietra e fossero ante-Faraonici. ‘ i Le forme degli strumenti raccolti, come può vedersi dalle figure da lui pubblicate, sono perfettamente identiche a quelle dell’ Europa occidentale. Conclude infine che quegli strumenti appartengono alla vera età della pietra, ed osserva altresì che l’uso dei coltelli di selce fu dagli egiziani, in alcune cerimonie, continuato ad essere usato a scopo di superstizione e come continuazione di un antico costume. Se gli egiziani erano abituati, per lunga età, ad usare coltelli di selce per la preparazione delle mummie, non possiamo credere avere essi avuta ripu- gnanza ad alterare l’antico costume ed usare invece della selce anche una nuova sostanza quale il bronzo (1). Tolti adunque i dubbi sulla non esistenza di una vera età della pietra in Egitto ci domandiamo: appartennero quei manufatti a quella razza negroide, che secondo il fretzius, V' Hartmann e tanti altri si era già stabilita sulle rive del Nile : ovvero vi furono importati dalle successive immigrazioni asiatiche ? Dif- ficile ne sarebbe la risposta; però volendo stare alle analogie che esistono fra i manufatti litici rinvenuti in Egitto e quelli spettanti alla Siria e ad altre re- gioni asiatiche, cose tutte che si conservano nel nostro museo antropologico, si può, con molta probabilità di vero, far congettura, che quelle selci lavorate fossero di provenienza asiatica, e dal modo come si vedono lavorate si può dedurre che furono introdotte nel paese dei Faraoni nel perîgdo di transizione: fra l'epoca arcbeolitica, e la neolitica e che i nuovi venuti, civ nella nuova (1) Ricordo fra i manufatti litici rinvenuti nel dominio dei Faraoni l’ accetta di Abon-Mangur; il cuneo di tipo quaternario (Giseh); il raschiatoio di Sakkara; il cuneo in diorite rinvenuto ness il Serapeum di Menfi; il nucleo in selce di Cheraova al sud di Esnè; la sega in selce di Diebel-Kulabiè. La collezione di piccole schegge fatta dal Reil; quella non meno importante del Mariette, che ora si conserva nel museo del Cairo; i manufatti raccolti dal Lautk e quelli raccolti dall’ Asten nell’ alto Egitto. Il nostro Gabinetto antropologico conserva 62 oggetti di pietra focaja spettanti all’ Egitto e consistono in rozzi raschiatoi, in abbozzi di punte di frecce, in falcetti e coltelli, provenienti 21 da Tebe e 41 da Bab-el-Meluk nella valle delle tombe dei Re. (vedi fig. 5, 6, 7, 8). 20 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI dimora, entrarono in un’ era di una nuova civiltà e ai rozzi strumenti di pietra fecero sostituire quelli di metallo perchè più adatti ai loro diversi usi. A questi tempi preistorici, dei quali non conserviamo altri ricordi che alquanti rozzi manufatti, circa 5004 anni prima di Cristo un cittadino di Themi a nome Menes o Mena distrusse il dominio teocratico tenuto negli ultimi tempi dalla casta sacerdotale e fondò la monarchia egiziana (1). Put Allorquando Menes fu riconosciuto re unico, già l’Egitto trovavasi, rispetto alle altre regioni in allora conosciute, in un certo grado di avanzata civiltà; infatti il Nilo era incanalato, 1’ agricoltura e le arti avevano fatto un primo progresso, la grande sfinge e il tempio di granito e di alabastro erano stati eretti dalla casta sacerdotale. Menes fè costruire Menfi e la dichiarò capitale dell’ Egitto. I discendenti di Menes furono i Faraoni, cioè figli di Dio, del Dio Sole. | Fig. 17.2 Nubiano moderno (621) Fig. 18.3 Nubiano moderno da una fotografia (1) Boeck colloca il primo re a 5702 anni pri Ì Ì 2 I 2 prima di G. C. Lepsius a 3897; Manetone a 5004 Spora accettata dal Mariette e dal Le Bon. Dall'anno 504 al 527 i GG epoca in cui i Persi ani ROTA valie del Nilo si contano in Egitto 26 dinastìe che si dividono in tre periodi prin- GEE 3 antico Impero con dieci dinastìe (5004-3064) ; il medio Impero con sette dinastie (3064- FS E AMIBeTO con nove dinastie (1703-527.) Dopo la conquista dei Persiani nel 527 prima I 1 contano ancora cinque dinastìe compresevi lle dei vincitori È trentuno ìl numero delle dinastìe ET x US IO Pona te La sede dell’ antico Impero fu Menfi: i TR < sui ID ne 207) enfi; quella del medio Tebe e quella del nuovo Sais e le città - RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 21 Durante le prime dieci dinastìe, che costituiscono l’impero antico (5004- 3064 avanti G. C.) furono inventate le lettere, composto un trattato di astronomia e di altre scienze, stabilito il culto del Toro Apî (Apis) incarnazione di Osi- ride a Menfi, del 7oro Mnevis ad Eliopoli e del Caprio di Mende alle città del Delta, e fu sotto i re KAhoufou (Chèops), Khafra (Chephren), e Menkera (Mycerinus) che furono inalzate le tre grandi piramidi di Gizeh, inviate le colo- nie al monte Sinai, per la ricerca del rame, e costruite le tombe presso Sakkara. Il medio Impero, che conta sette dinastìe, principia dal 3064 e finisce al 1703 a. G.C. Igovernatori di Tebe avevano acquistato una certa indipendenza e rivaleggiavano, dice il Le Bon, coi sovrani del basso Egitto. Esposti agli attacchi costanti delle popolazioni negre del Sud essi non contavano più che sulle proprie forze; creavano armate, facevano rispettare le frontiere, che in mezzo all’ ac- casciamento e alle dissensioni tra cui finì l'antico Impero s'erano ristrette, co- me altre volte fino alla prima cateratta. Questi principi di Tebe pretendevano del resto di discendere da Papi I° e molti fra di loro assunsero il titolo di Re innanzi che Mentouhotep IV rove- sciasse effettivamente la VI dinastìa e riunisse sotto il suo unico scettro le di- verse provincie dell’ Impero. (continua) ORDINE DI SVOLGIMENTO DEI FIORI IN ALCUNE INFIORESCENZE COMPATTE Nota di LUCIO GABELLI Prima nel trifolium medium L., poi in molti altri; ed in altre specie di altre famiglie, ho osservato un fenomeno, per quanto io sappia, generalmente ignorato, che credo interessante riferire. L'ordine di sviluppo dei fiori sia nei trifoltum che nelle Dipsacee e nelle composte è centri- peto ; si dovrebbe quindi osservare la fioritura procedere di basso in alto o dalla periferia al centro (secondo che si tratta o di una spica, come nei tr:foltum, o di una calatide, come nelle Composte) .per mezzo di una spirale: ma ciò mon è. Il capolino (sia esso spica raccorciata od una calatide) si vede diviso in due parti, di cui l'anteriore e bassa (esterna rispetto all’ asse principale della pianta) è bene in fiore; e la poste- riore (interna) ha i suoi fiori non ancora sbocciati. La compressione subìta nella prima fase dello sviluppo, dalla foglia (di cui il capolino è ascel lare) e dal caule, rende i fiori dnterni, che furono stretti tra l’asse dell’ infiorescenza e il caule, più tardivi; donde una perturbazione e complicazione nell’ ordine di fioritura molto spiccata: e mentre la parte anteriore-bassa dell’ infiorescenza è ben fiorita, la superiore-interna non lo è ancora; e quando lo sarà la prima avrà già incominciato ad abbonire i frutti. E non è solamente la compressione meccanica, che rende tardivi i fiori interni: ciò accade, in parte, ancora per la peggiore condizione di luce in cui essi si trovano, quando, nelle prime fasi del loro sviluppo sono stretti e chiusi tra l’asse dell’ infiorescenza ed il caule. La linea di separazione tra le due parti dell’ infiorescenza è una linea curva che in principio è aperta, e limita un settore esterno-basso dell’ infiorescenza, e poscia diventa chiusa (quando già è fiorita la parte dassa-interna ed è quasi un’ ellissi obliqua all’ asse dell’ infiorescenza) ed avente il suo punto più alto esternamente ed il più basso internamente. Avendo osservato tale fenomeno in varie specie di trifolium, nelle Scabiosa, in varie Composte (Scolymus hispanicus, Helianthus annuus ete.), credo che possa essere generalizzato, e che si debba tener conto di esso non come una normale e costante complicazione (dovuta alle cause già sopra 22 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI citate) nell'ordine di svolgimento dei fiori in alcune infiorescenze compatte. E dico in alcune e non in tutte, giacchè in quelle che, pur essendo compatte sfuggono nei primi stadi del loro svi- luppo alle cause che io ho creduto notare come le producenti il fenomeno, questo naturalmente non si verificherà. Ed è in due modi, a mio parere, che le infiorescenze possono sfuggire l’ infiuenza di dette cause: o per l'essere l’ infiorescenza terminale, che allora difficitmente verrà compressa dalle | foglie che le sono inferiori (a questo riguardo bisognerebbe osservare i capolini terminali, cosa che sinora non ho potuto fare nemmeno per le specie in cui ho avvertito il fenomeno); ovvero, pur essendo ascellare, per l’ essere l’infiorescenza lungamente pedicellata in modo da sfuggire presto dall’ influenza della foglia a cui è ascellare. Non credo poi che il caso di semplice indebolimento nella consistenza dei tessuti di detta. foglia ascellante, e nemmeno il suo parziale o totale abortimento, sia sufficiente a liberare dalla complicazione in questione l’infiorescenza: giacchè se questa riesce a sfuggire la compressione, rimane però ‘la ineguaglianza di luce (dovuta al caule), sufficiente (almeno in molti casi) a produrre il fenomeno di cui parlo. Essendo poi, la parte esterna di queste infiorescenze, visitata dai pronubi con molta maggior intensità dell’ altra, e questo sia per la sua precocità, sia per essere più in evidenza (l’interna oltre essere interna quindi meno visibile, quando è in fiore è nascosta dall’ esterna a fiori avviz- ziti e cadenti chè in essi la fecondazione è già avvenuta), a lungo andare queste infiorescenze potrebbero forse diventare unilaterali diventando i fiori interni sterili, e magari trasformandosi ‘ in altri organi in servigio di altre funzioni. Ma di infiorescenze în ta! modo unilaterali nella nostra flora indigena non trovo esempi, nè ho potuto vederne notato alcuno per nessun’ altra flora nonostante che forse qualcuno ne esista. Ad ogni modo non credo sia assurda l'ipotesi dell’ esi- stenza di infiorescenze unilaterali diventate tali per questi motivi. Per tal modo si viene a conoscere un nuovo effetto della compressione, che sempre o annulla o ritarda o diminuisce lo sviluppo degli organi che la subiscono. Essa rende nulla la nervatura mediana della prima foglia delle gemme delle Graminacee : nelle Labiate. Scrofularinee, Con- rolvulacee ete. rende nullo o minore degli altri uno degli stami; in molte Ombrellifere rende meno sviluppata la parte interna della corolla, e, nel nostro caso, rende tardivi i fiori interni di yarie infiorescenze compatte. BEZZI Dott. MARIO GECINSETEI E REZ4II o insetti che vivono su altri animali. Loro costumi, caratteri, classificazione ; modo di raccoglierli e conservarli. (Continuazione e fine) —_—__T—===52>°_—TT _- Gypaetus barbatus L. Lipeurus quadripustulatus N. « « Colpocephalum fiavescens N. « « i Nirmus euzonius N. Gyps fulvus Gm. Lipeurus * quadripustulatus N. « « i Docophorus * brevicollis N. E « l Laemobothrium * giganteum N. Haematopus ostralegus L. Docophorus acanthus G. « « i Nirmus ochropygus N. « « i Menopon crocatum N. si RES Colpocephalum grandiceps P. Haliaetus albicilla L. Ca * flavescens N. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 23 Haliaetus albicilla L. « « « « « « « « Harelda glacialis L. Helodromas ochropus L. « « « « Himantopus candidus Bonn. « « « « « « « « Hirundo rustica L. « « « « « « « « Hirundo rustica L. « « « « Hydrochelidon nigra L. « « « « Hypotriorchis Eleonorae Genè « subbuteo L. « « « « Jynx torquilla L.. Lagopus mutus Mont. Lanius auriculatus Mill. « — collurio L. « « « Excubitor L. Larus canus L. « « « « « « « — fuscus_L. « « Ligurinus chloris L. « « Limosa belgica Gm. « a; « « « Lobipes hyperboreus L. « « « « Loxia curvirostra L. « « Lyrurus tetrix L. « « Machetes pugnax L. Docophorus * intermedius P. « macrocephalus N. « discocephalus N. Lipeurus * quadripustulatus N. Laemobothrium * giganteum N. Docophorus icterodes N. « * cordiceps G. Nirmus * furvus N. Lipeurus emarginatus P. « ( * jejunus N.) Nirmus * furvus N. « * hemichrous N. « —* semifissus N. « ochropygus N. Docophorus excisus N. Menopon rusticum (G. Eureum malleus N. Pulex avium T. Ornithomyia * fringillina Curt. = te- nella Rog. Oxypterum * pallidum Leach. Chelidomyia * hirundinis L. « * cypseli Rond. Docophorus laricola N. Nirmus phaeonotus N. Colpocephalum sulcatum P. Ornithomyia * Gestroi Rond. Nirmus rufus N. Laemobothrium laticolle N. Menopon * fulvofasciatum P. Docophorus * serrilimbus N. Goniodes heteroceros N. Docophorus * communis N. * « « (fuscicollis N.) Menopon * inaequale P. Docophorus * fuscicollis N. Nirmus * lineolatus N. Trinoton conspurcatum N. Docophorus * lari D. (et alios Laros) « = * melanocephalus Burm. — « * lari D. v.breviappendiculatus P. Menopon obtusum N. Docophorus * communis N. Pulex avium T. Docophorus limosae D. Colpocephalum spinulosum P. Nirmus * cingulatus N. « bicolor P. « truncatus N. « subscalaris P. Docophorus compar P. « communis N. Goniodes heteroceros N. Nirmus quadrulatus N. « holophaeus N. 24 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI —_@ Machetes pugnax L. Nirmus scalaris P. « « Menopon lutescens N. « « Colpocephalum pustulosum P. « « Docophorus cordiceps G. Mareca Penelope L. « icterodes N. « « Trinoton * luridum N. « « « spinosum P. Meleagris Gallopavo L. Goniodes * stylifer N. a « Lipeurus * polytrapezius N. Ex-@ È « Menopon biseriatum P. Mergellus albellus L. Docophorus icterodes N. (et al. Mergos) « « Trinoton lituratum N. « « « luridum N. i Mergus Merganser L. « « (et al. Mergos) « « Lipeurus temporalis N. « serrator L. Docophorus bisetosus P. Merops apiaster L. « bifrons N. « « Nirmus * Apiastri D. Merula nigra: Leach. Docophorus communis N. « « Physostomum mystax N. Merula nigra Leach. Menopon * thoracicum G. « « Pulex avium T. « torquata L. Nirmus intermedius N. « « Physostomum mystax N. Milvus migrans Bodd. Docoph. pachypus G. v. penicillatus P. x « Nirmus appendiculatus P. « « Colpocephalum tricinctum N. « _& PERSO Titanspoo « < * giganteum N. Monticola Cyanus L. Quai * turdi Latr. Réd. Montifringilla nivalis L. Nirmus cyclothorax N. Motacilla alba L. « platyclypeatus P. « « Docophorus * communis N. « « « Aeneas P. « « Menopon * pusillum N. « « Pulex avium T. Muscicapa grisola L. « « « « Docophorus communis N. Neophron IR aa L. Menopon albidum G. « Laemobothrium pallidum N. Nucifraga Gals odiate L. Docophorus crassipes N. « « Nirmus olivaceus N. « « Menopon brunneum N. Numenius arquatus L. « crocatum N. « « Docophorus testudinarius D. « « « nirmoides P. « « Nirmus holophaeus N. « « EC inaequalis P. « phaeopus L. ‘ Docophorus * humeralis D. Numida Meleagris L. Goniodes numidianus D. « « Menopon numidae G. « « Nirmus numidae D. Nycticorax griseus L. Lipeurus * signatus P. Oedicnemus scolopax Gm. Docophorus annulatus N. Oriolus Galbula L. « communis N. v. ornatus N. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI. 25 Oriolus Galbula L « « ico « Ortygometra Porzana L. « « Otis tarda L. « « Pandion Haliaetus L. « « Parus major L. « « « « Passer domesticus L. « « « « «Italiae Vielll. « « « montanus L. Pastor roseus L. < « Pavo cristatus L. < « « « « « Pelidna alpina L. « « Pelecanus onocrotalus L. « « « « Perdix cinerea Lath. « « « « « « Pernis apivorus L. « « Phpalacrocorax Carbo L. « « « « « « Phasianus colchicus L. Phoenieopterus roseus Pall. « « « « Pica rustica Scop. « « « « Picus major L. <> Platalea leucorodia L. « « « « Nirmus mundus G. Physostomum sulphureum N. Pulex avium T. Oncophorus mystax G. Menopon tridens N. Nirmus unicolor N. Lipeurus turmalis N. Colpocephalum pachygaster G. « fliavescens N. var. A. P. Docophorus * communis N. Menopon * minutum N. Pulex avium T. « « Menopon quadrifasciatum P. Nirmus subtilis G. « * cyclothorax N. Docophorus * communis N. (et al. Pass.) Nirmus ruficeps N. =>=v>»vy7* NEPTUNIA | —— PESCA ED AQUICULTURA ORGANO al ni i Direzione ed Amministrazione: S. Ste fano 3536 Venezia della IVista per promuovere la i , i Ì VA 1 Federazine Nazionale | critici i È abbonamento annuo L.120 1 SOCIETA REGION. VENETA Aquicola SI pubblica due voste al mese. ol supplemento seientifico bimestrale (Notarisia) L. 4 PESCA e L° AQUICULTURA es E gradita e desiderata qualsiasi notizia interessante la Sei, DIRETTORE pesca e l’ aquicoltura. Sede Centrale Dott. D. LEVI-MORENOS] Si risponde, per opera di speciali collaboratori, ad ogni VENEZIA VENEZIA questione di pesca e d’aquicultura. Vil | J \ ) Repond a toute question et |} MEDAILLE D’ ARGENT i | | fournit tout travail scien- DirecreuR: A. REMOND \ y tifique, technique, litté- > —Ancien Eleve de l’ Ecole Polyteemique raire, juridique, industriel 54, Rue Jacob,PARIS ENCYCLOPÈDIE VIVANTE ou commercial. Notice detaillèe franco sur demande. 32 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI MISCELLANEA ENTOMOLOGICA organo internazionale bimensile, contenente le domande di cambio, di acquisto e di vendita di col= lezioni od oggetti di storia naturale. i 3 Abbonamento Fr. 4, 60 all'anno La Miscellanea entomologica ha per scopo principale, di moltiplicare le relazioni fra i na- turalisti di tutti i paesi. Si pubblica in diverse lingue. Ciascun numero contiene in 8 pagine e fodera, articoli sulla entomologia, un bollettino bibliografico, una lista di libri di occasione, cen- turie, di cambi e 50 a 80 annunzi di cambi, compre e vendite. Gli annunzi di cambi degli abbo- nati sono inseriti gratuitamente. Direzione e redazione: E. Barthe prof. a Mootelimar (Francia). Bie Insekten-B0brse e» . LIES ne o Jetzi vercinigt mit der, Sam soi - DOrse”* = Pesl è IS-=00r nockten-Bérse. | ; (mammlerB Entom Rlogisches Organ i - - Offertenblatt i bo Soliera È der belehrenden Artikel sowie seiner internationalen und grossen Verbreitung betreffs Ankauf, Verkauf und Umtausch aller Objekte die weitgehendsten Erwartungen erfiillt, wie ein Probeabonnement lehren diirfte Zu beziehen durch die Post(Zeitungsliste No. 3135) und die Verlags-Buchhandlung Frankenstein & Wagner, Leipzig, Augustusplatz 1. Abonnement bei Zusendung unter Kreuzband in Deutschland u. Oesterreich 1 Mk, nach anderen Lindern des Weltpostvereins 1 Mk. 20 Pfg. = 1 Shilling 2 Pence = 1 Fr. 50 Cent. VIVAI PAPADOPOLI SAN'ROLO DI EersiXVEemenetro) BARBATELLE E TALEE VITI Europee per uve da vino e da tavola — Americane per porta innesto e per produ- zione diretta — Europee innestate su Americane. 5 Varietà autentiche e selezionate - Immunità filosserica e crittogamica "@% ALBERI FRUTTIFERI Alti fusti, piramidi, spalliere, cordoni orizzontali = Varietà per commercio e per lusso Gelsi, Asparagi, Fragole. Lamponi, ecc. - Sementi Cereali ed Ortaggi. —___- «.»)=] Chiedere catalogo che verrà spedito gratis e franco te. Per dare commissioni si può rivolgersi anche all'Agenzia di questo giornale in Siena Via di Città. 14. MAGAZZINO GEOLOGICO E MINERALOGICO ‘3 ALEXANDRE STUER 5€— UrricIALE D'ACCADEMIA, fornitore dei Ministeri della Istruzione pubblica, dei lavori pubblici e degli stati stranieri. i 40. Rue des Mathurins, Paris. 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Mostruosità umana — Preda A. DER “degli specchi sulle piante positivamente eliotropiche e sua applicazione. Da pag. 20. a da NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Un camoscio che scende in pianura. Bonomi. — Da Cremona. Ferragni. — Note ornitologiche. Arrigoni degli Oddi. Da pag. 22. a pag. 24. Insegnamenti pratici. Conservazione delle libellule a colori fugaci. Pag. 24. Tecnica di microscopia. Per distinguere le uova vive dalle morte. Pag. 26. Notiziario Pag. 27. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag. 28. — Ri- chieste, offerte e domande di cambi Pag. 28. — Annunzi diversi. GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI (continuazione) Dimorfismo - Dimorphisme - Saindmorphismus - Organismo che in separati individui ha nello stesso lato due forme diverse. Sono per esempio specie dimorfe i: Ca- rabus clathratus e granulatus, Feronia vulgaris che si presentano talvolta alati e talvolta atteri. Nei Lepidotteri non sono rare le specie dimorfe. Non bisogna frat- tanto applicare questo termine ad insetti che hanno le elitre accorciate o ridotte a monconi per come fece il Kraatz. In tal caso le modificazioni suddette costituiscono monstruosità o anomalie individuali procacciate per arresto di sviluppo o per altra causa. Dioptro - Dioptrate - Dioptré - Si applica ad una macchia in forma di occhio, la cui pupilla invetrata è divisa trasversalmente da una piccola linea. Disco - Discus - Disque - Scheibe - Si designa la parte centrale di un organo: taluni l’adoperano nel senso di superficie - Lepelletier - nelle ali degli Imenotteri - chiama disco quella parte formata dalle cellule discoidali. - Grilloidi, elitre - chiamasi la parte mediana limitata anteriormente dalla nervatura costale spesso doppia, e da un’altra che si trova posteriormente. Discoidale - Discoidalis - Discoidal - Che fa parte e si trova sul disco - (nervature, cellule ecc.) Discoide - Discoideus - Discoide - In forma di disco ‘0 piatto. Discolore - Discolor - Madré - verschieden - gefarbt - Relativo ad altra parte di colore disuguale. Disgiunto o diviso - Disjunctus, sejunctus - abgesondert entfernt - stechend. Distante - Distans, remotus - Ecarté - entfernt, getrennt, abstehend - Si applica alle antenne, occhi ecc. che si discostano dalla base. Ved. Occhi, antenne. 18 Disteso - Porrecius - Etalé - vorgestreckt - Sî applica alle ali quando sono orizzontali al riposo, e le superiori non ricuoprono ché poco o punto le inferiori. Si dice pure della testa - caput porrectum - come quella di molti Carabi. Distico - Dislichus - Distique - zweitheilig - Disposto in due serie. Vedi Antenne. Distinto - Distinctus, discretus - Distint - deutlich gesondert - Che si vede o si di ‘; slingue facilmente. È di . Ditetragono - Ditetragonum - Ditetragonal = Ottagono. | Dito - Dactylus, digitus - Doigt - Finger, Zehe - Alcuni autori hanno designato con questo nome i tarsi - Burmeister l’ applica all’ insieme degli articoli del tarso, ec- cetto il primo che chiama metatarso. Tav. IX fig. 25 s). Ditrigono - Ditrigonum - Ditrigonal = Esangolo, ossia figura di sei lati e sei angoli. Quando i lati sono alternativamente uguali si dice iso-ditrigono - iso-ditrigonum - gleickwinkelig - ditrigonal; quando gli angoli sono alternativamente uguali si dice etero-ditrigono - hetero-ditrigonum - gleichseitig d'itrigonal. Ditteri - Diptera - Dipteres - Zweifligler fav. Fio. Ala a) Cellula costale — 8) Area costale — c) Area subcostale — d) Area discoidale — e) Areola apicale I — f) Areola apicale II — g) Area. Intercubitale o intercla- — vale.— A) Areola apicale III — è) Cellula discoidale mediana —- %) Area cubitale LL 1) Cellula discoidale posteriore — m) Frenulo — n) Area suturale — 0) Area — clavale — p) Arcola subapicale II — g) Areola subapicaie I — 7) Cellula discoi- dale I — s) Anastomosi anteriore — t) Anastomosi posteriore — ) Bilancieri — 1. Costa — 2. Subcosta — 3. Cubito anteriore — 4. Cubito posteriore — 5. Cu- bito suturale — 6. Radio discoidale del cubito anter. — 7. Radio diviso del cub. anteriore o Ramo clavale del cubito anter. — 8. Ramo divisorio del cubito post. — 9. Archetto - Arculus — 10. Costula del frenulo. Li Fig. 2. Nycteribiae A. disopra B. disotto a) Ocelli — b) Gechi — c) Palpi — d) Ca po — e) Pettine toracico — f) Rotula interarticolare - Trochus — g) Bilancieri — h) Torace — è) Anca — 1) Femore — |. mm) Tibia — n) Metatarso — 0) Due articoli tarsali — p) Unghiette — g) Aroli — ..Y) Primo segmento addominale — s) Pettine ventrale -— 7) 2 segmento addominale —_ i) 3 segmento add. — v) 4 segmento add. — w) 5 segmento add. — x) l do anali, stili anali. Fig. 3. Ala d’ Hypoderma 1. Costa — 2 Subcosta — 3. Cubito anteriore — 4. Cubito posteriore — 5. Cu- bito suturale. .- 1. :9) Cellula costale — d) bapicale. ©’ Fig. 4. Testa e bocca dell’ Loro fera veduta di Ta seco Batzeburg a) Ligamento che unisce la testa al torace — 0) Occhio — c) Antenne — d) Stilo e) Sostegno 0 base della guaina della trotnba che rappresenta il mento. — /) Tronco ‘della stessa guaina che figura l’ ipoglotta — g) Labri terminali che rappresentano la linguetta e le sue paraglosse riunite — /) Palpi mascellari portati dalla guaina 19 della tromba o labro inferiore, in seguito alla fusione delle due setole mascellari con essa, Fig. 5. Antenna ingrandita della Volucella zonaria a) Primo articolo — ) Secondo articolo — c) Terzo articolo dilatatato in paletta — d) Stilo. Fig. 6 Ala di Tipula a) Nerv. costale — 6) Nerv. subcostale doppia — c) Nerv. mediana — d) Nerv. submediana — e) Nerv. anale — /) Nerv. subanale - Macquart = ascellare — 9) Nerv. radiale — A) Nerv. cubitale — è) Cellula costale — j) Cellula mediastina — k) Cellula subcostale — /) Cel. mediana divisa da una venula verso la base — m) Cellula submediana — n) Cellula anale — 0) Cellula subanale — p) Cel. sti- gmatica — gg) Cellale radiali — r) Cellula cubitale — sss) Cellule posteriori — ) Cellula discoidale. Fig. 7 Parte del torace e dell’ addome di Tipula vista disop. a) Tergo del mesotorace — 6) Scutello — cc) Tergo del metatorace — d). Primo seg. add. o segm. mediano — ee) Bilancieri — /f) Origine o base delle ali — hhhh) Regione scapolare membranosa formata da una parte dagli cpisterni ed epi- meri e che offre da ogni lato uno stigma. Fig. 8-9-10-14 Tromba a) Labro superiore — bd) Coltelli o mascelle — c) Lancette — d) Palpi — e) Lin- gua — f) Labro inferiore — g) Stipite o mento — h) Massa dell’ antenna. Fig. 8. Eristalis tenax - Fig. 9 Haematopota pluvialis - Fig. 10 Culex pipiens £ d) Palpi di 5 articoli — /) Labro inferiore. Fig. 11 Pettine - Ctenidium - di Ceratopsylla — Fig. 12 Pettine di Nycteribia — Fig. 13 Organi boccali di Aphaniptera a) Labro superiore — b) Coltelli o mandibole — e) Lancette o muscoli. — d) Palpi — e) Linguetta o setola - punctellum o glossarium — f) Pettine - Ctenidium - cefalico — g) Pettine oftalmico — %) Serobo — i) Pronoto — X) Acetabolo delle zampe anteriori. Fig. 14 Culex pipiens dg ) Occhi semilunari — 4) Antenna — d) Palpi di 5 articoli — e) Tromba. Zampe di Ditteri. Fig. 15 Artrio o torquillus di Kirby a) — Fig. 16-17 Arolii di Strebla e di Aphis — vi 18 Unghiette incise a) Unghiétte — 0) Aroli — c) Dito — d) Metatarso. i Fig. 19 Pseudoartrosi o femori flessibili degli Aphaniptera — Fig. 20 Unghiette denticolate — Fig. 21 Rotula interarticolare o apofisi - Trochus. — Fig. 22 bd) Trocantere — Fig. 23 a) Artrio o torquillus di Kirby — Fig. 24 a) Empodio - Psudonychia — Fig. 25 Tibia pollicata m) Anca — n) Trocantere — 0) Femore — p) Tibia — g) Pollice — 7) Metatarso — s) Dito formato da tre tarsi. Fig. 26 a) Ginocchio — Fig. 27 Piedi ovaio — Fig. 28. Piedi Antofori — Fig. 29 Artrio di Kirby — Fig. 30 a) Rotula — Fig. 31 Patella da di 20 Fig. 32 Piedi copulatori dei Carabi — Fig. 33 Piedi amminicolosi di Scarabaeus N. B. Quesie due ultime figure non vanno comprese neila tavola dei Ditteri. Dittero - Diptere - Che ha due ali, Divaricato - Divaricatus - Divariqué - ausgespreitz - Si applica a due parti o sommità di elitre che contigue dalla base s’ allontanano in seguito più o meno obliquamente. Divergente - Divergens - Divergent - ausgebreitel, abweichend - Viene applicato in senso più generale di divaricato per le parti che si dirigono in senso opposto. ‘ Diverticolo - Parte laterale chiusa che deriva da un organo cavo. i Dorsale - Dorsale - Dorsal - Riickenstandig - Attinente a dorso ossia parte superiore di ‘© un organo - Regione dorsale dei bruchi o larve chiamasi quella opposta ai piedi. Dorso o dosso - Dorsum - Dos Riicken - Chiamasi la parte superiore di un organo o di ogni singolo segmento. Taluni 1° applicano pel solo torace. Dorsulo - Dorsulum - Rickenstickchen - Kirby e Spence = Scuto del mesotorace o mesonoto. Tav. VI fig. 3 4) fig. 7 8) Tav. VIII fig. 2 f). ‘ Dritto o retto - Rectus - Droit - gerade - Che scorre in linea retta. V. Antenne. Duro - Durus - Dur - hast - Difficile a potere essere attraversato da uno spillo e dif ficile a rompersi. (continua) è COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi motizie, schia- rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. Uccelli esotici in schiavitù e loro riproduzione. Una questione importante che ha . fornito tema a dotte e scientifiche discussioni fra gli studiosi di cose ‘ornitologiche, è sempre stata . la riproduzione degli uccelli esotici, imperocchè il cambiamento del clima e del cibo rendevano, e tuttavia rendono difficile, la riproduzione di varie specie dei gentili uccelletti fra noi. Credo quindi importante il fare notare come nelle voliere dei signori Alfredo Brunacci in Firenze, Alessandro Chigi in Bologna e Italo Mazzon a Villafranca Padovana abbia avuto felice resultato, la riproduzione di varie specie di augelletti, sia australiani, sia americani o d' Affrica, e per citarne qualcuna dirò come il Mazzon abbia potuto ottenere i Padda Oryzivora, il Chigi dei bellissimi Platycervus eximius, ed infine il Brunacci mercè pazienti cure e assidue premure, ha avuto la soddisfazione di ottenere nella decorsa estate, una fertile riproduzione dei Melopstt- tacus undulatus dei Padda oryzivora grigi e bianchi, così pure dell’ Amadina fosciata, dei pic- coli Mandarini rossi e isabella e delle lunette, ed a furia di grandi precauzioni, riuscì pure ad ottenere la riproduzione dei Bengaliti, ma i figli di questi vissero solo pochi giorni. La splendida voliera del Brunacci situata nella bella e aereata via del ponte all’ asse, ha in quasti giorni fornito ‘piacevole tema a dotte conversazioni, non ultima per importanza quella alla quale assistei, fra gli egregi e dotti ornitologi sigg. cav. G. C. Giachetti e Gino Caiani, ed anzi è in seguito a quella, che mi venne il desiderio, che adesso soddisfo, di rendere pubblici i resultati scientifichi e pazienti dei signori Brunacci, Chigi e Mazzon. Firenze Febbraio 94. G.WDEP. Il canto degli uccelli e la voce degli altri animali. La voce degli uccelli suole essere più forte che quella dei. mammiferi. Per estimare il qual paragone conviene avvertire, che il suono tanto più vigoroso si propaga, quanto è più densa l’aria per cui si diffonde: onde è che nel- 21 \m—————————m—————__m_m___m__—mm_—_———_—___———T—————————————————————————————————————21l1t12#z———@—@—@t@—@—@—t@—@t@t@—@—@————@—@1@ l'inverno, ed alla notte essendo in parità, di altre circostanze, più densa l’aria che nell’ estate e di giorno, una stessa voce si sente a maggiore distanza. Di quì pure è, che siccome l’aria è tanto meno densa quanto è più elevata sulla superficie della terra, così la voce. che viene all'orecchio da una data altezza sì sente meno di quel che si sentirebbe se venisse da una eguale distanza presa orizzontalmente sulla superficie medesima. Ora. i poppanti colle loro grida più vigorose si sentono solo alla distanza orizzontale di circa un miglio e mezzo; laddove alcuni uccelli si sentono quando sono elevati più di due miglia; onde sulla su- perficie della terra, ove l’aria è più densa e più uniforme, si sentirebbe ‘ad una distanza. molto maggiore. Il vigore della voce degli uccelli proviene tanto dalla eccezionale forma dei polmoni, vera massa spugnosa intersecata da numerose serie di bronchi e perforati da cinque forami che si met- tono in comunicazione con delle tasche aeree o serbatoi d’aria, che nel massimo numero dei casì sì contano fino a nove. Quindi se a questo magazzino di aria si congiunge la solidità delle carti- lagini della laringe e di tutte le altre parti della trachea, con tutta facilità potremmo convincerci della causa della robustezza della voce degli uccelli. FaBANI CARLO Mostruosità umana. In questi giorni vidi in Venezia una mostruosità assai rara : un bambino con due corpi, di cui uno è perfetto, l'altro atrofico. La testa è una. Tale mostro sembra essere il risultato della fusione di due gemelli, di cui in uno non si sviluppò la testa. I due corpi sono uniti solamente per i petti, abbastanza in alto, da permettere di vedere in quello atro- fico le traccie delle mammelle. Essi risulterebbero l’ uno di fronte all’altro; un solo cordone om- bilicale si scorge, in quello perfetto. Il corpo accessorio è più freddo del perfetto. In esso, le gambe e le braccia, conformate normalmente sono piegate e assai esili, e i polmoni sembrerebbero atrofici. Si potrebbe credere che ci fossero due cuori, perchè nel petto del corpo sopranumerario, si sente battere; ma potrebbe essere semplicemente un’ arteria, essendo in prossimità lo sterno del corpo perfetto. Il midollo spinale deve essere in relazione, almeno indirettamente, con quello del corpo nor- male. Visto dalla schiena, il fanciullo è regolarmente formato. Gli organi sessuali, (maschili) sono doppi. Il fanciullo ha sette anni, e nato a Buenos Aires da genitori romani, e gode buona salute. Mi fu detto che fu presentato al prof. Cussi, dell’ Università di Pavia, che rilasciò un certifi- cato, che non mi fu possibile vedere. GIULIO CERESOLE Azione degli specchi sulle piante positivamente eliotropiche e sua applica- zione. Purtroppo pochi sono quelli che hanno la fortuna di possedere un quadrato di terra per poter darsi, nelle ore d’ozio, alla geniale occupazione della cultura dei vegetali, e molti invece devono accontentarsi di tenere qualche pianticella in vaso sul balcone o sul davanzale della fi- nestra. Questa coltivazione, ridotta alla più semplice espressione, avrà certo la sua poesia, e forse il dilettante, concentrando tutte le sue cure su pochi individui, e seguendone il giornaliero progre- dire in sviluppo, avrà maggiori soddisfazioni che se dovesse occuparsi di numerose piante. Non è però la casa il miglior ambiente per l’esistenza di gran numero di vegetali, quivi la luce e l’aria, gl’ importantissimi fattori della vita, fanno quasi sempre difetto ; e se la luce non manca, agisce solo sulle parti rivolte alla finestra e dà luogo al noto fenomeno dell’eliotropismo positivo, per cui i rami e le foglie si rivolgono verso l’ambiente esterno, riescendo spesso di danno alle ele- ganti disposizioni delle parti della pianta. Certo si potrebbe impedire quest’ incurvatura dei rami, verso la parte maggiormente illuminata, cambiando due o tre volte la posizione del vaso, nel corso della giornata, girandolo cioè su sè stesso in modo che la pianta non presentasse sempre lo stesso lato alla luce, ma il metodo sarebbe invero poco comodo per l'utile che se ne ritrarrebbe. Ho esperimentato parecchie volte di presentare a una pianta affetta da eliotropismo positivo, dalla parte opposta all’ incurvatura, vale a dire dal lato non illuminato dalla luce esterna, uno specchio, e, per piante giovani in via di sviluppo, dopo pochi minuti, per certe piante adulte dopo - 93 È È È qualche ora, ho ottenuto il raddrizzamento, il ritorno alla posizione normale. Gli esperimenti li ho fatti con uno specchio di un decimetro di diametro ora fissato sull’ orlo del vaso (per piante pic- cole) ora posto a una certa distanza, ed i risultati furono abbastanza soddisfacenti. Qui il fenomeno non ha bisogno certo di spiegazione : la luce riflessa dallo specchio illumina il lato della pianta che altrimenti rimarrebbe allo scuro; in poche parole si stabilisce una nuova fonte luminosa equilibrante di quella esterna. Nel caso pratico, se si dovesse ad ogni vaso di fiori applicare uno specchio, la faccenda si complicherebbe e l’ estetica ne scapiterebbe; qui tutto dipende dall’ ingegnosità e da buon gusto dell’ operatore : un grande specchio convenientemente posto nel vano della finestra, o se si tratta di una giardiniera, alla giardiniera stessa, senza impedire la vista dalla pianta potrà dare buoni risultati. | Naturalmente questo espediente riesce effettuabile solo per le piante di consistenza erbacea, le quali maggiormente obbediscono, in un breve lasso di tempo, all’ azione della luce; quanto alle piante di consistenza legnosa o bisognerebbe sottometterle all’ azione di uno specchio, fin dai primi gradi di sviluppo, o, se la pianta fosse adulta, non si potrebbe aspettar altro che la riorien- tazione delle foglie. i i AGILULFO PREDA NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —__S=t10=>—- Un camoscio che scende in pianura. Tutti sanno che i Camosci abitano le nude creste delle nostre più alte montagne. Eppure un individuo. sbandato — chi sa per qual causa — dai compagni, il 23 gennaio u. s. venne ucciso neglì uliveti a poca distanza da Riva sul Garda, il che è quanto dire che l’animale era sceso a poco più di 200 metri sopra il livello del mare, dopo esser venuto dalla non indifferente distanza del gruppo di Brenta o di quello dell’ Adamello. Rovereto in Febbraio 1894. Prof. A. Bonomi Da Cremona. Il 13 gennaio seorso ho ucciso io stesso una Plectrophanes nivalis Y adulta, entro questa città. O. FERRAGNI Note ornitologiche. Come ‘di’consueto comunico l’ elenco degli uccelli italiani più interes- santi che mi pervennero durante il trascorso anno 1893 e che depositai nella mia collezione ‘orni- tologica. Essi sono: Totanus glottis, mas. ad. - gennaio - Bovolenta (Padova) (num. 968 Cat.) Mareca penelope, mas. ad. vestito dell’abito proprio all’ epoca delle nidificazioni - 9 Gennaio - ‘ Valle Zappa (Venezia). Notevole per l'epoca nella quale teneva una tale livrea (num. 969 Cat.) Otocorys alpestris, 2 ind. ad. ed l giov. - © gennaio - dintorni di Padova, dono del carissimo ‘ amico avv. Giuseppe Picinati (num. 965, 980, 981 Cat.) Montifringilla nivalis, femm. ad. - 10 gennaio - mercato di Padova (num. 1008 Cat.) Archibuteo lagopus, mas. ad. in livrea chiara - 25 gennaio - dintorni di Treviso. Gentilissimo dono del dr. Giuseppe Scarpa cui invio mille cordiali ringraziamenti. (num. 975 Cat.) Plectrophanes lapponicus, giov. - 2 febbraio - sul mercato di Padova (num. 1009 Cat.) Anas boscas e Mareca penelope, ibrido selvatico mas. ad. da me ucciso nel Lago della Passaura della mia Valle Zappa il 2 febbraio da un branco di nove bdoscas. Soggetto splendido. (num. 1037 Cat.) Turdus fuscatus, mas. ‘ad. ucciso dal sig. Spreafico al capanno il 18 febbraio a Sombreno (Ber- gamo) da un branco di circa venticinque Cesene. (num. 1005 Cat.) Pinicola enucleator, mas. ad. - 25 febbraio - dintorni di Padova (num. 982 Cat.) Fulica atra, mas. ad. perfettamente bianco - 5 marzo - Riola aperta (Venezia) (num. 1076 Cat.) Otis tetrax, mas. ad. in livrea di nozze. Giarabassa (Padova) - 5 aprile - dono gentilissimo del ‘ ‘cav. E. Busetto. (num. 987 Cat.) i Ì\ 'Ì\‘\|‘\|‘‘R‘RBH(HMNLuEN“/FPr1l-T _r__———_———————— _r"oeo@Ol|]| Ciconia alba, mas. ad. - 9 aprile - S. Giustina di Camposampiero (Padova) (num. 908 Cat.) Emberiza leucocephala, mas. ad. - 8 maggio - Ca’Oddo (Monselice-Padova) (num. 1010 Cat.) Gelochelidon anglica, mas. ad. in abito di nozze - 10 maggio - Viareggio (Toscana) (num. 1070 Cat.) Picus minor, mas. ad. - 18 maggio - Bergamo - (num. 1004 Cat.) Totanus stagnatilis, mas, ad. - 20 maggio - Risaie di. Acquanegra (Cremona) (num. 1026 Cat.) Strepsilas interpres, mas. ad. in abito di nozze - 25 maggio - Viareggio (num. 1069 Cat.) Limicola platyrhyncha, mas. ad. - 1 agosto - Riola aperta (num. 1041 Cat.) Limicola platyrhyncha, femm. ad. - 4 agosto - Riola aperta, (num. 1042 Cat.) id. giov. - 20 agosto - Riola aperta. (num. 1051 Cat.) id, giov. - 20 agosto - Riola aperta. (num. 1052 Cat.) Chroococephalus minutus, giov. di 1,2 muta - 23 agosto - Barene dei Sette Morti (Venezia). (num. 1043 Cat.) Strepsilas interpres, mas. giov, di 1.* muta - 23 agosto - Riola aperta. (num. 1050 Cat.) Anas boscas, mas. ad. nella perfetta livrea assunta durante la nidificazione - 23 agosto - Riola aperta. (num. 1005 Cat.) Pelidna alpina, mas. ad. in abito di nozze - 24 agosto - Barene dei Sette Morti. (num. 1048 Cat.) Notevole per l’ epoca in cui vestiva l’ abito di nozze. Tadorna cornuta, mas. ad. - 2 settembre - Fossa del Porco dietro il Casone di Riola aperta. (num. 1058 Cat.) Cypselus melba, mas. giov. - 5 settembre - Ponterotto (Padova), dono gentilissimo dell’ amico Michelangelo Giaretta. (num. 1059 Cat.) . : i TARE Strepsilas interpres, femm. giov. di 1.2 muta - 6 settembre - Barene dei Sette Morti. agro 1049 Cat.) Totanus calidris, mas. ad. anomalo nel becco - 11 settembre - Mandraccio (Valle Zappa). (num. 1060 Cat.) Podiceps griseigena, mas. giov. - 23 ottobre - Passaura (Valle Zappa). (num. 1065 Cat) id. femm. giov. (num. 1064 Cat.) Oedemia fusca, mas. giov. — 25 ottobre - Sette Morti. (num. 1071 Cat.) Fringilla coelebs e Fr. montifringilla, mas. ad. ibrido selvatico - 28 Ottobre - Chietcla d' Isola (Bergamo) preso nella bresciana dal sig. conte dr. Alessandro Roncalli che gentilmente me lo donò (num. 1066 Cat.) Corvus corone, mas. ad, - 5 novembre - Padova. (num. 1011 Cat.) . Anas boscas, mas. ad. anomalo - 18 novembre - Valle Zappa. (num. 1036 Cat.) Aethyia ferina, femm. ad. - 27 novembre - Valle Zappa, individuo di minime dimensioni. (num. / 1073 Cat.) i } Tichodroma muraria, mas. ad. - 2 dicembre - Rocca di Monselice. (num, 1074 Cat.) Plectrophenax nivalis, mas. ad. - 12 dicembre - Riola aperta. (num. 1075 Cat.) id. - 20 dicembre - Padova (num. 1079 Cat.) id, - 22 dicembre - Riola aperta (num. 1088 Cat.) Aegiothus linarius, mas. ad. - 30 dicembre - Padova - (num. 1082 Cat.) id. id. id. id. (num. 1083 Cat.) Lanius excubitor, mas. ad. - 30 dicembre - Padova. (num. 1084 Cat.) id. id. id. © id. (num. 1085 Cat.) . Di individui anomali di tinta ebbi ancora qualche Passer Italiae e Merula nigra ed un. Turdus iliacus melanico. Ottenni dal sig. B. Duse l’ ibrido selvatico Dafila acuta X Querquedula crecca da me ulus strato con tavola colorata già dal 1890. ; Aumentai la mia ricca serie di Combattenti di quarantatrè esemplari molti dei quali interes= - santissimi. Qui ringranzio il sig. Odoardo Ferragni di Cremonae Raimondo Gragnani di Massarosa, Questi due gentili signori mi inviarono cortesemente dei soggetti veramente notevoli provenienti da Acqua- negra Cremonese (individui in muta) e dal lago di Massacciuccoli (individui con colorazioni 24 bianche). Tre ne ebbi in abito completo di nozze da Voltri (Genova) e dal’ nostro Estuario Ve- neto, provincia di Venezia. | «Oltre a ciò una Oedemia nigra fu colta nel novembre presso il Lido a Venezia ed andò per- duta, nella medesima località fu presa una Sterna cantiaca nel dicembre, epoca in cui è da noi molto rara; due Volpoche (Tadorna cornuta) in valle Pierimpiè (Venezia) addì 18 Marzo, ed una terza in fine di Dicembre in Contarina (Venezia), ora in possesso del sig. Edgardo Bertolini di Dolo: un’ Harelda glacialis quasi adulta in Valle Pierimpiè nel Novembre (Coll. priv.) ; un Gyps fulvus colla data 15 marzo Colle Venda (Euganei) (Coll. privata). I passaggi di allodole furono molto scarsi, abbondanti invece le Quaglie specialmente in bo- nifica, ne uccisi settantadue in un sol giorno, scarsissimi nelle risaje i Voltolini ed i Re di Quaglie, abbondanti i passaggi di Anitre limitatamente alle specie comuni, quest’ anno furono rarissime le Hareldae e le Oedemiae fuscae, meno comuni del solito la Clanguta ed i Mergus; cosa notevole sei Cigni soggiornarono dal 15 al 22 Agosto nella mia Valle Zappa (Venezia), appartenevano alla specie C. musicus che rarissimamente si trova nell’ Estuario di estate, mentre s'incontra più fa- cilmente d’ inverno. Padova 15 Gennaio 1894. Dr. Errore ArRIGONI DegLi ODDI INSEGNAMENTI PRATICI Conservazione delle libellule a colori fugaci. Moltespecie di Odonati perdono, dopo la morte, i loro bei colori divenendo quasi totalmente neri. Ad evitare o almeno mitigare questo scolorimento, il prof. Stefanelli propose già da diversi anni un metodo che dà buoni risultati, ma che richiedendo ‘l’uso della macchina pneumatica è di non sempre facile applicazione. Ad evitare questo inconveniente l' egregio professore ha cercato e trovato altro sistema di preparazione più facile, e che pure cor- risponde assai bene. Ecco come il prof. Stefanelli stesso, descrive questo suo nuovo metodo nel Bul- lettino della Società entomologica italiana (Trimestre I. - 1893); Raccolti e scelti gli animali su cui vogliamo operare, è necessario procedere in guisa ch' essi prontamente non muoiano, nè subiscano poi verun guasto durante il periodo del loro digiuno. Ma intorno a ciò mi riferisco, senza modificazioni o aggiunte, a quanto già dissi nella seconda me- moria che ho più avanti citata. i Allorchè, per la mancanza del cibo, gl’individui in esperimento trovansi ridotti ad estremo languore di forze, od hanno addirittura cessato di vivere, (1) si tolgono dalle tavolette sulle quali ri- masero per più giorni, e con un sottile paio di forbici sì fa nel disotto del loro corpo un taglio longitudinale e mediano che comprenda tutto l’ addome, eccetto il segmento anale, e tutto il me- tatorace. Questo taglio, destinato a facilitare la compenetrazione e il rinnuovamento del liquido alcoolico entro l’ insetto, non deve punto intaccare il disopra degli anelli. Si divaricano bene le ali e s'introduce l’animale in’ un largo vaso di vetro (2) o di cristallo che contenga un’ abbondante dose di soluzione alcoolica e satura di naftalina (3). Una o due volte al giorno s’inclina a destra e a sinistra il recipiente per imprimere al liquido che v'è contenuto un leggiero movimento ondulatorio. (1) Il secondo caso è da preferirsi, a condizione pero che la morte sia avvenuta da assai breve tempo ; indugiando per parecchie ore, troveremmo irrimediabilmente incominciato l’ annerimento. Se nella soluzione sommergonsi gl’ individui non ancor morti, quasi sempre accade che attor- tigliano o incurvano l'addome in guisa che poi riesce difficile, se così irrigidisce, di ricondurlo all'ordinaria posizione. Bisogna dunque aver cura di raddrizzarlo senza troppo indugio. (2) Può servire benissimo un vaso di cristallo da sali con tappo smerigliato, o anche (per minore spesa) un comune vaso di vetro da ciliegie în guazzo con tappo di sughero che ben com- baci all’ intorno. ‘ (3) Per chi non abbia nessuna pratica nelle operazioni — ancorchè elementarissime — di Chimica, dirò che questa soluzione si ‘ottiene. operando nel seguente modo: Presa la quantità di aleool (incoloro ed ‘alla densità indicata da 36 e 37 gradi dell’areometro di Baumò) che si ‘crede 25 , Trascorsi due giorni (1), si estrae ciascuna libellula dal vaso, si pone e si lascia per qualche minuto sopra una carta sugante e bianca (2) piegata a più doppi, s' infila nella consueta maniera in uno spillo di conveniente lunghezza e grossezza, si abbassano le ali (3) se presero nel liquido po- sizione un po’ eretta, si restringe l'addome se mai subì qualche slargamento a motivo del taglio longitudinale. Si colloca l’animale come d’ordinario in una tavoletta da stendere con la scanala- tura della larghezza di circa 2 centimetri e della profondità di 3 centimetri (4), e si dispongono convenientemente il corpo. e le ali, procurando di ben pressare quest’ ultime con strisciuole di cartoncino bianco (5) che le ricoprano dalla base all’ apice. Anche il capo dev’ essere coperto, ma non pressato con una listella di carta bianca, sotto la quale giova porre un sottile strato di ovatta (6). Mediante spilli infissi obliquamente e trasversalmente nella tavoletta, si assicura 1° ad- dome, affinchè non possa muoversi in nessuna direzione. Le tavolette contenenti le libellule stese, si pongono capovolte al disopra di una mite sorgente calorifica (un fornello da cucina con pochissimo fuoco, un caldano ecc.) con tal tratto d' intervallo che la temperatura non superi intorno agl’inseiti i 70 gradi del termometro di Celso, o centi- grado, nè sia inferiore ai 50 gradi. Mantenuto il riscaldamento per mezz’ ora o tre quarti d’ ora, si tolgono le tavolette dalla indicata posizione e si rimettono, levando prima da esse le strisciuole di carta e l’ovatta riposanti sul capo degli animali, nella stanza di lavoro o dentro un armadio. Dopo due o meglio tre giorni, sì scuopron pure le ali, spuntando le listelle di cartoncino che ser- virono a pressarle, e si cavan gli spilli che sostennero l'addome. Passati altri due giorni, si estraggono le libellule dalle scanalature delle tavolette e si fissano agli spilli che le attraversano, ponendo al disotto di essi, nel punto di emergenza dal torace, una goccioletta di colla strutta, o di soluzione di gomma arabica molto densa. A questo punto altro non resta che una rifinitura, della quale in varî casi si può fare anche a meno. Essa consiste, in un Zeggiero ritocco delle macchie turchine o verdi dell’ addome e del to- race, per ricondurle, se impallidite, ad un tono più acceso. A tal fine si adopera un sottile pen- nellino di vaio appena appena bagnato (7) in una soluzione alcoolica di azzurro brillante di sufficente al bisogno (per esempio ùn litro) si pone in un recipiente a larga apertura e si agita con una bacchettina di vetro, mentre si aggiunge a poco per volta la naftalina pura e polveriz- zata, finchè essa continua a scomparire sciogliendosi in seno al liquido. Quando la medesima non si scioglie più, la soluzione è satura, ossia contiene alla temperatura del momento la maggior dose possibile del solido disciolto. Tuttavia è bene eccedere nell’ aggiunta della naftalina, tantochè ne rimanga in fondo al recipiente una piccola porzione indisciolta, la quale serve a mantenere la saturuà del liquido nel caso pure che successivamente aumenti alquanto (come spesso avviene in estate) la temperatura dell’ ambiente. (1) Prolungando la immersione oltre questo limite, ho veduto che non di rado i colori resul- tano infine meno vivaci. (2) È convenientissima la carta dibula 0 emporetica, che comunemente si usa in Chimica per le filtrazioni. Può anche servire la carta da stampa a superficie molto assorbente. Le carte suganti colorate qualche volta stingono a contatto della soluzione alcoolica di naftalina e macchiano le ali delle libellule. (3) Malgrado la resistenza che esse offrono, si riesce senza difficoltà a ricondurle alla posi- zione orizzontale premendole gradatamente con un dito verso la loro base. Operando con poca de- licatezza 0 con troppa fretta, il più delle volte si rompono. Sulla superficie delle medesime trovansi spesso adesi minuti cristalli di naftalina, che non occorre staccare, perchè completamente spariscono, volatilizzandosi durante il riscaldamento. (4) È necessario che la scanalatura abbia questa insolita grandezza per dar comodo posto alle zampe degli animali, le quali soglionò trovarsi dopo la immersione alquanto divaricate e d’ altro canto non possono esser remosse da quella posizione senza grave pericolo (perchè molto infragilite) che si stacchino dal torace. (5) Adoperando cartoncini colorati, assorbirebbero troppo calore, massime se scuri nel finale prosciugamento ; e ciò nuocerebbe alla buona riuscita della operazione. ; : (6) Vale a render più mite la successiva azione calorifica, la quale se sopra al capo spiegasse lo stesso grado di energia che spiega sull’addome e sul torace, ne altererebbe in modo intenso e sgradevole il colorito. La detta ovatta dev’ essere bianca. (7) Se il pennellino non è in molto scarsa misura provvisto di liquido, non sì riesce ad evi- tare che questo al momento del ritocco, si espanda oltre il contorno, delle macchie e induca una sensibile e inopportuna modificazione nel colorito dei circostanti spazi. 26 anilina per le macchie turchine e in una miscela, a convenienti proporzioni, di detto liquido e di tintura alcoolica di curcuma (1) per le macchie verdi. È bene di non ripassare ciascuna macchia oltre due o tre volte. L° OPPIAZIONO non richiede che brevissimo tempo (4 o 6 minuti per ogni esemplare. Seguendo le norme che ho fin qui esposte, si ottengono preparazioni che non di rado appa- riscono anche migliori di quelle che il metodo pneumatico somministra. Questa maggiore per- fezione particolarmente riscontrasi nei maschi dell’ Aeshna cyanea Mitt.; i quali per l'aspetto dell’ addome e del torace pochissimo o punto lasciano a desiderare, qualora pure si pongano a con- fronto con individui vivi, (1) Un gran numero di saggi mi ha dimostrato che tale miscela corrisponde assai meglio che le tinture fatte direttamente coi vari verdi di anilina. Quanto alle proporzioni nelle quali, per ottenerla, bisogna unire il liquido azzurro a quello giallo, non posso, per più ragioni, dare una precisa formula. Dirò invece che non è punto difficile il trovar le dosi da sò, versando a piccole riprese la tintura di curcuma nella soluzione di azzurro brillante, agitando bene ad ogni aggiunta, ed eseguendo col pennello, volta per volta, una prova sulla carta col confronto del verde di una libellula viva. Questa miscela si conserva a lungo senza subire alterazione, purchè tenuta in boccette esat- tamente chiuse e in luogo oscuro. TECNICA DINTCROSGCO RIA Per distinguere le uova vive dalle morte. Ecco il metodo indicato dal Dr. Selvatico di Padova. Si schiaccia sul portaoggetti di un microscopio, un uovo e lo si discioglie in una goccia di acqua, si asportano i frantumi del guscio, si aggiunge una goccia di una soluzione acquosa di carmino, quindi si copre il preparato senza schiacciarlo col coprioggetti e si osserva con un in- grandimento di cento diametri almeno. In tale preparato sì osservano: Le note granulazioni più o meno grandi di tuorlo, delle sferule vitelline intere o rotte coi nuclei più o meno evidenti, dei detriti della seriosa, dei Pez di mem- brana vitellina, e dei pezzetti d’ embrione ecc. Nelle uova che sono in istato di continuare il loro sviluppo, i pezzi dell’ embrione assorbono, accumulano, fissano la soluzione carminia in modo da colorarsi assai più intensamente del liquido che si bagna, quindi al microscopio spiccano in rosso intenso sul rosso sbiadito del campo ; mentre in quelle uova che non arriveranno al loro schiudimento normale, gli elementi dell’ embrione, — quantunque si gonfino più di quelli di un embrione alterato, — non si colorano che lentissima- mente ed arrivano al più e molto tardi, alla tinta del fondo; così non si vedranno mai più rossi del liquido che gli bagna, anzi nei primi minuti della osservazione risalteranno in bianco sul rosso del campo del microscopio. Per la parte pratica di questa operazione è preferibile aprire l’ uovo dalla parte del micropilo asportando un pezzettino di guscio con un paio di forbici a punte sottili e quindi lo si immerge nella goccia d’ acqua già preparata sul portaoggetti. Per fare uscire il contenuto si può usare dì una leggiera pressione, ma riesce meglio finire d’ aprirlo sott’ acqua con gli aghi a manico, dei quali è bene uno sia torto ad angolo retto ad 1 mm. dalla punta. Adoperando gli aghi si introducono le punte nell’ apertura fatta con ie forbici e mentre l’ago dritto tiene fermo contro il portaoggetti un labbro della apertura, con l’ ago curvo si stira alquanto l’altro labbro e l’ uovo si apre così come una scatola, mentre il contenuto si spande da se nella goccia. Se poi il guscio sì aprisse irregolarmente, si fa uscire con gli aghi il contenuto, questo riescira più sminuzzato, ma lascerà vedere dei pezzetti di embrione a sufficenza. La soluzione acquosa di carmino (l parte di carmino, 1 parte di ammoniaca e 100 parti di acqua) si prepara facendo sciogliere il carmino nell’ ammoniaca, aggiungendo la proporzione indi- cata di acqua e filtrando. 27 Nel caso l’ammoniaca fosse in eccesso, si scalda a bagnomaria fino a che il carmino cominci a precipitare, quindi si filtra di nuovo. Sarà bene che la soluzione non sia troppo concentrata, sarà meglio diluire la soluzione sovra indicata con altrettanta acqua. Nel coprire il preparato col coprioggetti s’ interponga fra questo ed il coprioggetti qualche fibra di cotone o due pezzettini di carta. Coll’ esame di una quindicina d’ uova tolte a sorte su di un campionario, impiegando un paio di minuti per ciascun uovo, si potrà avere un criterio più che sufficente sulla vitalità di un seme. NOTIZIARIO Questi periodici Rivista e Bollettino sono stati premiati alla recente esposizione di Chicago. Non sappiamo ancora che genere di premio abbiano ottenuto, ma ad ogni modo ne rendiamo subito consapevoli gli egregi collaboratori ed i gentili abbonati, perchè è principalmente a loro che si deve il buon esito ed il costante incremento di questa pubblicazione, Dovendo procedere alla ristampa degli indirizzi con i quali viene spedito questo pe- riodico si pregano gli abbonati ad avvertirci subito se desiderano vi sieno apportate variazioni. La pesca delle sardelle a Lissa (Isola) è stata nello scorso anno assai lucrosa, avendo raggiunta la cifra approssimativa di circa 25 milioni di sardelle. Sport. ll premio di L. 10,000 destinato in Francia a quello stallone, i di cui figli avessero ottenuto le maggiori vincite in corse agli ostacoli nel 1893, è toccato a Saxifrage, l’ eccellente padre di Meilleur che trovasi nei nostri depositi stalloni. Esami di abilitazione all’ insegnamento delle scienze naturali. Dalla circolare ricevuta dal Miniìstero della istruzione pubblica, togliamo le seguenti notizie: Nei giorni 16, 17, 18 e 19 dell’ aprile prossimo, avranno luogo le prove scritte per gli esami di abilitazione all’ inse- gnamento delle scienze naturali nelle scuole tecniche e normali; gli esami orali e la lezione pra- tica, saranno tenuti nei giorni ‘che stabiliranno le singole commissioni esaminatrici. Gli esami avranno luogo presso le università di Bologna, Genova, Napoli, Palermo, Pavia, Pisa, Roma, Torino e presso l’Istituto di studi superiori in Firenze. Animale fossile gigantesco. Nella creta di Cardesse presso Pau in Francia, è stato scoperto un animale fossile gigantesco che misura oltre 10 metri di lunghezza, mentre la testa è in proporzione molto piccola. Questo animale è stato denominato Leiodon Mosasaurus per una certa rassomiglianza con il famoso Mosasuarus Comperi scoperto a Maestricht verso la fine del secolo scorso. Ptomaine nello stracchino di Gorgonzola. Il dott. V. Manchini esaminando dello strac- chino di Gorgonzola che aveva prodotti disturbi gastrici gravi, non vi trovò nè rame, nè altri metalli nocivi e neppure acido salicilico, nè borico ecc. ; ma all’ analisi microscopica vi rinvenne acarii e muffe (Penicilium e Aspergillus), e l’analisi batteriologica vi dimostrò l’ esistenza dello Spirillum tyrogenum di Dencke, specie patogena, che non rare volte si trova nei formaggi alterati i quali digeriti producono disturbi digestivi dovuti a Ptomaine venefiche. Da un campione di Gor- gonzola il dott. Manchini ha estratto la Neuridine e la Trimetilamina Avviso ai buongustai (?) ai quali piace il formaggio in decomposizione e bacato. Si ricordino almeno che questi bachi da loro detti del formaggio non sono altro che vermi di mosche o di altri insetti. Società colombofila fiorentina. Questa fiorente società ha deliberato per il corrente anno le seguenti gare : Una d’ addestramento da Livorno — Due di colombi giovani da Lucca e Chiusi — Sei di colombi adulti dall’ isola di Monte Cristo; da Casalpusterlengo, da Milano, da Como, da Pisa e da Genova — Ed una d’ internamento da Bologna, ove verranno innati ì colombi, e di là lasciati in 28 liberta a pochi per volta, dopo non breve permanenza — Primo esperimento in Italia e di scien- tifica importanza. Laboratorio zimotecnico a Perugia. Il Ministero di agricoltura ha istituito questo la- boratorio presso la Fondazione per l’ istruzione agraria in Perugia, allo scopo principale di pro- muovere esperienze e studii relativi ai fermenti selezionati puri che pare debbano rendere grandi servigi nella vinificazione. Mentre è interesse degli enologi seguire con attenzione quanto ha rap- porto con l’uso di questi fermenti, è per ora da raccomandarsi di accogliere con prudenza, come consigliano i più seri zimotecnici, quei prodotti che vengono messi in commercio sotto il nome di fermenti puri. Presso la stazione bacologica di Padova saranno aperti anche in quest’ anno i so- liti due corsi per l'insegnamento della bacologia. Quello per gli uomini avrà principio col 20 aprile p. v. e quello per le donne con il l di luglio. Gli uomini dovranno avanzare le domande non più tardi del | aprile, e le donne entro il 15 giugno. Posti di studio. È aperto il concorso a 12 posti di alunni nel R. Istituto forestale di Val- lombrosa, per un corso di 4 anni, ultimato il quale gli alunni avranno diritto alla nomina di Sotto- ispettori forestali aggiunti. Le domande si ricevono presso il Ministero di agricoltura fino al 15 corrente. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI (Vedi anche il fascicolo della Rivista del 1 febbraio) Ciscato dott. Giuseppe nominato astronomo aggiunto nell’ osservatorio di Padova. Antoniazzi dott. A. M. nominato astronomo assistente nell’ osservatorio di Padova. Colucci dott. Vincenzo nominato prof. di patologia generale e anatomia patologica vete- rinaria nella Univ. di Pisa. Mattirolo dott. Oreste nominato prof. di botanica nella Univ. di Bologna. Leonardi dott. Gustave nominato assistente alla zoolog. ed anat. comp. nella Univ. di Padova. Soffiantini dott. Giuseppe nominato assistente di anatomia comp. nella Univ. di Pavia. Bottego cap. Vittorio ha ricevuta la grande medaglia d’ oro, dalla Soc. geografica italiana. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, domande e risposte diverse -- Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. > Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l’ utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc. , gli studi speciali ai quali sì dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso a.che all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica anche una volta all’ anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 16 Inchiesta sulla Peronospora. Il prof. A. N. Berlese direttore del laboratorio di pato- logia vegetale della R. Scuola Enologica di Avellino, allo scopo di pubblicare un opuscolo con ammaestramenti utiti ai viticoltori, rivolge loro calda preghiera onde vogliano comunicargli l’ epoca nella quale videro l’anno scorso comparire la peronospora, quale ne fu l’ andamento e la durata, quali i rimedi usati e quando somministrati, ì resultati ottenuti ecc. A tutti quelli che gli favoriranno queste notizie, manderà in dono la relazione con le norme da seguirsi per combattere il temuto parassita, ‘29 17 Il suddetto Laboratorio di patologia fornisce gratuitamente schiarimenti sulle cause delle malattie e consigli sui rimedi da impiegarsi a tutti coloro che ne facciano richiesta, inviando campioni di piante e di vini malati. 18 Ai collettori di coleotteri il sig. Hugo Raffesberg di Podhragy, Post Prasicz, Ungheria, spedisce gratis e franco il suo catalogo con i prezzi molto ribassati. 19 Le Docteur Putzeys 13 Rue Anonel, Ixelles Bruxelles, Belgique, desire echanger des conquilles terrestres, fluviatiles et marines de Belgique, aussi que de timbres poste, contre des timbres et des conquilles d’ autres regions. ‘20 Il sig. Antonio Porta, Nosadella 48, Bologna offre ed accetta coleotteri completi, ben preparati e ben classificati. 21 Bathyscia Doderii (Fairm.) Si cedono alcuni esemplari di questo nuovo e raro coleottero rinvenuto solamente in una grotta della Liguria, a L. 1 per esemplare. Al medesimo prezzo di L. l, si cedono pure Bathyscia Murialdi. 22 Il sig. Mariano Ticci di Siena, possidente presso la stazione di Castellina in Chianti, offre vini fini da pasto ed olio di oliva. Ha ottenuti prodotti eccellenti anche dall’ anno corrente. 23 Il dott. Francesco Coppi di Maranello Modenese, otfre grandi e piccole collezioni di fossili, animali e vegetali, di tutte le epoche geologiche, ma principalmente terziari; roccie e conchiglie attuali a tutti i prezzi. 24 Dal laboratorio di storia naturale di S. Brogi in Siena si desidera fare acquisto od avere in cambio delle Salamandra maculosa e qualche tartuca di mare e di acqua dolce, vive. 25 Barbatelle di viti Borgogna Nero o Pineau noir, bellissime, garantite di località im- mune da Fillossera, si cedono al prezzo veramente di occasione di sole L. 36 il mille. L' uva ma- tura a metà Settembre. 26 Meli di alto fusto coronati di eccezionale bellezza e delle migliori varietà si cedono a cent. 70 l’ uno, 10 per L. 6, 100 per L. 55. 27 Forstrath Mihl Carthans platz 2 II. Frankfurt sur Oder Germania, desidera entrare in corrispondenza con entomologi italiani ed offre coleotteri europei in cambio di coleotteri italiani. 28 I fratelli Ingegnoli di Milano proprietari di un grandioso stabilimento agrario, inviano gratis il loro splendido catalogo di piante e semi posti in commercio per l’anno corrente. 29 Un giardiniere e fattore premiato, attualmente direttore di grandioso vivaio di. viti americane cerca posto per il prossimo marzo. Scrivere a F. D. Castelletto Scazzoso (Alessandria). 80 Esperto giardiniere fiorista ed orticoltore premiato, cerca impiego presso casa si- gnorile. Scrivere alle iniziali P. Y. fermo in posta in Lonigo (Vicenza). 31 M. Théry, Saint Charles par Philippeville (Algeria), offre des Coléoptères d’Abyssi- nie en echange de Coléoptères africains, Histerides, Buprestides, Cerambycides du globe. 32 M. Alb. Méhlenbruck, è Morat (Suisse) désire échanger une petite collection de graines, bois, etc. contre conquilles, animaux, insectes etc. .33 M. Pascal Conti, 4 rue Haldimand Losanna (Svizzera), desidera cambiare fanerogame e crittogame vascolari, la più parte svizzere, contro muschi, epatiche e licheni. 34 M. Basset, naturaliste a Cosne (Nievre, Francia) desidera far cambi di uova di uccelli. 35 La rarissima conchiglia terrestre Melix stenomphala si offre in cambio di belli esemplari di minerali cristalizzati. (Continua) ——1P——— LL. 11_——1_11a1a1a11a___Y__r_Y_Tvmwrwwer >_.i NEPTUNIA PESCA ED AQUIC DETURA ORGANO s.. È Direzione ed ione S. Ste fano 3536 Venezia _ della ii pn | Prezzo d'abbonamento. ano 1. 12 SOCIETÀ REGION. VENETA Aqnicola (Si pubblica due volte al mese, Col supplemento scetifeo bimestrale (Notarisia) L. 20 [PESCA è E IOUICULTURA ] E gradita e desiderata qualsiasi notizia interessante la ce DIRETTORE pesca e l’ aquicoltura. ) FR} i Sede Centrale Dott. D. LEVI-MORENOS Si risponde, per opera di speciali collaboratori, ad ogni VENEZIA VENEZIA questione di pesca e d’aquicultura. S. BROGI direttore responsabile i Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri 30 Casa Tipografica Libraria Editrice Arcivescovile Ditta GIACOMO AGNELLI - Milano N. 490, Libreria, Via S. Margherita, 2 - Telefono N. 20 - Stabilimento, Via Stella, 30 Annunciamo con piacere la pubblicazione dell’ opera dell’ illustre Prof. Comm. GIUSEPPE MERZARIO, Deputato al Parlamento, intitolata : I Maestri Comacina STORIA ARTISTICA DI MILLE DUEGENTO ANNI (600-1800) Questa opera, aspettata e desiderata da molti che ne ebbero sentore, e si interessano e dilettano di fatti e di problemi riferentesi alla storia delle Belle Arti e alle loro vicissitudini e trasformazioni nei vari secoli, divisa in due volumi, di circa 700 pagine ciascuno, formato in-8.9, con bella carta e tipi nitidi, dedicata a S. Ecc. Giuseppe Zanardelli, Presidente della Camera dei Deputati. Questa la sintesi di un lavoro, chè è frutto di lunghi studî, di pazienti investigazioni, e di molte- plici viaggi, che raccoglie e unifica molte notizie sparse di arti e di artisti, e presenta anche qualche lato di novità, di curiosità e di diletto. Attenendosi st? ttamente al suo tema l'illustre autore non trascorse a nessuna discussione politica o religiosa : e si astenne dalle illustrazioni, che in così Inngo corso di secoli, varietà di scuole, e moltitudine di monumenti o ancor vivi o ruinati avrebbero dovuto es- sere troppo numerose, se appena proporzionate alla vastità dell’ argomento. .L’ opera è in due volumi, corredata da un copioso Sommario, da una carta geografica del terri- torio artistico comacino, e da un Indice delle persone e cose principali; fu messa in commercio al prezzo di LIRE DODICI (pesa Kg. 2,700 circa). Recentissime pubblicazioni : ADOLFO GUERIN. Note di Storia per gli allievi della classe IV e V. Due bellissimi opuscoli in-16 di pagine 48 illustrati. Cent. 85 cadauno. Questo non è un testo di storia nè un vero sunto: un sunto può essere più dannoso che utile, se gli allievi lo studiano pappagallescamente, mentre per ritenere la spiegazione, quando è stata fatta bene, basta l'indicazione dei nomi e dei fatti principali. Queste indicazioni, che non sempre si ha tempo di dettare e di correggere, le ho raccolte in cento note, più brevi delie lezioni che si sogliono assegnare giornalmente. E un libriccino che vorrebbe essere utile, senza la pretesa di piacere, e non è illustrato per ornamento, ma perchè le figure, come tutto ciò che colpisce direttamente i sensi, sono di aiuto efficacissimo alla memoria. ApnoLFo GUERIN La lingua tedesca esposta nelle sue più necessarie teorie da G. BRANCA, 2.2 ediz. rive- duta, ampliata ed arricchita con l’ aggiunta d'un Corso d’ esercizé dal Cav. Gio. MAZZUCCHELLI, professore di Jingue straniere in varî istituti pubblici e privati. Bel vol. in-16 di pag 260 L. 2— leg. in tela-oro L. 3. 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Gestro. 148 pag. in 8.° con 38 fig. legato in tela Jen, :90% Il Raccoglitore Naturalista per Eger Lessona. 124 pag. in 8.° con 2 tav. litografate L42790) Nozioni elementari di Tassinomia ve- getale e animale di A. Neviani. 164 pas. in 8.0 con 318 fig. intercalate nel testo L. 1,90. Corso di Litologia di L. Bombicci. 638 pag. in 16.° L. 4,80. I Colombi, allevamento, educazione, storia naturale ecc. per G. Malagoli. 400 pag. in 8.° con 60 incisioni L. 3,80. Giardinaggio utile dei Fratelli Roda. 10! pag. in 8.° rilegato in tela e oro con 80 incisiori nel testo L. 1,50. Giardinaggio ornamentale dei Fratelli Roda. 110 pag. in 8.° rilegato in tela e oro con 50 incisioni nel testo L. 1,50. Il Coltivatore di piante ornamentali per Cazzuola e Nencioni. 462 pag. in 8.° rilegato, in tela e oro con 125 incisioni nel testo L. 4,70. I tre regni della Natura secondo l’opera del prof. A Pokorny per i proff. Caruel, Lessona, Salvadori e Stuever. 706 pag. in 4.° con 1120 incisioni L. 7. Elementi di Tassinomia vegetale e ani- male di L. Bordi. pag. 100 in 8.° con 9 tav. L. 1, 40. Il Mimismo nel regno animale del prof. Socin. 170 pag. in 8.° con 5 tav. L. 2,80. Manuale pratico di vinificazione del prof. Passerini. 144 pag. in 8.° con illustr. L. 1,40. La cultura dell’ olio del prof. Passerini. 132 pag. in 8.° con illustrazioni L. 1,40. Manuale pratico di viticultura del prof. Passerini. 125 pag. in 3.9 con illustr. L. 1, 25. Manuale pratico di bachicultura del prof. Passerini. 120 pag. in 8.° con illustrazioni L. 1,25. L’ uovo e le sue prime trasformazioni di M. Cermenati. Vol. illustrato di 48 pag. in LOSCENIALE Manuale per la tecnica moderna del microscopio del dott. A. Gardini 2.* edizione. 432 pag. in 8.° rilegato in tela con 109 incisioni intercalate nel testo L. ©, 20. Ricerche malacologiche di L. Benott pag. 18 in 3.° con 35 fig. L. l. Quelques remarques sur les régles de la nomenclature zoologique appliquées a toutes les branches de l’ histoire naturelle par L. 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Murella) SIGNATUS Fér, (Helicogena) nei monti Ernici e nei dintorni di Terracina nella provincia di Roma (1). >= In alcune escursioni, che io ho eseguito recentemente a Ciciliano, alla Men- torella (circondario di Roma), a Veroli, Alatri, Anagni, Ferentino, Piglio e Paliano (circondario di Frosinone) nel territorio degli Ernici, il quale è collo- cato a S. E. nella provincia di Roma, ho preso un ricco materiale (2), impor- (1) Una parte di questa memoria venne già pubblicata nel Bollettino della Società romana per gli studii zoologici Anno II°, 1893, vol. II. n. VII e VIII pag. 242-252; ma avendovi dovuto fare molie aggiunte e modificazioni, viene ora quì stampata per intiero. (2) Nelle stesse escursioni presi anche alcune note sulla costituzione geologica della regione, cioè, sui calcari compatti, cretacei, talvolta con rudiste, non che su quelli eocenici talora con facies nummulitica, che vi costituiscono i principali rilievi; sulle arenarie oligoceniche sovrapposte ai cal- ‘cari, specialmente alla base dei monti, nelle vallate, e nelle depressioni prodotte da sinclinali ; sui travertini sotto Ferentino; sulle lave dei vulcanetti ernici, e sui tufi della valle del Sacco. Importanti sono i calcari compatti eocenici di Percile e dei dintorni di Ovinio per i fossili che racchiudono (modelli di grosse bivalvi Corbis ? Lucina ? nella valle del Licenza ecc. non che echi- nodermi della famiglia Scutelle). i i Le arenarie formano sulle sinistra del Sacco una zona esterna di colline, sulle quali sono costruiti alcuni paesi (Ferentino, Paliano, Anagni); si mostrano però anche nell’ interno dei monti, per esempio a Gerano, ad Affile, lungo la via provinciale, che da Olevano va a Subiaco ; conti- nuano nella valle dell’ Aniene dopo Subiaco verso Arsoli, per ricomparire poi, fuori della provincia di Roma, nella valle del Turano, a Carsoli, Sante Marie, ecc. Queste arenarie contengono talvolta stratarelli di lignite picea, compatta, a frattura concoide, la quale distillata è ricca di prodotti gassosi ; le arenarie devono avere in generale forte potenza, giacchè, avendone, due anni fa, esplo- rate con una trivellazione, appunto per ricerche industriali della predetta lignite, presso Ponte Lucidi sulla sinistra dell’ Aniene alla base dei monti di Canterano, si giunse fino a 40 m. sotto il livello del fiume incontrando sempre le medesime arenarie, le quali, chi sa per quanto ancora sarebbero continuate. A questa potenza accertata sotto il fondo della valle, deve aggiungersi quella delle arenarie scoperte sul tha/weg ed incise dal corso d’acqua. Lo spessore visibile di queste arenarie, può valutarsi, in quel tratto, a circa un centinaio di metri. Tali arenarie oligoceniche sono, per lo più, tenere, a cemento marnoso, giallastre o grigiastre; ricordano la mollasse delle Alpi svizzere. In taluni punti, per esempio nella valle percorsa dalla via Empolitana sotto la rupe calcarea della Mentorella, poco oltre nella direzione di Gerano, si mostrano schistose e si rompono in tavole impiegate per copertura o per lastre da parapetti. La schistosità è dovuta a squamette di mica, bianco-argentina, disposte tutte parallelamente fra loro nell’ arenaria. Le arenarie si sovrapongono in discordanza ai calcari compatti, che formano i maggiori ri- lievi dei monti Prenestini, Ernici, Lepini, della Scalambra, Simbruini; si innalzano alla quota di oltre 1000 m. sul livello del mare, come nella valle del Turano. L'ho rinvenute a 850 m. 34 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI — tante per la fauna malacologica della nostra provincia, che nelle sopraccennate località è pressochè sconosciuta, avendosi finora soltanto le indicazioni date dall’ ing. Statuti nel suo Catalogo sistematico e sinonimico dei molluschi ter- restri e fluviali nella provincia di Roma. Roma, tip. delle sc. matem. e fisiche, 1882, in 4.9 sulla spianata, ove sorge l’ ex-convento del Piglio, soprastante al paese omonimo, ed ivi ho osser- vato il contatto coi calcari cretacei delle propaggini della Scalambra. Dal loro disfacimento e dal loro lavaggio si originarono, in taluni punti, lenti di marne grigie. Importanti, per la loro genesi, sono le masse dei tufi nella valle degli Arci, nella valle del- l’ Aniene a monte di Tivoli e in quella del Sacco. In taluni punti mostrano una distinta divisione prismatica verticale, come a Labico e nei dintorni di Valmontone; ma ne offrono uno splendido esempio, da ricordare i basalti prismatici delle isole Lachee presso Aci Castello (prov. di Catania), sulla sinistra dell’ Aniene di fronte a Vicovaro presso la stazione ferroviaria. I tufi sulla via Va- leria, passato T'ivoli, alla direzione della rotabile S. Polo dei Cavalieri contengono numerose pi- soliti globulari della grandezza di oltre una nocchia. Da queste pisoliti si trarrebbe ancora una prova che i tufi sonv originati dalle deiezioni vulcaniche subaeree cementate, come del resto tutti i moderni geologi ritengono, e come dimostrerà tra breve quello studioso, accurato ed intelligente osservatore che è l’ ing. E. Clerici, dottore in scienze naturali, alle cui viste scientifiche sull’ori- gine dei tufi mi associo completamente. Del resto, l’ esame delle ingenti masse tufacee, che tro- vansi nella valle del Sacco, sempre più mi ha confermato nell'ipotesi, emessa da von Buch fin dal principio del secolo sulla loro origine, che, cioè, alla loro formazione abbiano contribuito gran- demente le alluvioni. Degno poi di speciale rimarco è un tufo litoide, che si cava alla Selva dei Muli (che rappre- senta un cratere d’ esplosione formato da tufi, scorie e masse detritiche) a circa 2 chilom. di di- stanza dalla stazione ferroviaria di Frosinone, e che vidi usato nei cigli dei marciapiedi e nelle soglie di quella stazione. O È un tufo singolare, grigio, peperiniforme, ad elementi piuttosto grossolani con piccoli fram- menti angolosi di calcare bianco compatto, e di calcare argilloso, grigio, e che, meglio del peperino albano, può adoperarsi come pietra da taglio. Sopra i tufi della Campagna di Roma e sulla loro genesi può consultarsi il bel lavoro rias- suntivo, pubblicato al principio del passato anno dall'Avv. José Santos Rodriguez col titolo « Note sulle roccie vulcaniche e principalmente sui tufi dei dintorni immediati di Roma » Roma, Tip. R. Acc. dei Lincei, 1893, in 4.° di pag. 18 con grande quadro. Dalle molte notizie originali, che vi sì trovano, si rileva che l’ autore ha percorso in varî sensi la nostra campagna e che ha ve- duto e rilevato da sè le sezioni geologiche, che trovansi intercalate nel grande quadro sui tufi ; insomma vi sì scorge un lavoro serio. Invece della recente pubblicazione del prof. A. Portis [Contribuzioni alla storia fisica del bacino di Roma e studti sopra l’ estensione da darsi al pliocene superiore - Torino, L. Roux, 1893, in 4.9] ben diverso è il giudizio che può darsi da chi abbia realmente percorso e girato la Campagna di Roma, e da chi ne studî coscenziosamente la geologia, poichè l’ autore ha composto quel lavoro, in massima parte di compilazione, non sempre esatta ed imparziale, senza recarsi sui luoghi e colla scorta di ben poche escursioni locali ed osservazioni proprie. Le pozzolane, grigie o brune, come sulla destra del Tevere, a valle di Roma, così anche nel territorio Ernico, sono inferiori ai tufi, più o meno litoidi. Si possono vedere sottostanti ai tufi predetti in molti punti; per esempio, sulla rotabile, che dalla stazione di Anagni va verso il paese ; nel fondo della valle, percorsa dalle strade mulattiere, che da Anagni vanno ad Acuto ed al Piglio, presso la Torre del Piano; ai piani di Pimpinara (sulla carta topografica dello Stato Maggiore Italiano è segnato Piombinara) sulla via Casilina presso la stazione di Segni. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 35 Tra le specie di molluschi raccolti, accenno soltanto le seguenti : Buliminus detritus Mill. (Helix) var. major unicolor (alba). Iberus strigatus Fér. (Helicella) var. polita Paulucci, in grandi esemplari. Entrambe le specie trovate sui calcari eocenici della vetta della Mentorella, nel gruppo dei monti prenestini, ad oltre 1000 metri sul livello del mare (continua) MELI Prof. RomoLo Orania aegyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA —% G Studio di ABELE DE BLASIO (Continuazione e fine) Colla nuova dinastìia si cambiò in Egitto non solo la capitale, facendo s0- stituire Tebe a Menfi: ma anche le divinità. Osiride ed Ammone presero il posto di Phtah e di Rha del vecchio Impero. E fu in questo nuovo periodo che l’ Egitto, oltre a pensare al proprio splendore coll’ innalzare monumenti pub- blici e privati, estese i propri confini, conquistò la Nubia e aprì commercio ù NS S S Li Fig. 19.2 Tipo arabo da una fotografia Fig. 20. Copto dell’ alto Egitto da fotografia del Langerhans coll’ Asia. Però tanta prosperità non si protrasse a lungo; perchè circa 2000 anni prima dell’ era moderna avvenne in Egitto l' invasione degli Hycsos o dei Re Pastori. Erano essi oriundi della Caldea dove spinti dalle guerre intestine si versano verso l’ Egitto rafforzati da un’ altra razza affine, detta dei Kheta 36 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI o degli Ittili, (fig. 12, 13, 14) che fin da epoche anteriori ad ogni storico ri- cordo s’ erano stabiliti fra Damasco ed Aleppo e che dalla linguistica e dai monumenti iconografi si è potuto dedurre che fossero di origine turanica e che precedettero i Semiti (fig. 15) tanto in Siria quanto nella Mesopotamia. Erano essi di mezzana statura, e dalle loro impronte scolpite sui monumenti si può dedurre, che avevano, come dice il Nicolucci, la testa e il viso tondo, le arcate sopraccigliari spianate, gli occhi piccoli, la barba scarsa, le labbra leg- germente contornate, il capo raso, tranne che sul vertice donde si diparte un ciuffo di capelli che raccolti in basso si vedono ondeggiare liberamente dietro il capo come è uso di fare anche oggi presso i Cinesi (1). All’invasione degli H7ycsos, che durò circa 500 anni, tennero dietro in pro- sieguo di tempo, altre invasioni, come quella dei Persiani che durò tre secoli; ma Alessandro rovescia il loro dominio e l’ Egitto diviene provincia macedo- nica e Tolomeo Lagide ne assunse il titolo di re. In questo periodo di prospe- rità, che durò tre altri secoli, fu fondata Alessandria e l’ Egitto divenne il ritrovo degli artisti, degli scienziati e degli industriali provenienti dall’ Europa e dall’ Asia. Ma Roma, insaziabile delle grandi conquiste, pose l’ occhio anche all'Egitto e alla morte della libidinosa Cleopatra, l’ ultima regina della fami- glia regnante dei Tolomei, l’ Egitto, dopo la battaglia navale d’Azio, salito Ottaviano al trono degl’ Imperatori, senza resistenza, l’ Egitto divenne nel dominio romano ed entrò a far parte dell'Impero di Oriente che durò circa quattro secoli; ma nel 635 dell’ Era nostra fu conquistato da Amru, generale di Omar ed incorporato nell’ Impero dei Califfi. Passato quindi, dopo altre do- lorose prove in potere dei Turchi, nel 1517 n’ ebbe dalla Porta, in sui primi anni del secolo nostro, il governo l’ Albanese Mehemed-Alì al nipote del quale, figlio di Ibrahim-Pascià fu concesso il titolo di Vicerè con dritto alla succes- sione ereditaria in linea diretta. Durante le molte vicende alle quali andò incontro l’ Egitto nuovi elementi etnici s' introdussero nella sua popolazione, come Levantini, Negri, Cristiani e gran numero di Arabi; ma nonostante coteste invasioni straniere, che si suc- cessero, nel volgere di tanti secoli nel dominio dei Faraoni, e malgrado tutte le sventure di questa razza che fu trattata sempre da schiava; ma una schia- va, come dice il Le Bon, che conquista i suoi dominatori, che li domina, che li piega al suo genio; pure parte del tipo indigeno di questa regione non ha perduto punto della sua originalità, e chi bramasse rendersi familiari quelle antiche sembianze, che in sì gran numero si vedono scolpite nei tanti monu- menti dell’ Egitto non dovrà cercarle nelle classi superiori; perchè queste sì sono sfigurate mediante i ripetuti connubi collo straniero ; però il tipo fisico si conserva nella sua purezza nativa sotto la rozza scorza dei contadini, i quali hanno conservato dovunque l’ antico tipo e la rassomiglianza genuina coi loro (1) G. Nicotucci - Gli Ittiti o Kheta nella Storia e nell’ Etnologia - Atti dell’Accademia Ponta- niana vol, XXII. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 37 LS antenati ond’è che il Fellacco contempla con stupore le statue dello Scriba, quella di Ra-Hotep e le tante altre sculture che si rinvengono nell’ Egitto : scorgendo in esse tratto per tratto le proprie impronte, che sono rimaste im- .mutabili dopo cinquemila anni di distanza. Hanno questi discendenti del Dio Sole, dice l’ Hartmann (1) en général un physique agréable. Ils ont de larges épaules ; leur thorax a la forme trapé- zoidale que nous regardons comme le principal attribut d'un homme bien fait; leurs muscles sont bien développés ; leur colonne vertébrale est gracieusement inclinée, leurs hanches sont sveltes; leurs attaches sont fines, leurs mains et leurs pieds sont petits; leurs doigts sont minces, leurs orteils droits et bien plantés; leur talon n’est ni gros ni proéminent. Leur front est assez élevé, fuyant et dimi- nuant de diamétre vers les tempes. Le sommet de leur téte est aplati; leur cràne est étendu en longueur; leur téte entiére est dolichocéphale. Leurs yeux sont fendus en amande et ombragés de sourcils bien arqués. L’iris est brun fonce. Leur nez est trés proeminent, un peu aplati dans sa partie postérieure; il est ra- rement droit, plus souvent recourbé ; le bout forme un angle droit avec la partie connexe de la cloison, et il a de larges ailes. La bouche n'est pas grande, mais les lévres sont charnues, souvent grosses et méme boursouflées. La ligne du nez aux lévres est développée. Les joues sont larges; le menton est allongé, fin et fuyant. Les oreilles, bien formées, sont grandes et attachées en arriére ; ce fait est exagéré dans les statues et les tableaux de l’antiquité. Le profil égyptien a beaucoup de caractère, et il frappe surtout par la grande distance entre le menton et l’oreille. S. Morton a déterminé l'angle facial de 78 degrés. La charpente de ces hommes a de la finesse et de l’élégance. Chez Fig. 21.» Fanciulla copta (Ebers) (1) HARTMANN - p. 61-62. 58 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI les femmes se présentent les caractèéres que nous venons de décrire, mais ils sont plus adoucis. Les jeunes filles sont extraordinairement minces . .. . Leurs épaules et la partie supérieure de leurs bras sont souvent trés bien for- mées. La cuisse, l’avant-bras et la jambe sont souvent trop maigres, mais il y a à cet égard de belles exceptions. Les seins sont, dans la jeunesse, ovales et rebondis ; mais à mesure che le corps se développe et que les couches se répétent, ils se flétrissent et deviennent pendants. La couleur des Égyptiens est d’un brun bronzé, variant du rouge brun au jaune (1). Dans la Thébaide, elle est souvent cuivrée. Quant à la nuance café au lait, décrite par quelques voyageurs, je ne l’admets ni pour les Égyptiens, ni pour d’autres Africains. La chevelure est noire de corbeau et assez épaisse. Tantòt les anciens se rasaient, tantòt ils laissaient croître leurs cheveux. Beau- coup se servalent de longues perruques frisées d'une maniére trés compli- quée, telles que nous en voyons encore chez les Bedjas, les Funjés, les Niam- Niams etc. etc. Autrefois, comme aujourd’hui, les femmes faisaient de leur chevelure une quantité de petites tresses qu’elles ornaient de perles, de pierres précieuses, de petites plaques de métal précieux etc. K * * Un’ altra razza cui la religione ha preservata in parte da incrociamenti è quella che è formata dai Copti. (fig. 20-21). Anche essi si vantano e le loro fisonomie ce lo dimostrano, che sono discendenti dei figli del Dio Sole; però in molti di essi scorgesi evidente la mischianza del sangue negroide che si ap- palesa dai capelli lanosi, dalla barba scarsa, dalle guance prominenti, dal naso schiacciato e dalle labbra grosse. Ma oltre questi elementi nei quali perdurano le incancellabili forme fa- raoniche, l’ Egitto, sotto l’ aspetto etnografico nutre popolazioni molto miste, poichè come abbiamo visto, vi fu nel loro paese un continuo surrogarsi per opera degl’ Hycsos, dei Persiani, dei Greci, dei Nubiani, dei Romani ed in- fine dei Turchi, il che apportò per mezzo dei connubii alterazione e sostitu- zione del tipo in una non lieve parte degl’ indigeni. . (1) Il libro di Erodoto, i dialoghi di Luciano, e le opere di Ammiano Marcellino, c' insegnano che gli antichi Egizi, affatto simili a quelli dei nostri giorni avevano la pelle di colorito bruno. Due contratti di vendita che risalgono all’ epoca dei Tolomei ci danno indizio del colore della pelle dei contraenti. Il venditore vien detto melagros (bruno carico) ed il compratore meligros (giallo o color miele). Da tutti i documenti e testimonianze, risulta che esistevano presso gli antichi Egizi certe varietà nel colorito della pelle; ma che vi era una tinta dominante. Si trovano nei tempii e nelle tombe pitture ove i personaggi hanno la tinta color di rame rossastra o color ciocco- latte chiaro. Le figure di donne hanno la tinta più gialla, che si avvicina al fulvo. (Figuer. Le razze umane). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 39 BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1892 (continuuzione) L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. : ———————_——r——Fr=:3-e<9>—_————_—_6& Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in queste note bibliografiche. sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copia delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un completo annunzio. Geologia - Mineralogia - Cristallografia. 463 Artini A. Sopra alcune roccie dei din- torni del lago d’Orta. (Milano. Rendiconti del R. Ist. Lomb. fasc. 14 pag. 7 in 8.9) 464 Artini A. Appunti petrografici sopra al- cune rocce Italiane. (Ibidem fasc. 18-19 pag. 1140-47 in 8.9) 465 Badanelli D. Natura ed origine delle roccie che formano la scorza terrestre. (Pistoia. Tip. del popolo Pistoiese pag. 27 in 16.9 con figure). 466 Baratta M. Sulle bombe esplodenti del- l'eruzione sottomarina di Pantelleria. (Roma. Annali Uff. cent. di Meteorologia e Geodinamica. vol. XI. Estr. di pag. 4). 467 Baratta M. 1) terremoto veronese del 7 giugno 1891. (Ibidem. Estr. di pag. 86). 468 Baratta M. Il terremoto della riviera bresciano-veronese del lago di Garda del 5 gen- naio 1892. (Ibidem. Estr. di pag. 6). 469 Baratta M. Sull’ eruzione eccentrica dell’ Etna scoppiata il 9 luglio 1892. (Ibidem. Pag. 6 in 8.° con una tav.) 470 Bassani F. Sui fossili e sull’ età degli schisti bituminosi di Monte Pettine presso Gif- foni Valle Piana, in provincia di Salerno. (Na- poli. Soc. Ital. Scienze. Serie 3 tomo 9 n. 3. Estr. di pag. 57 in 4.9) 47) Bassani F. Marmi e calcare litografico di Pietraroia prov. di Benevento. (Napoli. Rend. del R. Ist. d’ Incoraggiamento fasc. 7-8. Estr. di pag. 4 in 4.9) 472 Bentivoglio T. Ricerche sulla dolomi- te. (Modena. Atti della Soc. dei Nat. vol. 11 pag. 84-108 in 8.9) 473 Bombicci L. Réponse à la Note de M. Georges Friedel, concernant la composition chi- mique et la structure de la Mélanophlogite. (Pa- ris. Estr. du Bull. de la Société francaise de Mineralogie n. 5-6 pag. 16 in 8.9) 474 Bombicci L. Sulla coesistenza delle due inverse plagiedrie, sopra una faccia di un cri- stallo di Quarzo di Carrara e sulle spirali di Airy presentate da una sezione ottica dello stesso cristallo e di altri. (Bologna. Memorie R. Acc. delle Scienze tomo 2. Estr. di pag. 50 in 4.° gr. con 4 tav.) 475 Bombicci L. Sulle Guglie conoidi rimpiaz- zanti le piramidi esagono-isosceloedriche in due esemplari di Quarzo del Vallese e dell’ Isola d’ Elba. Loro correlazioni con i rilievi lanceolari del Quarzo di Porretta. (Ibidem). 476 Bombicci L. Sulle modificazioni degli spigoli verticali nei prismi esagoni di Quarzo di Carrara e su quelle che strutturalmente vi cor- rispondono nei cristalli di altre specie minerali. (Ibidem). 477 Bombicci prof. L. La nouvelle Mimé- sie de la pyrite cubiforme à structure fibreuse. (Bologna. Un quadro con testo e 60 fig.) 478 Bosio G. Eruzioni vulcaniche ed ipotesi sul vulcanismo. (Torino. Gaz. Letteraria n. 33). 479 Bucca L. L'età del granito di Monte Capanne nell’isola d'Elba. (Palermo. pag. 28 in 4.") 480 Bucca L. Contribuzione allo studio geo- logico dell’ Abissinia. (Milano, Giorn. di Mine- ralogia fasc. 2 pag. 19 in 8.9) 481 Bucca L. Sulle trachiti leucitiche del lago di Bolsena (Studio petrografico) (Catania. Boll. Accad. Gioenia di sc. nat. fasc. XXV pag. 7-8. Estr. di pag. 14 in 4.9) 482 Bucca L. Primo rapporto della eruzione dell’ Etna scoppiata il 9 luglio. (Ibidem pag. 10 in 4.° con l tav.) 483 Busatti L. I porfidi della Miniera di Tuviois nel Sarrabus, Sardegna. (Pisa. Atti della Soc. Tosc. di sc. nat. vol. VIII. Estr. di pag. 20 in 8.9) 484 Busin prof. ing. P. Una escursione geologico alpina. (Rovereto. Annuario Soc. Alp. Tridentini vol. XVI pag. 309-17). 40 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 485 Busin prof. ing. P. Una salita alla Marmoretta. (Ibidem pag. 317-27). 486 Cacciamali prof. G. B. Geologia della provincia di Teramo. (Teramo. Fabbri edit. pag. s4 in 8.9) 487 Cacciamali prof. G. B. Anticrateri dell’ appennino Sorano. (Torino. Per cura del Club Alpino italiano pag. 16 in 8.") 488 Calabrò-Lombardo dr. A. La genesi dell'atomo cubico e l’ Assicristalloscopio. (Ca- tania. Galatola edit. pag. 14 in 4.9) 489 Canavari M. I terreni inferiore e quelli della Creta superiore nell’ap- pennino centrale. (Pisa. Atti della Soc. Tosc. di sc. nat. vol. VIII pag. 158-600). 490 Canavari M. Il Lias superiore nella Valle di Bolognola in quel di Camerino. (Pisa. Processi Verb. Soc. Tosc. di sc. nat. vol. VIII pag. 6-11 in 8.9) 491 Canavari M. Gli scisti variicolori con fucoidi della parie N. E. dei Monti Sibillini. (Ibidem pag. 11-12) 492 Canavari M. Un nuovo esempio di di- scordanza tra il Titoniano e il Lias, osservato del Terziario nell’ Appennino centrale. (Ibidem pag. 12-13). 493 Canavari M. Conglomerati arenarie e quarziti liasiche di Puntadura in prov. di Co- senza. (Ibidem pag. 13-14.). 494 Capellini G. Gerolamo Guidoni di Ver- nazza e le sue scoperte geologiche in Liguria e in Toscana. (Genova. Un vol. di 134 pag. in 8.° con ritratto). 495 Chelussi T. Studio Microscopico su al- cuni porfidi di Borgosesia. (Milano. Giorn. di Mi- neralogia fasc. 2 pag. 10 in 8.9) 496 Corti B. Il terreno quaternario di Valle .d’ Intelvi. (Como. Corriere della Domenica. Estr. di pag. 14 in 8.°) 497 Corti B. Sulla pianura di Pianico; os- servazioni geologiche e micropaleontologiche. (Milano. Rendiconti R. Istit. lombardo fasc. 13 pag. 20 in 8.°) 498 Corti B. Ricerche micropaleontologiche sulle argille del deposito lacustro glaciale del lago di Pescarenico. (Roma. Boll. della Soc. Ge- log. ital. vol. 10 fase. 4 pag. 26 in 8.° con l tav.) 499 Cortese E. e Sabatini V. Descrizione geologico-petrografica delle Isole Eolie. (Roma. Memorie descrittive della carta geolog. d’ Italia vol. VII pag. 142 in 8.° con 9 tav. in fototipia e 3 carte geograf.) 200 D’Achiardi A. Le rocce del Verrucamo nelle Valli d’ Asciani e d’ Agnano nei monti Pi- sani. (Pisa. Memorie della Soc. tosc. di sc. nat. vol. XII. Estr. di pag. 25 in 8.9) 501 De Angelis dr. G. Sopra un giacimento di roccie vulcaniche nel territorio di Rocca S. Stefano, Roma. (Siena. Riv. ital. di sc. nat. n. 6 pag. 81-84). 002 Dell’Erba L. Considerazioni sulla ge- nesi del Piperino. (Napoli. Atti della R. Acc. delle sc. fis. e mat. n. 3 Estr. di pag. 24 in 4.9) 503 De Lugo C. L’Etna e le sue eruzioni. (Firenze. Rassegna Nazionale anno 14. Estr. di pag. 32 in 8.9) 004 De Lorenzo G. Osservazioni geologiche nei dintorni di Lagonegro in Basilicata. (Roma Rend. R. Acc. dei Lincei serie 5.3 vol. l pag. 316-17 in 4.9) 505 De Lorenzo G. Avanzi morenici di un antico ghiacciaio del Monte Serino nei dintorni di Lagonegro (Basilicata) (Ibidem 2.9 sem. fasc. 10 pag. 318-53 in 4.° con 2 fig.) 506 De Rossi M.S.I terremoti e la scienza. (Roma. Art. nel Giornale Il Popolo Rom.) 007 De Stefani C. Terreni cristallini e pa- leozoici della Corsica. (Roma. Rend. R. Ace. dei Lincei vol. I. fase. 10. 2.° sem. pag. 5 in 4.) 208 De Stefani C. Sui Calcischisti fra Voltri e Belforte. (Genova. Atti Soc. Ligustica di sc. nat. e geogr. vol. III pag. 128-29 in 8.9) 509 De Stefani C. Geografia fisica e Geolo- gica ad uso dei Licei. (Firenze. Puntata 1.? con 73 fig. pag. 121 in 8.°) 510 Franco P. Sull’Analcime del Monte Somma. (Milano. Giorn. di Min. Crist. Petr. vol. III fasc. 3 6 4 pag. 8 in 8.9) 511 Ferrero L. Le ricerche geologiche e le esplorazioni sotterranee dei mezzi fertilizzanti. (Caserta. Relazione letta al Congresso di Asti dei viticultori ed enologi e della Soc. degli Agr. Ital. Opuscolo di pag. 38 in 8.9) 512 Fratini F. Stabilimento balneare Climatico di Petriolo. (Milano. Op. di pag. 93 in 16.° con fig. nel testo e ved. in tav. separate). (continua) 5. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri BOLLETTINO. DEL NATURALISTA COLLETTORE. ALLEVATORE COLTINATORE corr ANNO XIV SUPPLEMENTO MENSILE N.2(3° 1894 + ata RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Eiivista e Bollettino (24 fascicoli)I.. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno TTTIIEGSGCEIE RE ETATICGGLEHEF: AEREE reciso = e oecy SOMMARIO Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (Cont) Pag. 33. COMUNICAZIONI. Fabani C. Facilità negli uccelli di imitare altri suoni. — G. De P. So- cietà coiombofila fiorentina. Pag. 35. i NOTIZIE DI CACCIA È NOTE ZOOLOGICHE. Note ornitologiche dal Trentino Bonomi. — La cincia col ciuffo Boschetti. Da pag. 36. a pag. 38. Insegnamenti pratici. Conservazione dei fiori colla loro forma e colore. — Per conservare gli animali con i loro colori. Pag. 38. Notiziario Pag. 39. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag. 39. — Ri- chieste, offerte e domande di cambi Pag. 39. GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI (continuazione) E E, ex - Posto innanzi a parole d° origine latina significa mancante, così ad esempio exeulptus excutellatus significa che è senza scultura, senza scutello. Ebdorite - Heduorite = Settimo anello addominale. Ebdosternite - Hebdosternite = Settima sternite addominale. Efflorescenza = Polverulenza. Elastico - Elasticus - Elastique - elastich - Pieghevole, flessibile come le Elitre degli Ortotteri. i sal Elato - Elatus - Elevé - erhòht, verbreitert, aufgebogen = Innalzato, elevato. Eleuterati - Che hanno gli organi masticatori scoperti come nei Coleotteri. Elevato - £levatus - Elevé - erhaben, vorragend - Che si dirige in alto. Eliofilo - Amante del sole. | Elitra e - Elytra, Coleoptera - Elytre - Flugeldecken, deckschilde - Si chiamano quella sorta di astucci cornei o coriacei che rappreseutano le ali superiori degli Crtotteri e Coleotteri, e che servono a proteggere le inferiori. Negli Afidiani taluni chiamano elitre le ali inferiori - Per gli Ortotteri viene più specialmente adoperato il termine latino di fegmina. Si fa inoltre questa differenza adoprandosi nel latino : elytris bipunetatis s' intende che ciascuna elitra ha due punti che equivale a coleopteris quadripunctatis (Redtabacher) Tav. 1 fig. 1 0). i Elitre allungate - Coleoplera o elytrac elongatae - Elytres elongées - werlingerte Flii- geldecken - Quando sono più lunghe dell'addome - Alcuni Prionus, Licus. Elitre ampliate o allargate - C. ampliata - erweitete Flugeldeken - Quando il mar- gine esterno delle elitre si proiunga o è molto sviluppato come nel Dytiscus la: tissimus, Haliplus ecc. Elitre aperte - E. Riantia - klaffende Fligeldecken - Oedemera ecc. 34 Elitre auricolate - €. auriculata - gehòrte Fligeldecken - Quando presentano un ap- pendice di questa forma all’ angolo umerale - Lycus, Cassida. Elitre brevi - C. abbreviata - E brèves - verkurzte Fligeldecken - Quando lasciano scoperta una parte notevole dell’ addome - Belaphus Heisei, Goniacerus gibbus. Elitre brevissime - C. brevissima - E. très breves - kurze Fligeldecken - Quando sono meno della metà dell’ addome. Elitre connate - E. connatae - Quando non si dividono lungo tutta la sutura - Pimelia, Timarcha. | Elitre deiscenti - £. dehiscentia - klaffende Fligeldecken - Quando si staccano o dr vergono alquanto da un punto della sutura - Dorcadion. Elitre dimezzate o dimidiate - £. dimidiatae - E. dimidiates - halftige Fligeldecken - Quando sono uguali alla metà dell’addome. - Omalium rivulare. | Elitre fastigiate - £. fastigiatae - vorsprigende Fligeldeken - Quando sorpassano un poco l’estremità dell’addome - Cassida. Elitre gualcite o rientrate - £. contreciata o intrusa - Quando le elitre offrono nel loro apice una specie di gualcitura - D° di Malachidi. Elitre intiere - E. integrae - unversehrte Flugeldecken - Quando sono precisamente uguali alla lunghezza dell’addome - Omophron. Elitre sovrapposte - E. complicantia - deckende Flugeldecken - Quando un’elitra copre una parte dell’altra - Meloe. Elitre subulate - E. subulata - F. subulées - pfreimenformige Fliggeldecken - Quando terminano in una punta stretta ed allungata e lasciano scoperta una parte dell’ad- dome, tanto lungo la sutura quanto nel margine esterno - Oedemera, Metaecus ec. Elitre troncate - E. iruncatae, abscissae, mutillatae o detritae - E. tronqués - abge- stutzte, abgeschnittene verstummelte Fligeldecken - Quando sono tagliate da una linea retta - Staphilinus, Scaphidium, Hister, Clytus ecc. - Alcuni entomologi fran- cesi fanno tuttavia distinzione, come noi, fra troncato e mutilato. Ellittico - Ellipticus - Elliptique - elliptisch o linglicheirund - In forma di ellissi. Elmo - Galea - Galete - Helm - Chiamasi negli Ortotteri il lobo esterno delle mascelle molto sviluppato in alcune specie, che si applica contro l’estremità delle medesime e le ricuopre a modo di elmo o celata. Tav. V fig. 2-3 d) Emarginato - Emarginatus - Emarginé - geschwifi = Smarginato. Embolio - Embolium - Fieber chiama negli Emitteri i lobi laterali del protorace. Embricato - /mbricatus - Embriqué - dachziegelformig - disposto ad embrice, come le squame delle ‘ali dei Lepidotteri, certe antenne ecc. Emelitra - Hemelyira = Emielitra. Emicicli ventrali - HYemicycli ventrales - Chiamansi certe curve rilevate od incavate che si riscontrano nel primo anello ventrale di alcuni insetti - Scymnus, Heteroce- 7Us - e servono come caratteri distintivi. Emielitra - Hemielythra o Hemelyitra - Halbfliigel - Col nome di emielitre vengono de- signate le ali superiori degli Emitteri Eteropteri che sono coriacee, colla parte in- feriore membranosa, e che ricuoprono le inferiori. Tav. VIII fig. 1 a) - Taluni in dicano la sola porzione coriacea o corta. (continua) “a n (REN SANTE, ite: Pd "» Lr 35 COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi motizie, schia- rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. Facilità negli uccelli di imitare altri suoni. Se si ritenga per qualche tempo in gabbia un uccello qualsiasi, il suo canto si muta e partecipa in più punti dai varii suoni che si emet- tono intorno all’ uccello stesso, Ho provato più volte allevare qualche merlo e più di una volta sentii unire al natio suo ritornello il canto del gallo, il miagolìo del gatto, l’ abbaiare del cane. Un usignuolo venne pure a modularmi il gorgheggio di una passera solitaria sua compagna di prigione. Anche il codirossone allevato in domesticità, mi ripeteva un’ aria di canzone popolare e l’ andava alternando di quando in quando col verso selvaggio. Tanto potrei dire de’ canarini, dei verdoni, dei fringuelli e d' altri, Ma anche gli uccelli liberi vanno imitando i suoni che emettono gli elementi della Natura che li circonda, o gli uccelli od altri animali che più li avvicinano. É nota la grande facilità di imitazione del tordo beffeggiatore delle Americhe. Comincia col proprio verso, quindi emette il richiamo ed il verso del reattino. Ora imita la rondine porporina ed ora il gheppio. Qualche volta assomiglia alla cincia a due colori e tal’ altra al tordo migratore. Canta siccome una muscicapa, grida come la quaglia della Virginia, stride come un gallo. Anche la Lira possiede grande facilità d’ imitare i suoni di ogni qualità ed il Beker lo di- mostra luminosamente : Nella Contea di Gippsland, poco lungi dal pendio meridionale delle Alpi Australi, havvi una macchina per segar legna; a qualche distanza nel bosco si ode nelle quiete domeniche, collo stridere della sega, l’ abbaiare dei cani, le risa dei coloni, il pianto dei bambini e il garrire di varie specie di uccelli: tutti questi suoni sono imitati da un uccello Lira che ha posto il suo domicilio a breve distanza dal luogo ove lavora la sega. Ma senza uscire dal nostro continente, anzi dalla nostra Italia, non abbiamo sott’ occhi un bell’ esempio nella numerosa famiglia delle gazze e principalmente nella ghiandaja ? Talvolta sen- tite per l’aria il feroce miagolìo del nibbio, vi guardate attorno e non vedete che una saltellante ghiandaja.... Spesso imita il nitrire del puledro ed il canto del gallo. Non è difficile, per causa sua il cader nell’inganno di credersi vicini ad un tordo, ad un picchio, ad un’ averla dei quali tutti, imita il canto. La calandra è poi insuperabile, fra i nostrali, nel farsi eco di tutti gli uccelli. Basta udir essa per udirli tutti. Gridi di rapaci, voci di striduli, arie di canori, tutto torna in acconcio, di tutto fa essa incetta e tutto riproduce sospesa in aria; intrecciando senza fine mille vezzosi arpeggi, gor- gheggiamenti, salti, tirate. Può dirsi non avere un verso a lei proprio ; essa canta ora col gorgheg- giare della Lodola, ora col verso d'amore del Montanello, ora con quello dello Zigolo ; in un tratto passa ad imitare il fischio che le Pispole, le Ballerine, i Verdoni fanno sentire in inverno, e nuo- vamente con brusco passaggio ritorna al canto della Lodola e così via. In questa facilità di apprendere la voce degli altri animali o degli elementi della Natura, sta forse la ragione del fenomeno di mimetismo nel canto che tutti ammiriamo negli uccelli, feno- meno che di leggieri può aver luogo per la finezza del loro udito e’ per la flessibilita e modula- zione della loro voce. Giovandosi di questa attitudine imitativa degli uccelli si ammaestrano i canarini a ripetere lunghe ariette di flauto; l’ averla piccola fu ammirata come imitatrice fedele di più svariate me- lodie, ripetendole essa con rara costanza senza mai stancarsi ; la calandra posta alla scuola del- l’organetto, è intelligente discepola di cui nessuna può esser eguale nella perfezione, nella rapi- dita e ‘nell’ estensione dei suoi progressi. Piglia fedelmente quanto le si mostra, e dentro poco tempo diviene essa medesima un organetto vivente, soave, vigoroso, infaticabile. Ottimo discepolo nella scuola di flauto è pur il ciuffolotto, e con più soggetti si è riesciti veramente a dare dei piccoli concerti. (continua) C. FABANI 36 Solenne distribuzione dei premi alla Società colombofila fiorentina. La sera del 18 Febbraio, dinanzi ad un eletto e numeroso stuolo d’invitati, ebbe luogo la premiazione dei vin- citori delle gare avvenute nel decorso anno; erano pure presenti l’on. Prefetto Conte G. Capitelli l'Ing. Cav. E. Vitta assessore rappresentante il Sindaco, ed alcuni ufficiali superiori dell’ arma del Genio rappresentanti il Comando Militare. L’egregio Cav. Rag. G. C. Giachetti, tenne una dotta ed erudita conferenza che interessò l’in- telligente uditorio, per circa un’ ora, che fu sovente interrotta da grandi applausi, ed una calorosa ovazione e ‘molte strette di mano lo salutarono alla fine. Il Tema era: I colombi nei costumi dei popoli, che il valente oratore divise in due parti; nella prima trattò dei colombi in rapporto alle Religioni, Emblemi, Auguri, Presagi, Strenne, Giuochi e Privilegi, corroborando il suo dire, con citazioni storiche scentifiche, da sempre più di- 5mostrare quanto amore egli abbia per lo studio dei classici antichi. Fu poetica la descrizione della levata del sole in Persia, fu importante quella dell’ introduzione del Cristianesimo, e pittoresco oltre ogni dire quello dei giuochi indiani. Nella seconda parte rilevò, con arte magistrale ed Salina cronologico, ciò che i colombi furono, per le Arti, Lettere, Scienze, Costumi e Commerci, dimostrando la parte principale che i greci gli assegnarono nei loro capolavori. Narrò con patriottico slancio degli ultimi momenti di Garibaldi, quando l’Eroe sentendosi presso al fine della sua vita mortale, desiò vedere dall’ aperta finestra i suoi diletti colombi, e terminò con felici allusioni sui colombi che da Nizza e Trieste vengono sul suolo Italiano. Riassumo dicendo, che l’ egregio Giachetti si confermò con questa sua splendida conferenza il suo bel nome di dotto nella storia naturale. Dopo di lui il Segretario sig. G. Fanciulli, lesse una elaborata Relazione sulle gare avvenute. Quindi seguì la premiazione, che fu susseguita da uno sceltissimo Concerto vocale e strumentale di cui furono pregevole ornamento le gentili Signorine Maria Massai e Giulia Masoni, la Sig.® Bianca Barducci ed i signori Giorgio Eustis, Lodovico Tommasi e il maestro Ugo Barducci che egregia- mente lo diresse. Alla Direzione della Società il merito di sì bene riuscita festa. G. de P. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —_—_——E=ta89—_k Notizie ornitologiche raccolte nel Trentino durante il 1893. 1. Aquila chrysattos Salvad. Aquila reale. Ai 10 giugno vennero uccisi due aquilotti sul monte S Martino, sopra Saone in Giudicarie. Nel medesimo luogo ne erano stati catturati altri due il 9 luglio 1889. 2. Pernis apivorus Bp. Falco pecchiaiolo. Ebbi occasione di esaminare un esemplare di questa specie per noi piuttosto rara, il quale era stato preso a Smarano presso Isera il 19 giugno. L’ epoca di tale cattura sarebbe una conferma che il Pecchiaiolo nidifica nel Trentino. 3. Falco peregrinus, Savi. Falcone. Ai 21 maggio veniva ucciso nelle vicinanze di Trento un bellissimo Falcone maschio, che io ebbi in esame. Vidi pure una femmina presa colle reti in Val- lunga presso Rovereto ai 19 Ottobre. Questa venne regalata al nostro Museo civico. 4. Nyctala Tengmalmi Gigl. Civetta capo-grosso. Mi convinco sempre più che questa specie sui nostri monti è se non comune, nemmeno rara. Durante l’autunno ebbi un esemplare giov. preso a Terragnolo ai 17 ottobre ed uno adulto preso a Pradelalbi presso Rovereto ai 28 Ottobre. Am- bedue erano caduti da sè nelle reti d’ un roccolo. 5. Coracias garrula Linn. Ghiandaia marina. Vidi un esemplare di questa specie ucciso ai 7 maggio a Campomaggiore. Altro lo ebbe il sig. Grillo di quì. È specie piuttosto rara. ò. Upupa epops Linn. Upupa. Nomino questa specie perchè mi sembra che nella scorsa pri- ST } mavera sia stata più abbondante del solito. In aprile ione ebbi in esame alcuni individui tutti dei dintorni di Rovereto, 7. Picus martius Linn. Picchio nero. Un bel maschio di questa specie - che si.fa sempre più rara - venne portato sulla piazza di Rovereto ai 10 Ottobre. Era stato catturato sui monti di Tram- bileno. 3 8. Ampelis garrulus Bp. Beccofrusone. Il sig. G. Franzelin, ispettore forestale arCavalese, man- dandomi in dono un bellissimo esemplare di questa rara specie mi scriveva: « Negli ultimi tempi trovavasi in Fiemme di passaggio una considerevole quantità di questi uccelli » Lessi poi nei gior- nali ornitologici che in quel lasso di tempo ne furon catturati sul Veronese, nel Salisburgese e in Carniola. 9. Parus ater Linn, Cincia mora. Il passaggio delle cincie more nello scorso autunno fu ab- bondantissimo. Cominciò al principio di settembre ed andò aumentando fino al termine del mese, continuando però in modo decrescente, tutto l’ottobre. Ne vennero pigliate moltissime colle panie. 10. Acentor collaris Dresser. Sordone. Ne ricevetti uno da Lavarone ai 20 ottobre. Durante questo mese ne furono portati sulla piazza di Rovereto circa dieci esemplari, uccisi sui monti cir- costanti. > 11. Plectrophanes nivalis M. et W. Zigolo della neve. Per la prima volta ebbi, il 25 febbraio, ‘la sorte di poter esaminare due esemplari, di questa rarissima specie, poche ore prima uccisi presso la foce del Leno (Kovereto). Venni assicurato che altri 5 individui appartenevano allo stesso bran- chetto, ma riuscirono a continuare il loro viaggio verso mezzodì. Ambedue gli uccisi furono pre- parati l’ uno per l’I. R. Ginnasio, l’altro per l’I. R. Istituto Magistrale di quì. 12. Aegiotus linarius Cab. Organetto. Nel mese di novembre abbiamo avuto un abbondante passo di Organetti (dial. fadanel marin, lugherin todesch). Da vari anni non se ne vedeva uno. Pare anzi che l’ultima comparsa in grande numero sia avvenuta nel 1862. Quest’ anno se non fu una vera invasione, fu per lo meno un forte passaggio, perchè per la durata di quasi un mese, sulla piazza di Rovereto ne venivano portati da 200 a 300 ogni mattina, tutti provenienti dalle valli alpine circostanti. 13. Bonasa betulina Dress. Francolino di monte. Potei esaminare un maschio di questa specie, preso a S. Michele, ai primi di Gennaio. Il Francolino di monte va un po’ alla volta scomparendo dalle montagne del Trentino. i 14. Ardea purpurea Linn. Airone rosso. Un Airone rosso venne catturato il 24 maggio al- l’Acquaviva presso Trento e preparato pel sig. Rensi di Mattarello. 15. Mergus serrator Linn. Smergo minore. Il gabinetto di storia naturale di quest’ I. R. Isti- tuto magistrale si è arricchito di un giovane individuo di questa specie. Giusta le informazioni che potei attingere esso sarebbe stato ucciso sul lago di S. Massenza sul finire del 1892, 16. Larus minutus Pall. Gabbianello. Un maschio giovine in abito di transizione venne preso ai 9 novembre dal dott. E. de Probizer presso Rovereto in riva all’ Adige. Era in compagnia di un altro, che vedendo cadere in acqua il compagno, continuò per qualche tempo a volargli attorno; Questo esemplare, da me prima mai veduto in carne, fu regalato al civico Museo di Roveretò. Rovereto 7 febbraio 1894. prof. AGosTINO Bonomi La Cincia col ciuffo. Il giorno 14 settembre 93, trovandomi a caccia in ur folto bosco di faggi nelle vicinanze di Rezzo (Pieve di Teco) all'altezza di circa 1100 metri, uccisi un esemplare di Parus cristatus Lin. (I. N. I. pag. 340 - 1776) g°. Pesava grammi 15,5. - Lunghezza totale cen- timetri 12,7; delle ali centm. 6,4: coda centm. 5,4: becco centm. 0,83; tarso centm. 2. Il ciuffo di questa cincia era composto di piume lunghe cent. 1,3, acuminate, nere nel mezzo e bianchiccie sui margini. Il piumaggio delle parti superiori era brunazzo cinereo, delle inferiori, bianchiccio: nera la gola ed i contorni delle gote. Siccome l’ individuo da me ucciso era dalle ferite ridotto in pes- simo stato, e perciò impossibile ad imbalsamarsi, feci subito, unitamente ad alcuni amici, le più diligenti ricerche, onde impadronirmi di un esemplare da conservarsi. Ma per quanto abbia fatto mi fu impossibile trovarne alcun altro: e da tutti quelli cui mostrai quella Cincia, mi fu risposto 38 non ricordarsi di averne trovato alcun esemplare. Il marchese Durazzo nelle sue notizie sugli uc- celli liguri dice che questa cincia abita e nidifica nelle alte montagne della Liguria; ma la sua osservazione è messa in dubbio dal Salvadori (Fauna d’Italia - Gli uccelli). Può darsi benissimo che se ne incontri qualche raro esemplare sui nostri più alti e folti boschi, ma con ciò credo, non possa dirsi che sia stazionaria dei monti della Liguria; poichè qualche individuo talvolta spinto da freddo, o da altra causa può incontrarsi li ove non è mai stato visto. (Alcuni anni or sono fu ucciso nelle vicinanze di Alassio presso la Madonna della Guarda, metri 640 circa, un fagiano reale forse capitato nei nostri monti, inseguito da qualche grosso rapace). Ed assai poco attendibile credo, l’asserzione del Risso, che la dice stazionaria degli oliveti del Nizzardo, poichè qualche volta si sarebbe incontrata negli oliveti della Liguria confinante col Nizzardo e punto diversa pel clima. Alassio 11 Febbraio 1894, GiusePPE ARTURO BoscHETTI INSEGNAMENTI PRATICI Conservazioni dei fiori colla loro forma e colore. (Da! Giardinaggio). I botanici e gli amatori di fiori hanno osservato già all’ Esposizione di Bruxelles, una collezione di flori na- turali, ma disseccati con tanta arte e abilità che conservavano la loro forma, il loro colore, tan- tochè si potevano credere ancora freschi o appena raccolti. Questa collezione era molto variata; essa comprendeva delle Alzalee, delle Cinerarie, delle Orchidee e molte altre specie raccolte nei campi, nei giardini e nelle serre. Essa era stata prepa- rata ed esposta da Cornelis farmacista a Diest (Brabant). Il processo seguìto da questo amatore è molto semplice e pur molto efficace. Ci è sembrato che questo processo di conservazione dei fiori offrisse molti punti interessanti e specialmente che fosse utile in alcune circostanze, cioè quando si tratti di conservare certi fiori fino a che si possano descrivere o iconografare, oppure quando si debbano trasmettere lontano e sottometterli così all' esame di un botanico o di altro scienziato. Nelle gallerie di botanica destinate al- l'istruzione, potrebbe tornare pure di grande vantaggio l’esporre preparati in questo modo certi fiori rari e preziosi. La cosa riesce possibile e facilissima seguendo il processo Cornelis. Egli chiude i suoi fiori in bottiglie particolari, a largo collo, chiuse a smeriglio da un turacciolo di vetro vuoto e la di cui vasta cavità viene sempre riempita da calce viva, destinata ad assorbire quella piccola quantità di umidità che potrebbe introdursi all’interno dei flaconi o perchè si aprono o per tante altre circostanze. L’ aria secca e privata d’ acido carbonico, che in tal modo occupa le bottiglie, sembra che avvivi il colore dei fiori e li conservi nelle loro sfumature naturali. L'utilità d’ un buon processo per la conservazione dei fiori sarà generalmente apprezzato e noi possiamo assicurare che questo è realmente perfetto. Il metodo operativo è il seguente : Per conservare ai fiori la loro forma primitiva lo strattagemia consiste nello immergerli nella sabbia e farli poscia seccare. Il recipiente il più conveniente per fare quest’ operazione consiste in un semplice imbuto di carta, del quale sia smussata la punta per modo di ottenerne un cono troncato. La disseccazione si può fare a una temperatura dai 35 ai 40°, in un luogo nel quale la temperatura si rinnovi facilmente. Il metodo però che dà i migliori resultati si è la disseccazione nel vuoto in presenza o dell’ acido solforico ordinario o di qualunque altra sostanza, che assorbisca l’acqua con avidità, come il cloruro di calce fuso, la potassa caustica, ecc. Il fiore una volta essiccato, ciò che dura otto o dieci giorni, bisogna ritirarlo dalla sabbia con molta precauzione, poichè desso diviene molto fragile. Appena estratto da essa è generalmente molto imbrattato da polvere, la quale vi resta aderente; per nettarla bisogna lasciarvi cadere sopra altra sabbia un po’ grossolana la quale scotendo così i petali, li pulisce. Dopo questa specie di lavacro, esso ha ricevuto tutte le cure volute, e può essere conservato indefinitamente, quando lo si chiuda nel flacone più sopra descritto e che si terrà ermeticamente chiuso. 39 Più la disseccazione è rapida più i colori del fiore si conservano meglio. Un certo numero di fiori però cangiano colore per il solo fatto della disseccazione; per es., la malva, che è rosea, di- viene azzurra; altri ancora come la Digitale purpurea, la Passiflora, il Colchico, si offuscano leg- germente. Così molti altri sono influenzati dalla luce del sole, al qual contatto alcuni sbiadiscono, mentre altri si ravvivano. ip Per conservare gli animali con i loro colori vediamo riportato da parecchi giornali scientifici il seguente liquido proposto dal Wiese nella Scientific American: Si sciolgono 600 gr. di Iposolfito sodico in © litri d’ acqua e gr. 76 di Cloruro ammonico in gr. 250 di acqua. Mesco- lansi le due soluzioni e vi si aggiungono litri 4 a 6 di alcool. N. B. Nel Bollettino Farmaceutico di Milano che riporta la suddetta formula dal Drog. Ztg. sono indicati soli gr. 7 di Iposolfito sodico in luogo di gr. 600 quanti ne indica p. e. il Feuille des Jeunes naturalistes. NOTIZIARIO POV Sport ippico. Le cavalle inscritte per la monta di Melton sono già 26 e se ne attendono due da un importante allevamento francese. Per le grandi corse di Milano si sono iscritti: Al premio di L.50 mila, 29 cavalli - A quello di 29 mila, 24 - A quello di 12 mila, 42 - A quello di 10 mila, 28 - A quello di 6 mila, 38 ecc. Per conto della Società di Steeple Chases d’Italia, avranno luogo a Tor di Quinto a Roma, 3 giornate di corse con ostacoli nei giorni di 11, 25 e 26 marzo corrente. Esposizione ippica nazionale a Milano per cavalli da tiro leggero e da sella divisa in tanti concorsi. Avra effetto dal 6 al 10 Maggio prossimo. Notizie sulle balene. Un professore di anatomia di Edimburgo ha calcolato la potenza che sviluppano le balene nei loro movimenti di nuoto. La balena della Groenlandia raggiunge una lunghezza dai quindici ai diciotto metri, mentre altre balene, vedute nelle acque inglesi, ol- trepassano talvolta i venticinque metri. È accertato che la balena della Groenlandia si muove tal- volta con una celerità di otto a nove nodi all'ora e che, nello stesso spazio di tempo, altre balene possono raggiungere i.tredici nodi, La balena di Longuiddry aveva venticinque metri di lunghezza e pesava 75 tonnellate. Il professore giudicò che in tali condizioni, il gigantesco cetaceo doveva sviluppare la forza prodigiosa di centoquarantacinque cavalli. È aperto un nuovo concorso per la primavera 1894 fra i produttori di sementi bachi ‘e fra i coltivatori di bachi da seta, da tenersi sotto la direzione del Museo nazionale di Bacologia e di Sericoltura di Torino, dalla quale si possono avere le norme del concorso stesso. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Golgi prof. Camillo per le sue scoperte sul sistema nervoso ha vinto il premio di 1000 marchi (1250 L.) e medaglia, istituito dal Rineaker, e posto a concorso della facoltà medica di Wirzbourg. Ha ricevuto pure un premio di L. 20000 dall'Accademia dei medici di Torino, per le sue ri- cerche sulla natura della malaria. Migneco dott. Francesco A. nom. assistente al gabinetto di igiene nella Univ. di Catania. Bervwoni Luigi nom. preparatore di Zoologia e Anatomia comp. nella Univ. di Pisa. Pittiani Alberto nom. prof. di Sc. nat. nella Scuola Tecnica di Oderzo. Guignard prof. Leòn è stato eletto presidente della Società botanica di Francia. Bassi prof. R. è stato dalle scuole Veterinarie eletto a far parte del Consiglio ippico. RICHIESTE E OFFERTE ‘Domande di cambi, domande e risposte diverse -- Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano riminere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l’ utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. 40 Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica anche una volta all’ anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 36 Sono in vendita le seguenti collezioni del sig. Fritz Ruhl, già presidente della so- cietà entomologica di Zurigo Hattingen: I. Collezione di Lepidotteri appartenenti alla fauna pale- artica - II. Collezione di lepidotteri esotici - III. Collezione di Coleotteri di tutti i paesi del mondo. Il tutto in buonissimo stato e scientificamente determinato. Per informazioni si ‘prega indirizzarsi a M. Ruhl in Zurich - Hattingen. 37 Il sig. Giuseppe Velardita Caldacera, di Piazza Armerina, offre per cambi dei Carabi Faminii. 38 Il sig. Raffaello Mercatelli orticoltore in Firenze ha messo in distribuzione il suo nuovo Catalogo generale di alberi, arbusti, piante da stufa ecc. per il 1894. 39 Il sig. Giuseppe Raschi di Spello (Perugia) vende per causa di trasferimento: Î. Marmi ornamentali antichi - IL Pietre preziose gregge e lavorate - III. Amuleti - IV. Fossili - V. Roccie e minerali - VI. Conchiglie e Polipi. In blocco e separatamente. Prezzi tenuissimi. 40 Il sig. Filippo Silvestri di Bevagna (Umbria) desidera fare acquisto di miriapodi non, determinati di qualunque regione, contro pagamento o in cambio di miriapodi o coleotteri europei determinati. 41 Il sig. Hugo Roffesberg di Podhragy, Post Prasiez, Ungheria, spedisce gratis e franco il suo catalogo di coleotteri, con i prezzi molto ribassati. 42 Il sig. S. Brogi, naturalista a Siena, desidera avere in cambio o contro pagamento: Vipera berus o Vipera rossa, delle Salamadra maculosa e qualche grossa specie di molluschi ter- restri e di acqua dolce, viventi. 43 Il sig. Mariano Ticci di Siena, possidente presso la stazione di Castellina in Chianti, offre vini fini da pasto ed olio di oliva. Ha ottenuti prodotti eccellenti anche nell’ anno corrente. 44 Barbatelle di viti Borgogna Nero o Pineau noir, bellissime, garantite di località im- mune da Fillossera, si cedono al prezzo veramente di occasione di sole L. 36 il mille. L'uva ma- tura a metà Settembre. 45 Meli di alto fusto coronati di eccezionale bellezza e delle migliori varietà, si cedono a cent. 70 l'uno, 10 per L. 6, 100 per L. 55. 46 M. G. Rogeron a l’Arceau près Anger, desidera far cambi di Lepidotteri. 47 Il sig. P. Batacchi, via Ricasoli 9 Firenze, ricerca abili e seri incettatori di fogliami freschi di Alloro, Lauro, Magnolia ecc. ecc. 48 La direzione degli Ospizi civili di Piacenza fa ricerca di 360 ettolitri di vino rosso. 49 Si desidera fare acquisto di canne di Bambù. 50 W. I. Mead, 512 Mile End Road, London E. Wanted, Pupe of Machaon (Continental Preferrend), Podalirius and Polyxena. Also continental, North American, and exotic.. Butterflies and papers. ol Dal Laboratorio di entomologia agraria di Portici, diretto dal prof Berlese, ven- gono gratuitamente spedite le seguenti pubblicazioni con le relative figure illustrative, riguardanti i sotto notati insetti, dannosissimi all’ agricoltura: l. Dactilopius citu, da combattersi con cura invernale, che produce negli agrumi la così detta rogna cutunedda o muffa. — 2. Cocciniglie degli agrumi o pidocchio degli agrumi. — 5. Cavallette. — 4. Hyponomenta malinellus o tignola del melo. — 5. Conchylis ambiguella o tignola della vite. — 6. Ocneria dispar, o campa pelosa, con cura invernale. — 7. Liparis chrysonea o bruco peloso degli alberi da frutto. (Continua) i. BROGI direttore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Anno XIV N.° 4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1. Aprile 1894 SOMMARIO De Blasio dott. Abele. Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana. Con fig. Parte II. Pag. 40. Meli prof. Romolo. Sulla presenza dell’ Iberus (subsct. Murella) Signatus Fér. (Helicogena) nei monti Ernici e nei dintorni di Terracina nella provincia di Roma, (Cont.) Pag. 43. Del Prete dott. Raimondo. Sulla sistemazione di una raccolta conchigliologica. Pag. 48. Imparati Edoardo. Lettera aperta a S. E. il ministro della pubblica istruzione. Pag. 51. Rivista bibliografica. Da pag. dl a pag. 54. Orania aegyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA SAGNLATIZN Studio di ABELE DE BLASIO PARTE II) I CRANI 1.2 Cranio dell’ antico impero (norma facciale) 2.2 Lo stesso cranio visto dal vertice (S. 7. Sphenoides stenometopus) Per quanto io abbia cercato, in nessuno dei libri antichi, che trattano di anatomia si fa cenno della forma del cranio egiziano ; e lo stesso Vesalio (1), che si occupò sommariamente della scatola encefalica degli abitanti di qualche altra regione, dimenticò la razza che dimorava sulle rive del Nilo. È bensì vero che Linneo, Camper, Buffon, Fabrizio Acquapendente, Winchelmann, Scaw (2) e qualche altro ricordano chi più e chi meno i resti spettanti agli antichi egizi; ma un’ esposizione che possa interessarci non si trova che nel Blumenbach, il quale nella sua opera « Decades collectionis suae craniorum gentium » così (1) VesaLIo - De corpo. hum. fab. p. 23 - 1555. (2) Tnom. SHaw - Travels. p. 377 - London 1757. 42: RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI descriveva il cranio appartenente ad una mummia dell’ epoca de’ Faraoni « Caput angustum, ad latera compressum, maxime versus verticem. Frons parva et eleganter fornicata; reliqua contra facies a glabella ad menti apicem usque elongata. Arcus superciliares arcuatae, valde prominentes maxime ubi foramina supraorbitalia ipsis utrimque subiecta sunt. Orbitae amplae opproximatae i. angusto saltem osse ethmoide abinuicem seiunctae. Malaris fossa pone foramen infraorbitale profunde depressa. Inferior mandibola magna, robusta, dentes vae- grandes, et incisorum quoque coronae crassae, cylindricae magis aut obtusae, conicae quam scalpriformes. Occiput retrorsum valde protuberans, suturae sagitales integrae nondum deletae. Vestigia insertionis musculorum profundioris. Planum semicirculare utrinque praemangnum. Radices dentium, praesertim caninorum snperiorum longissimae, angulus exterior mandibulae inferioris in dextero latere 105 gradum in sinistro contra 108 ». Se abbia oppur no il Blumenbach dato nel segno colla surriferita sua de- scrizione è cosa che sarà giudicata dallo stesso lettore. Dopo il Blumenbach, il Morton (1), cui fu dato di studiare 100 crani fra an- tichi e moderni appartenenti ai discendenti del Dio Sole, gli autori che sì oc- cuparono di craniologia egiziana andarono sempre aumentando, così che la lettera- tura di questo ramo di scienze, registra i nomi di Nott (2), Meigs (3) Pruner-bey (4), Oweu (5), Quatrefages (6), I. B. Davis (7), I Czermak (8), Carus (9), Retzius (10), . E. Schmidt (11), Virchow ed altri. Fra i lavori di cultori tanto egregi, la tesi di abilitazione a professore d'an- tropologia all’ Università di Leipzig del dottore Schmidt è la più completa; perchè, a parte il sistema ordinato e chiaro della trattazione, il materiale stu- diato è eccezionalmente dovizioso, siccome quello che comprende 294 crani an- tichi e 86 moderni. (continua) _—___ (1) MortToN - o. c. (2) Norrt anp GLIppon Tipes of mankid p. 216-219. Ibid. Indigenous of earth III. cranial characteristices of the races of man p. 321 ff. Beschreibung der Typern iigyptische Scadel im Wesentlichen auf dem Standpunk Morton’ es. (3) MEIGS - Catalogue of the Acad. of nat. sc. of Phila. 1857 ff. (4) PRUNER-BEY - Recherches sur l’orig. de V’ ancienne race egypt. Mem. soc. Anthrop. 1863 Ip 993HE (5) OwEN - Contrib. to ‘the Ethnol. of Egypt. Iournal Anthrop. Inst. IV p. 223. (6) QuatREFAGES et Hamy - Crania ethnica. (7) Davis I B. - Thesaurus craniorum p. 183 e seg. (3) CZERMAK I. - Beschr. u. mikrosk. Unter zwier iigypt. Mumien Sitsungsber. Wienner. Akad. IX 497. 3 (9) CaRUS - Atlas der Cranioscopie Il e IV. Ibid. Nuer Atlas de cranioscopie T. XXII. (10) RerzIUs - Ethnol. Schriften T I. fig. 5. (11) Scuamipt E. - Ueder Alt-Und Neu Aegytische schiidel. Leipzig 1885. Io RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 43 IR en a ORG QI: (NED: MREIEMECssQN©E cc ‘IO smcne@©+[[<1—m©r*rrt11_1t1_m1@2212@2211k42À2kmkmt{ccx-cnoccc-mzea Sulla presenza dell'IBERUS (subsect. Murella) SIGNATUS Fér, (Helicogena) nei monti Ernici e nei dintorni di Terracina nella provincia di Roma (1). (continuazione) PZZHOOAE==< Zonites sp.? Uno splendido esemplare di un grande Zonites, che in seguito ad accidente di viaggio sopraggiuntomi, andò frantumato e perduto insieme ad altro importante materiale, che aveva raccolto. Trovai il suddetto esemplare di ‘ Zonites alla quota di quasi 900 metri di elevazione, sulla mulattiera, che, di- staccandosi dalla via Empolitana al passo della Fortuna, sotto Ciciliano, con- duce al santuario della Mentorella. Il diametro dell’ esemplare era certa- mente superiore al mm. 25, e, per quanto mì ricordo, sia per le dimensioni, sia per la facies della conchiglia mi sembrò diverso dal Zonites compressus Ziegl. var. italica Kobelt, che raccolsi vivente sulla cima del Monte Meta (Abruzzo Ulteriore II.°) a circa 2000 metri di elevazione e che rinvenni fossile nel tufo grigio della località Peperino sulla via Flaminia e nel soprastante tufo giallo della Valchetta, parimenti sulla via Flaminia a circa 9 km. da Roma (1). Per le dimensioni e la facies del guscio mi parve che potesse riferirsi ad un esem- plare di Zonites algirus Lin. (Helix), di mediocre grandezza, o ad un Zoniîtes verticillus Fér. (Helicella), ma non potrei con certezza affermarlo. Helicogena ligata (Mull.) var. praetutia Tiberi, sui calcari dei Monti di Ti- voli, che guardano la valle degli Arci, verso l’ antico acquedotto romano, sotto cui passa la strada Empolitana. Helix (Xerophila subesect. Helicella) ammonis Schmidt. « discrepans Tiberi (= Helix instabilis Ziegl. Ved. Paulucci M., Matér. p. servir d l'étude de la faune malacolog. de l’ Italie pag. 31). Entrambe le specie raccolte sulla rupe della Mentorella, e sulla spianata, ove sorge l’ ex-convento di S. Lorenzo al Piglio alla quota di 865 m. sul mare. In questa stessa loca- lità, alla fontana dell’ ex-convento del Piglio, che ha la quota di circa 850 m. sul mare, raccolsi alcuni esemplari di una distinta varietà di Limmnaea trun- (1) Meli R. Notizie ed osservazioni sui resti organici rinvenuti nei tufi leucitici della pro- vincia di Roma (Boll. del R. Comitat. geologico anno 1881, num. 9-10 ved. pag. 23 e 32 dell’ estr.) Meli R. Molluschi terrestri e d’acqua dolce rinvenuti nel tufo litoide della Valchetta presso Roma (Boll. della Soc. geolog. italiana Anno III, 1884, fasc. 1 pag. 77 e 82). Clerici E. La vitis vinifera fossile dei dintorni di Roma (Boll. della Soc. geol. ital. vol. VI 1887 fase. 3 pag. 407). Clerici E. Notizie intorno ai tufi vulcanici della via Flaminia dalla valle del Vescovo a Prima Porta (Rendiconti della R. Accad. dei Lincei. Classe di sc. fisiche, matematiche e naturali Vol. III 1.° semestre, fasc. 2.° - Seduta del 21 gennaio 1894. Ved. pag. 92 pel tufo giallo della Valchetta, e pag. 95 per il tufo grigio peperinico). Il Zonites compressus Ziegl. var. italica fu anche rinvenuto dall’ ing. Clerici nel calcare mar- noso, fluvio-lacustre, quaternario del Monte Verde presso Roma insieme al Zonites algirus(Lin.). [Clerici E. Sopra alcune formazioni quaternarie dei dintorni di Roma. Boll. del R. Comitato Geologico, anno 1885, n. 11-12, Vedi pag. 6 dell’ estratto]. 44 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI catula Mill. (Buccinum), la quale per la lunghezza della conchiglia, s' avvi- cina alla var.«disegnata da Draparnaud (Histoire naturelle d. moll. terrestres et fluv. de la France pag. 53-54, Tav.IIL fig. 7). ma ne differisce per la forma generale della conchiglia, che ricorda quasi l’ Actaeon tornatilis Lin. (Voluta) del Mediterraneo e per avere la lunghezza dell’ apertura assai maggiore della lunghezza della spira, mentre nella L. truncatula (Mùll.) = L. minuta Drap. la lunghezza dell’ apertura dovrebbe essere minore della metà della lunghezza della conchiglia (Draparnaud. op. cit. pag. 52). Rinvenni poi piuttosto abbondante sui blocchi di calcare compatto (cretaceo) delle mura ciclopiche di Veroli, alla quota di circa 650 m. sul mare, l’ [derus signatus Fér. (Helicogena). Questa specie di chiocciola appartiene al gruppo degli /berus; alla sezione Macularia, fatta da Albers nel 1850 (1); alla sotto- sezione Murella di Pfeiffer (2). Un bell’ esemplare della predetta specie mi venne dato in questi giorni, come raccolto sul calcare compatto del lias medio presso alla sommità del promon- torio Circeo nel circondario di Terracina ed altro esemplare colla località « Terra- cina » identico assolutamente a quello del Circeo, ho nella mia raccolta di con- chiglie, e mi pervenne con la collezione di molluschi viventi riuniti dall’Avv. Cesare Alibrandi ; collezione, che acquistai anni indietro edincorporai a quella, che io già possedeva. Come abitante la nostra provincia venne citata dall’ Ing. Statuti (3), il quale la pone soltanto, e rara, nei dintorni di Terracina. All’ infuori dello Sta- tuti non venne indicata da alcun altro, che io mi sappia, nelle nostre regioni. La signora March. Paulucci segna questa specie nell’O. dell’Italia meridionale (4). Per la determinazione specifica ho consultato le opere, che trovansi men- zionate qui appresso, usando in gran parte dei libri della mia biblioteca ed ho con- frontato gli esemplari da me raccolti sui monti Ernici con quelli di [berus signa- tus, che ho nella mia collezione di molluschi, con la provenienza dalla Terra di Lavoro. IBERUS SIGNATUS Fer. (Helicogena) (5) 1819. HELIX sIGNATA D’ Audebard de Férussac. Prodrome de l'hist. nat. d. moll. terr. etfluv., pag. 55 (teste Pfeiffer). (1) Albers Joh. Christ. Die Heliceen nach natirlicher Verwandtschaft systematisch geor- dnet - Berlin, Th. Chr. Fr. Enslin, 1850, in 8° (ved. pag. 80). Tra le specie spettanti al ge- nere Macularia segna appunto l’ Helix signata Fér. (ved. pag. 81). (2) Cfr. Pfeiffer in Malkosoologische Blitter, Cassel, vol. XXIV, 1877, alla pag. 8. (3) Statuti A. Catalogo sistem. e sinon. dei moll. terr. e fluv. viventi nella provincia di Roma - Roma, Tip. delle scienze mat. e fis., 1882, in 4.° (ved. pag. 38, n. 51). (4) Paulucci M., Materiaue p. servir dà l'etude de la faune malacolog. terr. et fluv. de l’Italie et des éles (ved. pag. 8, n. 195). (9) L' Helix, signata Morie. Mem. de Genève, tom. VII, 2, pag. 431. = Auris signata Spix, Test. brasiliens. tav. XII, fig. 3-4, figurata anche nell’ opera di Chemnitz Systematisches Conchyl. Cabinet Sai RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 45 1819-1832. HELICOGENA SIGNATA. D'Audebard de Férussac. Hist. nat. génér. et partic. des moll. terrestres et fluviatiles, I. pag. 287, tav. 30, fig. 3, et var. atav. 32 A, fig. 3-4. 1837. HELICOGENA SIGNATA Beck H. Index molluscorum praesentis aevi Musaei princ. august. Christiani Federici, fasc. I pag. 39 (teste Pfeiffer) (1). (841. HELIX SIGNATA Pfeiffer L. Simbolae ad Nhistor. heliceorum, pag. 73. 1842. HELIX SIGNATA Pfeiffer L. Symbolae ad hist. heliceorum. Sectio altera, pag. 101. 1842. HELIX sicnaTA Rossmàéssler E. A. [conographie der Land-und Stisswasser Mollusken, vol. II. dispensa XI pag. 2, n. 686, tav. LI fig. 686, a, b (2). 1844. HeLIX sIGNATA Philippi R. A. Enumeratio mollusc. Siciliae cum viven- tium tum in tellure tertiaria fossilium, vol. II pag. 103, n. 7. 1846. HELIX sIGNATA Pfeiffer L. Gattung Helix. Systematisches Conchylien-Ca- binet von Martini und Chemnitz fortgesetzt von Schubert, Wagner und Kster, pag. 70, n. 42, tav. 9, fig. 7-8. 1846. HELIX SIGNATA Pfeiffer L. Symbolae ad hist. heliceorum. Sectio tertia, pag. 30 n. 700 (nel gruppo delle Helix con peristoma ripiegato, globoso- depresse e nascostamente perforate). 1848. HELIX SIGNATA Pfeiffer L. Monographia heliceorum viventium, vol. I, pae 231, N Mod Lekpag- 2838. 1850. MACULARIA SIGNATA Albers. Die Heliceen nach natiirlich. Verwandtschaft. system. geordnet. pag. S1. etc. herousgegeben von H. C. Kiister - Bulimus - Ved. pag. 145, n. 192, tav. 18, fig. 14-15, è specie vivente nel Brasile e non ha nulla da vedere colla Helix signata Féruss., spettando alla grande famiglia dei Bulimus. [= Bulimus (Auris) signatus Pfeiffer, Monogr. heliceor. viventium. Vol. II, pag. 90, n. 228; vol. VI, pag. 80 n. 710 e vol. VIII pag. 113, n. 822. = Otostomus signa- tus Clessin in Pfeiffer, Nomenclator helic. vivent. pag. 222, n.822: Pelecychilus Paetel]. Rimando poi il lettore alla precitata monografia di Chemnitz-Kiister e di Pfeiffer per la sivominia del Bx- limus signatus. i (1) Pfeiffer segna sull’ autorità di H. Beck, tra i sinonimi dell’ /berus signatus l' Helix ficuum Mihlf. e l' H. sicula di taluni autori. (Mon. hel. vivent. Vol. I, pag. 287, n. 750 e pag. 288: vol. IV, pag. 226, n. 1440; vol. V, pag. 292, n. 1915 e vol. VII, pag. 338, n. 2381). L° H. ficuum è pure in questo senso notata nell’ opera di Clessin (in Pfeiffer. Nomenclator hel. viv., 1881, pag. 155, n. 2381, mentre il predetto Clessin pone con un interrogativo 1° H. sicula Pot. et. Michd. tra i sinonimi dell’ H. globularis Ziegl. (Nomencl. cit. pag. 154, n. 2380). Trovo anche segnata l’ H. sicula Ziegl. nel catalogo di Jay: Jay J. C. A catalogue of the shells arranged according to the Lamorchian system together with descriptions of new or rare shells contained in the collection of John C. Jay 3.43 edition, 1839, (ved. pag. 50, n. 1740 d). Nella 4.* edizione (1888-90) del catalogo Paetel trovo a pag. 183 della 2.* parte (Die Land-und Sitsswasser-Gastrupoden) che 1 Helix (Murella) sicula Pot. et Michd. è = H. globularis Ziegl., mentre l’ H. sicula Ben. della Sicilia è = H. strigata Mill. Difatti è messa l’ H. sicula Ben. tra le varietà dell’ Z. strigata Mill. alla pag. 187 dell'ora citata edizione del Catalog. (2) Kobelt riferisce la citata figura di Rossméssler ad una forma affine all’ Helix surrentina e alla H. carsoliana (Ved. Kobelt W., Icon. d. Land-und Susswasser-Moll. Vol. V, dispensa 1-3, pag. 9). » 46 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1853. HELIX SIGNATA Pfeiffer L. Monographiae heliceorum viventium supple- mentum (primum) sistens enumerationem auctam omnium huius familiae generum et specierum hodie cognitarum, accedentibus descript. novarum specierum et enum. foss. (= Vol. III. Monographia hel. viv.) ved. pag. 197. 1855. TACHEA SIGNATA Pfeiffer L. Versuch einer Anordung der Heliceen nach natiùrlichen Gruppen (Malakozoologische Bléitter. Cassel, vol. II 1855, pag. 112-185) ved. pag. 142, n. 1091. 1857. HELIX sIGnATA Martens (von) ‘Ed. Reisebemerkungen ber einige Bin- nenschnecken Italiens, Malakozoolog. Blatter, vol. IV, pag. 151. 1858. Acavus (subgen. TACHEA) sicnaTus Adams H. and Arth. The genera of recent mollusca arranged according to their organization. Vol. II, pag. 195. 1858. HELIX CIRCUMORNATA Martens (von) Ed. Veber Helix carseolana und cir- cumornata Fér. (Malakozoologische Bléitter, vol. V, pag. 152) (non Férussac, Pfeiffer, Beck, Adams). 1859. HELIX SIGNATA Pfeiffer L. Monographiae helic. viv. supplementum se- cundum (= Vol. IV - Monogr. heliceorum viventium), pag. 226, n. 1440. 1861. MAUULARIA CIRCUMORNATA Albers Joh. Christ. Die Heliceen nach natir- licher Verwandtschaft syst. geordnet. Zweit. Ausgabe nach dem hinterlas- senen Manuscript besorgt vom Eduard von Martens (pag. 133-134) (1). 1861. HELIX SIGNATA Brown A. D. Catalogue of shells in the collection of A. D. Brown (october 1861) Ved. pag. 84 n. 529. 1866. HELIX sIGNATA Brown A. D. Id. Catalogue ecc. (1866) pag. 40 n. 754. 1866. HeLIX sIGNATA Rigacci. Catalogo delle conchiglie componenti la collezione Rigacci, classificata col sistema di Lamarck ecc. Parte I. delle conchiglie viventi, pag. 21 n. 1862. (1) Alla pag. 134 scrive che l’ Hel:w signata, vera, genuina, gli è sconosciuta: « Vergl. Zezt- -schr. 1858. S. 131. Die sichte H. signata Fér. ist dem Herausgeber noch unbekannt ». L’H. circumornata è messa nell’ ex-regno di Napoli. i Pfeiffer riporta dubbiosamente tra i sinonimi dell’ Helix signata, VH. circumornata Martens (Monogr. helic. vivent. Vol. V pag. 292 n. 1915 e vol. VII pag. 338 n. 2381). Però Clessin (in Pfeiffer - Nomenclator helic. viventium pag. 155 n. 2381) mette tra i sinonimi della signata VH. circumornata Martens, mentre dubitativamente segna come una varietà dell’ I. muralis VH. circum- ornata Fér. (Nomenclator cit. pag. 157 n. 2374). Paetel nella 1.à edizione del suo catalogo in- dica l’H. circumornata Fér.; ma non vi mette l’/. signatus. (Catalog, 1873, pag. 88, riferita al sottogenere Macularia); ma nota entrambe le specie, riportandole al sottogenere Murella, nel Ca- talog. 1883, pag. 126 e 136. Invece nella 4.8 edizione (1888-90) del suo Catalog, lo stesso Paetel indica l’Helix signata Fér. nel sottogenere Murella, colla provenienza Italia, mentre colloca 1’ Helix circumornata Fér. nel sottogenere Coryda colla provenienza Haiti (una delle Antille nel golfo del Messico), facendone in tal modo due specie ben diverse. (Ved. Paetel Catalog etc. Vierte Neube- arbeitung. II. Abtheilung. Die Land-und Sisswasser-Gastropoden pag. 117 e 184). Albers segnatra le Macularie l'H. circumornata Fér. e l’ H. signata, come due specie distinte (Die Heliceen, 1850, pag. 80 e 81) mentre nella 2.* edizione (1861, pag. 133, 134 e 346) pone la Macularia circumornata come specie ben definita e dichiara, come ho già accennato nella nota di sopra, che gli è sconosciuta la vera H. signata. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 47 1868. HELIX -SIGNATA Pfeiffer L. Monographiae hel. vivent. supplementum ter- tium. (= Vol. V. Monographia helic. vivent.), pag. 292, n. 1915. 1870. HeLIX siGNnATA Gentiluomo C.. Note bibliografiche riguardanti i mol- luschi terrestri e fluviali dell’ Italia di Eduard v. Martens con una in- troduzione di C. Gentiluomo. Bull. malacol. ital. Supplemento al vol. III, pag. 21, 2.2 riga, e pag. 23 riga 6.8, contando dall’ alto. 1871. Isgrus signatUs Kobelt W. Catalog der im europdischen Faunengebiet lebenden Binnenconchylien, pag. 18. 1874. HELIX SIGNATA Rigacci. Catalogo delle conchiglie componenti la collezione Rigacci. Parte I. Conchiglie viventi, pag. 44, n. 8615 e var. minor n. 3616. 1876. HEeLIX SIGNATA Pfeiffer L. Monographiae helic. viventium supplementum quartum. (= Vol. VII. Monographia hel. viv.), pag. 338, n. 2381. 1878. HeLIX sIgnATA Crosse H. Nel Journal de Conchyl.3. série, tom. XVIII, n. 1, pag. 105 (1). 1878. HeLIX sIiGnATA Paulucci M. Remarques sur quelques espèces d' Helix de la collection Férussac appartenant à la Faune italienne (Journal de Conchyl. publié sous la direction de MM. Crosse et Fischer. 3.° série. Tom. XVIII, n. 3, pag. 248-249) (2). , 1878. HELIx (Idberus) siGNnATA Paulucci M. Matériaux pour servir à l’étude de la faune malacolog. terr. et fluv. de l’Italie et de ses iles, pag. 8, n. 195. (continua) o . MELI Prof. RomoLo (1) Il Crosse nel fare una rivista bibliografica di un layoro di Robert E. C. Stearns On the vi tality of certain land mollusces dice che la forza di vitalita non è limitata ai molluschi terrestri, che abitano paesi secchi e caldi, ove le pioggie sono rare, ma che si verifica anche per molluschi, che abitano climi temperati, nei quali le pioggie sono frequenti, e scrive : « Nous avons vu se < promener pendant plus de deux années dans l’un des tiroirs de notre collection, plusieurs exem- « plaires d'un Helix des environs de Rome l’H. signata Férussac, dont nous avions recueilli d’as- « sez nombreux exemplaires, sur les bords du Tibre ». Ora non credo che gli esemplari menzionati dal Crosse siano riferibili all’H. signata, che, no- tisi bene, mai ho rinvenuto sulle sponde del Tevere, o nella così detta Campagna di Roma. (2) La Sig. M.5* Paulucci scrive nella sopracitata nota d’ aver riscontrato che nella collezione Ferussac, esistente a Parigi al Museo di Storia Naturale, gli esemplari messi come Helix signata sono invece da riportarsi all’Helix carsoliana, identica alla forma indicata dal Westerlund (Fauna Europaea moll. extramarin. pag. 130 n. 321). Peraltro la signora Paulucci cita come tipo dell’Helix signata la fig. 1 della tav. XLI del- l'Histoire naturelle di Férussac. Ora, tale figura si riferisce all’ Helix (Iberus) carseolana (Heli- cogena carsoliana Mén. Hélicogéne de Carsoli - Ved. pag. XXV dell’Explication des planches). Invece devono citarsi i tre disegni, dati nella fig. 3 della tavola XXX della predetta opera di Fé- russac, che rappresentano l’ [berus signatus [Hélicogéne imprimée. Melicogena (acavae) signata Férussac. Ved pag. XII de l’explicat. d. planches] veduta anteriormente, posteriormente e di sopra. Le fig. 2 della tav. XLI rappresentano l’H. circumornata Fér., che da alcuni malacologi è con- fusa coll’ H. signata, e che, in ogni caso, sebbene distinta, pure è una forma molto vicina a quest’ ultima specie. T_T x°«<<-_---=<--<-<-—< 48 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI SULLA SISTEMAZIONE D'INA RACCOLTA CONCHIGLEIOLOGECA I collettori più anziani avranno avuto più volte l’ occasione d’essere richiesti dai più giovani sul miglior modo.di sistemare le loro collezioni. La risposta, che a prima vista sembrerebbe breve 6 semplice, richiede il più delle volte una lettera di molte pagine o un lungo discorso. Quindi nel- l’intendimento di togliere ai primi il disturbo di lunghe spiegazioni, e ai secondi la noia di ri- correre ad altri per schiarimenti di questo genere, tanto più che i migliori trattati di Conchigliologia poco o punto sì occupano dei piccoli dettagli, io mi decisi a buttar giù queste due parole, pronto a ringraziare quei collettori la cui esperienza avesse da consigliare qualche cosa di meglio. Osservo prima di tutto che quanto sono per dire circa una collezione di conchiglie può essere utile per una di minerali, piccoli coralli, ed altri oggetti di storia naturale. Le conchiglie generalmente si sogliono tenere raccolte in scatoline di cartone riunite in cas- sette di legno o in scaffali secondo il sistema di classificazione che uno crede migliore (1). Tanto le collezioni particolari, quanto le pubbliche, ho osservato che adottano per le scatoline il color bianco, e ritengo ancor io che sia il color migliore, perchè l’ occhio vi si riposa di più, e le con- chiglie, di qualunque colore siano, vi risaltano meglio. Nonostante chi volesse adoperare colori di- versi, o per l’etichette o per le scatole, potrebbe farlo con un certo vantaggio servendosene a si- gnificare la distribuzione geografica, climatica od altro. Per esempio si potrebbero adottare l'etichette o le scatole di 5 colori, bianco, giallo, rosso, scuro, verdastro secondochè le conchiglie sono eu- ropee, asiatiche, americane, affricane od australiane : oppure di 3 colori bleu, bianche, verdi se- condochè le conchiglie sono marine, fluviali, o terrestri. In questo modo dal semplice colore del- l'etichetta o della scatola si vedrebbe a colpo l’ habitat generale di ciascuna conchiglia. L’ etichetta suole occupare il fondo della scatola. Questo sistema ha il grave inconveniente di dover alzare le conchiglie tutte le volte che se ne vuol sapere il nome; cosa che nelle collezioni pubbliche, ove la maggior parte dei visitatori non ha la possibilità di farsi aprire le vetrine, finisce col rendere per essi inutile l’ etichetta stessa. Io ho evitato nella mia collezione questo inconve- niente facendo l'etichetta di due parti, e cioè la più pic- Nassa costulata cola A riservata al nome del genere, della specie, dell’ au- Renieri (Buccinum) A tore, e della località, e l’ altra più grande B alla sinonimia, o LIVORNO | e ad altre annotazioni di minore importanza. In mx faccio m n una piega in modo che, posta l’ etichetta nella scatola, ; la parte A rimanga sulla sponda di fronte all’ osservatore, I NRONYRNA, 3 e la parte B nel fondo della scatoletta, e così è solo per x Cuvieri. Payr. eccezione che, o per le molte conchiglie contenute in una Planaxis lineolata. f7sso ecc. B scatola, o per una conchiglia troppo grande in una sca- tola piccola; non si vegga il cartello che rimane dietro. BORA da ia o Chi fa uso di etichette stampate o litografate può fare «gli scogli del faro. stampare o litografare soltanto la parte A, ma allora oc- Ottobre 1280. | corre ingommarle leggermente alla scatola perchè, non avendo appoggio sull’ altra porzione che le fa da base, con facilità cade. Io faccio questo per le scatole grandi che nella collezione sono poche. Per distinguere un genere dall’ altro faccio precedere alla prima specie una piccola scatoletta rovesciata, sul cui fondo è incollata un’ etichetta col numero d° ordine del genere, suo nome, autore, e data. (1) Uno dei migliori trattati per la classificazione delle conchiglie è il Manuel de Conchylio- logie del Dr. P. Fischer, comprendente la storia naturale dei molluschi viventi e fossili, con 1138 figure intercalate nel testo e 23 tavole con 600 figure appartenenti all’ antico manuale di Conchi- gliologia del Woodward. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Rissoa ecc.) uso distinguere anche le sezioni nello stesso N. modo, ma con etichette più piccole e di carattere diverso. Le scatole si seguono nella cassetta dal dietro verso | HELIX Linn, 1758 In certi generi «molto numerosi (Helix, Clausilia, Pupa, l’avanti e da sinistra a destra lasciando in ogni cassetta dei | vuoti per le specie che verranno in seguito. Occorre mettere ogni specie in una scatoletta a parte, e Torquilla, Studer. || separate le conchiglie d'identica forma ma di località differente: salvochè si tratti di specie pic- così pure ogni varietà o forma diversa. Anche è bene tener le cole messe in tubo di cristallo, nel qual caso 5 o 6 tubi, contenenti la stessa forma ma di diverse località, possono esser messi tutti in una sola scatola, usando la precauzione di apporre un numero o una lettera alfabetica a ciascun tubo, con richiamo su quella parte dell’ etichetta che poggia nel fondo della scatola. Le conchiglie che si mettono nei tubi di cristallo se non sono molto piccole (Clausilia, Poma- tias ecc.) non importa che vi siano collocate con norme speciali, ma se sono molto piccole (Caeci- lianella, Vertigo, Coelestele, Acme ecc. ecc.) non è male ingommarle regolarmente sopra lastrine di talco, gelatina, cristallo od altro corpo trasparente, ponendovi dietro, senza attaccarvela, una listarella di cartoncino bianco se la conchiglia è scura, o di cartoncino nero se bianca. Non con- siglierei d’ingommarli direttamente sul cartoncino nè di attaccare il cartone alla lastrina traspa- rente, perchè si perderebbe il vantaggio di poter togliere il cartone quando si volessero esaminare le piccole specie per trasparenza. Questo metodo, quando gli esemplari sono ben messi, oltre es- sere elegante, offre il vantaggio di potere esaminar subito le piccole conchigliette nella posizione più conveniente, senza la noia di doverle voltare e rivoltare per il tubo finchè non si presentino nella posizione da noi voluta. Quindi nel sistemarle sulla lastra, quando si hanno più esemplari, occorre metterle in posizioni diverse, perchè a prima vista si possano osservare in ogni loro parte. Dietro il cartoncino è bene ripetere il nome della conchiglia e la località. A quest’ uopo i carton- cini che si appongono alle conchiglie bianche bisogna che siano neri dal lato soltanto che cor- risponde alla lastra trasparente, e bianchi dall’ altro lato per poterci scrivere. È molto adatta a quest’ oggetto la parte nera dei biglietti da visita abbrunati. Ma le conchiglie piccole si possono anche incollare sopra una lastra circolare e sovrapporvi un vetro da orologio, fig. 1, oppure, se fragili e non molto piccole, serrarle fra due vetri da 77, orologio fig. 2, Si potrà ancora fare uno stampo in un quadrato di grosso cartone ap- 1 plicarvi un cristallo sotto e sopra e chiudervi framezzo le conchiglie. Salvo però qualche Poz eccezione, il miglior modo di tenere le piccole specie ritengo che sia in tubetti di cristallo. \emo”” Giacchè sono a discorrere di specie piccole credo bene d' insegnare un’altra cas- 2 setta a cristalli che può esser utile per specie di grandezza mediocre come Pomatias, Pupa, Clau- silia, Pisidium, Rissoa, Mangilia, Emarginula, Nucula ecc. Questa sì fa riducendo una delle comuni scatolette da fiammiferi di cera. Come ognun sa queste sono composte d' na scatoletta esterna e d’ una interna, Si cominci dal levare l’ elastico per liberare l’ una dall’ altra. Poi si tolga dalla parte superiore della scatola esterna un quadrato a d c d avente tre centimetri o poco | iù per E \ FP. lato, vi sì sovrapponga un cristallo della grandezza pre- cisa della scatola E F G H. Si copra tutta la scatola di carta bianca salvochè nel punto corrispondente al quadrato Da il. i SI e | a bcd, e a quella parte laterale dove deve rientrare la scatoletta interna. Si faccia attenzione di fare lo stampo ‘un poco indietro di modo che sulla parte anteriore vi sia \K posto per l'etichetta I G H K. come ve lo mostra la fig. | ‘ PUPA dolium. Drap. 3. Nella scatoletta interna non c’' è da far altro che to- pie RECOARO | gliere dalla parte di sopra tanto quanto almeno corri- | sponda allo stampo della scatoletta esterna. Le conchiglie H si pongono nella scatoletta interna incollate sopra cartone 50 | RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI cino o cristallo, oppure sciolte, e si vedono attraverso il cristallo della scatoletta esterna. Quando occorra averle meglio sott'occhio non sì ha che a tirar fuori la scatolina interna. I vantaggi di questo sistema sono: di utilizzare tante scatole che non servono a niente, d’ essere d’ un certo effetto quando le scatole siano ridotte con precisione e uniformità, e di difendere dalla polvere le specie ivi racchiuse quasi quanto lo può fare un tubo di cristallo. Ma indispensabile per una collezione di conchiglie sono le comuni scatolette di cartone. Potrei dispensarmi dal parlarne perchè tutti le conoscono, ma non so se tutti sanno farsele da per loro e quelli che lo sanno, forse col metodo che io adopero, potranno risparmiare del tempo assai e anche ‘ del danaro. Primieramente il cartone bianco, cosiddetto di legno, è il più economico, costa da 50 a 60 centesimi il Kilogr. e un foglio sottile quale basta per 96 scatolette che abbiano 4 centim. per lato, pesa circa gr. 200. Cosicchè fra carta, cartone, pasta ecc., 100 scatolette come sopra fatte da sè vengono a costare appena da lò a 20 centesimi. Qualora poi non si badi a economie potrà adottarsi il cartoncino bristol od altra qualità, ed allora il prezzo arriverà al doppio ed anche al triplo. Ma veniamo al metodo di farle. Premetto che le scatole, di qualunque dimensione siano, occorre che abbiano una unità di mi- sura per punto di partenza, dimodochè se la scatola comune ha per esempio 4 centim. per lato, bisogna che le altre, da un lato almeno, siano di 8, 12, 16, 20 centim. altrimenti non potrebbero distribuirsi con ordine nelle cassette o scaffali e lascerebbero dei brutti vani tra l'una e l’altra. Per la mia collezione io scelsi per più piccola una scatola che ha le sponde alte cent. 2 e il fi ndo di cent. 4 per 4. Ciò posto feci costruire un quadrello di ferro verniciato a fuoco, della lunghezza di un metro, e di cui ciascuna faccia è alta esattamente due contimetri. a dl E b Steso il cartone sopra una ta- lai vola, ed armato di un buon tem- cei-|_—T_;|[—|— | È) perino comincio dal pareggiare il cartone da un lato, per es. a d © SN servendomi per guida del quadrello -———rEE--" suddetto. Dando allora una voltata al quadrello faccio un mezzo taglio nel cartone in cd il quale taglio viene ad essere a 2 centim. di di- stanza dal primo, essendo di 2 centim. la larghezza del quadrello: B D F fio. 4 RL: Late o) due giri del quadrello mi daranno allora la distanza di centim. 4 fra cd ed ef, poi un giro del quadrello mi dala distanza fra fe ge fra g ed h e così di seguito imprimendo un solo movimento quando voglio la distanza di centim. 2 e 2 movimenti quando voglio quella di centim. 4. Ripetendo la stessa operazione dall’ altro lato del cartone AB, CD, ecc. avrò tutto il cartone inciso come lo mostra la fig. 4 Qui si faccia ben attenzione che nel tracciare la prima linea AB, questa sì trovi perfettamente a squadra ossia ad angolo retto colle altre già tracciate a0, cd, ece. altrimenti tutte le scatole verranno con fondo a losanga invece che quadrato. A questo punto è facile con un paio di forbici completare l’ opera- zione tagliando affatto le linee marcate più grosse in modo da avere tanti quadrati come la fig. 5, Fre c dai quali staccati i quadratini degli angoli, si | | = | | 7 ottiene una croce di cartone qual’ è rappresentata fe Srna ea Î | dalla fig. 6. Allora non si ha che a piegare il | | | | cartone. sui mezzi tagli ab cd ece., e la prima | | A questo lavoro, ossia per preparare tagliate 96 scato- lette di 4 centim. per lato e 2 di profondità, non su- pera i 40 minuti: tempo relativamente breve quando si pensi a quello che occorrerebbe se si do- vessero prendere tutte le misure col compasso. (continua) sel ia operazione è fatta. Il tempo che occorre per tutto fig. 5 fig nia IN Lo £?°£*‘r-- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ol All’onorevole Direzione della Rivista Italiana di Scienze Naturali Nel fermo convincimento di far cosa utile e grata a tutti i miei colleghi, trasmetto alla S. V.; con preghiera d’ inserzione nella Rivista Italiana di Scienze Naturali, giornale che io stimo più adatto a tale pubblicazione, la seguente Eb: EERRrASAPHRT A A SUA ECCELLENZA IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE Anche in quest’ anno nei giorni 16, 17, 18 e 19 Aprile, presso le Università di Bologna, Ge- nova, Napoli, Pavia, Pisa, Roma, Torino e presso l’ Istituto di studii superiori in Firenze, avranno luogo esami di abilitazione all’ insegnamento delle scienze naturali. Anche in quest’ anno dunque, avremo la poco bella sorpresa di vederci sorpassare da persone le quali, pur provviste di sufficiente coltura scientifica (voglio ammetterlo), non fecero gli studi regolari e completi che noi stiamo ora facendo e che non possederanno un titolo, per quanto bello, paragonabile a quello che noi un giorno speriamo di poter conseguire. A che valgono, Eccellenza, i nostri più bei giorni di gioventù passati nelle aure mefitiche dei laboratori, a che l’ aver frequentato per quattro anni le scuole normali di scienze, a che i sa- crifizi delle nostre famiglie e quel che è più i denari che il paese spende per mantenere le nostre facoltà Universitarie, qualora un certificato di abilitazione qualsiasi, acquistato sotto la protezione di un decreto reale, venga a contrapporsi ad una laurea vera e propria? Non mi si tirteranno qui in campo le soddisfazioni morali date dallo studio, poichè a questi lumi di luna non è permesso il parlarne !.... Oggidì che furono aboliti in fatto di professioni tanti abusi, perchè dovranno sussistere le abilitazioni all’ insegnamento, mentre che una miriade oltre che di dottori, di abilitati non si sono ancora impiegati ? È ben vero, Eccellenza, come si disse da alcuni qualche giorno fa, che « non è sacrifizio di tempo e di denaro che conferisce ad un individuo il diritto di formarsi una posizione, ma bensì il sapere, frutto dello studio e del sacrifizio e che il sapere acquistato nelle. Università, perchè tale, non dà diritto a prelezione sul sapere acquistato privatamente, spesso con maggiori sacrifizi », ma è ben vero d’altra parte, che le lauree e le facoltà universitarie debbano servire a qualche cosa, poichè, se ciò non fosse, potrebbero essere quando che siasi abolite. Fra gli studenti di Scienze di tutte le Università del Regno si stà formulando una protesta acciò vengano abolite per sempre le abilitazioni all'insegnamento e Vostra Eccellenza, nelle sue saggie riforme, vorrà, speriamolo, tener presente una simile protesta sulla giustizia della quale, interpellati, non resteranno al certo estranei i professori delle singole facoltà di Scienve, giudici più che competenti in materia. Con perfetta osservanza, di Vostra Eccellenza Piacenza li 24 Marzo del 1894. EpoARDO IMPARATI Studente in Sc. Nat. nella R. Università di Pavia. RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’ amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle qualiè segnato il costo, ed anche le altre se possibile. CANESTRINI prof. GIOVANNI. Per l’ evoluzione. (Torino 1894. Unione tip. edit. Pag. 224 in 8.° grande. Prezzo L. 5) Non pochi, nè di poco valore, sono gli studiosi che anche in Italia hanno preso parte attiva alla discussione sull’ origine delle specie, ed è da lamentarsi che 52 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI gli stranieri e gli italiani stessi, non sieno a conoscenza o tengano in così poco conto, gli impor- tanti studi fatti in Italia sull’ evoluzionismo, che se resta ancora una ipotesi, è una ipotesi legit- tima, basata sui fatti indiscutibili delle scienze biologiche e che non solo ha fino ad ora resistito alla critica più severa e più accanita, ma va sempre più acquistando terreno. L’illustre comm. Canestrini è certo fra i più distinti difensori dell’evoluzionismo delle specie, egli ha tradotte molte opere del Darwin, ha stampato uno studio sulla Teoria dell'evoluzione esposta nei suoi fondamenti e non pochi altri scritti, ed ora nel presente volume pubblica una serie di nuovi studi e di recensioni suddividendo la trattazione nei seguenti capitoli : Valore delle ipotesi nella biologia — A. De Quatrefages, Darwin ed i suoi precursori fran- cesi — Joh. Schilde, Scacco al Darwinismo — Herbert Spencer, e l'insufficienza dell’ elezione naturale — Cause della variabilità della specie — La teoria dell’ evoluzione ed i batteridi — I Fitoptidi — Elezione sessuale — Osservazioni intorno ad uno scimmiotto — L° origine dell’ uomo e l’embriologia — Posizione sistematica dell’uomo — L'evoluzione nelle società umane — L'evo- luzionismo in Italia — Considerazioni finali e riassunto generale. FUNARO A. I concimi. (Milano 1894. Edit. Hoepli. Pag. 254 in 16.° Prezzo L. 2 legato in tela) I concimi vanno acquistando sempre maggiore importanza in agricoltura. Tante essendo le spese che gravitano sui terreni, è indispensabile trovar modo di aumentare la loro produzione, ed è con il razionale uso dei concimi, che sopratutto devesi sperare questo aumento. Da ciò l’uti- lita pratica del presente volume, nel quale l’ egregio A. si occupa di ogni sorta di concimi, orga- nici, vegetali, animali, composti, minerali, azotati, potassici, ecc. , del modo di comporli, di adoperarli e dei resultati che se ne ottengono. MERCANTI F. Gli animali parassiti dell’ uomo. (Milano 1894. Edit. Hoepli. Pag. 180 in 16.° Prezzo L. 1,50 legato in tela) É questo un altro dei ben noti Manuali Hoepli. L° onore- vole dott. Mercanti vi ha svolto il soggetto in modo chiaro, scientifico e popolare come si conviene a tal genere di libri destinati a volgarizzare la scienza. Nella introduzione espone ampiamente le generalità sui parassiti, quindi sì intrattiene sulle seguenti specie: Parassita della malaria, Ameba della dissenteria, Coccidi, Cercomonas hominis, Monocerco- monas hominis, Trichomonas vaginalis, Megastoma entericuma, Balantidium coli, Tenia armata, Tenia inerme, Echinococco, Botriocefalo; Distoma epatico, Distoma lanceolato, Bilharzia, Ascaride lumbricoide, Ossiuro, Strongilo gigante, Anchilostoma, Tricocefalo, Trichina, Dragoncello di Me- ‘ dina, Filaria del sangue umano, Anguilla intestinale, Echinorinco gigante, Linguatula, Acaro dei follicoli piliferi, Acaro della rogna, Miriapodi parassiti nelle fosse nasali, Pidocchio del capo, Pi- docchio dei vestiti, Piattone, Pulce dell’uomo, Pulce Chique, Larve di ditteri. Trentatre figure rappresentano varie forme di animali che vivono parassiti nell’ uomo. COUPIN H. L’ amateur de coléoptéres. (Paris 1894. J. B. Baillière et fils, edit. Pag. 332 in 16.° con 217 fig. Prezzo Fr. 4 legato in tela) É una buona guida per chi desidera occuparsi della raccolta e dello studio dei Coleotteri. Il principiante vi trova chiaramente descritti gli uten- sili e Je norme per ogni genere di ricerche e di caccia, e per la preparazione e conservazione di questi insetti dei quali troverà pure una quantità di figure che lo inizieranno nella deter- minazione e nella classificazione; vi è anche un capitolc nel quale si danno istruzioni per‘le collezioni pittoresche. DUSSUC ELIE. Les ennemis de la vigne et les moyens de les combattre. (Paris 1894. J. B. Baillière et fils edit. Pag. 368 in 16.° con 140 fig. Prezzo Fr. 4 legato in tela) È questo un altro volume della ben ricca ed interessante Bibliothèque des connaissances utiles, pubblicata per cura della stimata libreria J. B. Badliére et fils di Parigi (Rue Hautefeuille 19). Il numero degli insetti e delle crittogame che danneggiano la vite e cospirano contro il. viticol- tore, è giunto a tal punto da impensierire davvero chi dalla vite attende il prodotto remuneratore delle proprie fatiche e dei capitali impiegati nella sua coltivazione. Ma l’ aumentare di numero e di potenza dannosa dei nemici della vigna, non deve scoraggiare il viticoltore, ma spingerlo invece a combattere per rendersi prima o poi vincitore di tanti malanni. Il presente volume è davvero un amico del vignaiolo, in esso egli troverà descritte le più comuni come le più rare malattie delle viti, con le indicazioni delle cause e degli esseri che le producono ed i migliori mezzi tro- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 03 . vati per liberarsene. Che l’ egregio A. abbia ben raggiunto il suo scopo, lo dimostra la medaglia d’oro che a questo libro è stata conferita dalla Società di agricoltura di Francia. REGALIA E. Sulla nuova classificazione umana del prof. G. Sergi. (Firenze 1893. Archivio per l’Antropologia e l'Etnologia. Fase. I. Estratto di pag. 64 in 8.9) Il nuovo me- todo di classificazione craniologica, proposto dall’ illustre prof. Sergi e del quale altra volta demmo l’annunzio, quantunque sia ritenuto di molto valore e di grande importanza per l’ Antropologia alla quale verrebbe a dare una radicale riforma, trova non pochi e seri oppositori fra gli antropo- logi. Il Sergi ha già applicato questo suo metodo in diverse memorie pubblicate dal 1891 ad ora, e siccome la lettura e l’ esame di esse, hanno lasciato nell’ egregio dott. Regalia dubbi ed oscurità, egli nella presente dotta memoria discute e confuta minutamente, ma scientificamente, tutti quei punti degli scritti del prof. Sergi nei quali egli non crede potersi trovar d'accordo con l’ egregio A. e con il suo nuovo sistema di classificazione umana. VIAUD GABRIEL. De l’absortion des médicaments par les plantes, et de leur utilisation en Thérapeutique. (Poitiers 1894. Typ. Oudin. Pag. 36 in 16.° Fr. 1,50) Partendo dal fatto che le piante assorbono spontaneamente certe sostanze contenute nel terreno o nell’ atmo- sfera, l’ egregio A.è riuscito ad accumulare nei tessuti delle piante diverse sostanze medicamentose, come ferro, calce ecc. Egli ritiene che somministrando queste piante agli animali, essi, sotto questa forma, prenderanno più facilmente i medicamenti e che l’ assimilazione ne sarà più rapida, evitandosi anche non pochi degli inconvenienti che ordinariamente si lamentano. Ecco le principali quistioni svolte nel volume: Absorption spontanée de certains principes: azotate de potasse par la bourrache et la pariétaire iode par les fucus, etc. — Possibilité de faire absorber a nos plantes alimentaires et aux plantes four- ragères du fer, du phosphate de chaux, etc. : salades, cresson, légumes divers ferrugineux. — Rè- génération de l'homme par le Vegétal-Tubercolose, cancer, anémie, maladies constitutionnelles qui réclament la régime dépuratif. — Médecine naturelle. — Méthode pour cultiver soi-méme, dans son jardin, tous les /èegumes ferrugineux. Il volume è in vendita al prezzo di Fr. 1,50 presso l’autore in Poitiers (Vienna-Francia) 4 Boulev. S. Cyprien. i NEVIANI ANTONIO. Terza contribuzione alla conoscenza dei Briozoi fossili italia ni. (Roma 1894. Boll. Soc. geologica ital. vol XII. (1893) fasc. 4. Estratto di pag. 12 in 8.9) Si occupa di alcuni Briozoi pliocenici raccolti da Ferdinando Bassi nel 1750 e 1751 a Rio Landa nel Bolognese, ed illustrati dal medesimo neì commentari dell’ Istituto di Bologna nel 1757. Questi fossili si conservano anche presentemente nel Museo Geologico delia Università di Bologna e l’egregio A. ne ripubblica le diagnosi già date dal Rossi e rimaste finora ignorate da chi sì oc- cupa di questi studi. SIL VESTRI FILIPPO. Sulla presenza del Polyxenus lucidus (Chalande) in Italia. (Roma 1894. Boll. Soc. romana per gli studi zoologici, vol. III. Estratto di pag. 4in 8.°.con 8 fig.) Questo miriapodo scoperto nel giugno del 1888, ‘era finora stato notato solamente nei Pirinei orientali presso Palalda in Francia; l’egregio A. avendolo riscontrato comune in alcune località dell'Umbria e dei dintorni di Roma, ne da la descrizione e i disegni di alcune parti, indicando pure le caratteristiche che lo fanno subito distinguere dal Polyrenus lagurus (Latreille) comune in tutta Italia. I Polyxenus attaccano e distruggono la fillossera e sarebbe perciò bene proteg- gerne la riproduzione e propagarli nei vigneti. GRIFFINI ACHILL&. Gli insetti acquaioli. (Torino 1894. Tip. Guadagnini. Pag. 44 in 8.° con figure). Contiene la descrizione, usi. costumi ece. dei principali Coleotteri e Rincoti acquatici nostrali. Di parecchie specie vi si trova la figura ed infine vi sono alcuni cenni bi- blio grafici. SILVESTRI A. Su di alcuni foraminiferi del Mare Ionio. (Roma 1893. Memorie dell’ Accad. Pontificia Nuovi Lincei. Estratto di pag. 58 in 4.° con 4 tav.) Scopo della presente me- moria è di far conoscere i Foraminiferi contenuti nei 267 saggi di fondo del Mare Ionio, raccolti dalla R, Nave Idrografica « Washington » nel 1888. Dopo una breve prefazione l’ egregio A. cita 4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NAURALI le 76 specie rinvenutevi, indicandone le varietà e aggiungendo non poche notizie ed informazioni; quindi ne espone l’ elenco generale con la loro distribuzione batimetrica e la corrispondenza fra le zone ed i numeri d'ordine dei saggi di fondo esaminati, numeri che si trovano notati in ap- posita carta topografica unita alla memoria. In tre tavole sono rappresentate 16 specie di fora- miniferi. GIACHETTI cav. rag. G. C. I Colombi nei costumi dei popoli. (Firenze 1894. Tip. Galletti e Cocci. Pag. 26 in 8.9) In occasione della solenne distribuzione dei premi ai vincitori delle gare di Colombi, promosse dalla Soczetà colombofila fiorentina, l’ egregio sig. cav. Giachetti, intelligente e solerte presidente della Società stessa, tenne una conferenza parlando dei Colombi nei costumi dei popoli. Questa conferenza che riuscì interessantissima e della quale fu gia fatto cenno nel fascicolo del 15 marzo di questo periodico, è stata stampata per cura della detta Società colombofila e forma il volumetto del quale abbiamo qui dato l’ annunzio. MALAGODI dott. RAINERO. La Tenuta a Frassinara. (Parma 1894. Tip. Adorni. Pag. 16 in 8.°) Questa relazione sopra una gita zootecnica fatta dall’ egregio A. insieme agli stu- denti di medicina-veterinaria dell’ Istituto di Parma, alla tenuta di Frassinara del sig. Achille Puccio, contiene considerazioni generali sull’ utilità di simili gite, notizie ed elogi della tenuta di Frassinara e quindi la descrizione dettagliata delle 6 stalle che vi si trovano e dei numerosi ani- mali (209 capi bovini) che contenwono, accompagnando alla descrizione tutte quelle utili conside- razioni che l’ egregio A. come distinto zootecnico, ebbe occasione di fare, e terminando con un vivo plauso al bravo proprictario. GRILLO prof. NICOLÒ. Nozioni compendiose di Geografia generale ad uso specialmente delle scuole secondarie. (Roma 1893. Tip. Artero. Pag. 112 in 16." Prezzo L. 0,90) L’ egregio A. ha riunite in questo piccolo volume, in modo chiaro e molto conciso, se- guendo il metodo sintetico, tutte le nozioni di geografia che i programmi prescrivono sieno in- segnate nelle scuole secondarie. TARAMELLI TORQUATO. Della storia geologica del lago di Garda. (Rovereto 1894. Atti dell’I. K. Accad. degli agiati in Rovereto. Anno XI (1893). Estratto di pag. 60 in 8.° con l tav. in colori. Prezzo fr. 0,50 = a L. 1,20) Dobbiamo alla gentilezza della stimata Acca- demia degli Agiati in Rovereto, il dono di questo prezioso fascicolo, che contiene la dotta confe- renza che sulla Storia geologica del lago di Garda, \’ illustre prof. Taramelli, tenne all’accademia stessa il 23 luglio scorso. É un’interessantissimo studio, molto atteso dai Geologi i quali saranno lieti di poterselo procurare inviando sole L. 1,20 all’ accademia suddetta in Rovereto (Trentino). Alla memoria sono unite le tavole geologiche, geodetiche ed i profili, in colori. In appendice l’egregio A. espone le fasi principali per le quali è passata la tuttora dibattuta questione dell’ origine dei bacini lacustri, terminando con una copiosa bibliografia sul soggetto. Il fascicolo comincia con un breve discorso di apertura pronunziato dal conte F. Bassi-Fedri- gotti presidente dell’Accademia e contiene un animato e patriottico saluto poetico dell’Ab. Anatalone, censore delle lettere nella prelodata accademia Roveretana. BREHM A. E. Merveilles de la nature. Les insecies. (Paris 1894. Lib. J. B. Bail- lire et fils) Sono pubblicati i primi 2 fascicoli di questa splendida opera tradotta in francese da J. Kinckel d’Herculais. L' opera sarà formata di 48 fascicoli con 40 tavole in carta tinta e 1500 figure intercalate nel testo. Ogni fascicolo costa 50 cent. Per maggiori dettagli preghiamo leggere l’ apposito annunzio che si trova nell’ ultima pagina di questo fascicolo. CARUANA GATTO A. Common beetles of the Maltese islands. (Malta 1894. G. Muscat. Pag. 16 in 8.° Price Six Pence) In questa nota l egregio A. da notizie sulle specie di Coleotteri che più comunemente sì rinvengono nell’ isola di Malta. BRoGI 2 S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 55 Casa Tipografica Libraria Editrice Arcivescovile Ditta GIACOMO AGNELLI - Milano N. 490, Libreria, Via S. Margherita, 2 - Telefono N. 20 - Stabilimento, Via Stella, 30 Annunciamo con piacere la pubblicazione dell’ opera dell’ illustre Prof. Comm. GIUSEPPE MERZARIO, Deputato al Parlamento, intitolata : [\koestri Comacini STORIA ARTISTICA DI MILLE DUEGENTO ANNI (600-1800) Questa opera, aspeltata e desiderata da molti che ne ebbero sentore, e si interessano e dilettano di fatti e di problemi riferentesi alla storia delle Belle Arti e alle loro vicissitudini e trasformazioni nei varî secoli, divisa in due volumi, di circa 700 pagine ciascuno, formato in-8.°, con bella carta e tipi nitidi, dedicata a S. Ecc. Giuseppe Zanardelli, Presidente della Camera dei Deputati. Questa la sintesi di un lavoro, chè è frutto di lunghi studî, di pazienti investigazioni, e di molte- plici viaggi, che raccoglie e unifica molte notizie sparse di arti e di artisti, e presenta anche qualche lato di novità, di curiosità e di diletto. Attenendosi st ®ttamente al suo tema l’ illustre autore non trascorse a nessuna discussione politica o religiosa : e si astenne dalle illustrazioni, che in così Inngo corso di secoli, varietà di scuole, e moltitudine di monumenti o ancor vivi o ruinati avrebbero dovuto es- ‘sere troppo numerose, se appena proporzionate alla vastità dell’ argomento. L’opera è in due volumi, corredata da un copioso Sommario, da una carta geografica del terri- orio artistico comacìvo, e da un Indice delle persone e cose principali; fu messa in commercio al prezzo di LIRE DODICI (pesa Kg. 2,700 circa). Recentissime pubblicazioni : ADOLFO GUERIN. Note di Storia per gli allievi della classe IV e V. Due bellissimi opuscoli in-16 di pagine 48 illustrati. Cent. 35 cadauno. i Questo non è un testo di storia nè un vero sunto: un sunto può essere più dannoso che utile, se gli allievi lo studiano pappagallescamente, mentre per ritenere la spiegazione, quando è stata fatta bene, basta l'indicazione dei nomi e dei fatti principali. Queste indicazioni, che non sempre si ha tempo di dettare e di correggere, le ho raccolte in cento note, più brevi delle lezioni che si sogliono assegnare giornalmente. E un libriccino che vorrebbe essere utile, senza Ia pretesa di piacere, e non è illustrato per ornamento, ma perchè le figure, come tutto ciò che colpisce direttamente i sensi, sono di aiuto efficacissimo alla memoria. ApoLFo GUERIN La lingua tedesca esposta nelle sue più necessarie teorie da G. BRANCA, 2.* ediz. rive- duta, ampliata ed arricchita con l’ aggiunta d'un Corso d’ esercizî dal Cav. Gio. MAZZUCCHELLI, professore di Jingue straniere in .varî istituti pubblici e privati. Bel vol. in-16 di pag 260 L. 2— leg. in tela-oro L. 3. Nuovo corso di esercizî di traduzione dall’ italiano in tedesco, coll’ aggiunta di lettere eommerciali, esercizî di conversazione e di lettura ad uso degli istituti tecnici del Regno, per cura del Cav. GIOVANNI MAZZUCCHELLI, professore di lingue straniere in varî istituti pubblici e pri- vati. Bel volume in-16 di pagine 4180 L. 1, 25. Legato in tela-oro L. 2, 25. Carta geografica del territorio artistico Comacino. Recentissima edizione colorata. Misura cent. 50 per 65. L. 1. FELICITA MORANDI e EDVIGE SALVI. La Giovinetta studiosa. Libro di lettura per la IV e V classe elementare, secondo i recenti Programmi governativi. Bel volume in-16 illustrato di 160 pagine L. 1. Legato in tela-oro L. 2. Prof. E. PAROLI. Umberto. Sillabario e letture per la 1.2 classe o sezione delle scuole maschili, femminili o miste, urbane o rurali. Bel volume in-16 di pagine 64 illustrato. Cent. 15. A GIORNI SARANNO PRONTE LE RISTAMPE SEGUENTI : GELMETTI L. e RIZZINI G. Esempi e precetti di composizione italiana per gli alunni delle scuole tecniche e magistrali, approvato dai Consigli Scolastici Provinciali di Milano, Ber- SARO ed altri; 3.8 ediz. riveduta ed ampliata. Bel vol. in-16 di pag. 480 circa L. 2,50. (pesa ST. . BANFI G. Antologia per le giovinette che frequentano le scuole elementari maggiori, nor- mali ecc. , divisa in quattro parti: Dio e Religione, l’ Universo e l’ Uomo, Patria e Famiglia, Varietà, secondo i nuovi Programmi governativi; 4.* edizione accresciula, riveduta, corretta e riordinata dal Prof. Cav. P. Fornari. Bel vol. in-16 di pagine 450 circa L. 2, 25 (pesa gr. 350). 1 960 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI PUBBLICAZIONI Fra le recenti pubblicazioni dell’ editore Ulrico Hoepli di Milano, oltre al libro Vittorie e sconfitte del deputato Arbib, che ebbe l’onore di presentarne un esemplare al Re, che se ne mostrò assai soddisfatto, e al Codice doganale, importante lavoro dell’ avv. Bruni, si presenta il IX volume del Corso di diritto commerciale del chiaro professore Vidari, dell’ Università di Pavia. E questa la III edizione interamente rifatta. Tratta del fallimento e della bancarotta, e delle azioni commerciali e del loro esercizio (L. 12). Opera che ha avuto un largo e incontrastato successo ; è di speciale interesse agli avvocati, ai magistrati e al commercio. i In una edizione limitata a 200 soli esemplari è uscito l’ Inventario dei manoscritti della R. Università di Pavia compilato dai prof. L. De Marchi e G. Bertani : un elegante volume di pag. xxIv-410 (L. 6). La notissima Collezione dei Manuali Hoepli si è arricchita dei seguenti volumetti, elegante- mente legati in tela, per la serie scientifica: La Rivoluzione francese (1789-1799), del prof. dott. G. P. Solerio; di pag. 1v-176 (L. 1,50). —{Anatomia e fisiologia comparata, del prof. R. Besta; di pag. vin-318 con 34 incisioni (L. 1,50). Ambidue sono di ottimo sussidio all’ insegna- mento speciale delle scuole secondarie. Legislazione rurale secondo il programma governativo per gli Istituti tecnici, dell'avv. E. Bruni; di pag. x11-422 (vol. doppio L. 3). Il lavoro dell’ avv. Bruni, oltrechè agli Istituti tecnici, per il metodo seguito e la copia della materia, riesce utile altresì ad un largo numero di studiosi e di lettori. In fine notiamo: Elenco dei fari e fanali sulle coste del mare Mediterraneo, mar Nero, mare d’ Azof e mar Rosso. (Annuale L. 2). Pubblicazione ufficiale dell'Ufficio Idrografico della R. Marina in Gonova. LIBRAIRIE J.-B. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), è Paris Les Merveilles de la Nature : les Insectes, par A.-E. BreHM. Edition francaise par 4. KunckEL D’HERCULAIS, assistant au Muséum. 2 volumes gr. in-8 de 1500 pages à 2 colonnes avec 2000/ffigurestidans}ile:itexteet;36.;planches®hors:texte)i0 si. ee AE Nouvelle édition en 48 séries à 50 centimes. ; Il paraît une série toutes les semaines depuis le 1. mars. Abbonnement de 3 mois, 6 fr. — de 6 mois, 12 fr. — d'un an, 24 fr. Les Merveilles de la Nature de Brehm nous font connaîftre ceux qui sont comme nous les hÒtes de cette terre, qui, sans cesse mélés à notre vie, amis ou ennemis, serviteurs ou esclaves, se partagent avee l'homme le vaste domaine où s’agitent nos destinées. o: Brehm n'est pas un savant de cabinet, qui n'a vu que des animaux empaillés sous les vitrines d'une galerie; il a étudié de près la nature vivante ; il est m&me souvent allé observer jusque dans leur sauvage patrie les animaux inconnus dans nos climats. C'est à ceax qui veulent acquérir des connaissances générales sur la vie et les moeurs des In- sectes, à ceux qui sont curieux des choses de la nature, que ce livre est destiné. LU On s'est attaché de préférence à faire passer sous les yeux les espèces qui sont indigènes, parce que nous avons tout intérèt a les connaître. On a tracé aussi le portrait de quelques animaux exotiques; ceux-ci n’ont-ils pas recu, pour attirer notre attention, tous les dons du ciel, richesses de la coloration, formes étranges, moeurs singulières. On a choisi de préférence les Insectes qui présentent un intérét général; et pour ne pas tomber dans une confusion inextricable, on les a décrits en suivant l’ordre méthodique adopté par les naturalistes. i Pour les savants et pour ceux qui se livrent spécialement à l’étude de l’entomologie, cet ou- vrage sera, gràce au véritable esprit scientifique et à la méthode sévère de l’auteur, un précieux auxiliaire, assez sérieux pour instruire, assez original pour charmer. Aux habitants de la campagne, propriétaires, agriculteurs, industriels, il parlera des soins à donner aux insectes utiles, abeilles, vers à soie, de leur élevage, de leurs maladies; de l’acclimatation et de la domestication des espéèces nouvelles, puis il s’occupera de la destruction des insectes nuisibles à la grande et à la petite culture, à la vigne, aux ceréales, au verger, au potager, aux foréts, etc. Enfin, à tous ceux, petits et grands, qui cherchent dans les lectures sérieuses des joies douces et des émotions vraies; à ceux qui, ne possédant sur l’histoire naturelle aucune notion positive, désirent s’initier è l’étude des merveilles innombrables de l’univers, il apportera profit et plaisir, unei nstruction amusante et un amusement instructif; il excitera l’active curiosité de l’enfant; il sera un sujet de médi- tation pour l’àge mr; mis à la portée de tous les Ages et de tous les esprits, s'adressant à toutes 108 intelligences, comme à toutes les positions sociales, il répandra partout, les salutaires legons e la science. i BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE 15 apre SUPPLEMENTO MENSILE Ci.) 1894 ua aura RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) IL. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno ANNO XIV SOMMARIO Fiori prof. Andrea. Quale sia il miglior metodo per uccidere i coleotteri. Pag. 41. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (Cont.) Pag. 44. COMUNICAZIONI. G. B. I cani al servizio di polizia — Grillo N. Lo spirito di imitazione negli animali — R. V. Contributo alla intelligenza degli animali — Fabani C. Animali alpini che discendono al piano — Boschetti G. A. La Sphinx nerii in Piemonte — D. L. M. Loco- mozione negli animali acquatici. Da pag. 46 a pag. 49. Insegnamenti pratici. Il carcioffo chinese — Piantamento delle talee — Contro gli uccelli che danneggiano i frutti — Tecnica microscopica. Da pag. 49. a pag. 51. Notiziario Pag. 51. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag. 52. — Ri- chieste, offerte e domande di cambi Pag. 52 — Annunzi diversi. QUALE SIA IL MIGLIOR METODO PER UCCIDERE I COLEOTTERI La maggior parte dei collettori usa ancora l’ alcool, ed io stesso nei primi tempi usai questo mezzo, perchè non ne avevo mai conosciuto altro migliore. Questo però è il peggior mezzo di quanti conosco: esso è il peggiore, il più costoso, ed il più incomodo dei sistemi adoperati. È il peggiore perchè appiccica fra loro i peli, conserva male certi colori, specialmente il rosso, e finalmente mantiene tale rigidità nei muscoli da rendere difficilissima la preparazione. È il più costoso perchè oltre al costo forte di questo liquido, è da tener presente che per caccia occorrono bottiglie a collo largo e con tappo facilmente spo- stabile; tappo che non chiude mai abbastanza bene per non lasciare sfuggire un liquido così diffusibile come l’ alcool. È poi il più incomodo perchè le bot- tiglie con alcool sono pesanti, e nelle lunghe escursioni occorre portarne con se una larga provvista perchè non lo si trova ovunque: ricordo che molte volte ho rovinate le mie caccie, perchè fra i monti non ho trovato mezzo di provvedere alcool, ed ho dovuto sostituirgli rhum od acquavite. Nel 1884 ero a Catanzaro, ed ebbi la fortuna di fare un’ escursione alla Sila col Cav. Baudi di Torino: vidi che egli usava per uccidere i Coleotteri la segatura di legno inumidita colla benzina, ed io rimasi così convinto dei van- taggi di questo metodo, che fino ad ora quasi non ne ho usato altro. Però anche questo sistema ha i suoi gravi difetti: se si mette troppa benzina i peli sì appiccicano come coll’ alcool: se troppo poca certi Coleotteri (Otiorrhynchus, Cleonus) risuscitano rovinando in seguito la caccia. Ricordo con dispiacere una buona caccia al Limbara in Sardegna, completamente rovinata da due Otior- rhynchus aurifer risuscitati dopo essere rimasti una notte intera nella sega- tura con benzina: due mesi dopo, preparando quel materiale, li trovai ancor vivi, e ‘tutto il resto era in rovina. Uccisi colla benzina, i Coleotteri hanno pur sempre i muscoli rigidi, ma la putrefazione comincia rapidamente, cosicchè dopo un giorno o due al più, la rigidità se ne è andata, e tali insetti si preparano 42 assai bene: ma se si tarda di più, si trovano putrefatti al punto da rompersi alle più leggiere pressioni, alle più delicate manipolazioni; se poi si dimenti- cano nella bottiglia per una settimana al più, c’ è il caso di trovarli ammuffiti ed inservibili. Appunto in causa della rapida putrefazione, è quasi impossibile conservare intatti i grossi Tenebrionidi uccisi colla benzina : le molte Pimelie riportate dalla Sardegna nel 1890 sono quasi tutte rotte, ad onta che io abbia avuta ogni cura nel rinnovare la segatura, dopo la caccia, con altra asciutta ed abbondante ; ad onta che io non abbia mai dimenticato di unire alla segatura quell’ eccellente antisettico che è l’ acido timico. Ho pure usato il cianuro di potassa, ma non è un buon metodo : presenta i medesimi inconvenienti della benzina rispetto alla facilità a risuscitare, e ri- spetto alla putrefazione: ma ne ha poi uno più grave ed è quello di non con- servare il giallo, che dopo poche ore diventa bruno. Parecchi anni fa (non ricordo dove, ma sembrami nell’Abeille) ho letto un nuovo metodo di uccider Coleotteri, che pure ho sperimentato. Consiste nel portare a casa i Coleotteri vivi, porli sopra ad un foglio di carta asciugante, e quando essi si decidono a camminare, buttargli sopra un pezzo di vetro, ac- ciocchè rimangano colle zampe stese, e quindi ucciderli in questa positura colla benzina. È un buon processo, facile e spicciativo ; ma è evidente che non è adatto per le lunghe escursioni, nè pei grossi insetti. Del resto presenta il so- lito inconveniente, che cioè certi Coleotteri, i Curculionidi, sopratutto, risuscitano: inoltre quelli che hanno zampe ed antenne corte e forma globosa (Olibrus, Alexia e Scymnus) riescono a ritirare zampe ed antenne. Con questo metodo si preparano bene i piccoli Carabi e Staphylinidi; quei Coleotteri insomma che sono sempre i più facili a preparare. Fin dal 1889 il sig. Dobiasch pubblicava, nel suo Entomologischer Alma- nach, un articolo in cui loda assai l’ anidride solforosa per uccider Coleotteri ; anzi in quel manualetto dà anche l'indirizzo di certo sig. Rau di Monaco, che teneva bottiglie per caccia fatte espressamente a tale scopo. Io però è da poco tempo che conosco quell’ articolo, indicatomi dai prof. Emery; d'altronde, ac- cade così di frequente di veder portato ai sette cieli, or questo or quel pro- cesso che poi alla stregua dei fatti non offre che qualche meschinissimo van- taggio, che io sono diventato molto scettico in fatto di novità di questo genere. Ricordo tra l’altro d’ aver spesa qualche diecina di lire per fare un liquido, la cui ricetta trovai su di un giornale scientifico, e che doveva sostituire, con qualche economia, l’ alcool, conservando meglio la forma ed il colore : e vi- ceversa non sono riuscito ad altro che a mandare a male una quantità di ani- mali; tutti quelli cacciati in un anno. Quest’ inverno però il sig. Strasser di Monaco faceva invito al mio buon scolaro Porta di Bologna, acciocchè usasse tal sistema dell’ anidride solforosa nelle sue caccie. Avendomene parlato il Porta, accolsi tale proposta con diffi- denza, e non gli feci buon viso: mi sembrava che l’ anidride solforosa, usata 43 e _—————r ————r—_— mu ovunque come decolorante, dovesse alterare i colori di certi insetti, sopratutto . il bleu ed il verde; come pure mi sembrava che tal mezzo non dovesse essere di facile uso pratico, perchè tal gas doveva, a mio credere, disperdersi troppo facilmente. Dichiaro francamente che se il sig. Strasser non avesse spinta la sua gentilezza fino a spedire in dono al Porta e bottiglie e miccia solforata, forse non mi sarei mai lasciato indurre a provare questo processo. Ora invece, avendolo provato, sono così convinto della sua pratica bontà, che non esito a dichiararlo il migliore fra i mezzi conosciuti per uccidere Coleotteri. Sebbene io sappia di non dire cosa alcuna di nuovo, pure credo vi sia il merito di de- scriverlo, onde i collettori tutti d’ ora in poi lo possano adottare. Si prende una bottiglia a collo largo (della dimensione che più piacerà a ciascuno), chiusa da un tappo di sughero, perforato al centro e quivi attra- versato da un tubo di vetro, chiuso a sua volta da un secondo tappo. In fondo alla bottiglia si pone un poca di segatura di legno (preferibilmente pioppo) ben vagliata e quindi esente da polvere e da pezzi troppo grossi di legno : s'in- fisge all’interno del tappo più grande, con uno spillo, un pezzo di quella miccia che si usa per solforare le botti, ed appiccatovi il fuoco, la si rinserra nella bottiglia che si lascia chiusa finchè il solfo si sia spento spontaneamente. La bottiglia è così pronta per la caccia, ed i Coleotteri vi si buttano dentro pel tubo superiore, man mano, che vengono presi (1). L’ anidride solforosa è un gas molto pesante, e non sfugge Lioppa facil- mente dalla stretta apertura del tubo infisso nel tappo della bottiglia : perciò una prima solforata basta generalmente per mezza giornata di caccia, più tardi si può praticarne una seconda se si vede che tardano a morire i Coleot- teri messi dentro. Ho provato a lasciare nella bottiglia tutti gli insetti presi in un giorno, previa una sola solforata: la sera ve ne erano molti ancor vivi, mentre in altra bottiglia ove avevo solforato due volte, erano tutti morti ; sol- forai una seconda volta e dopo circa un’ ora preparai i Coleotteri contenuti nella prima bottiglia; nessuno è risuscitato, sebbene vi fossero parecchi Cur- culionidi. I colori si conservano benissimo, i peli e le squamme non subiscono alterazione: non ho lunga esperienza per dare un mio giudizio sulla preser- vazione dalla putrefazione, ma certo l’ anidride solforosa dovrà uccidere i germi delle muffe e quindi per lo meno si dovrà avere un vantaggio sulla benzina. Ma quello che più fa risaltare l’ utilità di questo processo è la mancanza assoluta di rigidità muscolare, e quindi grande facilità di preparazione. Io pongo l’insetto su di un foglio di carta bianca, colle zampe volte in alto, lo tengo fermo con una penna d’ oca appuntita, e con un pennello, reso un poco ruvido, tosandolo colle forbici, riesco generalmente a stendere le zampe e le antenne; raramente ho bisogno di ricorrere ad un ago. Sono riuscito a pre- parare 231 insetti piccoli, presi tutti al vaglio, in 8 ore e 1{2, fra cui Apion, Scymnus, Olibrus, Corylophidi ed altri, nei quali era già molto se prima d’ ora (1) Chi desidera di queste bocce, può richiederle al magazzino di storia naturale dì S. Brogi = Siena. Prezzo L. 0,60. 44 riuscivo a mettere in evidenza una sola zampa, od una sola antenna. È tale la facilità di preparazione che un mio bambino è riuscito a preparare benis- simo ed in poco tempo Bryaxis e Bythynus, che pguoa d'ora non era mai riuscito a preparare : egli non ha che 11 anni, e non è certo modello di pazienza. :. Non ho rilevato che un solo inconveniente, ma non grave però: ed è che spesso accade che qualche goccia di solfo fuso cada dalla miccia nel fondo della bottiglia, quindi può essere che in una seconda solforata cada su qualche in- setto guastandolo. Ma è chiaro che si potrà facilmente ovviare a questo incon- veniente, sia usando miccie più povere di solfo, sia sottoponendo al solfo in com- bustione un piattello o reticella metallica che trattenga le gocciole di solfo che siano per cadere. Terminerò con un altra raccomandazione estranea a questo processo, ed è di usare, per incollare al cartone gli insetti, gomma addizionata ad un poco di zucchero o glicerina: in tal modo non vi è pericolo che nel seccarsi la gomma si screpoli e l’insetto si stacchi. È una notizia che ha tanto di barba; ma pure quanti dei miei corrispondenti non la conoscono ancora! Una tal gomma fermenta però facilmente, e divien preda della muffa: si metta nel va- setto un pezzetto di acido timico e l'inconveniente sarà tolto. — Anche in entomologia esiste la moda! È indubitato che i Coleotteri si stu- diano meglio se incollati su cartoncini triangolari, perchè le diverse parti ri- mangono più accessibili alle lenti, spesso forti e quindi di breve distanza fo- cale, che occorre usare: ma si corre il rischio di trovare collettori che rifiutano di far cambi se i piccoli Coleotteri non sono incollati su cartoncini rettango- lari. E siccome, il cambio è la vita dell’ entomologia, conviene rassegnarsi, ad usare cartoncini rettangolari. Essi esistono già preparati in commercio. Come ognun vede, io non ho avuto di mira altra cosa che quella di in- dicare, giù alla buona, ai collettori italiani, specialmente ai principianti, un sistema facile, buono e comodo. Questo mio articolo ha la sola importanza di impedire lo sciupio di tempo e d’ insetti che fanno i principianti, prima di riuscire a pre- parare e conservare insetti presentabili. Penso p. s. che se io avessi letto, quindici anni fa, un articolo, quale è quello che ho scritto io, non avrei ora in collezione tanti insetti difettosi; nè mi toccherebbe ora di perder tanto tempo per ripreparare tanti Coleotteri raccolti e preparati da me e da altri (Oh! tanti altri!) e che mi vergogno di presentare, tanto sono brutti e soprattutto mal preparati. Modena 24 Febbraio 1894. A. FIORI GLOSSARIO. ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI (continuazione) sen - Uscita in massa d’insetti gregari dal luogo dove sono nati o hanno vis- suto. Emimetabolico - Con transformazione incompleta = Semimetabolico. Emisferico o semiglohoso - Hemisplericus 0 semiglobosus - Hemisperique - halbkugelig - Uova di Harpya vinula. Emitteri - Memiptera - Hemipteres - Qualster, Halbfligler - Tav. VII. Fig. 1 Lygaeus militaris Ros a) Ala sup. o emielitra — c) Coria — d) Clavo — e) Membrana — f) Nerv. co: stale — gh) Nerv. subcostale doppia — A) Nerv. mediana — è) Nerv. radiale — j) Nerv. cubitale — %) Nerv. submediana — c) Cellula costale — m) Cellula sot- to-costale — sm) Cellula mediana — a) Cellula anale — s) Cellula stigmatica — r) Cellula radiale — cub) Cellula cubitale doppia — d) Cellula discoidale — ppp) Cellule posteriori — 0) Ala inferiore — 2) Nervatura costale — m) Nerv. sotto-co- stale —— n) Nerv. mediana — p) Nerv. Anale — g) Continuazione della nerv. sub- costale — r) Nerv. radiale — s) Nerv. cubitale — e) Cellula costale — sc) C. sub-costale — m) C. mediana — sm) C. submediana — a) C. anale — 7) C. ra. diale — cub) C. cubitale — d) Cellula discoidale formata da una nerv. ricorrente che proviene dalla sotto-costale. Fig. 2 Pentatoma a) Testa — b) Ocelli — e) Occhi — d) Antenne — e) Pronoto — /) Dorsulo — g) Mesotorace — A) Parte antiscutellare del mesonoto — î) Scutello — X) Plero- pega — 2) Articolazione delle ali — m) Parte postscutellare — n) Freno — 0) Metanoto — p-1) Segmenti addominali — w) Segmento anale — v) Rotula interar- ticolare del tarso. Emielitra 1 Costa — 2 Subcosta — 3 Radio — 4 Sutura del clavo — 8 Coria — 6 Clavo — 7 Angolo scutellare del clavo -- 8 Cuneo - Cuneus —9 Commessura del cuneo — 410 Sutura della membrana — 11-13 Membrana con le cellule — 14 Lembo della membrana — A. Margine anteriore — B. Marg. interno o suturale — C. Marg. apicale o esterno. Ala inferiore 15 Costa — 16 Subcosta — 17 Radio — 18 Cubito — 19 Costula trocleare — 20 Costola gemina — 21 Costola del tendine. Fig. 3 Cicadella - ala superiore 1 Radio principale o Costa — 2 Radio nodale o Subcosta — 3. R. internodale o Cubito anteriore —— 4 Radio mediano — 3 Clavo o cubito posteriore — 6 Margine scutellare del clavo o Cubito suturale — 6 Callo ascellare - embolyum superius - — 8 Callo cubitale - embolyum inferius — 9 Area ascellare sup. o Cellula basale — 10 Freno o Membranella ascellare - ponticulus — 11 Nodo o Carpo — 12 Pa- | rastigma o Pterostigma — 13 Settore apicale o Radio subcostale — 14 S. nodale o Radio discoidale I — 15 S. subnodale o R. discoidale II —-16 S. mediano — 17 S. breve — 18 Archetto - arculus — 49-20 Anastomosi anteriore — 21-23 Anastomosi posteriore -— 24 Cellula del settore apicale ant. o Areola apicale o mar- ginale 1 — 25 C. del settore apicale posteriore o Areola apicale Il — 26 Cellula 46 TOO ON n tl@1@1t@€——@—@—@——@€@—@—@€————@€@——@—È—@È@—@——=——É=Én cu rgq[u[1[t1'-666@ io<+[|.P(‘Tooe@t Ger AN e del settore nodale o Areola apicale III — 27 Cellula del settore subnodale o Areola apicale IV — 28 Intercellula o Areola apicale V — 29 Cellula del settore mediano o Areola apicale VI — 30 Cellula del settore breve o Areola apicale VII — 31 Cellula del radio mediano o Areola apicale VIII — 32 Lembo — A. Margine ante- riore — 8. M. interno — €. M. Apicale — D. Cellula o Area discoidale — £. C. areale parallela o Area 1 — F. C. areale parallela Il o Area Il — G. C. areale parallela II o Area III — #. GC. areale parallela IV o Area IV — /. C. areale pa- rallela V o Area V — XK. C. areale parallela VI o Area marginale — L. Uncinetto o fermaglio - Claustrum. Ala inferiore 1. Radio principale o costa — 2 Radio dicotomo — 3 Radio mediano — 4 Radio posteriore — 5 Radio breve — 6 Radio suturale — 7 Archetto - Arculus — 8 Troclea — 9 Processo del tendine — 10 Frenulo o Clavolo — 411 Uncinetto o fermaglio - Claustrum — 12 Settore del radio dicotomo Ì — 13 Settore del Radio mediano I e II — 14 Cellula del radio princ. o Areola apic. 1 — 15 (. del radio dicotomo I o Areola apic. Il — 16. C. del radio dicotomo Il o Areola apic. III — 17 C. del radio dicotomo III o Areola apic. IV — 18 C. del radio dicotomo IV o Areola apice. V — 19 C. del radio mediano o Areola apic. VI — 20 Area suturale o Tendine — 21 Lembo — 22 Area subcostale — 23 Area o cellula discoidale — 24 Area mediana. Parti del corpo a) Fronte — bd) Regione preorbitale — c) Occhi composti — 4) Antenne — e) Ocelli — {) Regione sopraorbitale — g) Regione retroorbitale o tempie — 4-n) Pro. noto, R) Margine o disco anter., #) Disco laterale, X) disco, /) margine posteriore, m) angulo anter., n) angolo post. — 0-s) Mesonoto, 0) disco, p) Pteropega - arti- colazione dell’ ala, qg) Freno, r) scutello, s) processo dello scutello — /-v Metanoto, t) parte anteriore coll’ articolazione dell’ ala (ala 9), w) parte posteriore — v-2) Dorso dell'addome e segmenti. (continua) COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi motizie, schia- rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. I cani nel servizio di polizia. Fra gli articoli, che periodicamente si pubblicano nell’ ot- tima « Idea liberale » di Milano, ha in modo speciale richiamato la mia attenzione uno scritto del sig. Alessandro Donati sulla applicazione dei cani nel servizio di P. S. (1). L’ autore, dopo aver con brevi cenni descritti i luoghi dove i noti grassatori Tiburzi, Ansuini e Fioravanti si nascondono e si trincerano, vivendo sicuri e non curanti delle indagini con cui la polizia cerca di scovarli, e dopo avere accennato alla impossibilità di vincere le condizioni del terreno, il più grave inconveniente che intralci l’ opera della giustizia, si propone questo dilemma: o dobbiamo contentarci sempre di un risultato negativo, o dobbiamo trovare un nuovo sistema di (1) Idea liberale del 25 febbraio 1894 anno II. n. 8. 