(OPIBRUDA MSG Ur \l%x / FERRIDO vi ° FEB 121968 30, 15 $ ANNO XVIII - 1898 i Lis RARt 7 be RIVISTA ITALIANA DI SIRNZE NATURALI Premiata alle Esposizioni di Palermo, Milano e Chicago Direttore - Cav. SIGISMONDO BROGI UB'EF'ICIO — Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA Collaboratori principali ARRIGONI degli OppI conte prof. Errore — BADANELLI prof. dott. Dante — BARGELLINI prof. MARIANO BELLINI RAFFAELLO — BerTELLI dott. Dante — Bxrzzi dott. prof. MarIo — BisoenI prof. d." CARLO Borzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott. Lurei Bomgsicci-PortA Comm. Prof. Lur6r — Brusina Prof. SprrRIDIONE — CacciAMaLI Prof, G. BATTISTA — CaLABRÒ LomBaRDO Prof. Antonino — CARrUANA Gatto B. A. ALFREDO — CERMENATI Prof. MARIO — CLERICI Ing, Enrico — Corr Chimico farm. ELta — Damiani Dott. GrAcomo DE ANGELIS D' Ossat Dott. Prof. GrovaccHino — De Bonis Antonio — DE BLaAsIo Dott. ABELE — DepoLI Gurpo — DeL PrETE Dott. RArlmonnpo — DesMEURE IppoLiTo — De STEFANI PEREZ Prof. Troposio FaBANI Sac. CARLO — Farra TepALDI Luieir — Fiori Prof. Anprea — FraAnzoI prof. EnRICO — GaLLi VaLeRIO dott. prof. Bruno — GracgeTTI cav. G. Cesare — GriLLo prof. NiccoLò — ImPARATI dott. prof. Eporapo — LargaroLLi dott. prof. Virrorio — Levi MoREnos dott. DAvip — Livini cav. prof. dott. Antonio — Longo prof. dott. Anprta — Lopez prof. dott. CorRADO — Losacono Posero prof. MicHeLE — LorENZINI ALESSANDRO — Luzi march. dott. G. F. MascarinI Prof. ALessanpro — MeLI Prof. Romoro — MartEI Giov. Errore —' Morici MicHELE NeviaNI Dott. Prof. Antonio — PaRATORE dott. prof. EmanueLE — PAuLucci March. MARIANNA — PELACANI Prof. Dott. Luciano — PeTRonI Dott. Veter. PasquaLe — RoncHETTI dott. VirTtoRIO — SancascianI Cav. Dott. Gruseppe — Scarzia Dott. Giuseppe — SIGNORINI Prof. GIUSEPPE — SiLvestRIi Filippo — SPinoLa March. GrAcomo — StTossicH Prof. MicHELE — TerRrEnzI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. F'LAminio — TeLLini Dott. Prof. ACHILLE — TincoLini Dott. Veter. Tiro — TireLLI Avv. ApELcHI — Zoppa GIUSEPPE. N. B. Questo periodico è corredato da un supplemento mensile dal titolo BOLLETTINO DEL NATURALISTA collettore, allevatore, coltivatore, ac- climatatore, che si occupa della parte più pratica e popolare delle scienze fisiche naturali, com- presa la caccia, pesca, agricoltura, orticoltura, giardinaggio ; allevamento, acclimatazione e malattia degli animali e delle piante; raccolta, preparazione e conservazione degli animali, piante ed altri oggetti di storia naturale: museologia, alpinismo, esplorazioni, escursioni. Ha apposita rubrica per gl’ insegnamenti pratici, registra le nuove invenzioni e scoperte, i concorsi, impieghi vacanti e notizie svariatissime. . Pubblica gratuitamente le richieste e offerte di cambi, e le domande e comunicazioni degli abbonati. L'abbonamento complessivo Rivista e Bollettino (24 fascicoli) costa L. 5 all'anno; quello al solo BoV/ettino (12 fascicoli), L. 3 all’ anno. Asenzia del giornale SIENA Via di Città 14, IO pia” IV RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ì E FARO i ed DTT # Animali inferiori diversi. Pag. 84, 85, 116. Botanica. Pag. 15, 16, 18, 19, 37, 38, 39,.82, 84, 83, 86, 107, 108, 109. Chimica. Pag. 85. Crostacei. Pag. 38, 116. Geologia. Pag. 18, 37, 39, 82, 84, 86, 109. Insetti. Pag. 16, 17, 18, 19, 38, 39, 82, 83, 84, 86, 107, 109. Mammiferi. Pag. (8, 83, 84, 86. Mineralogia. Pag. 15, 55, 82, 84, 109. Miriapodi. Pag. 17, 83, 116. Molluschi. Pag. 38, 109, 110, 116. Paleontologia. Pag. 18, 81, 82, 84, 86, 108, 109. Pesci e Pesca. Pag. 83, $5, 108. Rettili. Pag. 83, 108. Storia naturale in genere. Pag. 15, 18, 37, 38, 39, 109, 131. Uccelli. Pag. 18, 38, 82, 86. Varietà. Pag. 16, 38, 39, 84, 108, 109, 131. Vermi. Pag. 17, 18, 84, 85, 108, 109, 116. Zoologia. generale Pag. 15, 17, 37, 38, 82, 107, 108, 109. Annunzi di pubblicazioni sì trovano pure nelle copertine dei fascicoli. Bibliografia italiana di Scienze naturali CATALOGO dei lavori relativi alle scienze naturali pubblicati in Italia, o all’ estero da italiani, o che si riferiscono a cose italiane, durante gli anni 1896-97; distinti con numero progressivo, divisi per materie e ‘(disposti per autore in or- dine alfabetico. Zoologia - Paleozoologia. Allevamento degli Animali. Pubblicazioni del 1896 (con- tinuazione e fine) Dal n. 885 al n. 904 Pag. 59, 60. — Pubblicazioni del 1897. Dal n. 1 al n. 382. Pag. 60, 86, 87, 88, 89, 90, 91, 92, 110, 111, 112, 113, 114, 115, 116. Botanica - Paleofitologia - Agricoltura. Pubblicazioni del 1896 (convinuazione e fine). Dal n. 460 al n. 690 Pag. 19, 20, 21, 22, 23, 24, 40, 41. — Pubblicazioni del 1897 — Dal N. 385 al 531. Pag. 132; 133, 134, 135, 136. h Geologia - Mineralogia - Cristallografia. Pubblicazioni del 1396. (continuazione e fine.) Dal n. 69 al n. 789. Pag. 41, 42, 43, 44. Soggetti varii e d’indole generale. Pubblicazioni del 1896. Dal n. 790 al n. 884. Pag. 56, 57, 58, 09. N. B. La pubblicazione di questo catalogo per quanto riguarda il 1897 è tuttora in corso di stampa e continuerà perciò anche nell’anno 1899. Appena terminato di registrare le pubblicazioni del 1897, sarà incominciato il catalogo di quelle del 1898. se — — Conto corrente con la posta ANNO XVII n _Siena ni Gennaio- Febbraio 1898 - N, 1-2 RIFISTA ITALIANA DI SCIENZA VATURA Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per. l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 4, 00 Per gli Stati dell’unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5, 00 Le af Catipa N Direttore Cav. SIGISMONDO BROGI La roc "TA | UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA:cg {121943 } kn; Collaboratori principali i Rie della RIVISTA © del suo supplemento BOLLETTINO DEL NATURALISTA-&%5 ARRIG0N1 degli Oppi conte prof, Ettore — BapanELLI prof. dott. DANTE — BaLB1 cav. conte Emilio BarGELLINI prof. Mariano — BERTELLI dott. Dante — Bezzi dott. prof. Marto — Bisogni prof. d." CARLO BoLzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. AGosting — Borpi Prof. Dott. Luigi Bomgicci-Porta Comm. Prof. Lureìi — BranpIcourT VirGiLe — BrusIna Prof, SpIRIDIONE — BrutTINI Prof. Dott. Arturo — CAccramati Prof. G. BatTIStTA — CALABRÒ LomBaRDO Prof.ANTONINO Caruana Gatto B. A. A&rREDO — CermenaATI Prof. Mario — CLERICI Ing. ENRICO CoLi Chimico farm. ELia — Damiani Dott. Gracomo — De ANGELIS Dott. GioaccHINO De Bonis Antonio — De BLASIO Dott. ABELE — DeL PrETE Dott. Rarimonpo — DESMEURE IPPOLITO — De SrteFANI PerEZ Prof. Teoposto — FaBANI Sac. CarLo — FaiLLa lepALDI Lurer — Fiori Prof. AnpREA — FraAnzoI prof. Enrico — GAL VaLERIO dott. prof. Bruno — GiacHETTI cav. G. CE- ARE — GriLLo prof. NiccoLò — ImParatI dott. prof. Epoarpo ARCAIOLI dott. prof. VirtoRIo — Levi Morenos dott. Davip + LIvinI cav. prof. dott. ANTONIO — Longo prof. dott. Anprea — Lopez. prof. dott. Corrano + Losacono Posero prof. MicHELE — LoreNzINI ALESSANDRO — Luzy march. dott. G. F. — Mascarini Prot. ALessanpro — MELI Prof. RomoLo — MATTEI Giov. Errore — Morici. MicaeLE — NevianI Dott. Prof. ANTONIO PauLucci March. MARIANNA — PeLACANI Prof. Dott. LucrANno — PeETRONI Dott. Veter. PAsqUALE — Roncuettr dott. Virrorio — Sancasciani Cav. Dott. Giuseppe — ScarziA Dott. GiusePPE — SIGNO- RINI Prof, GrusePPe — SlLvEsTRI Filippo — SpinoLa March. Giacomo — STossicH Prof. MicHELE — TerreNzi Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAMINIO — TeLLINI Dott. Prof. ACHILLE — YINCOLINI Dott. Veter. Tiro — TIRELLI Avv. ADELCHI —rtezzz a -ttl _ -—_____ Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men= sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via di Citt®14, e datutti gli uffici postaliitalianì ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. __L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato. Fascicoli per sàggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent..30 perogni 16 pag.ditesto, Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copre di estratti, purchè ne facciano richiesta quardo inviano i manoscritti. 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Dalle inserzioni gratuite sono per regola esclusi gli scritti che contengono avvisi di acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati chehanno già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L’ amministrazione s'incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri» spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da éombinarsi. 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Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa speciale menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari, Tutti î pagamenti devono essere anticipati, Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari, o scrivain car- tolina con risposta pagata. Ribasso sui prozzi di abbonamento per coloro che pagano entro il Gennaio 1898 Vedasi l’annunzio stampato nella pagina seguente Riduzione sui prezzi e premi agli abbonati per il 1898 ai periodici Rivista Ital. di Sc. nat. - Bollettino del naturalista - Avicula, Giornale ornitologico Tutti coloro che rimetteranno direttamente, all’ agenzia di questi periodici in Siena, l'importo degli abbonamenti 1898, entro il mese di gennaio, godranno le seguenti facilitazioni e premi. 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Effetti della prigionia molto ristretta e prolungata in una giovane Starna (Starna perdix,. Pag. 10. Luzj dott. march. Francesco. Lettere di Anton-Lazzaro Moro dirette a Giovanni Bianchi (Jano Planco). (cont.). Pag. 12. 5 Rivista bibliografica. Da pag. 15. a pag. 19. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 19. a pag. 24. 50/535 ALCUNE CONSIDERAZIONI SU OGGETTI ANTICHI RINVENUTI NEL SOTTOSUOLO DI SALSOMCGGIORE E SULLA NATURA DEL GIACIMENTO AA Nell Agosto dello scorso 1895 mentre qui in Salso attendevasi allo scavo di una cantina, nella casa di certo Gandolfi Luigi, si rinvennero, a circa 2 m. di profondità dal livello presente del suolo, interessantissimi oggetti dell’ epoca romana e barbarica, cioè: 1.° una macina da grano o mola (mola manuaria); 2.° una spada, tutta ossidata ed in parte corrosa pel tempo e più per le infiltrazioni salse del suolo, ma conservante tuttora l’ antica forma; 3.° un frammento di vaso in terra cotta; 4.0 un corno di cervo con pietrificazione quasi completa, una vertebra ed altri fram- menti di ossa animali. 4 In ordine al giacimento, tanto importante nel giudicare dell’ antichità e della natura 2 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZR NATURALI degli oggetti scoperti, essi furono trovati, come già si accennò, sepolti circa 2 m. sotto l’attuale strato di terreno alluvionale, fra ceneri e carboni, che insieme a terra costituiscono un secondo strato a varie zone dello spessore di quasi mezzo metro. Quest’ ultimo merita sopra tutto l’ attenzione dell’ osservatore. In esso infatti si trovarono le antichità suesposte, e inoltre la sua natura offre dei dati certissimi per indurne l’ esistenza d’ una industria primitiva, quella del sale, che, come vedremo, già esercitarono anche i primi abitatori di questi colli, usufruendo dei vantaggi delle acque saline. La macina come pure la spada giacevano vicine in posizione orizzontale; presso gli altri oggetti, sparsi qua e là, ma tutti nello stesso strato profondo e più in basso delle fondamenta della casa in cui si scavò la cantina. Per ciò che riguarda l'origine di tale strato di ceneri e carboni, una sola è 1’ ipotesi che si può fare: che nello scavo in questione ed in moltissimi altri analoghi del paese, ove si incontrò lo stesso strato caratteristico che ho detto (Regie Saline, Casa Fratelli Zancarini, Scaramuzza ecc.), i primi abitatori di questi luoghi, già esercitanti 1’ industria ed il traffico del sale, vi accumulassero i residui delle copiose combustioni per il vaporamento delle acque saline. Tale supposizione sarebbe suffragata da ciò che riferisce il P. Bardetti nella sua opera intorno alla lingua dei primi abitatori d’ Italia, che cioè qui da noi già esercitassero l industria del sale i Toschi od Etrusehi e di poi i Galli Celelati (il cui nome, secondo lo stesso autore, nella lingua celtica ricorda appunto, pozzo d’ acqua salsa, cave di sale o saline) V. Nota 1.2. Sopraffatti questi dal romano triumviro Quinto Minuccio Termo, citta due secoli innanzi all’ era volgare, è cosa certissima che i Romani, frammischiati ai vinti, seguitassero una tale industria del sale, cosa tanto vantaggiosa in paesi lontani dal mare. Tanto più che, come si osservò, dovunque si scavi un po’ profondamente il suolo in, Salso, si trovano sempre questi copiosi ed estesi avanzi di combustione, che molto probabilmente vi si facevano da tempo immemorabile per 1’ evaporizzazione delle acque salse, approfittando ad alimentare i fuochi della fitta boscaglia, che copriva, anche in tempi vicinissimi, quasi tutti i dorsi delle nostre colline. In proposito si hanno altri documenti, oltre quello citato del P. Bardetti, che risalgono sino a Carlo Magno. (V. Nota 2.8). Ad eliminare un’ altra ipotesi di un solo, fortuito, vasto incendio delle selve primitive, vale un particolare da me osservato nei bassi depositi di ceneri e carboni: tali depositi sono a strati successivi, dimostrando così chiara- mente la formazione lenta e successiva dovuta a combustioni fatte ripetutamente dall’ uomo e non da una sola prodotta dal caso. Ma tale industria fu bruscamente interrotta verso la fine dell’ Impero Romano da uno spaventoso nubifragio, che coi detriti otturò tutti i pozzi e sorgenti saline, e produsse la diserzione di questi luoghi abbattendo case, sommergendo persone ed animali, e coprendo colle frane al basso il primitivo strato delle dette combustioni Tale sconvolgimento lo si rileva da un prezioso documento dell’ antica Comunità di Salso dell’anno 1565. (V. Nota 3.2) A tale riguardo non è da trascurare anche il fatto riferito dal dott. Valentini, che cioè il conte di Adhemar, concessionario delle Saline, mettendo in comunicazione con sotterranee gallerie i pozzi d’ acqua salata in Salsominore, rinvenne, alla profondità di più m., e precisamente fra il terreno che sta fra l’ un pozzo e l’altro, uno scheletro di bue ed alcuni frammenti di legno lavorati. Ora che si è detto del giacimento, resta a descrivere la natura e forma degli oggetti trovati. Anzitutto merita attenzione la macina. Essa è formata di dura arenaria in due grossi dischi del diametro di cm. 40 e quindi della circonferenza di m. 1,256. Il disco inferiore, che evidentemente restava immobile, ha forma convessa e quasi conica nel mezzo RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 3 della faccia superiore, solcata da leggere scanalature disposte a mo’ di raggi dal centro alla periferia. Il centro è perforato in tutto lo spessore del disco, per lasciar passare il perno che lo teneva fisso ed immobile. Invece il disco superiore, di forma concava al disotto, posa e combacia esattamente sull’ inferiore, radendone la convessità. Nel mezzo poi il detto disco superiore ha un’ apertura di forma quadrangolare, che serviva da tramoggia, tramettendo a poco a poco il grano tra le due macine. A metà poi di due lati di essa si vedono tuttora due profondi incastri, evidentemente per ricevere una barra di ferro, che doveva essere attra- versata in mezzo dal perno. Questo si eleva di poco sulla barra, onde permettere che il braccio, che moveva in giro la macina superiore, non urtasse in nulla. Ma da che si induce tutto questo? Da un fatto semplicissimo che ora dirò. Il disco superiore vicino alla periferia conserva un altro foro, che scende alla metà del suo spessore, ma non lo trapassa. In questo foro è certissimo che si fissava il manubrio col quale il macinatore girava la mola superiore, mentre il grano per la tramoggia scendendo fra le due macine, stritolato dal loro aspro attrito, usciva in farina lungo le scanalature della mola inferiore. Vicino alla macina descritta si rinvenne, come fu detto, corrosa per il tempo e per le infiltrazioni dell’ acque salse, ma abbastanza conservata, la spada della lunghezza di cm. 70 compresa la parte dell’ impugnatura. Qui saremmo tentati a dirla una spada romana, ma un'osservazione attenta la sfronda di quest’ aureola di romanità. La spada romana infatti sia di infanteria che di cavalleria era piuttosto corta, a due tagli ed acuta in punta, larga, grossa nel mezzo, quasi a forma di poderoso coltello (cultrum). Quella degli equiti (gladius) sebbene alquanto più lunga, aveva anch’ essa doppio fendente e punta acuta. Invece l’arma trovata ha una grossa costa ed un sol taglio colla punta tondeggiante. Questi caratteri escludono, come fu detto, che sia romana, e fanno supporre con tutta probabilità che sia piuttosto una spada gallica, sapendosi, come nota anche Tito Livio, che i Galli usavano lunghe aste e lunghe spade. Per quanto tale ipotesi non sembri confermata dagli altri og- getti del giacimento, d’ epoca indiscutibilmente romana, tuttavia 1’ antichità di detta spada non può essere messa in dubbio. Invero lo strato in cui si rinvenne è anteriore certissima- mente di secoli all’ altro strato superiore alluvionale, che coperse l’ antico nel nubifragio citato del 559 dell’ era volgare. Onde si può inferire con sicurezza che la spada e gli altri oggetti ivi giacevano almeno prima di quell’ epoca; couseguentemente non è azzardata la conclusione che quella spada celtica o barbarica sia stata ivi abbandonata nella fiera lotta per la vita o nella conquista che i Romani fecero della Gallia circumpadana, poco prima delle guerre puniche, oppure alle prime invasioni dei barbari nell’ impero. Per ciò che riguarda il coccio di stoviglia il suo tipo è certo antico; rozzo, e di un grigio che ricorda il colore dell’ asfalto; ha forma curva, che descrive un arco la cui corda condurrebbe ad una periferia di un largo vaso, forse di un olla oppure di un’ urna cineraria. Finalmente il corno di cervo, trovato accanto agli oggetti suesposti, suggellerebbe la supposizione dell’ antichità dei medesimi, essendo in gran parte pietrificato, processo lento che esige 1 opera di secoli. Riguardo agli altri frammenti d’ ossa animali e di un grosso dente molare, non si azzardano altre ipotesi, per non dare in fantasie da evitarsi in tali argomenti. Questo breve saggio valga a rendere attenti quanti in Salso e nel vicinato, scavando a qualche profondità trovassero oggetti antichi; interessando assai di raccogliere e conservare queste pagine sparse della -vita di popoli scomparsi, che qui celebrarono i primi tentativi, sebbene rozzi, della civiltà. Tali monografie, sebbene modeste, gioveranno se non altro a 4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI dare materia utile all’ archeologia e fors’ anche alla storia del nostro paese, che si gloria tre civiltà. (1) Questi siti et loghi erano antichissimamente aspre et spinose selve. ...... , et i soi abi- tatori abitavano sulle colline et uniti. ....... et ivi erano prima delle città di Parma et Pla- centia:vititte tetta A i soi abitatori erano Toschi et di poi gente venuta dalla Gallia detta cele- latase.. cati et in questo antigo logo della Brugnuola (ora Salsomaggiore) deto Potiolo della Noce anche in quel di deta gente della Gallia celtica facevano et confetavano dello sale con l’ acqua salipa, et che pertanto ricevevano del profiguo. (2) Un documento di Carlo Magno dell’ 801 concede privilegi ed esenzioni ai fabbricanti di sale in Salso. (3) Nell'anno DLXXXVIIII, nello mese di Ottobre et susseguente mese di Novembre. ..... ven- se dal cielo grose et esuleranti piovane di acqua che a inteleto et ricordo di homini non se era mai sentito dire che fosse venuta tanta abodantia di aqua. ........ Anche i nostri fiumi Arensia (Gerra) e Citronia et tutti i potii et potioncre dell’ acqua salifra della nostra castellantia della allora Brugnuola et le capane tutte dello sale restarono anche loro obturati et pieni di sassi et terra et non si potevano più vedere et usare et far sale per molti anni avenire. ........60.. 0000 Iu ogni banda et loghi moltissima copia di homini, et done et ragatii et bestie di ogni sorta dovettero perire et morire miseramente. * ....... BR OO ELSA . Dopo anni et così nello anno 798 et 799 della reparata nostra Santa Redentione certi altri io mini della nostra castellantia.......... per la seconda volta furono tutti i sovradetti homini li secondi inventori et scopritori di parecchi potii di acqua salata in deta nostra castellancìa che profondarono su li medesimi loghi spetialmente donde erano stati olturati. ; Salsomaggiore. Febbraio 96. Scaramuzza FELICE farmacista LA NUOVA CLASSIFICAZIONE E NOMENCLATURA degli artropodi e vermi parassiti dell’uomo e degli animali domestici PEL Dott. BRUNO GALLI-VALERIO Professore alla Facoltà medica dell’ Università di. Losanna veces Da alcuni anni, grazie all’ opera di distinti cultori della parassitologia, si è andata facendo una importantissima revisione della classificazione e nomenclatura degli artropodi e vermi parassiti dell’ uomo e degli animali domestici. Le moltissime e importanti innovazioni introdotte, benchè ben note agli specialisti della materia, sono in gran parte sconosciute ai pratici medici e veterinari e anche a molti che si occupano di studi zoologici, quantunque il Prof. Railliet, nella seconda edizione del suo bel trattato di zoologia medica (1), abbia completamente adottato le nuove idee, di cui del resto egli è uno dei più attivi apostoli. Mi pare quindi utile, confortato in ciò anche dall’ illustre collega Railliet, di dare un po’ di diffusione a questa nuova classificazione e nomenclatura, esponendola succintamente. La nuova classificazione ha fuso fra loro parecchi generi che a torto erano stati distinti; ne ha invece creati parecchi là dove erroneamente molti ne erano stati fusi assieme, ha fatto passare al grado di varietà parecchie forme che si consideravano come specie distinte, ha scisso alcune specie confuse fra loro. (1) Traité de zoologie médicale et agricole, II éd. Paris 1895, RAIN, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 5 La nuova nomenclatura, ha avuto lo scopo di richiamare i parrassitologhi alla legge di priorità, dalla quale si erano spessissimo staccati. Questa legge, come ricorda il Rail- liet (1) è così concepita: Il nome attribuito a ogni genere e ad ogni specie, deve esser quello col quale furono più anticamente designati a condizione però che : a) Questo nome sia stato divulgato in una pubblicazione in cui fu chiaramente e suf- ficientemente definito. b) L’ autore abbia applicato le regole della nomenclatura binaria. La mania di vedersi citati come classificatori, aveva spinto a dimenticare questa legge ed era stata l'origine, come giustamente osserva il Railliet, di quell’ estesa sinonimia che riesce tanto importuna. L’opera di revisione è riuscita utile e giusta: utile perchè ha reso più facile la clas- sificazione di molte specie e ne ha fatte sparire parecchie riducendole al grado di varietà; giusta perchè ha attribuito ai generi e alle specie, ogni volta che riuscì possibile, il nome che era stato loro dato dallo scopritore. Passiamo in rivista queste modificazioni: Fra gli emitteri parassiti, il genere Cimea è stato sostituito dal genere Acanthia ; Pediculus pubis da Phtirius pubis. Fra i ditteri; Gastrophilus nasalis fu sostituito da G. veterinus ; Oestrus purpureus da Rhinoestrus purpureus; Hypoderma tarandi da Oedemagena tarandi; Helminthopsylla da Vermipsylla. Fra gli aracnidi, Sarcoptes notoedres, diventa S. minor ; Symbiotes communis diventa Chorioptes symbiotes ; S. ecaudatus diventa Ch. auricularum; Symplectoptes diventa La- minosioptes ; Cheyletus parasitivorar diventa Cheyletiella parasitivorax ; Picobia diventa Syringophilus ; Falciger diventa Falculifer. Il genere _xodes fu scisso in una serie di nuovi generi quindi I. aegyptius diventa Hyalomma aegyptium ; I. africanus, H. africanum; I Dugesi, Rhipicephalus sangquineus; I. bovis, R. bovis; I. reticulatus, Dermacentor reticulatus; I. americanus, D. americanus ; I. chelifer, Haemaphsyalis punctata. Se passiamo agli anellidi troviamo Haemopis sangquisuga sostituito da Limnatis nilotica. Fra gli acantocefali, Gigantorh pra gigas ha sostituito Echinorhynchus gigas e G. monilformis, E. moniliformis. Fra i nematelminti troviamo: Ascaris suilla rimpiazzato da A. suum; A. vituli da A. vitulorum; A. megalocephala da A. equorumj; A. mystax e A. marginata fusi in A. canis var. felis e var. canis ; Heterakis inflera sostituita da H. perspicillum ; Oryu- rus curvula da O. equi; Trichocephalus dispar da T. trichiurus; Oesophagostoma inflatum da Oesophagostomum dilatatum. Il genere Stephanurus viene incluso nel genere /Sclerosto- mum e St. dentatus diventa Scl. pinguicola ; Globocephalus longemucronatus diventa Unci- naria longemucronata ; Strongylus paradorus diventa St. apri; St. mucronatus diventa St. anseris; Eustrongylus gigas diventa E. visceralis. Il genere Sclerostoma diventa Sclerosto- mumj Trichosoma diventa Trichosomum; Ankylostoma diventa Uncinaria ; Trichina di- venta Trichinella. Filaria sanguinis hominis viene scissa in: F. Bramcofti, F. Loa, F. perstans, P. Demarquayi, FP. Magalhdesi, F. volvulus ; F. papillosa si cambia in PF. equina ; Spiroptera scutata in Gongylonema scutatum; Sp. leporum in Strongylus leporum ; Sp. (1) Rec. de med, vét. 1896. 5 marzo. 6 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI hamulosa in Dispharagus hamulosus ; Rhabdonnema vivipara in Anguillula vivipara ; An- quillula intestinalis e stercoralis si fondono in Strongyloides intestinalis ; Pelodera diventa Leptodera e Rhabdonema longum diventa Strongyloides longus. Importanti modificazioni le troviamo pure fra i trematodi : Monostoma diventa Monostomum; M. verrucosum diventa Notocotyle verrucosumj Di- stoma hepaticum, D. giganteum e D. magnum si cambiano in Fasciola hepatica F. gigantea e Fl. magna; D. lanceolatum e D. coelomaticum passano al genere Dicrocoelium; D. feli- neum, D. truncatum, D. albidum, D. congiunctum, D. Buski e D. Sinense diventan Opi- storchis felineus, O. truncatus, O. albidus, O. congiunctus, O. Buski, O. Sinensis ; Distoma echinatum, D. trigonocephalum, D. recurvatum, D. oxycephalum, passano al genere Echino- stomum; D. lineare diventa Bunodera linearis; D. Westermanni, D. heterophys, D. com- mutatus passano al genere Mesogonimus; Gynaecophorus haematobius e G. crassus diven- tano Schistosomum haemotobium e Sch. bovis ; Amphistoma si cambia in Amphistomum ; A. crumeniferum in Gastrothylax crumeniferum; Gastrodiscus Sonsinoi in. G. aegyptiacus; Hemistoma in Conchosomum; Holostoma in Holostomum. Ma le più grandi e importanti modificazioni le troviamo fra i cestodi, ove il genere Taenia fu scisso in una serie di altri generi e così pure il genere Bothriocephalus. Questa nuova classificazione ha facilitato la diagnosi delle singole specie di Cestodi. Al genere Taenia non appartengono più che: 7. serrata, marginata, Krabbei, sagi- nata, solium, crassicollis, coenurus, serialis, echinococcus. Taenia expansa, trigonophora, pla- nissima, Benedeni, Neumanni, denticulata, alba, nullicollis, passano al genere Moniezia. Al nuovo genere Thysanosomum si ascrivono: 7. fimbriata che diventa Th. actinioides, T. ovilla che diventa 7. Giardi, Taenia globipunctata e ovipunetata diventano Stilesia globi- punctata ; T. centripunctata passa al genere Stilesia ; T. G'oezei, ctenoides e pectinata diven- tano Ctenotaenia Goezei, Leuckarti e pectinata ; Taenia plicata, perfoliata, mamillana e Wimerosa passano al genere Anoplocephala. T. cuniculi e T. pectinata (Zeder) passano al genere Andrya; T. cucumerina e elliptica diventano Dipylidium caminum, var. canis e var. cati; T. murina e nana si fondono in Hymenolepis murina; T. diminuta e flavo- punctata in IH. diminuta. T. gracilis, fasciata, lanceolata, anatina, setigera, tenuirostris, passano al genere Drepanidotaenia ; T. infundibulformis al genere Choanotaenia ; T. coro- nula, aequabilis, rhomboidea, cuneata ‘al genere Dicranotacnia, lacuneata cambiandosi in D. sphoenoides; T. proglottina, cesticillus, echinobothrida, tetragona, bothrioplitis, crassula, Madagascariensis, Friedbergeri passano al genere Davainea. T. lineata e inbutiformis pas- sano al genere Mesocestoides. C'ysticercus elongatus diventa Dithyridium Bailleti. Fra i Botriocefali troviamo: Ligula Mansoni rimpiazzata da Bothriocephalus Mansoni ; Both. longicollis passa al genere Bothriotaenia ; e vien creato il genere Krabbea. I lettori non devono spaventarsi leggendo questo articolo così irto di nuovi nomi. La nuova classificazione e nomenclatura si apprendon molto più presto di quanto a prima vista può sembrare. Io domando solo che non si accolgan con preconcetta ostilità. Esse sono il risultato di molti studi e ormai si posson dire adottate in tutto il mondo. Adottandole, come giustamente osserva l’ illustre collega Railliet, i nostri successori ci saranno grati di aver loro appianato la via per gli studi parrassitologici. Quando la via del progresso è aperta, non bisogna esitare a seguirla ancor quando porti con sè qualche momentaneo disturbo. Laboratorio di Patologia sperimentale e comparata 14 Novembre 1897. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 7 Ancora qualche cosa sul ” Physeter macrocephalus. Lac. ,, Nel Bollettino del Naturalista del 25 Gennaio 1883 è fatta menzione della presa di Ca- pidogli al Porto di Santelpidio nel 1802. — Ho voluto, trovandomi nella città dello stesso nome, rintracciare scritti relativi a questo fatto abbastanza singolare; le mie ricerche però fruttarono poco; ecco quello che ho potuto sapere. — Era il 30 Dicembre 1802, e alle ore 15 dirimpetto al Porto a distanza non insignifi- cante si vide un non so che, momentaneamente qualificato dagli astanti, come delle grosse travi. Alcuni pescatori saliti in una sciabica, barca da pesca senza rete, si spinsero oltre per ben vedere che fosse, e ben tosto riconobbero non essere travi ma quattro animali di mare di portentosa grandezza. Subito ritornarono indietro per darne l’avviso, e tosto, corsa la nuova di fatto sì sorprendente, si allestirono sei sciabiche, nelie quali presero posto dei pescatori, altri giovani gagliardi ed animosi ed i pochi soldati della dogana, che ivi si tro- vano in quel turno di tempo. -— Con molte armi da fuoco e da taglio, e con molte muni- zioni cercarono vogando prenderli in mezzo dividendosi in due ali per spingerli verso il lido. — A distanza opportuna incominciarono il fuoco, che accompagnavano con urla per spa- ventare maggiormente quei rari animali. La lotta durò quasi otto ore; uno di questi mostri potè prendere il largò e mettersi in salvo, non senza però prima aver lanciato in aria con un colpo di coda la vicina sciabica, i pescatori della quale per rara ventura nulla ebbero a soffrire. Questo strano incidente non tolse agli altri la lena di proseguire: chè anzi sempre più si rianimarono e tanto maggiormente alla vista del sangue copioso che versavano quei giganti del mare, e all’idea che i movimenti loro già indicavano la lotta estrema, che volevano impegnare nei brevi momenti di vita che loro ancora rimanevano. Però solo verso sera.e con inauditi sforzi si spinsero in secco; i pescatori allora presero più confidenza, e li legarono con grossi canapi, ma al solo dimenar della coda di uno di questi mo- stri, sebbene ridotto a così mal partito, più di cinquanta persone, che si erano attaccate ad una grossa corda per trascinarlo fuori di acqua, caddero a terra, come se si avessero dato prima , l’accordo per cadere contemporaneamente. Allora decisero di aspettare il giorno seguente; così si valsero dell’argano, che approntarono a tale uopo ed in tal modo ottenero l'intento. — Per tre giorni continui dalla città di Santelpidio e da molte vicine accorse al Porto in buon numero la gente, che, si dice, ne ripartisse assai meravigliata avendo la realtà del- l’oggetto visto superato l’ aspettativa. In una nota particolare trovo le dimensioni di certe parti del corpo in palmi Romani. Quelle da me riportate sono ridotte a metri secondo il ragguaglio : Palmo = m. 0, 2234. — Il corpo di color nericcio era coperto da pellicola, che si lasciava staccare a striscie lunghe e abbastanza larghe. — Il più piccolo di questi mammiferi era lungo m. 10, 72, la sua circonferenza nel punto della massima grossezza era m. 6, 25. Le pinne orizzontali della coda erano lunghe circa m. 1, 78 e larghe m. 0, 89; quella del dorso lunga m. 0,49 e larga parimenti m. 0, 89. Le pinne laterali del dorso erano lunghe m. 0, 55 e larghe m. 0, 88. La lunghezza dell’ a- pertura orale era di m. 2,234 l’ apertura anale m. 0, 33, il pene lungo m. 1, 78 e grosso m. 0,55. Sembra che uno abbia raggiunto la lunghezza di m. 12, 06 il che non è incredi- bile, accennando Brehm che il maschio può anche arrivare alla lunghezza di m. 18, 20. Dai più si stimò il peso di uno di libbre 30000. — E come finirono? — 8 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Il teschio di uno di questi si conserva in una stanza della casa destinata agli uffizi mandamentali. E questo fu fortunatamente strappato all’ incuria degl’indifferenti e alla ro- vina del tempo per proposta fatta nel Consiglio di Credenza avanti al Gonfaloniere Sini- baldi e vari priori ai 18 Marzo 1803, e che qui trascrivo: Sembrando degna di perpetua memoria la fortuna di mare, che negli ultimi giorni dell’anno scorso fece giungere in questo litorale tre smisuratissimi Pesci denominati Cachalot st propone, se pare, di conservarsi un teschio di questi ed implorare l approvazione delle spese occorse, e che occorreranno per tale oggetto; proposta questa, presentata ai 22 Marzo dello stesso anno al Consiglio Generale avanti al Governatore Zacchiroli al soprannominato Gonfaloniere e vari Priori con le parole: Essendo assolutamente degna di perpetua memoria tanto la fortuna di mare, che fece approdare .... ecc. , quanto l’ eroico coraggio dei nostri marinai e Portesi, i quali a peri- colo di perdere la loro vita, arrestarono li detti tre mostri e li uccisero, sarei di senso che a pubbliche spese venisse conservato un teschio di essi in questo medesimo Palazzo Priorale, e ciò previa l'approvazione della S. Congregazione del Buon Consiglio e vada a partito. — E tutti votarono favorevolmente. — Che sia stato fatto degli altri, se i visitatori abbiano usufruito del grasso e dei pro- dotti morbosi, che si trovano nella vescica e che danno la tanto pregiata ambra grigia o meno, nulla ho potuto sapere, giacchè anche i più vecchi del paese vagamente si ricordano di-questa rara pesca. Forse il fuggiasco fra quegli animali sarà stato il capitano pieno di anni e ricco d’esperienza, che egoisticamente ha lasciato la ciurma in ben cattive acque. — Il fatto si è, che anche in quest’ occasione si è potuto constatare che branchi sorpresi si spaventano e rimangono fermi al loro posto tremando in tutto il corpo, o fanno tali insen- sati movimenti da dare il destro all’ uomo di impadronirsene con facilità. Il cranio che si conservò e che io ebbi la fortuna di poter esaminare a tutto mio bel- l’agio, nell’ osso occipitale presenta il forame largo cm. 12 ed abbastanza approfondito nel- l’osso in conseguenza delle sporgenze offerte dai due condili, che di forma ovale gli stanno ai fianchi misuranti nei due assi cmi. 37 su 16. Superiormente il cranio mostra il sopra-occipitale, che fa una specie di cresta; al da- vanti di questo i frontali, i nasali, i premascellari e i mascellari che hanno una forma ro- gondeggiante e incavata. Il mascellare misura m: 2, il premascellare m. 1, 74. Tutte queste ossa superiormente formano con ripiegature delle grandi cavità. Le ossa nasali sono rudimentali, mentre assai sviluppato è l’ inframascellare che dà assieme ai ma- scellari e all’etmoide al tutto, nella parte anteriore, una forma allungata a guisa di becco, o rostro. Lateralmente nelle ossa del cranio vi sono delle creste prominenti con delle ripiega- ture le quali come tutto il teschio sono un po’ più sviluppate dalla parte sinistra. — Nella mascella inferiore vi sono da una parte ventidue denti, dall’ altra 21 (uno è caduto), di forma conica, nella superiore vi corrispondono piccoli alveoli. Nella parte del mascellare inferiore più vicina all’ articolazione col cranio abbiamo un’ altezza di m. 0,45; la lunghezza della mascella dall’ ultimo dente al primo è di m. 1, 36; le due ossa distano fra loro nella parte più largha m. 0, 75; mentre i due primi denti solo m. 0, 24. Però il tempo, troppo ha già fatto su questo cranio, preparatosi forse naturalmente, e dal tempo solo possiamo aspettare notizie sempre più precise e dettagliate sui costumi di questi titanici abitanti del mare. Santelpidio a mare, (Marche) Prof. ENRICO FRANZOI ___—°©©<««<«*<«<<—<<<<<<-<° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 9 APPUNTI SULLA FLORA D'ASSISI (Umbria) (seconda contribuzione) Facendo seguito ad un’ altra comunicazione inserita su questa Rivista, riportiamo altre osservazioni quale contributo alla distribuzione geografica delle piante spontanee in Italia. Le piante che seguono non sono indicate — anche nei più accurati e dotti Compendii della Flora Italiana, come in quelli dei proff. Cesati, Passerini e Gibelli e del prof. Arcan- geli — come appartenenti alla Flora Umbra. Col nome di ogni pianta riportiamo la distribuzione ad essa assegnata nelle suddette opere e poi il luogo del territorio d’ Assisi, dove la raccogliemmo : Cistus complicatus Lamk. (Cistaceae). Colli aridi dell’isola di Lampedusa. (Ces. Pass. Gb.). Colli sassosi dell’isola di Lampedusa. (Arc.). Questa pianta fu raccolta — in due esemplari — presso Biagiano. Helianthemum lunulatum DC. (Cistaceae). Alpi marittime e nell’ Appennino Ligure. (Ces. Pass. Gw.). Luoghi pietrosi della regione alpina delle Alpi Marittime, dell’ Appennino Genovese. (Arc.) Raccolta — in pochissimi esemplari — a Colcaprile. Cnicus syriacus W. (Asteraceae). Sin. — Notobasis syriaca Cass. Nei contorni di Roma, nelle provincie Napoletane, e nelle grandi isole. (Ces. Pass. G40). Presso Genova, Roma e Civitavecchia, nel Napoletano, ad Otranto, nell’isole maggiori e a Lampedusa. (Are.). Raccolta — in pochissimi esemplari — in qualche campo presso Cannara e Spello. Sin. — E. prostratum Ten. Echium calycinum Viv. (Borraginaceae). Nella Liguria occidentale, in Toscana, presso Terracina; nelle grandi isole, in quella d’ Ischia e nelle piccole del Tirreno. (Ces. Pass. GiD.). Nella Liguria occidentale, in Toscana, nel Romano in Puglia, in Calabria e nelle isole. (Are.). Raccolta presso Valecchi e San Masseo: rara. Scrophularia aquatica L. ((Scrophulariaceae). Luoghi umidi e nei fossi della bassa Lombardia, in Toscana, in Corsica ed in Sicilia. (Ces. Pass. Gib.). Nei fossi e nei luoghi umidi in Lombardia, Toscana, Corsica e Sicilia. (Arc.). Raccolta — in non molti esemplari — in alcuni fossi della pianura d’ Assisi e in qualche fosso presso Bevagna. Lathraea squamaria L. (Orobanchaceae). Nei boschi di faggi e di quercie, nell’ Italia superiore, nel Monte Albano, presso Na- poli ed in Sicilia (Cess. Pass. Gib.). Nei boschi di faggi, di quercie ecc., nell’ Italia superiore, nel Monte Albano, presso Napoli, in Calabria ed in Sicilia. (Arc.). Raccolta nei Selveti fuori porta S. Giacomo e nella Valle di Tescio : rara (donata al- l erbario dell’ Università di Perugia). 10 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Satureja graeca L. v. tenuifolia Ten. (Lamiaceae). Bassa Italia e Sicilia. (Ces. Pass. Géb.). Ibidem. (Arc.). Raccolta — in parecchi esemplari — fuori porta Perlici e a Colcaprile. Phlomis fruticosa L. (Lamiaceae). Negli Abruzzi ed in Sicilia. (Ces. Pass. Gib.). Negli Abruzzi, ad Otranto, in Calabria, in Sardegna, in Sicilia ed a Malta. (Arc.). Raccolta — in due esemplari — presso S. Fortunato: rara. Acanthus mollis L. (Acantraceae). Presso Sarzana, Verona, nell’ Istria, in Toscana, nelle grandi isole, in quella di Capri, nella Gorgona e nelle provincie meridionali. (Ces. Pass. Gib.) Nell’ Istria, a Verona, presso Sarzana e Livorno in Toscana, ad Ancona, nell’ Italia meridionale, nelle grandi isole, ed in varie piccole. (Arc.). Raccolta — in due esemplari — a Colcaprile. Crocus suaveolens Bert. (Lridaceae). Luoghi aprici della regione dell’ Olivo nel mezzodì della penisola. (Ces. Pass. GW.) Luoghi aprici della regione camp. da Roma in giù nella penisola. (Arc.). Raccolta — in più esemplari — a Pian della Pieve, a Colcaprile e presso il Fortino. Panicum eruciforme S et S. (Poaceae). Nei campi e nei luoghi coltivati delle Marche, degli Abruzzi ed in Sicilia. (Ces. Pass. Gb.) Ibidem (Arc.). Raccolta nei pascoli di Monte Subasio. .* Altre simili osservazioni formeranno l’ oggetto di una terza contribuzione che presto affideremo all’ ospitalità della Rivista. Assisi, U. MorROI. A. BRIZI. BERE TRE DELLA PRIGIONIA MOLTO RISTRETTA E PROLUNGATA osservati da APELLE DEI in una giovane Starna (Starna perdix) In altro scritto (1) sull’ Albinismo dimostrai, sulla scorta ancora di buoni autori, che questo se congenito, dipendeva da arresto di sviluppo, e la sua comparsa nel corso della vita, derivava, fra le altre, dall’ età, dalla schiavitù ecc., e ne portavo diversi esempi: fra i quali in più special modo, quelli osservati sugli uccelli passeracei tenuti da un anno al- l’altro in schiavitù come richiami a diverse caccie. Nel Luglio 1894 mi fu offerto in vendita uno starnotto, tanto giovine che aveva an- cora la peluria sulla testa e sul collo e sul resto del corpo non erano neppure bene svi- luppate le penne. Io infatti lo acquistai e tanto più volentieri perchè avendo esso le 4 in 5 remiganti primarie dell’ estremità di ogni ala completamente bianche, divisai di tenerlo (1) Atti della R. Accademia dei Fisiocritici, anno 1895. 3 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ll in schiavitù, chiuso in una gabbia, per vedere se, ed in quanto tempo quel principio di al- binismo sarebbe aumentato, e forse anche esteso ad altre parti del corpo. Questo starnot- to, che mi fu detto essere stato preso in campagna ancora pulcino, ed essere stato alle- vato con altri pulcini di una gallina, aveva allora le dimensioni press’ a poco di una grossa quaglia; lo posi in una gabbia lunga 50 cm., larga 33 ed alta 40, con l’intensione di met- terlo in seguito in una più grande quando fosse cresciuto. Egli era piuttosto tristo e poco pulito: ma presto divenne vispo e fra l’ Agosto e l’ Ottobre compì la sua prima muta e ri- messe bianche le remiganti suddette, ma deboli, e con le barbe estreme un poco divaricate. Quasi tutte le unghie dei piedi, peraltro, erano rimaste ed assai allungate, impacciandolo tanto nella sua deambulazione che dovei spuntargliele. Passò felicemente l’ inverno: e l’ anno consecutivo 1895 compiè abbastanza bene la sua seconda muta fra l’ Agosto e il Novembre. Il bianco delle ali crebbe di una penna nell’ ala destra e di 3, ma non complete, nel- l ala sinistra. Peraltro tanto queste, quanto le altre erano deboli, anche più di quelle del- l’anno passato, e con le barbe divaricate. Esso aveva guadagnato anche nelle dimensioni e sarebbe venuto il tempo di variargli la gabbia in una più grande: ma, essendomi venuta l’idea di vedere come la schiavitù ristretta avesse influito sull’ albinismo non solo, ma an- che sugli organi del moto, lo lasciai dov’ era. Fra il Gennaio e il Febbraio 1896, o poco prima, la povera starna, che era un maschio, cominciò a dar segni di malessere, giacchè mangiava poco, gettando col becco il grano, il miglio ecc. fuori della gabbia. Di più: mentre per l’ addietro correva a spollinarsi nella terra, quando gliene ponevo nel piano della sua prigione, si limitava ora a beccarvi qualche sassolino e non altro, nè più adoprava le zampine per spanderla come era solita di fare, o se talvolta ci si provava, per lo più cadeva. Si vedeva bene insomma che era un poco indebolita nel treno poste- riore. A primavera, specialmente se avevo cura di situarlo, nei giorni di buon tempo, presso la finestra, cominciò a riaversi alquanto e nel Maggio e Giugno era tornata a mangiar di tutto e ripulirsi. Nel Luglio mi accorsi che avevano incominciato a caderle alcune delle re- miganti bianche e così era incominciata la terza muta che procedè regolarmente, tantochè nell’ Ottobre era quasi compiuta con aumento in numero delle penne bianche alle ali. A quest'epoca, peraltro, le condizioni del povero animale gradatamente peggiorarono di nuovo, e nel verno non camminava per la gabbia che male, a piccoli scatti, e di più era assai dimagrata. Nel Gennaio e nel Febbraio 1897 si era ridotto assai male: giacchè era tornato a non voler mangiar altro che poca erba tritata e poche briciole di pane, rifiutando sem- pre la saggina e il miglio di cui precedentemente era molto ghiotta, Di più: respirava con difficoltà e beveva assai, talchè stercava molto liquido; perciò per mantenerla pulita, biso- gnava cambiarle spesso, anche due o tre volte al giorno, le tavolette del fondo della gabbia. Nell’ Aprile, pareva che si fosse alquanto riavuta giacchè era tornata a mangiare un po'di tutto; però era sempre molto debole e spesso, nel camminare per la gabbia, le riusciva di cadere. Peraltro fu un miglioramento direi, fittizio, perchè dopo pochi giorni si ridusse in uno stato, si può dire, peggiore di prima, talchè quasi mi pentii di averla, per sì lungo tempo, assoggettata a quel tormento. Perciò mi decisi allora ad allargarle assai la prigione. A questo effetto presi la gabbia: e portatala in una stanza grande e molto bene aereata da due finestre, la deposi sul pavimento e ne aprii lo sportello. Essa peraltro vi camminava in avanti e indietro senza uscirne e dovei introdurre la mano nella gabbia, prenderla e deporla sul pavimento della stanza. Essa, appena uscitami 12 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI di mano, vi cadde e penò alquanto per rimettersi in piedi sui quali mal si reggeva: quindi barcollando andò a nascondersi in un angolo della stanza. Costi, migliorò assai; ma si mantenne peraltro molto debole e camminava male: di vo- lare non se ne parlava affatto, giacchè dato il primo scatto colle zampe, non alzava da terra che pochi centimetri, 40 o 50 al più, e subito ricadeva, faticando anche adesso a ri- mettersi in piedi. Fra Maggio e Giugno erasi abbastanza riavuta, e cominciava a cadergli qualche penna, indizio forse del principio della quarta muta; ma nulla o quasi nulla aveva guadagnato nel volo. Dopo poco, peraltro, quasi non si riconosceva, poichè mangiava rego- larmente, camminava molto meglio, ed anche, qualche volta, come per l’ addietro, cantava. Per varie circostanze, però, io non potevo più occuparmi di lei e proposi di cederla al Signor Sigismondo Brogi, al quale poi la cedei effettivamente; e più non la vidi che ai primi di Decembre, già montata, per poter prender posto in un Museo, giacchè nel No- vembre era morta. Per quanto mi disse lo stesso Sig. Brogi, essa aveva vissuto fino a quel tempo in una gabbia molto grande situata nel di lui giardino e sempre in buono stato di salute; ma in quanto al volare, col primo scatto delle zampe per elevarsi, appena arrivava a raggiungere la metà dell’ altezza interna della sua gabbia, che era alta circa metri 2e mezzo. Dal sovraesposto, intanto, mi sembra poter confermare: 1.° Che, se la schiavitù può essere una delle cause che favoriscono l’ albinismo (come dissi nella sovracitata memoria), tanto più vi contribuisce, se la schiavitù stessa è accom- pagnata da privazione di luce, 2. Che la schiavitù ristretta in modo da impedire la libertà dei movimenti, e molto prolungata, può produrre dei gravi incomodi e ancora delle malattie a chi vi è assoggettato, e non solo: ma può anche privarlo della facoltà dei movimenti: e, trattandosi d’uccelli, può, tanto più facilmente, oltre a quella di muoversi, toglier loro la facoltà di volare. Per verità non credo che questo mio povero scritto possa avere una grande importanza scientifica: ma pure, siccome è il resultato di fatti osservati e verificati, io ho desiderato di quì esporli; avendo, più che nelle argomentazioni, anche le più sottili ed ingegnose, fidu- cia nel genuino linguaggio dei fatti, in specie poi se diligentemente, ripetutamente e co- scienziosamente osservati. LETTERE DI ANTON-LAZZARO MORO DIRETTE A GIOVANNI BIANCHI (JANO PLANCO) PUBBLICATE a cura del March. Dott. FRANCESCO LUZ]J (continuazione) na TE Lettera VI. IUmo. Sig* Sig.® Pron. Colmo. Fin dal 14 dell’ oltrecorso Decembre, in cui V. S. mi onorò dell’ ultima sua lettera (1), io le rimango debitore di risposta alla medesima. La mia lunga dilazione sarà forse da lei stata condannata. Ma pure confidato nell’ umanissima gentilezza di lei spero che cortese- mente assolveramene pur che legittime ella si compiaccia riconoscere le scuse mie, che per altro meritevoli di compatimento a me sembrano, specialmente presso lei, che coi saggi (1) Questa lettera è citata dal Moro a pag. 385 a proposito della opinione di Manfredi, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 13 consigli mi ha dato impulso a caricarmi d’ un impiccio, che vuole per se i ritagli tutti del tempo che mi sopravanza dalle quotidiane ed affollate mie occupazioni. Ella mi consigliò in altra sua pregiatissima lettera rinforzare nell’ Opra mia la confutazione del Woodward e ciò fu Che fece crescer l’ ale al voler mio. e diedemi la spinta a ripigliare per mano quest’ affare : nel quale sendomi ora ben avanzato, e rimanendomi qualche picciol intervallo di respiro, adempio finalmente l’ormai vecchio mio dovere inverso di lei. Le rendo grazie delle notizie raccolte dall’ Opra del Colonna, e da lei partecipatami sopra l’ origine de’ corpi marini, che sono sui monti; come anche delle ragioni comprovanti, che il mare anticamente sia stato più basso che ora non è: e d’ambo le quali deciso sono di farne qualche uso a rinforzo delle altre ragioni, ch'io adopro per sostegno della sentenza mia nell’ una e nell'altra materia; benchè circa l’ alzamento del mare io cammini per sentiero affatto diverso. Le osservazioni da lei accennatemi servir ponno a mostrare, che dal Diluvio in poi il mare siasi alzato poco men di 20 piedi, e dal principio della cronologia sacra in qua, circa 25 piedi. Ma le osservazioni a far le quali io tento svegliare gl’ intendenti, servir potranno a mostrare, che il mare sia stato negli an- tichi tempi, non solo qualche centinaio di piedi, ma più di qualche centinaio di pertiche più basso di quel che ora si trova (1). — Le oppugnazioni mie contro Woodward sono cresciute di molto, e quando compiute saranno, ripasseranno il quadruplo quelle che prepa- rate s’ erano innanzi ch’ io fossi da V. S. Illma. eccitato a rinforzarle : e mi son posto in speranza che quando saran lette da chi discerne, si converrà meco, che nell’ opra sua dap- pertutto il Buon Uomo d’ acuti sillogismi Empie la filosafica Fèretra Facendo contra’ l vero arme i sofismi. La primavera si avvicina ond’io mi lusingo che si avvicini anche quel tempo, che V. S. Illma. intraprenda quel da lei divisato viaggio, che porgerà a me l'avventura di per- sonalmente inchinarla, ossequiarla e servirla, in prova della veracità, con cui ora mi riprotesto Di V. S. Ilma. Umilmo. Devmo. ed Obbmo. Servitore S. Vito li 14 Marzo 1740. AnToN-Lazzaro Moro. Lettera VII. Illmo. Sig* Sig.re Pron. Colmo. Il compatimento da V. S. Illma. usato inverso la dilazione dell’altra mia lettera è un nuovo tratto di sua innata gentilezza, che unito a tanti altri vie più seco lei l’ animo mio annoda. Sono tutte prove d’ un raffinatissimo intendimento quegli spruzzi di saviezza, che V. S. Illma. mi va spargendo nelle graditissime sue lettere. Veggo in quest’ ultima ch’Ella con molti altri di alto intendimento dotati (tra’ quali anche il celebrantissimo Scheuchezer (2) io scerno) tra molte cose dette dal Woodward si attiene soltanto allo spiegamento ch’ ei dà all’andata de’ marini corpi su’ monti e formazione dei montani strati: ma quanto a quel suo grande idrofilaccio ed abisso, ella è portata ad abbandonarlo, con tutto che le servano di qualche ritegno l’ espressioni delle sacre carte, che sembrano essergli favorevoli. Ella sa (1) Forse quelle che si contengono nella memoria Specimen aestus. (2) G. ScHEUCHZER - Autore dell’ Erbario Diluviano. 14 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI che detti della Sacra scrittura sono sottoposti a mille interpetramenti (1); e sa insieme che prima che Woodward nessuno gli ha come l’interpetra egli. Ma ella sa ancora che non può esser vera quella interpretazione, che alle chiare ed innegabili verità della Fisica o della Matematica si oppone: e com’io tale ritrovo lo spiegamento suo non sia il vero, nè da esso possono le cose fisiche nessun lustro ricevere. Per altro, tolto che sia al Woodward il suo grande Idrofilaccio, tutto il rimanente cade per terra, perchè tutto da esso ci fa es- senzialmente dipendere : e così accettarsi non può nè quell’ andata de’ marini corpi su’ monti, nè quella costruzione de’ montani strati, ch’ egli ci reca. Io per queste due massime stabi- lisco. Il Diluvio è un miracolo dell’ Onnipotenza : e perciò è inesplicabile; nè con esso lui hanno che fare le cose fisiche naturali. I montani strati all’ incontro, e i marini corpi su monti sono cose fisiche, visibili e palpabili: e perciò la origine, e situazione loro cercarsi debbono a forza d’occhio e di dito, e di quel raziocinio, che dalle sole osservazioni dipende. Quanto all’ antica bassezza del mare, ch'io espongo, e alle cui prove tento risvegliare chi ha il poter di farle, spero che imputata non sarammi a troppa arditezza. Per essa io mi oppongo ai sig."i Manfredi (2) e Zendrini. Le osservazioni e le congetture di questi èsti- matissimi letterati sì restringono a tempi soggetti alla storia : e posta questa limitazione di tempo, di leggeri seco loro convengo. Ma rispetto ai tempi oscuri ed anteriori alla storia, io mi lusingo che il pensier mio non sia per esser riprovato, e la lusinga mia diverrà ferma fiducia, anzi certezza, quando, venuta che sia qui V.S. Illma. avrò sottoposto al savissimo giudizio di lei il parer mio, e l’ approvazione sua avrò incontrata: la quale sia che io non ottenga: il partito migliore sarà lasciar giacere all'oscuro un sì strano pensiero. . Attendo la sua venuta con ansietà, e s’ egli è vero che si gode p Tanto del ber quant’ è grande la sete io certamente godrò moltissimo della personale di lei presenza ; perchè omai ardentissima è la sete e la voglia mia di bere que’ larghi flussi di sapere che circonderanno in pro della degnissima di lei conversazione. Le raffermo 1’ ossequio, e sono a tutte prove Di V. S. Ilma. Umil.mo Devot.mo Obb.mo Servitore S. Vito li 7 Aprile 1740. Anton-Lazzaro Moro. Lettera VIII. Ilmo. Sig” Sig Pron. Colmo. Ammiro sempre più la prontezza d’ ingegno con cui V. S. Illma. penetra nelle più sode difficoltà, che attraversarsi ponno alla sentenza mia, specialmente riguardo al Diluvio, che sembrale aver potuto, benchè miracoloso e sopranaturale, produrre alcun effetto naturale, qual esempio sarebbe l’ aver trasportato ne’ monti i corpi marini. E quinci conosco quanto sensato sia l’ insegnamento del Poeta che molto sirene Cauti gli uomini esser denno Presso a color, che non veggon pur l’ opra Ma per entro î pensier miran col senno. (1) Certo è coraggioso il prete che dice così, ma bisogna pure pensare ch’ egli viveva sotto il governo della repubblica Veneta, mentre Bianchi era sotto il dominio pontificio. (2) Nella lettera sopraricordata del 14 Dicembre (Moro pag. 383) Bianchi citò delle osserva- zioni fatte sul livello del mare nei dintorni di Ravenna da Eustacchio Manfredi (1674-1739) famoso matematico, astronomo ed idraulico Bolognese. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 15 Ciò però che in circostanza sì delicata mi conforta si è, che nell’ Opra mia spero di aver prevenuto, se non tutti, in buona parte almeno gli ostacoli, ne’ quali può il parer mio intoppare. Questo, che l’acqua del Diluvio, benchè sovrannaturale, de’ naturali effetti abbia prodotti, è andato già qualche mese fa sotto il torchio. Ma che di là il fenomeno de’ corpi marino-montani sia provenuto, io penso che sarebbe il ben’ imbrogliato chi a di- mostrarlo ex professo imbrigarsi volesse. Il Woodward ne ha fatto il tentativo: e quanto infelicemente ci sia riuscito ho grande fiducia che chiaro vedrassi nella confutazione ch’ io ne ho fatta. Circa all'antica da me a V.S. Illma. accennata bassezza del mare, io la espongo così. Dal sistema mio segue necessariamente che la profondità del mare da principio sia stata molto minore che in oggi. Se poi ella cresciuta sia per essersi la superficie del mare alzata, o per essersi il suo fondo abbassato, io nol decido, nè’ 1 contendo. Ma stimando più probabile essersi fatta maggiore la profondità del mare per essersi alzata la superficie, sug- gerisco quali siano le osservazioni da fare per accertare un punto di fisica cotanto scabroso. Riserbo al tempo della sua venuta in questa parte l’intera esposizione del mio pensiero, che qui troppo lunga riuscirebbe. Rendo devotissime grazie a V. S. Illma. della relazione fattami pervenire intorno al Cardinale Davia (1), la quale con sommo aggradimento ho rice- vuta. Le raffermo il solito e costantissimo ossequio mio e mi riprotesto Di V. S. Ilma. Umil."° Devot." ed Obb.m Servitore S. Vito li 28 Aprile 1740. ANTON-LAzzaro Moro. (continua) (1) Fu vescovo di Rimini dal 1706 al 1726, ebbe fama di letterato, il Bianchi scrisse una Re- lazione delle solenni esequie fatte in Rimini li 20 Febbraio del 1740 al Cardinal Davia con breve ristretto della sua vita. RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’amministrazione s’incarica di procurare agliabbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. “sti ANS nin GRIFFINI dott. A. Storia naturale illustrata per la gioventù italiana, per le scuole e le famiglie. (Milano 1898. Edit. Hoepli. Pag. VII[-720 con 17 tavole in colori e 700 incisioni nel testo. Prezzo L. 8,50) Ai nostri lettori è ben noto il dotto e attivissimo prof. Griffini autore di questa ricca storia naturale. Essi saranno perciò senz'altro persuasi che trattasi di un lavoro veramente di merito scientifico, mentre possiede tutta la chiarezza di esposizione e la parte pratica che deve avere un libro popolare. In questo volume si comprendono: Generalità, Biologia, Zoologia, Botanica e Mineralogia ; il tutto svolto non solo seguendo le più moderne classificazioni, ma anche colle più moderne idee, se- condo le quali si spiegano i fenomeni principalmente biologici e si coordinano i viventi secondo le loro affinità. Così i vari gruppi sono brevemente ma ben caratterizzati con definizioni dalle quali sorgono i caratteri affini e quelli differenziali; quindi è la descrizione di molte specie che viene resa più semplice e di più facile intelligenza da 700 incisioni intercalate nel testo e da 17 tavole contenenti un buon numero di tipi, specialmente animali e vegetali, ben delineati e colorati. Vi troviamo la confutazione di molti errori comunissimi in altri libri e fra questi errori l’egregio A. cita la pretesa utilità degli uccelli insettivori, la fiaba che lo stomaco dei cammelli sia pieno di acqua bevibile, le riflessioni sulle metamorfosi regressive, sugli organi rudimentali, sul 16 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI polimorfismo nei polipi coloniali e altri errori ed inesattezze minori, ma che sarvono a fare im- parare ai giovanetti ed agli adulti, una quantità di cose non conforme al vero. Questa Storia naturale adunque potrà esser utile, sia ai fanciulli che vi troveranno di che soddisfare la loro infantile curiosità, sia poi principalmente ai giovani studiosi che vi vedranno svolte in modo particolare, più ragionato, conforme all’indole ed allo indirizzo degli studi scien- tifici moderni, le materie che dovrebbero costituire la parte più attraente dei loro studi. GRIFFINI dr. ACHILLE. Descrizione di una nuova Necroscide di Perak (Pe- nisola di Malacca). (Torino 1897. Boll. dei Musei di Zoologia ed Anatomia comp. n. 307. 4 pag. in 8.°) Questa nuova specie di Necroscide, viene qui descritta e figurata sotto il nome di Araanoidea ophidiiderma. GRIFFINI dr. ACHILLE. Sur les ailes des Haliplidae. (Narbonne 1897. Miscellanea entomologica n. 9. Estratto di 2 pag. in 8.°) L’ egregio A. ha studiate le ali delle seguenti 3 specie di coleotteri: Cnemidotus coesus, Haliplus lineitocollis e H. ruficolli, e riportando qui i resultati dei suoi studi e due figure, fa notare come le ali di questi insetti, hanno un sistema di nervature di- verso da quello dei Dytiscus, delle Calasome e delle Cicindelle, che sono al contrario assolutamente simili fra loro. POLI A. e TANFANI E. Botanica descrittiva e comparata ad uso dei Ginnasi, secondo i programmi ministeriali. Vol. II. Fanerogame, gimnosperme e critto- game Piante coltivate od ornamentali, notevoli. (Firenze 1898. Edit. Sansoni. Pag. X-230 con 213 fig. L. 1,50) Nello scorso fascicolo di questa Rivista annunziammo la pubblicazione del primo volume di questa opera; quanto dicemmo di esso si può ripetere per il presente, mentre aggiungeremo che qui sono stati trattati con assai diffusione i funghi, e ciò è razionale tenuto conto che fra le crittogame, essi costituiscono il gruppo forse il più importante per l’ insegna- mento, essendo molteplici e dannosissime le malattie parassitarie di piante e di animali delle quali essi son cause, e perchè ancora non poco interessano come cibo gradito e ricercato e tut- tavia assai pericoloso. Molto utili e dilettevoli riusciranno le notizie sulle piante coltivate, che formano oggetto dei capitoli XXX a XLIII e che sebbene richieste dai programmi governativi, non si trovano negli altri testi di Botanica fin ora pubblicati. Ogni descrizione di pianta è ac- compagnata da figure. Vi si trova pure una breve descrizione del Microscopio e del modo di servirsene. PENZIG O. Florae Ligustiae Synopsis. (Genova 1887. Annali Museo Civico di Storia nat. vol. XVIII. Estratto di 111 pag. in 8.") Ricordato che sebbene molte ed importanti sieno le pubblicazioni sulla Flora Ligure comparse in questi ultimi decenni, sono passati cinquanta anni da che fu stampata l'ultima opera complessiva su questa Flora dal De Notaris, spiegato il perchè egli ha creduto di modificare i confini stabiliti dal De Notaris, e fatto cenno anche della costituzione geologica e petrografica di quella regione, divide la regione stessa in 5 zone e parla della flora di ciascuna di esse, quindi da l'elenco generale delle specie, terminando con una ta- bella che riassume il numero delle specie menzionate in questa Synopsis e dà il confronto colle specie europee, italiane e con quelle enumerate nella succitata opera del De Notaris. 11 De Notaris enumerò 2288 specie per la Liguria mentre il Penzig malgrado l’ avere diminuita la circoscri- zione del terreno e l'avere escluse le specie coltivate e quelle inselvatichite, ne enumera 3166, ciò che vuol dire quasi tre quarti di quelle conosciute in tutta Italia, ed un terzo circa della Flora europea. VINCIGUERRA D. Alberto Perugia. (Genova 1897. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVIII. Estratto di 8 pag. in 8.°) È una commemorazione del dotto zoologo triestino che da vario tempo si trovava presso il Museo civico di St. nat. di Genova dove morì il 24 settembre scorso. Egli si occupò specialmente di pesci e come ittiologo fu veramente valente, ma sì distinse molto anche sui vermi. ; OLIVIER ERNEST. Lampyrides rapportèes des iles Batu par H. Raap (Ge- nova 1897. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVIII. Estratto di 2 pag. in 8.9) Le specie citate RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 17 sono tre e cioè: Luciola Doriae, L. costipennis e Diaphanes Raapi, di cui quest’ ultima è nuova e per la prima volta qui descritta. SILVESTRI FILIPPO. Descrizione di alcune nuove specie di Isopodi della fauna Mediterranea. (Genova 1897. Museo civico dì St. nat. vol. XVIII. Estratto di 4 pag. in 8.9) Quattro sono le nuove specie che vengono qui descritte sotto i nomi di: Armadilladium coeculum, Cylisticus anophtalmus, Porcellio cartaginensis, Stenoniscus carinatus. SILVESTRI dr. FILIPPO. Descrizione di un nuovo isopodo delle caverne Li- guri. (Genova. Annali Museo civ. di St nat. vol. XVIII. Estratto di 4 pag. in 8.°) È la Budde- lundiella armata. La descrizione è corredata di 10 figure, CAMERANO prof. LORENZO. Monografia dei Gordii. (Torino 1897. Memorie R. Accad. delle Scienze, Tom. XLVII. Estratto di pag. 81 con 3 tav. in 4° grande) È questo un la- voro di molto merito scientifico. L’ illustre prof. Camerano studia i Gordii da 10 anni, ed i nostri lettori conoscono molte delle pubblicazioni da lui fatte in proposito. Egli ha riunito nel museo zoo)ogico di Torino una numerosissima raccolta di questi vermi ed ha studiati pure quelli posse- duti dai principali musei e da non pochi privati. Dopo la introduzione, cita ben 195 pubblicazioni nelle quali si parla dei Gordii, quindi tratta del loro sviluppo, parassitismo, riproduzione, pecilo- gonia, progenesi, neotenia, polimorfismo. Parlando della loro posizione sistematica, propone che le specie ora conosciute vengano raggruppate in 4 generi deì quali dà i caratteri differenziali. Infine indica, descrive e dà altre notizie sulle singole specie. In 3 tavole con oltre 70 figure, riporta ac- curatissimi disegni dello strato cuticolare esterno, come quello che nella maggior parte dei casi presenta buoni caratteri per la distinzione delle specie. CAMERANO prof. LORENZO. La Zoologia allo schiudersi del secolo XX. (To- rino 1897. Tip. Paravia. 38 pag. in 8.°) Bellissimo discorso letto in occasione della solenne aper- tura degli studi della R. Università di Torino. MARTIN JACOBY. List of the phytophagus coleoptera obtained by Mr. H. Raap in the Batu Islands with descriptions of the new species. (Genova 1897. An- nali Museo civ. di St. nat. 8 pag. in 8.°) Le specie qui notate sono 33 e fra queste le seguenti nuove: Aulacophora tenuicincta, Monolepta batuensis, Batusia n. g., Raapi, Haplosonyx fulvo- plagiatus, H. batuensis. i COBELLI dr. RUGGERO. Gli imenotteri del Trentino. (Rovereto 1897. XX XII? pub- blicazione del Museo civico) Con il presente quarto fascicolo, viene ad essere completato lo studio degli imenotteri del ‘Trentino. Sono qui elencate le specie delle famiglie: Evaniadae, Cynipidae, Chalcididae, Proctotrupidae, Ichneumonidae, Braconidae. Vi si trova inoltre la lista delle specie ap- partenenti a famiglie già pubblicate e rinvenute dopo che furono editi i primi fascicoli. GROUVELLE A. Clavicornes nouveaux des Indes orientales et pays voisins. {Genova 1897. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVIII. Estratto di 58 pag. in 8.°) Le specie nuove qui per la prima volta descritte sono novantaquattro, parte delle quali appartengono anche a generi nuovi. GESTRO R. Intorno ad alcune Hispidae delle isole Batù. (Genova 1897. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVIII. Estratto di 4 pag. in 8.9) Nel fascicolo 10, anno scorso, di questa Rivista, annunziammo un’ altra pubblicazione dell’ egregio prof. Gestro, nella quale era, fra l’altro, la Enumerazione delle Hispidae di Sumatra. Appena terminata la stampa di questa me- moria egli ebbe a studiare una serie di insetti raccolti dal sig. Ugo Raap nelle isule Batù che fanno parte della catena di isole ‘allineate lungo la costa occidentale di Sumatra. L’egregio A. si mise subito a ricercare se in quel materiale vi fossero delle Hispidae e ve ne rinvenne 5 specie delle quali quattro già note ed una nuova che denomina Gonophora (Distolaca) Raapii. CANESTRINI G. Contributo alla conoscenza degli Acaroidei della Birmania. (Genova 1897. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVIII. Estratto di 6 pag. in 8.°) Citate le specie già note per la Birmania ne descrivo 12 nuove. Il materiale che conteneva questi Acaroidei fu dalla Birmania portato dal celebre viaggiatore Leonardo Fea. 18 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI { EMERY CARLO. Formiche raccolte nella Nuova Guinea dal dott. Lamberto Loria. (Genova 1897. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVIII. Estratto di 49 pag. ed 1 tav. in 8.°) Trattasi di 108 tra specie, sottospecie e varietà, delle quali 32 specie, 7 sottospecie e 10 varietà sono nuove. Una tavola con 80 figure correda il testo. EMERY C. Formiche raccolte da don Eugenio dei principi Ruspoli, durante l’ultimo suo viaggio nelle regioni dei Somali e dei Galla. (Genova 1897. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVII. Estratto di 11 pag. in 8.°) Delle trentanove specie qui studiate sono nuove: Crematogaster Rivai, C. nigriceps, Acantholepis curta, e nuove sono pure alcune sotto- specie e varietà. Sette figure trovansi intercalate nel tosto. CACCIAMALI prof. G. B. In Val d’ Avio. (Brescia 1897. Estratto dal periodico La Vita num. 11. Estr. di 6 pag. in 8.°) L’ egregio A. fece nello scorso Agosto una escursione sulla Val d'Avio o Valle dei Diavoli come la chiamano. Egli ne dà qui un cenno "ONegrERi e geologico, sofferman- dosi, in ciò che di più interessante ha incontrato. STOSSICH MICHELE. Note parassitologiche. (Trieste 1897. Boll. Società Adriatica di Sc. nat. vol. XVIIl. Estratto di 10 pag. e 2 tav.) Sono note riguardanti un buon numero di specie di vermi, fra le quali varie sono nuove e qui descritte e figurate ; havvi pure la figura di altre specie non nuove ma di cui interessano certe particolarità. STOSSICH MICHELE. Filarie e Spiroptere. (Trieste 1897. Boll. Società adriatica di Se. nat. vol, XVIII. Estratto di 162 pag. in 8.°) La competenza dell’ illustre autore, ben noto spe- cialista in questi studi, sui quali ha già fatte molte pubblicazioni che i nostri lettori conoscono, sono sufficienti per dimostrare la importanza di questo lavoro monografico. Vi sono annoverate, e scientificamente disposte, con le note caratteristiche e con la indicazione del luogo e dell’ essere che le ospitava, duegentododici specie di ilaria, ottantanove di Spzroptera, sette di Oxyspirura, un Filaroides, un Spiroxrys e sette Gongylonema. Infine è l'indice sistematico delle 489 specie ani- mali nelle quali furono trovate le Filarie, e l'indice delle specie descritte. MATTEI GIOV. ETTORE. Boschi, uccelli e rimboschimento. (Bologna 1897. Tip. Cenerelli. 28 pag. in 8.°) Queste considerazioni furono dall’ egregio A. pubblicate in occasione del Congresso forestale promosso dalla Società degli Agricoltori italiani. In esse deplorando la distru- zione dei boschi se ne additano i gravi danni; parlando del concatenamento degli esseri animali fra loro e con i vegetali, sì accennano i danni ed i vantaggi degli insetti e degli uccelli, giustamente notando che anche con la distruzione di una specie dannosa, si può recar danno all’ agricoltura; tratta quindi diffusamente del rimboschimento, dei metodi migliori per mandarlo ad effetto e del come proteggere i boschi ancora esistenti. BRANDICOURT VIRGILE. Les plantes bulbeuses. (Amiens 1897 Imp. Yvert-Tel- lier. 14 pag. in 8.0 con 7 fig) In questa letlura fatta alla Société d'horticulture de Picardie, l’egre- gio A. illustra in modo gaio e popolare la grande famiglia delle piante bulbose che sono di così svariate forme e colori, piacevoli alla vista e simpatiche anche perchè sono le prime a comparire appena la stagione si faccia anche leggermente mite. Sette figure sono intercalate nel testo. OLDFIELD THOMAS. On the mammals: collected in British New Guinea by dr. Lamberto Loria. (Genova 1897. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVIII. Estratto di 20 pag. in 8.°) È la seconda memoria pubblicata sui mammiferi portati dall’ esploratore Loria dalla Nuova Guinea. Le specie qui illustrate sono 44 e fra queste 7 nuove. In una tavola a colori è rappresentato il Pseudochirus corinnae. BARCENA MARIANO. Ensayo pràctico de repoblacion de Bosques. (Mexico 1897. Secretaria de fomento. 12 pag. 16.9) Parla del diboscamento, dei suoi danni e del rimboscamento in alcune regioni messicane. PARATORE dr. EMANUELE. Sulla presenza d’ un fascetto la pane soprannu- merario in una radice secondaria di Dolichos melanophtalmus DC. (Genova 1897. Giornale Malpighia anno XI. Estratto di 4 pag. in 8.°) In una sezione trasversa di una radice se- condaria di Dalichos melanophtalmus, tra gli elementi del libro secondario, l’ egregio A. ha tro- Î > RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 19 vato intercalato un fascetto legnoso. L'A. ha pensato di illustrare questo caso ritenendolo unico nella storia delle anomalie di struttura delle radici. Lo studio è stato compiuto presso l'Orto botanico di Messina. JORDAN dr. K. Anthribidae form the Islands of Engano Mentawei and Su- matra, collected by dr. E. Modigliani. (Genova 1897. Annali Museo civico di St. nat. vol. XVIII. Estratto di 21 pag. in 8.") Trattasi di 61 fra specie e subspecie; ve ne sono delle molto interessanti e parecchie specie nuove descritte con formule latine. PREDA A. Catalogue des Algues marines de Livourne. (Gèneve 1897. Bulletin de l’Herbier Boissier n. ll. Estratto di 36 pag. ed una tav. in 8.") Dopo varie considerazioni ge- neriche e data una idea delle 5 zone adottate per far meglio comprendere la bathometria del mare livornese, enumera 132 specie di alghe positivamente raccolte in quelle acque, e di ciascuna di esse dà la sinonimia e varie notizie PREDA dr. A. Recherches sur les sac embryonnaire de quelques narcissées. {Geneve 1897. Bulletin de l’Herb. Boissier n. 1]. Estratto di 6 pag. in 8.‘) L’egregio A. ha intraprese delle ricerche speciali sul sacco embrionale, e sul suo sviluppo, nelle buone specie e nelle forme di narcisi che vengono considerate come ibride. Nella presente memoria riferisce i resultati di questi suoi studi. BIBLIOGRAFIA BOTANICA. La libreria J. B. Bailliére et fils, 19 rue Hautefeuille a Paris, ha cominciata la pubblicazione di una bibliografia botanica, che uscirà in 5 fascicoli mensili di 32 pagine a 2 colonne. Conterrà l’annunzio dettagliato, la data di pubblicazione, il nu- mero delle pagine, e un rendiconto o un estratto dell'indice delle opere più importanti, di circa dieci mila volumi e fascicoli francesi e stranieri, antichi e moderni, con i prezzi di vendita. Il primo fascicolo che comprende gli autori dalla lettera A a C, viene inviato gratis a tutti i lettori di questa Rivista che ne faranno richiesta alla suddetta libreria Baillière. Tutti e 5 i fascicoli saranno regolarmente inviati a coloro che manderanno 50 centesimi in francobolli italiani o esteri, per le spese postali. BROGI. BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’unico che sì stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L’amminisirazione s’ incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda cent. 30 per la francatura della corrispondenza, per le altre basta scrivere in cartolina doppia. EMISE Pubblicazioni del 1896 461 Arcangeli G. Sopra due fossili di Jano. (Ibidem, n. 3, pag. 65-79). 462 Arcangeli G. Sul Narcissus papyraceus, sul N. Barlae e sul N. albulus. (Ibidem, p. 78). 463 Arcangeli G. La flora del Rotliegenden 460 Abbado M. Mostruosità in fiori di Pae- | di Oppenau e le formazioni di S. Lorenzo del onia Moutan Sims. (Firenze. Boll. Soc. bot. | Monte Pisano. (Ibidem, n. 4). ital.5 n. 6, pag. 125-28). 464 Arcangeli G. Sull’ allungamento degli (continuazione) Botanica - Paleofitologia - Agricoltura 20 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI organi nelle piante acquatiche. (Ibidem, n. 5, e seg.) 465 Arcangeli G. L'importanza del sonno nelle piante, secondo il prof, E. Stohl. (Ibidem, n. 7, pag. 150-52) 466 Arcangeli G. Sopra vari funghi ed un alga raccolti dal padre Giraldi nella Cina. (Ibi- dem, n. 7, pag. 183-90). 467 Arcangeli G. Parole pronunziate al- l'inaugurazione del Congresso botanico di Pisa dal Presidente della Società botanica italiana. (Ibidem, n. 8, pag. 203-209). 468 Arcangeli G. Sul rossore della vite. (Ibidem, n. 8, pag. 240-46). 469 Arcangeli G. Sulla struttura e sulla disseminazione dei semi del Pancratium Ma- ritimum. (Ibidem, n. 8, pag. 278-80). 170 Arcangeli G. La comunicazione preli- minare sopra la cellula del canale, nella Cycas revoluta del Prof. S. Keno di Tokio. (Ibidem, n. 9, pag. 306-308). 471 Arcangeli G. Sull’arum italicum Mill. (Ibidem, n. 9, pag. 321-24). 472 Arina prof. G. L’innesto delle viti ame- ricane nella lotta contro la filossera. (Padova. Tip. Penada. 48 pag. e 4 tav. L. 1,50). 473 B. Influenza della qualità del suolo sul- l'accrescimento del gelso, (Casal Monferrato. Il Bacologo ital., n. 11, pag. 81-83) 474 Baccarini P. e Scalici G. Appunti per la conoscenza di due acarocecidi. (Firenze Giorn. bot. ital., n. 1, pag. 68-80). 475 Ballerini C. Del gelso. Norme principali per la moltiplicazione e coltivazione. (Milano. Il Corriere agr. comm , n. 75 e seg.) 476 Ballerini C. Della vite. La moltiplica- zione per talea e propaggine, ed il decadimento delle viti europee. (Ibidem, n. 87, pag. 194). 477 Ballerini C. Coltivazione del giacinto. (Ibidem, n. 112, pag. 494). 478 Baroni dr. E. et Christ dott. H. Fi- lices Plantaeque filicibus affines in Shen-si sep- tentrionali. Prov. Imperii sinensis a Rev. Patre Joseppo Giraldi collectae. (Firenze. Nuovo giorn. bot. ital., n. l, pag. 86-102). 479 Baroni E. Illustrazione di un orto secco del Principe della Cattolica, da questi donato a Pier Antonio Micheli 1733. (Ibi- dem, n, 4, pag. 439-72). 480 Baroni E. Considerazioni sul Liltum nell’anno chinense Bar. e il L. Biondii Bar. proc. verb. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital., n. 1, pag. 33). 481 Baroni E. Nuove stazioni cinesi di Thladiantha nudiftora Homsl. proc. verb. (Ibi- dem, n. 3, pag. 78). 482 Baroni E. Presentazione di alcune felci cinesi riconosciute per nuove dal dr. H. Christ di Basilea. (Ibidem, n. 6, pag. 141). 483 Baroni E. Osservazioni sulla fioritura del Lilium chinense Bar. e del L. Biondii Bar. (Ibidem, n. 7, pag. 183). 484 Baroni E. Gigliacee nuove della Cina. (Ibidem, n. 8, proc. verb.) 485 Baroni E. Sopra una composta cinese spettante probabilmente ad un genere nuovo. (Ibidem, proc. verb.) 486 Belli S. Rosa Zundezilli Besser nuova per la flora italiana. (Ibidem, pag. 73-75) 487 Benassi P. Piante ed insetti fossili di Re in Val Vigezzo. (Bologna. Riv. ital. di Pa- leontologia, fase. VI, pag. 313-320). 488 Bergonzini C. Alcune osservazioni sul fungo della Tricomicosi nodosa. (Modena. Atti Soc. nat., fasc. 2, pag. 1, con l tav.) 489 Berlese A. N. Saccharomyces e Dema- tium (Padova. Boll. di entom. agr. e pat. veg. n.3 e seg.) 490 Bisogni dott. C. Contributo alla flora d’ Hipponium. (Siena. Riv. ital. di Sc. nat., n, 6 e seg.) 491 Bolzon P. Contributo alla flora veneta. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital., n. 6, p. 128-395). 492 Bolzon P. Contribuzione alla flora ve- neta. (Ibidem, n. 7, pag. 171-77). 493 Bonansea S. Botanica applicata al- l'agricoltura. (Milano. Il Corr. agr. comm., n. 83 e seg.) 496 Bonansea S. Botanica crittogamica ap- plicata all’agricoltura. (Milano. Il Movim. agr., n. 13 e seg.) 497 Bonansea S. Le Orchidee. (Torino. Gazz. delle campagne, n. l, pag. 3-4). 498 Bonansea S. Floricultura. Begoniacee e Caryophylleae. (Ibidem, n. 10, pag. 76-79). 499 Bonansea S. Floricultura. (Ibidem, n. 21, pag. 1659-66). 500 Bonansea S. Felci da serra. (Ibidem, n. 23 e seg.) 501 Borghi E. Erbario scolastico secondo il metodo naturale di De Candolle, (Assisi. Tip. del Collegio P, di Napoli. 56 pag. in-8). RIVISTA ITALIANA DI 502 Borzì A. Un tipo anemofilo delle Epa- cridacee. (Palermo. Nat. sicil., n. 1, 2 e 3, pag. 60-66). i 003 Borzi A. Contribuzioni alla conoscenza dei fenomeni di sensibilità delle piante. (Ibidem, n: 8-12, pag. 168-90). 504 Bresadola G. Alcuni funghi della So- malia'e della Colonia Eritrea. (Roma. Ann. del R. Ist bot., fasc. 2, pag. 177-80). 505 Briosi G. e Cavari F. I funoghi pa- rassiti delle piante coltivate od utili. (Pavia. ln | corso di stampa). 506 Brizi N. Saggio monografico del genere Rhynchostegium. (Genova. Malpighia, fase. V-VII pag. 227). 507 Brizi N. Una nuova malattia (Antracnosi) del mandorlo. (Firenze. Riv. Paleont. veget., vol. IV, n. 7-12). 508 Bonamici F. Discorso pronunziato al- l'inaugurazione del Congresso botanico di Pisa dal Rettore della R. Universtià. (Firenze. Bull. della Soc. bot. ital., n. 8, pag. 201-205. 509 Buscalioni L. Il Saccharomyces gut- tatus Roh. (Genova. Malpighia, p. 287, tav. VII). 610 Calvi A. Piccolo vocabolario di botanica e frutticoltura. (Codogno) A. G. Cairo. Pag. 130. IR): 511 Caruel T. Della dottrina della eutimor- fosi. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital., n. 4). 512 Casella C. A. Liquirizia (Catania. L’A- gric. calabro-siculo, n. 2, pag. 26-29). 013 Castaldi dr. G. Le Gigliacee coltivate negli orti di Napoli. (Soligo (Treviso). Progresso agr., n. 6, pag. 45-46). 014 Cattoi A. M. Delle erbe che sì riscon- trano nei prati della Lombardia. (Milano. Gazz. agricola, n. 35, pag. 141-42). 515 Cavazza D. La Persicaria gigante. (Ca- tania. L’ Agric. calabro-siculo, n. 8, p. 140-41). 516 Cesarini Sforza L. Nomenclatura agra- ria. (Trento Rovereto. L’Agricol., n. 10 e seg.) 517 Chiovenda E. Graminacee dell’ Harrar e dei Somali raccolte dall’ ing. L. Rabecchi Bri- chetti. (Roma. Annuario del R. Ist. bot., fasc. 2, pag. 161-76, tav. IX-XXI). 518 Cobelli dr. R. La fioritura della Cima di Monte Maggio nel Luglio 1895. (Rovereto. ‘XIX Annuario Alpinisti Tridentini. pag. 259-63). 319 Cobelli dott. R. La fiorula di Serrada (Rovereto. Pubb. del Civico Museo. Pag. 36 in-8). SCIENZE NATURALI 21 920 Cocconi G. Un pizzico di funghi nuovi. (Bologna. Rend. delle Sessioni della R. Accad. delle Sc. dell’ Istituto, anno 1895-96, p. 76-77). 021 Comes prof. O. La lotta contro la pe- ronospora. (Napoli. Riv. agraria, n. 16, pag. 1). 522 Comes O. Sulla sistemazione botanica delle specie e delle razze del genere Nicotiana. (Napoli. Atti del R. Ist. d'Incoragg. di Napoli, serie IV, vol. 8 in-8). 523 Cortesi F. e Senni L. Contributo alla flora ruderale di Roma. (Firenze, Boll. Soc. bot. ital., n. 5, pag. 98-102). 524 Corti dr. B. Appunti diatomologici sopra alcuni laghi del Trentino. (Rovereto. XIX An- nuario Soc. Alpinisti Tridentini. Pag. 16). 525 Corti B. Ricerche micropaleontologiche sul villafranchiano della collina di Castenedolo. (Brescia. Comm. Ateneo, pag. 11). 926 Cuboni G. e Brizi U. La fersa del gelso. Ricerche sulla natura della malattia e sul modo di combatterla. (Roma. Boll. di notizie agr. n. 14. 20 pag. in-8). 527 Cuboni prof G. Notizie sulle malattie delle piante coltivate. (Ibidem, n. 40, p. 487-500). 928 Del Guercio G. Di una speciale alte- razione della corteccia della Quercie e della lar- va minatrice che la produce. (Firenze. Giorn. bot. ital., n. 1, pag. 62-67). 29 Delpino F. Applicazione di nuovi cri- téri per la classificazione delle piante. Memoria sesta. (Bologna. Rend. delle Sessioni della R. Accad. delle Sc, dell’]stitnto, anno 1895-96, pag. 63-65). 530 Delpino F. Studi fillotassici. (Genova. Malpighia, anno IX, pag. 185-203). 531 De Toni G. B. Pugillo di alghe au- straliane raccolte all’ Isola di Flinders. (Firenze, Bull. Soc. bot. ital., n. 8, pag. 224-31). 532 De Toni G. B. Note sulla flora friulana. (Udine. Atti Accad. di Udine, sez. II, vol. XI). 533 È. D. W. Application du calcul des pro- babilités à l’étude d’un type végétal. (Siena. Boll. nat., n. ll, pag. 139-40). 534 E. G. Come vivono le piante. (Torino. Gazz delle campagne, anno XXVI, n. 1, pag. 4- 5, con fig.) 535 Farneti R. Ricerche di briologia pale- ontologica nelle torbe del sottosuolo pavese ap- partenenti al periodo glaciale. (Pavia. Atti ]st. bot. Univ., vol. V. 12 pagine con tav.) 22 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 536 Fenizia prof. C. Le papille cerifere del Caladium -violaceum. (Siena. Boll. nat., n. 9, pag. 105-106). 537 Feroci A. Discorso letto in Pisa nella solenne inaugurazione di una lapide per ricor- dare la fondazione dell'Orto botanico Pisano. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital , n. 8, p. 281-90). 538 Ferrari P. La peronospora nell’anno 1895. (Firenze. Giorn. di agr. e comm. della To- scana, n. 9. Est. di 12 p. e 4 grandi quadri in-8). 539 Fiori A. Paleotulipe, Neatulipe e Mello- tulipe. (Genova. Malpighia, anno IX, fasc. XI- XII, pag. 534). 540 Fiori A. Sopra alcuni Amaranti natu- ralizzati in Italia e sulla presenza dell’Azolla ca- roliniana in frutto presso Chioggia. (Ibidem, fase. X]}-XII, pag. 5051-55). 541 Fondelli ing. agr. V. La cultura del castagno e della querce, (Siena. Boll. Comizio agr., n. 7 e seg.) 542 G. L. Una nuova rosa. (Siena. Boll. nat. n. 2, pag. 22-23). 543 G. P. R. dr. Le piante che uccidono. (Milano. Il Medico di casa, n. 37, pag. 3-4). 044 Gabelli L. Diagnosi delle fucoidi e delle fillidi e sulle anomalie foliari in rapporto con la diagnosi delle filliti. (Bologna. Riv. ital. di Paleont., fasc. 2, pag. 88-95). 045 Gasperini dott. G. Nuove ricerche sull’Actinomicosi sperimentale. (Pisa. Atti Soc. Tose. Se. nat., Proc. verb., vol. X, p. 144-49). 546 Gasperini G. Sulla funzione cromogena e sul pigmento di alcuni micromiceti. (Pisa. Da pubblicarsi nelle mem. della Soc. Tose. di Sc. nat.) 547 Gelmi E. Aggiunte alla flora Trentina. (Rovereto. Atti dell’I. R. Accad. di Sc., lett. ed 227-398). 548 GiglE. Pani idacea e somalensens a DD. IL. Rabecchi Brichetti e dr. Riva in Harrar et Somalia lectae. (Roma. Annuario del R. Istit. bot., fasc. 2, pag. 88-96) 549 Gigl E. Thymelaeaceae somalenses a DD. L. Rabecchi-Brichetti et dr. lecti. (Ibidem, pag. 97-99). 550 Goiran A. Lychnis alba Mill. var. ste- nopelata proc. verb. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital. n. l, pag. 13-14). 551 Goiran A. Due nuove stazioni veronesi arti degli agiati, Riva in Somalia per Diospyros Lotus L. e Spiraea sorbifolia L. (Ibidem, n. 2, pag 50-51). 002 Goiran A. Le specie e forme veronesi del genere Oxafis ; comparsa di Owalis violacea L. nella città di Verona. (Ibidem n. 5, p. 95-98). 593 Goiran A. Addenda et emendanda in Veronensi. (Ibidem, n. 8, pag. 246-351). 554 Goiran A. Najadaceae Veronenses. (Ibi- dem, n. 8, pag. 251-53). 595 Goiran A. Seconda contribuzione alla flora Atesina a proposito di due specie nuove pel Veronese. Due forme di Adiantum Capillus Ve- neris L. (Ibidem, n. 8, pag. 254-55). 556 Gribodo G. Sopra una nuova e perico- losa infezione della quercia. (Padova. Boll. ent. agr. e patol. veget., n. 9, pag. 135-38). 597 Grilli C. Muscinae in regione Picena lectae. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital., n. 7, pag. 158-66). 598 Grilli C. Intorno all'opera (Les Lichens des environs de Paris) par W. Nylander e cenno di altri lavori di Lichenografla. (Ibidem, n. 9, pag. 308-311). 099 Grilli C. Lichenes in regione picena e finitimis lecti. (Firenze. Giorn. bot. ital., n. 1, pag. 04-61). 560 Guicciardini conte F. Un bosco ce- duo in Toscana. Notizie di cultura forestale. (Fi- renze. Giorn. di agric. e comm. della ’l'osc., n. 6, pag. 93-100). 561 Hennings P. Funghi somalensis in ex- pedictione Raspoliana a dr. Dom Riva lecti. (Roma. Ann. del R. Ist. bot., fasc. 2, p. 84-85). 562 Iatta A. Le nuove dottrine biologiche del Prof. A. Minks e la Simbiosi algo-micelica nei Licheni. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 8, pag. 255-061 e seg.) 563 Iatta A. Presentazione di un manoscritto sopra una Sylloge dei Licheni italiani. (Ibidem, n. 8, pag. 260). 564 Kindberg N. C. et Roell J. Excur- sion bryologiques faite en Suisse et en Italie l’an 1895. (Ibidem, n. 1, pag. 14-22). 565 Kruch O. Le conifere della flora italia- na. Studio di Anatomia sistematica. (Roma. Ann. del R. Ist. bot. , fasc. 2, p. 100-154, tav. VI-VII). 566 Lanza D. Note sulla flora sicula. (Pa- lermo. Nat Sicil., n. 8 a 12, pag. 162-67). 567 Lenticchia A. Contribuzioni alla flora della Svizzera italiana. (Firenze. Nuovo giorn. bot. ital., n. 1, pag. 130-64). 068 Lenticchia A. Variazioni ol RIVISTA ITALIANA DI di vegetali spontanei e coltivati. (Ibidem, n. 3, pag. 3168-24). 069 Lindau G. Acanthaceae somalenses a DD. L. Brichetti Rabecchi et dr. Riva in Harrar et Somalia lectae. (Roma. Ann. R. Ist. bot. , fasc. 2, pag. 67-83), 270 Longo B. Contributo allo studio della mucillaggine delle Cactee. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital., n. 2, pag. 51-52). 571 Lorenzi A. Adriano Fiori Paoletti. Iconographia florae italicae (flora ita- liana illustrata e flora analitica d’Italia) (Padova). 072 Macchiati L. A proposito della Sym- ploca muralis Kiitzing, specie nuova per la flora algologica italiana. (Ibidem, pag. 61-64). 573 Magnus P. Una parola di rettifica. (Ibi- dem, n. 4). 574 Martelli U. Notule botaniche. (Ibidem, n. 7, pag. 152-598). 575 Martelli U. Nuova località toscana della Echinaria capitata Drof. (lbidem, n. 8, p. 194. 576 Martelli U. Osservazioni intorno ad al- cuni Gladioli. (lbidem, n. 8, pag. 220-24). 577 Martelli U. Centaurea ferulacea n. sp. Sectio Falolesis. (Firenze. Nuovo Giorn. bot. ital. n. 3, pag. 370-7]). 078 Martelli U. Aponegeton Loriae n. sp. (Ibidem, n. 4, pag. 472-73, con tav. VIII). 579 Martelli U. Monocotiledones sardoae sive ad fioram Gasephi Hyacinthi Moris continuatio. (Firenze, fase. 1). 580 Martini S. Delle varietà di gelsi. (Ca- sal Monferrato. Bacol. ital., n. 44, p. 345-47 581 Martini S.- Potatura verde della vite. (Padova. Boll. entom. agr. n. 6, pag. 83-88). 582 Massalongo C. Sul dimorfismo di na- tura parassitaria dei fiori di Convolvulus ar- vensîs L. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital., n, 1, pag. 11-13). ; 583 Massalongo C. Sopra alcune milbogalle nuove per la flora d’Italia. Terza comunicazione. (Ibidem n. 2, pag. 52-61). 584 Massalongo C. A proposito dei fiori di Valeriana tripteris L. (Ibidem, n. 3, p. 75-77. 5859 Massalongo €. Intorno alla galla di Pemphigus utricularius Pass. (Ibidem, n. pag. 105-107). 586 Massalongo C. Sopra le foglie di Ne- rium Oleander L. deformato dall’ Aspidiatus Nerti Bouché. (Ibidem n. 6, pag. 120-23). e Giulio Di 9 SCIENZE NATURALI 23 587 Massalongo C. Novità della flora brio- logica del Veronese. (Ibidem n. 8, pag. 209-211). 588 Massalongo C. Sulla scoperta in ltalia della Thecaphora affinis Schneid. (Ibidem n. 8, pag. 211-213). 689 Massalongo ©. Sui fiori mostruosì di Jasminum Grandiflorum L., a corolla non de- cidua. (Ibidem, pag. 297-98). 590 Massalongo C. Di una nuova specie di Peronospora per la flora italica. (Ibidem, pag. 298-99). 591 Massalongo C. Nuova miscellanea te- ratologica. (Firenze. Nuovo giorn. bot. ital., vol. III, n. 2, pag, 256-69). 592 Massalongo C. Le specie italiane del genere Funghermania. (Bologna. Atti Soc. ve- neto-trentina di Sc. nat , vol. II, fasc, 2, pag. 370-418). 593 Mattirolo O. Che cosa sia il Choiromy- ces meandriformis Sardous di Gennari e Del Mataris pubblicato nell’ erbario crittogamico ita- liano n. 185 (1185) anno 1864. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital., n. 5, pag. 102-105). 594 Mattirolo O. Sulla TzMlettia controversa Kihn., raccolta in Albania dal dr. A. Baldacci. (Ibidem, pag. 107-109). 595 Mattirolo O. La Delastria rosea Tul. in Italia. (Ibidem, n. 7, pag. 177-80). 596 Micheletti L. Flora di Calabria. Seconda contribuzione. (Fanerogame 1.8 centuria). (1bi- dem, n. l, pag. 22-33). 597 Micheletti L. Flora di Calabria. Terza contribuzione. (Fanerogame 2. centuria). (Ibi- dem, pag. 109-116). 598 Micheletti L. Flora di Calabria. Quarta contribuzione. (Fanerogame 3.3 centuria). (Ibi- dem, n. 6, pag. 141-48). 599 Micheletti L. Flora di Calabria Quinta contribuzione. (Fanerogame 4. centuria). (Ibidem, n. 8, pag. 231-38). 600 Micheletti A. M. Elementi di botanica descrittiva e comparata ad uso delle scuole se- condarie. (Torino. Ermanno Loescher, Parte 1.2 per la classe 4.2 ginnasiale, pag. 80, prezzo L. 3,60 con 56 inc. nel testo). 601 Migliorato E. Elenco di anomalie ve- getali. (Firenze. Boll. Soc. bot..ital., n. 7, pag. 166-68). È 602 Migliorato E. Osservazioni relative alla flora napoletana. (Ibidem, pag. 168-71). 24 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 603 Migliorato E. Brevi osservazioni sulla natura assile delle spine delle Auranziacee. (Fi- renze. Nuovo giorn. bot. ital. , n. 4, pag. 436-39). 604 Mingioli E. La saggina ed i suoi usi. (Milano. Gazz. agricola, n. 5, pag. 18). 605 Montanari M. A proposito della ditfi- coltà di germinazione del seme di Sulla. (Pa- lermo. Giorn. di Zootecnia e Caseificio, n. 19, pag. 361-65). 606 Montemartini L. Intorno all’ anatomia e fisiologia del tessuto assimilatore delle piante. (Pavia. Atti R. Ist. bot. dell’ Univ. di. Pavia, ser. II, vol. IV). 607 Moretti Foggia A. Florula delle piante vascolari del Bosco Fontana nei dintorni di Man- tova. (Modena. Atti Soe. nat., vol. XIV, fase. l, pag. 47). 608 Mori A. Potentille del Modenese. (Ibi- dem, vol. XIX, fasc. 1). 609 Mori A. Intorno alla Primula varia- bilis Gemp. (Ibidem). 610 Morini F. Contributo all’ anatomia del caule e della foglia delle casuarinee, Casuarine gimnostome. (Bologna. Mem. Accad. Sc. dell’Ist. ser. V, tomo V). 611 Morini F. Studi sulla filogenesi della lisnificazione delle Angiosperme. (Bologna. Rend. delle Sessioni della R. Accad. delle Sc. dell’Ist., anno 1895-96, pag. 69-71). 612 Miller K. Prodromus Bryologiae Boli- vianae. (Firenze. Nuovo giorn. bot. ital., n. 1, pag. 5-50 e seg.) 613 Miiller C. Bryologia provinciae Schen-si sinensis. (Ibidem, pag. 89-129). 614 Miiller C. H. Musci nonnulli novi Gui- nae anglicae prope Georgetown ad Cataractas « Marschall falls » fluvii Mazarumi a cl. J Quelch collecti. (Ibidem, fasce. XI-XII, pag. 512-20). 615 Nicotra L. L'impiego del catetometro nella fisiologia vegetale, (Genova. Malpighia, fase V-XII, pag. 224). 616 Nicotra L. Ultime note sopra alcune piante della Sardegna. (Ibidem, pag. 384). 617 Nicotra L. Addenda ad floram italicum. (Ibidem, pag. 3561-66). 618 Nicotra L. Dai miei studi sulla lette- ratura dell’ autobiologia. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital, n. 8, pag. 299-304). 619 Nicotra L. Elementi statistici della flora siciliana. (Firenze. Nuovo giorn. bot. ital. , n. 3, pag. 271-318). 620 Palumbo A. Note di zoologia e botanica sulla plaga selinuntina. (Palermo. Nat. sicil., n. 4 e seg.) 62! Paolucci L. Nuovi materiali e ricerche critiche sulle piante fossili dei gessi di Ancona. (Ancona. Edit. Morelli. Pag. 158 in 4 e 24 tav. in lit. con 188 fig) 622 Pasquale F. L' Elodea canadensis Rich. nelle provincie meridionali d’ Italia. (Firenze. Bull. Soc. bot. ital., n. 1, pag. 5-6). 623 Peola P. Flora fossile dell’ Astigiano: (Bologna. Riv. ital. di Paleont., fase. III, pag. 139-158). i 24 Peola P. Florule plioceniche del Pie- monte. (Ibidem, pag. 264-78). 625 Peglion V. Una nuova malattia della Canape (Bacteriosi dello stelo). (Genova. Mal- pighia, fase. XI-XIII, pag. 556-60). 626 Perosino dott. G. La malattia del ca- stagno detta mal dell'inchiostro. (Torino. Gazz. delle campagne, n. 33, pag. 257-58). 627 Piazza C. Coltivazione ed usi dello zaf- ferano. (Siena. Boll nat., n. 11, pag. 137-38). 628 Pinolini dott. D. Gli insetti dannosi alla vite. (Novara. Tip. Novarese. L. 2). 629 Pirotta R. Annuario del R. Istituto bo- tanico di Roma. (Milano. Ulrico Hoeplì edit. Pag. 1-180, con 21 tav.) 630 Pirotta R. Prima aggiunta alla florula dello Scioa e dell’ Harrar. (Roma. Ann. del R. Ist. bot. , fasc. 2, pag. 155-60). 631 Pizzigoni A. Cancrena secca ed umida delle patate. (Firenze. Giorn. bot. ital., n. 1, pag. 50-53). 632 Platania d’Antoni R. La potatura degli agrumi. (Milano. Movim. agr. , n. 16 e seg.) 633 Porta P. Ad ea quae in Supplemento Prodromi florae Hispanicae a domino Mauritio Wilkomm pubblicata fuit anno 1893. Appendix seu pancarum specierum novarum nel minus cogniturum ex excursionibus in Hispania su- sceptis non commemoratarum expositio. (Rove- reto. Atti dell’ I. R. Accad. di Sc., lett. ed arti, degli Agiati, pag. 212-16). (continua) Siena, Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri 5, BROGI, Direttore responsabile eg el LABORATORIO: ZOOLOGICO-Z0OTOMICO-TASSIDERMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali sneafi 1yfojereo sHesb nuass09 122044 Fornitore di molti musei e gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ece. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto 1° occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare oggetti di storia natorale, Sono sempre pronte collezioni per l'insegnamento, secondo i programmi governativi Piazza del Carmine, SIENA (Italia) Stabile proprio. COLLEZIONI PER L'INSEGNAMENTO DELLA STORIA NATURALE SECONDO I PROGRAMMI GOVERNATIVI «versi ___ 100 esemplari di Zoologia, Zootomia, Botanica, Mineralogia, Geologia, Paleontologia per L. 35 — 450 esemplari idem idem, L. 170 — 600 esemplari idem idem, L. 270 — 1000 esemplari idem idem, L. 600 — 1800 esemplari idem idem, L. 1200. Tutti gli oggetti sono accuratamente studiati e classati, seguendo gli autori più moderni ed accreditati. Per i Sigg. professori e dilettanti, che non desiderano fare acquisto di intiere collezioni, o che posseggono già esemplari di Storia naturale, diamo quì l’ elenco ed i prezzi di parecchie prepara- zioni, onde possano scegliere ciò che loro occorre, avvertendo che esistono nel nostro gabinetto molti altri oggetti e preparazioni, e se ne eseguiscono di ogni genere dietro richiesta. Si inviano note e cataloghi speciali a coloro che desiderano acquistare parecchie specie di una data classe. MAMMIFERI Preparazioni zoologiche (Animali imbalsamati) Scimmie: Cercopithecus, Cynocephalus, Cebus, Hapale, Macacus, Semnopithecus da L. 20 a 100 - Proscimmie : Lemur, Indris, Propîthecus, da L. 40 a 100 -- Pipistrelli: Rhinolophus, Plecotus. Ve- spertilio, Vesperugo, Vesperus da L. 4 a 10 - Riccio (Erinaceus) da L. 5 a 12 - Toporagni (Sorex) L. 8 (L) L. 2 - Talpe da L.5 a 8 - Tasso (M. taxus) da L. 30 a 40 - Martora (M. abietum) da L. 30 a 40 - Faina (M. foina) da L. 25 a 30 - Puzzola (P. communis) da L. 10 a 25 - Donnola (P. vulgaris) da L. 5 a 12 - Lontra (Lutra) da L. 30 a 50 - Cane (Canis) da L. 15 a 50 - Volpe (Vulpes)*da L. 15 a 35 - Gatto (F. catus) da L. 20 a 30 - Scojattolo (Scirus) da L. 8 a 12 -jMarmotta (A. marmotta) da L. 25 a 40 - Ghiro (M. glis) da L.5a8- Moscardino (M. avellanarius) da L. 5 a 6 - Topo delle chiaviche (M. decumanus) da L. 4 a 6 - Topolino di casa (M. musculus) da L. 3 a 4 - Topo d’ acqua (Arvicola) da L. 8 a 12 - Istrice (Hystrix) da L. 30 a 45 - Porcellini d’ India (Cavia) da L. 4 a 10 - Lepre (L. timidus) da L. 25 a 30 - Coniglio (L. cuniculus) da L. 10 a 30 - Armadillo (Dasypus) da L. 40 a 50 - | Didelfi (Didelpys) L. 45 - Canguri (Macropus) da L. 80 a 150 - Daino (C. dama) da L. 70 a 100 - Capriolo (C. capreolus) da L. 50 a 80 - Camoscio (A. rupicapra) da L. 60 a 100 - Gaz- zella (A. dorcas) L. 80 a 100 - Capra da L. 25 a 70 - Pecora (Ovis) da L. 25 a 70 - Cin- ghiale e Majale (Sus) da L. 50 a 120 - Foca (Phoca) da L. 50 a 100 - Ornitorinco (Hor- nythorinchus) L. 70 a 80 - Echinna (Echidna) L, 110 - Delfino (Delphinus) da L, 100 a 250. Esemplari per la nomenclatura della livrea, lana, setole, peli, spine, zoccoli, unghie ecc. 10 esemolari L. 2. ir Sha uit, pe AI P> 7%: e ps Varietà e Mostru bea Dai POTE: %) | pendii Collezione compo santa. gag i artenenti' dî seguenti Jratadi Q manò ‘— l Chi di ditori - 1 Ruminante L. 1950. | Preparazioni anatomiche e zootomiche . . IIRrS Scheletri completi montati: Homo da L:50.a 150 - Quadrumana L. 5 a 50 - Ohis L:5 a 10 - Insettivora L. 8 a 20 - Carnivora L. 10 a 100 - Rodentia L. 10 a 50 ICT 50 a 150 - Solidungula .L. 300 - Ruminantia L. 40 a 100. - Pachidermata L. 100 a 200 - Pinni- pedia L. 50 a 100 - Cetacea L. 50 a 200. Si cedono anche separatamente ‘le diverse ossa componenti lo COC tanto scott che ri : legate, 0 sistemate in appostti quadri, FL i Crani: Uomo L. 2,50 a 10 - Scimmie L. 5 a 10 - Proscimie Ta 5. a. 25 - Pipistrellì, “Risi” e Talpa L. 2 a 3 - Tasso L. 5 a 6 - Martora L. 6 a 12 - Faina L. 5 1,10,-Ponnala:k: Pa 47 fi e Puzzola L. 3 a 6 - Lontra L/8' a 10% Cane L. 3 a 10 - Volpe L. 3 a 6 - Gatto L. 8a 5- Sco- vabiolo L. 3 - Ghiro e Topi L: 2 a 3-+ Istrice L. 5 a 10- Cavia, Lepre e Conigli L. 2 a 4 - Cervo L. 25 a 30 - Daino L. 10 a;20 = Capriolo L.10 - Capra velPetora'L. 6 a 12- Bove L. 20.2 40- Cioghiale L. 10. a 25 - Cavallo ed Asino L. 15 a 30 - Foca L..5 a 20- Delfino L. 20.4 50 - ecc. Cranì segati e con ossa separate, collezione di denti ecc. - Integumenti: Cate con iniezioni, da L. 2 a 10. Lioni ASSE 3 nato Sistema muscolare: Preparazioni da L. 5 a 50, 1 | ; SISTEMA NERVOSO. — Cervelli dei diversi ordini di iaia Preparati a secco da L. 10 a 25; conservati in liquidi da L. 2 a 10. i SISTEMA DIGERENTE. — Tubi digerenti: Homo L, 25 a 50+ fiera Aes: RE a 20 - Chiroptera e Insettivora L. 5 - Carnivora, Canis, Catus, Mus tela, Putorius, Vulpes, L. 5 a I a ]0, Lupus L. 10 - Rodentia, Cavia, Mus, L. 5; Lepus, RATA Scirus, L. 5 a 10 - sti i sueed Ovis, Capra, (stomaco) L. 15 a 35% eta Stomachiî e parti separate. A SISTEMA CIRCOLATORIO. -— Cuori iniettati in cera ‘a diversi colori, delle ‘ diversi ‘classi di mammiferi da L. 10 a 50. Conservati in liquidi da .L. 2a 10. Capillari sanguigni, preparazioni da L. 5 a 10, Polmone con arterie, vene, e vasi bronchiali, ‘iniettati a diversi (colori Li 10 a'50)° SISTEMA PORRE — Laringe, trachea e vasi bronchiali, délle suddetti giassi, da L.37a 15. Polmoni iniettati in cera idem da L. 10 a 50. Sezioni di polmoni per mostrate le cellule polmonali da L. 2 a 3. Apparati respiratori conservati in liquidi da L. 2 a 10. Organi della generazione e secrecazione dell’ orina. Apparato genito urinario, delle suddette classi di mammiferi L. 5 a 25 - I medesimi conservati in liquidi da L. 2 a 10 — - Ves- vi ; siche orinarie da L. 1 a 3. COS "a Des Collezione composta di 2 scheletri 5 crani, un apparato serena uno stomaco di Rue: minante, ed un apparato respiratorio L. 100. MODELLI IN PLASTICA 7 Lari OVE Pa costruiti in sostanza solidissima non facile.a scheggiarsi e ben coloriti al. maturale. i Vide. L’ UOMO PLASTICO. Modello, completamente scomponibile, dell’ intiero corpo di un Nonio Mal 4 et tato su elegante piedistallo. Altezza m. 1-10, L.. 250, 00. A LS AIA TORSO DI UGMO AL NATURALE tutto scomponibile, L. 110; 00. ) Mean È Ve a < CERVELLO.UMANO scomponibile in 11 parti, L. 30,00 - in 4 parti L. 20,00. cit se Pi: OCCHIO UMANO, scomponibile, ingrandito © volte, L. 25,00. + i 4 ORECCHIO UMANO, scomponibile, ingrandito 5 volte L.;30;00 - non scomponibile! Tai 16,00, ka LARINGE, LINGUA, PARTE DELLA. BOCCA, ECC. di uomo, Rag accorgi L. 32, 00.0) DLL CUORE UMANO, scomponibile; L. 16,00. i io re SE APPARATO DIGERENTE UMANO, completo. Oltre l' intiero.tubo digerente vi si der cl bocca, e retro bocca, la milza, il fegato ecc, , L. 30,00, ci CRANIO DI GORILLA maestrevolmente imitato dal vero, grandezza al naturale L, 40,00: Y% pitt : CRANIO DI ORSO DELLE CAVERNE (Ursus spelaeus) idem, L. 40,00. du (A ‘ £ SI ge due Questo segno .(L) indica che gli esemplari sono conservati’ in Lquidiz miancando to ‘segno sì intende che le preparazioni sono a secco. ta; e con sole lire otto saldano l’ abbonamento ner i fascicoli arretrati dell'annata. PATO pu N x e av ro ri li Ù rr P, ‘e cinque saldano I a bbogiiinonbe ‘sl (E 4 qst =) ba [ca] È ’d: Ù = Da ta ed al Bollettino del Natural DI Unione postale pagheranno L. 1,00 d 018 orto direttamente all’ Agenzia del giornale, con sole 1 imp ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI TRE MESI DELL do V 0 del Naturalista, oppure alla R ITUTTI COLORO CHE PAGANO L’ , invia 7 71) “ AD ANNATA INCOMINCIATA Ornitologico ed al Bollett icevono sempre tutt ovi abbonati r I nu tutti e tre questi periodici. NG FATA no tali. Conto corrente con la posta i xd ANNO XVIII - Siena - Marzo-Aprile 1898 - d. È | \ FA Di A DARE ddt ti Periodico mensile premiato ‘alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago “E Abbonamento anhuo per l’Italia e per gli uffici ppstali italiani all’ estero L. 4, 00 | Do Per gli Stati dell’unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5, 00 ghi S 2g Coma W Ti. 200009y ® Direttore - Cav. SIGISMONDO BROGI FER 12 1943 ! UFFICIO — Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA NL LIBRA Collaboratori principali | fe pp della RIVISTA e del sno supplemento BOLLETTINO DEI NATURALISTA E ARRIGONI degli Oppi conte prof. EttoRE — BADANELLI prof. dott. Dante — BALBI cav. conte EmiLio BARGELLINI prof. Mariano — BertELLI dott. Dante — Bezzi dott. prof. Mario — Bisogni prof. d." CARLO 3. Botzon Prof. Dott. Pro — Bonow1 Prof. Agostino — Borpr Prof. Dott. Lusi eg Bomsicci-Porta Comm. Prof. Luier — Branpicourt VIiRGILE — Brusina Prof. SPIRIDIONE — . BrutTINI Prof. Dott. Arturo — CacciamaLI Prof. G. BatTISTA — CAaLABRÒ LompARDO Prof.ANTONIKO i iù, e quegli degli altri Stat 1 p Gli abbonati esteri dell’ CaruaANA Gatto B. A. ALrrEDO — CERMENATI Prof. Mario — CLERICI Ing. EnRICO Cori Chimico farm. ELIA — Damiani Dott. Gracomo — De AnageLIS Dott. GroAccHAINO De Bonis Antonio — De BLAsIo Dott. ABELE — DeL PrETE Dott. RAIMONDO — DESMEURE IPPOLITO — Dr STEFANI PeRrEZ Prof. Troposto — FaBani Sac. CAarRLo — FarLLa TepALDI Lurei — Fiori Prof. ANDREA — FranzoI prof. Enrico — GaLLI VALERIO dott. prof. Bruno — GIAcHETTI cav. G. CE- sare — GriLLo prof. Niccorò — ImParaTI dott. prof. EpoarDo LarGaIoLI dott. prof. Virrorio — Levi Morenos dott. Davip — Livini cav, prof. dott. ANTONIO — Longo prof. dott. Anprea — Lopxz prof. dott. Corrano — Losacono Posero prof. MicHELE — LorENzINI ALESsanpRo — Luzs march. dott. G. F. — Mascarini Prof. ALEssanpro — MELI Prof. RomoLo — MATTEI Giov. Errore — Morici MicHeLE — NevianI Dott. Prof. ANTONIO PauLucci March. MARIANNA — PELACANI Prof. Dott. Luciano — PeTtRONI Dott. Veter. PASQUALE — RoncÒettI dott. Vittorio — SancascianI Cav. Dott. Giuseppe — ScarziA Dott. Giuseppe — SIGNO- RINI Prof. GrusePPE — SiLvestRI FiLippo — SpinoLa March. Giacomo — STossicHa Prof. MicHELE — TeRrRENZI Dott. Gruseppe — Tassi Cav. Dott. FLAMINIO — TeLLini Dott. Prof. AcHILLE — TINCOLINI Dott. Veter. Tiro — TIRELLI Avv. ADELCHI Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione; sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica.in fascicoli men- sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Sienu all'Agenzia in Via di Città 14, e da tutti gli utfici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di agni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L'abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag.di testo. Agli Autori dimenorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quardo inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento franchi di porto nel regno, purchè. li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonatì possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accordata la ristampu, pagando un piccolo com- penso. Dalle inserzioni gratuite sono per regola esclusi gli seritti che contengono avvisi di acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l’ab bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L’ amministrazione s'incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far do- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corri- spondenza, e per le vendite od acquisti etfettuati pagare un compenso dacombinarsi. La direzione può,in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustiticazioniin proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autoriz proprie spese Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano checontro pagamento Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na. turale si, pubblicano nel corpo del giornale e costano L. 1 per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L. l ogni? centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo 8. Agil abbonati si fanno speciali facilitazioni. Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa special- menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari. Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari, o scrivain car- tolina con risposta pagata. RIBASSO SUI PREZZI D'ABBONAMENTO Vedasi V annunzio stampato nel margine lungo di questa pagina LABORATORIO £OOLOGICO-Z0OTOMICO-TASSIDRRMICO E MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal Gav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Fornitore di molti musei e gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecc. Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc.a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto l’ occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare oggetti di storia naturale, Sono sempre pronte collezioni per l'insegnamento, secondo i programmi governativi Piazza del Carmine, SIENA (Italia) Stabile proprio, COLLEZIONI PER L'INSEGNAMENTO DELLA STORIA NATURALE SECONDO I PROGRAMMI GOVERNATIVI (continuazione) —_——— ntgt1 spes 1yfojeyeg snesf MU9JIOI 12204g MOLLUSCHI (Mollusca) Cephalopoda conservati in liq. L. 0,50 a 20. - Pteropoda cons. in liquidi L.l1a5.N.5sp.L.7. N. 5 sp. L. 10, - Brachiopoda conservati in liquidi L. 1 a 3. N. Gasteropteropoda idem. L.0,20 a 10. N. 10 - 3 sp. L. 5. di 5 sp. L. 5. - Tunicata idem. L. 0,5 Ò Lamellibranchiata idem. L. 0,20 a 2. N410 - Bryozoa idem. L. 0,50 a 2. N. 5 sp. L. 7. di 5 sp. L. 5. = seg COLLEZIONI di 150(50 sp.) conchiglie terrestri e fluviatili L. 12,00 tn a o « 150 « « fossili « 10,00. ( ga coinDinaREÌ « 300(100 sp.) _« assortite « 20,00 Preparazioni zootomiche sui molluschi tanto a secco che conservate in liquidi. Conchiglie sezionate per lo studio delle parti interne L. 0,20 a 5 INSETTI (Insecta) Collezioni per uso scolastico Coleoptera N. 100 di 60 specie L. 12 - Nevroptera N. 15 di 10 specie L. 6 Lepidoptera 70. « 40 « « 15 - Ortoptera dealer « 6 Hymenoptera 40. « 25 « «12 - Rhynchota a Diptera 40€ 25 « « 12 - Hemiptera ) PRES pa UOVA, LARVE, CRISALIDI, NIDI ecc. L. 0,10 a L. 1, 00. me5- Collezione di 200 insetti italiani di oltre 150 specie L. 50, comprese le cassette apposite con cristallo sul coperchio. zaeg- Collezioni di 100 insetti di oltre 60 specie del Brasile, Barberia, China, Giappone, Messico, Giava, Colombia ece. L. 40. “eg Mille insetti assortiti e sistemati in apposite cassette L. 300. Per collezioni più numerose i prezzi sono da combinarsi. L’ape e i suoi lavori, monografia in 15 esemplari L.5. Il baco da seta e le sue metarmofosi, monografia in 20 esemplari L. 10. Piccola collezione di preparati sull’anatomia del baco da seta con iniezioni e conservati in alcool su lastrine di vetro L. 3,50 per preparazione. Preparazioni microscopiche. Insetti. microscopici (Phillossera e parassiti in genere) larve, uova, ninfe ecc. parti e sezioni d’ insetti. Preparazioni diverse a secco e conservate in liquidi. Segue a pag. 2 della copertina - fi DU I} \ E Anno XVII N03 e4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Marzo 1898 SOMMARIO Meli prof. dott. Romolo. Un minerale nuovo per i dintorni di Roma. Pag. 25. Ravel Oscar. Escursione al Monte vergine. Pag. 27. Paratore dott. prof. Emanuele. Quadri cristallografici. Pag. 31. Luzj dott. march. Francesco. Lettere di Anton-Lazzaro Moro dirette a Giovanvi Bianchi ‘(Jano Planco). (cont. e fine). Pag. 35. Rivista bibliografica. Da pag. 37. a pag. 39. 7 rad sì altera. } Rispetto ad-un dato sistema di assi, la posizione d’ una faccia si determina col rapporto parametrico, il quale ci dice a che distanza dall’ origine la faccia incontra o prolungata incontrerebbe gli assi. SISTEMI CRISTALLINI. — | cristallografi hanno scoperto rapporti di affinità fra le numerose forme cristalline che la natura presenta, ed hanno raggruppato posala le forme conosciule in sei sistemi. Ogni sistema comprende un determinato numero di forme che possorio derivare da una forma fondamentale. Il rapporto dei parametri di questa forma dicesi rapporto pa- rametrico fondamentale, e per maggiore uniformità in funzione di esso si determina il rapporto parametrico delle facce delle altre forme. Siano @ b e i parametri della faccia fondamentale, ed mm n pi parametri di un’al- tra faccia : si avrà 2: i : = h: ki. Con questi segni A, k, l s'indicherà la faccia. Indice d' una faccia è adunque il rapporto fra i parametri fondamentali e quelli della faccia istessa ; |’ insieme degl’ indici è il simbolo della faccia ro per ogni sistema sono : . Valore angolare degli assi. - Rapporto dei parametri fondamentali. E in conseguenza: 8. Numero dei piani di simmetria. 4. Numero e qualità delle linee di simmetria, I sistemi cristallini si denominano : Monometrico, Dimetrito, Trimetrico, Esa- gonale, Monoclino, Triclino. DIAGNOSI DEI SISTEMI. 1. Monometrico. Assi ortogonali — Angolo A = B = C = 90° Param. fond. uguali — a:a:@ RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 33 9 piani di simm. dei quali 3 priacipali contengono gli assi. 7 linee di simmetria 0 . act (east riona) 2. Dimetrico. Assi ortogonali — A = B = C = 90° Param. fond. 2 uguali, 1 disuguale — a :@: € 5 piani di simmetria dei quali 1 principale contiene l’ asse disuguale. 1 linea di simm. tetragonale (l’ asse disuguale).. 3. Trimetrico. Assi ortogonali — A = 8 = © = 90° Param. fond. disuguali — a:b:€ 3 piani di simm. contenenti gli assi. 0 linee di simmetria. 4. Esagonale. Assi obliqui, con eguale angolo d’ inclinazione rispetto alla verticale (linea diisienmetria) VA — BC =190° Param. fond. uguali — a:a: 7 piani di simm. , dei quali 3 principali, che s’ incontrano a 120° intorno alla linea di simmetria, contengono gli assi. 1 linea di simm. esagonale. 3. Monoclino. 2 Assi ortogonali, 1 obbliquo — A = 8 = 90°, C = 90° Par. fond. disuguali — a:b:c . 1 piano di simm. 0 linee di simm. 6. Triclino. Assi obliqui — A=28=(C%= 90° Par. fond. disuguali — a:b:e 0 piani di simm. 0 linee di simm. FORME CRISTALLINE. — Ciascun sistema comprende un numero di forme, che presentano uguali caratteri. Le forme sono : 1. Semplici, quando risultano di facce uguali ed egualmente disposte rispetto agli assi, e che debbono coesistere dato il grado di simmetria. 2. Composte, quando risultano dalla combinazione di più forme semplici dello stesso sistema, e perciò presentano facce di simbolo diverso. Le forme semplici sono : a) Oloedriche — forme intere, complete, aventi tutte le facce possibili. b) Emiedriche — forme dimezzate, aventi la metà delle faccc possibili. c) Tetartoedriche — aventi 1j4 delle facce possibili. Le facce sono : a) di piramide, se incontrano tutti e tre gli assi. b) di prisma, se sono parallele ad un asse. c) di pinacoide, se parallele a due assi. Gli spigoli sono : a) culminanti, se convergono dalla base all’ apice delle forme piramidali. b) laterali, quando limitano la base comune delle doppie piramidi e le facce adia- centi dei prismi verticali. 34 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Per ogni cristallo, si determinano gli spigoli con la seguente formola : facce x lati. 2 LEGGI CRISTALLOGRAFICHE, — 1. Legge di simmetria — Le varie formeEnelle quali:una sostanza cristallizza appartengono allo stesso sistema, presentando tutte lo stesso grado di simmetria. Donde la possibilità di cristalli composti. In essi le modificazioni della forma fon- damentale si fanno egualmente e contemporaneamente nelle parti omologhe ; poichè ciascun gruppo di facce uguali rappresenta una forma semplice, la quale deve perciò tagliare parti uguali. — La legge soffre eccezioni. Alcune sostanze cristallizzano in due sistemi (dimorfismo). 2. Legge di razionalità. — Per le forme cristalline appartenenti allo stesso si- stema, il rapporto parametrico ira la faccia fond. e le altre situate lungo lo stesso asse, è un numero intero o frazionario, ma sempre razionale. Il rapporto & & l fra i param. fond. a d ce e quelli m n p di un’altra faccia, simboleggia sempre numeri razionali, che possono cioè esprimersi esattamente con nu- meri interi o frazionari. 3. Costanza dell’ angolo diedro. — Alla stessa temperatura, gli angoli diedri, si conservano sempre costanti, comunque varii la forma e la estensione delle facce. L'angolo diedro dipende dai rapporti che assumono le facce rispetto a un dato sistema di assi. E perciò, provata oramai sperimentalmente esatta la legge suddetta, potrà agevolmente determinarsi con la misura dell’ angolo diedro la forma d'un cri- stallo che non sia riconoscibile per la deformazione delle sue facce. Donde |’ ausilio indispensabile dei Goniometri, istrumenti che misurano |’ angolo diedro. FORME DI CIASCUN SISTEMA. I. Monometrico. A. FORME OLOEDRICHE. Si denomina con x l’asse verticale rispetto all’ osservatore, con y |’ asse orizzon- tale, con 2 l’ asse antero-posteriore. Per orientare un cristallo, sì dispone con gli assi nel modo descritto. tre piani di simm. prince. o piani degli assi dividono lo spazio in 8 ottanti uguali. . Forma fond. |’ Ottaedro. 8 facce, tr. equilateri, ciascuna delle quali chiude un’ ottante. 6 vertici e 6 angoli tetraedri. 12 spigoli. 9 piani di simm., 3 principali attraversano gli spigoli, 6 secondari cadono normali agli spigoli. 7 linee di simm. , 3 tetragonali (gli assi) cadono sui vertici, 4 trigonali pas- sano pel centro delle facce. Gli assi escono per i vertici; ogni faccia incontra tutti e 3 a distanze uguali, per cui il rapporto dei parametri fond. (4 @ @) è il simbolo di questa forma. I 6 piani di simm. secondari dividono ciasenna faccia in 3 parti uguali e simme- triche ; e perciò possono dall’ ottaedro derivare le seguenti tre forme. 2. Triacis-ottuedro. — Su ciascuna faccia dell’ ottaedro una piramide triangolare. 24 facce isoscele, 3 per ottante. 14 vertici e 14 angoli, 6 ottaedri, 8 triedri. 36 spigoli, 12 funghi (spigoli dell’ ottaedro), 24 corti. 9 piani di simm., come’ nella 1. 7 linee di simm. , 3 tetragonali pei vertici degli angoli ottaedri, e 4 trigon. pei vertici triedri. SA, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 39 Gli assi escono pei vertici ottaedri; ogni faccia ne incontra 2 alla stessa distanza ed 1, se prolungata, a distanza multipla ; per cui n 3 La * Si I Co simbolo (A Ah 1). 8. Icosi-telraedro. 24 facce trapezoidi, 3 per ottante. 14 vertici e 14 angoli, 6 tetraedri, 8 triedri. 48 spigoli, 24 lunghi, 24 brevi. 9 piani di simm., 3 pr. attraversano gli spigoli lunghi, 6 second. gli spig. brevi. 7 lince di simm., 3 tetr. pei vertici tetraedri, 4 trigon. pei v. triedri. Gli assi escono anche qui pei vertici ottaedri; ogni faccia ne incontra 1 all’ unità i i i RO a a di distanza e 2 a distanze multiple uguali per cui ©: =h:l:1— (sim bolo (fl 1). 4. Esacis-ottaedro. — 48 facce scalene, 6 per ottante. 26 vertici e 26 angoli, 6 ottaedri, 8 esaedri, 12 tetraedri. 72 spigoli, 24 lunghi, 24 medi, 24 brevi. 9 piani di s., 3 princ. attraversano gli spigoli lunghi, 6 secondi, bisecano gli angoli della faccia ottaedrica primitiva. 7 linee di simm., 3 tetrag. per i vertici degli angoli ottaedri, 4 trig. pei vertici degli angoli esaedri. Gli assi escono pure in quest’ altra forma pei vertici degli angoli ottaedri - ogni faccia incontra un asse all'unità di distanza e due a distanze multiple disuguali, quindi A ie hp inte = h:k: 1; simbolo (A k d. (OPEN (continua) LETTERE DI ANTON-LAZZARO MORO DIRETTE A GIOVANNI BIANCHI (JANO PLANCO) PUBBLICATE a cura del March. Dott. FRANCESCO LUZ]J Lettera IX. Ilmo. Sig Sig. Pron. Colmo. Il non vedere di V. S. Illma. da due mesi in qua nessuna lettera pensar faceva ch’ella intrapreso avesse il da gran tempo premeditato suo viaggio: e quinci mi lusingava che fra poco, invece di sue pregiate lettere, io avessi avuto ad accogliere qui la degnissima e sti- matissima persona. Ora invece di lei mi giunge la cortese sua lettera dei 9 del corrente mese, da cui attendo e l’ arrivo di V. S. Illma. in Venezia, e ’ 1 divisamento di portarsi a Padova, a Vincenza, a Verona, di nuovo a Venezia, e poi a1 Istria, per indi partita vi- sitar la spiaggia del Friuli, dalle quali troppo lungi esser la Patria mia da chi cospira coll’avversa mia fortuna le vien rimostrato. Io non debbo desiderare il piacer mio a costo del troppo incomodo di lei. Ma non posso non attestarle, che il rimaner privo della fortuna di servirla qui non può non gravemente dolermi. Spero nientedimeno che’ 1 dolore mio sia 36 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI per restare almeno in parte allenito, se la disfortuna non mi torrà l’ incontro ch’ io proveggo non difficile, d’ inchinarla e riverirla personalmente in Venezia. Circa i quattro del prossimo Agosto io mi porterò e mi tratterò circa due mesi continui. Onde o prima ch’ ella parta per Istria, o quando che di là ella si restituirà a Venezia spero che godrò quell’incontro che ardentemente io bramo. Frattanto dovungne V. S. Illma. porterassi io verrò accompa- gnandola coi sentimenti più rispettosi e sinceri dell’ animo mio e co’ voti fervorosi della sua felicità, come quegli che sono, e sarò sempre Di V. S. Ilma. Umil."®° Devot."° ed Obb.vo Servitore S. Vito li 14 Luglio 1740. AnToNn-Lazzaro Moro. Lettera X. Ilmo. Sig. Sig."e Pron. Colmo. Nè l’angustia d’ un foglio, nè la scarsezza di tempo cui io mi trovo bastano per met- ter in chiaro lume le ragioni, che per quanto a me sembra, dimostrano che il fenomeno dei corpi marini su’ monti, qualunque ipotesi si faccia non ha potuto cagionarsi per le acque dell’ universale diluvio. Io le ho raccolte nell’ Opra mia, e ne sono convinto. Per convincerne altri nulla può giovare, finchè le ragioni mie non appalesano. Mi rincresce dover tanto in lungo tirare la pubblicazione loro. Nientedimeno il ritardo spero non sarà senza frutto; siccome la fretta son quasi certo mi nocerebbe. Dentro questa settimana finirà di andare sotto il torchio la confutazione del Woodward. Dopo la quale cinque altri fogli conteranno il rifiuto e d’ altre opinioni rapportanti pur al Diluvio il nostro fenomeno (1) e di quella opinione, che dipender fa da un’ antica altezza del mare, che bagnato abbia i monti fin presso le cime (2). Dopo ciò comincerà l’ impressione di ciò che all’ esposizione della sen- tenza mia appartiene. Ed io avrò un sommo piacere di comunicarla con lei prima che vada sotto il torchio, il che spero mi andrà fatto di ottenere, quando la venuta di V. S. Illma. in questa parte succeda prima che tutta scorra la primavera. Quanto all’ antica bassezza del mare da me accennatale, bisogna che nell’ altra mia lettera io non mi sia espresso in modo, che indi ella ne. potesse concepire la chiara idea, perchè veggo che ella non consuona con ciò che parmi averle indicato. Soprasseggo dal farle sopra di ciò parole: perchè poche non bastano a chiarirmi e molte non ho agio di farle. In voce avrò gran piacere di spianarle tutto il pensier mio: siccome ora a mio grande onore ascrivo a confermarmi Di V. S. Ilma. Umil." Devot.mo ed Obb."° Servitore S. Vito li 16 Agosto 1740. AvxTton-Lazzaro Moro. Lettera XI. Illmo. Sig. Sig.® Pron. Colmo. L’occasion di scrivere 1’ Opera mia Crostaciana hammi aperto ad incontrar servitù con V. S. Illma., e a rendermi oggetto della generosità sua, ed a ricevere inoltre dei soccorsi non lievi per impaginare e rafforzare 1’ Opera medesima. Quindi io non posso non dimo- strarle in qualche maniera quei sentimenti d’ obbligazione, che indelebili mantengo nel- l'animo, a cagion de’ tratti generosi verso me da lei usati. Ieri s'è finalmente pubblicata questa mia fattura: ed io impaziente di dilazioni tantosto mi procuro 1’ onore, che d’ una copia V. S. Illma. ne divenga padrone: considerando che in mani migliori, e più degne (1) Moro - op. cit. Lib I, Cap. XIV e Cap. XXV. (2) Moro - op. cit. Lib, I, Cap. XXVIII e XXVIII. ; RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI DI pervenir ella non possa. Riguardo al merito di lei il dono è troppo tenue e sparuto. Diverrà però riguardevole, s’ ella compiacerassi qualificarlo coll’ aggradimento suo : siccome dell’amu- nissima gentilezza sua poter presumere io mi lusingo che compiacersene. Lette che avrà V. S. Illma. queste mie ciance, purchè un tanto onore si meritino; favor singolare ella farammi accennandomi schiettamente il giudizio ch’ ella ne fa, e il pronostico ancora sopra l’ appro- vazione che può o non può sperarsene, dal mondo letterato. Vi troverà per contro alcuni pensieri discordanti dai suoi, ma non impertanto io spero ch’ ella non sarà per dispettar- sene: anzi ho questa fiducia, che additarmi ella non ricuserà qual impressione facciano all’animo suo si fatti miei pensieri, e le prove loro. Se l’insufficienza mia non mette osta- colo, ella mi tenga in esercizio co’ suoi comandi: che io farò sempre ogni sforzo per pro- varle con una esatta ubbidienza, che diverso non sono da quel che di essere mi protesto dicendomi Di V. S. IIma. Venezia 24 Settembre 1740. P. S. Il libro è consegnato nella barca del Paron Domenico Riga che partirà questa sera: e si è accompagnato con una finta lettera segnata con il di lei riverito nome (1). Umil.