47 ricerche. E così si pongono in campo i cani, come ausiliari principalissimi degli agenti della pub- blica forza nella ricerca dei più pericolosi malandrini. Il Donati, manifestata così l’idea, passa poi a difenderla dimostrando come i cani siano stati adoperati dai piantatori degli Stati Uniti, e come in passato abbiano ottimamente funzionato, ed oggi si tenti di usarli nuovamente in tempo di guerra e viene infine a proporre il modo con cui dovrebbero essere applicati rispetto allo studio da lui impreso a trattare, sicuro della possibile attuazione pratica del suo concetto, e fiducioso che mentre in Germania ed altre nazioni, adopera- rono i cani in tempo di guerra, possa prima essere l’Italia ad adoperarli per il conseguimento della pubblica pace, e della tutela sociale. L’ articolo buono per la forma, come tutti gli scritti del giovane antore, solleverà certo dubbi in alcuni, diffidenze in altri, ma non credo, come pensa lo stesso Donati, che possa offrire modo di far dello spirito ai nostri caricaturisti. L'idea in massima è certamente buona, e tale da richiamare l’ attenzione dei cultori di scienze sociali e politiche, e di quanti hanno a cuore la pubblica prosperità. Divergenze potranno nascere sul modo di attuare praticamente il concetto, e in rispetto a questo punto, mi sembra che la que- stione si imponga allo studio dei naturalisti, i quali portando la parola della scienza, e fornendo dati certi e positivi, porranno il problema, in un terreno più sicuro, daranno modo di studiare meglio nei suoi particolari la tesi che il Donati ha con tanta convinzione sostenuto, e sottoposto all’ esame degli studiosi. GB. Lo spirito d’ imitazione negli animali. In un recinto della pubblica villetta Dinegro in Genova, fra i varii animali che attiravano la curiosità dei visitatori osservai, tre anni or sono, un pappagallo-ara, forse il Psittacus erythacus, il quale aveva appreso a dire « Baciccia » pretta traduzione genovese del nome Giambattista. I visitatori forestieri poco vi badavano; ma i Ge- novesi, che ben conoscevano il significato del vocabolo, ridevano della gaia sorpresa preparata loro dal piccolo prigioniero, che solo in tal modo rivelava la sua presenza dall’ ultimo cantuccio d’ unagabbia. Il rumore delle risate però arrivava fino a lui, sì che presto arrivò a ripeterlo, sebbene flebilmente. Così nelle lunghe soste ch'io feci innanzi a quel recinto, dovetti qualche volta assistere alla comica scena del pappagallo che, dopo aver chiamato l’ eterno « Baciccia » univa le sue risate a quelle degli ascoltatori, contribuendo così a ridere di sè medesimo. GRILLO Nicorò Contributo alla intelligenza degli animali. — ConieLi — In generale le coniglie non danno segni particolari di affetto pei loro piccoli, mostrandosi completamente indifferenti, quando uno si accosti al nido dove questi stanno, e li tocchi o finga minacciarli. Tuttavia io ho potuto notare in una coniglia, che aveva di recente partorito cinque piccoli e li allattava, un grado ab- bastanza elevato di amor materno. Quella coniglia, quando qualcuno si accostava alla cassetta ove stavano 1 piccoli, tosto batteva il suolo colle zampe posteriori e dava visibilissimi segni di ira e di minaccia. Un altro fatto che può servire a dimostrare, come le coniglie abbiano un certo attac- camento pei loro nati, è il seguente. Una sera essendomi state portate cinque lepri neonate, io le misi in gabbia di legno assieme ad una coniglia, che aveva di recente partorito, sperando le al- lattasse. La coniglia pare si sia accorta del tiro, che le era stato giuocato; poichè trovò modo durante la notte di uscire dalla gabbia rosicchiandone il legno; ed alla mattina io mi meravigliai di vederla fuori della gabbia vicina ai suoi piccoli, che, vispi ed allegri, si vedeva avevano di recente poppato. Credo di poter attribuire ai conigli domestici un certo amore per la pulizia. Notai infatti che una coniglia, che tenevo chiusa in una stanza, aveva cura di deporre gli escrementi sempre nello stesso angolo. Ho potuto assicurarmi, che i conigli riconoscono colui che porta loro abitualmente il cibo non solo alla voce, ma anche al passo. Stando i miei conigli in un cortile, tutte le volte che l'incaricato di portar loro il cibo passava per il cortile, anche in ora insolita, essi si affrettavano a corrergli vicino ed a saltellargli attorno alle gambe come se volessero chiedergli qualcosa. ToPI BIANCHI, — Una notte una femmina, che io possedevo, si sgravò di dodici piccoli. Io le 48 avevo fornito della bambagia, con cui essa fece un nido dentro ad una cassetta. Avendo io tolto dal nido sei di quei piccoli topolini, la madre se ne accorse e ne fu molto afflitta. Essa incominciò a perquisire tutti gli angoli della gabbia in cui era chiusa, cercando i suoi piccoli, poi, perduta ogni speranza di ritrovarli, corse alla cassetta dove stava il nido, ne estrasse tutta la bambagia, e l’accumulò davanti all’ apertura della cassetta, come per farne un muro di difesa. In seguito si accovacciò dentro alla cassetta, e non ne usciva se non se per mangiare o per deporre gli escre- menti. Tutto ciò che poteva trovare nella gabbia, perfino la mollica di pane che le serviva da cibo, perfino il recipiente dell'acqua, essa lo accumulava davanti all’ apertura della cassetta. Quando poi essa si allontanava dal nido, copriva i suoi piccoli colla bambagi& e col pane che vi aveva accumulato davanti. Cani. — Una cagna di razza Setter mi ‘diede realmente da pensare per poterla tener chiusa in un recinto delimitato da un assito e da un piccolo cancello di legno. Incominciò col saltare l’assito; e, quando io ne ebbi aumentata l'altezza, essa saliva sul suo canile, e di là spiccava il salto, ottenendo così il suo intento. Aumentata di nuovo l’ altezza dell’ assito, essa trovò modo di rompere, rosicchiandone, le stecche di legno che costituivano il cancello, aprendosi così una nuova via di uscita. In seguito, avendo io reso più resistente il cancello, essa, visto che non poteva più passarvi nè sopra nè a traverso, pensò bene di passarvi sotto, e, scavato il terreno, tornò ad uscire dal recinto in cui io la voleva tener chiusa. Ho riferito questi fatti, perchè, dimostrando come gli di sappiano trovare degli espedienti adattati alle differenti circostanze, servono a provare una volta di più, se ce n’ era bisogno, la ve- rità degli asserti della moderna psicologia comparata: asserti che si possono riassumere, dicendo che fra l'intelligenza dell’uomo e l'intelligenza degli altri animali la differenza è puramente quantitativa, niente affatto qualitativa, Milano, 22 Febbraio 1894. Riv Altri casi di animali alpini che discendono al piano. Il caso esposto dall’ egregio prof. Bonomi (Boll. 15 Febbraio) intorno ad un camoscio, disceso in pianura dai suoi alpini pa- raggi, si verificò pure, due anni or sono, in Valle del Bitto (Sondrio). Dai luoghi di abituale sog- giorno dei camosci in quella Valle (m. 1600 circa) un individuo abbandonando il suo branco, quasi in linea retta, passando in mezzo, senza timore, a mandre di vacche ed a numerosi crocchi di pastori, si diresse verso il piano di Morbegno. A circa 100 metri dal piano (300 sopra il mare) traversò il fiume Bitto, e si fermò nei dirupi sotto Sacco, dove fu ucciso. Altro caso si verificò in un Tetrao tetrix adulto. Nel grosso villaggio di Regoledo (Cosio, Val- tellina) posto in pianura, un mattino il parroco locale videsi entrare in camera, rompendo i vetri della finestra, un grosso uccello. Era un T'etrao tetrix (fagiano di monte) che probabilmente dal lontano pineto del Tagliate posto all’ altezza di m. 1600 circa, in linea retta era calato nella casa parrocchiale. Fu tenuto vivo per alcuni giorni. Quali le cause ? A mio debol parere, non ravvisando in questi due casi alcuna ombra di persecuzione che avesse determinata questa sfrenata calata, si può facilmente supporre una momentanea pazzia anche negli animali liberi, un’ anormalità pas- seggiera nel cervello. FABANI CARLO La Sphinx nerii in Piemonte. Verso la metà dell’ Agosto dello scorso anno 1893, essendo nel circondario di Tortona, trovai sopra alcune piante di Nerium Oleander, abbastanza comuni nei giardini di quel territorio, parecchi bruchi muniti di zampe provviste di poderosi uncini. La loro testa era dura come pure il labbro superiore, le mandibole fortemente dentate atte a tagliare la dura e spessa foglia dell’Oleandro. Subito conobbi che appartenevano alla Sphinx nerii, una delle più belle sfingi italiane. Credutomi ben fortunato, giacchè questa sfinge non esiste assolutamente nell’ Italia Settentrionale, e quindi l’aver trovato quei bruchi lo si deve attribuire ad uova de- poste da farfalle smarrite, li raccolsi - erano in numero di 7 - e trattandoli colla massima cura, li allevai. Dal volume del loro corpo sembravano già avanzati nel loro sviluppo, e dopo una quin- dicina di giorni, senza punto aver tentato di fuggire, parve che quasi volentieri sì sottomettessero 49 cogli avanzi di foglie a formarsi il bozzolo, in quello stesso ristretto ambiente ove avevano vis- suto parte della loro vita. Li tenevo in una scatola, il cui fondo era coperto da un piccolo strato di terra, e somministravo giornalmente alcune foglie di oleandro che divoravano quasi per intiero. In brevissimo tempo passarono al secondo stato della loro metamorfosi, allo stato di crisalide. Due settimane stettero in questo stato, e poscia ebbi la gioia di veder schiudere le belle farfalle dai vivaci colori. Però cinque sole di queste potei ottenere intatte, giacchè delle altre due, una mor: ancora nel bozzolo, l’ altra, forse perchè in una scatola male adatta al suo sviluppo, schiuse colle ali raggrinzate in modo che non sì poterono più distendere. Queste farfalle, che conservo ancora, sono bellissime e della medesima grossezza di quelle che vengono raccolte nei dintorni di Napoli. Avendole fatte vedere ad un mio amico, l’ egregio giovane dott. Luigi Berri, mi disse di aver egli stesso, otto anni fa, raccolti molti dei suddetti bruchi sugli oleandri di quei giardini istessi, ov’ io non avevo potuto trovarne che 7. Avviene adunque che qualche volta la Sphinx nerii si faccia vedere anche nel Settentrione; — in Francia se ne ebbero parecchi esempi e nel 1839 se ne trovarono moltissimi bruchi nei giar- dini dei dintorni di Parigi; — ma questa introduzione è fortuita ed accade assai raramente. Alassio, Aprile 94. GIusEPPE ARTURO BoscHETTI Studi sulla locomozione negli animali acquatici. All’Academie des Sciences di Pa- rigi (seduta del 28 agosto 1893) il signor Marey presentò i risultati d’ uno studio crono-fotografico su diversi modi di locomozione negli animali. L'autore riferisce da prima in qual modo conviene disporre l’ esperienza, per poter prendere fotografie istantanee che forniscano la prova geometrica del modo col quale si muove l’animale in successive frazioni di tempo. La difficoltà maggiore a superarsi si è d’ ottenere nell’ animale una locomozione regolare. L'autore arrivò aa importanti conclusioni : 1. Le anguille e gli ofidi hanno lo stesso modo di locomozione sia nella terra che nell’acqua. Si muovono ad ondulazioni, così che apparisce come un’onda ad inflessioni laterali che corra con- tinuamente dalla testa alla coda dell’ animale. Questo movimento ondulatorio è più accentuato nel suolo che nell’ acqua ed anche è tanto più accentuato quanto più liscia è la superficie nella quale si muove l’ animale. 2. Nei pesci a natatoie e nei rettili muniti d’ arti, persiste un accenno più o meno rimarche- vole del movimento ondulatorio. Questo modo ondulatorio rudimentale, per così dire, è ancora assai notevole nei pescicani e nei Geki (rettile) mentre che invece è minimo nei salmonidi e nelle lu- certole verdi o grigie. 3. I girini di fosso nuotano da principio per l’ ondulazione della natatoia caudale. Quando av- viene la metamorfosi e compariscono le zampe allora vi ha tipo misto, cioè: traslazione per l’on- dulazione della coda e moto delle zampe. Negli adulti solo i membri posteriori servono alla loco- mozione. 4. Nei rettili, come lucertole, geko ecc. l'andatura normale è il trotto. D. L. M. INSEGNAMENTI PRATICI ————t_———- Il Carcioffo Chinese. È un nuovo ortaggio gradito, rusticissimo e di facile coltura. I tu- beri o zigomi possono essere lasciati nel terreno e levati di mano in mano che abbisognano du- rante l'inverno, avendo cura soltanto di coprire un poco il terreno per impedire il gelo. La pianta raggiunge un’ altezza da 25 a 40 centimetri, e forma un grazioso cespuglio. Dall’ asse prin- cipale scaturiscono diverse radici fibrose sulle quali si formano i tuberi in numero straordinario. I tuberi variano da 2 1]2 a 5 centimetri in lunghezza, hanno circa 1 1{2 centimetro di diametro dal lato esterno e finiscono a punta dalla parte attaccata alla radice. Sono formati apparentemente a spirale, di un colore bianco-perlaceo e mangiati crudi hanno un sapore analogo ad un buon ra- 90 rr _—_rrElttfrIttte»—_—ee:;.e.e-r—T—T—+——!‘!‘°-r|— vanello. Bolliti o arrostiti, e conditi con burro caldo, hanno un sapore delizioso e formano per molti un cibo prediletto. Nel piantare questo nuovo ortaggio bisogna aver cura che il terreno sia molto ben polveriz- zato affinchè le radici possano facilmente estendersi ed i tuberi gonfiarsi senza difficoltà. Si piantano in filari distaccati fra loro 45 a 60 centimetri, ponendo i tuberi 25 a 30 centi- metri distaccati fra loro. Piantati in tal modo in un’ aiuola di metri 1 1j2 per 10 darà una rac- colta sufficiente per il consumo di una numerosa famiglia. I tuberi esposti all’ aria per qualche tempo perdono del loro simpatico colore: è meglio quindi ricoprirli di terra fino a che si ado- perano. A. C. SAVINI Piantamento delle talee. (Dal Progresso agricolo toscano). Nel piantamento delle viti, se vuoi ceppi sani e robusti che non abbiano col tempo radici principali troppo in basso, sofferenti per umidità, e al tempo stesso radici troppo superficiali, sofferenti nei forti calori estivi, non piantare maglioli in profondo e neppure devi usare il cattivo sistema di piegare per una parte il magliuolo ad una certa profondità. Anzichè il magliuolo portante un pezzetto del legno vecchio, che col tempo infradiciando può farti infradiciare anche la parte in vegetazione o attiva, prefe- risci la semplice talea tagliata, nella parte inferiore che interri, sulla inserzione col legno vecchio o semplicemente subito al disotto di un occhio qualsiasi. Interra la talea in posizione verticale soltanto un 30 centimetri e non più, acciocchè le radici che si sviluperanno possano imitare, nella loro distribuzione nel terreno, quelle che nascono da seme, cioè in modo da ben distribuirsi in basso, senza però distendersi in fondo allo scasso, ove soffrirebbero per umidità e morirebbero, e senza svilupparsi troppo superficialmente. Un semplice cavicchio di legno è lo strumento più adattato per il piantamento delle talee di vite. — Fatto il foro, colloca la talea in modo che una delle due gemme che lascerai al di fuori ti rimanga alla superficie del terreno, magari un poco interrata in terre leggere, un poco al di sopra in terre compatte. Riempi il foro con una miscela di sabbia e terriccio, introduci il cavicchio nel terreno attorno al foro fatto, onde rompere le pareti del foro stesso e addossare la terra e la miscela di terriccio-sabbia alla talea, ricopri la prima gemma, al di fuori del terreno, con una manciata di sabbia e saranno ben poche le perdite che avrai. Prima di fare il piantamento delle talee ricordati bene di coprire con un lavoro di vanga una buona quantità di letame. Contro gli uccelli che danneggiano i bottoni a frutto negli alberi fruttiferi. Leggesi nel Corriere del villagio n. 9: Il Coltivatore indica quanto fanno i frutticultori di Mon- treuil: essi coprono i rami di una poltiglia preparata nel.modo seguente: stemperare 2 chili di calce spenta in 4 litri d’acqua e mescolare la poltiglia con 1 chil. di solfato di rame sciolto a caldo in 42 litri d’acqua: mescolare il tutto ed aggiungere 500 gr. di fuliggine e un po’ d’ argilla per dar consistenza. Sarà per l'istinto degli uccelli che li allontana da un veleno, sarà per altra causa, il fatto è che sopra gli alberi così trattati pare che gli uccelli assolutamente non vadano. Questa poltiglia ha anche il vantaggio di distruggere gli insetti annidati sotto la corteccia. TECHNIQUE MICROSCOPIQUE. M. Winkler a décrit dans le « Fortschritte der Medicin, Bd., XI, 1893, n. 22 » un procédé pour faire des coupes au moyen de microtome dans des cul- tures de Bactéries vivantes, sans que celles-ci soient fixées au préalable. On fait un trou cylin- drique dans une pomme de terre, l’ouverture est remplie après stérilisation par de l’agar ou de la gélatine. On peut alors couper cette pomme de terre et le cylindre de paraffine ou de gélatine. Les coupes sont lavées à l’alcool, qui les blanchit et elles peuvent ètre conservées assez longtemps dans de l’alcool è 70 p. 100. Pour la coloration l’ auteur emploie la solution de fuchsine phéniquée qui a été indiquée par M. Pfeiffer. L’auteur espère par cette méthode arriver a connaître la répartition des Bactéries dans le substratum, la reproduction, la symbiose et toute une série d’autres particu- larités de la biologie de ces organismes. M. Lemaire, vient de décrire dans le n. du 1.°" décembre du Journal de botanique, un pro- cédé nouveau pour faire des préparations microscopiques d’Algues. Il emploie è cet effet de l’acé- ol tate d'Uranium en solution saturée; il prend pour cela. 20 grammes du sel et 400 c. c. d’eau distillée, le liquide produit est d'un beau jaune. Les Algues qui séjournent quelques temps dans cette solution sont fixées. et gardent en général leur couleur. On obvie à la décoloration en dimi- nuant la durée du séjour dans le liquide; suivant les espèces on les plonge de 6 à 12 heures dans le réactif. Pour prolonger la durée de coloration du contenu et des membranes, l’auteur ajoute de l’alun de Chròme en petit quantité, 3 à 4 grammes par litre. Après fixation, matériaux sont lavés è l’eau distillée, puis passés au liquide conservateur en employant d’abord des liquides dilués. L’auteur emploie surtout les milieux solidifiables, il se sert de l’ichtycolle glycérinée indiquée par Behrens dans ses « Leitfaden der botanischen Mikroskopie » et dont voici la formule : Colle de poisson 25 grammes. — Eau camphrée 100 grammes. — Glycérine 100 grammes. On chauffe l’eau, puis on ajoute la colle et au mélange chaud on ajoute les 100 c. c. de glycé- rine. On continue à chauffer jusqu'è production d’écume, et l’on filtre sur coton de verre humide, La masse se prend par le refroidissement. Les Algues àè préparer ne peuvent étre transportées directement dans cette masse rendue li- quide par fusion. On les transporte d' abord dans de la glycérine qui s’épaissit è l’air, puis on ajoute une goutte de la masse rendue liquide, on dépose un couvre-objet sur le tout et on laisse refroidir. En résumé done : fixation des Algues par une solution saturée d’acétate d’Urane additionnée de 0. 3 p. 100 d'alun de Chròme (6 à 12 heures) lavages à l'eau distillée ; transport dans deux ou trois de solution acqueuse de glycérine è 10 p. 100; concentration de ce liquide; montage dans la colle de poisson glycérinée. E. D. W. NOTIZIARIO Posti di studio. È aperto il concorso a quattro assegni di L. 3000 ciascuno per studi di perfezionamento negli istituti scientifici stranieri. Per maggiori schiarimenti rivolgersi al Ministero della istruzione pubblica (Divisione per la istruzione superiore) al quale devono pure essere rivolte le istanze non più tardi del 30 aprile corr. È aperto pure altro concorso simile ma riservato per alcune provincie solamente. Esposizione mondiale a Pietroburgo. Si è costituito un comitato per organizzare detta esposizione per il 1903 nel quale anno si celebrerà il secondo centenario della fondazione di quella città.- Il Comitato geologico istituito presso il Ministero di agricoltura, sarà da ora in avanti composto di 8 membri. Ne fanno parte di diritto gli ispettori del corpo delle miniere, il direttore dell’ Istituto cartografico militare ed il presidente della Società geologica Italiana. La esposizione di cani, bovini ed animali da cortile promossa dalla Società zoo- tecnica di ‘Torino avrà luogo in questa città nei giorni 28, 29 e 30 corrente e dal 3 al 6 maggio sarà effettuato il concorso ippico. Un congresso internazionale orticolo, ch' è il decimo promosso dalla Società d’ orti- coltura di Francia si terràin maggio prossimo a Parigi, contemporaneamente ad una esposizione di fiori, frutta e ortaggi. Si tratteranno temi esclusivamente scientifici o tecnici riguardanti la clorofilla delle piante, la capillarità dei terreni, la nitrificazione delle sostanze azotate, la forzatura delle piante e frutta, le colture di primizie, i sistemi di riscaldamento delle serre, ad acqua calda, ecc. Concorso aperto dalla Società di fisica e storia naturale di Ginevra, al premio A. P. de Candolle, di L. 500. Tema: « Una monografia inedita di un genere o di una famiglia di piante. » Tempo utile: 18 gennaio 1895. Congresso geologico internazionale. Avrà luogo a Zurigo dal 29 agosto al 2 settembre; 52 re _ —r—rrrrr —————————_1______=ÉÉ__—_—_—_—_——_—z- sarà diviso in 3 sezioni: geologia generale, stratigrafia e paleontologia, mineralogia e petrografia; la quota è fissata in franchi 29, da spedirsi al sig. C. EscHER-HEss, Bahnofstrasse, ZuRIcH. Sono già organizzate diverse escursioni e viaggi circolari tanto nel Giura che nelle Alpi; domandare programmi, itinerarî, ecc., al prof. E. Renevier, Presidente del Comitato ordinatore, Haute-Combe, LOSANNA. Per la iscrizione, nello Stud-Book italiano, dei puledri nati nel 1894 e di quelli nati negli anni precedenti, che ancora non fossero stati denunciati, il Ministero di agricoltura (Ufficio dello Stud-Booh) si raccomanda vivamente ai signori proprietari ed allevatori d'inviare i certificati di nascita o le dichiarazioni veterinarie autenticate. Per le cavalle coperte, dalle quali non siasi avuto alcun prodotto, si desidera sapere se rima- sero vuote od abortirono. Sono aperti due concorsi a posti di veterinario; uno a Morrovalle (Macerata) stipendio L. 1200; l’altro a Malanno (Brescia) stipendio L. 1100. Tempo utile fino al 30 corrente. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Pollacci prof. comm. Egidio — Strobel prof. cav. Pellegrino -- Caruel prof. cav. Teodoro sono stati nominati ufficiali dell’ ordine dei ss. Maurizio e Lazzaro. Spamponi dott. Giuseppe nom. aiuto di Anatomia nella scuola veterinaria di Pisa. Mariani prof. Ernesto nom. direttore del Museo civico di Geologia di Milano. Ristori dott. Giuseppe nom. aiuto al gabinetto di Geologia e Paleontologia nell’ Istituto di Firenze. Tesla prof. Nicola ha ricevuta la medaglia d’oro dal Franklin istitute per lo sue ricerche sui fenomeni delle correnti elettriche. Desilvestri prof. cav. Antonio nom. prof. di zootecnica nella Scuola veter. di Torino. Lanzillotti B. prof. Nicola nom. membro corrispondente della sezione veterinaria dell’Ac- cademia medica del Beigio. Marras Italo, farmacista, nom. assistente alla mineralogia nella Univ. di Sassari. De Stefani dott. Carlo promosso prof. ordinario di geologia e geografia fisica nell'Istituto di Studi superiori in Firenze. D’Accardi dott. Giovanni nom. aiuto alla mineralogia nella Univ. di Pisa.. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, domande e risposte diverse -- Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all’ anno, servira a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 52 Enrico Vestri di Livorno, (Toscana), compra qualunque sorta di francobolli antichi. Ai rivenditori o collezionisti spedisce fogli assortiti in esame col 30 0]0 di sconto. 53 Aminta Malpeli, via Giacomo Tommasini 36 Parma, fa ricerca di due Ottarde maschio e femmina, o di uova atte all’ incubazione. 54 Il sig. Hugo Roffesberg di Podhragy, Post Prasiez, Ungheria, spedisce gratis e franco il suo catalogo di coleotteri, con i prezzi molto ribassati. 59 Sono in vendita le seguenti collezioni del sig. Fritz Ruhl, già presidente della so- 63 cietà entomologica di Zurigo Hottingen: I. Collezione di Lepidotteri appartenenti alla fauna pale- artica - II. Collezione di lepidotteri esotici - III. Collezione di Coleotteri di tutti i paesi del mondo Il tutto in buonissimo stato e scientificamente determinato. Per informazioni si prega indirizzarsi a M. Ruhl in Zurich - Hottingen. 56 Richiesta di legno di noce. Continue richieste di grosse partite di legno di noce si presentano all’ agenzia commerciale italiana di Bruxelles alla quale i produttori nostri possono trasmettere le loro offerte. Per notizie sul modo d’ invio ecc. , rivolgersi alle segreterie delle camere di commercio. 57 Ceresole Giulio, Calle Scaletta St. Marina 6039 Venezia che si occupa di ogni ramo di storia naturale e tiene collezioni, offre Bombinator igneus in alcool contro coleotteri. 58 La Librairie J. B. Bailliére et fils, 19 rue hautefeuille è Paris, vient de publier un nouveau catalogue de botanique, spécialement concerné à la Botanique ancienne (ouvrages antérieurs au XIX® siecle) et è l’Ristoire de la botanique, qui contient l’annonce détaillée de plus de mille vo- lumes et brochures. Cette brochure sera andressée gratis et franco è tous les lecteurs de ce jour- nal qui en feront la demand a MM. J. B. Baillière et fils. 59 Il prof. G. A. Mamini di Urbino vorrebbe acquistare una Draga per molluschi sistema Ball, nuova od usata, ma in buono stato. 60 Tutti i nostri abbonati che invieranno una Cartolina Vaglia di Cent. 60 alla Casa Tipografica Libr. Editr. Ditta Giacomo Agnelli, via S. Margherita 2, Milano riceveranno subito franco, un volume di amena lettura del prezzo di L. 2 61 Il sig. Giacomo Velardita Caldacera, di Piazza Armerina, offre per cambi dei Carabi Faminii. 62 Il sig. S. Brogi, naturalista a Siena, desidera avere in cambio o contro pagamento: Vipera berus o Vipera rossa, Salamadra maculosa e qualche grossa specie di molluschi terrestri e di acqua dolce, viventi. 63 Il sig. P. Batacchi, via Ricasoli 9, Firenze, ricerca abili e seri incettatori di fogliami freschi di Alloro, Lauro, Magnolia ecc. ecc. 64 E. H. Krelage et Fils etablissement horticole in Haarlem (Hollande) distribuisce gratis il suo catalogo generale per il 1894 ed il catalogo speciale G/adiolus gandavensis nuo- vità 1888-94. i 65 M. von Tschusi zu Schmidhoffen è Hallien (Austria) desidera cambiare pelli di uccelli del suo paese con quelle di Francia, Italia, Inghilterra e Spagna. 66 Dr. C. Houbert 55, rue Chanzy, Dieppe (Francia) offre sa Petite Faune analytique des Coléoptères francais, in-12, 78 p., en éch. de Coléopteres determinés, prince. Carabiques Dyti- sicides et Palpicornes (Env. oblata, au moins 25 esp. pour chaque exemplaire). 67 M. Georges Mantin, 54, quai de Billy, Paris, des recev. par échange des Orchidées tous les régions du globe en exemplaires secs ou vivants, et des ouvrages, gravures ete., concer- nant les Orchidées. Il répondra à tous les offres. 68 Il dott. Francesco Coppi di Maranello Modenese, offre grandi e piccole collezioni di fossili, animali e vegetali, di tutte le epoche geologiche, ma principalmente terziari ; roccie e conchiglie attuali a tutti i prezzi. 69 Bathyscia Doderii (Fairm.) Si cedono alcuni esemplari di questo nuovo e raro coleottero rinvenuto solamente in una grotta della Liguria, a L. 1 per esemplare. Al medesimo prezzo di L. 1, sì cedono pure Bathyscia Murialdi. 70 La rarissima conchiglia terrestre Helix stenomphala sì offre in cambio di belli esemplari di minerali cristallizzati. 71 Sono in vendita due copie dell’opera: C. Massalongo. Le Galle nella Flora Italica. Pag. 301 con XL tavole. Prezzo L. 20 ciascuna copia. (Continua) 5. BROGI direttore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri 54 ee o AR (O regolatore di calore ; le più sem- ovalrici al | CIO | plici e le meno costose, adottate dai coltivatori ed allevatori della regione di Houdan, centro di allevamento il più importante. 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Carlo e molto bene l’inerzia del ventrico d infine lo trova corregg stentate e un buon ricostituente nelle anemie; E) digestioni nissimi risultati. — Eg nelle conva vose il do PIANTE E ALBERI Ogni specie e varietà pregiate di fruttiferi, viti, piante per imboschimenti, siepi, pubblici | passeggi, viali, ecc. ci 9, ottima per ottima per il contenuto in a ente tt limoni n — iarare che l io Ger { Collezione A composta dì 12 piante come segne: 2 Mbicocchi )- ( AftoroRto.varie (2 Peschi 2 Peri ca ii mse cache (2 Susibi 2 Meli sese) Coogni Lire 19. Collezione I composta di 15 piante di VITI. N.15 VITI uva da mensa assortite in 5 buone varietà ‘scelte fra le migliori e più raccomandabili sia per bontà e precocità di frutto che per abbon- | danza di prodotto. Ì Commissar UNGARO Variati ’ È un’acqua veramente raccomandabile per W la e per l ’uso comune. Dott. Otto N Prof. di Chimica Tecnologica al Politecnico di Berlino Variati Visto il R. ore assai gradevole Il sottoscritto è lieto di dich lonico. NOCERA (Umbra) è una ottima acqua, sap car Franche di tutte le spese di trasporto ed imbal- laggio e rese in qualsiasi Comune d'Italia L. 5.50. BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE AnNo XIV ; o i >» SUPPLEMENTO MENSILE NIDI so arr RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) I. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all’anno 15 Maggio: SOMMARIO COMUNICAZIONI. Nobili G. La Fragaria indica Andr. e l’ Erigeron subulatum Michx,in Pie- . monte. — D. L. M. Ricerche sulla migrazione dei pesci. — Piazza C. Considerazione sugli er- bari. — Grillo N. L'audizione colorata. — Bastogi G. Telphusa fluviatilis. — Fabani C. Facilità negli uccelli di imitare altri suoni. — G. M. Ragno coraggioso. — Costituzione chimica della membrana nei funghi. Da pag. 57. a pag. Gl. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Da Rovereto. A. B. — Da Bologna. Simoni. — Delfini nella laguna Veneta. Ceresole. — Interessanti catture di uccelli. Brogi. Pag. 61. Notiziario Pag. 62. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi Pag. 63. — Ri- chieste, offerte e domande di cambi Pag. 63 — Annunzio bibliografico. COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi notizie, schia- rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. ZIA AIRIS __o__ La Fragaria indica Andr. e l’ Erigeron subulatum Michx in Piemonte. Erboriz- zando nel Maggio 1892 al Lago Maggiore, mi accadde di trovare la Fragaria indica Andr. e V Eri- geron subulatum Micha. piante non originarie della nostra flora, ma di cui la prima è notata nel Compendio della Flora Italiana di Cesati, Gibelli e Passerini, come inselvatichita in Italia. La Fragaria indica Andr. è originaria dell'India. I suoi frutti sono insipidi, subglobosi, rossi, i fiori gialli, il calicetto ha foglioline espanse. Nell’ aspetto generale, eccettochè per le foglie ri- corda la Potentilla reptans. La sua comparsa nella nostra flora mi è difficile spiegarla. Forse pro- viene da culture; ma nè i suoi frutti non eduli, nè l'eleganza poco spiccata della pianta, parmi pos- sano essere oggetto di coltivazione. La vidi però coltivata ad Omegna sul Lago d'Orta, come dordure di grandi vasi in cui trovasi l’ Evonymus japonica, ove i suoi lunghi stoloni fogliati e decombenti, servivano a ricoprire le pareti esterne del vaso. Questa specie è comunissima in tutta la regione del Lago Maggiore. La trovai a Stresa! Pal- lanza! Ghiffa (Rossi!) La trovai pure presso il Lago d’ Orta a Crusinallo! Nei dintorni di Torino è comunissima, ed è impossibile erborizzare i boschi un poco aprici senza trovarla. [Ivrea? (Giglio-Toss)]. L' Erigeron subulatum Micha è diffuso nelle parti più calde del Lago Maggiore. Ricorda pei fiori le Bellis. Fu introdotta come dordure nei giardini, e poi si è abbondantemente inselvatichita lungo.i muri aprici. Fu trovata alle Isole Borromee (Chiovenda! 1891), a Ghiffa lungo la strada pro- vinciale! È originaria dell’ America settentrionale. Prospera benissimo in queste località, e credo che già fin d'ora si possa considerarla come specie nostra. Non l’ ho finora ritrovata in altri luoghi del Piemonte, e non credo che si possa ritrovare al- trove, perchè abbisogna di clima caldo, quale appunto può fornirlo il Lago Maggiore in Piemonte. Torino 24 Aprile 1894. GiusePPE NOBILI Ricerche sulla migrazione dei pesci. La migrazione dei pesci è argomento di tale im- portanza così per la pesca che per la piscicultura, che ogni noiizia che ad essa si riferisca, è degua di nota, Dai giornali inglesi si ha notizia — e fu riportata anche in qualche giornale politico italiano — che la Commissione della pesca in Scozia ha iniziato sino dall’ anno 1892 un esperimento su vasta scala per studiare la migrazione dei pesci. Istituì per ciò un servizio di pesca speciale per avere vivi i pesci. A ciascun pesce preso, viene attaccato un anello recante un numero d' ordine progres- sivo e poi si rigetta il pesce in mare. Una circolare inviata su tutte Je coste invita i pescatori 60 anticamente dai musici Canone; di modo che i secondi possono facilmente entrare in accompagna- mento ed essere concertati dopo differenti battute ed anche quarti d' aspetto. Nè credasi che simili concerti sieno contrarii alla natura degli uccelli. Nello stato libero, molte fra le loro specie, hanno l’ abitudine di congregarsi e lì mettersi ad emettere le loro voci, come concerti. L'armonia, almeno come noi l’intendiamo, non è forse la prima delle qualità che vien riflessa da tal cinguettio, ma chi potrà segnare le regole di loro musica? chi indicarci le qualità del loro gusto e della loro estetica? Vorrei che alcuno dei lettori si trovasse qualche volta sul far della sera vicino alle piantagioni di salici di platani o di pioppi. — Una voce incomincia la musica, altre la seguono e quindi tutte assieme si confondono, quale in tono di basso e quale di alto; 1° una coll’ accento di richiamo, le altre coll’ accento d'ira o d’ amore ecc. Ma la primiera voce si alza di nuovo tutte sovrastando le altre con qualche acuto accento, ed allora come al moto della bacchetta del maestro che da il segno convenzionale della fine d'un pezzo di musica, tutte quelle voci zittiscono di botto, cessa lo strano stormire per ricominciare poco appresso dietro l’in- vito della nota musicale. Forse, in loro stile, dal valthzer si passa alla polka e da questa alla marcia 01 al galoppe ! Ripeto, non ce’ è da farne meraviglie se il nostro orecchio non trova in quell’ accozzamento di voci neppur un raggio dell'arte del sentimento... Stanley, il dottor Peters, Livingstone ed altri viaggiatori dell’ Africa tenebrosa, non avranno trovato maggior armonia e dolcezza nei concerti di quegli indigeni selvaggi, di quelle {ribù di nani. E forse qualche passero sul tetto di una casa facendosi attento uditore di un concerto di musica cittadina fatto su qualche piazza, o di un concerto corale fatto nel teatro nelle cui mura ha posto il nido, crollerà il capo e via sen fuggirà biasimandone la discordanza e stimando il tutto un vero frastuono da pazzi. Nulla vi è d’ assoluto nel creato e per conseguenza anche il sentimento e lo stile musicale hanno una buona dose di relatività fra gli esseri. Anche gli storni (sturnus vulgaris) nei macchioni posti in mezzo agli stagni, o sul margine dei boschi, sulla sera appena là si son posati, e la mattina avanti di volarsene, tengono i loro con- certi, tutti flschiando nel medesimo tempo ed in vario tono. Il dott. Brehm dice che così pure fanno i pappagalli ed in ispecial modo la specie del parrocchetto del collare. Il Bates, che tanto illustrò, per le sue ricerche, le regioni intertropicali d' America, racconta come spesso in quelle folte foreste i Tucani si riuniscano e formino coro, e che uno di questi posando più in alto diriga l’ assordante musica. Sul finire dell’ estate si riuniscono, pure per lo stesso fine, in gran turbe presso qualche ru- scello i cardellini, i verdoni, i verzellini, i lucarini cogli zigoli e colle passere mattugie. Sono a tutti noti gli striduli cori delle oche e delle anitre. Nelle alte regioni dell’aria sul levare e sul cader del sole, gruppi di centinaia di rondoni al- pini, emettono tutti nel medesimo tempo striduli accenti ; i rondoni comuni sul mezzodì rapidi vo- lando, a più decine uniti, attorno alle torri ed ai campanili emettono acute grida e le rondini poggiate sull’ arido ramo di qualche noce, mischiano, intrecciano, amalgano le flebili loro note. (continua) FABANI CARLO Ragno coraggioso. Nella scorsa estate, mentre cercavo insetti, osservai fra l’erbe d'un prato un’ape (Apis mellifica) che rotava intorno a se stessa stando sospesa ad un filo della tela di un ragno, Quando l’ape cessò di rotare, scorsi, con mia sorpresa, un piccolo ragno sopra l’ addome dell’ape. Il ragno aveva aggredito l’ape, molto più grande ed armata ‘meglio di lui, in un punto in cui invano essa avrebbe cercato di dardeggiarlo col suo velenifero aculeo. Con mio dispiacere non mi fu possibile osservare come finì questa curiosa scena, ma è certo che l'ape dovè soccombere. i Genova, 1894. G. M. Costituzione chimica della membrana nei funghi. L'analisi microchimica dimostra nei funghi l’esistenza di una membrana di costituzione chimica molto complessa che contrasta colla semplicità della loro struttura; così i termini di fungina (Braconnot), di metacellulosa 61 (Fremy), di Pilscellulose (de Bary) che implicano l’ esistenza di una sola sostanza nella membrana, sono inaccettabili. Inoltre la cellulosa, la cui esistenza è così costante negli altri vegeta)i, manca sovente nei funghi, e quando esiste essa ha in generale dei caratteri differenti dalle proprietà abituali; inso- lubilità nel reattivo di Schweizer, inerzia nei reattivi jodati. È la callosia che rappresenta la sostanza fondamentale sopratutto negli Ascomiceti e quasi tutti i licheni del mojcelîiam e siccome le sue reazioni coloranti sono speciali, essa permetie di distinguere le menome traccie di vegetazioni parassite, quando in assenza di fruttificazioni, restano dei dubbi sulla natura parassitaria di certe affezioni. (liv. scient. ind ) NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE — _—__—G=£43272%95-— Da Rovereto (Trentino). Il 18 corrente alle 2 pom. proveniente dal mezzodì, arrivò nelle acque stagnanti, località detta alle Nogarolle presso Mezzolombardo, uno splendido cigno selvatico (Cygnus musicus). Tre cacciatori gli spararono contro 6 fucilate, ma invano, che il Cigno si alzò ed andò a posarsi sulle ghiaia del Noce in luogo detto il Parco; ma inseguito da uno de’ cacciatori venne ferito di fianco, non tanto però che non potesse gettarsi nel torrente Noce, ove rimase fin verso le 5 pomeridiane. Lo vide cola un contadino il quale a colpi di bastone riuscì a finirlo. L'esemplare è di proprietà del signor Federigo Devigili negoziante di Mezzolombardo nella cui famiglia sarà conservato. È specie propria dei paesi settentrionali (Lapponia e Russia) ma vi- sita quasi ogni anno il sud d'Europa e specialmente la Valle del Pò da cui credo provenga anche questo esemplare. i i Rovereto, 27 Aprile 1894. PARE Da Bologna. Il 2 aprile c. a. fu ucciso nelle valli presso Molinella (provincia di Bologna) un bellissimo Circus pallidus, o Circus Swansonir, o Albanella pallida, uccello per noi assat raro; l'esemplare, che ora ho nella mia collezione ornitologica (piccola invero), è bellissimo; mi- sura dal becco alla estremità della coda 42 centim. e da una punta all'altra delle ali aperte 36 centim. Nessun cacciatore ricorda di avere vista questa specie nelle nostre paludi. Dott L. Simoni Delfini nella laguna Veneta. Negli ultimi giorni del mese di Aprile, furono visti, anche da molti popolani, alcuni delfini nel Bacino di S. Marco, e nel Canale della Giudecca. Pare che sieno entrati per il porto del Lido, e che, dopo essersi ben pasciuti di pesce della laguna, se ne sieno partiti per lo stesso porto. Erano assai anni che non si vedevano di tali cetacei nella nostra laguna. GIULIO CERESOLE Interessanti catture di uccelli. Evdromias marinella Brehm. o Piviere tortolino: ne ho ricevuto uno preso nel Leccese il 4 Aprile, ed inviatomi dal Sig. Raffaello Tarantini, dal quale ho avuto pure una Monticola saratilis Boie, o Codirissone g' bellissimo in abito di amore, ed una Coracias garrula Lin. o Ghiandaia marina, pure uccisi nel Leccese nel mese di Aprile. Nella se- conda metà di Aprile ho ricevuti molti P/egadis falcinellus Kaup. o Galline giudee e molte Nycti- corax griseus Brehm, da diverse località della Toscana. Il 4 aprile ebbi una bella beccaccia di mare Hoemanthopus ostralegus Lin., ed una bella Egretta garzetta Bp. stati uccisi nel lago di Chiusi. Un bell’ esemplare albino della Merula nigra, Merlo, mi fu donato dal Sig. Luca Quadri di San Casciano dei Bagni ed era stato preso in quei dintorni. Siena, Aprile 1894. S. BROGI 62 NOTIZIARIO Cra tea Ripopolamento delle acque e legge sulla pesca. La quasi nessuna osservanza delle leggi che regolano la pesca in Italia, ha recato un immenso danno all’ Italia stessa, rendendo spo- polate le sue acque. Il governo si dà premura per procurarne il ripopolamento ed anche recente- mente sono stati immessi per cura del Ministero di agricoltura, 70 mila avanotti di trote nel lago di Idro, 100 mila in quello d’ Iseo e 25 mila nel fiume Simbrivio; 500 mila avanotti di coregoni nel lago di Como ed 80 mila in quello di Bolsena, nonchè una grande quantità di anguille nel lago maggiore; ma tutto ciò rimane quasi inutile se la legge sulla pesca non viene nè osservata, nè fatta rispettare. Per norma adunque di coloro che non vogliono incorrere nelle forti pene stabilite dal codice per i contravventori e come svegliarino a chi spetta di fare osservare la legge, rammentiamo i seguenti articoli: Estratto dalla Legge sullu pesca 4 Marzo 1877, n. 3706. Art. 5. È proibita la pesca con la dinamite e con altre materie esplodenti ed è vietato di get- tare od infondere nelle acque materie atte ad intorpidire, stordire od uccidere i pesci e gli altri animali acquatici. È pure vietata la raccolta degli animali così storditi od uccisi. Per le materie atte ad intorpidire, stordire ed uccidere i pesci, si intendono compresi anche il cocco di levante, la noce vomica, la morfina, la calce, la fuliggine, il fosforo e fra le ma- terie esplodenti, la dinamite e la polvere pirica. Art. 6. È vietato di collocare attraverso i fiumi, torrenti, canali ed altri corsi di acque dolci, apparecchi fissi o mobili di pesca, che possano impedire del tutto il passaggio del pesce. Estratto dal Regolamento 15 Maygio 18584, n. 2449. Art. 7. È vietato prosciugare, divergere, ed occupare con opere stabili i corsi e bacini d'acqua allo scopo di agevolare la pesca; è pure vietato, pescando, di smuovere il fondo delle acque ed estirpare le erbe e le radici bagnate da esse... Art. 8. Nessuna rete fissa od altro artificio di pesca che posi sul fondo potrà essere teso negli alvei dei fiumi, torrenti, rivi, canali... Art. 9. È vietato occupare con reti, siepi, dertovelli e qualsiasi altro apparecchio fisso 0 mo- bile da pesca, più della metà della larghezza dei corsi d’ acqua, misurata ad angolo retto dalla riva... Art. ll. È vietato di pescare con ogni sorta di reti a strascico con sacco e tirate da terra o da barche ‘fisse, che necessariamente sconvolgono il fondo delle acque... Art, 12. È vietata la pesca con la tirlizdana nelle epoche rispettivamente fissate dall’ art. 15 del presente regolamento per le Trote, Carpioni, Pesce Persico... Art. 13. È vietata tanto la detenzione quanto la vendita delle cartucce di dinamite fabbricate per la pesca. i Art. 15. Sono vietati la pesca ed il commercio dei pesci freschi delle seguenti specie: Trota di lago, o Carpione, Trota di fiume dal 15 Ottobre al 15 Gennaio; Temolo dal 15 Febbraio al 15 Aprile; Pesce Persico in Maggio; Tinca, Carpa Reina in Giugno; Alosa, Cheppia, Agone dal 15 Maggio al 15 Giugno; Gamberi dal 1 Novembre al 31 Marzo. Art. 19. Le lunghezze minime totali che i pesci devono avere raggiunte perchè ne sia per- messa la vendita e la pesca sono: Anguilla, centimetri 40, Trota di lago o Carpione, centimetri 30, Trota di fiume, Temolo, Tinca, Persico, centimetri 15, Alosa. Carpa o Reina e Cheppia, cen- timetri 10; tutti gli altri centimetri >. Caso di rabbia a lunga incubazione. Leggesi in uno degli ultimi fascicoli degli Ann. di med. vet. che un uomo morsicato da un cane, nel quale l’esistenza della rabbia venne dimo- strata, fu curato col metodo Pasteur e che l’ infelice morì di rabbia classica ed autentica dopo una incubazione di 27 mesi. Concorso. Il Collegio degli Zoojatri in Roma ha aperto un concorso per una memoria sul 63 = —————__1_€_el a__—— —— — »— — — — » — — — — tema: Pregi, difetti e miglioramenti della varietà bovina romana. Le memorie dovranno essere pre- sentate al detto Collegio, presso il Comizio agrario di Roma, non più tardi del 15 Ottobre p. f. Pre- mio L. 200, medaglia, e stampa della memoria a spese del Collegio. Concorsi aperti presso il R. Istituto Lombardo: Fondazione Cagnola. — Temi pel 1894: I. « Studio sui climi terrestri durante l’ epoca glaciale quaternaria, e sulle cause che hanno contribuito a modificarli. » Scadenza 30 aprile 1894. Premio L. 2500 e una medaglia d’oro del valore di L. 500. II. « Esporre criticamente lo stato attuale degli studi sul sistema nervoso dei celenterati cni- dari, aggiungendovi ricerche originali. » Scadenza 30 aprile 1894. Premio L. 2500 e una medaglia d’oro del valore di L. 500. ‘ Temi pel 1895: I. « Descrizione delle piante fossili sino ad ora rinvenute nei vari terreni di Lombardia, corredata da tavole e diretta alla determinazione cronologica dei piani a cui esse appartengono. (Si intende che il lavoro sia esteso anche a quella parte dell'Appennino, che è com- presa nella provincia di Pavia ed al Canton Ticino). » Scadenza 30 aprile 1895. Premio L. 2500 e una medaglia d’oro del valore di L. 500. II. « Distribuzione dei pesci nelle acque lombarde, illustrata da carta cronologica. » Scadenza 30 aprile 1895. Premio di L. 2500 e una medaglia d’oro del valore di L. 500. Temi permanenti: « Una scoperta ben provata sulla cura della pellagra, o sulla natura dei miasmi e contagi, o sulla direzione dei palloni volanti, o sui modi d’ impedire la contraffazione d'uno scritto. » Scadenza 31 dicembre 1894. Premio L. 2500 e una medaglia d’oro del valore di L. 500. Fondazione Kramer. — Tema pel 1895: « Riassumere e discutere i lavori di Hirn e della sua scuola e quelli di Zeuner sulle macchine a vapore e dedurre dal fatto esame un sistema di principî e di formole, le quali, applicate alle calcolazioni pratiche relative a queste macchine, of- frano la maggiore possibile approssimazione coi risultati dell’ esperienza. » | Scadenza 31 dicembre 1895. Premio L. 4000. Fondazione Tomasoni. — Pel 1896: « Storia della vita e delle opere di Leonardo da Vinci, mettendo in luce i suoi precetti sul metodo sperimentale ed unendovi il progetto d' una pubblica- zione nazionale delle sue opere edite ed inedite. » Scadenza 1° maggio 1896. Premio L. 5000. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Bizzozero prof. Giulio e Ricchiardi prof. Sebastiano sono stati nominati grandi uf- fiziali dell’ ordine della Corona d’ Italia. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, domande e risposte diverse -- Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc. , gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all’ anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d' Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 72 Silvio Luzzatti, S. Marco, N. 998 Venezia si occupa di ogni ramo di entomologia, ma specialmente di coleotteri e di lepidotterîi e desidera far cambi. Offre, fra altro, variì esemplari di Aromia moschata, di Cicindele ecc. contro coleotteri classificati e perfettamente conservati. 73 Carlo Piazza, fuori porta D' Azeglio 362 Bologna dispone d'una certa quantità di Otzo- atei Pianese 64 rhynchus caudatus, Omophlus rugosicollis, Dilus fugax, Meloloniha hippocastani, che desidera cam- biare contro « Staphylinide » di qualunque genere. i 74 G. Mantero, Via Galata, 9, Genova offre buoni esemplari di Chalcis minuta, Biorhiza terminalis, Lagynodus rufus e Amasis lacia. Desidera in cambio Imenotteri italiani; Mallofagi e Pediculini ben determinati. 75 Sigismondo Brogi, Via Baldassarre Peruzzi 28 Siena desidera acquistare anche in quan- tità Sterna minuta (Monachina o Fraticello di mare) tanto fresche in carne, che già poste in pelle. 76 Il sig. Hugo Roffesberg di Podhragy, Post Prasiez, Ungheria, spedisce gratis e franco il suo catalogo di coleotteri, con i prezzi molto ribassati. 77 Le 3.° Congrés scientifique international des Catholiques, se tiendra en 1894 a Bruxelles du Mardi 4 Septembre au Samedi 8 Septembre. Pour tous renseignements s’ adresser au secretariat, 13 rue de la Laie è Louvain (Belgique). 78 Sono in vendita due copie dell’opera: C. Massalongo. Le Galle nella Flora Italica. Pag. 301 con XL tavole. Prezzo L. 20 ciascuna copia. 79 Il prof. G. A. Mamini di Urbino vorrebbe acquistare una Draga per molluschi sistema Ball, nuova od usata, ma in buono stato. 80 Aminta Malpeli, via Giacomo Tommasini 36 Parma, fa ricerca di due Ottarde maschio e femmina, o di uova atte all’ incubazione. 81 M. Gaston Dupuy, à Nouméa (Nouvelle-Caledonie), désirerait trouver un corres- pondant sérieux qui voudrait bien se charger de la description d’ une trentaine d' espèces nouvelles de coquilles terrestres et fluviales de cette colonie. 82 M. Guérin, 23, quai Sud, Màcon, éch. insectes de tous ordres, lépidopt. contre lépi- dept. dipt. contre dipt., hymén contre hymén, orthopt. contre orthopt. et névropt. contre névropt. nv. oblata. 83 M. Victor Achard, è Aix (B -du-Rh.), informe ses collègues en entomologie qui se rendront à Aix pour y chasser pendant la saison, qu'il se mettra volentiers à leur disposition pour les accompagner dans leurs excursions. Le prévenir quelques jours è l’ avance. Il désire éch. des coléoptères. 84 M. A. Buchet, av. Founcauda, Nice, devant recevoir des envois de col. de 1’ Indo- Chine, désire connaître entomol. pour les déterminer. LIBRAIRIE J-B. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), è Paris La Terre avant l’apparition de l’ Homme, périodes géologiques, faunes et flores fos- siles. géologie régionale de la France, par F. Priem. l vol. gr. in-8 de 760 pages è 2 colonnes, il- lustré de 700 figures . È È Ò : ; ; 2 È È 5 5 : z JOE: La rédaction de ce nouveau volume de la série des Mervezlles de la Nature de BreBM a été confiée è M. Fernand PrIEM, professeur au lycée Henri IV, déja connu du grand public par le beau livre qu’ il a publié l'année dernière, dans la méme collection, sous le titre de La Terre, Les Mers et les Continents. Dans ce premier ouvrage, l’auteur étudiait notre planète dans son état actuel, il passait en revue les divers phénomènes dont la Terre est aujourd’ hui le théatre, il s’ oc- cupait des minéraux et des roches, en indiquait les principales applications, et étudiait la distri- bution géographique des organismes animaux et végétaux. Mais notre globe a subi de nombreux changements dans le cours des périodes géologiques. L’ étude de ces transformations si intéressantes est l' objet du nouveau livre qu'il publie aujourd' hui sous le titre de La Terre avant l' appari- tion de V’ Homme. Dans ce nouveau volume, M. Priem, fait connaître la distribution des terres et des mers pendant les diverses périodes géologiques: il s' occupe particulièrement de l’ étude des faunes et des flores d’ autrefois, en faisant ressortir les liens qui les rattachent aux faunes et aux flores acluelles Il a cherché a exposer d'une manière attrayante la géologie de toutes les régions du globe. Dans une série de chapitres qui complètent l’ ouvrage et qui n’ en forment pas la partie la moins intéressante, l’ auteur s’ est attaché a l’ étude détaillée de notre sol, tracant ainsi une esquisse de la géologie régionale de la France, que l’on trouverait difficilement ailleurs. L’ouvrage est au courant des travaux les plus récents des géologues et des paléontologistes. De tres nombreuses figures l' accompagnent: représentations de fossiles, coupes géologiques, vues pittoresques, etc. En tout, ce volume est digne de prendre place dans la collection des Mervezlles de la Nature, de BrEHM, si apprécié du grand public. Le livre est scrit très clairement; la lecture en sera facile aux personnes le moins familia- risées avec les études scientifiques. D’ ailleurs le volume, parfaitement illustré, est bien supéricur aux ouvrages de vulgarisation déjà publiés en France. On peut recevoin une livraison specimen de 32 pages contre l envoi de trois timbres-poste de quinze centimes. Ta. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Anno XIV N.° 6 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Giugno 1894 SOMMARIO Terrenzi Giuseppe. Sopra un acaro (Argas reflexus Zatr.) trovato per la prima volta in Italia, parassita sull’ uomo. Pag. 72. Comunicazioni. Pag. 76. ; Rivista bibliografica. Da pag. 77. a pag. 80. SOPRA UN ACARO (Argas reflexus Latr.) trovato per la prima volta, in Italia, parassita sull’ uomo. Zecca od acaro sono due nomi ai quali si collega un certo senso di malessere e disgusto, poichè ci fanno subito pensare alla sanguinaria e ributtante zecca che, vivendo tra l’ erbe ed i cespugli, dopo essersi attaccata agli abiti del viandante, va a collocarsi sulla pelle di esso, affondandovi la sua proboscide per succhiarne il sangue, oppure al microscopico acaro della scabbia, che prendendo sua stanza in quelle parti del corpo, ove l'epidermide è più sottile, vi si nasconde, scavandovi gal- lerie, che, simili a rilievi lineiformi, danno luogo ad una delle più schifose malattie della pelle. Pur tuttavia al pari degli insetti anco quest’ ordine di aracnidi offrono un vasto campo all’ osserva- zione del naturalista, e il loro studio sommamente c’ interessa, non solo sotto il punto di vista zoo- logico e dell'igiene, ma ancora perchè gli acari ci somministrano forse uno splendido esempio della notevole metamorfosi retrograda, prodotta dall’inerzia delle forze e delle facoltà naturali. Coloro che si sono occupati della storia del regno animale, ben sanno come gli esseri inferiori abbiano fornito maggiori argomenti alle recenti investigazioni dei zoologi. Pur tuttavia, in questa ampia cerchia di osservazioni e di studi, molto ancora rimane a fare, specie in Italia per gli acari, non ostante le pubblicazioni del Bianconi, Targioni Tozzetti, Canestrini, Fanzago, Berlese, Vizioli, Rovelli, Grassi, Orsolato, Briosi, Roster, Sicher, Batelli etc. Credo pertanto che qualunque notizia, la quale allarghi le nostre cognizioni sulle loro abitu- dini e sulla loro distribuzione geografica, non potrà che riescire gradita ai dotti naturalisti. E con tale convinzione ho scritto la presente nota. » ft Compreso nella famiglia delle Zecche (Ixodidae) vi ha un gruppo speciale di acari, composto di poche specie (1) che per la loro conformazione si discostano e si distinguono essenzialmente da tutti gli altri. Questo gruppo (per quanto mi sappia) è rappresentato in Italia ed in Europa da due sole specie, dall’ Argas coniceps Canestrini, dall’ Argas reflexus Latreille. Quest’ ultima specie, che forma l’ar- gomento del presente lavoro, vive nei colombai, nascosta nei crepacci del muro. La notte esce dal nascondiglio, sì attacca ai giovani piccioni, a cui succhia il sangue, ed ai quali spesso cagiona la morte per spossamento. Da ciò il nome dato ad essa dall’ Hermann di RAynchoprion columbae. Mentre la zecca comune (Ixodes ricinus Latr.) era conosciuta sino dai tempi di Aristotele, il quale la distinse col nome di Krotor, e da Plinio che la chiamò Ricinus, la nostra specie era sfug- (1) Nella zoologie médicale et agricole par A. Railliet, prof. d’ histoire naturelle à l’ecole vétéri- naire ‘d’ Alfort. - Paris 1886 - si trovano indicate le seguenti specie di Argas : Argas marginatus. Latr. (parassita sui piccioni e sull’ uomo). Argas Mauritanicus. Guer. (Trovato parassita sui polli dell’ Isola Maurizio). Argas Persicus. Fisch. (Parassita dell’uomo in Persia). Argas Tholosani. Laboul. et Meégnin. = Argas coniceps Canestr. Argas Savigny. Aud, Ì L’ identita specifica di questi due Argas, trovati in Egitto, non è molto Argas Fischeri. Aud. sicura, si Argas Talaie. Guer, Megn. (Trovasi nell’ America centrale, e produce sull’ uomo punture assai olorose). | Argas Chinche. P. Gerv. (Trovasi in Colombia), Infine l’Argas Mégnini, Bugés che infesta i maiali, ed è assai pericoloso all’ uomo, cagionando febbre e cefalalgia e, se la puntura è irritata, anche la cancrena, T'rovasi nel Messico. T400 È —’RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI gita all’ attenta e paziente osservazione degli antichi naturalisti. Difatti il merito di averla per la prima volta descritta viene attribuito al celebre entomologo Giovanni Cristiano Fabricius (il più illustre discepolo di Linneo) il quale nella sua entomologia sistematica parla di quest’ acaro, che distingue col nome di Argas marginatus (Acarus). Ciò non pertanto giova notare che 1’ Hermann, nella sua memoîre apterologique, edita a Stra- sburgo nel 1808, esprime (secondo il Brehm) la sua meraviglia, perchè nessuno (?) faccia cenno di quest’ acaro, dopo che suo padre, sino dal 1778, lo aveva riconosciuto, come parassita dei colombi in Italia ed in Francia. Distinta questa specie con vari nomi, credo non inutile richiamare alla mente i principali au- tori che ne parlano nelle loro opere. ; 1794. Argas marginatus (Acarus) Fabricius — Syst. entom Tom. IV. pag. 427. (1) 1796. Argas reflexus. Latreille. — Précis de charact. gen. des. Ins. pag. 178. 1808. Rhynchoprion columbae. Hermann — Mém. aptér. pag. 69. Tav. IV. fig. 10-11. 1312. Argas Hermanni. Audouin. — An. des. sc. nat. S. I. T. 25. pag. 413. 1846. Argas miniatus. Koch. — C. M. A. Deutsch], fase. 39. f. 1. Uebersicht p. 12. Abita l’ Europa, e per la prima volta, in Italia, viene segnalato come parassita dell’ uomo. Ed ecco in che modo avvenne la scoperta. Il 5 febbraio dell’ anno corrente l’ egregio amico signor Andrea Lolli, che mi sa appassionato dilettante di zoologia, mi recava un acaro, pregandomi di volerlo studiare immediatamente. Mi raccontava inoltre come una egregia signora di sua conoscenza, vittima più volte nella notte di punture inesplicabili, era stata di nuovo durante il sonno offesa nella mano e nel piede, e sic- come ì fenomeni che ne seguirono si presentavano sotto forma gravissima, desiderava sapere se causa di tanto malore, esser potesse l’animaletto in questione, da lei trovato, insieme ad altri, sul letto. Con un attento esame riconobbi essere un Argas, ed osservatolo al microscopio, nei suoi det- tagli, mi avvidi che si trattava appunto dell’ Argas reflexus Latr., specie che sino ad ora era stata trovata, in Italia, parassita soltanto sui piccioni. Tale infatti apparisce dalle seguenti memorie di autori italiani a me noti, che parlano di quest’ acaro. Contarini - Catalogo pag. 16 - Venezia e le sue lagune T. I. pag. 161. Bianconi G. Giuseppe - Rhynchoprion columbae Herm. od Argas reflexus Latr.- con tavole. Mem. Ace. Sc. Bologna 1867 Ser. II. Tom, 7.° pag. 107-112. Canestrini e Fanzago - Acari italiani - Atti R. Ist. Ven. Serie 5.8 vol. IV. pag. 69-208 (ved. pag. 125) 1877. Canestrini F. - Prospetto dell’ Acarofauna Italiana - con 4 tavole. Atti R. Ist. ven. Tom. VII. disp. 4-5. Berlese A. - Acari, myriapeda et scorpiones hucusque in Italia reperta. - Padova 1882. Ved. fasc. 41-45. Agosto-Ottobre 1887. Al breve cenno bibliografico sull’ acarofauna italiana, faccio seguire senz’ altro la diagnosi del- l’Argas, tolta dalla citata opera del Berlese. Argas reflexus Latr. i A. testaceus, pedibus ochraceis, dorso omnino excavato, dermate, rugoso, nec non patellarum se- riebus plurimis aucto. Ad 6 mm. long. Habitat in columbariis (in agro Veneto, Venetia et Florentino inventus) columbis potissimum infestus, diu non epulatus victitans, etiam sexennium, quod referunt Laboulbène et Megnin (2). Obs. Abdomen subovale ad quartos pedes latius, postice et antice rotundatum. Margo lateralis elevatum, et dorsum in medio valde excavatum. Margo totus. striis trasversis rugosus, vix curtis- (1)-L'opera del Fabricius si compone di 7 volumi editi a Copenaghen tra il 1792 e il 1796. (2) Mém. sur l’ Argas de Perse. A pag. 201 si fa menzione dell’ Argas marginatus Fabr. BE RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI dr (3) simo pilo hic et illic auctus. Ceterum derma valde rugulosum, nec non patellis plurimis series radiatim e dorsi centro divergentes, sistentes. Pedum coxae dermate longitudinali striato, ceteri abdominis pars ventralis, dermate ut in dorso, nec non patellarum seriebus 10-12 ex anali foramine orientibus. Maris genitale inter tertii paris coxas, foeminae sub rostro. Pedes ochracei, impili, color corporis testaceus, sed intestinis fusco san- guineis, radiatim dispositis, variegatus. I caratteri osservati nei miei esemplari perfettamente concordano con la presente descrizione; soltanto mi parve di vedere, in alcuni individui, dei peli sparsi ai piedi. Gli Argas inoltre, nella maggior parte dei casi, avevano una lunghezza di 4 mm. pochi giungevano a 6 mm. ed uno sol- tanto superò i 7 mm, Noto infine che il colore dell’intero animale è più pallido di quello osservato nella citata opera del Berlese, al quale non mancai d’inviare due esemplari, per essere completa- mente sicuro intorno all’ esattezza della diagnosi. Alla mia comunicazione l'illustre professore così rispose: « L’acaro da lei speditomi è real- mente l’ Argas reflexus. Il colorito è tutto più pallido che non nei disegni miei, e ciò perchè questi furono fatti su esemplari in alcool; ma sull’ identità della specie non cade dubbio ». Quando il Berlese pubblicò la sua opera, si era constatato la presenza di quest’ acaro soltanto nella Venezia e nella Toscana. A queste debbesi aggiungere la provincia di Roma (Tivoli) e Narni, ove testè fu da me osservato non più parassita sui piccioni, ma sull’ uomo. Ed ora nasce spontanea la domanda, come mai l’ Argas reflexus si trovava in quella casa, la” quale, è bene notarlo, è una delle più signorili abitazioni della nostra città? La presenza dell’ Argas in quel luogo fu presto spiegata, quando seppi, in seguito ad accurate indagini, che la casa vicina (1) la quale le sta a contatto, e forma coll’ altra un solo corpo di fab- brica, aveva, molti anni indietro, una colombaia in una camera del piano superiore. Quantunque questo piano fosse rimesso a nuovo, e ridotto anche ad abitazione, pur tuttavia gli Argas, che sap- piamo parassiti dei piccioni, e che resistono lungamente al digiuno, non sospettati o meglio creduti innocui, hanno saguitato a dimorare in quel posto, spingendosi (costretti forse dal bisogno di cibo) nella casa vicina, alla quale accedevano camminando pel muro esterno (ciò è stato anche recente- mente verificato) ed entrando dalla finestra di una camera destinata per dormire. Ivi hanno stabi- lito una nuova colonia. E che fossero creduti innocui lo spiega il fatto, che da molti anni, e più di una volta all’ anno, furono trovati alla spicciolata in quella camera da letto, sui muri, sulle tende, sugli abiti, e talvolta sulle stesse cortine del letto, e mai furono perseguitati o distrutti, poichè gli abitanti della casa erano molto lontani dal pensare che quei piccoli animali, completamente immobili nel giorno, sotto le parvenze di una ben dissimulata innocuità, potessero nascondere tanta perfidia. Non ci voleva che sorprenderli in fallo, per mettere in sospetto gli offesi, ed incominciare per parte loro quella necessaria reazione, che apparentemente, dopo due mesi di assidue ricerche, avrebbe alfine liberato la casa da così incomodo animale (2). Come abbiamo detto l’ Argas di Narni ci fornisce il primo esempio di parassitismo sull’ uomo, segnalato in Italia, sicchè credo indispensabile descrivere gli effetti della sua puntura, quali furono osservati nella signora in discorso. Trascureremo la puntura del piede, la quale produsse l’ enfia- gione della gamba, tenendo conto soltanto di quella della mano. - Nella regione palmare, tra le due eminenze tenare ed ipotenare, apparve, dopo poche ore, sul luogo della puntura, una vescicola gial- lastra della grandezza di un fagiuolo, ed in pari tempo si manifestò, lungo il polso, sin verso la (1) Il proprietario di quella casa, Signor Valerio de Santis, mi dichiarava che più di una volta, insieme alla sua famiglia, ebbe a soffrire la puntura di quest’ acaro. Però niuno di loro lo teme e lo perseguita, poichè mi soggiungeva, un poco di aceto applicato con delle pezzuole sul luogo della puntura, basta per calmare il prurito e far scomparire il gonfiore. (2) Giova notare che nei primi giorni si giunse perfino ad ucciderne venti, dei quali parecchi sul letto. A poco a poco la loro presenza si fece più rara ed ora, solo di tratto in tratto, ne appa- risce qualcuno. La camera durante la notte rimane ancora ‘costantemente illuminata, e ciò perchè gli Argas sembra abbiano in orrore la luce, 76 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI metà dell’ avambraccio, una linfangioite. I vasi linfatici apparivano fortemente arrossati, duri al tatto, e la pelle soprastante si sentiva scabrosa. Durante la notte crebbe sempre l'intensità del dolore, e la mattina seguente si constatò che l’ infiammazione, anzichè limitarsi, si era estesa; la linfangioite aveva oltrepassato la piega del gomito, e la vescicola si era fatta 5 volte maggiore, assumendo una tinta di color bleu intensa. Con apposita medicatura l'infiammazione andò gradatamente diminuendo e scomparve dopo 15 giorni, lasciando una cicatrice ancora visibilissima, e che rimarrà per molto tempo. Come si rileva dalla presente relazione (1) il nostro Argas, in questo caso, nulla ha da invi- diare ad un suo confratello che vive nella Persia. Geografi, viaggiatori e naturalisti ci dicono infatti come in Persia viva una zecca, distinta col nome di Argas Persicus Fisch. (2) la quale trovasi sulle pareti delle abitazioni e, simile per co- stumi alle cimici dei letti, assale di notte i dormienti, insidiosamente succhiandone il sangue sino ad esserne satolla. La loro ferita riesce sommamente dolorosa, e quantunque non sia vero che la puntura di questa zecca, la quale per quello che si dice a Miana aggredisce di preferenza i fore- stieri, possa produrre dopo 24 ore la morte, pur tuttavia pare accertato che intere popolazioni di villaggi, siano state costrette ad abbandonare le loro case, per sottrarsi ai tormenti di questi acari, distinti ancora col nome di cimici di Miana (3). (continua) GIUSEPPE TERRENZI (1) L’ebbi dal Dott. Nicolai, al quale l' aveva richiesta. (2) Fischer. Mém. sur l’ Argas. Moscou 1823. (3) Vedi, Laboulbéne et Mégnin. « Mém. sur l’' Argas de Perse ». COMUNICAZIONI Stimatissimo Direttore, Mi pare che l’egregio ing. S. Mattei abbia frainteso ciò che io scrissi. Permetterà quindi che La preghi a pubblicare la seguente ultima dichiarazione per mettere le cose a posto. Che si possa essere o divenire una mente sublime senza una carta bollata e dorata che si chiama laurea o diploma, son più che persuaso; che si possa essere un bel pezzo di somaro anche con fior di laurea è anche risaputo, ma che un minisiro infranga una legge, ecco quello che non arrivo a capire ed è qui appunto ove stava il nodo della questione. Con un decreto reale con cui si permettano esami di abilitazione senza aver frequentati i corsi regolari, senza aver pagate tasse etc. si viene a dichiarare libera e privilegiata una facolta universitaria che, pari a tutte le altre in diritti, non la deve essere, fino a che non siano sosti- tuite altre leggi alle presenti. E questo per ciò che concerne la forma. Quanto poi alla sostanza faccio osservare (a chi gia non lo sapesse) che i candidati all’ abi- litazione, si presentano agli esami preparati su programmi ministeriali elementari, monchi ed oltre- modo facili in confronto di quelli svolti nelle Università e di più non danno, o per meglio dire non sono obbligati a dare, garanzia alcuna di aver frequentati laboratori, nei quali solo si possono studiare le scienze sperimentali. E dopo tutto ciò nei concorsi... avviene quel che avviene!.... L'on. Rampoldi alla camera dei deputati, pochi giorni or sono, sostenne assai felicemente le ragioni di eguaglianza e di diritto — stante le cose come sono attualmente — di tutte le facoltà universitarie davanti alla legge, ed il ministro in risposta accennò in modo assai incerto a pros- sime radicali riforme nell'istruzione superiore. Vengano una buona volta queste riforme, le Università libere, gli esami di stato e quant'altro sì desideri, ma la si finisca pure una buona volta da parte dei ministri, di far buchi più o meno larghi alle leggi ch'essì per i primi dovrebbero rispettare!!... Con mille ringraziamenti, Suo devmo. EpoArRDO IMPARATI Pavia 10 Maggio del 1894. Studente in Sc. Nat. DA «-«-<‘-<*<<<-<-rx£-<-*XkT-- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 401, RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’ amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile. ee — tt DIEIL________________T HUBNER P. Sammlung exotischer Schmetterlinge. L'opera classica sui Lepidotteri di 1, Hibner continuata da Geyer e stata pubblicata in Germania in principio del nostro secolo, in poche copie, (Augsburg 1806-1818, con 664 tavole miniate, 3 vol. in 4.°) sì è ormai fatta tanto rara, che i pochissimi esemplari rimasti in commercio valgono oltre a 2000 franchi l’ uno, Il sig. P. Wytsman di Bruxelles (librairie scientifique, rue de l’ arbre 1), è venuto nella de- terminazione di iniziarne una ristampa in tutto conforme all’ antica edizione e per porre in con- cordanza i nomi generici d’ allora cogli attuali, vi sarà aggiunto un’ accurato supplemento sinonimico. Questa nuova edizione di lusso, limitata a sole 75 copie, apparirà in 60 puntate di 10 tavole cadauna, in ragione di due o tre al mese senza interruzione. Il prezzo dell’ opera completa è franchi 650. Sono già apparse le prime puntate e 20 tavole che sono perfettamente conformi a quelle del- l’edizione originale. REGALIA ETTORE. Sulla fauna della grotta dei Colombi. (Firenze 1894. Archivi per l’ Antrop. e l’Etnologia. Vol. XXIII fasc. 3. Estratto di pag. 112 in 8.° con l tav. e 3 fig.) Fino dal 1869 l’ illustre geologo senatore Capellini, scoprì che la grotta dei Colombi nell’ isola Pal- maria (Golfo di Spezia) era stata abitata dai selvaggi all’ epoca della pietra. Il dott. Regalìa vi in- - traprese accurate ricerche e dal 1873 ad ora, ha pubblicati importanti studi su questa caverna e sul materiale da lui e da altri raccoltovi. Per delucidare certi dubbi e rispondere a quanto da altri è stato pubblicato intorno a questa Grotta, l’ egregio A. è tornato a farvi nuove esplorazioni ed a studiare i fossili raccoltivi anche nelle primitive sue ricerche, e nella presente memoria, riporta la intiera enumerazione della fauna sin ad ora rinvenutavi, apportandovi aggiunte ed il- lustrandola con osservazioni, frutto dei suoi nuovi studi. MASSALONGO ing. ORSEOLO. Calendario entomologico veronese. (Verona 1894. Atti Accad. di agricoltura ecc. Vol. LXIX. Estratto di pag. 20 in 8.°) É un primo saggio di un calendario entomolozico, ed è assai ben riuscito. L’ egregio A. si propone di migliorarlo ed ampliarlo negli anni futuri e chiede la collaborazione di tutti coloro che si interessano di tale ar- gomento. BRUTTINI ARTURO. Gli attuali contratti agrari in Sicilia e il tornaconto dei contadini. (Firenze 1894. Giornale L’ Agricol. ital. fasc. 282-283. Estratto di pag. 26 in 8.°) Allo scopo di dimostrare con cifre, come il contadino siciliano si trovi in condizioni economiche insop- portabili, per la ingiustizia dei contratti agrari in uso in quell’isola, l’ egregio A. passa in ras- segna le attività e le passività che per i diversi contratti e per le varie coltura, gravitano sul contadino stesso. BRUTTINI ARTURO. In difesa della mezzadria. (Milano 1894. Critica sociale n. 1. Estratto di pag. 8 in 16.°) Prendendo occasione da un articolo del sig. Slavioli, nel quale si fa la cri- tica della mezzadria, l’egregio A. fa conoscere in cosa consista la vera mezzadria come si pratica in Toscana e ne dimostra la equità morale e l'utilità reciproca per il proprietario ed il colono. TREPIN prof. LORENZO. Chiave analitica delle famiglie delle piante vascolari che crescono spontanee in Italia. (Venezia 1894. Tip. dell’Ancora. Pag. 16 in 8.° L. 0,50) È cosa certa, che i giovani studenti prendono maggiore interesse allo studio della botanica, se rie- scono con facilità a classificare almeno per famiglie, le piante che loro incontrano facilmente. A questo intento l’ egregio A. ha compilata la presento Chiave analitica, per l’uso e l' intelligenza della quale, bastano le cognizioni elementari di organografia, che si insegnano nelle scuole secon darie. Il fascicolo non costa che 50 centesimi, De ‘78 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI PERO dott. prof. PAOLO. I laghi alpini valtellinesi. Parte prima. Valle del- l’Adda. (Padova 1894. Tip. del seminario. Pag. 80 in 8.9) In questa terza puntata, della prima parte di questi studi e ricerche che l’ egregio A. fa sui laghi alpini della Valtellina, egli si occupa dei laghi Palabione, Nero, Lavazza, del Dosso, di S. Stefano, di Sopra, Venina, del Palù e d’Entova, dandone la descrizione, enumerando le specie animali e vegetali che vi ha riscontrate, e rivolgendo il suo studio sopra a tutto alle Diatomee delle quali ne dà copiose liste, annoverando molte specie, nuove per l’ Italia, nonchè alcune specie e varietà non ancora studiate da alcuno. FIORI A. Alcune nuove specie e varietà di Staphylinidae raccolti in Italia. (Palermo 1894. Naturalista Siciliano n. 4-5. Estratto di pag. 16 in 8° gr.) Vi sono descritte 9 nuove specie e 2 varietà di Staphylini ed un nuovo Pselaphus. Vi si parla pure di alcune specie rare ma non nuove. SILVESTRI A. Foraminiferi fossili della salsa di Paternò. (Acireale 1894. Atti Accademia di sc. let. ed arti vol. V. Estratto di pag. 24 in 8.° ‘con una carta top. e 5 tav.) Trat- tasi di 27 specie di foraminiferi, rinvenuti nel fango che dal 1878 al 1880 veniva eruttato dal ba- cino argilloso detto Salinella di Paternò, e proveniente da sedimento marino dell’ epoca terziaria. Cinque tavole con 83 figure di foraminiferi ed una carta topografica di Paternò e dintorni, sono di corredo alla memoria. SILVESTRI A. Di una modificazione al processo Martin per la inargentatura del vetro. (Acireale 1894. Atti Accad, di sc. let. ed arti vol. V. Estratto di pag. 4 in 8.9) È una utilissima modificazione al sistema Martin e viene a rendere questo sistema più semplice e perciò di più facile e spedita applicazione. GIACHETTI cav. GIULIO CESARE. Monografia dei piccioni domestici. (Torino 1894. Tip. degli operai. Pag. 446 in 16.° Prezzo L. 3) Lavoro accurato di molto dettaglio e che deve esser costato non poco studio e non poca fatica all’ egregio autore, ormai ben noto per. la competenza e la scienza dimostrata anche in altre pubblicazioni congeneri e per l’ amore che porta alla colombicultura; tantochè come presidente della Società colombofila fiorentina, ha potentemente contribuito al grande sviluppo preso dalla società stessa, che può considerarsi ora la prima d'Italia. DANIELLI dott. IACOPO. Crani ed ossa lunghe di abitanti dell’ isola d’Engano. (Firenze 1894. Archivio per l' Antropologia e 1’ Etnologia vol. XXIII fasc. 3. Estratto di pag. 40 con 3 tav. in 8.°) L’illustre viaggiatore dott. E. Modigliani, raccolse nel maggio del 1891 all’iso- letta di Kaperuro presso Engano, 3 crani ed alcune ossa lunghe umane, che sono di grande valore per l’ Antropologia, poichè fino ad ora nessuno studio si era potuto fare sulla etnologia enganese. Il dott. Danielli, libero docente di antropologia nel R. Istituto di studi superiori in Firenze, ha ben compiuto questo studio, ed esprime l’ opinione che gli Enganesi sieno Indonesiani, con un fondo di sangue negro, forse negrino. La memoria è cerredata di 3 tavole con 12 figure, riproducenti i crani descritti, veduti da diverse parti. DANIELLI dott. IACOPO. Studio sui crani bengalesi, con appunti di etnologia indiana. (Firenze 1893. Archivio per i’ antrop. e 1’ etnol. vol. XXII fasc. 2 e 3. Estratto di pag. 130 in 3.° gr. con l tav. con 3 fig.) Parlato delle antiche razze dell’ India e dei loro rappresentanti attuali, sì occupa più specialmente dei loro crani, riportando quanto da altri è stato studiato in proposito; quindi fa un accuratissimo esame dei crani studiati da lui e che sono quelli do- nati dal dott. Hacks alla Società antropologica di Parigi ed appartenenti ai Bengalesi delle caste basse, che abitano le rive del corso inferiore del Gange. Alla memoria è unita una tavola con 3 figure. PEOLA PAOLO. Le conifere terziarie del Piemonte. (Roma 1894. Boll. Soc. geolo- gica italiana vol. XII fasc. 4. Estratto di pag. 44 con l tav) In questo interessante contributo alla Paleofitologia piemontese, l’ egregio A. comincia da dare uno sguardo retrospettivo su quanto è stato già pubblicato in proposito, quindi si occupa delle conifere terziarie del Piemonte, e dà la descrizione e la figura di non poche specie nuove. BIZZARRI dott. ALESSANDRO. Sulla conservazione del vino in riguardo alla RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 79 — —————_—_—_——————_—_—_——_t—_—_r————————————————r rr... rr rlllrllllllluWDÎITÙOÒTéTéTIIIIEIzgiàoyiyw<£«£-£°££«<< <<° °-° Nelle annate VIII e IX di questo periodico, restarono incompleti due articoli del nostro egregio collaboratore prof. Mario Cermenati. L'uno parlava degli « Orsi in Valtellina », l’ altro dei « Pro- cessi di fossilizzazione ». Desiderosi che nel nostro giorfiale non restino imperfezioni siffatte, completiamo ora i due articoli, domandandone venia ai lettori. GLI ORSI IN VALTELLINA (Cont. e fine, vedi anno VIII, numero 7) Se volessi estendermi a parlare dei varî modi con cui vien data la caccia in Valtellina al- l'orso, avrei modo di intrattenere per molto tempo i miei cortesi lettori. Ma l’ argomento, di ca- ‘rattere troppo sportistico, non converrebbe a questo periodico di storia naturale. Mi limiterò a dire che una tal caccia si fa in parecchi modi e con vero accanimento. Ogni orso che dà segno di sua presenza, è inseguito, insidiato, tenuto d’ occhio da cento alpigiani, finchè un giorno o l’altro arrivano a portare alla questura di Sondrio il cadavere. E ciò perchè, in base ad una circolare della Polizia di Milano, in data 9 Febbraio 1812, e tuttora in vigore per la Valtellina, si usa dare a chi uccide un orso: L. 73,80 se maschio, L. 98, 76 se femmina, e L. 25 pei piccoli di non più d’ un anno. Per ottenere tal premio deve essere presentato l’ orso all’ autorità di Pubblica si- curezza, la quale redige apposito verbale. Il prefetto della provincia trasmette il verbale al Mini- stero di agricoltura, che, entro pochi giorni, emette il relativo mandato. La carne dell’orso si mangia, ed i macellai la smerciano a circa due lire il chilogrammo. 1 ghiottoni osservano che la parte migliore è la zampa; trattasi però di una carne molto untuosa e di sapore non confacentesi a tutti i palati. Col grasso dell’ orso si fanno cosmetici molto in uso per la conservazione dei capelli e come rimedio alla calvizie; graziosissime signorine non isde- gnano di curarsi le morbide chiome con siffatta pomata. La pelle è adoperata in varî modi ; io ne comperai parecchie durante il mio soggiorno in Sondrio per conto dei tassidermisti ; ricordo, fra l’altro un magnifico esemplare che procurai al Museo Civico di Bergamo. Il prezzo di una pelle colla testa e le estremità degli arti intatte, quale occorre per l’ imbalsamazione, è dalle 30 alle 50 lire, a norma della grossezza della bestia e delle mire commerciali del venditore. Chiudo col seguente prospetto degli orsi uccisi in Valtellina dal 1876 al 1886, quale risulta dai registri dell'Ufficio di pubblica sicurezza in Sondrio. ANNO ORSI ANNO | ORSI 1876 9 1882 2 1877 3 1883 2 1878 6 1884 | 3 1879 6 1885 4 1880 | Il 1886 art 1881 | 4 Co Totale 40 Orsi MarIo CERMENATI 70 VARI PROCESSI DI FOSSILIZZAZIONE (Cont. e fine, vedi anno IX, numero 6-7) Secondo adunque la citata legge d’ Hugard, la maggiore probabilità di fossilizzazione starà per quegli organismi, o quelle parti di organismi, che presentano in maggior quantità sostanze dure, e quindi resistono lungo tempo alla decomposizione, in modo da potersi poi trovare nelle volute condizioni per diventar fossili. Gli organismi e le parti molli invece, che troppo facilmente ven- gono distrutti, sono vere eccezioni allo stato fossile, e, come si capisce, la loro fossilizzazione si riduce quasi sempre ad un modello o ad una semplice impronta, L' eccezione più celebre al riguardo è offerta dai calcari di Solenhofen, dove, frammezzo ad una copia stragrande di fossili provenienti dalle parti dure degli animali, sì trovano le impronte perfette delle molli meduse e perfino dei cefalopodi nudi, colla loro brava borss dell’ inchiostro, riconoscibile facilmente in. certi ammassi di granulazioni carboniose. Anche i vegetali spesse volte si riconoscono solo per le impronte ed i modelli lasciati. Le parti dure degli animali che maggiormente favoriscono la fossilizzazione sono: le ossa dei vertebrati e le conchiglie degli invertebrati, locchè si capisce, dal momento che le prime constano precipuamente di fosfato di calcio, e le seconde di carbonato di calcio, sia allo stato d’ aragonite, sia a quello di calcite, oppure di una miscela di carbonato e di fosfato. Lo stesso dicasi per quelle parti di molti organismi inferiori che risultano costituite da silice, come certi frustoli o inviluppi che si conservano perfettamente. Anche una sostanza affatto organica trovasi in eccel- lenti condizioni per passare allo stato fossile, e questa è la chitina, colla quale è formato lo sche- letro esterno degli insetti e dei crostacei. Nei vegetali abbiamo qualcosa di analogo alla chitina, per riguardo alla fossilizzazione, nella cuticula la quale vanta una facoltà di conservazione ecce- zionale a petto delle altre parti della pianta. In conclusione, le condizioni necessarie alla fossiliz- zazione sono di due categorie : 1.8 sottrazione dei corpi all’ influenza atmosferica; 2.4 composizione speciale dei corpi stessi. Certamente, come in tutte le cose di questo mondo, le eccezioni non mancano in entrambi i casi: ma, se è permesso il bisticcio, sono eccezioni veramente eccezionali. Ciò premesso, ecco lo specchietto cui accennai, il quale non ha bisogno di particolari dimo- strazioni, giacchè per ciascun gruppo di fossili si possono trovare le relative notizie in ogni trat- tato di geologia o di paleontologia. Se apparirà buono lo raccomando ai trattatisti e agli insegnanti. | nel terreno in genere nei ghiacci ( inumazione | nella torba e nella resina Animali sc mummificazione FossILIZZAZIONE per semplice spatizzazione ion iale È 5 ea SOStAnZ \ torbificazione o) Vegetali . . . lignitificazione {| carbonificazione ( incrostazione Materia fossilizzante liquida } imbibizione sostituzione FossILIZZAZIONE per intervento i getto i i rno i 5 di materie estranee este stampo m n odellamento 0; getto Materia fossilizzante solida stampo p . morfologica LI pEoni o fisiologica Torino, Gabinetto di geologia dell'Università. MARIO CERMENATI COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi notizie, schia- rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. AI ER BA SRSZZ Facilità negli uccelli di imitare altri suoni. (Continuazione e fine) Si insegna poi ai corvi, alle cornacchie, alle gazze, agli stornelli, ai fringuelli marini ad imitare la voce umana ed a 71 proferire delle parole; ed anzi, a quanto dice lo Schomburgh, nella Gujana ad ogni uccello, non escluso il succhiacapre, si può ciò insegnare, possedendo tutti il dono della parola. IL attitudine che hanno i corvi a pronunciar parole era conosciuta anche dagli antichi. Infatti è noto l’ aneddoto di quel corvo che istruito da un ciabattino a salutare l’ Imperatore Augusto al suo passaggio, ed avendogli questi risposto che eran troppo numerosi gl’ importuni saluti, ebbe a rispondere: Oh! povero me, che ho perduto il tempo e la fatica! Parole che pronunciate spesso dal suo maestro a suo riguardo, e che imparate insieme all’ Ave Caesar, avendole ripetute in questa circostanza, sortirono il migliore effetto. L’ uccello però che più imita la voce dell’ uomo, è il pappagallo ed in ispecial modo il pappa- gallo cinerino. Ma della somma facilità di parlare e della intelligenza dei pappagalli porterò pochi esempi, essendo cose gia molto note. Si sentì una volta in Parigi nella contrada di S. Andrea, un pappagallo intuonare e cantare in canto fermo il Credo come un più grosso corista da cattedrale. Forse è lo stesso pappagallo, che secondo il Rodiginus, fu comperato da un cardinale con 100 scudi d’ oro. Di un altro pappagallo cenerino il Brehm racconta: Non parlava che l’ olandese, ma ben presto imparò anche il francese ed il tedesco. Tale era la sua intelligenza che qualche volta costruiva da sè frasi che non gli erano mai state dette (?). Sapeva inserire, nelle frasi olandesi, parole tedesche quando l’ olandese gli mancava. Faceva domande e risposte a sè stesso, ed applicava ‘giustamente nelle frasi le varie condizioni grammaticali del tempo e del numero. Quando era stanco esclamava: Voglio dormire, e mentre lo si trasportava, non si stancava di ripetere : Bon soîr. Affezionatissimo alla padrona quando questa gli portava il cibo sembrava volerle baciar la mano col becco e gri- dava: « Bacio la mano alla signora » Quando la credeva occuparsi delle cose domestiche anzichè di lui, gridava con serietà sommamente comica: Ma cosa fa la signora? Morta la padrona di tanto in tanto ripeteva: Dov è la signora? Qualche volta esortava sè stesso a cantare dicendo: bisogna che tu canti, e poi cominciava più strofe. Se sostituiva per errore una parola all’ altra se ne accorgeva e prorompeva in risa, Conosceva a nome tutti gli amici di famiglia e li chiamava quando li vedeva venire da lungi. Avvi però grande differenza tra il parlare degli uccelli e quello dell’ uomo. Quelli non parlano se non essendo da lui istruiti, il che pur prova che la favella è propria ed originaria del solo uomo ; inoltre le loro parole, ancorchè superficialmente dinotino aver connessione e senso, in realtà non sono che una materiale ed imperfetta imitazione d’ articolazione di suoni, la qual ultima per essi è sempre vuota di senso, nè mai è da essi diretta a significare quello che l’uomo intende colle parole medesime. Vi è un abisso fra l’intelligenza dell’ uomo e quella dell’ uccello parlante, ma forse neppur l’uomo, alla sua volta potrebbe superare questo abisso coll’ usare nel vero suo senso e valore il linguaggio natìo degli uccelli. FABANI CARLO Elevage d’Hyménoptéres. Les hyménoptéristes du département de Vaucluse sont très connus par leurs beaux travaux sur la biologie des insectes qu'ils étudient: M. Fabre a ouvert la voie où MM. Nicolas et Chobaut l’ont suivi. Voici le procédé, aussi simple qu’ingénieux, qu'ils emploient pour élever les hyménoptères et en suivre les moeurs. M. Fabre se contentait de déposer des tubes de roseaux dans les lieux fréquentés par ces insectes; ceux-ci y effectuant leur ponte, il suffisait_ de transporter les tubes dans un appartament pour suivre tout le développement de l'insecte. M. Ni- colas a perfectionné la méthode en remplagant les tubes de roseaux par des tubes de verre. Il a pu ainsi se rendre compte de l’arrangement des cellules, de la ponte de l'oeuf, de son éclosion et de toutes les phases larvaires et découvrir méme tout une série de parasites dont la plupart éta- ient inconnus ou considérés comme très rares. V. ReenaULT, Naturaliste, 15 avril 1894. Pulci ammaestrate. Negli ultimi giorni del mese scorso si facevano vedere nella nostra città pulci ammaestrate : dico ammaestrate per servirmi del vocabolo usato dagli espositori. Alcune tiravano carrozzelle, ammirabili per finezza di lavoro. La cosa in complesso non ha nulla di straordinario; giacchè l’insetto non poteudo saltare per il peso, cerca di fuggire cammi- nando e trascina la piccola carrozza. _72 Una pulce cammina sur un filo di cotone, ma a dispetto della pesante gorgera (con cui son sempre legate) balza via, con poca soddisfazione .dell' ammaestratore. Ad un altra tenuta supina colla legatura veniva presentato un pallino di cera; l’insetto sen- tendo la sostanza resistente crede di trovare un punto d'appoggio atto ad aiutarlo a liberarsi, la- vora di zampini e fa girare il pallino: questo è chiamato il «gioco della palla. » A due pulci son presentate due listerelline di carta, che, per la causa anzi detta, solle- vano, fanno muovere, e venendo avvicinate le incrociano: questo è detto il « duello delle pulci. » La cosa che merita più attenzione è il modo con cui le pulci son legate; cioè : con un sotti- lissimo filo d’ argento alla strozzatura che divide la testa dal torace. Del resto questi giochi sono tutt’ altro che cose nuove: infatti nelle « ricreazioni scientifiche » di G. Tissandier. Ediz. ital. Treves a pag. 419 e seg. si trova la descrizione, dei medesimi giochi, ed anche di molti altri che sono più interessanti di quelli da me osservati. Venezia. GIULIO CERESOLE. NOTES DE TECHNIQUE MICROSCOPIQUE. M. C. Roulet décrit dans les Archives des sciences phisiques et naturelles (vol. XXIX, 1893, p. 100), une méthode pour colorer doublement des coupes renfermant des cellules è membranes de cellulose et è membranes lignifiges. Il emploie è cet effet successivement de la cyanine et du rouge Congo. Pour obtenir une bonne réaction, il faut d’ abord priver la coupe de toutes les substances contenues dan les cellules, sub- stances qui pourraient nuire à la réaction: on les passe pour cela dans l'eau de Javelle, puis on les baigne pendant un quart d’ heure, dans une solution alcoolique concentrée de cyanine. Après lavage è l’acool, les coupes sont placées de nouveau pendant un quart d' heure dans une solution ammoniacale à 5 p. 100 de rouge Congo. Aprés un nouveau lavage à l’ alcool, et en montant la pré- paration au baume de Canada en passant par.le xylol, on trouve les membranes ligmifiées colorées en un beau bleu; les membranes cellulosiques sont colorées en rouge plus ou moins intense. Dans l’< Anatomische Anzeiger » (VIII, 1893, p. 441), M. G. Mann conseille le liquide fixa- teur suivant qui conserve aux cellules animales leur contour, et fixe admirablement le noyau et le protoplasme. Ce liquide est composé de la manière suivante: Alcool absolu 100 c. c. Acide picrique 4 grammes. Sublimé corrosif 15 gr. Acide tannique 6-8 gr. Afin d’obtenir de bons résultats l’ auteur recommande d’' employer uniquement des tissus vi- vants, et de fixer de fort petites pièces ayant de 0,5 à 1 centimétre. Pour la suite des opérations ‘qui consistent à passer les tissus par les alcools, le chloroforme et la paraffine il faut prendre les précautions d’ usage. E. D. W. E. Van ErmencEM. — Nouvelle méthode de coloration des cils de battéries. (Annales de la Société de médecine de Gand, juin 1893). L’auteur fait tout d’ abord remarquer combien est importante, au point de vue du diagnostic ‘des Bactéries, l’ étude des caractères des cils dont celles-ci sont pourvues. En effet, l’étude de ces cils a permis tout récemment de différencier des Bactéries de formes ‘très rapprochées, tels que le Bactérium coli d’ Escherich, ses variétés et le Bacille d’° Eberth-Gaffky. A ce propos, l’ auteur rend hommage à la méthode de Loeffler, qui a décelé 1’ existence des cils. Mais en méme temps l’auteur fait ressortir et déplore toutes les difficultés techniques de ce procédé. Une méthode de coloration des cils, sùre, facile et rapide, tout à la fois, dit-il, constitue encore jusqu' ici un desideratum de la technique bactériologique. Dans l' ordre d’ idées indiqué par Loeffler, des recherches d' améliora- tion ont été faites et n° ont conduit è rien. C' est dans une nouvelle voie, que l’ auteur, est engage pour, essayer de réussir. La voie avait déja été tracée par des histologistes, notamment par Golgi pour la coloration du système nerveux. Elle consiste à &mpreégner la matière organique par de l’argent d l’etat metallique, l'auteur se base tout d’ abord sur une différence de composition chimique des cils et du corps du bacille et le principe qui forme la base de la méthode est le suivant: les cils étant fixés dans un bain à l’ acide 73 osmique ou au tannin; on provoque la précipitation de particules métalliques en soumettant la pré- paration successivement à l'action de nitrate d’argent et de corps réducteurs, Ces précipitations sont favorisées par une combinaison provoquée entre la matière organique et le tannin à l’osmium du bain fixateur. Ceci dit, voici la technique: 1.° N° employer que des couvre-objets rigoureusement DONO le mieux c’ est de les laver au préalable dans la solution suivante: Bichromate potassique 60 grammes. Acide sulfurique concentré 60 gr. Aq 1000 gr. 2.° Se servir de cultures sur agar, récentes (10 à 18 heures), passer la préparation séchée en la tenant entre les doigts trois fois par la flamme. ; 3.° Le bain fixateur que l’auteur préconise est le suivant : Acide osmique (solut. à 2 p. 100) 1 partie. Tannin (sol. de 10 a 25 p. 100) 2 parties. | On fait bien d’ ajouter a la solution de tannin 4 è 5 gouttes d’ acide acétique cristallisable par 100 c. c. Ce mélange constitue un encre noire dont on dépose une goutte sur le port-objet et qu'on y laisse une demi heure à froid et 5 minutes a 50-60.° 4.° On plonge les préparations lavées a l'eau et è l'alcool, dans le bain sensibilisateur au ni- trate d’argent 0,5 a 0,25 p. 100. 5.9 Sans laver les lamelles on les passe dans le bain réducteur et renforcateur suivant: Acide gallique 5 grammes. Tannin 3 gr. Acétate de soude fondu 10 gr. Eau distillée 350 gr. Après quelques instants, on repasse les préparations en agitant constamment le bain, dans la solution argentique à 0,5-0,2 p. 100 jusqu’à ce que cette solution se mette à noircir, on arréte alors la préparation. Si la coloration n’ est pas tout a fait obtenue, on recommence la coloration dans les mémes bains. — On sèche après avoir lavé à grande eau et monte dans le baume. — L' au- teur joint a sa communication des microphotographies de préparations colorées par cette méthode. L'au- teur a reussi à colorer les cils de très nombreuses variétés de bactéries dans le méme bain mordant, alors que l’ on sait qu'il faut avec la méthode de Loeffler, des bains mordants différents pour chaque variété microbienne. Dans le méthode décrite ici, les Bactéries sont colorées en noir-brun, le cils ont une teinte noir funcé. Voici les avantages de la méthode: 1.° résultats assurés, sans tàtonnement, quelle que soit l’espèce dont on recherche les cils; 2.° coloration très nette, favorable è la microphotographie; 3.° la forme des cils est parfaitement conservée; 4.° la coloration est stable. A. MILLS NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —_T SE=>M637-3Tr_ Su due catture di uccelli nel Pesarese. Nel Gennaio dell’anno corrente furono veduti, dopo un temporale, due fenicotteri (Phoenicopterus roseus Pall.) camminare sulla spiaggia, ed uno ne fu ucciso. È un adulto, che (preparato non molto bene) si conserva nel negozio Masetti. pel Corso, non so se a scopo decorativo, o in attesa di compratori. Ho creduto notare questa cattura, di qualche importanza, pel fatto che pare sia la prima av- venuta nelle Marche e nelle regioni Adriatiche finitime. Infatti il Salvadori (Fauna d'Italia- Uccelli pag. 248.) riguardo al fenicottero scrive: « non so che sia mai stato visto nelle Marche »; il Gi- glioli (Avifauna Italica pag. 292) nell’ enumerazione delle località ove si ebbe comparsa avventizia di questi uccelli non menziona ne l’ Emilia, nè le Marche, nè l’ Abruzzo ; nè lo cita il prof. Pao- lucci nel suo Elenco delle specie di uccelli osservati nelle Marche e pu specialmente nella prov. d’Ancona, etc. (nel Primo Resoconto dei risultati dell’Inchiesta Ornitologica in Italia - Parte II: Avifaune locali); e tanto meno ne parlano il conte Falconieri di Carpegna nella sua Avifuuna della prov. di Pesaro e Urbino (nel Vol. I, 1892 - del Bollett. d, Soc. Romana per gli studi zoologici) e 74 il Prof. Gasparini nel suo opuscolo « Sulle specie più rare dell’ Avifauna Marchigiana » (Fano 1889.) L'altra cattura è già stata resa di pubblica ragione: sì tratta della femmina di sirratte (Syr- rhaptes paradoxus Pall ) che fu uccisa presso Pesaro il 5 Maggio 1888 e che figura nell’elenco del Salvadori nell’ opuscolo «Altre notizie intorno al Siratte în Italia nel 1888.» Ma poichè il Di Car- pegna (op. cit. pag. 40 dell’ estratto) rammarica che i due sirratti uccisi nel Pesarese non sian stati conservati, e il Gasparini (op. cit. pag. 26) dice di non aver mai saputo come sia finita questa femmina appunto, ch’ egli vide imbalsamata, così comunico che codesto esemplare, già di proprietà del Sig. Guerrini, è stato recentemente ceduto per cambio al Gabinetto di Storia Naturale di questo R. Liceo Mamiani. Pesaro 4 Giugno 1894. ‘. Prof. Corrapo Lopez Un’eco da Brescia È quasi stoltezza il ripicchiare l’ ormai arrugginita questione dello sterminio dei nidi. Se ogni provincia ha fatto eco, se ogni giornale ha trattato inutilmente, è segno che chi è in tale questione interessato, conferma l’ opera degli sterminatori. Sommamente mi spia- ce tale fatto, ma trattandosi di cosa a tutti nota, mi rimetto ad attendere quel dì che vedremo i cacciatori rincorrere i lepidotteri lungo i prati, e l’ autorità proibire la caccia farfallesca ai froda- tori, per agevolarla a quelli che hanno licenza. Se prima si rompevano le covate per puro capric- cio ora il bisogno di tali distruzioni cresce, per l’ adottamento delle uova d’ uccelli, quali rinfre- scativi, e pure come fortificante agli uccellini in allevamento; e naturalmente se si scoprirà un vero utile, non tarderemo a vedere i mercati d' uova d' uccelli, sotto il naso delle autorità. RENATO GUILLAUME Da Roma. Da notizie pubblicate nel Bollettino della società zoologica romana, apprendiamo che nello scorso inverno furono presi in quei dintorni. Un Petto azzurro J' (Cianecula Wolfi; una Sterna cantiaca e parecchi Falchi bianconi (Circaetus gallicus). Red. Il progetto di legge sulla caccia. La Commissione che ha esaminato il progetto della legge sulla caccia, formulato dall’ on. Lacava, ha proposto — relatore l'on. Chiaradia — varie modificazioni al progetto governativo. Le principali sono le seguenti: « Nessuno potrà esercitare la caccia all'infuori dei modi seguenti, pagando l’annua tassa per ognuno stabilita: col fucile, L. 25 — con spingarda, 100 — bressanelle, roccoli senza passata, 130 — con bressanelie, roccoli con passate comuni, che non potranno oltrepassare metri 300, L. 300 — con paretai, copertoni e prodine senza contrappesi, 80 — con paretai, copertoni e prodine con con- trappesi, 100 — con tese alle anitre (terreno preparato), 50 — con capanno e volatini ai colombacci 100. « Le licenze sono personali. « Insieme con la licenza di caccia con armi da fuoco si rilascerà al richiedente una piccola placca di metallo indicante l’ anno per il quale deve servire, che egli dovrà portare sul cappello od in qualsiasi altro modo visibile. « Chi uscirà, armato, senza la suddetta placca visibile, sarà passibile di una multa equivalente all’ importo della licenza. » i La Commissione ha proposto che sia proibita in qualsiasi tempo e luogo: La caccia con qualsiasi ordigno od insidia; la caccia con tagliole, schioppi fissi e lacci di qualunque genere non solo è proibita ma sarà aggravata la pena di un terzo per ogni contrav- venzione; la distruzione, in qualsivoglia modo operata, delle uova, la cattura e la distruzione de- gli uccelli da nido, la cattura dei leprotti ed altri piccoli quadrupediì ; la caccia di notte, in qua- lunque modo fatta, eccetto la posta alle anitre; la caccia quando il suolo è coperto dalla neve; la caccia con cani da corsa (levrieri). Parimente la Commissione ha proposto che sia proibita la caccia col fucile dal 1 gennaio al 1 settembre. È pure permessa: alle sole quaglie, dal primo agosto; agli uccelli acquatici dal 1 gennaio al 30 aprile, limitatamente ai laghi, paludi, fiumi e terreni irrigatorii; alle quaglie di passo, sulla spiaggia del mare, in una zona non maggiore di un chilometro dallo stesso, dal 1 aprile al 30 maggio Red. 79 Caccia all’ orso. Un'orso che da oltre un anno vagava sui monti di Tione (Trentino), ven- ne finalmente ucciso il 23 maggio scorso nella località a Coel in Val di Borzaga dal cacciatore Angelo Giacomelli assistito da Ernesto Zeni entrambi da Pellugo. L’ esemplare, dell’ età di 14 anni e del peso di 120 kilogrammi venne presentato al Capitanato di Tione ove al Giacomelli venne assegnata la taglia legale di fior. 31,50, un premio dal Consiglio prov. di Agricoltura di fior. 25 ed un altro di fior. 5 da parte di quella Società dei cacciatori. B. INSEGNAMENTI PRATICI Per ottenere rose artificialmente colorate. Il signor De Parville qualche anno fa, indicava il seguente processo di colorazione artificiale delle rose. Prendete della fuchsina (anilina) di tinta celeste, e fatela sciogliere in acqua distillata od acqua di pioggia, primo bagno. Secondo bagno : gettate un buon pizzico di carbonato di potassa in circa 25 centilitri di acqua, poi im- mergete una rosa bianca o di tinta chiara nel bagno di potassa; lavatela nell'acqua per toglierle l'eccesso di mordente, e bagnate il fiore nella tintura. Ne avrete una rosa celeste. Non è punto difficile, come sì vede. Diminuendo la dose di potassa, la tintura non morde egualmente dappertutto, in allora la rosa bianca rimane soltanto chiazzata di celeste. Sovente queste rose, unicolori o chiazzate, sono largamente bordate di un celeste scuro con riflessi metallici. Giammai si crederebbero tinte queste rose, l'illusione è completa, desse si conservano altret- tanto lungamente che le altre rose, e conservano il loro profumo. Infine è da osservarsi che si possono ottenere rose di tutti i colori, con questo procedimento, non esclusa la famosa rosa verde. Basta che il mattino per tempo, prima che sia levato il sole, si spolverino i fiori con dell’ anilina di differenti tinte; la rugiada farà dissolvere i colori, i fiori resteranno così letteralmente dipinti. (Dal Giardinaggio) Imballaggio dei fiori. È necessario, prima di imballare i fiori nelle scatole di legno, di immergere queste nell’ acqua, poscia collocarvi entro i fiori (od il fogliame). Imballandoli in sca- tole interamente secche, i fiori cedono ad esse la maggior parte della loro umidità, ciò che non succede se prima il legno è stato imbevuto di acqua. Svernamento dei fiori nelle cantine. Molte piante come le agavi, gli oleandri, i grossi cactus e simili, passano assai bene l’inverno in una cantina moderatamente secca e dove non geli. Lo scopo si è che passino la stagione invernale in una condizione di riposo, il che solo si ottiene lasciandoli nelle cantine ed in' terreno asciutto, non però tanto che abbiano da accartocciarsi 0 da appassire. Anche geranei, salvie, eliotropi, garofani, si conservano benissimo nelle cantine, purchè si tengano coperti con sabbia asciutta o leggermente umida, e così si conservano per la primavera degli splendidi esemplari. L’ acquistare ogni primavera delle piante nuove è veramente una spesa inutile, quando si può conservarle in modo sì facile, (Progr. Agric. di Soligo). Modo facile per conoscere la purezza del solfato di rame. (Dal Fewille vinicole de la Gironde). Per sapere se il solfato di rame è impuro, si prende un pizzico del campione polve- rizzato, e lo si fa sciogliere in un bicchiere con acqua pura ; vi si aggiungono alcune goccie d' am- moniaca, e si allunga con acqua. Se il solfato di rame è puro si otterrà un magnifico color bleu, assolutamente limpido. (Il solfato di rame del commercio non essendo mai chimicamente puro, non occorre tener conto di un leggero intorbidamento che si produce al momento in cui si aggiunge l’ ammoniaca alla soluzione). Se il campione contiene solfato di ferro, il colore blew scuro al primo momento, si schiarirà a poco a poco depositando sul fondo del bicchiere una materia fioccosa, scura, mentre che il liquido soprastante avrà il bel colore bleu del solfato puro trattato coll’ ammoniaca. Invitiamo vivamente i viticultori a non trascurare la verificazione della purezza dei prodotti che adoperano, ne va dell’ efficacia del trattamento adoperato verso la vite, 76 Potere insetticida delle foglie di pomodoro. Dicesi che dell’ acqua nella quale si era fatto macerare una certa quantità di pomodoro, liberò completamente ì peschi, i rosai e gli aranci da numerosi insetti di ogni specie che infestavano tali piante. Due giorni sono stati sufficienti per ottenere un risultato completo. sì Il solfito di calcio per distruggere completamente i germi delle malattie dei vini. Lo afferma il Roos nella Revue internationai de vitic. et enol. Egli sostiene coll’ appoggio della pra- tica, che il solfito di calcio non solo rende inattivi i germi delle malattie, ma li distrugge addi- rittura; tanto che con il solfito di calcio si può ottenere una vera sterilizzazione; e trattandosi di vini già in via di alterazione o molto proclivi ad alterarsi, il Roos sostiene che l’ aggiunta del solfito di calcio vale quanto il riscaldamento (pastorizzazione). Ma per questi casi bisogna usarlo in quantità grande, 100 a 150 grammi per ettolitro. Una tal quantità ha un'azione decolorante; ma travasando poi il vino al contatto dell’ aria, esso riprende il suo colore (si ossida l'acido solforoso svolto dal solfito di calcio, e scompare ; allora cessa l’azione decolorante). Ne tengano conto coloro che hanno vini pericolanti. INVENZIONI E SCOPERTE ——_——> << Nuova macchina fotografica inventata dal Sig. C. Firmio di Pralormo e con la quale sì può riprodurre qualsiasi oggetto o persona al naturale colle proporzioni esattamente regolari, per mezzo di proiezione fotografica. Vetture elettriche. Dalla ditta Carli di Castelnuovo di Garfagnana, sono state costruite sotto la direzione del Sig. Roggio, nuove, perfezionate ed eleganti carrozze che camminano per mez- zo di un accumulatore elettrico. Seta artificiale. Siamo già ad un quarto metodo per. la produzione della seta artificiale. Ai signori Chardonnet, du Vivier, e dott. Lehner, si aggiunge il nome del signor Cadaret. Anche il Cadaret produce un filo a base di cellulosa, mediante varie operazioni. La nuova seta non coste- rebbe che circa sei franchi il chilogramma. Accendimento elettrico dei becchi a gaz. Una compagnia americana ha già incomin- ciato ad istallare illuminazioni a gaz, nelle quali non occorrono uomini che accendono i fanali, poichè l’ accensione dei medesimi avviene istantanea, e contemporaneamente all’ ora voluta, per mezzo della elettricità. i Flexus fibra. È un nuovo materiale derivato dal lino e che viene proposto in sostituzione del cuoio del quale imita le migliori qualità, è egualmeute resistente e più igienico. I forni Anelli. Si annuncia che don Rinaldo Anelli ha trovato che il calore superfluo dei forni del suo sistema per la cottura del pane, si può utilizzare per una caldaia a vapore, ed è più che sufficente per far lavorare una impastatrice, un torchio da. pasta, e, se si vuole, anche una piccola macina, così da avere tutto in casa, risparmiare mano d’ opera e combustibile, e ridurre di pa- recchi centesimi ogni chilogrammo il prezzo del pane. Macchina per le votazioni. Il sig. Genleur di Parigi, ha inventata una ingegnosissima macchina che serve a fare automaticamente lo spoglio delle votazioni man mano che i votanti eser- citano il loro diritto e serve tanto per le votazioni segrete che per le palesi. Scoperte mineralogiche. A Douvres sono stati scoperti ricchi giacimenti di carbon fos- sile che dicesi possano essere il prolungamento dei filoni carboniferi del Passo di Calais. A Gessì (Alessandria) è stata rinvenuta una sorgente di acqua solforosa simile a quella di Acqui. Una grande cava di eccellenti pietre litografiche è stata scoperta nella Nuova Caledania a poca ‘distanza da Noumea nell’isola Matho. L’Enogene. L’enogene (produttore di vino) non è altro che il mosto d’uva spogliato delle TI sue parti solide, e liberato dalla maggior parte dell’acqua per evaporazione, indi mescolato con amido di frumento e per ultimo disseccato a mite calore; somigliante, in quanto all'aspetto esterno, a quella pasta che si prepara nelle famiglie cuocendo il mosto con polpa di cotogne e zucchero. Questo preparato, che si vuole destinato a surrogare il mosto nell’ esportazione, ed a correg- gere i mosti poco zuccherini, è un prodotto che per la prima volta venne esposto al Concorso Agra- rio regionale forlinese. Si assicura che l’ enogene stemperato in conveniente quantità di acqua e fatto fermentare, produca un vino affatto simile a quello che darebbe il mosto recentemente spremuto, ed al quale volendo aggiungere del fermento selezionato, sarebbe possibile imprimere al vino derivante, il pro- fumo delle qualità più prelibate. i Secondo quanto si afferma, la preparazione dell’ enogene risolverebbe il grande problema della conservazione indefinita del mosto, riunendo il non tenue vantaggio di poterlo esportare in casse, sacchi o cesti, e così evitare l’ uso sempre seccante e dispendioso dei fusti o di altri recipienti. NOTIZIARIO Treo Rondini messaggere. Il possidente viennese Masies è riuscito ad addomesticare le rondini in modo, che ad ogni volata tornano sempre dopo alcune ore ai loro nidi. Le rondini sono più veloci e più piccole dei colombi ed hanno il volo più alto, onde è maggiormente difficile che in tempo di guerra siano colpite da piombo nemico; perciò si ritiene possano venire adoperate pel servizio postale in tempo di guerra, in sostituzione dei colombi. I piccioni viaggiatori hanno trovato un impiego pratico in alcune grandi pescherie del- l'America. Essi segnalano i risultati della pesca. Ogni battello viene provvisto, all’ istante della par- tenza, d’ una coppia di colombi. Allorchè le reti vengono ritirate e si conosce il risultato della pesca, viene lasciato libero uno dei piccioni, che porta a terra le notizie opportune per fare i pre- parativi pella conservazione del pesce ed informare gli incettatori dei più grandi mercati. Il secondo piccione viene riservato pel caso di dover dare l’ allarme, verificandosi un pericolo in mare. Pavoni allo stato selvaggio in Ungheria. Nel dominio di Szanny (Contea di Oeden- bourg) appartenente al principe Esterhazy, erano stati introdotti quattro pavoni, un maschio e tre femmine. Si è constatato che in tempo relativamente assai breve si moltiplicarono, e ne furono trovati ben 32 nella foresta. In questa ormai vivono liberi e benissimo, tanto giovani, quanto adulti, fra i quali se ne videro dei bellissimi. Resistono assai al freddo, di notte tempo si rico- verano su alberi assai elevati. Assicurasi che la carne dei pavoni selvaggi acquista nn gusto par- ticolare, migliore assai di quello proprio alla carne dei domestici. Il Museo commerciale di Milano, desideroso di contribuire in modo sempre più effica- ce a far sviluppare le esportazioni nazionali, ha deliberato di pubblicare una nuova edizione del Catalogo degli esportatori italiani. La pubblicazione verrà fatta, a cura e spese del Museo, in 10000 esemplari, che saranno distribuiti all’ estero, dove già attualmente sia notevole il commercio dei ‘prodotti italiani e dove esso presenti le più grandi probabilità d’ espansione. Affinchè il lavoro rivesta il carattere della maggiore possibile praticità, sarebbe utilissimo che ì produttori italiani, disposti ad affari di esportazione, indicassero essi stessi colla massima preci- sione i respettivi prodotti esportabili ; ciò che dovranno fare non più tardi del mese corrente scri- vendone al Museo a Milano. via S. Marta, 16. Un’invasione d’insetti. Nel Basso Milanese è comparso su vasta scala un insetto divo- ratore dei vegetali denominato Phytonomus punctatus. Già altre volte fu notato tale insetto ed il mezzo per distruggerlo sarebbe il seguente: « Allorchè nelle prime ore del giorno il maggior numero di questi insetti vedesi sui fusti e sulle foglie dei trifogli, mandansi nel prato alcuni uo- 78 mini muniti di quello strumento che serve a raccogliere il frutto del pabbio (Hanicum glaucum), detto appunto pabbiarolo, e si fanno scorrere col medesimo tutti quegli spazi del prato che ne sono infestati. Gli insetti cadono dentro al sacco di tela di cui è formato l’ istrumento e quindi sì uc- cidono abbruciandoli o soffocandoli al forno riscaldato ». Così il Genè. Circolo dei naturalisti in Roma. Questo Circolo fondato nel 1891, e che l’anno passato dette al pubblico un brillante corso di conferenze, ha nominato il nuovo Consiglio di direzione nelle persone dei sigg: prof. Mario Cermenati, a presidente, professori Ascoli, Fabris, Giunti, Sella, Villavecchia e Vincinguerra a consiglieri. Le conferenze verranno riprese anche quest'anno. La malattia nella foglia dei gelsi. In quest'anno le foglie dei gelsi sono state assai estesamente attaccate dalla crittogama denominata Septogloeum Mori o Pleospora Mori, e ciò è spie- gabilissimo stante la persistente stagione umida trascorsa. Per questa malattia comunemente denominata fersa bruciatura, seccume, macchia o nebbia non si conosce un rimedio sicuro. Il prof. Cuboni assicura che l’ ordinaria miscela di solfato di rame e calce usata per le viti, giova anche per difendere i gelsi da questa malattia; egli però non la consiglia quando le foglie sono destinate all’ allevamento dei bachi, perchè ritiene che il solfato di rame potrebbe essere loro causa di disturbi gravi, ma solo nell estate e nell’ autunno sulla se- conda foglia e si avrebbe così il vantaggio di giovare alla vegetazione della pianta e diminuire lo sviluppo autunnale del fungo che porterebbe di conseguenza una minore probabilità della malattia nella primavera futura. Altri dichiarano di aver somministrate le foglie ramate ai loro allevamenti e chie bachi le hanno mangiate e non ne hanno risentito il minimo danno, per cui consigliamo di applicare il rimedio anche nella prima foglia. Qualcuno ha consigliato di non dare ai bachi la foglia affetta dal detto seccume, ma resulta invece,che può essere somministrata senza inconvenienti. I bachi mangiano la parte verde e la- sciano la secca. Pesci viventi in massi di ghiaccio. Durante il forte gelo avvenuto nel mese di gennaio, grandi masse di ghiaccio che contenevano numerose anguille furono esportate dal fiume Arunda Littlehampton. (It Progresso), Esposizione internazionale di frutticultura. La Società di frutticultura Russa, ha ban- dita per il prossimo autunno una esposizione internazionale allo scopo di far conoscere lo stato attuale in tutto il mondo della coltura delle frutta e delle diverse industrie che vi si rannodano. Congresso internazionale di chimica applicata. Avrà luogo in Bruxelles dal 4 all’11 agosto prossimo. Esposizione internazionale d’igiene e d’ alimentazione. Starà aperta in Roma nel Palazzo delle Belle Arti dal 16 Giugno al l Agosto a. c. Posto di veterinario. Fino al 30 corrente, è aperto il concorso al posto di veterinario nel comune di Esperia (Caserta) con lo stipendio annuo di L. 1648, 20. NOMINE, PROMOZIONI ,ONORIFICENZE, PREMI Belli dr. Saverio — Baroni dr. Eugenio — Buscalioni dr. Luigi — Cavara dr. Fridriano — Kruck dr. Osvaldo, hanno ottenuta la libera decenza per l'insegnamento della Botanica. Gorini dr. Alessandro — Alessi dr. Giuseppe idem per l’ Igiene. Giorgis dr. Giovanni idem per la chimica applicata ai materiali da costruzione. Mazzanti dr. Ernesto idem per l’Anatomia patologica zoviatrica. Goggi dr. Alessandro idem per l'Anatomia comparata. Passerini dr. Napoleone idem per l' Agronomia. Palizza Arturo studente di 1.° anno di scienze naturali nella Università di Torino ha ot- tenuto il premio Bricco e Martini. 79 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, domande e risposte diverse -- Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi-all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rim«nere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l’utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, ‘anche una volta all’ anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’ Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 85 Carlo Piazza, fuori porta d’Azeglio 362 Bologna, desidererebbe avere una piccola quan- tità di semi di Cicuta virosa Lin., Imperatoria astruthium Lin., Phellandrium aquaticum Lin., Sium mnodiflorum Lin. offrendo in cambio coleotteri. 86 J. B. Bailliére et fils, 19 rue haulefeuille à Paris, viennens de publier une Biblio- graphie des Flores de France, contenant l’ annonce de près de mille volumes er brochures sur les flores de la France, classees par règions. Ils l’andressent franco è toute personne qui leur en fait la demande, 87 Dal laboratorio di storia naturale di S. Brogi in Siena si fa ricerca di miriapodi indeterminati di qualunque località. 88 Enrico Vestri di Livorno (Toscana), compra qualunque sorta di francobolli antichi. Ai rivenditori e collezionisti spedisce fogli assortiti in esame col 30 0j0 di sconto. 89 Vincenzo de Michetti di Teramo offre cani Setter e Pointers puro sangue, figli di riproduttori premiati, provenienti tutti dall’ estero. 90 M. Rolland, 2 rue des Chantiers è Paris, va bientòt faire paraître un Dtctionaire des noms patois des plantes. Il prie les personnes qui s’intéressent è sons oeuvre, de lui fournir des documents recueillis autant que possible de la bouche du peuple. 91 M.»° Bidault de l’Isle, 8, boulevard Malesherbes. Paris, offre des Cocons vivants d'Actia Luna a échanger contre des Cocons vivants d’autres espèces ou Lépidoptères séricigénes étrangers. 92 P. Perruchon, vicaire a Champfleus (Sarthe) par Alengon (Orne) désire échanger des ceufs d’oiseaux. 93 Cacciatore giovane, robusto, tecnicamente e praticamente conoscitore dell’ arte della caccia, desidera occuparsi in qualità di Capo cacciatore. Per più ampli ragguagli scrivere alla Direzione del giornale La caccia in Roma. 94 Sigismondo Brogi, Via Baldassarre Peruzzi 28 Siena desidera acquistare anche in quan- tità Sterna minuta (Monachina o Fraticello di mare) tanto fresche in carne, che già poste in pelle. 95 G. Mantero, Via Galata, 9, Genova offre buoni esemplari di Chalcis minuta, Biorhiza terminalis, Lagynodus rufus e Amasis laeta. Desidera in cambio Imenotteri italiani; Mallofagi e Pediculini ben determinati. 96 M. Benderitter, r. Champs-Maillets, Rouen, (Francia) offre un lot Lépidoptères (45 espèces, 58 individus) parfaitement déterminés et préparés, contre Coléoptéres d'Europe ou beaux Coléoptéres exotiques, mèéme communs. Envoyer oblata. 97 Ernest Leliévre, Entre-les-Ponts à Amboise (Indre-et-Loir (Francia), offre des ceeufs feconds de B. Antheraea Perny, de Saturnia Pyri et Carpini, des chenilles d'Aglaope infausta, ete., en échange d'autres ceeufs ou chenilles. 98 M.r° Larchevéque, au Tabalou près Vierzon (Cher), désire échanger des plantes de la famille des Cactées contre d’autres plantes du méme groupe. 99 Agli Abbonati che ne fanno richiesta con cartolina con risposta o che ci fanno perve- nire un francobollo da cinque cent. , inviamo gratis e franco, un opuscolo che tratta delle tignole della vite e del modo di combatterle. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri 80 ANNUNZIO BIBLIOGRAFICO Umberto. — Libri di lettura per le scuole primarie, del Prof. Eugenio Paroli R. ispettore scolastico. — Casa Tip. Libr. Editr. Arciv. Ditta Giacomo Agnelli - Milano, 1894. È una serie di volumetti destinati come libri di lettura e di testo per le © classi elementari: finora ne furono pubblicati i primi quattro. i - Come appare dal titolo, narrano la vita scolastica di un fanciullo che sì presenta analfabeta alla scuola elementare per uscirne cinque anni dopo istruito ed educato come si conviene a un individuo appartenente ad una società civile. — L' Autore ci conduce dall’ ambiente della famiglia in quello della scuola per poi trasportarci a poco a poco nell'ambiente sociale. — Per tal modo il piccolo lettore va ampliando le proprie idee, acquista ognì giorno nuove cognizioni e siccome se ne accorge, prende amore allo studio e alla scuola, che gliele procurano. Oltre che come /etture, questi volumetti devono riescire efficaci anche come libri di ripetizione, perchè vi sono svolte con sufficiente ampiezza alcune delle materie che formano oggetto dei vigenti programmi scolastici. — Accurate incisioni illustrano ed adornano ciascun volumetto, stampato con eleganti tipi, e messo in vendita a prezzo mite: tutte cose queste, delle quali gl’ Insegnanti dovrebbero tener calcolo, e dar loro la preferenza su tante altre pubblicazioni di simil genere, che lasciano molto a desiderare in ogni lor parte. — Nei due primi furono con singolar cura te- nute presenti le prescrizioni degli igienisti in fatto di libri scolastici, cioè tipî cospicui e nitidis- simi affinchè i piccoli lettori non abbiano a soffrirne nella vista. Pregio che basta accennare per- chè ne sia riconosciuta l'importanza dagli Educatori, dalle Autorità e dalle famiglie. EB = = ali 2 regolatore di calore; le più sem- ovalrici april CIO | plici e le meno costose, adottate dai coltivatori ed allevatori della regione di Houdan, centro di allevamento il più importante. OVA DA COVARE di galline di Howdan razza pura L. 5 la dozzina, 25 per L. 10. Di Galline Faverolles (medesimi prezzi) Galline La F/éche L. 6 la dozzina, 25 per L. 11, franchi di porto. Piccoli Pulcini di Houdan, razza pura L. 15 la dozzina, 25 per L. 28. Di Faverolles medesimi prezzi. — Spedi- zioni garantite, Belli e grossi polli, precoci e rustici, carne fina e delicata, copiosa produzione di uova. — Primi premi ai concorsi — Diplomi e premi di onore, Medaglie d’ oro ecc. ecc. Invio franco del catalogo generale J. Philippe + a Houdan (Seine et Oise) Francia. = Deposito a Parigi: Quai du Louvre 16 = MAGAZZINO GEOLOGICO E MINERALOGICO — 8 ALEXANDRE STURR #6— UFFICIALE D'ACccADEMIA, fornitore dei Ministeri della Istruzione pubblica, dei lavori pubblici e degli stati stranieri. 40. 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A coloro che deside- di porto nel Regno L. 1,20, all’ estero L. 1,30. | rano conoscere sicuramente le vere vipere, ed ai Prendendone diversi ribasso da convenirsi. gabinetti scolastici, invieremo vipere conservate Lamprede imbalsamate e conservate a secco | in Alcool al prezzo da L. 2 a L. 4l'una. prezzi da L. 5 a 10 secondo la grandezza. | Si forniscono pure vipere vive. ri M) SoS, | Auno XIV N°7 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1.° Luglio 1894 SOMMARIO De Blasio dott. Abele. Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana. Parte II. Con fig. (Cont.) Pag. 81. ti ì Del Prete dott. Raimondo. Sulla sistemazione di una raccolta conchigliologica. (Cont. e fine) Pag. 87. Rivista bibliografica. Da pag. 90. a pag. 91. Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1893. Zoologia, Paleozoologia e allevamento deeli animali. Da pag. 91. a pag. 94. i eee. Urania aegyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA IN G Studio di ABELE DE BLASIO (PARTE II.) - (continuazione) 5.2 Sphenoides stenometopus oblongatus 6.» Sphenoides cuneatus L'imbalsamazione e la scelta di una sepoltura erano mezzi puramente ma- teriali che non presentavano serie difficoltà; ma quanto agli onori funebri non sì accordavano indifferentemente ad ogni sorte di persone. Per meritarli biso- gnava che il defunto se ne fosse reso degno mediante una vita esente da rim- proveri e che, al momento in cui il corpo era per discendere nella tomba, niuna voce accusatrice si elevasse dal mezzo della folla per obbligare i giudici dei funerali a ritardare o a rifiutare la sepoltura. In questo ultimo caso il corpo veniva gettato nel Tartaro ove era confuso con i corpi dei delinquenti e delle bestie .immonde. Gli Egiziani attaccavano tanta importanza alla conservazione dei corpi da considerare il rifiuto della sepoltura come la maggiore delle ea- lamità che toccar potesse ad un uomo, e come macchia indelebile per le famigli 82 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questa prospettiva esercitava sugli atti della vita una influenza così forte e così salutare, che si può dire, con le testimonianze degli storici, che il soggiorno dell’uomo sulla terra non era che una lunga preparazione del terribile pas- saggio dalla vita all’ eternità. Ecco come Diodoro da Sicilia si esprime intorno a tali credenze: « Gli Egiziani riguardavano la vita attuale come poca cosa, ma essi stimavano infinitamente la virtù di cui il ricordo si perpetuava fin dopo la morte. Essi chiamavano le loro abitazioni alberghi, stante il poco tempo che vi si dimora; mentre chiamavano poi le tombe dimore eterne perchè i morti eternamente vi soggiornano. Ecco perchè essi occupavansi molto meno della costruzione delle loro case, che di quella dei loro sepoleri ». Non entra nei limiti angusti di questo modestissimo lavoro il mostrare, con quale meraviglioso seguito d'idee, la credenza nella resurrezione e le di- verse istituzioni che vi si attaccavano contribuissero alla prosperità generale dell'Egitto. Nondimeno pur ammettendo, come, molti han preteso, che tutte co- teste credenze fossero il risultato dell’ impostura della casta sacerdotale che ne traeva il suo maggior profitto, tuttavolta non possiamo non ammirarne i ma- gnifici risultati, perchè fu per opera dell’ alta intelligenza di quei sacerdoti e del saggio impiego che essi fecero del loro talento se l’Egitto potè vantare il primato della civiltà fra le più antiche società civili e tenere in mano per lun- ghissimi secoli lo scettro del commercio, delle scienze, delle arti e della civiltà in tutto l’ Oriente. Detto ciò come incidente ritorniamo alle teste mummificate. Fra le 10 che ne conserva il nostro museo antropologico, le meglio conservate sono quelle che appartengono all’ antico Impero e che sono spogliate degl’involucri che dall’ imbalsamatore vennero applicati in occasione delle pompe funebri. A giu- dicare dal modo come esse furono preparate si può bene inferirne che quei resti dovevano appartenere a persone di classe elevata, e però in condizioni da potere spendere per i funerali oltre le cinquemila lire (1). (1) Due giorni dopo il decesso degli uomini e quattro per le donne, il corpo del defunto ve- niva consegnato agl’imbalsamatori. Il primo di essi detto grammate vale a dire scriba era incari- cato di tracciare due incisioni, una sul fianco sinistro e l’altra sotto l'orecchio, che venivano cambiate in vere aperture dall' incisore. Ciò fatto veniva il cadavere consegnato agli operai im- balsamatori, i quali dalle aperture già fatte ne estraevano il cervello, la milza, il fegato e tutti gli altri organi spettanti alla cavità toracica e all’ addominale. Il cuore e il cervello solamente, che erano stimati come le parti più nobili, venivano racchiusi in apposite urne dette cazope, che erano per lo più fabbricate di materiale molto costoso. Questo vaso-urna veniva accompagnato da un papiro sul quale era scritto il nome del defunto e qualche preghiera per implorare la protezione degli Dei Infernali. Estratti i visceri, che erano dagli antichi Egizi ritenuti come la causa di tutti i peccati del- l’uomo, il corpo veniva ripetutamente lavato con acque odorose e poscia coverto di zatron e te= nuto così per parecchi giorni. Finalmente veniva coperto con ripetuti giri di fasce, previamente imbevute di balsamo da mummie, avendo per principio di evitare il contatto fra le parti scoverte Un grosso pezzo di tela di lino posta sopra le fasce a modo di sudario compiva quest’ operazione. Il medio ceto e i poveri facevano usare per i propri defunti un’ imbalsamazione meno costosa consistente o in iniezioni di liquidi, o nel soggiorno più prolungato nel zatroz. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 89 Le misure millimetriche spettanti a questi antichissimi avanzi umani sono quelle che seguono. | Î MISURE MUMMIA g MUNDI DO MNIA Ve) Ie | Età approssimativa . i : È - A 20 | 30 | 40 Capacità cubica . 5 3 ; 3 Snai 2 | ? | 1350 Circonferenza orizzontale . , 7 3 925 493 | 490 « verticale . . ; i È 475 450 495 ( p. frontale . AA « « 115 DINE . parietale o , « « 120 Curva pesci i SII i 130 | > n | Totale g È ; 390 350 « Diametro antero-posteriore . : : 236 187 | 173 166 « bi-laterale : x > ;, 3 135 | 127 | 125 Altezza verticale . È ; ; - CRAS 136 | 124 | 117 ecc olarghezza. 3 ; 3 ) Sa 45 44 | 38 Dilbo i iozia vl I 00) 3E 33 Naso f larghezza... Ae) 30 | 21 | 21 ( altezza. E . ; ; ; S| 58 | 43 | 38 Rios ( f. superiore . î : ; o 117 | 97 92 oi infemore Cn LOGLAC) 95 107 SEG lunghezza . : 5 nn 36 37 « Foro occipitale o : ; ì 5 27 33 | « ‘ lunghezza del ramo. . i 220 190 190 \ altezza della bran. ascend. . Boz 70 60 DD Mascella ‘ altezza della bran. orizzont. ERA 39 | « Î 25 larghezza della bran. ascend. . 4l : « | 30 linea intercondilinea . 3 CsA] 79 « | 87 ( bi-zigomatica . ; ; 3 LI ll 126 | 117 finee O basicnasale e 108 100 90 basi-alveolare . ; RATA oa SI 93 | 86 naso-mentoniera ; 4 5 È 5 134 | 114 | 110 | / cefalico . 2 5 ; ; At] 722 | 734 | 753 | verticale . è , s è ded 727 717 | 705 iodici orbitario . ; 7 È 3 ZI 778 | 773 864 | nasale 3 ; o - È | 517 | 488 | 003 | facciale : - : è to 909 | 901 | 904 | Valyeolare ir OR GIONI 656 | Altezza totale della faccia A ZIO 187 180 | Da questa tabella si deduce che le mummie da noi prese ad esaminare sono in generale dolicocefale perchè la media dei loro indici segna 738. Divise per sessi il teschio maschile ed uno dei muliebri sono dolicocefali, l uno con in- dice cefalico di 722 l’altro con quello di 734. Il cranio muliebre invece è me- saticefalo (avendo l’ indice cefalico di 753). Per l’indice verticale queste tre mummie sono tutte or/ocefale, tanto perchè la loro media segna 748, quanto perchè ciascuno dei tre indici non supera 750. Le orbite in uno dei teschi muliebri sono mezzane (i. o. 864); negli altri due piccole (i. o. 778, 773); in generale poi sono mesoseme perchè l’ indice medio s’ innalza a 799. I Quanto all'indice nasale, il cranio maschile e quello femminile, segnato col n. 566 sono mesorini, mentre l’altro muliebre è platirino. Per l'altezza della faccia le nostre mummie sono /eptoprosope e ìi loro in- dici facciali sono 909, 901 e 904. 84 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI L'indice alveolare lascia scorgere che sono ortognate perchè il loro indice sta fra 930 e 973. La capacità cubica è stata misurata in un sol cranio; perchè le. scatole encefaliche degli altri due sono in parte riempite di sostanza bituminosa. Volendo dall’ altezza del capo argomentare della statura dell’ individuo noi, senza dilungarci con l’ esporre tutti gli svariati sistemi onde si sono serviti i diversi autori come lo Schadow, il Carus, il Rietschel, lo Zeitinz ed altri, tra- scriveremo senz’ altro una parte dei quadri del Cousin, siccome quelli che co- nosciuti generalmente in quasi tutte le scuole, rispondono meglio allo scopo pratico. Il Cousin divide l’ altezza del corpo in 8 parti eguali, corrispondente ognuna alla testa come unità di misura: così dalla sommità della testa alla parte in- feriore del mento . : 3 : - i su 1 testa dalla parte inferiore del mento ai capezzoli . 3 ? le dai capezzoli all’ ombelico l'« dall’ ombelico al pube . IRC dal pube alla parte mediana della coscia ; : : tie dal mezzo della coscia al ginocchio . 1 dal ginocchio in sotto del polpaccio . È 5 1 di sotto al polpaccio alla parte inferiore del ito ì Lig Ora poichè l’ altezza della testa maschile è uguale a 22 centimetri e quelle delle teste muliebri, rispettivamente 19 e 18: moltiplicando ciascuna altezza per 8 dedurremo che, in vita, il maschio doveva approssimativamente, misu- rare in altezza m. 1, 76 e le donne 1,52 e 1,54 (1). * * x Il cranio egiziano dell’ antico Impero può essere facilmente distinto per i seguenti caratteri. Osservato di prospetto esso presenta la fronte stretta, piut- tosto alta ed in alcuni reclinante all’ indietro; non ha apparenti le bozze fron- tali; come poco visibili sono anche le arcate sopraccigliari e i seni frontali. La radice del naso è poco depressa e gli ossicini nasali, fatta eccezione di un sol teschio, sono sottili e sporti in fuori. « « Le cavità nasali, per grandezza, sono in media mezzane, e parimente mez- zane sono le cavità orbitali, che sono poste sempre sopra un piano orrizzontale ed hanno la forma rotondeggiante con il bordo superiore sottile. Le ossa malari sono piccole e verticali; ben marcate le fossette mirtiformi. _ Il mascellare superiore, eccetto in uno dei crani muliebri, non sporge in fuori e la forma dell’ arco dentario sta fra la parabolica e la circolare con im- pianto verticale dei denti che sono regolari e di mezzana grandezza. (1) E erroneo ciò che fu detto dal Blumenbach e da altri che gli Egiziani avevano le orec- chie impiantate molto in alto. In due delle nostre mummie, che ancora conservano le orecchie, il loro impianto non è dissimile da quello della razza europea. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 89 Il mascellare inferiore è moderatamente alto e la sua forma parabolica si conforma all’arcata dentaria del mascellare superiore ; però le branche ascen- denti formano colle orrizzontali, tanto all’esterno che all’interno, un angolo quasi prossimo al retto. Guardato di lato il profilo della calvaria non presenta rilievi o avvalla- menti di sorta, ma una curva uniforme e quasi pianeggiante. Le fosse temporali sono strette e profonde; le arcate zigomatiche sottili e sporte all’ esterno. Le tuberosità parietali poste in alto ed in dietro più che nei crani europei; mancano affatto o sono poco visibili le creste e le curve che davano inserzioni ai muscoli di quelle regioni. La norma verticale dà a vedere che questa regione stretta dapprima verso la regione frontale, si allarga man mano per raggiungere il massimo dell’am- piezza in corrispondenza delle bozze parietali. Di dietro si mostrano più o meno arrotondati alla quale forma tende tutta quella parte dell’ occipite che trovasi sopra delle linee curve superiori. La base del cranio è piuttosto allungata e ciò è dovuto a quella parte dell’ occipitale, che trovasi inferiormente alla spina dello stesso osso, che, in questa serie di crani, la porzione sotto spinale è quasi sempre disposta a calcagno. 1 processi mastoidoei sono poco sviluppati. Il foro occipitale è piuttosto ampio; di forma che si approssima alla rotonda, i bordi sono alquanto sottili ed in alcuni anche irregolari e salienti. Tali sono i caratteri generali del cranio egiziano tipico dei quali uno solo fra i 14 se ne discosta (fig. 4.2); il quale presentando un leggiero grado di pro- gnatismo mascellare, lascia supporre che possa ravvisarsi in esso una qualche mescolanza di sangue negroide. Volendo poi far notare le differenze secondarie fra i due sessi e i due tipi dolico e mesaticefalo, sole forme di quest’ epoca, credo opportuno esaminare particolarmente le più importanti misure prese su questi teschi. 6 Capacità cubica La cavità cranica, a fine di dedurne il peso probabile del cervello, è stata misurata mediante granelli di miglio introdotti pel forame occipitale, dopo aver otturate tutte le aperture che servivano per il passaggio dei vasi e dei nervi, in ll teschi, cioè in 7 maschili e in 4 muliebri, abbiamo notato che in questi rappresentanti dell’ antico impero la media c. c. dei loro crani è 1417 elevan- dosi a 1440 nei virili ed abbassandosi a 1395 nei femminili. La differenza ses- suale adunque è di 45 c. c. La massima c. c. nei crani maschili ascende a 1740 ed appartiene ad un cranio mesaticefalo; mentre la minima 1250 spetta ad un cranio dolicocefalo. Nei muliebri giunge a 1640 in un cranio mesaticefalo e discende a 1250 in un dolicocefalo. Sicchè in questi crani la massima c. c. si rinviene nei mesaticefali laddove nei dolicocefali non notasi fra i sessi differenza alcuna, 86 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Volendo poi dalla c. c. dedurre il probabile peso del cervello basta ricor- dare che un volume pari a 1000 c. c. di cervello pesa 1040 grammi. Il peso. richiesto adunque sarà eguale al volume ottenuto moltiplicato per 1040 e di- viso per 1000. Ora togliendo da questo risultato il 15 010, equivalente del peso delle meningi, del liquido cefalo-rachidiano e dei vasi col loro contenuto si otterrà il probabile peso del cervello. Sicchè se V è il volume ottenuto, il peso lordo P, sarà P= P X 1040 da cui dolo o il 1500 (p) il quale è dato da 1000 p= PX 15. Si ha finalmente il peso netto 7 = P — p. AT0o Or poichè la c. c. giunge nei crani muliebri a 1395 e nei maschili a 1440, è a dire che tanto gli uni che gli altri sono mesocefali. Secondo la divisione del Sergi i femminili sarebbero oligocefali, perchè il contenuto del cranio non supera i 1400 e i virili metriocefali, perchè la loro media non sorpassa 1500 c. c. (1). i Ciò che innanzi abbiam detto viene espresso pìù chiaramente nel seguente specchietto. | ZA STTYWYT (€ (TOO 6wo o ro ‘r—‘—————_——_———=@@mmt.—— SESSO e TIPO CAPACITÀ CUBICA | NumeRo | | | | minima massima] media Masi 1250 | 1740 | 1440 | 1 | Femminili ; ; ; i 1250. | 1640 1395 4 CE eo 5 0 5 | ui | | —1 _T#Fy rr—_Fr r—rrrm=@m.»tm€ 5 L=.) II. Circonferenza orizzontale e verticale [N La circonferenza orizzontale che si è ottenuta mediante un nastrino me- irico, passante per la glabella e la parte più sporgente dell’ occipitale, è stata misurata in S crani maschili e in 6 muliebri. Nei maschi, in media, raggiunge 512 mm. e nelle femmine 488, con la differenza di 23 mm. fra un sesso e l' altro. I mesaticefali, tanto maschili che muliebri, sono quelli che presentano la circonferenza orizzontale maggiore ; perchè nei crani virili tale circonferenza raggiunge 540 e in quelli di donne 524 mm. La circonferenza verticale, che è stata misurata sugli stessi crani, presenta (1) Il Sergi chiama wicrocefali quei crani la cui interna c. c. non supera 1150 c. c. Crani elattocefali da 1150 a 1300 c. c. « oligocefali da 1300 a 1400 c. c. « metriocefali da 1400 a 1500 c. c. « megalocefali da 1500 in sopra, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 87 Io ZZZ fra i due sessi una differenza di 24 mm.; perchè nei maschili la media arriva a 476 nei femminili a 492. La massima circonferenza verticale nei maschi giunge a 500, e si rinviene, come la circonferenza orizzontale, in un cranio mesaticefalo (i. c. 793). Nei femminili invece si riscontra in un dolicocefalo (i. c. 729). Il massimo il minimo e la media, fra queste circonferenze sono così espresse. Num. | Sesso [CIRCONF.® ORIZZONTALE] Num. | Sesso | CIRCONF.* VERTICALE Minima |Massima| Media ” Minima | Massima | RE PSE Media —_______m | 445 | 500 | 476 | 8 lo4 489 025 512 8 lo4 6 Ko, 447 029 488 6 P 420 490 452 | |__| | (Continua) SULLA SISTEMAZIONE D'UNA RACCOLTA CONCHIGLIOLOGICA (continuazione e fine) Quando si vogliano scatole di maggiori dimensioni non dobbiamo far altro che voltare 3, 4, 5, 6.... volte il quadrello fra d ed f fig. 4, invece di 2 volte sole, e così avremo scatole di 4 X 6, 4 XX 8, 4 X 10, 4 X_ 12 ecc. chè se si farà ugualmente dall’ altro lato avremo le dimensioni che vogliamo. Quando per unità di misura si volesse scegliere una scatoletta d' altre dimensioni è chiaro che occorre ordinare un quadrello pure d'altre dimensioni. Si guardi peraltro che le sponde non vengano troppo alte o troppo basse. Il quadrello è bene che sia di ferro perchè, attesa la sua lunghezza, se fosse di legno si piegherebbe troppo facilmente, e di più correrebbe il rischio d' es- sere intaccato spesso dal temperino. Occorre sia verniciato perchè non si ossidi e quindi non sporchi il cartone. La sua pesantezza non è a carico, anzi fissa meglio il cartone e meno facil- mente si sposta nei movimenti che gli s’' imprimono. Tagliati i cartoncini bisogna fasciarli con liste di carta incollandole con pasta di farina di grano. Dette fasce debbono sopravanzare la sponda di circa un centim. tanto sopra quanto sotto, ossia devon essere di circa 4 centimetri. Fasciata la scatola circolarmente, si taglia un triangolo sugli angoli della parte di sotto e si ripiega sul fondo la carla che avanza di sotto. Quella che avanza di sopra si ripiega sul dentro della scatola senza farvi alcuna incisione. La pasta di grano perchè venga bene occorre sia di farina stacciata fina nella proporzione di un cucchiaio per ogni quattro d'acqua, messa a freddo, e sempre agitata finchè non abbia bollito per un minuto o due. Non è male aggiungere un pizzico d’allume perchè si mantenga meglio e più difficilmente sia poi: attaccata dalle tarme e da altri insetti. tes) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Nelle collezioni pubbliche le conchiglie disposte nelle scatole come sopra dicemmo, sono rac- colte in scaffali a cristalli; nelle private questo sistema, che porta via uno spazio non indifferente, il più spesso non è adottato. Nelle collezioni private le scatolette sono disposte in armadi a cas- settine. Anche riguardo a questi credo bene di suggerire un' aggiunta che io ho adottato per i miei. Questa. consiste in due imposte che, quando tutte le cassette sono chiuse, serrano completamente tutto l'armadio. Così con un solo giro di chiave rimangono chiuse trenta o quaranta cassette, ossia tutte quelle che contiene l’ armadio; e di più le conchiglie con questo doppio riparo restano sempre più difese dalla polvere e dalla luce, che a lungo andare danneggiano grandemente le nostre raccolte. Quanto alla forma e grandezza degli armadi e delle vetrine è difficile dar consigli speciali, ciò dipendendo dallo spazio che uno ha disponibile, dall’importanza della collezione, dall’ esser questa pub- blica o privata ece. Dirò però, a proposito delle collezioni private, che si guardi di non fare armadi troppo alti, è sufficente un metro e mezzo al più, in modo che stando in piedi una personadi statura media possa vedere il contenuto delle cassette più alte. Le cassette poi non siano nè piccole nè grandi nè troppo profonde. Le cassette degli ultimi armadi che ho fatto fare per la mia collezione sono larghe internamente centim. 60, lunghe 40 e profonde da 5 a 6. Se questa profondità non è suf- ficiente per alcune poche conchiglie marine, lo è per quasi tutte le terrestri e fluviatili, e non merita per poche specie aumentare la profondità di tutte o di alcune cassette a scapito di spazio. Una vetrina che sovrasta gli armadi serve per le specie più voluminose. Una collezione ben ordinata deve esser provvista d’ un catalogo. La cosa più semplice è d’avere un catalogo a stampa d’ una grande collezione, il catalogo del Paetel per es. , e volta per volta controsegnare su di esso le specie che arrivano a far parte della propria. Unita al catalogo però bisogna rilegare una certa quantità di fogli bianchi per registrarvi le specie che non fossero sul catalogo a stampa. Se questo metodo ha il vantaggio d’ essere sbrigativo è però molto imperfetto. Coll’ andar del tempo il libro è pieno di cassature e d’appendici, e per di più privo affatto dell’in- dicazione di molte varietà e di tutte Ie località. I migliori cataloghi sono quelli a schede. In un foglio doppio, dov’ è indicato il genere, io in- | a Clausilia ungulata. Ziegler. || b | che nella collezione rappresentano il ge- | Beck. Ind. p. 32 | RZ : || \| d | dine alfabetico. Per meglio spiegarmi ecco | Pfr. Mon. hel. viv. VI. p. 405 DE Eee Rag cludo tante schede quante sono le specie nere Suddetto, e il tutto dispongo per or- qui contro una scheda. In alto è il nome "0 _ | della specie ecc. vengono poi le varieta. Varietà Queste sono precedute da una lettera alfabe- b i tata, Rossm 1 tica che comincia dal d perchè l’ a denota il ‘commutata. Ross (CRI c fusca, De Betta. LG. i tipo. Le località invece sono precedute da un OO) | | I numero. Alle varzetà il numero richiama la 1 m | località, alla Zocalità la lettera richiama la Località | m | varietà. Così secondo questa scheda il tipo 5 Castello di Brescia... CO i Opzero 0, o Brenta) Meta Ila . la plari di Croazia e del Castello di Brescia, n il drei no, o sarà rappresentato nella collezione da esem- p plari di Croazia, la Var. commutata da esem- e la var. fusca da esemplari di O/zero. A destra osserverete un alfabeto dal quale sono alla lettera «, iniziale della specie ungulata. Ciò serve per trovare a colpo la scheda quando sia unita colle altre, specialmente nei generi molto numerosi come questo. Un tale SERENI eat MER sistema io lo ritengo dei migliori per qual- siasi catalogo di collezioni sia di conchiglie state tagliate le lettere che fanno seguito. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 89 sia d’ altro, ma però richiede tempo e pazienza. Per la mia collezione delle conchiglie medi- terranee, che io tengo separatamente, ne adotto un altro più sbrigativo. Per esempio eccovi il ge- nere Fissurella. | COLLEZIONE DEL PRETE — ViarEGGIO A | I n __ Re Gen. Fissurella Bruguiére 1789 | SPECIE LOCALITA D | I. nubecula. Linn. (Patella) 1766. 1. Livorno. I. IL (E, Epeolrd 90:44. 20P. Pollo HIT | F Var. b. 3. Piombino. | 4. Spezia. I. rasi II. graeca. Linn. (Patella) 1766. o. Viareggio. l. Eocsla 28917. 6. Bona. I. III. | Var tboeCi 7. P. Maurizio. I. d. 8. Sardegna. II. IV. | III. gibba. Philippi. 1836. 9. Palermo. II. B. Foc.i2:-:0 102111216187 10. Castiglioncello. II c. C. Var. c. ll. Taranto. II. c. 12. Spugne. III. c° IV. italica. De France. 1820. 13. Trieste. IV. Loc. 8. 13. 15. 14. Sciacca. V. Var. 15. Palermo. IV. V. 16. Favignana. III. V. dorsata. Mts. 1872. 17. G.° di Propiano. II. Loc. 14. 15. 18. Asinara. III Var. | | VARIETÀ DI FORMA | DI COLORE B. mucronata. Mts. II. 9. | b. cinnaberina,. O. G. Costa. I. 7. C. depressa, Monts. II. 10. | e. albida. Mts. III. 10. 11. 12. | | | | Ì In questa scheda i numeri arabi 1, 2, 3, ecc. richiamano alla località, i numeri romani I,.II, III, IV, ecc. chiamano alla specie, le lettere maiuscole B C alle varietà di forma, e le minuscole % c, d, ecc. a quelle di colore. La F. graeca per es. in collezione sarà rappresentata da esemplari di Livorno, P. Pollo, Sardegna, Palermo, e Golfo di Propiano, dalla Var. mucronata di Palermo, e . depressa di Castiglioncello. A ogni genere è destinato un foglio, o più se le specie sono molte. I diversi fogli sono disposti per ordine alfabetico col taglio nel margine destro alla lettera corrispon- dente all’ iniziale del Genere, e messi sciolti in una busta. Quantunque a prima vista sembri che questo metodo sia complicato, con un poco di pratica riesce facile, molto meno voluminoso del- l’altro ed assai più sbrigativo. i Avrò noiato la maggior parte dei lettori con questa lunga chiacchierata, per molti certamente «inutile, perchè in grado di dar consigli piuttosto che di riceverne; ma se a qualche collettore no- vello avrò giovato direttamente, ai provetti potrei aver giovato indirettamente, risparmiando loro, come diceva in principio, lunghe spiegazioni, potendo rispondere a molte domande che loro venis- sero fatte, col semplice rimandare a questa cicalata. R, DeL PRETE e _°———_FT———---="-————_—_—++&6 Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in queste note bibliografiche, sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copia delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. 2 Alberti F. I Bovini modicani, (Milano. L' allevatore, n. 164 pag. 446-48). FRESE TI 3 Alberti F. Il bestiame e l'agricoltura in 1 Abba dr. F. La profilassi della rabbia ca- | Italia. (Milano. Hoepli edit. pag. 312 con 22 in- nina. (Torino. Tip. Roux pag. ll in 8.°) | cisioni. Prezzo L, 2, 50). Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. 92 4 Alessandrini dr. G. Quale sia la specie di Taenia predominante in Roma e sua provincia. (Roma. Boll. Soc. romana per gli studi zoologici n l-253 pag. 83-86). 5 Alessandrini dr. G. Prime notizie ana- tomiche di un Tragulus morto in Roma. (Ibidem n. 4-5-6 pag. 141-49). 6 Alessandrini dr. G. Notizie anatomiche sulle glandole annesse all’ apparato digerente del Tragulus Meninna. Erxl. (Ibidem n. 7-8 pag. 269-271). T Angelini prof. G. Sulla permanenza in- vernale di alcune specie di uccelli in Sicilia. (Ibidem n. 1-2-3 pag. 15-18). 8 Arrighi-Griffoli G. Sulla comparsa acci- dentale della Chetusia gregaria in Val di Chiana. (Ibidem n. 4-5-6 pag. 138-40). 9 Arrigoni degli Oddi conte E. La Fu- ligula Homeyeri. Baedeker, ibrido nuovo per l’Ita- lia. (Milano. Atti Soc. ital. di sc. nat. fasc. 2 pag. 179-192). 10 Arrigoni degli Oddi dott. E. Anomalie sul colorito del piumaggio, osservate in 216 in- dividuì della mia collezione ornitologica italiana. (Ibidem pag. 193-253. Estr. di pag. 64 in 8.9) ll Arrigoni degli Oddi dott. E. Notizie sopra un ibrido di Lagopus mutus e Bonassa be- tulina. (Ibidem. Estr. di pag. 10 e una tav. col.) 12 Arrigoni degli Oddi dott. E. Elenco degli uccelli rari avuti durante l’anno 1892. - (Siena. Boll. del natur. n. 5 pag. 64-65). 13 Arrigoni degli Oddi dott. E. Il Turdus fuscatus, Pallas, nel Bergamasco. (Ibidem n. 9 pag. 108-109). 14 Banti A. La cocciniglia dell'Evonimo e modi di combatterla. (Firenze. Giorn. Agricol- tura e commercio n. 2 pag. 17-21). 15 Banti A. Cocciniglie dannose a piante utili, descrizione e figure dello Aspidictus Ce- riatonae Colvée. (Avellino. Riv. di Patologia ve- getale. Estratto di pag. 14 con 2 tav.) 16 Bargagli P. Notizie intorno alle abita- zioni della Formica rufa L. (Firenze, Bull. Soc. entomologica italiana. Trimestre I pag. 42-46). 17 Barpi prof. U. Igiene del bestiame. (Mi- lano. Corriere del Villaggio n. 50 pag. 393-914). 18 Barpi dott. U. Le razze degli animali domestici. (Milano. L' Allevatore n. 152 e seg.) 19 Barpi dott. U. Igiene veterinaria. (Mi- lano, Editore Hoepli pag. 228 in 16.0) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 20 Bassi R. Eczema vescicoloso labiale e nasale del cavallo causato in maniera indiretta dal blapo nero. (Blaps Mortisaga L.) (Torino Moderno Zooiatro n. 4 pag. 63-68). 2} Bassi prof. R. La castrazione delle vacche considerata dal lato chirurgico e dal lato zootec- nico. (Ibidem n. 13 pag. 243-248). 22 Bassi R. Il Distomum Magnum (Bassi) in Italia ed in America. (Ibidem n. 14 pag. 269- 70). 23 Bandi F. Sulla specie Tritoma sicula Bandi. (Palermo. Naturalista Siciliano n. 7-8 pag. 154-505). 24 Bellati e Quajat. Esperienze sullo schiu- dimento estemporaneo delle uova del baco da seta. (Venezia. Atti R. Ist. Veneto di scienze, lettere ed arti Tomo 3). 25 Berlese prof. A. Le Cocciniglie degli agrumi in Italia (Dactylopius - Lecanium - Ce- roplastes - Aspidiotus - Parlatoria - Mytilaspis) e mezzi per combatterle. (Portici. R. Scuola Sup. d’Agricoltura pag. 12 in 8.° con 25 fig.) - 26 Berlese prof. A. La Rogna Cutenedda o « Muffa » (Dactylopius citri. Risso). (Ibidem pag. 8 in 8.9). 27 Berlese prof. A. Esperienze contro la Cochylis ambiguella Hiibn. (Padova. Giorn. di Patol. veget. n. 6-12. Estr. di pag. 44 in 8.9) 28 Berlese prof. A. Le Cocciniglie degli agrumi. (Catania. L' agricoltore calabro siculo n. 10 pag. 157-162). i 29 Berlese A. e Banti A. La tignola del melo e modo di cembatterla. (Firenze. Giornale di Agricol. e commercio n. 7 pag. 129-138 con fig.) 30 Bertelli dott. D. Anatomia comparata della membrana del Timpano. (Pisa. Pubblic. dell’Ist. Anat. della R. Univ. Pag. 48 in 4° con 19 fig.) sl Bettoni E. La riproduzione dell’ anguilla, (Venezia. Neptunia n. 5 pag. 97-113 in 8°) 32 Bettoni E. La piscicoltura nel lago Mag- giore. (Ibidem n. 7 pag. 190-171). 33 Bezzi dott. prof. M. Gli insetti epizoi; loro costumi, caratteri, classificazione : modo di raccoglierli e conservarli. (Siena. Riv. Ital. di sc. nat. n. 2 seg.) 34 Bezzi dott. M. I ditteri del Tren- tino. Saggio di un elenco delle specie di ditteri fin ora osservate nel Trentino. (Padova. Atti RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Soc. Veneto-Trentino di sc. nat. fase. I. Estr. di pag. 146 in 8.9). 35 Bezzi dott. prof. M. Revisione dei Rin- coti Trentini. (Firenze. Boll. Soc. ent. ital. Trim. II. Estr. di pag. 36 in 8.9) 36 Biasani L. Piscicoltura Salmo (Trento. Boll. della sezione ecc. n. 6 pag. 190- 91). 37 Bizzi dott. A. Conferanze di zootecnica tenute per incarico del Ministero d’ agricoltura, iridens. ecc. (Trapani. Tip. Messini). 38 Blanchard dr. R. Sur quelques Hirudinées du Piemonte. (Torino. Boll. Musei di Zool. e Anat. comp. n. 146 pag. 12 con fig.) 89 Blanchard dr. R. Révision des Hirudi- nées du Musée de Turin. (Ibidem n. 145). 40 Blanchard dr. R. (Viaggio del dr. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine) III Hirudinées. (Ibidem n. 161 pag. 4). 4l Bonomi prof. A. Notizie ornitologiche tridentine, raccolte durante l’ anno 1892. (Siena. Boll. del Nat. n. 2 pag. 26-27). 42 Borelli dr. A. Osservazioni sulla Pla- naria Alpina (Dana) e catalogo dei Dendroceli d’acqua dolce trovati nell’ Italia del Nord. (To- tino. Boll. Musei di Zool. e Anat. comp. n. 137 pag. 16). 43 Boschetti dott. F. Della Poliorrimenite negli animali e nell’ uomo. (Torino. Moderno Zooiatro n. 2 e seg. con fig.) i 44 Boulenger G. A. Viaggio di L. Fea in Birmania e regioni vicine. LII. Concluding Re- port on the Reptiles and Batrachians obtained in Burma by signor L. Fea, dealing with the collection made in Pegn and the Karen Hills in 1887 - PI. VII-XII. (Genova. Annali del Museo Civico di St. nat. pag. 304-347). 45 Brass A. Atlante di embriologia e di ‘anatomia topografica dell’ uomo. Trad. ital. sul- l’ultima ted. (Milano. Vallardi). 46 Breydel A. L’avicoltura pratica. (Mi- lano. Rivista degli avicoltori n. 103 pag. 2 in 8.9) 47 Brunner De Wattenwyl C. Révision du système des Orthoptères et description des espèces rapportées par M. Leonardo Fea de Bir- manie. (Tav. I-VI). (Genova. Annali del Museo Civico di st. nat. vol. 13 pag. 5-230). 48 Buglioni dott. G. B. Menengite riflessa da Ascariîs Lumbricoides. (Roma. Boll. Soc. rom. | per gli studi zool. n. 7-8 pag, 265-68). 93 49 Bullo ing. G. S. L'ostricoltura nel Ve- neto. (Venezia. Neptunia n. ll pag. 179-183). 50 Buzzi prof. O. Gli organi animali e le loro funzioni. (Reggio Emilia. Tip. Operaia pag. 132 in 8.° con 47 tav. e 164 fig.) 51 Camerano prof. L. Ricerche intorno alla forza assoluta dei muscoli degli invertebrati I. muscoli dei Gordii. Nota preventiva. (Torino. Boll. Musei di Zool. e Anat. comp n, 139 pag. 2). 52 Camerano prof. L. Dell’ azione del- l’acqua corrente e della luce sullo sviluppo degli Anfibi anvri. (Ibidem n. 140 pag. 12). 53 Camerano prof. L. Descrizione di nuove specie di Gordius di Madagascar. (Ibidem n. 148 pag. 2). 54 Camerano prof. L. (Viaggio del dott. E. Festa in Palestina, nel Libano e nelle re- gioni vicine) IV. Osservazioni sui girini degli Anfibi anuri. (Ibidem n. 162. pag. 8). 59 Camerano prof. L. Ricerche intorno alla forza assoluta dei muscoli degli invertebrati. (Torino. Atti della R. Accad. delle se. Vol. XXVIII. Estr. di pag. 16 in 8.9) 06 Camerano prof. L. Osservazioni intorno ai movimenti ed ai muscoli respiratori del to- race dei coleotteri. (Ibidem. Estr. di pag. 8 in 8.°) 57 Camerano prof. L. Ricerche intorno alla forza assoluta dei muscoli degli insetti. (To- rino. Mem. R. Accad. delle sc. Tom. XLIII. Estr. di pag. 34 in 4.° gr.) 08 Canestrini G. Sopra due nuove specie di fitoptidi italiani. (Venezia. Atti del R. Ist. Veneto di scienze, lettere ed arti. Tomo IV pag. d-7). 59 Canestrini G. La malattia dominante delle anguille. (Ibidem. Estr. di pag. 8 in 8.9) 60 Canestrini G. Nuovi fitoptidi del Mode- nese. (Padova. Bull. Soc. Veneto-trentina di sc. nat. Tomo © n. 3 pag. 153-167). 61 Canestrini e Massalongo. Nuova specie di Phytopius Malpighianus. (Ibidem pag. 127- 28). 62 Canestrini e Massalongo. Nuovi fito- ptidi italiani. (Ibidem pag. 151-953). 63 Canestrini G. e Saccardo P. A. De- serizione e proposte per combattere la Diaspis Pentagona Targiopà Tozzetti, o cocciniglia del gelso. (Venezia. Atti R, Ist. Veneto di sc. let. ed arti disp. 7 pag. 1011-1030). 64 Cano G. Sviluppo dei Dromidei. (Napoli. 94 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Rend. Accad. sc. fisica e matematica fasc. 4 pag. 111-12). 65 Capria dott. A. Appunti anatomici sul- l’Astrophyton arborescens Miller et Troschel. (Siena. Riv. ital. di sc. nat. n. 10 pag. 115-18). 66 Carazzi D. Revisione del genere Pol/ydora Bosc. e cenni su due specie che vivono sulle ostriche. (Berlin. Mitthleil aus de Zool. Station zu Neapel 11 Bd. 1 n.2 Heft di S. 4-45 con tav.) 67 Carazzi D. Ostricultura e mitilicultura. (Milano. Manuali Hoepli). 68 Caro dr. O. Della maniera con cui i ba- cilli del carbonchio si comportano nel latte nelle prime 24 ore. (Torino. Il moderno zooiatro pag. 148-156). 69 Carruccio prof. A. Sulla Marmaronetta angustirostis (Ménétries) per la prima volta con- statata nella prov. di Roma e sui Palmipedi esi- stenti nel R. Museo Zoologico. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zoologici n. 1-2-3 pag. 1-14). 70 Carruccio prof. A. Sulle diverse specie di Aquile aggiunte al Museo Zoologico della R. Università. (Ibidem n. 4-5-6 pag. 182-904). 71 Carruccio prof. A. Su di un Pelagius monacus f. ad. (Ibidem n. 7-8 pag. 203-212). 72 Caruana Gatto dr. A. The slugs of the Maltese Islands. (2? pag. 12 con 7 fig.) 73 Castelli dott. G. Araneidi mostruosi. (Padova. Bull. Soc. Veneto-Trentino di sc. nat. n. 3 pag. 117-23). 74 Castiglioni A. I diritti di pesca sul lago Maggiore e cenni italistici. (Venezia. Neptunia. n. 5 pag. 115-126). 75 Cattaneo G. Sull’ anatomia dello stomaco del Pteropus medius. (Genova. Atti Soc. ligu- stica di sc. nat. n. 2 pag. 142-49 con fig.) 76 Cavara dr. F. L’Afide lanigero del melo. (Milano. Corriere del Villaggio n. 14). 77 Celesia P. Dalla Suberites domuncula e della sua simbiosi coi Paguri. (Genova. Musei di Zool. ed Anat. comp. della R_ Università n. 14 pag. 64 con tav.) 78 Cipolla F. Il beccofrosone nel territorio veronese. (Venezia. Atti del R. Istituto veneto di di sc. lettere ed arti disp. 6.% pag. 845). 79 Cobelli dr. R. Gli Imenotteri del Tren- tino. Notizie preliminari. (Rovereto. XXIIHI® pub- blicazione fatta per cura del Museo Civico. Pag. 16 in 8.°) 80 Colucci L. Industria bacologica. (Casale Monferrato. Il bacologo italiano n. 42). 81 Condorelli Francaviglia dr. M. Su alcuni Echinorinci aviculari. (Roma. Boll. Soc. Romana per gli studi zoologici n. 1-2-3 p. 79-82). 82 Condorelli Francaviglia dr. M. No- tizie anatomiche sul Bradypus tridactylus L. var. ustas Less. (Ibidem n. 4-5-6 pag. 126-27). 83 Corti dr. B. Sopra due nuove specie di fossili infraliasici RAynchotenthis Taramelli e Aptychus Paronae. (Pavia. Boil. scientifico n. l con l tav.) i 84 Corti dr. B. Sul bacino lignitico di Pulli in comune di Valdagno (provincia di Vicenza), nota paleontologica (Ibidem n. 3 pag. 77-84). 85 Corti dr. E. Aggiunte alla fauna dittero- logica della provincia di Pavia. (Firenze. Bull. Soc. entomol. ital. Trim. 1. Estr. di pag. 12 in 8.9) 86 Costa A. Miscellanea entomologica. (Na- poli. Atti R. Accad. Sc. fisiche e matem. n. 14 con l tav.) 87 Crety C. Sulla degenerazione fisiologica printitiva del vitello delle uova dei mammiferi. (Roma. Ricerche fatte nel Labor. di Anat. nor- male della R. Università Fasc. 2 pag. 173-183 con tav.) 88 Crety dr. C. Intorno alla struttura delle uova delle Oloturie. Nota. (Torino. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. n. 155 pag. 4). 89 Cristiani A. Una famiglia di degenerati nel Caniîs avicularivs (Cane bracco). (Torino. Archivio di Psichiatria Sc. penali ed Antrop. cri- minale vol. 14 fasc. 4-5 pag. 3453-49). 90 Cugini C. Fillossera. (Piacenza. Giornale di agricoltura n. 21 pag. 491 con fig. colorate). 92 Dal Fiume C. Sopra un ibrido naturale di Mareca penelope Linn. X Dafila acuta, Linn. (Milano. Atti Soc. ital. di sc. nat. Estr. di pag. 4 e l tav. colorata). 93 Damiani G. Rondini e rondoni (Hirundi- nidae-cypselidae). (Siena. Boll. del nat. n. 2 e seg.) 94 Damiani G. Note ittiologiche. Seconda contribuzione alla ittiofauna del mare dell'Elba. - (Ibidem n. 2 pag. 23-24). 95 Danielli dott. I. Studio sui crani galesi con appunti di etnologia indiana. (Firenze. ben- Arch. per l’Antropol. e l’Etnol. fasc. 2 e 3. Estr. di pag. 130 in 8.° gr. e 1 tav. con 8 fig.) (continua) S. BROGI direttore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 95 LIBRAIRIE J-B. BAILLIÈRE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), è Paris Les Merveilles de la Nature : les Insectes, par A.-E. Breum. Edition francaise par 4. KuncKEL D'HERCULAIS, assistant au Muséum. 2 volumes gr. in-8 de 1500 pages & 2 colonnes avec 2000 figures dans le texte et 36 planches hors texte... 0.0. 0.0.0 + 24 fr. Nouvelle édition en 48 séries à 50 centimes. Il paraît une série toutes les semaines depuis le 1.° mars. Abbonnement de 3 mois, 6 fr. — de 6 mois, 12 fr. — d'un an, 24 fr. Les Mervceilles de la Nature de Brehm nous font connaître ceux qui sont comme nous les hòtes de cette terre, qui, sans cesse mélés à notre vie, amis ou ennemis, serviteurs ou esclaves se partagent avee l’homme le vaste domaine où s’agitent nos destinées. Brehm n’est pas un savant de cabinet, qui n'a vu que des animaux empaillés sous les vitrines d’une galerie; il a étudié de près la nature vivante ; il est m8me souvent allé observer jusque dans leur sauvage patrie les animaux inconnus dans nos climats. C'est a ceux qui veulent acquérir des connaissances générales sur la vie et les moeurs des In- sectes, à ceux qui sont curieux des choses de la nature, que ce livre est destiné. On s'est attaché de préférence à faire passer sous les yeux les espèces qui sont indigénes, parce que nous avons tout intérét a les connaître. On a tracé aussi le portrait de quelques animaux exotiques; ceux-ci n’ont-ils pas recu, pour, attirer notre attention, tous les dons du ciel, richesses de la coloration, formes étranges, moeurs singulières. On a choisi de préférence les Insectes qui présentent un intérét général; et pour ne pas tomber dans une confusion inextricable, on les a décrits en suivant l’ordre méthodique adopté par les naturalistes. l Pour les savants et pour ceux qui se livrent spécialement à l’étude de l’entomologie, cet ou- vrage sera, gràce au vérìtable esprit scientifique et & la méthode sévère de l’auteur, un précieux auxiliaire, assez sérieux pour instruire, assez original pour charmer. Aux habitants de la campagne, propriétaires, agriculteurs, industriels, il parlera des soins à donner aux insectes utiles, abeilles, vers à soie, de leur élevage, de leurs maladies; de l’acclimatation et de la domestication des espèces nouvelles, puis il s'occupera de la destruction des insectes nuisibles à la grande et à la petite culture, à la vigne, aux cérgales, au verger, au potager, aux foréts, ete. Enfin, à tous ceux, petits et grands, qui cherchent dans les lectures sérieuses des joies douces et des émotions vraies; a ceux qui, ne possédant sur l’histoire naturelle aucune notion positive, désirent s'initier à l’étude des merveilles innombrables de l'univers, il apportera profit et plaisir, une instruction amusante et un amusement instructif; il excitera l’active curiosité de l’enfant; il sera un sujet de médi- tation pour l’àge mr; mis à la portée de tous les Ages et de tous les esprits, s'adressant à toutes les intelligences, comme à toutes les positions sociales, il répandra partout, les salutaires lecons de la science. _ La Terre avant l’apparition de l’ Homme, périodes géologiques, faunes et flores fos- siles, géologie régionale de la France, par F. PrIem. 1 vol. gr. in-8 de 760 pages à 2 colonnes, il- lustré de 700 figures. . , È ; à 4 È : ; ; ; , ; 123:fr. La rédaction de ce nouveau volume de la série des Merve:lles de la Nature de BREHM a été confiée à M. Fernand Priem, professeur au 1ycée Henri IV, déjà connu du grand public par le beau livre qu'il a publié l’année dernière, dans la méme collection, sous le titre de La. Terre, Les Mers et les Continents. Dans ce premier ouvrage, l’ auteur étudiait notre planète dans son état actuel, il passait en revue les divers phénoménes dont la 'Terre est aujourd' hui le théatre, il s° oc- cupait des minéraux et des roches, en indiquait les principales applications, et étudiait la distri» bution géographique des organismes animaux et végétaux. Mais notre globe a subi de nombreux changements dans le cours des périodes géologiques. L’ étude de ces transformations si intéressantes est l’ objet du nouveau livre qu'il publie aujourd’ hui sous le titre de La Terre avant l’ appari- tion de l’ Homme. Dans ce nouveau volume, M. Priem, fait connaître la distribution des terres et des mers pendant les diverses périodes géologiques: il s' occupe particulièrement de l’ étude des faunes et des flores d’ autrefois, en faisant ressortir les liens qui les rattachent aux faunes et aux flores actuelles. Il a cherché a exposer d’ une manière attrayante la géologie de toutes les régions du globe. Dans une série de chapitres qui complètent l’ ouvrage et qui n’ en forment pas la partie e moins .intéressante, l’ auteur s’ est attaché a l’ étude détaillée de notre sol, tracant ainsi une esquisse de la géologie régionale de la France, que l'on trouverait difficilement ailleurs. L'ouvrage est au courant des travaux les plus récents des géologues et des paléontologistes. De tres nombreuses figures l’ accompagnent: représentations de fossiles, coupes géologiques, vues pittoresques, ete. En tout, ce volume est digne de prendre place dans la collection des Merwvedlles de la Nature, de BreHM, si apprécié du grand public. Le livre est Scrit très clairement; la lecture en sera facile aux personnes le moins familia- risées avec les études scientifiques. D° ailleurs le volume, parfaitement illustré, est bien supérieur aux ouvrages de vulgarisation déja publiés en France, On peut recevoir une livraison spécimen de 82 pages contre l' envoi de trois timbres-poste de quinze centimes. 96 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATUR ALI Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni a pagamento. Un numero separato sia della Rivista, sia del Bollet- tino costa cent. 25 senza figure, cent. 50 se con figure. Agli Autori di memorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta inviando i manoscritti. Tutti gli abbonati posseno fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per esemplare, L. 1 per 12 esemplari e L. 6 il cento franchi di porto (se contengono figure il prezzo è da con- cordarsi), purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all'Agenzia del giornale, Via di Città 14, e da tutti gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno can diritto ai fascicoli arretrati. L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato. Gli abbonati hanno diritto ad inserzioni gratuite come è detto nella prima pagina della copertina; ma quelle relative aì cambi non possono oltrepassare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accor- data la ristampa, pagando un piccolo compenso. Dalle inserzioni gratuite sono esclusi gli scritti che contengono offerte di acquisto o di vendita, o che possono servire di véclame. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonatiche abbiano già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. I soli abbonati sono collaboratori. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsi di pub- blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioni in proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autori. Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmeute, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento. L? amministrazione s’incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. l per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L. l ogni 2 centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute in dono e in cambio ; si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari. Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari. Covatrici artificiali franchi di porto. a regolatore di calore; le più sem- plici e le meno costose, adottate dai coltivatori ed allevatori regione. di Houdan, centro di allevamento il più importante. 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La presenza dell’ Helleborus viridis L. neli’ Italia superiore — Tarantini R. Roccie comuni nella provincia di Lecce. Da pag. 87. a pag. 88. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Da Verona. G. Spinola. Pag. 88. Spigolature apistiche. Pag. 88. Insegnamenti pratici. Pag. 90. — Notiziario Pag. 90. — Richieste, offerte e do- mande di cambi. Pag. 92. — Annunzi diversi. LA FORMALINA quale mezzo di conservazione e di indurimento dei preparati anatomici Nota DEL Dort. GASPARE BERGONZOLI Primo Assistente ail’ Istituto d’ Anatomia Umana dell’ Università di Pavia. Col nome di Formalina venne da un po’ di tempo messo in commercio quale nuovo disinfet- tante, una soluzione al 40 Ofo di Formaldeide. Questa è, come è noto, un gas prodotto dall’ ossida- zione dell’ alcool metilico, ha la formola chimica CH, 0, e si scioglie facilmente nell'acqua. La soluzione concentrata al 40 0) di Formaldeide, che da taluni è chiamata Formol, da altri Forma- lina, è un liquido limpido, leggermente opalescente, di reazione neutra o debolmente acida e di un caratteristico odore piccante. Dopo gli studi e le ricerche suile proprietà antisettiche della Formaldeide fatti nel 1886 dal Loew (1), e più tardi dal Aronson (2) e da BERLIOZ e TRILLAT (3), esperienze eseguite tanto coi vapori quanto colle soluzioni di Formaldeide, sorse l’idea e si provò la detta soluzione concentrata per gli usi ed applicazioni mediche. Il Dottor I. STAHL (4) confermò i buoni resultati forniti dalla Formalina quale antisettico. In seguito al riconosciuto valore antisettico, venne il pensiero di esperimentarla come mezzo -di indurimento e conservazione dei preparati, per gli studi di zoologia e di anatomia umana. Il primo ad esperimentarla con questo intento fu F. BLuwm (5), il quale pure precedentemente aveva accennato al valore antisettico della Formaldeide (6). Di fatto 1’ A. serive della Formalina in soluzione al 1 0g come di un mezzo d’indurimento di gran lunga superiore all’ alcool, e che molto meglio di questo conserva la struttura macroscopica dei tessuti. Anche per le ricerche isto- logiche la trova adatta, perchè l’indurimento colla Formalina nulla toglie dell’ elettività colorante delle sostanze organiche e dei microrganismi. J. BLum esperimentò la Form. (7) in particolar modo quale liquido conservatore di preparati (1) Mary, Jahresb. ib. d. Fortsch. d. Thierchemie 1886. (2) Berl. Klin. Woch. 1892 p. 749. (3) Comp. rend. Ac. d. Scienc. T. 115, p. 290. (4) Pharmace. Zeitung, 1893, N. 22 Li (5) F. BLum. Der Formaldehyd als Hartungsmittel, — (Zeits. f. Wiss. Mickrosk. B. 10, H. 3 p 4 — 1893) (6) F. BLum. Der Formaldehyd als Antisepticum — (Miinch. med. Wochenschr. 1893, N. 32.) È) J. BLum. Formol als Conservierungsflussigkeit — (Zoolog. Anz. 1893, N. 434, p. 450.) 82 zoologici, e ne fa molti elogi, sia per la rapidità dell’indurimento, come per la proprietà di con- servare quasi intatto il colore dei tessuti. Egli fece ricerche anche nel regno vegetale e trovò che i fiori, le foglie e le frutta, immersi in una soluzione di Formalina, nulla perdono del loro colore. Preparati dall'A. conservati in Formalina, si potevano osservare alla recente esposizione medica tenutasi in Roma per l’ XI Congresso medico internazionale. F. Hermann di Erlangen (1), oltrechè confermare i resultati dei precedenti osservatori, crede opportuno far rilevare un importante carattere della Formalina, quale è quello di conservare la normale trasparenza dei tessuti e riferisce le esperienze da lui fatte sulla cornea e sul cristallino ed altri tessuti, che, immersi in una soluzione di Formalina, conservano quasi sempre la loro trasparenza e per questa peculiarità la ritiene il miglior mezzo di indurimento del bulbo oculare. Loda eziandio la Formalina per la conservazione del colore ed in particolare del pigmento della pelle, solo trova che essa scioglie la sostanza colorante del sangue. In una successiva comunicazione però F. BLum (2) constata che taluni colori non vengono per- fettamente conservati dalla soluzione di Formalina. * * = In base alle predette comunicazioni, volli io pure esperimentare la Formalina, nel Laboratorio di Anatomia Umana dell’ Università di Pavia, come liquido di conservazione ed indurimento dei pezzi anatomici. Ciò ho tentato in special modo allo scopo di trovare un sostitutivo all’ alcool nella conservazione dei preparati ed anche quale succedaneo alle soluzioni, comunemente usate, di acido fenico o sublimato corrosivo nelle quali vengono tenuti i pezzi che debbono servire a lunghe e minute dissezioni, richiedenti spesso vari giorni di lavoro. Nell’un caso per evitare i dannosi inconvenienti dell'acido fenico e molto più quelli del sublimato, nell'altro per ragioni economiche. Le mie esperienze vennero iniziate sul finire del 1893 e per esse mi sono sempre servito di Formalina della marca Schering. Dalle prime prove ho potuto convincermi che la soluzione di Formalina è un ottimo antisettico e deodorante. Di fatto preparati in istato di avanzata putrefazione immersì, per qualche ora, in una soluzione allungata di Formalina non davano più luogo a putride emanazioni e potevano servire ancora per parecchi giorni alle dimostrazioni. Ad ottenere questo resultato è necessario che la soluzione di Formalina sia molto allungata, per evitare che i tessuti abbiano da indurirsi troppo, deve quindi non superare il titolo del 172 O[q ed in essa i pezzi si lasciano per 6 od 8 ore; dopo che, estratti, perdono in brevissimo tempo il caratteristico odore della Formaldeide e si possono utilizzare ancora per vari giorni. Occorre che i pezzi abbiano a stare immersi anzichè spruzzati come di ordinario si usa colle altre soluzioni. Trattandosi poi d'arti o tronchi tuttora rivestiti dalla cute è molto utile una preventiva injezione arteriosa di Formalina al 1 Ofo. Si potè con questo procedimento utilizzare a lungo, membra o pezzi di cadaveri di parec- chie settimane senza inconvenienti di sorta per la sala di dissezione. A taluni potranno parere di disturbo i vapori di Formalina che sono, a vero dire, irritanti, ma a ciò si può rimediare col la- sciare il pezzo, estratto dal liquido, esposto all’ aria per circa mezz’ ora. Sulle prime non ho trovato in egual modo facile l’ usare la soluzione di Formalina per la conservazione di preparati; perchè allorquando sì trattava di visceri di discreto volume, questi messi in un' ordinaria soluzione di Formalina dall’ 1 al 2 Ojg sì indurivano rapidamente agli strati super- ficiali, sicchè il liquido non poteva penetrare nei profondi, riscontrandosi l'organo poi putrefatto od avariato all’interno. In seguito a successive prove ho adottato a questo scopo il procedimento seguente. Il preparato viene immerso, senza previa lavatura, in una soluzione allungata di Formalina al 1j2 0g, donde ; (1) F. Hermann. Notiz iiber die Anwendung des Formalins ecc. (Anatom. Anz. B. 9, 1893, N. pa d9)) È EEE BLum. Notiz iiber die Anwendung des Formaldebyds ecc. (Anatom. Anz. B. 9, 1893, N. 1 P. #29.) 83 dopo qualche ora dopo che si è dissanguato, viene estratto e posto in un’ altra al medesimo titolo. È bene che il vaso dove sta il pezzo sia perfettamente chiuso e quando il liquido non dà più le caratteristiche emanazioni della Formalina, venga sostituito con soluzione nuova. Dalla soluzione al 172 Og si passa dopo 2 o 3 giorni in un'altra al 1 Oo. Questa va cambiata un paio di volte alla distanza di 4 o 5 giorni e quindi si sostituisce con una definitiva all'l1 1j2 o al 2 Oro. Le soluzioni usate possono, debitamente allungate, servire quali soluzioni di lavaggio o come disinfet- tante per i pezzi che dovranno adoperarsi per gli esercizi di dissezione. i I preparati trattati con questo metodo si induriscono perfettamente in una quindicina di giorni e non si coartano come succede coll’alcool o cogli altri metodi ordinari. È da notarsi però che, sciogliendosi nel liquido la sostanza colorante del sangue, assumono un aspetto dilavato, ma il co- lore intrinseco e la struttura per nulla vengono alterati. Non assumono mai il colore gialliccio dei preparati in alcool e l'indurimento non è così ligneo e friabile, ma ha una certa elasticità. Trattandosi di organi provvisti di spesso rivestimento fibroso è opportuno fare, qua e là alla superficie, delle punture con uno spillone per favorire la penetrazione del liquido. Per il sistema nervoso centrale l’indurimento colla Formalina mi ha dato ottimi risultati. Encefali interi si consevano tuttora benissimo e pochissimo e direi quasi per nulla ridotti di vo- lume; per di più il colore della sostanza cerebrale non è punto modificato, sicchè le più delicate tinte, quali quelle del locus ceruleus, sono tuttora visibili. Volli provare la preparazione a secco di emisferi cerebrali e ho constatato che estratti dal liquido venivano man mano raggrinzandosi e assumendo una tinta bruna, sicchè alla fine avevano l’ aspetto dei cervelli preparati col metodo di Broca all’ acido nitrico, quantunque molto meno friabili di questi. Anche per il sistema muscolare i risultati sono soddisfacenti, ma i preparati perdono, come nell’ alcool, il loro colore rosso per il già accennato motivo; tutti gli altri visceri del corpo, fe- gato, reni, ecc., si conservano, sia per la struttura che per il colore, benissimo. Riguardo all'applicazione e servizi che l’indurimento colla Formalina può fornire agli studi di istologia non ho per ora esperienze concludenti, per quanto i precitati autori abbiano molto a lodarsene. Del resto colle ulteriori esperienze sull’ uso della formalina spero di poter riferire qual- ‘ che altro resultato. Ultimo e certo non dispregevole valore della Formalina si è di costare molto meno dell’ alcool. Di fatto un Kilog. di Formalina costerà circa dalle 9 alle 10 lire e può servire benissimo a pre- parare una soluzione utile di 100 litri, Concludendo si può ritenere che : 1. Le soluzioni di Formalina sono deodoranti e disinfettanti ; e. I pezzi immersi nelle dette soluzioni vengono in tempo molto breve fissati ed induriti, coartandosi in modo quasi impercettibile; 3. I: colore viene perfettamente conservato e' solo va sciolta la materia colorante del sangue. 4. Pel sistema nervoso centrale dà risultati ottimi; o. Ha sull’ alcool il vantaggio di non essere infiammabile e di costare molto meno. Pavia, dal Laboratorio di Anatomia Umana, 6 aprile 1894. (Boll. Scient. N. 1.) GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI i) Eteroceri - /eterocera - Heteroceres - Che presenta antenne di varia forma. Si applica ai Lepidotteri crepuscolari e notturni, in opposizione ai diurni o Ropaloceri. 84 nr Etero-ditetragono - ZMetero-diletragonum - ungleichwinkelig o gleichseitig - ditetragonal - Ved. Ottagono. ‘Etero-ditrigono - Metero-ditrigonum - ungieichwinkelig o gleicseitig - Ved. Ditrigono. Eteromero-i - Heteromeri (pedes) - Heteromeres - verschiedengliederige Fusse - Coleot- teri che hanno nei quattro tarsi anteriori cinque articoli, c nei posteriori quattro soltanto. In senso più lato vale per tutti i Coleotteri i tarsi dei quali si compon- gono di ineguale numero di articoli - Eteromeri inversi - heteromera inversa - Che hanno nel primo paio quattro articoli, e cinque negli altri duc seguenti. Eteremorfi - Westvood - Insetti a metamorfosi completa. Eteronomo - Heteronomus - ungleich, ungleichartig - Di diversa natura 0 sostanza come sono le ali dei Coleotteri, Ortotteri ecc. Etero-obditrigono - Zetero-obditrigonum - verkehrt ungleichwinkelig - ditrigonal - Vedi Obditrigono. Eteropalpi - Heteropalpi - ungleichgliederige Taster - Si applica ai palpi, che. variano nel numero degli articoli della stessa specie secondo il sesso. Così ad esempio i palpi delle Phryganidae, Sericostomidae si compongono di quattro articoli nei «maschi e di cinque nelle femmine. Exodermo - £rodermus - Exoderme - Si applica ai parassiti che si attaccano all’ esterno della loro vittima. F . Faccette - Latiuscula - Faccettes - Rauten - Piccole cornee (corneole) degli occhi composti. Faccia - Facies, vultus - Face - Anllitz, Gesicht - Chiamasi negli insetti la parte ante- riore della testa, posta fra |’ epistoma e la base delle antenne, o fra il labro e “quest' ultime. Falangi - Phalanges - Phalanges - Zehnglieder = Articoli dei tarsi. Falcato - Falcatus - Falqué - sichelfòrmig - In forma di falce. Si riferisce alle ali, man- dibole ecc. Falciforme - Falcatus - Falciforme - sichelformig - In forma di falce = falcato. Falsa nervatura - Fausse nervure - Boisduval chiama la nervatura cubitale divenuta libera alla base, in seguito alla scomparsa della piccola nervatura traversa, che chiude ordinariamente la cellula subcostale nei Lepidotteri. False branchie - Fausses Branchies - (Aeriduetus) Si chiamano le appendici esterne delle larve acquatiche che servono alla respirazione. Mancano negli Insetti perfetti. Vedi Aeredotto. Falsi piedi - Ved. Piedi. Falsi piedi anali - YVed. Piedi. Falsi stigmi - Fuux-stigmates - Si trovano talvolta gli stigmi obliterati, cioè non pos: sono dare accesso all’ aria, donde la denominazione data dal Du Val. Falso scudetto - Fuwx écusson = Segmento mediano. Falso stigma = Pterostigma. 85 Fanone - Fanon - Mulsant chiama una membranetta che trovasi talvolta sul margine interno delle mandibole in alcuni Coleotteri. Faringe - Pharynx - Pharynx - Kehle, Schlund - Parte posteriore della bocca che si continua coll’ esofago e serve a ricevere gli alimenti. Farinoso - Farinosus, pulverulentus 0 pollinosus - Farineux - bestàubi, meblartig - Coperto di finissima polvere come farina o polline. Fascetto - Fasciculus - Bischel - Piccolo fascio. - Si applica ai peli disposti a fascetti. Fascia - Fascia, taenia, habena - Fascie - Binde - Benda che scorre trasversalmente, a differenza di vilta che scorre longitudinalmente. Fasciato - Fasciatus - Fascié - gebindert - Che ha una o più fasce. Fasciculato - Fasciculatus - Fasciculè - bebischelt o Buschelformig - Peli disposti a fascetti. Ved. Scultura. Fastigiato - Fusligiatus - Fastigié - ausgerandet - Si applica alle elitre che oltrepassano l'estremità dell’ addome. Per taluni significa un fascetto acuto; altri l'hanno preso nel senso di piramidale. - Muller = Smarginato. Favo - Favus - Gateau - Zelle * Chiamasi ogni parte disposta parallelamente nell’ in- terno dell’ arnia, composto di una doppia serie di cellule esagone, unite dalla loro base. In altri termini ogni pezzo di cera fabbricato dalle api e composto di più cellule esagone. - Muller a torto intende per favo: die einzelne Bienenzelle - una singola celletta. Favoso - Fuvosus - Faveux - wabenartig - In forma di favo - Si applica ad una parte solcata da numerose e fitte impressioni da prendere |’ aspetto di un favo, ed alle ‘uova poste in cellule chiuse disposte a raggi - Pronoto di Ceutorrhynchi. Femorato - Femoratus - geschenkelt - Si applica ad un insetto che si distingue per il femore molto sviluppato. Dryops Qedemera 3. Femore - Femur - Cuisse - Scheokel = Coscia - Tav. I fig. 1 k) Tav. Il fig. 1 1) Tav. III fig. 11 c) Tav. V fig. 17 n) - Si chiamano femori flessibili - femora flexi- lia - biegsame Schenkel - quelli che si piegano ad un terzo dalla base come in una articolazione - Kolenati chiama tale particolarità pseudoartrosi cioè falsa arti- colazione - Nycteribiae. Tav. IX fig. 19). Fenestrato - Fenestratus - Fenestré - gefenstrert - Si applica alle ali di alcuni Lepi- dotteri che offrono in qualche punto uno spazio scoperto cioè senza squame e tra- sparente come quello di alcune Saturnie, Goniotaelius fenestratus cece. - Ved. Occhio fenestrato. Fesso - Fissus - Fendu - gespalten - Diviso, spartito profondamente. Ved. Ali. Fianchi - Flanes = Parapleure ossia le porzioni di curve laterali del torace. Filamento - Filamentum - Filament - Faden - Viene applicato alle appendici lunghe c sottili poste talvolta all’ estremità dell’ addome. Filetti o setole - Setae-Filets - Borste - Chiamansi le setole dentro la guaina del becco degli Emitteri, di cui due superiori rappresentano le mandibole, le altre le mascelle - Viene pure adoperato nel senso di filamento. Filiera - Fusus, fusulus - Filiere - Spinloch, Spinòffnungo Spinwarze - Chiamasi l'or- gano destinato alla produzione della seta, e da cui esce in forma di filo, 86 Filiforme - Filiformis - Filiforme - Fadenformig, fadig - Sottile e di eguale diametro per tutta la lunghezza. Vedi Antenne filiformi. Fillofago - Phylophagus - Phyllophage - Che si nutre di foglie. Fillofilo - Abitante o amante delle foglie. Fillosseronosi, filloserismo - Vien chiamato quello stato morboso della vite, che si de- | termina in seguito agli attacchi della fillossera. Fimbria, frangia o festone - Fimbria - Frange - Quaste - Viene applicato ad un mar- gine o parte esterna guarnito da una serie di peli fittamente disposti. - Tav. IV fig. 2 f). Fimbriato - Fimbriatus - Frangé - franzig - Guarnito di peli fini paralleli = Frangiato Fiocco - Scopus, flaeus - Flocon - Quaste - Si applica ai peli o ciglia allungate disposti in fiocco o fascetti come quelli di alcuni Melliferi. Fioccoso - Flouaneux - Munito di fiocchi o peli fini ed arricciati. Fiore - Flos - Fleur - Blume - Si applica ad ogni efflorescenza o strato farinoso finis- simo e leggiero, simile a quello di certi frutti, le prune per esempio. Fissile = Fesso. Vedi Antenne o Clava. Fitofago - Phytophagus - Phytobie, phytophage - Che vive di vegetabili. Flabellato - Flabellatus - Flabellé - geblàttert o facherformig - Si applica alle antenne che emettono rami lunghi e flessibili come quelli di un ventaglio - Lamellicorni. Flabello = Flagello. Flagelliforme - Flagelliformis - Flagelliforme - peitschenformig - In forma di frusta. Flagello - Flagellum - Fleau, tige - Geisel - Parte dell'antenna posta fra lo scapo e la clava. Flessibile - Flexilis, mollis - Flexible - biegsam - Che si piega facilmente come le eli: tre di Lampyris, tromba dei Lepidotteri ecc. Flesso = Inflesso. Flessuoso - Flexuosus, lituus - Courbé - geschweift - Che offre seni o curve = Sinuoso, Fodero - Theca - Fourreau - Meglio Guaina. Fogliaceo, foliaceo - Foliaceus - Foliacé - blétterig - In forma di foglia. Vedi Antenne. Fogliettato - Si applica alle antenne in cui ogni articolo si dilata in una lama delicata. = fissile. Vedi Antenne foliate. Follicolo - Follicolus - Follicole, Coque, Cocon, Hulle, Gespinnst - Secondo gli Ento- mologi francesi significa lo stesso che bozzolo. Serve più specialmente a designare ° quei sacchi o astucci dei bruchi di Psychidae o delle larve di Phryganidae - | Fran: cesi chiamano volgarmente charée l’ astuccio di questi ultimi. Foranti - Foisseurs - Insetti - Che forano il suolo come gli Scarabei. Forca - Furca - Fourche - Gabel - Si applica ad un appendice od organo che si bi- forca. Nei bruchi o nelle larve chiamasi furca frontalis - Stirogabellinie - una li nea che si biforca sul davanti della testa. Forcato o forcuto - Furcatus - Fourchu - gebelig o gebelformig - Che forma forca = Biforcato. Forche o rami apicali - Furcae apicales - Endgabeln - Vengono così chiamate nelle ali 87 delle Phrynidae le nervature doppie del radio e del cubito del margine apicale (Muller). Forcipato - Forcipatus, forficatus - zagenformig, schecrenformig - Munito di forcipe come l'addome di certi insetti. Forcipe - Forceps, pinces - Zange o Haltzange = Pinzetta o tanaglia come quella delle forficule - Muller = la parte anteriore del metatarso dei piedi antofori. Tav. V. fig. 16 d). (continua) ID COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi notizie, schia- rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. PS La presenza dell’ Helleborus viridis L. nell’ Italia superiore. Il signor V. Schif- fner nei suoi recenti lavori sul genere HMelleborus Adans (1), apportò molte modificazioni nell’ in- terpretazione, nella limitazione e nella distribuzione geografica delle specie di Ellebori italiane. Per rispetto alle specie italiane i concetti e i risultati dei lavori dello Schiffner furono pubblicati dal prof. R. Pirotta (2). Valendomi appunto di questo lavoro dell’ illustre prof. Pirotta mi preme di modificare un’ opi- nione dello Schiffner. Tralasciando le modificazioni dell’ egregio monografista germanico nel sottogenere Caulescents e nella sezione Chionorhodon del sottogenere Acaules, mi preme di risolvere un dubbio per ri- guardo alla specie H. viridis L. della sez. Euhelleborus, e alla sua presenza in Italia. Secondo il V. Schiffner l’Helleborus viridis L. (3) è dubbio nell’ Italia superiore e per esso vennero confuse forme diverse appartenenti in ispecial modo all’ H. odorus Kit., H. multifidus Vis. (H. viridis var. Bocconi Arc. pr. p.), H. dumesorum Kit. ecc. Che questa confusione sia avvenuta, è certo; e molte delle piante determinate nelle fiore e nei cataloghi per H. viridis, vanno riferite ad altre specie. Per tuttavia l’ Helleborus viridis L. esiste in Italia, e forse anzi è assai diffuso. Io stesso l’ ho ritrovato due volte. La prima volta fu nel Marzo 1893a Crusinallo (prov. di Novara), m. 269, in un prato ombroso, ove cresceva abbondante. Gli individui osservati erano piuttosto piccoli, a causa la stagione precoce; pochissimi avevano foglie un po’ sviluppate, quantunque tutti possedessero il boccio fogliare. Più tardi lo trovai a Limone sul colle Tenda nelle Alpi Marittime (prov. di Cuneo), m. 1005 s. m, il giorno 23 Aprile 1893, Gli esemplari di questa località sono più sviluppati che quelli Cru- sinallesi, causa forse la stagione più avanzata e il terreno più pingue. Possiedo pure nel mio erbario un' Helleborus dei colli di Torino, che parmi possa attribuirsi all’ Helleborus viridis L.; ma l’incompletezza dell’ esemplare mi impedisce di farne una sicura determinazione. Lo Schiffner da l’ Helleborus viridis L. pel Trentino. Il ritrovarla in due località così distanti da questa come sono le Alpi Lepontine e le Marittime, ne allarga notevolmente l’area di diffu- sione; e lascia sperare che esso trovisi in qualche località intermedia. GiusEPPE NOBILI (1) V. ScHiFFNER - Die gattung Helleborus Leipzig 1889. V. ScuerrnER - Monographia Hellebororum Krit. beschr. all. bekannt formen d. Gatt. Helle- borus. Halle 1890. (2) R. PirottA - Le specie italiane del g. Helleborus secondo V. Schiffner. Malpighia vol. IV 1890. (3) Non si confonda Helleborus viridis L. con H. viridis Freyn, specie assai diversa e rife- rita all'Helleborus odorus Kit. var: istriacus Schiff.,e nemmeno con A. viridis Auct, it. pr. p. che comprende forme diversissime e abbraccia in sè, confuse, diverse specie, Rocce comuni nella provincia di Lecce. a) Roccie calcari — Sì trovano dappertutto rocce calcari e zoogene per eccellenza e tutte sedimentarie. Le varietà più comuni sono: 1.° Il calcare compatto, ordinariamente bianco. É comunissimo il calcare a lastre fino ad aversi scistoso, non è raro il fossilifero. Nessuna varietà è capace di prendere un bel pulimento. Le masse calcari mai si trovano sotto forma di creta, ma questa però può trovarsi anche abbondante in no- doli bianchi sparsi nell’ argilla. 2.0 Il tufo calcareo formato in massima parte da detriti di conchiglie marine. Ha colore giallo chiaro, nella massa s'incontrano spessissimo conchiglie intere, per lo più ostriche, alle volte presentasi un vero conglomerato conchiglifero. Presenta grande varietà di durezza e compatezza, dal tufo tenero alla così detta pietra carparo (color giallo rossastro un po’bruna) la quale ha il massimo grado di durezza, nella varietà tufo, e presenta la massima resistenza alla compressione e alla trazione. 3 Pietra leccese — È tenera, tessitura amorfa, color giallo chiaro, acre alla scalfittura, frat- tura concoide, splendore matto; si lascia lavorare con facilità allo scalpello a mano, fino alla scol- tura di bassorilievi, nessuna aderenza ha colle malte a differenza di tutte le altre varietà di cal- care. Vi si trovano spesso incastonate conchiglie e denti di squalo triangolari, coi margini seghet- tati e della lunghezza di quattro o cinque centimetri. Oltre queste varietà di calcare che formano zone di strati potenti, troviamo spesso in piccoli pezzi la calcite bacillare. b) Roccie silicee — S' incontra raramente e in piccolissimi strati (per lo più a grande pro- fondità) il piromaco. c) Roccie silicate — Non abbiamo roccie silicate naturali, nè metamorfiche, abbondano solo le rocce clastiche e tra queste quasi esclusivamente l’ argilla. Argilla plastica — É per lo più impura e vi sì rinvengono in gran quantità conchiglie fossili e rostri di belemniti. È compatta o scistosa e di colore giallo o rosso, non mancano i banchi di vera argilla grassa. Argilla smettica — È rarissima, s' incontra nel cavo dei pozzi a grande profondità {trenta metri) nelle cavità di rocce calcari e in piccolissime quantità. d) Roccie carbonose — Mancano quasi tutte, solo qualche volta si sono incontrati strati di lignite comune nera o rosso bruna. Novoli di Lecce. RAFFAELLO TARANTINI NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE _—_ sla Da Verona. In queste vicinanze, nella villa di un signore forestiero, furono uccisi ier l’altro due crocieri Loria Curvirostra che stavano a mangiare sopra un Cedrus deodara. Sembrandomi nella stagione che corre, cosa abbastanza strana, ho creduto renderla nota, Molte volte in questa Provincia si catturarono questi uccelli negli anni passati, ma sempre in autunno avanzato. Le nidificazioni di altri uccelli sono abbondanti. Molte averle (Lanius auriculatus, e Lanius Collurio). Verona 25 Giugno. G. SPINOLA SPIGOLATURE DI APICOLTURA E NOTIZIE SULLE API = Fra gli insetti, i-coleotteri attrassero sempre in modo speciale l’ attenzione degli studiosi e’ principalmente dei giovani aventi qualche tendenza alle ricerche ed alle raccolte zoologiche. Benchè l’ editore Hoepli abbia già pubblicato nella sua collezione dei Manuali due pregevoli volumetti sugli Insetti utili (L. 2) e sugli Insetti nocivi (L. 2), fino ad ora non esisteva in Italia un’opera elementare in cui il raccoglitore dilettante potesse trovare, con poche gene- | ralità indispensabili, la descrizione e la figura delle principali e più comuni forme di coleotteri nostrali. Il principiante adunque, onde poter riconoscere le specie di questi insetti trovati da lui ogni giorno, era costretto a rivolgersi o ai testi per le scuole secondarie, oppure ai grossi lavori di compilazione detti di storia naturale, i quali ben poco potevano servirgli per tale determinazione. Il recente lavoro del dott. A. Griffini venne eseguito nell’ intento di togliere la mancanza di un Manuale elementare di entomologia descrittiva. A tal uopo l’autore ha lasciato tutto ciò che poteva riuscir difficile o minuzioso e si adoperò a rendere il lavoro più semplice ed elementare che osse possibile. Poche ma succose le generalità; prima di trattare di ciascuna famiglia, l’autore ha dato un cenno generale sulla famiglia stessa, in modo da presentare al lettore un quadro sommario delle forme e della vita del coleotteri di quel gruppo, seguono quindi le descrizioni. E sono in numero di ben circa 650 le specie di coleotteri italiani, di cui il raccoglitore troverà la descrizione in questo Manuale, essendo date le migliori indicazioni sulla variabilità, nonchè sulle località e sul tempo in cui generalmente si trovano. L'autore è già noto agli entomologi italiani per alcuni lavori originali sui Rincoti, sui Dit= teri e sugli Ortotteri, nonchè per una recente Storia naturale degli insetti acquaioli, molto ap- prezzata. L'editore Hoepli ha poi atteso con ogni cura a questa pubblicazione, l’ ha corredata di 215 belle incisioni rappresentanti le forme. principali; il mitissimo prezzo di L.-3, pel volume legato elegantemente, lo rende poi accessibile a tutti. È Al Manuale sui Coleotteri Italiani seguirà quello sulle Farfalle, diurne, notturni e eré- puscolari. — A complemento della serie non mancherebhe dunque che un terzo trattatello sui Dit- teri, Imenoiteri, Ortotteri e Rincoti, e noi ci auguriamo che l'editore Hoepli trovi il modo di pubblicarlo presto, sicchè il dilettante naturalista trovi, compendiato in tre volumetti, splendida- mente illustrati, tutto ciò che riguarda l' entomologia italiana. PER LA CURA IDROTERAPICA IN ITALIA L' editore Hoepli sa davvero seguire l’ andazzo dei tempi. Ricordiamo, allorquando si resero po- -polari ed accessibili a tutte le borse le gite alpine, ch’ egli pubblicò nella sua collezione dei Ma- nuali il Dizionario alpino (L. 3,50) e l’altro sulle Prealpi bergamasche dello Stoppani (L. 3). Col nascere e collo svilupparsi dello sport ciclistico l’ editore ideò e diede alla stampa l’ec- cellente Manuale del Ciclista (L. 2,50) ed oggi ha voluto ancora una volta far cosa utile e buona pubblicando un Manuale sulle Acque termali e minerali del regno d’ Italia di Luigi Tioli (L. 5,50). È un libro pregevole che per l’ abbondanza delle notizie e per la diligenza con cui venne fatto si presenta come l' opera migliore sull’ argomento. In questo trattatello sono indicate 1500 sorgenti, 650 analisi di acque, nonchè circa 800 Comuni. I° autore ha illustrato concisamente i luoghi in cui le acque scaturiscono, ha accennato alle loro proprietà terapeutiche, indicando le malattie per cui si prescrivono. A rendere poi il Manuale non solo utile ed indispensabile a coloro che si accingono a soggiornare nelle stazioni balneari, ma altresì a tutti quelli che viaggiano per diporto, l’ autore corredò il testo di molte notizie sui piccoli Comuni, descrivendone la località, il clima, gli stabilimenti, i nomi dei proprietari, dei negozianti d'acque minerali ed aggiungendo una bibliografia accurata ed estesa, ecc. , così da por gere una relazione concisa, ma completa in ogni particolare. 9 FRATELLI INGEGI PREMIATO STABILIMENTO AGRARIO -BOTANICO Già della Società per Azioni Burdin Maggiore & C. MILANO - Corso Loreto, N. 45 - MILANO. STABILIMENTO FONDATO NEL 1817 — IL PIÙ VASTO E ANTICO D'ITALIA FORAGGI: Sementi di Trifoglio pratense, Erbw : Medica, Lupinella, Sulla, Erba Mag- genga, Erba bianca, Ginestrina, ece., ecc. EREAL a Avena Marzuola, Frumento Mar | | G s zuolo, Segale di Primavera, Orzo, | EN Granturco, Riso, Panico, Miglio. 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Marinucci. 228 pag. con 149 incisioni L. 2,.20. Trattato teorico pratico sulle malattie degli animali domestici, con metodi di cura ecc. del dott. prof. E. Perroncito. 434 pag. in 8.° con 220 fig. L. 7. Nuove Contribuzioni alla avifauna tridentina per A. Bonomi, 58 pag. in-8. L. 1,40. © istruzioni sulla caccia, preparazione ecc. degli insetti L. 5 per L. 3, 40. Geografia fisica ed astronomia, del prof. F. Fabretti. 360 pag. con fig. L. 2,75. Naturalista viaggiatore. Zoologia per i prof. Issel e Gestro. 144 pag. in 8.° legato in tela con 38 fig. L. 1,90. Il Raccoglitore Naturalista per £ger ' Lessona. 124 pag. in 8.° con 2 tav. litografate L..2,,90. Nozioni elementari di Tassinomia ve- getale e animale di A. Neviani. 164 pag. in 8.° con 318 fig. intercalate nel testo L. 1,90. Corso di Litologia di L. Bombicci. 638 pag. in 16.° L. 4,80. I Colombi, allevamento, educazione, storia naturale ecc. per G. Malagoli. 400 pag. in 8.° con 60 incisioni L. 3,80. Giardinaggio ornamentale dei Fratelli Roda. 110 pag. in 8.° rilegato in tela e oro con 50 incisioni nel testo L. 1, 50. i Il Coltivatore di piante ornamentali per Cazzuola e Nencioni. 462 pag. in 8.° rilegato in tela e oro con 125 incisioni nel testo L. 4,70. I tre regni della Natura secondo l’opera del prof. A _Pokorny per i proff. Caruel, Lessona, Salvadori e Stuever. 706 pag. in 4.° con 1120 incisioni L. 7. Elementi di Tassinomia vegetale e ani- male di L. Bordi. pag. 100 in 8.° con 9 tav. L. 1,40. Il Mimismo nel regno animale del prof. Socin. 170 pag. in 8.° con 5 tav. L. 2,80. Manuale pratico di vinificazione del prof. Passerini. 144 pag. in 8.° con illustr. L. 1, 40. La cultura dell’ olivo e la estrazione dell’ olio del prof. Passerini. 132 pag. in 8. con illustrazioni L. 1,40. Manuale pratico di viticultura del prof* Passerini. 125 pag. in 8.° con illustr. L. 1, 25. Manuale pratico di bachicultura del prof. Passerini. 120 pag. in 8.° con illustrazioni E 125: i L’ uovo e le sue prime trasformazioni di M. Cermenati. Vol. illustrato di 48 pag. in TOLSE Manuale per la tecnica moderna del microscopio del dott. A. Garbin: 2.3 edizione. 432 pag. in 8.° rilegato in tela con 109 incisioni intercalate nel testo L. 3, 20. Ricerche malacologiche di L. Benoit pag. 18 in 8.° con 35 fig. L. Il. | Auno XIV N°8 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI - —1.° Agoslo 1894 SOMMARIO Terrenzi dr. Giuseppe. Sopra un acaro (Argas reflexus Latr.) trovato per la ‘prima. volta ‘in Italia, parassita sull’ uomo. (Cont. e fine) ) Pag. 97. De Blasio dott. Abele. Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana. Parte II. Con fig. (Cont.) Pag. 98. Rivista bibliografica. Da pag. 90. a pag. 101. Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1893. Zoologia, Paleozoologia e allevamento degli «animali. Da pag. 103. a pag. 104. SOPRA UN ACARO (Argas reflexus Lar.) trovato per la prima volta, in Italia, parassita sull’ uomo. (Continuazione e fine) Chiuderò questo scritto coll'accennare i rari casi, a me noti, nei quali fu constatata la presenza dell’Argas reflexus sull'uomo. Sono cinque, do quali due furono osservati in Francia, tre in Ger- mania (1). : Il primo caso è quello Gio dal Raspail nelle sub « Recherches d' histoire naturelle sur les insectes morbipares » (2). Egli ci narra di un ragazzo, che aveva visitato una colombaia. Punto al collo e nel volto, si sviluppò in quei posti un violento eritema, e si formarono delle vesciche, ca- gionate ciascuna da una puntura dell’ Argas. IL) Nel 1857 e più tardi nel 1859, l' Argas fu trovato in Camen di Westfalia, dal Dott. Bo- schulte, in una camera da letto, che si trovava, per mezzo di una finestra, in stretto rapporto con una piccionaia. ‘Il citato dottore in un suo lavoro sull’ Argas reflexus come parassita dell’uomo (3) ci narra di un vecchio che fu morso alla gamba. Attorno alla puntura si formò una piaga suppurante, pro- fonda e capace di accogliere una testa di spilla. Attorno, per una grande estensione, la pelle ap- pariva rosso-lucente, ed il piede era edematoso. In pochi giorni il malato si ristabilì, ma la cica- trice, formata sulla puntura, rimase per più mesi. - III.) L’otto Febbraio 1860 lo stesso Boschuilte (4) si fece pungere da un Argas in vicinanza del pollice. L’ acaro rimase 27 minuti immobile, assorbendo sangue a sorsi regolari, e si staccò volon- tariamente quando ebbe raggiunto il volume di un piccolo fagiuolo. Dopo 72 ore, la piaga era ci- catrizzata e sembrava guarita, ma, trascorsi 10 giorni, la pelle si arrossò e si sollevò in un nodulo che portava l'impronta della puntura; il prurito era insopportabile. Dopo 6 giorni la pelle riprende il suo aspetto, la cicatrice si fa squamosa, solo restando un bottoncino (Papula) largo 3 mm., rotondo e depresso nel centro. Negli anni seguenti, intorno a questo bottoncino, se ne formarono altri cotto, e nel 1879 le cose erano ancora nell’identico stato (5). IV.) Nel Brehm troviamo citato il fatto del pastore protestante - a Friedeburgo sulla Sale - Neide, i cui figli erano tormentati di notte tempo dall’ Argas. Il loro morso lasciava un punticino rosso, nettamente determinato, e produceva un prurito violento, specie nel corso delle vene. Una puntura, fra le dita, aveva per effetto un prurito in tutto il braccio sino alla spalla; se al piede, si estendeva alle reni ed al dorso. Una ragazzina di quattro a cinque anni, in seguito a tali pun- ture, presentò persino delle enfiagioni vescicolose, simili a scottature, alla mano, al polso, all’ an- tibraccio. Anche in questo caso i locali, destinati per uso di camera da letto, si trovavano a contatto (1) Ricordo che Latreille trovò 1’ Argas reflexus nelle abitazioni e Megnin sui vestimenti.. (2) Gazette des Hopitaux I pag. 9, 1833. (3) Argas reflexus als Parasit an ‘Menschen. Virchow' s ‘arch. XVII. p. 18, 1860. i (4) Gerstécker. Argas reflexus Latr. ein neuer Parasit des Menschen. Ibid. XIX. p. 457, 1600 (5) Boschulte - Ueber den Argas reflexus. Ibid. LXKXV., p. 062, 1879. 