®° Devot."° ed Obb."° Servitore AnTOoN-Lazzaro Moro (2). (1) Non ho potuto trovare spiegazione di questo sotterfugio, ma forse fu adoperato per evitare le noie della dogana e del S. Uffizio. (2) Si conservano nella Biblioteca Gambalunga ‘altre tre lettere del Moro dirette al Bianchi, aventi data posteriore, a quelle riportate, esse non si riferiscono più all’ opera dei Crostacei, ma trattano di cose private e di fenomeni elettrici. Insieme alle lettere del Moro se ne conservano molte altre, dirette al Bianchi da insigni letterati, medici e naturalisti del secolo scorso e non po- che meriterebbero di esser stampate e fo voti che l’ egregio bibliotecario della Gambalunghiana Cav. C. Tonini abbia presto il tempo e l’agio di poterlo fare. RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. ASSZAINERNRIUINAI—___— BATTANDIER JJ. A. et TRABUT L. L’Algerie. Le solet les abitants, flore, faune géologie, anthropologie, ressource agricoles et économiques. (Paris 1898. Librairie B. Bailliere et fils 19 rue Hautefeuille, VIII-360 pag. in-16 con 32 fig. Frs 3,50 ) Gli egregi autori che sono professori alla scuola di Medicina e di Farmacia di Algeri e che abitano colà da 20 anni, dichiarano che l’ Algeria è poco e male conosciuta e che malgrado i suoi detrattori essa è una magnifica colonia. Essi si occupano specialmente della storia naturale, indicando le risorse che of- fre quella regione e dividono il loro lavoro in nove capitoli portanti i seguenti titoli: Geographie physique - Le Tell - Agricultore - Le steppe - Le Sahara - Anthropologie - La faune - Geéologie - Conclusions. Questo volume forma parte della rinomata Bibiotheque scientifique contemporaine, edita dai Baillier di Parigi che costa Frs 3,00 il volume, (In ltalia L. 4,00). BOLLETTINO DEL LABORATORIO BOTANICO DELLA R. UNIV. DI SIENA. redatto dal dott. F. Tassi. (Siena 1898 Fase. 1,, 64 pag. con 3 tav. in-8). Con questo primo fascicolo 38 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI e _m0ooao 0n010mm_o-"_rrr_ __ _ e "I [IIEI[E[I-[I-IÉÉEÉ viene ottimamente iniziata la pubblicazione di un periodico destinato a far conoscere al pubblico studioso, il contributo che la scienza riceve dall’ Istituto botanico della Univ, di Siena, sotto la direzione dell’ illustre e veterano botanico Comm. Attilio Tassi e dello studiosissimo suo figlio cav. dott. Flaminio Tassi aiuto e libero docente di botavica. La seguente pubblicazione del sommario di questo fascicolo basterà per dare una idea della sua importanza: Sommario : Prefazione. — L'orlo e il gabinetto Botanico durante l' anno scolastico 1896-97 (A. Tassi). — Novae Micromycetum species descriptae et iconibus illustratae. Pars ll (Fl, Tassi). — Micologia della Provincia Senese, « IV pubblicazione » (Fl. Tassi) — Uredinearum enume- ratio quae in agro Senensi reperiuntur (Fl. Tassi). — Lichenes collecti in Senensi Provincia (Fl. Tassi). — Varia: Pugillus Micromycetum Gibaltariae. — Micromycetes in locis variis col- lecti. — Altre specie di Alghe del territorio Senese — Nuova stazione Toscana dell’ Hypericum Coris Linn. — Piante raccolte nel lago di Massaciuccoli. TRIDENTUM. Rivista bimestrale di Studi scientifici. (Trento 1898 fase. 1, pag. 96 e 7 tav. in-8). È anche questa una nuova interessante pubblicazione che onora i nostri fratelli del Trentino e specialmente quella balda e patriottica gioventù studiosa. Nel primo fascicolo che ab- biamo da poco ricevuto, vi figurano importanti memorie originali ed una ricca rassegna di pub- blicazioni relative a quella regione. LARGAIOLI dr, VITTORIO. Materiali per una monografia biolimnologica del Trentino. (Trento 1898. Tridentum N. l. Estratto di 4 pag. in-8). Fra le memorie comparse nel soprannunziato Tridentum evvi anche la presente dell’ egregio dr. Largaioli, che con lo scopo di contribuire alla soluzione dei problemi di cui si occupa la limnobiotica, dà l’ elenco ragionato e illustrato dei Crostacei fin ora da lui o da altri osservati nelle acque del Trentino, registrandone 45 specie. THORSTEN EKMAN TH. Beitràge zur kenntnis des stieles der Brachiopoden. (Upsala 1897. 82 pag. e 4 tav. in-8) Studia il pedunculo nelle seguenti specie di Brachiopodi: Terebratulina cuput serpentis L. Waldheimia cranium Muller, Rhynchonella psittacea Chem., Cistella cistellata S. Vood, Molte figure sono unite al testo: PARATORE dr. EMANUELE. Le funzioni della vita. (Acireale 1897. Atti Accad. Daf- nica di Acireale Estr. di 16 pag. in-8). È la prima delle conferenze che 1° egregio A. sì ripro-. mette di tenere sull’importante argomento delle Funzioni della vita. DE TONI ETTORE. Sui nomi vernacoli di piante nel Bellunese. (Venezia 1898, Atti del R. Ist. veneto di scienze lett. e arti Tom. IX serie VIII. Estr. di 12 pag, in-8) La cono- scenza dei nomi che il popolo usa od ha usati per denominare gli oggetti di Storia naturale, è cosa assai utile ed ha perciò fatto bene il prof. De Toni a raccogliere e pubblicare quelli che nel Bel- lunese servono a distinguere fra loro le diverse specie di piante. L'elenco dei detti nomi è preceduto da varie osservazioni e seguito da non poche note referentisi ai nomi vernacoli citati. GRIFFINI ACHILLE, Intorno al Phyllium Geryon Gray. (Torino 1898 Boll. dei Musei di Zool. e Anat. comp. N. 312 4 pag. iu-8 con fig.) Il Museo di Torino possiede 3 specie di Phyllium provenienti dall'isola di Giava. Il prof. Griffini ha studiati questi insetti e li ha trovati appartenenti alle seguenti specie: P. pu/chrifolium, P. siccifolium e P_Geryon, delle quali le prime due sono abbastanza comuni e ben conosciute ma non così il Plyllium Geryon, ed è perciò che di questa specìe fa oggetto speciale di studio, riproducendo pure le figure del de della P. SALVADORI T. Reliquie ornitologiche della spedizione Bottego. (Genova 1898. Aunali Museo civico di St. nat: vol. XVIII Estr. di 2 pag. in 8.°) L’ illustre ornitologo ha ricevute dalla direzione del museo di Genova 3 pelli di uccelli che figuravano fra gli oggetti provenienti dalla sfortunata spedizione Bottego. Fra essi ha rinvenuta una nuova specie che propone chiamare Francolinus Bottegi e della quale da quì dettagliata descrizione. BERTELLI dr. DANTE. Sullo sviluppo del diaframma dorsale nel pollo. (Fi- renze 1898. Monitore zool. ital. n. 1, Estr. di 2 pag. in 8.9). Avendo seguitate le ricerche sullo sviluppo del diaframma dorsale, l’ egregio A. ha osservato che alla formazione di esso prendono larga parte il Legamento epato=cavo-polmonare (Mathes) ed il Legamento epato polmonare (Mathes RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 39 TROTTER ALESSANDRO. Zoocecidii della flora mantovana, (Modena 1898. Atti Soc. natur. Estr. di 32 pag. in 8.9). Con questo secondo contributo (del primo ne parlammo nel fase. l. settemb. anno scorso) illustra 74 cecidiozoi, facendo salire a 108 le galle note per la flora mantovana ed aumentando di 13 il numero di quelle che già si conoscevano per la flora italiana. Fra queste ve ne sono alcune che all’ egregio A. sembrano affatto nuove. UGOLINI prof. UGOLINO. Contributo allo studio della flora di Brescia. (Brescia 1898. Commentari dell’ Ateneo di Brescia per il 1897. Estr. di 64 pag. in 8.9). Cominciando con la circoscrizione e suddivisione del territorio botanico bresciano, fa seguire l’ elenco dettagliato di 475 specie e varietà nuove per quel territorio e perciò da aggiungersi alle 2302 specie e varietà già citate dal prof. Zersi, quindi presenta i quadri statistico-toponimici della Flora Bresciana, terminando con un prospetto nel quale è l’ ordinamento delle famiglie vegetali secondo il numero assoluto e proporzionale delle specie nelle flore. DE STEFANI TEODOSIO. Zoocecidii del R. Orto botanico di Palermo. (Pa- lermo 1897. Boll. del R. orto bot. N. 3-4. Est. di 28 pag. e 1 tav.) Sono poche ma molto in- teressanti le galle dall'egregio A. raccolte su piante di quell’ Eden di Flora palermitana. Egli ha potuto studiarle completamente e ne da minute descrizioni per i diversi stadii di sviluppo sia della galla che dello Zoocecidio. i BELLINI RAFFAELLO. Gli autografi dell’ « Ecphrasis » di Fabio Colonna. (Firenze 1893. Nuovo giornale bot. italiano N. 1 Estr. di 16 pag. in-8). L’ egregio A. ha avuta la fortuna di rinvenire fra roba da lui acquistata e già appartenente al prof. Petagna, gli autografi delle figure contenute nella pregevole opera botanica pubblicata dal Colonna nel 1610 con il titolo Ecphrasis minus cognitarum stirpium. Come si sa Fabio Colonna fu per i suoi tempi celebre botanico, ma si distinse anche come zoologo, geologo e fisico. Alla pubblicazione dell’ elenco delle piante, delle quali l'A. possiede ora le figure e che alcune non furono riprodotte nell’ Ecphrasis, con la nomenclatura del Colonna, è aggiunto il corrispondente nome Linneano e l'elenco stesso è preceduto da un breve cenno sulla vita e sulle opere di Fabio Colonna. ANNUARIO DEGLI STUDENTI TRENTINI. (Firenze 1897 Tip Paperi, 766 pag. in-8). Fra i molti lavori letterari e scientifici pubblicati in questo volume, che è il 3. dell’ Annuario, troviamo i 2 seguenti relativi alla storia naturale e dovuti al dott. Vittorio Largaioli: Cenni di Geologia sul Trentino — Intorno agli Aracnidi. NOELLI ALBERTO. I Ligeidi del Piemonte. (Torino 1898. Annali R. Accad. d' Agricol. Vol. XL. Est di 32 pag. in-8). Di questi insetti" appartenenti al gruppo dei Rincoti sotto ordine Lygeidi, nessuno si era ancora occupato, per quanto si riferisce al Piemonte, tranne il prof. Lessona che si limitò ad illustrare l' Arocatus melanocephalus e citare qualche altra specie. Le specie che l’egregio A. quì illustra e delle quali dà la diagnosi, sono cinquantatrè. BROGI. BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’unico che si stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei Centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambìo ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L’amminisirazione s’ incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle 40 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI e - quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti invijno con la do- manda cent, 80 per la francatura della corrispondenza, per le altre basta scrivere in cartolina doppia. Pubblicazioni del 1896 (continuazione) Botanica - Paleofitologia - Agricoltura 634 Preda A. Contributo alla flora vascolare de) territorio livornese. (Firenze. Boll. Soc. bot. ital., n. l, pag. 6-11). 635 Preda A. Vitalità di un esemplare di Sedum rupestre L., essiccato per erbario. (Ibi- dem, n. 4). 636 Preda A. Alcune osservazioni su di una infiorescenza femminea di Dasylirion glaucum Zun. (Ibidem, n. 6, pag. 1935-41). 637 Preda A. Di alcuni casi teratologici os- servati su fiori di Primula suaveolens Bert. (Ibidem, n. 9, pag. 305-306). 638 Preda dott. A. Di un'alga rara, nuova per la ficologia labronica. (Ibidem, pag. 312-15). 639 Preda A. Contributo allo studio delle Narcisee italiane. (Firenze. Nuovo giorn. bot. ital., vol. III, n. 3, pag. 214-54). 640 Pumo V. L’anacio. (Catania. Agricol. calabro-siculo, n. l, pag. 13-14). 641 Pumo V. Coltivazione del Frassino man- nifero, (Ibidem, n. 2, pag. 30-33). 642 Roda G. Manuale per la forzatura delle piante a frutta, Coltura forzata, anticipata, ritar- data (Torino Gazzetta delle Campagne n. 17 pag. 135) 643 Rodegher E. Elenco delle Epatiche della provincia di Bergamo (Firenze Nuovo Giorn. Bot. Ital. n. 4 pag. 423-435) 644 Ross H. Sui Ranuncolus parviflorus L. e R. Chius D. C. della Sicilia (Palermo Natura- lista Siciliano n. 4,5, 6 e 7 pag. 107 110.) 645 Ross H. Icones et Descriptiones Plan- tarum novarum vel rariorum Horti Botanici Pa- normitani, in fol. con 3 tav. in cromolitog. (Pa- lermo Libr. Alberto Rcber L. 12, 50). 646 Regalia E. Noccioli di frutti e Paletno- logia (Firenze Arch. per l’Antrop. e Il’ Etuol. fase. 2. 4 pagine). 637 Reghetti E. Scelta di alcune varietà di pere (Milano. Il Corriere Agricolo Commerciale n. l pag. l). 48 Saccardo Pet..... Mycetes sibirici; Lw- = vee gillus tertius (Genova, tip. di Angelo Cimiuago pag. 27 con due tavole). 649 Saccardo P. A. e Mattirolo O. Con- tribuzione allo studio dell’ Oedomices leproides Sace. (Genova Malpighia anno IV fase, XI-XIl pag. 459 con una tav.) 650 Saccardo F. e Fiori A. Contribuzione alla Lichenologia del modenese e reggiano (Mo- dena Atti Soc. Vol. XIV fase. 1. pag. 170). 651 Saccardo D. Le piante spontanee nel R.. Orto Botanico di Padova (Padova Atti d. Soc. Veneto Trentina Vol. II, fasc. II, pag. 452-024). 652 Saccardo P. I prevedibili funghi futuri, secondo la legge d’analogia. (Venezia Atti R. Istituto Veneto di Sc. let. ed arti S. VII, T. VII, pag. 45). 653 Silvius B. La coltivazione delle camelie (Torino Il Giardinaggio n. 4 pag. 39-41). 654 Silvius Piante d’ ornamento, Palmizi (Ibi- dem. e seg.) | 655 Solla R. F. Osservazioni botaniche du- rante una escursione in provincia di Cosenza (Genova Malpighia fase. IIl-IV, anno X pag. 168). 656 Solla F. Osservazioni botaniche durante una escursione in provincia di Cosenza (Ibidem fasc. V-VII pag. 205). L 657 Solla R. Cenni sulle rose di Vallombrosa (Firenze Bull: della Soc. Bot. ltal. n. 8 pag. 213-220). ) 658 Solla R. Alcuni saggi teratologici della Flora di Vallombrosa (Ibidem pag. 261-269). 659 Solla R. Enumerazione di casi patologici naturalisti osservati nella foresta di Vallombrosa. (lbidem pag. 269-278). 660 Sommier S.fe Levier E. Di una nuova Genziana del Caucaso (Ibidem n. 3 pag. 77-78). 661 Sommier S. Nuova stazione della Sera- pias parviflora Parl. S. occultata Gay (Ibidem n. 6, pag. 123-253). 662 Sommier S. Il Gladiolus dubius Guss. pella flora toscana dell’ Isola del Giglio (Ibidem proc. verb. pag. 125). 663 Sommier S. Risultati viaggio all’ Ob inferiore. Parte 4. (Firenze Nuovo Giorn. Bot Jtal. n. 1, pag 9-21). botanici di un RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 41 664 Sommier S. Risultati botanici di un viaggio all'Ob inferiore. Parte V ed ultima. (Ibi- dem pag. 164-214). 665 Sommier S. Ophrys bombyliflora X ten- tredinifera. (Ibidem pag. 254-266). 666 Tamaro D. Uve da tavola, varietà, col- tivazione e commercio. (Milano Manuali Hoepli Ediz. 3, pag. 278, con 7 fototopie e 57 incisioni rilegato in tela L. 4). 668 Tassi F. Altre specie nuove di micro- miceti. (Siena Atti R. Acc. dei Fisiocritici Vol. VII fase. 2-3 pag. 67-72). 669 Tassi F. Altre specie nuove di Micro- micetì (Ibidem pag. 147-49). 670 Tassi F. Di alcune nuove specie di Mi- cromiceti. (Ibidem Vol. VIII, fase. 1, pag. 63-65). 671 Tassi F. Flora deì così detto Lago di S. Antonio al bosco, comune di Poggibonsi. (Ibidem vol. VIII, fase. 1, pag. 3-22). 672 Tassi dott. F. Escursione botanica a S. Giov. d'Asso e a Monte Oliveio. Siena, Riv. Ital. di Scienz. Nat. n. 9 pag. 107-109). 673 Tassi F. Micologia della provincia se- nese. Prima contribuz. (Firenze Nuovo Giorn. Bot. Ital. n. 1, pag. 22-85). ‘ 674 Tassi F. Micologia della provincia Se- nese. Secenda pubblicazione. (Ibidem n. 4 pag. 324-370). 676 Terracclano N. Intorno alla flora del M. Pollino e delle terre adiacenti. (Napoli Atti R. Acc. Scenze fis. e nat. Serie Il, n. 9). 677 Terracciano N. Il Ranunculus Aleae Willk. a fiore doppio nella flora dell’ Italia me- ridionale. (Napoli Atti del R. Ist. d’Incorag. di Napoli. vol. VIII, n. 1). 678 Tognini F. Sopra un micromicete nuovo, probabile causa di malattia nel frumento. (Mi- lano Rendiconti R. Ist. lomb. di Se. let. Serie II, Vol. XXIX). 679 Tolemei G. Azione dell’ elettricità sulla germinazione. (Genova, Malpighia fase. XI-XII pag. 493-511). 680 Ugolini dott. U. Sulla flora della Val- trompia. Note di geografia botanica. (Brescia, Commentari Ateneo Estr. di 20 pag. in-8.°). 681 Vaccari A. Erborazioni invernali ese- guite negli anni 1894-95 e 1895-96 nel Bassa- nese e Padovano. (Padova Boll. Soc. Veneto -Tren- iina n. 2, pag. 50-63). 632 Vaccari A. Supplemento alla flora del- l’ Arcipelago di Maddalena. (Sardegna) (Genova, Malpighia. fase. XI-XII, pag. 521-534). 683 Vannuccini V. La Vite americana Parte 1.a Descrizione, Residenza, Adattamento e scelta delle viti americane. (Casale, Tip. e Lit. Carlo Cassone L. 2). 684 Vannuccini V. Stato attuale della que- stione delle viti americane. (Firenze R. Acc. dei Georgofili Disp 2, pag. 197-206). 685 Voglino P. Prima contribuzione allo studio della flora micologica del Canton Ticino, (dintorni di Lugano monte Caprino» e monte Generoso). (Firenze Boll. d. Soc. Bot. Ital. n.1, pag. 34-43). 686 Voglino P. Ricerche intorno alla strut- tura della C?ytocybe odorata. (Torino Atti della R. Ace. delle Scienze disp. 13, pag. 624 con 1 tav.). 087 Zanfrognini C. Contribuzione alla flora algologica del modenese. ( Modena Atti Soc. na- turalisti Vol. XIV, fase. II, pag. 104). 688...Bibliografia Botanicaltal. (Firenze Giorn. Bot. Ital. n. 1, pag. 16). 689... Phyceae japonicae novae. (Venezia Mem. del R. Ist. Veneto di Scienze etc. vol. XXV n. 5). 690... Ringiovanimento dei peschi vecchi (Siena Boll. del Natur. n. 9, pag. 109-110). Geologia, Mineralogia, Cristallografia 691 Artini E. Intorno alla composizione mi- neralogica di due sabbie del littorale adriatico. (Milano; Rendiconti del R. Istituto lombardo, fasc. XV pag. 4in-8.) 692 Artini E. Su alcuni minerali di Gorno. (Milano. Atti Soc. Ital. Sc. nat. e Museo Civ. St. nat. vol. XXXV fasc. 3-4 p. 219-231 6 fig.) 693 Artini E. Baritina di Vassera (Ibidem 233-244 con l tav.) 694 Baratta M. ll terremoto sentito in Lom- bardia il 27 novembre 1894. Contribuzione allo studio dell’ atlività sismica nell’ ltalia setten- trionale. (Pisa Atti Soc. Tosc. Scienze nat. proc. verb. vol. X p. 41-55). 695 Baratta M. Sul terremoto di Cagli del 3 giugno 1781. (Roma Mem. Soc. geogr. ital. vol. V parte 2.2 p. 18 in-8). 696 Baratta M. Osservazioni fatte al Ve- suvio il 22 Marzo 1896. (Roma, ibidem pag. 10 in-8 con l tav). 697 Bertolio S. Contribuzione allo studio dei terreni vulcanici di Sardegna. (Roma. Boll. Com. geol. ital. N. 2 p. 181-203). 42° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1—_6r-rrry]|=y%*£$*—-—r vv _—_———_—_—_—_—+_<=p- Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago = È è Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L, 4; 00 “a +=! {Cone gli Stati dell’unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5, 00 r al) [ci moertomp,,. ; ta _ Ra = gine LEG ada FEB 12 1943 Direttore - Cav. SIGISMONDO BROGI Î 88 9 Lisitax DE FICIO — Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA | vot Coll incipali medio i ollaboratori principali 2 ca È Qi della RIVISTA e del suo supplemento BOLLETTINO DEI NATURALISTA RI 05 ARRIGONI degli Oppi conte prof. ErtoRE — BapanELLI prof. dott. Dante — BALBI cav. conte EmiLio N i i) I SO. BARGELLINI prof. MarIANo — BERTELLI dott. Dante — Bezzi dott, prof. Mario — Bisogni prof. d." CARLO 5; n p p P SEE Borzon Prof. Dott. Pro — Bonomi Prof. Agostino — Borpi Prof. Dott. Luisi ad o (3) © ANNO Coni Chimico farm. ELia — Damiani Dott. Gracomo — De AngELIS Dott. GroAccHINO ; i degli altri Stati L. 2,00 di più per le maggiori spese postali. Sai ue a; De Bonis Antonio — De BLasio Dott. AseLE — DeL PrETE Dott. RAIMonDo — DESMEURE IPPOLITO — Dis È. a $ . De SteraNI PeREZ Prof. Troposio — FaBanI Sac. CARLO — Farra TepaLDI Lusi — FiorI Prof. WS AnprEA — Franzor prof. EnrIco —' GALLI VALERIO dott. prof. Bruno — GIAcHETTI cav. G. CE- AMS (—TOSHSS P P _ RS $ Ss saRE — GRILLO prof. Niccorò — ImparatI dott. prof. EpoaRDO SA &B LargaroLi dott. prof. Virtrorio — Levi MorEnos dott. Davip — LivinI cav. prof. dott. ANTONIO — Ea SZ Longo prof. dott. Anprea — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posero - prof. MicHELE — l S Ca È LorENZINI ALESSANDRO — Luzs march. dott. G. F. — Mascarini Prof. ALessanpro — MELI Prof. Ai a SER RomoLo — MattEI Giov. Errore — Morici MicaeLe — Neviani Dott. Prof. ANTONIO _ @ Do S PauLucci March. Marianna — PELACANI Prof. Dott. Luciano — PeTRONI Dott. Veter. PASQUALE — _Es s $ RoncHetTI dott. Virrorio — Sancascrani Cav. Dott. Gruserpe — Scarzia Dott. GiusePPE — SIGNO- n°: TS SA RIN Prof. Gruseppe — Silvestri Filippo — SpinoLa March. Giacomo — STossica Prof. MicHELE — ISS © TERRENZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAminio — TeLtini Dott. Prof. AcHILLE — TINcOLINI i es MEA È QU & Dott. Véter. Tiro — TireLLI Avv. ADELCHI > TIRES 4 ug Sd 3 È Aa È ° " . de SE Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. _ est ‘3 RAR EAT ASITVIANA È x 5 c î 9 - È a ARA I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano Pari f=-| s ‘o 3 - e i pe Ò as S£8"3 e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, ue ; 3 iL) i : _ZS S S@© avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- - Sta pensiate, : v 7 ig = 7 Sposizioni: ‘e SaS | $ — e Cata P à itti isi di i ; n: t= S De s 3 Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- SES ERO Rien oilo, Que aLe olio d Merenda, o;phe | E DS SÈ o ot A RORtI aliene Co page 008 fodere ole P Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente = 2 o A “Gli abbonamenti si'ricevono in Siena all'Agenzia in quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l’ab- 1 un Via di Città 14, e da tutti gli uffici postali italiani ed esteri, È IR 5 SSA . s > È saninin di | bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se Ciq = S &. in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di sara > dv >» à 3 2 E ogni anno con dirilto ai fascicoli arretrati. pene CREATA Tolto richiesta dali ne gluai RE li I j ci : CN Sc id ‘ rapp © SNO SOLI L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- | | onati PaRbiialndo RE EL ao —_ M-S . © & tiene come rinnuovato AVC nov Gato ’ È # f=2) S $ a Sì Fascicoli per saggio si spediscono gratis. posgsre ili proprio nome. In questo caso il rappresentato se. $ snali : * ; ovrà rimborsare all’amministrazione le spese di corri- E, | -. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag.di testo. a ai : << è P PRESSA PIET : spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare È rs ran © Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- P 1 P e ) q © S $ Sé tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne | UN compenso dacombinarsi. A BA E MS $ e tn facciano richiesta quardo inviano i manoscritti. , La direzione può, iu casi Seopriagiali, ritafaraidi pub- EIA puro gli abbonati paneone fre acquisto del ascii | Iicare uinasi sominicazione o memoria Sonata gate ; MEP . he contengono i loro scritti, pagandoli solamente SIT, IRA PS È s < 3 3 © on er numero di 16 pa i 6il | blicati possono essere ritirati dagli autori a proprie spese 3 ” È g., L. 1 per 12 numeri e L.6 i ? PSI È i tche fascicol So) cd3d3SEA . y GET P hè li richied Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche fascicolo, RAR © $ 0 cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano ‘il Re EL AGO Lcd 4 SA ; 4 s i ne sarà loro, possibilmeute, inviata un'altra copia g 8, ° DE ee E enna sollatiunioni purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti È A s 2 ND Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- | i fascicoli arretrati non si ARI Checantro PRESIORE. —_ O S$-+= zione fraloro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- Inserzioni a pagamento: Quelle rela peas a cn) Da pen S .d'® reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni | turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. ù nt: E S SS È © gratuite nel BIOCIRA: per Su spago CÒ pro- Fa RIE dA Ca eiela VA sa. ed oste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- ) 2 m. ì DE [a 2 Ra 5 5 Pero per Ridi di animali, semi, piante, minerali, libri, | pato in una colonna, 0 cent. 20 per linea corpo 8. Agil | Sie DS $ 5 È Si, ; ecc. | abbonati si fanno speciali facilitazioni. ; È x ° DS macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. l Rei rar 1 | & PF DS © Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- Si annaRiano le nni iioazioni Ficennia sai pei vl S : "5 ]i imai i menzione di quelle delle quali ci pervengono € | . È aa = < {si SO "pR e erede: Sio ai dat flag però Tutti i ae nna devono essere anticipati. Chi desidera STRETTO a 5 SÌ è È | ne viene accordata la ristampa, pagando un pisano port FIRRORSA unisca la necessari, o scrivain car- A = su 9 ; ioni i la esclusi gli olina con rispos . _ ES 7,65 penso. Dalleinserzioni gratuite sono per rego DZ S è i ; DEE | D'ABBONAMEN we. CSR È Q 33 x : 0 Lo < S ì Vedasi l’ annunzio stampato nel margine lungo di questa pagina NUOVE PUBBLICAZIONI DELLA CASA EDITRICE U. HOEPLI DI MILANO Lawn Tennis, di W. BappeLEY. Prima traduzione italiana, con incisioni, ed aggiunte del Traduttore. — Un volume illustrato legato eleg., L. 2,50. Del Lawn Tennis, uno dei giuochi ginmci più divertenti e più salubri, non sì aveva fino ad oggi un 7rattato che ne diffondesse le norme, ed entrasse in tutti i particolari, che solo sì pos- sono ricavare da una lunga pratica di giuoco. Vi ha provveduto degnamente l' editore Hoepli con questa edizione italiana dell’ accurato e interessante lavoro del Baddeley, recato con molta cura in italiano da un appassionato dilettante, che ha saputo riprodurlo, provvedendo con note ag- giunte, ai casì pratici che specialmente interessano i giuocatori italiani. Le figure corredano ele- gantemente e concorrono, in modo assai efficace, a chiarire il testo. Colla scorta di questo interessante Manuale se non sarà dato a tutti di diventare forti gioca- tori, ne sarà facilitato il tirocinio indispensabile a qualunque principiante. Esso si occupa non solo del giuoco, ma di notizie minute e pratiche per la costruzione dei campi da giuoco, dell’ an- damento loro, del vestiario e di tutti gli accessori indispefisabili all'impianto e all’ esercizio di un giuoco, del quale vedesi di contro al frontespizio un diagramma, corredato da cifre indicanti le esatte dimensioni, quali sono prescritte dalla Associazione Italiana del Lawn Tennis, il cui Regolamento è riprodotto per disteso nell’ Appendice. Non è a dubitare che il pubblico accoglierà con molto favore questo nuovo SIAE dell’ Hoepli, vista la diffusione che il Tennis va prendendo nel nostro paese, che è fra i gimochi proposti dal Comitato Nazionale per l' educazione fisica nelle scuole, ed è tenuto in conto di uno dei migliori. esercizi all’ aperto dalla schiera dei riformatori della ginnastica italiana capitanati dall’ illustre Prof. A. Mosso. Sociologia generale, di E. MorseLLI di pag. x-170, L. 1,50. Il presente volumetto che fa parte dei Manuali Hoepli, contiene in forma chiara e succinta gli elementi fondamentali della Sociologia generale, che va ogni giorno assumendo maggior im- portanza tanto nel campo scientifico che nel campo pratico per le importantissime questioni poli- tiche e sociali che formano l'oggetto delle sue ricerche. La Sociologia generale forma appunto un’ utilissima introduzione a studi più speciali intorno ai fenomeni presentati dalla vita delle società umane, che sono certo fra i più complessi e difficili dell’ analisi. L' operetta del dott. Emilio Morselli, stampata con tanta cura dalla casa Hoepli, risponde pre- cisamente allo scopo di dare un concetto chiaro della nuova scienza. Avv. Lupovico Barassi, Teoria della ratifica del contratto annullabile. — Un vo- lume di pag. 464, L. 6.50. La collezione di studi giuridici e politici dell’ Editore Hoepli sì è arricchita di questo io tante lavoro sulla ratifica, punto grave e delicato della teoria del negozio giuridico. i Nella prima parte del lavoro l’ Autore esamina lo sviluppo storico della ratifica nel diritto romano e nel diritto francese, per venire nella seconda parte a trattare ampiamente della ratifica nella legislazione italiana vigente. Una seria trattazione su questo tema richiede di indagare innanzi tutto quella parte assai ardua in ogni legislazione che è la teoria dell'invalidità. Ed è da questo studio preliminare che prende le mosse l’ Autore per addentrarsi poi con sicuri criteri nell’ esame dettagliato dell’ argomento. Sarebbe impossibile riassumere in brevi parole nemmeno per sommi capi la larga trattazione : essa presenta agli studiosi della materia una ricca messe di preziose ossservazioni attinte all’ in- dagine severa delle fonti e dei trattatisti più valenti, studiati colle norme più rigorose della cri- tica moderna. 1l volume riuscirà certo di grande interesse non meno dal punto di vista scientifico che dal punto di vista pratico, per chi voglia attingervi norme per lo svolgersi delle controversie forensi, tanto piò che in questa materia la giurisprudenza si è mostrata finora alquanto oscillante e non ha rivelato di avere una chiara idea dei caratteri differenziali delle varie specie di invalidità e delle varie specie di ratifica. SÒ J Anno XVIII N-°5 e6 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Maggio- Giugno 1898 SOMMARIO Ronchetti dott. Vittorio. Coleotteri dei dintorni di Bormio. Pag. 45. ki: Depoli Guido I rettili ed anfibii del territorio di Fiume. Pag. 47. a oi Cos Paratore dott. prof. Emanuele. Quadri cristallografici (continuas.) Pag. 50” cuni Cenno bibliografico A. P. Pag. 55. FEB 12 1943 Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 56. a pag. 60. a rea $d, 155 DettAXNNKEYORIOSRONGHETDII Coleotteri dei dintorni di Bormio 1a Nota Avendo avuto occasione di compiere qualche escursione nei dintorni di Bormio (Valtellina), raccolsi alcung specie di Coleotteri: poche invero, esse non bastano certo a dare un’ idea generale della fauna coleotterologica di quella regione. Tuttavia stimo opportuno di pubblicarne 1’ elenco, sia perchè, a quanto io so, è questa la prima pubblicazione sui coleotteri dell’ alta Valtellina, sia perchè nutro speranza di poter fare seguire a questa prima nota altre note, che valgano a com- pletarla. Del resto riterrei di non aver fatto opera inutile se con questo mio scritto riuscissi solamente ad attirar l’attenzione dei competenti su questa regione, che offre un campo di studio vastissimo e quasi ancora vergine pel coleotterologo. Il Catalogo dei Coleotteri di Lombardia dei fratelli Villa, edito nel 1844, comprende certa- mente moltissime specie provenienti dalla Valtellina, e in particolar modo dai dintorni di Bormio; ma quel catalogo è puramente nominativo, le indicazioni di località vi fanno assolutamente difetto, e poi dopo 54 anni decorsi dalla sua pubblicazione, esso è per così dire invecchiato, e non è più al cor- ‘ rente della classificazione e della nomenclatura moderna. S’ aggiunga che parecchie delle specie quì sotto annoverate non sono ricordate in quel catalogo, per quanto gli ostacoli di una intricata | sinonimia permettano di riconoscere. Qualche notizia coleotterologica, riguardante più o meno direttamente l’ alta Valtellina, si potrà anche trovare nella Fauna coleopterorum helvetica di Heer (1838), nella Die Kéfer der Schrweiz di Stierlin e Gautard (1867), nei Die Kéifer der Oberengadins di Gebel (1887) (1). Quanto a pubblicazioni speciali sui Coleotteri di Valtellina io non conosco altro, che le notizie contenute nel Saggio della storia naturale del monte Legnone È del Piano di Colico del Medici (1836) (2), lavoro che si occupa di una parte della Valtellina lontana da quella, a cui si riferiscono queste mie brevi note. Ricorderò da ultimo come il Pero (3), studiando la limnologia Valtellinese, non traseurò i coleotteri viventi nelle acque dei ESCE alpini, di cui è tanto ricca questa regione (4). Per la diagnosi delle singole specie mi servii delle opere sintetiche di Fairmaire, Heer, Reitter, Fauconnet, Acloque, Ganglbauer, ece. e di parecchie monografie di Mulsant, Rey, De Marseul, Ioannis, Allard, ecc. Nei casi difficili ricorsi agli illuminati consigli di provetti entomol!ogi, tra i > quali devo specialmente ricordare e ringraziare il dott. Stefano De Bertolini ed il prof. Andrea (1) Zeitschrift fir die gesannten Naturvissenscheftens, Band 50, Berlino. (2) Pavia. - L'A. dà in questo scritto un elenco di circa 250 specie di Coleotteri, raccolti nella località indicata, e determinati dai fratelli Villa. (3) La Nuova Notarisia. 1393-€4-95. Parma. (4) Per le notizie bibliografiche v. anche « La Valtellina ed i Naturalisti » del prof. CdAmeliati Sondrio. 1887-92. 406 RIVISTA, ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Fiori. Nella classificazione e nella nomenclatnra seguii l'ultima edizione (1891) del catalogo di Berlino. Per ogni singola specie indico con esattezza il luogo ove fu raccolta; quanto alla data, tutte le specie elencate in questa nota furono catturate nella seconda metà di Luglio e nella prima metà d’ Agosto, anni 1894 e 1896. Milano, 27 marzo 1898. Fam. CICINDELIDAE Cicindela campestris L. - Comune a Bormio. in Val di dentro (Isolacela, Semogo) nel luglio e nell’ agosto, in Val Furva, in Val di Forno (Pradaccio, m. 2000) nel luglio. C. Silvicola Latr. - Questa specie, quasi prettamente alpina, è la più comune del genere: in tutte le località soleggiate : strade, sentieri, ghiaie dei torrenti è dato raccoglierla in grande numero. Bormio, Val di Dentro (Semogo, Isolaccia), Val Viola Bormina, Val di Livigno, Val Furva (numerosissima presso S. Caterina lungo il sentiero che conduce in Val di Forno) luglio e agosto. C. hybrida L. var riparia Latr. - Assai meno comune della precedente, quantunque'sia tutt'altro che rara. Bormio, Val Furva (S. Caterina) nel luglio ed agosto: di preferenza sulle ghiaie dei torrenti. Richiamo quì i caratteri differenziali fra questa specie e la precedente: fronte fra gli occhi coperta di bianchi peli nella silvicola, non nella hybrida: corsaletto ristretto pdSteriormente nella silvicola, non nella hybrida: solco trasversale del corsaletto meno vicino al margine anteriore nella silvicola, più vicino nella hybrida: per contro non si può accordare valore assoluto alla se- ghettatura del margine posteriore delle elitre, su cui vorrebbe basare questa diagnosi differenziale l’Acloque; sonvi esemplari riferibili senza alcun dubbio alla C. hybrida, nei quali, come gia da tempo fece notare il Bourgeois, manca la accennata seghettatura. Fam. CARABIDAE Calosoma (Callipara) sycophanta L. - Val Furva (S. Caterina m. 1736), 7 Agosto. Non credo sia molto comune. 2 Carabus (Procustes) coriaceus L. - S. Caterina di Val Furva, Luglio. C. (Platycarabiis) depressus Bon var Bonellii Dej. - Ne rinvenni un esemplare sotto ad una pietra presso S. Caterina, il 7 Agosto. C. Orinocarabus sylvestris Panz. - Un esemplare solo ne raccolsi in vicinanza alla così detta Grotta degli edelweiss, in Val dell’ Alpe a circa 2300 m., il 5 Agosto. Nebria castanea Bon var. brunnea Duftsch. Comune assai in Val Furva (Plaghera m. 2100. Baite Ablès m. 2200) sotto alle pietre nel Luglio e nell’ Agosto. — Notiophilus palustris Duft. - Qualche raro esemplare in Val Furva (S. Caterina) sotto alle pietre nei luoghi umidi lungo le rive del Frodolfo. Tachypus caraboides Schrk. - S. Caterina di Val Furva, nei luoghi umidi lungo le rive del Frodolfo. Scarso. Bembidion (Metallina) lampros Herbst. - Bormio: frequentissimo sotto alle pietre: Luglio; Agosto. l B. (Peryphus) Andreae Pabr. - Nella stessa località del precedente 25 Luglio: abbon- dantissimo. . ; B. Andreae var, distinguendum Dev. Id. Trechus (Phanerophthalmus) quadristriatus Schmk. - Bormio: frequentissimo sotto alle pietre, Luglio, Agosto. Platynus (Agonum) sexpunctatus M.- Non raro sotto alle pietre : Val Furva (S. Caterina) Luglio, Agosto. ; Calathus fuscipes Goeze - Bormio, comunissimo sotto alle pietre nel Luglio e nell’ Agosto: qualche esemplare ne raccolsi anche a S. Caterina. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 4T C. melanocephalus L. Bormio. Val di Dentro. Val di Livigno. Val Furva. Val di Forno. Val Gavia. Abbondantissimo ovunque. Poecilus Koyi Germ. - Comune sotto alle pietre nei pressi di Bormio. Agosto. P. lepidus Lesk. - Comune sotto le pietre presso Bormio. Agosto, P. gressorius Dej. - Assieme ai precedenti. P. cupreus. L. - Bormio; Val Furva (S. Caterina): frequente. Pterostichus (Platysma) niger Schall. - Val Furva (S. Caterina : 4 Agosto, St. (Oreophilus) multipunctatus Dej. - Val Furva (Plaghera m. 2100), 27 Luglio; poco comune. Amara fusca Dej. - Bormio: Val di Livigno: frequente sulle strade: Agosto. A. Erratica Duft. - Torri di Fraele, l. Agosto. B. Bifrons Gyllh. - Val di Livigno, 18 Agosto. Ophonus sabulicola Panz. - Bormio: Val Furva: abbonda sia sotto alle pietre, sia sulle strade. O. (Pseudophonus) pubescens Miill. - Bormio. Val Furva. Frequentissimo ovunque al piede delle piante, oppure sulle strade specialmente verso sera. O. (Pseudophonus) griseus Panz. - Nella stessa località e condizioni del precedente ab- bondantissimo. O. Platus calceatus Duft. - Bormio: 10 Agosto. Harpalus aeneus F. - Bormio Val di Dentro, Val di Livigno. Valle del Braulio, Val Furva. Comunissimo sulle strade e sotto alle pietre. H. aeneus var confusus Dej. - Bormio. H. psittaceus Fourer. - Bormio, Bagni presso Bormio. Livigno, abbonda. H. rufitarsis Duft. - Bormio. Val di Dentro (Semogo), frequente. Cymindis cingulata ? Dej. - Un esemplare unico sotto ad un sasso presso le rive dell’ Adda sopra i bagni nuovi: differisce dagli esemplari tipici di questa specie per una particolare e poco manifesta rugosità delle elitre. Fam. DYTISCIDAE.. Hydroporus (Oreodites alpinus Payk. - Laghi di Fraele, lago di Cornacchia (prof. Pero). H. limbatus ? Aubé - Laghi di Fraele (m. 1934), 1 Agosto; lago del Confinale (m. 2935) 24 Luglio. Questa specie sarebbe nuova per la Lombardia: De Bertolini nel suo Catalogo Sinoni- mico e topografico dei Coleotteri d’ Italia segnala questa specie solo per la Corsica e la Sardegna, non la trovo citata in altri cataloghi, perciò dubito che questa diagnosi possa essere errata. H. pubescens Gyll. - Laghi di Fraele, lago del Confinale ; abbondante. Neppure questa specie è citata fra i Coleotteri di Lombardia dai fratelli Villa; il Pero neppure la riconobbe fra gli Hydroporus da lui raccolti nelle acque del lago di Fraele, nè di altri laghi Valtellinesi. Di questa specie è stata segnalata la presenza nelle Alpi marittime, alla Certosa di Pesio (Ghilliani) ; nel Trentino (De Bertolini); nella Svizzera) Vevey (Stierlin e Gautard). Agabus congener Payk. - Lago del Confinale: frequente 24 Luglio. Ilybius fuliginosus Fabr. - Laghi di Fraele: anche il prof. Pero trovò questa specie ab- bondante nei laghi di Fraele, ed in altri laghi Valtellinesi. I RETTILI ED ANFIBI DEL TERRITORIO DI FIUME dee —____ Il territorio della città di Fiume, posta alle spiaggie settentrionali del Quarnaro Che Italia chiude e suoi termini bagna viene naturalmente delimitato da questo e dagli ultimi contrafforti delle Alpi Giulie, che 48 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI sotto il nome di Carso Liburnico gradatamente passano nelle Alpi Dinariche, facenti parte del sistema montuoso della penisola dei Balcani. Padewieth, (1) parlando degli insetti, dice: « Qui la fauna del Mediterraneo viene in contatto con quelle dei Balcani e dell’ Europa centrale. E questa è appunto la circostanza che rende sì svariata e interessante la fauna di Fiume. ». Ciò che si dice degli insetti si può estendere a tutta la fauna e flora. La brevità richiesta dalla natura di questo articolo mi impedisce di parlare a lungo delle condizioni meteorologiche e naturali del territorio in discorso; mi limiterò quindi ad un breve cenno topografico. D’ altronde spero di poter di tutto ciò, più ampiamente trattare nelle notizie che premetterò ad un lavoro che con più ampio programma stò scrivendo sugli anfibi. Ecco dunque un po’ di topografia : Il suolo s’ innalza dal mare verso ]’ interno a sca- glioni. Il primo scaglione, alto in media 300 m. è separato dal secondo, che non raggiunge i 600 m. da un lungo e profondo avvallamento parallelo alla spiaggia, che forma successi- vamente: la valle superiore del torrente Recina, (Eneo) la val di Draga, il golfo di Buccari e il fertile Vinodol. Dietro al secondo scaglione, dopo pianure più o meno estese (campo di Grobniko) comincia la massa centrale del Carso Liburnico, culminante col Risnjak (1538). In questo territorio vivono 20 specie di rettili (3 chelonii, 7 saurii e 10 ofidii) e 11 di anfibii (7 anuri e 4 codati). Giova però notare, che la presenza del Proteus anguineus è solo congetturale. Nel seguente brevissimo catalogo eviterò le sinonimie, limitandomi a far conoscere, ove possibile, i nomi volgari e dialettali delle specie. A) REPTILIA. I. Chelonia. 1. Testudo graeca. Linn. Tartaruga, più comunemente con vocabolo croato zaba. Questo animale non credo si rinvenga da noi allo stato libero, ma ogni primavera viene portato in grandi quantità sul mercato alimentare dalla Grecia e dalla Dalmazia. Tenuto poi nelle case e negli orti come animale domestico, si propaga assai di frequente. Passa 1’ inverno in letargo. E molto apprezzata come vivanda nei giorni di magro. Una varietà di piccola mole è indigena dell’isola di Veglia. (2) 2. Chelonia mydas Schweigger. È rara nell’ Adriatico; il 9 settembre 1885 fu cattu- rato un esemplare del peso di 18 kg., che fu poi esposto all’ esposizione di Budapest del 1896 (Matisz) (3). Ora, se non erro, si trova nel Museo del r. ginnasio liceale in Fiume. 3. Ohelonia caretta Linn. Nei caldi mesi estivi giunge talvolta nell’ Adriatico setten- trionale e nel Quarnero, venne pure qualche volta venduto sul mercato dei pesci. (M.) II. Sauria. 4. Hemidactylus verruculatus Cuv. Questo animale proprio di paesi più meridionali, (1) PapewIETH - La fauna degli insetti nei dintorni di Fiume - In Bollettino del Club di Se. nat. in Fiume. Anno II, 1897. (2) CusicH - Notizie naturali e storiche sull’isola Veglia - Trieste 1874, (3) Nell'epoca collettiva « I comitati e città dell’ Ungheria » (in ling. ungh. - Budapest 1896) il prof. Giovanni Matisr, noto specialmente nei campi dell'ornitologia, fauna e flora marina, tratta colla sua solita competenza, sebbene molto compendiosamente, delle condizioni naturali del terri- torio da noi considerato. Citerò spesse volte in questo lavoro la sua autorità, contrassegnando queste citazioni colla sigla (M). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 49 viene ritenuto come abitante dei solai di vecchie case. (1) Io non ho visto mai esemplari fiumani. 5. Lacerta stirpium Daud. In croato guscarica, nome dato dal volgo anche alle Po- darcis. Abbastanza diffusa. 6. Lacerta viridis Daud. Ramarro, pecenega. Sugli orli delle strade di campagna e sotto i cespugli. Non è rara. var. mento-coerulea Bonap. Assieme alla forma tipica. 7. Podarcis muralis Wagler. Comunissimo, su ogni muro e su ogni roccia battuta dal sole. Molte varietà di colorazione. 8. Podarcis oxycephala Schlegel. Comune, ma meno frequente della muralis. 9. Pseudopus Pallasit Cuv. Comune nei giardini (M.). Specie meridionale. 10. Anguis fragilis Linn. Bissa orba, slepic. Comunissimo ovunque, specialmente nelle valli. Il popolo lo perseguita ritenendolo velenoso, ed estende questa credenza a tutti gli animali serpentiformi, appellati con nome generico bisse oppure serpenti.’ var. lineata. È anche assai comune. TII. Ophidia. 11. Coronella austriaca Laur. Comune (M). 12. Periops hippocrepis Wagler, Poco diffuso. 13. Zamenis viridiflavus Lacép. Bissa verde. Comune. 14. Coluber Aesculapîti Shaw. Carboner. Nell’ Estate 1897 potei catturare nella valle della Recina un esemplare lungo più di un metro. 15. Coluber quadrilineatus Latr. Raggiunge i due metri di lunghezza. (M). 16. Tropidonotus natrix Wagl. Bissa d’ acqua. Non troppo comune. var. minax, anche non raro. 17. Tropidonotus tesselatus Wagl. Comune (M). 18. Zarbophis vivax Schreiber. Comune. (M). 19. Vipera berus Daud. Vipera. È piuttosto comune nei mesi estivi su pel nudo Carso, ma la sua frequenza tende a diminuire. 20. Vipera ammodytes Latz. Nelle valli inferiori non è punto rara. Nella primavera 1897 incontrai nella conca (dolina) di Ponikve sopra Buccari uno splendido esemplare di una varietà dal dorso di color fondamentale quasi bianco, su cui spiccava distinta la faccia dorsale oscura. Quantunque le vipere siano, come dissi, comuni da noi, pure relativamente assai di raro accadono morsicature, e non mi ricordo d’aver mai udito parlare di avvelenamenti seguiti da morte. Nelle isole vicine di Cherso e Lussin si crede che per miracolo di S. Gaudenzio il morso delle vipere non sia velenoso, anzi si possa guarire coll’ applicazione della terra delle due suddette isole. A Veglia invece, dove pur sono frequenti le vipere, il loro morso sarebbe pericoloso (3). B) AMPHIBIA. I. Anura. 21. Hyla arborea Linn. Racola, è comune sul campo di Grobniko. 22. Rana esculenta Linn. Comunissima quanto la specie seguente, in tutti quegli stagni, (1) RorH - Zoologia ad uso dei ginnasii - Budapest 1889, (2) CuBICH - op. cit. 50 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI o meglio pozze, cosi frequente pel territorio. Le cosce posteriori si portano spesso sul mer- cato alimentare. 23. Rana temporaria Linn. Pei prati. 24. Bombinator igneus Merrem. A Veglia (Cubich). Nessun autore. lo dice proprio del territorio fiumano propriamente, detto. E però probabile la sua presenza. 25. Pelobates fuscus Wagler. Nei laghetti di Grobniko e Scurigne, nonchè in altre pozze minori (M). 26. Bufo vulgaris Laur. Rospo, krota (cr). In buche umide, fra i sassi, negli orti e giardini. Anche da noi il popolo ritiene oltremodo velenosi gli umori che i rospi secernono dalla pelle ed è questo il principale motivo della persecuzione che si fa soffrire a questi animali, sebbene siano, col distruggere gli insetti nocivi alle campagne, di un’ utilità in- contestabile. 27. Bufo viridis Laur. Come il precedente, ma più raro. II. Urodela. 28. Salamandra maculosa Laur. Abbastanza frequente negli umidi boschi di Lopazza. Non ho mai udite dal popolo le superstizioni altrove sparse sul conto di questo animale, 29. Triton cristatus Laur Comune. 80. Triton taeniatus Schneider. Comunissimo in ogni più piccola pozza. Dopo la rana è l’ anfibio più diffuso. i 31. Proteus anguineus Laur. Metto qui nel catalogo anche il proteo, senza l'appoggio di dati, però non è impossibile la sua presenza, vista la sua diffusione nelle grotte della vicina Carniola, e la possibilità della loro comunicazione colle nostre caverne, ancora così insutficientemente studiate. Fiume, nell’ aprile 1898. GuIino DEPOLI. Dr. EMANUELE PARATORK QUADRI CRISTALLOGRAFICI ‘ PER LE SCUOLE SECONDARIE (continuazione ) 8. Rombo dodecaedro — si ottiene dal triacis-ottaedro, eliminando i 12 spigoli dell’ ottaedro fond. 12 facce rombiche, risultanti dalla confluenza dei due tr. isosceli che nel triacis-ottaedro si toccano con la base. 14 vertici e 14 angoli, 6 tetraedri, 8 triedri. 24 spigoli uguali. 9 piani di simm. , 3 pr. secano gli angoli tetraedri, 6 second. secano anche gli angoli triedri. 7 linee di simm. , 3 tetrag. per vertici degli angoli tetraedri, 4 trigon. per v. triedri. Gli assi escono pei vertici degli angoli tetraedri - ogni faccia incontra due assi al- LOI 4 pio UD A STE l'unità di distanza ed è parallela all atto: quindi la h:h:0 ; sim bolo (A h 0). (1) Nel n, 3-4 di questa Rivista a pag. 33 linea 16 in luogo di A-B=C—90 leggere A=B= =0 = 90°, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Ol 6. Cubo o Esaedro reg. — 6 facce quadrate, ciascuna normale ad ogni estre- mità di asse. 8 vertici ed 8 angoli triedri. 12 spigoli uguali. 9 piani di simm., 3 princ. normali agli spigoli, 6 second. attraversano gli spigoli. 7 lince di simm., 3 tetrag. cadono sul centro delle facce, 4 trigon. sui ver- tici degli angoli triedri. Gli assi attraversano il centro delle facce — ogni faccia incontra un asse all'unità di distanza ed è parallela agli altri due, quindi 2 3 = s i =h:0:0 ;simboto (h 0 0). 7. Tetracis-esaedro, 0 Cubo piramidato. Deriva dall’ esaedro regolare, poichè i 6 piani di s. secondari dividono la faccia del cubo in 4 parti uguali e simmetriche e perciò può elevarsi su di essa una pira mide quadrangolare. 24 facce tr. isosceli, disposte a gruppi di 4 intorno ad ogni estremità di asse 14 vertici e 14 angoli, 6 tetraedri, 8 esaedri. 86 spigoli, 12 lunghi (sp. del cubo), 24 brevi. 9 piani di simmetria, come nel cubo. 7 linee di simm., 3 tetrag. pei vertici degli angoli tetraedri, 4 trig. pei vertici degli angoli esaedri. Gli assi attraversano gli angoli tetraedri — ogni faccia ne incontra uno all’ unità di distanza, uno a distanza multipla ed è parallela al terzo, quindi 3 n : = — h:k:0 ; simbolo hk 0). B. FORME EMIEDRICHE. — L’Emiedria è di 3 forme: a) inclinata, quando si sviluppano la faccia od il gruppo di faccie che giacciono in 4 ottanti alterne. S’ indica con la lettera greca x. b) parallela, quando spariscono alternativamente metà delle facce di ciascuna ot- tante, in modo che nelle ottanti consecutive si sviluppino le facce simmetriche. S' in- dica con ila lettera greca n. c) asimmetrica, quando nelle ottanti consecutive si sviluppano le facce asimme- triche. S'indica con la lettera greca A. I. Emiedria x. — A. Tetraedro — dall’ ottaedro; simbolo K (4 @ a). 4 facce tr. equilateri. 4 vertici e 4 angoli triedri. 6 spigoli uguali. Gli assi cadono sugli spigoli. Essi sono linee di sim. digonali (per |’ emiedria) : le linee di sim. trig. sono conservate e cadono dal vertice sul centro della faccia opposta. Volendo orientare il tetraedro, si vedrà che gli assi potranno cadere solamente sugli spigoli, occorrendo 6 parti omologhe. Per convincersene meglio si costruisca l’ot- laedro e si tirino linee normali ad ogni estremità di asse, le quali s’incontrino con an- goli di 60°. Si avrà così il tetraedro, e si vedranno le sue facce chiudere solo 4 ot- tanti in serie alterna. Attorno ad ogni esiremità di asse concorrono perciò due facce ed in luogo di vertici tetraedri si hanno spigoli. 2. Emi-triacis-ottaedro — x (h h I). 12 facce trapezoidi, 3 per ottante. 3. Emi-icosi-tetraedro — x (h ll). 52 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI II &.2zy,y<...] A .li-,-.I/..llllll111ll1teeit1m_ }tCTrtt—w 12 facce tr. isosceli, 3 per ottante. 4, Emi-esacis-ottaedro — x (hkl). 24 facce, tr. scaleni, 6 per ottante. Il. Emiedria n. — A. Emi-esacis-ottaedro — n (hkl). 24 facce trapezoidi, 3 per ottante. 2. Pentagono-dlodecaedro, dal tetracis-esaedro, n (hk0). 12 facce pentagoni regolari. 14 vertici, 6 a simm. tetragonale, donde escono gli assi (linee di s. tetrag.), 8a simm. trigonale, donde escono le linee trigonali. 2. DIMETRICO. A. FORME OLOEDRICHE. I due assi a param. uguali sono gli assi della base, la quale perciò è quadrata. 1. Forma fond. — Ottaedro isoscele o Bipiramide a sezione quadrata. 8 facce tr. isosceli, ciascuna delle quali chiude un’ ottante. 6 vertici e 6 angoli, 2 terminali, 4 laterali. 12 spigoli, 8 terminali, 4 laterali diversi dai primi. 3 piani di simm. , 8 per gli spigoli, 2 normali agli spigoli laterali. 1 linea di s. tetrag. cade sui vertici terminali (è |’ asse disuguale). Gli assi escono dai vertici, l’asse disuguale dai vertici terminali. — Ogni faccia incontra i due assi delia base a distanza uguale, l’ altro a distanza diversa; perciò il s|s s simbolo di questa forma è il rapporto dei par. fond. (a : @ : c) 0 ie m h:h:1 (lb. I due piani di simmetria normali agli spigoli laterali dividono ciascuna faccia in 2 tr. scaleni, e perciò dalla 1.2 deriva la seguente. 2. Bipir. a sezione ottagona. — 16 facce tr. scaleni, 2 per ottante. 10 vertici e 10 angoli, 2 terminali ottaedri, 8 laterali tetraedri di due specie. 24 spigoli, 16 culminanti di due specie, 8 laterali. 5 piani di simm. , 2 per gli spigoli culminanti lunghi, 2 per i culminanti brevi, 1 per i laterali, sdoppia la Bipiramide. I linca di s. tetrag. pei vertici terminali. # Gli assi, come nella Bip. fond. — ogni faccia incontra gli assi a distanze disu- DID td) c i ; LIE guali, per cui = ioegii ir hi: k : 1; simbolo (Ak2). Può avere anche il sim- i O) AOTRURE ERRE! bolo (ki) perchè ri giqg=min:p. 3. Se si fa girare la Bp. fond, di 45° intorno all’ asse disuguale, si ha la Bip. quad. di 2.° ordine. 8 facce triangolari isosceli. L'asse disuguale passa come nella fond. per i vertici culminanti, ma gli assi della base cadono sulla metà degli spigoli laterali. —- Ogni faccia incontra due assi a distanze disuguali ed è parallela al 3.°, perciò il simbolo è (ROA) o (Ohh). OI N SRI RE O . è pare Li Mio A Col 1.° simbolo si avrà ARTE A "Mit coli n, ec012, TRN RL = x 1m : n, ed in ambo i casi la faccia incontra un asse all’ unità di distanza, uno a distanza disuguale ed è parallela al terzo. Y. Prisma a sezione quadrata. — 4 facce rettangolari. 4 spigoli, 3 20 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI oh) 5 piani di simm., 2 per gli spigoli, 2 per la linea mediana delle facce, 1 per la sezione. ; 1 linea di s. tetrag. (l’asse disuguale). Gli assi della base escono dagli spigoli, l’asse disuguale decorre parallelo alle facce. — Ogni faccia incontra i 2 assi della base ad eguale distanza ed è parallela al- l’ asse disuguale, simbolo (440). Infatti si ha : + ‘Fi: 9 EMEN: 0 parametri della faccia. 3. Prisma a sezione ottagona. — 8 facce rettangolari, per divisione longitudi- nale di ciascuna facccia del precedente. 8 spigoli ed 8 angoli diedri, 4 ottusi maggiori, 4 ottusi minori. Ogni faccia incontra direttamente un asse, uno prolungato ed è parallela al terzo; simbolo (AK0). Donde Pipigaminio ] 6. Prisma a sez. quad. di 2.° ordine, girando il precedente di 45° rispetto alla linea di simmetria. Gli assi della base escono dalle facce, I asse disuguale decorre lungo le facce come nei prismi precedenti. — Ogni faccia incontra un solo asse della base; simbolo (h00). an @ a Infatti Tino e 7. Pinacoîide. — 2 facce parallele fra di loro e normali all’ asse disuguale ; sim- bolo (004). Si ha - ‘0: 7 0% ? 20 : Di cioè l’incontro del solo asse disuguale. Sek= 1, a I e si sr gio ST ESA abati RN RA, B. FORME EMIEDRICHE. I. Emiedria x. 1. Tetraedro isoscele — x (a @ c) dalla Bip. fond. 4 facce triangolari isosceli. S’ orienta come il tetraedro equilatero. 2. Sfeno. — x (hkl) dalla Bip. ottagona, sviluppando le facce di 4 ottanti alterne. 8 facce triangolari scaleni. 6 vertici e 6 angoli tetraedri, per cui passano gli assi. Il. Emiedria n. 1. Bipir. quadrata di 3.° ordine — n (hkl), dalla Bip. ottagona. Gli assi della base escono dagli spigoli laterali, dividendoli in due parti disuguali ; !" asse disugua esce dai vertici terminali. 2. Prisma quad. di 3.° ordine — u (hk0), dal Prisma ottagono. Gli assi della base escono in un punto eccentrico delle facce. Ill. Emiedria A. 1. Trapezoedro — A (hkl) dalla Bp. ottagona. 8 facce trapezoidi. 8 vertici ed 8 angoli, 2 tetraedri, 6 triedri. Gli assi della base escono dalle facce, l’asse disuguale dai vertici degli angoli tetraedri. 54 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 3. TRIMETRICO. A. FORME OLOEDRICHE. Essendo gli assi disuguali, la base è romba. Le ottanti, come nei precedenti, sono uguali. 1. Forma fond. — Bip. a base romba. 8 facce triang. scaleni, una per ottante. 6 vertici e 6 angoli tetraedr) di 3 specie. 12 spigoli, 4 lunghi, 4 medi, 4 corti. 3 piani di simmetria per gli spigoli. Gli assi escono dai vertici — la faccia incontra gli assi a distanze disuguali, quindi simbolo (ade). Può avere anche (hX0) 0 (AA) 0 (h/). Infatti, diviso per essi il rapporto param. fond. si avrà: (1) b e i chi an > e a b c A lie CT E TONE STAR 0) b c RSA Fi Ti: TM: p; e in tulte e tre i casi tre lunghezze diverse, tre diversi parametri per ogni asse. 2. 3. 4. Prisma a sezione romba (di 3 specie). 4 facce rettangolari che limitano una figura a base romba. 4 spigoli. Gli assi della base escono per gli spigoli, il 3.0 decorre lungo le facce — la faccia incontra due assi a distanza disuguale ed è parallela al terzo. Esistono tre specie di Prismi. a) Prisma parallelo all'asse x — simbolo (0k)) o (Ohh). Ambedue i prismi, divisi rispettivamente per i param. fond. danno co : n : p, cioè la faccia è parallela all’ asse x ed incontra y e 2 a distanze diverse. b) Pr. || y — simbolo (h0/) o (hOA). Nella stessa guisa 1 param. della faccia risultano n : x : p. c) Pr. | z — simbolo (h0k) o (hh40). I parametri della faccia risultano m : n : co. 5. 6. 7. Pinacoide — (di 3 specie). a) Pin. || yz, (400), donde i param. della faccia mm : 0 : b) Pin. || xz, (Oh0), donde param. in: 8. c) Pin. || xy, (00h), param. 0: 00: p. B. FORME EMIEDRICHE — £miedria x. 1. Tetraedro scaleno, & (hkl) 4 facce scalene. 4. ESAGONALE. (continua) Rivista Bibliografica Per una eccezionale combinazione non ci è stato possibile pubblicare in questo fascicolo la consueta Rivista bibliografica e ne domandiamo scusa ai lettori ed a coloro che ci hanno favorite le loro pubblicazioni il cui cenno figurerà però nel prossimo fascicolo. è RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 55 CENNO BIBLIOGRAFICO ZEN PP — R. PaneBIANCO - Nota su di alcune concrezioni nelle argille scagliose. - Padova Tip. coop., 1898 - Sono cenni sulla composizione di due ciottoli nerî e di un nucleo grosso come un pu- gno, trovati nelle argille scagliose, presso il Monte del Gesso, nel letto del Crostolo, in quel di Reggio Emilia, e donati al Gabinetto mineralogico della R. Università di Padova, dal dott. G. Caneva. I due ciottoli neri, spezzati - dice il prof. Panebianco - si mostrano costituiti da sostanza litoide grigio-rossiccia o verdiccia. La crosta nera (da 0,5 mm. a 2,5 mm.) è costituita es- senzialmente da ossidi superiori di manganese, da limonite e da argilla, con piccola quantità di carbonato calcico e di acido fosforico. La parte insolubile nell’ acido cloridrico di media concentrazione a caldo, studiata al microscopio, risulta costituita da caolino, da cubettini di pirite e da pochissimo quarzo. Alla perla si constata il ferro e la silice. La parte solubile risulta costituita da poca allumina e silice, poco fosfato calcico, e molto carbonato difmanganese ferrifero. xx L'altro nucleo è bianco verdiccio ricoperto da argilla. Rotto si mostra costituito da nuclei irregolari di sostanza simile alla marna calcare, con venule di spato calcare. All analisi si mostrò costituito da marna calcarea ferrifera manganesifera, con abbon- dante acido fosforico. Arroventata all’ aria annerisce per il ferro e manganese che contiene. Non ha tracce di solfato calcico. La parte insolubile nell’ acido cloridrico è costituita da sabbia quarzifera, caolino, cubetti e gruppetti microscopici di pirite e qualche frammento di anfibolo. Il nodulo, specie al- l'esterno, ha attaccati, oltre alla sabbia quarzifera, con qualche lamella di muscovite, dei frammenti di quarzo ametista. La parte solubile contiene tutto 1’ acido fosforico, tutto il manganese, la maggior parte del ferro, poco alluminio e moltissimo calcio. Questo nodulo, come i ciottoli di cui si è parlato prima, contengono materia organica. La presenza dell’ acido fosforico in questi noduli potrebbe interessare l’ agricoltura. xx Questa Nota del prof. Panebianco è preceduta da alcune osservazioni sulle famose scodelline del Bolognese, finora ritenute da tutti per aragonite. Avendone rotte e studiate alcune, il prof. dell’ Università di Padova, avrebbe riconosciuto che sono costituite da car- bonato calcico romboedrico, e quindi calcite, e non aragonite ! Quanti minerali non comuni, saranno stati erroneamente battezzati, in seguito ad un esame troppo superficiale, e per anni ed anni si seguita a ripetere, nei libri e nelle scuole, l’ errore, sinchè a qualcuno non sorga qualche dubbio e venga la voglia di risolverlo con un nuovo e’ più coscienzioso esame. - Un caso simile è quello dell’ atacamite, trovata dal prof. Meli a Roma (v. nel n. 3 di questa Avvista). Il Panebianco conclude le sue osservazioni con queste parole: « Le famose scodelline, tanto care agli amatori di curiosità naturali, sono quindi costituite da calcite e non da aragonite, come l’ assenza di osservazioni cristallografiche avea potuto far ritenere. » « Mi piace di insistere - egli aggiunge - su questo fatto, poichè mostra ancora una volta come base della conoscenza dei minerali sia la cristallografia; anche la chimica è GI base, ed il resto è o complemento o zavorra. » Ar, x 50 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI v Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’unico che si stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chò procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei. centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L'amminisirazione 8’ incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda cent. 30 per la francatura della corrispondenza, per le altre basta scrivere in cartolina doppia, ———_ ___P=30B90A6E< Pubblicazioni del 1896 (continuazione) Soggetti vari, d’indole generale, e di tecnica 790 Abba F. Manuale di Microscopia e Bat- teriologia applicata all’ igiene. (Torino, Clausen). 791 Arcangeli G. Le stranezze meteorolo- giche dell'anno 1895. (Firenze Bull. d. Soc. Bot. Ital. n. 1, pag. 43-48). 792 Bearzi G. Salita al M. Maggiore (Istria) (Udine « in Alto » n. 4, pag. 5)-52). 793 Bearzi ing. G. Il 28° Congresso del Club Alpino Italiano in Genova. (Ibidem n. 6, pag. 75-78). 794 Bisogni dott. C. Analogie e relazioni fra gli acidi fosforicì. (Siena, Riv. Ital. di Scienze Nat. n. 9, pag. 105-106). 795 Blessich A. Le missioni cattoliche in Etiopia. (Napoli, Boll. Soc. Afr. fase. 1, pag. 7-9). 796 Blessich A. Michelangelo Pacelli e il suo viaggio in Etiopia. (Ibidem fase. 3, pag. 73-89). 797 Bricchetti-Robecchi L. Note sulle lin- gue parlate dai Somali, Galla ed Harrari rac- colte ed ordinate nell’ Harrar. (Napoli Boll. Soc. Afr. Ital. fasc. 1, pag. 15-22). 796 Bombicci prof. L. Il tirocinio speri- mentale di compimento ai corsi universitari di Scienze fisiche e naturali. (Bologna, Tip. Monti pag. 38 in-8). 798 Brogi S. Le Società locali di Storia na- turale in Inghilterra. (Siena, Boll. del Natur. n. ll, pag. 140). 799 Brunialti A. Segnali d’ allarme in mon- tagna. (Rovereto, XIX Annuario Società Alpini- sti Tridentini pag. 363-368). 800 Buonomo G. Itala e Giumbo. (Napoli, Bollettino Soc. Afr. Ital. fasc. 1, pag. 1-7 con carta). 801 C...... Il XVI Convegno della Società Alpina friulana, (Udine «In Alto » Cronaca della Società Alpina Friulana n. 6, pag. 69-75). 802 Camerano L. La vita scientifica di Mi- chele Lessona. (Torino, Mem. R. Accad. delle Scienze tom. XLV, Estr. di pag. 58, in=4). — 803 Cattaneo G. In memoria di Raffaello Zoia. (Genova, Bollettino dei Musei di Zool. ed Anat. Comp. della R. Università n. 54, pag 23). 804 Chiesa G. Castellano e le sue adiacenze. (Rovereto, XIX Annuario Società Alpinisti Tri- dentini, pag. 265-300). 805 Cobelli dott. R. Serrada, stazione cli- matica alpina. (Ibidem pag. 211-233) 806 Crichiuti G. Una gita al Colle Mag- giore. (Udine « In Alto » n. 4. pag. 49-91). 807 Daddi L. Nuovo metodo per colorire il grasso nei tessuti. (Torino, Giorn. R. Acc. di medicina n. 2, pag. 87-90). 308 De Parville Henry. Un veleno dome- stico. (Siena, Boll. del Natur. n. 5; pag. 65-06). 809 È. D. W. Notes de technique micro- scopique (Siena, Boll. del Natur. n. ll, pag. 138-139). 810 Ercolani E. Caccia. (Milano, Il Movi- mento Agricolo n. 13 e seg.) 811 Fabani sac. C. I sette giorni della RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 57 creazione, ossia Scienza e Bibbia. Trattato scient.- storico-lett. (Varese, 742 pag. in-8, L. 4,50). 812 Fabani C. Gli uccelli e 1’ agricoltura. (Sondrio, Tip. Aroldi e Barini pag. 51, in-16, L. 0,50 franco di porto L. 0,53). 813 Fenizia C. Commemorazione di G. B. Licata. (Napoli, Boll. Società Africana d' Italia fasc. 3, pag. 85-92). 814 Ferrucci A. Una salita al Duranno. (Udine « In Alto, » n. 1, pag, 24). 815 Ferrucci A. Salita al Monte Tiersine. (Ibidem n. 2, pag. 14-15). 816 Galli C. Una modificazione alla Pila Dan- niell. (Siena, Boll. del Natur. n. 2, pag. 17). 817 Garbari C. Dal Gruppo di Brenta alle Pale di S. Martino. (Appunti di alpinismo). (Ro- | vereto, XIX Annuario Società Alpinisti triden- tini pag. 423-428). 818 Garbari C. Dai Gruppi della Presanella ed Adamello al Gruppo di Brenta. (Ibidem pag. 429-442). 819 Garelli A. L’ Agricoltura ed il bilancio economico finanziario italiano. (Torino, Edit. Ca- sanova 24 pag. in-8). 820 Ghisleri A. La mia visita alle cascate del Niagara (Milano, Natura ed Arte n. 3, pag. 231-242, con figure). 821 Gioli G. La Real Tenuta di Tombolo in Toscana - Appunti di un cacciatore Naturalista. (Napoli, Napoli-Sport. n 44, pag. 2-3). 822 Grillo prof. N. La finalità nell’armonia della natura, (Genova, Gazzettino d' oro Estr. di pag. 12 in-8. L. 0, 25). 823 Grillo N. Sulla causa del Mal di Mare. (Siena, Boll. del Natur. n 1. pag. 5-7). 824 Grillo N. L'influenza terapeutica della luce. (Ibidem n. 5, pag. 64-65). 825 Guillaume R. Uomo o tempo. (Torino, Loescher edit. pag. VIII-90, in 16 L. 2,00). 826 Imparati dott. E. I raggi del Rontgen. (Siena, Riv. Ital. di Sc. nat. n. 5, pag. 57-58). 827 Largaioli dott. V. Esame batteriologico dell’ acqua del torrente Bodai (Trentino). (Padova, Tip. Salmini 20 pag. in-8). 828 Leonardi dott. C. La Pesca delle Spu- gne nelle acque di Lampedusa. (Siena, Boll. del Natur. n. 6, pag. 73-74). 829 Leonardo Fea. Quattro annì fra i Bir- mani e le tribù limitrofe. (Milano, Hoepli pag. XVIII-565, in-8 grande). 8230 Levi-Morenos D. Condizione della p È sca e pescatori in rapporto colla evoluzione del lavoro e col diritto di proprietà sulle acque. (Venezia, supplemento seientifico al, Neptunia 18 pag. in-8). 831 Levi-Morenos dott. D. La pesca ma- rittima ed i lavoratori del mare in Italia. (To- rino, Riforma sociale fasc. 7, Estr. di 30 pag. inp-8). 832 Levi-Morenos D. e Parenzo A. Il « Fishery Boardof Scotland » ed i laboratori di Saint-Andrews e Dumbar. (Venezia, Neptunia n. l-2 pag. 3-10). 833 Livi R. Geografia ed orografia della sta- tura e del colore dei capelli e degli occhi in Italia. (Firenze, Archivio per l’Antropol. e l' Et- nolog. fasc. 1, pag. 17-26). 834. Livini F. Di una modificazione del me- todo Unna Taenzer per la colorazione delle fibre elastiche. (Firenze Mon. Zool. Ital. N. 2 p. 45-47). ; 885. Lorenzi A. Una visita al laghetto di Cima Corso (Ampezzo). (Udine « In alto » N. 5 p. 62-64). 836. Lorenzi R. Programma di escursioni. Otto giorni nelle Alpi Gortane. Ibidem pag. 2-5. 837. Mantegazza P. Gli Indiani Calchaqui. e le ultime scoperte etnologiche del)’ Ambrosetti nell’ alto Paranà e nella provincia di Salta (Ke- pub. Argentina) (Firenze - Arch. p. l’ Antrop. e l’ Etnolog. fasc. 1 pag. 61-68). 838. Mantica C. Nelle Prealpi Clautane Cri- dola, Monfalcone, Cinia de Preti, Duranno. (Udine « In Alto » N. 3 p. 33-38). 339. Marengoni prof C. kicerca delle larve minatrici nelle piante per mezzo dei raggi X di Rintgen. (Firenze R. Ace. dei Georgofili Disp. 3 p. 191-197). 840. Marinelli O. Attraverso il gran Monte. (Udine. « In Alto » N. 2 p. 15-17). 841. Marinelli O. Ancora sopra i depositi morenici del versante settentrionale del M. Ciam- pon. (Ibidem p. 20-21). 842. Marinelli G. Il punto più Settentrionale d’ Italia Nata. (Venezia Atti R. Istit. Veneto Disp. 6 p. 475-86). 843. Minà Palumbo. Bibliografia sicula di Scienze naturali. (Palermo, Naturalista Siciliano N. 4, 9,6,7 pag. 1-10). 844. Mirto G. Modificazione al bicloruro di 08 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI mercurio, per lo studio dei centri nervosi, (Firenze Riv. di Patol. nervosa e mentale. Vol. 1 fase 3 p. 103-05). 845. Morassutti G. Salita al Monte Bianco e traversata del Colle del Gigante. (Udine « In Alto » N. 2 p. 18-20). 846. Moretti F. S. Massime pel Caccia tore Sull'arma e sul bersaglio. (Napoli « Napoli Sport » N. 40 e seg.) 847. Neri dott. F. Osservazioni chimiche ed istologiche sui becchi dei cefalopodi. (Pisa, Proc. verb. della Soc. tose. di Sc. nat. Estr. di 12 pag. in-8). 848. Neri dott F. Ulteriori osservazioni chimiche sui becchi dei cefalopodi. ‘Ibidem Estr. di pag. 8 in-8), 849. Nicotra pr. dr. L. La biologia e le scienze biologiche. (Rovereto, Atti R. Acc. Sc. lett. ed arti degli agiati. Serie 3. vol. II fasc. 1 p. 1-17). 850. Parona C. Notizie storiche sopra i grandi Cetacei nei mari italiani edin particolare sulle quattro Balenottere catturate in Liguria nell’anno 1896. (Genova, Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. Comp. della R. Università N. 55 pagine 66). 851. Passerini N. Su di un nuovo carbura- tore nell’apparecchio per il Gaz, installato nel laboratorio di Chimica della scuola agraria di Scandicci. (Firenze, Atti R. Accad. dei Georgofili disp. 3-4 Estr. di pag. 6 in-8 con 1 fig.) 852. Pestellini avv. I. Le brine primaverili. (Firenze, Giorn. Agr. e comm. della tosc. suppl. al N. 6 p. 1-15). 853. Pico E. Tre giorni in Carnia. Salita dei monti Avanza e Cretaforata (m. Ghen). (Udine « ln Alto » N. 3 p. 30-32). 854, Pisal A. ll Convegno della Società degli Alpinisti Tridentini tenuto il 15 Agosto 1895 a Cavareno. (Rovereto, XIX Annuario Soc. Alp. Tridentini pag. 373-393). 855. Preda dott. A. Effetto di proiezione osservato dalla cima del monte Pania della Croce, (Siena, Boll. del Natur. N. 8 pag. 100). 856. Pugliese V. Le soluzioni bieromo-pa- raldeidiche come mezzo d’ indurimento del sistema nervoso. (Reggio Emilia. Riv. -sperim. di fre- niatria e med. legale Vol. 22 fasc. 4 pag. 867-869). 857. Raddi ing. A. Brevi notizie sperimen- tali sulla efficacia dei filtri a sabbia sotto il punto di vista igienico. (Milano, 11 Medico di Casa N. 36 e seg.) 858. Raffaelli G. C. L' isoterma ligure, (Ge- nova, Atti Soc. lig. di Sc. nat. e geogr. fasc. I Estr. di 12 pag. in-8). 859. Riccabona D. V. Il congresso estivo di Predazzo nel 1894. (Rovereto, XIX Annuario Società Alpinisti Tridentini pag. 355-362). 860. Roncoroni L. Nuovo processo di colo- razione dei prolungamenti protoplasmatici delle cellule di Purkinje e dei cilindrossi. (Torino, Arch. di Psichiatria Sc. penali ed antropologia criminale Vol. 17 fase. 1-2 p. 161-62). 861. Roncoroni L. Il cloruro di platino come mezzo di fissazione del sistema nervoso. (Ibidem fasc. 5-6 pag. 565-571 con tav.) = 862. Rossi A. Colonizzazione Eritrea Mozione. (Venezia Atti R. Ist. Veneto di Sc. let. ed arti. Ser. VII tom. VII Disp. 4. p. 209-212). 863. Rossi A. coloni italiani a Cheren, Co- municazione. (Ibidem disp. 6 p. 523-526). 864. Sancasciani dott. G. Dalle piante agli.... animali. La moria’ nei polli. (Arezzo, il Progresso Agr. comm. della Toscana fase. 3, 4, 5 Estr. di 24 pag. in-16). 865. Setti dott. E. Il Lamarckismo nella Sociologia. (Genova. Tip. editrice Ligure 32 pag. in-8). 866. Spezzotti L. Al Gran Monte. (Udine « In Alto » N. 4 p. 46-47). 867. Stefenelli dr. A. L'inaugurazione del Rifugio sul Grossè e il XXI Convegno degli Alpinisti tridentini a Pejo. (Rovereto, XIX An- nuario Società Alpinisti Tridentini. Pag. 3-14). 868. Taramelli T. Le Ambe Abissine. (Udine « In Alto » N. 2 p. 21 22). 869. Tirelli Adelchi. Arcobaleni interessanti (Siena, Boll. del Natur. N. 9 pag. 107-108). 870. Torossi dott. Gio. Batta. La casa del Naturalista. (Vicenza, Tip. Rumor 16 pag. in-8). 871. Vastarini Cresi G. Nuovo metodo di colorazione del sistema nervoso. (Napoli, Atti d. R Accad. medico-chirurg. nuova serie n. 3). 872. Vecchi M. Sulla Grigna Settentrionale. - (Alpinismo) - (Napoli, Napoli-Sport. N. 42 p. 2-3). 873. Vianello L. (Gigio da Muran) L'isola di Murano : I. L' ambiente e l’ arte. (Venezia, Ne- ptunia N. 1 p. 1-4). 874. Vittori prof. M. In Gallura, (Rovereto XIX Annuario Società alpinisti Tridentini. Pag. 301-354). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 875. Zanetti Gian L. Da Fiemme alla Mar- molata. (Ibidem pag. 235-249). 876. Zanetti Gian. L. Da Molveno a Temù per il Brenta, la Presanella e 1’ Adamello. (Ibi- dem pag. 369-372). 877. Zimmermann A. ll microscopio: guida alla microscopia scientifica. (Torino. Unione tip. Edit. pag. 479). 878. Circa il fenomeno di vegetazione anor- male prodotto dai fachiri indiani. (Siena, Boll. del nat. N. 6 pag. 77-78.) 879. nisti Tridentini. (Rovereto, XIX Annuario Società Alpinisti Tridentini Pag. 483-529). SORTA Fabbricazione del burro con panna naturale a mezzo di bacilli selezionati negli Stati Uniti. Milano - 11 Villaggio N. 1024 p. 33). 881. ...... Le acque minerali d’ Italia, Loro origine, Composizione ed uso nella terapia. (Mi- lano « Il Medico di Casa » N. 30). 882. ..... La difterite dei polli edi suoi rap- porti con la pubblica salute. (Milano Riv. Intern. di Farmacologia N. 8 p. 233-234). ine sendo La Legge sulla Caccia. (Milano Il movimento agricolo N. 13 p 199). 884. .. .. Sulla industria dei fosfati per l’ A- gricoltura. (Roma, Boll. di not. agr. N. 1. 24 pag. in-8 L. 0,15) ...... Cronaca della Società degli Alpi- Zoologia - Paleozoologia Allevamento degli animali Aggiunte alle già pubblicate dal N. 1 al 450. 885. Berlese A e Leonardi G. Diagnosi di cocciniglie nuove (Firenze Riv. di Patol. vegetale N. 7-12). 886. Berlese A. e Leonardi G. Chermo- teca italiana. Cocciniglie raccolte in Italia. (Por- tici, stab. tip. Vesuviano). 887. Bentivoglio A. e T. Libellulidi dei dintorni di Tortona. (Modena, Atti d. Soc. d. Na- turalisti An. 28, fase. 2 pag. 101-103). 888. Bentivoglio T. Libellulidi dei dintorni di Mortara. (Ibidem pag. 199-207). 889. Bonomi I. Contributo alla conoscenza dell’ Ittiofauna miocenica di Mondaino (Bolo- gna. Riv Ital. Paleont. fase. IV p. 199-239 con 1 tav.) 890. Brazzola F. Contributo allo studio dei saccaromiceti patogeni. (Bologna, Rend. delle se- . 59 zioni della R. Accad. delle Sc. dell’ Istituto pag. 52-53). 891. Brazzola F. Ricerche sugli stafilococ- chi ed i prodotti del loro: scambio materiale. (Ibidem pag. 100-101). 892. Calori L. Miscellanea di osservazioni antropo-zootomiche. (lbidem pag. 21-22). 893. Ciaccio G. V. Degli occhi nei generi Potamanthus e Cloè della famiglia delle Ephene- ridae e come eglino sono composti e intessuti. (Ibidem pag. 91-95). 894. Colucci V. e Arnone L. Di un raris- simo parassita nematoideo di cignale. (Ibidem pag. 102-104. 895. Del Prato A. Asteroidei terziari del Parmense e del Reggiano. (Bologua Riv. Ital. Paleont. fasc. 1 p. 8 in-8 con l tav.) 896. Emery C. Saggio di un catalogo siste- matico dei generi Camponotus, Polyrhachis e af- fini. (Bologna Rend. delle Sezioni della R. Accad, delle Sc. dell’ Istituto Anno 1895-96 pag. 56.) 897. Ficalbi E. Revisione sistematica della famiglia delle Culicidae europee. (Gen Culex. Anopheles, Aédes) Firenze tip. Ricci 300 pag. con tav.) 898. Fiori A. Note critiche sulle specie del primo gruppo del genere Abax colla descrizione di una nuova specie. (Modena, Atti di Soc. di Naturalisti Vol. 14 fasc. 1 pag. 28-42). 899. Fornasini C. Ottavo contributo alla conoscenza della microfauna terziaria italiana. (Bologna, Rend. delle Sezioni della R. Accad. delle Sc. dell’ Istituto. Anno 1895-96 pag. 41-42). 900. Fornasini C. Settimo contributo alla conoscenza della microfauna. (Ibidem pag. 13-14). 901 Leonardi G. Notizie intorno agli Acaroi- dei viventi nei formicai. (Padova, Estr. d. Aca- rofauna italiana del Prof, G. Canestrini, Tip. Prosperini). 902. Maiocchi G. Intorno al Demodex fol- liculorum nelle ghiandole meibomiane e nei fol- licoli cigliari dell’ uomo e di alcuni mammiferi e delle lesioni che esso vi genera. (Bologna, Rend. delle Sessioni nella R. Accad. delle Sc. dell’ Is- tituto Anno 95-96 pag. 101-102). 903. Olivi G. Classando Rincoti di Candia, (Modena, Atti. d. Soc. d. Naturalisti Vol. 13 fasc. 2 pag. 97-100) 904. Trinchese F. Ricerche anatomiche sulla | Hermaea cremoniana. (Bologna, Rend, delle Ses- 60 sioni della R. Accad. delle Se. dell’ Istituto Anno 1895-96 pag. 59-61). Pubblicazioni del 1897 Zoologia, Paleozoologia Allevamento degli animali 1 A. G. Sul sistema nervoso dei dendroceli d'acqua dolce. Nota di R. Monti e Le uova del Nantilus perlato per R. Lankester. (Recensioni) (Palermo, Il Naturalista Siciliano n. 4, pag. 100-102). 2 Alessandrini dott. G. Sui coleotteri della Provincia di Roma. Fam. Carabidae. (Roma, Boll. della Soc. Rom. per gli studi Zoolog. fase. I, e seg.) 3. Alessandri dott. G. Avanzi di Oxyrhina. hastalis del Miocene di Alba (Milano, Atti della Soc. ital. di Sc. Nat. f. 3-4 p. 8 con l tav. 4 Ammon O. Differenza fra l’ indice cefalico calcolato secondo Broca e quello secondo Ihering (Firenze, Archivio per la Antropologia e la Etno- logia fase. 3, pag. 295 a 300). 5. Ancey M. C. F. Viagg. del Dott. Alfredo Borelli nel Chaco boliviano e nella Repubb. Ar- gentina. Resultats malacologiques. (Torino Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. Comp. N. 309). 6. Andrè E. Liste des Mutillides Recueillis au Pays des Somalis par M. le Cap. V. Bottego et description de Deux espèces nouvelles. (Ge- nova, Ann. del Museo Civico di St. Nat. Vol. XVII Estr. di pag. 4 in-8). 7. Angelis D’ Ossat. e Luzy G. I I fossili dello chlier di S. Severino Marche. (Roma Boll. Soc. Geol. Ital: fasc. 1, p. 8). 8. Angelis D’Ossat. e Neviani A. Co- rallarii e Briozoi neogenici di Sardegna. (Ibidem f. 4; p. 5). 9. Angelini prof. G. e Falconieri conte C. La Limicola Platyrhyncha avvertita per la prima volta in provincia di Roma. (Siena, Avicula p. 6-7). 10. Angelini G. Un quesito sulle emigrazioni. (Ibidem N. 4 p 105-6). ll. Angelini G. Una partenza di Chiurlot- telli. (Ibidem p. 94-95). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 12. Ardu Onnis E. Il metodo zoologico in Antropologia. (Roma, Boll. della Soc. Romana per gli Studi Zoolog. fase. I e II e seg.) 13. Armani P. L'acaro della vite. (Trento, L’ Agricoltore N. 3 pag. 20-21). 14. Arnous J. B. Trattato delle malattie dei cani e loro cura. Prima traduzione italiana con- sentita dall’ autore, arricchita di note e di ag- giunte e di tre appendici a cura del prof. Lorenzo Brusasco. (Torino, Un. tip. editr. pag. XI-586. Legato in tela L. 6. 15. Arrigoni prof. E. Note ornitologiche, per l’ anno 1895. (Milano, Atti Soc. ital. di Sc. nat. vol. 36 Estr. di 8 p. in-8). 16. Arrigoni E. Nota sopra un Gennaia Fel- deggi. (Schlegel) colto in Calabria. (Siena. Avicula N. 6 p. 157-599). 17. Arrigoni degli Oddi E. La nidificazione del Milsus migrans Boddaert nel territorio Ve- ronese. (Venezia, Atti del R. Ist. Veneto di Sc. lettere ed arti pag. 93-114). 18. B. La scelta delle razze da allevare. (Ca- sal Monferrato, Il Bacologo Italiano, N. 50 pag. 393-94). 19. Balbi E. Note sul genere Scotodipnus Schaum ed Osservazioni comparative sugli Scoto- dipnus Doderoi Balbi e Scotodipnus strictus Bandi. (Siena Riv. Ital. di Sc. nat. n. 3 e seg). 20. Balbi E. Note sull’ habitat dell’ Anophthal- mus Carantii Sella. (Palermo, Il naturalista Si- ciliano N. 1, 2,3, pag. 72-79). 21. Balbi E. Diagnosi e descrizione d'una nuova specie italiana del genere Meloé Linneo. (Ibidem, N. 4 pag. 93-97). 22. Baldassarre S. Risultati ottenuti dal- l'’incrociamento della razza merina di Rambouil- let colle pecore « Sopravissane » e colle « gentili » di Puglia. (Roma, Min. di agric. Ind. e Comm. Boll. di notizie Agr. N. 5 pag. 158-162). 23. Barpi U. Abitazione degli animali do- mestici. (Milano, Manuali Hoepli pag. 271, con 168 incisioni Prezzo L. 4). 24. Baruchello L. Alcune ricerche sui bacteri termofili. (Roma, Estr. dal Policlinico Soc. Editr. D. Alighieri pag. 8). 25. Beltrame G. La schiavitù in Africa. (Venezia, Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, lettere ed arti. T. VIII, pag. 859-102). 9, BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri LABORATORI IOOLOGICO-Z00TOMICO-TASSIDERMICO = n S E | = s MUSEO DI STORIA NATURALE è = diretti dal Cav. SIGISMONDO BROGI » ù Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali 5 Fornitore di molti musei e gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecc. 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Gragnani Comparsa di uccelli rari — R. Meloni La Rissa tridactyla in Sardegna — Venezia F. Fratercula artica — G. Moschella Interessanti comparse — F. Venezia Himantopus candidus e Petrocinella cyanea — LG. Saba, Cattura di un'aquila — Mel. Grù cinerea — Brogi S. Limosa melanura Da pag. 33 a pag. 36. Damiani prof. Giacomo. Su i Puffinus dell’ Elba. Pag. 37. i Lucifero Armando. Avifauna calabra. Pag. 39. Tait sac. Antonio. Raccolta di osservazioni ornitologiche (dal luglio 1895 al gennaio 1897 ed altre anteriori inedite) per servire allo studio dell’ Avifauna Tridentina. (cont.) Pag. 43. Vallon Graziano. Alcuni uccelli molto rari per la provincia del Friuli. (cont. e fine.) Pag. 48. Damiani prof. Giacomo. Sul giusto valore degli attributi di frequenza in rapporto alle migrazioni degli Uccelli. Pag. 50. : Iules Forest Aine. Les oiseaux au point de vue industriel (cont.) Pag. 54. Leonardi dr. Cosimo. Un caso di Taenia mediocanellata in Himantopus candidus. Pag. 59. VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ, IBRIDISMI G. Moschella. Isabellismo — L. Saba Doro mo- i struoso. Pag. 59 a 60. CACCE E PASSAGGI. Das nia delle notizie sulle cacce e passaggi di uccelli in Italia nei mesi di Febbraio e Marzo 1898. Pag. 60-61. Bollettino delle pubblicazioni ornitologiche. Ha 61 a 63. — Notiziario. Pag. 63. — Indirizzi di ornitologi (continuazione). Pag. 64. tto saldano l’ abbonamento per ire o di e con sole l i ista fascicoli arretrati dell’ annata. | TUTTI COLORO CHE PAGANO L’ ABBONAMENTO ENTRO I PRIMI TRE MESI DELL'ANNO, E TUTTI COLORO CHE SI ABBONAN — AD ANNATA INCOMINCIATA, inviando l'importo direttamente all’ Agenzia del giornale, con sole lire cinque saldano l’ abbonamento al Giornale 3A Gli abbonati esteri dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 di più, e quegli degli altri Stati ta ed al Bollettino del Natural vis tutt i ricevono sempre ha . aan esinie dia «17 ” [A gico ed al Bollettino del Naturalista, oppure alla È \ putti e tre questi periodici. I nuovi abbonat Ornitolo LI ;. 2,00 di più per le maggiori spese postali. A . no, Conto corrente con la posta i ANNO XVII = _Nena = Luglio-Agosto 1898 -.. RIVISTA. ITALLANA \ITÙ Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L.\À, 00 Per gli Stati dell’unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5, 00 À Direttore - Cav. SIGISMONDO BROGI o E F'ICIO — Via Baldassarre Peruzzi, 28 —-—SIENA | della RIVISTA e del suo supplemento BOLLETTINO DEI NATURALISTA Arrigoni degli ObpI conte prof. Errore — BapanELLI prof. dott. Dante — BauBI cav. conte EMILIO BaRGELLINI prof. MARIANO — BERTELLI dott. Dante — Bezzi dott. prof. MARIO — BisoGnI prof. d." CARLO Bor.zon Prof. Dott. Pio — Bonomi Prof. AGostino — Borpi Prof. Dott. LuiGi Bomgicci-PortA Comm.. Prof. Lurar — Branpicourt VirGILE — BrusINnA Prof. SPIRIDIONE — BruTTINI Prof. Dott. Arturo — CacciamaLI Prof. G. BATTISTA — CALABRÒ LomBaRDO Prof. ANTONINO Caruana GaTTO B. A. ALFREDO — CERMENATI Prof. Mario — CLERICI Ing Enrico Cori Chimico farm. ELta — Damiani Dott. Gracomo — De AngeLIS D' Ossat Dott. Prof. GroAccHINO De Bonis Antonio — De BLASIo Dott. ABELE — DeL PRETE Dott. RaIMonDo — DESMEURE IPPOLITO — De STEFANI PerEz Prof. Teoposto — FaBani. Sac. CARLO — FaiLLa TepAaLDI Luier — FioRI Prof. AnprEa — Franzor prof. Enrico — GaLLi VALERIO dott. prof. Bruno — GracHETTI cav. G. CE- ‘“saRE — GriLLo prof. NiccoLò — ImPARATI dott. prof. EpoARDO LargaroLI dott. prof. Vittorio — Levi MoreEnos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. ANTONIO — Longo prof. dott. AnpreA — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacono Posero prof. MicHELE — LorENZINI ALESSANDRO — Luzs march. dott. G. F. — Mascarini Prof. ALessanpro — MELI Prof. RomoLo — MattEI Giov. Errore — Morici MicaeLE — NevianI Dott. Prof. ANTONIO PauLucci March. MARIANNA — PELACANI Prof. Dott. Luciano — PeTtRONI Dott. Veter. PASQUALE — Roncu®etTI dott. Vitrorio — Sancascrani Cav. Dott. Gruseppe — ScARziA Dott. GiusePPE — SIigno- RINI Prof. GiuseprPE — Silvestri Filippo — SpinoLa March. Giacomo — SrossicH Prof. MicHELE — TERRENZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAMINIO — Tettini Dott. Prof. AcHILLE — TINCOLINI N. 7-9 Collaboratori principali a Dott. Veter. Tiro — TIRELLI Avv. ADELCHI Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- ‘ sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via di Città 14, e datutti gli uffici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag.di testo. ‘ Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne | facciano richiesta quando inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli ehe contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. I soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare în continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc. ; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- penso. Dalle inserzioni gratuite sono per regola esclusi gli scritti che contengono avvisi di acquisto 0 di vendita, o che possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L’ amministrazione s'incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese di corrì- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso da combinarsi. Nn La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blieare qualsiasi comunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autori proprie spese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche tascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un’altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano checontro pagamento. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. 1 per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L. logni2 centim. di spazio occu- pato in una coloriva, o cent. 20 per linea corpo 8. Agil abbonati si fanno speciali facilitazioni. À Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa special- menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari, Tutti i pagamenti devono essere anticipati. Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari, o scrivain car- tolina con risposta pagata. RIBASSO SUI PREZZI D'ABBONAMENTO Vedasi V annunzio stampato nel margine lungo di questa pagina | la Sommario del N. 9 del Giornale italiano ” AVICULA ,, Bonomi prof. Agostino. Una nuova specie di Emberiza Schoeniclus o Migliarino di padu- le. Pag. 65. Angelini prof G. Saxicola melanoleuca e S. occidentalis. Pag. 69, Arrighi Griffo:i conte G. Dalla Val di Chiana. Notizie di caccia e note ornitologiche Pag. 71 De Ceglie Francesco. Note ornitologiche Pag. 72. CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE, Rosati P. Cir- cus cyaneus — Mangella A. Da Firenze — Albani G. Note e appunti — Venezia, F. Da Castelvetrano — Fabani sac. B. Arrivi — G. Moschella Da Reggio Calabria — Ronna E. Su di un Ardea grisea vivente Da pag. 73 a pag. 74. Torossi dott. Gio. Batta. A proposito di un caso di Taenia mediocanellata in un Himan- topus candidus Pag. 74. Imparati dott. prof. Edoardo. Uccelli del Piacentino Pag. 75. Damiani prof. Giacomo. Sul giusto valore degli attributi di frequenza in rapporto alle migrazioni:degli Uccelli. (cont. e fine.) Pag. 81. Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un caccciatore sui nostri uccelli migratori. Parte seconda (cont.) Pag. 83. Tait sac. Antonio. Raccolta di osservazioni ornitologiche (dal luglio 1895 al gennaio 1897 ca altre anteriori inedite) per servire allo studio dell’ Avifauna Tridentina. (cont. e fine) ag. 86. Lucifero Armando. Avifauna calabra. Pag. 90. Bonomi prof. A. Buffon Giorgio-Luigi Leclerc. Pag. 92. VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ, IBKIDISMI Albani G. Albinismi. Pag. 93 CACCE E PASSAGGI. Valducci V. Da Cesena — De Bonis A. Passo di Pivieri — Ricci. B. P. Da Lugo — Redazione Riassunto delle notizie sulle cacce e passaggi di uccelli in Italia nei mesi di Marzo e Maggio 1898. Pag. 93-95. Cenno bibliografico Pag. 99 — Notiziario. Pag. 95. Sommario del N.° 6 del Bollettino del Naturalista, Collettore Allev. ore, De Angelis D’'Ossat Prof. Giovacchino, La Scienza. Pag. 65. Depoli Guido. Particolarità della Flora Fiumana. Pag. 70. Ronchetti dott. Vittorio. Noterelle Coleotterologiche al Rocciamelone. Pag. 72: COMUNICAZIONI. Zodda G. Di due specie di piante esotiche inselvatichite presso Messina — Trinchera A. Poche parole sui denti di lupo — Albani G. Nota Entomologica — Piaz- za C. Note Teratologiche — Trinchera A. Il microbio della nleura polmonite — Ronna E. Testuda Graeca — Red.-La Mosca Tsetse. Da pag. 73 a pag. 76. i Invenzioni e scoperte. Pag. 76. — Tecnica Scientifioa. Pag. 76. Insegnamenti pra- tici. Pag. 77. — Notiziario. Pag. 77. Nomine e promozioni ecc. Pag..79. Richieste, e offerte ecc. (gratis per gli abbonati.) Pag. 79-80. i Annate arretrate quasi gratis. Agli abbonati, agli istituti ed alle biblioteche, si cedono le annate arretrate della Rivista italiana di Scienze naturali, unitamente al Bollettino del naturalista, collettore, alle- vatore, coltivatore, per sole L. 2,50 per annata; 5 annate per L. 10 e la 2.2 serie completa com- posta di 13 annate, dal 1885 a tutto il 1897, per sole L. 20,00. 4 Le dette annate arretrate si cedono pure in cambio di pubblicazioni od oggetti di Storia naturale. A tutti coloro che ci procureranno nuovi abbonati inviandocene l'importo, mande- remo in dono tante annate arretrate per quanti saranno gli abbonati procuratici. La prima annata dell’,,Avicula ” si cede per L. 3,50 ed avvertiamo che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ecc. venivano pubblicati nei fascicoli della Rivista e del Bollettino, per cui, per quanto riguarda gli uccelli, l’Avicula è come una continuazione ai detti periodici. 1 TSÌ d Anno XVIII N.°7 e8° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Luglio- Agosto 1898 SOMMARIO De Angelis d’ Ossat dott. prof. Gioacchino. Origine delle Montagne. Con fig. Pag. 61. Largaioli dott. Vittorio. Le Diatomee nel Trentino. Pag. 69. Bellini Raffaello. Malacologiae terrestris et fiuviatilis neapolitanae synopsis. Pag. 71. Ronchetti dott. Vittorio. Coleotteri dei dintorni di Bormio. (cont. e fine). Pag. 77. Rivista bibliografica. Da pag. 81. a pag. 86. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 86 a pag. 92. 801 SE ai e , G. DE ANGELIS D'OSSAT. (FEB 12/1948" / L’ origine delle montagne ‘ ia e > — © ere eini Quando ammiriamo una catena montuosa, spontanea ci si presenta la domanda: Come si sono formate le montagne ? Appunto di questa complessa e difficile quistione, ancora non completamente chiarita, dobbiamo ora parlare. Non descrivo tutte le catene di monti, che dividono i continenti, i corsi d’ acqua e le popolazioni; nè tratteggio le forme bizzarre ed ardite delle eccelse cime, perchè tutti Je conoscono e molti prosatori e poeti già lo fecero egregiamente. È necessario però classificare i monti rispetto alla loroy origine. . Sotto questo punto di vista i monti possono essere divisi in cinque gruppi: vulcanici detritici, massicci, stratificati e misti. Non ci occuperemo di quei monti che le azioni vulcaniche, con lo stupendo e spaventoso spettacolo delle eruzioni, ci formano talvolta sotto i nostri sguardi, nelle regioni che ne sono il funesto teatro. Similmente lasceremo da parte quei monti, invero non molto elevati, che sono formati da detriti diversi, accumulati dall’ azione dell’ acqua: perchè di questi è troppo ovvia l’ origine. Il nostro studio presente riguarda quindi i monti: stratificati, massicci e misti. Denominiamo massiccî quei monti, che sono costituiti da rocce non detritiche, nè stratificate, ma da quelle che si chiamano plutoniche, come: graniti, sieniti, diabasi, trachiti. Le loro forme si allontanano da quelle che ci presentano i veri monti vulca- nici e dal punto di vista morfologico di molto si avvicinano agli stratificati e misti. I monti stratificati risultano dalla sovrapposizione di rocce disposte in strati più o meno regolari. Le rocce possono essere di varia natura : calcari, dolomiti, schisti, ar- gille, arenarie ecc. cioè diverse nella tessitura e nella struttura, dure e teneri, tenaci 0 fragili. La corrosione vi può agire più o meno profondamente inducendo differenze grandi nelle forme dei rilievi. Gli strati difficilmente conservano la loro originaria posizione oriz- zontale; ma da forze che tenteremo di serutare sono invece raddrizzati, piegati, contorti capricciosamente e persino ribaltati. (1) Conferenza tenuta (28 Aprile 1898) al Circolo dei Naturalisti presso la Società Geografica italiana. 62 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI I monti misti sono costituiti di materiale parte massiccio e parte stratificato, di- sposto in ordine svariato. Spesso consistono di formazioni sedimentarie attraversate da vene o da dicchi di rocce cristalline antiche o moderne. Notomizziamo la struttura dei monti stratificati e misti. Ecco i quattro tipi prin- cipali che possiamo riscontrare : 1.° A strati orizzontali. Questi terminano con un ripiano più o meno esteso; gli strati sono pressochè orizzontali. Esempi splendidi di questa struttura sono i monti del gran deserto di Sahara. Essi od appartengono ad una zona vastissima di terreno, la quale si è tutta di un pezzo sollevata o furono formati quando le acque marine raggiungevano un livello più alto dell’ odierno. In seguito vedremo quale sarà la più sicura ipotesi. 2.° A cupola: allorchè una massa stratificata ci presenta gli strati regolarmente inclinati verso un punto centrale culminante. Gli strati si vanno immergendo nel terreno tutto d’ attorno e le linee d’ immersione convergono alla vetta. Tali monti sono molto rari e possono essere isolati od irregolarmente riuniti 3.° Ad onda, quando gli strati si foggiano a piega convessa, anticlinale; più o meno regolare. Generalmente la piega presenta un’ asimmetria rispetto all’ asse, essendo diverso il grado di pendenza dei due pioventi, i quali possono divenire dritti e dar luogo ad una isoclinale o con i due fianchi più o meno pendenti nella stessa direzione, ciò che si dice anticlinale rovesciata. L’ erosione scava sui fianchi orridi burroni, tra- sversali alla linea della vetta. V' hanno altre irregolarità originate da fratture e spo- stamenti. Presentano una fisonomia particolare; hanno dorsi tondeggianti e mancano di creste. 4.° A pieghe stipate. I monti stratificati e misti frequentemente presentano questa struttura, É il termine estremo delle onde multiple. Le fratture e gli spostamenti ren- dono più complicata la compage, e le rocce cristalline eruttive talvolta si cacciano in letti interstratificati fra le rocce di cui ne seguono l’ andamento. Comunemente si presenta il caso di una massa centrale di roccia cristallina, mas- siccia, attorno alla quale si adagiano rocce stratificate a strati raddrizzati, contorti. Le montagne sembrano tagliate a gradini irregolari con creste scoscese da un lato e dol- cemente inclinate dall’ altro. Assumono forme svariate : piramidi a spigoli acuti, a pareti scoscese, cupoliformi, campaniformi, coniche. La morfologia delle montagne deriva dal degradamento meteorico e dall’ erosione delle acque, che modellano ciò che le forze orogenetiche hanno grandiosamente abbozzato. Prima di investigare la natura di queste è necessario esporre ancora alcune con- siderazioni. xa Regioni anche vaste della nostra superficie terrestre si abbassano e di molto. Potrei suffragare tale asserto con una serie di argomenti di fatto, che non temono le critiche di qualsiasi censore. È certo che le pieghe delle rocce stratificate concorrono di pre- ferenza all’ inalzamento delle montagne, ma non per questo i parziali abbassamenti deb- bono essere trascurati. La Foresta Nera è costituita da un pilastro di granito, di gneiss e di altri scisti cristallini, che è rimasto fermo, mentre ai due suoi lati il terreno si è abbassato lungo potenti spaccature, in modo che i lati vengono degradando per successivi salti. Ciò risulta chiaro dagli studi di Benecke, Bleicher, Deffaer, Fraas, Gimbel. Che le cose siano avvenute in modo analogo nelle nostre alpi lo ha pur dimostrato recentemente il Suess. iii ai e RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 63 Noi dobbiamo ritenere che la Foresta Nera seguitasse sino all’ odierno Plateau centrale francese e che potenti masse stratificate coprissero l’ antica montagna cristal. lina. A causa di un grandioso sistema di spaccature avvennero degli abbassamenti, rimanendo alcuni pilastri dritti ; cioè ia Foresta Nera, i Vosgi, il Plateau francese, men- tre che il rimanente si abbassò a gradinata. Spesso dal lato scosceso delle catene montuose si estendono grandi depressioni, pianure, laghi e mari, in cui si trovano vulcani attivi e spenti. Tale è la pianura del Po coi basalti di Vicenza e Verona e con le trachili dei monti Euganei, che rappre- sentano i vulcani spenti. Di simile natura è il mar Tirreno con i vulcani italiani sul margine interno dell’ Appennino, come il M. Amiata, i Volsini, i Sabatini, i Laziali, i Campi flegrei, il Vesuvio ecc. Alcune volte nella direzione della catena montagnosa si osservano abbassamenti lungo una spaccatura semplice e ben delineata; altre volte le cose si complicano, av- venendo più fratture, come si verifica lunghesso la nostra costa occidentale. Una serie di piccole depressioni ne costituiscono una grandissima la quale s’insinua ad arco o meglio ad ellissi nelle antiche masse, separate soventi da diramazioni, poco conservate, ‘che rappresentano pilastri persistenti. Così si spiegano le depressioni successive della ma- remma toscana, la campagna romana, il golfo di Gaeta, di Napoli, di Salerno, di Po- licastro, di S. Eufemia e di Gioia. Sono una serie di bacini di frattura i quali trovano riscontro in altre località, così fra la Baviera ed il Wirttemberg, la pianura di Sali- sburgo, i bacini di Vienna, di Landsee e, di Graz. Un altro brillante esempio si può desumere nello splendido mare compreso fra la Grecia e l’ Asia Minore e specialmente nel bacino meridionale dell’ Egeo. L’ isola di Creta è montuosa, ma povera d’acque: si estendono nel suo seno lar- ghi ed aridi altipiani, coperti da strati ciottolosi in cui si rinvennero ossa d’ ippopotami, cioè di quei animali tozzi e corpulenti che amano sfangare nei giuncheti dei lividi stagni e dei fiumi. Ciò prova evidentemente che gli inn nel periodo diluviale do- vevano essere ricchi di laghi e di fiumi, come era richiesto da quei animali, Ciò si spiega solo ammettendo che Creta allora facesse parte di una terra PR vasta, ora tuf- fatasi nelle acque marine. Tanto nell’ isola di Creta, come in quella di Rodi, di Kos ed in altre, si rinven- gono formazioni sedimentarie d’ acqua dolce, vicine alla costa marina, in luoghi ove ora il mare è abbastanza profondo : la spiaggia adunque che conteneva gli stagni d’ acqua dolce deve essersi sprofondata. Altri fatti si potrebbero ricavare dalle condizioni geologiche di Kos, i quali, coni citati, dimostrano una grande frattura che passando pel margine meridionale dell’ isola di Kos, delimita il confine settentrionale del bacinò inferiore del Mare Egeo. Il grande @ vasto sprofondamento avvenne quando già l' uomo abitava la terra. | paletnologi infatti si affaticano per dimostrare che i Greci provengono dall’ Asia minore e che valicarono la terra ora scomparsa sotto le onde. Se noi ci facciamo a considerare, restringendo le nostre indagini, solo i fatti di sprofondamento avvenuti recentemente intorno al bacino Mediterraneo, noi potremmo costruire la carta del mare pliocenico il quale occupava una superficie molto ristretta ri- spetto al recente mare. In quei tempi l’ isola di Malta e Sicilia erano congiunte al- l’ Africa; infatti vi si rinvengono resti di elefante etiopico. Il monte Gargano era riunito colla Dalmazia e via di seguito, Da questi fatti possiamo concludere che abbassamenti vasti e di grande entità av- vengono continuamente sulla terra, senza parlare di quei piccoli movimenti, che di- TOR LA (O "TRA i 64 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI consi microsismici, e dei terremoti, i quali sono piccoli episodi delle grandi manifestazioni dell’ energia terrestre. Per poter giustamente apprezzare il valore delle forze che sollevano le montagne è necessario conoscere |’ altezza cui possono poggiare. Le altitudini dei monti non sono veramente una gran cosa rispetto al diametro. terrestre. Poche cime sulla terra misu- rano i 7000 m. sul livello del mare; pochissime oltrepassano i 8000 m. Essendo il diametro terrestre di circa 12.734 Km. il più alto monte finora misurato, il Gaurisankar, di 8839 rappresenta circa ‘,,,, del diametro della terra. Il Monte Bianco di 4804 m. che è la cima più elevata delle nostre Alpi, rappresenta solo ‘/,;3) dello stesso diametro. Sono adunque elevazioni assai piccole che si possono paragonare, con una antica simi- litudine, alle rughe sulla corteccia di un arancia. * * * Elia de Beaumont fu il primo, che stabili, con felice successo, i principi con cui si può giustamente determinare il tempo del sollevamento di una montagna. Con i cri- terì, di cui ebbi altra volta |’ onore di ragionare, si debbono fissare i valori cronologici degli strati, che costituiscono la compage della montagna, e conoscere il-rapporto degli strati, ciò che chiamammo tettonica. Dopo ciò si applica facilmente il principio di Elia de Beaumont, che è il seguente : Determinare |’ età dello strato più recente che ha preso parte al sollevamento e quella dello strato più antico, che riposa nella posizione orizzontale originaria : il sollevamento deve essere avvenuto in un’ epoca fra quella dello strato sollevato e quella dello strato orizzontale. Fig. I° — Sezione schematica dal M. Viglio al Mar Tirreno Un esempio tolto dal nostro Appennino romano servirà ad illustrare chiaramente la cosa. Ecco una sezione schematica, che partendo dal M. Viglio, il più alto della provincia romana, e passando per S. Vito Romano, va a lambire il mare Tirreno. Il Viglio è costituito di strati che si riferiscono al periodo Triassico e Liassico. (fig. 1.2 T, L.) Gli strati quantunque originati orizzontalmente, ora si trovano in posizione quasi verticale. Sopra questi seguono discordantemente, cioè con diversa direzione, i calcari del tempo del giovine Creiaceo, (C) cui seguono, senza interruzione, i sedimenti eoce- nici. (E) A questi ultimi, con discordanza, si appoggiano i materiali del Miocene medio, (M) mancando l’inferiore. A tutte le rocce terziarie precedenti e spesso anche sulle secondarie si adagia con discordanza, il Pliocene, (P) il quale è sormontato dai depositi vulcani. Sono quivi esattamente registrate Je date in cui avvenne la formazione del nostro appennino. Le rocce del Triassico e del Liassico, dopo essere state sopra il livello del mare, come lo dimostra l’ erosione subita, cacciaronsi sotto le acque marine per ricevere le. deposizioni del Cretaceo superiore: ciò che necessariamente avvenne anche nel tempo del Cretaceo inferiore. Questo abbassamento è conosciuto in tutta la provincia mediterranea e forma la così VT, 4 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 65 detta trasgressione eustatica del Cretaceo. Ai tempi di questo sistema seguirono i primi dell’ Eocene senza movimenti; verso la fine però di tale periodo e durante il più vecchio Miocene gli strati si elevarono sul livello marino. Poco però vi si fermarono, dacchè ben presto si sprofondarono per ricevere i depositi marini del Miocene medio, alla fine del qual sistema vi fu un attro movimento negativo. Dopo ciò avvenne la deposizione plio- cenica. Durante questo periodo e specialmente verso la fine e poco dopo si ebbero i mag. giori rilievi. Le vestigia della spiaggia marina di quei tempi ora le troviamo presso Mar- cellina, Palombara, Moricone e Roccantica oltre m. 200 sull’ odierno livello marino. A questo spostamento in alto della regione montuosa fece contrasto |° abbassamento del- l’area tirrena, come or ora diceva. Si produsse quindi una complicata spaccatura la quale diede la possibilità all’ azione vulcanica di extravasare il materiale con cui allineò parecchi vulcani lungo la direzione seguita dalla faglia, \ K * * Quali sono le forze ingenti che possono sollevare tali enormi massicci? Donde nascono? Come si esplicano nel faticoso lavoro ? Sono esse conosciute o si celano an- cora sotto un mistero che solletica la mente degli scienziati ? È necessario seguire ordinatamente |’ evoluzione degli studi di tal scorta per com- prenderne le difficoltà, l’ ampiezza e le conquiste maravigliose raccolte dalla scienza. Gli antichi, per quanto sappia, non rivolsero mai la loro attenzione all” origine delle montagne. Solo nelle opere di Aristotele, di Plinio, di Filo Iudeo e di Strabone po- tremmo trovare qualche notizia sull’ argomento. Durante le tenebre dell’ epoca di mezzo la genesi dei monti, con tutti gli altri temi naturalistici, fu del tutto trascurata. In seguito, solo un valoroso manipolo di scienziati si occupò della questione, arrivando a conclusioni teoretiche di alto valore scientifico. Primo fu il frate Ristoro da Arezzo, poi lo Steno danese di nascita, fioren- tino di elezione, il Leonardo da Vinci, il Frascatoro, il Cardano, il Majolo, il Fabio Colonna. Le teorie dello Steno forono splendidamente lumeggiate dal nostro Lazzaro Moro e da Giovanni Arduino. Il primo rendeva di pubblica ragione ì suoi pregevoli scritti nel 1740, l’altro con un intervallo di 10 anni. L’ inizio adunque di queste ricerche è gloria italiana; come ridonda a vergogna l’averle posteriormente trascurate. Di ciò si valgono gli invidiosi stranieri per nascon- ‘ dere il merito dei nostri grandi ingegni. Sarebbe desiderabile che persona più autore- vole di me rivendicasse all’ Italia questa gloria scientifica ! Il 25 Settembre 1750, presso Lausitz, nasceva il Werner, che, a buon diritto, può considerarsi come il padre della geologia scientifica. Potrà recare maraviglia la tarda nascita di questa scienza, il cui campo estesis- simo di studio ci è tanto famigliare da trovarci costantemente spettatori dei grandiosi fennmeni geologici. Pure facilmente ci rendiamo conto di tal fatto, riflettendo che la geologia, unica fra le scienze naturalistiche, é induttiva e che quindi ha il suo sviluppo subordinato all’ incremento delle scienze sorelle, di cui è la più efficace sintesi. Ma torniamo al celebre professore dell’ Accademia mineraria di Freiburg, che fu il fortunato maestro di due valentissimi discepoli : dell’ Humboldt e del von Buch. Il Werner, quantunque abbia giustamente raggiunto la celebrità per Ie molte sco- perte mineralogiche e geologiche, pure non fu punto felice nelle speculazioni teoretiche. Egli infatti insegnava che sopra le rocce primitive della crosta di raffreddamento erano 66 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI state deposte dalla sedimentazione delle acque tutte le altre rocce in strati originaria mente orizzontali od un poco inclinati. Gli strati raddrizzati e ribaltati venivano considerati come eccezioni limitate, causate da locali spostamenti. Affe:mava che non esistono grandi dislocazioni di strati e che il vuleanismo non solo è fenomeno di poca entità, ma limitato anche nel tempo presente; nei tempi passati noî aveva mai spaventato gli abitanti della terra. In tal modo cadde nel gravissimo errore di considerare come rocce sedimentarie quelle, che erano di natura eruttiva. Il basalto, secondo il Werner, era l’ultima deposizione dell’ acqua, che dagli agenti distruttori era stato, come il superiore, per il primo rimosso da molte località. Per conseguenza egli dovette am- mettere che le acque abbiano prima innalzato e poi abbassato il lor livello, e, che ad esse era toccato il laborioso compito di scavare le valli e costruire così i monti. Il gran maestro era piombato in tali enormi errori, perchè non aveva mai var- cato gli stretti confini del territorio di Freiberg. Tuttavia le opinioni del Werner, pog- giate più sopra la sua autorità, che sui fatti, dominarono per lungo tempo. I primi studi eseguiti dal Saussure sulla regione alpina, allargando il campo delle osservazioni, demolirono l’idee del Werner. Infatti il Saussure trovò per ogni dove strati raddrizzati, contorti, piegati e specialmente al M. Bianco; conchiudendone che era avvenuto un potente sollevamento e una forte e grande lacerazione di strati, di- mostrata dai conglomerati di Valorsina. Ben presto al MNettunismo di Werner, che faceva dell’ acqua la forza onnipotente capace di originare tutte le rocce e di plasmare la superficie dela terra, inducendole profonde modificazioni, venne contrapposta un’ altra teoria, la quale attribuiva grande in- fluenza al calore interno della terra ed alle masse ignee fuse nelle regioni profonde, che prese il nome di Plutonismo. I plutonisti videro nell’ acqua delle rocce igneo-flui- de le causa della formazione delle montagne. Erano adunque le lave che procurandosi l’ uscita elevavano la corteccia della terra per costituire le montagne, tanto vulcani. che, che stratificate. Questa teoria parve confortata da molti fatti che si riscontrano in natura. Nella zona centrale delle Alpi si rinvennero graniti, gneiss ed altre rocce, cui si attribuì il sollevamento degli strati sedimentari circostanti. Se mancavano le rocce vulcaniche, come nel Giura, si ammise che non erano venute allo scoperto, ma che dovevano necessariamente sussistere ad una certa profondità. I plutonisti non erano neppure fra loro d’ accordo, quindi riuscirebbe lungo ed inutile seguire le diverse opinioni ; riferisco solo di quella, che levò più rumore, e, che per essere stata pro- fessata da un insigne scienziato lasciò di sè larghe tracce nella scienza. Questi fu Elia de Beaumont. Egli si affaticò per cercare la direzione e l’età di tutti i monti coll’ intento di scoprirne le leggi. Sul principio ritenne che le montagne si formassero istantaneamente ; poi fu costretto, a causa delle condizioni dei Pirinei, ad ammettere successivi movimenti, ma sempre in nuove direzioni. Per lui |’ atto unico per cui veniva generata una montagna, con terribile violenza, era un cataclisma; donde la scuola dei catastrofisti, che raggiunse l’ apogeo col de Brongniart. Il celebre Cu- vier, studiando magistralmente i fossili ed ammettendo stabile la specie, era venuto alla necessaria conseguenza delle rivoluzioni della terra, quale termine delle singole formazioni geologiche. La terra spiegava de Beaumont, è fornita di un nucleo igneo-fluido, gira negli spazi raffreddandosi e quindi contraendosi. La crosta che è sottile diviene troppo grande per il nucleo che va diminuendo, in modo che si origina un vuoto. La crosta si spezza \ RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 67 per appoggiarsi al nucleo entrostante. Segue un periodo di calma: dopo però un nuovo raffreddamento, subisce la crosta una novella lacerazione e così di seguito. La crosta terrestre lungo le fessure subisce un’ ingente pressione che solleva le montagne, mentre che i tremendi terremoti uccidono la vita sulla superficie. Le rotture avven- gono secondo direzioni geometriche ben determinate. Secondo il de Beaumont le spaccature, le dislocazioni, i filoni e le catene parallele o perpendicolari fra di loro sono contemporanee ed originate da una grande frattura. Studiando il rapporto delle varie direzioni credette riconoscervi una figura rigorosamente geometrica e precisamente la forma cristallografica del pentagonododecaedro ; a questa si combinerebbero dire- zioni di spigoli di forme affini ed altre accessorie, da derivarne più di 100 sistemi. Il de Beaumont ed i suoi seguaci, con incredibile perdita di tempo, di lavoro e d’ in- gegno si obbligarono a riportare tutte le direzioni di spaccature, di monti ecc. alle linee della famosa « rete pentagonale » Avendo a loro disposizione più di 100 direzioni e trascurando le deviazioni di 4 o 5 gradi, non mancò di successo l’ inutile lavoro. In Francia tale teoria fu universalmente accettata, all’ estero trovò vivi oppositori. Le prove speciose con cui i plutonisti volevano confortare la loro tesi erano semplice- mente apparenti. La sottile corteccia solida della terra, che in proporzione non doveva essere maggiore della buccia di un uovo, era insostenibile: la formazione delle mon- tagne in un sol momento era inaccettabile ; arbitrario era il reputare contemporanee le catene montuose parallele. Con tutte le concessioni che si prendevano i fautori del plutonismo, non riuscirono a far entrare nella loro rete parecchie direzioni di monti, come i Pirenei ed altri. Ad Elia de Beaumont rimane il gran merito di aver determinato il modo per conoscere l’ età delle montagne; il resto non sono che fantasie geniali, a cui le nuove ed assodate vedute scientifiche non concedono neppure l’ onore della discussione. Non è molto che il Green introdusse parecchi miglioramenti alla teoria plutonistica, senza però riuscire a sostenerla. Egli immagina che la sfera terrestre sia convertita, . per lo schiacciamento, ad un tetraedro o meglio ad un esatetraedo. Questo rapporto trova un riscontro nella posizione dei rilievi e deile depressioni. Tale teoria però, come quella del Cordier, non poirà mai spiegare |’ alternanza delle fasi di attività e di calma delle forze orogenetiche. Or ora il Michel - Lévy procura, con nuove vedute, di rinforzarne la teoria del Green. Egli rasgruppa molti fatti osservati, senza entrare in speculazioni teoretiche. Anche a detta dello stesso Marcel Bertrand (fautore del sistema della rete ortogonale) questo modo di studio iniziato dal Michel - Lévy sarà fecondo di molti utili risultati. AI caos delle idee errate, che incombevano come una grave e fosca nube sulla geologia tutta, apparve finalmente la luce vivificante del sole. La geologia entrò in una fase essenzialmente nuova coll’ Hoff e col Lyell. Quest’ ultimo nella classica opera sui « Principìi di Geologia » chiaramente espresse il concetto già proposto dall’ Hoff, cioé « gli agenti e le forze, che noi possiamo osservare oggi, hanno pure prodotto tutti i processi e le modificazioni dei periodi precedenti. » Se noi contrapponiamo la scuola quietistica a quella dei grandi cataclismi, comprendiamo di leggieri |’ importanza di tanto progresso. La tranquilla e graduale evoluzione dei fenomeni geologici costituisce il cardine sopra cui s' impernia la geologia moderna, che, con questo principio, ha raccolto, in pochi anni, molte conquiste, direi, trionfi. h * * * Tutti i fatti geologici menzionati si possono ridurre a due generi di forze in quelle 68 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI cioè che agiscono dal basso in alto ed a forze che operano pressochè orizzontalmente. Non è cosa facile conoscere la natura e l’ origine delle forze che si sviluppano nella massa terrestre, : Tuttavia non si dura fatica a riportare gli abbassamenti parziali, i salti, le spac- cature ecc. alla semplice forza della gravità. Ma per abbassarsi una data zolla deve mancare di sostegno, deve avere inferiormente del vuoto. Intanto noi ammiriamo le ardite pieghe con cui si avvolgono gli strati superficiali della terra, dimostrando che la superficie terrestre viene al occupare uno spazio minore. Collegando questi due fatti spicca facilmente |’ idea che si debba contrarre il nucleo sottoposto e che la super- ficie per adagiarvisi sopra sia obbligata ad abbassarsi. La corteccia costretta ad occupare uno spazio minore obbliga il materiale a pie- garsi, ciò che avviene facilmente nelle rocce, plastiche, mentre per le rigide il ripie- gamento deve essere preceduto da rotture. La forza laterale sarebbe il risultato della forza della gravità come in una volta. Acciò che questa facile e semplice teoria possa sostenersi è necessario che la crosta terrestre venga a mancare di sostegno. Ciò si è tentato spiegare con parecchi modi. Alcuni hanno attribuito all’ acqua tale ufficio; questa dovrebbe nelle regioni pro- fonde sciogliere tanto materiale da scavare caverne così vaste da obbligare la roccia sovrastante a precipitare eda foggiarsi a pieghe. Ciò é insostensibile giacchè le elevate montagne dovrebbero rappresentare zone d’ abbassamento fra rilevati altipiani. Laonde non rimane altro che la causa debba attribuirsi al raffreddamento della terra, La teoria di Laplace c' insegna che la terra, in un epoca remotissima, era una massa liquida e che per irradiazione, perdendo calore, si s'a consolidata. Se nell’ in- terno della terra sia rinserrata materia liquida o gassosa è dubbio; quello però che possiamo accertare si è che nell’ interno vi deve dominare una temperatura elevatissima, capace a tenere fuse, le rocce sotto una pressione atmosferica. Ora se il nucleo che «sta dentro la spessa corteccia terrestre seguita a raffreddarsi dovrà diminuire di volume e quindi avremo spiegato l’ origine delle montagne. Si cercò di combattere questa ipotesi osservando che il raffreddamento di una sfera fusa, in uno spazio freddo, deve dar luogo a fenomeni bea diversi. Gli oppugna- tori dicono, fra le altre cose, che la crosta esterna si dovrebbe raffreddare più del nucleo interno e che quindi dovrebbe lacerarsi lungo spaccature che vanno verso l'interno. Per rispondere a tale obbiezione basta ricordare come sotto un tenue strato ter- restre non si risentano i cambiamenti di stagione, dominandovi una temperatura co- stante; ciò che avveniva probabilmente anche nell’ antichissime epoche paleozoiche, come lo dimostra la fauna e la flora di quei tempi. Le perdite di calore per irradiazione; per i vulcani, per le sorgenti termali, per il riscaldamento deì nuovi sedimenti sono tutte fatte a spese del nucleo interno, il quale deve necessariamente raffreddarsi. Sulla superficie invece la temperatura è costante e non aumenta. Ultimamenle tre insigni geologi, fra gli altri, sostennero la contrazione del nucleo: Dana, Heim, e Suess. A causa della contrazione del nucleo possiamo spesso ottenere innalzamento di masse. Infatti se uno strato orizzontale si piega, la cresta deve per necessità risultare più elevata delle pareti circostanti e della primiera superficie. Nella produzione dei salti debbono accadere fenomeni simili. Prima che avvenga una faglia, in genere, si ha una piega specialmente quando la roccia è plastica; poi, in seguito a rottura, si ha uno scivolamento della parte che si abbassa, mentre l’ altra può innalzarsi. Giò però non costituisce che fatli secondarii, rispetto al segueute che è generale. L° abbassamento di una zolla occasiona il sollevamento di altre parti. (continua) + ‘a RIVIST >». ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 69 Dr. VITTORIO LARGAIOLLI LE DIATOMEE DEL TRENTINO V. LAGO DI SERRAIA (*) 1. Achnantes vexella I. Br. Distribuzione lacustre nel Trentino: laghi di Andernol, Cei, Ledro, Caldonazzo, Tenno (Corti) (1), Terlago, Valle di Fornace. (Largaiolli). (2) 2. Amphora ovalis Xtz. Distrib. lac: laghi di Andermol, Cei, Ledro, Molveno, Ca- vedine, Castel Toblino, Tenno (Corti), Madrano, Terlago, Valle di Fornace, S. Massenza, (Largaiolli). 3. Asterionella formosa Z/ass. Distrib. lac: Laghi di Andermol, Cei, Ledro, Cave- dine, Caldonazzo, Levico, Tenno (Corti). i 4. Cocconeis pediculus Z4r. Distrib. lac : laghi di Terlago, Madrano, Valle di For- nace. (Largaiolli). 5. Cyclotella operculata 4g. Distrib. lac: laghi di Andermol, Cei, Ledro, Molveno, Cavedine. Caldonazzo, Levico, Loppio, Tenno (Corti), valle di Fornace, Terlago,.S. Mas- senza, Madrano (Largaiolli). 6. Cymalopleura elliptica Breb. Distrib. lac. lago di S. Massenza (Largaioli). 7. Cymatopleura elliptica var. constricta Grun. Distrib. lac : laghi di S. Massenza, Madrano, Terlago, Valle di Fornace (Largaiolli). 8. Cymbella affinis X#:. Distrib. lac. laghi di Fedaia (De Toni) (8), Andermol. Ca- vedine, C. I. Caldonazzo, Levico, Loppio, (Corti), Terlago (Largaiolli). 9. Cymbella cistula Zmpr. Distrib. lac: Questa specie non è stata prima d’ora 0s- servata nelle acque del Trentino. 10. Cymbella cymbiformis Breb. Distrib. lac: laghi di Cei, Ledro, Molveno, Cave- dine, Caldonazzo, Tenno (Corti). 11. Cymbella Ehrembergii £g. Distrib. lac: Non è stata finora riscontrata. 12. Cymbella helvetica tz. Distrib. lac: Non è stata prima d’ora osservata. 13 Cymbella lanceolata £%». Distrib. lac: laghi di Andermol, Cei, Ledro, Cavedine, C. I., Caldonazzo, Levico, Loppio, Tenno (Corti), Madrano, Valle di Fornace, Terlago, S. Massenza (Largaiolli). 14. Cymbella prostrata £a/fs. Distrib. lac; laghi di Terlago, Madrano (Largaiolli). (#) Altitudine sul livello del mare, m. 974; profondità. massima, m. 14,60; superficie in mq. 452000 ; colore dell’ acqua : corrispondente al N. IX della scala Forel (C. Battisti, Scandagli e ricerche fisiche sui laghi del Bacino della Fersina, nel Trentino, in Rivisia ” Tridentum ,, anno I, fasc. III.) (1) Dr. BenepETTO Corti. Appunti diatomologici sopra alcuni laghi del Trentino. XIX Annuario degli Alpinisti Tridentini 1896. (2) Dr. Virrorio LarGAIoLLI. Le Diatomee del Trentino, I Lago di Terlago (Atti della Soc. Ven. Trentina di Scienze nat. Anno 1898); II Lago di Madrano (XX Annuario degli Alpinisti Tridentini, 1898); III Lago della Valle di Fornace (Riv Tridentum, anno I fase. III); IV Lago di S. Massenza (Annuario degli Studenti Trentini, 1898). (3) G. B. De Tonr - Appunti diatomologici sullago di Fedaia — Boll. del R. Istituto Botanico dell’ università Parmense, 1893. 70 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 15. Encyonema coespitosum ? Distrib. lac: Non è stata finora notata. 16. Encyonema ventricosum tz. Distrib. lac: lago di Fedaia (De Toni). 17. Epithemia argus. Ehr. Distrib. lac : laghi di Ledro, Cavedine, C. I., Caldonazzo, Levico, Loppio, Tenno (Corti). 18. Epithemia gibba Xtz. Distrib. lac: laghi di Madrano, S. Massenza (Largaiolli). 19. Epithemia turgida Wsm. Distrib. lac. laghi di Andermol, Cei, Ledro, Loppio, Tenno (Corti), Madrano, Terlago, Valle di Fornace, S. Massenga (Largaiolli). 20. Epithemia zebra E%r? Distrib. lac: laghi di Andermol, Ledro, Molveno, Tenno, (Corti), Madrano, Terlago, S. Massenza (Largaiolli). i Fragillaria construens Er. Distrib. lac: Non è stata prima d’ora osservata. 2. Gomphonema acuminatum £E?r. Distrib. lac: laghi di Andermol, Levico, Palo: sibi (Corti), Valle di Fornace (Largaiolli). 23. Gomphonema ‘constrictum Ehr. Distrib. lac. laghi di Fedaia (De Toni), cei, Molveno, Cavedine, C. I., Levico, Loppio, (Corti), Terlago (Largaiolli). 24. Gomphonema subclavatum Grun. Distrib. lac: laghi di Terlago, Valle di For- nace. (Largaiolli). 25. Melosira arenaria Moor. Distrib. lac. lsghi di Ledro, (?) C. I, cadi Cavedine, Levico, Loppio (Corti), Madrano, S. Massenza (Largaiolli). 26. Navicula cryptocephala Wsm. Distrib. lac: laghi di Andermol, Molveno, Cal- donazzo, Tenno (Corti). 27. Navicula limosa £#z. Distrib. lac: laghi di Andermol, Cei, Molveno, Caldonazzo, Tenno (Corti). 28. Navicula mesolepta Er. Distrib. lac: non è stata prima d’ora osservata. 29. Navicula mutica Xtz. var. producta V. Hch. Distrib. lac: Anche questa specie non è stata trovata prima d’ ora. ‘ 50. Navicula radiosa X?z. Distrib. lac: laghi Fedaia (De Toni), Andermol, Cei, Ca- vedine, C. I., Molveno, Caldonazzo, Ledico Loppio, Tenno (Corti,) Madrano, Terlago, Valle dî Fornace (Largaiolli). 31. Pleurosigma acuminatum Grun. Distrib. lac : laghi di Andermol, Cei, Ledro, aCvedine, Levico, Tenno (Corti), Madrano, Valle di Fornace (Largaiolli). 32. Pinnularia viridis £ab. Distrib. lac: laghi di Loppio (Corti), Madrano, Terlago (Largaiolli). 33. Surirella elegans E%r. Distrib. lac: laghi di Madrano, S. Massenza, Valle di Fornace (Largaiolli). 34. Synedra acuta hr. Distrib. lac : laghi di Cavedine, O. I, (Corti), Valle di For- nace (Largaiolli). 35. Synedra acuta var. oxyrhynchus tz. Distrib. lac: laghi di Madrano, Valle di Fornace, S. Massenza (Largaiolli). 