98 RIVISTA. ITALIANA DI SCIENZE NATURALI di una stanza, abitata da colombi. Tolti questi di mezzo, il Neide, dopo 5 anni, non era ancora riescito a distruggere completamente il fastidioso parassita (1). V). Laboulbène, nel bollettino della società entomologica di Francia (2) riporta il caso osservato dallo Chatelin. « Un fanciullo fu morso al pene, e dopo qualche ora sopraggiunse un’ edema della verga, della borsa, del basso ventre e della coscia. Questo edema durò più giorni. Nel padre dello stesso ra- gazzo, morso all’ avambraccio, si osservò tutto il braccio notevolmente gonfiato, con ingorgo dei gangli ascellari ». E colla narrazione di questo fatto, che si trova notato ancora nella Zoologie méedi- cate del Blanchard, edita a Parigi nel 1890, pongo termine al mio lavoretto. Narni (Umbria) 8 Aprile 1894. GiusEPPE TERRENZI (1) Brehm. Vita e costumi degli animali. Vol. VI. pag. 652-653. Torino. Tip. editr. torinese. (2) Parte II. pag. 98, 24 Maggio 1882. ; Crania aegyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA Studio di ABELE DE BLASIO (PARTE IL) (continuazione) Fig. 7.» Cuboides Coies parvus Fig. 8.à Romboides australensis (Dn. i.) III. Curva naso-occipitale Quest'arco che si estende dal rasion fino al centro dell’ orlo posteriore del forame occipitale è lungo, in media, nei crani egiziani dell’antico impero, 365 imm. Tale curva nei maschi misura 367 e nei muliebri 364 : la differenza ses- suale adunque è di 3 millimetri appena. RIVISTA ITALTANA DI SCIENZE NATURALI 99 Decomposta nei tre segmenti, frontale, parietale ed occipitale si vede che la maggior lunghezza è della porzione parietale ; perchè ivi raggiunge 126 millimetri; mentre nella frontale arriva a 124 e nell’ occipitale a 117. Tanto nei crani maschili che nei muliebri è, nei mesaticefali che si ri- scontra la maggiore lunghezza. L'ordine poi è diverso secondo i tre segmenti; perchè l'osso frontale è più lungo nei mesaticefali, i parietali nei dolicocefali e l’ occipitale nei mesaticefali. IV. Diametro trasversale, longitudinale ed indice cefalico Preso il primo, mediante un compasso di spessezza, fra le gobbe parietali ed il secondo da un dito traverso al di sopra dell’incisura naso-frontale fino alla parte più sporgente dell’occipite, i due diametri presentavano queste diffe- renze. Il diametro antero-posteriore, in media, segna 179; nei maschili 189, e nei muliebri 178. Nei crani virili il massimo diametro antero-posteriore 192 si rinviene in un mesaticefalo (i. c. 755); il minimo: 175 in un dolicocefalo (i. c. 709). Nei crani di donne tanto il minimo 169, che il massimo 182, si riscontrano in due mesaticefali (i. c. 763, 756). Finalmente il diametro, medio, bi-laterale è rappresentato in questa serie di crani dal n. 133; nei maschili invece da 135, con un massimo di 145 cor- rispondente ad un mesaticefalo (i. c. 755) e con_un minimo di 124 spettante ad un dolicocefalo (i. c. 709). Nei crani di donne parimente, il massimo 145 si rinviene in un mesatice- falo (i. c. 755) e il minimo 123 in un dolicocefalo (i. c. 708). Facendo poi il rapporto fra il diametro antero-posteriore ed il bi-laterale, onde ottenere l'indice cefalico, si ha che in media quest’indice si eleva a 751 “e quindi è chiaro come essi crani, in generale, debbano essere considerati come mesaticefali. Divisi per sessi i maschili sono mesaticefali (i. c. 763) e i muliebri dolicocefali. (i. c. 740). Con che non intendo punto affermare che i maschili siano tutti mesaticefali o dolicocefali tutti i femminili, perchè degli 8 crani maschili ve n’ ha 3 dolicocefali e 5 mesaticefali; e fra quelli muliebri 3 sono a testa lunga e 3 a testa mezzana. Sicchè nella nostra serie la prevalenza è dei mesaticefali; perchè fra i componenti di essa si riscontrano 6 dolicocefali e 8 mesaticefali. V. Altezza verticale ed indice relativo Quest’ altezza, come è noto, si ottiene mediante una linea verticale che s' innalza dal basion al bregma. I nostri crani in media, hanno l’ altezza di 130 LS mm, Il loro indice verticale quindi è nei maschili uguale a 741 e nei femmi- 100 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI nili a 750; nei due sessi riuniti a 703; sicchè questi crani, in media, tanto in serie riunite che separatamente considerati sono ortocefali, un esame più mi- nuto però ci lascia scorgere che fra questi 14 teschi ve n’ ha 6 ipsicefali (4 Je 2 £) come si vede dal seguente specchietto ove l'indice cefalico è messo in rapporto coll’ indice verticale. INDICE CEFALICO i ‘ INDICE VERTICALE. ( Dolicocefali d on Ortocefali 4 Canio { Mesaticefali . 5 no ( Ipsicefali 4 ( Dolicocefali . 3 A ( Ortocefali 4 Sola Mesaticefali . 3 CIO { Ipsicefali 2 VI. Orbite . In questa prima categoria di crani le orbite sono mezzane perchè la Ton dii generale ascende a 843. Divise per sessi quelle dei maschili sono mesoseme (i. o. 861 e quelle delle femmine microseme (i. o. 825). La differenza sessuale è 36. La differenza individuale maschile, fra l'indice orbitario massimo e minimo, è 175, essendo il massimo 925 e il minimo 750. La differenza individuale femminile è 154 essendo il massimo eguale a 868 e il minimo a 714. Sicchè la differenza fra i due massimi è 25 e fra i minimi è 36. Le cavità orbitarie sono state misurate in 12 crani, (7 g' e 5 £). Noto nella seguente tabella le misure delle orbite spettanti alle due ‘orme craniali. CRANI VIRILI CRANI MULIEBRI | ; LAR= LAR= | TIPO | cuezza | AETEZZA | INDICI TIPO euezza | AVTEZZA | INDICI Dolicocefali 40 21 70716) Dolicocefali 39 33 846 « | 38 34 _895 « 49 39 714 Totale | 78 65. | 1670 Totale 88 68 1560 Media 39 325-830 Media 44 34 | 750 Mesaticefali 39 36 923 Mesaticefali | 38 33 868 « 37 29 784 « | 37 310228398 « 44 AB 50 « 36 31 “ 861 « | 39 2050009023 Totale Eb 95 2568 « | 40 SIR 929 Media SITO 8595 Totale | 199 171. | 4305 | Media 40 SZ LORO) (09) | - VII. Naso Per mancanza di alquante ossa facciali non tutti i crani di questa prima serie si sono prestati alle misurazioni delle cavità nasali. Dalla media generale rilevasi che sono mesorini (i. n. 488) e parimente mesorini risultano dalle me- die sessuali (486 media x e 491 media ,). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 101 La differenza sessuale è 5. La differenza individuale maschile è 54 fra il primo e il secondo; 7 fra il primo e il quarto ; 9 fra il primo e il quinto; 17 fra il primo e il sesto: 72 fra il primo e il settimo. La differenza individuale femminile è 114 fra il primo e il terzo; 103 fra il primo e il quarto ; 59 fra il primo e il quinto e 174 fra il primo e il sesto. La differenza sessuale fra i due massimi è 38 (prevale il femminile) e 19 fra i minimi (prevale il maschile). Fra i crani maschili v’' ha tre leptorini (i. n. 453, 426 e 471): i due primi sì rinvengono in crani mesaticefali (i. c. 791, 755), il terzo in un dolicocefalo (i. c. 709). In questo gruppo noto anche due platirini (i. n. 543 e 536) in due crani mesaticefali (i. c. 755 e 756). Fra i crani femminili uno è platirîno e si riscontra in un teschio mesati- cefalo (i. c. 763) (i. n. 581); mentre i /eptorini sono tre (i. n. 467, 478, 407) e sì riscontrano ; il primo e il terzo in crani mesaticefali (i. c. 771, 755) e il se- condo in un dolicocefalo (i. c. 709). (continua) RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’ amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile. MINISTERO DI AGRICOLTURA ECC. DIREZIONE GENERALE DELL’AGRI- COLTURA. Considerazioni e proposte dei Consigli didattici e dei Comitati am- ministrativi, nell’ ordinamento delle scuole pratiche, speciali e superiori di agri- coltura. (Roma 1894, Tip nazionale. Pag. 660-XXIV in 8.° L. 4) Nella prefazione sì parla dei principali quesiti interessanti l'indirizzo e l’ ordinamento delle scuole accennate nel titolo del vo- lume e vi sono riportati diversi prospetti statistici. Nella parte I. è trattato quanto si riferisce alle scuole pratiche e speciali di agricoltura ; la parte II. è dedicata alle scuole superiori. Prezzo del volume L. 4. BERTA prof. RICCARDO. Anatomia e Fisiologia comparate. (Milano 1894. Edit. Hoepli, Pag. 218 in 16.° Con fig., legato in tela L. 1,50) Libro utile per i giovani studenti e per tutti coloro che desiderano aver conoscenza delle leggi fondamentali della biologia, compresivi gli animali dei diversi tipi. È diviso in XIV capitoli raggruppati nei seguenti titoli: Principi generali. Mantenimento dell'individuo. Mantenimento della specie. Vita di relazione. Classifica zioni. Vi sono parecchie figure, ed il volumetto legato in tela costa L. 1,50. GRIFFINI dott. A. Coleotteri italiani. (Milano 1894. Edit. Hoepli. Pag. 336 in 16.° Con 215 figure, legato in tela L. 3) È un volume doppio dei ben noti Manwali Hoepli, e di cui tro- vasì un esteso annunzio a pag. 94 del nostro Bollettino pubblicato‘il 15 luglio, ed al quale ri-. mandiamo il lettore cui interessi avere maggiori notizie. CAMERANO prof. L. Sopra due specie di Gordius raccolte in Sumatra dal dott. Elo Modigliani. (Genova 1894. Annali Museo civico vol. XIV. Estratto di pag. 4 in 8.9) Trattasi del Gordius Weberi Villot, e di una nuova specie che l’ egregio A. descrive e denomina Gordius aelianus. PERO prof. PAOLO. I laghi alpini valtellinesi. Parte II. Valle del Liro. (Vicenza. 1894. Notarisia. Estratto di pag. 64 con una carta idrografica della Valtellina) ll presente volume 102 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI comprende le puntate seconda e terza (La puntata prima è gia nota ai nostri lettori), degli studi e ricerche fatte dall’ egregio A. nella Valle del Liro (Spluga). La puntata seconda si occupa del lago nero di Val servizio, del lago bianco, del lago grande d' Isolato, del lago Andossi e del lago nero di Madesimo. La puntata terza, del lago d’Emet, lago d’Angeloga, lago nero d'Angeloga, lago Caldera, lago del Ballone e lago di Acquafraggia. L’ egregio A. ha rivolto lo studio special. mente alle Diatomee ed alle Desmidee. Una carta idrografica della Valtellina è unita al volume. RIGGIO dott. G. Cattura di Carcharodon Rondeletii Mull. Enl. nelle acque di Capo Gallo e di Isola delle Femine. (Palermo 1894. Naturalista Siciliano n. 7. Estratto di di pag. 4 in 8.9) Sono 3 le catture delle quali l’ egregio A. da notizia in questa memoria. La prima era già nota ed avvenne nel gennaio del 1889 ; un’ altro grosso individuo lungo oltre 4 metri fu pescato nel decembre del 1892; la terza cattura avvenne il 24 dello scorso marzo ed il pesce era lungo circa 2 metri. Di questi 3 interessanti esemplari, si conservano le grandi mascelle, nel Museo zoologico di Palermo e di esse l’ A. dà le principali dimensioni. SAUNIER E. Tableaux synthetiques illustrés de Zoologie médicale. (2 ? Pag. 32 in 16.° con fig.) Contiene un prospetto di classificazione zoologica generale, quindi si occupa di diversi invertebrati notandone gli utili ed i nocivi e si trattiene specialmente sui vermi, sul loro: sviluppo, sul modo di combattere quelli nocivi ecc. L'opuscolo è adorno di diverse tavole con fig. ARRIGONI DEGLI ODDI dott. ETTORE. Materiali per la fauna padovana dei vertebrati. (Padova 1894. Atti Soc. Veneto Trentino di se. naturali fasc. I. Estratto di pag. 82 in 8.%) Vi si leggono: Cenni fisico-naturali e meterologici sulla provincia; 1’ elenco delle specie di uccelli più importanti che si incontrano in quei mercati, la indicazione delle caccie e delle pesche usate in provincia. Quindi è l’ elenco ragionato dei Mammiferi, dei Rettili, degli Anfibi e dei Pesci fin ora riscontrativi. Infine trovasi un ricco catalogo bibliografico dei lavori pubblicati sul vertebrati del veneto. ARRIGONI DEGLI ODDI dott. ETTORE. Materiali per la fauna padovana degli animali vertebrati. (Milano 1894. Atti Soc. italiana di se. nat. vol. XXXIV. Estratto di pag. 68 in 8.9) Questo vulumetto, che fa seguito al sopra notato, comprende l’ elenco generale degli uc- celli, con molti dettagli ed illustrazioni sul passo, nidificazione ecc. ecc. MELI prof. ROMOLO. Sopra la natura geolologica dei terreni rinvenuti nella fondazione del sifone, che passa sotto il nuovo canale diversivo, per depositare le torbide dell’Amaseno sulla bassa campagna, a destra del canale portatore, nelle paludi pontine. (Roma 1894. Boll. Soc. geol. ital. fasc. I. Estratto di pag. 16 in 8.9) Parla del Monte S. Angelo, del promontorio Circeo, della grotta delle capre. del lago di Paola, dell’ origine del bacino pontino, e quindi espone la sezione geologica incontrata nel fondare il sifone dell’Ama- seno, indicatdo i molluschì ed altro che vi ha raccolto nei diversi strati e concludendo che il mare dimorò gia nel territorio pontino e che il promontorio Circeo in altri tempi fu un’ isola circondata dal mare, come appunto trovasi indicato in antiche scritture. In numerose note è riportato quanto altri scrissero in proposito a ciò che l’ egregio A. nota in questa memoria. i MELI prof. ROMOLO. Sopra una zanna elefantina a doppia curvatura rinve- nuta nelle ghiaie d’ alluvione dell'Aniene, alla Batteria Nomentana presso Roma. (Roma 1894. Boll. Soc. geol. italiana fasc. I. Estratto di pag. 8 in 8.9) E una breve comunicazione fatta alla Società geologica italiana, intorno a questo interessante dente ed altri resti fossili. IE; egregio A. promette di tornare sull’ argomento a studio finito ed intanto ritiene che quel dente possa riferirsi all’ E/ephas meridionalis. DANIELLI dott. IACOPO. Contributo allo studio del tatuaggio negli antichi peruviani. (Firenze 1894. Archivio per l’ Antropologia e l’Etnologia, fasc. I. Estratto di pag. 16 in 8.° con 4 tav.) Spiegate le ragioni per le quali egli non ha potuto fare lo studio sulle mummie peruviane esistenti ora in Italia, come era suo desiderio, onde presentare un lavoro più completo e originale, si diffonde nella descrizione dei tatuaggi osservati nei resti umani peruviani che si conservano nei musei di Parigi e di Berlino e ne riporta le figure distribuite in 4 tavole, . RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 103 DE TONI E. La flora in Canal del ferro. (Udine 1893. Tip. Boretti, Pag. 8 in 16:9) La Società alpina friulana pubblicando la Guida del Canal del Ferro, incaricò l’ egregio prof. De Toni di studiarne la flora, e nel presente volume, estratto da detta Guida, è il resultato delle sue ricerche. Fra le specie registrate notiamo: Alyssum glemonense L., Phyllodoce tarifolia Sol. e Wuwulfenia carinthiaca Icq. BREHM A. E. La terre avant l’apparition de l'homme. Abbiamo ricevute le di- spense 10, a 15 di questa importante pubblicazione della casa editrice /J. B. Budllitre et fils di Parigi. (Vedi annunzio nei fascicoli antecedenti). BREHM A. E. Les insectes. (Parigi 1894. J. B. Baillière et fils edit.) Sono uscite le di- spense 6 a 11.(Vedi annunzio dato nei fascicoli precedenti). - BROGI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1893 L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. e —_r="="———0 Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in queste note bibliografiche, sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copia delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. (continuazione) 96 De Angelis dott. G. Introduzione allo studio degli Antozoi fossili, (Siena. Riv. ital. di sc. nat. m. le seg.) 97 De Angelis dott. G. I Zoantari fossili dei dintorni di Roma. (Roma. Roll. Soc. geol. ital. fasc. 1. Estr. di pag. 28 con l fig.) 98 De Benedictis C. Contributo allo studio dell’ ermafroditismo. (Roma. Giorn. di Vet. mil. Estr. di pag. 9). 99 Debierre C. Trattato elementare di ana- - tomia dell’uomo (Anatomia descrittiva e disse- zione) con nozioni di organogenia ed embriologia generale. Trad. ital. (Milano. Vallardi). 100 De Blasio dott. A. Dieci mesi di ri- cerche preistoriche in provincia di Benevento. (Siena. Riv. ital. di sc. nat., n. 7, pag. 89-93). 101 De Blasio dott. A. Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana. (Ibidem n. 10 e seg. con fig.) 102 De Blasio dott. A. Intorno a tre crani di nubiani antichi. Appunti storici antropologici. (Napoli. Boll. della soc. di nat. fasc. II 1892, Estr. di pag. 18 in 8.° con 9 fig.) 103 De Blasio dott. A. Le varietà umane dell’ Egitto antico. (Ibidem. Estr. di pag. 48 con 20 fig. e 2 quadri), 104 De Blasio dott. A. Antropologia cri- minale. Il Tatuaggio delle prostitute napolitane. (Napoli. Tribuna Giudiziaria, n. 12 con fig.) 105 De Blasio dott. A, Antropologia cri- minale. Il tatuaggio dei malviventi napoletani. (Ibidem n. 39). 106 De Capitani N. La prima esposizione speciale di bovini grassi a Milano nel 1892. (Mi- lano. Tip. Capriolo Massimino. Pag. 31 in 8.9) 107 Del Guercia G. Intorno al modo di com- battere la Grylotalpa vulgaris. (Modena. Le Stazionisperimentali agrarie italiane n. 24 fasc. 3). 108 Della Torre C. E. Osservazioni sinoni- miche sulla Chrysis comparata Lep. (distinguenda Dahlb.) e la CA. iasoluta Ab. (Firenze. Bull. Soc. entomol. ital. Trim. 1 pag. 46-47). 109 De Rauschenfels A. . Consigli ai no- vizi apicoltori. Istruzioni mensili. (Milano. L’Api- coltore dal n. 1 al 12). 110 Desbrochers des Loges. Di tre Apion di Sicilia (Palermo. Il naturalista siciliano n. 4 pag. 81-82). 1ll De Silvestri prof. A. Esperimenti sul- l’ alimentazione dei giovani maiali. (Torino. Tip. Candeletti. Pag. 92 in 8.°) 112 De Stefani Perez prof. T. Una pro- posta agli imenotterologi. (Siena. Boll. del nat. n. l pag. 5-6). 113 De Stefani prof. T. Proposta di un ca- talogo descrittivo degli imenotteri europei. (Ibi- dem n. 2 pag. 21-22). 104 114 De Stefani Perez prof. T. Note di entomologia agraria. (Ibidem n. 4 pag. 41-42). 115 De Stefani prof. T. Catalogo descrit- tivo degli imenotteri europei. (Ibidem pag. 48-49). 116 Diamare V. ll genere Dipydium Lt. (Napoli. R. Accad. sc. fisiche e matem. fasc. 5). 117 Diamare V. Note sui cestodi. (Napoli. Boll. Soc. dei nat., vol. 7 pag. 9-13). 118 Di Milia R. Contribuzione alla conoscenza istologica dell’ asse cerebro-spinale dei Pescì e dei Rettili (Scorpaena e Lacerta) (Ibidem pag. 14-28 con l tav.) 119 Du-Buysson H. Description d’une espèce nouvelle d’Elatéride. (Genova. Annali del Museo Civico di st. nat. vot. 13 pag. 417-418). 120 Emery prof. C. Intorno ad alcune for- miche della collezione Spinola. (Torino. Boll. dei Musei di zool. ed anat. comp. n. 163 pag. 4). 121 Escherich C. Sopra alcuni Meloidi di Sicilia. (Palermo. Il Naturalista Siciliano, n. 12 pag. 307-309). 122 Evertes E. Sopra tre Apion di Sicilia. (Ibidem, n. 7-8 pag. 153-154). 123 Fabani sac. prof. C. Studio sull’ adat- tamento dell’ apparecchio tegumentario degli uc- celli. (Siena. Boll. del nat. n. 4 e seg.) 124 Fabani C. Il sistema tegumentario degli uccelli e le variazioni atmosferiche. (Ibidem, n. 9 pag. 108). 125 Fabani C. Orologio ornitologico. (Ibidem, |; n. ll pag. 136-37). 126 Fabretti C. Il determinismo del sesso, negli animali domestici e nell’ uomo. (Torino. Moderno zooiatro, n. 20 pag. 385-91). 127 Failla-Tedaldi L. Glossario entomolo- gico. (Siena. Boll. del nat. n. l e seg.) | 128 Falcone dott. C. Sopra una particola- rità della corteccia del cervelletto nel Thynnus vulgaris. (Firenze. Monitore zool. ital. n. 6, pag. 110-12). 129 Falconieri di Carpegna conte G. Sopra un Zivolo minore (E. pusilla Pall.) colto nei pressi di Roma. (Roma. Boll. Soc. Romana per gli studi zoolog. n. 1-2-3 pag 77-78). 130 Falconieri di Carpegna conte G. Sulle diverse livree dei maschi della specie Ma- | chetus pugnax. (Ibidem n. 4-5-6 pag. 1380-81). 131 Felcini A. Allevamento del coniglio. (Mi- ‘ lano. Gazzetta agricola n. 46). a i RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 132 Ferrari P. Il fosfato di calce nell’ ali- mentazione degli animali. (Firenze. Giorn. Agri - coltura e commercio, n. © pag. 88-90). 133 Ferretti C. A. Apicoltura razionale a favo mobile. (Catania. L’ agricoltore calabro- siculo, n. 3 pag. 52-53). 134 Ficalbi E. Revisione delle specie europee della famiglia delle Zanzare. (Firenze. Bull. Soc. -entomol. ital., Trim. I e seg.) 135 Franceschini prof. F. Studi sulla fil- lossera della vite. (Roma. Tip. Bertero pag. 14 in 8.° con l tav.) 136 Franceschini F. La generazione au- tunnale della Diaspis pentagona. (Milano. Atti Soc. ital. di sc. nat., fasc. 3 pag. 285-94) 137 Fucini A. A proposito di due specie di Pecten del Lias inferiore. di Longabucco (Co- senza) (Pisa Atti Soc. tosc. di sc. nat., vol. 8 pag. 196-201). 138 Fucini A. Fossili della Oolite inferiore del Monte Grappa nel trevisano. (Ibidem pag. 225-228). 139 Galli-Valerio dott. B. Contribuzione all’ intelligenza degli animali. (Siena. Boll. del nat. n. 5 e seg.) 140 Galli-Valerio dott. B. Le tenie del- l’uomo e degli animali domestici in tavole si- nottiche. (Ibidem, n. 8 e seg.) 141 Galli Valerio B. Il dito a scatto nel- l'uomo e l’arpeggio negli animali. (Bologna. Bull. delle sc. mediche. Estr. di pag. 12 e l tav.) 142 Gestro R. Viaggio di L. Loria nella Pa- puasia orientale. X. Nuove specie di coleotteri. (Genova. Annali Museo Civico di st. nat. vol. 13 pag. 289-293). 143 Gestro R. Di un nuovo genere di La- mellicorni scoperto in Sumatra dal dott. Elio Modigliani. (Ibidem pag. 299-303). 144 Gestro R. Viaggio di L. Fea in Birma- nia e regioni vicine. LIII. Enumerazione delle Ci- cindele. (Ibidem pag. 348-370). 145 Gestro R. Sopra due specie nuove del genere Ichthyurus. (Ibidem pag. 383-859). 146 Gherardi dott. G. Il moderno capo stalla. (Alba. Tip. Paganelli. 1 vol, di pag. 159). 147 Giachetti rag. G. C. Quindici anni di memorie colombofjle dal 1877 al 1392. (Firenze. Tip. Civelli. Pag. 16 in 16.°) (continua) - s, BROGI direttore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE SUPPLEMENTO MENSILE acta RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) I. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all’anno Anno XIV N° 8 15° Agosto SOMMARIO Necrologia. Pag. 97. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico (Cont.) Pag. 97. COMUNICAZIONI. T. D. Di un bruco comparso nella vite in Sicilia. — G. De P. Note or- nitologiche. — Fabani C. Una pianta carnivora gigante. — G. De P. Rondini messaggere. Da pag. 93. a pag. 100. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Appunti ornitologici per la provincia di Roma. G. Lepri. Pag. 100. i Insegnamenti pratici. Pag. 101. — Notiziario Pag. 102. — Nomine, promozioni, ono- rificenze, premi. Pag. 103. — Richieste, offerte e domande di cambi. Pag. 104. Il Comm. prof. MICHELE LESSONA valente naturalista, autore di pregevoli pubblicazioni, fra le qualiil celebre e popolare libro Volere è potere, è morto in Torino il 20 luglio scorso. POSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE (continuazione) TOS Forcipiforme - Forcipiformis - Zangenartig - In forma di forcipe. * Fornicato - Fornicatus - Forniqué - gewòlbt - Fatto a fornice o volta, cioè convesso di sopra e concavo di sotto - Antenne, elitre di Coleotteri ecc. Foro - Foramen - Trou - Loch, Oefinung - Apertura - Foro occipitale : quello che de- riva dall’ occipite, o quello entro il collo, Tav. Il fig. 22) Fossetta - Fossula - Fossette - Grube - Si applica ad un grosso punto infossato o ad “una impressione più o meno profonda. i Fossetta marginale - //isteridi - Chiamasi una fossetta che presenta il bordo inflesso o piega laterale delle elitre. Fossetta subumerale - Misteridi = Fossetta marginale. Fossetta tarsale - Chiamasi una fossetta della parte esterna della tibia destinata a ri- cevere Il tarso - Coclea o fossa tibiae - Loffel o Kòrbechen. Tav. V fig. 16 a). Fossetta umerale - Fossetta posta alla base delle elitre verso gli omeri, internamente al callo umerale in alcune specie. Fossette antennari - Fossulue - Fossettes antennaires - Fihlergruben - Chiamansi certe lossette poste al disotto del protorace o lungo i lati, destinate a ricevere al riposo le antenne, come quelle dei Curculioniti. 98 Fossulato - Fossulatus - Fossulé - grubig = Foveolato. Fovea - Fovea - Gribchen = Fossetta. Foveiforme - In forma di fovea o fossetta. Foveola - Dim. di fovea. Foveolato - Foveatus, foveolatus - Foveolé - grubig - Munito di fovee o fossette - Vedi Scultura. Fracticorne - /nsetti - Che offrono le antenne genicolate. Fragma - Phragma - Kirby - Chiama il postscutello del protorace o una membrana particolare interna che lo rappresenta. Frangiato - Fimbriatus - Frangé - gefranset - Fornito di frangia. Si applica ad un mar- gine terminato da una serie di peli fitti come quello delle ali. Margine apicale di molti Lepidotteri. Freno - Frenum - Frein - Fliigelbrucken o Zaum - (Sinonimi latini frenulum, poati- culus, membranula axillaris) Chiamasi una membranetta che unisce la parte infe- riore della base delle ali allo scutello. Tav. VI fig. 1 9) fig. 7 |) fig. 8 *) ala inf. 20) Tav. IX fig. 1 m). Freno - (Zaum) - Ratzbourg = Scuto del melatorace. Tav. VII fig. 1 g°) Frontale - Che dipende dal fronte. Fronte - Fyons - Front - Stirne - Chiamasi la parte anteriore dell’ epicranio, posta fra gli occhi sotto il vertice e che porta spesso le antenne - Nitsch chiama il frente: sincipite - Synciput - Mittelhaupt - Tav. I. fig. 1 e) fig. 2 h) Tav. V. fig. 6 d) Tav. VI fig. 2 a a) fig. 7 a a) Al fronte si applicano i seguenti addiettivi o frasi latine. — Frons bullata - blasige Stirne - Fronte bollusa o vescicolosa. Quando presenta un rigonfiamento in forma di vescica, donde la denominazione d’ insetti bombifrontes - Aporophyla. — Frons cuneatim prominens - Kegelstirne, mit hornigen keil vorspringende Stirne - In forma di cuneo sporgente - Gortyna. — Frons ercavata - eingesaltette Stirne - Quando offre una depressione come quella dell’ interno degli occhi dei Ditteri. In tal caso si hanno gli occhi prominenti o liberi - oculi prominentes o exerti - hervorgequollen. À — Frons horizontaliter prominens - Plattenstirne, o horizontaler Platte Vorsprigende Stirne. Quando è prominente e forma un piano continuo. — Frons umbilicalis - nabelformige Stirne - Quando offre una prominenza in forma di ombellico - Cladocera. — Frons verticalis - vertikale Stiene - Fronte verticale - In cui la curva è quasi scomparsa. SEDE (continua) rr n=" COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsì notizie, schia- rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. E rea nr d_Za-Wrr3-y._e- Cee Di un bruco comparso sulla vite in Sicilia. Il bruco d' una farfalla crepuscolare del gruppo delle Sphingidae, ha invaso quest’ anno buona parte dei vigneti della Sicilia destando nell’ a- 99 nimo dei viticultori un panico giustificabilissimo. La Deilephila livornica, Esp., perchè si tratta appunto del bruco di questa specie, è farfalla piuttosto comune in tutta l’ Europa meridionale, ed allo stato di larva essa si rinviene su piante diverse e selvagge, dove riesce quasi inavvertita: ma quando questo grosso bruco, ed in generale, qualunque insetto, lasciando le piante incolte e non direttamente utili a noi, si riversa su quelle coltivate, l’ agricoltore allora lo avverte subito e se ne impensierisce, Così è successo quest’ anno nella prima quindicina di giugno; allora i bru- chi della Deilephila avevano acquistato una dimensione rispettabile ed inavvertiti prima, forse per la loro piccolezza, furono notati invece in quest’ epoca dai viticultori, i quali ebbero a constatare una vera invasione di grossi bruchi nei loro vigneti; questi bruchi divorando le foglie rapidamen- te, fece lor credere che oltre alla Fillossera, alla Peronospora e atutti gli altri mali che affliggono la vite, un altro se ne fosse aggiunto. quest’ anno. La moltiplicazione della D. livornica quest’ anno è stata veramente straordinaria, e, cosa singo- lare, la pianta maggiormente invasa si fu la vite, anzi in alcune provincie, da dove abbiamo potuto avere delle informazioni in proposito, i viticultori se ne sono seriamente preoccupati; noi abbiamo ricevuti di questi bruchi raccolti nei vigneti di Partinico e mandatici da quell’ intelligente e ricco viticultore che è il Marchesino Ballaroto, ne abbiamo anche avuti dai vigneti di Bagheria e Ca- Steldaccia e notizie della loro esistenza nei vigneti, abbiamo avute da Pantelleria e da altri passi della provincia di Trapani. Intanto dagli esemplari che abbiamo potuto esaminare, crediamo aver riconosciuto due specie di Sphinges, una la D. livornica, Esp. o lineata, F., V altra la D. elpenor, L.; i bruchi della pri- ma specie però costituivano l’esercito di invasione, mentre i bruchi della seconda erano rappre- sentati poveramente, essi sì sono incrisalidati ed i primi di già schiusi. I danni che queste farfalle possono recare alla vite, potrebbero diventare rilevanti se l’ inva- sione dovesse ripetersi negli anni avvenire, se la straordinaria moltiplicazione dovesse rendersi nor- male e se la seconda generazione della D. livornica, dovesse ancora una volta, in questo mese di luglio, ritornare ad assalire la vite; ma ciò non credo sia possibile, oramai le foglie sono sufficien- temente indurite, le giovani e più tenere dell’ estremità dei sarmenti sono troppo esposte, l’ uva è vicina alla sua maturazione ed una delle pratiche della viticoltura usata proprio nel corso di que- sto mese di luglio costituiscono per i brucolini, che dovrebbero schiudere dalle uova deposte in luglio, tanti inconvenienti per i quali non troverebbero più sulla vite le condizioni adatte al completo loro sviluppo ; l’ istinto materno quindi, fara ricercare e ritrovare alla farfalla altre piante sulle quali potere assicurare lo sviluppo della novella generazione e si è da questa generazione che verranno fuori i nemici delle nostre piante nella prossima stagione. Come garantirci da essi? Io credo che il metodo più facile per liberarci dai bruchi che ad anno novello potremmo trovare sulla vite, sarebbe quello di farli raccogliere e schiacciare. Questa ope- razione che può essere disimpegnata da ragazzi o da donne con profitto, potrebbe sembrare empirica, ma io la credo invece pratica molto, perchè trattandosi di grosse specie facilmente cadono sott’ oc- chio e facilmente si distruggono. I viticultori intanto non stiano in allarme, sebbene la D. livornica si rinviene sulla vite, pure mai si è moltiplicata in modo tale da potere recare serii danni alla preziosa ampelidea, la nume- rosa moltiplicazione di quest’ anno costituisce un caso assolutamente straordinario. Ma si ricordino gli agricoltori, ed in ispecie i viticultori, che le nostre piante hanno bisogno di cura, di attenzione e di sorveglianza continua. Palermo, 26 Luglio 1894. RD Notizie Ornitologiche : Nel decorso mese moriva per apoplessia fulminante, il decano de- gli usignoli della nostra città, appartenente al Sig. Gaetano Calvi, che lo aveva avuto nidiaceo 25 anni or sono, e naturalmente lo aveva allevato in schiavitù. Questo patriarca dei volatili fu sano e vispo fino all’ ultim’ ora, mantenendosi esimio e instancabile cantore. L' unico incomodo arreca- togli dall'età era una leggerissima gotta} adesso gode l’ immortalità del corpo, sotto una campana di cristallo, mercè la ben riuscita imbalsamazione del Sig. Prof. Magnelli Cav, Riccardo. 100 Nella voliera del ben noto cultore d’ ornitologia, Sig. Gino Caiani, è testè morto, dopo venti- cinque mesi di schiavitù un cardellino maschio, quasi perfettamente albino, stato preso - nel 1592 - alle reti in quel di Chiusi. Credo valga la pena di riportare la descrizione che ne. ha fatta il suo proprietario: Becco bianco con la cima carnicina, maschera appena accennata sull’ occhio sì- nistro d'un rosso dorato, due piccoli punti rosso-dorati sotto la mascella inferiore (più accentuati a sinistra) gola, lati del collo e tempie candide, leggermente ombreggiate di lionato. Parte supe- riore ed inferioré della cervice e del pileo bianche, dorso e scapolari bianche: lati del petto leg- germente lionati, fianchi candidi. Parte media del petto e dell’addome bianca, penne del sopra coda bianche, piccole copritrici gialle chiare con una macchia scura alla base dell’ ala, grandi co- pritrici bianche punteggiate di nero; remiganti gialle con la punta bianca fittamente punteggiata di nero. Timoniere bianche con rare punte nere all’ estremità, piedi carnicini pallidi, iride nera i Firenze 10 Luglio Gdo gh: Una pianta carnivora gigante. Darwin nel 1875 colla sua opera sulle Piante insettivore, illustrò molte piante carnivore, la drosera, l’ aldovranda, la pinguicola, l° utricolaria, la drosofilla ed altre. — A capo di questa famiglia sta la Dionea muscipula originaria dell'America Settentrio- nale, la quale Linneo, fortemente meravigliato, non seppe classificarla che un miraculum nature. È dessa una vera trappola vivente. La pianta è di modeste apparenze, costituita da un peduncolo che si drizza verticale con pochi fiori e circondato presso terra da poche foglie. É sulle foglie che. gli insetti periscono. Vi si posa una mosca? I margini esterni della foglia subito si avvicinano rotando intorno alla nervatura mediana, l'insetto, reso tardo alla fuga da un umor viscoso effuso dai pori della foglia, vien stretto, ucciso e succhiato. La prigione non si apre se non dopo aver spremuta e sorbita la sua vittima, appunto come fa il ragno. Ma al catalogo di queste piante ora si dee aggiungere un'altra specie, di forme gigantesche. Il naturalista Dunstan stava compiendo un’ escursione botanica ed entomologica nell’ America cen- trale, presso il lago di Nicaragua. Lo colpiscono i guaiti del proprìo cane: corre e trova il povero animale stretto tra cordoni neri, gommosi, sotto i quali la pelle si vede alterata profondamente e sorbito il sangue. Cos’ erano quei cordoni? Non altro che i rami di una nuova pianta. carnivora, che il Dunstan chiamò col nome di Landoctopus. Quei rami si ponno paragonare a quelli dei nostri salici piangenti, sono verniciati a nero, senza foglie, flessibilissimi, trasudanti un umore viscoso e portanti una fila lunghissima di ventose, colle quali aderiscono alle vittime e le succhiano vio- lentemente. Salve le maggiori proporzioni, si potrebbero benissimo credere i piedi del polpo, tra- sportati nel regno vegetale! — Il Dunstan tagliò î rami per liberare il cane e vi riuscì per quanto. a mala pena. Ma nei contatti, per quanto lesti, ebbe a soffrire assai perchè i rami più volte tenta- rono di avviluppare le sue mani strappandovi la pelle e consumando perfin la carne. Le osserva- zioni, come è facile a indovinarne il motivo, non furono continuate e quindi l' illustre naturalista non potè darci piene notizie sulla pianta. Constatò però almeno la presenza dei numerosi succhia- tori, l'odore ingrato dell’ umor nero che bagna i rami e che intorpidisce la preda e infine potè constatare l'analogia di carattere colle altre piante carnivore, di abbandonare cioè la vittima, dopo che ne ha succhiati gli elementi nutritivi. Sembra che gl’ indigeni dell’ America centrale già la conoscessero sotto il nome, non punto mancante di convenienza, di luccio del diavolo. FABANI CARLO Rondini messaggere. La notizia riportata da codesto pregevole Bollettino, riguardo al servizio dalle ronlini messaggere in sostituzione dei piccioni, potra essere notata come una piacevole cu- riosità, ma ritenzo non potrà mai porsi in pratica, perchè dato anco il caso di potere trovare un nutrimento adatto per esse: ed impiantare delle voliere, conforme alle loro abitudini, come potre - mo servircene nella stagione invernale ° UG __—___TT-r__-- 104 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, domande e risposte diverse -- Gratis per gli abbonati. Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rim nere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no-' mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a. mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 119 Il dott. Antonio Baldacci è partito per un viaggio nei Balcani; visiterà le catene montuose d’ Albania e d’ Epiro e principalmente il monte Smolika nel distretto di Konitza. Tutti i botanici che da queste regioni desiderassero informazioni, materiale scientifico ecc., non hanno che a rivolgersi a lui in Vallona (Albania, Turchia d’ Europa) via Brindisi. 120 Giuseppe Nobili, Omegna, prov. di Novara, desidera avviare cambi di piante vasco- lari con botanici di qualunque regione d'Italia o d’ Europa; procurando in contraccambio specie del Piemonte e regioni finitime della zona montana e alpina. 121 Dal laboratorio di storia naturale di S. Brogi in Siena si desidera acquistare od avere in cambio: Mzriapodi indeterminati di qualunque località. Salamandra atra di diverse località italiane. Sternu minuta (Monachina o Fraticello di mare) tanto fresche in carne, che già poste in pelle. 122 Foche viventi e grandi, sono disponibili a prezzi miti. 123 Enrico Vestri di Livorno (Toscana), compra qualunque sorta di francobolli antichi. Ai rivenditori e collezionisti, spedisce fogli assortiti in esame col 30 0/0 di sconto. 124 Agli abbonati che ne fanno richiesta con cartolina con risposta 0 che ci fanno perve- nire un francobollo da cinque cent., inviamo gratis e franco, un opuscolo che tratta delle tignole della vite e del modo di combatterle. 125 Al maggiore offerente si cede una copia della Mineralogia descrittiva del prof. comm. L. Bombicci. Grande volume di oltre mille pagine con molte figure e quadri sinottici. Nuovo, solamente tagliato. Questa opera non trovasi più in commercio. L’asta si comincia dal prezzo di L. 10. 126 Il sig. Mariano Ticci di Siena, possidente presso la stazione di Castellina in Chianti, offre vini fini da pasto ed olio dì ‘oliva. Ha ottenuti prodotti eccellenti anche nell’anno corrente. 127 Chi desidera piantine e semi forestali, ne avanzi domanda entro il mese corrente al ministero di agricoltura, che li distribuisce gratis. 128 M. Lionel Stones, Northwood, Seymour Grove, old Trafford, Manchester, offre en écheange des Papillons de sa région. 129 Il barone W. von dem Bussche-Haddenhauren, Hausentrasse 12 Gottinga (Annover), offre coleotteri de l’Alemagna centrale, contro coleotteri d’ Europa. 130 M. E. Goubaut, naturaliste-préparateur, à St. Vaast-la-Hougue (Manche), offre des oiseaux de France, toutes les espéces en général, en peau frafche ou montés: Conquilles fossiles de tous les terrains — demande en échange Coléoptères, Hèmictères, Orthoptères Lépidoptères eu- ropéens ou exotiques, surtout les grosses espèces. 131 M. Ch. Bloesch, Laufenburg, Argovie, Suisse, désire échanger des Chalcidites Ichneumonides, Braconides et Cynipides. 132 Ch. Pujol, Bella Vista de Goyaz, Brasile. Desidera far cambi di insetti. 133 Premurosa ricerca di un cane barbone nero e di statura piccola. Dirigere le offerte all’ amministrazione del Giornale d’ Ippologia in Pisa. MAGAZZINO GEOLOGICO E MINERALOGICO. -— ALEXANDRE STUBR #8 UFFICIALE D'ACCADEMIA, fornitore dei Ministeri della Istruzione pubblica, dei lavori pubblici e degli stati stranieri. 40. Rue des Mathurins, Paris. Alexandre Stuer, tiene a disposizione dei Professori, Direttori di Musei e studiosi, delle serie completissime di fossili primari, secondari e terziari di Francia, classati stratigraficamente e pa- leontologicamente. Grande scelta di minerali di tutti i paesi, Meteoriti, pietre preziose ecc. Vendita all’ ingrosso e a dettaglio. Alexandre Stuer, desidera fossili d’Italia di tutte le epoche, Meteoriti e minerali di Sicilia, del Vesuvio, di Toscana e della Sardegna Acquisto e Cambio 5. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Y Anno XIV N.° 9) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Seltembre 1894 SOMMARIO De Blasio dott. Abele, Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana. Parte II. Con fig. (Cont.) Pag. 105. Lazzaro Nicola. Archeologia africana. Gli scavi delle piramidi. Pag. 109. Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1893. Zoologia, Paleozoologia e allevamento degli animali. Da pag. 111. a pag. 112. Orania aegyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA TR 24 Studio di ABELE DE BLASIO (ell (PARTE II) (continuazione) 9.2 Brachyromboides aegyptiacus (n. i.) 10. Corythocephalus sublimis (norma laterale) i VII. Linee frontali ed indice relativo La linea frontale inferiore è lunga, in media, nei crani dell’ antico impero 93 mm. e la superiore è 110; donde la differenza di 17 millimetri fra l’ una e l’altra linea. La diversità di tali linee nei due sessi è quasi trascurabile ; perchè la linea inferiore maschile è 94, quella muliebre 92. La superiore maschile è 111 e la femminile 109. La differenza adunque fra i due sessi, tanto nella linea supe- riore quanto nell’ inferiore è di 2 mm. in favore dei maschili. . L’indice frontale, offre i seguenti risultati. Nella serie intera dei crani dell’antico impero si eleva a 765; nei crani maschili a 770 e nei femminili raggiunge 764. Dalla comparazione emerge essere la fronte più angusta nei crani muliebri che nei maschili. 106 : RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI GIO gain ->+—<——t—l1_____É _______——__————————222212222222222222t124z%Z1Z112121212#+111}1k1211pRhRkmàòpkjkàdòmt666-- Per fare accettare le regine. Il dott. Rose scrive nel Centra! Blatt, che la Naphtalina è ottima per l'introduzione delle regine nelle riunioni. Non si ha che a porne un pizzico in cia- scun alveare verso sera, perchè il giorno dopo non si abbia più alcun disturbo nelle unioni e nelle accettazioni. In Germania si fanno accettare le regine ponendole negli alveari, chiuse entro un cono fatto con un pezzetto di foglio cereo faccettato, oppure in una cella reale fatta artificialmente, mediante un legno umido immerso più volte nella cera fusa. Groberty disopercula le celle reali, estrae la giovane regina e la posa su di un favo di un al- veare orfano. Essa è sempre accolta con amore dalle orfane perchè giovanissima. Nuovo modo di trovare le regine. Nel G/eanings si legge: « Coprite il ceppo con un’ asse sottile e tambussate un poco il ceppo stesso. Al di sotto dell’ asse troverete la. Regina con poche api. Ciò può farsi, principiando dal primo alveare fino all’ ultimo, e quindi retrocedendo per iscoprire il primo. Con questo modo potrete impadronirvi di una dozzina di Regine in breve tempo, senza estrarre neppure un favo. Si può procedere nella stessa guisa coi bugni. (Ba/drige). Per preparare i fogli cerei lisci da faccettarsi, si prende una bottiglia piena d’acqua ge- lata e si immerge nella cera fusa. Il freddo dell’acqua fa tosto aderire la cera al vetro e così in un minuto sì fa un foglio di cera largo quanto la bottiglia, e alto come la sua circonferenza. Per salvarsi dalle punture delle api basta ungersi le mani con vaselina anche dalla sola parte superiore. Per ammansare le api quando si eseguiscono operazioni negli alveari, il dott. Dubini ha provato che spruzzando acqua polverizzata con una pompetta, si ottiene il medesimo effetto che con il fumo mentre l’ operazione è più comoda e più lesta. Ordigni indispensabili in ogni apistica operazione. Uno di essi è un lungo cacciavite o raschiatojo, fisso nel suo manico di legno. La sua lama non deve essere più larga di 3 millimetri, e la sua estremità libera vuol essere piegata ad angolo retto nel senso del piatto della lama, sì che la parte piegata, e che discende ad angolo retto, non superi la lunghezza di centim. 1172. Se questa parte piegata si assottiglia ai tre margini taglienti, potremo facilmente raschiar via con essa il propoli dalle scanalature, staccare ed esportare pezzi di favo che si trovassero attaccati alle pareti dell’ alveare, liberare la mobile soffitta delle linee di propoli e dei piccoli favi che le api vi attaccano sotto, come parimenti le stalagmiti dure che si elevano spesse volte dal fondo. La spatola può, fino ad un certo punto, prestare gli stessi servigi, ma non agisce colla forza che im- parte il cacciavite. Altro ordigno utilissimo è un lungo coltello fermo in manico, ma di lama molto sottile e ta- gliente, piegato leggermente verso la sua estremità, tanto che la lama si presenti ivi incurvata, anche quì, nel senso del piatto della lama stessa. Giova assai nel regolarizzare i favi gozzuti; nello staccare le loro aderenze in basso ed ai lati del telajno, qualora il favo non penda nel vero centro del telajno stesso, per ricondurlo in posto colle dita, ecc. Se la lama sottile e incurvata, ha il tagliente finamente seghettato, tanto meglio. Già notai altra volta che il bravo apicoltore, oltre gl’ istromenti di lavoro raccolti in una cassetta, deve portare nel taschino del panciotto, una lente, uno specchietto, un pajo di forbici snodate, una matita nera ed una rossa, ed una pinzetta. Nella cassetta dell’ apicoltore avente arnie a soffitta mobile, non mancherà poi il vasetto di vaselina col pennello, il cui manico si erga da un foro centrale di un coperchio di cartone atto ad impedire che le api vaganti penetrino nel re- cipiente. (L’Apicoltore) Dott. AnGELO DUBINI Un nuovo rimedio contro il saccheggio. Andes, dopo avere invano fatto uso dei mezzi indicati e noti, ebbe l'idea di togliere dalle colonie saccheggiatrici le loro Regine e di lasciarle orfane per 48 ore, In 30 minuti cessò ogni tentativo di saccheggio, ————_——————————— mc == — = === = = - — 110 Per fare abbassare uno sciame, Ke/ley ebbe uno sciame che si aggruppò alla cima di un albero altissimo, e non avendo un prendisciame a sacco chiudibile stando al piede dell’ albero, nè una scala abbastanza lunga, provò a far cadere sul gruppo i raggi del sole riflessi da uno specchio di medie dimensioni. Le api abbandonarono la cima e si abbassarono, riunendosi poi sopra un cespuglio a sei piedi da terra. I INVENZIONI E SCOPrE&bhIE TT Forbice vendemmiatrice Candeo. Il distinto agricoltore Sac. Candeo ha inventata una utilissima forbice simile a quelle da potare, e con la quale le ciocche d’ uva tagliate dalla pianta, restano appese alla forbice, ed il vendemmiatore può così trasportarle nel canestro o dove vuole e posarvele piano piano in modo che non si pigino 0 ammostino, cosa molto utile per le uve da conservarsi, Queste forbici rendono anche più rapida la raccolta dell’ uva, chè to operatore non è costretto a tagliare con una mano e con l’altra reggere la ciocca. Costano L. 4 l’ una e possono acquistarsi presso l'agenzia di questo Bollettino in Siena, via di Città, 14. Per l'invio assicurato aggiungere 25 centesimi, ; L’ Elettrolisi è un gas illuminante e riscaldante (idrogeno) che per mezzo dell’ elettricità si ottiene dalla separazione delle parti componenti l’ acqua, rendendo possibile il risparmio del carbone. Alla fabbrica d'armi di Terni si sono già ottenuti incoraggianti risultati. Salvagente illuminato a luce elettrica. Il capitano Melter della marina germanica, ha inventato un anello di salvataggio illuminato a luce elettrica. Le esperienze fatte sulla nave da guerra « Worth » dimostrerebbero che questo salvagente offre grandi vantaggi in casì di acci- denti notturni. Sorgente di sapone. A Dacota presso il capo Bufalo, si è trovata una sorgente di sapone. Scaturisce dalla terra in forma di schiuma bollente e dissecca all’ aria prendendo un aspetto di ar- gilla molle. Si crede che questa schiuma derivi da una combinazione di alcali, di soda e di pe- trolio, trovandosi quest’ ultimo in diverse località circonvicine. Per rendere incombustibili i legnami. Un’ ammiraglio inglese ha eseguiti parecchi espe- rimenti che hanno reso manifesto, come le spalmature di vetro SOS, sieno efficaci per dimi- nuire l’infiammabilità dei legnami. Sorgenti di petrolio di ottima qualità sono state scoperte a Somerset in Inghilterra. NOTIZIARIO Borse di studio. Il Ministero dell’ agricoltura per le disposizioni contenute nel decreto 29 ottobre 1887, ha determinato che a favore dei licenziati degli Istituti tecnici, dei Licei e dei Corsà superiori delle Scuole di viticoltura e di enologia di Conegliano, Avellino e Catania, sieno poste a concorso per il prossimo anno scolastico 1894-95, e per la durata di un triennio, due borse di studio per la Scuola superiore di agricoltura di Milano e due per la Scuola superiore di agricol- tura di Portici. A ciascuna borsa è unito l’ assegno annuo di L. 800. Le domande per concorrere dovranno essere indirizzate ai Direttori delle Scuole superiori di agricoltura di Milano e di Portici, non più tardi del 15 ottobre 1894, corredandole dei documenti che vengono richiesti. Il ministero della istruzione pubblica rende noto che potendo nel prossimo anno alata rimanere disponibili alcune borse di studio, gli aspiranti a dette borse devono far pervenire al Ministero stesso le loro istanze per mezzo del Preside dell’ istituto presso il quale conseguirono la licenza, . ili Nuova vite resistente alla fillossera, alla peronospora, all’ oidio ecc. Il prof. Frane della Scuola d' agricoltura del Cheri, ha comunicato alla direzione dell’ agricoltura francese, di avere scoperta una varietà di vite che piantata in vigneti infetti da fillossera vi ve- geta perfettamente. Questa vite dà ottima ed abbondante uva e non teme nè la peronospora, nè gli altri malanni della vite, Che sia adunque la ben venuta! Se però sarà vero ciò che dice il prof. Franc! ; Esposizioni. Al Cairo sì aprirà il 15 decembre prossimo, una esposizione internazionale di prodotti agricoli ed industriali. Una esposizione internazionale di cavalli intieri verrà effettuata a Vienna dal 13 al 16 del prossimo ottebre. Acquisto di cavalli per l’ esercito. Il ministro della guerra si propone di acquistare in . Italia circa 2000 cavalli occorrenti per i bisogni dell’ esercito. Una densa nuvola di farfalle si soffermò a Mantova in una notte dello scorso Agosto. Alla mattina si vedevano le farfalle semivive a mucchi sulle strade. Pescicoltura ed Ostreicoltura in Sardegna. Il ministero di agricoltura ha dato in- carico al prof. D. Vinciguerra, direttore della R. Stazione di piscicoltura di Roma, di recarsi pros- simamente in Sardegna per studiare le condizioni biologiche et quelle acque pubbliche, allo scopo di ripopolarle con pregiate varietà di pesci. Nello stesso tempo il prof. Vinciguerra ha avuto, dal ministero, l’ incarico di istituire speciali indagini per vedere se, sulle coste dell’isola, sia possibile l’ impianto di ostreari. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI I proff. Nicola Lanzillotti Buonsanti e Edoardo Perroncito sono stati eletti Prese denti onorari dell’ VIII.® congresso internazionale d’ igiene e demografia che presentemente ha luogo a Budapsst. Il prof. Andrea Vacchetta è stato eletto membro onorario del Collegio degli Zooiatri di Roma. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, domande e risposte diverse -- Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l’utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc, gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se ‘desiderano far cambi. i Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, ‘anche una volta all’ anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e ‘delle altre nazioni, specialmente Europee. 134 Le dr. H. Christ, de Bale demande des fougères exotiques en échantillons d'herbier, sourtout de Chine, Hong-Kong, Philippines, îles de la Sonde, Brasile etc. 135 Ghidini A, via F. Soave 77 Lugano, volendo fare acquisto di lepidotteri italiani, de- sidera cataloghi coi prezzi al pezzo. 136 Al maggiore offerente si cede una copia della Mineralogia descrittiva del prof. comm. L. Bombicci. Grande volume di oltre mille pagine con molte figure e quadri sinottici. Nuovo, solamente tagliato. Questa preziosa opera non trovasi più in commercio. L’ asta sì comincia dal prezzo di L. 10. ; 137 Distribuzione gratuita di talee di barbatelle di viti americane. Chi desidera ricevere viti americane ne faccia domanda o al Ministero di Agricoltura in carta da bollo da L. 1, 20 o ai locali istituti agrari in carta da bollo da L. 0,60. Per le provincie della Sicilia e della Sardegna il tempo utile per le domande scade con il 1 Ottobre, per le altre provincie con il l Novembre. 112 138 Agricoltore giovane, con diploma di R. Scuola Agraria, cerca posto agente di campagna. Rivolgersi alla Gazzetta' Agricola, via Giulini 8, Milano. . I Mr, 139 Schiavetti Daniele in Genova, tiene un grande assortimento di uccelli ed altri ani- mali esotici vivi. Offre: Uromastix dell’ India a L. 12. Camaleonti a L.:5. Desidera fare acquisto di due Mufloni. RE : DEE 140 Stefansson Stefan di Modruvellir, (Islanda), domanda piante dell'Atlante e del- l’Imalaia iu buoni esemplari da erbario. AE 141 Dal laboratorio di storia naturale di S. Brogi in Siena si desidera acquistare od avere in cambio: Miriapodi indeterminati di qualunque località. Salamandra atra. di diverse località italiane. Sterna minuta (Monachina o Fraticello di mare) tanto fresche in carne, che già poste in pelle. 142 Il sig. Mariano Ticci di Siena, possidente presso la stazione di Castellina in Chianti offre vini fini da pasto ed olio di oliva. Ha ottenuti prodotti eccellenti anche nell’anno corrente. 143 Si fa ricerca di abili preparatori tassidermici, che vogliano impiegarsi in case estere di Berlino e di Parigi. Per informazioni scrivere cartolina con risposta all’ amministrazione di questo Bollettino. 144 M. Maurice Auberjonois, Beau-Cèdre, près Lausanne (Suisse), offre: Chrysalides d'Ant. Pernyi et chenilles de Plat. Cecropia, contre d'autres chrysalides de séricigènes exotiques. 145 M. Camille Mehier, fils, 6, rue Sainte-Catherine, Saint-Etienne (Loire), dés. éch. les Reptiles suivants, contre des Reptiles du midi de la France: Lacerta viridis, L. muralis, Anguis fragilis, Coronella laevis, Tropidonotus nutrix, T. viperinus, Zamenis viridifiavus, Rana viridis, R. temporaria, Hyla viridis, Alytes obstetricans, Triton cristutus, T. alpestre. 146 M. Leboul, Sainte-Anne-lès-Tours Indre-et (Loire), offre a échanger: Procrustes spretus, Carabus hispanus, liburnicus, croaticus, Preyssleri, azurescens, convexus, dilatatus, cancellatus et var. : Helleri, Keenigi, Creutzeri, Kolenati, excellens, carinthiacus, ete., Pro- cerus Audouini, gigas, ete., en excellent état. Envoyer oblata. 147 M. J. Blanc, rue Entre-les-deux-Portes, 28, Epinal, (Francia), desidera far cambi d’insetti. — 148 Dr. Boutarel, 46, boulevard Beaumarchais, Paris, desidera entrare in relazione coi co- leotterologi. 149 Richiesta di un capo coltivatore per l'istituto agrario della Pace presso Albissola Superiore. Stipendio L. 500 oltre il vitto e ]’ alloggio nell'istituto. Le domande saranno ricevute fino al 30 Settembre presso la sede del Comizio agrario di Savona. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Tegghi Medie? I{ caldo sollocante di questi mesi ci snerva, ci spossa, ci rende apatici: naturale che debbasi ricorrere ad un buon tonico per ritemprare le forze: nulla è di più indicato, dopo una lunga passeggiata, dopo un esercizio violento, di un bic- chierino di Ferro-China-Bisleri (liquore sto- matico per eccellenza) della ditta Felice Bisleri e C. di Milano, oppure di una bibita sapida, sana, digestiva, disettante quale VOLETE LA SALUTE ?2 È 1} @ U l'Acqua di Nocera Um- bra (la regina delle Acque NéG4ZZZe da tavola) col Ferro-China- SS ; = x F.BISLERIe C.- MILANO Bisleri. Dopo il bagno e AMEN KNNù prima della reazione, l’uso del Ferro-China-Bislerisi rendeindispensabile perchè eccitando, rinvigorisce i nervi indeboliti. Tutti gli stabilimenti di bagni ne sono provvisti e ne fanno largo uso. Prima dei pasti eccita mirabilmente l’ appetito. IL FERRO-CHINA-BISLERI si trova dovunque e si esporta in tutto il mondo —————rwbiIK’/;oiiJ[[J;J/SA*Add®X*L8HB.. n Ù 4 Be EVETE pi “Anno XIV N° 10° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Oltobre 1894 SOMMARIO Trois prof. E. F. Elenco dei Cetacei dell’ Adriatico. Pag. 113. De Blasio dott. Abele. Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana. Parte II. Con fig. (Cont.) Pag. 115. Rivista Bibliografica. Da pag. I21. a pag. 125. Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1893. Zoologia, Paleozoologia e allevamento degli animali. Da pag. 124. a pag. 126. ELENCO DEI CETACKI DELL’ ADRIATICO del prof. E. F. TROIS TELE Nel presente elenco mi propongo di raccogliere, per quanto mi è possibile, succintamente le notizie sparse sulla comparsa di alcuni Cetacei rari nell’ Adriatico. Dall’ epoca in cui unitamente al compianto collega dott. Ninni abbiamo compilato il catalogo per la (1) Monografia della provincia di Venezia, furono fatte altre importanti catture e potei raccogliere altre notizie sulle collezioni dove si conservano gli avanzi degli esemplari raccolti, con speciale riguardo all’ alto Adriatico. CETAGEA ‘ DELPHINIDAE — Delphinus delphis, L. -- Delpino comune; volg. Dolfin. Si vedono sovente sul mercato esemplari presi nei canali interni della laguna. Segue i basti- menti anche nel porto. Delphinus tursio, Fabr. — Delfino soffiatore; volg. Dolfin, porco marin È specie meno comune della precedente pel nostro golfo. L’ esemplare che possiede il. Museo dell’ Istituto veneto, fu preso non lungi da Venezia e fra i vari esemplari che vidi sul mercato ne ri- cordo uno qualche anno fa, che posto in un deposito di pesce si mantenne in vita per quasi due giorni. Nel 1883 comparve sul mercato un esemplare di un color grigio chiaro azzurrognolo nel quale constatai i caratteri della specie. GLOBICEPHALIDAE — Grampus griseus, Cuv. Delphinus rissoanus, Laur. Delfino del Risso; volg. Dolfin foresto Îl primo esemplare di questa rara specie, da me per la prima volta osservato nell’ Adriatico, fu preso nella Sacca dei Scardovari il 20 giugno 1874 ed il suo scheletro si conserva nel R. Museo Zoologico di Firenze, essendo riusciti vani i miei tentativi per acquistarlo. Il suo peso era di chi- logr. 350 e la lunghezza di centimetri 360, come ebbi l'onore di comunicare all’ istituto nello stesso anno con una nota inserita negli Atti. Un secondo esemplare fu preso presso la foce del Piave nell’ ottobre 1882, era un giovane maschio colle mascelle ancora inermi, misurava dal muso alla coda cent. 181. In luogo della tinta di un grigio perla venato di bruno verdastro notata nel precedente esemplare, dominava un bel nero intenso con delle macchie bianche angolari verso il collo, ed era perfettamente bianco sul ventre. Questa volta fui più fortunato, perchè potei acquistare l’ esemplare pel Museo dell’ Istituto, dove si conserva unitamente al cranio e ad alcuni dettagli anatomici raccolti sugli avanzi dei visceri. NeY maggio 1390 furono esposti alla pubblica curiosità in una bottega sulla Riva degli Schia- voni, due esemplari di questa specie, un maschio ed una femmina presi nel nostro mare. Îl maschio misurava trecento e trentaquattro centimetri, la femmina duecento e cinquatadue centimetri. Per le pretese fantastiche dei possessori non potei concludere alcun acquisto; possedendo il Museo un cranio ed un esemplare preparato in pelle, i miei desideri erano per uno scheletro e pei visceri di una specie tanto rara quanto poco studiata. (1) La provincia di Venezia = Mosoarini statistica economica amministrativa raccolta e coor- dinata dal conte Luigi Sormani-Moretti, “Regio Prefetto - Venezia, tip. Antonelli 1880-81. 114 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Potei finalmente acquistare i visceri quando la putrefazione era già incominciata e nel Museo dell’ Istituto sì conservano molte dimostrazioni sulla struttura dei principali organi di questo del- fino. I crani furono acquistati dal Ninni. La tinta grigia di questi esemplari e le venature avevano la maggiore analogia con quelle del primo esemplare da me osservato. Il Giglioli vide esemplari di questa specie presi a Nizza; Genova e Zara (1). PHYSETERIDAE — Physeter macrocephalus, L. — Capodoglio ; volg. Caodogio Come è detto già nel catalogo dei cetacei pubblicato nel 1880 nella Monografia della provincia di Venezia, è incerto in molti casi se le notizie che si hanno sui Capodogli presi nell’ Adriatico debbansi riferire a questa specie. È I dati raccolti sui Physeteri dell’ Adriatico sono i seguenti e devonsi specialmente al Nardo ed al Cornalia. 1713. — Fu osservato un fisetere nel porto di Pesaro del peso di libbre romane 130,000, lungo 80 palmi romani, e fu figurato in una tavola incisa da Domenico Franceschini. 1715. — Il Bourguel descrive una balena dentata senza spina dorsale presa nel golfo veneto. 1750. — Secondo il Grisogono, fu preso a colpi di scure dai contadini presso Pelles un Capo- doglio investitosi sulla spiaggia, e per quanto narra il Cornalia se ne conservano avanzi in al- cune case. 1764. — Un fisetere fu preso presso Rovigno. Era lungo 37 piedi. 1767. — Un altro individuo fu preso presso Zara, gli avanzi si conservano nel Museo della R. Università di Padova. 1768. — Secondo Brunnich un fisetere si arenò in litore Fanoense. 1775. — Un altro esemplare si prese nel Sinigagliese presso Morctta. 1805. — Ne comparvero tre individui presso Fermo, il cranio di uno si conserva nel Comune. 1810. — Una metà della mandibola inferiore fu trovata nel canale Poco pesce presso Chioggia e donata dal dott. Nardo al Museo dell’ Istituto Veneto, dove si conserva. | 1837. — Un individuo enorme fu gettato sul lido di Budua. 1853. — Al 15 di agosto sei fiseteri furono presi presso Cittanova sulle coste istriane; per quanto so, un esemplare fu donato dalla Compagnia del Lloyd austro-ungarico al Museo Civico di Trieste dove si conserva lo scheletro completo e la pinna caudale. Un secondo scheletro trovasi a Monaco, un terzo a Vienna, dove nel Museo d’ anatomia comparata si conserva il eranio d' alîro individuo raccolto dall’ Hyrtl. I crani degli altri due esemplari conservansi uno a Cittanova l’ altro al Museo di Berlino. 1374. — Nella notte del 10 marzo un Physeter macrocephalus si arenò sulla spiaggia di Porto S. Giorgio. Il professore Leone De Sanctis per incarico del Ministero della Istruzione pub- blica ebbe missione speciale di raccoglierne gli organi pel Museo Zoologico Zootomico della R. Università di Roma ove infatti si conservano delle preparazioni bellissime quali di rado si os- servano nei grandi Musei. Alcuni frammenti sono passati al Museo di Firenze, lo scheletro passò in mani private. Sopra questo esemplare il De Sanctis pubblicò negli Atti dell’Accademia dei Lincei nel 1881 un’ interessantissima monografia illustrata da tavole. 1875. — Un frammento di cranio fu pescato poco lungi dal Lido di Venezia. 1885. — Il chiarissimo prof. G. Kolombatovie (2) scrive: si vide un esemplare di Physeter macrocephalus non lungi dai bassi fondi di Lastova galleggiare morto. A qualche giorno di di- stanza, ai 20 luglio, ne fu veduto un altro esemplare non lontano da quei paraggi. BALAENOPTERIDAE — Physalus antiquorum, Gray. — B. museulus auct. Nell'elenco dei mammiferi, uccelli ittiofagi o interessanti la pesca ece. il chiarissimo Giglioli (1) Giglioli prof. Enrico: — Elenco dei Mammiferi, degli Uccelli e e dei Rettili ittiofagi ed interessanti per la pesca, appartenenti alla Fauna italiana; e catalogo degli Anfibi e dei Pesci ttalioni. — Firenze 1880, (2) Prof. Giorgio Kolombatovic: Vertebrati della Dalmazia. = Spalato 1885. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 115 accenna a questa specie come vivente nei nostri mari Mediterraneo ed Adriatico. L’ illustre au- tore riferisce a questa la Balenoptera Mondini, Capp. il cui scheletro incompleto si conserva a Bologna, che venne presa nell’ Adriatico nel 1771 e che alcuni riferivano alla Balenoptera rostrata. Su questa specie il prof. Kolombatovic dice che un esemplare s'investì nei bassi fondi di Pago nel 1862. (Atti R. Istituto Veneto, Tomo V disp. 8) Orania aegyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA Studio di ABELE DE BLASIO (PARTE II) (continuazione) 11. Lo stesso cranio (norma facciale) 12.8. Byrsoides macroprosopus CRANI DEL MEDIO IMPERO Fra maschili e muliebri questa seconda serie abbraccia 63 crani. Un primo sguardo dato ad essi ci lascia scorgere che ci troviamo innanzi ad un gruppo i cui componenti sono formati di elementi diversi. i Infatti, mentre fra i 14 dell’ antico impero un teschio solo aveva caratteri pei quali si discostava dalla forma tipica; qui invece fra i 63 crani, 49 con- servano i caratteri propri della razza e 14 se ne discostano notabilmente. E questo fatto si rende più manifesto in quanto che mentre nell’ antico impero, l’ elemento egiziano era formato di dolicocefali e mesaticefali ; in questo secondo periodo comparisce il tipo a testa corta, di cui non trovasi esempio nei crani dell’ antico impero. -116 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Noi non faremo, in questo capitolo, cenno del tipo puro, perchè già in- nanzi ne dicemmo abbastanza; ma ci occuperemo dei crani brachicefali essendo essi testimoni di razze straniere all’ egizia in quella regione, riserbandoci in ultimo di far rilevare le differenze, alle quali andarono incontro anche i crani egiziani del vecchio impero. * x *% I cranìi drachicefali d' ambo i sessi, che ascendono a 14, possono essere suddivisi in due serie comprendendone una 8 e l' altra 6. Tale divisione è im- portante, perchè, pur essendo unico il tipo, per alcuni caratteri, l’ una serie si differenzia dall’altra, ond’è mestiere studiarle separatamente. Per le ragioni che diremo assegnamo al primo gruppo il titolo « po brachicefalo turanico » al secondo « Z'ipo brachicefalo misto ». PETPO*FBRACHICEEALO EWRANICO Dei crani di questa prima serie non è a tener conto di 3, appartenenti a fanciulli dal bai 9anni; 1.° perchè la forma craniale, a questa età, non è ancora fissata. 2.° perchè il sesso non potea ben distinguersi. 3.° perchè presentano traccie della già sofferta ’ Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in queste note bibliografiche. sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copia delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai segucnti. Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. (continuazione) 202 Massalongo dr. C. Nuova contribuzione all’ Acarocecidiologia della d’ altre regioni d’ Italia. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital. n. 6 e seg.) 203 Massalongo dott. C. Entomocecidii nuovi o non ancora segnalati nella flora ita- liana. (Ibidem n. 6 pag. 427-31). 204 Mazier ing. G. Brevi cenni sulla pesca nella veneta laguna. (Venezia. Tip. Antonelli. Pag. 21). 205 Mazzanti E. Tifocnia dei canarini. (To- flora veronese e rino. Moderno zooiatro n. 4 pag. 68-73). 206 Mazzarelli G. Intorno alla Phy/laplysia Lafonti. P. Fischer. (Napoli. Boll. Soc. nat. vol. 7, pag. 9-8 con l tav.) 207 Mazzarelli G. Ricerche sulle Peltidae del golfo di Napoli (Napoli. Rendie Accademia delle sc. fisiche e mat. fasc. 5). 2083 Mazzetti G. Echini del Mar rosso: dra- gati nella campagna idrografica della R. Nave « Sicilia » nel 1891-92. (Modena. Atti Soc na- turalisti, fasc. 1 pag. 100). 209 Meli prof. R. Sulla presenza dell’ Ibe- rus signatus Fér. (Heligana) nei monti Ernici nella provincia di Roma. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zool. n. 7-8 pag. 242-532). 210 Mella Arkorio conte C. Emitteri del Vercellese. (Firenze. Bull. Soc. entomol. ital. Trim. IV pag. 346-505). 211 Mingazzini P. Contribuzione alla co- noscenza degli Sporozoi. (Roma. Lab. di anat. normale della R. Univ. Vol. 3 fasc. 1 pag. 31- 85 e 3 tav.) 212 Mingazzini P. Corpi lutei veri e falsi dei rettili. (Ibidem. fasc. 2 pag. 1035-26 con 2 tav.) 213 Mingiali E.'I pidocchi degli animali do- mestici. (Trento. L' agricoltore n. 10, dall’Agri- coltura e industrie agrarie). 214 Ministero di agricoltura. Zootecnia. (Roma. Tip. Bertero pag. 352 in 8.° L. 2,90). 215 Ministero di agricoltura. Atti della commissione consultiva per la pesca. (Roma. An- nali di agricol. vol. 196 pag. 140 in 8.° L. 1,20). 216 Ministero di agricoltura. Atti della commissione consultiva per la fillossera. (Ibidem vol. 201 pag. 164 con l tav. col. L. 1,20). 217 Montandon A. L. Hémiptères de la s. fam. des Plataspidinae récoltés par M. le dr. Elio Modigliani a l’île d’Engano sur la còte oc- cidentale de Sumatra. (Genova. Annali del Museo Civico di st. nat. vol. 13 pag. 294-98). 218 Monti dott. R. Ricerche microscopiche sul sistema nervoso degli insetti. (Pavia. Boll. scientifico n. 4 e seg.) 219 Monticelli F. S. Treptoplaxrepians, Atti R. n. g. n. sp. Nota preliminare. (Roma. Accad. Lincei fase. 1 sem. 2 pag. 39-40). 220 Monticelli F. S. Sullo Ctenodiulus serratus 0. Schmidt. (Napoli. Boll. Soc. natura- listi vol. 7 pag. 37-39). 221 Mor C. G. La donna, ossia l’ educazione di essa alla stregua dei caratteri del sesso di- chiarato secondo i dati desunti dalle scienze sto- riche e naturali. (Perugia. Tip. Umbra pag. 218 Ins10 19) 222 Moreschi B. Il cavallo friulano. (Mi- lano. Il Villaggio n. 863 con fig.) 223 Morselli prof. E. Antropologia gene- rale. Lezioni sull’ uomo secondo la teoria del- l'evoluzione, dettate nelle RR. Università di Torino e di Genova. (Torino. Unione tip. edit. in corso di pubblicazione). 224 Moschen L. La statura dei confrontata con quella dei Tirolesi e degli Ita- Treutini liani, nelle provincie venete, lombarde e pie- montesi. (Roma. Atti Soc. romana di Antropol. Vol. I fasc. 1. Estr. di pag. 10). 225 Moschen L. Quattro decadi di moderni della Sicilia e il metodo naturale nella crani determinazione delle varieta del cranio umano. RIVISTA ITALIANA DI (Padova. Atti Soc. veneto-trentina di sc. nat. Serie 2 vol. 1 fasc. 2. Estr. di pag. 53 con fig). 226 Muccioli A. Degenerazione e criminalità nei colombi. (Torino. Archivi di Psichiatria sc. pen. ed Antrop. criminale fasc. l pag. 39-42). 227 Nepluyeff J. L'allevamento dei Car- pioni come pesce di nutrimento. (Venezia. Ne- ptunia n. 2). 228 Neviani A. Seconda contribuzione alla conoscenza dei Briozoi fossili italiani. (Roma. Boll. Soc. geolog. ital. fasc. 2. Estr. di pag. 30 in 8.0) 229 Nuvoletti G. Sulla probabilità della na- tura microbica della cellula vegetale ed animale. Nota preventiva. (Parma. Tip Rossi-Ubaldi pag. 29). 230 Ohlsen dott. C. L'agricoltura pastori- zia ed i bovini nelle isole Britanniche (Milano. L'allevatore n. 151). 232 Oreste P. Malattie infettive degli ani- mali domestici. (Napoli. C. Preisig editore pag. 392 con 20 tav.) 233 Osten Sacken C. R. On the so-called Bugonìa of the ancients, and its relation to Er: stalis tenax a towowinged Insect. (Firenze. Bull. Soc. entomol. Trim. 2 pag. 186-217). 234 Paccanoni dr. F. Alcuni appunti di biologia fillosserica. (Soligo. Il Progresso agri- colo, n. 19). 235 Paolucci prof. L. Nuovi contributi sulle migrazioni dell’ avifauna Marchigiana, rac- colti nell’ ultimo ventennio. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zoclog. n. l e seg.) 236 Parona C. Di alcuni lembole della Birmania, raccolti da L. Fea. (Ge- nova. Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. n. 3 con tav.) 237 Parona C. Larve di Dermatobia Tor- cel nell’ uomo. (Ibidem n. 9). 238 Parona C. Hymenolepis Moniezi n. sp. parassita del Preropus medius ed H. acuta (Tae- nia acuta Rud.) dei pipistrelli nostrali. (Ibi- dem: n. 12). 239 Parona C. e Cattaneo G. Note ana- tomiche e zoologiche sull’ Heterocephalus Riip- Tisanuri e Cal- pel. (Genova. Annali Museo civ. di st. nat. Serie «2 vol. 13 pag. 22 con tav.) 240 Parona C. e Perugia A. Note climin- tologiche. (Genova. Atti Soc. Ligustica di st. nat. n. 2 pag. 198-201). SCIENZE NATURALI 125 241 Parona C. e Perugia A. Didymozoon Exocoeti, Par. Per. (Monastomum filum G. Wag.) (Genova: Musei di Zool. e Anat. comp. della R. Univ. n: 11). 242 Parona C. F. Descrizione di alcuni fos- sili miocenici della Sardegna. (Milano. Atti Soc. ital. di sc. nat. pag. 163-77 con l tav.) 243 Pascal T. Cenni sulla storia e sull’ori- gine degli animali da cortile. (Milano. Rivista degli avicultori n. 93 e seg.). 244 Pascal T. La espressione dei sentimenti nelle specie avicole. (Ibidem. n. 97e seg.) 245 Pascal T. L’incrociamento in avicul- tura ossia teoria dell’ allevamento. (Ibidem. n. 106 e seg.) 246 Passet dott. G. Il gatto. (Milano. L'al- levatore n. 163 pag. 443). 247 Passet dott. G. Riabilitazione dell’asi- no. (Ibidem n. 166 pag, 481-82). 248 Pavesi prof. P. Ascaride incrostato nel guscio d'uovo gallinaceo. (Roma. Boll. Soc. Ro- mana per gli studi zool. n. 4-5-6 vol. 2 pag. 109-101 con fig.) 249 Pavesi prof. P. Un ibrido naturale di Anas boscas e Chaulelasmus streperus, ucciso nel Pavese. (Padova. Bull. Soc. Veneto-trentina di sc. nat. n. 3. Estr. di pag. 8 in 8.9) 250 Pavesi prof. P. Calendario ornitologico pavese 1890-93. (Pavia. Boll. Scientifico n. 2. Estr. di pag. 20 in 3.9) 251 Penta L. L'uomo preistorico, neolitico, in provincia di Avellino, e una importante ano- malia del mascellare inferiore. (Napoli. Nuova Riv. di psichiatria neuropatologia etc. Anno I. n. 21-22). 252 Peracca dott. M. G. Descrizione di nuove specie di rettili e anfibi di Madagascar + Nota II - (Torino. Boll. dei Musei di Zool. e Anat. comp. n. 156 pag. 16). 233 Permoli avv. F. Le Cavallette nel co- mune di Campi-Bisenzio e nei comuni limitrofi. (Firenze. Tip. Ademollo pag. 20 in 3.9) 254 Pero prof. P. La pescicoltura in Val- tellina. (Venezia. Neptunia fase. VI. Estr. di pag. 16 in 3.9) 255 Perroncito prof. E. Scelta del seme serico. (Casale Monferrato. Il Bacologo italiano n. 38 pag. 299-300). 256 Perugia A. Sul Trichosoma del fegato dei Muridi. (Genova. Musei di Zool. ed Anat. comp. della R. Univ. n. 13). 126 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 257 Perugia A. Di alcuni pesci raccolti in Sumatra dal dott. Elio Modigliani. (Genova. An- nali del Museo Civ. di st. nat. pag. 241-47). 258 Perugia A. Sopra alcuni pesci di En- gano raccolti dal dott. Elio Modigliani. (Ibidem pag. 2591-55). 259 Piana G. P. Della castrazione del pollo d' India. Meleagris Gallopavo L. (Milano. Rivista degli avicultori n. 99). i 260 Picaglia L. Foraminiferi del Mediter- ranneo e del mar Rosso. (Modena. Atti Soc. na- turalisti fase. I pag. 95-99). 261 Picaglia L. Foraminiferi dei saggi di fondo dragati nel viaggio di circumnavigazione della R. nave « Vittor Pisani » negli anni 1882- 85. (Ibidem. fasc. 2 pag. 152-595). 262 Picaglia L. Contributo alla fauna ma- lacologica dell’ Emilia. Molluschi viventi del Mo- denese e del Reggiano. Aggiunte e correzioni. (Ibidem fasc. 3 pag. 226). 263 Pigorini L. I primi abitatori della valle del Po. (Roma. Rassegna sc. geologiche fasc. IV. 1892. Sunto di una conferenza). 265 Plateau F. La rassomiglianza protettrice nei lepidotteri europei. (Firenze. Bull. Soc. ent. ital. Trim. IV pag. 337-45 con fig.) i 266 Poli ing. R. La pesca in Italia. (Paler- mo. Rassegna navale n. 5). 267 Positana Spada dr. D. Contributo allo studio del Dochmius trigonocephalus Duy. (Roma. Boll. Soc. romana per gli studi zoologici n. 4-5-6 pag. 1530-54). _ 268 Ragusa E. Un nuovo Lixus di Sicilia. (Palermo. Il Naturalista Siciliano n. 1-2 pag. 16-17). 269 Ragusa E. Coleotteri nuovi o poco co- conosciuti nella Sicilia. (Ibidem n. 10 pag. 240-43). 270 Razza D. I pescatori Chioggiotti e la loro industria. (Venezia. Neptunia n. 4 @ seg.) 271 Regalia E. Sulla nuova classificazione umana del prof. G. Sergi. (Firenze. Arch. per l’Antropol. e l’Etnol. fasc. I. Estr. di pag. 64 in 8.9) 272 Riggio prof. G. Arenamento di sette Capidogli (Physeter macrocephalus Linn.) nel mare di Marsala in Sicilia. (Siena. Boll. del nat. n. l pag. 2-5 con | fig.) 273 Riggio dott. G. Corrispondenze scien- tifiche moderne degli animali (Artropodi e ver- tebrati) nel Pamphyton siculum, dell’ab. F. Cupani. (Palermo. Il Naturalista Siciliano. Anno XI-XII. Estr. di pag. 30 in 4.5) 274 Riggio dott. G. Alcune osservazioni sulla nota del marchese A. De Gregorio « In- torno a taluni Celenterati mediterranei viventi ». (Ibidem n. 4. Estr. di pag. 4 in 8.° gr.) 275 Rippa G. I tubercoli ad anguillule nel genere Leucanthemum. (Napoli. Boll. Soc. dei Naturalisti fasc. INI. pag. 164 65). 276 Ristori G. Il Titanocarcinus Raulinia- nus A. M. Edw. negli strati nummolitici del Gargano. (Pisa. Atti Soc. toscana di sc. nat. vol. VIII pag. 212-15). 277 Rosa dott. D. Catalogo e distribuzione geografica dei Lumbricidi. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp. della R. Univ. n. lol pag. 8). 278 Rosa dott. D. Viaggio del dott. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine - II.- Lumbricidi. (Ibidem. n. 160 pag. 16). 279 Rosa dott. D. Revisione dei Lumbri- cidi. (Torino. Memoria R. Accad. sc. Tomo 43. Estratto di pag. 80 con tav.) 280 Rossi A. Le terminazioni nervose di senso della pelle dell’ uomo. Contributo alla isto- logia normale. (Napoli. La Riforma medica n, 197-99 con fig.) 281 Rotari A. Congresso degli apicoltori ad Heidelberg. (Torino. Tip. Roux pag. 8 in 8.9) 282 Russo A. Echinodermi raccolti nel mar Rosso dagli ufficiali della R. Marina italiana. (Napoli. Boll. Soc. dei nat. fasc. III pag. 1958-63 con 3 fig.) 283 Russo A. Specie di echinodermi poco conosciuti e nuovi, viventi nel golfo di Napoli. (Napoli. Rendic. Accad, Sc. fisiche e matemati- che, fasc. 4 pag. 110-11). 284 Rustico. L' afide lanigero del melo. (Ca- tania. L’ Agricoltore calabro-siculo n. 7). 285 Sacchi M. Sulle minute differenze fra gli organi omotipici dei Plewronettidi. (Genova. Atti della Soc. Ligustica di sc. nat. Estratto di pag. 16 con tav.) 286 Sacco dott. F. I molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Liguria. Parte XII. (Conidae e Comorbidae) (Torino. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. della Univ. n. 153 pag. 4). (continua) = I BROGI direttore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri ITS RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Ta LIBRAIRIE JB. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), à Paris Les Merveilles de la Nature : les /nsectes, par A.-E. BreHMm. Fdition francaise par J. KunckEL D'HERCULAIS, assistant au Muséum. 2 volumes gr. in-8 de 1500 pages a 2 colonnes avec 2000 figures dans le texte et 36 planches hors texte. >. 0.0.0. +++... 24 fr. 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On a tracé aussi le portrait de quelques animaux exotiques; ceux-ci n’ont-ils pas recu, pour attirer notre attention, tous les dons du ciel, richesses de la coloration, formes étranges, moeurs singulières. On a chiosi de préference les Insectes qui présentent un intérét général; et pour ne pas tomber dans une confusion inextricable, on les a décrits en suivant l’ordre méthodique adopté par les naturalistes. Pour les savants et pour ceux qui se livrent spécialement a l’étude de l’entomologie, cet ou- vrage sera, gràce au véritable esprit scientifique et a la metode sévère de l’auteur, un précieux auxiliaire, assez sérieux pour instruire, assez original pour charmer. Aux habitants de la campagne, propriétaires, agricolteurs, industriels, il parlera des soins à donner aux insectes utiles, abeilles, vers à soie, de leur élevage, de leurs maladies; de l’acclimatation et ae la domestication des espèces nouvelles, puis il s'occuper de la destruction des insectes nuisibles à la grande et a la petite culture, a la vigne, aux ceréales, au verger, au potager, aux forèts, etc. Enfin, a tous ceux, petis et grands, qui cherchent dans los lectures sérieuses des joies douces et des émotions vraies; à ceux quì, ne possédant sur l’histoire naturelle aucune notion positive, désirent s'initier à ]° étude des merveilles innombrables de l’univers, il apportera profit et plaisir, une instruction amusante et un amusement instructif; il excitera l’active curiosité de l’enfant; il sera un sujet de meédi- tation pour l’àge mùr, mis a la portée de tous les ages et de tous les esprits, s'adressant à toutes les intelligences, comme à toutes les positions sociales, ìl1 répandra partout, les salutaires lecons de la science. La Terre avant l’apparition de l’Homme, périodes géologiques, faunes et flores fos- siles, géologie régionale de la France, par F. PrieMm. 1 vol. gr. in-3 de 760 pages à 2 colonnes, il- lustré “de 700 figures 5 È ; i 12 fr. La rédaction de ce nouveau volume de da série dis Merveilles de lai Nair de BrEHM a été confinée à M. Fernand PRIEM, professeur au Lycèe Henri IV, déja connu du grand public par le beau livre qu'il a pubblié l'année derniére, dans la' méme collection, sous le titre de La Terre, Les Mers et les Continents. Dans ce premier ouvrage, l’ auteur étudiait notre planéte dans son ‘état actuel, il passait en revue les divers phénoménes dont la Terre est aujourd’hui le théatre, il s’oc- cupait des minéraux et des roches, en indiquait les principales applications, et étudiait la distri- bution géographique des organismes animaux et vegétaux. Mais notre globe a subi de nombreux changements dans le cours des périodes géologiques. L’étude de ces trasformations sì inté1essantes est l'objet du nouveau livre qu'il publie aujourd’hui sous le titre de La Terre avant V appari- tion de l’ Homme. Dans ce nouveau volume, M. Priem, fait connaître la distribution des terres et des mers pendant les diverses périodes géologiques : il s' occupe particuliérement de l’étude des faunes et des flores d'autrefois, en faisant ressortir les liens qui les rattachent aux faunes et aux flores actuelles. Il a cherché a exposer d'une maniére attrayante la géologie de toutes les régions du globe. Dans une série de chapitres qui complétent l’ouvrage et qui n’en forment pas la partie e moins interessante, l’auteur s’est attaché à l’étude detbillce de notre sol, tracant ainsì une esquisse de la géologie regionale de la France, que l’on trouverait difficilement ailleurs. L’ouvrage est au conrant des travaux les plus récents des géologues et des paléntologistes. De tres nombreuses figures l’accompagent : représentations de fossiles, coupes géologiques, vues pittoresques, etc. En tout, ce volume est digne de prendre place dans la collection des Merveilles de la Nature, de BrEHM, si apprécié du grand public. Le livre est écrit trés clairement ; Ta lecture en sera facile aux personnes le moins familia - risées ‘avec les études scientifiques. D'ailleurs le volume, parfaitement illustré, est bien supérieur aux ouvrages du vulgarisation déja publies en France. On peut recevoir une livraison spécimen de 32 pages contre l’envoi de trois timbres-poste de quinze centimes. 128 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI DABORK TOKIO: ZVOLOGICO-ZOOTUNICO-TASSIOERAICO MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 19 medaglie e diplomi speciali Fornitore di molti musei e gabinetti scolastici del Regno ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Occhi, Preservativi, Specialità ecc. 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Più piccoli da L. 1 a 3. i Tropidonotus tessellatùs Laur. (Trasimeno) da L. 2 a 3 — Tropidonotus natrix Wagler (Se- nese, Pisano, Perugino ecc.) L. 0,50 a L. 1,50 — Zamenis viridifavus Lacèp. (ibidem) L. 1 a 2 — Coronella girundica Daudin (Senese) anche vivente L. 2 — Vipera aspis Lin. (Pisano, Senese, Sardegna) conservate in alcool da L. 2 a 5. Si forniscono pure imbalsamate, scheletri e viventi in tutti gli stadi di sviluppo. —— Uromastix dell'India, lunghi dai 30 ai 40 centimetri, conservati in alcool L. 4 a 8. Si hanno pure imbalsamati e scheletri. SCORPIONI AFRICANI lunghi circa 10 centimetri L. 1,30 franchi ed assicurati a do- micilio. Imbalsamati idem L. 3. FENICOTTERI o FIAMMANTI. (Phoenicopierus roseus e erythraues) delle coste d'Africa. Bellissimi e grandi uccelli con splendide penne rosee, rosse e nere, gambe e collo lun - ghissimi; in pelle da L. 9 a 13. BOLLETTINO: DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE 55 ANNO XIV S CRE SUPPLEMENTO MENSILE No 10 Y:2407 7 xrtx RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Kiivista e Bollettino (24 fascicoli) I. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno SOMMARIO Failla Tedaldi L. Glossario entomologico (Cont.) Pag. 113. COMUNICAZIONI. Nobili O. Nuova stazione di Phelipae Muteli — Bordi L. Nota zoolo- gica — Guillaume R. Pianta secolare — Lemée A. Note botaniche — Fabani C. La tem- peratura degli uccelli — Martinengo T. Metodo curioso per aumentare i raccolti — Red. I bacilli del mal nero delle viti. Da pag. 116. a pag. 119. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Da Civenna ? — Dal Trentino Ferrari. — Esagerazioni S. B. Pag. 119. Insegnamenti pratici. Da pag. 119. a pag. 120. — Invenzioni e scoperte. Pas. 121. — Notiziario. Da pag. 121. a pag. 125. — Richieste, offerte e domande di cambi. Da pag. 125. a pag. 120. — Annunzi diversi. SIOSSARIO FENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE (continuazione) Geometriforme - È stato applicato a certi bruchi simili a quelli delle Geometrae, mu- niti di tre paia di falsi piedi, di cui uno anale, gli altri ventrali. Gibboso - Gibbosus, Saccatus - Gibbeux - héckerig - Convesso al di fuori in forma di Gobba - Vedi Scultura. Gimnopteri - Gymnopiteres - Ali - Nude, senza squame. Ginocchio - Genu, genicolinn - Genou - Knie, Kniechen - Chiamasi il punto di unione del femore colla tibia - Nelle antenne genicolate il punto dove esse si piegano. Tav. IX fig. (26 a) in questo caso meglio gomito. Giubbato - /ubatus - a criviere - milinig - Fornito di peli lunghi e flessibili come quelli di una giubba. - Testa di #ypoderma elaphi. Giuntura - /unctura - Vien chiamato dal Ratzbourg nei Pteromalidi - Imenotteri - il punto dove la nervatura sotto-costale si ricongiunge col margine anteriore dell'ala. Tav. VII fig. 1 29) Glabro - G/aber - Glabre - haarlos o glatt - Sfornito di peli. Glandole - Glandulae - Glandes - Giptdriissenstringe - Organi di varia forma e compo- sizione, che secernono ordinariamente un liquido particolare, come le glandule sa- livari, tubi malpighiani dell’ ovaio o del testicolo. Tav. VII fig. 10 h). Giauco - Glaucus - Glauque - Vedi Pruinoso. Giehbate - Vedi Uova. Giohifero - In forma di globo - Si applica alle antenne terminate da una setola globu- losa all'estremità. Può riferirsi ancora ai peli terminati in una massa rotonda o palla. Giohoso, sferico - Globosus 0 sphaerieus - Globeux, sferique - Kegelig - In forma di globo o sfera. 114 Gobba - Gibba, gibbus - Bosse - Erhòhuug o Hockertragend - Sporgenza elevata ed arrotondata sopra una superficie piana. Goccia - Gutta - Goutte - Tropfen - Chiamasi una piccola macchia arrotondata come quelle di Agrilus, Coccinella ecc. Gocciolato o guttato - Gutiatus - Tacheté - Sparso di goccie o gocciole cioè di piccoli punti rotondi colorati simili a goccie. Gola - Gula - Gosier, gorge - Keule - Fabrizio designa la faccia inferiore della testa; Kirby - jugulum - la parte inferiore della testa che comprende i pezzi basilare e prebasilare: Strauss la chiama pezzo basilare - basilare grundstiick - Altri inten- dono per gola il mento. Gonatocero - Gonatocerus - Gonatocere - Che ha le antenne piegate angolarmente o genicolate - Balaninus - a differenza di ortocero che vale con antenne dritte - Brachycerus. Gonfiato - /nflatus - Enflé - aufgeblasen o gescwollen - Si applica alle antenne, quando hanno la massa di una grossezza sproporzionata relativamente al resto di esse. Gorgierina - Gorgeret - Si è spesso chiamato nelle armature genitali femine, il corpo centrale (sternite) che contiene gli stiletti, i dardi o altre appendici che servono ad incidere i vegetabili. Gote - Genae - Ioues - Wangen - Parti laterali della testa fra gli occhi e la bocca ai lati della faccia. Vedi Guancia. Gracile - Gracilis - Gréle - diinn, schlanch - Di un diametro esile relativamente alla lunghezza. Granelli o grani - Cenhri - Grains - Ruckenkòrnchen - Piccole callosità o sorta di punti elevati di colore ordinariamente più chiaro, che si trovano alla base del metatorace in certi Imenotteri - Tenthredo. Tav. VII fig. 1 9). Gozzuto - Strumarus - Kropfig - Si applica ad uua parte rigonfia come il torace di Mantis, Gryllus. Granello - Granulus - Grain - Korn - Piccolo punto elevato sopra una superficie unita come quelli della pelle di zigrino. Granivoro - Che si nutre di grano. Granoso - Granosus - Grenu - In forma di grani arrotondati. Per le antenne = mo: niliforme, e trovasi ancora adoperato per granulato. Granulato - Granulatus, granulosus - Granulé - gekòrnt, kòrnig - Sparso di grani. Vedi Scultura. Granulazione - Significa disposizione dei granuli o grani. Grappini - Grappins - Doyère chiama le appendici dorsali dentellati dell’ armatura ge- nitale femina degli Emitteri. Graticolato o clatrato - Clathratus - Grillé o barré - srubenkettig - Scultura che imita le sbarre di un cancello. Vedi Scultura. i Gregario - Gregarius - Gregaire - haufenweise = Aggregato - Si riferisce agli insetti viventi in società. Grosso - Crassus - Epais - dick, kolbig : Quando il diametro è grande relativamente alla lunghezza = /ncrassato. ; 115 Guaina - Vagina, valvula Kirby - Fourreau, Gaine - Scheide - Chiamasi ogni parte esterna che serve ad inviluppare o proteggere certi organi, così si dice guaina della terebra, della tromba ecc. Negli Afidi - fillossera chiamasi la parte libera del rostro, chiamato anche labro. Taluni designano la parte esterna della terebra. Tav. VIII fig. 5 h) Guance - Genac - Ioues - Wangen o Backen - Chiamansi le parti laterali della testa da un lato degli occhi sino alla bocca. La parte anteriore chiamasi lora - Zugel; - la parte posteriore più vicina agli occhi tempie - tempora - Schlife - Tav. II liesdzofio. 20) Tav: VIE No. 2). | Ibrido - 2/ybridus - Hybride - Zwitter - Chiamasi il prodotto sessuale di due specie dello stesso genere. I prodotti ibridi sono ordinariamente sterili. Idrodefago - /ydrodephage - Che vive o si nutre nell’ acqua. Ilialiche - /lialoques iles - Strauss = Mesopleure. imberbe - /mberde - Senza peli; meglio glabro. Imenotteri - /ymenoptera - Hymenopteres - Hautfligler - Tav. VII Fig. 1. Lophyrus pini, Parti del corpo secondo Kolenati ed altri autori. a) Antenne — bd) Occhi — c) Ocelli — d) Pronoto o Collare — e) Mesonoto — f) Scutello — g) Granello (cenhrus) 9°) Freno o parapsidi — n) metanoto — 0) Addome — 4) Margine anteriore — 8 n) Margine interno — € n) Margine apicale n) Uncinetto (claustrum). Ali anteriori i 1 Costa marginale o Costa — 2 Costa scapolare o Subcosta — 3 Cellula scapolare o Area costale — 4 Pterostigma o Carpo — 3 Costa esterno-media o Radio — 6 1.° Ramo della costa esterna o costa basale o commessura del Radio — 7 Costa cubitale — 8 Costa transversa o Ramo stigmatico — 9 Ramo cubitale esterno o settore apicale I — 10 Cellula cubitale aperta o Cellula cubitale IV o C apicale I — 11 Ramo cubitala interno o Settore apicale II — 12* Cellula cubitale chiusa o Cellula cubitale I — 12° Cellula radiale o Cellula subnodale — 13 Cellula discoi- dale chiusa o Cellula discoidaie I o Cellula pentagona centrale — 14 Costa o ner- valura ricorrente — 15 Cellula discoidale aperta o Cel. cubitale IIl o Cel. apicale Il — 16 Costa tranverso media — 17 Costa interno-media basale o cubito — 18 Cellula interno media apicale o Cel. posteriore interna o Cel. pentagona posteriore — 19 Costa interno media o Cubito suturale — 20 Giuntura - (/unetura) — 21 Cellula cubitale IT o Cel. submarginale — 22 Cellula cubitale III o Cel. pentagona . anteriore —— 23 Cellula discoidale Il o Cel. esagona — 24 Cellula posteriore esterna o Cel. apicale II[ — 25 Cellula lanceolata o Area cubitale — 26 Cellula ascellare posteriore o Area discoidale — 27 Cellula ascellare anteriore o Cellula discoidale — 28 Frenulo. (continua) FINI ISSANA ASL DADA 116 COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi notizie, schia- rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. _— _ a _TNT(T_.BzESZZSEANM TT —__—_—__ Nuova stazione di Phelipea Muteli F. W. Sch. Nell'anno 1892, trovai in un giar- dino di Omegna (prov. di Novara) una Phelipea parassita della Verdena hybrida, che per man- canza di opere credetti erroneamente la Phelipwa ramosa Coss. Germ. Avendo poi ritrovato questa pianta nello stesso luogo (5 Settembre 94) benchè ora parassita dell’ Hel/otropium peruvianum e di diverse piante (1) riconobbi in essa la Phelipea Muteli F. W. Schultz. Questa specie è cono- sciuta del Nizzardo, Illiria, Monferrato, Liguria, Napoletano, Sardegna, Polesine (De Bonis). Infesta anche le radici delle piante coltivate, ed è indicata di Parma sulle radici della Primula sinensis (Passerini), del Polesine a Canda sulle radici dell’ Helichryswm Humboldtianum e della Coreopsis tinctoria (De Bonis) (2). Ma ciò che sopratutto è notevole è che colla specie cresceva la var. ramosissima, Gennari, conosciuta finora solo della Sardegna, ove cresce sulle radici della Pinarda coronaria. Assieme colla specie e colla varietà, crescevano anche forme poco o punto ramose, e alcune & spiga non breve e densa come avviene di solito nella PR. Muteli, ma a spighe composte di fi. di- stanti fra loro, o raccolti quasi a forma di glomeruli 2-3 flori allontanati fra loro. Queste for- me però erano tutte facilmente attribuibili alla PA. Mutelé F. W. Schultz pel lobo medio del labbro inferiore della corolla separato dai laterali dalle due pieghe salienti e villose, caratteri- stiche di questa specie (3). Omegna, 7 Settembre 1894. Giuseppe NoBIni Nota zoologica. L’Istrice (Histrix cristata) nell’ Abruzzo aquilano. Il 29 dello scorso settembre, in sull’alba, fu ucciso da un contadino, a colpi di bastone, un bellissimo istrice (fem mina) adulto, a due chilometri circa da Aquila e precisamente nella località denominata S. Elia. Questa specie di rosicante che si va, pur troppo, facendo non molto comune, sia nelle Calabrie, che nella Campagna romana, e rarissimo nell’ Abruzzo. Il Dr. Corrado Lopez nel suo pregevole la- voro « Cenni sulla Fauna dell’ Abruzzo teramano » osserva che pochi anni sono, essendone stato catturato un individuo in quei luoghi, si diceva che fosse probabilmente un animale sfuggito ad un serraglio; tale diceria s'era pure sparsa riguardo a questo, preso nei dintorni di Aquila. In que- sta provincia infatti non se ne ricorda, che mi sappia, altra cattura, quantunque il Costa affermi ehe l'istrice si trovi facilmente in tutto il regno di Napoli. L’esemplare fu comperato per il ga- binetto di Storia Naturale del regio istituto tecnico di questa città; nel prepararlo, fatta l'apertura dello stomaco lo trovai pieno di fiocine d'uva, di cui al certo questo animale è ghiotto. Aquila 6 Ottobre 94. Prof. Lui Borpr. Pianta secolare. Ebbi a visitare nei giorni scorsi, recandomivi appositamente, una pianta di Pinus pinea di proporzioni veramente, se non eccezionali, almeno da destare interesse. Essa ha una base della circonferenza di 5 metri (cinque), si prolunga con questa misura sino a circa 30 metri di nudo tronco, da dove poi si sporge a modo d’ ombrello una diramazione smisurata di lun= ghezza, volume e bellezza. L’ altezza totale è di circa 70 metri (settanta). Non vi si raccolgono i frutti, causa la perigliosa altezza. Si osservano alla sommità dei rami monchi e spezzati, e ciò fu opera di una grandissima nevicata, che nel 1830 colpì il territorio ove la pianta esiste rompendo (1) Non mi fu possibile, stante la troppa vicinanza delle specie ivi coltivate, riconoscere esat- tamente quale fosse la pianta in ispecial modo infestata dalla Phelpea, ua A. De Bonis - Le piante vascolari del Polesine. Centuria 1I. - Bull. Soc. Bot. Ital. Marzo . (8) Credo che il carattere della densità o lassità della spiga, sia di poca importanza nella di- stinzione della sp. Ph. Muteli e Ph. ramoso, perchè in tutte e due queste specie si incontrano a vicenda forme a spiga lassa e forme a spiga breve. AA LI col soverchio peso alcuni grossi rami. Dei botanici inglesi, come dicono i proprietari, gli attribui- rono un'età di circa 1200 anni (mille duecento) ma quest’ asserto, senz'altro mio giudizio, lo credo un po’ esagerato. Questa secolare pianta è posta sul pendio d’ una collinetta, in mezzo al bellissimo giardino, adorno di altri preziosi vegetali anche esotici, del sig. Antonio Nob. Cazzago, nel paese di Botti- cino Mattina lungi un 10 chilometri circa da Brescia. R. GUILLAUME. Note botaniche. Nello scorso Agosto un enorme fungo è stato trovato in un orto a Foulle- tourte (Sarthe). È il Lycoperdon giganteum Batsch. Questo fungo merita certamente il nome spe- cifico di giganteum: è gigante davvero. Pesa chilog. 2, 120 ed ha una circonferenza di 84 centim. Il suo colore è di un bianco tendente al giallo. É più allungato che rotondo, e, come aspetto gene» rale, somiglia assai alla testa di un vitello. Posseggo ancora in buono stato un Lycoperdon giganteum preso a Pezé-le-Robert il 10 maggio 1889. È presso a poco delle medesime dimensioni ed ha 80 centim. di circonferenza. Ho trovato il 24 agosto una Primula officinalis Jacq. in piena fioritura. È la prima volta che mi è dato constatare questo fenomeno ; evidentemente questa pianta ha sbagliata stagione. Non si può attribuire al tempo piovoso che abbiamo attraversato e che ha fatto rassomigliare l’estate alla primavera ? A. LEMEE. La temperatura degli uccelli. Ogni organismo vivente, suppone una certa parte del mondo, che esso rispecchia. Al camello risponde il deserto; al cavallo la steppa; al camoscio, alla capra si affanno i monti dirupati ; all’ elefante, al rinoceronte le immense foreste; alla giraffa, l'oasi; al bove, le pianure intense; all’ippopotamo, i fiumi d’ acqua dolce. Ma l'uccello sorvola a questi legami, deride queste pastoje; per lui non basta una sola regione, una determinata figura, del globo, ed appena lo ponno capire gl’immensi campi dell’ aria. Per lui è un nulla l’attraversare vasti oceani per approdare a lontani continenti ; per lui è nulla il precipitare in un batter d’ occhio dall’ aito di uno scoglio inaccessibile in una valle aperta al pieno sole. Quale attività di vita, qual rapidità di movimenti! Egli fende il fluido elemento con gioconda impetuosità e leggerezza, egli è mobile come l'aria che gli è madre, vero figlio dell’aria! Qual meraviglia non è il vedere, con movimenti di ala quasi insensibili, con una grazia inimitabile, il falco passar veloce qual saetta, cangiar direzione, piombare sulla preda, librarsi in seno all’ aere, lasciarsi cullare, como un fiore vivente, secondo la sua corrente. Perfin dormendo dimostra la sua attività, dovendo sostenersi in equilibrio su qualche cima di rovere affatto ignuda, dove non si sostiene che mercè di enormi fatiche iu mezzo ai turbini ed alle nubi, e pure non curante come è del pericolo e nunzio della procella, non vi ha vento che ad esso non lusinghi il sonno; lo stesso aquilone lo rafferma sul ramo, d’ onde noi crediamo che stia per isvellerlo, ed è come antico pilota che giacendo nel suo mobile stramazzo sospeso agli alberi agitati della nave, tanto più fitto dorme quanto più è, per così dire, cullato dal mareggiar dei flutti. Perfino nelle sue pas- sioni, dimostra la sua energia, confermandocela collo straordinario furore con cui lotta, gioisce, ama. Un essere adunque che tanto liberamente respira quando spingesi negli spazii aerei con moto violento e lungamente protratto; un essere i di cui accenti sono acuti e finissimi, la di cui voce è forte, di lunga durata, flessibile, svariatissima nelle sue ondulazioni; un tal essere ha da avere per conseguenza una esagerata attività polmonare, che può appunto aver luogo perchè l' albero polmonare non termina come nei mammiferi, esseri che a confronto non hanno nè moto nè voce, in tante vescichette chiuse, ma assume l'aspetto di rete labirinto-forme, in comunicazione con ampi serbatoi d’aria, i quali ne permettono l’arrivo perfino entro le ossa, le piume, il cranio. La respirazione più estesa porta con se maggior forza e frequenza di circolazione del sangue e quindi per effetto di maggior combustione, più alta temperatura e maggior energia del sangue. Negli uccelli benchò il sangue si componga assolutamente delle medesime sostanze che quello dei mammiferi, ne differisce per altro sotto il rapporto dei globuli. Questi sono più numerosi, più grandi, ed invece di essere circolari come un piattellino, si allungano in ovale. La ragione del loro volume e della loro forma non saprei darla. Essa perdesi: per noi nel mistero che avvolge 118 tutta la popolazione microscopica del sangue; ma è già una cosa ben curiosa questa persistenza della formola dei globuli in tutti gli animali di una medesima classe. In tutti gli uccelli sono ovali; in tuiti i mammiferi sono rotondi. In tutti, no, dico male. Quasi per nasconderci meglio la - chiave del suo enigma, la natura si è divertita a fare un'eccezione. I cammelli ed i lama hanno anch'essi i globuli del loro sangue in forma di piatti bislunghi, al pari della gallina, del falco e del fringuello: vadasi a cercare la ragione, se si può. In quanto alla ragione del numero mag- giore di globuli è semplicissima. Siccome l’ energia del sangue risiede nei globuli, bisognava bene che il sangue più energico fosse anche il più ricco di globuli. (continua) FaBANI CARLO Un metodo curioso per aumentare i raccolti. Nell'ultima Seduta della Società na- zionale degli Agricoltori di Francia (16 maggio) il prof. A. Girard ha fatto una curiosissima co- municazione sopra un sistema di aumentare il raccolto delle colture; sistema trovato casualmente, cercando di distruggere un parassita delle barbabietole col solfuro di carbonio. Secondo il Girard, iniettando nel terreno delle altissime dosi di solfuro, si ottiene un au- mento nella produzione, qualunque sia il vegetale coltivato dopo l’ iniezione. Il frumento, per es. ebbe nelle prove fatte dal Girard, un aumento del 46 0jo nei chicchi e del 23 0j0 nella paglia. Le patate aumentarono del 39 Oto. Il trifoglio allo stato secco, del 67 e del 119 Oxo. Le barbabietole del 18 e del 29 Oro. Come è naturale l’iniezione di solfuro di carbonio ad alte dosi deve eseguirsi alquanto tempo prima della semina, perchè nessun vegetale o seme resisterebbe all’azione di questo tossico. Le quantità adoperate sono di circa 30 quintali per ettaro, con una spesa di L. 1000 per ettaro. L'aumento ottenuto nei raccolti è tutt'altro che sufficiente per compensare in alcun modo il valore del solfuro di carbonio impiegato, perciò una tale operazione per ora è molto lontana dal- l’avere un valore pratico, ma nulla prova che le dosi di solfuro di carbonio adoperate non siano troppo alte e che non si possano raggiungere gli stessi effetti impiegando quantità molto più piccole. È ‘assai -curioso il ricercare quali possano essere le cause dell'aumento di raccolto prodotto dall’applicazione del solfuro. Questo liquido non può considerarsi come un concime, e riesce pure difficile il ritenerlo come un agente di fertilità, poichè esso non rende più solubili ed assimilabili i costituenti dei terreni; anzi giova ricordare come adoperando il solfuro di carbonio per combat- tere la fillossera col sistema curativo, i viticoltori sono obbligati a riccrrere ad alte dosi di con- cimazione perchè ritiensi che il solfuro isterilisca il terreno. Quale è dunque la causa dell'aumento di prodotto nei raccolti che procaccia il solfuro adope- rato in quantità elevatissime ? L’illustre A, Girard ritiene che il benefizio arrecato dal solfuro di carbonio ai terreni, sia do- vuto alle sue proprietà insetticide. L’esperimentatore descrive la pazza fuga degli insetti, dei bruchi, dei lombrici, che succede appena il terreno è iniettato. Questi animali salgono alla superficie del suolo e tentano sfuggire come impazziti alla morte che li minaccia; ma non riescono mai a sot- trarsi alla medesima. Nulla ripugna ad accettare questa spiegazione, anzi essa ci apre orizzonti nuovi per la viti- coltura dell'avvenire, quando si saranno meglio studiate le dosi dell’ insetticida e le epoche oppor- tune per applicarle. Pare che il solfuro, che è esiziale per gli insetti e forse anche per o: crittogame del terreno, rispetti i microorganismi della nitrificazione, quelli accumulatori d'azoto delle leguminose e tutti gli infinitamente. piccoli che giovano alla vegetazione, Difatti, nelle esperienze del Girard gli au- menti di raccolto si ottennero senza alcuna concimazione, il che prova che i fermenti nitrificatori non erano periti; oltre a ciò i benefizi maggiori si sentirono sul trifoglio e questo prova pure che i microorganismi accumulatori di azoto non erano stati danneggiati dal solfuro. Sono queste osservazioni importantissime che ci permettono di bene sperare sull’avvenire di questo mezzo curiosissimo ed inaspettato di aumentare i raccolti. (Dal giornale di Agricoltura pratica) T, MARTINENGO, 119 I bacilli del mal nero delle viti. I signori Prielieux et de ‘La Croix hanno presentato all'Accademia delle Scienze di Parigi una Nota, in cui dimostrano i’origine bacillare del mal nero delle viti. Come è noto, esso dipende da un’ alterazione dei tessuti legnosi che scende dall'alto al basso e finisce per uccidere la pianta in capo a quattro o cinque annì di tempo. Il legno invalso dal male appare, nella sua sezione trasversale, picchiettato da punti neri, d'onde il nome della malattia, i quali si accrescono e si estendono fino ad invadere tutto il tes- suto. Questi punti neri sono dovuti ad una gomma bruna, in cui si trovano miriadi di batterî, Gli autori suddetti ne fecero colture nel brodo e nella gelatina, addizionata con sciroppo di prune, ed ebbero la forma di Leptotrix, i cui articoli dopo la separazione costituiscono dei batterî mobili tutti di una lunghezza di 0,75 a 1,25 millesimi di millimetro. Per risolvere poi la questione se tale batterio fosse o meno la causa del male, i detti autori, con bacilli avuti da ceppi di vigna ammalati dal mal nero proveniente dalla Tunisia, inocularono una vite sana al Laboratorìo di Patologia vegetale di Parigi. Ne ebbero tutti i segni esteriori, fra cui l'alterazione del fogliame, che caratterizza il mal nero, e poi la degenerazione gommosa del legno. È da notarsi che quando quest’ultimo ha subito l'alterazione bacillare appaiono sul ceppo dei funghi saprofiti, che in taluni casi mascherano il male primitivo e paiono esserne la causa. Essi ne aiutano l’opera; ma di regola non appaiono se non quando il male nero ha già invasa tutta la pianta. Rep. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —__S0#0 A Civenna presso Lecco nello scorso settembre furono uccise quattro cicogne colà capi» tate a breve distanza l’ una dall’ altra. o In quel di Arco (Trentino) nelia prima metà dello scorso settembre vennero uccise 3 ci- cogne (Ciconia alba) delle quali una bellissima l’ acquistai io da un contadino di Pietra Murata (Arco) e la preparai per la mia piccola raccolta. Nella valle d'Adige è rara ed io non ve ne ho mai vedute. Dott. R. FERRARI Esagerazioni. Al congresso ornitologico-cinegetico tenuto a Berna, si è parlato assai sulla protezione degli uccelli e con il solito ritornello della utilità dell’ agricoltura, si è deliberato di promuovere una unione dei diversi stati d' Europa, per emanare una legge internazionale con la quale sia proibita assolutamente la caccia con ogni altro mezzo che non sia il fucile e con ogni altro ausiliario che non sia il cane, senza far distinzione fra gli uccelli di passaggio e gli stanziali. Chiunque fabbrichi, venda od impieghi strumenti per la caccia degli uccelli, il fucile eccettuato, sarà punito. Ece. ecc. Evidentemente quei congressisti dovevano essere solo degli appassionati cacciatori con fucile. Dicb, INSEGNAMENTI PRATICI —————=s = T_ L'acqua di mare contro il mal di mare. Pare sia un rimedio infallibile, in una forma speciale di mal di mare. La guarigione è istantanea. Lo dice il dottor Lafitte in una lettera da. Santiago (Chilì), pubblicata nel Progres Medical. L’apprese da un genovese il quale, essendosi imbarcato a Genova pel Chilì, soffriva talmente che per non farlo morire di fame lo si dovette sbarcare a Rio Janeiro; fece una seconda tappa a Montevideo, una terza a Punta Armos (stretto di Magellano) ed arrivò a Valparaiso che aveva solo la pelle e le ossa. Il colloquio avveniva mentre il giovane italiano ritornava a Genova e disse che sarebbe stato obbligato a fermarsi varie volte, 120 aggiunse: Je sais bien un remede, inais il est si répugnant que je ne puis me resoudre d la prendre »: l’acqua di mare. Il dott. Lafitte bevve ed obbligò il genovese a bere un bicchiere di acqua di mare. Un vere miracolo! Il genovese stette bene, non soffrì più nulla neanche nella traversata delle Antille, anzi, mangiava con tanto ardore che il dottore dovette moderarlo. In realtà l’acqua di mare non è così disgustosa da non poterla mandar giù. Lafitte dice che per averne vantaggio bisogna bere l’acqua subito a principio, anche prima d' imbarcarsi, se è pos- sibile. (Z! Progresso) Per i pescatori. I fuchi o maschi delle api, costituiscono un’ esca eccellente per prendere i pesci alla lenza, ed ancora per impadronirsene in gran numero collo reti. Si tratta di prendere una quantità di fuchi vivi, servendosi di una trappola a fuchi, versarli in una boccia di cristallo, turarla, attaccarla ad una lunga lenza portante un peso qualunque, e calare il tutto sul fondo dell’acqua. Dopo qualche tempo si circonda, a distanza, la boccia col tramaglio, per ritirarlo col bottino. Vialette giunse perfino ad inirodurre in una nassa la boccia coi fuchi, insieme ad una boccetta contenente dell’ olio e uno o due grani di fosforo. Al cader della notte, egli calava il tutto al fondo, e la fosforescenza attirava i pesci intorno alla boccia, ove la nassa non permetteva loro di più uscire. Per rendere i pali che si piantano nel terreno duraturi al pari del ferro, dice Bois nel Britisch bee journal, basta mischiare dell'olio cotto di semelino col carbon fossile pol- verizzato, fino alla consistenza di una vernice e con questa a i pali. Nessun’ uomo, egli dice, vivrà tanto da veder finire quei pali. Cura della morsicatura della vipera. Il veterinario austriaco Rinder in due casi, in un cane ed in un bovino, ha adoperato con vantaggio la tintura di iodio diluita 1: 24. I Egli dilata la morsicatura con un taglio a croce ed allontana colla pressione il sangue rac- colto. Solo quando suppone che il veleno sia ancora nella ferita ritiene utile la cauterizzazione. Con una soluzione fenicata calda mantiene un po’ l’ emorragia ed ottiene la disinfezione, indi mette nell’ incisione un pezzo di tela soffice inzuppato nella tintura ed applica alcuni giri di fascia, Internamente amministra un po’ di acquavite, poi il liquore anisato di ammonio due volte al giorno. La medicazione colla tintura si rinnova una volta al giorno. Il: miglioramento locale e generale sì ha già al terzo giorno. Anche il dr. Felber ha guarito in sei giorni colla tintura di iodio 1: 30, due ragazzi, uno di (6, l’altro di 8 anni, morsicati da vipere. (Thiertirstliches Centralblatt, 1894, N. 6 pas, 100 a Clinica veterinaria n. 22). È Contro le mosche del cavallo. Frizionando fortemente la superficie del corpo del cavallo con un pugno di tanaceto, prima che l’ animale esca dalla scuderia, questo non sarà tormentato nÒ dalle mosche nè da altri insetti. Per impedire che il legno tarli il prof Mer della scuola forestale di Nancy, dichiara che il mezzo migliore è lo scorzamento degli alberi prima di abbatterli. A questa scoperta egli è giunto dopo ripetute prove, e spiega il fatto con l’aver riscontrato che i tarli si nutrono del- l' amido contenuto nel legname e che le piante alle quali sia tolta la scorza tre o quattro mesi prima di abbatterle perdono tutto l’ amido contenuto nelle parti scorzate, per cui i tarli non vi ‘trovano più di che nutrirsi. i Una eccellente maniera di conservare i fiori. Traduciamo dalla Petite Revue: Bi- | sogna aspergere leggermente i fiori con acqua fresca, poì metterli in vaso contenente acqua di sa- pone. Ogni mattina si tolgono dalla saponata e si tengono per due minuti nell’ acqua pura, quindi ‘ sì spruzzano di nuovo con acqua fresca e si ripongono nell’ acqna di sapone. In questo modo i fiori si conservano freschi almeno per un mese. La saponata va cambiata ogni 3 giorni, T__n_n_—__—_—=——-<=->zs=<=-z"=-=<--<-<-<--<" 121 INVENZIONE :.E SCOPERTE TESE Nuovi prodotti chimici. Un nuovo solfuro di carbonio C. S,, con odore intensissimo e del quale bastano traccie dei suoi vapori per provocare una lacrimazione abbondante con violento e persistente catarro degli occhi e delle mucose, è stato isolato dal Lengyel nel laboratorio di Chi- mica della Università di Budapest. . Dalla pianta Parthenium hysterophorus è stato estratto un alcaloide al quale si è dato nome Partenicina. Si presenta in forma di grossi cristalli prismatici inodori, di sapore molto amaro e molto solubile nell’ acqua, alceol, etere e cloroformio. Viene proposto come antinevralgico. Macchina per volare. Di tanto in tanto vengono fuori nuove macchine per viaggi aerei, ma fin'ora non siamo giunti ad averne di vera pratica utilità. Il sig. Maxim ne ha presentata una di nuovo modello, che fu provata a Bexuey nella contea di Kent e che dicono sia una vera meraviglia per la sua semplicità meccanica. Ha l'aspetto esterno di un immenso uccello bianco a 4 ali e puo sollevare un peso di circa 10,000 libbre. Distributore automatico di gas. A Liverpool funzionano già in molte case private, certi apparecchi che distribuiscono una certa quantità di gas, solo ogni volta che in apposita fessura viene fatta cadere una moneta da un penny. Carta di canna. Alla esposizione del Livre in Francia, figurava della bellissima carta, di ottima qualità, ottenuta con il prodotto della canna comune. Idrofono. Secondo il giornale America Cientifica, il capitano Mac Evoy ha modificato il mi- erefono in modo da renderlo atto a funzionare anche sott’ acqua ed avvisare la prossimità dei ba- stimenti. L'autore assicura che il suo microfono segnala la presenza di una torpediniera a 800 metri di distanza e di una corazzata a 1200 metri. Naturalmente questo microfono, posto in mare, si unisce ad un ricevitore telefonico per mezzo d'un filo conduttore ben isolato. (IZ Progresso) n NOTIZIARIO Tutti coloro che nel corrente mese si abboneranno a questo periodico (Rivista e Bol- leitino), con sole L. 7,50 riceveranno il giornale fino a tutto il 1895, più i fascicoli già pubblicati nell’anno corrente. Colombofilia. Ben riuscita fu la gara, indetta dalla Società colombofila fiorentina, il 19 agosto, da Viareggio a Firenze, nella quale presero il volo 150 piccioni. La lanciata abilmente di- retta dal socio sig. prof. Luigi Fantoni, ebbe luogo alle ore 11 dallo stabilimento I Nettuno. La distanza aerea di chilom. 80 e 800, fu superata da tutti i colombi in breve tempo, ed eb- bero i premi i seguenti: 1.9 Medaglia d’argento del Comizio Agrario, al colombo del sig. Martino Rangei, giunto in ore 1, So m. 27 s. — 2.° idemdi bronzo del Municipio, al colombo del sig. Sebastiano Visconti, giunto in ore I, 35 m. 29 s. — 3.° idem c. s. del sig. Gino Caiani in ore Il, 35 m. 40 s. — 4.° idem della Camera di Commercio, al colombo del sig. Giorgio Enstis, giunto in ore 1, 36 m. 08 s. — 5.° id. c. s. del sig. Raffaello Benelli giunto in ore 1, 38 m. Avendo il giornale « La Nazione » indetta una corsa popolare velocipedistica, da Firenze a Viareggio il giorno 26 agosto, ed alla quale presero parte 185 velocipedisti, la Società colombofila fiorentina, sì assunse a proprie spese di fare il servizio di corrispondenza a mezzo dei colombi scaglionati in piccoli gruppi alle stazioni di controllo e traguardo lungo il percorso stradale. E questa prova che, può anche dirsi gara d’internamento, essendo stati lanciati ad uno o due per volta, cosa per essì nuova, poichè abituati ad andare a torme, diede buoni resultati, avendo raggiunta in media la velocità aerea di m. 50,000, cosa rimarchevole essendo adesso il periodo, in 122 2 cr en cui cambiando le penne sono in stato anormale, ed osservando altresì che vennero /anciati dalle ore 10 alle 16 con un calore di 87 gradi, devesi dire che questi colombi meritano di essere te- nuti in pregio, e lo saranno di certo poichè sono tutti appartenenti alla colombaia di quell’ esperto e dotto ornitoloco che è il sig. Gino Caiani. I piccioni adoperati in tale servizio furono 49 e ne tornarono 46 con 42 dispacci — gli altri crano duplicati — probabilmente i tre mancanti avranno servito di selvaggina a qualche caccia- tore avido di preda e poco scrupoloso. Il sistema della trasmissione dei dispacci è quello del sig. Auguste Emilio Fabri di Roma ed ha funzionato benissimo. G-(de' P- Un nuovo foraggio — La Veccia vellutata. Fino dallo scorso anno in Germania sotto il nome di Sandwicke e cioè Veccia delle Sabbie, e in Francia col nome di Vesce velue, Veccia vellutata, si fece un gran parlare di un foraggio meraviglioso e. senza pari, per la sua grande pro- duzione nei terreni i più ingrati e aridi. Prima di rilevare tutti questi entusiasmi attendevano le prove sotto il nostro clima, nei nostri terreni ; e ora che abbiamo i risultati finali, bisogna davvero ammettere che la Veccia vellutata è un foraggio di primo merito, e convenire con un giornale Belga che questa pianta porterà una vera rivoluzione agricola. L'esperienza fatta dagli altri persuade meglio di tutti i ragionamenti, citeremo quindi il Se- natore Groppello che constatò ne’ suoi tenimenti di Valenza, una rigogliosa vegetazione che non soffrì punto i geli invernali. Il sig. Motti su quel di Reggio Emilia, scrive che da qualunque punto di vista si studi questa bella foraggera la si troverà meritevole di entrare a far parte delle piante coltivate e di assidersi al primo posto. L'ing. De Toffoli di Soligo, constata che la Veccia vellutata resiste ai più grandi freddi, pro- spera nelle terre sterili e da una rendita elevata malgrado la più grande siccità e riferisce d’aver falciato in due riprese in terreno calcare-argilloso 850 quintali di ottimo foraggio. A Portici il sig. Montanari in una sola falciata ebbe quintali 250. Il deputato Ottavi a Casalmonferrato, nell'aprile fece falciare la Veccia, che gia misurava l’al- tezza di 90 centimetri e ne ebbe 300 quintali all’ ettaro. I fratelli Ingegnoli di Milano mettono in commercio la semente di Veccia vellutata, ed ecco come riassumono il modo di coltivarla : Bisogna premettere che la Veccia preferisce i terreni asciutti e perciò sarà la pianta indicata per quei paesi dove manca l'irrigazione e dove molto si soffre la siccità. La semina vien fatta nei mesi di ottobre e novembre in ragione di 6 chili per ogni mille metri quadrati, e la pratica insegna di associarla a un cereale, di preferenza la segale, perchè la Veccia essendo arrampicante s'appoggia al cereale. In aprile viene falciata e allora sì può lavorare il terreno e seminarvi granoturco, patate, fagioli o altro. Riguardo al costo della sementa lo si calcoli a L. 10 ogni mille metri quadrati. Gli agricoltori troveranno tutta la convenienza nel provare questa Veccia perchè riguardo a produzione si può considerarla quasi del doppio del trifoglio rosso e di un terzo più di quello della veccia nostrale, dei cicerchiello e del fieno ereco. La difterite nel formaggio. Leggiamo nei giornali di New York: « In seguito ad allarme dato circa merci spedite da Mineveh N. Y. specialmente latte e formaggio mandato dalla Star Creamery di quella località, il dipartimento sanitario di New York ha fatto esaminare da bacteo- rologisti un pezzo di formaggio sequestrato in Washington dagli agenti sanitari, e dalla pe- rizia risultò che realmente, come si sospettava, il formaggio contiene i bacilli della difterite ». Centenario della lava in Australia. Attualmente, a Sydney, si stà celebrando il cente- nario dell'introduzione dell’ allevamento dei montoni nel Nuovo Galles del Sud. Nel 1794, il capitano Mac Arthur riuscì a farvi acclimatare diversi montoni, la cui tosa diede appena tanta lana da formare una balla o due, [Mr] (20) (0,5) Di poi l'allevamento e la tosa andarono man mano aumentando, fino a raggiungere l’ impor- tanza attuale. La tosa del 1894-95 è stimata 1 milione di balle. Barometro naturale, C'è un albero, non molto difficile a procurarsi e molto ornamentale, tanto che sarebbe un bell’ornamento nei giardini, il quale indica quando vuole piovere. Esso è il Porbus latifolia, Le sue foglie, verdi nella pagina superiore, sono bianche e cotonose nella pagina inferiore. Allorchè minaccia pioggia, queste foglie cambiano di posizione tanto che la loro faccia inferiore si volta verso il cielo ; allorchè quindi la massa del fogliame appare tutta bianca, ciò è segno che vuol piovere. Api annunziatrici di temporali. Un professore tedesco scriveva in un giornale i risul- tati delle sue lunghe osservazioni sul modo di comportarsi delle api riguardo ai movimenti atmo- sferici ed in ispecie quando si avvicina il temporale. Questi risultati meritano veramente atten- zione, Varie ore prima della burrasca, anche quando nel cielo non v'è neppure una piccola nube, le api si mostrano straordinariamente desiose di ferire ed irrequiete; mentre se il cielo si copre di nuvoloni minacciosi, ma il temporale non scoppia proprio nella contrada ove si trovano queste, le api si mantengono perfettamente calme e eseguiscono quietamente le loro operazioni. Osservazioni eseguite per lunghi anni assicurano che non c'è barometro, nè igrometro che annunzino con uguale sicurezza l’ avvicinarsi della burrasca come il comportarsi di questi insetti. E la fillossera si diffonde sempre !! In quel di Rosignano nelle Colline Pisane è stato scoperto un centro fillosserico assai esteso e del quale il principio della infenzione daterebbe gia da 6 anni, Brutta cosa che non si riesca ad accorgersi della presenza dell’ insetto devastatore con più sollecitudine. I proprietari dovrebbero pure affrettarsi a denunziare le viti che vedono deperire senza apparente causa. Un altro piccolo centro fu trovato a Mitigliano nel Cortonese ed un'altro assai importante a Tenda in provincia di Cuneo, Anche nella Sicilia va sempre più estendendosi ed ora pure il circondario di Acireale è stato trovato estesamente invaso. Completa vittoria sulla tignola della vite. Con questo titolo il prof. Siro Martini pub- blica nel giornale Il progresso agricolo-commerciale toscano, il completo successo ottenuto contro la Conchylis o tignola della vite, aspergendo sui grappoli la seguente miscela: Solfato di rame ch. l. Grassello di calce bianca ch. 1. Rubina ch. 1, 500. Acqua ch. 100. ll vino è riuscito affatto privo di qualsiasi odore o sapore eterogeneo. i Quanto possono vivere talune piante. Il celebre De-Candolle osservò in certi alberi tante sezioni traversali da poter calcolare la seguente età: Olmo anni 350. Cipresso id. 350, Ellera id. 450, Larice id. 576, Arancio id. 630, Olivo id. 700, Cedro del Libano id. 800, Roveri id. 810 a 1500, Cedri piccoli id. 1676 a 1147, Jaxodium id. 4000 a 6000, Boabab id. 5150. Humboldt, il gran naturalista, misurò nell’ America del Sud, ad Atabapo, un Bombax Saiba dell’ altezza di 120 piedi inglesi, avente 15 piedi di diametro: vicino a Cumana egli trovò il Za- mang del Guayar (specie di mimosa) i cui rami pendenti coprivano una circonferenza di 600 piedi attorno all’ albero. Concorsi a premi: Fra i temi a premio proclamati dal R. Istituto veneto nella solenne adunanza del 20 maggio scorso, annunziamo i seguenti : Un premio della Fondazione Querini di lire 3000 verrà assegnato « a ché entro l’anno 1894 « avrà introdotto in una valle a piscicoltura nel Veneto una innovazione, che sarà giudicata « importante ed utile da una competente Commissione nominata dallo stesso Istituto, od avrà « trovato il modo di avvantaggiare sensibilmente una delle industrie, che direttamente si colle- « gano colla vallicoltura. « Potrà quindi concorrere al premio suddetto chi avrà trovato il modo di ottenere, con van- « taggio della vallicoltura, la fecondazione artificiale delle mova, di qualche specie importante 124 « di pesci marini; chi avrà introdotto in una valle, e con buon successo, qualche specie ani- « male del mare Adriatico o di altro mare; chi col perfezionamento dei congegni vallivi avra « ottenuto în una valle risultati superiori agli ordinari; chi avrà fatto progredire presso di noi « l’ostreocultura o la mitilicoltura; chi avrà perfezionato la lavorazione del pesce di mare, in « guisa da renderlo più gradito al palato e più ricercato nel commercio ». Tempo utile pel concorso: a tutto il 31 gennaio 1895. Altro premio di L. 3900 è stato assegnato per il tema: « Fare uno studio litologico, mineralogico e chimico dei materiali pietrosi, sabbiosi, terrosi « e salini, che uno dei principal: fiumi del Veneto, nelle diverse condizioni di piena, di magra « e di media, porta fuori dalle valli alpine e depone a diverse distanze dal piede delle alpi e « fino al mare, Ed applicazione di guesto studio a quello delle alluvioni antiche e moderne della « pianura veneta ed ai cambiamenti di posto, che possano essere avvenuti in epoche preistoriche « nell'alveo di detto fiume ». Il concorso resta aperto a tutto il 31 dicembre 1896. Altro premio di L. 3000 per il tema: « Studiando le attuali condizioni delle popolazioni agricole del Veneto e confrontandole con « quelle delle altre popolazioni italiane, rilevare quale parte abbia in esse il sistema di locazione « agraria vigente fra noi, e indicare gli eventuali rimedi ». Il concorso resta aperto a tutto il 31 dicembre 1896. La R. Accademia delle scienze di Bologna ha bandito un concorso con premio di una medaglia d’oro del valore di L. 1000, a chi indicherà nuovi ed efficaci apparecchi per prevenire ed estin- guere gli incendi, Tempo utile fino al 29 maggio 1896. Il conte Orlovi Dassiko ha stanziato un premio di L. 2a) ,000 per chi troverà un rimedio sicuro per la peste bovina. Le memorie devono essere inviate entro il 1898 all’ istituto imperiale di me- dicina sperimentale di Pietroburgo. La presidenza dell’Associazione di mutuo soccorso fra i farmacisti d’ Italia in Milano ha stan- ziato L. 200 da darsi in premio all’ autore della miglior memoria, opera o preparazione, di incon= testabile utilità pratica nell’ esercizio farmaceutico. Tempo utile fino al 31 Luglio 1895. il Circolo enofilo italiano di Roma ha bandito un concorso a premi per la compilazione di un manuale in cui sieno esposti ai produttori e commercianti di vini italiani, i mezzi migliori per operare il taglio dei vini delle varie regioni italiane. Corsi a posti vacanti: È aperto il concorso per titoli alla cattedra di professore straor- dinario di Botanica e Protistologia, con l’ incarico della Zoologia ed Aratomia comparata e la di- rezione dell’orto botanico, nella Università libera di Camerino. Stipendio L. 1800. Inviare le do- mande al Rettore della Università non più tardi del 25 Ottobre corrente. Altro concorso è aperto per il posto di assistente nell'Istituto di Chimica generale nella R. Università di Cagliari. Stipendio L. 1500. Le domande al Rettore della Università non più tardi del 20 Ottobre corrente. Nelle Regie Scuole speciali di agricoltura è aperto il concorso per esami ad un posto di o reggente di 3,% classe per l'insegnamento della Agraria e Contabilità agraria, Stipendio + 2100. Le domande devono essere presentate al Ministero di agricoltura non più tardi del 10 SR prossimo. i Nella R. Scuola normale superiore di Pisa è aperto il concorso a © posti nella se- zione di scienze fisiche, matematiche e naturali. Scuola agraria di Scandicci. Ai primi del prossimo novembre avranno luogo presso la Scuola, gli esami di ammissiono per quei giovani che non fossero muniti del diploma di licenza elementare superiore. Le domande dovranno pervenire alla Direzione entro il 25 Ottobre. 125 è Nel Collegio convitto comunale di Castiglione delle Stiviere, verrà aperta, con l’ anno scolastico 1894-95 una scuola commerciale pratica. i Periodici nuovi: La viticultura moderna supplemento mensile dell’ Agricoltore calabro- siculo. Si pubblica in Catania e costa L. 4 all’ anno. Il Corriere agricolo ‘commerciale. È una staffetta delle campagne, che esce in Milano e ogni domenica. Abbonamento L. 5 all anno. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI 1 proff. Nicola Lanzillotti Buonsanti e Edoardo Perroncito sono stati eletti Pres: denti onorari dell’ VIII congresso internazionale d' igiene e demografia che presentemente ha luogo a Budapest. Il prof. Andrea Vacchetta è stato eletto membro onorario del Collegio degli Zooiatri di Roma. I proff. Inghilieri Giuseppe e Pignatari Filippo sono stati nominati cavalieri della Co- rona d’Italia. Il prof. Pierro Francesco è stato autorizzato ad insegnare scienze naturali nei licei, NI A RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi, domande e risposte diverse -- Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all’ anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 150 Tutti coloro che desiderano informazioni sulle malattie delle piante ed i modi di curarle, possono liberamente e senza alcuna spesa rivolgersi alla R. Stazione di Patologia ve- getale presso il museo agrario in Roma, alla quale possono inviare i campioni delle piante am- malate seguendo quelle norme altra volta da noi pubblicate. loI P. Dattari, 59 Ponte all’ Asse, Firenze, desidera mettersi in comunicazione per cambi di insetti (specialmente coleolteri) uccelli in pelle e rettili ; tutti esemplari perfetti. Coleotteri, al- cuni dei quali rarissimi determinati ed indeterminati, raccolti recentemente dai propri collettori nelle più remote contrade del continente Australiano. 152 Carlo Piazza, fuori porta d'Azeglio 362, Bologna, desidera cambiare coleotteri contro piccole quantità di semi di piante spontanee di qualunque parte d’Italia. Si raccomanda a quelli che potessero procurargli entro il corrente anno, semi ben maturi di Oenothera biennis e Echi= o spinosa contro pagamento o contro coleotteri. 5 Francesco Pedone, piazza Lanza n. 70 Foggia, cede coppie (maschi e femmine) di o) perfettamente candidi e di grande sviluppo, al prezzo di L. 19 non comprese le spese di spedizione. Gli stessi tacchini si vendono dai pollicultori al prezzo quasi doppio. 154 Îl prof. M. Treub, Direttore del Giardino botanico di Buitenzorg (Giava). prega an- nunziare aì naturalisti che è stata pubblicata la seconda edizione del « Catalogue de la Biblio- thèque du Jardin botanique de Buitenzorg » e che sarà lieto inviarne un esemplare gratuitamente a coloro che ne faranno richiesta. 126 . S ( 155 Al maggiore offerente si cede una copia della Mineralogia descrittiva del prof. comm. L. Bombicci. Grande volume di oltre mille pagine con molte figure e quadri sinottici. (Edizione Zanichelli 1881). Nuovo, solamente tagliato. Questa preziosa opera non trovasi più in commercio. La maggiore offerta fin ora pervenuta è del sig. A. M. che offre di 156 Il prof. Dante Badanelli è stato trasferito dal liceo di Prato a quello Dante di Firenze. 157 Il prof. Emilio Fabbrini è stato trasferito dal liceo di Caltanisetta a quello di Chieti. 158 Cercasi spingarda ad unaodue canne, ad avancarica o retrocarica non importa, purchè in buono stato. Fare l’ offerta alla direzione del giornale La Caccia in Roma. 159 Da cedere alcuni cani e cagne Setter nere, importati dalla Scozia. Rivolgersi alla direzione del giornale La Caccia in Roma. 160 Le Frére Anthelme, pensionnat de Valbenoîte, è St-Etienne (Loire) : offre : chrysotyle (Loire), cuivre natif (Australie), coquilles marines (Nouvelle-Zélande), 800 coléopteres de France et d'Australie, 100 coléoptères du Brésil déterminés, contre coléoptères frangais. 161 E. Pietrocola, casa editrice di Napoli, ricerca agenti viaggiatori per la diffusione delle sue pubblicazioni mediante soddisfacente compenso. Per le condizioni scrivere alla Casa medesima. 162 Raffaello Mercatelli, stabilimento d' orticoltura, via della Mattonaia, 16, Firenze, di- stribuisce gratis il nuovo catalogo speciale di bulbi e radiche da fiore. 163 M. G. Pissarro, 23, rue Viète, Paris, offre l’A#las des Plantes de France, de Masclef, 1 vol. de texte et 2 atlas renfermant 400 pl. Il demande des fossiles, coquilles, plantes, etc. Il prévient ses correspondants qu'il reprendra ses échanges le 1°" novembre et disposera d' un grand nombre de fossiles tertiaires. 164 O. Meyran, -10 rue Centrale, Lyon, désirerait recevoir par échange des échant d'herbiet de Viola lutea, Huds., V. grandiflora Villars, V. sudetica Willd., de préférence des Vosges ou d’Angleterre. 165 E. H. Krelage et fils, stabilimento orticolo in Haarlem (Olanda), ha posto in di- stribuzione gratuita il nuovo catalogo di piante bulbose etc. da piantarsi in autunno. 166 S. Brogi, naturalista a Siena, fa ricerca di Barbagianni (Strix flammea) in carne o già messi in pelle, 167 Il prof. Corrado Lopez è stato trasferito dal liceo di Pesaro a quello di Salerno. _T i TA ì ; ; 3 "i ILS Ù 0 Zi è, SIC) SOMMARIO del N,° 10 della Rivista italiana di Scienze naturali Trois prof. E. F. Elenco dei Cetacei dell’ Adriatico. Pag. 113. De Blasio dott. Abele. Crania aesyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana. Parte IÎ. Con fig. (Cont.) Pag. 115. Rivista Bibliografica. Da pag. 121. a pag. 123. i Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1893. Zoologia, Paleozoologia e allevamento degli animali. Da pag: 124. 4 pag. 126. AGLI ABBONATI, AGLI ISTITUTI ED ALLE BIBLIOTECHE si cedono le an- nate arretrate di questo periodico Rivista e Bollettino insieme, a L. 2,50 per annata e le 9 annate dal 1885 a tutto il 1893 (2.8 serie completa) per L. 15 franche di porto. Le dette annate arretrate, si cedono pure in cambio di periodici, libri, opuscoli ece; di storia naturale. Agli abbonati che ci procurano nuovi associati rimettendocene l'importo, diamo in dono un annata arretrata per ogni nuovo abbonato procuratoci. S, BROGI direttore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Per secondare il desiderio espressoci da alcuni abbonati poniamo in vendita i singoli fascicoli delle annate arretrate di questi periodici e diamo qui 1’ elenco dei PRINCIPALI SCRITTI FINORA PUBBLICATI. Ogni fascicolo franco di porto costa cent. 25, ma se vi sono figure il prezzo è variabile e viene comunicato ad ogni richiesta. Agli autori “che richiedono i fascicoli contenenti i loro scritti ed a coloro che acquistano di- versi fascicoli il prezzo sarà molto ridotto. A chi rimette 10 cent. in più, l’invio viene fatto raccomandato, altrimenti non si resta re- sponsabili degli smarrimenti postali. A coloro che in luogo degli intieri fascicoli che contengono sempre diversi articoli desiderano avere le sole pagine che comprendono il soggetto domandato, il prezzo viene ribassato fino anche a 10 centesimi per articolo. Oltre gli articoli qui sotto elencati trovansi sparsi nei diversi fascicoli ura grande quantità di annunzi bibliografici, notizie di caccie, catture interessanti, note zoologiche, zootomiche, bo- taniche, mineralogiche, geologiche ecc., insegnamenti pratici, invenzioni e scoperte, notizie ed insegnamenti di agricoltura, orticoltura e giardinaggio, lotta contro i parassiti, entomologia agraria, mostruosità, ibridismi ecc. ecc. A chi li desidera, inviamo gruppi speciali di tali articoli a loro scelta ed a prezzi mitissimi. Chi desidera risposta, schiarimenti ecc., scriva in cartolina doppia od unisca il francobollo per la risposta. " Si accettano in cambio libri ed opuscoli di storia naturale. N. B. Nelle parentesi che trovansi dupo la indicazione degli articoli i numeri romani indi- cano l'annata ed i numeri arabi i singoli fascicoli nei quali gli articoli si trovano. ZOOLOGLA Ancey C. F. Nouvelles rectifications de nomenclature, (VI, 6-7). Apicoltore (L’) Spigolature apistiche. (VI, 6-7, VII, 11, IX, 4-5, 16, X, 12, XI, 7, XIII, 4). Arrigoni degli Oddi E. Osservazioni sul Germano reale (Anas Boscas). (VI, 11). — Notizie sopra un Ligurinus chloris L. ed una Alauda arvensis L. anomali nel rostro. (IX, 21. Con 5 fiz.) — Su di un maschio adulto di Hirundo rustica, Linn. colle timoniere esterne straordinaria- mente allungate. (X, 5). ì — Notizie sopra le peregrinazioni autunnali della ghiandaia (Garrulus glandarius, Linn.) nella provincia di Padova, in un quinquennio di osservazioni 1885-89. (X, 6. Con 5 tav. L. 0,50). — Elenco degli uccelli rari avuti durante l’anno 1892. (XIII, 5). «= Il Turdus fuscatus Pallas, nel Bergamasco. (XII, 9). B. Gita alpina sul Montamiata (I, 9). — Modificazioni alla legge sulla caccia. (II, 1). — A proposito della legge sulla caccia, (il, 5). —=. Apertura e chiusura della caccia nelle diverse provincie italiane, — (II, 8, 9) — La caccia e gli uccelli. (IV, 2), — La caccia. (V, 4). — Peri cacciatori. (V, 7) — La caccia degli uccelli inset- tivori e l’ agricoltura. (VI, 1). -— La panicatura del maiale e la tenia dell’uomo. (VII, 9-10). «— Le Api del Brasile. (VIII, 3). B. S. Conservazione dei pesci a secco. (V, 2). «= La Trichina (Trichina spiralis Owen.) (VII, 12). Bacologo. (Il) I bachi da seta nell’ Assam. (VI, 4), — La seta dell’ Attacs Cynthia. (VII, 4). Balbi E, Descrizione di una nuova specie Ligure del genere Bathyscia. (VIII, 11). — Inchiesta coleotterologica italiana. (X, 12, XI, 12). — Diagnosi e descrizione di due specie dei generi Lepturia Linn. e Timarcha Latr. (XII, 4). Bandelli G. B. Sulla concomitanza della Botritys Bassiana (calcino) col Micrococeus pro- digiosus (V, 7,8). — Osservazioni sull’ applicazione della luce otticamente pura alla bacologia. (VI, 11). Bargagli P. Insetti nocivi al vino in bottiglie. (VIII, 3) 128 Bezzi M. Gli insetti epizoi, o insetti che vivono su altri animali. Loro costumi, caratteri, classificazione; modo di raccoglierli e conservarli. (XIII, 2, 4, 6, 8, 9, 10, 11, 12). Blankenhorn A. Phylloxera vastatris. (II, 11). Bonalda C. Albinismo e isabellismo nei passeri. (IX, 4-5). Bonomi A, Note ornitologiche del Trentino (V1,12). — Syrrkaptes paradoeus. (VII, 6).-— L'in- vasione dello Storno roseo (Pastor roseus L.)in Europa, nella state del 1889. (X, 5). — Nomencla- tura ornitologica. (XI, 7). — Notizie ornitologiche tridentine, raccolte durante l’ anno 1892. (XIII, 2). — Quattro orsi uccisi nel Trentino. (1X, 3). Bordi L. Di alcune forme speciali di caccia nelle Puglie. (X1, 10, 11). Bossavy J. De l’emploi de l’acide sulfureux comme préservatif des collections. (VI, 0-7). Brogi S. I licenzini scientifici per la caccia. (V, 11, VI, 8). — Sui provvedimenti eccezio- nali proposti contro la caccia ed a vantaggio dell’ agricoltura. (X, 6), i — Tordo dorato o tordo a squame capitato nei dintorni di Siena. (IX, 22). Brousseau L. Le Serpent Fer-de-lance. (VI, 4). Brunetti L. Scoperta anatomica. (XII, 3. Con 1 tav. L. 9,50). — Sull'organo regolatore la nutrizione del cuore. (XII, 5). Bruttini A. Appunti storici sulla falconeria. (XII, 7, 8, 9, 10). ad Bucchich G. L'orientamento negli animali. (VIII, 8). Buchet G. Della conservazione dei vertebrati. (VII, 3). C. C. La pollicoltura. (IX, 20). Cacciamali G. B. Sulla classificazione dei Mammiferi. (XII, 4). Caiani G. Riproduzioni di Pernici in domesticità, (VII, 2). Caladium. I piccioni viaggiatori. (II, 5, 7,8). — Piccioni Cravattati (IV, 3, 4). — Piccioni Monaci e Parrucchi (IV, 6). — Cappuccini e Olandesi. (IV, 7). — Volanti. (IV, 8,10). — Reali (IV, 10; 11, 12, V, 1). — Mascherati. (V, 1). Caliani V. Dell’ allevamento dei Canarini. (IX, 16). Camoscio. Il nido di Beccaccia in Italia. (X, 8). sa Canestrini R. Il colera dei Polli. (VIII, 7). == Capponi-chioccie. (X, 6). I Capria A. Appunti anatomici sull’ Astrophyton arborescens Muller et Troschel. (XII, 10. Con 8 fig. L. 0,50). Caruana-Gatto A. Prima contribuzione alla fauna lepidotterologica dell’isola di Malta. (XI; 5, 6,9). Cermenati M. L'inchiesta ornitologica italiana. (X, 7). Chalande J. Conservation des animaux marins. (II, 11). Clerici E. Conservazione dei molluschi del genere Lima. (VII, 1). == Metodo per preparare sezioni microscopiche in alcuni casi particolari. (X, 12). Croissandeau J. Préparation des microcoléoptères par la méthode orléanaise. (VII, 11). Damiani G. Prima contribuzione alla ittiofauna dei mare dell’ Elba. (XII, 9). — Seconda «contribuzione alla ittiofauna del mare dell’ Elba. (XIII 2). — Rondini e Rondoni (Hirundinidae-Cypselidae;. (XII, 12, XI, 2, 5): OCCASIONE ECCEZIONALE! PER ISTITUTI D'INSEGNAMENTO, NATURALISTI, ECC. (continua) Collezione mineralogica di oltre 1000 esemplari scelti, tipici, istrut- tivi, per la maggior parte elegantemente cristallizzati Prezzo sole L. 1500. Formato medio, da museo, tranne i cristalli sciolti, i gruppetti, e le forme imitative; con cor redo di scatole nuove, con cent. 7 > 9 e 7 x 4 di lati. Classificazione naturale, metodica, del prof. Bombicci. Corredo di schede descrittive e catalogo generale. Esatte determinazioni. (Può unirvisi una bellissima collezione di roccie; 100 esemplari classificata, con schede c. s. — L. 60). ci Anno XIV N. 11 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1.° Novembre 1894 SOMMARIO De Blasio dott. Abele. Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana. Parte II. Con fig. (Cont.) Pag. 129. De Stefani Perez prof. Teodoro. Il nido della vespa orientalis. Pag. 134. Grillo prof. Nicolò. Sulle illusioni dei sensi. Pag. 1535. Rivista Bibliografica. Da pag. 156. a pag. 138. Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1893. Da pag. 139. a pag. 142. Crania aegyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA DAINLATNZZINND_—_-—T__—_T_— Studio di ABELE DE BLASIO (PARTE II.) (continuazione) 15.2 Acmonoides siculus. 16.3 Ellipsoidos depressus. Tuttavia la dinastia nazionale di Tebe doveva finire per cacciare quegli usurpatori e per rendere l'indipendenza e l’unità alla valle del Nilo. La lotta durò quasi centocinquanta anni. Gli Hycsos si difesero energicamente, ma alla perfine Ahmès I. (XVIII dinastia; a. G. C. 1700) giunse ad impadronirsi del loro formidabile campo di Avaris e diede l’ ultimo colpo alla loro dominazione nel Delta. Ridotti a non essere più che bande senza organizzazione, gli Hycsos ri- passarono in disordine i’ itsmo di Suez: e coloro che rimasero nel paese, e, fra gli altri, i discendenti d'Israele, diventarono gli schiavi degli Egiziani, che vendicarono duramente la loro lunga umiliazione (1). Con la cacciata degli Hycsos non finirono in Egitto le relazioni con i Kheta (1) Le Box - o. c. p. 219. 130 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI se non quando nel 1288 Ramsete III da tanto ad essi che agli altri becbare dell’ arcipelago greco l’ultimo colpo di mano. Durante questo lungo periodo, or di pace, ed or di guerra, avvennero fra gli Egiziani, i Kheta, gli Ebrei e gli altri stranieri dei legami di parentela. Infatti il famoso Ramsete, sposò la figlia del principe dei Kheta, Esaù menò in moglie una ittita. Lo stesso David, che fece di Hebron, città ittita, la sua prima capitale, non si rifuggì neppure dal commettere l'assassinio di Uriah l’it- tita, per isposarsi con la moglie di Bethsheba che divenne madre di Salomone il Sapiente, e questo stesso Salomone tra le centinaia di mogli e di concubine di cui erasi circondato, volle ancora abbelliti i suoi giorni con i vezzi e coile grazie di una giovane ittita (1). In quanto poi ai teschi della seconda serie, non presentando essi una forma craniale uniforme, ho ragione di credere che i componenti di essa sieno derivati da connubi ripetuti fra i Turanici (Ittiti o Kheta) e parte degli altri popoli che dimoravano nel paese di Iside e di Osiride. Metopismo, ossa wormiane ed altre anomalie Fra i crani del medio impero vi sono 2 metopici ed appartengono al O gruppo. Le ossa wormiane, che si sono rinvenute in 22 crani, sono nelle suture . così disposte. In 2 cranisi rinvengono nella coronale Ineld-==< « « lambdoidea luo = « « sagittale Ino = « « sagittale e nella lambdoidea Il numero dei wormiani ascende a 98 e sono così distribuiti. Nella sagittale ; ; - i 5 i 8 Nella coronale : ; > È ; 3 4 Nella lambdoidea destra é 2 È - 47 Nella lambdoidea sinistra . ; > Mancano i fori parietali in 3 teschi; ed in uno di Ju. c'è atrofia di uno dei processi mastoidei. CRANI DEL NUOVO TMPERO Di crani appartenenti a questo terzo periodo ne ho misurati 55 (38 5 e 17 £) e furono rinvenuti in monumenti spettanti alla XX® XXII, XXV? e XXXI dinastia. Il materiale fu raccolto nelle tombe di Bab-el-Molouk, di Kar- nak, di Menfi, di Tebe e di Ebsambol. Come nel medio, così nel nuovo impero, la forma craniale pura non è sola; perchè dei 55 crani 36 spettano alla forma egiziana pura, 3 alla nu- biana, 8 alla brachicefala turanica, 7 alla brachicefala mista e 1 alla negroide. (1) NicoLucci - Gli Ittiti o Kheta p. 7. SURI | RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 181 La presenza di questi tipi è in relazione colle diverse fasi alle quali andò incontro il Paese del Dio Sole. Dando infatti uno sguardo alla cronologia del nuovo impero vediamo che dalla XVII alla XXVI dinastia non vi fu nella valle del Nilo che poca quiete; perchè nel primo periodo oltre alle continue guerre con i Re Pastori; l'Asia e l'Etiopia furono sottomesse, ma non vinte, tanto che una continua vigilanza su quei popoli non doveva mai mancare da parte degli Egizi. Coll’andar del tempo però, quei ribelli, vedendo, come dice il Le Bon, che, il popolo egiziano era assolutamente schiacciato per la necessità di guerre con- tinue e di gigantesche costruzioni, soccombeva sotto il peso del I suo spavente- vole fardello. La gioia delle vittorie aveva dato luogo ad un profondo scorag- giamento seguito ben tosto da aperte ribellioni. Gli schiavi stessi trovavano nell’eccesso dei loro mali l’ energia della re- sistenza e i discendenti d'Israele, in particolar modo, sottoposti a servigi ci hanno lasciato nei loro libri santi la descrizione delle loro miserie..... E quelle rive del Nilo, che un giorno non era permesso avvicinare senza lasciarvi la vita, erano in questo periodo con armi salite e discese dagli Etiopi, dai Libi, dagli Assiri etc. tanto che l'elemento siriano ed etiopico riuscirono financo ad imporre all’ Egitto le proprie dinastie. L= Prima di occuparmi del tipo nubiano mi piace far notare, che, come in- nanzi abbiamo detto, fra i crani di quest’ epoca vè un rappresentante della razza nera; ma siccome le ossa che lo componevano erano molto fragili; così nel misurarne la c. c. il teschio sì è ridotto in pezzi. Non ritorno ad occuparmi della forma drachicefala perchè già ne tenem- mo parola nel descrivere i crani del medio impero e poi fra le medie delle due epoche non si notano differenze tali da indurci a mutare opinione. CR'ANIDINUWUBIANTI (1) Due dei tre crani che prendo ad esaminare (fig.24, 25, 26) sono di sesso femmi- nile e se non fossero privi del mascellare inferiore si potrebbero considerare come integri; mentre il teschio maschile è privo non solo di alcune ossa componenti lo scheletro facciale ma anche di quella parte dello sfenoide che concorreva alla costruzione della fossa temporale sinistra. Visti di prospetto si presentano con fronte non ampia ed un po’ reclinante all'indietro; poco sviluppate sono le arcate sopraccigliari; e nel punto d’unione che le ossa nasali fanno col frontale formano una piacevole insenatura. Le cavità orbitarie hanno la forma di una piramide irregolarmente qua- drilatera, la cui base, posta sopra un piano orizzontale, guarda in avanti ed un poco in fuori. (1) Riassumo in questo capitolo ciò che più di importante dissi nell'altro mio lavoro « In- torno a tre crani di Nubiani antichi ». 132 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 17.» Proophryocephalus solenoidometopus. 18.2 Pentagonoides ohtusus. Le ossa nasali sono poco sviluppate in lunghezza, mentre le cavità nasali sono ampie; profonde sono le fosse canine ed in generale c'è grandezza ed espansione dei zigomi. Il margine alveolare del mascellare superiore è bene sviluppato in am= piezza e guarda da sopra in sotto e da dietro in avanti. Guardati di lato si nota che le bozze parietali sono poco sviluppate; e il profilo della calvaria è rappresentato da una curva, che può essere divisa in 4 archi di cerchio. Il primo occupa tutta la porzione frontale; il secondo che da questo punto arriva fino alla parte posteriore dei parietali; il terzo che serve di accordo fra il precedente e l’ultimo, che occupa tutta la parte spor- gente dell’occipitale. Notasi anche da questo lato che le fosse temporali sono ampie, ma poco profonde e le linee curve che superiormente le delimitano sono molto estese. Guardati di sopra appaiono come tre ovoidi allungati colla grande estre- mità rivolta in dietro ed in basso, ma schiacciati fortemente a ciascun lato. Di dietro si presentano superiormente appianati; però nel punto d’unione ‘che i due parietali fanno coll’ occipitale mostransi convessi. Studiati di sotto notiamo che i processi mastoidei sono poco sviluppati. Il forame occipitale è di forma ovale e i bordi che lo delimitano sono sot- tili e salienti. Avendo questi crani come indici 685, 667 e 676 se ne deduce che sono dolicocefali. Per l'altezza si possono dividere in ortocefali ed in ipsicefali. Ortocefalo è uno dei crani muliebri; ipsicefali gli altri due. Per la grandezza delle orbite; mesosemo è un cranio di donna, microsemti sono gli altri (i. o. 829, 833, 850). Per l'altezza del naso sono tutti platirini (i. n. 571, 577, 587). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 153 Trame tI nine cnr prncnin Per l'altezza della faccia sono mesoprosopi superiori, perchè nei due crani nei quali, la faccia, è stata misurata, gl’indici segnano 56 e 52. “paro Nel cranio maschile, l’indice alveolare, non è stato ricavato perchè, come innanzi abbiam detto, il teschio manca di alcune ossa facciali: e per la stessa ragione questo stesso cranio non si è prestato per la misurazione della capacità cubica; però i due teschi muliebri sono mesognati e microcefali (i. a, 954 e 1000) (c. c. 1350). Riporto nella seguente tabella le principali misure ottenute da questi teschi. MISURE Lg I. F NI, L | Capacità cubica . 7 È . ; | « 1350 1280 Circonferenza orizzontale 5 i S 040 520 503 « verticale . . AARON 475 475 440 | p. frontale 3 . « 133 130 LE arietale ì NGI « 128 130 Curva naso-occipitale) È' cecipitale . | < 128 110 l'otale ; ; 05] 338 360 370 Diameiro antero-posteriore : sl] 189 180 185 « bi-laterale È ) : ir 120 120 125 « bi-auriculare sil i | 104 93 25 « bi-mastoideo ; SEGR 125 110 110 Altezza verticale . ; i È . A 102 142 130 osi f. superiore. : 3 È ò 100 106 100 f. inferiore a . ; i SON 94 94 95 | ; larghezza . Ù i ; ; UN 4l 36 40 SHDle A e 34 SOI 34 Nasi } larghezza . : . : i a 28 30 21 altezza i ; : i i Le] 49 | 02 46 bi-zigomatica . ia . Lg « 25 125 \ basi-nasale È < ; ; ui « 108 | 99 Linee ? basi-alveolare . È 5 È Gui « 103 99 basi-occipitale . E ? ; SU] « 87 100 fronte-alveolare ; ; 3 Sg « 71 66 Ve lunghezza . | « 31 39 Nororoccipitale larghezza 1 i Dosi « I 29 | 24 | / cefalico . ; ; E 4 . | i 635 667 | 676 verticale . i ; 5 ” i To 739 703 i Îndizi nasale . È Ù i ; SA 571 | 997 087 NEUE Nor Ditamio n nie A 829 RIO 850 alveolare . È ? È : Apa « 954 1000 | facciale superiore . ; ; 5 « | 910) d2 I —_—_——_____‘‘-—_+ E = Par Del periodo macedonico non c’è nella nostra raccolta nessun rappresen- tante che potesse chiamarci alla memoria che l'Egitto fu assoggettato, per tre secoli, alla dinastia dei Tolomei, i quali se col misticismo ebbero l’ accortezza di attirarsi la fiducia e l’ affezione del popolo col farsi considerare continuatori e discendenti per via diretta, dai Faraoni nazionali di cui la memoria erasi in- grandita dai disastri delle dominazioni assire e perse; e benchè avessero ten- tato apportare una fusione fra i due popoli col favorire il culto misto; pure fra gli egizi ed i greci vi fu sempre un gran distacco per la celebrazione di certi riti. Infatti quelli continuarono ad imbalsamare i loro morti ed i greci 134 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI non tutti adottarono il rito funebre degli egiziani; ma il maggior numero continuò i costumi della loro patria cioè l’incenerimento dei cadaveri, che in Grecia fu così generale che per legge i soli suicidi, i bambini e le persone morte per folgore non potevano abbruciarsi. o La mancanza di avanzi di romani ci fa pensare allo stesso perchè dal fi- nire della repubblica allo scorcio del IV secolo dell'Era volgare la regola ge- nerale era l’arsione sulla pira o sul rogo. CRANI MODERNI Dell’epoca nostra ho avuto occasione di studiare 32 teschi i quali così si suddividono; 22 spettano agli egizi, 12 agli arabi-egiziani, 2 ai nubiani, 1 ai negri e 2 agli ebrei. Il cranio egiziano moderno, benchè, per forma, fosse simile all'antico, pure coll’andar del tempo pare sia andato incontro ad alcune modifiche. Le ossa infatti che lo compongono sono più pesanti, più marcati ne sono i rilievi, più pronunziate sono le impronte degli attacchi muscolari e più sviluppati si mo- strano i processi mastoidei. Del resto come gli antichi sono dolicocefali e mesaticefali. (continua) IL NIDO DELLA VESPA ORIENTALIS van TANA IENDI Altra volta parlando dei nidi di questa Vespa (1), ho detto che essi non sono circondati da quell’ involucro che non manca mai nei nidi di altre vespe; oggi, che ancora una volta sono ritor- nato ad esaminarne parecchi posso, almeno in parte, riconfermare le mie osservazioni e dico in parte, perchè su quattro nidi che ho esplorato in questo mese di ottobre, due erano, come quelli che avevo esaminato gli anni precedenti, sprovvisti di involucro, mentre gli altri due erano cir- condati da questa difesa. Uno di questi nidi, che contava la bellezza di cinque favi o dischi, era internato per un 25 centimetri in piena terra sulla parete esposta a sud di un burrone, esso si trovava posto in una posizione favorevolissima per l' esploratore, tanto che ho potuto scoprirlo da un lato ed a mio comodo esaminarlo in sito. Questo nido non aveva traccia di involucro alcuno, le pareti della buca erano perfettamente levigate e non offrivano passaggio agli agenti atmosferici, così che l’ambiente interno non poteva risentire le variazioni di temperatura; in esso si accedeva per un condotto sinuoso che immetteva proprio sulla faccia superiore del primo favo, cioè del favo più antico, stato iniziato dalla Vespa madre. Un secondo nido, presso a poco nelle stesse con- dizioni, era anche sprovvisto di involucro ; ma gli altri due però, posti in condizioni ben diverse dai primi, mi offrirono delle. perticolarità che io non avevo mai incontrato nelle costruzioni di questa vespa. Uno di questi nidi era collocato sotto il suolo di una strada di campagna, attaccato alla superficie inferiore di un piccolo masso di gesso e circondato da ciottoli ed altre pietre poco coese che formavano il sotto suolo di questa strada; esso portava solamente tre favi, un buon numero di maschi e di femmine erano uscite dalle cellule e mostrava chiaramente, per questa circostanza, che la colonia cominciava a deperire, pur nondimeno vi si trovavano ancora un buon numero di operaie, che bisognò uccidere tutte pria di scoprire il nido. Scopertolo mi sorprese il fatto di trovare intorno ai favi un fragilissimo e sottilissimo straterelio di terra cementata che otturava alcune aperture della buca intorno al nido, specie di meati che, o si internavano tra pie- (1) Il Naturalista siciliano. An. II — 1382-83. "adi RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 195 I PI], ii ze tra e pietra nel suolo della strada o immettevano all’esterno per la parete scoperta della strada esposta al sud; senza dubbio questi straterelli di creta o terra cementata costituivano quell’ invo- lucro che in altre specie di vespa, come abbiamo detto, non manca mai; ma siccome questi stra- terelli di terra non erano continui, nè da tutti i lati circondavano il nido, ma si trovavano sola- mente cola dove la buca offriva degli sfoghi, ben si capiva lo scopo della loro costruzione che era quello di rinchiudere il nido in un dato spazio che possa, senza risentire l’ influenza degli agenti esterni, conservare quella data somma di calore, della quale la colonia, pel suo benessere, ha biso- gno. La scoperta di un involucro nel nido della Vespa orientalis fe’ nascere impellente in me il desiderio di visitare altri nidi, infatti aiutato dal mio carissimo amico Saverio Mauro di S. Ninfa, al quale rendo qui infinite grazie per la cooperazione prestatami nella ricerca di questi nidi e per le gentilezze usatemi, potei studiarne non pochi altri. Un giorno verso la metà di ottobre, il suddetto mio amico facevami sapere d'aver trovato un altro nido che presentava un involucro completo, recatomi sulla località in di lui compagnia, sul ‘declivio di una collinetta e dentro la buca naturale di un masso di gesso, mi fu dato osservare l'involucro di creta che racchiudeva un nido della vespa in parola come in una specie di camera. La buca dove questo nido si trovava collo- cato era piuttosto ampia e bassissima, tanto che mancava lo spazio perchè le vespe avessero potuto costruire due favi l'uno sotto l’altro, potevano invece estendersi in ampiezza e difatti l’unico favo che esisteva in quella buca era larghissimo e di forma irregolare, in qualche modo seguiva la confor- mazione interna della buca stessa ; or bene, questa buca naturale dalla larga apertura e dall’ ampiezza interna, non avrebbe, senza il concorso dell’ arte, potuto mantenere intorno al nido una costante temperatura, perchè allora tutte le alternative degli agenti esterni vi avrebbero avuto facile accesso; l’industrioso insetto però, ben comprendendo questa circostanza, costruiva torno torno al nido quella specie di sottilissima muraglia chinese che attaccandosi al suolo ed alla volta della buca preclu- deva il nido in uno spazio limitato e riparato alle correnti aeree. In generale però, la Vespa orientalis, fabbrica i suoi nidi sprovvisti da involucro e non è che in circostanze sfavorevolissime che questo viene costruito. Il clima della Sicilia è sufficientemente caldo e le vespe non hanno a temere gran che degli sbalzi di temperatura, un esempio palpabilissimo lo abbiamo in un altra Vespa, nel Polistes gallicus che nell’ isola nostra costruisce i suoi nidi all’ a- perto attaccandoli sulle rocce, su gli arbusti, sulle articolazioni del fico d’ india ed in altri siti, mentre essa più a nord costruisce ìî suoi nidi al coperto nelle buche dei muri o al riparo in altri luoghi. Questo fatto ci dimostra che le vespe più che istinto, hanno intelligenza e che a seconda la località e le condizioni sanno modificare i loro costumi adattandosi alle circostanze. Palermo, Ottobre 1894. Tron. DE STEFANI SULLE ILLUSIINI DEI SENSI 7 a Fra le numerose e interessanti illusioni dei sensi comunemente vengono inclusi certi feno- meni, che, lungi dall’ essere effetto d' uno stato psichico anormale, trovano piuttosto spiegazione in cause materiali. Consideriamo a tale proposito alcuni fenomeni ottic Quando la circolazione del sangue si effettua in modo alquanto anormale; per soverchio afflusso al capo, può accadere all'individuo miope di vedere d’ un tratto una gran quantità di bollicine o vescicole o stellette che si allontanano divergendo fra loro, e questo fenomeno dura soltanto pochi secondi. La detta circostanza che il fenomeno richiede, e l’ esser questo accompagnato da gravezza di capo, dimostrano che non si tratta di un effetto puramente psichico, cioè non di una illusione; e a seria conferma di ciò viene poi il fatto che la presenza di tali bollicine può divenire costante, rivelandosi essi all’ oftalmoscopio come chiazze di sangue stravasato dai capillari del fondo ocu- lare. Questo sangue forima poi dei grumetti che insieme riunendosi, formano uno scotoma mobile d’aspetto quasi opaco, rassomigliante ad una mosca, almeno grossolanamente. Da ciò, se non erro, 156 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI è derivato propriamente il nome di mosche con cui si designa questo stato morboso dell’ occhio. L’ apparizione solo momentanea delle bollicine invece (fenomeno detto delle mosche fisiologiche) può spiegarsi ammettendo che il sangue, appena uscito dai capillari, in luogo d’internarsi fra le membrane sia prontamente riassorbito, così da non lasciarne conseguire l’iperemia. Si tratta qui. adunque di un male che si elimina al momento stesso del suo sviluppo: si tratta di un caso fisio- logico, non psichico e illusorio, I fosfeni sono immagini luminose che impressionano l’ organo visivo in causa di una com- pressione laterale dello stesso (nel qual caso veggonsi le stelle così dette), oppure si manifestano senza alcuna causa apparente. La frequenza dei fosfeni costituisce la fotopsia con cui si designa uno stato patologico risultante da iperestesia del nervo ottico e della retina, sia primitiva, sia se- condaria. Ma tale fenomeno, anch' esso noverato fra le illusioni ottiche, trova spiegazione mate- riale nel fatto della presenza del fosforo negli cechi, anzi l'intensità della fotopsia è forse in ra- gione diretta della quantità di fosforo contenuta nell’ organo visivo, oltrechè dell’ iperestesia. Che i fosfeni non siano illusioni ottiche lo prova il fatto che quando l’ individuo che ne è affetto tro- v si in luogo oscuro, essì stessi possono, sebbene in rari casi, diventare visibili ad altre persone. Sono ben noti specialmente i riflessi e i lampi tramandati dagli occhi del gatto nell’oscurità e questi lampi impressionano certamente l’ organo stesso che li tramanda. Meno accentuato e più raro si effettua questo gatteggiamento negli occhi delle persone. Il fatto delle goccioline di pioggia, che nello scendere appaiono ai nostri occhi come lunghis- simi fili, lungi dall’ essere semplice illusione nel senso in cui intende il psichico, è un effetto ve- ramente ottico, perchè, fintanto che guardiamo le goccioline, il fenomeno della visione perdura, e passando rapidamente ogni gocciolina ad occupare punti successivi dello spazio, la retina passa a percepire una nuova impressione prima che l’altra precedente siasi completata. È ciò che di ana- logo succede guardando un tizzone acceso che muovasi rapidamente. — Se ora invece guardiamo per qualche tratto il sole che tramonta, l'impressione che si trasmette pel nervo ottico al cer- vello, può essere così forte, che anche per varii secondi dopo averne distolto lo sguardo sì presenti a brevi intermittenze lo stesso colore rosso-gialliccio che ci ha impressionato, e lo vediamo a macchie sul suolo, sui muri, sugli alberi ancorchè verdi, ecc. Dicesi che ciò è effetto dell'imma- gine che « persiste ancora sulla retina », ed è giusto: ma ben possiamo questo fenomeno consi- derare come un'illusione, poichè in esso, come in iutte le altre sensazioni postume, la causa è cessata pur mantenendosi l’ effetto. Sassari, Ottobre 1894. GRILLO NicoLò RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle qualiè segnato il costo, ed anche le altre se possibile. ene 1!" co ——r_@——__t__" GOURRET doct. P. Les pécheries et les poissons de la méditerranée. (Paris 1894. J. B. Baillière et fils. Pag. 360 avec 109 fig. Cartonné. Fr. 4) a trattazione del soggetto è divisa in 5 parti: Nella prima si parla dei luoghi di pesca, della configurazione e delle modificazioni delle coste, natura e diversità dei fondi, venti e correnti, regime doi pesci, pesci sedentari e viaggiatori. Nella seconda sono estesamente indicati i diversi modi di pesca, con la descrizione e la figura dei varii ordigni necessari e con tutti gli ammaestramenti per cttenere un buon intento. La terza si occupa dell'influenza che esercitano sulla fauna ittiologica le trasformazioni delle coste, le gettate a mare, i fanghi dci fiumi, gli animali voraci ecc. Nella quarta sono esposte le misure protettive necessarie per il ripopolamento delle acque. Nella quinta ed ultima parte, si trova l'elenco dei pesci che fre- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1837 quentano il golfo di Marsiglia e regioni vicine, con la indicazione del loro nome scientifico e po- polare, dei loro costumi, della loro rarità, modo di catturarli ece. L° egregio A., che è vice direttore della stazione zoologica di Marsiglia, ba fatto opera utilis- sima pubblicando questo volume, che volgarizza quanto ha relazione con la interessante questione della pesca, della conservazione delle specie e del ripopolamento delle acque. Il volume è adorno di 109 fig. e costa Fr. 4 legato in tela. (In Italia, franco a domicilio L. 4,70). KERREMANS CH. Enumération des buprestides recueillis par M' le dr. E. Modigliani èà Sumatra, dans la région du lac Toba. (Genova 1894. Annali Museo civico di Stor. nat. vol. XIV. Estratto di pag. 16 in 8.9) Sono 30 le specie registrate e fra queste, 20 nuove, delle quali è data la diagnosi, la descrizione e diverse notizie. VINASSA dr. E. Resoconto del laboratorio cantonale d’ igiene per l’ anno 1893. Bellinzona 1894. Tip. cantonale, Pag. 36 e 3 quadri in 8.° p.) Oltre la relazione annuale, con- tiene il resultato degli analisi di alcune acque e di sostanze diverse, nonchè uno studio sui vini ticinesi. DE BLASIO dott. ABELE. Intorno a tre centurie di pregiudicati napoletani. (Napoli 1894. Tip. Gennaro. Pag. 16 in 8.°) Quella estesa società di malfattori napoletani, che si chiama la Camorra, è tale una piaga sociale, che vale la pena davvero di essere studiata anche antropologicamente, perchè pure dai caratteri e dalle sembianze esteriori si possono ritrarre inte- ressanti concetti ed amma-stramenti. Sono ben trecento i napoletani dei quali l’ egregio A. si occupa, ed appartengono tutti a quella canaglia che baldanzosa ritorna dalle galere. Egli cominciando dal Capintesta o capo camorrista, che viene eletto anno per anno dai soci maggiori, ne studia i caratteri esteriori e li paragona con quelli degli uomini onesti. Dieci figure riproducono i tipi principali di questi pregiudicati. PREDA AGILULFO. Sopra alcuni frutti di Pirus malus ver. appina. (Firenze 1894. Nuovo gior. bot. italiano n. 2. Estratto di pag. 8 in 8.9) Ricordati parecchi tipi del Pirus malus che presentano costantemente frutti a polpa traslucida e parlato della struttura anatomica che presentano i frutti sani di P. malus var. appina, sì trattiene su di alcuni frutti di questa varietà di mele che egli ha trovato avere porzioni traslucide o come macchiate di olio, e ne fa pure lo studio microscopico e chimico. VITALE geom. FRANCESCO. La verità su le nostre viti americane. (Messina 1894. Tip. D'Angelo. Pag. 32 in 8.° p. Prezzo L. 0,50) Dice l’ egregio A.: « Dal giorno in cui il . « primo ceppo di vite americana si pianto nelle nostre contrade, e potrei perfino dire, dal giorno « in cui il primo vinacciuolo di quelle viti si seminò, ho seguito accuratamente lo svolgersi di « questa nuova coltura e, spettatore spassionato, ho giudicato con meno ottimismo dei molti sedi- « centi viticultori e con meno pessimismo delle solite ostriche del progresso viticolo. Non ho in- « consultamente lanciato su quella strada i proprietari, nè li ho distolti per altri sentieri : con pru- « denza e cautele infinite, invece ne invogliai parecchi, e più che altro ho proceduto io stesso da « viticultore pel.... cammin silvestro. Oggi lo sconforto dei molti mi preoccupa non per le loro « geremiadi, ma per la messinese viticultura. Hanno ragione i più di lamentarsi? No! » E cominciando dal rammentare la grande confusione che regnò sovrana nei primi tempi in cui le viti americane venivano raccomandate come la salvazione dalla fillossera, fa sopra tutto ri- salire a questa confusione la colpa degli insuccessi ottenuti e ciò per la cattiva scelta delle varietà e anche per la sbagliata coltura. Parla quindi in genere delle viti americane e poi del loro adat- tamento, innestatura, potatura, concimazione, ecc. Il volume è posto in vendita per Cent. 50. J. SCHMIDT. Ueber einige Histeridae von dr. E. Modigliani auf der Insel En- gano gesammelt. (Genova 1894, Annali Museo civico di St. nat. Vol. XIV. Estratto di pag. 4 in 8.9) Fra le 16 notatevi, troviamo la descrizione delle seguenti nuove specie: Platysoma den- satum. P, minoratum, Idister Modigliani. 138 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI COIN EI RE nu tet6e.@.@!@l(@@@ = ia PERUGIA A. Viaggio di Lamberto Loria nella Papuasia orientale XIII. Pesci di acqua dolce. (Genova 1894. Annali Museo civico di st. nat. Vol. XIV. Estratto di pag. 8 in $.°) Fra il ricco materiale zoologico raccolto dall’ egregio esploratore dott. Loria e spedito al Museo civico di Genova, figurano pure diversi pesci di acqua dolce che studiati dal prof. Perugia, resultano appartenere a 9 specie, di cui 2 nuove per la scienza: Aristeus Loriae e Lambertia atra, quest’ ultima, forma anche un genere nuovo. SCHIAVAZZI GIUSEPPE. I lepidotteri diurni (Rhopalocera) del livornese. (Livorno 1894. Belforte e C.° edit. Pag. 116 in 16.° Prezzo L. 2) È un libro raccomandabile ai non pochi giovani che si dedicano alla raccolta dei lepidotteri. Quantunque il titolo sia molto modesto, il volume si occupa di tutto quanto ha relazione con la ricerca, allevamento, preparazione e conser- vazione dei lepidotteri ; quindi trattà delle classificazioni e passa poi alla deserizione di 90 fra specie e varietà, di alcune delle quali riproduce la figura. Il volume è in vendita al prezzo di L. 2. GARELLI prof. ALESSANDRO. Le patate di gran reddito. (Torino 1893. L° Eco- nomia rurale. Estratto di pag. 56 in 8.) Le patate di gran reddito sono ormai una risorsa per l'agricoltura e ne formano un vero progresso. Vi sono quelle foraggiere, quelle industriali e quelle per uso domestico. L’ egregio A., che è pure un grande coltivatore di queste patate, nella sua te- nuta di Castello di Macello, ne parla diffusamente e con grande entusiasmo, dividendo lo svolgi- mento del tema nei seguenti capitoli: 1.° Le patate di gran reddito e l’ alimentazione del bestiame. 2.0 La patata di gran reddito nell’ economia domestica. 3.° Le patate di gran reddito e la fabbri- cazione della fecola. 4.° idem e la distillazione dell’ alcool. 5.° idem e la pellagra. 6.° Le migliori varietà di patate di gran reddito. 7.° Il presente e l'avvenire della coltivazione delle patate in Italia. Appendice: Coltivazione delle patate di gran reddito. MELCHIORRE dott. prof. BORZONE. Nozioni di fisica, chimica e mineralogia ad uso delle scuole tecniche e delle preparatorie alle normali. (Torino 1894. G. B. Paravia edit. Pag. 132 in 8.° con 91 fig. L. 1,60) Ci sembra che l’ egregio A. abbia ben raggiunto il suo scopo, che era quello di esporre gli elementi necessari per facilitare la via a chi muove ì primi passi nello studio della Fszca, della Chimica e della Mineralogia. I giovani studenti avranno in questo libro una guida facile, chiara, per meglio apprendere le lezioni dei loro professori, e questi pure troveranno perciò un buon ausiliare in questo lavoro del prof. Borzone. Il volume è illustrato con 91 figure e costa L. 1,60, presso l’ autore in Loano. CORTI dott. EMILIO. Aggiunte alla fauna ditterologica della provincia di Pavia. (Firenze 1894. Bullettino Soc. entomol. italiana. Trim. III. Estratto di pag. 8 in 8°) Indicate lc località esplorate, dà la nota della seconda centuria di ditteri da lui raccolti e che sono nuovi per la provincia di Pavia; fra essi, alcuni sono nuovi per l’Italia. Vi si notano pure alcune correzioni alla prima centuria pubblicata lo scorso anno. Riunendo le 600 specie gia studiate dal prof. Bezzi e queste 200 dell’ egregio A. si ha un totale di 800 specie di ditteri rinvenuti in quella provincia. MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO. Zootecnia. Provvedimenti a vantaggio della produzione equina negli anni 1893-94. (Roma 1894. Tip. Bertero. Pag. 248 in 8.° L. 1,50) È la solita relazione annuale che pubblica la Direzione ge- nerale dell’ agricoltura e forma il 206.° volume degli Annali dell’ agricoltura italiana. BroGI CONSIDERAZIONI SULLA INTELLIGENZA DEGLI ANIMALI per il prof. Grillo Niccolò Volume di 70 -pag. in-8 L 1,00. Franco e assicurato L. 1, 15. _ ____rr_—1___——_r_r_T7_x#————————————————————————————————————————1@—=@ AVIFAUNA MARGHIGIANA per il prof. Vincenzo Gasparini. Descrizioni e ricerche diagnostici in tutte le specie dell’ Avifauna italica. Volume di pag. 296 in-8 L. 5. Franco ed assicurato L. 5,90. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 139 BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1898 L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. —— —— =" "——————€k Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in queste note bibliografiche, sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copia delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. —rrrreP>r—e—ra era na Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. (continuazione) 287 Sacco dott. F. I molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Liguria. Parte XIV. (Strombidae, Terebellidae, Chenopidae, Haliidae) (Ibidem n. 165 pag. 2 con 2 tav.) 288 Salvadori T. Intorno alla Merula alpe - stris, Brehm (Ibidem n. 152 pag. 8 in 8.°) 289 Sancasciani dott. G. Libera uccella- gione in libero stato. (Firenze. Giorn. di Agricol. e Comm, n.-5. Estr. di pag. 8 in 8.9) 290 Sangalli G. Echinococchi, larve d’ 0e- strus nell’ uomo. (Milano. R. Ist. Lomb. di sc. e lett. fasc. 16 pag. 641-47 e Gazzetta medica tom. 5 n. 6). 291 Schilsky J. Un nuovo Dasytes di Si- cilia. (Palermo. Il Naturalista siciliano n. 1-2 pag. 15-16). 292 Schmidt J. Viaggio di L. Loria nella Papuasia orientale - VIII - Histeridae. (Genova. Annali del Museo Civico di st. nat. vol. 13 pag. 231-40). 293 Schneiderff R. Protezione degli uccelli. Petizione del Comizio Agrario di Firenze al Con- siglio Provinciale. (Firenze. Tip. pei Minori Corrigendi). 294 Schwarz O. Cardioplorus albofasciatus n. sp. (Palermo. Il Nat. Sicil. n. 1-2 pag. 1). 295 Senna A. Contribuzioni allo studio dei Brentidi. Nota XVI. Brentidi raccolti nell'isola di Engano dal dott. Elio Modigliani. (Genova. Annali Museo Civ. di st. nat. vol. 13 pag. 2056-84). 296 Senna A. Contribuzione allo studio dei Brentidi. Nota XVII. (Firenze. Bull. Soc. entomol. ital. Trim. 2 pag. 117-35 con tav.) 297 Sergi prof. G. Catalogo sistematico delle varieta umane della Russia. (Padova, Boll. Soc. veneto-trentina di sc. nat. n.3. Estr. di pag. 20 108.9); 298 Sergi prof. G. Varietà umane miero- cefaliche e pigmei di Europa. (Roma. Boll. R. Accad. medica fasc. II. Estr. di pag. 42 con 21 fig) 299 Setti E. Elminti dell’ Eritrea e delle re- gioni limitrofe. (Genova. Atti Soc. Ligustica sc. nat. e geogr. vol. IV, pag. 21 con tav.) 300 Sicher E. Due nuove specie di Acari del genere Knemidocaptes. (Padova. Bull. Soc. ve- neto-trentina sc. nat. Tomo 5 n. 3 pag. 134-37). 301 Silvestri A. Su di alcuni del Mare Ionio. (Roma. Mem. dell’Accademia Pontificia Nuovi Lincei. Estr. di pag. 5$ in 4.9 foraminiferi con 4 tav.) 302 Silvestri F. Nuova contribuzione allo studio dell’ avifauna umbra. (Roma. Boll. Soc. Romana per gli studi zool. fasc. IV, V, VI. Estr. di pag. 28 in 8.°) 303 Sonsino P. Trematodi di anfibi della collezione del museo di Pisa. (Pisa. Atti Soc. Toscana Sc. nat, vol. VIII pag. 183-90). 304 Sonsino P. Nota intorno al Distomum horridum Leidy e al D. ovocaudatum Volpian. rettili e di (Ibidem pag. 215-17). 305 Sonsino dr. P. Sul Distomum ovocau- datum Volp. (Firenze. Monitore zoolog. ital. n. 3 pag. 63-64). 306 Stefanelli P. Terza memoria intorno alla conservazione delle libellule a colori fugaci. (Firenze. Bull. Soc. entomol. ital. Trim. I pag. 3-11). 307 Stossich M. Note elmintologiche. (Trie- ste. Boll. Soc. adriatica di Sc. nat. vol. XIV pag. 83-90 con l tav.) 308 Stossich M. Il genere Angiostomum Dujardin. (Ibidem, pag. 91-95). 309 T. Sulla epizoozia tifoide o cholera dei polli. (Milano. La difesa dai parassiti, n, 7 pag 00-51). 140 RIVISTA ITALIANA DI 310 Targioni Tozzetti A. Alcune osser- vazioni intorno agli studi sulla filossera della vite, del cav. F. Franceschini. (Firenze. Buil. Soc. entomolog. ital. Trim. l pag. 25-32). 311 TestiF. Su alcuni emitteriì eterotteri del Modenese. (Modena. Atti Soc. dei nat. fase. 3 pag. 203-212). 312 Thorrel T. Scorpiones exotici R. Musei Historiae Naturalis Florentini. (Firenze. Bull. Soc. entomol. ital. Trim. IV pag. 356-87). 313 Tiburtino A. Note igieniche per i ca- valli ammalati. (Siena. Boll. del nat. n. 7 pag. 93). 314 Tirrito R. Uso delle vinaccie come fo- raggio supplementare dei bovini. (Catania. L’agri- coltore Calabro siculo, n. 16 e seg.) 315 Todaro F. Sull’ organo visivo delle Salpe. Nota. (Roma. Rendie. R. Accad. dei Lincei. Cl. delle sc. fisiche, mat. e nat. Sem. II fase. 12 cou fig.) 316 Todaro F. Sopra lo sviluppo della Seps calcides. (Roma. Pubblicazione del R. Ist. di Anat. normale. Vol. 3 fase. 1 con tav.) 317 Tommasini prof. C. Insettì nocivi alla vite. (Milano. Il Villaggio n. 863 con fig.) 318 Torossi prof. dott. G. B. L’ embrione del Boa constrictor. (Vicenza. Tip. S. Giuseppe pag. 12 con l tav. in 8.°) 319 Torossi prof. dott. G. B La collezione. zoologica del dott. Giuseppe Scarpa di Treviso. A proposito di una salamandra. (Treviso. Tip. della Gazzetta, pag. 16 in 16.°) 320 Trevisani G. Alimentazione del pollame e modo di aumentare la fecondità delle galline. (Torino. Gazzetta delle Campagne, n. 35 pag. 279- 80. Dal Piemonte Agricolo). 321 Trevisi dr. L. Effetti e trattamento del- l'aborto negli animali. (Milano. Gazzetta agri- cola, n. 49). 322 Trois E. F. Sulla comparsa accidentale dell’Echeneis Navcrates nel golfo di Venezia. Nota. (Venezia. Atti Istit. Ven. sc., lett. ed arti, disp. 10 pag. 1636). 323 Tuccimei G. Per la verità e per la scienza. (Roma. Tip. della Pace. Pag. 6 in 8.9) 324 Ubertino. Il cane di puro sangue ed il cane da servizio. (Milano. Riv. di Sport., n. 34 e seg.) 325 Ugolini prof. U. Un altro nemico della vite. Antispila Rivillei Staint. (Padova. Raeco- glitore, n. 14. Estr. di pag. 8 in 8.9) 326 Valenti A. Un nuovo indicatore micro- SCIENZE NATURALI grafico, applicabile a qualunque microscopio a tavolino quadrangolare, (Roma. Gaz. medica fasc. 9 pag. 193-209). 327 Vallon G. Ardetia minuta. (Trieste. Bull. Soc. adriatica di Sc. nat. vol. XIV. Estratto di pag. 16 con 2 tav. colorate). 3238 Vallon G. Contribuzioni allo studio sopra alcuni uccelli delle nostre paludi e della marina. (Ibidem. Estr. di pag. 12 con 2 tav. colorate). 330 Varaldi dott. L. Sui rapporti tra le andature ed i movimenti respiratori del cavallo. (Torino. Moderno Zooiatro, n. 6 pag. 104-109). 352 Vinassa de Regny P. E. I molluschi dei terreni terziari delle Alpi Venete. (nota preventiva). (Pisa. Atti Soc. Tosc. di Sc. nat. vol. VII pag. 217-23). 333 Vinciguerra D. Di alcuni pesci rac- colti nel paese dei Somali dall’ ing. L. Brichetti- Robecchi. (Genova. Annali Museo civico di st. nat. pag. 448-505). 334 Vinciguerra D. Catalogo dei pesci delle Isole Canarie. (Milano. Atti Soc. italiana di Sc. nat. fasc. 3 pag. 295-334). 339 Vinciguerra D. Sulle appendici bran- chiali nelle specie mediterranee del genere Den- tex. (Roma. Boll. Soc. romana per gli studi zool. fasc. 1-2-3 pag. 50-70 con l tav.) 336 Vinciguerra prof. D. Sulla presenza di un Ghiozzo d’acqua dolce nei dintorni di Roma. (Ibidem, fasc. 7-8, pag. 213-222). 337 Vinciguerra prof. D. Sulla introdu- zione del Salmone di California nel lago di Ca- stel Gandolfo. (Ibidem pag. 253-264). 338 Vitale F. Catalogo sinonimico e topo- grafico dei Curculionidi di Sicilia. (Palermo. Na- turalista Siciliano, n. 7-8 pag. 156-63). 339 Vlacovich G. P. Sulla moltiplicazione dei corpuscoli parassiti nel Bombice del gelso per scissione trasversa. (Padova. Boll. di bachi- cultura, n. 4 e seg. con tav.) 340 V. KR. Perchè assomigliamo ai nostri pa- renti? (Siena. Riv. ital. di sc. nat. n. 8 pag. 99-100). 341 Zoja dr. R. Le cellule colorate dell’ec- toderma di alcuni :droidi. (Pavia. Boll. scientif. n. 2 pag. 42-50 con l tav.) 342 Zoja dr. R. Contribuzioni allo studio delle sostanze cromatofile nucleari di Auerbach in alcuni ciliati; nella ovogenesi e nella fecon- dazione dell’ Ascaris megalocephala ; nelle uova SID partenogenetiche dell’Ap/is rosae. (Ibidem, n. 2 e seg.) i 343 Zuccarelli A. Divorzio e scienza an- tropologica. (Napoli. Tip. Tacco. Pag. 46 in 8.9) 344 * * * * Loca nelle sue specie e varietà. (Milano. Gazzetta agricola, n. 9). 345 * * * * Piscicoltura. (Milano. Il Villaggio, n. 865 con fig.) Botanica - Paleofitologia - Agricoltura. 346 Acqua C. Ricerche sul polline germo- gliante della Vinca major. (Firenze. Bull. Soc. bot. italiana, n. 7 pag. 3738-78). - 347 Ager I. La Luna e sue influenze sulle faccende campestri. (Milano. Corriere del Vil- laggio, n. 14). 348 Aloi A. Brevi (Catania. L’ agricol. Calabro-sicùlo. In corso di pubblicazione nei diversi fascicoli). 349 Arcangeli G. Sulla Larrea cuneifolia e sulle piante bussola. (Firenze. Bull. Soc. bot. italiana n. 1 pag. 46-48). nozioni di frutticultura. 350 Arcangeli G. Alcune esperienze suile foglie di Nuphar. (Ibidem n. 3 e 4 pag. 191-94). 851 Arcangeli G. Piante rare italiane (Ru- bus incanescens Bert. e Centaurea Diomedea Gasp.) (proc. verb.) (Ibidem, n. 4 pag. 212-153). 392 Arcangeli G. Bongardia Rauwolfi. C. A. M. (proc. verb.) (Ibidem, pag. 212). 303 Arcangeli G. Sopra varie mostruosità dell’ Ajax odorus Car. e della sua probabile ori- gine. (Ibidem, n. 5 pag. 290-935). 354 Arcangeli G. Relazione sulle comunica- zioni inviate alla Presidenza della Commissione per l'esplorazione della flora italiana. (Ibidem n.3 pag. 447-54). 355 Arcangeli G. Sopra alcuni Narcissus. (Ibidem, n. 8 e 9 pag. 480-83). 306 Arcangeli G. Sopra l’infiorescenza di una pianta di Nepenthes. (Ibidem n.9 pag. 511-12). 307 Avetta C. Sui cistoliti delle foglie del ge- nere Coccinia. (proc. verb.) (Ibidem n. 4 pag. 209). 358 Baldacci A. Escursione botanica allo scoglio di Saseno. (Ibidem, n. 2 pag. 80-84). 359 Baldacci A. Ricordi di un viaggio bo- tanico fra Prevesa e Janina. (Ibidem, pag. 84-88). 360 Baldacci A. Osservazioni sulla rami- ficazione del Symphytum orientale L. applicate RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 141 al genere Symphytum L. (Ibidem n. 6 pag. 337- 41). 361 Baldacci A. Osservazioni sulla natura simpodiale di alcune infiorescenze di Boragginee. (Ibidem, n. 7 pag. 373-97). 362 Baldacci A. Sulla ramificazione delle Apozinee. (Ibidem, pag. 397- 401). 363 Baldacci A. La stazione delle « doline » Studi di geografia botanica sul Montenegro e su gii altri paesi ad esso finitimi. (Firenze. Nuovo 37-51). 364 Balsamo F. Piante delle Canarie e del Congo. 1.* centuria. (Napoli. Boll. Soc. africana d’ Italia fasc. VII-VIII pag. 125-34). 365 Bandini avv. I. Pertosfati d’ossa, 0 perfosfati minerali? (Siena. Bull. del Comizio 18. Estr. di pag. 4 in 8.9) 366 Barbero E. Piante foraggiere ausiliarie, adatte per annate asciutte. (Torino. Gazzetta delle campagne n. ll con 2 fig.) 367 Bargagli P. Escursioni nel Tirolo. (Fi- Giorn. bot. italiano n. 3 pag. Agrario, n. . renze. Boll. Soc. bot. italiana n. 2 e seg.) 368 Baroni E. Licheni raccolti dal prof. E. Rodegher nell’ Italia superiore. (Ibidem, n. 2 pag. 70-77). 369 Baroni E. Notizie e osservazioni sui rapporti dei Licheni calcicoli col loro sostrato. (Ibidem, u. 3 pag. 1836-41). 370 Baroni E. Sulla struttura delle glandole fiorali di Pachira alba Parl. (Ibidem, n. 4 pag. 233-397). 371 Baroni E. A proposito di una comuni- cazione di L. Micheletti che ha per titolo: Ochro- le:hia parella var. isidioidea Mass. (Ibidem, n. 5 pag. 141-43). 372 Baroni E. Una nuova specie di Arzsae- ma. (Ibidem, n. 10 pag. 3515-17). 373 Baroni E. Osservazioni sul Polline di alcune Papaveracee. (Firenze, Nuovo Giorn. bot. italiano n. 2 pag. 1830-35). 574 Baroni E. Ricerche sulla struttura isto- logica della Rohdoa japonica Roth. e sul suo pro- cesso d’impollinazione. (Ibidem n. 3 pag. 152-75). 375 Bolzon dott. P. Seconda contribuzione alla flora di Pianosa. (Firenze. Boll. Soc. bot. italiana n. 3 pag. 164-66). 276 Bolzon dott. P. Erborizzazione all'isola dell’ Elba. (Ibidem. Estr. di pag. 56 in 89) 377 Bresadola don G. Di due specie inte- ressanti di funghi della flora micologica italiana. 142 RIVISTA ITALIANA DI (Rovereto. Atti dell’ I. R. Accad. degli Agiati pag. 7-12 con 2 tav.) 378 Brizi U. Su alcune briofite fossili. (Fi- renze. Bull. Soc. bot. ital. n. 7 pag. 369-73). 379 Bruttini A. Sulla composizione di un morchione dei frullini. (Firenze. Giorn. l’Agri- coltura ital. fasc. 260. Estr. di pag. 8 in 8.°) 380 Calvi A. Potatura delle diverse specie fruttifere. (Milano. Corriere del Villaggio n. 4). 381 Candeo D. A. La potatura delle viti. (Riposto. La Sicilia vinicola n. 10). 382 Caruana Gatto conte A. Dello stato presente delle nostre cognizioni sulla vegetazione ‘Maltese. (Genova. Atti del Congr. bot. internaz. Estr. di pag. 10 in 8.9) 383 Caruel T. L'Orto e il Museo botanico di Firenze nell’ anno scolastico 1891-92. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital. n. 1 pag. 15-19). 384 Caruel prof. T. Agrostis alba, forma vi- vipara. (proc. verb.) (Firenze. Bull. Soc. bot ital. n. 9 pag. 6510-11). 389 Cavazza D. Per il miglioramento della frutticulturainItalia. (Milano. Il Villaggio, n.999). 386 Chiovenda E. Intorno a due forme ve- getali appartenenti alla flora Ossolana. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. n. 1 pag. 9-11). 387 Chiovenda E. Un nuovo ibrido del ge- nere Viola L.: Viola Rossti (Vicla pinnata Xx uliginosa (Ibidem n. 4 pag. 207-9). 388 Chiovenda E. Una nuova Viola del gruppo delle Swaves. (Ibidem n. 5 pag. 2853-88). 389 Cicioni G. Forme notevoli di alcune specie botaniche nel Perugino. (Ibidem n.8 pag. 476-80). SCIENZE NATURALI 390 Clerici F. La Maclura aurantiaca in rap- porto alla bachicoltura. (Casale Monferrato. Il Bacologo italiano, n. 26 pag. 201). 391 Clerici ing. F. Su di una antica malat- tia del gelso. (Ibidem, n. 37 pag. 290-92) 392 Cobelli R. Osservazioni sulla fioritura e sui pronubi di alcune piante. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital. n. 1 pag. 5-15). 393 Cobelli R. Un’ escursione floristica in Serrada. (Ibidem n. l pag. 22-37). 394 Colacito A. Biologia della Peronospora. (Milano. Gazzetta agricola n. 18 e seg.) 395 Corti dr. B. Le diatomee delle acque albule. (Pavia. Boll. scientifico n. 1 pag. 21-25). 396 Corti dr. B. Diatomee di alcuni depositi quaternari di Lombardia. (Ibidem, n. 4 pag. 123- 24). 397 Cugini C. Breve descrizione delle prin- cipali e più comuni malattie della vite. (Pia- cenza. L'Italia Agricola, n.21 pag. 491-983 con fig.) 398 D’ Avino A. Sulle cellule a mucillaggine di alcuni semi e sul loro sviluppo nel pericar- pio della Salvia e di altre Labiate. (Napoli. Boll. della Soc. di nat. fasc. III pag. 147-58 con 2 tav. di 19 fig.) 399 De Bonis A. Fecondazione occasionale della Platanthera bifolia Rich. per mezzo del vento. (Siena. Riv. Ital. di sc. nat. n. 2 pag. 21-22). 400 De Bonis A. Le piante del Polesine. (Firenze. Boll. Soc. bot. italiana. Estr. di pag. 8 in 8.9) (continua) UN BON JOURNAL A nos lectrices qui nous prient de leur indiquer un bon Journal de Mode, nous avons toujours conseillé « La Saison ». Elles nous ont toutes remerciées de notre choix. Nous recevons ce jour, de cette complète pubblication, Jes feuilles du N.° du 1. octobre. Il contient 71 gravures inédites, se décomposant comme suit : 51 modéles de véternents pour dames, jeunes filles, gargonnets et enfants. 14 modéles de broderies et autres travaux d’agrément. © modéles de chapeaux et coiffures. l modéle de corset. ‘ En plus de la description des gravures, du courrier de la mode, un article illustré relatif aux nouveautes qui viennent de paraître ou qui vont éclorer. « La Saison » commence captivant un ro- man inédit « La faim et la soif » par Mary FLoran, une planche annexe renferme 25 patrons tra- cés de la mode nouvelle et 35 motifs d’ ornement, initiales, etc. Une belle aquarelle complète cette incomparable publication dont le prix d’abonnement n'est que de fr. 3 par trimestre, fr. 9.50 l'an. Demandez un numéro spécimen gratuit, 25, rue de Lille, Paris. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 143 Per secondare il desiderio espressoci da alcuni abbonati poniamo in vendita i singoli fascicoli delle annate arretrate di questi periodici e diamo qui l’ elenco dei PRINCIPALI SCRITTI FINORA PUBBLICATI. Ogni fascicolo franco di porto costa cent. 25, ma se vi sono figure il prezzo è variabile e viene comunicato ad ogni richiesta. Agli autori che richiedono i fascicoli contenenti i loro scritti ed a coloro che acquistano di- versi fascicoli il prezzo sara molto ridotto. A chi rimette 10 cent. in più, l’invio viene fatto raccomandato. altrimenti non si resta re- sponsabili degli smarrimenti postali. A coloro che in luogo degli intieri fascicoli che contengono sempre diversi articoli, desiderano avere le sole pagine che comprendono il soggetto domandato, il prezzo viene ribassato-fino anche a 10 centesimi per articolo. Oltre gli articoli qui sotto elencati, trovansi sparsi nei diversi fascicoli, una grande quantità di annunzi bibliografici, notizie di caccie, catture interessanti, note zoviogiche, zootomiche, bo- taniche, mineralogiche, geologiche ecc., insegnamenti pratici, invenzioni e scoperte, notizie ed insegnamenti di agricoltura, orticoltura e giardinaggio, lotta contro i parassiti, entomologia agraria, mostruosità, ibridismi ecc. ecc. A chi li desidera, inviamo gruppi speciali di tali articoli a loro scelta ed a prezzi mitissimi. Chi desidera risposta, schiarimenti ecc., scriva in cartolina doppia od unisca il francobollo per la risposta. Si accettano in cambio libri ed opuscoli di storia naturale. N. B. Nelle parentesi che trovansi dupo la indicazione degli articoli, i numeri romani indi- cano l’ annata ed i numeri arabi i singoli fascicoli nei quali gli articoli si trovano. 4Z00LOGEÀ (Continuazione vedi il fascicolo del 15 Ottobre) De Blasio A. Intorno ad un altro cranio archeolitico rinvenuto nel comune di Arpino. (Xi, 3. Con 4 fig.) — Un sepolcro dell’ età del bronzo in provincia di Benevento. (XI, 4, Con 2 fig. L. 0,50). — Persistenza della forma cranica nella provincia d’Aquila dall'epoca neolitica ai tempi nostri. (XI, 6, 8, 9, 10. Con 8 fig.) — I crani dei Sanniti. (XII, 1, 3, 0, 6, 7, 8). — Sopra un cranio artificialmente deformato. (XII, 9. Con l fig.) -— Dieci mesi di ricerche preistoriche in provincia di Benevento. (XIII, 7). — Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana. (XIII, Lg EV 0123 ccon' fig.) Dei A. Tre specie di uccelli da aggiungere alla fauna ornitologica Senese-Grossetana. (VI, 2). — Teratologia. (VI, 12). — L’ Aphrophora spumaria. (VIII, 8). — I Rincoti in generale e gli Afroforidi, o Cicadelle, in particolare, studiati nell'interesse della scienza e dell’ agricoltura. (IX, 15, 17). — La Colombella (Columba oenas Linn.) ed il Piccione torraiolo (Columba livia Briss.) (X, 6). — Ibridi ed incroci. (X, 7). Del Prete R. Strumenti utili per i collezionisti conchigliologhi. (VIII, 2). Del Sere A. Sul modo di conservare le larve e le crisalidi dei Lepidotteri. (IX, 18). De Rauschenfels A. Le api del Surinam. (X, 4). De Stefani Perez T. Una proposta agli imenotterologi. (XII, 1. — Proposta di un cata- logo descrittivo degli Imenotteri europei. (XIII, 2). — Catalogo descrittivo degli Imenotteri europei. (XIII, 4), ;— Utilità degli Imenotteri parassiti. (XIII, 4). Direzione. Le deliberazioni del primo congresso dei cacciatori italiani tenutosi in Pavia. 1) 144 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI. Dubini A. A che si riducono i principali fattori per avere, in un grande apiario, un forte prodotto, in miele. (IX, 18). Eletti O. Malattie più comuni nei pappagalli. (VIII, 3). Fabani C. Nota intorno ad alcuni casi di anomalie nel colore degli uccelli. (XII, 1). — Spie- gazione intorno alle cause dell’ isabellismo, melanismo ed albinismo negli uccelli. (XII, 1). — Altre osservazioni intorno alle cause dell’ albinismo anomalo e periodico. (XII, 5). — Studi sul mimetismo. Curiosi casi d’ adattamento. (XII, 5). — La teoria delle somiglianze nei colori degli uccelli, ossia studio sul mimetismo nel colorito degli uccelli. (XII, 9, 10). — Epoche, mutazioni e varietà nel canto degli uccelli. Loro linguaggio. (XII, 3). — Teoria delle somiglianze nel canto degli uccelli. (XI[, 7). — Studio sull’ adattamento dell’ apparecchio tegumentario degli uccelli. (XNI, 4, 5, 6, 7). — Il sistema tegumentario degli uccelli e le variazioni atmosferiche. (XIII, 9). - — Orologio ornitologico. (XIII, 11). ( Failla Tedaldi L. Scoperta di una necropoli preistorica nel comune d’ Isnello. (XI, 7). —- Glossario entomologico. (XII, 2, 3, 4,5, 8,9, 11. XIII, I, 2, 3, 4, ©, 6, 7,8, 9, 10, 11 e segue). Faure C. Dell’origine di qualche varietà di Molluschi. (X, 8, 9). | Ferragni O. Di due nuove specie di uccelli da aggiungersi all’Avifauna italica. (VI, 6-7). Ficalbi E. Non esiste generazione spontanea. (IV, 8, 10, 11. V, 1, 2, 3). Fol H. I Microbii. (VI, 1, 2, 3, 4, 5, 6-7). Galli-Valerio B. L’Arvicola subterraneus Selys nella Valle di Madesimo. (1600 m. sul li- livello del mare) (X, 9). — Un dito sopranumerario alla gamba sinistra di una gallina. (XII, 11). — Contribuzione alla intelligenza degli animali. (X1I1), 5, 6). P — Le tenie dell’uomo e degli animali domestici in tavole sinottiche. (XII, 8, 9, 10, 11). Gamba A. e Bassi R. La rabbia dei cani. (V, 8). Gasparini V. Sul Syrrhaptes paradoxus. (VII, 6). Giachetti G. C. Piccioni volteggiatori ; Capitombolanti inglesi ; a berretto nero ; Domenicani; Giranti {V, 2). — Triganini (V, 3, 4). — Modani (V, 4). — Barchetti (V, 5, 6). — Barchetti Gazzi (V, 6). — Ricciuti (V, 7). — Bagadais; Bagadais propriamente detti; Grifoni; Carriers (V, 9-10). — Guerrieri (V, 11). — Turchi (VI, 1), — Pavoncelli (VI, 4). — Tamburi (VI, 5). — Romani (VI, 6-7). — Gozzuti (VI, 3). — Torraioli domestici (VI, 9-10). — Polacchi (VI, 11). — Viaggiatori | (VI, 12, VII, 1, 2), — Differente nomenclatura delle razze dei piccioni domestici di Eurcpa. (VII, 3). — Cliassazione dei Colombi secondo il sistema di Levaillant; Le specie selvatiche di Europa; Piccioni e Tortore; Inerocio fra le specie; Produzione mula (VII, 4) — Colombaccio (VII, 5,6) — Colombella (VII, 7). — Torrajolo (VII, 8, 9-10, 11). — Tortora grigia (VII, 12. VII, 1, 3). — T. bionda (VIII, 4) — T. bianca, (VIII, 5, 7). — L’ esposizione internazionale di uccelli da cortile e co-. lombaia, in Roma. (VIII, 5, 6, 7) — Dell’ibridismo fra le specie; Fecondità di alcuni meticci do- mestici; Meticci allo stato selvatico; La legge dell’ atavismo; Affinità fra le specie; Incrocia- mento reciproco ; Descrizione di alcuni meticci ; Costumi dei meticci domestici. (VIII, 8, 9-10, 11). — Dell’ albinismo nelle specie. (IX, 1-2). — Origine delle razze dei piccioni domestici. (IX, 4-5, 8- 9, 13). — I Piccioni domestici. (IX, 13, 16, 20, 22). — Nuova classificazione dei piccioni domestici. (242 9 Giglio-Tos. Diagnosi di ditteri nuovi. (X, 10, 11, 12). Giovannelli G. Sull’ uso della polvere di torba nell’ allevamento dei bachi da seta. (SE 7). Jousseaume. Division des cypraeidae. (IV, 3, 5). La Notte F. I Rotiferi. Le resurrezioni e la palingenesi. (III, 3). Levi-Morenos D. Sul nutrimento preferito dalle larve di alcuni insetti ed applicazione pra- tica di questa conoscenza all’ allevamento dei Salmonidi. (XI, 5). Longo A. Su alcuni ordini di mammiferi. (XI, 7, XII, 1). (continua) BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE - SUPPLEMENTO MENSILE arca RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) I.. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno Anno XIV N° 10 15 Novembre SOMMARIO Bonomi prof. A. L'orso nel Trentino. Pag. 129. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico (Cont.) Pag. 130. Red. La idrofobia o rabbia nei cani e }’ uso della museruola e della catena o guinzaglio Pag. 1533. COMUNICAZIONI. Ronchetti O. Insetti e Aracnidi epizoi — Mazier G. Un po'di storia sulla pesca del merluzzo — Red. Bactèries fossilis. Pag. 134. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. La Rondine egiziana. (Bonomi) — Note zoo- logiche (Brogi) Dal giornale la caccia. Pag. 195. Insegnamenti pratici. Contro il veleno dei funghi — Parapioggia semplice e comodo per gli escursionisti — L'uso del petrolio nelle concimaie e nelle latrine. — Per distruggere le for- miche. Da pag. 136. a pag. 158. Notiziario. Da pag. 138. a pag. 159. — Premi agli abbonati. Pag. 140. Richieste, offerte e domande di cambi. Pag. 14l1. — Annunzi diversi. L'ORSO NEL TRENTINO Ebbi occasione parecchie volte di annunziare nelle pagine di questa stimata Azvista italiana di scienze naturali, le comparse e le relative uccisioni dell’ Orso avvenute in questi ultimi anni nel Trentino. Il temuto carnivoro era ancora al principare del presente secolo il padrone delle nostre re- gioni alpine, La guerra accanita che l’ uomo intimò alla feroce belva, giunse tuttavia a tanto, da limitarne assai il numero ed a confinarla entro poche e remote regioni. Oggimai, se diamo un’ oc- chiata alla sua distribuzione in Europa, lo troviamo bensì localmente diffuso nelle Alpi, nei Pi- rinei, nei Carpazi, nelle Alpi transilvaniche, nei Balcani, nel Caucaso, negli Urali e nella Scan- dinavia, ma solo in pochi luoghi ed in piccol numero, mentre è completamente scomparso dalla Germania, dal Belgio, dall’ Olanda, dalla Danimarca e dalla Gran Brettagna, ed è raro nella Ba- viera, nella Stiria, nelia Moravia e nella Boemia. Anche nel Trentino la caccia incessante di cui l’ Orso fu oggetto fece sì che esso venne a scom- parire totalmente su tutti i monti che giacciono sulla riva sinistra dell’ Adige. Le ultime catture di cui si hanno notizie sono avvenute nel 1824 a Tesino, nel 1830 a Centa, nel 1840 a Caoria, nel 1842 a Torcegno e Primiero, nel 1846 in Valvischiara, nel 1848 a Lavarone, nel 1854 a Tenna presso Levico e nel 1856 nei Sette Comuni. Ma sulla riva destra dell’ Adige il plantigrado seppe tener fronte a tutti gli ostacoli ed anzi in quest’ ultimo decennio, crescere in numero ed in audacia. Vive ancora in Rendena Luigi Fan- tomo, il famoso Redi Genova - titolo ormai riconosciutogli da tutte le società alpinistiche - il quale uccise da solo 20 orsi, e più che altrettanti in compagnia d' altri cacciatori. Sia questa una prova di quanto scorazzasse pei nostri monti questo carnivoro. I naturalisti non sono ancora ben d'accordo sul numero delle specie ursine che si distinguono fra le molte varietà che popolano l’ Europa e l’ Asia. i I nostri appartengono a due tipi abbastanza bene definiti, cioè 1° Orso cadaverino, che ha. il pelo bruno-fulvo o grigiastro, la fronte alta ed il muso lungo, con indole più sanguinaria; e l'Orso formicario (dialetto, formigarol) che ha il pelo di tinta più scura, la fronte piana, il muso corto, con indole mite, tendendo a nutrirsi di vegetali. Il centro di diffusione degli Orsi pare che sia oggi la valle di Tovel nel gruppo di Brenta, dende si spargono in Val di Sole, Vermiglio, Tonale e Valcamonica ; « per Dimaro in Campiglio, sul gruppo dell’ Adamello, di là arrivano anche in Val di Ledro, spingendosi, se son verè le informazioni recentissime, anche al monte Baldo, il punto più orientale dell’attuale dimora nel Trentino. Noto, a titolo di curiosità, che }' ultimo orso che venne ucciso nelle vicinanze di Trento, lo fu nel 1825 e precisamente sui monti di Sardagna, luoghi attualmente affatto liberi dal Carnivoro. 130 La caccia a questo formidabile devastatore delle nostre mandrie, continua con alacrità, e non sarà lontano il giorno in cui la specie scomparirà come tante altre che la precedettero. Riporto qui l’ elenco delle notizie che mi pervennero sulle apparizioni dell’ orso nelle vallate trentine durante questi tre ultimi mesi. 1). Un orso d’insolita grandezza fu veduto sul Tonale, ove in tutta prossimità alla cantoniera nelle notti dal 1 al 2 e dal 3 al 4 agosto sbranò due pecore. La seconda volta la belva fu messa in fuga dai pastori. 2). Il 12 agosto il paesello di Locca, in Val di Ledro, veniva messo in allarme dalla notizia che un grosso orso, calato dalla valle del Gui, aveva rubato non molto distante da Lenzumo tre pecore in un casolare. Quegli arditi montanari, senza frapporre indugio, con tattica tutta propria, sì posero sulle traccie della terribile bestia, alla quale dopo poche ore si.trovarono di fronte, ma sicuri del fatto loro, la lasciarono avvicinare, e alla distanza di pochi metri, © palle quasi con- temporanee si configgevano nel corpo della belva e la stendevano morta. Era una femmina del peso di circa un quintale, dal mantello marrone-scuro e di bellissime forme. 3). Verso la metà di agosto veniva scoperto a piedi d’ una frana nella Valmarza (Giudicarie) il cadavere d’ un orso in istato d’ un'avanzata putrefazione. La guardia boschiva fece allo stesso una visita superficiale e non vi riscontrò alcuna ferita, segno che doveva aver cessato di vivere per morte naturale, oppure colpito da qualche masso. I pochi avanzi scheletrali che il dr. Luchi,. appassionato medico e naturalista, riuscì a salvare dalla dispersione, saranno rimessi, appena pu- liti, in dono al Museo di Rovereto. 4). In quel torno di tempo una bella giovenca veniva di notte uccisa nella malga di Monflina in val d’ Algone presso Campiglio. Sul cadavere si riscontrarono le sicure traccie della temuta belva, che però nessuno riuscì a scovare. Probabilmente si tratta dello stesso orso che io notai sopra al n. 1, potendo l’orso in una sola notte percorrere distanze grandissime. | 5). La notte del 23 agosto verso il tocco, Angelo Giacomelli, casaro sui monti di Borzago, in Rendena, veniva svegliato dal continuo abbaiare del suo cane; saltò dal giaciglio e mezzo vestito, — afferato il Wetterly, usciva all’ aperto. Gli si presentò alla vista un orso di grandi dimensioni che aveva già addentata una pecora e la trascinava in mezzo alle circostanti morene. Profittando del chiaro di luna, gli assestò una palla, che colpendo la belva dietro l'orecchio sinistro, la feriva mortalmente. La bestia, dell'età di circa 25 anni, pesava 142 chilogrammi, Il fortunato cacciatore nel maggio antecedente aveva ucciso un altro orso nella medesima località. 6). Verso il 20 d’ agosto sulla montagna di Castelfondo, nella località detta « alla croce della barba » un orso sbranò due giovenche e cinque pecore, indi passò sulla montagna di Fondo, ove nella località detta allo « Sol/omp » divorò altre due pecore e ne sbranò tre o quattro, riuscendo sempre a mettersi in salvo dai cacciatori. 7). In sul finire dello scorso settembre nel luogo detto al Campel sul Monte Baldo si trovò una mandra di pecore al tutto sbandata, una sbranata e parecchie scomparse. Alcuni pratici cac- ciatori poterono dalle pedate e dagli escrementi stabilire con sicurezza, che la causa di tale fatto era da attribuirsi all’orso, il quale però riuscì a sottrarsi ad ogni ricerca. Rovereto 1 Novembre 1894. : Prof. A. Bonomi GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO — da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) Ali inferiori h) Costa basale o Radio subdiscoidale — è) Costa esterno media o cubito — #) Costa trasverso-media o Cubito — 2) Costa interno-media o Costola trocleare. p) Cellula interna anteriore q) Cellula interno-media r) Cellula interno posteriore s) Cellula media anteriore i) Cellula media posteriore 131 Cellule basali Kolenati Area discoidale Area subdiscoidale Cellula cubitale Cellule mediane Kolenati Cellula pentagona anteriore Cellula pentagona posteriore Cellule apicali Kolenati u) Cellula esterna prima Cellula apicale I v) Cellula esterna seconda » ni ill w) Cellula esterna terza » II x) Cellula esterna quarta » » IV y) Costola del tendine o Costola posteriore del tendine — 2) Costola del frenulo. Fig. 2 Formicidae a) Scapo — 0) Funicolo — c) Prosterno — d) Mesosterno — e) Scutello — /) Metasterno — n) Apofisi — 1 Costa marginale o Nerv. costale — 2 Costa scapo- lare o Nerv. subcostale — 3 Cellula scapolare — 4 Stigma — 5 Costa esterno media — 6 1.