36. Synedra capitata Er. Distrib. lac: laghi di POCHE Cei, Caldonazzo, Tenno. (Corti), Valle di Fornace (Largaiolli). 37. Synedra ulna E%r. Distrib. lac : laghi di Andermol, Cei, Ledro, Madrano, Cave- dine, C. I., Levico, Caldonazzo, Loppio, Tenno (Cor), Madrano, Terlago, Valle di Fornace, S. Mast (Largaiolli). 38. Synedra ulna var. amphyrhynchus E?r. Distrib. lac ; laghi di VARE, Valle di Fornace (Largaiolli). 39. Synedra ulna var. longissima W. Sw. Distrib, lac: laghi di Madrano, Terlago, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 181 Valle di Fornace (Largaiolli). 40. Tabellaria flocculosa Ktz. Distrib. lac : laghi di Fedaia (De Toni), Castel Toblino (Corti). 41. Tabellaria fenestrata Xtz. Distrib. lac: Questa specie non è stata prima d ora riscontrata nelle acque del Trentino. La flora diatomeacea di questo lago è varia e molto ricca. Abbonda specialmente di specie del genere Cymbella e di individui della specie Melosira arenaria. Giugno 1898. MALACOLOGIAE TERRESTRIS ET FLUVIATILIS VEAPOLITANAR SYNOPSIS auctore R. BELLINI _— LIA È passato più di mezzo secolo dalla pubblicazione dei primi e quasi unici lavori su questo argomento (1); d’ allora in poi, eccetto qualche memoria isolata, questo in por- tantissimo ramo della geofauna napoletana non ha avuto altri continuatori. Con questa mia contribuzione non intendo riempire il vuoto esistente ; da quattro anni a questa parte ho cercato di raccogliere ed osservare quanti piu molluschi ierrestri e. fluvia- tili ho potuto ; ho visto la massima parte, se non tutte, delle collezioni esistenti nella provincia di Napoli (2); ho preso conoscenza delle memorie isolate sull’ argomento (3). Tutto questo materiale raccolto mi servirà per la descrizione della Geofauna malacolo- gica della provincia di Napoli, che prevedo sarà completa fra due o tre anni; in- tanto ho deciso di far conoscere con questo prospetto le specie da me rinvenute e le località della regione in cui queste sono maggiormente diffuse o speciali. Enumererò quindi i molluschi terrestri e fluviatili della provincia di Napoli, (4) racchiudendo per comodità l’ area della contrada tra i limiti di un semicerchio così costituito: Ischia, Procida, Vivara, la regione dei Campi Flegrei sino al lago di Patria, la città di Napoli, la regione vesuviana, la valle del Sarno da Scafati ed Angri al mare, la Penisola Sor- rentina nel suo lato che guarda Napoli, l’ isola di Capri. o (1) Intendo alludere alle opere di O. Costa (Catalogo ragionato dei testacei sulle due Sicilie Napoli 1825), di L. A. Philippi (Enumeratio molluscorum Siciliae P. 1.* Berolini 1836 — P. 2.2 Halis Saxonum 1844), di A. Scacchi (Catalogus conchyliorm Regni Neapolitani - Napoli 1836, in-8, con l tavola). (2) Una splendida collezione è quella dell’ egregio Dr. I. Cerio di Capri. (3) Principalmente le memorie del Tiberi, del Cesati sui molluschi del R. Orto Botanico di Napoli; e la seguente: Statistica fisica ed economica dell’isola di Capri. Bollettino dell’ Acca- demia degli aspiranti naturalisti, fondata e diretta dal Dr. O. G. Costa - Napoli 1842. (4) Napoli è compresa nella zona paleartica ed esita quasi al centro della grande regione zoologica detta circumediterranea, sottoregione mediterranea, fauna italo-dalmata,. 72 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI L' abbondanza maggiore o minore dei molluschi terrestri dipende in massima parte dalla costituzione del suolo, essendo più abbondanti nelle regioni di formazione cal- carea, appunto perchè possono usufruire della calce per la formazione delle loro con- chiglie; quindi è naturale che la massima abbondanza di specie e d’individui dob- biamo trovarla nella Penisola Sorrentina e nell’ isola di Capri: in alcuni siti di queste località è tale il numero che non vi è fessura di roccia o foro riempito da terriccio che non ne siano, diciamo così; gremiti; tre quarti e più delle specie le ho rinvenute a Capri e a Sorrento. Al contrario nella regione vesuviana e flegrea, di formazione basaltica l'una e trachitica |’ altra, i molluschi sono poco abbondanti come individui e come specie; in qualche punto poi la deficienza è assoluta e la roccia, selvaggia- mente sterile, non alimeata che rare ginestre ed ancor più rari licheni. Ho osservato che salendo dal basso in alto sempre più vengono ad abbondare le conchiglie acute e a decrescere quelle schiacciate ; così la zona littorale è caratteristica per le Melix depresse o quasi (H. lenticula); questa depressione sempre più diminuisce a misura che ci solleviamo dal livello del mare, sino a che le rupi montuose sono abitate in principal modo dai Bulimi e dalle Pupe. Ciò però non in senso assoluto, tanto è vero che al livello del mare rinveniamo forme anche acute come la Stenogyra Secollata e le Clausilie. Le specie riportate in questa Synopsis sono 74 raggruppabili in 18 generi. Altre specie si potranno rinvenire ; io ho notato solamente quelle da me trovate, omettendo quelle citate da altri autori ; poche in verità. (1). Il seguente specchietto dà l’ idea del numero delle specie della regione di cui Napoli fa parte (Voodward) e di quello da me trovato nei dintorni della città * Napoli HElicinae e na Lea TRIO e RON I CYGIOSTOMIUAE 03630 0) le MN LIRA e RTRT LIPARI RAR, A dog (e) lire AIAR ZIONE, IT Se ONDA COIRALO SONATE Utica e ai ava 285 RP aL) Ga RR O EA I ER O ALGA o AMET SA te i bano, i, MARIA RT RR CORRO 2 TOT ARIATTOD (va gene SI AUT POTUTA e AR O SIRIA Le SIA RI RO OAE 01100 FAREI (1) Pisidium fontinale Drap. Scacchi nelle vasche dell’ Orto Botanico. Pisidium obliquum Lam. Fiume Sarno (Philippi). Paludina rubens Menke Lago di Patria (Philippi). Limax gagates Drap. Villa Nazionale di Napoli. (Philippi). Helix edentula Drap. Sorrento: un solo esemplare (Phil ippi). Pupa doliolum Brug. : Pupa callicratis Scacchi RERSCOI Clausilia bidens Drap. Cuma (Philippi). Limnae minuta Drap. Monte S. Angelo di Castellamare (Philippi). Bulimus pupa Brug. Cespugli ad O. del M. S. Michele a Capri (Costa). Bulimus ventricosus Drap. Presso Napoli (Philippi). Achatina lubrica Mill. Presso Napoli (Scacchi). Infine il Dr. a. De Gasparis, che debbo ringraziare per molte notizie datemi, mi comunica di aver rinvenuto nel fiume Sarno la Nerétina fluviatilis L. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 73 GASTEROPODA PROSOBRANCHIATA - HOLOSTOMATA PALUDINIDAE PALUDINA Lam. 1. P. viridis Lam. Non comune nei corsi d’ acqua. 2. P. fasciata Miller (P. achatina Drap. Gyclostoma achatinum Drap.) - Fre- quente nelle acque dolci. Bithynia (Prideaux) Gray. 3. B. tentaculata Mont. (Pal. tentaculata Mont. 8. impura Lam. Cyclostoma impurum Drap. Helix tentaculala L.) Frequente. 4. B. similis Drap. (Paludina similis Drap.) Non comune. VaLvata Miiller 5. V. piscinalis Muller (V. obtusa Pfeiff. Nerita piscinalis Miller Helix pisci- nalis L. Cyclostoma obtusum Drap. Turbo fontinalis Montagu.) Non comune. PULMONIFERA - INOPERCULATA HELICIDAE HraLix L. 6. ZI. aperta Born. (Cochlea.... neritoides Gualt. H. neritoides Chemn. H. nati- coides Drap. Cantareus naticordes Risso) Questa specie è molto comune ed è edibile ; abbonda nella Penisola Sorrentina e nell’ isola di Capri. 7. H. aspersa Mull. (H. variegata Gm.) - Comunissima nei suoli calcarei. 8. H. vermiculata Muller. Comunissima e nella colorazione variabile. 9. H. rotundata Mull. (H. radiata da Costa) Non è molto comune in varie parti della Penisola Sorrentina. 10. H. candidissima Drap. Piuttosto rara sulle rupi calcaree dell’isola di Capri. Al. MH. strigata Muller (77. glabrata et corrugata Ziègler.) Sorrento, Capri ; rara in altre località. 12. H. muralis Mùll. (H. nemoralis L.) Non comune in parecchi siti sui muri, letti, roccie. 13. H. variabilis Drap. (H. irrigata Mont. H. subalbida Poir. H. mutabilis Costa Theba virgata Beck.) Comune nella Penisola Sorrentina e Capri. 14, H. maritima Drap. Con la precedente, il Philippi la crede varietà di quella. 15. MH. pisana Miiller (H. zonaria Renn. H. petolata Oliv. H. rhodstoma Drap. H. cingenda Mont. H, strigata Dilliv. Theba pisana Risso Xerophila pisana Held.) Con la specie precedente; ma poco comune. 16. Z. aradasii Pir. Monte S. Michele e qualche altra località a Capri. 17. H. striata Drap. (H. caperata Mont. Theba caperata Leach. Theba inter- secia Beck. Xerophila striata Held. H. fasciolata Moq. Tand.) Varia per la colora- zione. Trovasi sotto le pietre umide e muscose nella penisola Sorrentina e nell’ isola di Capri. 74 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 18. H#. apicina Lam. Frequente in varie parti. 19. H. conspurcata Drap. (H. radiolata lan. Theba' conspurcata kisso). Non rara nei vecchi muri. 20. #7. cellaria Miller (MH. nitida Drap. H. nitens Mat. et Rack. Oxychilus cel laria Fitz. Helicella cellaria et Draparnaudi Beck. Polita cellaria Held. Zonites cellavius Gray) Frequente sotto le pietre, ma non diffusa in molti punti. 21. H. hydatina Rossm. (H. diafana Miana. Helicella diaphlf. Beck. Zonites cristallinus Moq. Tond). Il Philippi ne rinvenne tre esemplari : io ne ho trovati una ventina sulle roccie tra Sorrento e Massa. 22. H. carthusiana Miller (MH. carthusianella Drap. H. nitida Chemn. H. Gibsti Leach. H. claustralis et lucernalis Ziegler Theba carthusianella er charpentiera Risso Monacha carthusianella Fitzing. Bradybaena carthusiana Bech. Fruticicula carthu- sianella Held.) Luoghi umidi ed ombrosi; specialmente nella Penisola Sorrentina ed isola di Capri. 23. H. algira L. (H. aegopthalmus Gm.) Rara nell’ isola di Capri. 24. H. Lefeburiana Fern. (H. planospira Lam. H. zonata David.) Non comune in tempi umidi a Capri e Sorrento. 25. H. rupestris Drap. (Turbo myrmecidis Scacchi H. umbilicata Montagu). Sulle rocce nude e sulla mura a Sorrento e a Capri. 26. H. ericetorum Mill. (H. cespitum Drap.) (in parte.) Non comune. 27. H. pyramidata Drap. Rara nella Penisola Sorrentina ed isola di Capri. 28. H. conica Drap. (H. trochoides Poir.) Non comune nelle parti umide sulle piante. 29. H. conoidea Drap. (Bulimus conoideus Rossm. B. solitarius Pfeift). Non molto frequente sulle piante litorali. 30. H. ligata Mill. Piuttosto comune nei siti, calcarei, 81. H. unidentata Drap. (H. monodon Fer.) Non molto comune nella penisola Sorrentina. i 32. H. olivetorum Gm. (H. incerta Drap.) Non comune sotto le pietre. 33. H. surrentina Ad. Schmidt. Comune specialmente nella penisola Sorrentina ed isola di Capri. 34. H. elegans Gm. Rarissimi esemplari ne ho rinvenuti sulle roccie della costa da Sorrento a Massa. 35. H. cinctella Drap. (H. erplanata Mill. Carocolla albella Costa) Non comune sulle coste litorali. 36. H. elata Faure Bigue (Carocolla elata Faure Bigue) Comune sotto i cespu- gli e fra il terriccio nell’ isola di Capri. È una specie della Sicilia. 37. H. turrita Vhil. Non molto comune nell’ isola di Capri. 38. /. lenticula Fer. (Carocolla lenlicula Fer.) Non comune nell’ isola di Capri. ViTRINA Drap. ; 39. V. Draparnaldi Cuv. Non comune nel terriccio e luoghi umidi. ‘RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI :75 SUCCINEA Drap. 40. S. amphibia Drap. (S. putris L. S. levantina Desh. Helix putris Tapada succinea Drap-) Rara presso i corsi d’ acqua. | a BULIMUS Scopoli HW. B. quadridens Mill. (Pupa quadridens Drap. Helix quadridens Miller), Piuttosto comnne sotto le pietre e rocce nude dell’ Isola di Capri. |, 42. B. acutus Brug. (H. acuta Mill. Turbo fasciatus Pen B. fasciatus. Curt. B. litoralis Brumati.) Comune in poche località. | 43. B. tridens Mill. (Pupa tridens Drap. H. tridens Mill). Non molto comune’ nell'isola di Capri e penisola Sorrentina. AcHaTINA Lam. Cionella leffreys __ 44. C. folliculus Gronovius (Achatina folliculus Lam. Pupa splendidula Costa Helix folliculus Gm. Ferrusacia Gronoviana Risso) Trovasi specialmente a Capri, Sorrento e vicinanze, a Posillipo, a Capodimonte. 45. C. acicula Mill. (Achatina acicula Lam. Buccinum acicula Mill. Bulimus acicula Brug. Helix acicula Ferz.) Rara nel terriccio presso il mare. Glandina Schum. 46. G. algira Brug. (Helix ( Cochlicopa) Poiretù Fer. Polyphemus dilatatus Ziegler Achatina algira Lam. A. cornea Br umati Bulimus algirus Brug. Achatina Boreti Gray.) Non comune in pochissime località. Pupa Lam. 47. P. granum Drap. Non rara nell’ isola di Capri. , 48. P. avena Lam. P. (lucana Briganti e delle Chiaie). Nel territorio del Ca- stiglione (Capri), di M. S. Angelo di Castellammare e di pochissimi altri siti della pe- nisola Sorrentina. i 49. P. umbilicata Drap. Non comune nella penisola a ed isola di Capri. 50. P. Philippii Cantr. Ha Sp Prce, nana Di Rara sulle rupi di Capri. 51. P. vrupestris Phil. (Bulimus rupestris Phil. Versigà Dipoteti Terver) Non comune nell’ isola di Capri. Stenogira Skuttleworth. 52. S. decollata L. (Bulimus decollatus L. Helix decollata Gm. Orbitina trun- catella Risso) (se giovane). Comunissima dappertutto. CLAUSILIA Drap. 53. C. cinerea SURI (C. teres delle Chiaje). Comune nei luoghi umidi, 54. C. paestana Phil. Rara sotto le pietre all’ ombra. ; 53. C. papillaris, Mill. (Turbo bidens Gm. Helix papillaris Mill. Bulimus pa- pilluris Brug. C. bidens Turt.) Comune. 76 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI LIMACIDAE Limax L. 56. L. maxinus L. (L. antiquorum ferr. L. cinereus Mill. L. sylvaticus Drap.) Luoghi umidi ed ombrosi. 57. L. agrestis Gm. Sotto le pietre nei luoghi umidi. 58. L. marginatus L. Non molto comune. TESTACELLA Cuv. 59. C. haliotidea Ferr. (T. drimonia Brongn.) Molto rara nei luoghi umidi, principalmente nell’ isola di Capri. LIMNAEIDAE LimnaRA Lam. 60. £. stagnalis L. (Helix stagnalis L.) Comunissima nei ruscelli e stagni; nel laghetto di Astroni raggiunge sino a 44 mm. di lunghezza. 61. L. palustris Drap. (H. fragilis L. Buccinum palustre Mill. L. meridio- nalis Parreyss.) Comune. 62. L. ovata Drap. (Helix teres L.) Non molto comune. 63. L. peregra Drap. (H. peregra Gm. Buccinum peregrum Mill). Non molto comune. 64. L. auricularia Lam. (Helix auricularia L.) Non comune. Riporto con dubbio nelle vasche dell’ Orto -Botanico di Napoli e nelle paludi al vasto la presenza della L. stagnalis L. a. Bodamica Cless, avendone trovati due esem- plari non in ottimo stato. PuysaA Drap 65. P. fontinalis Mont. sp. (Planorbis bulla Mill.) Rara* ANCYLUS Geoff. 66. A. fluviatilis Mull. (A. riparius Dom. Patella lacustris L.) Raro sulle pietre e piante dei ruscelli ed anche al Sebeto. PLaNoRBIS Mull, 67. P. corneus L. Non comune nelle acque dolci. 68. P. carinatus Lam. (H. carinata L.) Comune. 69. /. marginatus Drap. (H. complanata L. P. carinatus Costa) Comune. OPERCULATA CYCLOSTOMIDAE CrcLostoma Lam. 70. C. elegans Mill. (Turbo elegans Gm ) Comunissima specialmente nella Pe nisola Sorrentina ed isola di Capri. Pomatias Studer. 71. P. striolatum Porro (Cyelostoma striolatum Porro ©. turriculatum Ph.) Non comune a Castellammare e vicinanze. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 7 72. P. turriculatum Menke - Non raro nella penisola Sorrentina. a. P. patulum Drap. b. P.maculatum Drap. LAMELLIBRANCHIATA ASIPHONIDA . UNIONIDAE ANODON Cuv. Con la specie. , — 73. A. anatina L. Rara nei corsi d' acqua. SIPHONIDA CYCLADIDAE CYcLASs Brug. 74. C. cornea L. (Tellina cornea L. Tellina rivalis Mill. Cyclas rivalis Drap.) Comune al Sebeto. Napoli, Maggio 1898. Dott. VITTORIO BRONCHETTI Coleotteri dei dintorni di Bormio (continuazione e fine) 1a Nota Fam. STAPHYLINIDAE. Tachinus (Drymoporus) elongatus Gyll. - Val Furva (S. Caterina), 1 Agosto. De Bertolin nel suo Catalogo dei Coleotteri d’ Italia segnala questa specie unicamente pel Trentino: poste- riormente però Ghilliani ne constatò l’ esistenza nelle Alpi Marittime: fu trovata anche nelle Alpi della Svizzera, Gent. (Heer), Engadina, Wingernalp (Stierlin e Gautard). Emus hirtus L. - Bormio; sulla strada che dal paese conduce ai bagni Nuovi, nello sterco equino, 4 Agosto. Creophilus maxillosus L. Id. Leistotrophus nebulosus Fabr. Id. L. murinus - L. Id. Più numeroso dei precedenti. ; Staphylinus (Platydracus)"stercorarius Ol. - Premadio sulla s'rada, 14 Agosto. St. caesareus Cederh. - Bormio, sulla strada che va dal paese ai Bagni nello sterco equino 10 Agosto. Ocypus Pseudocypus aeneoc ephalus Deg. - Id. Frequente. O. (Anodus) falcifer Nordm. - Id. Raro. questa specie è nuova per le Alpi occidentali. Il De Bertolini nel suo Cat. sinon. e topog. dei Coleotteri italiani indica questa specie solo per l’ Emilia e la Sicilia. Xantholinus tricolor Fabr. - Val Furva (S. Caterina), 8 Luglio. 78 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Fam. SILPHIDAE. Necrophorus vespillo L. - Bormio (Alle falde del M, Massucco, nella località detta Dos- saccio. m. 1750). 2 Agosto. Val Furva (S. Caterina) 4 Agosto. Silpha (Parasilpha) obscura L. - Comunissima ovunque sulle strade. Bormio, Val di Dentro, Val di Livigno, Val Furva. S. Parasilpha granulata Thunb. - Comune. Bormic. Val Furva. Val di Dentro. Fam. SCARABAEIDAE. Onthophagus austriacus Panz. - Livigno (m. 1871), 16 Agosto. Nello sterco degli equini e dei bovini, come le specie seguenti. O. fracticornis Preyssl. - 12 Agosto 1894 alle Baite di Campaccio in un’ ascensione alla Cima di Piazzi. Aphodius (Teuchestes) fossor L. Val Furva (S. Caterina m. 1735), 23 Luglio. A. faetens Fabr. - Bormio. Val di Dentro. Val Viola Bormina. Val di Livigno. Val Furva. Val Grosina, Comunissimo. A. fimetarius L - Bormio Premadio, 16 Agosto. A. (Amidorus) obscurus Fabr. - Bormio, 8 Agosto. Val Furva (S. Caterina). 20 Luglio. A. (Nialus) mixtus Villa. - S. Caterina di Val Furva, 23 Luglio. Geotrupes stercorarius L. - Bormio Val Furva (S. Caterina). G. mutator Marsh. - Bormio, Agosto. Ricordo anche di averne visto volare verso sera in grande numero presso Grossotto il 13 Agosto 1894. G. hypocrita Serv. - Val d' Alpe, 21 Luglio. G. Trypocopris vernalis L. - Val Furva. Bormio. Premadio. È frequente. Oryctes grypus Ill. - Bormio 31 Luglio, a terra sulle strade. Rhizotrogus (Amphimallon) assimilis Hbst. - Bormio. 10 Agosto, nel giardino del- l’ Hotel dei bagni nuovi. Serica brunnea L. - Bolladore. Bormio. Val di Dentro’ (Semogo). S. Caterina di Val Furva Frequente. Phylloperta horticola L. - Val Gavia, 21 Luglio. nei prati. Hoplia farinosa L. Bormio, sui fiori, 2 Agosto. Fam. BUPRESTIDAE. Buprestis rustica L. - Bormio. Val di Dentro. Val di Livigno. Val Furva. Val di Forno Luglio. Agosto. Lo si raccoglie sul tronco dei pini e dei larici, e più frequentemente sui legnami dei ripari fiancheggianti le viottole di campagna. Anthaxia quadripunctata L. - Bormio. Val Furva. Val Gavia. Val di Forno. Frequentis- sima sui fiori dei prati, ed a preferenza sui fiori delle composite. Si mostra anche ad altezze di 2400-2600 m. Fam. ELATERIDAE. Archontas murinus L. - Bormio. Val Furva. Comunissimo. Elater nigerrimus Lac. Questa specie, certamente poco comune, non venne segnalata dai Villa come esistenti in Lombardia. fu però rinvenuta e nel Trentino (De Bertolini) e nelle Alpi Occidentali. (Ghilliani, Baudi). - Val Furva, Agosto. Hypnoidus dermestoides Herbst. - S. Caterina di Val Furva, ENTO Sotto alle pietre. Limonius parvulus Panz.- Val Furva. 10 Agosto. Ludius (Selatosomus) aeneus L. Bormio. Val di Forno. Val di Dentro Val Viola Bormina, Val Livigno. Si trova per solito a terra selle strade qualche volta anche sotto alle pietre: è ab- bondantissimo. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 79 L. aeneus L. var. germanus L. - Nella stessa località e condizioni del precedente è però meno abbondante. L. Hypoganus cincinctus Payk.- Val Furva. S. Caterina, 24 Luglio. De Bertolini nel suo sinon, e topog. dei Coleotteri italiani indica questa specie solo pel Trentino; i fratelli Villa non Cat. la nominano nel loro catalogo dei Coleotteri di Lombardia. fu trovata nella Savoia (Baudi), nel Trentino (De Bertolini, (Halbher), in varie località nella Svizzera (Stiorlin e Gautard). Agriotes sordidus Illig. Val di Dentro (Semogo). De Bertolini nel già più volte citato Ca- talogo dei Coleotteri italiani dice questa specie propria dell’ Italia meridionale: i Villa non la rin- vennero in Lombardia. Per altro il Massalongo lo giudica non rara nella provincia di Verona : non trovo questa specie citata in altri cataloghi riguardanti i Coleotteri delle Alpi. Fam. CANTHARIDAE. Dictyoptera rubra Gall. - Val Furva (Plaghera m. 2100 circa), sui fiori di un sedum, 29 Luglio. Lampyris noctiluca L. - Val Furva (S, Caterina, m. 1736), 27 Luglio. Podabrus alpinus Payk. - Un solo esemplare ne raccolsi in Val Furva (S. Caterina), 21 Luglio. ) Cantharis (Arcistronycha) abdominalis F. - Val Furva (S. Caterina), 21 Luglio. Val Viola Bormina, 17 Agosto. È specie ovvia. Rhagonycha (Absidia) prolixa Marte. - Ne ho un solo esemplare di Val Furva (S. Caterina. La credo specie nuova per la Lombardia: fu segnalata pel Trentino (De Bertolini, Halbher); per le Alpi Svizzere, Einfischthal. Engadina, Alpi Retiche (Stierlin e Gautard), ecc. |’ R. atra L. - Val di Forno, 29 Luglio: specie comunissima ; la si coglie mentre vola e mentre sta posata sui fiori, Non è citata fra i Coleotteri di Lombardia dai fratelli Villa per altro fu rinvenuta nelle Alpi Occidentali (Baudi); nelle Svizzere (Stierlin e Gautard); nel Trentino a Pejo (De Bertolini) ed in Vallarsa (Halbher); ecc. °_Malachius viridis F. Bormio: frequentissimo sui prati in fiore. Dasytes niger L. Val Furva (S. Caterina): sui prati in fiore è frequentissimo. D. flavipes Muls. - Comune nelle stesse località e condizioni del precedente. Questa specie non si trova annoverata come esistente in Lombardia dai fratelli Villa: fu però gia rinvenuta sulle Alpi occidentali (Baudi) e nelle centrali (Stierlin e Gautard), come pure nel Trentino (De Bertolini), nel Friuli (Lazzarini,), nel Veronese (Massalongo). Fam. CLERIDAE Thricodes apiarius L. - Val Furva (S. Caterina), 26 Luglio: sui fiori. Fam. TENEBRIONIDAE Helops (Nalassus) convexus Kust. - Bormio. Val Furva (S. Caterina, 18, 23 Luglio, Pla- ghera 25 Luglio.) Val Gavia. Assai frequente : per solito sì trova sotto alle pietre. H. (Stenomax) lanipes L. - Bormio: al piede degli alberi fra i detriti vegetali. Fam. ALLECULIDAE Cistela (Pseudocistela) ceramboides L. - Bormio nel Luglio. Fam. LAGRIIDAE Lagria hirta L. - Frequentissima nei pressi di Bormio, nel Luglio, e nella prima quindjcina d' Agosto: la si trova sulle foglie degli alberi, qualche volta al piede di esse fra i detriti vege- tali e sotto alle pietre. 80 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Fam. MORDELLIDAE Anaspis (Silaria) brunnipes Muls. - Sui fiori, specialmente di Ombellifere, Composite nei pressi di Bormio: 2 Agosto. De Bertolini la dice trovarsi nel Trentino; i Villa non la annove- rarono fra le specie Lombarde, Stierlen e Gautard ne riconobbero la presenza in parecchie località della Svizzera (Genf, Schaffausen): Baudi la rinvenne nelle Alpi del. Piemonte: anche Halbher e Della Torre la trovarono nel Trentino. Ne è quindi più che ovvia la esistenza nel Bormiese. Fam. CURCULIONIDAE Otiorrhynchus rhaeticus Stierl. - Val Furva. O. atroapterus Deg. - Due esemplari d' e ne rinvenni sotto ad un sasso in Val Cedeh, a circa 2600 m., il 28 Luglio. È specie nuova per la Lombardia: Seidlitz e Stierling, nella loro monografia degli Otiorrinchidi, la dicono specie nordica, O. rugifrons Gyll. - Ne raccolsi parecchi esemplari sotto alle pietre, ai lati della strada che da Bormio conduce ai Bagni Nuovi: 10 Agosto. O. pauxillus Rosh. - Sotto alle pietre nei pressi di Bormio: poco comune. È specie nuova per la Lombardia, ma ne era già nota la presenza nelle Alpi Piemontesi, Svizzere e del Trentino. Stiona suturalis Steph. - Bormio (Bagni Nuovi), fra le erbe, 2 Agosto. Barynotus margaritaceus Germ. - Livigno, 6 Agosto, a terra sulla strada carreggiabile che percorre la valle, a circa 1817 m. B. obscurus F. - Bormio, presso ai Bagni Nuovi. Cleonus (Pseudo cleonus) cinereus Schrank. - Bormio: sulla strada che dal paese mette ai Bagni Nuovi: 12 Agosto. Liparus dirus Herbst. var. glabri ostris Kiist - Sulla strada che da Bormio conduce ai Bagni Nuovi raccolsi in varii giorni quasi una dozzina d’ esemplari di questa bella specie: Agosto. Miarus longirostris Gyll. - Val Furva (Baite Ablés m. 2200). Non venne annoverato dai Villa fra le specie Lombarde; ma ne fu già scoperta la presenza nelle Alpi occidentali (Baudi),e nel Trentino (De Bertoliri, Halbers). M. graminis Gyll. - Val Furva (Plaghera, m. 2100): come il precedente si incontra comu- nemente nei prati in fiore. Fam. CERAMBICIDAE Pachyta quadrimaculata, L. - Val Furva, S. Caterina, il 26 Luglio, sopra i fiori di un Sedum: deve essere poco frequente, Gaurotes virginea L. - Bormio, Val Furva, Val di Forno, Val Viola Bormina, Val di Li- vigno: abbondantissima sia nel Luglio, che nell’ Agosto. Leptura fulva Deg. - Val Furva: Luglio : sui fiori di varii Sedum. L. dubia Scop. - Come la precedente. L. Sanguinolenta L. - Bormio: Val Furva : Luglio ed Agosto. Non infrequente. L. (Strangalia) melanura L. - Bormio: 5 Agosto. Val Furva, 25 Luglio. È del resto specie comunissima, e la si trova specialmente sui fiori delle Ombellifere. | L. (Strangalia) bifasciata Mull. - Val Furva. Val di Forno. Val Viola Bormina. Val di Dentro. Val di Livigno. Credo sia questa la specie del genere che più abbonda: la si incontra sui fiori in genere, ma di preferenza su quelli delle Ombellifere. L. (Typocerus) attenuata L - Bormio. S. Caterina in Val Furva. Phymatodes variabilis L. -- Bormio. S. Caterina di Val Furva. Hylotrupes bajulus L. - Val Furva. S. Caterina. S'incontrano frequentemente sia gli esem plari grandi che i piccoli. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 81 Saperda scalaris L. - Ne raccolsi un esemplare sulle foglie di un ontano presso Bormio, in località detta Dossaccio sulle falde del M. Massucco a circa 1750 m., il 3 Agosto. Tetrops praeusta L. - Bormio. Fam. CHRYSOMELIDAE Labidostomis longimana L. - S. Caterina in Val Furva, 18 Luglio. Cryptocephalus (Proctophysus) sericeus L. var. mozambanellus Mars. Bormio. Val Furva. Val di Forno. Val Gavia. Val di Dentro. Val Viola Bormina. Val di Livigno. Val di Braulio, Estremamente comune sui prati in fiore, ed a preferenza sui fiori delle composite gialle. Gastroidea polygoni L. - Val Furva (S. Caterina). Frequente nei prati in fiore. Chrysomela rossia Illig. - Bormio, 29 Agosto. S' incontra talora anche sotto alle pietre. È del resto comunissima ovunque, meno però che alla pianura. Chr. staphylea L. - Bormio, 29 Agosto, sulla via che conduce ai Bagni Nuovi. Anche questa specie la si incontra talvolta sotto alle pietre : è poco abbondante. Chr. marginata F. - Numerosi esemplari ne raccolsi sotto alle pietre lungo la via che da Bormio sale ai Bagni e prosegue poi per lo Stelvio. Chr. cerealis L. var. mixsta Kist. - Bormio. Val di Dentro (Semogo). Val Furva. Chr. coerulans Scriba - Bagni Nuovi, presso Bormio. Phytodecta (Spartophila) olivacea Forst. - Posseggo un solo esemplare di questa specie, e ricordo d’ averlo raccolto in vicinanza del Laghetto del Cofinnale, a m. 2935, il 24 Luglio. E specie nuova per la Lombardia: finora ne fu accertata la presenza solo nelle Alpi del Trentino (De Bertolini). Phyllodecta vitellinae L. - Comunissima sulle foglie delle Amentifere in Val Furva (spe- cialmente nelle vicinanze di S. Caterina), a Bormio, ecc. Melasoma collaris L. - S. Caterina di Val Furva, 18 Tuglio. M. populi L. - Bormio. S. Caterina di Val Furva. M. tremulae F.- S. Caterina di Val Furva; meno frequente della precedente. Luperus flavipes L - Bormio (Bagni). Galeruca tanaceti L. - Bormio, S. Caterina, Livigno. Comunissima. Fam. COCCINELLIDAE Coccinella 7 punctata L. - Bormio, Val Furva, Val di Dentro. Exochomus 4-pustulatus L. - Premadio. Dal piccolo numero di specie, qui sopra elencate, non è lecito dedurre conclusioni generali sui caratteri della fauna coleotterologica delle valli, che sfociano nel Piano di Bormio. ln attesa di altre meno incomplete ricerche, che permettano di ciò fare, mi limito a ricordare, a mo’ di riassunto, come in questa nota vengano annoverate 134 specie di Coleotteri, 13 delle quali vengono ora per la prima volta indicate come esistenti nel territorio Lombardo. RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L'amministrazione s'incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. —————_—__—-°———__ ROLLAND J-G. Etudes sur les temps préhistoriques - De Silex taillés - De l’ origine de l'homme. (Paris 1898. Ch, Mendel edit. 18 rue Assas, 140 pag. in-8,° Qbis 3,50 82 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI (Franco in Italia L. 4, 00). In questo lavoro l’ egregio A. ha riassunto ciò che è indispensabile di sapere sulla vita dell'uomo primitivo. Comincia dal farci conoscere la composizione dei terreni geologici ed i diversi fossili caratteristici che si riscontrano in ciascuno di essi, passa poi in ri- vista le diverse scoperte fatte nei terreni terziari, e prende a studiare le selci tagliate ed îì ca- ratteri dei differenti utensili dell’ età della pietra. Vi si trovano descritte quelle grotte preistori- che nelle quali sono stati scoperti i principali documenti per la storia dell’ uomo quaternario e della fauna e flora che viveva con lui. Nella seconda parte a proposito del Darwinismo studia i caratteri che separono o riuniscono l’ uomo agli animali ; termina con l’ esame delle diverse scuole monogeniste, poligeniste e trasformiste che attribuiscono all’ uomo, secondo il loro punto di vista, un centro ed un modo speciale di creazione, Sei tavole con figure sono unite al testo che è scritto in modo facile a comprendersi anche dai meno iniziati in questi studi. RICCI dr. prof. ETTORE. Introduzione allo studio dei Silicati. (Milano 1898 U. Hoepli edit. 106 pag. in 8.° Prezzo L. 2,50). Questo lavoro mira a facilitare lo studio dei Silicati, sia nelle scuole secondarie superiori, sia nelle scuole universitarie o speciali. è Chiunque sia versato negli studi di storia naturale ha presente l’importanza grande di questa classe di minerali, cosicchè, si può giustamente stabilire, che lo studio dei soli silicati abbia per il mineralogista tale importanza, quale ha lo studio dei soli composti del carbonio, per il chimico. Nel volume l’ Autore cerca di ricondurre tutte le formule deì silicati, alle due uniche, degli acidi ortosilicico e metasilicico e dà, in ultimo, una classificazione dei silicati, così semplice da potere essere proposta anche nell’ insegnamento secondario superiore. Il I Capitolo parla assai estesamente dei silicati in generale e sotto i vari aspetti ; il Il Capi- tolo dei metasilicati e il III degli ortosilicati: seguono dei quadri riassuntivi e classificativi. Nei vari capitoli si è presentata all’ Autore l’opportunità di parlare, in relazione alla strut- tura chimica dei silicati, degli importantissimi argomenti dell’ isomorfismo, della caolinizzazione, ecc., come pure di riferire, in sunto, le notevoli conclusioni alle quali giunsero, relativamente ai silicati, autori illustri quali il Dana, il Daubrée, il Bombicci, il Tchermak, ecc. Un indice analitico facilita assai le ricerche. i DE STEFANI T. Note sopra due zoocecidii della Phyllrea variabilis (Timb) (Pa- lermo 1898). La Phyllirea variabilis è comunissima nei boschetti della R. Villa Favorita presso Palermo ; l’egregio A. vi ha rinvenute due galle una sulle foglie e l’altra sui giovani rami, do vute entrambi a due Cecidomidaes. La galla delle foglie è già nota, il suo cecidiozoo fu descritto dal Low e denominato Brawucriella phyllireae; l’ egregio A. però aggiunge non poche notizie alle già note. La galla dei rami è nuova e viene quì fatta oggetto di accurato studio, descrivendo minutamente tanto essa che il suo cecidiozoo che pure appartiene alle Cecidomidae e che con il nome di Perrisia rubescens è quì descritto in ogni suo stadio di sviluppo. BANTI dr. ADOLFO. Descrizione e figure dello Aspidiotus ceratoniae Colvée. (Avel- lino 1893. Riv. di Patologia vegetale Anno II fasc. I Estr. di 14 pag. e 2 tav.) Questo dannoso insetto è quì ben descritto e ben rappresentato in ogni sua parte con molte figure. GIAMPAOLI ARTURO. I marmi di Carrara. (Pisa 1897. Tip. Nistri. 40 pag. in-4.° con 6 fig.) Importanti notizie scientifiche ed industriali racchiudono queste pagine, attorno ai fa- mosiì marmi di Carrara. Tracciate linee generali sui terreni più antichi delle Alpi Apuane parla delle roccie più antiche del Carrarese, delle varietà dei marmi in generale e dei minerali acces- sori che in quei marmi si rinvengono. Prende quindi a studiare in particolare il marmo statuardo, il bianco-chiaro, il bardiglio, il paonazzo e paonazzetto, il venolo, il nero, il rosa, il pertoro, il giallo il rosso ed i brecciati. Parla sulla origine dei marmi e, sulla loro escavazione. UGOLINI prof. UGOLINO. Nota di specie e varietà di piante nuove per il Veneto e segnatamente pel Padovano. (Genova 1898. Malpighia Anno XI Vol. XI. Estr. di 8 pag. in-8.°) Trattasi di ben 45 specie quasi tutte nuove per la regione Veneta, le altre sono rare o non ne era ben certa l’esistenza in quella regione. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 83 SILVESTRI F. Contribuzione alla conoscenza dei Diplopodi della fauna Medi- terranea. (Genova 1898. Annali Museo civ. di st. nat. 8 Feb. Estr. di 16 pag. in-8.° e 3 tav.) Vi sono descritte parecchie nuove specie e nuovi generi di questi vermi e vi si trovano varie note di sinonimia. Tre tavole con 48 figure servono ad illustrare il testo. SILVESTRI F. Contributo alla conoscenza dei Chilopodi e Diplopodi dell’isola di Sardegna. (Genova 1898. Annali, Museo civ. di St. nat. 1. Marzo. Estr. di 14 pag. in-8.°) In questa nota sono elencate 34 specie di Chilopodi e 13 di Diplopodi. Cinque specie ed un genere sono nuovi e di questi avvi la descrizione e varie figure intercalate nel testo. SILVESTRI F. Descrizione di alcuni nuovi Diplopodi raccolti nell’ Alto Para- guay dal cav. Boggiani. (Genova 1898. Annali Museo civ. di St. nat. 21 Febbraio Estr. di 8 pag. in-8.°) Quattro specie nuove delle quali una appartenente ed un genere pure nuovo, sono quì descritte o figurate. OLDFIELD THOMAS. On the mammals collected During capitan Bottegò s last expedition to lake Rudoft and the upper sobat. (Genova 1898. Annali Museo civ. di St. nat. 21 Febbraio. Estr. di 4 pag. in-8.°) Fra i mammiferi quì citati è una nuova. specie di erocidura che l'illustre A. dedica allo scopritore denominandola Crocidura bottegi. SALVADORI T. Reliquie ornitologiche della spedizione Bottego. (Genova 1898. Annali Museo civ. di St. nat. 24 Gennaio Estr. di 4 pag. in-8.°) Fra le pelli di uccelli portate dal viaggiatore cap. Bottego, l'illustre prof. Salvadori ha trovata una specie nuova che descrive con il nome di Francolinus Bottegi. GESTRO R. Osservazioni sopra le Hispidae raccolte durante l’ ultima spedi- zione del cap. Bottego. (Genova 1898. Annali Museo civ. di .St. nat. 8 Marzo Estr. di 4 pag. in-8.°) Molti sono gli insetti raccolti dal valoroso ma infelice esploratore cap. Bottego. L' egregio A. si occupa per ora delle Hispidae che sebbene appartenenti a sole 3 specie hanno non poco in- teresse ed una di esse è nuova e viene denominata Callispa Bottegi. BOULENGER G. A. Concluding report (lon the late capt. Bottegò s collection) of reptiles and batrachians from Somaliland and British east Africa. (Genova 1898. Annali Museo civ. di St. nat 21 Marzo Estr. di 10 pag. e 2 tav.) Delle 45 specie di Rettili quì citati sono nuove: Agama “Bottegi, Lygosoma Ferrandii, e Chalcides Bottegi. Peri Batraci, 9 sono le specie elencate e nuove le due seguenti: Megaliwalus gramineus e Hylambates Vannutellii. Tutte le ‘ muove specie sono figurate. ROULENGER G. A. An account ofthe Reptiles and Batrachians collected By dr. L. Loria in British New. Guinea. (Genova 1898. Annali Museo civ. di St. nat. 1 Marzo. Estr. di 18 pag. e 3 tav. in-8.°). Fra i Rettili illustrati, e che ammontano a 63 specie, sono nuovi: Gymnodactylus Loriae, Lygosoma Loriae, L. annectens, L. nigiglare, Tropidonotus Doriae, Api- stocalamus n g. Loria. Dei 18 Botraci sono nuovi: Sphenophryne verrucosa, S. Loriae, S. ateles Choanacantka mchelyi. Molte figure illustrano le nuove specie. PAVESI prof. P. Un coregono nel Ticino. (Milano 1898. Rendiconti R. Ist. Lomb. di se. e lett. Vol. XXXI Estr. di 8 pag. in-8.°) Il 26 gennaio scorso fu preso con le reti verso la foce del Ticino un Coregonus Schinzii-helveticus. Di tale strano caso, poichè non si conoscevano fin ora migrazioni di questo pesce nei fiumi, l'illustre comm. Pavesi parla diffusamente illustrando con note e delucidazioni scientifiche. GRIFFINI dr. ACHILLE. Sur quelques locustides de Pérak. (Narbonne 1897 Mi- scellanea Entomologica n. 11-12 Estr. di 4 pag. in-8.° con fig.) Fra i locusti quì citati e illu- strati vi è il nuovo genere Peracca con la nuova specie conspicuithorax. GRIFFINI dr. ACHILLE. Sur les Phyllidae. (Narbonne 1898. Miscellanea entomolo- gica N. 1. Estr. di 6 pag. con 3 fig.) Data la formula caratteristica per ben distinguere questa fa « miglia delle altre affini, illustra questi cosidetti insetti foglie, indicando i luoghi ove abitano, la loro riproduzione ece. cita i caratteri distintivi deì due unici generi fin ora conosciuti e di varie specie, dandone anche le figure, 84 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI GRIFFINI dr. ACHILLE. Descrizione di un nuovo Thermonectes di Tala, (Torino 1898. Bollett. dei Musei di Zoologia ed Anat. comp. N. 3!8. pag. 2 in-8. con figura) Questo nuo» vo coleottero fu dal dott. A. Borelli raccolto nella Repubblica argentina e precisamente nei din- torni di Tola. Esso viene denominato Termonectes Alfredi. GRIFFINI dr. ACHILLE. Sopra alcuni Grillidi e Locustiti nuovi o poco noti. (Torino 1898. Boll. dei Musei di Zool. e Anat. comp. N. 319, Pag. 8 in-8). Questi ortotteri, furono raccolti dal Dr. E. Festa nella Repubblica dell’ Ecuador. Le specie nuove quì descritte sono: Amu- sus Kraussi, Cocconotus Sharpi e C. Saussurei. MELI prof. ROMOLO. Relazioni sommarie delle escursioni geologiche eseguite con gli allievi della R. Scuola di applicazione per gli ingegneri di Roma. (Roma 1893-97. Tip, dei Lincei 262 pag. in 16.°) È un volume ricco di notizie interessanti specialmente la Geologia e la Mineralogia, come del resto da quel dotto ed acuto osservatore, che è l’egregio prof. Meli, non si può non essere sicuri che queste sue escursioni abbiano recato un buon contributo. alla scienza ed un utile insegnamento agli allievi. Vi sono pure varie indicazioni bibliografiche e geo- logiche sopra alcune località del Viterbese ed un appendice bibliografica relativa a Viterbo. > GRAZZI prof. VITTORIO. Da questo stimato Prof. specialista per le malattie della gola, degli orecchi e del naso, ci sono state favorite le seguenti sue pubblicazioni delle quali ci limitiamo a dare il titolo, trattandosi di cose del tutto estranee al nostro poco sapere. 1. Sur un cas de surdité compléte a la suite d’ une méningite aîgué par diplo . coccus de Fraenkel et présentation de la malade. (Firenze 1897 Tip. cooperat. 8 pag. in-8.) 2. Note Oto-Rino-Laringologiche. (Firenze 1898. Estr. Clinica Moderna n. 9 pag. 12 in-8.) 3. A proposito della cura dell’ ozena col siero antidifterico. (Firenze 1898: Boll, delle malattie degli occhi ecc. N. 1 Estr. di 4 pag. in-8.) 4. Contributo allo studio dei corpi estranei della cassa del timpano. (Firenze 1897. Estr. dal giornale il Pratico N. 3. pag. 4 in--16.) 5. Una grave complicazione avvenuta dopo l’ esportazione di un papilloma della laringe. (Fireuze 1897. Estr. della Settimana medica N. 50 pag. 8 in-8.) 6. Discorso del prof. Vittorio Grazzi alla Inaugurazione del terzo congresso della Società italiana di Laringologia, Otologia e Rinologia, avvenuta nella R. Univ. di Roma, il 28 Ottobre 1897. LORENZI dr. ARRIGO. Esistenza di circhi nelle Alpi Gortane. (Udine 1897 Pag. 4 in-16.) E già nota la esistenza di numerosi circhi sparsi per la catena alpina, ora l’ egre- gio A. accenando a. non pochi di essi ed alla loro origine, ne descrive specialmente uno, che egli ha scoperto sulla falda settentrionale del monte Priva. 4 LORENZI dr. ARRIGO. Osservazioni sulla vegetazione del Lago di Cavazzo in Friuli. (Udine 1898. Giornale in Alto N. l. Estr. di 6 pag. in-16.) Accennato agli studi gia noti sul lago di Cavazzo, alla importanza delle flore dei bacini lacustri italiani ed a varì dettagli su questi stessi studi, passa a parlare della vegetazione del Lago suddetto ed in special modo, di quella lacustre, delle diatomee ecc. MOTTA COCO dott. ALFIO. Il Coli bacillo ed i Cocchi piogeni nella etiolo- gia delle febbri intestinali. (Milano 1898. Gazzetta degli Ospedali e delle Cliniche N. 10 Estr. di 7 pag. in-8.) Da ricerche sperimentali eseguite, l’ egregio A. viene alle seguenti conclusioni: I. 11 colibacillo si rende virulento in presenza o dello streptococco o dello stafilococco piogeno; II. L’ingestione simultanea di colibacillo e di stafilococco piogieno determina sensibile elevazione termica e rapida diminuizione di peso ; III. L’ ingestione di colibacillo o nulla produce o determina lieve e momentanea elevazione termica; IV. Le culture di colibacillo e stafilococco o streptococco piogeno simultaneamente ingerite stabiliscono un intenso catarro gastro-enterico; V. L'azione delle cultura sopradette si ha dopo che una qualche causa abbia agito nell’ apparato digerente. SETTI dr. ERNESTO. Tristomum Perugiai n. sp. sulle branchie del Tetrapturus. Belone (Raf). (Paris 1898. Archives de Parasitologie n. 2, Estr. di 6 pag. in-8). Fatto cenno RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 85 del Tetrapturus nel quale rinvenne il nuovo Tristomum, da di questo la descrizione, accompagnan- dola con una figura, quindi espone un riepilogo sistematico sui Tristomi in generale ed un par- ticolareggiato raffronto fra i già, noti e la muova specie. SETTI dr. ERNESTO. Nuove osservazioni sui Cestodi parassiti degli iraci. (Genova 1898. Atti Società Ligustica di Sc. nat. Vol. IX. Estr. di 20 pag. in-8.) L' egregio ‘A. già noto per altri suoi lavori sugli elminti, prende in esame la memoria pubblicata dal prof. Nasso- now della Univ, di Versavia intorno agli endoparassiti della Procavia syriaca e particolarmente sulle tenie e sulle dibattute questioni sistematiche ad esse relative. Egli ne fa un esame critico combattendone varie conclusioni e difendendosi e giustificandosi da alcuni appunti che il Nas- sonow ha fatti a quanto l’ A. ha già pubblicato in proposito. TOROSSI dott. Giov. BATTA. La vita e la Metamorfosi della anguilla. (Vi- cenza 1898. Tip. Rumor. 32 pag. in-8.) In una conferenza tenuta il 21 Gennaio scorso all’ Acca- demia Olimpica di Vicenza, l'egregio prof. Torossi trattò l'interessante tema della vita e della metamorfosi dell'anguilla, cominciando dal rammentare le tante e strane favole degli antichi edi grossolani errori insegnati dai naturalisti fino a poco fa intorno a questo pesce. Parlò poi della vita. delle anguille del loro nutrimento, suoi nemici, suo sviluppo, suoi caratteri distintivi e quindi si diffuse molto su quanto riguarda il già arduo problema della riproduzione, e le metamorfosi di questo pesce, questioni che solo da poco sono state risolute dai proff. Grassi e Calandruccio. PASSERINI prof. NAPOLEONE Esperienze sul potere assorbente delle let- tiere per il carbonato ammonico. (Modena 1897. Le stazioni sperimentali agrarie italiane Fase. VII - Estr. di 16 pag. in-8.) L’egregio A. ricorda come se è ormai dimostrato non essere vero che il letame di stalla perda ammoniaca durante il tempo che sta in concimaia e però certo che esso ne perde al momento nel quale gli escrementi vengono emessi e che per rimediare a questo danno occorrono lettiere assorbenti. A stabilire appunto quali sieno le lettiere migliori per ottenere questo intento, egli ha fatte ripetute e molteplici prove del resultato delle quali da quì relazione, concludendo, che la miglior e più pratica lettiera è quella di torba. PASSERINI N. Sopra la sorghina e la sorgorubina. (Firenze 1897. Boll. Società botan. ital. 7 Maggio Estr. di 4 pag. in-8.) Trattasi di una sostanza ottenuta dalle macchie rosse che trovasi sulle guaine foliari del Sorghum vulgare, del S. saccharatum e della Zea mays. A questa sostanza, l’ egregio A., dà il nome di Sorgorubina; ad un prodotto ottenuto con la medesima, quello di Sorghina. PASSERINI prof. N. Esperienze sulla coltivazione del Tabacco. (Firenze 1898. Atti R. Accad. Georgofili. Disp. 1.8 Estr. di 20 pag. in-8.) Queste esperienze relative alla conci- mazione furono eseguite a Bettolle in Valdichiana e sono una continuazione di altre delle quali l’eyregio A. rese conto nel 1895. PASSERINI prof. N. Esperienze sopra la consociazione del frumento. (Firenze 1898 Atti R. Accad. Georgofili Disp. 1.8 Estr. di 8 pag. in-8.) Allo scopo di riscontrare se anche per la nostra regione avveniva ciò che da molti era stato assicurato per altre località; cioè che con la coltivazione promiscua di specie e varietà diverse di cereali d'inverno o di cereali e legu- guminose, si ottiene un prodotto maggiore, l’ egregio A. ha istituite varie esperienze, delle quali dà quì i dettagli ed i resultati ottenuti e che confermano che dalla consociazione di diverse va- rietà di frumento sì ottiene un aumento nel prodotto sì delle granella che della paglia. L’ A. però è di parere che questa pratica convenga solo per i possedimenti di grande estensione dove non si pratica l'agricoltura intensiva. PASSERINI prof. N. Sulla composizione dei rami che colla potatura si aspor- tano dal Pesco. (Firenze 1898. Atti R. Accad. Georgofili Disp. 1® Estr. di 4 pag. in-8.) È un lavoro chimico eseguito nel laboratorio dell'Istituto agrario di Scandicci, allo scopo di poter razio- nalmente stabilire la natura del terreno e del concime che meglio si adattano alla coltura del pesco. PREDA dr. A. L’erbario Boissier a Chambery presso Ginevra. (Firenze 1893. 86 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Boll. Soc. bot. Italiano 3 Aprile. Estr. di 6 pag. in-8) Avendo l’egregio A. frequentato spesso questo grandioso istituto botanico ne da quì dettagliata descrizione. DE ANGELIS D’ OSSAT dr. G. Sulla probabile mancanza in Italia dell’ E/ephas primigenius Blum. (Roma 1897 Boll. Soc. geologica fase. 2 Estr. di 10 pagine in-8). Facendo una succinta rassegna e studiando non pochi degli avanzi fossili di Elephas rinvenuti in Italia, l’egregio A. viene a concludere che l' Elephas prinigenius o Mammouth non si spinse mai sino alle vicinanze di Roma e, quasi sicuramente, non deve aver mai valicate le Alpi. RIZZARDI prof. UMBERTO. Aracnidi di Vallombrosa. (Pavia 1898 Pag. 18 in-8). Questa raccolta formata dal dott. G. Cecconi e studiata dal-prof. Rizzardi, si compone di 91 specie e si conserva presso il Museo di Storia naturale dell’ istituto forestale di Vallombrosa. MAGRETTI dr. P. Imenotteri della seconda spedizione di Don Eugenio dei principi Ruspoli, nei paesi Galla e Somali. (Genova 1898. Annali Museo civ. di St. nat. 28 Maggio, Estr. di 32 pag. in-8). Comprende lo studio di 120 esemplari riferiti ad 8 famiglie, 38 generi e 60 specie delle quali 10 sono descritte come nuove. CACCIAMALI G. B. Giudizî sul mio studio di Castenedolo (Brescia 1898. Commen- tarii Ateneo. Estr. di 12 pag. in-8). Come i nostri lettori sanno, l’ egregio A. pubblicò nel 1896 uno studîo sulla questione dell’ uomo fossile di Castenedolo. Questo suo studio fu naturalmente giudicato e commertato in vario senso, sempre però benevolmente, e l’egregio prof. Cacciamali ha voluto con questa memoria far conoscere i vari pareri e giudizi e consigli che in proposito hanno espressi coloro che della pubblicazione in discorso si sono occupati, lasciando l’ Ateneo di Brescia, al quale l’ A. comunicò già gli studi ed ora gli apprezzamenti, giudice del dal farsi in prorosito. NUOVO GIORNALE. Il pollicoltore italiano. Questo importante periodico ha veduta la luce in Livorno. Si pubblica il 15 di ogni mese e tratta di AviculItura, caccia, pesca, veterinaria ed agricoltura. Abbonamento di un anno L. 3,50 semestre L. 2,00. Sono usciti i primi 2 fascicoli. BroGI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’unico che si stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo»gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L'amministrazione s' incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino conla do- manda cent. 30 per la francatura della corrispondenza, per le altre basta scrivere in cartolina doppia. i ———__==90cme< Pubblicazioni del 1897 27. Berlese A. Sopra una nuova specie dì errori - Cochylis. (Ibidem, N. 7 pag. 2839-92). Zoologia, Paleozoologia I RI A. RARI, mina (Ibidem Allevamento degli animali N. 8 pag. 297-99). (onpbatetone] 29. Berlese A. La lotta contro gli insetti sotterranei. {Ibidem, N. 9. pag. 313-14). 30. Berlese A. La Cocciniglia bianca della vite. (Ibidem, N. 10 pag. 329-331). 26. Berlese A. Insetti sotterranei. (Padova, Boll. di Entomol. Agrar. e Patol. Veget. N. 6 pag. 265-67). - RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 31. Berlese prof A. Icerya Purkasii Mask. (Ibidem, N. 12 pag. 361-353). 32. Berlese prof. A. Lavori compiuti nel Laboratorio di Entmologia agraria presso la R. Scuola Superiore di Agricoltura di Portici nel- l'anno scolastico 1896-97. (Roma, Bollettino del Ministero di Agric. Industria e Comm. N. 21 pag. 151-154). 33. Bernabei G. e Boattini S. ll carbon- chio ed il tifo equino. Nota preliminare. (Roma, Estr. dalla Riv. Agr. del Comizio Agrario. Tip. Garzoni pag. 4). 34. Bernabeo G. Sulla Conservazione della vitalità e virulenza dello pneumobacillo di Fràn- kel e dello streptococco del Fehleisen, (Napoli, Boll. della Società di Naturalisti pag. 24-29). 39. Bertone Geom. P. Norme pratiche sul- l' allevamento del Baco da seta. (Torino, Gazzetta delle Campagne N. 10. pag. 74-75). 36. Bertelli dr. D. Pieghe dei reni primitivi. Contributo alla morfologia e allo sviluppo del diaframma. (Istit. anat. Univ. Pisa Estr. dalle mem. Soc. tosc. di Sc. nat. vol. 16. 40 pag. in-8) 37. Besta R. Gli animali emigratori. (Milano - Natura ed Arte N. 7 pag. 5533-60 con fig.) 38. Besana G. Sulla convenienza di accli- matare nei nostri laghi il Coregono azzurro, (Roma, Gior. Ital. di Pesca e acquicoltura N. 11 pag. 326-378). 39. Bezzi M. e De Stefani T. Enumera- zione dei ditteri fino ad ora gaccolti in Sicilia. (Palermo, Il Naturalista Siciliano N. 1, 2 3 pag. 25-31). 40. Bettoni E Sopra di un nuovo metodo per trasportare gli avannotti. (Roma, Giornale Italiano di Pesca e Aquicoltura N. 3 pag. 76-68). 41. Bettoni E. La razionalità dei ripopola- menti ittiogenici. (Ibidem, N. 6 pag. 174-78). 42. Bentivoglio T. Lidi libellalidi dei din- torni di Rimini. (Modena, Aiti d. Soc. d. Natu- ralisti. Fasc, 2, p. 146-148). 43. Bolle G. L’ Uji o la mosca parassita. del baco da seta. (Casale Monferrato, Il Bacologo Ital. N. 31 e seg.) 44. Bolle G. Il bruco misuratore dei ciliegi. (Gorizia, Atti e mem. r. Soc. agrar. N. 10 p. 295-301 con fig. 45. Bogino Fr. 1 mammiferi fossili della torbiera di Trana. (Roma, Boll. Soc. geol. ital. fasc. l. p. 8 con 3 tavole). 87 46. Bonansea S. Allevamento del coniglio. Varietà, scelta riproduzione, alimenti, malattie. cure, reddito. (Torino, Unione Tipografico - Edi- trice pag. 68 con tav. Prezzo L. 1,20). 47. Bonatelli I. Il ponte volante delle for- miche. (Siena, Boll, del Nat. Anno 17 n. l pag. 8-9); 48. Bonomi A. Come si distingua nell’ usì- gnolo, il maschio dalla femmina. (Siena, Avicula. N. l pag. 15-16). 49. Bonomi A. Notizie ornitologiche raccolte nel trentino durante il 1896 da A. Bonomi. (Ibi- dem, N. 3 p. 35-38). 50. Bonomi.A. Aedon galactodes (Boie). (Ibi- dem, N. 4 p. 95). 51. Boulenger G. A. A list of the reptiles and batrachians of somaliland and Gallaland. (Genova, Ann. del Museo Civico di St. Nat. Vol. XVII Estr. di pag. 6 in-8). 52. Borelli dott. A. Viaggio nel Chaco bo- liviano ecc. Planarie d’ acqua dolce (Torino, Boll. dei Musei di Zoolog. ed Anat. Comp. della R. Univers. N. 288. 6 pag.). 53. Boulenger G. A. Viaggio del dr. Borelli ecc. Poisson. (Ibidem, di N. 279 4 pag.) 54. Brioschi L. Quale la quantità dei bachi da seta da allevarsi ? (Casale Monferrato, Il Ba- cologo Italiano N. 49 pag. 387-88). 55. Brogi S. Specie di uccelli rari per la P ro- vincia di Siena, (Siena, Avicula N. .1 p. 9). 56. Brogi S. Varietà ornitologiche. (Ibidem, N. 6 p. 171-72). 57. Budde Lun G La più antica civilizza- zione del Globo. (Siena. Boll. del Nat. N. 7 p. 85-87). 58. Bullo Giustiniano. Oceanografia e Pisci- coltura. (Venezia, Neptunia N. 3-4 pag. 28-345). 59. Cadiot e Almey. Trattato di terapia chirurgica degli animali domestici. Traduzione italiana a cura del prof. Bassi, con l’ aggiunta dei capitoli: Elementi delle operazioni. e opera- zioni generali di Pench e Toussaint. (Torino, Unione Tip. editr. disp. 8. Prezzo L. 1 caduna). 60. Calandruccio S. Anatomia e sistematica di due specie nuove di Turbellaire. (Catania, Accad. Gioenia di Sc. Nat. Vol. 10). 61. Calandruccio dott. S. Contributo sul ciclo evolutivo della Tenia echinococco. (Catania, Bull. delle Sedute dell’ Acca. Gioenia fasc. XLVI pag. 20-22). 88 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 62. Camerano prof. L Materiali per lo studio della sutura tempora - frontale nell’ Orango e nei Miceti. (Torino, Boll dei Musei di Zoolog. ed Anat. Comp. della R. Univ. N. 291-3 pag. con fig.) 62. Camerano prof. L. Viaggio del dr. Bo- relli ecc. Gordz. (Torino, Ibidem n. 294, 3 pag). 63. Camerano prof. L. Viaggio del dr. Fe- sta ecc. Gordi:. (Ibidem 2 pag). 64. Camerano prof. L. Nuova specie di Peripatus raccolta dal prof. L. Balzan nella Bo- livia. (Genova, Annali Museo civ. di St. nat. vol. 18. Estr. di 4 p. in-8). 65. Camerano prof. L. La Zoologia allo schiudersi del secolo XX. (Torino, Tip. Paravia 38 p. in-8). 3 66. Camerano prof. L. Monografia dei Gor- dii. (Torino, Memorie Accad. delle Scienze Tom. 47 Estr. di p. Sl con 3 tav. in-4). 67. Camerano prof. L. Ricerche intorno alla nuova struttura della mano e delle ossa pelviche della Balaenoptera musculus (Ibidem Estr. di 12 pag. in-8). 68. Canavari M. La fauna degli strati con Aspidoceras acanthicum di Monte Serra presso Camerino. (Pisa, Palaentographia italica. Parte la vol. 2. p. 28 con 6 tav). 69. Cannaviello E. Nuove specie di Uccelli che hanno nidificato nella prov. di Napoli, (Siena, Avicula n. 6. p. 160-62). 70. Cancianini M. P. Sul sistema friulano per l'allevamento del baco da seta. (Casal Mon- ferrato, Il Bacologo Italiano n. 22 pag. 169-171). 71. Canestrini G. Intorno ad alcune specie nuove di Acari della Bolivia. (Padova, Atti della Soc. Veneto-Trentina di Se. Nat. fasc. I pag. 148-152). 72. Canestrini G. Contributo alla cono- scenza degli Acaroidei della Birmania. (Genova, Annali Museo civ. di St. nat. vol. 18 Estr. di 6 p. in-8). 73. Capellin G. Sulla data precisa della sco- perta dei minuti foraminiferi e sulla prima ap- plicazione del microscopio all’ analisi meccanica delle rocce per I. B. Beccari (Bologna, Memorie della R. Acc. delle Scienz. S. V. T. VI p. 18). 74. GCarazzi D. Note d’ ostricultura. (Roma, Giorn. Ital. di Pesca e Acquicoltura n. 9 e seg.). 76. Carazzi D. L’ostricoltura in Italia nel 1897. (n. 5 pag. 129-135). 771. Carazzi D. Effetti dello scoppio delle torpedini sopra gli animali marini. (Firenze, Monitore Zoolog. Italiano n. ll p. 254-256). 78. Caradonna G. B. Considerazioni preli- minari intorno ai cranii e cervelli di cani. (To- rino, pag. 7). 79. Caruso prof. G. Esperienze fatte nel 1896 per combattere la tignola della vite. (Fi- renze, Atti della R. Accad. Economico-Agraria dei Georgofili disp. 2.3 pag. 119-123). 80. Carraroli A. Avanzi di pesci fossilj plio- cenici del Parmense e del Piacentino. (Parma, Rivista ital. di paleontologia fasc. 34 p. 5 con 1 tavola). 81. Cattaneo G. I fattori della evoluzione biologica. Discorso inaugurale. (Genova, stab, tip. lit. Martini pag. 64). 82. Catterina G. Contribuzione allo studio sull'importanza dei Protozoi nella purificazione delle acque. (Padova, Atti della Soc. Veneto-Tren- tina di Sc. Nat. fasc. I, pag. 153-166). 83. Catterina dott. G. L’antrace nei tri- toni. (Ibidem. pag. 203-207). 84. Catterina dott. G. Sanguisughe e. mi- crobi. Osservazioni ed esperienze. (Ibidem pag. 208-220). 85. Cascella F. Cranio e cervello di un Idiota microcefalo. Nota antropologica. (Siena, Riv. Ital. di Sc. nat. n. 3 e seg. con 10 fig.) 86. Chiaventino. Polidactilia ereditaria. (To rino, Arch. di Psigh. Sc. penali Antropol. cri- min. fasc. 4 pag. 4384-36 con fig). 87. Carruccio prof. A. Sugli Anfibi anuri e uradeli della Prov. di Roma. (Roma, Boll. Soc. per Studi Zoolog. fasc. III e IV pag. 178-180). 88. Ciaccio G. V. Sugli organi elettrici delle torpedini. (Bologna, Rend. R. Ace. Se. d. Isti- tuto di Bologna Vol. 8 Fasc. 3-4 p. 140-160). 89. Cioli dott G. Note Ornitologiche. (Siena, Avicula n. 1 p 9-11). 90. Cipolla F. Del metacromatismo degli’ ue= 0 celli. Nota. (Venezia, Atti del R. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti. T. VIII, pag. 109-10 e Avicula n. 2 p. 61-52). 91. Cola M. Ammaestramento dei cani da caccia. (Napoli-Sport n. 28 e seg). 92. Colini A. Oggetti litici degli Abruzzi Chietino ed Aquilano, conservati nel Museo prei- storico di Roma. (Firenze, Arch. per l’ Antro- pol. e l’ Etnol. fasc. 3 e seg.) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI (89 93. Condorelli Francaviglia dott. M. Acantocefali in animali della campagna Romana. (Roma, Boll. della Soc. Romana per gli Studi Zoolog. fasc. I e II pag. 1-20 con l tav). 94. Condorelli Francaviglia dott. M. Alcuni casì di Omopolielmintiasi e brevi con- siderazioni sul parassitismo negli animali in vita libera. (Ibidem pag. 68-78). 95. Condorelli Francaviglia dott. M. El minti trovati in un Hydrocolaeus minutus. (Ist. Zool. della R. Univ. di Roma). (Ibidem fase. II e IV pag. 118-124). 96. Corbelli dott. R. Gli imenotteri del Trentino. (Rovereto, 32* pubbl. del Museo civ.). 97. Corti dott. E. Aggiunte alla fauna di- terologica della prov. di Pavia. (Firenze, Boll. Soc. Entom. Ital. Trim. I Estr. di 8 p. in-8) 98. Costa A. Sulla estensione geografica in. Italia di tre Tentredinidei ed osservazioni sulla l'enthredopsis floricola. (Napoli, Rend. d. Accad. d..Sc. fis. e matem. fase. 2 pag. 50-51). 99. Cugini prof. G. Insetto dannoso al fru- + mento. (Milano, Il Villaggio n. 1094 pag. 225). 101. De Amicis prof. V. Allevamento ar- tificiale di trote praticato per iniziativa privata in Alfedena negli anni 1894-95-96-97. (Roma, Giornale Italiano di. Pesca e Acguicoltura n. 6 pag. 178-80). 102. Dei A. Organi di locomozione degli Uc- celli e dei Pesci, Loro comparazione, e conside- razioni in proposito. (Siena, Riv. Ital. di. Sc. Nat. Continuaz. n. 1). 103. De Benedictis ©. Echinocosi nella pleura di un bue. (Pisa, Il Nuovo Ercolani n. 7 pag. 106-109). 104. De Ceglie F. Le campagne di Taranto rispetto allo Studio dell’ Ornitologia. (Siena, Avicula n. 5 p. 128-31). 105. De Finetti D. La longevità delle far- falle nella confezione seme-bachi. (Casal Mon- ‘ ferrato, Il Bacologo Italiano pag. 359-356). 106. Del Guercio dott. B. Intorno ad al- cuni cecidii ed ai cecidiozoi della Santolima dei Dendrobium delle cattleie. (Firenze, Nuovo giorn. bot. ital. n. 2 pag. 192-198). 107. De-Leo C. Nuove aggiunte agli ortot- teri della Provincia di Roma. (Roma, Boll. della Soc. Rom. per gli Studi Zoolog. fasce. Ie II pag. 79-95 con fig.). 108. De Leone N. Contributo allo Studio dell’ Avifauna Abruzzese. Specie indigene del- l’ Abruzzo Teramano. (Siena, Avicula n. 4 p. 99-102). 109. De Magistris L. F. La pesca delle spugne nel Mar di Lampedusa. (Roma, Giornale Italiano di Pesca e Acquicoltura n. 1 pag. 14-20). 110. De Rauschenfels A. Spigolature api- stiche. (Milano, l’ Apicoltore, in tutti i fascicoli dell’ annata). 111. De Rauschenfels A. Consigli per i novizi apicoltori (Ibidem). si 112. De Rauschenfels A. È egli necessa- rio abbeverare le famiglie d’ api nell'inverno? (Milano, l’apicoltore n. 3 pag. 45-50). 113. De Rauschenfels A. Si possono co- stringere api giovani di soli 5 o 6 giorni d’ età a volar al raccolto? (Ibidem n. l pag. 6-9). 114. Dervieux L. Due casi d’ anoftalmia unilaterale nella Rana esculenta. (Torino, Boll. dei Musei di Zool. e An. Comp. della. R. Univ n. 295 5 pag). 115. De Stefani T. Zoocedii del R. Orto bo- tanico di Palermo. (Palermo, Boll. R. Orto bot. n. 3-4 Estr. di 28 p. e I tav). 116. De Stefani T. Stercorarius crepidatus Gml. Nuova .specie per il Golfo di Palermo, (Siena, Avicula n. l p. 7). 117. De Stefani T. Note per servire allo studio delle Mutille di. Sicilia. (Palermo, Il Na- turalista Siciliano n. 4 pag. 77-85). 118. De Stefani T. Per un Mus musculus isabellino. (Ibidem pag. 102-103). 119. De Simone P. Animali utili e nocivi ai campi, ai boschi, ai giardini. (Città della Pie- ve, Il Corriere Pievese n. 2 e seg). 120. De Tonì E. Sopra un ibrido naturale di Canis famigliaris e C. vulpes. (Venezia, Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, lettere ed Arti Tomo LV disp. 8° pag. 912-916). 121. De Toni E. Investigazioni scientifiche del Comitato Scozzese per la pesca. (Venezia, Neptunia n. 7 pag. 97-103). " 122. Dohrn prof. A. 25.° anniversario della fondazione della stazione zoologica di Napoli. (Napoli, Tip. Giannini a f., 19 pag. in-8). 123. Dohrn prof. A. La pesca delle paranze nel Golfo di Napoli. (Roma, Giornale Italiano di Pesca e Acquicoltora n. 1 pag. 6-10). 124. Dollfus A. Isopodes de. Vallombrosa. (Torino, Boll dei Musei di Zool. ed Anat. Comp. della R. Univers. n. 285 pag. 2). 90 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI __———_———____rrrrrevw"T"roee_r— o —_eooe (I 125. Dollfus A. Viaggio del dott. Borelli ecc. Isopodes terrestres. (Ibidem n. 289 4 pag. con fig.). 126. Dott. A. P. Sull’alimentazione del cane. (Milano, Caccia e Tiri n. 497 pag. 169-170). 127. Dubini dott. A. Spigolature apistiche. (Milano, l' Apicoltore, in tutti i fascicoli dell’ an- nata). 