° Ramo della costa esterno-media = Costa basale — 7 Costa cubi- tale — 8 Costa trasversa — 9 Ramo esterno cubitale — 10 Cellula cubitale aperta — 411 Ramo interno cubitale — 12 Cellula cubitale chiusa — X Cellula radiale — XX Cellula esterno-media — 13 Cellula discoidale chiusa — 14 Costa ricorrente — 15 Cellula discoidale aperta — 16 Costa trasverso-media — 17 Cellula interno media basale — 18 Cellula interno-media apicale — 19 Costa interno-media. Ala inferiore f 9) Costa scapolare — A) Costa basilare — è) Costa esterno, media — X) Costa tra- verso-media — /) Costa interno-media — m) Uncinetto. Fig. 3. Uncinetti alari. Fig. 4. Testa di Vespa crabo a) Labro — bd) Epistoma — d) Fronte — e) Vertice — 9g) Tempie — #) Occhi — î) Stemmate — K) torulo — /) Guance — m) Mascella — n) Mascella — 0) Palpi mascellari — p) Palpi labiali — g) Linguetta — r) Epifaringe. Fig. 3-6-7 Ichneumonidae X Areola — 4-8 Anelli addom. superiori — 1-7 Anelli addom. inferiori — @-b Suli — b'Ovipositore — e Aculeo — ceo Stiletti — I Cellula umerale — !I Cellula umerale II — IN Cellula discoidale I — IV Cellula discoidale Iî — V Stigma o Pterostigma — VI Cellula radiale — VII Cellula cubitale I — VIII Cellula cubitale Il IX Cellula cubitale IIl — X Cubito — XI Nervatura ricorrente — XII Interstizio — XIII Nervatura parallela — XIV Radio. Pig: 8. Organo delle Tenthredinidae che serve a forare. a) Sega — 2) Stiletti. Fig. 9. Tenthredo. Ala superiore a) Nerv. costale — 5) Nerv. subcostale — c) Nerv. mediana — d) Nerv. subme- diana + e) Nerv. anale — /) Nerv. radiale — g) Nerv. cubitale — #) Cellula ur 132 costale — è) Cel. subcostale — ;) Cel. mediana — 4) Cel. submediana divisa in due da una venetta — /) Cel. anale — 7) Cellule radiali — n) Cellule cubitali o) Cellule discoidali — p) Cellule posteriori — g) Stigma. Fig. 10. Apparecchio dell’ aculeo a) Valvole — 5) Valvole triangolari — c) Aculeo — d) Spicoli o stiletti — e) Vescichetta velenosa — f) Parte membranosa della valvola — g) Sostegno dell’a- culeo — A) Glandole. Fig. 11, 12, 13, 14, 15, 16 Testa ed apparato boccale di Eucera 9 ingrandito. Fig. 11. Apparecchio boccale a) Muscoli della base — 0) Labro — c) Epifaringe — d) Ipofaringe — ee) Lobo terminale delle mascelie — /) Inserzione dei palpi — g) Tubo labrale che rap- presenta il mento dei Coleotteri e altri insetti — 7?) Divisioni laterali della linguetta — j) Divisione intermedia o la stessa linguetta — //) Palpi labiali. Fig. 12 Testa a) Labro — b) Epistoma — ec) Occhi — d) Stemmati — e) Torulo col primo articolo dell’ antenna dritta. Fig. 13. Labro ingrossato e ciliato sui margini — 00) Due filetti Jaterali. Fig. 14. Una delle sue mascelle Fig. 15. Una delie mascelle a) Freno o stipite — ) Palpo labiale diviso in due branche per mostruosità — c) Lobo apicale. Fig. 16. Labro a) Analogo del pezzo inferiore chiamato prebasilare — b) Tubo labiale — cc) Linguetta — dd) Sue divisioni laterali — ee) Parte in forma di lama squamosa dei palpi labiali — /f) Due altri articoli che formano un piccolo tronco gettati sui lati — 99) Spazio occupato da due piccole squame che sono state tolle per non so- vraccaricare la figura. Immacolato - Ammacolatus - Immaculè - unglefleckt - Senza macchie. Immagine - /mago, insectum revelatum seu declaratum - Image - volkommenes In- sect = Insetto perfetto cioè atto alla riproduzione. Impressione - /mpressio - Impression - Eindriick - Si chiama un infossamento o depres- sione larga e poco profonda. Impresso - /mpressus - Impressioné - eingedriickt - Che offre una o più impressioni. Impube - /mpubis - unbehaart - Sfornito di peli. L'opposto di pubescente. Inanellato - Annelé - Ornato di uno o più anelli colorati. Incappucciato - Vedi Testa. Incavato - Cavatus - Creussé - Che offre qualche cavità. Incavatura o Smarginatura - Echanerure - Chiamasi ogni sinuosità che simula una per- dita di sostanza il cui fondo è arrotondato ed ottuso. I Incavatura mesotoracica - Echanerure mesothoracique - Rambur chiama nelle Libellu- lidae una forte depressione trasversa che limita Ja parte anteriore del. mesonoto. Incavatura progenitale - Echanerure progenitale - Solier chiama nei Tenebrioniti l’ a- 133 pertura inferiore della testa limitata posteriormente nel mezzo dal pezzo prebasilare o dalla parte che deve rappresentarlo. Incisione - /ncisura - Incision - Einschnitt - Chiamasi una incavatura stretta col fondo più o meno angoloso. Nei bruchi si chiama la parte che unisce fra loro i vari se- gmenti. Vedi Incisura. Inciso - /ncisus - Coupé échancré - ausgeschnitt, cingeschnitt - Che offre al margine “una incisione o incavatura. Incisura o Incisione - /ncisura - Incision - Einschnitt o Leibeseinschnitt - Chiamasi l’in- - tervallo membranoso 0 taglio che separa fra loro i segmenti addominali. /ncisura è stato adoperato ancora per segmento od anello addominale. Inclinato - /nclinatus, nutans, cernuus - Incliné, penché - nikend geneigt - Si applica alle ali chiamate dai francesi in tetto e alla testa quando questa forma un angolo retto col torace. Incluso - Inelusus - Inclus - eingeschlassen - Chiuso dentro, conficcato. Incombenti - /ncumbents - Incombantes en recouvrement - Vedi Ali. Incompleto - /ncompletus - Incomplet - unvollstindig - Si applica ad una cellula che resta aperta ed alle ali. » (continua) LA IDROFOBIA O RABBIA NEI CANI e l’uso della museruola e della catena o guinzaglio In uno degli scorsi numeri della Gazzetta agricola leggesi uno scritto del dott. Cattoj nel quale è detto : « Fra le disposizioni che si adottano dalle Autorità, onde garantire contro eventuali morsicature dei cani idrofobi, figura sempre in prima linea la prescrizione che ogni cane libero deve essere munito di museruola. Da alcune accurate statistiche, compilate per cura dell’ illustre Pasteur e del Swvestri ed altri, si desume che nei paesi in cui vige la suaccennata prescrizione è percento dei casi d'idrofobia è molto maggiore: dacchè risulta che la museruola contribuisce allo sviluppo della rabbia canina, « Onde garantire il pubblico da morsicature de’ cani idrofobi, dico che più della museruola vale il guinzaglio, perchè ammesso che la rabbia in un cane abbisogna di qualche tempo per svilup- parsi, accertato che questa malattia è seguita da sintomi tanto marcati, ne diviene che il proprie- tario del cane anche per sicurezza propria lo farebbe uccidere pria ancora che l’idrofobia si svilupasse del tutto. Un altro vantaggio del guinzaglio, e certo di grande importanza, si è quello che. ogni cane sarebbe sempre vicino al proprio padrone, evitando perciò certi gruppi che alle volte impediscono la libera circolazione, e così altri ingombrando i pubblici esercizii, rendono pe - ricolosa perfino la ricreazione di passare alcune ore al caffè, al concerto, alle birrerie o altrove ». Avvi però non pochi fatti che stanno invece a provare l’ utilità della museruola e fra gli altri citeremo i seguenti registrati nella Clinica veterinaria : Nel Wiirtemberg nel 1864 vi fu un’ epidemia di rabbia, e quindi si adottò 1° uso della musoliera. I casi di rabbia si ridussero a circa 1x4. Ma essendosi nel 1866 levato l’ obbligo della musoliera, l’ epidemia aumentò dî nuovo, e diminuì solo ripristinando la musoliera. Vienna, che impose e poi tolse l’ obbligo della musoliera, dovette ripristinarlo se volle vedere diminuiti i casì di rabbia. In Olanda, nel Granducato di Baden la musoliera produsse eccellenti risultati. In Svezia non 134 Ie ee TT si ha più alcun caso di morte per rabbia dal 1878, dopo l'introduzione della musoliera e del di- vieto d’importare cani, In Inghilterra l’ esperimento dell’ efficacia della musoliera è stato fatto in varie contee, ed a Londra stessa, ove la protezione degli animali ha un vero culto, specialmente dal 1885 in poi. Alla fine del 1886 non si ebbe un caso solo di rabbia! Ma sventuratamente, dice Fleming, l’ ob- bligo della musoliera fu tolto, e nel 1890 si ebbero nuovamente casi di morte per rabbia. Nel luglio di quell’anno la musoliera fu prescritta di nuovo con rigore, e la rabbia scomparve. Nella piccola isola di Usedom in Prussia la rabbia fece strage per varii anni: si riuscì a spegnerla facendo applicare la musoliera a tutti i cani. La grave epidemia ed epizoozia di rabbia del 1892 nell'isola di Madera. cessò con l’ obbligo della musoliera ai cani. E non la finirei più con esempi di questo genere. Ma perchè la musoliera riesca veramente un mezzo efficace di profilassi dev’ essere prescritto : a) che sia di metallo e fatta in modo da impedire al cane di mordere ; d) che sia applicata al cane prima di escire di casa e non sia levata se non quando è rientrato; c) che sia di modello unico per tutti i cani del regno; d) che sia applicata anche ai cani delle campagne ai quali si deve le- vare solo nel momento della caccia. La vaccinazione antirabbica col metodo Pasteur è certamente di grande utilità, ma quando un cane sospetto arrabiato abbia morsa una persona od altro cane, bisogna subito evitare l’ assorbi- mento del virus ed ecco dei buoni suggerimenti che troviamo nel giornale La caccea. 1.0 — Se è stata morsa una persona, succhiare la ferita, e sputare il sangue succhiato. i Il virus rabbico, come il veleno della vipera, non hanno azione sulla mucosa della bocca purchè siano sane le gengive e non vi siano ferite. Ad ogni succhiamento lavarsi la bocca aggiungendo possibilmente all’ acqua dell’ agro di limone. 2.0 — Allargare la ferita con una incisione fatta in croce e favorire con ogni mezzo l’ uscita del sangue. 3.0 — Lavare ripetutamente la ferita con antisettici, con agro di limone, od in mancanza di meglio con urina. Da esperienze fatie è risultato che l’ agro di limone uccide il virus rabico, e che anche l’ urina ne è un disinfettante. 4.° Cauterizzare profondamente la ferita con ferro rovente. Mancando il ferro si cauterizzi col sigaro acceso o con altro mezzo qualsiasi. i Se non abbiamo proprio nulla pronto, nemmeno un cerino, fra la morsicatura e la parte ri- volta al cuore, fare una legatura abbastanza stretta da impedire l’ assorbimento del virus. Quando il morsicato sia un cane non è certo da consigliare il succhiamento della ferita ma debbonsi però porre in pratica al più presto tutti gli altri mezzi indicati. Molti, solleciti nel curarsi per proprio conto, trascurano invece di curare il cane, e non com- prendono quali pericoli corrono ciò facendo, quanta responsabilità assumono, e le gravi trepida- zioni a cui vanno incontro a causa del dubbio. Rep. COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi motlizie, schia- rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. SEPA a Ed Insetti e Aracnidi epizoi del Lepus cuniculus L. Ricercando frai peli di alcuni co- nigli allevati a Castano Primo, rinvenni abbastanza numeroso l Haematopinus ventricosus D, specie che forse non era stata osservata prima in Italia. Ricordo anche di aver trovato più volte numerosissimo sui SH il Pulea serraticeps Gew, la sua frequenza non mi permette di pensare ad un semplice epizoosismo accidentale, Rilevo questo 1535 fatto, perchè nel lavoro accuratissimo sugli Insetti epizoi pubblicato dal Prof. Bezzi sulla Rivista di Scienze Naturali, non vedo citata questa specie fra gli epizoi del coniglio. Sui conigli esaminati rinvenni poi varie specie di Acari, tra le quali più frequenti il Listro . phorus gibbus Pag. ed il suo nemico Cheyletus parasitvorax Mg. Milano, 20 Ottobre O. RONCHETTI. Un po'di storia sulla pesca del merluzzo. (Dal Neptunia). È bene ricordare che l’ onore della pesca del merluzzo va dovuta al veneziano Sebastiano Caboto, che nell’anno 1497 ponendosi ai servigi di Enrico VII, re d' Inghilterra, scoperse il bacino di Terra-Nuova, copioso di merluzzi. Nel 1525 Giovanni Verazzani, fiorentino, in nome di Francesco I, re di Francia, s' imposses- sava di quell’isola. Venne seguito da Giacomo Cartier di Saint-Malò, ch’ ebbe a fondarvi uno sta- bilimento coloniale. Per tal modo i francesi furono i primi a dedicarsi e seppero ritrarre utile da quel prodotto del mare. Gli inglesi in seguito si dedicarono, come si dedicano attualmente, a questa pesca e vi im- piegano oltre 12 mila battelli con più di 60 mila uomini d’ equipaggio, i quali, poi anche fanno la pesca dell’aringa e si sa quale e quanta ricchezza ne ritraggono. G. MAZIER Bactéries fossiles. MM. Renault et Bertrand ont découvert une bactérie fossile dans des coprolithes de vertébrés ichthyophages de l’ époque permienne (des schistes d’Isornay et de Cor- desse). Les éléments bacillaires sont rectilignes, isolés ou couplés par deux, longe de 14 216 #, parfois courbés, tordus en spirille ou en chaînettes. D' autres bactéries copophiles se trouvent aussi dans les copolithes de Lally et de Commentry. (CR. Acad. Sciences. 6 aoùt 1894). sa Rep. PI NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —_—S=#%—_ La Rondine egiziana (Hirundo Savignyi Steph. = H. cohirica Licht.)trovata in Boemia. L' illustre ornitologo Vittore cav. de Tschusi-Schmidhoffen nel suo Ornithologisches-Iahrbuch (fase. 5 settembre-ottobre 94) dà l'interessante notizia che il sig. G. P. Prazak, addetto al Museo di corte di Scienze naturali in Vienna, potè constatare due catture di Rondine egiziana nel N. E. della Boemia. Egli confrontò gli esemplari in questione con molti altri egiziani di quel Museo di corte, per cui è tolto ogni dubbio sull’eventuale erronea classificazione. Il bruno-ruggine che si estende a tutte le parti inferiori e sotto le ali caratterizza questa specie con tutta sicurezza, anche rispetto alla Hirundo rustica var. pagorum che ha il ventre giallo-ruggine e non raramente s'in- contra nell’ Europa media. Ho voluto informare di questo fatto i lettori della Rivista italiana di scienze naturali, perchè i nostri due più illustri ornitologi italiani, il Salvadori ed il Giglioli rifiutano di accogliere questa specie nell’ Avifauna italica, basandosi sul fatto che essa è stazionaria in Egitto e Palestina e non migrante. Il Giglioli la pone però fra l'elenco di quegli uccelli che potrebbero arrivare acci- dentalmente in Italia. Se si son viste altre specie sedentarie come p. e. la Fringilla nivalis ed il Pyrrhocorax graculus, unirsi talora a branchi d’uccelli migratori e passare assieme a questi in regioni molto remote dalla patria loro, perchè si dovrà escludere ciò per la Rondine egiziana, e respingere come erronee le indicazioni che questa sia stata trovata a Malta (Wrigt) ed in Sicilia (Saunders e Bonaparte)? è Le catture da me annunziate, consiglieranno gli ornitologi italiani ad una più scrupolosa os- servazione, essendo ben più facile che tale specie si trovi in Italia, se essa seppe spingersi fino in Boemia. Prof. A. Bonomi Note zoologiche. In questi ultimi tempi mi sono capitate le seguenti anomalie : Un piccione domestico con due capi, appena nato. 156 Un agnello con 4 corna ben distinte. Una passera reale (Paser italiae) © le cui parti superiori sono completamente affette da isa- bellismo. Un tordo bottaccio (Turdus musicus) g" con collo e capo quasi completamente bianchi, le quattro timoniere e le due prime remiganti, pure bianche. Un merlo (Turdus merula) g° con testa collo petto grapponese sopraccoda copritrici delle ali bianche con macchie scure. Anche nelle altre parti del corpo trovasi qualche penna o macchia bianca. Un fringuello (Fringilla coelebs) , con le parti inferiori completamente candide, la. testa ed il collo, più chiari del normale, il resto perfettamente dei consueti colori. i S. BROGI. Da Piazza Armerina. Anche quì abbiamo avuto per 2 mesi maggio e giugno le cicogne, in numero di otto o nove alle quali tutti i cacciatori hanno sparato inutilmente, pochi trovandosi coi fucili carichi a pallini. Una sola ne ebbi, uccisa da un pecoraio con una pietra, ma mi fu portata putrefatta e mancante di gambe. Ho poi catturato una bellissima varietà del Falco pecchia- iuolo ancora non ben determinata. Piazza Armerina 29 Ottobre 94. GIacoMo VELARDITA CALDACERA Dal Giornale La Caccia apprendiamo che a Dolcé (Verona) fu il 13 ottobre uccisa una grossa aquila, ma non sappiamo a che specie appartenesse, come non sappiamo di che genere fosse un enorme delfino che fu ucciso a Terranova in Sardegna. INSEGNAMENTI PRATICI Contro il veleno dei funghi. (Dal Corriere agricolo commerciale di Milano) Il gio- vane nostro concittadino Alesandro Tornu, appassionato studioso di scienze mediche presso l’ Uni- versità di Roma, ha in questi giorni pubblicato sull’ Urnzone di qui, i risultati avuti da alcune sue esperienze tendenti a rendere innocuo qualsiasi fungo che venga mangiato, anche se dî natura po- tentemente velenoso. Il metodo semplicissimo che il sullodato esperimentatore ha adottato si è quello suggerito mezzo secolo fa dallo scenziato francese Gerard, metodo semplicissimo però che da ben pochi è conosciuto e che da ancor più pochi è praticato. Per ogni chilogramma di funghi si pren- dono due litri d’acqua e sei cucchiate di sale da cucina oppure d'aceto, si mette assieme il tutto per un'ora, indi si levano i funghi dall’ acqua, sì risciacquano per tre o quattro volte e poi si cuo- ciono nel modo solito: e con un trattamento sì facile anche le stesse velenosissime Amanzite per- dono le loro proprietà venefiche. « Io pure — scrive il sig. Tornu — ho voluto ripetere le espe- rienze del Gerard, prima — la prudenza non è mai troppa — sopra una gatta, che tenni in os- servazione per parecchio tempo senza poter vedere nessun fenomeno anormale, poi sopra me stesso, avendo cura di valermi di funghi esclusivamente velenosi, o almeno sospetti. Ora da circa una set- timana, vivo di funghi che vado raccogliendo senza badare alle qualità velenose che potrebbero avere e non ebbi mai a lamentare il benchè minimo disturbo. » « A quelli che vorranno tener conto di ciò che ho scritto — soggiunge lo stesso sig. Tornu — consiglio di valersi del sale comune, anzichè dell’aceto, perchè di quest'ultima sostanza si sente un po’ di sapore, anche dopo la ripetuta lavatura. » Ora noi, che abbiamo assistito al parco pranzo del bravo esperimentatore, mangiando una buona dose di suoi funghi senza sentirne alcun disturbo, crediamo di far buona ‘cosa divulgando anche per mezzo di queste pregiate colonne la semplicissima norma di Geràrd, che ha una straordinaria importanza sia dal punto di vista igienico, che economico, affinchè ovunque venga essa praticata. AGRICOLA. Parapioggia semplice e comodo per gli escursionisti. Leggiamo nel giornale La Caccia: Il mezzo per difendersi dalla pioggia è una delle preoccupazioni maggiori del cacciatore durante l'inverno: si sa con che tempo si esce di casa, difficilmente si può prevedere quello con 157 cui si tornerà. Ci vuole quindi qualche cosa di leggero e non incomodo a portare, che possa facil- mente trovar posto nella carniera o dentro il sacco. Gli.abiti impermeabili, abbastanza costosi quando son resistenti e leggeri, abbiano la forma di cappa o quella di mantello, hanno i loro difetti; e specialmente quello di restar quasi sempre aperti sul davanti e di bagnar maledettamente le gambe, sulle quali, allorchè sì cammina di passo svelto, gronda l’acqua raccolta. L’ombrello è anti-cacciatoresco, e pur nulla meno vedesi ora usato da molti che ne subiscono l’incomodo in mancanza di meglio. Gli impermeabili pel tessuto, o resi tali con un preparato qualsiasi, riescono tutti troppo pe- santi ed incomodi. Temistocle Strazza il profondo scrittore di cose cinegetiche, ed il forte cacciatore, che a buon diritto può dirsi dei due mondi, ci consiglia ora il poncho messicano, ridotto a miglior sistema. Basta prendere un pezzo di impermeabile, di forma quadrata e della grandezza di un par di metri per lato. Si fa orlare dalle due parti dove non v'è la cimosa, e nel mezzo vi si pratica un'apertura suf- ficente per farvi passare la testa. Non è necessario togliere un pezzo di stoffa, basta farvi un grande occhiello. Quell’ occhiello deve necessariamente essere orlato, e da una parte vi si può anche met- tere due lacci per ristringerlo, quando, introdottavi la testa, resterebbe troppo ampia l’apertura. Col poncho sono ugualmente difesi le spalle ed il petto e, grandissima comodità pel cacciatore, . restano completamente libere le braccia. Può farsi più grande o più piccolo, secondo il nostro desiderio; ma rappresenta sempre una piccola spesa potendo esser fatto in casa, e conservarsi comodamente, piegandolo come una tovaglia. L’ uso del petrolio nelle concimaie e nelle latrine. L. Dumas pubblica nel Journal d’agriculiure pratiche uno studio assai interessante sull’ efficacia del petrolio per impedire lo svi- luppo dei gas ammoniacali nel colacito delle concimaie e nell’ orina delle ‘latrine, ottenéndosene nello stesso tempo un concime liquido insetticida: e lo raccomanda a preferenza del solfato ferroso e del cloruro di calcio per le cisterne dove si depositano gli ingrassi umani e per i pozzetti delle concimaie, sia per la sua semplicità, sia per la sua efficacia, sia infine perchè non snatura, nè rende nocivo, il migliore dei concimi. Le dosi di petrolio da impiegarsi sono differenti secondo lo scopo che si vuole raggiungere. Come semplice disinfettante, basta un litro di petrolio per ogni metro quadrato di liquido esposto all’ aria. Come insetticida, la dose può essere triplicata 0 quin- tuplicata, secondo la natura dei terreni. Nella coltura ortiva e floreale, nei giardini, nelle terre silicee o calcaree, nelle stagioni umide, si possono adoperare dosi elevate. In un’ esperienza, dove il petrolio fu impiegato, col concime umano, in forte quantità (1 litro per ettol.) allo scopo di sbarazzare un giardino da larve d’ insetti, si ottennero delle culture superbe, superiori a quelle dei dintorni. I campi già coperti da vegetazione non risentirono verun nocumento da questa pra- tica. Nei giardini d' irrigazione con questi concimi liquidi, trattati con petrolio, è rimedio molto efficace per uccidere lumache, grillo-talpe e numerosi insetti dannosi alle culture, sempre conser- vando la loro azione concimante. L’ uso del petrolio per la conservazione dell’ammoniaca nei poz- zetti delle concimaie, non impedisce l’impiego del colaticcio nel caso di incendi nelle aziende. Il colaticcio infatti, per l’ammoniaca e l'acido carbonico che contiene, è un mezzo potentissimo di estinzione, che l’ agricoltore ha sotto le mani in questi infortuni. Il petrolio, adoperato in dosi limitate, brucia è vero, ma l’effetto contrario dell’ammoniaca è enormemente superiore. Il prof. Sansone parlando di questo studio nell’ Italia agricola, eleva il dubbio se il petrolio adoperato in questo modo anche come insetticida, nella stessa maniera che distrugge gli insetti e i microbi nocivi, non distruggerà anche quelli che provocano le trasformazioni necessarie nel terreno e nel letame: e allora sarebbe un guaio. Quindi fino a che su questo punto importante le cose non siano messe ben in chiaro, il prof. Sansone consiglia nella pratica l’uso del petrolio come semplice mezzo atto ad impedire la dispersione dell’ammoniaca. Nelle concimaie, dove si usano le pompe per l’inaffiamento dei mucchi, riesce facile estrarre gli strati inferiori del liquido, lasciando quasi in- tatto lo strato superiore oleoso, (Corriere del Villaggio). 138 Per distruggere le formiche. Ai tanti mezzi già noti, la Revue de l’ Horticulture belge aggiunge questo: immergete una spugna in acqua molto zuccherata, spremete l' acqua sovrabbon- dante e ponete la spugna sul formicaio, che in poco tempo si coprirà di formiche; immergetela al- lora in acqua bollente. Ripetendo più volte questa operazione, le formiche sono completamente di- strutto, NOTIZIARIO REI ZTTO: Sono aperti gli abbonamenti per il 1895. Rammentiamo ai nostri cortesi lettori che l'abbonamento si paga anticipato. Tuttavia coloro che ne invieranno l’ importo entro l’ anno cor- rente riceveranno dei premi come dalla nota pubblicata a pag. 140. Preghiamo caldamente tutti coloro che non hanno ancora pagato l’ abbonamento dell’ an- nata corrente o di qualcuna delle antecedenti, a porsi subito in regola. Gli abbonati sono pregati a farci conoscere gli studi dei quali più specialmente si oc- cupano, se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Queste notizie saranno un po’ alla volta pubblicate nella rubrica delle Richieste, Offerte ecc., onde facilitare le relazioni fra gli stu- diosi. I possidenti agrari sono pregati ad indicarci i principali prodotti dei loro possessi, che de- siderano porre in commercio, e noi ne faremo gratuitamente cenno nella detta rubrica delle Richieste e offerte. Numero dei semi prodotti da alcune piante infeste. Per giustificare 1° nina che gli agricoltori danno, o dovrebbero dare, alla distruzione delle cattive erbe, sarà utile indicare il numero medio dei semi prodotto da ogni piede di qualcuna delle piante avventizie le più diffuse nei nostri campi : ‘ Ortica. «+. +. +. + Semi N, 100,000 | Senecio dei campi . ». Semi N. 19,000 Rosolaccio . ; x : « 50,000 | Carota selvatica . 3 5 « 19,000 Margheritone ò È È « 5,000 | Ramolaccio selvatico . È « 6,000 Senape selvatica . : ; « 4,000 | Gittaione —. : » 2 « 2,600 Camomilla . s 2 È « 45,000 | Piscialetto o Dente di leone . « 2,900 Orobanche . 2 È . « 20,000 | Bromo sterile . ; : o « _ 1,000 Cuscuta a ; È : « 20,000 | Centaura jacea : ; 1 « 700 Cardo dei campi . È « 20,000 Una mostra di uva e frutta conservate e una fiera di vini, sarà tenuta in Torino nel prossimo carnevale ad iniziativa di quel Circolo Enofilo subalpino. Sport. Il gran premio del municipio di Parigi di L. centomila è stato vinto ‘da Best-Man figlio di Melton. ; Concorsi a posti di veterinario : Nel comune di Piossasco. Stipendio L. 420. Tempo utile tutto il corrente novembre. — Città di Cuneo; veterinario supplente ; stipendio L. 600. Tempo utile, tutto il mese corrente. — Comune di Pizzighettone; stipendio L. 500. Tempo utile fino al 15 decembre prossimo, La fiera di vini nazionali, che si tiene annualmente in carnevale in Roma, avrà luogo nel prossimo Febbraio. Il Circolo Enofilo ha stabiliti speciali concorsi per i vini atti alla espor- tazione, rossi da taglio, rosati da taglio e per diretto consumo, bianchi da diretto consumo. Esposizione nazionale di fiori in Roma. Avrà effetto nella prossima primavera, Premi per studi scientifici. La Deutsche Fischerei- Verein ha indetti dei concorsi a premi per i seguenti argomenti : Tema. — Metodi semplici, sicuri e d'una applicazione generale, per determinare l' ossigeno, l'acido carbonico e l'azoto, che si trovano nelle acque naturali (almeno per i due primi gas). Saranno presi in ispecial considerazione, quei metodi che potranno fare a meno dei mezzi - straordinari di lavoro, che si hanno nei laboratori di chimica. Tempo utile a tutto il 1 giugno 1895. Premio L. 1250. - PSA 139 ——_———_____—_—_ _—_ eee eee Tema. — Ricerche degli effetti patologici ed anatomici, esercitati sui pesci dai seguenti corpi che si trovano nelle acque di drenaggio : acidi liberi, basi libere (1), gas decoloranti liberi (p. e. cloro, acido solforoso). Determinazione dei sintomi di soffocazione dovuta a queste causa. Tempo utile i novembre 1896. Premio L. 1000. N. B. Le risposte parziali ed anche le negative non sono escluse. Per le ricerche sono specialmente indicati come soggetti i pesci rappresentanti le famiglie dei salmonidi e dei ciprinoidi. Tema. — Sviluppo e condizione d’ esistenza del fungo d’acqua. Leptomitus lacteus, sua appa- rizione e sua disparizione nelle acque inquinate. Tempo utile 1 novembre 1895. Premio L. 750, Le memorie devono essere inviate in piego chiuso e sigillato, al prof. M. Weigelt, Zirumer- strasse N. 90-91 Berlin S. e possono essere scritte oltre che in tedesco, anche in inglese ed in francese. Istituto forestale di Vallombrosa. Il Ministero di agricoltura ha determinato di ac- cogliere in detto istituto, nell’ anno scolastico che incomincia nel mese di marzo 1895, n. 12 alunni per un corso di studi di quattro anni, ultimato il quale gli alunni avranno diritto alla nomina di sotto-ispettori forestali aggiunti, con l’ annuo stipendio di lire 1200. I giovani forniti della licenza d' Istituto tecnico, sezione di agrimensura e di agronomia, che hanno compiuto gli studi presso il detto Istituto forestale di Vallombrosa, possono essere ammessi nelle Università al 1.° anno delle Facoltà di scienze matematiche e naturali, pel conseguimento della laurea o del diploma d'ingegnere civile. Concorso a premio sulle cause del diradamento del grano in trifogliaio o me- dicaio rotto. Uno degli inconvenienti gravi, cui va incontro la coltivazione del grano, è quello del diradarsi allorchè è seminato in trifogliaio o medicaio rotto. Studiare le cause di ciò e suggerirne i rimedi è, senza dubbio, opera utile ; ma, poichè la que- stione è abbastanza complessa e richiede lo studio e il consiglio di molti, l’ Itala agricola ha cre- duto conveniente di aprire un concorso col seguente Programma : È bandito dal giornale l’ Italia agricola un concorso a premio fra gli agricoltori e gli studiosi di cose agronomiche che sappiano dare ragione del diradamento a cui va soggetto il grano allorchè è coltivato in trifogliaio 0 medicaio rotto e suggerire metodi di facile ed economica applicazione, che valgano ad impedirlo. a I manoscritti dovranno essere mandati alla Direzione dell’ Italia agricola in Piacenza non più tardi del 30 aprile 1895. Il premio consistera nella somma di L. 200 o in un oggetto artistico di uguale valore se così piacerà al concorrente. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Il Prof. Gullo Sebastiano è stato autorizzato ad insegnare storia naturale nei licei. I Prof. Lacerenza Raffaele e Pitzorno dott. Mario sono stati abilitati ad insegnare scienze naturali nelle Scuole tecniche. Il Prof. Luigi Re è stato nominato insegnante di Storia naturale nel Liceo di Savona. Il Prof. Marfisi Vincenzo nominato insegnante di Storia naturale nel ginnasio di Termini Imerese — Prof. Castellett Carmelo idem in quello di Ragusa — Prof. Zencla Placido idem a Castroreale — Prof. Castellano Niccolò idem a Corleone — Prof. Piazza Giuseppe idem a Nicosia — Prof. Meloni Angelo idem a Ozieri — Prof. Fermi Cesare idem a Castro- giovanni — Prof. Marcialis Efisio idem a Bosa. i Il Prof. Tommasini Cesare nominato insegnante di scienze naturali nella Scuola tecnica di Lonigo. (1) Specialmente la. calce, la soda ed i carbonati solubili di potassa e soda. 140 Premi agli abbonati per il 1895 Abbonamento gratis. A chi ci procurerà entro l’anno corrente, 2 nuovi abbonati per il 1895, rimettendocene l’importo, invieremo gratis per un anno il periodico, o daremo in dono due annate arretrate dal 1885 a tutto il 1894 tanto della Rivista che del Bollettino. Chi ce ne pro- curerà 4 avrà per 2 anni il giornale gratis, 0 4 annate arretrate, e così di seguito in questa proporzione, A chi ci procurerà un nuovo abbonato, mandandocene l’ importo, invieremo in dono un volume di piacevole ed istruttiva lettura, oppure un'annata arretrata della Rivista e Bollettino. Tutti coloro che ci invieranno entro il corrente anno l'importo dell’ abbona- mento per il 1895, avranno in dono uno dei seguenti premi a ioro scelta : ò specie, a nostra scelta, di minerali o di rocce in piccoli esemplari, o di conchiglie, o di - fossili, o di piante secche, o di insetti (1). Pubblicazione gratuita di un avviso di 10 versi in colonna. « « per 6 volte della medesima o di diverse, domande ed offerte di cambi. Una pelle di uccello mosca o di altro uccello africano o americano di svariati colori (1). Una scatola della eccellente polvere dentifricia (Brillantina Ghilardi} che trovasi annunziata in diverse copertine del giornale (1) Le annate arretrate di questi periodici Rivista e Bollettino insieme, dal 1883 a tutto il 1894 (2.2 serie Completa) a L. 1,70 per annata ‘a scelta e per L. 14 tutte le 10 annate complete, franche di porto. Gli abbonati al solo Bollettino che ci rimetteranno L. 1 in più, avranno per tutto l’anno anche | la Rivista italiana di scienze naturali, onde far loro ben conoscere questo periodico. Possono inoltre scegliere una o più delle seguenti pubblicazioni che sì cedono a prezzo molto ridotto, in modo che gli abbonati vengono a risparmiare anche più di quanto spendono per l’ ab- bonamento. Nel prezzo è compreso l’invio franco e la consegna assicurata al domicilio degli abbonati italiani. Gli abbonati esteri che desiderano tale garanzia occorre inviino in più L. 0,25. I funghi mangerecci e velenosi, descri- | naturale ecc. per G. Malagoli. 400 pag. in 8.° zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 | con 60 incisioni L. 3. tavole colorate per €. Rossi L. 1,00. I tre regni della Natura secondo l’opera L'art d’empailler les petits animaux | del prof. A Pokorny per i proff. Caruel, Lessona, simplifié par 2. Combes. Un volume con fig. | Salvadori e Stuever. 706 pag. in 4° con 1120 L. 0, 30. incisioni L. 6. Conseils aux amateurs pour faire une Agricoltura pratica per tutte ie piante collections de papillons. Classification, pre- | utili all'economia domestica, del Molinari. 2 paration et conservation. Par M. Beleze. Con 32 | volumi con figure L. 3,50. fig. L. 0,80. Dizionario di botanica del Cazzuola con Viaggio in Oriente: Relazione ordinata su | applicazioni alla medicina, farmacia, veterinaria, documenti del celebre Spallanzani, dal prof. | orticultura, agricoltura ecc. L. 8 per L. 4. Campanini. Con figure. Prezzo ridotto da L.20 Avifauna italiana. Resultati della inchiesta a L. 10,00. ornitologica nelle singole provincie italiane. Avi- Viaggio in Oriente pel cav. dott. Y. Tassi | faune locali; per il prof. E. H. Giglioli. Un vol. I. 050. di 700 pas. L. 4. ‘ Entomologia del Disconzi. Con 270 figure Avifauna italiana. Notizie d’ indole gene- e istruzioni sulla caccia, preparazione ecc. L. 5 | rale. Migrazioni, nidificazione, alimentazione ece. per L. 2,70. per il prof. E. H. Giglioli. Vol. di 520 pag. L. 4. Atlante botanico di 30 tavole con 235 fi- Indirizzi di naturalisti di tutto il mondo, gure in colori e preceduto da brevi nozioni di | con la indicazione dei loro studi speciali, per S. botanica descrittiva per il prof. V. Gasparini, | C. Cassino. L. 10 per L. 3,50. L22100. Role des reptiles en agricolture par Pécheur-praticien, ou les segrets, les my- | J. De Fischer. L. 0,60. stères, les ruses, de la péche a la Ligne par M. Quelques remarques sur les régles de Lambert. Pag. 240 con fig. L. 1, 25. la nomenclature zoologique, appliguées a Trattato teorico pratico sulle malattie | toutes les branches de l’histoire naturelle par degli animali domestici, con metodi di cura | L. Olphe Galliard. L. 0,60. ecc. del dott. prof. E. Perroncito. 434 pag. in Les alpes francaises par M. Falsan. Vol. 8,°.con 220 fig. L. 6. di 288 pag. con 52 figure L. 3. Manuale per la tecnica moderna del Ricerche malacologiche di L. Benoit pag. microscopio del dott. A. Gardini 2.* edizione. | 18 in 8.° con 385 fis. L. 0, 80. 432: pag. in 8.° rilegato in tela con 109 incisioni Corso di Litologia di L. Bombicci. 638 pag. intercalate nel testo L. 4,30. in ili (pra Caccie varie per A. Renault. Vol. di 300 Manuale del Macellaio e del Pizzica- pag. L. 2,60. gnolo per il cav. Giuseppe Lancia. 690 pag. I Colombi, allevamento, educazione, storia } in 8.° con 164 fig. L. 7,00. (L) Tutti coloro che non possono ritirare o far ritirare personalmente presso l’ Agenzia del giornale i premi portanti il segno (1), occorre rimettano L. 0,40 per l'imballaggio e l’ invio franco ed assicurato a domicilio, ; f Gli abbonati esteri occorre inviino in più le maggiori spese postali occorrenti. 141 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l’utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all’ anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 168 Cercasi una coppia di cani giovani di non più di 3 mesi di età, di razza da guardia, razza pura, di alta taglia. Scrivere prezzo e descrizione ai Fratelli Ingegnoli, 45 Corso Loreto, Milano. 169 Daniele Schiavetti di Genova, fa ricerca di Mufloni e Foche viventi. 170 D.r Plason, I Fiillerergusse 1, Vienna, desidera far cambi di coleotteri, ricercando specie rare europee, ed esotiche di tutte le famiglie. 171 Herb et Wulle, coltivateurs et Marchands-Grainiers, Naples (Italie). Catalogues en distribution gratis: N. 42 Nouveautés de graines pour l’ annee 1895 - N. 43 Graines d’ Arbres, de Palmiers, Pandanées et Musa - N. 44 Graines de fleurs. 172 Moschella Giuseppe di Reggio Calabria, offre un lupo adulto montato su base, di- versi uccelli italiani in pelle e prende commissioni per pesci e crostacei dello stretto 'di Messina. 174 D. Chittenden, Willesborough street, Ashford (Inghilterra), offre per cambi, lepidot- teri della sua regione. 175 S. Brogi, naturalista a Siena, fa ricerca di Barbagianni (Strix flammea) in carne o già ‘ messì in pelle. 176 Al maggiore offerente si cede una copia della Mineralogia descrittiva del prof. comm. L. Bombicci. Grande volume di oltre mille pagine con molte figure e quadri sinottici. (Edizione Zanichelli 1881). Nuovo, solamente tagliato. Questa preziosa opera non trovasi più in commercio. La maggiore offerta fin ora pervenuta è del prof. R. M. che offre L. 16. 177 Il prof. Andrea Longo si è trasferito dal liceo di Salerno al 4.9 liceo di Napoli. 178.Il sig. Mariano Ticci di Siena, possidente presso la stazione di Castellina in Chianti offre vini fini da pasto ed eccellente olio di oliva. 179 Carlo Piazza, fuori porta d’Azeglio 362, Bologna, desidera cambiare coleotteri contro piccole quantità di semi di piante spontanee di qualunque parte d’Italia. Si raccomanda a quelli che potessero procurargli entro il corrente anno, semi ben maturi di Oenothera biennis e Echi- nophora spinosa, contro pagamento o contro coleotteri. 180 Francesco Pedone, piazza Lanza n. 70 Foggia, cede coppie (maschi e femmine) di tacchini perfettamente candidi e di grande sviluppo, al prezzo di L. 19 non comprese le spese di spedizione. Gli stessi tacchini si vendono dai pollicultori al prezzo quasi doppio. 182 H. Caillont, 18 rue Traverse du Chapitre a Marseille, demande des Bruchides et des Uromides européèes et exotiques en echange de Coleoptères. 183 Marini Giuseppe di Trapani fa ricerca di buoni rappresentanti in Italia ed all'estero, per il suo premiato stabilimento di Vini Marsala. 184 Persona pratica che può dare amplie garanzie, ed esperta nella tenuta della contabi- lità in partita semplice e doppia, aspira ad un posto di agente di campagna. Rivolgersi alla dire- zione della Gazzetta delle Campagne in Torino. 142 Per secondare il desiderio espressoci da alcuni abbonati poniamo in vendita i singoli fascicoli delle annate arretrate di questi periodici e diamo qui l’ elenco dei PRINCIPALI SCRITTI FINORA PUBBLICATI. Ogni fascicolo franco di porto costa cent. 25, ma se vi sono figure il prezzo è variabile e viene comunicato ad ogni richiesta. Agli autori che richiedono i fascicoli contenenti i loro scritti ed a coloro che acquistano di- versi fascicoli il prezzo sarà molto ridotto. A chi rimette 10 cent. in più, l’invio viene fatto raccomandato, altrimenti non si resta re- sponsabili degli smarrimenti postali. A coloro che in luogo degli intieri fascicoli che contengono sempre diversi articoli, desiderano avere le sole pagine che comprendono il soggetto domandato, il prezzo viene ribassato fino anche a 10 centesimi per articolo. Oltre gli articoli qui sotto elencati, trovansi sparsi nei diversi fascicoli, una grande quantità di annunzi bibliografici, notizie di caccie, catture interessanti, note zoologiche, zootomiche, bo- taniche, mineralogiche, geologiche ecc., insegnamenti pratici, invenzioni e scoperte, notizie ed insegnamenti di agricoltura, orticoltura e giardinaggio, lotta contro i parassiti, entomologia agraria, mostruosità, ibridismi ecc. ecc. A chi li desidera, inviamo gruppi speciali di tali articoli a loro scelta ed a prezzi mitissimi. Chi desidera risposta, schiarimenti ecc., scriva in cartolina doppia od unisca il francobollo per la risposta. Si accettano in cambio libri ed opuscoli di storia naturale. N. B. Nelle parentesi che trovansi dopo la indicazione degli articoli, i numeri romani indi- cano l'annata ed i numeri arabi i singoli fascicoli nei quali gli articoli si trovano. (Continuazione vedi fascicoli antecedenti) Lopez C. Ùn caso di mummificazione spontanea. (X, 1. Con 2 fig. L. 0,50). — Ancora sui due feti mummificati spontaneamente trovati a Volterra. (X, 12). — A proposito di alcuni coleotteri anormali. (XI, 2). Mariacher G. Le rane d’Italia. (VI, 6-7). — Osservazioni sull’ epoca della riproduzione del Bufo viridis Laur. e del Bombinator igneus Merrem. (VIII, 1). — L'influenza del mezzo ambiente sullo sviluppo del Bufo viridis, Laur. (VIII, 3). — La riproduzione del Bufo viridis. Note biologiche. (IX, 3). Mariacher G. e Dal Nero V. Due tetraonidi veronesi che scompaiono. (IX, 23). Martone M. Sulla conservazione e pietrificazione dei cadaveri. (X, 5). Martorelli G. Sopra un Fa/co îslandicus Briinn per la prima volta annunciato in Italia. (VII, 7). Maspero G. I gatti mummificati. (X, 8). Massalongo C. Di un dittero galligeno che vive sull’ olivo. (X, 8). Massidda Meloni M. Sulla conservazione in liquidi dei bruchi, larve ed arachnidi. (X, 11). Masson N. Regole d’oro per gli allevatori. (VIII, 8). Matto D. La difterite nei volatili. (I, 4, 5). — Il tifo nei volatili. (I, 7). — Il verme rosso parassita dei volatili. (I, 9). — Il Sarcoptes mutans parassita del pollame. (I, 10) — Prurito dermanissico nei polli. (I, 11). — Colombicultura. Difterite (V, 12). — Allevamento dei fagiani (II, 4. 5). — Pollicultura. pratica. (II, 4, 5, 7, 9). — Pollicoltura pratica. Razze italiane. (II, 10, 11, III, 1). — Pollicoltura pratica. Razze francesi. (III, 6, IV, 5,7). — Allevamento dei fagiani. (V, 3). — L'abbandono delle grandi razze di polli esotici. (VI, 4). — L'esposizione di animali da cortile in Parigi. (III, 2). Milani P. e Garbini A. Nuovo metodo per trasportare le squame dei Lepidotteri sulla carta. (V, 4) | Mingazzini P. Contribuzione alla fauna erpetologica della campagna romana. (VI, 9-10). Morici Minà M. Albinismo della Perdix graeca Briss. (VI, 1). — Fratercula artica Leach. (VI, 1). — Mosca delle olive. (VI, 3). — Cause della diminuzione degli uccelli. (VI, 5). — Utamania torda. (VII, 8). 143 — Osservazioni sopra l’albinismo. (VII, 8). — Gli uccelli e la luce elettrica. (VIII, 2). — Albinismo parziale della Merula nigra, Leach. (VIII, 5). Moschella G. Gli animali meno studiati della nostra fauna. (VI, 9-10, 11, 12, VII, 1). — Uccelli nella Leggenda e nella Storia. (VII, 6). 4 — I Gabbiani. (VIII, 2). Naturaliste (Le). Du Sublimé corrosif dans la preparation des animaux inférieurs. (VII, 3). Neplugeff J. Nuovo parassita esterno dei pesci d'acqua dolce. (XIII, 8).. Neviani A. Il linguaggio dei topi. (VI, 4). — La forma delle celle delle api. (IX, 8-9). — Sulla conservazione e caccia dei lepidotteri. (X, 6). — Appunti sulla filogenesi degli Echinodermi. (XI, 2, 3, 4, 5, XII, 2). — I perissodattili e gli artiodattili formano due ordini naturali od artificiali? (XI, 9). Ninni A. P. La Cicogna nera nel Veneto. (VII, 9-10). — Il Nitargo delle cisterne di Venezia. (IX, 3). — Sulla distinzione delle due specie di Cutrettole comuni nel Veneto. (IX, 20). — Specie appartenenti alla famiglia Hirudinea raccolte nelle acque dolci del Veneto. (IX, 20). — Sopra un pesce forestiero (Gadus aeglefinus) comparso sul mercato di Venezia. (X, 3). — Grampus griseus a Venezia. (X, 6). — Nota sul Circus rufus L. (XI, 2). — Sulla nidificazione del Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus L.) nel Veneto, (XI, 9). Ninni A. P. e U. U. Ancora sulla questione delle rane, (VI, 8). P. Batterii fotogeni. (VII, 12). — Nematodi, (VIII, 1). — La questione del Bothriocephalus latus. (VIII, 2). — La teoria dei Fagociti. (VIII, 2). — Impiumagione maschile in un j© di Anatra. (VIII, 3). — L' Argyroneta aquatica L. (VIII, 3). — Anatomia. (IX, 1-2). — Entozoi. (IX, 1-2). Palumbo A. Sulla caccia dei Coleotteri. (VIII, 6, 7, 9-10, 12, IX, 14, X, 3, 9, XII, 4). — Gli amori dell’ Hydrometra stagnorum Linn. (XI, 1). — Osservazioni sullo Scarztes gigas Fab. ed i suoi agguati. (XI, 3). Parodi E. Il Pettirosso (Rubecula Sylvestris) a Pecettù a Porto Maurizio. (X, 7, 8). Passerini N. Sulla morte degli insetti per inanizione, (VI, 1). — A proposito della diminuzione delle lepri. (XII, 1). Peracca M. G, Diagnosi di rettili nuovi. (XI, 1). Picaglia L. Diagnosi di molluschi nuovi. (XI; 9). Pistone. Hydrornia Alleni (Tomps). (VI, 9-10). rt. b. Il bacillo della tubercolosi o tisi dell'uomo e quello della tubercolosi degli uccelli sono di specie differente. (XI, 10). Rabaud E. Utilité de l’étude des Insectes. (VI, 2, 3). — Les Abeilles, quelques lignes de l’histoire des sciences. (VIII, 3). Ravizza F. Dove passa l’ inverno la tignola dell'uva. (X, 1). Redazione. Sporoteca cellulare. (XII, 12). Reitter. Per ridonare agli insetti avariati la loro freschezza primitiva. (VIII, 5). Renault A. i licenzini scientifici per la caccia. (V, 12) Richard J. Sur la fixation des animaux inférieurs. (VI, 6-7). (continua), 144 AVIFAUNA MARCHIGIANA + per il prof, VINCENZO GASPARINI . Manuale di Ornitologia sistematica con cenni diagnostici su tutte le specie di uccelli italiani. Ad uso dei cacciatori, dilettanti, imbalsamatori, collezionisti ecc. Prezzo L. 5. Franco ed assicurato a domicilio L. 5, 50. Quest’ opera è stata favorevolmente giudicata da non pochi ornitologi e l'illustre prof. Giglioli così scriveva all’ autore : x R. Istituto di Studi Superiori IN FIRENZE Firenze l Ottobre 1894. Egregio professore, La ringrazio ben di cuore pel dono graditissimo di una copia dei suo bel lavoro sull’Avifauna marchigiana. Ho scorso quel volume e ne sono rimasto molto soddisfatto, onde mi permetta pure di farle le mie sincere congratulazioni per l’ opera così bene condotta a termine. Vorrei che molti in Italia, e anche fuori, imitassero il di lei esempio. ; Ho specialmente ammirato le diagnosi delle specie da lei fatte, assai bene riuscite e che danno al suo libro valore speciale rendendolo utile a molti. Riceva i saluti cordiali del Dev. Suo (firm.) EnrIco H. GIGLIOLI P. Fornari. La piccola Fisica sperimentale spiegata al popolo ed ai giovanetti ; 6.8 ediz. ricorretta con moltissime aggiunte, per cura dell’ ingegnere prof. Ugo Fornari. Bel vol. in-16 di pag. 180, illustrato da numerose incisioni: Lire Una — Milano, Casa Tip. Libr. Editr. Arciv. Ditta Giacomo Agnelli. i In questa 6.8 edizione ricorretta e con moltissime aggiunte per cura dell’ ing. Ugo Fornari, certe mende che si notavano nella edizione precedente sono scomparse e il libro è tenuto in cor- rente degli ultimi progressi scientifici, senza nuocere al metodo di esposizione, che è sempre lo sperimentale, alla chiarezza della dicitura ed alla opportunità dei temi trattati.- Pel che noi lo crediamo un ottimo testo per le Scuole tecniche, le Magistrali ed anche per le Elementari supe- riori, essendo un libro pratico, scritto veramente per gli operai e i loro figliuoli, a cui dedicandolo l’ A. e dicendosene amico non ha mentito, perchè insegna loro buone, utilissime cose e le sa in- segnare bene. Una lode vogliam dare anche all’ Editore per la bellissima edizione e il buon mercato: 150 pagine con molte illustrazioni per Una Lira. . - Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni a pagamento. Un numero separato sia della Rivista, sia del Bollet- tino costa cent. 25 senza figure, cent. 50 se con figure. Agli Autori di memorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta inviando i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 | cent. per esemplare, L. 1 per 12 esemplari e L. 6 il cento franchi di porto (se contengono figure il prezzo è da von- cordarsi), purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’Agenzia del giornale, Via di Città 14, e da tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal prizcipio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato. Gli abbonati hanno diritto ad inserzioni gratuite come è detto nella prima pagina della copertina; ma quelle relative ai cambi non possono oltrepassare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accor- data la ristampa, pagando un piccolo. compenso. Dalle inserzioni gratuite sono esclusi gli scritti che contengono offerte di acquisto o di vendita, o che possono servire di reclame. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonatiche abbiano già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se - non è espressamente richiesta dall’ abbonato. I soli abbonati sono collaboratori. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsi di pub- blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioni in proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autori. Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmeute, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano che contro pagamento. IL’ amministrazione s'incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. 1 per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L. ogni? centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute in dono e in cambio ; si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari. Tutti è pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Anno XIV N.° 12 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1. Dicembre 1894 Orania aesyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA Studio di ABELE DE BLASIO (PARTE II.) (continuazione) Per la capacità cranica CO notare che essa dall'antico impero al- l’epoca nostra è andata sempre più aumentando e lo specchietto seguente ce ne dà ragione. e n——6m————Tm@É&t@6T— __666@@ ooouuo@o@o@@-.’—i EPOCA SESSO NUMERO MASSIMA MINIMA MEDIA | : c ((NTaschalo 14940 1250 1440 | MEC Femminile | 4 1640 |. 1250 1395 Il i di | Maschile da 111754 1260 1450 mpero Inecio | Femminile 5 01649 1240 1395 Maschile 19 1690 1325 1480 DEpSro uo Femminile 10 1580 1195 1400 \ (‘Maschile ll 1721 19001310 Epoca moderna "} ro Femminile "I 1630 1250 1420 Per ciò che riguarda l'altezza del cranio, la forma e la grandezza delle cavità nasali ed orbitarie le cose sono rimaste invariate. È degno però di note che mentre nell'antico impero non trovammo crani con sutura bi-frontale; nel medio compare il metopismo e tre dei rappresentanti di quell'epoca ne sono provvisti. Tale anomalia non manca nè nel nuovo nè nell'epoca moderna e si mantiene nelle stesse proporzioni come nell'impero di mezzo. Delle due varietà craniali la brachicefala turanica e la mista, nell’ epoca attuale, non se ne trovano vestigi; compare però in quest età una nuova forma brachicefala ed è quella che campeggia fra l’ elemento arabo-egiziano, CRANI.-DIARABI-EGIZIANI: Dodici crani, 9 maschili e 3 muliebri fanno parte di questo gruppo e fu- rono raccolti nelle tombe presso l’ Abassieh (Cairo). In generale il cranio del- l'arabo dell'Egitto non è nè grande, nè pesante e privo del mascellare infe- riore e posto sopra un piano orizzontale vi- posa coll’ arcata dentaria e colla spina occipitale. Disposti in ordine e guardati di prospetto presentano la fronte piuttosto - stretta in basso che si slarga poi gradatamente in sopra per adattarsi alla forma espansa dei parietali, che nel loro maggior diametro presentano una lar- ghezza che può ragguagliare la lunghezza del cranio stesso. Le orbite sono quadrangolari, mezzane, poste in piano orizzontale e sor- montate da arcate sopraccigliari lievemente sporgenti. Le ossa nasali sono lunghe, sottili e nel punto d’ unione coll’ osso frontale formano, alle volte, una lieve insenatura. Le ossa malari sono avvicinate fra loro, il palato è angusto, corto. Le ar- cate dentarie non presentano traccie di profatnia. 146 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI I denti sono piccoli, regolari e stanno negli alveoli impiantati sempre ver- ticalmente. Osservati di lato, il profilo della calvaria può essere suddiviso in tre. se- gmenti; in uno mediano, che rappresenta un arco di cerchio, che principia dal sommo della fronte e termina alla parte più larga dei parietali; ed in due verticali dei quali uno occupa la regione frontale e l'altro l’ occipitale. Le fosse temporali sono strette e profonde e delicati si presentano i ponti zigomatici. La norma occipitale lascia vedere che la parte posteriore di questi crani è schiacciata alla quale forma prende parte non solo la parte posteriore e la- terale dei due parietali; ma tutta quella parte dell’occipitale che trovasi sopra della spina occipitale esterna. Di sotto sono corti, larghi col forame occipitale rotondo e posto quasi sempre più indietro della metà della base del cranio. Dal rapporto poi, fra il diametro antero-posteriore e bi-laterale emerge che 10 di questi crani sono brachicefali (fig. 27,28), il che viene a modificare l’ opi- nione di quelli che avevano ritenuto i crani arabi esclusivamente dolicocefali (1). La presenza della dbrachicefalia fra gli arabi-egiziani fu fatta rilevare anche dal Panceri, il quale in una lettera diretta al Mantegazza (2) così diceva « Il cranio degli arabi cresce presto come tutto il corpo e con un diametro tra- SVerso che quasi uguaglia l’antero-posteriore, nota, dice al Mantegazza, come nei libri moderni ottimi vi siano dimenticati gli arabi-egiziani (brachicefali) seb- bene Laney abbia parlato chiaro descrivendo questa gente ». Fra questi dodici crani ve ne sono tre che hanno la sutura bi-frontale completa e due altri ne presentano delle tracce. Le ossa wormiane le abbiamo. rinvenute in cinque teschi ed incastrate sempre nella lambdoidea. I fori parietali mancano in un sol cranio e tre altri ne presentano uno per ciascuno. Dalle misure si deduce che questo gruppo è microcefalo, brachicefalo, îp- sicefalo, megasemo, mesorino ed ortognalto. Per sessi: i maschili sono mesocefali, brachicefali, ipsicefali, mesorini, leptorini ed ortognati ; ed i muliebri microcefali, brachicefali, megasemi, me- sorini ed ortognati. Secondo il Sergi appartengono questi crani alla varietà sphenotdes (sphin- cuneo 7dos-forma); perchè vista questa serie dalla norma verticale ; i suoi com- ponenti si rassomigliano a tanti cunei colla base in dietro e coll’ apice innanzi; e siccome la parte posteriore del cranio è molto dilatata, così vanno inclusi nella sottovarietà Zatus; un poco diversa dalla Kurganica (Russia) perchè la base dell’occipite si riposa tutta e lo stesso occipite è piuttosto obliquo che perpendicolare come si osserva nella sottovarietà russa. Le misure individuali con le respettive medie sono riportate nella seguente tabella. (1) Il cranio arabo fu ritenuto dolicocefalo ; perchè l'indice cefalico misurato in 200 crani Algerini era stato trovato in media 75 (minimo 72 e massimo 76, 3) ; quello di 20 crani dell’Arabia Petrea studiati dall’ Elissajew, 73,8; e quello di 20 Beduini della Siria 74, 4. Media generale di 240 crani 74,5. I crani arabi bdrachicefali che si trovano in Egitto non potrebbero essere discendenti più o meno imbastarditi di quei turanici che si stabilirono in Egitto con l’ invasione degli Hycsos? (2) PanceRI - Lettera al Mantegazza. Archivio per l’Antrop. ed Etnol. Vol. II p. 356. 147 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI T1E6 | 666 86 06 | 6L6.| 06 | 916 OL vL$ » 06.896. | Fe6 | 06 | 096 : È Py | 687 08F 681 | SG | 667 | 006 YEP | 089 » 889 | OIS | 0IG | 097 | 696 : x LOG | 976 898 628 | 98 | L78 | EE8 | 058 | GL8 » CO8-|0€68. | €E8 de8 | SC8 3 5 658 | 618 €98 798. | LEL | 098 | 008 | 018 | €58 | COL | 98 | 98 l&L | 618. |-S8 : 3 068 | 998 SI6 968 | &LL | 006 | 18 | €68 | 958 | Fe8 | €68 | 66 | ELL | 068 | L68 > ; LOTRS EGO GII SOT) 00I cOl 001 SI II » 901 LOT IEl LIT EII i - 88 88 06 98 €6 98 L8 LO 06 Ù 98 (40) LO 98 Cb : È L6 10) 86 co) 6 6 6 001 SOI > 6 6 SOI 6 66 È : LO 99 89 69 9 9 09 GL IL » 0) 69 OL 89 OL 3 5 ve 96 6 LE GE 66 96 86 PE » Sé 66 1 TE (89 È = 86 Té 06 6 66 te 06 0€ 1 2, 86 6 16 06 lE ; ; 666 | 76 GEE Eee SIG a Ea Sese 0 SEE SFERICO | Ges |\SCSE 5 : EOI LO 801 GOT (do) 6 001 LOI SII VOI LOI LII GI OTT 001 ; È €6 €6 76 6 98 06 06 66 66 86 8 86 L6 6 16 ; = COT SOT 901 OTI 6 SOI SOI II 601 GOT | POI CTI 001 66 801 3 = St LV 0S Ly 97 67 9F LG 0G » 87 TG TG 0G TG x : EG EG va EG te ta 66 G3 Fe 2. {a 9 9 EG Gage ; LE LE iS IF (ds 86 OE: Z07 GE È 8E LE (d4 07 (0)7 5 È Pe CE sé Pe LE 96 06 (49 (0)% >, VE TE GE 66 EE 3 : III TOI 8II SOI 801 E0I 8EI GII OGI 8II POI cel RAS AREE RARI 5 x 0cI Tel OGI OGI CEl (dA OGI GII OEI OGI OGI OGI | SEI OI GI : È 8II LIT GI SII GII TI cII CI OGI OGI | EI OGI | SII O6I | SII > * GPS IP LET do ESS TIVE OLE 96 S0IES ESSE SL] E698 1C6 GSE | PSE 3 S OEI 861 CEI E6I EeI 661 | 9EI 96. |-661I OSI ESI GGI | 86I TET EEI ; È SEE 96Ì | OFI BEI 6SI CEI LG MIGRE Sii OVI LET OST «SPEt 957 OPI È - GGI LET GI SI LOI OCT OLI 91291 OLI GGI IEEE 091 OGI Se 8L7Y | 697 88F CIV QLE08P-=|R00S POSTEL [087 |0TS=-08E= | SL 067 ; = csv | ILF 14004 Ly | ELp | E | #8F | GIS | 006 LOT | SLV | 006 | 0IS | 87 | LLY 3 ; EIEI | OISI GIFI OSGI | OSII | OSST | 00SI | 00SÌ | O8FI | O8EI | 00FT | 00SI | OCET | OSET | 00€I 3 3 W tei 86 0S cG 09 07 SE ted 06 cé 7 0G 04 0S : - Sigean RP INVIZIOU ILVUV IO INVUO 2 ° QIB[O9A]V ME) IGSIINI % OHIO > T0I1puj a * O[ROI]IOA È : O ATO) \ : » BOIRUIOSIZ-IAT » t: a QI ]00A]B-ISET » 9 b ; o[eseu-ISEg » : Q1g]09A[E-OStU teu] eZzo sun] eZZz0yS det . Q1BMoTINE-Iq BAIN : » opio)SseW-IQ Beur] 3 QIO119JUI ‘l ) : o10119d0s ‘x | o . ezzoI[V * *» eZZ0YSIeT] OSEN È * eZZoysIer : * oqegidi000 *q >» È * oqegeed ‘fg >» 5 * @[equogg © » : @[e3rd1090-0StU gAINO è ; Q[Eo1]19A eZZ9I[V ; o[eI91e[-1q » 2101193S0d-0107U8 01701] * Q[BormqIoA » * 0] eJuoZziao BZuUaleJuodIIO : È eorqno egroedeog 3 * eAmqRuiISsoIdde e} ì 0]e}1d1000 0104 07001] ITA al *—‘ 0SS09 TYASIN inua) (cont 148 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI LIBRAIRIE J.-B. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), è Paris Le Monde des Plantes, par P. ConsrantIN, agrégé des sciences naturelles, professeur au lycée de Rennes. 2 vol. gr. in-8 de 750 pages, illustrés de 700 figures. Se publie en 48 séries à 50 c. ou en 8 fascicules à 3 fr. Envoi franco du fascicule I" contre un mandat postal de 3 fr. La collection des Mervezlles de la nature de Brehm ne comprenait jusqu'ici que l’histoire na- turelle de Za Terre, de l’Homme et des Animaux. ll restait à connaître les Vésetaux. M. Paul Constantin, agrégé des sciences naturelles, protesseur au lycée de Rennes déjà connu du grand pubblic par son ouvrage « Anatomie et physiologie animales », en collaboration avec le profes- seur MarHIAS Duvat, a entrepris ce travail et s'est attaché a apporter dans l’accomplissement de sa tàche cet esprit de sérieuse vulgarisation qui a rendu si populaire l’euvre de BrEeHM et des savants francais qui ont fait de l’édition francaise l’histoire naturelle la plus au courant de la science: MM. Verneau, Kunckel d’Herculais, Sauvage, T. de Rochebrune, du Muséum d’histoire na- turelle, Gerbe, du Collège de France et F. Priem, de l’Ecole Normale supérieure. Le Monde des Plantes est une description méthodique, famille par famille du régne vésétal. L’auteur s'est attaché à étudier surtout les plantes qui croissent dans notre pays, et, parmi les plantes exotiques, celles qui sont susceptibles d’applications intéressantes. Le lecteur trouvera dans cet ouvrage pour chaque famille, chaque genre et chaque espèce, à còté des caractères bota- niques, l’indication de la distribution géographique du groupe étudié, en méme temps que l’exposé de nombreux services que peuvent rendre les végétaux à la médecine, à l’alimentation, a l’industrie, à l’agriculture, à l’horticulture, a la décoration des appartements, ete. Les cara- ctères biologiques, c'est-à-dire les phénoménes intéressants de la vie des plantes n’ont pas été oubliés et sont traités avec le plus grand soin. Tous ceux qui aiment les plantes, et ils sont le- gion, peuvent donc lire avec profit ce livre. M. Cosrantin s'est inspiré des travaux des botanistes francais et étrangers qui se sont effor- cés d’arracher à la nature ses secrets. L’ouvrage est au courant des recherches les plus récentes. Le livre est écrit très clairement; la lecture en scra facile aux personnes les moins familia- risées avec les études scientifiques. Il est d’ailleurs parfaitement illustré. De très nombreuses fi- gures l’accompagnent: représentations de plantes, flleurs, fruits, vues pittoresques, etc. En tout, ce volume bien supérieur aux ouvrages de vulgarisation du méme genre déja publiés en France, est digne de prendre place dans la collection des Merveilles de la Nature, de BrEHM, si apprécié du grand public. AVIFAUNA MARCHIGIANA per il prof. VINCENZO GASPARINI Manuale di Ornitologia sistematica con cenni diagnostici su tutte le specie di uccelli italiani. Ad uso dei cacciatori, dilettanti, imbalsamatori, collezionisti ecc. Prezzo L. 5. Franco ed assicurato a domicilio L. 5, 50. Quest’ opera è stata favorevolmente giudicata da non poehi ornitologi e l'illustre prof. Giglioli così scriveva all’ autore : - R. Istituto di Studi Superiori © de: Firenze l Ottobre 1894. IN FIRENZE Egregio professore, La ringrazio ben di cuore pel dono graditissimo di una copia dei suo bel lavoro sull’Avifauna marchigiana. Ho scorso quel volume e ne sono rimasto molto soddisfatto, onde mi permetta pure di farle le mie sincere congratulazioni per 1’ opera così bene condotta a termine. Vorrei che molti in Italia, e anche fuori, imitassero il di lei esempio. Ho specialmente ammirato le diagnosi delle specie da lei fatte, assai bene riuscite e che danno al suo libro valore speciale rendendolo utile a molti. Riceva i saluti cordiali del Dev. Suo (firm.) Enrico H. GiGLIOLI ————————È_—___€@crrT@—&————___mm___m_____É ____$>_—zms_x_@ln@"m@m— S. BROGI direttore responsabile Siena, Tip. e Lit. Sordo-mubi di L. Lazzeri go /nuSa Scienza e pratica . RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Allevatore, CToltivatore Istruzione e diletto Premiati con medaglia alla Esposizione di Palermo Direttore Cav. SIGISMONDO BROGI — Siena Collaboratori principali ARRIGONI degli OppIi Conte EtTtoRE — Padova BADANELLI Prof. Dott. DANTE — Prato BaLBi Cav. Conte EmiLIo — Genova BaRGELLINI Prof. MarIANO — Szena BeRTELLI Dott. DANTE — Pisa Bezzi Dott. Prof. MarIo — Milano BoLzon Prof. Dott. Pio — Carrara Bonomi Prof. AgostINo — Rovereto BorpI Prof. Dott. Luci — Aquila BomBicci-PortAa Comm. Prof. Luigi — Bologna BRUNETTI Comm, Prof. Lopovico — Padova BRruUTTINI Prof. Dott. ARTURO — Pisa CacciaMaLI Prof, G. BATTISTA — Brescia CaLaBRÒ LomBarpDo Prof. ANTONINO — Lecce CaruaNA GATTO B. A. ALFREDO - Valletta (Malta) CERMENATI Prof. MarIo — Lecco CLERICI Ing. EnrIco — Roma Cori Chimico farm. ELIA — Stena Damiani Giacomo — Portoferraio De AngELIS Dott. GIroaccHIno — Roma De Bonis ANTONIO — Rovigo De BLASIO Dott. ABELE — Napoli DeL PRETE Dott. Rarmonno — Viareggio DesmeuRE IppoLITO — Firenze De Tont Dott. Prof. G. B. — Padova De SreFANI PeREZ Prof. Troposio — Palermo FaBANI Sac. CARLO Valle di Morbegno (Sondrio) FarLLa TepALDI Luigi — Castelbuono (Palermo) FERRAGNI OpoarRDo — Cremona GaLLI VALERIO Dott. Bruno — Sondrio GracHETTI G. CesARE — Farenze Levi MorEnos Dott. DAviD — Venezia Livini Cav. Prof. Dott. Antonio — Napoli Longo Prof. Dott. AnDREA — Salerno Lopez Prof. Dott. Corrapo — Salerno LeNnTICCHIA Prof. ATTILIO — Lugano Losacono PoseRo Prof. MicHeLE — Palermo MascaRINI Prof. ALESSANDRO — Ascoli Picena MELI Prof. RomoLo — Roma MATTEI GIov. ErroRE — Bologna Morici MicHeELE — Castelbuono (Sicilia) MoscHeLLA GiusePPE — Reggio Calabria NEVIANI Dott. Prof. AnTonIo — Roma PaLumBo Augusto — Castelvetrano (Sicilia) PauLuccI March. MARIANNA — Novoli (Firenze) PARODI DomENIco di E. — Porto Maurizio PELACANI Prof. Dott. LucrAno — Sassari PeTRONI Dott. Veter. PAasquaLE — Siena ReNAULT Cav. ARTURO — Firenze Rossi Prof. Torquato — Siena SANCASCIANI Cav. Dott. GrusePPE — Siena ScARzIA Dott. Giuseppe — Maglie (Lecce) SIGNORINI Prof. GrusePpPE — Iglesias (Sardegna) SpinoLA March. Gracomo — Colognola ai Colli Tassi Cav. Dott. FLAMINIO — Stîena TincoLinI Dott. Veter. Tito — Siena ANNO XIV — 1894 " Questo periodico si compone in di» parti cioè: La Rivista italiana di scienze naturali, nella quale vengono pubblicate: Le memorie ori- ginali, corredandole di figure quando occorrano; la Rassegna bibliografica di quanto viene stampato in Italia e di non poco di ciò che vede la luce all’estero relativamente alle Scienze naturali ; le comunicazioni scientifiche fornite dagli abbonati ecc. Il Bollettino del Naturalista collettore, allevatore, coltivatore, che si occupa della parte più pratica e popolare delle scienze fisiche naturali, compresa la caccia, pesca, agricoltura, orticoltura, giardinaggio, allevamento, acclimatazione e malattie degli animali e delle piante; rac- colta, preparazione e conservazione degli animali, piante ed altri oggetti di storia naturale, museo- logia, alpinismo, esplorazioni, escursioni. Ha apposita rubrica per gli insegnamenti pratici, regi- stra le nuove invenzioni e scoperte, i concorsi, impieghi vacanti e notizie svariatissime. L'abbonamento complessivo Rivista e Bollettino (24 fascicoli, con non meno di 300 pagine) costa L. 5 all'anno; quello al solo Bollettino (12 fascicoli, con non meno di 150 pag.) L. 3 all'anno. Agenzia del giornale SIENA Via di Città 14, II RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI TUTTO L' OCCORRENTE PER RACCOGLIERE, PREPARARE E CONSERVARE GLI OGGETTI DI STORIA NATURALE SI TROVA PRESSO IL LABORATORIO Z00LOGICO-Z00T0MICO-TASSIDERMICO e MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal Cav. S. BROGI naturalista premiato con 19 medaglie FORNITORE DI MOLTI MUSEI E GABINETTI SCOLASTICI Compra — Vendita — Preparazione — Cambi SI IMBALSAMANO ANIMALI DI OGNI GENERE si insegna a chiunque desideri imparare SIENA — PIAZZA DEL CARMINE, STABILE PROPRIO — SIENA CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distribuzione GRATIS Catalogo N. 15 — Coleoptera in Italia collecta. « « 30 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto. (Si accorda un forte ribasso di prezzo a chi ne acquista per 20 e più lire). 33 — Minerali e Roccie. « « « « 36 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. « « 37 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. « « 88 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica. « « 40 — Mammiferi imbalsamati e in pelle, scheletri e crani. « « 42 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, ecc. ecc. nonchè delle Colle- zioni gia formate per l’ insegnamento. « « 48 — Supplemento al catalogo N. 33 Minerali e Roccte. « « 44 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI III RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI INDICE DELL’ANNATA 1894 ©° MEMORIE ORIGINALI Gabelli Lucio. Flora ruderale. Appunti di geografia botanica. Pag. 1, 5. De Blasio Abele, Crania aegyptiaca vetera et hodierna con appunti di storia e di etnologia egiziana. Parte I. (Con 21 figure). Pag. 5, 17, 35. Parte II. (Con 81 figure). Pag. 41, 63, 81, 98, 105, 115, 129. Bezzi dr. Mario. Gli insetti epizoi, loro costumi, caratteri, classificazione, modo di raccoglierli e conservarli. Pag. 10, 22. Gabelli Lucio. Ordine di svolgimento dei fiori in alcune infiorescenze com- pattesiPao.-:21,,.22. Meli prof. Romolo. Sulla presenza dell’ [berus (subsect. Murella signatus Fér. (Helicogena) nei monti Ernici e nei dintorni di Terracina nella. provincia di Roma. Pag. 33, 43, 57. Del Prete dr. Raimondo. Sulla sistemazione d’una raccolta conchigliologica. Pag. 48, 87. Del Torre Francesco. Criterii intorno al fissare l'entità specifica di alcuni generi di piante di famiglie fanerogame e crittogame. Pag. 65, 67. i Terrenzi Giuseppe. Sopra un Acaro (Argas reflexus Latr.) trovato per la DRCOn volta, in Italia, parassita sull'uomo. Pag. 73, 97. Lazzaro Nicola. Archeologia africana. Gli scavi delle Piramidi. Pag. 109, 110. Trois prof. E. F. Elenco dei Cetacei dell’ Adriatico. Pag. 113, 115. De Stefani Perez prof. Teodoro. Il nido della Vespa orientalis. Pag. 134, 135. Grillo Niccolò. Sulle illusioni dei sensi. Pag. 135, 186. BIBLIOGRAFIA RECENSIONI ED ANNUNZI Agricoltura e affini. Pag. 28, 29, 52, 54, 77, 79, 80, 90, 91, 101, 122, 123, 137, 138. Anatomia. Pag. 91, 101, Anfibi. Pag. 102. (1) L'indice del Bollettino trovasi nel volume del Bollettino stesso. IV RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI rr ' TTIIL=L------- n Antropologia, Antropogenia, Etnologia. Pag. 29, 51, 53, 77, 78, 80, 90, 102, 1234197 Apicoltura. Pag. 80. Bachicoltura. Pag. 29, 90. Botanica. Pag. 28, 77, 78, 79, 90, 101, 103, 122, 137. Briozoi. Pag. 53. Caccia. Pag. 122. Chimica. Pag. 123, 137, 138. Fisica. Pag. 138. Foraminiferi. Pag. 53, 78. Geografia. Pag. 54, 78, 90, 101, 102. Geologia. Pag. 54, 80, 90, 91, 102, 122, Igiene ed economia domestica. Pag. 29, 53, 78, 91 121, 137. Insetti. Pag. 29, 52, 53, 54, 77, 78, 80, 90, 91, 101, 103, 122, 123, 137, 138. Mammiferi. Pag. 28, 29, 51, 53, 78, 102, 138. Mineralogia. Pag. 90, 121, 138. Miriapodi. Pag. 53, 79. Paleontologia. Pag. 53, 77, 78, 79, 90, 102. Parassitologia. Pag. 52. Pesci, Pesca. Pag. 29, 102, 136, 138. Protisti. Pag. 79. Rettili. Pag. 102. Storia naturale in genere. Pag. 51, 52, 78, 80, 90, 101, 103. Tecnica. Pag. 28, 52, 79, 91. Uccelli. Pag. 54, 78, 102, 121, 122, 138. Varia. Pag. 53, 54, 77, 78, 80, 91, 101, 102, 122, 123, 137. Vermi. Pag. 52, 101. Veterinaria. Pag. 28. Zoologia. Pag. 52, 78, 102, 122. Annunzi bibliografici si trovano pure nelle copertine dei fascicoli. ELENCHI dei lavori relativi alle scienze naturali pubblicati in Italia durante gli anni 1892-93, distinti con numero progressivo, divisi per materie e disposti per ordine alfabetico secondo il nome dell’ Autore. Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. Pubblicazioni del 1893. Dal n ‘b/al'n.‘840.Pagi91, 403, TI, (124; 139. Botanica - Paleofitologia - Agricoltura. Pubblicazioni del 1892. Dal n. 345 al n. 461. Pag. 13, 16. — Pubblicazioni del 1893. Dal n. 346 al n. 409. Pag. 141. Geologia - Mineralogia - Cristallografia. Dal n. 463 al n. 581. Pag. 39, 68. N. B. La pubblicazione di questi elenchi è sempre in corso di stampa e continuerà perciò anche nell’anno 1895. Appena terminato di registrare le pubblicazioni del 1893, sarà incominciata la nota di quelle del 1894. COMUNICAZIONI E NOTIZIE VARIE Pag. 16, 17, 29, 30, 31, 32, 51, 55, 56, 67, 71, 72, 76, 95, 96, 127, 128, 143, 144. —————_——t=——————"—" Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri ——————@—@———————@—@—@—@—ÈÒ—@g{[-- BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE 15 pecembre. SUPPLEMENTO MENSILE N° 42 tua RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) I.. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all’anno ANNO XIV SOMMARIO COMUNICAZIONI. Brogi. Afta epizootica nei Bovini. Modo di guarirla e di prevenirla. Pag. 145. — Le Naturaliste. Restes fossiles du Rhimocéros Burchellii. Pag. 146. Insegnamenti pratici. Il sughero per la conservazione dei fiori freschi — Per togliere il sapore di fango al pesce — Trattamento preventivo del colera dei polli. Pag. 146. Notiziario. Pag. 147. — Richieste, offerte, fra gli abbonati. Pag. 148. COMUNICAZIONI - PROPOSTE - DOMANDE - RISPOSTE In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi notizie, schia- rimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. _—_SSNAazE=5SAN\IMI/TE _ —_- A proposito dell’ Afta epizootica o taglione dei bovini, ciò che avviene è vera- mente incomprensibile e sembra quasi impossibile: Il dott. Morandi di Milano trovò che con la infusione della comunissima pianticella detta Timo serpillo (Thymus serpyllus Linn.), si guariva senza fallo, con la massima facilità, e senza spesa, la terribile malattia del taglione, che mieteva vittime specialmente nei bovini, arrecando immensi danni ai proprietari ed al commercio nazionale. Dopo ripetute prove, il Morandi, che può additarsi davvero come ben raro esempio fra gli uomini, co- minéiò nel 1881 a far conoscere il suo rimedio, ed insegnarlo a tutti per mezzo di centinaia di giornali, di migliaia e migliaia di opuscoli stampati a proprie spese, di conferenze, di dimostra- zioni pratiche, di gite fatte qua e la per l’Italia tutto a proprie spese, rifiutando qualsiasi com- penso e perfino le forti somme offertegli da industriali e speculatori; solo avendo di mira di rendersi utile alla generalità degli allevatori ed alla patria. Le bestie ammalate guarivano come per incanto; tanto si dimostrava possente la infusione di timo. « Ovunque la cura semplicissima Morandi, diede splendidi resultati » dice nella sua rela- zione il Piana, nominato dal governo per studiare e praticare la cura del timo contro questa epi- zoozia nei bovini. Un cumulo di certificati pervenuti da ogni ceto di persone e dalle principali autorità, attestano al Morandi gli splendidi resultati ottenuti con il suo sistema di cura. E come va adunque ehe con tutto ciò la malattia infierisce sempre ? Che migliaia di persone si addolorano, piangono e finanziariamente si rovinano per la morte del loro bestiame e pur non ap- profittano di così portentoso ed economico metodo di difesa e di cura? Pare davvero un’ enigma! Nè si può spiegare altro che con l’ammettere che tutte le premure e tutte le spese sostenute dal dott. Morandi per farla conoscere, la cura stessa non sia ancora abbastanza nota ai campagnoli, nè abbastanza apprezzata da chi avrebbe il dovere di porla e di farla porre in pratica. Il Morandi sì è reso e continua a rendersi assolutamente benemerito, egli non può far di più, insegna a chiunque desideri imparare, somministra ciò che è necessario, diffonde a piene mani le istruzioni stampate, si reca ovunque venga richiesto per istruire con la parola e per porre in pratica la cura, e tutto a totali sue spese. L'Italia dovrà alla di lui costanza, al di lui disinteresse, alla sua bontà d'animo, se potrà liberarsi da così funesta malattia; ma il nostro governo poteva bene darsi più cura della cosa e con ordinanze o in altro modo, contribuire al buon esito finale, piuttosto che la- sciare al solo inventore la cura di recare in porto la vittoria. Una conferenza a spese proprie, il Cav. Morandi la ha fatta pure a Siena il 10 corrente, re- ferendo i resultati sempre sicuri e pronti, ottenuti con la sua semplice cura, che si riassume nei seguenti consigli ed insegnamenti che egli da agli allevatori ed ai coloni: 146 Raccogliete il timo serpillo, egli dice, in qualunque epoca se non ne avete, ma preferitelo in fiore ; fatelo essiccare possibilmente all’ ombra e meftetene nel fienile almeno 10 chili per bovino. La poca fatica di raccogliere il timo non è mai gettata, perchè è sempre fieno che raccogliete ed è sempre un valore, ed un medicinale per voi e per i vostri amici. Questa vostra previdenza nel preparare il timo, vi dà la pace, la sicurezza di guarire subito le bestie se vi ammalano, di impedire gli aborti, le zoppine, i deperimenti, ed anche di preservare n le bestie sane e di salvare i vitellini, quando voi abbiate la precauzione di somministrare il timo anche a quelle nelle quali non è scoppiata la malattia. E se il male vi capita, correte al fienile con un secchio, empitelo per bene, senza avarizia e gettatevi acqua bollente fino a che ve ne entra; levate l’infuso dopo sei ore. Ponetene in una bottiglia che riverserete, quando il liquido è freddo, tutta a piccoli sorsi e ad intervalli nelle narici e nella bocca del bovino; in una ciotola che servirà per le mammelle; ed in un altro recipiente per immergervi una spugna onde inzuppare di timo i piedi, Ma ricordatevi bene di non usare il timo, se prima non avete lavata per bene la piaga col- l acqua pura, mediante irrigazione; ossia con acqua corrente, che voi formate subito e facilmente, sospendendo sul capo del bovino all’ altezza di 2 metri un secchio pieno d’acqua, ; ponendo in esso un tubo di gomma ed aspirando l’acqua, formerete un getto adatto per ben lavare le narici e la bocca. Con una buona spugna voi continuamente asportate da quelle luride nari e bocca tutto il marciume e la pelle corrosa; risciacquando poi sempre la spugna in un secchio d’ acqua pura. E così fate per i piedi, riversando sopra ciascuno un secchio d'acqua a mezzo del subo di gomma e ripulendo sempre colla spugna risciacquata. Le mammelle, poi, le immergete in una ciotola d’ acqua pura, le pulirete con una spugna, e. dopo poi le terrete immerse per 5 minuti almeno in una ciotola con l’infuso di timo. È Una buona lavatura ed una bagnatura fatta con la soluzione di timo, basta a liberare il vostro bovino, dall’ afta, da questa malattia così tanto contagiosa e micidiale. E non risparmiate il timo neanche per le bestie sane e per il vitellino, perchè ho potuto con- statare che, colla cura preventiva, si risparmiò la malattia ai sani. Per preparare una buona quantità di infuso si riempie una botte di timo, lo si copre di acqua bollente e lo si spilla dopo sei ore. i NB. — Per avere campioni timo, istruzioni, conferenze, scrivere al Dott. MORANDI, Milano, corso Vittorio Emanuele, 21, e tutto avrete Gratis. i BROGI Restes fossiles du Rhinocéros Burchellii. Le Musée du Cap a recu en don un fragment de cràne et divers ossements du Rhinocéros blanc, trouvés à huit pieds de profondeur dans la tourbe noire, aux environs de la rivière de Vaal, où cet animal est introuvable aujourd'hui. Cette espéce, que l’on rencontrait encore il n'y a pas un siècle dans le sud de l’Afrique, est désormais vouée & une destruction certaine. Après s'étre réfugiée dans l’intérieur, elle a été forcée de se retirer de- vant l’invasion européenne, et on ne la trouve plus que dans les possessions portugaises de l’Afrique. Le Naturaliste. INSEGNAMENTI PRATICI x Il sughero per la conservazione dei fiori freschi. Per la sua qualità di cattivo con- duttore del calore il sughero rende grandi servigi ai commercianti di fiori freschi del mezzodì della Francia, dove sì utilizza per le spedizioni a grandi distanze. I fiori ravyolti in carta sono imbal- lati fra la segatura molto fina di sughero e così si son potuti spedire fino a S. Pietroburgo ove sono arrivati freschi come appena colti. Pel sapore di fango del pesce. I pesci degli stagni a fondo limacciose hanno quasi sempre un sapore di fango, che rimane anche dopo la cottura e fa perdere alla specie, tutta la sua delicatezza gastronomica. £ Quando si pesca in uno stagno bisogna essere sempre int di “na bottiglietta ‘collignici io! dell’ acquavite o del buon aceto di vino. Quando si prende un pesce lo si fa bere, mentre è ancor vivo, poche goccie di uno o dell’ altro liquido. Dopo di aver vuotato e nettato bene il pesce, lo si immerge per due o tre minuti nell’ acqua fortemente acidulata e lo si risciacqua internamente con dell’ aceto puro. Il pesce è così reso perfetto dice la Rivista agraria. Trattamento preventivo del colera dei polli. Dacchè esercita, il veterinario francese Filliatre è stato molte volte consultato per arrestare il colera dei polli in fattorie infette. In prin-- cipio ricorse ai vecchi metodi, che diedero risultati poco soddisfacenti; più tardi adoperò il vaccino proveniente dall’ Istituto Pasteur, col quale vaccinò in due volte 250 polli, che morirono alcuni - giorni dopo di gangrena settica. Fu allora che decise di sperimentare la seguente miscela, la quale gli ha dato risultati soddisfacenti come mezzo profilattico. Consiglia i colleghi di tentarne l’ uso. Acido fenico cristalizzato grammi 50. — Alcool metilico grammi 50. — Glicerina N. 1 grammi 20. — Bicloruro di mercurio grammi 0,05. — Acqua distillata l litro. Di questa miscela si iniettano 2 centimetri cubici ad ogni pollo adulto; 1 ce. ad un pollo. giovane ; 1[4 di cc. ad un pulcino. Poscia, subito dopo l'iniezione, si fa bere dell’acqua in cui sia stato disciolto del solfato di ferro (10 grammi per ogni litro d’acqua). Finalmente si disinfetta il pollaio con acqua fenicata al 5 0[0. Non è raro di veder cessare le mortalità immediatamente in seguito a questa profilassi. (Rec. de Med. Vet., 1894, pag. 708). NOTIZIARIO La vaccinazione del carbonchio. Mediante un compenso il Governo italiano si accordò con l’Istituto Pasteur per impiantare nell'Istituto vaccinogeno a Roma un laboratorio speciale per la cura del carbonchio. È già pronto il materiale occorrente per poter vaccinare 50,900 capi di bestiame. Le norme per la distribuzione saranno le stesse che regolano la distribuzione del pus vaccino pel vaiuolo. R. Orto botanico di Palermo. Nell’ aprile del 1895, ricorrendo il centenario della fon- dazione dell'Orto botanico, il Ch. professore Borzì, che ne è il direttore, ha pensato che sia festeg- giata solennemente, quella data. Fu a tal uopo nominata. una Commissione, della quale fanno parte i più valenti scienziati e le più cospicue persone di Palermo, per proporre quei festeggiamenti che crederà più opportuni. Tartuca secolare. Presso la città di Colombo è morta una tartuca di grandi dimensioni, che i più vecchi del luogo si ricordano aver veduta fin dalla loro infanzia. Si suppone che essa fosse portata al Ceylon da più di un secolo, quando gli inglesi presero possesso dell’isola. È stata imbalsamata pel museo di Colombo. Concorsi. Il giornale agrario « L'Italia Agricola » con sede a Milano, Piacenza e Bologna, ha bandito i seguenti concorsi a premio. 1.° Concorso per una Novella d’ indole agricola. Tre premi del valore complessivo di L. 200. Chiusura del concorso 31 dicembre 1894. 2.° Concorso intorno alle cause del diradamento del grano seminato in medicaio 0 trifo- gliaio rotto. Un premio di L. 200. Chiusura 30 aprile 1895. Per maggiori schiarimenti rivolgersi all'Ztalza Agricola, in Piacenza, via S. Nicolò, 14, 148 RICHIESTE È OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi, domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. 5 Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecè., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. : Questo periodico è assai diffuso anche all’estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. ' 185 Al maggiore offerente si cede una copia della Mineralogia descrittiva del prof. comm. L. Bombicci. Grande volume di oltre mille pagine con molte figure e quadri sinottici, (Edizione Zanichelli 1881). Nuovo, solamente tagliato. Questa preziosa opera non trovasi più in commercio. i ‘ La maggiore offerta fin ora pervenuta è del sig U. G. che offre L. 17. 1 Si avverte che questo annunzio non verrà più ripubblicato ed il giorno 10 del prossimo Gen- naio il volume sarà spedito a chi avrà allora fatta la maggiore offerta. 186 Raffesberg Ugo in Podhragi, post Prasiez, Ungheria, spedisce gratis e franco il ca- talogo dei Coleotteri doppi per la maggior parte Ungheresi. Grande ribasso nei prezzi. 187 Vitt. cav. de Tschusi, zu Schmidhoffen, Hallein (Salisburghese), cerca in Italia, re- lazioni di cambio di pelli d’ uccelli, e prega rimetterli l’ elenco delle specie desiderate. Cede a buon prezzo pelli di Tetrao mlockosicwiczi. 188 S. Brogi, naturalista a Siena, desidera acquistare od avere in cambio, Pipistrelli Ferro di cavallo (Rhinolophus ferrum equinumi e Orecchioni (Plecotus auritus); Scojattoli (Sciurus vulgaris) e Barbagianni (Strix fammea). I Barbagianni li accetta tanto freschi in carne che già messi in pelle, ma gli altri gli occorrono solo freschi in carne appena morti o viventi. 189 MM. J.-B. Baillière et fils, libraires, 19, rue Hautefeuille, à Paris, publient, par fascicules mensuels une Bibliographie des sciences naturelles, qui rendra de grands services è& tous les naturalistes. Le fascicule du novembre contient la bibliographie des ouvrages et brochures anciens et modernes sur les Protozoaîres, Spongiaires, Colentéres, Echinodermes et Vers, vivants et fossiles. Cette brochure de 32 pages, comprenant l’indication de plus de quinze cents titres, sera aio gratis et franco à tout lecteur de ce journal qui en fera la demande à MM. J.-B. Bail- lére et fils, .. 190 Presso i vivai governativi di viti americane sono ancora disponibili oltre 500 mila talee e barbatelle. 191 Barone Reynaud, a Puy, (Haute Loire, Francia), amatore fotografo, offre fotografie 13 X 18, rappresentanti luoghi e monumenti di Puy e dell’ Alta Loire, in cambio di fotografie di tutti i paesi. 192 Harrison J., Gavober Road, Barusley (Inghilterra), desidera far cambi di lepidotter i, 193 Cercasi una coppia di cani giovani di non più di 3 mesi di età, di razza da guardia, razza pura, di alta taglia. Scrivere prezzo e descrizione ai Fratelli Ingegnoli, 45 Corso Loreto, Milano. 194 M. Fauvel, 34, rue Richard-Lenoir, Caen, demande & échanger des Annélides poly= chétes des còtes de France (en alcool), contre des Annélides polychétes frangaises ou étrangères et des ouvrages traitant d’Annélides. 199 Gomez-Carrasco Enrique, 39, rue Leganitos, Madrid (Spagna) desidera far cambi di Percus politus, Dorcadion hispanitum, Graèlisi, Akis granulifera, ecc., contro delle specie del. genere As:da. 196 Schroder J. Kossau, Halstein (Germania), cerca far cambi di coleotteri europei ed esotici. 197 Ch. Delagrange, 34, avenue de Clichy, Paris, offre coléoptères de la Haute Syrie, en échange de coléoptères européens et exotiques. 198 G. Luze, professeur à Vienna (Austria), VII, Schottenfeldgasse, 95, offre per cambi un gran numero di coleotteri, specialmente specie alpine. 199 Un giovane pratico nella raccolta e preparazione degli insetti, che conosce anche la tassidermica e può dare eccellenti referenze, cerca una modesta occupazione. 5. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore —. Allevatore — Coltivatore Supplemento mensile alla Rivista Italiana di Scienze Naturali N tWiDICH DELL'ANNATA 1894 AGRICOLTURA, ORTICULTURA, GIARDINAGGIO E AFFINI. Savini A. C. Il Carcioffo chinese. Pag. 49. MartInENGO T. Un metodo curioso per aumentare i raccolti. Pag. 118. Rep. I bacilli del mal nero delle viti. Pag. 119. Conservazione dei frutti per le esposizioni. Pag. 8. - Raccolto invernale di cardi. Pag. 8. — Come aver insalata tutto l'inverno in casa. Pag. 8. — Nuovo procedimento per la fumigazione nelle serre. Pag. 9. — Modo di prepararsi economicamente dei concimi. Pag. 9. — Piantamento delle talee. Pag. 50 — Per salvare i bottoni a frutto dagli uccelli. Pag. 50. — Imballaggio dei fiori. Pag. 70. — Svernamento dei fiori nelle cantine Pag. 75. Un mare di miele in California. Pag. 90. — Per combattere l'infezione dei rosai. Pag. 101. Per combattere la tignola dell’ uva. Pag. 101. — Lakalliana, nuovo foraggio. Pag. 103. — Due nuove malattie del gelso. Pag. 103. — Parassiti dell'olivo. Pag. 103. — Forbice vendemmiatrice Candeo. Pag. 110, — Nuova vite resi- stente alla fillossera, alla peronospora, all’ oidio, ecc. Pag. 111. — Un eccellente maniera di con- servare i fiori. Pag.120. — Un nuovo foraggio; la Veccia vellutata. Pag. 122. — Il sughero per la conservazione dei fiori freschi. Pag. 146. ANNUNZI DIVERSI: Pag. 1, 14, 15, 16, 27, 29, 30, 31, 32, 54, 55, 56, 64, 80, 94, 95, 96, 91017102121, 126, 127,128, 138, 140, 142, 143,4144 APICULTURA. Dusini dott. A. Per curare la peste delle covate. Pag. 88. DuginI dott. A. Ordigni indispensabili in ogni apistica operazione. Pag. 109. La forza e la solerzia di una colonia di api. Pag. 89. — Facili modi per poter riprendere co- + modamente gli sciami. Pag. 89. — In quanto tempo le api completano il loro sviluppo. Pag. 89. — Per impedire la sciamatura. Pag. 89. — Contro le punture. Pag. 90. — Riunione di apicultori. Pag. 103. — Per fare accettare le regine. Pag. 109. — Nuovo modo di trovare le regine, Pag. 109. — Per preparare i fogli cerei. Pag. 109. — Per salvarsi dalle punture delle api. Pag. 109. — Per . ammansare le api. Pag. 109. — Un nuovo rimedio contro il saccheggio. Pag. 109. — Per fare abbassare uno sciame, Pag. 110. BOTANICA. PrEDA A. Azione degli specchi sulle piante positivamente eliotropiche e sua applicazione. Pag. 21. NoBiLi G. La Fragaria indica Andr. e l’ Erigeron subulatum Michx. in Piemonte. Pag. 57. Piazza C. Una considerazione sugli erbari. Pag. 58. NogiLi G. La presenza dell’ Helleborus viridis L. nell’ Italia superiore, Pag. 87. FapanI C. Una pianta carnivora gigante. Pag. 100. NoBiLi G. Nuova stazione di Phelipeea Muteli F. W. Sch. Pag. 116. GuiLLaume R. Pianta secolare. Pag. 116. LEMEE A. Note botaniche. Pag. 117. Sanseviera Eherembergiana. Pag. 10. — I più vecchi cedri del Libano. Pag. 1l. — Un Euca- lyptus gigantesco. Pag. 11. — Conservazione dei fiori colla loro forma e colore. Pag. 38. — Mem- brana dei funghi. Pag. 60. — La malattia nella foglia dei gelsi. Pag. 78. — Quanto possono vi- ‘vere talune piante. Pag. 123. — Numero dei semi prodotti da alcune piante infeste. Pag. 138. — R. Orto botanico di Palermo. Pag. 147. CACCIA. Rep. Il progetto di legge sulla caccia. Pag. 74. Esagerazioni. Pag. 119. NorIzie DI Caccia. Da Reggio Calabria (MoscHeLLA). Pag. 7. — Da Cremona (FERRAGNI). Pag. 7, 22. Da Rovereto (Bono). Pag. 22, 36, 61. — Da Alassio (BoscHettI). Pag. 37. — Da Bologna (Simoni). Pag. 61. — Da Siena (Broci). Pag. 8, 61, 135. — Da Pesaro (Lopez). Pag. 73. — Da Brescia (GurLLauMe). Pag. 74 — Da Roma (Rep.) Pag. 74. — Dal Trentino (B.) Pag. 75. — Da Verona (SpinoLa). Pag. 88. —. Da Roma (LEPRI). Pag. 110. — Da Arco (FERRARI) Pag. 119. — Da Piazza Armerina (VeLARDITA CALDACERA). Pag. 136. — Da Verona. Pag. 136. CHIMICA, FISICA E MECCANICA. Filtro Speranza. Pag. 1. — Telefonia ad alta voce. Pag. 9. — Fibra tessile della pianta Ramiè. Pag. 10. — Ebaonite. Pag. 10. — Lampada a benzina e magnesio. Pag. 10. — Volzina. Pag. 10. — Corso per i periti chimici igienisti. Pag. 11. — Co- stituzione chimica della membrana nei funghi. Pag. 60. — Nuova macchina fotografica. Pag. 76. — Vetture elettriche. Pag. 76. — Seta artificiale. Pag. 76. —- Accendimento elettrico dei becchi a gaz. Pag. 76. — L’ Enogene. Pag. 76. — Macchina per le votazioni. Pag. 76. — L' Elettrolisi. Pag. 110. — Salvagente illuminato a luce elettrica. Pag. 110. — Per rendere incombustibili i legnami. Pag. 110. — Nuovi prodotti chimici. Pag. 121. — Macchina per volare. Pag. 121. — Di- stributore automatico di gaz. Pag. 121. — Carta di canna. Pag. 121. — Idrofono. Pag. 121. COLOMBI E POLLI. Società colombofila fiorentina. Pag. 11, 27, 36,90. — Piccioni viag- giatori. Pag. 27, 77, 90, 102, 121. — Facile modo di guarire la pipita del pollame. Pag. 90 — I Colombi e la pesca. Pag. 102. — Trattamento preventivo del colera dei polli. Pag. 147. COMUNICAZIONI, PROPOSTE, DOMANDE ECC. FRA GLI ABBONATI: Pag. 6, 1,-20, 21,22, 39, 36, 46, 47, 48, 49, 57, 58, 09, 60, 61, 70, 71, 72, 73,87, 88,98, 99, 100, 107; 116, 134,135, 145, CONCORSI SCIENTIFICI; CONCORSI AGRARI; BORSE E POSTI DI STUDIO; CATTEDRE E IMPIEGHI VACANTI. Pag. 28, 39, 51, 52, 62, 63, 78, 91, 92, 103, LIO, 123, 124, 138, 139, 147. CONGRESSI E RIUNIONI: Pas. 12, 51, 78, 92. CROSTACEI. Basroci G. Telphusa fluviatilis. Pag. 59. ESPOSIZIONI : Pag. 12, 39, 51, 78, 92, 103, 111, 138. FISICA. (Vedi chimica ecc.) GEOLOGIA. (Vedi Mineralogia). INSEGNAMENTI PRATICI: Pag. 8, 9, 24, 25, 26, 38, 49, 75, 90, 101, 119, 136, 146. INSETTI. Farra TepaLDI L. Glossario entomologico. Pag. 3, 17, 33, 44, 65, 33, 97, 105, 113, 130. STEFANELLI prof. P. Conservazione delle libellule a colori fugaci. Pag. 24. FioRI prof. A. Quale sia il miglior metodo per uccidere i coleotteri. Pag. 4l. BoscHETTI G. A. La Sphinx nerii in Piemonte. Pag. 48. ReeNnAULT V. Elevage d’ Hymènoptères. Pag. 71. T. D. Di un bruco comparso nella vite in Sicilia. Pag. 98. Bastogi G. Come camminano gli insetti. Pag. 107. GHIDINI A. Nota entomologica. Pag. 108. Per distruggere le formiche. Pag. 9, 102, 138. — Un' invasione d’ insetti. Pag. 77. — Per mi- tigare il dolore delle punture di alcuni insetti. Pag. 90. — Utilità delle vespe. Pag. 90. — La IMI seta dei ragni. Pag. 91. — Densa ‘nuvola di farfalle. Pag. 111. — E la fillossera si diffonde sempre! Pag. 123. — Completa vittoria sulla tignola della vite. Pag. 123. INVENZIONI E SCOPERTE: Pag. 9, 10, 76, 77, 110, 121. MAMMIFERI. PrEDA A. Agnello a due corpi. Pag. 6. CerEsoLE G. Mostruosità umana. Pag. 21. BonowmI prof. A. Un camoscio che scende in pianura. Pag, 22. CERMENATI M. Gli orsi in Valtellina. Pag. 69. BorpI prof. L. L’istrice nell’ Abruzzo aquilano. Pag. 116. Bonomr prof. A. I° Orso nel Trentino. Pag. 129. BrogI S. A proposito dell’ Afta epizootica o taglione dei bovini. Pag. 145. Notizie sulle balene. Pag. 39. — Delfini nella laguna Veneta (CeRESsoLE). Pag. 61. — Caccia all’ orso. Pag. 75. — Stallone Melton. Pag. 91. — Un cane senza stomaco. Pag. 102. — La vac- cinazione del carbonchio. Pag. 147. MECCANICA. (Vedi Chimica ecc.) MINERALOGIA E GEOLOGIA. TARANTINI R. Rocce comuni nella provincia di Lecce. Pag. 88. CerEsoLE G. Acqua rossa, Pag. 108. Sorgente di acqua minerale sulfurea al colle di Tenda. Pag. 10. — Miniere d'oro all’ isole di Vancouver. Pag.'10. — Comitato geologico. Pag. 51. — Congresso geologico. Pag. 51. — Carbon fossile a Douvres. Pag. 76. -- Acqua solforosa di Gessi. Pag. 76. — La ricerca dell’ oro. Pag. 91. — Congresso della Società geologica italiana. Pag. 92. — Sorgente di sapone a Dacota. Pag. 110. — Sorgenti di petrolio. Pag. 110. NOMINE, PROMOZIONI, ABILITAZIONI, ONORIFICENZE, PREMI: Pag. 12, 28, IMRO2L03 8103201130! NOTIZIARII: Pag. 10, 27, 39, 51, 62, 77, 90, 102, 110, 121, 138, 146. PALEONTOLOGIA. CermenATI M. Vari processi di fossilizzazione. Pag. 70. Rep. Bactéries fossiles. Pag. 135. Animale fossile gigantesco. Pag. 27. — Restes fossiles du Rhinocéros Burchellii. Pag. 146. PESCI E PESCA. L. M. D. Ricerche sulla migrazione dei pesci. Pag. 57. L. M. D. L’aquicultura e la pesca contano meno dell’ apicultura? Pag. 107. Mazier G. Un po'di storia sulla pesca del merluzzo. Pag. 135. La pesca delle sardelle a Lissa. Pag. 27. — Ripopolamento delle acque: e legge sulla pesca. Pag. 62. — Pesci viventi in massi di ghiaccio. Pag. 78. — Esca per le trote. Pag. 90. — Società di pesca e di aquicultura a Milano. Pag. 91. — Colombaie per: servizio di pesca. Pag. 102. — Pescicoltura ed Ostreicoltura in Sardegna. Pag. 111. — Per i pescatori. Pag. 120. RICHIESTE E OFFERTE, DOMANDE ED OFFERTE DI CAMBI, INDIRIZZI ECC.: Pag. 12, 13, 23, 29, 39, 40, 92, 53, 63, 64,79, 92, 93, 104 111, 112 125,126; 1413; 148. TECNICA SCIENTIFICA. BeRrGonzoLI dott. G. La Formalina quale mezzo di conservazione e di indurimento dei prepa- ratìi anatomici. Pag. 81, E. D. W. Notes de technique microscopique Pag. 6, 50, 51, 72. Mirrs A. Nouvelle méthode de coloration des cils de bactéries. Pag. 72. Per distinguere le uova vive dalle morte. Pag. 26. — Nuovo metodo d’imbalsamazione dei cadaveri. Pag. 102. UCCELLI. De P. G. Uccelli esotici in schiavitù e loro ripìoduzione. Pag. 20. ArRIGONI DEGLI OppI dott. E. Elenco degli uccelli più interessanti pervenutimi durante l’ anno 1893. Pag. 22. IV FaBanI C. Facilità negli uccelli di imitare altri suoni. Pag. 35, 59, 70. Bonomi prof. A. Notizie ornitologiche raccolte nel Trentino durante il 1893. Pag. 36. BoscHETTI G. A. La Cincia col ciuffo. Pag. 37. De P. G. Note ornitologiche. Pag. 99. LePRI G. Appunti ornitologici per la provincia di Roma - 1894. Pag. 100. FaBANI C. La temperatura degli uccelli. Pag. 117. Bonomi prof. A. La Rondine egiziana in Boemia. Pag. 135. Rondini messaggere. Pag. 77, 100. — Pavoni allo stato selvaggio in Ungheria. Pag. 77, — La pipita del pollame. Pag. 90. . Note ornitologiche, interessanti catture di uccelli, varietà, ibridismi, mostruo- sità, ecc. Pag. 7, 8, 22, 23, 24, 36, 37, 61, 73, 74, 88, 101, 119, 135, 136. VARIETÀ E SOGGETTI VARI. Beccari dott G. Filtro per l’acqua potabile. Pag. 1. G. B. I cani nel servizio di polizia. Pag. 46. GriLLo N. L'audizione colorata. Pag. 58. CerEsoLE G. Pulci ammaestrate. Pag. 71. Rep. La idrofobia o rabbia nei cani e l’ uso della museruola e della catena o guinzaglio. Pag. 133. Casi di avvelenamento nei cani, determinato dall’ uso di carne settica. Pag. 7. — Nuovo sa- tellite. Pag. 10. — Notizie di Sport ippico. Pag. 10, 27, 39, 138. — Pianta tessile dell’ Eritrea. Pag. i0. — Gli sputi e la propagazione delle malattie. Pag. 11. — Un termometro a massima in- ghiottito da un detenuto. Pag. 11, — Danni dall’ uso della faggiuola. Pag. 11. — Perforamento della terra. Pag. 12. — Ptomaine nello stracchino di Gorgonzola. Pag. 27. — Fermenti selezionati puri. Pag. 28. — Per la iscrizione nello Stud-Book italiano. Pag. 52. — Ragno coraggioso. Pag. 60. — Caso di rabbia a lunga incubazione. Pag. 62. — Per ottenere rose artificialmente colorate. Pag. 75. — Modo facile per conoscere la purezza del solfato di rame. Pag. 75. — Potere insetticida delle foglie di pomodoro. Pag. 76. — Il solfito di calcio per distruggere completamente i germi delle malattie dei vini. Pag. 76. — Flexus fibra. Pag. 76 — I forni Anelli. Pag. 76. — Mosto disseccato. Pag. 76 — Catalogo degli esportatori italiani. Pag. 77. — Circolo dei naturalisti in Roma. Pag. 78. — Per disabituare i cavalli dal mordere. Pag. 90. — Per liberarsi dai sorci. Pag. 90. — Passaggio dei microbi attraverso la pelle. Pag. 91. — Idromele di Layens. Pag. 102. — Un osservatorio mete- reologico a 5800 m. s. m. Pag. 022E acqua di mare contro il mal di mare. Pag. 119. — Per rendere i pali che si piantano nel terreno duraturi al pari del ferro. Pag. 120. — Cura della morsicatura della vipera. Pag. 120. — Contro le mosche del cavallo. Pag. 120. — Per impedire che il legno tarli. Pag. 120. — La difterite nel formaggio. Pag. 122. — Centenario della lana in Australia. Pag. 122. — Barometro naturale. Pag. 123. — Api annunziatrici di temporali Pag. 123. — Contro il veleno dei funghi. Pag. 136. — Parapioggia semplice e comodo per gli escursionisti. Pag. 136. — L'uso del petrolio nelle concimaie e nelle latrine. Pag. 197. — Pel sapore di fango del pesce. Pag. 146. — Tartuca secolare. Pag. 147. ZOOLOGIA. FapaniI C. Il canto degli uccelli e la voce degli altri animali. Pag. 20. GrILLO N. Lo spirito d’ imitazione negli animali. Pag. 47. R. V. Contributo alla intelligenza degli animali. Pag. 47. FapanI C. Altri casi di animali alpini che discendono al piano. Pag. 48. L. M. D. Studi sulla locomozione negli animali acquatici. Pag. 49. Roxcuetti V. Insetti e Aracnidi epizoi del Lepus cuniculus L. Pag. 134. Per conservare gli animali con i loro colori. Pag. 39. ——T—_______———> \e—_—_—_——_—_—_ “Anno XV N° 1 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Gennaio 1895 —rzorie SOMMARIO Fiori prof. Andrea. I Leptomastax dell’ Italia superiore e modo di procurarseli. Pag. 1. Damiani Giacomo. Note ittiologiche. Terza contribuzione alla ittiofauna del mare del- l’ Elba Pag. 3. De Blasio dott. Abele. Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana. Parte II. Con fig. (Cont.) Pag. 6 Rivista Bibliografica. Da pag. 9. a pag. 11. Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1893. Da pag. 12. a pag. 14. —- Agli egregi Abbonati e Collaboratori | TANTI AUGURI DI FELICITÀ PER IL NUOVO ANNO vee Di | LA DIREZIONE “@ C& I LEPTOMASTAX dell'Italia superiore NOTA CRITICA del prof. ANDREA FIORI Il Pirazzoli nel 1855 fondava questo genere e ne descriveva la prima specie (Lep. Ahypogaeus Pir.) sopra esemplari raccolti nelle colline presso Imola: da allora non fu riconosciuta che questa sola specie nella regione Emiliana, e per giunta è tuttora creduta assai rara. Credo adunque far cosa grata ai raccoglitori italiani, insegnando loro il modo di cacciarla e di procurarsela in copia. Premetto che, nei tanti anni che caccio nella regione Emiliana, io stesso ho sempre creduto - trattarsi di insetti molto rari, tanio è vero che sino al 1886 ero in possesso di tre soli esemplari di Leptomastax; ma nel 1887 ne cacciai, in diverse località del Bolognese, 7 esemplari: nel 1892 una sola vagliata me ne procurò altri 7 esemplari: nel 1893 nel Modenese, sotto Rocca S. Maria, ne presi ll esemplari, mentre mi trovavo in escursione coll’ing. Luigi Pozzi e col giovane Mario Rossi. Quest’ ultima caccia, rispetto alle abitudini dell'insetto, fu quasi per noi una rivelazione, cosicchè pochi giorni dopo il Pozzi ne catturava 835 a Montegibbio, ed io in questo ed altri luo- ghi simili ne catturavo oltre 60 esemplari. Nel 1894 ia caccia è stata meno proficua causa l’in- clemenza della stagione, ma pur ciò non ostante sempre abbondante. Vivono i Leptomastax piuttosto rari al piano, sono frequenti al colle nei boschi cedui piuttosto folti, esposti a nord, ovvero ad ovest: anche i boschi d’ alto fusto ne sono abitati, purchè siano muniti di folti cespugli; sotto ai cespugli di Crataegus li trovai con maggior frequenza. Si prendo- no generalmente stacciando le foglie secche ammassate da tempo e sulle quali abbiano già fatta la loro comparsa micelii di funghi: è più raro trovarlo vagliando i muschi, Si trova talvolta ade- . rente ai sassi interrati od anche semplicemente posati per terra; una volta ne trovai uno aderente ad un muro (sempre però sotterra); un'altra volta ne trovai uno aderente ad un pino, a circa 15 cm. di profondità. Un mio scolare, Adolfo Falzoni di Bologna, ne ha presi parecchi al piede di una . quercia in luogo prativo; tre ne trovai io sotto ad un sasso in luogo coltivato, nel 1887 : tali catture però considero come eccezionali. Osservai spesso che giunti sul luogo ed adocchiata la posizione più favorevole, si fa una cac- cia eccellente nella prima vagliata (fino a 12 esemplari), poi le successive sono poco proficue, od anche sterili affatto. Non saprei spiegare il fatto se non ammettendo per questi agili insetti una sensibilità molto sviluppata, cosicchè i primi rumori li mettono in fuga, riparando nelle fenditure = li e ie A inn ea ne DL) L _ 2 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Ta del terreno. Non saprei veramente se trattasi di sensibilità acustica o tattile (gii occhi ognun sa essere in questo genere rudimentali affatto), ma forse l’uno e l’altro ad un tempo. La stagione più propizia alla caccia è la primavera; si trova già in marzo, ma la maggior quantità si caccia in maggio, e quando la pioggia è abbondante anche nella prima metà di giugno. In autunno lo presi una volta aderente ad un sasso, ed uno ne presi pure jer l’altro stacciando muschi a Montegibbio: generalmente però caccio poco in autunno: in causa delle mie occupazioni scolastiche. S Fin dal 1887, in un primo studio dei miei Scydmenidi, mi sembrò riconoscere nell'Emilia due specie di Leptomastar, l’hypogeus Pir. ed il nemoralis Reit.; îl più grande e colle elitre più corte rispetto alla larghezza; più piccolo il secondo e colle elitre più allungate; il primo colle elitre a serie di punti più marcati che nel secondo. Siccome allora il Lep. nemoralis, l' avevo rac- colto soltanto nelle colline del Modenese, così per analogia ho creduto appartenessero a questa specie tutti gli esemplari raccolti a Rocca S. Maria ed a Montegibbio nel 1893, e sotto questo no- me li distribuii in cambio ai miei corrispondenti, durante l’inverno, Senonchè il Reitter prima ed il Croissandeau più tardi, mi scrissero non trattarsi d’ altro che di Lep. hypogeus, ed io, non avendo tipi per confronto, credetti aver errato. Ma nell’ estate di quest’ anno, avendo veduto com- preso nel listino del Reitter il Lep. nemoralis d’ Italia, ne acquistai un esemplare, e lo riconobbi senza fatica per uno degli esemplari cacciati e preparati da me. Chiesi spiegazione sl Reitter e questi gentilmente mi riscontrò di essersi ricreduto sul conto dei Leptomastax emiliani, ricono- scendovi ambedue le specie promiscuamente. Ma studiando ora di nuovo i miei Leptomastax vi ho riscontrati due esemplari di una terza specie, il Lep. sublaevis Reit., riconoscibile alla statura ancor minore, e sopratutto per la scarsità e piccolezza dei punti seriali delle elitre, in cui a stento si riesce a distinguere una serie incom- pleta presso la sutura. Se non che io credo non si tratti di tre distinte specie, ma di una sola molto variabile. In appoggio a questo mio modo di vedere porterò fatti morfologici e geografici. Quanto ai pri- mi osservo che le differenze fra queste tre specie si riassumono nella grandezza, nella forma e nella scultura. Quanto alla grandezza osservo che i miei Aypogeus misurano da 0,0025 a 0,0018; i miei 2e- moralis da 0,0024 a 0,0016: finalmente dei due sudlaevis, uno misura 0,0016, l’altro 0,0915, men- tre un terzo delle Alpi marittime misura soltanto 0,0014. Dunque non vi è un limite distinto fra le tre specie. Nè più attendibili sono le differenze di forma, sebbene di queste unicamente mi sia valso per separare l’ hypogeus dagli altri due, giacchè si passa per gradi insensibili dalla forma più corta e larga, alla più stretta e lunga, tanto che si trovano esemplari in cui è impossibile stabilire se le elitre abbiano la lunghezza doppia o più che doppia della larghezza. Meno serio ancora è il carattere desunto dalla scultura, quantunque non sia possibile servir- si che di quello per separare il nemoralis dal sublaevis. Il capo ed il torace sono generalmente levigati in tutte tre le specie, ma con una lente che da circa 35 diametri sono riuscito a vedere dei minimi punti sul capo dei più grossi esemplari: anzi in uno dei più grossi hypogeus ho veduto distintamente le elitre confusamente puntate ai lati, e fra questi punti minori spicca la serie late- rale di punti più marcati. Ma dove veramente si dovrebbero riassumere le differenze specifiche ri- spetto alla punteggiatura, è rispetto alla serie di grossi punti sulle elitre : l’Aypogeus dovrelbe avere tre serie quasi complete di punti; nel memoralis queste dovrebbero essere meno complete, sopra- tutto l'esterna; nel sublaevis non si dovrebbe vedere che una sola serie incompleta, l’ interna o sutu- rale. Dichiaro subito essere impossibile servirsi di questo carattere per distinguere le due prime specie; ed anche per distinguere il sublaevis a me sembra si tratti di un carattere illusorio, sebbene sia certamente il migliore. Fra quelli che ho denominati 4ypogeus, vi ha un grande esemplare della Liguria in cui la serie laterale manca completamente, e le altre due sono poco marcate e molto raccorciate posteriormente: più spesso la serie laterale manca nei mediocri esemplari, quasi sempre RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 3 nei piccoli, ove non di rado si rende molto incerta anche la serie intermedia fino a scomparire totalmente. E notisi che io parlo qui di esemplari in cui la brevità e larghezza delle elitre è tale da non essere ammissibile il dubbio che trattisi di specie diversa dall’ Aypogeus. Tali incertezze si ripetono pel nemoralis; tanto che avendo adottato questo carattere come il migliore per separarlo dal sub/aevis, sono poi stato costretto a mantenere fra i primi un piccolis- simo esemplare che in tutto il resto non si distingue dai secondi. Un piccolissimo sublaevis delle Alpi marittime, speditomi dallo stesso Reitter, ha ben visibile la serie intermedia di punti; men- tre io sono stato costretto a ritenere per tale un esemplare di 0,0016, in cui altresì la serie interna è assai meno marcata. Finalmente rispetto ai dati geografici noto che il nemorulis fu originariamente descritto del Piemonte, il sublaevis di Nizza; regioni in cui trovasi anche l’Aypogeus che avrebbe dunque un’area di diffusione più estesa e che si sovrappone all'area abitata dalle altre due specie. Ri- spetto agli esemplari cacciati da me, dichiaro subito essermi nato il dubbio sulla bontà specifica delle due specie descritte da Reitter, appunto pel fatto di averle sempre cacciate promiscuamente: infatti un piccolo sublaevis fu preso al Farneto (Bolognese) nella stessa vagliata che mi fruttava un nemoralis e cinque hypogeuss; l'altro sublaevis fu catturato a M. Capra (Bolognese) dal mio sco- laro Falzoni, assieme ad un grosso nemoralis. Le altre due forme poi si trovano promiscuamente in modo da non aversi dati positivi: non ho mai preso l’Aypog@us senza prendere anche il nemo- ralis. Sopra 6 Leptomastax presi in pianura, un solo preso nelle paludi di S. Anna è un nemo- ralis; per contro sopra undici esemplari presi a Rocca S. Maria, ben nove erano nemoralis: sembrerebbe dunque potersene dedurre che al piano prevale la forma Aypogeus, l’altra è più frequente al colle: ma rimane pur sempre il fatto che queste tre forme vivono assieme. Da tutti questi fatti ne ho tratta la convinzione che le tre specie sopra ricordate si debbono ritenere appartenenti ad un’ unica specie l’Aypog@eus Piraz.: forse il sublaevis merita di rimaner distinto come varietà, ma non mi nascondo che forse ho trovato più facile distinguere questa for- ma pello scarso numero di esemplari che ho avuto sott'occhio. Il nemoralis poi dubito persino se possa mantenersi distinto come varietà, anzi a me non sembrerebbe : certo poi è più affine all’Aypo- geus che al sublaevis e se dovrà .riguardarsi come sinonimo, è alla prima delle due forme che dovrà congiungersi. Modena, 1894. NOTE TITIIOLOGICHE TERZA CONTRIBUZIONE ALLA ITTIOFAUNA DEL MARE DELL'ELBA (Specie interessanti e rare) 1893-94. i Percidae APOGON IMBERBIS, Giinth. — Di questo strano Percoide di fondale, così impropriamente detto Re delle triglie — Apogon rex mullorum del Bonaparte — notai nell’ Ottobre ’93 due individui sul mercato. So di altri due pescati in Dicembre, al largo, con lenza di fondale. Si pesca però raramente: All’ Elba lo chiamano Castagnola rossa. Triglidae ScoRPANA USTULATA, Lowe; 1840. — Un individuo pescato a Marciana Marina il 6 Novembre ‘94. Non figura questa specie nei trattati più conosciuti: nello stesso Moreau (1) è illustrata, con molti dettagli che non ammettono dubbio sulla validità di essa specie, nel Supplemento recentissimo. Il Giglioli (2) e il Dr. Cristoforo Bellotti (3) la segnalarono per primi nel Mediterraneo. Il Moreau ‘(1) Dr. EmrLe Moreau - Histoire naturelle de Poissons de la France; Paris, Masson, 1881-91]. (2) GreLioLi E. H. - New and very Fish the Mediterranean. « Nature » London, 1882 t. XXV. (3) C. BeLLOTTI - Atti Soc. Ital. di Sc. naturali; Milano, 1888. 4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI la dice comune « da qualche anno » a Nizza. Io credo che per la grande affinità colla comunis- sima S: scrofa, L., andasse finora confusa con questa. Noto, però, come i pescatori la distingues- sero chiamandola Lòcca, Scorpina di fondale, aggiungendomi che non raggiunge le dimensioni qualche volta notevolissime della S: scrofa. È una bellissima specie di un rosso ranciato vivacissimo superiormente: di un rosa deciso inferiormente; veramente ustulata come il colore di certi crostacei dopo l’ ebullizione. Gobiidae CaLLionymus FEsTIvus, Pallas, ,f juv. — L’ebbi sul merzato a Portoferraio il 29 dello scorso Ottobre. Essendo notevole il dimorfismo sessuale di tutte le specie di Callionymus e 1’ esemplare piccolissimo, la diagnosi non mi fu agevole. Il Giglioli la dice specie rara (1). L’aveva però già dall’ Elba. A questo proposito credo utile definire una questione sinonimica che ha generato e genera tuttavia non poca confusione negli stessi trattati e più ancora in certi cataloghi: Il Callionymus festivus, Pallas, equivale al C. dracunculus, L. Il C. festivus, Bp., invece, dato dal Canestrini, non è che il C. phéeton, Giinth; specie rarissima propria dell’ Algeria e delle coste Est del Mediterraneo, della quale si conoscono, in Italia specialmente, ben rare catture ; ca- ratterizzata dalla speciale disposizione del prolungamento del preopercolo, che, invece di 4 porta 3 sole spine, due delle quali dirette in alto. Callionymus maculatus, Raf. — Due individui, piccoli, il 3 Novembre. Non è specie rara. Il Moreau la dà rara a Nizza; comune a Marsiglia e Cette; e non ancora segnalata dall’ Oceano. Mentre sto redigendo queste brevi note ho dinanzi due individui di questa specie; due bel- lissimi g° ad. in tutto corrispondenti alla diffusa diagnosi del Moreau, trovati a Genova sul mercato. Callionymus belenus, Risso. — È la più comune. L'ho riscontrata in primavera e in estate. Anche a questo proposito una questione di sinonimia: Secondo il Vinciguerra (2), che con grande amore attende alla splendida collezione ittiologica del Museo Civico di Genova, il Callionymus belenus, Risso, è 1’ equivalente del C. Morissonii, Risso, il quale dallo stesso Bonaparte è confuso col C. phéeton, Giinth, già detto. All’ Elba, dunque, in breve tempo ho riscontrato quasi tutte le specie, meno il rarissimo C. phéieton, Ginth, e.il C. lyra, L. pure assai raro. Coryphaenidae. CoryPHzna HIPPURUS, L. — Di questo splendido scòmbride, se ne pescarono il 4 Novembre u. s., oltre dodici individui di Kg. 2 ciascuno. Altri, e in maggior numero, il 7, pescati nel Golfo di Portoferraio ; qualche altro individuo all’ Enfola; tutti alla palamitàra. Tempi bellissimi; calme. I pescatori li dissero Lampughe per la somiglianza, molto lontana del resto, colla vera Lampuga (Stromateus fiatola, Art., di cui ebbi già a notare una comparsa nel 1892, pure in Novembre) (3). Del resto in varî trattati antichi e tuttora nella sinonimia volgare le Coryphaenae sono dette Lampughe. — Sono pesci, che, rari nelle loro incursioni — è il vero termine, comparendo sempre in sciami — non sono stati ben definiti. Infatti il Moreau crede questa specie la forma adulta della €. pelagica, Bp; (Lampugus pelagicus, Cuv. e Val.) sebbene nella C. hippurus la pinna disegni un angolo in avanti molto caratteristico che la distingue dalla ©. pelagica, Bp. Ne inviai un campione al prof. Giglioli, per la collezione italiana. Labridae CRENILABRUS COERULEUS, Risso. — Riscontrati, in individui isolati, pochi esemplari. (Marzo ’93, Agosto e Settembre '94). Il Giglioli }’ ebbe già dall Elba. Non può dirsi però frequente. Il sinonimo C. melanocercus, Risso, tuttavia ammesso dal Moreau è la stessa specie. ll solo carattere vera- mente specifico (?) sarebbe l’ estremità delle pettorali, nera. (1) GieLioLi E. H. - Catalogo dei pesci italiani; nel catalogo all’ esposizione di pesca a Ber- lino (sezione italiana) nel 1880; Firenze 1880. (2) Decio VINcIGUERRA - Appunti ittiologici sul Golfo di Genova - Annali Museo Civ. di St, nat. di Genova; Serie II vol. II; 1885. (3) V. Bollettino 15 Febbraio 1893; 2.* Contribuzione. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 19) Pleuronectidae PHRYNORHOMBUS UNIMACULATUS, Risso. — Ebbi già a segnalare nella precedente contribuzione questo pleuronettide, dato per abbastanza raro nel Mediterraneo. Noto ora un esemplare, assai grosso, sul mercato il 7 Aprile ’95, da Portoferraio, e il 6 Novembre u. s. uno piccolo da Marciana Marina. Così pure di un altro pleuronettide interessante, della Solea ocellata, L., pure citata nella stessa contribuzione, un individuo molto caratteristico nello scorso Ottobre, e varî altri di Rhom- boidichtys podas, Delar., Solea Kleini, Risso, Solea variegata, Donov. e S. monochir, Bp. Scopelidae SAURUS GRISEUS, Lowe; 1841, — Un esemplare adulto di questa specie, la più frequente tra le molte rare e discusse forme pelagiche di questo stranissimo gruppo, lo ebbi sul mercato il 1,° Ottobre di quest'anno. Il 22 dello stesso mese rinvenni tra un cumulo di piccole Engyrautis cniirasicholue. L. col quale non di rado nella pesca di superficie va unito, una forma giovanile del S. griseus; affatto ialino, molto simile al Latrunculus pellucidus, Giglioli; con macchie nere in serie distinta lungo il tronco, ed una alla base delle caudali. Intravedendo uno Scopélide, mi affrettai a inviarlo al Giglioli, non senza però, esprimergli che doveva trattarsi — come fu infatti — della forma giova- nile ch'egli ebbe pure da Messina, ove sembra più frequente che altrove, e così nel basso Medi- terraneo. Il Giglioli avevala adulta da Montecristo. Il Moreau la dice infatti « très rare » a Nizza, Marsiglia, Tolone; mentre il Dr. Companyo la dice abbondantissima sui mercati (!) delle coste dei Pirenei orientali. Muraenidae ConcroMmuRANA MYsTAX, Delar. — Un individuo il 6 Novembre. ! pescatori la confondono col Serpente di mare, Ophisurus serpens, L. Nel Mediterraneo è data come rara. Secondo Dotìmet (V. Moreau) è comune a Cette. Carchariidae ZYGENA MALLEUS, Schaw. — Di questa forma tanto peculiare, vidi un piccolo individuo di circa 30 Kg., pescato«all’ Enfola, colla tonnarella, il 22 Settembre. So che qualcuno se ne pesca, e non di rado, all’ Elba, e di notevoli dimensioni. Lamnidae OxyRHINA SPALLANZANI, Bp. — I pescatori considerandola nel loro gergo come uno dei tanti « Smerigli » questa specie non deve essere all’ Elba molto rara. Il Bonaparte che la illustrò nella sua « Zconografia della Fauna italica » la dice rarissima. Il primo esemplare identificato fu solo quest’ anno il 10 Settembre sul mercato; preso nel golfo di Portoferraio alla palamitara. Non raggiungeva la lunghezza di m. 1,50 e il peso di 20 Kg.; individuo piccolo, perchè si citano esemplari di 300 Ks. Ne preparai le mascelle caratteristiche, inviandole al prot. Giglioli. Lamna cornubica, Flem. — g° adulta di circa 100 Kg. e della lunghezza di m. 1,80, pescata il 24 Settembre, nel golfo dell’ Acona (al tramaglio !). I pescatori lo dissero, come al solito, uno Smeriglio! Il Giglioli nel suo Catalogo dice di averne un solo esemplare, parmi da Nizza: quindi rarissimo nei nostri mari, sebbene il Moreau lo dica frequente su tutte le coste della Francia, e quindi a Nizza e in Provenza. Non potei, come avrei desiderato, averne le mascelle. Fu spedito sul mercato di Firenze. L° esemplare corrispondeva in tutto, come ho potuto verificare, alla descri- zione datane dal Bonaparte. Spinacidae CENTRINA SALVIANI, Risso. — Due individui, g* e ,P, sul mercato ai primi di Marzo 1893. Qualche volta si pesca; i pescatori lo chiamano « pesce porco » e ne ricavano un olio che dicono essi un balsamo per certe ferite. È specie, del resto, infrequente, e secondo alcuni addirittura rara nel Mediterraneo. Myliobatidae MyLIoBATIS AQUILA, Dumèr, e M. bovina, Geoffr: S. Hil. — Notata durantel’ estate e perfino in RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Novembre la relativa abbondanza, in vero straordinaria, di questi curiosissimi cartilaginosi molto affini alle razze. i Di solito qualche individuo, e non tutti i giorni, comparisce sul mercato, e si vende a prezzo vile. Per questa volta chiudo anche ora con una divergenza sinonimica: Il Myliobatis aquila, Dumèr, corrisponde al M. noctula, Bp. del Canestrini; mentre quello che dal Canestrini è dato per M. aquila, Bp., non è altro che il M, bovina, Geoffr: S; Hil,, am- bedue specie frequenti nel Mediterraneo. Genova 30 Novembre 1894. Gracomo DAMIANI Orania aegypliaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA EGIZIANA 1 Studio di ABELE DE BLASIO (PARTE IL) (continuazione) Il seguente specchietto comparativo riunisce le più importanti misure spet- tanti a crani di arabi rinvenuti in varie località. ARABI ARABI EGIZIANI cIROL RAG MISURE iD'AFRICA|R. UNIV. DI NAPOLI| ARABO P XIV SEC.| | led los dt | S Capacità cubica È 3 i 1630 | 1210 1415 1475 1325 | 1215 Circonferenza orizzontale 4 È 929 4TI 494 7 519 480 Diametro antero-posteriore È i 187 157 153 186 188 168 Diametro bi-laterale $ E n 138 136 140 143 135 131 « basi-bregnatico È A 138 128 132 130 126 117 « Frontale-massimo . 7 116 105 106 12) 115 108 « Frontale minimo È î 91 93 94 93 129 120 Diametro bi-zigomatico . È SAI 123 | 103 112 139 | 126 | 117 Altezza della faccia ; È i 89 « « 88 90 99 N « lunghezza . - È 7 DI 47 50 48 54 « Sealarghoza i 25 23 24 26 27 « Orbite altezza dl i i E 36 35 33 30 28 « larghezza . . - 7 37 37 38 36 38 « Indice cefalico . È È 3 : 738 866 915 769 718 780 « verticale . È È IRE 738 815 863 699 670 696 «nasale . x A 5 REI 490 489 480 542 500 | « «orbitale È a 2 3 973 947 868 993 737 « | Ì Deduco da questo specchietto che i crani di Arabi d’' Africa del XIV secolo sono megalocefali, dolicocefali, ortocefali, mesorini e megasemi. Quelli di Arabi d'Asia, maschili, sono microcefali, platicefali, mesorini e microsemi e parimente microcefali, dolicocefali e platicefali sono 1 muliebri della stessa provenienza ; mentre il cranio siro-arabo è megalocefalo, mesaticefalo, platicefalo, platirino e microsemo. CRANI DI NUBIANI MODERNI Due soli teschi maschili rappresentano in questo mio studio il tipo nubiano pe RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI TL 19.» Pentagonoides acutus. 20.» Pyrgoides rotundatus. moderno, e siccome in una mia precedente nota dissi che dei crani moderni mi mancavano i caratteri morfologici, ora posso aggiungere che la forma craniale moderna non si discosta punto dalla vetusta (fig 29). Dalle misurazioni rilevo che sono in media microcefali (c. c. 1350), doli- — cocefali (i. c. 674), ortocefali (i. v. 749), platirini (i. n. 540), microsemi (i. 0. 787); mesoprosopi superiori (i. f. s. 53) e mesognati (i. a. 983). Nella seguente tabella riporto le più importanti misure appartenenti ai crani di nubiani moderni. R. UNIV. | MUSEO BROCCA COLL. COLL. COLL. MISURE DI g | VOSSION | RAJER |SCHMIDT NAPOLI Capacità cubica 3 è £ i 1350 1330 1330 1245 « 1295 Circonferenza orizzontale È È 208 504 488 490 526 « Diametro antero-posteriore . ; 187 181 175 174 189 179 « bi-laterale } È i 126 133 129 128 144 J97 « verticale . È È i 140 134 132 Ro « « È f. superiore i . À 97 95 92 103 « bone Se 105 107 108 108 ME: Linea bi-zigomatica ; ; : 120 130 125 125 129 | 114 Altezza della faccia È 2 3 90 90 82 93 95 | 96 Naso { altezza . A È È È 90 47 44 47 54 | DI larghezza : 7 ? ti 2I1 26 25 29 28 | 29 Orbite { altezza f Ù G i 33 32 32 39 32 32 larohezza nn an o oo 42 40 40 39 39 | 38 Indice cefalico . 7 È ; È 674 735 737 736 762 765 È « verticale i i E È 749 740 TOA 730 SR 768 « nasale . ; î ° ; 540 093 068 617 518 | 570 | « orbitale . i 3 ; È 786 800 800 914 846 843 | « facciale superiore . . o 79 69 65 T4 TT | 83 | Ì | Volendo da questa tabella dedurne le diagnosi si ha, che, tanto i crani conservati nella nostra Università quanto quelli della collezione Broca, appar- tengono alla categoria dei microcefali, dolicocefali, ortocefali, platirini, mi- crosemi e lepioprosopi superiori. 21.2 Stenocephalus sphenoidopisthocranius. 22.° Stenocephalus stenancylocephalus (norma laterale) I teschi della raccolta Rajer sono mesaticefali, mesorini e leptorini su- periori. E finalmente quelli studiati dallo Schmidt (media fra i due sessi) sono microcefali, mesaticefali, ipsicefali, platirini, mesosemi e leptoprosopi. supe- riori. La media generale poi fra queste diverse serie ci addimostra che in ge- nerale i crani di nubiani moderni sono microcefali (c. c. 1304), dolicocefali (1. c. 735), ortocefali (i. v. 748), platirini (i. n. 560), microsemi (i. o. 831) e lepto- prosopiî superiori (i. f. s. 73). E parimente microcefali, dolicocefali, ortocefali, platirini, microsemi € leptoprosopî superiori sono gli antichi perchè la capacità cubica segna 1315 e gl'indici sono 659, 747, 578, 837 e 54 (I). Secondo il Sergi ì crani di nubiani tanto antichi che moderni apparten- gono alla varietà sfenocephalus (923:-stretto xepado-testa) che ha per carattere dominante la strettezza dei diametri trasversali del cranio, tendenza perciò al parallelismo longitudinale del cranio stesso benchè qualche volta si trovi un rigonfiamento ai parietali. Di regola il cranio è piccolo, lungo o dolicocefalo ; arcuato nella sua se- zione trasversale e con varia forma occipitale ; e siccome nei nostri crani l’oc- cipite stesso è a forma di cuneo, così fanno essi parte della sottovarietà sphe- noidopisthocranius (3 p»-Cuneo edes-forma irwdeypasion-parte posteriore del cranio occipite). (1) Gl’indici, tanto dei crani antichi che moderni, li abbiamo ricavati dalle tabelle inserite nel « Catalogue di Henry Horwer ». Per i crani riportati dal Quatrefages et Hamy ci siam ser- viti dei soli diametri e da questi ne abbiam dedotti gl’indici; mentre per i crani dello Schmidt dagl’ indici ne abbiamo ricavato i diametri. In generale fra le frazioni di unità inferiori ai 510 si è calcolato l’intero immediatamente inferiore; per quelle superiori ai 5]l0 l’intero successivo, i 5[10 sono indicati. Per non occupare molta stampa ho dovuto da questo mio studio togliere pa- recchi quadri craniometrici. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 9 URI DS n oPtP1Tr1(P@»@11@(1@»_@@——T—T———@@@@9 CRANISDI EBREI I due teschi di cui innanzi facemmo cenno sono maschili e furono rinve- nuti in un sepolcreto appartenente ad israeliti che abitavano i dintorni di Alessandria. La loro inumazione avvenne nel 1850. Non possiamo, stante alla mancanza di crani antichi, precisare se questi due teschi fossero i veri discendenti di quei Terachiti che in frotta, all’ epoca in cui regnava Aphobis, si portarono in Egitto spinti dall’ abbondanza dei pascoli e dalla ricchezza del paese: ovvero, il che pare più. probabile, che in essi vi fosse una mescolanza di sangue straniero; perchè dalla storia è noto che se dal concilio di Orleans (538), di Toledo (589) e di Roma (743) furono vietati i matrimoni fra cristiani ed ebrei, fu giocoforza, dice il Nicolucci, (1) a questi ultimi congiungersi sempre fra loro e serbare così intatta la propria stirpe, non era stato il medesimo in tempi più antichi, quando niuno ostacolo si opponeva all’ unione dei sessi di sangue diverso e vediamo infatti fin dalla Bibbia, che Ismaele, figliuolo di Abramo aveva per moglie una donna araba, Agar, che Isacco e Giacobbe presero una moglie armea, che Giuseppe sposò una egiziana e Mosè fu biasimato, perchè si congiunse con donna Mediastita. David discende da Ruth, che è Moabita, Salomone è figlio di una Ittita, Barh- sheba, ed egli stesso prese in moglie due straniere. Anche i figliuoli di Israele si unirono in Egitto con donne egiziane, per cui gl’Israeli, meno forse la casta sacerdotale, erano già fin da tempi antichissimi un popolo misto (2). | Nè cessarono di riunire il loro seme con quello di altri popoli,. quando, ritornati dall'esilio si congiunsero con donne di Ashdot, di Ammon e di Moab, e nei libri sacri si legge che Siri, Greci e Palmireni si fecero a professare il giudaismo per sposare le belle figliuole d’ Israele. E quindi fuori ogni dubbio, che nel fenomeno della formazione della razza israelitica attuale, vi sia stato un fondo di sangue primitivo, ma nel tempo stesso, io, dice il Renan, ho la convinzione, che nell’ insieme della popolazione giudaica, qual oggi essa è, vi sia altrettanto sangue non semitico, di guisa che, questa razza che si consi- dera come l’ideale dell’ e/nos puro, conservatasi attraverso i secoli per la in- terdizione di matrimoni misti, è stata fortemente penetrata d’ infusioni straniere, come presso a poco è avvenuto per tutte le altre razze (3). (continua) (1) NicoLucci - Antropologia dell’ Italia nell’Evo antico e moderno p 20-21. (2) NeuBAUR - Notes ou the Race-Types ecc. Journal of the anthrop. Ist. vol. XV ‘p. 2. (3) RENAN -'c. c. p. 23-24 cfr. Nicolucci m. c. 2 RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile. GRANGER ALBERT. Manuel du naturaliste. (Paris 1894. Les fils d’ E. Deyrolle edit. Pag. 326 in 16.° avec 257 fig. Prix broché 4 fr. cartonné 4 f. 35). E un eccellente trattato pratico 10 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI sulla ricerca, raccolta, preparazione e conservazione degli animaii di tutti gli ordini, delle piante e degli esemplari di mineralogia e geologia. La tassidermia o arte di impagliare gli animali, e la preparazione degli scheletri, vi sono ampliamente insegnate. Molte figure facilitano l'intelligenza del testo e rappresentano gli arnesi, utensili ecc. dei quali il naturalista occorre sia provveduto. {l volume costa 4 franchi presso gli editori Les fils d’' Emile Deyrolle Rue du Bac 46, Pa- rigi. I nostri abbonati che desiderano farne acquisto possono darsi in nota all’amministrazione di questa Rivista, inviando L. 5 e lo riceveranno assicurato a domicilio compreso l’ aggio sull’ oro ecc. GASPARINI VINCENZO. Avifauna Marchigiana. (Fano 1894. Tip. cooperativa. Pag. 296 in 8.° L. 5) Con questo modesto titolo, il prof. Gasparini ha pubblicata una vera orn?- tologia sistematica italiana, con succinte ma buonissime descrizioni di tutte le specie fin ora ca- pitate in Italia e con cenni illustrativi di ciascun ordine, sott’ ordine e famiglia. Gli ornitologi, i cac- ciatori, gli imbalsamatori, hanno qui in poche pagine, quanto occorre per riconoscere le diverse specie di uccelli, nonchè notizie sulla loro rarità, passaggio, sui luoghi di loro dimora, riprodu- zione ecc. ecc. Per quanto riguarda l’ Avifauna delle Marche, vi si trovano annoverate 286 specie. Il volume contiene la spiegazione dei nomi meno noti, usati nelle descrizioni degli uccelli, diversi quadri sugli ordini, famiglie e specie, ed un’ indice alfabetico dei nomi comuni e scientifici. L’opera è gia stata favorevolmente giudicata da distinti ornitologi ed è in vendita al prezzo di L. 5. RIGGIO dott. G. Sopra un caso di notevole ramificazione dei ciechi pilorici di Centrolophus pompilus Cuv. e Val. (Palermo 1894. Naturalista Siciliano n. 1l. Estratto di pag. 8 in 8.°) Descritti e figurati alcuni preparati di ciechi pilorici riscontrati in tubi dige- renti di Centrolophus pompilus e notato come in essi le ramificazioni dei ciechi pilorici variano dal numero di 7 a quello di 11, l’egregio A. descrive e dà la figura del caso che forma argomento della presente memoria e nel quale si contano ben 108 ciechi, riuniti in 7 gruppi che sboccano con 7 orifizi nella dilatazione duodenale e nel tratto intestinale successivo. Riporta quindi quanto su tale argomento è stato riscontrato dagli altri studiosi, nessuno dei quali fa però cenno di casì simili. PAOLUCCI prof. LUIGI. Nuovi contributi all’ avifauna migratrice delle Marche, raccolti nell’ ultimo ventennio. (Roma 1894. Boll. Soc. Romana per gli studi zoologici. Anno II. e III. Estraito di pag. 68 in 8.°) Vi sono notate 108 specie di uccelli, con accurate notizie in- torno alle medesime e specialmente con osservazioni preziose per delucidare l’ intrigato problema delle migrazioni o delle vie battute dagli uccelli dell’ avifauna paleartica e delle cause cosmotel- luriche che le modificano. CERMENATI MARIO. Michele Lessona. (Roma 1894. Soc. edit. Dante Alighieri. Pag. 64 in 8.° L. 1) L’egregio prof. Cermenati, presidente del circolo dei naturalisti in Roma, e già scolaro dell’ illustre naturalista Michele Lessona, alla presenza dei componenti il circolo stesso, il 25 luglio scorso e cioè 5 giorni dopo che l’ Italia aveva fatta la grave perdita del Lessona, pro- nunziò questo bellissimo discorso sul compianto estinto, splendido tipo di naturalista italiano come l’ egregio A. lo qualifica. HALBHERR BERNARDINO. Elenco sistematico dei coleotteri finora raccolti nella Valle Lagarina. Fascicolo VI. (Rovereto 1894. Tip. Roveretana. Pag. 42 in 8.°) Questo VI.° fascicolo si occupa delle seguenti famiglie: Buprestidae, citandone 49 specie; Eucnemidae, 5 specie; E/ateridae, 72 specie; Dascillidae, 7 specie; Cantharidae, 82 specie. Vi sono inoltre 3 specie da aggiungersi alle famiglie già illustrate nei precedenti fascicoli. Questa pubblicazione è fatta per cura del Museo civico di Rovereto. SILVESTRI FILIPPO. Res Ligusticae XXII. Diagnosi di nuove specie di mi- riapodi cavernicoli. (Genova 1894. Annali Museo civico di st. nat. vol. XIV. Estratto di pag. $ in 8.°) Sono 3 i miriapodi qui descritti e cioè: Lithobius occultus, rinvenuto in una piccola ca- verna sul Monte Gazzo. L. erellens, nella buca del Ginepro presso la famosa grotta di Cassana (Borghetto di Vara). Polydesmus longicornis, nella grotta dell’ Orso a Laglio sul lago di Como. RICHARD IULES. Entomostracés recueillis par M. E. Modigliani dans le lac RIVISTA ITALIANA SCIENZE NATURALI 11 Toba (Sumatra). (Genova 1894. Annali Museo civico di st. nat. vol. XIV. Estratto di pag. 16 in 8.°) Delle 6 specie notate, 4 sono nuove: Diaphanosoma Modigliani. D. Sarsi. Ceriodaphnia dubia. Diaptomus Doriai, e di queste da la descrizione e diverse figure. Le altre due sono: Cyclops Leucharti Sars. e C. oithonoides Sars. var. hyalina. SENNA A. Viaggio di Lamberto Loria nella Papuasia orientale. XIV. Brentidi. (Genova 1894. Annali museo civico di st. nat. vol. XIV. Estratto di pag. 12 in 8.9) Ecco la nota delle 19 specie di Brentidi ora studiati dal dott. Senna e raccolte dal dott. Loria lungo la costa Sud Est di Port Moresbey e nel bacino del Kemp. Welch. Microsebus Loriae, n. sp. — Carcinopisthius papuanus, n. sp. — Cerobates sexsulcatus, Motschulsky C, tristriatus, Lund. — Trachelizus bisulcatus, Lund. — Microtrachelizus Targioni, Senna, — M. bhamoénsis, Senna. — M. brevisulcatus, n. sp. — Cordus armaticeps, n. sp. — Amorphocephalus novae guineae, n. sp. — Baryrrhynchus lineicollis, Power. — Eupsalis pro- missa, Pascoe. — Orychodes digramma, Boisduval. — Ectocemus 10-maculatus, Montrouzier. — Hormocerus reticulatus, Lund. — Schizotrachelus, sp. — Uropterus Gestroi, n. sp. — Ithystenus Guerini, Montr. — I. curvidens, Montr. DE BLASIO ABELE. Ulteriori osservazioni intorno al tatuaggio dei Camor- risti napoletani. (Torino 1894. Archivio di Psichiatria ecc. Fasc. VI: Estratto di pag. 24 in 8.9) Nello scorso anno annunziammo altro lavoro simile dello stimato antropologo dott. De Blasio. Il presente è un seguito al medesimo e sì riferisce ad 87 tatuati, dall’ egregio A. rinvenuti fra 3497 pregiudicati presi in esame. Diciotto figure rappresentano i tipi principali dei disegni riprodotti con il tatuaggio sul corpo dei detti 87 camorristi napoletani. DE BLASIO ABELE. Usanze camorristiche. Parte prima. (Napoli 1894. Tribuna giudiziaria n. 45. Estratto di pag. 16 in 16.°) Accennato all’ origine ed all'ordinamento della ca- morra, di questa bella società dell’ umirtà, parla del cerimoniale per le ammissioni, dell’ elezione dei picciuotti e dei camorristi, della esazione della camorra, della camorra sulle prostitute e sul gioco, e dei tribunali. PIC MAURICE. Nouvelles espéce d’Anthicides, appartenant a Musee civique de Génes. (Genova 1894. Annali del Museo civico di st. nat. vol. XIV. Estratto di pag. 8 in 8.9) Le 8 specie qui descritte sono: Notoxus Raffray, Mecynotarsus Beccarii, Formicomus Gestrei, PF. nigricornis, Bogosus tomoderoides, Anthicus amblyderoides, A. Ragazii, A. Antinorii, SALVADORI TOMMASO. Catalogo di una collezione di uccelli di Si-Pora. (Genova 1894. Annali del Museo civico di st. nat. vol. XIV. Estratto di pag. 16 in 8.9) Questa collezione fu formata dal dott. Elio Modigliani durante il suo ultimo viaggio alle Isole Mentavvei. e si compone di 34 specie di uccelli fra le quali 3 specie nuove « Graucalus crissalis, Dicru- ropsis viridinitens, Buchanga periophthalmica » ed alcune rare, come la Columba grisea (G. R. Gr.) che trovasi in pochi musei. L'egregio A. espone anche alcune notizie sulle Isole Mentavvei o Mantavvi, e diverse considerazioni sull’ avifauna di quelle località. MINISTERO DI AGRICOLTURA ECC. La viticultura e l’ enologia nell’ Ame- rica meridionale. (Roma 1894. G. Bertero edit. Pag. 140 in 8.9) Questo volume pubblicato dalla Direzione generale dell’ agricoltura, contiene la relazione del sig. Trentin enotecnico governativo italiano a Buenos Aires, che fu incaricato di fare un viaggio per le provincie della Repubblica Argentina e del Chilì, all'intento di studiarne le condizioni della viticultura e della enologia. La relazione è adorna di diverse figure ed è interessante per coloro che si occupano della viticultura e del commercio vinicolo. Il volume costa L. 1,50. HAECKEL ERNESTO. Antropogenia o storia della evoluzione umana. (Torino 1894. Unione tipog. editrice) Di questa opera, storia embriologica e genealogica, della quale è in corso di pubblicazione la prima traduzione italiana sulla quarta tedesca, è uscita la 10.3 dispensa. La traduzione è dovuta al dott. Daniele Rosa. Ogni fascicolo costa L. 1,20. L’opera è illustrata da 20 tavole, 440 incisioni e 52 tabelle genealogiche. BROGI ESA SSIS II ANS INI S STES iz RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1893 L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. " — — 1a 0N Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziatii loro lavori in queste note bibliografiche, sono pregati darcene. avviso, rimettendoci, possibilmente, una copia delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. —_____s——e_ —_—e—_=z=*|—_> Botanica - Paleofitologia - Agricoltura. (continuazione) 401 De L’ Ambouset L. La potatura del gelso. (Casale Monferrato. Il Bacologo italiano n. 24 pag. 186-838). 402 Del Torre F. Criterii intorno al fis- sare l’ entità specifica di alcuni generi di fa- miglie fanerogame e crittogame di piante. (Siena. Riv. ital. di sc. nat. n. 3 e seg.) 403 De Marchi M. Due modi curiosi di coltivare i giacinti nel muschio. (Torino. Gaz- zetta delle Campagne n. 32 con 2 fig.) 404 De Toni E. La flora in Canal del ferro. (Udine. Guida del Canal del ferro. Estr. di pag. Sotn-16.9) 405 De Toni G. B. Secondo pugillo di Alghe tripolitane. (Parma. Boll. R. Istit. bot. dell’Uni- versità pag. 19-33). 406 De Toni G. B. Intorno ad una Bacil- larica (Suriraya helvetica Brun.) confermata propria della florula lacustre alpina. (Ibidem pag. 39-40), e Venezia, Atti R. Istit. veneto disp. V, page 7594-07). 408 De Toni G. B. Appunti diatomologici sul lago di Fedaia (Trentino). (Ibidem pag. 71-77). 409 De Toni G. B. Sunti delle lezioni di botanica tenute nella R. Università di (Padova. Tip. del Seminario). 410 De Toni G. B. Ricerche istochimiche preliminari sulla pianta del tabacco. (Venezia. Atti R. Istit. veneto di sc., let. ed arti. Estr. di pag. 10 in 8.9) 411 De Toni G. B. e Mach P. Sopra l'influenza esercitata dalla nicotina e dalla so- lamina sulla germogliazione dei semi di tabacco. Ricerche sperimentali. (Ibidem pag. 64-68). 412 Farneti R. Muschi della provincia di Pavia. (Milano. Atti R. Istit. bot. di Pavia. Estr. d i. pag. 20 con l tav, in 4,9). Parma. 413 Foukouba H. La vite nel Giappone. (Torino. Il mondo agricolo, n. 10). 414 Gaeta avv. G. Conifere. (Firenze. Boll. Soc. Toscana di Orticoltura. Estr. di pag. 136). . 415 Garelli A. Le patate di gran reddito. (Torino. L'economia rurale. Estr. di pag. 39). 416 Gibelli G. e Buscaloni L. L'impol- linazione nei fiori della Trapa natans L. e T. Verbanensis Durs, (Roma, Rendiconti della R. Accad. dei Lincei, vol. II fasc. 9 pag. 227-36). 417 Goiran A. A proposito di una singolare stazione di Hieracium staticaefolium Vill. (F1- renze. Boll. Soc. bot. ital. n. 2 pag. 93-97). 418 Goiran A. Sulle forme di Solanum ni- grum L. (Ibidem n. 3 e seg.) 419 Goiran A. L’'Anchusa biceps Vest. nel Veronese. (Proc. verb.) (Ibidem n. 4 pag. 231-382). 420 Goiran A. Sulla presenza in Verona di Spiraea sorbifolia L. Nuova stazione di majer. (Ibidem n. 6 pag. 342-43). 421 Goiran A. Una decuria, e più, di piante raccolte od osservate entro alla città di Verona. (Ibidem n. 8 pag. 4056-59). 22 Goiran A. Una varietà di stralis L. (Ibidem, pag. 460). 423 Goiran A. Di due forme amphicarpae osservate in due Phaseolaceae nei dintorni di Verona. (Ibidem, pag. 460). 424 Gattuso-Fasulo. Sulla estirpazione del succiamele. (Milano. Gazzetta agricola, n. 49). 425 Jemina prof. A. Corso di agraria. Vol. II. Piante erbacee. (Torino. Roux edit. pag. 500 in 8.° illust. L. ©). 426 Keller A. La durra ed i sorghi. Memo- ria. (Venezia. Atti R. Istit. veneto disp. 9 pag. 1207-1310 cont. e fine). 427 Kindreberg N. C. Escursions bryolo- giques faites en Suisse et en Italie. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital. n. 2 vol. XXV pag. 110- 129). Vinca Celtis. au- 428 Kruck O. Contribuzione allo studio della morfologia fiorale. del Laurus nobilis. (Roma. Rend. della R. Accad dei Lincei. Vol. II fasc. 10 pag. 320-26). 429 Levier E. Narcisus albulus Lev. (Proc. verb). (Firenze. Boll. Soc. bot. ital. n. 5 pag. 289- 90). 430 Levier E. Aster Garibaldi Briigg. (Proc. verb.) (Ibidem n. 7 pag. 381). 43] Levi Morenos D. Il mare fertilizzatore dei campi. (Venezia. Neptunia n. 3 pag. 49-53). . 432 Longhi P. Contribuzione alla conoscenza della flora fossile del terziario di Bolzano nel - Bellunese. ( Venezia. Atti R. Istit. veneto serie VI Tom. V. Estr. di pag. 16 in 8.9) 433 Mach P. Materiali per la ficologia par- mense. (Parma. Boll. R. Istit. bot. dell’ Università pag. 43-59). 434 Marescalchi A. Nuove malattie della vite. (Riposto. La Sicilia Vinicola, n. 7). 435 Martelli U. La Posidonia Caulini e la memoria del sig. W. Russel. « Trasformations des cones de pins sous l’influence des vagues ». (Proc. verb.) (Firenze. Buil. Soc. bot. ital. n. 2 e seg.) 436 Massalongo C. Osservazioni intorno ad un rarissimo entomocecidio dell’Hedera Helix. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital. n. 1 pag. 19-22). 437 Massalongo C. Due nuovi entomoceci- dii scoperti sulla Diplachne serotino Link. e Cynodon Dactylon Pers. (Firenze. Bull, Soc. bot. ital. n. 1 pag. 31-32). 438 Massalongo C. Sulla fitottosi dei fiori dell’ Alloro. (Ibidem n. 3 pag. 189-91). 439 Massalongo C. Intorno alla ceratoma- nia epifilla di Dianthus Caryophyllus L. (Ibidem, n. 6 pag. 343-44), 440 Massalongo C. Intorno alla Taphrina cerasi (Fuck.) Sadebeck. ‘Ibidem, pag. 426-27). 441 Massalongo C. Acarocecidii da aggiun- gersi a quelli finora noti nella flora italica. (Ibi- dem, n, 9 pag. 484-90). 442 Mattei G. E. I tulipani di Bologna. (Genova. Malpighia. Vol. VII. Estr. di pag. 4$ in 8.9) 4435 Matteucci D. Il Monte Nerone e la sua flora. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital. n. 3 e seg.) . 444 Mattirolo O. e Buscalioni N. L. 03- servazioni intorno al lavoro del sig. K. Schips: Ueber die Cuticule und die Auskleidung der “a cs] RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 13 Intercellularen in den Samenschalen der Papi- lionaceen. (Génova. Malpighia vol. VII pag. 305- 312). 445 Max-Fleischer. Contribuzione alla brio- logia della Sardegna. (Ibidem, pag. 313-44). 446 Micheletti L. Ochrelechia parella var. isidividea Mass. (Firenze. Boll. Soc. bot, ital. n. 2 pag. 77-79), 447 Micheletti L. Una gita a Lipari. (Ibi- dem, n. 10 pag. 3537-39). 448 Minà Palumbo. Funghi ampelofili ed enofili. (Riposto. La Sicilia vinicola n. 12). 449 Ministero di Agricoltura. Risultati delle coltivazioni sperimentali del frumento negli anni 1390-91-92. (Roma. Tip Bertero, p. 238 L. 2). 450 Ministero di Agricoltura. Atti delle adunanze del 1892. (Roma. Annali di Agricol. Vol. 193 pag. 660 in 8.° L. 4). 451 Monti ing. A. La Diaspis ed un rimedio sicuro. (Como. Boll. Comizio Agrario n. l). 452 Mutti F. Gli amori delle piante. (Cata- nia. L’ Agricol. calabro-siculo n. 19 pag. 320-21). 453 Neri F. Poche parole a proposito del- l’ erbario Amidei. (Pisa. Soc. Tose. di sc. nat. vol. VIII, pag. 190-92). 454 Pabst C. L'elettricità e l’ agricoltura. (Catania. L’Agricol. calabro-siculo n. 8 pag. 130- 134). 455 Paoletti G. Intorno alla morfologia del calicetto nella Tofieldia palustris Wahlb. (Pa- dova. Boll. Soc. veneto trentina di sc. nat. n.3 pag. 1283-32). 456 Paoletti G. A proposito della mia con- tribuzione alla flora del bacino di (Ibidem, pag. 132-34). 457 Pasquale F. Sulla pioggerella avvenuta sotto alcuni alberi di tiglio nel R. Orto botanico di Napoli. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. n. 4 pag. 2957-61). Primiero, 458 Pasquale F. Di alcune nuove stazioni della Woodwardia radicans. (Ibidem n. 8 pag. 455). 459 Passerini N. Sulla frumento. (Firenze. Boll. Scuola Agraria di Scan- maturazione del dicci, fasc. III e IV pag. 65-78). 460 Passerini N. Una esperienza sulla ci- matura del frumento. (Ibidem, pag. 102-104). 461 Patria F. Tartufi. (Firenze. Giorn. di agricol. n. 22 pag. 415-17 dal Giorn. di agricol. della domenica). 14 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 462 Pavoni E. Il tabacco. Cenni storici. (Trieste. Boll. Soc. adriatica di sc. nat. Vol. XIV pag. 33-82). 463 Pepino geom. A. Appunti di frutticul- tura intensiva. (Torino. Gazzetta delle campagne n. l e seg. con fig.) 464 Pero dott. prof. P. Le diatomee del- l’Adda e di altre acque dei dintorni di Sondrio. (Genova. Malpighia vol. II. Estr. di pag. 40 in 8.°) 465 Pero prof. P. Di alcuni fenomeni bio- logici delle diatomee e specialmente della loro blastogenesi. (Venezia. La Notarisia in corso di pubblicazione). 466 Pirotta R. Sopra due forme dell’Isoctes echinospora Dur. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. n. l pag. 11-12). i 467 Pirotta R. Sul Arceothobium Oxycedri M. B. (Proc. verb.) (Ibidem n. 2 pag. 60-61). 463 Pirotta R. Sullo sviluppo del Clado- sportum herbarum. (Ibidem n. 4 pag. 209-10). 469 Pirotta R. Ambrosinia Bassti. (proc. verb.) (Ibidem n. 5 pag. 288-829). 470 Pirotta R. Geaster fornicatus (Huds) Fries. Sinspermia nella Ginkgo biloba. (Ibidem n. 6 pag. 325). 47) Pirotta R. Una pagina di storia della biologia. Discorso. (Roma. R. Università). 472 Platania d’Antoni. Cenni storici sul- l'origine e la coltivazione degli agrumi. (Ca- tania. Nuova rassegna n. ll e seg.) 473 Platania d’Antoni R. Piantamenti promiscui di porta-innesti e produttori-diretti americani. (Riposto. La Sicilia vinicola n. 12). 474 Rippa G. Contributo allo studio delle Orchidee dei dintorni di Napoli. (Napoli. Boll. Soc. di nat. fasc. III pag. 165-71). 475 Rodegher e Venanzi. Lettera intorno a ricerche della flora Bergamasca. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. n. 9 pag. 492-96). 476 Rodegher E. e Venanzi G. Piante (specie, varietà, forme) nuove pel catalogo del dott. Lorenzo Rota. (Ibidem, n. 10 pag. 517-21). 477 Ross H. Anatomia comparata delle foglie delle Iridee. (Genova. Malpighia vol, VII pag. 3405-90). 478 Rossetti C. Aggiunte alla epaticologia italiana. (Nota preventiva). (Genova. Atti del Congr. bot. internaz. Estr. di pag. 4 in 3.°) 479 Saccardo P. A. Mycetes sibirici. (Fi- renze. Boll. Soc. bot, ital. n. 4 pag. 213-21). 480 Saccardo P. A. Il primato degli ita- liani nella botanica. Discorso letto il 5 no- vembre 1893 nell'Aula magna dell’ Università di Padova per l'inaugurazione dell’anno acca- demico. (Padova). 481 Sini V. Del piantamento dei gelsi dove ne sono molti altri. (Trento. Boll. sezione di Trento, n. ll pag. 327-28). 432 Solla R. F. Caratteri propri della flora di Vallombrosa. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital. n. 2 e seg.) 483 Solla R. F. Sopra alcune cellule nel Carrubo (Ibidem, n. 3 pag. 121-24). 484 Solla R. F. Caso di poniembrionia nel Carrubo. (Ibidem, n. 4 pag. 195-96). 485 Sommier S. Risultati botanici di un viaggio all’ Ob inferiore. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital. n. 2 e seg.) 436 Sommier S. e Levier E. Piante nuove del Caucaso. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. n. 10 pag. 9522-27). 487 Tamaro D. Le uve da tavola. Varietà, coltivazione e commercio. (Casale. Presso l' au- tore in Grumello del Monte (Bergamo). Prezzo L. 2 con 80 fig.) 488 Tessari C. Il gelseto modello sperimen- tale del Museo Nazionale di bacologia e sericol- tura. (Casale Monferrato. Il Bacologo Italiano n. 38 pag. 297-909). 489 Vannuccini V. I concimi artificiali e le piante miglioranti. (Firenze. Giorn. di agricol. e commercio n. 3 pag. 35-43). 490 Vecchioni L. Malattie di insetti nocivi alle piante del pero. (Milano. La Difesa dai pa- rassiti n. 4 pag. 27-28). 491 Vecchioni L. Un bruco parassita del pomo. (Ibidem, n. ll). 492 Vecchioni L. Due parole sul granturco. (Ibidem, n. 18). 493 Viglietto F. Note pratiche di gelsicol- tura. (Milano. Rivista di bachicoltura, n. 5). 494 Voglino P. Appunti alla flora micologica della Sardegna. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. n. S pag. 4683-76). 495 * * * * Coltivazione delle viti americane. (Milano. Corriere del Villaggio n. 7). 496 * * * * Lathyrus silvestris Wagneri. (Siena. Boll. nat. n. 10 pag. 123-24, dall’ Alleva- tore n. 165 pag. 4683-69). SP STSTSTTLTST- When you take the means, whereby I life. SHAKESPEARE. L'uomo e la natura, si sono dati in questi ultimi anni la mano, usando il primo il fucile, i tranelli, l'accetta, la seconda le valanghe e le frane, per rendere sempre più ardua la lotta per l’esistenza agli abitatori delle alpi. ; | Cacciando gli animali con tutti i mezzi, tagliando i boschi, abbruciando le boscaglie per farne pascoli, l’uomo ha spinto le sue vittime verso le regioni alpine le più elevate, ove il clima, la scarsità dell’ alimento, la difficoltà di trovare un rifugio, le obbligano a lottare energicamente per conservare l'individuo e la specie. Le valanghe, le frane, trascinando nella loro rovina porzioni estesissime di boschi, hanno coadiuvato l’ uomo nella sua opera di distruzione, togliendo agli animali un sicuro rifugio e un discreto alimento, e aumentando la rigidità dell’ inverno. È così che una delle più belle specie delle Alpi, lo Stambecco (Capra ibex) è scomparsa per sempre, Cacciata da tutte le parti, circondata, serrata contro le nevi eterne, ne ha ornato per qualche tempo gli azzurri ghiacciai, poi, per la scomparsa dei boschi, resasi più aspra la lotta per l’esistenza, essa ha finito per sparire. Più agile e più resistente alle basse temperature, il camoscio (Rupicapra europea), lotta ener- gicamente per l’esistenza lassù nelle alte regioni alpine: Perseguitato in ogni stagione dall’ uomo; | esso vaga ormai in una zona che si estende oltre i 1500 metri. In quella zona più non vegetano or- mai che poche e tisiche erbe alpine che appena bastano a sostentarlo. Nei momenti in cui tutto gli sembra tranquillo, sempre vigile, sempre sospettoso, scende verso i più alti pascoli a ricer- carvi un alimento migliore, per risalire poi subito verso la zona delle roccie e delle nevi. Ma anche lassù esso non si sente tranquillo. Esso sa che l’uomo può passare ovunque esso passa a meno che s’incontri in ripida piodessa cui il camoscio, per la sua unghia partita può facil- mente scalare, ma che sommamente difficile da superare riesce all’ uomo. Per essere quindi più tran- quillo, il camoscio colloca le sentinelle. Quante volte le ho viste la immobili sui crestoni di roccia, staccarsi distinte sull’ azzurro del cielo, coi loro grandi occhioni fissi su di me, le zampe ante- tiori puntate in avanti, mandare il fischio d’ allarme al momento in cui mi avvicinavo di troppo. E a quel fischio, tutto il branco fuggiva colla celerità del lampo, balzando di rupe in rupe, di crepaccio in crepaccio e sparendo lontan lontano. Spesso ho notato una specie di mutualismo nella lotta per l’esistenza per il camoscio e il gracchio. (Pyrrhocorax alpinus). Questo uccello interessante, che spesso vola in branchi immensi intorno alle più alte cime, segnala spesso al camoscio colle sue grida, l’ accostarsi del pericolo, e alla sua volta il camoscio lo contraccambia in altre circostanze col suo sibilo che sembra ben noto al gracchio. Più volte nelle mie escursioni ho avuto campo di notare questo curioso mu= tualismo che permette al camoscio e al gracchio, di lottare meglio per l’ esistenza. Povero camoscio ! L'esistenza è per lui una lotta continua per sottrarsi alle persecuzioni del- l’uomo e della fame. Quando la neve comincia a cadere, coprendo le tisiche erbe crescenti nelle alte regioni alpine, esso scende a cercare un rifugio nei boschi, ove i rami degli alberi soste- nendo la neve, gli permettono di trovare sul suolo alcunchè da brucare, e lo sottraggono nello stesso tempo ai tiri del cacciatore. : Fintantochè quei pochi boschi persisteranno, il camoscio potrà ancora lottare, con speranza di vittoria, per la conservazione dell’ esistenza e della specie, ma quando l’ accetta del boscaiolo, il fuoco del pastore o la violenza delle valanghe e delle frane li avrà distrutti, il camoscio se- guirà senza alcun dubbio la triste sorte dello stambecco. Ed esso passerà nella leggenda, come vi passò il povero stambecco e come stà per passarvi l’ orso. L'orso! povero solitario! povero burlone! E chi lo ritrova oggi nelle nostre alpi, ove for mava l'oggetto di tante storielle raccontate al focolare alpino? Quante volte, nelle belle sere d’estate, la sul fieno di qualche baita, al pallido lume della luna che filtrava attraverso le fes= sure del tetto, in mezzo al grande silenzio delle alpi, si raccontavano le leggende dell'orso, le sue curiose burle, le carezze prodigate a qualche pastore troppo zelante nel volergli strappare una capra, la fuga precipitosa di qualche montanaro, quando durante l’ inseguimento di un orso questo. si voltava per tenerlo in rispetto. Allora era un gran «ridere, e all’albeggiare uscendo per la caccia, sì scambiavano per orsi ì vecchi tronchi di albero e in tutte le tane si pensava ne stesse accovacciato uno. Ma allora si vedevano realmente di tanto in tanto alcune di queste bestie ma- gnifiche cadute sotto le palle di qualche cacciatore. E si sapeva che altre se ne sarebbero potute incontrare. Le enormi valanghe di questi ultimi anni, la scure del boscaiuolo, hanno distrutto i nostri bei boschi di conifere dagli alberi secolari ove l’ orso trovava un sicuro ricovero. Là ove l'occhio si posava rapito sull’immensa estensione di alberi coperti di muschi, si stende oggi un terreno sparso di sterpi, d’ alberi imputriditi e massi accavallati. L'orso si è così trovato a di- sagio nella lotta per l’esistenza. Non abbastanza agile per sfuggire alle ricerche dei suoi perse- cutori, portandosi come il camoscio nelle più alte regioni alpine, esso ha dovuto soccombere in una lotta troppo violenta per lui. La lotta per l’esistenza nelle alte alpi, s' è pur fatta grave per due interessantissime specie; Il gallo cedrone (Teirao urogallus) e il fagiano di mente (Lyrurus tetrix). Tagliati i boschi, abbruciate le boscaglie, spinti neì boschetti ov'è facile il farli saltare e l' ucciderli, éd ove le loro nidiate non sono sicure nè contro l’uome nè contro gli uccelli di rapina; privati degli abeti che li riparavano colle loro fronde neli’ inverno, l’ urugallo ed il fagianò di monte sono in via di diminuzione continua. In certe parti delle alpi, anzi, l’urugallo non è più che un caro ricordo. In primavera, all’ epoca dei balzen, oggi non è frequente il trovare più maschi di fagiano di monte a corteggiare la femmina. Non è lontano il momento in cui questa non avrà facoltà di scelta. Nei nostri grandi boschi di conifere, volavano un tempo numerosi branchi di regoli (Regulus cristatus), fiorrancini (Regulus ignicapillus), cincie col ciuffo (Lophophanes cristatus) e crocieri (Loxia curvirostra). Si vedevano allora volare da un albero all altro, aggrapparsi al disotto dei piccoli rami che piegavano sotto il loro peso, scendere lungo i frutti a beccarvi gli insetti ed i semi. E tutto il bosco sorrideva alla loro allegria. Quando poi le prime aure primaverili cominciavano a soffiare, l’ affaccendarsi per la costru- zione del nido incominciava. Primo fra tutti il crociere, quando ancora la neve copriva il suolo, annunciava la primavera costruendo il suo nido alla biforcatura dei rami. Ma molti di quei boschi che formavano il soggiorno di tutte queste specie sono oggi scomparsi. La lotta per l’ esistenza si è fatta di giorno in giorno più seria per questi graziosi uccelletti. Finchè qualche albero, vecchio amico, è rimasto ritto per proteggerli e per somministrar loro gli alimenti, essi sono rimasti nelle loro vecchie dimore, ma poi a poco a poco hanno cambiato valle e sono andati a cercare un nuovo asilo la ove ancora gli abeti rizzano i loro tronchi maestosi al cielo. La loro partenza ha tolto un potente protettore ai boschi delle regioni basse, ove, spesso, questi branchi volavano per fare un pasto abbondante, salvo a ritornare subito dopo in mezzo alle conifere. Gli insetti si sono moltiplicati allora negli ontaneti producendo guasti enormi. Ho visto così nella valle Malgina un’estesissimo bosco di ontani completamente spogliato di fronde dall’Agelastica alni, Accanto a queste specie, cui la distruzione dei boschi rese la lotta per la vita tanto difficile nelle alte alpi, altre ve ne sono che non ne hanno risentito alcun grave danno. Lassù nelle alte alpi, dove le frane si scoscendono nelle valli, ha il suo regno la marmotta (Arctomys marmota). Sempre vigile, essa scompare d'un balzo nella tana, appena la sentinella ha dato il fischio d'allarme, La scomparsa dei boschi è passata per lei quasi inosservata, che, ovunque essa sembra trovare sufficiente alimento. Al più al più essa si è abituata ad anticipare un po' il letargo pel più rapido abbassarsi della temperatura nelle valli diboscate. E quando la neve copre tutto, quando tutto sembra morto lassù nelle alte regioni alpine, la marmotta dorme tran- quilla nella sua tana da cui non esce che all’ aparire dei primi raggi di sole primaverile. La natura avendo dotato due animali delle proprietà di cambiar colore a seconda delle sta- gioni, li ha più agguerriti nella lotta per l’esistenza nelle alte alpi. Questi due esseri fortunati sono : la lepre bianca (Lepus variabilis) e il roncaso (Lagopus mutus) Quando l’ autunno è in sul finire, questi animali che in estate portano una livrea scura o giallastra, presentano quà e la peli e penne bianche. La neve cade, e li trova completamente abbigliati in bianco. E così essi vagano tranquilli sui campi di neve. confondendosi perfettamente con tutto quanto li circonda sì che l'occhio acuto dell'aquila non giunge a distinguerli. La lepre bianca poi, lotta ancora=con maggior vantaggio per l’esistenza, possedendo 1’ abitu- dine di intanarsi. Contrariamente alla lepre, questa specie approfitta di tutte le cavità, di tutte le fessure che esistono fra masso e masso, per nascondervisi una volta inseguita. Ciò le riesce utile specialmente nel verno, quando per ricercare l’alimento deve spesso allontanarsi dalla neve per avventurarsi sul lembo dei boschi ove il suo mantello candido spicca sull'ambiente oscuro. Accanto a queste due specie tanto utili, cui un fenomeno di mimetismo permette ancora di lottare con vantaggio per l’esistenza nelle alte alpi, esiste una specie che ‘rappresenta il vero pirata alpino e che è dotata della stessa proprietà. Lassù in mezzo alle gande si vede scorazzare questo brigante in abito fulvo l’ estate, candido in inverno. Chi non conosce l'ermellino (Putorius erminea)? Questo brigante, distruggitore di uccelii e di nidi, ritrae un doppio vantaggio dalla sua livrea. Lo rende meno visibile al cacciatore e agli uccelli di rapina e nello stesso tempo gli permette di accostarsi senza esser visto alla 4 preda. Chi ha visto l’ ermellino cacciare sia in estate che in inverno, ha dovuto certo convincersi che nessun animale è meglio fornito di mezzi per lottare per l’ esistenza nelle regioni alpine. Fra le gande che si stendono fin verso i 2500 m. lotta per l' esistenza il marasso palustre (Vipera berus), nome certo poco appropriato ad un animale che nelle alpi si incontra più frequen- temente nelle parti asciutte. Il taglio dei boschi non gli ha fatto gran danno, al contrario ha aumentato le zone che formano il suo soggiorno prediletto facilitando le frane e quindi la formazione di gande: L'inverno non lo molesta perchè ai primi freddi entra in letargo per non destarsi che ai primi tepori primaverili, i Nelle limpide acque dei laghi alpini, combatte energicamente per la vita la trota (Tutta fario). Fino a che i laghi saranno contornati da boschi o da pascoli verdeggianti, la trota tro- verà in quelle acque l'alimento che le necessita per conservar la vita e la specie; ma quando le frane, le valanghe, e l’ uomo, avranno distrutto e gli uni e gli altri, l'ora sarà suonata, anche per questa bella specie, di passare nella leggenda. i Io mi sono spesso domandato, come lassù fin oltre i 3000 metri possano vivere alcuni piccoli esseri quali i molluschi e gli insetti. Ho visto infatti spesso sui più alti ghiacciai e sulle più alte rocce volare il Parnassius apollo. Che cerca egli mai lassù? Forse il nettare delle ultime pianticelle alpine che crescono quà e là sulle estreme vette? Oppure emigra esso attraverso quei ghiacciai in cerca di una parte ove lottare con maggior vantaggio per l’esistenza? Queste do- inande me le sono spesso indirizzate senza potervi rispondere, sopratutto una volta in cui rinvenni tina Polystes di specie ignota per me, volare a 2900 metri sulla cima del pizzo di Scotes. A simili altitudini, combatte pure per la vita un mollusco: 1’ Helix cisalpina. Io 1 ho trovato fin oltre i 3000 metri; là ove ogni vegetazione era scomparsa e non v'era che neve e ghiaccio. Come mai vi- veva esso? Ciò mi fu in gran parte spiegato daila resistenza che 1’ H. cisalpina presenta al di- giuno. fo ne conservai vivente per più di un anno un esemplare senza alcun cibo. È quindi possibile the anche lassù a 3000 metri trovi quanto le è sufficente per vivere. Così, lassù nelle alte alpi, la lotta per la vita è combattuta giornalmente da numerosi esseri con vario vantaggio; e questa lotta va giornalmente facendosi più difficile per le specie le più utili; di fronte allo sconsigliato diboscamento che toglie loro un rifugio ed un cibo: Novembre 1894. GLOSSARIO ENTOMOLOGICO i REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) Inorassatà - /nicrassatus - Epaissi è verdickt - Significa ingrossato; inspessito : Vedi Antenne. Increspato - Rugatrs; crispatus, plicatus + Plissè - fatti, gefaltet; o runzelig - Si ap: plica ad una superficie ondulata; colle ondulazioni piccole; spesse e di ineguale altezza. Incrisalidazione = L’atto dell’ incrisalidare. Incrociechiato - Croîsé = Icombeute. Vedi Ali. Indeterminato, indistinto - /ndeterminalus - Indeterminé - von keiner constanten o be: stimmten Form - unregelmàssig - Indistinto, non ben definito. indumento - /ndumentum - Integument - Uerberzug = [utegumento. Ineguale - /naequalis - Inégal - uneben, ungleich - Si applica ad una superficie che mostrasi con infossamenti od elevazioni irregolari. Vedi Scultura. Inerme - /nermis - Inerme - umbewehrt = Mutico. Vedi Scultura. Inferiore - /aferior - Inferieur - unter - Si applica ad un organo posto al disotto di un altro. Antenne inferiori; quelle inserte sul margine del fronte. Vedi Ali inferiori Inflesso - /nflexus - Inflechi Flechi - gebogen o eingebochen - Curvato in giu - Bordo o margine inflesso viene applicato ai margini laterali delle elitre o del pronoto che si ripiegano fortemente disotto ad angolo acuto, come nel maggior numero dei Co- leotteri. Tav. Il fig. 1 0) d°). Infossato - /mmersus - Engagé - eingeschoben - Si applica ad un organo che si ap. profonda in un altro - Occhi di Corisa, torace di Scydmaenidae ecc. Infundibuliforme - /nfundibuliformis + Infundibuliforme - trichtenformig - In forma di imbuto come molti articoli di antenne, tarsi ecc. Ingluvie - Dilatazione del tubo intestinale dopo |’ esofago. Innotato - /nnotatus - ungezeichnet - Privo di qualunque disegno e viene applicato sol- tanto per una parte di organo; possono ad esempio darsi le ali disegnate ed avere un margine innotato. I Inoculari - /noculares - Inoculaires - Inaugen - Posto nell’ interno degli occhi. Vedi Antenne. Inserto - /nsertus - Inseré, engagè - eingefiist - Messo dentro, infossato. Ved. Testa. Inserzione - /nsertio - Insertion - Einfigung - Punto di un organo che si attacca ad un altro - Inserzione delle antenne - /nsertio antennarum - Fiihleinleukung. Insetto perfetto - /mago o insectum declaratum - Uscito dallo stato di ninfa o crisa- lide ed atto alla generazione = Imagine. Intagliato - /ncisus, excisus - Entaillé - ausgeschnitten = Inciso. Integumenti - /ndumenta, test - Teguments - Ueberzuge - Si chiamano le parti esterne degli insetti cioè il derma o epidermide chitinoso, con tutte le sue vestiture. Le infinite modificazioni di esse vengono qualificate da molti addiettivi, che impron- tiamo all’ opera del Du Val: Genera des Coleopteres. — Barbuta + Barbuta - Barbue - Bartig - Che offre peli spessi, più lunghi di quelli circostanti e che imitano una barba - Addome di Macroglossa stellatarum. — ciliata, frangiata - Ciliata, fimbriata - Cilié, fimbrié - gewimpert - Guarnita da una serie di peli paralleli o frangia - Protorace di Aphodius contaminatus, Tro hi spidus. — Fasciculata - Fascieulata - Fasciculée - bebuschelt - Quando ofire peli disposti a fascetti, cioè spessi e convergenti all’ estremità - Nosodendron fasciculare - Se i fascetti dei peli suddetti divergono all’ estremità si chiama allora penicillata cioè fatta a pennello. — Glabra - Glabra - Glabre - haarlos - Affatto priva di peli » Dicesi calva quando trovasi uno spazio privo di peli circoscritto dai medesimi, — Irsuta, irta - Hirsuta, hirta - Herissé - rauch - Quando è rivestita di peli dritti e rigidi più o meno spessi - Stuphylinus hirtus, vari Bombus. — Ispida - Hispida - Hispide - rauch - Quando presenta peli corti, rigidi, tali a pic- cole spine - Dinota più d’ irsuta - Centhorhynchus horridus, Lanuginosa - Lanuginosa - Lanugineuse - wollig - Quando presenta peli pieghe- voli, molto delicati, poco fitti come lanugine. Lotosa - Lutosa - Boneuse - kothig - Quando è coperta da una sorta di crosta si- mile alla melma disseccata - Bagous lutosus. Nuda - Nuda - Nue - nackt - Quando non offre nè squame, nè inflorescenze ed altro. Pelosa - Pilosa - Poilue - haarig - Quando offre peli lunghi, delicati, flessibili e poco fitti - Vespa crabo. Pollinosa farinosa o pulverulenta - Pollinosa farinosa o pulverulenta - Pollineuse farineuse o pulverulente - Bestàubt - Quando è rivestita da una efflorescenza più o meno fugace, simile al polline di fiori, o alle farine - Chlorophanus graminicola Lixus ecc. Pruinosa - Pruinosa o rorulenta - Pmineux - bereift - Quando offre una efflore- scenza estremamente fina e leggiera simile a quella di certi frutti come le prune ad esempio. Pubescente - Pubescens = Pubescente - feinhaarig - Quando è rivestita di peli fini ‘più o meno inclinati - Chlaenius velutinus, Brachinus crepitans. Rasata od oloserica - Holosericea - Satinée - Seidenhaarig - Quando i peli sono più corti e fini dell’ esempio precedente e presentano l' aspetto del raso. Parnus substriatus. i setigera o setolosa - Setigera, setosa, setulosa - Setigere, setuleuse - Corstig + Quando offre peli ingrossati e rigidi come le setole di certi mammiferi. Sericea - Sericea - Soyeuse - Seidenglanzend - Quando i peli sono molto corti, fini, coricati e presentano i riflessi e lo splendore della seta - Diacanthus holose- riceus, disotto del corpo della Donacia sagittariae. Squamosa - Squamosa - Squameuse - schuppig - Quando è ricoperta di squame o peli squamosi - Moplia cerulea, Polydrosus sericeus. Tomentosa - Tomentosa - Tomenteuse - filzig - Quando è coperta di peli corti, finissimi, frammmischiati e poco distinti ciascuno in particolare - Donacia hydro- chaeridis, Astynomus aedilis. Vellosa - Villosa - Villeuse o velue - zottig - Quando è coperta di peli lunghi, flessibili, molto spessi e. frammischiati - Disotto del corpo dell’ Anoxia villosa; se i detti peli increspano un poco all’ estremità si adopera in tal caso lanosa. Vellutata - Velutina - Velutée - Quando i peli sono corti, serrati, perpendicolari, ced offrono l’ aspetto del velluto - Scudetto dello Staphylinus hirtus. Inter - Si unisce alle parole per dinotare che un organo è posto fra due altri; così ad esempio dicendo intercostata - intercostale - Zwischerippchen - s'intende lo spazio fra una costa e l’ altra. Intermedio - Intermedius - Intermediaire - mittlere - Posto nel mezzo come: zampe intermedie sono quelle del secondo paio. Interno - Interior - Interne - innere - In dentro. Interoculare - Interocularis - Interoculaire - Posto fra gli occhi. (continua) i COMUNICAZIONI In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi domande, notizie, schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. I carnivori vegetalisti. Il prof. Cornevin compiendo una lunga serie di studî sperimen- tali sull’ alimentazione degli animali domestici, non ha potuto non osservare la notevole adattabi- lità di questi, anche per ciò che concerne la loro alimentazione, e la modificazione spontanea, cioè indipendente affatto dall'influenza della fame e dall’intervento dell’ uomo. E comincia col notare che il cane in domesticità si è fatto interamente frugivoro, poichè non solo egli, libero, ricerca sovente alcune sraminacee e le inghiotte, ma cerca sovente dei frutti. Così l’ A. potè dapprima veder frotte di cani entrare il mattino in un frutteto e mangiarvi le prune mature cadute nella notte, e nel 1893 ricercò e constatò che parecchi di essi ricevevano a casa un vitto abbondante e succulento. Uno rifiutava la zuppa di brodo e preferiva le prune; un altro, punto ad un labbro da una vespa nascosta in una pruna, non si corresse del suo istinto frugivoro, ma continuò ad introdursi nel frutteto per la desiderata colazione vegetale. I frutti più zuccherini sono i più ricercati; ciò non toglie peraltro che il cane cerchi e mangi anche delle pere. f Con un regime di frutti, il cane sta benissimo, ingrassa, fa il pelo più soffice e lustro, e le sue carni perdon l'odore nauseabondo speciale che le fa scartare dalla alimentazione umana. Tra i cani, conclude Cornevin, son molti gl’ individui che cercan poco la carne, hanno vo- miti quando son cibati di sola carne, tutti diventano eczematosi ed hanno prurigini di questa condizione; e finalmente tutti sono d’ una sensibilità notevole verso le tossine provenienti da carne guasta, verso la salamoja, e verso la setticemia gangrenosa. Il gatto, la faina e la martora quale per un verso e quale per 1 altro, si mostrano pure più o meno un po’ vegetalisti. Il primo sovente mangia fette di popone, punte di asparagi, per cui diventa dannoso agli orti dove questi sì coltivano; ed il Cornevin gli vide mangiare i fagiuoli verdi crudi e le carote. Il gatto domestico, pur corservando i suoi istinti di cacciatore sanguinario, è peraltro tanto vegetalista che bene spesso annusa il lardo e la carne, ma non li tocca, prefe- rendo le vivande vegetali. (E sì possono citare esempi di gatti che manifestano un gusto ben marcato per talune zucche, per i citrioli e per l'insalata). Quanto alla faina ed alla martora, è noto che esse sono ghiotte delle ciriege, dell’ uva e d’altri frutti, come la volpe, la puzzola e l'orso. Non è la fame che li spinga ad una alimentazione ve- getale; nè si può attribuire il fatto ad una reminiscenza atavistica, che di tanto in tanto periodi- camente si ridesti nei carnivori; ma più probabilmente al bisogno che questi sentono d’intro- durre nel loro tubo gastrenterico dei fermenti novelli per sostituirne dei precedenti che sono al- terati ed esauriti, 0 per aiutare l’azione delle diastasi organiche, che le ghiandole non produr- rebbero più in quantità sufficente in dati periodi, La modificazione spontanea dell’ alimentazione iu un animale attesta che la conformazione anatomica non governa così dispoticamente l'alimentazione di esso, come si ripete dal Cuvier a noi; e che nella fisiologia della nutrizione, oltre le cosidette basì classiche del razionamento degli animali, come le relazioni nutritive ed adipo-proteiche, il coefficente di digeribilità ed altre, delle quali parlano più spesso coloro che sperimentano più di rado, vi sono ancora delle incogniti che attendono dai novelli studî sperimentali la loro spiegazione, i L’ Allevatore Sur la grandeur des invertébrés dans les temps primaires. M. Albert Gaudry, le distingué professeur du Muséum, a présenté dernièrement a la Société géologique de France une note très intéressante sur la grandeur des invertébrés dans les temps primaires, de laquelle nous citons les passages suivants : « A l’époque houillére, en méme temps l’ Arthropteura Fagon décrit par M. Boule, il y avait des Insectes de dimensions étonnantes, tels que le Titanophasma et le Meganeura qui, selon M. Charles Brongniart, avait 0 m. 70 de largeur, lorsqu'il étalait ses ailes. Le plus grand Brachiopode, le Productus giganteus, a vécu dans les mers carbonifères; Davidson dit qu'il atteignait 0 m. 30, Déjà dans le Dévonien, Scuddet a signalé des Insectes d'une dimension considérable, comme le Platiphemera. Le Crustacé le plus long que l’on connaisse àa.l’état vivant ou fossile est celui que les carriers d'Ecosse appellent le Séraphin (Pterygotus anglicus); ce mérostome dévonien surpas- sait les homards actuels. C'est a l’époque silurienne qu’'ont vécu les plus grands Ostracodes (Aristozoe regina), les plus grands Brachiopodes (Ceratiocaris ludensis), les plus grands Ptéropodes (Conularia grandissima), les plus grands Nautilidés (Orthoceras tan), les plus grands Trilobites (Asaphus platycephalus). Déja, à l’époque cambrienne, il y avait des Trilobites de 0 m. 30 de longueur (Paradorides Davidis). Cs Influenza del regime sulla composizione chimica delle ossa. All’istituto di chi- mica zoologica di Breslau, si sono fatte ricerche sulla comparazione dello scheletro, dal punto di vista della materia minerale che contiene nei mammiferi nutriti in diverso modo, ed è resultato che le ossa degli animali mal nutriti non solo differiscono per le minor dimensioni e minor peso delle ossa normali, ma anche per la loro composizione chimica, essendo assai meno ricche in so- stanze minerali; i denti al contrario cocservano nei due casi la stessa struttura chimica, ( Weiske Landw Versuchs Stationen 1894). Tetano dalla torba, Il veterinario inglese Alberto Weatley riferisce il caso interessante di un cavallo che ebbe a soffrire due volte il tetano in due anni. La prima volta fu a seguito di un chiodo di strada; prima della fine della malattia il cavallo soffrì anche di enterite e di larin- gite, ma guarì. La seconda volta fu a seguito dell’ applicazione del fuoco, L'autore aggiunge che il malato era sopra della lettiera di torba e che questa è per lui una constatazione importante. Egli ha pure riscontrato un assai maggior numero di casi di tetano dapoichè si fa uso della lettiera di torba. L’ osservazione merita attenzione, perchè è ormai nota l'origine tellurica degli elementi tetani- geni. (Giornale d’ Ippologia). — è NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —_S=l8=—_ Dall’ Elba. (Decembre 1893 — Decembre 1894). Noto perchè interessanti le catture seguenti : Accentor collaris, Scop. (A. alpinus, Bechst.) — Includo per la prima volta questa specie nel mio elenco pel Distretto dell’ Elba; la più interessante della scarsissima annata 1893. Ne ebbi un individuo da un branchetto di 7 o 8, ucciso il 24 Dicembre sul monte Volterraio. Credo degna di particolare nota questa comparsa dell’ A. collaris, all’ Elba per due ragioni. Perchè essendo sedentaria, quantunque scarsa, nei luoghi più elevati di montagna del continente, pur talora nei freddi inverni erratica, all’ Elba si è notata affatto di passo, giacchè mai ve l'ho rin- venuta sedentaria. Credo però a un caso particolare determinato da speciali condizioni meteoriche. Poi, perchè dalla Sardegna nè dalla vicina Corsica, così montuose, è registrata, e nè pure dirò dal limitrofo continente, anche accidentalmente. In Toscana, e in certe particolari regioni, non può dirsi rara. In Sicilia fu notata sulle vette delle Madonie. Hydrochelidon hybrida, Pallas. — Il 24 Settembre dello stesso anno, un individuo ucciso nelle Saline da un mio amico. Più di frequente sul continente notasi in Aprile-Maggio e non tutti gli anni. Manca, per ora, soltanto in Sardegna. Linosa melanura, Leisl. — Un bell’individuo ucciso il 22 Marzo 94 alle Saline. Ogni anno qualche individuo si uccide; sempre però in Marzo-Aprile. Era in abito quasi completo di nozze come un campione che ebbi già in Marzo 1888. Circiietus gallicus, I. F. Gmel. — Comparve questa specie con insolita abbondanza nel Marzo '94. La vidi anche i primi di Aprile. Ne ebbi un bell’individuo il 31 Marzo. All’ Elba non l'avevo ancora notato sebbene sapessi di qualche cattura che non potei però assodare, e sempre nel passo primaverile, Aegialitis curonica, I. F, Gmel, — In Marzo e Aprile in numero notevole. Di solito tutti gli anni in primavera, e più raramente in Settembre, solo qualcuno se ne vede. Frammisti ai bran- chetti di questa specie si nota sempre qualche individuo degli altri Corrieri: Aegialitis cantiana; A, hiaticula. Monticola samatilis, L. — Ne ebbi un gf il 25 Aprile. Ne vidi sul monte Grosso un altro iny Settembre. E sedentaria da Aprile a tutto Settembre sulle ripe scoscese del mare; sempre però in scarso numero. — Cyanecula Wolf, C. L, Brehm. — Sebbene già inclusa nel mio Elenco, per un campione che si conserva nella raccolta del compianto G. B. Toscanelli alla Villa dell’ Ottone, e per altre rare catture sulla fede di cacciatori, fui lieto di averne un bell’esemplare, g, il 6 Settembre u. s. ucciso presso Portoferraio. Le catture precedenti che sapevo erano tutte in primavera. Inviai il campione, assai interessante per la località, al prof, Giglioli, per la collezione italiana. Hypolais polyglotta, Vieill. — Il mio egregio amico Eufemio Foresi, intelligente cultore d'or- nitologia, durante la sua permanenza a Rio, mi riferisce avere rinvenuto in quelle campagne, e in buon numero, i nidiacei, Senza dubbio è specie prettamente estiva anche all’ Elba, ove non l'avevo ancora notata; tanto più che sembra mancare in Sardegna e nella vicina Corsica. Numenius Phacopus, L, ex Gesn, — Nelle mie precedenti note segnalai un individuo il 19 Settembre 1891. Un altro fu ucciso il 10 Settembre di quest’ anno nelle Saline, Mergus Serrator, L. — Il 6 Novembre un giovane. Comparisce all’ Elba di rado, e sempre in individui giovani, Il 12 dello stesso mese ne vidi a Piombino uno, e giorni sono uno sul mercato a Genova. Croocephalus ridibundus, L, ex Briss. — Ne ebbi un adulto il 13 Novembre. Non è comune all’ Elba come può credersi. Avevo i giovani soltanto. 30 Novembre 1894, Giacomo DAMIANI Dalla Val di Chiana. In quest’ anno non mi è capitato nulla di interessante tranné il Circus cineraceus, varietà melanotica, sul quale scrissi una breve nota sul Bollettino della Società romana per gli studi zoologici, e due civette albine completamente. Erano tutte di un bianco per- laceo, dal quale, in bianco candido trasparivano le macchie caratteristiche delle ali e della coda che nell’abito ordinario staccano in bianco sporco sul cenerino delle piume. Le ebbi viventi nel Luglio scorso e le tenni vive per parecchie settimane, senonchè tormen- tate dai parassiti dei polli (erano in un gallinaio pel momento disabitato) l’ una appresso l' altra vennero a morte, nè poterono conservarsi perchè guastate da putrefazione prima che la persona incaricata della custodia si accorgesse della morte e me le recasse. Altra civetta albina vidi in campagna nel Dicembre 1892 ma non la potei uccidere. Sembrerebbe che non fosse adunque troppo raro l’albinismo dell’ Athene noctua in Val di Chiana, sebbene io non ne abbia mai veduti indi- vidui in nessuna collezione privata o pubblica. Nel volume dei risultati della Inchiesta ornitolo- gica « Notizie di indole generale » sono registrati numerosissimi casi di albinismo fra i volatili: pochissimi però di Rapaci e un solo di Athene noctua, osservato in Toscana nel circondario di Fauglia (Pisa). G., A. GRIFFOLI Uccisione di una enorme foca. Scrivono da Alghero (Sassari) al Corriere agricolo com- merciale del 18 Novembre: ‘ Certo Rovassi fu avvertito da un amico, che un’ enorme foca — che da alcuni giorni giron- dolava tra la punta del molo nuovo e lo scoglio Traditore — si era fatta vedere nei pressi del molo. "1 Rovassi preso il fucile e quattro cartucce, andò in barca assieme a due amici. La foca non tardò a mostrarsi; era-enorme! Il Rovassi fece fuoco e colpì il mostro in una pinra. La foca ferita fece un gran balzo ed il Rovassi gli aggiustò un' altra fucilata il cui proiet tile penetrò nella nuca uscendo dall’ occhio destro, 10 La foca, colpita a morte, si rivoltò su sè stessa e per un momento la sua immensa mole galleggiò sulle onde arrossate per un lungo raggio del sangue che abbondante usciva dalle ferite: indi affondò. Con rampini fu di nuovo portata a galla ed, assicurata con corde, fu rimorchiata fino alla riva donde fu caricata su di un carro. Questa foca pesava trecento sessanta chilogrammi, Sventrata vi si rinvenne un feto, già com- pleto, che pesava 10 chilogrammi. Aveva inoltre nel ventre circa 20 chilogrammi di pesci di varie qualità, Si potrà ricavare circa un quintale d’ olio che dicesi utile per le artriti e pei dolori in ge- nere ; specialmente si adopera nelle concie. Colla pelle coperta da una lanugine morbidissima si fanno delle fasce di cuì si cingono le reni le partorienti, e dicesi che con queste sì faciliti il parto. La pelle, la testa, le setole spettano, per antiche consuetudini cinegetiche, a chi uccise la bestia, il rimanente va diviso fra tutti quelli della partita. Aquile. Nello scorso novembre sì videro nel giro di pochi giorni parecchie aquile sul Garda delle quali quattro furono uccise, Anche ad Arcagnano, cascinale in quel di Carpiano, venne uccisa una grossissima aquila che pare debba essere l' Haliaetus albicilla. Una trota del peso di oltre 11 chilogrammi, dice la Gazzetta agricola di Milano, fu pescata nell’ Isonzo in luogo detto Anicona presso Canale. Essa era lunga un metro e calcolano avesse l’età di 80 anni. RED. INVENZIONI E SCOPERTE < Ferri di sughero e ferri di cartone. Lo Stelter, maniscalco prussiano, fabbrica ferr: a caselle riempite con prismi di sughero, che vi sono solidamente fissati. Tali ferri sono giudicati molto adatti alle condizioni stradali della capitale prussiana. Le caselle sono due, separate da un setto. È una modificazione dei ferri con caucciù e con pezzi di fune, già noti ed usati da pa- recchio tempo ed in parecchie città per impedire lo scivolamento dei cavalli. Il Ministero della guerra prussiano ha ordinato che alla scuola degli allievi maniscalchi si istituissero durante tutto l’ inverno corrente, esperienze circa l'utilità dei ferri di cartone pressato. I ferri di cartone compresso erano fin qui rimasti cose poco pratiche, per le gravi difficoltà di assicurarli e mantenerli validamente fissi alle unghie dei cavalli. Ora un droghiere di Schéòne- berg ha trovato una specie di glutine o cemento che corrisponderebbe perfettamente allo scopo. Le esperienze che si stanno istituendo ci diranno se il problema sia stato risolto favorevolmente. (Berliner Thierirztliche Wochenschrift, 1894) Nuova macchina tipografica meravigliosa. Il giornale The Paper Trade Review da la descrizione di una macchina veramente curiosa, la quale — a parte l’ esagerazione solita degli americani — costituisce un meraviglioso progresso per la stampa. È una macchina rotativa, simile a quelle impiegate per la tiratura dei grandi giornali, ma i cui cilindri, invece di essere uniti per ricevere ì clichés di un sol pezzo, sono divisì in tante caselle quante sono le pagine del foglio da stampare. Ogni cilindro riceve le pagine in bianca e in volta, di 8 fogli in 18. La carta, in rotoli, passa sul primo cilindro e rimane impressa da una parte, poi sulla seconda. Risultato duecentottantotto pagine vengono impresse per ogni giro. I fogli, dopo essere stati passati su cilindri essiccatori, sono tagliati, piegati, riuniti. Ogni volta che i grandi cilindri fanno un giro, un volume è stampato, piegato, raffilato. Così, duecento volumi possono essere prodotti in un' ora. Dalla macchina tipografica, i libri sono condotti mec- canicamente sopra una macchina molto simile a quella da cucire. In essa dei fili sottili di ferre riuniscono i quinterni. I libri cuciti s' incamminano uno accanto all’ altro verso una macchina da 1] [marne pene eresie coprire; in questa si trova un quadrato della dimensione del libro, quadrato condotto su d'una catena incessantemente scorrente su delle ruote. Giunto alla fine della catena, il libro presenta la costola alla superficie d'un cilindro, il quale vi distende sopra della colla. Un po’ più lontane sì trovano le copertine, che, a una a una, si vengono ad attaccare al dorso del libro. La copertina rimane aperta e si asciuga girando lungo la catena. Compiuto il giro, il libro cade sulla costola fra due assicelle, le quali ribattono la copertina dalle due parti. (Arte della Stampa) Scoperta di miniera d’oro a Salisbury. Leggesi nel giornale il Progresso : Un fatto veramente raro anche nelle regioni meridionali dell’ Africa ove l’ oro è più abbon- dante, avvenne a Salisbury, città del Mashonaland, da poco conquistata dalla Società coloniale in- glese dell’ Africa australe. Furono scoperte delle vene d’oro che si estendono nel sottosuolo della fortunata città. L' Amministrazione co munale ha in conseguenza sospeso la vendita dei terreni urbani, volendo esercitare la miniera per proprio conto. Pantelegrafo Cerebotani. L' illustre fisico, sacerdote veronese prof. Coelalito residente a Monaco di Baviera, ha inventato un nuovo pantelegrafo assai diverso da quello del Caselli. Il pantelegrafo Cerebotani, è un telegrafo scrivente, ed il movimento della penna guidato dalla mano dell’uomo, si comunica immediatamente per via elettrica, ad altre penne di luoghi molto lontani fra loro. Ne è stata fatta la prova anche a Roma con splendido resultato. Nuovo fonografo. L’ americano Koltzow, ha inventato un nuovo fonografo che riproduce la parola, la musica ed il canto come quello di Edison, ma che ha il pregio di essere più semplice. INSEGNAMENTI PRATICI Per combattere la tignuola e la peronospora della vite. —I professori Targioni- Tozzetti e Del Guercio della R. Stazione di entomologia agraria di Firenze, hanno indicato un miscuglio col quale si possono combattere con una stessa operazione la tignuola e la peronospora della vite. Il miscuglio sarebbe così composto: Sapone Kg. 3 — Solfato di rame Kg. l[2 — Ammoniaca Kg. 1 1]? — Acqua Litri 100. Si prepara il miscuglio sciogliendo il solfato di rame in 50 litri di acqua e sì aggiunge a poco per volta l’ ammoniaca; negli altri 50 litri d’acqua va stemperato il sapone, ed i due liquidi mescolati danno un prodotto fluido omogeneo, di colore celeste più o meno cupo, assai adesivo sulle foglie e sui grappoli delle viti, penetranti nei groviglioli delle larve, e prontamente mortifero contro di esse. Il liquido stesso poi può conservarsi, anche diluito, per molti giorni, e diluirsi fino a sei volte il suo volume d’ acqua. La produzione delle uova in inverno. Le uova invernali, ecco una vecchia questione che appassiona non solo gli avicultori, ma anche i buongustai; ho delle belle e robuste galline, vi sentite dire, ma non danno uova con questi freddi. — Difatti nell'inverno le uova, appunto per- chè rare, salgono ad un prezzo tanto elevato da non essere più.alla portata di tutte le borse. Come rimediare a tanta jattura? Niente di più facile: mettete le vostre galline nelle favorevoli condizioni che abbisognano per la fetazione ed avrete le uova d’inverno. Nutrite ed alloggiate bene i vostri volatili ed attenetevi ancora alle seguenti due condizioni: la prima di queste due condizioni, la più essenziale per ottenere l'intento della deposizione d’uova in inverno, consiste nel fornire il pollaio di animali giovani. Difatti le pollastre provenienti dalle schiuse di marzo ed aprile depongono dall'ottobre sino aì primi di gennaio, per poi riprendere il loro lavoro al principio della primavera. L'anno venturo le stesse galline produrranno uova sino a tutto ottobre, dunque non più produzione invernale con gal- line di due anni. La seconda condizione per la produzione invernale delle uova scaturisce dalla scelta delle razze. È sufficientemente dimostrato che le galline che passarono gran parte della stagione primaverile e autunnale all’ incubazione delle uova, riprendono in certo modo il tempo perduto nella 12 seguente stagione invernale. Ora essendo nota la grande tendenza all'incubazione delle razze asia. tiche, così è evidente che le stesse riusciranno delle ottime produttrici d'uova nell'inverno. Ad ogni modo il pollicultore accorto farà opera saggia di non sacrificare nell’ inverno le galline che nella buona stagione si dedicarono all’incubazione ed all’ allevamento dei pulcini, poichè le stesse gli daranno, purchè non siano troppo vecchie, un gran reddito di uova invernali. (T. PASCAL). Fosfato di calce nella alimentazione dei pulcini. Sarebbe molto interessante, dice la Rivista degli avicultori, sperimentare se, come taluno asserisce e come si può ritenere assai pro- babile, il fosfato di calce nella alimentazione dei pulcini si mostri di efficacia così notevole da consentire che în due mesi e mezzo, mescolando giornalmente al beverone una cucchiaiata di fosfato di calce, si ottengano pollastri di sviluppo non inferiore a quelli di quattro mesi che ven» gano tenuti col regime ordinario. La stricnina contro l’ avvelenamento per funghi. Secondo la Medecine moderne, Kénigsdòrfer ha ottenuto risultati meravigliosi dalle iniezioni sottocutanee di stricnina (0,001) nel trattamento delle persone avvelenate mediante funghi. i Il miglioramento è stato talvolta istantaneo, « come per incanto, » La dose totale di stricnina iniettata è stata di 0,012. NOTIZIARIO Società colombofila fiorentina. Questa società ha apportati importanti riforme al proprio regolamento per le gare e si è rivolta alle competenti autorità onde escogitare i mezzi che sono in loro potere, contro il colombicidio. Gara colombofila da Genova a Firenze. Giovedì 20 decembre a ore 9 dal piazzale del Bisagno a Genova, venivano lanciati alla nostra volta 85 colombi viaggiatori appartenenti ai soci Bologna, Cajani, Eustis, Ciotti, Rangei e Visconti. La lanciata diretta dal sig. G. Antonis, riuscì stupen- damente, la commissione d'arrivo assegnava i seguenti premi: 1.° Medaglia d' argento del Municipio, sig. G. Bologna il cui colombo giunse in ore 4 m. 26 s. 43. — 2.° idem della Camera di Commercio, al colombo del sig. G. Eustis giunto in ore 4 m. 27 s. 30. — 3.° idem della Società al colombo del sig. Cajani Gino, giunto in ore 4 m. 27 s, 40. — 4.° idem di bronzo del Municipio, al sig. Visconti Giuseppe, il cui colombo giunse in ore 4 m, 29 s. 57. — 5.° idem della Camera di Commercio al sig. G. Ciotti, il cui colombo giunse in ore 4 m. 30 s. 29. — 6.° idem della Società, al colombo del sig. Eustis Giorgio giunto in ore 4 m. 30 s. 43. Il pane di legno per i cavalli. Un giornale tedesco, che si occupa delle varie industrie del legno, riferisce che a Berlino la fabbricazione del pane di segature è già in vigore, e che giornalmente si preparano 200 quintali di questo alimento. Il pane si ottiene facendo fermentare la segatura di legno, e sottoponendola a varie manipolazioni chimiche; poi si mescola la massa con un terzo di farina di segala, e si mette la pasta a cuocere come il pane comune. Il pane di legno serve attualmente a Berlino per nutrizione dei cavalli, dando ottimi risultati; ma i fabbri- canti asseriscono che anche lo stomaco dell'uomo potrebbe digerirlo ! Concorso di apparecchi sminuzzatori dei tralci a Roma. Fra i vari concorsi spe- ciali che saranno banditi in occasione della solita fiera dei vini nazionali, che avrà luogo all’El- dorado a Roma per cura del Circolo enofilo italiano, richiamerà l’ attenzione dei produttori quello relativo agli apparecchi per sminuzzare i tralci. (Broyeurs des sermentes). Il professore Ottavi il- lustrerà tutto ciò che si riferisce a tali apparecchi, che per noi costituiscono una novità, e. che furono constatati utilissimi nel Mezzogiorno della Francia, dove i tralci, in tal guisa tagliuzzati e sminuzzati, sono divenuti un foraggio ormai comune e provvedono in parte alla scarsità dei man- gimi, 13 Un importante concorso di questi apparecchi ha avuto luogo testè a Monduol per iniziativa della Societa d’ agricoltura del Gard. Prolificità dell'ape madre o ape regina. Doolittle calcola che una buona Regina, du- rante il tempo di sua vita deponga in media 700,000 uova. Egli ne ebbe una che depose 4000 uova giornalmente per due mesi di seguito. Concorsi a premio. La R. Accademia Economico-Agraria dei Georgofili pone a concorso il seguente tema: Studio sugli effetti del vino in relazione col presente stato della scienza in- torno alle fermentazioni; tale studio dev'essere fondato su ricerche sperimentali e particolarmente inteso a suggerire utili modificazioni alle pratiche vigenti in Toscana. All’autore del miglior lavoro sarà assegnato il premio triennale della fondazione Cuppari di TL. 540, un diploma ed una speciale medaglia. I manoscritti, contrassegnati da un motto, dovranno essere presentati all’ Accademia non più tardi del 30 giugno 1895. La Società agraria di Lombardia ha stabilito di conferire un premio di L. 150 e diverse me- daglie a chi nello scorso biennio avrà fatta l’ opera più importante ed utile onde migliorare le acque potabili in un centro agrario come un comune forense, una frazione del medesimo od un cascinale. Tempo utile fino a tutto il prossimo marzo. Fino al 31 decembre 1896 è aperto il seguente concorso bandito dalla R. Accademia delle Scienze di Torino: Premio L. 9600 a quelio scienziato italiano che durante il quadriennio 1893-96 avrà fatta la più insigne ed utile scoperta, o prodotta l'opera più celebre in fatto di scienze fisiche e sperimentali, storia naturale, matematiche pure od applicate, chimica, fisiologia, e patologia, non escluse la geologia, la storia, la geografia e Ia statistica, L'Accademia Virgiliana di Mantova ha bandito un concorso con premio di L. 600 da conferirsi alla miglior memoria nella quale venga sviluppato il seguente tema: « I laghi di Mantova in rapporto all’ idraulica ed alle sue applicazioni per la forza motrice, all'igiene, all’ agricoltura, alla pesca ed alla caccia ». £ Le memorie devono essere presentate all’ Accademia non più tardi del 31 decembre 1895. Esposizione di vini e liquori. Sarà effettuata in Livorno nel prossimo carnevale, ad ini- ziativa della Società « Pro Livorno » Esposizioni di animali da cortile. Nel corrente anto pare che avranno luogo 2 esposi- zioni di animali da cortile una a Roma e l’altra a Varese, Una esposizione nazionale di frutticoltura, orticultura, floricultura, caseificio ece., sarà effettuata pure a Varese durante l’ anno corrente. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Giovannini dott. Filippo nominato conservatore dell'Orto botanico della Univ. di Bologna. Mazza dott. Felice nominato assistente di zoologia ed anatomia comparata nella Univer- sità di Cagliari. Casini Vittorio nominato coadiutore nell’ Orto botanico della Università di Parma. Asci Giuseppe nominato preparatore nel gabinetto di mineralogia nella Univ. di Roma. De Gasperi Antonio nominato professore di Sc. naturali nella R. scuola tecnica di Patti. Savartano dott. prof. Luigi nominato Cavaliere del merito agricolo di Francia. Ottolenghi prof. Michele è stato incaricato d’ insegnare fisica, chimica e storia naturale nel R. Liceo di Aosta. Camerano dott. Lorenzo promosso professore ordinario di anatomia comparata nella R. Università di Torino. Noccioli Giulio nominato prof, di fisica nell’ Istituto tecnico di Messina: Piatania dott. Giovanni nominato assistente al gabinetto di fisica nella Univ. di Catania Salomon dott. Guglielmo abilitato alla libera docenza in Petrografia e Geologia nella Università di Pavia. ‘Fittipaldi prof. Emilio è stato incaricato dell'insegnamento della storia naturale nel Liceo di Potenza, jd CENNI NECROLOGICI DE SANCTIS dott. cav. LUIGI professore di botanica nelle scuole universitarie di Aquila, morto il 22 Decembre 1894. BIZZARRI cav. dott. ALESSANDRO, distinto chimico e noto scrittore di cose agrarie e specialmente di enologia, morto in Firenze il 30 decembre scorso. FIGUIER LUIGI. Scrittore conosciutissimo anche in Italia, specialmente .per la sua opera sulla Vita e costumi degli animali, è morto a Parigi nell’ età di 73 anni. DENZA padre FRANCESCO, illustre fisico ed astronomo, autore di pregiate opere di matematica, meteorologia ed astronomia, è morto a Roma il 14 decembre. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farei conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 1 G. Luze, maestro di scuola, Scottenfeldgasse, 95 Vienna, desidera cambiare coleotteri dell’ Europa centrale, contro coleotteri dell’ Europa meridionale. 2 Mezzana prof. Niccolò, via del mare n. | int. 7 Savona, desidera acquistare la flora italica del Bertoloni. 3 Del Sere Attéo, via dei Bardi, 6 Firenze, desidera far cambi di coleotteri, preferibil- mente d’Italia, offrendo buoni esemplari di coleotteri della Toscana e della Calabria. 4 Si offrono Carabus Famini della Sicilia a L. 1,70 l'uno franchi di porto e raccoman- dati. A chi ne acquista diversi sarà fatto un prezzo molto ribassato. 5 M. L. Giraux; 22, rue Saint-Blaise, à Paris, offre 300 à 400 espèces de fossiles bien déterminés des terrains; tertiaires ainsi que des coquilles marines appartenant spécialement aux genres Nerita, Neritina (50 espèces), et Melania. Il accepterait en échange fossiles, coquilles et silex tailles. 6 P. Harnord, 2 Booklyn Villers, Colchester (Inghilterra), offre coleotteri, in cambio di altri e di farfalle. 7 Vitt. cav. de Tschusi, zu Schmidhoffen, Hallein (Salisburghese), cerca in Italia, re- lazioni di cambio di pelli d’ uccelli, e prega rimettergli l’ elenco delle specie desiderate. Cede a buon prezzo pelli di Tetrao mlockosiewiczi. 8 Mercatelli Raffaello, orticoltore, via della Mattonaia 16, Firenze, distribuisce gratis, il suo nuovo catalogo degli alberi ed arbusti fruttiferi ed ornamentali delle piante da stufa e da tepidario posti in vendita nel 1895. 9 II sig. Morandi cav. dott. Luigi, Corso Vittorio Emanuele 21, Milano, avverte tutti gli allevatori di animali, che ne avessero affetti dall’ Aftla episvotica o taglione, che egli si reca a tutte sue spese ovunque ed in qualunque giorno ed ora, ad insegnare il rimedio gratuito col #im0 serpillo. 10 Pensionato governativo; ancor giovane e robusto cercherebbe di occuparsi in qualità di segretario o amministratore di casa padronale. Scrivere all’ Associazione dei proprietati ed agri- coltori in Napoli; Vico 1 Alabardieri a Chiaia, 35. fd Ut 11 Raffesberg Ugo in Podhragi, post Prasiez, Ungheria, spedisce gratis e franco il ca- talogo dei Coleotteri doppi per la maggior parte Ungheresi. Grande ribasso nei prezzi. 12 Canne di Bambù non tanto grosse. Chi ne ha è pregato comunicarne all’ amministra- zione di questo Bollettino, il prezzo per ogni 100 pezzi lunghi circa un metro. 13 MM. J.-B. Bailliére et fils, libraires, 19, rue Hautefeuille, a Paris, publient, par fascicules mensuels une BibliogRaphie des sciences naturelles, qui rendra de grands services è tous les naturalistes. Le fascicule du novembre contient la bibliographie des ouvrages et brochures anciens et modernes sur les Protozoaires, Spongiaires, Colentérés, Echinodermes et Vers, vivants et fossiles. Cette brochure de 32 pages, comprenant l’indication de plus de quinze cents titres, sera adressée gratis et franco è tout lecteur de ce journal qui en fera la demande è MM. J.-B. Bail- lière et fils. 14 S. Brogi, naturalista a Siena, desidera acquistare od avere in cambio, Pipistrelli Ferro di cavallo (Rhinolophus ferrum equinum) e Orecchioni (Plecotus auritus); Scojattoli (Sciurus vulgaris), Barbagianni (Strix fammea) e Sterne bianche piccole (Sterna minuta) I Barbagianni e le Sterne, le accetta tanto fresche in carne che già messe in pelle, ma gli altri gli occorrono solo freschi in carne appena morti o viventi. 15 J. de Rusunan, è Lez-Plouénan, par Saint-Pol-de-Léon. (Finistère, France), désire échanger des Algues marines du Finistère, contre Algues marines d'autres provenances. 16 Il sig. Mariano Ticci di Siena, possidente presso la stazione di Castellina in Chianti offre vini fini da pasto ed eccellente olio di oliva. 17 Harrison J., Gavober Road, Barusley (Inghilterra), desidera far cambi di lepidotteri. 18 Cercasi una coppia di cani giovani di non più di 3 mesi di età, di razza da guardia, razza pura, di alta taglia. Scrivere prezzo e descrizione ai Fratelli Ingegnoli, 45 Corso Loreto, Milano. 19 Ernest Lelièvre, Entre-les-Ponts, Amboise (Indre-et-Loire, France), offre: Prer:s Bellidice, Arg. Amathusia, ab. Eris, aglaja, adippe et ab. Cleodoxa, Par. Eone, Agl. Infausta, Hep. Lupulinus, Cl. anostomosis. Leuc. Comme, Pudorina, Ham Persicarie, advena, Agr. Ni- gricans, acellina, Cen. gracilis, Amm, Caccimacula, Xyl. Furcifera, ete. Désirerait quelques co- cons vivants de Lat. Pyri en échange d'autres de B. Anth: Pernyi. 20 Gomez-Carrasco Enrique, 39, rue Leganitos, Madrid (Spagna) desidera far cambi di Percus politus, Dorcadion hispanicum, Graélisi, Akis granulifera, ecc., contro delle specie del genere As:da. 21 Schroder J. Kossau, Halstein (Germania), cerca far cambi di coleotteri europei ed esotici. — S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeti ManuaLe DI OTOLOGIA COMPILATO PER I MEDICI-CHIRURGHI E PER GLI STUDENTI dal Dott. VITTORIO GRAZZI Il Volume (di pag. xvi-740 in 8) è diviso nelle quattro parti seguenti : . l Semeiotica auricolare. — II Anatomia fisiologica, patologica e terapia degli organi di tras- missione del suono. — III Anatomia, fisiologia, patologia di percensione del suono: — IV: Protesi auricolare - Simulazioni e dissimulazioni delle malattie dell’ orecchio = Medicina legale riferibile all’ organo dell’ udito. = Sordomutismo. Il Manuale di Otologia, pubblicato in elegante edizione e con 53 incisioni intercalate nel testo, costa L. 8 franco di posta; ai Sigg. Abbonati ed a coloro che si abboneranno al Bollettino delle Malattie dell’ Orecchio, della Gola e del Naso (Abbonamento annuo L. 4) diretto dallo stesso Autore, è rilasciato collo sconto del 20 0{0 cioè L. 6, 40. Dirigere le domande tanto pel Manuale che pel Bollettino, accompagnate dal relativo importo, a CarLo CoLuinI, Editore, Via Pietrapiana N. 46, Firenze. 16 Premi agli abbonati per il 1895 Abbonamento gratis. A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati per il 1895, rimettendocene l’im- porto, invieremo gratis per un anno il periodico, o daremo in dono due annate arretrate dal 1885 a tutto il 1894 tanto della Rivista che del Bollettino. Chi ce ne procurerà 4 avrà per 2 anni il giornale gratis, o 4 annate arretrate, e così di seguito in questa proporzione. A chi ci procurerà un nuovo abbonato, mandandocene l'importo, invieremo in dono un volume di piacevole ed istruttiva lettura, oppure un'annata arretrata della Rivista e Bollettino. Tutti coloro che ci invieranno entro il Febbraio prossimo, l'importo dell’abbo- namento per il 1895, avranno in dono uno dei seguenti premi a loro scelta: 5 specie, a nostra scelta, di minerali o di rocce in piecoli esemplari, o di conchiglie, o di fossili, o di piante secche, o di insetti (1). Pubblicazione gratuita di un avviso di 10 versi in colonna. < « per 6 volte della medesima o di diverse, domande ed offerte di cambi. Una pelle di uccello mosca o di altro uccello africano o americano di svariati colori (1). Una scatola della eccellente polvere dentifricia (Brillantina Ghilardi) che trovasi annunziata in diverse copertine del giornale (1) Le annate arretrate di questi periodici Rivista e Bollettino insieme, dal 1885 a tutto il 1894 (2.a serie Completa) a L. 1,70 per annata a scelta e per L. l4 tutte le 10 annate complete, franche di porto. Leica che negli anni decorsi, erano abbonati al solo Bollettino, inviando L. l in più, avranno per tutto l’anno corrente anche la Rivista italiana di scienze naturali, onde far loro ben cono- scere questo periodico. Possono inoltre scezliere una o più delle seguenti pubblicazioni che si cedono a prezzo molto ridotto, in modo che gli abbonati vengono a risparmiare anche più di quanto spendono per l’ab- bonamento. Nel prezzo è compreso l’invio franco e la consegna assicurata al domicilio degli abbonati italiani. Gli abbonati esteri che desiderano tale garanzia occorre inviino in più L. 0,25. I funghi mangerecci e velenosi, descri- I tre regni della Natura secondo l’opera zione, modo di cucinarli e conservarli. Con 23 | del prof. A Pokorny per i proff. Caruel, Lessona, tavole colorate per €. Rossi L. 1,00. Salvadori e Stuever. 706 pag. in 4.° con 1120 L'’ art d’empailler les petits animaux | incisioni L. 6. i simplifié par P. Combes. Un volume con fig. Agricoltura pratica per tutte le piante L. 0,80. utili all’ economia domestica, del Molinari. 