128. Emery prof. C. Revisione del gen. Diacamma Mayz. (Bologna, Rend. R. Accad. delle Scienz, dell’ Istituto fasc. 3.° pag. 147-167 con l tav.). 129. Emery C. Formiche raccolte nella Nuo- va Guinea dal dott. Lamberto Loria (Genova, An- nali Museo civ. di St. nat. vol. 18 Estr. di 49 p. ed l tav. in-8). 130. Emery Carlo. Formiche raccolte da don Eugenio dei principi Ruspoli, durante l’ ultimo suo viaggio nelle regioni dei Somali e dei Galla. (Ibidem Estr. di ll p. in-8). 131. Fabani C. Analisi fonetica del canto degli uccelli. (Siena, Avicula n. 2 e seg). 132. Fabani. C. La misteriosa fiammella ‘di Berbenno Valtellina. (Ibidem n. 2 p. 17-20). 133. Facciola dott. L. L’ Helmichthys del- l’Anguilla vulgaris. (Siena, Riv. Ital. di Sc. Nat. n. 9 p. 116-18). : 134. Facciola dott. L. Sulle uova del Con- ger Vulgaris. (Ibidem n. 7 p. 92-94). 135. Faelli F. Appunti zootecnici. Manuale per gli allevatori, veterinari e studenti di Zooia- tria e scienze agrarie. (Torino, Unione Tipo- grafico-Editrice 128 pag. L. 1, 60). 136. Faelli F. Cenni storici e descrittivi delle razze bovine estere importate in Italia. (Torino, Estr. dal Moderno Zooiatro pag. 24). 137. Falconieri Cont. G. Catture di specie rare od avventizie e Note Ornitologiche. (Siena, Avicula n. 4 p. 93-94). . 138. Fea L. Viaggio di Leonardo Fea in Bir- mania e regioni affini. Riassunto generale dei resultati di Zoologia. (Genova, Annali del Museo Civico di St. nat. Vol. 17 Estr. di 280 pag. in-8 con fig.) 139. Federici N. Sull’apparecchio genito uri- nario del Gongylus ocellatus Forsk. (Napoli, Boll. della Soc. di Natur. Vol. X pag. 179-198). 140. Fenizia C. Le teorie sulla genesi degli Albini. (Firenze, Arch. per l' Antropol. e 1’ Et- nol. fasc. 1 pag. 89-99). 141. Fenizia prof. C. Di un Caso di Opo- dimia, (Siena, Boll. del Nat. Anno 17 n. 3 6 seg.) 142. Fenizia prof. F. Un invasione di Cne- thocampa processionaea, (Ibidem n. 6 p. 77-78 143. Ferragni O. Elenco delle specie di uc- celli più rari osservati od uccisi in Provincia di Cremona, dal 1.° Gennaio 1896 al 30 Aprile 1897. (Siena, Avicula n. 3 p. 64-66). 144. Fiorentini dott. A. La tubercolosi bo- vina studiata nel suo grado di infezione all’ uo- mo per mezzo della coabitazione. (Pavia, Estr. dal Boll. Soc. med. chirurg. p. 25 in-8). 145. Fiorentini dott. A. Alcune osservazioni istologiche sui cotiledoni dell’ utero dei Rumi- nanti. (Milano, Atti Società ital. di Sc. nat. vol. 36 Est. di pag. ll in-8). 146. Flores E. Sul sistema dentario del Ge- nere Anthracotherium Cuv. (Roma, Boll. Soc. Geol. Italiano fas. 1.° p. 5). 147. Fornasini dott. C. Note micropaleon- tologiche. (Bologna, Rend. della R. Accad. delle Sc. dell’ Ist. fasc. 2.9 seg. con fig.) 148. Forest Aine I. Le Oiseaux au point de vue Industriel. (Siena, Avicula n. 5 e seg.) 149. Fringuello. Il cane spinone. (Milano, Caccia e Tiri n. 497 pag. 170-171). 150. Fucini A. Fauna del Lias medio del Monte Calvi presso Campiglia Marittima. (Pisa, Palaentographia Italica Vol. 2 p. 48 c. 2 tav). 151. G. C. Insetti che arrecano maggiori gua-. sti alle piante fruttifere. (Soligo, Il Progresso agricolo n. 8 pag. 60-61). 152. Galli dott. V. B. Le neoformazioni no- dulari nell’ organismo dell’ uomo degli animali domestici e la loro diagnosi differenziale nelle necroscopie. (Parma, Tip. Ferrari e Pellegrini 162 pag. in-8 L. 4.) 153. Gabari dr. N. L' uccellaggione quale viene praticata nel nostro paese, con notizie or- nitologico-pratiche. (Trento, Tip. Monanni p. 116 in-16). ; 154. Garbini A. Osservazioni e dati stati stico-economici sui pesci e sulla pesca del Be- naco. (Verona, Stabilimento Tipo-Lit. G. Fran- chini pag. 32). 155. Gasperini G. Sulla così detta Creno- thrix Kuhniana o polyspora in rapporto alla sor- veglianza igienica delle acque potabili. (Pisa, Atti della Soc. Tosc. di .Sc.-Natur. Vol. 11). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 91 156. Gatti M. A. Contribuzione al genere Alburnn in Italia. (Roma, Boll. Soc. per gli Studi Zoolog. fasc. III e IV pag. 161-176). 157. Gatti M. A. I Coregoni del Lago Mag- giore sul mercato di Roma. (Ibidem n. 1 pag. 10-11). 158. Gatti M. A. La pesca del « Gadus merlangus » sul litorale abruzzese. (Roma, Gior- nale Italiano di Pesca e Acquicoltura n. 3 pag. 79-76). 159. Graf prof. dott. L. Neue Landplama- zien. (Torino, Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. Comp. della R. Univer. n. 296, 3 pag.) 160. Grandis dott. V. e Muzio G. Sui processi d’ assimilazione del Callidium Sangui- neum fabr. (Ibidem n. 303 pag. 8). 161. Gestro R. Intorno ad alcune Hispidae delle isole Batù. (Genova, Annali del Museo civ. di St. nat. vol. 18 Estr. di 4 p. in-8). 162. Gestro R. Materiali per lo studio delle Hispidae - I- Enumerazione delle Hispidae di Su- matra - II - Elementi per lo studio del genere di Platypria - III - Descrizioni di nuove specie di Hispidae. (Ibidem vol. 18 Estr. di 106 p. in-8). 163. Giacomelli P. Erpetologica orobica. Materiali per una fauna della prov. di Bergamo. (Bergamo, Atti dell’ Ateneo Vol. 18 Estr. di 37 pag. in-8). 164. Giardina A. Primi stadi embrionali della Mantis religiosa. (Firenze, Monitore Zoolog. Italiano n. 12 p. 264-280). 165. Giglioli E. H. Della comparsa del Cor- vus Tingitanus Irby in Italia. (Siena, Avicula n. l p. 4-5). 166. Giglioli E. H. Gli ultimi giorni dell'età della pietra Melanesia. Le mazze con testa sfe- roidale di pietra, della Nuova Brettagna, dette Palao. (Firenze, Arch. per la Antropol. e la Etnol. fasc. 1 pag. 17-42 con fig.) 167. Giglio Tos dott. E. La struttura dei corpuscoli rossi del sangue nei vertebrati. (Iena Anatomischer Anzeiger n. 4-5 Estr. di 14 pag. in-8). 168. Giglio Tos dott. E. Ortotteri raccolti nel Darien dal dott. E. Festa. (Torino, Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. Comp. della R. Univers. n. 301, 10 pag.) 7 169. Giglio Tos dott. E Ortotteri. (Torino, Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. Comp. della R. Univers. n. 302 pag. 47). 170. Giglio Tos dott. E. Il maschio della Dicrania Cervus Neid. (Ibidem n. 276, 3 pag.) 171. Giorgio. Allevamento dei tacchini. (Ber- gamo, Il Lavoro Bergamasco n. 39 pag 4). 172. Glaumont G. L'età della pietra nella Nuova Caledonia. Breve riassunto con aggiunte e considerazioni di E. Giglioli. (Firenze, Arch. per la Antropol. e la Etnol. fasc. 3 pag. 301-310). 173. Grassi B. e Calandruccio S. Ripro- duzione e metamorfosi delle anguille, (Roma, Gazz. Ital. di Pesca e Acquicoltura. n. 7 pag. 193-202 con fig.) 174. Griffini dott. A. Nuova specie del ge nere Cybister Curtis raccolta dal B. L. Jalla a Kazungula (Alto Zambesi). (Torino, Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. Comp. n. 268, 4 pag.) 175. Griffini dott. A. Intorno ad alcuni Or- totteri raccolti dal Rev. L. Jalla a Kazungula (Alto Zambesi). (Ibidem n. 290, 12 pag. con fig.) ‘176. Griffini dott. A. Sur les ailes des Ha- liplidae. (Narbonne, Miscellanea entom. Estr. di 2 p. in-8). 177. Griffini dott. nuova Necroscide di Perak (penisola di Ma- lacca). (Torino, Boll. dei Musei di Zool..ed Anat. comp. n. 307 p. 1-3). 178. Griffini dott. A. Atlante dei Coleotteri, (Milano, Hoepli U. Edit. Illustr. da 50 tav. a co- lori e. 179 incisioni nel testo L.: 20). 179. Griffini dott. A. Notes sur entomologique piemontaise XI Tryxalidae, Ca- loptenidae et Tettigidae. (Narbonne, Miscellanea entomologica vol. V Estr. di 6 pag. in-8). 180. Griffini dott. A. Catalogus synony- micus et topographicus Halilidam et Pelobri- dum hucusque in Italia repertorum. (Ibidem n. 6-7 Estr. di 8 p. in-8). 181. Griffini dott. A. Imenotteri, neurotterì, pseudoneurotteri, ortotteri e rincoti italiani. (Mi- lano, edit. Hoepli pag. 16-688 in-16 con 243 incis. L. 4,50). 182. Griffini dott. Achille. Descrizione d'un nuovo Conocefalide di Perak (penisola di Ma- lacca). (Torino, Boll. dei Musei di Zool, ed ana- A. Descrizione d’ una la faune tom. comp. n. 306). 183. Griffini dott. A. Sur les ailes des Ha- liplidae. (Narbonne, Miscellanea Entomologica n. 9 Estr. di 2 p. in-8). 185. Griffoli A. G. Note ed Appunti di un 92 cacciatore sui nostri uccelli Avicula n. 2 p. 42-44). 186. Griffoli A. G. Cattura di due Nibbi neri avvenuta di recente in Val di Chiana. (Ibi- dem n. 6 p. 159-60). 187. Grillo N. Sopra un esemplare di Aci- penser Stellatus proveniente dall’ Adriatico. (Sie- na, Boll. del Nat. Anno 17 n. 2 p. 25-26). 188. Grouvelle A. Clavicornens nouveaux des Indes orientales et pays voisins. (Genova, Annali Museo civ. di St. nat. vol. 18 Estr. di 4 p. in-8). 189. Flentiaux Ed. Sur quelques espèces de trixagidae exotiques appartenant au Musée Ci- vique de Génes. (Genova, Ibidem Vol. XVII Estr. di pag. 4 in-8). 190. Hovorka Zderas. Le ostriche e la loro importanza terapeutica. (Venezia, Neptunia n, 11-12 e seg.). 191. Jacoby Martin. On Some species of phytophagus coleoptera collected by cap. V. migratori. (Siena, Bottego in central and sonthern somaliland. (Ge- nova, Museo Civico di St. Nat. Vol. XVII Estr. di pag. 3 in-8). 192. Jack La Bolina Alcune idee sulla pe- sca. (Roma, Gior. Ital. di Pesca e Acquicoltura h. 9 pag. 268-270). 193. Il Bacologo. L' Atrofia dei bachi da seta e gli uccelli, ossia i corpuscoli redivivi, (Siena, Boll. del Nat. Anno 17 n. 3 p. 42). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI ;194. Il Bacologo. Varie specie di Bachi da seta. (Ibidem n. 9 p. 112-13). 195. Imparati dott. E. Coleotteri del Pia- centino. (Ibidem Anno 17 n. 3 e seg.). 196. Iordan K. Antribidae form the Islands of E ngano Mentawei and Sumatra collected by dott. E. Modigliani (Genova, Annali Museo civ. di St. nat. vol. 18 Estr. di 21 p. in-8). 197. Isotto. L'asino, Sue qualità: suoi af- fini - L'asino nella storia - Alcuni aneddoti. (Milano, Il Villaggio n. 1112 pag. 405-406). 198. Largaioli dott. V. Intorno agli Arac- nidi. (Firenze, Tip. Passeri 12 p. in-8). 199. Lazzarini A. Anfibi e Rettili del Friu- li, e cenni su di essì di interesse locale. (Udine, Tip. Del Bianco p. 47 in-8). 200 Leonardi G. Ceroplastes Rusci L. (Pa- dova, Boll. di Ent. Agr. e Pat. Veg. n. 2 pag. 203-205). 201. Leonardi dott. C. Cattura di una fra tercula Arctica (Linn ex Clus) in Girgenti, sue accidentali apparizioni. (Siena, Avicula Giorn. Ornit. n. 1 p. 8). 202. Leonardi dott. C. Rettili ed Anfibi del territorio di Girgenti. (Siena, Riv. Ital. di Sc. nat. n. 5 p. 78-80). 203. Levi Morenos D. La questione delle ostriche nei riguardi dell’ igiene pubblica in Ve- nezia. (Venezia, Neptunia n. 5-6 pag. 76-78). (continua) NUOVE PUBBLICAZIONI U. HOEPLI DI MILANO ANTROPOLOGIA i 6. CanestRINI. 3.2 edizione. — Un volume di pag. xmt-239, L: 1,50. Ulrico Hoepli editore, Milano» Un Manuale Hoepli giunto alla terza edizione in pochissimo tempo non è cosa anormale, ve ne ha di quelli che contano omai la 15.3 e la 16.2 ristampa. Questo di Antropologia, scritto dall’ illustre Canestrini, ha in sè dei pregi grandissimi ; primo fra tutti la concisione e la chiarezza. In poco più di duecento pagine l’autore ha esposto tutte le scoperte dell’ antropologia dalle sue origini fino ai nostri giorni. E non è la storia dell’ antropo- logia, storia arida e nuda che un intelligente naturalista saprebbe fare, ma è altresì un volumetto infiorato di osservazioni personali preziose e peregrine che dimostrano nell’ autore l’ altissima com- petenza della materia e la geniale facoltà espositiva. La storia naturale dell’uomo si svolge dun- que dai primordi delle barbarie sino al fiorire del)a civiltà e la classificazione delle razze ci pare ben definita e circoscritta. Un appunto soltanto noi dobbiamo muovere all’ illustre naturalista, avremmo voluto che in certi momenti fosse stato più impersonale riguardo alle teorie scientifiche che si allacciano con quelle della metafisica trascendentale. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit, Sordo-muti di L. Lazzeri NUOVE PUBBLICAZIONI U. HOEPLI DI MILANO | Elementi di legislazione rurale del Professore Giorgio Loris. — Un volume di 330 pagine, L. 3. 50. — A dir vero non mancano opere elementari di Legislazione rurale ad uso degli istituti tecnicì e:scuole agrarie, ma sia per la pubblcazione di nuove leggi e per le continue modificazioni alle leggi già pubblicate, sia nel metodo usato in simili compilazioni, non sempre rispondente alle esi- genze dell’ insegnamento tecnico, da qualche tempo era generalmente sentito il bisogno di un Manuale che con sobrietà @ perspicuità esponesse quelle parti del nostro diritto privato e pubblico che più da vicino interessano l'industria e la priora agraria, parte tanto cospicua dell’ economia nazionale. Difatti in questi ultimi anni, il prof. Loris parecchie volte eccitato da benevoli colleghi a pubblicare un breve corso di Legislazione rurale conforme ai progaammi governativi, ha compi- lato questo trattato che rispondè perfettamente alle esigenze attuali ed agevola agli scolari lu studio della legislazione rurale e presenta al pubblico un compendio sintetico, chiaro e veramente ben fatto. Prontuario del Ragioniere, - Manuale di calcolazioni mercantili e bancarie, del Ragioniere E. GacLIARDI. - Un volume di pag. x11-603, L. 6. 20. — U. Hoepli, editore, Milano. Il nuovo Manuale riguarda le spese e gli utili da calcolarsi ad un tanto per cento o per mille, e per conoscere il costo lordo, il ricavo netto e l’ ammontare della ricchezza mobile — cosa que- st' ultima tanto necessaria dopo le ultime complicatissime disposizioni di legge; gli interessi e gli sconti per qualunque saggio dal 2 al 6 “o di quarto in quarto, per qualsiasi tempo capitale e mo- ‘ neta; ed infine, la rendita, le azioni e le obbligazioni, per determinare il costo, il reddito, Ì’ utile che si ricava dai capitali investiti in questi titoli, ecc. Il libro è costituito da tavole con le quali sì risparmia ogni calcolo e che sono di facilissimo uso, potendosi così far presto ad essere certi della esattezza dei risultati. Però ogni serie di tavole è preceduta dalle notizie essenziali riguardanti la materia cui si riferisce e dà chiare istruzioni sul modo: di usarne. ll Prontuario del Ragioniere è adunque un vero vade-mecum indispensabile non solo al com- merciante ed all’ uomo di attari, ma anche a chiunque debba, pur solo. a periodi, occuparsì di ope- razioni commerciali e specialmente di impieghi di danaro. Del: medesimo autore esiste già, nella raccolta dei Manuali Hoepli, il volume sugli Interessi e sconto (L. 2. —), di cui .è ora escita la seconda edizione. Prose e Tragedie scelte di SiLvio PELLICO, con proemio di F. Ovipio. — Un volume di pagine xxxIv-444 con illustrazioni, L. l. — Legato, con ritratto su medaglione, L. 2. — U. Hoepli, editore, Milano, Il mite prigioniero dello Spielberg, il tranquillo e soavissimo prosatore Silvio Pellico come tutti gli uomini di grande ingegno rafforza ora, dopo la tomba, la propria fama e le opere di lui oggi ancora sono lette e diffuse largamente. Fra le molte edizioni che se ne sono fatte questa dell’ Hoepli è degna di essere ricordata singolarmente agli insegnanti e ai giovani. Essa comprende? Le mie prigioni - I doveri degli uomini - la Francesca da Rimini e l' Eufemio di Messina, che sono le migliori tragedie del Saluzzese. Di quando in quando il testo è corredato di note, ma soltanto dove sono richieste, senza trasmodare. Geniale e dotto è il proemio del D° Ovidio, si capisce ch' egli ha stu- diato: con amore le opere di Pellico, perchè sa lodarlo dove merita e sa anche muovergli qualche’ appunto giustificato, Nelle scuole italiane questa nuova edizione: Hoepliana; anche per il suo mite prezzo, satà certo la prediletta, e noi glielo augnriamo poichè è ben stampata e si fa leggere senza faticare gli occhi. Utile riescirà anche la vita del Pellico scritta sugli ultimi documenti e tratteggiata con brio in circa dieci pagine di | Stampa. 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SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali ti g CI ezzi corren Fornitore di molti musei e gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero . ‘i; m(L'3 Occhi artificiali, umani, per animali, figure ecc. a prezzi mitissimi Si imbalsamano animali e si fanno preparazioni di storia naturale di ogni genere ve Scuola di Tassidermia — Compra — Vendita — Cambi Animali e piume per mode e per ornamento Tutto l'occorrente per raccogliere, studiare, preparare e conservare oggetti di bri naturale, Sono sempre pronte collezioni per l'insegnamento, secondo i programmi governativi Piazza del Carmine, SIENA (Italia) Stabile proprio. aratis- CATALOGHI e Prezzi Correnti presentemente in distribuzione - GRATIS Catalogo >: « « n A °r% bambole, ecc « 86 — Uczelli imbalsamati ed in pelle. 88 — Modelli plastici di piante, fiori, funghi, frutti ece. 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E SI ento al LORO ldano l’ abbonam le lire otto saldano l’ abbonamento O LOR le maggiori spese postali. - & (>) 2 È r D O ; Es G mas i; ZI Me, mos > A 4 30 i, ” As aL 8 HA RR SSR ARES += REN a +» CAI i SE SSZSE = S ad AE 0° = > RES. — Le JI e] S$ fm e S ® = I RESINE; iS RRSESSA GIS Ms o Mai Ss © a. 9 eda TA us AR MEI a S È >, ISESIG so 2 |a S = 3 SS lee: e ji imp , inviando l'import del Naturalista, oppure alla È e gara A vr ia AGA TATA Ornitologico ed al Bollettino tutti e tre questi pe valga N (0) H IN INCOM BZ ADA onati rice i dell’ Unione postale pagheranno L. 1,00 d riodici. I nuovi abbonat Gli abbonati ester NS nto corrente con la posta + th sr ANNO XVII : io Siena - Setteubre-Oitobre 1898 - CRINISTI ITALIANA DI SINUK NATURAL Periodico mensile premiato alle esposizioni nazionali di Palermo e di Milano ed a quella internazionale di Chicago Abbonamento annuo per l’Italia e per gli uffici postali italiani all’ estero L. 4, 00 Per gli Stati dell'unione postale L. 4,50. — Altri Stati L. 5, 00 x rate SI O! OMpa,, , MM Zoology sf ser Direttore - Cav. SIGISMONDO BROGI © l UF'FICIO — Via Baldassarre Peruzzi, 28 — SIENA FEB 12 1943 Collaboratori principali i NL della RIVISTA co del suo supplemento BOLLETTINO DEL NATURALISTA ARRigonI degli Oppi conte prof. Errore — BapaneLLI prof. dott. Davre — Batkr cav. conte EMiLto BaRGELLINI prof. Mariano — BERTELLI dott. Danre — Bezzi dott. prof. Maro — Bisogni prof. d." CARLO Borzon Prof, Dott. Pio — Bonomi Prof. Agostino — Borpir Prof. Dott. Lurei Bomsicci-Porta Comm.. Prof. Lurai — BranpicourtT VirGiLe — BrusiNnA Prof. SPIRIDIONE — BruTTINI Prof. Dott. ARTURO — Cacciamati Prof, G. BatTIsta — CALABRÒ LomBARDO Prof. ANTONINO Caruana Gatto B. A. ALFREDO — CERMENATI Prof. Mario — CLERICI Ing. Enrico Cori Chimico farm. ELia — Damiani Dott. Gracomo — De Angetis D' Ossat Dott. Prof. GroAccHINO De Bowis Antonio — DE BLASsIo Dott. AgELE — DeL Prete Dott. RAIMoNDo — DESMEURE IPPOLITO — De STEFANI Perez Prof. Troposio — FaBANI Sac. CARLO — FaiLLa TepAaLDI Luiei — FioRI Prof. AnprEA — Franzot prof. Enrico — GaLLi VaLeRIO dott. prof. Bruno — GrAcHETTI cav. G. CE- SARE — GriLLo prof. NiccoLò — IMmPARATI dott. prof. EpoaRDO LargaroLI dott. prof. Virrorio — Levi Morenos dott. Davip — Livini cav. prof. dott. ANTONIO — Longo prof. dott. Anprea — Lopez prof. dott. Corrapo — Losacowo Posero prof. MicHELE — LorENZINI ALESsanpRo — Luzi march. dott. G. F. — Mascarini Prof. ALESsanpRo — MELI Prof. RomoLo — MattEI Giov. Errore — Morici MicueLe — NevianI Dott. Prof. ANTONIO PauLucci March. Marianna — PELACANI Prof. Dott. Luciano — PeTRONI Dott. Veter. PASQUALE — RoncHETTI dott. Vitrorio — Sancasciani Cav. Dott. Giuseppe — Scarzia Dott. Giuseppe — SIGNO- RINI Prof. GiusepPE — SiLvesTRI Filippo — SpinoLA March. Giacomo — StossicH Prof. MicHELE — TeRRENZI Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAMINIO — TetrLini Dott. Prof. AcHILLE — TINCOLINI Dott. Veter. ‘liro — TIRELLI Avv. ADELCHI Avvertenze per gli abbonati, i collaboratori e le inserzioni. I tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologico italiano e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, avendo identica direzione ed un'unica amministrazione, sono regolati dalle medesime seguenti di- sposizioni: ; Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- sìli composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Via di Città 14, e da tutti gli uttici postali italiani ed esteri, in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato Fascicoli per saggio si spèdiscono gratis. Fascicoliseparati costano cent. 30 perogni 16 pag.ditesto. Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- tanza, si danno in dono 50 copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quardo inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati posscno fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cent. per numero di 16 pag., L. l per 12 numeri e L. 6 il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. 1 soli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approtittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollet{imno, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione.ecc. ecc. Le inserzioni relative aì cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accordata la ristanipa, pagando un piccolo com- penso. Dalle inserzioni gratuite sono per regola esclusi gli scritti che contengono avvisi di acquisto 0 di vendita, o ch € possono servire di reclame commerciale. Delle inserzioni gratuite sono pubblicate solamente quelle provenienti da abbonati che hanno già pagato l’ab- bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se non è espressamente richiesta dall’ abbonato. L’ amministrazione s'incarica di rappresentare gli ab- bonati che pubblicando avvisi, desiderano non far co- noscere il proprio nome. In questo caso il rappresentato dovrà rimborsare all’ amministrazione le spese dì corri- spondenza, e per le vendite od acquisti effettuati pagare un compenso dacombinarsi. AL, La direzione può, in casi eccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioni in proposito. l manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autoria proprie spese Agli abbonatiai quali non pervenisse qualche tascicolo, ne sara loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano checontro pagamento. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giornale e costano L. l per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L. l ogni 2 centim, di spazio occu- pato in una colonua, o cent. 20 per linea corpo 8. Agil abbonati si fanno speciali facilitazioni. , n Si annunziano le pubblicazioni ricevute e si fa special- menzione di quelle delle quali ci pervengono due esemplari. Tutti è pagamenti devono essere unticipult. Chi desidera risposta unisca i francobolli necessari, o scrivain car- tolina con risposta pagata. RIBASSO SUI PREZZI D'ABBONAMENTO Vedasi l’ annunzio stampato nel margine lungo di questa pagina CONDIZIONI: SPECIALI DI ABBONAMENTO PERDO MUONI RBONATI Coloro che si abbonano durante l' ultimo trimestre di quest'anno inviando subito sole L. 13, 50 riceveranno le due annate complete 1897 e 1893 di tutti e 3 i periodici: Rivista, Bollettino ed Avicula. Chi desidera solo la Rivista e il Bollettino pagherà L. 7,50 per le dette 2 an- nate complete, compresi perciò gli arretrati. A tutti i nuovi abbonati, che pagano ora l' abbonamento per il 1899 vengono inviati gratis i fascicoli che si pubblicheranno durante il 1898. Annate arretrate quasi gratis Agli abbonati, agli istituti ed alle biblioteche, sì cedono le annate arretrate della Rivista italiana di Scienze naturali unitamente al Bollettino del naturalista, collettore, alle- vatore, coltivatore, per sole L 2,50 per annata; 5 annate per L. 10 e la 2.8 serie completa com- posta di 13 annate, dal 1885 a tutto il 1897, per sole L. 20, 00. Le dette annate arretrate si cedono pure in cambio di pubblicazioni od oggolti dì Storia naturale. A tutti coloro che ci procureranno nuovi abbonati inviandocene l'importo, mande- remo in dono tante annate arretrate per quanti saranno gli abbonati procuratici. La prima annata dell’,, Avicula ” si cede per L. 3,50 ed avvertiamo che fino a tutto il 1896 gli studi e le notizie sugli uccelli, loro caccia ecc. venivano pubblicati nei fascicoli della Rivista e del Bollettino, per cui, per quanto riguarda gli uccelli, 1’ Avicula è come una continuazione ai detti periodici. ” AVICULA,, giornale ornitologico italiano. SOMMARIO DEL N. 10 Giglioli prof. comm. E. H. La Fringilla spodiogena, Bp. in Italia. Pag. 97. Ninni Emilio. Note sopra un uccello nuovo per l’ Avifauna Veneta. Pag. 98. De Stefani prof Teodosio. Cattura di alcuni rari uccelli in Sicilia. Pag. 101. Ferragni Oodoardo. Elenco delle specie di uccelli più rari, osservati od uccisi in provincia di Cremona dal 1 Maggio 1897 al 30 Giugno 1898. Pag. 103. ALTRE CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. Canna- viello E. Comparsa di uccelli non frequenti nella prov. di Napoli — Venezia F. Da Castel- vetrano — Bartolini P. C. Da Lugo (Forlì) — Magni D. Note e appunti Da pag. 105 a ag. 106. | Foiresi. ainé Jules. Les oiseaux au point de vue industriel (suite) Pag. 107. G. Vallon. Da un'antica operetta ornitologica (Codicillo della fine del secolo XIV). Pag. Ill. Bollettino delle pubblicazioni ornitologiche. Pag. 115 Bonomi prof. Agostino. Notizie sull’ arrivo della Rondine (Hirundo rustica) nella prima- vera 1898. Pag. 116. Bonomi Pietro. A proposito di rondini stazionarie. Pag. 118. VARIETÀ, MOSTRUOSITÀ, IBRIDISMI. Cannaviello E. Casi di accidentale variazione sul colorito delle penne — Cannaviello E. Deformazione di becco — Magni D. Modo di ottenere uccelli albini artificialmente. Da Pag. 119 aòpag. 120. Giornali ornitologici che si pubblicano nel 1898. Pag. 120. — Errata corrige. Pag. 120. Eer i Cacciatori UCCELLI PER RICHIAMI Dal Laboratorio di Storia naturale di S. Brogi in Siena, si forniscono uccelli imbalsamati perfettamente al naturale, molto adatti per collocarsi sugli alberi, sulle siepi, nel ter- reno e nell'acqua, come richiami nelle caccie con fucile; con panie e conle reti. Fringuelli, cardellini, lodole, verdelli, passere, zigoli, Ri peppole, bat- ticode e simili, costano L. 1,50 ciascuno, Tordi, merli, tordele, picchi, storni e simili, L. 2,00 ciascuno. Civette, allocchi, falchetti, ghiandaie,. gazzere e simili, L. 3,00 ciascuno. Piccioni, tortole, "quaglie e simili, L. 4,00 ciascuno. Colombacci, colombelle, corvi, starne, folaghe, anatre piccole, tuffetti e'simili L. 5. Anatre grosse, aironi, gabbiani e simili, L. 6,00 ciascuno, ; Questi uccelli possono pure conservarsi per ornamento e resistono alle tarme o tignole. Chiunque può anche inviare freschi in carne, gli uccelli che vuole imbalsamare per il sudddetto o per altri scopi, indicando in quale posa li.desidera. La spesa è in proporzione dei prezzi suddetti secondo la grandezza dell’ animale. st ie o e GATE LT a è , IR {4 1443 \ neo do ; Ì LAMIERE, FO 73074015 Anno XVII Ni9 e 10° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI , 1.° Settembre 1898 SOMMARIO De Angelis d’ Ossat dott. prof. Gioacchino. Origine delle Montagne. Con fig. (cont. e fine). Pag. 93. i Zodda Giuseppe. Contributo allo studio della flora peloritana. Pag. 100. Paratore dr. prof. Emanuele. Quadri cristallografici. ( Cont. e fine). Pag. 105. Rivista bibliografica. Da pag. 107. a pag. 110. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 110. a pag. 116. È DD IST G. DE ANGELIS D’ OSSAT FEB 12 1943" CIBRARÌ L, origine delle montagne (cntinuazione e fine) atta —r( end —____ Infatti, è teoria dominante che sotto la crosta terrestre vi sia una zona intermedia di magma liquido, in modo che avremo riprodotto quello strumento con cui si dimostra il principio di Pascal sulla pressione idrostatica. Fig. II° — Sezione schematica di porzione della crosta terrestre. Così (Fig. II.*) ogni cuneo di crosta terrestre, che tende verso il basso (A) dovrà necessariamente trasmettere la pressione per ogni verso e quindi le parti più deboli (B) saranno spinte in alto secondo 0 V. Intanto queste subiscono dal cuneo che si appro- fonda (A) una forza laterale OL. Le due forze O V, OL daranno una componente 0 R, che riuscirà e che obbligherà il materiale a stiparsi in una avticlinale assai allungata. Si tentò, certo inlempestivamente, di determinare in numeri la contrazione avvenuta nelle singole catene montuose. Si disse che l° area de! Giura era stata ridotta da questa forza a tl; quella delle Alpi sino alla metà; ed ancora maggiore fu la riduzione per i monti che si ergono presso Cristiania. Se la superficie terrestre si corruga, naturalmente deve diminuire il raggio ter- restre. Anche questo quesito si cercò di. sciogliere. Heim, tenendo conto delle pie- ghe avvenute sul meridiano delle Alpi Centrali, venne alla conclusione. che il raggio terrestre doveva esser diminuito di 37 Km. Probabilmente questo numero non possiamo assumerlo come un valore medio di accorciamento del raggio terrestre e forse man- cano ancora le basi sicure e fisse per tali calcoli. Tuttavia dimostrano l’ ingente po- tenza delle forze laterali che originano le montagne. La seducente teoria non è scevra di obbiezioni. Infatti come potremo spiegarci le pieghe alpine attribuibili a diversi periodi, mentre le prealpi ne hanno in comune solo ® Ti Za COldP.I - af 94 ° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI i più antichi? Come possiamo renderci conto della esterminata pianura russa con gli strati orizzontali e mai spostati dal Cambriano a noi? Perchè le catene montuose sono sorte, quasi generalmente, sotto gli oceani e lungi dai continenti? Perchè si costituirono quasi tutte in tre tempi, cioè nel Paleozoico, nel Cretaceo superiore e nel Terziario; mentre le forze orogenetiche sono state quasi inerti nel periodo Mesozoico ? Perchè le pieghe non sono diffuse dapertutto ? Perchè non si sono formate sempre? Se diciamo che le pieghe si originarono là dove era più debole la crosta terrestre, spostiamo la quistione, ma non la risolviamo. A tutte le obiezioni si può rispondere, ma non esaurientemente. La teoria della genesi delle montagne s’ incammina sicura verso la risoluzione, ma non ancora ha risoluto il Rrobieman Ferve però l’ opera degli scienziati. Si credette di trovare un’ altra causa delle pressioni laterali nell’ ipotesi termica, sviluppata principalmente da Mellard. Le pieghe sarebbero causate dal cambiamento di volume di una porzione della crosta terrestre determinato da un aumento di temperatura. Dove nascono le montagne, secondo la teoria, si deve avere una grandissima potenza di strati. Infatti negli Alle- sani la potenza degli strati è calcolata dai 10-12 Km.; nelle montagne rocciose dell’ A- merica settentrionale di 18 Km. Ora queste poderose masse si accumularono negli oceani come avviene presentemente, riscaldando col loro peso il fondo del mare. L’ aumento di temperatura dovette essere, secondo possiamo ritenere, di un grado centigrado per ogni 33 m. di profondità. Tale aumento doveva naturalmente produrre una certa di- latazione, la quale, non potendo avere sfogo nè verso i lati, nè verso il fondo, si esplicò dal basso in alto originando un ripiegamento. La geosinclinale, così è chiamato dal Dana il fondo marino, si trasformò in una geoanticlinale. I processi che costituiscono essenzialmente la teoria termica, debbono certamente avvenire ed il fatto che il ripiegamento colpisce sempre i depositi avvenuti nel pe- riodo antecedente è di un valido sostegno all’ ipotesi. L'aumento però di temperatura che si raggiunge nel fondo della pila degli strati è sufficiente a produrre tali effetti? Fu risposto affermativamente con calcoli e con esperienze, che pur troppo riposano sopra una supposizione che non si verifica. L' ipotesi termica ammette che |’ aumento in temperatura avvenga solo dopo la deposizione di tutti gli strati, mentre necessaria- mente si sviluppa subito appena comincia la sedimentazione e si eleva coll’ accumu- larsi degli strati. Inoltre il ripiegamento dovrebbe essere più sentito nelle profondità, mentre |’ osservazione diretta sul terreno ci dimostra il contrario. Come si spiega in- fine la genesi dei Carpazi che misurano una tenue potenza ? e come l’ estesa pianura di Gondwana nelle Indie orientali con una potenza di 4 a 7 km.? L'ipotesi termica battuta in campo aperto, si ritirò nell’acropoli, affermando che si verificava solo quando la deposizione avveniva sopra un piano inclinato. Per le for- mazioni litorali ciò è secondo la realtà, anzi essendo esse di maggior potenza verso la costa, col riscaldamento, debbono accrescerne il pendio, sopra il quale potrebbe sci- volare il materiale e produrre pieghe per compressione laterale. Ciò evidentemente non si può estendere a tutte le rocce ed. a spiegare tutte le catene montuose. Riuscirebbe, senza dubbio, utile ed interessante l’esposizione di tutti gli esperi- menti che s’immaginarono per l’ interpretazione dei fenomeni geologici. Fu |’ Hutton quegli che seguendo il Lemery ed il Leibnitz, intraprese le prime esperienze di una certa importanza. A questo grande tenne dietro una eletta schiera di geologi, come 1’ Hall, Bischof, Daubrée, VOTE il nostro Uzielli ed ultimamente il Reyer. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 95 ee. Il fondatore però della geologia sperimentale fu il Daubrée. Questi in due volumi rac- colse tutte le classiche esperienze eseguite in un trentennio. Egli però, seguendo le idee dell’ Hall e di Elia de Beaumont, nelle esperienze, considerò le forze che premono in tutti i sensi le masse terrestri. Nel pianterreno dell’ Università di Vienna ho potuto ammirare i risultati degli esperimenti che il Reyer ha da poco pubblicati. I fenomeni meccanici della nostra terra dal geologo viennese sono spiegati essenzialmente col ca- lore e colla gravità, cause di esistenza innegabile. Tuttavia, se mi è permesso espri- mere il mio avviso non trovo molto concludenti la maggior. parte delle esperienze : dacchè spesso queste riescono perchè le condizioni che si fanno agire, portano di na- turale conseguenza l' effetto che si cerca. I rapporti poi delle forze di cui noi dispo- niamo rispetto a quelle della natura sono enormemente lontani e quindi non parago- nabili. A noi finalmente non sono noti tutti i valori che assumono certe forze nell’ in- terno della terra. Dopo la teoria termica nacquero, come d’ incanto, un gruppo d°’ ipotesi che tutte concordano nell’ammettere uno stato di equilibrio nelia crosta terrestre. Il peso delle rocce formatesi in un dato luogo deve determinare un locale abbassamento, mentre che là dove è avvenuto lo scarico si deve produrre un sollevamento. Il calore però aumen- tato dalle rocce sovrapposte si oppone, con la dilatazione, all’ abbassamento; come la diminuzione del peso, raffreddando, contrasta col sollevamento. Come si scorge facil- mente, tale teoria si collega con la termica, di cui abbiamo parlato. Lo Schiapparelli, con un magistrale lavoro, diede un potentissimo aiuto a questo genere di studi. Al Dutton spetta il gran merito di avere apportato alla teoria dello stato di equi- librio della crosta terrestre una notevolissima modificazione. Essa riposa sopra il risul- tato di accuratissime osservazioni fatte sull’ attrazione delle masse che costituiscono la crosta della terra, dalle quali s’ inferisce che questa deve essere di maggiore spessore sotto gli oceani e di uno minore nei continenti, per cui si viene ad un certo equilibrio che il Dutton chiama fsostasîa. Ogni nuova formazione ed ogni novello denudamento turbano la posizione di equilibrio e la crosta tende ad una nuova isostasia. La grande rigidità e la mancanza di elasticità impediscono i piccoli movimenti, ma non così i grandi, quando le forze isostatiche hanno raggiunto un’ intensità abbastanza grande da vincere la resistenza per disporsi nel nuovo equilibrio. Naturalmente la direzione del movimento dipende dalla posizione della resistenza. Illustriamo con un esempio |’ in- gegnosa ipotesi. Supponiamo (Fig. I[I.*) che lunghesso una costa marina (Fase 1.2), durante i tempi geologici, si vada accumulando molto materiale (Fase 2.2). La potenza di questo rappre- senta la forza immagazzinata; come la denudazione del continente, che ha fornito la roccia sedimentaria, rappresenta la forza statica in senso inverso. Quando queste due forze contrarie sono così aumentate da vincere la resistenza della crosta terrestre, co- mincia, il movimento (Fase 3.*). Il continente si muoverà dal basso verso l’ alto, quindi il marino tenderà ad un movimento orizzontale verso il continente discaricato. 1l mo- vimento dovrebbe sviluppare tale un’ energia da produrre pieghe parallelamente decor- renti al margine del continente. Tale spiegazione importerebbe che le nuove catene provocate in zone parallele dovessero essere sempre più giovani, ciò che di fatto si verifica. Con questa teoria vengono ad avere una risposta soddisfacente anche quei quesiti che non si potevano sciogliere con la teoria della concentrazione del nucleo, Disgraziatamente però le idee del Dutton hanno strettissimi legami con |’ ipotesi termica, di cui ne hanno pure i di- 96 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI fetti. La teoria della isostasia ha il grandissimo merito di calzare perfettamente alle condizioni dell’ America occidentale e potrebbe essere applicata alle nostre Alpi solo per la zona del /lysch. SI { s A) E FIA NAS #7 Fig. III° — Fase 1.* Rapporto fra continente ed oceano prima della sedimentazione - Fase 2.8 II fondo marino sollevato col materiale rapito al continente emerso. - Fase 3.° Rottura della crosta terrestre; sollevamento del continente, abbassamento del fondo antico marino e ripiegamento degli strati sedimentati. Vi sono stati coloro che hanno persino tentato di spiegare la formazione delle mon- tagne coll’ attrazione dei corpi celesti; ma costoro hanno contro tutti i fatti geologici. Da quanto sinora abbiamo brevemente esposto possiamo comprendere di leggieri che la teoria termica e la statica mostrano evidentemente una superiorità sopra quella, troppo semplice, della concentrazione del nucleo. Sono però di parere che tutte le principali teorie spiegano in parte il complesso enigmatico problema dell’ origine delle montagne. Si può affermare che le vie che si stanno tentando sono governate da un si logico metodo da permetterci di nutrire Ja speranza, che non sarà lontano quel giorno in cui la geologia potrà cantare anche quest’ altra vittoria. La formazione dei monti è intimamente collegata con la genesi e coll’ età dei continenti. Naturalmente, come osserva |’ Heim, i fenomeni che diedero origine ai con- tinenti debbono essere più numerosi, più svariati e più estesi di quelli orogenetici. Si credeva, non è molto, che i continenti fossero sempre stati gli stessi, meno poche vaste regioni riscattate od affogate dal mare. Se noi però consideriamo i giacimenti pelagici sopra i continenti dobbiamo infe- rirne una grande instabilità. Sedimenti marini, con fossili vissuti in posto, ne troviamo non solo nei Carpazi e nelle Alpi, ma in tutte le catene montuose d’ Europa, dell’ Ame- rica e dell'Asia. Per queste ragioni il Suess chiamò Z'ethys il grande oceano che si estendeva fra l’ Asia, Europa ed America in direzione normale a quella dell’ odierno Atlantico. Durante il Triassico ed il Giurassico la profondità dell'oceano di Tethys fa massima, come massima ne fu | estensione, ciò che è dimostrato dai calcari am- monitiferi e dal fango a radiolari. Questi materiali durante il Cretaceo ed il Terziario RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 97 si fosgiarono nel continente a catene alpine, mentre l'oceano diminuiva della vastis- sima estensione, rimanendone ora il Mediterraneo quale meschino avanzo. Già da molto tempo i geologi osservarono che i sedimenti mesozoici dell’ America meridionale hanno somiglianze faunistiche con i nostri europei; come simili furono pure giudicati quelli della Giammaica. Sarebbe lungo e difficile ricordare tutti i rapporti di questo genere che si possono desumere dall’ immenso cumulo di osservazioni geologiche che sono state rilevate per ogni dove. Abbiamo infatti già parlato di un continente scomparso nel mare Egeo. Conosciamo pure una quantità di argomenti i quali provano indubbiamente |’ esistenza di un continente mesozoico, là dove ora si estende |’ Atlan-” tico, e che venne chiamato Atlantide. Senza volerlo di proposito, mi accorgo di avere in parte risposto ad un dubbio mosso intorno alla geologia dal ch. prof. Grassi, in questa stessa sala, non molti giorni passati. Egli, maestro di gran fama nelle conoscenze zoologiche, nella dotta conferenza, nata in uno di quei momenti in cui l' animo è avvolto e trasportato da folate di pes- simismo, tentò, con erudizione ed ardore, una sagace requisitoria; ma, mi permetta, non completamente giusta, contro il metodo seguito dalla geologia nelle sîîe ricerche. Quantunque ultimo fra i cultori di questa sublime scienza, pure valgami, se non il lungo studio, almeno il grande amore, ad ottenermi l’ onore di scagionarla. Il com- pito poi non è soverchiamente arduo daechè |’ egregio professore non disconosce i principî di logica formale della geologia. Il Grassi, facendo sua un’ antica osservazione che |’ Huxley aveva espresso nelle sue prime conferenze, domanda : Come si possono sincronizzare i terreni dei diversi continenti? Quanto dianzi esponeva dimostra che i continenti non sono punto stabili : forse il : solo oceano Pacifico fu sempre ricoperto, con varia estensione, da acque: mentre che” tutti gli altri mari subirono vaste, molteplici e complicate vicissitudini. Già dissi che i geologi hanno notato fortissime somiglianze faunistiche fra i sedimenti di regioni lonta- nissime. Ora non rimane che portare a suffragio della tesi altre ragioni, che, per somma ventura, non difettano certamente, che anzi mi trovo perplesso nella scelta. Ne spigolo alcuna in ordine cronologico : i È noto che il' Cambriano inferiore e medio delle coste atlantiche dell’ America e dell’ Europa presentano una notevolissima rassomiglianza faunistica. Infatti, non solo si trovano orizzonti ad O/enellus ed a Paradoxites, ma specie identiche ed altre che poco o nulla si differenziano dalle coetanee svedesi cd inglesi. Mirabile è l'esempio che ci offre | Archaeoseyphia, spugna silicea, che probabilmente ha dovuto diffondersi lungo la costa e che fu trovata nell’ America, nella Spagna ed'in Sardegna. Anche il Siluriano dell’ America settentrionale possiede un’ intera serie di specie comuni con quelle dell’ Europa settentrionale. Gli strati superiori di Heldeberg sono legati con molte somiglianze faunistiche col Devoniano superiore di Europa; allo stesso modo la fauna di Hamilton del Devoniano medio ha molti riscontri con quella di Eifel. Ultimamente in Bolivia furono scoperti strati devonici che racchiudevano fossili simili a quelli dell’ America settentrionale e dell’ Africa meridionale. La conosciuta flora a Glossopteris, alla cui ombra viveva una maravigliosa e spa- ventevole fauna terrestre di anfibi e rettili, venne scavata nel Carbonifero dell’ Africa, dell'India e dell’ America meridionale. La conoscenza della fauna e della flora del Permiano ha permesso ai geologi di 98 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI tracciare, con molta sicurezza, gli sterminati confini di un oceano equatoriale che esten- deva i suoi domini da Texas, attraverso |’ odierno Atlantico, fino al Mediterraneo ed all’ India, tenendo affogati gli Urali sino alle vicinanze del polo nord. Intanto l'Europa settentrionale ed occidentale era sopra le acque. Non fa mestieri che dica che sono ben limitate le diverse provincie zoologiche di quel vasto oceano e chiaramente de- terminato l’ assoluto sincronismo delle sedimentazioni. Interessantissimo è il rinveni- pimento di alcune piante fossili nella Toscana identiche a quelle della flora di Gondwana, Cambiano molto i rapporti fra mare e terra nel successivo sistema Triassico. Un mare aperto copriva il cuore d’ Europa sino all’ Asia centrale, unendosi col mare abi. tato dalla provincia zoologica artico-pacifica. Le corrispondenze faunistiche fra i diversi continenti sono svariate e molteplici. Del mare giurese se ne costruiscono carte, con mirabile approssimazione, seguendo i rinvenimenti e tenendo conto della fauna. L’ Europa constava di una dozzina di iso- lette ; mentre il mare si estendeva sopra tutta |’ Asia settentrionale, sulla Russia e si riuniva con l’ avanzo di Tethys, passando sul Messico. Non solo si conoscono le for: mazioni sinerone dei diversi paesi, ma ancora le condizioni eterotopiche ed eteropiche. Da questa formazione la messe delle osservazioni è maggiore e quindi più facile riesce la dimostrazione del sincronismo dei sedimenti. Infatti, nel Cretaceo, il Neocomiano è costituito da calcari a Rudiste e Coralli non solo nella provincia Mediterranea, ma anche negli stati del Golfo e nel Texas. Il Messico vanta una fauna ad Opliti, identica a quella del Cretaceo dell’ Europa centrale e meridionale : gli Oplici ed i Crioceri sì trovano pure a sud delle Ande fino alla Patagonia, nella nuova Zelanda, nell’ Australia, nella California, nel Madagascar. Il Cretaceo superiore europeo si può seguire dalla Siria e dall’ Asia minore sino alla Persia, al Belacistan ed al Tibet. Nell’ America il tipo mediterraneo è provato dalle Acteonelle e dall’ Ippuriti della Giammaica e dalle Ceratiti cretacee del Perù. Simil- mente sono intimi i rapporti fra il Cretaceo superiore europeo con quello delle coste pacifiche della Colombia inglese sino alla California, e sulle coste dell’ Atlantico del- l’ America settentrionale, da New-Jersey sino alla Georgia. In quanto alla fauna cretacea atlantica e pacifica si conoscono molte forme in comune. Se entriamo nel Terziario troviamo i calcari nummulitici, sempre con un identico tipo, dalla costa orientale dell’ Atlantico, attraverso | Africa settentrionale, sino sul l'India, all’ isole della Sonda, alle Filippine. Interessante è la fauna malacologica eoce- nica del continente australiano paragonabile a quella del bacino di Londra. Nelle Indie occidentali furono scoperte parecchie isole oligoceniche che presentano una sorprendente analogia faunistica con gli atolls del Vicentino, di Crosara e Castel: gomberto. I confronti non sono molti per il Terziario superiore, ma ciò dipende dal. poco studio che si fece intorno ai sedimenti di questi tempi fuori di Europa. Tuttavia la ce- lebre fauna di mammiferi di Sivalik, al piede meridionale dell’ Imalaja, comprende un numero di forme che in Europa sono rappresentate da specie molto affini e persino identiche. Resti simili a quelli di Sivalik si trovano a Giava, in Cina e nel Giappone. Certamente nel Miocene e più nel Pliocene i tipi animali dell’ Europa e dell’ America cominciano a divergere a causa della distribuzione delle acque e delle terre ; tuttavia al geologo vengono in aiuto altri criteri per rettamente sincronizzare : come le discor- danze, la percentuale delle forme estinte nelle faune fossili rispetto a quelle tuttora viventi nei vicini mari, ecc. ecc. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 99 Non credo necessario diffondermi nel dimostrare che le faune identiche indicano sincronismo, nel senso geologico, dacchè ciò costituisce il fondamento necessario della geologia, ghe non si può assolutamente disconoscere. Se adunque ai primi tempi dell’ Huxley era lecito muovere un dubbio sul criterio geologico che determina la contemporaneità dei sedimenti lontani, non è ora più per- messo, giacchè si costruiscono, cogli stessi apprezzamenti cronologici, ottime carte geologiche di vastissime regioni. Se si discute nei congressi di necessarì accordi in- ternazionali, ciò non indica discordanza sostanziale ; ma solo divergenza di nomencla- tura. E da piccolo geologo qual sono mi permetto di osservare al prof. Grassi, che egli può logicamente nutrire dubbi intorno ad una teoria scientifica, anche se ora regna sovrana; ma non può assolutamente dimenticare i fatti constatati con tante dure fatiche da una pleiade di valenti geologi. Con l' autorità di cui meritamente gode, po- trebbe ricacciare in dietro, di qualche decade, la nostra giovine e promettente scienza ; ciò che non è certamente desiderio del Grassi, il quale tutti sprona alle conquiste scientifiche, con la parola e con l° esempio. Raccogliamo finalmente, in breve sintesi, ciò che è assodato interno all’ età delle principali catene di montagne. | Durante gli ultimi tempi del Paleozoico, la regione alpina cominciò a sollevarsi dalle acque: ma fu solo verso la fine del Mesozoico che s’ innalzò alquanto. L’ altezza cui è giunta la guadagnò nei periodi: Eocenico, Miocenico e Post-pliocenico. Complessa è la storia del nostro Appennino. Si può asserire con sicurezza, che le poche isole mesozoiche, le quali in ordine lungo costituivano |’ Italia d’ allora, si sol: levarono e divisero il nostro bel paese dopo il Pliocene. Infatti i depositi di questo periodo si trovano a N oltre 500 m. di altezza sul mare ed a S circa a 1200 m. I Pirenei subirono piccoli movimenti prima del Carbonifero ; solo gli spostamenti posteocenici sollevarono la catena. Infatti al Monte Perdu si trovano sedimenti con num- muliti alla bella altezza di oltre 3400 m. Il sistema dell’ Imalaja non esisteva negli albori del terziario e raggiunse grada- tamente quella elevazione durante |’ Oligocene, il Miocene medio e superiore, il Plio- cene e forse anche posteriormente. Anche le Ande ebbero probabilmente il principale sollevamento dopo il Pliocene. Gli Appalacchiani invece rimonterebbero ad orgine più remota, dacchè le pieghe si formarono nel paleozoico. Il Suess ammette nel nostro emisfero tre zone principali di ripiegamento e di rot- ture della crosta terrestre, tanto più antiche, quanto più prossime al polo. La striscia terziaria, cioè la più recente, è sinuosa e comprende le Alpi, i Car- pazi, i monti della Spagna, Svizzera, Austria, Ungheria, Grecia, Crimea, Caucaso, Ima- laja, la catena Birmana e |’ arcipelago della Sonda. Questa catena che è la più vicina all'equatore si è formata nel terziario, con pa- recchì allineamenti. Più a nord, nell’ Europa centrale, si ‘estende la seconda catena. Essa comprende la Brettagna, la Cornovoglia, il Belgio e la Sassonia ; poi si prolunga ai Monti Celesti, in Asia, agli Appalacchiani, nell’America. L’ origine di tutti questi monti risale al Carbonifero. Le montagne della Norvegia e della Scozia rappresentano la catena più antica formatasi nel Siluriano. LIA TU 100 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Il Meunier, al congresso internazionale di Pietroburgo, ci ha dimostrato sperimen- talmente le opinioni del Suess. Egli fece contrarre sopra una superficie emisferica una lamina di caucciù, ricoperta da uno spesso strato di gesso, sulla superficie di questo si determinarono dislivelli che rispecchiano le condizioni naturali ; cioè essi sono più recenti a misura che occupano un posto più lontano dal polo. Le pieghe dei monti non si arrestano, nè deviano arrivando agli oceani Atlantico ed Indiano; ma s' inflettono e si foggiano a bacino alle coste del Pacifico. Da ciò si desume la storia dei grandi bacini. Il Pacifico mostra una dissimetria originaria della crosta terrestre e quindi quanto essa antica ; gli altri due invece debbono ripetere la loro origine, l'oceano indiano al principio del Mesozoico e |’ Atlantico alla fine della stessa èra. * * * Ho procurato mostrarvi brevemente ‘la natura ed il modo con cui si esplicano le ingenti forze che innalzano al cielo | eccelse vette e che deprimono vaste regioni della superficie terrestre. Tali poderosi conati sbozzano le grandi masse montuose, che poi l’aria e l’acqua, con un lavoro tranquillo, ma incessante, degradando ed erodendo, mo- dellano, da puri artefici, conferendo loro quegli aspetti che accendono la fantasia ai poeti. Noi vicino a quei baluardi che separano regioni, acque e popoli, sentiamo sbalor- diti la grande sproporzione che corre fra la nostra picciolezza e la loro mole gigantesca. Sopra di un’ alta cima siamo circondati da aria più pura, si aprono ai nostri occhi le bellezze della natura, assistiamo agli spettacoli grandiosi del ministro maggiore della natura. AI geologo poi sono riserbati altri godimenti veri, profondi, sublimi. Egli caccia il suo sguardo indagatore nel seno dei monti per scrutarne l’ intima costituzione e quando felice giunge a comprenderne tutta la complicata evoluzione, dalla nascita al presente, il suo spirito raggiante si bea. ISAIA NS CONTRIBUZIONE ALLO STUDIO DELLA FLORA PELORITANA per GIUSEPPE ZODDA La regione da me esplorata comprende 1’ estremità nord-orientale della Sicilia, avente forma di un triangolo, il cui vertice è dato dal Capo Peloro e la base può essere delimi- tata da una retta, che da Tremestieri, cinque miglia al sud di Messina; per il M. Dinna- mare vada a Barcellona. La catena dei monti Peloritani divide questo triangolo in due versanti ineguali : l’ orientale più stretto e dirupato, il settentrionale più esteso ed ameno. Questa catena, avente per cime culminanti M. Ariello 852 m. e M. Dinnamare 1120 m., è di costituzione essenzialmente granitica. Vi si trova il granito in tutte le sue varietà: da quello a grossi elementi a quello ad elementi finissimi, dal granito a sola moscovite all’ altro a sola biotite, dal granulare al gneissico, allo schistoso, allo schisto, e sempre per un grande numero di gradazioni lente. Dal lato orientale, essendo poca la distanza dei monti dalla spiaggia, le pianure hanno POE RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 101 pochissimo sviluppo, specialmente al nord di Messina, ove spesso i monti terminano bru- scamente sullo Stretto. In questa regione, se vogliamo eccettuare i pantani di acqua sal- mastra di Ganzirri e di Faro, mancano affatto le paludi e gli acquitrini di una certa esten- sione, quindi la flora palustre è molto scarsamente rappresentata. Fra lo Stretto e la ca- tena principale dei monti si estende ‘una serie di colline, le cui altezze variano dai 100 ai 300 m., costituite principalmente da terreni calcarei cenozoici, in alcuni luoghi (Bianchi, Annunziata, Scoppo) ricchissimi di fossili marini, in altri poveri, i terreni argillosi all’ in- contro vi sono scarsamente rappresentati. Al nord-est sono molto sviluppate le marne (le Masse, esse sono edificate sui terreni marnosi), che vi formano colline elevantisi sino a 350 m. sul livello del mare. Nel versante settentrionale i monti sono più lontani dal mare, che nell’ orientale, e si vanno sempre più allontanando man mano che si procede verso occidente. Quindi si hanno colli più ameni, pianure estese con corsi di acqua lenti, acquitrini e paludi nume- rose. In questo versante, insieme ai terreni calcarei, hanno grande sviluppo i terreni ar- gillosi del miocene e pliocene, che spesso si presentano di color grigio o bluastro (Barcel- lona, S. Lucia del Mela, Meri) ed i silicei; questi molto sviluppati nei terreni di trasporto, alluvfonali della Piana di Milazzo sino oltre Bauso. Da siffatte condizioni di terreno risulta una maggior varietà di flora per il versante settentrionale in confronto all’ orientale, in modo che mentre parecchie specie sono comuni in quello, mancano o scarseggiano in questo, come: Anemone coronaria L., Lithospermum purpureocoeruleum L., Bellevallia romana Rchl., Ornithogalum narbonense L. Al con- trario sono poche le specie, che, frequenti nel versante orientale sono scarse nel settentrio- nale, come: Helianthemum Tuberaria Mill., Linaria Gumbalaria Mill., Orchis coriao- phora L. e poche altre. Il clima di questa regione è prettamente marittimo, quindi non si hanno estremi sen- sibili di temperatura (eccezionalmente il termometro scende al disotto di 0° C. come ecce- zionalmente sale sopra i + 40° C.). L'inverno tarda a venire: in novembre talvolta fa caldo come in giugno, ed inoltre è sempre interrotto da periodi di quindici giorni e anche di un mese di belle giornate; la primavera al contrario vien presto: in febbraio tutte le piante a fioritura primaverile sono adorne di fiori. L’ està non è sempre asciutta, ma spesso scende sui campi benefica e rinfrescatrice la pioggia. Gli effetti di questa condizione climatica sono la precocità nella fioritura; sensibile specialmente nella regione marittima e campestre, ed un prolungamento della medesima, che può essere tale da durare sino all’ inizio della fioritura susseguente. Come esempi di piante a fioritura precoce cito: Arabis Thaliana L. che, invece di Febbraio, comincia a fiorire in Dicembre; Viola gracilis Sibth et Sm, che inizia la sua fioritura in Gennaio, invece che in Aprile, e così Erodium malacoides W. fiorito -in Dicembre invece che in Febbraio; Oxalis cernua Thunb. in Novembre, in luogo di Marzo ecc. ecc. È da notare che questo fatto si deve non tanto all’ elevatezza della temperatura estiva, quanto alla temperatura primaverile dell’ inverno (*). Parrebbe poi che questa precocità dovesse riferirsi ugualmente per la pianta erba- cea più umile, come per quella arborea secolare e che perciò tutte dovessero ugualmente anticipare la fioritura, perchè nello stesso tempo da loro raggiunto il grado di calorie ne- cessarie all’ effettuazione di questa funzione. Ma così non è. Vero è che le piante arboree fioriscono prima che non nell’ alta e media Italia, ma questa differenza di tempo è di una (*) Grisebach - La vegetation du Globe, traduit par De Tchihatcheff Vol. 1 pag. 341. 102 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI settimana o due, in ogni caso non oltrepassa mai i 30 giorni; mentre le piante annue e tutte le altre, aventi radici superficiali, si trovano fiorite uno, due, ed anche tre mesi prima del normale. La ragione di ciò, a mio credere, deve ricercarsi nel clima stesso della regione. i Come sopra abbiamo detto, l’ inverno è sempre interrotto da periodi piuttosto lunghi di giornate serene e primaverili, durante le quali il sole brilla in tutto il suo splendore ed esercita la sua azione calorifica, aiutato dai venti tiepidi, sciroccali. In questi periodi il termometro si mantiene anche di notte, sopra lo zero e di giorno sale a -+ 20° C. e più, onde la superficie del suolo viene ad essere considerevolmente riscaldata, mentre alla pro- fondità di due e più metri quest’ azione calorifica giunge sì, ma molto indebolita e dopo parecchi giorni di bel’ tempo. Al periodo di belle giornate con venti sciroccali, tiepidi, se- gue quello piovoso con venti settentrionali, ed occidentali freddi. Il suolo allora si raffredda subito alla superficie, ma anche gli strati profondi di esso sentono 1’ azione del freddo, in tempo molto minore, che non impieghino per riscaldarsi, perchè le acque fredde, piovute, filtrandosi profondamente nel terreno vi comunicano la loro bassa temperatura. Sicchè mentre la superficie segue molto da vicino gli sbalzi della temperatura atmosferica ambiente, gli strati profondi si riscaldano lentamente, si raffreddano invece con relativa prestezza per le acque fredde, che ad essi pervengono. Poniamo ora ad esempio una pianta A, le cui radici siano superficiali, come la maggior parte delle annue e alcune perenni, ed una Barborea, che spinga le sue radici a tre, quattro e più metri di profondità. Non appena viene il bel tempo, il calore esercita subito la sua azione sulla pianta A, ne sveglia la vita accelerandone le funzioni di assorbimento, di assimilazione ecc. ne accelera 1’ accrescimento, formando una specie di forzatura naturale, e, se la sua durata è lunga, la pianta può giungere a mostrare i suoi fiori. Non è così per la pianta B, alla quale il calore arriva in poca parte e tardivamente e quindi di poco accelera le sue funzioni. i A dir vero non tutte le piante della categoria A sono passibili di fioritura precoce : Le piante con tuberi, bulbi, rizomi ad esempio non confermano il sopradetto, così la Plan- tago major L. e il Solanum tuberosum L. dovrebbero fiorire presso a poco nello stesso tempo; orbene mentre la prima nell’ inverno è sviluppata ed in Aprile 1’ ho osservata fio- rita, il secondo nell’ inverno appena ha qualche fogliolina e non fiorisce prima del 15 Maggio. A questo punto sorge spontanea la domanda, come possa ciò concordarsi con quanto si. è detto sopra. Per rispondere a questa domanda mi uniformo pienamente a quanto dice il Kerner di Marilaun (#) che cioè un tubero, un bulbo, un rizoma prima di germogliare deve compiere delle continue trasformazioni chimiche, delle elaborazioni e delle produzioni di so- stanze plastiche, che perchè si compiano queste metamorfosi è necessario un tempo deter- minato, che non può essere sostituito, nè accorciato, se non in minima parte, dal calore anche elevato, che il germogliamento avverrà solo quando tutte queste metamorfosi saranno portate a compimento e che il calore, solo allora farà sentire piena la sua influenza, quando il germogliamento avrà preso inizio. Per la stessa ragione i semi, appena caduti dalla pianta madre sul suolo, sebbene non manchino le condizioni esterne per il germogliamento pure non germogliano. Di tutti questi organi destinati a germogliare alcuni non compiono le loro metamorfosi che dopo parecchi mesi, altri invece dopo poco tempo e questi germogliano non appena le condizioni esterne di temperatura e, molto più, di umidità, sono favorevoli, da ciò la fioritura precoce di queste piante. Nè a questo si ferma l’ azione del calore. Alcune specie, che nel continente italiano si trovano fiorite per il tempo di 40 6 mesi : (*) Kerner di Marilaun - Vita delle Piante, vol, I pag. 523 e seg. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 103 dell’ anno, in questa regione sono a fioritura continua o quasi; così, per citare alcuni esempi, la Medicago lupulina L., la Scabiosa maritima L., la Satureja graeca L. ecc. Come può il calore influire sul prolungamento della fioritura ? Qui dobbiamo fare una distinzione fra piante annue o bienni e perenni, e fra piante dei luoghi freschi e piante dei luoghi aridi; abbiamo così quattro categorie : V. Piante annue o bienni dei luoghi sempre freschi. X. Piante » « dei luoghi aridi. Y. Piante perenni dei luoghi sempre freschi. Z. Piante » dei luoghi aridi. Prima di passare oltre dobbiamo avvertire che il prolungarsi della fioritura nelle piante annue di un ciclo vegetativo di pochi mesì si nota in quelle, i cui semi sono presti a ger- mogliare. In queste piante non è a credersi che la fioritura prolungata si debba al fatto che l’individuo prolunghi la sua vita, giacchè esse, terminato il periodo di loro fruttifica- zione, muoiono, ma dai loro semi in breve nasce una seconda generazione, che a sua volta fruttifica e così via, finchè le condizioni climatiche lo permettano. In genere si può dire che, perdurando condizioni climatiche favorevoli, tante più generazioni si hanno quanto più presto è il seme a germogliare: Gnaphalium luteoalbum L. Nelle piante annue a lunga durata la fioritura può vedersi prolungare sullo stesso individuo: Erythraea Centaurium Pers. Se prendiamo una pianta della categoria V, osserviamo che i semi cadendo in luoghi freschi, vi trovano in ogni tempo le condizioni di calore e di umidità necessarie per il loro germogliamento e nel corso dell’ anno osserviamo quella specie sempre in fioritura : Cheno- podium urbicum L. Una pianta della categoria X fiorisce una prima, una seconda volta ed anche più, ma al sopraggiungere dell’ estate i semi trovano sì il calore, ma non l’ umidità per germogliare e quindi sono obbligati a un riposo forzato. Talvolta le prime pioggie cadono solo in Novembre od anche in Dicembre e sono tosto seguite dal freddo e allora queste specie non fioriscono che nella primavera susseguente: Sonchus asper Bartal. La siccità è quindi l’unica causa del riposo della vegetazione nella stagione estiva (*). Non sempre però l’ estate trascorre asciutta; frequentemente, come sopra abbiamo detto, essa è interrotta a brevi intervalli da giorni di pioggia. Or bastano alle piante questi giorni piovosi, succedentisi a brevi intervalli, perchè la loro fioritura si Alora avendo esse bisogno di una umidità discreta, ma continua (**). Analogamente avviene per le piante perenni: Una pianta V continua a fiorire inter- rottamente fino al sopraggiungere della stagione invernale, perchè, oltre il calore, non le manca l’ umidità: Hypericum tetrapterum Fries. Una pianta Z invece interrompe la fio- ritura nella stagione arida per riprenderla dopo le prime piogge, che se queste tarderanno a venire, fioriranno nell’ inverno o nella primavera susseguente: Sonchus tenerrimus L. Spesso però, pur presentandosi nelle identiche condizioni telluriche e climatiche, di due specie una si mostra indifferente o quasi all’azione del calore e dell’ umidità, l’ altra no. In questo fatto ha molta parte l’ ereditarietà dei caratteri; nel senso che le piante tendono per quanto è loro possibile, a conservare il tempo del ciclo vegetativo, proprio nelle regioni, dalle quali sono originarie. Così le piante oriunde dei luoghi settentrionali, ad uguali con- dizioni telluriche e climatiche, fioriscono dopo di quelle, provenienti da regioni meridionali. Difatti la Lysimachia nemorum L. specie sparsa nell’ Europa, particolarmente nella cen- (#) Wiesner - Elementi di Botanica scientifica. vol. IIL pag. 176. (#*) Per maggiori dettagli vedi Grisebach. - Op. cit., vol. I, pag. 354. è, 104 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI trale, fiorisce in Sicilia nella seconda quindicina di Maggio, nell’ Europa centrale in Giu- gno; mentre la Vio a gracilis S. e Sm., propria di regioni mediterranee può trovarsi fiorita sin da Gennaio. Possiamo concludere e dire che in questa regione si ha: 1.° Una Forzatura naturale, poco sensibile nelle piante a profondi radici, molto sen- sibile in quelle a radici superficiali. 2.° Un prolungamento della fioritura, il quale è continuo fino al sopraggiungere della stagione contraria per le piante dei luoghi umidi, è interrotto per quelle dei luoghi aridi e può essere o no ripreso secondo lo stato igrometrico dell’ està. 3.° Ambidue questi effetti sono soggetti ed ubbidiscono, per quanto è loro concesso dal calore e dall’ umidità, alla legge dell’ ereditarietà. d'a Nel seguente catalogo saranno riferite le specie, che, per primo, ho raccolto in nuove stazioni (*), o che si sono presentate in fioritura in mesi insoliti per questa funzione. Cer- tamente l’elenco delle ubicazioni non può dirsi completo, non potendo da solo esplorare du- rante il periodo floreale di una specie tutta intera la regione. Perchè questo studio fosse completo dovrebbe istituirsi nei singoli paesi della regione un ufficio di anagrafe vegetale, avente sede centrale in Messina. Allora si vedrebbe come una specie, ora riferita per poche località, fosse diffusa per tutta la regione, e si vedrebbe ancora che le stazioni non sono matematicamente fisse per le singole specie, ma che variano secondo i mutamenti delle con- dizioni vegetative. Il vento, le acque scorrenti, le frane, gli uccelli, l’uomo ecc. sono tutti fattori, che contribuiscono in grande parte alla dispersione e disseminazione di una specie dal suo sito naturale (**). La specie trasportata, se sarà dotata di mezzi potenti per so- stenere la lotta per la sua esistenza, si manterrà nei nuovi siti e potrà diffondervisi, se no cederà più o meno presto il campo alle specie da tempo ivi esistenti e scomparirà. Sono queste appunto le specie così dette fluttuanti. Tanto per riferire qualche esempio dico, che nell’aprile 1896 ho trovato in parecchi esemplari a M. Lando la Romulea Columnae Seb. et Maur., che gli altri anni, per quanto diligentemente io abbia cercato, non ho potuto più rinvenire; così è avvenuto per il Colchi- cum Bivonae Guss. trovato da me lo scorso anno in due esemplari nell’Oliveto di Barcellona, per il Lathyrus Nissolia L., un solo esemplare nel 1896 a M. Lando, e per altre specie. Per questi motivi l’ osservatore non ha diritto di esser creduto, come dice il prof. Fichera (***), che perl’ anno e per l'ora, in cui egli ha fatto l’ osservazione; la distribuzione geografica di una specie essendo sempre suscettibile di variazioni da parte degli agenti tel- lurici, climatici e zoologici. È ovvio poi pensare che una specie fluttuante o accidentale in un luogo possa essere stabile in un altro; ad esso vicinissimo; così le specie stabili dei colli e dei monti possono essere dalle acque trasportate a basso nelle valli, dove costitui- scono una flora accidentale, dovuta unicamente al caso ed esistente solo per la durata del periodo di esistenza di quel dato individuo erratico. (continua) (*#) Le stazioni già conosciute sono state tolte dal Nicotra: Prodromus Florae Messanensis. - Messanae. (##) A poche centinaia di metri dalla foce, nell'alveo del torrente Mela ho osservato un in lividuo rachitico di Erica arborea, senza dubbio trasportatovi dalle acque dai monti, che vi distano oltre 10 chilometri (#4) FicHERA A. - Studi sulla Flora della Cava Catalana Etnea. pag. 38. Atti dell’ Ace. di Sc. Lett. e Arti dei Zelanti di Acireale: 1894. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 105 Dr. EMANUELE PARATORE QUADRI CRISTALLOGRAFICI PER LE SCUOLE SECONDARIE (continuazione e fine) eo A. FORME OLOEDRICHE. I. Forma fond. Pinacoide. 2 facce esagoni regolari e parallele, simbolo (a a a). Ricordiamo la disposizione degli assi. Essi decorrono obliquamente in piani che s' incontrano a 120°, e formano con la linea di simm., determinata dall’ incontro dei piani suddetti, angoli uguali = 90°. Le 3 mettà superiori diconsi assi positivi, le 3 inferiori assi negativi. Costruiscasi |’ esagono regolare. Le bisettrici degli angoli rappresentano i 3 piani di simm. principali, al centro di figura passa la linca di simm. esagon. , gli assi in- È . eat 4 a contrano 3 angoli alterni ad eguale distanza, perciò pioppo, di di 2. Bip. esagona regolare. 12 facce tr. isosceli, disposti a gruppi di 6 attorno alla linea di simm. 2 vertici terminali, per cui passa la linea di simm., e 6 laterali. Dei 7 piani di simm., 3 passano per gli spigoli culminanti, tre normali agli spi- goli laterali, 4 per la base. Gli assi positivi passano per 3 spig. culm. alterni della pir. sup. , gli assi negat. per 3 sp. culm. della pir. inf. alterni fra lorm e con gli spigoli superiori. — Ogni faccia incontra un asse e prolungata incontra gli altri due a distanze disuguali; sim- bolo (hk/) donde par. m : n : p. 3. Bip. dodecagona — dividendo ciascuna faccia della preced. in due tr. scaleni. (hk8). 4. Bip. esagona reg. di 2.° ord. , ruotando quella di 1.° ordine di 30° intorno alla linea di simm. — Gli assi escono dalle facce, i positivi da 3 superiori alterne fra loro, i negativi da 3 inferiori alterne con le precedenti. Simbolo (442) o (hl) donde i param. min: n, cioè la faccia incontra un asse e prolungata gli altri due ad uguale distanza. 5. Prisma esagono regolare — 6 facce rettangolari e 6 spigoli. Gli assi passano per gli spigoli — la faccia incontra un asse positivo ed uno nega- tivo ad uguale distanza ed è parallela al 3.° (h,--#,0), donde param. m : — m : co. 6. Prisma dodecagono — dal precedente dividendo la faccia in due rettangoli. Ogni fuccia incontra gli assi, tra positivi e negativi, a distanze disuguali ; ‘sim- bolo (hk2). 7. Prisma esagono regolare di 2. ordine, girato di 30° rispetto a quello di 1.° ordine. Gli assi escono dalle facce — ciascuna ne incontra uno direttamente e gli altri prolungati a distanze eguali; simbolo (h—/—/) per 3 facce, c (—/,/,/,) per le 3. alterne. B. FORME EMIEDRICHE (romboedriche) — Emiedria x. 1. Romboedro, 6 facce rombiche intorno ad una linea di simm. trigonale. . 2 vertici terminali, per cui passa la linea di simm., 6 laterali. 12 spigoli, 6 culminanti, 6 laterali. Deriva dalla Bp. esagona, sviluppando mettà delle facce alternativamente. Quindi: 106 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI romboedro x (hkl) nel quale gli assi passano per le facce. romboedro £ (hill), o K (hhI), nel quale gli assi passano per gli spigoli culminanti. 2. Scalenoedro, 12 facce scalene, 6 sup. è 6 inf. attorno alla linea di simm. — Deriva dalla Bip. dodecagona, sviluppando mettà delle facce a coppia alterna ; simbolo K (4kD). 5. MONOCLINO. FORME OLOEDRICHE. Sul piano dei due assi normali cadendo |’ asse obliquo determina 8 ottanti, a 4 a 4 uguali (2 sup. e 2 opposte inf.). 1. Forma fond. — Emipiramide monoclina. 4 facce scalene, intorno ad una base romba; ciascuna incontra gli assi a di- versa lunghezza ; simbolo (a d c). 2. 3. 4. Prisma monoclino (di 3 specie). 4 facce quadrangolari che circoserivono una figura a sezione romba ; ciascuna faccia incontra 2 assi a distanza disuguale ed è parallela all’ asse obliquo. Esistono tre specie di prismi. 4 Pr. ||" 2.2 (0/0): b) Pr. | y, (400). c) Pr. || 2, (AkO). 5. 6. 7. Pinacoide (di 3 specie). 2 facce che incontrano l° asse obliquo e sono tra di loro parallele. Chiudono i prismi. Tre specie di pinacoidi. a) P. | xy, (001). b) P. | yz, (N00). c) P. | xz, (0Kk0). 6. TRICLINO. FORME OLOEDRICHE. Ottanti uguali a 2 a 2, le opposte. 1. Forma fond. Quartopiramide (a b c). 2 facce parallele scalene, in due ot- tanti opposte. 2. 5. 4. Emiprisma (di 3 specie). 2 faccie che incontrano due assi a distanze uguali e son parallele al terzo. Son di 3 specie queste forme : a) Emp, || x (OK). 0) Emp. || y (h0). c) Emp. | 2 (hkO). 5. 6. 7. Pinacoide — (di 3 specie). 2 facce che incontrano un asse solamente’e son parallele agli altri due. a) P. | xy (00). b) P. | xz (0k0). c) P. || yz (h00). Com’ è chiaro, di questo sistema come del precedente, non possono esistere in natura che forme composte. Nota. — Lo studio di queste forme deve accompagnarsi con le relative figure. Nella esposi- zione, i giovani disegnano le forme cristalline alla lavagna, e di ciascuna rilevano i caratteri e deducono i simboli, senza sforzo di memoria, la quale in questo studio deve solamente servire a ricordare i nomi delle singole figure. o_O 7T">"£X°—<£X-xx<*°° RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 107 RIVISTA BIBLIOGRAFICA Pubblicazioni ricevute e per le quali ringraziamo i gentili autori od editori L’amministrazione s’incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è segnato il costo, ed anche le altre se possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda, cent. 30 per la francatura della corrispondenza. Per gli abbonati e le opere dell’ estero, aumentano le spese postali. Desiderando risposta scrivere in cartolina doppia. Tae Sc Deore PERO prof. PAOLO. Elementi di Zoologia anatomica, fisiologica e tassonomica ad uso delle scuole secondarie. (Milano 1898. Dott. Vallardi edit. 240 pag. in-16 con 189 fig. L. 2,50). Il prof. Pero che da parecchi anni insegna scienze naturali nei Licei, ha intrapresa la pubblicazione di un Corso di Storia naturale destinato alle scuole secondarie superiori, licei ed istituti tecnici; esso sarà diviso in 4 volumi dei quali ne sono ora pubblicati due, il primo, che è il presente, si occupa della Zoologia e ci sembra assai ben riuscito; anche le 189 figure sono buone e bene scelte. Il costo è di L. 2,50. PERO prof. PAOLO. Elementi di Botanica anatomica, fisiologica e tassono- mica ad uso delle scuole secondarie. (Milano 1898 Dott. Vallardì edit. 192 pag. in-16 con 160 fig. L. 2). Questo è il secondo volume del Corso sopra citato, ed avendo i medesimi pregi del primo, riuscirà com’ esso vantaggioso per gl’ insegnanti e specialmente per gli alunni. 160 figure cor- redono e facilitano la intelligenza del testo. Costa L. 2, 00. i BEZZI dott. MARIO. Contribuzione alla fauna ditterologica italiana. (Firenze 1898 Boll. Soc. entomologica ital. Trim. I-II, Estr. di 34 pag. in-8). Sono ricerche che abbracciano una estesa regione italiana del tutto inesplorata per quanto riguarda i ditteri, le Marche cioè e gli Abruzzi, ed illustrano un prezioso e numeroso materiale entomologico, quantunque limitato ai soli ditteri ortorrafi brachiceri. Le specie studiate sono 209 delle quali 8 nuove, qui descritte sotto nomi di Nemotelus Cardinalii, Leptis Cavannae, L. chrysopilaeformis, Crysopila latifrons, Dioctria meridionalis, Machimus minusculus, Psilopus evanidus, Coracocephalus magellensis. LARGAIOLLI dott. VITTORIO. Le Diatomee del Trentino. (Trento 1898. Rivista Tridentum fasc. III, Estr. di 4 pag. in-$). Le diatomee quì illustrate appartengono al Lago della Valle di Fornace e sono di 29 specie. LARGAIOLLI dr. VITTORIO. Le Diatomee del Trentino. (?) Con questa quarta pub- blicazione sulle Diatomee del Trentino l’' Egregio A. studia quelle rinvenute nel Lago di S. Mas. senza e che appartengono a 18 specie. SIMON E. Studio sui Chernetes italiani conservati nel Museo civico di Genova, con descrizione di una nuova specie. (Genova 1898, Annali Museo civ. di St. nat. Vol. XIX 28 Maggio - Estr. di 6 pag. in-8). Le specie illustrate sono 35, quella nuova è la Chelifer Solari. THOMAS OLDFIELD. Descriptions of two vew cuscuses (phalanger) obtained by dr. Loria in britisch. New Guinea. (Genova ibidem. Estr. di 4 pag. in-8). Queste nuove specie quì descritte sono: Phalanger carmelitae e P. leucippus. GESTRO R Due nuovi Anoftalmi. (Genova ibidem. Estr. di 8 pag. in-8). Uno fu rin- venuto nel Finalese nella grotta detta di S. Antonio ed è descritto sotto il nome di Anophtalmus Solarîi, Y altro, A. Caselli fu trovato in una caverna nelle vicinanze del Golfo di Spezia. ROSA dott. prof. DANIELE. Terricoli. (Ibidem. 10-18 Giugno Estr. di 10 pag. in-8). Questi terricoli furono raccolti dal Dr. Lamberto Loria nella Nuova Guinea. Essi appartengono a 6 specie di cui 3 sono nuove, e donominate Berhamia malarmata, Perichaeta Loriae, P. papua. BOLIVAR IGNACIO. Contributions è l’ étude des Acridiens. Espéèces dela faune Indo et Austro-Malaisienne du Museo civico di Storia naturale di Genova. (Ibidem Estr. di 36 pag. in-8). La quasi totalità delle cinquantanove specie quì studiate sono nuove. DE CORLETO agronomo CARLO. Agricoltura pratica I. Coltivazione del fru- 108 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI mento. (Bernalda 1898 Tip. Greco 20 pag. in-16 L. 0, 30). Svolge assai minutamente il soggetto dando dei ragguagli sulla coltivazione, varietà, raccolta ecc. del grano. Costa centesimi 30. DE ANGELIS D’OSSAT dr. G. Contribuzione alla paletnologia romana. (Lan- ciano 1898. Atti Soc. romana di Antropologia, Fase. II, Estr. di 8 pag. in-8). L’ egregio A. spiega le ragioni per le quali egli ritiene non ancora ben dimostrata la esistenza del periodo archeoli- tico nella campagna romana. Descrive quindi 2 armi preistoriche recentemente trovate dal sig. F. Pucci sulla collina della Farnesina e che appartengono al periodo neolitico, parla della natura geologica di quel colle e del valore cronologico di quel rinvenimento. DE TONI ETTORE. Sopra un codice-erbario medioevale. (Venezia 1898, Atti Isti- tuto veneto. Estr. di 38 pag. e 4 tav. in-8) ‘Trattasi della descrizione molto particolareggiata di un codice-erbario di proprietà del Sig. Cav. Michelangelo Guggenheim che è a ritenersi debba aver servito per uso medico, contenendo oltre alle figure delle piante anche figure di uomini e donne affette da malattie. L' egregio A crede poter attribuire questa opera ad autore veneto del secolo XV. Fra le molte figure delle quali e formato, ne vengono quì riprodotte quattro. STOSSICH MICHELE. Saggio di una Fauna elmintologica di Trieste e pro- vincie contermini. (Trieste 1898. Programma della Civica scuola superiore. Estr. di 162 pag. in-8). Sotto il modesto titolo di saggio di una fauna ecc. l'illustre elmintologo prof. Stossich del quale già tanti lavori conoscono i nostri lettori, ha pubblicata la illustrazione di ben 309 specie di El- minti triestini. In fine del volume è il riassunto sistematico di 176 specie animali di Trieste e prov. limitrofe, riscontrati fino ad ora infetti da elminti, e l’indice alfabetico delle specie citate. PREDA dr. A. Una gita botanica in Provenza. (Fir.nze 1898 Bull. Soc. bot. ital. Estratto di 8 pag. in-8). Il dr. Preda che trovasi a Ginevra e che prese parte alle erborizzazioni dirette dal ben noto botanico prof. Chodat, descrive in questa memoria quella fatta in Provenza dal 20 al 23 Maggio 1897 e che aveya per scopo di visitare la Camargue con la caratteristica flora delle sue sabbie ed il Monte Ventoux. Molte ed interessanti sono le specie di piante raccolte. BOULENGER G. A. A List of the reptiles and batrachians collected by the late prof. L. Balzan in Bolivia. (Genova 1898, Annali Museo civ. st. nat. Vol XIX 15 Lu- glio Estrat. di 6 pag. in-8). Sono 45 specie di rettili con le nuove specie: Atractus balzani e Elaps balzani - 21 specie di batraci delle quali son nuove Leptodactylus bolivianus, e Hyla balzani. BOULENGER G. A. A List. of Reptiles, Batrachians and Fisches coliectd by Cav. Guido Boggiani in the Northern Chaco. (Genova Annali Museo civ. st nat. Vol. XIX 14 Luglio Estr. di 4 pag. in-8). Diciassette specie di rettili, Undici di batraci e trenta di pesci, formano l’insieme del materiale portato dall’ esploratore Boggiani e studiato dall’ illustre prof. Boulenger. PARONA prof, CORRADO. Elminti raccolti dal dott. Elio Modigliani alle isole Mentawei Engano e Sumatra. (Genova 1898. Annali Museo civ. di st. nat. Vol. XIX 14 Lu- glio. Estr. di 24 pag. con L tav. in 8). Sebbene pochi di numero, molto interessanti sono gli el- minti portati, da) dott. Modigliani, essi appartengono a 19 specie fra le quali 4 nuove che l’egregio A. descrive, illustra con fig. e denomina: Davainea Blanchardi, - Hymen-lepis Mo liglianii - Taenia trimeresuri - Physaloptera sciurt. LORENZI dr. ARRIGO. Prime osservazioni zoologiche sulle acque freatiche del Friuli. (Udine 1898 Estr. dal giorn. /# 4/0 10 pag. in-16). Queste ricerche hanno portato l’egregio A. alla seoporta di una nuova specie di Niphargus che egli descrive denominandolo N. Dolenianensis ed alla raccolta di un altro gammaride, che pure ha caratteri speciali ma che trat- tandosi di un solo esemplare non ha creduto di determinarlo per ora. PALLANZA A Nuove osservazioni botaniche in Terra di Bari. (Firenze 1898 Boll. Soc. botanica ital. N. 6 Estr. di 12 pag. in-8). Queste nuove osservazioni fanno seguito a quelle già dall'egregio A. pubblicate nello scorso anno, el hanno par obiettivo le specie che per varii riguardi l'A. ritiene mal note ai botanici. Esse sono: Ilymus crinitus, Allium subhir- sutum, A. trifoliatum, Iris pseudopumilla, Xiphion collinum, Quercus coccifera, Euphorbbia. Barrelieri, E. nicaeensis. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 109 PAVESI prof. P. Arachnides recueillies en 1897 par M. Jaquet, en Roumanie. (Bu- carest 1898). Bull. Soc. des sciences de Bucarest N. 3-4, 12 pag. in-8). L’illustre prof. Pavesi ha studiati gli aracnidi raccolti in Rumania dal dott. M. Jaquet, ne ha determinate 60 specie fra le quali due sono nuove e vengono denominate: Trochosa dacica e Limnesta diademata. MOTTA COCCO dr. A. Sulle alterazioni dei globuli rossi nel sangue circolante embrionale per l’ influenza di basse temperature. (Milano 1898 Gazzetta degli ospedali e delle cliniche N. 61, Estrat. di 8 pag. in-16). Parla delle diverse dottrine apparse per spiegare la produzione dei corpuscoli rossi del sangue, spiega lo scopo di queste sue ricerche, indica la te- cnica seguita e ne annuncia i resultati riassumendoli in 6 conclusioni. TASSI dott. prof. FLAMINIO. Le proteacee, in specie dello Stenocarpus si- nuatus Endl. (Siena 1898. Bullettino del Laboratorio ed orto botanico della R. Univ. fasc. 2-3). L’ egregio A. pubblicò nel 1894 una prima nota con i resultati di stuli fatti a quell'epoca sulle cellule spirali dei fiori dello Stenocarpus sinuatus. Nell’ autunno 1896 il bellissimo esemplare. di questa splendida pianta australiana, vivente nell'orto botanico senese, ternò ad essere in piena fioritura ed il dott. Tassì fu felice dì poter continuare gli studi e le ricerche già incominciate. Il lavoro compiuto è importante ed esteso, ed è corredato di una grande quantità di figure distribuite in XIII tavole. Esso è diviso in tre parti: Nella prima dopo un cenno storico sulla famiglia delle Pro- teacee, si occupa della loro distribuzione geografica, tassonomia, proprietà, usi e forme fossili. Nella seconda dà la descrizione dello Stenocarpus sinuatus, e delle singole sue parti. Nella terza è la rassegna dei generi delle Proteacee e le osservazioni comparati ve. LORENZI dott. ARRIGO. Il lago di Ospedaletto nel Friuli. (Udine 1897. Giornale In Alto N. 6). Il Lago di Ospedaletto o Minisini, è situato nelle Prealpi Giulie occidentali, presso la pianura di Osoppo; l’egregio A. ne dà la descrizione, ne studia la formazione, le variazioni di livello, le condizioni fisiche delle acque, la flora e la fauna. Il lavoro è illustrato con 3 figure. MANTERO GIACOMO. Materiali per un catalogo degli imenotteri liguri. Parte prima Formicidi. (Genova 1898. Annali Musec civico di St. nat. Vol. XIX 15 Luglio Estr. di 16 pag. in-8). Notato ciò che relativamente a questi insetti si conosceva per la Liguria, registra ben 49 specie e 5 distinte varietà di formicidi. Sono sopra a tutto degne di nota la nuova specie recentemente descritta dal Emery e nominata Stenamma (Aphaenogaster) ovaticeps, la Ponera Eduardî For., la Cremastogastes sordidula Nyl. e il Camponotus cruentatus, perchè fin ara tro- vate solo in regioni più basse della Liguria e il Leptothorax tuberum perchè già rinvenuto solo in Corsica. Alcune figure sono intercalate nel testo. KIRKALDY G. W. Note sopra alcuni Rincoti acquatici africani. (Genova 1898 Ibidem Estr. di 2 pag. in-8). Trattasi di un nuovo genere Corixa (Agraptocorica) e di una nuova specie gestroî, raccolto dalla spedizione Bottego nei pozzi di Sancurar. Avvi poi una nota per dimo- strare che l’insetto che il Dr. De Carlini presenta come un Anzsops scutellaris (Ibidem Vol. XII a pag 307) è VA. pellucens. SILVESTRI F. Chilopodi e Diplopodi dell’ ultima spedizione Bottego. (Genova 1898 Ibidem. Estr. di 10 pag. con 13 fig.) Delle quattordici specie e sottospecie quì studiate 9 sono nuove per la scienza. BOMBICCI prof. LUIGI. Cannonate e Gragnuole. (Bologna 1898 Gazzetta dell’ Emilia N. 222, 223, 224). Sotto questo titolo, l’illustre comm. Bombicci, ha pubblicato nella Gazzetta dell'Emi- lia 3 articoli in forma popolare ma con concetto del tutto scientifico, sulla formazione della grandine secondo la propria teoria già altra volta esposta dallo stesso A. PAVESI prof. P. sugli aracnidi raccolti a Giava dal dr. Penzig nel 1895-96. (Pavia 1898 Boll. scientifico N. 3 Estr. di 4 pag. in-8). È una lettera che l'illustre A. dirige al prof. Parona per riferirgli i resultati degli studi fatti sulla raccoltina portata da Giava dal prof. Penzig e nella quale si distinguono 17 specie. MELI prof. ROMOLO. Sulle anodonte pescate nel Lago di Bracciano. di 1898 Boll. Soc. Romana per gli Zoologici Fase. I-II Estr. di 8 pag. in-8). Questo rinvenimento si pre- 110 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI senta assai interessante non essendo fin'ora stata indicata nessuna Najade come vivente al lago di Bracciano o Sabatino. L'egregio A. accennando a vari lavori sui molluschi italiani di acqua dolce e facendo il confronto dell’ Anodonta in parola, con le specie già conosciute, ritiene debba trat- tarsi di una forma nuova che propone chiamare Anodonta sabatina. In questa memoria accenna anche ad altri ritrovamenti fatti in quel lago e da notizie relative al lago stesso. BRoGI SSNSSNS NESTA BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI | Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l'unico che sì stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 eee eee en—_<'—__OTrPTcttel"”Tme"ee _ —- pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L'’amminisirazione s’ incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino conla do- manda cent. 30 per la francatura della corrispondenza, per le altre basta scrivere in cartolina doppia. LITRI. rouet Pubblicazioni del 1897 Zoologia, Paleozoologia Allevamento degli animali (continuazione) 204. Lievi prof. C. Un aquarium di studio. (Siena, Boll. del Nat. N. 11 p. 129-31 con fig.) 205. Licciarelli G. Coniglicoltura pratica. (Milano, Ed, Hoepli p. VIII-173 in-16 con 4 incis. e 9 tav. in sincromia L. 2,50). 206. Lombroso C. e Carrara M. Contri- buto all’ antropologia dei Dinka. (Roma, Atti d. Soc. romana di Antropol. fasc. 2-3 pag. 103-126 con fig.) 207. Longhi P. Della pietra da coti o da mola Bellunese e di alcuni suoi fossili (Padova, Atti della Soc. Veneto-Trentina di Sc. Nat. fasc. I. pag. 41-87). 208. Lorenzi dr. A. La fauna dei laghi del Friuli (Udine Giorn. ln Alto Anno 7. Estr. di 8 pag. in-16). 209. Lorenzi dr. A. Esistenza di una fauna profonda nel lago di Cavazzo (Ibidem N. 1 Estr. di 4 p. in-16). 210. Lorenzi A. Il Gammarus dell’acquedotto di Udine (Udine, Giornale di Udine N. 245 pag. 2). 211. Lorenzo (De) G. Fossili del Trias medio di Lagonegro. (Pisa Palaeontographia Italica. Vol. 2 p. 36 con 6 tav.) 212. Lustig A e Galeotti G. Ricerche sulla Vaccinazione degli animali contro la peste bub- bonica. (Torino, Estr. dal Gior della R. Accad. di Med. pag. 11). 213. Luzi dr F. Catture della Platalea leuco- rodia nell’Agro Romano. (Siena, Avicula, Giorn. Ornitol. N. 4 p. 96). 214. Maggi prof. L. Le ossa Bregmatiche nei fossili. (Milano, Rend. del R_ Istituto Lom- bardo fasc. lV). 215. Malagodi dr. R_L’ Afta epizootica o ta- glione. (Baldolino Tip. Bampini pag. 16 in 8 p.) 216. Malagodi dr. R. L'amputazione della verga in un cavallo per carcinoma mediante il taglio inferiore del pirineo. (Ibidem 4 pag. in 8 pic.) 217. Mancini C. La lotta contro l’ Afide lani- gero del melo. (Siena Boll. del Nat. N. 12 p. 145-46). 218. Mar chi E. Ricordi di un Viaggio Zoo- tecnico in Ungheria. (Siena, pag. 39 con 10 in- cisioni da fotografie originali). 219. Marchi E. La razza bovina ungherese. (Torino, Estr. dal Gior. della R. Soc. ed Acc. Vet. it. 19 pag.). 220. Marchi prof. E. Il Maiale. (Milano U. Hoepli Ed. p. 20-736 con 190 incisioni, rile- gato L. 6,50). 221. Mariani E. Contributo alla conoscenza della fauna retica lombarda. (Milano, Rend. del R. Istit. Lombardo fasc. 2 p. 6). 222. Marcialis prof. E. Saggio di un cata- Pe" RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 111 logo metodico colle denominazioni dialettali delle cinque classi dei vertebrati della Sardegna. (Ro- ma, Boll. Soc. per gli Studi Zoolog. fasc. IlI e IV continuazione e continua). 223. Marott Pincitore dr. G. Colori Pro- tettivi. (Siena, Boll. del Nat. N. 7 pag. 81-85). 224. Marott Pincitore dr. G. Allevamento e ricerche Entomologiche. (Ibidem, N. 11 p. 131- 32). 225. Martorelli prof. G. Comunicazione Or- nitologica. (Siena, Avicula Giorn. Ornitol. N° 3 p. 69-70). 226. Martorelli prof. G. Intorno ad un nuovo esemplare di Falcona. Gennaia saker, (Gm.) preso nelle vicinanze di Lucera. (Ibidem, N. 2 pag. 33-34). 227. Martini. List of the phytophagus coleo- ptera obtained by Mr H. Raap in the Batu Islands with descriptions of the neu species. (Genova, Annali Museo civ. di St. nat. 8 pag. in-8) Massalongo C. Nuovo contributo alla co- noscenza dell’Entomocecidiologia italica. (Firen- ze, Bull. della Soc. Bot. Ital N. 2 e seg) 229. Mastrostefano A. Osservazioni intorno alle Stellate. (Napoli, Boll. della Soc. di Natura- listi pag. 75-81). 230. Max. Esposizione canina di Milano. (Mi- lano, Caccia e Tiri N. 496 pag. 161-164). 231. Mazzanti E. Notizie di parassitologia non microbica (II. 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Verson E. Semi di bachi da seta che schiudono in Gennaio spontaneamente o quasi. (Padova, Boll. Mensile di Bachicol. N. 3 pag. 33-37). 362. Verson E. Influenza delle condizioni esterne di allevamento sulle proprietà fisiche del bozzolo da seta. (Padova, Ibidem pag. 38, 39 e 44). 363. Wierzejski in Krakau Prof. Dr. A. Berichtigung betreffend die Ent deeckung der Aeglea laesis in den Gewdsseru Argentinas. (To- rino, Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. comp. N. 281 2 pag.) : 364. Vinciguerra D. L’ introduzione dei Co- regoni nel Lago di Bolsena. (Roma, Gior. Ital. di Pesca e Aquicoltura N. 4 pag. 118-122). 365. Vinciguerra D. Nozioni di piscicoltura d’acqua dolce. (Ibidem, N. 3 pag. 65-70). 366. Vinassa de Regny. Il Chenopus ut- tingerianus Risso e il Chenopus pespelecani del Pliocene Ital. (Pisa, Bull. Soc. malacologica ita- liana. Vol. 2. p. 24 con l tavola). 367. Vinassa de Regny P. E. Synopsis dei molluschi terziari delle Alpi venete. Parte |. Strati Con Velates Schmiedeliana III Ronca. (Pisa, Palaentographia Italica Vol. 2 p. 35 con 2 tav.) 368. Vinassa de Regny. I molluschi del Monte Postale. (Pisa, Atti della Soc. Tosc. di Se. Nat. Vol. X pag 202-206). 369. Vinassa Regny P. E. Echimidi neo- genici del Museo Parmense. (Pisa Memorie della Soc. Tosc. di Sc. Natur. Vol. 15 p. 18). BIO MAO DRLOC Castrazione dei volatili. (Pisa, L' Acclimatazione N. 25 pag. 203-04). FIORA Riunione del Consiglio Tedesco per la pesca. (Roma, Gior. Ital. di Pesca e Acquic. N. 9 pag. 273-78). Siae Parassiti dei Volatili. (Pisa, L'ac- climatazione italiana N. 19 pag. 149-50). DIRI RI Allevamento e malattie del Co- niglio. (Ibidem, N. 19 e seg). 373. ..... Origine del cane domestico. (Ibidem, N. 18 e seg.) STAI Le varie fasi dell’ allevamento. (Ibidem, N. 13 e seg.) DIOR setti Come i Chinesi allevano i loro bachi. (Casal Monferrato. Il Bacologo Italiano N. 3 pag. 21-23). Nsdoe age I Setter Inglesi. (Pisa L’ Acclima- tazione Italiana N. 26 e seg.) 377........ I voti della Commissione provin- ciale di pesca per la provincia di Como. (Roma, Gior. Ital, di Pesca e Acquicoltura N. 9 pag. 278-282). 116 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI i EL-IE[|||Ltr.TUUre-——_ _—_—_—_—_@@- RUBATO, Sd Il furetto. (Pisa, L' Acclimata- | Ministero di Agricoltura e del Presidente della zione Italiana N. 34 pag. 274-275). Giuria. (Roma, Tip. Bertero 11 pag.) eo L'età del cane. (Ibidem, N 15 ST RERI o ... Impianto d'un pollaio. (Milano, pag. 118-119). Gazzetta Agricola N. 30 pag. 124). SRO Esposizione di animali grassi in 3B2 I Setter Inglesi. (Pisa, L' Ac- Milano. Relazione del Comitato ordinatore al | climatazione Italiana N. 29 e seg.) (continua) | LIBRAIRIE J-B. BAILLIERE ET FILS 19, rue Hautefeuille (près du boulevard Saint-Germain), è Paris . Faune de France, par A. AcLoQue, contenant la description de toutes les espèces indigènes disposées en tableaux analytiques ‘et illustrée de 4000 figures représentant les types caractéristi- ques des genres et des sous-genres, préface de Ep. PERRIER, professeur de zoologie au Muséum. 3 vol. in-18 jésus a) tea E spe . 28 fr. Vient de paraître: Tome III. — Myriapodes, Arachnides, Crustacés, Némathelmin- thes, Vers, Mollusques, Polypes, Spongiaires, Protozoaires. l vol. 1n-18 jésus de 300 pages, avec 1664 figures : ; x 2 . È a A i . N : 10 fr. Cette Faune contient la description de tous les animaux que l'on trouve en France. C'est assurémente l’ouvrage le plus clair et la plus pratique qui ait été publié sur la Zoologie de la France; comme à ces qualités, il unit une rigoureuse exactitude et une remarquable abondance de details scientifiques, il ne pourra manquer de trouver bon accueil auprès de tous ceux qui s’intéressent à la Zoologie, et en particulier a la détermination des animaux de notre pays. Gràce à la netteté des descriptions, è l’enchaînement des tableaux les déterminations se font avec une grand facilité. L'auteur a employé la méthode dichotomique, seule disposition qui permit de condenser suf- fisamment les diagnoses des espèces. Dans les genres difficiles, il a completé les descriptions par des caractéres confirmatifs permettant de vérifier si la détermination est exacte. La zone habitée par les différentes espèces est soigneusement indiquée. Enfin les figures, très nombreuses, ont été toutes dessinées par l’auteur, exprès pour cette Faune. M. Ed. Perrier, membre de l’'Institut, professeur au Muséum, a bien voulu présenter au public cette nouvelle Faune, en ces termes: « La Faune de M. AcLoque comble et au delà tous mes voeux. Bien souvent j'ai maugréé contre les auteurs de manuels qui ne se doutent pas que les jeunes naturalistes n’ accordent aucune confiance aux livres qu’ils ne supposent pas complets. Ils seront, comme moi, satisfaits. « Tous les débutants naturalistes, tous les instituteurs, tous les éléves de nos écoles normales et beaocoup de ceux de nos lycées accueilleront avec joie une ‘pubblication que nous avons si longtemps appelée de nos voeux, et qui est enfin réalisée. Sans aucun doute, en raison méme de la science avec laquelle elle a été menée par un naturalista amoureux de Ja science, ceite belle ceuvre si honnéte et si consciencieuse, est assurge d'un grand succès. » Rappelons que les deux premiers volumes ont pour titre: I. — Coléoptéres, 1 vol. in-18 jésus de 466 p. avec 1052 fig. . . x 5 8 fr. II. — Orthopteres, Névroptèéres, Hyménoptéères Lépidoptères, Hémiptéères, Diptères, Aphaniptères, Thysanoptéres, Rhipiptéres. 1 vol. in-18 jésus de 5l1ò pages avec 1235 figures 7 - : $ ° è > 5 : . : È 10 tr. Sommario del N,° 8 del Bollettino del Naturalista, Collettore Allev. ecc. Camerano prof. Lorenzo. La Zoologia allo schiudersi del secclo XX. (Cont. e fine) Pag. 89. Failla Tedaldi L. Glossario Entomologico (Continuazione) Pag. 92. Zodda Giuseppe. Escursione sui Nebrodi. Pag. 96. Depoli Guido. Flora Liburnica. Pag. 98. Albani G. Sul Mimetismo nei coleotteri. Pag. 99. Malagodi dott. Rainero. L’actinomicosi e la pomata di Protoioduro di mercurio. Pag. 101. Formalina e disinfezioni Pag. 103. Spigolature apistiche Pag. 105. Invenzioni e scoperte. Pag. 106. — Insegnamenti pratici. Pag. 107. — Notiziario. Pag. 108-111. — Richieste, offerte ecc. (gratis per gli abbonati). Pag. 111. S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri e Me a el FIA e - SI, Ae ei a È . rob Ù Lo studio della lingua tedesca in Italia In pochi anni è divenuto uno dei più diffusi, perchè se ne è presto riconosciuta la necessità, e non pareva giusto precludere all'arte e alla letteratura nostra, il patrimonio prezioso lasciato da poeti e da letterati tedeschi — patrimonio che la scienza ha accresciuto e accresce sempre più di nuovi tesori. } I molteplici rapporti commerciali, la vicinanza dei popoli che parlano la lingua tedesca, i le- gamì di amicizia e di alleanza politica che li legano all'Italia, hanno contribuito gradualmente e per necessità stessa degli eventi a render nel paese nostro comune, e diremo più popolare, la lingua tedesca — più popolare di quello che anni sono sì poteva presagire. È innegabile che il progresso industriale e il movimento scientifico furono due potenti coefti- cienti di diffusione, favoriti dalla cultura più estesa ed elevata anche nelle classi meno ricche. Ormai anzi lo studio della lingua tedesca non è più un lusso, ma una necessità, e non fa più me- raviglia il sapere che si intende introdurlo nei ginnasi e licei, come lo è già in altre scuole go- vernative. Non sì dimentichi a questo proposito che la lingua tedesca è parlata da più di ottanta milioni : da tre Stati, la Germania, l’ Austria e la Svizzera, con cui il nostro paese ha ora per diverse ragioni, più immediati e stretti rapporti. * L * * Non neghiamo che ad agevolare questo crescendo, diremmo quasi rossiniano, hanno contribuito le pubblicazioni fatte coll’intento di render più facile e pronto lo studio. Ma non c’è chi non ri- conosca come buona parte di quei libri, grammatiche, esercizi, dizionari, ecc., non siano più in armonia coll’esigenze odierne degli studî. Chi usa oggi ancora il metodo che era in voga tren- t'anni fa? Certo si vuole apprendere rapidamente, ma anche per via piana e facile. Due EPaRUsiti di cui ‘mancano spesso ì libri d'insegnamento, e, in realtà, è raro vederli riuniti insieme. Per coloro che vogliono iniziarsi allo studio della lingua di Goethe segnaliamo il Corso. pratico di lingua tedesca, ad uso delle’ scuole secondarie italiane del prof. Giuseppe Adler uno dei più riputati insegnanti (L..3), di cui sono lodatissimi e già diffusi G/z esercizzi di traduzione e Let- ture tedesche, con vocabolario a compimento della grammatica (L. 1,50), che ora escono nella 2.8 edizione nei Manuali Hoepli, editore anche del primo lavoro. L' Hoepli ha voluto completare la serie dei libri per i principianti col Nuovo Dizionario tascabile italiano-tedesco del Fiori ( L. 3,50), uscito ora nella seconda edizione rifatta dal prof. Cattaneo, professore di letteratura italiana al Po- liteenico di Stoccarda. Per coloro che sono gia innanzi cogli studi nella lingua tedesca e deside- rano perfezionarsi, lo stesso editore presenta ora la Grammatica tedesca del professore Pavia (L. 1,50), .il Verbo e la sua fraseologia del prof. Hamburger (legato in tela L. 4,80), e infine IR eccellente Diziongrio italiano tedesco del Rigutini-Balle,” del quale vennero sinora pubblicati 4 fascicoli (L 1,40 ciascuno). Per chi viaggia o deve frequentare la società tedesca è raccomandato il recentissimo Manuale di conversazione italiana e tedesca dello stesso Fiori, compilato per gli italiani e contenente tutte le frasi più indispensabili. É un volume elegante della serie dei Ma- nuali Hoepli (L. 3,50). Queste pubblicazioni che la larga diffusione ha già confermato tra le migliori e più pratiche, ci paiono assai adatte a render più facile, più consentaneo all’ indole degli italiani, lo studio im- portante e necessario della lingua tedesca. DE-MAURI. — L’ Amatore di Maioliche e Porcellane, illustrato da 12 tavole a 16 colori e da 3000 incisioni: (Tecnica della fabbricazione - Sguardo generale sulla storia delle Ce- ramiche dai primi tempì fino ai giorni nostri - Cenni storici ed artistici su tutte le fabbriche. — Raccolta di 3000 Marche, corredate ognuna da notizie relative e coordinate ai cenni storici in modo che le ricerche riescano di esito immediato - Dizionario di termini avente relazione coll’ Arte ceramica e di oggetti ceramici speciali, coi prezzi correnti - Indici varî). — Milano, 1898. U. Hoepli editore, 1 volume di 656 pag. legato in Pergamena L. 12, 50. : Non è ancora scorso un anno, dacchè il solerte e ben noto editore Hoepli regalava all’ Italia quello splendido lavoro del De-Mauri, L’amatore di oggetti d’ arte e di curiosità, il quale sin dal suo apparire attirava su d@®sè l'attenzione di tutti ì Collezionisti nostri e di tutta Europa. Ora eccoci sul. tavolo un altro lavoro del medesimo autore, intitolato L’ amatore di masoliche e porcel- lane, compagno ben degno del precedente. Confessiamo che raramente si è visto un libro più grazioso, più signorilmente aristocratico di questo, parlando della sua veste tipografica ed artistica, Che dire poi del modo con cui il dotto Autore trattò la materia che questo volume contiene? Impossibile darne un'idea precisa nel breve spazio che ci è riserbato. Ma basti che il lettore sappia ed abbia la nostra assicurazione che ci troviam di fronte non solo ad uno dei migliori lavori del genere, ma ad un vero capolavoro pel modo coscienzioso ed ampio della trattazione, per la ricchezza e freschezza delle notizie storiche ed artistiche, per l'abbondanza delle marche finora non mai raggiunta da altri manuali, per la ge- nialità dello stile e per la purezza della lingua spesso tanto maltrattata in lavori di questa natura. Tutti questi pregi varî e reali uniti a molti altri che sfuggono ad una prima lettura rende- ranno quest'opera cercatissima, e noi auguriamo che questo avvenga, perchè almeno chi spese tanta ‘ somma di intelligenza e di denaro per darci un sì pregevole capolavoro merita ricompensa ampia e adeguata. LABORATORIO ZOLOGICO-200TONIO-TASSIPRMI E MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal. Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi gratis Prezzi correnti gratis © Fornitore di molti musei e gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecc. 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LuiGi - _ Bomgicci-Porta Comm. Prof. Luier — Brusina Prof, SprrIDIONE — CacciamaLi Prof, G. BATTISTA — = —_°»’©Caragrò Lomsarpo Prof. Antonino — CARUANA GATTO B. A. ALFREDO — CeERMENATI Prof. MARIO — . CLERICI Ing. Enrico — Cori Chimico farm. ELta — Damiani Dott. Gracomo De AnGELIS D' Ossat Dott. Prof. GiovaccHino — De Bonis Antonio — De Brasto Dott. ABELE — DepoLi Guino — DeL PRETE Dott. Rarmonpo — DesmeURE IppoLito — De Strrani PEREZ Prof. T'eoposIO FaBANI Sac. CARLO — FaiLLa TepaLDI Lusi — Fiori Prof. Anprea — FraNzo1 prof. EnRrICO 3 GaLLi VALERIO dott. prof. Bruno — GrackeTtTI cav. G. Cesare — GriLLo prof. NICCOLÒ a ImPaRraTI dott. prof. Eporapo — LargaroLti dott. prof. Virrorio — Levi Morenos dott. Davip Livini cav. prof. dott. Antonio — Lonso prof. dott. Anprea — Lopez prot. -dott. CorRADO k Losacono Posero prof. MicHeLE — LorenzINI ALEssAnDROo — Luzi march. dott. G. F. MascarinI Prof. ALessanpro — MELI Prof. RomoLo — MaTTEI Giov. lirrore — Morici MICHELE © —Neviani Dott. Prof. Antonio — Paratore dott. prof. EmanueLe — PauLuoci March. MARIANNA — ._PxrLAcani Prof. Dott. Luciano — PerRonI Dott. Veter. PasquaLe — RoncHetti dott. VittOoRIO — » ._"—SancascianI Cav. Dott. Giuseppe — ScARzia Dott. Giuseppe — SienoRrINI Prof. Giuseppe — | —Sivvestri Fitirpo — SpinoLa March. Gracono — Stossica Prof. MicneLE — |... TerrEnzi Dott. Giuseppe — Tassi Cav. Dott. FLAMINIO — TeLuini Dott Prof. AcgiLLe — s = Tincorini Dott. Veter. Tiro — TireLLi Avv. ApeLcHI — Zoppa Giuspere. ‘ OIL RO aaa erat ‘ Avvertenze per gli abbonati, i coliaboratori e le inserz = de l tre periodici Rivista italiana di scienze naturali - Giornale ornitologieo italiano e Bollettino del naturalista, collettore, allevatore, coltivatore ed acclimatatore, Meat, avendo identica direzione ed un’ unica amministrazione, sono regolati dalle medesiine seguenti di- 3 | sposizioni: de È 6; ) Ciascuno dei 3 periodici si pubblica in fascicoli men- scritti che contengono avvisi di acquisto 0 di vendita, o che A '. sili composti dalle 8 alle 16 pag. e con foderina. < possono servire di reclame commerciale. Mr «Gli abbonamenti si ricevono in Siena all’ Agenzia in Delle inserzioni gratuite sono p cate solamente Vv Via di Città 14, e da tutti gli uffici postali italiani ed esteri, | quelle provenienti da abbonati che hunni i pagato l’ab- GR in qualunque epoca dell’anno; ma decorrono dal principio di | bonamento in corso. Nessuna pubblicazione viene fatta se da; ogni anno con diritto ai fascicoli arretrati. non è espressamente richiesta dall’ a ato. 3 L’ amministrazione s’incarica di rap} bonati che pubblicando avvisi, desidera noscere il proprio nome. In questo caso dovrà rimborsare all’amministrazione le s spondenza, e per le vendite od acquisti el L’ abbonamento non disdetto entro il decembre si ri- tiene come rinnuovato E Fascicoli per saggio si spediscono gratis. Fascicoli separati costano cent. 30 perogni 16 pag. di testo, a Agli Autori dimemorie originali di una certa impor- ntare gliab. . uo non far co- rappresentato ese di corrì- situati pagare ‘ tanza, si danno in dono 50. copie di estratti, purchè ne facciano richiesta quardo inviano i manoscritti. Tutti gli abbonati possono fare acquisto dei fascicoli che contengono i loro scritti, pagandoli solamente 10 cegt. per numero di 16 pag., L. 1 per 12 numeri e L. 6 il cento franchi di porto nel regno, purchè li richiedano prima della pubblicazione del giornale. ; Isoli abbonati sono collaboratori. Perchè gli abbonati possano stare in continua rela- zione fra loro, ed approfittare dei molti vantaggi che ar- reca questa mutuazione, essi hanno diritto ad inserzioni gratuite nel Bollettino, per scambiarsi comunicazioni, pro- poste, consigli, domande, indirizzi ecc.; fare offerte e ri- cerche per cambi di animali, semi, piante, minerali, libri, macchine, prodotti agrari, oggetti di collezione ecc. ecc. Le inserzioni relative ai cambi non possono oltrepas- sare la lunghezza di 5 linee. La medesima inserzione non _ si ha diritto di pubblicarla gratis più di una volta; però ne viene accordata la ristampa, pagando un piccolo com- penso. Dalle inserzioni gratuite sono per regola esclusi gli un compenso dacombinarsi. La direzione può, in casieccezionali, rifiutarsidi pub- blicare qualsiasicomunicazione o memoria, senza bisogno di dare giustificazioniin proposito. 1 manoscritti non pub- blicati possono essere ritirati dagli autori@ proprie spese ‘Agli abbonatiaiquali non pervenisse qualche tascicolo, ne sarà loro, possibilmente, inviata un'altra copia gratis, purchè la richiedano entro l’ annata in corso, altrimenti i fascicoli arretrati non si inviano checontro pagamento. Inserzioni a pagamento: Quelle relative alla Storia Na- turale si pubblicano nel corpo del giorn costano L. l per linea, corpo 8; gli altri avvisi da stamparsi nelle ap- posite pagine costano L.l ogni? centim. di spazio occu- pato in una colonna, o cent. 20 per linea corpo -8. Agli abbonati si fanno speciali facilitazioni. 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"o Offriamo inoltre indistintamente a tutti coloro che pagano l'abbonamento 1899, entro il 1898: Le annate arretrate dei periodici Rivista e Bollettino riuniti insieme, dal 1885 a tutto il 1898 a L. 2 per annata a scelta, 5 annate L. 8, 10 annate L. 15 e per sole L. 19 tutte le 14 annate. Le prime 2 annate dell’ Avicula per L 5,00 una sola annata L. 3, 00. Avifauna del prof. Gasparini con la dia- Gli insetti nocivi alla vite, loro vita e gnosi di tutte le specie degli uccelli italiani, | modi di combatterli del dott. A. Lunardoni. 291 pag. in 8.0 L. 5 per L. 2, 50. Pag. 54 con molte figure in colori L. 1,80. Entomologia del Disconsi. Con 270 fiz. ed Quelques remarques sur les régles de la istruzioni sulla caccia, preparazione ecc. degli | nomenclature zoologique, appliquees a ‘toutes les insetti L. 5 per L. 1,80. branches de l’' histoire naturelle par Léon 0. ca Galliard. 20 pag. L. 0, 50. Viaggio in Oriente pel cav. dott. F. Tassi. 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Vol. di !78 pag. L. 1,00 Si cedono ancora alla metà del prezzo molti seritti relativi alle scienze naturali dei quali man- diamo gratis il catalozo di 12 pagine a tutti coloro che ce ne fanno richiesta. Abbonamento gratis. A chi ci procurerà 2 nuovi abbonati rimettendocene l’ importo, invieremo gratis per un anno il Bollettino, o daremo in dono due annate arretrate o della Rivista o del Bollettino. Chi ce ne procurera 4 avrà 4 annate arretrate, e così di seguito in questa pro- porzione. Per le spese di spedizione, inviare cent. 20 per annata. A chi ci procurerà un nuovo abbonato, mandandocene l' importo unito a cent. 20 per le spese postali, invieremo in dono un'annata arretrata o della Rivista-o del Bollettino. Chi desidera risposta scriva in cartolina Seppia . Y IL POLLICOL TORE ITALIANO Periodico di ayicultura, caccia, posca, veterinaria, agricoltura Si pubblica in Livorno ogni mese e costa. L. 3, 50 all’ anno. Rivolgersi al direttore del Giornale Sig. EnRICO BossHARDT în SIA ent GIORNALE ITALIANO DI PESCA E ACQUICOLTURA Si pubblica ogni mese in Roma sotto la direzione della R. Stazione di pistola Abbonamento annuo per l’Italia L. 10, estero L. 12. I fol IILROA Ai d » A + d AI ° “n i il a di "EA | LO Anno XVII Ni 11 612 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 1° Novembre 1898 Cacciamali prof. G. B. Filogenesi degli Esapodi Pag. 117. De Angelis d’' Ossat dott. prof. Gioacchino. L’ analogia nelle scienze naturali. Pag. 122. | —’Zodda Giuseppe. Contributo allo studio della flora peloritana. (Cont). Pag. 128. Cenno bibliografico Pag. 131. Bibliografia italiana di Scienze naturali. Da pag. 132. a pag. 136. i | SOMMARIO 55) p push of Comp, ha Zoolegy ‘24 a . Filogenesi degli Esapodi 80155 to, Prof. G..B. CACCIAMALI Per quanto io interroghi e la morfologia comparata e l’ontogenesi e la paleontologia, anzichè essermi dato ritrovare negli esapodi un unico phylum, son condotto a dover am- mettere due derivazioni diverse, una per gli atteri ed altra per gli alati. Colloco s’ intende tra gli atteri quegli insetti nei quali si può riconoscere che l’ assenza delle ali è primitiva; non vi colloco quelli che, pur essendo privi d’ ali, mostrano evidentemente esser discesi da forme alate. i Classificherei pertanto gli insetti nel modo seguente : Glasse (1) Sottoclassi (2) Ordini (14) Esempî di sottordini (28) | ATTERI ( MET, SFR OMMI at. o ESTR | Amnopluri .. . .. +. = + Tricodectes, Pediculus | Architteri . . . . . . . Libellula, Termes ; | | Ortowteri Gioco ite. Forficula, Mantis, Gryllus e Rincoti . Cimex, Cicada, Aphis È Tisanotteri . Phlaeothrips È È INSETTI Neurotteri Myrmileon N. ALATI Coleotteri Carabus, Coccinella. À Strepsitteri Stylops Tricotteri Phryganea o Lepidotteri . Papilio, Saturnia, Tinea ov i | Ditteri Culex, Musca, Melophagus Ù | | Afanitteri Pulex = | Imenotteri Tentredo, Pimpla, Apis Fi Tralasciamo per ora gli atteri. Cerchiamo dapprima quali tra gli alati dobbiamo con- | siderare primitivi, per poter poi più facilmente risalire alle origini di questi primitivi ‘alati e seguire lo sviluppo della loro numerosa e svariatissima discendenza. Accettati certi E) principî generali della evoluzione biologica, non possiamo a meno di riconoscere come forme primitive degli esapodi alati quelle con metamorfosi poco profonde e crisalidi attive, quelle @ coll’ apparato boccale mordente non modificato per speciali attitudini, quelle con ali e zampe affatto indifferenziate, quelle non offrenti polimorfismo o parassitismo, riduzione o saldatura di membri od altri fatti particolari, ecc. : per esclusione siamo subito condotti a quell’ ordine che con Ernesto Haeckel chiameremo appunto degli Architteri (Pseudoneurotteri degli Autori), VELA LARIO I PT SOTA 118 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI anzi al sottordine degli Anfibiotici, rappresentato dai generi Libellula, Colopterya, Ephe- mera, Perla, ecc. E la paleontologia ci conferma questo risultato della morfologia compa- rata: son troppo meschina cosa è vero gli avanzi degli esapodi siluriani e devoniani perchè se ne possano trarre conseguenze; ima non è così per gli insetti del carbonifero, sui quali abbiamo anzi un recente studio di Carlo Brongniart, che ne descrive 223 specie : or bene, 99 di esse spettano appunto agli Anfibiotici, spettando altre 111 ad Ortotteri di vario tipo, 12 a Rincoti di tipo cicadario ed 1 ai Tisanuri. Ricerchiamo allora le origini di questi Architteri Anfibiotici: la morfologia comparata e l’ontogenesi ci dicono fra d’ altro che le trachee dell'adulto non sono affatto organi omo- loghi alle lamine branchiali addominali della larva (evidentissime nell’ effimera), e che lo sono invece le ali, le quali per conseguenza derivano da lamine branchiali del torace; la paleontologia poi, per bocca del già citato Brongniart, ci fa sapere che molti insetti car- boniferi, e più specialmente appunto tra quelli del gruppo in discorso, oltrechè dimensioni straordinarie, raggiungendo ad ali spiegate fin 70 em. (gli attuali Architteri ne sono i di- scendenti ridotti, ma non degenerati, anzi perfezionati), avevano le due membrane limitanti l'ala non saldate tra loro, ciò che permetteva nell’ ala stessa ampia circolazione sanguigna (riconferma della derivazione delle ali da branchie); avevano al protorace due appendici articolate che si ponno considerare rudimenti d’ emielitre (in epoche più antiche del carbo- nifero gli insetti erano forse esatteri, o meglio possedevano sei espansioni per paracadute, e solo più tardi per adattamento al volo divennero tetratteri); ed avevano conservate allo stato adulto le lamine respiratorie addominali delle Jarve (l'acquisto delle trachee e quindi la perdita delle branchie dovettero essere graduali). Gli Anfibiotici derivano dunque da forme aquatiche. Una volta poi fissato con essi il tipo aereo tetrattero, le modificazioni di questo per adattamenti diversi sono facilmente spiegabili: così la continuata evoluzione dall’ ambiente aquatico verso quello aereo portando anche le larve sulla terraferma, con totale soppressione quindi delle lamine branchiali e anticipato sviluppo delle trachee, dagli Architteri Anfibio- tici si può passare in diverse direzioni a diversi gruppi di esapodi: agli Architteri Corro- denti (Termes, Psocus, ecc.), pei quali non abbiamo da aggiungere che la vita sociale, con conseguente polimorfismo e regressione delle ali nelle forme neutre — ai Neurotteri, pei quali non abbiamo da aggiungere che la metamorfosi più profonda — ed agli Ortotteri, Rincoti e Tisanotteri, nei quali tre ordini vediamo attuarsi maggior sviluppo e mobilità del protorace e considerevole riduzione del reticolato alare, residuo atavico branchiale, e vediamo mutarsi nella maggior parte dei casi il regime zoofago in fitofago; mentre poi negli Ortotteri l’apparato boccale mantiensi mordente, nei Rincoti e nei Tisanotteri si fa sugente: per contro negli Ortotteri verificasi un differenziamento delle ali superiori (emie- litre), ed in qualche caso una regressione delle ali inferiori; di speciale ai Tisanotteri (o Fisapodi) abbiamo infine metamorfosi un po’ più complesse, ali fattesi lineari e frangiate, articoli tarsali da 5 ridotti a 2. Quanto ai sottordini, negli Ortotteri è evidentemente originario il gruppo Corridori (Blatta, Forficula, ecc.), mentre sono ‘derivati il gruppo Camminatori (Mantis, Bacillus, ecc.) per differenziamento delle zampe del 1.° paio, ed il gruppo Saltatori (Grylus, Locusta, ecc.) per differenziamento delle zampe del 3.° pajo ; e nei Rincoti sono invece chiari tre rami divergenti: Eterotteri od Emitteri (Cimex, Notonecta, ecc.) con rostro frontale, emie- litre (in qualche caso atrofiche come le ali) a due consistenze e tarsi a 3 articoli — Omot- hà ite RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 119 teri (Cicada, Issus, ecc.) con rostro basale, emielitre omogenee e tarsi a 3 articoli — e Fitoftiri o Sternorinchi (Aphis, PhyUoxera, ecc.) con rostro sternale, ali eguali (talora 2), tarsi con 2-1 articoli, spesso polimorfi, a metamorfosi complesse e con forme attere. Dagli Ortotteri di tipo originario si può passare facilmente ai Coleotteri per metamorfosi più profonde e maggior sviluppo delle mandibule e dell’ esoscheletro (elitre, corsaletto, ecc.): è chiaro che i Pentameri, come Carabus, Melolontha, Ditiscus, ecc. sono anteriori agli Eteromeri (con Tetrameri e Trimeri degli Autori), come Meloe, Cerambyx, Coccinella, ecc. nei quali gli articoli del tarso son ridotti di numero. — Negli Strepsitteri, (o Ripipteri), che si ponno considerare dello stesso tronco dei Coleotteri, alla riduzione a 4-2 degli articoli tarsali ed alla rudimentalità delle elitre, aggiungesi il parassitismo e l’ atrofia degli organi boccali negli adulti, delle ali e delle zampe nelle femmine. Veniamo ora ai Tricotteri, che legano Neurotteri a Lepidotteri : avendo larve aquatiche discendono da Neurotteri che conservarono le larve aquatiche degli Architteri Anfibiotici ; ma le loro crisalidi si rendono completamente immobili, e nell’adulto, le cui ali si coprono di pelurie o di squamette, l’ apparato boccale diventa sugente ed il regime vegetale. Dai Tricotteri ai Lepidotteri le larve si fanno terrestri, e negli adulti si perfezionano l’ appa- rato sugente e la squamosità delle ali, si riduce il reticolato di queste e si fondono i seg- menti del torace. I Lepidotteri si sono evoluti in due direzioni diverse: da un lato quelli, per lo più notturni e dai colori cupi, con larve aventi da 5 ad 8 paja di false zampe e con crisalidi nascoste od in bozzolo — dall’ altro quelli, diurni e dai colori vivaci, con larve provviste di 8 paja di false zampe e con crisalidi libere; i primi sono gli Eteroceri (antenne varie) — i secondi sono i Ropaloceri (antenne sottili e clavate): questi hanno anche ali più larghe e nel riposo rialzate, come Papilio, Vanessa, Pieris, Satyrus, ecc. Dagli Eteroceri ordinarî (Crepuscolari o Sfingini, e Notturni o Bombicini, Nottuini e Geometrini), come Sphynx, Saturnia, Agrotis, Geometra, ecc. si differenziano i numerosissimi Microlepidotteri, piccoli e delicati e con ali frangiate, come Tinea, Cochylis, ecc. Ancora dai Neurotteri (a larve terrestri) si possono considerar derivati gli Imenotteri ammettendo: passaggio a metamorfosi ancor più profonde con crisalidi affatto immobili, fu- sione delle somiti toraciche, trasformazione più o meno forte dell’ apparato boccale (per suc- chiare o lambire) ed estrema riduzione del reticolato alare. Anche in quest’ ordine abbiamo due rami: su di uno quelli con larve simili alle larve dei Lepidotteri e nettamente fito- fagi (Terebranti p. d.), come Tentredo, Sirex, ecc. — sull’ altro quelli con larve apode, con addome peduncolato e generalmente entomofagi: sono i Terebranti Pupivori (Pimpla, Ichneumon, ecc.; alcuni, come Cynips, gallicoli) ed i Terebranti Tubuliferi (CArysis, ecc)» — A questo ramo connettonsi gli Imenotteri Aculeati, come Formica, Vespa, Apis, ecc. spesso sociali e polimorfi, con neutri talvolta atteri, ed a loro volta distinti in Eterogini, Scavatori e Melliferi. I Ditteri e gli Afanitteri finalmente sono da innestarsi sul tronco che dagli Architteri conduce ai Rincoti: abbiamo infatti anche in Ditteri ed in Afanitteri la trasformazione del- l'apparato orale da mordente in sugente; negli uni e negli altri poi le metamorfosi si fanno profondissime e le larve nascono apode. Nei Ditteri (od Antliati) abbiamo ancora: regressione del reticolato alare, atrofia delle ali posteriori (bilanceri) e fusione delle somiti toraciche ; ma, almeno nei primitivi, le larve rimangono più spesso aquatiche e le crisalidi non sono affatto immobili. E negli Afanitteri abbiamo ancora: atrofia completa delle ali, sviluppo delle zampe del 3.° pajo (salto), larve terricole, crisalidi immobili, adulti parassiti; ma i 120 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI segmenti del torace rimangono distinti. I Ditteri primitivi costituiscono il sottordine Nema- toceri (Culex, Tipula, Cecidomya, ecc.) — da questi passando ai Brachiceri (T'abanus, Musca, Oestrus, ecc.) abbiamo accorciamento del corpo, delle zampe e delle antenne, larve terricole (saprofite o parassite) e crisalidi immobili — e da questi passando ai Pupipari od Omalotteri (Melophagus, Ornythomya, Hippoboscida, ecc.) abbiamo più schietto parassi- tismo, ali spesso rudimentali e larve sviluppantesi nell’ alveo materno. Risultato delle sovraesposte considerazioni è il seguente albero genealogico degli insetti alati: Lepidott.i Lepidott.i Lepidott.! Imenotti Ditteri microlep.! eteroceri ropaloceri scalone pupipari SUR acc | | Coleotteri Strepsitt.i Imenott.i Imenott.i Afanittori Ditteri i È CESAR £ ctergmazi [RCIE AS fitofagi entomofagi PSA brachic.i Coleotteri Tnicobteri bilia Ditteri pentameri | | nematoc.i Jef: + Neurott.i Ortotteri Ortotteri Rincoti Ri i | è , t saltatori camminat.i Tisanotteri fitoftiri erotica [RECIA Ortotteri Architteri Rincoti corridori corrodenti omotteri | | | “J | Architteri anfibiotici Che i Ditteri, gli Imenotteri ed i Leepidotteri sieno i più elevati tra gli esapodi, ol- trechè dalla coalescenza delle somiti toraciche e dei gangli relativi e da altri accentramenti o riduzioni — dalle metamorfosi più profonde, non dovute solo all’anticipazione della na- scita nello sviluppo ontogenico (larve apode, inette od a sviluppo interno), ma altresì al perfezionamento negli organi e nelle funzioni dell’ adulto — e dai più complicati atti psi- chici, è dimostrato anche dalla paleontologia, facendo i Ditteri e gli Imenotteri la loro ap- parizione nel giurese, ed i Lepidotteri nel terziario. "Ed ora veniamo agli esapodi atteri, riuniti nei due ordini dei Tisanuri e degli Ano- pluri. I parassiti Anopluri sono certamente i più modificati: per le trachee complesse s’ ac- costerebbero agli alati anzichè ai Tisanuri che hanno trachee semplici -— per la fusione del mesotorace col metatorace s’ avvicinerebbero più ad Ortotteri e Rincoti aventi il proto- race mobile e sviluppato, che ai Tisanuri aventi le tre somiti toraciche eguali ad indipen- denti — ai Rincoti si associerebbero anche per l'apparato boccale pungente-sugente, ma ciò più che stabilir parentela indica convergenza di adattamento : coi Tisanuri invece hanno di comune gli ocelli anzichè gli occhi composti degli alati, la mancanza assoluta di meta- morfosi e l’ assenza evidentemente primitiva anzichè regressiva delle ali: aggiungasi il nu- mero delle somiti addominali il quale in ambi gli ordini, per quanto sovente molto piccolo, va in molti casi fino a 10, mentre è da 9 ad 8 negli Architteri, nè è maggiore negli altri alati. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 121 Tutto ciò conduce dunque a farci ritenere gli Anopluri discesi dai Tisanuri per adat- tamento alla vita parassitaria, per conseguente modificazione dell’ apparato boccale, per fu- sione del meso col metatorace, per riduzione a 2 degli articoli tarsali (nei Tisanuri son da 4 a 2), per sparizione delle setole caudali e per complicazione di trachee; e così per gli atteri possiamo stabilire la seguente evoluzione: tipo primitivo i Tisanuri p. d. o Tisanuri Lepsmidi (Campodea, Lepisma, ecc.), con addome allungato e provvisto di setole caudali diritte (corridori); e tipi derivati da un lato i Collemboli o Tisanuri Poduridi (Desoria, Podura, ecc.) per riduzione dell’ addome e ripiegamento delle setole caudali (saltatori) — e da un altro lato gli Anopluri per i fatti sopra ricordati. Nè gli Anopluri diventando parassiti perdettero tosto la facoltà mordente: anzi dapprima nel sottordine Mallofagidi (Tricodectes, Gioniodes, ecc.) sono e mordenti e pungenti-sugenti, e solo nel sottordine Pe- diculidi (Pediculus, Phthirius, ecc.) sono esclusivamente pungenti-sugenti. Che i Lepismidi sieno il tipo primitivo degli atteri è confermato anche dal fatto, unico tra gli esapodi, della presenza in alcuno di essi, come nella Campodea, di zampine rudimentali ai segmenti ad- dominali, fatto che richiama forme inferiori provviste di zampe alle somiti dell’ addome come a quelle del torace. i Ricerchiamo allora l’ origine dei Lepismidi: essi hanno una evidente affinità coi Chi- lopodi o Miriapodi meno evoluti, e c’ è chi li considera derivati da questi ; ma tale affinità più che discendenza diretta potrebbe indicare collateralità, cioè discendenza da comuni pro- genitori; secondo me quello stesso ceppo da cui s° è prima staccato il ramo dei Chilopodi, dopo essersi evoluto alquanto, avrebbe dato il ramo dei Tisanuri, e poi in seguito ad ul- teriore e più elevata evoluzione, sarebbe andato a costituire il ramo degli Architteri : con- sidero insomma gli Insetti atteri un phylum intermedio tra quello dei Miriapodi e quello degli Insetti alati. Ma qual’ è questo ceppo comune progenitore delle tre stirpi? Se noi poniamo mente al fatto che tutti i tipi animali si sono evoluti nell’ acqua, che ogni fondamentale differenzia- mento nell’ organizzazione animale è avvenuto nel mezzo liquido, non avremo difficoltà ad ammettere una lunga catena di forme svoltesi l’ una dall’altra e conducente da un tipo anellide con numerose somiti indifferenziate ed apode, aquicolo e branchiato, al tipo pro- genitore degli Architteri, pure aquicolo, con capo distinto, torace a sei paracadute e ad- dome a lamine branchiali; lunga serie di forme che successivamente, a varie tappe della evoluzione sua, avrebbe inviate colonie sulla terraferma : queste colonie, che noi chiamiamo Lombici, Onicofori, Miriapodi, Tisanuri ed Architteri Anfibiotici, staccatesi dal comun ceppo aquicolo a diversi gradi di organizzazione, si sarebbero adattate alla vita aerea perdendo le branchie ed acquistando, meno la prima, le trachee ; e la loro vita umidicola testimonia ancora della loro origine aquatica. Il tipo aquicolo, originariamente apode ed a somiti in- differenziate, avrebbe inviati sulla terraferma i Lombrici — indi, cefalizzato e pedato, avrebbe inviati gli Onicofori prima, ed i Miriapodi poi — più tardi, anche toracizzato e con zampe toraciche sviluppate e zampe addominali regresse, avrebbe inviati i Tisanuri — e infine, con aggiunte sei espansioni toraciche e sparite le zampe addominali, avrebbe in- viati gli Architteri Anfibiotici. Tale evoluzione può essere rappresentata dal seguente schema, che va letto dal basso all'alto: 122 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Serie aquicola Colonie terricole —_—_ —Pr———t—_— : EINE —T —r _—=——F..FFrF Architteri Anopluri : anfibiotici pediculidi ; Tisanuri | poduridi Anopluri Esapodi ed esatteri : mallofagidi : Tisanuri | i lepismidi 4 Anche toracizzati e con zampe__ differenziate Miriapodi Miriapodi chilopodi diplopodi Perfettamente cefalizzati e pedati Onicofori Cefalizzati e pedati i È | Lombrici A somiti indifferenziate ed apodi pa Ancora una considerazione: se si volesse far discendere i Tisanuri dai Miriapodi an- zichè da forme aquicole, le trachee semplici dei primi e complesse dei secondi costituireb- bero una difficoltà facilmente sormontabile, perocchè si potrebbe ammettere gli uni e gli altri derivati da Miriapodi primitivi a trachee semplici come quelle degli Onicofori; ciò che si oppone è la difficoltà di ammettere la toracizzazione avvenuta identicamente, per convergenza, in due stirpe diverse. Simile difficoltà si incontrerebbe se si volesse far di- scendere gli alati a larve terricole dai Tisanuri anzichè dagli Architteri Anfibiotici, perchè bisognerebbe ammettere l’ apparizione delle ali avvenuta identicamente, del pari per con- vergenza, in due stirpi diverse. Ed ora un’ ultima considerazione generale : la trasformazione delle lamine branchiali toraciche in paracadute (fatto analogo a quello offerto dalle pinne pettorali dei pesci così detti volanti o rondini di mare) e la successiva trasformazione dei paracadute in ali, met- tendo gli Architteri in possesso di organi di volo, dava loro nella lotta per l’ esistenza un’ assoluta supremazia sopra gli altri articolati terricoli; onde una volta fissatosi, questo buon tipo (alato) doveva necessariamente trovare un campo largo e libero alla più ampia evoluzione, ai più svariati adattamenti, anche fuori dell’ originario ambiente umido, un campo poco conteso dai meno adattativi atteri e miriapodi, quasi inconteso dagli imperfetti onicofori, dagli imperfettissimi lombrici; onde si spiega come mentre tutti questi gruppi hanno avuta una discendenza molto limitata, gli insetti alati abbiano avuta una sterminata e svariatissima prolificazione di specie. Brescia, settembre 1898. L'ANALOGIA NELLE SCIENZE NATURALI L’ uso continuo e necessario dell’ analogia nello studio delle scienze naturali ne dimo- stra chiaramente l’ alta importanza. Vi sono scienze che hanno per cardine fondamentale Î RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 123 l'analogia; come la Geologia, la quale ha per base il principio di Lyell, che è un princi- pio di analogia: « Gli agenti e le forze che noi possiamo osservare oggi, hanno pure pro- dotto tutti i processi e le modificazioni dei periodi precedenti ». Similmente si potrebbe af- fermare per le altre branche scientifiche e specialmente per le empiriche, come 1’ Astrono- mia, la Fisiologia, la Chimica ecc. Se poi consideriamo che gli esempî e le similitudini si possono riportare all’ analogia, allora facilmente ne comprendiamo l’ estrema necessità per i nostri prediletti studî. Quante verità, per mezzo dell’ analogia, vennero ad accrescere il patrimonio scienti- fico! Dovrei tessere la storia di quasi tutte le grandi scoperte scientifiche, le quali quasi sempre nacquero da feconde congetture ed ipotesi, che avevano brillato nella mente degli scienziati solo a causa di somiglianze fra i fatti e le cose. Purtroppo! anche per questa via s’ introdusse spesso nel campo della scienza 1’ errore, il quale, parecchie volte, fece per lungo tempo fitto velo anche alle più elevate intelligenze. La storia della scienza ce ne porge sgraziatamente molti esempî; 1’ Astronomia, la Geologia ecc. informi. Invero quante teorie, fondate sopra una falsa analogia, regnarono per lungo tempo, impedendo il naturale progresso alla scienza ! L’ argomento per analogia, cui spesso fa ricorso lo scienziato, non è sempre inteso nel suo vero valore logico. Infatti, ad esso si concede, in ogni caso, la stessa forza di conclusione, mentre, come vedremo, ha un valore oscillante fra un vero e proprio sillogismo ed una lontanissima probabilità, cioè fra la verità e 1’ errore. Laonde credo non riesca discaro che vi parli alquanto dell’ analogia che è una via maestra per i nostri studi. Se volessi additare ai molti vizî che può racchiudere l’ argomentazione per analogia riuscirei certamente prolisso; ne indicherò solo i principali : 1.° Disprezzo dell’ analogia. In questo vizio cadono coloro che, non possedendo molte cognizioni, non arrivano a comprendere la maravigliosa armonia e le giuste proporzioni della natura. 2.0 Soverchio valore dell’ analogia. Spesso le si attribuisce più forza di quella che real- mente possiede. La storia dell’ Astronomia dimostra, meglio delle altre scienze, tale vizio, con tutti i malefici frutti che ne seguirono. 3.° L’ estendere l’ analogia oltre i debiti confini. Ogni cosa ha i suoi limiti e dentro questi si deve contenere. Spesso in scienza vengono comparate due cose, le quali poco si somi- gliano e che molto sono fra loro dissimili: ne nascono conclusioni errate che sfortunatamente possono avere le sembianze di giuste. 4.° Se non si deve eccedere, non bisogna neanche restringere V analogia. Tale vizio porta che le conclusioni o concedono tréppo per una sola analogia, o negano troppo per difetto di analogia. Non adduco esempî per brevità, per chiarezza e perchè avrò occasione di citarli in un lavoro piuttosto voluminoso intorno a cui mi affatico da parecchio tempo. Mi auguro di riuscire a ben chiarire la natura dell’ analogia, acciò se ne possa fare utile e sano uso, sfuggendo quei vizî in cui vediamo cadere anche intelligenze superiori e traendone invece quelle probabili conclusioni, le quali provate con altri ragionamenti, ar- recano alla scienza il loro prezioso contributo. * x * Per mezzo dell’ analogia si può fare una specie di argomentazione di natura indut- tiva, senza però riuscire a formare una completa induzione, Quì cade in acconcio avvertire Le Ù fel 3° PRRIIDOOÌ "Su 124 " RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Ù come la parola analogia assuma spesso molti significati indeterminati (1). Aristotile con la parola &:2207izs indicò solo la proporzione. Teofrasto chiama i sillogismi ipotetici xt’ &vedezizr. I filosofi posteriori dissero le argomentazioni per analogia ci xztà td av&loye» ev))ogir pet. Ora spesso prende nome di analogia un’argomentazione che potrebbe essere presa a. modello della più rigorosa induzione. Come il sillogismo induttivo dalle cose particolari risale al- l’ universale, così l’ analogia da alcuni particolari conclude altri particolari contenuti nello stesso universale. Ecco donde nasce l’ affinità con 1’ argomento induttivo. Si può distinguere l’ analogia nelle cose e nella mente. La prima è la relazione di simili- tudine che corre fra tutte le cose, costituendo un legame intimo di relazione fra le diverse parti dell’ universo, figlie della stessa origine, cospiranti all’ ultimo e solo fine. La seconda poi è il modo di acquistare cognizioni per via della similitudine che corre fra le cose. V’ ha chi distingue, col Drobisch, un’ analogia perfetta e certa da una incompleta e pro- babile. L’ analogia però contenendo in se la possibile imperfezione non permette tale di- stinzione; perchè nel primo caso sarebbe induzione completa e perfetta. Finalmente si possono distinguere due analogie una fisica l’ altra morale. La prima ha fondamento sulle leggi naturali, la seconda sul mondo morale. Quantunque il valore delle conclusioni dei ragionamenti per analogia non abbia in- trinseca inferiorità rispetto a quelli per induzione, tuttavia può riuscire nullo o perfettamente concludente. Infatti può avvenire che le conclusioni siano tratte da confronti basati sopra cir- costanze essenziali, cioè fundamentum relationis ; oppure tali circostanze possono essere co- muni anche ad altri casi. Allora la bontà o la nullità dell’ argomentazione dipende dalla dimostrazione della convenienza o repugnanza delle circostanze stesse che formano il fun- damentum relationis. Nell’ uso comune gli argomenti tratti da tutte le specie di rassomiglianze prendono il nome di analogia. In questo caso complesso l’ argomento analogico può tradursi nella for- mula: — Se due cose si rassomigliano sotto uno o più punti di vista, ogni proposizione che è vera per l'una dovrà esserlo anche per l’ altra. — In questo caso non è possibile scin- dere l’ analogia dall’ induzione, perchè tale formola s’ addice a tutti i ragionamenti fondati sull’ esperienza. Noi però, come dicemmo, siamo lontani dal considerare così complessiva- mente l’ argomentazione per analogia. Riuscirebbe lunga l’ esposizione di tutti e singoli i principî sopra cui si poggia l’ ana- logia, mi terrò pago riportando solo l’enunciato di quelli che vengono frequentemente ricor- dati dai logici; essi sono i nove seguenti : 1. Ciò che vale per uno dei simili vale pure per gli altri. 2. Ciò che non vale per uno dei simili non vale pure per gli altri. . Le cose simili producono simili effetti. . Le cose simili hanno le stesse proprietà. . Le cose simili sono fatte secondo tipi uguali. cose simili hanno gli stessi fini. . . Le cose simili sono rette nell’ azione da leggi simili. . Le cose dissimili convengono con le dissimili. O 00 sd DO IL Wv ‘a D . Le cose contrarie convengono con le contrarie. (1) Ricordo che in Biologia due parti, le quali hanno uguale ufficio si dicono analoghe, e, che polo analogo è il positivo, durante il riscaldamento, nel fenomeno della piroelettricità presentato dai minerali cattivi conduttori, RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 125 ala Se poi vogliamo penetrare nell’ intima natura dell’ analogia noi facilmente riscontriamo due parti ben distinte in questo genere di argomentazione. La prima per induzione imper- fetta passa da cose particolari ad universali; l’ altra poi dall’ universale al particolare con un rigoroso sillogismo. i Non posso assolutamente tacere il classico esempio dello Stagirita, che opportuna- mente chiarirà la distinzione stabilita. Anzi per maggiore evidenza lo porgerò sotto sem- bianze matematiche. = È cosa cattiva = muover querra ai confinanti = gli Ateniesi contro i Tebani = i Tebani contro i Focesi Fu pernicioso ai Tebani far guerra ai Focesi. Ora siccome muover guerra ai finitimi è per- nicioso, come lo fu per î Tebani contro i Focesi, quindi sarà disastroso agli Ateniesi muo- LOT » ver guerra ai,finitimi Tebani. Evidentemente il ragionamento s’ aggira sulle tre seguenti proposizioni : Lied —ra Po Aa sàae—=b E si scinde in due parti. Dalla 1.a e 2.2 si ha la 43 b,= a per mezzo di una induzione chiaramente incompleta. Dalla 3.8 e 4.* per rigoroso sillogismo si ottiene la MEU Conclusione che vale tanto quanto l’ induzione incompleta della prima parte (4.2). Molte sono le vie che conducono alla conclusione per l’ analogia, esse però si possono ridurre a tre tipi principali, che possiamo brevemente e con chiarezza esprimere serven- doci delle formole ora adoperate. Sempre per amore di brevità non riporterò i due passaggi di cui ora parlammo (cioè 1.° induzione incompleta, 2.° sillogismo giusto), ma solamente la formola finale. : IT b==a cb Sara lCo=ira Esempio: I Carnivori, gl Insettivori ecc. hanno il cuore con quattro cavità e sono Mammi- feri. Ma anche i Cetacei sono Mammiferi. Adunque anche i Cetacei hanno il cuore con quattro cavità. IL d.=a d'ape. eb dedi sarà C—=a Es. Sulla Terra vi è la vita; ma la Terra si muove intorno al sole, è circondata da atmo- sfera ed ha le stagioni. Ancora Marte si muove intorno al sole, ha V atmosfera e le stagioni, 126 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Adunque sopra Marte vi è la vita. L' ultima conclusione sembra certezza senza esserlo, men- tre non è che probabilità. Ciò dimostra la facilità con cui si può cadere in errore. Si deve considerare tanto vera la conclusione, quanto è stretto il rapporto della vita colle circo- stanze inorganiche del movimento del pianeta, dell’ atmosfera e delle stagioni. III. d, id nea dj; di A be RASO c=b,, b,, b, sarà ca Es. I Carnivori, i Pachidermi ecc. sono vivipari, ma questi animali hanno mammelle, han- no .... Quindi gli animali che hanno mammelle, etc....., debbono essere vivipari. Ma i Cetacei portano mammelle, hanno.... Quindi anche i Cetacei debbono essere vivipari. Ep- pure tale conclusione non sarebbe vera per i Monotremi che sono pure Mammiferi. Dagli esempî addotti si deduce che l’ analogia non può mai somministrare la certezza se non quando le sue conclusioni siano state approvate dall’ esperienza. | Conoscendo ora il valore delle conclusioni tratte dal principio « a similibus ad similia » è facile intendere quello di cui godono le conclusioni che s’ inferiscono dai principî: « dal mi- nore al maggiore », « dal maggiore al minore » e « dal contrario il contrario ». de È verosimile che una data proprietà m, riconosciuta in A si trovi anche in B, se B somiglia ad A in alcune proprietà. Naturalmente la condizione richiesta per questo modo di ragionare risiede nel legame che deve correre fra n e le proprietà riconosciute in A ed in Bj dacchè non si può concludere nulla se positivamente non esiste rapporto. Questo deve es- sere accertato o per via di esclusione o per deduzione. Naturalmente tutte le proprietà che si riconoscono in A ed in B aggiungono sempre maggiore probabilità alle conclusioni. Se B somiglia ad A in tutte le proprietà essenziali egli sarà certo, e non solamente probabile, che possegga pure un attributo comune, di cui ci renderà più certi ogni altra rassomiglianza che ci sarà dato scorgere. La storia di tutte le teorie scientifiche ci porge luminosi esempî di quanto ora si espone. Se A somiglia a B per nove delle dieci qualità conosciute, la conclusione, per modo di èsprimerci, avrà nove decimi di probablità. Così un fossile che somigli per più caratteri a specie già conosciute viventi, è probabile che appartenga allo stesso gruppo, famiglia, genere e che abbia goduto in vita le stesse abitudini ecc. Il grado di probabilità aumenta col numero dei caratteri comuni, ma non si raggiunge mai la certezza. Usando una frase matematica si potrebbe dire che la certezza per l'analogia è il limite zero; l’ analogia si può avvicinare alla certezza, ma mai raggiungerla. Quando fra analogie contrarie nasce dubbio allora dobbiamo ritenere che non vi sia niuna qualità riconoscibile per una sufficiente induzione. L’ambra avendo rapporto con i minerali e con le piante, non permette niuna conclusione da queste contrarie analogie. I fossili incertae sedis ci offrono altri patenti esempi. * * * Le conclusioni adunque tratte dall’analogia hanno un valore considerevole quando co- V, A std A RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 127 stituiscono un caso adiacente, non nel tempo e nello spazio, ma nelle circostanze. Se le cause sono sconosciute o del tutto celate sotto il mistero dell’ ignoranza, in modo che il loro sviluppo sia governato solo da leggi empiriche, si è osservato che le condizioni per ottenere l’effetto sono numerosissime. Se in altro caso le condizioni si verificano tutte meno una o poche, allora, per forza di analogia, possiamo inferirne la stessa causa del primo caso con una grandissima probabilità. Purtroppo! È questo il procedimento che ormai se- guono quasi tutti gli scienziati, mentre per essere giusti sarebbe necessario cercare il modo di fare un’induzione completa, servendosi delle conclusioni per analogia solo come di guida per la via dell’ investigazione rigorosa e completa. Sotto questo punto di vista le conside- razioni per analogia hanno una grandissima importanza nelle discipline scientifiche e con- dussero la scienza ad insperate conquiste. Gli scienziati logici ritengono le prove di analogia come probabili in un alto grado, quando sono molte, intime ed estese. Allora la supposta verità può menarli ad una scoperta di un’ esperienza decisiva, che spanda gran luce sopra orizzonti fino a quel momento oscuri; derivandone alla scienza un supremo vantaggio. Per tutte queste ragioni non possiamo accettare col titolo di scienza positiva, quelle ipotesi scientifiche che non sono figlie di una completa induzione. L’ Hartley e Dugald Stewart dicevano « Tutte le ipotesi assai possibili per ispiegare un numero considerevole « di fatti ci aiutano a disporre i fatti in un ordine conveniente ed a scoprire dei nuovi ed < a trovare gli experimenta crucis a vantaggio dei futuri osservatori ». Ciò è completamente giusto. Infatti se un’ ipotesi spiega i fatti conosciuti, aiuta a scoprirne dei nuovi con l’e- sperienza, deve certamente godere di una grande rassomiglianza con la legge dei fenomeni stessi; tuttavia dovremo guardarci dal ritenerla per verità scientifica. Una tale illusione co- stituisce un serio ostacolo, come asserisce lo Stuart Mill, al reale incremento della scienza, infatti restringe l’investigazione degli scienziati solo intorno ad un campo di teorie, a loro tempo in voga, invece di lasciarla libera di cercare in tutti gli ordini dei fenomeni, dove le leggi fanno intravedere qualche analogia, feconda di risultati scientifici. ala Concludendo, l’analogia può considerarsi come mezzo di ricerca e come prova. Sotto il primo aspetto è utilissima, ma non rivela niuna verità nuova: solo fa sorgere delle ipotesi che poi o vengono distrutte dai fatti o sono confermate e verificate sperimentalmente. Laonde è lungi dall'essere esatto chi asserisce che l’analogia ha arricchito la scienza di nuovi teoremi, leggi e scoperte; giacchè l'analogia può solo fare intuire l'ipotesi. È me- rito della via sperimentale la trasformazione dell’ipotesi in teoria (1). L’analogia come prova può condurre alla certezza o ad una probabilità maggiore o mi- nore. Porta alla certezza quando p. es. due gruppi di fenomeni o di sostanze non presen- tano alcuna differenza almeno qualitativa. Così tutti i fenomeni che accompagnano il ful- mine hanno analogia con i fenomeni elettrici provocati ad arte. Dunque il fulmine deve attribuirsi alla stessa causa. In tal caso però, l’ analogia si fonde col principio di causa- lità: — « Fenomeni del tutto simili procedono da cause simili » — e la deduzione, grazie al principio metafisico, diviene completa. Tolto questo caso, come superiormente abbiamo accuratamente accennato, l'analogia non crea che una probabilità. Le conclusioni dell’analogia sono tanto più probabili, quanto più (1) Ciò può anche avvenire in base a qualche assioma metafisico; come il principio di causalità. 128 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI le somiglianze trovate sono numerose ed importanti e le dissomiglianze o differenze sono poche ed accidentali. Naturalmente si devono considerare meno le qualità esterne rispetto ‘alle qualità dinamiche, perchè queste specificano le sostanze. Finalmente la semplice analogia non potrà mai somministrare la certezza per ciò che riguarda cose future o nascoste, non soggette a possibile verificazione o non ancora speri- mentate. G. DE ANGELIS D’OSsAT SNA I CONTRIBUZIONE ALLO STUDIO DELLA FLORA PELORITANA (continuazione) Un’ ultima considerazione ed ho finito. L'uomo, coltivando i campi, importando semi e piantagioni da straniere contrade, allo scopo di migliorare o sostituire affatto le antiche varietà nostrali di specie alimentari o in- dustriali, è giunto al risultato di introdurre specie esotiche, di cui alcune si sono perfetta- mente acclimatate, facendo persino aspra e seria concorrenza alle nostre. indigene; così oggi l’ Erigeron canadensis L. è perfettamente acclimatato e dai luoghi coltivati si dif- fonde sempre più negli incolti. La specie però, che fa concorrenza accanita alle nostrali, scacciandole addirittura è I Oxalis cernua Thumb.(*). È immensa la rapidità di propa- gazione di questa specie (**); di anno in anno grandi estensioni di terreno sono da essa con- quistate; giardini, vigneti di più chilometri di superficie dal febbraio al maggio somigliano un tappeto giallo-citrino, solamente interrotto dalle viti o dalle altre piante coltivate. Dove cresce essa, non crescono, che raramente, le piante a vegetazione invernale e primaverile. Là dove prima il terreno era smaltato in primavera dei vari colori dei fiori delle diverse specie, oggi non si vede che il colore bello, ma uniforme, dei fiori dell’ Oxalis cernua. È dire che la prima comparsa di questa specie in questa regione data da un ventennio appena! Un'altra specie, che tende egualmente a diffondersi con discreta rapidità è Amarantus hypochondriacus L., e già presso Messina i contadini lo tagliano, insieme colle altre erbe, per foraggio. Le specie quindi, che si mostrano più perfettamente adattate ad un dato terreno e che sembrano lottare con vantaggio sulle altre vicinali, date certe condizioni, possono essere scalzate da altre nuove arrivate o da quelle stesse, che prima erano sopraffatte dalle mede- sime. In questo modo si rinnuova continuamente le fisionomia botanica terrestre. Abbreviature e segni convenzionali usati nel catalogo. Arc. - Arcangeli Giovanni. Bzì. - Borzì Antonio. Gus. - Gussone Giovanni. Nic. - Nicotra Leopoldo. Seg. - Seguenza Giuseppe. Col segno (!) s'indicano le nuove stazioni da me per primo osservate ed i mesi insoliti per la fioritura della specie, non notati prima nei trattati della flora di questa regione. (#) In dialetto Dreju, Erba america. (#*) Questa specie si propaga mediante bulbilli radicali, non per semi, almeno in questa re- gione. In molte contrade è divenuta a fior doppio cogli organi riproduttori trasformati in petali. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI MONOCOTYLEAE Graminaceae. PHALARIS CANARIENSIS L. Inselvatichita nei prati. Apr. - Lug.! CryPsls scHoeNoIDES Lam. Nei prati. Mag.! - Sett. SETARIA GLAUCA PB. Luoghi coltivati. Lug.! - Ott. PANICUM coLonuMm L. Luoghi umidi. Lug.! Ott. Cynopon DAcTYLON Pers. Comunissima nei luoghi aridi. Apr.! - Ott. ANDROPOGON PÙBESCENS Vis. Luoghi incolti dalla reg. camp. alla submont.: Taormina, Messina (Nic.), Merì! Dalla primavera al- l’ autunno! ANDROPOGON DYSTACHION luoghi selvatici dal mare alla reg. submont.. L. Comune ne’ Fiorisce quasi sempre! SACCHARUM AEGYPTIACUM W. Luoghi pros- simi al mare: Messina al Faro, Mare Grosso!, Tono, Scaletta (Nic.). Sett. - Nov. GASTRIDIUM SCABRUM Presl. Frequente nei prati. Mag. - Giug.! CORYNEPHORUS ARTICULATUS PB. Luoghi arenosi prossimi al mare: ra il t.t Muto e Milazzo! Apr. - Giug. AIRA CARYOPHYLLEA L. Frequente sui colli: Mistretta, Cannata, Caronia (Nic.), Cesarò (Nic.), Capo Milazzo!, Lipari (Bzì). Apr. - Giug. AVENA FATUA L. Frequente nei campi Marzo! - Giug. A. BARBATA Brot. Parimenti comune. Marzo! - Giug. LAMARCKIA AUREA Moench. Muri, luoghi aridi e per le vie: Messina, Merì!, Milazzo!, S. Filippo del Mela!, 8.t% Lucia del Mela!, Barcellona!, Spadafora!, G'azzi! ed altrove, Vulcano (Bzì.). Marzo - Mag. HoLcus LANATUS L. Luoghi umidi e siepi. Giug.. - Ag.! BrIzA MINOR L. Luoghi incolti erbosi e prati: Messina al Faro, Curcurace, Gravitelli (Nic.), Campo (Nic.), Francavilla (Nic.), 129 e altrove (Nic.); Merè!, S.t2 Lucia del Mela!, Gualtieri!, Monforte!, Barcellona!, Spa- dafora!, Serro!, Bauso!, Milazzo! Feb.! - Giug. i Briza MAXIMA L. Stessi luoghi della prece- dente. Feb.! - Mag. SCLEROCHLOA MARITIMA Lk. Luoghi arenosi vicini al mare. Mar.! - Giug. KoELERIA vILLOSA Pers. Comune nei luoghi aridi, arenosi. Apr.! - Giug. Bromus tEcroRUM L. Luoghi aridi: Scirpi (Prestopino) e altrove? (Nic.), Cumia su- pertore! Apr. - Mag. LoLiuMm rrALICUM A. Br. Campi coltivati: Messina a Mare Grosso! Mag. - Giug. LoLiuM MULTIFLORUM Gaud. Comune nei campi. Marzo! - Giug. TRITICUM viLLosoMm L. Comune nei campi, specialmente presso Messina. L’ Arc. non lo menziona per la Sicilia. Apr. - Giug: LEPTURUS FILIFORMIS Trin. Luoghi aridi. Mag. - Ag.! Gyperaceae. CyPeERUS BADIUS Desf. Acque scorrenti e acquitrini. Marzo! - Ag. C. caprraTUs Vand. Arene marittime Apr.! Sett. CAREX DIVULSA Good. Siepi fresche: Messina, Caronia, Barcellona all’ Oliveto! Apr. - Mag. Araceae. ARISARUM VULGARE Targ. Comunissimo Sett.! - Apr. Iuncaceae. LuzuLa ForstErII DO. Boschi. Giugno. Iuncus svLvaTtIcus Reich. Corsi d’acqua: Messina, Barcellona! Mag. - Lug. Marzo! - I. LamProcarpÙus Ehrh. Corsi d’acqua e ac- quitrini: Mag.! - Ag. I. amBIGuus Guss. Luoghi umidi presso il mare: S. Ranieri (Nic.), foce del tt® Muto! Apr. - Giug. I. capitarUs. Weig. Colli erbosi: M. Lando! Apr. 130 Asparagaceae Ruscus acuLEATUS L. Volgare nelle macchie. Feb. - Apr. e talora Set.! - Ott.! ASPARAGUS OFFICINALIS L. Ne ho raccolto un esemplare in una siepe presso il mare: Milazzo! Mag. - Lug.! Liliaceae. FRITILLARIA MESSANENSIS Rat. Colli erbosi : Messina Gravitelli, Scirpi, Bianchi!, Gesso (Seg.), Novara (Munafò), Marzo - Apr. ORNITHOGALUM ARABICUM L. Prati: Gravi telli (Nic.), Castanea (Seg.), S. Stefano di Messina (Arrosto), S.ta Lucia del Mela!, Spadafora!, Barcellona! Apr. - Mag. O. coLLinuMm Guss. Sui monti: Mandanici, Fondachelli (Nic.), Mistretta (Seg.), Taor- mina, Dinnamare ! Apr. - Mag. SCILLA BIFOLIA L. Luoghi elevati: Valde- mone (Guss.), Messina al Telegrafo (Seg.), Colle Molimenti !, M. Ariello !, Pizzo del Corvo ! Marzo - Mag. BELLEVALLIA ROMANA Rchb. Luoghi argil- losi, umidi: Sampieri, Giardini (Seg.), Bar- cellona! Feb! - Apr. Muscari GussonII Gerb. et Tar. Prati umidi: Barcellona! Apr. - Mag. ASPHODELINE LUTEA Rchb. Luoghi aridi, di- rupati dei monti: Mistretta (Seg.), Manda- nici (Nic.), M. Scuderi (Nic.), M. Lando! Apr. - Mag. AsPHoDELUS FISTULOSUS L. Non comune nei luoghi aridi. Feb.! - Mag. Colchicaceae. i è CoLcHIcuMm BrvonaE Guss. Prati argillosi: Barcellona all’ Oliveto!, S. Agata di Mili- tello (Nic.), Forza d’ Agrò (Scarcella), Bafia e Margi (Seg.), Sett. - Ott. Amaryllidaceae. } Narcissos TazzerTA Lois. Prati argillosi: Messina al Campo (Nic.), Salice (Nic.), Scoppo (Nic.), M. Pignara !, Patti !, Bar- cellona!, Spadafora !, S.t® Lucia del Mela! Gen. - Marzo. Iridaceae. CRocus vERNUS All. var. sicuLus Tin. Luoghi erbosi sui monti: M. Sori, Cannata; ne raccolsi un esemplare a M. Lando, ove non lho più potuto ritrovare. Marzo. RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Orchidaceae. i LIMODORUM ABORTIVUM Sw. Parassita snlle radici di Quercus: Messina alla Casazza del Re, al Campo, Fondachelli (Nie.), Pran- cavilla (Nic.), Bianchi! Apr. - Mag. PLATANTHERA CHLORANTHA Cust. Molto scarsa nei luoghi elevati, molto ombreggiati: Messina a Bimare, Casazza del Re e Muf- futi, Campo (Seg.), Serro !, Caronia, Mon- talbano. Mag. - Lug. ! SERAPIAS CORDIGERA L. Luoghi erbosi dei colli: Messina (Nic.), Marabotto? (Nic.), M. Scuderi? (Nic.), Bauso!, Colle Laz- zaria! Apr. - Mag. BARLIA LONGIBRACTRATA Parl. Luoghi freschi, ombrosi dei colli: Merà/, Barcel- lona! Genn. - Marzo. OrcHIS PAPILIONACEA L. Scarsa nei luoghi erbosi, elevati: Messina al Campo (Seg.), Mandanici (Nic.), Salvatesta (Nic.), Caronia (Nic.), Larderia (B.zì), M. Lando! Aprile. O. Morio L. Comune sui colli: Messina e altro- ve? (Nic.), Colle Lazzaria! Marzo! - Mag. O. coriorHora L. Colli erbosi: Messina a Gravitelli, Batassaro, Bianchi !, Forte G'on- zaga!, Bauso !, Calvaruso ! Mag. - Giug. O. MACULATA L. Luoghi selvatici umidi o molto ombreggiati: Mistretta, Capizzi, Man- danici, Cesarò, Cannata, Francavilla, Mi- litello, Messina, Fondachelli, (Nie.), M. Scu- deri (Seg.), Russomanno, Caronia (Nic.), fra Roccella e Santa Domenica (Nic.), Serro! - Mag. - Lug. O. ATLANTICA W. Boschi: Ciccî (Nic.), Bianchi (Nic.), Torre, Telegrafo, Dinnammare(Nic.), M. Manili!, Mandanici, Larderia (Nic.), Mistretta nel bosco d’ Ancedda, M. Lando! Marzo - Mag. OPHRYS APIFERA Hudy. var CHLORANTHA Heg. et H. L’ho trovata in un vallone umido a nord-ovest del colle Lazzaria presso Barcellona. Apr. - Mag. O. ARACHNITES Host. var. OxYRRHYNCHOS Tod. Colli erbosi: Militello, Mandanici, Mes- sina a Batassaro (Seg.), Tre Monti !, Bian- chi!, Gravitelli (Nic.), Merè! Marzo! - Mag. (continua) RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 131 BOMBICCI prof. LUIGI Deserizione di novanta piecole collezioni per l'insegnamento oggettivo oceasionale nelle scuole elementari Con questo titolo, apparentemente modesto, l'illustre prof. Bombicci, ha pubblicata un' opera che per la sua indole ed il suo elevato scopo, può dirsi grandiosa. Sono tre volumi di aspetto elegante e di contenuto prezioso, perchè pieni di utilissime cogni- zioni che potrebbero ben giovare anche a molti adulti che non abbiano avuta la fortuna di un buon insegnamento oggettivo nella loro gioventù scolastica. Sono corredati di novanta prospetti sinottici, i quali riproducono esattamente l’' ordinamento dato agli oggetti nei cassetti delle novanta collezioni proposte e formate dall’ A. Gli scopi presi di mira sono i seguenti, che rappresentano l’ ideale dell’ insegnamento oggettivo. 1.° Rendere facile, piacevole ed esatto l’ insegnamento oggettivo nelle scuole ; sostituire lar- gamente questo elemento preziosissimo di ginnastica intellettuale e di preparazione effettiva alla vita sociale e civile, alle sterili nomenclature ed alle descrizioni di cose ron presenti in iscuola: ed avviarlo verso cognizioni più utili e pratiche, relative alla agricoltura, alle arti meccaniche, alle materie prime del lavoro operaio e delle più belle industrie nazionali. 2.° Far nascere nelle menti infantili, e farvi crescere con sicurezza e vigore, oltre ad una curiosità gentile, per cose belle e nuove, la dote «ncomparabile della CAPACITÀ AD OSSERVARE ED A RIFLETTERE. 3.° Agevolare aî Maestri la conoscenza pronta e sicura degli oggetti che loro occorrerà di presentare ai discepoli. 4.0 Far circolanti, come lo sono i libri di una biblioteca, e da cantonale a cantonale, quindi da classe a classe, i cassetti delle novanta collezioni. d.° Dar modo ai maestri elementari di campagna, o dei piccoli Comuni, di comporre, colla propria iniziativa, e per le scuole, minori museini didattici. Siccome i cassetti di un Museo centrale, come quello di cui trattiamo, non potrebbero giun- gere alle scuole lontane, così conviene offrir a queste un tipo, o modello, per le scelte opportune, per gli ordinamenti ed assettamenti speciali e per le respettive illustrazioni; avvertendo che questo tipo può esser benissimo riprodotto nelle sue: linee caratteristiche, facendo a meno di tanti oggetti che difficilmente si conquistano 0 si comprano; bensì, servendosi di quelli, sufflcientissimi, che possono trovarsi dappertutto. 6.° Promuovere infine, col concorso eccellente di un po’ di lavoro manuale - ricreativo e riposante - la rivelazione, ai piccoli ragazzi ed ai loro parenti, delle personali attitudini d’ in- gegno 0 di braccio, di pensiero 0 di lavoro che ciascun alunno possiede. Naturalmente, nei tre volumi c. s. non sono trattati, con forma scientifica, speciali argomenti di storia naturale, di agronomia, di arte decorativa, di industria estrattiva o manifatturiera, di igiene, di fisica ecc.; bensì, alla buona e colla maggiore chiarezza e semplicità che furono possibili, vi sì presentano le più importanti materze prime, organiche e inorganiche, ed i più interessanti risultati pratici del pensiero e del lavoro umano, donde gli argomenti diversi di insegnamento ri- creativo ; sempre dando la preferenza alle cose più utili-e più usuali, e non di rado mal note, ed a quelle del suolo o della industria d’ Italia. Le collezioni del museo didattico, e le descrizioni che vi si riferiscono, son classificate in guisa da permettere a chi studia di seguire sia la serie naturale, dai minerali, alle piante, agli animali, attraverso i loro prodotti e le rispettive trasformazioni; sia la serie tecnica, dalle cose che servono alla alimentazione, a quelle usate per le vesti, a quelle adoperate nelle costruzioni e negli arredamenti. Il Comm. Bombicci ha avuta la buona idea di presentare questo suo lungo e faticoso lavoro alla esposizione di Torino ottenendone la Medaglia d’oro, un diploma speciale, ed il favorevole giudizio delle persone competenti. Ora sta sopra a tutti agli insegnanti e ai direttori delle scuole di far tesoro di questa pubblicazione, e così completare la ricompensa morale che spetta all’ autore che sebbene celebre nei suoi prediletti studi sulla Mineralogia e Geologia al cui progresso ha tanto contribuito, ha pure sempre trovato modo e tempo di dedicare il suo sapere le sue amore- voli cure, alla parte educativa e didattica dell’insegnamento nei suoi diversi gradi, dall’ elemen- tare, all’ universitario. I tre volumi componenti l'opera, elevantemente rilegati in tela a colori e fregi d'oro, costano complessivamente L. 12, ma sappiamo che a coloro che possono dimostrare di essere maestri ele- mentari il prezzo viene ridotto a L. 9,00. L'opera viene spedita franca per pacco postale, contro cartolina vaglia diretta al Sig. Ado/jo Galletti (Istituto di Mineralogia, R. Uuiversità) Bologna. 132 RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI BIBLIOGRAFIA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI Questo catalogo di quanto viene pubblicato in Italia relativamente alle Scienze naturali, cre- diamo sia l’unico che sì stampi fra noi ed è forse perciò che gli studiosi e specialmente gli esteri, ci hanno spesso fatte calde premure a chè procurassimo di renderlo il più possibile com- pleto. Per la qual cosa preghiamo gli autori italiani e quelli esteri che scrivono in pubblicazioni italiane o di cose italiane, relative alle scienze naturali, a favorirci possibilmente una copia dei loro scritti, o fornirci anche solamente i dettagli sufficienti per poterne dare un annunzio simile ai seguenti. I gentili autori che ci faranno questo favore, avranno un qualche compenso nel far così conoscere il titolo dei loro scritti nei centri scientifici di tutto il mondo, poichè questa Rivista non solo è diffusa per i molti abbonati che ha, ma viene anche inviata in cambio ad oltre 200 pubblicazioni dei principali sodalizi scientifici italiani ed esteri. N. B. L’amminisirazione s’ incarica di procurare agli abbonati, senza aumento di prezzo, le pubblicazioni delle quali è notato il costo, ed anche le altre se è possibile; ma per queste ultime occorre che i richiedenti inviino con la do- manda cent. 30 per la francatura della corrispondenza, per le altre basta scrivere in cartolina doppia, Zoo Asi: Pubblicazioni del 1897 (continuazione) Botanica, Paleofitologia - Agricoltura 385 A. B. Le specie di ficus, viventi a pie- n'aria nel R. Orto Bot. di Palermo. (Palermo Boll. del R. Orto Bot. fasc. 3-4 e seg.) 386 A. T. Osservazioni fenologiche fatte nel secondo Trimestre dell’ anno 1897. (Ibidem, fasc. II, pag. 73-87). 387 Aldrovandi U. Opera botanica (Bolo- gna, Regia Tipografia F.lli Merlani). 388 Arcangeli G. Ricerche sul contegno del Polline nel Girko Biloba. Comunicazione preliminare del Dott. S. Hirase di Tohio. (Fi- renze, Bull. della Soc. Bot. Ital. N 2, pag. 89-91). 389 Arcangeli G. Rendiconto morale della Società botanica italiana durante l’anno 1896. (Firenze, Buli. della Soc. Bot Ital. n. 4 pag. 148-152.) 390 Arcangeli G. Sopra alcune mostruosità (1bidem, pag. 1760-78). 391 Arcangeli G. Sull’ Arum italicum e sopra le piante a foglie macchiate. (Ibidem pag. 198-203). 392 Arcangeli G. Sul Cheirostrobus, nuovo tipo di cono fossile dell’arenaria calcarea, per S. Schott. Y. H. (Ibidem. pag. 238-241). 393 Arcangeli G. Ancora sull’ Arum ita- licum. (Ibidem, n. 1 pag. 46-49). 394 Arcangeli G. Gli spermatozoi della Cy- cas revoluta. Comunicazione preliminare del prof. S. Ikeno di Tokio (Ibidem, n. 2 pag. 69-72). 395 Arcangeli G. Di nuovo sul Narcissus papyraceus, sul N. Barlae, e sul N. albulus. (Ibi- dem n. 2, pag. 49-51). 396 Arcangeli G. Sopra alcune piante os- servate a San Giuliano e sulla fioritura precoce in alcune forme di Narcissus. (Ibidem n. 6 pag. 310-312). 397 Arcangeli G. Sul germogliamento dei grani pollinici. (Ibidem N. 5 pag. 262-268). 398 Arcangeli G. Altre osservazioni sulla fioritura dell’ Arum Pictum L. Fil. (Ibidem, n 6, pag. 293-296). 399 Arcangeli L. Le Beyonie. (Torino, Il Giardinaggio N. 9, pag. 99-100). 400 Arnaud ing A. Della traspirazione delle piante. (Pescia, L'Eco degli Ingegneri e Periti Agrimensori N. 14 e seg.) 401 Avetta C. Flora crittogamica della pro- vincia di Parma. Prima Contribuzione. (Genova, Malpighia anno XI, fasc. IV-V, pag. 181-197). 402 Baldini T. A. Il mondo vegetale de- scritto ed illustrato, con prefazione del prof. R. Pirotta. (Milano, Ulrico Hoepli, 600 fig. su 124 tav. a colori.) 403 Baldacei A. Rivista della collezione botanica fatta nel 1895 in Albania. (Firenze, Nuovo Giornale Botanico Ital. n. 4, e seg.) 404 Ballerini C. Coltura della Consolida Gi- gante. (Milano, Il Corriere Agricolo Commerciale n. 163, pag. 483). 405 Baldrati dott I. La struttura anatomica e la interpretazione morfologica della perula del bulbo di alcune specie del genere ” Allium ,,. (Firenze, Nuovo Giornale botan. ital. n. 2 pag. 214-223). 406 Baldrati I. Contributo alla ricerca della eziologia della antracnosi punteggiata della Vite. (Firenze Bull. della Soc. Bot. Ital. n. | pag. 10-12). 407 Baldrati I. Di due micromiceti scoperti RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 133 nel Ferrarese, nuovi per la flora italica, (Ibidem n. 4, pag. 244-46). 408 Bargagli P. Nuovo metodo d’ osserva- zione per i movimenti delle piante. (Siena Boll. del Nat. n. 5 p. 65). 409 Bargagli P. Notizie intorno ad alcuni erbarî che si conservano nel R Istituto Tecnico Galileo Galilei in Firenze. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. N. 4 pag. 165-71) 410 Baroni E. Osservazioni sopra alcune ara- cee Cinesi fiorite nel R. Orto Botanico Fiorentino. (Firenze, Nuovo giornale botanico italiano n. 2 pag. 188-190). 411 Baroni E. L'Orto e il Museo Botanico di Firenze nell’ anno scolastico 1895-96 (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. n. 2 pag. 66-68). 412 Baroni E. L'orto e il Museo botanico di Firenze nell’anno scolastico 1896-97. (Firenze, Nuovo Gior. Bot. Ital. n. 4 pag. 420-423). 413 Baroni E. Novum genus Compositarum plantarum. (Ibidem, pag. 431-432). 414 Baroni E. Ricerche e lavori del R. Mu- seo ed Orto Botanico di I e Il (Firenze, Stab. Pellas). 415 Baroni E. Parole pronunziate alla inau- gurazione del Congresso botanico di Firenze. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. n. 4 pag. 153-56). 4!6 Baroni E. Sopra due forme di Hemero- callis e sopra alcuni Lilium della Cina. (Firenze, Nuovo Giorn. Bot. It. n. 3 p. 303-307, con 1 fig.) 417 Baroni dott. E. et Christ dott. H. Filices Plantacque Filicibus Affines in Shen-si Firenze fasc. septentrionali, Prov. Imperii Sinensis a Rev. Pa- tre Josephe Giraldi Collectae, (Ibidem, n. l pag. 836-102). 418 Baseggio dott. G. La frutticoltura. Con- ferenza del Prof. D. Tamaro riassunta dall’ au- tore. (Bergamo, Il Lavoro Bergamasco n. 9 pag. 2-3). 419 Beissner L. Coniféres de Chine. (Firenze, Nuovo Giornale Bot. Ital. n. 2 pag. 183-187). 420 Beguinot A. Prima contribuzione alla biologia romana. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. n. 2 pag. 75-82). 421 Beguinot A. Herbarium Camillae Doriae. Prodromo ad una flora dei Bacini Pontino ed Au- li- mitrofi. (Lepini ed Ausoni). (Genova; Annali del Mus. Civico di St. Nat. Vol. XVIII). sonio e del versante meridionale dei Monti | 422 Beguinot A. Sulla presenza in Italia delia « Elodea Canadensis Mehx ». (Roma, Gior. Ital. di Pesca e Acquicoltura n. 11 pag. 339-343). 423 Beguinot A. Di alcune piante nuove o rare per la flora romana. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. n. 1 pag. 30-37). 424 Beguinot A. Nuove specie e nuove lo- calità per la Flora Romana. (Ibidem, n. 3 e seg.) 425 Beguinot A. Nuove specie e nuove lo- calità per la flora romana. (Ibidem, n.4 continuaz. e fine pag. 209-214). 426 Belli S. I Hieracium di Sardegna. Rivista critica delle specie note dalla Flora Sarda di Moris e dal Catalogo di W Barly. (Torino, Me- morie della R. Accad. delle Scienze, Ser. 2, Tomo 48 con 3 tav.) 427 Bellucci E. Le Rape. (Torino, Gazzetta delle Campagne n. 18, pag. 138-39). 428 Berlese A. N. Una nuova batteriosìi delle patate, delle melanzane e dei pomodori. (Padova, Boll. di Entomol. Agrar. e Patol. veget. n. 9, pag. 317-319). 429 Bolle G. Un parassita vegetale del gelso al Giappone. (Casal Monferrato, Il Bacologo Ita- liano n. 29 pag. 228-229). 430 Bolle G. Sulla coltivazione del gelso al Giappone. (Ibidem, n. 27, pag. 210-212). 431 Bolzon dott. P. Contribuzione alla Flora Veneta. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. n. 2, pag. 51-56). 432 Bonatelli F. Un caso d’antipatia ve- getale. Breve escursione o piuttosto incursione nel campo della botanica. Nota. (Atti R. Istituto Veneto di sc. lett. ed art. Venezia 1896-97, S. VII, T. VISI p. 378 80.) 433 Borzi A. Pleogynium Solandri (Palermo, Boll. del R. Orto Botan. fasc. II, pag. 64-66). 434 Borzi A. Diagnosi di specie nuove o cri- tiche. (Ibidem, pag. 43-50). 435 Borzi A. Baurella novum rutacearum Ge- nus. (Ibidem, fase. 3-4 pag. 153-56). 436 Bresadola ab. G. Di una nuova specie di Uredinea. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. n. 2, pag. 74-79). 437 Bresadola I. Critice tisquisitum. (Ibidem, n. 6, pag. 291-293). 438 Bresadola I. Hymenomycetes Hungarici Kmestiani. (Rovereto, Atti della R. Accad. di Sc. let. ed Arti degli Agiati, fasc. I e II, pag. 66-120.) Genus Mòolleria Bres. 134 RIVISTA ITALIANA DI 439 Briosi prof. G. Rassegna crittogamica pei mesi di Luglio a Novembre 1896. (Roma, Min. di Agric. Ind. e Com. Boll. di Notizie Agra- rie n. 5 pag. 162-173). 440 Briosi prof. G. Rassegna generale delle ricerche fatte nel 1896 dalla Regia Stazione di botanica crittogamica di Pavia. (lbidem, n. 15 pag. 297-99). 44) Brizi U. Etiologia della Malsunia del Corylus Avellana L. (Roma, Atti della R. Accad. dei Lincei fasc. 2, pag. 227-230). 442 Brizi U. La Bacteriosi del Sedano. (Ibi- dem, fasc. 6, pag. 229-234). 443 Bulgarini conte A. Legge forestale. (Atti del R. Comizio Agrario N. 6 p. 35-57). 444 Buscalioni L. Sulla-formazione dell’ al- bume del Leuconjum verum L. (Roma, Atti della R. Accad. dei Lincei. Rend. fasc. 5, pag. 187-188). 445 Brizi U. Studi sulla flora biologica del Lazio. (Genova, Malpighia fasc. 9-10, pag. 345-86). 446 Bufalini dott. D. Le cattedre ambulanti d’ insegnamento agrario. (Siena, Atti del Comizio Agrario Estr. di 18 p. in-8). 447 Cantoni prof..L. Il fico d' India. (To- rino. Gazzetta delle Campagne n. 13, pag. 98-99). 448 Cacciamali prof. G. B. Filogenesi delle Idrante. (Siena, Riv. Ital. di Sc. nat. n. 11 pag. 137-42). 449 Calegari M. Addenda ad Floram Italicum Specie nuove e località nuove di specie gia note della flora di Parenzo in Istria. (Genova, Mal- pighia fasc. 11-12, pag. 466-67). 450 Cantoni prof. L. L’Erinosi della Vite. (Catania, L' Agricoltore Calabro Siculo n. 4, pag. 62-63). 451 Caruso prof. G. Esperienze fatte nel 1895 per combattere la peronospora delle viti per mezzo dell’acetato di rame in confronto colla poltiglia cupro-calcica. (Firenze, Atti della R. Ac- cad. Economico- Agraria dei Georgofili Disp. 2. pag. 115-118). 452 Caruel T. Supplemento generale « al Prodromo della Flora toscana » fasc. I. (Firenze, stabil. G. Pellas.) 453 Caruel T. Epitowue Florae Europae ter- rarumque affinium (Florentiae fase. III.) 494 Casagrandi O. Sulla morfologia dei Blastomiceti (Palermo, Il Naturalista Siciliano N. 1-2-3 pag. 1-22). SCIENZE NATURALI 455.Castracane L. Nuovo tipo di Rhizoso- lenia e note critiche sui generi Rhizosolenia e attheja (Roma, atti accad. pont. dei Nuovi Lincei fasc. III pag. 53-58) 456. Cavara F. Tubercolosi del Pesco (Pa- dova, Boll. di Entomol. Agrar. e Patol. veget. N. 12 pag. 363-366). 457 Cavara F. Funghi mangereggi e funghi velenosi (Milano Edit. Ulrico Hoepli). 458 Crépin F. Notice sur les Roses recueil- lies dans la Province chinoise du Shen-si par le Pére Giuseppe Giraldi de 1890 a 1895. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. n. 4 pag. 230-34). 459 Cocconi prof G. Intorno alla genesi del corpo ascoforo d' alcune specie di Helotium. (Bologna, R. Accad. delle Scienz» dell'Istituto fasc. 3. pag. 104-105). 460 Danti R. La peronospora della vite (Siena, atti R. Comizio Agrario N. 4 pag 35-55). 461 Danielli Ing. E. L'arte dei giardini (Ibi- dem pag. 3-17) 462 Danielli Ing. E. La selezione del grano (Ibidem pag. 19-33). 463 De Fonzo Dott. D. Contribuzioni alla conoscenza degli Acarodomazii (Palermo, Il Na- turalista Siciliano N. 4 pag. 85-92). 464 Del Guercio G. Intorno ad una nuova infezione del Pero (lirus Communis), prodotta dalla Hormomyia Bergenstammi (Firenze, Nuovo gior. botan. Ital. N. 4 pag. 433-438 con fig.). 465 Del Guercio dott. G. Intorno ad alcuni cecidii ed ai cecidiozoi della Santolina, dei Den- drobium e delle cattleie. (Ibidem n. 2 pag. 192- 198). 466 De Gasparis dott. A. e Bellini R. Alcuni schiarimenti su di una speciale produ- zione dell’isola di Capri. (Sierra Riv. Ital. di Sc. Natur. N. 7 pag. 91-92). 467 De Gasparis A. e Mastro Stefano ALe diatomee delle acque di Teano (Napoli, Boll. della Soc. di Naturalisti Vol. x pag. 395-403). 468 Delpino prof. F. Dimorfismo del Ranun- culus Ficaria L. (Bologna, Rend. R. Accad. del- le Scienze dell’ Istituto fasc. 3. pag. 135-136). 469 Del Testa A. Contributo alla Flora va- scolare delle Pinete di Ravenna (Firenze, Nuovo Giornale Bot. Ital. N. 3 pag. 289-302). 471 De Toni E. Sui nomi vernacoli di piante nel Beliunese. Ibidem di Dispensa Terza pag. 195-206). RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI 470 De Toni G. B. e Levi D. Flora algo logica della Venezia (Venezia, Atti del R. Istit. Veneto di Se. lettere ed arti Tomo LV Disp. X pag. 1051-1086). 472 Dinter K. Noterelle botaniche dall’ Africa meridionale (Genova, Malpighia, fase. VI-VII pag. 339-343). 473 Di Tokio To, Ke. La coltura del cri- santemo insegnata da un giapponese (Torino, Il Giardinaggio N. 5 pag. 51-52). 474 Fatta G. Sui fiori di Deherainia sma- ragdina Decaisne. {Fireaze, Nuovo Giorn. Botan. Ttal. N 2 pag. 145-57). 475 E. G. i funghi utili e nocivi (Torino, Gaz- zetta delle Campagne. N. 36 pag. 282-83). 476 Ferrari P. Fillossera e viti americane. (Firenze, Giornale di agricoltura e Commercio della Toscana N. 17 pag. 333-336). 477 Fondelli ing. ag. V. La coltura della vite nella provincia di Siena. (Siena, Atti del : R. Comizio Agrar. N. 6 pag. 1-34). 478 G. C. Insetti che arrecago maggiori guasti alle piante fruttifere. (Soligo, Il progresso agri- colo N. 8 pag. 60-61). 479 Gabelli L. Sopra un caso assai interes- sante di sinfisi fogliare. Genova, Malpighia anno VI fasc. IV-V. pag. 198-204). 480 Geremicca M. Notizie torno ai botanici italiani del secolo XIX. (Napoli, Bollettino della Società di a 17). 481 Geremicca M. Su di un caso di proli- statistiche in- Naturalisti pag. © ferazioni nella Fragaria vesca L. (Ibidem pag. 107-108). 482 Geremicca M. e Rippa G. Primo con- tributo allo studio della Flora di Vivara pag. 18-66). 483 Giglio prof. G. Sul contenuto di Pilo- carpina nel Pilocarpus pennatifolius cresciuto nel R. Orto Bot. di Palermo (Palermo Boll. del R. Orto Bot. fasc. 3-4 pag. 119-22). 484 Grilli M. ll pesco nano. (Siena Boll. Nat. N. 9 pag. 109-10). 485 Goiran A. Sulla asserita presenza del Procida e di Phleum echinutum Host nel monte Bolca (Firen- ze, Bull. della Soc. Bot. Ital. N. 4 pag. 225- 229). 486 Goiran A. Alismaceae et Hydrocharida- ceae Veronenses. Ibidem N. 5 pag. 277-279). 487 Goiran A. Addenda et Emendanda in Flora Veronensi (Ibidem N. 6 pag. 284-286). 135 488 Grilli C. Algae Nonnullae in regione Picena Lectae, Quas Exponit (Ibidem N. 3 pag. 110-115). 489 Kruch O. L'’epidermide mucilagginosa nelle foglie delle Dicotiledoni. Ricerche anato- miche e biologiche. (Roma, Annuario del R. Istit. Botan. fasc. 3 pag. 191-274 con tav. VII-VIII. bis). 490 Ingegnoli Flli. Manuale di praticoltura e descrizione, coltivazione usi delle piante fo- raggere, yraminacee, alimentari, industriali, olei- fere, tintorie, tanniche, tessili, filamentose, eco- nomiche e forestali. Milano, pag. X1II-275). 491 Lampertico D. Note -di gelsicoltura, (Casale Monferrato, Il Bacologo Italiano N. 3 pag. 18-21). 492 Loprione G. Azioni dei raggi X sul protoplasma del'a cellula vegetale (Catania, Nuo- va Rassegna). 493 Macchiati L. Sui così detti tubercoli gemini dei semi delle Papilionacee e sul loro valore anatomico e biologico. (Firenze, Bull. della Soc. Botan. Ital. n. 3, pag. 104-110). 494 Macchiati L. I tegumenti seminati delia Vicia narbonensis L. non contengono i grani d’amido incapsulati del dott. Buscalioni. (Modena, Atti della Soc. dei Natur. Anno XXIX). 495 Macchiati L. Sulla presenza dell’albume nei semi della veccia di Narbona. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. n. 1 pag. 37-39). 496 Macchiati L. Una nuova stazione del Nostoe verrucosum Vancher. (Modena, Atti della Società dei Naturalisti Vol. XIV pag. 113-121). 497 Macchiati L. Sulla biologia del Bacz- lus Beccarini (B. vitivorus Ban). (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. n. 4 pag. 156-63). 498 Macchiati L. Ancora sulla non esistenza dei granuli d’amido incapsulati del dott. Luigi Buscalioni. (lbidem, pag. 178-83). 499 Malagola G. Sulla coltivazione del Fi- co d'India. (Milano, Corriere Agricolo Commer- ciale N. 125 pag. 26). 500 Martini S. Coltura promiscua e specia- lizzata della vite. (Arezzo, Il progresso Agricolo Commerciale della Toscana N. 11 pag. 243-247). 501 Massalongo C. Nuovo contributo alla conoscenza dell’ Entomocecidiologia italica. (Fi- renze, Bull. della Soc. Bot. Ital. N. 2 e seg.). 502 Massalongo C. Di una nuova forma di Ramularia che vive sulle foglie di Helleborus foetidus. (Ibidem N. 1 pag. 29-30) 136 503 Massalongo C. Sopra alcune partico- larità strutturali osservate dal Prof. H. Webber nel tubo pollinico del genere Zamia. (Ibidem N. 5 pag. 280). 504 Massalongo €. Le epatiche raccolte nella provincia di Schen si « China Interiore » dal Rev. Padre Giuseppe Giraldi. (Ibidem pag. 272-276). 905 Massalongo C. Ricerche del Prof. H. I. Webber sullo sviluppo degli Anterozoidi in Zamia. (Ibidem N. 6 pag. 286-289). 506 Massalongo C. A proposito di una va- rietà Micrantha di Convolvulus arvensis L. (Ibi- dem N. 2 pag. 82-83). 507 Massari M. Contribuzione alla Brio- logia Pugliese e Sarda. (Firenze, Nuovo Gior. Botan. Ital. N. 3 pag. 317-352). 008 Mattei Barone G. Se i corpuscoli rossi di varie myrsineae, primulaceae, oxalideae, ed altre piante, possano ritenersi Glandole schizo- gene o sacchi secretori. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. N. 2 pag. 83-89). 209 Mattirolo prof. O. Il genere Cerebella di Vincenzo Cesati. Ricerche intorno al suo svi- luppo e alla sua sistemazione. (Bologna, Rend. R. Accad. delle Scienze dell’ Istituto fasc. 4 pag. 171-72). 510 Matteucci G. Contributo allo studio delle placche sugherose nelle piante. (Firenze, Nuovo giornale botan. ital. N. 2 pag. 224-243). 511 Micheletti L. Storia di Calabria, sesta contribuzione Licheni, 1.° manipolo. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. N. 4 pag. 203-208). 12 Micheletti L. Asplenium marinum L., Scrofulariu Vernalis L. e Primula Vulgaris Huds. (Ibidem pag. 208-9). 513 Micheletti L. Flora di Calabria (set- tima contribuzione) Alcune Pteridofite e fane- rogame (Una parte delia quinta centuria). (Ibi- dem pag. 256-60). 514 Migliorato E. Secondo elenco di Ano- malie vegetali raccolte dall’ autore. (Ibidem N. l pag. 27-28). 515 Migliorato E. Seconda nota di osser- vazioni relative alla flora Napoletana. (Ibidem pag. 23-26). 516 Mirabella dott. A. M. Reliquiae Ti- RIVISTA ITALIANA DI SCIENZE NATURALI a — ti li lu lil neanae,. (Palermo, Boll. del R. Orto Botanico fase. II pag. 70-73) 517 Montanari M. Per la seminagione dei frumenti. Affidamento del seme al terreno. (Ro- ma, L'Eco dei Campi e dei Boschi N. 21 pag. 650-656). 518 Morini prof. F. Monografia del gen: Pi= lobolus Tode. (Bologna, Rendiconto della R. Ac- cad, delle Se. dell’ Istit. fasce. 2 pag. 44-45). 519 Morini prof. F. Intorno ad un’ anoma- lia nella struttura secondaria del caule di una Casuarina. (Ibid. fase. 3 p. 136-146 con 1 tav.). 920 Miiller C. Levierella novum genus fa- bronia cearum muscorum. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. N. 2 pag. 73-74). 521 Miller C. Bryologia Provinciae Schen-si Sinensis II. (Firenze, Nuovo Giornale Botanico Ital. N. 3 pag. 245-276). 522 Munerati O. I parassiti vegetali ed ani- mali più dannosi al riso. (Milano, Il villaggio N. 1100 pag. 285). ; ° 523 Nicotra L. Tetrameria fiorale nell’ Ophr- ys aranifera. (Firenze, Bull. della Soc. Bot. Ital. N. 4 pag. 163-653). 024 Nicotra L. Di taluni fatti biomorfolo- gici e di talune proposte relative alla flora ita- liana. (Ibidem pag. 183-89). 025 Nicotra L. Considerazioni sul genere fumaria e su alcune forme italiane dello stesso, (Firenze, Nuovo Giornale Botan. Ital. N. 3 pag. 308-316 con fig.). 526 Ottavi E. La maclura, surrogato del gelso - Una varietà senza spine. (Casale Mon- ferrato, Il Bacologo Italiano N. 45 pag. 353-355). 527 P. M. Coltura delle fuchsie. (Torino, Il Giardinaggio N. 7 pag. 77-78). 528 Palumbo dott. M. Parassiti delle Cru- cifere coltivate. (Padova, Boll. di Ent. Agr. e Pat. veg. N. 5 pag. 254-258). 529 Palanza A. Osservazioni botaniche in terra di Bari. (Firenze, Nuovo Gior. Bot. Ital. N. 3 pag. 277-288). 530 Palanza A. Bivonaea praecox Bert. (Fi- renze, Bull. della Soc. Bot. Ital. N. 2 pag 64-65). 531 Pampaloni L. Nota preventiva sopra un mio studio sulle piante ipocarpogee. (lbidem N. 4 pag. 190-93). (continua) S. BROGI direttore responsabile Siena Tip. e Lit. Sordo-muti di L. Lazzeri va tei - LABORATORIO DOUG TIMO “TA SSIDERMOI MUSEO DI STORIA NATURALE diretti dal. Cav. SIGISMONDO BROGI Naturalista premiato con 21 medaglie e diplomi speciali Cataloghi na Prezzi correnti gratis Fornitore di molti musei e gabinetti italiani, ed esportatore all’ estero Animali, Piante, Minerali, Roccie, Fossili, Strumenti, Arnesi, Preservativi, Specialità ecc. 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Chi desidera sol» la Rivista e il Bollettino pagherà L. da 90 per de te 2a nate complete, compresi perciò gli arretrati. i oh A tutti i nuovi abbonati, chel pagano ora 1° abbORSRAREAE per il 1899 vongiivo f@apiati: 23 fascicoli che sì pubblicheranno durante il 1898. SI " AVVISO AGLI ABBONATI MOROSI Vi sono poi alcuni abbonati che hanno da pagare diverse anuate, di dry se abbiamo tante e tante volte pregati a mettersi in regola, ma inutilmente, Abbiamo man vet sollecitazioni private e lettere raccomandate, onde siamo sicuri che hamno ricevuto anche pu cal che quelli che non si decidono ad adempiere a questo loro «dovere, saranno invitati a farlo per ( i di pregti iera pubblicata nel giornale : Ci pare adunque di aver fatto tutto il possibile per. evitare questa spiacoyole pubblicazione e A Di non comprendiamo davvero come persone oneste e distinte, possano permettersi dr'volonisrtatare ed espressamente abbonarsi ad un giornale, e non volerne poi pagare 1° impòrto. VD) è. Preghiamo caldamente i seguenti signori a rimetterci subito |’ importo delle , = DO annate scadute. Ci riserviamo poi di ricorrere ai tribunali poichè Jo ripetiamo, noi si chiede il costo di ab- —. bonamento solo a coloro che si sono volovtariamente abbonati. Antonini ing. 0, F. Venezia per abbonamento 1895-97 L18590 SS Conti dott. prof, Usilio Napoli c 1895-97 «15,00 Balbi cav. Emilio Asti < 1893-98 ‘« 30,00, Spada conte prof. Leonello Osimo « 1894-98. « STARE É Paolucci prof. Luigi Ancona « 1894-98 25, 00 (Continua) _—Tr———————— n a ° AVICULA ,, Giornale ornitologico italiano Abbonamento per l’ Italia:L. 4 all'anno SOMMARIO DEL N, 11 Angelini prof. Giovanni. Osservazioni e riflessioni intorno alle passere di padule (Emberiza 2 schoeniclus Liun.) ed affini, Pag. 12]. GIA Vallon G. Alcune notizie intorno alla Passera di Palude (Schoenicola palustris Savi). Pag. Ke xi a Damiani prof. Giacomo. Il Larus Audouinî Payr. all' Elba. Pag. 131. Arrighi Griffoli conte G. Note ed appunti di un cacceiatore sui nostri uccelli migratori. Parte seconda (cont ) Pag. 133. Bonomi prof. Agostino, Note ornitologiche raecolte nel Trentino durante il 1897. Pag. 136. Ripa dott. F. e Morici Minà Michele. Avifaana sicula, Melani d5 ag 140 AA Lucifero A. Avifauna calabra (cont.) Pag. 143. ‘ CATTURE DI SPECIE RARE OD AVVENTIZIE E NOTE ORNITOLOGICHE. Zonghi Lotti N. \ Da Fabriano — Zonghi Lotti N. Ancora sull’arrivo delle rondini. — Moschella G. A proposito del Larus minatos — Moschella. G. Caso-di adozione in'un_Corvus coras—. Cascella dott. F. Rara caitura di un Porphirio caeruleus nelle vicinaBze d'Aversa. — Venezia prof. F. Ciconia nigra. — Abeni prof. C. Glaucidium passerinus — Bri gi S. Catture. Pag. 146 a 149. ai data CACCE E PASSAGGI, Pas. 149 a 150 — Notiziario. Pag. 150.a 151. — Indirizzi di Or- nitologi. Pag. 151 a 152. (Ei; pr A Ber i Cacciatori UCCELLI PER:RI ICHIAMI Dal Laboratorio di Storia naturale di S Brogi in Siena, sì forniscono uccelli imbalsamati pd perfettamente al ‘naturale, molto adatti per collocarsi sugli alberi, sulle siepi, nel ter- > reno e nell'acqua, come richiami nelle cacciè con fucile, con panie e conle re Pr Fringuelli, cardellini, lodole, verdelli, passere, zigoli, cingalline, pEPBRIE, bat: tes ticode e simili, costano L. 1,50 ciascuno. Ei Tordi, merli, tordele, picchi, storni e simili, L. 2,00 ciascuno. Civette, allocchi, falchetti, ghiandaie, gazzere e simili, L. 3,00 ciascuno. f, Piccioni, tortole; quaglie e simili, L. 4.00 ciascuno. ali 0 Colombacci, colombelle, corvi, starne, folaghe, anatre piccole, tuffetti e simili. L. 5 Pant Anatre grosse, aironi, gabbiani e simili, L. 6,00 ciascuno, # r Le è Questi uccelli possono pufe conservarsi per ornamento e resistono alle tarme o. tignole. Chiunque può anche inviare freschi in carne.gli uccelli.che vuole imbalsamare per. il pri ta iS o per altri scopi, indicando in quale posa li desidera. La spesa è in proporzione dei piego) sAEO secondo la grandezza dell'animale. i; CAGAE