2 Conseils aux amateurs pour faire une | volumi con figure L. 3,50. collections de papillons. Ciassification, pre- Dizionario di botanica del Caszuola con paration et conservation, Par M. Beleze. Con 32 | applicazioni alla medicina, farmacia, veterinaria, fig. L. 0,80. orticultura, agricoltura ecc. L. 8 per L 4. Viaggio in Oriente : Relazione ordinata su Atlante botanico di 30 tavole con 235 fi- documenti del celebre Spallanzani, dal prof. | gure in colori e preceduto da brevi nozioni di Campanini. Con figure. Prezzo ridotto da L.20 | botanica descrittiva per il prof, V. Gasparini, a L. 10,00. L 2,60, | Viaggio in Oriente pel cav. dott. F. Tassi Indirizzi di naturalisti di tutto il mondo, L. 0.50. con la indicazione dei loro studi speciali, per S. Entomologia del Disconzi. Con 270 figure | C. Cassino. L. 10 per L. 3,50. e istruzioni sulla caccia, preparazione ecc. L. 5 Role des reptiles en agricolture par per L. 2,70. J. De Fischer. L. 0,60. Trattato degli alimenti e dell’alimen- Quelques remarques sur les règles de tazione degli erbivori domestici del cav. | la nomenclature zoologique, appliquées & F. Papa 2 volumi di complessive pag. 556 con | toutes les branches de l’histoire naturelle par fig. (Opera premiata con medaglia d’oro) L. 2, 50. | ZL. Olphe Galliard. L. 0,60. Pécheur-praticien, ou les segrets, les my- Les alpes francaises par M. Falsan. Vol. stères, les ruses, de la péche a la Ligne par M. | di 288 pag. con 52 figure L. 3. Lambert. Pag. 240 con fig. L. 1, 25. Ricerche malacologiche di L. Beno:t pag. Trattato teorico pratico sulle malattie | 18 in 8.° con 35 fig. L. 0,80, degli animali domestici, con metodi di cura Corso di Litologia di L. Bombicci. 638 pag. ecc. del dott. prof. E. Perroncito. 434 pag. in | in 16.° L. 4,50. 8.° con 220 fig. L. 6. Manuale del Macellaio e del Pizzica- Manuale per la tecnica moderna del | gnolo per il cav. Giuseppe Lancia. 690 pag. microscopio del dott. A. Gardini 2.8 edizione. | in 8.° con 164 fig. L. 7,00. ‘ 432 pag. in 8.° rilegato in tela con 109 incisioni | Les espri de nos bétes par E. Alix. Grande intercalate nel testo L. 4,60. volume di 656 pag. con molte fig. L. 15 per L. 10. Caccie varie per A. Renault. Vol. di 300 Guida della stampa periodica italiana. pag. L. 2,60. Grosso volume di 744 pagine in 8.° contenente I Colombi, allevamento, educazione, storia | molti scritti sulla stampa e l'elenco dettagliato naturale ecc. per G. Malagoli. 400 pag. in 8.° | di tutti i giornali antichi e moderni L. 10 per con 60 incisioni L. 3. Hb: (1) Tutti coloro che non possono ritirare o far ritirare personalmente presso l’ Agenzia del giornale i premi portanti il segno (1), occorre rimettano L. 0,40 per l'imballaggio e l'invio franco ed assicurato a domicilio, Gli abbonati esteri occorre inviino in più le maggiori spese postali occorrenti. | AnnoXVN®2 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1.° Febbraio 1895 LEI I TETI ZZZ I-II SOMMARIO De Blasio dott. Abele. Crania aesyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di ‘etnologia egiziana. Parte II. Con fig. (Cont. e fine) Pag. 17. hi Cage pro; De Angelis dott. Gioacchino. Studio paleozoologico. I corallarii fossili dei terreni terziarii, 5 2 Ù . 0 . . . Di n iiEionzani dott. A. Nuovo processo di conservazione dei centri nervosi. Pag. 22, Imparati Edoardo. Sunti ed appunti sulla partenogenesi vegetale ed animale. Pag. 23. Rivista Bibliografica. Da pag. 25. a pag. 27. . Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1893. Da pag. 27. a pag. 30. Orania aegyptiaca vetera et hodierna CON APPUNTI DI STORIA E DI ETNOLOGIA Pa Studio di ABELE DE BLASIO (PARTE II.) (continuazione e fine) 23.2 Lo stesso cranio visto di prospetto. 24. Cranio di nubiano antico (107Ma veLtica 6) In complesso, questi due teschi, possono essere diagnosticati per mesocefali (c. c. 1438) mesaticefali (i. c. 786), ortocefali (730), mesosemi (i. o. 873), me- sorini (i. n. 497), ortognati (i a. 980) e mesoprosopi (i. f. 901). Morfologicamente sono distinti per avere la fronte alta e spaziosa, le ar- cate sopraccigliari sono bene pronunziate, le cavità orbitarie sono di mezzana ampiezza e posano, in due casi, sopra un piano orizzontale ed in un altro in- chinano leggermente allo esterno. Le ossa nasali sono sottili, le malari spor- gono piuttosto innanzi ed in tutti e due i casi non vi è mai accenno nè di prognatismo nè di profatnia. Il mascellare inferiore è sempre robusto e tanto l’ arcata dentaria supe- riore che l’inferiore conservano la forma parabolica. Nulla di notevole nelle altre regioni. 25.2 Lo stesso cranio visto di lato 26. Lo stesso cranio visto di prospetto CRANTDENEGRI La caratteristica di questo campione della razza nera può essere così ab- bozzata (fig. 31). 272 Cranio di arabo (norma facciale) ‘28.2 Lo stesso cranio visto di sopra. - Cranio stretto, lungo con sviluppo piuttosto esagerato della porzione 0c- cipitale. Projezione innanzi delle ossa componenti lo scheletro facciale ; fronte stretta, bassa e sfuggente all'indietro. Foro occipitale stretto, rotondo e con bordi salienti e scabri. Dalla figura se ne possono dedurre gli altri caratteri. È di sesso maschile ed appartiene ad un giovane del Sudan dimorante in Alessandria. Dalle misurazioni si deduce che è microcefalo (c. c.. 1347), dolicocefalo (734), platicefalo (696), mesoprosopo (901), mesosemo (842), platirino (537) e prognato (1038). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 19 29.3 Cranio di nubiano moderno. 30. Cranio di ebreo. CONCLUSIONI E dopo tutto ciò, mi pare si possa venire alle seguenti conclusioni. 1.° Che gli egiziani appartengono ad una famiglia di popoli bianchi, im- migrata in Egitto, probabilmente, dall’Asia fin dai tempi preistorici. 2.° Che fra questi nuovi venuti e l’ elemento negroide, che già dimorava sulle rive del Nilo, dovettero avvenire connubi donde quei caratteri negroidi che abbiam rinvenuti nel descrivere i crani delle diverse epoche. 3.° Che il tipo egiziano antico, rappresentato nei monumenti, è tanto più puro quanto più i monumenti si riferiscono ad epoche lontane. 4.° Che l’ elemento puro era più abbondante nelle epoche antiche che nelle moderne. 5.° Che al presente il tipo egiziano puro non dobbiamo cercarlo nell’ ari- stocrazia perchè questa è imbastardita di elemento straniero. 6.° Che dallo studio dei crani si deduce che l’ elemento egiziano antico era, come è oggidì mesaticefalo, mesocefalo, ortocefalo, mesosemo, ortognato e lepto- prosopo superiore. 7.° Che nel medio impero, oltre la forma comune mesaticefala campeg- giava anche il cranio corto, appartenente questa forma probabilmente a quei Turanici che insieme ad altri elementi andarono a porre stanza in Egitto, e per lunghi secoli ne tennero in mano il freno. 8.° Che nell’ epoca moderna il cranio corto innanzi descritto viene sosti- tuito da un’ altra forma brachicefala detta arabo-egiziana. 9.° Che avendo trovato in Egitto crani spettanti agli Ztiopi, agli Arabi ed agli Ebrei se ne inferisce che questi elementi stranieri non fanno difetto in quel paese. 10.° Che la mancanza di crani Romani e Greci ci fa supporre che questi invasori usassero riti funebri non conformi a quelli praticati dagli Egizi. 11.° Che in generale se le diverse invasioni contribuirono alla decadenza NE 20 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 31.2 Cranio di negro. della civiltà e grandiosità dell’ Egitto, non riuscirono però a distruggere I’ ele- mento etnico primitivo, che si serba tuttavia immutato nei Fellah che sono i veri e legittimi discendenti degli antichi Faraoni. Gabinetto antropologico della R. Università di Napoli Agosto 1894. STUDIO PALEOZOOLOGICO del dott. GIOACCHINO DE ANGELIS Assistente al Gabinetto di Geologia della R. Università Romana SZ I CORALLARII FOSSILI DEI TERRENI TERZIARII COLLEZIONE DEL GABINETTO DI STORIA NATURALE R. ISTITUTO TECNICO DI UDINE APPENDICE INTORNO AD UNA HYDROCORALLINA FOSSILE La Collezione dei Corallarii terziarii del Gabinetto di storia naturale del R. Istituto tecnico di Udine è ricca di oltre 80 forme. Tutto il materiale si può dividere in due parti, in quello preesistente al 1892 e determinato dal dott. Mi- chelotti, ed in quello raccolto, parecchi anni or sono, e donato recentemente dal ch. prof. dott. Achille Tellini. Solo come eccezione sì possono annoverare altri esemplari. Il primo materiale rappresenta una piccola parte della collezione e porta le scritte dello stesso Michelotti, le cui determinazioni non sono state da me cam- biate, anche quando il cattivo stato di conservazione mi avrebbe potuto destare RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI RI qualche sospetto. Ciò perchè il Michelotti soleva mandare in varie collezioni esemplari di corallarii, destinandovi la parte meno conservata tolta dagli stessi tipici delle sue nuove specie. Naturalmente mi sono governato secondo questo avviso, quando la specie non ha subìto modificazioni di sorta; in caso contrario le ho collocate nel posto più naturale, cui ora si riferiscono. La seconda parte, ch'è la più ricca e per quantità di specie e per numero di ben conservati esemplari, è quella donata dal prof. Tellini. Gli: esemplari hanno il grandissimo pregio di portare indicazioni di località precise e non ‘quelle vaghe, che si reputavano sufficienti un 50 anni or sono. Sotto questo punto di vista, il presente mio lavoro tassonomico può essere considerato quale comple- mento, perle specie che vi sono citate, di quello pubblicato pochi mesi or sono (1). Le località, da cui proviene il materiale, appartengono all'Italia superiore e specialmente alla parte occidentale (Piemonte e Liguria): esse sono geolo- gicamente ben conosciute per gli studî di una coorte di valenti scienziati. Per amore della brevità rimando il lettore, ai lavori geologici generali, che ri- guardano tali località, pubblicati negli ultimi anni; per la parte occidentale a quelli del Sacco (2), dell’ Issel (3), del Baretti (4), per la orientale a quelli del Taramelli (5). ; Acciò il criterio cronologico apparisca chiaro, riporto il nome dei piani 0 zone cui si riferiscono le località citate in questo lavoro; pel Veneto: Eocene medio: S. Giovanni Ilarione (Croce Grande), Roncà, Sangonini. « Superiore: Crosara. Oligocene : Castelgomberto, Monte Grumi. Bartoniano : Asolo, Via degli Orti, Passagno, (probabil.) Monte Viale (Vicentino). Per il Piemonte e Liguria : Tongriano: Sassello, Carcare, Dego, Costalupara, Belforte, Mornese, Lerma, Cas- sinelle..} Stampiano: A questo piano è riportata dal Sacco la località che si trova fra Grognardo e Ponzone. Elveziano : Colli di Torino, Baldissero, Barriera Val Salice presso Torino, Val Ceppi, Termofourà. Tortoniano : S. Agata-fossili, Stazzano. Piacentino : Zinola, Rio Torsero, Citta di Castello, Orciano (Toscana). Fra l'abbondante materiale si riscontrano molti frammenti mal conservati indeterminabili, che con molto dubbio riferisco alle seguenti forme e generi : Euphyllia cfr. contorta Mich. ni Rabdophyllia cfr. stipata d' Ach. o (1) Z Corallarî dei terreni terziari dell’ Italia sett. - Mem. R. Accad, dei Lincei, Roma, 1894. (2) Sacco - Bacino terziario del Piemonte. - Atti Soc. Ital. di sc. nat. 1888-89 p. Milano 1891. (3) IsseL - Liguria geologica e preistorica. Genova, 1892. (4) BARETTI - Geologia della provincia di Torino. Torino, 1893. (9) TARAMELLI - Geologia delle provincie venete. Roma, 1882. do RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Calamophyllia cfr. pseudoflabellum d’ Ach. Plocophyllia sp. Dasyphyllia sp. Cladocora sp. Stylophora sp. Flabellum sp. La classificazione che adotto è quella proposta dal Duncan (1), ritenuta ora per la più naturale. Adopero le elocuzioni in uso con quel significato che già ho chiarito in altro articolo (2). Ringrazio sentitamente l’ amico dott. A. Tellini, per avermi gentilmente comunicato il materiale in istudio e per tutti gli schiarimenti, di cui mi è stato prodigo con la consueta sua squisita cortesia. (continua) (1) Duncan - Revision of the Families and Genera of Madreporaria. Lin. soc. Journ. Zool. vol. XVIII 1885 London. (2) Introduzione allo studio degli Antozoi fossili. Riv. e Boll. sc. nat. anno XII, Siena 1894. d NUOVO PROCESSO DI CONSERVAZIONE DEI CENTRI NERVOSI pel Dott. A. LANZILOTTI-BUONSANTI Professore incaricato di Anatomia descrittiva e topografica nella R. Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano (Dal Monitore zoologico italiano) -——_ 77 dI No Riservandomi di pubblicare fra non molto i resultati delle numerose ricerche intraprese in questo Istituto Anatomico, sulla conservazione dei cadaveri e sulle preparazioni da Museo mediante il liquido Laskowski, il solutolo e la formalina, mi limito ora con questa nota preventiva a dare un cenno di quelli ottenuti con quest’ultima sostanza e la glicerina, nella conservazione dei centri nervosi. La formalina o formolo è un liquido di odore penetrante, incoloro e trasparente, il quale con- tiene il 40 per 100 di aldeide formica e sì mescola coll’ acqua in tutte le proporzioni. Si conserva lontano dalla luce in recipienti colorati e perfettamente chiusi, perchè il gas che vi è disciolto si libera con grandissima facilità anche alla temperatura ordinaria. Approfittando delle sue notevoli proprietà antisettiche ed induranti, volli sperimentarla anche per la preparazione e conservazione dei centri nervosi, collo scopo principalmente di realizzare una non lieve economia per la ricca collezione di encefali di cane, da me iniziata da più di un anno per ricerche sulla morfologia dei solchi e delle circonvoluzioni cerebrali di questo animale. I primi tentativi erano diretti a portare una piccola modificazione al metodo Giacomini, eli- minando l’ uso del cloruro di zinco che pel suo prezzo piuttosto elevato, costituisce sempre un ostacolo per raccolte di encefali destinati per Musei e per dimostrazioni scolastiche. Fra i requi- siti di un buon metodo di conservazione dei centri nervosi, non ultimo è certamente quello che sia pratico, cioè che richieda non molto tempo ed una spesa non troppo considerevole. I resultati furono così incoraggianti, per quanto concerne l’ azione indurante della formalina, che non esitai ad abbandonare anche l’uso dell’ alcool, riducendo il processo alla sua più semplice espressione, cioè alla formalina ed alla glicerina. Ecco come io procedo nell’ applicazione di questo nuovo processo di conservazione. L'encefalo, spogliato dalla dura madre, viene immerso in una soluzione di formalina al 2 RIVISTA ITALIANA SCIENZE NATURALI 23 per 100, dove rimane complessivamente per lo spazio di 10-12 giorni. Dopo 48 ore che è in essa, l'organo presentasi alla superficie abbastanza consistente per essere spogliato dell’ aracnoide e pia madre. L’ ulteriore indurimento si ottiene cambiando al quarto o quinto giorno il liquido, che si sostituisce con una nuova soluzione al medesimo titolo. Essendo l’encefalo di un peso specifico maggiore della soluzione, si porta nel fondo del recipiente senza subire alcuna compressione e deformazione. Durante il suo soggiorno nel liquido acquista un colore bianco latte più o meno scuro ed un volume assai notevole, ma conserva intatti la sua forma ed i suoi rapporti normali. Inoltre pre- sentasi come tumido, di consistenza elastica e colle scissure aperte. Sopra 20 encefali di cane pesanti in media ciascuno 78 grammi (senza la dura madre), si è verificato dopo dieci giorni d’im- mersione nella formalina un aumento di peso di 21 grammi, essendo gli encefali completamente spogliati di tutte le membrane, Trascorso il tempo sopra indicato, l’ encefalo vien trasportato nella glicerina nella quale si lascia finchè la superficie è ricoperta quasi interamente dal liquido, cioè fino a quando questo non ha del tutto infiltrata la sostanza nervosa. Per un encefalo di cane occorrono 8-10-12 giorni, se- condo il volume dell'organo ed il grado di concentrazione della glicerina. Estratto dalla glicerina, l’encefalo viene trattato e conservato nel modo ordinario. I preparati fatti con questo metodo sono immensamente superiori a quelli che si ottengono col processo Giacomini. Oltre alla perfetta conservazione della forma e del volume dell’ organo, la sostanza nervosa acquista una consistenza tale che si lascia maneggiare in tutti i modi con gran- dissima facilità. Tutte le parti dell'encefalo si mantengono tumide, morbide, elastiche ; le circon- voluzioni si possono divaricare benissimo l’ una dall’ altra, lasciando scorgere in tutta la loro estensione e profondità le scissure ed i solchi anche superficiali. In grazia della loro elasticità, le parti, compresse o divaricate, riprendono subito la loro primitiva posizione e conformazione. A questi vantaggi se ne aggiunge un altro non meno importante, quello della poca spesa che questo processo di conservazione richiede; giacchè una volta eliminato il cloruro di zinc» e l'alcool, che sono le sostanze che costano di più, tutto si riduce alla formalina ed alla glicerina, la quale ultima acquistata in una certa quantità viene a costare poco più di L. 1,60 al chilogrammo. La formalina costa, è vero, quì a Milano L. 7 al chilogrammo; ma se si considera che si adopera in soluzione al 2 per 100, è giustificata l’ affermazione che la spesa necessaria per un tal metodo di preparazione è ben poca cosa, specie se si paragona con quella occorrente pel metodo Giacomini. Quanto alla durabilità delle preparazioni così ottenute, si può dire, dai saggi fatti, che essa non verrà compromessa col tempo. Degli encefali preparati fin dal mese di settembre si conservano stupendamente, e molti altri in via di preparazione lasciano sperar bene per una inalterata con- servazione. Del resto, non adoprando ora in quest’ Istituto altro metodo di preparazione e conser- vazione dei centri nervosi che quello descritto, seguirò attentamente tutte le vicende che potranno verificarsi e riferirò a suo tempo i resultati. SUNTI ED APPUNTI SULLA PARTENOGENESI VEGETALE ED ANIMALE I fenomeni generativi, non troppo conosciuti, lasciano in bianco una delle più importanti pa- gine delle scienze biologiche e che non sarà al certo tanto presto riempita non ostante gli in- defessi studi di molti e valenti scienziati. Uno fra questi fenomeni generativi che più d'ogni altro interessa, conquide l’ animo del na- turalista, perchè tutto sui generis, sfugge alla grande legge organica della fecondazione, è la par- tenogenesi (parthenogenesis) 0 generazione verginale che il Neremberg molto succintamente defi- niva « propagatio et fecunditas sine coitu nec vi masculina ». Essa conformemente al celebre aforisma di Linneo « natura non facit saltus » starebbe a 24 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI rappresentarci l'anello di congiunzione fra la genrazone asessuale, agamica 0 monogenica e la generazione sessuale, di sessiparità o digenica. Conosciuta già da tempo parecchio nel mondo animale, fu in questi ultimi anni, dopo rigoro- sissime esperienze accertata anche fra i seguenti vegetali: Mercurialis annua, euforbiacea assai diffusa nell’ Europa centrale e su cui Ramisch per primo fino dal 1834 aveva osservata la partenogenesi. Caelobogyne ilicifolia, altra euforbiacea della Nuova Olanda dell’ est, esotica nei nostri giar- dini. Il primo ceppo importato nel 1829 non portava che fiori pistilliferi e tutti gli altri da esso derivati non furono che di sesso femmina, di modo che in Europa mancano i ceppi maschi di detta pianta. Chara crinita, caracea annua comunissima lungo le coste del Baltico, ove non si rinvengono che individui femmine. I maschi della c. crinita si trovano solo a molte e molte miglia di distanza sul Mar Caspio, nella Francia meridionale etc. Dall’ oogonio di questa pianta su cui lo spermatoplasta non esercitò alcuna azione, non nasce che un altro individuo con oogoni. Antennaria alpina, composita perenne diffusissima nella regione circumpolare dell’ America e di cui non si conosce, a quel che io mi sappia, l'individuo pollinifero. Oltre a questi quattro vegetali sono pure partenogenetiche alcune specie del genere Syzycztes e molti muschi fra cui la Paludella squarrosa, l’ Amphoridium Mougotit, la Nechera Besseri, l'Hypnum rugosum ed altri. Altrettanto facile non è l’ enumerare le specie partenogenetiche animali, essendo nel mondo zoologico invertebrato il fenomeno della partenogenesi tutt’ altro che raro. Classica è quella degli afidi in cui dopo un accoppiamento regolare abbiamo dieci od undici generazioni di sole femmine. Gli studii del Kyber sull'argomento, hanno dimostrato come un ambiente a temperatura costante possa prolungare ancora di molto il numero di queste generazioni di femmine. Assai conosciuta è pure la curiosa riproduzione delle api in cui la regina fecondata da altre regine od operaie e non fecondata. solo fuchi (Dierzon, Siebold, Leuckart). Nota è anche la partenogenesi della Polistes diadema, Psychenelia, della Solenobia li- chenella del Bombyx mori (eccezionale) delle Dafni etc. (Straus, Smith, Schaeffer). Ultimamente fu osservata eccezionalmente da Greeff in una stella marina dei mari del Nord: l’ Asterachantion rubens in cui lo sviluppo embrionale fu un po’ ritardato ma perfettamente normale. » kx k Per ciò che concerne la partenogenesi vegetale, alcuni botanici non vogliono riconoscere una fruttificazione vera e propria nelle piante a riproduzione verginale, poichè, come essi ben dicono, affinchè questa fruttificazione avvenga è necessaria l’ unione dell’ elemento generatore maschile con quello femminile. Il male si è che considerano il primordio di frutto degli oogoni non fecondati come un corpo riproduttore agamico qualunque e come tale funzionerebbe alla produzione del nuovo organismo. L'ipotesi si presta molto ad essere discussa. In primo luogo la parola partenogenesi conservata da questi botanici a questo modo di ripro- duzione, non avrebbe più ragione di esistere, perchè allora così si dovrebbero chiamare, ingiusta- mente, tutte le riproduzioni date da corpi agamici. Secondariamente nei primordi di frutti, come essi stessi ammettono, abbiamo un embrione distinto, analogo all’ embrione dei frutti degli oogoni fecondati ed uno sviluppo embriologico perfetto, che nei corpi riproduttori agamici manca. I fenomeni della partenoganesi vegetale quindi meritano di essere studiati un po’ più di quello che non si sia fatto fino ad ora, essendo essi forse più intricati e più interessanti di quello ce comunemente si crede. Più soddisfacente è l’ipotesi spiegante la partenogenesi animale. Essendosi osservato molte volte nelle ova di gallina (Oellacher), di talpa (Kuppher), di cagna (Bischoff), di coniglia (Heusen) etc. un principio partenogenetico che poi si arresta se l’ovocellula RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 20 non vien fecondata il Balbiani ed il Bernard vollero attribuire questo fatto alla vescicola embrio- gena del Carus — riscontrata in una quantità di esseri, quali aracnidi, pesci, gallina, vacca, cagna, gatta, donna ete. — alla quale essi assegnerebbero una azione prefecondatrice, rappresentando un . elemento maschile primordiale analogo ad un nemasperma. Questo impulso prefecondatore assu- mendo vaste proporzioni in alcuni invertebrati, ci spiegherebbe il fenomeno della partenogenesi animale, * dk Parecchi sono i punti di contatto che la partenogenesi vegetale ha con quella animale. Tutte le piante partenogenetiche sono dioiche, quindi sessuate al pari degli animali. Tanto nelle une quanto negli altri, la fecondazione ha grande influenza sul sesso nascituro predominando, in tesi generale, negli individui partenogenerati le femmine (Chara, Caelobogyne, Anlennaria, Aphis, Solenobia etc.) Nelle piante e negli animali lo sviluppo embrionale è regolare ed analogo a quello che av- viene dopo la fecondazione. Havvi grande influenza esercitata sulle une e sugli altri dall'ambiente (distribuzione geografica delle piante partenogenetiche — esperienze di Kyber sugli afidi). Tanto fra i vegetali quanto fra gli animali, abbiamo specie che sono costantemente parteno- genetiche e specie che non le sono (Alcuni muschi — Bombyx, Asterachantion). Questo grossolano parallelo potrà forse non avere importanza alcuna, il fatto si è che è strana questa anologia fra i due enigmatici fenomeni. Ora che la microscopia è così bene avviata sulla strada del progresso e che una vera falange di appassionati cultori della scienza la fanno vieppù progredire, è da augurarsi venga presto quel giorno in cui i misteri della partenogenesi siano completamente svelati, o per lo meno possa, ciò che è oggi una semplice ipotesi, assurgere domani alla dignità di teoria. 12 Gennaio 1895. EpoARDO IMPARATI RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle qualiè segnato il costo, ed anche le altre se possibile. TDI SÉte__________________—___ STOSSICH MICHELE. I Distomi dei pesci marini e d’ acqua dolce. (Trieste 1886. Tip. del Lloyd Austro-Ungarico. Estratto dal programma del Ginnasio Sup. di Trieste. Pag. 66 in 8.°) Questo importante lavoro monografico, è una vera guida Elmintologica che in diversi prospetti me- ‘todici di facile consultazione, comprende le particolarità scientifiche ed i caratteri per distinguere le varie specie di Distomi che vivono nel corpo dei pesci marini e di acqua dolce. Nella prima parte trovasi la chiave analitica per la determinazione delle specie ; nella seconda è la sinossi delle specie contemplate nella chiave analitica; nella terza sono indicate parecchie specie dubbie con i caratteri che le distinguono; nella quarta è l'indice dei pesci trovati infetti di distomi; infine è l'indice generale delle specie di Distomi illustrate nel presente lavoro. STOSSICH prof. MICHELE. Vermi parassiti in animali della Croazia. (Agram (Zagreb) 1889. Societas historico-naturalis Croatica. Estratto di pag. 8 e 2 tav.) Sono 15 specie di elminti illustrati con 13 figure. STOSSICH MICHELE. Il genere Trichosoma Ruldolphi. (Trieste 1890. Bollettino Soc. Adriatica di se. nat. vol. XII. Estratto di pag. 38 in 8.°) Dati i caratteri generici delle Tri- chosome, passa in rassegna 71 specie di questi Entozoi, indicandole i caratteri, la sinonimia ecc. ; quindi dà l’indice sistematico degli animali nei quali furono riscontrati, e l'indice delle specie. STOSSICH prof. MICHELE. Elminti della Croazia. (Zagreb 1890. Societas historico- naturalis Croatica. Estratto di pag. 8 in 8.° con 2 tav.) Vi si trovano citate, e molte anche descritte e figurate, 32 specie di Elminti raccolte in varî animali vertebrati della Croazia, 26 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI STOSSICH MICHELE. I Distomi dei mammiferi. (Trieste 1892. Programma della Ci- vica scuola reale superiore. Estratto di pag. 42 in 8.°) L' egregio A. onde semplicizzare il complicato e difficile lavoro intrapreso, della raccolta ed ordinamento di tutti i dati riflettenti questioni elmitologiche, ha adottato in questa sua memoria, una nuova divisione sistematica, o meglio uno smembramento. delle forme fino ad ora descritte, creando nuovi generi, cosa questa gia ritenuta necessaria da il- lustri elmintologi come il Cobblod, il Monticelli, il Poirier. « Mantenni, ed è naturale, egli dice, i generi Gynaecophorus, Cephalogonimus, Mesogonimus, Urogonimus, Apoblema, e creai invece, dai sottogeneri esistenti, i nuovi generi Kò/lkeria, Polyorchis, Podocohyle, Crossodera, Echinosto- mum, Cladocoelium Distomum s. str., più il genere di comodità, se così si vuol chiamarlo, Aga- modistomum, cioè un genere comprendente tutte le forme agame di distomi viventi, per lo più incistidate nei tessuti degli animali superiori ». Sono 6! le specie illustrate, e nel volume si trova pure l'indice sistematico dei mammiferi infetti da Distomi, e l'elenco generale delle specie. STOSSICH prof. MICHELE. Osservazioni elmintologiche. (Zagreb 1892. Societas historico-naturalis Croatica. Estratto di pag. 10 in 8.° e 2 tav. con I0 fig.) Trattasi di 57 specie di elminti rinvenuti in animali di località italiane e specialmente di Trieste. STOSSICH MICHELE, Il genere Ankylostomum Dubini. (Trieste 1895. Bollettino della Soc. Adriatica di sc. nat. vol. XVI. Estratto di pag. 8 in 8.9) Notato come gli Ankylosto- mum sono parassiti molto pericolosi per gli animali nei quali prendono dimora e come si rin- vengono negli intestini dei mammiferi, meno la sola specie Ankylostonum Boae che vive nell’in- testino del Boa, riporta i caratteri distintivi del genere e quindi ne enumera e descrive 5 specie. Deg= Come i nostri lettori vedono, trattasi di una bella serie di lavori dello stimato prof. Stossich di Trieste ; lavori monografici, di classificazione e di ordinamento, di grande utilità per coloro che desiderano studiare gli elminti, essendo ormai immenso il numero e grande la mole delle pubblicazioni su questi esseri tanto interessanti e tanto temibili per le terribili malattie delle quali sono la causa. Noi siamo grati all’ illustre autore che ce li ha favoriti. DEI APELLE. Gli insetti e gli uccelli, considerati da sé stessi e per i lora rapporti con l'agricoltura. (Siena 1894. Bollettino de! Comizio agrario. Estratto di pag. 72 in 8.9) È la esposizione di una lunga serie di osservazioni e di fatti, tendenti a fare apprezzare l’ utilità degli uccelli insettivori per l’ agricoltura. Vi si trovano consigli pratici per l’ agricoltore e l’egregio A. conclude che gli uccelli devono essere tenuti in gran conto, sia come divoratori di insetti nocivi, sia, e più ancora, come selvaggina. SILVESTRI FILIPPO. Contribuzione alla conoscenza dei Chiopodi, Symphyli, Pauropodi e Diplopodi dell'Umbria e del Lazio. (Roma 1894. Boll. Soc. romana per gli studi zoologici. Fasc. V e VI. Estratto di pag. 12 in 8.°) Vi si trovano notate 76 specie e © varietà, con 10 specie e 2 varietà nuove, delle quali havvi la descrizione. SILVESTRI FILIPPO. Chilopodi e Diplopodi della Papuasia. (Genova 1895. An- nali Museo civico di St. nat. vol. XIV. Estratto di pag. 44 in 8.9) È un'altro lavoro dell’ egregio sig. Silvestri che con tanto amore si è dato allo studio dei miriapodi. Trattasi dei Chilopodi e Diplopodi fin'ora trovati nella Nuova Guinea, nelle Molueche ed anche al capo York. Sono 24 specie di cui 7 nuove; di tutte è fatta una esatta diagnosi. ASSENZA prof. VINCENZO. Dizionaretto vernacolo-italiano ed italiano-ver- nacolo-botanico, della maggior parte delle piante spontanee, coltivate ed orna- mentali che crescono nelle campagne di Modica o di Scicli (Siracusa). (Terra- nuova 1894. Tip. Scrodato. Pag. 72 in 8.°) Nella prefazione l’ egregio A. spiega il perchè della sua pubblicazione. Nella prima parte che contiene l'indice vernacolo italiano e'che è divisa in 2 co- lonne, a sinistra si legge il vocabolo usato nel vernacolo ed a destra il corrispondente termine italiano. Nella parte seconda divisa in 3 colonne, la prima porta il vocabolo volgare italiano, nella seconda si trova il corrispondente nome in vernacolo, nella terza è il nome botanico o latino. MARCO dott. CARLO. Note geologiche sul territorio del comune di Vasto (Abruzzo citeriore). (Vasto 1895. Edit. Anelli e Manzitti. Pag. 16 ed l tav.) Trattenutosi sui RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Zi fenomini Bradisismici, ed indicate le ragioni per le quali a diverse parti di quella regione, sì deve attribuire un’ avvallamento o depressione, si occupa della natura geologiea del terreno e presenta una carta geologica del comune di Vasto da egli stesso rilevata. BUDDE-LUND G. Isopodi terrestri. (Genova 1894. Annali Museo civico di st. nat. Vol. XIV, Estratto di pag. 12 in 8.°) Questa memoria comprende le specie di Crostacei terrestri rac- colte dall’ esploratore Leonardo Fea in Birmania dal 1885 al 1889. Sono 13 specie, di cui 10 nuove che vengono qui accuratamente descritte. BOULENGER G. A. A List of the Reptiles and Batrachians collectd by Dr. E. Modigliani on Sereinu (Sipora) Mentavvei Islands. (Genova 1894. Annali Museo ci- vico di st. nat. vol. XIV. Estratto di pag. 8 in 8.9) Di rettili sono notate 24 specie, fra le quali 2 nuove: Lygosoma Modiglianii e L. vittigerum; e di batraci 12 specie. SUCHETET ANDRÉ. Histoire du Bimaculated Duck de Pennant, confondu longtemps avec l’Anas glocitans de Pallas ; et notes sur plusieurs autres oiseaux du méme genre. (Lille 1894. Imp. Le Bigot Frères. Pag. 50 e 2 tav. in color.) Dopo la lista alfabetica degli autori citati, ed una breve prefazione, il soggetto viene trattato suddividendolo nei seguenti capitoli: Cap. I. Le Bimaculatend Duck confondu avec lA. glocitans. Con le due fi- gure del Bimaculatend, e dell’ Anas. Cap. II. Les ewemplaires du Bimaculated Duck. Cap. III. Di- scussion des pièces enumerés dans le deuxième chapitre. Cap. IV. De plusieurs hybrides qui different du Bimaculatend Duck typus. In 2 tavole a colori sono rappresentati un ibrido di Anas boschas % Querquedula crecca ; ed un ibrido di A. boschas x Anas streperus. DE TONI G. B. Di una Floridea nuova per la toscana. (Firenze 1894. Boll. della Soc. botanica italiana. Estratto di pag. 4 in 8.9) È la Aeodes marginata Rouss. raccolta dal sig. Paolo Dattari nel porto di Livorno. BREHM-KUNCKEL. Les Merveilles de la nature: les Insectes, par A.-E. BREHM. Édition frangaise par J. KunckeL D’HeRcuLAIS, assistant au Muséum. 2 volumes gr. in-8 de 1500 pages a 2 colonnes avec 2000 figures dans le texte et 36 planches hors texte. Nuova edizione della libreria J. B. Badlliére et fils Paris in 48 fascicoli a L. 0,50 ciascuno. Se ne pubblica un fa- scicolo ogni settimana. Abb. per 3 mesi 6 fr. — 6 mesi 12 fr. — Un anno 24 fr. Vedasi l’an- nunzio dettagliato datone a pag. 127 di questo periodico, annata scorsa. PRIEM F. La Terre avant l’apparition de l’Homme, périodes géologiques, faunes et flores fossiles, géologie régionale de la France, par M. PrIEM. l vol. gr. in-8 de 760 pages è& 2 colonnes, illustré de 700 figures 12 fr. Di questa opera edita dalla Libraîrie J. B. Bailliòre et fils Paris e della quale trovasi un estesa notizia a pag. 127 del fascicolo l Ottobre 1894 di questo periodico. Sono uscite 22 dispense che costano L. 0,50 ciascuna. BrogI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI i Pubblicazioni del 1893 (continuazione) L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in queste note bibliografiche, sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copia delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. ————— => Geologia E Mineralogia si Cristallografia. 200 Arcidiacono S. Fenomeni geodinamici ORA che precedettero e seguirono l’ eruzione etnea 499 Aloi A. L'eruzione dell’ Etna nel 1892, | del Maggio-Giugno 1886. (Catania. Atti Acc, con cenno storico sulle precedenti eruzioni. (To- | Gioenia Sc. nat.) rino. Boll. Club alp. ital. XXVI), 501 Artini E. Contribuzioni di mineralogia ita- 28 CE IA II E ZEEIZIZO liana Celestina di Romagna. (Milano. Rendic. R. Ist. Lomb., fasc. 9. Estr. di pag. 7 in 8.°) 503 Artini E. Appunti petrografici sopra alcune rocce italiane. (Milano. Giorn. di Min., Crist. e Petrogr., fasc. 1. Estr. di pag. 8 in 8.°) 504 Baratta M. Sul periodo sismico garganico dell’ Aprile-Giugno 1892. (Roma. Ann. Ufficio cectr. di Meteor. e Geodin., vol. XII, parte I). 505 Baratta M. Il terremoto del Piemonte del 5 marzo 1892. (Ibidem). 507 Baratta M. Alcune osservazioni sull’ at- tuale fase eruttiva del Vesuvio. (Ibidem. Estr di pag. 42 in 4.9) 508 Baratta M. Il terremoto lucano del 25 gennaio 1893. (Ibidem, vol. XIV, parte 1). 509 Baratta M. Carta sismica d'Italia per l’anno 1892. (Roma. Boll. Soc. geogr. it.; fasc. 4). 510 Baratta M. Sui terremoti garganici del 1892. (Genova. Atti del primo Congr. geogr. ita- liano, 1892). 511 Baratta M. Sulla distribuzione topogra- fica dei terremoti in Italia durante il quinquennio 1887-91; saggio di geografia sismica. (lbidem). 512 Baretti M. Geologia della provincia di Torino. (Torino. Vol. di pag. 732 in 8.° e un atlante in foglio). 513 Bartoli A. e Del Lungo C. La fine dell’ eruzione dell’ Etna. (Torino. Boll. mens. Oss. centr. Moncalieri, fasc. 2). 514 Basile G. Di un nuovo minerale trovato in una lava dell’ Etna. (Catania. Atti Acc. Gioe- nia Sc. nat.) 515 Bassani F. Fossili nella dolomia triasica dei dintorni di Mercato S. Severino in provincia di Salerno. (Napoli. Atti R. Acc. delle Sc. fis. e mat. n. 9. Estr. di pag. 16 in 4.° con l tav.) 516 Bassani F. e De Lorenzo G. Il Monte Consolino di Stilo. (Ibidem, n. 8. Estr. di pag. 8 in 4.° con l tav. e sunto nei Rendic. fasc. 6-7). 517 Bassani F.e De Lorenzo G. Perla geologia della penisola di Sorrento. (Roma. Rend. R. Acc. dei Lincei, fasc. 5, sem. l). 518 Bertrand L. Sur la constitution géolo- gique de la partie septentrionale des Alpes Ma- ritimes. (Paris. C. R. des séances de la Soc. géol. de France). 519 Bombicci L. Alla cerca di meraviglie nelle vallate e sui monti del Bolognese. Il monte Gatta e il suo panorama. Discorso sulla orogra- fia e geologia del Bolognese. (Ristampa). (Bo- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ogna. Soc. tip. già compositori, pag. 28 in 8.° con l fig). i 520 Bombicci prof. L. Le notevoli partico- larità di cristalli minetici cubiformi di pirite gialla, scoperti nelle marne grigie terziarie an- tiche dei monti della Riva (Valle, del Dardagna. Appennino bolognese). (Bologna. Memorie R. Acc. delle Sc. Tom. III. Estr. di pag. 48 in 4.° e 7 tav.) 521 Bombicci Porta prof. L. Rivendica- zione della priorità degli studi e delle conclu- sioni nel sollevamento dell’ Appennino Emiliano, per via di scorrimento e di pressioni laterali, e la diretta azione della gravità. (Bologna. Rend. Accad. delle Sc. dell’ Ist. Estr. di pag. 8 in 8.9) 522 Bonarelli G. Osservazioni sul Toarciano e l’ Aleniano dell’ Appennino centrale. Contri- buzione alla conoscenza della geologia marchi- giana, (Roma. Boll. Soc. geol. ital., fasc. 2. Estr. di pag. 60 in 8.°) 523 Bruttini A. Determinazione colorimetrica di piccole quantità di Uranio nei minerali. (Pa- lermo. Gazz. chim. ital. Parte I. Estr. di pag. 8 in 8.9) 524 Bucca L. Sopra una nuova località di ferro oligisto dell’ Etna. (Padova. Riv. di Min. e Crist. ital., fasc. 1. Estr. di pag. 3 in 8.° e Catania. Atti Acc. Gioenia Sc. nat.) 525 Bucca L. Studio petrografico delle tra- chiti leucitiche del lago di Bolsena. (Ibidem, fasc. 1-3). 526 Bucca L. Sopra le linee di accrescimento dell’ Ematite dell’ Etna. (Catania. Boll. Acc. Gioenia di Sc. nat.) 527 Busatti L. Contribuzioni chimico-mine- ralogiche e petrografiche. (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat. Memorie). 528 Busatti L. Sopra alcune rocce delle pen- dici nord-occidentali della Sila (Calabria). (Pisa. Proc. verb. Soc. tosc. di Sc. nat. , vol. VII. Estr. di pag. 6 in 3.°) 529 Cacciamali G. B. Geologia Arpinate. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., fasc. 3. Estr. di pag. 44 con 2 tav. in 8.°) 530 Cappa U. L’eruzione dell’ Etna nel luglio 1892. (Roma. Boll. R. Comitato geol., fasc. I. Pag. 12-17 con 2 tav.) 5381 Casella G. Diabase uralitizzata od epi- diorite della Torre del Romito nei monti livor- nesi. (Milano. Giorn. di Min., Crist. e Petrogr. fasc. 2. Estr, di pag. 8 in 8.°) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 29 ui LL rr ____.... 'VOPp_b\Uj“\» iI| Je «| 532 Cassetti M. Appunti geologici sul Matese. (Roma. Boll. del R. Comitato geol. d’ltalia, n. 4 pag. 329-342 con l tav.) 533 Clerici E. La formazione salmastra nei dintorni di Roma. (Roma. Rendic. R. Acc. dei Lincei, fasc. 3, sem. I.° Estr. di pag. 8 in 4.9) 534 Clerici E. Notizie intorno alla natura del suolo di Roma. (Ibidem, fasc. 9, sem. 1.° Estr. di pag. 9 in 4.°) 535 Clerici E. ll pliocene alla base dei monti Cornicolani e Lucani. (Ibidem, fasc. 2, sem. 2.0 Estr. di pag. 6 in 4.9) 536 Clerici ing. E. Sulle conseguenze che possono derivare da una sbagliata interpreta zione dei fossili. (Siena. Riv. ital. di Sc. nat. n. 10 e seg.) 587 Cocchi I. Condizioni fisiche e geologiche dei terreni della Garfagnana. (Firenze. Relaz. della Commiss. incaricata dello studio di un nuovo acquedotto fiorentino). 538 Corti dr. B. Appunti stratigrafici sul miocene comense. Nota preventiva. (Pavia. Boll. scientifico , n. 2 pag. 61-64). 539 Corti B. Sul deposito Villafranchiano di Gastelnovate presso Somma Lombarda. (Milano. R. Ist. lomb., fase. 13. Estr. di pag. 22 in 8.9) 540 Corti B. Di alcuni depositi quaternari di Lombardia. (Ibidem, fasc. 17. Estr. di in 8.°) 541 Corti B. Sopra una marmitta dei giganti nella valle della Cosia. (Torino. Riv. mens. Club alp. ital., fasc. 2). pag. 5 542 Corti B. Osservazioni stratigrafiche e pa- leontologiche sulla regione compresa fra i due rami del lago di Como e limitata al sud dai laghi della Brianza. (Roma. Boll. Soc. geol. ital. fase. 2. Estr. di pag. 98 in 8.° con una carta geol.) 043 Cozzaglio A. I laghetti di Esine. (To- rinc: Boll. Club alp. ital.) 544 Cozzaglic A. Concarena (Prealpi lom- barde). Note geologiche. (Ibidem). 545 D’ Achiardi G. Le tormaline del granito elbano. Parte prima. (Pisa. Mem. Soc. tosc. Sc. nat.) 046 De Angelis dott. G. Giacimenti elevati di Pliocene nella valle dell’ Aniene. Nota pre- liminare. (Roma. Rendic. R. Acc. dei Lincei, fasc. 8 sem. 1.° Estr. di pag. 4 in 8.9) 547 Dell’Erba L. La sanidinite sodalito-anor- titica di Montenuovo, (Napoli). 548 Dell’ Erba L. Sudi talune pozzolane in quel di Castellana (Bari). (Ibidem). 549 Dell’ Erba L. L’ andesite pirosseno-mi- nacea di Posillipo. (Napoli. Atti Ace. Pontaniana). 550 De Lorenzo G. Il postpliocene morenico nel gruppo montuoso del Sirino in Basilicata. (Roma. Rendic. R. Ace. dei Lincei, fasc. 10, sem. 2.° Estr. di pag. 4 in 4.9) 551 De Lorenzo G. Sul Trias dei dintorni di Lagonegro in Basilicata (piano Carnico e piano Juvavico di Mojsisovics). (Napoli. Atti R. Acc. delle Sc. fis. e mat., n. 8. Estr. di pag. 48 in 4.) 552 Del Viscio G. Gli odierni terremoti di Monte Saraceno e Mattinata. (Torino. Boll, mens. Oss. centr. R. Coll. Carlo Alberto in Moncalieri, mask): 593 De Stefani C. Descrizione sommaria delle principali pieghe dell’ Appennino fra Genova e Firenze. (Roma. Boll. Soc. geol. ital. , fasc. 3). 554 De Stefani C. Sul granito dell’ isola del- l’ Elba: comunicazione. (Ibidem). 555 De Stefani C. Granulite, granitite in massa ed in filoni e trachite quarzifera eocenica dell’ isola d’ Elba. (Ibidem. Estr. di pag. 10 in 8.9) 596 De Stefani C. Terreni mesozoici e neo- zoici della Corsica. (Roma. Rend. R. Acc. dei Lincei, fasc. 1° sem. 1. Estr. di pag. 6 in 4.9) 597 De Stefani C. Osservazioni generali sulle sorgenti di Toscana. (Firenze. Atti R. Acc. dei Georgofili, disp. 1): 558 Di Matteo V. Nota sui giacimenti di combustibili fossili dell’ Italia meridionale. (Na- poli. Atti Ist. d' incoragg., n. 9). 559 Di Stefano G. Sùîla estensione del Trias superiore nella provincia di Salerno. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., n. 2. Estr. di pag. 6 in 8.°) 560 Di Stefano G. Sulla presenza dell’ Ur- goniano in Puglia. (Ibidem, n. 3. Estr. di pag. 8 in 8.9) 561 Duparc L. et Mrazec L. Note sur les ‘roches amphiboliques du Mont Blanc. (Genève. Arch. des Sc. phys. et nat) 562 Duparc L. et Mrazec L. La structure deì Mont Blanc. (Ibidem, n. 1). 563 Dupare L. et Mrazec L. Sur quelques bombes volcaniques de l'Etna, des éuruptions de 1886 et 1892. (Ibidem, n. 3). 564 Duparc L. et Mrazec L. Sur les éclo- gites du Mont Blanc. (Paris. C. R. Ac, des Sc, fasc. 23). 30 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 565 Franchi S. Nota preliminare sulla for- mazione gneissica e sulle rocce granitiche del massiccio cristallino ligure. (Roma. Boll. R. Co- mitato geol., fasc. 1 pag. 43-69). 566 Franco P. Sull’aftalosa del Vesuvio. (Mi- lano. Giorn. di Min., Crist. e Petrogr., fasc. 2. Estr. di pag. 4 in 8.9) 567 Franco P. Studi sull’ Idocrasia del Ve- suvio. (Ibidem, fasc. 3. Estr. di pag. 10 in 8.° con 2 tav.) 568 Franco P. Studii sull’ idocrasia del Monte Somma. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., fasc. 2. Estr. di pag. 48 in 8.° con 3 tav.) 569 Fucini A. Notizie intorno al terreno lias- sico in Calabria. (Pisa. Atti Soc. tosc. di Sc. nat. Proc. verb., vol. VIII, pag. 201-202). 570 Gianotti G. Nuovi appunti petrografici sopra alcune roccie del Piano del Re al Monte Viso. Parte 2 (Milano. Giorn. di Min., Crist. e Petr., fasc. 3. Estr. di pag. 11 in 8.9) 571 Gioli G. Sopra alcuni pozzi artesiani dei piani di Pisa e di Livorno. Nota preliminare. (Roma, Bull. Soc. geol. ital. , fasc. 3). 072 Goldschmidt V. Phosgenit von Monte- poni. (Leipzig. Zeit. fur Krystall. und Min., Bd. XXI). 573 Greco B. Il lias inferiore nel circonda- rio di Rossano Calabro. (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat. Estr. di pag. 128 in 8.° con 7 tav.) 574 Issel A. Appunti geologici sui colli di Baldissero nel Canavese. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., fasc. 2. Estr. di pag. 26 in 8.° con l tav.) 575 L. M. D. L'origine della pietra litogra- fica per azione biologica delle diatomee. (Ve- nezia. Neptunia, n. 2). 576 La Valle G. Sulla marcasite rinvenuta al Capo Schino presso Giojosa Marea in Sicilia. (Padova. Riv. di Min. e Crist. ital., fasc. 1. Estr. di pag. 5 in 8.9) 077 Lotti ing. B. Descrizione geologico-mi- neraria dei dintorni di Massa Marittima in To- scana. (Roma. Mem. descrittive della Carta geo- log. d’Italia, vol. VIII. Pag. 172 in 8.9 con una carta geol. e 3 tav.) 078 Lotti B. Il regime sotterraneo delle sor- genti dell’ Elsa in provincia di Siena. (Roma. Boll. R. Comitato geol. d’ Italia, n. 3 pag. 2138-21). 079 Lotti B. Sulla genesi dei giacimenti me- talliferi nelle rocce eruttive basiche. (Ibidem, n. 4, pag. 343-306). 580 Marangoni prof. C. Formazione della grandine. (Firenze. Riv. scient. indust. , n. 19-20). 581 Mariani E. Appunti di paleontologia terziaria sul Bellunese. (Udine. Annali R. Ist. Tec. Estr. di pag. 8 in 8.9) 082 Melzi G. Ricerche geologiche e petro- grafiche sulla valle del Masino. (Milano Giorn. Estr. di pag. 48 in 4.° con una carta geolog. e 7 tav.) 583 Mercalli G. Sopra la eruzione dell'Etna nel 1892. (Milano. Atti Soc. ital. di Sc. nat. fasc. 2. Estr. di pag. 26 in 8.° con l tav.) 084 Mercalli G. Il terremoto sentito in Na- poli nel 25 gennaio 1893, e lo stato attuale del di Min., Crist. e Petrogr. fasc. 2. Vesuvio. (Torino. Boll. mens. Oss. centr. R. Coll. C. A. Moncalieri, n. 5). So Mercalli G. Note geologiche e sismiche sulle Isole di Ponza. (Napoli. Atti R. Acc. Sc. fis. e mat. n. 10. Estr. di pag. 28 in 4.° con l tav.) 586 Meyer A. B. Intorno alla Nefrite di Si- cilia (tradotto dal tedesco da P. Strobel). (Parma. Boll. di Paletn. ital., n. 7-9). 587 Molinari F. Appunti sulle pietre di calce e da cemento. (Milano. Atti Soc. ital. di Sc. nat. fasc. 3 pag. 255-270). 088 Monti R. Studi petrografici sopra alcune rocce della valle Camonica. Nota preventiva. (Mi- lano. Rendic. R. Ist. lomb. fasc., 16. Estr. di pag. 8 in 8.9) 589 Negri G. B. Sopra le formecristalline della baritina di Montevecchio in Sardegna e di Millesimo in Liguria. (Padova. Riv. di Min. e Crist. ital., fasc. 1-3. Estr. di pag. 12 in 4.9) 090 Novarese V. Studio petrografico sulle roccie silicatiche che accompagnano i giacimenti metalliferi nel. Massetano (Toscana). (Roma. Mem. descrittive della Carta geol. d' Italia). 591 Novarese V. Calcari cristallini e calce- firi dell’ Arcaico calabrese. (Roma. Boll. R. Co- mit. geol., fasc. 1 pag. 17-43). 592 Pantanelli D. I terreni quadernari e recenti dell’ Emilia. (Medena. Mem. Acc. se., lett. ed arti. Estr. di pag. 80 in 4.9) 593 Pantanelli D. Sopra un piano del mum- mulitico superiore dell'Appennino modenese. (Mo- dena. Atti Soc. Natur. Estr. di pag. 6 in 3.9) . S, BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI al I SEGRETI DEL CORPO UMANO SVELATI Al PROFANI D’' ANATOMIA E FISIOLOGIA CON NOTE, CONSIDERAZIONI E TAVOLE del Dott. Cav. GIUSEPPE VILLA Bel vol. in-32 di pag. 150 con 10 incisioni: L. 1,20. Ai nostri Associati e Lettori per sole: L. 1. In cento guise s’ inculca al popolo la necessità del socratico precetto di conoscere sè stesso; ma quel precetto si dimezza, come se l’ uomo fosse un ente spirituale, di non altro bisognevole che di spirituali aiuti. Nè si pensa che affinchè le facoltà dello spirito possano liberamente agire, occorre che non siano inceppate dalle malattie del corpo. Quest’ ultimo deve formare oggetto di studio speciale, perchè la conoscenza dell’ organismo umano può fare quanto non è dato a filosofici ragionamenti : può dissipare errori e pregiudizî inve- terati e nocivi. Quanto non era stato fatto finora da altri, lo attuò l’ egregio dott. cav. Gruseppe ViLLa. Egli vinse le difficoltà di trovare un linguaggio che fosse nello stesso tempo preciso e chiaro a tutti, e senza mai perdersi in vane lungaggini, espone tutto quanto si riferisce alla vita — dalla posizione, dalla forma, dalla tessitura delle diverse parti che compongono il corpo, alle varie funzioni di queste nella meravigliosa macchina nostra. — E mentre la forma è schiettamente popolare, gli scienziati non saprebbero trovarvi una parola che fosse men che esatta. Le molte figure che vanno unite al testo, rendono più evidente ed efficace la parola. Trattato elementare di chimica teorico-pratica del dott. G. Gracomo BERZELIUS, segretario della R. Accademia delle scienze di Stocolma, professore di chimica, ecc., tradotto da A. R., con aggiunta del dott. CarLo FrISIANI; 4 vol: L. 12 per L. 5. . La medicina di Ippocrate II spiegata al popolo in dieci lezioni, con un facile e nuovo metodo del dottor FrAncESco BuccELLATI, membro dì diverse accademie scientifiche, prima edizio- ne italiana : L. 2,090 per sole L. 1. Compendio di medicina pratica pei giovani medici, compilato dal dottore AnToNIO PRINI. L. 5 per sole L. 2. Come devonsi curare nel loro principio le alienazioni mentali. — Dissertazione premiata dalla Società tedesca di psichiatria e psicologia legale, per il dottor A. ERLENMAYER, medico direttore dello stabilimento per le malattie psichiche e nervose a Benorf. Prima traduzione italiana sulla quinta edizione tedesca aumentata e migliorata, del dottor MassimiLiano Bosany: L. 2,90 per sole L_ 1. Manuale completo di Storia naturale descrittiva ed applicata, di R. ALravILLA. L'opera è divisa in quattro parti: Zoologia, Botanica, Mineralogia, L’uomo e le razze umane, illustrato da 2000 incisioni: L. 4, L'uomo. Manualetto per le scuole e la famiglie, contenente la descrizione del corpo umano, le principali epoche della vita dell’uomo e le sue diverse razze, dello stesso. Un vol. illustrato da 43 incisioni: Cent. 60. Sommario di Fisica terrestre ad uso delle scuole tecniche, ginnasiali e liceali di G. BARBIERI, con incisioni: L. 1,50. Cielo, terra, acqua. Sommario di Fisica terrestre ad uso dei giovanetti studiosi del popolo, dello stesso: L. 1,50. La piccola Chimica nelle arti) nell’ industria, nell’igiene e nell’ economia domestica, spie- ca Gi buona al popolo ed ai giovinetti, da P. FoRNARI, con incisioni; 3.à ediz.; (testo approva- o), . La piccola Fisica sperimentale spiegata al popolo ed ai giovanetti, dallo stesso: 5.* ediz. ricorretta, con moltissime aggiunte e figure, (testo approvato): L. l . Il piccolo Ganot. Fisico-Chimica applicata alle arti, ai mestieri e all'agricoltura, ad uso del giovinetti studiosi e del popolo, dello stesso, con incisioni : L. 2. . Il piccolo Galilei. Fisico-Chimica applicata alle arti, ai mestieri e all’ agricoltura, ad uso dei giovinetti studiosi e del popolo, dello stesso, con incisioni: L. 2. I primi passi nello studio della Fisica, Storia naturale ed Igiene per la classe quarta ele- mentare, di P. ForNARI ed A. De-NicoLI; (testo approvato): L. 1. I primi passi nello studio della Fisica, Storia naturale ed Igiene per la classe quinta ele- mentare, degli stessi, (testo approvato): L. 1. Il libro della natura aperto ai giovinetti: Fisica, Storia naturale ed Igiene, degli stessi, con moltissime incisioni: L. 2. _ Verso Vaglia o Valori în lettera raccomandata alla DITTA GIACOMO AGNELLI, in Milano, Via Santa Margherita, 2, si faranno le spedizioni franche di porto in tutto lo Stato. 32 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI LIBRAIRIE J.-B. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), è Paris Le Monde des Plantes, par P. ConsrantIN, agrégé des sciences naturelles, professeur au lycée de Rennes. 2 vol. gr. in-8 de 750 pages, illustrés de 700 figures. Se publie en 48 séries à 50 c. ou en 8 fascicules a 3 fr. Envoi franco du fascicule I contre un mandat postal de 3 fr. i La collection des Mervezlles de la nature de Brehm ne comprenait jusqu'ici que l'histoire na- turelle de /a Terre, de l’Homme et des Animaux. ll restait a connaître les Vegetaux. M. Paul Constantin, agrégé des sciences naturelles, professeur au lycée de Rennes déja connu du grand pubblic par son ouvrage « Anatomie et phystologie animales », en collaboration avec le profes- leur MatHIAS DuvaL, a entrepris ce travail et s’est attaché à apporter dans l’accomplissement de sa tAche cet esprit de sérieuse vulgarisation qui a rendu si populaire l’oeuvre de BreHM et des savants francais qui ont fait de l’édition francaise l’histoire naturelle la plus au courant de la science: MM. Verneau, Kunckel d’Herculais, Sauvage, T. de Rochebrune, du Muséum d'’histoire na- turelle, Gerbe, du Collège de France et F. Priem, de l’Ecole Normale supérieure. Le Monde des Plantes est une description méthodique, famille par famille du régne végétal. L'auteur s'est attaché à étudier surtout les plantes qui croissent dans notre pays, et, parmi les plantes exotiques, celles qui sont susceptibles d’applications -intéressantes. Le lecteur trouvera dans cet ouvrage pour chaque famille, chaque genre et chaque espèce, à còté des caractères bota- niques, l’indication de la distribution géographique du groupe étudié, en méme temps que l’exposé de nombreux services que peuvent rendre les végétaux a la médecine, à l’alimentation, à l’industrie, a l’agriculture, à l’horticulture, à la décoration des appartements, etc. Les cara- ctères biologiques, c’est-à-dire les phénomènes intéressants de la vie des plantes n’ont pas éte oubliés et sont traités avec le plus grand soin. Tous ceux qui aiment les plantes, et ils sont lé- gion, peuvent donc lire avec profit ce livre. M. CosrAntiIN s'est inspiré des travaux des botanistes francais et étrangers qui se sont effor- cés d’arracher à la nature ses secrets. L’ouvrage est au courant des recherches les plus récentes. Le livre est écrit très clairement; la lecture en sera facile aux personnes les moins familia- risées avec les études scientifiques. Il est d’ailleurs parfaitement illustré. De très nombreuses fi- gures l’accompagnent: représentations de plantes, flleurs, fruits, vues pittoresques, etc. i En tout, ce volume bien supérieur aux ouvrages de vulgarisation du méme genre déja publiés en France, est digne de prendre place dans la collection des Merveilles de la Nature, de BrEHM, Sì apprécié du grand public. AMATEUSBS VE RHOTOGRARZGAaG Les amateurs de photographie accueilleront certainement avec plaisir, l’apparition de l'Agenda. du Photographe pour 1895 que vient de faire paraître la Maison CHarLes MENDEL et qui, è titre de joyeux avènement, ouvre avec un jury composé de MM. Davanne, Proror, Léon VipaL, Albert Lonpe, Maurice Bucquer, Ch. Gravier, G. MarEScHAL, DusarpIN et MAGRON, un grand coucours entre tous les amateurs du monde entier, avec prix de 1.000 francs en espéèces, récompenses et encouragements divers. Cet Agenda, du format et de l’aspect général de ceux que mettent en vente les grands ma- gasins contient tout ce que peut réver un photographe comme renseiguements utiles et d’application journalière : Vacabulaire francais-anglais et francais-allemand, des termes photographiques, — formulare complet, — aide-mémoire de l’amateur sous forme de tableaux récapitulatifs, — exposé d'un sy- stème de classement de clichés avec feulles toutes réglées pour cet usage, — étiquettes d coller sur les flacons, — notes, — recettes, — procédés, — renseignements techniques, — articles pra- ques, etc. Le tout forme un beau volume de 224 pages, format 19X24, avec nombreuses gravures et sept magnifiques poriraits ‘nedits, sous couverture artistique en deux couleurs, en vente au prix de un franc, chez Cnarres MENDEL, 118, rue d'Assas, et chez tous les libraires (franco 1,60). L'ARTE ISTANTANEA DI RICORDARE Metodo nuovissimo, sicuro, lodato dai migliori ingegni italiani (e pel quale l'Autore ebbe la Be- nedizione Apostolica da Sua Santità e l’ encomio dei nostri Sovrani) per ritenere a memoria un libro dopo una sola lettura. Chiedere schiarimenti all’inventore sig. Direttore della Rivista scien- tifico-pratica Il Gazzettino d' Oro di Genova. : Presso lo stesso le due pubblicazioni seguenti: L’ Arte d'essere promosso agli esami L. 1. — L’ Arte d’ improvvisare discorsi L. 2. E P"__.. SL] - rl:e:! seco xy BOLLETTINO DELL NATURALISTA COLLETTORE ALIRVATORE COLTIVATORE 5 reso SUPPLEMENTO MENSILE N02 au RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) I. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno SOMMA RTO Fabani Carlo. Il senso musicale negli uccelli. Pag. 17. ; Marco dott. prof. Carlo. Alcune osservazioni sull’intelligenza animale, Pag. 19, Failla Tedaldi L. Glossario entomologico (Cont.) Pag. 21. COMUNICAZIONI. L’ Allevatore. Pecore e capre preistoriche — É. D. W. Note de tecnique. Pag. 24. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Rissa tridactyla. Prof. N. Mezzana — _No- tizie ornitologiche dal Trentino. Prof. A. Bonomi — Strage di selvaggina. Red. Da pag. 25. a pag. 28. ; ; Notiziario. Pag. 28. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 29. — Ri- chieste, offerte ecc. fra gli abbonati. Pag. 29. IL SENSO MUSICALE NEGLI UCCELLI per CARLO FABANI MIA Varie sono le ipotesi intorno all’ origine del senso musicale degli animali e quindi in ispecial modo degli uccelli, che sono la classe in cui maggiormente è sviluppato questo senso. L’ Hericourt propose una spiegazione fondandosi sull’ ipotesi che nel linguaggio dell’uomo vi siano due elementi: la parlata e l’ intonazione. « Il suono è l’espressione del sentimento come la parola è l’espressione dell’ idea, e Ja musica è il linguaggio della sensibilità come il discorso scritto è quello dell’intelligenza ». Questa teoria sembra concordare con quella che il filosofo inglese Shonconi espresse nel modo seguente: « Ogni discorso è fatto di due elementi: la parola ed il tono con cui sono dette le cose: i segni delle idee ed i segni dei sentimenti. Per una parte certe articolazioni esprimono il pen- siero, per l’altra certe note esprimono il dolore od il piacere che ci danno i pensieri ». Tutte queste idee ponno avere qualche fondamento per il linguaggio dell’uomo, ma trovano obbiezioni nella sensibilità degli animali per la musica. Infatti come potremmo noi applicare simile teoria agli animali, o meglio a quelli soli, che dopo l’ uomo, abbiano il senso della musica? Se nella parlata adunque vi ha della musica, vuol dire che la parola è una specie di musica, ma non possiamo dedurre che la musica sia originata dalla parola. D’ altronde sono prova evidente di questa mia asserzione, alcune specie di uccelli che sono veri musicanti quantunque non abbiano il dono della parola; ci forniscono una prova gli altri animali che nei loro suoni sono veramente agli antipodi dell'armonia; come l’ asino fu visto più volte accostarsi attonito ai luoghi ove si faceva musica; ci forniscono una prova perfino gli animali muti, privi assolutamente di ogni voce come i ragni, i quali mostrano sensibilità per certi suoni ed i serpenti che apprezzano il suono del flauto. A me dunque parrebbe che la musica, o meglio, certe note dei suoni esprimenti un’ emozione, abbiano avuto origine dalle stesse emozioni. Primitivamente il linguaggio potrà essere stato tat- tile per ogni essere vivente, come l’ hanno tuttora le farfalle, le formiche, le lumache ed altri. Più tardi il linguaggio potrà essersi convertito in semejotico, ossia mimico, dei segni. I mammiferi, tranne il cane e qualche altro, dimostrano quest’ attitudine in grado debolissimo. Ma gli uccelli, sebbene abbozzata, la mettono più spesso in effetto ; le strigi, i tetraoni, i tordi, le silvie, ci danno coi loro movimenti di capo e di coda bellissimi esempi di tal linguaggio mimico. Più tardi ancora sarà comparso il linguaggio fonetico. Un suono qualunque emesso per spavento avrà servito una qualche velta ad allontanare l’insidioso nemico, e questo suono trovato utile venne di poi usato in consimili circostanze, imitato da altri, modificato, migliorato. 18 Così sarà pure accaduto pei suoni d'amore, di richiamo, di gioia e di tenerezza, d’ avviso e di angoscia. Nè credasi che abbisognino radicali cambiamenti perchè la voce esprima l'una piuttosto che l’altra emozione. No. Porgasi l’ orecchio al muggito della giovenca ed al gracchiar del corvo, linguaggi, a mio avviso, assai primitivi, e sembrerà che nei reiterati loro suoni non siavi alcuna diversità fra l’ uno e l'altro muggito, fra l’uno e l'altro gracchiare. Ma un orecchio bene eser- citato subito riscontra in certe insensibili variazioni di modulazione la diversità delle emozioni che sono causa delle emesse voci. Che poi nei suoni prodotti dagli animali si debba vedere un modo di espressione delle emo- zioni, si prova da ciò che certi suoni musicali, che si avvicinano a quelli dell’ animale in collera, destano in un animale delle sensazioni analoghe a quelle che proverebbe sentendo l’ espressione fonica della collera di un altro animale. E così dicasi per quelle d’ amore, di richiamo, di soddi- sfazione ecc. Il suono prediletto al ragno è il vibrante tremolìo simile a quello prodotto dalle ali della mosca catturata nelle ragnatele; ecco adunque che l’amore a quella musica deriva dall’ emozione della fame. Il suono prediletto al nibbio è quello del pulcino che o si dibatte fra i suoi artigli o che cerca la rapita madre; quello del falco è il tremolo miscuglio di voci spaventate di piccoli uccelli. Lo Spencer ammette che « la musica è una creazione di un’ epoca già incivilita ». Io ammetto tanto il corrompimento come la rigenerazione fonetica e quindi un possibile mi- glioramento del senso musicale. Se, come dice il Miiller, ogni lingua va riformandosi, così anche ogni canto va pure insensibilmente riformandosi, concorrendo a tal uopo la diversità dell’ ambiente, la diversità del cibo, le variazioni anatomiche degli organi della voce, qualche circostanza acci- dentale di intemperie ecc. il tutto collegato colle leggi della trasmissibilità od eredità dei caratteri. Con tutto questo però non posso ammettere che la musica sia una creazione di un’ epoca già incivilita. La civiltà indica progresso d'intelligenza. Ora non trovo nella serie animale, ed in ispecial modo negli uccelli, che vi sia correlazione di sorta fra lo sviluppo dell’intelligenza e quello della sensibilità musicale. Come dissi il senso musicale è capace di perfezionamento; ma questo risiederebbe in alcune parti determinate dell’ encefalo, e sarebbe perfettamente indipendente dallo sviluppo dell’intelligenza. Così l’usignuolo è notevole per la perfezione del suo canto, senza che si distingua per intel- ligenza da altri uccelli; i corvi, le cornacchie, le gazze all’ incontrario, han no la voce da un timbro aspro, rauco, strisciante, eppure meravigliano per la loro intelligenza. Il sentimento musicale adunque si sviluppa, come certe funzioni, in modo speciale in certi gruppi di animali, mentre le altre funzioni rimangono stazionarie. Darwin sostenne che la funzione vocale è intimamente collegata alla selezione sessuale, ma non sembra accettabile la sua sentenza considerandola nel senso di vista generale. Infatti se egli intende con ciò di dire che le femmine degli uccelli prediligano quei maschi che sono più assidui e più bravi cantori, si potrà ammettere la sua teoria, benchè non si abbiano prove assolute, dovendo tener conto del piumaggio e di altre circostanze. Ciò accadrà anche per qualche specie di insetto per es. il grillo; ma non pei mammiferi, pei quali la voce è general- mente una dote affatto secondaria. Che se poi il Darwin intende di dire che la funzione vocale sia intimamente unita alle fun- zioni di riproduzione e che quindi da quelle ripeta la sua causa e la sua origine, allora rispondo che è d' uopo distinguere tra voce e voce. i Pigliamo ad esempio gli uccelli. In essi dobbiamo riconoscere tre categorie di suoni musicali: il canto cioè, di nido, quello comune ai due sessi ed il canto proprio ai maschi adulti. Ora chi potrà assicurare che il canto del pulcino appena uscito dall’ uovo, e che è 1° espres- sione della domanda d’ aiuto, abbia relazione colle funzioni di riproduzione? E le voci degli adulti d'ambo i sessi esprimenti richiamo, vigilanza, contento, allegria, timore, ira, angoscia, convegno e sorpresa potranno pur esse avere quella relazione? Solo il canto proprio ai maschi adulti è 19 adunque intimamente unito alle funzioni di riproduzione. Per esse fù sviluppato il contento, fù modificato, allungato, migliorato. L'epoca in cui si sviluppa, lo stato fisiologico dell’ individuo cantore, ci porgono evidenti prove. In questo caso il maschio canta per chiamare la femmina, canta per la vittoria, canta nella lotta coi suoi compagni. Dunque la sensibilità musicale, di cui il Voizogen volle fare una specie di algebra, non è assolutamente il linguaggio del sentimento. Non v’ha dubbio che lo sviluppo della sensibilità è lo sviluppo dell’intelligenza; ma questi due sviluppi riguardo al sentimento musicale non sono simultanei nè concordi, - ALCUNE OSSERVAZIONI SULL'INTELLIGENZA ANIMALE per il prof. dott. CARLO MARCO ARRE a I Forse non erro dicendo che ormai non vi è studioso delle scienze naturali, il quale non creda ad un grado più o meno elevato di intelligenza animale, Questa facoltà psichica, un tempo erroneamente attribuita all'uomo solo, fu, in seguito a diligenti e varii studi, riscontrata in mol- tissimi animali; onde se ne potè conchiudere, senza tema di errare, che le differenze intellettua- li tra uomo ed animale, sono differenze di forma non di sostanza, quantitative non qualitative; possono variare notevolmente gli effetti, ma la causa rimane sempre la stessa. Per meglio arricchire le nostre cognizioni ‘in proposito, non è necessario di sempre ricorrere allo studio della vita di animali esotici — come si suole fare dai più ;$ — noi abbiamo continua- mente sotto gli occhi degli esempi di intelligenza animale, che ci porgono campo ad interessantis- simi studii, Per la qual cosa io credo di non fare opera del tutto inutile esponendo alcune mie osservazioni, che dimostrano come gli animali sanno apprezzare l’importanza e l’utilità di molti fatti, e dalle circostanze in cui questi avvengono, ne deducono i vantaggi, per ottenere i quali prendono determinate deliberazioni. Un mio cane, chiamato Bick — prodotto dall’incrociamento di un veltro con un bracco, — per andare in giardino, nel quale trovava qualche cosa da mangiare, aveva imparato ad aprire il cancello in questo modo: si rizzava sulle zampe posteriori, e pigliando in bocca il saliscendi lo alzava spingendo poi il cancello finchè riusciva ad aprirlo; se per caso qualcuno lo richiudeva, per uscire ripigliava in bocca il saliscendi, e sapendo che il cancello non si poteva aprire all’ in- fuori, lo tirava indietro camminando a ritroso sulle sole zampe posteriori. Essendo venuto con me al mercato in una città vicina, riuscì a rubare della carne ad un pizzicagnolo ambulante; sperando di fare una seconda scorpacciata ritornò il giorno appresso, ma non trovò più il pizzicagnolo. Ripetè più volte la corsa, ma sempre inutilmente, finchè giunse di nuovo il giorno di mercato, e potè rubare per una seconda volta. Dopo poche settimane seppe calcolare così bene il succedersi dei varii giorni, che al giungere del venerdì — giorno di mer- cato — si recava alla città e ritornava a casa satollo. Per correggerlo da questo vizio lo tenni incatenato un po' di tempo. Anche imprigionato, quel birbone, non dimenticò il turno dei giorni di furto. Per accertarmi fino a che punto giungesse il suo raziocinio, feci il seguente esperimento: lo misì in libertà il martedì, ed egli si mostrò contento di essere uscito di prigione, ma non sì allontanò da casa; giunto il venerdì, accorto che lo tenevo continuamente d’ occhio, si mise a giuocare con un altro cane, saltando e correndo. Entrai in casa, e continuai ad osservarlo in modo da non esser visto. Lasciò tosto di giuocare, e dato uno sguardo fiutivo all’ intorno, abbandonando il compagno, si diresse verso la città, avendo però l’ accorgimento di fare un giro vizioso perchè da casa non sì potesse dubitare sulla direzione del suo itinerario. 20 In tal modo questo cane diè prova di grande memoria, di comprendere il perchè del suo ca- stigo, di simulazione e di furberia; seppe cioè con fine ipocrisia fingere una commedia per rica- varne una utilità, e non si finge una cosa senza averne coscienza. Per spiegare questo complesso di fatti, bisogna ammettere nell’ animale un modo di ragionare assai complesso, cioè un'intelligenza molto svilappata. Una cavalla colla quale andavo ogni lunedì in un determinato paese per sbrigare certi miei affari, aveva imparato così bene il lunario, che quantunque io l'attaccassi quasi ogni giorno e percorressi svariatissimi itinerarii, pure il sopraggiungere del lunedì mi conduceva al luogo desi- gnato senza ch'io ricorressi per nulla alle redini. Questo fatto sempre più mi convince che gli animali sanno farsi un concetto assai esteso e preciso del tempo. A molte manifestazioni dell’ intelligenza animale noi non diamo peso perchè da lungo tempo siamo avvezzi a vederle ogni giorno, e quindi le consideriamo come una cosa ovvia, naturale, per nulla degna di studio apposito dimostrativo. Così non ci meravigliamo punto se il cavallo obbe- disce al morso e ne comprende tutto il linguaggio, abbastanza complicato. Di‘atti colle redini impartiamo al cavallo buona parte dei nostri ordini: il fermarsi ed il porsi in marcia; la direzione del cammino; l’accelerare o il ritardare il passo; ecc. E non è a dire che l’ impressione che il cavallo riceve dal morso sia solo meccanica e non psichica, perchè quando l’animale s' impenna, o si spaventa, o si dà a precipitosa fuga, non avverte più il morso, e, come si suol dire, ci piglia la mano, cioè non dà più ascolto ai movimenti delle redini e non ne comprende più il senso, appunto perchè si trova in uno stato d'animo concitato, commosso ed in conseguenza anormale. Che dirò poi del come il cavallo comprende il significato di alcune nostre parole? Così in piemontese si comandano al cavallo da carro varii movimenti colle seguenti parole: iup avanti; ihee ferma; darè indietro ; îoò volgi a destra; gioò volgi a sinistra; dareioò indietro piegando a destra; daregioò indietro piegando a sinistra; ecc. Alcuni vetturali ottengono con un pò dì pa- zienza che i loro cavalli imparino ad andare al passo o al trotto, a fermarsi, ecc. usando delle vere frasi, come va al passo, va al trotto, oppure con un fischio speciale, o scoccando le labbra, o facendo un suono stridulo appoggiando 1’ apice della lingua al palato e aspirando aria, ecc. I buoi comprendono una serie di parole così difficili e strane, che l’ uomo stesso prima di ca- pirne il significato e di saperle usare a tempo e luogo dura fatica ; cito per esempio le barbare espressioni colle quali nel canavese si fanno volgere i bovini a sinistra o a destra: vecchè-us- sést-leè e darz-zalleè. A tutti è noto il fatto che i cavalli da truppa sanno dare il giusto valore ai segnali delle trombe; anzi molte volte si suole dire che il cavallo guida il coscritto, anzichè il coscritto il cavallo. Si crede comunemente che i cavalli temano la frusta per il solo dolore che questa produce nella loro epidermide; io all'incontro, mentre non dimentico questa considerazione, credo che molti cavalli, toccati dallo staffile, accelerano la loro andatura, perchè capiscono che con tale mezzo si vuole ottenere tale scopo. (Dichiaro che parlando di frusta e dello scopo cui serve, non alludo alla barbara usanza di certi inumani conduttori ; contro costoro oltre le multe io appliche- rei la pena del taglione). Mi convinsi che i cavalli si sanno dar ragione dell'uso della frusta dalla seguente osservazione: quando i cavalli sono tormentati dalle mosche e dai tafani si lascia- no toccare dalla frusta che tenta di liberarli dagli insetti ben altrimenti che quando la frusta, anche se adoperata dolcemente, ha per iscopo di eccitarli alla corsa; difatti nel primo caso se sono in riposo non si muovono, se trottano non accelerano la loro andatura; nel secondo se sono fermi sì mettono in moto, se trottano aumentano il loro trotto. (continua) 21 LOSS ARIO ENFOMOLOGIGO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) Interrotto - /nterruptus - Interrompu - unterbrochen - Che offre interruzione. Interstizio - /nterstitium - Interstice - Zwischenraum - Chiamasi così ogni parte di su- perficie delle elitre compresa fra due strie, che chiamasi pure interstria. Nei te- gumenti punteggiati si applica alle parti liscie esistenti fra i punti. Nelle ali ante- riori di alcuni Imenotteri chiamasi lo spazio posto fra 1’ estremità del cubito, la nervatura parallela e la nerv. ricorrente. Vedi Imenotteri Tav. VII fig. 5-6-7 XII). Interstria - Spazio posto fra due strie = Interstizio. 1 Intervallo - /ntervallum - Intervalle - Zwischenraum = Interstizio. i Intiero - /nteger - Entier - volstindig, ganz, o nicht atsgezeichaet - Si applica ad un margine che non offre alcuna incisione, angoli o frastagli. Intricato - /ntricatus, cespitosus - Intriqué embrouilié - gewirrt - Che presenta ele- vazioni e piccole cavità confusamente disposte. Vedi Scultura. Intruso - /nirusus - Intrus - hineigestossen, eingedriickt = Conficcato. Invasione - /nvasto - Invasion - Einfall - Comparsa improvvisa d’insetti gregari venuti dal difuori. Invetriato - Vitreus, vitrinus - Vitré - glasartig - Si applica ad una superficie lucente e trasparente sfornita di colori = Fenestrato. Inviluppato - Complicatus - zusammengefaltet - Che si ravvolge, compiegato. Involto - /nvolutus, involucratus - Enroulé - eingerroltt, eingehiltt - Significa attorci- gliato, ravvolto a spira come la tromba dei Lepidotteri. Vedi Crisalidi involte. Ipermetamorfosi - Curioso fenomeno che si osserva in alcuni insetti come nelle Meloe Cantharis, che dallo stato di larva passano allo stato di crisalide - pseudocrisalide, da cui invece dell'insetto perfetto esce una larva, che poi si trasforma nella vera crisalide e indi in insetto perfetto. Iperoftalmo - Poste al disopra degli occhi. Ipocondria - Y/ypocondria - Kirby - Quando il primo arco addominale inferiore appa- rente sembra formato da due intimamente uniti distingue il primo col nome di Hypocondria e chiama epigastrio il seguente. Ipocrateriforme - Mypocrateriformis - In forma di coppa. Ipofaringe - HYypopharynx - Valvola verticale posta sul davanti e nel margine inferiore della faringe, che serve a chiuderla insieme all’epifaringe. Vedi Epifaringe. Tav. VII fig. Il d). Ipoftalmo - M/ypophialmus - Hypophtalme - Posto sotto gli occhi. Ipogeo - ypogeus - Hypoge - Che vive sotto terra. Ipoglotta - Z/ypoglossis os hyoide - Hypoglotte, Unterzungen - Chiamasi un pezzo che fa parte del mento, da cui viene nascosto o coperto. Vedi Lepidotteri Tav. II fig. 6 d) In alcuni insetti, Staphilinus e Silphides, è molto sviluppato ; in altri si con- ì € È 12222 fonde con la linguetta e porta verso I° estremità i sostegni dei palpi labiali. Secondo altri autori questo pezzo sarebbe il sotto-mento o fulcro di Kirby o ipofaringe. Ta- vola IX fig. 4 D. Ipopigio - Hypopigium - Arco ventrale dell'ultimo segmento addominale in opposizione a quello dorsale o pigidio. Ipopteri - MYypopteri = Parapteri. Ipostoma - Hypostoma - Untergesicht - Ditteri = Epistoma o clipeo - per altri = faccia. ‘Ipotenusa - Hypotenusîs - Hypotenuse - Vien chiamato nelle Libellulidae un piccolo nervo trasverso fra il settore breve ed il settore del triangolo. Tav..VI fig. 1 18-19. Iride - Zrés - Iris - der Stern im Auge - Viene applicato in una macchia in forma di occhio al cerchio colorato che attornia la pupilla. Tav. III fig. 5 c). Iridescente - /ridicolor, iridescens - Frisé - schillernd, Regenbogenfarbig - Che riflette vari colori o ha riflessi cangianti. | Iridescenza - /risation - Che vi si notano quasi tutte le gradazioni di colori, come le ali di molti Lepidotteri. Irregoiare - Irregularis - Irregular - unregelmissig - Che esce dal normale o da una forma conosciuta e simmetrica. Vedi Antenne irregolari. Irrorato - /rroratus - Arrosé - bestreut - Si applica ad una parte coperta da piccolis- simi punti o atomi colorati, come uno strato sparso di rugiada o di piccoli grani di sabbia. - Setina irrorea. Irto, irsuto - Z/irtus, hirsutus - Herissé - rauh struppig o beborstet - Sparso di peli corti rigidi e serrati. Vedi Integumenti. Isoditetragono - /so-ditetragonum - gleichwinkelig - ditetragonal - Vedi Ottagono. Isoditrigono - /so-ditrigonum - gleichwinkelig - ditrigonal - Vedi ditrigono. Iso-ohditrigono - /so-obditrigonum - verkehrt - gleichwinkelig - ditrigonal - Vedi Obdi- trigono. Ispido - HMispidus - Hispide - rauch - Sparso di peli duri come spine. Ved. Integumenti Dim. ispidulo. Istrumenti o Apparecchi cibari - Instruments cibaîres - Freswerkzeuge = Apparecchio boccale degli insetti roditori. Vedi Apparecchi boccali. Istrumenti o Apparecchi mordenti - /nsiruments mordents = Apparecchi boccali. J Jalino - Hyalinus - Hyalin - Wasserhell, glasartig o glasshell - D'aspetto vitreo. Vedi Consistenza. | Justa - Unito ad altra parola significa vicino, verso; come juxta suturale, s'intende posto verso la sutura. L Labello - Ladellum - Labelle - Oberlippenforsatzt - Emitteri = Labro. Tav. VIII fig. 5 b) Labiale - Labialis - Labial - lippen - Che si riferisce o si trova nel Labro. Vedi Spina labiale. Labiato - Labiatus - Labié - lippenformig - In forma di labro. s 23 Labro - Labrum - Labre - Oberlippe o Lefze - Il labro o labro superiore è posto al disopra delle mandibole o fra le medesime. Consiste in una piastra cornea o mem- branosa, di varia forma, priva d’'appendici, e che s’articola col margine anteriore dell’epistoma, da cui spesso può esserne ricoperto. Tav. I fig. 12) fig. 2 b) Tav. HI fig. 6 c) Tav. V fig. 2-32) fig. 62) Tav. VI fig. 2°), Labro inferiore - Labrum, labium o labrum inferius - Levre inferieur - Unterlippe - Chiamasi un piccolo pezzo corneo, che chiude inferiormente l’apertura della bocca. Taluni comprendono sotto questo nome tre organi principali : il mento, la linguetta e l’ipoglotta con le paraglosse; altri hanno designato a torto la sola linguetta. Ta- vola V fig. 2-3 g). Labro superiore - Labrum o labium superius - Levre superieur - Oberlippe, Lefze = Labro. - Labri terminali - trombe dei Ditteri - parti che rappresentano la linguetta e le paraglosse. Tav. IX fig. 4 g) Al labro si riferiscono i seguenti addiettivi : Labro bis-emarginato - L. bis-emarginatum - L. bis-emarginé - zweimal ausgerandete Oberlippe - Quando offre al margine due incavature o marginature. Labro coperto o nascosto - L. obtectum - L. caché - verborgene Oberlippe - Quando è coperto o nascosto dal margine anteriore della testa o epistoma. Melolontha, Ce- lonia. Labro distinto - L. distinetum - L. distinet - deutlich Oberlippe - Ben visibile come nella Cicindela. Labro smarginato - LZ. emarginatum - L. emarginé - ausgerandete Oberlippe - Col margine terminato da una sola incavatura - Carabus. Lacero - Lacer - dechiré - lappig - Chiamasi un organo o larva solcata esternamente da larghe e profonde incisioni irregolari. - Ninfa di Reduvius. Laciniato - Laciniatus - Lacinié - ausgezackt - Che offre frastagli irregolari ma quasi uguali: in altri termini diviso in parti lunghe, strette od inuguali. Lacinie - Laciniae - Lacinies - Lappen - Appendici o stiletti dell’ armatura. genitale dei Staphynidae - S’ impiega pure nel senso di lobo. Lacune - Lacunae - Lacunes - Vertiefungen - Chiamasi qualunque cavità o fossetta irregolare che offrono i tegumenti. Elitre di Cleonus frontatus flaviceps ec. Lacunoso - Lacunosus - Lacuneux - rissig, spaltig - Munito di lacuna o lacune. Lageniforme - Lageniforme - In forma di piccola bottiglia. Lamellato - Lamellatus - Lamellè - blatterig - Che offre delle laminette o foglie. Vedi Antenne. Lamellicorne - Si applica alle antenne o alla clava lamellata, Lamina o piastra - Lamina, lamella — Lame - Platte - Parte sottile ed estesa posta in qualunque parte del corpo. Laminato - Laminatus - Laminé - abgeplattet - Che termina in una o più lamine. Laminette - Lamellae - Lamines - Blétter - Piccole lamine - Nel rostro degli Emitteri chiamansi laminette quelle parti che cuoprono la base di esso e che rappresentano le mandibole. (continua) 24 COMUNICAZIONI In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi domande, notizie schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. Pecore e capre preistoriche. Da una dissertazione del dott. Glur sui resti animali tro-. vati nelle palafitte svizzere, lo Schweiz-Archiv riporta le seguenti notizie. Nel 1883 sì trovarono: a Font sul lago di Neuenburg numerosi resti d' animali, tanto di quelli domestici finora noti del- l’ epoca della pietra, quanto di quelli da caccia; e resti di Pelicanus onocrotalus. Per la prima volta vi fu trovato un cranio intero della pecora delle torbiere a corna caprine. Con le misure del cranio, l’ autore ha stabilito la stretta parentela esistente fra quest’ animale e la piccola pecora di Biidner tuttora vivente. Osservando il detto cranio da un lato, si trovano sempre sopra un solo e medesimo piano la radice del naso, il margine superiore dell’ orbita e la punta dei cavicchi ossei delle corna, il che si vede pure nella pecora di Biidner, nella capra e non negli altri ovini. La pecora dell’ età della pietra era un animale piccolo; le ossa degli arti toracici hanno so- lamente 50 centim. di lunghezza. Nella stazione di Lischerz sul lago di Biele vennero trovati altri due tipi di pecora. Nella stazione di Méoringen dell’ età del bronzo, sullo stesso lago, venne trovata un terzo tipo di pe- cora affatto differente. Questa non ha corna e non sta in alcuna relazione di sorta colla pecora delle torbiere dell’ età della pietra, ciò che costituirebbe una novella prova, che l’ industria del bronzo fu importata in Svizzera da una popolazione straniera. I dati su alcuni resti di capra trovati nelle suddette stazioni, dimostrano che la capra col de- correre dei tempi non ha subito alcuna notevole modificazione, e che le capre attuali a malapena si differenziano dalle capre preistoriche delle palafitte. Paragonando i risultati delle misurazioni dei crani di pecore e quelli di capra, l’ A. ne ricava alcuni caratteri scheletrici differenziali fra le due specie. L’ Allevatore NOTES DE TECHNIQUE. M. Schandiun vient de publier dans le Zestsehrifl fur wis- senschaftliche Mikroskopie, un intéressant article intitulé : « Ein Mikroaquarium welches auch zur Paraffin Einbettung fir kleine Objecte benutzt werden kann ». Ce que nous devons surtout retenir de cette communication, c’est la manière dont l’auteur construit un aquarium qui peut servir à examiner des objets microscopiques sous un assez fort grossissement. On prend une lame de verre, port objet, et l’on coupe dans celle-ci, un rectangle ou un carré (vers l’un des bords). On colle ensuite sur les deux faces du porte objet une lamelle de verre plus grand que la partie enlevée. Le baume de Canada chaud, est ce qu'il y a de meilleur pour faire adhérer les lamelles au verre. L'on a ainsi une lame de verre dans laquelle se trouve une cavité qui peut étre remplie du liquide à examiner. Ce dernier ne pourra en sortir par suite de la capilla- rité, on pourra donc fort bien placer le porte objet aquarium, horizontalement sous le microscope. Il est avantageux naturellement de coller aux deux extrémités de la lame de verre et sur chacune des faces, des petites bandelettes de verre qui seront destinées à protéger l’aquarium. Un des grands avantages que présentent de petits appareils semblables est celui-ci: Les or- ganismes une fois fixés sur le verre couvreur, peuvent étre facilement fixés. Le baume peut étre dissous dans-le xylol, et le couvre objet peut servir pour une préparation. Ces appareils sont entrés dans le commercie et sont mis en vente par la maison Kl6nne et Miiller de Berlin. — M. F. Pfeiffer R. v. Welheim, a fait paraître tout récemment dans le « Jahrbiicher fur wis- senschaft. Botanik (Bd XXVI, Heft IV) un résumé de la technique de la préparation des Algues d’eau douce. Ce travail est divisé en deux parties; la première comprend la description des divers réactifs 25 instruments, colorants, liquides conservateurs, pierres d'inclusion, fermeture des préparations. La seconde partie est pratique. Elle consiste en un grand nombre de tableaux divisés en cinq colonnes. Dans la prémiere de celle-ci se trouve marquée le nom de l’Algue, la seconde donne les mo- yens de fixation. Une troisiéme colonne indique les liquides conservateurs à employer. La colonne suivante nous fournit les liquides colorants. La dernière enfin, contient les inclusions à employer. L’auteur passe ainsi en revue les Algues suivantes: Batrachospernum, Hydrurus, Coleochaete, Bulbochaete, Oedogonium, Prasiola, Hormiscia, Chaetophora, Draparnaldia, Stigeoclonium, Con- ferva, Microspora, Trentepholia, Microthamnion, Cladophora, Vaucheria, Volvox, Pandorina, Scenedesmus, Pediastrum, Sorrastrum, Coelastrum, Ophiocytium, Raphidium, Tetraedron, Ere- mosphaera, Tetraspora, Dictyosphaerium, Nephrocytium, Gloeocystis, Botryococcus, Palmella, Pleurococcus, Protococcus, Englena, Mesocarpus, Mougeotia, Kygnema, Spirogyra, Desmidium, Hyalotheca, Sphaerozosma, Cymnozyga, Spirotaenia, Closterium, Penium, Tetmemorus, Dis phinctium, Pleurotaeniopsis, Xanthidium, Cosmarium, Arthrodesmus, Euastrum, Micrasterias, Staurastrum. Diverses Diatomées. Comme on peut le voir par cette longue liste, M. Pfeiffer a réuni dans son travail, des don- nées sur la préparation de tous les groupes d’Algues d'eau douce. Cette revue thecnique sera donc de la plus grande utilité è tous ceux qui s'occupent d’algologie. Nous pouvons leur certifier que les méthodes indiquées par l’auteur sont excellentes et que les préparations que l'on obtient en les suivant, sont irréprochables. Nous avons eu l’occasion d’en admirer plusieurs. Les tableaux surtout devraient pre.dre place sur la table de travail de tout algologue. É. D. W. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —_=tl4g-=>—_ IN RISSA TRIDACTYLA Macsgill. Gabbiano terragnolo. — Il 19 dello scorso gennaio fu ucciso in Albissola Marina, un individuo di questa specie che il Salvadori (Fauna d’Italia p. 292) dice rara in Italia, e il Savi (Ornitologia italiana, vol. III p. 138), rarissima nel Mediterraneo. Questo esemplare, che ho acquistato e preparato per la mia piccola collezione, è giovane dell’anno ed h le seguenti dimensioni, che discordano in parte da quelle indicate dagli autori: Lunghezza totale m. 0,42; apertura del becco m. 0,052; ala m. 0,305; coda m. 0,12; tarso m. 0,035; dito medio, non compresa l’ unghia, m. 0, 40. Il tubo digerente conteneva cinque pesci ancora intatti, della lunghezza di 5 cm. circa, oltre a parecchie teste di altri pesci immerse in una poltiglia cenerina. Nella Liguria capita meno raramente che nelle altre parti d’Italia. Un bell’ esemplare di fem- mina adulta si conserva nella pregevole raccolta ornitologica dovuta alle cure dell’ abate David, la quale da pochi anni è proprietà del Municipio di Savona. Poichè le migrazioni, le comparse ordinarie e accidentali di certi uccelli in una regione, sono in intimo rapporto colle condizioni meteoriche, credo non inutile trascrivere i dati seguenti forniti dall’ osservatorio di questo R. Liceo, e che si riferiscono ai giorni che precedettero la cattura di questo notevole Laride : Nei giorni 13, 14 e 15 gennaio, vento di N. e caduta di neve, che raggiunse l’ altezza insolita per la Liguria, di 50 cm, Abbondanti nevicate avevano coperta la valle del Po. A Savona la tem- peratura scese a — l° il giorno 14. Ai 16, scirocco con pioggia, seguìto il giorno dopo da temporali e grandine. Il mare era molto agitato. Il 19 si ebbe temperatura mite, che oscillò fra un massimo di + 8,°6 e un minimo di + 39,8 con leggero vento di N. e NE. Savona, 9 Febbraio 1895. Prof. NiccoLò MEZZANA 26 NOTIZIE ORNITOLOGICHE RACCOLTE NEL TRENTINO DURANTE IL 1894. 1. AquiLa cHysattos, Linn. Aquila reale. — Ebbi occasione d’ esaminare un bellissimo esem- plare d’Aquila reale, ucciso presso Vervò in Val di Non ai 18 febbraio. Era un maschio giovane, e fu preparato per un signore di Tajo. Al momento della cattura quest'Aquila era accompagnata da un secondo individuo, il quale però riuscì a sfuggire ai cacciatori. Quindici giorni più tardi fu uccisa un’altra Aquila reale a Pinzolo in Rendena, ma ignoro ov' essa sia andata a finire. I 2. CiRcAETUS GALLIcUS, Bp. Biancone. — Il Museo roveretano venne al possesso d'un Bian- cone preso a Marco agli 8 aprile. Era una femmina e conteneva 4 uova, grosse quasi come una ciliegia. Mi consta che un altro bell’ individuo ucciso a Villamontagna al principio di ottobre, venne regalato al Museo di Trento. 3. FALco PEREGRINUS, Tunstall. Falcone. — Potei esaminare un esemplare di questa bellis- sima specie, per noi sempre rara, ucciso ai Predazzo ai 7 gennaio. Fu messo in pelle da questo preparatore sig. Emilio Refatti e quindi spedito a Firenze. ; 4. SyrNIUM aLUCcO, Linn. AZlocco. — Un maschio adulto di questa specie e precisamente della var. fulva, fu catturato a Cei presso Rovereto ai 25 ottobre. Fu preparato pel Gabinetto di Storia naturale di quest’ I. R. Ginnasio. Il rev. don A. Fait di Trento mi scrive di averne ricevuti verso la fin d'ottobre due individui della var. ful/va, nel ventricolo d’ uno dei quali trovò una talpa. 5. BRACHYOTUS PALUSTRIS, Bp. Allocco di palude. — In sullo scorcio dell’ ottobre 1894 ne fu catturato uno a Villamontagna e preparato pel Museo di Trento. 6. PAURUS ATER, Linn. Cincia mora. — In settembre e ottobre passaggio quasi nullo. Però sul finire di questo mese e nella prima metà di novembre, sul Roveretano furono prese molte Cincie more. Singolare questo passo così ritardato ! 7. TicHopRoMA MURARIA, Linn. Murazolo. — Un bel maschio di questa specie, piuttosto rara, venne catturato agli 8 novembre sulle rupi di Terragnolo. Secondo informazioni datemi, fu preso anche presso l’Osfitale di Trento ed è frequente lungo lo stradale di Pergine e di Buco di Vela. 8. ACCENTOR COLLARIS, Scop. Sordone. — Dall’ ottobre al dicembre, furono portati sulla piazza di Rovereto, io esemplari di questa specie, tutti uccisi sui monti circostanti. Vidi l’ultimo Sor- done ai 12 dicembre. 9. Turpus musicus, Linn. Tordo. — Se, come lessi nei giornali, sul Bresciano nella prima metà d’ottobre i Tordi furono presi a tonnellate, alla stessa epoca anche nel Trentino, si fecero catture, che da molti anni i nostri uccellatori non salutavano l’ eguale. Ai 19 ottobre venne re- galato al nostro civico Museo un Tordo isabdellino, preso poco lungi dalla città. 10. Turpus PILARIS, Linn. Tordela. — Abbondò assai più del solito durante il novembre ed il dicembre. I cacciatori dicono che quando la Gardena s° abbassa fin presso la pianura, non è lontana la neve. Ed al momento in cui scrivo tutto il Trentino è coperto da un immenso lenzuolo bianco, che da una serie di anni non si vedeva l’ eguale. ll. MeruLA Torquata, Linn. Merlo dal collare. — Ebbi un bel maschio colto nei pressi di Rovereto ai 31 dicembre. Esso presentava caratteri spiccatissimi della forma nord-europea ben di- stinta dall’ alpestris Brehm, che nei tre ultimi mesi dell’anno fu portata in buon numero sul mercato di Rovereto. Nel ventricolo conteneva rrammenti di bacche di Ginepro. 12. EMBERIZA PuSILLA, Pall. Zigoto minore. — Un individuo di questa specie venne catturato a S. Giorgio presso Rovereto il 24 ottobre. Il sig. L. Azzolini fece dono dello stesso al patrio Museo. 13. EmBERIZA scHoENICLUS, Linn. Migliarino. — Il 29 ottobre veniva catturato un Migliarino albino, che fu donato al nostro Museo dal dr. Giulio Bozzoni. 14. EMBERIZA CITRINELLA, Linn. Zigolo giallo. — ]l sullodato rev. Don A. Fait, appassionato ornitologo, mi scrive che il 15 dicembre u. s. vide sul mercato di Trento un bellissimo individuo vivo di questa specie. « Esso aveva la testa tinta come al solito, tutto il resto era d’un bel color marrone scuro, coi margini delle piume del dorso un po’ più chiari ». 15. PASSER DOMESTICUS et ITALIAE. — Per quanto io mi sappia non è ancora ben definito il 21 confine dell’area distributiva del Passero nostrale (Passer Italiae Vieill.) in confronto di quella della Passera oltramontama (P. domesticus Lina.) So che qui in Rovereto in molti anni d' os- servazione non mi fu dato d'aver in mano un P. domesticus. Pare che questo cominci a compa- ‘rire da Bolzano in fuori, Da varii anni fu però accertato che le due specie esistono mescolate a Sterzing. Quest’ anno io ritirai varii esemplari da S. Vigilio di Ennemberg in Balìa e fra quelli trovai rappresentato tanto il P. domesticus, che il P. italiae. 16. PetRONIA stuLTA, Gm. Passera lagia. — Il 12 ottobre il sig. Thaler di quì, pigliava in Vallunga un individuo di questa specie, per noi rara, e credo lo tenga ancora attualmente in gabbia. 17. CirysomiTRIS sPINus, Linn. Lucarino. — I Lucarini mancarono quasi del tutto in settembre ed ottobre. Comparvero a branchetti abbastanza numerosi in novembre ed in dicembre. Io ne ebbi parecchi ai 15 da Gardumo ed ai 17 dicembre da Serrada. A mio giudizio questi dovrebbero essere ibernanti e non migratori. :18. AEGIOTHUS LINARIUS, Linn. Organetto. — Ai 2 dicembre trovai sulla piazza di Rovereto, due Organetti, che erano stati presi in quei giorni a Gardumo. 19. LoxrA curvIRosTRA, Linn. Crociere. — Alla fine d’ ottobre e nella prima decade di no- vembre furono pigliati molti Crocieri sui monti circostanti alla città. 20. OrioLus GALBULA Linn. Rigogolo. — Verso la fine dello scorso settembre il rev. Don Fait comperò sul mercato di Trento due esemplari di questa specie in abito giovanile. Pel Trentino il Rigogolo è specie piuttosto scarsa. 21. Coracras GARRULA, Linn. Ghiandaia marina. — Ebbi in esame un bell’ esemplare di questa specie ucciso nei dintorni di Rovereto il 27 maggio. 22. NucIFRAGA caRYocaTACTES, Linn. Nocciolaia. — Lo scorso autunno in varie riprese, furono portati sulla piazza di Rovereto circa 20 esemplari di questa specie. Sottoposti all’ esame alcuni degli stessi, trovai che si trattava della forma settentrionale leptorhynchus e non dell’indigena pachyrhynchus. 23. TetRA0 vRogaLLUs, Linn. Gallo Cedrone. — Un maschio di circa 3 anni fu ucciso sui monti di Serrada ai 14 maggio. Il cacciatore che lo aveva catturato mi disse che nella medesima località vi erano contemporaneamente due altri maschi, i quali però seppero evitare il piombo che li insidiava. 24. OrtYGOMETRA PORZANA, Linn. Voltolino. — Un bel maschio di detta specie fu preso in Valdiriva presso a Rovereto ai 29 marzo. Altro esemplare catturato ai 27 aprile in Ala, fu con- servato per qualche tempo in domesticità. 25. AEDEA CINEREA, Linn. Airone. — In sulla tarda sera del 30 marzo, veniva ucciso un maschio bienne di questa specie rara pel Trentino. Fui assicurato che in quel torno di tempo era stato ucciso un altro Airone a Calliano. 26. Ciconia ALBA, Schéff. Cicogna. -—- Ho letto nel n. dei 15 ottobre a. c. di codesta Rivista italiana di scienze naturali che nella 1.* metà di settembre furono uccise tre Cicogne su quel di Arco, una delle quali fu preparata per la raccolta del sig. Riccardo Ferrari di Trento. 27. Cyenus musicus, Bechst. Cigno selvatico. — Un maschio di questa rarissima specie fu cat- turato il 18 aprile sulle ghiaie del Noce presso Mezzolombardo ed ora è in possesso del sig. Fed. Devigili di cola. Io lo giudicai sul 3.° anno d' età. Stomaco completamente vuoto. 28. Rissa TRIDACTYLA, Linn. Gabbiano terragnolo. — Un esemplare di questa specie fu rega- lato al Museo roveretano. Era stato ucciso sul Garda durante il marzo 1894, 29. Popiceps crIstATUS, Linn. Svasso maggiore. — Un individuo adulto in abito autunnale fu ucciso ai 26 novembre dal sig. Emilio Dr, de Probizer in riva all’ Adige presso Rovereto. Un secondo esemplare, che gli era compagno, continuò il suo viaggio nella direzione di Trento. Rovereto nel gennaio 1895. Prof. AGostIno Bonomi Strage di Selvaggina. Leggesi nel Corriere agricolo di Milano n. 21: La legge sulla caccia inibisce assolutamente di cacciare quando il suolo è ricoperto di neve; ma son pochi quelli che rispettano tale inibizione, e meno di tutti, i cacciatori di mestiere. 28 Colla grande nevicata di questa ultima settimana avvenne proprio una ecatombe di selvag- gina di tutte le specie. Furono prese, in certe località della Lombardia,=800 lepri in pochi giorni e vendute, non tanto segretamente, a prezzi vilissimi. — Di uccelli poi non discorriamone: ven- nero acchiappati a migliaia con mezzi leciti e non leciti. Rep. NOTIZIARIO SEZ. Dono cospicuo al Museo di Rovereto. S. E. il governatore dell’ Eritrea, generale Ba- ratieri, donò al Museo di Rovereto, sua patria, tutta la collezione di uccelli ed altri animali eri- trei, che avevano figurato alle esposizioni riunite di Milano. I microbi ed il pane. Secondo il dottor Troitzki il pane fresco, non ancora tagliato, non contiene alcun microbo, essendo il calore necessario alla cottura sufficiente per uccidere tutti i mi- eroorganismi. Ma tosto che il pane è stato rotto e che resta scoperto, esso offre germi d’ ogni sorta, ed anche ai microbi patogeni, un eccellente mezzo di coltura. Il pane bianco è mezzo migliore del pan nero o del pane di segala, la cui acidità è più grande. Secondo le esperienze del dottor Troitzki, lo streptococco piogeno conserva la sua vitalità sulla mollica da 28 a 31 giorni e sulla crosta da 20 a 22 giorni; il batterio carbonchioso vive sulla mollica da 30 a 37 giorni, sulla crosta da 30 a 33 giorni; la vitalità del bacillo d’ Eberth oscilla tra 25 a 30 giorni e quello del bacillo virgola tra 23 a 27 giorni. Particolarità abbastanza singolare: se il pane è sterilizzato prima dell’ esperienza per un sog- giorno di 15 minuti ad una temperatura di 115° la vitalità di tutti i batterî patogeni si trova prolungata di diversi giorni, da 4 a 8. L'autore spiega il fatto per la diminuzione, sotto l’ influenza del calore, dell’ acidità del pane, che diventa così un terreno di coltura più favorevole. Serpeta, nuova malattia degli aranci. Una nuova malattia degli aranci fu testè sco- perta nella provincia di Castellon, in Spagna, la serpeta. Si presenta sotto la forma di peronospora sui rami, fa ingiallire e deperire le foglie ed attacca anche il frutto. Una commissione composta di agricoltori, di naturalisti e di chimici, l’ha studiata e come rimedio immediato consiglia di aspargere con petrolio i rami attaccati. La difterite trasmessa da un bambino ad un cane. Il Wheles riferisce nel The Veter. Mag. e Bul. de Med. vet. 1894 pag. 768 che in una casa nella quale era stato un bambino ammalato di difterite, la medesima malattia di difterite nera, colse dopo poco il cane che avvici- nava il bambino stesso. La società botanica italiana ha stabilito di tenere la sua riunione generale a Palermo dal 16 al 23 aprile prossimo. i La stazione di piscicoltura, annessa al Museo agrario di Roma, sarà trasformata in R. Stazione di piscicoltura. A tale scopo sono state inscritte L. 10220 nel progetto di bilancio del Ministero di Agricoltura per l’ esercizio 1895-96. A vantaggio della pesca fluviale e lacuale. La R. prefettura e la Commissione per la pesca della provincia di Udine, hanno diramato una circolare, nella quale si constata la grande diminuzione del pesce e dei crostacei riscontrata in quei corsi d’ acqua e si rammentano le dispo- sizioni stabilite dalla legge sulla pesca per la protezione di questi animali, e le severe pene san- cite dalla legge stessa per i contravventori. Esami di abilitazione all’ insegnamento delle scienze naturali. Da una comuni- cazione del Ministero della Istruzione pubblica togliamo. Ai termini del regolamento approvato con R. decreto 8 luglio 1888 e nelle sedi da esso stabilite, gli esami di abilitazione all’ insegna- mento delle scienze naturali, avranno luogo nel prossimo mese di aprile. Le prove scritte si faranno: La prima il 15 aprile e le altre proseguiranno nei giorni suc- cessivi 16, 17 e. 18. Per le prove orali e per la lezione pratica, i giorni saranno stabiliti, come dispone l’ articolo 33 del citato regolamento, dalle singole commissioni esaminatrici. 29 Quinto Congresso Internazionale di Otologia. L'inaugurazione di questo Congresso avverrà in Firenze il 23 settembre 1895 e continuerà, come le precedenti riunioni, per quattro giorni, cioè fino al 26 di detto mese. Secondo quanto fu deliberato nel 1888 nell’ ultima Sessione di Bruxelles, nel Congresso In- ternazionale di Otologia di Firenze saranno trattati varî temi, o questioni, da servire perla discus- sione generale. Il soggetto di questi temi ed i nomi dei Relatori saranno presto spediti a tutti gli Otologisti, insieme all'invito di prender parte ai lavori della interessante riunione scientifica e di mandare al Presidente, Prof. V. Grazzi, di Firenze, od al Segretario-Tesoriere del Comitato Ordi- natore, Dott. T. Bobone, di S. Remo, i titoli delle comunicazioni che i cultori della otologia de- siderano presentare. Concorsi a premi: Concorso Cirio. Il comm. Francesco Cirio ha depositato alla Banca d’Italia, sede di Roma, lire mille, destinate quale premio al miglior lavoro sulla trasformazione dei terreni incolti o male coltivati, in proprietà attive e rimuneratrici, utilizzando tante forze na- turali che ora giacciono inerti e applicando nel modo più facile e pratico i principii cooperativi. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Saccardo prof. A. P. nominato membro della Società imperiale dei naturalisti di Mosca. La Valle ing. Giovanni, promosso prof. ordinario di mineralogia nella Univ. di Messina. De Toni prof. dott. G. B. nominato socio corrispondente della Società di Sc. naturali e matematiche di Cherbourg. Kleinenberg dott. prof. Nicolaus, trasferito, per sua volonta, dalla Università di Messina a quella di Palermo. Giannini dott. Giuseppe, nominato assistente presso il gabinetto di Zoologia ed Anatomia comparata nella Università di Parma. Federici dott. Niccolino, nominato assistente come sopra nella Univ. di Sassari, Mattirolo prof. dott. Oreste, promosso prof. ordinario di Botanica nella R. Università di Bologna. Carucci dott. Vittorio, ha ottenuto la libera docenza in Anatomia veterinaria. Patrone dott. Carlo, nominato coadiutore nel gabinetto di Geologia della Univ. di Messina. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l’utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere ì loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, L CISTI . . . . . . . anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 22 Smith Ed. , Hellview Place Paisley (Inghilterra), offre farfalle della sua regione in cambio di altre, 23 Buffett J. è Montrevel (Ain, France), offre des Coléoptères de France et des oeufs d'Oi- seaux en échange de Coléoptères. X 24 Baroni Eugenio, Istituto botanico, Firenze, desidera in cambio o in prestito, lavori comparsi dal 1870 al 1894, nei quali sieno citate piante raccolte in Toscana, per compilare un Supplemento unico al Prodromo della Flora toscana di T. Caruel. 30 25 Carminiani Costantino, Via Moscova 18, Milano, desidera acquistare 1° Ornitologia italiana del prof. Paolo Savi, anche usata. 26 L. Rossignol, Via Sempione Omegna (Piemonte), offre una numerosa collezione di co- leotteri europei nonchè esotici, in cambio di buone specie italiane, greche e spagnole. Offre anche una bella collezione di molluschi fossili Terziari, Jurassici e Cretacei. Mandare offerte. 27 Bezzone Cesare, Via Manno n. 11, Sassari, desidera fare acquisto di un cane di razza di Terranuova, grande, mantello nero e dell’ età non superiore a 3 o 4 mesi. 28 Ai produttori di patate e castagne. È stata impiantata dal nostro Governo, un'Agenzia Commerciale Italiana, avente rapporti continui ed importantissimi con la Siria e la Palestina. La suddetta Agenzia rende ora noto, che su quel mercato si fa attiva ricerca di patate e ca- stagne, quindi coloro che ne avessero delle buone partite, possono con loro vantaggio, offrirle di- rettamente alla suddetta Agenzia. 29 Fratelli Ingegnoli di Milano, hanno pubblicato il nuovo catalogo illustrato delle se- mente e piante. Chi lo desidera può farne richiesta allo Stabilimento agrario-botanico dei fratelli Ingegnoli in Milano. ui; 30 Coppi dott. Francesco in Gorzano Modenese offre: Collezione generale di tutte le epoche d’ Europa e d'America, di specie 2000 per L. 1500 franca di imballaggio. — Coll. spe- ciali di foraminiferi del modenese. — 127 specie del pliocene superiore, prezzo la specie da L. 0,50. a L. 2. — 217, pliocene medio da L. 0,40 a 1,50. — 72, pliocene inferiore da L. 0,80 a 2,50. — 116 miocene superiore da L. 0,60 a 2. — 140 miocene medio da L. 0,90 a 3. — Collezione com- pleta ed unica di 300 specie per L. 1000 montate in cartone e tubi di vetro. 31 Offretite nuovo e raro minerale in XX, Si offrono esemplari da L. l a 4. 32 Arseniosiderite. Minerale del quale è esaurita la piccola cava, sì offre da L. 1a 3 per esemplare. 33 S. Brogi, naturalista a Siena, desidera acquistare od avere in cambio, Pipistrelli Ferro di cavallo (Rhinolophus ferrum equinum) e Orecchioni (Plecotus auritus); Scojattoli (Sciurus vulgaris), Barbagianni (Strix fiammea) e Sterne bianche piccole (Sterna minuta) I Barbagianni e le Sterne, le accetta tanto fresche in carne che già messe in pelle, ma gli altri gli occorrono solo freschi in carne appena morti o viventi. 34 Canne di Bambù non tanto grosse. Chi ne ha, è pregato comunicarne all’ amministra zione di questo Bollettino, il prezzo per ogni 100 pezzi lunghi circa un metro. 39 Si offrono Carabus Famini della Sicilia a L. 1,70 l'uno franchi di porto e raccoman- dati. A chi ne acquista diversi sarà fatto un prezzo molto ribassato. 36 Venables John Woodhurst, upper Warlingham (Inghilterra), offre per cambi Lepi- dotteri europei. 37 G. Pissaro, 23, rue Viéte, Paris, désirerait fair déterminer un certain nombre de fos= siles du miocéne de la Gironde. Il offre en retour des fossiles de l’éocène. 38 E. André, à Macon (France), désire fair déterminer des Diptères. Il offre des doubles en retour. : 39 M. Charles E. Porter, Casilla n.° 5, Escuela naval, Valparaiso (Chilì) offre per cambi Carabides, Dytiscides, Staphylinides, Scarabwides, Curculionides et Coccinellides del Chilì. 40 Dupont Louis, 3 rue de l’Orangerie, Le Havre (France), offre 200 espèces de Lepidopt. d'Europe et 50 des États-Unis, ainsi que nombr. mémoires sur les différents ordres, exlr. des An- nales Soc. Ent. France, contre Lépid. ou ouvrages relat. à cet ordre. 41 Bonnet André, 55, boulevard Saint-Michel, Paris, off e fossiles des faluns de Touraine contre fossiles de tous terrains et coquilles vivantes. Env. obluta. 42 Victor-Lucien Frére, à Neuville-sur-Sa6ne (France), offre coquilles terrestres et fluviat. de France, contre échantillons similaires francais ou exotiques. — Env. oblata. 31 Per secondare il desiderio espressoci da alcuni abbonati poniamo in vendita i singoli fascicoli delle annate arretrate di questi periodici e diamo qui l’ elenco dei PRINCIPALI SCRITTI FINORA PUBBLICATI. Ogni fascicolo franco di porto costa cent. 25, ma se vi sono figure il prezzo è variabile e viene comunicato ad ogni richiesta. Agli autori ‘che richiedono i fascicoli contenenti i loro scritti ed a coloro che acquistano di- versi fascicoli il prezzo sarà molto ridotto. A chi rimette 10 cent. in più, l’invio viene fatto raccomandato, altrimenti non si resta re- sponsabili degli smarrimenti postali. A coloro che in luogo degli intieri fascicoli che contengono sempre diversi articoli, desiderano avere le sole pagine che comprendono il soggetto domandato, il prezzo viene ribassato fino anche a 10 centesimi per articolo. Oltre gli articoli qui sotto elencati, trovansi sparsi nei diversi fascicoli, una grande quantità di annunzi bibliografici, notizie di caccie, catture interessanti, note zoologiche, zootomiche, bo- taniche, mineralogiche, geologiche ecc., insegnamenti pratici, invenzioni e scoperte, notizie ed insegnamenti di agricoltura, orticoltura e giardinaggio, lotta contro i parassiti, entomologia agraria, mostruosità, ibridismi ecc. ecc. A chi li desidera, inviamo gruppi speciali di tali articoli a loro scelta ed a prezzi mitissimi. Chi desidera risposta, schiarimenti ecc., scriva in cartolina doppia od unisca il francobollo per la risposta. Si accettano in cambio libri ed opuscoli di storia naturale. N. B. Nelle parentesi che trovansi dopo la indicazione degli articoli, i numeri romani indi- cano l'annata ed i numeri arabi i singoli fascicoli nei quali gli articoli si trovano. BOTANICA (Continuazione vedi fascicoli antecedenti) Bolzon P. Pseudanzia delle rosacee. (XI, 12. XII, 1. Con 11 fig. L. 0,50). Bordi L. Le placente vegetali, loro evoluzione e loro importanza per la tassinomia. (XI, 10, RIIol: 024), Borzi A. Dei metodi di coltura delle Cloroficee terrestri. (XI, 9). Briosi G. Elenco delle ricerche fatte al laboratorio di Botanica crittogamica di Pavia nei mesi di settembre e ottobre 1889. (X, 2, 3). Brogi S. La peronospora della vite. (VI, 6-7, 8). — Conferenze sulle malattie della vite. (VI, 11, VII, 5). Cacciamali G. B. Sopra un caso di atavismo in una spiga femminea di Zea mays. (XII, 7) Caladium. II? esposizione orticola a Pistoia. (I, 8). — Esposizione speciale di piante fiorite in Fireuze. (II, 4). — Le Begonie, Loro descrizione. (II, 9, 10, 11). Cavazza D. Innesto della vite. (VI, 5). Chiodi E. Doppio endocarpio in un frutto d’ arancio. (X, 6). Cuboni G. Rassegna crittogamica. (VIII, 7, 1X, 3-9, X, 4, 5, 6). — Norme da seguirsi nella spedizione dei campioni di piante ammalate, alle RR. Stazioni di patologia vegetale. (XIII, 7). De Bonis A. Sulle anomalie nelle inflorescenze di Zea mays. (IX, 3). — Fecondazione occasionale della Platanthera bifolia Rich. per mezzo del vento. (XIII, 2). Del Torre F. Note micologiche. (XI, 7). — Note sui funghi del distretto di Cividale. (XI, 10). — Ulteriori osservazioni sui funghi del Cividalese. (XII, 2) — Crittogame. Notizie intorno alle Alghe del distretto cividalese. (XI, 11). — Ulteriori note sulle crittogame del Cividalese. (XII, 5, 6, 8, 9). — I funghi eduli è venefici e loro riconoscimento. (Xil, 11). - Criterii intorno al fissare l’entità specifica di alcuni generi di famiglie fanerogame e crit- togame di piante. (XIII, 3). De Toni G. B. Le malattie della pianta del Tabacco. (XI, 7). — La teratologia del Tabacco. (XI, 8). — Rapporto sopra gli studi di Iwanowsky e Polofzoff riguardanti una malattia (vajuola- tura) della pianta del Tabacco. (XII, 2). Direzione. Come combattere la Peronospora viticola. Bisogna decidersi ! (VII, 4), _— Nuova innestatrice di viti. (XI, 4. Con 2 fig.) | Direzione, Ottavi O. e Giannetti C. Lo zolfo acido e la peronospora. (VI, 8). * Du Buysson H. Procédé pour dessécher les plantes grasses. (III, 11). E. D. W. Reproduction des diatomées. (XIII, 10). G. C. Piante foraggiere da sperimentarsi. (VIII, 5). I. M. Agricolo. I fiori all’ estero. (VI, 6-7). La Notte F. Le Orobanche o succiameli. (IIl, 2, 5). — Perchè la durata di potenza a germinare ed a resistere al freddo non è la stessa in tutti i semi. (III, 4). Lenticchia A. I primi fiori nel Cantone Ticino. (IX, 10-12, 15, 17, 19, 23, X, 2). Lojacono-Pojero M. Terzo elenco biologico di Sicilia. (X, 5, 6). Longo A. Nuova specie di quercia. Con l tav. in fototipia. (VIII, 6. L. 0,50). — Ancora sulla nuova specie di quercia. (VIII, 7). — Ancora sulla quercia fragno. (IX, 14). Lunardoni. L’ Asperula odorata e sua utilizzazione. (VIi, 9-10). Mancini C. Di una nuova forma di Silò. (VI, 2). Marchese G. Una nuova pianta forraggera (VII, 4). Maserati P. Coltura, storia e diagnosi del Leandro. (IV, 2). — Le Sarracene. (IV, 10, 11, V, 1). — Cultura del Topinambour. (V, 4). — La vegetazione intertropicale. (V, ©). — Gli Eucalitti. Loro diagnosi. (V, 6). | — Scelta delle uve migliori per vino. (V, 9-10). — Cenni storici sul pomo di terra. (V, 12). Mattei G. E. Disseminazione delle piante. (VIII, 3, 4). — Le formiche e la disseminazione delle piante. (VIII, 9-10). — Sulla disseminazione di alcune ciperacee. (XI, 3). — Note botaniche. (VIII, 7, X, 3). — Il Dracunculus vulgaris Scot. (Arum Dracunculus L.) (VIII, 8). — Anomalie nelle infiorescenze di Zea mays. (VII, 11). aagbazzanati — Kicerche intorno alla nuova quercia italiana. (IX, 14. Con l tav. L. 0,50). — Di due nuove quercie orientali. (IX, 23). — Sui pronubi del Sauromatum guittatum. (XII, 10). Mattei G. E. e De Bonis A. Note botaniche. (VIII, 9-10). Meneghini S. Il Gelso e le sue varietà. (VIII, 11). Naturaliste (Le). Le Balsamines. (II, 12). Ohlsen C. Le 12 regole fondamentali della pomicoltura. (IX, 22). Ottavi O. Crittogama (oidio) e peronospora. (IX, 4-5). Ottavi e Agricolture Pratique. Contro i danni delle brine alle viti e la produzione delle nubi artificiali. (V, 3). P. Cimatura e sfogliatura del Granturco. (VI, 8). Pavesi C. Ulilità del solfato e limatura di ferro nella coltivazione delle piante. (V, 4). Pelacani F. Fillotassi florale. (VII, 11, 12, VII 1, 2, 3, 4). Pichi P. Sulla conservazione dell’ uva per le collezioni ampelografiche. (X, 7). Pirotta P. Caffè caccao o nocciolo di terra (Cyperus esculentus) (II, 1). (continua) S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri _ Anno XVN.° 3 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 10 Marzo 1895 SOMMARIO n De Angelis dott. Gioacchino. Studio paleozoologico. I corallarii fossili dei terreni terziarii, ag. Rivista Bibliografica. Da pag. 25. a pag. 36. o italiana. Pubblicazioni del 1893. Da pag. 27. a pag. 38. STUDIO PALBOZOOLOGICO del dott. GIOACCHINO DE ANGELIS Assistente al Gabinetto di Geologia della R. Università Romana <=Z= I CORALLARII FOSSILI DEI TERRENI TERZIARII COLLEZIONE DEL GABINETTO DI STORIA NATURALE R. ISTITUTO TECNICO DI UDINE APPENDICE INTORNO AD UNA HYDROCORALLINA FOSSILE. (continuazione) Typus COELENTERATA Classis ANTHOZOA I.° Ordo Alcyonaria Fam. Gorgonidae 1. Isîs melitensis Goldf. Colli di Torino (2 esemplari). 2. Isis contorta E. Sismonda Stazzano (1). 5. Corallium pallidum Mich. | Termofourà (4). 3 Gli esemplari che riferisco a questa forma non sono in ottimo stato di conservazione; qualcuno pone she, con grave dubbio, riportare al C. rubrum Costa. 2% Un frammento, proveniente da Costalupara (Dego), ci presenta, riguardo all’ ornamentazione, caratteri speciali, che rendono difficilissima la specifica- zione. Il piccolo frammento non permette di fare altre osservazioni. Per la irregolarità delle coste potrebbe essere ascritto al C. inaequale; ma non oso farlo, tanto è pessimo lo stato di conservazione. Fam. Pennatulidae E. H. 4. Leiopathes vetusta Michelotti Piana di Dego (molti), Cassinelle (2), Termofourà (6), Val Ceppi (2). Riporto a questa forma gli esemplari sopra indicati con quella esitazione che lascia necessariamente la determinazione di fossili così semplici e quindi tanto incerti. È cosa difficilissima specificare col ‘solo asse sclerobasico fos- sile il solo genere di questa classe di animali. Il riferimento si deve all’ Haime. 4 i RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Ve ne sono alcuni costituiti da strati sclerobasici imbricati, che si potreb- bero riferire al gen. Primnoa Lmx. II. Ordo ZOANTHARIA < Sub Ordo Madreporaria _ 18 Sectio Madreporaria perforata Fam. Poritidae E. H. 5. Litharaea Michelotti (Meneg. în sch.) de Ang. Mongiardino presso Belforte (3), Costalupara (1). Riferisco, con qualche dubbio, a causa del cattivo stato, alcuni esemplari a questa forma. Vi ho potuto scorgere qualche differenza che attribuisco a variazioni individuali. Qui sotto (fig. 1.) osservasi la sezione trasversale del- l’ esemplare tipico proveniente da Sassello. beds =iX:18 Fam. Madreporidae Duncan. 6. Turbinaria cyathiformis Blain (de). Colli di Torino (1), Termofourà (1). Il cattivo esemplare, che porta la determinazione del Michelotti, non fa riconoscere tutti i caratteri specifici. 7. Madrepora lavandulina Mich. Colli di Torino (1). Ricordo come la Dendracis miocenica Michtti non sia altro che la pre- sente forma. 8. Madrepora exarata Michtti x Colli di Torino (2). Questa forma ha grande somiglianza con la Dendracis Haidingeri Reuss. Vi hanno in collezione moltissimi esemplari provenienti da Termofourà e da Val Ceppi, i quali appartengono a questo genere, ma sono così mal conservati, che non si possono determinare. Nel presente genere poi la specificazione è oltre ogni dire difficile ed incerta. Fam. EUPSAMMIDAE 9. Dendrophyllia digitalis Blainv. Colli di Torino (1). 10. Dendrophyllia taurinensis E. H. Colli di Torino (1); Val Ceppi (molti). ‘ RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 35 11. Dendrophyllia cornigera Blainv. Termofourà (molti). 35 12. Dendrophyllia amica Michtti Zinola (4) frammenti in cattivo stato di conservazione. Questa forma si distingue difficilmente dalla D. ramea, vivente, giacchè l’unica distinzione che le separa, riposa sopra la maggiore o minore regola- rità della posizione degli individui sopra i rami. Quando si trovano solo fram- menti di polipajo, è difficile giudicare di questa caratteristica. Non mancano tuttavia differenze specifiche. A queste conviene rivolgere l’attenzione, per specificare senza dubbî. Quando questa forma si trova nello stadio giovanile, si può facilmente con- fondere con le Balanofillie, come fece il Wood con la £. calyculus ed il Miche- lin con la B. italica. Pg Molti esemplari provenienti da Termofourà, Val Ceppi, appartengono al ge- nere Dendrophyllia, ma per il cattivo stato di conservazione non possiamo asserire se appartengano alla D. Michelini Michtti, od alla D. taurinensis. 13. Eupsammia sismondiana Mich. Baldissero (2). 14. Balanophyllia praelonga Michtti. Colli di Torino (4), Marne Villa Sambuy, Colline di Torino (1), Barriera Val Salice (1), Dego (2), Val Ceppi (1). La Balanophyllia cylindrica Michelotti, Milne Edwards ed Haime e Fro- mentel (de) è la presente forma, come ha dimostrato E. Sismonda {Mat. pa- léont. pag. 37). 15. Balanophyllia vagans (?) Michtti. Baldissero (1). 16. Balanophyllia cfr. incerta Michtti. Piana di Dego (1). Cattivo esemplare. Pai * Riporto dior a questo genere, a causa del cattivo stato di con- servazione, un esemplare proveniente dalla Piana di Dego. 17. Stephanophyllia imperalis Mich. S. Agata-fossili (1). 18. Stephanophyllia elegans Mich. S. Agata-fossili (3), Rio Torsero (1); Fomeni, Savona (1). Rimando al lav. cit. per le differenze che corrono fra le due precedenti forme. II° Sectio Madreporaria fungida Fam. Plesioporitidae 19. Cyclolitopsis patera Meneg. Asolo (2). © Ra ener: paci (continua) To T—__—--—-<{ T—-<-->"—"<<—-<-—<—- - 36 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’ amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle ARzUO segnato il costo, ed anche le altre se possibile. e TAMPELINI prof. GIUSEPPE. Zootecnia. (Milano 1895. Edit. Hoepli. Pag. VIII-294 in 16.° Legato in tela L. 2,50) Questo nuovo volume, non può che aumentare il buon nome che si sono guadagnati i Manuali Hoepli, in esso si trova succintamente e chiaramente esposto, quanto concerne la produzione e l'allevamento a scopo industriale, dei 4 più utili mammiferi domestici : Cavallo, Bue, Pecora, Porco. L'Italia che, come nazione eminentemente agricola, dovrebbe es- sere pure nazione molto avanti nella produzione di questi animali, e dove al contrario la Zootecnia è così poco nota, farà certo buon viso a questa guida pratica e razionale, che ha pure il merito di rion costare che L. 2,.00, sebbene sia ricca di figure originali. GIACOMELLI CESARE. Botanica generale e descrittiva in quadri sinottici. (Livorno 1894. Edit. Belforte e C. Pag. 168 in 16.°) Con lo scopo di fornire agli studenti un rias- sunto che condensi in poche pagine la Botanica che viene loro insegnata nei corsi universitari, liceali, tecnici ecc., e che possa servir loro specialmente quando approssimandosi gli esami, desi- derano farsi tornare in memoria la scienza, in modo completo ma il più breve possibile, l’ egregio prof. Giacomelli ha composto questo lavoro, e per meglio riuscire allo scopo ha opportunamente disposta la materia in quadri sinottici; di questi 76 sono relativi alla Botanica generale, 33 alla Botanica descrittiva. Oltre i suddetti quadri, che ben corrispondono allo scopo, vi sono alcuni brevi capitoli sulle classificazioni, divisioni, e caratteri in generale. Il volume forma parte della Biblio- teca degli Studenti diretta dal prof. dott. Grinhut. i FUNARO prof. A. Sul veneficio per sali di Bario e relativa ricerca tossico- logica. (Firenze 1894. L' Orosi. Dicem. Estratto di pag. 3 in 8.°) Ora che i sali di Bario ricevono numerose applicazioni nella tintoria, nelle raffinerie, nella fabbricazione di oggetti d'uso domestico e anche per falsificare e adulterare molte sostanze alimentari, lo studio del prof. Funaro acquista maggiore interesse, tanto più che la sintomatologia e gli effetti di questo avvelenamento, non sono ancora ben conosciuti. L’ egregio A. riferisce un caso di avvelenamento seguito, da morte per indigestione di una buona dose di sale di bario, che deve essere stata dai 30 ai 50 grammi, cita i fenomeni ammessi dagli autori e quelli riscontrati nel caso presente, riassume i resultati della necroscopia eseguita dai dottori Jacchia e Matteini, rende conto dell’ analisi chimica-tossicologica fatta dall'A. stesso, e delle ricerche del Bario in tutti i visceri dell’ avvelenato; dalle quali ul- time l'A. crede poter affermare che la tendenza del sale in discorso, sia di accumularsi nel fegato. BOLZON dott. P. La flora del territorio di Carrara. (Firenze 1894. Boll. Soc. bo- tanica italiana. Estratto di pag. 46 in 8.°) Date le indicazioni precise del territorio dall’ egregio A. esplorato, comincia la citazione delle piante meno comuni, od interessanti per particolarità mor- fologiche che vi ha riscontrate. La grande maggioranza di queste piante non era stata da altri citata per quelle località. Molte indicazioni ed osservazioni sono aggiunte alle specie citate. SCARZIA GIUSEPPE. Catalogo sistematico della Mammalo-fauna Salentina. (Napoli 1894. Tip. della pubblicità Partenopea. Pag. 16 in 8.°) Vi si trovano indicati i mammiferi domestici e selvatici sparsi nella provincia Salentina, con i nomi scientifici e quelli volgari lo- cali, e vi è fatta pure menzione dei luoghi di abitazione e della rarità. L’egregio A. promette di pubblicare presto la descrizione delle singole specie. l HORN dr. WALTHER. Les cicindélétes de Sumatra. (Genova 1895. Annali Museo civico di St. nat (30 Gennaio) Estratto di pag. 12 in 8.°) Sono 44 le specie citate e fra queste una specie nuova, la Cicindela mawillaris, e la varietà spinipennoides, pure nuova, della Therates dimidiatus Dej. OLDFIELD THOMAS. On some mamals collected by dr, E. Modigliani in Si- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 37 I pora, Mentavvei, Islandes. (Genova 1895. Annali museo civico di St. nat. (7 Gennaio) Estr. di pag. 16 in 8.°) Fra le 20 specie, troviamo lo Sciuropterus, lugens, lo Sciurus melanogaster, lo S. fraterculus, il Mus siporanus che non erano ancora stati descritti ed un Paradoxurus ed . un Mus non potuti determinare. DE ANGELIS dr. JOAQUIN. Descripciòn de los Antozoos fosiles pleiocénicos de Cataluna. (Barcellona 1895. Imp. Henrich y C.* Pag. 26 in 8.°) La memoria è stata tradotta dal latino in spagnolo dal dr. D. Jaime Almera, in essa trovansi descritte 16 specie, di cui una nuova, l' Astroconia Almerai. Nella introduzione sono notizie generali, e nella conclusione è anche un quadro nel quale sono indicate le zone ove si riscontrano le suddette 16 specie, nonchè il loro Abitat ecc. Una tavola con 19 figure illustra le specie descritte. PLATANIA dott. GIOVANNI. Una nuova interruzione del cavo telegrafico Milazzo-Lipari. (Acireale 1893. Atti Acc. di Sc., Let. ed Arti. Estratto di pag. 12 in 8.°) Trat- tasi della rottura del detto cavo avvenuta il 14 decembre 1892; di essa riporta tutti i dati rela- tivi alla rottura, ai danni sofferti, alla loro estensione, al ricongiungimento del cavo e quindi si intrattiene sui fenomeni che devono essere stati la causa di queste e di altre rotture. PLATANIA dottori GAETANO e GIOVANNI. Le interruzioni del cavo telegra- fico Milazzo-Lipari, e i fenomeni vulcanici sottomarini nel 1888-92. (Catania 1893. Atti Acc Gioenia di Sc. nat. vol. VIII. Estratto di pag. 16 e 3 tav. in 4.9) La vulcanologia, mentre in questi ultimi anni ha fatti buoni progressi nello studio dei vulcani subaerei, è rimasta stazio- naria nella conoscenza dei vulcani sottomarini, stante le difficoltà che si riscontrano nello stu- diare i fenomeni che avvengono in fondo al mare e dei quali, lievi o nessune traccie compaiono alla superficie delle acque. È per questo che gli egregi A. hanno compiuto lo studio del quale rendono conto nella presente memoria. Trattasi di ben quattro rotture del cavo sottomarino Mi- lazzo-Lipari avvenute in soli cinque anni, e di una successa nel cavo Panaria-Stromboli nel 1891. Dopo aver riferiti i dati principali relativi a queste rotture, gli egregi A. studiano i fenomeni vulcanici sottomarini che precedettero, accompagnarono e seguirono quelle rotture. PLATANIA dott. GAETANO. Su alcuni minerali di Aci-Catena. (Acireale 1893. Atti Acc. di scienze, let ed arti vol. IV. Estratto di pag. 4 in 8.°) In questa comunicazione pre- liminare l’ egregio A. riferisce come, nelle escursioni e ricerche fatte nella galleria detta Ingrot- tate della consolazione, scavata dal Marchese di Casalotto, con lo scopo di portare acqua ad Aci- catena che assai ne difetta, egli abbia osservate non poche interessanti specie minerali, qualcuna probabilmente nuova per la scienza. Da l’ elenco particolareggiato di questi minerali, che assumono una speciale importanza anche per il fatto che sono stati trovati sull’ Etna, il più grande vulcano d' Europa, ritenuto il più povero di minerali. PLATANIA dott. GAETANO. Su la Xiphonite, nuovo anfibolo dell’ Etna. (Aci- reale 1893. Atti Acc. di Sc., Let. ed Arti vol. V. Estratto di pag. 8 in 8.9) Fra i minerali rac- colti nella Galleria « Ingrottato della Consolazione » e dei quali si parla nella soprannunciata me- moria, l’ egregio A. ha trovato entro le cavità di alcune masse scoriacee con ferro oligisto, una nuova forma di Antifibolo di color giallo miele. In questa memoria è riferito lo studio che l’A. ha fatto su questo minerale, su quelli che lo accompagnano e sulla roccia che li contiene. PASCAL dott. ITALO. I mezzi per impedire la fecondazione. (Torino 1895. Edit. Rosemberg e Sellier. Pag. 72 in 8.0 L. 1) L'A. passa in rassegna i mezzi fino ad ora proposti per rendere provvisoriamente sterile la donna, e ne fa un accurato esame indicandone i pregi edi difetti. FILETTI prof. M. Tavole di analisi chimica qualitativa. Torino 1895. Edit. Loe- scher. 5.2 edizione. Pag. 58 con 15 tavole in 8.° L. 3, 50. RICHTER dott. V. La Chimica delle combinazioni del Carbonio, ovvero Chi- mica organica. Tradotta sull’ ultima edizione originale da G. Cornelutti. Torino 1895 Edit. Loeséher. 2.* edizione. Pag. 480 in 8.° L. 8. MICHELOTTI prof. A. M. Elementi di Zoologia comparata ad uso delle scuole ginnasiali superiori. Torino 1895. Edit. Loescher. 2.* edizione. Pag. 174 in 8° con molte in cisioni L. 2. CLOSSARIO ANTOMOLOGICA REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) CRE o piastre addominali - Laminae abdominales - Lames abdominales - Bauchplat- - Chiamansi quelle piastre poste alla faccia inferiore dell’addome e che si uni- scono con quelle di sopra per mezzo di una membrana connettiva - Disotto del. l'addome del Cervo volante. Lamine giugulari o iugulari - L. jugulares - L. jugulares - Wir - Emitteri - Son quelle poste sotto .il collo e che sporgono cesso sotto |’ estremità della testa. Tophrostethus Staudingeri. i Lana - Lana - Laine - Walle - Si applica ai peli finissimi serrati, arricciati in cima come quelli che cuoprono il segmento anale dei g° dei Lepidotteri, Lanceolato - Lanceolatus - Lanceolé - lancetformig - In forma di ferro di lancia. Lancette - Scalpellae - Lancettes - Chiamansi ordinariamente gli stiletti delle armature genitali femine. Kirby e Spence chiamano le due setole che rappresentano le ma- scelle nella tromba dei Ditteri. Lanciforme = Lanceolato. Lanoso - Lanatus - Laineux - wollig - Coperto di lana, cioè di peli fini, sparsi, lunghi ed un poco ricci all’ estremità. Lanugine - Lanugo, Pappus - Duvet - Milchhaar - Si applica a piccoli peli radi e molli. Lanuginoso - Lanuginosus - wollicht, wollig - Coperto di radi e finissimi peli. Vedi Integumenti. Laparostittiche - Laparostictiques - Erichson, Scarabeidi - In cui gli stigmi addominali son situati tutti nella membrana che unisce gli archi ventrali e dorsali dell’addome. Largo - Latus - Large - breît - Colla dimensione trasversale proporzionatamente più grande di quella longitudinale. Larva - Larva, larvina, erucina - Larve - Made - Chiamasi lo stato dell’ insetto ap-. pena uscito dall’uovo. Molti adoperano indifferentemente larva per bruco, ma è meglio riservare quest’ ultimo pei Lepidotteri ed il nome di larva per tutti gli altri ordini d’ insetti. Il latino più ricco delle altre lingue adopera larvina per desi guare le larve acquatiche, quelle del legno morto, specialmente dei Ditteri. - apode, con testa indistinta e con il corpo di undici anelli. Tav. X fig. 52, 56; ed erucina o larva sessiliventris per indicare quelle larve composte di 13 segmenti, con or- gani masticalori, munite di 22 zampe di cui tre paia vere e le altre false appar- tenenti agli Imenotteri. Tav. XI fig. 58. — Signoret chiama larva embrionaria negli Afidi quella appena uscita dall’ uovo. - larva embrionalis. — Come abbiamo fatto pei bruchi riportiamo gli addiettivi latini, che servono a caratterizzare le larve, tratti la maggior parte dalla citata opera del Muller. (continua) O___°—---<<“«“_-°-°-°<-- 39 NOTIZIARIO TT non T__- Annuario commerciale inglese-italiano per il 1895. Gli editori ff. Martinenghi e C.°, 76 Albony Street, Regents Park Londra N. W., stanno per pubblicare la terza edizione di questo interessante annuario, sotto gli auspici del R. Ambasciatore in Inghilterra, R. Console ge- nerale in Londra e della deputazione della Colonia italiana in Londra. I produttori e commercianti italiani, che desiderano entrare in relazione di affari con l’In- ghilterra, l’ Irlanda e le colonie inglesi, sono invitati ad inviare, al più presto possibile alia sud- detta ditta, il loro indirizzo, con gli schiarimenti che credano necessari onde facilitare gli scambi. Cattedre vacanti. È aperto il concorso alla cattedra di geografia nella R. Università di Palermo. Le domande devono essere inviate al Ministero della pubblica istruzione, non più tardi del 30 giugno prossimo. Concorsi a premi: La R. Accademia della Crusca in Firenze, rammenta che con il 31 agosto prossinto scade il termine per il concorso al Premio Rezzi, con il quale viene assegnato un premio di lire cinquemila, alla miglior memoria che tratti di argomento utile ed acconcio a mi- gliorare i costumi e non avversi il sentimento religioso cristiano. L° Accademia si riserva pure di potere conferire qualche altra ricompensa non minore di L. 1000 nè maggiore di L. 2000. La dicitura del tema posto a concorso dalla R. Accademia dei Georgofili in Firenze e che noi annunziammo a pag. 13 del fascicolo 15 Gennaio, va così corretta: Dove dice Stud? sugli effetti del vino in relazione ecc. deve dire Studi sugli effetti del governo del vinò in relazione ecc. I corsi d'insegnamento presso la stazione bacologica di Padova saranno aperti anche in quest’ anno, per gli uomini il 20 Aprile, per le donne il 1.9 Luglio. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Guerritore dott. Adolfo, nominato prof. e aiuto direttore per l'insegnamento delle Scienze fisiche naturali, nella Scuola pratica di agricoltura di Brescia. Basile prof. Gioacchino, nominato prof. di Tecnologia chimica agraria, nella scuola di viticoltura ed enologia di Catania. Fonda dott. Andrea, nom. assistente presso la Scuola di medicina veterinaria nella Univ. di Parma. Zecchini ing. cav. Mario, nom. Direttore della Stazione sperimentale agraria di Torino. . Pantoli dott. Augusto, nom. assistente di Chimica e Fisica nella Scuola di viticoltura ed enologia di Alba. Monti dottoressa Rina, nom. assistente nel gabinetto di anatomia comparata nella Uni- versità di Pavia, Maestri Achille, nom. secondo preparatore nello stesso gabinetto. Bonelli dott. Alfredo, nom. dissettore presso il museo di Zoologia nella Univ. di Torino. | Griffini dott. Achille, nominato assistente presso lo stesso museo. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati . Quando gon vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. . Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi, 40 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI misuratore della spinta dell’ acqua assorbita dalle radici delle piante. (Firenze. Giorn. l’Agricol. ital. fasc. 266-67. Estr. di pag. 16 in 8.9) 648 Cavazzani A. Metodo di colorazione multipla. Contributo alla tecnica istologica. (Na- poli. La Riforma medica, n. 201). 649 Del Torre F. Microscopia; Proposta per l'attuazione di uniformità degli obbiettivi del Microscopio. (Siena. Boll. nat. , n. 2, pag. 22). 650 E. D. W. Tecnica microscopica. (Ibidem, Diu 0): 651 Maggi prof. L. Coloranti e Protisti. (Pavia. Boll. scientifico, n. 3, pag. 87-94). 602 Passerini N. Sopra una materia colo- rante rossa atta alla tintura dei tessuti, che può estrarsi dalle foglie della comune saggina. (Fi- renze. Atti R. Accad. Georgofili, disp. I. Estr. di pag. 12 in 8.9) 603 Passerini N. Sul trutto del fico d’India, sovra una bevanda fermentata che da quello può ottenersi e sul metodo più appropriato per prepararne conserva. (Firenze. Boll. della Scuola agraria di Scandicci fasc. 1 e 2. Estr. di p.8 in 8.9) 654 Piana G. P. Guida pei medici-veteri- nari esercenti, alle ricerche microscopiche e spe- rimentali. (Torino. Il moderno zooiatro n, 8 e seg.) 655 Staderini R. Di un metodo per attac- care in serie e colorire sezioni in celloidina. (Firenze. Monit. zoolog. ital. n. 4 pag. 77-80). 656 Tellini prof. A. Istruzioni per la rac- colta, la preparazione e la conservazione dei fo- raminiferi viventi e fossili. (Siena. Riv. ital. di sc. nat., n. l cont. e fine). Soggetti varii e d’ indole generale. 657 Bertolini G. I macelli e le ispezioni delle carni in Italia, secondo due veterinari francesi. (Roma. Giorn. vet. mil. pag. 9). 658 Brentari O. Guida del Monte Balbo. (Bassano. Tip. Pozzato, pag. 176 in 16.°) 659 Dundas F. G. Esplorazioni del Tana e del Giuba. (Napoli. Boll. Soc. africana d'Italia, fasc. I e II). 660 Fiorentini A. La frollatura delle carni. studiata nelle sue cause, nelle sue manifesta- zioni e nei suoi rapporti coll’igiene alimentare. (Milano. Giorn. della R. Soc. ital. d’igiene. Estr. di pag. 37 con 4 tav.) 661 Grixoni. I Cap. Bottego e Grixoni sul- l'alto Giuba. (Napoli. Boll. Soc. africana d' Ita- lia, fasc. V-VI pag. 73-79). ADS 662 Henriot P. L. Tocar (Suachim). (Ibi- dem, fasc. III-IV pag. 49-53). 663 Levi Morenos prof. D. In memoria dello scienziato veneziano A. P. Ninni. (Vene- zia. Ateneo veneto, Gennaio-Marzo. Estr. di pag. 24 in 8.9) 664 Marchesetti dott. C. Scavi nella Ne- cropoli di S. Lucia presso Tolmino. (Trieste. Boll. Soc. Adriat. di sc. nat. vol. XV p. 3-334). | 665 Neviani dott. prof. A. Riproduzione animale e vegetale. (Siena. Riv. ital. di sc. nat. , n. l e seg.) SA 666 Ohlsen dott. C. L'agricoltura pastori- zia ed i bovini nelle Isole Brittaniche. (Milano. Tip. Capriolo e Massimini). 667 Pero prof. P.Ilaghi Alpini valtellinesi. Parte prima. Valle dell’ Adda. (Padova. Nuova Notarista. Estr. di pag. 48 e 2 tav.) 668 Perroncito E. La vaccinazione carbon= chiosa in Italia. (Torino. Ann. R. Accad d’ Agric. Estr. di pag 10). 669 Renault A. Le imperfezioni della legge. toscana sulla caccia. (Pisa. Tip. Citi, p. 17 in.8.°) 670 Roncali D. B. Dell’azione del veleno del Bacéllus tetani associato coi prodotti di col- tura di alcuni microrganismi patogeni e non pa- togeni. (Napoli. Boll. Soc. nat., vol. VII, pag. 61-141). 671 Ruspoli princ. E. In viaggio pel Caffa. (Napoli. Boll. Soc. africana d'Italia, fase. VII- VIII, pag. 109-124). 672 Simoni dott. L. e Mattei dott. G. E. La nuova legge sulla caccia. Note e com- mento. (Bologna. Tip. Cenerelli, pag. 40 in 8.9) 673 Vatova G. Nell'Istria. Impressioni di due scienziati settentrionali. (Traduzione anno= tata). (Capodistria. La prov. d’ Istria, n. 3, 4, ©. Estr. di pag. 44 in 8.°) 674 Vedani dott. A. La luna e le sue in- fluenze nelle cose campestri. (Milano. Corriere del Villaggio, n. 51 pag. 402). 675 Verson. Dei prodotti cristallini che omette il baco da seta calcinato. (Padova. Boll. di Bachicoltura n. l pag. 1-14). S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE ANNO XV Lig SUPPLEMENTO MENSILE N-°3° ama RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Etivista e Bollettino (24 fascicoli) I. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all’anno 15 Marzo SOMMARIO Marco dott. prof. Carlo. Alcune osservazioni sull’ intelligenza animale. (Cont.) Pag. 33. Ceresole G. Allevamento artificiale delle Trote. Pag. 34. Fabani Carlo. La temperatura degli uccelli. (Cont. e fine) Pag. 36. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico (Cont.) Pag. 38. Notiziario. Pag. 39. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 39. — Ri- chieste, offerte ecc. fra gli abbonati. Pag. 40. AI OSSERVAZIONI SULL'INTELLIGENZA ANIMALE per il prof. dott. CARLO MARCO Sa DTBESESSAvISSTE _ (continuazione) Per cercare di meglio esplicare questo mio concetto, ricorderò il seguente aneddoto accaduto in terra d' Otranto. Un monaco doveva recarsi da un villaggio ad un altro per fare il quaresimale; siccome la distanza era piuttosto grande ed il tempo disponibile poco, si rivolse all’unico vetturale, che aveva fama di essere un eterno bestemmiatore. — Ti prometto una buona mancia se mi conduci con qualche sollecitudine al tale villaggio; ma bada che non devi bestemmiare per eccitare il tuo cavallo ; ogni bestemmia ti costerà dieci centesimi. — Signore farò come voi volete; ma v’ avverto fin d’ ora che il mio cavallo non si scompone al suono della frusta, obbedisce solo alle mie bestemmie. Il monaco sale in carrozza ed il cavallo parte col suo solito piccolo trotto. Passano cinque minuti, ne passan dieci, passa una mezz’ ora ed il cavallo non accelera la sua andatura, quantunque frustato di santa ragione. — È ammalato il tuo cavallo, che non sente le busse e va innanzi così lentamente? — No, signore; ve lo dissi pure poco fa: per far correre il mio cavallo devo bestemmiare. Il monaco non vuol darsi per vinto, aggiunge alle grida del vetturale le sue, ricorre anche allo staffile, ma inutilmente. Guarda l'orologio, l'ora della predica si avvicina. — Bestemmia pure, giacchè non si può fare altrimenti. == Ora vedrete, Signore mio. E con quanto fiato aveva in gola caccia fuori due o tre bestemmie, che fanno arrossire il monaco, ma nello stesso tempo scuotono l’ animale. Il cavallo alza la testa, e sì mette ad un trotto serrato. La predica era salva. Questo fatto dimostra che tale cavallo abituato ad essere sempre eccitato con determinate bestemmie, non conosceva nessun altro stimolo, compresa la frusta. Il che prova pure come non sia l' atto meccanico esterno che in molti animali eccita determinati movimenti, ma bensì il ‘ significato che tale atto ha presso l’animale stesso. Così nelle parole che si indirizzano al cavallo, non è il fatto fisico dell'onda sonora che giungendo all’ orecchio induce l’animale pel puro senso dell udito a muoversi o a fermarsi, ma è l’interpetrazione che l’animale sa dare ad ogni suono determinato. E per distinguere un. suono da un altro e per saper dare ad ognuno di essi il suo significato particolare ci vuole un'intelligenza pronta e perspicace. Per conoscere quando la frusta deve eccitare, o quando serve solo a scacciare insetti, l’animale deve spingere il suo raziocinio ad un limite assai elevato; deve formarsi prima un giudizio su quanto vuol fare chi maneggia S4 la frusta, e poi da questo dedurne un altro, col quale regolarsi se o deve muoversi o deve star’ fermo. E non la finirei più se volessi accennare ai mille altri fatti che provano come il cavallo sia un animale di un'intelligenza assai sviluppata. Ricorderò solo come molti carrettieri quando si avvicina l’ora della partenza e non hanno i cavalli del tutto pasciuti,. li bardano in. istalla, per- chè l’esperienza ha loro dimostrato come il cavallo bardato mentre mangia, nella tema di esser condotto fuori della scuderia, si affretta a finire quanto ha nella greppia. Per comportarsi in tal modo i cavalli devono fare il seguente ragionamento, il quale per quanto semplice è pur sempre un ragio- namento: Se il padrone mi indossa i finimenti è perchè mi vuole attaccare al carro; giacchè ogni qual volta mi barda, mi attacca; ma se mì attacca mi toglie dalla: scuderia, ed io non posso più mangiare; dunque è nel mio vantaggio che io mi affretti a mangiare mentre ho ancora la possi: bilità di farlo. Ritornando al concetto prima espresso dell’ attitudine che hanno certi animali a percepire con esattezza la divisione del tempo, accenno ad un fatto che osservai in due miei gatti. “Essi hanno imparato a conoscere l'ora del pranzo e della cena. Rimanendo tutto il resto del giorno a girova- gare qua e là fuori di casa, non mancano maiì all'ora debita di trovarsi in sala e di tormentare i commensali con replicati colpi di testa, o col strofinarsi intorno alle gambe per implorare qual- che ghiottoneria. E non si può dubitare che sia l’ odore dei cibi che serva a chiamarli, perchè, se per qualche circostanza si cambia l’ ora del pranzo, i gatti mancano all’ appello, per trovarsi sem- pre pronti all’ ora fissa degli altri giorni. A proposito di questi animali dirò che non è esatto il detto con cui certi autori asseriscono che il gatto si affeziona alla casa tanto da non abbandonarla. I due gatti di cui sopra, quando si chiude per più mesì la casa di campagna, cercano alimento e riparo in casa di contadini, ma non appena si accorgano che la casa si riapre, ritornano nella speranza di trovare un tratta- mento migliore. E questo cambiamento di domicilio lo stanno effettuando periodicamente da tre anni. ; I maiali, che vengono generalmente considerati come animali stupidi, danno numerose prove d’ intelligenza. In un maiale che veniva chiuso più volte al giorno in un recinto osservai il se- guente fatto: quando s'annoiava a star rinchiuso, o sentiva l’odore del cibo che la massaia gli stava preparando, correva al cancello e coll’ estremità del muso spingeva il saliscendi in alto e riusciva ad aprire; per evitare ciò si fermò il saliscendi con un giro di corda; per un pò di tempo il maiale non riuscì più ad aprirsi, ma un bel giorno rosicchiò la corda, la fece caderé a terra, e poi ricorrendo alla solita ginnastica del grugno aprì il cancello. (continua) G. CERESOLE ALLEVAMENTO ARTIFICIALE DELLE TROTE Credo di non far cosa inutile nel dare qualche notizia su alcune operazioni di piscicoltura, di questo nuovo ramo di scienza applicata all'industria, che credo non sia da molti ancor bene conosciuta. Per dare un’ idea sul modo usato nelle operazioni di fecondazione ‘artificiale dei pesci d’acqua dolce, ed in ispecial modo dei salmonidi, farò una breve descrizione di una giterella fatta da alcuni soci della nostra società regionale veneta di piscicoltura e aquicoltura, a Pe- schiera sul lago di Garda, a scopo di farsi una conoscenza esatta sui lavori ittiogenici, ossia di fecondazione artificiale delle. trote. i 35 = Maschi e femmine pronti per la fecondazione sono tenuti in due diverse vasche. Venuto il momento dell'operazione, si toglie dall'acqua una trota fem- mina, e messole una fasciatura sotto gli opercoli branchiali, mediante la quale, vien tenuta mentre un’altra persona la tiene solidamente per la coda, si comprime colle dita lateralmente la regione ventrale, scivolando dalla testa verso la coda, di modo che le uova. vengono espulse, e raccolte ‘in una ba- cinella. i Fatta questa operazione per tre femmine, si prende un maschio e si pro- cede nell’ identica maniera che per le femmine, solamente il liquido feconda- tore vien raccolto in uu’ altra bacinella. Tosto sopra questo fluido si gettano le uova, indi un po’ d'acqua, poi si versa il tutto per un paio di volte da un vaso all’altro, e così le uova restano fecondate. (Dopo l’ operazione le trote si rimettono in acqua, dove dopo qualche giorno si rimettono completamente in salute, poichè restano alquanto spossate). Allora si procede all’ incubazione : si stendono le uova in piccoli telai di rete metallica verniciata, (le cornici dei quali sono di legno carbonizzato onde non si attacchi il fungo che dannegge- rebbe le uova) e questi si pongono in vasche d’acqua, che è necessario sia alta almeno cinque centimetri sopra le uova, e sempre corrente. A tal fine le vasche sono fabbricate in modo che una versi continuamente nell’ altra l’ acqua che è sempre alimentata da una ruota idrofora esistente fuori della sta = za d'incubazione, e messa in moto dal fiume sopra il quale l’incubatorio è fab- DRICALO.it Le uova devono stare in incubazione un tempo variabile dai trenta ai set- tanta giorni; appena nascono, gli avanotti hanno sotto la pancia una parte del tuorlo dell’ uovo che forma una vescichetta, chiamata vescichetta ombelli- cale. Essi vengono posti in una cassa-vivaio speciale, che lascia passare bene l’acqua e viene immersa nel fiume medesimo, e lì stanno fino a tanto che ab- biano consumato la vescichetta ombelicale (quattro-sei settimane). Allora gli avanotti possono nuotare liberamente e nutrirsi da sè; perciò è bene collocarli ancora prima della scomparsa della vescichetta, in località dove possano trovare nutrimento adatto alla loro natura. Assai favorevole allo sviluppo dei pescio- lini è il tenerli ancora per tempo, che varia da un mese ad un anno, in un vivaio nel quale abbiano acqua abbondante fino al momento in cui vengono lanciati nei corsi d’acqua. I risultati ottenuti dalla fecondazione e allevamento dei salmonidi, sono così incoraggianti che dovrebbero invogliare ad istituire dei piccoli incubatorii privati. Molti forse si asterranno impauriti dalle difficoltà e dalle spese; ma per dimostrare come si può con pochissimi mezzi istituire un incubatorio per poter allevare trote sino ad un anno di età, per poi seminarle nei corsi d’acqua pubblici o stagni privati, farò un breve cenno sull’incubatorio di Vicenza. Esso è istituito a Velo d’Astico in una proprietà della Contessa Maria di Velo, che pose generosamente a disposizione del Comitato un locale e l’uso dell’ acqua. 36 L'acqua che ha una temperatura costante di 10° viene in un serbatoio, dal quale partono due tubi di zinco che conducono l’acqua nell’ abitazione e nel giardino della contessa, i quali tubi passano diagonalmente in un locale ter- reno dove è l’incubatorio. Con una canna di piombo si devìa l’acqua da uno dei tubi e la si conduce in una botte-filtro, da'cui parte un altro tubo che gira intorno alle pareti del locale ed è munito di robinetti che danno l’acqua agli apparecchi d’ incubazione disposti intorno allo stanzino, e che constano di 6 cassette californiche modello Nitsche e un tavolo sdoppiato modello Zenck. A schiarire la brevissima descrizione dello stabilimento, qui presso ne ripro- duco la pianta gentilmente concessami dal prof. L. Meschinelli, che presta le sue sapienti cure al buon andamento dell’ incubatorio. A Vicenza si ebbe la fortuna di avere la Contessa di Velo che si prestò tanto gentilmente; ma ognuno che abbia una stanza qualunque terrena disponibile ed un'acqua fresca, lim- pida e discretamente corrente, può istituire con pochissima spesa un incubatorio. Pianta Alzato a mezzodì gie = “5° arl Cala a. Tubo che attraversa la stanza. el Tubo che da acqua agli apparati. — c. Botte-filtro. — d. tubo che dà l’acqua agli apparecchi. — e. Incubatori. — f. Cassette di presa. — m. Canale d’efflusso. — n. Tavoli sdoppiati. Chi desiderasse avere ampii ragguagli intorno alla piscicoltura, potrà con- sultare le due seguenti opere ambedue molto ben fatte: BetToNI prof. EuGENIO - Manuale di Piscicoltura, Hoepli 1894. Livingston STONE - La Trota domestica, manuale di troticoltura tradotto da U. Ugolini, Dumulard 1884. In principio ho nominato la società regionale veneta di piscicoltura, della quale il Bollettino del Naturalista due anni fa rese nota la fondazione e di essa mi riservo di parlarne nel prossimo numero. -LA TEMPERATURA DEGLI UCCELLI (continuazione e fine) Ciò posto, comprendendo anche quanto dovrebbesi dire della nutrizione, si potrebbe fare il seguente prospetto : 57 MOTO Ù vuole in proporzione Respirazione ed in egual grado Circolazione che si conserva con Nutrizione ma che produce Combustione Energia Calore del sangue il tutto in ragione diretta della quantità di effervescenza vitale. Dal prospetto si vede che la temperatura deve essere massima negli uccelli. Infatti se l’ ordi- naria, che è più di moto negli uccelli che non nei mammiferi, richiede maggior respirazione, ne seguirà che vi sarà nella combinazione dell'ossigeno inspirato dall’ aria col carbonio portatovi. dal sangue venoso, una continua ed abbondante combustione; e ne seguirà ancora che da. questa combustione in cui si forma l'acido carbonico vi sarà grandissima produzione di calore e quindi rialzo di temperatura. Che se questa opinione sostenuta da Lavoisier e dai fisiologi fin a pochi anni or sono, vien riconosciuta vera soltanto in parte, non toglie però nulla alla mia asserzione. I moderni fisiologi hanno scoperto che la combustione fra l'ossigeno ed il carbonio non ha luogo all’ atto della re- spirazione cioè nei polmoni, perchè in tal atto non si fa che un semplice scambio, cioè 1’ ossigeno va ad occupare il posto lasciato vacante nelle varie parti del corpo dal carbonio emesso col sangue venoso, ma la combustione ha luogo in ogni parte del corpo fra l'ossigeno introdotto per inspi- razione ed il carbonico prodotto per il fenomeno di nutrizione. È precisamente allora che si pro- duce l'acido carbonico. E così il calore non viene ad aver origine nei soli polmoni, ma vien for- mato e prodotto in egual grado e forza in tutte le parti del corpo, Siccome poi l'apparecchio respiratorio negli uccelli è estesissimo, essendo, come dissi, quasi tutto il corpo un composto di respirazione, ne viene per conseguenza che essendo maggiore la quan- tità di ossigeno direttamente introdotta nell’ organismo, la combustione col carbonio, prodotto da abbondante nutrizione, è maggiore, e quindi maggiore anche la loro temperatura che non nei mam- miferi ed altri esseri organizzati. Tutti sappiamo che l’uomo in qualsiasi temperatura di ambiente trovasi, ha e conserva la temperatura di centigradi 37; sappiamo pure che il massimo di temperatura nei mammiferi, fu trovata nel porco comune, ed è di 40,5. Gli anfibi, pesci, molluschi, crostacei superano la tem- peratura dell’ ambiente di un grado o due o al massimo tre come nel serpente. Parimente anche gli insetti superano di qualche grado la temperatura dell’ ambiente tranne nel grillo che dall’ illu- stre Iohn Davy venne trovata la differenza in più di 4 centigradi. Negli uccelli la temperatura oltre ad essere superiore a quella di qualunque altro animale, si conserva eguale in qualunque ambiente. Riporterò quì il prospetto fatto dal suddetto Iohn Davy nei suoi viaggi. Nibbio Centigradi 37,2 Ambiente C.0i 25,3 Localita — Colombo Papagallo « 41,1 « . 24,0 « — Kandy Gracchio « 42, 1 « 315 « — Ceylan Tordo comune « 42,8 « Toto « — Londra Passero comune « 42,1 « 26, 6 « — Kandy Piccione c. « 42,1 « ata) « — Londra Gallina c. « 42, © « ab 5) « — Edimburgo Gallo vecchio « AZ « 25,5 « — Colombo Gallo adulto « 43,9 « 25,5 « —_ « Pollo della Guinea « 43,9 « IND « _ « Gallo d’ India « 42,7 « 2949 « _ « P. Capensis « 40,8 « 15,0 « — In mare lat.®° 34 Sud. Oca comune « Ale « 290. « — Colombo Anitra comune « 43,9 « 29, « — Colombo FABANI CARLO GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) ui o piastre addominali - Laminae abdominales - Lames abdominales - Bauchplat- - Chiamansi quelle piastre poste alla faccia inferiore dell'addome e che si uni- scono con quelle di sopra per mezzo di una membrana connettiva - Disotto del- l'addome del Cervo volante. Lamine giugulari o iugulari - L. jugu/ares - L. jugulares - di ua - Emitteri - Son quelle poste sotto .il collo e che sporgono spesso sotto |’ estremità della testa. Tophrostethus Staudingeri. i Lana - Lana - Laine - Walle - Si applica ai peli finissimi serrati, arricciati in cima come quelli che cuoprono il segmento anale dei o dei Lepidotteri. Lanceolato - Lanceolatus - Lanceolé - lancetformig - In forma di ferro di lancia. Lancette - Scalpellae - Lancettes - Chiamansi ordinariamente gli stiletti delle armature genitali femine. Kirby e Spence chiamano le due setole che rappresentano le ma- scelle nella tromba dei Ditteri. Lanciforme = Lanceolato. Lanoso - Lanatus - Laineux - wollig - Coperto di lana, cioè di peli fini, sparsi, lunghi ed un poco ricci all’ estremità. Lanugine - Lanugo, Pappus - Duvet - Milchhaar - Si applica a piccoli peli radi e molli, Lanuginoso - Lanuginosus - wollicht, wollig - Coperto di radi e finissimi peli. Vedi Integumenti. Laparostittiche - Laparostictiques - Erichson, Scarabeidi - In cui gli stigmi addominali son situati tutti nella membrana che unisce gli archi ventrali e dorsali dell’addome. Largo - Latus - Large - breît - Colla dimensione trasversale proporzionatamente più grande di quella longitudinale. Larva - Larva, larvina, erucina - Larve - Made - Chiamasi lo stato dell’ insetto ap-. pena uscito dall’uovo. Molti adoperano indifferentemente larva per bruco, ma è meglio riservare quest’ ultimo pei Lepidotteri ed il nome di larva per tutti gli altri ordini d’ insetti. Il latino più ricco delle altre lingue adopera /arvina per desi. guare le larve acquatiche, quelle del legno morto, specialmente dei Ditteri. - apode, con testa indistinta e con il corpo di undici anelli. Tav. X fig. 52, 56; ed erucina o larva sessiliventris per indicare quelle larve composte di 13 segmenti, con or- sani masticatori, munite di 22 zampe di cui tre paia vere e le altre false appar- tenenti agli Imenotteri. Tav. XI fig. 58. — Signoret chiama larva embrionaria negli Afidi quella appena uscita dall’ uovo. - larva embrionalis. — Come abbiamo fatto pei bruchi riportiamo gli addiettivi latini, che servono a caratterizzare le larve, tratti la maggior parte dalla citata opera del Muller. (continua) 39 NOTIZIARIO Ron TZ Annuario commerciale inglese-italiano per il 1895. Gli editori R. Martinenghi e C.°, 76 Albony Street, Regents Park Londra N. W., stanno per pubblicare la terza edizione di questo interessante annuario, sotto gli auspici del R. Ambasciatore in Inghilterra, R. Console ge- nerale in Londra e della deputazione della Colonia italiana in Londra. I produttori e commercianti italiani, che desiderano entrare in relazione di affari con l°In- ghilterra, l'Irlanda e le colonie inglesi, sono invitati ad inviare, al più presto possibile alla sud- detta ditta, il loro indirizzo, con gli schiarimenti che credano necessari onde facilitare gli scambi. Cattedre vacanti. È aperto il concorso alla cattedra di geografia nella R. Università di Palermo. Le domande devono essere inviate al Ministero della pubblica istruzione, non più tardi del 30 giugno prossimo. Concorsi a premi: La R. Accademia della Crusca in Firenze, rammenta che con il 31 agosto prossinro scade il termine per il concorso al Premio Rezzi, con il quale viene assegnato un premio di lire cinquemila, alla miglior memoria che tratti di argomento utile ed acconcio a mi- gliorare i costumi e non avversi 1l sentimento religioso cristiano. L’ Accademia si riserva pure di potere conferire qualche altra ricompensa non minore di L. 1000 nè maggiore di L. 2000. La dicitura del tema posto a concorso dalla R. Accademia dei Georgofili in Firenze e che noi annunziammo a pag. 13 del fascicolo 15 Gennaio, va così corretta: Dove dice Studi sugli effetti del vino in relazione ecc. deve dire Studi sugli effetti del governo del vinò in relazione ecc. I corsi d'insegnamento presso la stazione bacologica di Padova saranno aperti anche in quest'anno, per gli uomini il 20 Aprile, per le donne il 1.° Luglio. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Guerritore dott. Adolfo, nominato prof. e aiuto direttore per l'insegnamento delle Scienze fisiche naturali, nella Scuola pratica di agricoltura di Brescia. Basile prof. Gioacchino, nominato prof. di Tecnologia chimica agraria, nella scuola di viticoltura ed enologia di Catania. Fonda dott. Andrea, nom. assistente presso la Scuola di medicina veterinaria nella Univ. di Parma. Zecchini ing. cav. Mario, nom. Direttore della Stazione sperimentale agraria di Torino. . Pantoli dott. Augusto, nom. assistente di Chimica e Fisica nella Scuola di viticoltura ed enologia di Alba. Monti dottoressa Rina, nom. assistente nel gabinetto di anatomia comparata nella Uni- versità di Pavia, Maestri Achille, nom. secondo preparatore nello stesso gabinetto. Bonelli dott. Alfredo, nom. dissettore presso il museo di Zoologia nella Univ. di Torino. Griffini dott. Achille, nominato assistente presso lo stesso museo. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi ; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando gon vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli.abbonati sonu pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi, 40 44 Marini Antonio di Morciano di Romagna, tiene disponibile del seme di Antherea Jama-Mati che cederebbe in cambio di altro seme sericofero, escluso il Bombix mori. Il suddetto seme è riprodotto da allevamenti locali dipendenti da seme ottenuto pure colà l’anno scorso. 45 Alessandro Mascarini di Ascoli Piceno, può disporre di una grande quantità di Minerali, Rocce, Fossili, Conchiglie e Piante fanerogame e crittogame, nonchè Legnami di (ETA numero di specie. Cambi e vendita a condizioni vantaggiosissime. 46 Vitt. cav. de Tschusi, zu Schmidhoffen, Hallein (Salisburghese), cerca in Italia, re- lazioni di cambio di pelli d' uccelli, e prega rimettergli l’ elenco delle specie desiderate. Cede a buon prezzo pelli di Tetrao mlockosiceiczi. 47 Del Sere Attéèo, via dei Bardi, 6 Firenze, desidera far cambi di coleotteri, preferibil- mente d'Italia, offrendo buoni esemplari di coleotteri della Toscana e della Calabria. 48 Raffesberg Hugo in Podhragi, post Prasiez, Ungheria, spedisce gratis e franco il ca- talogo dei Coleotteri doppi per la maggior parte Ungheresi. Grande ribasso nei prezzi. 49 S. Brogi, naturalista a Siena, desidera acquistare od avere in cambio, Pipistrelli Ferro di cavallo (Rhinolophus ferrum equinum) e Orecchioni (Plecotus auritus); Scojattoli (Sciurus vulgaris), Barbagianni (Strix fammea) e Sterne bianche piccole (Sterna minuta). I Barbagianni e le Sterne, le accetta tanto fresche in carne che già messe in pelle, ma gli altri gli occorrono solo freschi in carne appena morti o viventi. 50 Canne di Bambù non tanto grosse. Chi ne ha, è pregato comunicarne all’ amministra- zione di questo Bollettino, il prezzo per ogni 100 pezzi lunghi circa un metro. 51 Desbrochers des Loges, 23, rue de Boisdenier, Tours, (France), enverra contre liste d’oblata de coléoptères européens et circa, une liste d’insectes de valeur équivalente. Il n'’accepte que de bonnes espèces. 52 Foulquier G., rue Cannebière, 5, à Marseille, dèsire des correspondants dans l’Améè- rique du Nord, pour l’échange des Lepidoptères Rhopalocères. 53 Morroi prof. Umberto, Collegio c. principe di Napoli Assisi, offre l'opera Le grandi invenzioni nuova, con 500 incisioni edita dall’ Unione tipografica editrice del costo di L. 125 in cambio della Flora italiana del Gibelli, Passerini e Caruel. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri ZOOTECNIA del prof. Tampelini, di pag. 300 con 52 incisioni L. 2, 50. Ulrico Hoepli ha ora pubblicato un nuovo manuale che riuscirà sommamente utile agli stu- denti di Veterinaria e di Agricoltura, non solo, ma anche a tutti quegli allevatori che sentono il bisogno di una guida pratica e razionale nella non facile arte dell’ allevamento del bestiame. Fra i manuali della sua collezione l’ Hoepli ha già edito : IL CavALLO, (L. 2,50) ; l' IGIENE VETERINARIA, (L. 2) ed il BESTIAME, (L. 2,50), ed ora egli completa la serie con questo trattatello di ZooTECNIA ED IGIENE compilato dal prof. Giuseppe Tampelini della R. Scuola superiore di Veterinaria in Modena. In esso è svolto con ordine e chiarezza tutto quanto concerne la produzione delle quattro principali specie domestiche: Cavallo, Bue, Pecora, Porco, nel periodo veramente zootecnico di tali produzioni, cioè quello che intercede fra la nascita e il completo sviluppo degli animali. Per l’autore e per la zootecnia, giustamente intesa, quando l’animale ha raggiunto il completo sviluppo esce, per ragioni economiche, dal campo zootecnico o di produzione; ed entra in quello puramente industriale. Questo libro risponde dunque al bisogno generalmente sentito di una volgarizzazione, dei principî, degli obbiettivi e dei metodi della zootecnia. T_T ©T T_T“ >°X«- Anno XV N.° 4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Aprile 1895 SOMMARIO | De Blasio prof. dott. Abele. I crani dei Lucani. Con figure. Pag. 4l. De Angelis dott. Gioacchino. Studio paleozoologico. I corallarii fossili dei terreni terziarii. Con fig. (continuazione). Pag. 43. Parona prof. Corrado. I confini politici e geografici rispetto alla corologia. Pag. 46. Rivista Bibliografica. Da pag. 47. a pag. dl. È Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1893. Da pag. 52. a pag. 56. EGARANI DERISO LO CANI Appunti di A. DE BLASIO >= I crani di cui fo cenno appartengono all’ odierna provincia di Basilicata, ed in ispecie a quella zona che dagli antichi scrittori fu denominata Lucania. Volendo stare alle testimonianze degli antichi geografi. questo paese era limitato ad Oriente dal fiume Bradano, nei confini della Magna-Grecia, e ad Occidente dalle sponde del Silaro, ma con l’ andar del tempo la razza, che vi teneva una stanza, cresciuta in numero e non bastandole quindi così angusto spazio di terra, occupò non solo parte di quello che si disse la Magna-Grecia, ma anche la regione dei Bruzii e dei Picentini. I primi abitanti di guesta parte d’Italia, secondo Strabone, sarebbero stati di stirpe Pelasgica, cioè gli Enotri ed i Coni, i quali, mossi dall’ Epiro, giun- sero in Italia e si attendarono parte sulle rive del Po ed altri si avviarono alla volta di Ravenna: donde, scacciati dagli Umbri, s' inoltrarono raminghi verso l’ Appennino. Alcuni fecero sosta presso il lago di Cotilia ed altri, dopo molte vicende, si fissarono nel paese da noi preso ad esamina. Quando però queste nuove genti vennero ad allogarsi in questa parte della nostra penisola, l’Italia era già costituita in diversi gruppi di popolazioni e non furono quindi i Pelasgi coloro che primi posero il piede nella nostra Lucania. La presenza dell’uomo è quivi molto più antica, e la desumiamo da alcuni resti umani e da varii manufatti di pietra trovati qua e là in diversi luoghi della regione. Più interessanti fra questi sono gli arnesi lapidei descritti dal Guiscardi (1) e dal Nicolucci (2) raccolti in un luogo chiamato Terra-nera presso Venosa (fig. 1.à) e che consistono in grandi strumenti di pietra lavorata a larghe x di Fig. 14 — Armi archeolitiche di Venosa (1) GuiscarpDI, nel Rend. d. R_ Acc, d. se. fis. e mat. di Napoli, 1880 fase. 3 e 4. (2) NicoLucci - I primi vomini, p. 8. Rend. d. R. Acc. d. se. fis. e mat. di Napoli, 1882 fasc, 6. 42 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI scheggiature della forma e del tipo comunemente detto di S.* Acheul. Questi manufatti giacevano sotto uno strato di tufo proveniente dal vulcano del Vul- ture, ed erano accompagnati da avanzi di elefanti (1). Da questi documenti quindi si può indubbiamente affermare essere stata la Basilicata uno dei primi soggiorni dei nostri antenati, i quali molto probabilmente vennero dal nord, donde li scacciava il clima, e vi vennero seguendo le orme che avevano la- sciato, coll’ emigrazione, i diversi animali che s’' erano anch’ essi, per la stessa causa, rivolti verso il mezzogiorno. L'occupazione di questo tratto di territorio da parte di quei prischi nostri progenitori, fu anteriore agli ultimi cataclismi glaciale e diluviale, perchè . fu allora che sciogliendosi i ghiacci ebbero origini le grandi correnti alluvionali, le quali attraversando le pianure, durante l’inverno cosmico, vi scavarono i loro grandi alvei, entro i quali si raccolsero tutte le materie di trasporto, fra cui gli oggetti lavorati dalla mano dell’uomo. Il non essersi poi trovato alcun osso, che possa attribuirsi ad animali addomesticati ci fa ritenere essere stati quei popoli affatto ignari dalla pastorizia ed ancor più dell’ agricoltura. Le grotte ed i ripari sotto rocce erano i loro ricoveri, ed i prodotti della caccia, della pesca ed i frutti, che la terra spontaneamente produceva, i’ loro alimenti; conoscevano pure il fuoco, perchè nelle grotte si son rinvenuti car- boni e cenere; ma non un frammento di terracotta, sicchè può dirsi con certezza che ignoravano l’arte di maneggiare l’ argilla e confezionare vasi. Non col- tivavano la terra e quindi non conoscevano i cereali; come anche non avevano conoscenza delle piante tessili per confezionare vestimenti, ond’ essi per co- prire la loro nudità e garentirsi dal freddo invernale, non adoperavano che pellicce di animali. A questo primo periodo dell’ età della pietra, tenne, coll’ andar del tempo, luogo il secondo, detto neolitico o della pietra levigata, (fig. 2-3) del quale abbiamo numerose prove negli oggetti di pietra lavorati e raccolti qua e là nelle di- verse regioni della Lucania e soprattutto ne abbiamo evidente dimostrazione nelle scoperte fatte dal dott. Ridola nelle grotte poste alle rive della Gravina presso Matera e delle quali se ne hanno notizie in una nota del Nicolucci (2) e nell’ esimio lavoro summenzionato del ch. dott. Michele Lacava (8). In sul chiudersi delle età preistoriche, vennero nuove genti a popolare le terre lucane e che sieno essi stati Enotri e Coni, secondo Strabone, ovvero Itali primitivi, come è più probabile, certo si è che i primitivi abitanti discacciati dai nuovi venuti dalle pianure furono costretti pararsi sui monti e noi lo crediamo di- mostrato dai crani perchè se caratteri dei teschi preistorici sono le curve so- praccigliari molto pronunziate, la fronte stretta, bassa e sfuggente, i diametri (1) Lacava - Topografia e storia di Metaponto. Napoli 1889, pe 1336 (2) NicoLucci - Scoperte preistoriche nella Basilicata e nella Capitanata. Rendiconto della R. Acc. delle Sc. Fis. e Mat. di Napoli 1876. (3) Lacava L. - c. p. 134. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 48 bi-laterali molto accorciati, spessi i tavolati ossei e relativamente stretta la cavità craniale; dobbiamo convenire che nella regione montuosa della Basili- cata il tipo indigeno non è del tutto scomparso. Fig. 2.3 — Armi neolitiche di Metapont Lo studio dei crani a cui ho consacrato questa mia nota, dà a divedere ancora che le parti prospicienti il mare sono ancora ricche di elementi greci, mentre al settentrione ed in buona parte del centro vi campeggia il tipo san- nitico-romano. I crani che ho sottoposto alle mie osservazioni, non sono che 45, e, per comodità di studio, li divido in 3 gruppi, cioè in indigeno o primitivo, in greco ed in sannitico-romano. Il tipo più numeroso è l’ultimo, essendo il secondo composto di 10 e l’altro di soli 5 crani. (continua) GEUDIO.PALEOZOO LOGICO del dott. GIOACCHINO DE ANGELIS Assistente al Gabinetto di Geologia della R. Università Romana I CORALLARII FOSSILI DEI TERRENI TERZIARII COLLEZIONE DEL GABINETTO DI STORIA NATURALE “R. ISTITUTO TECNICO DI UDINE APPENDICE INTORNO AD UNA HYDROCORALLINA FOSSILE. - . (continuazione) 20. Leptophyllia sp. Castelgomberto (1). Esemplare che non permette la specificazione: probabil- mente si deve riferire alla proteiforme L. panteniana d’ Ach. 44 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Fam. Lophoseridae iù 21. Mycetoseris hypocrateriformis Michtti. Crosara (1). 22. Cycloseris Perezii E. H. Via degli Orti (Asolano) (1). 23. Trochoseris miocenica Michtti. Costalupara di Dego (1), Dego (1). 24. Trochoseris berica Cat. Monte Grumi (1). Risponde ottimamente alla figura riportata dal Reuss. (Paléont. Stud.4, Lawdi fio): Fam. Plesiofungidae 25. Dimorphastraea irradians Reuss. Monte Grumi (1). Cattiva conservazione. 26. Siderastraca funesta Brong. Castelgomberto (1). Croce grande di S. Giovanni Ilarione (1). * * * Un cattivo esemplare porta la determinazione di Astraea crenulata De- france: non si può dire nulla a causa del cattivo stato del fossile, solo posso dire che non è la sSiderastraea crenulata Goldf. (Astracea galaxa Micehtti) perchè i calici sono decisamente poligonali. Sectio Madreporaria aporosa Fam. ASTRAEIDAE Sub. Fam. Astraeidae agglomeratae gemmantes. GrENUS Astrocoenia E. H. (emend. Duncan.) syn. Coenastraca Etallon, 1864. 3 1826. Goldfuss. Petref. Germ., t. I, 117. Astraea (pars). 1848. Milne Edwards ed J. Haime. Compt. rend. de l’' Acad. des Sc.,t. XXIII, pag. 469. Astrocoenia. 1849. d’ Orbigny. Note sur les pol. foss., pag. 7 e 10. Goniocoena. Enallo- coenia, Actinastraea. 1885. Duncan. Rev. Fam. and Gen., pag. 120. Le forme di questo genere passarono dall’ uno all’ altro, anzi la stessa po- sizione del genere era incerta. Tutti riferirono questo genere alle Eusmilinae (De Fromentel. Intr. à l’étud. pol. foss. pag. 232), fino a che il Reuss (Dencks. der Wiener Akad. 1854) ed il De Fromentel (Desc. des Pol. foss. de l’ètage Néo- comien, 1857) ne riconobhero la manifestissima dentellatura. Per tale motivo il genere venne a far parte delle Asfraeinae, fino a che il Duncan lo riportò alla Sub-fam. Astraeidae agglomeratae gemmantes, insieme coi generi Sty- locoenia, Stephanocoenia, con cui il nostro genere ha grandissima affinità (1). (1) Qui mi cade in acconcio osservare che i denti dei setti sono la maggior parte delle volte logorati e quindi mancanti. Tale assenza genera una schiera di dubbî. Fortunatamente pérò i setti dentati sono più sottili e quindi la loro buona conservazione ci viene ad attestare la mancanza dei denti, Ciò non è sufficiente, quando la distinzione è basata sopra l'avere i denti tutti uguali fra di loro a diversi. In questo ultimo caso la distinzione per le specie fossili è quasi sempre impossibile. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI. LAS I diversi autori che si occuparono di questo genere ne descrissero molte forme che vennero diversamente suddivise. Lascio la divisione del Milne Edwards (Hist. nat. Corl. t.2 pag. 254) in A. geometricae ed A. irregulares, per tenermi a quella del De Fromentel (loc. cit.), in specie cioè a tipo decamerale, ottomerale ed esamerale. Tutte le forme furono trovate in terreni secondarî e terziari. | (Reuss, Edwards, Haime, de Fromentel, d’Orbigny, d’ Achiardi, ecc.) Solo l’Heller ne descrive una vivente nell’ Adria. (Die Zooph. Adriat. Meer.) Avevo già riferito un esemplare fossile del Pliocene inferiore di Papiol (Barcellona) a questo genere e ne avevo istituita una nuova forma (Los Anto- zoos fòsiles pliocénicos de Cataluna pag. 11 tav. A, fig. 5, 6, 7, 8); quando trovai esemplari di questa specie nella collezione in istudio. Per lo che traduco la descrizione della nuova specie. i 27. Astrocoenia Almerai Sp. n. Riferisco 4 frammenti di polipajo a questo genere per i seguenti caratteri: I polipieriti sono prismatici, riuniti fra di loro direttamente per la teca; i ca- lici sono poligonali; Ja columella stiliforme, alquanto saliente; setti spessi e . poco numerosi, dentellati, specialmente presso la columella. Mancano paletti. Non si riscontrano colonnette negli angoli fra i polipieriti. La gemmazione è superiore e marginale. Il numero dei setti mi fa riportare il fossile alle Astroconiae a tipo de- camerale : eccone la diagnosi, con lievissime modificazioni. A. polyparto gibboso, elato. Epithecio communi, alias incrustante. Ca- licibus polygonis, frequentius pentagonis, propinquis, thecis junctis. Viginti septis, decem rudimentalibus, decem exlus crassiusculis, dentatis, interne dentis majoribus. Tribus cyclis, ultimo deficiente duobus systematibus: quattor manentibus primartis secunandariisque fere aequalibus. Columella parva, styli- formi. Traversis endothecalibus visibilibus. Polipajo gibboso, rialzato. La superficie inferiore è ricoperta da un epi- tecio che rozzamente ci fa riconoscere delle pieghe concentriche; è alquanto spesso. Nel bel mezzo si mostra un foro, dove troviamo un peduncolo rotto, che ci fa vedere setti di un unico polipierite. La superficie inferiore è ge- neralmente liscia e quindi c indica una relativa aderenza sopra l’ ostacolo ; mentre il peduncolo ci dimostra lo stato fisso almeno nello stadio giovanile. Nella parte superiore vediamo ì calici che sono abitualmente poligonali, quasi sempre pentagonali, non mancano gli esagonali fra i quali sono rari quelli re- golari: ve ne sono irregolarissimi. Alcuno sembra circolare, ma ben osservato ci sì manifesta poligonale. Generalmente i calici sono vicini uno all’ altro, ma ve ne sono nella parte più periferica di quelli un poco lontani i quali mostrano rudimenti costali. Quando sono vicini, l’orlo risulta dentato per la sporgenza dei punti di attacco dei setti. La fossula non è sempre ugual- mente profonda, dipende dalla grandezza dei calici e dalla loro posizione. La grandezza dei calici varia da 1-2 mm. In quasi tutti i calici si contano 10 46 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI — T_T——_——»rrr_ —.—rrrrrrc:--:5:Etzr-_---rcr. .fs5::::CK..... setti intercalati da altrettanti più piccoli, alcune volte addirittura rudimentali, ma quasi sempre presenti anco nei calici più piccoli. Tre cicli, l’ ultimo ciclo manca in due sistemi. Nei quattro altri, i setti secondarii differiscono poco dai primarii, donde 1° apparenza di dieci sistemi semplici. I primi dieci sono ab- bastanza sviluppati, massime vicino alla teca, sono dentellati e la dentellatura prende grandi proporzioni vicino alla columella, dove si scorgono denti che si potrebbero confondere coi paletti, se non si vedessero chiaramente attaccati sopra il setto. I dieci denti più grandi fanno credere la columella di maggior di- mensione di quello che è realmente. Essa è sottile, alquanto elevata, termina a cono quasi appuntito. Prende egregiamente il nome di stiliforme come un pistillo fra gli stami. Per quanto piccola la columella, tuttavia, nell’ esem- plare ch'è ottimamente conservato, si scorge in quasi tutti i calici. Nelle se- zioni lungo i polipieriti si osservano le traverse endotecali che sono nelle loggie intersettali. (continua) I CONFINI POLITICI E GROGRAFICI RISPETTO ALLA COROLOGIA Lettera aperta al Prof. R. BLANCHARD, Egregio amico, Ho ricevuto il N. 4 della Revue general des sciences pures et appliguées, nel quale avete voluto con benevoli parole, ricordare il mio ultimo lavoro: L’ Elmintologia italiana ; e vi ringrazio cordialmente dell’ atto gentile. Però una parte della vostra critica, sebbene amichevole, mi recò molta meraviglia, perchè assolutamente infondata, e merita quindi una mia spiegazione. Parlando della corologia elmintologica italiana io non ho mai pensato di fare dell’irreden- tismo, ma soltanto di riferirmi, come esplicitamente avevo dichiarato nella prefazione, alle regioni che sono idrograficamente, orograficamente, etnograficamente italiane, senza preoccuparmi dello stato politico delle singole contrade, non scostandomi in ciò dalla regola comune per la descri- zione delle faune e delle flore regionali; e cioè seguendo il concetto geografico, ossia il naturale, Secondo il vostro modo di ragionare, ne risalterebbe come logica conseguenza che, se avessi scritto il mio libro prima del 1870, avrei dovuto lasciare in disparte Roma e sua provincia; se avanti il 1866 anche Venezia! Oppure avrei dovuto seriverlo prima del 1859 per potervi compren- dere Nizza, e del 1796 per indicarvi anche la Corsica, quali terre italiane? Quella osservazione quindi non regge. Nelle nostre scienze nulia hanno a fare le divisioni politiche, che variano pur troppo continuamente, ed anche voi in Francia, ove non è a dirsi che l’irredentismo sia pianta sconosciuta, ne dovete pur sapere qualche cosa. Non dovrà dunque esservi una fauna della Polonia, solo perchè essa è smembrata fra tre differenti governi e tre nazionalità diverse? Oppure si dovranno considerare come faune e flore del tutto speciali quelle delle repubbliche di S. Marino, di Andorra. e del Principato di Monaco? Né alcuno, tra voi ad esempio, scrivendo un’opera di corologia francese vi comprenderebbe certamente la fauna algerina, quella del Congo, della Gujana, del Tonkino, perchè da tempo più o meno remoto queste regioni sono sotto il vostro governo. Povere leggi corologiche! A che servirebbero tutti gli studî che si fecero e si vanno facendo attivissimamente per sempre meglio conoscere le leggi della distribuzione geografica degli esseri RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 47 viventi? Forse che le aree o le regioni geografiche dovrebbero coincidere colle divisioni politiche? Mettiamo allora in disparte le carte di Wallace, di Heilprin, di Marshall, ecc. ed accontentiamoci di un atlante qualunque di geografia storico-politica. Inoltre, ammesso pure che tali divisioni politiche potessero valere per l’ uomo, in che mai c' entrerebbero pei topi, pei falchi, pei lucci,.... od altri liberi animali? Essi, in ciò ben più razionali dell’ Homo sapiens, non riconoscono che leggi determinate della corologia, le sole che siano veramente naturali. — Nè ha maggior valore l'osservazione vostra sulla lingua nella quale uno scritto è pubblicato, e voi pel primo, così esatto nelle citazioni bibliografiche nei vostri importantissimi studî, non di- menticaste, nè dimentichereste, un lavoro riflettente la fauna della Francia, solo perchè dettato in una lingua diversa dalla francese. i È precisamente per questo che compresi nel mio lavoro il Weld, il Pintner, il Willemoes- Suhm, il Wagener e per primo il Rudolphi, i quali tutti, pur scrivendo nella loro lingua, tratta- rono di elminti spettanti a località italiane. E perchè avrei dovuto ometterli? Forse perchè i la- vori furono poi stampati a Vienna, a Berlino, od altrove? E per ciò solo quei miseri vermi sarebbero dunque divenuti viennesi, berlinesi od in qualsiasi modo forestieri? Voglio credere che no, e che saranno pur sempre considerati appartenenti alla fauna italiana, come saranno sempre francesi gli elminti studiati dal Monticelli a Vimereux, e birmani quelli studiati da me in Ge- nova, per quanto descritti in italiano; come pure cilene saranno sempre le irudinee che voi il- lustraste a Parigi ma provenienti dal lontano Chilì. Consimile osservazione poteva forse venir fatta da altri, ma non da voi che conoscete il mio paese, che siete ben addentro nei varî rami della zoologia e quindi non dovete ignorare che tutti i naturalisti, zoologici e botanici, fra noi (come del resto anche altrove), seguirono e seguono lo stesso metodo, cioè di considerare per confini d’Italia, quelli che non per nulla sono detti natu- rali, facendo astrazione calle vicende politiche e senza che per questo nessuno li abbia mai tac- ciati di irredentismo. Tutti quei cataloghi e libri faunistici ebbero, al pari del mio, libero ingresso perfinoin Austria, senza che subissero il fisco o fossero incriminati d’irredentismo da quelle autorità, che non sono certamente tenere per esso, gli venga dall’ Est o dall’ Ovest, dal Nord o dal Sud. Fortunatamente in Italia i risvegliatisi studî si mantennero sempre in un ordine elevato e spassionato, e non vi si infiltrò mai quella corrente di idee che, secondo voi, trascinerebbe sgra- ziatamente anche i migliori spiriti. Epperò, egregio amico, avete avuto torto di accusarmi di una colpa, che posso benissimo por- tare nell’ animo, come lo debbono i patriotti di tutte le nazioni, ma che non ho mai espressa e ‘|. che vorrò mai portare nel campo sereno della scienza. E dopo questa sincera dichiarazione, credetemi ancora e sempre vostro affezionatissimo amico Prof. CorraDpo PARONA. Genova, 15 Marzo 1895. RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’ amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle qualiè segnato il costo, ed anche le altre se possibile. MARTORELLI dott. GIACINTO. Monografia illustrata degli uccelli di rapina in Italia. (Milano 1895. Memorie del Museo civico di St. nat. e della Soc. italiana di Sc. nat. Tom. V (I della nuova serie). Pag. 216 in 4,° con 45 fotoincisioni e 4 tav. sineromiche su disegni 48 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI e tav. orig. dell’ autore. Prezzo L. 20) Opera ricca e pregevole, che illustra e descrive una classe di uccelli, la quale presenta tante difficoltà nella determinazione della specie. L' egregio A. dice di avere con la presente memoria iniziata una serie di monografie illustrate degli uccelli italiani e se egli condurrà a termine questo non lieve compito così bene come lo ha incominciato, avremo un’ opera classica di grande giovamento per gli studiosi di ornitologia. L’ egregio A. descrive le diverse livree dal pulcino all’ adulto ed al vecchio, le varietà di colorito, le forme, gli atteggia- menti, le abitudini speciali, il modo di vita, nutrizione, nidificazione ecc. e tutto ciò dedotto non solo da osservazioni dirette su animali vivi, o su individui presi in Italia, ma pur su quelli presiin tutte le circostanti regioni circummediterranee, anche appartenenti a varietà che alcuni consideraro come distinte o formanti vere sottospecie ; essendo intendimento dell’ A. che le descrizioni abbraccias- sero tutte le principali gradazioni che gli uccelli da preda offrono nelle loro grande variabilità. Altro buon vantaggio di quest' opera, sono le numerose figure tutte originali e disegnate dal- l’autore, comprese le 4 tavole colorite con il nuovo processo di Sincromia, inventato dal conte Vittorio Turati e destinato a rendere buoni servigi alla scienza. LENTICCHIA dott. prof. A, Bibliografia sulla fauna della Svizzera italiana. (Berna 1894. K. J. Wyss edit. Pag. 12 in 8.9) Indicati i limiti dati a questo suo lavoro ed il perché dei medesimi, cita tutti gli scritti sulla fauna della Svizzera italiana, dei quali è a lui riuscito di. avere notizie. Questa memoria forma parte della B7blografia geografica della Svizzera. LENTICCHIA dott. prof. A. Le crittogame vascolari della Svizzera insubrica, (Genova 1894. Giornale Malpighia, vol. VIII. Estratto di pag. 20 in 8.9) La presente memoria che comprende le famiglie delle Felci, Equisetaceae, Lycopodiaceae e Marsilinceae, completa l’ opera che il Franzoi pubblicò nel 1889 sulle Piante fanerogame della Svizzera insubrica e che fu or- dinata ed annotata dal medesimo prof. Lenticchia. STOSSICH MICHELE. Il genere Heterakis Dujardin. (Zagreb 1888. Societas, histo- rico-naturalis Croatica. Estratto di pag. 26 con 7 tav. in 8.9) É un lavoro monografico sul ge- nere Heterakis, del quale genere e di 44 specie, vengono dati anche i caratteri distiniivi. Nella me- moria è pure un indice sistematico degli animali nei quali furono riscontrate le suddette specie, Sette tavole con molte figure, rappresentano le parti caratteristiche delle specie illustrate, STOSSICH MICHELE. I distomi degli Anfibi. (Trieste 1289. Boll. Soc. Adriatica di Sc. nat. vol. XI. Estratto di pag. 16 in 8.°) Anche il presente è un lavoro monografico, nel quale l’egre- gio A. si occupa di 23 specie di Distomi e dà l'indice sistematico degli anfibi in cui sono stati trovati. STOSSICH MICHELE. Il genere Physaloptera Rudolphi. i 1889. Boll. Soc. adriatica di Sc. nat. vol. XI. Estratto di pag. 24 ‘e 3 tav. in 8.°) Dati i caratteri del genere, ne enumera e descrive 37 specie, indicando gli autori che ne hanno parlato e di parecchie dà pure figure caratteristiche. Il solito indice sistematico degli animali nei quali furono rinvenute le specie del genere Physoloptera, pone termine alla memoria. STOSSICH prof. MICHELE. Elminti veneti. (Trieste 1890. Boll. Soc. adriat. di Sc. nat. vol. XII. Estratto di pag. 12 in 8.9) Questi elminti furono raccolti in animali del veneto dall’illustre 6 compianto naturalista conte dr. A. P. Ninni. Trattasi di 56 specie studiate ed an- notate dall’ egregio A. STOSSICH prof. MICHELE. Elminti veneti. Seconda serie. (Trieste 1891. Boll. Soc. adriat. di Sc. nat. vol. XIII, Estratto di pag. 8 con 1 tav. in 8.9) Sono altre 34 specie che fanno seguito alle sumenzionate e fra queste trovasi una specie nuova, l’ Echinorhynchus Ninni. Una tavola con 6 figure è unita al testo. STOSSICH prof. MICHELE. Nuova serie di Elminti veneti, raccolti dal dr. P. A. conte Ninni. (Zagreb 1891. Societas historico-naturalis, Croatica. Estratto di pag. 4 in 8.0 ed 1 tav. con 8 fig.) Fra le 26 specie citate trovasene descritta una nuova che è la Pilaria Ninnîi. i STOSSICH prof. MICHELE. Il genere Dispharagus Dujardin. (Trieste 1891. Boll. Soc. adriat. di Sc. nat. vol, XIII. Estratto di pag. 28 in 8.° con 3 tav.) Erano 35 le specie del RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 49 genere Dispharagus fino allora conosciute e di queste solo 9 erano state descritte ed anche imper- fettamente. L’ egregio A. dando la diagnosi di tutte, divide le 26 specie che non erano ancora descritte, in due sezioni, secondo che hanno il corpo armato di aculei, o inerme. Questi vermi sono tutti ospiti di uccelli e nella memoria trovansi citati gli uccelli nei quali sono stati rinve- nuti. Ventisette figure rappresentano la maggior parte delle specie annotate. STOSSICH prof. MICHELE. I distomi degli uccelli. (Trieste 1892. Boll. Soc. adriat. di Sc. nat, vol. XIII P. II. Estratto di pag. 54 in 8.9) Ben IOl sono le specie dei Distomi nella presente memoria descritte, e vi è pure l'indice degli uccelli trovati fin ora infetti da tali parassiti. STOSSICH MICHELE. Note elmintologiche. (Trieste 1893. Boll. Soc. adriat. di Sc. nat. vol. XIV. Estratto di pag. 8 con una tav. in 8.°) Le specie citate nella presente memoria sono: 8 Ascaris, 2 Heterakis, 1 Dispharagus, 2 Filaria, 1 Spiropterina, 1 Agamonema, 1 Physaloptera, l Oxysoma, 2 Echinorhynchus, 6 Taenia, 1 Phyllobothrium, 1 Bothriocephalus, 1 Holostomum ed 1 Distomum. Fra queste trovansi: Ascaris micropapillata, Agamonema Ranzaniae ed il Distomum italicum, per la prima volta descritte dall’ egregio A. STOSSICH MICHELE. Il genere Angiostomum Dujardin. (Trieste 1893. Boll. Soc. adriat. di Sc. nat. vol. XIV. Estratto di pag. 8 in 8.°) Esposte notizie generiche sugli Angiostomum, ne descrive 5 specie, indicando gli animali sui quali vivono e gli autori che ne hanno parlato. STOSSICH MICHELE. Osservazioni sul Solenophorus megalocephalus. (Trieste 1895. Boll. Soc. adriat. di Sc. nat. vol. XVI. Estratto di pag. 8 e 2 tav. in 8.°) L’egregio A. ri- ferisce i resultati di studi fatti su di un grande numero di Solenofori, rinvenuti dal sig. A. Valle nell'intestino di alcuni Python molurus provenienti dalle Indie orientali. In 12 fig. sono rappre- sentate le particolarità più salienti incontrate dall’ A. STOSSICH MICHELE. Notizie elmintologiche. (Trieste 1895. Boll. Soc. adriat. di Sc. nat. vol. XVI, Estratto di pag. 16 con 3 tav. in 8.°) In questa memoria l’ egregio A. si intrattiene su 47 specie di elminti, dando 37 figure relative alle medesime, fra le quali trovansi le nuove specie: Dochmius Vallei, Agamonema Ascaris rubicundae, Bothriocephalus (?) longispiculus, Taenia varanii, Anthobothrium parvum. STOSSICH MICHELE. I Distomi dei rettili. (Trieste 1895. Boll. Soc. adriat. di Sc. nat. vol. XVI. Estratto di pag. 30 in 8.°) È questa l’ ultima delle numerose e pregevoli memorie favo- riteci dall’illustre elmintologo prof. Stossich. (Vedansi anche quelle annunziate nel fascicolo 1 Feb- braio). In essa l’egregio A. enumera e descrive 39 specie di Distomi, citando gli autori che ne hanno fin ora parlato, e riporta in indice sistematico l’ indicazione dei rettili trovati fin’ ora infetti da distomi. S DE TONIG.B. Sopra due nuove alghe marine giapponesi del prof. K. Okamura. (Venezia 1895. Atti R. Istituto veneto di sc., lett. ed arti. Tom. VI. Estratto di pag. 12 in 8.9) Trattasi delle Placophora latiuscula, P. linearis e Hypnea simpliciuscula, delle quali oltre le descri- zioni, trovansi in questa memoria notizie e dati riflettenti la conoscenza del genere e quella ficogeo- grafica. L' egregio A. da notizia che stà lavorando in un lavoro generale sulla flora algologica ma- rina dei lidi dell’ Impero giapponese. LIOY PAODO. Fra mosche e zanzare. (Roma 1895. Nuova antologia. Fasc. 15 gen. Estratto di pag. 24 in 8.°) Lo scritto ha tutta l’ apparenza di popolare e di modesto, si legge vo- lentieri e si comprende bene da qualunque discreto lettore, ma la scienza dell’ egregio A. traspare ovunque e lo rende interessante anche scientificamente. GORHAM rev. H. S. On the coccinellidae collected By. Mr. L. Fea in Birma. (Genova 1895. Annali museo civico di st. nat. vol. XIV. 30 gennaio. Estratto di pag. 16 in 8.9) Delle 46 specie di coccinelle illustrate in questa memoria le seguenti sono nuove: Halyzia feae, Coelophora birmanica, Verania vineta, Orcus? discoideus, 0. carinicus, 0. bipunctatus, O. quadriguttatus, Aspidimerus ruficrus, A. tri-oblitus, Cryptogonus tirmanicus, Scymnus asciu- ianus, S. tristigmaticus, S. birmanicus, Epilachna congener, Oridia pubescens. DE BONIS ANTONIO. Sopra alcuni fiori cleistogami. (Firenze 18953, Bollettino 50 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Soc. bot. ital. Estratto di pag. 4 in 8.9) Le piante sulle quali l’ egregio A. ha osservati fiori clei- stogami e di cui dà ampi ragguagli, appartengono alle seguenti 3 specie: Portulaca grandiflora (Lindl.) e Salpiglossis sinuata (R. et Pav.) delle quali nessun autore aveva fin ora citati fiori cleistogami, e Lamium amplexicaule (L.) ben conosciuta per questa particolarità, ma non com- pletamente studiata. CERMENATI, VINCIGUERRA, DE VESCOVI. Commemorazione di Francesco Gasco. (Roma 1895. Tip. dell’ Unione cooperativa. Pag. 46 in 8.°) La commemorazione dell’ il- lustre prof. Francesco Gasco della Università di Roma, fu fatta ad iniziativa del Circolo dei na- turalisti e tenuta nel locale del circolo stesso. Parlarono il prof. Cermenati presidente del circolo, il prof. Decio Vinciguerra, incaricato della commemorazione, il prof. Pietro De Vescovi, assistente alla cattedra tenuta dal Gasco. Nel presente volume sono riportati i suddetti. discorsi, l’ elenco delle pubblicazioni del prof. Gasco ed il ritratto del medesimo, VINCIGUERRA D. I Coregoni e la loro introduzione in Italia. (Roma 1895. Gior- nale l'Eco dei campi e dei boschi, n. 2. Estratto di pag. 12 in 8.°) Premessi alcuni cenni zoolo- gici sui coregoni e data la figura di questi pesci tanto ricercati dai buongustai, parla dei tenta- tivi fatti per introdurli nei grandi laghi dell’Italia e degli ottimi resultati ottenuti nei laghi di Como e lago Maggiore. MELI ROMOLO. Breve relazione delle escursioni geologiche eseguite alle Pa- Judi pontine, a Terracina ed al Circeo. (Roma 1894. Annuario della R. Scuola d’ applica- zione per gli ingegneri di Roma. Estratto di pag. 16 in 16.°) Queste escursioni furono dall’egregio prof. Meli effettuate con gli allievi ingegneri della R. Scuola d'applicazione di Roma nell’anno scolastico 1893-94 e precisamente dal 17 al 20 marzo, e riuscirono non solo dilettevoli ma anche molto istruttive, i MELI prof. ROMOLO. Sopra due esemplari di Neptunea sinistrorsa Desch. (Fusus) pescati sulla costa d’ Algeri. (Roma 1895. Boll. Soc. geol. italiana vol. XII fasc. 2. Estratto di pag. 8 in 8.°) Questa comunicazione preliminare, nella quale 1’ egregio A. sì intrattiene sugli esemplari presi ad illustrare, notando come la Neptunea sinistrorsa sia stata spesso confusa conla Neptunea contraria Lin. (Murex) e come essa si trovi fossile in belli e grandi esemplari nei terreni quaternari (post-pliocene medio) della Sicilia, fu fatta alla Società geologica italiana, nella sua adunanza generale del 19 settembre 1894 tenuta a Massa Marittima. MELI prof. ROMOLO. Sopra alcuni resti fossili di mammiferi, rinvenuti alla cava della catena presso Terracina. (Roma 1895. Boll. Soc. geol. italiana vol. XIII fase. 2. Estratto di pag. 10 in 8.") Questi resti consistono in: Una Semi-mascella umana, 4 molari di Bos primigenius, l incisivo di Cavallo, 1 molare di Rinoceronte, l frammento di mascella di Ri- noceronte, 1 molare di Cervus elaphus, 1 frammento di mascella di cervo, 1 frammento di molare di Jena, 1 molare di cavallo, 1 osso lavorato, una scheggia di silice lavorata, l difesa di Cinghiale. MELI prof. ROMOLO. Paragone fra gli strati sabbiosi a cyprina @equalis (Bronn.) del Monte Mario presso Roma, e quelli di Ficarazzi presso Palermo. (Roma 1895. Boll. Soc. geol. italiana, vol. XIII fasc. 2. Estratto di pag. 8 in 8.9) L’egregio A. constata la grande analogia che per la forma litologica e per le specie di fossili, presentano i due giacimenti di Fi- carazzi e del Monte Mario; nota però le specie che si rinvengono a Ficarazzi e non a Monte Mario e ne discute la importanza, concludendo con il ritenere che il giacimento classico del Monte Mario sia anteriore a quello di Ficarazzi e posteriore a quello di Altavilla, e sostenendo che debba considerarsi come spettante al pliocene superiore. GARELLI ALESSANDRO. Ancora le patate di gran reddito. (Torino 1895. Tip. Derossi. Pag. 8 in 8.°) Il prof. Garelli che con zelo si occupa e raccomanda la coltivazione su larga scola delle patate di grande reddito, riferisce in questo scritto i resultati ottenuti da questa coltivazione ad Auronzo ed a Carmagnola; parla del movimento in favore di questa coltivazione in Italia, dell'industria della fecola, della fecola nell’ allevamento dei bachi da seta, e si intrat- tiene sul tema: Le patate e la miseria in Italia. RIVISTA ITALIANA SCIENZE NATURALI DI DE TONI J. B. UND OKAMURA K. Neue Meeresalgen aus Japan. (Berlino 1894. Berichte der Deutschen Botanischen Gesellschaft. Jahrgang. Estratto di pag. 8 ed 1 tav. in 8.°) Le nuove specie delle quali si danno notizie e descrizioni nella presente memoria sono: Malyseris pro- lifera Okam., Hemineura Schmitziana De Toni et Okam., Callophyllis japonica Okam. (ad interim.) Una tavola con 17 figure è unita al testo. TASSI dott. FLAMINIO. Nuova stazione toscana della Phelipea Muteli Reut. e dell’Erica multiflora Lin. (Firenze 1894. Boll. Soc. botanica italiana. 11 Nov. Estratto di pag. 8in 8.9) La Phelipaea Muteli, fu dall’egregio A. trovata nei dintorni di Siena e specialmente presso S. Dalmazio, e la Erica multiflora, nel bosco di Lecceto pur non molto distante da Siena. COUPIN H. L’ amateur de papillons. (Paris 1895. Edit. J. B. Baillière et fils. Pag. 334 - in 16.° con 246 figure. Legato in tela Fr. 4). H. Coupin, preparatore alla Facoltà delle scienze di Parigi, è l’autore anche dell’ altro volume, L'Amateur de Coléoptères, del quale annunziammo la pubblicazione l’anno scorso, e che ha incontrato molto favore fra i dilettanti. È anche questo, come quello, un lavoro pratico. Trattato dell’ organizzazione delle farfalle, trattenendosi sul mimetismo, parla della loro classificazione, vita, costumi, e si diffonde assai sulla caccia e raccolta delle far- falle adulte, delle larve, crisalidi ed uova, nonchè sulla loro preparazione e conservazione. PARONA CORRADO. Elenco di alcune Collembole dell’ Argentina. (Genova 1895. Annali Museo civico di St. nat. vol. XIV Marzo. Estratto di pag. 8 in 8.°) Vi figurano 20 specie di cui una nuova, la Cyphodeirus longicornis che vi è descritta e figurata. GESTRO R. Nuove contribuzioni allo studio delle Hispidae Papuane. (Genova 1895. Annali Museo civico di St. nat. vol. XIV. 15 Marzo. Estratto di pag. 8 in 8.9) Vi sono de- scritti per la prima volta il genere Ceratispa, e le specie: Ceratispa Loriae e Gonophora vulne- rata, e citate le specie Oxycephala speciosa Beisad., Monochirus multispinosus e Hispa rubus. FIORI A. Alcuni casi di melanismo in due specie di uccelli. (Modena 1894. Atti Soc. nat, di Modeza vol. XIII. Estratto di pag. 8 in 8.°) Trattasi di due casi di melanismo. Il primo è relativo al Corvus cornix e su questo l’ egregio A. si trattiene assai, concludendo con il ritenere che la maggior parte degli ornitologi abbia creduti Corvus corone i melanuri del C. cornix e che in questa specie sia molto frequente il melanismo; da ciò fa derivare anche gli errori delle dia- gnosi fatte sui corvi italiani ed espone quelle che a lui sembrano meglio distintive. L’ altro me- lanismo lo ha riscontrato in una Pyrrula rubicilla vissuta 8 anni in schiavitù, che cominciò a divenir nera nel 6.° anno, e che divenne completamente melanura nell’autunno in cui morì. HAECHEL ERNESTO. Antropogenia o storia della evoluzione umana. (To- rino 1895 in corso di pubblicazione) Di questa splendida opera edita dall’ Unione tipografica edi- trice e tradotta dal prof. Daniele Rosa, sono uscite le prime 13 dispense, che costano L. 1,20 l'una e contengono numerose incisioni intercalate nel testo, tavole e tabelle genealogiche. PERIODICI NUOVI: Rivista italiana di Paleontologia. Siamo certi che questo pe- riodico incontrerà il favore degli studiosi, ai quali promette di offrire un rendiconto fedele, com- pleto e sollecito della produzione paleontologica italiana e dei più importanti lavori esteri. Della buona redazione ne sono garanzia i valenti dottori Carlo Fornasini e Vittorio Simonelli che la dirigono e che sono già noti per importanti lavori paleontologici pubblicati. Questa rivista esce in Bologna bimestralmente e costa L. 5 all’ anno. È pubblicato il primo fascicolo. L'eco degli Ingegneri e Periti agrimensori. Rivista tecnica quindicinale. Si pubblica in Cuneo e costa L. 4 all’ anno. i Il Cirillo. Rivista mensile di medicina e scienze affini. Direttore Cav. Alfonso Girone. Uffici del giornale in Aversa Palazzo Girone, Abbonamento L. 5. f BROoGI SO __-_-—©£--<-<-<*<<-<—< ‘* LD7 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni dei 1894 Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in questo catalogo bibliografico, sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copia delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. N. B. L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. ————o-r—— Fe©ea_ Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. 1 Alessandrini dott. G. Notizie anato- miche del 7ragulus meminna Erxl. (Roma. Boll. Soc. romana per gli studi zool., n. 5-6, pag. 175-90, con l tav.) 2 Albini G. Sull’immobilità come causa ini- ziante il letargo iemale de’ Moscardini (Myoxus avellanarius.) Nota. (Napoli. Rend. Ace. Sc, fis. e mat., fasc. 1-2). 3 Angelini prof. G. La caccia in rapporto colla conservazione della selvaggina, coll’ agri- coltura e colla scienza. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zool., n. 1, 2 e 3, pag. 45-60). 4 Antonini A. Velocità del cavallo all’ambio e considerazioni di meccanica animale. (Pisa. Giorn. d'Ippologia, n. 18). ò Apicoltore. Spigolature di apicoltura e notizie sulle api. (Siena. Boll. nat. n. 7 e 9). 6 Ardu Omnis dott. E. Crani umani della Magenta del Museo d’Anatomia comparata della R. Università di Torino. (Riassunto). (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 180 pag. 2 in 8.9) 7 Arrighi-Griffoli conte G. Una rara va- rietà melanica del Circus cineraceus (Montagu) è] Striceps cineraceus (Bonaparte), colta in Val di Chiana (Arezzo). (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zoolog., n. 4, pag. 110-13). 8 Arrigoni degli Oddi dott. E. Elenco degli uccelli italiani più interessanti che mi pervennero durante l’anno 1893. (Siena. Boll. nat., n. 2, pag. 22-24). 9 Arrigoni degli Oddi dott. E. Un ibrido naturale di Anas Boscas Linnaeus e Mareca Pe- nelope Linnaeus. (Padova. Atti Soc. ven. trent. Sc. nat,, fasc. II, pag. 404-11). 10 Arrigoni degli Oddi dott. E. Materiali per la fauna padovana dei vertebrati. (Ibidem, fasc, 1, Estr, di pag. 82 in 8.9) 1l Arrigoni degli Oddi dott. E. Mate- riali per la fauna padovana degli animali ver- - tebrati. (Milano. Atti Soc. ital. Sc. nat., fasc. 4. Estr. di pag. 68 in 8.9). 12 Ascarelli A. Ricerche ematologiche sul- l'embrione di pollo. (Roma. Boil. R. Acc. med., n. 7, pag. 768-89). 13 B. Azione degli insetticidi sulle uova del baco da seta. (Casale Monferrato. Bacologo ital., n. 29, pag. 226-27). 14 B. Allevamento autunnale di bachi annuali. (Ibidem, n. 32, pag. 249-50). l5 Bakunin S. Sulla evoluzione delle fun- zioni embrionali. (Napoli. Atti R. Acc. med, chirurg., n. 2-3). 16 Baraldi prof. G. Influenza del maschio sulle femmine primipare. (Milano. L’ Allevatore, n. 172 e seg.) 17 Bargoni E. Di un foraminifero parassita nelle Salpe e considerazioni sui corpuscoli ami- lacei nei Protozoi superiori. (Roma. Ricerche fatte nel Laborat. di Anat. norm. R. Università e in altri Laborat. biolog., fasc. 1-2, pag. 43- 64, con tav.) 18 Barone G. Distribuzione dei pesci nella superficie del mare. (Venezia. Neptunia, pag. 179-84 e seg.) : 19 Barpi dott. A. L'introduzione della razza bovina Durham in provincia di Treviso. (Soligo. Progresso agr., n. 18, pag. 349-952). 20 Barpi dott. U. Brevi cenni intorno agli avanzi fossili animali della torbiera di Lonato. (Milano. Tip. degli Operai, pag. 19). 21 Barpi U. La precocità. (Torino. Giorn. di med. vet. pratica. Estr. di pag. 47). 22 Bastogi G. Come camminano gli insetti. (Siena. Boll. nat., n. 9 pag. 107-108). 23 Baudi F. Viaggio del dr. E. Festa in Pa- lestina, nel Libano e regioni vicine. VIII Co- leotteri. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 173, pag. 16 in 8.9) 24 Bellati prof. M. e Quajat dott. E. Sullo schiudimento estemporaneo delle uova del filugello. (Padova. Boll. di bachicol. n. 9, e seg.) 25 Bellinato ing. A. La Maclura auran- tiaca nell'allevamento dei bachi da seta. (Ca- sale Monferrato. Bacologo ital., n. 9, pag. 66). 26 Berlese A. Materiali per un catalogo dei Mallofagi e Pediculini italiani. (Firenze. Boll. Soc. entom. ital., trim. I e seg) 27 Berlese prof. A. La « Rogna cutunedda » o « Muffa » (Dactycopius Citri Risso). (Padova. Boll. di ent. agrar. e patolog. veget., n. l pag. 2-7). 28 Berlese prof. A. Le Cavalette. (Ibidem, n. 2, pag. 18-24, con fig.) 29 Berlese prof. A. La lotta contro la Co- chylis ambiguella (Tignola dell’ uva). (Ibidem, Suppl. al n. 3, pag. 3-17, con fig.) 30 Berlese prof. A. agrumi, (Ibidem, n. 4 pag. 51-57, con fig.) 31 Berlese prof. A. La tignuola del melo (Hyponomenta malinellus) ed il modo di com- Le cocciniglie degli batterla efficacemente. (Ibidem, suppl. al n. 4, pag. 3-12). 32 Berlese prof. A. Cochylis e Rubina. Nuove esperienze. (Ibidem, suppl. al n, 6 p.3-9) 33 Berlese prof. A. Inseiti che danneggiano l’olivo. (Ibidem, n. 9 e seg. con fig.) 34 Berlese prof. A. Le tignuole della vite Cochylis ambignella Hubno, ed Eudemis botrana Schiffm. e modo di combatterle. (Pavia. Boll. R. Scuola sup. d’Agricol., n. 20, pag. 8 in 8.9) 35 Berlese prof. A. e Banti dott. A.La tignuola del melo e modo di combatterla. (Ibi- dem, n. 14, pag. 12 in 8.°) 36 Berta prof. R. Anatomia e fisiologia comparate. (Milano. Edit. Hoepli. Pag. 218 in 16.9, con fig., leg. in tela L. 1,50). 37 Bertelli dott. D. Vene superficiali del- l’avambraccio. (Pisa. Tip. Nistri. Pag. 24 in 8.° gr., con l tav.). 38 Bertelli dott. D. Contributo alla anato- mia del diaframma nei Carnivori. (Firenze. Mo- nitore zool. ital., n. 9-10, pag. 211-15). 39 Besana C. Norme pratiche per l’ alleva- mento dei vitelli col latte magro. (Trento. L’ Agricoltore, n. $, pag. 95-96). 40 Besta R. Anatomia e fisiologia compa- rate. (Milano. Edit. Hoepli. Con inc.) 4l Bettoni prof. dott. E. In qual modo la piscicultura possa intervenire in favore del lago RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 53 di Como, utilizzando per il suo ripopolamento le Trote, che gli sono indigene. (Venezia. Neptunia, pag. 168-71 e 184-87). 42 Bettoni prof. dott. E. Quello che si è fatto per introdurre nel lago di Como i Core- goni. Considerazioni sopra i Coregoni sotto molti rapporti. (Ibidem, pag. 202-12). 43 Bettoni prof. dott. E. La pescosità del lago di Como. Cause che la diminuiscono e come si possa ripristinare. Quanto e come la pisci- coltura abbia potuto intervenire a vantaggio del lago di Como. (Ibidem, pag. 212-23). 44 Bezzi dott. M. Gli insetti epizoi o in- setti che vivono su altri animali. Loro costumi, caratteri, classificazione: modo di raccoglierli e conservarli (continuaz.) (Siena. Riv. ital, Sc. nat., n. l e seg.) ; 45 Bezzi dott. M. Sulle specie italiane del genere Peleteria R. D.; B. B. (Firenze. Boll. Soc. entomol. ital. , trim. II. Estr. di p. 20in8.9) 46 Bianchi dott. prof. S. Sulle ossa pa- rietali nel genere Bos. (Firenze. Monit. zool. ital., n. 6-7, pag. 134-37, con l fig.) 47 Biasioni L. I nemici dei pesci. (Trento. Alman. agr., pag. 347-60). 48 Biasioni L. La Carpicoltura (Pescicol- tura). (Trento. Boll. sezione di Trento, n. 5, pag. 142-43). 49 Blanchard dr. R. Hirudinées de l’ Italie continentale et insulaire. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 192, pag. 84 in 8.°) 50 Bolle prof. G. Il Giallume od il mal del grasso del baco da seta. (Milano. Riv. di Ba- chicol. n. 12 e Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 8 pag. 57-59). 51 Bonomi prof. A. Notizie ornitologiche raccolte nel Trentino durante il 1893. (Siena. Boll. nat., n. 3, pag. 36-37). 52 Bonomi prof. A. L'orso nel Trentino. (Ibidem, n. ll. pag. 129-30). 53 Bordiga prof. O. Gelsi e bachi da seta nell’ Italia meridionale. (Napoli. Riv. agr., n. 49). 54 Boschetti dott. F. Calzaiura preserva- tiva e curativa per le malattie dei piedi di tutti | gli animali domestici. Nota preventiva. (Milano. i Tip. degli Operai. Pag. 13, con fig.) 55 Bossi dott. V. Ricerche sulle nevrecto- mie del mediano degli cquini. (Milano. L'Alle- vatore, n. 187 e seg.) o RIVISTA ITALIANA DI 56 Bossi V. Di due particolari sarcomi del cane. (Pisa. Tip. Pieraccini. Pag. 10). © 57 Boulenger G. A. A List of the Repti- les and Batrachians collecto by dr. E. Modigliani on Sereinu (Sipora) Mentawei Islands. (Genova. Ann. Museo civico St. nat. Estr. di pag. 8 in 8.9) 58 Brogi. A proposito dell’ Afta epizootica 0 taglione dei bovini. (Siena. Boll. nat., n. 12, pag. 145-46). 59 Budde-Lund G. Isopodi terrestri. (Ge- nova. Ann. Museo civico St. nat. Estr. di pag. 12 in 8.9) 60 Calori L. Sulla composizione dei condili occipitali nelle varie classi di vertebrati e sul- l’omologia del terzo condilo occipitale dell’uomo con il condilo occipitale unico degli uccelli e dei rettili. (Bologna. Mem. Ace. Sc., tom. IV). 61 Camerano prof. L. Viaggio del dottor Alfredo Borelli nella Repubbica Argentina e nel Paraguay. I. Gordii. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 175, pag. 8 in 8.9) 62 Camerano prof. L. Ricerche Anatomo- fisiologiche intorno ai Salamandridi normalmente apneumoni. (Ibidem, n. 178, pag. 8 in 8.9) 63 Camerano prof. L. Sopra due specie di Gordius raccolte in Sumatra dal dott. Elio Mo- digliani. (Genova. Ann. Museo civico St. nat. Estr. di pag. 4 in 8.9) 64 Candéze E. Elatérides recueillis par M. E. Modigliani aux bord du lac de Toba è Su- matra de nov. 1890 à mars 1891. (Ibidem Estr. di pag. 24 in 8.9) 65 Canestrini prof. G. Per l'evoluzione. (Torino. Unione tip. edit. Pag. 224 in 8.° gr. Db) 66 Canestrini G. La famiglia dei Psoroptidi. (Venezia. Atti R. Ist. ven. di sc., lett. ed arti, disp. 7, pag. 1200- 249, con 12 tav.) 6/ Canestrini G. Aggiunte ai Fitoptidi ita- liani. (Padova. Atti Soc. ven, trent. Sc. nat., fasc. II, pag. 467, con 3 tav.) 68 Canestrini G. e Massalongo C. Nuova specie di Fitoptidi italiani. (Ibidem, fasc. II, pag. 4653-66) 69 Capellini G. Rhisocrinus Santagatai e Bathysiphon filiformis. (Roma. Rend. R. Acc. Lincei, fasc. 5, sem. 1. Estr. di pag. 8 in 4.9) 70 Capellini G. Di alcuni fossili controversi, SCIENZE NATURALI riferiti a crinoidi, foraminiferi, vermi e corallari. (Ibidem, fasc. ll. Estr. di pag. 3 in 4.9) 71 Capellini G. Rinoceronti fossili del Museo di Bologna. (Bologna. Pag. 16 in 4.° con 2 tav.) 72 Carini A. Sulla digeribilità dell’ albume nei diversi periodi di sviluppo dell’ uovo di pollo. (Napoli. Arch. ital. di Pediatria, fasc. 1, p. 1-14). 73 Carruccio prof. A. Sull' esistenza della Rissa tridactyla Bp. in Sardegna. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zool., n. 1-3, pag. 1-9). 74 Carruccio prof. A. Sulla Vipera derus sub. spec. Aspîs e sulle sue varieta raccolte in un decennio nella provincia di Roma. (ibidem, n. 4, pag. 77-92). 75 Carruccio prof. A. Osservazioni anato- miche sovra una testa ossea di giovanissimo Elephas africanus. (Ibidem, n. 5-6, pag. 125- 36, con fig.) 76 Catterina dott. G. La malattia delle rane, Ricerche |batteriologiche. (Padova. Bull. Soc. ven. trent. Sc. nat., n. 4, pag. 190-94). 77 Celli A. e Fiocca R. Contributo alle conoscenze sulla vita delle amebe. 1.8 e 2.* nota preventiva. (Napoli. Riforma med., n. 68 e seg.) 78 Chiarugi G. Contribuzione allo studio dello sviluppo dei nervi encefalici nei mammi- feri in confronto con altri vertebrati. (Firenze. Pubbl. R. Ist. studi sup. Estr. di pag. 72). 79 Clerici E. Sulle spugne fossili del suolo di Roma. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., fase. 1. Estr. di pag. 10 in 8.9) 80 Colucci V. Enzoozia verminosa dei polli prodotta dal Dispharagus Nasutus Rud. (Bolo- gna. Mem. R. Acc. Sc. dell’ Ist. Estr. di pag. 15, con l tav.) 1 i 81 Colucci V. L. Di un rene soprannume- rario in una bovina. (Ibidem. Estr. di pag. 14, con l tav.) 82 Condorelli Francaviglia dott. M. No- tizie anatomiche sul Bradypus tridactylus L. var. ustus Lesson. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zool., n. 5-6, pag. 158-71, con l tav.) 83 Contadino. L'allevamento delle anitre. (Torino. Gazzetta delle Campagne, n. 23, p. 179). 84 Coretta A. L'alimentazione dei bachi con la Scorzonera. (Milano. Riv. di Bachicoi., n. 28, pag. 1909-10). (continua) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 55 Per secondare il desiderio espresoci da alcuni abbonati poniamo in vendita i singoli fascicoli delle annate arretrate di questi periodici e diamo qui l’ elenco dei PRINCIPALI SCRITTI FINORA PUBBLICATI. Ogni fascicolo franco di porto costa cent. 25, ma se vi sono figure, il prezzo è variabile e viene comunicato ad ogni richiesta. Agli autori che richiedono i fascicoli contenenti i loro scritti, ed a coloro che acquistano di- versi fascicoli il prezzo sarà molto ridotto. . N. B. Nelle parentesi che trovansi dupo la indicazione degli articoli, i numeri romani indi- cano l'annata ed i numeri arabi i singoli fascicoli nei quali gli articoli si trovano. BOTANICA (Continuazione vedi fascicoli antecedenti) Poli A. Istologia vegetale. Inclusione nel sapone di glicerina. (IX, 17). — Sezioni e preparazioni di spore. (X, 7). Pratesi C. Importanza dell’ orina in Agricoltura, e dispersione che si fa di essa. (V, 5). Rabaud E. Un abus. (V, 5). Riggio G. Le piante carnivore. (III, 12). Santocanale N. Per liberarsi dalle Orobanche o succiameli. (VI, 12). Sarrazin F. Conservation des champignons en herbier. (VI, 6-7). Savastano L. Tecnica microscopica vegetale. Trattamento delle gemme fiorali di agrumi con l'acido picrico. (V, 7). Tamagno B. Nuovo sistema di potare le viti. (XII, 2). Tassi F. Dell’ esalazione stercoracea dei fiori della K/einia articulata Haw. (V, 8). — Del liquido secreto dai fiori del Rhodadendron arboreum Smith. (VOI, 1). — Malattia degli olivi. (IX, 10-12). — Le piante e la medicina. (XII, 9, 12). Tochon P. Sulla peronospora. (VI, 1). Viotti B. La phythophtora infestans. (VI, 8). I Pandanus. Con fig. (IV, 4). Pritchardia filifera. Con fig. (IV, 5). Cedrus deodara. Con fig. (IV, 7). Le Cordiline. Con fig. (1V, 12). I più grandi Eucalitti dell’ Australia. (V, 8). Per combattere la peronospora della vite. (VI, 6-7). IX Congresso degli agricoltori italiani. (VII, 8). Sulla resistenza delle viti americane in rapporto alla fillossera. (VIII, 3). Coltivazione delle piante senza terra. (VIII, 5). | Precetti sulla coltivazione delle piante fruttifere. (IX, 18). La piralide della vite e mezzi per combatterla. (X, 3). Le piante tropicali. (XII, 7). Trattamento dei fiori. (XIII, 12). MINERALOGIA E LITOLOGIA B. Sulla origine del petrolio. (IX, 18). B. S. Conservazione degli esemplari di Mineralogia, Geolegia e Paleontologia. (VII, 9-10). Badanelli D. I diamanti di Pistoia. (IX, 4-5). — La Lignite del Termine (Pisa). (IX, 21. Con 1 fig.) Brogi S. Il Diamante ed i più celebri diamanti del mondo, (III, 2, 3). 56 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Cacciamali G. B. Petroli e Bitumi di Valle Latina. (IX, 6-7, 10-12). Cermenati M. Aragonite pisolitica. (VI, 12). Clerici E. Analogie di giacitura del diamante nell’ Africa australe e nelle meteoriti. (X, 4). De Gregorio A. Nota intorno il Calcareo detritico postpliocenico di contrada Aspra. (Fri- gidiano). (IX, 1-2). Dieulafait. Nouvelle contribution a la question de l’origine de l’acide borique; eaux de Montecatini (Italie). (V, 9-10). È Gigli T. Contributo alla storia delle acque minerali italiane. (XI, 6). Issel A. Raccolta delle roccie. (III, 11). — Astuccio mineralogico per escursioni. (IV, 8, 10, 12, V, 2). Mattei S. Ozokerite di Montefalò nel Bolognese. (XII, 3). Neviani. A. Septarie e Blocchi argillosi. (X, 4). Pelacani L. Appunti intorno alla miniera « dell’ Argeniiera ». (IX, 15). Ponte G. G. Caduta d’un bolide a Palagonia. (XIII, 10). Terrenzi G. L' Aerolito di Collescipoli (Terni). (X, 3. Con l tav. L. 0,50). Notizie. (I, 8, 10, 12). La cera minerale. (XI, 11). GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA B. S. Conservazione degli esemplari di Mineralogia, Geologia e Paleontologia. (VIII, 9-10). Barbieri L. Del fenomeno dei terremoti. (VI, 1). Bargagli P. Articolati terrestri fossili dei terreni paleozoici. (V, 7). Bombicci L. Trasformazioni lente dei paesaggi terrestri. (VII, 8, 9-10, 11, 12, VII, 2). Bonomi A. Vulcani e terremoti. (VIII, 5, 6, 9-10, 11). Cacciamali G. B. Il fenomeno del Carso a Fontana Liri. (IX, 21). — Sulla possibile origine endogena di alcune puddinghe. (X, 12). — Le « Bambole di creta » a Castelliri. (XI, 12). Capellini G. Del Zifioide fossili (Chonesiphius planirostris) scoperto nelle sabbie piosos niche di Fangonero presso Siena. (V, 3). Cermenati M. I fossili. Appunti di geologia paleontologica. (VIII, 8, 11, IX, 6-7, XIV, 6) — La geologia paleontologica. (IX, 23, X, 2). — Dei modi diversi di esporre la storia della Geologia. (X, 4). — Le « Marmitte dei Giganti » scoperte a Lecco. (X, 8, 9. Con 2 figure). — Definizione del « Detrito ». (X, 11). — Il Congresso geologico a Bergamo. (X, 11). — Lo scoppio della polveriera di Roma e la Geologia. (XI, 7, 8). Clerici E. Metodo per preparare sezioni microscopiche in alcuni casi particolari. (X, 12). — Piante fossili. (X, 12). — Sulla fauna e tlora rinvenuta nelle fondazioni del ponte in ferro sul Tevere a Ripetta. (XII, 9). — Sulle conseguenze che possono derivare da una sbagliata interpretazione dei fossili. (XIII, 10, 11). De Angelis G. Sopra un giacimento di roccie vulcaniche nel territorio di Rocca S. Stefano (Roma). (XII, 6). — Introduzione allo studio degli Antozoi fossili. (XII, 10, 11, XIII, 1, 2, 3, 5, 6. Con 9 fig.) Faure C. Découverte de nouveaux fossiles. (X, 10). (continua nella fodera) 4 S. BROGT direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE ANNO XV 15 Aprile po SUPPLEMENTO MENSILE N° 4 1895 Ki: arca RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Eivista e Bollettino (24 fascicoli) L. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno’ e e me o" me o —“’‘' m0_ ce SOMMARIO i Falzoni Adolfo. Quale sia il miglior metodo ser uccidere i colectieri. Pag. 41, Failla Tedaldi L. Glossario entomologico (Cont.) Pag. 43. Marco dott. prof. Carlo. Alcune osservazioni sull’ intelligenza animale. (Cont.) Pag. 45. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Da Dervio. Andreani — La caccia in Eritrea. E..FwPag 47. Invenzioni e scoperte. Pag. 48. — Insegnamenti pratici. Pag. 49. — Notiziario. Pag. 50. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 52. — Richieste, offerte ecc. fra gli abbonati. Pag. 53. Annunzi diversi. QUALE SIA IL MIGLIOR MEZZO PER UCCIDERE I COLEOTTERI Note ulteriori di ADOLFO FALZONI L' egregio prof. Andrea dott. Fiori, pubblicava in questo Bollettino del 15 Aprile 1894, un articolo nel quale descriveva come miglior mezzo per la ucci- sione dei coleotteri, l’ uso dell’ anidride solforosa. Quando però per la prima volta gli fu noto il detto mezzo, restò molto dubbioso sulla sua bontà, obbiettando : essere l’ anidride un gaz che doveva fa- cilmente scolorare i coleotteri ad integumenti rossi e bleù. Ciò non ostante volle far delle prove per poter convincersi se ciò che dubitava era realtà ; ma queste gli diedero risultati favorevoli tanto da fargli adottare il suddetto me- todo e pubblicava in questa occasione l’ articolo citato. Dopo qualche tempo il prof. Fiori mi disse aver notato in parecchi coleot- teri qualche segno di scolorazione, e siccome gli dissi d’ aver ciò osservato io pure, mi consigliò di tener nota di tutti quelli che mi si fossero scolorati. I primi, su cui osservai gravi alterazioni, furono un Callidium sanguineum e una Nebria psammodes ; quest’ ultimo carabide subisce tale scolorazione, spe- cialmente sul corsaletto ed elitre, da potersi perfettamente confondere colla var. Schreibersi della stessa specie. Oltre questi, ho notato che nel: Omophlus rugosicollis, O. betulae, le elitre divengono di un bel giallo ranciato ; la Cho- leva cisteloides da bruna diviene molto più chiara ; nella Pygidia laeta il cor- saletto e le elitre divengono più pallide; nella Pygidia distinguenda il corsa- letto più pallido e le elitre da nere divengono rossigne; il Callidium alni, la Subcoccinella 24-punctata, l’ Anisosticta 19-punctata, la Chrysomela rossia, il Quedius ochripennis, la Galerucella lineola, la Pseudocistela murina, come pure le Cantharis, i Luperus, i Malthinus etc. per l’ azione di questo gaz di- ventano più o meno gialli o rossastri. In generale le parti brune, rosse e gialle dei coleotteri subiscono un impallidamento molto marcato, tanto da far com- mettere errori gravi di determinazione. ‘Ho osservato pure, che l’effetto scolorante agisce quasi sempre e nella maggior parte dei colori, maggiormente negli esemplari giovani; così subiscono 42 ) alterazione: Pterostichus micans; Ophonus rupicola ; Bembidion Andreae; La- trobium multipunctatum; Triodonta nitidula. Oltre al suddetto gravissimo inconveniente, l'anidride solforosa ne ha un altro non meno incomodo, cioè quello di non uccidere perfettamente certi coleotteri (Otiorrynchus, Brachycerus, Cleonus, Baris etc.) e ciò succede spe- cialmente quando le bottiglie siano un po' piene. A questo riguardo, mì rac- contava il prof. Fiori che in una escursione fatta a Ravenna, raccolse molti Otiorrynchus Ferrarti, e che per quanto solforasse le bottiglie, arrivò a Mo- dena che erano, nella maggior parte, ancora vivi. S' impazzisce poi, allorchè s’ abbia bisogno d'accendere la miccia quando spira un po’ di vento; si consumano una quantità di zolfanelli e non sì riesce che con stento a solforare insufficentemente le bottiglie. I difetti che quì ho esposti sono tali da far bandire l’uso dell’ anidride solforosa nella uccisione dei coleotteri. Più tardi, lagnandosi il prof. Fiori di tali inconvenienti in una corrispon- denza col sig. Daniel di Reichersthoffen, questi ebbe a consigliarlo di sperimen- tare l’ etere acetico; ed io stesso durante tutta l’ estate non ho adoperato altro mezzo. I risultati che ho ottenuti sono tali che non esito a dichiararlo il mi- gliore fra i tanti conosciuti (1). L’ etere acetico oltre il presentare tutti i vantaggi dell’ anidride solforosa, cioè l’ assoluta mancanza di rigidità muscolare, non altera per nulla i colori, uccide prontamente i coleotteri, anche quelli che più difficilmente muoiono (Otiorrynchus, Brachycerus etc.) e bastano poche gocce d' etere per tutta una giornata. Le bottiglie usate per l’ anidride servono benissimo anche per quest’'ul- timo processo; ugualmente serve la segatura di legno su cui si versano le gocce d’ etere acetico, Ha inoltre il vantaggio di non ammuffire i coleotteri, e mantiene per parecchio tempo la flessibilità muscolare ; ricordo che dimentica- tomi un tubetto con insetti uccisi coll’ etere, dopo una settimana riuscii a pre- pararli senza bisogno di farli inumidire. La mancanza assoluta di rigidità nei coleotteri uccisi con quest’ ultimo mezzo, è tale che m'ha suggerito il seguente modo spicciativo per prepararne molti in poco tempo. Pongo il coleottero su di un pezzo di carta un po’ ruvida, ‘e con uno stecchetto appiattito, premo leggermente sull’ insetto spostandolo successivamente dal di dietro all’innanzi e viceversa, in modo da fargli uscire prima le zampe posteriori, poi le anteriori e le antenne, e con altre pressioni .al lati dò all’insetto la posizione più naturale. In questo modo riuscii in poco più di tre ore, a preparare circa 350 co- leotteri presi tutti al vaglio (Pselaphidi, Olibrus, Migneauxia, Bruchus, Sil- vanus, Apion Scymnus etc.) Però queste pressioni non bastano a far uscire le antenne e le zampe a quei coleotteri che hanno i detti organi nascosti entro (1) Al negozio di storia naturale di S. Brogi in Siena, si può acquistare l’Etere acetico al prezzo di L. 1 la boccia e le boccette per uccidere gli insetti a cent. 60 l’ una. 43 apposite fossette (le antenne nei: Phillobius, Sitona, Elateridi ; e le zampe nei Cistelidi etc.) e qui bisogna ricorrere ad un ago infisso in un manico. Ho pubblicato il presente articolo allo scopo, che i raccoglitori italiani, e in particolar modo i principianti, possano avere a loro disposizione un mezzo d’uccisione che sia tale da facilitare la preparazione sino ad ora da noi molto trascurata. In questa occasione mi sento il dovere di ringraziare pubblicamente V’Illmo. mio maestro il Prof. Andrea Fiori, per tutti gl’insegnamenti ed aiuti che con tanta bontà e pazienza da tre anni mi va impartendo ; perchè senza di lui mai non sarei riescito a mettere insieme una discreta collezione. Bologna 18 Febbraio 1895. 2 GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) Larva adminiculosa - Spreizlarve - Larva amminicolosa. Che porta sul dorso scudi cor- nei dentati o spine - amminicoli - Necrophorus humator, Byturus tomentosus. Tav. XI fig. 27-28. Larva alburnea - Splintlarve Drahtwurm - Quando è cilindrica alquanto depressa, as- sottigliata all'estremità e quasi cornea. - Agriotes - Tav. XI fig. 33. Larva apoda - Muffellarve - L. apoda, ossia senza zampe - Mononyhus pseudocori. Tav. XI fig. 30. ; Larva acquatica o hydrobia - Wasserlarve - Larva idrobia o abitante dell’ acqua mu- nita di branchie per la respirazione - Gyrinus. Larva camerifera - Kammerlarve - Chiamasi una larva idrobia che vive entro tubi o camere costruiti dalla medesima ‘con pezzetti di legno, grani e frammenti diversi - Hydroptila, Phryganea = Larva folliculifera - Tav. XI fig. 34. Larva campodeiformis - Larva campodeiforme - Che ha sei zampe articolate. Larva carnivora - Raublarve - L. carnivora - Con robuste mascelle e sei lunghe zampe Tav. XI fig. 38. - Dytiscus marginalis. Larva caudata - geschwanzte Larve - L. caudata - Terminata da una appendice in forma di coda - Lymexylon. Larva conica e subulata - kegeformige o spindelformige Larve - Se conica ed assotti- gliata ad ambo le estremità. - Sitaris. Larva cornuta - Hornhakenlarve - L. cornuta - Dermestes lardarius - Tav. XI fig. 32. Larva eruciformis - Larva eruciforme - In forma di bruco. Larva folliculifera - Hilsenlarve, Kàrder, Sproche - Che abita in follicolo 0 sacco co- struito di sostanze diverse e che porta sempre seco - PAryganidae. Larva gibba - Héckerlarve - L. gibbosa - Con una o più gobbe - //ylacaetus. Larva hirsuta - haarige Larve - L. irta » Sparsa di peli corti e rigidi. Vedi Zarva mycetobia. 44 _—r—_—r1— rrr|d- .ll.-.-.....r. mm wWwwlk:k:kk. Larva hydrobia — acquatica o idrobia. Larva lanceolata - lanzettformige Larve - L. lanceolata - Coccinella bipunctata. Larva larvata - maskirte Larve = L. personata o mascherata - Che porta all'estremità un lungo pennacchio, coperto di fango e con cui si cuopre il dorso - Cassida. Tav. XI fig. 36. Larva larvicida - Mordlarve, Mordraupe - Con testa ampia e mascelle ben sviluppate. Larva leptiformis o campodeiformis - L. leptiforme o campodeiforme - Viene applicato a quelle larve con testa e torace distinti dall’ addome, cogli anelli distinti, con appendici alle prime regioni, offrendo zampe articolate, come quelle che deve pos- sedere l’ insetto perfetto. Chrysomela. Larva limnobia - Schlammlarve - Con i tre primi segmenti larghi e sporgenti. Tav. XI fig. 35. Melerocerus. Larva monstrosa - monstròse Larve - Colla parte posteriore allargata in sacco = L. saccata. Larva muricata - Dornen o Stachellarve - L. muricata - Con spine o punte alla super- .. ficie del corpo - Coccinella argus. Larva mycetobia - Schwammlarve - Un poco fusiforme e coperta di corti peli come nella Mycetaea = L. hirsuta. Tav. XI fig. 31. Larva necrobia - Aaslarve - L. necrobia - Depressa come nelle Silpha. Tav. XI fig. 37. Larva nymphoides - nimphen îihnliche Larve - L. ninfoide - Con i tre primi segmenti e con le zampe bene sviluppati e con setole anali. Sono per lo più larve parassite - Meloe. Larva papillata - Knopfdrisenlarve - L. papillata. Con tubercoli o papille - Lina populi. Larva penicillata - Pinsellarve - L. penicillata - Con peli disposti a pennello - Tiresias serra. Larva phyllophaga - Blattwespe - L. fillofaga - Che si nutre di foglie. Convessa disopra, con testa piccola, con zampe corte ed attenuate all'estremità - Crioceris merdi- gera. Tav. XI fig. 43. Larva pyrophora - Feuerwurm - L. pirofora - Che tramanda luce - Lampyris. Larva rhinaria - Risserlarve - Con capo allungato ed assotligliato all'estremità - Clerus. Larva rotatoria - rotirende drehende Larve - L. rotatoria - Che si muove o gira entro i funghi o altre sostanze meno dure. Tenebrio molitor. Tav. XI fig. 39. Larva saccata - sacktragende Larve - L. sacciforme - Con l’ estremità posteriore al- largata in forma di sacco - Clythra bidentata = Larva monstruosa. Tav. XI fi- gura 45. Larva saliens - Springlarve - L. saltante - Piophila casci, Cynips saliens. Tav. XI fig. 40. Larva scarabea - Engerling, Glime, Wurzel o Mulmlarve - Come quella delle Meloion- thydae, cogli ultimi due anelli molto sviluppati, occhi nulli. Larva scutata - Schildlarve - L. scutiforme - Quando offre qualche segmento allargato in forma di scudo - Cassida equestris. Larva scutata hydrobia - Wasserschildllarve - £Imis. 45 Larva sessiliventris = Frucina sessiliventris. Tav. XI fig. 29. Larva squamata - beschuppte Larve - L. squamata - Col dorso sparso di larghe squame - Lymnus. Tav. XI fig. 48. Larva stellata - Sternlarve - Coperta di verruchette in forma di stelle - Galeruca ta- naceti. Tav. XI fig. 47. Larva stylifera - griffellragende Larve - L. stilifera - fornita di stili articolati come negli Staphylinidae. (continua) ALCUNE OSSERVAZIONI SULL INTELLIGENZA ANIMALE per il prof. dott. CARLO MARCO (continuazione) In alcuni villaggi del canavese, un ragazzo è incaricato di condurre tutti i porci al pascolo. Egli passa nelle vie dell’ abitato e chiama i maiali che uscendo dai cortili si riuniscono in branco e seguono il loro conduttore in località apposite, designate dal Municipio come pascolo. Al so- praggiungere della sera, il ragazzo raduna i maiali e ritorna al villaggio; ogni maiale non solo ritrova la propria via, ma anche il proprio cortile, e assai raramente succede che qualcuno di essi sì sbagli. Anche i maiali sanno darsi ragione di varie parole; le massaie li chiamano al truogolo, li mandano al porcile, al pascolo, se li fanno venir dietro, usando per ciascun atto determinate parole. Alcuni fatti dimostrano negli animali oltre un’ intelligenza anche un alto grado di discerni- mento. Nel maggio dell’anno scorso mi capitò di assistere ad un caso commuovenie di amore figliale. In compagnia di alcuni amici passeggiavo in un boschetto, quando c'imbattemmo in una pecora che pascolava alcuni metri lontana da un suo agnellino di pochi giorni. Uno della bri- gata aveva seco un cane, il quale appena vide l’agnellino, lo spaventò e lo rincorse; in quattro slanci lo raggiunse e lo abboccò al ventre uccidendolo. L'azione del cane era stata così repentina da non poterla impedire. La pecora chiamata dal lamentoso belato del morente suo agnellino, lo avvicinò tosto, ma alla vista del sangue che sgorgava dall’ ampia ferita, alzò furente la testa e si slanciò a capo basso contro il cane. Frattanto noi ci eravamo avvicinati all’ agnellino e sollevan- dolo cercavamo di rianimarlo; la pecora ritornò presso di noi, ma ben comprendendo come la nostra presenza non fosse per recarle danno, non dava segni di rabbia, anzi ci mirava fiduciosa; appena però il cane si dirigeva alla nostra volta, la pecora si riaccendeva di furore, i suoi occhi si iniettavano di sangue, batteva con forza più volte i piedi per terra, e poi si scagliava verso l’uccisore di suo figlio. Ora, negli sguardi che la pecora dirigeva verso di noi, si scorgeva un dolore profondo misto a un sentimento incerto che pareva dimostrare speranza ed aiuto, mentre quando vedeva il cane, l’ occhio spingendosi fin quasi fuori dell’ orbita si faceva tremendo e incu- teva tale spavento al cane, che questi fuggendo lo sguardo della pecora si andava a riparare dietro uno di noi. Chi non scorge in questo caso l’animo della pecora posto a duro cimento cozzare contro disparati sentimenti? Prima la cura di difendere suo figlio, poi il desiderio di vendicarlo ; quindi la speranza che l’uomo lo sappia richiamare in vita; infine il furore della vendetta che la slancia contro un animale più forte e più svelto di lei, ma che pure la teme spaventato dalla potenza del solo sguardo. Alcuni ammettono l’ intelligenza negli animali, ma la dichiarano affatto rudimentale, perchè gli animali non posseggono le svariate qualità morali umane che derivano qual più qual meno dalle esplicazioni dell’ intelligenza. Questo asserto varrebbe esposto in altri termini. Certamente l'uomo è di tutti gli animali quello che più si avvicina alla perfezione, le sue facoltà intellet- 46. tuali sono di gran lunga superiori a quelle di qualunque altro animale, ma in esso non troviamo nulla di assolutamente nuovo, nulla che in grado più o meno grande non si riscontri in qualche altro essere vivente; quindi la differenza psichica è — come già dissi in principio del mio ar- ticolo — quantitativa non qualitativa, di forma non di sostanza. Il linguaggio articolato è senza dubbio uno dei migliori attributi che l’ uomo ha saputo pro- cacciarsi, e nell’ esplicarlo seppe raggiungere un grande perfezionamento; ma l’uomo perfezionò un attributo che non è una sua prerogativa, perchè noì sappiamo che anche gli animali hanno il loro linguaggio. Certo, se paragoniamo il linguaggio dell’ uomo civile con quello di un animale, troviamo un salto grandissimo; tra il discorso di un oratore ed il canto del gallo corre un'in- finita differenza; ma un’enorme distanza vi è pure tra il nostro linguaggio ed il modo di espri- mersi di certe tribù selvagge, che per manifestare le loro idee si allontanano poco dalle semplici interiezioni. Inoltre gli animali non solo hanno una loro favella, ma sanno anche articolare dei suoni, e conoscono perfino il significato di molte nostre parole, come ho accennato parlando dei suoni compresi dai cavalli e dai buoi. Dal che si può inferire che la favella articolata non costi- tuisce un carattere qualitativo dell’ uomo, ma solamente una differenza di grado. : Ho accennato al linguaggio, ma la stessa cosa si può dire per le altre qualità intelletuali. Tutte quelle qualità che si comprendono sotto il nome generico di moralità, le riscontriamo nell'uomo come negli animali. E come si corrispondono le buone qualità, così anche le cattive. A questo proposito da alcuno si sostenne che l’ uomo presenta delle note caratteristiche, che non sì riscon- trano in nessun animale: come il maligno sospetto, la menzogna ed il suicidio. Lasciando da parte che il sospetto e la finzione riscontransi anche negli animali, e che vi sono parecchi esempi di animali che si suicidarono, si può rispondere anche in questo modo: l'intelligenza umana è di molto più sviluppata che l'intelligenza di qualunque animale; senza ora indagare il perchè di questo maggior sviluppo, dirò, che, come l’ intelligenza umana progredendo in mille modi diversi, diede origine alle virtù dell’uomo, così originò pure i difetti ed i vizii che maggiormente detur- pano l’uman genere. Noto infine che dell’uomo possiamo conoscere molto facilmente ogni manifestazione intellettuale perchè siamo continuamente in rapporto diretto colla nostra psiche e con quella dei nostri si- mili, mediante una favella che comprendiamo o possiamo con facilità studiare, mentre così non succede verso gli animali. Conosciamo noi quel che pensa l’animale nei varii atti della sua vita? Possediamo forse un mezzo qualunque che ci permetta di metterci direttamente in comunicazione colla psiche animale? No. Noi osserviamo ogni giorno le manifestazioni vitali degli animali; cer- chiamo di scrutarle, di spiegarle, risalendo alle loro probabili origini intellettuali ; ma fino ad ora non abbiamo imparato il linguaggio di alcun animale, non possiamo quindi sapere se una voce od un suono esprima una o più idee, ed a maggior forza non conosciamo che sentimento corri- sponda a queste idee. Mi pare quindi che sia illogico l’ asserire che gli animali non posseggano un linguaggio ricco di espressioni, solo perchè non siamo ancora giunti a comprenderne i varii significati. Per quanto riguarda la memoria e specialmente la memoria locale, alcuni animali, e fra questi primi i cavalli, ci porgono esempi bellissimi. Un cavallo che vada in un paese ed entri in uno stallaggio, è capace, ritornando nello stesso paese dopo l’ intervallo di più mesi od anche di un anno, di ritrovare la porta dell’ albergo dove si fermò la prima volta. Io feci più volte la seguente esperienza con quattro cavalli diversi. In una strada perfetta- mente rettilinea (lunga circa otto chilometri e priva in tutta la sua estensione di cose che facil- mente fermano l’attenzione, come villaggi, ponti, salite, ecc.) mette capo una stradicciuola cam- pestre che conduce a casa mia. Orbene bastava che un cavallo passando per detta via piegasse una o due volte per la stradicciuola di cui sopra, per saper rifare dipoi lo stesso cammino senza bisogno di ricorrere alle redini. E ciò che è più interessante si è che anche di notte all’ oscuro, il cavallo messo appositamente ad un forte trotto, poche centinaia di metri prima della stradie- ciuola, all'avvicinarsi a questa rallentava il passo e si fermava per voltare al punto preciso, 47 ——————————— _—_——__—_—_—_—_—_ Chiunque ha guidato cavalli ed ha tentato di correggerli con una frustata quando essi s’ in- ciampano, sa che il cavallo ogni qual volta posa male il piede, accelera il suo trotto senza che sia necessario ricorrere allo staffile, perchè troppo bene ha coscienza del castigo che gli spetta. Questi varii fatti relativi alla memoria degli animali, dimostrano che essi non solo ricordano materialmente le cose viste, ma cercano di scrutare il nesso che le governa, le circostanze che le accompagnano, e studiano il miglior modo per usufruirne le utilità o per fuggirne i danni. Per finire, dirò che qualunque manifestazione dell’ intelligenza animale noi studiamo, troppo bene ci dimostra che nulla vi ha di radicalmente diverso tra le attribuzioni psichiche dell’ uomo e quelle dell'animale. Ripeterò ancora una volta, che se differenza vi è, è differenza quantitativa non mai qualitativa. Ho creduto bene di citaie alcuni esempi originali, nella speranza di concorrere, sebbene in piccolissima parte, allo studio dell’ intelligenza animale; se ho fallito, mi sia di scusa lo scopo. Vasto (Chieti). NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —T_ S=>l#4r—_— Da Dervio. Circa un mese fa, vennero presi tre cigni (Cignus musicus) giovani, ed un quarto sì aggira ancora nel Piano di Colico provincia di Como. Dieci giorni sono, venne preso sulle alte vette di Val Codera (Valtellina) un superbo esemplare di Gipaetus barbatus. Causa le alte nevi, si mostrò abbondante al piano, anche la Fringilla alpina. 16 marzo 1895. Rag. CARLO ANDREANI La caccia in Eritrea. La conquista di Cassala considerata dal punto di vista... sportivo. ‘ (Boll. Soc. africana d'Italia). Il noto e valente cacciatore Signor Felice Scheibler sta facendo i preparativi per andare con la sua signora nei territorii liberati dal dominio dei dervisci, cioè nei dintorni di Cassala, preci- samente nelle valli del Mareb e del Settit, dove per gli amatori di caccia grossa s’ apre un paradiso. Egli ha richiamato, a questo proposito, la generale attenzione sopra una lettera pubblicata nel Times, della quale crediamo utile darne un estratto. 3 < I progressi fatti a Cassala e nei dintorni, — scrive al Times un sig. Rowland War, — e l'espulsione dei dervisci da quei territorii, hanno riaperto ai cacciatori uno dei più estesi e mi- gliori terreni da caccia. i « Battitori e buone guide possono aversi a Massaua, che ha ora un albergo decente, e si può anche procurarsi aiuti nelle città interne di Asmara e di Cheren, alle quali buone strade oggi conducono. « A non grande distanza da Massaua si raggiungono nei territorii dei Danachili, Scia e Azuta, il cinghiale, l’antilope, la gazella di molte specie, lo struzzo, nonchè gran quantità di piccola caccia, quali ottardi, francolini, galline faraone, pernici, lepri, ecc. « Nella parte superiore del Gasc (Mareb) e dei suoi tributarii s'incontrano ancora giraffe, bu- fali ed ippopotami, e la caccia, da dieci anni in qua, vi fu poco disturbata. « A causa della guerra e della carestia, la popolazione è diminuita di molto, e dove grandi villaggi esistevano, ora scorazzano le fiere. « La stagione della caccia comincia in ottobre e dura fino ad aprile e maggio cioè fino al principio dei grandi calori ». i Abbiamo voluto riportare queste notizie pel caso che qualcuno pensi ad emulare le glorie dei grandi cacciatori che già hanno illustrato quelle regioni, fra i quali primeggia il Baker, scopri- tore del Victoria Nyanza. Quanto agl’Inglesi, popolo in tante cose esemplare, lo svegliarino del Times ha il suo effetto. Il signor Scheibler diceva che ha già ricevuto da tre parti dell’ Inghilterra lettere di amici caccia- 48 tori che gli domandano, come ad italiano, informazioni su Cassala. Egli prevede che ci saranno colà quest’ inverno non meno d'un centinaio di comitive di cacciatori. I nostri cacciatori, — dice Scheibler, — possono tanto più facilmente procurarsi le emozioni della caccia grossa in Africa, in quanto che si hanno ora armi buonissime a prezzo relativamente modico. La carabina austriaca Maennlicher, a ripetizione di cinque colpi, si presta benissimo all'uopo. L' americano Chanler, che ha fatto uno dei più bei viaggi africani, la raccomanda nel giornale Field, come la migliore delle armi inglesi di grosso calibro. ESSE. INVENZIONI & SCOPRERGbE »_— Argon, nuovo elemento dell’ aria atmosferica. È un gas elementare con proprietà fi- siche ben distinte, ma che non è stato possibile combinare con alcun altro corpo semplice, ed anzi è per ciò che dal Grego fu chiamato Argon cioè inattivo. Trovasi nell’ aria in ragione di 400 litri su 100 metri cubi di aria ed è strano davvero che sia rimasto ignoto fino ad ora; forse è stato confuso con l'azoto. Gli scopritori sono gli inglesi Lord Rayleigh e prof Ramsay che ne hanno refe- rito alla Società R. di Londra. Perfezionamento al telefono. Dicesi che Armutz, celebre fisico degli Stati Uniti, abbia trovato il modo di trasmettere mediante la elettricità, non solo la parola come avviene coll’ attuale telefono, ma anche la figura ed il gesto di chi parla. Nuove miniere di nitrato di potassio che è una sostanza ora tanto necessaria per non poche industrie, sono state scoperte a Prieska nella colonia del Capo (Africa). Vi si trovano enormi masse di. nitrato puro, ed il rendimento medio degli strati è del 25 0]0, mentre le altre miniere fin qui esercitate nell’ India, nel Ceylan ed altrove, non rendono più dell'8.0[0. La estrazione è facilissima e si ottiene puro e cristallizzato con il semplice mezzo di esporne la soluzione acquosa al calore solare. La pesca colla luce elettrica è in America un fatto compiuto che si deve al genio in- ventivo di Edison. Le lampade a incandescenza, chiuse ermeticamente in un globo di vetro e coi fili conduttori perfettamente coperti da materia isolante, possono essere immerse nell'acqua e riflettere la. loro abbagliante luce tutt’ attorno, senza che questa soffra menomamente del volume d’acqua che da ogni parte la circonda. Si sa che la luce, specialmente di notte, esercita una strana e misteriosa influenza sugli animali e molte caccie notturne sono fondate appunto sul principio di questa at- trazione. Dietro questa teoria, Edison ha combinato una lampada ad incandescenza di forma cilin- drica, terminata da due emisferi, la quale può essere calata nell’ acqua fino alla profondità di 225 metri conservando il suo splendore, e sulla quale i pesci si precipitano attratti dalla luce, come le farfalle ed i moscherini attorno alle nostre lampade. Gettate le reti attorno a quel formicolio di pesci d'ogni specie, e d'ogni grossezza, la pesca riesce addirittura straordinariamente abbon- dante, in maniera da prendere le proporzioni di un vero sterminio; con una non troppo lieta pro- spettiva per l' avvenire degli abitatori dei laghi e deì fiumi, quantunque vastissimi, del nuovo Mondo. Kinetoscopio. È un'altra nuova invenzione del celebre Edison. Consta del già noto Kinetografo che produce fino a 2760 fotografie al minuto, rappresentanti le fasi successive di un uomo o di qualunque oggetto che compia un movimento qualsiasi. Con il Kinetoscopio si fanno poi passare queste fotografie con una adatta velocità, davanti agli occhi dell’osservatore e questi riceve la illusione di una corsa, una danza, una lotta ecc. Balenina è un nuovo prodotto ottenuto dal cuoio. Viene adoprato nella confezione dei busti da signora in sostituzione della Balena, ed è pregevole per le sue proprietà, essendo assolutamente infrangibile e flessibile, e per il tenue costo. Olivina nuovo olio più chiaro e migliore di quello di oliva pur costando assai meno di 49 questo; non irrancidisce, migliora invecchiando, e viene perciò molto usato all’ estero, nelle far- macie e profumerie e come lubrificante. Nuova pianta per la estrazione del tannino. Il Rumex hymenosepalus o acetosella degli americani, che cresce selvatica nel Texas, nel nuovo Messico e nella Baia di California, contiene molto tannino nelle radici, nelle foglie e sul fusto; la estrazione ne è facile, bastando strizzare la pianta nell'acqua e quindi concentrare l’ acqua stessa. La coltivazione pare che sia facile anche in Europa, e se ne stanno facendo ora larghi esperimenti. Compressione del seme da bachi. Il sig. Rollat ha esperimentato che la compressione di circa 8 atmosfere, prolungata per diversi giorni, produce sul seme serico lo stesso effetto della refrigerazione. Scoperta di giacimenti di guano. A Capo Grosvico a Walfisch Bay sul territorio della Società tedesca di colonnizzazione, sono stati scoperti ricchi giacimenti di guano. Minerali nuovi. La collezione mineralogica del museo di Parigi si è arricchita di bellis- simi esemplari di due nuove specie minerali e cioè la Boleite e la Cumengite, scoperte sul giaci- mento di rame di Boleo nella Bassa California, presso il porto di Santa Rosalia. Penfieldite, è stata scoperta nelle miniere del Laurium in Grecia dal sig. Genth che la ha de- dicata al ben noto mineralogista americano Penfield. Powellite, molibdato di calcio trovato a Leven Devils (America). Baddeleyite, ossido di Zicornio, rinvenuto a Bakwana nelle isole di Ceilan, e dedicato dal Fletcher al viaggiatore Baddeley. Geikielite, titonato di magnesio e di protossido di ferro, trovato nella suddetta località e de- scritto dal Dick che lo ha dedicato al geologo inglese Gezkie. Masrite, è un nuovo minerale trovato in una miniera del Basso Egitto dai sigg. Richmond e H. Off. E rimarcabile che esso contiene un nuovo metallo masrium. Sanguinite, è un arseniosolfuro di argento scoperto dal Miers sulla argentite proveniente da Chanarcillo. Melanostibianite, è stata rinvenuta dal Igelstram nelle celebri di miniere manganese a Sjé. Tessuti di vetro. A Parigi vi è una fabbrica che produce stupendi tessuti orditi con seta e filo di vetro. nr ln INSEGNAMENTI PRATICI anna n___—__—__&& Metodo d’orientamento coll’ orologio. (Dall'Eco degli ingegneri e periti agrimensori n. 3) Si pone in posizione orizzontale 1’ orologio, quindi si calcola le ore che sono trascorse dalla mezzanotte (24) all'ora che la lancetta segna nel momento che stiamo per orientarsi; si divide questa quantità per due e si prende una di queste parti, ossia la metà. Supposto per esempio che questa sia 4, allora si drizza perpendicolarmente all’ orologio un fil di paglia, uno spillo od altro simile oggetto in corrispondenza alle 4, o 16 se si tratta del nuovo sistema, e si fa piano piano girare l’ orologio fino a che l'ombra proiettata dal fil di paglia o dallo spillo, passi per il centro dell’ orologio. Ciò fatto le 12 ore o 24, staranno ad indicarci sempre il Nord. Per gli alpinisti e camminatori. Nel Schweiserische Bienenzeitung leggesi che un al- pinista il quale si era ridotto a camminare a stento per causa del dolore prodottogli dai calli, ri- cordandosi che da altri veniva suggerito come buon rimedio il propoli che producono le api, rac- colse del propoli fresco, riscaldandolo un po’ ne fece dei piastrelli e li applicò sui calli. In capo ad 8 giorni potè prender parte ad una escursione di due giorni, parecchio faticosa in montagna, senza punto soffrire. Aceto di miele. Nel Bulletin de la Soc. apistigue de la Somme leggesi il seguente sem- plicissimo mezzo per far l'aceto di miele: Sciogli 150 gr. di miele in un litro d’ acqua tiepida; 50 versa a goccia a goccia questa soluzione su dei pezzetti di legno di faggio messi in una piccola botte ; in 8 giorni il liquido è gia acido, se lo si tiene alla temperatura di non meno di 25° c. Riuscirà anche meglio se si aggiunge al miele un po’ di polline. Nuovo processo di conservazione dei frutti. M. Petit avrebbe potuto provare che sot- toponendo all’azione lenta dei vaporì d° alcool, in un ambiente chiuso, ed a temperature da 8° a 10°, dei frutti o delle uve, questi conservano benissimo la loro apparenza esteriore ed il loro gusto. È un sistema che può applicarsi ovunque e che non richiede nessuna costruzione speciale; basta avere un locale in cui la temperatura sia regolarmente bassa e che contenga dei mobili o scaffali per racchiudervi le uve od i frutti, insieme ad un recipiente contenente dell’ alcool. Per ottenere bellissimi carciofi. Quando il carciofo ha raggiunto la grossezza di un uovo, fate una profonda incisione nel gambo, e lasciate liberamente colare la sava che fosse per uscirne. Otterrete carciofi di dimensione poco comune. ; i Per ottenere poi che le foglie esterne riescano così bianche e tenere come le interne, basterà ricoprire il carciofo non appena è apparso, con un denso foglio di carta, quella bleu dei droghieri, o meglio ancora con un pezzo di stoffa, in modo da privare il carciofo di ogni luce. Per far germinare i nocciuoli delle frutta si stratificano per tempo in primavera in un suolo caldo e sabbioso, preferibilmente a ridosso di un muro esposto al mezzodì. Non dispo- nendo di un tale sito, si scaverà in un terreno, che approssimativamente abbia tale natura, dei solchi profondi 8 a 15 centimetri ed assai vicini l’uno all’altro. Sul fondo dei solchi si stratifi- cherà della sabbia e sopra di essa si disporranno i nocciuoli in modo che si tocchino fra di loro, formandone diverse file nel medesimo solco. Infine sì ricopriranno di sabbia ben compressa. I noc- ciuoli destinati alla stratificazione si lascieranno preventivamente immersi nell'acqua per 4 0 5. giorni. Influenza della potatura delle rose sulla fioritura. Se in primavera si potano dei rosai, e se all’ opposto se ne lasciano altri senza far loro subire alcuna soppressione di rami, gli ultimi sopravanzeranno gli altri nella fioritura di una quindicina di giorni; i fiori saranno più numerosi e nello stesso tempo meno belli. Se si potano completamente parte dei rosai, e su altri si lasciano soltanto alcuni ramoscelli, questi ultimi presenteranno la stessa precocità nella fioritura. Se si potano nello stesso identico modo due rosai, l’ uno al fine di settembre, l’altro verso il fine dell'inverno (in febbraio), fiorirà prima quello che sarà stato potato in autunno. Se verso la metà di settembre si dispongono orizzontalmente i rami di un rosaio. mentre si . lasciano nella loro posizione naturale quelli di un altro rosaio che trovisi esattamente nelle stesse condizioni del primo, e se nella primavera seguente si poteranno poi allo stesso modo, il cespo, i cui rami saranno stati inclinati, fiorirà molto tempo prima dell’ altro. Potando i rosai prima del cominciamento della vegetazione, cioè in febbraio, si otterrà una maggior precocità di vegetazione in paragone di quelli potati più tardi. (Il Giardinaggio.) Ricetta contro la morsicatura di cani o lupi arrabbiati. Il Gastel, vecchio di 82 anni, pubblica: ‘ Non voglio andare sotto terra e prendermi meco il segreto che possiedo contro il morso di cani rabbiosi; pubblicando questo rimedio provato, credo di rendere l’ultimo mio servizio all’ u- manità. i Si prende dell’aceto di vino caldo, e dell'acqua tepida; con questi due liquidi si lava e si pulisce bene la ferita, asciugandola dopo. Indi sì versano sulla ferita alcune gocce di acido muria- tico, perchè è provato che gli acidi minerali distruggono il veleno della saliva del cane idrofobo. NOTIZIARIO Gara reciproca di colombi viaggiatori fra Firenze e Pisa. Per cura delle Società Colombofile di Firenze e Fisa, ebbe luogo il 31 Marzo u. s. una reciproca gara di colombi viag- 51 giatori, la quale provò anco una volta l’utilità di questi aerei messaggeri, tanto che quando giunse il telegramma da Pisa che ne annunciava la lanciata, i colombi erano tutti giunti a Firenze, ed il primo, del Sig. Giovanni Bologna, lo era da un ora e 32 minuti. Il resultato fu il seguente, a Firenze 1.° Colombo del Sig. Giovanni Bologna giunto in mi- nuti 56 e 25 s. con velocità oraria di m. 74.446. — 2.° Colombo del Sig. Eustis Giorgio giunto in minuti 57 e 58 s. con velocità oraria m. 72.455, — 3.° Colombo del Sig. Caiani Gino giunto in un’ora 01 minuti e 36 s, con velocità oraria di m. 68.181. — 4.° Colombo del Sig. Bugiani Guglielmo in un’ ora, 04 minuti e 84 s. con velocità oraria di m. 65.049. — 5.° Colombo del Sig. Visconti Se- bastiano, giunto in un'ora 07 minuti e 43 s. con velocità oraria di m. 62.023. Al primo fu assegnata la Medaglia d'Argento e agli altri di Bronzo, offerte dalla Società Pisana. Ed a Pisa il resultato fu questo: 1,° Colombo del Sig. Matteucci Rag. Ciro, giunto in 1 ora 25 m. e 20 s. con velocità oraria di m, 49,219. — 2,° Colombo del Sig. Casati Paolo giunto in l ora, 26 m.\e 18 s. con velocità oraria di m. 48.630. — 3,° Colombo del Sig. Giorgini dott. Carlo giunto in l ora, 28 m. e 45 s. con velocità oraria di m. 47.343. Al primo venne data la Medaglia d’Argento e agli altri due di Bronzo, concesse dalla Società Fiorentina. Pescicoltura ed Ostreicoltura. Come più volte abbiamo annunziato, è da diversi anni che per cura del nostro governo, si fanno studi ed esperimenti onde ripopolare le acque dolci d’Italia non solo delle specie di pesci delle quali erano già in altri tempi ricchissime, ma di introdurvi pregevoli specie nuove. Per raggiungere questo scopo di tanto interesse per la economia pubblica, ed in special modo di tanta utilità per gli abitanti prossimi ai grandi fiumi e laghi, furono istituite le due stazioni di pescicoltura di Brescia e di Roma, ed ora trattasi di impiantarne una terza a Co- macchio. A cura delle dette due stazioni già esistenti, sono state negli scorsi anni immesse grandi quantità di avanotti di coregoni, carpioni e di trote, e di cieche di anguille, in diversi laghi, ed i resul- tati sono stati soddisfacenti ovunque, e specialmente nei laghi di Como e lago Maggiore per i core- goni che è una nuova specie di pesci introdotta in Italia e nel lago di Bracciano per le trote. Anzi a proposito di quest’ ultimo lago ci piace riportare alcuni dati che troviamo in uno scritto del- l’egregio Prof. Decio Vinciguerra direttore della Stazione di Roma. « In questo lago, che ha una « periferia di ben 27 chilometri e una profondità in gran parte superiore ai 100 metri, furono « nel 1887 immessi soli 10,000 avanotti di trota di lago, specie non prima esistentevi, altri 15,000 « nel 1891 e 50,000 nel 1894 con risultati assolutamente superiori ad ogni aspettativa. Sin dal « primo anno cominciarono le catture di trote, ed ora la pesca di esse costituisce il principale « cespite di guadagno di quei pescatori. Gli esemplari pescati hanno ora un peso medio di 7 a « 8 chili, ed uno raggiunse persino i 20 chilogrammi, nè poteva avere più di 7 anni e 1]2 di età. » In questi giorni scno state fatte le seguenti nuove immissioni: 95,000 carpioni nel lago di Garda presso Gargano; 280,000 cieche di anguille nel lago d'Iseo presso Sarnico; 20,000 trote nel fiume Liri preso Cappadocia; 253,000 trote nel fiume Aterno presso Acciano; 20,000 trote nel Volturno. Il prelodato Prof. Vinciguerra è stato dal Ministero incaricato di esplorare alcune zone ma- rittime della Sardegna per vedere se vi si potesse iniziare l’ impianto di banchi per l’allevamento delle ostriche, ed egli ha trovato che in alcuni seni litoranei e specialmente della Maddalena po- trebbe esservi esercitata questa industria con grande vantaggio, di quella regione. Il ministero quindi aiuterà quei privati o corpi morali che promuoveranno od eserciteranno la ostreicoltura in quelle acque. Nuovi rimedi contro la peronospora. Fra i nuovi rimedi proposti per combattere la. peronospora troviamo il Tannato di rame ed il Lisolo. Il Tannato di rame avrebbe il vantaggio di non danneggiare i giovani germogli, la sua azione sulle foglie durerebbe più a lungo, non impoverirebbe il vino di tannino come lo impoverisce la poltiglia bordolese, 97 Il Lisolo, avrebbe il vantaggio di essere affatto innocuo e poco costoso. Nuova malattia nel vino. Il prof. Muller-Thurgan direttore dell'istituto agrario e di prova di Wiidersmeil esaminando un vino che aveva perdute le sue qualità originali, pur rimanendo del solito colore, e senza aver subìta alcun’ altra alterazione, vi trovò un nuovo bacillo al quale dette nome Bacillus piluliformans. Fecondità di una cagna. Dice la Clinica veterinaria, che una cagna di razza San Ber- nardo ha partoriti 19 piccoli, di cui uno morto. Se ne sono lasciati per l’allevamento 15, aggiun- gendo all’ opera della madre l’ allattamento artificiale. Cavallette. In diverse località dell’ Italia meridionale, sono già comparse delle invasioni di cavallette. Attenti adunque e stiamo pronti per distruggerle appena segnalate. Congressi geografici. Il secondo Congresso geografico italiano verrà effettuato in Roma nel prossimo settembre, ed il sesto Congresso geografico internazionale sarà tenuto in Londra nel prossimo agosto. Esposizione internazionale di fiori. La Societe d’ horticulture di Lione organizza in quella città per il prossimo novembre, una esposizione nazionale di crisantemi, rose, garofani, Cou- vardie, cyclamen e primavere. Una esposizione internazionale di macchine agricole avrà luogo a Vienna nei giorni 4, 5, 6 6 7 maggio prossimo. Concorsi a cattedre vacanti. È aperto il concorso per esami e per titoli ad un posto di prof. reggente di 3. classe nelle Scuole speciali di agricoltura, per l'insegnamento della storia naturale e della Patologia vegetale. Stipendio L. 2100. Gli esami avranno luogo il primo Agosto prossimo presso il Ministero di Agricoltura. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Tonini Dott. Silvio fu nominato Titolare di Matematica, Fisica, Chimica e Storia Naturale nel R. Liceo Ginnasiale di Tunisi. Berté Ing. Antonino, incaricato di Storia Naturale nel Ginnasio di detto Istituto. Colloridi dott. Giuseppe, incaricato di Scienze Fisiche e Naturali e di Merciologia nelle RR. Scuole Tecniche e Commerciali di Alessandria d’ Egitto. Caterini Odoacre, Titolare di Matematica e di Scienze Fisiche e Naturali nelle dette scuole al Cairo. Violi dott. Giovanni Battista, incaricato di Scienze Fisiche e Naturali e di Merciologia, nelle dette scuole a Costantinopoli. Zucca dott. Ottorino, Titolare di Matematica e Scienze Fisiche e Naturali nelle dette scuole a Salonicco. Teppex dott. Claudio, Titolare dî Matematiche e Scienze Fisiche e Naturali nelle dette scuole a Tripoli di Barberia. Berté Ing. Antonino. Titolare di Matematica, Scienze Fisiche e Naturali e Merceologia nelle dette scuole a Tunisi. Lofoco Giovanni, nominato prof. di Scienze Fisiche e Naturali nella Sc. norm. inf. masch. di Ripatransone. Mumini prof. Giov. Battista, trasferito a sua domanda, dal liceo di Urbino a quello di Sanremo. Mazzarelli Giuseppe, è nominato prof. di Storia naturale nel R. Istituto tenico di Modica. Tellini Achille, idem in quello di Udine. Levi Morenos prof. Desid è stato nominato presidente onorario della Soczete des pecheurs a la ligne de Paris. L’ ILLUSTRE ZOOLOGO comm. prof. Pietro Doderlein è morto in Palermo il 28 marzo scorso. 93 RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l’utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere î loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali sì dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 53 Si fa ricerca di corna di Stambecco (Capra ibex) e di Mufione (Ovis musimom), chi ne avesse è pregato farne l'offerta all’ amministrazione di questo periodico. 54 Si offre la Flora italiana di F. Parlatore, continuata da T. Caruel. Opera completa in 10 volumi divisi in 20 parti edite dal 1848 al 1894. Perfettamente nuova, legata elegantemente in mezza pelle per sole L. 110. I primi volumi di questa opera classica non trovansi più in commercio. 55 Il dott. Abele de Blasio, R. Università di Napoli, fa noto che è in grado di offrire crani moderni italiani in cambio di altri crani di qualunque razza straniera. 56 Mascarini prof. Alessandro determina esattamente fossili e conchiglie viventi per il mitissimo compenso di L. 10 il cento. 57 E. H. Krelage et fils, stabilimento orticolo in Haarlem (Olanda), inviano gratis il loro catalogo per il 1895. 58 S. Brogi, naturalista a Siena, desidera acquistare od avere in cambio, Pipistrelli ferro di cavallo (Rhinolophus ferrum equinum) e Orecchioni (Plecotus auritus); Scojattoli (Sciurus vulgaris), Barbagianni (Strix flammea) e Sterne bianche piccole (Sterna minuta). I Barbagianni e le Sterne, le accetta tanto fresche in carne che già messe in pelle, ma gli altri gli occorrono solo freschi in carne appena morti o viventi. 59 M. Salomez, chemin de Monclar, 5, Avignon, désire échanger des fossiles du Pliocène et des coquilles terrestres et fluviatiles, contre fossiles, coquilles marines, terrestres et fluviatiles. 60 M. Lomont, conservateur du Musèe, chàteau de Manonville, par Noviant-aux-Prés (Meurthe-et-Moselle), désire recevoir de bonnes espèces d’oiseaux européens, des faucons, gerfauts, etc., en peau on en chair: offre en retour, ciseaux ou mammifères montés ou en peau, 1°" choix, du Dahomey ou de France. 61 Del Sere Attéo, via dei Bardi, 6 Firenze, desidera far cambi di coleotteri, preferibil- mente d’Italia, offrendo buoni esemplari di coleotteri della Toscana e della Calabria. 62 Vitt. cav. de Tschusi, zu Schmidhoffen, Hallein (Salisburghese), cerca in Italia, re- lazioni di cambio di pelli d’ uccelli, e prega rimettergli l’ elenco delle specie desiderate. Cede a buon.prezzo pelli di Tetrao mlockosiceiczi. 63 Raffesberg Hugo in Podhragi, post Prasiez, Ungheria, spedisce gratis e franco il ca- talogo dei Coleotteri doppi per la maggior parte Ungheresi. Grande ribasso nei prezzi. 64 Marini Antonio di Morciano di Romagna, tiene disponibile del seme di Axtherea Jama-Maii che cederebbe in cambio di altro seme sericofero, escluso il Bombix mori. Il suddetto seme è riprodotto da allevamenti locali dipendenti da seme ottenuto pure colà l’anno scorso. 65 Wicht Victor, à San Ildefonso, provincia di Segovia (Espagne), desidera cambiare Anth. eupheno, cardamines, Pap. Feisthamelii, Parn. Apollo (Gubdaramma), Arg. pandora ete. Thais rumina, Erebia evias, pirene, Heliothea discoidaria, Ven. macularia, Odez. atrata, etc. Nel mese di settembre, crisalidi viventi d’ Actias Isabelle, contro lepidotteri e crisalidi viventi. 66 Canne di Bambù non tanto grosse. Chi ne ha, è pregato comunicarne ali’ amministra- zione di questo Bollettino, il prezzo per ogni 100 pezzi lunghi circa an metro. 54 67 Graves L., 29 Victoria Street Temby, Inghilterra, offre in cambio di farfalle, crisalidi di E. Jacobeoe e uova di O. antiqua. 68 D." Hinneberg. è Potsdam (Germania) offre per cambi larve ed insetti perfetti di microlepidotteri. 69 Si offrono Carabus Famini della Sicilia a L. 1,50 l’ uno franchi di porto e raccoman- dati. A chi ne acquista diversi sarà fatto un prezzo molto ribassato. 70 11 sig. Morandi cav. dott. Luigi, Corso Vittorio Emanuele 21, Milano, avverte tutti gli allevatori di animali, che ne avessero affetti dall’ Afta epizootica 0 taglione, che egli si reca a tutte sue spese ovunque ed in qualunque giorno ed ora, ad insegnare il rimedio gratuito col timo serpillo. 71 Offretite nuovo e raro minerale in XX. Si offrono esemplari da L. l a 4. 72 Arseniosiderite. Minerale del quale è esaurita la piccola cava, si offre da L. 1 a 3 per esemplare. 73 Gabriel Fernandez Duro, 7, trip° Monte-Esquinza, Madrid, offre: Thais Rumina: Ant. Delia, Zegris v. Meridionalis, Thecla Roboris, Thestor Dallus, Melitea v. Iberica, Arg. Pandora, Melanargia Ines, Erebia Evias, Littrostege, Duroata, ete., in cambio di Thais Hipsile, Pieris Callidice, Ant. Tagis, Belemia v. Bellecina v. Alhambra, Leucophasia, v. Diniensis, Po- lyommatus, Xanthe, Lyaena v. Hypochiona, v. Hesperica, etc. 74 Errington de la Croix museo di storia naturale. a Paris annunzia la sua prossima partenza per il Sud dell’ Africa (Transvaal e Matabeleland), e si mette a disposizione dei profes- sori per raccogliere gli oggetti utili alle loro collezioni. 75. Chas. S. Westcott, Holmesbury, Filadelfia Pa., U. S. A. desidera far cambi di le- pidotteri. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. ii di L. Lazzeri Precetti ed Esempi di composizione italiana per gli alunni e le alunne delle Scuole Normali, Tecniche e di Complemento, di Giuseppe Rizzini. Terza edizione curata ampliata e rimo- dernata dal prof. cav. P. ForNnARI. — Parte seconda: Esempî. — Bel volume in-16 di pagine 300 ‘ circa: L. 1,50. — Milano, Casa Tip. Libr. Editr. Ditta Giacomo Agnelli. Questa seconda parte è bellissimo compimento della prima. È un’antologia, non delle solite, essendovi argomenti — quelli scientifici — che non sono in altre. Ad essi vere illustrazioni sono le molte noterelle del professore cav. P. Fornari. Il quale per facilitare la retta lettura, che è pure tanta parte della bellezza della lingua, vi aggiunse l’accentatura secondo la pronunzia toscana. LIBRAIRIE J.-B. BAILLIÈRE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), à Paris L’ Amateur de Papillons, guide pour la chasse, la préparation et la conservation, par H. CouPin, préparateur a la Faculté des sciences de Paris, 1. vol. in-18 jésus de 334 p., avec 246 fi- gures, cartonné. (Bibliothèque des connaissances utiles) . : ; > È : s 4 fr. Le succès obtenu par son précédent ouvrage, l’ Amateur de Coléoptères, a engagé M. Coupin, a en publier un analogue sur l’ Amateur de Papillons. Concu dans le méme esprit pratique, il recevra un accueil aussi favorable. M. Coupin jette d’abord un coup d’eil général sur l’ organisation des papillons, leur classi- fication et leur habitat. Puis il entre aussitòt dans le vif de la question, en traitant de l’équipement du chasseur de papillons, et en décrivant les engins que l’on peut employer è cette récolte, Il passe ensuite en revue la classe des papillons et la récolte des chenilles, suivant leur ha- bitat, sur les plantes, les arbres, les fruits, etc. Il donne des renseignements pratiques sur l’éle- vage des chenilles. La chasse des chrysalides et la récolte des ceufs font l’objet de deux chapitres. Enfin, il termine son livre par des renseignements trés complets sur la manière d’appréter les papillons et les chenilles, et de les mettre en collection. De nombreuses et très belles figures illustrent le texte et l’éclairent agréablement. las) SLLIENE RIA [it isf LA PRIMAVERA DT A è la stagione più propizia per depurare il sangue e Tr - 2244 molte sono le cure proposte, ma la più accetta è quella di Ferro China Bisleri liquore gradevolissimo al palato facilmente digerito dagli stomachi più debo- li — È il preferito dei ricostituenti anche economi- CAN camente perchè bastano VOLETE.LA SALUTE 22 6 bottiglie per sentirne i ma- gici effetti ridonando il co- INEZZZZ lorito, il buon umore, l’ ap- VAS petito e la forza. L'ACQUA DI NOCERA UMBRA #&&î è il prototipo delle acque da tavola — batteriologica- fi Riz mente pura, leggermente aliatina, favorisce in modo meraviglioso la digestione più difficile. — Ecco il mo- ,L _ tivo del suo titolo di ER ÙU REGINA DELLE ACQUE Da TAvoa = BP v397 COS S MILAT Stabilimento di Orticoltura, Fioricoltura, Agricoltura - in Città della Pieve —ase ————- Vendita di Collezioni scientifiche, semi da fiori, ortaggi, prati, piante da salotti, terrazze, piena terra, mazzi di fiori freschi, ceste artistiche, corone funebri, fiori naturali secchi, fiori artificiali - Prezzi mitissimi - Uova di Polli esteri e delle migliori razze Italiane a Cent. 25 l'una. — Uova di Anatre gi- ganti di Tolosa a Cent. 50 l’ una — Uova di Anatre d’ Egitto a piumaggio ricciuto a Cent. 50 l’ una — Pavoni maschi a L. 15 l’ uno, Femmine L. 20. 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A tutti coloro che ne faranno richiesta scrivendoci in cartolina con risposta o inviandoci in qualunque altro modo centesimi 10, anche in francobolli, invieremo franco un catalogo di 16 pagine, contenente la indicazione di moltissimi ar- ticoli pubblicati nella Rivista e Bollettino e che vengono ora ceduti a cent. 25 per fascicolo. 56 Per | Viticoltori, Orticoltori e Giardinieri L'agenzia di questo periodico (Siena, Via di Città 14) avendo la rappresentanza delle più stimate fabbriche dei seguenti strumenti e prodotti, può offrirli agli abbonati a prezzi convenienti e garan- tendone la bontà e la efficacia. ° ° #4; Premiata con Pompa irroratrice Zabeo per le viti. pigiare dal ministero di agricoltura. Di ottimo effetto eguale alle migliori pompe conosciute, mentre non co- stano che L. 23 l'una. 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ISTITUTO TECNICO DI UDINE APPENDICE INTORNO AD UNA HYDROCORALLINA FOSSILE. (continuazione) Questa forma non differisce dagli esemplari che noi vi rapportiamo, altro che per non renderci visibile l’ epitecio comune, mostrandosi alcune volte incro- stante di briozoi, come uno della Schizoporella rudis Manzoni (Neviani det.) (1) e per lo stato di conservazione non tanto buono. Del resto corrispondono ottima- mente gli altri caratteri anatomici. Laonde non esito a riferirvi i nostri esemplari. Questa forma si differenzia di molto dalla A. pharensis Heller (Die Zoo- phyten und Echinodermen des Adriatischen Meeres pag. 27, t. I, fig. 1, 2) che vive nel canale di Lesina. È l’unica vivente del genere. La A. pharensis si pre- senta sotto forma di membrana rivestente arnioni di briozoi e nullipore. Dalla breve descrizione e dalle cattive figure non posso trarre altri particolari dif- ferenze. Non si parla però di epitecio nella parte inferiore, i calici paiono più lontani fra di loro, non si descrivono le particolarità dei denti interni fortemente ingrossati; non si riscontra la teca così angolosa come ce la porge la figura: non sono menzionate le 10 altre lamine intercalate. Questa forma facilmente si distingue da molte delle congeneri pel chiaro tipo decamerale. Si differenzia assai facilmente dalla A. numisma E. H. (Deshayes en La- doucette, Hist. des Hautes-Alpes, tav. 13, fig. 11, 12; 1834: (Michelin). Icon. zooph. pag. 273, tav. 63, fig. 4) per i calici decisamente esagonali e regolari ; per la regolarità della posizione dei calici e dell’intera forma. (1) Nel mio lavoretto (I Zoantari fossili dei dintorni di Roma 1893 pag. 17) scrissi: La Cel- lepora entro cui si trova la Cryptangia parasita E. H. è sempre la C. palmata Mich. Ora il ch. Prof. Neviani mi comunica gentilmente alcuni interessanti risultati di un suo pregiato studio ancora inedito, che riguardano la mia affermazione. Il gen. Cellepora non può oltre esistere. Le forme che vissero con la C. parasîta sono: Schizoporella auriculata Hassal, S. coronopus Wood e la nuova specie S. romana Neviani. 58 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Non si può confondere con l'A. ornata Michtti. (Specimen. zooph. dil. pag. 172, tav. VI, fig. 3. Porttes), perchè questa appartiene al tipo ottomerale. Per la stessa ragione si allontana dalla A. nana Reuss. (Palàont. stud. I. pag. 40, tav. 11, fig. 4. a, Db). La presente forma si riferisce certamente al tipo decamerale, che veniva spiegato dal Milne Edwards ed Haime, con quello pentamerale del gen. Pentacoe- nia, Acanthocoenia, come un caso patologico (Hist. nat. I pag. 54). Ma la presenza di molte forme di parecchi generi con tipo decamerale come il gen. Enallohelia, Goniocora, Stylina ; e gli studî fatti intorno alla comparsa dei tentacoli nelle forme viventi, fanno credere che, per analogia, si debba ritenere | che questi animali siano pur loro di tipo bilaterale. Per qualche gruppo pare di già accertato. (Bourne G. C. Quart. journ. micr. sc. London). L'esemplare spagnolo lo spedii in comunicazione al ch. prof. d' Achiardi, il ‘quale confermò la mia determinazione generica. La forma fu dedicata al ch. dr. Jaime Almera che raccolse l’ esemplare nel Pliocene di Catalogna. 28. Stylocoenia lobato-rotundata Mich. Dego (1) 29. Stylocoenia taurinensis Mich. Castelgomberto (1), Costalupara di Dego (2 °) 30. Phyllocoenia deperdita Michtti. Dego (1), Villa di Dego (3). IL’ esemplare proveniente da Dego corrisponde abbastanza bene alla P%. patula che ho descritto (loc. cit. pag. 54). Sl. Phyllocoenia irradians E. H. Monte Grumi di Castelgomberto (2). 32. Heliastraea Guettardi de Franc. Dego (1), Colli di Torino (1). 38. Heliastraea acropora? E. H. (2) Non fa riconoscere nè i denti dei setti, nè le loro particolarità. 54. Heliastraea ellisiana Defr. Colli di Torino (1), Stazzano (1), Termafourà (1). 35. Heliastraea vesiculosa ? E. H. Termofourà (1). Un cattivo esemplare. 36. Clypeofavia pulcherrima Michtti. Sassello (1). Vedansi le accurate osservazioni fatte dal d’Achiardi. (Stud. Comp. pag. 12). Sub. fam. Astraeidae confluentes 87. Diploria flexuosissima d’ Ach. Croce Grande di S. Giovanni Ilarione (1). A stento si osserva la columella ru- dimentale. Monte Grumi (1). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Rn 38. Hydnophyllia daedalea Reuss. Il Reis (Die Korallen der Reiter Schichten, Cassel 1889) riporta nel suo ge- nere questa forma riferendola alla Latimacandra daedalea Reuss, insieme alla Symphyllia microlopha Reuss. | 39. Hydnophyllia Bellardii E. H. = (Maeandrina) Dego (1). 40. Mycetophyllia stellifera Mich. Sassello (1) Fide Michelotti. * x * V' ha nella collezione un esemplare con la scritta del Michelotti « Myce- tophyllia radiata Meneghini. Dego » Questa specie fu resa di pubblica ragione dal Michelotti (Mioc. inf. 1861). Il d’Achiardi (Stud. Comp. 1868) riporta questa forma nello stesso genere. Finalmente il Sismonda E. (Mat. paléont. pag. 89) istituisce per il Michelotti il nuovo genere Plesiophyllia e vi annovera la pre- sente forma. Di questo genere poi non ha fatto parola alcuno nè per corroborarlo, nè per demolirlo. Spero di potermi presto occupare di tale quistione, procurando di assegnare il naturale posto ai fossili che vi si riferiscono. 41. Symphyllia crebriformis? d'Orb. Dego (2). , af Euphyllia contorta Mich. Dego (1). i 43. Euphyllia caliculata Reuss. i Monte Grumi di Castelgomberto (3). Il Reuss riportava la presente forma al suo gen. Plocophyllia (Paliont. Stud. I. pag. 17), che il Duncan (op. cit. pag. 84) fa sinonimo del gen. Euphyllia. 44. Hydnophora longicollis Reuss. Castelgomberto (1). Questa forma fa passaggio come asserisce il d’ Achiardi (Stud. Comp. pag. 65) alla H. maeandrinoides Mich. sp. (Monticularia). Sub. fam. Astraeidae coespitosae 45. Dasyphyllia miocenica Michtti. Dego (1), Costalupara (5). 46. Dasyphyllia elongata E. Sismd. Colli di Torino (3 fram.) 47. Rhabdophyllia stipata d'Ach. = Rh. tenuis Reuss; (d’Ach.) Castelgomberto (2). K* * * Col n. 75 trovo un esemplare che reca la scritta dello stesso Michelotti. Cladocora miocenica sp. n. Non ho riscontrato neppure nei manoscritti del Michelotti qualche osservazione che alludesse a questa forma. L’esemplare è così profondamente spatizzato e corroso, che lascia dubbia anco la posizione generica. Se appartiene al gen. Cladocora, potrebbe essere riferito l'esemplare alla C. multicaulis Mich. Proviene da Dego. 60 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Sub. fam. Asîracidae reptantes 48. Phyllangia alveolaris Cat. Crosara (1), Monte Viale, Vicentino (1). Riferisco a questa forma, con qualche esitazione, due grossi esemplari, dei quali uno già determinato dal prof. Pirona come Heliastraea lucasana Defr. Il dubbio nasce dalle cattive figure della specie che non permettono una certa determinazione Sub. fam. Astracidae simplices 49. Pattalophyllia subinflata d'Ach. Possagno in Via degli Orti in Valle Organa in quel di Asolo (1). Gli esemplari non fanno rìconoscere le parte anatomiche dei calici. 50. Lithophyllia Basterotii? E. H. Un piccolo frammento proveniente da Termofourà. ol. Placosmilia elliptica d’' Ach. Castelgomberto, Monte Grumi (2). 52. Montlivaultia bormidensis H. Dego (2), Costalupara (4), Carcare (1). Quella proveniente da Carcare non è la M. carcarensis d' Ach., basta per accertarsi di ciò, una semplice osservazione delle figure riportate dal d’ Achiardi. 53. Montlivaultia sp. ind. Beuri presso Villa del piano di Dego. Valle Bormida (2 pessimi frammenti). 54. Trochosmilia sp. ind. Castelgomberto (1). 2. Fam. Pocilloporidae 55. Pocillopora madreporacea Lamk. Val Ceppi (1), Termofourà (1). s. Fam. Oculinidae 56. Gen. Lophohelia? sp. Questo genere è rappresentato incertamente da due esemplari in pessimo stato. Credo che sia la prima volta che si riscontri fossile nel Piemonte a Ter- mofourà. Gen. Amphihelia E. H. (Duncan emed.) Il Duncan (Trans. Zool. Soc. Lond. vol. VIII, pt. 5 p. 326. 1873) unì al presente il gen. Diplohelia E. H. 57. Amphihelia refleca E. H. (Diplohelia) Colli di Torino (1), Termofourà (molti) Val Ceppi (1). Gen. Stylophora E. H. Casa Mongiardino, Belforte (molti esemplari) alcuni dei quali forse vanno ri- feriti alla S. tAyrsiformis E. H., ma, essendo erosi, non permettono una in- dubbia determinazione, Dego, Costalupara, Piano di Dego, Ai Beuri presso Villa del Piano di Dego RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 61 (moltissimi esemplari). Alcuni, con qualche esitazione, sì potrebbero riportare alla S. pulcherrima? d'Ach. Avendo avanti di me tanto abbondante materiale, che quasi certamente va riferito a questo genere, sperai di poter riconoscere, senza dubbî, le forme: anzi nutrii per qualche giorno persino la fiducia di poter arrecare qualche mo- dificazione nella specificazione del genere, che valesse a facilitare la scabrosis- sima determinazione. Disgraziatamente più attendeva alla separazione, più mi vedeva svanire i caratteri specifici che gli autori fissano per le forme; quei nuovi che io stesso voleva proporre mi parvero anche meno adatti. Laonde fui costretto per la seconda volta ad abbandonare tale studio, concludendo che la determinazione delle specie di questo genere è di molto difficile. Difatti la me- medesima specie si riscontra spianata, aderente, dendriforme. I polipieriti che alla base sono lontani fra di loro e circolari, divengono nelle parti superiori ravvicinatissimi e di forma poligonale. Le dimensioni dei calici oscillano fra limiti abbastanza vasti nello stesso polipajo. I caratteri del genere sono pure incerti, per la solita spatizzazione degli esemplari. Quindi è difficile distinguere questo dal genere Stylocoenia. 58. Astrohelia deperdita Michtti. Dego (1 cat. esemp.) Si potrebbe riferire questa forma al gen. Stylophora, come si è fatto; ma vi fa ostacolo l’ irregolarità dei calici, la difficoltà di scorgervi una columella, Fam. Turbinolidae 59. Coenocyathus affinis de Ang. Zinola (2). Cattiva conservazione. 60. Ceratotrochus typus Michtti. Zinola (1). 61. Ceratotrochus mullispinosus Michtti. S. Agata-fossili (16), Zinola (1). 62. Ceratotrochus duodecim-costatus Goldf. Città di Castello, Plioc. inf. (1), Rio Torsero (13). 63. Caryophyllia granulosa De Ang. Zinola (1). Non si possono riconoscere tutte le parti anatomiche del calice. 64. Caryophyllia clavus Scacchi Zinola (1), Rio Torsero (1). Pessimi esemplari. 65. Caryophyllia Sismondae E. H. Colli di Torino (2) ? (1). 66. Caryophyllia Michelini Michtti. Val Ceppi(1). Sono alquanto incerto nella determinazione per il cattivo stato del fos- sile. Ricordo per questa e per la precedente specie le osservazioni fatte nel mio lav. cit. 67. Paracyathus turonensis E. H. Colli di Torino (1). 62 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI È un cattivo esemplare quello che riferisco a questa forma, non facendo vedere quasi punto le parti anatomiche del calice. Somiglia per la forma ge- nerale alla fig. 19. tav. III. del lav. cit. 68. Deltocyathus italicus Michtti. S. Agata-fossili (9). (continua) d T--GRANITI DELL bCANI Appunti di A. DE BLASIO ILLUSTRATI CON FIGURE (continuazione) EEPO TNDIGENO?O PRIMITIVO Questo gruppo è formato di 5 crani appena, due appartenenti al sesso mu- liebre e 3 al maschile. Caratteri comuni a questi crani, tanto nell’ uno che nell’ altro sesso, sono i seguenti: Guardati di prospetto, presentano la fronte bassa, sfuggente all’in- dietro e stretta, tanto che il diametro inferiore eguaglia il superiore. Le bozze fron- talisono poco appariscenti; meno in uno, pronunziatissime sì presentano la glabella e le arcate sopraccigliari. Fra la glabella e le ossa nasali, notasi una marcata insenatura. Il bordo superiore delle orbite è tagliente (vedi fig. 4.8) e legger- mente rivolto in dentro: le cavità orbitali sono piccole, di forma quadrango- lare e poggianti sopra un piano orizzontale. Le ossa nasali sono piuttosto svi- luppate in lunghezza, notandosi, in due di essi, una concavità, il che ci fa supporre che gl'individui ai quali appartengono questi avanzi scheletrici, do- vettero avere il naso rincagnato. Le fosse canine sono poco pronunziate. Le ossa mascellari superiori in due proiettano leggermente innanzi, negli altri invece la porzione alveolare, in seguito a caduta dei denti, trovasi ora assor- bita. I denti, in quelli che li hanno, sono grandi, irregolari, con la superficie triturante precocemente erosa. Le arcate dentarie superiori sono strette e ci ricordano la forma del ferro di cavallo. Le ossa malari sono sviluppate pa- recchio nel senso laterale. Stante la mancanza dei mascellari inferiori, non pos- siamo dire se queste ossa erano alte o basse e se il mento era oppur no sporgente. Guardati di lato, attira la nostra attenzione il grande accorciamento nel senso della larghezza. Infatti i ponti zigomatici sono poco sporti in fuori e le bozze frontali sono poco appariscenti, il che non toglie però che le impronte, che davano attacco ai muscoli di questa regione, sieno pronunziatissime. Studiati di sopra, presentano questa regione di forma ovoidale, schiacciata ai lati. Il sommo della calvaria non è pianeggiante ed in tre di essi notasi un leggier grado di scafocefalia o cresta. Guardati di dietro, la regione occipitale fa ernia molto all’esterno e nella lambdoidea, specie nei crani maschili, ci sono impigliati dei worniani. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 63 Studiati di sotto, lasciano vedere in questa regione che il forame occipitale è di forma irregolare con i bordi seghettati e salienti. In due notasi ancora che il daston non corrisponde al centro del forame auditivo, ma trovasi circa 1{2 cm. più indietro. Sviluppatissimi notiamo, in ambo i sessi, i processi ma- stoidei ed i condili occipitali. Le suture, in quelli che le hanno, sono poco dentellate e precocemente si vedono saldate in quei crani, che per l’ età loro non le dovrebbero aver fuse. La loro capacità cubica è inferiore a quella che ci presentano gli altri due gruppi, cioè il greco e il sannitico-romano. La media infatti dei maschili non sor- passa i 1225 cm., essendo la capacità di uno di essi eguale a 1200 e quella dell’ altro a 1250; nei maschili la media ascende a 1436 cm.” notandosi in essi un minimum di 1300 cm. ed un maximum di 1560: i femminili adunque sono microcefali, i maschili mesocefali. Ed infine non dimentichiamo di notare che le ossa di questo 1.° gruppo sono spesse e pesanti: di modo che mentre i crani sembrano avere un considerevole volume, la loro capacità cubica è limitata. Dalle suddivisioni della circonferenza orizzontale, cioè in porzione prae e post-auricolare, abbiamo dedotto anche che la porzione prae-auricolare sorpassa la posteriore di 14 mm., segnando la prima 263 e l' altra 249. Dalle medie degl’ indici poi abbiamo rilevato che possono essere diagno- sticati come: dolicocefali, ortocefali, mesorini, mesognati e mesoprosopi supe- riori, perchè la media generale degl’ indici è rappresentata dai numeri I° 731, 504, 797, 982, ol. Fig. 38 — Manufatti litici di Viggiano 64 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Secondo il sesso poi abbiamo che i maschili sono dolicocefali, ipsicefali, mesorini, microsemi, ortognati e mesoprosopi superiori, a causa che la media maschile segna 711, 754, 513, 772, 980, 51; i femminili poi sono dolicocefali, ortocefali, mesorini, mesosemi, mesognati e mesoprosopi superiori, essendo gl’in- dici di questi ultimi 679, 720, 495, 823, 985, 52. Dalle medie sessuali poi abbiamo dedotto che per gl’ indici cefalici, Lig cale e nasale, il gruppo maschile è superiore al femminile di 32, 34 e 18, mentre per gli altri indici, il gruppo muliebre supera quello dell’ altro sesso di 51, 5 e I. TIPO.GRECO Questo secondo gruppo è composto di 10 crani, dei quali 4 soltanto ap- partengono ai maschi. Se disponiamo questi avanzi umani in serie presentano caratteri, che ci ricordano il tipo greco, che fin dagli antichi tempi andò a porre sua sede nella porzione marittima della provincia di Basilicata. Infatti, se si guardano dalla norma facciale, presentano la fronte piana, che in alcuni di essi si vede sfuggente all’ indietro; questa regione è stretta piut- tosto in basso e va poi dolcemente allargandosi verso le tempie. Le bozze fron- tali, le arcate scpraccigliari e la glabella, specie nei crani muliebri, non sono punto sporgenti. Le cavità nasali sono alte e strette e gli ossicini sono lunghi e sottili; e nel punto d’innesto, che questi formano coll’ osso frontale, eccetto in due crani maschili ed in uno muliebre, non si nota insenatura di sorta, ma sembra invece che l’ osso frontale formi, coi nasali, un sol piano inclinato da sopra in sotto e leggermente da dietro in avanti. Le orbite poggiano sopra un piano orizzontale; non sono ampie, ma rotondeggianti ed 1 bordi che le delimi- tano sono anch’ essi arrotonditi. Le ossa malari in alcuni sono sporte più nel senso laterale, in altri invece sono più sviluppate anteriormente ; in tutti 1 casi però si nota che le fossette mirtiformi sono bene pronunziate. Le arcate den- tarie sono strette e di forma parabolica ed i denti, che vi si vedono incastrati, sono regolari e di mezzana grandezza, ed il loro impianto è sempre verticale. Guardati di lato, il profilo della calvaria, che dal nasion va alla parte occipitale, rappresenta un arco di cerchio, il quale può essere suddiviso in por- zione frontale, parietale ed occipitale: la prima e la terza sono tondeggianti, pianeggia invece la seconda. Studiati sempre da questa parte, notiamo in essi che le fosse temporali sono piuttosto profonde e gli archi zigomatici sono spor- genti. La norma verticale da a vedere che questa regione trova la sua rasso- . miglianza ad un ovoide leggermente gonfiato ai lati. E, se questi crani, meno due maschili, si fanno poggiare sopra un piano orizzontale colla parte occipi- tale, tanto le ossa nasali che i ponti zigomatici, non sì vedono appariscenti. Guardati di dietro, la parte occipitale vedesi sporgente e tondeggiante, però tanto la spina di quest’ osso che le linee curve sono ben marcate. (continua) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 65 RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’ amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile. FICALBI EUGENIO. Zoologia generale. (Firenze 1895. Succes. Lemonier. Parte prima. Pag. 336 in 8.° con fig.) Raccomandiamo ai nostri lettori questo libro fatto con amore, scienza e coscienza dall’ egregio dott. E. Ficalbi (ora professore alla Università di Cagliari e gia de- stinato pel futuro anno a quella di Messina), libro che riempie una lacuna nella nostra lette- ratura zoologica, e che giudichiamo tale da essere utile così ai maestri, come agli scolari, così 4 coloro che della Zoologia han fatto l’ argomento speciale dei loro studî, come a quelli che coltivano questa Scienza per amore generale di cultura. Il prezzo relativamente al numero delle pagine (circa 600) e delle numerose figure, è molto mite costando L. 8,50 l' intiera opera, ossia la parte 1.* già pubblicata e la parte 2.2 in corso di «stampa. Chi vuole il libro, può dirigersi alla Casa edi- trice Successori Le Monnier in Firenze, oppure ai principali librai, oppure anche all’ ammini- strazione di questa Rivista. Ecco l’indice dell’ opera completa : INTRODUZIONE. Preliminari generali. — La Biologia e la sua divisione. — Cognizioni di Biologia genera- lissima : Preliminari sul concetto di vita. Le teorie della vita. Cognizioni di Biostatica gen. Cogni- zioni di Biodinamica gen. Cognizioni di Biogenesi gen. Concetto sommario della vita nell’ essere vivente concreto, e dell’ essere vivente stesso. — / regni organizzate. ZOOLOGIA GENERALE. Biochimica. — Morfologia. 1. Dottrina delle individualità. 2. Promorfologia: I. Generalità. II. Forme fondamentali del corpo animale per rispetto alla simmetria. III. Ametameria e Metameria: 3. Tectologia. I. Plastidologia (Citologia s. 1). II. Istologia. IMI. Organologia — Gonologia (Trattato della generazione). — Morfogenia. 1. Ontogenia (Embriologia). 2. Filogenia. Fisiologia. 1. Fisiologia 2. Psicologia. — Dietologia (Distribuzione geologica e geografica, Rapporii degli animali tra loro; Usi, costumi, etc.) — Tassonomia. — Sguardo storico. BOMBICCI prof. LUIGI. Mineralogia descrittiva. (Milano 1895. U. Hoepli. Pag. 380 in 8.° con 124 incisioni ; legato in tela L. 3) É la seconda edizione di questo lavoro che forma parte dei pregevoli Manuali Hoepli; edizione rifatta dall’ illustre autore, comm. Bombicci, il più dotto dei mineralogisti italiani viventi. Ciò basta perchè ognuno sia persuaso del pregevole con- tenuto di questo volume, del quale non potremmo dare una idea in poche paroie e nel quale figu- rano come note dell’ autore, importanti idee e principi scientificì nuovi e per la prima volta esposti dall’ illustre autore. Il volume di 380 pagine con 124 figure costa L. 3. SILVESTRI FILIPPO. I Chilopodi ed i Diplopodi di Sumatra e delle isole Nias Eugano e Mentavei. (Genova 1895. Annali Museo civico di St. nat. vol. XIV. 14-20 Marzo. Estratto di pag. 56 in 8.° con 13 fig.) Per quanto riguarda le isole Nias, Eugano.e Mentavei il materiale che ha formato oggetto di studio e del quale l’ egregio A. si occupa in questa memoria, è stato portato dal dott. Elio Modigliani; mentre relativamente a Sumatra, l'A. non solo studia quanto vi raccolse il prelodato Modigliani, ma vi ha aggiunte le specie colà raccolte nel 1873 da Odoardo Beccari, nonchè tutte le altre specie state fin qui da altri citate, come provenienti da quelle località. I Chilopodi sono di 24 specie fra cui 5 nuove, ed i Diplopodi 99 specie di cui ben 56 nuove, con 2 generi pure nuovi. Dal confronto della fauna malese con la indiana, anche riguardo a questi animali, risulta evi- dente la grande loro affinità, è tenuto presente che i Chilopodi ed i Diplopodi sono animali emi- nentemente terrestri e di lenti movimenti, l’ egregio A. ritiene che anche questo fatto stia in ap- poggio di quanto fu ammesso già dal Wallace, che cioè la Malesia in epoche lontane facesse parte del continente asiatico. GROUVELLE A. Rhysodides, (Genova 1895. Annali Museo civico di St. nat. vol. XIV. 66 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 20 Marzo. Estratto di pag. 4 in 8.°) Sono 3 nuove specie di Rhysodes e cioè la Feae, la nicoba- rensis et la Fairmairei, portate dall’ esploratore Leone Fea, dalla Birmania e regioni vicine. BALESTRA ANDREA. Sullo sviluppo dell’ antico ghiacciaio del Brenta. (Bas- sano ]894. Boll. Club Alpino Bassanese, vol. I. Estratto di pag. 24 in 8.°) É una dotta conferenza fatta dall’egregio A. e nella quale, dopo avere date notizie sull’epoca glaciale o neozoica, ricor- dando gli studi faiti sulla medesima, le ipotesi emesse, le cause che la determinarono, viene a parlare del periodo dei ghiacci che pure la vallata del Brenta ebbe a sopportare, ghiacciai che im- mobili in apparenza, la percorsero lentamente in molta parte della sua lunghezza. Ricorda quanto sullo sviluppo di questo ghiacciaio fu già scritto dai geologi che studiarono quella regione ed espone quindi il suo parere che lo porta a conclusioni diverse da quelle fin’ ora ammesse, e ne indica le ragioni. VINCIGUERRA dott. DECIO. Indagini praticate in Sardegna per determinare la possibilità di ripopolarne le acque dolci e di esercitarvi la Ostreicoltura. (Roma 1895. Boll. di notizie agrarie del Ministero di agricoltura ecc. n. 22. Pag. 16 in 8.° Centesimi 10) Parla della pesca nei fiumi, nei torrenti e negli stagni, e dicendo come questa, nel modo come viene esercitata, sia causa dello spopolamento di quelle acque, propone ciò che potrebbe farsi per ripopolarle, sia di specie indigene, sia importandovi nuove specie. Ritiene possibile in alcune di quelle località 1’ allevamento delle Ostriche e dei Mitili e propone di introdurre nelle acque sarde il gambero di acqua dolce. NEVIANI ANTONIO. Nuovo genere e nuove specie di briozoi fossili. (Bologna 1895. Rivista italiana di Paleontologia fasc. di aprile. Estratto di pag. 4 in 8.° con fig.) Il nuovo genere è Vibraculina e le due nuove specie sono V. Conti e V. Seguenziana, di cui la prima trovasi nelle sabbie argillose grigie del postpliocene antico della Farnesina e la seconda, sebbene ra- rissima, nelle sabbie calcaree postplioceniche di Spilinga presso Monteleone Calabro. Queste 2 specie sono rappresentate da 5 figure. NEVIANI ANTONIO. Nota preliminare sui Briozoi fossili del postpliocene an- tico della Farnesina e Monte Mario. (Roma 1895. Boll. Soc. romana per gli studi zoolog. n. I-II. Estratto di pag. 12 in 8.°) Tutti i Briozoi studiati dall’ egregio A. e dei quali dà qui no- tizie, appartengono all’ ordine Gynmolaemata (Almann.) 73 specie al sottordine Cheslostomata (Bk) e 30 al sottordine Cyclostomata (Bk). Vi figurano 2 nuovi generi, 17 nuove specie e 2 nuove va- rietà. Delle rimanenti 88 specie già note, 76 si trovano ancora viventi, e cioè 70 nel Mediterraneo e sole 6 in altri mari. NEVIANI ANTONIO. Briozoi fossili illustrati da Ambrogio Soldani nel 1780. (Roma 18953. Boll. Soc. romana per gli studi zoologici n. 1-2. Estratto di pag. 8 in 8.9) L' illustre naturalista padre Ambrogio Soldani pubblicò in Siena, dove studiò e lasciò il materiale raccolto e illustrato, due pregevolissime opere ricche di fig. La prima nel 1780 con il titolo: « Saggio orit- tografico, ovvero osservazioni sopra le terre nautiche ed ammonitiche della Toscana »; la seconda dal 1789 al 1798 « Testaceographiae ac Zoophytographiae parvae et microscopicae » Il dotto prof. Neviani, meravigliato che dagli studiosi dei Briozoi non vengano mai ricordati questi preziosi la- vori del Soldani, ha pubblicato la presente rivista dei Briozoi illustrati da Soldani nel sopraci- tato Saggio orittografico, promettendo di pubblicar presto altro simile studio sui medesimi organismi contenuti nella Testaceographiae. DAL FIUME CAMILLO. Il Calcarius lapponicus (Linn.) nel Veneto. (Milano 1895. Atti Soc. ital. di Sc. nat. vol. XXXV. Estratto di pag. 8 in 8.°) Lo Zigolo di Lapponia o Calcarius lapponicus di Linneo, che abita le rive del mar glaciale e si trova specialmente nelle steppe della Tundra e nel nord della Lapponia, capita sebbene in scarso numero anche in Italia, e, come giustamente prova l’ egregio A. con la citazione di parecchie catture, nel Veneto questo uccello è assai meno raro di quanto è stato detto; difatti almeno negli ultimi anni ve ne sono sempre stati uccisi qual- cuno nell’ autunno e nell’inverno. L’ egregio A. espone la sinonimia e dà la descrizione di questa zigolo nei diversi abiti, per le varie stagioni, per il sesso e per l'età. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 67 CORTI dott. EMILIO. Ditteri. (Genova 1895. Annali Museo Civico di St. nat. vol. XV 6-8 Aprile. Estratto di pag. 24 in 8.°) Questi ditteri appartengono a 21 specie, di cui 1l sono qui descritte perchè nuove, come nuovi sono 2 generi ed una varietà. Tutti provengono dalle raccolte che il cap. Vittorio Bottego fece durante la sua esplorazione del Giuba e suoi affluenti, compiuta negli anni 1892-93. BISOGNI doct. CHARLES. Sur la correspondance anatomique du groupe glandulaire, sous-linguale avec les plaques jugulaires, dans les serpents non veni- meux. (Leipzig 1895. Journal internat. d' Anatomie et de Physiologie etc. fasc. 3. Estratto di pag. 4 con l tav.) Un fatto caratteristico e degno di importanza, dice l’ egregio A., che si osserva negli Ofidi e sul quale nessuno ha fermata fin’ ora la propria attenzione, nè fatte ricerche, è la corri- spondenza che esiste fra l’ apparato glandulare e le placche giugulari che formano il revisti- mento cutaneo della mascella inferiore. Da ciò è derivato lo studio che l’ A. presenta in questa memoria, cominciando dallo stabilire che il rivestimento cutaneo della mascella inferiore dei serpi non velenosi, offre un carattere unico ed una analogia costante, in tutte le specie che egli ha studiate. MAGRETTI dott. PAOLO. Imenotteri. (Genova 1895. Annali Museo civico di St. nat. vol. XV. 5-6 aprile. Estratto di pag. 24 in 8.°) Trattasi degli imenotteri raccolti dal viaggiatore Cap. V. Bottego durante la sua esplorazione del Giuba e dei suoi affluenti, compiuta negli anni 1892-93. Nella prefazione l’egregio A. fà risaltare quanto di più interessante ha riscontrato nel materiale preso ad esame, quindi si intrattiene su 32 specie di imenotteri, dando la descrizione di 12 nuove specie. RODEGHER prof. EMILIO e VENANZI ing. GIUSEPPE. Prospetto della flora della provincia di Bergamo. (Treviglio 1894. Tip. Sociale. Pag. 146 in 4.°) Oltre l’elenco di tuite le piante spontanee o divenute spontanee, che gli egregi Autori hanno riscontrato nella provincia di Bergamo, con la citazione delle singole località, e notizie speciali per le specie, varietà e forme nuove per quella provincia, la memoria è corredata di un prospetto con la indicazione delle altezze sul livello del mare Adriatico dei punti principali citati, di una serie di note sulle piante più im- portanti per i loro fiori o per i loro prodotti, e di un dettagliato indice alfabetico. BRogI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1894 Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in questo catalogo bibliografico, sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copìa delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. N. B. L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. =; er ————— = rr ——_——_ —_ Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli | 87 Corti B. Sulla fauna giurese e cretacea animali. di Campora presso Como. (Ibidem, fasc. 8. Estr. (continuazione) di pag. 16 in 8.9) Loana 88 Corti dott. E. Aggiunte alla fauna dit- 85 Corti B. Sulla fauna a foraminiferi dei lembi pliocenici prealpini in Lombardia. (Mi- lano. Rend. R. Ist. lomb., fasc. 4. Estr. di pag. 16 in 8.9) 86 Corti B. Sulla fauna a foraminiferi dei lembi pliocenici prealpini di Lombardia. Parte II. (Ibidem, fasc. 17. Estr. di pag. 10 in 8.°) terologica della provincia di Pavia. (Firenze. Boll. Soc. entomol. ital., trim. III, Estr. di pag. 8 in 8.). 89 Costa A. Prospetto degli Imenotteri ita- liani. Parte III (Napoli. Rend. Acc. Sc. fis. e mat., fasc. 3-5, pag. 84-87). 90 D’ Ancona C. Storia genealogica del ca- 63 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI vallo. (Firenze. Atti R. Acc. dei Georgofili, disp. 1-2, pag. 94-115, con Ì tav. e 4 fig.) 91 Danielli dott. I. Crani ed ossa lunghe di abitanti dell’Isola d° Engano. (Firenze. Arch. per l'Antropol. e l’Etnol., fasc. 3. Estr. di pag. 40 in 8. con 3 tav.) 92 De Amicis G. A. La fauna a foramini- feri del pliocene inferiore di Bonfornello presso Termini-Imerese (Sicilia). (Nota preventiva). i (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat. , Proc. verb. , pag. 117-19). 93 De Amicis G. A. Osservazioni critiche sopra talune Tinoporinae fossili. (lbidem, pag. 136-41). 94 De Angelis G. I corallarii dei terreni terziarii dell’Italia settentrionale. Collezione Mi- chelotti nel Museo geologico della R. Università di Roma. (Roma. Pag. 120 in 4., con 3 tav.) 95 De Blasio dott. A. Crania aegyptiaca vetera et hodierna con appunti di storia e di etnologia egiziana. Parte I. (continuaz.) (Siena. Riv. ital. Sc. nat., n. 1 e seg., con 21 fig.) 96 De Blasio dott. A. Crania aegyptiaca vetera et hodierna con appunti di storia e di etnologia egiziana. Parte Il. (Ibidem, n. 4 e seg., con 31 fig., ! tav. in lit. e 2 quadri craniome- trici). 97 De Blasio dott. A. Antropologia cri- minale. Camorra infantile. (Napoli. Tribuna Giu- diz., n. 23, pag. 177). 98 De Blasio dott. A. Intorno a tre cen- turie di pregiudicati napoletani. (Napoli. Tip. Gennaro. Pag. 16 in 8.) 99 De Filippi C. Ricerche istologiche ed ana- tomiche sulla Taenia botrioptilis piana. (Roma. Atti Accad. Lincei, an. 287, ser. 4, Mem. Clas. Sc. fis., mat. e nat., vol. 7, con tav.) 100 De Gregorio A. Description des faunes tertiaires de la Vénétie. Fossiles des environs de Bassano, surtout du tertiaire inferieur de l'horizon à Conis diversiformis Desch. et Ser- pula spirulaea Lamk. (Palerme. Ann. de géol. et paléont., livr. 13. Estr. di pag. 40 in 4. con o tav.) 101 De Gregorio A. Description des faunes tertiaires de la Vénétie. Monographie des fossi- les eoceniques (étage parisien) de Mont Postale. (Ibidem, livr. 14. Estr. di pag. 56 in 4., con 9 tav.) 102 De Gregorio march. A. Coralli giu- resi di Sicilia. Parte IV. (Palermo. Nat. sicil., n. 1-2, pag. 23-25). 103 De Gregorio march. A. Appunti sulla sabbia di Cartagine e dei dintorni di Tripoli, (Ibidem, n. 9 pag. 177-81). 104 Dei A. Gli insetti e gli uccelli conside- rati per se stessi e per i loro rapporti con l’ Agricoltura. (Siena. Estr. di pag. 72 in 8.) 105 De l’ Arbousset L. Il processo Con- tague per il miglioramento in rendita dei boz- Boll. Comizio agrario. zoli e per il miglioramento delle razze dei bachi. (Casale Monferrato. Bacologo ital., n. 40 e seg.) 106 Del Guercio dott. G. Note ed osser- vazioni relative al My3us Targionit Del G. (Palermo. Natur. sicil., n. 1-2, pag. 22). 107 Del Guercio dott G. Cocciniglie nuove, note e poco note. (Ibidem, n. 8, pag. 141-58). 108 Del Guercio dott. G. Frammenti di osservazioni sulla storia naturale di un Myzus trovato sull’ Elaeagnus e sulla distinzione delle forme di Myzus ribis L. descritte fin qui, (Ibi- dem, n. 10, pag. 189-99). 109 Dervieux E. Le Nodosarie terziarie del Piemonte. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., fasc, 4, Estr. di pag. 30 in 8., con l tav.) 110 De Stefani T. Il nido della Vespa orientalis. (Siena. Riv. ital. Sc. nat., n. ll, pag. 134-35). 111! De Stefani Perez T. Imenotteri di Sicilia. (Palermo. Nat. sicil., n. 9-6, p. 100-101). - 111? Digeronimo N. Esempi di evoluzione dentale precoce. (Pisa. Gior. d’Ippol., n. 13). 112 Di Monterosato march. Conchiglie terrestri viventi e fossili di Montepellegrino. (Pa- lermo. Natur. sicil., n.9, pag. 1605-73). 113 Dollfus A. Viaggio del Dr. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine.-X. Cru- stacés Isopodes terrestres et d'eau douce. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp. n. 177, 4 pag. in 8.9, con 3 fig.) 114 Dollfus A. Viaggio del dott Alfredo Bo- relli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay. - VI, Isopodes terrestres. (Ibid., n. 183, 3 p. in 8.9) 115 Dominici G. Sulla convenienza che il servizio sanitario veterinario sia messo alla di- pendenza del Ministero d’ agricoltura, industria e commercio. (Torino, Moderno: Zooiatro. Estr. di pag. ll). RIVISTA ITALIANA DI 116 Donati A. Icani nel servizio di polizia. (Milano. Idea liberale, n. 8). 117 Emery prof. C. Viaggio del dott. E. Fe- sta in Palestina, nel Libano e regioni vicine. - XI. Descrizione di un nuovo Camponotus. (To- rino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 185, 2 pag. in 8.9) 118 Emery prof. C. Viaggio del dott. Alfre- do Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay. - VIII. Formiche. (Ibidem, n. 186, 4 pag. in 8.) 119 Emery prof. C. Camponotus sexguttatus Fab. e C. sexguttatus Sm. et. Auct. (Ibidem, n. 187, 4 pag. in 8.9) i 120. Emery prof. C. Alcune Formiche del- l'Isola di Creta. (Firenze. Resoconti Soc. entom. ital., 25 marzo, pag. 7-10). 121 Emery C. Studi sulle formiche della Fau- na neotropica. (Firenze. Bull. Soc. entom. ital., trim. II, pag. 137-241). 122 Emery ©. Formiche di Birmania del Tenasserim 6 dei monti Carin. (Genova. Ann. Museo Civ. St. nat, Estr. di pag. 36 in 8.9) 123 Emery C. Descrizione di una nuova For- mica di Sicilia. (Palermo. Natur. sic., n. 3, pag. 28). 124 Epimenide. Decalogo per i bachicultori intelligenti. (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 10, pag. 74-76. Dalla Gazz. comm. bresciana). 125 Fabani C. Il canto degli uccelli e la voce degli altri animali. (Siena. Boll. natur., n. 2, pag. 20-21). 126 Fabani C. Facilità negli uccelli di imi- tare altri suoni. (Ibidem, n. 3 e seg.) 127 Fabani C. La temperatura degli uccelli. (Ibidem, n. 10 e seg.) 128 Fabretti vet. C. Tubercolosi senza il bacillo della tubercolosi. Seconda memoria. (Mi- lano. L’Allevatore, n. 185 e seg.) 129 Facciolà dott. L. Cattura di un Car- charodon Rondeletii M. H. nel mare di Messina (Palermo. Natur. sicil. n. 9, pag. 1982-84). 130 Failla-Tedaldi L. Giossario entomolo- logico (continuaz.) (Siena. Boll. natur., n. l e } seg.) 131 Falconieri di Carpegna conte G. Sopra un esemplare di Aquila nana o minore, uccisa’ nel territorio di Spoleto (Umbria). (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zool., n. 1-2-3, pag. 35=38). SCIENZE NATURALI 69 132 Falconieri di Carpegna conte G. Osservazioni ornitologiche sul Montefeltro. (Ibi- dem, n. 5-6, pag. 202-204). 133 Festa dott. E. Viaggio del Dr. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine. -IX. Uccelli. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 174, 8 pag. in 8). 134 Ficalbi dott. prof. E. Rapido sguardo sul posto dell’uomo nella natura. (Cagliari. Tip. Muscas Pag. 164 in 8.9) 135 Ficalbi E. Revisione delle specie euro- pee della famiglia delle Zanzare (continuaz.) (Firenze. Bull. Soc. entom. ital., trim. I e segg.) 136 Ficalbi E. Artropodi nuovi della Sarde- gna. (Napoli. Riforma med., n. 142). 137 Fiorentini dott. A. Vasca a disinfezio- ne dei piedi dei bovini. (Milano. Clinica veter., n. 7, pag. 105-109). 138 Fiori prof. A. I Leptomastax dell’Italia superiore. (Palermo. Natur. sicil., n. 12, pag. 229--32). 139 Fiori A. Alcune nuove specie e varietà di Staphylinidae raccolti in Italia. (Ibidem, n. 5-6. Est. di pag. 16 in 8.9) 140 Fiori A. Alcuni casi di melanismo im due specie di uccelli. (Modena. Atti Soc. nat. Estr. di pag. 8 in 3.9) 141 Fornasini C. I foraminiferi della colle- zione Soldani relativa al « Saggio orittografico » esistente nel Museo paleontologico del R. Istituto di studi superiori in Firenze. (Bologna. Pag. 32 in 8., con l tav.) 142 Fornasini C. Contributo alla conoscenza della microfauna terziaria italiana: foraminiferi dello marne messinesi. (Bologna. Pag. 32 in 4, con 5 tav.) 143 Franceschini prof. F. Esperimenti per combattere la Diaspis pentagona. (Roma. Boll. di Notizie agr., n. ll, pag. 397-405). 144 Fucini A. L’Unio sinuatus Lamkh. nelle antiche alluvioni del Tevere presso Città di Ca- stello (Umbria). (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat. Proc. verb., pag. 09-61). 145 Fucini A. Notizie paleontologiche sulla Oolite di Sardegna. Nota prev. (Ibidem. pag. 121 -124). 146 Fucini A. Fossili del calcare marnoso del bacino boratifero di Sultan-Tchair. (Ibidem, pag. 1535-64). \ (continua) 70 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Per secondare il desiderio espressoci da alcuni abbonati poniamo in vendita i singoli fascicoli delle annate arretrate di questi periodici e diamo qui l’ elenco dei PRINCIPALI SCRITTI FINORA PUBBLICATI. Ogni fascicolo franco di porto costa cent. 25, ma se vi sono figure, il prezzo è variabile e viene comunicato ad ogni richiesta. Agli autori che richiedono i fascicoli contenenti i loro scritti, ed a coloro che acquistano di- versi fascicoli il prezzo sarà molto ridotto. N. B. Nelle parentesi che trovansi dopo la indicazione degli articoli, i numeri romani indi- cano l’ annata ed i numeri arabi i singoli fascicoli nei quali gli articoli si trovano. - SOGGETTI VARII E D' INDOLE GENERALE (Continuazione e fine) E. D. W. Notes de technique microscopique. (XII, 5, 7, 11). — Propriétés colorantes de l’oxychloruro de Ruthénium ammoniacal. (XIII, 10). Ferria L. La colorazione delle fibre elastiche coll’ acido cromico e colla safranina. (IX, 6-7). Ficalbi E. Da Genova a Haiderabad del Dekan. (VI, 12, VII, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 11, VIII, 1, 2). G. S. Il tabacco e il suo avvenire. (IX, 4-5). Garbini A. Di un metodo per doppia colorazione. (VI, 3). Lazzaro N. L' Africa e la politica coloniale. (V, 8, 9-10, 11). Lenticchia A. L’intorbidamento delle acque del Lago di Lugano. (VII, 5). — L' alterazione delle acque del Lago di Lugano. (X, 1). Malagodi R. Tavola sinottica del valore nutritivo degli alimenti. (XIII, 11). Mariacher G. Diario del Naturalista. (V, 9-10). Mattioli L. La solforatrice automatica Beccari. (IX, 13. Con l fig.) Morici-Minà M. Gli uccelli utilizzati per 1’ Agricoltura. (IX, 8-9). Neviani A. Riproduzione animale e vegetale. (XII, 5, 6, 7, 8, 10, 11, XII, 1, 2, 3, 5, 7,9). — Ancora sui programmi per l'insegnamento della storia naturale. (XII, 6). P. Noterelle storiche sulla fosforescenza marina. (IX, 1-2). Pasqualis G. Il Gelso lino. (VII, 6). Preda A. Una Marmitta. (XIII, 10). Progresso. Nuovo processo per la conservazione delle sostanze animali e vegetali. (VI, 9-10). Redazione. I barometri naturali. (IX, 18). — Secchia Palusse ossia inaffiatoio De Simone a molti usi. (XII, 12). Rosa D. Le nov latin, international scientific lingua super natural bases. (X, 11, XI, 1). Sapori O. Le Ligniti italiane, modo di utilizzarle con profitto nelle cave e nelle industrie e di poterle sostituire totalmente al carbon fossile. (X, 10). Savarese G. Ricerche sulla pratica delle disinfezioni. (XI, 6). Senesi C. Il Potenziale della terra. (VIII, 8, 9-10, 12, IX, 1-2. Con fig.) Signorini G. Le scienze naturali ed alcune loro applicazioni all’ esposizione nazionale di P alermo. (XII, 6, 7, 9, 10, 11, 12). Staderini R. Tecnica microscopica. (XIII, 7). Tempère J. Preparazione degli oggetti destinati alle osservazioni microscopiche. (III, 1, 2, 4,7, 8, 10). ida Notions générales et pratiques sur les Musées scolaires, (IV, 3, 5, 6, 7, 10, 12, V, li 3:20,00): i Turita Naturalista. L'alto Vallespir. (IX, 6-7, 10-12, 15, 19, 21. X, 2, 9). V. I corpuscoli...... invisibili. (IX, 4-9). Istruzioni per coloro che desiderano utilizzare le proprie escursioni e passeggiate a profitto delle scienze naturali. (II, 1, 2, 3, 5). L’ Alcool, la Glicerina, il liquido d' Owen, quello del Prof. Pollacci, la soluzione di Wicker- sheimer ed il liquido del Prof. Barff, per la conservazione dei preparati animali e vegetali. (II, 12). L'acido salicilico e le sue applicazioni per la conservazione delle sostanze alimentari e nelle malattie degli animali. (V, 3, 4, 6, 7, 8, 11, 12). Il Cholera. (V, 5). Analisi celere delle acque potabili. (VI, 6-7). Predizioni del tempo. (VI, 6-7). Estrazione del lino dal Gelso. (VII, 2). La spedizione Stanley in soccorso di Emin Pascià e del capitano Casati. (VII, 5). I concorsi e le esposizioni tenutesi in Siena nel corrente mese di Agosto. (VII, 8). Tavola indicante il numero di gocce contenute in un grammo di liquidi diversi. (XI, 1). S, BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 71 Il presente catalogo N. 46 annulla i precedenti che portavano i N. 34, 41 e 44. Cataloghi gratis ABU TOKIO £00L0GICO-(00LONCO-TASSTDERNICO MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal Cav. 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Oltre a quanto è notato nel presente catalogo, possiamo sempre provvedere qualsiasi prodotto chimico e chimici, di igiene ecc. Cassette di noce da portarsi a tracolla nelle escursioni. Con divisioni per gli animali infi- lati con spilli, ed altra per animali vivi, od altri oggetti. Grande cent. 27 X 12 X 10 L.465. Cianuro di potassio per uccidere pronta- mente gli insetti senza alterarne i colori ecc. L. 7 al chilog. Un vaso L. 1. Cemento liquido, per riattaccare solidamente pietre, vetri, ossi, terraglie, ecc., per restau- rare fossili e specialmente ricoprirli di uno strato finissimo trasparente incoloro, che li pre- serva dai danni dell’ azione atmosferica. Volen- dosene servire come vernice da darsi alla su- perficie dei minerali e fossili occorre allungarlo con più o meno acqua, secondo l’effetto che si vuole ottenere. 10 bocce franche di porto L. 4,50 - Una boccia L. 0,50. Cilindri e provette di cristallo. Vasi con beccuccio ecc., da L.0,70a L.3 l’uno. As- sortimenti franchi da L. 5 a L. 30. Coltelli per spellare, raschiare ecc. (vedi anche Bisturì) . : L. 0,50 a L. 1,50 Colori e reagenti per la colorazione dei pre- parati microscopici e per colorire qualunque preparazione od oggetto; da L. 0.50 a L. 2. Conciatore istantaneo. Questo liquido ar- resta immediatamente la putrefazione, impedi- sce la caduta del pelo, e contenendo degli an- tisettici, preserva le pelli dalle tarme; è perciò utilissimo per la tassidermia. Basta bagnare due o tre volte il rovescio di una pelle di media grandezza per ottenere l'intento; le pelli dei piccoli mammiferi si conciano anche con un solo bagno. o tutti gli strumenti occorrenti nei laboratori zoologici, botanici, mineralogici, (continuazione) Conserva gli animali ehe vi si tengono immersi, Un litro L. 4 — 1{2 litro L. 2,20 — Una boccia L. 1. Creosoto (1) buon antisettico. Una boccia L. 1. Draghe per raccogliere in fondo delle acque, conchiglie, alghe, coralli ecc. Se ne forniscono di qualunque grandezza e forma, dietro commissione, Draghe tascabili (Modello Del Prete) per pe- scare molluschi ed altro che si trova nelle acque o nei fanghi deì laghi, fonti, fossi ecc. Sono specie di palette di metallo bucato, da potersi unire alla mazza da passeggio od altro bastone qualunque. N.° 1 cm. 15 X 10 L. 0,70, Noemi ll SSA 600 N: 3, VE . L. 0, 50 Essenza antisettica. Specialità per ga- rantire la conservazione delle collezioni z00- logiche, botaniche ecc., e di tutti è generi di piume, pelliccerie ed abiti di lana. Si usa o per mezzo di un vaporizzatore, 0 collocandone un piccolo vase o della carta ba- gnata ecc, negli armadi ove sono gli oggetti da preservare. Il suo odore non è nè nocivo, nè sgradevole all’ uomo, ma uccide con sollecitudine le ti- gnole e tutti gli altri insetti esistenti nelle case, magazzini e granai, nei letti, sulle piante, sui fiori ecc. Se ne fa uso in generale due o tre volte all'anno dall’ aprile al settembre. Un litro L. 7 — 1]? litro L. 4 — Una boccia + . 3 . . L. 0,80 | \ sl ì, 72 Essenza di Mirbano buono antisettico. Il chilog. L. 6 - Una boccia . . LLlt Etere acetico per uccidere gli insetti. Una boccia. ; : - È . LLl— Etichette o cartellini per scrivervi il nome e le altre indicazioni che devono accompagna- re ogni esemplare. Con cornice semplice: ingommati Senza gomma Millim. 00 100 1000 100 12X8 411335 L: 0;20:- L. 1,20: 41.020 LITIO 15000020 e 1795020 20x20 « 1,80 « 0,25.- «1,60 «0,25 30X15 « 1,80 « 0,25 - «1,60 « 0,25 25X20 «2,00 « 0,30 - «1,70 « 0,30 32x16 « 2,00. « 0,30 « 1,70 « 0,30 43X16 «2,50 «0,50 - «1,80 «0,39 60:26 « 4,00 « 0,50 - «3,00 « 0,40 70X27 « 4,50 « 0,50 - «3,50 « 0,45 93x27 «5,00 «0,50 - « 4,00 « 0,50 80X40 « 6,00 « 0,70 - «5,00 <« 0,60 Con cornice ornata, e con il nome del col- lettore od altra indicazione a piacere del com- mittente : Quantità Millim. 5mila 10mila 20X25 L. 12,00 L. 20, 00 20x20 « 12,00 « 20, 00 20x30 « 12,00 < 20, 00 EPG) « 15,00 « 25,00 60x25 « 20,00 « 30,00 9ZX27 « 25,00 « 40,00 80x40 « 30, 00 « 50, 00 Ordinariamente si forniscono in carta bianca forte, con punteggiature per lo scritto e la cornice in colore, o in nero, o dorata, o bron- zata. Incisi in litografia. Si prendono commissioni per qualunque altro formato e qualunque altro genere di Eti- chette, cartelli, figure ecc. ecc. Fora uova. Piccolo trapano in acciaio per fare i buchi nelle uova, senza romperle, onde po- terle vuotare . . c 3 L.lt Fora tappi o utensili per fare i buchi nei tappi. Serie di 5 grandezze L. 4,50, serie di 9 grandezze L. 6,50. Forbici da ìaboratorio di diverse forme e gran- dezze L. 0,50 a L. 3. Assortimento franco L. 5. Forbice da dissezione ; dritte L. 2, curve per costola L. 3,20, per piano L. 3. Forbici forti, per tagliare rami, potare piante, tagliare le ossa ecc. L. 2. Filo di ferro cotto e crudo di tutte le gros- sezze da L. 6,60 a L. 1,50 il chilog. Assorti- mento franco dei n. fini dall’ | al 15 L. 5. Filo di ottone di tutte le grossezze da L. 2 a L. 3,90 il chilog. Filo di zingo o zingato di tutte le grossezze da cent. 50 a L. l il chilog. Filo di Alchime per montare gli scheletri ecc, Vedi Alchime in filo. Glicerina pura e chimicamente pura (l) Una boccia L. 0,50 e L. 1. Gomma arabica antisettica. Serve a in- collare gli insetti sul cartoncino, riattacarne le parti rotte, fissare le penne degli uccelli ecc. La boccia A i È A L.lt Imbuti di vetro da L. 0,30 a L. 1 l’uno. Assortimento franco 1 3 ee 20) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Lampade a spirito con tappo smerigliato da L'baci i90lsuno. Lenti d’ ingrandimento, semplici, doppie, triple, aplanatiche, con diaframma ecc., da L. Lig 20 l’una. Piccolo assortimento franco Lime da laboratorio per far la punta ai fili metallici ecc. con e senza manico, da L. 0,30 a L. ]. Assortimento franco L. 2. Liquido arsenicale per preservare gli oggetti dalle tarme, e per preparare da se e senza alcun pericolo e quasi nes- suna spesa, una eccellente pomata da tassidermia. Questo liquido preserva dalle tarme qua- lunque oggetto che con esso si bagni. Per ser- virsene bisogna diluirlo con più o meno acqua, secondo l’uso a cui vien destinato. Con un litro se ne fanno circa due. Per comporvi la pomata, basta unirvi una polvere adatta come argilla, farina ecc. Un litro L. 2 compreso il vaso. Martelli di acciaio, forme speciali da geo- logi, per le raccolte di minerali e roccie; di 3 differenti forme, lunghi ll centim., con manico, — L. 2,50 l'uno. Più grandi e più pesanti da T,3,00Cash orli uno: Martelli ordinari da laboratorio da L. 0,50 a L. 2 l'uno. Assortimento franco L. 3, 90. Matracci di cristallo a fondo tondo e piano; tenuta da gr. 15 a 1000, da L. 9,30 a L. 1,50 l'uno. Assortimenti franchi da L. 2 a L. 6,50. Macchinette prensili, reggi oggetti ed arma- ture di tutte le qualità e grandezze per poter ben tenere ed esaminare da ogni loro parte i cristalli, le preparazioni, gli esemplari di qual- siasì specie e tenerli isolati e ben visibili nelle collezioni 3 da cent. 30 a L. 5 l’uno.. Un Campionario da L. 5 a L. 20... Manichetti per tenere aghi, filo di platino ecc. L. 0,30 a L. 0,50 ciascuno. Microscopi ed accessori. Si forniscono a prezzo di fabbrica qualunque sorta di micro- scopi e tutti gli oggetti necessari per le pre- parazioni. Nel presente catalogo se ne notano per brevità solo alcuni dei più usati. Microscopio grande, con il più ricco corredo di obbiettivi ed accessori, per le più minute e scrupolose ricerche micrografiche. Ingrandimenti da 60 a 3000 diametri L. 2250. Microscopio grande, con corredo sufficente per la maggior parte delle ricerche microsco- picke. Ingrandimenti da 50 a 1800 diametri L. 725. Idem con ingrandimenti da 50 a 900 diametri da L. 500, 450 e 380.. Microscopi da mineralogia, servibili anche per altri usi, da L. 825 a L. 400. Microscopio per l’ esame delle carni ed altri generi alimentari; con 3 lenti acromatiche; ingrandimento da 50, 90, 140 diametri L. 65. Microscopio da Bacologhi, ingrandimento 700 diametri . . ; ) L. 105 — Microscopio da gabinetto per preparazioni ed osservazioni scientifiche, con 2 obiettivi e due oculari. Ingrandimento da 90 a 620 L. 170. (continua) ‘a BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE 15 ypaosio te» E SUPPLEMENTO MENSILE N.° 5 sora 1895 ara RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) I.. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) IL. 3 all'anno SOMMARIO Badarelli prof. Dante. Influenza del regime alimentare sulla qualità della seta della « Sa- turnia Pyri. Pag. 57. i Martini prof. Siro. Oidio, peronospora e tignuola della vite, combattute con poca fatica e minor spesa. Pag. 59. È Failla Tedaldi L. Glossario entomologico (Cont.) Pag. 61. COMUNICAZIONI. Canestrini e Massalongo. Due nuove specie di Fitoptidi. -- Gian Giuseppe Ponte. Bolide — S. Pithecanthropus erectus — L’ Allevatore. L' acque delle conce pellami ed il carbonchio. — Mueller. Note botaniche. Pag. 65. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Da Urbino. (Amato). — Da Porto Anzio. (Un cacciatore). — Da Siena. (Brogi). — Buoni esempi (R.) Pag. 67. Notiziario. Pag. 67. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 69. — Ri- chieste, offerte ecc. fra gli abbonati. Pag. 69. INFLUENZA DEL REGIME ALIMENTARE SULLA QUALITÀ DELLA SETA DELLA ” SATURNIA PYRI,, TENTATIVI ;D' ALLEVAMENTO del Prof. DANTE BADANELLI Le molte malattie alle quali va soggetto il nostro Baco da seta, cause di grandi danni per gli allevatori, le assidue cure richieste per la sua coltivazione, l’aumentar continuo del prezzo della foglia del Gelso, fecero cercare altri insetti che potessero se non sostituire il Bombyx mori almeno compensare gli allevatori delle perdite che ogni anno subiscono. Si studiarono specialmente quelli appartenenti alla stessa famiglia del Baco da seta, alla famiglia dei Bombicidi. Si fecero prove in tutti i paesi, ma principalmente nelle Indie orientali, e si riuscì ad otte- nere da alcuni una seta, che, se non ha tutti i pregi della comune, è pure tanto resistente da farne vestiti che si tramandano di padre in figlio, come quelli ad es. tessuti con la seta cenerognola data dal bozzolo dell’ EriA o Baco pEL Ricimxo (Bombyx arrindia M. Edwards). Quasi tutti i vil- lici dell’ Indostan coltivano questo insetto, come da noi il baco del gelso. Naturalmente si deve pensare di acclimatare solo quelle specie, le quali si nutrono di piante che crescono o possono prosperare nelle nostre regioni e di più che sì trovino in vegetazione nel tempo in cui l’insetto è allo stato di larva. Il Ricino ad es: o Palmacristi (Ricinus communis) di cui sì nutre l’Eria, perenne nei paesi caldi, non resiste ai nostri inverni, è annuale nelle nostre regioni e non può apprestare nutrimento in primavera alle larve, perchè tardivo a svilup- parsi, sarebbe perciò impossibile allevare da noi tale insetto. Vi è un’ altra Saturnia, che sì nu- tre delle foglie dell’Ailanto (Aslanthus glandulosa), pianta nativa della Cina e del Giappone, ed è la SATURNIA CYNTHIA, che dà le famose stoffe ailantine fabbricate specialmente in Francia, ove quest’ insetto, sebbene in piccola scala, è coltivato, mentre da noi è quasi del tutto abbandonato per la scarsità che abbiamo di Ailanti e per il loro caro prezzo (1). Vi sono ancora altre specie che pare diano una seta eccellente e specialmente sarebbero da coltivarsi quelle, le quali si nutrono di foglie di querce (come il Baco peLLA QueRcE della China o Saturnia Yama-mai) pianta tanto diffusa nei nostri paesi, ma per quanto sì sia fatto, ancora non si riuscì ad acclimatarla. Il nob. Carlo Tacchetti fu il primo a fare dei tentativi d'allevamento della Yama-mai, come si legge in una sua relazione inserita nel Bollettino della Società entomo- (1) Credo che non vi sia nessuna differenza tra il Bombyx arrindia e la Saturnia cynthia, se non nel regime alimentare. 58 logica italiana Anno 1V,° trimestre 4.° 1872. E non si finirebbe mai di riportare esempi di insetti sottoposti a numerose osservazioni e prove, tendenti tutte ad ottenere seta con minore spesa e mi- nor cura. Sebbene abbia fatto molte ricerche su tale argomento, ed abbia consultati parecchi lavori, nessuno si è mai occupato della nostra comune SATURNIA PYRI} certo perchè, come si legge nei migliori trattati di entomologia, « dà un bozzolo scuro, duro e tanto gommato, che finora riusci- « rono a vuoto tutti i tentativi fatti di filatura di esso, benchè sia fatto di materia morbida, « grossolana e fortissima. E tale infatti è il bozzolo di questa. farfalla allo stato selvatico, allorchè nutresi della foglia del pero. Il bozzolo invece che ho ottenuto alimentando le larve con la foglia del Rovo comune (Ru- bus discolor) è bianco madreperlaceo, non più duro, gommato e compatto, ma ricoperto invece di una bellissima, soffice e folta loppa lucidissima di aspetto serico. I tentativi fatti da me per la prima volta, circa l'influenza del regime alimentare nella cultura di questo insetto, credo che non solo possono interessare, ma che dai nuovi bozzoli così ottenuti sì possano ricevere utili non indifferenti, La SATURNIA PYRI è comunissima, conosciuta col nome di Pavonia maggiore e non vi ha certo alcuno che non abbia visto questa farfalla, la più grande fra le nostre, volare sulla sera tra le piante. Ha una apertura d'ali di 14 centimetri; il suo corpo grosso e lungo è di colore scuro ricoperto da peli dello stesso colore, mentre il davanti del corsaletto è bianco-fulvo ; 1’ addome è più voluminoso nella femmina, che nel maschio. La testa ha occhi composti ed antenne a pettine più sviluppate e più complicate nel maschio. Il torace porta tre paia di zampe e quattro ali, che sì attaccano al mesotorace e al metatorace e che per la loro grandezza anche nello stato di riposo, restano aperte. Sul fondo delle ali ondate e variegate di grigio, verso il mezzo spiccano macchie ocellari, che ricordano gli occhi della coda del Pavone. Questi occhi sono col centro quasi traspa- renti per mancanza di squame e circondati da una fascia giallognola con archi bianchi e rossi e tutto intorno chiusi da un anello nero. Dalle uova, attaccate per mezzo di una sostanza viscosa ai rami, vengono fuori le larve, che danno un bozzolo, dal quale nel maggio dell’anno successivo esce l’ insetto perfetto. Durante il giorno sta fermo sugli alberi o in qualche luogo oscuro e sul far della sera i maschi corrono vispi e frettolosi in cerca delle femmine che volano poco, forse appunto per l'addome voluminoso. Se ne vedono molti di questi maschi seguir le tracce delle femmine con una sorprendente sensibilità olfattiva. E a provare quanto sia in questi animali sviluppato il senso dell'olfatto basterebbe dire, che in molte località i giovanetti usano rinchiudere una Saturnia in un cassettino di qualche mo- bile in una camera ove sia la finestra aperta e dopo poco tempo molte Saturnie penetrano nella camera. Forse alle antenne così sviluppate e complicate si deve questa loro grande sensibilità olfattiva. Il giorno undici Aprile dello scorso anno un mio alunno del Ginnasio Superiore, A. Blanc, mi portò in Scuola una SATURNIA PYRI, che mi disse aver trovata posata sopra una siepe di Rovo comune. Descritto l’animale agli alunni e fatti conoscere i caratteri che aveva a comune col Baco da seta e le differenze, gliela restituii dicendo che la conservasse; il giorno dopo dette moltissime uova. Queste dopo venti giorni si schiusero e lasciarono uscire piccoli bacherozzoli neri coperti di peli fitti e lunghi dello stesso colore. Alla sera non avendo foglie di Pero, furono loro sommini- strate delle foglie di rose, delle quali non vollero cibarsi ed io, pensando che le larve della Sa- turnia sono polifaghe, consigliai di dare delle foglie del Rovo, pianta sulla quale fu trovata appunto la farfalla; ed i bachi infatti si nutrirono avidamente di queste foglie. Ogni sette od otto giorni succedeva una muta con una dormita di due o tre giorni. Alla prima muta i peli divennero più lunghi e presso le zampe comparve una striscia di colore rossastro, la quale si cangiò in colore arancione-scuro alla seconda dormita; alla terza muta divenne verdognola come pure si fè verdo- gnolo tutto il corpo. I peli sparsi a poco a poco si riunirono in tanti gruppetti portati da piccole 59 protuberanze giallognole, che alla quarta muta si cangiarono in rossastro. A_ questo punto osservai che le larve mangiavano per dieci o venti minuti di seguito quindi si addormentavano per tornare dopo qualche tempo a riprender cibo. Mangiavano con avidità non solo la lamina, ma anche i picciuoli delle foglie. Allo svegliarsi rigonfiavano molto la parte anteriore del loro corpo tanto da romper la pelle poco al disotto della testa e da questa fenditura uscivano, lasciando la spoglia attaccata ai ramettini, trattenutavi dalle ultime zampine. Quindici giorni circa dopo l’ultima muta, cominciarono a lasciare le foglie ed i rami, forse perchè come avviene nel Baco da seta, era giunto il momento di « andare al bosco » per filarsi il bozzolo ; ed infatti posti i bruchi in tanti cartoccini fabbricarono i loro bozzoli. Con mia grande sorpresa anzichè essere duri compatti, gommati e scuri, erano tutti di un bell’ aspetto madreperlaceo e ricoperti di una ricca, soffice e lucidissima loppa sericea. Questi eleganti bozzoli furono fatti dal 27 Giugno al 3 Luglio. Li feci vedere ad alcuni proprietari di filande e tutti «giudicarono la seta buona, fine, resisten- te e fortissima. Due bozzoli, di tre che conservai in un cassettino, sfarfallarono l’anno successivo e preci- samente nell'Aprile, farfalle che per tre giorni dettero uuva. Uno ne conservo ancora di questi bozzoli per confrontarlo con quelli che mi daranno gli altri bruchi di Saturnia nutriti con le foglie del Rovo, sui quali quanto prima ripeterò le prove. Riconosciuta così l’ influenza del regime alimentare sulla qualità della seta della comune Sa- TURNIA DEL PERO, sono certo che perfezionandone la cultura si possa arrivare se non a sostituirla al Baco da seta, almeno ad avere in lei un ausiliario che con poca spesa e poca cura produca una seta pure pregevole. La foglia infatti del Rovo, così comune e ovunque sparso tra noi, non ha nes- sun valore; è di più il Rovo una pianta non soggetta a malattie e punto delicata. Riguardo poi all’influenza del regime alimentare sopra un individuo è un caso frequentissimo, vi sono anzi esempi di modificazioni tanto radicali da produrre delle vere e proprie nuove specie; negli insetti poi queste modificazioni sono frequentissime e ripeto che l’ Eria o Baco del ricino, che da una seta resistente, forte e cenerognola, è lo stesso individuo che nutrito con le foglie dell’Ailanto dà la seta delle Stoffe ailantine, Secondo Mòoller (Trans. of the Ent. Soc. of Lond.) la larva dell’Amphydasys betulariae è gialla sulla Betolla, grigia sulla Querce, gialla-bruna sull’ Olmo; giallo-verdastra con macchie ocracee sul Pioppo, influendovi al certo l'alimento. I bozzoli tanto belli da me ottenuti, li ebbi senza esercitare tutta quella cura, che si potrebbe mettere in una cultura in grande, in un vero allevamento, ed usando maggior cura si potrebbero avere forse anche più perfetti e più ricchi. E I Villici dell’Indostan nel coltivare l’ Eria impiegano la massima cura, perchè sanno che quanto meglio la larva viene curata e nutrita, tanto più rende in seta. Firenze, R.° Liceo Dante, 1.° Maggio 1895. OIDIO, PRRONOSPORA E TIGNUOLA DELLA VITE combattuta con poca fatica e con minor spesa (*) Ra———— _ Sono così numerosi ormai i malanni che attentano alla produttività e vitalità della vite, che, sia dal lato pratico, che economico, rimarrebbe al nostro vignaiuolo assai difficile 1° applicare per ciascuno di essi, isolatamente, un dato sistema di lotta. (1) Il distinto dott. Martini autore di questo scritto e prof. di Agraria nell’ Istituto tecnico di Arezzo, fece l’ anno scorso diverse ed accurate prove, per combattere -la Cochylis o tignuola dell’uva, il cui resultato finale fu la completa vittoria sulla tignuola, aggiungendo la Rubina alla consueta poltiglia bordolese. I dettagli di queste esperienze furono pubblicati nel periodico il Progresso agricolo commerciale toscano e noi pure ne facemmo cenno nello scorso anno. Nota D. RED. 60 Non fu difficile cosa unificare il sistema di lotta per l’ oidio e la peronospora; giacchè il sol-- fato di rame poteva benissimo essere aggiunto in intima ed uniforme miscela con il solfo ed in tale stato polverulento portare un contributo non piccolo alla difesa delle foglie, dei tralci e, an- cor maggiore che allo stato liquido, a quello dei grappoli. L’ applicare così, in alcuni stadi della vegetazione delle piante, il solfo-ramato ed in altri la miscela cupro-calcica, rese completo perfet- tamente il sistema di lotta per queste due serie malattie parassitarie. Era appena risolta questa questione così importante, che in molte regioni l’uomo trovavasi nuovamente alle prese con un altro malanno non meno triste dei precedenti nei suoi effetti, giac- chè non solo diminuiva il prodotto ma lo deteriorava immensamente e minacciava di costringerci ad abbandonare nella nostra Toscana, quella ormai famosa pratica del governo dei vini che rende i nostri prodotti così bene accetti, tanto nei principali mercati interni, come di oltre frontiera. Era questa la Cochylis amb:guella o tignola dell’ uva che, malgrado conosciuta da tempo, appariva ad un tratto seriamente dannosa. Dove colpiva mostravasi certo la più temibile fra tutte le cause ne- miche, il vero punto nero della nostra viticoltura. Intraprevdendo l’anno scorso i nostri studi ed esperienze su questo triste insetto, studi ed esperienze che via via ottennero così buona accoglienza da una gran parte della stampa agraria italiana, confessiamo che eravamo ben }lungi dal pensare di poter giungere a trovare un sistema effi‘ace di lotta che potesse così facilmente consociarsi a quello dei due parassiti precedenti. Fu l'abbandono dei mezzi insetticidi per provare quelli insettifughi, la cui azione doveva persistere per un tempo assai più duraturo, che ci fece pensare di unire l’insettifugo stesso alla miscela bordolese. i Associando quindi al sistema di difesa della peronospora o dell’ oidio, anche quello della ti- gnuola, in base agli splendidi resultati ottenuti nell’anno scorso, riteniamo utile di consigliare ai nostri vignaiuoli un sistema di lotta che riassumesi nei seguenti capi saldi (1): l. Appena i germogli hanno raggiunto una lunghezza di 12 o 15 centimetri applicate subito la miscela così costituita: Solfato di rame Kg. 0, 500 — Grassello di calce bianca Kg. 0, 500 — Rubina Kg. 0, 750 — Acqua Kg. 100,000. 2. Fate seguire, dopo che la miscela predetta si sarà disseccata, una buona solforazione; 3. Applicate la semplice miscela bordolese, costituita da uno di solfato di rame ed uno di gras- sello di calce bianca in 100 di acqua, pochi giorni prima o dopo la fioritura e meglio ancora du- rante la fioritura stessa, soprattutto quando la stagione si svolga assai umida. Dopo di che, far se- guire come nel caso precedente, una buona solforazione ; 4. Verso la seconda decade del mese di luglio, o più innanzi o più tardi a seconda della mag- giore o minore precocità dei vitigni, ma sempre prima che le farfalline della tignuola giungano a posarsi nei grappoli per deporvi le uova della seconda generazione, applicare sui grappoli stessi, per mezzo delle cannule Jemina o Zibella innestate alle comuni irroratrici, la seguente miscela: Solfato di rame Kg. 1, 000 — Grassello di calce bianca Kg. 1, 000 — Rubina Kg. 1, 000 — Acqua Kg. 100, 000. o. Alla distanza di pochi giorni, verso la fine di luglio od ai primi di agosto, irrorare andan- temente tutte quante le piante con la miscela cupro--calcica semplice, nelle proporzioni sopra indi- cate, cioè di uno di solfato di rame ed uno di grassello in 100 d’ acqua. Cosicchè con il solo trattamento N. 4, che veniamo ad aumentare ai sistemi fin qui adottati per combattere la peronospora e l' oidio, noi completiamo il sistema di lotta anche per la tignuola. (1) E certo cosa desiderabile che molti viticoltori seguano in quest'anno i consigli dell’egregio prof. Martini onde accertarsi sempre più della loro pratica utilità. Anzi a tale proposito annun- zieremo ancora che la ditta commerciale A. Petrobdelli e C. di Padova ha bandito un concorso a premi per coloro che tenteranno questo nuovo metodo per difendersi dalla tignola o Cochylis am- biguella. Nora D. REDAZIONE 61 > Riteniamo che maggiore effetto insettifugo, rispetto alla tignuola, senza danneggiarci nella di, fesa dalla peronospora, lo potrommo ottenere aspergendo completamente tutta la parte verde della pianta con la miscela indicata al N. 4. Mentre un operaio provvederebbe ad iniettare bene con la miscela i grappoli, un altro, o lo stesso, di li a poco, con una irroratrice ordinaria, potrebbe irro- rare della stessa miscela tutta la parte verde, cioè tutte le foglie. È ciò che ci proponiamo di espe- rimentare nella prossima campagna, nella speranza così di ridurre il numero dei trattamenti a quelli fin ora indicati per la difesa delle altre due malattie. In ogni modo la piccola spesa maggiore per i trattamenti, sarà sempre ben compensata dalla difesa completa che si verrà ad ottenere dalla triste tignuola. Sarà ormai una ripetizione ma crediamo utile di completare il nostro scritto ricordando nuo, vamente ai nostri lettori: 1, Di preferire sempre per le solforazioni il solfo ramato al 3 per cento anziché il solfo sem- plice e scegliere sempre il più fine ed il più puro; 2. Di tenere sempre ben presente che solfo, solfato di rame e soprattutto la rubina devono agire essenzialmente come preventivi; 3. Che nella preparazione della miscela cupro calcica, sia semplice che con la rubina, non vi sia mai eccesso di calce, perchè tale eccedenza sembra accertato che nuoccia assai alla qualità e conservabilita del vino; 4. Per preparare la miscela cupro-calcica con la rubina, non si faccia altro che aggiungere questa alla miscela già preparata; 5. Non applicate, specie in stagione avanzata, miscele cupro-calciche a forti dosi, perchè ren- dendosi ancor più prolung:ta la persistenza delle foglie sui tralei in autunno, questi mantengono nel loro interno una quantità maggiore di acqua, non ligunificano perfettamente e colpiti dalle prime brine in autunno si seccano in gran nuinero ; 6. Non essere avari di applicare un numero maggiore di trattamenti, con solfo e miscela cu- pro-calcica, qualora la stagione si svolgesse calda e umida e l’oidio e la peronospora sì mostras- sero assai intensi. S, MARTINI GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) —__S58o Larva subarticolata - halbgegliederte Larve = L. monstrosa - Stylops. Tav. XI fig. 41. Larva subfurcata - Halbgabellarve - Coll’uliimo anello poco biforcato - Pytho. Larva terebrans - Bohrlarve - L. terebrante - Che scava, forante - Anobium. Tav. XI fig. 42. Larva urocera - Schwanzhornlarve - Coll’ultimo segmento munito di un corno - Syrex Tav. XI fig. 44, Larva verrucosa - Wazzenlarve - L. verrucosa - Sparsa di verruche - Lycus. Larva xilophaga - Holzlarve - L. silofaga - Che si nutre nel legno - Ditylus. Larvina acephala - Kopflose - L. acefala - Con testa indistinta. Larvina adminiculosa - Streben Made - L. amminicolosa - Sparsa di amminicoli o bende elevate. Cephenomya cervi, Hypoderma capreoli. Larvina amphipneustica - Cogli stigmi nel primo ed ultimo segmento. 62 _—___————_——————_—————————————111111|l||l1 Larvina ano coronata - Afterkronenmade - Terminata da una corona di denti e che serve alla respirazione. Tipula oleracea Tav. XI fig. 55. Larvina anotrachealis - Afterluftròhrenmade - Terminata da una sorta di stilo con due condotti per la respirazione - Ptychopterys. Tav. XI fig. 57. Larvina astero spiraculifera - Sternspirakelmade - Terminata da organi stigmatici e disposti a raggi - Stratyomis. Tav. XI fig. 62. Larvina caudata - geschwanzte Made - L. caudata - Terminata da una sorta di coda e che serve alla respirazione. Tav. XI fig. 46. Larvina eucephala - Kopfmade - L. eucefala - Con testa distinta l’ opposto di acefala. Larvina furcata - Gabelmade - L. biforcata - Terminata da un ramo biforcato che serve alla respirazione - Ephydra. Larvina hydrocampa - Wasserffichenmade - L. idrocampa - Che vive nell’acqua e. re- spira mediante tubetti filiformi sparsi per tulto il corpo. Tav. XI fig. 49. Larvina hydropendula - Wasserhingemade - Cogli organi respiratori all’ estremità del corpo e che li porta al disopra dell’acqua al momento di respirare. Corethra. Ta- vola XI fig. 51. Larvina metopneustica - Cogli 4, posti nel segmento anale. Larvina mycetobia - Schwmmade - L. micetobia - Che si nutre nei funghi - W/ycetobia. Larvina peripneustica - Cogli stigmi sparsi per tutto il corpo. Larvina pinno-filamentosa - Fiedermade - Con dei filamenti pennati - Antomya. Tav. XI fig. 50. Larvina serpentiformis - schlingelchenmade - L. serpentiforme - Thereva. Larvina tentaculata - gestielte Made - L. tentaculata - Colla testa munita d’ appendici in forma di tentacoli. Larvina verrucipes - warzefissige Made - Coi piedi verruciformi - Shyrphus, Melithre- ptus. Tav. XI fig. 54. Erucina anotrachealis - Ved. E. apoda. Erucina apoda - Fusslose o Ichneumonenlarve - Sfornita di zampe e con una appen- dice in forma di coda = Larvina anotrachealis o caudata. Erucina eapoda - sechsbeinige Afterraupe - Quando ha tre paia di piedi anteriori svi. luppati - Sirex. Erucina nudiventris - nackbauckige Afterraupe - Con 18 zampe, sforniti soltanto i due penultimi segmenti. Erucina subsessiliventris - halbnacktbruchige Afterraupe - Con 20 zampe mancanti soltanto nel penultimo anello - TentRredo ecc. Erucina tentaculata - Fiùhler - Afterraupe - Larva tentacolata - Munita di tentacoli, e con sei zampe anteriori molto sviluppate - Lyda. Erucina verruciveniris - Afterraupe mit Bauchwarzen - Con tre paia di zampe vere e sei false - Nematus. Larvipàri - Larvipares - Larvipares - Viene applicato a certi insetti, che invece di uova, come è il caso normale, partoriscono larve, come ce ne offre esempio la mosca carnaria e gli Afidi: quest’ ultimi sono anche ovipari. 63 Laterale - Lateralis - Lateral - seitenstàndig - Posto sul fianco o lato di una parte. Lato - Latus - Còte - Seite = Fianco. © Lefopago - Lephopage - Che si nutre di scorze. Lembo - Limbus, loma - Limbe - Saum - Viene applicato per designare quella breve . superficie che si avvicina al margine, e di conseguenza che attornia il disco o parie centrale - Alcuni erroneamente |’ hanno adoperata nel senso di margine in- terno delle ali, altri al margine terminale dell’ala delle Cicadidae. Lepelletier chiama lembo quella parte dell’ ala super. degli Imenotteri che comprende le cellule po- steriori. Lembo della membrana - Limbus membranae - Laumblinie - Emitteri - Chiamasi il margine esterno della membrana. Tav. VIII fig. Il 2 14 fig. 4 14. Lenticolare - Zenticularis - Levticulaire - linsenformig - Simile o in forma di lenticchia come le uova di molti Lepidotteri. Lepidotteri - Lepidoptera - Lepidopteres - Schuppenfligler. Tav, II, IV. Fig. 1. Ali anteriori di Papilio o - Base Vurzel. m - Angolo apicale esterno - Protogonia - vordere Apicalwinkel. n - Angolo interno - Metagonia - hintere Apicalwinkel. o-a-m - Margine esterno, anteriore o semplic. costa - Protoloma - Vorderrand. o-n - Margine interno, posteriore o suturale - Metaloma - Inenrand. m-n - Bordo marginale o terminale - Margo apicalis, exoloma - Hinterrand. a) Nervatura costale — a’) Nervatura sotto-costale — 0) Nerv. Mediana — e) Nerv. radiale — d-h - Spazi internervali. Ala inferiore m-k - Margine anteriore o esterno - Proloma - Vorderrand des Unterfliigels. m-0 - Margine addominale - Opistholoma - Suturalrand des Hinterfigels. k - Angolo superiore — 0) Angolo anale — @) Nervatura costale — p) Nerv. sot- tocostale — r) Nerv. mediana — s) Nerv. addominale — bedefg) Spazi inter- nervali — n) Coda — n 2) Angolo interno — opistholoma. Fig. 2. Ali di Pieris Napi senza squame a) Ala superiore — c) Costa o margine esterno — d) Prima nervatura sotto-costale e) Seconda nerv. sotto-costale vera — /) Nerv. mediana — g) Nervat. anale — b) Ala inferiore — A) Prima nerv. sotto-costale — è) Seconda nerv. sotto-costale vera — j) Nerv. mediana — &) Nerv. sotto-mediana — m) Nerv. anale — Let- tere interne — e) Cellula mediastina sopra di cui è la costale — sc) Cellula sot- to-costale o discoidale. — m) Cellula mediana — sm) Cellula sotto-mediana con- fusa con la mediana nell’ ala superiore per mancanza della nerv. sotto mediana) — a) Cellula anale ; primo p) Cel. radiale — secondo p) Cel. cubitale (divisa da una venetta nell’ ala superiore) — i tre p inferiori) Cellule posteriori. i bi.537 a) Macchia costale (Chiamasi benda se si prolunga al di là del terzo dell’ ala, se più benda transversa — b) Macchia costale. 64 Fig. 4. Ala di Satyrus a) Linea basilare — b) Linea mediana — c) Linea anteterminale. Fig. 5. Disegno di una macchia in forma di occhio a) Pupilla — b) Pupilla — c) Iride — d) Cerchio. Fig. 6. Parte anteriore della testa di una Sphynx denudata vista di faccia secondo Ratzburg. a) Occhio — 0) Pezzo dell’ epicranio — c) Labro — d) Pezzo membranoso che rappresenta l’ ipoglotta — e) Palpo labiale — /) Tromba svolta formata dall'unione dei lobi allungati dalle mascelle. Fig. 7. Crisalide di Lasiocampa pfini a) Testa — b) Occhio — c) Antenne -- d) Piedi — e) Ali — j) Stigmi, Fig. 8 Bruco di Cossus ligniperda a) Testa — 0) Torace — ec) Epistoma — d) Piedi squamosi —- e e) Falsi piedi o membranosi — /) Falsi piedi anali — g) Stigmi, Fig. 9. a) Palpo privo di squame Fig. 10. Parte della testa e della bocca di una Sphyna vista disotto secondo Ratzburg. a) Occhio — 0) Pezzo coriaceo che rappresenta la base delle mascelle - (gond e stipite saldati insieme) — e) Rudimento di palpo mascellare — d) Linguetta rudi- mentale ed indistinta all’ estremità dell’ipoglotta — e) Palpo labiale portato dal. l’ ipoglotta — f) Tromba formata dall’ unione dei tubi allungati dalle mascelle. Fig. 11. Zampa di Lepidottero . d) Anca — c) Femore — 0) Tibia — a) Tarso. Fig. 12. 13. Testa di Lepidottero a) Occhi — d) Palpi — c) Tromba — d) Antenne. Tav. IV. fig. 1. Venatura delle Ali di una Noctua. c) Nervatura costale — sc) Nerv. sotto-costale — m) Nerv. mediana — è) Nerv. interna — 1,2, 3, 4) Prima, seconda, terza e quarta venette inferiori (nelle seconde ali la prima si chiama pure indipendente) — 1°, 2°,3°,) Prima, seconda e terza venette superiori) 1," 2,°’ 3,°’) Primo, secondo e terzo rami costali — de) Costola o venetta discocellulare — c) Cellula discoidale — @) areola sopracellulare — p) Piega cellulare — (pli cellulaire) — be) Cercine costale (bourrelet costale). Fig. 2. Disegni ordinarii delle ali d) Semilinea - Halbe - Querlinie. e) Linea estrabasilare - Vordere querlinie. c) Linea genicolata - Linie coudé dei Francesi s) Linea subterminale - Vellenlinie. m) Ombra mediana - Mittelschatten. b) Linea basilare. o) Macchia orbiculare - Ringmakel r) Macchia reniforme - Nierenmakel. (continua) Linee mediane DA °-<-<-<<<**——_ Da Urbino. Nei giorni 19, 20, 21 aprile con tempo piovoso e nebbioso, passarono molti ani- mali d’acqua e specialmente Ardee cineree, purpuree, garzette e nictycore. In quest'anno più che negli anni scorsi si trovano in abbondanza Cuculi e Rigogoli. 6 maggio 1895. i AMADORI AMATO Da Porto d’ Anzio. L'8 corrente verso le 712 ci fu qui un passo straordinarissimo di quaglie. Il littorale e la spiaggia erano gremite e molte venivano prese anche con le mani. Non pochi cacciatori ne fecero strage addirittura. 10 maggio 1895. i Uno DEI FORTUNATI CACCIATORI Un lupo della provincia Senese e Grossetana. Già da 3 a 4 anni, un lupo si faceva vedere quà e là a grandi distanze sui comuni confini di queste 2 provincie e spacialmente in quella grossetana, Aveva arrecati non pochi nè lievi danni alle mandrie di quei possidenti e dicesi che una volta atterrasse perfino un cavallo di piccola statura. Più volte gli era stato tirato ma inutilmente, finchè la mattina dell’ ll febbraio scorso, fu ucciso dal colono Ceccarelli in luogo detto Fontalci- nardo in comune di Massa Marittima. ; È un magnifico maschio di grandi dimensioni ed io lo ebbi in carne, per essere imbalsamato, dal suo proprietario sig. Camillo Ceccarelli. Il piombo di tutte le dimensioni che gli fu trovato sparso per il corpo, dimostra che era stato più volte ferito ma leggermente. Brogi Buoni esempi. L'unione dei cacciatori lombardi, sede di Milano, ha stanziato a scopo di protezione della selvaggina, lire mille da suddividersi in premi fra coloro che constateranno con- travvenzioni alla cattura, detenzione e smercio della selvaggina in tempo di divieto. B. NOTIZIARIO tratte) Conferenze scientifiche. Abbiamo letto con vero piacere in diversi giornali, che gli egregi nostri collaboratori Sigg. Proff. Mario Cermenati e Giacomo Damiani, hanno tenute delle dotte ed applaudite conferenze scientifiche. vi Il Damiani parlò alla sede del. Circolo Elbano in Portoferraio, svolgendo il tema La vita del marece gli studi talassografici, riassumendo ggli studi fin qui fatti dagli scienziati delle più civili nazioni e dimostrandone la grande sitità Ja luce che hanno portata nella biologia e nelle dot- trine fondate sull’ evoluzione o trasformazione degli esseri viventi. Il Prof. Cermenati presidente del Circolo dei naturalisti in Roma, ne tenne una al circolo stesso sul Diluvio universale. A questo proposito togliamo dal Doe. Gfzgs ciotte - « L'oratore incominciò col dare una rapida sintesi della storia della geologia, facendo risul- tare l'influenza che ebbe la leggenda biblica del diluvio sullo IR, della scienza geologica. Quindi passò in rassegna le tradizioni diluviane“Niscontrate tra i vari Popoli della terra, e venne a parlare delle scoperte fatte in quest’ ultimo ventennio dei testi cuneiformi, rinvenuti nelle rovine dell’ antica Ninive, tra i quali si trovava una narrazione del Diluvio he rimonta ai primi tempi della civiltà Caldeana, prima ancora che la Bibbia fosse compilata. « Dimostrato quindi che tutte le tradizioni circa il Diluvio universale sono una riproduzione di quella dei Caldei, diede la spiegazione scientifica del fenomeno, in base ai particolari naturali, e cioè dimostrò che il Diluvio altro non fu che la conseguenza di una invasione marina della bassa Mesopotamia, avvenuta in conseguenza di un maremoto e di un ciclone. « Questo fatto, del resto, ha riscontro in catastrofi consimili, recentemente avvenute nelle re- gioni costiere ed in prossimità dei grandi fiumi. 68 « L' oratore prendendo occasione da questa ultima scoperta per accennare a tutte le altre im- portanti conquiste di questo secolo, si maravigliò come vi sia della gente che parla della Banca- rotta della scienza, e chiuse la sua conferenza affermando che la scienza non può nè arrestarsi, nè correre a seconda dei capricci del sentimento, ma che essa procede diritta sulla via che le è tracciata da un progresso naturale ed infallibile ». Un’ altra conferenza la tenne all’ Associazione commerciale pure in Roma sul tema La Geologia, come elemento di prosperità dei popoli. Trattò della importanza della geologia in generale e special mente per quanto si riferisce alla sua utilità pratica o materiale, facendo ben rilevare il vantaggio che da essa hanno ricavato non poche industrie e la ricchezza e la prosperità delle nazioni. Nuovo fungo nella vite. Il Prof. Bayer segnala nel Progrés agricole et viticole un nuovo fungo osservato alla fine di gennaio e in febbraio scorsi a Vaison (Vaucluse) in Francia, nelle viti Riparia e Solomis. Questo fungo non è stato ancora classificato ma i suoi filamenti micelici somigliano molto a quelli di Rose//inia. Pare che si estenda rapidamente, ma per ora non ha arrecati danni molto seri. La tubercolina. Questa linfa scoperta dal Koch e che tanto interessò il pubblico perchè si sperò che ci potesse salvare dalla tisi, ed i cui resultati pratici non furono poi soddisfacenti, viene ora indicata come efficace mezzo diagnostico delle affezioni tubercolari, e perciò raccomandata per riconoscere fra le vaccine da latte e da macello, quelle affette da tubercolosi, nelle quali è causa di un aumento di temperatura da l a 2 gradi, mentre negli animali sani non produce alcun effetto. Stante la facilità con cui la tisi si propaga dalle bstie vaccine all’ uomo, sarebbe molto utile questo metodo di riconoscimento degli animali malati. Società degli alpinisti tridentini. La sede di questa simpatica associazione è stata tra- “sferita per il biennio 1895-96 in Rovereto. Una quercia di 459 anni di età trovasi a Doklen nel Brandeburgo in Germania. Otto uomini insieme bastano appena ad abbracciarne il tronco ; i rami misurano 23 metri di circonferenza. Il numero degli esseri viventi sparsi sulla superficie del globo. Togliamo dal L’ Ami des sciences naturelles, i seguenti dati, in cifre approssimative, del numero delle diverse specie di esseri viventi, piante ed animali, che si troverebbero sparsi sulla superficie della terra : Piante: Fanerogame 105,000 — Muschi 5,000 — Epatiche 3,000 — Licheni 600 — Alghe 12,000 — Funghi 10,000. Animali: Mammiferi 3,000 — Uccelli 9,000 — Pesci 10,000 — Rettili e Batraci 3,000 — Molluschi 12,000 — Coleotteri 100,000 — Lepidotteri 20,000 — Imenotteri 80,000 — Ditteri 100,000 — Nevrotteri i0,000 — Ortotteri 6,000 — Emitteri 50,000 — Miriapodi 1,000 — Aracnidi 65,000 — Crostacei 2,000. Queste cifre si basano sulle specie conosciute e su quelle supposte. Ma come arrivare a una . supposizione anche approssimativa, se si riflette alle contrade ancora imperfettamente esplorate o affatto sconosciute? E i tre quarti dell’ Africa sono in queste condizioni, senza contare alcune parti dell’ Asia, dell’ America e d' altre terre ancora! Congresso geologico nazionale. La Società geologica italiana, ha stabilito di tenere un congresso nazionale a Lucca nel prossimo settembre. Concorsi a premi. La R. Accademia dei Lincei in Roma, ha banditi diversi concorsi per i premi di L. 10,000 assegnati da S. M. il Re Umberto per gli anni 1895-99. Fra questi notiamo i seguenti relativi alle scienze fisiche naturali, e che saranno conferiti agli italiani autori delle mi- gliori memorie, e delle più interessanti scoperte: Per le Matematiche, scade il 31 decembre pros- simo - Per l’ Astronomia ve ne è uno che scade il 31 decembre prossimo ed un’ altro che scade al 31 decembre 1896 - Fisiologia normale e patologica, scade il 31 decembre 1897 - Mineralogia e Geologia, scade il 31 decemb:e 1898 - Chimica, scade il 31 decembre 1899. Un congresso della stampa agraria ed una esposizione nazionale di uva da tavola, sono stati banditi da Casale Monferrato, ove avranno luogo per la ricorrenza dell’inau- gurazione del monumento al benerimito agronomo Ottavio Ottavi. ES . 69 Esposizione agricola nazionale a Varese. Avrà effetto nel prossimo autunno e com- prenderà, animali da cortile, frutticultura, orticoltura, floricultura, caseificio ecc. Esposizione nazionale di uccelli di bassa corte e colombaia, avrà luogo in Na- poli dal 2 al 30 del prossimo Giugno per iniziativa della Società zoofila napoletana, alla quale vanno dirette le domande dal 25 al 30 maggio. Gli espositori non pagano nulla nè per la occupazione di suolo, nè per gabbie o chioschi. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Romano Dott. Pasquale nominato assistente alla Zoologia nella Univ. di Napoli. Colomba dott Luigi nominato assistente alla Mineralogia nella Univ di Torino. Steinmann dott. G. nominato professore di geologia e paleontologia nell’ università di Ti- bingen. Dupasquier Léon nominato professore di geologia e paleontologia nell’ università di Neu- chatel. Castellucci Roberto, nominato professore di chimica industriale, negli insegnamenti serali annessi all’istituto tecnico di Genova. Bentivoglio Tito, nominato professore di Scienze naturali, nella scuola tecnica di Mortara. E bea RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sone pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ece., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d'Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 76 M. Mangilli, via Cavour n. 24 Udine, tiene splendidi esemplari giovani di Polverara dorata, uova fecondate della medesima razza, di Cocincina fulva, e di Bautan bianca che cede per cambi. 77 S. Brogi, Siena, prende commissioni per fornire vivi Camaleonti (C. vulgaris) Varani (V. griseus) ed altri rettili della Tripolitania. Si cedono pure conservati in alcool o imbalsamati. 78 Pujol Carlo di Bella Vista de Gojaz (Brasile), offre agli entomologi italiani, insetti della sua regione. 79 Vitt. cav. de Tschusi, zu Schmidhoffen, Hallein (Salisburghese), cerca in Italia, re- lazioni di cambio di pelli d’ uccelli, e prega rimettergli l’ elenco delle specie desiderate. Cede a buon prezzo pelli di Tetrao mlockosiceiczi. 80 M. Lucet, rue Grosse-Horloge, Rouen, préparant un travail très complet sur les Insectes nuisebles aux rosiers, serrait trés reconnaissant aux naturalistes qui voudraient bien lui adresser les notes, remarques, etc., qu'ils auraient pu recueillir. Il recevra avec reconnaissances les branc5es, feuilles, fleurs ravagées, ainsi que les insectes devastateurs que l’on voudra bien lui adresser. ‘81 Si offre la Flora italiana di F. Parlatore, continuata da T. Caruel. Opera completa in 10 volumi divisi in 20 parti edite dal 1848 al 1894. Perfettamente nuova, legata elegantemente in mezza pelle per sole L. 110. I primi volumi dì questa opera classica, non trovansi più in commercio. 70 82 Il dott. Abele de Blasio, R. Università di Napoli, fa noto che è in grado di offrire crani moderni italiani in cambio di altri crani di qualunque razza straniera. 83 Védie René, rue Grosse-Horloge, 51, Rouen, offre conchiglie e desidera uova di lepi- dotteri. 84 Si offrono bellissime ambre contenenti artropodi fossili; in cambio di conchiglie rare e ben determinate. 85 M. Benderitter, Champes-Maillets, Rouen, (France), désire recevoir des renseignements sur le genre Viola à l’état libre et cultivé, ses parasites, maladies ete., principalement sur V. odorata. Il relations d'échanges avec coléoptéristes, et offre contre ouvrages d’entomologie des ou- vrages de Botanique et de Géologie. Envoyer oblata. Il sera répondu a toute demande. 86 M. le D" Rodet, Allée Lafayette, 18, Toulouse, offre Atlas des Champignons come- stibles et venèneux de France, par Richon et Roze ; 2 vol. in-4.° avec texte et 72 planches co- loriées, représentant 229 espèces, reliure riche; tout neuf; valeur 120 fr. è échanger contre ou- vrages de l’Entomologie, principalement contre Traitò des Insectes de Maurice Gizard (3 vol. avec fig. noires). 87 Un abile enologo e viticultore, licenziato da una delle primarie scuole di Enologia d’Italia, cerca occupazione nella sua arte. Rivolgersi al sig. E. Barbero, via U. Battazzi, Torino. 88 Gressel dott. Agostino, via Larga, Trento, desidera mettersi in corrispondenza con entomologi italiani. Egli sì occupa più specialmente di Coleotteri. 59 André E. è Macon, offre des chenilles vivantes de l’Aglaope infausta, Diloba coruleo- cephala, Bombyx trifolti, Zygoena fausta, etc., contre Lépidoptères, chenilles préparées, ceufs ou jeunes chenilles vivantes. 90 M. de Mauroy, ingénieur civil des Mines, à Wassy (Haute-Marne), demande Météorites et renseignements immédiats sur les chutes de Météorites qui pourraient se produire; échangerait contre meétéorites, mineraux, microscope, ouvrages scientifiques, fossiles non classés; échange éga- lement minéraux contre minéraux, mais ne peut accepter que les échantillons cristallisés ou espèces rares. 91 G. Pissaro, 23, rue Viète, Paris, offre 900 espèces de Colèoptéres contre des plantes, fossiles, coquilles, préparations microscopiques, etc. 92 Del Sere Attéo, via dei Bardi, 6 Firenze, desidera far cambi di clear preferibil- mente d'Italia, offrendo buoni esemplari di coleotteri della Toscana e della Calabria. 93 Si fa ricerca di corna di Stambecco (Capra ibex) e di Mufione (Ovis musimom), chi ne avesse è pregato farne l'offerta all’ amministrazione di questo periodico. 94 M. le Conte A. de Montlezun, quai de Tounis, 106, Toulouse, demande par échange Carabus rutilans et Polyphylla fullo non piqués et iraéprochables de conservation. 95 Canne di Bambù non tanto grosse. Chi ne ha, è pregato comunicare all’ amministra- zione di questo Bollettino, il prezzo per ogni 100 pezzi lunghi circa un metro. 96 Il prof. Galeno Angelo si è trasferito dal liceo di Treviso a quello di Sondrio. 97 Il prof. Paolo Pero sì è trasferito dal liceo di Sondrio a quello dì Treviso. 98 A tutti coloro che ne faranno richiesta scrivendo in cartolina con risposta pagata o inviando in qualunque altro modo 10 centesimi anche in francobolli, verrà spedito franco un catalogo di 16 pagine, contenente la indicazione di moltissimi articoli stampati, che vengono ce- duti a cent. 25 per fascicolo. 9) Perchè tutti gli abbonati possono provare la Bri/lantina Ghirardi e persuadersi della sua bonta per tenere puliti i denti e sana la bocca, l'inventore ha inviate all’ amministrazione di questo periodico, parecchie eleganti scatole da cedersi quasi gratis e cioè a soli cent. 50 ciascuna franca di porto, con istruzioni per adoprarla, mentre il loro costo è di L. 1,25, come più VOLLE, è stato annunziato in questo periodico. S, BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Il presente catalogo N. 46 annulla i precedenti che portavano i N. 34, 41 e 44. Cataloghi gratis LAB TORO 00LOGICO-/00TONCO-TASSIDERNICO MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 19 medaglie e diplomi speciali Prezzi correnti gratis Fornitore di molti musei e gabinetti scolastici del Regno ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecc. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto 1’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare ossetti di storia naturale. Sono sempre pronte collezioni per l'insegnamento, secondo i programmi governativi Piazza del Carmine 28, SIENA (Italia) Stabile proprio. CATALOGO DEGLI ARNESI, STRUMENTI, UTENSILI, PRESERVATIVI E SPECIALITÀ utili per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale INBE Oltre a quanto è notato nel presente catalogo, possiamo sempre provvedere qualsiasi prodotto chimico e tutti gli strumenti occorrenti nei laboratori zoologici, botanici, mineralogici, chimici, di igiene ecc. Microscopio da scuola con tre obbiettivi d’ ingrandimento di 50, 150, e 300 diametri. Utili per dimostrazioni scolastiche, poichè le, preparazioni vengono messe nel microscopio dal professore e vi rimangono fisse in modo che gli scolari possono osservarli passandosi il microscopio l’uno dopo l’altro. senza muo- versi dal loro posto. Prezzo compreso 1’ astue- cio 3 . ; } È i L. 50 — Microtomi da L. 5 a L. 200. Mica in lastre sottili. Pezzi da cent. 10 a Bal: Morsette a mano tutte di metallo con chiu- sura a v.ite, da L. 1,80 a L. 3; con manico di legno Lt 3. Morset e da fissarsi al tavolo da L. 2 a L. 6. 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Pennellesse di crino per spolverare ecc. da cent. 40 a L. 1 - Assortimento franco L. 2. Peschiere di vetro per tenervi animali acqua- tici vivi da È JE:2,150:/a 16,100 Pignitoi per introdurre e sistemare il cotone, stoppa od altro nelle pelli degli animali, L. 0,20 a L. 2 l'uno - Assortimento franco L. 3. Pinzette a molla forma speciale per riporre a posto le penne degli uccelli preparati L. 2. FIRZolto doppie con punta di platino L. 5,90. Pinzette E alla estremità per fare scheletri ecc. L. Pinzette Piano e tendo per piegare fili me- tallici 05021 Pinzette da piegare e tagliare fili metal- talici, modello speciale fortissimo . L. 4 Pinzette ricurve all’ estremità per infil- zare gli spilli portanti insetti ecc. L. 1,50 Pinzette ricurve all’ estremità, altro mo- detto a molla . L. 2,50 Pinzette a tormalina per mineralogisti Li- re lò a 20. Pinzette forti lunghe per prendere e tenere serpì ecc. $ Traosa:s, Pinzette a molla ordinarie per raccogliere piccoli oggetti, e da portarsi nelle escursioni, ove facilmente si possono perdere. L. 0,20 l'una; L. 2 la dozzina franche di porto. Pinzette a molla fine da preparazioni e dis- sezioni . L. 2,00 Pinzette a molla andanti da L. 0, 40//L1. Pinzette a molla con fermatura perchè restino chiuse da se stesse dopo preso l’ 0g- getto : L. 4, 00 Pinzette a molla lunghe da cm. 45 a 50 da tassidermia, per introdurre ed estrarre la stoppa ecc. dalle diverso parti del corpo degli animali L,.3,50-aL. Pinzette a ol. piccola da microsco- pia . : L. 1,50 Pinzette a molla a punta finissima L. 2. Platino in lamine ed in filo (1). Platino in filo per analisi, fissato in manico di vetro o montato in manico a vite da potersi mettere e levare. Prezzo vario secondo la lun- ghezza e grossezza del platino. Polvere insetticida per scacciare o uccidere piccoli insetti - Bottiglie da L. 0,50 e 1. Polvere per asciugare le pelli di uccelli ecc. , dopo che sono state digrassate con la ben- zina o in altro modo lavate o bagnate. Occorre conservarla in vasi ben chiusi perchè non as- sorba l’ umidità. Un chilog. Cent. 25 Pomata preservatrice senza veleni, per la tassidermia. Un vaso. L. 2 00 Pomata per la tassidermia. Nuova pomata arsenicale per gli imbalsamatori di animali; preserva dalle tarme, digrassa le pelli, non dà origine a nessuna esalazione nociva ed è perciò preferibile al consueto Sapono arsenicale di Be- cour. Un chilogrammo L. tre chilogrammi franchi (compreso Di) L. 5,00 Pomata o sapone arsenicale di Becour. Un chilog. L. 4, un vaso . : : L. 2,00 Pomata per lavori in cera. Con questa pomata si possono eseguire tutti i lavori per 1 quali si adopera la cera, e con molta meno difficolta ed in brevissimo tempo. Essa si conserva poco densa stande chiusa nel vaso; ma esposta all'aria va mano mano consolidandosi, e così sì può adoperare plasti- camente, a quel grado di densità che meglio corrisponde per ciò che si vuol fare. Seccandosi diviene più dura e resistente della cera stessa, della quale conserva la precisa apparenza. Stendendone col pennello un finissimo strato sulle zampe e becchi degli uccelli ecc. ridona al medesimi la loro freschezza naturale. Si forni- sce di qualunque colore, ma si può anche co- lorirla da sè stessi. Vasi da L. 1,50 a L. 5. Porta etichette in legno e in metallo di di- verse forme ed anche a cavalletto per gli og- getti in scatole. Porta insetti tondi e rettangolari in piccole lastre per le raccolte dei micro-insetti. L. 0,50 a L. 4,50 il cento. Portalenti snodati e sostegni per le lenti di Bruche da L 15 a 40. Porta aghi vedi manichetti. Porta fili di platino vedi manschetti. Porta tubi per tenere dritti i tubetti di vetro contenenti oggetti, tubi da saggi ecc. In legno di diverse forme e per differente quantitativo di tubi da L. 1 a 5. In filo metallico da L. 0,50 adr Porta tubi per tenere i tubi capovolti onde farli scolare, asciugare ecc. diversi di forma e di quantitativo di sostegni da I. lang: Prendi insetti fatto a guisa di un paio di forbici, terminante a racchetta munito di rete. Servono per prendere insetti od altri piccoli animali che mordono o bucano. Piccoli L. 3,50 Grandi i L. 5,00 Prendi tubi da assaggi in legno e gomma Tie re 0,35. Punte di acciaio da adoprarsi uso spilli, per la tassidermia, lunghi 6 centim. L. 3,00 il mille, cent. 50 il cento. Punte di acciaio per trapani, fine, lunghe, da L. 0,20 a L. 0, 40. Punteruoli per i tassidermisti (vedi Agh). Raschiatoio a 3 branche per smuovere il terreno, sollevare e radunare le foglie, i de- triti vegetali ecc., per far ricerca di molluschi, insetti, ‘fossili ece. Serve pure per staccare i li- cheni e muschi dalla scorza degli alberi, L. 2,30 Raschiatoi di acciaio per pulire ossa, Vuo- tare i cranì ecc. L. 2,50 ciascuno. Raschiatoi dentati per togliere il grasso dalle pelli; piccoli L. 1, mezzani L. 1,40, grandi Le 1,70 Rasiere tonde e a mezzaluna per pulire e di- grassare le pelli di mammiferi da L. 2 a 19. Raspe di Ino) e di acciaio L. 0,20 a L. 1. As- sortimento L. 2, 50. Rasoi per i oi da L.8 a 10. (continua) Anno XV N.° 6 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Giugno 1895 SOMMARIO De Blasio prof. dott. Abele. I crani dei Lucani. Con figure. Pag. 73. Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1894. Da pag. 77. a pag. 80. WeEerRrRANI DEI LUCANI Appunti di A. DE BLASIO ILLUSTRATI CON FIGURE (continuazione) La base in uno di essi crani è stretta, negli altri è piuttosto larga e i processi mastoidei, anche nei crani muliebri, sono mediocremente sviluppati. Dalle misure ricavate da questi teschi, possiamo dire che essi sono meso- cefali, dolicocefali, ortocefali, mesorini, microsemi, leptoprosopi superiori ed or- tognati, poichè la loro media cap. cub. segna 1449 cm,” e la media dei più importanti indici è rappresentata dai numeri 749, 736, 491, 837, 56 e 918. Secondo il sesso poi i maschili sono megalocefali, dolicocefali, ortocefali, leptorini, microsemi, leptoprosopi superiori ed ortognati, perchè la loro media segna per capacità cubica 1618, e per indici 739, 733, 471, ‘830 54 e 920; i femminili invece, perchè hanno in media per capacità cubica 1281 e per indici 759, 740, 712, 845, 58 e 916, possono essere ritenuti come microcefali, mesa- ticefali, ortocefali, mesosemi, leptoprosopìi superiori ed ortognati. Volendo, oltre la diagnosi, far rilevare fra i due sessi le altre particolarità, possiamo dire che, per la circonferenza orizzontale il sesso maschile prevale sul femminile di 28 mm. perchè nei maschili ascende a 528 e nei muliebri cala a 500. Nei maschi la massima circonferenza segna 540 e la minima 505, e i due crani, dai quali sono state dedotte queste misurazioni, hanno per indici cefalici 725 e 730. Nei femminili i due estremi sono rappresentati da 487 e 515, rinvenendosi la massima circonferenza in un dolicocefalo (i. c. 710) e la minima in un brachicefalo (i. c. 803). Divisa poi questa misura in porzione prae e post- auricolare, notiamo che la prima segna in media 259 e la seconda 255, di modo che l’arco prae-auricolare avanza il post-auricolare per 4 mm. In media ses- suale poi i maschili portano il primato sui muliebri di 16 e 12. La circonferenza verticale, che è stata misurata nello stesso numero di crani, ha come media 470 e fra i due sessi si nota una differenza di 29 mm. in favore dei maschi, perchè la media delle femmine è 456 e quella degli uo- mini 485. Nei crani femminili questa circonferenza ha per estremi 448 e 467, rinvenendosi il massimo in un brachicefalo ed il minimo in un dolicocefalo; nei crani di uomini invece, tanto il massimo 505 che il minimo 485, si son trovati sempre in crani con indici molto bassi. - Il diametro antero-posteriore in media è lungo 149, con un massimo di 193, e si rinviene in un maschio, ed un minimo di 163 in un femminile. Le medie sessuali sono 174 per le femmine e 184 per i maschi di modo che questi ul- timi superano gli altri di 10 mm. 74 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Fig. 48 — Tipo primitivo Il bi-parietale ha, nei due sessi riuniti, la larghezza di 133, con un mas- simo di 142 in un maschio e un minimo di 128 in una femmina. Le medie sessuali segnano 132 e 136, e, siccome la media maggiore spetta ai maschi, così le femmine hanno quest’ indice inferiore di 4. Dal rapporto poi fra la maggiore lunghezza e larghezza abbiamo ottenuto ‘ gl’indici cefalici che ci hanno fatto classificare detti crani, in media generale, come dolicocefali, ed in media sessuale, i maschili come dolicocefali ed i fem- minili come mesaticefali. Con questo però non intendo punto affermare che i maschili sieno tutti dolicocefali o mesaticefali tutti i muliebri, perchè dei 4 crani virili, tre sono dolicocefali ed uno brachicefalo, e fra i sei muliebri, tre sono a testa lunga, due a testa mezzana ed uno a testa raccorciata.. Abbiamo precedentemente detto che questa serie di crani aveva come in- dice verticale 736 e in media sessuale 733 e 740, e li classificammo quindi come ortocefali; or bene fra i muliebri ve ne sono due ipsicefali, perchè hanno come indice verticale 816 e 798. La linea base-nasale giunge in media a 100 mm. e la base-alveolare a 70; nei maschi la prima si eleva a 104 e la seconda a 72, mentre nell’ altro sesso questi due diametri non segnano che 96 e 68. Il rapporto dunque della base- nasale colla base-alveolare è come 918 : 1000 in serie riunite, e in serie sessuali come 920 : 1000 nei maschi e 916 : 1000 nelle femmine, sicchè in media questi teschi sono ortognati. | Infine non voglio dimenticare, che tanto per l’ indice nasale che per l’ or- bitale, abbiamo che vi sono fra i microsemi, tre mesosemi nei femminili e un megasemo nei maschili e che fra i leptorini maschili vi sono due mesorini e fra ì mesorini muliebri due leptorini e due platirrini. Volendo poi fare il confronto fra i crani moderni da noi presi ad esame e quelli antichi, studiati dal nostro maestro prof. Nicolucci (1), possiamo dire che per i caratteri fisici i nostri crani conservano con gli antichi la comunanza di (1) NicoLucci - Antropologia della Grecia. Atti della R. Ac. delle Sc. Fis. e Mat. di Napoli vol. ll. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 75 stirpe e che possono essere ritenuti anch’ essi come discendenti di quegli antichi coloni greci, che si stabilirono in quella contrada. Però notasi in essi, rispetto agli antichi, qualche lieve mischianza di sangue straniero, poichè col passare degli anni dovettero certamente avvenire dei connubi fra essi e le altre popo- lazioni, che circondavano il loro territorio. Infatti mentre si è conservata in generale la forma del cranio, pure alcuni indici hanno subìto in media delle variazioni. E siccome i crani dell'antica Metaponto sono tutti maschili, così possiamo dire che essi sono megalocefali come i moderni, però la capacità cu- bica di questi supera quella degli antichi di 60 cm.” ; di modo che i crani ma- schili di questa contrada non solo si distinguono per la loro grande capacità craniale, ma pare che il contenuto della scatola encefalica, col passare degli anni, sia a mano a mano andato aumentando. Per gli altri indici possono gli antichi esser ritenuti come mesaticefali, ortocefali, ortognati, mesorini e me- gasemi. Dippiù ci resta a sapere se in questo secondo gruppo il tipo brachicefalo vi fu introdotto dallo stesso elemento greco; ovvero si deve all’ elemento stra- niero, che venne, in prosieguo di tempo, ad intrattenersi fra queste genti? In guanto a me son d’'avviso essere stato il tipo brachicefalo introdotto in quella contrada fin da quando gli Epiroti la occuparono. Anche ai nostri giorni, come dice il Nicolucci l’Epiro è contrada eminentemente brachicefala, il che induce a credere che similmente sia stata nei tempi antichi. Ad avvalorare poi più que- sta opinione viene anche in nostro aiuto il fatto che la forma brachicefala, che abbiamo trovata nei crani dei Sanniti, differisce, per i caratteri morfologici, da quella che campeggia nei crani greci, per la parte posteriore, poichè, mentre nei crani dei Sanniti il piano occipitale è sempre pianeggiante, nei crani in parola invece predomina quella forma descritta maestrevolmente dal Zavi- ziano (1) cioè: « Esistenza della protuberanza occipitale, appianamento po- steriore superiore in tutta la parte della testa, in tutta la parte squamosa dell'osso occipitale, incominciando in generale dalla linea semicircolare supe- riore dell’ occipite fino alla biforcazione della sutura sagittale, per la forma- zione della lambdoidea con ischiacciamento dell’ angolo posteriore superiore dei due parietali e dell'angolo superiore dell’occipitale, schiacciamento che so- vente costituisce un notabilissimo infossamento ». ANOMATRTIE DER RI PO rGRECO Le anomalie riscontrate nel gruppo greco sono le seguenti: Meno in uno, tutti gli altri crani sono forniti di ossa wormiane, distribuite in questo modo : in sei sì trovano esclusivamente nella lambdoidea, in uno nella lambdoidea, nella sagittale e nella coronale. Un cranio poi presenta la sutura bi-frontale non saldata ed un altro fa osservare che l’ osso temporale si articola direttamente col frontale. (1) Lettera al Nicolucci, (Corfù 9 Aprile 1865). 76 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI TIPOSANINIEICOTROMANO Dei restanti 30 crani, che in massa compongono il tipo sannitico-romano, 20 sono maschili e 10 femminili. Come nei due gruppi precedenti, anche in questo mancano teschi della prima età, predominandovi invece quelli dell’ età di mezzo, cioè da 80 a 55 anni, il che per altro non toglie che ve ne sieno 3 la cui età oscilla dai 70 ai 90 anni. È importante far rilevare che fra essi non vi ho riscontrato alcun caso di metopismo, come anche di ossa wormiane non ne ho trovato che tre soli esempi (2 maschi ed 1 femmina) e sempre incastrati nella lambdoidea. i Questi 30 crani, meno otto, si conformano ad un tipo comune e mi richiamano alla mente quei caratteri da me riscontrati nei teschi dei Sanniti, (1) cioè: Fronte poco alta, ma larga e formante superiormente una curva piacevole; e solo in qualche caso, al terzo superiore, rendesi questa regione sfuggente. Le arcate sopraccigliari sono bene sviluppate ed indipendentemente dall’età vanno a con- fondersi in una bozza nasale, mai però prominente. Le ossa nasali sono per lo più sporte in fuori, formanti scheletri di nasi potentemente modellati, leeger- mente aquilini, con ale largamente designate. Le orbite sono di forma qua- drangolare, non sono ampie, ma riposano sempre sopra un piano orizzontale. Per ciò che riguarda il mascellare superiore, possiamo dire, che in esso notasi un notevole sviluppo nel senso trasversale, però l armonia colle altre ossa facciali non viene menomamente turbata. I denti, in quei crani che ne sono prov- visti, si vedono incastrati sempre verticalmente. Le fosse canine sono bene . accentuate; e modestamente sviluppate in larghezza si vedono le ossa malari, però le fosse temporali sono profonde e non sporgenti sì notano i ponti zigo- matici. La forma della calvaria, allorchè questi crani si guardano di sopra, si può rassomigliare ad un ovoide più o meno accorciato: il quale accorciamento è dovuto al perchè la parte posteriore e superiore del cranio è quasi sempre depressa. Guardati di dietro la squama dell’ occipitale, meno in qualcuno, pre- sentasi molto convessa. Se poi detti crani si privano del mascellare inferiore e si mettono sopra un piano orizzontale, notasi che essi vi poggiano con quella parte dell’ occipitale, che trovasi sotto la spina, la quale è quasi ‘sempre bene sviluppata. Il profilo della calvaria può paragonarsi ad una curva, che, senza, avvallamenti o rilievi di sorta, decorre uniformemente dal nasion all’ obelion, dove si rende pianeggiante, per poi divenire convessa nel luogo occupato dalla squama occipitale. Gli altri 8 crani - 5 maschili e 3 muliebri - presentano un tipo che molto si avvicina al tipo romano antico. Infatti la fronte è alta e verso il terzo su- periore si rende leggermente incurvata. Le arcate sopraccigliari sono poco svi- luppate ; sporgenti si vedono le ossa nasali. Grandi, tondeggianti ed inclinate al- quanto all’esterno sono le orbite. Bene sviluppato è il mascellare superiore tenendo ———————ne— (1) A. De BLasIo - / Crani dei Sanniti, Rivista italiana di Scienze naturali. Siena 1892. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 77 \ e IE I AIR ON IATOA nei suoi alveoli impiantati verticalmente i denti. Il mascellare inferiore è di forma parabolica, alto, robusto, con il bordo inferiore arrotondito e con l’ eminenza mentoniera bene accentuata. La calvaria è ovale con la parte rigonfia verso la regione posteriore deì parietali e leggermente incurvata nell'abside frontale ed occipitale. I processi mastoidei sono poco sviluppati. Il forame occipitale è ovale con i bordi irregolari e non salienti. (continua) dè BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1894 Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziatii loro lavori in uesto catalogo bibliografico. sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copìa q lo) D pres ’ s P p delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. N. B. L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. C—=_-to === tCA4Ae = Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. (continuazione) 147 Fucini A. Nuovi fossili della oolite in- feriore del Capo San Vigilio sul lago di Garda. (Pisa. Boll. Soc. malacol. ital. Estr. di pag. 20 in 8., con l tav.) 148 Galli-Valerio B. Contribuzione allo stu- dio della rogna demodectica del cane. (Torino. Moderno Zooiatro. Estr. di pag. 8). 149 Galli-Valerio B. Note di parassitologia. (Ibidem. Estr. di pag. 8). 150 Galli-Valerio B. Osservazioni due casi di tubercolosi nella scimmia e nel gatto. (Ibidem. Estr. di pag. 4). 151 Galli-Valerio B. Zoonosi. Malattie tra- smissibili dagli animali all’ uomo. (Milano. Edit. Hoepli, pag. XV-227). 152 Galli-Valerio B. È la tubercolina un mezzo da raccomandarsi per la diagnosi della sopra tubercolosi lutente nelle bestie bovine da adi- birsi alla produzione del latte e del vaccino? (Milano. Giorn. R. Soc. ital. d’Ig. Estr. di p. 8). 153 Galli-Valerio B. Ricerche sulla proba- bile esistenza allo stato indipendente dell’acho- rion Schénleinii e dell’actinomyces bovis. (Bo- logna. Bull. delle Sc. med. Estr. di pag. 8). 154 Gangitano dott. A. Allevamento del coniglio nelle fattorie del meridionale. (Milano. Gazz. agr., n. dl e seg.) 155 Garbini A. Primi materiali monografia limnologica del lago di Garda. (Fi- renze. Bull. Soc. entom. ital., trim. I, p. 3-50). 156 Gasparini V. Avifauna marchigiana. Descrizioni e ricerche con cenni diagnostici su per una tutte le altre specie dell’ avifauna italica (Fano, Tip. Cooperativa, pag. 296 in 8. L. 5). 1597 Gherardi dott. G. Sull’afta epizootica (Febbre aftosa). (Soligo. Progr. agr., n. 6 p. 242). 158 Giachetti cav. G. C. Monografia dei piccioni domestici. (Torino. Tip. degli operai. Pag. 446 in 16. L. 3). 159 Giachetti cav. rag. G. C. I Colombi nei costumi dei popoli. (Firenze. Tip. Galletti e Cocci. Pag. 26 in 8.) 160 Giacomini C. Influenza dell’aria rare- fatta sullo sviluppo dell’ ovo di pollo. (Torino. Giorn. R. Accad., n. 1l. Estr. di pag. 16). 161 Giacomini E. Alcuni resultati delle ricerche eseguite alla Stazione zoologica di Na- poli sulla regressione del sacco vitellino dei Se- laci. (Siena. Proc. verb. Adun. R. Accad. Fisio- critici, n. 6, pag. 111-13). 162 Giglio-Tos dott. E. Sull’omologia tra il diaframma degli Anfibi anuri e quello di Ma- namiferi. Riassunto. (Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp., n, 166, pag. 2 in 8.) 163 Giglio-Tos dott. E. Viaggio del dr. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vicine. VII. Rincoti. (Ibidem, n. 169, 16 pag. in 8.) 164 Giglio-Tos dott. E. Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel 78 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Paraguay. VII. Ortotteri. (Ibidem, n. 184, 46 pag. in 8., con l tav.) 165 Giglio-Tos dott. E. Viaggio del dott. E. Festa in Palestina, nel Libano e regioni vi- cine. XII. Ortotteri. Seconda comunicazione. (Ibi- dem, n. 191, 4 pag. in 8.) 166 Giglio-Tos E. Sull' omologia tra il dia- framma degli Anfibi anuri e quello dei Mammi- feri. (Torino. Atti R. Accad. Sc. Adun. 14 Genn.) 167 Gradenigo P. Sopra un caso di Derma- tobia noxialis in un bambino lattante. Osserva- zione. (Venezia. Atti R. Ist. sc., lett. ed arti, disp. 5, pag. 965-68, con l tav.) 163 Graff prof. dott. L. Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay. V. Landplanarien. (Torino. Boll. Mu- sci di Zool. ed Anat. comp., n. 182, 4 pag. in 8.) 169 Graff dr. L. Die von dr. E. Modigliani in Sumatra gesammelten Landplanarien. (Genova. Ann. Museo civ. St. nat. Estr. di pag. 4 in 8.) 170 Grassi prof. B. e Calandruccio dr. S. Sullo sviluppo dei murenoidi. 5,2 nota prelimi- nare. (Catania. Bull. Accad. Gioenia Sc. nat., fasc. 37, pag. 23-24). 171 Grassi prof. B. e Calandruccio dr. S. Sullo sviluppo dei murenoidi. Fauna del Faro di Messina. 6.2 Nota preliminare. (Ibidem, fase. 38, pag. 7-3). 172 Grassi prof. B. e Calandruccio dr. S. Soluzione di un enigma antichissimo, ossia sco- perta della metamorfosi dell’ anguilla. (Anguilla vulgaris). (Venezia. Neptunia, pag. 195-201) 173 Gribodo G. Note imenotterologiche: Nota II. Nuovi generi e nuove specie di imenotteriì antofili ed osservazioni sopra alcune specie già conosciute. (Firenze. Bull. Soc. entom. ital., trim. l e seg.) 174 Griffini dott. A. Manuale dei Coleotteri italiani. (Milano. Edit. Hoepli. Pag. 336 in 16, con 215 fig., legato in tela L. 3). 175 Griffini dott. A. Sirfidi raccolti presso Avigliana. (Torino Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp., n. 168, 4 pag. in 8.) 176 Griffini A. Gli insetti acquaioli. (Torino. Tip. Guadagnini. Pag. 44 in 8., con fig.) 177 Grillo N. Considerazioni sulla intelligenza degli animali. (Genova. Tip. Sordo-muti. Pag. 70 “in 8. ded): 178 Haeckel prof. E. Antropogenia, o storia dell’evoluzione umana. (Traduz. del dott. D. Rosa). (Torino. Unione tip. edit. In corso di pubblica- zione a L. 1,20 il fasc.) 179 Halbherr B. Elenco sistematico dei co- leotteri fin'ora raccolti nella Valle Lagarina. fasc. VI. (Rovereto. Tip. Roveretana. Pag. 42 in3) 180 Inghilleri F. e Rolando F. Contributo allo studio della tossicità dello spirillo colerigeno (Massau-Ghinda). (Roma. Lab. scient. della Dire- zione di Sanità. (Minist. Interno). Pag. 22). 181 Invernizi G. Due parole sull’ origine dell’ uomo. (Frosinone. Tip. C. Stracca. Pag. 18). 182 Kerremans C. Enumération des bupre- stides recueillis par Mr. le dr. E. Modigliani à Sumatra, dans la région du lac Toba. (Genova. Ann. Museo civ. St. nat. Estr. di pag. 16 in 8.) 1833 Lanciai A. Norme pratiche per l’ alle- vamento dei bachi da seta. (Verona. Tip. Anni- chini. Pag. 48 in lJÉ6.) 184 Lanfranchi sac. G. Sulle cause deter- minanti il sesso delle api. (Milano. L’Apicoltore, n. 3, pag. 78-82). 185 Lanzillotti-Buonsanti prof. N. Re- lazione e proposte della Commissione nominata dal Comitato ordinatore dell’ Assemblea generale dei sodalizii agrari, dei Sindaci e degli agricol- tori lombardi, pei provvedimenti sanitarii con- tro le malattie contagiose del bestiame. (Mi- lano. Clinica vet., n. l, pag. 1-10). 186 Lefert P. Manuale di anatomia topogra- fica. 1.8 Traduzione autorizzata per cura del dr, L. Salaroli. (Milano. Edit. L. Vallardi. Pag. 382 in 16., con fig.) 187 Le Hello prof. Alcune osservazioni ge- nerali relative allo studio della conformazione degli animali motori. (Pisa. Giorn. d’ Ippologia, nblo): 188 Lemoigne prof. A. Ipotesi sulla causa dell’ eredità negli animali superiori. (Milano. Edit. Max Kantorowicz. Pag. 77, e Pisa. Giorn. d’ Ippol., n. 9 e seg.) 189 Lenticchia dott. prof. A. Bibliografia sulla fauna della Svizzera italiana. (Berna. Edit. K. J. Wyss. Pag. 12 in 8.) 190 Lepri march. dott. G. Osservazioni or- nitologiche per la provincia di Roma. (Roma. Boll. Soc. rom. per gli studi zoolog., n. 5-6, pag. 172-74). 191 Lepri G. Appunti ornitologici per la provincia di Roma. 1894. (Siena, Boll. nat,, n, 8, pag. 100-101), RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 79 192 Lisi dott. G. Ancora sul tifo equino. (Milano. Clinica veter., n. 4 e seg.) 193 Lisi G. Il verme rosso in alcuni storni. (Pisa. Tip. Valenti. Pag. 10, con l tav.) 194 Lisi G. Contributo allo studio della tu- bercolosi. (Ibidem. Pag. 8). 195 Longhi P. Prime ricerche intorno ai Protisti del distretto di Belluno e suoi dintorni. (Genova. Atti Soc. lig. Sc. nat., ann. V, fase. l. Estr. di pag. 16 in 8.) 196 Lovisato D. Avanzi di Squilla nel Mio- cene medio di Sardegna. (Roma. Rend. R. Accad. Lincei, fasc. 4, sem. I. Estr. di pag. 4 in 4.) 197 Lunardoni dott. A. La talpa comune. (Arezzo. Progres. agr. comm. della Toscana, n. 1, pag. 2-7). 198 Lunardoni A. La Tignola della vite, sua vita, suoi danni e mezzi di prevenirli. (Ibi- dem, n. 3, pag. 54-57). 199 Lunardoni A. Gli insetti nocivi ai nostri orti, campi, frutteti e boschi. Vol. II. Le- pidotteri o farfalle. (Napoli. Vol. di pag. 287, con fig.) 200 Macchiati L. Sulla selezione al micro- scopio per .prevenire la flacidezza del baco da seta. (Casale Monferrato. Bacologo ital., n. 4, pag. 26-30). 201 Mader C. Istruzione per combattere il pidocchio sanguigno del melo (Aphis-Schizone- ura lanigera). (Trento. Boll. Sez. di Trento del Cons. prov. di agricol., n. 2, pag. 51-52). 202 Maggi prof. L. Preinterparietale e fon- tanella interparietale in un idrocefalo di Bos taurus juv. (Milano. Rend. Istit. lomb. sc. e lett. fasc. 3, con L tav.) 203 Maggi prof. L. Sull’ interparietale del Leone. (Ibidem, fase. 5, con l tav.) 204 Magretti P. Sul modo d’impedire la sciamatura delle api. (Milano. L'Apicoltore, nì 8, pag. 229-32). 205 Marchese G. Allevamento dei bachi da seta coi sistemi più economici per ridurre le spese di produzione. (Milano. Corr. del Villaggio, n. 13 e seg.) 206 Marchi dott. E. Variazioni omoiste epi- teliali. (Milano. L’Allevatore, n. 190 e seg.) 207 Marco dott. C. Cenni sulla teoria della evoluzione. (Vasto. Giorn. l'Abruzzo dei giovani. Estr. di pag. 32 in 8.) 208 Mari M. De spermatogonii regeneratione in Telphusa fluviatilis. (cam Tab.) (Roma. Zoo- logicae Res, n. l, pag. 24-27). 209 Marini dott. A. Alcune parole sulla tubercolosi bovina in relazione alle disposizioni del vigente regolamento sanitario. Milano. L’Al- levatore, n. 182, pag. 721-24). 210 Marson D. Qual'è il baco da seta più robusto, quello che schiude in autunno o quello che schiude in primavera? (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 36, pag. 281-82). 211 Massalongo C. Hymenomycetes quos in agro Veronensi nuperrime detexit. (Genova. Malpighia, fasc. 10-12). 212 Massalongo ing. O. Calendario ento- mologico veronese. (Verona. Atti Accad. di agri- col. , ecc., vol. LXIX. Estr. di pag. 20 in 8.) 213 Mazzanti dott. E. Cenno sulle pseudo- tubercolosi in genere, ed in ispecie su una -del piccione. (Milano. Tip. degli Operai. Pag. 30 e l’Allevatore, n. 172 e seg.) 214 Mazzanti dott. E. La Taenia Proglot- tidina (Davaine) in una gallina morta per ver- tigine cerebrale. (Milano. Riv. degli Avicultori, n. 117, pag. 229-31). 215 Mazzarelli dott. G. Intorno al rene dei Tectibranchi. (Firenze. Monit. zool. ital., n. 8, pag. 174-77). 216 Mazzetti G. Catalogo degli Echini del Mar Rosso e descrizione di sp. n. (Modena. Atti Soc. dei nat., fasc. 3, pag. 238-43, con fig.) 217 Mazzetti G. Echinidi fossili del Vicen- tino, o nuovi o poco noti. (Roma. Mem. Accad. pontif. Nuovi Lincei. Estr. di pag. 10 in 4, con 1 tav.) 218 Mazzon I. La pollicoltura: considerata come industria. (Torino. Gazz. delle Campagne, n. 23, pag. 177-79 dal Piemonte agricolo). 219 Meli prof. R. Sopra una zanna elefan- tina a doppia curvatura rinvenuta nelle ghiaie d’ alluvione dell’ Aniene, alla Batteria Nomen- tana presso Roma. (Roma. Boll. Soc. geol. ital. , fasc. 1. Estr. di pag. $ in 8.) 220 Meli prof. R. Sulla presenza dell’ /be- rus (subsect. Murella) signatus Fér. (Helicogena) nei monti Ernici e nei dintorni di Terracina nella provincia di Roma. (Siena. Riv. ital. Sc. nat., n. 3 e seg.) 221 Mercanti F. Gli animali parassiti del- l'uomo. (Milano. Edit. Hoepli. Pag. 180 in 16. L. 1,90 legato in tela). 80 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 222 Ministero di agricoltura, ecc. Zoo- tecnia. Provvedimenti a vantaggio della produ- zione equina negli anni 1893-94. (Roma. Tip. Bertero. Pag. 248 in 8. L. 1,50). 223 Montandon A. L. Nouvelles espèces du genre Coptosoma d’Australie et de Nouvelle Guinée, appartenent aux collections du Musée civique de Gènes. (Genova. Ann. Museo civ. st. nat. Estr. di pag. 16 in 8.) ; 224 Morselli prof. E. Lezioni sull’ uomo, secondo la teoria dell’ evoluzione. (Torino. Unio- ne tip. edit. In corso di pubblicazione a 50 cent. la disp.) 225 Moschen prof. L. Quattro decadi di crani moderni della Sicilia e il metodo naturale nella determinazione delle varietà del cranio umano. (Padova. Atti Soc. ven. trent. Sc. nat., fasc. II, pag. 354-403). 226 Moschen L. Crani umani della prima epoca cristiana. (Roma. Atti Soc. rom. di An- tropol., fasc. 3). 227 Namias J. Su alcune forme briozoarie del Mar Rosso. (Modena. Atti Soc. dei nat., fasc. l, pag. 93-96). 228 Neviani A. Di alcuni briozoi pliocenici del Rio Landa, illustrati da Ferdinando Bassi nel 797. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., fase. 4. Estr. di pag. 10 in 8.) (continua) S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri L’AMI DES SCIENCES NATURELLES Zoologie - Botanique - Géologie DirecreurR — E. BENDERITTER fils Rouen (France) Abonnement SUNtan Se Er) C'est le plus pratique des Journaux d’Histoire Naturelle francais. Il doune des travaux sur toute les branches de cette science si intéressante. Cha- que numéro mensuel comprend 72 pages de texte avec nombreux dessins. Il s’occupe principale- ment d'Entomologie. Envoi franco d’un specimen sur demande. MANUEL DU LEPIDOPTERISTE par GUSTAVE PANIS contenente il catalogo metodico, sinonimico e alfabetico delle specie e dei generi delle farfalle di Francia; diversi capitoli sulla caccia, prepa- razione e classificazione dei lepidotteri; la ma- niera di allevarli e utilizzarli, ecc. Un volume di 320 pagine e 4 tavole con figu- re, pubblicato pochi mesi fa, L. 3,50. Franco e raccomandato a domicilio L. 3, 75. LIBRAIRIE J.-B. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), è Paris Les Merveilles de la Nature: les /nsectes, par A.-E Brenm. Edition frangaise par J. KuncKkEL D’ HERCULAIS, assistant au Muséum. 2 volumes gr. in-8 de 1500 pages à 2 colonnes avec I.0007fzuresidans(aitexte et B6eplanchies hors texte. n nt Nouvelle édition en 48 séries à 50 centimes. 24 fr. Il parait une série toutes les semaines. Abbonnement de 6 mois, 12 fr. — d’un an. 24 fr. Les Merveilles de la Nature de Brehm nous font connaître ceux qui sont comme nous les hòtes de cette terre, qui, sans cesse mélés à notre vie, amis ou ennemis, serviteurs ou esclaves se partagent avec l'homme le vaste domaine où s'‘agitent nos destinées. Brehm n’est pas un savant de cabinet, qui n’a vu que des animaux empailés sons les vitrines d’une galerie; il a étudié de près la nature vivant; il est mème souvent allé observer jusque dans leu sauvage patrie les animaux inconnus dans nos climats. Pour les savants et pour ceux qui se livrent spécialement à l'étude de l’entomologie, cet ouvrage sera, gràce au véritable esprit scientifique et à la metode sévère de l’auteur, un précieux auxiliaire, assez sérieux pour instruire, assez original pour charmer. Aux habitants de la campagne, proprietaires, agricolteurs, industriels, il parlera des soins à donner anx insectes utiles, abeilles, vers à soie, de leur élevage, de leurs maladies; de l’acclimation et de la domestication des espèces nouvelles, puis il s'occupe de la destruction des ipsectes nuisibles à la grande et à la petite culture, à la vigne, aux céréales, au verger, au potager, aux foréts, ete. Enfin, à toux ceux, petits et grands, qui cherchent dans les lectures sérieuses des joies douces et des émotions vraies; à ceux qui, ne possédant sur l’histoire naturelle aucune notion positive, désirent s'initier à l’étude des merveilles innombrables de l univers, il apportera profit et plaisir, une instruction amusante et un amusemepnt instructif; il exci- tera l’active curiosité l’enfant ; il sera un sujet le méditation pour l’àge mùr, mis à la portée de tous les Ages et de tous les esprits, s'addressant è toutes les intelligences, comme è toutes les positions sociales, il répandra partout, les salutaires lecons de la science. ip de A ri, 7 BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE ANNO XV 15 Giugno » SUPPLEMENTO MENSILE N. sE atta RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Riivista e Bollettino (24 fascicoli) I. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all’anno SOMMARIO COMUNICAZIONI. Franzoi prof. E. Appunti sulla vita e costumi di un Pappagallo; malore che lo colpì; sua guarigione. — R. Il nuovo lago di Leprignano. — R. Intorno alle ossa di G. Galeazzo Visconti. Pag. 73. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Da Lucignano. (Griffoli). — Da Cremona. (Fer- ragni). — Catture di Orsi nel Trentino. (Bonomi). — Da Reggio Calabria. (Moschella). — Consigli ai cacciatori. — La caccia alle quaglie nel mese di maggio. (S. B.) Pag. 76. Spigolature apistiche e notizie sulle api. Pag. 77. Notiziario. Pag. 79. — Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 80. — Ri-. chieste, offerte ecc. fra gli abbonati. Pag. 80. COMUNICAZIONI In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi domande, notizie, schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. Appunti sulla vita e costumi di un Pappagallo; malore che lo colpì; sua guarigione. Da più di cinque anni la Sig.à Ester Manzoni, maestra nel Collegio femminile di Santelpidio a mare tiene un pappagallo, portatole dall’ America da un contadino di Reca- nati. Le fu consegnato, dicendo, che il suo nome era Pierina, ma che era chiamato usualmente Testò, poichè sembrava non volesse apprender nulla. Le cure indefesse e la pazienza impareggia- bile di questa Signora hanno fatto fare dei progressi ben singolari e tali da non riuscire, io credo, noiosi a sapersi dai lettori e lettrici di questo accreditato periodico. La prima parola appresa da quest’ animale dopo poco tempo di scuola fu: Bravo; a questa tennero dietro le due: Padrona, la pappa. Passerò senz’ altro a narrare le prodezze presenti, senza stancare chi legge con lo studio del successivo progresso nell’ arte d’ imitare. Alla mattina, allo svegliarsi della padrona grida: Buon giorno, come stai padrona ? Qualche volta a questa frase aggiunge anche: e alla Signora; poichè, avendo detto questo, mentre vi era una visita, la sua padrona gli domandava: E alla Signora non dici nulla ? Quando la donna entra nella stanza portando il caffè grida: Il caffé; portato il caffè alla pa- drona ? Bono il caffè, bono. Se la padrona gli dà qualche cosa dice: La pappa bona dalla padrona sua, e alla fine chie- stogli: come si dice? risponde: Grazie, grazie parola che ripete di spesso, quando gli vien data qualche cosa di suo aggradimento. Non gli furono risparmiate delle busse per educarlo e quando gliene vengono somministrate domanda: Che ho fatto? Poveretto! Se la padrona per qualche ferita da lui avuta col becco gli dice: Cattivo, cattivo, vedi cosa hai fatto, subito chiede: Dolore? fatto dolore! povera padrona ! un bacietto. Ben di frequente rivolge alla sua padrona queste dimande: Che fai? che hai ? come stai ? senza aspettare risposta alle due prime. Al suono della campana, che chiama la Signora alla scuola chiede: È la messa 2 Povero Cocò (così viene ora chiamato) Solo, solo! Padrona va a lavorare, Povera padrona a lavorare, sempre a lavorare! Quando si crede solo o non osservato parla piano piano, spesso allora dice: Cocò un bacietto, come se glielo avesse chiesto la padrona, alza poi la zampetta se la bacia e dice: Grazie, bravo, grazie. 74 Un suo saluto è anche: Buona sera ; saluto che accompagna con mille smorfiosi complimenti, dando alla voce una modulazione speciale. Dimanda alla padrona, se sa cantare e la invita al canto; se questa gli risponde: Canta tu Cocò, si mette subito a canticchiare a bassa voce, dandosi da sè dei segni di approvazione. Chiama a nome: Signora Adele, Maria, Marianna, Nicola, Leda, Tudetta, Vincenzetta, Tuda. Appena chiamata quest’ ultima aggiunge anche: Eccola, perchè più volte ha avuto l’ occasione di sentire la chiamata e la relativa risposta. S’ accorge quando la padrona esce e allora rifiuta ogni qualità di cibo anche il preferito. Se interrogato, con accento desolato esclama: Solo, solo! Mentre non c'è la padrona, se qualcuno bussa alla porta dice: Chi è, e dopo un piccolo re- spiro: Avanti; ma imita quì tanto bene la voce, che io stesso più d'una volta ho provato ad aprire la porta, credendo che ci fosse qualcuno. Se si entra nella stanza mentre è assente la pa- drona osserva: Non c’ è la padrona, o chiede: Dov’ è la padrona ? Se sente piangere qualche persona o qualche animale emettere la sua voce chiede: Come fa: padrona, come fa ? Fischia ad imitazione del merlo che sta con lui nella stessa stanza, ogni volta che gli si chiede: Come fa Ciccì ? Quando la padrona ritorna dalla passeggiata si mostra malinconico o inquieto, nel primo caso sta zitto, nel secondo dice: a spasso e tenta di beccare la padrona se gli si avvicina. Quando la padrona ritorna dalla scuola si dimanda: Sez stato buono? e poi quasi conversando con sè: Padrona venuto a trovarmi. Cosa m' hai portato ? All’ aprire di un cassetto dove sa che vi sono confetti dimanda: Vuo: èl confetto, lo vuoi caro, tò tò caro ; se si apre un altro dove stanno le noci chiede: Vuoi la cocchetta ? Dimanda qualche volta di essere trasportato altrove colle parole: a spasso; vuoi venire caro? a spasso quà quà. Perchè la padrona le si avvicini, si lega il collo con la catena, che tiene al piede ed esclama: Tutto legato; quasi costringendo la sua padrona a alzarsi e liberarlo da quel- l’impedimento, quando però quest’ultima non preferisca di piangere o non gli prometta qualche cosa, giacchè in questi due casi si slega subito da sè. Se la vede versare nel catino o nel bic- chiere dell’acqua dimanda: Hai sete; vuoi bere? Quando sente freddo osserva: fa freddo oggi, osservazione, che in quel giorno ripete alla donna di servizio quando va a fare le pulizie nella stanza. È geloso degli altri uccelletti, tanto che regala subito una beccata alla padrona se non è il primo servito. Intanto che essa dà a mangiare ad un merlo e ad un canarino esclama: Buona la pappa ; Cocò, come si dice; grazie, grazie. Oltre a queste mille altre cose potrei quì riferire, che tutte interessanti non si ripetono però con la stessa frequenza. E fin quì le notizie che avranno potuto destare nei lettori un po’ d’ilarità. Un caso singolare però è successo a quest’ animale. Ai 4 di Aprile alle ore 5 1{2 di sera prese un solito biscottino ; alle 6 12 si trovò colla testa alta, con lo sguardo fisso, col becco aperto, colla lingua ritirata. Chiamato ripetutamente non dava risposta, anzi si lasciava toccare senza reagire anche da persone, che non avrebbero certo potuto farlo, se non si fosse trovato in quelle condizioni. Fu preso da una fortissima diarrea, prima senza sangue, poi esclusivamente 2 sangue, accompagnata da un vomito, che gli durò tutta la notte e il giorno seguente. Per tutto questo tempo mostrò grande arsura e di continuo beveva acqua e caffè, che poco dopo però riget- tava. Aveva un sospiro affannoso accompagnato da una specie di rantolo. Ho consigliato di mettere dei pezzettini di zolfo nell'acqua e vedendo che i disturbi non cessavano con una pera di gomma gli somministrai un clistere con acqua e olio tepido dopo averlo spruzzato per bene esternamente con la stessa miscela. Si mostrò inquieto e tentava graffiare chi lo teneva. Il vomito cessò lì per lì, la diarrea continuò, ma si mostrò sollevato e fu preso da un sonno prolungato. La notte la diarrea scomparve, la mattina seguente era più animato, pronunciò qualche parola, ciò che non aveva fatto nel giorno antecedente e si mostrò avido di caffè. Dei cibi preferì sempre il solito 75 —GGGGsgGgtc[t.,.-G;Gii+- "——e« ———t rr... granturco. Nel giorno seguente lo spruzzai di nuovo posteriormente dal basso in alto con acqua e olio, si mostrò molto tollerante e si lasciò dare un secondo clistere con maggior calma, anzi vorrei dire con piena soddisfazione. Dopo questo continuò a migliorare ed ora stà benissimo come prima. Mi piace quì osservare che in quell’ epoca infieriva il così detto colera nei polli che nel vi- cino Porto di Santelpidio ne fece una vera strage. Fosse stata una colerina nel pappagallo? si sa- ranno ancora verificati simili casi? Sarò tenuto a chi mi saprà dire qualche cosa in proposito. Santelpidio a mare (Marche). ExRIco prof. FRANZOI Il nuovo Lago di Leprignano. Da informazione del R. Comitato geologico d' Italia, toglia- mo le seguenti notizie: Un interessante fenomeno geologico avvenne nei primi di aprile 1895, in provincia di Roma, e cioè la formazione di un laghetto nei dintorni di Leprignano, paese situato a 32 chilometri al Nord di Roma. Nella notte dell'8 aprile, 3 chilometri a Nord del predetto paese, nel letto dol torrente Gra- miccia, si produsse l’avvallamento d'una piccola zona di terreno; dalla spaccatura che circoscriveva la parte sprofondata usciva del gas idrogeno solforato, nello stesso tempo che in esso si rovescia vano e si perdevano le acque di un torrentello affluente del Gramiccia. Nella notte dal 12 al 13 stesso mese ì pastori, che si trovavano nei dintorni di quella località dicono avere inteso delle detonazioni somiglianti a scariche di artiglieria, seguite da un acuto fischio e da un colpo di vento, che spaventarono le mandrie, le quali, rotte le reti, se ne fuggirono. Ob- bligati ad escire dalle loro capanne, alcuni di quei pastori asseriscono aver pure veduto da quella parte delle fiamme. La mattina appresso la gente accorsa dai vicini paesi trovò che un tratto di superficie, di forma irregolarmente circolare, avente in media 260 metri di diametro, si era staccata ed abbassata pro- ducendo un avvallamento, che nel punto più depresso misurava una profondità di metri 19,50, nel quale si rovesciava il torrente Gramiccia il di cui letto, per circa 300 metri di lunghezza, era stato travolto nella rovina. Da diversi punti del piccolo laghetto che le acque del Gramiccia venivano formando, vedevasi distintamente lo sviluppo dell’ idrogeno solforato, facilmente riconoscibile al gorgogliamento delle acque ed all'odore caratteristico, e si distingueva pure benissimo il punto del primo avvallamento dalla maggiore emissione dello stesso idrogeno solforato. Nella rottura periferica prodotta dall’av- vallamento erano improvvisamente comparse 3 sorgenti d'acque minerali, delle quali due erano solforose e l’altra ferrugginosa. i Le abbondanti pioggie che seguirono questo fatto, avevano già il 20 aprile quasi total- mente riempito l’ avvallamento, ricoprendo le accennate sorgenti minerali; mancava appena un metro e mezzo per superare il dislivello fra il pelo dell’acqua del laghetto ed il letto del braccio inferiore del torrente Gramiccia. Però nella sua parte centrale, corrispondente al punto del primo avvallamento, sì distingueva ancora un leggiero gorgogliamento delle acque causato dall'emissione dell’idrogeno solforato. Nulla può far presentire ulteriori franamenti, poichè all'infuori di due brevi spaccature esiì- stenti sulla sponda S.E del laghetto, a destra e sinistra del torrente Gramiccia, nessun altro cre- paccio vedesi all’ intorno. Si slabbreranno sicuramente le sponde, oggi verticali del nuovo lago, fino a che non abbiano raggiunto la pendenza naturale delle terre sciolte e franeranno forse le due piccole zone segnate dalle due spaccature anzidette; ma all’ infuori di questo non vi è alcun dato che possa far credere ad un prossimo ingrandimento. «Come fu sopra accennato il lago è di forma irregolarmente circolare: prendendo per raggio la cifra media di 130 metri, la superficie da esso occupata sarebbe di m? 53066 e lo sviluppo peri- ferico delle sue sponde di metri 816,40: questo però, tenuto conto delle molte sinuosità, effettiva- mente sara di 900 a 1000 metri. Circa le cause che hanno prodotto l’avvallamento e la conseguente formazione del laghetto ci riserviamo di parlarne in seguito. R. Intorno alle ossa di Gian Galeazzo Visconti, Da una comunicazione fatta dal Prof, 76 Zoja nell’adunanza del 2 maggio scorso, al R. Ist. Lomb. di Sc. e Lett. si viene a sapere che nell’ occasione della recente apertura del mausoleo eretto nella Certosa di Pavia a Gian Galeazzo Visconti denominato anche Conte di Virtù, vi si rinvenne lo scheletro quasi completo del detto conte e quello della sua prima moglie. Dallo studio delle ossa, il prof. Zoja ritiene che Gian Ga- leazzo avesse passati i 50 anni di età e conclude con l’ affermare che antropologicamente egli era megasomo, brachicefalo, megalocefalo e macroskele. R, NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE _— _s=YT_—- A proposito del Lupo ucciso in provincia di Grosseto e del quale parlammo nel fascicolo del 15 Maggio scorso, ci sono state favorite dalla gentilezza del Sig. Dott. Ceccarelli, le seguenti notizie che completano quanto già serivemmo in proposito : « Il lupo comparve in questi luoghi sei anni or sono, ossia nell’ inverno del 1889. Fu veduto più volte da pecorai ed altre persone, per queste località specialmente sui poggi di Carlina, delle Cornate, di S. Croce, di Prata, Montieri ecc. 89 Spesso succedeva che al contadino B o C venivano scannate, e in parte mangiate, pecore e capre. Ne ha scannate anche 8 e 10 per volta. Quando però aveva commesso qualche danno in una località, per molto tempo non ci tornava. Più volte è stato vicinissimo a Gerfalco e nel 1891, veduto a pochi passi dal paese, gli fu fatta la caccia’ cui presero parte anche i carabinieri; ma non fu possibile tirargli. É certo però che gli è stato tirato più volte. Ultimamente, si può dire, faceva le sue escursioni con una confidenza straordinaria. Più volte in pieno giorno, è stato veduto per le strade maestre ed io posso assìi- curarlo avendolo veduto coi miei propri occhi.. Un giorno, (Novembre 94) infatti, dopo aver cac- ciato le beccaccie, andavo con un mio amico a Monterotondo in barroccino. Io guidavo la cavalla mentre il mio compagno teneva fra le gambe il suo fucile a bacchetta, carico.a pallini piccoli ed il mio Lancaster scarico. Andavamo trottando quando, presso la Croce di Monterotondo, uscì dalla macchia questo lupo, e, a saltelloni come un cane, seguitò (per la panchina di destra) ad andare avanti .la cavalla. Sul principio non ci feci osservazione credendo che fosse un vitellino o qualche altro animale domestico, ma quando traversò la strada per andare nella macchia opposta (dopo aver percorso detta strada per più di 30 metri) lo conobbi e scendemmo subito dal barroccino. Caricai il fucile con due cartucce una a pallotole e una a palla e legai la cavalla perchè non avessero a succedere disgrazie. In queste operazioni perdei un po’ di tempo, ciò che non successe al mio compagno il quale potè avvicinarsi al lupo una trentina di metri e tirargli una fucilata la quale non gli recò alcun danno, essendo il piombo di piccolo calibro. Il 10 febbraio del corrente anno tu veduto dal figlio di Venanzio Ciampelli, colono al podere Fontecinardo di proprietà di Enrico Ceccarelli, distante tre chilometri da Gerfalco. Informato il - padre di aver veduto poco distante da casa una grossa volpe, questi capì subito di cosa si trat- tava e preso il fucile carico a veccioni, mise nelle canne due o tre palle e di corsa andò dove era passata questa grossa volpe. Dalle tracce nella neve arguì trattarsi proprio di lupo. Appena che vide la direzione presa, a distanza cercò di precederlo ed infatti giunto ad un certo punto fra il torrente Pavone, e il podere Casaddolaghe in una macchia di proprietà del sottoscritto Cec- carelli, si fermò ad un varco aspettando il lupo il quale non si fece tanto desiderare. Quantunque un po’ lontano, come asserisce l’uccisore Venanzio Ciampelli, gli tirò una fucilata e più nol vide. Un urlo tremendo sui generis (dice il Ciampelli) echeggiò per l’ aere e il lupo sparve entro la macchia. Riscontrò le macchie di sangue sul luogo del tiro, ma a motivo della gran pioggia non potè ritrovarlo. Due giorni dopo aiutato da altri contadini lo trovò nella macchia già morto, di- stante mezzo chilometro circa dal luogo dove gli tirò. Si sa che anche qualche altro contadino antecedentemente gli ha tirato, ma non lo dice per tema di esser canzonato per averlo fallito ». Gerfalco, Giugno 1895. Dott. CAMILLO CECCARELLI Medico Chirurgo a Gerfalco Nota sulla cattura di un Merops apiaster in provincia di Treviso. Nei primi giorni della seconda quindicina dello scorso Maggio, da un uomo che ha la cura delle mie colle- zioni, fu ucciso con fucile a pallini a Lancenigo in provincia di Treviso un uccello: e poichè non ne aveva mai veduti di tali volatili, lo imbalsamò per la mia collezione. Egli anzi lo fece vedere a molti del paese, anche uccellatori e cacciatori vecchi, e nessuno seppe conoscerlo. Ier l’ altro essendomi recato a Lancenico, e avendo visto l’animale, lo definii subito per un Merops apiaster, Linn. ex Gen. Causa la rarità della comparsa di questo uccello nel Veneto, credo che sia abbastanza interes - sante darne qualche notizia. L'individuo ucciso apparteneva ad uno stormo di quattordici, che arrivò a Lancenigo il 16 Maggio dopo un temporale abbastanza forte; lo stormo si trattenne 3 giorni sugli alberi del mio giardino, dove attirava l’attenzione dei passanti per lo strepito delle forti grida, ‘Riguardo alla rara comparsa di questo volatile da noi voglio anzi riferire quanto si trova nell’ Avifauna italica del Giglioli. 90. « Giunge da noi regolarmente alla fine di Aprile o nel Maggio; nidifica specialmente nelle provincie meridionali e centrali, ove sono località adatte, in colonie numerose nel giugno e luglio, parte in settembre, ottobre. È specie comune e nidificante in Sardegna e pare in Corsica, è molto meno frequente nell’ Alta Italia ». E nelle Avifaune locali dello stesso autore, ecco quanto si vede. Anzitutto non è notato fra gli uccelli delle provincie di Belluno, Verona, Vicenza. Nella provincia di Udine: « accidentale in Marzo »; nel distretto di Cividale: « rarissimo »: nella provincia di Padova: « accidentale »; nella provincia di Rovigo « rarissimo ». Ed il fatto, che nessuno, neppur fra i vecchi cacciatori, di Lancenico, seppe conoscerlo, è una prova eloquente che anche in provincia di Treviso è rarissimo. Da ciò si vede bastantemente come l’ uccisione di un tale uccello da noi, sia un caso degno di nota. L’ esemplare da me posseduto, è perfettamente conservato, ed è un bel maschio adulto. 4 Giugno 1895. G. CERESOLE Notizie intorno al Gypaetus barbatus. Questo interessante rapace si va facendo sempre più raro sulle Alpi. — Il Fatio e lo Studer nel loro Catalogue des Oiseaux de la Suisse, pub- blicato nel 1889, hanno dati ragguagli completi intorno agli 86 esemplari che sono stati presi nella Svizzera dal principio di questo secolo, ed intorno all’ area di distribuzione del Gipeto nella stessa regione. Intorno al Gipeto sulle Alpi italiane manchiamo di completi ragguagli e per contribuire alla storia di detto Uccello, pubblico le seguenti notizie relative a quattro esemplari che sono stati presi sulle Alpi nei tempi a noi più vicini. l. — Un adulto fu ucciso sul colle di Tenda nel gennaio del 1879; esso si conserva nel Museo Civico di Genova. 2. — Una femmina adulta fu uccisa addì 27 marzo 1887 sulla montagna Valletta, nel distretto delle Caccie Reali presso Valdieri; essa si conserva nel Museo Zoologico di Torino, cui fu donata dal Cav. -B. Comba, il quale mi assicurava che un altro esemplare era stato ucciso alcuni anni prima sul colle di Tenda (1). 3. — Un altro esemplare fu ucciso con carne avvelenata mediante stricnina, addì 25 marzo 1889, sulla montagna Rogerol, distretto di Valdieri, e fa parte della collezioni di Uccelli che S. M. il Re Umberto, possiede nel R. Castello di Moncalieri. 4. -- Finalmente un esemplare adulto fu ucciso col fucile addì 3 marzo 1895 sui monti del distretto di Valdieri, e fu inviato al Re Umberto, che l’ ha fatto preparare dal sig. Filippo Gen- nesio in Torino, presso il quale ho avuto occasione di vederlo. Queste notizie provano che il Gipeto vive ancora sulle Alpi marittime, e specialmente nella regione fra il colle di ‘Tenda ed i monti sopra Valdieri. Torino. Boll. Musei di Zool. ed Anat. comp. n. 207. ToMMASO SALVADORI Orso nel Bresciano. Nella notte del 5 luglio in luogo detto Ponte di Legno presso Brescia, un’orso entrò in una mandria di pecore, ne divorò una e ne ferì diverse. A. L. Sul Rampichino (Cerihia brachydactyla). Nel n. 65 dell’ ottimo giornale La Caccia, avvi un articolo dal titolo IZ rampichino, nel quale si dice che un assiduo ha domandato « che cosa sia la Scorzaiola del dialetto senese » ed il sig. O. G. gli risponde che essa è il Rampichino. Posso as- sicurare il sig. O. G. che egli è in errore, poichè nel senese (ove del resto non vi esiste dialetto (1) Il Giglioli (Avif. Ital. , p. 264) menziona due esemplari, uccisi sul monte Bego presso Tenda e conservati nel Museo Craveri di Bra, ma più tardi (Primo resoconto, p. 419) mette in dubbio tal cosa, e menziona, per testimonianza dell’ Abrè, una femmina uccisa nella stessa lo- calità il 21 giugno 1876, ed un maschio giovane ucciso il 21 gennaio 1885 a Couraza presso Sca rena (Tenda); questo si conserva nel Museo di Storia Naturale di Firenze, e forse è quello stesso menzionatomi dal Comba, come ucciso sul colle di Tenda. Ricordo di aver inteso dire dal com- pianto prof. De Filippi che egli, passando sul Colle di Tenda in diligenza, aveva visto volare vi- cinissimo un Gipeto. 91 ma si parla la pura lingua italiana) il Rampichino si chiama Rampichino e ne io nè altri di quà, lo abbiamo mai sentito chiamare Scorzaiola, nome che neppure ha nessun nesso con l'indole e le abitudini di questo piccolo uccello. Il sig. 0. G. ha forse copiato l’ errore già stampato da altri, ma stia certo che non è che un errore. Brogi INVENZIONI E SCOPERIE Botti. — In Germania è stato ideato un nuovo modello di piccole botti, composto non delle solite doghe, ma di un certo numero di strati sottili di legno da impiallacciare, i quali vengono incollati uno sopra l’ altro a fibre incrociate. L' inventore, sig. Witthowski, crede che questo sistema presenti non lievi vantaggi sopra le botti di ordinaria costruzione e nota che un fusto della capa- cità di un ettolitro pesa soltanto 12 kg., che occupano minore spazio e che non vanno soggetti a gemere. Nuovo strumento a molti usi. Nella seduta del 14 marzo ultimo, della Società centrale veterinaria di Parigi, il Weber presentò uno strumento assai semplice ed ingegnoso, che può ar- recare diversi servigi al veterinario ; strumento stato inventato da un agronomo, il sig. Lang. È un tubo d'acciaio, lungo circa 80 cm. con 2 cm. di diametro, nel quale passa una corda, fatta di canapa spalmata di sego, e di filograna d'acciaio, per cui ha una certa resistenza senza cessare d'essere morbida. Ad un’ estremità la corda forma un’ ansa a cui si possono dare facilmente dimen- sioni diverse, tirando su il capo libero che sporge dall’ estremo opposto del tubo; un congegno assai semplice (punto d’arresto) serve a fissare stabilmente questo capo nel punto voluto. Un manico a gruccia è fissato al tubo presso il punto di arresto. Questo strumento semplicissimo può servire come portalacci in ostetricia, come torcinaso, come bastone che dal filetto vada alla cinghia edimpedisca al cavallo di scomporsi le medicature, man- giarsi la coperta, ecc. e finalmente può servire forse meglio d’una tanaglia a lunghi gambi per afferrare e trasportare piccoli animali cattivi o rabbiosi. Unisce ad una solidità notevole una no- tevole leggerezza e costa poco. (L° Allevatore dal Recueil de Med. veter., bulletin 1895). Carta solubile. Una scoperta che farà epoca nella storia della scienza industriale è quella d'aver resa la cellulosa solubile nell’ acqua. La scoperta è dovuta ai signori Cross e Bevan in se- guito ai loro studii sulla cellulosa e le sostanze tessili in genere. Per ottenere questa nuova forma di cellulosa, si sottomette la cellulosa del legno o le fibre di cotone all’ azione di una so- luzione di soda caustica a 15 0/0 e si ha la cellulosa-alcali la quale trattata in vasi chiusi con solfuro di carbonio per due o tre ore, si converte in tiocarbonato di cellulosa-alcali, massa gial- lastra, glutinosa, solubile nell’acqua cui impartisce grande viscosità. Dalla soluzione acquosa me- diante alcool o sal marino si precipita della cellulosa solubile pura, la quale con sali metallici produce delle combinazioni insolubili nell’ acqua ma solubili in reattivi speciali. L'importanza della scoperta sta nel gran numero di applicazioni utili di cui è suscettibile questa cellulosa solu- bile. Così essa può mirabilmente sostituirsi come sostanza adesiva, alle colle, alle gomme, al- l'amido, alla destrina, al caoutchouc, all’ albumina specialmente nel dare l'apparecchio ai tessuti ed alla carta col notevole vantaggio in questo caso di farvi aderire una sostanza della stessa com- posizione chimica e che per di più può essere resa insolubile ed impermeabile. Inoltre, insieme a caoutchouc, può fornire il tessuto filogeno che è impermeabile, leggiero, soffice e di natura parti- colare ; può direttamente servire alla stereotipia; alla pittura del legno, del ferro, delle pietre, del vetro; infine è suscettibile ad essere lavorata come il corno di cui essa, quando sia completa- mente secca, ha la durezza e la trasparenza. (Rivista scientifica n. 9-10). Un nuovo gas illuminante. In una pubblicazione tecnica inglese il signor Martin ha data la descrizione di un nuovo composto, il carburo di calcio, che sì potè ottenere sottomettendo ad altissima temperatura nel forno elettrico una miscela di calce e di polvere di carbone. La nuova sostanza ha un aspetto compatto e vetroso, ma non appena viene bagnata se ne sviluppa 92 una grande quantità di gas che sembra acetilene, un composto cioè di carbonio e di idrogeno che entra in gran parte nel gas illuminante. Il carburo di calcio potrà così ricevere pratiche ed utili applicazioni, tanto più che per le osservazioni del Levres il gas dato dal carburo, ha un gran potere illuminante, svolge, bruciando, poco ossido di carbonio e la temperatura della sua fiamma non oltrepassa i 1000 gradi centi- gradi. (Dal Bollettino degli Ingegneri). Nuovi giacimenti carboniferi. I giornali inglesi riferiscono, che nell’ approfondire un pozzo vicino a Douvres per proseguire gli studi per lo scavo del tunnel sotto la Manica, l’ ing. Brady della Società ferroviaria nel Sud-Est, scoperse a 370 metri di profondità, un terreno carbonifero, di cui spinse lo scavo fino a 730 metri senza trovarne il termine. Questa scoperta provocò una viva agitazione in Inghilterra, ove si stanno già formando nuove Società per la ricerca del carbone in quelle località. S' invoca l'intervento del Governo per favo- rire questa impresa, la quale può trovare ostacoli nella legislazione inglese, che riconosce al pro- prietario della superficie la proprietà senza limiti del sottosuolo. Di rimbalzo in Francia suscitò la speranza che si trovassero dei giacimenti carboniferi a Calais, che si trova in posizione analoga a Douvres, speranza fondata anche sulla presunzione che non vi sia soluzione di continuità nella zona carbonifera che si estende per 800 Km. dal Sud del- l'Irlanda fino al centro della Germania. (Rivista agraria). Argon, nuovo elemento dell’aria atmosferica. E un gas elementare con proprietà fisiche ben definite, ma che non è stato possibile combinare con alcun altro corpo semplice, ed anzi è per ciò che fu dal Greco chiamato Argon cioè inattivo. Trovasi nell’ aria in ragione di 400 litri su 100 metri cubi di aria ed è strano davvero che sia rimasto ignoto fino ad ora; forse è stato confuso con l’ Azoto. Gli scopritori sono gli inglesi Lord Rayleigh e prof. Ramsay che no hanno referito alla Società R. di Londra. Orologio elettrico del Prof. Rosa. Il Prof. Vincenzo Rosa del R: Liceo di Alessia ha inventato un nuovo sistema di orologio elettrico che troviamo molto elogiato in alcuni gior- nali. Esso è molto semplice, la carica dura degli anni, è di facile regolarizzazione e di poco costo. Cotone artificiale. Il Mittchel è arrivato ad ottenere dal legno di abeto un cotone del tutto simile a quello naturale e che costa assai meno. Minerali nuovi. Chondrostibianite è un antimoniato idrato di manganese e ferro, trovato nelle miniere di Manganese di Sjò in Svezia. Kehoeile è una sostanza amorfa rinvenuta nelle mi niere di galena argentifera di Merritt. Macintashite è un composto di uranio e di torinio, tro vato in America. Franclke:te è stata scoperta nella Bolivia in una delle miniere di Animas presso Chocay. Cylindrite trovata nelle miniere di Santacroce a Poopo in Bolivia. Nettunite proveniente dalla Groelandia da dove proviene pure l’altro nuovo minerale denominato Epididimate. L’ossigeno non è un corpo semplice. almeno così la pensa uno scienziato inglese che ha presentato apposita memoria alla Società reale di Londra. NOTIZIARIO Ai colleghi giornalisti. Vi sono diversi giornali che assai spesso riproducono da questo perio- dico articoli e comunicazioni che noi riceviamo dai nostri abbonati. Noi ne siamo lieti, perchè ciò dimostra che qualcosa di buono contengono pure questi fascicoli, e davvero che, salvo in casi spe- ciali, non abbiamo la velleità di interdire la riproduzione di quanto andiamo stampando, perchè se ciò .può giovare alla speculazione, è contrario al vero spirito che deve avere la stampa, spe- cialmente quella scientifica, ed alla soddisfazione di chi scrive che sarà tanto più completa, quanto sarà maggiore il numero dei lettori; solamente avremmo un desiderio, gia espresso altre volte, che cioè chi riproduce gli scritti dei nostri abbonati citasse la fonte dalla quale ha attinto, come 93 facciamo noi quando troviamo in altri periodici articoli che ci sembrino interessanti per i nostri lettori. Associazione scientifica Ligure. Il 18 maggio si è costituita in Porto Maurizio una « Associazione scientifica Ligure » avente per oggetto di contribuire allo studio delle Scienze na- turali mediante conferenze, pubblicazioni, escursioni alpine, dragaggi marini e. colla formazione di una Biblioteca scientifica e di un Museo regionale Ligure. L’ Associazione fa cambi coi soci e vende agli estranei destinando il ricavo a beneficio del fondo sociale. Compongono il Consiglio Direttivo: Sulliotti Avv. Giorgio Roberto, Presidente; Bicknell Cla- rence, Vice Presidente; Parodi Domenico di E., Segretario; Vassallo Cav. Prof. N. F., Tesoriere; Gentile Prof. Giacomo e Amoretti Prof. Vincenzo, Consiglieri. Un luccio che ha quattro secoli. Per quanto possa parere straordinario, il fatto è vero, e viene affermato da un illustre dotto straniero, il professore Baird. Secondo lui, uno dei lucci che si veggono nell’ acquario imperiale di Pietroburgo, è nato verso la fine del quindicesimo secolo e non sembra che i suoi quattrocento anni di vita e di prigionia lo rendano di malumore. Il professore Baird pretende che questo caso di straordinaria longevità non è isolato, e’ cita diversi altri pesci del medesimo acquario che hanno quasi 150 anni! Monumento a Lavoisier. Nell’ ultima seduta dell’ Accademia delle Scienze di Parigi, il presidente annunziò che l’Istituto di Francia ha deciso di aprire una sottoserizione per erigere una statua a Lavoisier a Parigi, sua città natale. La sottoscrizione sarà internazionale, affinchè tutti gli ammiratori del Lavoisier possano ma- nifestare la loro gratitudine per uno dei creatori della scienza moderna. Dettagli sul pianeta Venere. Il direttore dell’ osservatorio astronomico di Kiel ha sco- perta in detto pianeta una insenatura che si rischiara potentemente durante quattro ore al giorno. Egli sospetta che si tratti di segnali degli abitanti di Venere, come altri gia sostennero per Marte. Orto botanico a Nuova York. A nuova York si è formato un comitato per promuovere l'impianto di un grande orto botanico sul Broux Parke, e in una delle prime riunioni furono già sottoscritte a tal uopo 6 milioni e 250 mila lire, per cui si metterà subito mano ai lavori. La Società geografica italiana ha organizzato una seconda spedizione di esplorazione commerciale nelle regioni del Giuba. Concorsi a premio. La Società italiana di Antropologia in Firenze (via Gino Capponi, 3) e della quale è presidente l'illustre prof. Mantegazza, ha aperto un concorso sul tema seguente: Tracciare la carta etnografica dell’ Italia moderna e illustrarla. Conferirà, quando ne sia il caso, un premio di L. 500. Il termine per la consegna dei lavori alla Segreteria della Società è il 31 Dicembre 1896. ‘ I lavori dovranno essere in lingua italiana, manoscritti, inediti, anonimi, contraddistinti cia- scuno da un motto, che sarà ripetuto sopra una scheda suggellata, contenente il nome e l'indi- rizzo dell’ Autore. La Società intende lasciare agli Autori la proprietà delle loro opere, ma si riserva il diritto di pubblicare nel suo « Archivio per l’ Antropologia e 1° Etnologia » così quella che fosse pre- miata come qualche altra; avvenendo le quali pubblicazioni, ne darà agli autori in dono 100 copie e 50 copie rispettivamente. L’ Ateneo di Brescia ha stabilito un premio di L. 100 per l’autore della migliore memoria sul tema: Cause che determinano lo sviluppo e la diffusione della tubercolosi in Brescia. Congresso geologico. La Società geologica di Francia, terrà una riunione straordinaria a Sisteron ed a Castellane (Basse Alpi). 1’ inaugurazione avrà luogo il 17 settembre; le escursioni termineranno il 20, quelle nella regione di Sisteron saranno dirette dal Kilion e quelle della re- gione di Castellane dallo Zurcher. Una esposizione generale internazionale, sarà effettuata a Budapest nel 1896, nella ricorrenza del millesimo anniversario della costituzione del regno ungarico. 94 Pa NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Nosotti dott. Innocente abilitato per titoli alla libera docenza in zootecnia ed igiene ve- terinaria nella Università di Modena. Fittipaldi Emilio abilitato all'insegnamento della storia naturale nei licei. De Gasparis Aurelio idem nei licei e negli istituti tecnici, Stegagnini Anna idem nelle scuole normali. Coroncini dott. Umberto nominato assistente alla mineralogia nella Univ. di Genova. Preda Agilulfo. Abbiamo appreso con piacere dal giornale il Telefono di Livorno, che questo egregio giovane nostro collaboratore, ha sostenuti con splendido resultato gli esami: di laurea in scienze naturali. Le nostre congratulazioni al neo dottore. Amoretti Vincenzo abilitato all'insegnamento della storia naturale nei licei. Rizzo Serafino abilitato all’ insegnamento della storia naturale nei ginnasi. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali sì dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 112 Ronchetti Vittorio, via Meravigli 11, Milano, offre Coleotteri ed Imenotteri italiani in cambio di Coleotteri ed Imenotteri preferibilmente italiani. 113 La Direzione della R. Stazione di entomologia agraria di Firenze, si fa pre- mura di ricordare che è sempre a disposizione dei signori agricoltori, per l' esame e la determi- nazione di animali nocivi alle piante e per le indicazioni delle pratiche e rimedi adatti a com- batterli. 114 Del Sere Attéo, via dei Bardi 6, Firenze, desidera far cambi di coleotteri preferibil- mente d'Italia, offrendo buoni esemplari di coleotteri della Toscana e della Calabria. 115 Si offre la Flora italiana di F. Parlatore, continuata da T. Caruel. Opera completa in 10 volumi divisi in 20 parti edite dal 1848 al 1894. Perfettamente nuova, legata elegantemente în mezza pelle per sole L. 110. I primi volumi di quest’ opera classica, non trovansi più in commercio. 116 Minardi prof. Antonino, via Nuova Stesicoro n. 200, Termini-Imerese, (Sicilia), offre coleotteri di Termini-Imerese in cambio di coleotteri italiani o di monografie sui coleotteri. 117 Bergamini Ugo, Ponte vecchio, Firenze, desidera far cambi di coleotteri, preferibil- mente delle Alpi, della Sicilia e dell'Italia meridionale. Offre esemplari ben conservati della Toscana. 118 Presso il negozio di storia naturale di S. Brogi in Siena trovansi vivi diversi rettili Africani e fra gli altri Varani (V. griseus), Camaleonti (C. vulgaris), Agame (Agama) ecc. 119 Un bravo giovane espertissimo in materia di agricoltura, specialmente pratica, cerca collocamento in qualche amministrazione privata o in qualche istituto. Ha la licenza del corso in- feriore di Enologia e viticultura, e quella di Agraria generale dell’ Istituto di S. Pietro in Perugia. Ora trovasi occupato come capo coltivatore all’ Istituto agrario della Pace in Albissola, al cui direttore ci si può rivolgere per maggiori informazioni. 120 Almanacco dei botanici viventi di tutto il mondo. Il sig. J. Dòrfler impiegato scientifico all’I. R. Museo storico-naturale di Vienna I, stà occupandosi della pubblicazione di un Almanacco dei botanici viventi. Gli istituti, giardini e società botaniche e tutti è nostri ab- bonati che si occupano di botanica e che desiderano figurare in questo almanacco, non hanno che a mandare il loro indirizzo al sunnominato Dérfler, domandandogli un foglio per la iscrizione, e così potranno far pubblicare nell’ almanacco e senza alcuna spesa, i loro nomi, titoli, studi speciali, indicare se desiderano far cambi ecc. 95 121 De Cort Hugo, secrétaire de la Société royale Malacologique del Belgique, 46, rue Veydt, Bruxelles, offre et désire recevoir coquilles actuelles de toutes provenances. 122 Per cambio o compra di piante rare ad uso erbario o mediazione nella vendita di belle collezioni di piante non europee, in particolare delle tropicali, si raccomanda la Società bo- tanica di cambio in Vienna I Burgring 7 (fondata nel 1845). Il catalogo annuale pel 1895 di questa Società sarà inviato franco verso la spedizione di L. 0,65 in francobolli non usati di piccolo differente valore. 123 Poitau Achille, 16, rue Lècuyer, Aubervilliers (Seine), offre 25 espèces de mousses bien déterminées dont beaucoup de rares, telles que Barbula gracilis, Hypnum scorpioides, Fis- sidens adianthoides, Barbula vinealis, Bryum binum,ete., désire en échange algues déterminéos. 124 Lacasagne, professore alla scuola di agricoltura di Montpellier, domanda coleotteri esotici in cambio di coleotteri di Francia. 125 Miss Linter, Arragou Close, Twickenham (Inghilterra), offre conchiglie marine terrestri ed accetta in cambio conchiglie terrestri esotiche. 126 Si offre una bella collezione di insetti americani ed asiatici con rare specie da studiarsi, non determinate. 200 esemplari di oltre 100 specie per L. 100. 127 Bibliographie anatomique gratis. MM. J.-B. Bailliére et fils, libraires, 19, rue Hautefeuille, à Paris, publient, par fascicules mensuels, une Bibliographie des sciences mèdicales et naturelles, qui rendra de grands services à tous les savants. Le fascicule de juin contient la bibliographie des ouvrages et brochures anciens et modernes sur l' Anatomie (Anatomie generale, Anatomie comparce, Anatomie humaine, Anatomie des mammifères — des oiseaua, — des poîis- sons et des reptiles, etc. — Embryologie Tératologie). Cette brochure de 36 pages, comprenant l'indication de plus de quinze cents titres, sera adressée gratis et franco è tout lecteur de ce journal qui en fera la demande è MM. J.-B. Bailliàre et fils è Paris. 128 Serradell Baltasar, Cadena 6 bis 1. Barcellona (Spagna), offre conchiglie viventi di tutti i paesi e specialmente di Spagna e delle Filippine, contro conchiglie viventi o fossili e minerali. 129 Mina Giorgio di Cremona offre cani da caccia che hanno ottenuti grandi premi. 180 Lucarelli Nicola di Aversa offre Tom cucciolone di 10 mesi, bracco, bianco marrone, buone disposizioni. F7y cucciolona di 10 mesi, bracca, bianca marrone. 131 M. Giraudias, 12, rue Victor-Hugo Poitiers, (Francia) désire échanger contre des objets ou des livres d’histoire naturelle: Fuckel, Symbola Mycologice, brochés, avec Supplément; Fries, Lichenographia europea, 1 vol. relié. 132 Alla scuderia Book in Barbaricina presso Pisa si vende Desaix castrone sauro di 5 anni, figlio di Amoroso e di Verdale. 133 M. Ph. Dautzenberg, 213, rue de l'Université, Paris, demande des monstruosités ou déformations de coquilles marines, terrestres ou fluviatiles. Il offre en échange de OrANFenRe8 espé- ces de mollusques frangais ou exotiques. ù 134 S. Brogi, naturalista in Siena, fa ricerca di Barbagianni (Strix flammea) e di frati- celli di mare (Sterna minuta) sia freschi in carne che già messi in pelle. 135 Herb et Wiulle, coltivatori e mercanti di grani e bulbi da fiori in Napoli, hanno posto in distribuzione gratis il nuovo catalogo n. 48. 136 Perchè tutti gli abbonati possono provare la Brillantina Ghirardi e persuadersi della sua bontà per tenere puliti i denti e sana la bocca, l'inventore ha inviate all’ amministrazione di questo periodico, parecchie eleganti scatole da cedersi quasi gratis e cioè a soli cent. 50 ciascuna franca di porto, con istruzioni e modo di adoprarla; mentre il loro costo è di L. 1,25, come più volte è stato annunziato in questo periodico. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri A tutti coloro che ne faranno richiesta scrivendoci in cartolina con risposta o inviandoci in qualunque altro modo centesimi 10, anche in francobolli, spediremo franco un catalogo di 16 pagine, contenente la indicazione di moltissimi ar- ticoli pubblicati nella Rivista e Bollettino e che vengono ora ceduti a cent. 25 per fascicolo. VOLE R BENE 9° rr I PSfivi SENESE? (uardarsi dai calori estivi facendo la cura del Ferro China Bisleri liquore gradevolissimo al palato — facilmente digerito dagli stomachi più deboli. — È il preferito rico- stituente anche economicamente perchè bastano 6 bottiglie per sentirne ì VOLETE LA SI magici effetti ridonando il (4 colorito, il buon umore, l'appetito e la forza. 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Philippe +, avicoltore a Houdan (Seine et Oise) presso Parigi (Franci \. = Deposito a Parigi: Quai du Louvre 16 = SCHIAVETTI DANIELE - Gexova Grande assortimento di uccelli ed altri animali esotici vivi. Conchiglie di lusso ed al naturale, per collezioni di Musei. Piccole scimmie uistidi ed altre specie di animali vivi per Istituti zoologici. Ricerca di Mufloni e Foche viventi AGLI ABBONATI, AGLI ISTITUTI ED ALLE BIBLIOTECHE si cedono le annate arretrate di questo periodico Rivista e Bolletiino insieme, a L. 2,50 per annata, 5 annate L. 10 e le 10 annate dal 1885 a tutto il 1894 per L. 15 franche di porto. Le dette annate arretrate, si cedono pure in cambio di periodici, libri, opuscoli ecc. di storia naturale. Agli abbonati che ci procurano nuovi associati rimettendocene 1° importo, diamo in dono un'annata arretrata per ogni nuovo abbonato procuratoci. Anno XV N.° 8 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Agosto 1895 SOMMARIO Dei prof. A. La vesciga idrostatica dei pesci e l'apparato aereostatico e polmonare degli uccelli. Pag. 97. Rivista Bibliografica. Da pag. 99. a pag. 102. Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1894. Da pag. 102. a pag. 104. LA VESCIGA IDROSTATICA DEI PESCI E L'APPARATO AEREOSTATICO E POLMONARE DEGLI UCCELLI SETA INNER 14 Avendo intrapresi nel mese passato alcuni studii speciali sugli ovarii e le uova mature degli uccelli, in più special modo, e dei pesci, mi avvenne, nelle varie dissezioni compiute, di rivolgere la mia attenzione ancora a quegli ap- parecchi, che, negli uni e negli altri respettivamente, servono a rendere. più leggero il loro corpo, per poter sostenersi in due elementi mobili e relativa- mente leggieri (acqua ed aria) voglio dire alla così detta vescica natatoria, o idrostatica nei pesci, ed all’ insieme di celle o sacche aereifere, quale io chiamo apparato aereosiatico negli uccelli; e sempre più mi confermai nella mia opinione già espressa nel 1878, in una memoria intitolata: Considerazioni sulla situa- sione dei polmoni negli uccelli, e sulle funzioni della vescica idrostatica dei pesci. o pubblicai allora questo lavoro, per dire la mia opinione su di una di- vergenza d'idee manifestate, su questi due punti, in una specie di discussione, da due scienziati, 0 per dirla più esattamente, da uno scienziato vero, ed .un dottore perfezionato (!) all’ estero, e professore incaricato, e quali io, per non far nomi, designerò con le due prime lettere dell’ alfabeto, e chiamerò il primo lo Scienziato A, ed il secondo, il Prof. B. Questi, voleva per esempio, sostenere che la situazione fissa, ed in alto dei polmoni negli uccelli, era, per la loro leggerezza speciale, una circostanza favorevole non solo, ma anche necessaria al volo, perchè se fossero stati liberi, ‘e situati altrimenti, sarebbe rimasto turbato (son sue parole) il centro di gravità, ed avvenuti sarebbero delli sconcerti nel volo. Ciò non persuase troppo lo Scienziato A, il quale, avendo fatto delle obie- zioni e delle domande a B, questi dovè troncare la questione col dire, che per il momento, non-:si trovava in grado di rispondere, e passò a sostenere che la vescica dei pesci, non era organo speciale per il nuoto, come anticamente st credeva, ma bensi un organo rappresentante i polmoni, e perciò più respi- ratorio che di locomozione. Nel suddetto lavoro dunque, io dimostrai per prima cosa, che la situa- zione dei polmoni negli uccelli, nulla influir poteva sul volo; ed ora aggiungo che tal questione, ben poco scientifica, neppur meritava di essere elevata, non ‘che discussa: giacchè, non poteva davvero, ad un uomo riflessivo e di buon senso, venire in mente, che un paro di celle o sacche membranose piene di Ò 98 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI aria, quali sono i polmoni, comunicanti con altre celle o sacche parimente membranose, e parimente più piene d’aria, potessero, di quest’ ultime, esser più leggere, in modo poi da influire, a seconda della loro diversa situazione, sull'equilibrio di quella massa gassosa, e così dell’ animale medesimo. Ma il Prof. B pensando all’ aria circolante nei polmoni, andò avanti alle- gramente : e senza tener conto del fitto tessuto cellulare costituente il paren- chima delle dette due celle polmonari, senza tener conto dei bronchi, e loro numerose diramazioni nei polmoni stessi, e senza tener conto della mirabil rete di vasi, che di continuo portano, e riportano via il sangue da essi polmoni; caratterizzò questi addirittura come più leggieri: mentre, se avesse corso meno, e calcolato il peso, per quanto minimo, della già accennata organizzazione pol- monare, del tutto inesistente nel suddetto grande apparecchio cellulare aereo- statico, di nient'altro ripieno che di aria, avrebbe più logicamente dovuto riguardar questo come più leggiero, e quello polmonare come alquanto più grave. E in questo caso la sua conclusione, poteva risultare anche al rovescio di quello che ei voleva sostenere. Nel suddetto lavoro del 1878, dichiarai poi, riguardo al secondo punto, che la vescica dei vertebrati inferiori, cioè dei pesci, non altro dovevasi ri- guardare che quale un apparato puramente idrostatico : e ciò pure contro il parere del medesimo Prof. B, il quale, nel discutere con lo Scienziato A, volle sostenere che il riguardare la vescica dei pesci, quale organo puramente favorevole al nuoto, era un’idea sbagliata degli antichi, ed ora corretta da più recenti ed accurati studii dei migliori autori moderni, i quali la riguar- dano giustamente quale un organo respiratorio. Ma quì pure il povero B fu poco felice nelle sue argomentazioni: poichè si può opporgli, come anco nel detto lavoro dicevo, che l’idea di attribuire alla vescica natatoria funzioni respiratorie, è più antica di quello che ei crede: giacchè fu manifestata dal Needham, dietro vedute embriologiche, nel 1668, cioè otto anni avanti Borelli (1) che vien generalmente riguardato come il padre della dottrina che attribuisce alla vescica idrostatica dei pesci funzioni . esclusivamente natatorie. Dottrina, che, se fu combattuta da alcuno, fu poi seguita e sostenuta dai più distinti autori, quali per esempio, fra gli altri, dal Cuvier (2), dai Geoffroy S. Hilaire, padre e figlio, da Muller (3), da Pancieri, ed anco.... incredibile a dire! dal Prof. Ernesto Haeckel di Jena: da quello stesso cioè sotto il quale il B era stato, come si dice, a perfezionarsi ! E quì davvero bisogna dire, o che il B stimando se stesso più illustre del veramente distinto ed illustre suo Maestro, si fosse schierato fra i suoi oppo- sitori, ovvero (ed è più verosimile) che essendo un po’ debole nel tedesco, non (1) De motu animalium. 1676. (2) Lecons d’Anatomie comparée. Paris 1805. (3) Manuel de Physiologie. Trad. jourdan, 2.* Edit. 185. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 99 mer ELI intendesse nè le sue lezioni, nè le sue opere! Giacchè fu. appunto nel 1874, cioè verso l’ epoca nella quale l’ allora Dott. B, era a perfezionarsi a Jena, che l’ Haeckel pubblicò l’ impareggiabile sua Antropogenia, che in 3 anni fu alla terza edizione, e nel 1891 alla quarta, sulla quale è stata fatta ultima- mente la prima traduzione italiana (1) e sulla quale, a proposito della vescica dei pesci, si legge: Essa (cioè la vescica) serve NON ALLA RESPIRAZIONE, MA ALLA NATAZIONE, cioè È UN APPARATO IDROSTATICO : è la vescica natatoria dei pesci. Questo l’ antefatto, la introduzione, in certo modo, a quanto sarò per dire onde chiarir meglio le mie idee su i due punti della questione già detta, e rispondere al tempo stesso, agli appunti che su di essa da qualcuno, e più specialmente da B mi sono stati fatti. ADEI (1) Opere di Ernesto Haekel, III, Antropogenia o Storia della evoluzione umana. Prima tra- duzione italiana fatta sulla IV edizione tedesca dal Dott. Daniele Rosa, - Torino - Unione Tipo- grafica Editrice 1895. RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L'amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle qualiéò segnato il costo, ed anche le altre se possibile. GRIFFINI A. Coleotteri italiani, (Milano 1894, Edit, Hoepli, Pag. 334 in 16,° con 215 incisioni ; legato in tela L, 3) La già pregevole raccolta dei Manuali Hoepli sì è ora arricchita della interessante sezione - Entomologia - che riguarda gli insetti italiani. Ne sono pubblicati 3 volumi dei quali il presente si riferisce ai Coleotteri, quello di cui parleremo più sotto sì occupa dei Lepidotteri ed il terzo del quale demmo l’ annunzio nello scorso fascicolo tratta i Detters. Come ben dice l’ egregio A. nella prefazione a questo volume sui coleotteri, i giovani che co» minciano a prendere passione allo studio della zoologia, quasi sempre iniziano le loro piccole col- lezioni con gli insetti, ma anche il principiante se veramente vuol trar profitto dalle sue caccio e riunire bene l'utile al dilettevole, occorre che cominci subito dal classificare gli insetti che prende e cerchi di conoscere qualcosa sulla loro vita e costumi, distinguere i sessi ecc, Ma quale libro italiano poteva fin ora essergli di buona e facile guida? Nessuno; poichè non esistevano trattati elementari dove si potessero trovare oltre a succinte generalità, e brevi descrizioni, le figure abbastanza fedeli dei principali e più comuni insetti italiani; un libro con il quale si po- tessero riconoscere e denominare gli insetti che più frequentemente si trovano ogni giorna e dove fossero esposte le principali cognizioni della loro vita. Questi volumi pubblicati ora con lodevole zelo dall’ ottimo editore Comm. Hoepli, colmano la lacuna, e saranno certamente i prediletti dei giovanetti entomologi non solo, ma possono util- mente essere consultati anche da tutte le persone che, senza essere nè voler essere naturalisti, sen- tono il bisogno di aver cognizioni scientifiche, non fosse altro per non rimanere con certi enormi pregiudizi ed in certi madornali errori, come coloro che non si curano della storia naturale, L'egregio A. oltre alle generalità indispensabili per comprendere le classificazioni e le de- scrizioni, prima di trattare di ciascuna famiglia ha dato un cenno generale della famiglia stessa, in modo da presentare al lettore un quadro sommario delle forme e della vita dei coleotteri di 100 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI quel gruppo. In ogni famiglia ha descritte abbastanza diffusamente alcune specie principalissime, facendo seguire quindi la nota diagnostica su quelle affini ed egualmente frequenti e facili ad essere raccolte, ed accennando pure alle specie utili ed a quelle nocive, GRIFFINI A. Lepidotteri italiani. (Milano 1895. Edit. Hoepli. Pag. 236 in 16.° con 149 incisioni ; legato in tela L. 1,50) È questo il volume già citato di sopra ed essendo dovuto allo stesso egregio A., ha il medesimo scopo, ed è compilato con i medesimi pregi, per cui non stiamo a darne maggiori dettagli. Il sottordine dei opaloceri 0 Lepidotteri diurni vi è trattato più am- pliamente anche perchè questi sono i prediletti dei principianti. Centoquarantanove figurè vi rap- presentano le specie più comuni e più interessanti. BRENTARI OTTONE. Guida del Trentino. (Bassano 1895. Tip. Pozzato. Pag. 404 in 16.9) Il Brentari è ben noto come abile scrittore di Guide, avendone già pubblicate parecchie, riu- scite pregevoli e bene accette al pubblico. Questa del Trentino viene alla luce per cura della be- nemerita Società degli Alpinisti tridentini, della quale 1° egregio A. è socio e per la quale la ha composta con amore, pazienza e nobile generosità. La prima parte che comprende le Valli del- l’ Adige e del Brenta, fu pubblicata nel 1891, la parte seconda ora uscita alla luce, si occupa pure del Trentino orientale descrivendo: Valle media dell’ Adige e Valle dell’ Eisack; Valle dell’ Avi- sio; Valle del Cismone; Dolomiti Trentine. Regione attraentissima non solo per le interessanti particolarità geologiche di Fassa e di Predazzo e le bizzarrie dolomitiche di Fassa e di S. Martino ma. anche per le incantevoli attrattive di fantastico paesaggio. Bene a ragione quindi la direzione della numerosa e simpatica Società degli Alpinisti tri- dentini, è sicura che non solo i soci, ma tutti gli amici delle Alpi, ed in ispecie gli amici di questa terra italiana, saranno grati all’ egregio A. per le sue amorose fatiche. MARTORELLI prof. GIACINTO. Notizie ornitologiche sopra osservazioni fatte nell’ anno 1894-95. (Milano 1895. Atti Società italiana di Sc. nat. vol. XX XV. Estratto di pag. 8 in 8.9) L’egregio A. si occupa: 1.° Caso di ibridismo, verificatosi a Trenno Milanese, fra due specie di pappagalli del genere Ara e cioè Ara macao g° X Ara militaris P. 2.° Sopra alcune aquile reali (Aquila crysaétos Lin.) prese in Lombardia durante l'inverno 1894-95, 3.° Sulle varietà di Lanius excubitor Lin. che si prendono in Italia. VERSON E. e BISSON E. Sviluppo postembrionale degli organi sessuali ac- cessori del maschio del Bombys mori. (Padova 1895. R. Stazione bacologica sperimentale. Pag. 82 in 8.° e 4 tav. con molte figure). Gli egregi autori si sono dedicati a questo minuto e particola- reggiato studio con lo scopo di offrire alla morfogenesi, un contributo limitato sì per la esten- sione, ma intiero e completo in ogni suo dettaglio. È questa la prima volta che la parte con- duttrice ed accessoria delle glandole genitali, viene studiata in un determinato insetto con serie non interrotta di fasi evolutive, così da escludere affatto ogni lacuna nelle osservazioni ed ogni suggestivo apprezzamento nelle interpretazioni delle medesime; ed a questo proposito, gli egregi A. fanno saggissime considerazioni. Le conclusioni alle quali son giunti gli egregi autori sono contrarie a quanto era già stato ammesso dopo gli studi e le pubblicazioni del dott. Nusbaum. Una bella serie di figure delineate con la camera lucida, corredano la memoria. BOMBICCI prof. LUIGI. Descrizione degli esemplari di solfo nativo Lristai lizzato delle solfare di romagna, raccolti e classificati dall’ autore nel museo mineralogico della R. Università di Bologna. (Bologna 1895. Memorie della R. Accademia delle Scienze dell’ Istituto di Bologna. Estratto di pag. 82 e 3 tav. in 4.9) La splendida collezione di cristalli di solfo che viene qui descritta ed illustrata dal celebre autore, il quale ha pure la sodisfazione di averla messa insieme ed ordinata, come le altre che rendono prezioso quel museo mineralogico, è formata da 1795 esemplari. Il comm. Bombicci parla della Topografia e Geognosia delle miniere e della formazione ter- ziaria solfifera della Romagna, dando la serie delle roccie cronologicamente classificate. Da la descrizione dei singoli cristalli, accenna alle più probabili origini nei giacimenti solfiferi sia di Romagna sia di Sicilia del minerale di solfo e di altri minerali cristallizzati che con esso si riu- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 101 vengono. In appendice è un « Ricordo bibliografico » ed in fine sono, con accuratissime figure, rappresentate le più interessanti forme di cristalli fra quelle descritte. DEI APELLE. Albinismo osservato nell’ uomo e negli animali, e più partico- larmente negli uccelli. (Siena 1895. Atti R. Accad. Fisiocritici. Estratto di pag. 12 in 8°) Parla dell’albinismo in generale e delle sue suddivisioni, presentando una tavola tassonomica del- l’ albinismo, secondo i concetti prima espressi. Accenna a diversi casi di albinismo osservati in uccelli, suddividendoli nelle 3 categorie di albinismi congeniti, albinismi occasionati per cause varie ed albinismi occasionati dall’ età. DE TONI G. B. Il Lithoderma fontanum (Flah) in Italia e la sua distribu- zione geografica. (Roma 1895. Atti Accademia pontificia de’ Nuovi Lincei. Serie IIL® Estratto di pag. 4 in 4.°) L'egregio A. ha per il primo trovato in Italia e precisamente sui sassi dei ru- scelli a Galliera veneta il Lithoderma fontanum Flah. e ciò è un buon contributo alla flora algologica dell’ Italia, ancora così poco conosciuta. FUNARO prof. ANGELO. Ricerche chimiche sulle acque potabili. (Torino 1895. Supplemento annuale di Chimica, vol. XI. Estratto di pag. 90 in 8.°) Le acque potabili sono al giorno d'oggi divenute di una tale importanza per la igiene e la salute pubblica che della loro bontà si occupa assolutamente tutta la gran massa del genere umano. Un lavoro adunque co- scienzioso, scientifico, pratico e dettagliato come questo del prof. Funaro, riesce di molto interesse pubblico. In esso si tratta della depurazione naturale delle acque potabili; della loro filtrazione, facendo pure conoscere e dando le figure di molti fra i migliori filtri; della depurazione delle acque potabili con mezzi chimici, e degli apparecchi necessari che pure vengono qui figu- rati. Quindi viene ad occuparsi delle acque industriali e della loro depurazione; poi delle analisi delle acque potabili, ed infine si trattiene nello studio delle acque potabili di Torino. Centodi- ciasette figure sono intercalate nel testo. PIC MAURIZIO. Anthicidae e Pseudoanthicidae. (Genova 1895. Annali Museo. ci- vico di St. nat. vol. XV.3 Luglio. Estratto di pag. 4in 8.°) Trattasi di materiale scientifico portato nel 1893 dal noto esploratore Cap. Bottego, dai paesi dei Somali e dei Galla. Sono 8 specie di cui le 5 seguenti nuove, e nuovo pure il genere Arussia: Arussia Gestroi, Macratria arussiensis, Notoxus vicinus, Anthicus Bottegoi, e A. Gestroi. FAUST J. Descrizioni di nuove specie di Curculionidae. (Genova 1895. Annali Museo Civico di St. nat. vol. XV. 3-5 Luglio. Estratto di pag. 12 in 8.9) Anche queste nuove specie di insetti sono state raccolte dal prelodato Cap. Bottego durante la sua esplorazione del Giuba e dei suoi affluenti, effettuata negli anni 1892-93. Ecco i nomi dati loro dall’ egregio A. : Em- brithes irregularis. E. egenus. E. ‘vinculatus. E. erinaceus. Aphyonotus (n. g.) zophosioides, A. pectorosus. A. sodalis. A. lepidopterus. BroGI O_o - LIBRAIRIE J-B. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), è Paris __ Les Merveilles de la Nature: les /nsectes, par. A.-E Breum. Edition frangaise par J. KunckEL 1’ HERCULAIS, assistant au Muséum. 2 volumes gr. in-8 de 1500 pages à 2 colonnes avec 2000figures' dans'la texte et 36 planches hors textel i i 00. e 24 fn Nouvelle édition en 48 séries à 50 centimes. Il paraît une série toutes les semaines. Abbonnement de 6 mois, 12 fr. — d’un an. 24 fr. Les Merveilles de la Nature de Brehm nous font connaître ceux qui sont comme nous les hòtes de cette terre, qui, sans cesse mélés à notre vie, amis ou ennemis, serviteurs ou esclaves se partagent avec l'homme le vaste domaine où s'agitent nos destinées. : i Brehm n'est pas un savant de cabinet, qui n’a vu que des apimaux empailés sons les vitrines d’une galerie; il a étudié de près la nature vivant; il est méme souvent allé observer jusque dans leu sauvage patrie les animaux inconpas dans nos climats. Pour les savants et pour ceux qui se livrent spécialement à l’étude de l'entomologie, cet ouvrage sera, gràce au véritable esprit scientitique et a la metode sévère de l’auteur, un précieux auxiliaire, 102 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI i ___ _——————————€———————_——————_!rcrcrcgxzx-x-x:x-»>-mM'cm)Mm—_- E" te Ze assez sérieux pour instruire, assez original pour charmer. Aux habitants de la campagne, propriétaires, agricolteurs, industriels, il parlera des soins è donner anx insectes utiles, abeilles, vers à soie, de leur élevage, de leurs maladies; de l’acclimation et de la domestication des espèces nouvelles, puis il s'occupe de la destruction des insectes nuisibles à la grande et à la petite culture, ‘à la vigne, aux céréales, au verger, au potager, aux foréts, etc. Enfin, à toux ceux, petits et grands, qui cherchent dans les lectures sérieuses des joies douces et des émotions vraies; à ceux qui, ne possédant sur l'histoire natucelle aucune notion positive, désirent s'initier à l’étude des merveilles innombrables de l'univers, il apportera profit et plaisir, une instruction amusante et un amusement instructif; il exci- tera l’active curiosité l’enfant; il sera un sujet le méditation pour l’àge mùr, mis à la portée de tous les iges et de tous les esprits, s'addressant à toutes les intelligences, comme è toutes les positions sociales, il répandra partout, les salutaires legons de la science. Le Monde des Plantes, par P. CostAnTIN, agrégé des sciences naturelles, professeur au Iyeée de Rennes. 2 vol. gr. in-8 de 750 pages, illustrés de 760 figures. Se publie en 48 séries à 50 cent. ou en 8 fascicules à 3 fr. Envoi franco du fascicule I°" contre un mandat postal de 3 fr. M. Paul Costantin, agrégé des sciences naturelles, professeur au lyeée de Rennes, déja connu du grand pubblic par son ouvrage « Anatomie et physiologie animales », en collaboration avec le profes- seur MatHias Duvar, à entrepris ce travail et s'est attaché è apporter dans l’accomplissement de sa làche cet esprit de sérieuse vulgarisation qui a rendu si populaire l’euvre de BrEHM et des sa- vants frangais qui ont fait de l’édition frangaise l’histoire naturelle la plus au courant de la science. Le Monde des olantes est une description méthodique, famille par famille du régne végétal. L’au- teur s'est attacché è étudier surtout les plantes qui croissent dans notre pays, et, parmi les plantes exotiques, celles qui sont susceptibles d’applications intéressantes. Le lecteur trouvera dans cet ouvrage pour chaque famille chaque genre et chaque espèce, à còté des caractères botaniques, l’indication de la distribution géographique du groupe étudié, en mème temps que l’exposé de nombreux services que peuvent rendre les végétaux à la médecine, à l’alimentation, è l’industrie, à l'agriculture, à l’horti- culture, à la décoration des appartements, etc. Les caractères biologiques, c'est-à dire les phénomènes iptéressants: de la vie des plantes n’ont pas été oubliés et sont traités avec le plus grand soin. Tous ceux qui aiment les plantes, et ils sont légion, peuvent donc lire avec profit ce livre. L'ouvrage est au courant des recherches les plus récentes. De très nombreuses figures l’accompagnent: représentations de plantes, fleurs, fruits, vues pittoresques, etc. BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1894 Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in questo catalogo bibliografico. sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copìa delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. N. B. L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. \ ——eo-——_e—__=""e=—> Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. (continuazione) 272 Rosa dott. D. Allolobophora Ganglba- ueri ed A. Oliveirae, nuove specie di lumbricidi europei. (Torino. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. n. 170, 4 pag. in 8.) 273 Rosario T. Zoologia agraria. (Acireale. Boll. del Comizio agr., n. ll e seg.) 274 Rossi dott. U. Contributo allo studio della struttura, della maturazione e della distru- zione delle uova degli Anfibi (Salamandrina per- 269 Rizzardi dott. U. Risultati biologici di una esplorazione del Lago di Nemi. (Roma Boll. Soc. rom. per gli studi zool., n. 5-6 pag. 137-057). 270 Roncoroni e Canara. Il metodo na- turale Sergi di classificazione umana. (Torino. Arch. di Psichiatria, Sc. penali ed Antropol. erim., fasc. 3, pag. 205-27, con tav.) 271 Rosa D. Perichetini nuovi o meno noti. Torino. Atti R. Accad. delle Sc., disp. 14-15, pag. 762-76, con l tav.) spicillata e Geotriton fuscus). (Firenze. Monit. zool. ital., n. 1 e seg.) 275 Roullier. La razza Faverolles. (Milano. Riv. degli Avicul., n. 114, pag. 205-207). 276 Ridinger N. Corso di anatomia topo- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI grafica. - Vers. ital. sulla 2.* ediz. tedesca con annotazioni di G. Antonelli. (Milano. Edit. F. Vallardi. In $., con fig.) 277 Russo A. Contribuzione alla genesi degli organi negli Stelleridi. Sunto dell’ A. (Napoli. Rend. ‘Accad. Sc. fis. e mat. , fasc. 1-2, p. 14-15). 278 S. Determinazione dell’ eta del cavallo e del bue. (Trento. Alman. agr., pag. 203-208). 279 Sacco dott. F. I Molluschi dei terreni terziarii del Piemonte e della Liguria. Parte X V Cypracidae. Parte XVI Cancellariidae. (Torino. Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. n. 171, 8 pag. in 8.) 280 Salvadori T. Viaggio del dott. Alfredo Borelli nella Repubblica Argentina e nel Para- guay. IX. Intorno alla Pyrrhura chiripepè (Vieill.) e descrizione di una nuova specie del genere Pyrrhura. (Ibidem, n. 190, 4 pag. in 8.) 281 Salvadori T. Uccelli dei Somali, rac- colti da D. Eugenio dei Principi Ruspoli. (To- rino. Mem. R. Accad. Sc., pag. 247-64). 282 Salvadori T. Catalogo di una collezione di uccelli di Si-Pora. (Genova. Ann. Museo civ. St. nat. Estr. di pag. 8 in 8.) 283 Savarese G. Afta epizootica. Etiologia, cura e provvedimenti sanitari (Torino. Moderno Zooiatro. Estr. di pag. 8). 284 Savastano V. L'allevamento del porco Yorkshire presso il Comizio agrario di Casoria. (Milano. L’ Allevatore, n. 170, pag. 32-33). 285 Scarzia G. Catalogo sistematico della Mammalo-fauna Salentina. (Napoli. Tip. della pubblic. Partenopea. Pag. 16 in 8.) 286 Schiavazzi G. I lepidotteri diurni {Rhopalocera) del livornese. (Livorno. Edit. Bel- forte e C.° Pag. 116 in 16. L. 2). 287 Schieppati dr. C. Secondo Congresso della Federazione veterinaria italiana. (Milano. Clinica veter., n. 20 e seg.) 288 Schilsky J. Un nuovo Haplocnemus di Sicilia. (Palermo. Natur. sicil., n. 5-6, p. 85-86). 289 Schmidt J. Ueber einige Histeridae von dr. E. Modigliani auf der Insel Engano gesam- melt. (Genova. Ann. Museo civ. St. nat. Estr. di pag. 4 in 8.) 290 Senna dott. A. Diagnosi di due nuove specie di Brentidi. (Firenze. Resoc. Soc. entomol. ital. ,'25 marzo, pag. 11-13). 291 Senna dott. A. Sulla creduta presenza del Vesperugo (Vesperus) borealis Nilss nel- 103 l’Andalusia. (Firenze. Monit zool. ital., n. 6-7, pag. 159-60). | 292 Senna A. Viaggio di Lamberto Loria nella Papuasia orientale. XIV. Brentidi. (Genova. Ann. Museo civ. St. nat. Estr. di pag. 12 in8.) 293 Sergi G. Varietà umane della Russia e del Mediterraneo. (Roma. Atti Soc. rom. di An- tropol., fasc. 3). 294 Setti E. Osservazioni sul « Distomum gi- gas Nardo ». (Genova. Musei di Zool. e Anat. comp. , n. 26, con fig.) 295 Silvestri A. Foraminiferi fossili della salsa di Paternò. (Acireale. Atti Accad. sc., lett. ed arti, vol. V. Estr. di pag. 24 in 8., con. ll carta top. e 5 tav.) 296 Silvestri F. Diagnosi di nuove specie di miriapodi italiani. (Roma. Boil. Soc. rom. per gli studi zool., fasc. 1-3. Estr. di pag. 4.in 8, con 5 fig.) 297 Silvestri F. Sulla presenza del Polyxe- nus lucidus Chalande in Italia. (Ibidem, n. 1-3, pag. 39-41, con 3 fig.) 298 Silvestri F. Contribuzione alla cono- scenza dei Chilopodi, Symphyli, Pauropodi e Di- plopodi dell’ Umbria e del Lazio. (Ibidem, n. 5-6. Estr. di pag. 12 in 8.) 299 Silvestri F. Res Ligusticae XXII. Dia- gnosi di nuove specie di miriapodi cavernicoli. (Genova. Ann. Museo civ. St. nat. Estr. di p. 8 in 8.) 300 Sischer E. e Leonardi G. Nuovi tar- sonemidi. (Nota preventiva.) (Padova. Bull. Soc. ven. trent. Sc. nat., n. 4, pag. 183-89). 301 Sonsino P. Sviluppo, ciclo vitale e ospi- te intermedio della Bilharzia haematobia. (Pisa. Atti Soe. tosc. Se. nat. Proc. verb., pag. 9-14). 302 Sonsino P. Entozoi di camaleonte e di anfibi raccolti nel Sud della Tunisia. (lbidem, pag. 110-16). 303 Sonsino P. Degli entozoi dell’ uomo in Tunisia. (Milano. Gazz. degli Ospedali, n, 44). 304 Staderini dott. R. Un pollice con tre falangi ed una mano con sette dita nell’ uomo. (Firenze. Monit. zool, ital., n. 6-7, pag. 119-24, con 3 fig.) 305 Staurenghi dott. C. Ancora sull' ossi- ficazione del basioccipitale del Sus scroph (var. dom.) e di un caso di osso basiotico (Albrecht) nell’ Homo s. (Pavia. Boll. scient. , n. 3, pag. 60- 79, con Il fig.) 104 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 306 Stazione di entomologia agraria di Firenze. Cronaca entomologica dal 1 agosto al 31 dicembre 1893. (Roma. Boll. di notizie agr , n. 9, pag. 319-21). 307 Supino F. Contributo all’ acarofauna del- l’ Ungheria. (Padova. Bull. Soc. ven. trent. Sc. nat., n. 4, pag. 194-97). 308 Supino F. Esame batteriologico dell'acqua di Due Ville. (Padova. Atti Soc. ven. trent. Sc. nat., fase. II, pag. 412-27). 309 T. D. Di un bruco comparso sulla vite in Sicilia. (Siena. Boll. nat., n. 8, pag. 98-99). 310 Tagliani G. Ricerche anatomiche in- torno alla midolla spinale dell’ « Orthagoriscus mola ». (Firenze. Monit. zool. ital., n. ll, pag. 248-598). 311 Terrenzi G. sovra un acaro (Argas re- flecus Latr.) trovato per la prima volta, in Italia, parassita sull’ uomo. (Siena. Riv. ital. Sc. nat., n. 6 e seg.) 312 Thomas O. Slicaiai Note upon some Diplopoda obtained in North Italy and Switzerland during the spring of 1891. (Genova. Ann. Museo civ. di St. nat., vol. X1V. Estr. di pag. 6, con fig.) 313 Tommasi A. La fauna del calcare con- chigliare (Muschelkalk) ‘di Lombardia. (Pavia. Pag. 168 in 8., con 2 tav.) 314 Trabucco G. Nummulites ed Orbitolites dell’ arenaria-macigno del bacino eocenico di Firenze. (Pisa. Aiti Soc. tosc. Sc. nat. Proc verb. , pag. 184-836). 315 Trois prof. E. F. Elenco dei Cetacei dell’ Adriatico. (Siena. Riv. ital. Sc. nat., n. 10, pag. 113-15). 316 Tseselsky. La vita delle api durante l’inverno. (Milano. L’Apicoltore, n. 10, p. 294-909). 317 Ulivi G. Manualino di apicoltura ad uso dei contadini e delle scuole agrarie. (Torino. Lib. F. Casanuova. Pag. 80 in 8. p. L. 0,80). 318 Vachal J. Nouvelles espèces d’Hymé- ‘ noptères des genres Halictus, Prosopis, Allodape et Nomioides. (Genova. Ann. Museo civ. St. nat. Estr. di pag. 24 in 8.) 319 Vachetta A. Cani esotici men noti. (Milano. L' Allevatore, n. 184 e seg.) 320 Vachetta A. Vademecum del Veteri- nario. (Modena. Edit. E. Sarosino. Pag 212). 321 Valenti G. Contribution à l’histogenèse de la cellule nerveuse et de la. névroglie: dans le cerveau de quelques poissons chondrostéens. (Torino. Arch. ital. 188-953). 322 Venuta dott. A. Le razze estere al- l’Esposizione bovina di Torino del 1894. (To- di Biolog., fasc. 2-3, pag. rino. Moderno Zooiatro. Estr. di pag. 16). 323 Verson. Il meccanismo delle mute (nel Bombyx mori). (Padova. Boll. mensile di ba- chicol., n. 11). 324 Visast dott. O. La Porthesia Chry- sorroea L. (Liparis crysorroea) (Bruco peloso degli alberi da frutto). (Portici. Boll. R. Scuola sup. d’Agricolt., n. 23, 4 pag. in 8.) 325 Vlacovich prof. G. P. Sul guscio delle uova proprie al Bombice del gelso (Padova. Bol!. mens. di bachicol., n. 9 e seg.) 326 Vlacovich G. P. Sulla moltiplicazione dei corpuscoli parassiti nel Bombice del gelso per scissione trasversa (Nota di aggiunta). ({bi- dem, n. ll e seg., con l tav. lit.) 327 Voglino P. Ricerche intorno alle mac- chie nere delle foglie del gelso ed alla flaccidezza del baco da seta. (Casale Monferrato. Bacol, ital., n. 32, pag. 250-353). 328 Voltolina G. B. Sulla pesca del pesce novello a Burano. (Venàzia Neptunia, p. 163-67). 329 Wedenissow dott. T. Diagnosi di Cro- stacei nuovi raccolti nel paese dei Somali dal- L. Bricchetti-Robecchi. Soc. Entomol. ital., 330 Zoja prof. G: Sopra due crani Somali. (Pavia. Boll. scient., n. 4, pag. 97-100). 331 Zoja R. Sullo sviluppo dei blastomeri isolati delle uova di-alcune Meduse. (Jena. Ana- l'ing. (Firenze Resoc. 25 marzo, pag. 6). tomischer Anzeiser, n. 6, pag. 195-98). 332 Zuccoli L Diaspis pentagona. (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 6, pag. 44-45). 333 * * * Insetti che attaccano il grano ed altri semi secchi nei granai e modo di liberar- sene. (Padova. Boll. di Entomol. agr. e Patol. veg., n.7, pag. 107-115). i 334 * * * Le principali pubblicazioni italiane di mascalcia nel terzo periodo della storia di quest’ arte. (Pisa. Giorn. d’ Ippol., n. 6). (continua) PRA = 5. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri VIpzuo ria RITA BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE ANNO XV dr >». SUPPLEMENTO MENSILE (N. N25 arca RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) IL. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno 15 Agosto SOMMARIO Bastogi Gualtiero. Ancora sulla seta delle ”” Saturnie ,,. Pag. 97. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 98. COMUNICAZIONI. S. Tecnica microscopica. — G. De P. Società colombofila fiorentina, — R. Pino colossale. Pag. 100-101. Insegnamenti pratici. Prerogative di un buon cavallo — Per fare ingrossare le patate — Distruzione delle erbacce — Conservazione dei pesci e ranocchi vivi — Crisantemi nel ghiaccio — Lo Champagne degli inglesi — Vermi nei frutti. Pag. 101-102. Notiziario. Pag. Ost Nomine, promozioni, onorificenze, premi. Pag. 104. — Richieste, offerte ecc. fra gli abbonati. Pag 104. GUALTIERO BASTOGI ANCORA SULLA SETA DELLE ” SATURNIE ,, do —___ Nel numero 5 del corrente anno, in questo periodico, l’ egregio Prof. Dott. Dante Badanelli scriveva un articolo intorno all’ influenza del regime alimentare sulla qualità della seta della « Saturnia Pyri », osservando come la sua larva, nutrita col Rovo comune (Rudus fructicosus L.), dia un bozzolo ben diverso da quello comunemente descritto dagli entomologi, e cioè soffice e bianco, invece che duro e bruno. Volli, anche dietro suo consiglio, ritentare la prova, ma non trovando per l’ appunto bruchi di « Saturnia Pyri », presi in loro vece quelli di « Saturnia Car- - pini », sicuro che per l'affinità delle due specie, il risultato che mi riprometteva non dovesse cambiare. Anche la « Saturnia Carpini » (0, come altrimenti è chiamata « Pavonia minor »), è farfalla comune e nota come la « S. Pyri », da cui non differisce, si può dire, che nella mole, che è assai più piccola, non misurando, ad ali aperte, che 6 cm. circa. Anche le sue larve assomigliano per l’aspetto generale a quelle della « S. Pyri », di cui però non raggiungono la grossezza: sono verdi anch’ esse, con ì tubercoli gialli o aranci, invece che celesti, provveduti di setole. E mi piace osservare, che queste larve le rinvenni allo stato selvatico, nella pianta di cui volevo nutrirle nel « Rubus fructicosus » L., presso Giogoli (Firenze). Erano ancora di prima muta, nere, colle solite macchiette gialle ai lati, e ciuffetti di peli. Senza accennare a tutte le loro varie età e mutamenti, dirò solo che, con soddisfazione, quando cominciarono a tessere il bozzolo, lo vidi formarsi di seta bianca anzichè bruna, la quale formava intorno al medesimo una soffice loppa lucente. Esso era della consueta forma a pera, aperta ad una estremità. Mi dispiacque però il vedere poi, che alcuni bruchi imbraliovano l’opera loro, pressocchè compiuta, coll’ emettere una sostanza scura (cosa che mi lusingava non doyesse punto accadere), che concentravano specialmente alle due estremità del bozzolo. Non per tutti però, come ho accennato, ho dovuto osservare tal fatto, e ciò mi fa credere che con assai maggiori cure, di quelle che non abbia potuto avere io, e con un cibo prodigato sempre in abbondanza e fresco, come si può fare da uno, che non si trovi in mezzo ad una gran città, o che altri doveri ed occupazioni non gli impediscano di procurarsi sempre, si possa ottenere una seta molto più bella e molto migliore. Sebbene i bozzoli da me ottenuti coi bruchi di « Saturnia Carpini » nutriti col « Rubus fructicosus » L., non siano belli come quelli di « Saturnia Pyri », con ugual nutrimento, il 98 fatto solo di aver riscontrato differenza grandissima, fra bozzoli della prima specie secondo che i bruchi furono nutriti col Rovo, ovvero colla Quercia (come feci tre anni or sono), mi ha in- dotto a scrivere queste misere osservazioni, nella fiducia che possano meglio incoraggiare uno, che volesse tentare un allevamento in grande e ben accurato delle nostre « Saturnie ». I bozzoli infatti che ho ottenuti dai bruchi di « Saturnia Carpini » cibandoli colla comune Quercia, sono appunto, come generalmente si legge nei trattati di entomologia « scuri, duri e gommati » in modo da non permetterne la filatura. E se dai bachicultori si sente realmente il bisogno di avere un insetto che dia buona seta (non importa se proprio come quella del comune Baco da seta « Bombix mori »), e che al tempo stesso non sia troppo delicato, si dovrebbero fare in più larga scala esperimenti su specie no- strali, piuttosto che tentare di acclimarne delle esotiche, cosa resa difficile, o dall’ impossibllità di procurare loro un nutrimento abbondante, sia per la sua scarsità, sia per il suo alto prezzo, o da cause diverse, inerenti al clima, all’ ambiente, ecc. L’infiuenza del regime alimentare sulla qualità della seta, è cosa ormai da tutti riconosciuta, e basandosi su essa per rendere atta a filarsi la seta di questi insetti, sarebbe bene dare la pre- ferenza a quelle piante che sono più comuni, e meno o punto suscettibili di malattie (come ap- punto sarebbe del Rovo in confronto del Gelso), e cercare infine di non lasciare intentato mezzo alcuno perchè non si possa ripetere oggi quello che anni sono altri diceva a proposito di un’ altra specie nostrale, il Bruco del Lentisco, « Lasiocampa Otus », e cioè che essa può dare buona seta, ma che ancora è troppo trascurata (1). Piombino, 1 Agosto 1895. (1) CornaLIA - Atti della Soc. Ital. di Scienze naturali. Vol. VIII. — 1865. GLOSSAREO ENTOMOLOGIO. REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) Lobulo genitale - Chiamasi una sorta di appendice ad uncino che porta innanzi il terzo arco inferiore dell’ addome nell’ armatura copulatrice dei Libellulidi maschi. Longitudinale - Longitudinalis - Longitudinal » der Linge nach verlaufend, ling - Che si dirige in senso della lunghezza del corpo. Lotoso - Lotosus - Boueux - Kothig, lehmig - Coperto come da una crosta di fango - Bagous lutosus. Lucido, lucente - Lucidus, lucens - Luisant - schmmernd - Che riluce o splende come specchio ben terso. - Disco delle elitre di molti Saprinus e Notiophilus = Nitido sebbene questo termine designa un grado minore. Lucifugo - Lucifuge - Che fugge la luce. Lunghezza - Longitudo - Longueur - Linge - Nelle descrizioni si comprende la misura presa dalla testa sino all’ estremità dell'addome. Lungo - Longus - Longe - lang - Si applica all’antenna quando è uguale o sorpassa la lunghezza del corpo. Lunula - Lunula - Lunule, croissant - Mondfleck, Mondchen - Si applica ad una macchia o corpo in forma di mezzaluna. Tav. IV. fig. 2 lc). Lunulato - Lunaris, lunatus - Lunulé - halbmondformig - Che offre una o più lunule. 99 M Macchia - Macula - Tache, macule - Fleck - Si chiama ogni disegno che abbia una certa estensione superiore al punto. Macchia anulare - Zache annulaire - Ropaloceri - Lefebure chiama quella macchia posta all’ estremità della cellula nelle ali superiori, e che si appoggia sopra un’altra spesso quadrata, L'insieme di queste due macchie formano per Guenée la macchia discoidale. Macchia claviforme - 7°. claviforme, en cheville 0 en bouchon - Zapfenmackel - Noctue - Macchia dell’ ala superiore spesso oblunga, ed arrotondata all’ estremità posta al disotto dell’orbiculare. Tav. IV. fig. 2 cl). Macchia comune - ache commune - Che si trova posta sulla linea di unione di due pezzi estendendosi sull’ uno e sull’ altro. Macchia costale - Che dipende dalla costa o nervatura costale. Tav. III. fig. 3 a) - Per estensione si applica nelle Pieridae ad una piccola macchia nera che inter- clude la cellula come quella della Tav. III. fig. 3 b). Macchia orbiculare - M. orbicularis - T. orbiculaire - Ringmackel - Noctue - Macchia dell’ ala superiore posta verso il centro della grande cellula subcostale, ch’ è ro- tonda, ovale o in forma di anello. Tav. IV. fig. 2 0), Macchia pterostigmatale - Rambur - Macchia non ben definita o poco marcata che rim: piazza in alcuni Nevrotteri il Pterostigma. Macchia reniforme - 7°. reniforme - Nierenmackel - Macchia in forma di rene che tro- vasi all’ estremità della cellula subcostale nell’ala superiore delle Noctue. Tav. IV. fig2.r). Macchiato - Maculatus - Taché - gefleckte - Che presenta una o più macchie. Macchie ordinarie - Comprendono le machie orbiculaire e reniforme. Maculare - Maculaire - Si dice di una benda, di una riga formata dall’unione di molte | piccole macchie. Mammellonato - Mamillatus, mamillosus - Mamelonné - warzig - Si applica ad una parte che offre elevazioni in forma di mammelle - Elitre di Zlaphrus. Mandibolare - Che dipende o fa parte delle mandibole. Mandibole o mascelle superiori - Mandibulae o maxillae superiores - Mandibules - Mandibeln, Oberkiefer, o Kinbacken - Si chiamano due pezzi cornei durissimi, posti sotto il labro, e che funzionano come tanaglia. Tav. I. fig. 1 b) fig. 2 a) Tav, IL fig. 1 g) fig. 2 n) Tav. V. fig. 2-3 D). Secondo la forma si hanno: — Mandibole dentate - M. dentatae - M. dentées - gezihnte Oberkiefer - Longitarsus echii. — Mandibole lanceolate - M. lanceolatae - M. lanceolées - lanzettformige - Oberkiefer Tabanidae. — Mandibole prominenti - M. prominentes - M. prominentes - hervorragende Ober- kiefer - Quando sovrastano le mascelle - Cicindela. — Mandibole serrato-dentate - sigezàhnige Oberckiefer - Epilacna globosa. — Mandibole setolose - M. setacee - M. setoleuses - borstenformige Oberkiefer - Quelle di molti Emitteri e Ditteri chiamate ancora : setole superiori del rostro. (continua) ! 100 COMUNICAZIONI In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi domande, notizie schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. Tecnica microscopica. Un metodo ideato dal B/ezcher (1) per la preparazione e lo studio delle rocce calcaree e calcareomarnose in lamine sottili, potrà rendere utili servigi anche nelle ricerche micropaleontologiche. Quel metodo consiste nell’ esporre la lamina sottile, ottenuta coi sistemi ordinari, all’ azione dell’ acido cloridrico allungatissimo (*/,00)) proiettato mediante un va- porizzatore. Operando su calcari compatti, a struttura omogenea, la corrosione avviene in modo regolarissimo; ma non è così per le rocce eolitiche, semimarnose, semicristalline, che necessitano l’ uso alternativo delle polveri smeriglianti e dell'acido nebulizzato, fino ad ottenere la completa trasparenza. In certi casi, per agevolare la lettura dei preparati, il Bleicher ha ottenuti buoni effetti trattandoli, per non più di cinque minuti, con materie coloranti, quali la ematossilina al- luminata ed il verde-malachita. Riv. ital. di Paleontologia. Si Società Colombofila fiorentina. Sei ben riuscite gare di colombi viaggiatori, hanno avuto luogo nel secondo trimestre di quest’ anno; comprovando anche una volta che il paziente e intelligente lavoro di selezione, può dare anche in Italia, buone razze di colombi da rivaleggiare con l'estero: 1.a Gara reciproca da Pisa e Firenze distanza aerea Chilom. 70. 31 Maggio. a Firenze. 1.° Premio Colombo del Sig. G. Bologna giunto in ore 0, m. 56, s. 25. — 2.° idem del Sig. Dr. Eustis Giorgio giunto in ore 0, m. 57, s. 58. — 3.° idem del sig. Gino Cajani giunto in ore 1, m. 1, s. 36. — 4.9 idem del Sig. G. Bugiani giunto in ore !, m. 4, s. 34. — 5.° idem del Sig. G. Visconti giunto in ore 1, m. 7, s. 43. a Pisa. 1.° Premio al Colombo del Sig. Rag. C. Matteucci giunto in ore 1, m. 25, s. 20. — 2.° idem del Sig. P. Casali giunto in ore 1, m. 26, s. 10. — 3.° idem del Sig. Dott. C. Giorgini giunto in ore l, m. 28, s. 25. 2.* Gara Livorno Firenze, distanza aerea Chilom. 80. 16 Aprile. 1.° Premio al Colombo del Sig. G. Caiani giunto in ore 1, m. 25, s. 3. — 2.° idem del Sig. G. Bugiani giunto in ore l, m, 25, s. 56. — 3.° idem del Sig. G. Bologna giunto in ore l, m. 26, s. 92. 3.4 Gara Bagnacavallo Firenze, distanza aerea Chilom. 92. 14 Maggio. 1.° Premio al Colombo del Sig. C. Ciotii giunto in ore 1, m. 28 s. 57 — 2.° idem del Sig. G. Visconti giunto in ore l, m. 30, s. 33. — 3.° idem del Sig. S. Visconti giunto in ore l, m. 30, s. 33. — 3.0 idem del Sig. G. Ciotti giunto in ore l, m. 33, s. 1. 4a Gara Spezia Firenze, distanza aerea Chilom. 120. 23 Giugno. 1.° Premio al Colombo del Sig. G. Caiani giunto în ore 2, m. 25, s. 10. — 2.° idem del Sig. G. Ciotti giunto in ore 2, m. 26, s. 18. — 3.° idem del Sig. ©. Ciotti giunto in ore 2, m.25, s. 18. — 40 idem del Sig. G. Visconti giunto in ore 2, m. 26, s. 58. — ©.° idem del Sig. G. Visconti giunto in ore 2, m. 27, s. 40. 5.a Gara (piccioni giovani) da Siena a Firenze, distanza aerea Chilom. 52. 1.° Promio al Colombo del Sig. G. Ciotti giunto in ore 1, m 13, s: 42. — 2,9 idem del Sig. C. Ciotti giunto in ore 1, m. 17, s. 37. 6.2 Gara da Genova a Firenze, distanza aerea Chilom. 195. 7 Luglio. 1.° Premio al Colombo del Sig. G. Bologna giunto in ore 3, m. 33, s. 50. — 2.° idem del (1) Sur quelques perfectionnements apportes dla preparation et à l’etude de quelques minces de roches sédimentaires calcaires — Compt. rend., t. CXX, n. 20, (20 mai 1895) pag. 1129. 101 Sig. G. Ciotti giunto in ore 3, m. 35, s. 07 — 3.9 idem del Sig. G. Caiani giunto in ore 3, m. 37, s. 05. -- 4.° idem del Sig. S. Visconti giunto in ore 3, m. 37, s. 45. — 5.° idem del Sig. G. Vi- sconti giunto in ore 3, m. 42, s. 58. -- 6.° idem del Sig. C. Ciotti giunto in ore 3, m. 45, s. 52. I primi e secondi premi di cadauna gara, sono medaglie d’ argento offerte dal Municipio, dalla Camera di Commercio e dal Comizio Agrario, gli altri premi sono medaglie di bronzo offerte dai medesimi. Solo in quella reciproca le medaglie sono delle due Società concorrenti. Firenze, Luglio 1895. G. DE P. Pino colossale. Nel giardino del nobile signor Cazzago Antonio, di qui si può ammirare un colossale Pino, Pinus-Pinea, che si innalza maestoso nello spazio. Esso conta 100 braccia di altezza e 5 metri di circonferenza alla base. La sua età è così lontana che sfugge ai calcoli dei più provetti botanici. Pare che sia stato piantato contemporaneamente alla pineta di Ravenna che per bon 30 chilometri si prolunga sullo stradale per Rimini, e che venne creata nel 1200. Botticino, prov. di Brescia. R. INSEGNAMENTI PRATICI Un buon cavallo, dice il giornale di Zootecnia e Caseificio, deve essere atto a fare tutto . ciò che il padrone desidera ; deve perciò poter servire per sella, per attacchi leggieri, per tiro lento e pesante, ecc. Un cavallo non sarà pagato mai abbastanza caro, quando esso potrà riempire tutti i termini del seguente programma : 1. Se si sollevano i quattro piedi successivamente, il cavallo deve darli senza impazienza, nè bruscamente; 2. Fate rinculare il vostro cavallo : se rincula facilmente è segno d’ equilibrio ; 3. Osservatelo quando si mettono i finimenti e quando si attacca alla vettura; 4. Conducete voi stesso il cavallo, lentamente alla partenza. Allungate progressivamente le andature fino al loro massimo, rallentatele poi lo stesso fino al loro minimo. Fate salire e poi discendere un forte declivio ; 5. Montate il cavallo ; fate gli stessi esperimenti precedenti: ci si aggiunga il galoppo ed il salto; 6. Giunti al massimo di velocità fermatevi, osservate ed ascoltate la respirazione, i fianchi, le narici; sentite i battiti del cuore dietro la spalla sinistra; 7. Incontrate un treno in movimento, dei velocipedi, delle vetture a braccio, passate un ru- scello con acqua, conducetevi in mezzo ad una fila di vetture al passo, vedete se l’ animale sta- ziona saggiamente ; vedete se esso non scivola sul selciato; fate subire al cavallo un esperimento molto severo e vedete poi se mangia allegramente rientrando in scuderia; 8. Per maggior sicurezza, non si è mai infallibili, mostrate l’animale ad un bravo veterinario e fatelo sferrare davanti a questi per constatare la qualità del piede. Se vi piace fate anche pe- sare il cavallo: Di due cavalli di eguale apparenza il più pesante è il migliore: 9. Non consultate mai i vostri amici. Per fare ingrossare le patate. Il Lyon Horticole consiglia questo sistema: quando i cespugli delle patate hanno 10 centimetri di altezza si levano i petali secondari, e si lasciano i 2 0 3 più vigorosi del centro, questi sono sufficionti per alimentare i tubercoli. Il succo non va disperso coi fusti inutili, e i tubercoli diventano enormi, e più numerosi che col sistema ordinario. La distruzione delle erbacce che crescono nei cortili e sui viali dei giardini, si può otte- nere in due modi. Coll’ acido solforico diluito nell’ acqua nella proporzione di un grammo per litro. Badisi che per ottenere cotale soluzione bisogna versare l’ acido nell’ acqua a poco a poco e mescolando poscia 102 con un legno, non mai l'acqua sull'acido, onde non incorrere in inconvenienti che potrebbero es- sere gravi. Fatto questo s'innaffia ove vuolsi l'erba distrutta. Altro metodo più facile è quello di far bollire in una caldaia di ferro, dell’acqua in cui siano aggiunti 6 chilog. di calce ed 1 chilogramma zolfo in polvere per ogni 150 litri d' acqua. Si mantiene per qualche tempo la bollitura di cotesto miscuglio, agitando ogni qual tratto le sostanze postevi. o S' innaffiano l'erbe con quest'acqua, separata, dopo un po’ di riposo, dalle materie pesanti. (Gas- setta delle Campagne). Conservazione dei pesci e ranocchi vivi. Il dotto fisico ginevrino Raoul Pictef, af. ferma che i pesci d’ acqua dolce, si possono congelare in un pezzo di ghiaccio, e che basta poi far fondere il ghiaccio, perchè essi ritornino alla vita, purchè la congelazione non oltrepassi i 20 gradi. | I ranocchi possono resistere fino a 23 gradi; ma le più forti sono le lumache chè sopportano per ventiquattro ore un freddo a più di 35 gradi, senza morire. (Giorn. di Zootecnia e Caseificio). Crisantemi nel ghiaccio. A proposito dell’ uso del ghiaccio per la conservazione delle so- stanze organiche, diremo che a Londra si sono fatti vedere dei fiori di Crisantemi provenienti da Wellinton (Nuova Zelanda), e che erano stati chiusi in un tubo di vetro riempito d'acqua che era stata fatta gelare, e così si erano spediti conservandoli nella ghiacciaia del bastimento. Questi fiori sono arrivati a Londra in perfetto stato di conservazione e fatti disgelare a poco a poco e tolti dai tubi si presentavano perfettamente freschi e ben colorati. Lo Champagne degli Inglesi è la birra di ginepro — bevanda piccante, rinfrescante ed economica. Si prendono 30 grammi di bacche di buon ginepro frantumate, 500 grammi di zuccaro bianco, 600 grammi di miele, 50 grammi di radici di prezzemolo, 25 grammi di cremor di tartaro e due limoni tagliati in fette. Si mette il tutto in un'olla di terra, nella quale si versano 5 litri dì acqua bollente, rimestando spesso il contenuto e coprendo il vaso con tela. Tosto che il miscuglio non ha più che 30 a 40 gradi, vi si aggiungono 50 grammi di lievito (di birra?), e si tiene il vaso in luogo caldo perchè si sviluppi la fermentazione. Dopo 24 ore lo si passa alla flanella, lo si lascia fermentare ancora per uno o due giorni, quindi lo si ripassa per imbottigliarlo con tappi assicurati da fili di ferro. (Apiculteur — Aprile, 1895). La crusca come nutrimento dei polli. È comune la credenza, che il pastone di sola crusca sia sufficiente ad ingrassare i polli, ed a fornire alle galline un nutrimento capace a farle partorire molte uova. Or bene, la crusca, sia di grano, sia di granturco, senza essere mescolata con sangue, non è da consigliarsi che come cibo per empire lo stomaco, ma non come cibo nutritivo. Mescolando invece alla crusca il sangue degli animali, si ottiene un pastone ricchissimo di prin-.- cipii nutritivi, ed assai gustato dalle galline. Il sangue deve essere prima disseccato al forno, e poi ridotto in polvere; e così si mescola alla crusca in parti eguali, e si forma poi il pastone con acqua calda. È un cibo economico e nutritivo, da amministrarsi caldo alla mattina. (Dal! Agricoltore Ca- labro Siculo). Vermi nei frutti. I vermi che attaccano i peri ed i pomi sono stati combattuti in mille modi. Nessun rimedio pare abbia dati buoni risultati come l’ alcool. Basta introdurre una o due goccie di tale liquido nei fori che sì trovano sui frutti, per distruggere il verme. I frutti così trattati giungono a perfetta maturità. Questo sistema naturalmente non potrà essere introdotto nella grande coltura, ma desso presenta una grande utilità a coloro che coltivano poche piante ed a quanti desiderano curare in modo affatto speciale talune varietà. (Dal Giardinaggio). 103 NOTIZIARIO era La Società degli alpinisti tridentini invita i colleghi alpinisti al XX1II.° ritrovo estivo, che in quest’ anno avrà luogo dal 14 al 16 Agosto nella Valle di Non. Si effettueranno escursioni a Fondo, alla Mendola, al Ponte di S. Giustina, nella Valle di Non e di Sole e salite nei Monti dell’ Anaunia, Gruppo di Brenta, Gruppo della Presanella e Gruppo del Cevedale e della Venezia. Sarà inoltre fatta l’ inaugurazione del Rifugio sul Monte Roén. La Società geologica italiana terrà una adunanza o congresso estivo in Lucca nel prossimo settembre. Il 15 avrà luogo l’ apertura del congresso e comunicazioni scientifiche. Il 16 escursione ai Monti pisani per esaminare il giacimento di piante carbonifere e per- miane di Monte Vignale e della Traina e per studiare la serie secondaria di S. Giuliano. A Pisa sarà fatta la visita al Museo Geologico e Paleontologico. Il 17 seduta sociale per le comunicazioni scientifiche. Il 18 escursione a Monsummano e Montecatini; Visita alle Cave e alla Grotta; Salita alle Piastrelle, al Fangaccio e a Monsummano alto per lo studio dei terreni giurassici ; Discesa per la via del Rio Megliore allo stabilimento Parlanti per esaminare il Titonico, il Travertino e le Acque calde. A Montecatini visita agli Stabilimenti, alle Sorgenti e al Monte delle Panteraie per l’ esame dei travertini e degli altri terreni della località. Il 19 adunanza; discussioni relative alle fatte escursioni ; elezioni sociali, chiusura del Con- gresso, Verranno inoltre effettuate le seguenti escursioni facoltative nelle Alpi Apuane: 19 Settembre. — Ore 18,30: Partenza da Lucca per Viareggio ove si pernotta. 20 Settembre. — Ore 6: Partenza da Viareggio per Camaiore e Lombrici : lasciate le vetture a Lombrici, si prosegue per Torcigliano — Ore 12: Arrivo a Pescaglia — Colazione e partenza per l’ Albergo del Matanna. 21 Settembre. — Ore 6: Partenza dall’ Albergo del Matanna — Salita a Pian d'Orsina — Visita alla sommità del Matanna; quindi per l’ Alpe della Grotta discesa ai piedi del Procinto (che può salire per la scala di ferro messavi dal Club alpino) — Discesa a Stazzema (cave d' ar- desia di Pomezzana e Farnocchia) ed a Ponte Stazzemese (cave di breccia, bardiglio fiorito, cipol- lino e pietra refrattaria) — Ore 22: Arrivo alla Stazione di Pietrasanta. Responsabilità dei barbieri nelle malattie infettive. Il Tribunale di Torino ha pronunziato una sentenza colla quale il barbiere è reso responsabile civilmente e personalmente delle malattie infettive cagionate agli avventori con l’uso di rasoi non preventivamente disin- fettati. I giardini pubblici e i giardini botanici in Inghilterra costano delle belle somme, Ecco guanto è stato speso nel 1894: I giardini reali di Kevo va, costati 523 mila lire; il giar- dino di Edimburgo lire 100 mila; i giardini di Kensington lire 170 mila. Le spese per i giardini pubblici ammontano annualmente a 2,200,000 lire. Longevità di una cavalla. Nel giornale di zootecnia e caseificio di Palermo, si legge che una cavalla p. s. di proprietà del marchese Ferronays nella Gironda, all’età di 37 anni ha dato alla luce una bella puledra (Eras-bot). Concorsi a cattedre vacanti: E aperto il concorso al posto di maestra di matematiche, scienze naturali e lingua francese, nel R. Conservatorio di S. Chiara in Castiglion Fiorentino, provincia di Arezzo. Tempo utile per le domande fino a tutto il 15 settembre prossimo. Stipendio L. 540 all'anno, alloggio e trattamento nel Convitto. Concorso ad un posto di aiutante di 3.° classe nel R. corpo delle miniere. În- viare le domande al Ministero dì agricoltura, industria e commercio non più tardi del 1.° set- tembre prossimo. Stipendio L. 1800. 104 Posto vacante di veterinario a Santena. Stipendio fisso L. 1000 per il solo obbligo della residenza. Tempo utile per presentare le domande fino al 39 settembre p. f. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Briosi cav. prof. Giovanni, nominato cavaliere dell’ ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. Imparati nobil Edoardo. Leggiamo nella Libertà di Piacenza che questo egregio giovane sì è con splendida votazione dottorato in Scienze naturali nella Università di Pavia. ar RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all’ anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 137 M. Campan, Rue Pharaon, 46, Toulouse, (Francia), debuttando in entomologia, offre le sue raccolte di coleotteri non determinati, contro delle specie ben denominate. 138 Bastogi Gualtiero di Piombino ofire per cambi Morimus lugubris freschi o anche vivi. . 139 M. H. Léveillé, 104, rue de Flore Le Mans, (Francia), cederebbe l’ erdario del Giap- pone comprendente 17,000 specie, fra le quali 3,000 uniche. L’erbario di 10 a 12 quintali di peso, è attualmente a Parigi. Prezzo Franchi 10,000. 140 S. Brogi, naturalista in Siena, fa ricerca di Barbagianni (Strix flammea) e di frati- celli di mare (Sterna minuta) sia freschi in carne che già messi in pelle, ed offre rettili. vivi africani come Varani (V. griseus) Camaleonti (C. vulgaris) Agame (Agama) ecc. 141 Perchè tutti gli abbonati possano provare la Brillantina Ghirardi e persuadersi della sua bontà per tenere puliti i denti e sana la bocca, l'inventore ha inviate all’ amministrazione di questo periodico, parecchie eleganti scatole da cedersi quasi gratis e cioè a soli cent. 50 ciascuna franca di porto, con istruzioni e modo di adoprarla; mentre il loro costo è di L. 1,25, come più volte è stato annunziato in questo periodico. 142 Antonio Van Velsen e C'*, floricoltori in Haarlem, (Olanda), offrono gratis il loro nuovo catalogo descrittivo di Cipolle da fiori, e piante bulbose o tuberose. 143 M. Clere Joannes a Ecully, (France), offre des oeufs et des chrysalides de Plazisoma Cecropia (Amerique du Nord) et de Saturnia pyri, en echange d' oeufs, chenilles et chrysalides de lepidoctères. I 144 Si offre una bella collezione di insetti americani ed asiatici con rare specie da studiarsi, non determinate. 200 esemplari di oltre 100 specie per L. 100. 145 M. Gédéon Foulquier, rue Cannebière, 5, a Marseille, offre: R. Cleopatra JP A. Belia, Eupheno JP, E. Ida, Pasiphe JP, C. Dorus, Pamphilus variété Lyllus en échange de Lycenides particulières aux différentes régions de la France. 146 De Montlezun conte A., 106, quai de Tounis à Toulouse, domanda Carabus rutilans e Melolontha fullo non infilati. 147 M. Ernest Lelièvre, 22, Entre-les-Ponts, è Amboise, (Indre-et-Loire), offre des chenilles, déjà grosses, de B. Antherca Pernyi contre des ceufs ou chenilles d’ autres espèces sé- ricigènes, et notamment d' Attacus cynthia. S. BROGT direttore responsatile oe Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Anno XV N° 9 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Settembre 1895 SOMMARIO Damiani Giacomo. Sul Syr rhaptes paradoxus, Pallas e Utamania torda, L. Pag. 105. Dei prof. A. La vescica idrostatica dei pesci e l’ apparato aereostatico e polmonare degli uccelli. (continuazione) Pag. 108. Bibliografia italiana. Pubblicazioni del 1894. Da pag. 111. a pag. 112. SUL SYRRHAPTES PARADOXUS, PALLAS E UTAMANIA TORDA,L:. (Note Corologiche) Il Syrrhaptes paradoxus, Pallas, e 1° Utamania Torda, L., figurano nella nostra Avifauna ciascuno con una fisionomia particolare. La loro stabile definitiva inclusione più che da casi, sempre isolati, di catture avventizie, sembrami suggerita da ragioni positive d'ordine biologico. A meglio chiarire il concetto valgano alcune considerazioni generali. Il fenomeno avventizio sfugge alla critica biologica. Riportasi sempre a cause generali molto vaghe, prevalentemente a condizioni meteoriche eccezionali, già così di per sè sine lege. È una molto ristretta dispersione — nelle specie migranti — dalla via naturale: rarissimamente masse d’ individui costituiscono il fenomeno avventizio. Agenti che direttamente interessano, più che l'individuo; la specie possono determinare la migrazione in specie non migratorie, non solo, ma la successiva stabilità della massa in località antipode. Per condizioni tutte particolari di un in- dividuo può cessare per l'individuo stesso qualcuno dei fattori naturali che già contribuirono all’ adattamento definitivo della specie in una data regione, ed ecco il fenomeno avventizio, iso- lato, peculiare. La specie non è per anco in pericolo. Permangono tuttavia, nella loro utile azione, gli agenti biologici fondamentali favorevoli ad essa. «Che cosa è mai la migrazione regolare? Una necessità per la conservazione della specie, quasi direi una necessità funzionale, organica, della specie come la riproduzione. Ebbene: Le cause stesse che determinarono, un tempo, la migrazione 7n7z7a/e permanendo, e forse per la specie sfavorevolmente accettuandosi, hanno dato luogo a successive migrazioni periodiche, che sono divenute regolari. La migrazione regolare è suggerita dalla cessazione temporanea, a scadenza fissa, direi, di un coefficente biologico spesso determinabile. Il fatto che qualche individuo della massa immigrata non emigra a sua volta, e diviene sedentario, ha il suo omologo nel fenomeno opposto, più sopra accennato, della migrazione individuale che, di per sè sola, costituisce il fenomeno avventizio. Ambedue i casi non interessano la specie. In origine, le specie oggi sedentarie doverono essere migratorie. Divenuta a lungo andare, la sedentarietà condizione capitale di esistenza per la specie, a rari casi individuali (e ben più rari questi che non quelli di adattamento definitivo e la sedentarietà successiva di specie esclusiva- mente migratorie) limitasi il fatto migratorio. L’erratismo, poi, così frequente nelle specie sedentarie, è un mio della facoltà migra- toria primordiale, e, naturalmente, compiuto più spesso dalla massa che da individui isolati, quando non sia un vero e proprio sparpagliamento determinato da condizioni meteoriche locali, anche in specie di passo, estive e invernali di cui la massa indugiasi lunghi mesi in una data regione. Ciò premesso, eccomi al fatto concreto. Da tutto quello che del Szrratte, singolarmente in quest’ ultimo decennio si è scritto o notato, sono tratto a credere a una immigrazione definitiva in Europa, che darà luogo a una conseguente sedentarietà nelle regioni a questa specie più con- facienti. i Per l’Italia, sebbene singolarissima, dobbiamo pensare — anche per l’ultima e più caratte- ristica — solo ad una incursione molto parziale. L° Italia — dice il nostro Giglioli — fu attra- versata obbligamente nelle sue provincie N. E. e centrali soltanto dal lembo inferiore estremo della massa migrante. Questo nella primavera dell’ 88. Così si citano catture, ora più ora meno 106 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI numerose, quasi tutte in aprile-maggio, dal Veneto, dalla Lombardia, dall’ Emilia, dalle Marche, dal Lazio e Umbria, dalla Liguria, dalla Toscana. Nessuna cattura fu accertata nel meridionale e nelle isole. Se ne notarono di avanzate (una il 6 gennaio 89!) ma è bene credere col Giglioli e col Salvadori (1) trattarsi di individui spersi o arretrati. Non mi diffondo nella lunga enumerazione delle catture. Lo stesso Bollettino del Naturalista | ebbe già a segnarne, successivamente, molte; altrettanto il cessato « Eco della Caccia » (con il- lustrazioni) ed altre poche effemeridi locali, I. C. Temminck (2), non cita quest’ uccello, rinvenuto per la prima volta dal Rytschkof e illustrato da Pallas, fra gli uccelli europei. Dello strano, aberrante tipo degli Pterocletes, solo la Ganga (Pterocles arenarius Temm.) in un coll’ altra specie (Pt. setarius Temm.) (3) enumera nel suo ‘elenco europeo. Naturalmente il Savi non lo dà nella « Ornitologia Toscana » (1827-1831) In Degland e Gerbe (4). Alternativamente ammesso è rigettato come specie europea, fa parte ora della Fauna europea. La sua prima apparizione, infatti, data dal 1863. È notevole che non pochi indi- vidui si trattennero — sebbene estremamente localizzati, avuto riguardo alla vasta area occupata nella incursione — e che anche in Italia, ove si ebbero a contare nell’ anno dell’ incursione ben poche catture, un numero presso a poco eguale se ne ebbe molti anni dopo (1871 e * 76) senza che dal resto d’ Europa se ne segnalassero in quel torno di tempo. Detto così, brevemente, della prima apparizione del Sirratte in Europa e particolarmente in Italia, saremmo indotti a credere che la verificatasi presenza ulteriore di quest’ uccello in Italia non sia un fenomeno da meravigliare. Il fatto che, quantunque a grandi intervalli e in rari in- dividui, l’Italia segna così successivi alla prima incursione in Europa, può permetterci, tra le ‘altre molte che sì potrebbero fare, questa considerazione. Il numero esiguo — ripeto — delle cat- ture ulteriori, e a così grandi intervalli, non può, nè pure lentamente, far pensare a una nidifi- cazione anche di poche coppie in Italia. Sembra che qualche coppia riuscì a nidificare in Olanda e Danimarca, per tacere l’ essere veduti 4 individui in Grueno ’ 72 (5). I casi isolati verificatesi nel’ 76, riportati dal Giglioli, potrebbero presupporre un esagerato erratismo da N. a S. di questa specie prettamente migratoria. Ad ogni modo una cosa appare stabilita: L’ acclimatazione al Nord della Germania (Slesvig- Holstein), singolarmente dopo l’ invasione notevolissima della primavera * 88 (6). (Il Claus accenna ‘anche al Nord d’ Italia). Sarebbe interessante a questo proposito sapere se la specie ha dato luogo a vartetà climatiche, lontana dal suo habitat primitivo, tanto più che nel suo habitat medesimo ‘ presenta differenze appariscenti nella taglia e nel colorito, tanto che il Temminck (loc. cit.) giunge a dire: '« Non si può determinare guari una misura esatta per le specie d' uccelli, che vivono nelle località aride: La loro taglia è più o meno forte, sottoposta cioè all’ abbondanza o scarsità ‘ del cibo...; queste differenze si riferiscono a cause puramente locali, che influiscono perfino nel colore del piumaggio che è più o meno vivace ». Dice il Sirratte amante di sparpagliarsi, per- correndo d'un volo vaste solitudini, e accenna all’ istinto di riunirsi in branchi di molte centinaia. Per concludere, dunque, il Sérratte, che mai prima d' allora aveva varcato il confine orientale d'Europa (confine così naturale che delimita nettamente l’ Avifauna Europea da quella Eura- (1) T. SaLvaporI - /l Sirratte in Italia nella primavera 1888. (Boll. Musei Zool. e Anat. comp. della R. Università di Torino, III, n. 47). Ip. - Nuove notizie intorno al Stirratte in Itulia nel 1888. (lbidem, III, n. 52). Ip. - Le ultime notizie intorno al Sirratte in Italia negli anni 1888-89. (Ibidem, IV, Ot- tobre ’ 89, n. 70). (2) I. C. TemMIncKk - Manuel d’ Ornitologie, Paris, 1820. (3) Ip. - Ibidem, vol. II, pag. 470. (4) DEGLAND e GeERBE - Ciseaue d’ Europe, vol. II (5) E. H. GIGLIoLI - Avifauna italica, Firenze 1886, pag. 334. (6) CLaus - Zoologia. 1.à trad. ital., Milano, Vallardi, 1891-94, pag. 851 (trad. G. Cattaneo). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 107 sica, sì che a questa ed altre pochissime specie (1) proprie dell’ Asia io so limitata la comparsa sempre avventizia), deve essere stato mosso da ragioni impellenti, da condizioni indispensabili d'ambiente profondamente cangiate, interessanti la specie. Limitato per l’innanzi alle sole steppe dell’ Asia centrale (Bokkaria, Turkestan, Afganistan) si è ora diffuso da questo centro in un senso addirittura diametrale da E. a O., vincendo ostacoli naturali potentissimi (Ural, Caspio). Questo bisogno di espansione dall’ habitat naturale non può altrimenti spiegarsi che coll’ ammettere la cessazione di qualche importante fattore biologico di esso, tanto più che le incursioni si ripete- rono e ‘sempre in uno stesso senso. Cause meteoriche eccezionali potranno aver facilitato, orientato anche, la colonna migrante, ma, a mio vedere, non essere state la causa prima determinante. Può accrescere valore alla tesi il fatto dell’ acclimatazione più sopra accennato: I casì di adattamento furono rapidi, nello stesso anno. La distruzione, ben naturale, di quasi tutti gli individui immigrati non permise una più si- cura e positiva esperienza. In Italia, ad esempio, vi fu vera strage, e casi di adattamento non fu possibile accertarne, sebbene qualche cattura ritardata lo possa far credere. L’ estinto della diffusione così peculiare di questa specie, in una nuova incursione dovrebbe esser posto a profitto per accertarne l’ adatta mento, mediante opportune disposizioni protettive. Per le collezioni dei Musei e dei privati basti la strage dell’ 88! L' affine Ganga (Pterocles alchata, Steph.), tanto affine che qualche esemplare figura in più d’ una delle raccolte private sotto il titolo Sy. paradorus, non partecipa di questo istinto singolare, Specie europea (Spagna) ben raramente si fa vedere in Italia, e sempre isolatamente, nel mezzo- giorno (Sicilia, Malta), e pur da tempo figura nella nostra Avifauna. (cf. Savi, Ornit. Tosc. vol. lI pag. 170, il quale cita anche il Pt. arenarius, Temm., oggi rigettato come uccello italiano). Nell’ ultimo quinquennio nessuna nuova notizia — a quanto mi sappia — è segnalata dalla nostra regione zoogeografica. Ciò potrebbe infirmare qualcuna delle mie deduzioni. È ovvio però ch'io aggiunga essere queste poche considerazioni, dopo il molto che se ne è scritto o notato, la deduzione logica da fatti positivi. La storia di quest’uccello è di sommo interesse per noi, giacchè se anche il Sirratte si fosse limitato a varcare anche di poco il confine orientale d’ Europa, per l’Italia, questo fatto, pur non toccandola allora da vicino, l’ avrebbe interessata a probabili com- parse che, altrimenti, avrebbe dato a supporre il caso ben più straordinario che in realtà. A cessazione temporanea di qualche condizione necessaria del suo habitat riporto, invece, la immigrazione invernale tra noi della Utamania Torda, L., specie prettamenie nordica e quasi direi circumpolare. Il fatto si può riportare al fenomeno generale della immigrazione periodica di molte specie di uccelli marini, Laride, Sternide, Colymbide. Ma di ciò — che pure avrebbe un particolare interesse — non voglio dire, quanto della regolarità nelle sue comparse, sempre in- vernali, di questa specie che fino a dieci anni fa figurava nell’ Ornis Italica come avventizia. La regolarità nelle comparse si è andata man mano accentuando. È fuori dubbio ora mai che, se non sempre in eguale proporzione, ogni anno questa specie si fa vedere sulle coste special- mente tirreniche, tanto che ha già un’ estesa sinonimia volgare lungo il litorale e nelle isole In Liguria, più che altrove, ogni anno notasi da Novembre a Marzo. Ciò era già ammesso, oltre che dal Giglioli nella sua « Avifauna Italica » (1886), dalla maggior parte dei collaboratori liguri nel I.° Resoconto dell’ Inchiesta. La mia esperienza personale ha confermato per quattro anni consecutivi questa asserzione. (1) Melanocorypha yeltoniensis, Sharpe e Dresser. — Pallasia sibirica, Gigl. — Nemura cyanura, Hogds. (esem. unico per l’ Europa) GiglL. — Turdus obscurus, I. F. Gm. — 7. atrigu- laris, Temm. — T. fuscatus, Pall. (V. Boll del Nat. 1893, n. 9. E. Arrigoni degli Oddi: Il 7. fuscatus nel Bergamasco). — Oreocincla varia, Pali. — Calliope camtschatkensis, I. F. (Arrigoni degli Oddi, 1886). — Accentor montanellus, Pall. (V. Giglioli, Avifaune locali, I,° Resoc, Inchiesta in Italia, pag. 196). — Terekia cinerea, Gould. 108. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI —=—_—— Fiù o meno abbondante ho riscontrato l’ U. Torda nei paraggi di Genova negli inverni 1392-95. All’ Elba e nelle isolette dell’ arcipelago toscano (Pianosa e Giglio singolarmente) ogni in- verno qualcuna se ne vede. Ciò dall’ 86. Prima, come in molte località litoranee, vi era sconosciuta, Da Nizza, ove in buon numero comparisce la Gazza marina, i Flli. Gal credo fossero i primi a fornirne esemplari per la Collezione centrale dei V. I. a Firenze, che aveva già pochi campioni tutti tirrenici (uno | dall’ Elba, primavera 1839 !), qualche anno prima della numerosa comparsa, Il Savi nella « Orni- tologia Toscana » ne parla con una certa curiosità, citando due individui avuti in schiavitù. Per contro, ben rara è nell’ Adriatico e nell’ Ionio. Si è spinta fino a Malta. Secondo il Brehm (1) eccone l’ habitat: « I mari glaciali dei due emisferi. Di passo in inverno sulle coste dell’ Inghilterra, della Norvegia, dell’ Olanda e della Francia (coste settentrionali ?); accidentalmente in Olanda nei mari interni ». Sulle coste inglesi è provato che nidifica. Di comparse nel Mediterraneo nè pure l’ ombra! Cuvier parlando di questa specie aggiunge « Vola rapidissimamente. Qualche individuo 707 vola affatto (!) A parte « il rapidissimamente » io non mi so di individui inetti al volo. Volesse alludere il Cuvier all'altra A/ca, lA. impeennis, della quale parla incidentalmente anche il Savi, che ai suoi tempi era già presso che estinta nel Nord d’ Europa? All'Elba, in inverno, sembra che l’ U. Torda abbia addirittura supplantato l’ affine Fratercula arctica. Mai mi è stato possibile in sette anni di averne o vederne al largo, nè altri, che prima con legittima curiosità l'avevano catturata, so che l’ abbiano veduta. Concluderò, dunque, che l’ esperienza di un decennio deve indurci ad ammettere l’ U, Torda come specie per noi invernale di comparsa regolare, (Dicembre-Marzo) per tacere di qualche cat- tura primaverile anche abbastanza avanzata. Comunque si voglia giudicare il fenomeno, non per questo ne scema per noi l' importanza. Altri ne indaghi le cause probabili, La comparsa regolare di una specie artica, fino a poco fa av- ventizia, in un mare relativamente meridionale e interno come il Mediterraneo, dovrebbe ben me- ritare indagine. Se le incursioni del Syrrhaptes paradoxus in Italia parvero così straordinarie da meritare degli studî speciali, anche la sua importanza a me sembra abbia il fatto della U. Torda. Si dirà che si tratta di un uccello europeo già noto agli antichi nostri ornitologi. Ma appunto perchè essi si stupivano ad ogni sua casuale comparsa fra noi, oggi che il caso avventizio ha ceduto a un passo regolare, richiamo sul fatto l' attenzione dei nostri e ornitologi e osservatori sulla biologia di questa specie, e specialmente gli studiosi dei problemi corologici che coi biologici hanno quasi sempre un costante intimo nesso, Luglio ’ 95, Giacomo DAMIANI (1) BreuM - Vita degli animali - Uccelli - Vol. IV, pag. 314. LA VESCICA IDROSTATICA DEI PESCI E L’APPARATO AEREOSTATICO E POLMONARE DEGLI UCCELLI Ple AI Ss ZIE (continuazione) Quando pubblicai il già ricordato mio scritto nel 1878, se fui approvato dallo scienziato A e se da parte di alcuni naturalisti, che stimo assai, ne ebbi parole, ed ancor alcune lettere con espressioni fin troppo lunsinghiere, in ap- provazione delle mie vedute; trovai in Siena (già Nemo propheta in patria) dell'opposizione da parte di altri, e più specialmente da parte di B: i quali, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 109 parlando per lo più fra di loro, e con i loro aderenti (mai a me!) del mio po- vero scritto, mi qualificarono (stando almeno a quanto mi fu detto) come an- tievoluzionista, che, rimasto fedele alle antiche credenze preformiste, riguar- davo la vescica dei pesci, le sacche polmonari degli Anfibii e dei Rettili, il sistema aereostatico di sacche aereifere degli uccelli, i polmoni di questi, ed i polmoni dei mammiferi come altrettanti organi separati e distinti, preformati e dalla natura assegnati a quelle diverse classi di animali. Ma essi, in tal guisa, travisavano, in primo luogo, o almeno alteravano la questione: giacchè, senza occuparsi della topografia, dirò così, e delle fun- zioni di questi organi, come essa questione richiedeva e richiede, ma, invece, della prima origine e sviluppo degli organi medesimi; la toglievano dal campo anaiomico e fisiologico, e la portavano in quello embriologico, od evolutivo, come dir si voglia. In secondo luogo, facevano conoscere, di non aver essi letto, o letto molto fugacemente quà e là, a pezzi e bocconi, lo scritto che prendevano a criticare; e ad ogni modo poi di non averlo inteso, o non voluto intendere : giacchè, se lo avessero letto veramente e spassionatamente, avrebbero capito bene che, se io, per timore di uscir troppo dai confini della questione, la quale riguardava soLTANTO LA POSIZIONE dei polmoni negli uccelli, e le FUNZIONI della vescica idrostatica dei pesci, ero riuscito forse poco esplicito, e fors’ anco un po’ dubbio in qualche punto, nel quale mi azzardavo ad entrare in ciò che la evoluzione dei pol- moni può riguardare; in non pochi altri punti peraltro, mi pare (ad onta del mio proponimento di non sconfinare) di averne parlato anche più del bisogno: e, rapporto a principii evolutivi, di essere stato anche chiaro abbastanza. Ed infatti a pag. 8, dopo aver io detto come la vescica idrostatica dei pesci siasi gradatameute trasformata in un doppio sacco polmonare ed idro- statico ad un tempo, negli anfibii, e sempre più complicandosi, abbia continuato ad effettuare le due funzioni per provvedere alla respirazione anteriormente, ed alla leggerezza posteriormente nei Rettili; rilevavo come siasi quest’ organo meravigliosamente sviluppato negli uccelli in una parte respiratoria costituita da due veri polmoni, ed una gran parte aereostatica, costituita da un vasto apparecchio o sistema di celle membranose, distribuite in tutto il corpo, le ossa comprese, e riceventi aria dagli stessi polmoni. Più avanti poi, a pag. 39, dopo avere stabilito, che tutti, o quasi tutti gli ani- mali vertebrati, hanno un apparato aereifero, o semplice, 0 composto, dicevo: « Nel pesci, l apparato aereifero, costituito dalla vescica idrostatica, è « semplice, ed altra funzione non compie che quella di ridurre moderatamente « il peso specifico del corpo di quei pesci che ne sono forniti. « Negli Anfibii e nei Rettili, l’ apparato stesso, costituito da due sacche « polmonari, è composto, e compie due funzioni, una cioè di respirazione, nella « parte anteriore, ed altra, di modificare più o meno il peso del corpo di « questi animali, nella parte posteriore. 110 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI « Negli Uccelli, lo stesso apparato aereifero, costituito dai polmoni, e dalle « celle o sacche aereostatiche con le quali comunicano, è composto e compie « perciò due funzioni: di respirazione, l’ una, nei veri polmoni, i quali corrispon- « dono alla parte respiratoria anteriore delle sacche polmonari degli Anfibii e « dei Rettili, e di ridurre grandemente il peso del corpo di questi uccelli, nella « sviluppatissima parte cellulare, che corrisponde alla parte posteriore, e per « dir così, idrostatica delle sacche medesime. « Nei Mammiferi finalmente, lo stesso apparato aereifero, costituito dai pol- « moni, è semplice, poichè compie una sola funzione, quella cioè della respi- « razione; la parte cellulare aereostatica, od idrostatica, essendo scomparsa ». E chi ne volesse di più, può leggere quello che è scritto alle pag. 44 e 45: « Che cioè, l’ apparato aereifero degli animali vertebrati, essendo con essi « comparso semplice ed essenzialmente idrostatico nei pesci, ha cominciato « a dar luogo ad una ristretta parte respiratoria nella sua parte anteriore, ed « a compier così due funzioni negli anfibii: ha continuato quindi ad avere (in- « sieme alla parte idrostatica od aereostatica) anco una parte respiratoria, nei « Rettili, e negli Uccelli; nei quali ultimi sì è dessa molto bene organizzata e costi- « tuita in due veri polmoni: e finalmente è tornato unico e semplice (organo « respiratorio) nei Mammiferi; essendo in essi scomparsa la parte sacciforme, « ed essendosi ancor meglio organizzata la parte respiratoria ». Orbene : cosa vengono dunque a dire, a ripetere, e significare infine, nel loro insieme, questi tre brani di quel mio scritto ? Mi pare che questo significato sia ben chiaro, e quello sia, che io, quivi consideravo la vescica dei pesci, le sacche polmonari degli Anfibii e dei Ret- tili, i polmoni e le celle aereostatiche degli uccelli ed i polmoni dei Mammi- feri, non già quali diversi organi, od apparati distinti, come da molti sono stati riguardati; ma bensì quali forme gradatamente modificate di un apparato pneumatico, come lo chiamo, semplice, o composto, esistente in tutti, o quasi tutti gli animali vertebrati. Che, questo apparato pneumatico, comparso semplice, in forma di vescica essenzialmente idrostatica, nei pesci, ha cominciato a divenir composto negli Anfibii, dando luogo ad una parte respiratoria nella sua parte anteriore, e con- servando in qualche modo, quella idrostatica nella posteriore. Che, questo stesso apparato, sempre meglio organizzandosi, e continuando ad essere composto nei Rettili, ed a provvedere alla respirazione nella parte anteriore, ed alla maggior leggerezza del corpo, in quella posteriore (con co- municazione delle due parti fra loro s'intende) si è molto meglio e più net- tamente differenziato negli Uccelli, con la costituzione di due veri polmoni nella sua parte anteriore, e di un vasto sistema, sacculare aereostatico nel resto, co- stituito da celle, o sacche membranose, fra di loro, e con i polmoni comunicanti. E che finalmente, questo stesso apparecchio pneumatico, perdendo tutta la parte aereostatica, già con gli uccelli scomparsa, ed organizzandosi più RE e ea e ro RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 111 ‘completamente ed ampliandosi nella parte respiratoria rimasta, è tornato ad essere, nei Mammiferi un organo semplice; per altro non più idrostatico, nè aereostatico, ma esclusivamente respiratorio. E con questo, mi pare certamente, che io, lungi dall’ essermi mostrato an- tievoluzionista, stabilissi in queli’ anno 1878, la unità ed al tempo stesso, la . storia della graduale evoluzione (nel corso di secoli sopra secoli avvenuta) del detto apparecchio pneumatico, dalla sua prima semplicissima origine in forma di vescica nei pesci, fino al suo perfezionamento e costituzione in polmoni nei vertebrati superiori, l’ Uomo, compreso; o, in altri termini, la sua FILOGENESI negli animali vertebrati. (continua) A. DEI Per mancanza di spazio rimandiamo al prossimo fascicolo, la pubblicazione della con- sueta Rivista bibliografica, domandandone scusa ai gentili autori che ci hanno favoriti i loro scritti. = LA DIREZIONE, BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1894 Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziatii loro lavori in questo catalogo bibliografico, sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copia delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. N. B. L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. =———_—eo@o e ——rre@1489 (continuazione) Botanica - Paleofitologia - Agricoltura 338 Abate agr. R. Breve cenno sulla col- tivazione degli agrumi. (Acireale. Boll. Comizio , agr., n. 3 e seg.) 339 Aci. La Castagna del Verbano. (Venezia. ‘ Neptunia, pag. 158-60). 340 Aiuti L. Il Celtis australis BR microphylla Goir. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. Proc. verb., n. 2, pag. 42). 341 Albini A. Di un fungo nuovo per l’Italia. (Genova Malpighia, fasc. 5-7, pag. 302-303). 342 Alma S. ll fico, il carrubo ed il fico d’ India nel territorio di Niscemi. (Palermo. Nuovi Ann. di agricol. sicil., fasc. 3, pag. 167- 72). 343 Arcangeli G. Sopra alcuni lavori del signor A, Bach concernenti la decomposizione dell'acido carbonico nella funzione di assimi- lazione. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 2, pag. 54-58). 344 Arcangeli G. Osservazioni sopra al- cuni Narcissus. (Ibidem, n. 4, pag. 91-95). 345 Arcangeli G. Sulla Tulipa sawxatilis Sieb. (Ibidem, n. 5, pag. 140-42). 346 Arcangeli G. Sul Narcissus Puccinellii Parl. e sul N. diflorus Curt. (Ibidem, n. 6, pag. 191-96). 347 Arcangeli G. Di nuovo sul Narcissus Puccinellit Parl. (Ibidem, n. 7, pag. 250-53). 348 Arcangeli G. Sopra alcune piante rac- colte recentemente. (Ibidem, n. 9, pag. 273-759). 349 Arcangeli G. Il Narcissus Puccinellii. (Ibidem, pag. 305). 390 Arcangeli G. Sopra alcuni casi terato- logici osservati di recente. (Ibidem, pag. 305- 208). 351 Arcangeli G. Sopra due casì teratolo- gici osservati nel R. Orto Botanico di Pisa. (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat. Proc. verb., pag. 124-25). 352 Arcangeli G. La flora italiana, 2.3 ed.° (Torino. Edit. Loescher. Pag. 836 in 8.° L. 15). 112 353 Arcangeli G. Compendio di Botanica. 2.8 edizione. (Pisa. Tip. Mariotti). 394 Artaria F. A. Note critiche sulla An- drosaces Charpentieri Heer. (Genova. Malpighia, fasc. 10-12). 3559 Assenza prof. V. Dizionaretto verna- colo-italiano ed italiano-vernacolo-botanico, della maggior parte delle piante spontanee, coltivate ed ornamentali, che crescono nelle campagne di Modica e di Sicli (Siracusa). (Terranuova. Tip. Scrodato. Pag. 72 in 8.9) 396 Avetta C. Aggiunte alla flora parmense. (Genova, Malpighia, fasc. 5-7, pag. 302). 397 Baccarini dott. P. Sulla petecchia o vaiolo degli agrumi. (Firenze. Bul]l. Soc. bot. ital., n. 7, pag. 224-28). 398 Baccarini dott. P. Sul mal nero delle viti. (Ibidem, pag. 228-37). 359 Baldacci A. Affinità delle Arzstolochia- cee e dei generi Arzstolochiacei. (Ibidem, n. 2 pag. 49-54). 360 Baldacci A. Rivista critica della col- lezione botanica fatta nel 1892 in Albania. (Ge- nova. Malpighia, fase. 1-2 e seg.) 361 Baldacci A. Relazione intorno ‘al Pi- retro insetticida di Dalmazia o Pyrethrum ci- nerariaefolium Trey. (Bologna. Soc. agr.) 362 Baldacci A. Contributo alla conoscenza della flora Dalmata, Montenegrina, Albanese, Epirota e Greca. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital., n. 2, pag. 90-103). 363 Baldacci A. Monografia della sezione « Aizopsis DC. » del genere Draba L. (Ibidem, pag. 103-121). 364 Barbero E. Modi e mezzi per combat- | tere la peronospora. (Torino. Gazz. delle cam- pagne, n. 17, pag. 129-31). 365 Bargagli P. Sulle ragioni che possono spiegare la mancanza di Orchidee nella maggior parte delle isole toscane. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. Proc. verb., n. 6, pag. 206). 366 Baroni dott. E. Sopra alcuni licheni della China, raccolti nella provincia dello Schen- sì settentrionale. (Ibidem, n. 2, pag. 46-49). 367 Baroni dott. E. Ancora della Cladonia endiviaefolia Fr. sporifera. (Ibidem. Proc. verb., pag. 49). 368 Baroni dott. E. Due forme di Biophy- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI i tum sensitivum DC. (Ibidem. Proc. verb., pag. 54). 369 Baroni dott. E. Critica intorno al la- ; voro del dott. Giuseppe De Simone intitolato: Della Zoofitogenia o Generazione animale-ve- getale dei moscherini del Caprifico. (Ibidem. Proc. verb. , pag. 58-59). 370 Baroni dott. E. Sopra alcune felci della China raccolti dal Missionario Padre Giuseppe Giraldi nella provincia dello Schensi settentrio- nale. (Ibidem, n. 5, pag. 134-39). 371 Baroni dott. E. A proposito di due nuove sostanze coloranti. (Schwarsbraun e Kernschwarz). (Ibidem, pag. 139-40). 372 Baroni dott. E. e Del Guercio dott. G. Sulla infezione prodotta nelle fragole dalla Sphaerella Fragariae Sace. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital., n. 3, pag. 208-216). 373 Belli dott. S. Rivista critica delle specie di « Trifolium » italiane comparate con quelle straniere della sezione Lupinaster (Buxbaum). (Torino. Mem. R. Acc. Sc., tomo XLIV, con 2 tav.) 374 Bellinato ing. A. La Maclura auran- tiaca. (Casale Monferrato. Bacol. ital.. n. 9, pag. 60). 375 Beltrame rev. G. La Palma dattilifera. (Napoli. Boll. Soc. afr. d’ Italia, fasc. 7-8, pag. 98-106). 376 Berlese prof. A. N. La peronospora delle patate (phitophihora infestans) ed il modo di combatterla. (Padova. Boll. di entomol. agr. e patol. veget., n. 6, pag. 92-95). 377 Berlese prof. A. N. Parassiti del Gelso vecchi e nuovi. (Ibidem,*n. 7, pag. 118-121). 378 Berlese prof. A. N. et Sostegni prof. L. Recherches sur l’action des sels de cuivre sur la végétation de la vigne et sur le sol. (Villefranche. Rev. intern. de vit. et d’cenol., n. de seg., con fig.) 379 Bicknell C. Un nuovo ibrido del genere Cirsium, C. Erisithales % bulbosum (= C. Norrisii mihi). (Genova. Malpighia, pag. 392). 3380 Binder E. Sostanze nutritive contenute nei diversi foraggi. (Trento. Alman. agrario, pag. 212-18). (continua) nm e = S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri (E BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE 15 settembre Salt SUPPLEMENTO MENSILE N99 N°9° © vira RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) I. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno SO(NEMTA:R'TO Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 105. COMUNICAZIONI. Livini prof. A. Il Vesuvio in eruzione — R. La Castagna d’ India nel- l'alimentazione del bestiame — G. De P. Gare di colombi — Neptunia. L'oro nell’ Oceano — Ballerini C. Diradamento degli acidi nelle uve da tavola. Da vag. 106. a pag. 109. Insegnamenti pratici. Pag. 109. Notiziario. Pag. 110. — Richieste, offerte ecc. fra gli abbonati. Pag 111. LOSS ARIO! ENTOMOLOGIGCO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) > Mano = Tarso anteriore (fuori d’ uso). Marginale - Marginalis - Marginal - Posto al margine. Marginato - Marginatus - Margine, rebordé - geleistet, gesaumt o gerandet - Si applica ad una parte col margine rilevato o sagliente; ed ad una parte col margine dif. ferentemente colorato dal resto della superficie. Preso in questo significa corti sponde al limbatus dei latini e bordé dei francesi. Margine - Margo - Marge - der Rand - Chiamasi la parte esterna o contorno di un or- gano. Taluni lo fanno sinonimo di lembo e di bordo. Secondo qualche autore il margine è più largo del bordo, e più stretto del lembo. Si distinguono nelle ali : — Margine anteriore - Margo anterior - M. anterieur - Vorderrand - delle ali ante- riori in latino protoloma. Tav. III. fig. 1 o-a-m) delle ali posterioti in latino pro- loma. Tav. III. fig. 1 ala inf. m k). — Margine apicale - M. apicalis - M. apical - Endrand - (exoloma) Tav. III. fig. 1 mn) — Margine esterno - M. externus - M. esterieur - Ausserand - (exoloma). — Margine inferiore - M. inferior - M. inferieur - Uoterrand = M. interno. — Margine interno - M. internus - M. interne - Innerrand - Tav. III. fig. 4 o-n). — Margine laterale o esterno - M. lateralis o externus - M. lateral o exterieur * Sei- tenrand o Aussenrand = M. apicale. — Margine posteriore - M. posterior - M. posterieur - Hinterrand = Margine interno. — Margine principate - M. principalis - M. principal - Prinzipalrand = Margine an- teriore. — Margine superiore - M. superior - M. superieur - Oberrand = M. anteriore. — Margine suturale - M. suturalis - M. sutural - Nahtrand, ‘anstossender Rand = Margine interno - delle ali anteriori: melaloma, sutural rand der Vorderflugel; - delle ali posteriori: opistholoma - sutural rand der Hinterfliigel - Tav. III. fig. 1 O g. ala inf. nl) m-o viene chiamato bordo addominale. 106 Marmorato - Marmoratus - Marbré - gemarmelt, marmorirt - Si applica ad una parte i cui colori imitano quelli del marmo per la loro disposizione - Cetonia marmorata. Mascella - Maxilla - Machoire - Kiefer - Le mascelle sono due pezzi posti da ciascun lato fra le mandibole ed il labro inferiore, e che servono di sostegno ai palpi. Tav. V. fig. 2-3 c) Nelle mascelle si distinguono quattro parti. 1 Pezzo cardinale o cardine - Cardo, pars basalis - Gond - Angel, grundtheil. - Tav. II. fig. 2 d) e) Pezzo prebasilare. 2 Stipite - Stipes - Tige - Stiel - fig. 2 h). 3 Palpo mascellare - fig. 2 ]). 4 Lobo della mascella - Lobus maxillae - Kinladenlappen - ffg. 2 k) Secondo la forma e la vestitura si hanno: — Mascelle lanceolate - Maxillae lanceolatae - M. lanceolées - lanzettformige |Unter- kiefer - Tabanidae. — Mascelle membranose - M. membranacee - M. Membraneuses - hautige Unterkiefer - Imenotteri. — Mascelle penicillate - M. penicillatae - M. penicillées - inse ito Unterkiefer - Lucanus. — Mascelle setolose - M. setosae - borstenformige Unterkiefer - Come quelle degli Emit- teri e dei Ditteri, che si chiamano pure: setole inferiori del rostro o scalpelli. — Mascelle unguicolate - M. unguicolatae - M. unguiculees - Krallenformige Unter- kiefer - Quando il lobo interno offre una unghietta (onglet dei Francesi) cornea e mobile come nella Cicindela. (continua) COMUNICAZIONI In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi domande, notizie schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. Il Vesuvio in eruzione. Da qualche mese il Vesuvio è in un periodo di dinamismo no- tevole, con fasi alterne, ora mitissime, ora minacciose. Fin dal -14 andante si trova in una di quest’ ultime. La lava, che scorreva dentro una specie di galleria, è uscita in una sola corrente; sotto il colle detto dei Canteroni, ed ha invaso per quasi 30 metri la strada provinciale, che mena all’ Osservatorio vesuviano. In questo corso il torrente infuocato ha superato violentemente un argine di scorie e di antiche lave, che gli era stato elevato di contro per ordine del Direttore dello Osservatorio. Se ne stà costruendo, più in basso, uno più grande e forte, poichè la Lava, in tutto il giorno 15, ha proseguito a scorrere sulla strada provinciale sopradetta, occupandola per oltre 100 metri in lunghezza, danneggiando pure qualche vigneto laterale. In queste belle notti serene lo spettacolo è imponente: e alcuni corrono in vettura per am- mirarlo da vicino, presso la base « del formidabile monte » sterminator Vesevo; i più sì con- tentano di osservarlo dalla così detta Marinella; con tutto comodo, essendo l’ eruzione sul fianco Est del Vesuvio. Si è notato da tutti, che questa eruzione di lava dal fianco del monte, non im- pedisce un moderato getto di materie incandescenti commiste a fumo dall’ ultima cima del cratere. Dopo il 15 agosto la lava, avendo seguitato a scorrere, fu costruito un nuovo e più forte argine che fece deviare il torrente infuocato, ed evitò gravi danni alle sottoposte fertili campagne. Il 17 e 18 si notò una progressiva diminuzione nella fase eruttiva , sicchè il 20 agosto (novilunio) era già cessato lo sgorgo del ramo, che si versava nella cupa di Pallarino e ridotto a poca cosa 107 quello, che sgorgava presso l'atrio del cavallo, e l’altro che s'immetteva nel piano detto delle Ginestre. In quel giorno gli apparecchi sismici dell’ Osservatorio indicavano pure un periodo di sosta; tuttochè riguardo a tali strumenti si debba ricordare la bella frase dell’ illustre Palmieri « essere Egli lo storiografo del Vesuvio, non il profeta ». ; i Ho voluto espressamente notare la coincidenza del Novilunio col principiare della calma nel periodo geodinamico. È risaputo che il prof. Palmieri opina esservi una certa connessione tra un maximum del dinamismo vesuviano ed il novilunio. Le sizigie (il novilunio e il plenilunio) cor- rispondono al minimo e al massimo di distanza della Luna dal Sole, cioè Luna al perielio, Luna all’ afelio. Questa volta il fenomeno vulcanico avrebbe contradetta la tesi dell’ illustre Professore. Questa tesi arieggia un poco quella degli agricoltori intorno al taglio degli alberi da costruzione, e al taglio della lana degli ovini in certe fasi della Luna, le quali influirebbero a far tarlare il legname e tignare la lana. Per quanto sia conosciuto il moto della Luna, le sue fasi luminose, e la sua minor distanza dal Sole, quando essa è al perielio (novilunio), pure non si giunge a scor- gere nessuna connessione effettiva tra le fasi lunari ed i fatti sopra accennati. Per le stesse ra- gioni non mi pareva sicura la tesi dell’ illustre vulcanologo intorno alla corrispondenza delle Si- zigie e l’ aumento del dinamismo vesuviano. Dopo il fatto della recente e ormai cessata fase erut- tiva si dovrà attendere la parola autorevole dello Scienziato, che, ottuagenario com’ è, lavora con alacrità all'incremento della Fisica terrestre e degli strumenti ad essa relativi. Napoli, 25 Agosto '95. A. LIVINI La castagna d'India nell’ alimentazione del bestiame. Più volte è stato detto che le castagne d'India non sono venefiche e si possono impunemente somministrare agli animali ; cre- diamo perciò utile riportare quanto resulta da apposite esperienze fatte dal Prof. Cornevin della Scuola veterinaria di Lione: i Le castagne d'India, crude e trinciate, sole o miste all’ avena, oppure cotte o mescolate con acque grasse, con zuppe, con farine e con orzo, non vengono mangiate dai porci e dalle anitre tenuti a digiuno. Sono bensì mangiate ridotte a purè e mescolate intimamente alla zuppa. L'A. crede che il porco rifiuta le castagne d’ India non già perchè sono amare, giacchè sono avidi di ghiande, che hanno un’ amarezza quasi eguale, ma perchè la finezza del suo odorato lo preserva dall’ avvelenamento. L’amministrazione giornaliera e forzata di 40-50 grammi di castagne crude e ridotte in piccoli pezzi, fa morire le anitre in due o tre giorni. I polli, però, senza essere refrattarii al ve- leno delle castagne, presentano una resistenza superiore a quella delle anitre, e maggiore sarebbe ancora quella dei fagiani. Gli ovini dapprima rifiutano assolutamente le castagne sole o miste all’avena, ma le man- giano completamente allorchè sono bene sminuzzate e mescolate alle barbabietole. Però i montoni si abituano facilmente, sicchè per 24 giorni continui giunsero a mangiare sino a 400 grammi al giorno di castagne, senza presentare alcun disturbo. Ma vi è di più. Da una comunicazione di Flahault risulta che 40 montoni mangiarono tutti i giorni per un mese sino a 500 grammi di ca- stagne ciascuno, miste a barbabietole, senza che avessero a presentare il benchè menomo incon- veniente. L' A. crede che l'immunità al veleno delle castagne d’ India si estenda a tutti i rumi- nanti, giacchè le castagne crude furono amministrate senza inconvenienti alle capre, alle vacche e anche ai cervi e ai caprioli. Alle vacche sono state amministrate nella quantità giornaliera di chil. 2,200, ottenendo un miglioramento nella qualità del latte e specialmente del burro (1). (1) A questo proposito dobbiamo aggiungere che il signor A. Verazzi, mac llaio dij, ovini in Milano, da parecchi anni, profittando della grande quantità di ippocastani esistenti nei giardini pubblici e lungo i bastioni, amministra giornalmente due chilogrammi di castagne d’ India ai montoni del suo armento. L'amministrazione viene fatta solo nell’ autunno e nell’ inverno, nella proporzione di un ce hi logramma al mattino e di un chilogramma alla sera, Le castagne si danno sempre crude: n el l’autunno ancora verdi, nell'inverno più o meno disseccate spontaneamente. Le castagne n on 108 Le castagne crude, ma seccate alla stufa a 55° uccidono le anitre al pari di quelle fresche ; sottomesse alla torrefazione a 130°, acquistano un colore caffè, un odore di caramelle e perdono il 39 0j0 di acqua, ma conservano la velenosità, sebbene l’'intossicamento sia lento. Mercè la cottura nell’ acqua, finchè si schiacciano come le patate, le castagne, se ammi- nistrate insieme all’ acqua, riescono molto velenose, se si danno senz'acqua l’ energia del veleno è minore, e, se, oltre la cottura, vengono lavate con acqua fresca abbondante, sono affatto inoffensive, Le castagne sgusciate, affettate e macerate nell’ acqua fresca per 24 ore perdono molto della loro tossicità. Forse prolungando la macerazione e lavandole parecchie volte, il principio velenoso si eliminerebbe affatto. i Le anitre avvelenate con castagne d’ India, perdono l'appetito, presentano una sete ardente, diarrea, dimagramento rapido, debolezza, inerzia dell’ ingluvie e finalmente muoiono nello stato di prostrazione. Per meglio mettere in evidenza la presenza del veleno delle castagne d’ India e per seguire i sintomi che esso produce, l’ A. iniettò sotto la cute di un cane sano, del peso di 15 chilogrammi, il succo spremuto da 800 gr. di castagne, e questi morì dopo 18 ore. | «°° L’A. non crede che debba incolparsi dell’'avvelenamento il tannino contenuto nelle castagne, perchè altri vegetali contenenti tannino non riescono velenosi e producono stipsi e non diarrea. Il veleno delle castagne presenterebbe proprietà intermediarie fra quello dell’Agrostemma githago che, al pari delle castagne d’ India, contiene la soponina, e quello del Colchicum auiumnale, che contiene la colchicina. (Journ. de med. vet. et de Zoot. , 1895, pag. 193 e Clinica veterinaria). R. Da Firenze. Per lodevole iniziativa della Società Colombofila fiorentina, la mattina del 31 Luglio u. p. ebbe luogo una gara d'internamento da Pontremoli alla nostra città. Le gare così chiamate, sono, come i cortesi lettori ben sapranno, quelle che si effettuano, mandando i colombi in una data località, e dopo un più o meno lungo periodo di tempo, di loro permanenza, si lanciano a piccoli gruppi o isolatamente. Questa — che è la prima che si compie in Italia — è avvenuta dopo diciasette giorni di sosta a Pontremoli, ove l' egregio colombicultore Signor Gio- vanni Bologna, ne ebbe cura e ne diresse la lanciata. Agli intelligenti e colti lettori di questo pregevole giornale, non sono io che accennerò l’ uti- lità di tale esperimento, che in pratica può permettere per molto tempo, le comunicazioni di Città o fortezza assediata, con i luoghi da ove si attendono aiuti, e che in uno dei suoi eruditi libri espose l'ottimo presidente della Società fiorentina Cav. Rag. G. C. Giachetti. La distanza di qui a Pontremoli è di 127 Chilometri in linea aerea, ed i fidi corrieri la supe- rarono brevemente, tornando tutti, ciò che entusiasmò i molti Soci e i parecchi amatori, che oc- cupavano la sede Sociale. I primi tre giunti furono dei Signori Gino Cajani, Giulio Ciotti e Giuseppe Visconti; ai quali la Commissione d’ arrivo formata dal Presidente Sig. Rag. Cav. G. C. Giachetti, del Segre- tario Sig. G. Fanciulli e dei Soci Sigg. Cesare Masoni, Giov. Batta. Della Bella, Gaetano Calvi e G. De Briganti assegnava in premio: Una medaglia d’argento dorato al primo, d'argento al se- condo e di bronzo al terzo, La buona riescita di questo esperimento, varrà a tentarne altri, a maggiore distanza e con isolate lanciate dopo lungo soggiorno. G. De P. subiscono veruna preparazione, neppure lo sgusciamento, nè vengono associate ad altri alimenti. Nell'intervallo i montoni mangiano l'erba dei prati o il fieno che loro viene amministrato nell’ ovile. È stato osservato che quando questi montoni mangiano le castagne d’ India, appetiscono più volentieri e si cibano di una maggior quantità di erba o di fieno; e sebbene quest’ alimentazione fosse fatta in stagioni sfavorevoli e insieme a erbe e fieni scadenti, pure gli animali ingrassano facilmente e forniscono una maggior quantità di carne soda, compatta e oltremodo saporita. Da ciò si deve concludere che le castagne d’ India; come avviene coll’ amministrazione delle ghiande ai porci, esercitano nei montoni un’ azione eminentemente tonica. 109 L’ oro nell’ Oceano. Già il Sonstadt, in notevoli studii di talassografia, ebbe a sostenere che l’acqua del mare contiene in minima dose particelle d' oro. «E già prima di lui gli scienziati Duvocher e Malaguti, avevano dimostrato l’ esistenza del- l'argento, in certe acque marine. Ora secondo i calcoli recentissimi del Munster, una tonnellata di acqua contiene 5 milli- grammi di cro. Siecome gli Oceani complessivamente, almeno in base ai rapporti più recenti e precisi, con- tengono circa 1,837,030,272,000 tonnellate d’ acqua, ne risulta che da essi potrebbero estrarre circa 10250 milioni di tonnellate d’ oro. La cifra è enorme, quando si noti che la produzione dell’ oro, in tutto il mondo, durante quattro secoli, cioè dal 1443, ha raggiunto appena le 5030 tonnellate. Così, se si potesse estrarre tutto l'oro che — data la esattezza dei calcoli del Munster — dovrebbe esistere nelle acque ma- rine, il più prezioso dei metalli perderebbe quasi tutto il suo valore, verrebbe a costare meno di tutti i metalli finora conosciuti. î Neptunia. Diradamento degli acini nelle uve da tavola. In Francia è usata su vastissima scala questa operazione, che oltrechè anticipare sensibilmente la maturazione, fa raggiungere agli acini il massimo della grossezza, e ne perfeziona il sapore. I famosi grappoli di Chasselas, che arrivano alle Hallés di Parigi dalle non meno famose « epallièéres » di Fontaineblau e di Thomery, sono ottenuti non solo per le varietà speciali e per il clima e terreno, ma, e forse più che tutto, per i diradamenti senza economia. Diradamento dei grappoli sui tralci, quando ve ne fossero troppi, ed infallantemente il diradamento degli acini sui grappoli. Conviene praticare il diradamento quando gli acini hanno raggiunto la grossezza d'un pisello, Si levano primi tutti quelli posti nell’ interno, e man mano quelli ove sono più fitti, asportandone pure la metà, i 23, e talvolta anche i 3[4. Allora si potrà ottenere della vera uva da mensa. C. BALLERINI. a a) INSEGNAMENTI PRATICI NRT___T_- Per liberarsi dalle orobanche o succiameli. Nel n. 25, del 23 giugno scorso, della Gazzetta agricola in un’ articolo intitolato « L’ orobanche e le fave » dopo avere indicati diversi tentativi inutilmente fatti per distruggere i succiameli aggiunge « Però l’ anno scorso, se dobbiamo dividere la fede del Sig. Ugo Ricci, si sarebbe trovato un mezzo facile ed economico per vincere la triste pianta parassita, ed i resultati ne sarebbero stati oltremodo soddisfacenti. Ed ecco come: Scelte le fave da seminarsi, si tennero per 12 ore immerse nell’ acqua, indi si posero ancor molli nello zolfo asciutto e ben polverizzato, di maniera che le fave ne rimasero ricoperte come da un intonaco e così furono subito seminate con cura. La scomparsa del parassita, la vegetazione della fava più rigogliosa, un’ ubertosa raccolta, ebbe per esito tale operazione ». Noi siamo lieti di questo resultato, ma dobbiamo fare osservare che ciò non costituisce un nuovo ritrovato, ma solo una buona conferma di quanto fu già pubblicato in questo Bollettino fino dagli anni 1885 e 86. Uva che matura in aprile e maggio. In una relazione presentata al Ministero, il prof. Valvassori, direttore della R. Scuola di Pomologia ed Orticultura di Firenze, ha reso conto dei buoni resultati ottenuti dalla coltura forzata della vite, che gli ha permesso di avere uva matura fin nell’ aprile. Gli esperimenti sono stati eseguiti presso la detta scuola e l’ egregio professore ne da i seguenti dettagli. La serra misura 20% %{ 8% % 3, 50 ed è riscaldata da due serie di tubi di terra refrattaria, i quali conducono i prodotti della combustione provenienti da due fornelli e finiscono all’ interno di due camini. Le viti sono 58, allevate a cordone obliquo. Nei primi tre anni di forzatura hanno dato da 15 a 20 chilogrammi d’ uva che si vendettero al prezzo medio di L, 10, Il prof. Valvassori 110 calcola che al 12° ‘anno di fruttificazione e cioè dopo 15 anni dall'impianto, si dovrebbero avere da 2 a 3 chilogrammi almeno di prodotto a pianta, ossia da 116 a 174 chilogrammi per tutta la serra. « Con questo prodotto, dice il relatore, tenuti presenti i prezzi elevati dell'uva sui nostri principali mercati e quelli esteri nei mesì di aprile e maggio, si potranno certamente coprire le spese annuali, ammortizzare quelle d'impianto e realizzare un discreto guadagno ». Lo spazio li- bero nella serra si utilizza con coltivazioni forzate di alberi fruttiferi in vaso le quali verranno ad aumentare sensibilmente il reddito. Il Blah-Hambourg sembra essere il vitigno che riesce meglio sotto tutti i rapporti; non escluso quello di essere meglio accetto sul mercato così per la bellezza come per il profumo e sapore zuccherino del suo grappolo. Spauracchio per gli uccelli. Dicemmo già e lo confermiamo ancora, che un buono spau- racchio per tener lontani gli uccelli, è quello formato con un pezzo di latta sospeso ad una corda in modo che il vento possa facilmente far muovere la latta. Leggiamo ora nella Gassetta delle campagne la seguente descrizione di un altro spauracchio un po’ più complicato: Si fissa nel suolo una pertica flessibile, ad esempio di frassino o di bambù, ed all’ estremità ed in parecchi punti della medesima si sospendono alcune cordicelle, che attraversano bottiglie senza fondo. Al fine della cordicella si attacca un corpo leggero, che presenti la più grande superficie possibile al vento, come un pezzo di ardesia, di legno di carbone ecc. Le bottiglie vengono fermate pel collo allo spago con un nodo, in guisa da mantenerle fisse. Nel loro interno ed in prossimità del centro della parte loro più larga, si attacca un chiodo od un piccolo pezzo di ferro qualunque: il quale mosso dal v:nto che agita la cordicella, percuote all’ interno le pareti delle bottiglie e produce un rumore continuo ed assai forte che allontana infallantemente gli uccelli. NOTIZIARIO Un concorso a premi. Il Movimento Agricolo, nuovo ed importante giornale che ha ini- ziato le sue pubblicazioni in questi giorni in Milano, allo scopo di contribuire tosto anche coi fatti al progresso dell’ industria agraria, intende aprire dei concorsi a premio ed uno intanto ne ha già indetto nel suo primo numero, per un vaporizsatore per la pulitura dei vasi vinarti e pei vari usi della cantina. Ai tre vaporizzatori ritenuti più rispondenti allo .scopo, verranno da apposita commissione aggiudicati i seguenti premi: 1. Grande Medaglia d° oro; 2. Medaglia d’ argento; 3. Medaglia di bronzo. Inviare memorie, relazioni o disegni eventuali alla Direzione del Movimento Agricolo, Via Castelfidardo, 10, Milano, prima del 31 gennaio 1896. Mostra campionaria permanente di vini ed olii in Milano. Si è deliberato di at- iuare in Milano il progetto di una Mostra campionaria permanente di vini ed oliù di produ- zione italiana, allo studio del quale attendeva da parecchio tempo un gruppo di produttori. La direzione di questa Mostra, per meglio assicurare le sorti della nuova istituzione, ha sta- bilito serie rappresentanze nei vari comuni del Regno, in ciò validamente coadiuvata dalle au- torità locali. Per offrir modo ai molti produttori e commercianti, che numerosi affluiscono continuamente in Milano dalle varie parti d'Italia e dall’ estero, ed a tutti i visitatori di avere pronte notizie, anche per quanto concerne il movimento agrario in generale, nei locali della Mostra, verrà allestita una Sala di lettura in cui si esporranno le principali pubblicazioni italiane ed estere, spedite alla direzione. Il termine assegnato agli espositori per prendervi parte è il 30 del prossimo ottobre. Le domande di partecipazione o di schiarimenti intorno alla Mostra e le pubblicazioni (gior- nali, opuscoli, comunicati, ecc.) da esporsi nella Sala di lettura, sì devono inviare: alla dire- zione della Mostra permanente di vini ed olii in Milano, Viale Principe Umberto, 14. ll RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all’ anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. ì 148 Il dott. Antonio Bertoloni di Bologna, rende noto agli studiosi che trovasi presso di lui l’erbario della flora italica del Bertoloni, corredata di tutta la corrispondenza scientifica e di una libreria botanica rara; oltre ad un erbario di piante medicinali; un erbario generale; ed un erbario della flora bolognese. A tutta questa suppellettile scientifica botanica, si trovano unite una ricchissima collezione di testi di lingua italiana (2000 opere) ed alquanti libri di entomo- logia con una discreta raccolta d’insetti mozambicesi ed europei. Se per caso vi fosse l' amatore si potrebbe anche trattarne la vendita. 149 P. Dattari, 39, via Spontini, Firenze, domanda seme delle migliori determinate va rietà del Morus per bachi da seta Inviare esemplari e prezzi. 150 Si cedono al maggiore offerente i seguenti libri : BomBicci - Corso di Mineralogia in tre grossi volumi. (Edizione esaurita). Non legato ma in buonissimo stato. x JacoLLior - Les animaux sauvages - Récit d’ histoire naturelle, de chasses et de voyages. (Il- lustrations de A. Laucon). Grosso volume ricchissimamente illustrato. Legato e quasi nuovo. FiguierR - Les races humaines, Illustrato da 268 incisioni e da 8 cromòlitografie. (Usato, ma in buonissimo stato). Luspock - Les origines de la civilisation. État primitif de l'homme et moeurs de sauvages ‘moderne. Illustrato da molte incisioni. (Usato, ma in buonissimo stato). DesmaREST - Manuel de Mammologie. (Un volume legato in mezza pelle). PLINII - Secundi historiae mundi. (Grosso volume legato in pelle). De LA Nove - L' homme sauvage. Illustrato da 35 vignette (legato in tutta tela, nuovo). RatzanI - Introduzione generale alla Zoologia. Volumi 2. Mammiferi. (Legato, usato, ma in buono stato). . FusinieRI e ReIncHEUBACH - La Dinamica molecolare. 1 vol. (non legato) con tavole. Omgoni prof. G. Geologia. Un volume legato con numerose incisioni e carta geologica. OmgonI prof. G. Geologia dell'Italia, Un vol. con numerose incisioni e carta geologica, non legato, ma in buono stato. OmgonI prof. G. - Come s'è fatta l’Italia. Saggio di Geologia popolare. Un volume (non le- gato) quasi nuovo. 3 151 I signori Max Fleischer, Via Sistina, 75-D, Roma, e C. Warnstorf, Neu Rup- pin, (Germania), intendendo pubblicare in centurie una collezione, più completa che sia possibile, di Muscinee dell’ Europa meridionale, dal 36°-46° latitudine, e più precisamente della regione me- diterranea, rivolgono preghiera a tutti i briologi di volerli aiutare colla loro collaborazione. Sono specialmente desiderate specie di muschi della Spagna, di Grecia, di Turchia; bastano general- mente 40 esemplari per ogni specie, non troppo scarsi. Chi avrà inviato il numero necessario d'esemplari di dieci specie (quindici quando si tratta di muschi raccolti in Italia e le sue isole) avrà diritto ad una copia d'una centuria. Il prezzo fissato per ogni centuria è per gli abbonati di L. 25 (20 Marchi); qualora si desi- derasse scegliere la specie, il prezzo aumenta del 25 0/0. Per sottoscrizioni, invii o informazioni, rivolgersi agli autori. 152 Del Sere Attéo, via dei Bardi 6, Firenze, desidera far cambi di coleotteri preferi- bilmente d’Italia, offrendo buoni esemplari di coleotteri della Toscana e della Calabria. 21538: Brogi, naturalista in Siena, fa ricerca di Barbagianni (Strix fammea) e di frati- celli di mare (Sterna minuta) sia freschi in carne che già messi in pelle, ed offre vivi i Vo- roni dell’ Africa (Voronus o Psammosaurus griseus). 154 Perché tutti gli abbonati possano provare la Brillantina Ghilardi e persuadersi della sua bontà per tenere puliti i denti e sana la bocca, l'inventore ha inviate all’ amministrazione di questo periodico, parecchie eleganti scatole da cedersi quasi gratis e cioè a soli cent. 50 ciascuna franca di porto, con istruzioni e modo di adoprarla; mentre il loro costo è di L. 1,25, come più volte è stato annunziato in questo periodico. 155 Si offre una bella collezione di insetti americani ed asiatici con rare specie da studiars non determinate. 200 esemplari di oltre 100 specie per L. 100. 156 E. H. Krelage et Fils, stabilimento orticolo in Haarlem (Olanda), inviano gratis il loro nuovo catalogo generale (Autunno 1895) di fiori, piante bulbose, ecc. 157 Il sig. Crescenzo de Chiara di Aversa ha da cedere un bellissimo cane Spi- none di 6 mesi, maschio, bianco e marrone. 158 M. Etienne Rabaud, 23, rue Bréa, Paris, désire échanger: cinq années (1884-85-86- 87-88) des Annales de la Soc. Ent. de France. — Traité de minéralogie, de Lapparent. Le tout en très bon giat contre des ouvrages d’anatomie comparée des vertébrés. 159 M. Charles Bureau, 3, rue des Capucins, Arras, demande ceufs, chenilles et chry- salides vivantes de toutes espèces de Lépidoptères offrant un certain intérét. i 160 M. Benderitter, Champs-Maillets, à Rouen, dés. recevoir des Lamellicornes du globe, déterminés ou non, ainsi que des ouvrages, brochures, ete., sur cette famille. Il recevrait aussi Buprestides et Longicornes. Il offre Coléoptères du globe. Env. oblata. LIBRAIRIE J-B. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), è Paris Les Merveilles de la Nature: les /nsectes, par A.-E Brenwm. Edition francaise par J. KunckEL D’° HERCULAIS, assistant au Muséum. 2 volumes gr. in-8 de 1500 pages à 2 colonnes avec 2000 figures dans la texte et 36 planches hors texte . .-. . . - SCI SAR E Nouvelle édition en 48 séries à 50 centimes. Il paraît une série toutes les semaines. Abbonnement de 6 mois, 12 fr. — d’un an. 24 fr. Les Merveilles de la Nature de Brehm nous font connaître ceux qui sont comme nous les hòtes de cette terre, qui, sans cesse mélés à notre vie, amis ou ennemis, serviteurs ou esclaves se partagent avec l'homme le vaste domaine où s'agitent nos destinées. Brehm n’est pas un savant de cabinet, qui n’a vu que. des animaux empailés sons les vitrines d’une galerie ; il a étudié de près la nature vivant; il est mème souvent allé observer jusque dans leu sauvage patrie les animaux inconnus dans nos climats. i Pour les savants et pour ceux qui se livrent spécialement à l'étude de l'entomologie, cet ouvrage sera, gràce au véritable esprit scientifique et à la metode sévère de l’auteur, un précieux auxiliaire. assez ,sérieux pour instruire, assez original pour charmer. Aux habitants de la campagne, proprietaires agrico teurs, industriels, il parlera des soins à donner anx insectes utiles, abeilles, vers à soie, de leur élevage, de leurs maladies; de l’acclimation et de la domestication des espèces pouvelles, puis il, s'occupe de la destruction des ipsectes nuisibles à la grande età la petite culture, à la vigne, aux céréales, au verger, au potager, aux foréts, etc. Enfin, à toux ceux, petits et grands, qui cherchent dans Jes lectures sérieuses des joies donces et des émotions vraies; à ceux qui, ne possédant sur l’histoire naturelle aucune notion positive, désirent s'initier a Vétude des merveilles innombrables de l'univers, il apportera profit et plaisir, une instruction amusante et un amusement instructif; il exci- tera l’active curiosité l’enfant; il sera un sujet le méditation pour l’àge mùr, mis à la portée de tous les ages et de tous les esprits, s'addressant à toutes les intelligences, comme è toutes les positions sociales, il répandra partout, les salutaires lecons de la science. i S, BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri ia “Anno XVONE 10 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1.° Ottobre 1895 SOMMARIO De Blasio dott. Abele. Ripostiglio di bronzi preistorici rinvenuti nel bosco delle ” Caldaia,; nel comune di Guardia Sanframondi (Benevento). Con fig. Pag. 113. Imparati dott. Edoardo. Contribuzione alla miologia delle regioni antero-laterale del torace, costale e della spalla nelle scimmie. Con fig. Pag. 118. Rivista Bibliografica. Da pag. 122 a pag. 124. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 126. a pag. 128. RIPOSTIGLIO DI BRONZI PREISTORICI RINVENUTI NEL BOSCO DELLE ” CALDAIA , NEL COMUNE DI GUARDIA SANFRAMONDI (Benevento) >SIMIOC RI A Domenico Piccirilli Chi ha letto gli scritti del Nicolucci (1), del Gastaldi (2), del Bonucci (3), del (1) NicoLucci - L'età della pietra nelle provincie napoletane. (R. della R. Ace. delle Sc. Fis. e Mat. di Napoli, 1872). Ibidem. Nuove scoperte preistoriche nelle provincie napolitane. Ibidem. 1876. Ulteriori scoperte relative all’ età della pietra, p. 6. (2) GasraLpI - Iconografia di alcuni oggetti di remota antichità rinvenuti in Italia, p. 10. te OVIIIa24: (3) Bonuccr = Monumenti amtestorici scoperti dal 1863 al 1866 nelle provincie napoletane, lettera al duca di Luynes, 1861. 114° ì RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI s Corazzini (1), dell’ Angelucci (2) e le mie due noterelle che trattano dell’ età ‘della pietra nel Beneventano (3) avrà certamente rilevato che l’ uomo primitivo di quella contrada, non era secondo, nell’ arte di lavorare la pietra, agli altri . abitanti della nostra Penisola e conforme a questo nostro giudizio è anche l’ opi- nione del Pigorini, il quale in aggiunta all’ articolo pubblicato dal Corazzini, così scriveva: Come ognuno vede noi abbiamo innanzi tutto nella provincia di Be- nevento, oggetti di selce, che nelle forme e nell’ esecuzione ci rappresentano il lavoro a semplice e grande scheggiatura. In copia maggiore visi trovano poi armi ed utensili che soglionsi consi- derare caratteristici dell’ ultimo periodo dell’ età della pietra, l’arte di fabbri- care i quali toccò, in quella provincia, tale eccellenza da esservi ivi raccolte le armi di Telese, vale a dire tutto ciò di più perfetto e di più mirabile che in tal genere abbia prodotto mai alcuna regione italiana, Ma per ciò che riguarda le altre epoche preistoriche quella provincia è rimasta fin qui negletta, poichè, nessuno, per quello ch’ iosappia, s’ è occupato di quella nuova civiltà in cui i metalli furono sostituiti alla pietra; e perciò prendo di buon grado la penna per sottoporre agli amatori di cose preistoriche il risul- tato di alcune mie ricerche, sperando che il mio buon volere valga di sperone ai miei comprovinciali e sia compenso alle imperfezioni di questo mio breve studio (4). Il trovamento delle reliquie di bronzo del quale io prendo a parlare devesi, secondo il solito, al caso. Verso la fine del maggio 1878, si sparse pel comune di Guardia Sanframondi, la voce che una colonna di cavallette, acridium mi- gratorium, s'era impadronita del bosco comunale detto delle Caldaia (Caudara) e quivi a suo piacimento compiva la devastazione di quell’ annosa e rigogliosa vegetazione. Ma lo sgomento del popolino toccò il colmo org do i contadini più sapienti del luogo dettero ad intendere che fra le piaghe d’ Egitto, di cui si fa ricordo nella Bibbia, e il flagello che minacciava il paese v' erano delle grandi analogie, perchè anche qui, come nel paese dei Faraoni, questi insetti erano comparsi per finire di distruggere tutto ciò che la grandine del precedente aprile aveva lasciato incolume. | Per allontanare dal luogo questo terribile sciame d’ insetti, il popolino ri- corse prima alle preghiere, poi all’ esorcismo, ed infine accompagnò sopra luogo (1) CoRazzinI - L'età della pietra nella provincia di Benevento (Boll. di Pal. ital. anno Il p. 212). (2) AnceLuctI = Le armi di pietra donate da S. M. il re V. E. II. al Museo nazionale d'ar- tiglieria.. Rivista militare italiana anno IX vol. IV, Torino 1865. (3) A. DE BLasIo - Contribuzione allo studio dell’ età della pietra in provincia di Benevento. (Boll. Soc. nat: di Napoli, anno VI, fase. I, 1892. Ibidem.) Dieci mesi di ricerché preistoriche in provincia di Benevent». (Riv. ital. di Sc. nat., anno XII, fasc. 7, 1893). ; :. (4) Vedi anche la mia nota, Un sepolcro dell’età del bronsoin provincia di Benevento. (Ri- vista ital. di se. nat., anno XI, fase. 4, Siena 1891). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI a Do) lc N e N il padre Francesco da Nola, che portava il vanto di saper maledire gli amima= lucci (insetti nocivi); ma quell’ esercito alato punto curandosi del contenuto del breviarium e dell’ acqua santa, seguitava a disertare quelle zone facendo scomparire ogni traccia di vegetazione, e il danno avrebbe preso chi sa quali proporzioni se il governo non avesse mandato sul luogo una compagnia del Genio che, coadiuvata da ben 846 operai di Guardia, dette fuoco al bosco e così le fiamme bruciarono gli acridié e si evitò in tal modo una terribile carestia. Quando le fiamme finirono di bruciare gli aceri e le annose quercie di quel bosco, delle cavallette non sì vide che qualche superstite che, tutto mal- concio, s’ aggirava pei dintorni di quel luogo di sventura, e che veniva po finito a pedate. A coloro che in quell’ epoca erano a capo del paese non andò a genio di far ripiantare il bosco, ma l’anno appresso fu deciso di suddividere quelta proprietà municipale a 104 poveri del paese mediante un piccolo tributo che annualmente i neo-proprietarî dovevano versare nella cassa del comune. E fu nella sistemazione delle varie zone che un contadino, mentre spianava il ter- reno, rinvenne presso un macigno ed alla profondità di pochi centimetri, i se- guenti oggetti di bronzo: Fibule 5 — Rasoio 1 — Scarnatoio o scarificatore 1 — Ago da cucire 1 — Ciondoli 4 —- Vaso di creta 1, RIBU IE Delle 5 fibule di cui è parola (fig. 1.8 n. 2, 3, 5, 6, 7); tre sono complete e due mancano dell’ ardiglione. Due di esse sono molto semplici n. 2, 8 e non presentano nulla di notevole nelle parti che le compongono. La più piccola che è completa, e che trova pieno riscontro nel manufatto n. 2, T 1 del ]a- voro del Crespellani « Scavi di Modena 18S1 >», è lunga 4 centimetri e l’altra 6. In ambedue l’ ardiglione, che svolgesi dall’ arco prima d’ entrare nella staffa, non fa che un sol giro di spira. Più elegante invece è il resto che formava parte della fibula n. 5 poichè nel centro dell’ arco, che ci ricorda la forma di una barchetta piena, si vedono impiantati tre globetti forniti di collarino disposti nello stesso piano orizzontale e distanti 2 mm. l’uno dall'altro. Un altro rigonfiamento a doppia strozzatura si nota nell'estremo libero della staffa, ma siccome la porzione da cui svolgesi l’ardiglione non è da noi posseduta, così non siamo al caso di dire se il nu- mero delle tarciture di questa fibula furono una o più. Meglio lavorata, ma più tozza è la fibuletta n. 7 che ha l'arco pieno e conformato a rombo che a sua volta vedesi ornato di lineette parallele delle quali aleune decorrono nel senso longitudinale ad altre nel trasversale, queste ultime però sono quasi invisibili, perchè coverte da una patina verdastra. L’ardiglione, prima di divenire libero, s’ attorciglia due volte e mezzo sopra se stesso. Questa fibula è lunga centimetri 5 1]2. Più importante è la fibula 116 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI segnata col n. 6 fig. I perchè l'arco che la forma è rappresentato in parte da un nastro largo 9 e lungo 90 mm. che presenta sulla faccia convessa tre co- stolette parallele e decorrenti nel senso della lunghezza, la mediana più spor- gente e le marginali più piccole distanti dalla centrale per un solco largo 2 mm. Tali rilievi e solchi si arrestano a 3 centimetri innanzi dell’ardiglione perchè l' artefice, per rendere più solida quest’ultima parte, a. colpi di mar- tello, da nastriforme la rese quadrangolare. L’ ardiglione, prima di rendersi li- bero, si contorce 2 volte e mezzo sopra se stesso : l’ estremo della staffa porta per ornato un grazioso rigonfiamento la cui parte mediana presenta due coni riuniti per la base e forniti, nella parte che s’innesta alla staffa, d’ un dischetto ornato a sua volta da tre solchi orizzontali; e l’altro estremo da una dilatazione anche circolare per guisa che l’ assieme di questo ornamento, se si mettesse in posizione verticale, si rassomiglierebbe ad un’ anforetta l’ interno della quale è attraversato da due fili di bronzo e ciò per renderla più stabile sulla staffa. È lunga 80 mm. | RASOIO Il rasoio o cultro lunato che vedesi riprodotto alla fig. 2.2 n. 3 raggiunge fra i due estremi la lunghezza di 90 mm. compreso il manico che è fuso insieme alla lama. Il solo manico è lungo 27 mm. e al suo estremo libero è for- nito di un occhiello del ‘diametro di 4 mm. ai lati del quale si vedono, per ciascuna parte, due piccole antennine conformate a mezza luna. La lama, che fu trovata intenzionalmente contorta sopra se stessa, è in parte coperta da pa- tina lucente, da ambo le facce presenta cinque lineette incise a bulino se-’ condo la curva dell’istrumento, cioè con la convessità della parte tagliente. Ciascuna lineetta dista dall’ altra per circa un millimetro. Sull’ estremo di esse, si vedono altre lineette parallele l’ una accanto all’ altra, che vanno a termi- nare al. bordo tagliente, che, in molti punti, vedesi eroso. Su questi presunti rasoi il Campi (1) ha discusso se debbano considerarsi come oggetti adatti a ra- dere la barba, ovvero, il che pare più probabile, come cultri votivi, ed assegna tali utensili ‘alla prima età del ferro che dicesi di Villanova (2) con riscontro a Bismantova (3), a Moncucco (4), a Vadena (5), a Romagnano (6) ed in qualche altra località. (1) Campi Luiar - Tomba della prima età del ferro scoperta presso Romagnano nel Trentino. (Archivio trentino anno V, f. Il). (2) Brizio - La provenienza degli Etruschi, negli attîì e memorie della Reg. Dep. di Storia patria per le provincie di Romagna. Bologna, 1385. (3) Cinerici - Sepoleri di Bismantova. (Boll. di Pal. ital., 1875.) Bertrand Sépultures è in- ceneration de Poggio Renzo 1874. Helbig. Boll. dell’ Ist. di corrispondenza Archiv. 1875 e Das Homerische Epos aus den Deuhmaerlen erliutert, pag. 172, Lipsia 1884, (4) CasteLFRACO - Boll. pal. Ital. , IV, p. 57. (9) OrsI - Za necropoli di Vadena. Rovereto 1883. (6) Campr L. - O. C., riscontra anche Zannoni. Sui presunti rasoi di bronzo. (Boll. di corr. arch. Roma 1879). Evans Zohn. L’age du Bronze ete... Paris 1882, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 117 Il Pigorini (1) nel parlare dei rasoi preromani d’Italia dice ch’ essi si tro- vano in necropoli ed in ripostigli non dell’ età del bronzo, ma bensì della prima età del ferro. Appariscono nella Penisola più diffusi di quelli a un sol taglio e fondo lo stesso autore parrebbe probabile che questo strumento s’inventasse nel- l'Emilia al principio dell’ età del ferro e si diffondesse poi verso il sud con gl’italici usciti dal popolo delle palafitte, e scomparendo più tardi nel Sannio e nella Campania ove se ne ha soltanto il ricordo in un oggetto puramente simbolico. SCARIBICATO RE O:RASGEHELA LOTO? L’arnese figurato sotto il n. 1 fig. 2.2 è lungo 12 cm. e presenta lo spazio compreso fra A e B tagliente da un sol lato. Sopra una delle due faccie pre- senta alcune lineette lavorate a bulino e disposte quali nel senso trasversale e quali a forma incrociata. Essendo quest’ utensile malamente conservato, non saprebbe dirsi a quale uso fosse stato destinato a meno che non sì pensi, da ciò che ne rimane, che potesse essere usato come scarnatojo o scarificatore. AGO DACGUGILRE Questo piccolo utensile è di rame, ma non è completo perchè manca della punta e di una porzione del corpo. È lungo 40 mm.; 7 dei quali spettano alla Grumo: (fi 2 n. d). CEONDOLI Di ciondoli o pendaglietti ne possediamo 3. Il primo fig. 1.2 n. 2 consiste in una spirale binata ed il filo che la compone è compresso in direzione del piano. Questo piccolo arnese trova riscontro in quell'oggetto che vedesi attaccato alla fibula a grandi coste rinvenuta nel bosco di Rebbio (2) a quello che adorna l’altra fibula delle tombe euganee di villa Beneventi (3) etc... Dei due altri ciondoli fig. 1.* n. 4l’uno è conformato a palettina e l’altro a piramide a base quadrata, quest’ ultimo, sopra ciascuna delle quattro facce tiene incisi due cer- chietti ombelicati. Questi piccoli arnesi nella parte stretta sono forniti di oc- chielli pei quali potevano essere sospesi. RESEO DECOR AA E un pezzo di filo contorto a spirale fig. 2.* n. 4 convesso dalla parte esterna e piano internamente, il diametro del vuoto misura 3 mm. Dei due pezzi rinvenuti conserviamo il più piccolo, che è lungo 13 cm. (Continua) Dott. ABELE DE BLASIO (1) PiGoRINI - Faso: preromani d’ Italia. Boll. dell’ Istituto archeologico germanico (sezione ro- mana vol. II p. 150). (2) Boll. Palet. it. anno 1V, tav. III (3) Boll. Palet, ital. anno V, tav. V, fig, L 118 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI IMPARATI dott. EDOARDO CONTRIBUZIONE ALLA MIOLOGIA DELLE REGIONI ANTERO-LATERALE DEL TORACE, COSTALE E DELLA SPALLA NELLE SCIMMIE. | e——_—_—c0>rvwa—_—_ —_— SOMMA RIO. Introduzione. Capitolo I. Cenno storico critico sulla miologia delle scimmie. Capitolo II. Articolo I. Cynocephalus hamadryas, Fr. Cuv. — Articolo II. Macacus sylvanus, Fr. Cuv. — Articolo IIT. Macacus nemestrinus, Desm. — Articolo IV. Cercopithecus rufo-viridis, Isid. Geoffr. — Articolo V. Cercopithecus pygerythrus, Fr. Cuv. — Articolo VI. Semnopithecus chrysomelas, S. Mull. e Schl. Capitolo III. Considerazioni anatomiche e fisiologiche sui muscoli studiati. Capitolo IV. Appunti di miologia anomala. Tavola sinottica. INTRODUZIONE. Era mia intenzione di dare monografie complete della miologia delle 6 specie di scimmie più sotto citate, ma, siccome nen potei ciò fare stante la scarsità del materiale di studio, così mi limitai a descrivere accuratamente i muscoli della regione antero-laterale del torace, della regione costale e della spalla, importanti per la fisiologia dell’ arrampicare. La descrizione anatomica dei muscoli delle regioni sopracitate fu fatta considerando l’ animale in posizione eretta, colla faccia allo innanzi, come si usa nell’ anatomia dell’ uomo, metodo questo adottato dai più anche nell’ anatomia delle scimmie. La nomenclatura miologica adoperata fu quasi sempre la latina del Soémmering. Aggiunsi alla descrizione dei muscoli toranici anche quella dello scaleno posteriore (degli autori francesi) per le sue vaste inserzioni costali. Le sei catarrine di cui espongo nel Cap. II i risultati anatomici riguardanti le regioni mio- logiche sopraddette, classificate dal chiar.®° zoologo prof. Pietro Pavesi, furono trovate apparte- nenti alle specie: Cynocephalus hamadryas (?) €, Fr. Cuv,, Macacus sylvanus ,P, Fr. Cuv., Macacus nemestrinus P, Desm., Cercopithecus rufo-viridis , Isid. Geoffroy, Cercopithecus py - gerythrus J', Fr. Cuv., Semnopithecus chrysomelas ZJ, S. Mull. e H. Schlegel. Gli animali morirono tutti in schiavitù e furono spediti nell’anno accademico 1894-95 al la- boratorio di Anatomia e Fisiologia comparate della R. Università di Pavia e li conservai, per tutto il tempo in cui durarono le dissezioni, in formalina allungata con acqua. Feci seguire il lavoro da uno studio fisiologico e bibliografico-comparativo, quindi da una tavola sinottica in cui raccolgo tutto o quasi, quanto è stato fin quì fatto sulle scimmie per ciò che concerne le regioni miologiche da me studiate. Ringrazio il mio illustre maestro dottor L. Maggi dell’ amoroso aiuto prestatomi in tutto ciò che mi fu necessario al compimento del mio lavoro e, per quella scrupolosità che non deve mai venir meno allo studioso di scienze positive, riporto quanto dice Briihl nella Wiener medicinische Wochenschrift, (1871, pp. 4 e seg.). <« In nessuna parte dell’ anatomia quanto nella miologia vale la regola che: solo dopo una grande serie di ricerche si può giudicare definitivamente sulla normalità o anormalità di una certa forma ». CAPITOLO I. L’etude de la miologie n’est pas aussi ingrate que plusieurs 1’ ont avancé. VIcQ D’' AZYR. Cenno storico critico sulla miologia delle scimmie. Sì può asserire, senza tema di incorrere in accusa di leggerezza, che il largo sviluppo del- l'anatomia comparata dei primati che fu sì fecondo di risultati per la scienza, avvenuto in questi RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI © 119 e I Rl]lNOÒÒ}] Ne Ne tt ultimi cinque lustri, data dal giorno in cui l’opera del Lamarck e del Darwin dovette trovare la sua naturale fase di combattività, per la risorta questione sulle origini dell’ uomo. È ben vero che una scienza degna del nome di anatomia comparata era già sorta sullo scorcio del secolo XVIII per opera di due anatomici, verso cui non sarà forse mai bastante la ricono- scenza dei naturalisti : voglio dire il Vicq d’Azyr ed il Cuvier; ma l'assenza di una bibliogra- fia autorevole da una parte, dall’altra la difficoltà di procurarsi del materiale (non ancora del tutto eliminata), dovevano contribuire a limitare il lavoro di ricerca tanto che oggi, dopo la memorabile questione accennata, dobbiamo riconoscere, eccezione fatta per gli antropomorfi, che l’ anatomia speciale delle scimmie è conosciuta meno di quello che la sua palese importanza lo conceda. E. pur- troppo non possiamo ritornare all’antico neanche per la miologia, così curata riguardo all’anatomia umana nel periodo del Risorgimento, poichè dalla scarsa opera miologica lasciataci dai nostri vecchi anatomici poco o nulla può avere valore scientifico. Predomina in essi invece l'intenzione di descrivere esclusivamente organi splancnici, lad- dove si trascura con deplorevole unanimità il determinare le specie da loro stuliate e comprese tutte sotto il generale nome di scommze.” Cito a bella posta il Perrault, poichè è giusto che gli esempi sieno personali, il quale nella « Description anatomique de deux sapayous et de deux autres guenons » dice ‘che egli, come altri anatomici, suol dividere le scimmie in scimmie senza coda ed in scimmie colla coda, le quali ultime, fatta eccezione dei Cynocephali, son dette Cercopytheci. Nè è a credere che questo strano metodo di divisione s' affretti a scomparire se verso il prin- cipio del secolo ‘il medesimo Vicq d' Azyr nelle sue opere, raccolte da Jacq L. Moreau (Tomo V, Paris, 1805), chiama Cercopyteci tutte le scimmie di cui, aggiunge, Riolan ed altri anatomici non eb+ bero cura di determinarne i caratteri. E il Vicq-d’Azyr, in un altro volume, trattando di una divisione delle scienze naturali, da un abbozzo di classificazione in cui, con rara intuizione, sovente rag- giunge i moderni !... | Che più se Giorgio Cuvier nella sua « Anatomie comparce » spesso non specifica le scimmie che nomina, adoperando nomi generici o volgari, cosa di cui mi sfugge il motivo quando non supponga che quelle notizie sui primati, che egli non specifica, siano state attinte da vecchi lavori. Da Questa constatazione di fatto, checchè ne sia delle apparenze, non tende però a diminuire la dovuta considerazione alle intenzioni di questi grandi se si osservi, e spero questa impressione mia altri abbia a condividerla, che i metodi del Vicq d' Azyr e del Cuvier tendevano a dare l'anatomia generale di un ordine o, tutt’ al più, caratteristica di una famiglia, senza scendere a particolari descrizioni delle specie che li compongono, sempre in omaggio all’ indirizzo tradizionale, Da ciò la poca cura nell’identificare le specie studiate, I Meno ancora che il resto venne coltivata la miologia scimmiesca, e di ciò fanno fede i la- vori che possediamo, contenenti descrizioni estese ma poco feconde di risultati certi, o, peggio, limitantisi a notare che l’ uno o l’altro muscolo trovano un corrispondente nell’ uomo, Ecco ad esempio come D. Iohannis de Muralto nella sua « Anatomia Simiae » descrive il grande pettorale, l’ unico muscolo di cui tratti un po’ diffusamente. « Musculus pectoralis valde prolixus egistit, principium sumit a conjunetione clavicularum cum sterno utrinque, ex opposto latere contingens musculum sterno- mastoid., sterno-thyroideum et sterno-hyoideos ». Il che dà qualche notizia, se vuolsi, interessante per la topografia, ma destituita di valore po- sitivo quando, dovendosi trovare di che specie e di che muscolo veramente si tratti, sappiamo solo che la scimmia di cui si tratta avendo « figura canis et hominis » sarà probabilmente. una specie del genere cinocefalo e che il muscolo di cui si fa parola potrebbe probabilmente avere omologia di forma e d’inserzione, se forse anche no, col corrispondente dell’ uomo. La breve e sommaria esposizione del contributo fornito alla miologia delle scimmie prima del 1800 essendo terminata, giova accennare che, specie per gli antropomorfi, questo ramo del l'anatomia viene non poco ad espandersi mano a mano che si procede nel tempo, 120 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Prima per ricca messe di studii contemporanea è lo Chimpanzé in cui dapprima localizzatasi la miologia degli antropomorfi, coll’ ampliarsi del campo, acquista una ricca e pregevole lettera- iura scientifica grazie ai lavori abbastanza numerosi di Vrolik, Champneys, Briihl, Biscoff, Gra- tiolet, Alix, Meyer, Owen, Hartmann, Miiller, Macalister, Barnard, Mivart, Burdach, Wood, Hum- phry, Rolleston, Testut ed altri minori. Sulla miologia delle altre scimmie, se si eccettui la miologia comparata degli arti con quelli umani, pochi sono i lavori originali e si compendiano in qualche studio dello Champneys, del Bro- ca, del Dopson, del Macalister e di qualche altro. Ond' è che, a parer mio, qualsiasi benchè piccolo contributo portato alla miologia scimmiesca, nello stato attuale della scienza, non può mancare di un certo grado di utilità e di qualche va- lore, non fosse altro come eccitamento all’ opera del controllo o come argomento che richiami la- voratori anche più serupolosi a moltiplicare il materiale delle osservazioni miologiche. CAPITOLO ILL ARTICOLO I. Cynocephalus hamadryas () £ adulto, Fr. Cuv. (1) Muscoli del torace, $ I. — Regione antero-laterale. In essa osservai cinque muscoli : 1 1. Pectoralis major — 2. Pectoralis minor — 3. Supracostalis anterior — 4. Subclavius — è. Serratus magnus — 6. Scaleno posteriore. 1. Pectoralis major. Questo muscolo è posto nella parte superiore ed anteriore del torace; è largo, grosso, trian- golare. Origina da tutta la linea mediana dello sterno, escluso il processo terminale a medaglia, dal margine anteriore della clavicola e si fonde quindi colla parte clavicolare del muscolo del- toides. Ricoperto dalla pelle, ricopre il pectoralis minor, il subclavius, il supracostalis anterior e parte del serratus magnus. 2. Pectoralis minor. Sottile, non troppo robusto, di forma rettangolare è ricoperto dal precedente e dal deltoides. Prende origine da tutta la metà inferiore ed anteriore dello sterno, alla sua linea mediana, e, per una espansione tondeggiante all’ esterno, dalla terza e quart’ ultima cartilagine costale. S'inse- risce con un tendine piatto, dopo di essersi portato dallo interno allo esterno e dal basso all’ alto obliquamente, alla parte superiore della capsula articolare dell’ omero. Sotto questo muscolo ora descritto, e da questo completamente distinto in tutta la sua lun- ghezza, vha un fascetto gracilissimo che non è che parte integrale del primo. Esso è parallelo a questo; nasce confusamente dall’ aponeurosi del rectus abdominis e s'inserisce con un tendine piatto, ma ‘assai debole, sotto al pectoralis minor propriamente detto e cioè: alla porzione ante- riore della capsula articolare dell’omero ed al margine anteriore ed esterno della doccia bicipi- tale dell’ omero. 3. Supracostalis anterior, (Bochdalek). (Sinon: rectus thoracis, rectus sternalis di Turner; surcostal anterieur di Broca). Ricoperto completamente dal pectoralis minor, è piccolo, piatto, non tanto robusto. Si distacca dalla parte anteriore e dalla superficie esterna della porzione ossea della prima costola; di lì si porta, allargandosi, in basso ed all’ interno terminando con una larga lamina tendinea che s'in- crocia intimamente ad angolo quasi retto ed a livello della 2.2, 3.2 e 4.2 cartilagine costale, colla lamina tendinea d’inserzione del rectus abdominis e con questa va a terminare alla metà infe- riore circa del margine sternale. (1) Morto per tubereolosi polmorare. RIVI&TA ITALIANA DI SCIANZE NATURALI 121 2 4. Subclavius. È us piccolo muscolo allungato, sottile, fusiforme che costeggia il margine interno della clavicola. Internamente si attacca alla parte anteriore superiore della prima cartilagine costale, al punto della sua articolazione collo sterno, per mezzo di un tendine che dà origine a fibre carnose che sì portano dal di dentro all’ infuori, dal basso in alto e dall’avanti all’ indietro e che vanno ad impiantarsi a tutta la metà esterna della superficie inferiore della clavicola la quale, in questo punto, presenta una ben marcata incisura. Trovasi al di dietro del deltoîdes ed al disopra della prima costola. o. Serratus magnus. Muscolo lunghissimo, quadrilatero, col margine guardante lo sterno a ventaglio ma non den tato come nell’ uomo, posto sulle pareti laterali del torace. S’ inserisce all’ angolo inferiore della scapola con robuste fibre tendinee, a tutto il bordo spi- nale di essa e ad una parte della faccia esterna e posteriore della 1.2 costola. Di quì si porta al- l’esterno ed all’avanti, abbracciando il torace, e viene ad impiantarsi alla parte anteriore ed ossea delle prime nove coste e ai relativi spazi intercostali. E ricoperto in massima parte dai pettorali e dal subscapularis. 6. Scaleno posteriore, (anatomici francesi). Ricoperto nella sua parte toracica dal pectoralis minor, s'inserisce al solco vertebrale che trovasi fra le apofisi trasverse e le articolari della 2.2, 3.%, 4.2 e 5.* vertebra cervicale ed alla 2.5, 3.% e 4.* porzione costale ossea, alla faccia esterna ed anteriore di esse, dopo di essere passato dietro alla clavicola ed al sudclavius,. Si può benissimo rassomigliare ad un triangolo scaleno avente il suo lato più lungo all’ in- terno ed il più breve, dentellato, portantesi obliquamente e in basso dall’esterno allo interno. 8 II. — Regione costale. I muscoli della regione costale sono i seguenti: l. Intercostales esterni — ®. Intescostales interni — 3. Levatores costarum -- 4 Subco- stales, (Winslow) — 5. Transversus pectoris, (Arnold). l. 2. Intercostales interni et externi. Abbastanza robusti. Per ciascheduna specie 12 paia, chiudono gli spazi intercostali e si in- seriscono al margine inferiore di ciescuna costa ed al superiore della sottostante. Gli extern:, che si prolungano fino al principio della porzione cartilaginea costale per lasciare poi il posto di proseguimento fino allo sterno agli interni, hanno una direzione obliqua che va dallo interno allo esterno e dal basso all’ alto. I secondi, più gracili dei precedenti, hanno direzione diametral- mente opposta. 3. Levatores costarum. È quasi impossibile isolarli. Sono piccolissimi e posti nella parte posteriore degli spazi in- tercostali. Si distaccano in alto dalla sommità dell’ apofisi trasversa e si inseriscono, per la loro base, sul bordo superiore della estremità interna della costa che sta al disotto. Cominciano alla 7.* vertebra cervicale. Variabilissimi al certo come tutti gli altri muscoli costali. 4. Subcostales, (Winslow). Non sono che dipendenze degli intercostales interni. d. Transversus pectoris, (Arnold). (Triangolare dello sterno). Ricoperto dallo sterno e dagli intercostales interni, calle cartilagini costali, con la super- ficie posteriore ricoperta dalla pleura, si attacca al margine laterale dell’ appendice xifoide ed alla parte inferiore dello sterno e di la le sue fibre (quasi orizzontali le inferiori, oblique in alto ed in fuori le superiori) vanno ad attaccarsi, per mezzo di digitazioni, alle cartilagini di tutte le coste che si articolano collo sterno. (continua) T_T _<. =_—__>——— — Botanica - Paleofitologia - Agricoltura (continuazione) 381 Bolzon dott. P. La flora del territorio di Carrara. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital. Estr. di pag. 46 in-8.) 382 Borziì A. Cristalloidi nucleari di « Con- volvulus ». (Palermo. Contribuz. alla Biologia vegetale, edite da A. Borzì, fasc. 1, pag. 65). 383 Borzi A. Contribuzioni alla biologia del frutto. (Ibidem, pag. 159). 384 Borzì A. Note alla biologia delle xero- file della regione insulare mediterranea. (Ibidem, pag. 179, con 26 tav.) 385 Bottini A. Note di Briologia italiana. (Firenze. Nuovo Giorn. .bot. ital. , n. 4, pag. 249- 08). 386 Briosi prof. G. Malattie crittogamiche del gelso. (Roma. Boll. di pag. 285). 387 Brizi dott. U. Sul Cycloconium olea- ginum Cast. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. , n 6, pag. 1835-88). 388 Brizi dott. U. Sulla malattia della vite detta Brunissure od annerimento. (Ibidem. 283). ‘ 389 Buscalioni L. Contribuzione allo studio della membrana cellulare. notizie agr., n. 8, Proc. verb., n. 9, pag. (Genova. Malpighia, fasc. 1-2, pag. 3, con l tav.) 390 Calvi A. Gli alberi (Milano. Gazz. agr., n. 4). 391 Calvi A. La coltura del Trifoglio. (Ibi- dem, n._d). fruttiferi in vaso, 392 Carranza L. Esperienze sulla concima- zione delle patate. (Firenze. Giorn. d'agricol. e comm. della tosc. , n. 17, pag. 345-489). 393 Caruel T. L° Orto e il Museo botanico di Firenze nell’anno scolastico 1892-93. (Fi- revze. Bull. Soc. bot, ital.,, n. 2, pag 43-46). 394 Caruel prof. T. Sulla Pirus crataegi- folia. (Ibidem. Proc. verb., n. 9, pag. 299-300). 395 Caruel prof. T. Su l’ Orobanche delle Fave. (Palermo. Nuovi Ann. di Agricol. fasc. 3, pag. 162-67). 396 Caruso prof. G. Esperienze sui mezzi per combattere il vaiuolo deli’ olivo (Cycloco- nium oleaginum, Boyer) e la ruggine o seccume delle foglie di gelso (Septogloeum Mori, Briosi e Cavara). (Firenze. Atti R. Accad. Georgofili, ol. LXXII, disp. 3-4, pag. 155-958). 397 Cavara dr. F. La Brunissure de la vigne en Italie (Villefranche. Rev. vit. et d’oenol., n. l, pag. 3-9). 398 Cavara F. Il corpo centrale dei fiori maschili del Buzxus. (Genova. Malpighia, fasc. 1- RUpag.i 21, con dl tav.) 399 Cavara F. Nuova stazione della Soli dago serotina Ait. (Ibidem, pag. 94). 400 Cavara F. Ulteriore contribuzione alla Istit. bot. sicil., intern. de micologia lombarda. (Pavia. Atti R. Estr.) . 401 Cavazza prof. D. Memoriale intorno alla obbligatorietà della lotta contro gli animali e le piante nocive all’ agricoltura (Padova. Boll. n. 10, p. 157-62). 402 Cavazza D. Relazione di alcuni espe- di entom. agr. e patol. veget., rimenti per combattere le principali malattie. (Torino. Gazz. delle campagne, n. 20, p 156-097). 403 Cavazza D. Sulla ibridazione artificiale fra le viti nostrane e le americane. (Almanacco dell’Italia agricola). 404 Cermenati M. Michele Lessona. (Roma. Soc. edit. Dante Alighieri. Pag. 64 in-8. L. 1). 405 Chiovenda E. Wolfia aphiza Wimm. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. pag. 211). 406 Chiovenda E. Tre piante nuove per n. 9, pag. 282-83). 407 Clerici E. Sopra un giacimento di dia- Proc. verb., n. 7, la provincia romana. (Ibidem, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 127 ‘tomee al monte del Finocchio o della Creta ‘presso Tor di Valle. (Roma. Boll. ital.; fasc. 4. Estr. di pag, 64 in-8) 408 Cobelli R. Altre contribuzioni alla flora bot. ital., Soc. geol. ‘di Serrada. (Firenze. n. 1, pag. 53-77). 409 Comes prof. cav. O. L’avvenire dei tabacchi in Italia. (Napoli. Riv. agr., n. 21). 410 Comes prof. O. Sulle principali ma- lattie delle piante coltivate in Sicilia. (Palermo. . Nuovi Ann. di agr. sicil., fasc. 2, pag. 73-92). 411 Comes O. Sui recenti studi compiuti anche in Francia sul mal nero o gommosi della vite. (Napoli. Atti R. Istit. d’ Incoragg., n. 9). 412 Cornaz E. La fiore de Naples au pre- mier printemps. (Neuchatel. Bull. Soc. Sc. nat.) ‘413 Cuboni prof. G. Malattie crittogamiche del gelso. (Roma. pag. 285-93). 414 Cuboni prof. G. I caratteri acquisiti sono ereditari? (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. Proc. verb., n. 5, pag. 123). 415 Cuboni G. Sulla causa della fasciazione nello Spartium junceum L. e nel Sarothamnus scoparius Wim. (Ibidem, n. 9, pag. £81-82). 416 Cuboni prof. G. e Brizi dott. U. Septoglocum Mori Br. e Cav. (Ibidem. Proc. verb., n. 7, pag. 216). 417. Cugini prof. Istruzioni agli agricoltori per l’ acquisto e la scelta delle sementi. (Roma. Boll. di notizie agr., n. 8, pag. 2783-84). 418 Cugini G. Sulla coltivazione intensiva del frumento. Memoria letta alla Società agraria di Bologna. (Bologna. 1 Fasc. di pag. 46 in-8.°) 419 Cuppari P. Saggio di ordinamento del- l’aziende rurali. (Firenze. Edit. G. Barbera. 2.2 ediz lo1,,90). 420 Damanti P. Coltura del Frassino man- nifero. (Milano. Gazz. agr., n. 4); 421 D'Antonio B. La difesa contro i ne- mici del gelso. (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 29, pag. 225). 422 Da Ponte C. Sul trapianto dei gelsi. (Ibidem, n. 35. pag. 274). 423 D’ Avino A. Sulle cellule a: mucillag- gine di alcuni semi e sul loro sviluppo nel ‘pericarpio della Salvia e di altre Labiate. (Na- poli. Boll. .Soe. di nat., pag. 147-58, con 2 tav.) 424 De Bosniaski S. Nuove osservazioni sulla flora fossile del Verrucano pisano. (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat. Proc. verb., pag. 167-71). Nuovo giorn. Boll. di notizie agr., n. 8, 425 De Gregorio march. A. anomalia di due Nespole del Giappone. (Palermo. Natur. sicil., n. 10, pag. 203-201). 426 Del Guercio dott. G. Di una infezione crittogamica manifestatasi nel Caloptenus ita- Importante licus Burm., nelle basse pianure fiorentine (Fi- renze. Bull. Soc. bot. ital., n. 4, pag. 89-91). 427 Del Guercio dott. G. e Baroni dr. E. Osservazioni biologiche sul Gymnosporangium fuscum Oerst. (Ibidem, n. 3, pag. 71-72). 428 Del Guercio dott. G. e Baroni dr. E. Rimedi contro la infezione prodotta sulle rose dalla Sphaerotheca pannosa Lév. (Ibidem. n. 7, pag. 2093-96). 429 Del Guercio G. e Baroni E. La gom- mosi bacillare delle viti Malvasia in Italia. Ricer- che preliminari. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital., n. 4, pag. 221-25 e Tip. Pellas. Pag. 8 in 3.) 430 Del Testa A. Flora cesenate; 4.3 con- tribuzione. (Pisa. Atti Soc. tosc, Sc. nat. verb., pag. 41-43). 431 Del Torre F. Criterii intorno al fissare l’ entità specifica di alcuni gene ri di piante, di Riv. Proc. famiglie fanerogame e crittogame. (Siena. ital. Sc. nat., n. d e seg.) 432 De M. M. Coltivazione del gelso. (To- pag. 20-21). carbonifera e Atti Soc. tosc. Sc. nat. Proc. verb. Estr. di pag. 4 in 8.°) 434 De Toni G. B. Sulla comparsa di un Flos-aquae a Galliera Veneta. (Venezia. Atti R. Istit. ven. sc., lett. ed arti. Estr. di p. 12 in 8°) 435 De Toni G. B. fondazione dell’ Orto Botanico Parmense. dem, disp. 3, pag. 458-753). 436 De Toni G. B. Notizia sulla Hdbran- dtia rivularis (Liebm ) J. Ag. pag. 969-73). 437 De Toni G. B. Hildbrandtia rivularis (Liebm) J. (Firenze. Bull. bot. ital. Proc. verb., n. 8, pag. 271). 438 De Toni G. B. Di una Floridea nuova per la Toscana. (Ibidem. Estr. di pag. 4 in 8.9) 439 Fantozzi P. Sopra alcune Narcisseae. (Ibidem, n, 6, pag. 188-91). 440 Ferrari P. cura della Peronospora della vite. (Firenze. Giorn. 12 rino. Gazz. delle campagne, n. 3, 433 De Stefani C. Le flore permiana del Monte Pisano. (Pisa. Intorno all’epoca di (Ibi- (Ibidem, disp. ©, Soc. Istruzioni pratiche per la di agr. e comm. della tosc , suppl. al n. 9, pag. in $8.°) 441 Ferrari P. I « Bacteri » delle legumi nose. (ibidem, n. 20, pag. 400-402). 128 442 Ferrario dott. E. Sulla convenienza dell’ impiantar gelseti. (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 43, pag. 377-80). 443 Fiori dott. A. Sulla presenza del Cya- thus Lesueurîi Tul.in Italia. Contribuzione alla conoscenza della morfologia del gen. Cyathus. (Padova. Bull. Soc. ven.-trent. Sc. nat., n. 4, pag. 198-204). 444 Flores prof. V. Coltivazione della su- ghera. (Bari. Pag. 108). | 445 Funaro A. I concimi. (Milano. Edit. Hoepli. Pag. 254 in 16.° L. 2 legato in tela). 446 Gabelli L. Flora ruderale. Appunti di geografia botanica. (Siena. Riv. ital. Sc. nat., n. l, pag. 1-5). - 447 Gabelli L. Ordine di svolgimento dei fiori in alcune infiorescenze compatte. (Ibidem, n.2, pag. 21-22). 448 Gabelli L. Alcune notizie sulla Robinia pseudacacia L. dei dintorni di Bologna. (Genova. Malpighia, pag. 328, con l tav.) 449 Gabelli L. Notizie sulla vegetazione ruderale della città di Bologna. (Ibidem, fasc. 1- 2, pag. Al). 450 Garelli prof. A. Importanza della col- tivazione delle patate di gran reddito. (Torino. Gazz. delle campagne, n 30, pag. 2533-36). 451 Gasperini G. Ulteriori ricerche sul ge- nere Actinomyces. (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat Proc. verb., pag. 64-89). 452 Gelmi E. Le Primule italiane. (Firenze, Nuovo Giorn. bot. ital., n. 4. pag. 270-82) 453 Geremicca M. Sommario di botanica generale ad uso degli studenti universitari. (Na- poli. Con 244 fig) 454 Giacomelli C. Botanica generale e de- scrittiva in quadri sinottici. (Livorno. Edit. Bel- forte ‘e C.° Pag. 168 in 16.9) 455 Goiran A. Nuova stazione veronese di Echinops sphaerocephalus L. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 5, pag. 113). 456 Goiran A. Addenda ad floram veronen- sem. Comunicazione l. (Ibidem, pag. 124-283). 457 Goiran A. Una erborizzazione nel Tren- tino (14 agosto). (Ibidem, n. 8, pag. 2606-68). 458 Goiran A. Sulla probabile introduzione, sino dall’ alta antichità di Laurus nobilis L. e Olea europaea L. nel Veronese. (Ibidem, n. 9, pag. 287-93). i S. BROGI direttore responsabile RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 459 Gruber prof. T. Norme principali per la coltivazione delle patate di gran reddito. (Pa- dova. Boll. di entom. agr. e patol. veg., n. 4, pag 61-84). 460 Grugnola ing. G. La vegetazione al Gran Sasso d’Italia. (Teramo. Edit. G. Fabbri). 461 Jatta A. Materiali per un censimento generale dei Licheni italiani. (Continuaz.) (Fi- renze. Bull. Soc. bot. ital., n. 1 e seg.) 462 Jatta A. Materiali per un censimento generale dei Licheni italiani. (Aggiunte e cor- rezioni). (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital. , n. 4, pag. 237-49). 463 Jatta A. Qualche osservazione sulle Lepre italiane. (Genova. Malpighia, fasc. 1-2, pag. 14). 464 Keller A. Sulla istruzione agraria nelle Università. (Venezia. Atti R. Istit. ven. sc., lett., ed arti, disp. 5, pag. 877-950). 465 Lanza D. Note di biologia fiorale. (Pa- lermo. Contribuz. alla biologia veg., edite da A. Borzì, fasc. 1, pag. 137, con l tav.) 466 Lenticchia dott. prof. A. Le critto- togame vascolari della Svizzera insubrica. (Ge- nova. Malpighia. Estr. di pag. 20 in 8.9) 4607 Levier E. Tessellina pyramidata e Ric- cia macrocarpa. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. Proc. verb., n. d, pag. 114-153). 468 Levier E. Alcune notizie storiche sulla Tulipa sazatilis Sieb. (Ibidem. Proc. verb., n. ©, pag. 142-43). 469 Levier E. Riccia Henriquesîi nov. sp. Comunicazione provvisoria. (Ibidem. Proe. verb., n. 6, pag. 197-909). i 470 Levier E. Esperimento di coltura del- l’ Aster Garibaldii. Ibidem. Proc. verb., n. 7, pag. 244). 471 Levier E. Bulbi di Tulpes-voleuses. (Ibidem. Proc. verb., n. 9, pag. 304-305). 472 Longhi P. Contribuzione alla conoscenza della flora fossile del terziario di Bolzano nel Bellunese. (Venezia. Atti R. Istit. ven. sc., lett. ed arti, disp. l). 473 Longo B. Seconda contribuzione alla flora della valle del Lao (Calabria citeriore). (Fi- renze. Bull. Soc. bot. ital., n. 7, pag. 211-15). 474 M. B. La Viola Mammola. (Torino. Gazz. delle campagne, n. 4, pag. 27-28.) " (continua) Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE SUPPLEMENTO MENSILE aura RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Rivista e Bollettino (24 fascicoli) I.. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all’anno - ANNO XV N10 15 Ottobre SOMMARIO Luigi Pasteur. Necrologia. Pag. 113. Terrenzi Giuseppe. La ferriera di Stifone e i minerali trovati sulle montagne di Narni. Rage oLi3: Morroi U. Appunti sulla flora di Assisi. Pag. 116. Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 117. | COMUNICAZIONI. Red. Batteri delle epoche primarie. — B. Il commercio nelle epoche prei- storiche. - G. Coltivazione dell’ Ailanthus, — Red. Tecnica microscopica. — Neptunia. Espe- rienze colla elettricità animale. Pag. 119. $ NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Per gli uccelli utili all’ agricoltura. — Caccia- tori fortunati. Pag. 121. Insegnamenti pratici. Pag. 122. — Invenzioni e scoperte. Pag. 124. — Notiziario. Pag. 125. — Nomine ecc. Pag. !26. — Richieste, offerte ecc. Pag. 126. ge LUIGI PASTEUR uno dei più grandi scienziati moderni, è morto il 28 settembre scorso a Garches in Francia sua patria. Il dispiacere che questa triste notizia ha prodotto in tutti i popoli civili, reso noto da tutta la stampa del mondo che ne ha anche tessuti gli elogi, sono la più grande dimostrazione della stima che egli godeva e della perdita subìta dalla scienza e dall’ umanità. LA FERRIERA DI STIFONE E I MINERALI DI FERRO TROVATI SULLE MONTAGNE DI NARNI Appunti storico-scientifici di GIUSEPPE TERRENZI 3 Nel 1846 costituivasi la società romana delle miniere di ferro, allo scopo dî riattivare le varie cave esistenti nell’ex stato pontificio, gia da molto tempo abbandonzte. Ad effettuare tale progetto la detta società domandava ed otteneva da quel governo, i diritti di escavazione sopra i giacimenti ferriferi di Monte Cucco, Gualdo Tadino, e sopra quelli, da molto tempo noti, di Monte Leone, Gavelli, Guarcino, Fupaggi e Stifone. Riandando la storia delle nostre industrie minerarie, vediamo come non manchino memorie a stampa sulle cave di Monte Leone (l) attivate dal pontefice Urbano VIII (2) nel 1640, su quelle (1) Leggi a questo proposito il lavoro del Breislak dal titolo « Relazione sulle miniere di ferro di Monte Leone e Ferriere di Terni. Roma anno VI Reppbblica (1799) Tip. Poggioli » L’opuscolo è molto raro e ciò si spiega pel fatto che Breislak parlando di Pio VI lo chiama wn despota èr- ruente e capriccioso ; linguaggio al certo poco convenevole ad un padre scolopio, e che avrà pro- curato Za caccia al libro appena restaurato il pontefice nei suoi dominî. A pagina 14 della citata re- lazione sì accenna alle grandi ferrate esistenti in Vaticano, fatte col ferro estratto ea fodinis Montis Leonis. La ferriera di Terni fu edificata per ordine del Papa (Pio VI) nel 1795, allo scopo di lavorare il minerale dei monti Gavelli, Cornuvole, e Ruscio nel territorio di Monte Leone. ‘((2) Gregorio XIII (secondo il Moroni) sin dal 1577 aveva fatto un appalto a favore della R. Ca- mera Apostolica delle miniere.di ferro che si rinvengono nel terrilorio di Spoleto, le quali sono anche ricordate in alcuni documenti spoletini del secolo XIII. 114 di Guarcino e di Gavelli, aperte per ordine di Pio VI., la prima nel 1790, la seconda nel 1795, e su quelle di Monte Cucco e Gualdo Tadino (1). Però nulla o quasi nulla sappiamo di quelle di Narni se si eccettuano i brevissimi e fugaci cenni che ne danno il F'almieri, il Giordano, il Ve- scovali ed altri. Difatti nessuno, fra noi, più ricorda le cave di ferro (2) dalle quali veniva estratto il minerale che serviva, nel secolo passato, ad alimentare la ferriera di Stifone (Narni), nè sa in qual posto questa sorgesse. Il desiderio vivissimo di portare un poco di luce sopra l’ importante argomento di una nostra industria paesana, mi ha spinto a fare delle ricerche che pubblico, quantunque scarse ed incom- ‘plete, nella speranza che possano riescire utili non solo per la storia delle ferriere dell’ex stato pontificio, ma ancora per colui che in tempi più o meno lontani vorrà esplorare con metodi ra- zionali e scientifici le nostre cave di ferro, allo scopo di riattivarne l'industria, come ebbe in animo (senza per altro porvi mano) la già nominata società romana. Poichè io penso che se oggi sarebbe follìa ritentare siffatta impresa, ciò sarà possibile quando i progressi delle scienze applicate all’ industria, perfezionando e semplificando i metodi metallurgici, . avranno anche in pari tempo risoluto il gravissimo argomento del combustibile. Alleggeriti da un enorme peso, nè più schiavi, come al presente, dell’ estero, noi potremo sostenere vittoriosa- mente la lotta di concorrenza ; ed allora molte fra le antiche ed abbandonate industrie torneranno a fiorire, e, sebbene modeste, non mancheranno di portare il loro contributo al grande edificio della ricchezza nazionale. * * Il tratto degli Appennini che attraversa la nostra provincia è costituito per la massima parte da formazioni liasiche ed oolitiche, talvolta ricche di giacimenti di ferro, ed è per questo che nella nostra Umbria, date alcune speciali condizioni geologiche, non raancano masse minerali che, .o in forma di estesi depositi sedimentari o in filoni, vanno a costituire le nostre miniere fer- rifere. E di queste non mancò, nei tempi andati, di trarre profitto il governo pontificio. Difatti, come abbiamo accennato, attivata la cava di Monte Leone sulla sponda sinistra del fiume Corno, per ordine di Urbano VIII veniva nel 1641 costruito un forno fusorio. Sui primordi del secolo XVIII quel governo faceva ispezionare i monti di Narni, ed, assicurato dell’ esistenza del minerale di ferro sulle montagne di S. Antonino, S. Vincenzo, S. Croce, ordinava alla R. Camera Apostolica di col- tivare le dette miniere e di fabbricare a Stifone una ferriera. In un antico manoscritto di storia narnese, posseduto dal Cav. Stame Raffaele trovai a pag. 182 la seguente notizia, che riguarda l'imposizione della prima pietra dell’ edificio della ferriera : Hac die quindicesima Aprilis 1710 prope villam Stifonis impositus fuit primus lapis aedificiù ad usum fundendi et eatendendi ferrum, quod a fodinis viciniorum montium copiose excavatur. Faccio rilevare le parole copiose excavatur. i La ferriera fu fabbricata sul luogo ove ora trovasi un molino del Sig. Cotogni. Noto che sul principio volevasi erigerla nelle vicinanze di Narni, presso il ponte di Augusto, servendosi dell’acqua del fiume Nera, ma dopo sana riflessione fu scelto Stifone, dal cui monte sgorgano in copia acque minerali (3) che vennero utilizzate a tale scopo. La fabbrica si componeva di due grandi edificî, denominati la grande e la piccola ferriera (4); fu inaugurata con gran pompa il 21 di Ottobre 1721 ed in quel giorno fu fatta la prima fusione (1) VescovaLi AnceLO - Sui minerali di ferro dello stato pontificio. (Giorn. Accad. di Roma Tomo CLIV). Roma. Tipegrafia Aiani, 1858. (2) In una lettera scritta nel 1709 dai priori di Narni al Card. Sacripante, sono ricordate le nostre cave di ferro. La lettera insieme ad altri documenti di storia narnese, fu pubblicata nel 1720 dal Bocciarelli pei tipi degli Eredi Corbelletti di Narni. : (3) Discorsi inediti sulla storia di Narni di Bartolomeo Marsigliani (cittadino narnese vissuto nel secolo passato) posseduti dal M. G. Eroli. Vedi pag. 49. È Vea (4){Nella grande ferriera costituita da un vasto camerone, vi erano gli stendini; le incudini, i cui magli sì muovevano a forza di acqua. Nella piccola ferriera, vi erano altri stendini, la fu- cina, le incudini di ferro. Tra le due ferriere era situato il forno del ferraccio. PT 115 del minerale di ferro tolto dalle nostre cave (1). Tale importante notizia troviamo notata a pag. 182-183 del citato manoscritto Stame, con le seguenti parole: 21 Octobris 1721. Expleto furno in rure Stifonis pro Rev. Camera Apostolica ordinato ad effectum fundendi ferrum ea fodinis territori narniensis desuntum, hac die in nomine Domini ac praevia dicti furni bene- dictione caepta fuit fusio ferri laminis, plurimis de civitate praesentibus, quod opus sit ad ma- ‘iorem rerum Camerae Apostolicae utilitatem, dictae civitatis narniensis beneficium ac incrementum. Vane speranze !! . La R. Camera Apostolica di fronte alle enormi spese incontrate per i lunghi e dispendiosi cunicoli fatti allo scopo di rintracciare la vena di ferro, per la fabbrica degli edifici e per i re- lativi ordegni di lavorazione, restò pur troppo delusa nella sua aspettazione, e, poco dopo, fu co- stretta, mancandole anche la quantità sufficente di acqua per fare agire le due ferriere, ad ab- bandonare l'impresa della escavazione e della lavorazione del nominato minerale. Trascorsero quindi 39 anni di completo abbandono, durante il qual tempo le cave rimasero sepolte nelle ioro stesse ruine; e gli edificî, dall’ edacità del tempo, resi quasi cadenti, furono poi in parte demoliti da quei terrazzani (2). Ma nel 1760 la R. Camera Apostolica adescata dalle pa- role di un certo Giacomo Strufaldi, i quale non solo si faceva esperto nell' arte mineraria, ma asseriva ancora di aver denari sufficienti per poter fare le spese necessarie, allo scopo di rin- venire il tronco copioso di detto minerale e di restaurare gli edificii, con istrumento del 20 Ago- sto 1760 concedeva per nove anni al detto Strufaldi ed a Francesco Marchi l'affitto delle cave, unitamente ai suddetti edificii, con l'obbligo di ridurli a tutte loro spese andanti e lavorante. Stipulato l’ istrumento, la R. C. Apostolica, prima di addivenire alla consegna delle cave e degli edificii, giudicando necessario di verificare lo stato in cui si trovavano le une e gli altri, incaricò il proprio architetto Giuseppe Pannini di recarsi sul luogo e di riferire. Questi difatti, recatosi a Stifone, non mancò, come vedremo in appresso, di verificare ogni cosa, e mentre stimò probabile la reperizione di una vena fertile e perenne del ferro, fece d’ altra parte rilevare le considere- voli spese, necessarie per la riapertura delle cave abbandonate e sepolte nelle Zoro stesse ruine, e per la restaurazione degli edificii cadenti o devastati. La relazione del Pannini illuminò la R. C. Apostolica, la quale, vista l’ impossibilità da parte dello Strufaldi e del Marchi di adempiere gli obblighi assunti, cominciò a fare pratiche, incorag- giando più persone ad interessarsi dell’ impresa di riaprire le menzionate Cave. E le pratiche sor- tirono buon effetto; poichè i signori Agesilao Conestabile, March. Silvio Eroli, Conte Francesco Scotti di Narni, insieme ad altre persone, avendo risoluto di formare una compagnìa o cassa di ‘negozio per riassumere l’abbandonata impresa della escavazione e lavorazione del ferro a Sti- fone (3) domandarono alla R. C. Apostolica l’ affitto per un novennio, delle dette cave ed edificii, previa l’abolizione dello strumento stipulato con lo Strufaldi e col Marchi. Un chirografo di Clemente XIII, dato dal Quirinale il 1.° Gennaio 1761 e diretto a Mons. Sa- verio Canale tesoriere generale, annullando l’ istrumento Strufaldi, concedeva alla nuova società l’appalto richiesto, con le condizioni già convenute (4). (1) Il Marsigliani, nel citato manoscritto, riporta un bel sonetto dato alle stampe per la fausta ‘circostanza. (2) Vedi la relazione dell’ architetto Pannini. (3) I capitale d’ impianto fu di scudi 10,000; e la direzione e l’ amministrazione fu data al fratelli Manfredi, persone di somma abilità ed esperienza in siffatti negozi. È (4) La R. C. Apostolica doveva condonare ai detti appaltatori tutti gli stigli, ferro e ferraccio che si trovavano nelle ferriere di Stifone ; viceversa gli appaltatori sì obbligavano a tutte loro spese di ridurre andanti e lavoranti il forno, le ferriere e ogni altra fabbrica, senza pretendere alcun compenso. Il ferro ricavato dalle montagne di Narni doveva essere esente dalle gabelle del 9 010 ‘dovute alla dogana di Roma; e che quando non si potesse cavare dalle montagne di Narni la quantità di ferro sufficiente pel continuo lavoro delle ferriere, fosse loro lecito introdurre del ‘ferro forestiero pagando la solita gabella. Che infine si dovesse pagare l’ annua corrisposta di ‘scudi 50 alla R. C. Apostolica. Ciò rilevasi dai capitoli sociali che gentilmente mi furono comu= nicati dal Chiar. March. G. Eroli, insieme al chirografo di Clemente XIII. 116 Il primo di Marzo del 1761 la nuova società prendeva possesso delle cave e degli edificii, dando l’incarico della direzione ai fratelli Manfredi di Roma, i quali avendo fatto delle indagini sui nostri monti per la ricerca del minerale, sì avvidero che la vena trovata non poteva, da sola, alimentare le due ferriere. Sicchè fu deciso di ricorrere alla vena forestiera per impastarla con quella di Stifone. E siccome il problema della forza motrice si sarebbe di nuovo imposto, non mancarono di provvedere anche a questa facendo stabilire dalla società un fondo per la ricerca dell’acqua. Queste parole si riferiscono all’ acqua della Morica, quella stessa che ora è stata utilizzata per il nuovo impianto della luce elettrica. (continua) APPUNTI SULLA FLORA DI ASSISI Assisi sorge alle falde del monte Subasio la cui massima vetta raggiunge l’ altezza di m. 1100 ed è contornata dal lato nord da deliziose collinette, che potrebbero dirsi benissimo i contrafforti del monte suddetto, ricche di deliziosi boschetti di quercie e ‘lecci, al suo Nord-Ovest ed al sud, si stende la bellissima pianura Umbra ricca di corsi d’ acqua ai quali è tributaria per mezzo del torrente Tescio, il quale scorrendo tortuosamente da Nord-est a Nord-ovest, tra la vallea formata dal monte Subasio e i contrafforti, va a gettarsi nel Chiaggio a Bastia, detta anticamente Isola - Romana. Dai lati nord (Fortino), per un certo tratto, ed al sud (Fosso delle Carceri di S. Francesco) il monte Subasio è roccioso, ricco di masse calcari, ove si rinvengono abbondantemente ammo- miti, di carbonato di calcio cristallizzato, di schisto bituminoso, di limonite e solfuro di ferro, dato specialmente dai così detti geod: che si rinvengono in gran copia. Il resto è di una ricchissima e rigogliosa vegetazione, fin anco nei crateri che sono tre. La pianura è in massima parte costituita da ubertoso terreno, eccezione fatta dei terreni adia- centi al Chiaggio ed al Topino che sono marnosi ed argillosi, e quelli lungo le rive dell’Ose e del Sambro che sono paludosi e perciò coltivati a risaie. La flora ricchissima e variata, è scientificamente importantissima anche per le anomalie, se mi si concede la parola, che si riscontrano nelle stazioni di alcune piante, le quali, ripeto, re- golarmente, non dovrebbero trovarsi nell’ Italia centrale. Non consentendomi lo spazio di estendermi lungamente su queste notizie, non riporterò i nomi di tutte le dette piante ma solo quelli che hanno importanza maggiore. Aconitum Napellus (L.) Regione alpestre e montana nelle Alpi. (Arcangeli) Regione al- pina e subalpina delle Alpi. (Ces. Pas. Gibel.) Io ho trovata detta pianta nel cratere maggiore del Monte Subasio e fuori di qui non l’ ho più rinvenuta. Arabis muralis (Bert) v. rosea (D. C.) Nel napoletano (Arcangeli). Nei contorni di Napoli (Ces. Pas. Gibel.) Non so se la stazione fissa d’ una pianta, dipenda dal numero degli esemplari che si trovano in un dato luogo, poichè se fosse così l’ Arabis rosea non dovrebbe far parte della Flora Assisana avendone io trovato un solo esempare nelle rovine dell’antico circo di Spello e detto esemplare l’ ho donato all’Erbario dell’ Università di Perugia. Silene Behn (L.) /n Calabria, in Sardegna, a Lampedusa ed a Malta (Arcangeli). Nell’ Italia inferiore, e nell’ Isole di Sardegna, Malta e Lampeduso (Ces. Pas. Gibel.) La pianta in parola l’ ho trovata nei dintorni d’ Assisi in più esemplari. Linaria vulgaris (Mill.) v. italica (Trev) Monti nelle Alpi marittime, nel Piemonte, nel Tirolo e nel Friuli. (Arcangeli). Colli e monti prealpini, nel Piemonte, nel Tirolo e nel Friuli. (Ces. Pas. Gibel.) Ho invece rinvenuta la Zinaria italica in più esemplari nel territorio assisano e propriamente al Fortino. ‘TI Orchis longicornu (Poir.) Luoghi aprici erbosi dal piano fino alla regione submontana nell’ Italia ‘inferiore e nelle grandi isole. (Arcangeli). Luoghi aprici erbosi, nella parte inferiore della penisola e delle grandi isole, estendendosi dal piano fino alla regione del Castagno (Ces. Pas. Gibel.) Ho rinvenuta detta pianta presso il Cimitero d’ Assisi ove si trova abbondantemente. Orchis Nicodemi (Ten) Praterie della Puglia. Monte S. Angelo di Castellamare, Pici- nisco (Arcangeli). Praterie delle Puglie ed altrove nel Napoletano (Ces. Pas. Gibel.) L' Orchis Nicodemi è invero rarissima, ma l’ ho rinvenuta essa pure presso il Cimitero d’ Assisi. Allium rotundum (L?) Campi e vigne dell’ Italia Superiore (Arcangeli) Ibidem (Ces. Pas. Gibel.) L’allium rotundum non è raro nei campi di qui, ne ho trovati bei esemplari ed uno l’ ho donato all’ Erbario dell’ Università Perugina. E per ora credo basti, riserbandomi dare altre notizie il più presto possibile sulla Flora As- sisana la quale, io credo, sia una delle più ricche e variate. U. MoRRoI GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) Mascellare - Maxillaris - Maxillaire - Che dipende dalla mascella come i palpi ecc. Maschera - Masque - Modificazione particolare del labro inferiore delle larve o ninfe di Libelliludae. Massa costale - Afidi - Estremità della cellula mediastina dilatata in forma di stigma. Lav. VII fig. 7 8). Masticatori - Macheliers, broyeurs - Insetti - Che triturano e dividono gli alimenti per mezzo di organi boccali adatti. Ved. Organi masticatori. Medifurca - Brustgabel = Entotorace del mesotorace o appendice biforcata posta alla superficie interna del medipetto. Medio o mediano - Medius - Median - Vedi Cellula o nervatura. Medipetto - Medipectus - Mittelbrust - Chiamasi la parte mediana del petto, o secondo altri le parti inferiori e laterali del mesotorace. Medisterno - Medisternum = Mesosterno. Melanismo - Aberrazione che si riscontra in certi Lepidotteri, Emitteri, ecc. consistente in una tinta oscura, cupa che presentano, diversa dallo stato ordinario. Melanotico - Spettante a melanismo. Melitofilo - Che ama il miele o i succhi melati - Acherontia atropos. Membrana - Membrana, Hymen - Membrapa - Haut, Hauthheil des Fligels - Chiamasi qualunque parte delicata flessibile e trasparente - Emitteri = la parte membranosa dell’ ala anteriore. Tav. VIII fig. 1 e) Fig. 2 11-13). Membrana connettiva - Pulmonarium Kirby) Chiamasi quella pelle o membrana che unisce fra loro gli anelli o gli archi addominali. Membranetta ascellare - Membranula axillaris = Freno o frenulo. Tavola VIII, fi- gura 3 10). 118 Membranoso - Membranaceus, membraneus - Membraneux - hàutig - Flessibile e molle come una membrana - Ali inferiori dei Coleotteri. Vedi Consistenza. Membranula - Membranula - Membranule - Libellulidi = Cellula anale. Membranula o membranetta accessoria - Membranula accessoria - Membranule acces- soire - Nebenmembran - Libellulida = Cellula anale o secondo Kirby freno o fre- nulo. Tav. VI. fig. 1 9). Membri - Chiamansi gli organi della locomozione cioè le zampe e le ali. Neniscoidale - Meniscoidalis - Alquanto globuloso con un lato concavo. ; Mento - Mentum, fulerum - Menton, accoudoir - Kinn - Parte che congiunge il labro con la gola, e che s° articola dalla base col pezzo basifare. Tav. Il. fig. 4 h) fi- gura 2 i). Tav. V. fig. 8 h) - Secondo alcuni autori = [poglotta. Secondo la forma si hanno: — Mento bidentato o fesso - M. bidentatum o fissidens - M. bidenté - zweizahnige Kinn - Feronia. (Sa — Mento dentato - M. dentatum - M. denté - gezahntes Kinn - Con uno o più denti. — Mento fesso o partito - N. fissidens - M. fendu - spaltzahnige Kinn - Vedi Mento bidentato. — Mento rotondato - M. rotundatum - M. arrondis - rundes Kinn - 2/aps. — Mento smarginato - M. emarginatum - M. emarginé - ausgerandtes Kinn. Merofodio - Afidi = Femore. Mesocorio - Vedi Coria. Mesomeri - Mesomeros - Hinterleibs mitteltheil - Si comprendono gli anelli addominali dei Lepidotteri dal secondo al quinto. “Mesonoto - Mesonotum - Mittelbrucken o Mittelruckenstuck - Si riferisce alla parte me- diana del noto o tergo del torace, che porta le ali anteriori. Tav. V. fig. 1 c). Tavi VI:fio--1oe): — Mesopleure - Mesopleurae - Mesopleures - (Strauss Tles, Paulieres) - Parti del torace che comprendono l’ episterno e l’epimera, o i lati del mesotorace. Tavola II. fi- gura 1 b’ c'). Mesosterno - Mesosternum - Peristelhium Kirby - Mitielbrust - Generalmente viene de- signata la parte mediana inferiore del mesotorace che porta le zampe mediane. Tavacllscfio a) Lav. VIN. 20d); Mesotorace - Mesothorax - Mittelbrustring - Parte mediana del torace che porta il se- condo paio di zampe. La parte disopra chiamasi mesonoto, quella disotto meso- sterno. - Kirby e Spence il mesotorace = mesonoto, o quella parte dell’Alzrun- “cus che porta le ali anteriori. Tav. 4 fig. 2 3) Tav. VI. fig. 9 e). Mesotoracico - Spettante a mesotorace. Vedi Incavatura mesotoracica. Metaboli - Metabola - Insecten mit vollkommener Verwandlung - Si riferisce ad insetti che hanno metamorfosi completa al contrario di ametaboli. - ametabola - Insecten mit unvolkomener Verwandiung - ossia a metamorfosi incompleta. Metabolico - Insetti - Che subiscono metamorfosi perfetta. Vedi Metaboli. i Metallico - Metallicus - Metallique - Metalglinzend o Erzfarbig - Che risplende o ha i colori del metallo - Carabus morbillosus. 119 Metameri - Metameros - Comprende nell’ addome dei Lepidotteri i! sesto sino all’ ot- tavo segmento. Per altri = Segmento od anello. | Metamorfosi - Metamorphosis - Metamorphose - Verwandlung - Chiamasi quel cambia- mento che subiscono tutti gl’ insetti mediante il quale, o acquistano organi nuovi o presentano notevolissime differenze fra un cambiamento e l’ altro. Metamorfosi coartata - M. coaretata - M. reserrée - zusammengeschnirt - Quando la ninfa oftre la forma di un corpo oblango, o ristretto, e non lascia vedere alcuna parte. Vedi Crisalide coartata. Metamorfosi completa - Chiamasi quando l’ insetto all’ uscire dall’uovo sino alla forma- zione d’ insetto perfetto subisce radicali modificazioni, cioè dallo stato di larva o bruco passa a quello di crisalide (pupa o ninfa) e da questo in insetto perfetto. Chiamasi pure metamorfosi perfetta o totale. Metamorfosi fasciata o coperfa - M. obtecta - M. emmaillotée - Quando le antenne, le ali ed i piedi sono contenuti in un solo inviluppo. Vedi Crisalidi avvolte. Metamorfosi incoata - M. inchoata - M. ebauchée - Che incomincia a subire un cam- biamento, ma non è altro che una muta. Metamorfosi incompleta - Apterametabola, o aptero - metamorphosis incompleta - M. incomplete - Chiamasi quando |’ insetto all’ uscire dall’uovo passando per gli stadi di larva, di ninfa e d’insetto perfetto conserva con lievi modificazioni la forma di quest’ ultimo. Queste modificazioni consistono nella grossezza, nello sviluppo incom- pleto di varie parti e nell’ assenza delle ali. Viene pure chiamata metamorfosi par- ziale o semimetamorfosi. (continua) COMUNICAZIONI In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi domande, notizie schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. Batteri delle epoche primarie. Il Sig. B. Renault ha pubblicato nel n. 4 del Bolletin du Muséum d’histoire naturelle di Parigi, una interessante comunicazione « Sur quelques Bactéries des temps primaires » corredata di 4 fotografie. Egli riferisce aver trovati Batteri nelle Cropoliti degli schisti permiani di tutte le formazioni d’ Autun; regli schisti carboniferi di diversi giacimenti, nelle silici di Grand Croix e dei dintorni di Autun, e fra i resti di piante silicizzate appartenenti ai terreni antraciferi dei dintorni di Régny, Combres e Ernest. Questi batteri sono conservati o dal fosfato di calce o dalla silice. L’ autore ne indica le specie e deduce che i batteri devono essere apparsi nel globo contem- poraneamente alle prime piante e devono essere stati fin da principio tanto numerosi e diffusi come al presente. RED. Il commercio nell’ epoche preistoriche. Nella recente pubblicazione dello studioso e bravo nostro collaboratore dott. De Blasio di Napoli, dal titolo Gli avans: preistorici della grotta delle felci nell’isola di Capri, da nor annunziata nella rivista del 1.° corrente, egli, dopo aver notato che in quella grotta fu pure trovato un pezzo di conchiglia lavorata (forse per uso di brac- cialetto) del tutto simile per forma e dimensioni ad altro oggetto rinvenuto nella caverna di Ga- brovizza presso Trieste e che il distinto malacologo prof. À. Stossich dice essere stato ricavato da una grande conchiglia (Triton variegatum) che trovasi nelle maggiori profondità dell’ Adria meridionale, fa questa riflessione: « L' aver trovato nella grotta di Capri degli oggetti simili a quelli scoverti 120 in altre località preistoriche, ci può far pensare ad un centro da cui certe arti si diffusero? Ov- vero i medesimi bisogni fecero svolgere in parecchi popoli le medesime idee, che si tradussero in fatto nelle forme più svariate degli oggetti che noi oggi andiamo scoprendo? ». o A questo proposito ci piace riportare quanto abbiamo letto in un giornale, e che cioè il prof. Otto Helm, chimico tedesco, ha potuto stabilire per mezzo di analisi chimica che fino dal- l'epoca preistorica, esistevano rapporti commerciali tra gli abitanti delle rive del Mar Nero, del- l' Adriatico e del Baltico. L’' Helm che raduua da dodici anni oggetti preistorici in metallo raccolti nella Prussia oc- cidentale, ha trovato che i bronzi contenevano il 3,87 per cento di antimonio. Ora i bronzi di Ungheria sono i soli in cui questo metallo si trova in tali proporzioni e perciò egli deduce che i bronzi preistorici della Prussia occidentale, sono di origine ungherese. L’ ipotesi dell’ Helm sembra anche probabile inquantochè la Vistola, via naturale di comuni- cazione, doveva facilitare agli abitanti di questi paesi lo scambio dei loro prodotti. D'altra parte gli scavi operati in Ungheria, hanno più volte messo alla luce oggetti in ambra gialla, che non possono venire che dalle rive del Baltico. B. Coltivazione dell’ Ailanthus. Da recenti esperienze sembrerebbe provato: che fra tutti i legni, il meno attaccato dalle teredini (bisse) sia l’Azlanthus pianta importata dall’ Asia un secolo fa, ora notissima e che cresce rapidamente nei terreni sciolti, come quelli delle nostre dure (ex pinete). Sarebbe utilissima cosa tentarne il rimboscamento, sostituendo l' Ailanthus allo scomparso Pi- nus marittima. Se il tentativo riesce, la prima a risentirne vantaggio sarebbe la vallicultura, che consuma tanti pali. Spero che la proposta non vada perduta come tante altre. G. Tecnica microscopica. Un metodo ideato dal Bleicher (Comptes Rendus de lAc. des Sciences, 20 maggio 1895. Riv. scientifico-industriale, n. 15-16) per la preparazione e lo studio delle rosce calcaree e calcareomarnose in lamine sottili, potrà rendere utili servigi anche nelle ricerche micropaleontologiche. Quel metodo consiste nell’ esporre la lamina sottile, ottenuta coi sistemi ordinari, all’azione dell’ acido cloridrico allungatissimo (*/,00), proiettato mediante un va- porizzatore. Operando su calcari compatti, a struttura omogenea, la corrosione avviene in modo regolarissimo; ma non è così per le roccie eolitiche, semimarnose, semicristalline, che necessitano l’uso alternativo delle polveri smeriglianti e dell’ acido nebulizzato, fino ad ottenere la completa trasparenza. In certi casi, per agevolare la lettura dei preparati, il Bleicher ha ottenuti buoni effetti, trattandoli, per non più di cinque minuti, con materie coloranti, quali la ematossilina al- luminata ed il verde-malachita. Rep. / Esperienze coll’ elettricità animale. ll sig. d’ Arsonval ha compiuto a Parigi degli studi interessanti sopra le torpedini. Tutti sanno che questi pesci singolari, quando vogliono difendersi dai nemici, lo fanno con delle scariche elettriche, abbastanza forti per produrre dei gravi stordi- menti negli animali più grossi, mentre arrivano ad uscidere i più piccoli. Ora il signor d' Arsonval ha voluto misurare la forza di tali scariche e segnare le successive loro variazioni. Ezli constatò che, operando sopra una torpedine da 25 a 35 centimetri di diametro, la durata media della scarica oscilla da un decimo a un decimo e mezzo di secondo. La scarica cor- risponde a quella di una pila elettrica abbastanza forte. E infatti prendendo una piccola lampada Edison da 4 volte e l ampère, ne collocò un filo in comunicazione coll’ apparato elettrico del pesce, poi toccando coll’ altro filo la punta delle pinne di esso, vide la lampada accendersi, sia pure per una frazione di seconlo: anzi pungendo il pesce più vivacemante il filo della lampada finì col bru- ciarsi. Mettendo poi insieme tre lampade, d’ Arsonval potè accenderle d’ un sol colpo colla medesima scarica : e facendo passar questo per un rocchetto di Ruhmkorff egli potè ottenere la vaga luce nei tubi di Geissler. L'organo elettrico del pesco si stanca presto. Dopo quattro o cinque scariche ripetute, una dopo l’altra, le lampade s' accendono sempre più debolmente. Ma dieci minuti dopo si può rico- minciare l’ esperimento con ugual successo. Per quanto curiosi siano questi esperimenti, la loro importanza non sarebbe molto grande, se (121 non si fosse sulla via di constatare un’ affinità tra queste scariche della torpedine e le vibrazioni dei muscoli umani, quando sono in tensione. Venezia. Neptuniu. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —_— S=l&9>_ Per gli uccelli utili all'agricoltura. Non ci eravamo occupati delle adunanze tenute a Parigi e delle deliberazioni prese dalla commissione internazionale per la protezione degli uccelli utili all’ agricoltura, perchè davvero, secondo il nostro modo di vedere, non vi era niente di inte- ressante da far conoscere. Ma siccome ci sono state domandate notizie in proposito, così riferiremo per sommi capi quanto fu deliberato: Fu approvata una lista di uccelli utili e di uccelli nocivi all’ agricoltura. ; Gli uccelli utili all’ agricoltura secondo la detta commissione, sarebbero : Civette, gufi, alloc- chi, barbagianni, assioli, picchi, ghiandaie, grottaioni, puppole, picchi muratori, rampichini, ron- doni, nottoloni, usignoli, petti azzurri, codirossi, pettirossi, beccafichi, capinere, bigiarelle, bigie grosse, sterpozzole, pagliaroli, scopaiole, luì, forapaglie, cannareccioni, sericcioli, fiorrancini, cincie, batticode, cutrettole, pispole, passere solitarie, merli, tordi, rondini, balestracci, crocieri, fringuelli, cardellini, storni e cicogne. Gli uccelli nocivi all’ agricoltura, alla caccia ed alla pesca, sarebbero: Gipeti, aquile, nibbi, poiane, astori, sparvieri, falconi, gufi reali, corvi, piche, gazzere, aironi, tarabusi, nitticore, pelli- cani, marangoni, strolaghe e smerghi. Ci pare che vi sarebbe tanto da ridire ed anche da ridere su queste liste. La. caccia ai suddetti uccelli utili dovrebbe essere assolutamente proibita in qualunque modo ed in qualunque epoca dell’anno; ciò che da noi è lo stesso che dire che essa caccia sarebbe ri- servata ai cacciatori, venditori e consumatori di contrabbando, ai ragazzi ed agli adulti che di- struggono i nidi, agli uccelli rapaci, ai gatti e compagnia bella. Bo Cacciatori fortunati. Il Sig. Ciampa scrive da Piano di Sorrento al giornale Napoli Sport: Vi scrivo da queste ridenti ed incantevoli colline, che poste a cavaliere dei due golfi, sorrise dal più bello dei sorrisi di natura, sono il più efficace richiamo delle quaglie, che quali colombe dal disio chiamate piovono nella mia riserva. Se avessi tempo, come ho voglia, ogni giorno vi farei minuto resoconto delle abbondanti cacciate. Basti il dirvi che, finora, dai 25 agosto, in media, ho preso un cento quaglie al giorno con fucile e reti, sebbene la stagione si sia presentata fin quì abbastanza scarsa. Oggi però, sono stato alquanto felice, avendo raggiunto la cifra di 376, cioè 234 nelle reti e 142 con l’ insuperabile fu- cile a quadrupla chiusura, opera del notissimo armajuolo sig. Pasquale Varriale, a cui sento il dovere di tributare i più meritati elogi. La solidità, la lunghezza di tiro, la garanzia da qualunque pericolo e fedeltà della carica sono prerogative tutte di cui va adorna la sua preziosa invenzione e che la rendono superiore ad ogni altra. In forza, adunque, di esso fucile e per l’ ardente passione che mi tormenta della caccia, io sono veramente fortunato in questi giorni. E vale la pena di sfidare l'ardente canicola, inerpicarsi per le silvestri ripe, niente curando, pur di veder volare e cadere a centinaia il desiato volatile. Nella speranza di più abbondanti comparse, di cui vi terrò informato, vi ossequio distintamente. Devotissimo vostro A. CIAMPA Un altro cacciatore fortunato è un inglese di cui non conosciamo il nome, il quale comu- nica ‘che in 42 giorni nei dintorni di Burmach in Birmania ha ucciso nientemeno che 125 cervi, 5 tigri, 7 leopardi, 39 cinghiali, 2 bisonti, 1 rinoceronte, l elefante, 228 anitre, 23 oche, 546 al- zavole, 380 beccacce, 298 quaglie, 160 pivieri, 63 pavoni, 43 fagiani, 92 galline selvatiche, 639 tortore. 2 122 INSEGNAMENTI PRATICI ——_— _ _Soer——>_—_ Allevamento dei polli d’India secondo il sistema astigiano. (Dal Corriere agri- colo commerciale). Il più grosso volatile dei nostri cortili, il dindio, comunemente pito, non ci è utile che alla maniera del porco, perchè la di lui carne è buona, e morendo paga le cure che a suo riguardo si sono prese. Affinchè poi questo allevamento dia il massimo guadagno, ecco il bel- lissimo ed economico metodo che si adopera nel circondario d’ Asti, ed in modo speciale ad Agliano. Appena nati i pulcini, si somministra loro farina di grano turco con foglie di robinia e gaggia; tagliate, finissime, se la stagione lo permette, verdi, se no, secche, ma asciugate a tal fine all'om- bra. Passato un quindici giorni di codesto tratiamento, si da metà farina di frumento, e metà cruschello sempre unito alle foglie di sopra menzionate, e dopo un mese non più farina di maiz, ma bensì cruschello, le solite foglie tagliate, aggiungendo al medesimo, in piccola porzione, latte coagulato o ricotta, e in mancanza di queste due sostanze, s' impasta il mangime con siero di latte. Bisogna però aver l'avvertenza di non condurre questi uccelli intorno se non quando il sole ha di già asciugata la rugiada, perchè l’ umidità riesce loro constantemente contraria. Con questo semplicissimo metodo di allevamento si ottengono tre bellissimi risultati: 1.9 dif- ficilmente muoiono; 2.° in sei mesi arrivano quasi a completo accrescimento ; 3.° la carne diventa così tenera e saporita che è una vera delizia. Difatti nelle fiere e nei mercati dell’ Astigiano se: ne vendono a migliaia ai negozianti e a prezzo elevato, che li spediscono in ogni parte del Regno, certi di fare buoni affari e di contentar il gusto dei gastronomici. Agliano d’ Asti, Settembre 95. GuaLieLMo Dott. GHERARDI. Quando si hanno alberi da frutta o da ornamento da poco piantati e che non vo- gliono germogliare malgrado abbiano la corteccia verde e liscia, si levino dalla terra, si ritaglino le radici, le si immergano di poi per alcune ore in acqua pura e si ripianti l’ albero. Il successo è rapido ed avverrà tanto più sicuramente se sì impedirà l’ avaporare dell’ acqua attraverso la cor- teccia del tronco, mediante un impacco di calce ed argilla, o se, per lo meno, si attorce della paglia intorno al tronco e si avrà cura di spesso bagnarla. Si raccomanda pure di ricoprire il disco dell’ albero con concime marcito perchè la terra possa mantenersi umida. | Per stagnare vasi di legno un mezzo che ha ben corrisposto a molti è il seguente: Prendi 60 parti di grasso di maiale, 40 di sale comune e 33 di cera bianca, fai liquefare a fuoco e mescola con 40 parti di cenere di legna bene stacciata. Questa manteca si applica calda sui punti che gemicano ed appena raffredata si avrà una completa stagnatura. Procurare di asciugaio il più possibile la parte da spalmare e comprimere bene col dito la manteca onde entri in tutti i piccoli fori. Il sapone è un potente insetticida e disinfettante. Nel fascicolo del 15 luglio ri- portammo il resultato di molte esperienze fatte dai Sigg. Prof. Targioni e Del Guercio i quali concludevano che con le soluzioni di sapone si liberavano le parti aeree delle piante dalla maggior parte dei parassiti animali che le infestano. Nel fascicolo dello scorso agosto del Bollettino del Consorzio agrario trentino, troviamo che anche presso quel consorzio si adoprò la soluzione al 2 00 di sapone tenero e si ottenne la morte quasi istantanea di tutti gli afidi che infestavano i frutti, i cavoli, rape, rose, cardi, fagioli ecc. Ora vediamo che nel Journal des connaissances me- dicales il sig. Jolles ha pubblicato un’articolo rendendo conto di ricerche fatte per provare il potere dìi- | sinfettante delle soluzioni di sapone. Si è servito di un sapone composto di: Acidi grassi 67,44; Alcali combinati 10,40; Basi libere 0,041 010. Ne ha ui delle soluzioni nell’acqua distillata nelle proporzioni di 1 a 10 0/0, di cui ha versato 100 cm. in palloni d' Erlenmeyer sterilizzati, che seminò di 20 cm.? di cultura del bacillo del tifo in un mezzo peptonizzato e vecchio di tre giorni. Si è poscia posto in tre condizioni dif- ferenti di temperatura: 4.° 18.9 30,° 123 Il potere disinfettante della soluzione di sapone sembra altrettanto più marcato quanto più la temperatura è bassa. Sono sufficienti per il bacillo del tifo alcuni istanti con una soluzione di sapone al 7-8 -90 16010; quindici minuti per quelle al 6 00, una mezz’ ora al 5 00, un’ ora al 10/0: a 30° i risultati sono press’ a poco gli stessi che a 18.° Gli effetti sono ancora più marcati quando all’ acqua di sapone, in luogo di una coltura, si aggiunge un tessuto sul quale venne diffuso il bacillo. Il bacillo tifico, il bacillo del colera ed il colibacillo si comportano nell’ istesso modo. Questi risultati dimostrano che la liscivazione al sapone è il processo di disinfezione il più sicuro ed il più naturale per i tessuti. Un eccellente metodo per fare secondi vini o vinelli igienici e quasi senza nessuna spesa, lo troviamo insegnato dal Prof. Ravizza nel giornale di agr. pratica ed ecco in cosa consiste: Per ottenere un secondo vino, ancora abbastanza alcoolico e conservabile, si stratificano in grandi tini di legno le vinaccie, quando escono dal torchio di pressione. Esse vengono divise il meglio possibile e compresse fortemente coì piedi. Quando il tino è pieno, si praticano delle lavature per mezzo di un inaffiatoio munito della sua rosetta, procurando di ripartire uniformemente il liquido su tutta la superficie del tino. Questi inaffiamenti devono essere intermittenti, essi non devono agire come lavaggio, ma per spostamento. Quando le prime parti del liquido cominciano a scolare dal basso, si raccoglie un liquido molto concentrato che ha la stessa composizione del vino contenuto nelle vinaccie, leggermente mescolato con acqua. In questa operazione bisogna regolare bene gli inaffiamenti. Quando si bagnano le vinaccie con poco intervallo di tempo, lo spostamento è meno perfetto, e l’acqua si mescola al vino; se invece gli inaffiamenti sono molto distanti l’' uno dall’ altro, le vinaccie si riscaldano ed il secondo vino inacetisce. Questo inconveniente è sempre accompagnato dall’innalzarsi della temperatura del liquido che scola. i Con tutto ciò bastano poche prove per acquistare una pratica sufficiente onde condurre bene l’ operazione. La bagnatura delle vinaccie può anche eseguirsi con un arganetto idraulico, il quale agisca automaticamente e pare che questo strumento dia risultati migliori. Quando l’inaffiamento è ben fatto, i primi liquidi che scolano sono costituiti da vino quasi puro, quindi il liquido si fa meno alcoolico e non ha più fuorchè il valore di un semplice vinello: ma quando si possiedono tante vinaccie da poter riempire parecchi tini, i vinelli a debole titolo alcoolico, si adoperano per eseguire gli inaffiamenti di nuove vinaccie. In questo modo si ottengono dei secondi vini abbastanza buoni e serbevoli, che hanno, gli è vero, il sapore troppo austero dei graspi, ma è noto che un tale cattivo gusto si va attenuando, specialmente se i vini vengono chiarificati. i Questo nuovo metodo di estrazione si può così riassumere : 1.° Si dividano il meglio possibile le vinaccie e si comprimano coi piedi entro un tino di ca- pacità non troppo piccola, bagnando con quattro o cinque litri di acqua ogni quintale di vinaccie. Questa bagnatura favorisce la stratificazione uniforme delle medesime. 2." Appena il tino è completamente riempito, il che si deve fare il più presto possibile, senza interruzione ed in tempo non superiore alle 20 ore, si cominci a bagnare le vinaccie con un inaffiatoio a rosetta finamente bucata, che distribuisca bene il liquido su tutta la superficie. 3.° Gli inaffiamenti si devono fare senza interruzione ogni quarto d' ora, seguitando giorno e notte, ed adoperando un quarto di litro di acqua ogni quintale di vinaccie. 4. Se l'operazione è bene eseguita, si potranno raccogliere 45 litri di buon vinello ogni quintale di vinaccia adoperata; e questo nei due primi giorni: il liquido che scola in seguito non ha una sufficiente gradazione alcoolica e perciò servirà all’ inaffiamento di un secondo tino. 124 5.° Conviene misurare sovente il grado alcoolico del vinello che scola, ed una tale operazione può suggerire utili modificazioni al sistema seguito. Questo, della lavatura sistematica delle vinaccie, è il migliore sistema ed il più economico per ottenere un secondo vino, sano, igienico, ed a buon mercato. - Abbiamo detto più sopra che un quintale di vinaccie può dare 45 litri di buon vinello, ma nel caso nostro, volendo ottenere un secondo vino, che poco si discosti dal grado alcoolico del primo, e che abbia. cioè il 9 p. 010 di alcool, noi da un quintale non otterremo che 23 litri di se- condo vino contenenti esattamente il 9 p. 0[0 d’ alcool. Avremo in seguito 25 litri di un buon vinello contenente ancora il 6 p. 0/0 di alcool. Finalmente otterremo altri 25 litri di un secondo vinelio meno ricco di alcool, cioè contenente appena il 3 p. 0]0, ma questo liquido può servire per l’inaffiamento di un secondo tino, in sosti- tuzione dell'acqua ed aumentare la quantità del primo vino, ricco del 9 p. 010, o può essere be- vuto come acquarello. INVENZIONI E SCObsRkERCE L’ alluminio in sostituzione della pietra litografica e con molti vantaggi sopra la pietra stessa, è stato felicemente sperimentato in America, almeno a quanto annunzia la Neuw. Scientiphic. American. Una nuova pianta tessile alla quale si predice uno splendido avvenire è la Sechiumedule o Ciuciù come la chiamano all'isola Riunione ove si trova in abbondanza. Dicesi che con essa si ottiene una fibra con la quale si possono fabbricare cappelli ed abiti leggerissimi come piume. Cicloscafo è uno strumento nautico inventato dal Prof Ettore Penco e con il quale si può avere un massimo di velocità per un minimo spostamento di acqua. Agisce bene anche nei fiumi e lagune poco profonde. Case incrollabili. Tenendo per base l’ applicazione di due principi, quello cioè di rendere le costruzioni un sol tutto mediante una intiera legatura od ossatura di ferro indissolubile, e l altro di mantenere il centro di gravità al punto più basso dell’ edifizio, l'ing. Luigi Dini di Napoli ha trovato il modo di costruire abitazioni assolutamente incrollabili, ed egli assicura e ne accetta la responsabilità, che dette costruzioni non solo non costano più dell’ ordinario, ma pre- “sentano grandi vantaggi come la maggiore vastità degli ambienti, la maggiore estetica ecc. Un nuovo apparato telegrafico stampante è stato inventato dal Sig. Colonna impie- gato telegrafico all’ ufficio centrale di Roma. Il grande vantaggio di questo istrumento sarebbe prin- cipalmente questo, che mentre con i sistemi attuali è indispensabile il lungo lavoro di traduzione dei segnali, con il nuovo apparecchio questo lavoro verrebbe eliminato, poichè i telegrammi vengono impressi in caratteri a stampa sulla striscia stessa che li riceve. La elettricità utilizzata come produttrice di calore va sempre più e rapidamente estendendosi. Leggiamo che ultimamente in Sassonia il proprietario di una grande officina di con- fezionatura di biancheria di Lanter, ha applicato a 60 ferri da stirare il riscaldamento elettrico. Minerali nuovi: Stibiotantalite è stata trovata negli alluvioni stanniferi di Greenbusches in Australia Awchecornite è un solfuro di nichel e di bismuto trovato nelle cave di siderose a Frie- drich. Folkenangite, è un minerale appartenente al gruppo della Wittichenite. So/foborite è un borosolfato trovata a Westeregeln associata alla Chieserite e alla Celestina. Nuovo tappo per botti. Il Prof. Giuseppe Cusmano, il valente Direttore della Colonia agraria dell’isola di Pianosa, ha recentemente ideato e fatto costruire, un tappo di cristallo per botti che si dice corrispondere pienamente allo scopo, e che diversi giornali assicurano migliore assai dei comuni tappi in sughero o in legno, e degli stessi colmatori di cristallo. Aratro gigante. Nell’ officina del Sig. Bontini in Treviso è stato costruito un aratro a 14 vomeri, che lavora smuovendo metri 3,50 per ogni viaggio. Le prove fatte in presenza di scelto pubblico sono riuscite di piena sodisfazione. 125 NOTIZIARIO N n Tutti gli abbonati ai quali non dispiace di far conoscere ai colleghi il proprio indirizzo, la parte delle scienze naturali della quale si occupano, gli studii speciali ai quali si sono dedicati, come pure se tengono collezioni e se desiderano far cambi, ecc. , sono pregati di renderne consa- pevole la direzione di questo periodico la quale sarà sempre lieta di poter continuare a rendere più facili le relazioni fra gli abbonati stessi, nel loro reciproco interesse. L' occasione della pros- sima fine dell’anno, nella quale pochi sono gli abbonati che per qualche causa non scrivono o alla direzione o all’amministrazione, è favorevole per fornirci pure le suddette notizie.. Utilità delle ostriche come cibo. Due valenti scienziati, A. Chatin, membro dell’ Isti- tuto di Francia, e A. Muntz, dell’ Istituto agronomico, analizzarono, con sistemi sicuri, la carne delle ostriche e ne determinarono la grande quantità di acido fosforico. In rapporto a 100 parti trovarono nell’ ostrica del Portogallo (simile a quella italiana) 2,052. Una ostrica francese con- tiene in media grammi 1,14 di materia organica, una portoghese (più piccola) ne contiene 1, 16. L’ acido fosforico si trova nell’ostrica allo stato di combinazione intima con i componenti organici, cioè allo stato più favorevole per l’ assimilazione. La carne delle ostriche inoltre è ricchissima di azoto e di ferro. Abbiamo adunque nell’ostrica un alimento fosforato ad altissima dose con del ferro assimilabile — e perciò l’ostrica è un ali- mento ferro, fosforato di prim’ ordine. Era gia nota l’ utilità delle ostriche pei malati di dissenteria nei paesi caldi; ora si riconosce la grande utilità di questo cibo per gli anemici, i convalescenti e i deboli in generale. Le più grandi foreste del mondo. (Rivista agraria). Quantunque vi sia in oggi una specie di frenesia di diboscamenti, esistono ancora nel mondo delle belle foreste. Quelle delle pro- vincie di Quebec e di Ontario nel Canadà misurano 2700 chilometri di larghezza su 4000 di lunghezza. Nella valle delle Amazzoni, le foreste cuoprono una regione di almeno 3300 chilometri di lunghezza, su 2000 chilometri di larghezza. Al centro dell’ Africa, gli esploratori segnalano l’ esistenza di regioni forestali che non mi- surano meno di 4800 chilometri di lunghezza dal nord al sud, e la cui larghezza, quantunque non conosciuta completamente, è pure enorme. La Siberia racchiude pure delle foreste estesissime, formate sopratutto di conifere così vicine le une alle altre, che il camminare in mezzo a queste foreste è difficile. Questi alberi, serrati ed alti, arrestano i raggi del sole artico e il cacciatore che ha la di- sgrazia di non segnare la sua strada, arrischia di perire di freddo e di fame, prima d’ aver potuto orizzontarsi in mezzo a questi alberi tutti simili. Esplorazioni. Il prof. F. Ward, il paleobotanico dell’ Istituto Smithsoniano di Washington, va a visitare durante questo autunno le coste del Pacifico per formare collezioni ed esaminare certe località ai piedi delle montagne. È aperto il concorso ad un posto di professore di 3.2 classe nelle Scuole di viticoltura cd enologia per l’ insegnamento della Chimica generale ed agraria e della Tecnologia chimico-agraria. Stipendio L. 3200. Le domande, al Ministero di agricoltura, non più tardi del 13 novembre prossimo. Borse di studio nelle scuole superiori di agricoltura di Milano e di Portici. Il Ministero di agricoltura ha determinato che a favore dei licenziati degli Istituti tecnici, Licei e Scuole di viticultura aventi corso superiore, sieno poste a concorso per il venturo anno scola- stico 1895-96 e per la durata di un quinquennio, cue borse di Studio per la Scuola superiore di agricoltura di Milano e due per quella di Portici. A ciascuna borsa è unito l'assegno di L. 800 all'anno. | Concorso per una memoria sui fermenti dei vini. {il Ministero di agricoltura ha bandito un concorso con premi di mille e duemila lire a favore degli studiosi italiani che pre- senteranno i migliori lavori scientifici sperimentali, sui fermenti del mosto e del vino Tempo utile fino a tutto dicembre 1897. 126 Un concorso con premio di L. 500,000 per il migliore aereostato dirigibile è stato aperto dal governo degli Stati uniti. Tempo utile fino a tutto il 1899. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Fazio Giuseppe abilitato all’insegnamento delle matematiche e Scienze naturali nelle Scuole normali. Crevatin dott. Francesco nominato dissettore di Anatomia comparata nella R. Università di Bologna.. Pierucci Fabio abilitato ad insegnare scienze naturali nelle scuole tecniche e normali. Mason Emilia è abilitata all'insegnamento della matematica e delle scienze naturali nelle scuole preparatorie e normali. Perroncito prof. Edoardo è stato nominato Socio corrispondente straniero dell’Accademia di medicina di Parigi. RICHIESTE E OFFERTE Jomande di cambi ; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. . Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servira a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 161 G. Leoni di Aquila offre per cambi: Zigaena punctum; idem var. dystrepta; Zygaena rubicundus; idem polygalae, Ino geryon; Lycaena dolus; Leucophasia sinapis, ab. erysimi. 162 M. Campan, rue Pharaon, 46, Toulouse, offre in numero Stitaris muralis, freschi e non infilati, contro tutte le specie di coleotteri in buono stato e ben determinate. 163 Si cedono al maggiore offerente i seguenti libri : Bomgicci - Corso di Mineralogia in tre grossi volumi. (Edizione esaurita). Non legato ma in buonissimo stato. JacoLLior - Les animaux sauvages - Récit d’ histoire naturelle, de chasses et de voyages. (Il- lustrations de A. Laugon). Grosso volume ricchissimamente illustrato. Legato e quasi nuovo. Figuier - Les races humaines. Illustrato da 268 incisioni e da 8 cromolitografie. (Usato, ma in buonissimo stato). ; Luspock - Les origines de la civilisation. Etat primitif de l’homme et moeurs de sauvages moderne. Illustrato da. molte incisioni. (Usato, ma in buonissimo stato). DesmaREST - Manuel de Mammologie. (Un volume legato in mezza pelle). PLInIt - Secundi historiae mundi. (Grosso volume legato in pelle). De LA NoyE - L’homme sauvage. Illustrato da 35 vignette (legato in tuita tela, nuovo). RatuzanI - Introduzione generale alla Zoologia. Volumi 2, Mammiferi. (Legato, usato, ma in buono stato). FusinieRI e ReincHEURACH - La Dinamica molecolare. 1 vol. (non legato) con tavole. OmgonI prof. G. Geologia. Un volume legato con numerose incisioni e carta geologica. OxgonI prof. G. Geologia dell’Italia. Un vol. con numerose incisioni e carta geologica, non legato, ma in buono stato. OxgonI prof. G. - Come s’ è fatta l’Italia. Saggio di Geologia popolare. Un volume (non ie- gato) quasi nuovo. 164 S. Brogi, naturalista in Siena, fa ricerca di Barbagianni (Strix fammea) sia freschi in carne, sia già messiin pelle, ed offre vivi i Varani dell’ Africa (Varanuso Psammosaurus griseus). 165 Si offre una bella collezione di insetti americani ed asiatici con rare specie da studiarsi non determinate. 200 esemplari di oltre 100 specie per L. 100. 127 166 Il dott. Antonio Bertoloni di Bologna, rende noto agli studiosi che trovasi presso di lui l’erbario della flora italica del Bertoloni, corredata di tutta la corrispondenza scientifica e di una libreria botanica rara; oltre ad un erbario di piante medicinali; un erbario generale ; ed un erbario della flora bolognese. A tutta questa suppellettile scientifica botanica, si trovano unite una ricchissima collezione di testi di lingua italiana (2000 opere) ed alquanti libri di entomo- logia con una discreta raccolta d’insetti mozambicesi ed europei. Se per caso vi fosse l'amatore si potrebbe anche trattarne la vendita. 167 Il dott. Eugenio Ficalbi, professore di Zoologia ed Anatomia comparata nella Uni- versità di Cagliari, passa con il 1.° di novembre al medesimo insegnamento nella Università di Messina. 168 Il prof. Giovanni Angelini, si è trasferito al liceo Torquato Tasso di Roma. 169 M. Roberston Coxhorne Cheltenham, (Agleterre), offre en echange des. papillons de sa region. Envoyer.liste. 170 Rolland L., rue Charles: Laffitte, 80 Neuilly, desidera far cambi di funghi di Francia. 171 Fratelli Ingegnoli, stabilimento agrario Milano, distribuiscono gratis il loro nuovo catalogo di frumenti e sementi autunnali. 172 Raffaello Mercatelli, orticoltore in Firenze, ha posto in distribuzione gratis il nuovo catalogo di semi di piante ortive, da foraggio e da fiore. 173 Guérin E., 23, quai Sud, Macon, offre insectes de tous ordres, déterminés, contre Ca- rabes vrais, de provenance bien établie, pour se livrer a l’étude des raretés de ce genre. 174 M. Moore, 104, Stratford road, a Birmingham, offre des larves de papillons en échange d’autres larves au crysalides. 175 Il prof. Pio Bolzon, si è trasferito alla R. Scuola tecnica di Legnago (Verona). SONO APERTI GLI ABBONAMENTI PER IL 1896 e nella pag. 2.à della fodera di questo fascicolo trovasi la nota dei premi, CAUSERIE — A nos Lectrices Nous ne pouvons résister au plaisir de vous donner une rapide analyse du numéro du 1° Octobre, du pratique Journal de mode ’’ La Saison ,, 80, rue de Lille, à Paris. ll contient environ 100 gravures inédites, savoir : 48 Modéles de Vétements pour Dames et Jeunes Filles — 7 Modéles de Costumes d’Enfants — 31 Modéles de Broderies et travaux de mains — 14 Modéles de Chapeaux, Coiffures, Corsets, Cravattes etc. priSi Outre la description des gravures ’’ La Saison ,, donne de charmantes causeries dues à la plume de nos meilleurs écrivains féministes, des Variétes, Monologues, ete.; des conseils pratiques et des recettes culinaires. Elle publie, aussi, sous le trite suggestif ”” Les mémoires d'un fou ,, par G. Hymans, un ro- man, d'une étude psychologique très approfondie, d'une haute moralité etd’un passionnant intérét. 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SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 19 medaglie e diplomi speciali Fornitore di molti musei e gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ece. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto l’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare oggetti di storia natorale. Sono sempre pronte collezioni per l'insegnamento, secondo i programmi governativi Piazza del Carmine 28, SIENA (Italia) Stabile proprio. SI INVIANO GRATIS I SEGUENTI CATALOGHI Catalogo N. 30 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto. 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Contribuzione alla miologia delle regioni antero-laterale del to- race, costale e della spalla nelle scimmie. (continuazione) Con fig. Pag. 129. Dei prof. Apelle. La vescica idrostatica dei pesci e l’apparato aereostatico e polmonare degli uccelli. (cont. e fine). Pag. 133. De Blasio dott. Abele. Ripostiglio di bronzi preistorici rinvenuti nel Losco delle ” Cal- daia,, nel comune di Guardia Sanframondi (Benevento). (cont. e fine). Con fig. Pag. 136. Rivista Bibliografica. Da pag. 139 a pag. 14l. 5 Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 141. a pag. 143. IMPARATI dott. EDOARDO CONTRIBUZIONE ALLA MIOLOGIA DELLE REGIONI ANTERO-LATERALE DEL TORACE, COSTALE E DELLA SPALLA NELLE SCIMMIE. (continuazione) ——_ 4 Muscoli della spalla, In numero di sei: 1. Deltoides — 2. Supraspinatus — 3. Infraspinatus — 4. Teres major — 5. Teres minor — 6. Sub-scapularis. 1. Deltoides. Si può distinguere in due parti, completamente separate da una forte inserzione all’ omero, che va dall’ alto al basso; l’ una anteriore, l’ altra posteriore. La prima fusa col pectoralis major è inserita a tutto il margine anteriore della clavicola; la seconda all’ acromion ed a parte della spina. Ambedue convergono colle loro fibre a V alla parte mediana, superiore ed anteriore del- l’omero per fissarsi alla cresta deltoidea che va dalla parte superiore dell’ omero alla sua metà circa, dividendo, in tal modo, il deltoides nelle due porzioni accennate. Ricoperto dalla pelle e dall’ aponeurosi brachiale, ricopre completamente l'articolazione sca- polo-omerale. ; 2. Supraspinatus. Occupa la fossa sopraspinosa della scapola che è molto allungata nel senso trasversale. S' in- serisce ai due terzi interni di questa e, dopo di essere passato per l’incisura del collo della sca- pola e sotto la clavicola, va ad attaccarsi alla faccetta superiore della grande tuberosità dell’omero con tendine piatto che concorre, con una parte, a rafforzare la capsula fibrosa dell’ articolazione. 3. Infraspinatus. Grosso, triangolare, largo in dentro e stretto in fuori, posto nella fossa sottospinosa. Si inserisce, eccettuata una piccola parte esterna, a tutta la fossa sottospinosa ed al bordo ascellare della scapola. Portatosi allo esterno s’ attacca alla tuberosità esterna (1) dell’omero con un tendine che, come quello del precedente, concorre a rafforzare la capsula articolare. 4. Teres major. Arrotondato, grosso, forte; molto confuso nella sua parte interna col sub-scapularis, occupa la parte posteriore della spalla. Sembra nascere dalle fibre del sub-scapularis quindi, resosi da questo distinto, s'inserisce a tutta la metà inferiore del bordo esterno od ascellare della scapola. Resosi libero per piccol tratto si porta allo infuori e si unisce intimamente col tendine del /atis- simus dorsi, che sta al disotto, e con esso va ad inserirsi ad una ben marcata incisura che si trova sotto la tuberosità interna dell’ omero. o. Teres minor. Sottile ed allungato, quasi confuso coll’ infraspinatus è posto alla parte inferiore di questo. (1) In moltissime specie, non essendo sempre e perfettamente conformi al vero, le denomina- zioni di grossa e piccola date alle tuberosità dell’ vomero, credei più logico denominarle esterna e interna dalla loro topografia. 1908 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI S’ inserisce da una parte al bordo ascellare della scapola, dall’ altra subito sotto l’ inserzione ome- rale dell’ ixfraspinatus. 6. Sub-scapularis. Muscolo grosso e triangolare, occupa la fossa omonima. Assai robusto e sviluppato. Le sue fibre muscolari sono intarsiate da fascetti tendinosi in numero da 4 a 5, disponentisi a raggio dall’ interno allo esterno in modo da ricordare, grossolanamente, le stecche di un ventaglio. Il sub--scapularis sì inserisce a quasi tutta la fossa omonima ed ai suoi bordi, più alla tuberosità interna dell’ omero, nella sua parte laterale, con un tendine rafforzante la capsula articolare omero- scapolare. ARTICOLO II Macacus sylvanus £ adulto, Fr. Cuv. (1) Muscoli del torace. 8 I — Regione antero-laterale. Risulta di sei muscoli come nella specie precedente. 1. Pectoralis major. S'inserisce a tutta la metà anteriore dello sterno, mandando fibre di fusione all’ omologo del lato opposto; alla porzione cartilaginea della 7.à costa, alla articolazione clavicolo-sternale e, col suo lato esterno, si fonde col deltoides. 2. Pectoralis minor. Sotto il precedente da cui è ricoperto. Si fissa, internamente, alla 2 2, 3.3, 4.*, 5.* e 6.3 cartila- gine costale, subito al di fuori dello sterno, esternamente, a quella porzione di capsula omerale, rafforzandola, che sta sulla tuberosità interna dell’ omero. Subito al disotto di questa inserzione ed in parte sull’ aponeurosi brachiale si attacca il muscolo corrispondente alla piccola porzione del pectoralis minor del Cynocephalus hamadryas. Esso si porta in basso ed allo indentro e, di- vergendo dal pectoralis minor propriamente detto, va a confondersi sulle aponeurosi dei muscoli addominali. | Ha di rimarchevole questo che nella metà inferiore del suo tragitto si volta in modo che la sua faccia posteriore diventa anteriore e viene a combaciare colla faccia posteriore del pectorulis mojor costeggiando il suo margine libero, inferiore. 3. Supracostalis anterior. Si stacca dal margine superiore della 1.* costa alla parte esterna di essa. Si porta all'in- dentro ed in basso venendosi a confondere, come nella specie precedente, colla lamina tendinea del rectus abdominis a livello della 2.* e 3.8 cartilagine costale. Poco sviluppato. 4 Subcelavius. Non presenta nulla di notevole. o. Trachelo-costo-scapolare (2). Esso si inserisce, da una parte, al solco lasciato dalle apofisi trasverse ed articolari della 34, 4.8, 0.3, 6.8 e 7.8 vertebra cervicale ed alle prime 10 .coste; dall’ altra, a tutto il bordo spinale della scapola. Disarticolata questa e portata all’esterno, in modo da distendere il muscolo, esso assume una forma trapezoidale ccl Jato più lungo all’interno (inserzioni vertebrali e costali) ed il lato più corto all’esterno (inserzione scapolare). Ricopre parte degli intercostali ed è alla sua volta ricoperto in parte dai muscoli pettorali e dai superficiali del collo. (1) Morto per tubercolosi polmonare. (2) Credei bene di usare la denominazione di trachelo-costo-scanolare data dal Testut al mu- scolo formato dalla fusione del serratus magnus col levator anguli scapulae, fusione riscontrata, oltre che in molte scimmie, anche in altri mammiferi : gatto, martora, iena, orso, porco, cavallo, talpa, topo etc. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 131 6. Scaleno posteriore. Molto somigliante a quello del Cynocephalus hamadryas. Va dalla 3.8, 4.3, 5.8 e 6,% vertebra cervicale alla 3.2, 4.2, 5.8 e 6.8 costa, inserendosi a queste ultime sempre più all’ interno, di modo che l'inserzione alla 3.2 è la più esterna, quella alla 6.* la più interna. 8 II. — Regione costale. I muscoli costali nulla presentano degno di nota. i Transversus pectoris. Abbastanza sviluppato, da digitazioni radiate dalla 2.2 alla 7.8 costa. Muscoli della spalla. I muscoli della spalla del Macacus sylvanus sono affatto identici a quelli dell'uomo e diffe- riscono da quelli del Cynocephalus hamadryas per avere il Deltoides diviso nelle tre porzioni distinte : clavicolare, acromiale, spinale, che hanno soltanto inserzione all’ impronta deltoidea del- l’omero, e la parte mediana un po’ membranosa. Differiscono inoltre per avere il Teres major completamente distinto, nella sua inserzione omerale, dal /atissinus dorsi. ARTICOLO III. Macacus nemestrinus ,© adulto, Desmarest (1) Muscoli del torace, $ I. — Regione antero-laterale. Ha 6 muscoli come le specie precedenti. 1. Pectoralis major. Poco sviluppato. Origina da tutta la linea mediana anteriore dello sterno o inferiormente dal- l’aponeurosi dei muscoli addominali, dando quest’ ultima un fascetto distinto che passa posterior- mente e va a prendere inserzione all’ omero, sotto il pectoralis minor, al quale, lungo tutto il tragitto, resta parallelo. Questo fascetto corrisponderebbe alla piccola porzione del pectoralis minor delle specie prece- denti. Importa osservare che nella sua parte inferiore è connesso al pectoralis major. Il pectoralis major si confonde meno intimamente che nelle precedenti specie col deltoides, conservando una linea di demarcazione da quello abbastanza distinta. 2. Pectoralis minor. Origina dalla 2.2, 3.8, 4.% e 5.2 articolazione costo-sternale e si porta, per inserirvisi, alla parte superiore della tuberosità interna dell’ omero. ua 3. Supracostalis anterior. Nasce dalla i. costa, come nelle specie precedenti, e va a finire alla lamina tendinea del rectus abdominis a livello della 2.8 e 3.8 cartilagine costale. 4. Subclavius. Assai robusto. S' attacca ai tre quarti esterni della superficie inferiore della clavicola ed alla parte anteriore della 1.8 cartilagine costale ed alla rispettiva articolazione collo sterno. o. Trachelo-costo-scapolare. Il più robusto di quelli da me studiati. La parte rappresentante il serratus magnus va dal bordo spinale della scapola alle prime 10 coste ossee senza mostrare traccie distinte di digita zioni. La parte che rappresenta il Zevator anguli scapulae s' attacca a tutte le 6 ultime vertebre cervicali, 6. Scaleno posteriore. Robusto al pari degli aitri muscoli va dalle 5 (?) ultime vertebre cervicali alla 3.%, 4.8 e 5,2 costa. $ II. — Regione costale. I muscoli di questa regione sono costanti come nelle specie precedenti. (1) Morto per cisti ovariche. 132 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI. Transversus pectoris. Appena visibile. Dalla 2.8 alla 7.8 costola. Muscoli della spalla. I 6 muscoli componenti questa regione risaltano per la loro mole e per il loro sviluppo rag- guardevole. l. Deltoides. Fuso davanti col pectoralis major, s' attacca posteriormente ai 314 esterni della spina della scapola continuandosi poi con una fascia aponeurotica molto spessa che ricopre l'infraspinatus. Inferiormente si inserisce alla asperità deltoidea dell’ omero. 2. 3. Supra e Infraspinatus. Non presentano nulla di particolare. 4. Teres major. Distintissimo. Alcune sue fibre nella parte inferiore s' incrociano con quelle del /atzissimus dorsi ed ha un tendine d’ inserzione omerale distinto da quello di quest’ ultimo muscolo. ò. Teres minor. Oltremodo ridotto. Ha poco più di un cm. di lunghezza ma è ben distinto e lo si può isolare assai bene. 6. Sub-scapulariîs. Non ha nulla di notevole. ARTICOLO IV. Cercopithecus rufo-viridis ,£ adulto, Isid. Geoffroy. (1) Muscoli del torace, 8 I. — Regione antero-laterale. 1. Pectoralis major. S' inserisce alla linea mediana dello sterno e si fonde col delto?des più intimamente nella sua parte inferiore che non nella superiore ove abbiamo un principio di differenziazione. 2. Pectoralis minor. Diviso in due fasci l’ uno superiore, grande, l’ altro inferiore, piccolo. Il primo, quadrilatero come nell’ Ramadryas, nasce dallo sterno a livello della 2.2, 3.8, 4.8, 3.8, e 6.8 cartilagine costale ed il secondo dall’ aponeurosi dei muscoli addominali. Ambedue sì portano in alto ed all'infuori e si uniscono in ‘un sol tendine piatto che va ad inserirsi alla parte su- periore della capsula articolare dell’ omero. Il fatto della fusione dei due tendini dei due fasci costituenti il pectoralîs minor potrebbe dimostrarci come il fascetto del pectoralis minor, che si trova disgiunto e completamente isolato in molte altre specie, non sia che parte integrale di quest’ ultimo. ; 3. Supracostalis anterior. Dalla prima costola, come nelle altre specie, alla lamina del rectus abdominis, a livello della 3.2 e 4.8 cartilagine costale. 4. Subclavius. Nulla ha degno di nota. 5. Trachelo-costo-scapolare. La parte rappresentante il serratus magnus s’ attacca alle prime 9 coste ossee con 8 digi- tazioni distinte, a ventaglio; quella rappresentante il Zlevator anguli scapulae alle ultime 6 ver- tebre cervicali. 6. Scaleno posteriore. Dalla 2.8, 3.8, 4.8, e 5.% vertebra cervicale alla 3.2 e 4.% costa ossea. $ II. — La Regione costale ed i Muscoli della spalla non presentano nulla di notevole. - (continua) (1) Era affetto da tubercolosi polmonare inzipiente. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 133 LA VESCICA IDROSTATICA DEI PESCI E L'APPARATO AEREOSTATICO E POLMONARE DEGLI UCCELLI (continuazione e fine) — ___ ® —ZB55 5 Siccome per Filogenesi, si deve intendere la storia della graduale evo- luzione di interi gruppi di organismi, o forme, superiori, da una serie di forme di animali inferiori; e per Ontogenesi, o Embriologia, la storia della evoluzione, non di gruppi ma di individui componenti quei gruppi, o, come ben la definisce l'Haeckel, una breve ed incompleta recapitolazione della Filogenesi; (1) così dal poco detto in quei brani già ricordati, mi pare: che, non solo il processo filogenetico del detto apparecchio nelle cinque classi degli animali vertebrati venisse indicato, ma che, per esso, come conseguenza necessaria, anche il pro- cesso ontogenico individuale dell’apparecchio medesimo fosse manifesto. Giacchè: se col dire che la vescica idrostatica dei pesci, dopo essere apparsa rudimentale, ed in forma di semplice diverticolo intestinale in molti Selachii, o pesci cartalaginei, si è poi gradatamente, nel corso di un infinito numero di anni, accresciuta, modificata, complicata, e mirabilmente organizzata, fino a divenir finalmente un apparato perfetto ed importantissimo, quale è quello polmonare nei mammiferi, si viene ad indicare il procedimento filogene- tico,-la storia delle diverse fasi, per le quali; nel suo sviluppo, è passato il detto apparato pneumatico, nell'intero e grandissimo gruppo degli ani- mali vertebrati; si viene, in certo modo, a tracciare ancora il procedimento ontogenetico, cioè le fasi graduali, per le quali, entro il breve tempo dello svi- luppo embrionale, passar deve l'apparato pneumatico di ciascun animale ver- tebrato, secondo il posto che occupa: poichè, ognuno di essi, nella sua evolu- zione embrionale, percorrer deve, presso a poco, le fasi già percorse dalle specie animali, antecedentemente comparse. Ed infatti: se prendiamo ad esaminare l'organo pneumatico di un Rettile, e per esempio, di un Serpe adulto, lo vediamo consistere in un sacco spazioso, molto allungato, avente l'estremità anteriore alveolata e fornita di vasi san- guigni, con una lunga trachea, e relativa laringe, per servire manifestamente alla respirazione aerea; e quella posteriore, priva di alveoli e di vasi, per servir forse qual conserva d'aria, durante il periodo di assideramento invernale; ovvero, come opina il Claus, durante l'atto, così lento, della deglutizione, che può es- ser di ostacolo alla libera respirazione (2); od ancora, come io credo, qual conserva d’aria per provvedere alla leggerezza del corpo dell’ animale, onde possa, questi, meglio, e più speditamente salire, come fa, sugli alberi, o nuo- tare, quando, come spesso avviene, va nell'acqua; o forse, e più probabilmente per servire a queste diverse funzioni, secondo le circostanze ed i casi. (1) HAECKEL, Op. citata, pag. 2, 14 ecc. — ed anche: — Embriologie, ou traité complet du développement de l’ homme et des animavx supérieurs par ALBERT KéULLIKER ecc. pag. l ecc. (2) Traité de Zoologie par C. CLaus ecc. Deuxième edition Francaise, pag. 1303. 134 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Or bene! se, visto ciò, prendiamo ad osservare e studiare un certo numero di embrioni di serpe a diverse età, troviamo: che, di questo gran sacco, nei primordii embrionarii non si ha traccia, come non se ne ha alcuna negli Acranii e nei Ciclostomi antecedentemente comparsi; ma che presto, per altro, comincia, esso apparato pneumatico, a comparire, sotto forma di una semplice appendice vessicolare dell'intestino cefalico, o branchiale, simile alla vescica primordiale dei pesci, che, essendo, per lo più, bipartita poi negli anfibii e nei Rettili, si sviluppa la sola parte destra nei Serpi, e rimane atrofica affatto la parte sinistra. Ma più comodamente e chiaramente si può osservare lo sviluppo ontoge- netico dell'apparato pneumatico in un Anfibio, e per esempio in una Rana: e vedere com’ esso collimi, per dir così, con lo sviluppo filogenetico di questo apparecchio stesso, delle due Classi dei Pesci e degli Anfibi: in quanto che essendo la Rana, un animale a evoluzione embrionale estra ovarica, (1) e par- torendo perciò uova oloblastiche, cioè prive, o quasi prive, di Vitello nutritivo, il giovinissimo embrione è costretto ad abbandonarle assai per tempo, provvedere da per se il necessario nutrimento, e compiere l’evoluzione embrionale, e divenire Rana completa, all’ esterno, cioè nell'acqua. E così, si può vedere allora, come il giovanissimo embrione, appena uscito dall’ uovo, quasi non abbia neppure una. forma esteriore decisa, e come, sezionandolo, non si scopra in esso traccia alcuna dell'apparato pneumatico per la respirazione aerea (appunto come nell’Amphioxus e nei Ciclostomi) ma solo degli archi branchiali, e delle branchie che sporgono all’ esterno, per la così detta respirazione acquatica. ni, Ma prendendo poi un embrione, o girino, di Rana più avanzato in età, si trova, che esso, oltre ad essere alquanto ingrossato, ha acquistato una specie di coda compressa con una cresta cutanea superiore e inferiore, somigliante la pinna dispari della regione caudale dell'anguilla, per esempio, e degli embrioni, in generale, dei Pesci, e che, dopo sezionato, lascia vedere nell’ intestino bran- chiale una piccolissima appendice vescicolare pari, affatto semplice, trasparente, ed a pareti sottili, e simili, presso a poco, a quella della vescica natatoria di alcuni pesci, e per esempio, a quella del Polittero, la quale consiste appunto. in due sacche laterali semplicissime. Cosicchè, a questo punto, la Rana, sarebbe, dirò così, allo stato di pesce, tanto per la forma esterna, quanto per la interna. Prendendo poi un embrione, o girino, più avanzato ancora, quando cioè ha acquistato due piccolissime zampe posteriori, sì trova che le branchie esterne sono quasi scomparse, e residuate a piccole lamelle branchiali coperte da una ripiegatura cutanea, e che la doppia appendice vescicolare, è molto accresciuta, ed ha cominciato a prendere un aspetto alveolare. (1) Gli animali che io ho chiamati e chiamo, a evoluzione embrionale ESTRA-OVARICA, sono quelli fin qui detti comunemente a metamorfosi completa. Ma su ciò, si veda la mia memoria su gli Insetti e gli Uccelli considerati per se stessi e per i loro rapporti con l'Agricoltura, presen- tata il 20 Aprile 1894 al Comizio agrario senese, e pubblicata nell’anno medesimo — pag. da 7 a ll. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 135 Ed ecco perciò la già Rana-Pesce inferiore, (mi si condoni l’ espressione) passata ad essere una Rana-Pesce superiore, cioè allo stato di un Dipneusto. Prendendo quindi un altro girino più adulto, cioè con le quattro zampette in ‘via d'accrescimento, sì constata, che, con l'acquisto di queste, la coda ha per- duto nel suo volume, e che, la doppia vescica, si è più sensibilmente alveolata e vascolarizzata. Cosicchè, in questo stato, la Rana è divenuta un vero anfibio, che, per quanto debolmente, respira sempre per mezzo delle lamelle branchiali, in via di sensibile decadimento, e per i sacchi polmonari nuovamente formati. Inutile è dire, perchè ben noto, che questo girino perde poi completamente le branchie insieme ai vasi branchiali, e contemporaneamente anco la coda, come organo divenutole inutile, nuotando essa bene, all’ occorrenza, con le sue quattro zampe ultimamente acquisite. Il girino allora, divenuto una Rana, è un animale a respirazione quasi esclusivamente polmonare: e dico quasi, perchè la Rana, come i suoi conge- neri, possiede ancora una sorte di respirazione cutanea, ed è per ciò appunto, che ella, sebbene respiri per polmoni, ha bisogno di abitare luoghi umidi, ed in vicinanza dell’acqua onde mantener fresca ed umettata la pelle. Inutile del pari è l’aggiungere che anco l apparato pneumatico dei Mam- miferi, costituito dal polmoni, in breve tempo, presso a poco ripete, le fasi già di sopra accennate e filogeneticamente percorse in molti millennii dagli animali delle quattro classi precedenti, cioè pesci, anfibii, rettili e uccelli; e che perciò anche quest’ apparato (i polmoni degli animali superiori, l' uomo compreso) non è primitivamente nell’ embrione che una estroflessione dell’ intestino cefalico, costituente una piccolissima vescica, che presto cresce, e si organizza, avan- zandosi dalla cavità cefalica nella toranica, e ripetendo così l’ esempio della vescica natatoria, che parimente nasce, come dissi, nei pesci quale piccola estroflessione della parete faringea, e presto cresce e si estende, essa pure, dall’ avanti all’ indietro nella cavità del tronco. Cosicchè, mi pare, dopo ciò, di potere a buon diritto ripetere anche una volta che l’ 2lustre B e compagni, non dovevano aver letto che interrottamente a loro modo e comodo, e perciò non inteso (non dirò non voluto intendere) quel mio scritto del 1878, per poterlo accusare, come fecero, di antievoluzionismo. E qui ho terminato (ed avrei potuto terminare anche molto prima) quanto mi era proposto dire contro gli ingiusti appunti fattimi, e da qualcuno ripetuti in questi ultimi mesi, il che pure, è stato uno dei moventi che mi hanno in- dotto a rompere, su tal proposito, il lunghissimo silenzio che fin qui ho cre- duto osservare, per essermi sembrata una inutile goffaggine il confutare appunti fatti a voce, e così manifestamente erronei ed ingiusti. Peraltro: avendo io qui già sconfinato dal soggetto principale, e dopo avere accennato alla evoluzione embrionale estra-ovarica della Rana, e parlato anche dell'apparecchio pneumatico negli animali vertebrati in particolare, potrei, e fors'anco dovrei, almeno io credo, manifestare le ragioni per le quali ho 186 - RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI creduto potere adottare queste denominazioni, e al tempo stesso, spiegare an- cora meglio, in cosa, questa evoluzione estra-ovarica, ed in cosa questo appa- rato pneumatico, secondo me, anche negli animali in generale, veramente con- sistano. l Ma sarebbe questo un’ abusar troppo della licenza che già mi son presa, e un deviar troppo dall’ argomento dichiarato in principio : e perciò mi riserbo di far questo in una prossima pubblicazione, che potrà fare anche seguito al presente mio scritto. APELLE DEI RIPOSTIGLIO DI BRONZI PREISTORICI RINVENUTI NEL BOSCO DELLE ” CALDAIA ,, NEL COMUNE DI GUARDIA SANFRAMONDI (Benevento) (continuazione e finc) PIÀ5ISCA MASO DIETE RRACO:STA Il manufatto di creta, che conteneva gli utensili descritti, è alto 10 cm., la circonferenza della bocca ne segna 32, quella della pancia ne misura 42 e quella che poggia sul suolo soltanto 20. Il diametro dell’ apertura non supera 90 mm. La base è conformata a cono rovescio. Fig. 3.? È lavorato a mano, e l'impasto è formato di una creta molto grossolana; presenta tutte le tracce d’essere stato cotto fuori del forno. La superficie esterna di quest’ utensile, in qualche punto, è coperta da una patina nerastra e screpolata. L’ ornato che ne forma l’ abbellimento, consiste in alcune lineette superficiali disposte ad angoli e visibili solo in qualche punto. (fig. 3.?) K * * Prima di venire alla conclusione bisogna far notare che molte riflessioni si son fatte sull’ origine e sulla natura di tali ripostigli, ed il Campi (1) dice (1) Campi L. - Ripostiglio di bronzi arcaici rinvenuti al bosco della pozza nel Tenere di Mezocorona. Trento 1892. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI: 137 che il Chantre, primo fra tutti, distinse i depositi di simil natura in ripostigli, fonderie, e stazioni (trésors, fonderies, stations). Il Pigorini distingue due gruppi di ripostigli : I.° quello composto di oggetti generalmente in forma eguale 0 nuovi o non finiti che rivelano verosimil- mente magazzini di venditori ambulanti. II° L'altro di oggetti spezzati male riusciti, o resi inservibili dal lungo uso, accompagnati comunemente da pani di bronzo o di rame (pezzi colatiin recipienti concavi) e forme da fusione. Zan - noni divide il I° gruppo in due, e cioè : la paccotiglia di mercanti ambulanti o del luogo, i quali in preda al timore di perderla ne affidarono la custodia al seno della madre terra, oppure officine ambulanti rappresentanti la piccola industria girovaga dei lavoratori in bronzo che sono i nostri calderai in viaggio, e ciò a seconda se gli oggetti sono nuovi e finiti, o spezzati, o logori misti a ruspi. Il secondo gruppo dalla presenza di pani e matrici lo qualifica senz'altro per fonderia. Il de Rossi poi sollevò la quistione, se gli oggetti di bronzo spezzati de- posti e raccolti in un vaso e per tal modo sepolti non fossero destinati a ser- vire quali monete e si provò di confermarla colle risultanze del ripostiglio di Piediluco e con un gruppo di aes rude e di aes grave accompagnato da armi primitive spezzate di proprietà del Signor Falcioni di Viterbo. Trovò appoggio nel G. Kosa rispetto al ripostiglio di Torbole il quale dichiarò d' ac- costarsi all’ opinione di coloro i quali credono di ravvisare in simili trovamenti le prove d’ un antichissimo sistema monetario (1). Susseguentemente Gamurrini occupandosi del ripostiglio del Goluzzo considerò simili depositi avanzi di te- sori di primitivi tempi, il prodotto delle offerte e delle collette entro la piccola favissa custodita dal sacerdote pei bisogni del santuario, mentre l’ Orsi afferma nulla alludere ad offerte di carattere religioso qualsiasi, a stipe votiva ed altro di simile. Lo stesso Gamurrini parlando degli avanzi di vetustissimo tempio scoperti in contrada Celle presso Civita Castellana, l’ antica Faleria, avendo osservato degli idoli di bronzo di non comune grandezza, tentati nuovi scavi trovò che nella grotta a destra era stata deposta buona parte della stipe vo- tiva, il cui primitivo strato era indicato da alcuni oggetti litici, che conviene a provare un culto molto lontano. Anche il Castelfranco rispetto al ripostiglio di Vertemate (2) sembra favore- vole all'idea che avesse avuto origine votiva, laddove in quello di Lodi con coltelli-ascie tipo Morlot e parecchie torques vede un tesoretto mercantile. Il Worsaae (3) poi nella studiata disposizione degli oggetti contenuti nei ri- postigli vi scorge natura e carattere votivo mentre il Crespellani parlando del suo ripostiglio di Sevignano nel Panaro non ammette che 2 ipotesi, e cioè, che ‘(1) Mommsen, Geschihte des Ròmischen Miinzwsens, 1868, p. 169-174. — La stipe tributata alle divinità delle Acque Apollinari scoperta nel cominciare dell’anno 1882 di G. M , Roma 1882. (2) CastELFRANcO - Ripostiglio di Vertemate nel Comasco; Bull. Palet. ital. vol. VIII, 1882. (3) WorsaaE - Mem, de la Soc. des Antiq. du Nord (1878-1883). 138 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI quella merce fosse di un mercante ambulante, od una scorta di guerra. Viene per ultimo il Sophus Miiller il quale indaga la ragione per cui furono sepolti oggetti fabbricati dall’ uomo, e che per le condizioni di giacitura formano ciò che chiamano ripostiglii e con accurate e giudiziose comparazioni ed osservazioni conclude che non vi possa essere alcun dubbio che simili depositi o ripostigli abbiano avuto la loro origine in un motivo religioso, e rappresentino le prime offerte ad una ignota e misteriosa divinità (1). È troppo conosciuta la discussione sorta nell’ interpretazione del grande ripostiglio di S. Francesco presso Bologna, alla quale vi presero parte i più chiari paletnologi. Quantunque il Zannoni con molti argomenti e vasta erudizione abbia cer- cato di giustificare il titolo ed il carattere di fonderia dato a quel ripostiglio, pure le obbiezioni fattegli dall’ Eroli (2) sono di tale valore che lasciano per lo meno ingenerare non lievi dubbi se veramente tutti i caratteri del ripostiglio colimino colla natura di una fonderia, o non portino qualche traccia di una favissa. Dei nostri ripostigli, seguita il citato autore, quello di Caldaro viene de- finito dall’ Orsi pel deposito di un merciajuolo, quello di Dercolo giudicato in origine un deposito funebre viene ora generalmente ritenuto un ripostiglio cui non vorremmo attribuire un motivo religioso. In quello di Obdervintl! nel Ti- rolo, ci parve di scorgere tutti gli elementi del magazzino mobile d’ un calde- rajo ed ora aggiungiamo di non voler escludere nello stesso un rito religioso. La scienza non s'è ancora pronunciata sulla natura e sull'origine di simili depositi, nè fino a nuovi lumi lo potrà fare, perchè le distinzioni date ai si- mili ripostigli, variano a seconda delle interpretazioni e le viste di ogni sin- golo archeologo, che ha portato ottime ragioni per provare di volta in volta il suo assunto. Ma pur troppo le minuziose ricerche hanno dato campo a troppe particolareggiate distinzioni che non sì attagliano ad un costume ad una usanza che trova identici riscontri, e si ripete sotto le stesse forme, presso tutti i po- poli europei che vissero o coevi fra l’ epoca enea ed i primordii del ferro e relativamente al loro sviluppo industriale si trovarono, senza riguardo ad età, nelle identiche condizioni di cultura e di civiltà, Mal : Come ognuno vede, per le tante opinioni emesse intorno a tali trova- menti, noi ci troviamo ancora nel pieno campo delle congetture. Il lettore non vorrà certamente ritenere il ripostiglio del bosco- delle Caldaia come una fon- deria, ma a me pare che quegli utensili rotti e contorti fossero stati ivi de- positati, per non portarli di qua e di là da qualche cambiatore di bronzo, (1) Sopnus MiLLER - Trouvailles danoises d’ex voto de l'iges du pierre et du bronze; Mem. de la Soc. R. des Antiquaires du Nord 1887. (2) EroLI - Bull. di Palet. ital. 1889, p. 111. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 139 pri i EI IE II II ENTER SISI I ni) scegliendo per nascondiglio la terra che circondava il macigno, il che, forse, veniva fatto per ritrovare la propria merce con più facilità. Simile usanza, cioè di nascondere oggetti presso grosse pietre, fu anche praticata dai briganti che verso il J860-1866 s’ aggiravano pel Sannio ed un ripostiglio, contenente piastre borboniche ed armi, fu rinvenuto nel bosco di Riccia del Molisse. Il depositore fu il brigante Caruso. Da tutto quello che si è scritto intorno alla preistorica del Beneventano si deduce che questa contrada, fu abitata senza interruzione fin da epoche remo- tissime, chel’ uomo che vi soggiornava, vi lavorava a perfezione le armi e gli utensili che gli erano necessarî, che ebbe relazioni commerciali con il resto d’Italia e con contrade estranee al nostro paese ed adottò spesso gli usi ed i costumi spettanti ad altre regioni. Gabinetto Antropologico della R. Università di Napoli, agosto 1895. Dottore ABELE DE BLASIO m__-- nn RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali é segnato il costo, ed anche le altre se possibile. Dott. G. RIGGIO e T. DE STEFANI. Appunti e note di ornitologia siciliana. (Palermo 1895. Il naturalista siciliano n. 1 a 8. Estratto di pag. CO in 8.° gr.) I soggetti svolti in questo volume portano per titolo: I. Sopra alcuni uccelli rari o nuovi per la Sicilia, nel quale sono illustrate 20 specie; - Uccelli della provincia di Trapani, con la indicazione di 168 specie, corredate di speciali notizie; - III. Metacromatismo, ove dopo uno studio sulle cause, e la cita- zione dei casi noti riscontrati in Sicilia, viene data la descrizione dei singoli individui che sì conservano nelle collezioni del museo di Palermo. | PLATANIA GAETANO e GIOVANNI. Note su i terremoti Etnei dell’ agosto 1894. Acireale 1894. Rendiconti Accad. di sc., lett. ed arti, vol. VI. Estratto di pag. 8 in 8.°) Gli autori si occupano di quanto ha relazione con quei terremoti: fenomeni osservati, danni pro- dotti, area di diffussione, pubblicazioni comparse su i medesimi ecc. PAVESI prof. PIETRO. Intorno ad un altro caso di emiteria per accresci- mento degli incisivi di lepre. (Pavia 1895. Bull. scientifico n 2-3. Estratto di pag. 4 e l tav. in 8.°) Accennato al modo di sviluppo dei così detti denti senza radice, passa a descrivere il cranio di una lepre, il quale presenta delle anomalie che hanno:determinato l’ allungamento straordi- guisa. Quattro figure rappresentano il cranio veduto da varie parti. PAVESI prof. PIETRO. Calendario ornitologico pavese 1893-95. (Pavia 1895. Boll. scientifico n. 2-3. Estratto di pag. 8 in 8.9) È 11 quarto di simili calendarii pubblicati dal- l'illustre professore, e comprendendo dal passo autunnale del 1893 al primaverile del 1895, com- pleta un decennio di accurate osservazioni. Da quanto è esposto in questa memoria, resulta che negli anni ornitologici 1893-95 nella provincia di Pavia, non comparvero uccelli nuovi e nemmeno acci- dentali ; vi capitarono però specie colà rare, come: Pandion haliatus, Milvus ictinus, Aegiothus li- naria, Plectrophanex nivalis, Petronia s'ulta, Otis tarda, Grus communis, Ciconia alba, Herodias garzetta. Fu presa anche in. inverno la Querquedula circia; notevole fu il passo autunnale delle Scolopax rusticula; furono sempre scarse 0oturnix communis, Alauda arvensis, Porzana fulicula ; 140 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI —_—_ passarono abbondanti nell'estate 1893 le Budytes flavus, nel 1894 i Gallinago celestis, nell'autunno 1893 l’Anthus spinoletta, nel 1894 i Fringilla colebs e Cannabina linota. PAVESI prof. PIETRO. Studi sugli aracnidi africani. (Pavia 1895. Boll. scientifico n. 2-3. Estratto di pag. 12 in 8.°) In questa 7? contribuzione allo studio degli aracnidi africani, l'illustre A. si occupa degli Aracnidi della Somalia raccolti dall'ing. L. Bricchetti-Robecchi e che consistono in © specie di scorpioni, l di solifuga, 23 di ragni, fra cui la nuova specie Chiracan- thium somalinum, ed 8 di acari. PREDA A. Indoppimento e prolificazione di un fiore di Rubus discolor W. et N. (Firenze 1895. Boll. Soc. bot. italiana fasc. 1. Estratto dì pag. 4 in 8.°) Trattasi di un fiore singolarmente conformato, ed in cui, astrazion fatta dai caratteri teratologici, le varie parti erano disposte come se ai verticilli di un fiore, si fossero intercalati quelli spettanti ad altro fiore. PREDA A. Contributo alla flora vascolare del territorio livornese. (Firenze 1895. Nuovo giornale botanico italiano n. 2. Estratto di pag. 12 in 8.°) Alla indicazione di questa prima centuria di piante vascolari del livornese, l’egregio A. fa precedere delle notizie su quel territorio. È a notarsi che più della metà delle specie qui elencate, non erano ancora state citate come rac- . colte in quella regione. PREDA A. Contributo alla flora vascolare delterritorio livornese. (Firenze 1895. Nuovo giornale botanico italiano n. 3. Estratto di pag. 8 in 8.°) Questo contributo fa seguito al sopra annunciato e comprende la seconda centuria di dette piante, con 21 specie non ancora men- zionate per il livornese. IOSÈ G. AGUILERA Y EZEQUIEL ORDONEZ. Expediciòn scientifica al Popo- catepetl. (Messico 1395. Commissione geologica messicana. Pag. 48 con 5 fig. e 2 tav.) Contiene la relazione geologica della esplorazione fatta dagli egregi AA. al vulcano Popocatepetl che è una delle più alte montagne della repubblica messicana. Cinque figure intercalate nel testo rappresen- tano i luoghi più interessanti; avvi inoltre la carta della sezione geologica per il tratto dal Mes- sico alla cima del Popocateptl, ed il piano geologico del medesimo terreno. Queste 2 ultime tavole sono in colori. MELI prof. ROMOLO. Notizie sopra alcuni fossili recentemente ritrovati nella provincia di Roma. (Roma 1895. Bollettino della Soc. geol. ital. fasc. 1. Estratto di pag. 8 in 8.9) Si tratta dei resti di Cervus e di E/ephas, e di impronte di felci e di vegetali erbacei. L' egregio A. dà notizie sulle località e sui terreni nei quali i fossili furono rinvenuti. MELI prof. ROMOLO. Sopra alcune rare specie di molluschi fossili estratti dal giacimento classico del Monte Mario presso Roma. (Roma 1895. Boll: Soc. geol. ital. fase. 1. Estratto di pag. 8 in 8.°) Questi molluschi, dei quali trovasi la citazione nella pre- sente memoria, sono stati dall’ egregio A. raccolti in una nuova cava fatta eseguire a sue spese, nella parte posteriore di quel monte e rappresentano specie sconosciute o citate come rarissime in quel notissimo giacimento. DE GOBELLI prof. GIOVANNI. Alcune lettere inedite dirette a Giovanni Antonio Scopoli. (Rovereto 1895. Pubblicazione del Museo civico di Rovereto. Pag. 48 in 8.9) Sono diverse lettere che dimostrano come questo celebre naturalista fosse molto stimato dagli stu- diosi suoi contemporanei delle varie nazioni. Nel presente fascicolo è pure un lungo elenco di lettere scritte allo Scopoli, e che si conservano presso i Signori De Scopoli di Verona; vi si trova la indicazione di chi le scrisse, la data ed il luogo di provenienza. DELLA TORRE C. E. La Hylotoma pagana Panzer. (Firenze 1892. Boll. di agricol- tura, fasc. 19-20. Estratto di pag. 8 in 8.°) Indicatane la sinonimia e la bibliografia, 1° egregio À. ne descrive le uova, la larva, la ninfa, il bozzolo e l’ insetto perfetto: quindi parla dei suoi co- stumi, dei mezzi di distruzione e di un suo parassita che sarebbe lo Scolobates auriculatus che l'A. non ha però potuto ottenere. DE STEFANI PEREZ T. Imenotteri di Sicilia. (Palermo 1894. Naturalista siciliano N.° 5. Estratto di pag. 6 in 8.°) Avendo letto il catalogo sinonimico delle apidi parassite d'Europa, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 141 pubblicato dal Prof. dott. Dalla Torre e H. Friese, l’ egregio A. pensò di far conoscere le specie riscontrate in Sicilia e con la presente memoria comincia dalla indicazione di quelle che ha già deter- terminate, riserbandosi di pubblicare, quanto prima, non poche specie che possiede indeterminate, fra le quali molte inedite. Nella presente memoria trovansi elencate 56 specie. DE STEFANI PEREZ T. Imenotteri di Sicilia raccolti nel territorio di Santa Ninfa in prov. di Trapani. (Palermo 1894. Naturalista siciliano N.° 10-11. Estratto in pag. 14 in 8.9) Quantunque trattisi del prodotto di caccie fatte in località molto limitata e cioè nell’ agro di S, Ninfa, e solo dagli ultimi del mese di settembre a novembre dello scorso anno, tuttavia le specie raccoltivi e cui illustrate, sono moltissime, assai interessanti, e le 3 seguenti nuove: Cryptus gracillimus, €. pusillus, Limneria flaveolatu. BROGI n BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Pubblicazioni del 1894 Gli autori di scritti relativi alle scienze naturali, che non vedono annunziati i loro lavori in questo catalogo bibliografico, sono pregati darcene avviso, rimettendoci, possibilmente, una copia delle loro pubblicazioni, o fornendoci anche solamente i dettagli necessari per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. N. B. L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile. —————_+_ __—_—_—_——_y»>——_—_—_— rr e-r—rrr- Botanica - Paleofitologia - Agricoltura (continuazione) 475 Macchiati L. Quattro specie di Phor- midium nuove per l’ Italia. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 5, pag. 143-46). 476 Macchiati L. La Lyngbya Borziana Macchiati è una forma di sviluppo del Phormi- dium Retzii Gomont (Oscelaria Retzii Agardt.) (Ibidem, n. 9, pag. 296-99). 477 Manicastri ing. B. Il Bergamotto nella provincia di Reggio-Calabria. (Palermo. Nuovi Ann. di agr. sicil., fasc. 4, pag. 220-306). 478 Manicastri ing. B. Note di orticoltura ed economia rurale. (Palermo. Edil. Pedone Lauriel. Vol. di 200 pag.) 479 Marcacci A. La formazione e la tra- sformazione degli idrati di carbonio nelle piante. Giuseppe (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat. Proc. verb., pag. 14- 19) 480 Marro prof. M. Cuaservazione dei ce- reali. Arezzo. Progr. agr. comm. , n. 12, pag. 269- 74). 431 Martelli U. Astragalus maritimus Mo- ris. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 7, pag. 249- 50). 482 Martelli U. Ribes sardoum n. sp. (Ibi- dem, Proc. verb., n. 8, pag. 272). 483 Martelli U. i tubercoli di Equisetum Telmateja Ehrh. pagoi279% 384 Martelli U. Lactarius deliciosus L. e L. sanguifluus Paul. (Ibidem. Proc. verb., n. 9, pag. 2904-95). 485 Martelli U. Ribes sardoum n. sp. (Ge- nova. Malpighia, pag. 330, con 1 tav.) 486 Martinengo T. Un metodo curioso per Siena. Boll. (Ibidem. Proc. verb., n. 9, aumentare i raccolti. pag. 118). 487 Martini S. La concimazione letamica e la concimazione chimica per il granturco. (Arez- nato on. 0, zo. Progr. agr.-comm, della tosc., n. 1, pag. 2-3). 488 Massalongo dott. C. Intorno al ceci- dio di Phleum Boehmeri, Wib., causato dal Tylenchus phalaridis Bastian. Bull. Soc. bot. ital., n. 2, pag. 42-43). 4389 Massalongo dott. C. Nuovo contributo alla conoscenza dell’ entomocecidiologia italica. (Ibidem, n. 3, e seg.) 490 Massalongo dott. C. Miscellanea te- ratologica. (Ibidem. Proc. verb. , n. 7, p. 244-435). 491 Massalongo dott. C. Spigolature te- ratologiche. (Ibidem, n. 8, pag. 269-71). 492 Massalongo C. Rhisopogon rubescens e Lactarius sanguifluus. (Ibidem. pag. 271.72). 493 Massalongo C. Nuova contribuzione alla Micologia veronese. (continuaz. e fine). (Ge- (Firenze. Proc. verb., nova. Malpighia, fase. 5-7, pag. 193-226). 142 RIVISTA ITALIANA DI — 494 Massalongo dott. C. Miscellanea te- ratologica. Comunicazione. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital., n. 4, pag. 225-37). 495 Matteucci D. e Martelli U. Da Pe- rugia al Gran Sasso d’Italia (dal versante di Aquila). (Ibidem, n. 1, pag. 34-02). 496 Mattirolo O. Addenda ad floram itali- cam. (Genova. Malpighia, pag. 388). 497 Mattirolo O. Osservazioni critiche in- torno la sinonimia e la presenza del « Carea lasiocarpa » di Ehrhart nella flora italiana. (Ibi- dem, pag. 337). 498 Mattirolo O. Nuove osservazioni sulla reviviscenza della Grimaldia dichotoma Raddi. (Roma. Rend. R. Accad. Lincei, fasc. 12, p. 579- 84). 499 Ministero di agricoltura, ecc. La viticultura e l’ enologia nell'America meridionale. (Roma. Tip. Bertero. Pag. 140 in 8.° L. 1,50). 500 Ministero di agricoltura, ecc. Re- sultati delle coltivazioni sperimentali del fru- mento negli anni dal 1889 a tutto il 1892. (Ibidem. Pag. 322 in 8.° gr. L. 2,90). 501 Misciattelli march. M. Zoocecidii della flora italica, conservati nelle collezioni. della R. Stazione di Patologia vegetale in Roma. (Fi- renze. Bull. Soc bot. ital., n. 7 pag. 216-23). 502 Misciattelli march. M. Zoocecidii della flora italica, conservati nelle collezioni della R. Stazione di Patologia vegetale in Roma. Par- te II. (Ibidem, n. 9, pag. 275-831). 503 Morici M. In quali terreni bisogna impiantare la vigna. (Catania. Agricol. cal.-sic., n. 4, pag. 79-70). 504 Morini F. Contributo all’ anatomia del caule e della foglia delle Casuarinee. (Bologna Mem. R. Accad. Sc. dell’ Istit., tom. 4). 505 Mottareale prof. G. Il tabacco ltalia: vecchio e nuovo indirizzo. (Napoli. Riv. in AO, 2): 506 Mutti F. Le malattie delle piante e la nebbia. (Catania. Agricol. cal.-sic., n. 3, p. 01-53). 507 Mutti F. Le piante e l’ibridismo. (Mi- lano. Corr. agr. comm., n. 5 e seg.) 208 Neri F. Contribuzione alla flora toscana « La flora del Volterrano ». (Pisa. Atti Soc. tosc. Sc. nat. Proc. verb., pag. 45-59). 509 Nicotra dott. L. Proteroginia del- l’ Helleborus siculus (Schffn.) (Firenze. Bull, Soc. bot. ital., n 8, pag. 263-614). SCIENZE NATURALI 10 Nicotra L. Contribuzione alla biologia fiorale del genere « Euphorbia ». (Palermo. Contribuz. alla biologia veg., edite da A. Borzì, fasc. l, pag. 3). 511 Nicotra L. Nota sopra alcune piante della Sicilia. (Genova. Malpighia, fasc. 1-2, pag 88). 12 Nicotra L. Per l’Istituto botanico del- l'Ateneo sassarese. Parte I. Prolusione e pro- gramma. (Sassari. Tip. Dessi). 513 Nobili G. La Fragaria indica Andr. e l'Erigeron subulatum Michx, in Piemonte. (Sie- na. Boll. nat. n. 5, pag. 57). 514 Nobili G. La presenza dell’ Helledorus viridis L. nell'Italia superiore. (Ibidem, n. 7, pag. 87). olo Paoletti dott. G. Le primule italiane. (Padova. Bull. Soc. ven. trent. Sc. nat., n 4, pag. 173-83). 516 Paratore E. Gynerium argenteum H. e B. (Palermo. Contribuz. alla biologia veg., edite da A. Borzì, fasc. 1, pag. 75, con l tav.) 017 Pasquale F. Bibliografia botanica ri- guardante la flora delle piante vascolari delle provincie meridionali d’ Italia. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital., n. 4, pag. #59-70). 018 Pasquale F. La Marsilia quadrifoliata nelle provincie meridionali d° Italia ‘e la Elodea canadeniîs Rich., in Italia. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 8, pag. 2605-66). 519 Passerini cav. prof. N. Sulla matu- razione del frumento. (Firenze. Atti R. Accad. Georgofili, disp. 1-2, pag. 1-14). 520 Peola P. Le conifere terziarie del Pie- monte. (Roma. Boll. Soc. geol. ital., fasc. 4. Estr. di pag. 42 in 8.9, con l tav.) 021 Pepino geom. A. Appunti di frutticul- tura intensiva. (Torino. Edit. Barbero. Pag. 290 in 8.9, con 100 fig. e 1 tav. lit. L. 3, 90). 22 Pepino A, Brevi cenni sulla coltivazione naturale dello sparagio. (Torino. Gazz. delle campagne, n. 3 e seg., con fig.) 23 Pero dott. P. Contribution a l’étude des diatomées de Belgique. (Bruxelles. Bull. Soc. Belge de microsc., n. 5-6, pag. 156-81). 524 Pirotta prof. R. Un caso di fasciazione della Brassica oleracea var. botrytis. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. Proc. verb., n.5, pag. 123). 929 Pirotta prof. R. Sui ricettacoli fiorali di fico raccolti a Porto d’ Anzio. (Ibidem. Proc, verb., pag. 128). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE 026 Pirotta prof. R.La luce e lo sviluppo dei fiori. (Ibidem. Proc. verb., pag. 123). 527 Pirotta R. Sulla germinazione e sulla struttura della piantina della XKeteleeria For- tunei (Murr.) Carr. (Roma. Rend. IR. Accad. Lincei, fasc. 9, pag. 286-89). 528 Pistone A. Le liane del genere « So- landra ».(Palermo. Contribuz. alla biologia veg, edite da A. Borzì, fasc. 1, pag. 99, con 3 tav.) 929 Platania d’Antoni R. Aranci coltivati in Sicilia. (Catania. Agricol.: cal.-sic., n. 3, pag. 95-56). 0380 Platania d’Antoni R. Potatura degli agrumi, (Acireale. Boll. Comizio agr., n. 11-12 e seg., con fig.) 231 PollacciG. Sulla distribuzione del fosforo nei tessuti vegetali. (Genova. Malpighia, p. 361). 932 Posocco enot. U. Premuniamoci contro la fillossera; ossia brevi norme sulla coltivazione delle viti americane. (Pieve di Soligo. Tip. D. Ca- gnani. Pag. 136 in 16.° e nel Progr. agr., n. 18 e seg.) 033 Preda A. Azione degli specchi sulle piante positivamente eliotropiche e sua applica- zione. (Siena. Boll. nat., n. 2, pag. 21-22), 534 Preda A. Sopra alcuni frutti di Pirus malus var. appina. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital., n. 2, pag. 121-27). 5359 Preda A. Mostruosità ed anomalia 0os- servate in un esemplare di Nurcissus serotinus L. (Firenze. Bull. Soc. bot ital. , n. 8, p. 258-59). 036 Pumo V. Innesto sotterraneo applicato alla conservazione delle vigne europee. (Catania. Agricol. cal.-sic., n. ], con fig.) 537 Pumo V. Coltivazione del (Ibidem, n. 21, pag. 3853-84). 538 Puschi prof. V. Sul trattamento delle viti colpite dalla grandine. (Tcrino. Gazz. delle Nocciuolo. campagne, n. 17, pag. 131-383). 239 Righetti E. Coltivazione dell’ asparagio. (Milano. Corr. agr. comm. , n. 18, pag. 181-82). 040 Rodegher prof. E. e Venanziing. G. Prospetto della flora della provincia di Bergamo. (Treviglio. Tip. Sociale. Pag. 146 in 4.9) 541 Ross H. Sugli acarodomazi di alcune Ampelidee. (Palermo. Contribuz. alla. biologia veg., edite da A. Borzì, fasc. 1, pag. 125, con l tav.) NATURALI 042 Samek. Il latiro dei boschi (Lathyrus silvestris). (Trento. Alman. agr., pag. 231-32). 043 Savastano V. Coltura sperimentale della fava d'Agnadulce, presso il Comizio Agra- rio del Circondario di Casoria. (Napoli. Riv. agr., n. 46). 544 Savini A. C. Descrizione delle princi- pali e più pregiate varietà di Garofani finora ottenute. (Torino. Giardinaggio, n. ll e seg.) 545 Shin prof. C. H. Il fico (Napoli. Riv. agr., n. 23 e seg. Bell. dell’ Univ. di California). 546 Sini V. La coltura del {Trento. Agricoltore, n. 12, pag. 162-65, con fig.) 547 Sommier S. Osservazioni intorno ai semi alati di alcune specie di Drabda. (Firenze. Bul* in California. Dall’ estr. del topinambour. Soc. bot. ital. Proc. verb. , n. 3, pag. 70). 048 Sommier S. Una erborazione all’isola del Giglio, in marzo. (Ibidem, n. 5, pag. 128-34). 549 Sommier S. Sulla presenza di Isoetes Duriaei presso Pietrasanta (Ibidem. Proc. verb., n. 5, pag. 152). 590 Sommier S. Seconda erborazione al- l'isola del Giglio, in maggio. (Ibidem, n. 7, pag. 245-950). vol Sommier S. Triglochin nuovo per la Toscana, (Ibidem. Proc. verb., n. 8, pag. 272) 092 Sommier S. Una cima vergine nelle Alpi Apuane. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital., n. l, pag. 11-34). 093 Sommier S. Centaurea Cineraria, €. laziflorum, Cinerea, C. Busambarensis e Jacea Cinerea laciniata flore purpureo. (Ibidem, n. 2, pag. 81- 90). 04 Sommier S. e Levier E. Ranunculi Caucasici dichotomice dispositi. (Ibidem, n. l, pag. 7-11). 500 Succi prof. A. Impianto ed innesto di piante da frutto (pero e melo). Conferenza. (Aci- reale. Boll. del Comizio agr., n. 7, p. 129-40). 506 T. C. Asparago o Sparagio (Asparagus officinalis Linn.) (Trento. Agricoltore, n, 8 e seg.) 507 Tamaro prof. dott. D. Gelsicoltura. (Milano. Edit. Hoepli. Con 22 inc.) 098 Tamaro D. La scelta delle varietà nella coltura del gelso. (Casale Monferrato. Bacol. ital., n. 14, pag. 105-106). (continua) $, BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri 144 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI sr; NOTE AGRICOLE EORAGGIO DI GRANDEREDIDTEO L'interesse che gli agricoltori danno alla Produzione dei foraggi in terreni non troppo fer- tili e soggetti alla siccità ci spinge a segnalare nuovamente la Veccia vellutata recentemente in- trodotta e che nella corrente annata diede i migliori risultati in tutte le Regioni Italiane. La Veccia vellutata viene seminata in ottobre e novembre in ragione di sei Chili per mille metri quadrati e si falcia nei primi giorni di aprile, epoca nella quale i foraggi si fanno tanto desi- derare. ‘La produzione è di trecento quintali di foraggio per ettaro. Fra i molti che scrissero intorno a questa nuova foraggera citeremo il Colonnello Fabris che nel Giornale « l’ Adriatico » nello scorso Agosto riassumeva così le sue impressioni: 1.° Che la coltivazione della Veccia vellutata non porta alcun spostamento alla rotazione agraria attuale. 2.° Che il suo prodotto è più precoce noù solo, ma dieci volte più rinumeratore degli altri erbaggi. 3.° Che resiste agli intensi freddi ed alla siccità. 4.° Che nel periodo di tempo in cui si sviluppa, cioè dall’ ottobre all’ aprile solitamente non hanno luogo grandinate. Il Fabris aggiunge che la coltivazione dovrebbe riuscire tanto più facilmente dal momento che in quest'anno il prezzo del seme è stato ridotto; e difatti i Fratelli Ingegnoli di Milano lo ven- dono ora.a centesimi 80 al Kilo. Un altro coltivatore il sig. Testi nel Giornale L’ Agricoltore di Trento trova che come forag- gio verde, è uno dei migliori mangimi per bovini specialmente per vacche da latte, le quali au- mentano sensibilmente Ia produzione, e si mantengono sempre in buona carne; come fieno è accetto a qualunque bestiame, specialmente ai cavalli che lo mangiano avidamente. Il Senatore di Gropello la coltivò sul Novarese: il Marchese di Bagno sul Mantovano, il Com- mendatore Vignola nel Torinese e tutti ne furono soddisfattissimi. i Per tali motivi la coltivazione della Veccia vellutata deve venir presa in seria considerazione dagli Agricoltori come da coloro che sentono ormai imperioso il bisogno di far progredire, fosse pure soltanto per iniziativa individuale, l’ Agricoltura pratica, quale principale, se non unica fonte perenne di futura prosperità. LIBRAIRIE J.-B. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du baulevard Sait-Germain), à Paris Les Merveilles de la Nature: les /nsectes, par A.-E Brknm. Edition francaise par I. KunckEL Db’ HERCULAIS, assistant au Muséum. 2 volumes gr. in-8 de 1500 pages à 2 colonnes avec 2000 -figures:dans:-la:texte ‘et.36 planches hors texte <<. ro DA Nouvelle édition en 48 séries à 50 centimes. Il paraît une série toutes les semaines. Abbonnement de 6 mois, 12 fr. — d’un an. 24 fr. Les Merveilles de la Nature de Brehm nous font connaître ceux qui sont comme nous les hòtes de cette terre, qui, sans cesse mélés à notre vie, amis ou ennemis, serviteurs ou esclaves se partagent avec l'homme le vaste domaine où s'agitent nos destinées. Brehm n’est pas un savant de cabinet, qui n’a vu que des animaux empailés sons les vitrines d'une, galerie; il a étudié de près la nature vivant; il est méme souvent allé observer jusque dans leu sauvage patrie les animaux inconnus dans nos climats Pour les savants et pour ceux qui se livrent spécialement à l'étude de l’entomologie, cet ouvrage sera gràce au véritable esprit scientifique et à la metode sévère de l’auteur, un précieux auxiliaire. assez sérieux pour instruire, assez original pour charmer. Aux habitants de la campagne, proprietaires agricolteurs, industriels, il parlera des soins à donner anx insectes utiles, abeilles, vers à soie, de leur élevage, de leurs maladies; de l’acclimation et de la domestication des espèces nouvelles, puis il, s'occupe de la destruction des insectes nuisibles à la graode età la petite culture, à la vigne, aux céréales, au verger, au potager, aux foréts, etc. Enfinp, à toux ceux, petits et. grands, qui cherchent d'ans Jes lectures sérieuses des joies douces et des émotions vraies; à ceux qui, ne possédant sur ‘], histoire naturelle aucune notion positive, désirent s'initier à l'étude des merveilles innombrables de l univers, il apportera profit et plaisir, une instruction amusante et un amusement instructif; il exci- tera l’active curiosité l’enfant ; il sera un sujet le méditation pour l’àge mùr, mis à Ja portée de tous les ages et de tous les esprits, s'addressant à toutes les intelligences, comme à toutes les positions ales, il répandra partout, les salutaires lecons de la science. ————=€@<«-h.--T@@——€m@@—@@—@@@@ GG’. sr,j>@>=<@<="-=5>=mn-n5==—=—=mu020I Lic; BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE 15 xovembre SUPPLEMENTO MENSILE INSOTAE sua RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Etivista e Bollettino (24 fascicoli) I... 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all'anno STO MENE-ZIEZIE® Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 129. Terrenzi Giuseppe. La ferriera di Stifone e i minerali trovati sulle montagne di Narni. (cont. e fine) Pag. 131. COMUNICAZIONI. Fabani C. L'udito negli uccelli. — Grillo N. Il meccanismo dell’ intel- ligenza. — Piazza ©. Come aver sempre insetti vivi. — A. A. La reproduction sexuelle des Basidiomycéètes. — Da pag. 134. a pag. 138. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE. Da Padova, Giovannelli. — Da Osimo, Orsi — Note ornitologiche, Brogi. Pag. 138. Invenzioni e scoperte. Pag. 159. Insegnamenti pratici. — Pag. 139. — Notiziario. Pag. 140. — Nomine ecc. Pag. /42.— Richieste, offerte ecc. (gratis per gliabbonati) Pag. 142. CIOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) Metamorfosi parziale = M. incompleta. Metamorfosi perfetta = M. completa. Metamorfosi semicompleta = M. incompleta. Metamorfosi totale = M. completa. Metanoto - Metanotum - (posterior percion) Hinterricken - Parte posteriore o tergale del metatorace che porta le ali inferiori. Tav. V. fig. 1 d) Tav. VII fig. 1 n). Metapleure - Metapleurae (merinacum Knoch) - Meraupleres - Uftstiick - Si chiamano i pezzi posti inferiormente ai lati dello sterno formati come le pro e mesopleure dall’ episterno e dall’ Epimera. Vedi Epipleura - Tav. II. fig. 1 f°-g?). Metapnistega - Melsapnystega - Kirby designa un certo spazio rotondo del metanoto posto dietro al postcutello. Tav. VI. fig. 3 g) fig. 7 0). Metasternale - Che dipende dal metasterno. Metasterno - Metasternum - Mesotethium - Hinterbrust - Chiamasi la parte posteriore dello sterno. Kirby chiama la parte mediana del disotto del metatorace, posta fra le zampe medie e quelle posteriori. = Acetabolo di Knoch. Tav. Il. fig. 1 f°) Tav. VII fig. 2 f). Metatarso - Metatarsus - Metatarse - Fuswurzel o Ferse - Si è usato chiamare il primo articolo dei tarsi posteriori, particolarmente quando la sua struttura differisce al quanto dagli articoli seguenti - Molti Ditteri. Tav. IX. fig. 2 n) fig. 25 r). Metatorace - Metathorax - Hinterbrustring - Chiamasi il terzo anello del torace, che porta le ali posteriori superiormente e l’ultimo paio di piedi inferiormente, e che s'articola col primo anello addominale - Lepelletier = Segmento mediano - Kirby e Spence = Metanoto. Tav. IV. fig. 2 4) Tav. VI. fig. 9 f). Micofago - Mycofuge - Che si nutre di funghi, di boleti. 130 . Mimecrismo o mimetismo - Mutazione di aspetto di una specie che prende quello di una specie diversa o apparenze di cose esterne; quasi smascheramento. Minatrice - Viene applicato a quelle larve che minano le foglie o altre parti dei vege- tabili. Modioliforme - Modioliform - Alqnanto globuloso troncato in ambo le estremità, simile al mozzo di una ruota. i Molle - Vedi Consistenza. Moniliforme - JZoniliformis - Moniliforme - schnurférmig o Perlschnurférmig - Che ha la disposizione di una corona di perle. Vedi Antenne. Monodattilo - Monodactylus - Monodactyle - Einzhig - Con un dito. Monofago - Monophagus - Monophage - Monophag - Viene applicato agli insetti che vivono o si nutrono di una sola pianta - Chrysomela populi. Monogamo - Monogamus - Si riferisce soltanto alla unione di un maschio e di una femmina. Monomero - Monomerus - Monomere - eingliederige Beine - Che ha un solo articolo ai tarsi. Monorsenoso - Monorsenous - Si applica a quella sorta di poligonia in cui un maschio basta per molte femmine. Monticolo - Abitante del monte. Monotelio - Monothelius - Si applica a quella sorta di poligamia in cui una femmina ‘vien fecondata da molti maschi. Morfologia - Legge della forma o della struttura; ovvero storia delle modificazioni della forma dell’ organismo o delle sue parti. Mostacchio - Mystax - Moustache - Knebelbart - Viene applicato ad una fitta serie di peli transversi o ciuffo di peli tranverso posto al disotto dell’ epistoma, e che ri- cuopre la base della tromba in molti Ditteri. - Per altri = Vibrissa. ; Mostacciuto - Mystacinus, mystachatus - bebartel - Munito di mostacchio. Mostruoso o anomalo - Monstruosus - Monstreux - widernaturlich - Che si allontana dalle leggi ordinarie di natura, presentando ad esempio una parte eccessivamente piccola o grande, vizi di conformazione ecc. Si distinguono varie categorie di ano- malie, per la classazione metodica delle quali rimandiamo il lettore ai libri di te- ratologia - Geffroy Saint Hilaire - L’ insetto che n’ è affetto chiamasi - mostro - monsirum - missgeburst. Mucronato - Mucronatus - Mucroné - dolchfsrmig o stumpfspitzt - Terminato in punta Vedi Scultura. Muffito, muffido - Mucoreus Moisi - Schimmelartig - Si applica ad una superficie che si mostra come coperta di muffa. Multi - In composizione di altra parola significa più volte come multifido, significa di- viso 0 fesso più volte. Mummia - Iummia - Momie - Poppe = Ninfa - Lamarck chiama mummie coartate quelle dei Coleotteri ed Imenotteri; e pseudoninfe quelle delle Phryganidae, che nel- l’ultimo termine della loro esistenza di ninfe sono dotate di locomozione. 13I Munito, fornito - Munitus - Muni - bewehrt - Provveduto - caput spinis munitum. Muricato - Muricatus - Muriqué - stachelig - Che presenta corti tubercoli o prominenze terminate in punte acute. - Pimelia muricata. Vedi Scultura. Muscolo - Musculus - Muscle - Musckel - Fascio di fibre contrattili che danno movi. mento agli organi che ne sono suscettibili. | Muso. Chiamasi la parte anteriore della testa quando è assottigliata, prolungata e più o meno spianata. Muta - Mutatio - Mue - Mause - Ogni cambiamento pel quale un insetto si spoglia della sua veste esterna o pelle, per riapparire con organi e parti simili in numero eguale o superiore. i Mutico o inerme - Muticus o inermis - Mutique - unbewebrt - Che non offre alcuna spina o punta. Vedi Scultura. Mutilato - Mutillatus - Mutilé - verstimmelt - S° impiega per le elitre nel senso di troncato. Mioglifidi - Myogliphides - Kirby ha così chiamato le incavature o sinuosità che offrono certi insetti nel margine del foro occipitale. (continua) D_—- LA FERRIERA DI STIFONE E I MINERALI DI FERRO TROVATI SULLE MONTAGNE DI NARNI Appunti storico-scientifici di GIUSEPPE TERRENZI (continuazione e fine) E qui mi sia permesso una digressione. L’ architetto Pannini, venendo a Stifone, non soltanto si limitò ad ispezionare le cave e gli edificii, ma volle anche studiare il problema della forza mo- trice, visitando, lungo la Nera, le varie sorgenti di acque minerali, ed additando quella che meglio poteva essere utilizzata a totale beneficio della ferriera. Egli difatti così termina la sua relazione: Si nota di aver visitato, il 24 Ottobre 1760, e riconosciuta una considerevole sorgente di acqua perenne, che fa capo e sbocca a pelo dell’acqua del fiume Nera, e resta in fondo la montagna di Stifone, distante circa 60 canne di sotto i descritti edificii della ferriera; qual vena abbondantis- sima, quando venissero fatte le necessarie esperienze e livellazioni, ed assicurati di poterla fare alzare di corpo per mezzo di un muraglione verso fiume che gli facesse argine e chiusa, e portata ed alzata superiormente al piano della forma che presentemente porta l’acqua agli ordegni degli edificii, sarebbe di considerevolissimo vantaggio, tanto per 1’ accrescimento della quantità di acqua, quanto per aumentare il numero degli stendini ed ordegni per uso della ferriera, come ancora per scemare la spesa della contribuzione che si deve pagare alle due mole che prendono la medesima acqua, la quale serve per gli edificî della ferriera, tanto che, quando serve alle macine della mola, non puole servire nè ripartirsi agli ordegni della ferriera, per non essere la detta acqua in quan- tità sufficente da far lavorare nello stesso tempo tutti e tre gli edificii ». La nuova società non mancò di prendere in considerazione i suggerimenti del Pannini; fece fare delle esperienze e dei lavori ma sia che i lavori idraulici fossero male condotti, od altre circostanze, stà il fatto che il progetto dell’ innalzamento dell’acqua non ebbe il suo effetto (1). Da una lettera scritta al Manfredi l'otto di (1) Recentemente l’ egregio mio amico Ing. Netti, superando grandissime difficoltà, è riuscito ad innalzare l’acqua della Morica, utilizzindola pel nuovo impianto della luce elettrica. In acca- sione dei lavori fatti a tale scopo vennero scoperti alcuni cunicoli scavati nell’interno della montagna e dei resti di mura che costituivano l’ antica diga. Ciò che fu tentato e non riuscì nel passato secolo, divenne ora un fatto compiuto, mercè l’ intelligente ed operosa iniziativa di un nostro concittadino. 132 Marzo del 1762 si rileva come la detta società, non avendo potuto acquistare ad un prezzo conveniente il ferrace o per impastarlo con quello di Stifone, decise di sospendere ogni spesa in ordine alla ricerca dell’ acqua, e di restringere il cottimo dei lavori da farsi, all’ erezione di un maglio grosso e di due fuochi; procurando che l’acqua per fare andare il detto maglio e i due fuochi fosse presa da altre mole. Fu stabilito inoltre di fare nuovi esperimenti con le mine per cercare la cava del ferro (1). Dai conti giurati, che ogni anno la società era obbligata di depositare nella computisteria ca- merale, risulta che l’ industria era bastantemente remunerativa. Il minerale adoperato fruttava oltre il 30 010, ed il ferro che ne risultava era di buona qualità. Ma quì terminano le mie ricerche sulle vicende della nostra ferriera, e sino ad ora non mi è venuto fatto di poter conoscere con precisione la vera causa per la quale non fu rinnovato, alla sua scadenza, l’ affitto. Forse l'impianto di altre ferriere nello stato pontificio, o l'importazione a Roma del ferro di altre regioni avranno influito sulla modesta industria, la quale non potendo più sostenersi nella guerra di concorrenza, ed avendo esaurito il minerale di ferro estratto dalle cave, avrà dovuto alfine rinunziare ad ogni impresa e chiudere le sue officine (2). Nel 1784 la R. C. Apostolica cedeva a Lodovico Leocci e per lui a Don Matteo Leocci l’ acque ed il locale detto della ferriera, che, essendo stato lasciato alla mercè di tutti, aveva subìto nuov« devastazioni e nuovi danni. Il Leocci ridusse il locale a molino, ed oggi questo appartiene a. Sig. Michele Cotogni. F4 * + Alla parte storica facciamo ora seguire un breve accenno sulla costituzione geologica di quel gruppo di monti, nei quali si rinvengono i minerali di ferro. Formazioni del Lias (forse anche del Trias), dell’ Oolite e della Creta sono quelle che incon- triamo nelle nostre montagne, e che sono rappresentate da una serie di differenti calcari, la cui natura e posizione è necessario descrivere. Calcari bianchi, talvolta d’ aspetto dolomitico, non di rado cavernosi, caratterizzati dall'assenza di selci, spesso tinti leggermente in rosso chiaro ed in giallo bruno (a cagione degli ossidi di ferro e manganese che contengono) rappresentano il Lias inferiore. Calcari variamente colorati, a frattura compatta, concoide e sublamellare; calcari marnosi bigi (talvolta sottilmente stratificati, con letti di silice) contenenti selci bigie, vanno a formare il Lias medio. Calcari rossi e bigi, e schisti rossi spesso ricchi di ammoniti; schisti selciosi rossi e verdi con ammoniti e con aptichi rappresentano il Lias superiore. All’ Oolite inferiore si riportano i calcari bianco giallicci, mentre i calcari giallicci schistosi o compatti, con selci bigie o rosse, contenenti aptichi, rappresentano il Titonico. Chiudono la serie delle formazioni mesozoiche i calcari della creta bianchi o rosati con selci rosse, a struttura cristallina od oolitica. Il fiume Nera, dopo aver percorso con lento giro la pianura ternana, attraversa le montagne di Narni per una stretta gola, (3) la quale comincia all’ altitudine di 93 m. dal livello del mare, tra le rupi della città a sinistra e quelle di San Casciano e Santa Croce a destra. Queste rupi (1) Credo utile riportare il seguente brano di lettera dalla quale si rileva l’esistenza, in quei tempi, di una ferriera a Roma, situata fuori di porta S. Giovanni: Il ferraccio di Stifone in quan- tità di circa 900 mila libbre sarà in dogana di Ripetta forse domani, ed il Sig. Felice Manfredi avviserà il Sig. Gioia affinchè faccia il favore di mandarlo a sdoganare e farlo accompagnare alla ferriera fuori di porta S. Giovanni alle ore 13 1j2 per potere, alle ore 14 del giovedì, farne la prova in presenza degl’ interessati. È (2) IL March. G. Eroli, consultando alcune carte di famiglia, trovò che a cagione della con- correnza straniera non fu rinnovato l'affitto. Queste carte si troverebbero ora nelle mani degli eredi del fu March. Pietro Eroli, ma non mi fu possibile vederle, sebbene le abbia richieste ai possessori. (3) Lungo la gola del fiume Nera troviamo da ambedue le sponde banchi di travertino. 133 son tutte costituite dai calcari bianco lattei del Lias inferiore. Dietro le balze, situate alla destra del fiume e contenenti talvolta traccie di piccole Chemnitzie, gli strati del Lias inferiore piegano a Nord, e sulle loro increspature si distendono gli strati del Lias medio e superiore e dell'Oolite, inclinati verso Nord-Ovest. Percorrendo la strada detta di Funara, alla sinistra del fiume, dapprima troviamo un calcare giallic- cio insieme alle rupi del Lias inferiore; più oltre una scarpata di detriti e di sassi; poi, in vicinanza del fosso delle Grazie, dei lembi di Lias superiore (rosso ammonitico e schisti verdi selciosi con- tenenti aptichi) i quali sino al fosso di Recentino si adagiano sulle balze del Lias inferiore. Attraversato il fosso di Recentino, le pendici del Monte di Taizzano sono coperte da rocce cretacee sino a Stifone; e queste rocce si osservano anche a destra del Nera. A Stifone la gola torna a ristriogersi ed a sinistra e a destra osserviamo le solite rupi costituite da calcari bianco lattei. Gli strati del Lias inferiore, specie a destra, si ripiegano, e nelle increspature, come ebbe gia ad osservare il Verri, sono coperti dai calcari bigi e rossicci del Lias medio, dal calcare rosso ammonitico del Lias superiore (1) e ciò sino all’ altezza di Lubriano. Da quanto abbiamo esposto risulta che la costituzione geologica delle nostre montagne è iden- tica a quella di Monte Leone, Monte Cucco e Monte Penna, ove troviamo ricchi ed estesi depositi di minerali di ferro. Ed ora veniamo a parlare delle località nelle quali furono aperte, nel passato secolo, le nostre cave della vena di ferro. « Essendomi portato personalmente il 18 Ottobre del 1760 alla villa di Stifone (così si esprime il Pannini nella sua relazione) passato il ponte sopra al fiume Nera, m’incamminai su per la montagna di S. Antonino e, dopo il tratto di circa un miglio e mezzo, ritrovai nella falda a mano dritta laterale alla strada che porta a Montoro (nel sito detto il fosso della Madonna dei Monti) un buco formato nelli massi di pietra, alto e largo 7 palmi. Entratovi e fattovi accendere i lumi ritrovai una cava formata tra li massi di pietra informi, che s’interna nella detta montagna in linea retta ed in piano per la lunghezza di 450 palmi. Osservando per tutta questa estensione, ho trovato qualche radice di vena di buona qualità di ferro, in altezza di un’ oncia, che va serpeggiando per la lunghezza di 8 palmi e poi sì nasconde, Proseguendo il viaggio e salendo su per la montagna, dopo circa un mezzo miglio, trovai un’aper- tura, ed ertratovi dentro osservai tre bracci di cave formate in piano. Internatomi nella prima, lunga 40 piedi, vi trovai, da tutte le parti, continuati rami della vena di ferro di buona qualità, dove più, dove meno, dell’ altezza di 112 palmo. Le altre due cave erano dilamate e ruinose. Os- servai però anche in questo li medesimi rami della stessa altezza di 1]2 palmo. Seguitando il viaggio, dopo mezzo miglio di strada, giunsi alla cava di S. Vincenzo, dove si conosceva essere stata ritrovata e cavata della vena di ferro; ma questa non potei in maniera alcuna visitare, perchè la ritrovai riempita e dilamata. Giunto poi in cima alla detta montagna, trovai una pia- nura denominata Campolongo nel cui piano osservai esservi l’ effigie e concavi di diverse cave gia aperte, ma ora tutte chiuse e dilamate. Intorno ad esse, sì vedono molti pezzi di vena di ferro, ivi rimasti, di buona qualità. Salendo all’ ultima superiore montagna detta di Santa Croce, dopo due miglia di strada, trovai altra cava aperta, detta cava di Zara, e fattovi calare quattro uomini, questi trovarono in fondo dei rami di vena di ferro dell’ altezza di un palmo, ma di qualità un poco inferiore alle altre cave. Si nota di avere osservato che vicino a ciascuna delle sopra notate cave di ferro esistono ancora delle fornaci, fatte per cuocere la prima volta subito cavata la vena del ferro, ad eifetto di poterla affinare e stritolare, per poi crivellarla e dividerla dalla terra, e, così purgata, condurla agli edificî per squagliarla dentro il forno e formarne il ferraccio ». Nelle varie escursioni da me fatte sulle nominate montagne, mai mi è accaduto di poter pe- (1) Presso S. Giovanni rinvenni, anni or sono, parecchie specie di ammoniti da me descritte in una nota pubblicata nel Bollettino della Società geologica italiana dell’anno 1886. «154 netrare entro le cave, ed osservare in posto la così detta vena di ferro, perchè il tempo e la non- curanza degli uomini ne avevano procurato il completo riempimento. Però ho potuto estrarre dalle ruine parecchi campioni del detto minerale, rappresentato da una Limonite pisolitica, la quale come si sa è uno dei migliori minerali di ferro, potendo fornire, dopo appositi lavaggi, fatti allo scopo di liberarlo dalle sostanze terrose, da 33 a 40 0j0 di metallo. Il ferro che ne risulta, detto ferro forte, è di buonissima qualità. Il minerale è di color bruno rossastro 0 giallastro, con scalfitura gialla, e presenta moltissima analogia con quello di Monte Leone, il quale, stando a quello che ne dice il Breislak nella citata relazione, dava un fruttato del 40 per cento. La nostra Limonite pisolitica (ed è la sola notizia che trovo pubblicata sui mine- rali di Narni) fu anche osservata dal Vescovali per incarico della società romana delle miniere di ferro. Egli a pag. 22 della sua memoria sui minerali di ferro dello stato pontificio, dopo avere accennato che i nostri depositi di ferro debbono considerarsi come veri filoni, prodotti da. sedi- menti di acque termali ferruginose, sgorgate da grandi fenditure delle formazioni giuresi, sog- giunge che n0n potrebbero mancare di buon successo le ricerche che s°imprendessero a fine di constatarne l’ estensione. i Nelle accennate montagne non mancano talvolta ammassi più o meno estesi di argille ocracee di bellissimi colori rossi o gialli, che talvolta potrebbero essere per la loro bontà utilizzate con profitto a somiglianza di altre ottime terre bolari. Compresi poi negli strati del Lias medio, spesso rinveniamo, specie dalla parte che guarda Montoro, la Pirite, talvolta in bei cristalli giallo aurei, ma più spesso trasformati per pseudomorfismo in Limonite. Più raramente troviamo la Marcassite. Da un antico carteggio tra il Card. Sacripanti di Narni ed il Signor Cordevo rilevasi come nel 1722 fossero fatte alla zecca di Torino delle prove sul metallo di Narni, chiamato anche ottone o rame giallo. Siccome non mi venne mai fatto di trovare minerali di rame nel territorio narnese, così io credo che il metallo di Narni non sia altro che una vera e propria Pirite,la quale, come abbiamo accennato, trovasi di frequente compresa fra gli strati del Lias medio. Ciò non pertanto credo utile per la storia delle nostre industrie minerarie di pubblicare in nota un brano di lettera di- retta dal Cordevo al Card. Sacripanti, e ciò per ricordare come il trovamento delle vene di ferro fosse cagione, nei nostri antenati, di un salutare risveglio per le ricerche mineralogiche (1). E qui faccio punto ben felice di poter chiudere queste notizie con il ricordo di un illustre patrizio e porporato narnese, dotto, magnifico, caritatevole, il quale nella sua lunga e splendida carriera (1642-1727) giovò grandemente alla patria ed alla scienza. Narni, Maggio 1895. (1) «... Nel tempo del mio soggiorno a Torino ho fatto fare in quella zecca qualche prova del di di Narni. Però si è osservato che il risultato della mistura di quel metallo e cer rame è rimasto crudo e poco malleabile. Con tutto ciò mi pare che questo difetto non deve atterrire dal procedere a maggiori prove e diligenze, perchè appunto mi ricordo di avere inteso che nel principio che il detto metallo fu portato dalla China in Europa e specialmente in Portogallo, non poterono nè seppero servirsene come fanno i Chinesi che lo rendono dolce e facilmente malleabile ». Questa lettera. scritta il 28 Settembre 1722 mi fu donata dall’ egregio Sig. Conte Carlo Pagani, al quaie rendo pubbliche grazie. COMUNICAZIONI In questa rubrica gli abbonati hanno diritto a inserzioni gratis per ogni numero, per scambiarsi domande, notizie schiarimenti, informazioni, consigli, questioni da risolvere ecc. L’udito negli uccelli. Dovrebbe sembrare che la gonerale mancanza di padiglione esterno negli uccelli fosse un indizio di scarso udito, ma all’ incontrario essa non rende per nulla affie- volitoin loro questo senso. Le particelle d’ aria che rimangono tra le piume vicine al condotto uditivo ricevono le vibrazioni dell’ aria esteriore e le comunicano all’orecchio interno in modo perfettissimo. SI) 199 Per essere testimonio della finezza dell’ udito di questi animali, bisogna rinchiudersi per alcun tempo nella capanna di un uccellatore. Siamo in autunno, le nebbie hanno investito ogni cosa e pare che giù giù accarezzino la terra; non si vede che qualche vicino albero così in. confuso, nulla sentesi se non il variato cantare degli uccelli di muta ed il cinguettìo di que’ di zimbello. Ma tutto ad un tratto si fa silenzio, ed una qualunque specie dei richiami disperatamente zuffola o cinguetta o zirla o sciorina il canto di primavera. Alcun tempo dopo giunge il tormo dei ri- chiamati uccelli e giù si posa o sulla vetta del vicino albero o giù si spande sul terreno. Il canto loro era stato sentito forse alla lontananza di più chilometri. Ciò pure si può osservare nei casotti de’ copertoni per aliodole e fanelli. Quando il tempo è nebuloso, superano questi uccelli lo spesso strato di nebbia dell’ altezza di mille e più metri e lassù in piena luce accarezzata da’ caldi raggi solari, adempiono alla loro trasmigrazione. Sono ad un’ enorme altezza, hanno al disotto il nebuloso diaframma cattivo conduttore del suono, eppure giù nel piano sono già stati uditi dai loro simili; le allodole hanno già emessi i replicati loro pio pio, i fanelli i loro huhù huhù, ed allo squarciarsi della nube lassù si vede un quasi immo- bile trapunto di punti neri che lento s’'avvia verso il mezzodì. I succitati esempi e molti altri che potrei addurre rilevandoli dal passaggio, convincono es- sere squisitissimo negli uccelli il senso dell’ udito. Questo senso cotanto prezioso negli uccelli per le funzioni di relazione e per la salvezza dell'individuo, nella sua delicatezza è ancora suscettivo di applicazione alle funzioni nutritive; l'orecchio esercitato non è certo di piccolo soccorso nel procurarsi l'alimento. Alcuni uccelli ri- conoscono a considerevole distanza i gridi particolari della loro preda; i suoni che mandano nel cadere molti frutti maturi sembrano in armonia col loro orecchio. Sulla cima del pioppo il fringuello sente il ronzìo dell'insetto che se ne stà sotto il cespuglio e ricercatolo coll’ occhio giù cala per ghermirlo; sopra sporgente roccia posa tranquillo il falco, osserva ed ascolta, e spesse volte guidato dall’ udito, s’ avventa sulla pernice che in pace cantava ‘a ridosso del monte. In America le silique brune e sonore della cassia chiamano coi loro seric- chiolamenti gli uccelli che non possono vederle da lontano, e sulle foreste delle nostre alpi, la caduta della faggiola e della nocciuola fa da lontano accorrere numerose torme di gazze. Il gufo e la civetta accoccolate entro un buco di cadente casolare o d’ annosa quercia sentono e compren- dono il fruscìo del topo che cammina ed il suono prodotto dal suo rosicchiare; il picchio immo- bile fra due rami di vecchio castano attento osserva, ma molto più ascolta. La sua finezza d’udito gli fa sentire il sordo rosichìo del tarlo in alcuno dei vicini alberi, e subito là vola, di nuovo si ferma come se fosse inanimato, applica l’ orecchio al tronco e quindi in linea retta della dimora del verme, fora il legno e colla lunga sua lingua cava fuori il suo prediletto alimento, il nascoso micidial nemico dell’ albero. Della finezza dell'udito degli uccelli si ha, come altra volta vedemmo, una prova decisiva nella facilità che molti hanno di apprendere a pronunciare alcune parole o a cantare alcune ariette. C. FABANI Il meccanismo dell’ intelligenza. La rivelazione di certi pseudo-misteri per parte della scienza e la considerazione di quanto accade tuttodì sotto i nostri occhi, restringono di giorno in giorno il campo del « soprannaturale », e questo ridurrebbero forse ad un vocabolo privo di senso, qualora non rimanesse come ultimo e insolubile problema la cagione dell'essere. Se ogni effetto ha la sua causa, ogni facoltà morale trae origine e modalità da un definito composto organico. Sba- gliate le localizzazioni, cioè i punti assegnati da Gall e Spurzheim alle varie facoltà psichiche, non per questo devesi ammettere falso il principio generale della localizzazione. Ma forse, e se- condo la mia teoria, ogni circonvoluzione ‘cerebrale od ogni punto che presiede ad una funzione psichica, ha una proprietà assoluta ed una relativa. Come le cifre 1 e 2 acquistano un valore re- lativo combinate nei numeri 12 e 21, come le cifre 2, 3, 4, oltre al loro intrinseco valore produ- cono con varia com'inazione sei numeri differenti, e ben ventiquattro ne producono le cifre 3, 4, ‘©, 6, così dalla reciproca concordanza d’ azione di due o più punti cerebrali sono promosse le sva- 136 ———————É_É_-mm@—@—t@c@6 er sere t — riate e molteplici idee che per mezzo dei nervi trasmettono agli organi corrispondenti la facoltà di attuazione, producendo affezioni morali, ossia affetti psichici ordinati, oppure disordinati (pas- sioni). Anche negli animali ciò si effettua, poichè l’ analogia strutturale del cervello c’induce ad ammettere l’ analogia di funzione,. e perchè ancora i fatti e i recenti studii ce lo dimostrano : anche in essi hanno luogo i contrasti di affetti, nei quali, per la legge dell’ equilibrio che anche nelle funzioni psichiche si effettua, ha sopravvento il più forte oppure la loro risultante. Le prove della teoria parmi non manchino. Quando sforziamo la mente, tutta la nostra atten- zione è rivolta a far combinare fisiologicamente le circonvoluzioni dei lobi anteriori, e ciò appare anche dal corrugare della fronte; quando stiamo per prendere sonno, gli emisferi cerebrali si ri- lassano e i punti contigui si dispongono alquanto confusamente, da cui originano le idee confuse e in parte riflesse, che costituiscono i sogni; ed appunto è provato da Hammond e Durham che il volume del cervello diminuisce durante il sonno; se siamo in aspettativa di varie percezioni che abbiano ad impressionare indefinitamente uno o più organi, facciamo il possibile per tenere nello stato normale di riposo e pronte ad ogni percezione tutte le parti encetaliche; per anomalia fi- siologica talvolta concorda in azione con un dato punto cerebrale, qualche altro che induce seco un'idea riflessa, cioè una ricordanza di cosa trascorsa, producendosi così la paramnesìa; infine, volendo ricordare un'idea dimenticata, facciamo colla mente un cammino retrogrado fino ‘ad arri- vare, per concatenazione d'idee, a quella cercata. Riguardo a quest’ ultima considerazione, io mi domando, p. e.: Qual’era l’idea B da me considerata in un dato momento?.... Non ritrovandola, ritorno colla mente all’ ultima idea F, da cui passo all’idea E, poi a D, a C. e trovo dopo di questa l’idea B di cui m’era sfuggita l’ essenza. Ora, questo cammino regressivo forse non è altro che un nuovo accoppiamento, già dianzi effettuatosi, di punti cerebrali. Se pertanto questa teoria cui credo nuova non ha sufficiente fondamento nelle considerazioni da me esposte, confido tuttavia che altri vorranno impossessarsene affinchè i dati scientifici ven- gano a confermarla o scartarla. GRILLO prof. NicoLò Come aver sempre insetti vivi. Spesse volte ci avviene, specialmente nell’inverno, di aver bisogno di qualche insetto vivo, o da poco tempo morto, sia per sostituire qualche esemplare guasto della collezione, sia per compiere un determinato studio, sia per appagare una nostra cu- riosità. La neve ed il gelo hanno reso impossibile qualunque ricerca per quanto il raccoglitore non tema nè l'una nè l’altro. Un sistema che soddisfacesse a questi desideri non potrebbe essere reputato altro che buono e dovrebbe essere seguìto da chiunque ami avere sempre pronti, insetti vivi, ed in certa quantità, anche nel cuor dell'inverno. To ne propongo uno, senza però assicurare nessuno della sua bontà e questo per la somiplico ragione che non l’ho ancora esperimentato. Ecco come ho pensato di fare: Si prenda una cassetta di qualunque forma, costituita da lastre di vetro tenute insieme da spigoli di zinco, il coperchio della quale sia pure di vetro, e mobile. Nell’interno di questa cassetta si cerchi di riprodurre in piccolo l’ambiente esterno, nelle condizioni più favorevoli per la vita degli insetti e di riprodurle con quella varietà di condizioni che sono nella natura stessa. Questo è il nodo della questione: Quindi in un canto che si terrà umido si porranno sassolini, schegge di legno, cortecce di alberi, foglie secche, e qui potranno albergare tutti quegli insetti che amano l’oscurità e l’ umi- dità come tanti carabici, stafilinidi. Altrove si preparerà un piccolo tratto di terreno sabbioso dove le larve di certi insetti potranno svilupparsi a preferenza di ogni altro luogo. Poi si terrà un tratto umido e pieno di piccola vegetazione, un altro in cui sia uno strato piuttosto conside- revole di detriti vegetali, e via dicendo (1). Per ‘tal modo si saranno riprodotte molte delle accidentalità fisiche che presenta l’ ambiente naturale e che racchiudono le condizioni biologiche di molte specie di insetti. (1) Per gl’insetti acquatici occorrerà porre alcune piccole vaschette, nelle quali sarà bene aggiungere qualche piccolo pesce come Carassius auratus per nutrimento delle specie maggiori. mia ALA 137 Ho detto insetti in senso lato, ma dovevo dire coleotteri, rincoti e qualche altro rappresen- tante degli altri ordini, perchè non sì potrà felicemente confinare la entro la vita di una libellula, di una farfalla, di un ortottero, nè di un dittero o di un imenottero; per questi insetti la nostra cassetta sarebbe la tomba, laddove pei coleotteri, e pei rincoti (esclusone alcuni) sarebbe una abi- tazione sufficentemente buona. Le piante da introdurvi vanno scelte con grande cura perchè da esse dipende la vita degli insetti, e quindi sarà bene attenersi a quelle specie che la pratica e l'osservazione avranno di mostrato le migliori. Certo si è, che dovranno predominare le piante di piccola espansione, come licheni, muschi, epatiche, poi qualche pianta monocotiledone come qualche piccola gigliacea, qualche graminacea, ad esempio Setaria e Hordeum, qualche labiata fra le dicotiledoni e quelle altre che la pratica ci suggerirà, ma in genere piante robuste e succose. Un coefficente importantissimo di benessere per la nostra colonia è la temperatura. Essa non dovrà mai essere inferiore ai 13, o 14 gradi centigradi, e a tal uopo, se l’ambiente in cui è te- nuta la cassetta fosse ad una temperatura inferiore converrà riscaldarlo, o non potendo far ciò, sarà necessario scaldare in qualche modo l’aria della cassetta. Nelle giornate di bel tempo è poi necessario esporre la cassetta al sole. Le dimensioni da darsi alla cassetta saranno tanto migliori quanto saranno più grandi, quindi non è da porsi nessun limite. E qui io non ho altro da dire, solo raccomando agli studiosi di provare questo metodo e di migliorarlo, in modo che nelle più fredde e burrascose giornate d’inverno quando la neve cade e s'accumula sulle campagne deserte, lo studioso possa nel suo gabinetto a traverso le pareti di vetro osservare lo svolgersi di quella vita che nella natura è sopita e nascosta. Fano, Settembre 1895. CaRrLO PIAZZA La reproduction sexuelle des Basidiomycétes. (Dans Le monde des plantes). M. Dan- GEARD, qui avait précédemment donné des indications générales sur des phénomènes qui lui pa- raissent révéler une véritable fécondation chez les champignos à basides, vient de publier une mémoire où il entre dans le detail de ces phénoménes (1). La question a une importance telle que nous ne saurison la passer sous silence: il y a, en effet, un réel conflit entre les idées proposées et défendues par M. DanGEARD, et l’opinion plus ancienne qui place, d’après la théorie de DE Bary sur la reproduction sexuelle des Ascomycétes la fécondation à la base du carpophore tout entier, sur le mycelium lui-mème. Nous nous sommes toujours, jusqu’aujourd’hui, rallié è cette opinion qui nous a paru légitime et vraisemblable en rasoin de l’analogie que présenterait la fé- condation ainsi comprise avec le phénomène correspondant chez les Muscinées et les Cryptogames vausculaires M. DANGFARD, avouons-le, ne nous a pas encore absolument convaincu que nous nous soyons trompé; mais comme nous cherchons avant tout la verité, il import que nous, fassions connaître à nos lecteurs les faits sur lesquels il appuie sa théorie, afin qu’ils puissent l’adopter si ces faits leur paraissent probants. — Voyons d’abord les Protobasidiomycétes. Ils se relient directement aux Urédines par l'inter- médiaire des Coleosporium, leur baside n’étant qu’une téleutospore à germination immédiate, qui reste unicellulaire avant et pendant la fécondation, pour se cloissonner ensuite interiurement. Chez la Tremella mesenterica, la reproduction sexuelle aurait lieu, en général, aprés la fructifi- cation conidienne, et serait due à l’enchainement des phénoméènes suivants. — Les basides se forment dans la couche corticale, et ne sont autre chose que l’extrémité renflée d’hyphes mycé- liens qui viennent s'y ramifier. Les jeunes basides se reconnaissent surtout aux caractères du protoplasme, qui y est abondant et dense, et des deux noyaux, qui ont des dimensions supérieurés a celles des autres noyaux, un contour plus net et le nucléole bien plus gros. Les noyaux sont semblables à ceux de l’oospore des Pézizes; toutefois, il est bien plus diffi- cile de voir leur origine, et la nature de leurs relations avec les noyaux sous-jacents du filament fertile et douteuse. La fusion desnoyaux dans les basides se fait de très bonne heure ; après cette fusion, (1) Le Botaniste, 1° not 1895. 138 l'oospore grossit considérablement, et le noyau sexuel unique en occupe le centre; celui-ci a subi aussi une augmentation notable de volume; il est devenu vésiculaire, entouré d’une membrane nucléaire très délicate, et renferme un très gros nucléole assez souvent excentrique. D'après M. DanGEARD, la baside n’est donc autre chose qu'une oospore, et comme chez les Urédinés et les Ustilaginés, son protoplasme refermant le noyau sexuel doit donner naissance è un nombre déter- miné de sporidies. Seulement le protoplasme, au lieu de sortir de l’oospore en promycelium cloi- sonné, se cloisonne intérieurement: ce qui constitue un promycelium interne. Après la division de l’oospore en quatre cellules longitudinales, chachune des cellules pousse un tube germinatif dans lequel s'engage le protoplasme devenu moins dense; le noyau se trouve entrainé dans le mouvement général et il change de forme. Quand le tube germinatif a atteint la surface «lu thalle, il donne naissance a un stérigmate conique qui se renfle en boule, et ce n’est qu’après que la sporidie a atteint certaines dimensions que le nucléole et la masse nucléaire, qui paraissent de- venus indépendants, passent dans le stérigmate. Chez les Agaricinés, se constate également, dans les juenes basides, la présence de deux noyaux accouples, qui ne paraisset pas correspondre au premier stade d'une division d’un noyau primitif unique, mais bien à une fusion de deux éléments. De méme les Polyporés. Dans Poly- | porus versicolor, espèce étudiée M. DanGEARD, les jeunes basides, à diamétre trés étroit, renfer- ment deux noyaux, qui sont assez petits, et dont la fusion s’'opére de bonne heure. Quand cette fusion est opérée, on distingue facilement, dans la baside, les centrosomes l’un au sommet, l’autre, -parfois difficilement visible, au-dessous du noyau. Ils disparaissent lorsque le noyau sexuel se di- vise pour former les noyaux des spores. De ces aiverses observations, M. DANGEARD croit pouvoir conclure que l'origine des noyaux sexuels, la nature des phénoménes de la fécondation et la germination de l’oeuf, sont semblables chez les Champignons supérieurs et chez les autres Champignons et les Algues. Dans cette hypo- thèse, et pour ne pas rompre les rapports d’analogie qui unissent les manifestations physiologiques chez les végétaux, l’hyménophore contexté u’a sa raison d'étre qu’autant qu'on pourrait l’assimiler biologiquement parlant, au thalle sexué ou secondaire des Muscinées, le mycelium correspondant au protonéma. La forme réguliére d'un champeau d'Agaric et la forme régulière d'une tige de Polytric s'expliqueraient de la mème maniére, et les deux organes auraient la méme signification, l’un costituant un agrégat d’oospores à fécondation interne, l’autre une réunion, au sein d'une cupule spéciale d’éléments màles et femelles, archégones et anthéridies. Mais ce qui est difficile à ex pliquer, lorsqu'ou constate que chez les Mousses il n’y a ordinairement qu'un seul ceuf féecondé dans chaque inflorescence, c'est le succés, chez les Champignons, de ces nombreusés fècondations contemporaines et voisinis. Après tout, néanmoins, ce n’est pas chose impossible. A: A. NOTIZIE DI CACCIA E NOTE ZOOLOGICHE —_—_T E=>S&-T__ Da Padova. Il 20 ottobre a Vigodarzere nel bosco del Barone Zigno, fu uccisa una bellis- sima Aquila albicilla maschio. Pesava Chilog. 6. Lunghezza dal becco alla coda metri 1,20; aper- tura d’ali metri 2,90. Un bellissimo aquilotto reale femmina, che misura m. 1,75 di apertura d'ali e metri 1,05 di lunghezza totale, fu ucciso a circa 3 chilom, di distanza da dove fu presa l’ aquila sopra notata. U. GIOVANELLI Da Osimo. Il 1.° Novembre fu ucciso sul Monte Conero un Gufo reale (Strix bubo). A. ORSI Note ornitologiche. Fra le interessanti catture di uccelli avvenute nell’anno corrente e delle quali ho avuta notizia, ma che non ho ancora comunicato in questo bollettino, noto: Una Saricola albicollis (Vieill.) maschio in abito perfetto inviatami dall’ ottimo Sig, Raffaello 139 Tarantini, presa il 12 aprile presso Novoli di Lecce e giuntami in stato di avanzata putrefazione e perciò non buona a prepararsi. Un aquila di mare (H. albicula Lev.) uccisa nella maremma presso Grosseto. Una gazzera (Pica caudata Lin.) completamente bianca presa nei dintorni di Siena. Una Gazza marina adulta (Utamania torda Leach.) catturata presso Grosseto. Nei pressi di Montingegnoli (Senese) di proprietà del Sig. Conte Bulgarini, capitarono un branchetto di 10 a 12 Merli acquaioli (Cinclus aquaticus Bech.) e vi si trattennero parecchi giorni, ossia fino a che un po’ alla volta non furono uccisi quasi tutti. Un bel Falcone (Fa/co peregrines Gml.) è stato preso nello scorso Ottobre nelle vicinanze di Siena. Ho avuto ad imbalsamare una passera solitaria (Monticola cyanea Cab.) maschio, sempre in bel piumaggio azzurro, che aveva vissuto 14 anni in schiavitù, S. BROGI 2) INVENZIONE, Ei, pCORERLE _—___-_te=" Diamante Nero. Un bellissimo diamante nero del peso di 630 grammi, fu trovato il 15 lu- glio scorso nella terra diamantifera della prov. di Bahia nel Brasile. Glacinium è un nuovo metallo leggerissimo, più leggero dell’ alluminio. Nuovo ammostatore. È stato ideato dal Sig. Domizio Tredici, e costruito nella officina Cosìimini e Figli in Siena. Le prove fatte lo indicano come di semplice costruzione e di perfetto funzionamento. : i Un nuovo avvisatore elettrico dell’aria asfissiante è stato inventato dal prof. Ru- bidio Carpenè che lo ha descritto nel giornale il Progresso. Ad Orano in Algeria è stata scoperta una nuova sorgente di petrolio che fornisce già 1000 litri di petrolio all’ ora. Miniere d’oro sono state scoperte nel bacino del Don in Russia. L’ oro si trova nello zolfo presso a dei filoni di blenda, piombo argentifero e rame. i Sveglia telefonica. Una nuova invenzione ci viene dagli Stati Uniti. Si pensa seriamente a rimpiazzare le sveglie antiche col moderno telefono. Una società si costituisce perfcondurre a buon termine questo progetto. Ogni sera, prima di coricarsi, l’ abbonato indicherà alla stazione centrale l’ ora a cui intende levarsi l'indomani mattina. All’ ora fissata, uno scampanio lo sveglierà certamente. L’americanismo consistendo, come si sa, a congiungere il serio al pratico, sarebbe questione di spingere ancora la comodità dando te- lefonicamente all’ abbonato, mentre si vaste, le prime notizie del giorno, come già si pratica a Buda Pest col giornale per telefono. (Da! Progresso) Nuova applicazione della mica. Si è immaginato in Australia un’ applicazione molto ingegnosa della mica. Si tratta d’una cartuccia fatta con questa sostanza. Questa cartuccia presenta dei numerosi vantaggi. Dapprima, in ragione della trasparenza stessa della mica, essa può rendere palese ogni impurità nella composizione dell’ esplosivo, ciò che è importante per le polveri senza fumo. Inoltre la resistenza della mica, a un calore anche considerevole, mantiene costantemente la canna a una temperatura vicina alla normale. Infine si evita i’ incrostamento delle culatte e la necessità di pulirle dopo ogni colpo. INSEGNAMENTI PRATICI ar T—__ e Pesca. — Allevamento di vermi per esca. Togliamo dal Neptunia: L'esca più usata è, come si sa anco dai più ignari di pesca, il lombrico terrestre o verme di terra. Ora nulla di più facile, di più comodo pel dilettante di pesca di allevarsi i vermi di terra per averli sempre pronti ad inescare i suoi ami. 140 Ecco come si fa quando si ha il bene di disporre di un giardino, sia pure piccolo, od anche d'una corte, che abbia un angolo non selciato, per avere la vermaia. Si pratica nel terreno un buco profondo circa 40 centimetri e della dimensione di almeno 50 centimetri quadrati, niente però impedisce che il buco possa essere più profondo e più largo, in questo buco si gettano tutti i rimasugli di erbaggi della casa, un po’ di fondi di caffè e qualche pezzo di tela straccia. Se si vuol formare la vermaia molto presto si mettono unitamente ai rimasugli di erbaggi anche ‘due manate di lombrichi (vermi rossi) ed in breve tempo si troveranno ingranditi, ingrassati e moltiplicati. Se poi non si ha molta fretta non si mettono i vermi nel buco perchè tutti i lom- brichi del giardino (ve ne sono in tutti i giardini) sì dirigeranno colà alla prima pioggia. Questo per i giardini. Se poi si scava la buca in una corte selciata è bene metterci dentro i vermi perchè, sebbene i rimasugli degli erbaggi, non lavati, contengano sempre dei piccolissimi vermi, od uova di vermi, prima di poterli raccogliere della grandezza necessaria ci vorrebbe molto tempo. Una vermaia fatta e mantenuta come abbiamo indicato noi, è sufficiente per il consumo, nella stagione estiva, di qualunque accanito pescatore qualora si abbia la cura di lasciare nel vivaio sempre i vermi più piccoli. In caso di mancanza di pioggia bisogna inaffiare di tanto in tanto la vermaia perchè sarebbe dannoso ai vermi aver tanto da mangiare ed essere all’ asciutto, sebbene la loro posizione sia più invidiabile di quella degli uomini che quando sono a//’ asciutto non hanno neanche il conforto di mangiare. A. R. Per ottenere bellissime Begonie Rex. Il giardiniere V. Germano di Narzole indica nel Giardinaggio un mezzo da lui praticato per ottenere splendide Begonie Rex. Desso consiste nel gettare acqua su di un letamaio e raccoglierne il colaticcio. Questo si adopra mettendone venti litri in cento di acqua. Le piante si innaffieranno ogni due giorni con questo liquido e se ne ot- ‘terranno splendidi resultati. Se ne può ammirare un campione nella serra del sig. dott. Vigliani in Narzole. Piante pro- dotte questa primavera, nel maggio, ora si trovano all’ aperto e si presentano ricche di belle e numerose foglie. Ogni soggetto ha da 12 a 15 foglie, ciascuna di 40 a 50 centimetri di diametro. Per distruggere la pirale del melo e dei peri. Si consiglia di mettere attorno al tronco, a circa 30 centimetri dal terreno, un grosso anello di fieno torto in corda allentata. Il bruco, alla ricerca di un sito propizio per compiere la prima metamorfosi, vi sì rifugia volentieri. Alla fin della stagione buona, si levano quei cordami di fieno e si abbruciano, distruggendo così anche i bruchi. È necessario fregare energicamente anche la parte del tronco ricoperta dal fieno torto per distruggere i bozzoletti, che potessero esservi rimasti aderenti. NOTIZIARIO Tutti gli abbonati ai quali non dispiace di far conoscere ai colleghi il proprio indirizzo, la parte delle scienze naturali della quale si occupano, gli studii speciali ai quali si sono dedicati, come pure se tengono collezioni e se desiderano far cambi ece., sono pregati di renderne consa- pevole la direzione di questo periodico, la quale sarà sempre lieta di poter continuare a rendere più facili le relazioni fra gli abbonati stessi, nel loro reciproco interesse. L'occasione della pros- sima fine dell’anno, nella quale pochi suno gli abbonati che per qualche causa non scrivono 0 alla direzione o all’ amministrazione, è favorevole per fornirci le suddette notizie. Gli abbonati sono pure pregati di darci sempre comunicazioni di tutto quanto giunge a loro notizia in fatto di caccie straordinarie, catture interessanti di animali, rinvenimento di piante nuove o rare per la località, e così dei minerali, fossili ecc. Queste piccole notizie pubblicate via via, riescono poi interessantissime per la storia natu- rale di Italia, 141 LS Il giardino zoologico di Londra. Il più gran giardino zoologico del mondo è quello di Londra in Regentis Park. Esso contiene in tutto 2050 esemplari di animali, di cui 1450 sono uc- celli, 700 mammiferi e pesci, 450 rettili. Questi animali distruggono in nutrizione per 5000 ster- line (125,000 lire) all’ anno. Di fronte a questa spesa, vi è un’ entrata molto considerevole : infatti l’anno scorso produs- sero lire sterline 14,306, cioè lire italiane 357,650. Una nuova rosa è stata introdotta dal Vilmorin ed è notevole per la rapidità colla quale cresce ; trattasi di un rosaio nano, che non si eleva oltre i 45 centimetri, e sul quale le rose fio- riscono per tutta l’ estate. La nuova specie deriva da incrociamenti e selezioni. Se la pianta si se- mina alla metà di gennaio, in aprile si copre già di fiori. Anzi, il Vilmorin, ha mostrato piante nate da semi messi in terra il primo marzo e che alla fine dello stesso mese avevano fiori. Le rose sono piccole, semplici e doppie, e manifestano una curiosa tendenza a formar come mazzi di fiori. (Gazz. agricola). Le razze umane che scompaiano dal mondo. Non poche razze umane sono scom- parse nei tempi passati ed altre vanno assottigliandosi e scomparendo anche al presente. Fra queste ultime citeremo le seguenti, togliendone i dati della Revue scientifique di Parigi: Gli Au- straliani dello Stato di Vittoria che nel 1800 erano 9000 sono ora ridotti soli 800. - I Mekari della Nuova Zelanda nel 1840 erano 80 mila, mentre nel 1892 erano ridotti a meno della metà. - Gli Hawaiani nel 1878 ammontavano a 300 mila, sono ora discesi a soli 40 mila, - Gli Zadiani che da due secoli fa nelle loro immense regioni giungevano a quasi 6 milioni presentemente sono ridotti a 250 mila. Non è quindi lontano il tempo in cui la razza rossa andrà a scomparire del tutto. : Pesca di anguille. A Comacchio furono pescate in pochi giorni dello scorso Ottobre, dopo delle burrasche, 250,000 chilog. di anguille fra le quali eravene di straordinaria grossezza e tut- tavia nel giornale Il Villaggio leggiamo che questa pesca è stata molto scarsa. Libera circolazione di vegetali. Con decreto recente, — revocando decreti contrarii, e mantenuti fermi quelli attuali di esportazioni dai Comuni infetti dalla fillossera e da quelli rite- nuti sospetti — sono ammessi alla libera circolazione in tutto il regno le pianticelle, gli arbusti, e tutti i vegetali, ad eccezione della vite, provenienti da vivai, da giardini o da serre. Questi ve- getali devono essere solidamente imballati, ma in modo da permettere gli accertamenti necessarii, ed accompagnati da dichiarazione od attestato dell’ autorità competente del luogo d’ origine in cui sì attesti il contenuto della spedizione, il luogo definitivo di ricevimento e l'indirizzo del desti- natario, si affermi che non vi è ceppo di vite, si menzioni se vi sono piante con parti di terra. Proprietà terapeutiche di una primavera. Una bella specie di primula la Primula obconica da poco introdotta dalla China, pare sia dotata di proprietà terapeutiche particolari, poichè il dott. Riehl della Università di Vienna, avrebbe rimarcato che i peli sparsi nelle foglie irritano la pelle e danno luogo ad una infiammazione. Ricercate le cause del fenomeno, il Riehl ha sco- perto che questi peli contengono una sostanza velenosa, che impiegata per iniezioni sottocutanee, ha la proprietà di guarire certe malattie della pelle. (Rewue horticole). I più antichi fiori conservati, si trovano al Museo di egittologia, del Cairo e consistono in una collezione di corone e di ghirlande, provenienti dalle tombe antiche. Tutti questi fiori sono in perfetto stato di conservazione. La maggior parte di questi vegetali datano da quattro mila anni. Il trifoglio proveniente dalla piramide in mattoni di Dalschur e le spighe d’ orzo trovate in una tomba di Sakhara sono forse ancora più antiche. In questa collezione figurano molte piante e fiori riportati dalle tombe di Ahmes I e Ramses II. Onorificenza. Ci è grato, il render noto che l’on. Ministro della Guerra, assegnava la Me- daglia d’oro di speciale benemerenza, alla Società colombofila' fiorentina, per la prima prova d'una gara di internamento, avvenuta con felicissimo resultato, da Pontremoli a Firenze il 31 Luglio decorso, e della quale fu reso esteso conto in questo periodico. 4 142 La distinta onorificenza, mentre è ben meritato premio, alla Società fiorentina, per quanto ha già fatto mercè la solerzia intelligente di chi la dirige, sarà altresì sprone a proseguire la via del progresso colombofilo. Bue colossale. Leggesi nella Rivista agraria, che a Bulle esiste un bue di razza Fribur- ghese, dal manto pezzato bianco e nero, che pesa la bagattella di 16 quintali. Nuova malattia del castagno. A Bagnolo di Bibiana (Pinerolo) viene segnalata una malattia nei castagni che dicesi nuova. Ha già prodotti forti danni e credesi si tratti di un in- setto che danneggia le radici ed in poco tempo fa perire le piante. Una esposizione internazionale per tutto quanto ha rapporto con la educazione del corpo e per tutti i rami dello Sport, avrà luogo ad Innsbruk nel prossimo anno. Esposizione internazionale industriale nel Transvaal. Nel Maggio e Giugno del 1396, sarà tenuta questa esposizione a Johannesberg, una delle principali città della Repubblica sud africana. i Concorso ad un posto di aiuto direttore ed insegnante Scienze fisiche e na- turali nelle R. Scuole pratiche di agricoltura. Le domande devono essere inviate al Mi- | stero di agricoltura non più tardi del 21 decembre p. v. Stipendio L. 1600 oltre 1’ alloggio. i Concorso. Una medaglia d’oro del valore di lire mille sarà conferita all’ autore di quella memoria che fondandosi sopra dati sicuri di Chimica, Fisica, o Meccanica applicata, indicherà nuovi ed efficaci sistemi pratici o nuovi apparecchi per prevenire o per estinguere gli incendi. Il concorso è aperto dalla R. Accademia delle scienze di Bologna, alla quale dovranno essere dirette le memorie entro il 29 Maggio 1896. Posti vacanti di veterinario. Fino al 20 corrente è aperto il concorso al posto di vete- rinario comunale in Abbiategrasso. Stipendio L. 800. Altro simile concorso è a aperto per il co- mune di Castrezzato. T'empo utile fino al 17 corrente. Assegno annuo L. 720 più il sussidio pro- vinciale. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Fittipaldi Emilio nominato prof. di Storia naturale nel liceo di Potenza. Imparati dott. Edoardo nominato prof. di Scienze naturali nel collegio comunale Vittorio Emanuele di Castel San Giovanni, ed assistente di Sc. nat. nel R. Istituto tecnico di Piacenza. Vinciguerra dott. Decio è stato nominato direttore della R. Stazione di piscicoltura di Roma. Giovannelli Umberto preparatore tassidermico ha ottenuta una medaglia d’argento alla esposizione campionaria di Padova di questo anno. Busso dott. Achille nominato assistente alla zoologia nella Università di Napoli. Fatta dott. Giuseppe nominato assistente all’ orto botanico nella Università di Palermo. Grullo Sebastiano incaricato della Storia naturale nel liceo di Foggia. RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’amministrazione del giornale; la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le .loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali sì dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. , Questo periodico è assai diffuso anche all’ estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 3 176 U. Lostia a Cagliari, (Sardegna?. offre per cambi Coleotteri di Sardegna ben preparati ed esattamente nominati. 143 177 Il prof. P. Pavesi di Pavia cederebbe al maggiore offerente i volumi 1882-92 (11 volumi) del Bollettino dalla Società geografica italiana, in ottimo stato, legati in 12 pelle, del costo originario di L. 25, 00. 178 G. Leoni di Aquila, desidera far cambi di coleotteri dell’ Italia meridionale, con altri delle regioni settentrionali. Offre anche Formicaleone, Ascalofi etc. in gran numero. 179 M. Benderitter, Champs Maillets, Rouen, (Francia), desir ricevoir des Lamelli- cornes, Buprestides, Longicornes et Cincidélides du Globe, et offre en échange des Coléoptères du Globe, et des ouvrages de Botanique. 180 M. Paul Pallary a Eckmuhl (Oran Francia), si offre per fare ricerche di storia na- turale nel dispartimento di Orau. 181 R. Mercatelli, orticoltore in via della Mattonaia 16, Firenze, ha pubblicato e distri- buisce gratis il catalogo speciale delle rose poste in vendita per il 1895-96. 182 Nicola Lucarelli di Aversa offre cani cuccioli spinoni di razza purissima. 183 M. H. Léveillé, 104 rue de Flore, Le Mans (France), travaillant en ce moment à la mo- nographie des Onogracès frangcaises, recevrait avec reconnaissance Epilobium, Onothera, Circea, Jsnardia, Trapa, en bons échantillons d’herbier. Offre en échange plantes européennes. 184 M. Adrien Dolfus, 35 rue Pierre-Charron, Paris, offre Crostaceî isopodi in alcool, contro libri o riviste di butanica. 185 Grossi prof. dott. G. B. si è trasferito dalla Università di Catania a quella di Roma. 186 Falqui prof. Giuseppe si è trasferito dal liceo di Girgenti a quello di Arpino. 187 Rizzotti prof. Ferruccio si è trasferito dal liceo di Caltanisetta a quello di Sondrio. 188 Binna prof. Luigi si è trasferito dal liceo di Arpino a quello di Sassari. 189 S. Brogi, naturalista in Siena, fa ricerca di Barbagianni (Strix fammea) sia freschi in carne, sia già messi in pelle, ed offre vivi i Varani dell’Africa (Varanuso Psammosaurus griseus). 190 Si cedono al maggiore offerente i seguenti libri : Bomsicci - Corso di Mineralogia in tre grossi volumi. (Edizione esaurita). Non legato ma in buonissimo stato. JAcoLLIOT - Les animaux sauvages - Récit d' histoire naturelle, de chasses et de voyages. (Il- lustrations de A. Laugon). Grosso volume ricchissimamente illustrato. Legato e quasi nuovo. Figurer - Les races humaines. Illustrato da 268 incisioni e da 8 cromolitografie. (Usato, ma in buonissimo stato). ; LuBpock - Les origines de la civilisation. Etat primitif de l’homme et moeurs de sauvages moderne. Illustrato da molte incisioni. (Usato, ma in buonissimo stato). DeswarEST - Manuel de Mammologie. (Un volume legato in mezza pelle). PLuINII - Secundi historiae mundi. (Grosso volume legato in pelle). De LA Nove - L' homme sauvage. Illustrato da 35 vignette (legato in tutta tela, nuovo). RauzanI - Introluzione generale alla Zoologia. Volumi 2. Mammiferi. (Legato, usato, ma in buono stato). î FusiniERI e REINcHEUBACH - La Dinamica molecolare. 1 vol. (non legato) con tavole. OmgonI prof. G. Geologia. Un volume legato con numerose incisioni e carta geologica. OxgonI prof. G. Geologia dell’Italia. Un vol. con numerose incisioni e carta geologica, non legato, ma in buono stato. 5 OmBonI prof. G. - Come s'è fatta l’Italia. Saggio di Geologia popolare. Un volume (non le- gato) quasi nuovo. 191 Angelillo Gaetano, proprietario del Canile-Flora in Aversa, offre cuccioli branchi piÙs: 192 M. Paul Mathieu, 22, boulevard Seguin, Oran, désirerait échanger des Reptiles et Batraciens algériens, contre des Reptiles et Batraciens du bassin de la Meéditerranée (France, Italie, Espagne, nord de l’Afrique, etc.). 193 Miss Linter, Arragon Close, Twickenham, (Inghilterra), offre Helix naso, la- ttaxis, Tayloriana, Gouleti, Rehsei, Broadbenti, manina, Cairni, hercules, in cambio di altre buone specie esotiche. 194 I fratelli Sgaravatti, proprietari dello stabilimento di orticoltura di Saonara, (Pa- dova), offrono gratis il loro nuovo supplemento al catalogo generale dei vegetali. 195 M. Marcel Viguier, aux Quinconces, Carpentras, (France), offre quelgnes Diatomées de la Lozère en récoltes non triées, en échange d’espèces bien déterminées. 144 196 M. Ph. Dautzenberg, 213, rue de l’Universitò, Paris, dèsire recevoir dex exemplaires de Mollusques marins présentant des cas tératologiques. Il offre en échange des Mollusques ma- rins européens ou exotiques. 197 Il prof. Balestre Cristoforo si è trasferito dal liceo di Maddaloni a quello di Tivoli. 198 Il prof. Corrado Lopez si è trasferito dal liceo di Salerno a quello di Fano. Rivista Italiana di Scienze Naturali - Sommario del fascicolo 1,° Novembre, Imparati dott. Edoardo. Contribuzione alla miologia delle regioni antero-laterale del to- race, costale e della spalla nelle scimmie. (continuazione) Con fig. Pag. 129. Dei prof. Apelle. La vescica idrostatica dei pesci e l'apparato aereostatico e polmonare degli uccelli. (cont. e fine). Pag. 133. De Blasio dott. Abele. Ripostiglio di bronzi preistorici rinvenuti nel bosco delle * Cal- daia.. nel comune di Guardia Sanframondi (Benevento). (cont. e fine). Con fig. Pag. 136. Rivista Bibliografica. Da pag. 139 a pag. 141. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 141. a pag. 143. Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni a pagamento. Un numero separato sia della Rivista, sia del Bollet- tino costa cent.25 senza figure, cent. 50 se con figure. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta inviando i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per esemplare, L. 1 per 12 esemplari e L.6 il cento franchi di porto (se contengono figure il prezzo è da cou- cordarsi), purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all'Agenzia del giornale, Via di Città 14, e da tutti gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal prizcipio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L’abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato. Gli abbonati hanno diritto ad inserzioni gratuite come è detto nella prima pagina della copertina; ma que!le relative ai cambi non possono oltrepassare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accor- data la ristampa, pagando un piccolo compenso. Dalle inserzioni gratuite sono esclusi gli scritti che contengono offerte di acquisto o di vendita, o che possono servire di reclame. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonatiche abbiano già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiest® dall’ abbonato. I soli abbonati sono collaboratori. La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsi di pub- blicare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. ] manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autori. i Agli abbonatìai quali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmevte, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in cerso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano checontro pagamento L° amministrazione s’incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effetttuati pagare un compenso da combinarsi. - Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. l per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L.l ogni 2 centim. di spazio occu- pato in una colonua, o cent. 20 per linea corpo 8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute in dono e in cambio ; si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari. Tutti è pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari. MANUEL DU NATURALISTE par ALBERT GRANGER Traite pratique de la récolte, préparation, rangement en coliections, de tous objets d' histoire naturelle en Zoologie, Botanique, Geologie. Prix Fr. 4. EMPAILLAGE DES ANIMAUX, PREPARATION DES SQUELETTES eto. etc. avec 257 figure. Edition 1895. SCHIAVETTI DANIELE - Gexova Grande assortimento di uccelli ed altri animali esotici vivi. Conchiglie di lusso ed al naturale, per collezioni di Musei. Piccole scimmie ‘uistidi ed altre specie di animali vivi per Istituti zoologici. Ricerca di Mufloni e Foche viventi E) S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri Anno XV N.° 12 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 10° Decembre IMPARATI dott. EDOARDO CONTRIBUZIONE ALLA MIOLOGIA DELLE REGIONI ANTERO-LATERALE DEL TORACE, COSTALE E DELLA SPALLA NELLE SCIMMIE. (continuazione) A VCASNZT pr ARTICOLO V. Cercopithecus pygerythrus J giovane, Fr. Cuv. Muscoli del torace, 8 I. — Regione antero-laterale. |. Pectoralis major. Risulta di due strati, l’ uno anteriore, posteriore l’ altro. Quest’ ultimo è dato da una ripie- gatura all’interno del margine esterno del primo e va da poco meno della metà inferiore della linea mediana anteriore dello sterno, camminando parallelamente al pectoralis minor, alla metà superiore ed anteriore dell’ omero ove si inserisce. Lo strato anteriore invece parte dallo sterno, come nelle specie precedenti, 3’ attacca alla clavicola e forma il deltoides che gira attorno alla parte superiore dell’ omero e non ha a quest’osso inserzione alcuna poichè funge da inserzione omerale di questo pseudo deltoides l’ inserzione dello strato sottostante. Lo strato anteriore è in larghezza poco più del doppio del posteriore che ri- copre totalmente. 2. Pectoralis minor. S’'inserisce, nella sua parte superiore, alla tuberosità interna dell’ omero e, nella sua infe- riore, alla 2.2, 3.8, 4.4 e 5.2 cartilagine costale. 3. Supracostalis anterior. Sebbene mi parve intravederlo pure non riuscii a prepararlo forse per la non completa sua formazione dovuta al non completo sviluppo di questo giovane individuo. 4, Subclavius. Dai 3(4 esterni della clavicola alla 1.8 articolazione costo-sternale. o. Trachelo-costo-scapolare. S' inserisce alle ultime 6 vertebre cervicali e a tutte le 9 prime coste. La parte rappresen- tante il serratus magnus comincia solo aila 3.* costa. 6. Scaleno posteriore. Anche questo muscolo al pari del supracostalis anterior, col quale si confondeva, non riuscii ad isolarlo. $ II. — Regione costale. Nulla di notevole. Muscoli della spalla. 1. Deltoides. Aggiungo quì a ciò che ho gia detto di questo muscolo parlando del pectoralis major che da molte fibre di congiunzione al triceps brachii, 2.3. Supra ed infraspinatus. Non presentano nulla di notevole. 4. Teres major. Poco distinto. Si unisce al suo termine al tendine del latissimus dorsi mediante il quale s'in- serisce all’ omero. o. Teres minor. Assai piccolo e poco distinto. 6. Sub-scapularis. Presenta le fibre tendinee come quello del Cynocephalus hamadryas. 146. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ARTICOLO VI. (vedi fig. 1 e 2.) Semnopithecus chrysomelas g adulto, S. Mill. e H. Schlegel. Muscoli del torace, SI. — Regione antero-laterale,. I muscoli di questa regione sono in numero di sei come nelle specie precedenti. 1. Pectoralis major. Assai interessante per il modo singolare e caratteristico con cui si presenta e che descrivo minutamente. Esso è diviso in quattro fasci longitudinali distintissimi fra di loro ed oltremodo robusti. Nella parte interna s'inserisce: coi primi due fasci (a cominciare dall’ alto) alla linea mediana anteriore dello sterno e con i restanti altri due alle aponeurosi (molto robuste) dei muscoli addominali. Il primo fascio nella sua parte superiore è per breve tratto staccato dalla clavicola. Si fonde nella sua parte esterna, insieme col secondo, col deltoides. Jl terzo e quarto fascio hanno inserzioni esterne all’ omero distinte, ricoperte dai primi due e dal deltoides. Ecco come si comportano. Il terzo, dopo di avere incrociato il quarto, a cui passa davanti, va ad inserirsi con un ten- dine piatto alla parte antero-interna del terzo superiore dell’omero. Il quarto fascio invece por- tandosi più in alto, dopo di avere girato un poco su sè stesso, va a prendere attacco alla tuberosità interna dell’omero. Visto nel suo insieme questo pectoralis major sembra massiccio ed affatto analogo a quello delle specie precedenti Il terzo e quarto fascio si potrebbero considerare come due muscoli distinti di cui 1’ ultimo, e per le sue inserzioni, e per il suo modo di comportarsi rispetto al pectoralis minor, e per quella tendenza a girare su sè stesso, starebbe a rappresentarci la piccola porzione di questo ultimo mu- scolo che ho trovato in tutte le specie precedenti. — 2. Pectoralis minor. Triangolare, come nell’ uomo, s' inserisce dalla 2.2 alla 7.? cartilagine costale. Dalla 2.* alla 5? le inserzioni sono tutte su di uno stesso piano antero posteriore, dalla 5.2 alla 7.8 si ripiegano ad arco verso l'esterno. Esternamente s’ attacca alla parte superiore ed interna della testa dell’ omero. 3. Supracostalis anterior. Come nelle specie precedenti. 4. Subclavius. Lao a quello delle specie precedenti. Disarticolata la clavicola e portata in alto. prende una forma spiccantemente triangolare con la base rivolta verso la clavicola, l'apice verso la prima cartilagine costale. i dò. Trachelo-costo-scapolare. La parte rappresentante il serratus magnus è poco estesa, poichè si ferma al principio della parte anteriore delle prime nove coste. Presenta dentellature a ventaglio terminanti a V coll’apice rivolto all’ interno. 6. Scaleno posteriore. Dalle apofisi trasverse della 2.2, 3.*, 4.8 e 5.* vertebra cervicale alla parte mediana ed ante- riore della 2.2, 3.8 e 4.8 costa, sa $ II. —- Regione costale. Nulla presenta di notevole. Muscoli della spalla. 1. Deltoides. Come ho gia detto più sopra è fuso coi due primi fasci del pectoralis major. Superiormente ed anteriormente si inserisce ai 3/4 esterni della faccia anteriore e del bordo inferiore della cla- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI i 147 vicola, posteriormente ai 314 esterni della spina della scapola, continuandosi con una fascia apo- neurotica coprente l’infraspinatus. In basso prende attacco all’ impronta dell’ omero molto scabra, allungata e rialzata a guisa di cresta. » * Gli altri muscoli della spalla altro non presentano di particolare se non che sono assai ricchi. di fibre muscolari e quindi assai sviluppati. Inoltre il supraspinatus ed il sub-scapularis, che presentano nel loro spessore delle fibre tendinee longitudinali, superiormente sorpassano il bordo superiore della scapola e si confondono fra di loro. CAPITOLO III. Cosiderazioni anatomiche e fisiologiche sui muscoli studiati. Non mi pare fuor di proposito il far precedere la tavola sinottica, di cui feci già parola nel- l’introduzione, da alcune considerazioni anatomiche e fisiologiche sui muscoli studiati, di cui mi occuperò nel presente capitolo, e da qualche appunto di miologia anomala, di cui toccherò nel- 1’ ultimo. Le considerazioni che seguono sono di indole generale e, per ciò che concerne la parte fisio- logica, mi sono atténuto, quasi esclusivamente, alle funzioni dei muscoli in relazione coll’ ar- rampicare. Una fra le prime cose da osservarsi è la completa fusione del pectoralis major col deltoides, fusione non solo estesa a quasi tutte le scimmie inferiori studiate, ma riscontrata anche in altri mammiferi come per esempio in parecchi Lemuridi del Madagascar (Milne Edwards), nella volpe, in alcune specie di top: (Testut), nel hanguroo (Meckel), nell’ ornitorinco (Lannegrace), ete. Questi due muscoli fusi in uno, e per azione funzionanti come un unico muscolo, meritereb- bero, a mio modo di vedere, un unico nome collettivo al pari di quello di trachelo-costo-scapolaer dato dal Testut, come già dissi, al levator anguli scapulae unito col serratus magnus. Un nome adatto per questo muscolo mi parrebbe quello di delto-pettorale. Il pectoralis major negli antropomorfi presentò una serie di modificazioni. Mentre nel Gorla gina e nel Troglodytes niger troviamo divise una porzione clavicolare da una sterno-costale, nel Satyrus orang manca la porzione clavicolare e nel Troglodytes Aubryi la porzione clavicolare e la sternale sono unite fra di loro. Robustissimo nelle specie precedenti, è oltremodo ridotto e debole in quest'ultima ed il suo bordo inferiore fa sì poco risalto, a detta del Gratiolet e dell’ Alix, che il bordo anteriore del- l'ascella sembra mancare, costituendo ciò un carattere di dissomiglianza fra il torace del T. Audryi e quello dell’ uomo. L' ascella dell’ Hylobates leuciscus (che ha il pectoralis major fuso col deltoides) è molto ana= loga a quella dell’ uomo. Il pectoralis major, allorchè il corpo è sospeso alle braccia, solleva tutto il torace e, con questo, le parti sottostanti; di più può riavvicinare fra loro i due omeri posti orizzontalmente. Il deltoides, marcatamente nelle specie in cui è unito col pectoralis major, dà, coi suoi fasci anteriori, un energico movimento di avvicinamento del braccio al tronco mentre i suoi fasci po- steriori, agendo indipendentemente dagli anteriori, quale muscolo distinto, portano il braccio al- l’indietro. L'indipendenza quasi assoluta non solo di questi due movimenti ma anche delle fibre delto-pettorali e deltoidee posteriori l' osserviamo, fra le specie studiate, nel Cynocephalus hama- dryas il quale ha i fasci completamente divisi dalla lunga cresta deltoidea dell’ omero in due por- zioni, anteriore l’ una, posteriore l’altra. Oltre alla succitata funzione il deltotdes ha pure quella di elevare il tronco facendo punto fisso sull’ omero. : Speciale menzione métita il pectoralis major quadripartito del Semmnopithecus chrysomelas. I primi due fasci fusi col de/totdes, daranno movimenti analoghi a quelli già citati per le prece- denti specie. I due ultimi, facendo punto fisso sul torace, saranno forti adduttori (specialmente perchè incrociati) dell’ omero sul tronco abbassando la spalla e, facendo punto fisso sull’omero invece, sol- 148 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI leveranno il tronco. Tanto l'una quanto l’altra di queste funzioni, come di leggieri si comprende, prende somma importanza nell’ atto dell’ arrampicare. Un altro muscolo non meno importante nelle sue manifestazioni anatomo-fisiologiche sì è il pectoralis minor. ; Abbiamo veduto come in tutte le nostre specie esso s’inserisea all’omero: nè tale inserzione resta' ristretta a queste sole poichè è estesa a quasi tutte le scimmie inferiori studiate; di più questo muscolo è quasi sempre costituito da due porzioni superiore l’ una, inferiore l’altra, che spesso vanno ad inserirsi all’omero con 2 tendini distinti ma che talvolta, poco prima dell’ inser- zione, si fondono in un tendine solo, come avviene nel Cercopithecus rufo-viridis. Secondo Hartmann nel Gorilla gina ambedue le porzioni prendono.inserzione all’apofisi coracoide mentre negli altri antropomorfi l’ una di esse andrebbe a questa apofisi, l’altra all’omero. Ho detto secondo Hartmann poichè Broca non vide che un sol tendine nel suo Troglodytes niger inserentesi sulla tuberosità interna dell’omero e Vrolick e Testut, nei loro soggetti, ne videro uno solo anch’ essi ma che s'inseriva all’apofisi coracoide. Ecco anzi quanto dice quest’ ultimo autore di questa curiosa varietà muscolare. (continua) SI PREGANO TUTTI GLI ABBONATI ad avere la com- ‘piacenza di farci conoscere qualunque loro idea relativa alla pubblicazione di questo periodico, e cioè le modificazioni, correzioni, aggiunte ecc. ecc., che a loro sembrerebbe opportuno di apportarvi. Delle proposte e raccomandazioni che ci perverranno, la direzione ne terrà sempre molto conto e quelle di pos- sibile immediata applicazione si manderanno subito ad effetto. LIBRAIRIE J-B. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Sait-Germain), è Paris ciences natureiles, professeur au ires. Se publie en 48 séries à 50 Le Monde des Plantes, par P. Cosraxtin, agrégé des s lycée de Rennes. 2 vol. gr. in-8 de 750 pages, illustrés de 700 fig: cent. ou en 8 fascicules à 3 fr. Envoi franco du fascicule I° contre un mandat postal de 3 fr. M. Paul Costantin, agrégé des sciences naturelles, professeur au lycée de Rennes, déja connu du grand pubblic par son ouvrage « Anatomie et physiologie animal:s », en collaboration avec le iprofes- seur MarHIAs Duvat, à entrepris ce travail et s’est attaché è apporter dans l’accomplissement de sa tàche cet esprit de sérieuse vulgarisation qui a rendu si populaire l'euvre de BrEAM et des sa- vants francais qui ont fait de l’édition francaise l’histoire naturelle la plus au courant de la science. Le Monde des slantes est une description méthodique, famille par famille du régne végétal. L’an- teur”s’est attacché à étudier surtout les plantes qui croissent dars notre pays, et, parmi les plantes exotiques, celles qui sont susceptibles d’applications intéressantes. Le lecteur tronvera dans cet ouvrage pour chaque famille chaque genre et chaque espèce, à còté des caractères botaniques, l’indication de la*distribution géographique du groupe étudié, en méme temps que l’exposé de nombreux services que peuvent rendre les végétaux à la médecine, à l’alimentation, à l’industrie, è l’agriculture, à l'horti- culture, à la décoration des eppartements, etc. Les caractères biologiques, c'est-a dire les phénomènes intéressants de la vie des plantes n'ont pas été oubliés et sont traités aves le plus grand soin. Tous ceux qui aiment les plantes, et ils sont lézion, peuvent donc lise avec profit ce livre. L’ouvrage est au courant des recherches les plus récentes. De {rés nombreuses figures l’accompagnent: représentations de plantes, fleurs, fruits, vues piltoresques, etc. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri o RITA ù 5 lf} fr x à di { ‘ bag VISTA ITALIANA D SURNTO NATURA BOLLETTINO DEL NATURALISTA Collettore, Mievatore, Coltivatore Premiati alle Esposizioni di Palermo, Milano e Chicago Direttore Cav. SIGISMONDO BROGI — Siena Collaboratori principali ARRIGONI degli Opp1 Conte Errore — BADANELLI Prof. Dott. DANTE — Bari Cav. Conte EmiLio BargELLINI Prof. Mariano — BeRTELLI Dott. Dante — Bezzi Dott. Prof. MARIO Borzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott. LurGi BomBicci-PortA Comm. Prof. Lurer — BruneTTI Comm. Prof. Lopovico BrUTTINI Prof. Dott. ArtuRO — CacciamaLI Prof. G. Bartista — CALABRÒ LomBARDO Prof. ANTONINO Caruana Gatto B. A. ArrreDo — CermenaTI Prof. Mario — CLERICI Ing. ENRICO Cori Chimico farm. ELta — Damiani Giacomo — DE AnGELIS Dott. GroAccHINO De Bonis Anronio — De BLasIo Dott. ABELE — DeL PreTE Dott. RarMonDO DESMEURE IppoLiro — De Toni Dott. Prof. G. B. — De SrerANI Perez Prof. Troposto FasaNI Sac. CArLo — Farra TepALDI LurGi — FeERRAGNI OpoarDo — Fiori Prof. ANDREA GaLLi VaLeRIO Dott. Bruno — GracketTI Cav. G. Cesare — Imparati Dott. EpoaRDO Levi Morenos Dott. Davip — Livini Cav. Prof. Dott. Antonio — Lonco Prof. Dott. ANDREA Lopez Prof. Dott. Corrapo — LentIccHIA Prof. AtTILIO — Losacono Posero Prof. MICHELE MascarINI Prof. ALessanpro — MeLI Prof. RomoLo — MATTEI Grov. ETTORE Morici MicneLe — MoscneLLA Giuseppe — NEVIANI Dott. Prof. ANTONIO PaLumBo Augusto — PauLucci March. Marianna — PARODI Domenico di E. PELACANI Prof. Dott. Lucrano — PeTRONI Dott. Veter. PasquaLe — RENAULT Cav. ARTURO Sancasciani Cav. Dott. Gruserpe — Scarzia Dott. GrusepPE — SIGNORINI Prof. GIrusEPPE SiLvestrI FiLippo — SprnoLa March. Gracomo — StossicHi Prof. MicHELE — TERRENZI Dott. GIUSEPPE Tassi Cav. Dott. FLaminio — TeLLini Dott. Prof. AcuitLe — TincoLini Dott. Veter. Trro Questo periodico si compone di due parti, cioè : | La Rivista italiana di scienze naturali, nella quale vengono pubblicate: Le memorie ori- | ginali, corredandole di figure quando occorrano; la Rassegna bibliografica di quanto viene stampato in Italia e di non poco di ciò che vede la luce all’estero, relativamente alle Scienze naturali; le comunicazioni scientifiche favorite dagli abbonati, e le notizie fornite dalla Redazione. Il Bollettino del naturalista collettore, allevatore, coltivatore, che sì occupa della parte più pratica e popolare delle scienze fisiche naturali, compresa la caccia, pesca, agricoltura, orticoltura, giardinaggio; allevamento, acclimatazione e malattia degli animali e delle piante; rac- colta, preparazione e conservazione degli animali, piante ed altri oggetti di storia naturale; museo- logia, alpinismo, esplorazioni, escursioni. Ha apposita rubrica per gli insegnamenti pratici, regi- stra le nuove invenzioni e scoperte, ì concorsi, impieghi vacanti e notizie svariatissime. Pubblica gratuitamente le richieste e offerte di cambi, e le domande e comunicazioni degli abbonati. L'abbonamento complessivo Rivista e Bollettino (24 fascicoli, con non meno di 300 pagine) costa L. 5 all’ anno; quello al solo Bollettino (12 fascicoli, con non meno di 150 pag.) L. 3 all’ anno. Vac Agenzia del giornale SIENA Via di Città 14, II RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI TUTTO L'OCCORRENTE PER RACCOGLIERE, PREPARARE E CONSERVARE GLI OGGETTI DI STORIA NATURALE IL LABORATORIO ZOOLOGICO-ZOOTOMICO- TASSIDERMICO e MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal Cav. S. BROGI naturalista premiato con 19 medaglie a SI IMBALSAMANO ANIMALI DI OGNI GENERE si insegna a chiunque desideri imparare SIENA — PIAZZA DEL CARMINE, STABILE PROPRIO — SIENA CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distribuzione GRATIS Catalogo N. 30 — Occhi artificiali di ogni genere in vetro e smalto. < « 33 — Minerali e Roccie. « « 36 — Uccelli imbalsamati ed in pelle. < « 37 — Varietà e mostruosità in uccelli italiani. « « 38 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ecc. per l'insegnamento della Botanica. 40 — Mammiferi imbalsamati e in pelle, scheletri e crani. A A « « 42 — Catalogo con note e prezzo degli animali di tutti gli ordini, scheletri ed altre preparazioni zootomiche, Piante, Minerali, Fossili, ecc. ecc. nonchè delle Colle- zioni già formate per l’ insegnamento. € « 43 — Supplemento al catalogo N. 33 Minerali e Roccie. « « 46 — Arnesi, strumenti, utensili, preservativi, specialità ecc. per la raccolta, studio, preparazione e conservazione degli oggetti di storia naturale. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI — II RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI INDICE DELL'ANNATA 1695 © PZA As ___ MEMORIE ORIGINALI Fiori prof. Andrea. I Leptomastax dell’ Italia superiore e modo di procurar- sell“Pag: L: Damiani Giacomo. Note ittiologiche. Terza contribuzione all’ittiofauna del mare dell’Elba (Specie interessanti e rare). Pag. 3. De Blasio Abele. Crania aegyptiaca vetera et hodierna, con appunti di storia e di etnologia egiziana Parte II. (Con 31 figure). Pag, 6, 17. De Angelis dott. Gioacchino. Studio paleozoologicoi I corallarii fossili dei ter- reni terziarii. Con appendice intorno ad una Hydrocorallina fossile. (Con 4 fig.) Pag. 20, 33, 43, 57, 81. Lanzillotti-Buonsanti dr. prof. A. Nuovo processo di conservazione dei centri nervosi. Pag. 22. Imparati Edoardo. Sunti ed appunti sulla partenogenesi vegetale ed animale. Pag. 23. De Blasio dott. A. I crani dei Lucani {Con 11 fig) Pag. 41, 62, 73, 86. Parona prof. Corrado. I confini politici e geografici rispetto alla corologia. Pag. 46. Chiari A. Appunti sulla flora dei dintorni di Città di Castello. Pag. 88. Dei prof. A. La vescica idrostatica dei pesci e l’ apparato aereostatico e pol- monare degli uccelli. Pag. 97, 108, 133. Damiani Giacomo. Sul Syrrhaptes paradorus, Pallas e. Utamania torda, L. (note corologiche). Pag. 105. De Blasio dott. Abele. Ripostiglio di bronzi preistorici rinvenuti nel bosco delle « Caldaia » nel comune di Guardia Sanframondi (Benevento). (Con 13 ioure) Pag. 113,136. i —_. Imparati dr. Edoardo. Contribuzione alla miologia delle regioni antero-late- rale del torace, costale e della spalla nelle scimmie. (Con l quadro e 2 figure). Pag. 118, 129, 145. Bibi CcGRTEACESKA: . RECENSIONI ED ANNUNZI (2) Agricoltura e affini. Pag. 11, 16, 26, 50, 55, 92, 122, 124. Anatomia. Pag. 10, 37, 67, 100, 123, 139. Antropologia, Antropogenia, Etnologia. Pag. 11, 15, 27, 51, 122. Aracnidi. Pag. 123, 140, Anfibi. Pag. 27, 90, 92. (1) L'indice del Bollettino trovasi in fondo al volume del Bollettino stesso. (2) Si intende che in ognuna delle seguenti pagine citate vi possono essere annunziati diversi lavori sul medesimo genere. IV RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Biografia. Pag. 10, 50, 91, 140. . Botanica. Pag. 16, 26, 27, 32, 30, 43, 49, 50, 51, 59, 56, 67, 70, 91, 93, 101, 102, 22020, 140, 141. Briozoi. Pag. 66. Chimica. Pag. 31, 36, 37, 70, 95, 101, 122. Crostacei. Pag. 91, 93. Fisica e Meccanica. Pag. 31, 90. Geologia. Pag. 26, 27, 37, 50, 55, 56, 66, 70, 139. Insetti. Pag. 10, 11, 15, 26, 27, 36, 49, 51, 65, 66, 67, 80, 91, 92, 96, 99, 100, 101, 123; 124 140, 141. (ta Mammiferi. Pag. 15, 31, 36, 37, 50, 56, 90, 91, 101. Mineralogia. Fag. 37, 51, 56, 60, 70, 100. Miriapodi. Pag. 10, 26, 27, 65, 90, 92, 122. Molluschi. Pug. 50, 66, 91, 140. Paleontologia. Pag. 27, 50, 55, 56, 122, 140. - Pesci, Pesca. Pag. 10, 25, 90, 66. Protisti. Pag. 91. | Rettili. Pag. 27, 91, 123. Storia naturale in genere. Pag. 9, 10, 15, 31, 70, 80, 90, 93, 96. Tecnica. Pag. 9, 10, 15,16, 51, 55, 96, 70, 91, 96, 125. — Uccelli. Pag 0110; A16;20, 475 01,106, 170,489;1.90:92: 293,196, 007122, 42350125199) Varia. Pag. 11, 15, 16, 31, 32, 37, 38, 49, 51, 55, 70, 90, 93, 100, 122, 140. Vermi, Pag. 25, 26, 37, 48, 49. Zoologia generale. Pag. 37, 48, 56, 65, 101. Annunzi di pubblicazioni si trovano pure nelle copertine dei fascicoli. . ELENCHI dei lavori relativi alle scienze naturali pubblicati in Italia durante gli anni 1893-94 distinti con numero progressivo, divisi per materie e disposti per ordine alfabetico secondo il nome dell’ Autore. Zoologia - Paleozoologia - Allevamento degli animali. Pubblicazioni del 1894. Dal dati. 336.=Pagr 0%: 0717,,96, 102: Botanica - Paleofitologia - Agricoltura. Pubblicazioni del 1893. Dal n. 401 al n. 497. Pag. 12, 14. — Pubblicazioni del 1894. Dal n. 338 al n. 400. Pag. 111, 126, 14I. Geologia - Mineralogia - Cisfallegrana: Pubblicazioni del 1893. Dal n. 499 al n. 644. Pag. 27, 38. Tecnica. Pubblicazioni del 1893. Dal n. 645 al n. . 656. Pag. 39, 40. Soggetti varii e d' indole generale. Pubblicazioni del 1893. Dal n. 657 al n. 675. Pao 40. N. B. La pubbiicazione di questi elenchi è sempre in corso di stampa e continuerà perciò anche nell’anno 1896. Appena terminato di registrare le pubblicazioni del 1894, sarà incominciata la nota di quelle del 1895. COMUNICAZIONI E NOTIZIE VARIE Pag. 16, 32, 71, 72, 93, 96, 144, 148. sat rr i — = ——======"=="EN E «0 BOLLETTINO DEL NATURALISTA COLLETTORE ALLEVATORE COLTIVATORE ANNO XV 15 Decembre VASTA <é SUPPLEMENTO MENSILE Mo 1 1895 o. ALLA i RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Abbonamento alla Etivista e Bollettino (24 fascicoli) I. 5 — Al solo Bollettino (12 fascicoli) L. 3 all’anno i SOMM:A RIO Failla Tedaldi L. Glossario entomologico. (continuazione) Pag. 145. Notiziario. Pag. 147. — Nomine ecc. Pag. 147. — Richieste, offerte ecc. ‘(gratis per gli abbonati) Pag. 148. Ì si GLOSSARIO ENTOMOLOGICO REDATTO da LUIGI FAILLA-TEDALDI ILLUSTRATO CON FIGURE — (continuazione) TR9 N Nascosto - Occultus, absconditus - Caché - verborgen - Si applica ‘ad un organo, ad ‘una parte che viene occultata da un’altra. Vedi Testa. Naso - Nasus - Nez - Nase - Kirby = Epistoma o clipeo. Tav. VI fig. 1 a) fig. 7 a). ‘ Naviculare - Scaphoideus, cymbiformis - Naviculaire, cymbiforme - Kahofòrmig.- In | forma di navicella, cioè allargata nel mezzo e ristretta alle estremità, come quella dei telaiuoli. Nebuloso - Nedu/losus - Nebuleux - nebelig - Si applica ad una parte sparsa di macchie o di vaghi disegni che imitano sorta di nuvole. Necrofago - Necrophage - Che si nutre di CIMENTA, Memoricolo - Che abila nelle; foreste. Nervatura - e - Nervus - î - Pterigostia - Nervure - s- Nerve - n - Chiamansi le parti saglienti pelle ali, le n non sono altro che trachee, e servono come di ossa- tura alle medesime. Si chiamano venule, (nervuli) quelle piccole e secondarie, che s’ intersecano e vengono a completare la rete alare = Costa. Nervatura addominale - (ala inf.) = N. anale. Tav. NI flg. 1 ala inf. s). Nervatura anale - Nervus analis - Nervure anale - Analader - Chiamasi fa prima ner- :. vatura dell'angolo interno delle seconde ali - Libellulidi = Costola del frenulo Tav. J fig. 1 e) Tav. III fig. 2 g) ala inf. m). Nervatura ascellare - N. axillaris - N. axillaive = N. subanale. Nervatura claviana - N. clavianus.- N. clavienne - Emitteri = N. subanale. Nervatura costale - V. costalis - N. costale - Costalader - Chiamasi quella del mar- (‘give esterno delle ali. Alcuni Lepidotterologisti intendono la prima sub-costale. Ta- Volalfic.ila) Ta HS dala ie) Tav. V flo. 10). Nervatura cubitale - N. cubitalis - N. cubitale - dritte Làogsader - Chiamasi la nerva- tura che nasce dalla subcostale o da una venula transversa, che unisce la subco- stale alla mediana = Cubito anteriore ossia quarta nervatura longitudinale dalle ali. Tav. VII fig. 9 g). 146 I __———__. MM emette TAO TT III Nervatura discoidale - Signoret chiama così nell’ala superiore degli Omotteri tutte le — nervature comprese fra la costale e la sub-mediana. Nervatura divisoria - Chiamasi in alcuni Imenotteri, la cui nervatura cubitale è ohio rata alla sua base, una parte di questa che s° interna fra le prime cellule cubitale e discoidale fra loro confuse. Nervatura doppia - Pteromalidi - Chiamasi la parte della sub-costale posta fra il punto che si è chiamato giuntura e |’ origine della radiale. Nervatura esterno-media - N. exierno medius - N. esterno-mediaire - vierte Lingsader - Maquart = N. mediana, o cubito posteriore, o quinta nervatura longitudinale dell’ ala. Chiamasi pure Nervat. prebrachiale. Nervatura falsa - Si è chiamato in alcuni Lepidotteri una venula che arriva al mar- gine apicale, interamente libera perchè obliterata alla base, posta a faccia della cellula subcostale, quando questa è aperta come in alcune specie. Nervatura interaddominale - Ali ?nfer. = Nerv. submediana. Nervatura interna - Latreille - Imenotteri = Nerv. subcostale - Lepid. = N. anale Tav. IV fig. 1 i). Nervatura interno-media - N. interno medius - N. interno-mediaire - fifte Lingsader - Maquart = N. submediana; per altri cubito suturale. Chiamasi pure probrachiale. Nervatura interradiale - Boîsduva!/ - Lepid. = N. mediana (ali super.) Nervatura interstiziale - La nervatura che Ratzburg chiama parallela è non interstiziale, quando essa fa un angolo distinto con la nervatura mediana e si trova inferior- mente; la chiama interstiziale nel caso ‘contrario (Du Val Iutrod.) Nervatura marginale - N. marginalis - N. marginale - Rindader = Costa 0 Nerv. costale. Nervatura mediana - N. medianus - N. mediane - Mittelader - Chiamasi una nervatura (la terza) posta verso il centro deli’ ala in cui si prolunga più o meno regola: mente. Tav. I fig. 1 c) Tav. III fig. 1 b) ala infer. r) fig. 2 f) ala inf. j) - Ram: bur = Libellulidi = seconda sub-costale - radio di altri autori. Nervatura mediana sinuosa - Signoret = Nerv. sub-mediana. i Nervatura obliqua - Emitteri - Chiamasi la cubitale obliqua. Nervatura parallela - N. parallelus - N. parallele - paralleler Nerv. - Imenotteri - Si è chiamata la parte terminale della nervatura mediana posta al di là delle prime cellule discoidali e più o meno parallela alla cubitale. Ichneumonidae = Settore subapicale che nasce fra il cubito anteriore e il posteriore - Tav. VII fig. 3-67 XIII. Nervatura posteriore - Rambur - Libellulidae = Nerv. sub-mediana. Tav. VI fig. 1 8) Nervatura radiale = Radio o terza nerv. longitudinale o anche seconda, quando viene a mancare la subcosta - Boisduval = Nerv. anale dell’ ala superiore. Tav. HI fi- (oueura Le) Tav VIASL'90h Nervatura radiale inferiore - Signoret - Omotteri = Nerv. mediana. Nervatura radiale superiore - Signoret - Omotteri = Nerv. sub-costale. Nervatura subanale - Chiamasi una sesta nervatura posta fra l’ anale e il margine infe- riore dell’ala. (continua) 147 NOTIZIARIO Tutti gli abbonati ai quali non dispiace di far conoscere ai colleghi il proprio indirizzo, la parte delle scienze naturali della quale si occupano, gli studii speciali ai quali si sono dedicati, come pure se tengono collezioni e se desiderano far cambi ecc., sono pregati di renderne consa- pevole la direzione di questo periodico, la quale sarà sempre lieta di poter continuare a rendere più facili le relazioni fra gli abbonati stessi, nel loro reciproco interesse. L° occasione della pros- sima fine dell’anno, nella quale pochi sono gli abbonati che per qualche causa non strivono 0 alla direzione o all'amministrazione, è favorevole per fornirci le suddette notizie, Gli abbonati sono pure pregati di darci sempre comunicazione di tutto quanto giunge 4 loro notizia in fatto di caccie straordinarie, catture interessanti di animali, rinvenimento di piante nuove o rare per la località, e così di minerali, fossili ecc. Queste piccole notizie pubblicate via via, riescono poi interessantissime per la storia natu- rale di Italia. Si pregano tutti gli abbonati ad avere la compiacenza di farci conoscere qualunque loro idea relativa alla pubblicazione di questo periodico, e cioè le modificazioni, correzioni, aggiunte ecc, ecc., che a loro sembrerebbe opportuno di apportarvi. Delle proposte e raccomandazioni che ci perverranno, la direzione ne terrà sempre molto conto e quelle di possibile immediata appli- cazione si metteranno subito ad effetto. Il Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti in Venezia terrà le sue adunanze ordinarie nell’anno accademico 1895-96 nei giorni seguenti: 5 17 Novembre, 29 Decembre, 26 Gennaio, 23 Febbraio, 22 Marzo, 26 Aprile, 23 e 24 Maggio (solenne), 21, Giugno, 19 Luglio e 2 Agosto. Gli amatori delle scienze potranno intervenire alle adunanze, quando siano fatti conoscerè alla Presidenza da un membro onorario od effettivoo da un sociò corrispondente. È aperto il concorso a professore di chimica docimastica nella scuola d'applicazione per gli ingegneri annessa alla R. Università di Palermo. Tempo utile fino al 16 aprile 1896. Un posto di veterinario è vacante nella città di Arezzo. Il concorso è aperto finò a tutto il 16 corrente. Stipendio L. 1400 all’ anno. Un concorso di architettura enologica è stato aperto dal Comizio agrario del Beaujo- lais. Le domande devono pervenire alla presidenza del detto Comizio in Villefranche (Rhòne, Francia) entro il decembre corrente. Una spedizione scientifica e artistica al polo Sud è progettata per il prossitno anno gra TUSTE con Ses: Il distinto geologo Don ANTONIO DEL CASTILLO, fondatore e direttore dell’ Istituto geologico del Messico, cessò di vivere il 27 ottobre scorso. Euro Tam; r SS MVErA A PARIIEOE 420 È Ta Fay NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE, PREMI Caraz dott. David, nominato aiuto alla cattedra di Zoologia ed Anatomia comparata dei vertebrati nell’ Istituto di studi superiori in Firenze. Arrigoni degli Oddi dott. Ettore, abilitato alla libera docenza in Zoologia presso la R. Università di Padova. Penta dott. Pasquale, abilitato alla libera docenza in Antropologia criminale presso la R. Università di Napoli. Bonazzi dott. Igino, abilitato alla libera docenza in Zootecnia, presso le RR. Scuole su- periori di medicina veterinaria in Milano. Re prof. Luigi, nominato insegnante Storia naturale nel liceo di Teramo. Mari prof. Mario, nominato insegnante Scienze naturali nella scuola tecnica di Forlì. Bruno Scampinato prof. Giuseppe idem a Patti. Cardella prof. Domenico idem a Portoferraio. i Simonelli dott. Vittorio, incaricato della Mineralogia. e Geologia nella Univ. di Parma. Campaccia prof. Gesualdo, incaricato di Scienze naturali nella Scuola tecnica di Canicattì. 148: RICHIESTE E OFFERTE Domande di cambi ; indirizzi; domande e risposte diverse - Gratis per gli abbonati Quando non vi è speciale indirizzo, rivolgersi all’ amministrazione del giornale, la quale rappresenta gli abbonati che pubblicando richieste od offerte desiderano rimanere incogniti. Gli abbonati sono pregati ad approfittare di questa rubrica, poichè più che le richieste ed of- ferte saranno numerose, tanto maggiore sarà l'utile reciproco che ne ritrarranno gli abbonati stessi. Preghiamo pure gli abbonati a farci conoscere i loro cambiamenti di residenza, le loro no- mine, promozioni ecc., gli studi speciali ai quali si dedicano, nonchè se tengono collezioni e se desiderano far cambi. Questo periodico è assai diffuso anche all’estero, per cui un annunzio posto in questa rubrica, anche una volta all'anno, servirà a mettere gli abbonati in relazione con i colleghi d’Italia e delle altre nazioni, specialmente Europee. 199 Il prof. A. Fiori di Modena offre Coleotteri d’ Europa, in cambio di Coleotteri italiani determinati o no, purchè sia indicata con precisione la loro patria e siano ben conservati: li de- sidera anche ben preparati, o quanto meno li preferisce non preparati. « 200 Il sig. Giaele Pedrazzini, proprietario del Canile di Ospedaletto Lodigiano, ha disponibili cuccioli nati il 20 agosto. 201 Il prof. P. Pavesi di Pavia cederebbe al maggiore offerente i volumi 1882-92 (11 volumi) del Bollettino dalla Società geografica italiana, in ottimo stato, legati in Î]2 pelle, del costo originario di L. 25, 00. 202 S. Brogi, naturalista in Siena, fa ricerca di Pipistrelli, Toporagni (Sorex), Barbagianni (Strix fammea), Salamandre macchiate (.S. maculosa) e pesci Ghiozzi (Gobius fAuviutilis). 203 Il conte Augusto Carignani di Valloria, via Botero 3, Torino, ha disponibili cani cuccioli di gran taglia. Bracchi puro sangue discendenti dalla premiata fattrice Leda III e Zurr II, mantello bianco arancio. 204 Giuseppe Zodda, Via torrente Portalzoni 130, Messina, desidera far cambio di varie specie di Satyrus e Colias con altre dell’ Europa centrale. Desidera inoltre comprare l' opera « Sor- delli Museo entomologico ». x 205 Pollini prof. Carlo si è trasferito dall’ Istituto tecnico di Girgenti a quello di Arezzo. 206 Poma prof. Giuseppe si è trasferito dall'Istituto tecnico di Trapani a quello di Girgenti. 207 Monticelli dott. prof. Francesco Saverio si è trasferito dalla Università di Sas- sari a quella di Cagliari. 208 Gasparini prof. Vincenzo si è trasferito dal liceo di Teramo a quello di Salerno. 209 Catalano prof. Giuseppe si è trasferito dalla Scuola tecnica di Avola a quella di Caltanisetta. 210 Marchi prof. Silvio idem da Pergola ad Iglesias. 211 Girotti prof. Michelangelo idem da Iglesias a Pergol:. 212 Lancetta prof. Pietro idem da Modica a Girgenti. 213 Casella prof. Giuseppe idem da Portoferraio a Camerino. 214 Marco prof. Carlo idem da Vasto a Varallo. 215 Fano prof. Augusto si è trasferito dall’ Istituto tecnico di Arezzo a quello di Trapani. Rèponse à un groupe de Lectrices Quel est le meilleur des Journaux de Modes Parisiens? Telle est la question qui nous a été posée par un grand nombre de Lectrices. Eh bien! Mesdames, le meilleur et nous estendons par la le mieux rédigé, le plus pratique et le moins cher, le meilleur des journaux de modes publiés a Paris, est sans contredit La Saison. Dans La Saison la partie technique est traitée de main de maître, par des Ecrivains qui, en la matiére, font depuis longtemps autorité ; croquis, dessins, modèles de toute sorte y sont pro- digués; une large place y est réservée aux travaux de mais, aux ouvrages d’art et d’agrément. Deux grands romans inédits, des variétès, saynètes, monologues, etc. , de charmantes causeries signées C° de VaLRESson, C5° de ReviLLe Mi° de BoscuERARD, font de la partie littéraire du journal un vèritable magazine tout aussi intéressant qu’instructif. Pour vous convaincre que nos éloges sont encore au-dessous de la vérité, demandez le nu- méro spècimen qui les Editeurs de cette magnifique publication MM. LEBEGUE et C.i°, 80, Rue de Lille, Paris, adressent gratuitement et franco sur demande affranchie. Prix des Abonnements è La Saison: 12 moins 9 fr. 50 — 6 mois 5 fr. 25 — 3 mois 3fr. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri BOLLETTINO DEL NATURALISTA: Collettore — Allevatore — Coltivatore Supplemento mensile alla Rivista Italiana di Scienze Naturali WVDICE DELL'ANNATA 1895 AGRICOLTURA, ORTICULTURA, GIARDINAGGIO E AFFINI. (Vedi anche Botanica). Martini dott. prof. S. Oidio, peronospora e tignuola della vite, combattute con poca fatica e minor spesa. Pag. 59. BaLLERINI C. Diradamento degli acini delle uva da tavola. Pag. 109. Targioni e Der Guercio. Istruzioni per la distruzione dei bruchi e dei pidocchi ‘viventi sulle parti aeree delle piante. Pag. 86. Per combattere la tignuola e la peronospora della vite. Pag. 11. — Per ottenere bellissimi carciofi. Pag. 50. — Per far germinare i nocciuoli delle frutta. Pag. 50. — Influenza della pota- tura delle rose sulla fioritura. Pag. 50. — Nuovi rimedi contro la peronospora. Pag. 51. — Per far ingrossare le patate. Pag. 101. — La distruzione delle erbacce. Pag. 101. — Per distruggere i vermi nei frutti. Pag. 102. — Diradamento degli acidi nelle uve da tavola. Pag. 109. — Per liberarsi dalle orobanche o succiameli. Pag. 109. — Uva che matura in aprile e maggio. Pag. 109. — Spauracchio per gli uccelli. Pag. 110. — Quando si hanno alberi da frutta e da ornamento che non vogliono germogliare. Pag. 122. — Aratro gigante. Pag. 124. — Nuovo ammostitore. Pag. 139. — Per distruggere la pirale dei meli e dei peri. Pag. 140. — Nuova malattia del castagno. Pag. 142, ANIMALI INFERIORI DIVERSI. GaupRrY A. Sur la grandeur des invertébrés dans les temps primaires. Pag. 7. CANESTRINI G, e MassaLongo C. Su due nuove specie di fitoptidi. Pag. 65. SiLvEsTRI F. Alcune norme per la raccolta dei Miriapodi. Pag. 31. Batteri fossili. Pag. 119. — Un nuovo bacterio fotogeno. Pag. 88. — Una nuova varietà di bacillo carbonchioso. Pag. 38. ANNUNZI DIVERSI: Pag. 1, 15, 16, 31, 32, 39, 40, 54, 55, 56, 71, 72, 92, 93, 96, 112, 125, 127, 128, 144, 147, 148. APICOLTURA. Prolificità dell’ape madre o ape regina. Pag. 13. — Velo metallico o velo di tulle? Pag. 77, — Metodo Miller per le riunioni. Pag. 78. — Acqua o fumo. Pag. 78. — Per liberarsi dalla peste delle covate. Pag. 78. — Ispezionamento degli alveari dall’ esterno. Pag. 78. — Proniostici. Pag. 78. BACHICOLTURA. Corsi d'insegnamento presso la stazione bacologica di Padova. Pag. 39. — Compressione del seme da bachi. Pag. 49. BOTANICA. (Vedi anche Agricoltura). E. D. W. Algues d’eau douce. Pag 25. MuLLER bar. F. La végétation polaire. Pag. 66. C. De CanpoLLe. Nouvelles considerations sur la phyllotaxie. Pag. 66. Morror U. Appunti sulla flora di Assisi. Pag. 116. Coltivazione dell’ Ailantus. Pag. 120. A. A. La reproduction sexuelle des Basidiomycètes. Pag, 137. Serpeta, nuova malattia degli aranci. Pag. 28. — Nuova pianta per la estrazione del tamaino. Pag. 49. — Nuovo fungo nella vite. Pag. 68. — Una quercia di 459 anni di età Pag. 68. — Orto botanico a Nuova York. Pag. 93. — Pino colossale. Pag. 101. — Una nuova pianta tessile. Pag. 124. — Le più grandi foreste del mondo. Pag. 125. — Per ottenere bellissime begonie Rex. Pag. 140. — Una nuova rosa. Pag. 14l. i CACCIA. Rep. Strage di selvaggina. Pag. 27. E. F. La caccia in Eritrea. Pag. 47. B. Buoni esempi. Pag. 67. i S. B. La caccia alle quaglie nel mese di maggio. Pag. 77, B. Per gli uccelli utili all’ agricoltura. Pag. 121. Consigli ài cacciatori. Pag. 77. Cacciatori fortunati. Pag. 121. Notizie di caccia: Dall'Elba (Damiani). Pag. 8. — Dalla Val di Chiana (GRIFFOLI). Pag. 9 76. — Da Alghero. Pag. 9. Dal Garda. Pag. 10. — Da Arcagnano. Pag. 10. — Da Savona (MEz- zANA Pag. 25. — Da Rovereto (Bonomi). Pag. 26, 76. — Da Dervio (AnpREANI). Pag.'47. — Da Urbino (Amapori) Pag. 67. — Da Porto d’ Auzio. Pag. 67. — Da Siena (BroG1). Pag. 67, 138. — Da Cremona (FERRAGNI). Pag. 76. — Da Reggio Calabria. (MoscHELLA). Pag 77. — Da Gerfalco (CrccarELLI). Pag. 88. — Da Treviso (CerEsoLE). Pag. 89. — Da Padova (GrovaneLLI) Pag. 138. — Da Osimo (Orsi). Pag. 138. CENNI NECROLOGICI. Pag. 14, 52, 113, 147. CHIMICA, FISICA E MECCANICA. Nuova macchina tipografica meravigliosa. Pag. 10. — Pantelegrafo Cercbotani. Pag. ll. — Nuovo fonografo. Pag. 11. — Argon, nuovo elemento dell’aria atmosferica. Pag. 48. — Perfezio- namento al telefono. Pag. 48. — Kinetoscopio. Pag. 48. — Balenina. Pag. 48. — Olivina. Pag. 48. — ‘Botti. Pag. 91. — Nuovo strumento a molti usi. Pag. 91. — Carta solubile. Pag. 91. — Un nuovo gas illuminante. Pag. 91. — Orologio elettrico del Prof. Rosa. Pag. 92. — Cotone artificiale. Pag. ‘92. — L’ossigeno non è un corpo semplice. Pag. 92. —- Cicloscafo. Pag. 124. -— Case incrollabili. ‘Pag. 124. — Nuovo apparato telegrafico stampante. Pag. 124. — La elettricità utilizzata come pro- duttrice di calore. Pag. 124. — Glacinium, nuovo metallo. Pag. 139. — Nuovo avvisatore elettrico dell’ aria asfissiante. Pag. 13'. — Sveglia telegrafica. Pag. 139. COLOMBI E POLLI. PascaL T. La produzione delle uova in inverno. Pag. ll. T. D. Mostra d’ Avicultura a Palermo. Pag. $5. GHERARDI dott. G. Allevamento dei polli d'India, secondo il sistema astigiano. Pag. 122 Fosfato di calce nella alimentazione dei pulcini. Pag. 12. — Gare di piccioni VED Pag. 12, 50, 100, 108. — La crusca come nutrimento di polli. Pag. 102. COMUNICAZIONI, PROPOSTE, DOMANDE, ECC. FRA GLI ABBONATI : Pag. 7, 8, 24060, 00,70, 14,40, 710, 380, 90,97, 98, 1007 101,106, 107, Lt 109,019, "1207 i ‘134, 190, 136; 137,138. CONCORSI SCIENTIFICI; CONCORSI AGRARI; BORSE E POSTI DI STUDIO; CATTEDRE E IMPIEGHI VACANTI: Pag. 12, 13, 28, 29, 39, 52, 68, 79, 93, 103, 104, 110, 2561260 14200147, CONGRESSI E RIUNIONI : Pas. 28, 29, 52, 68, 79, 93, 103, 147 ESPOSIZIONI. Pag. 13, 52, 68, 69, 79, 93, 110, 142. FISICA. (Vedi Chimica, ecc.) GEOLOGIA. (Vedi Mineralogia, ecc.) GIARDINAGGIO. (Vedi Agricoltura, ecc.) INSEGNAMENTI PRATICI : Pag. 1}, 12, 49,50, 101, 102, 109, 110, 122, 123, 124, 139, 140. INSETTI. (Vedi anche Apicoltura). FaiLa TepaLDI L. Glossario entomologico (Con figure). Pag. 4, 21. 38, 43, 61, 82, 98, 105, isa 29d145: FaLzoni A. Quale sia il miglior mezzo per uccidere i coleotteri. Pag. 41. BapANELLI prof. D. Influenza del regime alimentare sulla qualità della seta della « Saturnia Pyri ». Pag. 57. 4 VARA III TarGIonIi-TozzeTTI A. é DeL Guercio G. Istruzioni della R. Stazione di entomologia agraria o di Firenze per la distruzione dei bruchi e dei pidocchi viventi sulle parti aeree delle piante. Pag. 86. Basroci G. Ancora sulla seta delle ”’ Saturnie ,,. Pag. 97. Prazza C. Come aver sempre insetti vivi. Pag. 136. Cavallette. Pag. 52. INVENZIONI E SCOPERTE: Pag. 10, 11, 48, 49, 91, 92, 124, 139. MAMMIFERI. ALLEVATORE. I carnivori vegetalisti. Pag. 7. Marco prof. dott. C. Alcune osservazioni sull’ intelligenza animale, Pag. 19, 33, 45. ALLEVATORE. Pecore e capre preistoriche. Pag. 24. S. Pithecanthropus erectus. Pag. 66. i BroGI. Un lupo nella provincia Senese e Grossetana. Pag. 67. Bonomi prof. A. Catture di orsi nel Trentino. Pag. 76. ALLEVATORE. I cani da guerra. Pag. 88. - CeccaRELLI dott. C. A proposito del Lupo ucciso in provincia di Grosseto. Pag. 88. A. L. Orso nel Bresciano. Pag. 90. Uccisione di una enorme foca. Pag. 9. — Fecondità di una cagna. Pag. 52. — Requisiti di un buon cavallo. Pag. 101. — Longevità di una cavalla. Pag. 103. — Bue colossale. Pag. 142. MECCANICA. (Vedi Chimica ecc.) MINERALOGIA E GEOLOGIA. i Ponte G. G. Dall’osservatorio meteorico-geodinamico di Palagonia. - Bolide. Pag. 67. R. Il nuovo lago di Leprignano. Pag. 75. Livini prof. A. Il Vesuvio in eruzione. Pag. 106. CermenaATI M. La Geologia come elemento di prospeprità dei popoli. Pag. 63. Tekrenzi G. La ferriera di Stifone e i minerali di ferro trovati sulle montagne di Narni. Pag. 113, 131. i Scoperta di miniera d’oro a Salisbury. Pag. ll. — Nuove miniere di nitrato di. potassio. Pag. 48. — Scoperta di giacimenti di guano. Pag. 49. — Minerali nuovi. Pag. 49, 92, 124, — Nuovi \giacinìenti carboniferi. Pag. 92. — Congresso geologico in Francia. Pag. 93. — Metodo Bleichere ‘per le preparazioni e lo studio delle rocce in lamine sottili. Pag. 100. — Riunione della Società ‘geologica italiana in Lucca. Pag. 103. — L’ oro nell’ Oceano. Peg. 109. — Diamante nero. Pag. 139. — Nuova sorgente di petrolio. Pag. 139. — Miniere d’ oro. Pag. 139. i MOLLUSCHI. i Ostreicoltura. Pag. 51. — Conservazione dei ranocchi vivi. Pag. 102. — Utilità delle ostriche. Pag. 125. NOMINE, PROMOZIONI, ABILITAZIONI, ONORIFICENZE, PREMI: Pag. 13, 29, 39, 92, 69, 80, 94, 104, 110, 126, 141, 142, 147. NOTIZIARII : Pag. 12, 13, 28, 29, 39, 50, 51, 52, 67, 68, 69, 79, 92, 93, 103, 110, 125, 140, 141, 142, 147. ORTICULTURA. (Vedi Agricoltura, ecc.) PALEONTOLOGIA. GLur. Resti animali delle palafitte svizzere. Pag. 24. S. Pithecanthropus. Pag. 66. Batteri delle epoche primarie. Pag. 119. PESCI E PESCA. Rep. Una trota del peso di oltre 11 chilogrammi. Pag. 10. CerEsoLE G. Allevamento artificiale delle Trote. (Con 2 figure). Pag. 34. Stazione di piscicoltura di Roma. Pag. 28. — A vantaggio della pesca fluviale e lacunale. Pag. 28. — La pesca colla luce elettrica. Pag. 48. — Pescicoltura. Pag. 51, 179. — L’odore di muschio e le trote. Pag. 79. — Un luccio che ha quattro secoli. Pag. 93. — Conservazione dei pesci ‘vivi. Pag: 102. — Esperienze con l'elettricità dei pesci. Pag. 120. — Allevamento di vermi per esca. Pag. 139. POLLICOLTURA. (Vedi Colombi, ecc.) RICHIESTE E OFFERTE, DOMANDE ED OFFERTE DI CAMBI, INDIRIZZI, ECC.: Pag. 14, 15, 29, 30, 39, 40, 53, 54, 69, 70, 80, 94, 95, 104, 111, 112, 126, 127, 142, 143, 144, 148. TECNICA SCIENTIFICA. È. D. W. Notes de Technique. Pag. 24, 25. S. Tecnica microscopica. Pag. 100. DI Maniere de construir un acquarium qui peut servir pour examiner des obyetes microscopiques sous un assez fort groissement. Pag 24. Preparations des Algues d’eau douce. Pag. 24. UCCELLI. FaBanI C. Il senso musicale negli uccelli. Pag. 17. Mezzana prof. N. Rissa tridactyla. Pag. 25. Bonomt prof. A. Notizie ornitologiche raccolte nel Trentino durante il 1894. Pag. 26. FaBanl C. La temperatura degli uccelli. Pag. 36. FranzoI prof. E. Appunti sulla vita e costumi di un Pappagallo; malore che lo colpì; sua | guarigione. Pag. 73. SaLvapori T. Notizie intorno al Gypaetus barbatus. Pag. 90. BrogI. Sul Rampichino. Pag. 90. FaBANI C. L’ udito negli uccelli. Pag. 134. Note ornitologiche, interessanti catture di uccelli, varietà, ibridismi, mo- struosità, ecc. Pag. 8, 9, 10, 25, 26, 27, 28, 47, 48, 67, 76, 77, 78, 89, 90, 121, 138, 139. VARIETÀ E SOGGETTI VARI. I ALLEVATORE. Le acque delle conce pellami ed il carbonchio. Pag. 66. R. Intorno alle ossa di Gian Galeazzo Visconti. Pag. 75. R. La castagna d'India nell'alimentaziene del bestiame. Pag. 107. Damiani G. La vita del mare e gli studi talassografici. Pag. 67. CermenaTI M. Il diluvio universale. Pag. 67. * Ravizza prof. R. Un eccellente metodo per fare secondi vini o vinelli. Pag. 123. Influenza del regime sulla composizione chimica delle ossa. Pag. 8. — Tetano dalla torba. Pag. 8. — Ferrature di sughero e di cartone per i cavalli. Pag. 10. — La stricnina control’ av- velenamento per funghi. Pag. 12. — Il pane di legno per i cavalli. Pag. 18. — Apparecchi smi- nuzzatori dei tralci. Pag. 12. — Dono cospicuo al Museo di Rovereto. Pag. 28. — I microbi ed i. pane. Pag. 28. — La difterite trasmessa da un bambino ad un cane. Pag. 28. — Annuario com- merciale inglese-italiano. Pag. 39. — ‘Tessuti di vetro. Pag. 49. — Metodo d’ orientamento col- l'orologio. Pag. 49. — Per gli alpinisti e camminatori. Pag. 49. — Aceto dì miele. Pag. 49. — Nuovo processo di conservazione dei frutti. Pag. 50. — Ricetta contro la morsicatura di cani o lupi arrabiati. Pag. 50. — Nuova malattia nel vino. Pag. 52. — La tubercolina. Pag. 68. — Il numero degli esseri sparsi sulla superficie del globo. Pag. 63. — Avvelenamento di animali con il nìtrato di sodio. Pag. 79. — L’immunità contro l’ Afta epizootica per mezzo dell’ioduro di potassio Pag. 79. — Ai colleghi giornalisti. Pag. 92. — Associazione scientifica ligure. Pag. 93. — Monumento a Lavoisser. Pag. 93. — Dettagli sul pianeta Venere. Pag. 93. — Spedizione com- merciale nelle regioni del Giuba. Pag. 93. — Conservazione dei pesci e ranocchi vivi. Pag. 102. — Crisantemi nel ghiaccio. Pag. 102. — Lo Champagne degli Inglesi. Pag. 102. — Responsabilità dei barbieri nelle malattie infettive. Pag. 103. — I giardini pubblici e i giardini botanici in In- ghilterra. Pag. 103. — Società degli Alpinisti Tridentini. Pag. 103. — Il commercio nell’ epoch- preistoriche. Pag. 119. — Per stagnare vasi di legno. Pag. 122. — Il sapone è un potente inseet- ticida e disinfettante. Pag. 122. — L’ alluminio in sostituzione della pietra litografica. Pag. 124. — Nuovo tappo per botti. Pag. 124. — Esplorazione delle coste del Pacifico. Pag. 125. — Nuova ap- plicazione della mica. Pag. 139. — Le razze umane che scompaiono dal mondo. Pag. 142. — Lubera circolazione di vegetali. Pag. 141. — Proprietà terapeutiche di una primavera. Pag. 141. — I più antichi fiori conservati. Pag. 141. — Spedizione al polo Sud. Pag. 147. ZOOLOGIA. -GaLLi-VaLERIO dott. B. La lotta per l’esistenza nelle Alpi. Pag. 1. GriLLo prof, G. Il meccanismo nell’ intelligenza. Pag. 133. Il giardino zoologico di Londra. Pag. 141. 5. BROGT direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri at sona Fatte, 1 Ta dttino del gli é Boll 1894-5 52 9 ur 215 dò TE3 SIA AMNH LIBRARY IRUINTNI Ill | (I 164500